Dio d'acqua. Il racconto della cosmogonia africana 8870319148, 9788870319149

A guidare il lettore è Ogotemmeli, un vecchio cacciatore cieco che narra i miti e le leggende del suo popolo, i Dogon de

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Italian Pages 288 [146] Year 1996

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Dio d'acqua. Il racconto della cosmogonia africana
 8870319148, 9788870319149

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Introduzione di Francesco Paolo Campione

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La pritna edizione di Dio d'acqua uscì in Francia nel 1948. Si trattava di un volumc concepito per un pubblico di Marce1 Griaule voleva non specialisti, agli occhi dei sottoporre iina realtà per lo meno sorprendente: i popoli che il pregilidizio europeo aveva sino ad allora considerato 'primitivi' possedevano in realt8 un'otdinata e crierente iiietafisica che, attraverso un ingente complesso di connessioni simholichc, ne pcrmcava profondamente l'insieme delle mcinifesr~tionicultur,ili e che, per usare le p r o l e dello stesso Griaule, epresentava il vantaggio di proiettarai in mille riti C gcsti su u n i scena dove si muove una folla di uomini vivi.. L'interesse di Griatilc per i Dogon non era un fatto reccntc. Il siici primi~contatto inarcrialc ccin il p ~ p o l odelI'iilripinno di R;indiiigarn risaliva n clici:rsscttc anni prima. A qucll'cpnca, l'ecnologo francese, da poco passata la treiitiria, si trovava a .capo di un pr~~gerto (la celehre tiiissionc thkar-Gihiiti) dclibcrato, con iinil legge ad hoc, dal Parlamento francese il 31 marzo del 1931. Si trattava di un'iinpresa collettiva concepita, per la prima volta, seccincici un programma di ricerca sul canipo affidato a spccialisti con iina formazione scientifica di carattere antrupologico. Nel corso di ventidue mesi, l'équipe guidata da (;riaiile (e della quale faccvano partc Marccl Largcc, Miche1 Leiris, Deborah Lifszyc, Eric Lutten, JeanMuuchey, Gaston-Louis Roux e André Schaeffner) avrebbe dovuro porre le basi di iin programma di studi a lungo tcrrnine sulle culture africane, in particolare di quelle insediate nei territori dell'allora Africa Occidentale e Africa Equatoriale francese e dell'Eciopia. Essa era inoltre incaricata di provvedere aila raccolta di oggetti e opere d'arte che

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avrebbero dovuto accrescere le collezioni del Museo Etnografico del Trctcadero (oggi Muske de 1'Homme). L'équipe guidata da Griaule giunse una priina volta in vista della regione montagnosa di Bandiagara il 17 setrembre del 1931 C risiedette ininterrottamente a Sanga e nei villaggi vicini dal 28 settembre al t 9 novembre (Leiris, 1951, pagg. 96-129). Nel cotso di questi primi due mesi di lavoro apparve evidente, a Griaule come ai suoi compagni di lavoro, la singolarità e la ricchezza di una cultura che aveva saputo elaborare e difendere, in un ambiente dalle risorse estremamente limitate, un sistema di vita inateriale e spirituale di altissima qiialità:

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*Al conlronro di qucsta gcnte, turco ciil che coiiosciatno a proposito di negri ci di bianchi ci semhra che assoniipli a mascalzoni, a canaglie, a lugubri huffmi. Religiositb frtrtnidahile. I1 sacro tr,rsiicI;i da tutti i pori. Q i i i cosa appare sagcia e graven (Leiris, l95 l , p;~g.97).

Vitte la pena qui sottolineare clie le circostanze della ricerca presso I Dogcin s i presentavano allora particolarrncntc hvorcvoli, c qiiesto per diversi tncirivi. In primo luogo, nonosrantc I'occiipazicine inili care fraticcsc iivesse provocarci irievitahili friistr;izioni, c i contatti con gli europci qua lchc modificazione tiei costunii locali, la spinta acculturnnte dell'Occidcntc non aveva ancora prodotto effetti degeneracivi sulla strrittura portante della civilth endogcna, cosa che sarebbe avvenuta, iii verità a ritmo meno sostenuto che altrove, sciltanto a partire dalla seconda merà degli aniii Sessanta. I dati in nostro posscsso ci permettono anzi di ipotizzare che le ricerche di Griaule e di coloro che ne seguirono le orme si svolsero in quella particolare situazione che David B. Queen (1961, pag. 46) ha definito col nome di exploration (ricogt~izioneculturale), che comporta iin rapporto pacifico fra culture che non hanno strutturato il conflitto, più o meno vinlcnto, quale piano di incontro, e dunque nella più favorevole delle forme d i acciilturazione, appena olrre l'integrazione.

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In secondo Luogo, l'altipiano di Bandiagara (area raggi~ngihilesenza fatica coi mezzi di trasporto allora disponibili) coi siioi villaggi geograficamente cwsi e la sua popolazione di circa 200-250 000 persone, rappresentava un ambito di studio estremamente vantaggioso: senza doversi sobbarcare I'oncrc di grandi spostamenti, il ricercatore poteva, con relativa facilità, raccogliere e confrontare diverse testimonianze su di un unico argomento, e indivìduare con buona precisione i rapporti con gli oggetti e con gli eventi cui queste si riferivano e, in definitiva, coniporre così iin quadro comparativamente vasto cd esaustivo. Lo stesso dicasi per i riti o per le espressioni della cultura materiale e delle fortne dell'arce. La letteratura scientifica sull'argomento si limitava a qualche scritto di carattere gcncralc di Arnoud e Leo Frobenius, il che cuncorreva a dare alla ricerca I'impimtur di un'assoluta nov irA. Non bisogna infine sott«valii tare clie i francesi, inoltre, potevano contare sul sostegno logbcico e struinentale dt.II'Ainrnitiiscrazionecoloniale, di cui, fatte le dovute distinzioni, crsno incvicahilniente aiich'cssi in qualche miiclo espressione. Infine, fatto di gran Iiingn prcinincntc, per quanto riguardava il patrimonio ideologicu ci si poteva avvalcre del sosceglici cli una vera e propria clnsse di notahili cnidiri il ciii intcressc nci confronti dclla propria cultura si caratterizzava in base alle attitudini C alla persoiialc disposizione psicologica e, negli anni, si accresceva a contatto con gli altri sapicnti. A calc caratteristica della cultura dogon, Griaule dedicò specificaniente un suo scritto (Griaule, 1952), in cui troviamo, fra l'altro, anche un clenco degli anziani informatori che erano a quell'epoca praticamente in .grado di padroneggiare i limiti e la natura della conoscenza tradizio~iale. Non deve quindi nicravigliare se da una missione inizialmente concepita sotto un profilo semi-continentale, sortì un programma di ricerche forremente indirizzato in chiave monografica. Di ritorno in Francia, l'obiettivo pri-

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tnario delle ricerche di Griaule divenne, come ha giusta mente fatto notare Alfred Adler, qtiello di: *costituire lin corpus di conoscenze il più cnnipleto possibile, capace di racchiudere in una rotalità significante la cultura materiale, i comporrarncnci sociali, i riti e, attraverso le credenze i miri, i sistemi di rappresentazione religiosa e metafisica che n, sono Ia premessa. (Adler, 1991,pag. 3 10).

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Fra il 1931 ed il 1937, Griaule soggioniii altre tre volte presso i Dogon. Friittci di questa prima case di studi furono le due monografie Jeux dogons e Masqurs dogons pubblicate, nel 1938, nellc Memorie delllInstirut J'Ethnologie di Parigi. In qiiesce due opere prese forina l'imposr~zioiie' milrodologica che rimarrà poi legata al nome dell'etnologo francese. Per Griaulc, I'etncilogia ccistituiva il prcidotcci 'di un (~conglomentndi dirciplineb) (Griaiile & Uieterlen, 1957) ciascuna dclle quali contribiiiva, sccondo il proprio indirizzo specifico, ad csplorarc ipotcsi cli lavoro che trovavano nclle concezioni mitoloRichc c ideologiche (e in p;irticol;irc. tielle cosrnogonic) un punto di riferimento privilcgi;ito. L'ctiiiilogci, lungi d~ll'esserci~iiiusr l doveva essere in grado di p a c l t o n ~ ~ ~ iiln rpiìi e ;i vero cli con\petenzc, orientando in pritrio luogo la sua uctivitiì alla ricerca c ;il recupero della cornlit?~delle fi~nti. L'infliieiizcl iIi Criaulc si co~icretizzìi,a,partire cI:iIl:i tneth dcgfi anni Trenta, iiei lavori di iinrì serie di ricerc;itori che npptofolicl irono gli sttidi nei diversi campi della ciiltura clogon, facendone nel complesso uria delle meglio cotiasciiiti: del mondo non-occidentale. Fra i principali ricordiamo Germainc Diererleii, Denisc Paulme, Solange dc Gonay e Genevieve Calame-Griaule. Dopo l'intervallo bellico, Griaiile, che nel 1943 era nel frattempo stato nominato professore di Ernologia generale alla Sorhona, organizzò una nuova riccrca sul cainpo; nel 1946 era di nuovo a Sanga. A giudizio di molti dei suoi collaboratori, le sue intenzioni erano allora soprattutto qiielle di precisare e verificare la cospicua inesse di infortnazioni già acquisire. 10

I colloqui che Griaule, nell'ottobre-novembre di quell'anno, ebbe con Ogotemrneli, un vecchio cacciatore cieco, ritenuto fra i pih alti deposirari della tradizione dogon, costituirono in tal senso un'evento inaspettato che produsse un sostanziale mutamento delle convinzioni scientifiche dell'autore: sino a quel momento, infatti, nel tentativo di ricostruire un quadro di riferimento generale, lo studioso si era avvalso dei propri enunciati e dei propri ragionamenti scientifici per addentrarsi nell'universo apparentemente disordinato dei miti e dclle concezioni ideologiche africane. La lunga esposizione di Ogotemmeli mise invece a nudo una cosmologia sistematica presentata sccondo il punto di vista dclllAltro. La somma delle conoscente scientifiche sino ad allora acqiiisite non fu più l'oggetto della ricerca ma, in funzione strumentale, divenne una chiave per acccdere a una forma di conoscenza più alta, a una visione del niondo ordinata e armonizzata da un coerente sistema metaficìco, e dotata di una razionalitl sua prcipria. Per di più, secondo Gtiaule, tale visione contrihiiiva non soltanto a dare spiegazioni esaurienri sulle sccltc sociali ed esisrene ziali dell'uomo dogon, ma poteva utiliiiente essere aclopcraca anche p r interpretare fenomeni estranei a quella culrlin. Da questo mutamento di fondo, nonché da un intimo fastidio per l'etnocentrismo della cultura occidentale, proviene in buotia parte la scelta di divulgare lo studiii al grande piibblico (Dio d'acqua, XXXII giornata): .Non cra, infatti, convenuto una volta per cuttc che il Nero non poteva dare alcun apporto alla cultura, e che non poteva nemmeno riflenere forme antiche del pensiero del mondo? Non cra stato relegato, in ogni tempo, al rango di schiavo? 'Guardate i bassorilievi scolpiti dalle civilci drll'ancichith! Dove soiio i negri?Al loro posto! Fra la gente di poco cnnto! Che influenza volete. attribuire loro?'~

La scelta di Griaule fu indubbiamente felice. Dio d'acqua conobbe un riotevole successo e fu tradotto in parecchie

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linguc. Ogotemmeli divenne per molti una mrta di Ornero negro, u n simholn escmplare della saggezza africana. Anche da u n punto di vista scientifico, il Lavoro di Griaule ebbe immediati riconoscimenti, contribuendo, fra l'altro, in inodo decislvo a stimolare ricerche di carattere s~stematicosulla mentalità e sulla filosofia africana. Tali ricerche erano srate inaugurate da uno studio del padre francescano olandese Plactde Tempels ( 1948).Questi, a parcirc dalla disamina metodica dei discorsi e dei comportamenti rilevati in quasi due decenni di permanenza presso i BaLuba {un popolo dello Zaire), aveva tentato di delineare un'ipotesi del sistema più generale cui obbediva il loro pensiero. Fra le altre opere di'maggi»r rilievo ticordiamo: Essai sur la religion hambara di Germain Dieterlen del 1950; Divine Hmsernen. Tk Liuing Gods of Haiti del 1953 di Maya Deren, un'ex attrice americana iniziata alle dottrine misteriche del voudou hartiano; La philosophie bantu-reuandaise de 1'Erre di Alexis Kagame del 1956, opera in cui un hantu (poi divenuto uno dei maggiori esponenti dell'antropolcigia africana) riflette e appr«fondisce il complesso on tologico appreso negli anni della sua educazione tradizion;ilc (Jahn, 1975, pagg. 105- 106). Lo scesso Griaule continuò a lavorare con passione su questa strada, pubblicalido iiumemhi siggi e mettendo mano, insieme a Gcrmaine Dieterlen, a uiio studio munumentale c h i avrebbe clovuto costituire Ia summa mitologica della cultiira dogon. Di tale opera, bruscamente interrotta dalla morte di Griaulc, awenuta a Parigi il 23 fehbraio 1956, la Dieterlen piibblicb nel 1965 il primo volume (Griaule & Dieccrlen, 1965). Oggi, naturalmente, a distanza di quasi cinquant'anni dalla sua pubblicazione, occorre premettere alla riedizione dell'opera alcune considerazioni. La primi riguarda l'impianto stesso della ricerca. stato infarti giustamente notatu che anche il sistema cosmologico più ampio e articolato è, all'interno del patrimonio

ideologico di chi lo esprime, soltanto una frazione urga* nizzata di credenze (Sperber, 1984, pag. 68). E che se anche, per ipo~csiremota, tale parte cosc~tuissein realtà l'intero universo delle conoscenze individual~,dovtetnmo p~imadi tutto interrogarci sugli scopi e Le modalità della sua organizzazione e sul significato stesso della nozione di credenza che presuppone. Allo stato attuale della ricerca, inoltre, resta ancora da dimostrare che la ciiltura sia al suo interno un tutto unico, e non sia invece, per esempio, come ha proposto Clifford Geerz (1973), qualcosa di sostanzialmente distinto dalla struttura sociale tt dalla psicologia individuale. In questo secc>ndocaso, sarebbe quanto mai interesan te verificare in che rapporto stanno fra loro l'aspetto cognitivo e I'cthos nella visiune del inondo espressa dal saggio di Bandlagara. Paraclossalinciite, l'aspetto sistematico delle rivelazioni cli Ogoternmeli, cior&. in C;. Calnmr-Griniilc JI mondn dclh prnln. E r n n h ~ i ne l i i i ~ ~dei i oclu~rltinella nebbia, nei quali il mondo compiva la sua evoluzione, g\i uomini non ct3noscevano la morrc. Gli otto antenati nari dalla prima coppia umana vivevano cJilnclue indefinitamente, Essi generarono o t t o discendenze distinte, ciascuna delle quali si riproduceva da sola, esserido, a un tetnpo, maschio e femmina. a1

quattro maschi e le quatrro femmine, a causa del loro

basso (del loro sesso) erano otto doppi. i quattro uomini

erano uomo C donna, le quattro donne eratio donna e uomo. Per gli uomini, responsabile era l'uomo; per le don-

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ne, la donna. Si sono accoppiati da soli; da soli si sono ingravidati; hanno procreato.» Ma quando il rernpo fu compiuto, rin oscuro istiritci spinsc il maggiore verso il formicaio occiipato dai Nommv. Portava sul capo, in guisa di ca~nello per ripararsi .. .... . e come dal sole, la scodclla di legrio in cui m(etteva il ,suo cibo. Introducendo i suoi due piedi nell'orifi zio del girembo cene--- come -.-per un parto a rovestrc, egli vi affondo lentamente, scio. Penetrh così tutto intero nella Terra e anche la sua tcsta scoinparve. Ma lasciii sul suolo, come tectimoriiania del suo passaggio in questo mondo, la sccdrtlla che era srata ttarteniita dai margini delllapertur:i. Non re srsva più sul formicaio che iin emisfero di legiio, iimpregnairo del cibo e dei gesti dello scomparso, sirnholo dei suo corpo, s i m k l o tlella siia natura uniann conie lo P Jclla riatiira nniinale li1 spoglia che i rettili iihhandnnnno dopo la niuda. Liberatc~sidclln condizione terrcn:~,I'aiiten: ItO fu acc::n!to dalla coppiki rigencracricc. I l iii:i.s. E qilesto turco omogeneo ha, in particolare, il rarigo della padronanza della parola. Cingresso nella Terra di coliii che lo occupa doveva essere il preludio di sconvolgimenti benefici. Nel seno della Terra esso divenne corne gli altri, acqua e genio. Si sviliippb coine gli altri al ricmo dclle parole proniinciare dai tliie trasmutatori. -Le parole che il Nornrno femmina diceva a se stessan disse Ogotemmeli usi avvolgevano a spirale ed entravano nel suo scsso. 11 Nommo mscliio la aiutava. Furono queste te p:irole che i l settiiuo nntenat(.i apprese a1I'interno CICI ventre.. Qiiesrc parole, nnchc gli altri antenati le possedevano u~ii~linetite, per cffetto dc! loro passaggio nello stesso ambiente; ma il loro mrign non era di pacironanra e servirscIIC non cru nei 1 piti. 11 semttimo ri(:evettc dunque d e t t a cli u n verhc i (il secondo che la Ter-, la ctii~ci: .. CI UII~V:,~ L , , i n r ~dei primo t: non piu, come il priino, riscrv;ito ;i pochi, rnii clestinnto all'ii-isienie degli uoniini. Losl egli p«tcva portare a l mondo il progresso. 111 parcicoLarc, cib perinetteva 'li scavalcnrc il rn.alvagio figlio di ?SSO tlellnI prima estava, si [lici, lo Scincallci relare agli indon virtii d paroln, e poteva . - : .-:.l .."* vini iina parte uei uisegrii L ~ I C ~ LLI I,S . ~ , L l ~ futuro I ordine delle cose, egli non cloveva csscre pii, che iin satellite della rivelazione. Qiicsta parola feconda sviluppi? la potetita del suo nuo- , o della vo portatore; pcr lui, ia rigenerziziotie nt osscsso : resa di p iii iina p Terra si trasformb a poco a poco . . .- .. . . t . di ~1i1cstogrenibo. Occup6 leiitamente turco i i voluriie dclllorganismo c vi si Jisposc come conveniva alle siie opere: le suc labbra si confusero con i margini del formine boccaI e si aprì. Spuntarono dei denti caio c tie diveni aciirniriati. Se rle contaru n o prima sette per ciascuti labbro, poi dieci, C iha delle: dita, poi quaranta, infine ottan-

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ra, ci02 dieci per ogni antenato. L'apparizione di questi numeri era un segno del ritmo futuro della moltiplicazione delIe famiglie; la crescita dei denti significava che il tempo del nuovo insegnamento era vicino. Ma anche allora si manifestò lo scrupolo dei geni: il Settimo non diede l'istruzione riirettainente agli uomini, irta alla formica, iricarnazione della Terra, familiare dei luoghi. Quando il momento fu venuto, alla luce del sole, il Settimo genio espilse dalla bocca ottanta fili di cotone chc ripartì fra i suoi denti siiperiori utilizzati come quelli rlel pettine di un relaio. Formì) cosl l'armatur~dispari dell'c dito. Fece lo stesso con i denti inferiori per preparare i f pari. Aprendo e chiudendo Ic rnascclle, il genio imprim, va all'nrdiro i movimenti che ccimpiono i licci del telaio. E poicli6 tutto il suo volto partecipava all'opera, gli ornamenti dcl naso rapprcscntavano la carrucola sulla quale oscillanti i licci; t. la spula tion era :altro clie l'ornamento del 1:ihhro inferiore. Mcncrr i f i l i s'incrociavann c si separavano, le due puurite clel1:i linguii fcorcuca del genio spingevnno alternativamcntr il filo della trama c il rcss;suro si avvcilgeva fiiclri della h c ~ c anel , sciffio Jella seconda parola riVeilata. Il genio, inhtci, parlii~;i.Ccmit aveva fatto il Nornmo momcnro dclla prima divulgazione, egli rivelava il s i verbr) attraverso iina tecnica, perchd esso fosse alla portata degli iicimii-ii.Mostrava così I'iclcnrità dci gcsti materiali e deltc forze spirituali, e, soprattutto, la necessità della loro cooperazione. Il genio declamava e le sue parolc co1ni;ivarro tutti gli interstizi dclla stoffa; esse erano intessute nei fili e facevano corpo con il panno. Esse erano il tessuto stesso e i1 tessuto era il verho. Per questo, sroffa si dice: soy, ctic significa ' 2 la parola'. E questo termine vuole anche dire 'sette', rango di colui che parla tessendo. Mentre questo lavoro si compiva, la formica andava e veniva tra i margini dell'orifizio, nel soffio del genio,

scolcando e tenendo a mente Ic parole. Provvista di questa nuova istruzione, essa [a comunicò agli uomini che si trovavano nelle vicinanze e che avevano già assistito alla trasformazione del sesso della Terra. Fino al momento in cui gli antenati si erano calati nel grembo della Terra, gli uomini abitavano in fosse scavate come tane nel suolo orizzontale. Quando la loro attenzione fu attratta dalle scodelle abbandonate, essi osservarono la forma del formicaio che trovarono più comodo dei loro biichi. La imitarono aprendo gallerie, crcando camere ai riparo della pioggia e incominciando ad ammassarvi le provviste ricavate dal raccolto. Si incamminavano così verso condizioni di vita meno rudimentali e, quando notarono la crescita dei denti intorno all'orifizio, li imitarono per costruire un riparo contro le helve: dopo avere impastato delle grandi zanne di ~ e t a le , fecero scccare e le incastrarono nel suolo intorno Il'ingresso delle loro dimore. Al momenco di ricevere la Ioru seconda istruzione, gli uomini ahitavano dunque dei ripari che erano gih, in qualche modo, una prcfigurazicine della rivelazione e del grembo nel qualc ciascuno di loro sarebhe disceso per rigenerarsi quando ne fosse giunto il momento. E questo formicaio umano, con i suot attiranti c i suoi granai, era anche l'immagine rudimentale di iin sistcmn del mondo che doveva, molto piu tardi, giungere dal cielo sotto forma di un granaio meraviglioso. Queste oscure prefigurazioni dei tempi hturi avevano preparato gli uomini a ricevere i consigli ilella formica. Questa, dopo la ditnosmzione, aveva messo da parte alcune fibre di cotone; le aveva ridotte in fili e, davantì agli uomini, tendeva i fili fra i denti dell'orifizio come aveva fatto i! genio. Man mano che l'ordito era pronto, gli uomini incessevano il filo della trama gettandolo da destra e da sinistra, al ritmo detle mascelle che avevano ripreso il loro movimento; la striscia ottenuta veniva avvolta intorno a un pezzo di legno, abbono del subbio.

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Contemporaneamente la formica divulgava le parole e gli uomini le ripetevano. Così si ricostituiva sulle labbra . . della Terra il clitna Idi vita in movimento, di forze trasposte C di soffi cf ficienti C he il Settimo antenato aveva creato. Così l'in'crociarsi dcll'ordito e della trama racchiudeva in sé le parole del niuovo insegnamento che diveniva eredità degli uomini e che i te!;sitori avrebbero trasmesso di .-- - . - - . agli schiocchi della spola e al generazione in generazione, rumore aspro della carnicola del relaio, detta 'stridore della patola'. Tutto questo avveniva alla luce del giorno, perché filatura e tessitura sono lavori diurni. Lavorare di notte significherebbe tessere strisce di silenzio e di ombra.

QUAR~A GIORNATA

La terza parola e il granaio di terra pura Ogototemmeli non aveva un'idea chiara di quello che fosse .avvenuto in cielo dopo la metamorfosi deqli otto antenati in Nomrno. Ceri:amente Igli otto, (dopo aver lasciato la terra al termine del!Icloro opere, ave giunto la regione dove regna la coppia priinorcliaie, aiicrice della loro traione. Ceirtamcnte questa aveva aiitc sforma~ i altri e rganiznon si t:ra fatta !ìcrupolo d'imporre loro sul azione e delle regole di vita. ve mai ciiiammenitc perché questo niondo Ma ni sc poi firio alla tijttura, né perché questi cclcste , clisordiitl riiivcaar-'\i < i v r i L ;onsc~uenzauna riorgaeva nulli a che nizzazione del niondo urnano chc:noti av~ F:tre con essi. ['Irrche, al la fine, 1!li otto I,idisceser,o si~lla -

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inscdi~i ta una rclrzu e defi,nitiva parolii necesaaria al fiinzionaineni )rido moc Ad ascoitare Clgncemineii ccin rassegnazione, si ottencva soltatito qiicsra risposta evasiva: .I geni non cadono dal cielo chc per collera o per uno spintone*. Ogoteinmeli aveva nianlfcst.arnente coscienza dell'infinita complicaziune dei diseL.ni di Djci o dei geni che lo so. stituivaino, e ripugnava a darsene una spiegazione. Mak rado ci6, si riuscì a precisare un quadro modesto ma socidisfacent:e di questo oscuro periodo. La coppia Noinmo avteva accoIto in ck!lo gli otto rigeindo tutt i di un'id entica essenza, i neraci. Ma, pur partecip~ più anziani avcvanu sui inuovi ve]nuti i dir itti della genitu-

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La reca panda c i 1 Cr:o'più grdnde, perì).» ,,E,dove nvcva preso qtiesto pezzo di cielo!. uEr;i un pctu) di terra di ciclo.» u Ed cra spesso ? N "Sì, come iina casa. I lieci ctibiti, coli ilelle scale dn ogtii I:tto che inclicaviiiicl I c~ilattmnrintj cardinnli.~ Il Cicco nvcitn alzato la testa, ,va srmprc rivoltn a tert.a. Come, spiegare ornetriclie, questi -~ . ~precise ciimensloni: Lruropeo, all'inizio, gradini, queste aveva crcdilto di capire che si trattasse di un alto prisma fianclieggiato la quattro scale cfisposte a croce; toniava cemnre, coli insistenza, su qiiesra forma che voleva comr prent.lere csatc e il suo incerloc~ itc)re,seriza impa. zienzia, sperdu to nelle suc tcnebre, ccrcava a tei.itotii deiI A

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il siio volto devastato: Ogotetnn e l i aveiva trova to. Sporgendosi all'inrerno della sua casa, quasi disteso 5iul dono. .... --- .- - - - -- .--vut~cci, . .--- -frugb fra eli oqgetti che stridevarici, siiuriavariu m' schiavano il si~ o l socto la sua mano. Nel vano della porta o resta\,ano di ti~i soltanto i ginocchi magri e i piedi aggrap--n

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QUINTA GIORNATA

La terza parola

delle cose I1 paniere era stato messo vergognosamente da parte. Era rientrato nel mistero, alle spalle di Ogotcmmeli, e nessurio doveva pii1 fame parola. L'era stata, ncll'esibizione al sole di q~iellainaceria, come uiia sfida alla vaiiith del mondo. D'altra parte, aveva a~tcrnpiiito:rlla sua fi~nzione.Torto si era ctiiiirito c la geometri;^ divina si era precisi~ta.Si poceva così incottiincinre I1eniiincr,izioncdettagliiita clclle cre;-itureotdinarc ai qii;itrro punti c;\rr.linali dcll'cclificio. Ln scala occiclciirale era occlipacn dagli ;iniiii;lli sclvncici. L?nl primo gradino in alto fill'ii[timti in hrissa, figur;+v:ino le antilopi, Ic icne, i gatti {che nccupavnno diic gradini), i rettili e i snuri, Ic scinimic, Ic gazzelle, Ic ttiarmotte, i l leone, l'elefante. A coniinciare dal sesto k ~ a J i n oapparivanti , gli alheri, 631 baohnh finci alla Lantiea aciciu, e sii ognuno di questi vcgetali cranri gli insetti cl-ic vi si trovano comiinel\irncti < IgRI,

Sulla scalinata meridionale, erano disposti gli animali domestici. In primo luugo i gallinacei; poi gli ovini, i capini, i bovini. gli equini, i canidi C i gatti. Sull'otravo e nono gradino si trovavano i chelosii: le che, in ogni famiglia, sostituiscotio oggi ~ m n d testuggini, i i patriarchi. durante la loro assenza, e le piccole, che vengono mcsse lentamente a morte durante i sacrifici di purificazione ccrriroriale. In decima posizionc venivano i roditori, ratti e topi della casa e della boscaglia.

La scalinata orientale era occupata dagli uccelli; sul rimo gradino, i grandi rapaci e i c a h s ; sul secondo, gli struzzi e le cicogne; sul terzo, le piccole otarde e i vannelli; sul quarto, gli avvo[toi. Seguivano i piccoli rapaci e gli aironi. In settima posizione vcnivano i piccioni, in ottava Ic tortore, in nona, le anatre e, in ultima, le grandi otarde bianche e nere. La scalinata settentrionale era quella degli uomini e dei pesci. Presentava senza dubbio qualche complicazione, perché Ogotemmeli dovette ricominciate da capo varie volte prima di riuscire a dame una descrizione soddisfacenre. Pensava che gli uomini fossero dei Rozc?, i primi OCCUpanti del Niger, riconosciuti ancora oggi da tutti gli abitanti dcll'ansa del Niger come i soli veri pescatori. Ma la loro ripartizione sui gradini gli dava da pensare e fii sol-anta durante i l secondo colloquio, in fine di giornata, hrr egli formiilh iina versione definitiva. Indiihbiamente avcva consiiltato, nel frattempo, I'cipinionc di qielche anziano. Su ciascuno dci due primi gradini stava un b z c i maschio, con un pesce aRgrappato all'omhclico c pendente fra le suc gambe. Di qucsco accoppiamctico dell'uoino con il pesce Ogoternmeli aveva un'idea cliiara, che l'Europeo non riusci perb a comprendere: I1omhelict>dcll'uomo era scretto fra Le hranchie del pesce, il pesce, ci*, restava per intero fiiori dal ventre. Del resto, il nomc stesso che i Dogon clanno ai Bozo mostrerebbe, secondo Ogoternmcli, che il pesce cercava di penetrare nel corpo del suo portatore. Infatti, il termine



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    Ogoternmeli, dopo aver spiegato che l'edificio e n un grariaio, coiniticib a desc:riveme l'ordinamento. ilé.E, nell'ombrn interiore, rivivevatic) i prodigi. II cicct.), con la fa{:cia rive~lta;I ccr,ne le irianl sulla nirna, si calava tiel pass:itc, dei cicli. Raggiiinse infine I'ul. .. timo strato dei simboli ciic tonriavano I'univcrso condei saco tiel grariaio priiniclrdiale, iin corpoI gotifio Cli vita cb ingoiava il n utriirient o: 4':iiì che . viene rnatigiaro- disse è la Iiicc del sole. Cesc:remen t) Voleva dire anche chc era coine se questo diccenclerite !sso. Ora,, nella sciric Jei Nommo-antenafosse l'C C)ttavc> $nIii,irri~iclicosipe nte, si ]nnciii ancora iinn vtilt:i verso Iri porta c V I ro. Niiovc iirla c nuovc niihi (li polvere: e 11 niii clrosao cicgii arieti, che il patlronc, nella sua vevn cliiuso dentro, npp:ir ;L)li; >nJai.oil canestro, si iinirc ,e tiitri insieinc, passantlo nlln carica fra Koguern L ,, ,,t,llto, iscamente, orinaroi~~vasero I l e ~ ~ ~ Vr i~sit afermi , ~ no c si misero 3 S U I Iiecclijarc Ci fu un quarto d'ora di p,,,,, ~ " r a n t rla quale O n gnoiilu spieg8 il simbolismo dcl bastone-sedile utilizzato nelle grandi cerimonie di iriiziazione. Poi due apnclli. che erano ririiasti sul letame e non vi trovavano d a mangiaire, iiicor io a helare. Gli altri quindici ripiresero im mediata1 loro carosello. l

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    II cortile di Ogotemmeli, in confronto a questo caos, era iinrnerso in un2 p:icc meravigliosa. Avendo i colloqui precedenti diinostraro l'importanza della tessitiira, l'Europeo chiese al cieco di parlargli di questa tecnica. l'oco prima aveva osservatu, per I'eni-iesima vcilta da quando era i11 Africa, uri telaio in tnovimento c alciine filamici ;i\1;ivoro. L'armatura dello stnimento, composta di quattro pali verticali coiifitti al siiolo e collegati da assi oriztntitali, deIiniira u n prisma nel quale trova cc>rnodamenceposto ui-i tiorno con i siioi utensili. Lordito, stretto c senza fiiic, parte ([;iiin pezzti di legnci ap~csantiruda pietre, pasca su tili sinmorto orizzontale e si ptclsenta inclinato al tessitore. r f4cl s e t t ore :~ttiv eso fra qi11cst0 suy)pc~rtcie il nillo I Igc 1:1 fasci:\ clel t cssiito, l'orclirci n1 clu;i\ti ... ' 1 . pnssn nei iicci e ncii 11cri13 yriz1i:i clcl battente, i ciii ilcnri ii con i p ictli, si ~iiina.I li sono f;icti di scht -:lversii :ilct'rnann ~riizic rrnicolci : dcll'arln:iti,ra; il n:irrcnrc 2 scisl-icso ,I cii1.1 u J ~ u ~ K fissnta ,,.~ :.illesiic cstretriith. [,n spola, fòrrn:ir:c Jii iin pezzi) cli Icgnc.~inc:ivarc.~e :ip. p~intitci:il~'estrciiiitD,vicne inanovrarii i l iiiano. Per In filatiir;i. :ione teir e di iin ttilc ;issi< I;i piinfiisn ccrrnpcisto cl ta in iina fiisnic)l;i che hii \:i i«rnia ui linci grossa niglia c\i I n destrrI, In d~iniiairnpriirie un terra sttcca. CO siio stril:mento, e pareggia il filo movirri entc.1 rot: . ..- - - . I l . ,,,,,A Jnlln polvere. Con la sopr:~~ 1 1 1 : Ip c I , C u 1 C l l l \ J t F ~ K L; l r , , i ,li fibrc da cui parte il I T I ~ P ~ ; ~ . S S : sinistra. essa s« ........ , nella cerierc biarica cona Ic dita filo; ogni tnn'ro, . tenuta in iin piccoic-i recinienrr' di L U L C ~ . inaro il cotone passanclo Prima di fare ciolo, e la porta d'ingresso fronteggiava la porta Jclla stanza. Qucllu nel fonda formava la cucina; i due laterali traiio i magazzini. Qiieste quattro camere, che ermo in realt3 degli stretti corridoi, comunic.avano con ta stanza centrale itrrraverso pnrtc che si aprivano o inrth delle pareti; e quelle che davano iciii rna~atzinilaterali erano dei semplici aditi. L'unica porta d'iiigrcsso, al ccnmci della facciata, era allineata a qiiclle che davano nella camera e nella cuciti;^. Il focolare ern composto da due pietre poggiate al suolo n diic palmi dal muro di fondo e a due palmi l'una dall'altra. U n orcio rotondo era appoggiato su di esse contro il Inuro. {,a stessa pianta si ripeteva a\ piano superiore, tratinc per la cucina, il cui soffitco sporgeva sulla terrazza deli'edificio t: v i pret~devaluce atnaverso unlapertura che serviva anche da cappa fuiiiaria (vedi fig. 13). Corne la maggior parte delle case di Ogol-Basso, quella di Amadigné era orientata verso ovest, per evitare le piogge portate dai venti dominanti. Essa formava la parete di una stradina angusta dall'altra parte della quale si trovava una serie di granai dalle porte accuratatnente ctiiuse, ma che, davanti alla porta centrale, aprivano un varco su 1111

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    I1ISEC;NO 1)I COPERTA

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    letame di iioinu ricco. Dalla parte superiore della facciata, appmi il pezzi di legno che sporgevano dal muro di argilla, penzolavano dei grappoli di miglio rosso-hruni, della specic derta 'dagli occhi esorbitanti' a causa dei suoi grandi chicchi rotondi. L'Europeo aveva l'impressione di stare attraversando una ordinata stratificazione di ricchezze che iiivadevaiio le terrazze, i piani, le nicchie e i ripiani. di ogni specie, in qiiantità misurate, eraInfatti jcccare sulla terrazza: peperoni rossi, aceno state tosellc dai rriitti arnaranto, miglio giallo, che, cadendo, prudi~ceiin suot>ochiaro e vietie perci0 chiuinaco 'oro sonante'. -La facciata con Ic sue orrtl file di dieci nicchie. disse Ogotem meli wralpprescnt ;I gli ottcI antcna t i e la Iciro discenden;&I, nume rtwa clu;ir]t(> le J i ta delle Iciro niani. ..I* i.. A. l: j l l Senbci.... V C I ricurc, ir: U ~ I C n c i IC U I ~ i ~ i i l icoioniie ic Sono Ic dicci ilica, e, qiiiando si guarda una casa di fronte, si vedoiio le IJiie manii distese. -L:Le niccriic su110 le ahitnzioiii dcgli nnteiiati ed cssi le occilpari jo l'rinlii ciando c pii1 alta chiuse, pcrciie essi hnnncì nisugnz, ai respirare I aria ..,.-. ta. LA porta scolpita del prinio piano coinprcnde, o dovrebbe compreridere, otto file di ottantn persoiiiiggi, immagini dcgli iiomini e delle donne di tiitto il niondo nati dai primi antcnciti. Ln serratura 6 l'sltarc degli iiriteimti c i C che vi stiirino sopra raffigtiratio il gliardiano lii,iKiic. 1 2 coppia di dimensioni piìi s a n d i clie 2 a volte scolpita sopm il pannello rappresenta la ccippia umana prirnorilialc. I buchi circolari del frontone, in numero di dieci, come le dita delle mani, sono wciipati dai nidi di rondine, 'pollame1degli antenati. Essi porano il nome di 'buchi di rondine', che si applica iigualmente, per un eut;emismo, a tutte L e nicchie della facciata, in scgno di rispetto per gli antenati, dei quali iloii è lecito parlare a ogni pìè sospinto.

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    PIANTA

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    Fi~wra12. Maschera

    COPERTA DEL MORTO

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    di fumi~lia'.

    Figura 1 1. Esempi di fame ed o w t n corselati d motivo &&I scacchiera.

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    1' R otto colonnette che fortnano la cresta del muro sono, da sinistra a destra, gli alcari degli antenatì. Quando la casa è strerta e non conta che due o tre file verticali di nicchie, le colonnette sono meno numerose; nel caso contrario. superano la decina, ma il numero tradizionale resta di otto, una per antenacn. L'insieme dclla facciata, con It: sue otto file di dieci buchi oscuri separdti da parti piene più chiare, simboleggia la coperta dei morti, con le siic otto bande fatte di quadrati neri e bianchi, immagine, a sua volra, della terra dissodata e delimitata. Quesrs facciata dà il nome alla maschera pii1 alta, il cui apice s'innalza di dicci cubiti sulla testa di colui che la indossa. Qiicsta specie di pen1ioiie.è diviso in dicci clementi formati Ja una griglia mttang«lare rrnfcmta, a quattro o ciiiquc sharre; c cluesri elemenri sono separati da parti piene. 11 pennone siiiihole~~ia l'ordito del tclaio e viciic incliti;iro verso est c vcrso civcst pcr iniitarc la iiiarcia diurna del sole (vedi fig. 12). L'Eurtjpeu riciirdava i ci~ntidYincor:iggiamentosalmo* diari alli1 maschcrn 'casa i i pih piani': Si dicc che k ctrsc di Molu, in Tombo &, sianu hclk che k c a ~ cdi Molu siaiio belle a Molu k ccfie hanno piani nia sono gli uomiiii c h sono belli e noir k case a j ~ i upiani!

    e11 suolo del pianterreno- disse Ogotemmeli *simboleggia la terra e il I.cb6 risuscitato nella terra.* 1-3 tcrraz:a, quadrata coine quella del granaio volanre, C I'immaginc del cielo e il soffitto clie separa il pritno piano dal pianterreno è Io spazio fra il cielo e la. terra. Inromo alla rerrazza principale, le quattro piccole terrazze rettangolari indicano i quattro punti cardinali, come h il fmolare. 11 focolare, infatti, 2 animato dal fuoco celeste che proviene dal fuoco rubato dal fabbro; quando la casa ha

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    llorienrazione giusta, cioè si apre verso nord, l'orcio poggiato sulla fiamma indica questo punto; le pietre segnano l'est e l'ovest. IL muro, terzo punto d'appoggio del recipiente, indica il sud. L'interno della casa e le diverse stanze sono le caverne di questo mondo, abitate dagli uomini. 11 vestibolo, stanza del padrone, rappresenta il maschio "ella coppia. I1 suo sesso S \a porta eqtema. La grande sranzn centrale e i l regno e il simholo della doiina; i ripostigli laterali sono le sue braccia, la porta di comiiriicazione il suo sesso. Stanza e ripostigli raffigurano la tkinna, sdraiata sul dorso, con le braccia aperte. pronta per l'unione. La stanza pih in fondo, che contiene il focolare e prende luce stilla terrazza, manifesta la respirazione della donna sovrastata dal sr~fficto,simholo clell'uomo, il cui scheletro 6 formato &li travi. 11 rcspirr) dclla coppia esce attraverso l'apertura siiperiore. I quartro pali (cifra femminile) sono le braccia della coppia, C quelle della donna sostenaono l'uomo che si :ippoggia a tcrra sullc sue. Per i l parto, la donna s i coll(7cii in mezzo alla scaiiza, con !a schiena a nnrcl, scdura su un» sgnhello C sostenuca dalle altre donne. Il hnmhitio tocca la ccrt;i e prmde possesso dclla sua snima nel piinto in cui 2 stato concepito. 11 tcrrnpieiici che serve da letto 8 nrientiito in direzione nord-sud, c la coppia vi riposa con la cesta a nord, come 1a casa stessa, La cui bcciarn è il VISO. L'rinmo donne siil latri desrro, con la faccia a ovest, la donno sul lato sinistro, con !a bccia a est, nella posizione in cui saranno sepolti nella tomba. ul'uotno si corica su1 lato destro e rocca la donna con la mano sinistra; non la tocca mai con la destra. La donna dorme sul braccio sinistro e tocca I'uoino con la destra. Non ci si dispone mai in altro modo, La donna è sepolta sui braccio sinistro, l'uomo sul braccio destro, cosi come dormono.n

    Di'?11'.w'l11~

    Sulla coppia viene distesa la coperta dei funerali. Sotto il letto trovano pustu tutti ì grani destinati alla semin a, ad ecc:ezione di quelli del cotone, che vengono ripost:i sull'ari :hirrave dclla seconda porta, immagine del sesso- C---:rerrirriiriile. Nell'u~iione,I'uotno depone il seme. Egli è come un genio dell'acqua che fa piovere l'acqua fecondante sulla terra, sulla donna e sui grani della semina. Cosl I'atto agricolo e l'atto coniugale si trovano congiunti. Se la coppia sta allungata sotto la stoffa come nella morte,cih avviene perchk il letto è anche una tomba. È la tomba Jel Lebé, nel1la quale penetra, per poi uscirne,' il Settimo Nommo, ser-vendosi Clclle due aperture che si no. vano f ~ le a ncirte dellh iciccidLr,. :bC risusc.iti)nella terra grazie all'opera del geC nio, così i seimi scino 1~ o r r ~ t i gcmiriazkinc c i figli pro..-,.-. WLLCI Ici coperta creaci iitrriivcrsci i d t i o clcrigli sposr scl~iiit~i clc i iiholo dclln numcrosa discendenza e dclle terre c Mri ia casa non P che un eleiiiel-icodel villn~gio,che forrnn iin intrico di abirazicmi circondncc da granai c da eilifici annessi. In ogni senso corrono viuzze che separano i blcicchi l'uiio Jiill';iltro. Ogni agglomerato si clivide in qiiarticri C ogni c1iianicre è abitato tla lini1 famiglia estesa >

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    NORD

    ALZATO

    PIANTA

    Figura 13. Pianm e serione Lnteralc di una casa h o n .

    132

    che possiede una grande casa. Ogni quartiere ha i l siio riparo per il consiglio cosrriiito su una piccola piazza; ma al viIiaggio è assegnato un riparo più importante, propriet di uno dei qiiarticri, costruito su uiio spiazzo più vasto n< quale si svolgono le grandi cerimonie. *Il villaggio» disse OgotemmeEi 4deve distendersi d nord a sud, come un corpo d'iiomo che giaccia supint Ogol-Basso i? quasi nella regola. La testa la casa del cori siglio, edificata nella piazza principale che simboleggia il c a i n p primordiale.. Risiiltava tiittavia, dalle spiegazioni preliminari del cieco, che il villaggio doveva presentare iina pianta quadrata, coli uno dei lati che guardasse a nord e le vie orientate da nord a siid e da est a ovest. Ma questo non è possibile che in pianura; nel tormentato altopiano e fra i dirupi scoscesi delle falesie, il vil1:iggio deve adattarsi all'irregoIarirà dcl suolo. A nord tlclla piazza sorce la fucina, nella posizione il ciii si trovava qiiclln del fnhbru civilizzatore. A est e a nvest, le case pcr IC donnc in scaco mcstriialc, rcitonclc come degli ureri: sono le mani. Lc grandi case di famiglia scgnano il petto e il vcntrc. Gli altari comiini, cc~stniitii1 suil, sono i piedi. Al centro, le pietre dove si pescano i semi tli Lannen ai& formano un scsso di donna. A fianco, dovrchhc trovarsi l'altare di fonclaziime, imninginc clel sesso maschile. Ma, per rispetto alle donne, questo altare viene cosrriiito fuori cietle mura (vedi fig. 14). All'inteinc~del villaggio, cj~miquartiere forma un tutto e deve essere disposto nello stesso modo dell'unith principale, come un csscre a sd. Visto dall'alro, il villaggio è l'immagine deila casa deli'antenoto, con le sue ottanta nicchie, e della grande coperta dei morti, con i suoi quadrati bianchi e neri. Le costruzioni sono le parti piene delLa facciata; i cortili e i dintorni simulano le parti vuote. Le terrazze splendenti al sole e le oinbre proiettate al suolo danno i due colori della coperta.

    Le viusze che corrono da nord a sud sono le cuciture che iiniscono le bande tli stoffa. Il riparo degli uomini, che sorge su ogni piazza pubblica e, in particolare, sulla piazza principale del villaggio, è coscruitri i t i modo molto diverso dalle abitazioni. A Sanga, è composto da una catasta quadrata di parecclii strati di steli di miglio affasrcllati. Questa massa riposa su una rozza armatura formata (la tronctii non squadrati, equilibrata sii tre file parallele di colonne di pietre a secco o di legno. Sotto il riparo, gli uoniiiii si riuniscono durante le ore calde per riposarsi e discutcre. Gli anziani, in particolare, vi tengono consiglio e prenrlono le dccisiotii chc rigusrJano gli affari puhblici. Uri tenipo, qi~aiidosi edificava iin villaggio, il riparo c la casa delle donne venivano costruiti pec primi. E sotto ~ 1 x costniziunc 1 di qircstci tipo che deliher~vano gli orro antenati, nel rcimpci iii ciii ~ v c v ; - i nancora ~ forma utiian:i, prima clelln loro niet:itnorfosi iii geni clcll'acqua, I ripari ;tttiiali, cluilndo non sono circolari e sonnoricnti da una carasta ;t ft>rinadi troncii di cono n>vesciato,sono, o dovrchhtfro esscrc, orientati sccondci i piinri cnrdiniili. Essi coinporranii, o dovrehhcrti sciiiiportare, tre file di cc>Icinnc disptate ti:i nord a siiil; e, rnenrie quellc Iiitcrali contano tre pilastri, quella cenrrale iie ha soltanto diic, secondo una clisposizic.ine a quinconcc. Qiicste ti~ztcccilonne, fatte di pietre soli~iamcntcequilibrate c talvolta ricoperte da un intciiiaco grigiu~hia~ico di 7 I otto argilla mista a paglia, si drizzario come i busti debl' antcnari seduti a consiglio, con Ic ceste iriseritc nella trav;itura. Per un osservatore che sieda al centro dell'edificio con la faccia a nord, le colonne si presentano, iielI1ordine riurnerico, in modo che la prima sia quella dell'angolo di nordest, La seconda quella a ovest, la terza quella dì sudovest, la quarta quella di sud-est e così di seguito facendo il giro dell'edificio. La settima ì. quella sitiiara nel cenrro dal lato nord, e l'ottava si nova subito dietro di essa.

    Dio d'arqn

    Cosl la filza delle otto ccilonnc si inscrive, su un piano, comc un serpente acciambellato secondo una linea spezzata che avvolge i simboli dell'ancenaco Settimo, sigiiure della parola, e dell'antenaco Ottavo, che è la parola stessa (vedi fig. 15).

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    QUINDI(-FSIMA GIORNATA

    I1 santuario Ogotemmeli nel corso dei colloqui preeederici aveva lasciato intendere clie La casa d'a tritatione non era stata il prinio edificio costriiiro dagli uoiinini. 11 primo edificio era ~ I ~ r ~ eO~ i o n cli r Diil6 Stato 1111 sannrario di BiIiu, L L ~ ~ L Inella .dal-bastc iato Deu nne. Era d:il sa( di Kunn,u che la esatta1 IO stagno . . cosa aveva aviiro iucigo. I i i st-gujru, gli uc.irriini avcvano ripreso per Ic case d'sihitazionc la forma del santuario. UM;IVavevi1 d e t t o Ogotemrncli *il sanc~~aric.) 2 ui~acciriiba, inentre 1:i casa P uii luogo dove si vive.Il santuario Ji Rinu ? stato iiinalzato in onore di un antenato, Diiiu; qiicsro ntiinc- 2- 1;) cc.,ntrn:icine cli ilue tennini, il primo dei quali si~nifica':indaco vi;]' c il sccanclo 'tornato'. Si tr:irt;i cli iirI :intctn;itu ;ipp~re C inc)rto, to fra gli chc cr:i 1 ci08 partito pcr iin :iltri!I rn. ..11,., «I,'aitare* disse Ogotenìineli qua o,,Iicimn e I'uotno rende a tutti una parte. Un sacrificio serve in parte per sé, mia il resto va agli alrri. Le forze del sacrificio penetrano n e I .- - ..-. I'uonio.. n3ss:lnn e ne riesa~no.EJ cosi per iiirti*. I n inodo clhe ciasclino dh n 1, anche, riceve dla nittii. Vi 2 fraI gli uotiiini uno s In mento inccssanrc di riussi invisiniii. cu e necessario cnc si:i così perche I'urdine dell'univcrso si cc~nservi. «La parola* disse Ogoteinriicli m 2 per t u t t i in questo rnondo; hisogna scambiarl;~,bisogna che essa vada r venp, perclib 6 giusto dare e riceverc ic forze della vita.» scii~callci,figlio inagginrc di Ilio, contro sua tiindrc la Terra. L'iiomo attu;ilc E Io sci;ic:illo che scava il formicaici :ill'inscguiincnra dclla fcjrinica, incarnazione ilella Terra. La donna 2 la niuclrc incestuosa chc ;illa fine si confessa vinta da chi Z pii1 forte di lei e si unisce a siin figlio. L'unione della coppia, neIlgonibracielln secantla stanza con i quattro pali, viene cnnsuiiiata sui terrapieno orienraro. L'uomo, con la faccia a ovest, sdraiato sul fianco destro; la clonna con la faccia a est. Il letto 6 il campo originario C contiene i semi protiti per la germinazionc; per questri esso è pieno di vita in fieri. Al momento dell'unione, il Noinmo guida il seme maschile che si avvolge a spirale intorno all'utero come ha fatto la parola. Questo seiiie, venendo da un organo fatto

    di tema, è esso stesso simbolo della terra. Ed è, anche, terra, perché proviene dalle articolazioni dell'iiomo, che, nella tomba primordiale, erano segnate dalle pietre di alleanza del vomito. disse Ogotemmcli ({bartere il suolo 2 proibito. Un'arnrncndu punisce il colpevoie: ccin esca si compcta una victima che viene sacrificata siill'altare di fondazir nc del villaggio. Perché questlaltare rende oiiure anchc : territririo occiipaco e , in qticsto modo, si restituisce al1 terra, attraverso il sangiic, In forzi che ne ì. stata fatta uscire indehitntnente colpendola. Ma i colpi d;~tidai giov:itii non ainri colpi carniini.li O~otcmmelitacque iin istantc. Gli era pirsc.~tli d i r e dei passi arrestarsi nclla straditia. Riprese con un filo di voce: .La batticuria del fonio, i: come se un uomo sEozz:qsse tini1 vittimi s0pr.i un a i t a r e ~ . I l F3i;rnco ascolravn, trnttenetidci il respiro: M E un gesto di gacrificio)~. Ma dov'era il sangue? Attravcrsn quali sotterfugi del sirnlx)lismo si poteva giungere a cliiesra analogie? ~1,'ottavoseme,, riprese Ogotcmrneli il siiriholo della bile e del sangue niestruale.i> Ricordava qiiello clic aveva già spiegato all'inizio del colloquio. Il senir, che figurava nell'occavo scomparrimento (vrscicola hiliare) del granaio celeste, ccrnteneva insieme biiona c cattiva parola. Quel che esso aveva di biiono n e era estratto e si mescolava ai canti; quel che aveva di cattivo, restava al suo inrerno, cadeva al suolo con il seme sotto i colpi del bastone da trebbia, cadeva come sangue. h

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    Come riel sacrificio, anche là vi era separazione dei spirituali della vittima: con i canti era captata la forza positiva; nei cliicchi sparsi al siiolo restava il principio cattivo, il sangiie mestruale che rappresentava il debi[ o domito alla terra: *La battirura dei semi. disse Ogotemmeli 4 come una donna che fa bere alla terra i1 suo sangue.. 11 sacrificio siinbolico della Digitaria batnita a morte aveva dunque tlue aspetti: da una parte, pagava I'nmmenda dovuta per i colpi nortumi dati dai bastorii da trcbbia; - dall'altra pagava alla terra i l dchito originale delle donne. E .cluest'ultirno risultato era completnetirare dcll'opera di fccondazione svolta dalla bticrti;~parola estratta dai semi. Ii-if:itri, sc i canti accrcsciiiti cfii questa p;irnla tncrtcvano le drinne in condizione di procrcarc, ci05 di non . come flauro. Nudi, non lianno alcuna verroena. 11 peterriscc. ricolo li lascia i iti. Un'inezia li at Manife:l.ina~ione - -. per la nnorte. stat~oiina tnistt I. *Nulla in essi è saldon cfisse Ogotctnmcii. E spiegc) che anche rliiella, cortie tiirre le cose, risaliva alllorigi~it: JPII:~ creazione. *La regola percli6 tutto sin ncl giiistom disse il cieco .sarrbtw cd essere due. 1,;i snrgcnrt. di tiitti i disordini h la solitiidine ilello sciaciillci, figlio prii~iogctiiitodi Dio. Non si pui, necare che lo sciacallo sin una cosa cattiva, pctclit In stia snlitudint lo ha spinto vcrc d r e . l'er i1ticstc-I, \Ioiniiio chiede LLCI 2 !a ciimeli aveva gih spiegato. fra della perfezic,ne, a>mt Munito delle sue due anime, iil bambino seguc la sila . sorte. Ma i suoi prcmi anni sono caratterizzati dall'instabiliti del11a sua pei-sona. Finché conserva il prepuzio o la clitoridc, supporti del sesso conttario a quello apparente, ,rnascoliriità e temrninilità hanno la stessa forza. Non è giusto, percib, paragonar.e il non circoncii doiina; ne, egli come la donna che non ha ancora subito I'escissio . . . 6 insiein e masc hio e ter " nmina. se questa indccrsione in cui si tlrova quanto al suo sesso dovesse protratsi, l'essere non av~ e b b cm ai alcuni3. inclinazione alla procreazione. m.

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    Dio d'acqua

    La clitoride della bambina è, infatti, un gemello simbolico, un surrogato maschile con il quale essa non potrebbe riprodursi e che, anzi, le impedirebbe di unirsi aI un uomO. Come Dio ha visto drizzarsi davanti a sé i1 me1mbro del la terra, così L'uomo che si unisse a una donna non escissa sarebbe 'punto', e I'oppormnità della sua presenza contestata dalla clitoride che si pretenderebbe sua eguale. D'altra parte, l'individuo non puii condursi in modo normale sotto una doppia direzione. Bisogna che uno dei due princlpi prevalga sull'altto. *[l bambino non può fare nulla di serio, e nulla gli si pub fare di serio fincti4 non è stato circonciso.* Egli non pub ricev ere la sua insegna, né celebrare un . . culco, i14 sopportare i rimedi che i giiaritori danno concro le malattie, n4 titilizzare gli amuleti. Queste pratiche suppcingono, infatti, un andirivieni di forze vitali troppo violente per un essere la cui anima non si è ancora 'fissata'. Ma la dualiità dell'ir idividuo non P la sola cdiisa della sua instabilitlt: ploich6 Di,o l'ha plasmato con la gleha, l'uomo .----I-ha contratto .veislato,l'anima non puti essere stabile, e l'individuo non ne 6 proprietario. *Fin dalla nascita, il bambino 2 come unito al a un vincolo detto 'filo di Dio', che pane dal prepiuzio o dalI.: I . ..la clitoride e penetra nel suolo. Q u e s ~legarne si rissa nel momento in cui il neonato tocca la Terra, ed 2 fatto di sangue. Si sposta e penetra sempre nel suolo ai piedi di chi lo porta. Esso viene reciso con la circoncisione.~ *Chi è, dunque, la Terra?» Ogotemmeli non rispose direttamente: .Lo spargimento del sangue serve per rendere alla Terra quel che essa ha prestato. Ma non è soltanto la Terra che riceve quel che le è dovuto. Anche i l Nommo viene a

    bere, e chiama il Lehé, che lo segue e viene anch'egli a bere. Tuttavia i1 sacrificio non è destinare ad essi; è fatto tutto ciò che è terra, cioè anche per la per la Terra e p e ~ prima coppia plasmata da Dio». ~,~rnit:i ,e 10 spir:aglici dai r:rpnci. Per mesi aveva cercato giusto nel blocco silenzk)so forinatci 1iigli.j Sa.riga.l ..1 ... - . binu, guardiana del inistero. L ricorripcrisii uei suu accanimento erano stati soltanto frammenti sconnessi e senza interesse. L Sangabinii, a volte tutti un tnostrar di denti, ruderi ispidi, a volte rutti schiene tonile e occhi assenti, avevano resistito intorno all'argilla insigne, coperca di sangue coagulato. I Sangabinu, nella regione, formavano un gruppo minoritario, appartenente alla nibii Ani. AHermavano di essere i più antichi abitanti della regione, ed era vero. Possedevano G o da secoli, lo avevano abbandonato per molti anni e vi avevano poi nuovamente edificato un villaggio. Mostravano con orgoglio, non lontano dal loro riparo per

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    Figiira 2 1. Disegno del 'semio di maschera' utilir~tonel c m o delle feste del Sigui.

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    Dia d'acqua

    il consiglio, un cumuilo di pietre che era il più vecchio al. tare della reigione, edI tira stato innalzato dai Tellem, i primigeni abita,,,, .,,,diati dai Dogon. «Questo a.Irare prc)viene da Yugo, dove si trova quello che fu fonda,to nei tempi antichi.)) - -.- .urli1 .-- tomba. Ma questa costruzione, imd Esso era cv~iit. Poricantissimia per il popolo dogon nel suo complesso, era stara tuttaviia affidata a una famiglia particolare. Un altro oggetm, s~rnbolodell'aritenato, doveva invece figurare, in iti alla festa del Sieffige, nelle mani di tutti i p;~rcecipati gui: ed era un piuolo di ferro , sul clua le era fissava, per il ,. . . centro, una linguetta a forma di spicchio di niclone con le pun te smtlssiate. *l ,I piiiolo: disse Ojioteiiiineli .P la parte infetiore del corpo del Nomiiio, iie!la sua forma di rtlcrile. 11 ferro pia to trasversale raffigura Ic braccia iilnttt del genio. La tes manca.), U ? via ' I'anre!nato nor1 era Inor.to sotto fi~riiiadi scrpcntc!~~ C e . Sì! I d ~ i c ;qntcnaci nemici sono morti sotto forma di serylenre. M.a era I;i Ifiirin:r in visibile tlcl gctiio Nciinmo. ..-,.... Essi avcvarici, in rcnlth, la formri invisibile del gcnici Nomi n * .

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    .Se essi avevwn1:i inedcsima forriiii invisihile, pcrctié scrdpire un grande trc il priiiici c iin seggio di inaschcra per i l seconclo: *Il priirin E inorto impuro per avcrc infranto il divieto. E gli k stata data una forirìa te rrestre di 2. JAiItro è mor to per contagio. 1nolrrc, a lui spettiava la prc,. cedenza siiii altro. Era Iiii i l piu vecchi,,.n D.3,r, ,iiestn, egli, pii' del primqo. era vic:ino alla forma cc:leste del Nornriio. Gli l! stata ir;ilpressisa nle1 ferro Iuna forma di Notnmo senza . Pfrn scolpirgli la ~L.,LU.,. .E che ne è della testa?...r *Non è stata scolpita perch; qiiest'oggetto i? un seggio e non ci si ~otrebbesedere sulla testa di un vecchio. Perché C iast intagliato nel legno un seggio che imitava il rnod !no.>, ,.m.

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    .E perché questa forma di seggio?>, *wz uila vecchia porta riversa a terra. stavano aDpoggiate alcune collane di rame cupo e iue mass~ e di forina oblunga, nere. Rappresent;ivano senza duhlb'10 una - . -- . parte dell'altare di cacciatore che- n-_,_~i~c:ocernmeli aveva ereditato dal padre e chc proveniva, attraverso apporti siiccessivi di terra, dall'altare primordiale che era servito da tomba all'antenaco inventore della caccia. Ogotemmeli aveva fornito allo straniero deile indicazioni su questo argoiiiento, ina era difficile sollecitare altre confideiize su questo materiale visto per la prima VOIta. Già i1 vecchio tendeva a suo fratello il coltello che doveva squarciate la gola di un pollo bigio e m a p che sostituiva il bel gallo. Per l'invisibile cib non avevi1 iinporranza; il sangue ? sempre catigue; la vita P scmprc vita, che fluisca da un pollo spanito, da un uomci o da un toro grasso. I l solo inconve'niente e:ra sul pi:.inci urna no: la fiiga della vittima :I di onnr arc 10 strnniero ct irava. nc)n 11t I Ogorcmrneii pronuncih alcune pregniere. ~ v v c r t i v ai cieli; ptepatava sentieri sonori alle forze della gnzia. Pagava il siio dehiro verso la stirpe delllAcqua di cui aveva forse parlato troppo allo straniero veniitn dai paesi del Nord. Chiedeva anche un felice csito per la lunga tnarcia di ritorno che que!l'uon io avrebix intrapreso. Volgeva la faccia verso nord, verso il paese in cui si dice vivano i Rianclii. Era l'ora propizia in cui l'ombra cresce nei cortili e disegna il profilo delle rninime sporgenze delle terrazze; l'ora in cui il sole, più mite, beve incno in fret. ta delle anime il sangue versato. Già il sacrificante, dopo aver insan~yinatol'altare, aveva gettato la vittima al suolo. Essa agonizzava nel silenzio, segnando ta fine dei lavori. Tutti pensavano a questa morte, valida come tutte Le -

    Dlo d'acqua

    altre morti, di un pollo grigio sgozzato in mancanza di meglio. I1 fratello di Ogotemmeli apri senta rumore la porta della grande casa. Attraverso la soglia familiare sulla quale il cieco sedeva ogni mattina, egli tese la mano nella penombra, verso la gabbia dalla quale era fuggito il gallo sacrificale. Restb così per qualche istante, perché restassero i r n w presse negli occhi dei Bianchi, in quell'ora solenne, le cause prime e le ragioni supreme di quel sacrificio onorevole soltanco a metà: indicava il paniere imputridito il cui prototipo, nei tempi rnitici, era servito da modello per il sistema del mondo.

    Settembre 1947 Questo libro, portato a cornpimenco nel giugno scorso, contiene l'essenziale della dottrina dogon. Nell'intcnzione rlell'autore, esso doveva essere la testimonianza del primo contatto con Ogotemmeli, alla quale dovevano far segiiico alrrc opere la cui materia sarebbe stata fornita da niiovi colloqui. Ma non potr5. essere cos'l. All'inizio di questo mese, l'aurore riccverte da Sanga uiia lettera datata I@ agosto. Eccone alciini passi:

    Ciù vi ~(irpenderhe ui causerd unri grande mstc:za.. . Colui che M è apparso il più &unto, il più fiancri, il piìi sincero e uno tsn i piii snpienti dei ntstri costumi dognn, 2 spw onhto nel sonno ewnio. Si tratta del vosm vccchio O~ntctnmeli.E. mmii 11 martedì 29 luxlio 1947, vcrsci k due del pornerigqio. Ed era il fiitrrtio del mercato di Sunga. Prima della swr nimte, una cmta siccitd comincinvn a fur avv i ~ d r ck nostre spighe di m i ~ l i o nin ; lo stesso gicrno, poco *m &Ila SULI~~'poltura, ci fu una p i o ~ e r e l hchc saivì~i nostri raccolti. Voi saper6 1>erch6. Exli possetkuu uim 'pietra d e l h fiici~o'che tiovete uvt~ ben conosciutn. hfonccniwte Più di rivederlo in avuenire. Che il su« nonie resti immnr~ileiiclk vostre opere!

    ... Questa rnorce è iina cliira perdita per le scienze urnane. Noti clie il vccchio cieco fosse i l solo a conoscere la dottrina dcl suo popolo. Altri notabili ne posseggono i principi fonrlariientali, alrri iniziati continuano a essere isrniiti; ina egli crn fra coloro che meglio compreridevano l'interesse delle ricerche intraprese dai Bianchi. Forsc egli ha lasciato dietro di si. le parole viventi che permetteranno ad altri di rianriodare il filo delle rivelazioni. Aveva un così grande ascendente che, forse, altri vorranno seguire il siio esempio. Ma qualsiasi cosa avvenga, nessuno avrà il nobile porramento, nessuno avrà la voce profonda, il volto triste e luminoso di Ogotcmmeli, gran cacciatore di Ogol~Basso.

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    Tavola di concordanza del

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    IVLAJCHIO DISPARI

    MACCHIO PARI

    MASCtIIO DISPARI

    DESTRA

    SINISTRA

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    HASW

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    ALTO

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    Situazione

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    DACSO

    Granaio

    Esseri viventi

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    hN1MAI.I SELVzlTICI, VE(XTAL1. AYIMALI DOMUTICI GRANIIE U N i A E OH!ClNE

    ANIMAI.1

    PLEIAD!

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    ORIONE E VEFiERE

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    Fanr U tamburi

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    StNO DI IUNNA TORO I

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    CENI

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    MI(3LIO FEMMINA . .. . .. . .

    FAGIOLO

    ACET0SELL.A

    UOMO EMNNA

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    (pihtri) Regioni Tecniche

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    N.O. SINISTRA AVANTI IM(ìA WCNA E VASELI.AME

    AKTICDL4ZIONI

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    IGUANA

    TORO 3

    RAMRA

    D'IREU

    I'ER TUTTI

    U l EKU I'ltllt

    LTtHO TAGLIATA

    Li1ERO PmO

    E RIANCC, CiHANL)E VACX:A

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    D1 AVllWI'E I

    OVOIDALE

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    I

    1

    TRIANGOLARE

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    A SW3.A

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    TRAPEZ0IDAI.E

    POLLICE

    ANULARE

    MI(1NOU)

    IT>LLI(:E

    INWIT

    MEDIO

    S.0 SINISTRA

    S.E DESTRA DIETRO

    E I)FSTRA MFI7C)

    N F I~WTRA

    N. CENTRO DAVANTI

    S. CENTRO DIETRO

    YANDA

    BAMBA

    lREL1

    131FIRO

    ENIIE

    MENIIELI POL$IA CANTO

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    LFiiNE

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    UOMINI

    RUE

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    DIGITARIA 1

    MCCOU

    ASINO

    O.SINISTRA

    RIW l

    TAMDL!iìCi

    KAN KULU

    INDICE

    I

    ZUCCA

    CORNO

    --

    VENERE E i'I.EIi\l~I Vt^Y:I(:IiLA

    MEDIO

    DI SANGA

    I

    ORIONE E VENERE GRANllE

    PICCOLO

    CORNO KAN M L O

    1ANCFX)I.ATO

    N. E. VCCEl.LI. IIOM1NI

    NERO

    l

    1

    i.E. hNl\iALI lX~hPi5Tl(:i~ UCCELLI

    lT(i.4TO

    ; Forme dei s a i

    ALTC

    iìRONZ0

    RIANusTRo

    D1MEh'DELI

    a Iiato

    I

    *

    E GRANM LVDA

    CC)RNO KAN

    TOK( 1 2

    MIRLITON

    Forme degli sinirncnti

    UOML7 BMUVA

    FEhlMINA DISPARI

    VENERE

    I

    I1.4R0iA

    l-EMMINA FARI

    -

    E PLEIAM

    1

    8

    M.A ESTRO DELLA P.4ROLA

    FEMMINA DISPARI

    PAHI

    IILCELLI

    MIGLIO BIANCO

    MIGLIO

    -h.iASCHI