Annali dalla morte del divo Augusto
 9788818163407

Table of contents :
Introduzione
Libro primo
Libro secondo
Libro terzo
Libro quarto
Libro quinto
Libro sesto
Libro undicesimo
Libro dodicesimo
Libro tredicesimo
Libro quattordicesimo
Libro quindicesimo
Libro sedicesimo
Indice delle legioni
Indice dei nomi
Indice delle tavole
Indice delle carte
Bibliografia
Indice

Citation preview

I CLASSICI D I STORIA sezione greco-romana D irezione di Id a C alabi Lim entani

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Tacito

Annali dalla morte del divo Augusto Traduzione di Enrico O ddone Introduzione, note, bibliografia a cura di M atilde C altabiano

Rusconi

Prima edizione febbraio 1978 Tutti i diritti riservati © 1978 Rusconi Libri S.p.A., Via Oldofredi 23, 20124 Milano Provenienza delle fotografie: Arborio Mella, tavv. I-II-VII-X-XI-XII-XIII-XIV-XV; Fototeca Unione, tavv. III-IV-VI-VIII-IX-XVI; Rheinisches Landesmuseum, tav. V. Carte geografiche di Riccardo Orsolano

INTRODUZIONE

1. L a

v it a d i

T a c it o

È naturale che il lettore, trovandosi dinanzi ad un’o­ pera della complessità e della potenza degli Annali, la cui fama per il valore culturale, storico e politico, è ancor oggi universalmente riconosciuta, desideri essere informato sia sul periodo storico in cui visse l’autore, sia sulla posizione che egli occupò nella vita pubblica del suo tempo. Pur­ troppo, però, mentre potrà agevolmente soddisfare la sua curiosità per quanto concerne la vita, i costumi, i problemi di politica interna ed estera di Roma e dell’Impero nel pe­ riodo in cui visse Cornelio Tacito, tra il principato di Ne­ rone e quello di Adriano, la sua aspettativa rimarrà delusa per ciò che riguarda la vita privata ed in gran parte anche la carriera pubblica dello storico, che pure milito nella poli­ tica attiva e rivestì le più alte cariche pubbliche. Non esiste biografia di Cornelio Tacito. L ’autore nel­ le sue opere ha generalmente evitato di parlare di sé, in parte perché rifuggiva dall’esibizionismo (Annali XI 11), in parte perché riteneva di aver acquisito con la sua opera sufficiente gloria. Minimi sono i riferimenti personali an­ che nella biografia del suocero Agricola; alla sua carriera politica accenna marginalmente in un’appassionata dichia­ razione nel proemio delle Storie (I 1), affermando il dovere per lo storico di difendere la propria indipendenza e di evitare di piegarsi al dominatore per servilismo: « Io non conosco Galba, Otone, Vitellio né per benefici, né per in­ giurie. Non potrei negare che la mia carriera politica ini­ ziata da Vespasiano, sia stata accresciuta da Tito e abbia fatto progressi ancora sotto Domiziano, ma chi ha fatto prò-

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Introduzione

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fessione di verità incorruttibile, deve riferire di ciascuno senza benevolenza né avversione ». I dati biografici su di lui, pertanto, si ricostruiscono soltanto su accenni suoi od altrui. La fonte principale sono le Epistole di Gaio Plinio Secondo (61-112 d.C.) che ebbe con Tacito lunga amicizia, consuetudine di studi e di atti­ vità oratoria. Persino il prenome, la data ed il luogo di nascita di Cornelio Tacito sono incerti. Secondo Sidonio Apollinare (430-479 d.C., circa) il prenome era Gaio (Epi­ stole IV 14, 1; 22, 2), mentre secondo le annotazioni po­ ste sotto i libri I e III degli Annali -nel Codice Mediceo I si sarebbe chiamato Publio; uno studioso moderno, infine, avanza l’ipotesi, Sesto \ La nascita potrebbe porsi nel 56/57 d.C. nella Gallia Belgica, dove Plinio il Vecchio (Storia Naturale V II 17, 76) conobbe un procuratore della provincia che potreb­ be essere stato padre o zio di Tacito. Si formulano diverse altre ipotesi: il luogo non è determinabile, la data si col­ loca nei primi anni del principato di Nerone; a questo corrisponde l ’indicazione di Plinio il Giovane (Epistole V II 20, 3). È del tutto verosimile, anche se non documen­ tato, che abbia seguito studi di retorica e praticato l’ora­ toria. Nel 77 d.C. sposò la figlia di Giulio Agricola, legato in Britannia (Agricola 9) e forse questo agevolò la sua carriera politica. Seguì una normale carriera sotto i Flavii e sotto Nerva e Traiano: la pretura è attestata nell’anno 88 ed in questo stesso anno l ’appartenenza al collegio dei quindecemviri; come membro di questo collegio si occupò dell’allestimento dei Ludi Secolari, voluti da Domiziano (.Annali XI 11). Era assente da Roma nel 93, alla morte di Agricola, per un incarico provinciale durato almeno quattro anni e che non è possibile determinare (Agricola 45). Divenne console nella seconda metà del 97 ; della sua attività in que­

sta funzione si sa soltanto che pronunciò un’orazione fu­ nebre per Verginio Rufo, tutore di Plinio il Giovane (Pli­ nio, Epistole II 1, 6), grande uomo politico, che aveva rifiutato l’offerta dell’impero, e che in quello stesso anno era stato collega di Nerva nel consolato. Nel 99-100, fu avvocato dell’accusa insieme a Gaio Plinio nel processo contro Mario Prisco, già proconsole d’Africa (Plinio, Epi­ stole II 1 1 ,2 ); dopo questo processo -per molti anni non si hanno notizie di Tacito. Dall’epistolario dell’amico Pli­ nio risultano assenze da Roma, probabilmente in funzioni ufficiali. Un’iscrizione in lingua greca prova che Tacito fu proconsole d ’Asia da un’estate all’altra, quasi certamente nel 112-11312. Non esiste indicazione sulla data della morte. La sua attività letteraria fu quasi totalmente dedicata alla storia e si colloca, con sufficiente approssimazione, negli anni successivi al consolato.

1 Ipotesi formulata dal Mattingly (Tacitus' praenomen. The politici of a moderate, in « Rivista Storica dell’Antichità », II, 1972, pp. 169-185), in base ad una nuova lettura di un’iscrizione greca, rinvenuta a Mylasa, nella Caria inferiore (Orientis Graeciae Inscriptiones Selectae, 487).

2 È la già citata iscrizione di Mylasa, si veda sopra la nota 1. La datazione del proconsolato d’Asia è proposta dal S ym e , Tacito (tr. it.), Brescia 1971, voi. II , p. 869 e ss.

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2. L e opere a) Le opere accertate di Tacito sono, in ordine cro­ nologico: 1) De vita et tnoribus Iulii Agricolae (Vita e ca­ rattere di Giulio Agricola o Agricola), una biografia ed elogio del suocero, 97-98 d.C., circa; 2) De origine et situ Germanorum ( Origine e sedi dei Germani o Germania), trattazione etnico geografica sui Germani, 98 d.C.; 3) Historiae (Storie), storia del principato da Galba a Domi­ ziano (69-96), probabilmente in dodici libri. Si sono con­ servati solo i primi quattro libri e parte del quinto, che narrano le vicende dell’Impero fino all’anno 70 d.C.; 4) Annales (Annali) o Ab Excessu Divi Augusti (Dalla mor­ te del divo Augusto), storia del principato dalla morte di Augusto a quella di Nerone (14-68 d.C.). Ci sono arrivati i libri dal I al V I e dall’XI al XVI, incompleti, la cui com-

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Introduzione

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posizione si data approssimativamente nel corso dell’impero di Adriano (117-138). In alcuni manoscritti di Tacito si trova anche un Dialogus de oratoribus (Dialogo sugli oratori) che ricerca le cause della decadenza dell’oratoria, la cui attribuzione a Tacito è molto discussa; si ritiene che si tratti di un’opera giovanile.

V ed il VI mancante della parte iniziale: per questo il quadro dell’impero di Tiberio è senza dubbio il più com­ pleto. Nei libri I, II, I I I il passaggio del potere da Augu­ sto a Tiberio, gli atti di governo di quest’ultimo impron­ tati a deferenza nei riguardi del Senato e della tradizione repubblicana e ad ossequio verso i consigli e le disposizioni testamentarie del predecessore, il rifiuto dell’adulazione e della facile popolarità, sono giudicati, nel loro complesso, in modo positivo. In questa parte dell’opera, è centrale, come giustamente sottolinea il Syme, la figura di Germa­ nico, nipote di Tiberio e adottato come figlio, che serve allo storico « da opporre all’animo fosco di Tiberio » e « per conferire varietà, movimento e continuità alla narra­ zion e»4. La rappresentazione del giovane principe, tutta­ via, non ha carattere soltanto simbolico e non può essere ridotta all’idealizzazione di un eroe, creato sul modello di Alessandro il Grande, come sostiene in uno studio recente il Lehmann5, ma come ha rilevato il Borzsak, Tacito nella celebrazione del personaggio non nasconde anche gli aspetti meno belli della verità storica6. Infatti narrando la rivolta delle legioni di Germania e la campagna condotta dal prin­ cipe in questa regione, Germanico, alle prese con i gravi problemi contingenti, appare tutt’altro che idealizzato e disinteressato nella sua aperta aspirazione al potere e anzi, proprio come Tiberio, egli gioca un ruolo piuttosto ambi­ gu o 7. Larga parte ha in questi primi libri la narrazione

b) Gli Annali Struttura e contenuto Il titolo di Annali con cui quest’opera è comunemente conosciuta e che si collega con il tradizionale metodo annalistico della storiografia romana non sarebbe, in realtà, stato scelto da Tacito, per il quale annali è semplicemente la storia (egli preferisce questo termine che è latino a quello di storia che deriva dal greco); l’autore avrebbe invece intitolato il suo lavoro Dalla morte del divo Augusto, cioè con il titolo o il sottotitolo che ci è giunto attraverso la tradizione del Codice Mediceo II. San Gerolamo (Com­ mento a Zaccaria III 14) afferma che « Tacito espose in trenta volumi le vite dei Cesari dopo Augusto, fino alla morte di Domiziano ». È evidente che gli Annali e le Storie erano considerati un tutto unico. È dubbio come i trenta libri fossero divisi tra le due opere. Il Syme, il più com­ pleto studioso di Tacito, ipotizza una divisione in cinque gruppi di sei libri ciascuno, di cui tre spetterebbero agli Annali (diciotto libri) e due alle Storie (dodici libri)3. Gli Annali comprendevano la storia romana dell’im­ pero di Tiberio, di Caligola, di Claudio e di Nerone (14-68