Commentaria et lexica Graeca in papyris reperta (CLGP): Fasc. 4 Aristophanes - Bacchylides [1 ed.] 9783110956184

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Commentaria et lexica Graeca in papyris reperta (CLGP): Fasc. 4 Aristophanes - Bacchylides [1 ed.]
 9783110956184

Table of contents :
Prefazione
Criteri editoriali
Curatori
Revisori dei papiri
Siglorum et compendiorum explicatio
Conspectus librorum
PARS I. COMMENTARIA ET LEXICA IN AUCTORES Vol. 1 AESCHINES – BACCHYLIDES. FASC. 4 ARISTOPHANES – BACCHYLIDES
ARISTOPHANES. Teil 1
ARISTOPHANES. Teil 2
ARISTOTELES
AUTOCLIDES
BACCHYLIDES
INDEX PAPYRORUM
INDEX TABULARUM
INDICE CLGP I.1.4
Tafelanhang

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COMMENTARIA ET LEXICA GRAECA IN PAPYRIS REPERTA (CLGP)

COMMENTARIA ET LEXICA GRAECA IN PAPYRIS R^EPERTA (CLGP) PARS I: COMMENTARIA ET LEXICA IN AUCTORES PARS II: COMMENTARIA IN ADESPOTA PARS III: LEXICA PARS IV: CONCORDANTIAE ET INDICES

K G · SAUR M Ü N C H E N · LEIPZIG

COMMENTARIA ET LEXICA GRAECA IN PAPYRIS REPERTA (CLGP) EDIDERUNT

GUIDO BASTIANINI MICHAEL HASLAM HERWIG MAEHLER F R A N C O MONTANARI CORNELIA R Ö M E R ADIUVANTE MARCO STROPPA

PARS I COMMENTARIA ET LEXICA IN AUCTORES VOL. 1 AESCHINES - BACCHYLIDES FASC. 4 ARISTOPHANES - BACCHYLIDES

K G · SAUR MÜNCHEN • LEIPZIG 2006

Bibliografische Information D e r Deutschen Nationalbibliothek Die Deutsche Bibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detaillierte bibliografische Daten sind im Internet über h t t p : / / d n b . d - n b . d e abrufbar. © K. G. Saur Verlag, München und Leipzig 2006 Ein Imprint der Walter de Gruyter GmbH & Co. KG Printed in Germany Alle Rechte vorbehalten. All Rights Strictly Reserved. Jede Art der Vervielfältigung ohne Erlaubnis des Verlages ist unzulässig. Gedruckt auf alterungsbeständigem Papier. Gesamtherstellung: Druckhaus „Thomas Müntzer" GmbH, 99947 Bad Langensalza ISBN 13: 978-3-598-73054-2 ISBN 10: 3-598-73054-3

Prefazione

II primo volume dei Commentaria et Lexica Graeca in Papyris reperta ha assunto la seguente struttura: C L G P 1.1: AESCHINES - BACCHYLIDES

Fascicolo Fascicolo Fascicolo Fascicolo

1: Aeschines-Alcaeus (2004) 2: Alcman-Antimachus (in preparazione) 3: Apollonius Rhodius-Archilochus (in preparazione) 4: Aristophanes-Bacchylides (2006)

L'ordine di pubblicazione dei fascicoli e determinato unicamente dal momento in cui i materiali sono pronti per la stampa. Per questo esce adesso il fasc. 4, anticipando i fasc. 2 e 3, che vedranno la luce probabilmente in ordine inverso, vale a dire il fasc. 3 nel 2007 e il fasc. 2 nel 2008. Ai criteri editoriali sono state apportate piccole modifiche di dettaglio, ma la struttura del CLGP rimane quella descritta e realizzata nel primo fascicolo del vol. 1.1. Sono state qui inserite alcune tavole con le immagini di papiri, le cui riproduzioni non risultano pubblicate altrove oppure non sono facilmente accessibili. GUIDO BASTIANINI MICHAEL HASLAM HERWIG MAEHLER FRANCO MONTANARI CORNELIA RÖMER

Sul sito www.istitutovitelli.unifi.it si possono trovare informazioni aggiornate sul progetto CLGP; aH'indirizzo [email protected] έ possibile inviare aggiunte, correzioni, suggerimenti.

Criteri editoriali

I Commentaria et Lexica Graeca in Papyris reperta (CLGP) sono divisi in quattro parti: I) Commentaria et Lexica in auctores. Testi papiracei che contengono testimonialize dell'esegesi ad autori identificati. Questa parte sarä costituita da quattro volumi, a loro volta suddivisi in fascicoli: 1) Aeschines-Bacchylides 2) Callimachus-Hipponax 3) Homerus 4) Hyperides-Xenophon II) Commentaria in adespota. Testi esegetici riferiti a opere e autori non identificati, raggruppati secondo il genere letterario del testo commentato (epica, lirica etc.). III) Lexica. Prodotti di carattere lessicografico generale (i glossari a singoli autori sono nella parte I; non sono compresi i lessici bilingui). IV) Concordantiae et Indices. Un articolato sistema di riferimenti incrociati permetterä il reperimento dei materiali secondo diverse "chiavi" di accesso (per es. le citazioni degli autori e dei grammatici). La Parte I contiene i testi che appartengono alle seguenti tipologie: hypomnemata·, hypotheseis; syngrammata; glossari a singoli autori; voci di lessici riportabili a un autore; marginalia (scholia e glosse). Sono stati tralasciati i testi che presentano segni marginali e varianti senza parole di commento e quelli di contenuto esclusivamente biografico, mentre sono inclusi i testi comprensivi di elementi sia esegetici che biografici. A discrezibne del curatore, inoltre, potranno essere considerati altri materiali di carattere esegetico. I termini 'glossario' e 'lessico' non sono usati come sinonimi: il glossario presenta i lemmi nell'ordine in cui compaiono in una determinata opera di un autore; nei lessici, invece, i lemmi sono disposti generalmente in ordine alfabetico e possono essere tratti da autori e opere diversi. I papiri sono disposti per autori commentati, in ordine alfabetico secondo

Criteri editoriali

VII

la forma latina del nome. Per ogni autore si prevede una introduzione generale, cui seguono papiri che conservano materiali esegetici relativi alle opere, disposte in ordine alfabetico secondo la forma latina del titolo (quelle non identificate sono in fondo); quando questo criterio non risulta applicabile i testi compaiono in ordine alfabetico per collezione papirologica. Un punto interrogativo dopo il numero contraddistingue i papiri assegnati a un autore in forma dubitativa. Se nessuna attribuzione risulta accettata dal curatore, il papiro sarä pubblicato fra i Commentaria in adespota. Se il carattere esegetico dell'opera non ä sicuro, il punto interrogativo segue il titolo identificativo del genere dell'opera. Non sono numerati autonomamente, ma solo descritti in brevi schede, i frammenti sulla cui natura rimangono incertezze radicali. Le sigle dei papiri sono quelle della Checklist of Editions of Greek, Latin, Demotic and Coptic Papyri, Ostraca and Tablets, Ed. J.F. Oates, R.S. Bagnall, S.J. Clackson, A.A. O'Brien, J.D. Sosin, T.G. Wilfong and K.A. Worp, BASP Suppl. 9, 20015. Una versione continuamente aggiornata (last update december 2005) si trova on line all'indirizzo: http: / / scriptorium.lib.duke.edu / papyrus / texts / clist.html. Le riviste sono abbreviate secondo le sigle de L'Annie Philologique. Bibliographie critique et analytique de l'antiquite greco-latine, Paris 1928-. Per i nomi e le opere degli autori greci si utilizzano le abbreviazioni del Vocabolario della lingua greca di Franco Montanari (= GI, seconda edizione), pp. 4-42: in caso di autori omonimi ivi diversificati con esponente ο di opere indicate con un numero (sciolto con un titolo greco, per es. Plutarco), si e ricorso ad abbreviazioni perspicue, confrontando il LSJ ed eventualmente il Thesaurus Linguae Graecae. Canon of Greek Authors and Works, by L. BerkowitzK.A. Squitier, New York-Oxford 19903 (versione on line aggiornata al sito www.tlg.uci.edu). Per gli scrittori e le opere latini si segue YOxford Latin Dictionary, Ed. by P.G.W. Glare, Oxford 1996. All'inizio di ogni scheda si fornisce una serie di indicazioni cosi suddivise: Prov.·. Provenit (luogo di ritrovamento secondo la denominazione latina al nominativo). Cons.: Conservatur (luogo di conservazione). Ed./Edd.: Edidit/Ediderunt (edizioni del testo; le abbreviazioni bibliografiche che compaiono qui possono trovarsi anche sotto la voce Comm.). Tab./Tabb.: Tabula/Tabulae (indicazioni delle riproduzioni esistenti). Comm.: Commentationes Numerazione in MP 3 seguita da quella in Pack2, se differente; segue il numero di LDAB. Le sigle MP 3 e LDAB rimandano ai repertori disponibili on line agli indirizzi: http: / / promethee.philo.ulg.ac.be/ cedopal/index.htm http: / / ldab.arts.kuleuven.be / ldab_text.php.

VIII

Criteri

editoriali

Segue la bibliografia in ordine cronologico e in forma abbreviata (le indicazioni bibliografiche complete si trovano nel Conspectus librorum). A un'introduzione sul papiro, nel caso dei commentari, segue la trascrizione letteraria dell'intero testo con i lemmi in grassetto. Nel caso delle annotazioni marginali, per alcuni papiri si preferisce fornire la trascrizione sia del testo letterario (a volte solo in parte), sia delle note, riproducendo fedelmente la posizione dei marginalia. In altri casi £ riportato in primo luogo il lemma cui l'annotazione si riferisce (una parola, un verso) con a sinistra l'indicazione in grassetto del numero del verso nell'opera ο del frammento nell'edizione di riferimento e, se opportuno, a destra il numero della riga nel papiro. In particolare: 1) έ possibile riferire l'annotazione a un punto specifico del testo commentato: se il lemma έ conservato, viene riportato in grassetto; se il lemma cade in parte ο completamente in lacuna, si fa uso delle parentesi quadre per indicare l'integrazione; 2) non e possibile riferire l'annotazione a un lemma specifico: al suo posto si trova un punto di domanda, fra parentesi quadre se riferito a una parte di testo non conservata. In secondo luogo e riportata la trascrizione dell'annotazione, in base alia disposizione del testo originale sul papiro, corredata dall'apparato papirologico - riservato alia realtä grafica del papiro - e dall'apparato critico. Se nel papiro vi έ lo iota mutum, nell'edizione del testo viene ascritto; in caso contrario, nel testo έ sottoscritto. Le scritture anomale sul papiro sono riportate in apparato papirologico e normalizzate nel testo secondo gli usi correnti (ad es.: nel testo γίνομαι, in apparato γεινομαι pap.). Vengono usati i numeri romani per le colonne, i numeri arabi per i righi. Si e adottata la numerazione dei righi per colonne, anche quando nell'edizione originale compare la numerazione continua. La traduzione, se presente (vi sono casi in cui il curatore non ha ritenuto opportuno inserirla), e posta generalmente dopo gli apparati; a discrezione del curatore puö trovarsi anche nelle note di commento. La lingua in cui sono scritti i contributi ha imposto talora minimi adattamenti redazionali. Per la citazione dell'opera si utilizzerä il seguente criterio: il nome dell'autore, accompagnato dal numero che contrassegna il papiro e poi la sigla della raccolta (ad es. Aeschylus 1 CLGP). Per i rimandi interni si usa il simbolo di una freccia (=>) seguito dalle indicazioni della parte (in numero romano: => III, a significare CLGP III Lexica) ο dal nome dell'autore cui si aggiunge il numero di riferimento del papiro (ad es. => Aeschylus 1). All'interno della sezione su un autore, il rimando a un papiro della stessa sezione έ fatto con il solo simbolo => seguito dal numero. E L E N A ESPOSITO M A R C O STROPPA

Curatori

Aristophanes ELENA ESPOSITO FAUSTO MONTANA

Aristoteles ELENA ESPOSITO FRANCO MONTANARI MARCO STROPPA

Autoclides ELENA ESPOSITO

Bacchylides ELENA ESPOSITO HERWIG MAEHLER

Hanno collaborate inoltre: DAVIDE MURATORE SIMONA

Russo

RENZO TOSI

Gli Editors sono citati in sigla: GB

GUIDO BASTIANINI

ΜΗ

MICHAEL HASLAM

HM

HERWIG MAEHLER

FM

FRANCO MONTANARI

CR

CORNELIA RÖMER

Edd.

Editores omnes

Si ringrazia per la disponibilitä in occasione dell'esame degli originali: D. Bornemann (Biblioth£que Nationale et Universitaire di Strasburgo); N. Gonis (Sackler Library di Oxford); A. Martin (Musees Royaux d'Art et d'Histoire di Bruxelles); M. Pastoureau (Bibliothäque de l'Institut de France di Parigi); R. Pintaudi (Biblioteca Medicea-Laurenziana di Firenze); G. Poethke (Staatliche Museen zu Berlin Preussischer Kulturbesitz, Ägyptisches Museum und Papyrussammlung).

Revisori dei papiri

or = originale imm = immagine a stampa ο digitale ARISTOPHANES 1

G B / F A U S T O MONTANA / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2

G B / FAUSTO MONTANA / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 3

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 4

(PERDUTO)

ARISTOPHANES 5

FAUSTO MONTANA /JEAN-LUC FOURNET

OR

ARISTOPHANES 6

G B / F M / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 7

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 8

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 9

FAUSTO MONTANA

IMM

ARISTOPHANES 1 0

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 11

TRAIANOS GAGOS

OR

ARISTOPHANES 1 2

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 1 3

ROGER S . BAGNALL

OR

ARISTOPHANES 1 4

GÜNTER POETHKE

OR

ARISTOPHANES 1 5

CR

OR

ARISTOPHANES 1 6

MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 1 7

CR

OR

ARISTOPHANES 1 8

FAUSTO MONTANA

IMM

ARISTOPHANES 1 9

G B / F A U S T O MONTANA / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 0

G B / FAUSTO MONTANA / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 1

(PERDUTO)

ARISTOPHANES 2 2

G B / FAUSTO MONTANA / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 3

G B / FAUSTO MONTANA / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 4

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 5

G B / FAUSTO MONTANA / MARCO STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 6

G B / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 7

G B / F A U S T O MONTANA / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 8

G B / F A U S T O MONTANA / M A R C O STROPPA

OR

ARISTOPHANES 2 9

FAUSTO MONTANA

IMM

ARISTOPHANES 3 0

G B / M A R C O STROPPA

OR

Revisori dei papiri Aristophanes Aristophanes Aristophanes Aristophanes Aristophanes

31 32 33 34 35

G B / M A R C O STROPPA ROGER S . BAGNALL G B / F A U S T O MONTANA ELENA ESPOSITO ELENA ESPOSITO

XI or or imm imm imm

G B / M A R C O STROPPA

or or or or or or or or

Autoclides 1

G B / M A R C O STROPPA

or

Bacchylides Bacchylides Bacchylides Bacchylides Bacchylides Bacchylides Bacchylides

HM

or or or or or or or

Aristoteles Aristoteles Aristoteles Aristoteles Aristoteles Aristoteles Aristoteles Aristoteles

1 2 3 4 5 6 7 8

1 2 3 4 5 6 7

G B / F M / M A R C O STROPPA G B / M A R C O STROPPA G B / M A R C O STROPPA G B / M A R C O STROPPA G B / M A R C O STROPPA G B / M A R C O STROPPA HM

HM HM HM HM HM ELENA ESPOSITO

Per le immagini digitali sono stati consultati i seguenti siti: www.columbia.edu / cu / lweb / projects / digital / apis / index www.papyrologie.paris4.sorbonne.fr www.papyrology.ox.ac.uk / POxy / papyri / the_papyri Si ringraziano per l'invio di immagini digitali: S. Lazaris per P.Acad, inv. 3 d; T. Gagos per P.Mich, inv. 3690 (image digitally reproduced with the permission of the Papyrology Collection, University of Michigan, Graduate Library); M.-H. Marganne per numerose immagini dall'archivio del CEDOPAL di Liegi; G. Poethke per P.Berol. inv. 13929 (Staatliche Museen zu Berlin Preussischer Kulturbesitz, Ägyptisches Museum und Papyrussammlung).

Siglorum et compendiorum explicatio

(ααα)

litterae coniectura additae

[ααα]

litterae coniectura restitutae

[ααα]

litterae a librario deletae

(ααα)

litterae per compendium a librario omissae

{ααα}

litterae delendae

ααα

litterae valde incertae

[

]

numerus litterarum quae perierunt

]

[

litterarum vestigia dubia

laaaj

litterae ex testimonio alio antiquo allatae

I

versus finis

addit. ad 1. app. app. crit. app. pap. ap. art., artt. c. ca. cap., capp. cett. cfr. cit., citt. cl. cod., codd. col., coll. coni. corr. d.h. del. dist.

additamentum ad locum apparato apparato critico apparato papirologico apud articolo, articoli carmen circa capitolo, capitoli ceteri confronta citato, citati collatus codex, codices colonna, colonne coniecit, coniecerunt etc. correctio, correxit, correxerunt etc. das heisst delevit, deleverunt distinxit, distinxerunt etc.

Siglorum et compendiorum explicatio dub. Ead. ed., edd. ed. pr. etc. es., ess. -gf., ff. fin. fl. fort. fr., frr. ibid. Id. in. inf. interl. inv. iudic. Kol. 1., 11. I.e., ll.ee. leg. mal. mg. ms., mss. n., nn. nr., nrr. om. p., pp. pap. part. perg. pot. put. r., rr. restit. s., ss. s. sch. seh. ad 1. scil. e

dubitanter Eadem editor, editores, edidit, ediderunt editor vel editio princeps et cetera esempio, esempi exempli gratia folium, folia in fine floruit fortasse frammento, frammenti ibidem Idem initium inferiore interlinea inventario iudicavit, iudicaverunt etc. Kolumne linea, lineae locus citatus, loci citati legit, legerunt malim, malui, maluerunt etc. margine manoscritto, manoscritti nota, note numero, numeri omittit, omittunt pagina, pagine papiro particolarmente pergamena potius putavit, putaverunt rigo, righi restituit, restituerunt seguente, seguenti siehe scholium scholium ad locum scilicet

XIII

XIV scr. sec. sim. s.l. s.v., s.w. sup. suppl. susp. Taf. tav., taw. trad. vd. v.l. v., vv. vgl. vol., voll. Ζ. z.T.

Siglorum et compendiorum

explicatio

scripsit, scripserunt secolo similiter, similius supra lineam sub voce, sub vocibus superiore supplevit, suppleverunt, supplementum etc. suspicans, suspicatur, suspicantur etc. Tafel tavola, tavole traduzione vedi varia lectio verso, versi vergleiche volume, volumi Zeile zum Teil

Conspectus librorum

ANDORLINI-LlNGUm 1 9 8 9

G. ABBAMONTE, Tipologie esegetiche nei commenti di Alessandro di Afrodisia: la parafrasi, in L'ultima parola. L'analisi dei testi: teorie e pratiche nell'antichith greca e latina, a cura di G. Abbamonte, F. Conti Bizzarro, L. Spina, Napoli 2004, pp. 1934. T.W. ALLEN, rec. a GRENFELL-HUNT 1901, CR 15,1901, pp. 425426. G . ALVONI, Ettre ed olive. In margine ad Aristoph.fr. 148 K.-A., Eikasmös 8 , 1 9 9 7 , pp. 8 3 - 8 8 . I. ANDORLINI-A. LINGUITI, POxy 2087, col. II6-10; col. II42-44

ANDRIEU 1 9 5 4

J.

ABBAMONTE 2 0 0 4

ALLEN 1 9 0 1 ALVONI 1 9 9 7

i n C P F 1.1*, p p . 3 6 5 - 3 6 6 ; 3 3 7 - 3 3 8 . ANDRIEU,

Le dialogue antique. Structure et presentation, Paris

1954. ARRIGHETH 1 9 6 8 ARRIGHETH 1 9 8 7 ATHANASSIOU 1 9 9 9

AUSTIN 1 9 7 3 AUSTIN 1 9 8 0

BARBIS 1 9 8 8

BARNES 1 9 9 7

BARRON 1 9 8 3 BASTIANINI 1 9 9 5

BASTIANINI 2 0 0 6

G . ARRIGHETTI, II POx XIII 1611: alcuni problemi di erudizione antica, SCO 17,1968, pp. 76-98. G . ARRIGHETH, Poeti, eruditi e biografi. Momenti della riflessione dei Greci sulla letteratura, Pisa 1987. N . ATHANASSIOU, Marginalia and Commentaries in the Papyri of Euripides, Sophocles and Aristophanes, PhD Thesis, University College London, London 1999. Comicorum Graecorum Fragmenta in Papyris reperta (CGFP), ed. C. AUSTIN, Berolini et Novi Eboraci 1973. C. AUSTIN, The Florence Papyrus of Ar. Thesm., in Miscellanea papyrologica, a cura di R. Pintaudi, Papyrologica Florentina VII, Firenze 1980, pp. 12-13. R . BARBIS, La diple obelismene: precisazioni terminologiche eformali, in Proceedings of the XVIII International Congress of Papyrology, Athens 25-31 May 1986, II, Athens 1988, pp. 473476. J. BARNES, Roman Aristotle, in Philosophia Togata II. Plato and Aristotle at Rome, Ed. by J. Barnes and M. Griffin, Oxford 1997, pp. 1-69. J . P BARRON, The Fifth-Century Horoi of Aigina, J H S 1 0 3 , 1 9 8 3 , pp. 1-12. G. BASTIANINI, Tipologie dei rotoli e problemi di ricostruzione, in Atti del V Seminario internazionale di papirologia, a cura di M. Capasso, PapLup 4,1995, pp. 21-41. G. BASTIANINI, Considerazioni sulle Diegeseis fiorentine (PSI XI 1219), in Callimaco, cent'anni di papiri, a cura di G. Bastianini e A. Casanova, Firenze 2006, pp. 149-166.

XVI

BASTIANINI-LONG 1 9 9 2 BEAVIS 1 9 8 8 BILES 1 9 9 9 BINGEN 1 9 7 7

BLANCHARD 1 9 7 4

BLANCHARD 1 9 9 7 BLASS 1 8 8 0

Conspectus

librorum

G. BASTIANINI-A.A. LONG, PBerol inv. 9780 v, in C P F 1.1**, pp.

268-451. C. BEAVIS, Insects and Other Invertebrates in Classical Antiquity, Oxford 1988. Z. BILES, Eratosthenes on Plato Comicus: Didascaliae or Parabasis?, ZPE 127,1999, pp. 182-188. Au temps oit on lisait le grec en Egypte. Catalogue de l'exposition de papyrus et d'ostraca, (par) J. BINGEN avec la collaboration de Μ. Lewuillon-Blume et J. Quaegebeur, Bruxelles 1977. A . BLANCHARD, Sigles et abreviations dans les papyrus documentaires grecs: recherches de paliographie (BICS Suppl. 30), London 1974. A. BLANCHARD, Destins de Minandre, Ktema 22,1997, pp. 213225. F. BLASS, Neue Papyrusfragmente eines Historikers im Aegyptischen Museum zu Berlin, Hermes 15,1880, pp. 366-382.

BLASS 1 8 9 7

F. BLASS, r e c . a GRENFELL-HUNT 1 8 9 7 , L Z 4 8 , 1 8 9 7 , c o l . 3 3 4 .

BLASS 1 9 0 1

F. BLASS, r e c . a GRENFELL-HUNT 1 9 0 1 , L Z 5 2 , 1 9 0 1 , c o l . 1 7 6 9 .

BONNER-SMITH 1 9 3 8

The Administration

of fustice from Homer to Aristotle, by R.J.

BONNER a n d G . SMITH, II, C h i c a g o 1 9 3 8 . BORKOWSKI 1 9 7 5 BOSSI-TOSI 1 9 7 9 - 1 9 8 0 BOUDREAUX 1 9 1 9 BROCKMANN 2 0 0 4

CADELL 1 9 6 6 CALAME 1 9 8 3

Une description topographique des immeubles ä Panopolis, Warszawa 1975. F. BOSSI-R. Tosi, Strutture lessicografiche greche, BIFG 5, 19791980, pp. 7-20. P. BOUDREAUX, Le texte d'Aristophane et ses commentateurs, Paris 1919. C . BROCKMANN, Das Papyrusfragment und die ältesten byzantinischen Textzeugen der Analytika des Aristoteles, Philologus 148, 2004, pp. 50-59. Η. CADELL, Papyrus de la Sorbonne (P.Sorb. I) nos 1 ä 68, Paris 1966. Alcman. Fragmenta edidit, veterum testimonia collegit C. Z . BORKOWSKI,

CALAME, R o m a 1983. CAMPAGNER 2 0 0 1 CAROLI 2 0 0 5 CASSIO 1 9 8 1 CAVALLO 1 9 6 7 CAVALLO 1 9 7 4

CAVALLO 1 9 8 6

R. CAMPAGNER, Lessico agonistico di Aristofane, Roma-Pisa 2001. M. CAROLI, ΣΙΛΛΥΒΟΙΟ ΣΙΛΛΥΒΑ? (Cicerone, Ad Attico 4, 4a; 4, 8, 2; 4, 5, 4, Segno e Testo 3, 2005, pp. 39-49. A.C. CASSIO, A 'Typical' Servant in Aristophanes (Pap. Flor. 112, Austin 63, 90 ff.), ZPE 41,1981, pp. 17-18. G . CAVALLO, Ricerche sulla maiuscola biblica, Firenze 1 9 6 7 . G . CAVALLO, Lo stile di scrittura 'epsilon-theta' nei papiri letterari: dall'Egitto a Ercolano, CErc 4, 1974, pp. 33-36 (= CAVALLO 2005, pp. 123-128). G. CAVALLO, Conservazione e perdita dei testi greci: fattori materiali, sociali, culturali, in Societä romana e impero tardoantico, IV, Tradizione dei classici. Trasformazioni della cultura, a cura di A. Giardina, Roma-Bari 1986, pp. 83-172, 246-271 (= G. CAVALLO, Dalla parte del libro. Storie di trasmissione dei classici, Urbino 2002, pp. 49-175).

Conspectus librorum CAVALLO 1 9 9 1

CAVALLO 2 0 0 5

CAVALLO-MAEHLER 1 9 8 7

CAVINI 1 9 8 9 CGFP

XVII

G . CAVALLO, La scrittura greca libraria tra i secoli I a.C.-I d.C. Materiali, tipologie, momenti in HARLFINGER-PRATO 1991, pp. 11-29 (= CAVALLO 2005, pp. 107-122). G . CAVALLO, II calamo e il papiro. La scrittura greca dall'eth ellenistica ai primi secoli di Bisanzio, Papyrologica Florentina XXXVI, Firenze 2005. G . CAVALLO-H. MAEHLER, Greek Bookhands of the Early Byzantine Period: A.D. 300-800, ( B I C S Suppl. 47), London 1987. W. CAVINI, Topica 109a34-35; b4-9; 9-12; 13-15, in C P F 1.1*, p. 376. = AUSTIN 1 9 7 3 . CHADWICK, Lexicographica Graeca. Contributions to the Lexicography of Ancient Greek, Oxford 1996. M.H. CHAMBERS, The Berlin Fragments of the Ath. Pol., TAPhA 98,1967, pp. 49-66. M . H . CHAMBERS, More Notes on the Text of the Ath. Pol., TAPhA 102, 1971, pp. 41-47. Morphologie historique du Grec par P. CHANTRAINE, Paris 19612. Scholia Vetera in Aristophanis Plutum, ed. M. CHANTRY, Groningen 1994. W . CLARYSSE, Notes on the Use of the lota Adscript in the Third Century B.C., CE 51,1976, pp. 150-166. L. COHN, Apollonios nr. 77, in RE II/1,1895, col. 135. L. COHN, Apollonios nr. 78, in RE II/1,1895, col. 135. L. COHN, Euphronios nr. 7, in RE VI/1,1907, coll. 1220-1221. Papiri Greco-Egizii. Papiri Fiorentini, per cura di D. J.

CHADWICK 1 9 9 6 CHAMBERS 1 9 6 7 CHAMBERS 1 9 7 1 CHANTRAJNE 1 9 6 1 CHANTRY 1 9 9 4 CLARYSSE 1 9 7 6 COHN COHN

1895a 1895b

COHN 1 9 0 7 COMPARETTI 1 9 0 8

COMPARETTI, II, Milano 1908.

CPF

CRIBIORE 2 0 0 1 CRISCI 1 9 9 8

CRISCI-DEGNI 2 0 0 2

CRÖNERT 1 9 0 1 CRÖNERT 1 9 0 3 CRÖNERT

1908a

CRÖNERT

1908b

CRÖNERT 1 9 2 2 CRUSIUS 1 8 9 8

Corpus dei Papiri Filosofici. Testi e lessico nei papiri di cultura greca e latina, 1.1*, Firenze 1989; 1.1**, Firenze 1992; 1.1***, Firenze 1999; III, Firenze 1995; IV, Firenze 2002. R. CRIBIORE, Gymnastics of the Mind. Greek Education in Hellenistic and Roman Egypt, Princeton-Oxford 2001. E . CRISCI, P.Flor. II112, in Scrivere libri e documenti nel mondo antico, a cura di G. Cavallo, E. Crisci, G. Messen, R. Pintaudi, Papyrologica Florentina XXX, Firenze 1998, pp. 132-133. Papiri letterari della Biblioteca Medicea Laurenziana, dir. scientifica di E . CRISCI, coord, tecnico e redazionale di P. DEGNI, University di Cassino (CD-ROM). Litterarische Texte mit Ausschluss der christlichen, APF 1,1901, pp. 502-539. W . CRÖNERT, Litterarische Texte mit Ausschluss der christlichen, APF 2,1903, pp. 337-381. W. CRÖNERT, rec. a COMPARETTI 1908, LZ 59,1908, coll. 11991201. W . CRÖNERT, ZU den neuen Aristophanesscholien (P. Fior. 112), BPhW 28, 1908, coli. 1390-1392. W . CRÖNERT, rec. a HUNT 1 9 2 2 , L Z 7 3 , 1 9 2 2 , coli. 4 2 4 - 4 2 7 . O . CRUSIUS, Sur un fragment poetique dans les papyrus Grenfell, W . CRÖNERT,

Conspectus librorum

XVIII

DAITZ 1 9 7 0 DAITZ 1 9 7 9 DARIS 1 9 6 8 DAVIES 1 9 7 1 DEBUT 1 9 8 6 DEICHGRÄBER 1 9 5 7 DELG

D E LUCA 2 0 0 1

D E L FABBRO 1 9 7 9 DEMIANCZUK 1 9 1 2 DENNISTON 1 9 5 4 DEVELIN 1 9 8 9 D I BLASI 1 9 9 7

DIELS 1 8 8 5

DOVER 1 9 6 8

in Melanges Henri Weil. Recueil de memoires concernant I'histoire et la litterature grecques dedie ä Henri Weil, Paris 1898, pp. 81-90. S.G. Daitz, The Jerusalem Palimpsest of Euripides. A Facsimile Edition with Commentary, Berlin 1970. S.G. DAITZ, The Scholia in the Jerusalem Palimpsest of Euripides. A Critical Edition, Heidelberg 1979. S. DARIS, PSI977: aggiunta minima, StudPap 7,1968, pp. 7-22. J.K. DAVIES, Athenian Propertied Families, 600-300 B.C., Oxford 1971. J. DEBUT, Les documents scolaires, ZPE 63,1986, pp. 251-278. K . DEICHGRÄBER, Parabasenverse aus Thesmophoriazusen II des Aristophanes bei Galen, Berlin 1957. Dictionnaire etymologique de la langue grecque. Histoire des mots, par P. Chantraine. Nouv. έά. mise ä jour, avec un supplement, sous la direction de A. Blanc et al., Paris 1999. C . D . D E LUCA, Per una nuova interpretazione della testimonianza su Apollonio di Acarne nel PMert II 55, in Da Ercolano all'Egitto. III. Ricerche varie di papirologia, a cura di M. Capasso, PapLup 10, 2001, pp. 209-216. M . D E L FABBRO, II commentario nella tradizione papiracea, StudPap 18,1979, pp. 69-132. I. DEMIANCZUK, Supplementum comicum, Kraköw 1912. J . DENNISTON, The Greek Particles, Oxford 19542. R. DEVELIN, Athenian Officials, 684-321 BC, Cambridge 1989. M.R. D I BLASI, Studi sulla tradizione manoscritta del Pluto di Aristofane. Parte I: papiri e codici potiores, Maia 49, 1997, pp. 69-86. H . DIELS, Über die Berliner Fragmente der 'Αθηναίων πολιτεία des Aristoteles, Abhandlungen der königl. Akad. der Wiss. zu Berlin, 1885, Philos.-hist. Cl. II, pp. 1-57. Aristophanes Clouds. Ed. with Introduction and Commentary by K.J. DOVER, Oxford 1968.

DOVER 1 9 7 7 DUNBAR 1 9 9 5

K.J. DOVER, Ancient Interpolation in Aristophanes, ICS 2,1977, pp. 136-162. Aristophanes Birds. Ed. with Introduction and Commentary b y N. DUNBAR, Oxford 1995.

DÜRING 1 9 6 6

EDMONDS 1 9 5 7

I. DÜRING, Aristoteles. Darstellung und Interpretation seines Denkens, Heidelberg 1966 (edizione italiana aggiornata a cura di P. Donini, da cui si cita, Milano 1976). The Fragments of Attic Comedy, after Meineke, Bergk, and Kock Augmented. Newly Ed. with their Context, Annotated, and Completely Translated into English Verse by J.M. EDMONDS, I, Leiden 1957.

ESPOSITO

2005

ESPOSITO

2006

FOURNET

2004

P. Oxy. XVII2087 e una citazione dal Περι δικαιοcwr/c di Aristotele, ZPE 154, 2005, pp. 79-85. E . ESPOSITO, P. Oxy. XV1802, fr. 3 c. 1121s., Eikasmös 17, 2006, pp. 307-310. J.-L. FOURNET, La bibliotheque d'un medecin ou d'un apothicaire Ε . ESPOSITO,

Conspectus

librorum

XIX

de Lycopolis? in Testi medici su papiro. Atti del Seminario di studio (Firenze, 3-4 giugno 2002), a cura di I. Andorlini, Firenze 2004, pp. 175-197. FRACCAROLI 1 9 0 2

G . FRACCAROLI, r e c . a GRENFELL-HUNT 1 9 0 1 , R F I C 3 0 , 1 9 0 2 , pp. 346-352.

1972

FRASER

P.M.

FUNGHI-CAVINI 1 9 8 9

FRASER,

Ptolemaic Alexandria, Oxford 1972. PBerol inv. 5002, in C P F

M . S . FUNGHI-W. CAVINI,

1.1*,

pp.

251-

256. FUNGHI-CAVINI 1 9 9 5 GALLAVOTTI

1957

1981

GARZYA

GELZER

1925 1969

GELZER

1971

GELZER

1972

GEISSLER

GENTILI 1 9 7 2

M . S . FUNGHI-W. CAVINI, PFay 3 , in C P F III, pp. 14-18. C. GALLAVOTTI, rec. a LOBEL 1956, Gnomon 29, 1957, pp. 419425. A. GARZYA, Testi letterari d'uso strumentale a Bisanzio, JCEByz 31, 1981, pp. 118-143 = Vichiana 10, 1981, pp. 263-297 = II mandarine e il quotidiano, Napoli 1983, pp. 35-71. P. GEISSLER, Chronologie der altattischen Komödie, Berlin 1925. Th. GELZER, Zur Versreihe der "Heroes" aus der alten Komödie (Pap. Mich. inv. 3690), ZPE 4, 1969, pp. 123-133. Th. GELZER, Aristophanes der Komiker, in RE Suppl. Band XII, Stuttgart 1971, coli. 1391-1570. Th. GELZER, Alte Komödie und hohe Lyrik. Bemerkungen zu den Oden in Pap. Oxy. 2737, MH 29,1972, pp. 141-152. B . GENTILI, Dimetri liberi nel Pap. Michigan inv. 3690, Q U C C 13, 1972, pp. 141-143.

GEORGANTZOGLOU 2 0 0 2 GERBER

1982

GERSTINGER 1 9 3 2

Gl GIGNAC

1981

GIL 1984-1985 GIL 1989 GILULA 1990 GONIS

1999

GOSTOLI

1990

GRENFELL-HUNT

1897

GRENFELL-HUNT 1 8 9 9 GRENFELL-HUNT

1901

GRENFELL-HUNT 1 9 0 5

GEORGANTZOGLOU, A Note on μιάίτωρ (Aeschylus, Eumenides 177), Mnemosyne 4a s. 55, pp. 7 1 9 - 7 2 0 . D.E. GERBER, Pindar's Olympian One. A Commentary, Toronto 1982. H . GERSTINGER, Mitteilungen aus der Papyrussammlung der Nationalbibliothek in Wien, Neue Serie I, Griechische literarische Papyri I, Wien 1932. F. Montanari, Vocabolario della lingua greca, con la collaborazione di I. Garofalo e D. Manetti, Torino 20042. F.Th. GIGNAC, A Grammar of the Greek Papyri of the Roman and Byzantine Periods, II. Morphology, Milano 1981. L. GIL, ANArYPOC, MCr 19-20,1984-1985, pp. 121-132. L. GIL, El Aristofanes perdido, CFC 22,1989, pp. 39-106. D. GILULA, P. Oxy. 2737 and Aristophanes'Early Career, ZPE 81, 1990, pp. 101-102. The Oxyrhynchus Papyri, Volume LXVI, Ed. with Translations and Notes by N. GONIS et al., London 1999. Terpander, ed. A. GOSTOLI, Roma 1990. New Classical Fragments and Other Greek and Latin Papyri, Ed. B.P. GRENFELL and A.S. HUNT, Oxford 1897. The Oxyrhynchus Papyri, Part II, Ed. with Translations and Notes by B.P. GRENFELL-A.S. HUNT, London 1 8 9 9 . B.P. GRENFELL-A.S. HUNT, The Amherst Papyri, Part II, London 1901. B . P . GRENFELL-A.S. HUNT, Some Classical Fragments from Hermopolis, in Melanges Nicole, Geneve 1 9 0 5 , pp. 2 1 2 - 2 1 7 . N.

XX

Conspectus librorum

GRENFELL-HUNT

1908

GRENFELL-HUNT

1915

GRENFELL-HUNT

1919

GRENFELL-HUNTHOGARTH 1 9 0 0 GRONEWALD

1981

GRONEWALD 1 9 8 2

The Oxyrhynchus Papyri, Part VI, Ed. with Translations and Notes by B.P. GRENFELL-A.S. HUNT, London 1908. The Oxyrhynchus Papyri, Part XI, Ed. with Translations and Notes by B.P. GRENFELL-A.S. HUNT, London 1915. The Oxyrhynchus Papyri, Part XIII, Ed. with Translations and Notes by B.P. GRENFELL-A.S. HUNT, London 1919. Fayum Towns and their Papyri, by B.P. GRENFELL, A.S. HUNT, D . G . HOGARTH, London 1 9 0 0 . Μ. GRONEWALD, Glossar mit Zitaten aus Herodot und Telekleides, ZPE 42,1981, pp. 8-10. M . GRONEWALD, Zwei Hypomnemata zu Aristophanes, Z P E 4 5 , 1982, pp. 61-69.

1921 HABICHT 1996 HANSON 2004

GUDEMAN

HARLFINGER-PRATO

1855 1994

HÄRTUNG HASLAM

HENDERSON 1 9 8 7 HOEFER

1907 1970

HOFMANN

HOLWERDA 1 9 6 7 HOLWERDA

1977

HOLWERDA 1 9 8 2

A. GUDEMAN, Scholien, in RE II A/1,1921, coli. 625-705. C. HABICHT, lulia Kalliteknos, M H 53,1996, pp. 156-159. A.E. HANSON, Α Title Tag: PCtYBR inv. 4006, in Testi medici su papiro. Atti del Seminario di studio (Firenze, 3-4 giugno 2002), a cura di I. Andorlini, Firenze 2004, pp. 209-219. 1991 Paleografia e codicologia greca, Atti del II Colloquio internazionale (Berlino-Wolfenbüttel, 17-21 ottobre 1983), a cura di D. HARLFINGER-G. PRATO, con la collaborazione di M . D'Agostino-A. Doda, Alessandria 1991. J.A. HÄRTUNG, Aeschylos' Fragmente, Leipzig 1855. M.W. Haslam, The Homer Lexicon of Apollonius Sophista: I. Composition and Constituents; II. Identity and Transmission, CPh 89,1994, pp. 1-45; 107-119. Aristophanes' Lysistrata, Ed. with Introduction and Commentary by J. HENDERSON, Oxford 1987. U. HOEFER, Eurybatos nr. 2, in RE VI/1,1907, col. 1319. H. HOFMANN, Ein Kommentar zum "Anagyros" des Aristophanes (P. Oxy. 2737), ZPE 5,1970, pp. 1-10. D . HOLWERDA, De Heliodori commentario in Aristophanem, 11, Mnemosyne 4 A s. 2 0 , 1 9 6 7 , pp. 2 4 7 - 2 7 2 . Scholia Vetera in Aristophanis Nubes, ed. D. HOLWERDA, Groningen 1977. Scholia Vetera et recentiora in Aristophanis Pacem, ed. D . HOLWERDA, Groningen 1982.

HOLWERDA 1 9 8 7 HOLWERDA HUNT

1922

HUNT

1927

1991

IERANÖ

1997

IMPERIO

2004

IOANNIDOU 1 9 9 6

HOLWERDA, Kallistratos Schüler des Aristophanes von Byzanz, Mnemosyne 4 a s. 40,1987, p. 148. Scholia Vetera et recentiora in Aristophanis Aves, ed. D.

D.

HOLWERDA, Groningen 1991.

The Oxyrhynchus Papyri, Part XV, Ed. with Translations and Notes by B.P. Grenfell and A.S. HUNT, London 1922. The Oxyrhynchus Papyri, Part XVII, Ed. with Translations and Notes by A.S. HUNT, London 1927. G. IERANÖ, II ditirambo di Dioniso: le testimonianze antiche, Roma 1997. O. IMPERIO, Commento alle parabasi di Aristofane (Acarnesi, Cavalieri, Vespe, Uccelli), Bari 2004. Catalogue of Greek and Latin Papyri in Berlin (P. Berol. inv.

Conspectus

IRIGOIN 1 9 7 1 - 1 9 7 2 IRIGOIN 1 9 9 3 IRIGOIN 1 9 9 4

JACKSON 1 9 5 5 JACOBY 1 9 4 9 JOHNSON 1 9 9 3 JOHNSON 2 0 0 4 JOUAN-VAN LOOY 2 0 0 0 KANNICHT 2 0 0 4 KAPPEL 1 9 9 2 KÄPPEL-KANNICHT 1 9 8 8

KASSEL 1 9 7 7

librorum

XXI

21101-21299, 21911). BKT IX, Ed. by G. IOANNIDOU, Photographs by Μ. Büsing, Mainz a. Rhein 1996. Rapports sur les conferences. Confirences de Μ. Jean Irigoin (1970-1971), AEHE (IVe sect.), 1971-1972, pp. 175-185. J. IRIGOIN, Bacchylide, Paris 1993. J. IRIGOIN, Les editions de textes, in MONTANARI 1994, pp. 39-93 (= J. Irigoin, La tradition des textes grecs. Pour une critique historique, Paris 2003, pp. 133-173). J . JACKSON, Marginalia scaenica, Oxford 1955. F. JACOBY, Atthis. The Local Chronicles of Ancient Athens, New York 1949. W.A. JOHNSON, Pliny the Elder and Standardized Roll Heights in the Manufacture of Papyrus, CPh 88,1993, pp. 46-50. W.A. JOHNSON, Bookrolls and Scribes in Oxyrhynchus, Toronto 2004. Euripide. VIII. Fragments. 2' partie: Bellerophon-Protesilas, texte itabli et traduit par F. Jouan-H. Van Looy, Paris 2000. Tragicorum Graecorum Fragmenta (TrGF), Vol. 5: Euripides, ed. R. Kannicht, Göttingen 2004. L . KAPPEL, Paian: Studien zur Geschichte einer Gattung, Berlin 1992. L . KÄPPEL-R. KANNICHT, Noch einmal zur Frage "Dithyrambos oder Paian?" im Bakchylideskommentar P.Oxy. 23,2368, ZPE 73, 1988, pp. 19-24. R . KASSEL, AUS der Arbeit an den Poetae Comici Graeci, Z P E 2 5 , 1977, pp. 54-94.

KASSEL-AUSTIN 1 9 8 3 KASSEL-AUSTIN 1 9 8 4

KASSEL-AUSTIN 1 9 8 9 KASSEL- AUSTIN 1 9 9 5 KEANEY 1 9 6 3 KEANEY 1 9 8 0 KIRCHNER 1 9 0 1 KÖRTE 1 9 0 5 KÖRTE 1 9 1 1 KÖRTE 1 9 1 3 KÖRTE 1 9 2 4 KÖRTE 1 9 4 1

Poetae Comici Graeci (PCG), Edd. R. KASSEL-C. AUSTIN, vol. IV Aristophon-Crobylus, Berolini et Novi Eboraci 1983. Poetae Comici Graeci (PCG), Edd. R . KASSEL et C . AUSTIN, vol. III 2 Aristophanes, Testimonia et fragmenta, Berolini et Novi Eboraci 1984. Poetae Comici Graeci (PCG), Edd. R. KASSEL-C. AUSTIN, vol. VII Menecrates-Xenophon, Berolini et Novi Eboraci 1989. Poetae Comici Graeci (PCG), Edd. R. KASSEL-C. AUSTIN, vol. VIII Adespota, Berolini et Novi Eboraci 1995. J.J. KEANEY, TWO Notes on the Tradition of Aristotle's Writings, AJPh 84,1963, pp. 52-63. J . J . KEANEY, P.Oxy. 1802 and Aristotle F 499 Rose, Z P E 3 7 , 1 9 8 0 , p. 1 9 8 . J. KIRCHNER, Prosopographia Attica, I, Berolini 1901. A . KÖRTE, Inschriftliches zur Geschichte der Attischen Komödie, RhM 60,1905, pp. 425-447. Α . KÖRTE, Bericht über die Literatur zur griechischen Komödie aus den Jahren 1902-1909, JAW 152,1911, pp. 218-312. Α . KÖRTE, Literarische Texte mit Ausschluss der christlichen, APF 6,1913, pp. 223-268. Α . KÖRTE, Literarische Texte mit Ausschluss der christlichen, APF 7,1924, pp. 225-258. Α . KÖRTE, Literarische Texte mit Ausschluss der christlichen, APF 14, 1941, pp. 103-150.

XXII

Conspectus

KOSTER 1 9 5 7 KOSTER-HOLWERDA 1 9 6 2

KROLL 1 9 2 1 KRÜGER

1990

KUGELMEIER 1 9 9 6 KUIPER 1 9 1 3 KURZ 1 9 3 7 LANDWEHR 1 8 8 5

LASSERRE 1 9 7 5

LATTE 1 9 5 3 LEEUWEN 1 9 0 9 LEEUWEN 1 9 1 2 LGGA LLOYD-JONES 1 9 5 8 LLOYD-JONES PARSONS 1 9 8 3 LOBEL 1 9 5 1

librorum

Autour d'un manuscrit d'Aristophane ecrit par Demetrius Triclinius, Groningen-Djakarta 1957. W . J . W . KOSTER-D. HOLWERDA, De fragmento Nubium Aristophanis in Pap. Argent, gr. 621 servato, Mnemosyne 4 a s., 15, 1962, pp. 267-268. W. KROLL, Kleainetos nr. 1, in RE X I / l , 1921, col. 556. J . KRÜGER, Oxyrhynchos in der Kaiserzeit. Studien zur Topographie und Literaturrezeption, Frankfurt a.M.-Bern-New York-Paris 1990. Ch. KUGELMEIER, Reflexe früher und zeitgenössicher Lyrik in der alten Attischen Komödie, Stuttgart-Leipzig 1996. K . KUIPER, Ad Satyri fragmentum de vita Euripidis adnotationes duae, Mnemosyne n.s. 41,1913, pp. 233-242. S. KURZ, Die neuen Fragmente der Attischen Alten Komödie, Diss. Tübingen 1937. H . LANDWEHR, Griechische Handschriften aus Fayyüm. IV. Fragment der 'Αναλυτικά ϋίτερα 1 des Aristoteles, Philologus 44,1885, pp. 21-29. F. LASSERRE, L'eligie de l'huitre (PLouvre inv. 7733 v° ined.), QUCC19,1975, pp. 145-176 (= F. Lasserre, Nouveaux chapitres de littirature grecque (1947-1986), Genöve 1989, pp. 95-122). Hesychii Alexandrini Lexicon recensuit et emendavit K . LATTE, I (Α-Δ), Hauniae 1953. J . VAN LEEUWEN, Ad Aristophanis comici fragmenta nuper reperta, Mnemosyne n.s. 37,1909, pp. 67-70. J . VAN LEEUWEN, CKEAAIAC-CKEAIAC, Mnemosyne n.s. 40, 1912, p. 276. Lessico dei Grammatici Greci Antichi, www.aristarchus.unige.it / lgga / . W . J . W . KOSTER,

H . LLOYD-JONES, r e c . a LOBEL 1 9 5 6 , C R 8 , 1 9 5 8 , p p . 1 6 - 2 2 .

Supplementum Hellenisticum, ed. H . LLOYD-JONES - P.J. PARSONS, Berolini-Novi Eboraci 1983. The Oxyrhynchus Papyri, Part XXI, Ed. with Notes by Ε. LOBEL, London 1951.

LOBEL 1 9 5 6

The Oxyrhynchus Papyri, Part XXIII, Ed. with Notes by Ε. LOBEL, London 1956.

LOBEL 1 9 6 8

The Oxyrhynchus Papyri, Part XXXV, Ed. with Notes by Ε. LOBEL, London 1968.

LODI 1 9 2 0 LORD 1 9 8 6 LOUIS 1 9 6 4 LOWE 1 9 6 2 LSJ

T. LODI, Papiri greci e latini, volume VI, n.' 551-730, Firenze 1920, pp. 153-156. C. LORD, On the Early History of the Aristotelian Corpus, AJPh 107,1986, pp. 137-161. Aristote. Histoire des Animaux, texte etabli et traduit par P. LOUIS, I, Paris 1964. J . C . B . LOWE, The Manuscript Evidence for Changes of Speaker in Aristophanes, BICS 9,1962, pp. 27-42. A Greek-English Lexicon, Compiled by H.G. LIDDELL and R. SCOTT. Revised and Augmented throughout by Sir H.S. JONES with the Assistance of R. McKenzie and with the

Conspectus

LUNDON 1 9 9 7

LUPPE 1 9 6 7 LUPPE 1 9 7 0

librorum

XXIII

Cooperation of Many Scholars, Oxford 1940'; Revised Supplement Ed. by P.G.W. Glare with the Assistance of A.A. Thompson, Oxford 1996. J. LUNDON, €χόλια: una questione non marginale, in Discentibus obvius. Omaggio degli allievi α Domenico Magnino, Como 1997, pp. 73-86. W. LUPPE, Das Komikerglossar Pap. Oxy. 1801, Philologus 111, 1967, pp. 86-109. W . LUPPE, Der Kommentar Pap. Oxy. 2744, A P F 2 0 , 1 9 7 0 , pp. 29-42.

LUPPE 1 9 7 1 a LUPPE 1 9 7 1 b LUPPE

1972a

LUPPE

1972b

LUPPE 1 9 7 3

LUPPE 1 9 7 5 LUPPE

1978a

LUPPE

1978b

LUPPE

1980a

LUPPE

1980b

LUPPE 1 9 8 2 LUPPE 1 9 8 4 LUPPE 1 9 8 7 LUPPE 1 9 8 8

LUPPE

1989a

LUPPE

1989b

LUPPE 1 9 8 9 C LUPPE 1 9 9 2 LUPPE

1997a

LUPPE

1997b

W. LUPPE, Der "Anagyros"-Kommentar Pap. Oxy. 2737, APF 21, 1971, pp. 93-110. W. LUPPE, rec. a LOBEL 1968, Gnomon 43,1971, pp. 113-123. W. LUPPE, Der Aristophanes-Kommentar Pap. Florentinus 112, WZHalle 21, 1972, pp. 75-90. W . LUPPE, Die Zahl der Konkurrenten an den komischen Agonen zur Zeit des Peloponnesischen Krieges, Philologus 116,1972, pp. 53-75. W . LUPPE, "Anagyros" - oder nicht? Zur Identifizierung von Pap. Oxy. 2737, ZPE 11, 1973, pp. 275-288 (Corrigendum in ZPE 13,1974, p. 96). W. LUPPE, rec. a AUSTIN 1973, G G A 227,1975, pp. 179-206. W. LUPPE, Zum Aristophanes-Kommentar P. Flor. 112/Nr. 63 Austin, ZPE 28,1978, pp. 161-164. W . LUPPE, Ein neues Lemma im "Anagyros"-Kommentar (Fr. 56 Austin), ZPE 30,1978, pp. 20-22. W . LUPPE, Literarische Texte unter Ausschluss der christlichen. Drama, APF 27, 1980, pp. 233-250. W . LUPPE, Scholien zu Aristophanes, 'Ritter'ν. 580 im Pap. Berol. 13929 (Pack2142), ZPE 37,1980, p. 184. W . LUPPE, άπεοκθη πάλιν εΰ rove Ληναϊκοΰύ, ZPE 46, 1982, pp. 147-159. W. LUPPE, Der Komiker Piaton und die Dionysien, ZPE 54,1984, pp. 15-16. W . LUPPE, Dithyrambos oder Paian1 - Zu Bakchylides Carm. 23 Sn./M., ZPE 69,1987, pp. 9-12. W . LUPPE, Ein übersehener Hinweis auf die Fünf-Zahl der Konkurrenten bei den Komiker-Agonen zur Zeit des Peloponnesischen Krieges, Nikephoros 1, 1988, pp. 185-189. W . LUPPE, ZU den Aufführungen des Komikers Piaton an LenäenAgonen, Nikephoros 2,1989, pp. 121-124. W . LUPPE, Nochmals zu Kallimachos' Gattungszuordnung bakchylideischer Lieder, APapyrol 1,1989, pp. 23-29. W . LUPPE, ZU den Plazierungsangaben in den AristophanesDidaskalien, ZPE 77,1989, pp. 18-20. W. LUPPE, Literarische Texte. Drama, APF 38,1992, pp. 75-86. W . LUPPE, Aristophanes Pax 459-469 mit Scholien. Zu P.Duk. inv. 643 recto, APF 43,1997, pp. 7-10. W. LUPPE, Literarische Texte. Drama, APF 43,1997, pp. 93-106.

Conspectus librorum

XXIV

LUPPE 1 9 9 9 LUPPE 2 0 0 0

LUPPE 2 0 0 1

Zur angeblichen Nachmittags-Aufführung der Vögel des Aristophanes, Eikasmös 10,1999, pp. 57-59. W . LUPPE, Ein weiteres Zeugnis für fünf Konkurrenten an den Komödien-Agonen während des Peloponnesischen Krieges, ZPE 129, 2000, pp. 19-20. W . LUPPE, Griechische literarische Texte. Drama, A P F 4 7 , 2 0 0 1 , W . LUPPE,

pp. 187-195. LUPPE

2002a

LUPPE

2002b

MAEHLER 1 9 6 8 MAEHLER 1 9 8 2

MAEHLER 1 9 9 4

MAEHLER 1 9 9 7 MAEHLER 1 9 9 8 MAEHLER

2000

2003 2004 MANFREDI 2000 MAEHLER MAEHLER

MANIERI 1 9 9 0 MASTROMARCO 1 9 7 4 MASTROMARCO 1 9 7 5 MASTROMARCO 1 9 7 8 MASTROMARCO 1 9 8 3 MASTROMARCO 1 9 9 3

Cχάλια, υπομνήματα und ύποθέίεΐί zu griechischen Dramen auf Papyri, in Der Kommentar in Antike und Mittelalter. Beiträge zu seiner Erforschung, hrsg. von W. Geerlings und Ch. Schulze, Leiden-Boston-Köln 2002, pp. 55-77. W. LUPPE, rec. a GONIS 1999, Gnomon 74, 2002, pp. 485-490. Η . MAEHLER, Ein Fragment aus Aristophanes' Rittern mit Scholien, Hermes 96,1968, pp. 287-293. Η . MAEHLER, Die Lieder des Bakchylides, I. Die Siegeslieder, I. Edition des Textes mit Einleitung und Übersetzung. II. Kommentar, Leiden 1982. W . LUPPE,

Die Scholien der Papyri in ihrem Verhältnis zu den Scholiencorpora der Handschriflen, in MONTANARI 1994, pp. 95141. Η . MAEHLER, Die Lieder des Bakchylides, II. Die Dithyramben und Fragmente, Leiden 1997. H . MAEHLER, Elites urbaines et production litteraire en tgypte romaine et byzantine, Gaia 3,1998, pp. 81-95. Η . MAEHLER, L'evolution materielle de l'hypomnema jusqu'ä la basse epoque. Le cas du POxy. 856 (Aristophane) et PWürzburg 1 (Euripide), in Le commentaire entre tradition et innovation, Actes du colloque international de l'Institut des Traditions textuelles (Paris et Villejuif 22-25 septembre 1999), publics sous la dir. de M.-O. Goulet-Caz tab. V I I (13929r).

I X ( = IOANNIDOU

M P 3 1 4 2 ; L D A B 367

GELZER 1971, nr. 3; UEBEL 1971, p. 186; AUSTIN 1973, fr. 24; ZUNTZ 1975, p. 130; MCNAMEE 1977, pp. 177,181-186, 426; TURNER 1977, p. 102 nr. 13; LUPPE, 1980b, p. 184; CAVALLO-MAEHLER 1987, p. 56 nr. 24c; MCNAMEE 1992, pp. 73, 75 nr. 2; MAEHLER 1994, pp. 124-125; MERTENS 1996, pp. 337-338; MANFREDI 2000, pp. 96-97; MONTANA 2001b, pp. 21-22; TROJAHN 2002, pp. 170-173; MONTANA 2005, pp. 21-22; ORSINI 2005, pp. 51-52,199, 211, 220.

Dopo l'edizione curata da Zuntz (1938) di P.Berol. inv. 13929, frammento di codice pergamenaceo, tre decenni piü tardi Maehler pubblico P.Berol. inv. 21105, riconoscendovi un altro frammento della medesima pagina. I due frammenti, acquisiti sul mercato antiquario e di provenienza ignota, non combaciano fra loro e restituiscono parti esigue dei w. 545-554 (recto, lato pelo) e 574583 (verso, lato carne) della prima parabasi dei Cavalieri, accompagnati da un numero cospicuo di annotazioni marginali. In particolare, P.Berol. inv. 13929 (cm 3,5 x 3) conserva un lembo destro del recto del foglio, recante tracce delle lettere finali dei w. 545-546 della commedia e residui di note marginali concernenti i w. 5457-551: parte di queste note affianca i vv. 545-546 (tetrametri anapestici catalettici), parte § stata scritta nello spazio ad essi sottostante e corrispondente all'ampio margine destro dei w. 547-550 (dimetri anapestici) e 551 (dimetro coriambico); l'altra faccia del foglio corrisponde a un tratto di margine sinistro del verso, contenente annotazioni ai w. 574-580. P.Berol. inv. 21105 (cm 4 χ 2,5), al contrario dell'altro frammento, restituisce una porzione sinistra del recto, con l'inizio dei w. 549-554 e tracce di note nel margine adiacente; e un lembo del verso contenente parte della metä destra dei vv. 578-579 e del v. 583 e resti di un'annotazione marginale che sfrutta anche lo spazio lasciato libero dal testo letterario fra il v. 580 e il v. 583.

58

Aristophanes 6

La datazione del codice al tardo V secolo risulta dalla scrittura maiuscola biblica, apparentemente nella sua Variante egizia provinciale, impiegata per il testo letterario. Una seconda mano ha segnato accenti, spiriti aspri, apostrofi ed e intervenuta con correzioni. Sul lato carne si distinguono le lineeguida di scrittura orizzontali. Le note marginali devono essere assegnate ad almeno due mani distinte1. Una mano (A), di piccolo modulo, e responsabile certamente delle note ad v. 552 e v. 580 (a) e probabilmente della nota che affiancava i vv. 545-546 (di cui pochissimo e ancora leggibile)2. A una diversa mano (B), di modulo maggiore e alquanto frettolosa, dobbiamo le note ad v. 546 e v. 551 (b), mentre si resta in dubbio se a questa stessa mano oppure a una di modulo simile ma piü accurata (B1) si debbano attribuire le note ad v. 547, v. 550 (b), v. 574, v. 580 (b) e forse v. 551 (a) (di cui rimane molto poco). Si segnalano due abbreviazioni in fine di rigo di annotazione, δρα(μα)3 nella nota ad v. 547, r. 4 e χαλκοπο]δω(ν) nella nota ad v. 552, r. 1. Sulla base del testo superstite, Zuntz4 ha ricostruito un formato di pagina di cm 17 x 20, contenente una colonna di 30 versi alta cm 12 e con margini superiore e inferiore di cm 4 ciascuno (cfr. le classi V e VII di Turner 1977). A quanto si ricava dalla posizione reciproca dei versi e delle annotazioni, i dimetri anapestici dello pnigos (vv. 547-550), come anche i versi lirici dell'ode e dell'antode (vv. 551 ss. e 581 ss.), erano posti in eisthesis5. I due frammenti attestano un'elevata concentrazione di note marginali, almeno otto nel recto e tre nel verso, con dimensioni oscillanti fra due e cinque righi di scrittura, e con righi che talora si estendono fino a una trentina di lettere circa. In totale si contano almeno 26 righi di esegesi di varia lunghezza, a fronte di 20 versi di testo letterario. Le note si succedono nei margini destro e sinistra di ciascuna facciata della pagina, ma vengono sfruttati anche gli spazi dello specchio di scrittura rimasti liberi per la minor lunghezza di alcuni versi della commedia: cio& in corrispondenza dello pnigos (vv. 547-550) e dei dimetri giambo-coriambici con cui si apre 1 'antode (vv. 581-583). La mise en page documenta la stratificazione esegetica, senza consentire purtroppo di fissare una cronologia relativa delle mani, tranne forse l'anteriorita di Β rispetto a B1 a motivo della reciproca posizione delle note ad v. 546 e v. 5476 e

1

Analisi paleografica di G. Bastianini e M . S t r o p p a .

2

La m a n o e u n a s e m i c o r s i v a " t h a t can h a r d l y b e later than t h e e n d of the V c e n t u r y " (Cavallo-

M a e h l e r 1987, p. 56). 3

M c N a m e e 1981, p. 26 s.v. δρΰ(μα).

4

Z u n t z 1975, pp. 7 - 9 (1938, pp. 637-639).

5

Z u n t z 1975, p. 8 (1938, p. 638); M a e h l e r 1968, p. 289.

6

La distinzione delle d u e n o t e (pubblicate d a Z u n t z c o m e u n ' a n n o t a z i o n e unica e c o n t i n u a ) e

delle rispettive m a n i spetta a G. Bastianini e M . Stroppa.

BKTIX

59

5

del contenuto complementare delle due note ad v. 551. Questo composito apparato marginale si configura come giustapposizione di note e non come compilazione organica7. Tra le cospicue consonanze dei marginalia con i corrispondenti scolii medievali emerge la contiguitä pressoche letterale della nota ad v. 580 (a) (scriba A) con lo sch. 580c (trädito nei mss. VEP0M); έ altresi da rilevare la parziale affinitä di due annotazioni della pergamena, ad v. 547 e v. 551 (b), con passi di hypotheseis dei Cavalieri.

Recto (lato pelo) (13929) w . 545-546?

[δτι ςωφρονικώς κούκ άνοήταχ άπηδήοαο έφ]λυάρε[ι,

1-2

[αΐρεοθ' αύτφ πολύ το ρόθιον, παραπέμψατ' έφ' έν]δεκα κώπαιο Aristophanis textus

545 εφλ]υα[ρ]ε[ι Ioannidou

546 κώπακ perg.

κω[πακ] Ioannidou

ροθια νυν i tre righi della nota, non leggibili a occhio nudo, si trovano nel margine destro a fianco del ν. 545

(13929) v. 546

[αΐραθ* αύτφ πολύ το ρόθιον, παραπέμψατ' έφ' εν]δεκα κώπακ

Aristophanis textus

κώποιο perg.

2

κω[πακ] Ioannidou

ην πολύν υπερεο πολυ i quattro righi della nota si trovano nel margine destro: il r. 1 affianca il v. 546, i rr. 2-4 corrono a destra dei rr. 1-3 della nota ad v. 547 1 ην la sequenza έ immediatamente preceduta dal sigma finale di v. 546 κώπακ (da cui l'erronea lettura την di Zuntz); la lettera finale incerta έ di forma

Vd. infra, commento alle note ad v. 551 (a), v. 551 (b) e v. 580 (a). Cfr. l'introduzione a P.Oxy. XI 1371 => 13.

7

60

Aristophanes 6

rotonda (possibili ε, ο, θ) ce di scrittura

3 dopo ύπερε«: la pergamena έ conservata ma non rimangono trac-

2 ύπ' ερε (cfr. fol. lv, 2-7, 9-10), sono tratte dalla prosa (Tucidide, Senofonte, Demostene) e dalla commedia (Eupoli, Aristofane e soprattutto Menandro).

P.Oxy. XV 1803, fol. lr, 9-16

69

άγαθαΐαν είχηγγελμέναιο | ευαγγέλια θύειν έκατόν ßoüc τη θεώ: il passo esemplifica la dottrina secondo cui ουμφορά ä vox media, adatta non solo ai contesti negativi, ma anche a quelli positivi. Analogo ä il contenuto degli scolii: sch. 655a έπι III: Lexica]

sec. V P

Voce di lessico (Geras fr. 134 K.-A.) οτιφρόν· δ οί πολλοί οτριφνό(ν), [>]

coc Άρκτοφάνηο Γήραι • "και

[>]

μή(ν> ύπόοτιφρόν γε τή(ν)

>

φωνήν εχειχ". και Μένα(ν)-

>

δροο έν (Ζυναρκταχαιο "αχ:

>

άει

ctKppac

[>]

και

veac

έοομέναο

ταλάντατοο".

1 il lemma έ in ekthesis di ca. una lettera cTpicpvo" pap. 3 μη pap. ϋποοτ'ρ[ι]φνον pap., ι cancellato con un tratto obliquo ce τη" pap. 4 μένα" pap. 6 [ α ] ει pap., α cancellato con un tratto obliquo cteippac pap. solo tracce del secondo ε di εοομενοκ il c finale έ corretto su ι 3 μή ) ; CAVALLO-MAEHLER

1987, 16a (->);

372 SCHMIDT 1918, pp. 101-102; ZUNTZ 1975, pp. 47-55 (1938, 1954, pp. 185-187; LOWE 1962, p. 32; DOVER 1968, pp. X C I X C ( Π 2 ) ; GELZER 1971, nr. 5; IRIGOIN 1971-1972, p. 180; AUSTIN 1973, fr. 28; M C N A M E E 1977, pp. 177, 185-186, 421; TURNER 1977, pp. 15, 102 nr. 16; GRONEWALD 1982, pp. pp. 677-685);

LDAB

ANDRIEU

6 1 - 6 2 n . 3 ; CAVALLO 1 9 8 6 , p p . 1 1 5 , 1 1 7 ; CAVALLO-MAEHLER 1 9 8 7 , p . 4 0 nr.

16a;

KRÜGER 1 9 9 0 , p . 2 4 3 ; M C N A M E E 1 9 9 2 , p p . [ 3 5 ] , [ 3 7 ] , [ 3 8 ] , 7 3 , 7 5 nr. 3 ; MERTENS 1 9 9 6 ,

p. 339;

TROJAHN

2002, pp. 170,174-177;

MONTANA

2005, pp. 25-27.

Riquadro superiore esterno (cm 12 χ 10,6) di un foglio di codice di papiro contenente l'inizio delle Nuvole: scarse lettere finali dei w . 2-11 nel recto (j.) e la metä sinistra dei vv. 38-48 nel verso (—»), con note nei margini superiore ed esterno su entrambi i lati. II recto recava dunque 37 righi e la pagina, secondo Turner, poteva misurare cm 25 χ 33 (sua classe 2)1, con uno specchio di scrittura calcolabile in cm 10 χ 20 circa. Attualmente i margini hanno approssimativamente le seguenti misure: nel recto, il superiore cm 4,5 e l'esterno cm 9,4; nel verso, il superiore cm 4,8 e l'esterno cm 5,2. Si trattava pertanto di un codice di formato piuttosto grande, con ampi margini bianchi a contornare il testo letterario. La scrittura di quest'ultimo, in inchiostro ora di colore bruno, έ una maiuscola di grosse dimensioni, ovale e inclinata, datata dagli editori al VP e non oltre la metä di tale secolo da Cavallo e Maehler, come pure la scrittura delle note del recto, una maiuscola di modulo minore da assegnare probabilmente alia medesima mano. Le note del verso sono attribuite dagli editori a tre mani different! dalla precedente e a essa coeve, sulla base delle caratteristiche paleografiche e dell'aspetto attuale dell'inchiostro: una mano ("semi-uncial") ha scritto le note del margine sinistra, un'altra quelle del margine superiore e una terza il nome del personaggio a sinistra del v. 38. 1

Turner 1977, pp. 15, 102 nr. 16.

P.Oxy. XI1371

85

Una di queste mani e responsabile della correzione dell'ordine delle parole al v. 47 (αγρονκοοωναδ[, realizzata contrassegnando con le lettere β e α rispettivamente άγροικοο e άδ[ελφιδήν. Alio scriba del testo poetico spettano per lo piü i numerosi spiriti e accenti ivi segnati, come anche le paragraphoi apposte a segnalare il cambio d'interlocutore e la croce ( + ) tracciata al di sopra della paragraphos che precede la riga iniziale del verso, che la McNamee2 sospetta essere un semeion di demarcazione ("ruling mark") finalizzato alia scansione del testo. Nel recto si leggono quattro interventi esplicativi: nel margine superiore, parti consistenti di un'annotazione su v. 5 οί δ' ονκέται ρέγκουαν (la metä destra, lacunosa, di quattro righi di testo); nel margine destro, una nota di otto righi, quasi integra, su v. 2 ώ Ζεΰ βααλεΰ, separata mediante paragraphos da un'altra annotazione immediatamente seguente su v. 3 ούδέποθ' ήμερα γενήοεται, introdotta da un semeion {·/.), ampia due righi e mezzo e seguita a sua volta da paragraphos; poco piü in basso si legge una glossa a έγκεκορδυλημένοο del v. 10. La seconda e la terza annotazione sono introdotte da lemmi conservati, ed έ probabile che lo stesso avvenisse in quella relativa al v. 5, che fu vergata nel margine superiore evidentemente perche le due note ai vv. 2 e 3 avevano giä occupato il margine a destra dei vv. 2-8. Nel verso, a sinistra del testo poetico restano cinque marginalia: la nota personae Φειδιπ(πίδηο), accanto al v. 38; una breve nota sull'interiezione φευ al v. 41; tre glosse ai vv. 44, 45, 47. Nel margine superiore del verso si legge una nota di due righi preceduta da un semeion (/), lacunosa a destra, che lemmatizza e spiega singolarmente le parole λαφυγμοΰ Κωλιάδοε Γενετυλλίδοο del v. 52 (caduto in lacuna) e dovette essere li dislocata per ragioni di spazio (cfr. la nota al v. 5 nel recto). L'insieme dei dati consente alcune deduzioni e conclusioni riguardo alle caratteristiche dell'apparato esegetico e alia mise en page del codice. (1) II margine destro delle due facciate era maggiore di quello sinistra e poteva ospitare annotazioni di piü ampio respiro, vergate dallo scriba del testo letterario. Non vi e ragione di ritenere che questo scriba abbia desistito dall'apporre marginalia dopo la pagina iniziale delle Nuvole3: il frammento papiraceo rappresenta una parcella non piccola in termini assoluti, ma piuttosto modesta in rapporto alle dimensioni della pagina di questo codice di grande formato, cosicche e arbitrario dedurre dal poco che resta l'assenza di ulteriori interventi del primo scriba nella parte perduta del manoscritto. (2) La situazione visibile nel verso potrebbe attestare che il margine sini-

McNamee 1992, p. [38], Cosi ritiene invece Trojahn 2002, p. 174, che trae la sua convinzione dall'assenza di note del primo scriba in quanto rimane del verso.

2 3

86

Aristophanes 13

stro fosse stato riservato dagli altri annotatori all'indicazione dei nomi dei personaggi e a brevi note e glosse esplicative4. (3) La presenza, nei due margini superiori, di note distanti dai passi commentati (ad vv. 5, 52) ä da spiegare con la ricchezza dell'apparato esegetico marginale: cfr. P.Acad, inv. 3 d + Bodl. Ms. Gr. class, f. 72 (P) => 5, ad Eq. 84. (4) L'impiego di lemmi, presenti ο ricostruibili con buona probabilitä in tutte le note piü lunghe (ad vv. 2, 3, 5, 52), in tre casi puö spiegarsi con la dislocazione della nota lontano dal passo commentato (ad vv. 3, 5, 52); ma in un caso (ad v. 2) la scarsa funzionalitä del lemma induce a pensare che almeno questa nota derivi recta via da un commentario continuo separato dal testo della commedia5; l'ipotesi puö essere estesa alle altre tre note sia in ragione della presenza in alcune di esse di semeia e paragraphoi, rispettivamente a introdurre e concludere gli interventi, sia per la collocazione di altre nei margini superiori, che pare escludere l'utilizzo di un modello dotato di ordinata e regolare mise en page delle annotazioni6. (5) Le note vergate dal primo scriba nei recto hanno sensibili punti di contatto con scolii antichi di tradizione medievale (precisamente nelle redazioni dei mss. R e V), segno della derivazione da una fonte ipomnematica comune; al contrario, le annotazioni apposte dagli altri scribi nei verso intrattengono con gli scolii relazioni molto labili e sfumate. Due glosse (ai vv. 5 e 47) sono rapportabili in ultima analisi alia lessicografia di marca atticista. In definitiva, P.Oxy. XI1371 attesta una stratificazione, ad opera di mani differenti, di interventi esegetici di tipo e provenienza diversi (verisimilmente uno hypomnema di destinazione scolastica, per le note del recto·, lessici ο marginalia tratti da un'edizione delle Nuvole, per le altre) e una sorta di 'specializzazione' - non sappiamo se intenzionale e programmatica, oppure semplicemente dettata dalla successione temporale degli interventi - nell'uso dei margini della pagina (notae personarum, brevi interventi e glosse nei margine sinistra; note piü lunghe nei margine destro): una disposizione osservabile, come tendenza se non proprio come 'regola', anche in BKT IX 5 6 e, in certa misura, in P.Duk. inv. 643 => 18.

Recto (χ) v. 2

[ III-IV. Comm.:

M P 3 149; L D A B 3 8 4

CRÖNERT 1901,

pp.

511-512; WHITE 1914,

p.

LXXVI;

KOSTER-HOLWERDA 1962, pp. 267-268; DOVER 1968, pp. X C I X - C (Π 5 ); GELZER 1971, nr. 9; AUSTIN 1973, fr. 33; ZUNTZ 1975, p. 130; MCNAMEE 1977, pp. 177, 186, 426; TURNER 1977, pp. 2 7 , 1 0 3 nr. 20; MERTENS 1996, p. 340; TROJAHN 2002, pp. 188-189; MONTANA 2005, pp. 29-30.

Porzione esterna (cm 10,5 χ 12) di un foglio di codice pergamenaceo, dalla superficie piuttosto deteriorata, specialmente nel recto (lato pelo), e lacerata in piü punti. Contiene nel recto la parte finale dei vv. 1371-1391 e nel verso (lato carne) l'inizio dei vv. 1407-1428 delle Nuvole; έ conservato il margine esterno, ampio circa cm 3,5/3,8, che ospita almeno cinque note nei due lati. Se ne puö ricavare, con Reitzenstein 1 , che la pagina conteneva 36 righi, corrispondenti a uno specchio di scrittura di circa cm 15 χ 18 (cm 16 χ 18 Zuntz), e che il foglio misurava cm 20 χ 26 (classe IV di Turner 1977: "c. 23B χ 29H"). La scrittura del testo letterario, una maiuscola regolare e spaziata, έ inclinata verso destra e presenta contrasto chiaroscurale secondo un angolo di scrittura molto aperto; si puö attribuire al VP inoltrato 2 . L'incisione delle linee-guida e ben visibile. Almeno le note al v. 1373 e al v. 1416 si possono assegnare alia mano del testo poetico 3 . La riscrittura di parti sbiadite del testo della commedia, gli accenti, le paragraphoi apposte nel verso a segnare il cambio d'interlocutore e almeno la nota ai vv. 1371-1372, in inchiostro piu cupo, spettano probabilmente a mano diversa e piü recente4. Cfr. Turner 1977, pp. 27,103 nr. 20. Cfr. per esempio la terza mano di P.Cair. 10759, Libro di Enoch (Van Haelst 575; LDAB 1088), immagine in Cavallo-Maehler 1987, pi. 41c. 3 Koster-Holwerda 1962, p. 268. 4 Reitzenstein 1900, p. 602. 1

2

103

P.Stras. inv. 621

Dal recto si evince che le parti liriche del dramma erano poste in eisthesis: l'ultima parola del primo verso dell'antistrofe (v. 1391 κ]αρδίαο) termina in corrispondenza del π di v. 1385 άπάγχων, da cui risulta una eisthesis della sezione lirica di circa 9 lettere (grosso modo cm 3). Niente rimane dei corti dimetri giambici dello pnigos (w. 1386-1390), ma la rigatura visibile nella parte superstite della pergamena dimostra che erano distribuiti su cinque righi. Delle note marginali leggibili, tre hanno corrispondenze con gli scolii di tradizione medievale: la menzione della tragedia euripidea Aiolos, cui Aristofane allude parodicamente ai vv. 1371-1372 (gli scolii offrono in piü una sintesi della trama del dramma); e inoltre la spiegazione di v. 1381 τραυλνζοντοο, di tenore glossografico, e quella del generico τοΰτο τούργον di v. 1416. Al contrario, non hanno rapporti con gli scolii pervenuti gli altri due marginalia, relativi a v. 1373 άράττω e a v. 1379 έν δίκη; il primo ä ritenuto varia lectio da Koster e Holwerda, piuttosto che glossema (cosi invece Zuntz 5 ). Di altri marginalia non restano tracce sicure, nonostante Koster e Holwerda abbiano interpretato in tal senso van segni isolati ο tracce che si riscontrano qua e la sulla superficie della pergamena 6 . Una traccia minima έ visibile nel recto, in corrispondenza del v. 1371, sul bordo superiore del frammento (vd. apparato). Sulla base della parziale convergenza fra gli scolii e le note della pergamena, Zuntz conclude: "auch hier also gleichsam ein Exzerpt aus der Vorlage, die unsere codices reichhaltiger wiederholen" 7 .

Recto w . 1371-1372

1

[Εύριπίδου ρηάν τιν\ coc έκίνει] [αδελφό:, (δλεξίκακε, την όμομητ]ρίαν άδελφήν έξ Αιόλου la nota si trova nel margine, a destra del v. 1372 sopra Ιο ι di Αίολου, proprio al bordo superiore del frammento, si vede un tratto concavo verso l'alto (possibile o), seguito dalla parte inferiore di un tratto verticale (i oppure p), probabilmente resti di una nota al v. 1371

Zuntz 1975, p. 55 (1938, p. 685). Koster-Holwerda 1962, p. 268: η allineato con il v. 1376 (tracce d'inchiostro, ma forse non scrittura), un τ con il v. 1378 (segno isolato, forse diple?), un ε con il v. 1379, un δ con il v. 1383 e infine ancora un δ con il v. 1384 (si tratta in realtä di grinze della pergamena). Della revisione delI'originale, anche in questi punti, sono debitore a M. Stroppa. 7 Zuntz 1975, p. 56 (1938, p. 686). 5

6

104

Aristophanes 16

[una rhesis di Euripide: che un fratello, dio ci scampi, si faceva la] sorella uterina dall'Eo/o v. 1373 Aristophanis textus

3

άράττω αρράτω perg. (corr. Reitzenstein)

ταράττω la nota, in inchiostro piü chiaro, si trova nel margine a destra del v. 1373

sconvolgo

colpisco

v. 1379

9

έν δίκ]χ| γάρ δικαίωο [

]τ[

la glossa affianca subito a destra il v. 1379

[a ragione]

giustamente ...

v. 1381

[τραυλίζοντοο]

α[ ]λαλ υ

11

c

[ ]πα δ α i tre righi si estendono in corrispondenza dei vv. 1381-1382 quo discendente da sinistra a destra (compatibile con ψ) tacco del tratto di sinistra; poi un tratto obliquo discendente no i tratti orizzontali; segue un segno concavo verso l'alto perg.

1 [ parte superiore di tratto obli]λ si vede il tratto a destra e l'atda sinistra a destra ζο di ζ resta2 α possibile anche ο 3 α \\

1-3 non leg. Reitzenstein 1 [ψελ]λ[ί]ζοντ[ο— [ ] εετ(αι) χ οΰ ξ[υλλήψεοθ';

(465)

] Βοιωτο[ΐ

(466)

εί]ρήν(ηο)· [ ].[

2 ] asta verticale compatibile con η, ι, ν, meno probabile π ] ωι · pap. 4 ίοφοκλ1 pap. minima traccia che lambisce c in alto a sinistra (c ο ε?) ] οετ> pap. 8 ]ρην> · pap.

6 ]

1 επ[ Gronewald : ερι[ Gerstinger 3 τώι] suppl. Gronewald Έν[υάλιον suppl. Gronewald 5 suppl. Gerstinger 6 ] 21): cfr. Gonis 1999, p. 168. La spiegazione έ forse sembrata opportuna all'annotatore in ragione dell'antifrastica apostrofe ironicamente rivolta poco piü avanti dal coro alia vecchia (v. 963 ώ μειρακίοκη). Palmare l'affinitä della nota con gli scolii antichi 959a e 959b, specialmente quest'ultimo: γραΰο πρόο τον χορόν των γερόντων ή φίλη τοΰ νεανίου V, ταΰτα πρόο τον των γερόντων χορόν γροάκ τίο φηαν Ε; cfr. anche la glossa ad I. del ms. Rs, γραΰο τκ προε τον χορόν φηειν. ν. 963 La restituzione 6 favorita dallo sch. 963f κατά καιρόν (cfr. Sud. ω 185 Α., s.u. ώρικάχ). Da rilevare che nel ms. V (e, con discrepanze di vario tenore, nei mss. ad esso collegati) l'annotazione all'avverbio ώρικοχ si dispiega come segue (cfr. ed. Chantry, app. crit. ad /.): sch. 963c+d+e+f άντι τοΰ νεωτερικώο ή εύπρεπώο και κοομίωο ή πιθανάχ ή κατά καιρόν (cfr. la voce citata della Suda: νεωτερικάχ ή εύπρεπόχ ή κατά καιρόν). A parte l'accumulo di glosse alternative in V, la nota del papiro e quella del testimone medievale sono identiche per struttura sintattica e parte del contenuto. v. 965 Cfr. il commento al v. 959. La nota rappresenta una presa di posizione nell'ämbito del problema, di cui e rimasto il segno nella tradizione medievale diretta del Pluto, sull'identificazione del personaggio (Cremilo ο il servo Carione?) che in questa scena interloquisce con la Vecchia. Gli scolii alia commedia non affrontano la questione. Nel ms. V, come nella nota del papiro, la battuta έ assegnata a Carione; la testimonianza di R e contraddittoria (χρ οικ = Χρεμύλοο οίκέτηο); AMU concordano nell'assegnarla a Cremilo, con buone probabilitä di essere nel giusto. Gonis 1999, p. 171, richiama, per la forma e per la posizione, la nota marginale ο ατλαο αν( ) in P.Bodmer XXVIII, II 20 (cfr. Turner 1976, pp. 5, [8]). FAUSTO MONTANA

23 P.Oxy. LXVI 4520

sec. VP

Glosse marginali a PI. 720, 729 Prov.: Oxyrhynchus. Cons.: Oxford, Sackler Library, Papyrology Rooms. Edd.: GONIS 1999, pp. 159-166; TROJAHN 2002, p. 58. Tab.: http:/ /www.papyrology.ox.ac.uk. Comm.: M P 3 1 5 2 . 1 1 ; LDAB 7181 2002, pp. 188,191-192.

LUPPE 2001, p. 191; LUPPE 2002b, p. 489; TROJAHN

Frammento piuttosto ampio (cm 10,5 χ 27,8) e logoro di un foglio di codice papiraceo, che preserva all'incirca i 3 / 4 inferiori interni. Nel recto (X) restano cm 3 di margine sinistra, i vv. 635-679 del Pluto (assai lacunosi all'estremitä destra) e cm 2,8 di margine inferiore; il verso (—>) contiene la metä destra dei w . 698-738, affiancata da cm 4,3 di margine destro (nel quale trovano spazio due glosse marginali) e seguita da cm 3,8 di margine inferiore. La conservazione del margine inferiore consente di calcolare che nel verso si trovavano 59 righi, corrispondenti a una colonna di scrittura alta cm 30 circa. II forma to del foglio e valutabile approssimativamente in almeno cm 19 χ 361, misure rapportabili alle classi 1 e 3 di Turner 1977. Occorre infine rilevare che le due colonne di scrittura del recto e del verso non si sovrappongono ma sono tra loro sfalsate, cosicche il margine destro di entrambe le facce doveva risultare piü ampio di quello sinistro: una disposizione che si riscontra anche in altri testimoni papiracei coevi qui considerati e che in genere - ma, a quanto pare, non in questo caso - έ funzionale di fatto a una densa annotazione marginale2. Nella scrittura si riconoscono due mani. II testo, ora in un inchiostro bruno alquanto sbiadito, e realizzato in "a small informal one with occasional cursive tendencies", datato da Gonis al V p sulla base del confronto con P.Oxy. XIII 16143. La seconda mano, che έ intervenuta con correzioni e cui probabilmente dobbiamo anche gli scarsi marginalia, si distingue per l'in-

1 2 3

Cfr. Gonis 1999, p. 160. Si vedano in particolare P.Oxy. XI1371 => 13 e pp. 8-9. Cavallo-Maehler 1987, nr. 20b = Turner 1987, nr. 23.

144

Aristophanes 23

chiostro piü scuro ed e molto simile e coeva alia prima. II testo έ accuratamente corredato di segni di scansione testuale, fra i quali devono essere qui ricordati i dicola e le paragraphoi, a separare le battute dei personaggi. Alia seconda mano έ da assegnare il semeion >— (diple obelismene)4 tra il v. 664 e il v. 665. Stando a quanto ne rimane, le note marginali ai vv. 720 e 729 hanno la circostanziata concisione e la semplicitä di glosse elementari, di livello scolastico. Nel secondo caso, la spiegazione del termine letterario έ preceduta da quest'ultimo in posizione di lemma, ma in una forma (ήμιτύβιον) che corregge quella presente nel testo (ήμιτΰμβιον). Nonostante alcune marcate analogie di questo frammento con quanto sappiamo del perduto P.Oxy. XIII1617 => 21, le caratteristiche codicologiche ricostruibili portano a escludere la loro provenienza da un medesimo manoscritto aristofaneo5.

Verso (—>) v. 720

[δξει]... 0[φηττ]ί[φ]

23

δριμυτάτφ la nota si trova ca. cm 1 a destra del v. 720

[con aceto] di Sfetto v. 729

acutissimo ήμιτύ]μβιον

32

ήμιτύβιον ράκοο[

nJ

la nota inizia ca. cm 3 a destra del v. 729 1 ράκ 17, p. 112 n. 6. 5 Gonis 1999, p. 161. 4

P.Oxy. LXVI4520

145

έγίνετο; Hsch. ο 942 L. οξ(κ ίφήττιον- 'iccoc οί Cφήττιoι όξεκ ήεαν, δια τοΰτο είπεν δξοο ίφήττιον, ήγουν δριμύ. ν. 729 ήμιτύβιον funge da lemma della nota marginale, venendo a costituire, al tempo stesso, una correzione (non v.l.: cfr. Gonis 1999, p. 166) di ήμιτΰ]μβιον del testo. II papiro conferma l'antichitä dell'incertezza testuale, nota, oltre che dai testimoni medievali, anche da altre oscillanti attestazioni del termine, a partire da Poll. VII71. La glossa paKoc trova riscontro negli scolii: 729e κυρίοκ το έπι οτολή νεκροΰ ράκοο; 729h ράκοο ήμιτριβέο, da cui l'ipotesi di restituzione dell'aggettivo al r. 2 della nota, avanzata da Gonis 1999, p. 166. FAUSTO MONTANA

24

P.Oxy. XV 1801, col. I 21-27 = CGFP 343, 21-27 [=> III: Lexica]

sec. II-IIIP

Voce di lessico (Polyidus fr. 471 K.-A.) [βέλεκκοι[των βελέκκων" [ 25

Άριοτοφάνη]ο έν Πολυίδωι· "και λέ]γει δέ περι αύτών ] τοΰτον ·

"εοτιν

[

] ου[ ]ec παρά xoic τήν

[

] [ ώ]οπερ ό icicoc και λά-

[θυροο [0oc

]ι κριώι τώι το μέγε] ρ

καλοΰαν".

21 πολυίδωι / και pap. 23 dopo τούτον spazio bianco 24 le tracce precedent! ]EC sono su un frammentino ora distaccato, la cui collocazione originaria risulta dall'ed. pr.: ] le tracce, nella parte inferiore del rigo, sembrano quelle di un'asta verticale seguita da un tratto discendente a sinistra e un secondo tratto verticale (forse v) 25 ] [ tratto verticale nella parte alta del rigo 26 ]i alia sommitä di ι sembra che arrivi la legatura della lettera precedente 27 ] ρ resti nella parte alta del rigo di 3-4 lettere: la prima traccda έ un tratto inclinato verso destra (probabile υ; non si possono escludere ε, κ); dopo ρ resti di un tratto concavo in basso nella parte alta del rigo (forse o); resti di un tratto leggermente inclinato a destra, forse la seconda asta di un ν 21 βέλεκκοι Naoumides 1961 : βέλεκοι Kurz 1937 : βέλεκοί Hunt 1922 : βέλειοκκ Edmonds 1957 είδοο όοπρίων Kurz 1937 : öcitpid τινα Naoumides 1961 Άρκτοφάνη]ί Hunt 1922 22 βελεκων (βελεκκων Naoumides 1961)... λε]γει Hunt 1922 23 λ^γον] τοΰτον Hunt 1922 dub. [Ocuviac τον τρόπον] τοΰτον Crönert 1922 [Oaiviac έν τοκ (vel έν τώι χ) περι φυτών τον τρόπον] τοΰτον Kurz 1937 : έν τηι χ τών περι φυτών Luppe 1967 23-25 et τι ν | [δέ ιχπριον ούκ άφαν]έο παρά τοΐί τήν | [γην φυτεΰου 27. Difficile rinunciare a collegare r. 5 ήν δέ [ con lo sch. 36a (R) ήν δέ και τήν δψιν άργαλέοο, anche per la compatibilitä paleografica della traccia di scrittura sul bordo destro del frammento con la lettera κ. 5-6 II vacuum che al r. 6 segue la traccia iniziale έ da interpretare come

P.Oxy.

LXVI4509

153

separazione del glossema έμπεφυοημέ[νηο dal relativo lemma, che lo precedeva e che sarä stato inevitabilmente έμπεπρημένη]ο (peraltro giä presente sopra, r. 2). In alternativa si puö pensare a üö]c, ma in tal caso il vacuum non avrebbe senso. Per la spiegazione cfr. sch. 36a (R) = 36b (VAld) πρήοαι γαρ το (pucfjcai; Hsch. π 3274 Η., s.v. npfjcai. 6-8 Nella traccia che al r. 7 precede ov - l'estremitä inferiore destra, orizzontale e leggermente incurvata, di una lettera che si accosta dal basso al successivo omicron - sembra arduo riconoscere τ, atteso per completare il possibile lemma KCCKIC]IOV τούνΰπνιον. Questa lettera e tuttavia ammessa da Luppe (ap. Gonis, p. 117), che pensa a un ductus anomalo (in αύτδν, r. 4, τ si lega a ο con l'estremitä destra del tratto superiore). Su questa strada, per la lettera successiva a τούνΰπνιον, di cui restano due tracce puntiformi sul bordo destro del frammento, Gonis pensa a β di ß[upcr|c (v. 38), compatibile con la restituzione del v. 38 come lemma, ai rr. 6-7: δζει κά|κι 28, frr. E + D + C I 5-8) και Ίων (TrGF 19 fr. 53c Sn.-K. = SLG 316 = fr. 85 L.). 45

46

172

Aristophanes 27

Secondo questa ricostruzione, pertanto, Terpandro e lone furono indicati rispettivamente da Aristarco e da Eufronio come modello delYincipit dell 'ode non riportato nel commentario; un terzo grammatico, l'ignoto autore del Περι παραπλοκηε, pensava invece a un melos di Alcmane (SLG 2 = PMGF S 2 = Alcm. fr. °231 C.)50; l'autore anonimo del commentario, infine, individuava l'origine di icukvoc ύπό πτερύγων dal modello pseudomerico (dunque r. 26 ecxi δ' non deve essere necessariamente inteso in senso avversativo rispetto a ciö che precede). Rileggendo questa ipotesi nella prospettiva che riconosce nel nostra commentario un'epitome, si dovrä ritenere che i rr. 19-27 compendino un commento comprendente in origine un lemma piü lungo, costituito dall'incipit deWorthios terpandreo (omesso nel papiro) e dall'incipit pseudomerico (rr. 1920), e una spiegazione delle complesse relazioni intertestuali sottese al passo aristofaneo51 articolata in almeno due parti: (a) sul modello terpandreo (rr. 21-23) e sul suo rapporto con un melos di lone (rr. 23-24); (b) sulla derivazione di κΰκνοο ύπό πτερύγων κτλ da Alcmane (rr. 24-26) ο da h.Ap. 1 (rr. 26-27). Quanto all'espressione aristarchea Τερπάνδρου έοτι [ή] άρχή (rr. 22-23), sussistono due possibili interpretazioni, a seconda che si riferisca [ή] άρχή all'incipit dell 'ode comica ("l'inizio [dell 'ode] έ di [= έ tratto da] Terpandro") oppure all'esordio di un componimento ο dei componimenti del citarodo arcaico ("[il testo in oggetto] έ l'inizio di Terpandro") 52 . La prima ipotesi confermerebbe la ricostruzione proposta da Luppe, secondo cui l'imitazione delI'orthios terpandreo apriva 1 'ode comica (cfr. 1 II 18-19, dove la stessa situazione si ripeterebbe per l'imitazione di Alcmane in principio di antode: vd. il commento ad I.). La seconda ipotesi soddisferebbe anch'essa la ricostruzione di Luppe, indicando in un incipit terpandreo il modello dell'imitazione comica; per di piü, essa potrebbe implicare l'esistenza di un'edizione alessandrina di Terpandro, altrimenti ignota53, che si aprisse con il nomos orthios54; a meno di ritenere "che Aristarco si riferisse non ad un'edizione critica curata nel suo ambiente, ma piu semplicemente alia vulgata tradizionale di Terpandro, precedente al periodo alessandrino"55. La sequenza di tre interpretazioni diverse, seguite da quella dell'autore del commentario, ha suggerito alia Trojahn la definizione di "katenenartige Questo riferimento ad Alcmane resta oscuro per Luppe 1971a, p. 102 n. 2; Gelzer 1972, pp. 145149 con la n. 47 a p. 147, ritiene che il grammatico si riferisca al modello di iojicvoc ύπό πτερύγων e lo riconosca in Alcm. PMG = PMGF 1, 99-101 = fr. 3, 99-101 C. παίδων δεκ[άί öS' άείδ]ει· | φθέγγεται δ' |αρ'] ώ[τ' έπι] Ξάνθω ροακι | Kikvoc. La possibility έ ammessa, accanto a quella di una ripresa alcmania a noi ignota deW'incipit terpandreo, da Luppe 1973, p. 288. 50

51 52 53 54 55

Cfr. Gelzer 1972, p. 146. Cfr. Lobel 1968, p. 43: "the first words of Terpander's poems". Come ricorda Gelzer 1972, p. 146. Per questa possibility vd. P.Flor. II 112 => 28, frr. E+D+C I, interl. 9-10 con il commento. Gostoli 1990, p. 127.

P.Oxy. XXXV

2737

173

Struktur"56, discutibile per due ordini di ragioni. Da un punto di vista storico-tradizionale, essa sembra implicare che le catene bibliche sorte nel VI secolo abbiano avuto a modello questo genere di note ipomnematiche - un'ipotesi, respinta dalla Trojahn stessa in quanto "recht unwahrscheinlich", convergente con l'opinione di quanti vedono nelle catene un prodotto derivato dai marginalia papiracei e il diretto 'modello di ispirazione' delle raccolte scoliografiche57. Dal punto di vista formale, essa stabilisce un'equivalenza tra due tipi di intervento esegetico non congrui: da un lato, l'occasionale ripresa di interpretazioni precedenti all'interno di uno ftypomnema, alio scopo di discuterle criticamente (l'appannamento della componente critica nel nostra commentario e da ritenersi una conseguenza dell'epitomazione); dall'altro, la giustapposizione compilatoria di excerpta di origine diversa in margine al testo commentato, secondo un principio sistematico di tipo eminentemente redazionale (concentrare in breve spazio e in successione ravvicinata interventi critici su un medesimo passo). 27-34 II testo riportato come lemma, in tetrametri trocaici catalettici (atitepirrhema), contiene un giudizio sui criteri di assegnazione del coro (seil. da parte dell'arconte re in carica: per la formulazione cfr. Cratin. fr. 17 K.-A. oc ούκ έδωκ(ε) ... χορόν) ai concorrenti del concorso lenaico (rr. 28-29 τον έπι Ληναί|[ω] deve sottintendere αγώνα: cfr. Ach. 504 ούπι Ληνανω ... άγων): il commediografo si rammarica della mancata attenzione dell'arconte verso un aspetto, la cui individuazione ci έ impedita dalla lacuna. Benche restino incerti la reale estensione del lemma e l'inizio del relativo commento, e presumibile che il lemma stesso, per la sua perspieuitä, non s'interrompesse con οκοπεΐν58, come invece sembrano intendere Kassel e Austin. Col. II 1-8 II commento verte sugli agoni drammatici ateniesi, argomento comune ai righi conclusivi della col. I, cosicche si έ autorizzati a credere che all'inizio della col. II siano caduti soltanto pochi righi di testo59. Ai rr. 1-2, Austin 1973 accoglieva congiuntamente le integrazioni θέα[τρα (Luppe; in alternativa, lo studioso pensava a θεά[ματα), e Λη|ν]αϊκά (Lobel, con riserve dello stesso sulla lettura αϊ). Per la veritä le due ipotesi non sembrano compatibili per il senso (in Kassel-Austin 1984 il testo in questo punto e stampato senza supplementi) e, poiche il secondo gode di un'elevata plausibilitä, il primo e probabilmente da scartare.

56

Trojahn 2002, p. 196 con la n. 1. Cfr. ad esempio Irigoin 1994, pp. 77-79. 58 Cfr. Lobel 1968, p. 43: "after c κοπεί ν something expressing 'the qualifications of the applicant" would be suitable, but εί cannot be read". 59 Luppe 1971a, p. 103. 57

174

Aristophanes 27

Luppe 1971a, pp. 104-105, ricostruisce cosi ipoteticamente fino al r. 8: διττά I μέ]ν είναι τά θεά[ματα εϊ|ρ]ηκα, τδ δέ Ληναϊκ[όν ούχ | όμ]οίωο ενδοξο[ν δοκεΐ I είνα]ι. τάχα και δια το e[ajpoc ου]μμάχ[ουο] ήδη άφ[ι)κνεΐο]θα[ι έξωθε]ν καταθ[ε]|α[οομένοικ και πρ]αγματ[ευ]|εομέν[ουε. Cfr. Ach. 504-506 αύτοι γάρ έομεν οΰπί Ληναίω τ' άγων, | κοΰπω ξένοι πάρεκιν· οϋτε γάρ φόροι | ήκουαν οΰτ' έκ των πόλεων οί ξύμμαχοι. 8-10 II lemma έ segnalato inequivocabilmente dall'ekthesis dei rr. 9-10 e dalla paragraphos sotto r. 10. Di parere diverso Luppe60, il quale, restituendo φ[ηα δέ] και al r. 10, in ragione del δέ intende ciö che precede immediatamente come parte della spiegazione e, per ragioni metriche, esclude che del lemma facciano parte rr. 9-10 ]δη τά Διο|νΰαα; interpreta quindi la paragraphos che segue il r. 10 come segno di articolazione interna del commento (cfr. fr. 2, 19-20) e, ai rr. 7-10, restituisce πρ]αγματ[ευ]|οομέν[ουο. τω δέ "π]ρόο τή[ν | πόλιν" Σημαίνεται] δή τά Διο|νύαα κτλ. Austin 1973 accoglieva l'integrazione di Luppe al r. 10, ma riteneva di dover mantenere come lemma il testo compreso tra la diple obelismene sotto r. 8 e la paragraphos sotto r. 10; in Kassel-Austin 1984, il supplemento έ relegato in apparato ma e accolta la delimitazione del lemma proposta da Luppe, sia pure con riserva61. Anche a prescindere dalla segnalazione del lemma messa in opera dallo scriba, gli argomenti addotti da Luppe per la sua lettura della sequenza non sono cogenti: le congiunzioni δέ και restituite al r. 10 possono spiegarsi in riferimento al contenuto del lemma stesso (cfr. infra, ad rr. 10-17); e la sequenza metrica — - — ( ]δη τά Διονύαα) non e incompatibile con il tetrametro trocaico catalettico, nel quale la soluzione del longum έ ammessa in tutte le sedi: cosicche la sequenza in questione potrebbe equivalere a - (metron trocaico con il secondo longum soluto, seguito dal primo longum, anch'esso soluto, del metron successivo), oppure a X - ^ - X - (elemento libera finale di un metron trocaico, seguito da dieresi mediana; altro metron con il primo longum soluto; inizio di un terzo metron, con il primo longum soluto ο meno). 10-17 La testimonianza di Eratostene (Plat. Com. test. 7 K.-A.), tratta con ogni probabilitä dal Περι τψ άρχαίαα κωμφδίαί, έ nota soltanto da questo papiro ed e l'unica attestazione del titolo 'Ραβδούχοι. Essa contiene alcune informazioni sugli agoni comici ateniesi, che hanno sollevato un intenso dibattito principalmente intorno a due questioni: il numero dei concorrenti ammessi a questi agoni durante la Guerra del Peloponneso e la ragione del "ritorno" (άπεοκθη πάλιν) di Piatone al concorso lenaico dopo l'insuccesso dei Rhabdouchoi alle Grandi Dionisie.

Luppe 1971a, p. 105; Id. 1975, pp. 183-185. App. ad l: "facilius intellegeretur paragraphus 1. 44 si post τ ά cation 60 61

Δ ι ο ν ύ c ι α inciperet expli-

P.Oxy. XXXV 2737

175

A partire dall'espressione di rr. 15-16 γενόμενοο τέταρτοο, Luppe62 ha ripetutamente messo in discussione la tesi tradizionale della riduzione del numero dei concorrenti da cinque a tre nel periodo bellico per contenere le spese dello Stato, fondata sull'evidenza di graduatorie di tre soli commediografi attestate per Dionisie e Lenee dalle hypotheseis di vari drammi aristofanei, dagli Acarnesi alle RaneFacendo leva prevalentemente sull'argomento cronologico (la rappresentazione dei Rhabdouchoi, e dunque il quarto posto di Piatone, έ da porsi fra il 420 e il 416 a.C.), Mastromarco ha avanzato l'ipotesi che la riduzione del numero dei commediografi concorrenti negli agoni abbia interessato soltanto le fasi del conflitto piü critiche per Atene, e ciofe dal suo scoppio fino alia pace di Nicia (421 a.C.) e poi di nuovo a partire dalla spedizione siciliana (416-415 a.C.)64. Piü di recente, Mastromarco ha ritenuto di individuare in Av. 786-789 un argomento a favore della tesi della riduzione della durata degli agoni, e dunque del numero dei concorrenti, nel corso (di alcune fasi) della guerra, interpretando il passo come testimonianza della rappresentazione pomeridiana delle commedie, dopo quella mattutina di ciascuna delle tre tetralogie tragiche, alle Dionisie del 414 a.C.65 In seguito Luppe ha ulteriormente sostenuto la propria idea accordando pieno credito alia testimonianza della hypothesis I delle prime Nuvole (423 a.C.; test. 1 K.-A.), secondo cui Aristofane avrebbe desistito dal portare in scena la seconda redazione della commedia perche deluso da insuccessi teatrali "ancora piü gravi": άτυχων δε πολύ μάλλον και έν τοκ επειτα ούκέτι την διοκκευήν εΐχηγαγεν. Qualora si ritenga la testimonianza attendibile, secondo lo studioso se ne dovrebbe evincere che nei concorsi successivi alle Dionisie del 423 Aristofane si sia piazzato peggio che terzo, dunque quarto ο quinto, e che pertanto non vi sia stata riduzione dei concorrenti neppure nel periodo della guerra anteriore al 421 a.C.66 Si deve tuttavia osservare che l'attendibilitä della hypothesis a partire da διόπερ έ stata messa in discussione (Kaibel ap. K.-A.) ed e palesemente erronea la sua parte conclusiva, che segue immediatamente la frase sopra citata (αί δέ δεύτεραι Νεφέλαι έπι Άμεινίου άρχοντοο). Inoltre, l'insuccesso (άτυχων) potrebbe essersi aggravato non a livello di graduatoria finale, bensi sul piano del gradimento delle commedie da parte del pubblico ovvero della selezione preliminare al concorso operata dall'arconte. L'interpretazione dei rr. 16-17 άπεαχθη | πάλιν el[c] τούο Ληναϊκοΰο proposta da Lobel (i poeti che si piazzavano oltre il terzo posto alle Grandi Dionisie

Luppe 1972b; Id. 1982, pp. 157-159; Id. 1984; Id. 1988; e ancora Id. 1989c, in risposta alle critiche mosse da Slater 1988. 63 Cfr. Körte 1905, p. 428, con ampio e autorevole s£guito. 64 Mastromarco 1975. 65 Mastromarco 1998, con la replica di Luppe 1999, e la risposta di Mastromarco 1999. 66 Luppe 2000. 62

176

Aristophanes 27

avevano diritto al coro per le Lenee dell'anno seguente) 67 fu respinta da Luppe in quanto comporterebbe una illogica discriminazione nei confronti proprio dei concorrenti che avessero conseguito un piazzamento migliore: "der Ausdruck άπεαχθη πάλιν elc τούο Ληναικούο bezeichnet offenbar eine gewisse 'Rückstufung'. Ob diese auf einem tatsächlichen Aufführungsreglement oder nur auf Deutung des Eratosthenes beruht, wage ich nicht zu entscheiden" 68 . A brevissima distanza di tempo, lo stesso Luppe si pronunciö a favore della seconda tesi, supponendo che l'erudito avesse dedotto la rinuncia del poeta a presentarsi alle Dionisie da una prolungata assenza del suo nome nelle Didascaliae aristoteliche 69 . All'opposto, la tesi di una precisa regolamentazione antica in materia ä stata assunta da Mastromarco 70 , che vi ha visto la spiegazione di un caso del tutto eccezionale nella c a m e r a di Aristofane, cioe il fatto che nel 422, l'anno successivo alla debäcle delle Nuvole, egli partecipö al concorso lenaico con due drammi (Proagorte, sotto il nome di Filonide, e Vespe), mentre non gareggiö alle Dionisie71. Quanto alla ragione per cui il commentatore introdusse la testimonianza di Eratostene su Piatone, Mastromarco 7 2 ha osservato che non ä necessario supporre nel testo un riferimento di Aristofane al rivale, "da escludere giä solo per la circostanza che un incidente del tutto simile era toccato ad

Lobel 1968, p. 44. Luppe 1971b, p. 118. 69 Luppe 1971a, p. 106; cfr. Id. 1982; Id. 1989a. 70 Mastromarco 1974, pp. 18-19; Id. 1978; e specialmente Id. 1983: άπεοχθη non puö implicare un'astensione volontaria del drammaturgo dalle Dionisie. 71 II dibattito si έ poi esteso. D.F. Sutton, partendo dal presupposto che l'espressione ε κ τοίχ Ληναϊκοιχ sottintenda ποιητοκ (e non άγώναΟ, ha sostenuto l'esistenza ad Atene di due distinte categorie di poeti, definite in funzione dell'accesso all'agone lenaico e a quello dionisiaco: poeti anziani alle Dionisie e giovani alle Lenee (Sutton 1976), owero poeti di prim'ordine alle Dionisie e di livello inferiore alle Lenee (Sutton 1980). La tesi, pur non reggendo alla critica di Luppe 1982, pp. 148-154 (cfr. Mastromarco 1983, p. 30), ha trovato eco nei Select Addenda di J. Gould e D.M. Lewis alla ristampa della seconda edizione di The Dramatic Festivals of Athens di A. PickardCambridge (Oxford 19682, rist. 1988, p. 359) ed έ stata accolta da Gilula 1990, la quale ha sostenuto che, se norma ο prassi vi fu, essa dovette consistere in im limite minimo di etä per gli autori aspiranti alle Dionisie: lo sbarramento spiegherebbe tanto il periodo giovanile 'segreto' della carriera di Aristofane, quanto il ritorno forzato del troppo giovane Piatone alle Lenee. A giudizio di Rosen 1989, la testimonianza di Eratostene si riferirebbe a un episodio di esclusione di Piatone da parte dell'arconte eponimo alla selezione per il concorso dionisiaco (ma γενόμενοί τέταρτοι non puö non riferirsi alia graduatoria agonale). In seguito Biles 1999, sviluppando un'ipotesi di E. Fraenkel (ap. Lobel 1968, p. 44 n. 1) e aderendo alla tesi di Luppe, ha ritenuto che Eratostene inferisse l'informazione sugli esordi di Piatone non dalle Didascaliae aristoteliche, ma dalla parabasi del suo Pisandro, come sembra potersi evincere da Sud. a 3946 Α. Άρκάδαο μιμούμενοι- έπι των έτέροκ πονούντων ... ταύτη δέ τή παροιμίςι κέχρηται Πλάτων έν Πεκάνδρω (fr. 106 Κ.-Α.). δια γαρ τό τά( κωμωδίαε αύτίκ ποιών αλλοκ παρέχειν δια πενίαν, Άρκάδαο μιμεκθαι εφη (cfr. Paus. Att. α 151 Ε.; Phot. Lex. α 2817 Th.). 67

68

72

Mastromarco 1983, pp. 33-35.

P.Oxy. XXXV 2737

177

Aristofane con le Nuvole". Lo studioso ritiene che il richiamo alia vicenda di Platone possa essere stato introdotto per illustrare un'allusione autobiografica di Aristofane all'insuccesso delle Nuvole. II commentatore avrebbe cölto, cio£, la "circostanza del tutto singolare che la carriera di Aristofane e quella di Platone ebbero, almeno nelle fasi iniziali, uno svolgimento affatto parallelo": entrambi affidarono ad altri la regia delle loro prime commedie e in tal modo conseguirono buoni piazzamenti negli agoni dionisiaci (r. 13 ευδοκιμεί deve alludere a primi e secondi posti: Mastromarco 1983, p. 30 n. 5); al contrario, i loro esordi registici in tale concorso (Nuvole e Rhabdouchoi) furono segnati dall'insuccesso. A questa convincente analisi si puö aggiungere un tassello. II trait d'union fra testo commentato (lacunoso) e citazione della testimonianza di Eratostene su Platone puö essere stato non generico (nel testo, allusione di Aristofane al fiasco delle Nuvole; nel commento, osservazione che anche Platone andö incontro all'insuccesso esordendo come regista alle Dionisie con i Rhabdouchoi), ma puntuale e circostanziato. Si puö supporre, cio£, che Aristofane stesso stabilisse un parallelismo, satirico e insieme solidale, fra il proprio inopinato insuccesso e quello occorso al collega e rivale, in un contesto di autogiustificazione ο di rimprovero al pubblico per la sua ingrata volubilitä, in modo non dissimile da quanto avviene nella parabasi dei Cavalieri (vv. 526-536), dove il poeta esordiente spiega i propri timori di un prematura insuccesso, portando l'esempio del triste declino anche di drammaturghi affermati, quali Magnete, Cratete e, soprattutto, il diretto rivale Cratino. In tal modo si giustificherebbe altresi che la spiegazione abbia inizio con φη Alcaeus 9), frammento di poesia eolica con note marginali, Ε. Lobel ne accostava la scrittura principale a quella del papiro fiorentino, spingendosi a osservare che "in fact, so far as one may base an opinion on a facsimile, I think the writer may well be the same", e la datava al II secolo13. A favore della possibilitä che essi siano il prodotto dello stesso ämbito culturale, e

6

L u p p e 1972a, pp. 75-76, 80. Per u n indizio sfavorevole all'ipotesi di E d m o n d s cfr. infra, c o m -

m e n t o a fr. Β 14-15. 7

L u p p e 1975, p. 1 8 7 . 1 dubbi espressi d a L u p p e sulla veridicitä del consenso di Norsa avocato a

s£ da E d m o n d s sono superati dall'evidenza offerta da d u e lettere, inviate d a Edmonds, da Cambridge, alia papirologa italiana e la cui esistenza έ stata segnalata da R. Pintaudi (in Kassel 1977, p. 56 n. 10), ora Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, carteggio Norsa 2.249 e 2.250, datate

rispettivamente

19 m a r z o 1939 e 5 aprile 1939. Nella prima lettera lo studioso inglese chiede la

verifica sull'originale di tre ipotesi di ricongiunzione testuale (frr. B + A 8-9 e 10-11; frr. C + D + E I 89); nella seconda esprime la propria grata soddisfazione per la risposta inviata dalla Norsa in data 2 4 m a r z o [1939], nella quale la studiosa gli ha confermato la validitä della

ricostruzione.

8

Kassel 1977, pp. 5 4 - 5 7 e Taf. I; d a cui l'assenso di L u p p e 1978a, p. 161.

9

Comparetti 1908, p. 10, che formula l'ipotesi " c o n f r o n t a n d o questo con altri papiri di scrittu-

ra simile e di egual modulo, quale ad es. il nostra n.° 113" ( = P.Flor. II 113, o p e r a filosofica, II p ). 10

Cfr. L u p p e 1972a, p. 84; infra, c o m m e n t o a fr. C I I 1 - 1 0 .

11

C r ö n e r t 1908a, col. 1199.

12

Apud Z u n t z 1975, p. 2 8 ( = 1938, p. 658), n. 2.

13

Lobel 1951, p. 75; K r ü g e r 1990, p. 194 nr. 15; cfr. Trojahn 2002, pp. 2 0 0 η. 1, 203; Johnson 2004,

p. 62 ( # A 1 5 ) . Sull'identificazione dei d u e scribi si esprime con cautela Porro 2004, p. 145.

186

Aristophanes 28

dunque della provenienza ossirinchita anche del papiro fiorentino, si e finora mancato di porre nel debito rilievo la somiglianza fra la scrittura degli additamenta interlineari e marginali presenti in P.Flor. II112 (vd. infra) e quella dei marginalia esegetici di P.Oxy. XXI 2301, fr. 1 (α)14. Piü di recente, a proposito della scrittura principale del nostra hypomnema, Crisci ha richiamato i paralleli di P.Oxy. XVII 2076 (Saffo, tavola in Turner 1987, nr. 18) e di P.Lond.Lit. 96 (Eronda, tavola in Turner 1987, nr. 39), datati da Turner tra la fine del Ip e l'inizio del Hp, concludendo che "il frammento fiorentino dovrebbe essere un po' piu recente, e quindi del II piuttosto che della fine I secolo d.C."15. Lo scriba del testo principale omette spiriti, accenti, apostrofi e, di frequente, lo iota muto. Alcune correzioni (e.g. fr. C II13 υδρευ corretto in ϊδρυ) sono imputabili a una mano diversa, assai meno accurata: forse la stessa cui sono da riferire sia le lettere ουκε aggiunte nello spazio intercolonnare sinistra attiguo a frr. C+D+E I 10, sia la correzione di fr. C II 4 (επ barrato nel testo, καταθη s.l.), sia infine tre additamenta di contenuto esegetico posti nelle interlinee 7/8 e 9/10 di frr. C+D+E I e nel margine inferiore sotteso alia medesima colonna16. L'articolazione del commentario e affidata a un sistema di segni: la paragraphs sotto l'inizio del rigo indica la fine di una spiegazione; la stessa funzione separatoria e affidata a vacua nel testo (fr. Β 13, 20; frr. C+D+E 119; fr. C II 10, 15, 20, 21, 25), piu raramente a dicola, almeno in qualche caso introdotti apparentemente in un secondo tempo (frr. C+D+E I 5,18, 22); il semeion /•, posto nel margine a sinistra del testo, generalmente all'altezza del primo ο del secondo rigo della spiegazione, con ogni probabilitä scandisce le diverse sezioni del commentario (per questo uso cfr. P.Oxy. XXI2306 => Alcaeus ll) 17 . Talvolta nella parte finale del rigo e introdotta una virgoletta come riempitivo (fr. A118,19; frr. C+D+E I 21; fr. C II6,17?), un espediente adottato anche dallo scriba del commentario P.Oxy. XXXV 2737 => 27. La paternitä aristofanea della commedia si evince con sicurezza da due rimandi del commentatore, uno agli Uccelli (fr. C 110) e uno alia Pace (fr. C II 16), non corredati del nome dell'autore e accompagnati semplicemente da ελεγεν e έφη. Permane invece irrisolta l'identificazione della commedia, di cui dai lemmi e dalle spiegazioni presenti nel commentario si possono ricavare

14

Cfr. Lobel 1951, Plate IX.

15

Crisci 1998, p. 133.

16

Per altri casi di marginalia in hypomnemata

17

Sul semeion cfr. Turner 1987, p. 14; M c N a m e e 1992, pp. 18 con n. 51 e [37] (che lo assimila al

cfr. M c N a m e e 1977, p. 197 n. 52.

dotted obelus). II s u o u s o non e limitato a hypomnemata,

m a ricorre a n c h e in marginalia esegetici di

probabile derivazione ipomnematica: cfr. infra, frr. C + D + E I m g . inf. con il c o m m e n t o ; e P.Oxy. X I 1 3 7 1 => 13 (ad Nub. 3).

P.Flor. II 112

187

pochi dati: che tra i personaggi vi era un γέρων, oggetto di pestaggio e del furto della veste (frr. C+D+E I 18-22); che il coro era composto da γέροντεο (fr. C II 20-21); che il dramma andö in scena non prima del 410 a.C., perche (frr. C+D+E I 24-[25]) "il figlio di Skellias" Aristocrate (evocato con il patronimico anche in Av. 126) διέταττε COV Θη|ραμένει τότε και αύτδο τά πράγμα|[τα], allorquando cioe i due uomini politici cooperarono alia restaurazione della democrazia dopo l'esperienza oligarchica del 41118. Per la rappresentazione del dramma si poträ allora pensare, con Körte, ad agoni teatrali posteriori al 411 e tenuti in anni nei quali Aristocrate conobbe una particolare esposizione pubblica come stratego, dunque 409, 406 e 40519. Diversamente, Sicking propende per l'anno nel quale Teramene ricopriva la carica di stratego e Aristocrate, all'epoca tassiarco, era stato eletto stratego per l'anno successivo20. £ rimasta priva di seguito l'ipotesi che il dramma sia da individuare nel Triphaies, sostenuta dal primo editore in modo opinabile rilevando nel testo possibili allusioni ad Alcibiade21, come pure l'idea di van Leeuwen che possa trattarsi de\YAnagyrus, basata sul fatto che qui, in frr. C+D+E I 5-6 (cfr. rr. 78), cosi come nel fr. 62 K.-A. deM'Anagyrus, Aristofane imita Yincipit del nomos orthios di Terpandro (PMG 697 = fr. 2 G.; cfr. P.Oxy. XXXV 2737 => 27, fr. 1 I 19-27 con il commento)22. L'argomento di van Leeuwen non έ cogente, in quanto Aristofane imitö il nomos terpandreo almeno anche in Nub. 595 e potrebbe avere fatto lo stesso in altre commedie perdute23; inoltre, VAnagyrus έ escluso dalla cronologia, essendo da porre tra il 419 e il 412 a.C.24 Al Geras pensö in un primo tempo Crönert25, che pare essersi poi allineato al parere negativo espresso in proposito da Wilamowitz26. Questa ipotesi fu tuttavia rimessa in auge da Edmonds, il quale da un lato27 ritenne di poter riconoscere in fr. AII 1-2 resti del fr. 139 K. = 145 K.-A. del Geras (fr. 141 IIa Ε.) e dall'altro28 asseri che nello spazio bianco attiguo a fr. C II 24-25 resterebbe trac-

18 Cfr. Thuc. VIII92, 2-4; Aristot. Resp. Ath. 33, 2. Su Aristocrate: Kirchner 1901, p. 131 (nr. 1904); Davies 1971, pp. 56-57; Traill 1995, pp. 152-153 (nr. 171045). 19 Körte 1911, p. 270. 20 Sicking 1964, p. 160, che indica il 410 a.C. Tuttavia i due uomini politici ricoprirono le suddette cariche durante il regime dei Quattrocento, dunque tra Testate e l'autunno del 411: Develin 1989, pp. 160-161. Contra Luppe 1972a, p. 83, non vede la necessitä di ricercare questa combinazione di circostanze. 21 22 23 24 25 26 27 28

Comparetti 1908, p. 11; "sine causa" per Austin. Leeuwen 1909, pp. 67-70. Cfr. Luppe 1972a, p. 76. Cfr. Geissler 1925, p. 62 η. 1. Crönert 1908a, col. 1200. Citato in Crönert 1908b, col. 1391. Edmonds 1957, p. 610. Edmonds 1957, pp. 614-615 n. 10.

188

Aristophanes 28

da "in faded ink" del titolo della commedia che era commentata di säguito alia nostra, Γηρυτάδου άρχ(ή), e ipotizzö una successione alfabetica di piü commedie aristofanee nel rotolo. La tesi, supportata con tali argomenti, fu recepita da Sicking e da Geizer29; al contrario, Taillardat moströ l'aleatorietä del primo argomento di Edmonds e mise in dubbio l'autenticitä stessa del secondo30. In effetti, l'originale non reca traccia alcuna di scrittura nel punto indicato da Edmonds. L'identificazione della commedia qui commentata con il Gerytades, proposta cautamente da Körte, incontrö maggiori consensi31. Körte ritenne utili indizi, consoni con quanto έ noto della trama della commedia, la menzione di poeti (Iophon e Philocles in fr. A I I 1 2 e 19), la composizione del coro, costituito da vecchi (fr. CII20-21), e il riferimento a una divinitä femminile (la 'Αρχαία Ποίηοκ ?) fatta risalire in forma di statua dall'Ade (άνήγαγον) per essere installata ηβΙΓάγορά (fr. C II10-12). Tuttavia lo studioso riconosceva la mancanza di prove decisive a favore della propria ipotesi e Sicking ha rimarcato la scarsa consistenza anche degli argomenti addotti32. Ha cosi prevalso una linea aporetica33, che ha persuaso gli editori dei PCG a classificare lo hypomnema tra le incertae fabulae34. II terminus post quem per la composizione del commentario έ costituito dalla citazione di Callistrato, allievo ad Alessandria di Aristofane di Bisanzio verso l'inizio del IIa, in frr. C+D+E I 14. A giudizio di Comparetti, l'assenza di iriterventi di critica testuale e metrica e una certa elementaritä dell'espressione possono far pensare a "un estratto di altro commento maggiore", attribuibile all'intervento unitario e individuale di "un grammatico dei tempi imperiali, posteriore a Didymo, anteriore a Symmaco" 35 . Che lo hypomnema fiorentino rappresenti una redazione del commentario di Didimo fu asserito da Crönert a conclusione di un'analisi degli additamenta esegetici presenti nel

Sicking 1964, pp. 158-161; Gelzer 1971, col. 1555. Taillardat 1959, p. 64. In siguito Luppe 1972a, p. 76, ha osservato come i due righi iniziali di fr. AII siano da ritenersi parte di una spiegazione, e non di un lemma, in quanto sono seguiti da una paragraphos. Cfr. anche Luppe 1975, p. 187: "... Edmonds' Zuordnung des Kommentars zum rfjpac, die auf einer angeblichen - nur von Edmonds gelesenen! - Randbemerkung beruht". 31 Körte 1911, pp. 269-271; Id. 1923, p. 255. Cfr. Geissler 1925, p. 62; Schmid 1946, pp. 209-210; Taillardat 1959, p. 64; Arrighetti 1968, p. 96; Gil 1989, p. 71; cfr. anche Austin, apparato ad fr. 63: "probabilius". 32 Körte 1923, p. 255; Sicking 1964, p. 159. 33 Cfr. Luppe 1972a, p. 76: "wird sich über den Titel der Komödie auch nichts Sicheres sagen lassen"; nonostante la cauta apertura all'ipotesi di Körte, gli ha fatto eco Austin 1973, apparato ad fr. 63: "nihil certi affirmari potest"; e cfr. ancora Luppe 1975, p. 186. 34 Contra Gil 1989, p. 71, convinto sostenitore dell'attribuzione al Gerytades. Al quadro delle ipotesi si possono aggiungere i Ταγηνκταί, con i quali sono compatibili - a quel poco che ne sappiamo - sia la cronologia (tra il 415 e il 400 a.C.: Geissler 1925, p. 49) sia, a livello di plot, la combinazione dell'elemento simposiale e di quello ultramondano. 35 Comparetti 1908, pp. 11-12; cfr. Körte 1923, p. 255: "der Kommentator schreibt, etwa wie der Berliner Didymos, Stellen des Dichters aus und erläutert sie sachlich, nicht grammatisch". 29

30

P.Flor. II 112

189

papiro36; una tesi raccolta e per certi versi radicalizzata da Luppe, per il quale l'ampia citazione da Andocide in fr. C II 1-10 escluderebbe che si tratti di un'epitome37. Tuttavia, gli indizi raccolti da Crönert furono giudicati assai labili da Boudreaux, che riconduceva il testo attuale all'esegesi didimea, ma attraverso una ο piü mediazioni38: cosicche le addizioni esegetiche, recanti espressamente il nome di Didimo, in frr. C+D+E I, interlinea 9 / 1 0 e margine inferiore, sarebbero da attribuire a un lettore che disponeva di un altro hypomnema (seil, di una diversa redazione dello hypomnema di Didimo)39. Sulla stessa linea, Geizer ha definito il commentario "Exzerpt aus Didymoskommentar mit Nachträgen aus einem anderen Exemplar des Didymos" 40 . Questa interpretazione aveva incontrato a suo tempo la critica di Zuntz, per il quale gli stessi additamenta didimei sarebbero la dimostrazione che lo hypomnema non risale a Didimo41. La questione h stata ripresa in seguito, in termini riconducibili nella sostanza alla posizione di Boudreaux e tali da superare l'obiezione di Zuntz, dalla McNamee, secondo la quale P.Flor. II 112 deve derivare "from a source independent of Didymus' commentary, or at least so altered after two centuries that it was substantially different from the commentary of Didymus which was consulted by the annotator of this papyrus" 42 . Almeno due caratteristiche generali del commentario sembrano giocare a favore di quest'ultima interpretazione: (a) il suo sostrato cölto, che ne indica la matrice erudita e, in ultima analisi, alessandrina (nel commentario principale si contano dieci citazioni di otto autori diversi, tra i quali lo stesso Aristofane, volte a spiegare menzioni nel testo ο riferimenti intertestuali: Plat. Com. fr. 71, 8 K.-A.; Iophon TrGF 22 test. 3 Sn.-K.; Philocles TrGF 24 test. 9? Sn.-K.; Terp. PMG 697 = fr. 2 G.; Callistrat. Alex. fr. novum; Aristoph. Av. 884; And. 1, 110. 116; Aristoph. Pax 923, 925; II. V 253); (b) la totale assenza di osservazioni di carattere testuale e linguistico-grammatiCrönert 1908a, col. 1199: "da nun aber auch der Haupttext ohne Zweifel auf Didymos zurückgeht, so ist schon die Erkenntnis wertvoll, dass das υπόμνημα des grossen Grammatikers in zwei späteren Bearbeitungen benutz worden ist, wozu die erhaltenen Aristophanesscholien allenthalben Parallelen bieten". Cfr. Crönert 1908b, col. 1391. 37 Luppe 1972a, p. 89; cfr. Trojahn 2002, p. 162 con la n. 4. 38 Boudreaux 1919, p. 168 n. 6: "il semble reposer sur un υπόμνημα ou Sur quelques υπομνήματα anonymes, qui tenaient leur science de Symmaque ou de Didyme". 39 Boudreaux 1919, p. 169 n. 2. 40 Geizer 1971, col. 1555. 41 Zuntz 1975, p. 28 (= 1938, p. 658). 42 McNamee 1977, p. 189. Α margine della questione si deve osservare (sia pure con tutta la cautela richiesta da questo genere di procedimenti di attribuzione: cfr. White 1914, pp. LXIX-LXX; Gudeman 1921, col. 678; Wilson 1983, p. 93) la presenza in fr. C II 23 di uno stilema esegetico (μήποτε) che la critica ottocentesca su Didimo indieava come caratteristico segnatamente dell'illustre grammatico alessandrino (cfr. Boudreaux 1919, pp. 110-119, con bibliografia precedente a

36

p. 110 n. 8).

190

Aristophanes 28

cale, segno degli specifici interessi (e disinteressi) del destinatario del commentario nella sua forma attuale43 e, al tempo stesso, probabile indizio di compendio di uno hypomnema originariamente piü esteso (cfr. il caso, in tal senso piü chiaro, di P.Oxy. XXXV 2737 => 27).

Fr. A, col. I

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]ac8icsi ] οθεν ]ξέλθω ] αεκ ]ποοτο

20

] ßec ζη ]εετο\κ ](κχτων ]καταλ ]ηδορ

Pare molto difficile, perciö, pensare a una destinazione scolastica, come vorrebbe Compaietti 1908, p. 11.

43

P.Flor. II 112

191

Fr. A , col. II

θε[ χο[ απτ [ ανδ[ 5

οτκυ[ νομαζ[ παρεμ [ oic λεγο[ χ·

10

πιβάται οθαι

έ-] [

[

οητον[ '/.

δτι Ίοφ[ών την τέχνην κ [ χρή π ο λ ύ νικών [ ] [

15

yvc πρώτοε ή δεΰτερο[ο

τρί-]

(ΐται έοίκαειν αί δ ι δ α [ ε κ α λ ί α ι τοΰ πλείοτου μέρουο

[

ώί πνκρόν TIC άνέκραγε[ν. TIC ά ρ α 20

π ο τ ' ά λ λ ο ο έοτιν ά ν τ ι Φ[νλοκλέουο; ο[υ]ν[ε]χοχ αυτόν πικρόν [καλεί · την ποίηοιν γαρ κατά τον νουν

[

τάο κωμ[ωδία]ί μελο [ τιουμελ[

]

[

Fr. A, col. I 1 ] asta verticale preceduta da una minima traccia in basso a sinistra ad essa appoggiata: forse ]v oppure ]αι ? 2 ν resti di un'asta verticale in basso, dopo ν resti di un tratto verticale in basso, poi un tratto orizzontale a metä rigo (forse e ?) 3 [ tracce della parte sinistra di una lettera tondeggiante 4 ] resti di un tratto leggermente inclinato a sinistra 5 ] parte finale di un tratto orizzontale in alto c minima traccia a metä altezza nel rigo 7 ] asta verticale 8 ] tracce di una piccola forma tondeggiante a metä altezza nel rigo 9 ] traccia orizzontale a metä altezza nel rigo (forse ε) 10 ] traccia orizzontale in basso, resti di un'asta verticale, un punto a metä rigo, asta verticale 11 ] tratto orizzontale in alto 14 ] tratto obliquo discendente a destra (forse α ?) 15 minima traccia in alto seguita piü a destra da un tratto orizzontale prolungato (forse ε) 16 ] minima traccia in alto 18 ] minima traccia in basso εκ> pap. 19 το> pap. 20 ] traccia a metä rigo

192

Aristophanes

28

Fr. A, col. II 3 [ parte sinistra di una lettera rotondeggiante 7 [ traccia di un'asta verticale 9 [ tratto concavo verso l'alto (ε, θ, c ?) 10 [ tracce orizzontali in alto e in basso (ξ o p p u r e ζ ?) 12 ϊοφ pap. 13 [ traccia tondeggiante in basso a sinistra (forse α ?) 14 νεικων pap. ] [ traccia puntiforme in basso 16 [ tratto curvo schiacciato, concavo a destra (forse φ piuttosto che ο) 18 [ parte inferiore di un'asta verticale seguita sulla destra in alto da u n a traccia minima 22 [ asta verticale alia cui metä superiore έ addossato u n minimo tratto (forse κ ?) 23 [ asta verticale Fr. A, col. I 2 leg. Kassel-Austin 4 γ supra ει leg. Comparetti 5 leg. Kassel-Austin 9 ]το Comparetti προ τοϋ E d m o n d s : π ρ « πυ Comparetti 10 leg. Kassel-Austin : ] π Comparetti 11 ]ε Comparetti 12 ]c και E d m o n d s : ]καλ Comparetti 14 iciov KasselAustin : ICH ι Comparetti 15 ]οκεκ ει Comparetti 18 αεκ Kassel-Austin : α εκα Comparetti: αενυ L u p p e 19 leg. Kassel-Austin: rtoci τα Comparetti: oct L u p p e 20-21 τι]νε 27, fr. 1 1 1 9 π]ροείρηται έν Ίππεΰη; sempre che non vada intesa in tal senso la citazione, qui immediatamente seguente (r. 15), del parallelo testuale della Pace (vv. 923 e 925). Per la formulazione cfr. sch. Pac. 923a χύτρακ ίδρυτέον· ότέ μεν talc χΰτρακ δίπριον ηψων, ότέ δέ άλλο τι πολυτελέοτερον ίερεΐον, και οΰτοκ ϊδρυον · και itpoc το θυόμενον έλεγον βοι ίδρΰεοθαι ή αίγι ή προβάτω ή οίον άν ή το ίερεΐον, αχπερ έν Πλούτω; sch. Αν. 43 δτι δέ χΰτρακ ϊδρυον ε'ίρηται έν Ειρήνη. Nello sch. Pac. 923c sono riportati in extenso, come paralleli, Pax 1091, PI. 11971198 e il fr. 256 K.-A. dalle Danaidi aristofanee (citato anche nello sch. PI. 1198) - con le quali non pub identificarsi il dramma oggetto dello hypomnema fiorentino, in ragione del coro qui composto di vecchi (cfr. infra, rr. 20-21; Comparetti 1908, p. 17). 15-19 II lemma έ costituito da un trimetro giambico completo e da parte di un secondo trimetro, fino alia cesura pentemimere. La corretta lettura e restituzione di rr. 15-16 δεΰρ' ώ | [π]ότνια βάδι[ζ]ε da parte di Hagedorn (ap. Kassel-Austin, app. ad l.) ha permesso di superare le precedent! incertezze interpretative della battuta scelta come lemma 52 , nella

52

Cfr. Comparetti 1908, p. 17; Luppe 1972a, p. 85.

P.Flor. II 112

209

quale un personaggio si rivolge all'effigie di una divinitä femminile 53 . έ stato messo in evidenza 54 che due connotati di questa divinitä corrispondono alia fisionomia mitica e cultuale del dio Hermes: da un lato la virtü connaturale fuori dalla norma, evocata da γενναΐον (hapax omerico in Horn. IL V 253 ού γάρ μοι γενναΐον άλικκάζοντι μάχεοθαι | ούδέ καταπτώο οειν, orgogliosa risposta di Diomede a Stenelo, che gli suggeriva la fuga dinanzi al nemico); dall'altro la funzione par excellence di servitore solerte (ταχέακ ύπακοΰειν), anzitutto nei confronti di Zeus, quale viene delineandosi nel corso del V secolo e che si traduce nel personaggio posto da Aristofane al servizio di Trigeo nella Pace. La figura di Hermes ä poi congruente con l'idea di un'ascesa dall'Ade, implicata da r. 11 άνήγαγον, consona al dio psychopompos. L'ipotesi si scontra, tuttavia, con il fatto che il destinatario della fräse γενναΐον δε coi ταχέαχ ύπακοΰειν e divinitä femminile, come attestano rr. 15-16 ώ | [π]ότνια, e che essa deve coincidere con [τ]ήν δαίμον', ήν άνήγαγον di r. 11. Si affaccia perciö la possibilitä che la figura divina messa in scena sia quella di Iride, che condivide con Hermes la prerogativa della velocitä alata55, posta a zelante servizio degli Olimpi e prevalentemente di Zeus 56 , spesso inviata a dirimere controversie ο conflitti57, incaricata da Zeus di attingere l'acqua dello Stige, θεών μέγαν ορκον, quando occorra sondare l'onestä dei giuramenti divini 58 . In considerazione del lemma successivo (r. 19 έλαφρδν οία TIC μόλυβδο«:) e della relativa spiegazione (rr. 19-21 δ|τι ού καλώο παίζει, άλλα έπει γφόντων ό χορόο), l'invocazione rivolta alia (statua della) divinitä, affinch£ si metta in cammino da sola, andrä letta come un primo - comico e fallimentare - tentativo di spostarla, cui segue di necessitä la richiesta di aiuto al coro. L'inizio della spiegazione e indicato da Turner 1968, pp. 114-115 (= Turner 2002, p. 134) come esempio del valore esegetico di δτι nel significato di (το 3 n. 1), mentre la seconda potrebbe derivare da Omero (δ 134 νήματοο άοίητονο βεβυομένον) come pensa Latte, ο meglio, come io credo - proprio alia luce della testimonianza di P.Oxy. XV 1801 - , da un'opera comica. Va detto, in proposito, che in questo papiro compaiono citati anche altri autori, oltre a quelli di opere comiche, ma, a quanto sembra, mai in prima istanza (cfr. pure Naoumides 1961, p. 91). Nella Suda (β 224 A.) si ha la conflazione in un unico articolo di due glosse, di cui la seconda, che chiosa βεβυομένον, e tratta da Aristofane. Si legge infatti βεβιχμένα: λαθραία, ή πεπρωμένα [h.e. πεπληρωμένα] (= Σ β 41 C. = Phot. Lex. β 123 Th.) και βεβυομένον, πεπληρωμένον. κεκαλυμμένον. 'Apicxo 13), 1385, 1391, 1394, 1396, 1397 (frammenti omerici), 1401 (frammento tragico: Euripide?), 1403 (Aristofane?) e altri esigui frustuli. I tre frammenti sono datati su base paleografica al V p . Differenze di scrittura e di mise en page portano a escludere che 1371-1374 (contenenti, rispettivamente, resti di Nub. con marginalia; Ran.; Pax ed Eq.; Ve.), 1402 ed eventualmente 1403 appartenessero a un medesimo manoscritto. La possibile pertinenza di P.Oxy. XI 1402 al numero dei testimoni di Aristofane risultö ai primi editori non tanto dagli scarsissimi resti del testo letterario, quanto dal contenuto della nota marginale conservata nel recto (|) del frammento maggiore (fr. 1: cm 4,1 χ 4), vergata in una scrittura libraria assegnabile al V : la presenza di una spiegazione di οκόροδον ο οκοροδίζειν orientava verso Ach. 166 ο Eq. 494. Successivamente Zuntz 2 ritenne di riconoscere nel verso (—») del fr. 1 le lettere iniziali dei vv. 529 e 530 dei Cavalieri e, nel relativo margine sinistro, resti di annotazioni ai vv. 527 ss. di questa commedia (la sezione della prima parabasi con il profilo artistico di Cratino); conseguentemente, Zuntz collego ai vv. 494 ss. del dramma le tracce di note present! sul recto del medesimo frammento, che dovevano affiancare a destra 1

Grenfell-Hunt 1915, p. 134.

2

Z u n t z 1975, pp. 5 8 - 5 9 (1938, pp. 688-689).

225

P.Oxy. XI1402

il testo comico. Tuttavia questa ipotesi di restituzione contrasta con alcuni dati oggettivi (vd. il commento). II fr. 2 (cm 3,5 χ 2) reca misere tracce di note marginali, solo ipoteticamente rapportabili ad esegesi aristofanea, e del fr. 3 (cm 4,3 χ 3,1) έ dubbia la pertinenza tanto al medesimo codice3 quanto ad Aristofane.

Fr. 1 recto (J,) ] οτε β[ο]ΰλοντα[ι τοίκ άλ]εκτρυόναο it[poc άλλήλο\κ μάχε]οθ(αι) οκόροδα τ[ιθέαοιν έν TOic μ]υκτηροιν [

5

] εκπιν[ ]υν κε [ ]παρω[

1 ] esigue tracce di lettera di grande modulo pap.

β[ ] pap.

τα[ι oppure τ>[ pap.

3

]c0>

1-4 suppl. Grenfell-Hunt 3 τ[ρίβοιχιν Zuntz cl. Hsch. c 1113 Η. (άνατρϊψαι) 5 lemma ήξ]εκ πάλιν (Eq. 497) Zuntz 6 κεα[ Grenfell-Hunt: κελ[εύει e sch. Eq. 497a (παρακελεύεοθαι) Zuntz 7 ]παρω[ Grenfell-Hunt: ]παρω[ιδών e sch. Eq. 497a (οκωπτει) Zuntz

... quando vogliono che i galli [combattano fra loro, mettono (loro)] dell'aglio nelle narici...

Fr. 1 verso (—»)

]αχουν

ατ[

]νωι· ] ι θε

5

]οιχ εκ ] ναον ]υίεο(

3

Grenfell-Hunt 1915, ρ. 246.

κ

[

226

Aristophanes 32 (?)

4 ] estremitä destra di un tratto orizzontale, forse di ε temente sfigurata da un foro 7 ]υοε° pap.

la lettera incerta dopo ι έ abbondan-

1-3 [εαυτόν παρέβαλεν | ό Kpa(tivoc) ποταμφ καν]αχοϋν|[τι και δωδεκακρου]νωι ad Eq. 526 suppl. Zuntz 2 textus ou[ Zuntz 4 κθε Grenfell-Hunt textus κακ[ Grenfell-Hunt : και[ Zuntz 5-6 και τοΰτο άρχή μέλο]\κ (sic) έκ | [των Εύνειδών e sch. Eq. 530a Zuntz 7 ]υοεο( ) Grenfell-Hunt έμνημόνε]ιχε vel έδείκν]υοε, ο(τι) e sch. Eq. 532b, 531a Zuntz

Fr. 2 (-»)

U)

] τα δρέπανα ε[

]

]ταζόμεν) 1 ] forse ο, ma di modulo pressochi doppio rispetto agli ο del rigo seguente 1

]o ( ) τα Grenfell-Hunt

1-2 έ[ξ]ε]ΐαζόμεν(χ Körte

Fr. 3 (-»)

(Χ)

}ρ[

π.[

]πετ [

]vuc

01

[

το

[

ιτω[

Fr. 1 recto (Χ) Nell'ämbito dell'esegesi aristofanea, cfr. sch. 494b (I) e (II) e, per la formulazione, sch. Ach. 166a (II) έοκοροδκμένοιχ: άντν τοΰ οφοδροκ ούα και πικροΐο γενομένοκ, μετειληφόα των οκορόδων, άπό μεταφοράί των άλεκτρυόνων. τούτοιο γαρ δτε μέλλουα μάχεοθαι , con sch. Eq. 166b (II) κλαcxaceic: έκ ριζών ανατρέψει«:, ένθεν κλοκτήριον τδ δρέπανον, φ κλαδέουα και ξύλα και κλήματα [έν ταΐο άμπελο ic]; e con sch. Pac. 1203 των δρέπανων τε λάμβανε: χαλκεύε ων δρέπανον αύτω δώρον δίδωαν ειρήνη πρέπον, και ομολογεί χάριν cbc xfjc τέχνηο αύτοΰ ήδη χρηματιζοΰοηο; per J,, con sch. Eq. 289a κυνοκοπήοω et: τυπτήοω cz καθάπερ κΰνα. τοΰτο δέ cbc μάγειροο λέγει, εατι γαρ κΰων ίχθύο ποιόο. κτλ (cfr. Ιο scolio tricliniano 289b, nel quale λέγει precede κΰνα). FAUSTO MONTANA

Eq. 530a τέκτονκ εύπαλάμων: (...) καϊ τοΰτο δέ έκ των Εύνειδών (Ευμενίδων codd.; corr. Meursius, contra Kassel-Austin 1983, p. 156) Κρατίνου κτλ. Ε nel r. 6 Ιο studioso vedeva un altro cenno alia Πυτίνη (e.g. έν τη Πυτίνη έδείκν]υοε ο(τι) [ ) , sulla scorta dello sch. Eq. 531a παραληροϋντα: διαποροΰντα καϊ άίχημονοΰντα. ταΰτα άκοιχα«; ό Kpcmvoc (fr. 213 Κ.-Α.) έγραψε την Πυτίνην, δεικνύο οτι ούκ έλήρηοεν · έν ή κακάκ λέγει τον Άρκτοφάνην όχ τά Εΰπόλιδ« λέγοντα. 7 Le lettere sup)erstiti del testo letterario e la paragraphos che le separa sono compatibili con Ve. 14-15 (Cm.)... I άτάρ cü λέξον πρότεροί. (Ξα.) έδόκουν αίετόν | καταπτάμενον ε κ τήν άγοράν μέγαν πάνυ κτλ (si deve tuttavia notare che riguardo a questi versi gli scolii medievali tacciono). La spiegazione sull'uso dell'aglio per aizzare i galli, presente nel recto del frammento, potrebbe trovare allora una ragion d'essere, per la veritä non immediata, in Ve. 63 μυττωτειχομεν (cfr. lo sch. ad /., che si dilunga sulla metafora e sulla triturazione dell'aglio).

33 (?) P.Oxy. LXVI 4519 Note marginali a commedia

inizio sec. IIP aristofanea?

Prov.: Oxyrhynchus. Cons.: Oxford, Sackler Library, Papyrology Rooms. Ed.: GONIS 1999, pp. 158-159. Tab.: P.Oxy. L X V I ( = GONIS 1999), XVI. Comm.:

MP3152.01; LDAB 7180

LUPPE 2001, p. 191; LUPPE 2002b, p. 489.

Frammento di rotolo (cm 4,4 χ 10,8) contenente la parte iniziale (non piu di sette lettere per rigo) dei vv. 1-16 del Pluto di Aristofane, con il verso bianco. Sopra il primo verso della commedia resta un margine di cm 2,2'; a sinistra del testo poetico k conservato un margine bianco per una larghezza massima di cm 2,2. La scrittura, in stile severo di modulo medio, orienta a datare il papiro verso l'inizio del III? (Gonis 1999, p. 158). In alto a sinistra del primo verso, a meno di un centimetro dal testo letterario, si legge la parte destra di tre righi tracciati in una minuta scrittura corsiva databile alia stessa epoca, che pone vari problemi di decifrazione e di interpretazione.

] αρΓτηντ [ ] ]ωην καιρα[ ]v ] τω βοτ [ ] 1 ] parte destra di tratto arrotondato a metä altezza nel rigo; in basso, estremitä di un breve tratto apparentemente orizzontale (ρ ?) Γτ pap., forse con vacuum tra le due lettere: il tratto orizzontale inizia in alto a destra di ι e sovrasta quasi interamente τ, che pare esito di correzione ν frutto di correzione [ in prossimitä della lacuna, esigua parte sinistra di una lettera apparentemente di piccolo modulo unita al τ precedente, seguita dall'estremitä inferiore di un tratto che scende alquanto sotto il rigo 2 ]ω pap. spazio bianco dopo ην α[ possibile anche o[ 3 τω pap., seguito da spazio bianco 1 ] αρΓτηντ

[ GB : ]ρα Τγ ηντ)[ ] Gonis

3 ]ca τώ Gonis : ]κτώ ?

1 Se sopra il v. 1 si trovava in origine il titolo del dramma (ma la cosa non έ comunque probabile), esso rimaneva al di sopra del campo di scrittura della colonna stessa: cfr. Bastianini 1985, pp. 26-27.

230

Aristophanes

33 (?)

Non si ravvisano punti di contatto con la tradizione esegetica medievale concernente il Pluto, tali da far ritenere questi resti come pertinenti a materiale introduttivo su questa commedia (cfr. Gonis 1999, pp. 158-159). La posizione nello spazio bianco precedente la colonna di scrittura e compatibile con l'ipotesi che si tratti di marginalia, forse riferibili all'ultima colonna di testo di un dramma (eventualmente, ma senza possibilitä di prova, di Aristofane), che nel rotolo precedesse il Pluto. Oppure, meno improbabilmente, potrebbe trattarsi di una notazione riguardante Aristofane in generale, scritta nell'flgraphon iniziale del rotolo: la lettura ] ap al r. 1 (G. Bastianini), in presenza del tratto orizzontale che segue in alto il successivo iota, da luogo alia suggestiva ipotesi che il rigo ospiti un nome proprio in forma abbreviata, forse Άρι( ) 2 . FAUSTO MONTANA

2

Le tracce che seguono immediatamente la lacuna iniziale escludono Καρί(ων), il personaggio

del Pluto.

34 (?) P.Sorb. I 7 1 , col. II 4 = CGFP 3 4 2 , 1 5 [=» III: Lexica]

sec. II/IUP

Voce di lessico (Pax 425?)

Xpocic·

φιάλη χριχή.

dopo xpv>cic spazio bianco

XPDcic: ampolla d'oro.

Con il termine xpixic si pub indicare una 'coppa' ο un 'vaso d'oro', come nel nostro caso, oppure un 'capo d'abbigliamento ricamato in oro' (in particolare in Luciano: con riferimento a un abito in Mgr. 11,6; a sandali in DDeor. 6,2,10). Si tratta di un vocabolo ampiamente attestato. Andrä tuttavia rilevato che P.Sorb. I 7 sembrerebbe un lessico comico e in tale ämbito - ove converrä cercare il locus classicus da cui la glossa dipende (cfr. n. 1) - si incontra in Cratino (fr. 132 K.-A., in cui b peraltro documentata anche un'antica corruttela, pucic, cfr. Athen. XI 496e, Hsch. ρ 526 Η.), in Ferecrate (fr. 134 K.-A.), in Ermippo (fr. 38 K.-A.)2, in Aristoph. Ach. 74 έξ ύαλίνων έκπωμάτων και χρικίδων, Pax 425 οιμ' coc έλεήμων ε'ίμ' άει των χρυοίδων.

1 II frammento di rotolo (cm 13,6 Χ 6), edito per la prima volta da Cadell 1966 (MP 3 2126.2; LDAB 5132 => III: Lexica), redatto in una grafia veloce che risente dell'impostazione ad alternanza di modulo di certe scritture d'ufficio databili tra la fine del II e gli inizi del III d.C., serba 1 resti di un lessico presumibilmente comico: le parole qui registrate appartengono infatti, tutte tranne una, alia lingua dei poeti comici e occorrono nei frammenti di Magnete, Cratino, Ferecrate, Ermippo, Eupoli, Aristofane, Teopompo comico ed Eubulo. Data l'esiguitä del frammento non έ possibile stabilire tuttavia se il volume di papiro di cui faceva parte fosse interamente dedicato alia lexis comica. Si tratta di un testimone indubbiamente meno significativo di altri dello studio e della ricezione di Aristofane nell'antichitä: il commediografo infatti non viene esplicitamente citato (Γinterpretamentum del resto έ essenziale e non comporta mai citazioni). In base, perö, ai raffronti con la tradizione scoliastica e lessicografica, non si puö affatto escludere che proprio Aristofane sia la fonte delle glosse χρικΰ e ψήνει (=> 35 [?]). Tra l'altro anche se, evidentemente, non si tratta di un prodotto raffinato, d'erudizione (Debut 1986, p. 266, lo scheda come papiro scolastico), appare innegabile che questo vocabolario abbia la sua fonte in opere dotte. Non a caso tutte le glosse compaiono spesso molto simili, se non identiche, negli scholia Vetera nonchi in vari filoni lessicografici. 2

Cratino ed Ermippo sono testimonial da Ateneo XI 496e e 502a-b Φερεκράτηί δε ή ό πεποιηκοχ

232

Aristophanes

34 (?)

II passo aristofaneo έ con ogni evidenza la fonte di Sud. χ 570 Α. χρυοίο: ή χρυοή φιάλη, οϊμ' (oc έλεήμων ε'ίμ' άει των χρυοίδων. άντι τοΰ ήττων (in cui il finale άντι τοΰ ήττων non riguarda il lemma, ma έ una chiosa di έλεήμων). Dato che il lessico - come si ä detto - parrebbe caratterizzarsi come comico, e possibile che anche la nostra annotazione derivi da Aristofane, anche se, e opportuno rimarcarlo, non mancano concorrenti all'interno della commedia. Alquanto ampia ä, del resto, la tradizione lessicografica che testimonia questa glossa: evidenti paralleli sono costituiti da Hsch. χ 788 Schm. [χρυοίδα· την χρυοήν φιάλην], χ 791 Schm. χρυο (c · ποτήριον. οί δέ φιάλη χρυοή e Harp. χ 13 Κ. (ρ. 307, 14-15 D.) χρυοίο· ή φιάλη· Δημοοθένηο έν τφ κατ' Άνδροτίωνοο, Άριοτοφάνηο Ειρήνη, che richiama due diversi loci classici, Demosth. 22, 76 e Aristoph. Pax 425, su cui cfr. gli scolii rispettivi (180, 2 D.) χρυοίδεο δέ χρυοαΐ φιάλαι (YL) e 425ba χρυοίδα την φιάλην (si noti la lemmatizzazione all'accusativo); sch. Tr. 425bß των χρυοίδων] τήο φιάληο, 425c 2 των χρυοίδων, δια την χρυοή ν φιάλην RVr. Cfr. pure sch. Aristoph. Ach. 74a χρυοίδων: χρυοών φιαλών, sch. Tr. 74b χρυοίδων] των έκ χρυοοΰ ποτηριών. Altre attestazioni lessicografiche di esegesi simili a quella del nostra papiro sono costituite da Moer. χ 27 Η. χρυοίδα την χρυοή ν φιάλην 'Αττικοί, Poll. VI 98, 10 s. χρυοιο δέ και αργύριο φιάλαι μέν άμφω, VII 102, 25 s. χρυοίδεο δέ φιάλαι, Lex. Rhet. p. 316,14 Β. χρυοίδεο τίνεο λέγονται: φιάλαι χρυοαΐ, Σβ α 2104 C. άργυρίο· αργυρά φιάλη, ώο χρυοιο ή χρυοή (= Phot. Lex. α 2776 Th.), Thom. Mag. Voc. Attic. 395, 5-9 R. χρυοίδεο κυρίωο αί άνατιθέμεναι τοΐο θεοΐο χρυοαΐ φιάλαι... καταχρηοτικώο δέ και πάοα έκ χρυοοΰ φιάλη χρυοίο λέγεται. Come si sarä notato, giä a partire dalla testimonianza di Ateneo e poi da quelle lessicografiche la glossa ha carattere atticista. E L E N A ESPOSITO

το\κ ε κ αύτόν αναφερομένου« Ilepcac φηοί· ctecpavow τε πάίΐ κώμφαλωτάί χρυίίδα«. Άβηναΐοι δέ i a c μέν άργυροι φιάλαι: άργυρίδαί λεγου 7, della fine del I sec. d.C., viene definite "commentario", termine la cui applicazione a questo caso richiede attente precisazioni2, oppure "parafrasi", terRiferimento canonico a Moraux 1984. L'attenta revisione delle testimonianze fatta da Barnes 1997, pp. 1-69, deve indurre alla prudenza rispetto alle opinioni piü diffuse e ad esprimersi con una cautela, che spero di avere adottato in modo opportuno; cfr. sull'introduzione alla storia del testo anche Rashed 2005, pp. CLXXXVI-CCXXII (pp. cxcvi ss. sul cosiddetto Andronicus auctus). 1

Ritengo che individuare come una categoria il "commentario a lemmi continui" sia nel complesso piuttosto aleatorio (cfr. soprattutto Del Fabbro 1979, pp. 70-78: gli esempi citati sono assai different! fra loro e la questione deve essere riconsiderata) e mi pare preferibile ricorrere alla definizione di "edizione commentate": vd. infra e => 7.

2

242

Aristoteles

mine altrettanto bisognoso di chiarificazioni e soprattutto da non intendere con un valore troppo riduttivo. L'unica parte di cui si riesce a capire qualcosa del contenuto sono i righi di esegesi che seguono il primo lemma nella col. I (rr. 10-14), nei quali si trovava senz'altro almeno qualche elemento che va al di lä della semplice trascrizione parafrastica del testo aristotelico a scopo di comprensione letterale e che lascia intravvedere un certo sforzo di spiegazione del senso del discorso. Dato che questo e il solo punto almeno parzialmente comprensibile, sarä azzardato pensare che fosse un caso isolato ο eccezionale in un contesto generalmente del tutto elementare e modesto: sarä piü plausibile che elementi di questo genere fossero present! con una qualche regolaritä. £ vero che siamo abbastanza lontani dal commentario di Alessandro di Afrodisia, il primo ai Topici che sia pervenuto e che era stato preceduto da quelli perduti del suo maestro Ermino e del piü antico Sozione. Per questo papiro, Sozione (I sec. d.C.) e l'unico, a nostra conoscenza, che potrebbe teoricamente entrare in gioco per motivi cronologici, ma non e certo il caso di avanzare spericolate attribuzioni 3 . L'opera testimoniata nel frammento appartiene a una fase piuttosto iniziale della filologia sulle opere esoteriche e ancora abbastanza vicina alle vicende "librarie" di Andronico: dunque nel pieno del periodo, anteriore ad Alessandro di Afrodisia, che appare caratterizzato da uno sforzo filologico ed esegetico di base, volto a ordinäre e chiarire il difficoltoso materiale ritrovato 4 . Due caratteristiche appaiono essenziali: 1) il testo dei Topici e presente per intero, diviso in pericopi il cui peso e quantitativamente pressappoco paritario in confronto alla relativa esegesi, che viene intercalata in eisthesis rispetto ai righi del testo aristotelico5; 2) il discorso esegetico e caratterizzato da una parafrasi intesa alla decodifica piü ο meno letterale del testo, nel corso della quale si aggiungono occasionalmente elementi di spiegazione del contenuto. Un'opera alia quale si adatta la definizione di "edizione commentata" 6 , veicolo di un lavoro che credo si collochi bene in quella prima fase della filologia aristotelica, caratterizzata dall'impegno a mettere ordine editoriale nelle

3

Cfr. Moraux 1984, pp. 215-216; Funghi-Cavini 1995, p. 18. Cfr. su questa linea le osservazioni di Abbamonte 2004, part. pp. 29-33. 5 Mi pare corretto descrivere in questo m o d o l'assetto del testo e la sua impaginazione, piuttosto che al contrario, cio£ testo aristotelico in ekthesis rispetto ai righi di commento. Benchä eis thesis ed ekthesis siano termini e nozioni evidentemente relativi, credo che lo scriba inizi il suo lavoro sulla base di una data larghezza "regolare" della colonna di scrittura, rispetto alia quale poträ realizzare righi in ekthesis oppure in eisthesis. Mi pare indicativo il fatto che qui per Aristotele, come per Callimaco nel papiro di Lille (vd. infra), sia il testo commentato a occupare la larghezza piena della colonna, mentre i righi di commento sono rientrati: un simile rapporto e possibile e accettabile se fra testo e commento non ο'έ un grosso squilibrio quantitativo, mentre sarebbe piü difficile da immaginare e realizzare quando ai lemmi del testo commentato seguisse un ben piü esteso commento. 4

6

Cfr. infra e n. 11.

Aristoteles

243

opere esoteriche di Aristotele anche per mezzo di sforzi esplicativi di accompagnamento del tutto essenziali7. Naturalmente, Moraux poteva ben dire che questo singolo ritrovamento non deve far concludere che i commentari ad Aristotele dei secoli I a.C.-I d.C. fossero tutti di questo tipo, cioe "fossero di misura modesta e passassero solo di poco la lunghezza dello scritto commentato, mentre lo sviluppo verso analisi testuali estremamente ampie si sarebbe verificato solo nel II sec. d.C., forse con Aspasio e Alessandro"8: tuttavia in queste parole si percepisce quella tendenza a svalutare oltre misura l'esegesi testimoniata nel papiro, di cui giä abbiamo detto e da cui & opportuno guardarsi. Possiamo addurre almeno un parallelo significativo. II ben noto papiro di Lille di Callimaco, contenente versi della parte iniziale del III libro degli Aitia con commento9: il testo callimacheo έ riportato per intero e si alterna con parti esegetiche in eisthesis; l'esegesi consiste per lo piü in glosse ο parafrasi, ma occasionalmente offre notizie di ordine storico ο linguistico (notevole una dettagliata nota prosopografica su una questione dinastica)10. Questa "edizione commentata"11 fu prodotta in Egitto poche generazioni dopo la morte del poeta, essendo il papiro databile alla prima metä del II sec. a.C.12: la filologia callimachea muoveva dunque proprio i primi passi e le opere del poeta avevano conosciuto anche problematiche di sistemazione editoriale13. Le analogie fra le situazioni in cui furono prodotti il commento ai Topici di Aristotele del I sec. d.C. e il commento agli Aitia di Callimaco della fine del III sec. a.C. appaiono abbastanza chiare per ritenere che la formula e presentazione libraria della "edizione commentata", con le caratteristiche che abbiamo visto, rispondesse a esigenze affini. Forse, nei primi tempi di una filologia aristotelica alle prese con i testi procurati da Andronico di Rodi, si ritenne utile l'adozione di un modello che aveva dato prova di se in condizioni confrontabili e paragonabili, pur con le evidenti differenze. In veritä, non vorrei che questi due esempi inducano a connettere per forza il modello della "edizione commentata" alle fasi iniziali del percorso esegetico su un autore: una connessione possibile, ma non necessaria. Piü prudentemente, mi accontenterei di ritenere individuata una tipologia libraria ed esegetica nella quale si presenta un testo completo, diviso in pericopi accompagnate e intercalate

Per i quali, dato il tipo di opere, esito a usare il termine "elementari", soprattutto se inteso con un valore unicamente ed eccessivamente riduttivo. 8 Moraux 1984, I.e. sopra alla n. 3: cito dalla trad, it., II 1, p. 211. 9 P.Lille inv. 76d + 78abc + 79 + 82 + 84 (MP 3 207.3; LDAB 527). 10 Testo in SH 254-265 (add. in Suppl. SH 254-265). 11 Cosi la definivo in Montanari 1976, p. 147; cfr. Del Fabbro 1979, pp. 70-71, e Messen SavorelliPintaudi 2002, pp. 46-49. 12 Cfr. Turner 1987, p. 126 e tavv. 75 a-b; cosi anche Bastianini 2006. 13 Cfr. Montanari 2002, pp. 76-77; sulla filologia callimachea cfr. da ultimo Bastianini 2006. 7

244

Aristoteles

da un'esegesi di tenore prevalentemente parafrastico, con la possibile presenza aggiuntiva di altri contenuti esplicativi, determinati dal carattere del testo commentato: un prodotto evidentemente diverso dallo hypomnema, dalla nuda parafrasi interlineare e dal glossario (anche continuo), che poteva rispondere a specifiche esigenze in varie situazioni, anche ma non necessariamente nelle fasi iniziali del percorso critico su un autore ο un'opera. In un periodo ben piü tardo dell'esegesi aristotelica, compreso cioe cronologicamente fra il commento di Temistio (IV sec.) e quello di Giovanni Filopono (V-VI sec.), si colloca l'esemplare degli Analitici Posteriori del V sec. restituito dal frammento di Berlino => 1. Le due pagine del foglio di codice (siamo appena dopo l'inizio dell'opera) erano corredate di scolii, che oggi purtroppo risultano quasi del tutto illeggibili: le poche lettere ancora leggibili nel margine inferiore del verso lasciano intravvedere ο supporre moduli scoliastici, quali l'inizio con δτι e la possibile fräse introdotta da ϊν(α), ma e tutto quello che si puö dire. Si tratta dell'unico testimone aristotelico con scolii che conosciamo, una volta definitivamente esclusa la presenza di annotazioni nei margini de\YAthenaion Politeia in P.Berol. inv. 500914. Passi di Aristotele sono utilizzati in cinque voci di lessico sicure (=> 2-6) piü una dubbia (=> 8): tutte provengono da due soli lessici, i cui testimoni appartengono ai secc. II e III, vale a dire P.Oxy. XV 1802 (=> 3, 4, 6, 8) e P.Oxy. XVII 2087 (=> 2, 5). Tre di queste voci riguardano le Politeiai: sicura e quella dalla Resp. Ath. (=> 5), assai probabile quella dalla Resp. Soleorum (=> 6), dubbia quella dalla Resp. Thessalorum (=> 8); due derivano dalla Historia Animalium

(=> 3, 4); u n a e tratta dal Περί δικαιοίύνψ

(=> 2).

έ ben noto il fatto che nei reperti papiracei (e dunque fino all'etä tardoantica) abbiamo relativamente poche copie e molte citazioni di Aristotele, le cui opere vengono spesso utilizzate anche in prodotti esegetici, quali commentari a Omero, a Demostene (di Didimo), a Callimaco, i commenti veterotestamentari di Didimo Cieco e altro ancora15: una ricca tradizione indiretta, nella quale la prevalenza quantitativa spetta alle Politeiai e alia Historia Animalium, testi la cui fortuna antica comprende anche una epitome di Eraclide Lembo delle Politeiai e una di Aristofane di Bisanzio della Historia Animalium. Benche i numeri siano piccoli, le citazioni nei lessici su papiro risultano coerenti con questo dato complessivo, nel quale rientrano. Una parola ancora merita la fortuna delYAthenaion Politeia. Se si guarda alia tradizione diretta nei papiri, resta rilevante che non soltanto sia Tunica Politeia di cui si siano conservate copie, ma anche sia rappresentata da due

14

Cfr. Scheda p. 266. Devo dunque rinunciare completamente a questo argomento, che utilizzavo in Montanari 1993, pp. 16 ss. 15 Raccolti in CPF 11*, pp. 251-395. Per Platone invece nei papiri la tradizione diretta έ ben piü ricca di quella indiretta: cfr. CPF 11***.

Aristoteles

245

frammenti (almeno)16, e per di piü sia Tunica opera aristotelica di cui si sia ritrovata piü di una copia. Questo dato non perde valore perche i numeri sono piccoli: sarei anzi piuttosto dell'idea che ne acquisti, cioe che l'esiguitä dell'insieme renda ancor piü significativa la proporzione. Se si considera nel suo complesso la presenza di Aristotele nella letteratura erudita in generale, si trova che YAthenaion Politeia si rivela come una delle opere piü citate. Come ho giä osservato altrove17, credo ci siano sufficienti indizi e fondati motivi per ritenere che la sua fortuna sia stata legata al valore che essa aveva non solo in ämbito storico e storico-istituzionale, ma anche in quello della letteratura erudita, all'interesse che rivestiva un simile trattato per filologi, grammatici, lessicografi, in genere interpreti di testi. Molta letteratura del passato (pensiamo al teatro, soprattutto alle commedie di Aristofane18, ma anche all'oratoria e alia storiografia) era ateniese, e Atene restava il principale emblema di quella grande letteratura dei secoli precedenti che l'etä alessandrina aveva avvertito come un patrimonio da conservare e interpretare, e al quale dedicö le sue assidue cure. II libro di Aristotele su Atene non poteva non essere importante. FRANCO MONTANARI

16 Resta infatti da definire cosa sia P.Oxy. inv. 2B 7 6 / F (8-11) = C P F 1 1 * , p. 282, Aristoteles 9 (T?), di cui si attende ancora l'edizione: cfr. Scheda p. 269. 17 Cfr. Montanari 1993, dove si trovano anche i dati complessivi, basati sulla raccolta del CPF. 18 Cfr. per questo Montana 1996a (l'opera aristotelica fu consultata da eruditi ed esegeti antichi in alternativa soprattutto alVAtthis di Filocoro, per documentare aspetti istituzionali della polis; in appendice: liste e tabelle riassuntive sulla tradizione indiretta); Id. 1996b; cfr. inoltre la Scheda Callistratus, in LGGA.

1 P.Berol. inv. 5002 = CPF 1.1* 24.1

VP

Marginalia perduti ad Analytica Posteriora I 71b 19-72a 38 Prov:. Arsinoites? Cons.: Berlin, Ägyptisches Museum (inv. 166 = 5002). Edd.:

LANDWEHR 1 8 8 5 , p p . 2 1 - 2 9 ; FUNGHI-CAVINI 1 9 8 9 , p p . 2 5 1 - 2 5 6 ( C P F 1.1* 2 4 . 1 ) .

Tab.: C P F IV.2, pi. 1 0 . Comm.:

MP3158; LDAB 402

MORAUX 1 9 7 6 , p p . 5 0 - 5 1 ; TURNER 1 9 7 7 , p . 1 0 3 , nr. 2 6 ;

FUNGHI-CAVINI 1 9 8 9 , p p . 2 5 1 - 2 5 6 ; BROCKMANN 2 0 0 4 , p p . 5 0 - 5 9 .

P.Berol. inv. 5002 έ costituito da 3 frammenti di un foglio di codice (cm 17 x 18,5; 6,3 χ 8 e 2 χ 2,6) del quale sono conservati anche i margini (superiore almeno cm 2,4; inferiore cm 3,3; interno cm 2,2; esterno cm 4); da questi dati si puö ricostruire un formato di cm 18 x 31. La scrittura έ un esempio di maiuscola inclinata affine alle tipologie presenti nel codice Freer III (Vangeli)1 e nel PSIII126 (Menandro, Aspis)2, assegnabili, rispettivamente, al IV/V sec. d.C. e alia prima metä del. V sec. d.C.; il nostra codice sembra da collocare piü probabilmente nell'ämbito del V sec. d.C.3 II testo conserva Analytica Posteriora 171b 19-72a 38, presenta sul recto e sul verso annotazioni marginali, praticamente illeggibili, in una scrittura di dimensioni molto ridotte. La visione autoptica del papiro alia luce di una lampada a ultravioletti ha permesso di individuare con certezza la presenza e la disposizione delle note marginali, ma - date le pessime condizioni di conservazione - non ä stato possibile trascriverne il testo4. In particolare, sul recto (J.) (= APo. I 71b 19-72a 10) nel margine inferiore, subito sotto il r. 42, l'ultimo del testo principale, ci sono ancora tracce di scrittura, almeno due righi, che si estendono per tutta l'ampiezza dello specchio

Cfr. Cavallo 1967, p. 119 e tav. 108 (= Cavallo-Maehler 1987, tav. 15a). Cfr. Cavallo-Maehler 1987, tav. 15b. 3 Di questo codice sono state proposte anche altre datazioni: V/VI?(LDAB 402), VI/VIIp (MP3 158); al V sec. d.C. pensa M.S. Funghi in CPF 1.1* 24.1, p. 252. 4 Giä Landwehr 1885, p. 24, segnalando la presenza di scolii, forse di un'unica mano, in una gratia curata, con tratti sottili, senza legature, non li trascrive per la difficoltä di decifrazione. 1

2

P.Berol. inv. 5002

247

di scrittura; essi sono attribuibili alia mano piu piccola, la stessa che ha steso gli altri scolii. Nel margine interno, a sinistra dell'ultimo rigo del testo principale (r. 42) e del primo rigo di scolii, ci sono altri due righi di annotazione (nel primo forse e possibile trascrivere τι). Sul verso (—>) (= APo. 72a 10-38) sono presenti scarsi resti di 5 scolii, che indico con (A), (B), (C), (D) e (E). Nel margine esterno: una annotazione di tre righi, che comincia a sinistra del r. 23 e termina a sinistra dell'interlinea fra i rr. 24 e 25 (= APo. 72a 25-26) (A); una annotazione di tre righi, che comincia a sinistra del r. 28 e termina a sinistra dell'interlinea fra i rr. 29 e 30 (= APo. 72a 28-29) (B); una annotazione di almeno dieci righi, che comincia a sinistra dell'interlinea fra i rr. 36 e 37 e termina a sinistra del r. 41 (= APo. 72a 32-37) (C). Nel margine superiore si vedono 4 righi, mutili sulla destra (D). Nel margine inferiore si vedono 6 righi (il r. 1 in ekthesis di circa due lettere), che si estendono per tutta la larghezza dello specchio di scrittura (E). Per quest'ultima annotazione, e possibile fornire la trascrizione delle lettere iniziali dei primi 3 righi: r. 1 οτιηδυοτιμω[; r. 2 ινομ αλ [ ; r. 3 αλλ (ex. gr. r. 1: δτι ή δύο τιμω[; r. 2: ιν (ιν' ?) ό μή άλλ- vel άληθ-). MARCO STROPPA

2

P.Oxy. XVII 2087 1 , col. II 42-44 = CPF 1.1* 24.35T [=> III: Lexica]

sec. IP

Voce di lessico (Περί δικακκΰνηο fr. 84 R. = 7,1, 7,2, 7,4 G.)

άναριχ&θαι· το άντεχ[όμ(εν)ον]

TOIC

ποαν

[α]μα τακ χεροιν ά(να)βα[ίνειν] κ(αι) Άρκ:τοτέλ(η III: Lexica]

sec. II/IIP

Voce di lessico (ΉΑ. IX 615b)

μέροψ- είδ 2 n. 6)5. Evidentemente Aristotele vuole cosi creare im perfetto corrispettivo della situazione usuale, per cui i figli implumi restano nel nido, mentre i genitori vanno a cercare il cibo. Si noti infine che non necessariamente il riferimento dato al r. 22 "is mistaken both as to the treatise and the number of the book" (Hunt 1922, p. 161): esso si riferisce evidentemente a un assetto del corpus aristotelico diverso da quello della nostra tradizione manoscritta 6 . ELENA ESPOSITO

Anche da un punto di vista paleografico tali integrazioni appaiono adeguate: in questo papiro infatti i righi conservati per intero (comprensivi del lemma) mostrano un'oscillazione tra i 48 caratteri (fr. 3 col. II15) e i 56 (fr. 3 col. II 8). Nel nostro rigo fino a κ[ si contano 36 lettere. I participi proposti a colmare la lacuna, seguiti da πατέροκ ο simili, rientrerebbero in questi limiti ο Ii supererebbero di poco (con κ[αταμένονταο ένδον si aviebbero 58 caratteri). Si tenga presente inoltre, al riguardo, quanto osservato in => Aristophanes 12 n. 2.

5

* Sulla complicata e controversa questione della tradizione e sistemazione del corpus aristotelico cfr. selettivamente Keaney 1963, pp. 52-58; Louis 1964, pp. VII-VIII, XVIII-XX; Düring 1966, in particolare pp. 506-510 (pp. 569-574, ed. it.); Lord 1986, pp. 152-157, con bibliografia.

4

P.Oxy. XV 1802, fr. 3 col. III 4 = CPF 1.1* 24.34T [=> III: Lexica]

sec. II/IIP

Voce di Lessico (HA. IX 627b 31-628b 30)

μήτραι- είδοο μελι 3): del tutto plausibile, dunque, l'integrazione di Hunt. Un significativo parallelo, privo di ulteriori riscontri nella tradizione lessicografica si trova in Hsch. μ 1291 L. μήτρα - είδοο οφηκόο. Per il tipo generico di nota ενδοο + genitivo cfr. anche => Aristophanes 9, p. 74. ELENA ESPOSITO

1 Le oscillazioni nella designazione di quest'opera sono strettamente interdipendenti dalla complessa storia della tradizione del corpus aristotelico (cfr. = > 3 n . 6).

5

P.Oxy. X V I I 2 0 8 7 , col. II 6 - 1 0

sec. IIP

= C P F 1.1* 2 4 . 4 5 T [=> III: L e x i c a ] Voce di lessico ( R e s p . A t h . 54, 2)

6

[άδικίο]υ· Άριοτοτέλ(ηο) έν τη Π[ο]λιτείςι, τ(ών) [

[

]

]ιτ(ων) [ο]ί δικαοται κλοπήν μ(έν) ή δω-

ρ[οδω]κίαν δεκαπλώ κ(ατα)κρ[ίν]ουα, εί δ(Έ) (TIC) αλλαχ άδικηοειεν άπλο(ΰν) αύτφ τι10

μώνταν, δ καλείται άδικίου.

6 αρκτοτε λ τ pap. [ traccia discendente sul rigo di base compatibile con υ meglio che con i, escluso α ] minima traccia puntiforme sotto il rigo di base 7 τ pap. μ pap. 8 i< pap. δ' pap. 9 η sembra ripassato su un precedente ο απλο' pap. 6 [άδικίο]υ Hunt 1927 in comm. εν [Α]θ(ηναιων) Πολιτεία τ(ην ?) Hunt 1927 : έν [Α]θ(ηναίων) Πολιτείςι τ(όν) [κακ(άκ)] Naoumides 1961 : έν ττ) Π[ο]λιτείςι τ(ών) Ά[θηναί(ων)] AndorliniLinguiti 1989 7 [ ] τ(ην) Hunt 1927 : όφξαν]τ(α) Naoumides 1961 : [το]ύτ(ων) AndorliniLinguiti 1989 dub. [oji Naoumides 1961 : [ε]ί Hunt 1927 8 ]), 2 2 . 4 - 7 (fr. IIb [χ]) 1 . II fr. I

conserva in realtä anche una parte dell'altra metä del bifoglio: si vede la piegatura mediana e il margine interno delle due pagine, con resti di testo troppo esigui per consentire una sicura identificazione con parti giä note, per cui e impossibile dire se questo foglio cosi malridotto precedesse ο seguisse, nel codice, il foglio connesso. Da un confronto diretto tra il fr. I e il fr. II risulta con sufficiente evidenza che il fr. II non appartiene alio stesso bifoglio del fr. I: le rispettive facce perfibrali, in effetti, non mostrano nessuna somiglianza nella struttura delle fibre all'interno di quello che dovrebbe essere, nell'ipotesi, un unico kollema. Le dimensioni dello specchio di scrittura nelle singole pagine sono ricostruibili in cm 11 ca. per la larghezza e in cm 19 per l'altezza; il margine interno (visibile nel fr. I) misura cm 1,3, quello esterno (visibile nel fr. II) almeno cm 4,5, quello inferiore (ugualmente visibile nel fr. II) misura cm 5 ca. II margine superiore e andato perduto con i righi iniziali di ogni pagina in entrambi i frammenti. Dall'autopsia deH'originale e emerso che sul fr. II έ stato eseguito un restauro antico; kolleseis "regolari" sono ben visibili in Ib (—») a circa cm 3,5 a destra dal bordo di frattura e in IIa (—>) a circa cm. 4,5 dal margine; invece una kollesis anomala e ben visibile in IIa (—>) e IIb (|): il margine esterno del foglio e stato dunque rinforzato con una striscia di papiro, le cui fibre sono disposte perpendicolarmente al foglio stesso: verticali dalla parte di IIa, orizzontali dalla parte di IIb. La striscia e incollata sopra il lato b (X)2. La scrittura, di tipo rotondo e non costante, ä databile al IV sec. d.C. 3 : omicron 1 Dal controllo autoptico eseguito da G. Bastianini, F. Montanari e M. Stroppa con l'aiuto di una lampada a raggi ultraviolett! risulta che il r. 25 έ l'ultimo della pagina sia nel fr. IIa sia nel fr. IIb: al di sotto si trova il margine inferiore che reca sporadiche tracce di inchiostro che sembrano impronte ο macchie casuali, non scrittura.

II caso di questo codice aristotelico e dunque da aggiungere alia trattazione di Puglia 1997 (part. pp. 57-61 per le modalitä di restauro). 2

Per la datazione έ utile un confronto con P.Köln III 134, Omero, lliade (cfr. Cavallo-Maehler 1987, pl. 9b) e P.Cair.Isid. 2, dichiarazione di Aurelio Pancrazio, del 298 p ; cfr. inoltre P.Berol. inv. 5026 = PGM I 2, pp. 18-30 (riproduzione parziale in Preisendanz 1928, Abb. I; riproduzione del papiro intero in Merkelbach-Totti 1990, Taf. 1). Mi sembra opportuno escludere una datazione della scrittura al II sec. d.C., c o m e suggerito da Blass, Diels e Chambers, che propone come paral-

3

Aristoteles - Schede

26 7

talvolta piccoli, ρ con occhiello grande e asta verticale che scende sotto il rigo, α con sacca grande e occhiello piccolo in alto, κ in due movimenti, in cui la parte superiore destra e tracciata in legatura con l'asta verticale. Secondo Chambers 1967, p. 62, nei margini esterni sarebbero presenti tracce di marginalia ormai illeggibili4. Dall'indagine autoptica non risulta la presenza di scolii, nemmeno sottoponendo il papiro alia luce di una lampada a raggi ultravioletti, per far risaltare la presenza di inchiostro; le tracce di inchiostro non sono resti di scolii svaniti, ma semplici sbavature ο impronte lasciate dal contatto con altri fogli. MARCO STROPPA

* * *

P.Hib. II 172 (MP3 2129; LDAB 3535), col. V 2 (sec. III3) [=> III: Lexica] II composto καλλίτεκνοο, 'dai bei figli', ä originariamente epiteto di Latona, Niobe e quindi anche di Artemide, Apollo e delle Nereidi5 ed έ attestato prima del III sec. a.C. - epoca in cui si data P.Hib. II 172 - nel solo Aristotele (fr. 672 R. = Τ 1, p. 24 G. ευνέγραψε (seil. Aristoteles)... έλεγεΐα ών άρχή "καλλιτέκνου μητρίκ θύγατερ")· Poiche il nostra repertorio attinge alia poesia epica, lirica e tragica e del tutto improbabile che la fonte sia Aristotele: egli, piuttosto, avrä ripreso un poetismo giä in uso6. ELENA ESPOSITO

* * *

P.Lond.Lit. 164 (MP 3 157.2 = Pack 2 1501; LDAB 390) (sec. I I - I I I P ) II frammento di rotolo conserva due colonne di scrittura, il cui testo e stato identificato da Roselli 1979a, pp. 13-16, come l'epitome di HA. II 169-177

leli P.Lond.Lit. 132 (Iperide) = Roberts 1956, nr. 13b, e identifica erroneamente la scrittura con una informale rotonda. 4 Cfr. anche Rhodes 1981, p. 3. 5 Cfr. Habicht 1996, p. 159. 6 Di parere opposto έ Habicht 1996, p. 157 n. 4: "vermutlich von dort [sei/. Aristoteles] ist das Wort in das auf einem Papyrus bewahrte poetische Onomastikon des dritten vorchristlichen Jahrhunderts, PHib. 2, 172, 105, eingegangen".

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Aristoteles - Schede

scritta da Aristofane di Bisanzio: cfr. CPF 1.1* 24.36T. L'opera di Aristofane testimonia l'interesse per gli scritti di argomento zoologico di Aristotele, cui hanno attinto frequentemente gli autori di opere esegetiche (cfr. p. 244). MARCO STROPPA

* * *

P.Oxy. XXXV 2744 (MP3 2865.1; LDAB 4824) (sec. UP) II testo presenta alcune caratteristiche dei commentari sia per l'impostazione editoriale sia per il contenuto. Sono citati infatti brani di opere diverse di Aristotele: HA. 578a 32-b 5, a col. I 1-11, HA. 559a 12-14, a col. I 37-II 3 (entrambe le citazioni sono riprese in CPF 1.1* 24.31T) e Problemata Inedita II 153 a col. II 24-36 (= CPF 1.1* 24.40T). Se per le citazioni riportate nella seconda colonna abbiamo l'evidenza che siano in ekthesis, non ä sicuro che la citazione che compare alia prima colonna lo fosse, poiche il margine sinistro non e conservato. Inoltre il brano da HA. 578 precede quello da 559: sembra perciö da escludere che l'oggetto principale dell'esegesi sia un'opera di Aristotele e anzi risulta verisimile che il filosofo sia citato come testo parallelo per corroborare le spiegazioni fornite daH'autore. La stessa funzione sembrano avere anche le altre citazioni di Aristofane, Dinarco e Ameria7 riportate nel testo, nessuna delle quali h in ekthesis. Dalla porzione di testo superstite non risulta chiaro neppure l'argomento trattato; si parla genericamente di animali e Luppe 1970, pp. 39-40, ipotizza, seguito da Roselli 1979b, pp. 10-11, che i lemmi possano essere χλοΰνηο (?), τέτριξ e βολαΐα e che l'autore possa essere Didimo. έ quindi difficile formulare ipotesi su quale sia l'autore commentato e anche su quale argomento sia affrontato dall'esegeta. Considerando l'esiguitä del testo sopravvissuto, anche il tipo di opera esegetica potrebbe non essere un commentario, ma un trattato. MARCO STROPPA

7

Sulla citazione di Ameria nel papiro cfr. Valente 2005, pp. 284-285.

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**•

P.Oxy. XLVII 3320 (MP3 2592.1; LDAB 4814) (sec. IP) II frammento di rotolo contiene i resti di due colonne; il testo presenta somiglianze con Aristotele, Analytica Priora A 33 (47b 29 ss.), ma nell'editio priticeps si afferma esplicitamente che il frammento non appartiene all'opera aristotelica. L'editore specifica inoltre che e improbabile che il rotolo da cui proviene questo frammento contenesse un commentario. L'ipotesi piü concreta e che il testo appartenga agli Analytica Priora scritti da Teofrasto ο Eudemo, entrambi perduti, che pare riprendessero da vicino 1'opera di Aristotele. M A R C O STROPPA

* * *

P.Oxy. inv. 2B 76/F (8-11) = CPF 1.1* 24.9 (MP 3 163.1; LDAB 401) (IVP) 11 papiro, ancora inedito, e stato oggetto di parziale edizione da parte di Chambers 1971, p. 43. Alcune considerazioni sul testo e alcune ipotesi sulle caratteristiche di questo testimone della Respublica Atheniensium sono formulate da Montanari 1993, pp. 11-14: potrebbe trattarsi della citazione ο della parafrasi del passo aristotelico Resp. Ath. 7, 3 all'interno di una trattazione esegetica (forse anche di un commentario), ma alio stato attuale delle conoscenze non § possibile trovare conferma a queste ipotesi. M A R C O STROPPA

AUTOCODES 1

P.Oxy. XV 1802, fr. 3 col. III 8-9 Voce di lessico

μιάττωρ- ό είδαχ έαυτόν μή καθαρόν αϊματο[ε δει και μιαίνων. Αύτοκλείδηο έν τω έπιγρ [ 8

il lemma e in ekthesis di ca. tie lettere

μιατηρ pap.

dopo μικτηρ spazio bianco

8 μια(τωρ Hunt 1922 : μιεοτήρ Jacoby (FGrHist 353 F 6 ) : μιαοτηρ ? LSJ add. s.v. οαματο[ 7 (?) (Mitte des 3.Jh., = SH 991), eine Liste poetischer Composita aus epischer, chorlyrischer und tragischer Dichtung; vier dieser Composita finden sich sonst einzig bei Bakchylides, sind also höchst wahrscheinlich vom Kompilator dieser Liste aus den in Alexandria verfügbaren Liedern entnommen worden. Auch die Edition seiner Dichtungen ist aller Wahrscheinlichkeit nach im 3.Jh.v.Chr. vorgenommen worden. Dazu gehörte die Kolometrie, d.h. die Abteilung der Texte in Strophen, Triaden und kurze Verse (kola) auf der Grundlage der metrischen Responsionen und der regelmäßig an gleicher Stelle innerhalb

274

Bacchylides

des metrischen Schemas wiederkehrenden Satz- und Wort- (oder Wortgruppen-) Enden. Diese Umstellung in der Darbietung der LyrikerTexte und der chorlyrischen Passagen des attischen Dramas, die noch bis zur Mitte des 3.Jh.v.Chr. in Lesetexten in langen Zeilen wie Prosa geschrieben worden waren, geht auf Aristophanes von Byzanz (ca. 260-180 v.Chr.) zurück. Er hat auch Pindars Dichtungen auf 17 Buchrollen verteilt: δ]ιηρηται δε αύτ[ο]ΰ (seil. Pindars) τ[ά ποιήματα ύπ' Άρκτοφάν]ουο eic βιβλία~ϊζ (P.Oxy. XXVI 2438, 35-36); das setzt eine kritische Edition voraus. Man kann daher annehmen, dass die kritische Ausgabe der Dichtungen des Bakchylides ebenfalls von ihm besorgt wurde, denn ihre Textanordnung, Kolometrie und Ausstattung mit Lesezeichen (Paragraphos, Koronis usw.) in den Papyri entspricht der Ausstattung der kritischen Ausgaben des Pindar-Textes in Papyri der Kaiserzeit. Auch die Kommentierung der Lieder des Bakchylides hat in hellenistischer Zeit begonnen. Ein Kommentar zu den Epinikien ist zwar erst für Didymos bezeugt (Amm. De voc. diff. 333 Ν. Δίδυμοο ... έν ύπομνήματι Βακχυλίδου έπινίκων; das Zitat daraus bei Ammonios bezieht sich anscheinend auf Bacchyl. 13,123), aber Didymos hat vor allem die Kommentare seiner Vorgänger ausgewertet. Vermutlich hat er auch andere Bücher des Bakchylides kommentiert; dann wäre es nicht unmöglich, dass er auch der Verfasser des Hypomnema ist, aus dem ein Stück in P.Oxy. XXIII 2368 => 4 erhalten ist1. Die dort geführte Diskussion um die Klassifizierung eines Liedes mit dem Titel 'Kassandra' (s. oben) könnte durchaus von Didymos stammen, der auch eine Schrift Περι λυρικών ποιητών verfasst und darin Fragen der Klassifizierung erörtert hat2. Von ganz anderer Art ist dagegen das andere Hypomnema, von dem Fragmente auf Papyrus erhalten sind, P.Oxy. XXIII 2367 => 1. Es enthält, soweit man sehen kann, nur einfache Worterklärungen und Paraphrasen auf einem recht bescheidenen Niveau; ein Verfasser lässt sich nicht benennen. Ebenso wenig lassen sich die Quellen der Randnotizen in anderen Bakchylides-Papyri (=> 2, 5 und 6) oder der Verfasser des Prosatextes BKTIX 187 => 3 benennen; auch die Identität des Ptolemaios, der in einer Randnotiz zu P.Oxy. XI1361 (=> 6) Fr. 4 (= Bacchyl. Fr. 20A, 19) zitiert wird, bleibt ungewiss3. HERWIG MAEHLER

1 2 3

Das hat Pfeiffer 1968, 222 vermutet. Vgl. Pfeiffer 1968, 277. Vgl. Maehler 1982, 33-34.

1

P.Oxy. XXIII 2367

sec. I / I P

Kommentar zu Bakchylides' Epinikien Prov.: Oxyrhynchus. Cons.: Oxford, Sackler Library, Papyrology Rooms. Edd.:

LOBEL 1 9 5 6 , 4 1 - 5 0 ; SNELL-MAEHLER 1 9 7 0 , 1 2 2 - 1 2 7 ( P a p . M ) ; MAEHLER 1 9 9 7 , 1 2 2 -

123; MAEHLER 2003,118-119. Tab.: P.Oxy. XXIII (= LOBEL 1956), VIII. Comm.:

M P 3 182; L D A B 4 3 9

SNELL-MAEHLER 1 9 7 0 , X I V - X V ; IRIGOIN 1 9 9 3 ,

XXXIV;

MAEHLER 1 9 8 2 , 1 , 3 3 , 4 2 - 4 3 ; MAEHLER 2 0 0 4 , 2 7 , 3 0 , 9 5 , 1 0 4 .

Erhalten sind 34 zum Teil sehr kleine Fragmente einer Rolle, deren Vorderseite einen von mehreren Händen geschriebenen Urkundentext trägt. Die Rückseite ( i ) enthält, soweit erkennbar, Reste eines Kommentars zu Bakchylides' Epinikien. Die Fragmente 1-7 lassen sich mit Sicherheit auf Stellen der Epinikien 3-5 beziehen, Fr. 8 nimmt anscheinend auf c. 5, 80 Bezug, Fr. 25 möglicherweise auf c. 13, 62-64; die übrigen lassen keinen sicheren Bezug erkennen. Die größeren Stücke machen den Eindruck eines recht anspruchslosen Kommentars, der überwiegend aus Worterklärung und einfacher Paraphrase auf einem sehr bescheidenen Niveau besteht. Lobel 1956, 41, hat die Schrift in des späte 1. oder die erste Hälfte des 2.Jh.n.Chr. datiert.

Fr. 1 (ad c. 3, 63-65)

] Έλλ[άδ ]cKa[ χρ]υ: Pap. 12 [ Anfang eines Querstrichs (τ ?) 13 [ Spur eines runden Buchstabens 3 suppl. Lobel 4 suppl. Lloyd-Jones λον Maehler) 11 suppl. Maehler

6 suppl. Maehler

7-10 suppl. Lobel (άει, μάλ-

... in den Tag hinein lebend ... suche das Mögliche ... weil [das Leben (?)] kurze Zeit währt ... die geflügelte [Hoffnung] verdirbt das Denken [der Menschen]; es hoffen nämlich die Menschen auf [immer noch mehr (?)] Reichtum, und dass sie bekommen, [was sie nicht haben (?)] ...

Fr. 4 (ad c. 3, 83-87)

5

εΰφ]ρα[ι]νέ οου τον θυμόν · τοΰτο γ]άρ παντίκ κέρδουο το αρκτόν] έοτ[ι]ν φρονέοντιουνετ]ά· έαυτώι ? ευνετά φρονοΰ]ντι α λέ-

10

γειν coi, Ίέρων, βούλο]μαι · βαθίχ: ? ]τον δυ ] φη(αν) άνε]ι το ϋδωρ άει γ]άρ μένει καθαρόν ?

] θη ]ν ].

4 εαυ >: Pap. 1-3 suppl. Lobel

8 φη" Pap.

13 ] >: Pap.

5-6 suppl. Maehler

10-11 suppl. Maehler

... erfreue dein [Herz,] denn [das] ist von allem [Gewinn der beste. Dem Nachdenkenden Verständliches:] was dir selbst [verständlich ist, wenn du bedenkst,] was ich [dir, Hieron,] sagen will. Tief ... schwer [zu ersteigen (?)] ... das Wasser [... immer (?)] nämlich bleibt [es rein (?)] ...

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Bacchylid.es

1

Fr. 5 (ad c. 4,10)

5

του]τέ