Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 9781407354026, 9781407355665

La carta archeologica del territorio comunale di Poggiardo si propone a compendio delle ricerche condotte negli ultimi t

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)
 9781407354026, 9781407355665

Table of contents :
Front Cover
Title Page
Copyright
Opening Quotations
Ringraziamenti
Sommario
Lista delle figure
Lista dei grafici
Lista delle tabelle
Presentazione
Premessa
Abbreviazioni
Riassunto
Abstract
I. Storia della ricerca archeologica a Vaste
II. Inquadramento metodologico della ricerca
III. Schede
IV. La documentazione numismatica
V. La documentazione epigrafica
VI. Fasi di occupazione dell’insediamento
VII. Nota conclusiva
Concluding note
Bibliografia (a cura di G. Mastronuzzi)
Appendice I. Il DTM -- Modello Digitale del Terreno -- per la carta archeologica di Vaste
Appendice IIElenco generale dei siti - dati quantitativi
Appendice II. Elenco generale dei siti - dati quantitativi

Citation preview

2019

‘This work will be an extremely useful tool for many Italian and international researchers, helping to outline some basic categories for the analysis of the historical development of the territory of Vaste.’ Prof. Roberto Perna, Università di Macerata Giovanni Mastronuzzi è professore associato di Archeologia Classica presso l’Università del Salento. Dirige gli scavi nei siti di Vaste e Giuggianello. Fabrizio Ghio è architetto e archeologo; è Cultore della Materia: Archeologia Classica. E’ membro del comitato scientifico del Museo “Palazzo Taurino - Medieval Jewish Lecce” ed è componente in diverse Commissioni Locali per il Paesaggio. Valeria Melissano è Capo Area Coordinamento Laboratori, Musei e Servizi Tecnici e Responsabile tecnico-scientifico del Laboratorio di Archeologia Classica del Dipartimento di Beni Culturali (Università del Salento). Si occupa dell’analisi della ceramica antica, con specifica attenzione alle metodologie di classificazione.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo

‘This book greatly enriches the wealth of knowledge on the site of Vaste, and has the merit of presenting, in an organic and exhaustive way, the research conducted over the years in this area. This is not just a simple catalogue, but a well-structured and rich synthesis on settlement dynamics on the site and its territory.’ Prof. Giuseppe Ceraudo, Università del Salento

MASTRONUZZI ET AL.

This archaeological map of the municipal territory of Poggiardo is intended as a compendium of the research conducted over the last thirty years by University of Salento in cooperation with Italian and international research institutions. The aims of the project include the recovery, analysis and enhancement of earlier data and an updating of these data with more recent discoveries; all of these have been collected and shown in graphic and cartographic form, to facilitate the outlining of a diachronic picture of the ancient settlement and of its surrounding territory. This study has been devised in such a way as to make it useful not only for scholars, but also as a support for the local municipalities in establishing the guidelines for urban growth and the development of the territory, taking into consideration the preservation of Cultural Heritage and the environment and landscape. The development of this publication has been realised under the auspices of the Laboratory of Classical Archaeology (Department of Cultural Heritage, Università del Salento).

2019

La carta archeologica del territorio comunale di Poggiardo si propone a compendio delle ricerche condotte negli ultimi trent’anni dall’Università del Salento in collaborazione con enti di ricerca italiani e stranieri. In questa occasione si raccolgono, condensano e restituiscono, anche in forma grafica/cartografica, le conoscenze acquisite fino ad oggi, tratteggiando un quadro conoscitivo diacronico del centro antico di Vaste e del territorio ad esso circostante. Obiettivo è la realizzazione di un prodotto utile non solo per gli studiosi, ma anche e soprattutto per coloro i quali, amministratori locali in primis, hanno il dovere e l’onere di pianificare e di dettare le linee guida per la crescita urbana e lo sviluppo del proprio territorio, in un’ottica di compatibilità con la progettazione, il restauro e la conservazione del paesaggio, dell’ambiente e del patrimonio culturale. Il volume è stato realizzato nell’ambito del laboratorio di Archeologia Classica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.

BAR S2939

B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 3 9

B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 3 9

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Autori contribuenti: Giovanni Boffa, Luigi Coluccia, Amedeo Galati, Barbara Spigola, Giacomo Vizzino.

G I O VA N N I M A S T R O N U Z Z I , F A B R I Z I O G H I O E VA L E R I A M E L I S S A N O

2019

B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 3 9

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) G I O VA N N I M A S T R O N U Z Z I , F A B R I Z I O G H I O E VA L E R I A M E L I S S A N O

2019

Published in by BAR Publishing, Oxford BAR International Series Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) paperback e-for mat DOI https://doi.org/10.30861/9781407354026 A catalogue record for this book is available from the British Library

© Giovanni Mastronuzzi, Fabrizio Ghio and Valeria Melissano Veduta aerea della chiesa paleocristiana nel Fondo Giuliano (foto G. Vizzino). The Authors’ moral rights under the UK Copyright, Designs and Patents Act are hereby expressly asserted. All rights reserved. No part of this work may be copied, reproduced, stored, sold, distributed, scanned, saved in any form of digital format or transmitted in any form digitally, without the written permission of the Publisher.

BAR titles are available from: BAR Publishing Banbury Rd, Oxford, [email protected] + ( ) + ( ) www.barpublishing.com

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…I close my eyes, and think of home Another city goes by, in the night… Adrian Frederik Smith, Wasted Years, 1986

…Anche le città credono di essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda… Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

Ringraziamenti Tutte le riproduzioni fotografiche, ove non sia diversamente specificato, appartengono all’archivio del Laboratorio di Archeologia Classica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento: un sentito ringraziamento per la liberalità nel concedere l’accesso alla documentazione va al prof. Francesco D’Andria. Rivolgiamo un sincero ringraziamento al prof. Pasquale Rosafio per il supporto nella lettura dell’iscrizione C1 e al dott. Corrado Notario per il supporto tecnico. Le illustrazioni alle figg. 92, 99, 105, 106 sono state ideate da Francesco D’Andria e realizzate dallo studio InkLink - Firenze; sono edite in D’Andria 2019, pp. 35, 65, 68, 77. Illustrazioni alle figg. 2, 57, 67, 110 e 111 su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto (prot. nn. 13228 del 09/07/2018, 576 del 09/01/2019). La cartografia si deve all’arch. Fabrizio Ghio; i modelli digitali del terreno (DTM) sono stati elaborati dal dott. Giacomo Vizzino. I disegni dei reperti ceramici si devono a Fabiola Malinconico (Laboratorio di Disegno dei Materiali, Dipartimento di Beni Culturali - Università del Salento), quelli dei manufatti lapidei sono di Fabrizio Ghio. Restauro dei reperti: Gianluigi Mancino (Laboratorio di Restauro, Dipartimento di Beni Culturali - Università del Salento). Versione inglese dell’abstract e del capitolo VII a cura di Patricia Salomone B.A., Malta - email: [email protected].

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Sommario Lista delle figure ............................................................................................................................................................... xii Lista dei grafici ............................................................................................................................................................... xvii Lista delle tabelle........................................................................................................................................................... xviii Presentazione ................................................................................................................................................................... xix Francesco D’Andria Premessa .......................................................................................................................................................................... xxi Giovanni Mastronuzzi Abbreviazioni ................................................................................................................................................................ xxiii Riassunto........................................................................................................................................................................ xxiv Abstract........................................................................................................................................................................... xxv I Storia della ricerca archeologica a Vaste ....................................................................................................................... 1 Giovanni Mastronuzzi II Inquadramento metodologico della ricerca ................................................................................................................11 Fabrizio Ghio III Schede .......................................................................................................................................................................... 19 1 a, b, c, d, e, f ............................................................................................................................................................... 19 Contrada Li Reali ..................................................................................................................................................... 19 a, b, c, d - Aree di frr. fittili .................................................................................................................................. 19 e - Tracce di frequentazione, struttura muraria .................................................................................................... 19 f - Grotta, tracce di frequentazione ...................................................................................................................... 19 2 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 19 Contrada La Grande ................................................................................................................................................. 19 3 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 22 Località La Pezza ..................................................................................................................................................... 22 4 - Area di frr. fittili, asse stradale ................................................................................................................................. 22 Masseria Galati ......................................................................................................................................................... 22 5 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 22 Serra di Poggiardo .................................................................................................................................................... 22 6 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 22 Serra di Poggiardo .................................................................................................................................................... 22 7 a, b .............................................................................................................................................................................. 26 Fondo Padulella ........................................................................................................................................................ 26 a - Necropoli ........................................................................................................................................................ 26 b - Manufatti lapidei - iscrizioni .......................................................................................................................... 26 8 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 26 Località SS. Stefani .................................................................................................................................................. 26 9 - Area di frr. fittili ....................................................................................................................................................... 26 Casino Colafati ......................................................................................................................................................... 26 10 - Tombe .................................................................................................................................................................... 28 Fondo Giardino Grande ............................................................................................................................................ 28 11 a, b ............................................................................................................................................................................ 28 a - Tracce di frequentazione ................................................................................................................................ 28 Strada vicinale Le Melliche...................................................................................................................................... 28 b - Area di frr. fittili.............................................................................................................................................. 28

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 28 12 - Cinta muraria, Tratto VIII ...................................................................................................................................... 28 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 28 13 - Chiesa rupestre....................................................................................................................................................... 32 Poggiardo - via Don G. Minzoni .............................................................................................................................. 32 14 - Tombe, frr. fittili ..................................................................................................................................................... 32 Poggiardo - via F. Filzi ............................................................................................................................................. 32 15 - Tombe .................................................................................................................................................................... 32 Poggiardo - via Casicalvi ......................................................................................................................................... 32 16 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 33 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 33 17 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 33 Fondo Aia - Masseria Guarini .................................................................................................................................. 33 18 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 33 Fondo Aia - Masseria Trappeto ................................................................................................................................ 33 19 - Area di frr. fittili, tracce di frequentazione ............................................................................................................. 34 Poggiardo - piazza G. Casciaro ................................................................................................................................ 34 20 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 34 Poggiardo - via Monte Li Gatti ................................................................................................................................ 34 21 - Cinta muraria, Porta Ovest, asse stradale .............................................................................................................. 34 Fondo Monte Li Gatti ............................................................................................................................................... 34 22 a, b ............................................................................................................................................................................ 34 a - Cinta muraria, Tratto VII ................................................................................................................................ 34 Fondo Cisterna ......................................................................................................................................................... 34 b - Manufatti lapidei ............................................................................................................................................ 35 Fondo Monte Li Gatti ............................................................................................................................................... 35 23 - Tracce di frequentazione ........................................................................................................................................ 35 Fondo Cisterna ......................................................................................................................................................... 35 24 - Abitato, assi stradali, tracce di frequentazione ...................................................................................................... 38 Fondo Cisterna ......................................................................................................................................................... 38 25 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 39 Fondi Cisterna e Melliche ........................................................................................................................................ 39 26 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 39 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 39 27 - Abitato, asse stradale.............................................................................................................................................. 39 Vaste - via Quinto Ennio .......................................................................................................................................... 39 28 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 39 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 39 29 - Area di frr. fittili, struttura muraria ........................................................................................................................ 39 Strada vicinale Lago Mandriano .............................................................................................................................. 39 30 - Area di frr. fittili, struttura muraria, asse stradale .................................................................................................. 41 Località SS. Stefani .................................................................................................................................................. 41 31 a, b ............................................................................................................................................................................ 41 Fondo Vigna Vecchia ................................................................................................................................................ 41 a - Asse stradale ................................................................................................................................................... 41 b - Tomba ............................................................................................................................................................. 41 32 - Cinta muraria, Porta Nord...................................................................................................................................... 41 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 41 33 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 42 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 42 34 - Cinta muraria, Tratto I ........................................................................................................................................... 42 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 42 35 a, b, c ........................................................................................................................................................................ 46 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 46 a - Asse stradale ................................................................................................................................................... 46 b - Luogo di culto ................................................................................................................................................ 46 c - Necropoli ........................................................................................................................................................ 46 36 - Manufatti lapidei - iscrizioni.................................................................................................................................. 47 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 47

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Sommario 37 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 47 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 47 38 a, b, c ........................................................................................................................................................................ 48 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 48 a - Cinta muraria, Porta Nord-Est, asse stradale .................................................................................................. 48 b - Tombe ............................................................................................................................................................. 48 c - Manufatti lapidei ............................................................................................................................................ 49 39 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 53 Fondo Pozzo ............................................................................................................................................................. 53 40 a, b ............................................................................................................................................................................ 53 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 53 a - Luogo di culto, asse stradale .......................................................................................................................... 53 b - Tomba ............................................................................................................................................................. 53 41 - Luogo di culto ........................................................................................................................................................ 53 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 53 42 - Cinta muraria, Tratto II .......................................................................................................................................... 54 Fondi Pozzo e Pirazzo .............................................................................................................................................. 54 43 a, b, c ........................................................................................................................................................................ 57 Fondi Pozzo e Pizzinaghe......................................................................................................................................... 57 a - Cinta muraria, Porta Est, asse stradale ........................................................................................................... 57 b - Tomba ............................................................................................................................................................. 58 c - Manufatto lapideo........................................................................................................................................... 59 44 a, b ............................................................................................................................................................................ 60 Località SS. Stefani .................................................................................................................................................. 60 a - Asse stradale ................................................................................................................................................... 60 b - Insediamento rupestre .................................................................................................................................... 60 45 a, b ............................................................................................................................................................................ 60 Località SS. Stefani .................................................................................................................................................. 60 a - Chiesa rupestre ............................................................................................................................................... 60 b - Manufatti lapidei - iscrizioni .......................................................................................................................... 63 46 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 63 Fondo Padulella ........................................................................................................................................................ 63 47 - Dolmen................................................................................................................................................................... 63 Fondo Campina ........................................................................................................................................................ 63 48 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 63 Strada vicinale Crocicchie ........................................................................................................................................ 63 49 a, b, c, d .................................................................................................................................................................... 63 Fondo Giuliano ......................................................................................................................................................... 63 a - Fornace ........................................................................................................................................................... 63 b - Area di cava .................................................................................................................................................... 64 c - Chiese e cimitero ............................................................................................................................................ 64 d - Manufatti lapidei - iscrizione ......................................................................................................................... 66 50 - Area di cava ........................................................................................................................................................... 67 Masseria Stefano ...................................................................................................................................................... 67 51 - Ipogeo .................................................................................................................................................................... 67 Masseria Stefano ...................................................................................................................................................... 67 52 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 67 Strada vicinale Vaste – Cocumola ............................................................................................................................ 67 53 a, b ............................................................................................................................................................................ 68 Contrada S. Andrea................................................................................................................................................... 68 a, b - Aree di frr. fittili .......................................................................................................................................... 68 54 - Area di frr. fittili, tracce di frequentazione ............................................................................................................. 68 Poggiardo - via Monte Grappa ................................................................................................................................. 68 55 - Asse stradale, tracce di frequentazione .................................................................................................................. 68 Poggiardo - via Unità d’Italia ................................................................................................................................... 68 56 - Abitato.................................................................................................................................................................... 68 Fondo Noce .............................................................................................................................................................. 68 57 - Area di frr. fittili ..................................................................................................................................................... 68 Fondo Melliche ........................................................................................................................................................ 68

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 58 - Tracce di frequentazione ........................................................................................................................................ 72 Fondo Noce .............................................................................................................................................................. 72 59 a, b, c ........................................................................................................................................................................ 72 Località Il Piano ....................................................................................................................................................... 72 a - Ipogeo ............................................................................................................................................................. 72 b - Area di frr. fittili, buche di palo ...................................................................................................................... 72 c - Area di frr. fittili, manufatti lapidei................................................................................................................. 72 60 - Tombe .................................................................................................................................................................... 72 Poggiardo - Villa Episcopo....................................................................................................................................... 72 61 - Tombe .................................................................................................................................................................... 72 Poggiardo - via delle Gardenie ................................................................................................................................. 72 62 a, b ............................................................................................................................................................................ 73 Fondo Lucernara....................................................................................................................................................... 73 a - Fattoria............................................................................................................................................................ 73 b - Manufatti lapidei - iscrizione ......................................................................................................................... 73 63 - Cinta muraria, Tratto VI......................................................................................................................................... 73 Fondi Cici e Lucernara ............................................................................................................................................. 73 64 - Tracce di frequentazione ........................................................................................................................................ 75 Fondo Casino............................................................................................................................................................ 75 65 a, b ............................................................................................................................................................................ 75 Fondo S. Antonio - Asilo .......................................................................................................................................... 75 a - Abitato ............................................................................................................................................................ 75 b - Complesso funerario, asse stradale ................................................................................................................ 75 66 - Ipogeo .................................................................................................................................................................... 77 Fondo S. Antonio...................................................................................................................................................... 77 67 a, b, c ........................................................................................................................................................................ 77 Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio .......................................................................................................... 77 a - Abitato ............................................................................................................................................................ 77 b - Tesoretto ......................................................................................................................................................... 78 c - Tesserae lusoriae, tracce di frequentazione, iscrizione ................................................................................... 79 68 - Tomba .................................................................................................................................................................... 79 Fondo Spirito Santo .................................................................................................................................................. 79 69 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 79 Fondo Pozzo Stendardo ............................................................................................................................................ 79 70 a, b ............................................................................................................................................................................ 79 a - Area di cava .................................................................................................................................................... 79 Masseria Nuova ........................................................................................................................................................ 79 b - Manufatto lapideo .......................................................................................................................................... 80 Masseria Nuova - strada vicinale Cici...................................................................................................................... 80 71 - Abitato.................................................................................................................................................................... 80 Vaste - Fondo Cici .................................................................................................................................................... 80 72 a, b ............................................................................................................................................................................ 80 Strada vicinale Cici .................................................................................................................................................. 80 a - Area di frr. fittili .............................................................................................................................................. 80 b - Tombe ............................................................................................................................................................. 80 73 - Necropoli ............................................................................................................................................................... 80 Fondo Cupa .............................................................................................................................................................. 80 74 - Abitato, asse stradale.............................................................................................................................................. 81 Vaste - via E. De Amicis........................................................................................................................................... 81 75 - Tracce di frequentazione ........................................................................................................................................ 81 Fondo Casili ............................................................................................................................................................. 81 76 - Abitato.................................................................................................................................................................... 81 Fondo Gelsi .............................................................................................................................................................. 81 77 - Cinta muraria, Tratto III ......................................................................................................................................... 81 Fondo Pizzinaghe ..................................................................................................................................................... 81 78 - Fornace................................................................................................................................................................... 83 Vaste - via E. De Amicis........................................................................................................................................... 83 79 - Tombe .................................................................................................................................................................... 84 Vaste - via A. De Ferrariis ........................................................................................................................................ 84

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Sommario 80 - Abitato, tracce di frequentazione ........................................................................................................................... 85 Vaste - via G. Carluccio............................................................................................................................................ 85 81 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 85 Vaste - via SS. Stefani .............................................................................................................................................. 85 82 - Ipogeo delle Cariatidi............................................................................................................................................. 86 Fondo Maura ............................................................................................................................................................ 86 83 - Iscrizione................................................................................................................................................................ 86 Fondo Maura ............................................................................................................................................................ 86 84 - Tomba .................................................................................................................................................................... 86 Fondo Maura ............................................................................................................................................................ 86 85 - Necropoli, tracce di frequentazione ....................................................................................................................... 87 Chiesa della Confraternita ........................................................................................................................................ 87 86 - Abitato, fornaci, tracce di frequentazione .............................................................................................................. 88 Vaste - via G. D’Annunzio ....................................................................................................................................... 88 87 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 88 Vaste - via A. Manzoni ............................................................................................................................................. 88 88 - Abitato.................................................................................................................................................................... 88 Vaste - via SS. Martiri .............................................................................................................................................. 88 89 - Abitato.................................................................................................................................................................... 89 Vaste - via Altipiani .................................................................................................................................................. 89 90 a, b ............................................................................................................................................................................ 90 Vaste - via SS. Martiri .............................................................................................................................................. 90 a - Abitato, tracce di frequentazione .................................................................................................................... 90 b - Terme .............................................................................................................................................................. 90 91 - Tracce di frequentazione ........................................................................................................................................ 90 Vaste - via A. Manzoni ............................................................................................................................................. 90 92 - Manufatti lapidei .................................................................................................................................................... 90 Fondo Giardino Canne ............................................................................................................................................. 90 93 - Abitato.................................................................................................................................................................... 91 Via G. D’Annunzio................................................................................................................................................... 91 94 - Abitato, asse stradale.............................................................................................................................................. 91 Vaste - via Leonardo da Vinci .................................................................................................................................. 91 95 - Asse stradale .......................................................................................................................................................... 92 Vaste - via B. Brin .................................................................................................................................................... 92 96 - Asse stradale, tracce di frequentazione .................................................................................................................. 93 Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo .................................................................................................................... 93 97 a, b ............................................................................................................................................................................ 93 a - Luogo di culto ................................................................................................................................................ 93 Vaste - piazza Dante ................................................................................................................................................. 93 b - Abitato, tracce di frequentazione.................................................................................................................... 96 98 a, b ............................................................................................................................................................................ 96 Vaste - via Quarto ..................................................................................................................................................... 96 a - Abitato, asse stradale, tracce di frequentazione .............................................................................................. 96 b - Iscrizione ........................................................................................................................................................ 96 99 a, b, c, d .................................................................................................................................................................... 96 Vaste - via E. Toti ..................................................................................................................................................... 96 a - Tracce di frequentazione ................................................................................................................................ 96 b - Necropoli, asse stradale, tracce di frequentazione ......................................................................................... 97 c - Cinta muraria interna e porta .......................................................................................................................... 97 d - Abitato, fornaci ............................................................................................................................................... 97 100 a, b .......................................................................................................................................................................... 98 Vaste - via Isonzo ..................................................................................................................................................... 98 a - Muro ad aggere, abitato .................................................................................................................................. 98 b - Abitato, assi stradali, tracce di frequentazione ............................................................................................... 98 101 - Area di frr. fittili ................................................................................................................................................. 100 Fondo Pizzinaghe ................................................................................................................................................... 100 102 - Abitato, tracce di frequentazione ....................................................................................................................... 100 Vaste - via Sicilia .................................................................................................................................................... 100 103 a, b ........................................................................................................................................................................ 100

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Vaste - via Principe Umberto.................................................................................................................................. 100 a - Abitato, necropoli, tracce di frequentazione ................................................................................................. 100 b - Iscrizione ...................................................................................................................................................... 102 104 a, b ........................................................................................................................................................................ 102 Vaste - via Pola ....................................................................................................................................................... 102 a - Tracce di frequentazione .............................................................................................................................. 102 b - Abitato, deposito votivo ............................................................................................................................... 102 105 - Tracce di frequentazione .................................................................................................................................... 102 Vaste - via Molise ................................................................................................................................................... 102 106 a, b, c .................................................................................................................................................................... 103 Fondo Aia La Corte ................................................................................................................................................ 103 a - Tomba ........................................................................................................................................................... 103 b - Necropoli ...................................................................................................................................................... 103 c - Tracce di frequentazione .............................................................................................................................. 103 107 - Tomba ................................................................................................................................................................ 104 Vaste - via Pola ....................................................................................................................................................... 104 108 a, b ........................................................................................................................................................................ 104 Fondo Vigna ........................................................................................................................................................... 104 a - Abitato, tracce di frequentazione .................................................................................................................. 104 b - Tesoretto ....................................................................................................................................................... 104 109 - Area di cava ....................................................................................................................................................... 104 Fondo Pipa.............................................................................................................................................................. 104 110 - Area di frr. fittili ................................................................................................................................................. 104 Fondo Caggiole Piccole.......................................................................................................................................... 104 111 - Cinta muraria, tratto V ....................................................................................................................................... 105 Fondi Motta e Colagallo ......................................................................................................................................... 105 112 - Cinta muraria, tratto IV ...................................................................................................................................... 105 Vaste - via Molise ................................................................................................................................................... 105 113 - Cinta muraria, Porta Sud .................................................................................................................................... 105 Vaste - Fondo Colagallo ......................................................................................................................................... 105 114 - Necropoli............................................................................................................................................................ 105 Fondo Caggiole Piccole.......................................................................................................................................... 105 115 - Area di cava........................................................................................................................................................ 105 Fondo Calessa ........................................................................................................................................................ 105 116 - Tomba................................................................................................................................................................. 107 Fondo Divico .......................................................................................................................................................... 107 117 - Tomba................................................................................................................................................................. 107 Fondo Aia Lo Borda ............................................................................................................................................... 107 118 - Tomba................................................................................................................................................................. 107 Fondo Aia ............................................................................................................................................................... 107 IV La documentazione numismatica ............................................................................................................................ 109 Barbara Spigola 1. Inquadramento cronologico .................................................................................................................................... 109 2. Dalla fine del VI al terzo quarto del III sec. a.C...................................................................................................... 109 3. Dal terzo quarto del III alla metà del I sec. a.C....................................................................................................... 112 4. Dall’età imperiale al periodo bizantino ................................................................................................................... 115 5. Considerazioni conclusive ...................................................................................................................................... 117 V La documentazione epigrafica ...................................................................................................................................119 Giovanni Boffa, Giovanni Mastronuzzi 1. Documenti messapici (A)........................................................................................................................................ 119 A1-2 ........................................................................................................................................................................ 119 A3 ........................................................................................................................................................................... 119 A4 ........................................................................................................................................................................... 119 A5 ........................................................................................................................................................................... 121 2. Documenti greci (B)................................................................................................................................................ 121 B1 ........................................................................................................................................................................... 121 3. Documenti latini (C) ............................................................................................................................................... 122

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Sommario C1 ........................................................................................................................................................................... 124 C2 ........................................................................................................................................................................... 124 C3 ........................................................................................................................................................................... 124 4. Considerazioni......................................................................................................................................................... 124 VI Fasi di occupazione dell’insediamento.................................................................................................................... 127 1. Età del Bronzo (XIII - X sec. a.C.) ......................................................................................................................... 127 Giovanni Mastronuzzi 2. Età del Ferro (IX - VII sec. a.C.)............................................................................................................................. 127 Giovanni Mastronuzzi 3. Età arcaica (VI - prima metà del V sec. a.C.).......................................................................................................... 134 Giovanni Mastronuzzi 4. Età classica (seconda metà del V - prima metà del IV sec. a.C.) ............................................................................ 140 Giovanni Mastronuzzi 5. Età ellenistica (seconda metà del IV - III sec. a.C.) ................................................................................................ 144 Valeria Melissano 6. Età tardoellenistica (II - I sec. a.C.) ........................................................................................................................ 162 Giovanni Mastronuzzi 7. Prima e media età imperiale (I - III sec. d.C.) ......................................................................................................... 165 Giovanni Mastronuzzi 8. Tarda età imperiale (IV - VI sec. d.C.) .................................................................................................................... 170 Valeria Melissano 9. Età medievale (VII - XV secolo)............................................................................................................................. 176 Valeria Melissano, Fabrizio Ghio VII Nota conclusiva........................................................................................................................................................ 189 Giovanni Mastronuzzi Concluding note ............................................................................................................................................................. 191 Giovanni Mastronuzzi Bibliografia (a cura di G. Mastronuzzi) ....................................................................................................................... 193 Abbreviazioni .............................................................................................................................................................. 193 Bibliografia.................................................................................................................................................................. 193 Appendice I Il DTM - Modello Digitale del Terreno - per la carta archeologica di Vaste....................................... 201 Giacomo Vizzino Appendice II Elenco generale dei siti - dati quantitativi ............................................................................................ 205 Giovanni Mastronuzzi

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Lista delle figure Fig. 1. Iscrizione messapica: apografo di Antonio De Ferrariis; traslitterazione; traslitterazione ....................................... 2 Fig. 2. Fondo Aia La Corte (n. 106b): cratere protolucano a figure rosse del Pittore di Vaste ............................................ 2 Fig. 3. Località SS. Stefani (n. 45b): capitello con abaco decorato da rosette .................................................................... 2 Fig. 4. Fondo S. Antonio (n. 65a): campagne di scavo 1988 e 1990 ................................................................................... 2 Fig. 5. Fondo Melliche (n. 35a): asse stradale ..................................................................................................................... 3 Fig. 6. Fondo Melliche (n. 35c): operazioni di scavo della “Tomba dell’Atleta” con il prof. Francesco D’Andria ........... 3 Fig. 7. Fondo S. Antonio (n. 67): vedute del complesso abitativo....................................................................................... 4 Fig. 8. Fondo Melliche (n. 40a): luogo di culto messapico ................................................................................................. 5 Fig. 9. Vitigliano: sezioni del “Cisternale” .......................................................................................................................... 6 Fig. 10. Fondo Giuliano (n. 49): chiesa e cimitero paleocristiani........................................................................................ 7 Fig. 11. Piazza Dante (n. 97): operazioni di scavo presso la cavità n. 3 .............................................................................. 7 Fig. 12. Parco dei Guerrieri: sagoma in ferro posta sulla duna sovrapposta ai resti del tracciato murario messapico ........ 8 Fig. 13. Parco dei Guerrieri: cerimonia di inaugurazione .................................................................................................... 8 Fig. 14. Vaste: carta archeologica ...................................................................................................................................... 12 Fig. 15. Vaste: planimetria dell’abitato messapico ............................................................................................................ 13 Fig. 16. Vaste: pianta generale dell’insediamento.............................................................................................................. 14 Fig. 17. Territorio di Poggiardo e Vaste: quadro d’unione dei fogli che compongono la Carta Archeologica, sulla base della Carta Tecnica Regionale ........................................................................................................................... 15 F. 3bis ................................................................................................................................................................................. 20 F. 8...................................................................................................................................................................................... 21 F. 9...................................................................................................................................................................................... 23 F. 12.................................................................................................................................................................................... 24 F. 13.................................................................................................................................................................................... 25 F. 14.................................................................................................................................................................................... 27 F. 16.................................................................................................................................................................................... 29 F. 18.................................................................................................................................................................................... 30 Fig. 18. Fondo Melliche: cinta muraria, Tratto VIII (n. 12) .............................................................................................. 31 Fig. 19. Poggiardo, via Don G. Minzoni (n. 13): planimetria schematica della chiesa ipogeica di S. Maria degli Angeli................................................................................................................................................................................. 32 Fig. 20. Fondo Monte Li Gatti: cinta muraria (n. 21), Porta Ovest ................................................................................... 35 Fig. 21. Fondo Cisterna (n. 22a): cinta muraria, Tratto VII ............................................................................................... 36 Fig. 22. Fondo Monte Li Gatti (n. 22b): cippi in calcare ................................................................................................... 37 Fig. 23. Fondo Cisterna (n. 24): cisterne del IV-III sec. a.C .............................................................................................. 38 F. 19.................................................................................................................................................................................... 40

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Lista delle figure Fig. 24. Fondo Melliche (n. 32): cinta muraria, Porta Nord .............................................................................................. 42 Fig. 25. Fondo Melliche (n. 32): cinta muraria, Porta Nord .............................................................................................. 43 Fig. 26. Fondo Melliche (n. 33): asse stradale (da sud) ..................................................................................................... 44 Fig. 27. Fondo Melliche (n. 34): cinta muraria, Tratto I .................................................................................................... 45 Fig. 28. Fondo Melliche (n. 35b): dettagli del luogo di culto ............................................................................................ 47 Fig. 29. Fondo Melliche (n. 35c): necropoli ...................................................................................................................... 48 Fig. 30. Fondo Melliche (n. 38a): cinta muraria, Porta Nord-Est ...................................................................................... 49 Fig. 31. Fondo Melliche (n. 38a): cinta muraria, Porta Nord-Est ...................................................................................... 50 Fig. 32. Fondo Melliche (n. 38a-b): cinta muraria e tombe a fossa ................................................................................... 51 Fig. 33. Fondo Melliche (n. 38b): corredi delle tombe 1 e 2 ............................................................................................. 52 Fig. 34. Fondo Melliche (n. 40a): dettaglio del luogo di culto in fase di scavo ................................................................ 54 Fig. 35. Fondo Melliche (n. 41): planimetria generale del luogo di culto ......................................................................... 55 Fig. 36. Fondo Melliche (n. 41): sezioni dei depositi votivi di età arcaica e del pozzetto votivo di età ellenistica .......... 56 Fig. 37. Fondi Pozzo e Pirazzo (n. 42): cinta muraria, Tratto II ........................................................................................ 57 Fig. 38. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43a): cinta muraria, Porta Est ............................................................................... 58 Fig. 39. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43a): cinta muraria, Porta Est in corso di scavo ................................................... 59 Fig. 40. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43b): corredo della tomba ..................................................................................... 60 F. 20.................................................................................................................................................................................... 61 Fig. 41. Località SS. Stefani (n. 44b): insediamento rupestre ........................................................................................... 62 Fig. 42. Località SS. Stefani (n. 45a): chiesa rupestre ....................................................................................................... 62 Fig. 43. Fondo Giuliano (n. 49): planimetria generale ...................................................................................................... 65 Fig. 44. Fondo Giuliano (n. 49c): chiesa e cimitero .......................................................................................................... 66 Fig. 45. Fondo Giuliano (n. 49d): colonna messapica reimpiegata nella catacomba ........................................................ 67 F. 21.................................................................................................................................................................................... 69 F. 23.................................................................................................................................................................................... 70 F. 24.................................................................................................................................................................................... 71 Fig. 46. Fondi Cici e Lucernara (via delle Azalee - n. 63): cinta muraria, Tratto VI......................................................... 74 Fig. 47. Fondo S. Antonio - Asilo, propr. De Risi, Carluccio (n. 65): planimetria generale della fase messapica ............ 76 Fig. 48. Fondo S. Antonio - Asilo (n. 65b): scavi 1974 ..................................................................................................... 77 Fig. 49. Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio (n. 67a): veduta da sud-est ........................................................... 78 Fig. 50. Fondo S. Antonio - Asilo (n. 67b): rinvenimento e prime operazioni di restauro del tesoretto ........................... 79 Fig. 51. Masseria Nuova (n. 70a): area di cava ................................................................................................................. 80 F. 25.................................................................................................................................................................................... 82 Fig. 52. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III e dettagli del saggio 1 .......................................................... 83 Fig. 53. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III, saggi ................................................................................... 84 Fig. 54. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III, saggi 3 e 5 (dettaglio del III periodo) ................................. 85 Fig. 55. Fondo Maura (n. 82): Ipogeo delle Cariatidi e dettaglio degli elementi scultorei esposti nel Museo Provinciale di Lecce “S. Castromediano” .......................................................................................................................... 87

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fig. 56. Fondo Maura (n. 84): corredo della tomba del Giardino Faccenna...................................................................... 87 Fig. 57. Via G. D’Annunzio (n. 86): planimetria generale ................................................................................................ 89 Fig. 58. Via SS. Martiri (n. 90): planimetria generale ....................................................................................................... 91 Fig. 59. Via SS. Martiri (n. 90): portico; deposito con anfora corinzia ............................................................................. 92 Fig. 60. Piazza Dante (n. 96): saggio in propr. Primitivo .................................................................................................. 94 Fig. 61. Piazza Dante (n. 97): planimetria generale ........................................................................................................... 94 Fig. 62. Piazza Dante (n. 97): veduta generale dell’area di scavo da sud .......................................................................... 95 Fig. 63. Via E. Toti (n. 99c): cinta muraria interna ............................................................................................................ 98 Fig. 64. Via Isonzo (n. 100): planimetria generale e sezione stratigrafica ......................................................................... 99 Fig. 65. Via Sicilia (n. 102): planimetria generale della fase messapica ......................................................................... 101 Fig. 66. Via Principe Umberto (n. 103a): asse stradale e struttura muraria in fase di scavo ........................................... 101 Fig. 67. Fondo Aia La Corte (n. 106b): trozzella ............................................................................................................. 103 Fig. 68. Fondo Pipa (n. 109); Fondo Calessa (n. 115): aree di cava ................................................................................ 106 Fig. 69. Fondi Motta e Colagallo (n. 111): cinta muraria, tratto V .................................................................................. 106 Fig. 70. Fondo Colagallo (n. 113): cinta muraria, Porta Sud ........................................................................................... 107 F. 31.................................................................................................................................................................................. 108 Fig. 71. Localizzazione dei rinvenimenti monetali .......................................................................................................... 110 Fig. 72. Grafico a barre relativo alla distribuzione cronologica dei rinvenimenti numismatici isolati dal territorio di Vaste (fine VI sec. a.C. - XI sec. d.C.), con approfondimento sulle monete di bronzo del I-V sec. d.C. e distribuzione cronologica dei rinvenimenti numismatici in ripostiglio (seconda metà V - terzo quarto III sec. a.C.)............................................................................................................................................................................111 Fig. 73. Carta di distribuzione delle monete greche e magnogreche (fine VI - terzo quarto III sec. a.C. – le cifre indicano il numero di esemplari rinvenuti) ...................................................................................................................... 113 Fig. 74. Carta di distribuzione delle monete di età romana repubblicana........................................................................ 114 Fig. 75. Carta di distribuzione delle monete romane imperiali e bizantine (fine I sec. a.C. - XI sec. d.C.) .................... 116 Fig. 76. Localizzazione dei rinvenimenti epigrafici......................................................................................................... 120 Fig. 77. Piazza Dante (n. 97a). A5: blocco in calcarenite, dettaglio del testo 1; B1: skyphos con graffito...................... 122 Fig. 78. Fondo Giuliano (n. 49c). In alto: apografo dell’incisione Silvano; in basso: anforetta con graffito .................. 123 Fig. 79. C1: cippo funerario da Fondo S. Antonio (n. 67c); C2: fr. di lastra iscritta da Piazza Dante (n. 97b); C3: blocco iscritto da Fondo Giuliano (n. 49c)................................................................................................................ 125 Fig. 80. Rinvenimenti dell’età del Bronzo ....................................................................................................................... 128 Fig. 81. Insediamenti dell’età del Ferro nella Puglia meridionale ................................................................................... 129 Fig. 82. Rinvenimenti dell’età del Ferro .......................................................................................................................... 130 Fig. 83. Fondo S. Antonio (n. 67a): capanne dell’età del Ferro ....................................................................................... 131 Fig. 84. Ricostruzione di una capanna dell’età del Ferro con arredi e dotazione di vasellame ....................................... 132 Fig. 85. Fondo Melliche (n. 41): veduta generale delle buche dell’età del Ferro ............................................................ 133 Fig. 86. Insediamenti di età arcaica nella Puglia meridionale ......................................................................................... 135 Fig. 87. Rinvenimenti di età arcaica ................................................................................................................................ 136 Fig. 88. Museo Archeologico: ricostruzione del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 35b) ......................................... 137 Fig. 89. Insediamento di età arcaica con indicazione dei luoghi di culto ........................................................................ 138 xiv

Lista delle figure Fig. 90. Fondo Giuliano (n. 49): planimetria generale con indicazione delle fasi ........................................................... 139 Fig. 91. Elementi architettonici e cippi dall’area di Fondo Padulella (n. 7b – in alto a sinistra) e Fondo Giuliano (n. 49d) ............................................................................................................................................................................. 140 Fig. 92. Ugento: ricostruzione di scena di libagione nel luogo di culto di Zeus ............................................................. 141 Fig. 93. Rinvenimenti di età classica ............................................................................................................................... 143 Fig. 94. Fondo Melliche (n. 35c): corredo della tomba 597 ............................................................................................ 144 Fig. 95. Insediamenti di età ellenistica nella Puglia meridionale .................................................................................... 146 Fig. 96. Rinvenimenti di età ellenistica ........................................................................................................................... 147 Fig. 97. Mappa ricostruttiva dell’abitato di Vaste in età ellenistica ................................................................................. 148 Fig. 98. Sezione ricostruttiva della cinta muraria di Vaste............................................................................................... 148 Fig. 99. Scena relativa al crollo del settore orientale delle mura di Vaste ....................................................................... 149 Fig. 100. Fondo Giuliano (n. 49b): dettaglio della cava di età ellenistica ....................................................................... 150 Fig. 101. Fondo S. Antonio (n. 67a): planimetria del quartiere di abitazioni .................................................................. 151 Fig. 102. Fondo S. Antonio (n. 67a): modello del quartiere di abitazioni con l’edifico a L in primo piano ................... 151 Fig. 103. Fondo S. Antonio (n. 67b): tesoretto ................................................................................................................ 152 Fig. 104. Via E. Toti (n. 99d): ricostruzione di una porta con cornice decorata da mortivo a meandro .......................... 153 Fig. 105. Piazza Dante (n. 97a): ricostruzione del luogo di culto .................................................................................... 154 Fig. 106. Piazza Dante (n. 97a): ricostruzione del rituale nella cavità n. 3 ..................................................................... 155 Fig. 107. Piazza Dante (n. 97a): testa femminile in calcare ............................................................................................ 156 Fig. 108. Piazza Dante (n. 97a): manufatto in calcare con iscrizione in lingua messapica ............................................. 156 Fig. 109. Fondo Maura (n. 82): ricostruzioni 3D dell’Ipogeo delle Cariatidi ................................................................. 157 Fig. 110. Fondo Aia La Corte (n. 106b): trozzella ........................................................................................................... 158 Fig. 111. Fondo Aia La Corte (n. 106b): kantharos dorato .............................................................................................. 158 Fig. 112. Via Isonzo (n. 100b): ricostruzione del positivo tratto da una matrice fittile con raffigurazione di Eracle ...... 158 Fig. 113. Fondo Melliche (n. 41): pozzetto votivo con deposizione di armi e utensili in ferro....................................... 159 Fig. 114. Insediamenti di età tardoellenistica nella Puglia meridionale .......................................................................... 163 Fig. 115. Rinvenimenti di età tardoellenistica ................................................................................................................. 164 Fig. 116. Fondo S. Antonio (n. 67c): tesserae lusoriae ................................................................................................... 165 Fig. 117. Tracce di centuriazione nel comprensorio di Muro Leccese e Vaste ................................................................ 166 Fig. 118. Insediamenti di età imperiale nella Puglia meridionale .................................................................................... 168 Fig. 119. Rinvenimenti di prima e media età imperiale ................................................................................................... 169 Fig. 120. Via Principe Umberto (n. 103a): torre .............................................................................................................. 170 Fig. 121. Piazza Dante (n. 97b): pavimentazione ............................................................................................................ 171 Fig. 122. Insediamenti della tarda età romana nella Puglia meridionale ......................................................................... 173 Fig. 123. Rinvenimenti di tarda età imperiale.................................................................................................................. 174 Fig. 124. Via SS. Martiri (n. 90b): pavimentazione a tasselli .......................................................................................... 175 Fig. 125. Piazza Dante (n. 97b): vano abitativo con fornello .......................................................................................... 175 Fig. 126. Fondo Giuliano (n. 49c): vedute da drone nel corso della campagna di scavi 2018 ........................................ 177

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fig. 127. Fondo Giuliano (n. 49c): ricostruzioni 3D degli edifici di culto ...................................................................... 178 Fig. 128. Fondo Giuliano (n. 49c): selezione di vasi in vetro da corredi funerari ........................................................... 179 Fig. 129. Rinvenimenti di età medievale ......................................................................................................................... 181 Fig. 130. Museo Archeologico: allestimento dello scarico medievale di via E. Toti (n. 99d) ......................................... 182 Fig. 131. Via E. Toti (n. 99d): piatti con stemmi araldici ................................................................................................ 182 Fig. 132. Via delle Gardenie (n. 61): tomba n. 2.............................................................................................................. 183 Fig. 133. Fondo Giuliano (n. 49c): chiesa dell’VIII-IX secolo ....................................................................................... 183 Fig. 134. Chiesa rupestre SS. Stefani (n. 45a): dettaglio di S. Stefano............................................................................ 184 Fig. 135. Chiesa rupestre SS. Stefani (n. 45a): dettaglio dell’abside centrale ................................................................. 185 Fig. 136. Museo degli Affreschi: allestimento della chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli (n. 13) ............................ 186 Fig. 137. Piazza Dante: la chiesa della Madonna delle Grazie con la torre e il palazzo baronale ................................... 187 Fig. 138. Palazzo baronale: iscrizione di dedica sul portale ............................................................................................ 188 Fig. A1. Finestra di stile del raster: visualizzazione proprietà Banda Singola di Pseudocolore ...................................... 202 Fig. A2. Finestra di stile del raster: visualizzazione proprietà Hillshade......................................................................... 203 Fig. A3. Hillshade ............................................................................................................................................................ 203 Fig. A4. Visualizzazione modello 3D .............................................................................................................................. 204

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Lista dei grafici Grafico A1. Distribuzione percentuale dei rinvenimenti in base alla tipologia ............................................................... 216 Grafico A2. Distribuzione percentuale dei rinvenimenti in base al grado di affidabilità del loro posizionamento ......... 216 Grafico A3. Numero di rinvenimenti per fase cronologica .............................................................................................. 217

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Lista delle tabelle Tab. 1. Monete greche e magnogreche di argento ........................................................................................................... 112 Tab. 2. Monete di argento e bronzo di età romana repubblicana ..................................................................................... 112 Tab. 3. Monete romane di età imperiale e monete bizantine di argento e di bronzo ....................................................... 115 Tab. 4. Ritrovamenti dell’età del Bronzo ......................................................................................................................... 129 Tab. 5. Ritrovamenti dell’età del Ferro ............................................................................................................................ 134 Tab. 6. Ritrovamenti dell’età arcaica ............................................................................................................................... 142 Tab. 7. Ritrovamenti dell’età classica .............................................................................................................................. 145 Tab. 8. Ritrovamenti dell’età ellenistica .......................................................................................................................... 160 Tab. 9. Ritrovamenti dell’età tardoellenistica .................................................................................................................. 167 Tab. 10. Ritrovamenti della prima e media età imperiale ................................................................................................ 172 Tab. 11. Ritrovamenti della tarda età imperiale ............................................................................................................... 180 Tab. 12. Ritrovamenti di età medievale ........................................................................................................................... 186

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Presentazione Censimento

insediativo di Vaste, delimitato da possenti fortificazioni in blocchi e le diverse funzioni svolte dalle singole zone dell’abitato. Tra le più importanti acquisizioni si ricordano il complesso residenziale messapico, riferibile ad un gruppo famigliare dominante della prima età ellenistica, contiguo al noto Ipogeo delle Cariatidi, il luogo di culto di Piazza Dante e lo straordinario complesso della necropoli rupestre sorta intorno alla chiesa paleocristana di Fondo Giuliano. E’ stato possibile attivare, in questi ultimi decenni, importanti finanziamenti della Regione Puglia che hanno portato, su progetto di chi scrive, elaborati in collaborazione con l’architetto Francesco Baratti, alla creazione del “Parco dei Guerrieri” e del Museo Archeologico di Vaste, collocato all’interno del Palazzo Baronale. A seguito di questi interventi si è creato un sistema di valorizzazione di un territorio, con punti di forza dai quali devono partire nuove iniziative di tutela e di valorizzazione, in un paesaggio così ricco di Storia, che già il Galateo, nel De situ Iapygiae, aveva efficacemente descritto agli inizi del Cinquecento: «Eius pars in humili clivo, pars in plano posita erat».

Sul colle dove sorgeva Troia hanno dissotterrato sette città. Sette città. Sei di troppo per una epopea. Che farne, che farne? [….] Cresce la nostra dose di antichità, dentro ci si sta stretti, [….] Era così facile non saperne niente, così tenero, così arioso. (Wisława Szymborska, Uno spasso, 1967) Traduzione di Pietro Marchesani Nei suoi versi la poetessa polacca, Premio Nobel per la Letteratura nel 1996, innumerevoli volte si interroga sul significato del Tempo e della Storia e le scoperte dell’Archeologia diventano per lei un modo efficace per evocare un Passato che ancora si rivela capace di provocare domande sul senso e sulle contraddizioni dell’esistenza. Così, in una lingua apparentemente così lontana dalla nostra, si formula il quesito “Co z nimi zrobić, co zrobić”: Che farne, che farne? di queste altre città…di troppo per una epopea.

La realizzazione di questa Carta Archeologica costituirà certamente uno strumento propulsivo di ulteriori positivi sviluppi. L’impegno di chi scrive, in questi ultimi anni, ha avuto un obiettivo primario: sottrarre alla proprietà privata il maggior numero di aree archeologiche, assicurandole al Demanio pubblico, per evitare i pericoli dell’aggressione edilizia che ha già distrutto, nel Salento, interi abitati antichi; si citi ad esempio la sorte toccata a Nardò, un sito archeologico completamente cancellato dalle nuove costruzioni, senza che fosse possibile intervenire.

Ho pensato a questi versi, nello scrivere la presentazione al libro sulla Carta Archeologica di Vaste, curato da Giovanni Mastronuzzi, da Fabrizio Ghio e da Valeria Melissano, e mi sono convinto che gli autori abbiano trovato la risposta giusta, quella cioè di contribuire alla sua salvaguardia, raccogliendo, in modo sistematico e secondo le più aggiornate metodologie cartografiche, tutte le informazioni su questo straordinario centro messapico e sul suo territorio, considerato nel suo sviluppo diacronico sino all’età medievale. Base di partenza di questo lavoro è stata la Carta Archeologica di Vaste, pubblicata nel 1981 da Gianni Carluccio; al suo entusiasmo si deve l’impulso ad iniziare un progetto sistematico di scavo in questa parte così sensibile della penisola salentina, posta in un entroterra direttamente legato agli insediamenti costieri di Otranto, approdo commerciale dell’Adriatico sino dall’età del Ferro, e di Castro che, in particolare negli ultimi anni, ha restituito i tesori d’arte del suo Santuario di Atena, posto sui “turriti scopuli” del promontorio iapigio.

Al contrario, nelle aree archeologiche acquisite si sono potuti realizzare progetti di valorizzazione e creare Parchi Archeologici, come il Museo Diffuso di Cavallino, dove i suoli in cui sorge l’abitato messapico di età arcaica erano già stati destinati ad un piano di lottizzazione. Sino ad oggi si sono realizzate le seguenti acquisizioni, per un totale di 61,5 ettari di aree archeologiche, corrispondenti a ben 615.000 metri quadri: • Cavallino: 27,5 ettari acquisiti dal Comune; di questi ben 6,5 furono acquistati dall’Università del Salento, grazie ad un contributo dell’Amministrazione Provinciale; • Rudiae: poco più di 5 ettari corrispondenti al Fondo Acchiatura ed alla recente acquisizione del fondo dove è stato portato alla luce l’Anfiteatro romano e si è creato il Polo Didattico dell’Archeologia; • Acquarica di Lecce: circa 9 ettari in cui si è realizzato l’Ecomuseo dei Paesaggi di Pietra;

Da allora le attività sistematiche di ricerca hanno prodotto una messe importante di conoscenze, grazie alla collaborazione tra Università di Lecce, Scuola Normale Superiore di Pisa ed École Française di Roma: in questo quadro chi scrive ha potuto condurre, insieme a Jean-Luc Lamboley, scavi che hanno permesso di definire lo spazio xix

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) • Castro: 5 ettari corrispondenti all’area di Fondo Capanne con il Santuario di Atena, al Fondo Palombara con le mura dell’età del Bronzo, al percorso intorno alle Mura messapiche e spagnole; • Vaste: 15 ettari, dove si è realizzato il Parco dei Guerrieri e valorizzato il complesso paleocristiano di Fondo Giuliano. A Vaste resta ancora molto da fare, se si considera che l’intera area racchiusa all’interno delle mura messapiche, che si estendevano per una lunghezza di m 3.380, corrisponde a circa 78 ettari. Accanto all’acquisizione di nuove aree archeologiche (penso ai tratti meridionali delle fortificazioni ed al Fondo S. Antonio) bisognerà, di concerto con il Ministero dei Beni Culturali, attivare un piano efficace di vincoli archeologici. E la Carta Archeologica di Vaste rappresenterà certamente il principale strumento per raggiungere questo obiettivo! Lecce, 12.04.2019 Francesco D’Andria Professore Emerito dell’Università del Salento Accademico dei Lincei

xx

Premessa La prima realizzazione di una cartografia tematica relativa al sito di Vaste, piccolo abitato nell’entroterra di Otranto, risale all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso; in particolare, nel 1981 venne pubblicato il meritorio lavoro di Gianni Carluccio1. Esso si inseriva in un programma di ricerche sistematiche promosso dall’allora Università degli Studi di Lecce sotto la direzione del prof. Francesco D’Andria, nel quadro di una collaborazione scientifica con la Soprintendenza Archeologica della Puglia (attualmente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto), l’École Française de Rome e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Per molti anni le attività di scavo archeologico promosse a Vaste hanno rappresentato il principale Cantiere Scuola di archeologia dell’Università del Salento, punto di riferimento nella formazione degli allievi delle Facoltà di Lettere e Filosofia e di Beni Culturali, nonché della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu”; di particolare rilievo è sempre stata la presenza di studenti provenienti da paesi esteri. Nel corso di quasi 40 anni l’Amministrazione Comunale di Poggiardo, ma anche gli altri enti pubblici competenti, quali la Provincia di Lecce e la Regione Puglia, hanno garantito il costante supporto alle indagini, contribuendo alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio archeologico ed ambientale attraverso la recente istituzione del Sistema Museale di Vaste e Poggiardo2. Le ricerche archeologiche a Vaste continuano ad essere condotte annualmente nell’ambito della concessione ministeriale del MIBAC affidata a chi scrive in rappresentanza del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento.

D’altro canto è ormai opinione diffusa che l’archeologia intesa come disciplina volta alla conoscenza debba porsi anche obiettivi che vadano oltre la semplice realizzazione di studi utili ai ricercatori del settore, sia pure nella prospettiva fondamentale della ricostruzione storica. Nello specifico della redazione di una carta archeologica i dati relativi all’occupazione di un determinato territorio nel passato acquisiscono un’ulteriore e fondamentale valenza, connessa alla “attualità” di quell’ambito geografico. La conoscenza della vicenda insediativa attraversata da un determinato areale è strumento imprescindibile per la sua corretta pianificazione. Lo sfruttamento del territorio ed il suo consequenziale depauperamento sono processi difficilmente arrestabili. Solo la prospettiva di una programmazione basata sulla conoscenza potrebbe assecondare le dinamiche di crescita urbana ed economico-produttiva senza che questa continui ad incidere pesantemente sul paesaggio e sull’ambiente e di conseguenza sul patrimonio culturale. La tutela di questi elementi deve essere considerata obiettivo imprescindibile nell’ambito di qualsiasi attività di progettazione di sviluppo economico “sostenibile” di un territorio. Pertanto, l’augurio di quanti hanno operato alla realizzazione di questo volume, condiviso da coloro che, ancor più numerosi, hanno partecipato a vario titolo alle ricerche nel sito di Vaste, è che la pubblicazione della carta archeologica possa essere fonte di consapevolezza della stratificazione insediativa a Vaste, un elemento attraverso cui risalire alla storia del popolamento e, di conseguenza, uno strumento di cui tener conto per la progettazione di interventi a carattere urbanistico/territoriale.

In questa sede si propone l’aggiornamento dei dati archeologici disponibili posizionati su adeguata cartografia, ma soprattutto vengono riprese in esame le conoscenze già acquisite alla luce di una rielaborazione complessiva delle informazioni che si basa principalmente sulla possibilità della loro archiviazione e gestione informatizzata. Attraverso lo studio dei dati pregressi e delle acquisizioni più recenti e con il posizionamento dei rinvenimenti in forma puntuale, si intende proporre un quadro ricostruttivo della vicenda insediativa nel comprensorio dell’antico insediamento di Vaste, esaminando in una prospettiva diacronica le trasformazioni dell’abitato e del territorio ad esso circostante. Appare dunque evidente come il lavoro su un singolo centro dell’antico Salento si inquadri nell’ambito ben più ampio dell’archeologia del paesaggio3.

Occorre, inoltre, sottolineare che la realizzazione a cui si è ora giunti deve essere intesa come una tappa nei processi di conoscenza dei dati archeologici provenienti dal territorio comunale di Poggiardo; la ricerca in continua evoluzione determinerà necessariamente aggiornamenti e nuove implementazioni. Questa, in conclusione, deve essere considerata una base documentaria dinamica da utilizzare ed aggiornare in maniera continuativa, anche nell’ottica del coinvolgimento della comunità locale per la tutela e la promozione del proprio patrimonio culturale. Il lavoro che qui si presenta è stato interamente realizzato nell’ambito del Laboratorio di Archeologia Classica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. Esso è articolato in cinque capitoli. Il primo capitolo accoglie una sintesi della storia delle scoperte e delle ricerche archeologiche a Vaste.

Carluccio 1981. http://www.sistemamusealevastepoggiardo.it/home.php; cfr. Mastronuzzi 2018a. 3 Nell’ambito di una bibliografia che negli ultimi anni è in continuo accrescimento, per alcune riflessioni di metodo si rimanda ai recenti contributi: Volpe, Goffredo 2014; Cambi 2015. Per un approfondimento 1 2

sulla metodologia in riferimento alla redazione di carte archeologiche si rimanda al cap. I.

xxi

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Il secondo capitolo corrisponde ad una introduzione di carattere metodologico, in cui vengono esplicitati i criteri e le modalità con cui si è operato per la redazione della carta archeologica di Vaste. Il nucleo più consistente della pubblicazione (capitolo III) è dedicato alla schedatura sistematica, ancorché sintetica, di tutte le attestazioni di elementi archeologici, corredata dalla cartografia a scala urbana e di dettaglio. Quest’ultima è riservata alla presentazione dei contesti di scavo maggiormente significativi. Seguono due sezioni in cui vengono riassunti i dati relativi ai ritrovamenti monetali ed alle iscrizioni. Il sesto capitolo è dedicato all’esame della documentazione in riferimento alle fasi di occupazione dell’insediamento e del suo territorio. Attraverso nove paragrafi, con l’ausilio di mappe tematiche e di fase vengono presentate le caratteristiche principali dell’abitato e dei suoi elementi compositivi. Si è stabilito di non prendere in considerazione le fasi di età moderna, dal momento che pur essendo disponibili significativi dati provenienti dalle ricerche sul campo, peraltro presentati nelle schede, essi non sono stati ancora oggetto di una valutazione analitica sufficiente per estrapolare elementi utili ad un inquadramento cronologico e funzionale dei ritrovamenti. Infine, un breve capitolo conclusivo (VII) illustra, in forma sintetica, le principali tappe della vicenda insediativa a Vaste tra l’età del Bronzo ed il VI sec. d.C. G.M.

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Abbreviazioni alt.

altitudine

bibl.

bibliografia

ca.

circa

diam.

diametro

F.

foglio

fr./frr.

frammento/-i

h.

altezza

largh.

larghezza

lungh.

lunghezza

prec.

precedente

s.l.m.

sul livello del mare

T.

tomba

v.n.

vernice nera

Sigle degli autori A.G.

Amedeo Galati

B.S.

Barbara Spigola

F.G.

Fabrizio Ghio

G.B.

Giovanni Boffa

G.M.

Giovanni Mastronuzzi

G.V.

Giacomo Vizzino

L.C.

Luigi Coluccia

V.M.

Valeria Melissano

Autori delle schede A.G.

nn. 60-61, 92-93

L.C.

n. 88

F.G.

nn. 1-6, 7b, 8-16, 19-23, 25-34, 36-37, 38a, 38c, 39, 40b, 42, 43a, 43c, 44a, 45, 46-48, 49a, 49d, 50-59, 62a, 63-64, 66, 68-80, 82-83, 87, 89, 91, 94-95, 98, 99b-c, 100-101, 103-105, 106a, 106c, 108-118

G.M.

nn. 17, 24, 40a, 43b, 44b, 49c, 62b, 65a, 67c, 81, 84, 90b, 97, 102, 107

G.V.

nn. 86, 99d

V.M.

nn. 7a, 18, 35, 38b, 41, 49b, 65b, 67a-b, 85, 90a, 96, 106b

xxiii

Riassunto A distanza di oltre 35 anni dall’edizione della prima cartografia tematica sul sito di Vaste si propone un aggiornamento, in ambito informatico ed all’interno di una pubblicazione monografica, della carta archeologica del territorio comunale di Poggiardo, a compendio delle ricerche condotte negli ultimi trent’anni in collaborazione fra le attuali Università del Salento e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto ed altre istituzioni italiane ed estere. L’intento, nell’ambito di un progetto di recupero, analisi e valorizzazione di dati pregressi ed acquisizione di nuove e più puntuali informazioni, è quello di raccogliere, condensare e restituire, anche in forma grafica/cartografica, il considerevole bagaglio di conoscenze acquisite ad oggi, e di tratteggiare un quadro conoscitivo diacronico relativamente al centro antico ed al territorio ad esso circostante.

La Carta Archeologica - censimento analitico di tutte le evidenze archeologiche, sintesi complessiva di quanto individuato sul terreno o altrimenti acquisito, geograficamente posizionato, documentato e schedato - realizzata ad una scala di dettaglio adeguata ed in una forma tecnologicamente avanzata ma versatile e facilmente accessibile alle diverse tipologie e categorie professionali di addetti ai lavori, vuole presentarsi come un “contenitore oggettivo”, utilizzabile per la produzione di carte tematiche finalizzate alla ricerca, per la realizzazione di carte di rischio archeologico e di cartografie utili alla pianificazione urbanistica. Lo strumento si propone quindi per un utilizzo rivolto non solo agli specialisti di settore ed ai responsabili della tutela del patrimonio archeologico, ma anche alle figure, tecnici ed amministratori, coinvolte nella programmazione dello sviluppo del territorio.

Obiettivo dell’iniziativa è la realizzazione di un prodotto utile non solo per gli studiosi, ma anche e soprattutto per coloro i quali, amministratori locali in primis, hanno il dovere e l’onere di pianificare e di dettare le linee guida per la crescita urbana e lo sviluppo del proprio territorio, in un’ottica di compatibilità con la progettazione, il restauro e la conservazione del paesaggio, dell’ambiente e del patrimonio culturale. La pubblicazione, realizzata nell’ambito del laboratorio di Archeologia Classica del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, si apre con un capitolo dedicato alla storia degli studi e della ricerca archeologica sul sito di Vaste. La schedatura sintetica delle presenze archeologiche sul territorio è anticipata da una premessa metodologica, illustrativa del sistema adottato e della base cartografica di supporto, ovvero la nuova Carta Tecnica Regionale, disponibile sul sito web della Regione Puglia, che offre un dettaglio di scala fino all’1:1.000. In linea con la prassi cartografica, la nuova Carta Archeologica di Vaste raccoglie una rappresentazione del territorio comunale di Poggiardo suddiviso in porzioni di taglio prestabilito in un rapporto di scala prefissato (31 fogli in scala 1:5.000). Sulla cartografia di riferimento viene riportato il posizionamento puntuale di ogni singolo elemento antico, indicato con numero progressivo. Due capitoli offrono approfondimenti sui rinvenimenti numismatici ed epigrafici. Un’ampia sezione è dedicata all’esame della documentazione in riferimento alle principali fasi storiche attestate dai rinvenimenti archeologici. xxiv

Abstract Over thirty-five years after the first publication of a scientific mapping of the site of Vaste, we present an update, in the form of a monograph presenting the archaeological map of the municipal territory of Poggiardo. This is a compendium of the researches conducted over the last thirty years as part of a collaboration between the University of Salento and the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio of the provinces of Brindisi, Lecce and Taranto. The aims of the present project include the recovery, the analysis and the enhancement of the previous data and an update of the more recent discoveries; all of these have been collected and shown in graphic and cartographic form, so that we can outline a diachronic cognitive picture of the ancient settlement and of its surrounding territory.

detail and in a sufficiently technologically advanced way that is versatile and easily accessible to every stakeholder. It is an ‘objective container’, to be used for the production of thematic maps for the purposes of research and/or urban planning. Thus, this is a tool proposed not only for use by specialists in history and archaeology, but also by those who have at heart the protection of archaeological heritage, and by the technicians and governors who plan the development of the territory.

This study is intended to be useful not only for scholars, but also to support the local municipality in establishing guidelines for urban growth and the development of its territory, taking into consideration the preservation of the Cultural Heritage as well as the environment and the landscape. The publication has been under the auspices of the Laboratory of Classical Archaeology of the Department of Cultural Heritage of the University of Salento. It opens with a chapter dedicated to the history of studies and archaeological researches at the site of Vaste. The synthetic catalogue of the archaeological findings in the territory is preceded by a methodological premise. This indicates the type of cartographic support adopted, the new Regional Technical Map, available on the website of the Apulia Region, that offers detail on a scale up to 1:1000. In line with cartographic practice, the new Archaeological Map of Vaste shows the municipal territory of Poggiardo divided into pre-established portions of a predetermined scale ratio (31 sheets at a scale of 1:5000). Each individual archaeological element present in the area of the municipal territory of Poggiardo has been marked in the cartography with a successive number. Two further chapters offer details on numismatic and epigraphic finds. A detailed chapter is dedicated to the scrutiny of the documentation referring to the principal historical phases shown by the archaeological finds. The Archaeological Map must be considered to be an analytical census of all the archaeological finds and an overall synthesis of what has been identified on the ground, or has otherwise been acquired, geographically positioned, documented and scheduled. It has been made at a scale of xxv

I Storia della ricerca archeologica a Vaste La prima menzione di rinvenimenti archeologici nel territorio di Vaste è contenuta nel De situ Iapygiae (1558) di Antonio De Ferrariis, detto Galateo, il quale riferisce dell’esistenza di una ricca necropoli, con tombe contenenti armi di bronzo e monili d’oro, e di una iscrizione in lingua messapica, della quale viene trascritto il lungo testo, che si apre con la formula di invocazione “klohi Zis” (Fig. 1)1.

Si datano agli anni 1967-1968 i primi lavori sistematici: si tratta dello scavo della fattoria ellenistica nel Fondo Lucernara (n. 62a) e dell’indagine condotta su una porzione della cinta muraria nell’area denominata Fondo Pozzo (n. 42), da parte della Soprintendenza Archeologica di Taranto, e dello scavo di un nucleo della necropoli di età tardo-classica ed ellenistica, nel Fondo Aia (n. 17), da parte di Giovanna Delli Ponti, all’epoca direttrice del Museo Provinciale di Lecce9.

Agli inizi dell’Ottocento si ha notizia del saccheggio di diversi nuclei di necropoli da parte dei soldati francesi di Gioacchino Murat e tra questi anche di una monumentale tomba a camera denominata “Ipogeo delle Cariatidi” (n. 82)2. Quest’ultima fu successivamente intercettata nel 1869 in occasione dei primi scavi archeologici condotti da Luigi De Simone, al quale dobbiamo la preziosa testimonianza dell’unica pianta esistente del monumento, oltre che una prima redazione di mappa relativa al circuito delle mura messapiche di Vaste3. Pochi decenni più tardi il barone Filippo Bacile di Castiglione, in qualità di Ispettore onorario e studioso di antichità locali, condusse scavi per conto del Governo4. Questa attività di ricerca portò alla scoperta di un lungo tratto della cinta muraria, dei resti di alcune strutture abitative e di numerose tombe. I corredi funerari presenti all’interno delle sepolture furono trasferiti al Museo Archeologico Nazionale di Taranto ed ora sono per la maggior parte editi (Fig. 2)5.

Ancora al nome di Gianni Carluccio è associata la fortuita ma eccezionale scoperta, nel 1980, del capitello a rosette, in una grotticella vicino alla cosiddetta cripta dei SS. Stefani (n. 45b) (Fig. 3)10: quel momento segnò l’inizio della ricerca archeologica nel sito da parte dell’Università degli Studi di Lecce, sotto la direzione di Francesco D’Andria. L’anno successivo, sulla base delle fotografie aeree, si giunse a definire l’estensione dell’insediamento e la lunghezza della sua cinta muraria. Le ricerche nell’abitato vissero una fase di vivace e feconda collaborazione con l’École Française di Roma, nella persona di Jean-Luc Lamboley, e con la Scuola Normale di Pisa, attraverso il suo direttore Giuseppe Nenci. Gli scavi dell’équipe di Lecce, proseguiti negli anni, hanno portato al riconoscimento delle diverse fasi di occupazione del sito messapico, dall’età del Bronzo Finale fino all’epoca medievale.

Al 1913 risale, inoltre, il ritrovamento di un tesoretto di 59 monete greche del III sec. a.C. (n. 108b)6.

Già a partire dal 1981 il gruppo guidato da Jean-Luc Lamboley rivolse una particolare attenzione alle indagini sistematiche sulle fortificazioni di età ellenistica, portando alla luce consistenti tratti della cinta con le porte di accesso alla città11. Le ricerche sono proseguite per diverse campagne di scavo nei primi anni 2000, sotto la direzione di Francesco D’Andria, nell’ambito della realizzazione del Parco dei Guerrieri12.

Il Bacile di Castiglione raccolse personalmente in una collezione diversi oggetti, tra cui un cratere a volute in bronzo, successivamente venduto al Museum of Fine Arts di Boston, dove è riportata la provenienza da Spongano7. Tra gli anni venti e gli anni cinquanta del secolo scorso si verificarono numerosi rinvenimenti occasionali in diverse zone dell’abitato: di questi fanno menzione le note contenute presso l’Archivio della Soprintendenza di Taranto, alle quali ha attinto scrupolosamente Gianni Carluccio nella redazione della sua Carta Archeologica8.

Le indagini sull’abitato hanno avuto inizio nel Fondo S. Antonio, collocato nel cuore dell’antica città di Basta13. Qui, nel corso di campagne di scavo annuali condotte dal 1983 al 1993 (Fig. 4), sono state messe in luce le testimonianze relative alle diverse fasi di vita dell’insediamento, a partire dalle attestazioni più antiche costituite da materiali dell’età del Bronzo Finale, rinvenuti in buche intercettate nel banco di roccia. Più consistenti sono i resti del villaggio a nuclei di capanne (IX-VII

De Ferrariis 1558, pp. 96-99. Per una presentazione dettagliata della storia dei ritrovamenti e delle ricerche archeologiche a Vaste si rimanda a Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012; si veda anche D’Andria 1997a. 2 In sintesi: Mannino 2015. 3 De Simone 1872, tav. VIII, riprodotta in Carluccio 1981, tav. 31. 4 Si veda in part. Bacile di Castiglione 1919. 5 In part. Giannotta 1994; Giannotta 1997a; Giannotta 1997b; Giannotta 2013; Giannotta in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 38-40. 6 Travaglini 2011a; si veda anche Travaglini in Mastronuzzi Melissano 2015, pp. 74-77. 7 https://www.mfa.org/collections/object/volute-krater-mixing-bowl153081. 8 Carluccio 1981. 1

Delli Ponti 1981; Delli Ponti 1996. D’Andria 1983. 11 Lamboley 1981a; Lamboley 1996b; Lamboley 1998. Si veda anche in generale sui sistemi difensivi nella Messapia: Lamboley 1991; Lamboley 1996a, pp. 346-361; Lamboley 2004. 12 D’Andria 2008, D’Andria 2010. 13 Il nome antico del centro è tramandato da Plinio il Vecchio (N. H. 3, 11, 100 e 105 - Basta oppidum; Basterbini) e Tolomeo (Geogr. 3, 1, 67 Bausta). 9

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1

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 1. Iscrizione messapica; a) apografo di Antonio De Ferrariis (da Paone 1974, p. 152); b) traslitterazione (da Paone 1974, p. 153); c) traslitterazione (da De Simone, Marchesini 2002, p. 113).

Fig. 2. Fondo Aia La Corte (n. 106b): cratere protolucano a figure rosse del Pittore di Vaste (da Mastronuzzi, Melissano 2015).

Fig. 4. Fondo S. Antonio (n. 65a): campagne di scavo 1988 e 1990. Fig. 3. Località SS. Stefani (n. 45b): capitello con abaco decorato da rosette.

2

Storia della ricerca archeologica a Vaste sec. a.C.), tipologia insediativa della popolazione iapigia di Vaste, come in altre aree del Salento e del resto della Puglia14. Sono state identificate diverse strutture abitative, con pianta ellissoidale o absidata riconosciuta attraverso i resti dei muri in pietre legate con terra argillosa: su questi si impostavano le palizzate lignee piantate in buche nel terreno e sorrette dallo zoccolo in muratura. Il tetto era stramineo. Gli scavi hanno accertato anche la presenza di focolari all’interno delle capanne e di aree esterne destinate a depositi delle derrate alimentari ed agli animali15. Mentre erano ancora nelle fasi iniziali le ricerche nell’abitato, che andavano fornendo risultati importanti ai fini della ricostruzione delle vicende insediative, nel 1985 si diede avvio alle indagini nel settore del Fondo Melliche (n. 35) posto immediatamente a nord dei limiti dell’abitato moderno16. All’interno dell’insediamento cinto dalle mura, esso rappresenta un ampio comparto libero da abitazioni prevalentemente destinato alle attività agricole, ma in cui erano inseriti anche nuclei di necropoli e luoghi di culto. Il primo di questi, riferibile alla seconda metà del VI sec. a.C., fu scoperto a ca. 150 m dalla Porta nord, lungo un asse viario di attraversamento del territorio proveniente dall’area di Muro Leccese (Fig. 5). Lo spazio sacro, delimitato da un muretto a piccoli blocchi e da una balaustra, comprendeva 7 cippi allineati infissi in altrettante basi, con offerte votive ai piedi di ciascuno di essi. La campagna di scavo del 1985 portò anche ad un’altra importante scoperta: in corrispondenza del luogo di culto a cippi, fu intercettato un nucleo della necropoli appartenente ad un gruppo famigliare di rango aristocratico, in uso fra il V ed il III sec. a.C. Fu possibile effettuare l’indagine di 12 tombe a sarcofago, con sepolture sia maschili che femminili, alle quali erano associati numerosi depositi votivi e funerari17. Spiccano, per il particolare pregio dei corredi, con crateri attici e vasi in bronzo ed altri oggetti legati sia all’ambito del banchetto-simposio che al mondo equestre ed alle pratiche della palestra, le due tombe “dell’Atleta” (Fig. 6) e “del Cavaliere”18.

Fig. 5. Fondo Melliche (n. 35a): asse stradale.

Negli anni successivi le indagini sono proseguite nell’abitato, dove, sempre in zone limitrofe a Piazza Dante, sono venuti in luce diversi contesti riferibili al periodo più fiorente del centro messapico, tra il IV e III sec. a.C. A questi secoli è databile il complesso residenziale del Fondo S.Antonio - propr. De Risi (n. 67), con il cosiddetto edificio a “L” e le altre unità abitative affacciate su un grande cortile (Fig. 7); in questo grande spiazzo sono state riconosciute anche strutture legate alla celebrazione di riti

Fig. 6. Fondo Melliche (n. 35c): operazioni di scavo della “Tomba dell’Atleta” con il prof. Francesco D’Andria.

da parte dei gruppi sociali dominanti19. Durante gli scavi del complesso, nel 1989 avvenne l’eccezionale scoperta del tesoretto di 150 stateri d’argento20 e tre anni più tardi quella delle tesserae lusoriae in osso21.

Cfr. ad es. D’Andria 1996, pp. 404-410; D’Andria 2016, pp. 481-483. Cfr. D’Andria 1996, fig. 2. 16 Sui ritrovamenti degli anni ’80 del secolo scorso nell’area del Fondo Melliche si vedano testi e schede di G. Semeraro e M.T. Giannotta in Messapi, pp. 57-157. 17 I primi corrispondono alla deposizione volontaria di singoli oggetti utilizzati nel corso del rituale funerario, mentre i secondi a “riduzioni” ovvero deposizioni funerarie in giacitura secondaria, esito dello spostamento dello scheletro e del corredo ad esso associato per far posto ad una nuova inumazione all’interno della tomba. 18 Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 18-19, 21. 14 15

Nel 1987 fu esplorato un altro luogo di culto, databile tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., ubicato sempre D’Andria 1996, pp. 428-436. Si rimanda all’editio princeps di A. Travaglini in Messapi, pp. 169189; si veda infra, cap. V. 21 Campagna 1995, 282-287; vedi infra, cap. VI. 19 20

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 7. Fondo S. Antonio (n. 67): vedute del complesso abitativo.

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Storia della ricerca archeologica a Vaste Nel corso dello scavo delle trincee esplorative urbane sono stati intercettati anche diversi contesti riferibili ad epoca romana, medievale e moderna. In particolare, in via E. Toti, si segnala la presenza di uno scarico di ceramiche dipinte ed invetriate del XIV e XV sec.25, probabilmente da mettere in relazione con la vita del Palazzo Baronale26, mentre in via Principe Umberto è stata indagata una grande cisterna con attestazione di protomaioliche27. Negli anni 1989-1991 alcuni interventi condotti dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia in via G. D’Annunzio riguardarono un complesso produttivo comprendente numerose fornaci per laterizi (n. 86); ad oggi, purtroppo gran parte della documentazione di scavo non risulta reperibile.

Fig. 8. Fondo Melliche (n. 40a): luogo di culto messapico.

Alla fine degli anni ’80 del secolo scorso fu avviato anche un programma di ricognizioni di superficie attraverso il quale, nel corso di cinque annate, è stato possibile indagare il territorio circostante l’abitato di Vaste per una superficie complessiva di ca. 150 kmq28. L’attività di survey ha portato all’identificazione di diversi nuclei rurali, che documentano la frequentazione delle campagne salentine e lo sfruttamento dello spazio agricolo sia nella fase messapica che durante le vicende della romanizzazione di questo comparto geografico, fino al periodo imperiale. In particolare, fra il IV ed il VI sec. d.C., si è riscontrata una modalità di popolamento a piccoli aggregati sparsi facenti capo ad insediamenti di maggiori dimensioni (vici), come nel caso dei piccoli nuclei che si distribuiscono intorno a Vitigliano, dove è collocato il cosiddetto “cisternale” (Fig. 9), che poteva contenere le riserve d’acqua necessarie alla vita della popolazione29.

nel Fondo Melliche (n. 40), a meno di 200 metri dalla necropoli, in direzione sud-est. Il complesso comprende una serie di apprestamenti all’interno di recinti sacri, quali depositi votivi, escharai, altari, cippi ed una cisterna (Fig. 8); è facile ravvisarvi gli indicatori del carattere ctonio delle pratiche rituali22. In varie zone dell’abitato moderno, le attività di edilizia privata hanno offerto nel corso degli anni occasione per lo svolgimento di indagini preventive. Ciò si è verificato, ad esempio, nel caso di un breve intervento di scavo condotto nel 1988 in concomitanza con lavori edili in Via Pola (n. 104b), dove si sono intercettati ambienti abitativi di età ellenistica e sotto di essi un deposito votivo della fase arcaica23. Nello stesso anno, con le medesime modalità, Università e Soprintendenza effettuarono in collaborazione due campagne di scavo in un’altra zona dell’abitato in prossimità di Piazza Dante (via Sicilia - n. 102); qui furono riportati alla luce resti di abitazioni ed elementi della viabilità in uso nel IV e III sec. a.C., oltre a livelli di frequentazione relativi al villaggio a capanne della prima età del Ferro.

Nel 1990, nel corso delle ricognizioni nel settore a nord-est di Vaste, nell’area denominata Fondo Giuliano (n. 49), fu individuato l’ormai ben noto complesso paleocristiano30. A partire dall’anno successivo alla scoperta, si sono susseguite numerose campagne di scavi (1991-1993, 1997-1998, 2001-2006, 2012-2016, 2018) grazie alle quali sono state portate in luce le strutture di tre edifici di culto cristiano e una vasta area cimiteriale che si sviluppa intorno ai monumenti (Fig. 10).

Gli anni tra il 1989 e il 1994 sono stati molto fruttuosi grazie alla collaborazione tra l’Università degli Studi di Lecce e l’Amministrazione Comunale di Poggiardo che ha consentito la realizzazione di indagini di archeologia urbana utilizzando le trincee scavate per alla messa in opera della rete fognaria. Questa circostanza ha portato all’acquisizione di nuovi ed importanti elementi riguardanti la topografia del centro antico: all’epoca, infatti, fu documentata l’esistenza di una cinta muraria interna che delimitava il nucleo centrale dell’abitato messapico, esteso ca. 7 ettari. Di non minore rilevanza fu poi il recupero di alcuni depositi funerari, databili alla seconda metà del IV sec. a.C., relativi a tombe collocate al di sotto delle vicine costruzioni moderne, purtroppo già manomesse in passato24.

22 23 24

Nel 1999, fu offerta nuovamente l’occasione di condurre ricerche nel cuore dell’abitato grazie ai lavori per il rifacimento della pavimentazione della Piazza Dante (n. 97): nel corso dell’esplorazione in quest’area, corrispondente ad una sorta di “acropoli” del centro messapico, è stato intercettato un luogo di culto la cui fase 25 Si vedano testo e schede di P. Caprino in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 104-107 (cfr. Mastronuzzi 2018a, fig. 5). 26 Per alcuni cenni sulle trasformazioni dell’edificio si rimanda ai testi di F. Maliconico e G. Boffa (analisi delle iscrizioni) in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 112-117. 27 P. Caprino in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 104-107. 28 Le indagini sul campo sono state coordinate da Bruno Belotti Université de Pau et des Pays de l’Adour; si rimanda alla sintesi in Belotti 1997 ed all’analisi di dettaglio in Belotti 1996. 29 Belotti 1994. 30 Si veda in gen.: D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006.

Si veda ora Mastronuzzi 2017, pp. 284-285. Messapi, pp. 158-166. Cfr. in gen. Melissano 1995.

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 9. Vitigliano: sezioni del “Cisternale” (da Belotti 1994).

di vita principale è databile tra il IV ed il III sec. a.C.31. Il complesso sacro comprende alcuni recinti privi di copertura, al cui interno erano sistemati focolari e piani di cottura, e tre cavità scavate nella roccia, nelle quali erano deposte le offerte ed i resti dei sacrifici: il centro del culto, rivolto ad una divinità femminile, è rappresentato dalla cavità più grande, in cui si poteva scendere per compiere i riti religiosi (Fig. 11). Nel corso dello scavo nella piazza sono state intercettate anche testimonianze relative ad epoche successive: tra queste risultano particolarmente interessanti i resti di strutture del periodo tardoromano (IV-VI sec. d.C.), sorti sulla stessa area precedentemente occupata dai recinti sacri. Alle fasi di uso del Palazzo Baronale si fa risalire, inoltre, la presenza di un grande scarico di ceramica invetriata e graffita, interpretabile come immondezzaio.

31

Nel 2002 il Comune di Poggiardo, acquisendo quasi 20 ettari di terreno corrispondenti a ca. un quarto dell’insediamento antico, ha istituito il Parco dei Guerrieri di Vaste, un grande museo all’aperto realizzato con l’intento di riproporre e far rivivere nel contesto paesaggistico attuale evidenze che segnarono in maniera particolare le vicende storiche della città messapica32. Si è fatto riferimento principalmente al perimetro della cinta muraria ellenistica, assunta come definizione dello spazio del Parco. Allo scopo di ricostruirne esattamente l’andamento, in concomitanza con i lavori di allestimento dell’intera area, sono stati effettuati sondaggi su nuovi settori delle fortificazioni, che hanno portato al riconoscimento delle differenti tipologie costruttive e delle fasi edilizie distribuite in un arco cronologico compreso tra la metà del IV e la metà del III sec. a.C. Nei tratti in cui le mura non sono conservate o le strutture fuori terra erano poco visibili, si è optato per la costruzione di una lunga duna che definisce il circuito, al di sopra della quale 32 Cfr. in part. D’Andria 2008; Baratti 2015 (con bibl. prec.); si veda anche Mastronuzzi 2015b, Mastronuzzi 2015d, Mastronuzzi 2018a.

Si veda da ultimo Mastronuzzi 2017, pp. 282-284.

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Storia della ricerca archeologica a Vaste

Fig. 10. Fondo Giuliano (n. 49): chiesa e cimitero paleocristiani.

Fig. 11. Piazza Dante (n. 97): operazioni di scavo presso la cavità n. 3.

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 12. Parco dei Guerrieri: sagoma in ferro posta sulla duna sovrapposta ai resti del tracciato murario messapico.

sono state collocate sagome in ferro33 che riproducono i guerrieri messapici simbolicamente impegnati nelle operazioni di difesa del territorio in concomitanza con gli eventi della conquista romana del III sec. a.C. (Fig. 12). Il Parco è visitabile attraverso percorsi attrezzati, che consentono di osservare da vicino i resti archeologici, ma anche di godere degli aspetti naturalistici della zona, tra i quali spicca una flora particolarmente ricca e variegata34. Nel 2004, sempre nel quadro di una stretta collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Poggiardo, l’Università del Salento e la Soprintendenza Archeologica della Puglia, hanno preso avvio indagini archeologiche preventive in alcune aree destinate ad espansione edilizia. Nel corso di tali interventi sono state esplorate alcune zone periferiche dell’abitato di Vaste, precisamente in località Monte Li Gatti (n. 24) e nel settore meridionale del Fondo Melliche (n. 41) 35. Nella prima di esse sono state portate in luce alcune cisterne per la raccolta delle acque, riferibili alla vita dell’abitato di età ellenistica, poi cadute in disuso e colmate in età tardorepubblicana (II-I sec. a.C.), nel momento dell’abbandono e della ristrutturazione dell’insediamento. Proprio il riempimento di questi invasi ha consentito il recupero di un ricco campionario di vasellame, nonché di manufatti architettonici provenienti dalla demolizione degli edifici messapici. Gli scavi nell’altro settore, invece, proseguiti fino al 2011, hanno permesso di indagare un’area che per un lungo arco di tempo, dal VII fino al

Fig. 13. Parco dei Guerrieri: cerimonia di inaugurazione (foto G. Carluccio).

III sec. a.C., mantiene una destinazione cultuale, che si esprime in forme differenti, ma caratterizzate sempre da una forte valenza ctonia36. Gli scavi più recenti, dal 2012 al 2016, hanno riguardato esclusivamente l’area del complesso paleocristiano del Fondo Giuliano (n. 49). Qui l’indagine è stata estesa ad una seconda grotta rupestre che si trova ad ovest degli edifici di culto, allo scopo di verificare l’uso funerario della cavità37. Nell’ultima campagna di scavo, infine, è emerso un dato di estremo interesse, sul quale si focalizzeranno

33 Opera del maestro Ferruccio Zilli; esse si ispirano alle raffigurazioni diffuse su vasi italioti ed apuli a figure rosse del IV sec. a.C. 34 Si veda in part. Carluccio 2015. 35 Cfr. in gen. Caldarola 2012; Melissano 2012.

36 37

8

Cfr. Mastronuzzi 2017, passim. Mastronuzzi 2015e.

Storia della ricerca archeologica a Vaste le prossime ricerche: a sud del complesso ecclesiastico è stato intercettato un angolo di un’altra costruzione probabilmente collegata alla basilica a tre navate (II fase). In questi anni, molteplici sono state le occasioni di trasmettere i risultati delle ricerche, non solo alla comunità scientifica attraverso le pubblicazioni specifiche, ma anche e soprattutto al pubblico (Fig. 13). Tra i vari eventi, sicuramente uno dei momenti più importanti è stata la mostra intitolata “Dalle terre di Vaste. Storie di Messapi, Romani e Bizantini”, inaugurata nel 1997, al piano terra del Palazzo Baronale. In quella prima esposizione furono presentati molti reperti, tra i quali i corredi provenienti dalla necropoli del Fondo Melliche. Lo stesso edificio storico è divenuto dal 2015 sede del Museo Archeologico che, dopo i lavori di restauro, occupa oggi l’intero complesso con una collezione di oltre 1000 reperti38. G.M.

38

Mastronuzzi, Melissano 2015.

9

II Inquadramento metodologico della ricerca Una carta archeologica è strumento di conoscenza, indispensabile per i centri moderni che insistono su abitati antichi; essa si configura come elemento imprescindibile per la pianificazione degli interventi di pubblica utilità e per la corretta individuazione di aree di espansione e sviluppo urbano, in un’ottica di sostenibilità della progettazione e di compatibilità con la conservazione dell’ambiente, del paesaggio e con le necessarie operazioni di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico.

in collaborazione fra l’arch. Jacques Rougetet del Centro Studi Jean Berard di Napoli ed il Dipartimento di Scienze e Tecniche degli Insediamenti Territoriali del Politecnico di Torino; essa è edita nel volume “Archeologia dei Messapi” (Fig. 15)43. Un ulteriore stadio è rappresentato dalla restituzione fotogrammetrica dell’insediamento antico di Vaste in scala 1:2000, realizzata attraverso l’acquisizione cartografica degli elaborati grafici con software GEODOS e tavolo digitalizzatore all’interno del Laboratorio di Cartografia Computerizzata nell’ambito del Progetto Strategico “Problematiche scientifiche e metodologiche di catalogazione dei Beni Artistici e Culturali di interesse per il Mezzogiorno” (Fig. 16)44.

Riprendendo a tal proposito Marcello Guaitoli, appare subito evidente che «la premessa imprescindibile per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione razionale dei beni archeologici, architettonici, ambientali presenti in un territorio è la loro individuazione e conoscenza scientifica»39. «Ogni tipo di analisi e di studio rivolti alla ricerca pura o a diversi interventi di gestione, ha bisogno di conoscere le fasi dell’evoluzione del territorio, risalendo più indietro possibile nel tempo, sia per documentarne la storia, che per leggere i dati relativi ai diversi ambiti disciplinari, attraverso l’analisi di situazioni oggi obliterate dallo sviluppo urbanistico o rese illeggibili per le lavorazioni agricole intensive»40. Appare quindi fondamentale, in relazione con lo sviluppo e le trasformazioni del territorio - nell’ultimo cinquantennio in rapida, esponenziale accelerazione - la conoscenza, nella qualità e nel dettaglio, dei segni storici della presenza antropica perché «è proprio sui dai archeologici che si pone il fondamento della ricostruzione storica del paesaggio e si potrà basare un’auspicabile azione di tutela e valorizzazione del nostro Patrimonio»41.

Negli ultimi 15 anni le informazioni spaziali relative alla documentazione archeologica proveniente da Vaste sono confluite all’interno di un unico sistema di riferimento: la Carta Tecnica Comunale ancora utilizzata dalla locale Amministrazione45. Considerata tuttavia l’obsolescenza della rappresentazione territoriale contenuta all’interno della CTC, dalla cui realizzazione sono trascorsi oltre vent’anni nei quali il territorio, con particolare riferimento all’edificato moderno, ha subito notevoli variazioni, si è deciso, nell’ambito del presente lavoro, di trasferire tutti i dati su un ulteriore e più aggiornato supporto. La scelta è caduta sulla nuova Carta Tecnica Regionale, disponibile sul sito web della Regione Puglia, che offre un dettaglio di scala fino all’1:1000; essa è stata predisposta sulla base di ortofoto, riprese con voli regionali negli anni 2006 e 201546.

Dopo oltre un trentennio di ricerche sistematiche nel territorio di Vaste, anche a seguito del continuo sviluppo urbanistico ed edilizio del centro moderno, si avverte la necessità di un aggiornamento della carta archeologica del sito, anche su base informatica.

Per la finalità della carta archeologica di Vaste, i dati contenuti nella CTR, dopo essere stati importati in ambiente CAD, sono stati in parte rielaborati. In particolare, le informazioni ed i tematismi riferibili alla topografia moderna sono stati semplificati e trattati con l’obiettivo di produrre elementi utili a orientare il riconoscimento della topografia antica: «qualunque cartografia può essere definita come una rappresentazione bidimensionale di un particolare territorio in un preciso istante: come tale il suo

Il riferimento di partenza è costituito sicuramente dalla Carta Archeologica di Vaste in scala 1:4000 pubblicata nel 1981 ad opera di Gianni Carluccio sulla base di rilievi fotogrammetrici in scala 1:5000 e 1:2000 e di riprese aerofotografiche del territorio comunale di Poggiardo (Fig. 14)42.

Messapi; vedi anche D’Andria 1991, pp. 459-461. Accordo di Programma tra il MISM ed il CNR nell’ambito della L. 64 sugli interventi straordinari per il Mezzogiorno, Progetto Strategico n. 251100 operativo a partire dal 1991 presso l’Università di Lecce. Si veda D’Andria 1997b, pp. 19-28. 45 Tale strumento, commissionato nel 1995 dal Comune di Poggiardo alla società S.I.T., Servizi d’Informazione Territoriale di Noci (BA), è stato redatto, in formato numerico in scala 1:2000 e 1:5000, su base aerofotogrammetrica georeferenziata nel sistema di coordinate GaussBoaga ed estesa all’intero territorio del comune di Poggiardo; riferimento di partenza sono state le riprese aerofotografiche realizzate in data 06.08.1995. 46 www.sit.puglia.it/. 43 44

Successivamente, agli inizi degli anni ’90, è stata elaborata una Planimetria dell’abitato messapico, realizzata, a seguito di un rilievo topografico dell’area in scala 1:500,

39 40 41 42

Guaitoli 2012, p. 9. M. Guaitoli, in Scardozzi 2007, p. 7. G. Ceraudo, in Ferrari, Scardozzi 2016, p. 8. Carluccio 1981; vedi anche www.giannicarluccio.it.

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 14. Vaste: carta archeologica (da Carluccio 1981).

taglio prestabilito in un rapporto di scala prefissato (31 fogli proposti in scala 1:5000 – Fig. 17)49.

obiettivo è quello di descrivere la realtà, possibilmente in modo semplice e comprensibile»47; «raffigurare la realtà è la finalità prima di qualsiasi cartografia e la sua trasposizione in rappresentazione segue regole che tendono a uniformare il contenuto informativo selezionandolo a seconda della scala di rappresentazione e del grado di informazione/dettaglio utilizzati»48.

La rappresentazione dei dati relativi all’antropizzazione antica del territorio è resa più complessa dal differente grado di attendibilità delle informazioni da inserire e soprattutto dal differente livello di dettaglio e qualità dei dati metrici ad essi riferiti. Tali contenuti, infatti, costituiscono il patrimonio di conoscenze raccolto negli anni e, in quanto tale, presentano caratteristiche disomogenee in relazione ai diversi periodi ed alle procedure di acquisizione, alle

La nuova Carta Archeologica di Vaste raccoglie, in linea con la prassi cartografica, una rappresentazione del territorio comunale di Poggiardo suddiviso in porzioni di

Il taglio dei fogli della Carta, inquadrati da limiti rettilinei e non geografici, è stato scelto in base alle esigenze tipografiche del presente volume; un foglio, il 3 bis, raggruppa all’interno di un unico elaborato evidenze che, pur ricadenti all’interno di fogli distinti, sono riferibili ad un’unica scheda e pertanto devono essere rappresentate in relazione spaziale.

49

47 48

G. Di Giacomo in Scardozzi 2015, p. 16. D’Andria, Scardozzi, Spanò 2008, p. 10.

12

Inquadramento metodologico della ricerca

Fig. 15. Vaste: planimetria dell’abitato messapico (da Messapi).

quarta dimensione, e i dati ad essa relativi rivestono un ruolo importante»50.

differenti modalità di elaborazione ed alle difformità della scala di realizzazione, oltre che ai dissimili obiettivi per cui sono stati prodotti. Nel caso specifico di una carta archeologica, peraltro estesa ad un intero comprensorio comunale, ai dati oggetto di rappresentazione occorre aggiungere l’elemento “tempo”, con la conseguente necessità di una documentazione diacronica del territorio in esame. La cartografia, «rappresentazione di come si presenta il territorio e la relativa antropizzazione in un dato istante temporale» non prescinde dalla modalità e dal momento in cui i dati vengono acquisiti e dalla durata della loro validità nel tempo; l’informazione temporale, infatti, viene «considerata nella cartografia numerica moderna la

L’illustrazione dei dati, con l’intento di fornire il maggior numero di informazioni relativo all’oggetto rappresentato, anche in base al rapporto di scala utilizzato, passa, quindi, inevitabilmente, attraverso l’uso di simboli ed artifici grafici coerente con le tematiche tipiche degli studi di topografia antica e della cartografia tematica archeologica. Questi consentono l’illustrazione, anche

50

13

D’Andria, Scardozzi, Spanò 2008, p. 3.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 16. Vaste: pianta generale dell’insediamento (da Caggia, Melissano 1997).

ad un pubblico di non specialisti, dell’antropizzazione antica di un territorio, garantendo la possibilità di lettura della relativa documentazione all’interno di una cartografia aggiornata, “vestita” con un repertorio di simboli grafici snello e ridotto al minimo indispensabile proprio per facilitarne la leggibilità stessa, aumentandone, contemporaneamente, la comprensibilità. Si è pertanto optato, attraverso una semplificazione del linguaggio semantico della cartografia, per una sintesi grafica in grado di rappresentare efficacemente, sul supporto cartaceo bidimensionale in scala 1:5000, la complessità storico-archeologica del territorio comunale di Poggiardo.

A tale scopo, rispettando le convenzioni tradizionali legate alla cartografia archeologica, gli aspetti legati alla topografia moderna (idrografia; vegetazione; edifici, costruzioni e attrezzature; viabilità e ferrovie; reti tecnologiche e impianti di servizio; divisioni del terreno e limiti amministrativi; tematismi; toponomastica) sono stati riportati in toni di grigio, in modo da dare maggiore visibilità al contenuto principale della Carta Archeologica, ovvero le evidenze archeologiche. Queste ultime sono riportate tradizionalmente nelle tonalità del rosso; in bruno compaiono invece i dati riferibili all’orografia, ossia le curve di livello. 14

Inquadramento metodologico della ricerca

Fig. 17. Territorio di Poggiardo e Vaste: quadro d’unione dei fogli che compongono la Carta Archeologica, sulla base della Carta Tecnica Regionale (scala 1:30.000).

15

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Parallelamente si è provveduto alla redazione e all’editing della documentazione grafica nonché al posizionamento cartografico delle evidenze archeologiche rilevate sul terreno, che trovano così una precisa georeferenziazione nell’ambito del Sistema Geodetico Nazionale. Ciascun elemento antico, indipendentemente dalla sua entità e dal livello di conoscenza relativa, non viene considerato come elemento a se stante e avulso dal contesto: il complesso dei dati all’interno della Carta Archeologica, risulta organizzato e rappresentato, ovvero posizionato geograficamente, schedato, documentato ed aggiornato allo stato attuale delle ricerche e del livello di conoscenza.

I singoli fogli di cui si compone la Carta Archeologica sono introdotti ciascuno dalla localizzazione all’interno della griglia di riferimento (Quadro d’unione – Fig. 17); sono corredati dal numero identificativo, dall’indicazione della scala, nonché dai simboli grafici relativi all’indicazione del nord ed alla scala metrica. Il sistema di riferimento è quello geodetico nazionale ETRF2000–RDN51. A questa base cartografica è stato riferito l’aggiornamento del censimento analitico di tutte le evidenze archeologiche relative non solo al centro messapico di Vaste, ma a tutto il territorio comunale di Poggiardo, comprendendo in esse sia quelle ancora visibili, che quelle segnalate in passato, obliterate o andate distrutte. Si è proceduto quindi allo spoglio sistematico della bibliografia esistente e alla compilazione di schede analitico-descrittive. A questo proposito occorre tenere presente che negli ultimi anni, nell’ambito del Laboratorio di Archeologia Classica, sono stati realizzati numerosi lavori di ricerca per la stesura di tesi di laurea (quadriennale, triennale e magistrale) nei corsi delle Facoltà di Beni Culturali e Lettere e Filosofia e di tesi nella Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici52 aventi per oggetto contesti e tematiche relative all’insediamento di Vaste53. Per facilità di consultazione delle schede si è deciso di omettere il riferimento sistematico a tali studi, anche perché in numerosi casi essi sono dedicati ad approfondimenti specifici su singoli ritrovamenti o su particolari categorie o classi di reperti.

Al posizionamento puntuale di tutte le evidenze archeologiche, indicate - procedendo in senso orario da NW verso SE - con i numeri da 1 a 118, presenti ed individuate nell’area di riferimento corrisponde quindi biunivocamente una scheda descrittiva. Ogni scheda è caratterizzata da un numero identificativo progressivo, accompagnato dall’indicazione della località di rinvenimento (toponimo o toponomastica stradale), cui segue una parte descrittiva contenente indicazioni in merito al periodo di intervento, alla tipologia dei rinvenimenti, alla cronologia ed alla fase storica. Correda la scheda una bibliografia di riferimento. Il grado di precisione e di attendibilità del posizionamento presenta una casistica estremamente eterogenea a seconda delle diverse evidenze, in riferimento al modo ed al momento di reperimento ed acquisizione della relativa documentazione, alle diverse metodologie di indagine e tecnologie di misurazione. Pertanto, per comunicare immediatamente il grado di attendibilità del posizionamento del dato, a ciascuna scheda è stato assegnato un diverso indice, illustrativo del livello di precisione di quanto rappresentato. Sono accompagnati dal simbolo * i dati recuperati nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche del territorio di Vaste, ubicate, utilizzando le coordinate fornite, sulla tavoletta IGM in scala 1:25.000, ed in seguito riposizionate all’interno della cartografia numerica di base. Dal simbolo ** vengono corredate le schede relative agli elementi archeologici già riportati nella cartografia esistente57, riposizionati sul nuovo supporto cartografico. Si caratterizzano per il simbolo *** le schede relative ai rinvenimenti dell’ultimo trentennio, spesso nell’ambito delle attività condotte dal Laboratorio di Archeologia Classica; nel corso degli anni esse sono state illustrate con l’ausilio di piante di scavo ottenute con procedure di rilievo archeologico diretto (rilievi di dettaglio di aree limitate effettuati con il metodo della trilaterazione) e in questo modo sono state riposizionate all’interno della cartografia di base. Il simbolo ****, infine, caratterizza le schede relative alle aree oggetto di indagine negli ultimi 15 anni, per le quali le ricerche sono state accompagnate da operazioni di “appoggio topografico” e rilievo indiretto con total

Un discorso a parte meritano però due lavori. Si tratta, in primis, della tesi di dottorato di Bruno Belotti54, dedicata alla ricognizione di superficie sistematica del territorio di Vaste: i principali elementi per la ricostruzione del paesaggio, in una prospettiva diacronica, sono disponibili anche in forma di pubblicazione, ancorché in maniera sintetica55. Di notevole interesse è anche il lavoro di lettura e ricostruzione del circuito murario della fase del IV e III sec. a.C., oggetto di una tesi di specializzazione da parte di Paolo Ciuchini56. Entrambi questi studi vengono richiamati all’interno delle schede pertinenti.

Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri 10 novembre 2011 Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale (G.U. n. 48 del 27/02/2012). Art. 2 Sistema di riferimento geodetico nazionale. 1. A decorrere dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del presente decreto, il Sistema di riferimento geodetico nazionale adottato dalle amministrazioni italiane è costituito dalla realizzazione ETRF2000 – all’epoca 2008.0 – del Sistema di riferimento geodetico europeo ETRS89, ottenuta nell’anno 2009 dall’Istituto Geografico Militare, mediante l’individuazione delle stazioni permanenti l’acquisizione dei dati ed il calcolo della Rete Dinamica Nazionale. 52 Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università del Salento, “Dinu Adamesteanu”. 53 Le ricerche sono state condotte nell’ambito degli insegnamenti affidati ai proff. Francesco D’Andria e Giovanni Mastronuzzi. 54 Il programma di ricognizioni sul territorio antico di Vaste è stato condotto negli anni 1989-1993 da Bruno Belotti, sotto la direzione di Francesco D’Andria e Georges Fabre (Belotti 1996). 55 Belotti 1997. 56 Ciuchini 2004-2005. 51

57

16

Carluccio 1981; D’Andria 1991; Caggia, Melissano 1997; Messapi.

Inquadramento metodologico della ricerca station a supporto del rilievo diretto, spesso condotto in prima persona da chi scrive: in tali casi, la precisione del posizionamento è frutto di un rilievo celerimetrico. All’interno della carta sono confluite pertanto tutte le planimerie generali delle varie aree di scavo, laddove disponibili, continuamente aggiornate. I dati dei rilievi diretti eseguiti in real time sui vari cantieri posizionati su scala urbana, oltre alla corretta ubicazione delle evidenze ottenuta in virtù dell’appoggio topografico, sono corredati di tutte le informazioni che, in funzione delle finalità di utilizzo e della scala di restituzione, possono essere rappresentati in modalità schematica o dettagliata. A partire da questa base documentaria è quindi possibile proporre una ricostruzione diacronica delle diverse modalità di occupazione del territorio in oggetto, dalle frequentazioni protostoriche all’abitato messapico, alle successive trasformazioni in età romana e nel tardo impero, all’insediamento medievale e postmedievale. Considerando quindi la tipologia e la stratificazione dei dati riportati, possiamo affermare che la Carta Archeologica rappresenta, sintetizzata in scala 1:5000, l’aggiornamento dell’informazione complessiva relativa all’intero territorio comunale di Poggiardo, riferita allo stato delle conoscenze e dei rilievi metrici del 2018. Il prodotto finale così ottenuto, ricco di contenuti eterogenei, realizzato ad una scala di dettaglio adeguata, in una forma tecnologicamente avanzata ma versatile e facilmente accessibile alle diverse tipologie e categorie professionali di addetti ai lavori, si presenta come un “contenitore oggettivo”, utilizzabile per la produzione di carte tematiche finalizzate ala ricerca, per la realizzazione di carte di rischio archeologico e di cartografie utili alla pianificazione urbanistica. Lo strumento, si propone quindi per un utilizzo rivolto non solo agli studiosi e ai responsabili della tutela del patrimonio archeologico, ma anche alle figure, tecnici ed amministratori, coinvolte nella programmazione dello sviluppo del territorio e della crescita dei centri urbani. F.G.

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III Schede58 1 a, b, c, d, e, f (F. 3bis)

Fasi di occupazione:

Contrada Li Reali

Mastronuzzi 2018b, pp. 8-9.

a, b, c, d - Aree di frr. fittili*

f - Grotta, tracce di frequentazione****

a) b) c) d)

788700.9296; 4441953.2517; alt. 123 m s.l.m.

788753.4148; 4442437.0516; alt. 115 m s.l.m. 788799.0419; 4442342.3339; alt. 112 m s.l.m. 788934.2103; 4442162.9448; alt. 123 m s.l.m. 788656.6229; 4442008.2598; alt. 123 m s.l.m.

Sulla Serra di Poggiardo nell’anno 2000, presso l’imboccatura della Grotta Campana d’Oro, già nota dalla fine del secolo scorso e collegata ad un più ampio complesso di cavità carsiche, furono recuperati alcuni reperti ceramici e resti antropologici. Pur in assenza di elementi stratigrafici è possibile riferire i manufatti all’Eneolitico (seconda metà del III millennio a.C.), periodo a cui rimanda anche la datazione assoluta di un campione osteologico.

Nell’ambito di un programma di ricognizioni sistematiche sul territorio del centro antico di Vaste, in corrispondenza della Serra di Poggiardo, in posizione dominante, ca. 2 km a NE del moderno abitato di Poggiardo, nel 1990 vennero individuate diverse aree di dispersione di frr. fittili. Il materiale recuperato (frr. di ceramica ad impasto) farebbe ipotizzare l’esistenza di un villaggio dell’età del Bronzo e della prima età del Ferro organizzato in nuclei di capanne. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Fasi di occupazione:

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro

Eneolitico

Aprile, Orlandi Barbano 2011; Regione Puglia, catasto delle grotte e delle cavità artificiali (http:// www.catasto.fspuglia.it/df/il-progetto.php), in part.: http://www.catasto.fspuglia.it/df/pdf/export.php?cod_ grotta=9014&categoria_cavita=1.

Belotti 1996, pp. 179-182. e - Tracce di frequentazione, struttura muraria***

F.G. 788576.8224; 4442585.7831; alt. 113 m s.l.m. 2 - Area di frr. fittili* (F. 8) In corrispondenza della Serra di Poggiardo, in posizione dominante, ca. 2 km a NE del moderno abitato di Poggiardo, al margine di una strada di campagna è presente un muro realizzato con blocchetti di calcarenite, tagliato sul lato orientale; ad esso è associata una stratificazione in cui si riconosce la presenza di frr. di ceramica e di laterizi di età messapica e di numerosi noduli di bauxite. Le assise alla base della struttura sembrano riferibili ad età ellenistica, mentre la parte superiore può essere l’esito di rimaneggiamenti di epoca recente. Un fitta vegetazione a macchia mediterranea copre la struttura in direzione ovest.

Contrada La Grande 789898.6737; 4441548.6948; alt. 123 m s.l.m. In corrispondenza della Serra di Poggiardo, ca. 2,5 km a NE del centro moderno di Poggiardo, nei pressi di una naturale depressione del terreno (La Pezza), nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, è stata individuata una vasta area di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica sigillata norditalica, orientale A, africana, africana da cucina, anfore nordafricane ed orientali, oltre a tegole ed alcuni frr. di macina in pietra) suggeriscono l’interpretazione del sito come insediamento rurale. Il primo impianto risale probabilmente ad età augustea e l’area continua ad essere occupata fino alla fine del VI o alla prima metà del VII sec. d.C.

58 La sequenza numerica delle schede è organizzata all’interno dei singoli Fogli secondo un ordine crescente, tendenzialmente da N a S e da E a W. Per quanto concerne la cinta muraria del IV-III sec. a.C. si è proceduto con una schedatura dei vari tratti, procedendo in senso orario a partire dalla Porta Nord e comprendendo le porte urbiche individuate e i diversi settori, indicati con i numeri romani (I-VIII); in merito alla cronologia del complesso è stato ripreso quanto già proposto in bibliografia.

19

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 3bis

20

Schede

F. 8

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fasi di occupazione:

7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Fasi di occupazione:

Belotti 1996, pp. 314-318.

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

F.G. Belotti 1996, pp. 277-280. 3 - Area di frr. fittili* (F. 9) F.G. Località La Pezza 5 - Area di frr. fittili* (F. 13) 790716.9213; 4441253.8118; alt. 117 m s.l.m. Serra di Poggiardo Nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, lungo la Serra di Poggiardo in prossimità dell’incrocio fra la via Mosca Lupe e la strada vicinale Lupe, ca. 3 km a NE dell’abitato moderno di Poggiardo, venne individuata (1989-1993) un’area di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica a v.n., sigillata italica, nord-italica, orientale, africana, africana da cucina, anfore italiche, nordafricane ed orientali, oltre ad alcuni blocchi squadrati in calcare locale, fra i quali un elemento lapideo riferibile ad un torcularium, frr. di tegole e di macina in pietra vulcanica) sono riferibili ad un contesto di abitato rurale attivo in età ellenistica, e poi ancora dall’età augustea fino all’inizio del VI sec. d.C. Fasi di occupazione:

789478.4252; 4440279.8021; alt. 97 m s.l.m. Lungo le pendici della Serra, a poco più di 1 km a NE dell’abitato moderno di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, venne individuata (1989-1990) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto) sembrano documentare una frequentazione dell’area fra l’età del Bronzo e l’età del Ferro. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro

Belotti 1996, pp. 211-212. F.G. 6 - Area di frr. fittili* (F. 13)

Belotti 1996, pp. 281-283.

Serra di Poggiardo F.G.

789348.4318; 4440095.1477; alt. 120 m s.l.m.

4 - Area di frr. fittili, asse stradale* (F. 12)

Lungo le pendici della Serra, 1 km a NE dell’abitato moderno di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1993 venne individuata un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, geometrica del Salento, anfore commerciali corinzie e magno-greche di età ellenistica, ceramica a pasta grigia, frr. di tegole, un fr. di macina in pietra e scorie metalliche) attestano una frequentazione dell’area nell’età del Bronzo ed in età ellenistica e tardorepubblicana, forse in riferimento ad una destinazione artigianale.

Masseria Galati 788278.1194; 4440089.2776; alt. 89 m s.l.m. Nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, immediatamente a NE del centro moderno di Poggiardo, non lontano dalla Masseria Galati, venne individuata (1990-91) un’area di frr. fittili in corrispondenza di un asse stradale territoriale rilevabile in foto aerea, orientato NS e diretto verosimilmente verso la Porta Nord dell’abitato messapico (n. 32). I materiali recuperati (frr. di ceramica a v.n. e a pasta grigia, frr. di sigillata africana, africana da cucina, anfore nordafricane ed orientali tarde e grandi contenitori, oltre a frr. di tegole, di macine in pietra, di intonaco idraulico, scorie metalliche, nonché ceramica medievale e moderna riferibile alla vicina masseria impiantata nel XVII sec.) attestano una frequentazione dell’area nel IV-III sec. a.C., dal II sec. a.C. a tutto il VI sec. d.C. e, forse, ancora in età medievale (XI-XII sec.).

Fasi di occupazione:

1 - Età del Bronzo 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

Belotti 1996, pp. 288-289. F.G.

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Schede

F. 9

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 12

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Schede

F. 13

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 7 a, b (F. 14)

con iscrizione messapica. Dal sito provengono anche una lastra con iscrizione sinistrorsa (oras, cm 50 x 21 x 13) e due cippi in calcare locale con corpo rastremato e coronamento aggettante (cm 88 x 32 x 19,5 e cm 32,5 x 10) databili alla seconda metà del VI - prima metà del V sec. a.C. Il maggiore di essi presenta decorazione a motivi geometrici ed iscrizione incisa artham[.

Fondo Padulella 790107.8667; 4440146.1809; alt. 121 m s.l.m. a - Necropoli** Nel 1913, in un fondo di proprietà Episcopo, situato a ca. 3 km a NE dell’abitato di Vaste, fu rinvenuto un nucleo di necropoli comprendente sei tombe, del tipo a sarcofago con lastra di copertura, tra cui una relativa ad un bambino. I contadini, all’epoca impegnati nell’impianto di un vigneto, a seguito della scoperta recuperarono gli oggetti di corredo appartenenti a quattro di esse, mentre le altre due furono scavate da Gennaro Bacile di Castiglione, intervenuto in un secondo momento per effettuare un sopralluogo. Degli oggetti, in origine 24 vasi e una fibula, ne sono reperibili attualmente 17: questi sono stati associati alle sei tombe sulla base dei documenti dell’Archivio della Soprintendenza a Taranto e delle notizie edite da Bacile di Castiglione nel 1919. Ovviamente, non si può essere certi della composizione dei corredi, in particolare per quanto riguarda le 4 tombe svuotate dagli scopritori, né si può escludere l’utilizzo dei sarcofagi per deposizioni successive, che hanno conservato oggetti di sepolture precedenti. Nonostante alcuni dubbi, il complesso dei reperti si presenta piuttosto omogeneo dal punto di vista cronologico e tipologico e si inserisce agevolmente nel quadro dei contesti funerari della Messapia. Infatti, ad eccezione del cratere a colonnette di produzione locale rinvenuto insieme ad altri due vasetti oggi dispersi, databile al secondo quarto del V sec. a.C., il resto degli oggetti si colloca tra la seconda metà del IV e gli inizi del III sec. a.C. Nel primo caso si tratta di un servizio di vasi tipico dei corredi maschili di età tardo-arcaica e classica, in tutte le altre sepolture gli oggetti appartengono a classi e forme ceramiche diffusamente attestate nel panorama messapico ellenistico. Accanto ai vasi a v.n. e sovradipinta, soprattutto unguentari e lekythoi, figurano vasi miniaturistici ed una lucerna. Ad una delle tombe sono associati otto vasi, tra cui una brocca decorata con motivo a ramo d’edera.

Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

Belotti 1996, pp. 182-186.

3 - Età arcaica

Carluccio 1981, p. 97, n. 1; Belotti 1996, pp. 239-240; Lamboley 1996a, p. 235; De Simone, Marchesini 2002, pp. 119, 126; Mastronuzzi 2005a, p. 129; D’Andria, Mastronuzzi 2008, p. 234; Giannotta 2013, pp. 287288, 295; Lombardo 2013, pp. 343-346; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 89. F.G. 8 - Area di frr. fittili* (F. 14) Località SS. Stefani 789792.8092; 4439993.4963; alt. 121 m s.l.m. Lungo le pendici della Serra di Poggiardo, poco meno di 1,5 km a NE di Vaste, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1991 venne individuata un’area di dispersione di frr. fittili a monte di un asse viario antico (n. 44a). I materiali recuperati (un fr. di selce, frr. di ceramica ad impasto, geometrica del Salento, a v.n., comune da cucina di età ellenistica, anfore commerciali corinzie, anfore e grossi contenitori di età ellenistica, un fr. di anfora samia, un peso da telaio, oltre ad alcuni blocchi squadrati ed elementi architettonici, frr. di tegole e mattoni crudi) documentano una frequentazione dell’area fra l’età del Bronzo e l’età del Ferro con un aumento di consistenza delle attestazioni fra l’età arcaica ed il III sec. a.C. Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

F.G.

Carluccio 1981, p. 97, n. 1; Giannotta 2013, pp. 287-297 (con bibl. prec.).

9 - Area di frr. fittili* (F. 16) Casino Colafati

V.M. 787160.4593; 4439002.5818; alt. 82 m s.l.m. b - Manufatti lapidei - iscrizioni** Ca. 1 km ad E dell’abitato moderno di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1991 è stato possibile recuperare, in occasione dei lavori di realizzazione della strada che collega la locale stazione ferroviaria con il Casino Colafati, numerosi frr.

Nella stessa area in cui si colloca il rinvenimento di tombe messapiche, nel 1913 si rinvennero una stele anepigrafe, un fr. di stele iscritta e due cippi in pietra di età arcaica; risale invece al 1918-19 il recupero di un fr. di lastra 26

Schede

F. 14

27

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) di selce, vetro, e ceramica dipinta, acroma, da cucina, invetriata monocroma e policroma, anfore e tegole. E’ possibile riferire i materiali ad un nucleo di villaggio attivo fra il XII e il XVI sec. d.C. Fasi di occupazione:

vicinale Le Melliche, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1992-93) una dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di anfore corinzie, ceramica ad impasto, geometrica del Salento, a fasce, da cucina e a v.n. di età ellenistica, oltre a numerosi frr. di tegole) documentano una frequentazione dell’area almeno fra la fine del VI ed il III sec. a.C.

9 - Età medievale

Belotti 1996, pp. 368-370. Fasi di occupazione: F.G.

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

10 - Tombe** (F. 18) Belotti 1996, pp. 145-147. Fondo Giardino Grande F.G. 788213.2039; 4439409.1315; alt. 87 m s.l.m. 12 - Cinta muraria, Tratto VIII**** (F. 18, Fig. 18) In corrispondenza della periferia E del centro moderno di Poggiardo, ad E dell’attuale via Vittorio Veneto, nel 1959 fu registrato il rinvenimento di alcune tombe verosimilmente medievali, non localizzabili all’interno del fondo. Fasi di occupazione:

Fondo Melliche 788726.8366; 4439262.6446; alt. 94 m s.l.m. Immediatamente ad E della strada statale 497 Maglie - Santa Cesarea Terme, nel tratto (lungh. ca. m 358) compreso fra le porte Ovest (n. 21) e Nord (n. 32), una serie di saggi, realizzati dall’École Franҫaise de Rome in convenzione con l’Università del Salento e la Scuola Normale Superiore di Pisa (1985) e indagini svolte dall’Università del Salento nell’ambito dei lavori per la realizzazione dell’ingresso al Parco dei Guerrieri (2008), hanno permesso di verificare il tracciato e le caratteristiche della cinta difensiva.

9 - Età medievale

Carluccio 1981, p. 92, n. 4; Lamboley 1996a, p. 227. F.G. 11 a, b (F. 18) a - Tracce di frequentazione* Strada vicinale Le Melliche

Il primo periodo (metà IV sec. a.C.) corrisponde ad una struttura composta da due cortine di pietre non squadrate di grandi dimensioni con un riempimento misto di pietrame e terra, della larghezza complessiva di m 3,90.

788831.6634; 4439421.9258; alt. 92 m s.l.m. Nei pressi della periferia E dell’abitato moderno di Poggiardo, immediatamente a N della strada vicinale Le Melliche e della cinta muraria dell’insediamento messapico di Vaste, nell’ambito di lavori edili venne messa in luce una sequenza stratigrafica, che ha evidenziato una frequentazione ad uso agricolo dell’area in età ellenistica. Fasi di occupazione:

Nell’ambito del secondo periodo, al filo esterno della struttura viene addossato un nuovo paramento realizzato con grandi blocchi squadrati posti di taglio, che poggia su un filare di fondazione costituito da blocchi di varie dimensioni messi in opera di testa. La nuova cortina non si lega alla muratura precedente e fra le due strutture rimane un’intercapedine larga cm 25-45, riempita di terra sabbiosa e frr. di tegole e ceramica.

5 - Età ellenistica

Belotti 1996, pp. 293-295. F.G.

Il muro di terzo periodo (prima metà del III sec. a.C.) si presenta come una struttura piena larga m 2,50-3,50, con fondazioni e spiccato costituite da filari affiancati di grandi blocchi, posti alternativamente di testa e di taglio.

b - Area di frr. fittili* Fondo Melliche

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

788781.3958; 4439343.7315; alt. 94 m s.l.m. Carluccio 1981, pp. 102-103; D’Andria 1988d, p. 157; D’Andria 1988e, p. 692; Lamboley 1991, pp. 492-493; Belotti 1996, p. 158; Lamboley 1996a, pp. 225-226;

Nei pressi della periferia E dell’abitato moderno di Poggiardo, immediatamente a N della cinta muraria dell’insediamento messapico di Vaste, a S della strada

28

Schede

F. 16

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 18

30

Schede

Fig. 18. Fondo Melliche: cinta muraria, Tratto VIII (n. 12).

31

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Lamboley 1998, pp. 183-196; Ciuchini 2004-2005, pp. 161-173; Mastronuzzi 2015b, p. 30. F.G.

fedeli (naos), caratterizzato dalla presenza di un sedile perimetrale in pietra, e quello riservato all’officiante (bema), separati da un setto in pietra trasversale (templon) aperto da tre fornici.

In corrispondenza del nucleo centrale del moderno abitato di Poggiardo, sotto la sede stradale dell’attuale via Don G. Minzoni, nel 1929 venne riportata alla luce e resa agibile la cosiddetta “cripta” di S. Maria degli Angeli, il cui sito era stato obliterato per volontà del vescovo di Castro Giorgio Rosa fra il 1521 ed il 1530. In seguito, su iniziativa di Cesare Brandi, gli affreschi vennero staccati, restaurati a cura dell’ICR di Roma (1958) e, più tardi, musealizzati all’interno di una apposita struttura commissionata a Franco Minissi ed inaugurata nel 1975 all’interno della villa comunale in piazza G. Episcopo.

Il programma iconografico appare in linea con la tradizione degli edifici rupestri della regione, con il susseguirsi di figure di santi lungo le pareti laterali (Nicola, Giorgio, Giovanni Teologo e Gregorio Nazianzeno, Anastasio?, Demetrio?, oltre ad un Cristo in trono benedicente a S; Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Giuliano, oltre all’Arcangelo Michele ed una Vergine con Bambino affiancata da S. Nicola a N) e, in corrispondenza dell’abside centrale, il gruppo della Vergine con Bambino in trono affiancata dagli arcangeli Gabriele e Michele e con ai lati i due diaconi Lorenzo e Stefano. Nella superstite nicchia settentrionale campeggia l’Arcangelo Michele, mentre completa il programma iconografico del bema la coppia dei santi medici Cosma e Damiano. La cronologia degli affreschi, per i quali si possono riconoscere due periodi, oscilla fra la fine dell’XI - inizio del XII secolo e la fine del XII secolo.

13 - Chiesa rupestre** (F. 18, Fig. 19) Poggiardo - via Don G. Minzoni 788071.5587; 4439165.6952; alt. 87 m s.l.m.

La realizzazione dell’invaso della “cripta” rimonta verosimilmente alla fine dell’XI secolo; la planimetria del luogo di culto (9,25 x 7 m, orientato SE-NW) ricalca, adattandolo, lo schema medio-bizantino della pianta a croce greca inscritta in un quadrato, con quattro pilastri centrali e tre absidi sulla parete di fondo. L’ingresso era posto lateralmente lungo la parete NW in corrispondenza di un accesso gradonato ricavato nel banco roccioso; l’impianto prevedeva, in ossequio alla liturgia bizantina, la tradizionale divisione fra lo spazio occupato dai

Fasi di occupazione:

9 - Età medievale

Fonseca et alii 1979, pp. 155-166; Belotti 1996, pp. 365366; Valchera, Zampolini Faustini 1997, p. 112; Ceraudo 2014, p. 415; De Giorgi 2015, con bibl. prec.; M. De Giorgi in Mastronuzzi 2015b, p. 50-60. F.G. 14 - Tombe, frr. fittili** (F. 18) Poggiardo - via F. Filzi 788165.2104; 4439207.1960; alt. 87 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SE del moderno centro di Poggiardo, nel 1968, nell’ambito di lavori per la realizzazione dei sottoservizi, fu segnalato il rinvenimento di sepolture antiche e di «materiale archeologico». Fasi di occupazione:

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 92, n. 6; Lamboley 1996a, p. 227. F.G. 15 - Tombe** (F. 18) Poggiardo - via Casicalvi 788328.1709; 4439195.8110; alt. 88 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SE del moderno abitato di Poggiardo, nel giardino di proprietà del sig. Giuseppe Finizzi nel maggio del 1958 fu segnalato il rinvenimento di alcune «tombe antiche».

Fig. 19. Poggiardo, via Don G. Minzoni (n. 13): planimetria schematica della chiesa ipogeica di S. Maria degli Angeli.

32

Schede Fasi di occupazione:

imprecisabile

l’uso della necropoli tra la metà del IV e la fine del III sec. a.C. Per un’unica tomba sembra documentato un riuso nel II sec. a.C. con riduzione della sepoltura precedente.

Carluccio 1981, p. 93, n. 7; Lamboley 1996a, p. 227. F.G.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

16 - Area di frr. fittili* (F. 18) Carluccio 1981, p. 93, n. 8; Delli Ponti 1981, p. 173; Mallegni 1981, pp. 175-196; Messapi, p. 50; Giannotta 1994, pp. 8889; Belotti 1996, pp. 302-303; Delli Ponti 1996; Lamboley 1996a, p. 227; Giannotta 1997a, p. 153; Mannino 2006, pp. 202-203; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 16.

Fondo Melliche 788711.8637; 4439147.1059; alt. 95 m s.l.m. In corrispondenza della periferia N di Vaste, ad E della strada statale Maglie - Santa Cesarea Terme, in un’area interna alla cinta muraria della città antica, 200 m a S del n. 11b nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, venne individuata (1992-93) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di anfore commerciali corinzie, greco-italiche, ceramica geometrica del Salento, a v.n. e a pasta grigia, oltre ad alcuni elementi architettonici ed un cippo) documentano una frequentazione dell’area fra l’inizio del VI ed il I sec. a.C. Fasi di occupazione:

G.M. 18 - Necropoli*** (F. 18) Fondo Aia - Masseria Trappeto 788375.4529; 4439023.7601; alt. 89 m s.l.m. Nella periferia SE di Poggiardo, in corrispondenza di via L. Circolone e viale della Libertà, ad W del circuito murario messapico, nel corso di lavori di edilizia privata effettuati nel 1959 in proprietà Longo, furono rinvenute tre tombe, tagliate nel banco roccioso, due delle quali risultarono già manomesse in precedenza. Queste ultime corrispondono probabilmente a quelle messe in luce nel 1913, durante lavori agricoli, i cui corredi, all’epoca recuperati e presi in carico dal barone Bacile di Castiglione, confluirono nelle raccolte del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, dove sono attualmente custoditi, distinti in tomba A e tomba B. Il primo gruppo comprende 17 vasi, tra i quali figurano alcuni a v.n., altri in ceramica sovradipinta, due lucerne e una brocca messapica decorata da motivi geometrici e fitomorfi, tutti databili tra la seconda metà del IV e la prima metà del III sec. a.C.; nel secondo corredo figurano 22 oggetti, vasi sovradipinti, a vernice nera, acromi e a fasce (due lekanai), una lekythos apula e 4 fibule di bronzo. Queste ultime, databili ad età arcaica, potrebbero appartenere ad una precedente deposizione.

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

Belotti 1996, pp. 147-149. F.G. 17 - Necropoli*** (F. 18) Fondo Aia - Masseria Guarini 788272.2181; 4439074.9938; alt. 88 m s.l.m. Nella periferia SE di Poggiardo, in corrispondenza di via A. De Gasperi e via M. Tafuro, ad W del circuito murario messapico, scavi di emergenza realizzati dalla Soprintendenza Archeologica (1968, 1970) hanno permesso di scoprire un’area appartenente alla necropoli extraurbana di Vaste. Sono state messe in luce complessivamente 29 tombe, scavate nel banco roccioso, alcune coperte da lastroni, poco meno della metà già manomesse. L’analisi antropologica è stata condotta sui resti ossei di una decina di sepolture. I corredi sono composti da vasellame di produzione locale, acromo, a vernice nera e a fasce, da lucerne e unguentari, e da abbondante ceramica sovradipinta, in particolare oinochoai, pelikai, skyphoi, bacini ed un cratere con anse a testa di cigno. Sono presenti anche 4 trozzelle e 3 crateri apuli a figure rosse, uno dei quali attribuibile alla cerchia del Pittore di Dario (325300 a.C.); spiccano, infine, due rari esemplari di kantharoi in ceramica c.d. “argentata” e un thymiaterion con base decorata a strigilature. Alcuni corredi comprendono anche oggetti in bronzo, come fibule, strigili e soprattutto cinturoni. L’insieme dei materiali consente di collocare

La terza tomba, invece, trovata intatta a pochi metri di distanza dalle altre due, è del tipo a semicamera, per le notevoli dimensioni (m 3,50 x 1,80) ed il rivestimento interno in blocchi lapidei. Si tratta di una sepoltura maschile, data la presenza del cratere (Pittore di Hoppin, 370 a.C.) e di altri oggetti in bronzo, due strigili, un lophos e alcuni frr. appartenenti ad un cinturone. Il corredo comprende anche tre pelikai apule, vasi a vernice nera e a fasce (due lekythoi) e una phiale ombelicata. Del complesso faceva parte anche un bacile di bronzo (V sec. a.C.), che risulta attualmente disperso. La sepoltura si data all’ultimo quarto del IV sec. a.C. Fasi di occupazione:

33

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) nel 1982 misero in luce le fondazioni della porta di accesso alla città lungo il lato W delle mura.

Carluccio 1981, p. 93, n. 9; Messapi, p. 50; Giannotta 1994, pp. 88-89; Lamboley 1996a, p. 227; Giannotta 1997; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537.

Il corridoio della porta (largo m 3 e orientato a WNW) è fiancheggiato da strutture riconducibili al primo periodo della fortificazione. Al secondo periodo appartengono le cortine esterne, in blocchi squadrati; il terzo periodo è documentato da una struttura piena che costituiva, verosimilmente, un bastione a difesa del lato N della porta. La struttura è attraversata da un asse stradale in tufina diretto verso Muro Leccese, che conserva tracce delle carraie.

V.M. 19 - Area di frr. fittili, tracce di frequentazione* (F. 18) Poggiardo - piazza G. Casciaro 788474.9142; 4439117.8291; alt. 92 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

In corrispondenza della periferia SE dell’abitato moderno di Poggiardo, lavori stradali nel 1991 misero alla luce, in un’area non lontana dalle necropoli indagate dalla Soprintendenza Archeologica (n. 20), una sezione stratigrafica in parete. I materiali recuperati nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche (frr. di ceramica ad impasto, comune, a v.n. ellenistica, anfore commerciali ellenistiche, oltre a frr. di tegole) sono riferibili ad un piccolo nucleo rurale di età ellenistica.

5 - Età ellenistica

De Juliis 1983, p. 514; Ciongoli 1988, p. 155; Lamboley 1996a, p. 226; Ciuchini 2004-2005, pp. 157-160; Mastronuzzi 2005a, p. 127; Mastronuzzi 2015b, p. 30; Mastronuzzi 2015d, p. 25. F.G. 22 a, b (F. 18)

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica a - Cinta muraria, Tratto VII**** (Fig. 21)

Belotti 1996, pp. 274-277. Fondo Cisterna F.G. 788639.6074; 4439004.7254; alt. 96 m s.l.m. 20 - Necropoli*** (F. 18) In corrispondenza della periferia SE dell’abitato moderno di Poggiardo, il tratto (lungh. ca. m 280) della cinta muraria messapica compreso fra via dell’Unità d’Italia e la Porta W (n. 21), è documentabile grazie a rinvenimenti fortuiti, scavi della Soprintendenza Archeologica (1984) e indagini dell’Università del Salento (2003, 2007).

Poggiardo - via Monte Li Gatti 788557.8835; 4439062.3294; alt. 94 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SE del moderno abitato di Poggiardo, nell’ambito di lavori per l’allargamento della sede stradale, nel 1982 vennero intercettate diverse sepolture. L’intervento della Soprintendenza Archeologica consentì l’indagine di alcune tombe, di cui due a semicamera decorate con cornice modanata. L’area di necropoli è forse da mettere in relazione con le sepolture individuate nelle vie Filzi (n. 14) e Casicalvi (n. 15) e nel Fondo Aia (nn. 17-18). Fasi di occupazione:

Del muro a secco di I periodo si conserva qualche lacerto, mentre ben documentato è il II periodo, con paramento a blocchi squadrati conservato in fondazione (blocchi messi in opera a secco di testa e di taglio) e nel primo filare di elevato (doppia fila di blocchi di taglio). Del III periodo, costituito da una struttura con paramento a blocchi ed emplekton, fiancheggiato verso l’esterno da un proteichisma, si conserva la fondazione, costituita da blocchi messi in opera di testa e di taglio.

5 - Età ellenistica

Belotti 1996, p. 306; Lamboley 1996a, p. 227. Alcuni saggi hanno messo in evidenza, in corrispondenza del lato esterno della fortificazione, la presenza di un percorso stradale extramuraneo.

F.G. 21 - Cinta muraria, Porta Ovest, asse stradale*** (F. 18, Fig. 20)

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, pp. 101-102; De Juliis 1985, p. 565; D’Andria 1988d, p. 157; Belotti 1996, pp. 157-158; Ciuchini 2004-2005, pp. 146-156; Mastronuzzi 2015b, pp. 29-30; Mastronuzzi 2015d, p. 25.

Fondo Monte Li Gatti 788668.2879; 4439116.9693; alt. 95 m s.l.m. Presso la periferia SE del centro moderno di Poggiardo, in corrispondenza dell’attuale strada vicinale Monte Li Gatti, indagini in estensione della Soprintendenza Archeologica

F.G.

34

Schede

Fig. 20. Fondo Monte Li Gatti: cinta muraria (n. 21), Porta Ovest.

b - Manufatti lapidei*** (Fig. 22)

23 - Tracce di frequentazione**** (F. 18)

Fondo Monte Li Gatti

Fondo Cisterna

788633.1469; 4439038.9622; alt. 96 m s.l.m.

788662.7883; 4438978.7963; alt. 96 m s.l.m.

In corrispondenza della periferia SE del centro moderno di Poggiardo, nell’ambito delle indagini condotte dall’Università del Salento, nel 2003 vennero recuperati due cippi anepigrafi in calcare locale (cm 25,5 x 14 e cm 68,5 x 26), databili fra la seconda metà del VI e la prima metà del V sec. a.C. Dei due, il più piccolo e meglio conservato presenta corpo parallelepipedo con coronamento aggettante, decorazione incisa e fori in corrispondenza della faccia superiore, verosimilmente per alloggiare sostegni in legno per bende rituali.

In corrispondenza della periferia SE del moderno abitato di Poggiardo, nell’ambito di lavori edili relativi ad un piano di lottizzazione, nel 2004 vennero eseguite indagini preventive, nell’ambito di una collaborazione tra Amministrazione Comunale di Poggiardo, Università del Salento e Soprintendenza per i Beni Archeologici. All’interno dell’area, ad W della SS n. 497 Maglie - Santa Cesarea Terme, vennero realizzate trincee esplorative che evidenziarono la presenza del banco di roccia naturale (in alcuni punti livellato artificialmente) al di sotto di uno strato di accumulo spesso in media cm 20. Le indagini hanno restituito sporadici frr. di ceramica ad impasto, non associati a livelli di frequentazione.

Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica

Mastronuzzi 2005a, pp. 127-128; D’Andria, Mastronuzzi 2008, pp. 233-234.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro F.G.

F.G.

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 21. Fondo Cisterna (n. 22a): cinta muraria, Tratto VII.

36

Schede

Fig. 22. Fondo Monte Li Gatti (n. 22b): cippi in calcare.

37

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 24 - Abitato, assi stradali, tracce di frequentazione**** (F. 18, Fig. 23)

ubicate in prossimità di un incrocio fra due assi stradali con andamento N-S ed E-W, larghi ca. m 4 con piano di calpestio in tufina e pietrisco. Le cisterne, scavate nel banco di roccia, presentano sezione a campana ed hanno le pareti interne rivestite di malta idraulica. Il periodo di uso dell’impianto è collocabile tra la metà del IV e la metà del III sec. a.C. Le cisterne risultano successivamente obliterate in età tardoellenistica, tra la metà del II e gli inizi del I sec. a.C., in concomitanza con la destrutturazione di alcune aree del centro abitato; gli invasi furono riempiti con materiale proveniente dalla distruzione degli edifici presenti nella zona: risalta l’abbondante attestazione di suppellettile ceramica e, in particolare, di vasellame a pasta grigia. L’ottimo stato di conservazione dei manufatti scaricati nelle cavità dimostra che gli stessi erano in uso al momento della guerra annibalica. In una cisterna è stata trovata una matrice in pietra, databile alla fine del III-II sec. a.C. che doveva servire alla realizzazione di figure femminili in stucco per decorazioni architettoniche. Dallo stesso

Fondo Cisterna 788782.6601; 4438926.0107; alt. 97 m s.l.m. Nel Fondo Cisterna, situato a N dell’abitato di Vaste ed a SW del Fondo Melliche, sono state condotte nel 2004 indagini archeologiche preventive, legate al piano di lottizzazione del comparto. Le ricerche si sono svolte in collaborazione tra Amministrazione Comunale di Poggiardo, Università del Salento e Soprintendenza per i Beni Archeologici. Sono stati messi in luce alcuni ambienti, appartenenti ad unità abitative e di servizio, delimitati da muri con fondazioni in blocchi squadrati ed alzato a piccole pietre. Il complesso comprende vani coperti, nei quali sono stati rinvenuti crolli di tegole, e spazi scoperti al cui interno sono presenti diverse cisterne per la raccolta dell’acqua. Le strutture sono

Fig. 23. Fondo Cisterna (n. 24): cisterne del IV-III sec. a.C.

38

Schede contesto proviene anche un piccolo capitello dorico in calcare (cm 12 x 35) di età ellenistica. In una delle cavità sono stati trovati anche i resti scheletrici di una donna adulta, forse scaricati in seguito alla distruzione della deposizione originaria. E’ stato ipotizzato, in alternativa, che si tratti di un caso di seppellimento “anomalo”, avvenuto direttamente nella cisterna e motivato dalla paura che la malattia (anemia) da cui, secondo le analisi antropologiche, era affetta la donna, potesse diffondersi.

Belotti 1996, p. 150.

Fasi di occupazione:

Presso la periferia NW di Vaste, in corrispondenza del settore W della città antica, un saggio della Soprintendenza Archeologica (1987) ha consentito l’indagine di un settore di abitato caratterizzato da diversi periodi di occupazione nell’ambito dell’età ellenistica. Sono state rinvenute le fondazioni in blocchi di due strutture, delle quali una formata da due ambienti rettangolari affiancati, affacciati su un asse stradale con orientamento NE-SW.

F.G. 27 - Abitato, asse stradale*** (F. 18) Vaste - via Quinto Ennio 788747.0704; 4438900.6454; alt. 97 m s.l.m.

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

Ismaelli 2009, pp. 231-234; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541; Melissano 2012, pp. 80-86; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 65, 67; Mastronuzzi, Tulumello 2016, pp. 29, 33-34. G.M.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

25 - Asse stradale**** (F. 18) Ciongoli 1987a, pp. 144-145; Belotti 1996, pp. 177-178; Lamboley 1996a, pp. 226, 228.

Fondi Cisterna e Melliche 788824.9134; 4438959.8057; alt. 97 m s.l.m.

F.G.

In corrispondenza della periferia NW di Vaste, lungo il percorso stradale che separa i Fondi Cisterna e Melliche, nell’ambito di una collaborazione tra Amministrazione Comunale di Poggiardo, Università del Salento e Soprintendenza per i Beni Archeologici, nel 2007 vennero eseguite indagini preventive connesse al piano di lottizzazione dell’area (n. 24). Due saggi di scavo (m 2 x 2) hanno evidenziato la presenza di un battuto di tufina pressata, con tracce di carraie antiche, confermando che il percorso viario attuale riprende il tracciato di un asse stradale antico, verosimilmente di età messapica. Fasi di occupazione:

28 - Necropoli*** (F. 18) Fondo Melliche 788847.7724; 4438884.9288; alt. 98 m s.l.m. In corrispondenza della periferia NW di Vaste, un intervento della Soprintendenza Archeologica condotto a seguito di lavori di aratura (1989) ha permesso l’indagine di tre tombe a cassa di lastroni, saccheggiate in epoca imprecisabile, databili verosimilmente all’ultimo quarto del IV sec. a.C.

4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Fasi di occupazione: F.G.

5 - Età ellenistica

Ciongoli 1989b, pp. 220; Lamboley 1996a, p. 228.

26 - Area di frr. fittili* (F. 18)

F.G.

Fondo Melliche

29 - Area di frr. fittili, struttura muraria* (F. 19)

788849.9004; 4438916.7234; alt. 98 m s.l.m.

Strada vicinale Lago Mandriano

Nei pressi della periferia N di Vaste, in un’area interna alla cinta muraria della città antica, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1992-93) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, da cucina, a v.n., anfore commerciali ellenistiche) documentano una frequentazione del sito fra il VI ed il III sec. a.C.

789470.2753; 4439955.9590; alt. 100 s.l.m.

Fasi di occupazione:

Nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, alle pendici della Serra di Poggiardo, ca. 1 km a NE dell’abitato moderno, venne individuata (1989-1992) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (numerosi frr. di ceramica ad impasto, a fasce, geometrica del Salento, ceramica ellenistica, anfore commerciali corinzie, oltre a blocchi squadrati, alcuni dei quali conservati in situ, e frr. di tegole) documentano una frequentazione

4 - Età classica 5 - Età ellenistica

39

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 19

40

Schede ininterrotta dell’area fra l’età del Bronzo ed il III sec. a.C.; le strutture in posto e gli elementi architettonici possono essere riferiti ad un edificio di età ellenistica. Fasi di occupazione:

della Porta Nord (n. 32), una serie di saggi condotti nel 1987 dalla Soprintendenza Archeologica permise di seguire, all’interno del Fondo Vigna Vecchia, un asse stradale, orientato in direzione del vicino centro di Muro Leccese. La strada, larga in media m 6,50, di fattura non particolarmente accurata e solo in alcuni tratti delimitata da blocchi, venne realizzata in parte utilizzando il banco roccioso affiorante, in parte con una massicciata in pietrame compatto di piccole dimensioni. E’ ipotizzabile una prima sistemazione dell’asse viario sin dall’età del Ferro, con successivi rifacimenti in età arcaica, classica ed ellenistica.

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Belotti 1996, pp. 191-195. F.G.

Fasi di occupazione: 30 - Area di frr. fittili, struttura muraria, asse stradale* (F. 19)

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Località SS. Stefani Ciongoli 1988, pp. 153-155; Belotti 1996, p. 306; Lamboley 1996a, p. 228; Lamboley 1998, pp. 223-225, 324.

789609.5027; 4439765.9705; alt. 97 m s.l.m. Lungo le pendici della Serra di Poggiardo, poco più di 1 km a ENE del moderno abitato di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche vennero individuate (1989-1992) un’area di frr. fittili ed una struttura muraria (lungh. m 3,70), realizzata con grossi blocchi squadrati, databile all’età ellenistica. A poca distanza da quest’ultima furono riconosciuti un asse stradale ricavato nel banco roccioso (30 m ad E) ed una cisterna (qualche metro a SE). I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, a fasce, geometrica del Salento, a v.n., sigillata italica, orientale B e africana, anfore commerciali corinzie, italiche, nordafricane ed orientali tarde, oltre a frr. di tegole e di una macina) documentano una frequentazione del sito nel V sec. a.C., l’impianto di un edificio a blocchi nel IVIII sec. a.C. (analogo per tecnica costruttiva alla fattoria di Fondo Lucernara - n. 62a) ed una nuova frequentazione in età romana imperiale (I-VI sec. d.C.). Fasi di occupazione:

F.G. b - Tomba*** Lungo il lato E della strada, allineata con quest’ultima, è stata rinvenuta una tomba a cassa di lastroni, già depredata in antico. Fasi di occupazione:

4 - Età classica (?)

Ciongoli 1988, pp. 153-155; Belotti 1996, p. 306; Lamboley 1996a, p. 228; Lamboley 1998, pp. 223-225, 324. F.G. 32 - Cinta muraria, Porta Nord**** (F. 19, Figg. 2425)

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Fondo Melliche 788901.6300; 4439361.6939; alt. 93 m s.l.m. Indagini archeologiche condotte all’interno del Fondo Melliche dalla Soprintendenza Archeologica (19851988), ed in collaborazione fra Università di Lecce, École Franҫaise de Rome e Scuola Normale Superiore di Pisa (1986-1988), successivamente riprese nel 2003 dall’Università del Salento in occasione dei lavori di allestimento del Parco dei Guerrieri, hanno permesso di mettere in luce, immediatamente a S dell’attuale strada vicinale Le Melliche, l’accesso settentrionale alla città messapica. Si tratta di una porta urbica con struttura a corridoio attraversata da una strada che porta verso Muro Leccese (n. 31a). Qui, come nell’intero circuito murario, si riconoscono tre periodi di costruzione ed uso.

Belotti 1996, pp. 240-246. F.G. 31 a, b (F. 19) Fondo Vigna Vecchia 788905.1032; 4439418.2142; alt. 93 m s.l.m. a - Asse stradale*** A N della strada vicinale Le Melliche, immediatamente all’esterno dell’abitato messapico, in corrispondenza 41

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 1998, pp. 206-222; Mastronuzzi 2002-2003, p. 212; Ciuchini 2004-2005, pp. 42-45; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, pp. 540-541; Ceraudo 2014, p. 443; Mastronuzzi 2015b, p. 24; Mastronuzzi 2015d, pp. 1920. F.G. 33 - Asse stradale**** (F. 19, Fig. 26) Fondo Melliche 788891.8229; 4439299.5693; alt. 94 m s.l.m. A N di Vaste, indagini in estensione condotte nel 2003 dall’Università del Salento nell’ambito dei lavori di allestimento del Parco dei Guerrieri hanno permesso di seguire un lungo tratto dell’asse stradale che, attraverso la Porta Nord (n. 32), entrava in città con orientamento NS. La strada doveva essere in funzione già nel VI sec. a.C., quando lungo il suo lato W si impianta prima un luogo di culto (n. 35b) e poi, a partire dal secondo quarto del V sec. a.C., un’area di necropoli (n. 35c); durante il IV secolo il percorso viene regolarizzato con la costruzione di un bordo in blocchi di medie dimensioni, e viene realizzato un piano di calpestio costituito da un battuto di tufina, messo in opera sopra livelli di preparazione in pietrisco misto a terreno argilloso.

Fig. 24. Fondo Melliche (n. 32): cinta muraria, Porta Nord.

Fasi di occupazione:

Al primo periodo (seconda metà del IV sec. a.C.) sono riferibili le strutture (spessore: m 4,40 cortina E e m 7 cortina W) realizzate con pietrame non squadrato di varia pezzatura, messo in opera a secco e rinforzato da un paramento esterno in blocchi sommariamente squadrati, presente all’esterno e lungo i lati del varco d’accesso. Sul lato E si conserva l’incasso del battente della porta; più a S alcuni blocchi delineano un ambiente rettangolare (m 4 x 3,30) interpretabile come posto di guardia. In questo periodo la porta presenta uno sfalsamento delle cortine funzionale alla difesa, con il lato W più avanzato di quello E di ca. m 3,20.

D’Andria 1988e, pp. 661-662; Lamboley 1998, pp. 215216; Mastronuzzi 2002-2003, pp. 210-212; Andreassi 2005, p. 226; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, pp. 538, 541; Mastronuzzi 2015d, p. 20. F.G. 34 - Cinta muraria, Tratto I**** (F. 19, Fig. 27) Fondo Melliche

Verso la fine del IV sec. a.C. alla struttura venne aggiunto un nuovo paramento, largo in media cm 80, realizzato con blocchi accuratamente squadrati e posti di testa sul fronte esterno: esso fiancheggia anche il corridoio di ingresso, aumentandone la lunghezza fino a m 12, dove i blocchi sono posizionati di taglio.

789143.1000, 4439272.3359; alt. 94 m s.l.m. A N di Vaste, nel tratto compreso fra le porte Nord (n. 32) e Nord-Est (n. 38a) - lungh. ca. m 483 - indagini condotte dell’École Franҫaise de Rome in convenzione con l’Università di Lecce e la Scuola Normale Superiore di Pisa (1986-1988) e dall’Università del Salento nell’ambito dei lavori di allestimento del Parco dei Guerrieri (2003-2004) hanno permesso di verificare il tracciato e le caratteristiche della cinta difensiva.

Un ulteriore rinforzo della struttura venne realizzato, nella prima metà III sec. a.C., con blocchi di forma e dimensioni irregolari messi in opera di testa. Della cortina E che viene avanzata rispetto a quella W si conserva soltanto la traccia in negativo, corrispondente a due filari affiancati. Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Il primo periodo di costruzione (metà IV secolo a.C.) si caratterizza come un grande muro a secco privo di fondazioni foderato all’esterno da un paramento in grandi blocchi grossolanamente squadrati e all’interno in pietrame di pezzatura minore.

5 - Età ellenistica

D’Andria 1988d, p. 157; D’Andria 1988e, p. 692; Belotti 1996, pp. 155-156; Lamboley 1996a, p. 226; Lamboley 42

Schede

Fig. 25. Fondo Melliche (n. 32): cinta muraria, Porta Nord.

43

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 26. Fondo Melliche (n. 33): asse stradale (da sud).

Nel secondo periodo (fine IV - inizi III sec. a.C.), il lato esterno della struttura viene foderato con un nuovo paramento in blocchi squadrati di grandi dimensioni posti in opera alternativamente di taglio e di testa.

posti su due file di taglio, in fondazione, nel saggio 3, su due file di testa che inquadrano una fila centrale di taglio nella prima assise di spiccato nel saggio 2. Fasi di occupazione:

Nel terzo periodo viene realizzata una struttura piena anteposta alla cortina preesistente. Essa è larga m 3,503,65 e comprende 2 o 3 filari di blocchi squadrati affiancati,

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 103; D’Andria 1988e, p. 692; Lamboley 1996a, p. 349; Lamboley 1998, pp. 197-206; Ciuchini 44

Schede

Fig. 27. Fondo Melliche (n. 34): cinta muraria, Tratto I.

45

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 2004-2005, pp. 46-71; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541.

consumo del vino e, in questo contesto, veniva utilizzato per effettuare libagioni durante le pratiche cultuali. Alcuni vasi potori presentano il fondo forato. Facevano parte delle offerte anche crani di capretti, evidente esito di sacrifici cruenti.

F.G. 35 a, b, c (F. 19)

Fasi di occupazione:

Fondo Melliche

D’Andria 1988e, pp. 661-662; Messapi, pp. 49, 57-64; Belotti 1996, pp. 142-144; Lamboley 1996a, pp. 227, 234, 449; Semeraro 1997, pp. 288-296; D’Andria 2002b, p. 54; De Simone, Marchesini 2002, pp. 134-136; Mastronuzzi 2005a, pp. 126-127; D’Andria, Mastronuzzi 2008, pp. 231-233; Mannino 2009, pp. 439-442; D’Andria 2010, p. 10; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, pp. 538539; Mastronuzzi 2015b, p. 24; Mastronuzzi 2015c, pp. 16-18; Mastronuzzi 2015d, p. 20; Mastronuzzi 2015e, p. 52; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 43-45; Mastronuzzi 2017, pp. 273-274.

788882.2133, 4439224.8732; alt. 94 m s.l.m. a - Asse stradale**** (Fig. 5) In corrispondenza della zona centrale del Fondo Melliche negli anni 1985-1986 fu intercettato un asse stradale, con direzione N-S, la cui indagine fu poi approfondita nel 1989: esso attraversa un’area libera da abitazioni e costituiva uno dei percorsi principali dell’insediamento fin dall’età arcaica. Lungo tale strada, infatti, furono collocati sia il luogo di culto a cippi (n. 35b), che, in epoca successiva, la necropoli (n. 35c). Il piano stradale è costituito da uno spesso battuto di calcare e pietrisco, delimitato sui due lati da muri a piccoli blocchi e pietre; la larghezza della sede stradale è di ca. 4 m. Gli scavi effettuati nel 2003 nell’area della Porta Nord, hanno messo in luce un altro tratto della stessa strada, che partendo dall’ingresso si ricongiunge al tracciato già messo in luce. Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica

V.M. c - Necropoli**** (Fig. 29) Nell’area occupata in età arcaica dal luogo di culto a cippi le indagini stratigrafiche hanno intercettato, nel 1985, un nucleo di necropoli, utilizzato fra il secondo quarto del V e gli inizi del III sec. a.C. Sono state portate in luce 12 tombe a sarcofago, oltre a numerosi depositi funerari, distribuite lungo l’asse stradale che attraversando l’insediamento raggiungeva la Porta Nord. La fattura dei sarcofagi, realizzati nella pietra calcarea locale, con le coperture finemente lavorate, e la composizione dei corredi permettono di riferire le sepolture ad individui appartenenti ad un gruppo di rango aristocratico. Sulla maggior parte delle tombe erano presenti blocchi o lastre di calcare con funzione di segnacolo funerario. Inoltre sono stati individuati resti di un grande tumulo di pietre realizzato per coprire l’intero complesso delle strutture funerarie. Gli elementi di corredo, rinvenuti in ottimo stato di conservazione così come la maggior parte dei resti scheletrici, sono distintivi del sesso degli inumati: fra gli oggetti spiccano alcuni di grande pregio, come i crateri figurati, tra cui l’esemplare attico attribuito al Pittore della Centauromachia del Louvre, e gli oggetti in bronzo, fra cui un podanipter, di fabbrica etrusca, oltre a phialai, strigili, fibule e cinturoni. Accanto ad essi figurano vasi figurati italioti, trozzelle, oinochoai sovradipinte, vasellame da mensa a vernice nera, a fasce ed acromo, e, infine, lucerne e unguentari.

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Messapi, pp. 49, 57, 60. V.M. b - Luogo di culto**** (Fig. 28) A N dell’abitato, fra le strade vicinali Monte Li Gatti e Le Melliche, negli anni 1985-1986 gli scavi dell’Università di Lecce hanno messo in luce un luogo di culto di età arcaica (seconda metà del VI - inizi del V sec. a.C.). Il complesso è costituito da un recinto situato lungo la strada (n. 35a) che dalla Porta Nord conduceva all’abitato. L’area sacra è delimitata su un lato da un muro a blocchi e sull’altro da una piccola lastra in calcare locale (“pietra leccese”) decorata con disegni geometrici, la quale aveva funzione di balaustra. All’interno di questo spazio erano collocate in allineamento diverse basi in arenaria, provviste di incassi quadrangolari per l’alloggiamento di cippi. Ne sono stati rinvenuti 7, a forma di pilastrino a sezione quadrata, alcuni terminanti con coronamento modanato definito “a cavetto”, a guisa di capitello. Su alcuni compaiono decorazioni a motivi incisi (cerchi e linee) e iscrizioni in lingua messapica con formula di appartenenza riferita al nome del dedicante. Sulla faccia superiore dei cippi sono presenti alcuni fori in cui si inserivano bacchette in legno per reggere le bende sacre. Ai piedi dei cippi e davanti alle basi, sono state rinvenute le deposizioni votive, che comprendono crateri laconici, skyphoi di produzione attica e corinzia, brocche e coppette monoansate, trovate capovolte: tale vasellame costituiva il “servizio” per il

Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

D’Andria 1988e, p. 685; Mannino, Roubis 1990, pp. 127146; Messapi, pp. 49, 57, 65-152; Semeraro 1990, pp. 119-126; Belotti 1996, pp. 142-144; Lamboley 1996a, pp. 227, 230-234, 340-341; Semeraro 1997, pp. 288-296; De Simone, Marchesini 2002, p. 136; Mastronuzzi 2005a, pp. 126-127; Mannino 2006, pp. 183-202; Mannino 2009, pp. 442-444; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539; 46

Schede

Fig. 28. Fondo Melliche (n. 35b): dettagli del luogo di culto.

Mastronuzzi 2015c, pp. 27-29; Mastronuzzi 2015d, p. 20; Mastronuzzi 2015e, pp. 51-54; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 17-31; Mastronuzzi 2017, p. 274.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, pp. 92-93, nn. 5, 10; Lamboley 1996a, p. 233; De Simone, Marchesini 2002, p. 115, 117, 123.

V.M. F.G. 36 - Manufatti lapidei - iscrizioni** (F. 19) 37 - Area di frr. fittili* (F. 19) Fondo Melliche Fondo Melliche 788976.8216; 4439133.8640; alt. 95 m s.l.m. 789287.5599; 4439167.9975; alt. 95 m s.l.m. A N di Vaste, si segnala il rinvenimento di alcune iscrizioni messapiche (1978) e di parte del fusto di una colonna in calcare (1980).

Nei pressi della periferia N di Vaste, in un’area adiacente alla cinta muraria della città antica, nell’ambito del 47

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 29. Fondo Melliche (n. 35c): necropoli.

La struttura è protetta a N da un tratto murario orientato N-S, realizzato con pietrame non squadrato di varia pezzatura, messo in opera a secco (I periodo), affiancato, sul lato esterno, da una cortina a grandi blocchi squadrati (II periodo), posti prevalentemente di testa (fondazione) e di taglio (primo filare di spiccato).

programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1992-1993) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, a v.n., a pasta grigia ed anfore commerciali ellenistiche) documentano una frequentazione dell’area fra il IV ed il I sec. a.C. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

In corrispondenza del lato S la porta è protetta da una struttura muraria con andamento E-W, con caratteristiche e periodi di costruzione analoghi a quelle del fianco N.

Belotti 1996, pp. 161-162. F.G.

Fasi di occupazione:

38 a, b, c (F. 19)

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 98; Lamboley 1981a, pp. 123-162; Belotti 1996, pp. 152-155; Lamboley 1996a, pp. 226, 324325; Lamboley 1996b, pp. 361-394; Ciuchini 2004-2005, pp. 72-76; Andreassi 2005, p. 226; Mastronuzzi 2005a, pp. 129-130; Mannino 2006, p. 202; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541; Mastronuzzi 2015b, p. 25; Mastronuzzi 2015d, p. 20.

Fondo Melliche a - Cinta muraria, Porta Nord-Est, asse stradale**** (Figg. 30-32) 789249.6598; 4439108.5590; alt. 98 m s.l.m.

F.G. A N di Vaste, poco lontano dalla strada vicinale Santi Stefani, scavi in estensione effettuati dall’Università di Lecce in collaborazione con l’École Franҫaise de Rome (1981) e indagini condotte dall’Università del Salento nell’ambito dei lavori di allestimento del Parco dei Guerrieri (2003-2004) hanno permesso l’identificazione della Porta Nord-Est della città messapica, posta al vertice di un angolo acuto formato dalle cortine N ed E e attraversata da un asse stradale diretto verso Otranto: si conservano i solchi delle carraie sul banco roccioso.

b - Tombe**** (Figg. 32-33) 789249.2287; 4439122.8523; alt. 98 m s.l.m. Nel 1981, nel corso degli scavi del settore nord-est delle fortificazioni, presso la Porta Nord-Est (n. 38a), furono intercettate due tombe, poste al di sotto dei blocchi di fondazione delle mura, obliterate da questi ultimi. Le sepolture, contenute in fosse parzialmente scavate nel 48

Schede

Fig. 30. Fondo Melliche (n. 38a): cinta muraria, Porta Nord-Est.

banco di roccia e rivestite da lastroni, appartengono ad un maschio adulto e ad una fanciulla di ca. 10 anni. La prima (T. 1, a sud) contiene un insieme di vasi da banchetto, il craterisco accompagnato dall’oinochoe e dal vaso miniaturistico, i vasi per bere, coppetta e tazza, la lekane e una lucerna a vernice nera, oltre a 9 astragali. Il corredo della seconda inumazione (T. 2, a nord) è costituito da una brocca con decorazione vegetale (ramo d’alloro) sulla spalla, una lekane, due coppette a vernice nera, un unguentario a fasce, una lucerna miniaturistica. A questi si aggiungono 4 spille in bronzo finemente lavorate a rilievo con motivo a raggi puntinati alternati a globetti. La cronologia delle due deposizioni si può fissare nell’ultimo quarto del IV sec. a.C. Fasi di occupazione:

155, 306-308; Lamboley 1996a, pp. 227-228, 232, 234; Ciuchini 2004-2005, pp. 72-73; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 32-33. V.M. c - Manufatti lapidei** 789249.6598; 4439108.5590; alt. 98 m s.l.m. Immediatamente all’esterno della Porta Nord-Est (n. 38a), nel 1980 furono rinvenuti un altare e 10 cippi in calcare databili alla seconda metà del VI sec. a.C. Questi ultimi, reimpiegati in strutture di cronologia più tarda, presentano un corpo rastremato verso l’alto, coronamento aggettante del tipo a cavetto (talora con rocchetti cilindrici) e, in corrispondenza della faccia superiore, fori per l’inserimento di elementi lignei a sostegno di bende.

5 - Età ellenistica

Becker 1981; Lamboley 1981a, pp. 139-152; Messapi, p. 50; Lamboley 1991, pp. 494-495; Belotti 1996, pp. 152-

49

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 31. Fondo Melliche (n. 38a): cinta muraria, Porta Nord-Est.

50

Schede

Fig. 32. Fondo Melliche (n. 38a-b): cinta muraria e tombe a fossa.

51

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 33. Fondo Melliche (n. 38b): corredi delle tombe 1 e 2.

52

Schede Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica

D’Andria 1988a, pp. 152-153; D’Andria 1988e, p. 710; Messapi, pp. 50, 153-157; D’Andria 1991, pp. 463-465; Belotti 1996, pp. 163-165; Lamboley 1996a, pp. 227, 363, 449; Semeraro 1997, p. 296; D’Andria 2010, pp. 17-19; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539; Melissano 2012, pp. 89-91; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 85-87; Mastronuzzi 2017, pp. 284-285.

Carluccio 1981, p. 93, n. 11; Lamboley 1981, pp. 129, 153-154; Mastronuzzi 2005a, pp. 129-130; D’Andria, Mastronuzzi 2008, p. 233; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 46. F.G.

A.G. 39 - Area di frr. fittili* (F. 19) b - Tomba**** Fondo Pozzo 788955.0338; 4439001.8045; alt. 97 m s.l.m. 789270.7975; 4439081.5906; alt. 99 m s.l.m. Sull’altro lato dell’asse stradale, a S del luogo di culto, è stata rinvenuta una grande tomba a lastroni, già depredata in antico, verosimilmente connessa all’area sacra (n. 40a). La presenza della tomba induce a collegare il culto a forme di religiosità proprie dei gruppi famigliari aristocratici, che mediante simili strutture segnavano spazi intramuranei con apprestamenti destinati alla celebrazione del culto degli antenati, come simbolo del possesso e del controllo di terreni a destinazione agro-pastorale.

Nei pressi della periferia N di Vaste, in un’area interna alla cinta muraria della città antica, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, a 20 m dal n. 37, venne individuata (1992-93) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, a v.n., un fr. di macina) attestano una frequentazione dell’area fra il IV ed il III sec. a.C. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Belotti 1996, pp. 162-163. D’Andria 1988a, pp. 152-153; Messapi, pp. 50, 57154; Belotti 1996, pp. 163-165; Lamboley 1996a, p. 227; D’Andria 2010, p. 19; Melissano 2012, pp. 89-91; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 85-87; Mastronuzzi 2017, pp. 284-285.

F.G. 40 a, b (F. 19) Fondo Melliche

F.G. a - Luogo di culto, asse stradale**** (Fig. 34) 41 - Luogo di culto**** (F. 19, Figg. 35-36) 788947.6945; 4439010.5952; alt. 97 m s.l.m. Fondo Melliche A N di Vaste, tra le strade vicinali Monte Li Gatti e Le Melliche, le indagini condotte dall’Università di Lecce nel 1987 hanno riportato alla luce un asse stradale messapico, largo 8 m, fiancheggiato sul lato N da un luogo di culto formato da tre piccoli ambienti o, più probabilmente, recinti privi di copertura, costruiti con blocchi di pietra calcarea. L’accesso dalla strada era segnato da un cippo infisso nel terreno, mentre al centro di un vano era posto un blocco quadrato, con funzione di altare. Lungo i lati N e W sono stati riconosciuti numerosi depositi votivi, collegati a piccoli altari o escharai, che attestano la pratica delle libagioni e il sacrificio di caprovini. Al complesso, databile al IV-III sec. a.C., è riferibile anche una cisterna con stretta imboccatura circolare coperta da una lastra in pietra calcarea, messa in luce in corrispondenza dell’angolo NE, riconducibile alla pratica dei riti di abluzione, attestati anche dalla presenza di frr. di louteria.

788934.7685; 4438935.0470; alt. 98 m s.l.m. Ai margini N dell’abitato di Vaste, in prossimità dell’incrocio fra via L. Longo, via E. De Amicis e vicinale Santi Stefani, tra il 2004 e il 2010 si sono svolte indagini archeologiche preventive in un settore interessato da un piano di lottizzazione. Gli scavi, condotti in collaborazione tra Amministrazione Comunale di Poggiardo, Università del Salento e Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno portato in luce una vasta area con valenza cultuale dall’età del Ferro (VIII-VII sec. a.C.) fino al periodo ellenistico (III sec. a.C.). Alla fase più antica è riferibile un complesso di oltre 30 buche subcircolari con sezione a campana, tagliate nel bolo o nel banco di roccia, contenenti depositi di vasi appartenenti alle produzioni matt-painted del Salento accompagnati da esemplari di importazione greca, provenienti in prevalenza da Corinto e dalle isole della Ionia. Nel riempimento sono stati trovati anche frammenti di fornelli in argilla concotta, ceneri, antracoresti ed ossa animali; le fosse erano sigillate da strati di calcare

Nella stessa area è stato condotto un breve intervento di scavo da parte della Soprintendenza Archeologia nel 2015. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 53

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 34. Fondo Melliche (n. 40a): dettaglio del luogo di culto in fase di scavo.

5 - Età ellenistica

e pietrisco che ne hanno garantito la conservazione nelle epoche successive.

D’Andria 2010, pp. 8-9; Caldarola 2012, pp. 6577; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541; D’Andria 2012, pp. 570-589; Melissano 2012, pp. 86-91; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 49-53, 56, 86-87; De Grossi Mazzorin, Minniti 2016, pp. 334-335; Mastronuzzi 2017, pp. 270-272, 284-285; D’Andria 2019, p. 17.

Ad età arcaica e classica (seconda metà del VI-V sec. a.C.) sono relativi due depositi votivi, sistemati anch’essi all’interno di buche scavate nella roccia, comprendenti vasi potori, tra cui una kotyle corinzia ed una bolsal attica. Nella stessa area in età ellenistica fu costruito un recinto sacro comprendente due ambienti delimitati da muri a blocchi, con focolare al centro di uno di essi. Intorno all’edificio sono presenti altri elementi relativi al culto: tra questi, un deposito votivo riferibile ad una azione di libagione comprendente una lekane ed una coppetta capovolta, un pozzetto votivo, che conteneva vasellame ed attrezzi agricoli, ed alcune cisterne, colmate con oggetti riconducibili alla sfera cultuale (cippi in calcare, bacini e louteria), oltre ad uno scarico di ossa animali. Fasi di occupazione:

V.M. 42 - Cinta muraria, Tratto II**** (F. 19, Fig. 37) Fondi Pozzo e Pirazzo 789145.3855; 4439272.6222; alt. 94 m s.l.m. A NE di Vaste, nel tratto compreso fra le porte NE (n. 38a) ed E (n. 43a), a SE della strada vicinale Santi Stefani, uno scavo effettuato dalla Soprintendenza Archeologica (1967) e saggi condotti dall’Università del Salento, nell’ambito dei lavori per la realizzazione

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica

54

Schede

Fig. 35. Fondo Melliche (n. 41): planimetria generale del luogo di culto.

del Parco dei Guerrieri (2003-2004), hanno consentito la messa in luce in diversi punti di questo settore della cinta muraria (lungh. ca. m 270) che corre rettilinea con orientamento NW-SE, sormontata da un muro a secco moderno e fiancheggiata sul lato esterno da un percorso extramurale.

testa in fondazione per adattarsi al banco roccioso e prevalentemente di taglio nei filari di spiccato. La nuova fodera non aderisce al paramento esterno di I periodo, ma fra le due strutture si evidenzia un’intercapedine (larga cm 10-40) riempita di terra sabbiosa e schegge di calcare. Non sono state individuate tracce riferibili al III periodo.

Anche in questo caso la fortificazione di I periodo è costituita da un muro a secco largo m 3,90 composto da pietrame e gettate di terra, inquadrato da due paramenti realizzati con blocchi grossolanamente sbozzati.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, pp. 98-99; Pagliara 1981a, p. 169; Belotti 1996, pp. 156, 176; Ciuchini 2004-2005, pp. 77-89; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541.

Nell’ambito del II periodo, la struttura venne rivestita, sul lato esterno, da una nuova cortina realizzata con blocchi squadrati, posti alternativamente di taglio e di

F.G.

55

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 36. Fondo Melliche (n. 41): sezioni dei depositi votivi di età arcaica (in alto) e del pozzetto votivo di età ellenistica (in basso).

56

Schede

Fig. 37. Fondi Pozzo e Pirazzo (n. 42): cinta muraria, Tratto II (in basso prospetto esterno nel saggio 5).

43 a, b, c (F. 19, Figg. 38-39)

Le mura di prima periodo (IV sec. a.C.) sono costituite da due cortine sfalsate composte da una struttura a secco larga m 3,80, formata da due paramenti realizzati con pietre non squadrate di grandi dimensioni ed un riempimento interno di pietrame misto a terra. In corrispondenza del lato NW del corridoio della porta, sul lato interno, è stato individuato un ambiente quadrangolare realizzato con blocchi e pietre appena sbozzate, interpretato come posto di guardia.

Fondi Pozzo e Pizzinaghe 789468.6036; 4438941.4801; alt. 101 m s.l.m. a - Cinta muraria, Porta Est, asse stradale**** A NE di Vaste, indagini condotte dall’Università di Lecce in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’École Franҫaise de Rome (1981-1984, 1989) hanno consentito di mettere in luce l’accesso orientale alla città messapica, con una porta attraversata da un asse stradale diretto verso Castro. Le cortine immediatamente a E e ad W mostrano con chiarezza i tre periodi costruttivi della struttura difensiva.

Sul filo esterno del muro di I periodo si appoggia una nuova fodera, databile alla fine del IV o agli inizi del III sec. a.C. La cortina appare realizzata con grandi blocchi squadrati, messi in opera a secco (di testa in fondazione e prevalentemente di taglio nello spiccato, conservato fino al quarto filare); il paramento di II periodo fiancheggia anche i due lati del corridoio d’ingresso, obliterando l’accesso al posto di guardia.

57

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 38. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43a): cinta muraria, Porta Est (in basso prospetto esterno).

Nell’ambito del terzo periodo (prima metà del III sec. a.C.) in corrispondenza del fianco W della porta, viene realizzato un antemurale (proteichisma), largo ca. m 1,70, costruito con blocchi messi in opera di testa a coltello, intervallati da spezzoni di blocchi e pietre non lavorate, terminante in un bastione rettangolare (m 3,40 x 4,10), costruito con pietre e blocchi reimpiegati di varie dimensioni, fiancheggiante la strada di accesso alla porta. Fasi di occupazione:

b - Tomba*** (Fig. 40) Nel 1984, nell’ambito degli scavi della Porta Est (n. 43a), lungo il tracciato stradale dalla porta verso la città, è stata intercettata una tomba a fossa, delimitata da quattro lastroni, che conteneva tre deposizioni. Pochi frammenti osteologici pertinenti ad altri tre individui (un maschio, una femmina e un bambino) si trovavano all’esterno, in un angolo della controfossa. Nella tomba, i resti delle due deposizioni più antiche erano conservati in altrettante fosse; quella nell’angolo, senza oggetti di corredo, è riferibile a una femmina di ca. 35 anni, la seconda, presso la testata, di un maschio di ca. 60 anni, risultava coperta da un cinturone di bronzo databile nella seconda metà del IV sec. a.C. L’ultimo inumato è un maschio di 35/45 anni, al quale appartengono 8 oggetti di corredo: un cratere ed un’oinochoe sovradipinti, una lekane, uno skyphos, una coppetta, un unguentario e una lucerna a vernice nera, un vasetto. La sepoltura si colloca tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C.

5 - Età ellenistica

D’Andria 1988e, p. 692; Lamboley 1991, pp. 493494; Lamboley 1996a, p. 226; Lamboley 1996b, pp. 361-413; Ciuchini 2004-2005, pp. 90-97; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 541; Ceraudo 2014, p. 443; Mastronuzzi 2015b, pp. 25-28; Mastronuzzi 2015d, p. 21, D’Andria 2019, p. 79. F.G.

58

Schede

Fig. 39. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43a): cinta muraria, Porta Est in corso di scavo.

Fasi di occupazione:

4 - Età ellenistica

c - Manufatto lapideo***

Belotti 1996, p. 166; Lamboley 1996a, pp. 228, 235; Lamboley 1996b, pp. 414-422, pp. 426-430 (annexe di M.J. Becker); Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 33-34.

A NE di Vaste, fu rinvenuto un cippo in calcare con corpo parallelepipedo e coronamento aggettante, databile alla seconda metà VI - inizi del V sec. a.C.

G.M.

Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica

Lamboley 1996b, p. 412; Mastronuzzi 2005a, p. 129. F.G. 59

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 40. Fondi Pozzo e Pizzinaghe (n. 43b): corredo della tomba.

44 a, b (F. 20)

due distinti complessi scavati nella calcarenite, l’uno costituito da un vano singolo, l’altro comprendente due ambienti collegati. I vani hanno pianta circolare con sezione a cupola e sono caratterizzati da pavimenti in battuto di terra mista a piccole pietre con presenza del focolare in posizione centrale. Gli ambienti, per i quali si potrebbe anche ipotizzare un’origine protostorica come tombe a grotticella, vennero utilizzati in età romana imperiale come abitazioni da parte di gruppi di agricoltori dediti alla coltivazione della piana sottostante; materiali ceramici e monete provenienti da strati di accumulo e piani di calpestio sono databili infatti nel corso del III sec. d.C.

Località SS. Stefani a - Asse stradale* 789686.5595; 4439891.7963; alt. 104 m s.l.m. Lungo le pendici della Serra di Poggiardo, 500 m a NE della Porta Nord-Est dell’abitato messapico di Vaste (n. 38a), nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1989 è stato riconosciuto un tracciato stradale che dal centro antico conduceva verso Otranto e la costa adriatica. Esso risulta orientato NW-SE e presenta carraie incise nel banco roccioso. L’asse viario, di età ellenistica, si caratterizza per una continuità d’uso fino a tutto il medioevo. Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

1 - Età del Bronzo (?) 7 - Prima e media età imperiale

Belotti 1996, p. 366; D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, p. 279; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 170-171. G.M. 45 a, b (F. 20)

Belotti 1996, pp. 308-309. Località SS. Stefani F.G. 789753.2992; 4439803.3988; alt. 105 m s.l.m. b - Insediamento rupestre*** (Fig. 41) a - Chiesa rupestre*** (Fig. 42) 789711.1700; 4439890.1782; alt. 104 m s.l.m. Un km a N di Vaste, lungo la strada vicinale Santi Stefani è localizzata l’omonima “cripta”. L’edificio di culto (m 9,60 x 11,40), che trae il nome dalla triplice raffigurazione del protomartire Stefano sulle pareti interne, è ricavato nel banco tufaceo, ed è orientato con l’altare principale ad E. Presenta

Lungo la strada vicinale Santi Stefani, a NE dell’abitato messapico, nel 1997, da parte dell’Università di Lecce, vennero indagati in estensione alcuni ambienti relativi ad un piccolo nucleo insediativo rupestre, comprendente

60

Schede

F. 20

61

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 41. Località SS. Stefani (n. 44b): insediamento rupestre.

pareti, le nicchie ed i pilastri. Venne realizzato in momenti diversi dal tardo X alla fine del XIV secolo. La prima fase, caratterizzata da figure di impostazione arcaica e monumentale (i santi Andrea e Filippo), risale al X-XI sec. d.C. Della seconda, datata al secolo successivo, si conservano, nelle absidi laterali, un Cristo fra due angeli in adorazione (a destra) e le figure dei santi vescovi Giovanni Crisostomo, Nicola e Basilio (a sinistra). Probabilmente a questa fase si legano alcune immagini di santi presenti sui pilastri (S. Antonio eremita, S. Pantaleone) e nelle nicchie della parete di destra (i santi Cosma e Damiano, S. Giorgio?, l’arcangelo Michele). Appartengono all’ultima fase, datata 1379-80, le immagini dell’abside centrale (una scena che fa riferimento all’Apocalisse di S. Giovanni) e quelle che in più punti si sovrappongono alle precedenti, caratterizzandosi per una semplice riproposizione di modelli bizantini (i santi Nicola, Stefano, Antonio, Caterina e la Vergine con Bambino). La “cripta” venne utilizzata come luogo di culto fino alla soppressione del rito greco (XVII sec.); dopo un lungo periodo di abbandono, a partire dalla seconda metà del XIX sec. fino agli anni ‘50 del Novecento venne utilizzata per scopi agricoli subendo diverse manomissioni (abbassamento del piano di calpestio, eliminazione dell’arredo roccioso) che ne hanno in parte alterato l’aspetto originale.

Fig. 42. Località SS. Stefani (n. 45a): chiesa rupestre.

in facciata tre ingressi archivoltati inquadrati da lesene, verosimilmente introdotti, in origine, da un nartece. L’interno, a pianta basilicale, si articola in tre navate divise da pilastri quadrangolari e concluse da altrettante absidi semicircolari; le pareti laterali sono scandite da nicchie di disegno irregolare e poco profonde. La struttura comprendeva in origine, secondo il rito greco, uno spazio per i fedeli separato con una transenna da quello riservato all’officiante.

Fasi di occupazione:

9 - Età medievale

Fonseca et alii 1979, pp. 227-243; Belotti 1996, pp. 362365; Valchera, Zampolini Faustini 1997, p. 111; Falla 1998, pp. 142-143; Falla Castelfranchi 2015, con bibl. prec.; Lorusso Romito 2015, con bibl. prec.; M. Falla

Di grande rilevanza e complessità è il ciclo di affreschi che, conservato solo in parte, decora l’interno ricoprendone le 62

Schede 47 - Dolmen** (F. 20)

Castelfranchi in Mastronuzzi 2015b, pp. 44-49; www. restaurolibrario.unile.it.

Fondo Campina F.G. 789957.1987; 4439853.5288; alt. 117 m s.l.m. b - Manufatti lapidei - iscrizioni** Lungo le pendici della Serra di Poggiardo, a ca. 1,5 km a ENE del moderno abitato di Poggiardo, nei pressi della strada vicinale Santi Stefani, nel 1910 venne scoperto un dolmen, successivamente distrutto dai contadini.

Lungo la strada vicinale Santi Stefani, nei pressi dell’omonima chiesa rupestre furono recuperati un’iscrizione messapica del IV-III sec. a.C., un’epigrafe funeraria latina (1976) ed un capitello dorico (1980) in pietra leccese. Il capitello (h. cm 18,5, largh. cm 68,5), databile fra il VI ed il V sec. a.C., presenta una decorazione con rosette e fori sulla faccia superiore dell’abaco destinati ad accogliere supporti per ghirlande o bende votive (si veda supra, capitolo I, fig. 3). Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

1 - Età del Bronzo (?)

Carluccio 1981, p. 92, n. 2; Belotti 1996, pp. 190-191; Lamboley 1996a, p. 235; Valchera, Zampolini Faustini 1997, p. 111. F.G.

3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica 7 - Prima e media età imperiale

48 - Area di frr. fittili* (F. 20) Strada vicinale Crocicchie

Carluccio 1981, pp. 91-92, n. 1; Pagliara 1981c, pp. 272273; D’Andria 1983, pp. 160-161; Belotti 1996, pp. 240246; Lamboley 1996a, pp. 233, 235; Valchera, Zampolini Faustini 1997, p. 111; D’Andria 2002a, p. 51; De Simone, Marchesini 2002, p. 128; Mastronuzzi 2005a, pp. 130131; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 535; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 46.

789901.1387; 4439770.5728; alt. 115 m s.l.m.

Fondo Padulella

Presso le pendici della Serra di Poggiardo, quasi 1,5 km in direzione ENE rispetto al centro moderno di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1989-1991) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica geometrica del Salento, a fasce, a v.n., a pasta grigia, sigillata orientale A e B, africana, anfore commerciali corinzie, orientali e nordafricane, oltre ad alcuni pesi da telaio) documentano una frequentazione dell’area dall’VIII sec. a.C. all’inizio del VI sec. d.C.

789847.8402; 4439810.9227; alt. 115 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

F.G. 46 - Area di frr. fittili* (F. 20)

In corrispondenza della Serra di Poggiardo, 1,5 km a ENE del moderno abitato di Poggiardo, lungo la strada vicinale Crocicchie, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche nel 1991 venne individuata un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di impasti, anfore commerciali corinzie, ceramica a fasce, laconica a v.n., comune, da cucina e a v.n. ellenistica, un peso da telaio, oltre ad alcuni blocchi squadrati, frr. di mortai e di grandi contenitori reimpiegati all’interno di un muro a secco moderno) si inquadrano in un arco cronologico compreso fra l’età del Bronzo e l’età ellenistica. In quest’ultima fase le attestazioni acquistano maggiore consistenza. Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Belotti 1996, pp. 225-228. F.G. 49 a, b, c, d, (F. 20, Fig. 43). Fondo Giuliano

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

a - Fornace**** 789833.9237; 4439684.0472; alt. 106 m s.l.m. Ca. 2 km a NE di Vaste, ai piedi della Serra di Poggiardo, indagini condotte in estensione dall’Università del Salento nel Fondo Giuliano a partire dal 1991 e tuttora in corso

Belotti 1996, pp. 186-190. F.G. 63

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) hanno permesso di mettere in luce diverse strutture e tracce di frequentazione dell’area relative ad un arco cronologico molto ampio, compreso fra il VI sec. a.C. ed il X sec. d.C.

c - Chiese e cimitero**** (Fig. 44)

Al VI sec. a.C. è databile una fornace a pianta circolare (diam. m 2,2) utilizzata per la cottura di tegole. Essa è realizzata all’interno del banco roccioso appositamente tagliato e precedentemente usato per l’estrazione di materiale lapideo. La camera di combustione, con fondo in battuto di argilla, pareti in argilla concotta e pilastrino centrale, anch’esso in argilla, a sostegno del piano forato, è preceduta sul lato W da un prefurnio lungo m 1,90, largo cm 70-90, orientato in senso E-W.

Nell’area del Fondo Giuliano l’evidenza archeologica più importante è rappresentata da un complesso paleocristiano comprendente un cimitero e i resti di tre edifici di culto, sorti in successione l’uno sull’altro. La prima chiesa fu costruita alla fine del IV sec. ed ebbe vita fino a ca. la metà del VI sec., momento nel quale si colloca l’edificazione della basilica a tre navate, mentre al IX-X sec. si data l’impianto del terzo edificio. La prima struttura (m 14 x 14,70) presenta una pianta a “tau”, con navata unica intersecata da un transetto dal quale sporge una piccola abside a semicerchio oltrepassato con contrafforti esterni; l’area presbiteriale, delimitata da pilastri quadrangolari, è separata dal resto della chiesa mediante un cancellum del quale restano alcuni elementi in calcare locale. La tecnica costruttiva è caratterizzata da fondazioni a sacco e spiccati con muri ad unico filare di blocchi squadrati di dimensioni diverse; il pavimento è realizzato con un battuto di calcare fine biancastro. Il tetto doveva essere composto da tegole appoggiate su orditura lignea. Sul lato N, all’edificio è affiancato un ambiente rettangolare, forse uno spazio scoperto adibito a vano di servizio per le attività legate alle cerimonie battesimali o a quelle funerarie. Le caratteristiche planimetriche e la stretta relazione con l’area cimiteriale retrostante inducono a ritenere che nella chiesa si possa riconoscere un martyrium, ossia un edificio sorto per la custodia e la venerazione di reliquie sante; intorno ad esso si aggregarono progressivamente le sepolture dei fedeli secondo la modalità ad sanctos.

Fasi di occupazione:

789858.4541; 4439659.6243; alt. 106 m s.l.m.

3 - Età arcaica

D’Andria 1994b, p. 135; Belotti 1996, pp. 246-247; D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, pp. 231-238; Mastronuzzi et alii 2013b, pp. 366-367; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 54. F.G. b - Area di cava**** 789846.0672; 4439680.1201; alt. 106 m s.l.m. Nella zona circostante la fornace (n. 49a), a N dell’edificio paleocristiano, è stata messa in luce un’area di estrazione di materiale lapideo in uso in diverse epoche a partire dal VI-V sec. a.C. e fino ad età moderna. Della porzione riferibile ad epoca arcaica (ca. mq 31) è stato possibile intercettare i limiti delle pareti N, E ed W. La cava, a cielo aperto, presenta sul lato N un fronte verticale a gradoni, profondo ca. m 1,20. Sulla superficie del banco di calcarenite sono evidenti i solchi praticati per il distacco dei blocchi, oltre alle tracce lasciate dagli strumenti utilizzati per la cavatura. Altri settori di cava sono stati individuati al di sotto delle strutture della chiesa (n. 49c).

Il secondo e più monumentale edificio (m 21 x 31,50) ingloba il precedente presentando pianta a tre navate, divise da pilastri, con grande abside e nartece. Le murature si caratterizzano per una tecnica costruttiva a sacco, con paramenti in pietrame e malta, ad esclusione dell’abside, realizzata con muro a doppio paramento in grandi blocchi e riempimento di piccole pietre; le pareti interne erano rivestite di intonaco bianco mentre la conca absidale aveva decorazione policroma a fresco. Il pavimento era di terra mista a “tufina” e pietrisco. La copertura dell’edificio era costituita, verosimilmente, da un tetto a doppio spiovente, con orditura lignea e manto di copertura a tegole piane. All’esterno dell’abside è collocata una tomba/ossario che conteneva i resti di cinque individui in giacitura secondaria.

L’area continua ad essere utilizzata per estrarre pietra da costruzione anche in età ellenistica. In relazione a questo periodo d’uso, è stata messa in luce una porzione estesa complessivamente ca. 150 mq, con diversi fronti dal profilo frastagliato. Su tutta la superficie sono evidenti i fori destinati ai cunei per il distacco degli elementi lapidei; le serie di solchi consentono di ricostruire le dimensioni dei blocchi ricavati, inquadrabili in due moduli costanti. E’ ipotizzabile che l’attività sia direttamente collegata alla costruzione di alcune parti della cinta di fortificazione messapica, verosimilmente le più vicine a questa zona di estrazione. Fasi di occupazione:

La terza chiesa venne realizzata mantenendo la medesima abside, ma utilizzando solo l’area occupata dalla navata centrale della precedente fabbrica, cioè chiudendo con murature gli spazi fra i pilastri ed arretrando il muro di facciata. Il risultato è un edificio (m 10 x 16,50) a navata unica con quattro campate, forse coperto da volta a botte con estradosso piano. Il pavimento è realizzato nella zona dell’ingresso con lastre quadrangolari di calcarenite locale; nel resto della chiesa si conservano, a tratti, gettate di piccole pietre legate da malta.

3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica

D’Andria 1994b, p. 135; Mastronuzzi et alii 2013b, pp. 367-369; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 54. V.M. 64

Schede

Fig. 43. Fondo Giuliano (n. 49): planimetria generale.

ed E. La realizzazione di nuove fosse, ubicate sempre più all’interno, determinava la necessità di coprire le sepolture precedenti con gettate di tufina, determinando il progressivo innalzamento del piano di calpestio. Le tombe, talune alloggiate in arcosoli, sono del tipo a fossa rettangolare scavata nel banco roccioso, spesso con cuscino ricavato sul fondo; presentano generalmente una sezione trapezoidale, rastremata verso l’alto, e sono coperte da lastroni monolitici. Alcuni di essi sono lavorati a doppio spiovente con acroteri angolari; è frequente l’uso di cordoli di malta per sigillare la copertura. Su diversi lastroni sono presenti piccole coppelle in malta realizzate per contenere offerte, lampade o altra suppellettile legata alla pratica rituale del refrigerium. Le deposizioni, prevalentemente polisome, sono in decubito dorsale, orientate con il capo a N o a W. Il corredo è composto da vasellame in vetro e in ceramica (brocche, bicchieri, coppe/lucerne, pissidi e fiale) e da oggetti di ornamento personale e di toletta (bracciali e collane composte con vaghi in osso, pasta vitrea, oro, corallo e ambra; orecchini in oro, argento o bronzo; armille in bronzo; spilloni ed aghi crinali in osso o argento; fibbie in bronzo o ferro; pettini in osso). La qualità degli oggetti di corredo fa riferire l’area cimiteriale

Al complesso paleocristiano è strettamente collegata una vasta area cimiteriale che si estende per oltre 5.000 mq e comprende alcune centinaia di tombe. Il nucleo principale è distribuito intorno al martyrium. Le sepolture occupano un ampio spazio sub divo in gran parte destinato in precedenza a cava per l’estrazione di pietra da taglio (n. 49b), ma si concentrano soprattutto in un’area posta alle spalle dell’abside della chiesa, all’interno di un ambiente ricavato nel costone calcarenitico, profondo 10 m e largo oltre 22. Questa “esedra” rupestre, che accoglie 130 tombe, in origine era completamente coperta e si presentava come una vera e propria catacomba. Lo volta della grotta, oggi parzialmente crollata, era sostenuta da tre pilastri risparmiati nel banco di roccia e rinforzata con l’inserimento di due colonne arcaiche in reimpiego (n. 49d) e di un ulteriore pilastro realizzato con blocchi sovrapposti. La pavimentazione mostra diversi livelli di battuto in calcare sbriciolato e pressato (“tufina”), l’ultimo dei quali si lega alla soglia di ingresso, costituita da una lastra in pietra con risega per i battenti. Le prime sepolture risultano essere quelle collocate in corrispondenza dell’ingresso, nella parte centrale della cavità rupestre che venne poi successivamente ampliata in direzione N

65

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 44. Fondo Giuliano (n. 49c): chiesa e cimitero.

capitolo IV; per la documentazione epigrafica si veda infra, capitolo V.

ad un gruppo sociale di rango medio-alto, verosimilmente famiglie di possessores che potevano aspirare ad una sepoltura prestigiosa vicino ad un importante luogo sacro.

G.M. Un saggio effettuato a S della chiesa nella campagna di scavo del 2016 e proseguito nel 2018 ha permesso di riportare alla luce l’angolo NW di un edificio riferibile al VI sec. d.C., ma per il quale appare ancora incerta le destinazione. Fasi di occupazione:

d - Manufatti lapidei - iscrizione**** (Fig. 45) 789858.4541; 4439659.6243; alt. 106 m s.l.m. Dall’area di Fondo Giuliano provengono due fusti di colonne probabilmente di età arcaica (una liscia, h. 190 cm, ed una scanalata, h. 152 cm), reimpiegati a sostegno della volta dell’ambiente ipogeo che ospitava l’area cimiteriale paleocristiana, nonché almeno altri 23 elementi (stipiti, soglie, parte di uno stilobate), databili tra la seconda metà del VI e la prima metà del V sec. a.C., riutilizzati come lastre di copertura delle tombe. Dal sito provengono infine un frammento di cippo votivo, analogo a quelli del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 35b) ed un blocco in calcarenite con decorazione a kyma dorico e fregio con palmette e fiori di loto a rilievo, che verosimilmente doveva costituire il coronamento del muro di recinzione di un’area cultuale. Si segnala infine la presenza di un fr. di epigrafe funeraria latina, reimpiegato nell’abside della chiesa della seconda metà del VI secolo.

8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

Carluccio 1981, p. 92, n.3; D’Andria 1994b, pp. 134135; Belotti 1996, pp. 353-357; Lamboley 1996a, p. 227, 235; D’Andria 1998, pp. 109-110; Mastronuzzi, Melissano 2002, pp. 159-161; D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, pp. 238-321; D’Andria 2010, pp. 22-24; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 540; De Grossi Mazzorin 2012, pp. 110-111, 112, 121-122; Melissano, Mastronuzzi 2012, p. 174; Melissano 2015a; Melissano 2015b; Mastronuzzi 2015e, p. 56; Mastronuzzi 2015f; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 95-103; Mastronuzzi 2016; Mastronuzzi 2018, pp. 265-267; D’Andria 2019, pp. 94-98; per la documentazione numismatica si veda infra,

66

Schede lapideo, verosimilmente riferibile all’età ellenistica. In corrispondenza del sito, tutta la superficie del banco roccioso presentava tracce dell’estrazione dei blocchi, ovvero una serie di solchi con vari orientamenti, oltre agli intacchi lasciati dai cunei (lignei o metallici) impiegati per il distacco. Fasi di occupazione:

4 - Età ellenistica (?)

Belotti 1996, pp. 295-301. F.G. 51 - Ipogeo** (F. 20) Masseria Stefano 789806.7409; 4439491.5094; alt. 105 m s.l.m. Sulle pendici della Serra di Poggiardo, in corrispondenza di Masseria Scarrata o Stefano, nel 1877 Luigi De Simone segnalava la presenza di un ipogeo. Fasi di occupazione:

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 92, n. 3; Belotti 1996, p. 343; Lamboley 1996a, p. 227. F.G. 52 - Asse stradale* (F. 20)

Fig. 45. Fondo Giuliano (n. 49d): colonna messapica reimpiegata nella catacomba.

Fasi di occupazione:

Strada vicinale Vaste – Cocumola 790239.5829; 4439431.8075; alt. 117 m s.l.m.

3 - Età arcaica 7 - Prima e media età imperiale

Ca. 1,5 km ad E del moderno centro di Poggiardo, non lontano dalla strada vicinale Vaste – Cocumola, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche nel 1992 vennero individuate le tracce di un asse viario. I materiali associati (frr. di anfore commerciali ellenistiche, di ceramica da cucina e a v.n. ellenistica, sigillata africana e Late Roman C, frr. di grandi contenitori, pesi da telaio e una macina) fanno ipotizzare un uso dell’asse stradale fra il I sec. a.C. ed il VI sec. d.C.

Carluccio 1981, p. 92, n. 3; D’Andria 1994b, p. 135; Belotti 1996, p. 343; Lamboley 1996a, p. 235; D’Andria 2002a, p. 51; D’Andria 2002b, p. 54; Mastronuzzi 2005a, pp. 124-125; D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, pp. 250, 255; D’Andria, Mastronuzzi 2008, pp. 234, 236237; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 535; Mastronuzzi et alii 2013b, pp. 369-370; Mastronuzzi 2015c, p. 14; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 44, 46; Mastronuzzi 2017, pp. 274-275.

Fasi di occupazione:

F.G. 50 - Area di cava* (F. 20)

6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale (?) 8 - Tarda età imperiale

Belotti 1996, pp. 361-362.

Masseria Stefano

F.G.

790023.4137; 4439664.3489; alt. 105-115 m s.l.m. Sulle pendici della Serra di Poggiardo, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1990-1991) un’area di cava di materiale 67

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 53 a, b (F. 21)

55 - Asse stradale, tracce di frequentazione*** (F. 24)

Contrada S. Andrea

Poggiardo - via Unità d’Italia

a, b - Aree di frr. fittili*

788561.6408; 4438857.0023; alt. 93 m s.l.m.

a 790993.7822; 4439784.8932; alt. 128 m s.l.m.

In corrispondenza della periferia SE del centro moderno di Poggiardo, tra via delle Azalee e via A. De Gasperi, ad W del circuito murario antico, un saggio della Soprintendenza Archeologica (1989) ha permesso di evidenziare tracce di frequentazione relative alla fase dell’età del Ferro.

b 791059.1879; 4439738.1292; alt. 125 m s.l.m. In corrispondenza della Serra di Poggiardo, 2,5 km ad E dell’abitato moderno, lungo la strada vicinale Vaste – Cocumola, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche nel 1991 vennero individuate due aree distinte di frr. fittili (a e b). I materiali recuperati (frr. di anfore commerciali italiche, nordafricane, orientali, sigillata africana e ceramica africana da cucina, oltre a frr. di tegole, di macine in pietra, scorie metalliche e numerosi blocchi in calcarenite riferibili ad epoca messapica, alcuni con decorazioni geometriche, ma riutilizzati all’interno di un muro a secco delimitante il fondo) fanno ipotizzare la presenza di un piccolo nucleo insediativo di età romana attivo fra il I-II ed il VI sec. d.C. Fasi di occupazione:

Nella stessa area venne messo in luce un asse viario extraurbano ad andamento non perfettamente rettilineo, caratterizzato da un battuto di tufina, con numerosi rifacimenti riconducibili alle fasi messapiche, segnato da profonde carraie. Il tratto, lungo 20 m, presenta una larghezza massima di m 3,50. Fasi di occupazione:

7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Ciongoli 1990b, pp. 403-404; Lamboley 1996a, p. 226. F.G.

Belotti 1996, pp. 322-328. 56 - Abitato** (F. 24) F.G. Fondo Noce 54 - Area di frr. fittili, tracce di frequentazione* (F. 23) 788632.8868; 4438856.2853; alt. 94 m s.l.m. Poggiardo - via Monte Grappa Nei pressi della periferia SE del centro moderno di Poggiardo, ad W del circuito murario messapico, nel 1980 furono rinvenuti resti di abitazioni con crolli di tegole e materiali datati al V sec. a.C.

793434.7200; 4442158.5042; alt. 86 m s.l.m. In corrispondenza della periferia S del moderno centro di Poggiardo, in occasione dei lavori per la realizzazione dell’attuale via Monte Grappa, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne documentata una sezione stratigrafica in parete. I materiali recuperati (frr. di ceramica acroma, dipinta, da cucina, invetriata, oltre a frr. di anfore commerciali e di tegole) sono riferibili ad un nucleo insediativo rurale, attivo fra il XIII ed il XVI sec. d.C.

Fasi di occupazione:

4 - Età classica

Carluccio 1981, p. 93, n. 12; Lamboley 1996a, p. 228; Mannino 2006, pp. 203-204; Mannino 2009, p. 440. F.G. 57 - Area di frr. fittili* (F. 24)

Fasi di occupazione:

9 - Età medievale Fondo Melliche

Belotti 1996, pp. 373-375. 788785.1908; 4438863.4816; alt. 98 m s.l.m. F.G. Nei pressi della periferia N di Vaste, in un settore interno alla cinta muraria della città antica, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne individuata (1992-93) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di anfore commerciali ellenistiche, ceramica a v.n., a fasce e a pasta grigia) documentano una frequentazione fra il VI ed il I sec. a.C. 68

Schede

F. 21

69

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 23

70

Schede

F. 24

71

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

Fasi di occupazione:

1 - Età del Bronzo

Belotti 1996, pp. 195-199. F.G.

Belotti 1996, pp. 149-150. c - Area di frr. fittili, manufatti lapidei* F.G. 788107.3393; 4438553.2777; alt. 88 m s.l.m. 58 - Tracce di frequentazione** (F. 24) Ad un centinaio di metri dai siti precedenti, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1990 venne individuata un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica ad impasto, geometrica del Salento, a v.n., anfore commerciali corinzie e nordafricane, oltre ad un mortaio in pietra, frr. di intonaco idraulico, una cornice decorata ed un’arula in pietra, reimpiegate in un muro a secco moderno) attestano un’occupazione del sito nel VI sec. a.C. e nel IV-III sec. a.C.; la frequentazione dell’area riprende poi in età romana imperiale fra la fine del III ed il VI sec. d.C.

Fondo Noce 788857.7617; 4438837.0838; alt. 98 m s.l.m. Nei pressi della periferia NW di Vaste, nell’ambito di lavori edili nel 1981 vennero in luce frr. ceramici databili fra l’età del Ferro e l’età arcaica. Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica

Carluccio 1981, p. 93, n. 13; D’Andria 1981, pp. 110-111; Belotti 1996, pp. 131-132.

Fasi di occupazione:

F.G. 59 a, b, c (F. 24)

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 8 - Tarda età imperiale

Belotti 1996, pp. 247-250.

Località Il Piano

F.G.

a - Ipogeo*

60 - Tombe** (F. 24)

788085.5458; 4438580.6784; alt. 88 m s.l.m.

Poggiardo - Villa Episcopo

Nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, in corrispondenza della periferia S del moderno abitato di Poggiardo, nel 1991 venne individuata una cavità quadrangolare (m 1,60 x 1,20), accessibile attraverso una scala con 8 gradoni, interpretabile come tomba a grotticella ed inquadrabile nell’età del Bronzo.

788311.3773; 4438636.6358; alt. 87 m s.l.m. Lungo la strada Poggiardo – Spongano, durante lavori di canalizzazione delle acque, negli anni ’70 vennero in luce alcune tombe antiche (cfr. n. 61). Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

imprecisabile

1 - Età del Bronzo (?) Carluccio 1981, p. 94, n. 23; Lamboley 1996a, p. 228.

Belotti 1996, pp. 199-202. A.G. F.G. 61 - Tombe**** (F. 24) b - Area di frr. fittili, buche di palo* Poggiardo - via delle Gardenie 788107.3393; 4438553.2777; alt. 88 m s.l.m. 788378.2621; 4438533.2905; alt. 88 m s.l.m. In prossimità del sito precedente, nell’ambito del medesimo programma di ricognizioni sistematiche, nel 1991 vennero individuate un’area di dispersione di frr. fittili ed una serie di buche circolari scavate nel banco roccioso (diametro cm 50, profondità cm 30/70). I materiali recuperati (numerosi frr. di ceramica ad impasto) ed i segni sulla roccia, interpretabili come buche di palo, fanno ipotizzare l’esistenza di un nucleo di villaggio capannicolo dell’età del Bronzo.

Durante i lavori di realizzazione della rete fognaria, in prossimità dell’incrocio con via delle Orchidee, alla periferia SE di Poggiardo, sono state intercettate due tombe realizzate nel banco roccioso a ca. 1 m di profondità dalla sede stradale. Di esse una sola tomba ha restituito un individuo in deposizione primaria, con gran parte dello scheletro in connessione anatomica; non era presente alcun 72

Schede elemento del corredo funerario. Si ipotizza una datazione delle sepolture in epoca medievale.

reca incisi due testi inquadrabili in orizzonti cronologici diversi (seconda metà del VI e metà del V sec. a.C.): il più antico include il nome Venas, ritenuto un attributo di Zeus; il più recente è una dedica ad Artamis - Artemide.

Scarsi sono i resti ceramici presenti nell’area circostante, per lo più frr. residuali di epoca messapica, forse dilavati dalle aree più ad E dove si sviluppa l’insediamento antico di Vaste. Fasi di occupazione:

Nel 1981, infine, fu rinvenuto un cippo in calcare (cm 46 x 21,5), con corpo rastremato in alto e coronamento aggettante del tipo a cavetto con rocchetti cilindrici, databile tra la seconda metà del VI e gli inizi del V sec. a.C.

9 - Età medievale A.G.

Fasi di occupazione:

62 a, b (F. 24)

3 - Età arcaica

Carluccio 1981, p. 94, n. 16; Pagliara 1981b, pp. 207-217; Messapi, p. 168; Belotti 1996, pp. 272-274; De Simone, Marchesini 2002, pp. 129-130; Mastronuzzi 2005a, pp. 125-126, 183; D’Andria, Mastronuzzi 2008, p. 234; Mastronuzzi 2015b, p. 19; Mastronuzzi 2015c, p. 34; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 89-90.

Fondo Lucernara a - Fattoria*** 788461.0939; 4438551.6722; alt. 91 m s.l.m.

G.M. A SE dell’abitato moderno di Poggiardo, a W dell’antico circuito murario, indagini archeologiche realizzate in collaborazione fra Università di Lecce, École Franҫaise de Rome e Soprintendenza Archeologica (1967, 1981) hanno messo in luce le fondazioni di un edificio, interpretato come fattoria destinata ad un nucleo famigliare di agricoltori.

63 - Cinta muraria, Tratto VI**** (F. 24, Fig. 46) Fondi Cici e Lucernara 788632.2509; 4438502.7189; alt. 94 m s.l.m. Il tratto SW della cinta muraria messapica, compreso fra le attuali strada vicinale Cici e via della Libertà, in corrispondenza della periferia SE del centro moderno di Poggiardo (lungh. ca. m 575), fiancheggiata da un percorso extramurale, è ricostruibile sulla base del tracciato di un muro a secco moderno in cui sono inseriti numerosi blocchi di reimpiego.

In un primo periodo, databile alla seconda metà del IV sec. a.C., l’edificio presenta una pianta rettangolare allungata (m 20 x 6), orientata N-S e suddivisa in quattro ambienti da setti interni perpendicolari ai lati lunghi. Alla fine del IV sec. a.C. l’edificio venne ristrutturato ed ampliato, rinforzando i muri esterni dei lati lunghi e dividendo lo spazio interno con tre nuovi setti a formare quattro ambienti più regolari e aggiungendo due nuovi ambienti ed un cortile lungo la facciata. Fasi di occupazione:

Lungo l’attuale via delle Azalee, indagini archeologiche condotte dalla Soprintendenza Archeologica (1984) hanno consentito di mettere in luce un segmento del lato W della cinta muraria. Il tratto, orientato N-S e largo m 5,50, è composto da una doppia cortina, con murature costituite da due file di blocchi squadrati messi in opera di taglio, legate da setti murari trasversali e contenenti un riempimento di terra e pietre non lavorate. In corrispondenza del lato esterno, ad una distanza di m 4, è presente una struttura antemurale (proteichisma) realizzata con blocchi posti di taglio. Tutte le strutture, per uno spessore complessivo di m 11, sembrano riconducibili al terzo periodo costruttivo della cinta muraria (prima metà del III sec. a.C.).

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 95, n. 26; Pagliara 1981a, pp. 169-171; D’Andria 1988e, pp. 692-693; Messapi, p. 49; Belotti 1996, pp. 272-274; D’Andria 1996, pp. 437-438; Lamboley 1996a, pp. 229, 342-343; Mastronuzzi 2005a, pp. 125-126; D’Andria 2010, p. 13; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 62. F.G.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

b - Manufatti lapidei - iscrizione*** Carluccio 1981, pp. 100-101; Pagliara 1981a, p. 169; De Juliis 1985, p. 565; Belotti 1996, p. 157; Lamboley 1996a, p. 226, 350; Ciuchini 2004-2005, pp. 140-147.

788467.2624; 4438562.0487; alt. 91 m s.l.m. Presso la casa del sig. Geremia Coluccia era conservata una lastra iscritta in calcare locale (cm 95 x 34,5 x 12), rinvenuta nel Fondo Lucernara nel 1930. Essa è riferibile alla balaustra di delimitazione di un’area sacra. Il blocco

F.G.

73

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 46. Fondi Cici e Lucernara (via delle Azalee - n. 63): cinta muraria, Tratto VI.

74

Schede 64 - Tracce di frequentazione** (F. 24)

6 - Età tardoellenistica

Fondo Casino

Pagliara 1983, pp. 50-56; Mastronuzzi 2005a, p. 122; De Simone, Marchesini, pp. 131-133.

788724.8087; 4438675.0518; alt. 99 m s.l.m. G.M. In corrispondenza della periferia W di Vaste, nel 1980 venne segnalato il rinvenimento di materiali dell’età del Ferro nell’ambito di lavori edili.

b - Complesso funerario, asse stradale*** (Fig. 48) 788847.9466; 4438632.0970; alt. 100 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro Fin dall’avvio delle campagne di ricerche dell’Università di Lecce l’area era nota per il rinvenimento di alcune tombe messapiche in occasione dei lavori per la costruzione di due edifici scolastici: l’Asilo e la Scuola Elementare più a N. Una tomba, venuta in luce nel 1939, conteneva un corredo composto da numerosi vasi; due sepolture furono scavate nel 1974, sotto la direzione di Felice Gino Lo Porto, ma dei corredi si è persa traccia tangibile.

Carluccio 1981, p. 94, n. 20. F.G. 65 a, b (F. 24, Fig. 47) Fondo S. Antonio - Asilo a - Abitato***

Le indagini condotte a più riprese nel cortile dell’Asilo fra il 1989 e il 1992, hanno portato in luce due ambienti a pianta quadrangolare, pavimentati con battuti di tufina e pietrisco. Uno di essi è delimitato da un recinto a grossi blocchi squadrati e l’altro da muri realizzati con blocchetti e pietre. Entrambe le strutture sono state interpretate come recinti scoperti destinati al culto funerario, dal momento che appaiono strettamente connessi al nucleo di tombe presente nelle immediate adiacenze.

788847.2393; 4438603.9092; alt. 100 m s.l.m. Nell’area dell’Asilo, indagini condotte dall’Università di Lecce (1982-83) hanno portato alla luce testimonianze relative a contesti di abitato, che documentano una frequentazione dell’area dall’età del Ferro fino all’età tardorepubblicana. Le evidenze più antiche (VIII-VII sec. a.C.) sono rappresentate dai resti di una capanna a pianta ovale costituiti da muretti perimetrali con fondazioni di pietre di grandi dimensioni ed alzato in pietre più piccole; il piano di calpestio è in pietrisco misto a bolo; un focolare è posto all’esterno. Accanto alla capanna è stato intercettato anche uno scarico di materiale contenente ceramica indigena matt-painted e di importazione greca.

Nel corso dell’ultima campagna di scavo, a pochi metri a SE del recinto a blocchi, è stata intercettata una tomba a semicamera, scavata nella roccia e foderata da grosse lastre di calcarenite, purtroppo danneggiata da interventi clandestini. Nel riempimento della buca di spoliazione è stata rinvenuta una statuetta femminile; sul fondo, presso la testata, era presente un ossario di forma rettangolare, ricavato nel piano di roccia, in cui rimanevano pochi frr. osteologici ed un filo di bronzo dorato.

Scarsi sono gli elementi riconducibili alla fase di età arcaica, rappresentati anche in questo caso da tracce di strutture a capanna, tipologicamente simili alle precedenti, e dal rinvenimento di una lastrina iscritta in calcare locale: il testo, interpretabile come forma di dedica o dono, permette di riferire l’oggetto all’ambito cultuale.

I recinti destinati al culto funerario e le tombe sono disposte lungo il lato SW di un asse stradale orientato NW-SE; questo si presenta accuratamente realizzato con un battuto di calcare molto compatto. Nel tracciato viario si riconosce anche un rifacimento di età imperiale.

Le testimonianze riferibili all’abitato di età ellenistica (metà del IV - metà del III sec. a.C.) consistono in setti murari pertinenti ad unità abitative, con crolli di tegole e strati relativi al disfacimento dell’alzato in mattoni crudi. Nell’area adiacente alle case è stato trovato un pozzo con imboccatura circolare, profondo quasi 4 m, colmato con vasellame ceramico molto vario riferibile alle fasi di vita del complesso. Alla fase tardoellenistica si datano alcune buche di scarico contenenti ceramica a pasta grigia, oltre a suppellettile da mensa e da cucina. Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Lo Porto 1975; Carluccio 1981, pp. 94-95, n. 24; D’Andria 1991, pp. 473-475; Melissano 1995, p. 252; Belotti 1996, p. 142; D’Andria 1996, p. 429; Lamboley 1996a, pp. 226, 228, 364; Caggia, Melissano 1997, p. 112; Semeraro 1997, p. 288; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 16.

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica

V.M.

75

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 47. Fondo S. Antonio - Asilo, propr. De Risi, Carluccio (n. 65): planimetria generale della fase messapica.

76

Schede

Fig. 48. Fondo S. Antonio - Asilo (n. 65b): scavi 1974.

66 - Ipogeo** (F. 24)

67 a, b, c (F. 24; Figg. 47, 49)

Fondo S. Antonio

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

788805.4335; 4438624.0045; alt. 100 m s.l.m.

a - Abitato***

All’interno del Fondo S. Antonio venne segnalata la presenza di un ipogeo da Luigi De Simone; allo stato attuale non è più possibile localizzarlo.

788831.5472; 4438564.2923; alt. 101 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

Ad W di piazza Dante, in prossimità dell’area centrale dell’abitato antico, indagini in estensione condotte dall’Università di Lecce hanno messo in luce un ampio settore dell’abitato.

imprecisabile

Carluccio 1981, pp. 94-95, n. 24; Lamboley 1996a, p. 228. Le più antiche tracce di occupazione dell’area risalgono all’età del Bronzo finale (XI-X sec. a.C.). Sono relative

F.G. 77

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) la raccolta delle acque di displuvio delle coperture. In corrispondenza dei lati E e S del cortile, su un asse viario si affacciano diverse unità abitative pertinenti a nuclei famigliari; ciascuna di esse comprende almeno due vani principali ed una piccola corte interna. Fasi di occupazione:

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica

D’Andria 1981, p. 113; D’Andria 1988b, pp. 155-156; Messapi, pp. 49-50; D’Andria 1991, pp. 465-473; D’Andria 1994a, pp. 133-134; Campagna 1995; Belotti 1996, pp. 129-131; D’Andria 1996, pp. 406-408, 429-437; Lamboley 1996a, pp. 228-230, 233, 235, 343, 449; Semeraro 1997, pp. 288, 296-304; D’Andria 1999a, p. 110; Mannino 2006, p. 206; Mannino 2009, pp. 439-440; D’Andria 2010, pp. 12-13; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 538; Melissano 2012, p. 80; Mastronuzzi 2015b, p. 29; Mastronuzzi 2015c, p. 19; Mastronuzzi 2015d, pp. 24-25; Mastronuzzi 2015e, pp. 54-55; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 61-64; Mastronuzzi 2017, pp. 281-282, D’Andria 2019, p. 64.

Fig. 49. Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio (n. 67a): veduta da sud-est.

all’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.) le strutture pertinenti a capanne a pianta ovale e absidata. Le abitazioni si caratterizzano per murature perimetrali realizzate con pietre legate con argilla, lungo le quali si disponevano le buche di palo per il sostegno della copertura straminea, divisioni interne e pavimento costituito da piccole pietre e tufina con piccoli focolari; sono almeno quattro le capanne di cui è possibile riconoscere con una certa affidabilità il perimetro. All’esterno sono stati identificati piani di cottura e forni per il vasellame di uso domestico (fornace con camera di combustione di ca. 1 m di diam.).

G.M. b - Tesoretto*** (Fig. 50) 788809.6933; 4438553.3934; alt. 101 m s.l.m.

Ad epoca arcaica sono riferibili poche tracce di strutture abitative rinvenute nell’angolo NW del cantiere, alle quali erano associati frammenti ceramici prevalentemente databili tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C.

Nel corso degli scavi in proprietà De Risi, immediatamente ad W della cisterna localizzata nell’area aperta antistante il portico del grande edificio ad L, il 10 novembre del 1989 venne rinvenuto, all’interno di una piccola buca, un tesoretto di 150 stateri di argento, custodito in un’olpe in bronzo. Il gruppo di monete comprende 142 esemplari della zecca di Tarentum, 7 di Herakleia e 1 di Thurium, databili fra il 281 ed il 235 a.C. Esso fu interrato intenzionalmente, con ogni probabilità in occasione delle vicende militari determinate dalla conquista romana del Salento: nel momento di più grave pericolo, i proprietari nascosero i propri beni pecuniari in una fossa sotto il battuto pavimentale del portico retrostante il complesso residenziale, forse in attesa di tempi migliori. L’olpe che conteneva il prezioso gruzzolo, di ottima fattura, presenta un’ansa verticale sormontante, con applique a protome leonina.

Inquadrabile tra il IV e la metà del III sec. a.C. è un vasto complesso abitativo. Si tratta di una fitta serie di ambienti, con fondazione in blocchi squadrati, articolati intorno ad un ampio cortile (m 30 x 20) aperto a S in corrispondenza di una strada orientata SW-NE, pavimentata con battuto di pietre e tufina. Il cortile presenta al centro una struttura circolare foderata da uno strato d’argilla bruciata dall’azione del fuoco, da mettere in relazione con la cottura dei cibi. Sul lato E, a ridosso del muro di recinzione, è stato rinvenuto un pozzetto sacrificale coperto da lastrine di calcare, adiacente ad un’eschara. Nella zona NE, libera da costruzioni, è stata individuata una serie di tagli nel terreno, forse funzionali all’imposta di staccionate lignee per cavalli.

Fasi di occupazione:

Lungo il lato W del grande cortile si snodano alcuni ambienti rettangolari disposti a L, appartenenti ad un unico, grande edificio con funzione pubblico-cerimoniale, ciascuno con specifica funzione riconosciuta sulla base dei materiali e delle caratteristiche costruttive: cucina, dispensa (tamieion), grande sala destinata ai banchetti (andron). Il lato posteriore dell’edificio presenta un portico che prospetta su un’area aperta, dove è ubicata una cisterna verso la quale confluiscono le canalette per

5 - Età ellenistica

D’Andria 1996, p. 435; Lamboley 1996a, pp. 223-224, 233; D’Andria 2010, pp. 12-13; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 535; Melissano 2012, p. 80; Messapi, pp. 169-189; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 74-77; Mastronuzzi 2015c, pp. 24-25; Mastronuzzi 2015d, p. 24; Mastronuzzi 2015e, pp. 54-55; D’Andria 2019, pp. 78-79. V.M.

78

Schede

Fig. 50. Fondo S. Antonio - Asilo (n. 67b): rinvenimento e prime operazioni di restauro del tesoretto.

A W di Vaste, in proprietà del sig. Luigi Longo, è segnalato il rinvenimento (1960) di una tomba antica.

c - Tesserae lusoriae, tracce di frequentazione, iscrizione*** 788797.6595; 4438583.0028; alt. 100-103 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

In tutta l’area, i riempimenti di cisterne e buche di scarico attestano una frequentazione nella tarda età repubblicana (III sec. a.C.) e, successivamente, nella tarda età romana (V-VI sec. d.C.). In queste fasi il settore risulta marginale rispetto al resto dell’abitato. In particolare, a N del cortile legato all’edificio a L si trova un’altra area scoperta, delimitata a S da un muro di recinzione, che ospita una cisterna per la cui imboccatura vennero reimpiegati alcuni elementi architettonici; altri blocchi sono presenti nel riempimento insieme a numeroso vasellame ceramico e ad un complesso di 17 tesserae lusoriae in osso (seconda metà del II sec. a.C.). In seguito alla realizzazione di opere di pubblica utilità nell’area urbana di Vaste fu scaricato materiale di risulta tra cui un cippo con iscrizione latina (C1). Fasi di occupazione:

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 95, n. 29; Lamboley 1996a, p. 227. F.G. 69 - Necropoli** (F. 24) Fondo Pozzo Stendardo 788437.0370; 4438363.5855; alt. 85 m s.l.m. A W di Vaste è segnalata la presenza di un’area di necropoli fortemente danneggiata da scavi clandestini, con materiali databili alla seconda metà del IV sec. a.C. Fasi di occupazione:

5 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

5 - Età ellenistica

Belotti 1996, p. 303; Carluccio 1981, p. 96, n. 35; D’Andria 1981, p. 117; Lamboley 1996a, p. 227; Mannino 2006, pp. 211-212.

Messapi, pp. 49-50; D’Andria 1994a, pp. 133-134; Campagna 1995; Belotti 1996, pp. 129-131; Arthur, Patterson 1998, p. 526, fig. 9, n. 8; D’Andria 2010, pp. 20-21; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 538; De Grossi Mazzorin 2012, pp. 136-137; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 70, 91-93; Mastronuzzi 2015b, p. 20; Mastronuzzi 2015c, pp. 40-41; Mastronuzzi 2015e, p. 56; Guàrdia i Llorens 2017, p. 182; D’Andria 2019, pp. 80-82; per la documentazione epigrafica si veda infra capitolo V (C1).

F.G. 70 a, b (F. 24; Fig 51) a - Area di cava*** Masseria Nuova 788749.2451; 4438281.0372; alt. 93 m s.l.m. Immediatamente a S di Vaste sono stati individuati alcuni segni di cava, riconducibili all’estrazione di materiale lapideo per la costruzione della cinta muraria messapica.

G.M. 68 - Tomba** (F. 24)

Fasi di occupazione:

Fondo Spirito Santo

5 - Età ellenistica

Ciuchini 2004-2005, pp. 140-142; Mastronuzzi et alii 2013b, p. 368.

788394.1844; 4438441.6996; alt. 86 m s.l.m.

F.G. 79

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Fasi di occupazione:

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 96, n. 39; Lamboley 1996a, p. 229. F.G. 72 a, b (F. 24) Strada vicinale Cici a - Area di frr. fittili* 788421.5101; 4438199.3823; alt. 85-87 m s.l.m. A SW di Vaste, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1991 venne individuata un’area di dispersione di frr. fittili. Il materiale recuperato (frr. di ceramica ad impasto, a fasce, a v.n., ellenistica comune e da cucina, anfore greco-italiche, oltre a numerosi frr. di tegole) attestano una frequentazione dell’area tra il VI e il V sec. a.C. e uno sviluppo del sito, a carattere rurale, in età ellenistica. Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Belotti 1996, pp. 257-260. F.G. b - Tombe** Fig. 51. Masseria Nuova (n. 70a): area di cava (foto P. Ciuchini).

788454.6748; 4438160.2844; alt. 88 m s.l.m. A SW dell’attuale frazione di Vaste, vennero segnalate «tombe antiche tagliate dalla strada». Si tratta di semplici fosse realizzate all’interno del banco roccioso, che non presentano tracce di copertura; fra lo scarso materiale recuperato si segnalano frr. di ceramica comune, a v.n. e di anfore commerciali ellenistiche.

b - Manufatto lapideo** Masseria Nuova - strada vicinale Cici 788757.6255; 4438275.9690; alt. 93 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SW di Vaste, nel 1980 fu rinvenuto un piccolo cippo in calcare locale. Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 97, n. 42; Belotti 1996, pp. 303-304; Lamboley 1996a, p. 227.

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 96, n. 40.

F.G. F.G.

73 - Necropoli** (F. 24)

71 - Abitato** (F. 24)

Fondo Cupa

Vaste - Fondo Cici

788697.7080; 4437933.074; alt. 91 m s.l.m.

788855.2182; 4438317.4427; alt. 98 m s.l.m.

A SW di Vaste, in proprietà del sig. Antonio Carluccio, negli anni ’30 venne rinvenuto un nucleo di necropoli comprendente una «tomba a cista».

In corrispondenza della periferia SW di Vaste, si rinvennero lacerti di un piano pavimentale in malta con inclusi di bauxite. 80

Schede Nel 1993, un intervento di emergenza condotto dalla Soprintendenza Archeologica, a seguito di lavori di aratura, ha consentito di riportare alla luce due tombe scavate nel banco roccioso, orientate E-W, prive di copertura, ma in cui si conservavano ancora le deposizioni. I materiali dei corredi sono inquadrabili nel corso del IV sec. a.C.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 8 - Tarda età imperiale

Carluccio 1981, p. 93, n. 14; D’Andria 1981, pp. 111-112; Belotti 1996, pp. 132-133. F.G.

Fasi di occupazione:

4 - Età classica 5 - Età ellenistica

76 - Abitato ?** (F. 25)

Carluccio 1981, p. 97, n. 43; Ciongoli 1994a, p. 136; Lamboley 1996a, p. 227.

Fondo Gelsi 789217.9806; 4438762.8325; alt. 102 m s.l.m.

F.G.

Vaste - via E. De Amicis

Nei pressi della periferia NE di Vaste, Luigi De Simone segnalava (1877) la presenza di resti di un grande mosaico e di colonne. Nella stessa area, nel 1981, venne rinvenuto un altare in calcare locale.

788937.7404; 438857.8513; alt. 99 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

Presso la periferia N di Vaste, in corrispondenza dell’area centrale della città antica, un saggio della Soprintendenza Archeologica (1989) ha evidenziato tratti di fondazioni in blocchi squadrati. Le murature sono relative a due strutture abitative quadrangolari, una delle quali allineata su un modesto asse viario in battuto di pietre e tufina, con orientamento SW-NE. Si distinguono almeno due periodi costruttivi del IV-III sec. a.C. L’edificio si sovrappone a livelli di frequentazione di età arcaica con resti di strutture che mostrano un orientamento diverso.

Carluccio 1981, p. 93, n. 15; Lamboley 1996a, p. 229.

74 - Abitato, asse stradale*** (F. 25)

Fasi di occupazione:

imprecisabile

F.G. 77 - Cinta muraria, Tratto III**** (F. 25; Figg. 52-54) Fondo Pizzinaghe 789481.8206; 4438703.9866; alt. 104 m s.l.m. Fra la Porta E (n. 43a) e l’attuale strada comunale Vaste – Cocumola, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Parco dei Guerrieri (2003), una serie di saggi e trincee condotte dall’Università del Salento lungo il lato E del circuito murario messapico (lungh. ca. m 365) ne ha evidenziato il tracciato, in parte fiancheggiato sul lato esterno da un percorso stradale extramurale. Sono stati riconosciuti i tre periodi costruttivi della fortificazione.

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica

Ciongoli 1989a, p. 219; Belotti 1996, p. 178; Lamboley 1996a, pp. 226, 228. F.G.

La struttura di primo periodo (seconda metà del IV sec. a.C.) è caratterizzata da un muro a secco, largo m 3,90, con doppio paramento (interno ed esterno) costituito da massi grossolanamente squadrati e riempimento di pietrame non lavorato o appena sbozzato.

75 - Tracce di frequentazione** (F. 25) Fondo Casili 789131.6101; 4438798.6878; alt. 101 m s.l.m.

All’esterno della struttura, non ammorsato ad essa ma separato da un’intercapedine, venne realizzato (fine IV inizi III sec. a.C.) un nuovo paramento in grossi blocchi di calcarenite, accuratamente squadrati e disposti a secco in filari regolari, posti in opera di taglio al di sopra di un filare di fondazione con blocchi grossolanamente sbozzati posti di testa (II periodo).

Nei pressi della periferia N di Vaste, si segnala (1980) il rinvenimento di materiali (frr. di ceramica geometrica del Salento, ad impasto, a v.n. ed un fr. di anfora commerciale nordafricana) che coprono un arco cronologico che va dall’età del Ferro al periodo tardoromano.

Il terzo periodo della cinta (prima metà del III sec. a.C.) è costituito da un avancorpo (distante m 4,40 dal lato esterno delle mura), realizzato con massi appena sbozzati, blocchi di grandi dimensioni parzialmente squadrati,

81

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 25

82

Schede

Fig. 52. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III e dettagli del saggio 1.

disposti di testa, intervallati da piccole pietre (settore N) o con una doppia cortina di blocchi squadrati disposti di taglio in assise regolari, riempimento di pietrame e terra rossa e briglie di collegamento al paramento di II periodo (settore S).

541; Mastronuzzi 2015b, p. 28; Mastronuzzi 2015c, p. 6; Mastronuzzi 2015d, pp. 19-21; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 61.

Ampi settori di crollo della fortificazione (I-II periodo), messi in luce dalle indagini sul lato esterno della struttura, porterebbero a mettere in relazione la distruzione delle mura con un evento sismico, inquadrabile nel corso del III sec. a.C.

78 - Fornace** (F. 25)

Fasi di occupazione:

A Vaste, all’interno del Fondo Maura, in proprietà del sig. Giuseppe Carluccio, è segnalato il rinvenimento di una fornace (1954).

F.G.

Vaste - via E. De Amicis 788880.4027; 4438726.0691; alt. 100 m s.l.m.

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 99; Melissano 2002-2003, pp. 212215; Ciuchini 2004-2005, pp. 98-127, 216; D’Andria 2010, p. 12; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p.

Fasi di occupazione: 83

imprecisabile

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 53. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III, saggi.

Carluccio 1981, p. 94, n. 17; Lamboley 1996a, p. 229.

A Vaste, all’interno del Fondo Maura, in proprietà del sig. Giuseppe Carluccio, dall’archivio storico della Soprintendenza (Taranto) si ricava la segnalazione del rinvenimento di due tombe antiche (1954).

F.G. 79 - Tombe** (F. 25)

Fasi di occupazione:

imprecisabile

Vaste - via A. De Ferrariis Carluccio 1981, p. 94, n. 18; Lamboley 1996a, p. 228. 788929.7581; 4438707.0164; alt. 101 m s.l.m. F.G.

84

Schede

Fig. 54. Fondo Pizzinaghe (n. 77): cinta muraria, Tratto III, saggi 3 e 5 (dettaglio del III periodo).

80 - Abitato, tracce di frequentazione** (F. 25)

A Vaste è segnalato il rinvenimento, nell’ambito di lavori edili (1981), di materiali dell’età del Ferro (frr. di ceramica ad impasto e geometrica del Salento), dei resti di un edificio a blocchi di età ellenistica e di livelli medievali.

A Vaste, a N di piazza Dante, in corrispondenza dell’area centrale dell’abitato antico, indagini dell’Università di Lecce (1994) hanno consentito di mettere in luce un battuto stradale con andamento N-S, sostanzialmente corrispondente a quello dell’attuale via SS. Stefani, in prosecuzione con un percorso viario antico intercettato anche in via E. Toti (n. 99b). Rifacimenti successivi del piano di calpestio testimoniano l’uso del tracciato dal periodo arcaico (seconda metà del VI-inizi del V sec. a.C.) fino ad età romana imperiale (IV-V sec. d.C.).

Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

Vaste - via G. Carluccio 788956.4367; 4438688.7257; alt. 102 m s.l.m.

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 9 - Età medievale

Carluccio 1981, p. 94, n. 19; D’Andria 1981, pp. 112-113; Belotti 1996, pp. 133-134; Lamboley 1996a, p. 228.

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

F.G. D’Andria 1995f, p. 96; Mannino 2006, p. 205; Mannino 2009, p. 440; Mastronuzzi 2011, pp. 11-12.

81 - Asse stradale*** (F. 25) Vaste - via SS. Stefani

G.M.

789062.4479; 4438705.5892; alt. 103 m s.l.m.

85

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 82 - Ipogeo delle Cariatidi*** (F. 25; Fig. 55)

Mannino in Mastronuzzi 2015c, pp. 8-9; K. Mannino in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 36-37; D’Andria 2019, pp. 64-66.

Fondo Maura 788872.5249; 4438672.1567; alt. 100 m s.l.m.

F.G.

In corrispondenza del settore E di Vaste, nell’area centrale dell’abitato antico, nel 1869 Luigi De Simone, membro della Commissione di Antichità e Belle Arti di Terra d’Otranto, individuò, all’interno del Fondo Maura, «un magnifico doppio ipogeo», già saccheggiato ed in parte distrutto dai soldati francesi di Gioacchino Murat. Si tratta della monumentale (m 5 x 6,60) tomba a camera a pianta rettangolare nota come Ipogeo delle Cariatidi, purtroppo già ridotta ad una «pietraja» alla fine dell’Ottocento. Della struttura si conserva, oltre alla sintetica descrizione del De Simone, l’apparato scultoreo, prelevato dal sito in tempi diversi ed oggi ospitato in parte nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto e in parte nel Museo Provinciale “S. Castromediano” di Lecce.

83 - Iscrizione** (F. 25) Fondo Maura 788920.8021; 4438664.4102; alt. 101 m s.l.m. A Vaste, nel 1926, venne rinvenuta un’iscrizione messapica. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 94, n. 22; De Simone, Marchesini 2002, p. 127. F.G.

Un dromos ricavato nel banco roccioso, scoperto e gradinato (largo m 1,5 ca.), introduceva in un ampio vestibolo, probabilmente anch’esso a cielo aperto, che dava accesso, attraverso una facciata con ricca decorazione scultorea - larga m 5 ed alta quasi m 2,5 - a due celle affiancate. Il vestibolo presentava verosimilmente pareti intonacate e dipinte a simulare una «muratura regolare», ed era pavimentato con lastre di calcarenite. Al suo interno vennero recuperate quattro cariatidi (h. m 1,76), scolpite nella pietra calcarea locale; indossano lungo abito fermato da bretelle che lascia scoperto il seno. Le figure, in cui si possono riconoscere le Menadi, fiancheggiavano le porte di accesso alle celle con funzione decorativa e quali guardiane simboliche dell’ipogeo. Dal monumento provengono anche due blocchi con rilievi pertinenti ad un fregio che correva, secondo una recente proposta ricostruttiva, lungo il dromos di accesso; in precedenza si è a lungo ritenuto che essi costituissero parte dell’architrave sostenuto dalle cariatidi. Vi sono raffigurati eroti che guidano carri trainati da tre felini (leoni e leonesse).

84 - Tomba** (F. 25; Fig. 56) Fondo Maura 788961.5751; 4438678.3076; alt. 102 m s.l.m. Nell’archivio della Soprintendenza di Taranto si conservano sintetiche informazioni sul rinvenimento, nel 1914, di una sepoltura di età arcaica all’interno del Giardino Faccenna. L’area è ubicabile in corrispondenza dell’incrocio tra via G. D’Annunzio e via G. Carluccio. Il corredo che risulta provenire dalla tomba comprende 10 vasi: una brocca messapica decorata con motivi geometrici, un cratere a fasce con anse a fungo, due kylikes a vernice nera di probabile produzione corinzia, due lekythoi, una a vernice nera e l’altra a vernice bruna, una lekane acroma, due coppette monoansate a vernice bruna ed un vaso miniaturistico. Gli oggetti, nel complesso, sono collocabili in un arco cronologico compreso fra l’ultimo quarto del VI ed il primo quarto del V sec. a.C. In assenza di dati di scavo, è possibile attribuire i reperti a due distinte inumazioni, avvenute a distanza di ca. 20-30 anni l’una dall’altra: alla prima, presumibilmente femminile, databile entro la fine del VI sec. a.C., doveva appartenere la brocca, mentre il cratere e le kylikes sono riconducibili ad un maschio, deposto successivamente (480-470 ca. a.C.). E’ difficile stabilire l’appartenenza degli altri vasi all’uno o all’altro corredo.

La datazione dell’edificio funerario, su base stilistica in assenza di informazioni sulle deposizioni ed i relativi corredi, può essere fissata tra il IV ed il III sec. a.C. Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 94, n. 21; Lamboley 1981b; Lamboley 1982, passim; Lamboley 1983, passim; D’Andria 1988e, p. 711; Messapi, p. 50; L’Arab 1991; Lippolis 1991; Belotti 1996, pp. 165-166; Lamboley 1996a, pp. 228, 233; D’Andria 1997a, pp. 951-954; Dell’Aglio 2008, pp. 36, 38-39; Mastronuzzi 2009, p. 99; D’Andria 2010, p. 15; Valzano et alii 2010; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 536; Ceraudo 2014, p. 212; Mannino 2015; K. Mannino in Mastronuzzi 2015b, pp. 33-37; K.

Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica

Carluccio 1981, p. 94, n. 18; Mastronuzzi 2011; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 56. G.M.

86

Schede

Fig. 55. Fondo Maura (n. 82): Ipogeo delle Cariatidi (dis. F. Malinconico) e dettaglio degli elementi scultorei esposti nel Museo Provinciale di Lecce “S. Castromediano”.

Fig. 56. Fondo Maura (n. 84): corredo della tomba del Giardino Faccenna.

85 - Necropoli, tracce di frequentazione** (F. 25)

l’Ispettore Onorario di zona, il sig. Carmine Corvaglia, e tra quest’ultimo e il Direttore del Museo di Taranto, Quintino Quagliati. In queste lettere si fa riferimento al deposito, presso il Museo, di 69 oggetti provenienti da una delle tre tombe. Nella carta archeologica del Carluccio la zona del rtitrovamento è ubicata in via Garibaldi presso l’incrocio con via Manzoni.

Chiesa della Confraternita 788873.8514; 4438656.9983; alt. 100 m s.l.m. Risale agli anni 1923 e 1926 il rinvenimento, in proprietà del sig. Filadelfio Carluccio, di tre tombe a lastroni. Le notizie sono state ricavate da Gianni Carluccio sulla base di un carteggio intercorso tra il proprietario del fondo e

In tempi recenti, l’area è stata nuovamente oggetto di indagini da parte della Soprintendenza Archeologia, in

87

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) occasione di lavori di edilizia privata: in tale circostanza sono stati riportati alla luce i resti delle tombe prima menzionate, alle quali va aggiunta una quarta struttura, di cui non si aveva notizia, anch’essa quasi interamente svuotata. Alcune delle sepolture risultano saccheggiate in età tardoellenistica.

pp. 228-229; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 540; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 49.

Fasi di occupazione:

Vaste - via A. Manzoni

G.V. 87 - Asse stradale*** (F. 25)

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

788873.9629; 4438611.1786; alt. 102 m s.l.m. Carluccio 1981, p. 95, n. 25.

86 - Abitato, fornaci, tracce di frequentazione*** (F. 25; Fig. 57)

A Vaste, a NW di piazza Dante, in corrispondenza dell’area centrale dell’abitato antico, indagini condotte nel 1999 nell’ambito della realizzazione di sottoservizi, hanno identificato, lungo la via A. Manzoni, un battuto stradale in tufina, databile all’età romana (V sec. d.C.).

Vaste - via G. D’Annunzio

Fasi di occupazione:

F.G.

8 - Tarda età imperiale

789007.1281; 4438680.4684; alt. 104 m s.l.m.

F.G.

A Vaste, tra le attuali vie G. D’Annunzio ed E. Toti, in corrispondenza dell’area centrale dell’abitato antico, indagini della Soprintendenza Archeologica (19891991) hanno portato all’individuazione di una complessa stratigrafia, con elementi che si collocano fra l’età del Ferro e la tarda età imperiale.

88 - Abitato*** (F. 25) Vaste - via SS. Martiri 788981.4715; 4438587.520; alt. 103 m s.l.m.

Per la fase più antica (VIII-VII sec. a.C.) sono attestati livelli di frequentazione che hanno restituito numerosi frr. di ceramica locale e di importazione dalla Grecia.

Tra l’ottobre del 2015 e il febbraio del 2016, idagini preventive hanno consentito l’esplorazione di una serie stratigrafica ampiamente descrittiva delle principali fasi di occupazione dell’antico abitato.

Sono riferibili all’età ellenistica una canaletta coperta con lastre di pietra, larga ca. cm 50 e messa in luce per una lunghezza di ca. 15 m, le fondazioni a blocchi squadrati di un grande edificio ed una zona caratterizzata da consistenti livelli di bruciato e dai resti di sette fornaci, del tipo a camera di combustione con pianta ellittica. Questo ed altri rinvenimenti analoghi (n. 78) sembrano indicare la destinazione di questo settore dell’abitato alle attività artigianali pirotecnologiche.

Dai terreni superficiali del giardino che chiude a N la proprietà, oltre al recupero di ceramiche d’epoca medievale e post-medievale, sono emerse due fosse frumentarie, la più recente delle quali era ricavata per intero nel banco di roccia, in quel punto affiorante; l’altra, già obliterata in età rinascimentale, risultava scavata nel deposito archeologico preesistente, arrivando ad intaccare la fondazione di un muro d’epoca messapica e, ancora oltre, giaciture da riferire alla tarda età del Ferro.

Inquadrabili in età romana imperiale sono invece due vani rettangolari di incerta destinazione; essi sono affiancati, orientati E-W, ed hanno muri perimetrali realizzati con pietrame sbozzato; di uno di essi è stato possibile definire il perimetro (m 3,50 x 8).

Nel ristretto rettangolo di scavo, gli orientamenti delle strutture murarie individuate, sostanzialmente inquadrabili tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., appaiono disposte a delimitare uno spazio chiuso di forma triangolare con all’interno alcune deposizioni quasi sicuramente rituali, come dimostrano i resti scheletrici di alcuni bovini uccisi, squartati e sepolti intenzionalmente con tutte le carni e, accanto, l’esistenza di sacche di terreno con evidenti tracce di combustione.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

A chiudere la sequenza è uno strato di livellamento ricco di frammenti ceramici del tardo e del sub-geometrico del Salento che, insieme a sporadiche presenze d’importazione corinziocorcirese, datano questo momento di vita dell’insediamento tra gli ultimi decenni dell’VIII e la metà del VII secolo a.C.

Ciongoli 1990a, pp. 402-403; Ciongoli 1991; D’Andria 1991, p. 465; Belotti 1996, pp. 160-161; Lamboley 1996a,

88

Schede

Fig. 57. Via G. D’Annunzio (n. 86): planimetria generale (aut. SABAP BR, LE, TA, prot. 0013228, 09-07-2018).

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 9 - Età medievale

indagini dell’Università di Lecce (1994) hanno portato al rinvenimento di una vasta area aperta (lungh. m 70) pavimentata con un solido battuto in tufina, fiancheggiata sul lato orientale da un asse stradale di età ellenistica e delimitata sul lato S da una struttura a grandi blocchi. L’ampio spazio, interpretabile come piazza-mercato e databile al IV-III sec. a.C., sembra avere una continuità d’uso fino ad età romana.

L.C. 89 - Abitato*** (F. 25) Vaste - via Altipiani

Fasi di occupazione: 789263.2202; 4438604.0983; alt. 104 m s.l.m. A Vaste, tra le attuali vie G. D’Annunzio e Altipiani, in corrispondenza dell’area centrale dell’abitato antico, 89

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) D’Andria 1991, p. 461; Belotti 1996, p. 159; D’Andria 1996, p. 427; Lamboley 1996a, p. 229; D’Andria 2010, p. 12; Melissano, Mastronuzzi 2012, p. 167.

b - Terme*** Ad est del portico di età messapica, le indagini hanno consentito altresì di recuperare alcuni elementi pertinenti ad un impianto termale, in uso fra il IV ed il VI sec. d.C. Esso comprende un ambiente con pavimento a mosaico in tasselli di pietra bianca, delimitato da muri a doppio filare di piccoli blocchi (frigidarium?); adiacente al vano, e comunicante con esso, è stata individuata una vasca con pareti rivestite da malta idraulica. Dalla zona provengono frr. di suspensurae e di mattoni legati da conglomerato cementizio, oltre a suppellettile da cucina e da mensa di produzione nordafricana e orientale (ARSW e LRCW) insieme a contenitori da trasporto (LRA1, LRA2 e spatheia).

F.G. 90 a, b (F. 25; Figg. 58-59) Vaste - via SS. Martiri 788999.5248; 4438560.4453; alt. 104 m s.l.m. a - Abitato, tracce di frequentazione*** Le indagini in questa zona, ubicata a N di piazza Dante, sono state condotte dall’Università di Lecce in occasione della messa in opera di sottoservizi (1988-1989). Lo scavo della trincea ha consentito di documentare una frequentazione dell’area dall’età del Ferro all’età romana.

Fasi di occupazione:

8 - Tarda età imperiale

Belotti 1996, pp. 166-171; Messapi, p. 50; Lamboley 1996a, p. 229; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 166-167.

Alle fasi più antiche appartengono tracce riferibili a due capanne, consistenti in strati di terreno compatto bruno-rossiccio e resti di focolari, a diretto contatto con la roccia di base: i livelli di frequentazione hanno restituito una cospicua quantità di vasellame da cucina (impasti) e da mensa del Geometrico e Subgeometrico del Salento, insieme ad una notevole presenza di ceramica di importazione, prevalentemente boccaletti protocorinzi.

G.M. 91 - Tracce di frequentazione** (F. 25) Vaste - via A. Manzoni 788904.2117; 4438549.2804; alt. 103 m s.l.m. In occasione di lavori edili nella proprietà del sig. Giacinto Pezzullo (1980), furono messe in luce sezioni in parete; i materiali ceramici documentano un’occupazione dell’area tra l’età del Ferro ed il periodo tardoromano.

Più consistenti sono i resti dell’abitato di età ellenistica, con strutture caratterizzate da muri a blocchi, con alcuni elementi del crollo degli alzati e delle coperture, verosimilmente pertinenti ad almeno due abitazioni messapiche. E’ stato anche identificato un blocco con leggero gradino che potrebbe costituire la soglia di un ingresso. Di notevole importanza è la messa in luce, nel tratto intermedio della trincea, di un imponente allineamento di blocchi di calcare squadrati, che si sviluppa per una lunghezza di oltre 10 m, prima di essere interrotto da una cisterna moderna. La struttura è stata riferita ad un edificio di carattere pubblico, forse un portico. Sulla base dei materiali, tra cui ceramica fine acroma, a fasce e a v.n., oltre a diversi esemplari di anfore commerciali corinzie (uno dei quali si conservava quasi intero in un deposito domestico), l’intero complesso delle case e del grande edificio sono databili ad un periodo compreso tra la metà del IV e la metà del III sec. a.C.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Carluccio 1981, p. 95, n. 27; D’Andria 1981, pp. 113-117; Belotti 1996, p. 131. F.G. 92 - Manufatti lapidei** (F. 25)

Alcuni frr. ceramici indicano una continuità di occupazione dell’area in età tardoellenistica.

Fondo Giardino Canne

Fasi di occupazione:

789132.2171; 4438566.9909; alt. 103 m s.l.m.

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

A Vaste, in proprietà del sig. Filadelfo Carluccio, si segnala il rinvenimento (1959) di blocchi squadrati in pietra leccese.

Belotti 1996, p. 159; Mastronuzzi 2011, p. 13. V.M.

Fasi di occupazione:

90

imprecisabile

Schede

Fig. 58. Via SS. Martiri (n. 90): planimetria generale.

una datazione tra la tarda età ellenistica e la prima età imperiale.

Carluccio 1981, p. 95, n. 28; Lamboley 1996a, p. 228. A.G.

Fasi di occupazione: 93 - Abitato** (F. 25)

6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale

Via G. D’Annunzio A.G. 789199.1168; 4438538.6983; alt. 103 m s.l.m. 94 - Abitato, asse stradale*** (F. 25) In occasione di lavori edili nella proprietà della sig.ra Immacolata Carluccio (2010) sono stati messi in luce resti di un’abitazione con canale di raccolta delle acque collegato ad una cisterna. Sulla base dei manufatti ceramici rinvenuti in associazione è possibile proporre

Vaste - via Leonardo da Vinci 789019.5370; 4438516.2194; alt. 103 m s.l.m.

91

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 59. Via SS. Martiri (n. 90): a-b) portico; c) deposito con anfora corinzia.

Nel tratto più occidentale sono presenti alcuni silos di età moderna.

Indagini dell’Università di Lecce sono state condotte in concomitanza con la realizzazione dei sottoservizi in corrispondenza del centro storico di Vaste (1999). Lungo la via Leonardo da Vinci le tracce di frequentazione più antiche (lembi di piani di calpestio e focolari) sono riferibili all’abitato a capanne dell’età del Ferro (VIII sec. a.C.).

Fasi di occupazione:

Quasi all’angolo con via E. Toti è stata rinvenuta una grande struttura realizzata con blocchi di calcare squadrati lavorati e messi in opera in maniera molto accurata. Essa è associata ad un battuto stradale, realizzato con l’impiego di tufina pressata mista a pietrisco. Le caratteristiche della struttura permettono di riferirla ad una abitazione di pregio o ad un edificio a destinazione comunitaria di età ellenistica.

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 68. F.G. 95 - Asse stradale*** (F. 25)

La trincea ha evidenziato, altresì, la presenza di un basolato stradale databile alla fase romana imperiale e di una struttura muraria del IV-VI sec. d.C.

Vaste - via B. Brin 789017.5924; 4438503.3874; alt. 103 m s.l.m.

92

Schede Nell’ambito dei lavori per la realizzazione dei sottoservizi (1999) sono stati intercettati due battuti stradali sovrapposti, riferibili alla fase romana.

un basamento quadrangolare (m 3,80 x 3,80), realizzato a grandi blocchi affiancati poggianti sulla roccia di base. Sulla fronte del basamento è presente una risega forse funzionale alla collocazione di lastre impostate verticalmente in modo da ottenere una sorta di recinto, o di altare, dove si svolgevano pratiche cultuali.

I livelli romani erano coperti da un piano di calpestio di età medievale, anch’esso riferibile ad un asse stradale. Fasi di occupazione:

7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

Nella porzione N della piazza, nell’area antistante la chiesa matrice sono state intercettate alcune buche databili all’età del Ferro, che hanno restituito un grosso nucleo di ceramica matt-painted associata a materiali di importazione dalla Grecia.

De Grossi Mazzorin 2012, p. 111. Nell’area meridionale della piazza è stato identificato un complesso cultuale vasto ed articolato, la cui principale fase di utilizzo si data fra il IV ed il III sec. a.C. Esso comprende un edificio a pianta rettangolare costituito da diversi ambienti affiancati, pavimentati con battuti di tufina mista a terreno argilloso e piccole pietre, delimitati da muri realizzati con blocchi di pietra locale di varie dimensioni e caratterizzati dalla presenza di focolari formati da piccoli circoli di pietre e piani di cottura in argilla concotta. L’assenza di strati di crollo contenenti tegole permette di ipotizzare che i diversi ambienti fossero recinti a cielo aperto, destinati ad ospitare pratiche cultuali. L’intero complesso si appoggia ad W a un muro realizzato con diversa tecnica edilizia, riferibile all’età arcaica (fine del VI - inizi del V sec. a.C.); ad E degli ambienti sono presenti tre cavità scavate nella roccia, sfruttando preesistenti fessurazioni (ventarole) dovute a fenomeni carsici. Esse presentano imboccatura quadrangolare o subcircolare, regolarizzata attraverso la messa in opera di blocchi o lastre in pietra leccese su cui sono stati incisi segni e lettere. Le cavità hanno una profondità di m 1,80, 2,10 e 3,00, presentano sezione campaniforme e fondo leggermente concavo con diametri compresi fra m 2,30 e m 2,70.

F.G. 96 - Asse stradale, tracce di frequentazione*** (F. 25, Fig. 60) Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo 788917.7284; 4438482.5668; alt. 104 m s.l.m. Indagini archeologiche preventive condotte nel 2001 dall’Università di Lecce hanno consentito di documentare la presenza di un asse stradale risalente al IV-III sec. a.C. e delimitato sul lato E da una struttura a blocchi. Sono riconoscibili rifacimenti nel I sec. d.C., nel IV-V e tra il VI e il VII sec. d.C.: in tutte le fasi la struttura a blocchi conserva la funzione di bordo strada. Un sottile strato dell’età del Ferro documenta un’occupazione dell’area in relazione al villaggio a capanne. Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Sul fondo e sulle pareti delle due cavità minori si sono riconosciute zone annerite in seguito a fenomeni di combustione. L’ambiente più grande (cavità n. 3), a sud dell’area di scavo, presentava una pavimentazione in tufina pressata e una grande lastra forata inglobata alla base nel terreno argilloso, identificata come altare. Le evidenze all’interno dei vani ipogeici mostrano che essi hanno avuto un utilizzo differenziato. All’interno della cavità n. 1, a nord dell’area di scavo, sono stati accesi fuochi destinati alla cottura di pasti rituali, come documentano anche l’attestazione di ceramica da fuoco ed i resti paleobotanici ed archeozoologici. La cavità n. 2 appare, invece, destinata ad accogliere libagioni di sostanze come vino, latte, miele, olio. La n. 3, grazie alle maggiori dimensioni, era destinata allo svolgimento di cerimonie rituali, il cui momento centrale era la libagione presso l’altare.

V.M. 97 a, b (F. 25, Figg. 61-62) a - Luogo di culto**** Vaste - piazza Dante 788951.5253; 4438488.5420; alt. 104 m s.l.m. Nel 1999, in occasione della realizzazione di sottoservizi e di ripavimentazione della piazza, l’Università di Lecce ha svolto un’indagine in estensione su un ampio settore centrale dell’abitato messapico.

Un grande focolare posto all’interno di uno dei recinti documenta la fase di abbandono del luogo di culto con una cerimonia di chiusura databile tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C.

Nella zona E della piazza, presso l’incrocio con via Principe Umberto, davanti al Palazzo Baronale, già nel 1994, durante i lavori per i sottoservizi, era venuto in luce

93

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 60. Piazza Dante (n. 96): saggio in propr. Primitivo.

Fig. 61. Piazza Dante (n. 97): planimetria generale.

94

Schede

Fig. 62. Piazza Dante (n. 97): veduta generale dell’area di scavo da sud.

la documentazione materiale riconducibile a libagioni, sacrifici, cruenti e non, ed a pasti rituali.

Le deposizioni votive rinvenute all’interno delle cavità hanno restituito una ricca campionatura di vasellame ceramico, in cui ricorrono, in particolare, tazze, coppe, piatti e pentole, mentre nella cavità n. 3 è stata ritrovata una testina femminile in calcare con tracce di colore, verosimilmente pertinente all’immagine della divinità venerata nel santuario. Alcune iscrizioni sembrano documentare anche un teonimo maschile: Oxxo[. La valenza ctonia dell’impianto sacro appare evidente sia per la tipologia delle strutture adibite al culto, sia per

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica

D’Andria 1995c; Melissano 1995, pp. 249-253; De Grossi Mazzorin, Minniti 2002; D’Andria 2002c, pp. 56-57; Coppola 2005; Mastronuzzi 2005b; Mastronuzzi

95

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 2008, pp. 147-152; Solinas 2008; D’Andria 2010, pp. 16-18; De Grossi Mazzorin, Solinas 2010; Mastronuzzi, Ciuchini 2011; De Grossi Mazzorin 2012, pp. 118, 134; Mastronuzzi 2013; Mastronuzzi et alii 2013a; Marchesini 2015, p. 70; Mastronuzzi 2015b, pp. 19, 28; Mastronuzzi 2015c, pp. 27-31; Mastronuzzi 2015e, p. 55; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 78-84; Mastronuzzi 2017, pp. 282284; D’Andria 2019, pp. 66-70; per la documentazione epigrafica si veda infra, capitolo V (A1-5, B1).

Nell’ambito dei lavori per la realizzazione dei sottoservizi, nel settore N della via sono stati intercettati livelli riferibili all’età del Bronzo finale (XI-X sec. a.C.) ed all’età del Ferro. In particolare da un piano pavimentale dell’VIII sec. a.C. proviene un fr. di fibula “ad occhiali” in osso, finemente decorata, di produzione corinzia. Al di sopra di questi strati sono state rinvenute strutture murarie a blocchi riferibili ad abitazioni messapiche (IVIII sec. a.C.).

G.M. Le indagini hanno consentito altresì di riportare alla luce modesti resti di abitazioni di età romana con un battuto stradale del III-IV sec. d.C., realizzato con l’impiego di frr. di tegole e frr. ceramici sminuzzati.

b - Abitato, tracce di frequentazione**** Contesti stratigrafici e reperti mobili documentano l’occupazione dell’area di piazza Dante anche dopo l’abbandono del luogo di culto. In particolare, in età augustea, una gettata di calcare sbriciolato oblitera l’area del grande focolare in cui era stata celebrata la cerimonia di chiusura del luogo di culto.

Fasi di occupazione:

All’interno delle cavità si riconoscono strati che documentano l’uso delle stesse come immondezzai dall’età tardoellenistica fino ad età medievale. Altre buche di scarico e lacerti murari di incerta destinazione sono riconducibili alle fasi di vita del vicino palazzo Baronale (XV-XVII sec.).

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 5 - Età ellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

D’Andria 2012, pp. 558-559; De Grossi Mazzorin 2012, p. 117. F.G.

Una fase di occupazione particolarmente significativa si registra tra il IV e l’VIII sec. d.C.: in questo arco cronologico si colloca la trasformazione di uno dei recinti del luogo di culto in ambiente con fornello; numerosi sono i reperti tra cui figurano monete, ceramica, anfore commerciali ed anche vasi in pietra ollare.

b - Iscrizione** 789047.4672; 4438486.6032; alt. 103 m s.l.m. In corrispondenza dell’area centrale di Vaste, in proprietà del sig. Carmine Pede, si segnala il rinvenimento (1976) di un’iscrizione messapica.

Dal riempimento della cavità n. 2 proviene un esemplare di cratere attico a figure rosse attribuito al Pittore di Agrigento (secondo quarto del V sec. a.C.).

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 95, n. 30; Pagliara 1981c, p. 271. Fasi di occupazione:

6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

F.G. 99 a, b, c, d (F. 25) Vaste - via E. Toti

Mannino 2006, pp. 206-210; De Grossi Mazzorin 2012, pp. 112-113; Mastronuzzi et alii 2013a; per la documentazione epigrafica si veda infra, capitolo V (C2).

789057.0567; 438495.0272; alt. 102 m s.l.m. a - Tracce di frequentazione***

G.M. A Vaste, nel tratto di via Toti compreso tra le vie Principe Umberto e Santi Martiri, ad E di piazza Dante in corrispondenza dell’area centrale della città antica, una lunga trincea esplorativa condotta dall’Università del Salento in relazione alla realizzazione dei sottoservizi (1994) ha consentito di riportare alla luce, a livello del piano della roccia di base, resti di capanne dell’età del Ferro (piani pavimentali e focolari) e modesti strati di età arcaica.

98 a, b (F. 25) Vaste - via Quarto a - Abitato, asse stradale, tracce di frequentazione*** 789033.3624; 4438483.0777; alt. 103 m s.l.m.

96

Schede Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica

larga m 2,50 ed interrotta in corrispondenza di una porta, larga m 2,20, e fiancheggiata da una torretta a pianta quadrangolare (m 1,30 x 3 ca.). La struttura, interpretata come cinta muraria interna a difesa del nucleo abitativo centrale dell’insediamento, si data tra la seconda metà del IV e il III sec. a.C.

D’Andria 1995a, p. 94; Mastronuzzi 2011, p. 13. F.G. b - Necropoli, asse stradale, tracce di frequentazione***

Fasi di occupazione:

Nella stessa area, in asse con il percorso moderno, è stata messa in luce una strada che corre lungo la direttrice che mette in collegamento la Porta Nord (n. 32) con la Porta Sud (n. 113), caratterizzata da vari livelli di battuto in tufina mista a pietrisco e frr. ceramici, databile al IV-III sec. a.C., ma con vari rifacimenti in età romana sino a tutto il VI sec. d.C.

Andreassi 1995, pp. 798-799; D’Andria 1995a, p. 94; Melissano 1995, p. 229; D’Andria 1996, p. 427; Lamboley 1996a, p. 229; Ciuchini 2004-2005, pp. 174-176; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539; Mastronuzzi 2015b, p. 29; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 62.

L’asse stradale era affiancato da una piccola necropoli di età tardo-classica ed ellenistica, probabilmente riferibile ad un unico nucleo famigliare di ceto sociale elevato, costituita da 5 tombe, più volte riutilizzate. Due di esse (una, del tipo a cassa, con lastroni di calcare di dimensioni variabili, fiancheggiata, nell’angolo SE, da un deposito funerario esterno, l’altra a fossa foderata con blocchi di calcare intonacati) vennero depredate in età tardoellenistica, mentre una terza venne saccheggiata negli anni ’40 nell’ambito dei lavori per l’acquedotto attraverso un foro praticato in uno dei lastroni di copertura. Quest’ultima si caratterizza come tomba a semicamera, con struttura a cassa di lastroni sui quali imposta una cornice, anch’essa di calcare, finemente modanata con tracce dei chiodi per la sospensione di elementi del corredo. Adiacenti alla tomba sul lato N erano cinque depositi funerari ricavati in piccole fosse terragne. Delle altre due tombe (una a fossa rivestita di lastroni, l’altra scavata in roccia e intonacata) una venne usata come cisterna per la raccolta delle acque.

d - Abitato, fornaci***

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

F.G.

In età tardoellenistica, due tra le tombe messapiche vennero trasformate in cisterne, riutilizzandone come fondo il piano pavimentale; per le pareti furono usati i blocchi delle fiancate ed in parte vennero realizzati muretti con pietrame di varia pezzatura. Tutta l’area presenta continuità di vita in età romana, con livelli di frequentazione e strutture riferibili ad abitazioni; queste ultime, spesso, si impostano su muri a blocchi di età messapica usandoli come fondazioni. Le indagini hanno restituito anche uno scarico di materiale con una grande quantità di vasellame (contenitori da mensa e da cucina, anfore per l’acqua decorate con motivi a spirale, ceramiche dipinte e invetriate) associata ad ossa animali, frr. di oggetti in vetro, utensili e scorie di metallo; il contesto è databile al XIV sec. d.C. La trincea ha restituito anche alcuni elementi pertinenti a due fornaci di età ellenistica o tardoellenistica. Di una prima struttura, purtroppo, non è stato possibile ricostruire la forma; il secondo impianto può essere ricondotto al tipo 1b della classificazione Cuomo di Caprio (fornace a pianta ellittica/rotonda con muretti assiali).

4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Fasi di occupazione:

Andreassi 1995, pp. 798-799; D’Andria 1995a, p. 94; Melissano 1995, pp. 229-249; D’Andria 1996, pp. 427, 429; Lamboley 1996a, p. 234; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 159-161; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 17, 34.

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale 9 - Età medievale

D’Andria 1995a, pp. 94-95; Melissano 1995, p. 237; D’Andria 2010, p. 26; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, pp. 539-540; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 167-168; Mastronuzzi 2015b, pp. 20-21; P. Caprino in Mastronuzzi 2015c, pp. 48-49; P. Caprino in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 104-107.

F.G. c - Cinta muraria interna e porta*** (Fig. 63) Nella stessa area le indagini hanno consentito di identificare una struttura muraria a doppia cortina con riempimento in terra mista a pietre e scarichi di tegole,

G.V.

97

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 63. Via E. Toti (n. 99c): cinta muraria interna.

100 a, b (F. 25; Fig. 64)

Fasi di occupazione: 2 - Età del Ferro

Vaste - via Isonzo

Caggia 1990, pp. 151-152; D’Andria 1996, p. 408; Lamboley 1996a, p. 234; Mastronuzzi 2011, pp. 15-16; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 49.

789146.8300; 4438482.5909; alt. 104 m s.l.m. a - Muro ad aggere, abitato***

F.G.

In corrispondenza dell’abitato moderno di Vaste, indagini dell’Università di Lecce connesse alla realizzazione della rete di sottoservizi (1994) hanno permesso di evidenziare, ad E del settore centrale dell’insediamento messapico, una frequentazione relativa ad un arco cronologico compreso tra l’età del Ferro e l’età tardorepubblicana.

b - Abitato, assi stradali, tracce di frequentazione*** Al di sopra dell’aggere dell’età del Ferro si impostano livelli di frequentazione di età arcaica associati a resti di abitazioni disposte in prossimità di un asse stradale orientato SW-NE: gli edifici sono delimitati da setti murari realizzati con pietre a secco ed includono focolari. La strada subisce un rifacimento in età ellenistica, con una modifica dell’orientamento, ora N-S, e su di esso si imposta un’abitazione con muri a blocchi. Un’altra strada con il medesimo orientamento N-S è collocata più ad est ed anch’essa è associata ai resti di una casa con fondazioni a blocchi di calcarenite.

Riferibile alle fasi più antiche è una struttura muraria ad aggere con orientamento NW-SE, costituita da un letto di piccole pietre su cui impostano alcuni blocchi più grandi, grossolanamente sbozzati, legati con terra, interpretabile come struttura di delimitazione e fortificazione del villaggio a capanne. In altri punti della strada si rinvengono elementi pertinenti ad abitazioni dell’età del Ferro (fornelli e piani di calpestio).

Quest’ultimo percorso viene rinnovato in età romana con la realizzazione di un basolato. 98

Schede

Fig. 64. Via Isonzo (n. 100): planimetria generale e sezione stratigrafica.

6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Alla stessa fase è riferibile un fr. (cm 14 x 17) di matrice fittile recuperato tra il materiale di risulta proveniente da uno sbancamento effettuato per la costruzione di un edificio all’incrocio tra via Isonzo e via Toti; vi si riconosce una raffigurazione di Eracle. Indizi della presenza di un’officina con strutture pirotecnologiche sono rappresentati anche dal rinvenimento di scarti di lavorazione di una fornace inquadrabile in età tardoellenistica. Fasi di occupazione:

Caggia 1990, pp. 151-155; D’Andria 1996, p. 467; Mastronuzzi 2011, pp. 15-16; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539. F.G.

4 - Età arcaica 5 - Età ellenistica 99

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 101 - Area di frr. fittili* (F. 25)

Lippolis 1989, pp. 220-222; Ciongoli 1995, p. 97; D’Andria 1995d, p. 96; Belotti 1996, p. 151; Lamboley 1996a, p. 226; Semeraro 1997, pp. 304-305; Mastronuzzi 2005a, pp. 130-131; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539; Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 57.

Fondo Pizzinaghe 789412.7100; 4438561.1834; alt. 104 m s.l.m. Nei pressi della periferia NE di Vaste, all’interno del Fondo Pizzinaghe, a ridosso della cinta muraria della città antica, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche venne rinvenuta (1989-1991) un’area di dispersione di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di anfore commerciali corinzie e greco-italiche, di ceramica a v.n., da cucina e acroma ellenistica, oltre a numerosi frr. di tegole, pesi da telaio e una macina) documentano una frequentazione dell’area fra il VII ed il III sec. a.C. Un frammento lapideo è forse riferibile ad un cippo funerario. Fasi di occupazione:

G.M. 103 a, b (F. 25) Vaste - via Principe Umberto a - Abitato, necropoli, tracce di frequentazione*** (Fig. 66) 789019.2293; 4438455.3682; alt. 104 m s.l.m.

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

In un’area centrale dell’insediamento messapico, indagini dell’Università di Lecce (1987, 1994) hanno consentito l’identificazione di una sequenza stratigrafica che dall’età del Ferro arriva fino alla tarda età imperiale. I livelli più antichi consistono in scarichi di ceramica geometrica del Salento, associata a coeve importazioni dalla Grecia. E’ stato anche identificato un fronte di cava in prossimità del quale è stato rinvenuto un capitello dorico relativo ad una colonna votiva di età arcaica.

Belotti 1996, pp. 138-142. F.G. 102 - Abitato, tracce di frequentazione*** (F. 25, Fig. 65)

Su un asse stradale orientato NW-SE con rifacimenti dall’età arcaica a quella romana imperiale, si impostano un edificio del IV-III sec. a.C. con fondazioni in blocchi di calcare locale ed una struttura di età tardorepubblicana. La moderna via Principe Umberto è sostanzialmente coincidente con il percorso antico.

Vaste - via Sicilia 788914.1878; 4438420.1516; alt. 105 m s.l.m. In proprietà Carluccio, a SW di piazza Dante, in corrispondenza dell’area centrale dell’insediamento antico, indagini condotte dall’Università del Salento (1994) e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici (1988, 1994) hanno permesso di identificare tracce di frequentazione dell’età del Bronzo finale e dell’età del Ferro e resti riferibili all’abitato di età ellenistica. Si tratta di un asse viario, orientato NW-SE su cui affaccia un edificio comprendente due ambienti affiancati, conservati solo al livello delle fondazioni (realizzate con blocchi squadrati di calcarenite locale) ed uno spazio aperto retrostante. Ad un primo vano aperto direttamente sulla strada con una soglia, in un momento di poco successivo, fu affiancato un nuovo ambiente posto più a N. L’abbandono del complesso si può collocare tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C.

Lungo il medesimo asse viario, più ad W, vennero rinvenuti due depositi funerari, contenuti in fosse terragne, databili alla seconda metà del IV sec. a.C., riferibili ad una o più tombe localizzate nelle immediate adiacenze destinate ad individui di estrazione sociale elevata. Il primo, considerato l’insieme di oggetti, all’interno del quale spiccano una trozzella ed una lekythos della cerchia del pittore di Dario, sembra riferibile ad una sepoltura femminile databile nell’ultimo quarto del IV sec. a.C.; il secondo, per la presenza di elementi di armatura in bronzo, è invece riferibile ad un individuo di sesso maschile. In prossimità dell’incrocio con via Quarto è stato identificato un edificio della media età imperiale a cui si collega una struttura con imponenti fondazioni, tanto da essere interpretata come torre.

Il rinvenimento di un fr. di cratere attico a volute a figure nere potrebbe essere ricondotto alla presenza di un contesto cultuale di età tardoarcaica. Fasi di occupazione:

Nella zona centrale della strada è stata rinvenuta una cisterna, profonda ca. 5 m, colmata all’inizio del XVII secolo e trasformata in immondezzaio. Essa ha restituito materiale post-medievale (seconda metà del XVI primo quarto del XVII secolo), consistente in ceramica di produzione locale, fra cui spiccano un’anfora da tavola graffita policroma e un’anforetta di maiolica in

1 - Età del Bronzo 2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 100

Schede

Fig. 65. Via Sicilia (n. 102): planimetria generale della fase messapica.

Fig. 66. Via Principe Umberto (n. 103a): asse stradale e struttura muraria in fase di scavo.

101

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) stile compendiario, oltre ad alcuni contenitori da cucina invetriati e decorati ad ingobbio.

b - Abitato, deposito votivo*** 789093.7056; 4438444.0247; alt. 103 m s.l.m.

Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

In corrispondenza dell’area SE dell’insediamento antico, scavi in collaborazione fra Università di Lecce e Soprintendenza Archeologica condotti all’interno della proprietà Ficocelli (1988), hanno evidenziato un’occupazione dell’area dall’età del Ferro all’età romana. Le tracce più antiche si riferiscono all’insediamento a capanne (VIII - inizi del VII sec. a.C.), fortemente rimaneggiato dall’impianto di strutture in epoche successive.

Ciongoli 1987b, pp. 167-168; D’Andria 1995b, p. 95; Melissano 1995, pp. 243-249, 252-253; Belotti 1996, pp. 176-177; Mastronuzzi 2005b, pp. 236-237; Ismaelli 2009, pp. 234-236; D’Andria 2010, p. 26; Mastronuzzi 2011, pp. 17-18; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, pp. 539540; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 158-159, 161, 167168; Mastronuzzi 2015b, p. 21; Mastronuzzi 2015c, pp. 28, 49; Mastronuzzi 2015e, p. 57; Melissano, Mastronuzzi 2015, pp. 35, 68, 104-107.

Sono riferibili all’età tardoarcaica un deposito votivo (secondo quarto del V sec. a.C.) ed un muro, forse di terrazzamento, realizzato con blocchi squadrati di varia pezzatura alternati a pietre informi, che corre con andamento leggermente curvilineo in direzione N-S. Si riferiscono all’età ellenistica i resti di strutture abitative articolate in più ambienti, delimitate da murature con fondazioni in blocchi squadrati di calcare locale ed alzato in pietre informi, pavimenti in battuti di tufina e copertura in tegole. Alla stessa fase si riferiscono anche alcune buche di scarico colmate con vasellame ceramico.

F.G. b - Iscrizione** 788986.8579; 4438457.0829; alt. 104 m s.l.m. Presso la moderna frazione di Vaste, in proprietà del sig. Cesario Carluccio venne rinvenuto (1929-30) un fr. di colonna in calcare con inscrizione messapica. Fasi di occupazione:

In età tardoellenistica e nella prima età imperiale l’area sembra assumere un carattere periferico rispetto all’abitato. Le attestazioni sono costituite da un muro di terrazzamento e da alcune buche di scarico, che testimoniano la frequentazione dell’area fino al I sec. d.C.; particolarmente consistente è un nucleo di sigillata italica.

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 95, n. 31; Lamboley 1996a, p. 233; De Simone, Marchesini 2002, pp. 124-125.

Fasi di occupazione:

F.G. 104 a, b (F. 25)

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale

Vaste - via Pola D’Andria 1988c, pp. 156-157; Messapi, pp. 158-168; D’Andria 1991, p. 439; Belotti 1996, pp. 135-137; Lamboley 1996a, p. 228; Caggia, Melissano 1997, p. 106; Semeraro 1997, pp. 305-307, 333; Mastronuzzi 2005a, pp. 122-124; Mannino 2009, p. 440; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 539; Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 157-158; Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 54, 68.

a - Tracce di frequentazione** 789086.7510; 4438436.1472; alt. 103 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SE di Vaste, nel 1980 fu registrato il rinvenimento di frr. ceramici di età arcaica ed ellenistica.

F.G. Fasi di occupazione:

3 - Età arcaica 5 - Età ellenistica

105 - Tracce di frequentazione*** (F. 25)

Carluccio 1981, p. 96, n. 32; D’Andria 1981, p. 117.

Vaste - via Molise F.G.

789112.4860; 4438393.0530; alt. 103 m s.l.m. Presso la periferia S di Vaste, in corrispondenza dell’area meridionale dell’insediamento antico, indagini condotte 102

Schede dall’Università di Lecce in relazione alla realizzazione di sottoservizi (1994) hanno evidenziato tracce di frequentazione di età romana imperiale, associate ad un muro di terrazzamento relativo ad un’area probabilmente destinata ad uso agricolo.

Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

Trendall 1967, p. 60, pl. 29, n. 5; Carluccio 1981, p. 96, n. 34; Lamboley 1996a, p. 228; Giannotta 1997; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537; M.T. Giannotta in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 38-41.

7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

3 - Età arcaica 4 - Età classica 5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

D’Andria 1995e, p. 96. 789141.8104; 4438411.0788; alt. 103 m s.l.m. F.G. V.M. 106 a, b, c (F. 25) c - Tracce di frequentazione** Fondo Aia La Corte 789199.5810; 4438372.3185; alt. 103 m s.l.m. a - Tomba** Negli anni ’30 venne segnalato il rinvenimento di «materiale archeologico di età romana».

789117.0476; 4438410.4273; alt. 103 m s.l.m. In corrispondenza della periferia SE di Vaste, nel giardino di proprietà del sig. Donato Merico si segnala il rinvenimento nel 1926 di una grande tomba con 4 gradini. Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

imprecisabile Carluccio 1981, p. 96, n. 34; Lamboley 1996a, p. 229.

Carluccio 1981, p. 96, n. 33; Lamboley 1996a, p. 228; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 537.

F.G.

F.G. b - Necropoli** (Fig. 67) Attraverso le indagini d’archivio è possibile ricostruire in parte le vicende di un ritrovamento effettuato nel 1926, in una zona della periferia SE di Vaste. In un giardino di proprietà del sig. Amedeo Greco, oggi prospiciente via Pola, lo stesso segnalò la scoperta di una grande tomba scavata nella roccia, con lastra di copertura a spioventi e ricco corredo. Un’altra nota d’archivio data sempre al 1926 il sequestro ed il trasferimento a Taranto di 20 vasi provenienti da una sepoltura in proprietà Greco. Infine, nel 1928, il direttore del Museo di Taranto, Quintino Quagliati, registra 31 oggetti relativi ad una tomba rinvenuta nella medesima proprietà. I due complessi di oggetti presenti nei depositi del Museo di Taranto, oggi acquisiti nelle collezioni del Museo di Vaste, potrebbero essere frutto di un rinvenimento simultaneo, quello del 1926, oppure fare riferimento a più tombe rinvenute in aree della stessa proprietà. Quello che è certo è che appartengono a corredi di più deposizioni, come indicano i molteplici esemplari di medesime forme e la compresenza di crateri e trozzelle. Nell’attuale esposizione i due gruppi sono stati tenuti distinti ed indicati con le date 1926 e 1928. Del primo fanno parte 22 vasi, tra i quali spicca un cratere protolucano a figure rosse attribuito al Pittore di Vaste, oltre a ben 5 trozzelle ed altrettante oinochoai sovradipinte. Nel secondo complesso figurano 26 vasi, tra cui 8 lucerne. Per alcuni vasi si può proporre una cronologia che scende fino al II sec. a.C.

Fig. 67. Fondo Aia La Corte (n. 106b): trozzella.

103

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) 107 - Tomba*** (F. 25)

Fra i rinvenimenti del barone Bacile di Castiglione spicca un ripostiglio di monete con composizione varia ed articolata, comprendente in origine 61 esemplari, occultato verosimilmente negli anni centrali del III sec. a.C.

Vaste - via Pola 789277.8431; 4438414.2312; alt. 104 m s.l.m.

Fasi di occupazione: Nell’area SE dell’insediamento antico, in prossimità della cinta muraria, scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica in relazione alla realizzazione dei sottoservizi (1993), hanno consentito di riportare alla luce una tomba tardoarcaica, del tipo a cassa di lastroni (m 1,55 x 0,80 x 0,45) orientata NE-SW, con resti di un individuo inumato in posizione rannicchiata e corredo comprendente una brocca messapica, una patera in bronzo e 6 fibule.

5 - Età ellenistica

Travaglini 2011a; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano, 2012, p. 535; Mastronuzzi 2013, pp. 239-240; A. Travaglini in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 74-77. F.G. 109 - Area di cava*** (F. 25; Fig. 68a)

Fasi di occupazione: 3 - Età arcaica

Fondo Pipa

Ciongoli 1994b, p. 136; Mastronuzzi 2011, pp. 8, 11, 18-19.

789269.9527; 4438334.7026; alt. 103 m s.l.m.

G.M. 108 a, b (F. 25)

Nei pressi del limite SE dell’abitato di Vaste, sul banco roccioso affiorante si riconoscono alcuni tagli di cava da mettere in relazione con la costruzione della cinta muraria.

Fondo Vigna

Fasi di occupazione:

a - Abitato, tracce di frequentazione**

Ciuchini 2004-2005, pp. 129-130; Mastronuzzi et alii 2013b, p. 368.

5 - Età ellenistica

788905.8947; 4438381.6695; alt. 104 m s.l.m. F.G. Presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto si conserva un piccolo complesso di materiali, recuperato nel 1913 dal barone Bacile di Castiglione, Regio Ispettore Onorario di zona, nella porzione W del Fondo Vigna in proprietà De Vita. Si tratta di materiali riferibili, per la maggior parte, all’abitato dell’età del Ferro (VIII-VII sec. a.C.); inoltre si segnalano una fibula in bronzo databile al VI sec. a.C., una spilla ed un medaglione in bronzo e frr. di ceramica di età romana.

110 - Area di frr. fittili** (F. 25) Fondo Caggiole Piccole 789612.3114; 4438315.4637; alt. 107 m s.l.m. A SE dell’abitato di Vaste, nell’ambito del lavoro di ricognizione sistematica venne individuata (1991) un’area di frr. fittili. I materiali recuperati (frr. di ceramica a v.n., a fasce, a pasta grigia, sigillata africana ed orientale, anfore commerciali ellenistiche, nordafricane e orientali, oltre a numerose tegole e frr. di macina reimpiegati nel muro a secco che delimita il fondo) attestano la presenza di un nucleo insediativo di tipo rurale attivo dall’età ellenistica fino al VI sec. d.C.

In corrispondenza della periferia SE di Vaste, in una sezione di terreno tagliato dalla strada vicinale Cici è stata identificata una pavimentazione in battuto rustico verosimilmente di età romana. Fasi di occupazione:

2 - Età del Ferro 3 - Età arcaica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Fasi di occupazione:

Carluccio 1981, p. 96, n. 36; D’Andria 1981, pp. 118-119; Belotti 1996, pp. 134-135; Lamboley 1996a, p. 229.

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica 7 - Prima e media età imperiale 8 - Tarda età imperiale

Carluccio 1981, p. 96, n. 38; Belotti 1996, pp. 289-293; Lamboley 1996a, p. 229.

F.G. b - Tesoretto**

F.G.

788893.6602; 4438321.6975; alt. 101 m s.l.m.

104

Schede 111 - Cinta muraria, tratto V*** (F. 25; Fig. 69)

di Castro, Vereto e Leuca. Ad W della strada sono stati messi in luce i resti della cinta: un tratto murario orientato WNW-ESE e la Porta Sud, collocata in corrispondenza di uno sfalsamento delle cortine. Della struttura di I periodo si conservano labili tracce; maggiormente preservata è la cortina di II periodo, costituita da un doppio filare di blocchi irregolari. Della muratura di III periodo, quasi interamente spoliata, si conserva la trincea di fondazione.

Fondi Motta e Colagallo 788973.7684; 4438201.0860; alt. 97 m s.l.m. In corrispondenza del settore SW della città antica, nel tratto compreso fra la Porta Sud (n. 113) e la strada vicinale Cici (lungh. ca. m 330), le mura messapiche, orientate ESE-WNW corrono rettilinee al di sotto di un muro a secco moderno. In particolare si riconosce la cortina di II periodo, realizzata con blocchi squadrati posti in opera di testa (fondazione) e di taglio (tre filari di elevato). Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Belotti 1996, pp. 156-157, 171-176; Lamboley 1996a, p. 226; Lamboley 1998, pp. 225-230; Ciuchini 2004-2005, pp. 131-133; Mastronuzzi 2015b, p. 30; Mastronuzzi 2015d, p. 25.

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 100; Ciuchini 2004-2005, pp. 134-139. F.G. F.G. 114 - Necropoli* (F. 25) 112 - Cinta muraria, tratto IV**** (F. 25) Fondo Caggiole Piccole Vaste - via Molise 789611.7215; 4438184.5172; alt. 108 m s.l.m. 789165.8630; 4438201.7389; alt. 104 m s.l.m. Ca. 400 m a SE di Vaste, nell’ambito del programma di ricognizioni sistematiche, nel 1991 venne individuata un’area di necropoli. Sono state messe in luce 5 tombe a pianta rettangolare tagliate nel banco roccioso - di cui una fornita di cuscino - localizzate all’interno di un nucleo cimiteriale extraurbano, databile alla tarda età romana.

Fra la strada provinciale 60 Vaste – Cocumola e la Porta S (n. 113) l’andamento della cinta muraria messapica (lungh. ca. m 440) è individuabile soprattutto in traccia nelle vecchie foto aeree. In corrispondenza del prolungamento di via Molise, uno sbancamento per la realizzazione di edilizia residenziale (2010), ha permesso di identificare il tracciato delle mura messapiche, ma non di documentarlo. Fasi di occupazione:

Fasi di occupazione:

8 - Tarda età imperiale

Belotti 1996, p. 352.

5 - Età ellenistica

F.G.

Carluccio 1981, pp. 99-100; Lamboley 1996a, p. 226; Ciuchini 2004-2005, pp. 128-130.

115 - Area di cava*** (F. 25; Fig. 68b) Fondo Calessa

F.G. 789106.2761; 4438148.4766; alt. 102 m s.l.m. 113 - Cinta muraria, Porta Sud**** (F. 25; Fig. 70) Nei pressi del margine S dell’abitato di Vaste, il banco roccioso affiorante mostra alcuni tagli di cava da mettere in relazione con l’estrazione di blocchi per la costruzione della cinta muraria.

Vaste - Fondo Colagallo 789065.8657; 4438171.2698; alt. 98 m s.l.m. All’estrema periferia S della frazione di Vaste, in corrispondenza del punto più meridionale del tracciato murario della città antica, scavi condotti dall’École Franҫaise de Rome in convenzione con l’Università di Lecce e la Scuola Normale Superiore di Pisa (1991), hanno evidenziato l’accesso meridionale alla città antica.

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica

Ciuchini 2004-2005, pp. 129-130; Mastronuzzi et alii 2013b, p. 368. F.G.

Sono stati identificati diversi livelli di battuti in calcare sbriciolato e pressato, relativi ai rifacimenti, fino al periodo medievale, di un asse stradale largo almeno 4 m, orientato N-S, che da Vaste si dirigeva in direzione 105

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 68. a) Fondo Pipa (n. 109); b) Fondo Calessa (n. 115): aree di cava (foto P. Ciuchini).

Fig. 69. Fondi Motta e Colagallo (n. 111): cinta muraria, tratto V (foto P. Ciuchini).

106

Schede 116 - Tomba** (F. 25)

117 - Tomba* (F. 31)

Fondo Divico

Fondo Aia Lo Borda

789075.4314; 4437987.8487; alt. 97 m s.l.m.

788953.8082; 4437551.0355; alt. 97 m s.l.m.

A S di Vaste, nella proprietà del sig. Cesario Carluccio, nel 1913, lungo il bordo della Strada Vecchia di Ortelle, venne rinvenuta una tomba «in cui si sono trovati dodici vasi dei quali due a trozzelle». Si tratta di una tomba a cassa (m 2 x 1,10) orientata SE-NW costruita con lastroni in pietra leccese, che conservava i resti di un inumato deposto in decubito dorsale. La cronologia degli oggetti di corredo permette di datare la sepoltura agli inizi del III sec. a.C. All’esterno della tomba resti antropologici e oggetti di corredo in giacitura secondaria (indicativi di una riduzione e di un riutilizzo della struttura) sono databili all’ultimo quarto del IV sec. a.C.

A S di Vaste, in proprietà del sig. Donato Carluccio, venne rinvenuta (1915?) una «tomba antica con ricco corredo», con materiali databili ai secoli III-II a.C.

Fasi di occupazione:

118 - Tomba* (F. 31)

Fasi di occupazione:

5 - Età ellenistica 6 - Età tardoellenistica

Carluccio 1981, p. 97, n. 45; Giannotta 1994, p. 88; Lamboley 1996a, p. 228; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 536. F.G.

5 - Età ellenistica

Carluccio 1981, p. 97, n. 44; Giannotta 1994, pp. 8597; Belotti 1996, pp. 380-381; Lamboley 1996a, p. 228; Carluccio, Mastronuzzi, Melissano 2012, p. 536.

Fondo Aia 789089.1107; 4437352.4560; alt. 97 m s.l.m.

F.G.

A S di Vaste, in proprietà del sig. Salvatore Micello, nel 1927 venne rinvenuta «un’olla antica contenente lo scheletro di un bambino e 15 fogliettine d’oro».

Di seguito vengono riportate due schede che, seppur non riferite ad evidenze ricadenti all’interno del territorio comunale di Poggiardo, sono chiaramente pertinenti al comprensorio del centro antico di Vaste. Il loro posizionamento è basato sulle indicazioni reperibili in bibliografia, attraverso le quali è stato possibile recuperare le coordinate; esso, successivamente, è stato registrato sulla Cartografia Tecnica Regionale in scala 1:5000.

Fasi di occupazione:

imprecisabile

Carluccio 1981, p. 97, n. 46; Lamboley 1996a, pp. 228, 234. F.G.

Fig. 70. Fondo Colagallo (n. 113): cinta muraria, Porta Sud.

107

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

F. 31

108

IV La documentazione numismatica Attraverso l’integrazione dei dati archeologici con quelli forniti dalle monete rinvenute nel corso degli scavi è possibile recuperare informazioni utili a una valutazione della cronologia dei contesti in esame, dell’uso e delle funzioni dei reperti monetali. Per il territorio di Vaste59, lo studio e l’interpretazione del dato numismatico-archeologico hanno consentito di indagare, in maniera più approfondita, le caratteristiche dell’insediamento e il suo sviluppo nel corso del tempo. Si è tentato, inoltre, di delineare un quadro complessivo delle presenze monetali, le quali documentano i fenomeni di diffusione e di uso del mezzo monetario.

presso il Fondo Cisterna (n. 24) e il Fondo Melliche (nn. 40-41). Altri due importanti gruppi di reperti sono ubicati a circa 2 km a nord-est del centro di Vaste, nel Fondo Giuliano (n. 49) e nella località SS. Stefani (n. 44b). 1. Inquadramento cronologico La cronologia dei reperti leggibili63 è inquadrabile, complessivamente, tra la fine del VI sec. a.C. e l’XI sec. d.C. (Fig. 72). I casi in cui si rilevano forti concentrazioni di monete sono quelli corrispondenti ai periodi compresi tra il IV e il terzo quarto del III sec. a.C., con un consistente numero di emissioni in argento da ripostigli, e tra il IV e il V sec. d.C., quando si registra un addensamento di rinvenimenti isolati nell’ambito del complesso paleocristiano di Fondo Giuliano (n. 49).

Dal territorio di Vaste provengono 393 reperti monetali60. Tra gli esemplari censiti, 184 (22 di argento e 162 di bronzo) sono rinvenimenti isolati, frutto di recupero fortuito e da scavo, 209 monete di argento, invece, provengono dai due ripostigli “Vaste 1913” (n. 108b) e “Vaste 1989” (n. 67b)61. Il campione rappresentato dai rinvenimenti isolati, integrato e confrontato con quello dei tesoretti, offre una documentazione interessante, in gran parte rappresentativa delle diverse fasi di vita dell’abitato antico di Vaste, dall’epoca arcaica a quella medievale.

2. Dalla fine del VI al terzo quarto del III sec. a.C. Nelle prime fasi, dalla fine del VI sec. a.C. al terzo quarto del III secolo a.C., si nota una presenza di monete principalmente in argento (Tab. 1): i reperti isolati più antichi sono alcuni incusi di Kroton e Metapontum (fine VI - inizi V secolo a.C.), insieme ad altre emissioni magnogreche (Herakleia, Sybaris, Terina, Thurium) di V sec. a.C. Nel IV sec. a.C. si registra un incremento delle testimonianze numismatiche, rappresentate da emissioni “locali” (zecca italiota) ed emissioni “straniere” dell’oltresponda adriatico (Acarnania, Corcyra, Sicyonia). Sia i rinvenimenti isolati, sia i ripostigli documentano una varietà di zecche e un’ampia diversificazione di divisionali in argento. In questa fase si percepisce, in tutta l’area messapica, l’estensione d’uso del mezzo monetario. In particolare, per il periodo compreso tra la fine del IV e il terzo quarto del III sec. a.C., spicca una maggioranza di esemplari di zecca tarentina, insieme a un minor numero di monete da Herakleia e da Thurium, provenienti dal ripostiglio “Vaste 1989”, segno di una rilevante influenza “regionale” delle produzioni di Tarentum. Il quadro di presenze nel territorio di Vaste, per queste prime fasi cronologiche, conferma quanto è stato già rilevato per la circolazione e la diffusione del mezzo monetario nell’area basso adriatica64, entro la quale il centro messapico di Vaste gravitava. La documentazione numismatica, affiancandosi ai dati archeologici che già forniscono testimonianze in tal senso, contribuisce quindi ad inserire Vaste tra i centri messapici economicamente più attivi e partecipi dei continui rapporti con le regioni orientali, attestati nell’intera area salentina.

È possibile studiare il materiale per gruppi di monete, secondo una distribuzione per ambiti topografici, ovvero per contesti di provenienza, proponendo così un’analisi spaziale dei rinvenimenti monetali (Fig. 71)62. I gruppi si individuano sia nel settore centrale dell’abitato antico, corrispondente all’attuale Piazza Dante (n. 97) e zone limitrofe, sia nell’area immediatamente a nord di Piazza Dante - ovvero quella del Fondo S. Antonio (n. 67) -, 59 Desidero ringraziare i Professori Giovanni Mastronuzzi e Adriana Travaglini per avermi dato la possibilità di condurre lo studio dei reperti monetali rinvenuti nel territorio di Vaste, oggetto della mia tesi di specializzazione, e l’opportunità di presentare questo contributo. Un sentito grazie va anche alla Dottoressa Valeria Melissano e al Laboratorio di Archeologia Classica, presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. La disponibilità dei dati di scavo e delle relative pubblicazioni hanno reso comprensibili la lettura complessiva, la stratigrafia e l’interpretazione dei singoli contesti archeologici, consentendo di valutare le relazioni cronologiche tra contesto e moneta, nonché la residualità o meno dei singoli reperti. 60 Questo contributo presenta, in sintesi, quanto trattato più ampiamente nell’ambito di una tesi di specializzazione, cfr. Spigola 2016-2017. 61 I ripostigli “Vaste 1913” e “Vaste 1989” sono stati rinvenuti rispettivamente nel Fondo Vigna e nel Fondo S. Antonio. Il primo ha restituito un totale di 61 pezzi d’argento - dei quali però due sono dispersi -, datati dalla seconda metà del V al terzo quarto del III sec. a.C., con un maggior numero di monete emesse nel corso del IV sec. a.C. Il secondo gruzzolo si compone di 150 stateri d’argento delle zecche di Tarentum (142), Herakleia (7) e Thurium (1), datati principalmente all’età pirrica (281-272 a.C.). Per approfondimenti su “Vaste 1913”, si veda Travaglini 2011a; Travaglini in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 74-76. Per “Vaste 1989”, si veda Messapi, pp. 169-189; Travaglini in Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 75. 62 Cinque monete, emesse tra la fine del VI a.C. e il X d.C., sono frutto di rinvenimenti fortuiti, per i quali non è specificabile la localizzazione.

Si segnala che, tra i rinvenimenti isolati, un terzo delle monete di bronzo (62) è risultato illeggibile. 64 Travaglini, Camilleri 2011, p. 448. 63

109

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 71. Localizzazione dei rinvenimenti monetali.

110

La documentazione numismatica

Fig. 72. Grafico a barre relativo alla distribuzione cronologica dei rinvenimenti numismatici isolati dal territorio di Vaste (fine VI sec. a.C. - XI sec. d.C.), con approfondimento sulle monete di bronzo del I-V sec. d.C. e distribuzione cronologica dei rinvenimenti numismatici in ripostiglio (seconda metà V - terzo quarto III sec. a.C.).

I due tesoretti si inseriscono, inoltre, in un quadro più ampio di ripostigli occultati tra il secondo e il terzo quarto del III secolo a.C., rinvenuti in tutta l’area messapica. In questo periodo i centri indigeni della penisola salentina sud-orientale erano coinvolti nell’impegno bellico, per far fronte all’avanzata di Roma. È verosimile che questa situazione di pericolo generale abbia determinato l’interramento dei gruzzoli65. L’esame dei contesti archeologici, relativi a questa fase, ha rilevato fenomeni di

abbandono e di distruzione in diversi settori dell’abitato di Vaste66, indice di una forte instabilità. Dalla carta di distribuzione delle monete greche e magnogreche della fine del VI - terzo quarto del III sec. a.C. (Fig. 73) è interessante osservare come la maggior parte dei rinvenimenti isolati, oltre ai ripostigli, sia tesoretti e relativa bibliografia, si veda: Camilleri 2011, p. 234; Travaglini 2011a, p. 351, nota 14. 66 Si veda in particolare la fase di abbandono, datata alla metà del III secolo a.C., del quartiere abitativo ellenistico presso Fondo S. Antonio Propr. De Risi (n. 67b); in questo contesto si colloca il rinvenimento di “Vaste 1989”.

65 Acuni dei tesoretti individuati in Puglia sono: “Francavilla Fontana 1926”, “Ceglie Messapica 1909”, “Valesio 1926”,“Valesio 1931”, “Valesio 1950”, “Ostuni”, “Parabita 1948”. Per la menzione di altri

111

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 1. Monete greche e magnogreche di argento Tipo di emissioni

Regione

Zecca

N° Tipo di N° di monete per ambiti cronologici totale di rinvenimento monete di AR Isolato Ripostiglio Fine VI-V IV sec. Fine IV - terzo sec. a.C. a.C. quarto III sec. a.C.

Anactorium

4

1

Acarnania ArgosAmphilochicum 3 Greche “straniere”

Thyrreium

5

Corcyra

Corcyra

9

Phliasia

Phlius

1

Sicyonia

Sicyon

16

1

Emissione corinzia

1

1

Kroton

2

2

Terina

2

Bruttium Calabria Magnogreche Lucania

3

3

3

5 2

165

3 1

Herakleia

9

1

Metapontum

1

1

Sybaris

1

Thurium

5

4

Velia

1

1

1

5

7

5

1

1

1

15

16

3

1 2 2

1

Tarentum

Campania Neapolis

3

2

162

3 1

8

1

8

1 1

1

1

2

2

1

1

Tab. 2. Monete di argento e bronzo di età romana repubblicana Zecca

N° totale di monete

Tipo di rinvenimento N° di monete per ambiti cronologici

AR

AE

Isolato Ripostiglio

7

7

10

12

Brundisium Roma Repubblica

3

Fine IV - terzo quarto Terzo quarto III - II sec. Prima metà del I III sec. a.C. a.C. secolo a.C. 7

1

1

10

2

della zecca locale di Brundisium69. Il volume della produzione brindisina trova riflesso nella documentazione restituita, più in generale, dall’area salentina. Accanto a queste emissioni, si hanno anche assi e semissi romano repubblicani.

concentrata nei settori più frequentati dell’insediamento messapico, come i luoghi di culto di Piazza Dante (n. 97) e Fondo Melliche (n. 41) e il quartiere residenziale presso Fondo S. Antonio (n. 67). 3. Dal terzo quarto del III alla metà del I sec. a.C. A partire dal terzo quarto del III sec. a.C. si verifica un mutamento delle attestazioni67: con la conquista da parte di Roma, infatti, si nota una maggior presenza di numerario bronzeo68 (Tab. 2), caratterizzato, in particolare tra la fine del III e la fine del II sec. a.C. dalle emissioni

I reperti monetali della fase tardoellenistica – in particolare quelli da rinvenimenti isolati – appaiono concentrati principalmente all’interno del circuito murario, soprattutto nel settore sud-occidentale, presso Piazza Dante e Fondo S. Antonio, e a nord, presso Fondo Melliche e Fondo Cisterna (Fig. 74).

Dal quadro della circolazione dell’area basso adriatica, emerge un sensibile incremento dell’uso della moneta nel sistema degli scambi, tra la seconda metà del III e il II-I secolo a.C. Per approfondimenti, si veda Travaglini, Camilleri 2011, p. 449. 68 Si contano solo 3 esemplari di argento: una didramma romanocampana della serie Marte/Protome equina, datata alla fine del IV secolo a.C. (da “Vaste 1913”) e due denarii di età tardo-repubblicana, uno dell’84 e un altro del 46 a.C., provenienti da Fondo S. Antonio (rinvenimenti isolati).

69 Con l’intensificarsi della presenza romana nel territorio apulo, si dà avvio a una serie di produzioni locali, come quelle di Brundisium, Orra, Sturnium e Uzentum (per Brundisium e Orra si veda in part. Travaglini 2011b). Queste zecche adottano il sistema ponderale romano e sono per lo più frazioni dell’asse, destinate a transazioni minute e a una circolazione locale. Le emissioni brindisine, sono attestate, insieme a quelle di Roma, in tutta la penisola salentina, fino ai territori della punta meridionale, come quello di Vaste, per l’appunto. In particolare, per approfondimenti sulla zecca di Brundisium, si veda Travaglini 2011b, pp. 163-167, 172175.

67

112

La documentazione numismatica

Fig. 73. Carta di distribuzione delle monete greche e magnogreche (fine VI - terzo quarto III sec. a.C. – le cifre indicano il numero di esemplari rinvenuti).

113

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 74. Carta di distribuzione delle monete di età romana repubblicana.

114

La documentazione numismatica Tab. 3. Monete romane di età imperiale e monete bizantine di argento e di bronzo Zecca

N° totale di monete

N° di monete per ambiti cronologici

AR

Fine I sec. a.C. - I sec. d.C.

Romane imperiali

AE

Bizantine

III sec. d.C.

IV-V sec. d.C.

VI sec. d.C.

Antiochia

1

1

Aquileia

1

1

Cizico

1

1

Costantinopoli

9

3

Roma

2

12

4

3

7

7

Tessalonica

4

4

47

47

4. Dall’età imperiale al periodo bizantino

1

5

7

Siscia Incerta

X-XI sec. d.C.

di Roma, Siscia, Tessalonica, Costantinopoli, Antiochia, Aquileia e Cizico. In particolare, le monete di IV-V secolo, recuperate dagli scavi presso Piazza Dante (n. 97), Fondo S. Antonio (n. 67), dalle trincee urbane e alcuni rinvenimenti fortuiti, mostrano un’omogeneità complessiva riguardo ad autorità emittenti e numero delle presenze, se confrontate con il gruppo più consistente individuato all’interno del cimitero di Fondo Giuliano.

Sebbene il numero di reperti sia inferiore, è comunque interessante notare la continuità di attestazioni tra la fase tardoellenistica e la prima età imperiale, per arrivare poi a un incremento della documentazione per il periodo tardoromano (Fig. 75; Tab. 3). Per l’età alto-imperiale, nell’ambito della ripresa economica avviata in età augustea70, le evidenze numismatiche, seppure in quantità ridotta, confermano la frequentazione dell’abitato romano di Basta. I sette esemplari di fine I sec. a.C. - I sec. d.C. e di III sec. d.C. sono stati rinvenuti lungo i principali assi stradali dell’insediamento antico, dove sono attestati livelli di frequentazione e riuso delle stesse strade, nel periodo romano. È interessante il caso di due grotte in località SS. Stefani (n. 44b), a circa 2 km a nord-est del centro di Vaste, dove sono state individuate tracce di frequentazione relative al III secolo d.C., quando le cavità naturali furono utilizzate come nucleo insediativo rupestre. Testimonianza di questa frequentazione, temporanea o stabile, sono due antoniniani e un sesterzio emessi tra il 251 e il 270 d.C., associati a materiali ceramici attribuibili allo stesso periodo.

È interessante notare che le monete relative al complesso chiesa-cimitero risultano prelevate dal numerario comunemente in uso; questo fattore le rende funzionali a precisazioni di carattere cronologico per gli stessi contesti73. Come si rileva anche da un censimento dei cimiteri altomedievali – editi – nel territorio italiano74, il tipo di emissioni che si deponevano in sepolture nella penisola italiana tra il IV e il VI sec. d.C. corrispondeva al circolante coevo (il 63% delle attestazioni è riferibile alla fine del III - inizi del V sec. d.C.). Per i periodi successivi, è evidente una sensibile diminuzione delle attestazioni: si registrano un solo esemplare bronzeo (un follis bizantino) e la totale assenza di emissioni databili tra il VII e il IX secolo d.C., corrispondente peraltro ad una scarsa documentazione da tutto il territorio salentino75.

Il numero più consistente dei reperti monetali isolati, dal territorio di Vaste, è quello di numerario eneo (71 esemplari) di IV-V secolo d.C. (Figg. 72, 75; Tab. 3), uno solo invece è un follis della zecca di Costantinopoli, del 575-576 d.C. Dalla distribuzione delle emissioni tardoromane, emerge che queste si trovano quasi in tutto l’insediamento di Vaste, ma la maggiore concentrazione (50 esemplari71) è nel complesso paleocristiano di Fondo Giuliano (n. 49)72. Per 47 esemplari non è stato possibile individuare la zecca, mentre i restanti appartengono alle zecche imperiali

L’arco cronologico compreso tra il X e l’XI secolo mostra invece una ripresa delle presenze, con un numero Inoltre, le monete si ritrovano sia in relazione a deposizioni primarie, che secondarie (riduzione dello scheletro) o a ossari, testimoniando la continuità della pratica di deposizione monetale in tomba, per tutto il periodo d’uso del cimitero del Fondo Giuliano, ovvero per più di un secolo. 74 Giovannetti 2007; si veda anche Fiò 2011-2012; Martorelli 2003 (per la Sardegna). 75 In tutto il territorio salentino, il totale delle evidenze numismatiche del VI sec. d.C. ammonta a 33 esemplari bizantini (solo 2 d’oro). Per il quadro della circolazione monetaria del Salento tra VI e VIII sec. d.C. si veda Degasperi 2012 (con bibl. prec.). Più in generale, Federico Barello (2006, pp. 204-205) nota: «Dal punto di vista archeologico, è evidente una rarefazione estrema dei rinvenimenti monetali tra VI e X secolo, con un evidente calo di numero e velocità di circolazione dei nominali inferiori, destinati agli scambi minuti, e la conseguente difficoltà di comprendere il ruolo svolto dai bronzi romani di IV e V secolo, rimasti certo disponibili, se non in uso, sino a tutto il VII secolo d.C.». 73

Vaste era infatti ubicata sulla traiettoria di un’importante rete di scambi commerciali, che coinvolgevano l’entroterra salentino e l’approdo di Otranto. Per approfondimenti sui contesti e i materiali di età imperiale, rinvenuti a Vaste: Melissano, Mastronuzzi 2012. 71 Tra questi sei sono folles, i restanti sono AE3 e AE4. 72 Nella campagna di scavo condotta nei mesi di settembre e ottobre 2018 sono state rinvenute altre 4 monete non incluse nei grafici e nelle tabelle in quanto in corso di studio nel momento in cui va in stampa il presente volume. 70

115

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 75. Carta di distribuzione delle monete romane imperiali e bizantine (fine I sec. a.C. - XI sec. d.C.).

116

La documentazione numismatica storia di questo abitato, dalle sue fasi arcaiche fino a quelle bizantine e medievali.

di cinque esemplari bizantini di bronzo, della zecca di Costantinopoli76. Questi reperti sono rappresentativi di una frequentazione di Vaste e del suo territorio documentata, archeologicamente, soprattutto nel Fondo Giuliano e in Località SS. Stefani (nn. 44b, 49).

B.S.

5. Considerazioni conclusive L’analisi della documentazione numismatica dal territorio vastese offre numerosi spunti di riflessione. La “contestualizzazione stratigrafica” della maggior parte dei reperti esaminati e il confronto con i materiali associati hanno permesso di recuperare informazioni utili all’interpretazione, nonché alla precisazione cronologica dei contesti stessi. Per quanto possibile, dal quadro delle presenze monetali, si è cercato di trarre indicazioni relative alla massa del circolante, nelle diverse fasi cronologiche attestate (fine VI sec. a.C. - XI sec. d.C.). Seppure in un ambito territoriale limitato, la lettura dei dati ha consentito di recuperare informazioni utili sull’uso del mezzo monetario e sui circuiti monetari all’interno dei quali il territorio di Vaste gravitava, nelle diverse fasi cronologiche. Risulta, ad esempio, particolarmente evidente il ruolo di Vaste tra il IV e gli inizi del III secolo a.C.; esso si configura come uno degli insediamenti messapici economicamente più attivi nell’area basso adriatica. La documentazione numismatica del IV - inizi del III sec. a.C. rispecchia dunque la situazione socio-economica del centro messapico, che si inseriva sull’itinerario di un’importante via di collegamento, tra la costa e l’entroterra77. L’esiguo numero di evidenze monetali della fase altoimperiale, deve essere trattato invece con cautela, poiché le stesse evidenze archeologiche, relative a strutture di quest’epoca, sono ancora piuttosto modeste. Nonostante queste lacune, si ha un’abbondante documentazione ceramica, che testimonia comunque il ruolo di Vaste all’interno del territorio e degli scambi, che gravitavano attorno al municipium di Lecce78. Il nucleo di reperti più consistente è quello relativo alla fase tardoromana, proveniente in particolare dal complesso paleocristiano di Fondo Giuliano (n. 49). La cronologia di queste emissioni e le circostanze di rinvenimento forniscono preziose informazioni sul tipo di circolante in uso nel periodo di frequentazione dell’area. Dallo studio condotto, si può osservare come le monete provenienti da Vaste raccontino, o meglio, “scrivano”79 la Nell’area salentina, le attestazioni di monete di nuovo conio ricomparvero nel IX sec. d.C., con la cosiddetta “riconquista bizantina”, quando «affluendo prima timidamente, quella costantinopolitana rimase in seguito e per lungo tempo, l’unica valuta circolante sui mercati della Terra d’Otranto» (Degasperi 2012, p. 138). 77 Cfr. Travaglini, Camilleri 2011, p. 447. 78 Per approfondimenti, si veda Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 68. 79 Il termine viene utilizzato, facendo particolare riferimento al titolo della mostra “La moneta scrive la storia della città: Egnazia”, si veda Travaglini 2005. 76

117

V La documentazione epigrafica 1. Documenti messapici (A)

Bibl.: Mastronuzzi 2008, fig. 28.

La raccolta di Carlo De Simone e Simona Marchesini include 27 documenti80, che, per il 50%, risultano privi di contesto. Una non trascurabile parte di essi, poi, ca. 25%, proviene dal Fondo Melliche (nn. 35, 36, Fig. 76)81. Prevalgono i testi legati alla sfera del culto.

Non sono attestati altri casi di singole lettere, graffite o dipinte, su ceramica. Tenuto conto del fatto che l’iscrizione è stata realizzata prima della cottura del vaso, si potrebbe pensare a un segno distintivo della bottega oppure a una forma di abbellimento dell’oggetto.

Fra gli elementi di maggior rilievo figurano una sequenza alfabetica, purtroppo perduta, risalente al IV sec. a.C., testimone di una fase avanzata dell’elaborazione teorica dell’alfabeto messapico, il cosiddetto alfabetario del Cepolla82, e le iscrizioni su due dei sette cippi calcarei rinvenuti nello spazio sacro arcaico del citato Fondo Melliche (n. 35b), costituite da elementi onomastici al genitivo83. Ai piedi di tali manufatti venivano collocate offerte votive comprendenti vasi per libagione, dotati di fondo forato, e resti di sacrifici caprini e ovini84.

A3

In questa sede si propone una breve rassegna dedicata a cinque documenti rinvenuti successivamente alla citata raccolta, fra i quali un inedito (A5).

Tecnica: dipinto, prima della cottura. L’altezza delle lettere è compresa fra 0,8 e 1 cm.

Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante, n. 97a. Contesto: luogo di culto, cavità n. 1, VPD99 156. Luogo di conservazione: Vaste, Museo Archeologico, Inv. 164455. Supporto: tazza a fasce.

Cronologia: fine IV-III sec. a.C. A1-2 Testo: oššo Fiz Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante, n. 97a. Bibl.: Mastronuzzi 2008, fig. 26; Mastronuzzi, Ciuchini 2011, fig. 9.

Contesto: luogo di culto, cavità n. 1, VPD99 149, 155.

Oššo è un prenome maschile in caso nominativo (gen. *Oššōnas - Marchesini 2015, p. 70; così osservava già Carlo De Simone in uno studio inedito). Nell’ambito dell’epigrafia di Vaste un confronto diretto viene da un’iscrizione, purtroppo dispersa, verosimilmente posta sulla base di una piccola statua e risalente al III sec. a.C.: Oššo[…] nohazav[…] (De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 5 Bas). Da segnalare anche un’iscrizione da Rudiae su blocco in pietra leccese, oššon metass toon, la cui cronologia è incerta (De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 4 Rud: il documento viene cronologicamente inquadrato fra il IV e il III sec. a.C.), un testo da Muro Leccese, Oššovaš no hazavaθi, su cippo in pietra leccese, databile al IV sec. a.C. (De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 6 Mu), e un documento da Rudiae, Oššō Hazzava aotōri, inciso su lastra tombale in pietra leccese e cronologicamente collocato nel periodo compreso fra la seconda metà del III e la fine del II sec. a.C. (De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 36 Rud; si veda anche MLM I, 4Uz e MLM II, p. 269, per la sequenza oššes). Il secondo termine, Fiz, non trova, per ora, alcun confronto.

Luogo di conservazione: Vaste, Museo Archeologico, Inv. 164401, 164404. Supporto: n. 2 tazze. Tecnica: dipinto, prima della cottura, sulla parete esterna del vaso, in posizione centrale rispetto allo spazio fra le due anse. L’altezza dell’unica lettera è di 4 cm. Cronologia: fine IV-III sec. a.C. Testo: R De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 1-27 Bas. De Simone, Marchesini 2002, p. 112. 82 De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 2 Bas. Di tale noto documento, recensito anche in corpora epigrafici greci (IG XVI, 2425.5; Jeffery 1960, pp. 283-84, n. 15) sopravvive solo un apografo che si deve a Luigi Cepolla (Mommsen 1850, p. 49, nota 6; Whatmough 1925, p. 68; De Simone 1964). Sulle fasi di elaborazione dell’alfabeto messapico si veda De Simone, Marchesini 2002, pp. 5-18 e la breve ma accurata disamina in Marchesini 2015, pp. 72-73. 83 De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 25 Bas (a[n]aihi no) e 26 Bas (baolihi kamanna{i}Yihi). Vedi anche De Simone, Marchesini 2002, MLM II, pp. 12, 55, 200. 84 Mastronuzzi 2005a, p. 126-127; D’Andria, Mastronuzzi 2008, p. 232; Mastronuzzi 2017, pp. 273-274. 80 81

A4 Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante, n. 97b. 119

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 76. Localizzazione dei rinvenimenti epigrafici.

120

La documentazione epigrafica deve all’arciprete di Vaste, Giuseppe Carluccio85. Si tratta dei seguenti testi: ΙΑΡΑ Δ, su vaso; ΙΑΡ, su frammento di vaso86; ΑΝ / ΑΘΑΝΑΙ87, su manufatto in pietra88; Τ] ΟΝΑΘΕΝΕΤΕΝΑΘΛΟΝ/ ΑΔ[89, su frammento di anfora panatenaica. Ad essi vanno aggiunti l’iscrizione ΑΦ, dipinta sul collo di un’anfora commerciale corinzia di tipo B risalente al primo quarto del III sec. a.C.90, l’antroponimo Ἐπάγαθος al genitivo (ΕΠΑΓΑΘΟΥ), su fondo di lucerna Brooner XXVIIA, databile alla seconda metà del II sec. d.C.91, e il seguente graffito:

Contesto: buca altomedievale, VPD99 419. Luogo di conservazione: Vaste, Museo Archeologico, Inv. 164433. Supporto: manufatto calcareo in parte lacunoso, rilavorato. Tecnica: incisione. L’altezza delle lettere è compresa fra 1,7 e 2,7 cm. Cronologia: fine IV-III sec. a.C.

B1 (Fig. 77) Testo: ošš[---] Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante, n. 97a. Bibl.: Mastronuzzi 2008, fig. 27; Mastronuzzi, Ciuchini 2011, fig. 9.

Contesto: luogo di culto, cavità n. 2, VPD99 255, 256.

Si tratta, verosimilmente, di ulteriore attestazione del già citato prenome maschile.

Luogo di conservazione: Laboratorio di Archeologia Classica - Università del Salento.

A5 (Fig. 77)

Supporto: skyphos a vernice nera di produzione tarentina.

Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante, n. 97a.

Tecnica: graffita, sotto il piede del vaso. L’altezza delle lettere è compresa fra 0,4 e 0,6 cm.

Contesto: luogo di culto, cavità n. 2, imboccatura, VPD99 250.

Cronologia: ultimo quarto del IV sec. a.C. Testo: ΚΟΤ(ΥΛΑΙ) [---]

Luogo di conservazione: Laboratorio di Archeologia Classica - Università del Salento.

Bibl.: Mastronuzzi 2005b, fig. 20. Supporto: blocco in calcarenite. Il fatto che la distanza che intercorre fra le tre lettere risulti più piccola dello spazio libero posto fra il tau, ultimo segno, e la frattura che delimita la parte sopravvissuta del fondo del vaso, induce a ritenere che proprio alla suddetta lettera si interrompesse la scrittura della parola. Ciò posto, considerando la posizione dell’iscrizione, è possibile pensare che si sia di fronte a un trademark. È verosimile che KOT, che possiamo interpretare come abbreviazione di ΚΟΤΥΛΑΙ, fosse seguito, ad una distanza leggermente

Tecnica: incisione. Cronologia: fine IV-III sec. a.C. Testo 1: pḳạṣạị Testo 2:ạẹθ ̣ḳạ Documento inedito. La superficie scrittoria si presenta fortemente abrasa ed è solcata da innumerevoli segni non intenzionali. Ciò rende molto difficoltosa la lettura di quelle che paiono essere due differenti sequenze di lettere. Esse, infatti, sebbene poste sulla stessa linea ideale di scrittura, sono separate da uno spazio vuoto, sembrano tracciate da mani diverse e mostrano differenze apprezzabili nella dimensione dei segni. Quelli della prima sequenza risultano più grandi, avendo un’altezza compresa fra i 3,5 e i 4 cm, mentre quelli della seconda sono, grosso modo, tutti alti 3 cm.

Come racconta Francesco Ribezzo, primo editore di tali testimonianze; lo studioso ricevette gli apografi da Luigi Maggiulli, nel 1906 (si veda Ribezzo 1935, pp. 129-130). Le iscrizioni sono state riconosciute come greche solo successivamente alla pubblicazione di Ribezzo (a tal proposito: Parlangeli 1960, pp. 192-193). 86 Da segnalare la presenza, in entrambi i documenti, del segno del mezzo eta, caratteristico dell’alfabeto tarantino, per notare l’aspirazione, come rimarcato già in Pagliara 1981c, p. 268. 87 Si tratta, come appare evidente dai disegni di Maggiulli e come osservato in Pagliara 1981c, p. 268, di due iscrizioni diverse. Da notare il dialetto dorico. 88 Secondo la definizione data da Pagliara (1981c, p. 268), che corregge la definizione del supporto proposta da Ribezzo («base o stele recante l’immagine della dea»). 89 Anche in questo caso sembra trattarsi di due testi differenti. 90 D’Andria 1981, p. 117; Lamboley 1996a, p. 225. 91 L’iscrizione, notevole per la presenza della forma lunata di epsilon, fu apposta prima della cottura e si deve interpretare, pertanto, considerata anche la posizione, come un marchio di fabbrica, del quale, peraltro, esistono altre attestazioni (si veda Melissano, Mastronuzzi 2012, p. 165). 85

2. Documenti greci (B) Vaste ha finora restituito sette documenti greci (Fig. 76). La conoscenza di quattro di essi, ora purtroppo perduti, si

121

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 77. Piazza Dante (n. 97a). A5: blocco in calcarenite, dettaglio del testo 1; B1: skyphos con graffito.

purtroppo perduta ma della quale si ha testimonianza grazie ad un apografo realizzato da Gianni Carluccio, fu vista in una casa dell’abitato moderno di Vaste. Si tratta di un frammento di stele funeraria, verosimilmente di età imperiale, che reca questo testo: Se]cunda / li]berto b(e) n(e) /[merenti f]ecit 94.

superiore a quella che intercorre fra le lettere superstiti, da un numerale, indicante il numero dei vasi dello stesso tipo facenti parti di una partita. Per un tale tipo di marchio commerciale, va detto, non vi sono, al momento, confronti92. 3. Documenti latini (C)

Dalla tomba 383 del cimitero paleocristiano di Fondo Giuliano (n. 49c)95, poi, proviene un’anforetta cronologicamente collocabile fra la seconda metà del V e la prima metà del VI sec. d.C., sulla quale è graffito S[extus] Procul[us] (Fig. 78)96. Allo stesso nucleo cimiteriale appartiene anche una lastra di copertura di tomba, recante,

I primi testi epigrafici latini rinvenuti a Vaste sono rappresentati da due iscrizioni funerarie di età imperiale (Fig. 76). La prima, recuperata nei pressi della chiesa rupestre dei Santi Stefani (n. 45b), è su frammento di stele funeraria in pietra locale, reimpiegata in epoca medievale, e risale, grosso modo, al II sec. d.C.: [Diis Manibus] / A[(ulus)] Postym[ius] / A(uli) f(ilius) Seneca / v(ixit) a(nnis) (quattuor) / [H(ic) s(itus) e(st) /[ 93. La seconda,

Pagliara 1981c, p. 273. La sepoltura contiene i resti di almeno quattro individui adulti e alcuni oggetti di corredo, fra cui l’anforetta, un bicchiere di vetro, un’armilla in bronzo e una fibbia in ferro (si veda D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, p. 260). 96 Sul cognomen Proculus si veda Kajanto 1982, pp. 39-40, 42, 176. 94 95

92 Com’è noto, sono ben attestati trademarks recanti nomi di vasi differenti. Si veda, ad es., il Type 14F recensito in Johnston 1979, p. 161, che annovera ΚΡΑΤΕΡΕΣ, ΒΑΘΕΑ, ΟΞΥΒΑΦΑ, ΠΕΛΛΙΝΙΑ. 93 Pagliara 1981c, pp. 271-273.

122

La documentazione epigrafica

Fig. 78. Fondo Giuliano (n. 49c). In alto: apografo dell’incisione Silvano; in basso: anforetta con graffito.

sulla faccia inferiore, la seguente incisione: Silvano (Fig. 78)97.

XVII / bonus, XIIX / purus, XIX / serius, XXV / benest, XXX / felix, LX / rex 98.

Molto rilevante è, inoltre, il gruppo di 17 tesserae lusoriae in osso, di forma parallelepipeda e con estremità circolare provvista di foro passante, rinvenute nella cisterna US 172 di Fondo S. Antonio (n. 67c) e risalenti alla seconda metà del II sec. a.C. Esse recano, su una della facce, un aggettivo o un sostantivo, sull’altra un numerale in cifre, secondo il seguente schema: I / nugo, IIII / ebriose, IIII A. / periure, V / ficose, VIII / patice, VIIII / scultumo, X / tube, XI A. / trico, XIII / fur, XIIII / amator, XV / avidus,

Infine, sono da segnalare tre bolli su altrettanti vasi in Sigillata Italica99. Il primo, L. Flavius Felix (ceramista centro-italico), posto sotto il piede di una coppa del tipo Conspectus 28, è databile, con una certa precisione, fra il 15 a.C. e il 15 d.C.; il secondo, CRas (da riferire, verosimilmente al ceramista aretino Caius Rasinius), si può datare fra il 25/20 a.C. e il 10/20 d.C.; il terzo, Camuri (ceramista attivo ad Arezzo), a lettere puntinate poste sotto il fondo di una coppa, si colloca fra il 30 e il 70 d.C. A questo nucleo di documenti vanno ad aggiungersi i seguenti inediti:

97 VAG93 287. Un Silvanus è attestato anche a Lecce, in una iscrizione funeraria su lastra decorata in pietra leccese, databile fra II e III sec. d.C., redatta per la piccola Volumnia da sua madre, moglie di Silvano: Dis Man(ibus) / Volumnia / E / uacri serva / v(ixit) a(nnis) (quattuor). / Silvano co / iuci beneme(renti). Pagliara 1980, p. 218. Sul cognomen Silvanus, si veda Kajanto 1982, p. 216.

98 99

123

Vedi infra, capitolo VI, fig. 116. Melissano, Mastronuzzi 2012, pp. 158-160.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) C1 (Fig. 79)

Tecnica: incisione.

Luogo di rinvenimento: Vaste, Fondo S. Antonio (n. 67c).

Cronologia: ?

Contesto: discarica relativa a scavi per sottoservizi, VAD03 8.

Testo: Dis Ma [nibus - - - ]. Documento inedito.

Luogo di conservazione: Laboratorio di Archeologia Classica - Università del Salento.

G.B.

Supporto: cippo funerario.

4. Considerazioni

Tecnica: incisione.

Complessivamente la documentazione epigrafica relativa a Vaste ed al suo comprensorio risulta piuttosto articolata. Purtroppo l’assenza di precisi dati di rinvenimento per molte delle testimonianze impedisce di sviluppare una analisi dettagliata dei ritrovamenti in riferimento ai contesti e per ambiti cronologici100.

Cronologia: età imperiale. Testo: [Diis Manibus] /E]ufron[ius] / ser(vus) Apolo[ni] / v(ixit). a(nnis). duo / h(ic) s(itus est) / [p(ater)]. f(ilio). fe(cit)

Le testimonianze più antiche sono rappresentate dalle iscrizioni messapiche. Significativa è l’attestazione sui cippi del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 35b) e del Fondo Padulella (n. 7b). Ad ambito cultuale devono essere riferite anche la lastrina proveniente dall’area dell’Asilo (n. 65a) e la balaustra in calcarenite, con due testi, rinvenuta nel Fondo Lucernara (n. 62b): il più recente di essi viene riferito alla metà del V sec. a.C.101.

Documento inedito. Le lettere, la cui altezza varia, a seconda delle righe di scrittura, fra i 5 e i 3 cm, sono accuratamente incise con tratto piuttosto profondo, hanno modulo rettangolare e sono abbellite da apicature. La seconda e la terza riga di scrittura risultano eccessivamente spostate verso destra rispetto al centro dello specchio epigrafico. Nella riga finale le due F hanno forma corsiveggiante. Sono usati segni di punteggiatura di forma triangolare.

Le iscrizioni messapiche del IV e III sec. a.C. mostrano un’ampia varietà in riferimento ai supporti scrittori102 ed al contenuto dei testi. Purtroppo molti documenti non sono più reperibili e tra questi, in particolare, l’alfabetario ed il lungo testo con invocazione a Zis103; molto modesti sono poi i dati di provenienza. Particolarmente significativo è il nucleo di attestazioni nell’ambito del luogo di culto di Piazza Dante (n. 97a). Da esso provengono due iscrizioni su manufatti lapidei e alcuni testi dipinti prima della cottura su vasi di produzione locale (A1-5); è anche presente uno skyphos tarentino a vernice nera con trademark in lingua greca (B1). Molto lacunose appaiono le informazioni relative ad altre attestazioni di documenti epigrafici in lingua greca collocabili in età tardoclassica ed ellenistica.

C2 (Fig. 79) Luogo di rinvenimento: Vaste, Piazza Dante (n. 97b). Contesto: fornello tardoromano, VPD99 421. Luogo di conservazione: Laboratorio di Archeologia Classica - Università del Salento. Supporto: lastra in calcare. Tecnica: incisione. L’altezza delle lettere è di 6 cm.

Alla fase tardoellenistica si data il gruppo delle tessere da gioco in osso recuperate in una cisterna del Fondo S. Antonio (n. 67c).

Cronologia: ? Testo: [ - - - ]nti

Poche ma interessanti attestazioni si riferiscono all’età imperiale. Alcune iscrizioni funerarie provengono dall’area del centro abitato (Fondo S. Antonio - n. 67c) e dalla località SS. Stefani (nn. 45b, 49c)104: in un caso

Documento inedito. C3 (Fig. 79) Luogo di rinvenimento: Vaste, Fondo Giuliano (n. 49c).

100 Cfr. il grafico relativo ai dati di provenienza dei documenti in lingua messapica in De Simone, Marchesini 2002, p. 112. 101 Dall’Asilo proviene anche un fr. di tegola con graffito (Messapi, p. 168, n. 293). 102 Si segnalano, in part.: 5 iscrizioni su cornici ed elementi architettonici, 1 su fusto di colonna, 1 su vera di pozzo (De Simone, Marchesini 2002, pp. 112-136). 103 Cfr. supra, capitolo I, fig. 1. 104 Di una quarta iscrizione funeraria non si hanno dati certi sulla provenienza (si veda supra, nota n. 94).

Contesto: Chiesa di II fase, reimpiegato nel muro dell’abside. Luogo di conservazione: Vaste, Fondo Giuliano. Supporto: blocco in calcare locale 124

La documentazione epigrafica

Fig. 79. C1: cippo funerario da Fondo S. Antonio (n. 67c); C2: fr. di lastra iscritta da Piazza Dante (n. 97b); C3: blocco iscritto da Fondo Giuliano (n. 49c).

si conserva solo l’invocazione agli dei Mani, mentre le altre due epigrafi documentano la prematura scomparsa di Aulo Postumio e dello schiavo Eufronio. A questa fase fanno riferimento anche alcune attestazioni relative all’instrumentum domesticum (una lucerna corinzia e tre vasi in Sigillata Italica), tutte provenienti dall’area centrale dell’abitato antico.

copertura di una tomba potrebbe anche indicare che si tratta di un oggetto reimpiegato e che dunque l’attestazione epigrafica sia da riferirsi ad epoca più antica.

Per la tarda età imperiale è documentata un’anforetta con graffito di Sesto Proculo rinvenuta in una delle tombe del cimitero di Fondo Giuliano (n. 49c). Nello stesso contesto è presente anche una lastra su cui è inciso il nome Silvano. Il fatto che l’iscrizione si trovi sulla faccia inferiore della

G.M.

Si segnala, infine, una stele funeraria di epoca bizantina tipologicamente molto simile ad altro esemplare anepigrafe attualmente esposto nel Museo Archeologico di Vaste105.

105 De Simone, Marchesini 2002, MLM I, 9 Bas: il manufatto è inserito tra le epigrafi messapiche in quanto per l’iscrizione funeraria venne reimpiegato un oggetto risalente ad età arcaica.

125

VI Fasi di occupazione dell’insediamento 1. Età del Bronzo (XIII - X sec. a.C.)

frammenti ceramici ad impasto in superficie (nn. 5-6, 8, 29, 46), risaltano strutture di estremo interesse. Due cavità rupestri con tracce di occupazione databili nel III sec. d.C. possono risalire ad epoca protostorica forse con funzione di tombe a grotticella (n. 44b). Ad ambito funerario si deve ricondurre anche il dolmen non più rintracciabile del Fondo Campina (n. 47)110.

Le più antiche tracce archeologiche dell’occupazione del territorio di Vaste risalgono all’età del Bronzo e, principalmente, alle sue fasi finali106. Occorre purtroppo sottolineare che i pochi elementi noti derivano prevalentemente dalle indagini condotte nell’ambito del progetto di surveys, alle quali si affiancano modeste testimonianze recuperate nel corso delle indagini stratigrafiche all’interno dell’abitato moderno. I dati delle ricognizioni di superficie risultano assai parziali per loro stessa natura, mentre quelli provenienti da scavo non sono stati ancora oggetto di studio adeguatamente dettagliato. Nel complesso, pertanto, la conoscenza dell’insediamento e del suo comprensorio in epoca protostorica risulta ancora estremamente frammentaria e lacunosa e ne deriva, altresì, la difficoltà di mettere in relazione i dati relativi a Vaste con quelli che riguardano l’area geografica della Puglia meridionale107.

Un altro nucleo insediativo dell’età del Bronzo si può ipotizzare nella piana di Poggiardo, a ovest di Vaste (n. 59). Qui sono state riconosciute un’area di dispersione di frammenti fittili in superficie, alcune buche da palo sulla roccia e ad una cavità forse interpretabile come parte di una tomba a grotticella. Infine si richiamano i contesti riconducibili all’età del Bronzo identificati nel corso degli scavi stratigrafici all’interno dell’abitato moderno evidentemente relativi ad un altro nucleo insediativo. In particolare si possono ricondurre all’età del Bronzo finale modesti strati di frequentazione identificati al di sotto delle capanne dell’età del Ferro nell’area del Fondo S. Antonio (n. 67a), in via Quarto (n. 98a) ed in via Sicilia (n. 102).

D’altro canto l’analisi dei rinvenimenti riconducibili all’età del Bronzo consente di evidenziare due significative concentrazioni di elementi lungo la dorsale della Serra di Poggiardo e due ulteriori nuclei di attestazioni nell’area del centro attuale (Fig. 80).

G.M.

Nell’area della Contrada Li Reali (n. 1) sono state individuate almeno quattro diverse aree di dispersione di frammenti di ceramica ad impasto. Esse appaiono riferibili, in realtà, ad un unico nucleo insediativo, collocato in posizione strategica ad una quota di ca. 130 m s.l.m. in un punto della Serra di Poggiardo da cui è possibile dominare la sottostante pianura in direzione sud-ovest. Si può ipotizzare che l’insediamento fosse piuttosto esteso e che la sua occupazione risalga all’inizio del II millennio a.C. e continui fino alla prima età del Ferro108.

2. Età del Ferro (IX - VII sec. a.C.) Nella Puglia meridionale l’inzio dell’età del Ferro si colloca solitamente tra il X e il IX sec. a.C.111, in sostanza senza alcuna significativa soluzione di continuità rispetto all’età del Bronzo finale112. A Vaste la documentazione archeologica inquadrabile nell’orizzonte cronologico dell’età del Ferro appare relativa ad un villaggio composto da nuclei di capanne, simili a tanti altri che nello stesso periodo sorgono nei punti più significativi del territorio, in particolare in corrispondenza di modesti rilievi da cui si domina il paesaggio salentino o presso gli approdi naturali sulla costa (Fig. 81)113. In particolare Vaste e Muro Leccese114 sono due importanti centri posti nell’entroterra dei siti costieri di Otranto115 e Castro116.

Più a sud, sempre in prossimità del ciglio della Serra da cui si domina la vallata, altre aree con elementi riconducibili all’età del Bronzo si distribuiscono nella località SS. Stefani indicando la presenza di uno o più nuclei insediativi: anche in questo caso sembra probabile una continuità di occupazione nella successiva fase dell’età del Ferro109. Accanto ad alcuni siti con dispersione di

Sui dolmen in area apula e sulla loro valenza funeraria si veda in gen.: Cazzella 2010. 111 Cfr. Yntema 2013, p. 45. 112 Cfr. De Juliis 1988, p. 20. 113 Sul Salento nell’età del Ferro in gen. si veda ora D’Andria 2012, pp. 555-568; Semeraro 2015. 114 Cfr. Meo 2015; Meo 2016. 115 Per una sintesi su Otranto tra età del Ferro ed età arcaica si rimanda a Mastronuzzi et alii 2008. 116 Sui recenti rinvenimenti a Castro: D’Andria 2013.

106 In realtà nella Grotta Campana d’Oro (n. 1f) sono stati recuperati frammenti ceramici e resti antropologici riconducibili ad un uso sepolcrale della cavità nell’Eneolitico (seconda metà del III millennio a.C.). 107 Sul popolamento protostorico nella Puglia meridionale si rimanda a Cinquepalmi, Radina 1998 ed ai numerosi contributi raccolti in Gorgoglione 2002 e Radina, Recchia 2010. 108 Ringrazio per le indicazioni cronologiche il dott. Luigi Coluccia; si veda infra, paragrafo 2. 109 Vedi infra, paragrafo 2.

110

127

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 80. Rinvenimenti dell’età del Bronzo.

Le testimonianze materiali del villaggio di Vaste (Fig. 82) sono rappresentate, in particolare, da alcune capanne a pianta ellittica, rinvenute nell’area di Fondo S. Antonio (nn. 65a, 67a), inoltre consistenti strati di frequentazione con piani di calpestio e focolari ed associazioni di materiali databili tra l’VIII e il VII sec. a.C. sono stati identificati anche in via G. D’Annunzio (n. 86), via SS. Martiri (nn. 88, 90a)117, via Leonardo da Vinci (n. 94), piazza Dante

117

(n. 96), via Quarto (n. 98a), via Enrico Toti (n. 99a), via Sicilia (n. 102), via Pola (n. 104b). In via Isonzo (n. 100a), infine, risalta la presenza di una struttura a terrapieno che può essere interpretata come opera di delimitazione e fortificazione del villaggio. Assi stradali ben documentati nelle fasi successive risalgono probabilmente già a questo momento cronologico (n. 31a). Il nucleo principale dell’insediamento appare quello localizzato nell’area del Fondo S. Antonio (Fig. 83): esso è collocato in un punto dominante rispetto all’area

In questo caso sembra ipotizzabile la presenza di almeno due capanne.

128

Fasi di occupazione dell’insediamento Tab. 4. Ritrovamenti dell’età del Bronzo N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

1a, b, c, d

Contrada Li Reali

Aree di frr. fittili*

3 bis

5

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili*

13

6

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili*

13

8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

14

29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili*

19

44b

Località SS. Stefani

Tombe ?***

19

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili*

20

47

Fondo Campina

Dolmen**

20

59a

Località Il Piano

Ipogeo*

24

59b

Località Il Piano

Area di frr. fittili, buche di palo*

24

67a

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Abitato***

24

98a

Vaste - via Quarto

Tracce di frequentazione***

25

102

Vaste - via Sicilia

Tracce di frequentazione***

25

Fig. 81. Insediamenti dell’età del Ferro nella Puglia meridionale (rielaborazione da Web-GIS degli insediamenti, Laboratorio di Informatica per l’Archeologia, Università del Salento).

129

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 82. Rinvenimenti dell’età del Ferro.

muri di pietre legate con terra argillosa; l’alzato doveva essere del tipo ad incannucciata con rivestimento di argilla cruda, mentre la copertura era completamente straminea; sono state riconosciute anche alcune buche da palo funzionali al sostegno del tetto. All’interno i pavimenti sono costituiti da terra pressata con piccole pietre e calcare sbriciolato: su di essi si riconosce la presenza di piccoli

circostante, tanto che in questa stessa zona, tra il IV ed il III sec. a.C., viene costruito un grande edificio con pianta a L riferibile ad un gruppo famigliare di estrazione sociale aristocratica118. Sono state identificate almeno quattro capanne a pianta ovale con perimetro definito da modesti 118

Si veda infra, paragrafo 5.

130

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 83. Fondo S. Antonio (n. 67a): capanne dell’età del Ferro (rielab. da D’Andria 1996).

si può collocare nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. e risulta di dimensioni più modeste: m 10 x 6 equivalenti a 47 mq ca.

focolari. Alcuni piccoli setti appaiono funzionali alla distinzione degli spazi e talora si conservano contenitori per derrate parzialmente interrati. All’esterno sono state identificate ampie aree aperte, in cui si riconosce la presenza di strutture pirotecnologiche funzionali alla cottura di cibi ed anche del vasellame di uso domestico, come nel caso di una fornace con camera di combustione di ca. 1 m di diametro; inoltre si può ipotizzare la presenza di recinti per il bestiame119.

I reperti sono rappresentati, essenzialmente, da due classi ceramiche di produzione locale e da altrettante classi di vasellame importato. Le prime comprendono le ceramiche matt-painted e gli impasti (Fig. 84). Le ceramiche a decorazione geometrica monocroma, di colore bruno, e bicroma, in bruno e rosso, mostrano un vasto repertorio morfologico ed una sintassi decorativa a tratti esuberante con una significativa articolazione in riferimento al periodo compreso tra il IX ed il VII sec. a.C.; esse sono riconducibili a forme di artigianato specializzato120. Ad una produzione legata al fabbisogno domestico si allacciano i vasi ad

Due sono le capanne meglio documentate; in base alle associazioni di materiali ceramici negli strati di frequentazione si può datare la più antica al IX sec. a.C.: ha lunghezza degli assi di m 12 e 9 ca., corrispondenti ad una superficie coperta di ca. 85 mq. La seconda struttura

119

120 Si veda in gen.: Yntema 1990a, pp. 31-108; Yntema 1991, pp. 143158; vedi anche De Juliis et alii 2006.

Cfr. D’Andria 1996, pp. 406-408, fig. 2.

131

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 84. Ricostruzione di una capanna dell’età del Ferro con arredi e dotazione di vasellame.

impasto in cui rientrano poche forme prevalentemente destinate alla conservazione delle derrate (vasi pithoidi), ma talora anche alla cottura di cibi (olle) ed al loro consumo (scodelle)121. Tra i materiali di importazione compaiono, essenzialmente, ceramiche di produzione corinzia inquadrabili nel Geometrico Medio e Tardo e, successivamente, nel Protocorinzio Antico e Medio. Il repertorio morfologico è rappresentato prevalentemente da vasi potori ai quali si affianca un numero decisamente minore di crateri ed oinochoai. Accanto alle ceramiche fini sono presenti i contenitori da trasporto riferibili alle cosiddette produzioni corinzie di tipo A122.

In particolare risalta la documentazione proveniente dal settore settentrionale, in corrispondenza del Fondo Melliche (n. 41). Qui è stato indagato un contesto di probabile pertinenza cultuale, caratterizzato dalla presenza di un’elevata concentrazione di buche a pianta ellissoidale o circolare scavate nella terra e distribuite intorno ad aree libere (Fig. 85). Le pareti interne risultano spesso alterate per l’accensione di fuochi, mentre, in superficie, esse sono segnate da piattaforme di calcare sbriciolato, da circoli di pietre o da singoli elementi litici con incavi o fori passanti; in un caso anche da un grande bacino ricavato nella pietra, probabilmente con funzione legata a riti di abluzione.

Le testimonianze riferibili all’abitato di Vaste nell’età del Ferro sono state individuate anche in altre aree.

L’analisi degli assemblaggi nei riempimenti costituisce elemento che orienta fortemente sull’interpretazione cultuale del contesto. Alla ceramica di produzione locale e di importazione si affiancano i fornelli ed i frammenti di piani di cottura in argilla concotta ed anche i consistenti resti archeozoologici ed archeobotanici.

Cfr. in part. Semeraro 2004. Sui materiali d’importazione nel Salento con particolare riferimento a Vaste si veda: D’Andria 1985; D’Andria 1995g; Messapi, pp. 53-56.

121 122

132

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 85. Fondo Melliche (n. 41): veduta generale delle buche dell’età del Ferro.

I vasi matt-painted si datano tra la seconda metà / fine dell’VIII e la prima metà del VII sec. a.C. e numerosi esemplari risultano interamente o in gran parte ricostruibili. Tra essi risalta l’attestazione di vasi miniaturistici e di forme fino ad ora ignote nel repertorio morfologico della classe ceramica123: esse possono essere ricondotte alla preparazione, alla manipolazione ed al controllo di liquidi pregiati, verosimilmente a contenuto alcolico. A questo stesso ambito si devono riferire anche i vasi di importazione. Le coppe (skyphoi, kylikes, kotylai) ed i boccaletti con funzione di attingitoio sono per lo più riconducibili ad officine di Corinto, mentre i crateri e le idrie, con decorazione a fasce, devono essere riferiti alle produzioni di Corfù. Sono presenti anche le anfore commerciali corinzie di tipo A.

periodiche della comunità del villaggio che celebrava sacrifici, consumava pasti comuni ed offriva libagioni. Oltre ad un generico riferimento del culto agli ambiti della fertilità, un confronto etnografico suggerisce di accostare le pratiche rituali all’ambito della commemorazione dei defunti125. Nel settore settentrionale di Piazza Dante (n. 97a) sono state rinvenute altre buche del banco di roccia i cui riempimenti potrebbero indicare una valenza cultuale come nel caso dell’area del Fondo Melliche; anche in quest’area, del resto, è ben documentata la presenza di un luogo di culto nella fase arcaica ed in quella ellenistica. Si segnalano rinvenimenti sporadici di materiali ceramici (impasti e ceramica matt-painted) databili nell’età del Ferro, ma di difficile interpretazione, nel Fondo Cisterna (n. 23), Fondo Noce (n. 58), Fondo Casino (n. 64), Fondo Casili (n. 75), in via G. Carluccio (n. 80), via A. Manzoni (n. 91), via Principe Umberto (n. 103a) e nel Fondo Vigna (n. 108a).

Anche la collocazione dell’area sembra evidenziarne la valenza cultuale, dal momento che essa si trova in posizione marginale rispetto all’abitato a capanne in un punto da cui si domina un’ampia depressione adatta alle attività agricole124. In sintesi si può ipotizzare che il luogo di culto del Fondo Melliche fosse destinato a riunioni Cfr. Yntema 1990a. L’area continua ad essere destinata ad usi cultuali nelle fasi di età arcaica, classica ed ellenistica.

125 Mastronuzzi 2017, pp. 271-272. Analogo impiego di fosse per focolari e pratiche cultuali funerarie è documentato in contesti dell’età del Ferro a Padova (cfr. Ruta Serafini, Michelini 2013).

123 124

133

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 5. Ritrovamenti dell’età del Ferro N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

1a, b, c, d

Contrada Li Reali

Area di frr. fittili*

3 bis

5

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili*

13

8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

14

23

Fondo Cisterna

Tracce di frequentazione****

18

29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili*

19

31a

Fondo Vigna Vecchia

Asse stradale***

19

41

Fondo Melliche

Luogo di culto****

19

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

55

Poggiardo - via Unità d’Italia

Tracce di frequentazione***

24

58

Fondo Noce

Tracce di frequentazione**

24

64

Fondo Casino

Tracce di frequentazione**

24

65a

Fondo S. Antonio - Asilo

Abitato***

24

67a

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Abitato***

24

75

Fondo Casili

Tracce di frequentazione**

25

80

Vaste - via G. Carluccio

Tracce di frequentazione**

25

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Tracce di frequentazione***

25

88

Vaste - via SS. Martiri

Abitato***

25

90a

Vaste - via SS. Martiri

Abitato***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato***

25

96

Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo

Tracce di frequentazione***

25

97a

Vaste - piazza Dante

Luogo di culto(?)****

25

98a

Vaste - via Quarto

Tracce di frequentazione***

25

99a

Vaste - via E. Toti

Tracce di frequentazione***

25

100a

Vaste - via Isonzo

Muro ad aggere, abitato***

25

101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili*

25

102

Vaste - via Sicilia

Abitato***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Tracce di frequentazione***

25

104b

Vaste - via Pola

Abitato***

25

108a

Fondo Vigna

Tracce di frequentazione**

25

3. Età arcaica (VI - prima metà del V sec. a.C.)

Infine, all’esterno del circuito murario di età ellenistica sono state identificate aree con dispersione di materiali dell’età del Ferro in superficie in corrispondenza di Contrada Li Reali (n. 1), località SS. Stefani (nn. 5, 8, 29, 46, 48), Poggiardo (n. 55), Fondo Pizzinaghe (n. 101). Questi ritrovamenti potrebbero essere riferiti all’esistenza di nuclei insediativi collegati all’abitato fortificato di Vaste; tra essi, in particolare, risalta la documentazione riferibile alle due aree di contrada Reali e località SS. Stefani; in entrambi i casi è possibile ipotizzare l’esistenza di nuclei con continuità di vita rispetto alla fase dell’età del Bronzo126.

Nel corso del VI sec. a.C. in tutta la Puglia meridionale si verificano profonde trasformazioni nell’assetto insediativo e nell’organizzazione interna dei singoli abitati. Il territorio fa riferimento ad un sistema gerarchico con centri principali e secondari (Fig. 86)127. Accanto ad insediamenti con funzione di capoluoghi, si collocano abitati di dimensioni minori sulla costa, con funzione di approdo, e nell’entroterra. Cavallino, Oria, Ugento e Muro Leccese presentano superfici superiori ai 50 ha, delimitate da cinte di fortificazione; significativa è poi la presenza di una rete stradale con sistemi per la raccolta e la conservazione delle acque meteoriche. Edifici di abitazione con strutture di fondazione a blocchi di calcarenite, alzato in pietre a secco o legate da argilla e tetti di tegole si dispongono

G.M.

126

Si veda supra, paragrafo 1.

127

134

Sulla Messapia in età arcaica si veda ora D’Andria 2016.

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 86. Insediamenti di età arcaica nella Puglia meridionale (rielaborazione da Web-GIS degli insediamenti, Laboratorio di Informatica per l’Archeologia, Università del Salento).

lungo percorsi adeguati all’orografia del territorio, talora con addensamenti di case in cui si possono ravvisare le caratteristiche del “vicinato” (neighbourhood)128; appositi spazi sono riservati ai luoghi di culto, spesso costituiti da recinti all’aperto129.

nel Fondo Vigna Vecchia (n. 31a), nel Fondo Melliche (n. 33, 35a), in via Unità d’Italia (n. 55) e via Isonzo (n. 100b) le strade di età arcaica sono riprese in età ellenistica; in via SS. Stefani (n. 81) si riscontra una continuità dell’andamento fino ad età contemporanea.

Nello specifico di Vaste i dati provenienti dalle ricerche stratigrafiche in estensione, da interventi di emergenza e dalle ricognizioni di superficie consentono di riconoscere due distinti nuclei insediativi (Fig. 87). Il principale corrisponde all’area dell’abitato moderno; esso si distribuiva su una superficie di ca. 10 ha, intorno all’attuale piazza Dante sovrapponendosi al nucleo centrale del villaggio a capanne di epoca precedente. A differenza di quanto documentato per l’età del Ferro, non sembra possibile riconoscere alcuna struttura di delimitazione e difesa130. Un altro gruppo di evidenze archeologiche si concentra nell’area della località SS. Stefani.

Molto esigui sono i resti delle abitazioni: muri in pietre a secco con lembi di crolli di tegole e piani pavimentali sono stati riconosciuti in via Isonzo (n. 100b) ed anche nel Fondo S. Antonio (n. 67a) e in via E. De Amicis (n. 74). Nell’area dell’Asilo (n. 65a) i resti di un’abitazione sembrano ancora riferibili ad una struttura leggera, simile alle capanne dell’età del Ferro. Si segnalano, inoltre, i modesti strati con tracce di frequentazione di età arcaica in via A. Manzoni (n. 91), via E. Toti (n. 99a), via Sicilia (n. 102), Principe Umberto (n. 103a), via Pola (n. 104a) e Fondo Vigna (n. 108a). Particolarmente significativa appare la documentazione riconducibile a contesti cultuali. In piazza Dante è documentata la presenza di un grande muro a cui successivamente si appoggiano i recinti della fase di IV e III sec. a.C.; ad esso è associato uno strato con vasellame e resti faunistici (n. 97a). In via Pola, un piccolo deposito votivo del secondo quarto del V sec. a.C., è forse riconducibile a pratiche devozionali legate all’ambito domestico (n. 104b). Elementi riconducibili all’esistenza

Ampia è la documentazione relativa a percorsi stradali che attraversavano l’area secondo direttrici adeguate alla morfologia del territorio e riprese in epoche successive: D’Andria 2016, p. 485. Si veda in gen. Mastronuzzi 2017, pp. 272-278. 130 Per un esame dettagliato dell’insediamento nella fase di età arcaica si rimanda a Mastronuzzi 2011. 128 129

135

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 87. Rinvenimenti di età arcaica.

pietre di forma irregolare131, ed una lastra in pietra leccese con funzione di balaustra. I cippi segnavano il luogo delle offerte, libagioni e sacrifici, destinate a divinità ctonie ed antenati, protettori della fertilità (Fig. 88); alcuni di essi, inoltre, conservano iscrizioni con il nome del dedicante, al genitivo, accompagnato dal patronimico.

di contesti cultuali sono ravvisabili anche presso l’Asilo (n. 65a – lastrina iscritta in calcare), in via Sicilia (n. 102 – frammento di cratere attico a volute) e in via Principe Umberto (n. 103a – capitello). Ma ancor più rilevante è il quadro che emerge in relazione alla presenza di luoghi di culto a cippi.

Ma il ritrovamento del Fondo Melliche non rappresenta un caso isolato. In altre quattro aree sono state recuperate

Nel Fondo Melliche (n. 35b) è stato possibile riportare alla luce un’area di oltre 70 mq disposta lungo una strada e delimitata da un muro a grandi blocchi. In tale spazio sono stati identificati un piccolo recinto quadrato, basi di arenaria, cippi in posizione di crollo o infissi nel terreno come alcune

131 In greco antico argoi lithoi – pietre non lavorate, per distinguerle dai tetragonoi lithoi – pietre squadrate (cfr. D’Andria, Mastronuzzi 2008, p. 224).

136

Fasi di occupazione dell’insediamento compresa tra i materiali con tale provenienza una trozzella di età arcaica, la sua reale provenienza da Vaste appare dubbia134; una deposizione di età arcaica si può ipotizzare all’interno del nucleo di necropoli di IV-III sec. a.C. nel Fondo Aia (n. 18). Per quanto scarni, i dati di Vaste si inquadrano in maniera coerente nella documentazione sui rituali funerari nella Messapia, almeno relativamente alla definizione di rango e genere: individui di estrazione sociale elevata sono accompagnati da vasi figurati attici ed oggetti in bronzo, mentre al ceto medio sono riferibili corredi con vasi di produzione locale e coppe; le sepolture femminili sono caratterizzate dalla presenza di olla, trozzella o brocca, mentre in quelle maschili figurano i crateri. Nell’area di Vaste e nelle sue immediate vicinanze si segnalano altri rinvenimenti di materiali di età arcaica, prevalentemente dispersioni di frammenti ceramici in superficie: Fondo Melliche (nn. 11b, 16, 57), Fondo Noce (n. 58), località il Piano (n. 59c), strada vicinale Cici (n. 72a), Fondo Pizzinaghe (n. 101). Per quanto attiene al nucleo insediativo in località SS. Stefani risaltano gli elementi identificati in corrispondenza del complesso paleocristiano di Fondo Giuliano (Fig. 90), comprendenti una fornace per la cottura di laterizi (n. 49a), un’area di cava per l’estrazione di pietra da costruzione (n. 49b) ed elementi architettonici e materiali ceramici relativi ad un luogo di culto (n. 49d). E’ probabile che l’occupazione di questa area sia da mettere in relazione con un percorso che conduceva ad Otranto.

Fig. 88. Museo Archeologico: ricostruzione del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 35b).

ulteriori concentrazioni di cippi in pietre leccese reimpiegati in strutture più recenti, in muri di delimitazione poderale o presenti nel terreno di superficie (nn. 22b, 38c, 43c, 62b). Nel complesso si ipotizza che intorno all’abitato arcaico di Vaste esistesse un vero e proprio anello costituito da luoghi di culto all’aperto con cippi che garantivano la protezione sacra dell’insediamento e, contestualmente, segnavano lo spazio agricolo in relazione a famiglie o gruppi elitari (Fig. 89)132. Accanto ai contesti con presenza di cippi devono essere annoverati due depositi votivi del Fondo Melliche (n. 41).

Ma nelle immediate vicinanze del Fondo Giuliano altri ritrovamenti di età arcaica si registrano nel Fondo Padulella (n. 7a-b – una tomba del secondo quarto del V sec. a.C., una lastra iscritta e due cippi analoghi a quelli del Fondo Melliche); inoltre, all’interno della cosiddetta cripta dei SS. Stefani (n. 45b), fu recuperato il bell’esemplare di capitello dorico con abaco decorato da rosette (Fig. 91). Anche esso deve essere riferito ad un contesto cultuale per dimensioni e proporzioni tra abaco ed echino e soprattutto per la presenza di fori sulla faccia superiore, destinati ad accogliere supporti in legno per sostenere bende votive; il confronto più significativo è rappresentato dal capitello su cui era impostata la statua bronzea di Zeus, rinvenuta a Ugento (Fig. 92)135. Infine, aree di dispersione in superficie di materiali ceramici sono riportate con i nn. 8, 29, 30, 46, 48.

Modesti sono i dati relativi alle aree funerarie, collocate in posizione marginale rispetto al nucleo abitato: tombe isolate sono note nell’area di Fondo Maura (n. 84) e in via Pola (n. 107). Nel Fondo Melliche (n. 35c), a partire dal 470 a.C. ca., è documentata una netta trasformazione nell’uso dell’area: al luogo di culto si sovrappone un tumulo funerario che accoglie le sepolture di un gruppo famigliare aristocratico; il cambiamento può essere ricondotto ad eventi legati all’avvicendamento tra famiglie o clan dominanti133. Assai problematica è invece l’identificazione di una tomba di età arcaica nel Fondo Aia La Corte (n. 106b), dal momento che, pur essendo

Per quanto attiene ai reperti mobili provenienti da Vaste, a partire dal secondo quarto del VI secolo essi risultano numericamente molto più consistenti rispetto al periodo precedente. Nell’orizzonte cronologico più risalente spiccano frammenti di crateri corinzi figurati; nella seconda metà del VI secolo sono ben documentati i vasi potori di importazione: kylikes di produzione tarentina, metapontina ed attica. Nei contesti cultuali sono presenti

132 Sul legame tra culto degli antenati ed esigenza di segnare il possesso delle terre coltivabili si veda, in riferimento alla Grecia: Mazarakis Ainian 2017, p. 43. 133 Mannino 2009, pp. 443-444.

134 135

137

Cfr. M.T. Giannotta in Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 40 Cfr. D’Andria 2002a e D’Andria 2002b; vedi anche Mastronuzzi 2005c.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

7b

45b

49d

35b

38c

22b

43c

62b

N

Scala 1:15.000 Aggiornamento 2018 Fig. 89. Insediamento di età arcaica con indicazione dei luoghi di culto.

138

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 90. Fondo Giuliano (n. 49): planimetria generale con indicazione delle fasi.

crateri laconici a vernice nera ed esemplari di imitazione prodotti localmente. Tra le anfore da trasporto, accanto ai contenitori provenienti da Corinto e Corfù, è stato possibile riconoscere almeno un esemplare riferibile ad una produzione di Mende. I vasi di produzione locale rappresentano un’ampia campionatura delle forme destinate ad usi domestici; un esame macroscopico delle argille permette di riconoscere la costante presenza di inclusi calcarei, sabbiosi e di bauxite136.

Si segnala, infine, la presenza di monete greche databili a partire dalla fine del VI sec. a.C., tra le quali, in particolare, accanto agli incusi di Kroton e Metapontum, risalta il gruppo di esemplari riferibili alla zecca di Corcyra137. G.M.

136 Per le osservazioni sui materiali arcaici da Vaste si veda ora, in gen.: Mastronuzzi 2011.

137

139

Vedi supra, capitolo IV, paragrafo 2.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 91. Elementi architettonici e cippi dall’area di Fondo Padulella (n. 7b – in alto a sinistra) e Fondo Giuliano (n. 49d).

4. Età classica (seconda metà del V - prima metà del IV sec. a.C.)

Soleto, Francesco D’Andria ha affermato che tale periodo «è caratterizzato da processi di crisi e destrutturazione in cui il sistema degli insediamenti sembra evaporare in una presenza sparsa nel territorio»138.

La documentazione relativa alla Puglia meridionale per tutto il periodo compreso tra il 450 ed il 350 a.C. risulta modesta e di complessa interpretazione. A fronte di una significativa attestazione di contesti funerari risultano molto scarse le informazioni sugli abitati. Probabilmente la difficoltà di recuperare dati è legata ad una scarsa visibilità archeologica degli stessi. In una valutazione complessiva della fase compresa tra il V e il IV sec. a.C., collegata all’esame dell’ostrakon noto come “mappa” di

Anche nel caso di Vaste i dati archeologici risultano poco consistenti ed appaiono coerenti con i fenomeni di profonda trasformazione della struttura insediativa messapica, pur nell’ambito di una sostanziale continuità

138

140

Cfr. in part. D’Andria 2011, p. 65.

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 92. Ugento: ricostruzione di scena di libagione nel luogo di culto di Zeus (ideazione F. D’Andria, realizzazione InkLink Firenze).

141

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 6. Ritrovamenti dell’età arcaica N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

7a

Fondo Padulella

Tomba**

14

7b

Fondo Padulella

Manufatti lapidei - iscrizioni**

14

8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

14

11b

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

16

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

18

Fondo Aia - Masseria Trappeto

Tomba***

18

22b

Fondo Monte Li Gatti

Manufatti lapidei***

18

29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili*

19

30

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

19

31a

Fondo Vigna Vecchia

Asse stradale***

19

33

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

35a

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

35b

Fondo Melliche

Luogo di culto****

19

35c

Fondo Melliche

Necropoli****

19

38c

Fondo Melliche

Manufatti lapidei**

19

41

Fondo Melliche

Luogo di culto****

19

43c

Fondi Pozzo e Pizzinaghe

Manufatto lapideo***

19

45b

Località SS. Stefani

Manufatti lapidei**

20

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

49a

Fondo Giuliano

Fornace****

20

49b

Fondo Giuliano

Area di cava****

20

49d

Fondo Giuliano

Manufatti lapidei****

20

55

Poggiardo - via Unità d’Italia

Tracce di frequentazione, asse stradale***

24

57

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

24

58

Fondo Noce

Tracce di frequentazione**

24

59c

Località Il Piano

Area di frr. fittili, manufatti lapidei*

24

62b

Fondo Lucernara

Iscrizione***

24

65a

Fondo S. Antonio - Asilo

Abitato***

24

67a

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Abitato***

24

72a

Strada vicinale Cici

Area di frr. fittili*

24

74

Vaste - via E. De Amicis

Abitato***

25

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

84

Fondo Maura

Tomba**

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

97a

Vaste - piazza Dante

Luogo di culto****

25

99a

Vaste - via E. Toti

Tracce di frequentazione***

25

100b

Vaste - via Isonzo

Abitato, asse stradale***

25

101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili*

25

102

Vaste - via Sicilia

Tracce di frequentazione***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Tracce di frequentazione***

25

104a

Vaste - via Pola

Tracce di frequentazione**

25

104b

Vaste - via Pola

Abitato, deposito votivo***

25

106b

Fondo Aia La Corte

Tombe**

25

107

Vaste - via Pola

Tomba***

25

108a

Fondo Vigna

Tracce di frequentazione**

25

142

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 93. Rinvenimenti di età classica.

si colloca nella seconda metà del V sec. a.C. lo strato di obliterazione di due depositi votivi.

con l’occupazione risalente alla fase arcaica (Fig. 93). I pochi elementi riferibili alla fase classica, infatti, si riscontrano sia in corrispondenza dell’abitato moderno, sia nell’area della località SS. Stefani. In un caso e nell’altro occorre tuttavia segnalare che si tratta prevalentemente di materiali sporadici e di dispersioni di frammenti fittili in superficie per i quali appare problematico il corretto inquadramento cronologico139.

Ma particolarmente degne di nota sono le deposizioni della seconda metà del V e della prima metà del IV sec. a.C. presenti nelle varie aree di necropoli, con particolare riguardo a Fondo Aia (n. 18), Fondo Melliche (n. 35c), Fondo Cupa (n. 73), via E. Toti (n. 99b) e Fondo Aia La Corte (n. 106b), ma anche, secondariamente, nel Fondo Padulella (n. 7a) e nel Fondo Vigna Vecchia (n. 31b); tali sepolture sono caratterizzate dalla presenza di vasi figurati attici e di produzione italiota. Tra i primi risaltano il cratere del Pittore della Centauromachia del Louvre141 e la kylix con scena di palestra riconducibile al Pittore di

Alcuni assi stradali attribuibili ad età arcaica mostrano rifacimenti e continuità d’uso fino ad età ellenistica140. Nell’ambito del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 41),

139 Per l’area di SS. Stefani: nn. 8, 29-30, 46, 48, 101; per l’abitato moderno: nn. 11b, 16, 26, 56-57, 59c, 72a, 91, 103a. 140 Fondo Melliche (nn. 25, 33, 35a), Fondo Vigna Vecchia (n. 31a), via Unità d’Italia (n. 55), via E. De Amicis (n. 74), via SS. Stefani (n. 81).

141

143

Messapi, p. 88, n. 99.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 94. Fondo Melliche (n. 35c): corredo della tomba 597.

5. Età ellenistica (seconda metà del IV - III sec. a.C.)

Nikias142. Tra i prodotti apuli e lucani si ricordano i crateri del Pittore di Creusa143, del pittore di Vaste144, del Pittore di Hoppin145, del Pittore di Barletta146, del Pittore di Tarporley (Fig. 94)147, l’idria dell’Intermediate Group148 e la pelike del Pittore di Pisticci149. Oggetto di importazione dalla Grecia nord-occidentale è anche la lekythos del gruppo di Agrinion150.

L’età ellenistica rappresenta il periodo del massimo sviluppo dell’abitato di Vaste, che si inserisce all’interno del panorama dei centri indigeni della Messapia, i quali condividono una fase di intense trasformazioni, caratterizzate dalla strutturazione degli abitati compresi all’interno di mura, da un notevole incremento demografico e da grande prosperità (Fig. 95)152. E’ intorno alla metà del IV sec. a.C., infatti, che l’insediamento messapico definisce il suo assetto urbano dotandosi di un’imponente cerchia muraria, lunga più di 3 km, che, delimitando una superficie di ca. 78 ettari, lo colloca fra gli abitati di medie dimensioni, gravitante nell’orbita del centro dominante di Muro Leccese. Nel corso degli anni, gli scavi condotti sia lungo le fortificazioni che all’interno dell’abitato, hanno messo in luce le diverse tipologie di evidenze, dai quartieri residenziali ai nuclei di necropoli, dai luoghi di culto alle strutture produttive, fino agli elementi della viabilità (Fig. 96). Grazie alle indagini sul campo ed agli studi che sono stati portati avanti contestualmente nei vari settori, oggi il quadro delle testimonianze archeologiche relative alla fase ellenistica appare ben definito sotto l’aspetto topografico ed approfondito dal punto di vista tematico e cronologico, così da consentire la lettura complessiva dell’articolazione funzionale degli spazi urbani ed una approfondita

Si segnalano, infine, i rinvenimenti monetali che tra V e IV sec. a.C. includono le attestazioni di emissioni magnogreche relative a Herakleia, Terina, e Thurium, e delle zecche dell’opposta sponda adriatica: Acarnania, Corcyra, Sicyonia151. G.M.

142 Messapi, pp. 99-100, n. 121. Per l’analisi complessiva della presenza di importazioni di ceramica attica nella Puglia meridionale si rimanda a Mannino 2006. 143 Messapi, p. 95, n. 105. 144 M.T. Giannotta in Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 39. 145 Giannotta 1997a, p. 158, n. 1. 146 Delli Ponti 1996, p. 156, n. 128. 147 Messapi, pp. 139-140, n. 213, ma si veda anche l’esemplare riferito alla sua cerchia: Delli Ponti 1996, p. 143, n. 97. 148 Messapi, pp. 119-120, n. 167. 149 Messapi, pp. 100-101, n. 122. Per alcune considerazioni sulla presenza di vasi italioti nella Puglia meridionale si veda Mannino 1999, pp. 72-78. 150 Messapi, p. 117, n. 159. 151 Vedi supra, capitolo IV, paragrafo 2.

Per un’analisi complessiva del sistema insediativo nella Messapia tra il IV e il III sec. a.C. si rinvia a: D’Andria 1988e; D’Andria 1991; Lamboley 1996a; D’Andria 1999a; Burgers 1998; Yntema 2013, pp. 165-235.

152

144

Fasi di occupazione dell’insediamento Tab. 7. Ritrovamenti dell’età classica N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

7a

Fondo Padulella

Tomba**

14

8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

14

11b

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

16

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

18

Fondo Aia - Masseria Trappeto

Tombe***

18

25

Fondi Cisterna e Melliche

Asse stradale****

18

26

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili*

19

30

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

19

31a

Fondo Vigna Vecchia

Asse stradale***

19

31b

Fondo Vigna Vecchia

Tomba***

19

33

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

35a

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

35c

Fondo Melliche

Necropoli****

19

41

Fondo Melliche

Luogo di culto****

19

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

55

Poggiardo - via Unità d’Italia

Asse stradale***

24

56

Fondo Noce

Abitato**

24

57

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

24

59c

Località Il Piano

Area di frr. fittili, manufatti lapidei*

24

72a

Strada vicinale Cici

Area di frr. fittili*

24

73

Fondo Cupa

Necropoli**

24

74

Vaste - via E. De Amicis

Asse stradale***

25

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

99b

Vaste - via E. Toti

Asse stradale, necropoli***

25

101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili*

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Tracce di frequentazione***

25

106b

Fondo Aia La Corte

Tombe**

25

Al primo periodo appartiene un grande muro realizzato con grossi massi irregolari messi in opera a secco, a doppia cortina, con riempimento di pietrame e terra, conservato in maniera più o meno consistente in quasi tutti i tratti indagati (in particolare nei settori N e NE), con uno spessore massimo di m 3,90.

ricostruzione delle vicende insediative della città nel IV e III sec. a.C. (Fig. 97). Nel contempo, le analisi su scala territoriale, basate sui dati delle ricognizioni in un ampio raggio esterno al perimetro delle mura, hanno arricchito tale quadro degli elementi pertinenti alle modalità di occupazione delle campagne ed alle dinamiche che hanno regolato i rapporti fra siti rurali e realtà urbana.

Il secondo periodo della fortificazione, collocabile tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C., è caratterizzato dalla costruzione di un rivestimento in grandi blocchi squadrati che risultano addossati al filo esterno della muratura precedente, alternativamente di testa e di taglio, senza leganti, con una intercapedine di poche decine di centimetri colmata con terra, schegge litiche, frammenti ceramici e laterizi. Questa tecnica edilizia è ben evidente nei tratti I, VII e VIII (nn. 12, 22a, 34).

Per quanto riguarda il circuito delle fortificazioni, nel corso delle ricerche sono state portate in luce diverse porzioni dell’opera muraria (nn. 12, 22a, 34, 42, 63, 77, 111, 112), che hanno permesso di riconoscere tre periodi costruttivi, compresi tra la metà del IV e la metà del III sec. a.C. (Fig. 98). Inoltre, sono state individuate cinque porte di accesso alla città, collocate sui lati ovest (n. 21), nord (n. 32), nordest (n. 38a), est (n. 43a) e sud (n. 113) del circuito. Altre tracce della cinta sono riconoscibili nelle fotografie aeree (n. 112) ed alcuni lacerti si possono facilmente intercettare al di sotto dei muretti a secco moderni (n. 111).

Successivamente, nel corso della prima metà del III sec. a.C., la cinta venne rafforzata mediante l’aggiunta 145

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 95. Insediamenti di età ellenistica nella Puglia meridionale (rielaborazione da Web-GIS degli insediamenti, Laboratorio di Informatica per l’Archeologia, Università del Salento).

che tali opere murarie fossero atte a proteggere i fianchi scoperti della fortificazione, divenuti troppo vulnerabili ed ormai insufficienti a svolgere un’effettiva funzione di difesa. I rifacimenti sembrano, infatti, riferibili al secondo quarto del III secolo, momento in cui l’abitato di Vaste si trova a dover fronteggiare il difficile conflitto con i Romani154.

di strutture murarie di vario tipo che ne aumentarono lo spessore in diversi tratti, verosimilmente quelli che avevano subito maggiori danneggiamenti nel corso di eventi bellici o crolli per cause naturali. Lungo il lato orientale (n. 77) le indagini hanno messo in luce un’ampia porzione del crollo delle strutture appartenenti ai primi due periodi: i blocchi, caduti solo nella parte esterna, sono stati rinvenuti in giacitura primaria con tessitura in connessione così da suggerire l’ipotesi di un evento sismico (Fig. 99)153. Nel settore compreso tra le porte Nord ed Ovest è testimoniata la costruzione di un nuovo muro a struttura piena in blocchi squadrati, posti alternativamente su ricorsi di testa e di taglio (nn. 12, 21, 32). In un caso le evidenze mostrano addirittura l’edificazione di una struttura exnovo, in luogo di un tratto completamente distrutto (n. 63). Ulteriori opere difensive sono documentate ad ovest nel tratto VI (n. 63) e ad est nel tratto III (n. 77): si tratta della costruzione di antemurali realizzati o in un solo filare o a doppia cortina, con riempimento di pietrame e muri di collegamento al paramento precedente, dal quale sono distanti ca. 4 m. In tutti i casi sembra possibile affermare

Anche le porte di accesso alla città risultano interessate dalle operazioni di risistemazione, nonché dall’aggiunta di nuove parti strutturali, riscontrate nei diversi settori del circuito murario in relazione ai tre periodi costruttivi. Per quanto riguarda l’ingresso settentrionale alla città (n. 32), attraversato dalla strada che porta verso Muro Leccese (n. 31a), nel primo periodo sia il fronte esterno, che presenta lo sfalsamento di un lato rispetto all’altro, sia il corridoio di accesso sono definiti da muri con pietrame a secco e paramento in blocchi squadrati, così come anche il posto di guardia. Successivamente, alla porta ed al corridoio, fu aggiunto il secondo paramento. Un ulteriore

Tale lettura è emersa nel corso di indagini dirette da Francesco D’Andria, nel quadro di una collaborazione con la Società Storia Geofisica Ambiente di Bologna - dott.ssa Emanuela Guidoboni ed è all’origine dell’illustrazione ideata da F. D’Andria e realizzata dallo studio InkLink di Firenze (essa è riprodotta in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 58-59; D'Andria 2019, p. 77).

153

I Fasti Triumphales registrano nell’anno 267 la vittoria sui Sallentini da parte dei consoli M. Attilio Regolo e L. Giunio Libone e nell’anno 266 quella su Sallentini e Messapi ad opera dei consoli N. Fabio Pittore e D. Giunio Pera (vedi anche infra, paragrafo 6).

154

146

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 96. Rinvenimenti di età ellenistica.

147

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 97. Mappa ricostruttiva dell’abitato di Vaste in età ellenistica.

rinforzo della struttura venne realizzato nella prima metà del III sec. a.C. All’estremità meridionale del tracciato murario, in posizione diametralmente opposta alla Porta Nord, si trova l’ingresso alla città per chi proveniva da sud, dall’area di Castro, (n. 113), percorrendo un asse viario, di cui è stato identificato il piano di calpestio in calcare pressato, sopravvissuto fino ad epoca medievale. Anche in questo caso, la porta è situata in corrispondenza di uno sfalsamento delle cortine murarie. Nelle strutture della Porta Ovest (n. 21) sono chiaramente riconoscibili i tre periodi costruttivi della fortificazione. Al terzo, in particolare, è riferibile un bastione a muratura piena eretto a difesa del lato settentrionale della porta.

Fig. 98. Sezione ricostruttiva della cinta muraria di Vaste.

148

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 99. Scena relativa al crollo del settore orientale delle mura di Vaste (ideazione F. D’Andria, realizzazione InkLink - Firenze).

messapiche (Fig. 100). Altre cave sono state individuate in zone molto vicine al circuito murario, dalle quali il materiale lapideo era più facilmente trasportabile verso le aree di cantiere: queste sono ubicate sul lato sud-ovest delle mura, in località Masseria Nuova (n. 70a) ed in posizione simmetrica ad est, nel Fondo Pipa (n. 109) e nel Fondo Calesse (n. 115). Una zona di estrazione, infine, riferibile con molta probabilità ad età ellenistica, è stata individuata nel corso delle ricognizione di superficie in località Masseria Stefano, sulle pendici della serra di Poggiardo (n. 50).

Sul settore orientale delle mura si aprono due porte, collocate a breve distanza l’una dall’altra. La Porta NordEst (n. 38a) è posta sul vertice interno di una marcata rientranza nel punto di incontro tra il versante nord e quello est del circuito. La posizione è stata studiata fin dal primo impianto in modo da tenere nascosto il varco d’ingresso; diverse opere murarie sono state realizzate poi nei periodi successivi allo scopo di proteggere maggiormente l’ingresso della struttura difensiva. Procedendo verso sudest si incontra la quinta porta (n. 43a), collocata anch’essa in corrispondenza dello sfalsamento delle cortine e provvista, nel primo periodo d’uso, di posto di guardia, poi chiuso dalla costruzione del secondo paramento. Nell’ambito del III periodo, sul fianco W della porta vennero realizzati un proteichisma ed un bastione.

Resti di un secondo circuito murario all’interno del precedente, ma relativo anch’esso all’abitato di IV e III sec. a.C., sono stati intercettati in via E. Toti (n. 99c), dove le indagini per la messa in opera dei sottoservizi hanno consentito di identificare una struttura a doppia cortina, larga m 2,50. La cinta interna venne costruita allo scopo di definire e proteggere il nucleo centrale dell’insediamento, che appare essere, così, una sorta di acropoli.

Il materiale lapideo utilizzato nella costruzione della cinta muraria proviene da aree di cava localizzate nella stessa Vaste. In particolare, nel Fondo Giuliano (n. 49b), nel corso degli scavi che hanno portato in luce il complesso paleocristiano, sono state intercettate anche cave antiche, attive dall’epoca arcaica fino ad età medievale. Sulle superfici della cava ellenistica, le tracce lasciate dall’attività di asportazione dei blocchi consentono di stabilire una precisa corrispondenza con i moduli dei blocchi impiegati nelle assise murarie delle fortificazioni

All’interno dello spazio delimitato dalla grande cinta muraria, numerosissime sono le evidenze archeologiche relative ai quartieri di abitazione, alle aree sacre, ai nuclei di necropoli ed ai settori destinati alle attività produttive, artigianali e soprattutto agricole. 149

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 100. Fondo Giuliano (n. 49b): dettaglio della cava di età ellenistica.

Per quello che riguarda la viabilità, molti tracciati stradali di età arcaica e classica continuano ad essere in uso e dei nuovi percorsi, collegati soprattutto alle porte urbiche, si hanno testimonianze in tutta la città. Si tratta di una fitta rete di strade, sulle quali si affacciano le case (nn. 65a, 74, 100b, 102, 103a) o che fiancheggiano le aree funerarie e i luoghi di culto (nn. 35a, 55, 65b): gli assi viari non sono ortogonali, ma si adattano alla morfologia del terreno. Alcuni di essi proseguono verso i vicini centri messapici, divenendo così tracciati extraurbani (nn. 21, 33, 103, 44a). Uno dei percorsi principali è indubbiamente quello che, tagliando quasi a metà l’insediamento, collega le porte Nord e Sud, intercettato, oltre che naturalmente presso gli accessi, anche nelle vie SS. Stefani ed E. Toti (nn. 81, 99b). Spesso è accertata la sopravvivenza degli stessi tracciati stradali per i periodi successivi, dall’epoca romana imperiale (nn. 30, 65b, 81, 96), fino ad età medievale (nn. 4, 44a)155.

medio-alto, è costituito dal complesso portato in luce nel Fondo S. Antonio (n. 67a). Qui, intorno ad un grande cortile comune, si collocano vari nuclei di edifici verosimilmente pertinenti ad unità abitative di livello differente (Fig. 101), tra i quali spicca un impianto di grandi dimensioni, il maggiore per estensione e caratteristiche planimetriche ed architettoniche, articolato in diversi ambienti disposti con pianta a L (Fig. 102). Grazie allo studio della distribuzione spaziale dei reperti, nonché delle tipologie di manufatti, è stato possibile ricostruire la funzione dei singoli vani, tra i quali si è riconosciuta una sala da banchetto, una stanza adibita a dispensa ed una cucina. Il complesso, che va certamente letto in stretta connessione con le strutture emerse nella vicina area dell’Asilo (n. 65a), era, inoltre, provvisto di un porticato che correva lungo la facciata posteriore, sul lato occidentale. Davanti ad esso, vi era un ampio spazio scoperto in cui erano presenti alcune cisterne utilizzate per la raccolta dell’acqua piovana che doveva servire all’intero comparto. Proprio nelle vicinanze del porticato fu rinvenuto un tesoretto di 150 monete magnogreche (n. 67b), interrato in un momento in cui l’abitato attraversava una profonda crisi (Fig. 103)156.

Le case sono concentrate, prevalentemente, nell’area intorno a piazza Dante, che rappresentava il cuore della città ellenistica. Uno dei quartieri principali, certamente appartenente ad uno o più gruppi familiari di ceto sociale

155

Vedi infra, paragrafi 6-9.

156

150

Cfr. supra, capitolo IV, paragrafo 2.

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 101. Fondo S. Antonio (n. 67a): planimetria del quartiere di abitazioni.

Fig. 102. Fondo S. Antonio (n. 67a): modello del quartiere di abitazioni con l’edifico a L in primo piano.

151

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 103. Fondo S. Antonio (n. 67b): tesoretto.

affiancati delimitati da muri che hanno fondazioni spesso ad un solo filare di blocchi, zoccolo di pietre ed alzato in mattoni crudi, pavimenti in calcare sbriciolato (“tufina”) e pietrisco, con copertura di tegole (nn. 27, 65a, 67a, 74, 80, 88, 89, 90a, 98a, 100b, 102, 103a, 104b). Ad edifici di livello più alto appartengono, invece, cornici (Fig. 104), elementi di trabeazione dorica finemente lavorati, resti di colonne e capitelli e fregi che abbellivano le facciate158. Questi manufatti, spesso trovati reimpiegati in strutture di epoche successive, sono indicatori dello status sociale dei gruppi aristocratici.

Alcuni elementi presenti al centro della grande corte, quali un focolare ed un pozzetto votivo/sacrificale, sono stati letti come indicatori dello svolgimento di pratiche cerimoniali di tipo privato da parte degli occupanti il complesso abitativo, che in queste forme di ritualità esprimevano la propria appartenenza al ceto aristocratico. Le altre unità abitative che si affacciano sul cortile sono più modeste, sia come estensione che dal punto di vista della documentazione materiale. A fronte di un’estensione complessiva di oltre 1200 mq dell’edificio a L (oltre 700 mq di spazio coperto), tali abitazioni presentano una superficie molto inferiore, compresa tra 150 e 455 mq157.

In un settore periferico dell’abitato si colloca il complesso del Fondo Cisterna (nn. 24-25): questo comprende ambienti coperti, destinati ad abitazione e servizio, e spazi scoperti in cui sono presenti cisterne per la raccolta dell’acqua. E’ probabile che queste servissero per l’approvvigionamento idrico di gran parte dell’insediamento, a giudicare dalla

Testimonianze di edilizia domestica provengono da molte zone dell’abitato. La tipologia di casa più diffusa rimanda a strutture piuttosto semplici, con ambienti 157 Case A-E; per i vani coperti il range oscilla tra 105 (casa D) e 300 mq ca. (casa B); cfr. D’Andria 1996, p. 436. Occorre segnalare che in alcuni casi è possibile che le abitazioni fossero dotate di un piano superiore.

158

152

Si veda, in gen., V. Melissano in Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 47.

Fasi di occupazione dell’insediamento riti e cerimonie, quali abluzioni, libagioni e offerte alla divinità venerata nel santuario (Fig. 106). Di particolare interesse appare il rinvenimento di una testina in calcare locale, con resti di policromia, riferibile all’immagine della dea titolare del culto (Fig. 107), mentre ad un teonimo maschile si potrebbero riferire alcune attestazioni epigrafiche con forme onomastiche (Fig. 108)160. Altri luoghi di culto sono presenti nelle zone libere da abitazioni: tra questi figurano le due aree sacre di Fondo Melliche, situate a poca distanza l’una dall’altra, la prima scavata nel 1987 (n. 40a), la seconda portata in luce nel corso delle indagini di archeologia preventiva tra il 2004 e il 2012 (n. 41). Diversi elementi, messi in giusta evidenza in più occasioni, concorrono a definire la valenza ctonia delle pratiche cultuali attestate in tutti questi contesti, caratterizzate da un forte legame con la terra e con gli eventi naturali e stagionali che coinvolgono l’intera comunità e la sua stessa sopravvivenza, attraverso le fasi cruciali dei momenti di passaggio di uomini e donne in occasione della nascita, della pubertà e del matrimonio, ed anche in corrispondenza del ciclo agrario annuale con particolare riguardo alla semina ed al raccolto161. Fig. 104. Via E. Toti (n. 99d): ricostruzione di una porta con cornice decorata da mortivo a meandro (rielab. da D’Andria 1996).

La documentazione relativa all’ambito funerario è cospicua e variegata e riguarda sia vecchi rinvenimenti, che, naturalmente, le scoperte avvenute negli scavi sistematici degli ultimi decenni.

posizione e dalla tipologia stessa degli invasi, che in un caso risultano comunicanti159.

Le tombe ellenistiche appartenenti alla necropoli del Fondo Melliche (n. 35c) si pongono in continuità non solo cronologica, ma anche spaziale con quelle dell’epoca precedente162. In particolare, tra la metà del IV e gli inizi del III sec. a.C. si datano sepolture femminili con corredo di vasi di Gnathia e trozzelle163, ed altre maschili164, in una delle quali è stata rinvenuta una trozzella privata di un’ansa, probabilmente con l’intenzione di renderla simile ad una brocca. Figurano anche tre tombe di bambini165. Inoltre, a questo orizzonte cronologico sono riferibili depositi funerari, ovvero riduzioni, sistemati sia all’interno che all’esterno delle tombe.

Accanto all’edilizia privata, vi sono anche alcuni esempi di edifici di carattere pubblico, tra cui il grande basamento a blocchi intercettato in via SS. Martiri (n. 90a), lungo più di 10 m, che potrebbe essere riferibile ad un portico, accostabile alle stoai greche, o ad altro complesso legato alla vita collettiva della comunità. Ad un altro edificio dello stesso genere, o in alternativa ad una casa privata di livello elevato, potrebbe appartenere la struttura a blocchi squadrati venuta in luce nella trincea urbana di via L. Da Vinci, nel cuore dell’abitato messapico (n. 94).

Altre aree cimiteriali, o gruppi isolati di tombe, sono collocate in diverse zone dell’insediamento, sia all’interno che all’esterno della cerchia muraria. Al comparto extra moenia appartengono, in particolare, i due complessi di Fondo Aia, Masseria Guarini e Masseria Trappeto (nn. 1718), il nucleo di via Monte Li Gatti, comprendente cinque tombe tra cui due a semicamera (n. 20), e la necropoli di Fondo Pozzo Stendardo (n. 69), ubicati a Poggiardo; inoltre, si segnalano le deposizioni ellenistiche del Fondo Padulella (n. 7a) e le tombe poste nella zona a sud-ovest

Per quanto riguarda la sfera religiosa, la documentazione materiale testimonia la presenza di diversi spazi destinati al culto, collocati sia nella parte centrale dell’abitato che in aree periferiche. Il complesso cultuale più importante in riferimento alla fase qui in esame è sicuramente quello scoperto in piazza Dante nel 1999 (n. 97a). Si tratta di un impianto piuttosto articolato e molto peculiare, caratterizzato da tre ambienti ipogeici affiancati da recinti scoperti sub-divo (Fig. 105). Due delle cavità erano utilizzate per il compimento dei sacrifici, cruenti e non, e per la deposizione degli oggetti utilizzati durante le azioni rituali che si svolgevano al di fuori di esse; nella terza, invece, si scendeva per compiere

Per la presentazione di alcuni documenti inediti dall’area del luogo di culto si veda supra, capitolo V, in part. A1-5, B1. 161 A questo proposito si veda in part. Mastronuzzi 2017, pp. 284-285. 162 Cfr. supra, paragrafi 3-4; si rimanda all’edizione completa in Messapi, pp. 65-152. 163 Tombe 558 e 573. 164 Tombe 583 e 588. 165 Tombe 555, 636, 769. 160

Nell’area sono presenti alcuni invasi tutt'ora in funzione probabilmente risalenti ad epoca antica.

159

153

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 105. Piazza Dante (n. 97a): ricostruzione del luogo di culto (ideazione F. D’Andria, realizzazione InkLink - Firenze).

delle mura (nn. 72b, 73) ed al di fuori della Porta Sud, lungo la strada per Castro (nn. 116, 117).

Numerose sono anche le attestazioni di aree di necropoli ubicate nel settore centrale dell’abitato ellenistico: queste comprendono tombe a semicamera (nn. 85, 99b), tra le quali risalta il complesso dell’Asilo con i recinti destinati al culto funerario (n. 65b), depositi relativi a sepolture andate perdute, come nel caso di via Principe Umberto (n. 103a), e monumenti di prestigio, quali l’Ipogeo delle Cariatidi del Fondo Maura (n. 82 - Fig. 109). E’ ben nota la decorazione scultorea appartenente all’ipogeo, ossia le quattro figure di Cariatidi ad altorilievo che erano poste sulla facciata delle camere sepolcrali, ed il fregio con i carri guidati da eroti e trainati da leoni che abbelliva il dromos di accesso al monumento. Accanto ad essa figurano altri manufatti di notevole pregio, come la cornice della tomba a semicamera di via E. Toti (n. 99b), finemente lavorata in calcare locale (“pietra leccese”). La tomba purtroppo fu rinvenuta già

Un gruppo piuttosto consistente è rappresentato dalle sepolture in zone periferiche dell’abitato ma all’interno delle fortificazioni, delle quali fa parte il nucleo gentilizio del Fondo Melliche (n. 35c), sopra citato, e le tombe ubicate presso le porte della città, due presso la Porta Nord-Est (n. 38b), presso la Porta Ovest (n. 28) ed una a poche decine di metri all’interno della Porta Est, lungo il tracciato viario (n. 43b). Infine, è singolare il caso della tomba a lastroni (n. 40b), individuata presso il luogo di culto del Fondo Melliche (n. 40a), rinvenuta depredata in antico. La presenza della sepoltura induce a collegare l’area sacra a forme di culto funerario volte alla celebrazione degli antenati, che servivano a legittimare il possesso della terra da parte dei discendenti. 154

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 106. Piazza Dante (n. 97a): ricostruzione del rituale nella cavità n. 3 (ideazione F. D’Andria, realizzazione InkLink - Firenze).

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 108. Piazza Dante (n. 97a): manufatto in calcare con iscrizione in lingua messapica.

complessi da parte del Museo di Taranto. Attualmente i materiali sono inclusi nella collezione del Museo Archeologico di Vaste167. In mancanza di dati di scavo, non è possibile stabilire con certezza il numero di sepolture a cui gli oggetti fanno riferimento, né tanto meno l’esatta composizione dei corredi. Appare fuori di dubbio, però, che ciascuno dei due gruppi comprende vasi appartenuti a più deposizioni, sia per motivi di cronologia che per la presenza di vasi connotanti sepolture maschili insieme a quelli tipici del mondo femminile, come le trozzelle (Fig. 110). In particolare, il complesso del 1926 copre un arco cronologico che va dagli inizi del IV (cratere a figure rosse del Pittore di Vaste168) fino al pieno III sec. a.C., mentre i vasi del secondo nucleo si datano a partire dagli inizi del III sec. a.C., con l’unica eccezione del kantharos tarantino a foglia dorata (Fig. 111), fino ad arrivare ad epoca tardoellenistica (lucerne a pasta grigia169).

Fig. 107. Piazza Dante (n. 97a): testa femminile in calcare.

depredata della deposizione principale, nel corso dei lavori per la messa in opera dei sottoservizi; alla spoliazione, però, erano sfuggite, fortunatamente, le riduzioni esterne ad essa, una delle quali conteneva anche un raro esemplare di unguentario attico166. La monumentalità di tali strutture, nonché la posizione preminente all’interno dell’abitato, sono indiscutibilmente indici dell’estrazione sociale elevata dei personaggi ai quali erano destinate le sepolture.

Le testimonianze relative all’ambito produttivo dell’insediamento sono piuttosto modeste. I dati in nostro possesso sembrano indicare la presenza di almeno due aree interessate da impianti artigianali pirotecnologici: nella prima, situata in via G. D’Annunzio (n. 86), nel corso di scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologica, venne in luce un complesso di sette fornaci databili ad età ellenistica, delle quali si hanno scarne informazioni sia sul contesto di scavo che riguardo ai materiali170. Il secondo settore corrisponde alla zona tra via E. Toti (n. 99d) e via

A questo quadro vanno aggiunti i tanti complessi di reperti attualmente conservati nel Museo di Taranto, ed ora alcuni anche nel Museo di Vaste, provenienti dai corredi delle tombe scavate in più occasioni nel secolo scorso e sulla cui ubicazione e circostanze di rinvenimento si hanno solo notizie d’archivio. Fra questi si ricordano i due nuclei di oggetti provenienti da alcune tombe ubicate nel Fondo Aia La Corte, rinvenuti nel 1926 e 1928 (n. 106b). Poco chiare risultano le circostanze della scoperta, avvenuta all’interno di una proprietà privata, così come molto difficile è la ricostruzione della vicenda legata all’acquisizione dei due 166

Giannotta 1997b; si veda anche M.T. Giannotta in Mastronuzzi, Melissano 2015. 168 Cfr. supra, fig. 2. 169 Cfr. infra, paragrafo 6. 170 Ciongoli 1990a, Ciongoli 1991. 167

Melissano 1995, fig. 15 e fig. 16, n. 6.

156

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 109. Fondo Maura (n. 82): ricostruzioni 3D dell’Ipogeo delle Cariatidi (da Valzano et alii 2010).

Isonzo (n. 100b). In quest’area sono stati identificati i resti di due fornaci171 ed è stata recuperata una matrice fittile, proveniente dal terreno di risulta di uno sbancamento per lavori edili (Fig. 112). Notizia del rinvenimento, in via E. De Amicis, di una fornace di epoca imprecisabile, viene riportata da Gianni Carluccio (n. 78).

48, 57, 59c, 72a, 75, 101, 110), ma anche dalla presenza di scorie metalliche che potrebbero essere riferite ad attività artigianali (n. 6). In almeno due casi i siti rurali sono documentati anche dall’affioramento di strutture murarie (nn. 29, 30). Occorre segnalare che alcuni di questi raggruppamenti insediativi si collocano lungo i tracciati viari extraurbani, mostrando così di essere pienamente inseriti nella rete di collegamenti fra l’entroterra e i centri costieri, come ad esempio lungo la strada per Otranto (nn. 3, 8, 30) e verso Castro (n. 110)172.

Infine, per quello che riguarda il territorio che faceva riferimento al centro urbano, nel corso delle ricognizioni sistematiche è stata accertata la presenza di numerosi nuclei insediativi rurali, nella maggior parte dei casi attestati da aree con frammenti ceramici e/o manufatti lapidei affioranti (nn. 3, 4, 8, 11a-b, 16, 19, 26, 37, 39, 46,

172 La documentazione relativa a Vaste ed alla Messapia più in generale deve essere rapportata ad un fenomeno ampiamente documentato relativamente ad una diffusa occupazione delle campagne nel periodo compreso tra il IV ed il III sec. a.C. cfr. in gen. Yntema 2013, pp. 187189; si veda anche Caldarola, Mastronuzzi 2011, pp. 22-23.

171 Una terza struttura pirotecnologica, in via Isonzo (n. 100b) sembra riferibile ad età tardoellenistica (vedi infra, paragrafo 6).

157

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 112. Via Isonzo (n. 100b): ricostruzione del positivo tratto da una matrice fittile con raffigurazione di Eracle.

Indagini archeologiche effettuate nel 1967, e poi riprese nel 1981, in località Lucernara, a poche centinaia di metri ad ovest della cinta muraria, hanno messo in luce un edificio riferibile ad una fattoria, occupata da un nucleo famigliare di agricoltori. L’impianto presenta due periodi costruttivi, che si collocano nell’ambito della seconda metà del IV sec. a.C. (n. 62a).

Fig. 110. Fondo Aia La Corte (n. 106b): trozzella.

Un altro dato interessante è quello relativo all’occupazione della Serra di Poggiardo in contrada Li Reali (n. 1e), nell’area in cui insistevano i nuclei insediativi dell’età del Bronzo e dell’età del Ferro173. Tale elemento deve essere messo in relazione con un complesso sistema di organizzazione del territorio del vicino insediamento dominante di Muro Leccese, cui, del resto, fa riferimento la stessa Vaste174. Lungo il ciglio della Serra di Poggiardo, nell’attuale territorio comunale di Giuggianello, a distanze serrate sono distribuiti vari siti occupati nel corso della fase di età ellenistica. Alcuni di essi, in particolare, sono caratterizzati dalla presenza di strutture circolari, interpretabili come torri, che appaiono funzionali alla gestione del territorio attraverso il controllo visivo, nonché mediante la segnalazione e la comunicazione a distanza175. Alla lettura complessiva dell’assetto insediativo di Vaste in età ellenistica, basata principalmente sull’analisi dei contesti indagati e della documentazione materiale proveniente da essi, concorrono anche gli studi recenti di vecchi rinvenimenti, come il caso di complessi di oggetti

Si veda supra, paragrafi 1-2. Sull’insediamento di Muro Leccese, si vedano i contributi raccolti in Giardino, Meo 2016. 175 Cfr. Mastronuzzi 2018b. 173 174

Fig. 111. Fondo Aia La Corte (n. 106b): kantharos dorato.

158

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 113. Fondo Melliche (n. 41): pozzetto votivo con deposizione di armi e utensili in ferro.

ed acromi179. Nei contesti cultuali e funerari si registra anche la presenza di vasi in ceramica messapica decorata con motivi geometrici e fitomorfi. I contesti abitativi, infine, includono i contenitori da fuoco tipologicamente accostabili al repertorio ben noto nei centri della Grecia e della Magna Grecia. Fanno riferimento alla tradizione locale dell’età del Ferro alcuni esemplari di tegami in impasto grossalano modellati al tornio180, mentre in contesti del III sec. a.C. inoltrato si riscontra l’attestazione di olle accostabili a morfologia ben documentata in area centro-italica181.

custoditi nei depositi ministeriali, che arricchiscono le conoscenze sulla vita dell’abitato. Tra questi, oltre a quelli già precedentemente menzionati, è opportuno ricordare il tesoretto del Fondo Vigna (n. 108b), ora esposto nel Museo di Vaste, venuto in luce nel 1913 insieme a resti di strutture abitative176. Tutti i contesti stratigrafici relativi all’insediamento ellenistico di Vaste ed anche le aree di dispersione in superficie di manufatti sono costantentemente caratterizzati da assemblaggi ceramici che includono classi prevalentemente inquadrabili nelle produzioni locali o regionali177. Le importazioni di vasi figurati, sovradipinti o a vernice nera sono relative a manifatture di area magnogreca e forse anche della opposta sponda adriatica; esse sono documentate quasi esclusivamente nei contesti funerari. I contenitori da trasporto sono inquadrabili nelle cosiddette produzioni corinzie B e greco-italiche. Accanto alla ceramica da mensa a vernice nera178 si riscontra la presenza di vasi con decorazione a fasce, a vernice bruna

Altre categorie di reperti, segnatamente quelli in metallo, sono scarsamente documentati; oltre alle fibule in argento, bronzo e ferro si segnala la più rara presenza di armi ed utensili come all’interno di un pozzetto votivo indagato nell’ambito del luogo di culto del Fondo Melliche (n. 41 – Fig. 113)182.

In sintesi sulle produzioni ceramiche della Messapia: Yntema 1991, pp. 167-182. 180 “Pizza pan” (Yntema 2001, Form N51, pp. 320-321). 181 Yntema 2001, Form N05, pp. 296-299; per l’attestazione nel luogo di culto di piazza Dante vedi Mastronuzzi 2005b, p. 241, fig. 13. 182 Mastronuzzi, Melissano 2015, p. 87. 179

Si veda supra, capitolo IV, paragrafo 2. 177 Per un quadro esaustivo delle attestazioni di classi ceramiche in un insediamento salentino di età ellenistica si veda la documentazione di Valesio: Yntema 2001. 178 Ancora fondamentale Morel 1981. 176

159

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 8. Ritrovamenti dell’età ellenistica N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

1e

Contrada Li Reali

Tracce di frequentazione, struttura muraria*

3 bis

3

Località La Pezza

Area di frr. fittili*

9

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili, asse stradale*

12

6

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili*

13

7a

Fondo Padulella

Necropoli**

14

8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

14

11a

Strada vicinale Le Melliche

Tracce di frequentazione*

18

11b

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

12

Fondo Melliche

Cinta muraria, Tratto VIII****

18

16

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

17

Fondo Aia - Masseria Guarini

Necropoli***

18 18

18

Fondo Aia - Masseria Trappeto

Necropoli***

19

Poggiardo - piazza G. Casciaro

Area di frr. fittili, tracce di frequentazione*

18

20

Poggiardo - via Monte Li Gatti

Necropoli***

18

21

Fondo Monte Li Gatti

Cinta muraria, Porta Ovest, asse stradale***

18

22a

Fondo Cisterna

Cinta muraria, Tratto VII****

18

24

Fondo Cisterna

Abitato****

18

25

Fondi Cisterna e Melliche

Asse stradale****

18

26

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

27

Vaste - via Quinto Ennio

Abitato, asse stradale***

18

28

Fondo Melliche

Necropoli***

18

29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili, struttura muraria*

19

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili, struttura muraria, asse stradale, cisterna*

19

30 31a

Fondo Vigna Vecchia

Asse stradale***

19

32

Fondo Melliche

Cinta muraria, Porta Nord****

19

33

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

34

Fondo Melliche

Cinta muraria, Tratto I****

19

35a

Fondo Melliche

Asse stradale****

19

35c

Fondo Melliche

Necropoli****

19

36

Fondo Melliche

Manufatti lapidei - iscrizioni**

19

37

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

19

Fondo Melliche

Cinta muraria, Porta Nord-Est, asse stradale****

19

38a 38b

Fondo Melliche

Tombe****

19

39

Fondo Pozzo

Area di frr. fittili*

19

40a

Fondo Melliche

Luogo di culto, asse stradale****

19

40b

Fondo Melliche

Tomba****

19

41

Fondo Melliche

Luogo di culto****

19

42

Fondi Pozzo e Pirazzo

Cinta muraria, Tratto II****

19

43a

Fondi Pozzo e Pizzinaghe

Cinta muraria, Porta Est, asse stradale ***

19

43b

Fondi Pozzo e Pizzinaghe

Tomba***

19

44a

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

45b

Località SS. Stefani

Iscrizione**

20

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

49b

Fondo Giuliano

Area di cava****

20

50

Masseria Stefano

Area di cava*

20

55

Poggiardo - via Unità d’Italia

Asse stradale, tracce di frequentazione***

24

57

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

24

59c

Località Il Piano

Area di frr. fittili, manufatti lapidei*

24

160

Fasi di occupazione dell’insediamento Tab. 8 continua N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

62a

Fondo Lucernara

Fattoria***

24

63

Fondi Cici e Lucernara

Cinta muraria, Tratto VI****

24

65a

Fondo S. Antonio - Asilo

Abitato***

24

65b

Fondo S. Antonio - Asilo

Complesso funerario, asse stradale***

24

67a

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Abitato***

24

67b

Fondo S. Antonio - propr. De Risi

Tesoretto***

24

69

Fondo Pozzo Stendardo

Necropoli**

24

70a

Masseria Nuova

Area di cava***

24

72a

Strada vicinale Cici

Area di frr. fittili*

24

72b

Strada vicinale Cici

Tombe**

24

73

Fondo Cupa

Necropoli**

24

74

Vaste - via E. De Amicis

Abitato, asse stradale***

25

75

Fondo Casili

Tracce di frequentazione**

25

77

Fondo Pizzinaghe

Cinta muraria, Tratto III****

25

80

Vaste - via G. Carluccio

Abitato**

25

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

82

Fondo Maura

Tomba a camera***

25

83

Fondo Maura

Iscrizione**

25

85

Chiesa della Confraternita

Necropoli**

25

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Abitato, fornaci***

25

88

Vaste - via SS. Martiri

Abitato***

25

89

Vaste - via Altipiani

Abitato***

25

90a

Vaste - via SS. Martiri

Abitato***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato***

25

96

Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo

Asse stradale***

25

97a

Vaste - piazza Dante

Luogo di culto****

25

98a

Vaste - via Quarto

Abitato***

25

98b

Vaste - via Quarto

Iscrizione**

25

99b

Vaste - via E. Toti

Asse stradale, necropoli***

25

99c

Vaste - via E. Toti

Cinta muraria interna e porta***

25

99d

Vaste - via E. Toti

Abitato, fornaci***

25

100b

Vaste - via Isonzo

Abitato, assi stradali***

25

101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili*

25

102

Vaste - via Sicilia

Abitato***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Abitato, necropoli***

25

103b

Vaste - via Principe Umberto

Iscrizione**

25

104a

Vaste - via Pola

Tracce di frequentazione**

25

104b

Vaste - via Pola

Abitato***

25

106b

Fondo Aia La Corte

Necropoli**

25

108b

Fondo Vigna

Tesoretto**

25

109

Fondo Pipa

Area di cava***

25

110

Fondo Caggiole Piccole

Area di frr. fittili**

25

111

Fondi Motta e Colagallo

Cinta muraria tratto V***

25

112

Vaste - via Molise

Cinta muraria tratto IV****

25

113

Fondo Colagallo

Cinta muraria, Porta Sud****

25

115

Fondo Calessa

Area di cava***

25

116

Fondo Divico

Tomba

25

117

Fondo Aia Lo Borda

Tomba

31

161

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) verificare che spesso i muri di fondazione delle case del IV-III sec. a.C. vengono riutilizzati per l’impianto di nuovi edifici (via Leonardo da Vinci, n. 94; via E. Toti, n. 99d; via Principe Umberto n. 103a). Un dato rilevante è rappresentato dal recente rinvenimento di un’abitazione con canale di raccolta delle acque collegato ad una cisterna (via G. D’Annunzio, n. 93); per tale contesto è stata avanzata una datazione tra la tarda età ellenistica e la prima età imperiale ma purtroppo i dati risultano ancora inediti.

Nella fase ellenistica, dall’area dell’abitato di Vaste provengono numerosi documenti epigrafici relativi a varie tipologie di contesti183; in molti casi, purtroppo, si tratta di rinvenimenti occasionali o sporadici precedenti l’avvio delle ricerche sistematiche (nn. 36, 45b, 83, 98b, 103b). V.M. 6. Età tardoellenistica (II - I sec. a.C.) La conquista romana della Puglia venne completata con le vittorie sui Sallentini nel 267 a.C. e su Sallentini e Messapi nel 266 a.C. I dati archeologici mostrano che il conflitto con Roma fu all’origine del crollo del sistema insediativo messapico; ma ulteriore causa di destrutturazione fu il susseguirsi di eventi bellici che, tra la fine del III e la prima metà del II sec. a.C., interessarono il comparto adriatico meridionale. A partire dalla guerra annibalica l’impegno militare degli eserciti romani in quest’area rimase costante per circa un cinquantennio fino al 146 a.C. e tale circostanza determinò l’esigenza di ripetuti arruolamenti di genti locali nelle truppe della Repubblica. E’ indicativo di questa consuetudine anche il ben noto episodio di Dasius Brundisinus, comandante della guarnigione di Clastidium, che nel 218 si lasciò corrompere da Annibale per consegnare il presidio184.

In via Pola (n. 104b) è stato riconosciuto un muro di terrazzamento collegato ad un’area a destinazione agricola, mentre in via Altipiani (n. 89) un vasto spiazzo del IVIII sec. a.C. mostra continuità in questa fase. Strutture pirotecnologiche ed indicatori di attività produttive, probabilmente connesse alla manifattura di ceramiche e/o laterizi, si possono riconoscere in un settore al margine dell’abitato, in corrispondenza delle vie E. Toti (n. 99d) e Isonzo (n. 100b)188. In via Sicilia sembra collocarsi a cavallo tra il III ed il II sec. C. l’abbandono di una struttura abitativa (n. 102) contemporaneamente a quello che accade nel luogo di culto di piazza Dante (n. 97b), dove è stata ricostruita anche una “cerimonia di chiusura” dell’area sacra189.

Molti fra i centri abitati della Puglia meridionale subirono ridimensionamenti come conseguenza diretta della conquista romana e degli accadimenti successivi (Fig. 114)185; tra questi si deve annoverare anche Vaste.

In due casi è certamente documentata la continuità d’uso di assi stradali risalenti ad epoca precedente: via SS. Stefani (n. 81) e piazza Dante (n. 96). Ad essi si devono affiancare anche i percorsi identificati al di fuori della cinta ellenistica in località SS. Stefani (n. 44a) e in prossimità della strada vicinale Vaste-Cocumola (n. 52).

Per tutta la fase tardoellenistica, di II-I sec. a.C., l’insediamento mostra una significativa contrazione nell’area destinata agli spazi abitativi valutabile in ca. 10 ha (Fig. 115). Il passo di Plinio il Vecchio in cui figura «Basta oppidum»186 potrebbe essere indicativo del fatto che ancora per qualche tempo dopo la conquista romana, e forse anche fino alla prima età imperiale, il circuito murario messapico costituisse un elemento di delimitazione/ definizione dell’abitato187.

Per la gran parte, però, i contesti stratigrafici del II-I sec. a.C. si limitano a documentare un’occupazione sporadica di molte aree in particolare in relazione all’impiego come fosse di scarico di cisterne della fase precedente (Fondo Cisterna, n. 24; Fondo S. Antonio, n. 67c) o alla spoliazione di tombe, talora trasformate in serbatoi per la raccolta e la conservazione dell’acqua piovana (Chiesa della Confraternita, n. 85; via E. Toti n. 99b)190.

La documentazione archeologica relativa a questo periodo cronologico è, in generale, piuttosto esigua.

Le discariche all’interno di simili invasi restituiscono complessi di documentazione di grande interesse per via della notevole quantità di manufatti di uso quotidiano, tra cui risalta, in particolare, il vasellame ceramico. Molto rilevante è l’attestazione di suppellettile da mensa che rientra nella classe definita “Ceramica a pasta grigia”191, affiancata da alcuni vasi di importazione a “Pareti sottili”192 e dalle produzioni locali o regionali acrome e da

Sulla base dei dati recuperati nell’ambito delle indagini di archeologia urbana, prevalentemente legate alla messa in opera di sottoservizi, sembra possibile affermare che l’abitato tardoellenistico tornò ad addensarsi nella zona circostante l’attuale piazza Dante, come durante l’età del Ferro ed in età arcaica. In questo settore è stato possibile

Si veda supra, capitolo V. Polyb., Hist., III, 69; Liv., a. U.c., XXI, 48, 9; si veda da ultimo Yntema 2013, pp. 268-269, che agli eventi storici collega i processi denominati: detribalizzazione, ruralizzazione, urbanizzazione e mediterranizzazione. 185 Per il Salento nella fase di età tardoellenistica si rimanda a: De Mitri 2010, pp. 29-38; Yntema 2013, pp. 267-275. 186 Plin., N.H. 3, 11, 100. 187 Sul significato del termine oppidum in riferimento all’area salentina si veda la discussione in De Mitri 2010, pp. 15-16, con bibl. prec.

188 In questa zona sono stati rilevati simili elementi anche per la fase ellenistica (vedi supra, paragrafo 5). 189 Cfr. Mastronuzzi et alii 2013a, pp. 6-7. 190 Ancora meno consistenti i contesti stratigrafici identificati presso l’Asilo (n. 65a), nelle vie G. D’Annunzio (n. 86), SS. Martiri (n. 90a), A. Manzoni (n. 91) e nel Fondo Aia La Corte (n. 106c). 191 Sulla classe in gen.: Yntema 2005. 192 Per alcune considerazioni in riferimento alle attestazioni nella Puglia si rimanda al testo di G. Semeraro in Otranto II, pp. 33-36.

183 184

162

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 114. Insediamenti di età tardoellenistica nella Puglia meridionale (rielab. da De Mitri 2010).

aristocratica con pianta a L: si può dunque ritenere che tale edificio sia stato definitivamente demolito non prima della metà del II sec. a.C., probabilmente dopo che per almeno un cinquantennio era stato adattato a funzioni diverse, quali la conservazione delle derrate liquide e solide, come suggerisce il rinvenimento di anfore commerciali e di grandi contenitori scaricati in alcune cisterne. Del resto è opportuno segnalare che nelle sequenze stratigrafiche di Vaste, a tutt’oggi, non è possibile riconoscere alcuna traccia significativa di incendi e/o distruzioni, ed anche il settore delle mura di cinta con crollo in giacitura primaria deve essere ricondotto ad un sisma verificatosi nel corso del III sec. a.C.196.

fuoco, spesso in continuità morfologico-funzionale con il repertorio del IV e III sec. a.C. Particolarmente degno di nota è il ritrovamento di un gruppo di 17 tessere da gioco in osso databili nella seconda metà del II sec. a.C. (Fig. 116): esse rappresentano, fino ad ora, uno dei nuclei più consistente mai rinvenuto di tale categoria di oggetti193. Relativamente al Fondo S. Antonio (n. 67c), in un momento a cavallo tra il III ed il II sec. a.C. si collocano i riempimenti di alcune fosse in cui l’elemento cronologico più recente è rappresentato dalla ceramica a vernice nera del gruppo HFR 194 e dalla ceramica Campana A 195. Successivamente in altre cavità, insieme al vasellame ed alle tesserae lusoriae, vennero scaricati anche pezzi architettonici e frammenti di lastre in pietra leccese riconducibili alla grande residenza

Il dato cronologico del Fondo S. Antonio trova conferma nei contesti del Fondo Cisterna (n. 24) dove le osservazioni derivanti dall’analisi dei materiali ceramici corrispondono

Cfr. ora: Guàrdia i Llorens 2017. 194 Si veda in gen. Yntema 1990b; Hempel 1996. 195 Sull’attestazione della classe nella penisola salentina si rinvia a De Mitri 2017.

196 Indagini dirette da Francesco D’Andria, nel quadro di una collaborazione con la Società Storia Geofisica Ambiente di Bologna dott.ssa Emanuela Guidoboni; per l’illustrazione ricostruttiva ideata da F. D’Andria e realizzata dallo studio InkLink di Firenze si veda supra, fig. 99.

193

163

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 115. Rinvenimenti di età tardoellenistica.

a quelle sulle attestazioni numismatiche: almeno una delle cisterne svolse la sua funzione primaria fino a tutta la prima metà del II sec. a.C.197.

Per quanto concerne i contesti funerari solo tre aree hanno restituito documentazione: Fondo Aia - Masseria Guarini (n. 17), Fondo Aia La Corte e Fondo Aia Lo Borda (nn.

In generale, in questo ambito regionale, i dati numismatici rappresentano una conferma delle informazioni provenienti dai contesti stratigrafici. Dopo la conquista da parte di Roma, nella maggiore attestazione di numerario

bronzeo risalta la presenza della zecca di Brundisium, in maniera coerente con la documentazione di area salentina; sono poi documentati assi e semissi romano-repubblicani (si veda supra, capitolo IV).

197

164

Fasi di occupazione dell’insediamento ricondotte ad un sistema con saltus di cinque centurie di lato, senza ulteriori suddivisioni interne201. G.M. 7. Prima e media età imperiale (I - III sec. d.C.) A partire dall’età augustea si avvia per la Puglia meridionale una fase di ripresa del sistema insediativo gravitante intorno al municipium di Lecce (Fig. 118)202. A Vaste essa è testimoniata dalla continuità di occupazione dell’abitato e dalla presenza di nuclei insediativi nel territorio, distribuiti soprattutto nell’area della Serra di Poggiardo. Indubbiamente le evidenze archeologiche riconducibili a strutture abitative sono modeste; tuttavia è possibile affermare che l’insediamento fosse ben strutturato con un’estensione di ca. 10 ha, al centro del territorio delimitato dalle mura messapiche, certamente in rovina, ma ancora riconoscibili203. La maggior parte dei rinvenimenti risultano del resto addensati nell’area immediatamente circostante piazza Dante (Fig. 119).

Fig. 116. Fondo S. Antonio (n. 67c): tesserae lusoriae.

106b, 117). La prima si colloca presso l’abitato moderno di Poggiardo, a ovest di Vaste; la seconda è a ridosso del circuito murario nel settore sud-orientale; la terza, infine, è di incerta ubicazione ad alcune centinaia di metri a sud dell’abitato. I dati sono molto frammentari ma sulla base del rinvenimento di lucerne a pasta grigia198 e di unguentari fusiformi199 si può ipotizzare che nuclei di necropoli del IV e III sec. a.C. abbiano mantenuto una continuità di destinazione fino al II secolo inoltrato, probabilmente in maniera riconducibile alle forme di riuso delle sepolture documentate in tutta la Puglia meridionale200.

Numerose sono le aree che hanno restituito elementi della viabilità, nella quasi totalità dei casi in sovrapposizione rispetto alle testimonianze delle fasi precedenti e con continuità di orientamento204. In almeno due circostanze sono documentati percorsi stradali realizzati con tale accuratezza da poter riconoscere dei veri e propri basolati (via Leonardo da Vinci, n. 94; via Isonzo, n. 100b). Anche la vasta area scoperta con probabile funzione di piazza risalente alla fase ellenistica mostra continuità di destinazione nell’età imperiale (via Altipiani, n. 89).

Infine, per quanto riguarda i rinvenimenti nel territorio circostante l’abitato, attraverso le ricognizioni di superficie è stato possibile accertare che i nuclei rurali del II e I sec. a.C. sono molto meno numerosi rispetto a quelli del IV e III secolo. Alcuni siti con materiali in superficie sono posizionati all’interno del circuito murario o nelle sue vicinanze (Fondo Melliche, nn. 16, 37, 57; Fondo Pizzinaghe, n. 101; Fondo Caggiole Piccole, n. 110); più distanti dal nucleo insediativo di Vaste si segnalano le aree di frammenti fittili in località SS. Stefani (nn. 4, 6, 48) e, più a nord-est, in località La Pezza (n. 3). Occorre tuttavia sottolineare che le rilevanti quantità di ceramica a pasta grigia e di contenitori da trasporto suggeriscono che questi siti corrispondono a nuclei insediativi stabili collegati ad un’ampia e diffusa circolazione di merci e prodotti.

In associazione con queste strade si distribuiscono i pochi elementi noti riferibili ad abitazioni. I contesti meglio documentati sono purtroppo assai frammentari per le stesse modalità che ne hanno consentito il recupero, dal momento che si tratta di strutture riportate alla luce in occasione dello scavo di trincee lungo le strade attuali per la messa in opera di sottoservizi. Muri riferibili alla delimitazione di case e piani pavimentali sono stati intercettati in via Quarto (n. 98a) e via E. Toti (n. 99d), tuttavia non è possibile ricostruire le piante degli edifici. In via Principe Umberto (n. 103a) si segnala la presenza

All’organizzazione del territorio nel periodo successivo alla conquista romana si devono riferire anche poche tracce di centuriazione riconosciute nel comprensorio di Otranto tra Muro Leccese e Vaste (Fig. 117). Più specificamente esse sono state identificate in corrispondenza dell’abitato di Poggiardo, a nord-ovest dello stesso ed al limite nordoccidentale del territorio comunale. Possono essere

198 199 200

201 Nelle schede non sono stati riportati elementi descrittivi relativamente alle tracce di centuriazione dal momento che esse sono oggetto di studio da parte del Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria dell’Università del Salento e ne è stata fornita solo presentazione in forma preliminare in: Chiocci, Pompilio 1997, pp. 172-175, figg. 130131; si veda anche F. Pompilio in Cazzato, Guaitoli 2005, pp. 70-71. Si veda supra, capitolo II, fig. 17. 202 Sul Salento in età romana, con particolare riguardo alla fase di età imperiale, si veda: De Mitri 2010, in part. pp. 38-41. Si rimanda inoltre agli studi dedicati a Lecce romana raccolti in: D’Andria 1999b; D’Andria, Mannino 2014. 203 Sulla definizione di oppidum attribuita a Vaste da Plinio il Vecchio si veda supra, paragrafo 6. 204 Nell’area dell’abitato: Asilo (n. 65b), via SS. Stefani, n. 81; via B. Brin, n. 95; piazza Dante (propr. Primitivo), n. 96; via E. Toti, n. 99b; via Isonzo, n. 100b; via Principe Umberto, n. 103a; nel territorio: mass. Galati, n. 4; loc. SS. Stefani, n. 44a, 52.

C.d. tipo biconico dell’Esquilino (Pavolini 1981). Forti 1962, tipo V. Cfr. ad es.: Mastronuzzi, Tulumello 2016, p. 32.

165

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 117. Tracce di centuriazione nel comprensorio di Muro Leccese e Vaste (da Chiocci, Pompilio 1997).

Strutture con funzione di contenimento/terrazzamento, piccole buche di scarico e strati di terreno scuro riconducibili ad attività agricole si sono individuati presso l’Asilo (n. 65b), e nelle vie Pola (n. 104b) e Molise (n. 105)205.

di una struttura interpretabile come torre, forse collegata ad una residenza, per via della notevole ampiezza delle fondazioni (Fig. 120). Due edifici a pianta rettangolare sono stati riportati alla luce in via G. D’Annunzio (n. 86), ma appare incerta la loro destinazione. Dubbia è anche la cronologia di una pavimentazione segnalata nel Fondo Vigna (n. 108a). Recentemente, poi, è stata identificata un’abitazione con canale di raccolta delle acque collegato ad una cisterna (n. 93); sulla base dei manufatti ceramici è stata avanzata una datazione tra la tarda età ellenistica e la prima età imperiale, i dati sono però ancora inediti.

Un aspetto molto particolare della vita del centro è documentato negli scavi condotti in piazza Dante (n. 97b). Alla fase augustea, sulla base del rinvenimento di un asse dimezzato, è stato possibile riferire una pavimentazione 205 Per completezza si ricorda anche la segnalazione relativa al rinvenimento di contesti stratigrafici con reperti di età imperiale in via A. Manzoni (n. 91).

Aree a destinazione agricolo-ortiva sembrano riconoscibili nelle immediate adiacenze del nucleo centrale dell’abitato. 166

Fasi di occupazione dell’insediamento Tab. 9. Ritrovamenti dell’età tardoellenistica N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

3

Località La Pezza

Area di frr. fittili*

9

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili*

12

6

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili*

13

16

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

18

17

Fondo Aia - Masseria Guarini

Tomba?***

18

24

Fondo Cisterna

Tracce di frequentazione****

18

37

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

19

44a

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

52

Strada vicinale Vaste - Cocumola

Asse stradale*

20

57

Fondo Melliche

Area di frr. fittili*

24

65b

Fondo S. Antonio - Asilo

Asse stradale***

24

67c

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Tesserae lusoriae, tracce di frequentazione***

24

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

85

Chiesa della Confraternita

Tracce di frequentazione**

25

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Tracce di frequentazione***

25

89

Vaste - via Altipiani

Abitato***

25

90a

Vaste - via SS. Martiri

Tracce di frequentazione***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

93

Vaste - Via G. D’Annunzio

Abitato**

25

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato***

25

96

Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo

Asse stradale***

25

97b

Vaste - piazza Dante

Tracce di frequentazione****

25

99b

Vaste - via E. Toti

Tracce di frequentazione***

25

99d

Vaste - via E. Toti

Abitato, fornaci***

25

100b

Vaste - via Isonzo

Tracce di frequentazione***

25

101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili*

25

102

Vaste - via Sicilia

Abitato***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Abitato***

25

104b

Vaste - via Pola

Abitato***

25

106b

Fondo Aia La Corte

Tombe**

25

106c

Fondo Aia La Corte

Tracce di frequentazione**

25

110

Fondo Caggiole Piccole

Area di frr. fittili**

25

117

Fondo Aia Lo Borda

Tomba*

31

Fondo Aia La Corte (n. 106c) e il Fondo Caggiole Piccole (n. 110); più distante, a nord-ovest, è il sito di Masseria Galati (n. 4). In direzione nord-est sono maggiormente numerosi i ritrovamenti nell’area della località SS. Stefani (nn. 30, 44b, 48, 49d, 52, 53). Più lontani sono poi i due siti di Contrada La Grande (n. 2) e località La Pezza (n. 3). Dal punto di vista strettamente numerico, rispetto alla precedente fase di età tardoellenistica, si registra un aumento dei siti.

realizzata a protezione di un grande focolare in cui tra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C. era stata realizzata la cerimonia di chiusura del luogo di culto messapico, del quale a ca. 200 anni di distanza si conservava ancora il ricordo (Fig. 121)206. Per quanto concerne la possibile identificazione di insediamenti rurali si segnalano le aree di dispersione di frammenti fittili in vari settori del territorio di Vaste. A breve distanza dal centro abitato, in direzione sud-est si trovano il

Tra i nuclei rurali spicca, per complessità e rilievo della documentazione, quello rupestre della località SS. Stefani (n. 44b), comprendente due distinte abitazioni ricavate nel banco di calcarenite, probabilmente all’interno di cavità

Per l’analisi dettagliata del contesto e per la proposta di ricostruzione si veda Mastronuzzi et alii 2013a, pp. 6-7.

206

167

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 118. Insediamenti di età imperiale nella Puglia meridionale (rielab. da De Mitri 2010).

risalenti ad epoca protostorica207. Piani di calpestio e livelli di frequentazione hanno restituito una grande varietà di ceramica di uso comune ed anche due antoniniani ed un sesterzio emessi tra il 251 e il 270 d.C.208. Sulla base della documentazione si può affermare che il piccolo insediamento, evidentemente collegato allo sfruttamento agricolo dell’area circostante, avesse carattere stabile più che stagionale.

Meritevole di attenzione è anche l’iscrizione funeraria recuperata da una discarica nell’area del Fondo S. Antonio (n. 67c), relativa al giovanisssimo Eufronio, servo di Apollonio, di soli due anni210. La documentazione relativa ai reperti mobili, con particolare riguardo alla ceramica, mostra come Vaste ed il suo territorio siano pienamente inseriti nelle dinamiche degli scambi commerciali nel Mediterraneo, soprattutto grazie al ruolo svolto dal vicino scalo portuale di Otranto211.

Ad epoca più antica si deve invece riferire l’epigrafe funeraria recuperata nella vicina chiesa rupestre (n. 45b) relativa al giovane Aulo Postumio Seneca, morto a soli 4 anni. Anche nell’adiacente area del Fondo Giuliano, successivamente occupata da edifici di culto a partire dal tardo IV secolo, è presente un’epigrafe funeraria, con formula di dedica Dis Ma(nibus), reimpiegata nell’abside della chiesa della seconda metà del VI secolo (n. 49d)209.

Tra I sec. a.C. e I sec. d.C. si collocano le sigillate italiche con attestazioni di coppe e piatti con decorazione a rilievo di motivi applicati à la barbotine. Alcuni vasi con bolli restituiscono le firme di ceramisti quali Rasinius, di Arezzo, Flavius Felix, attestato anche a Pompei, e Camurius, di Vedi supra, capitolo V, C1. Un quadro complessivo della documentazione delle ceramiche di età romana a Vaste è tracciato in Melissano, Mastronuzzi 2012; tra i numerosi lavori di Carlo De Mitri dedicati all’analisi delle ceramiche di età romana nella Puglia meridionale, si veda in part.: De Mitri 2016 (con bibl. prec.).

210

Vedi supra, paragrafo 1. 208 Vedi supra, capitolo IV. 209 Occorre segnalare che per tutto il periodo compreso tra il I sec. a.C. ed il III sec. d.C. l’area di Fondo Giuliano, fino ad ora, non ha restituito alcun indizio di frequentazione. 207

211

168

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 119. Rinvenimenti di prima e media età imperiale.

169

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 120. Via Principe Umberto (n. 103a): torre.

L’entroterra di Otranto mostra una documentazione particolarmente consistente, anche in relazione all’importanza dello scalo portuale, in questa fase preminente rispetto a quello di Brindisi215.

Arezzo, ma attestato anche presso Siena. Sono poi presenti le produzioni orientali denominate ESA212 ed ESB213. A partire dal II secolo sono molto comuni le ceramiche di produzione africana (Sigillata A, A/D, C) tra cui, accanto a coppe e scodelle, figurano casseruole, tegami e piatticoperchi destinati alla cottura dei cibi. Tra le ceramiche da fuoco si annoverano anche altri vasi di importazione, quali le pentole di area egeo-orientale e l’Illyrian cooking ware forse proveniente dalla zona di Butrinto in Albania. Tra i materiali di importazione risalta un esemplare di lucerna corinzia, firmata dall’artigiano Epagathos, con disco decorato da maschere a rilievo.

A Vaste le evidenze archeologiche ascrivibili all’orizzonte cronologico compreso tra il IV ed il VI sec. d.C. riguardano sia contesti urbani che il comparto territoriale circostante (Fig. 123). Nel primo ambito, le testimonianze si concentrano nell’area già frequentata nella prima e media età imperiale, nella maggior parte dei casi senza soluzione di continuità rispetto al periodo precedente.

Si segnalano anche le numerose attestazioni di anfore commerciali, prevalentemente riferibili a produzioni nordafricane di contenitori per olio e garum.

Le attestazioni più significative sono state individuate nell’ambito degli scavi effettuati per la messa in opera dei sottoservizi nel settore centrale dell’abitato moderno, intorno a piazza Dante.

Relativamente alla documentazione numismatica nel complesso i rinvenimenti sono meno numerosi rispetto alla fase precedente e risultano prevalentemente associati ai percorsi stradali.

Uno dei contesti più importanti è senza dubbio costituito dai resti di un impianto termale scoperto in via SS. Martiri (n. 90b). La limitatezza della trincea ha consentito di mettere in luce solo alcune parti del complesso, tra cui una vasca ed un vano con pavimento a tasselli (Fig. 124), riferibili con molta probabilità alle strutture del frigidarium, mentre i frammenti di suspensurae rinvenuti nelle vicinanze sono pertinenti agli ambienti riscaldati del balneum. La frequentazione dell’impianto, forse di carattere privato, date le modeste dimensioni, si può collocare tra il IV ed il VI sec. d.C., come si ricava dalla suppellettile associata, comprendente sigillata ed anfore commerciali di produzione sia nordafricana che orientale.

G.M. 8. Tarda età imperiale (IV - VI sec. d.C.) A partire dagli inizi del IV secolo e nei duecento anni successivi l’intero territorio salentino è caratterizzato da un’occupazione capillare tale da includere anche il popolamento delle piccole isole della costa ionica come presso Gallipoli, Porto Cesareo e Taranto (Fig. 122)214.

212 213 214

A Vaste si rinvengono soprattutto piatti di grandi dimensioni apodi. Le attestazioni di Vaste includono essenzialmente coppe. In sintesi De Mitri 2010, pp. 41-46.

215 Per le attestazioni di anfore commerciali e di vasellame da mensa di produzione microasiatica si veda ad es.: De Mitri 2006; De Mitri 2016.

170

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 121. Piazza Dante (n. 97b): pavimentazione.

Alla presenza dell’edificio termale si affiancano diverse testimonianze di strutture abitative e basolati stradali, che si concentrano soprattutto in corrispondenza delle vie E. Toti (n. 99b, d) e Principe Umberto (n. 103a). In questo settore, la continuità d’uso degli stessi ambienti frequentati nei secoli precedenti è provata dalla presenza

di tipi ceramici documentati per tutto il periodo, quali le diverse varianti della forma Hayes 50 in Sigillata Africana C o i piatti/coperchi della Africana da cucina, o ancora di materiali che si pongono a cavallo tra le due fasi, come ad esempio l’anfora attribuibile alla variante C dell’Africana I, che costituisce il trait d’union tra le produzioni medio171

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 10. Ritrovamenti della prima e media età imperiale N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

2

Contrada La Grande

Area di frr. fittili*

8

3

Località La Pezza

Area di frr. fittili*

9

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili, asse stradale*

12

30

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili, struttura muraria, asse stradale, cisterna*

19

44a

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

44b

Località SS. Stefani

Insediamento rupestre***

20

45b

Località SS. Stefani

Manufatti lapidei***

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

49d

Fondo Giuliano

Iscrizione****

20

52

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

53a, b

Contrada S. Andrea

Aree di frr. fittili*

21

65b

Fondo S. Antonio - Asilo

Asse stradale***

24

67c

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Iscrizione****

24

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Abitato***

25

89

Vaste - via Altipiani

Abitato***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

93

Vaste - Via G. D’Annunzio

Abitato**

25

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato***

25

95

Vaste - via B. Brin

Asse stradale***

25

96

Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo

Asse stradale***

25

97b

Vaste - piazza Dante

Tracce di frequentazione****

25

98a

Vaste - via Quarto

Abitato, asse stradale ***

25

99b

Vaste - via E. Toti

Asse stradale***

25

99d

Vaste - via E. Toti

Abitato***

25

100b

Vaste - via Isonzo

Assi stradali***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Abitato, asse stradale***

25

104b

Vaste - via Pola

Abitato***

25

105

Vaste - via Molise

Tracce di frequentazione***

25

106c

Fondo Aia La Corte

Tracce di frequentazione**

25

108a

Fondo Vigna

Abitato, tracce di frequentazione**

25

110

Fondo Caggiole Piccole

Area di frr. fittili**

25

imperiali e quelle tarde216. Nei muri delle case romane risultano talvolta reimpiegati manufatti architettonici appartenuti ad edifici messapici, come la cornice con motivo a meandro già menzionata217.

dunque chiaro che la zona in questione, collocata nella periferia del centro antico, sia stata destinata a luogo pubblico in tutte le epoche, verosimilmente mantenendo la funzione di piazza/mercato anche nella tarda età imperiale, come dimostrano i materiali, per la maggior parte databili tra il IV ed il V sec. d.C.

In via Altipiani (n. 89), invece, si registra un caso di persistenza nella destinazione d’uso di un’intera area. Qui, proprio in corrispondenza del grande spazio aperto interpretato come piazza commerciale della fase messapica, è stata portata in luce una superficie di terra battuta ampia alcune decine di metri sulla quale si affacciano i resti di un edificio a grandi blocchi. Appare

Resti di strutture pertinenti a case, o ad edifici di altro genere, sono stati documentati in varie aree centrali dell’insediamento. In via Leonardo da Vinci (n. 94), nel centro storico di Vaste, gli scavi per la messa in opera della rete fognante hanno intercettato una struttura muraria del IV-VI sec. d.C., fiancheggiata da un percorso stradale basolato. Due grandi ambienti adiacenti, di incerta funzione, sono venuti in luce in via D’Annunzio, nella stessa area delle fornaci di età ellenistica (n. 86). Simile

216 Si rimanda alle osservazioni già proposte in Melissano, Mastronuzzi 2012, p. 168, fig. 19, n. 73. 217 Si veda supra, paragrafo 5, fig. 104.

172

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 122. Insediamenti della tarda età romana nella Puglia meridionale (rielab. da De Mitri 2010).

delimitato da muri costruiti con blocchi reimpiegati, al centro del quale si è conservato un fornello (Fig. 125).

la situazione emersa in via Quarto dove le indagini hanno riportato alla luce modesti resti di abitazioni romane e un battuto stradale del III-IV sec. d.C. (n. 98a).

Per quanto riguarda la rete viaria in uso nell’età tardoimperiale, le testimonianze risultano piuttosto numerose; molti degli assi stradali individuati rimarcano i tracciati già esistenti nelle epoche precedenti, con rifacimenti successivi dei piani di calpestio (nn. 65b, 81, 87, 95, 96, 99b, 100b).

Nel Fondo S. Antonio (n. 67c), la fase è attestata dai materiali presenti nei riempimenti di alcune cisterne e buche di scarico: qui, l’assenza di strutture murarie indica che il quartiere non era residenziale, ma adibito forse ad area per l’approvvigionamento idrico o a zona per la gestione del bestiame. Esso si trovava comunque in posizione marginale rispetto al cuore dell’abitato.

Tracce di frequentazione genericamente riferibili alle fasi comprese tra il IV e il VI sec. d.C. sono emerse in diverse aree del centro (via A. Manzoni - n. 91) o situate ai margini del contesto urbano (fondi Casili, Aia La Corte e Vigna nn. 75, 106c, 108a), come nel caso di via Molise, dove i livelli di occupazione risultano associati ad un muro di terrazzamento probabilmente costruito per lo sfruttamento agricolo del comparto (n. 105).

Nella piazza Dante (n. 97b), dove gli scavi stratigrafici hanno permesso di documentare la presenza di un importante complesso santuariale messapico, sono stati recuperati anche elementi significativi di un’occupazione nel periodo compreso tra le fasi tardoromane e l’epoca altomedievale. Lo spazio che per tanti secoli aveva mantenuto una valenza sacra, viene destrutturato: in particolare, tra il III ed il IV secolo, uno dei recinti cultuali scoperti viene trasformato in ambiente abitativo,

L’insieme delle evidenze archeologiche passate in rassegna mostra come l’abitato di Vaste in questa fase cronologica 173

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 123. Rinvenimenti di tarda età imperiale.

174

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 124. Via SS. Martiri (n. 90b): pavimentazione a tasselli.

Fig. 125. Piazza Dante (n. 97b): vano abitativo con fornello.

175

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) sia abbastanza strutturato, per quanto concerne l’assetto urbano e la viabilità, pur occupando una superficie piuttosto modesta, certamente minore rispetto a quella dell’insediamento messapico.

appartengono ad un gruppo sociale benestante: la presenza di tombe ad arcosolio con coperture a doppio spiovente, la composizione dei corredi (Fig. 128), gli studi di paleopatologia e paleonutrizione218.

Il territorio che fa da cintura all’insediamento non mostra segni di cesura nel passaggio tra la fase medio-imperiale e quella tarda, analogamente a quanto riscontrato per il settore cittadino.

La presenza di questo complesso di culto, così articolato e peculiare, collocato proprio lungo le vie di comunicazione con Otranto, dove dal VI secolo è certamente documentata la sede episcopale, sembra costituire polo di aggregazione all’interno di un comparto rurale la cui vitalità è documentata anche dai dati acquisiti attraverso le ricerche su scala territoriale219.

Dai nuclei più prossimi all’abitato (località il Piano e Fondo Caggiole Piccole - nn. 59c, 110) si passa ad un comprensorio molto più vasto, che include aree caratterizzate da una notevole presenza di reperti ceramici e laterizi inquadrabili tra il IV ed il VI sec. d.C.: esse non solo attestano la persistenza di aggregati rurali sparsi, ma anzi evidenziano una crescita rispetto al periodo precedente (nn. 2, 3, 4, 30, 48, 53); costante rimane la concentrazione di siti nel settore a nord-est di Vaste, in corrispondenza dei rilievi della Serra di Poggiardo.

L’esistenza di molteplici nuclei abitati secondari nel territorio, infatti, è testimonianza di una campagna organizzata in forme di occupazione stabile, aggregati sparsi o villaggi pienamente inseriti nei circuiti commerciali, come dimostra chiaramente la presenza di manufatti di varie produzioni, ma anche partecipi della fitta rete di scambi e relazioni fra l’entroterra ed i maggiori centri urbani.

Un discorso simile a quello proposto per la viabilità urbana si può fare anche per la rete stradale extraurbana, poiché i dati archeologici documentano la continuità d’uso dei tracciati viari esistenti nelle epoche precedenti, talvolta fin dall’età messapica, lungo i quali, non a caso, si collocano spesse volte i nuclei abitati delle campagne (nn. 4, 44a, 52).

In questo quadro di vivaci contatti si colloca anche la diffusione della nuova religione nelle campagne ed il complesso di Vaste si configura come una delle più importanti attestazioni di come la circolazione di idee, costumi e forme di culto raggiungano tutte le compagini della popolazione220. V.M.

Le ricognizioni effettuate nel 1991 ci forniscono, inoltre, un dato relativo ad un piccolo nucleo cimiteriale, localizzato a SE di Vaste, che però non ha restituito informazioni precise sulla cronologia del contesto (Fondo Caggiole Piccole - n. 114).

9. Età medievale (VII - XV secolo) Per quanto riguarda l’occupazione del territorio di Vaste e Poggiardo in età medievale le informazioni che possediamo sono ancora piuttosto modeste e provengono, per la maggior parte, dalle esplorazioni effettuate in concomitanza con lavori di edilizia privata e con la messa in opera dei sottoservizi nell’ambito dell’area urbana di Vaste (Fig. 129). In alcune trincee urbane, infatti, sono stati intercettati livelli di frequentazione riferibili al periodo in questione e grandi quantità di reperti ceramici, per lo più suppellettile da mensa e da fuoco221.

Un discorso a parte merita la scoperta del complesso paleocristiano del Fondo Giuliano (n. 49c). Nel territorio a nord-est di Vaste, agli inizi degli anni novanta del secolo scorso, furono individuati i resti appena affioranti di una struttura absidata. Da tale evidenza prese avvio un programma di indagini sistematiche che hanno permesso di portare in luce un impianto monumentale che comprende tre edifici di culto, costruiti in successione nella stessa area, ed un grande nucleo cimiteriale. La prima chiesa fu edificata nella seconda metà del IV sec. d.C.: il monumento è stato interpretato come martyrium, sia per le caratteristiche planimetriche che per la stretta connessione con la catacomba collocata alle sue spalle. Il complesso rappresenta uno degli edifici di culto cristiano più antichi esistenti in Puglia e la sua scoperta riveste una notevole importanza ai fini dello studio delle vicende legate alla diffusione del Cristianesimo nel territorio salentino.

E’ attualmente in corso una tesi di dottorato incentrata sullo studio dei resti antropologici di Vaste (G. Tulumello, dottorato in Scienze del patrimonio culturale - Università del Salento, XXXII ciclo - tutor prof. G. Mastronuzzi). 219 Cfr. in sintesi De Mitri 2010, pp. 45-46, fig. 21. 220 Si vedano le considerazioni di F. D’Andria in D’Andria, Mastronuzzi, Melissano 2006, pp. 280-283. 221 Si segnalano qui solo i principali contesti recuperati, rimandando l’approfondimento delle tematiche ad altra sede, anche in considerazione del fatto che non è stato ancora possibile avviare uno studio sistematico degli assemblaggi ceramici di epoca medievale (alcune brevi considerazioni preliminari sono state proposte da P. Caprino in Mastronuzzi, Melissano 2015, pp. 104-107). Un discorso ancora più ampio e complesso riguarda la contestualizzazione insediativa dei due luoghi di culto rupestri noti a Poggiardo e nella località SS. Stefani (in sintesi, per la chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli: De Giorgi 2015; per la chiesa rupestre dei SS. Stefani: Falla Castelfranchi 2015). 218

Nel corso delle campagne di scavo, susseguitesi negli anni fino ad oggi (Fig. 126), sono stati esplorati i tre edifici ecclesiastici, ossia la piccola chiesa martiriale, la basilica a tre navate costruita nel VI secolo e quella altomedievale (Fig. 127), e indagate più di 100 tombe appartenenti al cimitero che occupa tutta l’area circostante. Molti elementi concorrono a dimostrare che le sepolture 176

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 126. Fondo Giuliano (n. 49c): vedute da drone nel corso della campagna di scavi 2018.

A Vaste, in via E. Toti (n. 99d), in particolare, è stato portato in luce un grosso butto di materiali ceramici insieme a frammenti di vetro, scorie metalliche e ossa animali (Fig. 130). Il vasellame presente all’interno dello scarico risulta inquadrabile nella prima metà del XIV secolo, mentre la formazione del contesto dovrebbe giungere fino alla fine dello stesso secolo. Il complesso comprende una notevole quantità di anfore per acqua, dipinte con motivi a spirale, ed una ricca tipologia di pentole a pareti molto sottili. Tra le ceramiche invetriate spicca la presenza di alcuni esemplari di scodelle e piatti con raffigurazione di stemmi araldici, uno dei quali rappresenta uno scudo gotico con guiggia fiancheggiata da sei stelle (Fig. 131, a sinistra); sulla base di alcuni confronti, ma ancora in via del tutto ipotetica, tale blasone potrebbe essere ricondotto alla famiglia dei Roger, che aveva dato al papato avignonese ben due pontefici, Clemente VI, e il nipote di questi Gregorio XI. Lo stemma con semplice

stella stilizzata (Fig. 131, a destra) condurrebbe, invece, alla famiglia Del Balzo. La composizione del complesso, con una campionatura ricca e variegata di suppellettili e resti di pasti a base di carni, unitamente all’ubicazione dello scarico, hanno indotto a collegare il contesto alla vita delle persone, certamente di ceto elevato, che abitavano o frequentavano il vicino Palazzo Baronale ed ad interpretarlo come “immondezzaio del castello”. Sempre nel corso delle ricerche di archeologia urbana a Vaste, tracce dell’abitato medievale sono emerse in via B. Brin (n. 95) e nella piazza Dante (n. 97b)222. Nel primo caso l’evidenza è rappresentata da un battuto stradale che riprende 222 In via Principe Umberto (n. 103a) una grande cisterna risulta colmata con materiali databili tra XVI e XVII secolo. Più modesti i ritrovamenti in via G. Carluccio (n. 80) e via SS. Martiri (n. 88).

177

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 127. Fondo Giuliano (n. 49c): ricostruzioni 3D degli edifici di culto (arch. F. Gabellone, CNR IBAM – Lecce).

178

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 128. Fondo Giuliano (n. 49c): selezione di vasi in vetro da corredi funerari.

il tracciato di prima e tarda età imperiale, sovrapponendosi ad esso. Nell’area della piazza, la fase di occupazione di età romana successiva all’abbandono del luogo di culto messapico, è seguita da una frequentazione altomedievale del settore, testimoniata dalla presenza di materiali databili all’VIII-IX sec. d.C., tra i quali risalta la presenza di vasellame realizzato in pietra ollare. Inoltre, all’interno delle cavità si riconoscono strati che documentano l’uso delle stesse come buche di scarico, dall’età tardoellenistica fino ad età medievale. Alcune di esse, insieme a pochi resti di strutture murarie di incerta destinazione, appaiono riconducibili alle prime fasi di vita del vicino palazzo baronale.

di un terzo edificio religioso, costruito fra l’VIII ed il IX sec. d.C. sui resti della precedente basilica a tre navate (n. 49c)223. La chiesa altomedievale riutilizza l’abside ancora esistente ed ha navata unica, all’interno della quale trovano spazio quattro piccole cappelle laterali su ciascun lato (Fig. 133). E’ presente il nartece. Non lontano dal complesso paleocristiano del Fondo Giuliano, si colloca la chiesa rupestre detta dei SS. Stefani (n. 45a), posta nelle vicinanze di un percorso viario che collegava fin da epoca classica l’abitato di Vaste alla vicina Otranto (n. 44a). Il monumento, ricavato nel banco calcarenitico, rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura rupestre presenti in Puglia e trae il nome dalla triplice raffigurazione del protomartire Stefano sulle pareti interne (Fig. 134). Presenta in facciata tre ingressi con archi voltati inquadrati da lesene. L’interno si articola in tre navate divise da pilastri quadrangolari e concluse da altrettante absidi. Di grande rilevanza e complessità è il ciclo di affreschi, parzialmente conservati, che decorano l’interno, interessando le pareti, le nicchie ed i pilastri. Venne realizzato in più fasi, dal tardo X alla fine del XIV secolo. All’ultima fase, precisamente datate da un’iscrizione in greco al 1379-80, appartengono le immagini dell’abside centrale in cui è rappresentata una scena che fa riferimento all’Apocalisse di S. Giovanni (Fig. 135).

Siti con concentrazione di frammenti fittili di epoca medievale sono stati individuati in diverse zone del territorio, intorno a Vaste (n. 4) e alla periferia di Poggiardo (n. 54): tra queste si segnala l’area del casino Colafati (n. 9), nella quale la notevole presenza di ceramica da cucina e da mensa, insieme a laterizi, autorizza ad ipotizzare l'esistenza di un villaggio. La presenza di tombe, prive di elementi di corredo, attribuite ad epoca medievale sulla base della tipologia, è documentata sia da notizie di vecchi rinvenimenti (Fondo Giardino Grande - n. 10), che da scavi recenti realizzati per la rete fognaria di Poggiardo (via delle Gardenie - n. 61, Fig. 132). Per quanto riguarda il complesso paleocristiano di Fondo Giuliano, si è già avuto modo di menzionare l’esistenza

223

179

Si veda supra, paragrafo 8, fig. 127, in basso.

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) Tab. 11. Ritrovamenti della tarda età imperiale N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

2

Contrada La Grande

Area di frr. fittili*

8

3

Località La Pezza

Area di frr. fittili*

9

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili, asse stradale*

12

30

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili*

19

44a

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

48

Strada vicinale Crocicchie

Area di frr. fittili*

20

49c

Fondo Giuliano

Chiese e cimitero****

20

52

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

53a, b

Contrada S. Andrea

Aree di frr. fittili*

21

59c

Località Il Piano

Area di frr. fittili*

24

65b

Fondo S. Antonio - Asilo

Asse stradale***

24

67c

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Tracce di frequentazione***

24

75

Fondo Casili

Tracce di frequentazione**

25

81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale***

25

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Abitato***

25

87

Vaste - via A. Manzoni

Asse stradale***

25

89

Vaste - via Altipiani

Abitato***

25

90b

Vaste - via SS. Martiri

Terme ***

25

91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione**

25

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato, asse stradale***

25

95

Vaste - via B. Brin

Asse stradale***

25

96

Vaste - piazza Dante - propr. Primitivo

Asse stradale***

25

97b

Vaste - piazza Dante

Abitato****

25

98a

Vaste - via Quarto

Abitato***

25

99b

Vaste - via E. Toti

Asse stradale***

25

99d

Vaste - via E. Toti

Abitato***

25

100b

Vaste - via Isonzo

Assi stradali***

25

103a

Vaste - via Principe Umberto

Abitato ***

25

105

Vaste - via Molise

Tracce di frequentazione***

25

106c

Fondo Aia La Corte

Tracce di frequentazione**

25

108a

Fondo Vigna

Abitato, tracce di frequentazione**

25

110

Fondo Caggiole Piccole

Area di frr. fittili**

25

114

Fondo Caggiole Piccole

Tombe*

25

della tradizione pittorica rupestre pugliese, è caratterizzato da un susseguirsi di pannelli con figure di santi, immagini della Vergine, a volte con il Bambino, e di Cristo. Oggi il Museo degli Affreschi di S. Maria degli Angeli fa parte del Sistema Museale di Vaste e Poggiardo.

A Poggiardo, in via Don G. Minzoni, si trova un’altra chiesa rupestre (n. 13), indicata con riferimento a S. Maria degli Angeli. L’escavazione del luogo di culto nella roccia si data intorno all’anno Mille, mentre la sua decorazione pittorica risale alla fine del XII secolo. Il monumento medievale è ritornato alla luce nel 1929, dopo che per secoli era rimasto inglobato al di sotto di complessi edilizi costruiti tra la fine del ‘600 ed il ‘700. Le preziose pitture murali, nel secolo scorso, sono state trasferite in uno spazio appositamente allestito in Piazza Episcopo a Poggiardo, dove la disposizione originaria degli affreschi è riproposta nella ricostruzione planimetrica della chiesa, a croce greca con tre absidi (Fig. 136). Il programma iconografico delle decorazioni, che si inserisce nel quadro

V.M. Un’epigrafe murata in corrispondenza del lato nord della torre del palazzo baronale di Vaste attesta la possibile esistenza nell’XI secolo, nell’area di piazza Dante, di un edificio di culto, fatto costruire da un certo Michele l’Africano nel 1054. La quasi assoluta indisponibilità di fonti rende comunque difficile ricostruire le vicende 180

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 129. Rinvenimenti di età medievale.

181

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 130. Museo Archeologico: allestimento dello scarico medievale di via E. Toti (n. 99d).

Fig. 131. Via E. Toti (n. 99d): piatti con stemmi araldici.

182

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 132. Via delle Gardenie (n. 61): tomba n. 2.

Fig. 133. Fondo Giuliano (n. 49c): chiesa dell’VIII-IX secolo.

183

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 134. Chiesa rupestre SS. Stefani (n. 45a): dettaglio di S. Stefano (foto G. Carluccio).

184

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 135. Chiesa rupestre SS. Stefani (n. 45a): dettaglio dell’abside centrale.

1378225. La distruzione di Vaste, nell’ambito delle lotte fra Normanni e Bizantini, avrebbe dato origine a numerosi casali, fra cui quello di Poggiardo226.

insediative di Poggiardo e Vaste, in particolar modo per i secoli XII-XIV224; a seguito della distruzione operata, secondo la tradizione, dal normanno Guglielmo I detto il Malo nel 1156-7, Vaste compare ancora come «casale diruto» in un documento della Cancelleria Angioina del

Le prime notizie su questo nucleo di abitato, organizzato verosimilmente intorno alla chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli, rimontano alla seconda metà del XII secolo227.

224 Per il centro di Vaste si veda in part.: Rausa 2001, Mantovano 2015a; vedi anche: Carluccio 2015, De Santis 2015a, Ghio 2015a, Malinconico 2015, oltre ai contributi di P. Caprino e F. Malinconico in Mastronuzzi, Melissano 2015. Il feudo di Vaste, con l’avvento di Tancredi (conte di Lecce incoronato re a Palermo nel 1190) fu concesso ad Alessandro dei Goti, per poi passare nel 1275 alla famiglia De Marco. In seguito, sotto gli Orsini, divenne parte del Principato di Taranto; dal 1327 venne infeudato ai Guarini, che al momento della vendita (1377-78) lo divisero in due parti, destinate ad essere distinte fino al 1610 quando vennero riunificate da Francesco Acquaviva d’Aragona. La prima quota passò da Folco de Vigilio alla Mensa Vescovile di Castro, poi ai Guarini, ai Balduini, ai Sergio e ai Marulli; la seconda, acquistata da Roberto Santacroce, appartenne ai De Cicinizio, ai Dell’Antoglietta e, dal 1520, ai Delli Falconi (vedi Rausa 2001, pp. 45-50).

225 Si tratta dei Cedularia Terrae Idronti, fatti compilare al tempo di Carlo di Durazzo (si veda Rausa 1995, vol. I, p. 252); la notizia della distruzione di Vaste è riportata nelle Cronache del Coniger, manoscritte nel Cinquecento e pubblicate nel 1700 a Brindisi. 226 Per il centro di Poggiardo si veda: Vilei 1990, Rausa 1995, Mantovano 2005, Mantovano 2008, Mantovano 2011, Mantovano 2015b; inoltre: De Santis 2015b, De Santis 2015c, Ghio 2015b, Giangreco 2015, Mantovano 2015c, Vilei 2015. 227 Il riferimento è al Catalogus Baronum Neapolitano in Regno versantium, qui sub auspiciis Gulielmi cognomento Beni expeditionem ad Terram Sanctam sibi vindicatum susceperunt (si veda Rausa, 1995, vol. I, pp. 21, 244).

185

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 136. Museo degli Affreschi: allestimento della chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli (n. 13).

Tab. 12. Ritrovamenti di età medievale N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Foglio

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili*

12

9

Casino Colafati

Area di frr. fittili*

16

10

Fondo Giardino Grande

Tombe**

18

13

Poggiardo - via Don G. Minzoni

Chiesa rupestre**

18

44a

Località SS. Stefani

Asse stradale*

20

45a

Località SS. Stefani

Chiesa rupestre***

20

49c

Fondo Giuliano

Chiese****

20

54

Poggiardo - via Monte Grappa

Area di frr. fittili, tracce di frequentazione*

23

61

Poggiardo - via delle Gardenie

Tombe****

24

80

Vaste - via G. Carluccio

Abitato, tracce di frequentazione**

25

88

Vaste - via SS. Martiri

Abitato****

25

95

Vaste - via B. Brin

Asse stradale***

25

97b

Vaste - piazza Dante

Abitato, tracce di frequentazione****

25

99d

Vaste - via E. Toti

Abitato***

25

Tra la fine di questo e l’inizio del successivo si colloca la costruzione di una torre a pianta rettangolare su tre livelli (collegati da una scala a chiocciola ricavata in spessore di muratura), nucleo originario del futuro castello. Nel 1269 Poggiardo figura in un altro documento, stilato dalla cancelleria di re Carlo, per la sua fedeltà agli Angioini nell’ambito del conflitto con gli Svevi; nel 1284 e poi

ancora nel 1378 risulta citato come casale da documenti dei Registri e della Cancelleria angioini. Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo il centro, dal 1443 infeudato alla famiglia Guarini, viene cinto da mura protette da un fossato e difeso da un castello. Risale al XIV secolo la costruzione dell’ospedale intitolato a S. Giacomo con l’annessa chiesetta, primitiva parrocchiale. Nel corso del 186

Fasi di occupazione dell’insediamento

Fig. 137. Piazza Dante: la chiesa della Madonna delle Grazie con la torre e il palazzo baronale (foto G. Carluccio).

come punto di avvistamento contro le scorrerie turche e piratesche. Intorno ad essa, che nel corso del Cinquecento comincia ad assumere i caratteri di una prima residenza fortificata, si aggrega un piccolo insediamento, la “Terra”, che occupa la superficie di circa un ettaro, e al cui interno troverà posto anche la primitiva chiesa parrocchiale, fatta costruire, verosimilmente agli inizi del XVI secolo, dai vescovi di Castro padroni di Vaste fino al 1527 e dedicata a S. Maria delle Grazie229.

Quattrocento vengono edificate alcune chiese minori, ora scomparse: la chiesa di S. Pietro nel “Borgo” e quelle extraurbane di S. Brizio (nota nella seconda metà del XVI secolo con il titolo di S. Giuliano) e di S. Maria della Barra. La “Terra” medievale, che occupava una superficie di 1,7 ha, di forma pressoché rettangolare con impianto ortogonale regolare, è tuttora riconoscibile nell’area ricompresa fra le attuali piazza Umberto I e corso G. Matteotti a nord, via Principe di Piemonte a est, viale G. Capreoli a sud e via Duca degli Abruzzi e piazza Regina Margherita a ovest. In corrispondenza del lato est si andranno a concentrare le sedi del potere civile (il castello, futuro palazzo ducale) e religioso (la parrocchiale, intitolata a S. Salvatore, completata alla fine del Cinquecento sul sito della chiesa quattrocentesca di S. Giuliano228 e, più tardi, l’episcopio).

Sia Vaste che Poggiardo non passarono indenni dalle scorrerie turche che portarono prima alla presa di Otranto (1480) e poi alle devastazioni di Castro (1537, 1573). A partire dal 1560, come testimonia un’iscrizione incisa sull’architrave della porta di ingresso al primo piano, Ottavio dei Falconi, barone di Vaste, fece ampliare il castello, convertendolo in palazzo feudale (Fig. 138).

Verso la fine del Quattrocento anche il centro di Vaste assume fisionomia e dignità di “Università” o comune. Tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo si data la torre quadrangolare, elemento originario del palazzo baronale (Fig. 137); isolata e su tre livelli venne costruita

Anche Poggiardo viene ricostruito, ampliato e ripopolato con i profughi di Castro stessa, divenendo alla fine del

229 La chiesa, a pianta rettangolare e coperta da un tetto a falde, ospitava quattro altari, dedicati rispettivamente alla Madonna del Rosario, all’Immacolata Concezione, alla Madonna delle Grazie; il quarto, eretto a spese del feudatario Giovanni Antonio Delli Falconi, era dedicato a S. Carlo (si veda Rausa 2001, p. 291; De Santis 2015a).

L’edificio, ad unica navata rettangolare, insisteva su gran parte del sito attualmente occupato dalla matrice, aveva accesso dal lato ovest e ospitava all’interno nove altari (vedi Rausa 1995, vol. 2, pp. 80 e ss.).

228

187

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. 138. Palazzo baronale: iscrizione di dedica sul portale (foto G. Boffa).

XVI secolo il centro più popoloso della diocesi. Il castello viene rinforzato con una torre rotonda ed un rivellino (oggi scomparso) in corrispondenza del lato est, rivolto verso la costa adriatica. Nel corso del secolo, quando il centro ospita una rinomata scuola umanistica che vanta fra i suoi allievi il poeta leccese Scipione Ammirato, la “Terra” assume una conformazione non dissimile da quella attuale, attraverso processi di demolizione e ristrutturazione dei fabbricati preesistenti e la costruzione di nuove abitazioni e palazzi signorili, come i palazzi Sossi Sergio (che ingloba le strutture dell’ospedale di S. Giacomo), Pipino e Lucrezio. Contestualmente si assiste alla costruzione di altri edifici sacri: le scomparse chiesette di S. Sofia, S. Maria di Loreto, S. Nicola e S. Salvatore nel borgo e, fuori le mura, quelle distrutte di S. Stefano e di S. Maria degli Angeli con il relativo convento, oltre alla chiesa e convento di S. Francesco e la cripta della Madonna della Grotta. A partire dal 1572 viene edificato l’episcopio, realizzato in corrispondenza di un tratto della cinta muraria e articolato su due piani, contemporaneamente al trasferimento della sede vescovile di Castro. F.G.

188

VII Nota conclusiva All’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, a seguito di segnalazioni di rinvenimenti in epoche più o meno recenti e di notizie d’archivio, fonti letterarie e bibliografiche, si diede avvio alle ricerche sistematiche nel sito di Vaste, moderna frazione del Comune di Poggiardo. Il programma di indagini, condotto con campagne di scavo e ricognizioni territoriali annuali, è stato a lungo diretto dal prof. Francesco D’Andria.

A partire dall’età del Ferro emerge il nucleo abitativo di Vaste. Nelle prime fasi riconducibili al IX sec. a.C. sopravvive anche l’insedimento in contrada Li Reali e tracce riferibili a questa fase si riconoscono ancora nella località SS. Stefani. I dati archeologici mostrano come l’abitato di Vaste emerga progressivamente, strutturandosi in forme via via più articolate. I gruppi di capanne sono compresi all’interno di un perimetro definito da un muro ad aggere; mentre, all’esterno, verso nord, è stata individuata una grande area destinata a pratiche cultuali. Manca qualsiasi elemento riferibile alla pratica funeraria, coerentemente con quanto è noto fino ad ora per tutta la Puglia meridionale.

A quasi quaranta anni dall’inizio delle esplorazioni, la redazione della carta archeologica di Vaste e del suo territorio si propone come strumento imprescindibile di conoscenza ma, al tempo stesso, di pianificazione e di valorizzazione delle risorse culturali, ambientali e paesaggistiche. Già nel 1981 fu proposta una prima elaborazione di carta archeologica di Vaste, ma l’acquisizione di nuovi dati pone oggi la necessità di un suo aggiornamento. Per di più, nei mesi finali del 2018, l’amministrazione comunale di Poggiardo ha deciso di avviare le procedure per la progettazione del PUG – Piano Urbanistico Generale. Esso, in quanto strumento di disciplina urbanistica, si propone di impostare in maniera consapevole le direttrici del suo sviluppo tenendo in considerazione le possibili trasformazioni fisiche e funzionali e le esigenze di salvaguardia in riferimento ai segni che l’uomo e la storia hanno fissato nel paesaggio.

Le grandi trasformazioni che investono la regione apula a partire dalla metà del VI sec. a.C. si riconoscono anche a Vaste. In questa fase sono presenti due nuclei insediativi: a quello più consistente in corrispondenza del centro moderno si affianca la documentazione nell’area della località SS. Stefani. Nell’ambito di una documentazione spesso frammentaria, si individuano le case con fondazioni ed elevato in pietre e tetto pesante, distribuite lungo percorsi stradali che si adeguano alla morfologia del territorio. Manca una cinta di fortificazione, sostituita, in forma simbolica, da un anello di luoghi di culto: essi appaiono strumento funzionale al controllo delle aree a destinazione agricola, che, contestualmente, vengono poste così sotto la protezione di dei e/o antenati. Nella località SS. Stefani sono stati recuperati elementi riferibili al culto unitamente a strutture legate ad attività artigianali: una fornace per laterizi ed una grande cava per l’estrazione di pietra da taglio. Nell’ambito della fase arcaica emerge anche la documentazione relativa agli aspetti funerari. Le inumazioni con corpo rannicchiato sono accompagnate da corredi distinti per genere e status; in particolare, i maschi adulti sono contraddistinti dal cratere, mentre la femmine dall’olla o dalla trozzella.

La storia delle scoperte e della ricerca archeologica sistematica a Vaste e nel suo comprensorio sono diventate il punto di partenza per la creazione di un archivio di dati affiancato ed interfacciato con adeguate elaborazioni cartografiche. Un GIS così realizzato non rappresenta il punto di arrivo di una ricerca, bensì è il presupposto ineludibile per studiare un comprensorio geografico, in particolare nell’ambito di una prospettiva diacronica. Il GIS consente così di registrare le tracce della presenza umana, di riconoscere le modalità insediative e di cogliere le trasformazioni nell’arco dei secoli.

La seconda metà del V e la prima metà del IV sec. a.C. rappresentano un secolo di crisi per tutto il sistema insediativo nella Puglia meridionale, con forme di abitato difficilmente riconoscibili, sparse nel territorio. Tuttavia, a fronte della difficoltà di isolare contesti stratigrafici relativi a questo ambito cronologico, emerge una straordinaria ricchezza nell’attestazione di oggetti di importazione all’interno delle sepolture: i vasi attici a figure rosse vengono affiancati e poi sostituiti dai prodotti delle officine magnogreche di Taranto e Metaponto. Interessante è anche il dato numismatico che mostra attestazioni di zecche dell’opposta sponda adriatica e delle poleis dell’arco ionico dell’Italia meridionale.

L’insediamento stabile nel territorio di Poggiardo risale all’età del Bronzo. Per questa fase i dati archeologici risultano molto modesti e di difficile lettura, ma, nonostante ciò, si possono riconoscere almeno tre diversi nuclei insediativi. Oltre a quello individuato in corrispondenza dell’abitato moderno di Vaste si riconoscono il sito di contrada Reali e gli elementi identificati nella località SS. Stefani. Purtroppo la scarsa consistenza delle evidenze non consente di definire con esattezza gli aspetti cronologici dell’occupazione di queste aree, dunque di comprendere se i diversi nuclei di abitato siano in vita contemporaneamente o, con la loro dislocazione, siano il riflesso di cambiamenti nella diacronia.

A partire dalla metà del IV sec. a.C. il centro di Vaste assume caratteristiche di tipo urbano. All’interno di una superficie

189

di ca. 70 ha, delimitata da un circuito murario in cui si riconoscono diversi periodi costruttivi, sono compresi i quartieri di abitazione, i luoghi di culto, le aree a destinazione artigianale ed i settori di necropoli legati ai nuclei famigliari aristocratici. Sono anche documentati gli spazi comuni, come un portico nell’area centrale dell’insediamento ed una grande piazza in posizione decentrata. Tanto nei contesti abitativi, quanto in quelli funerari e cultuali è possibile riconoscere elementi dell’articolazione della compagine sociale. Ai gruppi dominanti si riferiscono le abitazioni di maggiore estensione e pregio, con netta distinzione degli spazi funzionali ed aree per la celebrazione di riti collettivi. Presso il grande edificio a L del Fondo S. Antonio il rinvenimento del tesoretto di 150 stateri di argento costituisce una significativa conferma della connessione della struttura con un gruppo famigliare emergente. A individui di rango aristocratico si devono ovviamente riferire le grandi tombe a camera, come l’ipogeo delle Cariatidi, ma anche le strutture a semicamera in cui i defunti vengono accompagnati da ricchi corredi.

mostrano continuità con le fasi precedenti e particolarmente rilevante risulta la documentazione riferibile ai reperti mobili tra cui si riconoscono oggetti di importazione provenienti sia dall’Oriente che dall’Occidente. Anche i siti rurali, per i quali si registra un nuovo incremento, confermano questo quadro. Particolarmente rilevante è un nucleo insediativo rupestre del III secolo identificato nell’area della località SS. Stefani. Ulteriore crescita dell’insediamento e delle modalità di occupazione delle campagne si registra tra il IV e il VI secolo. Nel centro di Vaste la continuità insediativa e l’accresciuta vitalità del centro si possono leggere nei numerosi contesti stratigrafici, relativi a case e strade, ma anche ad una piccola struttura con funzione di balneum, forse annessa ad un edificio residenziale. Accanto ai materiali ceramici, comprendenti le sigillate ed i contenitori da trasporto di produzione nordafricana ed orientale, le attestazioni di monete in bronzo sono assai ricorrenti. In questa fase del resto è documentato un elemento che costituisce un forte catalizzatore dell’insediamento rurale sparso: la fondazione, nella secona metà del IV secolo, dell’edificio di culto cristiano, con funzione di martyrium, nel Fondo Giuliano. Attorno ad esso nei due secoli successivi si sviluppa un’estesa area cimiteriale della quale sono state identificate diverse centinaia di tombe, delle quali oltre 100 sono state oggetto di scavo stratigrafico. Nell’area l’occupazione si protrae con la costruzione di una basilica dopo la guerra greco-gotica (535-555 d.C.) e poi con la trasformazione del grande impianto in un edifico di più piccole dimensioni, nell’VIII-IX secolo.

Capillare risulta l’occupazione del territorio circostante l’insediamento fortificato: esemplare di una documentazione assai ampia è la fattoria del Fondo Lucernara. La conquista romana della Puglia segna l’avvio di un nuovo periodo di contrazione del popolamento nel Salento, ma sono pochi gli insediamenti che mostrano tracce evidenti di distruzione ed abbandono. A Vaste si riscontra una drastica riduzione dell’area destinata alle abitazioni all’interno del perimetro definito dal tracciato delle mura messapiche. Queste erano state in parte danneggiate soprattutto a causa di un evento sismico verificatosi nel III sec. a.C. Negli anni a cavallo tra il III ed il II sec. a.C. è possibile datare l’abbandono di alcune strutture e dell’importante luogo di culto posto al centro della città messapica in piazza Dante. Le abitazioni del II-I sec. a.C. spesso si sovrappongono a quelle delle fasi precedenti, riutilizzandone le fondazioni a grandi blocchi. In maniera analoga sopravvivono i percorsi stradali attraverso successivi rifacimenti. Un aspetto particolarmente significativo è rappresentato dal riempimento di cisterne intorno alla metà del II sec. a.C., quando interi quartieri residenziali perdono definitivamente tale funzione venedosi a trovare in posizione marginale rispetto al nucleo centrale dell’insediamento. In questa fase mancano nuovamente le attestazioni di contesti funerari, con l’esclusione di qualche raro esempio di continuità d’uso di aree di necropoli legate a nuclei famigliari. Nel territorio il numero dei siti rurali risulta fortemente ridotto rispetto all’età ellenistica.

Per quanto attiene all’occupazione del comprensorio di Poggiardo in epoca medievale i dati in nostro possesso sono ancora estremamente lacunosi. Non mancano i contesti stratigrafici recuperati nelle trincee scavate a Vaste per la messa in opera dei sottoservizi, tuttavia le ingenti quantità di materiali, prevalentemente inquadrabili tra il XIV ed il XVI secolo, devono ancora essere studiati analiticamente. Certamente a partire dal XII secolo è documetata l’esistenza di un centro abitato nell’area di Poggiardo, dove si colloca la chiesa rupestre di S. Maria degli Angeli. Mentre ad epoca precedente risale l’altro luogo di culto scavato nella roccia nella località SS. Stefani con cicli di affreschi che si datano dal X al XIV secolo. Tra il XIII e il XV secolo si pone anche la costruzione di strutture a fortificazione dei centri di Vaste e Poggiardo, a partire dalle quali si sviluppano, successivamente, le fabbriche del palazzo baronale, a Vaste, e del palazzo ducale a Poggiardo.

A partire dagli anni del principato di Ottaviano-Augusto per tutta la Puglia meridionale si avvia un periodo di crescita, testimoniata dall’aumento del numero degli insediamenti e da un’ampia circolazione di merci provenienti da tutto il Mediterraneo. Vaste è partecipe di tali processi, naturalmente giocando un ruolo di piccolo centro di campagna nell’entroterra dello scalo portuale di Otranto e nell’ambito di una regione gravitante sul municipium di Lupiae. In questa fase l’abitato è ancora addensato in corrispondenza dell’attuale centro storico; case e strade

La storia più recente del comprensorio è illustrata dai documenti d’archivio, dagli edifici di culto e da quelli pubblici e privati. Gli strumenti della ricerca archeologica possono contribuire all’indagine sulle trasformazioni dell’età moderna e contemporanea, ma ancor più idonei in questo caso sono i metodi della ricerca storica e l’analisi delle architetture, tematiche che esulano dai propositi di questo volume. G.M. 190

Concluding note In the early eighties of the last century, as a result of old and new findings, systematic researches started in Vaste, a hamlet near the town of Poggiardo. The investigation program was carried through with annual excavation campaigns and territorial surveys and has long been directed by professor Francesco D’Andria.

Stefani locality. However, archaeological data shows how the village of Vaste progressively develops, structuring itself in articulated forms. A perimeter defined by a wall includes groups of huts; outside, in the north, there is a large area for cult practices. Elements referable to funerary practice are missing, in line with what is known for this period throughout the southern Apulia region.

After 40 years since the beginning of the explorations, the drafting of the archaeological map of Vaste and its territory appears as an essential means of awareness but also as an instrument for the planning and the enhancement of cultural, environmental and landscape resources. Back in 1981 Gianni Carluccio processed an archaeological map of Vaste, but the acquisition of new data requires its update. Moreover, in the final months of 2018, the municipal administration of Poggiardo has set up the plans for PUG – a General Urban Plan. This is an instrument of urban planning which intends to photograph the layout of the municipal territory; consequently, it will set the guidelines for a sustainable development that cares about the possible physical and functional transformations and the needs of safeguarding the marks that men and history have left on the landscape.

The cultural, social and technical transformations of the Apulian people from the middle of the sixth century B.C. onward can also be found in Vaste. In this phase there are two settlements: the most consistent being located in the modern town centre, the second one is placed in the SS. Stefani area. In the context of a fragmentary documentation, we find houses with foundations and walls in stones and heavy roofs distributed along roads adapted to the territory morphology. There is not a fortification wall, but it is replaced, in a symbolic way, by a holy ring of cultic places: they appear as functional to the control of agricultural areas, and, at the same time, to guarantee their protection by gods and / or ancestors. Also, in the SS. Stefani area elements relating to activities of cult together with structures for craft activities have been discovered: a brick kiln and a large quarry for stone. Findings that are a testimony to the funerary world emerges in the archaic phase. Inhumations with huddled bodies are accompanied by burial items that indicate gender and status; in particular, adult males are related to the crater, while the females relate to jars such as the ‘olla’ and the ‘trozzella’.

The history of the discoveries and of the systematic archaeological research in Vaste and its district have become the starting point for the creation of a data archive flanked and interfaced with adequate cartographic elaborations. A GIS thus produced is not itself the point of arrival of a research, but an unavoidable premise to study a geographical area, especially in the perspective of diachronic shift. The GIS allows the reading of traces of human presence, the awareness of the settlement methods and makes it possible to recognise the changes over the centuries.

The second half of the fifth and the first half of the fourth century B.C. represent a period of crisis for the whole southern Apulia settlement system: new kinds of dwellings are scattered throughout the territory so they are difficult to distinguish. Isolating stratigraphic contexts related to this chronological period is very difficult but inside some burials there is an extraordinary wealth of imported objects: in particular the red figured vases from the workshops of Athens, Taranto and Metaponto. Also the numismatic data is interesting because it includes coins from the mints of the opposite Adriatic side and of the gulf of Taranto coasts.

The stable settlement in the territory of Poggiardo dates back to the Bronze Age. The archaeological data for this phase is very scanty and difficult to be read, however, at least three different settlements can be noticed. In addition to the one located in the modern residential area of Vaste, there are the site of the Reali district and the elements identified in the SS. Stefani locality. Unfortunately, the lack of consistency does not allow to precisely define the chronological aspects of the occupation of these areas in order to understand whether they existed contemporarily or whether their dislocation reflects changes in time.

From the middle of the fourth century B.C. the centre of Vaste acquires urban characteristics. Within a surface of approximately 70 ha, bounded by a wall circuit showing different construction periods, we can recognise residential areas, places of worship, workshop areas and necropolis sectors linked to aristocratic families. But we can also distinguish public buildings and common spaces such as a portico placed in the central area of the settlement and a large square in a peripheral position. In the housing

In the Iron Age, from the ninth century B.C. onward, the settlement of Vaste emerges. In the early stages of the Iron Age the site in the Reali district also survives and traces referable to this phase are still recognised in the SS.

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Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) contexts, as well as in the funerary settings and in the cultic areas, it is possible to recognise elements of specific social strata. The most powerful groups live in the houses of greatest extension and value, with a clear distinction of functional spaces and areas for the celebration of collective rites. The discovery of the treasure of 150 silver coins, near the large L-shaped building of Fondo S. Antonio, is a significant proof of the connection between the dwelling place and an aristocratic family group. To individuals of high social rank, we associate the large burial chamber, like the hypogeum of the Caryatids, and also the semi-chamber tombs where the dead are adorned with rich funerary items. Settlements in the area around Vaste are diffused and the farm of the Fondo Lucernara is particularly well documented.

the dwellings in the countryside. The settlement continuity in Vaste and the increased vitality of the centre can be read in the numerous stratigraphic contexts, related to houses and roads, but also to a small structure with the function of a balneum, which perhaps was attached to a residential building. Alongside the pottery, including North African and Eastern sigillata and amphorae, bronze coins are commonly found. In this phase another element is also documented as being a strong catalyst for the scattered rural settlements: the foundation of the Christian cult building, with the function of martyrium, in the Fondo Giuliano, in the second half of the fourth century. In the following two centuries an extensive cemetery area developed around it. Several hundred tombs have been identified and over a hundred have been investigated with stratigraphic method. In that area the occupancy continued with the construction of a basilica after the Greek-Gothic war (535-555 A.D.) and in the eighth - ninth century with the transformation of the large church into a smaller building.

The Roman conquest of Apulia marks the beginning of a new period of contraction of the settlement system, but only few settlements show evident traces of destruction and abandonment. There is a significant reduction of the Vaste area destined for housing within the perimeter defined by the layout of the Messapian walls. These were partly damaged, mainly due to a seismic event which occurred in the third century B.C. The abandonment of some houses and of the place of worship located in the centre of the Messapian city in piazza Dante can easily be dated between the end of the third and the beginning of the second century B.C. The dwellings of the second first century B.C. often overlap with those of the previous phases, reusing their block foundations. Similarly, the roads survive after renovation. A particularly interesting aspect is represented by the filling of cisterns around the middle of the second century B.C., when entire residential quarters, now in a marginal position in relation to the central nucleus of the settlement, definitively lose their function. In this period the burial contexts are missing again, except for some rare examples in the continuous use of necropolises linked to aristocratic groups. The number of rural sites in the Vaste surrounding area is now greatly reduced compared to the Hellenistic age.

With regards to settlement of the Poggiardo area in the Middle Ages, the data in our possession is still extremely lacking. Even if we have got much stratigraphic contexts, recovered in the trenches dug in Vaste for the implementation of the underground utilities, however, most of the findings, mainly pottery dating to the fourteenth sixteenth century, still need an analytical study. Certainly, starting from the twelfth century the existence of a town in the area of Poggiardo is documented, as shown by the rock church of S. Maria degli Angeli. The other place of worship dug into the rock in the SS. Stefani area includes various fresco cycles dating from the tenth to the fourteenth century. Between the thirteenth and the fifteenth century the fortification of the centres of Vaste and Poggiardo also began, and afterwards the baronial palace, in Vaste, and the ducal palace in Poggiardo were built. The most recent history of the district is illustrated by archival documents, religious buildings and public and private buildings. The tools of the archaeological research can contribute to the investigation of the transformations throughout modern and contemporary age, but the methods of historical research and the analysis of architecture are even more appropriate, and these matters are beyond the aims of this volume.

Starting from the years of Octavian-Agustus a period of growth spreads up throughout southern Apulia; it is witnessed by the increase in the number of settlements and by a wide circulation of goods coming from all over the Mediterranean. Vaste takes part in this process, in the role as a small country hamlet in the hinterland of the Otranto port and within a region gravitating to the Lupiae municipium. In this phase the inhabited area is still concentrated in the current historical centre; houses and roads show continuity with the previous phases and the documentation referring to mobile goods is particularly relevant: we can recognise imported objects coming both from the East and from the West of the Mediterranean. Even the rural sites, once again numerically growing, confirm this fact. Particularly significant is a third century rock settlement identified in the area of SS. Stefani.

G.M.

Between the fourth and the sixth century A.D. we can register a further growth of the settlement system including 192

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Appendice I Il DTM - Modello Digitale del Terreno - per la carta archeologica di Vaste Nel corso degli ultimi anni la tecnologia ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della ricerca archeologica, consentendo di approfondire e migliorare gli ambiti di intervento e di studio.

Si è dimostrata di estremo interesse, infatti, la sovrapposizione delle piante di fase, comprese in un arco cronologico che va dall’età del Bronzo fino ad epoca medievale (XV secolo), su un modello digitale del terreno (DTM235), scaricabile dal portale SIT Puglia, per comprendere la scelta insediativa delle genti che in passato hanno frequentato l’area che corrisponde all’odierno territorio di Vaste e Poggiardo.

Un ausilio molto importante viene offerto soprattutto dai software GIS (Geographic Information System230), in origine introdotti ed utilizzati dagli studiosi del settore per far fronte alla necessità di archiviare, processare ed analizzare grandi quantità di dati231. Una delle caratteristiche peculiari che distinguono un software GIS da altri programmi grafici, come ad esempio i CAD, è la capacità di utilizzare in modo integrato dati geografici e dati alfanumerici, lavorando con database spaziali sui quali operare analisi e ricerche di vario tipo e complessità.

Il programma utilizzato per gestire il Modello Digitale del Terreno è QGis v. 3.2, software open source, che include un’ampia gamma di plugins per gestire, analizzare e rappresentare tutta una serie di dati utili all’obiettivo finale del lavoro. Inizialmente, sono stati scaricati 12 DTM del foglio “527 Otranto” dal portale della Regione Puglia236, per coprire in maniera completa il territorio analizzato. Il DTM è distribuito in formato ASCII raster e si presenta come un grigliato regolare, con passo di griglia di 8 m. Il sistema di riferimento (sistema di coordinate proiettate) è il WGS84, con datum geografico UTM zone 33N.

I sistemi informativi geografici hanno vissuto, negli ultimi anni, una crescente diffusione e un notevole sviluppo, soprattutto dal punto di vista della funzionalità. La capacità dei GIS di indagare la superficie terrestre, di sovrapporre e manipolare i diversi strati informativi, di estrarre nuove informazioni esplicitando relazioni già presenti nella base dati, ma spesso difficili da percepire attraverso la semplice osservazione, li rende strumenti irrinunciabili non solo nelle attività di gestione e archiviazione del dato, ma anche in quelle di analisi spaziali232.

I singoli DTM sono stati importati sul software QGis, impostando il giusto sistema di coordinate, e uniti in modo da formare un unico modello digitale.

Di recente, i GIS, in ambito archeologico, sono stati utilizzati con lo scopo di simulare digitalmente il paesaggio antico e di favorire possibili ipotesi sulle dinamiche comportamentali delle popolazioni del passato233: i prodotti finali di questi lavori sono, ad esempio, le mappe di distribuzione, usate per descrivere ed interpretare la presenza di fenomeni o artefatti simili in precise e differenti aree geografiche, e come queste realtà cambiano e si sviluppano nel corso del tempo234.

Dal DTM è stato possibile derivare una serie di prodotti come le curve di livello, il raster delle pendenze (slope), il raster dell’illuminazione solare relativa (hillshade). 235 Una prima definizione del DTM venne introdotta nel 1958 da Miller e Laflamme del Massachussetts Institute of Technology (MIT), che ne descrissero in dettaglio lo sviluppo (Miller, Laflamme 1958, pp. 433442). Il DTM (digital terrain model) è un modello digitale che permette di conoscere l’altimetria di un terreno. Viene chiamato digitale perché è una cartografia di tipo raster, cioè un insieme di punti georeferenziati con coordinate ben precise a cui corrispondono quote assolute o relative (Mazzolai 1965, pp. 17- 61) in un sistema noto. Il DTM rappresenta l’andamento della superficie del suolo senza elementi antropici e vegetazionali. Può capitare, spesso, di leggere anche DSM (Digital Surface Model) e DEM (Digital Elevation Model): il primo è un modello digitale di superficie costituito da tutti gli elementi naturali e antropici (es. edifici, alberi, ponti), mentre il DEM è considerato molto simile al DTM. A tal proposito, si segnala qualche incertezza in letteratura sulle differenze esistenti tra i due modelli: in linea di massima si considera il DTM come un DEM a cui sono stati aggiunti particolari elementi morfologici (linee di scarpata e di impluvio, fiumi, laghi, …). A parte queste minime differenze, si tratta di modelli digitali di elevazione rappresentati da dataset raster con un valore di quota per ogni cella che li compone (http://www.gisresources.com/; si veda in generale Balasubramanian 2017); possono essere prodotti a partire da dati CAD e GIS, come curve di livello o punti quota, da rilievi topografici o eseguiti con laser scanner o ancora ottenuti da nuvole di punti generate da rilievi aerofotogrammetrici. Per ulteriori approfondimenti sull’argomento: Peverieri 1995, pp. 6979; Li, Zhu, Gold 2005, pp. 6-8. 236 http://www.sit.puglia.it/portal/sit_portal.

Parallelamente alla realizzazione della carta archeologica di Vaste e Poggiardo si è inteso sviluppare l’analisi del territorio dal punto di vista altimetrico, al fine di una comprensione globale delle dinamiche di occupazione e di una visione più immediata e diretta della configurazione delle aree abitate, in maniera più o meno intensiva, dai diversi gruppi umani nel corso dei secoli.

230 Per un approfondimento sulla definizione di GIS e sulle principali funzionalità si veda in gen.: Goodchild, Kemp 1990; Chapman 2006, pp. 14-17; Noti 2014, pp. 20-23. 231 Forte 2002. 232 Semeraro 2008, p. 43; Noti 2014, p. 15-16. 233 Per approfondire il tema si veda Casarotto et alii 2009, p. 291. 234 Chapman 2006, pp. 18-19.

201

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. A1. Finestra di stile del raster: visualizzazione proprietà Banda Singola di Pseudocolore.

Il passo successivo è stato quello di riclassificare la “vestizione grafica” del Modello Digitale del Terreno: i DTM infatti, esportati in formato raster, consentono di associare a ogni singolo pixel dell’immagine un dato di elevazione rappresentato da un grado colorimetrico237. Sono state, quindi, modificate alcune delle proprietà del modello, in particolare lo stile, con la selezione di una banda singola di pseudo-colore, in modalità continua. La scala dei colori scelta per rappresentare le differenti altimetrie è stata personalizzata per una migliore resa visiva (Fig. A1). In questo modo le quote più elevate sono rappresentate da un marrone scuro, mentre quelle più basse da un giallo-ocra più chiaro.

le impostazioni è stata scelto il layer da visualizzare ed è stato modificato il valore della scala verticale (vertical exaggeration), rendendo visibile la differenza di quota, che, in un territorio come quello salentino, è minima e difficilmente apprezzabile sul modello senza questa variazione di parametro (Fig. A4). In conclusione si può affermare che il lavoro svolto può considerarsi un punto di partenza per approfondire l’analisi del territorio e del popolamento antico nel comprensorio di Vaste e Poggiardo, sfruttando appieno le potenzialità che vengono offerte dalle moderne tecnologie. Un ulteriore passo in avanti potrà essere rappresentato dall’elaborazione di modelli digitali di elevazione del paesaggio antico relativi ai diversi intervalli temporali individuati integrando i dati archeologici con quelli geologici provenienti, ad esempio, da sondaggi a carotaggio continuo in diversi punti del territorio interessato239.

A partire da questo modello, si è creato l’hillshade (rilievo ombreggiato) che permette di determinare un’ipotetica illuminazione della superficie in base all’altezza del sole sull’orizzonte. In questo modo è possibile “leggere” meglio la morfologia del terreno e anche rilevare eventuali errori nel modello del terreno da cui deriva (Figg. A2-A3).

G.V.

In seguito sono stati sovrapposti i due layers e si è agito sulla trasparenza del soprastante in modo da leggere anche la parte sottostante. Creato così il modello di riferimento, si è passati alla sovrapposizione delle piante di fase create in ambiente CAD238. Infine, grazie al plugin di QGis “Visualizza Nuova Mappa 3D”, è stato possibile apprezzare le varie piante di fase sovrapposte al modello altimetrico del terreno in modo tridimensionale. In questo caso attraverso Il presente lavoro infatti utilizza come base, su cui si sono sovrapposti i rilievi archeologici delle diverse fasi, il DTM prodotto a partire dalle quote del terreno moderno.

239 237 238

Si veda in gen. Hutchinson, Gallant 1999; Hutchinson, Gallant 2000. Vedi supra, capitolo VI.

202

Il DTM - Modello Digitale del Terreno - per la carta archeologica di Vaste

Fig. A2. Finestra di stile del raster: visualizzazione proprietà Hillshade.

Fig. A3. Hillshade.

203

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Fig. A4. Visualizzazione modello 3D.

204

Appendice II Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

1a

Contrada Li Reali

Area di frr. fittili

*

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Bronzo F. 3 bis Età del Ferro Età del Bronzo 1b

Contrada Li Reali

Area di frr. fittili

*

F. 3 bis Età del Ferro Età del Bronzo

1c

Contrada Li Reali

Area di frr. fittili

*

F. 3 bis Età del Ferro Età del Bronzo

1d

Contrada Li Reali

Area di frr. fittili

*

F. 3 bis Età del Ferro

1e

Contrada Li Reali

Tracce di frequentazione, struttura muraria

*

Età ellenistica

F. 3 bis

1f

Contrada Li Reali

Grotta, tracce di frequentazione

****

Eneolitico

F. 3 bis

2

Contrada La Grande

Area di frr. fittili

*

Prima e media età imperiale F. 8 Tarda età imperiale Età ellenistica Età tardoellenistica 3

Località La Pezza

Area di frr. fittili

F. 9

* Prima e media età imperiale Tarda età imperiale Età ellenistica Età tardoellenistica

4

Masseria Galati

Area di frr. fittili, asse stradale *

Prima e media età imperiale

F. 12

Tarda età imperiale Età medievale Età del Bronzo 5

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili

*

F. 13 Età del Ferro Età del Bronzo

6

Serra di Poggiardo

Area di frr. fittili

*

Età ellenistica

F. 13

Età tardoellenistica Età arcaica 7a

Fondo Padulella

Necropoli

**

Età classica

F. 14

Età ellenistica 7b

Fondo Padulella

Manufatti lapidei - iscrizioni

205

**

Età arcaica

F. 14

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Bronzo Età del Ferro 8

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili

*

Età arcaica

F. 14

Età classica Età ellenistica 9

Casino Colafati

Area di frr. fittili

*

Età medievale

F. 16

10

Fondo Giardino Grande

Tombe

**

Età medievale

F. 18

11a

Strada vicinale Le Melliche

Tracce di frequentazione

*

Età ellenistica

F. 18

Età arcaica 11b

Fondo Melliche

Area di frr. fittili

*

Età classica

F. 18

12

Fondo Melliche

Cinta muraria, Tratto VIII

****

Età ellenistica

F. 18

13

Poggiardo - via Don G. Minzoni

Chiesa rupestre

**

Età medievale

F. 18

14

Poggiardo - via F. Filzi

Tombe, frr. fittili

**

Imprecisabile

F. 18

15

Poggiardo - via Casicalvi

Tombe

**

Imprecisabile

F. 18

Età ellenistica

Età arcaica Età classica 16

Fondo Melliche

Area di frr. fittili

F. 18

* Età ellenistica Età tardoellenistica

17

Fondo Aia - Masseria Guarini

Età ellenistica Necropoli

***

F. 18 Età tardoellenistica Età arcaica

18

Fondo Aia - Masseria Trappeto

Necropoli

***

Età classica

F. 18

Età ellenistica 19

Poggiardo - piazza G. Casciaro

Area di frr. fittili, tracce di frequentazione

*

Età ellenistica

F. 18

20

Poggiardo - via Monte Li Gatti

Necropoli

***

Età ellenistica

F. 18

21

Fondo Monte Li Gatti

Cinta muraria, Porta Ovest, asse stradale

***

Età ellenistica

F. 18

22a

Fondo Cisterna

Cinta muraria, Tratto VII

****

Età ellenistica

F. 18

22b

Fondo Monte Li Gatti

Manufatti lapidei

***

Età arcaica

F. 18

23

Fondo Cisterna

Tracce di frequentazione

****

Età del Ferro

F. 18

24

Fondo Cisterna

Abitato, assi stradali, tracce di **** frequentazione

Età ellenistica F. 18 Età tardoellenistica Età classica

25

Fondi Cisterna e Melliche Asse stradale

****

F. 18 Età ellenistica Età classica

26

Fondo Melliche

Area di frr. fittili

*

F. 18 Età ellenistica

206

Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

27

Vaste - via Quinto Ennio

Abitato, asse stradale

***

Età ellenistica

F. 18

28

Fondo Melliche

Necropoli

***

Età ellenistica

F. 18

Età del Bronzo Età del Ferro 29

Strada vicinale Lago Mandriano

Area di frr. fittili, struttura muraria

*

Età arcaica

F. 19

Età classica Età ellenistica Età arcaica Età classica 30

Località SS. Stefani

Area di frr. fittili, struttura muraria, asse stradale

*

Età ellenistica

F. 19

Prima e media età imperiale Tarda età imperiale Età del Ferro Età arcaica 31a

Fondo Vigna Vecchia

Asse stradale

F. 19

*** Età classica Età ellenistica

31b

Fondo Vigna Vecchia

Tomba

***

32

Fondo Melliche

Cinta muraria, Porta Nord

****

Età classica (?)

F. 19

Età ellenistica

F. 19

Età arcaica 33

Fondo Melliche

Asse stradale

****

Età classica

F. 19

Età ellenistica 34

Fondo Melliche

Cinta muraria, Tratto I

****

Età ellenistica

F. 19

Età arcaica F. 19 35a

Fondo Melliche

Asse stradale

****

Età classica Età ellenistica

35b

Fondo Melliche

Luogo di culto

****

Età arcaica

F. 19

Età arcaica 35c

Fondo Melliche

Necropoli

****

36

Fondo Melliche

Manufatti lapidei - iscrizioni

**

37

Fondo Melliche

Area di frr. fittili

*

Età classica

F. 19

Età ellenistica Età ellenistica

F. 19

Età ellenistica F. 19 Età tardoellenistica 38a

Fondo Melliche

Cinta muraria, Porta Nord-Est, **** asse stradale

Età ellenistica

F. 19

38b

Fondo Melliche

Tombe

****

Età ellenistica

F. 19

38c

Fondo Melliche

Manufatti lapidei

**

Età arcaica

F. 19

39

Fondo Pozzo

Area di frr. fittili

*

Età ellenistica

F. 19

207

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

40a

Fondo Melliche

Luogo di culto, asse stradale

****

Età ellenistica

40b

Fondo Melliche

Tomba

****

Foglio F. 19

Età ellenistica

F. 19

Età del Ferro Età arcaica 41

Fondo Melliche

Luogo di culto

F. 19

**** Età classica Età ellenistica

42

Fondi Pozzo e Pirazzo

****

Età ellenistica

F. 19

43a

Cinta muraria, Porta Est, asse Fondi Pozzo e Pizzinaghe stradale

Cinta muraria, Tratto II

****

Età ellenistica

F. 19

43b

Fondi Pozzo e Pizzinaghe Tomba

***

Età ellenistica

F. 19

43c

Fondi Pozzo e Pizzinaghe Manufatto lapideo

***

Età arcaica

F. 19

Età ellenistica Età tardoellenistica 44a

Località SS. Stefani

Asse stradale

*

Prima e media età imperiale

F. 20

Tarda età imperiale Età medievale Età del Bronzo (?) 44b

Località SS. Stefani

Insediamento rupestre

***

F. 20 Prima e media età imperiale F. 20

45a

Località SS. Stefani

Chiesa rupestre

***

Età medievale Età arcaica F. 20

45b

Località SS. Stefani

Manufatti lapidei - iscrizioni

**

Età ellenistica Prima e media età imperiale Età del Bronzo Età del Ferro

46

Fondo Padulella

Area di frr. fittili

*

Età arcaica

F. 20

Età classica Età ellenistica 47

Fondo Campina

Dolmen

**

208

Età del Bronzo (?)

F. 20

Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Ferro Età arcaica Età classica 48

Strada vicinale Crocicchie Area di frr. fittili

*

Età ellenistica

F. 20

Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale 49a

Fondo Giuliano

Fornace

****

49b

Fondo Giuliano

Area di cava

****

Età arcaica

F. 20

Età arcaica F. 20 Età ellenistica Tarda età imperiale 49c

Fondo Giuliano

Chiese e cimitero

F. 20

**** Età medievale Età arcaica

49d

Fondo Giuliano

Manufatti lapidei - iscrizioni

F. 20

**** Prima e media età imperiale

50

Masseria Stefano

Area di cava

*

Età ellenistica (?)

F. 20

51

Masseria Stefano

Ipogeo

**

Imprecisabile

F. 20

Età tardoellenistica 52

Strada vicinale Vaste – Cocumola

Asse stradale

*

Prima e media età imperiale (?)

F. 20

Tarda età imperiale Prima e media età imperiale 53a

Contrada S. Andrea

Area di frr. fittili

*

F. 21 Tarda età imperiale Prima e media età imperiale

53b

Contrada S. Andrea

Area di frr. fittili

*

F. 21 Tarda età imperiale

54

Poggiardo - via Monte Grappa

Area di frr. fittili, tracce di frequentazione

*

Età medievale

F. 23

Età del Ferro

55

Età arcaica

Poggiardo - via Unità d’Italia

Asse stradale, tracce di frequentazione

***

Fondo Noce

Abitato

**

F. 24 Età classica Età ellenistica

56

Età classica

F. 24

Età arcaica Età classica 57

Fondo Melliche

Area di frr. fittili

F. 24

* Età ellenistica Età tardoellenistica Età del Ferro

58

Fondo Noce

Tracce di frequentazione

**

F. 24 Età arcaica

59a

Località Il Piano

Ipogeo

*

209

Età del Bronzo (?)

F. 24

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

59b

Località Il Piano

Area di frr. fittili, buche di palo

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

*

Età del Bronzo

F. 24

Età arcaica

59c

Località Il Piano

Area di frr. fittili, manufatti lapidei

Età classica F. 24

* Età ellenistica Tarda età imperiale

F. 24 60

Poggiardo - Villa Episcopo Tombe

**

Imprecisabile

61

Poggiardo - via delle Gardenie

Tombe

****

Età medievale

F. 24

62a

Fondo Lucernara

Fattoria

***

Età ellenistica

F. 24

62b

Fondo Lucernara

Manufatti lapidei - iscrizioni

***

Età arcaica

F. 24

63

Fondi Cici e Lucernara

Cinta muraria, Tratto VI

****

Età ellenistica

F. 24

64

Fondo Casino

Tracce di frequentazione

**

Età del Ferro

F. 24

Età del Ferro Età arcaica 65a

Fondo S. Antonio - Asilo

Abitato

F. 24

*** Età ellenistica Età tardoellenistica Età ellenistica

65b

Fondo S. Antonio - Asilo

Complesso funerario e asse stradale

***

Prima e media età imperiale

F. 24

Tarda età imperiale 66

Fondo S. Antonio

Ipogeo

**

Imprecisabile

F. 24

Età del Bronzo

67a

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Età del Ferro Abitato

F. 24

*** Età arcaica Età ellenistica

67b

Fondo S. Antonio - propr. De Risi

Tesoretto

***

Età ellenistica

F. 24

Età tardoellenistica 67c

Fondo S. Antonio - propr. De Risi, Carluccio

Tesserae lusoriae, tracce di frequentazione, iscrizione

***

68

Fondo Spirito Santo

Tomba

**

Imprecisabile

69

Fondo Pozzo Stendardo

Necropoli

**

Età ellenistica

Prima e media età imperiale

F. 24

Tarda età imperiale F. 24 F. 24 F. 24 70a

Masseria Nuova

Area di cava

***

Età ellenistica

70b

Masseria Nuova - strada vicinale Cici

Manufatto lapideo

**

Imprecisabile

F. 24

71

Fondo Cici

Abitato

**

Imprecisabile

F. 24

210

Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età arcaica 72a

Strada vicinale Cici

Area di frr. fittili

*

72b

Strada vicinale Cici

Tombe

**

73

Fondo Cupa

Necropoli

**

Età classica

F. 24

Età ellenistica Età ellenistica

F. 24

Età classica F. 24 Età ellenistica Età arcaica 74

Vaste - via E. De Amicis

Abitato, asse stradale

***

Età classica

F. 25

Età ellenistica Età del Ferro 75

Fondo Casili

Tracce di frequentazione

**

Età ellenistica

F. 25

76

Fondo Gelsi

Abitato (?)

**

77

Fondo Pizzinaghe

Cinta muraria, Tratto III

****

Età ellenistica

F. 25

78

Vaste - via E. De Amicis

Fornace

**

Imprecisabile

F. 25

79

Vaste - via A. De Ferrariis Tombe

Imprecisabile

F. 25

Tarda età imperiale

**

Imprecisabile

F. 25

Età del Ferro 80

Vaste - via G. Carluccio

Abitato, tracce di frequentazione

**

Età ellenistica

F. 25

Età medievale Età arcaica Età classica Età ellenistica 81

Vaste - via SS. Stefani

Asse stradale

F. 25

*** Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

82

Fondo Maura

Ipogeo delle Cariatidi

***

Età ellenistica

83

Fondo Maura

Iscrizione

**

Età ellenistica

84

Fondo Maura

Tomba

**

F. 25 F. 25

85

Chiesa della Confraternita

Età arcaica

F. 25

Età ellenistica

Necropoli, tracce di frequentazione

**

F. 25 Età tardoellenistica Età del Ferro Età ellenistica

86

Vaste - via G. D’Annunzio

Abitato, fornaci, tracce di frequentazione

***

Età tardoellenistica

F. 25

Prima e media età imperiale Tarda età imperiale 87

Vaste - via A. Manzoni

Asse stradale

***

211

Tarda età imperiale

F. 25

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Ferro 88

Vaste - via SS. Martiri

Abitato

***

Età ellenistica

F. 25

Età medievale Età ellenistica Età tardoellenistica 89

Vaste - via Altipiani

Abitato

F. 25

*** Prima e media età imperiale Tarda età imperiale Età del Ferro

90a

Vaste - via SS. Martiri

Abitato, tracce di frequentazione

***

Età ellenistica

F. 25

Età tardoellenistica 90b

Vaste - via SS. Martiri

Terme

***

Tarda età imperiale

F. 25

Età del Ferro Età arcaica Età classica F. 25 91

Vaste - via A. Manzoni

Tracce di frequentazione

**

Età ellenistica Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

92

Fondo Giardino Canne

Manufatti lapidei

93

Vaste - via G. D’Annunzio Abitato

**

Imprecisabile

F. 25

Età tardoellenistica **

F. 25 Prima e media età imperiale Età del Ferro Età ellenistica

94

Vaste - via Leonardo da Vinci

Abitato, asse stradale

***

Età tardoellenistica

F. 25

Prima e media età imperiale Tarda età imperiale Prima e media età imperiale 95

Vaste - via B. Brin

Asse stradale

***

Tarda età imperiale

F. 25

Età medievale Età del Ferro Età ellenistica 96

Vaste - piazza Dante propr. Primitivo

F.25

Asse stradale, tracce di frequentazione

***

Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

212

Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Ferro 97a

Vaste - piazza Dante

Luogo di culto

****

Età arcaica

F. 25

Età ellenistica Età tardoellenistica

97b

Vaste - piazza Dante

Prima e media età imperiale

Abitato, tracce di frequentazione

F. 25

**** Tarda età imperiale Età medievale Età del Bronzo Età del Ferro

98a

Vaste - via Quarto

Abitato, asse stradale, tracce di frequentazione

***

Età ellenistica

F. 25

Prima e media età imperiale Tarda età imperiale 98b

Vaste - via Quarto

Iscrizione

**

99a

Vaste - via E. Toti

Tracce di frequentazione

***

Età ellenistica

F. 25

Età del Ferro F. 25 Età arcaica Età classica Età ellenistica 99b

Vaste - via E. Toti

Necropoli, asse stradale, tracce *** di frequentazione

Età tardoellenistica

F. 25

Prima e media età imperiale Tarda età imperiale 99c

Vaste - via E. Toti

Cinta muraria interna e porta

***

Età ellenistica

F. 25

Età ellenistica Età tardoellenistica 99d

Vaste - via E. Toti

Abitato, fornaci

***

Prima e media età imperiale

F. 25

Tarda età imperiale Età medievale 100a

Vaste - via Isonzo

Muro ad aggere, abitato

***

Età del Ferro

F. 25

Età arcaica Età ellenistica 100b

Vaste - via Isonzo

Abitato, assi stradali, tracce di *** frequentazione

Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

213

F. 25

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale) N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età del Ferro Età arcaica 101

Fondo Pizzinaghe

Area di frr. fittili

*

Età classica

F. 25

Età ellenistica Età tardoellenistica Età del Bronzo Età del Ferro

102

Vaste - via Sicilia

Età arcaica

Abitato, tracce di frequentazione

***

F. 25 Età classica Età ellenistica Età tardoellenistica Età del Ferro Età arcaica Età classica

103a

Vaste - via Principe Umberto

Abitato, necropoli, tracce di frequentazione

Età ellenistica F. 25

*** Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Tarda età imperiale Età medievale

103b

Vaste - via Principe Umberto

Iscrizione

**

104a

Vaste - via Pola

Tracce di frequentazione

**

Età ellenistica

F. 25

Età arcaica F. 25 Età ellenistica Età del Ferro Età arcaica 104b

Vaste - via Pola

Abitato, deposito votivo

***

Età ellenistica

F. 25

Età tardoellenistica Prima e media età imperiale Prima e media età imperiale 105

Vaste - via Molise

Tracce di frequentazione

***

F. 25 Tarda età imperiale

106a

Fondo Aia La Corte

Tomba

**

Imprecisabile

F. 25

Età arcaica Età classica 106b

Fondo Aia La Corte

Necropoli

F. 25

** Età ellenistica Età tardoellenistica

214

Elenco generale dei siti - dati quantitativi N.

Denominazione

Tipo di rinvenimento

Grado di attendibilità

Fasi di occupazione

Foglio

Età tardoellenistica 106c

Fondo Aia La Corte

Tracce di frequentazione

**

107

Vaste - via Pola

Tomba

***

Prima e media età imperiale

F. 25

Tarda età imperiale Età arcaica

F. 25

Età del Ferro

108a

Fondo Vigna

Età arcaica

Abitato, tracce di frequentazione

**

F. 25 Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

108b

Fondo Vigna

Tesoretto

**

109

Fondo Pipa

Area di cava

***

Età ellenistica

F. 25

Età ellenistica

F. 25

Età ellenistica Età tardoellenistica 110

Fondo Caggiole Piccole

Area di frr. fittili

F. 25

** Prima e media età imperiale Tarda età imperiale

111

Fondi Motta e Colagallo

Cinta muraria, tratto V

****

Età ellenistica

F. 25

112

Vaste - via Molise

Cinta muraria, tratto IV

113

Fondo Colagallo

Cinta muraria, Porta Sud

****

Età ellenistica

F. 25

****

Età ellenistica

F. 25

114

Fondo Caggiole Piccole

Necropoli

*

Tarda età imperiale

F. 25

115

Fondo Calessa

Area di cava

***

Età ellenistica

F. 25

116

Fondo Divico

Tomba

**

Età ellenistica

F. 25

117

Fondo Aia Lo Borda

Tomba

*

Età ellenistica F. 31 Età tardoellenistica 118

Fondo Aia

Tomba

*

Sulla base dei dati complessivi raccolti in tabella alcuni aspetti quantitativi possono contribuire alla corretta analisi della documentazione archeologica proveniente dal territorio comunale di Poggiardo.

Imprecisabile

F. 31

strutture pirotecnologiche e cave per l’estrazione di pietra da costruzione. A fronte degli elementi derivanti dalle indagini stratigrafiche un dato non marginale è rappresentato dalle informazioni recuperate attraverso il programma di ricognizione di superficie ai quali si devono aggiungere i rinvenimenti occasionali e di oggetti sporadici (complessivamente poco più del 23% del totale). Nel raggruppamento “tracce di frequentazione” (poco più del 15%) rientrano elementi recuperati tanto attraverso le ricognizioni, quanto attraverso lo scavo stratigrafico, almeno lì dove non è stato possibile definire in maniera più precisa la tipologia del rinvenimento.

La tipologia dei rinvenimenti, unitamente al grado di affidabilità nell’ubicazione dei ritrovamenti, permette di proporre alcune considerazioni sulle modalità con cui si sono svolte le ricerche a Vaste e nel suo comprensorio. I dati in rapporto alla cronologia mostrano invece un aspetto quantitativo della trasformazione dell’insediamento e delle modalità di occupazione del territorio. Il grafico A1 evidenzia una distribuzione percentuale piuttosto equilibrata nella tipologia dei contesti indagati: quelli abitativi sono prevalenti se si considerano in forma raggruppata i ritrovamenti relativi ad abitazioni, assi stradali e circuito murario (poco meno del 35%). Necropoli e tombe isolate rappresentano il 18% ca. del totale, mentre i luoghi di culto messapici e cristiani rappresentano solo il 4% ca. delle evidenze, valore prossimo alle attestazioni di contesti produttivi (4,6% ca.) da suddividere tra

Le diverse modalità di indagine da cui sono originati i dati presentati nel volume si distinguono in riferimento al grado di affidabilità nel posizionamento dei ritrovamenti, come illustrato nel grafico A2. La maggior parte dei rinvenimenti ha un grado di affidabilità buono (30%): si tratta, prevalentemente, degli elementi archeologici recuperati in occasione delle campagne di scavo condotte annualmente tra il 1981 ed 215

Carta archeologica di Vaste – territorio comunale di Poggiardo (Puglia meridionale)

Grafico A1. Distribuzione percentuale dei rinvenimenti in base alla tipologia.

Grafico A2. Distribuzione percentuale dei rinvenimenti in base al grado di affidabilità del loro posizionamento.

rinvenimenti occasionali e dalle ricognizioni di superficie (complessivamente poco meno del 24%). Un ultimo gruppo include, essenzialmente, i ritrovamenti nell’ambito di interventi di emergenza (ca. 27%).

il 2000 per i quali, negli anni successivi non sono stati effettuati ulteriori approfondimenti delle indagini e dunque non è stato realizzato il posizionamento con stazione totale o GPS240. A partire dal 2000 è stato introdotto in maniera sistematica il rilievo indiretto con stazione totale accanto a quello diretto. Per i ritrovamenti successivi a quella data, pertanto, il posizionamento degli elementi deve definirsi eccellente (poco più del 19%). Il grado di affidabilità è basso, invece, per i dati provenienti da

Interessante è osservare la distribuzione del numero di rinvenimenti in relazione alle fasi di vita dell’abitato di Vaste, come presentata nel grafico A3. Alla più antica fase di occupazione del territorio comunale di Poggiardo si possono riferire solo 16 siti, indicativi di un sistema insediativo piuttosto modesto, del quale, per

L’appoggio topografico dei rinvenimenti venne realizzatonell’ambito di una collaborazione con il Centro Studi Jean Berard di Napoli ed il Dipartimento di Scienze e Tecniche degli Insediamenti Territoriali del Politecnico di Torino (si veda supra, capitolo II).

240

216

Elenco generale dei siti - dati quantitativi

Grafico A3. Numero di rinvenimenti per fase cronologica.

di più, è difficile riconoscere con certezza le tracce241. Il numero dei ritrovamenti raddoppia nella fase dell’età del Ferro ed aumenta ancora in relazione all’età arcaica (46) indicando la progressiva strutturazione dell’abitato e del suo comprensorio. Il calo delle attestazioni nell’età classica corrisponde ad un periodo di crisi dell’intero territorio del Salento. In maniera analoga la fase compresa tra la metà del IV ed il III sec. a.C., a Vaste come nel resto della Puglia meridionale, mostra il profondo sviluppo del sistema insediativo messapico legato, altresì, a dinamiche di incremento demografico. Un nuovo momento di involuzione si coglie in età tardoellenistica: il numero dei siti si riduce ad un terzo rispetto al periodo precedente (29 a fronte di 98). Successivamente in età imperiale il numero dei ritrovamenti tende progressivamente ad aumentare. Scarsamente attendibile è il numero di siti di età medievale, forse anche in riferimento alla modesta attenzione nello studio dei dati relativi ai reperti mobili databili successivamente al VI sec. d.C. Limitato è infine il numero di ritrovamenti per i quali è impossibile proporre un’attendibile collocazione cronologica: essi sono solo 14, prevalentemente riconducibili a recuperi occasionali ed a vecchie segnalazioni. G.M.

Un solo sito ha restituito elementi riferibili all’Eneolitico (n. 1f): esso non è rappresentato nel grafico n. A3.

241

217