Vocabolario etimologico italiano

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ANGELICO

PRATI

VOCABOLARIO ETIMOLOGICO ITALIANO

GARZANTI

PRIMA EDIZIONE 1951

PROPRIETÀ LETTERARIA (Stampato in Italia • Printed in ltaly, 1951)

Ogni esemplafe di quest'opera che non rechi il timbro a secco della Società Italiana degli Autori ed Editori deve rit.-nersi contraffatto.

Torino - Tip. Ditta F.lli Pozzo • 1951

Il presente vocabolario etimologico. oltre che i risultati delle ricerche, intuizioni, meditazioni di molti studiosi, raccoglie i risultati delle ricerche, intuizioni, meditazioni mié intorno alle origini e alle vicende d'una certa quantità di parole italiane. Le etimologie date da me differiscono in parte da quelle date da altri, sia in conseguen:a delle mie indagini e della conoscenza formatami di fatti, costumi, abitudini, pratiche, credenze e di altre cose. sia per i concetti miei e il modo di considerare le creazioni e gli attegyiamenti della mente dei parlanti, e soprattutto dei popolani. Così ò tenuto conto in modo giusto del linguaggio figurato, col quale si possono spiegare chiaramente i mutamenti di significati e le origini di molte parole, di cui furono proposte.. o tentate spiegazioni insostenibili. O' tenuto sempre presente il fatto che i creatori di parole, di forme, di significali sono di f1·equente guidati dal gusto, dalla fantasia, dal capriccio, dalla piacevolezza, dall'amore di varietà. Il popolo inventa spesso delle forme, delle parole le quali, di sicuro, una· commissione linguistica non potrebbe creare, come esso à inventato, formato o trasformato una quantità di nomi di luoghi che qualsiasi commissione toponomastica sarebbe incapace d'inventare, di foggiare. È il popolo che, per esempio, à saputo creare un numero abbondantissimo e svariatissimo di 11omi d'animali. di piante e così via, notevoli per i significati etimologici e per le forme assunte, frutto delle osservazioni, . N. I\' !1:1). abitare \'. t rau~. e iut r., dimorare in 1111:1 !':t~a o in nn luogo. .lbilarr (s. Ili. ant.) (P. da Barll.); obilaqgio (ant.) ('l'ai·. rit.) « ahitazione » al,ifrtlo (,;. m.) (F:1zio); Clbita·nte (Cresr. volg.); disabilarr (ant.) ,-popolare n ( ,1a1isp. ). Da l,11/1ilc7rc (lat.) (tla hal>Ere "trovar,-i, ,tar,• ) per via \ptternria .. lbit,ìl'11/o (( ;ia III ho11i); rr/Jitozionc (Uiamhoni; \"ia11i; Fa11f. e A.) > (D'Alb.). Dai gr. &pcrLç « elevamento; alzamento di voce » e .&foLç « abbassamento». arsione s. f. letter., (ant.) bruciamento (G. Vili.); calore eccessivo (PaBBav.); senso d'asciutto in gola (D'Alb.). Da arsio, -ònis (lat. ). anura s. f., arsione (Dante). Da arsura (lat.) (R. e. W. 682). arsuro s. m., tortiglione (insetto). V. il passo riportato s. tortiglione e Canev., s. arsuro. Il Cresc. vo!g. Il. questo passo: , Alcuna volta nelle vigne entrano bruchi, che ogni verdezza rodono, e vermini verdi e asuri piccoli, i quali taradori si chiamano a Bo• lagna, i quali nati con l'uve, i tralci teneri forano e seccano •. Taradori è sbaglio per taiaturi (v.) e e.d asuri dovrebbe corrlspon• dere arsura, se. questo è certo. Asùro registrano il D'Alb. e e.Itri, e le. Crusca sin de.Ile. III impress., ma Il Canov. (a. tara• dore) legge azzurri (e.gg.), o cosi il Me.nuzzi (I, p. XVIII · XIX), il quale avverte che il testo le.t. del Creac. legge: vermes 'l>irides et azuri parvi. Sennonché il tortiglione, ,letto taiadéz a Bologna, è d'un verde o d'un colore acclajo lucente quand'è In• setto perfetto. Verde lucida o del color di rame o azzurra è la carruga della vite (Melolontha 'l>itis), ma non è il tajadé,z; La. cosa è de. chiarire.

aria

artanita s. f. farm. disus., panporcino, dalla cui raò.ice era estratta una sostanza purgativa. ( Volg. Mesue; Ricett. fior.; Leone). Anche artanida (LeBB. ). Dall'arabo 'arta nità (Lokotsch, 109).

arte s. f., abilità e conoscenze dell'uomo per eseguire lavori determinati; (ant.) bottega, officina. (Fra. Giord.; Sacch.); (ant.) ordigni dell'arte (Sacch.); (ant.) magistrato degli artisti (G. Vill.; Varchi); astuzia. (Dante); (ant.) incantesimo (Bocc.). Arti liberali; arti bèUe, bèlle arti: V. Gherard. e più avanti arte bianca ecc. .Artière (Vell.); artigiaM (Berni; A. Gl. It. Il 12-17); artista (Dante); artistico (Arcangeli; Viani); artatamente (aut.) "astutamente, ingannevolmente >> (Malisp.; Bocc.; Della Casa) (nel Pucci fuoco artato " fuoco artificia.to »). Da ars, artis (lat.) (R. e. W. 679; It. D. X 194-'5). arte bianca n. f., arte del fornajo (Panz. a. 1918); fornajo (Rigut. e Fanf.). Nel Belli (I 170, V 330) artebbianca « orzaròlo, civajolo ». arte culinària n. f. letter., arte del cucinare, cucina (Stecch.; De Amicis; Petrocchi; Frizzi, culinaria). Da culinarius (la.t.) « di cucina» (culina «cucina»). arffflce s. m., chi esercita. un'arte meccanica; artista. Da artifex, artificis (la.t.). Dal nom. artifex l'ant. artefe (Tomm. e B.). arte llgula n. f. stor. letter., ceramica; arte del vasajo. Anche arte figulina, figulina (D' Alb. ecc.). Da figùlus (lat.) « vasajo »; figulina l'arte. artemisia s. f. letter., scient., abròtano (Cresc. volg.). Da artemisia (la.t.), greco &p-rtµtcr(a. arte musiva n. f., arte del musaico. Da musivus (lat.): efr. musivum opus « opera in mosaico ». arte muta n. f. letter., cinematografi.a non sonora. Nome inventato da D' Ann. Anche arte dello schermo . .Ant. arti mute « tutte le arti, salvo la poesia, l'eloquenza, la. musica. e l'arte divinatoria» (T. Tasso; Menz.). Ver. arte mute (plur.) « sciarade o rebus in azione n. 64 -

rirla arttria s. f. séient., canale che trasmette il sangue dal cuore alle parti del corpo (Benciv.); (ant.) canna della gola (0udin; D'Alb.); canale degli umori, nelle piante (Giorg.); strada maestra (Giorg.). Arterioso (Libro cura mal.). Da arteria (lat.), greco &pT'l)pla.; « canna della gola; arteria». Da aspera arteria (greco Tpa.;:ti:a. àpT")p[a.) l' ant. asperarteria « canna dei polmoni ,i (Redi). artàrioscler6sl (con s dolce) s. f. scient., indurimento delle arterie (LeBB., a. 1874). A rUrioscleròtico. Da &p't'1jpla. e scleròsi (Y.). artesiano (con s dolce) (pozzo-) n. m., pozzo trivellato (Carena). Da artésien (frane., a. 1803), ciol'"dell'Artois», dove fu scavato il primo di tali pozzi, i quali però erano in uso molto prima a Modena, per cui furono detti pure pozzi modenesi (Canev.). artetica v. s. artrite. àrtico, agg. letter., scient. - settentrionale. Pòl,o àrtico (Bocc.) . .Antàrtico (Buti). Da &p>en>e6ç; &v-r(lpKTtx6ç (greco), da &p>eToç « orsa ». artici6cco v. s. carciòfo. articolan v. trans. letter., scient., muovere le membra alle giunture; pronunziare (le parole) (Ségneri). Articolare (s. m. a.nt.) « il funzionare (del cervello) (Dante: l'articolar del cerebro) »; articolato (Bocc.: candide mani, articolate di distese dita; Giamboni: il pappagallo ... dice parole articolate, siccome l'uomo); trèni articolati " treni le cui ruote sono congegnate in modo da permettere di superare le curve della strada» (LeBB., a. 1874, s. ferrovie); vettura articolata « tranvai il cui rimorchio è attaccato alla motrice con una sezione di vettura fornita di due sterzi»; articolazione "giuntura (Redi); l'articolare (O. Ruc.) », articolazion della voce (Sper.); a_rticolare (agg. scient,) (Redi); disart1~olare (O. Ruc.); inarticolato (agg. sc1cn t.) (Galileo) ; lingua inarticolata (aut.) lingua che non si può scrivere» (Varchi).

1rtl1ll1 Dai lat. articulare; artMlatio, -onis; articùlaris. artlcolo s. m., (ant.) giuntura (Tes.pov.; O. Ruc.); capo, punto d'uno scritto (G. Vill.); breve scritto inserito in un giornale (Gherard.); soggetto, argomento (Caro); sorta di merce (Bernard.; Pananti); parola aggiunta al nome o al pronome per determinare la cosa,. di cui si parla (Firenz.). Artioolo di fede (PaBBav.); articolo di m,QTte (ant.) « punto di morte » (Giamboni; Fra Giord.) V. articolo di fondo. Articoletto, articolino (Giorg.), articolessa (Panz., a. 1918) di giornale; articolista (Petrocchi). Da articulus (lat.) « giuntura; punto, sezione, grado; membro del discorso; articolo (gramm.) », termine entrato per via letteraria e scientifica (artus "giuntura; [plur.] membra»). (Zamb. ). artlcolo di fondo n. m., primo articolo d'un giornale, articolo principale (Giorg.). Frane. article de fond. Inventato dall'editore del Times di Londra John Walter jun., al principio del sec. XIX: ingl. leading article{(leading « principale, primo ») (Gar.). arti&llerla s. f., nome di tutti gli strumenti guerreschi da fuoco, non portatili (Bembo); (ant.) qualunque strumento di guerra (Ariosto). Artelarie di ferro nel Garz. (466). .Artiglière « (ant.) maestro di gettare artiglierie (Celi.); soldato d'artiglieria (Busca, cit. dal Grassi) ». Lat. basso artelaria, artileria (Dn Cange ), frane. artillerie (dal seè. X II I ; artilleur, a. 1334), da cui gl'it. artiglieria, artiglière. Dal frane. ant. artill( i )er « munire di congegni da guerra.», verbo derivato da art (Bloch I 45, II 384). artici io s .. m., piu spesso al plur., unghioni degli animali rapaci (Dante). Artigliare (an t.) « pigliare e ferire cogli artigli» (Dante). Dal prov. artelh, o dal frane. ant. arteil (e orteil) « dito del piede; pollice del piede », dal lat. articùluB « giuntùra.; dito della mano » (A. Gl. It. XIII 427-' 8; Bloch, s. orteil; Wartburg; R. e. W. 687). Anche cerre (v.) è di origine francese.

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Artimone artimone

B. m. a.nt. marin., vela di gabbia (Dante). Lat. (genov.) sec. XII I: artimonus. Frane. artimon " albero e vela. di mezzana" (daJ sec. XIII). Da artemo, -onis (lat. ), greco tip.éµù)'J " vela di gabbia "• da tip.tiw " appendo " (Diz. mar.; Vidos,). utritll s. f. scient., dolori periodici nelle articolazioni, con depositi di sali urici nelle stesse (Leone, a. 1828). Artritico (Redi). Ant. artetica; artetico (agg.) (Cresc. volg.; Ségneri); artritide (Redi; D'Alb.); frane. arthrite (a. 1809); arthritique (Paré), nel sec. XII artetique. Dal lat. dei medici arthritis; arthriticus (già in Cicerone), da iip~p[.Lç; tip~pmx6ç (greco), derivati di &p~po'J "articolo, giuntura" (Bloch). anante agg. ant., ardente (Novell.). Acquarzente (v.). Da anere " ardere ", registrato come ant. dall'Oudin, che à pure arzura "abbruciatura. "· Da ardeo (lat.) "ardo" (R. D. R. IV 184). anigòcolo v. s. ghirigòro. arzilla (con z dolce), s. f., nome generico dei pesci marini della famiglia delle razze (Oudin; D'Alb.). Da *razzilla (con zz dolce), da razza. arzillo (con z dolce) agg., rubizzo (.T. A. N elli); vispo; frizzante, del vino (Giorg.); (Firenze e Roma) alticcio (Fanf., Voci). Da arzere; arzente (ant.) (v.) (It. D. XVI 75), assai meglio che da asillus (lat.) "assillo " (Mise. Rossi - Teiss 337-'8; Mise. Ascoli 76; A. Gl. It. XVI 196). àsaro (con s dolce), s. m. scient., pianta di monte con radice aromatica (Àsarum europaeum) (Benciv.). Non asero. Anche bàccara, èrba renèlla. Dal lat. asiirum. ucariola v. scariòla. hcaro s. m., soldato eritreo mercenario.

Al giocondo squillare della diana il campo Bi sveglia e dagli umidi tucul escono come fanta•imi i neri ascari a1'Volti nei bianchi sciamma. e BOlleciti si preparano alla partenza (0. Ba.ratlcri, in Strenna Trent., 1892, p. 9). Il nome si legge In un decreto del irovernatore dell'Eritrea del 1891.

Dall'arabo 'askari (sing.). Dal plur. ascari il sing. àscaro; ma la forma d'uso ufficiale è ascari (sing.). (Encicl. it. IV 784; Lokotsch 1307; F. A. Ugolini, Gramm. it. 273-'4). ascaruola v. scariòla. ascella s. f., cavità al di sotto dell'articolazione del braccio colla spalla. Da axilla (lat.), con suffisso mutato (R. D. R. IV 193; R. e. W. 842). ascensione s. f. letter., l'ascendere (Ottimo); salita di Gesu. al cielo e la festa relativa. Ascensionale (astron.) "della differenza tra l'ascensione retta e l'obliqua. dello stesso punto sulla superficie della sfera (C. Bart.; Galileo; D'Alb.); (scient., letter.) tendente, diretto all'alto,,. Movimento ascensionale (Manfr., a. 1883). Da ascensionnel (frane., a. 1752), nel secondo senso. Da ascensio, -onis (lat.). V. ascenso. ascanso s. m. ant. music., scient., ascensione (Ottimo; Maga!.; D'Ayala). Anche ascensa (Oudin). Da ascinsio (lat.) « salita; progresso n, donde anche sensa (vèn.) cc ascensione (festa)" (Bembo; Rusc.). V. a.scensione. A questa corrisponde ascensa (lat.) nella liturgia romana. (sec. VII-IX), la quale adottò poi il nome ascensio, usato nella Francia, nella Spagna e nel Portogallo (R. Li,ng. R. X 35-37). ascensore s. m., apparecchio per movere in senso verticale pesi o persone ( 1890). , Da ascenseur (frane.). Ascensore chiama Buon. il G. una corda con cui si tira j.n alto una persona. asc6ta s. m. non pop., chi fa vita. austera, meditativa o si dà all'esercizio di virtu. piu. degli altri (Lami, a. 1761 ). !allismo v. s. ball-0 di San Vito. ballo di San Vito n. m., malattia nervosa con movimenti involontari d'un arto o di muscoli della faccia e del tronco. Scient. ballismo, cor~a. (Leone, a. 1828). Port. òança de Sam Vito, ted. Veitstanz, lat. basso chorea sancti Viti. Così detta per invocazione del nome di codesto santo come protettore contro tale malattia. Vito è uno dei quattordici santi ausiliatori, onorati sopra tutto nella bassa Italia e in Germania, dove gli affetti dal male andavano in pellegrinaggio alla cappella di S. Vito, ballando notte e giorno per guarire. (Tomm. e B.; Gonçalvez Viana Il 543; Kluge; Miglior., Dal n. pr. 135; J. K. Hecker, Tanzmanie, Ilerlin, 1834, p. 120). ballottqgio v. s. balla. bal6cco s. m., giocattolo. (Lippi).

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balordo

Va baloccare « trastullarsi " (B. Davanz.), verbo di origine dubbia, forse da balla (rovig. balòco «pallottola")Ne venne l'ant. balocco "balordo" (dal sec. XIV), se questo balocco non è balordo (v.) con suffisso mutato. (R. D. R. IV 197). balordo agg., (ant.) sciocco (Ariosto); sbalordito (Berni); intontito. Balordàggine (Varchi) ; balordamente (Bembo); sbalordire. Dal frane. balourd (a. 1597), ant. beslourd (fine .del sec. XV), da bis- e lourd « penoso, grave; goffo, grossolano; tardo (di mente)», donde lourdaud (sec. XV; nel 1306 lourdeau) "tanghero "· Dal lat. pop. *lurdus per luridus (lat. class.) « giallognolo; livido; pallido"• da cui il senso di "sbalordito» ecc. (Bloch; R. e. W. 5176). balsam6lla v. s. besciamèlla. bàlaamo s. m., sostanza resinosa o oleosa, che dà odore, e in antico l'albero che la· produce (Giamboni; Libro viaggi). Ant. balsimo. Balsàmico; balsamino « albero che dà il bàlsamo ,, ( Libro viaggi); balsamina « genere di pianto delle balsaminacee »; balsa·mite « erba santamaria. " (Benciv.); imbalsmare, ant. imbalsimare (M. Vill.). Dal lat. balsamum, greco [,:1.Àmxµov (gomma odorosa e l'albero). bàlsico v. s. balzare. balso s. m. sen., covone. (Lastri). Il nome viene dalla legatura di paglia dei covoni: ad Arcèvia e a Uovigo balzo indica il " fascetto di spighe che lega il covone"· (Canev.; R. e. W. 919) balta (dare la -) v. s. rivòlgere. baltrisca v. s. bertesca. baluardo s. m. ant., gran bastione della fortificazione reale (difesa da artiglierie di grosso calibro), venuto in uso verso la metà del sec. XV. (Berni). Anche baloardo (Ségneri), ballovardo (Galileo). (Grassi). Dal frane. ant. boloart (a. 1435), belouart, balouart, boulevert (sec. XVI), mod. boulevard, dall'alto ted. medio bolwerk (ted. Bollwerk) o dall'oland. bolwero. (Bloch, s. boulevard; W artburg; R. e. W. 1197).

balzare

baluce ~- ant., pezzetto d'oro che si trova nelle miniere. ( Oudin. ). O latinismo (balux, balucis « sabbia d'oro, granelli d'oro "), o spagnolismo (baluz "pagliuzza d'oro"). baluginare v. intr. fior., veder male. Abbaluginarsi (sen.) "entrare in un sonno quasi svogliato, che gli occhi sono appena chiusi, e par di vedere segni di formo e colori vari » (Fanf., Uso); sbaluginare cc apparire e seomparire istantaneamente e quasi balenando » (Rigut., a. 1864); sbalugginare "mandar qualche bagliore" (Petrocchi). Fior. balugginare, pist. baluginare « passar via come il baleno " (Fanf., Uso); ballucinare (ant.) "abbagliare»; ballucinio "abbagliamento» (Oudin). Da bis-*lucinare: cfr. balucetta (ant.) " scintilla " (Menagio; Redi, V ocab. aret., s. Iuta), se non è parola supposta. Con luccicare son formati: abbaluccicare (versi!.)" abbagliare»; sbarluccicare (romano ant. ), sbrilluccicà (romano) cc luccicare». Nell'aret. balecenare cc balenare n entra balenare. (R. D. R. IV 145; R. e. W. 5142). balza v. B. balzo. balzano v. s. balzo. balzare 'v. intr., risaltare, di corpi elastici (Allegri); andare in un subito (Borni); saltare (Cocchi). Balzar fuòri (Luigi Pulci). Balzo " il balzare (Ariosto); sai to (Varchi) n; balzante (f., furb.) cc palla" (Minucci); balzellare « ballare leggermente (Crusca); della lepre che va o viene dalla pastura, donde anche andare a balzèllo (D' Alb.); imporre balzelli (Franco)"; andare a bulzèllo, (alla lepre, alla volpe, alla starna) (:Minucci; D'Alb.); balzèllo cc gravezza straordinaria (Ariosto); (ant.), prestito forzato fiorentino (Giov. Cavalcanti), detto presta a balzi a Siena, perché colpiva solo certe persone e con disuguaglianza ( Rez.); magistratura dei balzelli (Cell.) n; balziculo (ant.) "capitombolo» (Fanf., a. 1855) (anche mazziculo, da cui mazziculare: Crusca); sbalzare (Berni); ribalzare (G:iJ.ileo); rimbalzare (Passav.); rimbalzèllo (Manz.; Petrocchi); sobbalzare (Salvini); trabalzare (Fioretti);

balzMlo

bambo

strabalzare (B. Davanz:). Oudin: balsolare (dato come disus.) "sgridare»; balsolata "spavento; sgridata acerba" (nel I senso pure nel Gelli). Il senso e l'origine di balzare si spiegano forse dal saltare e dal camminare a balzi sulle balze. (R. e. W 919). Balsico "altalena» è dato da Luigi Pulci come di Genova, oggi basigu (A. Gl. It. XV 49, bansigu, s. bazigar). balrillo v. s. balzare. balzo s. m., balza, luogo scosceso (Dante); (ant.) balza, velo portato dalle donne sul capo (Cavalca); ponticello pensile sulle navi per lavorare fuori bordo (Pant.); (furb.) palazzo (Oudin). Balza "ripa, luogo· scosceso, dirus pato, piccolo piano in montagna che dà sopra un dirupo, luogo scosceso (Esopo volg.); (furb.) chiesa; (ant.) balzo (velo) (Poliz.); pedana (D'Alb.); striscia bianca nei piedi del cavallo balzano (Petrocchi)»; balzana (ant.) "balza, luogo scosceso (Pucci); (furb.) chiesa; pedana (Canti carn.); balza (dei cavalli) (Oudin; D'Alb.) »; balzuòl-0 " pezzo di legno messo per fortezza delle pale della ruota dei mulini» (D'Alb.); balzòl-0 (pist. mont.) cc cercine»; bal= « del cavallo colla balza » (Ariosto); cervèllo balzarw " cervello matto, strambo» (cervel balzarw, uomo, nel Bemi). Nella cantilena d'un giullare tosc. del 1150 c. caval balçarw (Monaci, num. 7, r. 21), balzanus "equum baium » nella Cron. del pad. Rolandino (a. 1262); nel senso di « insegna bipartita» nel Miliolo (sec. XIII); di un gonfalone balzarw fa cenno G. Vill. Dal lat. balteùs " cintola » discesero balzo, -a, da. cui i deriv., me. balzarw è probabile che sia venuto dal frane. ant. baucent, bauçwnt " macchiato di bianco• (sec. XII), e anche il senso di cc vessillo bipartito bianco e nero » nel frane. risale a prima del 1244. Il signif. di ,duogo scosceso » dovette derivare dalla forma a volte di mezzo cerchio delle balze. Nel signif. di cervel balzano entrò di facile il v, balzare, con accenno al cervello mal-

fermo; l'Oudin lo spiega invece "perché i cavalli balzani sono capricciosi». Riguardo al senso marin. di balzo l' Oudin à balzi per " certains sangles avec lesquelles les mariniers se pendent aux antennes ». V. balso. (Bèzz. 160-' I; Wartburg; R. e. W. 919; Pieri, Topon. A rrw 303, nomi Balzo, Balza ecc.). balzu61o v. s. balzo. bambàgia s. f., (ant.) cotone; filato di cotone grosso floscio, appena torto. (Benciv.). Bambagino (agg.) (G. Vill.), (s. m.) ( C. Dati); bambagina ( Oudin); bambagione " persona grassoccia e adagiata » (J. A. Nelli). Bambascino (s. m.) in Matasala. Ant. bambagio (Benciv.), bambage (f.) (Spadafora; Giusti), bambace (f.) (Lalli; Oudin), bombace (Varthema 141, 274, 290), bombage (m.) (Caro); romano bambace, vèn. bombaso, in doc. pad. del 1271 banbacio (lat.) (Gloria, a. 1885, p. 42; Viani}. Da bambaz, bambacis (lat. tardo). Con bambàgia cfr. bastagio (ant.), bràgia (e brace), valigia (romano valice), bottatrlgia (v. bottatrice), livirtigi (ant.) (e v. A. Gl: It. XVI 434, s. brunice). (R. D. R. IV 198; It. D. III 237; Wartburg).bamblno v. s. bambo. bamlÌo (agg. ant.) scimunito (Bocc.; Bembo); (s. m. ant.) bambino (Guar.). (Viani). Bambirw « uomo prima degli otto anni, cioè prima che eia ragazzo (v.) » (Rime ant.); -a; bambinàggine (Guitt.); bambinaja cc donna che à cura dei bambini nelle case signorili» (Fanf., a. 1855); bambineggiare "far cose da bambini» (Petrocchi); abbambinare « trasportar pezzi di pietre lunghi o altro, smovendoli per ritto d'uno in un altro dei suoi canti " (Giorg.); bambolo (ant. e ora scherz.) cc bambino» (Salvereg.}; bàmbola cdantoccine. per le bambine; (ant.) luce dello specchio ( Tratt. 'l!iriu mor.; Luigi Pulci; Belline. ; Ariosto; I t. D. XIV 171-'2); armàdio a bàmbola «armadio a specchio»; bambolitade (ant.-) cc azione da bambino» (Novell.); bamboleggiare (v. non pop.) cc bambine,g-

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blmbola

banchett6

giare" (Novell.; Giorg.); imbambolato; imbambolare (ant.) (Luigi Pulci); bambòccio "(ant.) bambino (Lalli); bambino grasso e grosso; (ant.) burattino, anche bamboccia (Oudin) ", bambocceria « scioccaggine" (Galileo). Bambino si dice d'un uomo ingenuo'; ma esso non signifiea « sciocco; bam binesco" [agg.], come risulta dal R. e. w. 921. Da bamb, voce bambinesca, di cui una variante è in bimbo (A. Alam.), --a (Oudin). (R. D. R. IV 198; lt, D. X 27). bàmbola v. s. bambo. bambu s. m., genere di piante monocotiledoni dell'ordine delle graminacee (Bambusa). (O. Targ. T.). Anche mambu (Gherard.). Dove si ha da tirare la cortina, rizzano certi pezzi di canne t·he e' chiamano bambu. (Sass., 27 /1 1585 ). La prima specie conosciuta da Europei fu la Bambusa antndinacea, albero grandissimo dell'ARia tropicale.

Da bambu (port.): dal malese bambu. (Bloch; Lokotsch). banale agg., stupido, triviale, grossolano. (Petrocchi; Fanf. e A.). Il Petrocchi lo registra come termine di giornalisti. Banalità « trivialità, volgarità » (Petrocchi). Da ba.nal (frane., a. 1778), che in origine era un termine di feudalità, da ban "bando ecc.», indicando quanto era di obbligo comune per effetto di bando. (Bloch, s. ban). banana s. f., frutto della musa; la pianta. Bananièro, in stagione bananièra, nave bananièra, commèrcio bananièro; bananièra « bastimento adoperato per il trasporto di banane n (a. 1937: Diz. mar., p. 1254); bananaro (Roma) • venditore di banane ». Il frutto era detto un tempo banano (D' Alb.; Tram.); secondo la Crusca banano è il frutto e anche la pianta; il Less. à banana (frutto), s. banano (pianta). Questa pure fico d'Adamo, fico dàttero, scient. Musa paradisiaca.. N" el Carletti: frutte lunghe fino a un palmo, che essi (i Portoghesi) chiamano badanas, grosse come un nostro cetriuolo. Badanas forse è sbaglio. L. Frescob.,

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oltre musa, nota po·rna di paradiso (v. musa). Dalla frane. banane, a sua volta dalla port. · banana.,

  • idiènte (Petrocchi). Da bideus, bidentis (111-t.). bidetto s. m. veter. ant., cavallo piccolo da campagna. (Oudin; PetrOC> (R. D. R. IV 217; R. e. W. 1332). bruco 2 s. m., scopa, crecchia (pianta) (Gherard.); (ant.) cespuglio (Oudin). -

    Il Gherard. lo dice usato in alcuni dialetti. :f: di dialetti settentrione.li (genov. briigu, lomb. bruch, piem. bru) e meridionali (col significato di " tamarisco », riel cal. : bruca, vruca, abbruca; salern. brugo " scopa »). Da briicus (lat. pop.) « scopa, èrica >> di una glossa d'origine gallica, quindi dal gall. *briJko. V. brughièra. (Flechia, Nomi da piante 827; A. Gl. It. VIII 334, XVIlI 282; St. R. VI 65, n. 2; R. D. R. IV 218; It. D. X 120, XVII 169-170; Bloch, s. bruyère; Wai:-tburg; R. e. W. 1333, dov'è da cassare il valsug. brok, inesistente e impossibile: A. Gl. It. XVII 501). bru1hi6ra s. f., scopato. Usata da scrittori moderni (G. Pasc.; D'Ann.; ·Deledda ecc.). V. groana. Da brughera (lomb.), da bruch "scopa (èrica) ». Il Cherub. e il Gherar.d. (VI 397, s. brojero) scriveva.no che brughiera era uaa.ta da « varj nostri scrittori di statistica ed economia», e il D' Ayala (a. 1853) la registra per " pruneto, prunaio, roveto, terra incolta e piena di rovi, pruni ed altre piante salvatiche ». Anche nell'Ugo!. Cal. brughera, bruvera, burvera, brujera (da bruyère, frane.), teram. provera « scopa, èrica ». Bassolat. brugaria. Brojere (s. m.) "brughiera>> del Maga!. è dalla frane. bruyère (s. f.). (Bosshard 107-'8; Vox R. III 201). V. bruoo. 2 brucna v. prugna. br016 (vin-) n. frane., vin caldo (v.). Nel Fanf. e A. (a. 1877) vino brulè (s. brulè). V. Panz. Nel Cherub. (a. 1839) brulé o vin brulé. Nell'Ugo!. 1ffl fritto alla brulè, dei u cuochi italogalli ». Da bràlé "bruciato». L'Oudin à brul,are « abbronzare, abbrostolire; pelare con acqua calda» e a bruZardello " en grillade, en fricassée », da brlller. brulican v. s. buÌicare. brullo agg., (ant.) privo, scUBSo (Fra Giord.); (ant.) scorticato, denudato della pelle (Dante); (ant.) nudo (Ariosto); nudo, spoglio (di campagna) (Giorg.). Ant. brollo (Giarnboni; D,ante; Caro). Nel Paf,ajfio: Brollo biotto, egli è brullo, e caluoo. Aret. sbrollo

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    brUICIU

    brulòtto « brullo; povero nudo n; sbrollare « sfrondare n (Redi).

    Ant. bmlazzo (Burc11. ), brullazzo (Caro) " cisposo ,, ; brulasco " brullo n (Belline.; Caro); brullamente "poveramente n (Novell.). Di origine sconosciuta. Difficile è che brullo abbia rapporto con brula (venez.) "giunco n. (A. Gl. Jt. XXVI 106-'8). brulòtto s. m. ant., bastimento incendiario. (Dudleo, a. 1646; Sai vini; Maga!.; Botta). Nel Crescenzio e in G. Bentiv. barca ,li fuoco (v. Grassi). Ant. burlotto (Salvini). Da brulot (frane., a. 1671, nel 1642 bruleau), da briUer "bruciare n. (Diz. mar.). brum s. m., carrozza pubblica a Milano (Fanf. e A., a. 1877). V. fiacre. Brumista (ivi). Dall'ingl. lYrougham, carrozza a 4 ruote, messa in moda da Lord Ilrougham (1779-1868). bruma i s. f. letter., (ant..) solstizio d'inverno ("Petrarca; Bembo; Soder.); (fig.) vecchiezza (Bembo); (poet.) inverno (D'Am1.). Da bruma (lat.). Brurnale (letter.) «invernale" (Cresc. volg.; Ariosto) da brumalis. Bruma «nebbia» (Darch.). da brume (frane.). Brumajo (mese) da brumaire (a. 1793). (:~lerlo, Sta.gioni 70, 175; R. e. W. 1335). bruma 2 s. f. marin., mollusco marino che perfora pali, travi, scafi di legno ('1.'erèdo navalis). (Pant.; Redi). Anche bisce (plur. ), venez. bissl'. Abbrumato " corroso dalle brume n (Pant.; lucatarsi (fig.) (Passav.). In S. Gir. volg. bocato, nell'Oudin bucato, bucata, bocata; bugandiera « lavandaja »; imbucare, imbucatare, imbucarare. Vonez., spagn. lnr gada, frane. buée; vie., pad. bugarolo, milan. biigarii " ceneracciolo ». Non da buco, ma, com'è ben supponibile, da un franco *lmkon « fare il bucato ,· (ted. bauchen). (A. Gl. It. II 328, XV, 102-'4; R. D. R. IV 220; Bloch, s. buée; Wartburg; R. e. w. 1379). buccella s. f. ant., crosta di pane. (Guitt.; Dial. S. Greg.). Da bìi,cdlla (lat.) "panino"· (R. D. R. IV 219; R. e. W. 1359). buccellato s. m., ciambella dolce con anaci, in uso a Lucca (Ammir.); (ant.) sorta di biscotto a piccole fette, migliore di quello dei marinai (D'Alb.); (marin.) cerchio dell'asta di coltellaccio (D'Alb.). Ntll Fanf. anche bocellato, nell'Oudin baccellato, bucellato " sorte de biscuit » e bozzolato, bozzolai " sorte de viande de paste, en forme de cordons ou anne,aux », e bozzolai di corda « tourtevux de filasse cuitte, pour mettre le f eu à la poudre »; nel Berni bozzolao "ciambelletta », bocciolato nel Minerbi (a. 1554). Le forme con zz provengono dall'Alta Italia: venez. buzzolà, ant. bozzolao, bresc. bozzolà « ciambella "· Tutto le yoci riportate vennero dal lat. bìi,cce"llatum II biscotto dei marinai"· Bozzolaro (disus.) « pasta dolce in forma di ciambella» (Fanf., a. 1855) è dal venez. bozzolao con -(!O sostituito da --(!ro. (Fanf., Uso, s. l>uccellato; A. I. Ven. XCVIII, P. II 87,

    n. l). bl'icchero s. m. sec. XVII-XVIII, vasellame di bolo odoroso, di solito rosso, fatto nelle Indie e nel Portogallo. (Redi; Bellini; Maga.I.; Fag.; D'Alb.). Nel Gem. Car. buccari.

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    bucint6ro

    ltuccltn

    Da bucaro (spagn. ), port. pucaro, buci ! v. s. mosca! d'ignota origine. (Zacc., Elem. iber. bucicare v. intr., muoversi un pochino 69-70, 447). colla persona (Oudin). Anche bucibucciere v. s. becco z. carsi (Fanf., Uso). Trans.: bucicare il bUccola s. f., (ant.) cerchietti coi quali capo « muovere il capo » (Luigi Pulci). a'imbraccia lo scudo (Sàlvini); bron- Verbo contad. (CrUBCa). zina (D' .Alb.); pendente (orecchino) La mancanza in Toscana di bucio (Tomm., a. 1841); (ant.) ricciolo (presente invece a R'oma) induce a (a. 1739: Gherard.). (Viani). riconoscere in bucioare un verbo imBuccolo (lucch.) « ricciolo inanel- portato dall'Emilia dove il moden. à lato». busighèr « bucare; bucacchiare » (v. s. Da boucle (frane.) « anello per affib- bugigàttolo), col quale son connessi biare; buccola (orecchino); ricciolo (di busgàt (moden., ferrar.), bosegato (rocapelli) (Oudin) » della stessa origine vig. ), busegato (chiogg., sottomar.) « majale "; boseghina (rovig.) « porceldi b6ccola. , bucc61ica 1 , s. f. letter. genere di poesia lino di terra«; bosega (rovig., venez.) pastorale dei Greci e dei Latini. (Buti; «cefalo"· Busighèr probabilmente diBocc.). pende da bus (con s dolce) « buco n Buccolicone (ant.) « villanzone " (v. bigio). (A. Gl. It. XVII 372). V. (Oudin). bugigàttolo. Da bucolica (lat.) « poesie pastorali», bucinare v. intr., esserci qualchu senda bucolicus, greco ~aux.oi,.tx.6ç « pa- tore, qualche voce. (Bocc.). storale» (~oux.6i,.oç « pastore di buoi»), Biwinamento (ant.), anche per « il donde buccòlico (Dante: bucolici carmi). fischiar degli orecchi» (Benciv.); ab1 bucc61ica s. f. scherz., il mangiare. bucinare «assordare» (Oudin), orn. (Serdon.; Oudin; Redi). .Ant. boe- sen.; sbucinare (lucch.) « bucinare "· colica (Prose fior.). Da buciniire (lat.) « sonar la tromL' Oudin spiega: • la buona tavola, ba». (R. e. W. 1369). la ghiottoneria "· Da bocca, derivata b6cine s. m., rete da pesca col ritroso secondo buccòlica (poesia): (Frizzi). (Sacch.); rete da starne e pernici Nel Garz. (698) machina bucolica (D'Alb.). « arto dei cuochi ». Bucinetto (ant.: Sacch.; Bemi); bucinello (ant.) «butrio» (Caro; Oudin). budllo v. s. bue. bucherame s. m. ant., tessuto di lino Da bucina (lat.) « èorno di consottile, bianchissimo (G. Vill.; Polo chiglia », per la forma. L' Oudin dà volg.; Bocc.; Pucci); sorta di mezzo- anche bucina « tromba sorda, sorlano o di droghetto (frane. tiretaim) dina », che corrisponde a bociM, (Oudin; Spett. nat., a. 1745; doc. an- (spago.), da *bucina. (A. Gl. It. XV cora nel 1763). 381; R. e. W. 1368). Nel Cod. bar. (a. 1219) abucharamo, bucint6ro s. m., nave sfarzosa, maein stat. di Asti (sec. XIII) bocarawum, stosa, usata ogni anno a Venezia, boquerannus, in doc. fior. bucchera- sino al 1728, per lo sposalizio del mina (plur.) (a. 1335). Il bucherame mare, dal doge e dalla serenissima siveniva importato a Barletta, a Pisa gnoria; sorta di barca grande di a Venezia (a. 1280), provenendo da fiume (venez. bozzentmo). (Diz. mar.). Cipro. Spago. bucaran, frane. bougran Prendemmo un bucintoro a due remi (dal seç. XVI), nel sec. XII boquerant. e andammo a Mestre (G. Gozzi, a. 1754; Da Bucara (arabo Buhàrà), città Opere XVI 259). del Turchestan, donde proveniva in origine. In bucherame fu innestato il JI Bucinl6ro del doge è scritto lnu:entau.ro, suffisso -ame. (v. s. baracane; catrame). lnu:entorio, lnu:entoro, lrnccinto1'o, frane;. buDal frane. bougran derivò l'it. ant. centaure, In autori del passato. L'investitura bugrane • traliccio per ripieno dei ve- del ma.re fu concesse, ai Vcne'l.le.nl nel 1176 stiti» (D'Alb.). (Bèzz. 70; Lingua N. dal papa. Alesse.ndro III, e Il primo celebre Bucintoro de.te, de.l 1177. IV 2-6). 177 -

    bué

    buco La prima menzione del nome ò però del 1252, mentre già, nel Cod. pad. agli anni 1157, 1167, 1169 compare Bucentaurus. nel 1179 Buzenlaurus quali nomi di uomini (cfr. llvorn. bucintòro • donna grande e grossa e galante,).

    t supponibile che nel nome si nascond.a un greco •~ouxhcxupoç, versione di Centa.urus magna, una delle navi dell' Enèide, etimologia già esposta da Cristoforo Da Canal (sec. XV I). (Jal; Encicl. it. VIII 15-16; F. It. IX 19-23; Diz. mar.; Ateneo Ven. CXXV 227-236; Vidos). _ buco s. m., apertura di solito stretta e rotonda; (ant.) arnia (Fiore di virtu); luogo nascosto (D'Alb.); stanzuccia oscura (Giorg.). Buca (Dante); bucare (Cavalca); bucherare (ant.), anche per "cercare (Libro son.); brogliare (Varchi),,; bucacchiare (Oudin); imbucare (Luigi Pulci); bucapere (v. B. mangiapere). V. buganze. · A Roma il " buco ,, è detto bugo (e bucio), nello spagn. ant. buco, forse dall'it. buco. L'ètimo ritenuto probabile è *oocu per *vilcuus (vacuus) (lat.) "vuoto "• che conta altri continuatori: v. anche il nome di luogo Buja (pop. Buje) in Friuli, nel 792 Boga, nel lOOQ c. Buga. (A. Gl. It. XVI 291-'2; R. XXXVI 241; R. J.,ing. R. XII . 58-60). V. bugio. budèllo s. m. (plur. budèlla ff.], budèlle), intestino soprattutto delle bestie. Budellame (Val. Mass. volg.); budellare (volg.) per buscherare; budellone "buscherone "; budellona " sgualdrina n; sbudellare "ferire cavando le budella" (Comp.); sambudèllo (v.). (Prati, Voci, p. 45; It. D. XVII 237). Da botellus (lat.) " salsiccia " per botulus, passato poi al senso di " budello"· (R. D. R. IV 213; R. e. W. 1230). budget s. ingl., bilancio. (Fusin., a. 1847). In Italia in disuso. Nel F'anf. e A. (a. B77) è detto che sino a pochi anni prima. diccvasl bugé per bilancio; nell'ed. del 1881 e seg. budget. L'Ugo]. dice che a tempo del regno d'Italia chiamava.ai bv.djet Il preventivo. Budget Indicò la bo!-

    -

    getta nella quale il camerlengo d'Inghilterra portava lo carte del bllanciu, e significò quindi • bilancio •. Budget fn termine ufficiale in .l0letta (C. Dati). Burlare fu connessq col milan. rea ». Un'it. ant. borra non è atteborlà «ruzzolare», in quanto da co- stata (v. Diz. mar.). Borrare « agdesto senso poté esser ricavato quello ghiacciare » non à rapporto con borras, di prèndere in giro (burlare), ma bur- ma deriva dal batter la borra « batter lare non significa anche « rotolare », le gazzette»; sennonché -è un verbo come ànno il Pascal (St. F. R. VII supposto dal Salvini. (Gherard.; Via92) e il R. e. W. 7396, né è parente ni). Borrasca venne forse da borasca di barullare. Borlà con molti altri vo- (vèn.). Per il suffisso cfr. il genov. caboli, tra i quali il milan. borl6n piovasco, la spagn. nevasca; la sic. « rullo », borlin " coccola; pallino ecc. », marascata "marea» (v. Diz. mar.). V. discende da un *bòrro « oggetto ro- bòra; buriana. (Gherard., Lessigr., s. borrasca; R. D. R. IV 212; Zacc., tondo» (v. Prati, Voci, p. 40, 39). Burlare significò anche «gittare» (Lnf. Elem. iber. 72-73). VII 30; v. Casini): la dipendenza di burrino s. m. (Roma), contadino, camcodesto significato da quello sup- pagnolo (non « povero indigente », posto di cc rotolare » non è però chiara. come à G. De Gregorio, 8t. Gl. lt. (It. D. XVI 151-'2, dov'è citato un VI 140). Pron. romana: burino. còrso sburlà cc straripare », che nel Un tempo I burini o burrini venivano Falcucci e noll' Alfonsi è sburdà; R. 'e. dalla Hurrinaja, terra di Romagna conflna.nte eol Ducato d'Urbino (v. Chlapp.), e W. 1224 a, 1415, 1418, 7396). il Bolli (I 144, Il 249) spiega burrini con burnus v. s. bernusse. • villani di Romagna ,. A Urbino bur!n sobur6 s. m. disus., ufficio. (Bernard., . no I • braccianti che vanno In Maremma •· a. 1812; Ugol.; Fanf. e A.). A Roma Nella · Racc. del 17 68 burrino valo • vilburrò (Belli; Azz.; Lingua N. III lane •, e neg-lJ Strambotti rozzi (Caplt. deilo 2). .;;:tlllato; Vocab. cater. 301: Oherard. Vl Dal frane. bureau " ufficio », dal :399, 491): Cera egli .a~ea t•illana e da burÈ detto sorcio burrino Il • topo sei• senso di "scrittojo ». V. burrò. (A. Gl. rino... v'atlco, 7.orni:,arello (Mus silraticus) • (Lese., It. III 350). s. tovo). burocrazia s. f. non pop., amministraÈtimo sconosciuto. zione pubblica riguardata dal lato dei regolamenti pedanteschi; gl'impiegati burro s. m., parte grassa del latte sedello stato. (Marchi, a. 1828). parata dal siero e condensata col riBurocràtico (agg.) (Panlessico, a. menare. (G. Vill.; Soder.; Lastri ecc.). 1839); buròcrata (s. m. letter., ammin.) Burraja " stanza dove fanno il cc impiegato dello stato che si attiene burro» (v. Canev.); burrajo » chi fa o alla burocrazia, cioè che à più cura va a vendere il burro» (PaoL); burdella forma che dell'efficacia dell'am- rona "d'una qualità di pesca morministrazione » (anche buròcrate: vida e spiccatoja, e di pera » (Palma D'Ann.; Panz., a. 1918). II 242); burroso (Libro cura mal.); Dai frane. bureaucratie; bureaucra- imburrare, anche per " àdulare », in tique; bureaucrate, da bureau (v. bn- tal senso pure imburreggiare (e dare rò) e -cratie di aristocratie, dé'ffWcra- del burro) (Petrocchi); sburrare (G. tie ecc. Targ. T., a. 1759); burrificù, dab185 -

    b111nap

    burrò brica di burro, burraja 11 (Panz., a. 1908). Da beurre (frane.), forma ricavata da qualche dialetto per burre, forma documentata sino nel sec. XVII. Da butyrum (v. butirro). Burro può essere derivato dall'antl burre. Gli antichi usavano il burro come unguento e impararono a usarlo come_ alimento dagli Sciti del Mar Nero. (Bloch, s. beurre; A. R. IX 428; It. D. VI 259). burr6 s. m. disus, cassettone; armadio. (Racc., a. 1768; Belli; Ugol.; Panf. e A.). In G. Gozzi (a. 1753) "burrò tutto specchi 11 (Opere XVI 239). Nel Ramb. (92) burò "specie di cassettone che si chiude superiormente al davanti con una ribalta, che calata orizzontalmente può servire per tavola ad uso di scrivania 11. Un agente lucchese nel 1758 scriveva che a Roma in un burò del papa furono trovati 15000 scudi di cedole (A. Stor. It., s. IV, v. 20, p. 3i8). A Roma una Via de' Burrò (Burrò nel 1804), nome accennante in origine a palazzetti ivi fabbricati, somiglianti ad armadi. (Lingua N. III 1-4). Dal frane. burea1t "scrittojo 11. burrone v. s. borro. busca s. f. ant., fuscello, bruscolo. (S. Gir. volg.). Busco (ant.) "busca 11 (Fra Gi.ord.); buschette (ant.) (Soder.); (anche gioco) (Maestr.); buschia (ant.) "nulla 11 (Patajfio ). Con r inserito: brusca (aut.) (Cater. da S.).; br'USco (ant.) (Passav.); bruscolo (Cresc. volg.); bruschette (Lippi) (o b1ischette) "gioco fatto con fuscelli 11. Da *buska (got.) " ciocco 11, con senso mutato. (Levi. Palat., p. 94-95; R. D. R. IV 223; R. e. W 1420). buscare v. trans. o intr., procacciarsi con industria (Caro e altri); (sec. XVJXVII) predare, rubare (P. Giambullari); (livorn.) rubare della merce scaricandola. Busca (ant.) " il buscare, cerca (Buon. il G.) 11; andare in b1isca "andare in cerca; rubare, dei soldati (Montec.; Botta) 11, darsi alla busca (Franz.), vivere a.Zia busca (Salviati); buscante (ant.) "pirata; ladro 11 (Caro),

    buscantino (livorn.) "chi trafuga la merce; (tosc.) chi coglie castagne sui fondi altrui (Canev.) 11. Da buscar (spagn., dal sec. XV) " cercare Il; busca " cerca 11; ir en busca, salir en busca; spagn. gerg. buscar "graffignare 11. (Zacc., Elem. iber. 73-74; Prati, Voci, p. 48; R. e. 1420). buscione s. m. ant., cespuglio. (Fra Giord.; Livio volg.). Da buisson (frane., dal sec. XII), ant. boisson, da bois " bosco 11. Buscone (Esopo volg.) mostra l' avvicinamento a bòsco. buskchia (con s dolce), s. f., budello (Volg. Mesue; Bocc.); trippa (Oudin); (fior. ant.) borsa dei soldi (Lippi; Minucci). Busecchio (ant.) "budello (Sacch.); coreggia, cintura di cuoio (Gelli; Oudin) 11; busecchina (o busécchia) " mortadella 1l. N ell' Oudin buzzècchie " a Milano, trippe 11; milan. biisèca " budello; trippa 11; biisec6n "milanese" (Pietro Madini, I Busecconi, Milano, l 030); busecha " trippa li nel 'l'acuinum san. (sec. X Il l); in Bon vesin buseche «budella"· L'origine del termine non è chiara (A. Gl. It. XVII 372), ma à rapporto con busica (aret.) " vescica. li ( nel Libro masc. : busica de porco : Redi). busica v. s. busécchia. busillis (con s dolce). In Qui sta il busillis o b1isilli : Questo è il bu~ illi "qui sta il difficile, qui sta l'imbroglio li. Nel Salvini questo è il busillis.

    w.

    La spicgat.!one delle frusi i, In una novelletta riferita ,lai Montalbani (a. 1660), secondo Jo. quale un lgnorantone, dovendo, In un esame, spiegare un Iuo~o d'un libro !~tino (forse il l'anoelo) che incominciava In diebus iUis, male leggendo e peggio tra• du (v. Viani); cacafretta (ant.) (Caro; D'Alb.); cacapensieri (ant.) (Pucci) (v. Viani); cacasangue (ant.) « dissenteria•> (Mach.); cacasòdo (Franz.); o altri molti (Oudin ecc.) (v. pure s. scàcciapensièri) (R. Ling. R. VII, 254). V. sconcacare. Da cacare (lat.). (R. e W. 1443; Prati, Voci, p. 49). cacatua s. m., genere di pappagalli che ànno una cresta di penne erigibili e vivono nell'Australia e nelle Indie Orientali. (D'Alb., a. 1797). Nel Lese. (a. 1874) kakatoe, kakatua, nel Gar. (a. 1892) cacatu, lat. scient. cacatua. Il Gem. Car. (a. 1700) à cacatua. Da cacatua (port.) a sua volta dal malese kakatiiwa; kakatoe è dal frane. kakatoes del Buffon. (Bloch; Lokotsch). cacca s. f., usato parlando ai bambini, merda (Oudin); (ant.) cispa (Volg. Rasis; Med.); (volg.) alterigia (Fanf., Uso). Càccole ; xuµ.6ç >, in quel di Pisa e di Lucca. Stat. Campiglia (a. 1410): campai o cafaggiai; Stat. Camajore (a. 1416): due cafaggiari. In Stat. P-isa (a. 1283): Cafadiarii, sive guardiani (lat.); in carta. lucch. (lat.) del 995: cafajarius · (am ministra.tore). Cafagium (sec. VIII) nel Du Cange; nelle leg. langob. edictum Rothari compare gahagium >, significato che à ga.rius, gazus ecc. anche in carte antiche ùell' Alta Italia; trent. gaz « terreno boschivo >>. Dal longob. gahagi (gahagium) .

    caffè-concèrto s. m., caffè con spettacoli d'arte varia. (1900). Anche caféchantant, attestato almeno dal 1896 in Italia. Concertista (s. f.) « artista di caffè concerto». caffettlàra s. f., vaso in cui vien bollito o scaldato o servito il caffè (Del Bono, a. 17 54); locomotiva piccola, difettosa (Panz., a. 1927); (Roma) -

    vettura vecchia, anche del tranvai; velivolo vecchio, fuor d'uso (a. 1938). Da cafetière (frane., a. 1690), nel primo senso. caffettl6re s. m., padrone d'un caffè. (Del Bono, a. 1754). Anche acquacedratajo (aut.). Da cafetier (frane., a. 1696). cafila s. f. ant., grossa carovana di mercanti in Oriente. (G. P. Maffei, a. 1601); conserva di navi (Gem. Car.; Della Valle). Da kafila (arabo) , da cavo. (A. Gl. It. XXVI 109-110; R. l. Gr. - Tt. XX 109, n. I; Lingua N. X 87). catro s. m., abitante della Cafreria (Affrica Australe). Anche caOro. Nero com'un cafro >. Gallina cafra « gallina nera ~ nelle Prose fior. Un tempo cafro ve.leve. . (Lokotsch). · cailone s. f., causa, ragione (Cavalca); (ant.) scusa; colpa (Cavalca); (ant.) occasione (Bocc.). Accagione in Guido delle Col. volg. Cagionare; cagionévole > (Cavalca); accagionare «incolpare•>; scagionare) « occasione >>: da occasum, supino di occidfre « cadere ». In cagione non occorre riconoscere una provenienza gallo -romana (MeyerLùbke e Bart., p. 109), perché il g molle da sj (lat.) è toscano indigeno, come lo è in ciliègia, prigione, tregènda (v.) e altri vocaboli con g

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    cala

    "'Ilare d~ sj (A. Gl. It. XIV 428, XVI 17~-'.3, Pten, Topon. Arno 394-'5; D'Ov1d10, Note etim. 52-70; It. D. VII 272, VIII 207, XVI 7-8). (A. Gl. It. XVI 185, n. 1). cagliare 1 , v. quagliare. cagliare 2 , v. intr. ant., tacere (Castigl.); mancar d'animo, allibbire (Firenz.; Salvini; Magal.). Sic. cagghiari ~ tacere; mortificare•>; càgghia «vergogna•>; sardo cagliare , come risulta dal Castigl., dall'Oudin, dal Salvini. L'ètimo ne è •calliire per cal.iire, greco x01:Mùl. (Zacc., Elem. iber. 79-80; R. e W. 1487; R. Ling. R. XII 262-'3; Trapani, p. 161). cagliata s. f., quagliato, latte cagliato. (Oudin). Lucch. accagliata. Da cagiada (milan.) , vivanda dei contadini, i quali anche , la convertono in caciolini freschi, dopo aveda messa al fuoco, per separarne la parte caciosa dal siero*· (Palma II 247). càgllo 1, v. qwiglio. cagllo 2 , v. · s. callo. Cagll6stro n. pr. m., ciurmatore avventuriero. Da Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro (1725-1798). (Panz., a. 1927; Miglior., Dal n. pr., p. 184). cagna s. f., fomtnina del cane; spreg. a donna (Arrigh.). Cagnàccia, a meritrice (Canti carn.); -o, anche fig. (Luigi Pulci); Cagnazzo, un Diavolo in Dante; cagnuolo (G. Vili.), cagnuoletto (Fra Giord.), cagnuola (Berni); cagnesco (Bocc.); cagnaja (Giorg.), cagnara (lucch., sen.) (Fanf., Uso); risòtto in cagnoni, con burro e acciughe (Petrocchi); cagneggiare (ant.) • fare il crudele•> (Varchi); cagnolare (ant.: Minucci), sgagnolire (Oudin) « guaire, dei cagnolini»; cagnare, cagnolare (ant.) « figliare della cagna•> (Oudin); scagnare (v.); incagnare, incagnire (ant.) (Ottimo); calata come volg.). Da calcatrlppa (lat. sec. X), proà il R, e. W. 1532). V. tosetto. (It. D. VIII 207). babile composto imper. di calcare e trippon (germ.) , da per calx. (R. e. W. 1490). calcara s. f., fornace per la calcina cui i non letter. càlcio ; calciante (ant.) > (Allegri), oggi calciatore; calricava il solfo greggio>>; ant. calcaciare (Oudin). nelle Vite Plut.; scalcignare (lucch.), t;tesso senso; càlcio della pàglia (conDa calcara (dei dial. dell'Alta Italia, di Roma ecc.). In Toscana un luogo tad.) (Viani). volg.); (ant.) accalcarsi (B. Davanz.). calcese s. m. marin., la parte piu Galea >; calcosa (furb.) (Guido delle Col. volg.). (Prati, Voci, p. 50-53); Da un lat. pop. *calcése, dal greco càlcole > (Canti carn.); ace. W I 681; Vidos}. l!:}7

    calcestruzzo ------

    caldaja ----

    --

    calcestruzio s. m., mescolanza di calce e materie pietrose. (Valla, a. 1500; Viv.). Anche calcistruzzo (Baldin.). Calcistruzzo naturale (Caro); calcino (Rid.); calcinèllo (v.); calcinare (Ricett. fior.); scalcinare (Sacch.); scalcinato, anche « di persona strappata o mal mossa•> (Petrocchi). Molti luoghi Calcinaja in Toscana (una Calcinaria nel 939) (Pieri, Topon. Arno 304). Da *calcina (lat. pop.) «calce t. (R. ç. w. 1501). calclnèllo s. m., patella, specie di piccola arsella marina. (Dal sec. XIV). Anche carcinèllo. Ancon. calcinelo . Cosi detta pel colore bianco del nicchio morto (v. s. calcina). càlclo 1 (scient.), v. s. calce 1 • càlclo 2 v. s. calce 2 • calclstruzzo v. calcestruzzo. calcltrare v. intr. ant., tirar calci (Buti; Vine. Martelli); far resistenza (Bocc.; Tav. rit.; L . .Alam.}. Recalcitrare, ricalcitrare (Cavalca). Da calcltriire; recalcitrare (lat.), per via di origine letteraria. calco s. m. ling., termine di una lingua, il quale è la versione del termine di un'altra, come l'it. parafulmine lo è del frane. paratonnerre. (Encicl. it., s. prestito).

    Da calque (frane.), dal significato di « ricalcatura, imitazione servile •· Nel 1925 son citati i «Sç e ypiiqiw « scrivo, incido ». Da x:ùx6ç e -ru1toç 1, intaglio; figura & viene calcotipia , ant. calculo (C. Dati); (fig.) (Jnza (Bocc.); !ussurioRo (Giamboni); (ant.) pronto (Luigi Pulci; Ariosto; Prati, Voci, p. 53, 217). Caldo caldo « subito subito • (Pucci, Lippi). Casa calda « Inferno t (Lippi). Caldo (s. m.) «calore, (Dante); calda (ant.) • scarmana t (Vas.); caldacci (ant.) • calori non naturali» (Oudin), (a. Roma callàccia • caldo fastidioso»; v. s. bonàccia); calda (v. s. cialda); caldino (contad.) (Bocc.; Med.), caldio (contad.) (Soder.), calderna (ant.) (Trinci) « solatio (s. m.) &; caldèrno (agg. mont. pist.; Trinci) . Da calèche pure calèsce ha, cali/a. Oudin: N. V 17). Venez. caia . zio). Da cadivus (lat.) (cfr. Da ?yl,lifa (arabo), in senso proprio cascami). In calia entrò facilmente . (Lokotsch 798; calare. (R. D. R. IV 225; Prati, Voci, Sainéan, Sources étym. III 364). p. 62-63; R. e. W. 1452). caligine s. f., nebbia folta (Dante); callbro s. m., diametro interno delle (pist.) fuliggine (anche caliggine, e armi da fuoco. (Montec.). Comune la lucch.). pronunzia càlibro. Galileo lo usò per Caliginoso (Fra Giord.; Buti; llurch.; turco kalyb . (Diz. Parini). (R. D. R. IV 148, n. 6, dove ·mar., s. gallipo). son da correggere pad. caliizna in calicanee s. m., bicchiere, di solito d'ar- zene e ver. caluçen in caluzene). gento, con piede, usato dal prete nella callsse s. m. ant., specie di panno di messa (Passav.); (fig.) (Cavalca: capoco pregio. Anche calissa, calis, cadi, lice della su,a passione); (letter., seient.) in L. Guicc. calisee, calizee (plur.) parte del fiore (1'erdon.; Redi). Ant. (Zacc., Racc. 167; Fanf.; Crusca), calicio (Cell.). l•'ranc. (a. 1352), prov. cadis. In lat. Calicetto (fion·) (Firenz.); calicione era indicato come pannus gaditanus. (Redi). Da cadiz (spagn.), dalla città di Da cali.e, callcis (lat.) (Firenz.). (Canev.). Per nomi di luoghi v. Pieri, Topon. Arno 334. Da callis (lat., m. o, molto raro, f.) « sentiero di montagna, di boschi •>. (R. D. R. IV 228; R. e. W. 1520 dov'è sbagliato il senso di calpestare v. trans., calcare coi piedi. ( Oudin), pad. carm~le. (Dal sec. XIV). Ant. pure scalpestare calmucco s. m. ant., pannolano grosso a (v. Gherard.). pelo lungo. (Tomm. eB.). Anche pelone. Varianti: calpitare (ant.: Palladio Oalmuccare > (Cavalca); lese. (Gar., a. 1892). scalterito (ant.) ~ scaltrito; pratico Ingl., ted. kalong. Dal malese ka(Giamboni) t; scaltrire (Dante); scal1.ong. (Lokotsch 1038). trito (Comp.); scaltro (Il. Davanz.) calore s. m., sensazione che dà l'alta >; scaltrezza ( Oudin). temperatura; (fig.) (Dante). Calor Da •cauterire (lat. pop.) t bruciare naturale (Novell.). col ferro rovente », per cauteriare, Caloria (agr.) (Magazz.), ant. cacauterizare, da cauterium (it. cautèrio, luria (Palladio volg.); (scient.) (Less.); ant. cautero: Buon. il G.; Menz.). (.A. calòrico (scient.) (D'Alb.); cal-Oroso R. VI 164-'5, VII 383). (Libro cura mal.; Redi); accalorire, calto s. m. ant., cammino, traccia. incalorire (A. Segni); calorifero (agg.) d'un torrente. (Oudin). (Marchetti); (s. m.) (apparecchio) Da calto (pad.) a borro * e questo (Less.). (Viani). da calto *>, che è il lat. caDa calor, -oris (lat.). Calorifero liithus «cesta». (R. XLIII 577; Oliv., (apparecchio) viene da calorif ère (frane., Saggio 251; R. e. W. 1488). a. 1823). i caluco agg. ant., me1;1chino. (Patatfio). 1

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    calu,clne

    calzolaJo

    Scalucato (casent.) ; camallàggio « corporazione dei cambrala s. f. ant., sorta ùi tela finisfacchini>>. Nel piem. l'ipino (a. 1783, sima. (Baldin.). Gambrài (Garz. 498; p. 103) camal ; nel SaOudin), cambràit.a (Oudin). suto contadinesco >>. Da kamha (pers.) « damasco; brocCammelùltto, cambelùltto provengono da camelot (frane., a. 1248); . ciamcato •>. Spagn. ant. camocan, oamucdn, frane. ant. camocas. (Lokotsch bellotto proviene da chamelot (frane., a. 1309), derivato da chamea,11, « cam1043). camo 1 , e. m. ant., capestro, freno mello • (anche il Polo lo dice fatto con pelo di cammello). Nel Gloss. (Dante); briglia, cavezzone (Oudin). lig. del Rossi (117) si trova giameDa camus (lat.) «museruola~- Ne leto e nell'App. (155) clamelotus (Mon. deriva camarra (ant.) « martingala hist. patriae, Leges gen.)·. (Le giambel(del cavallo) & (Oudin; D'Alb.), con line del Polo volg. sono gli: un rr per il quale v. s. ramarro, se Oliv.). V. s. cammèllo. (Viani I 268-'9, dall'it. il termine è passato al frane. II 464; Salvioni, Per la fonetica 5, (camarre o cavessine nell'Oudin) e n. 2; Bloch). allo spagn. (gamarra), che à. pure carnm6o s. ril., figura intagliata o ca,ma,l « cavezza ». In ca,ma,rra, non scolpita in una gemma o la gemma può essere entrata amarra (v. s. stessa. (Franz.; Cell.). Anche camèo a,marrare) (R. e. W. 397). (R. D. R. (Oudin). IV 231; R. e. W. 1565). Frane. cama,u11, (scc. XIII: ca- , camo I s. m. ant., sorta di panno. maheus), spagn. ca,ma,jeo. l (G. Vili.). Da una forma •camahaeus, di pro- I È lettura sbagliata del testo, essendo venienza sconosciuta. (R. e. W. 1538). camo la ·città antica di Camo: grosso camminare v. s. cammino•. (stoffa) scarlatto d'lpro (Ypres), o di camminata s. f. sec. XIV, sala. (Lat.; Oamo(Caen). (Gherard.,Lessigr. 241-'2; Bocc.; Cresc. volg.). In Dante camPrati, Voci, p. 59, n. 1). minata di palagio. Buti: « Chiamano li camocatl v. cammuccà. signori le sale, caminate, e massima- camolardo· v. s. moèrre. mente in Lombardia&. càmola e. .f. raro, tarlo, tignola. Da caminata (lat. tardo, a. 584) (Fanf.; Manfr., a. 1883). Anche in . Nell'Alta Italia la pronunzia è cam6scio, e vi risponde• il nap. camu.scio. L'ò di camòscio, ca- 1 mòzza rivela l'importazione delle voci 1 in Toscana. Dal lomb. (comasco) cam6sc, e 1

    1

    -

    questo da un •camociu, da camox (lat. tardo), parola. attestata in Gallia. V. camòzza. (B. D. R. III 8; R. D. R. IV 230; F. It. IX 35; Tagliav. 94). cam6ua s. f., femmina del camoscio (Vallisneri); (a.nt.) camoscio (Diosc. volg.); (sec. XVII) pelle di camoscio, detta ora solo camòscio (A. Neri; Oudin). V. Ca.nev. Dalla vèn. (valsug.) camozza : v. camòscio. campar;na s. f., terra aperta fugri delle città; terra. coltivata (Soder.); paese nel quale si fa guerra campale (F. Guicc.); tempo in cui dura una guerra, guerra (Caro; G. Bentiv.; Viani); spedizione (campagna polare artica, a. 1907). Campagnuòw (agg.) (Redi: topi campagnuoli); (s. m.) chi. è nato o abita in campagna (Spett. nat.); (ant., abitante della campagna di Roma (Oudin); scampagnata « gita in campagna,> (Mamiani); scampagnare (Tomm., a. 1841; Via.ni). Da campiinia (lat. tardo) (v. campo), da cui col senso di diversi nomi di luoghi Campagna del Veneto e della Bassa Lombardia (Oliv., Saggio 251-'2; Diz. lomb. 149ì, Gampignuolo (ant.) (Seneca, Pist.) può esser derivato dal frane. ant. champegnuel, poi chmnpignon. campana 1 s. f., get,to a forma di vaso rovescio fuso con una composizione di rame e di stagno, con un battaglio piu spesso pendente nel mezzo; nome di vari oggetti o altro in forma di campana; sorta di gioco dei ragazzi (v. campana 1 ). Campano (delle vacche) (La.stri); campanàccio (Firenz.) (Oudin); acca1npionare (ant.) > (D'Alb.; Viani; Rez.). :N"el 1:io:1 è nominato il Campi/me Comuni.,

    senensis, pei duelli giudiziari rigu1trd1mti le ra.l!'ioni ùel comune. (Rez.). ::-Oell'età di mezzo il campione combattevi\ a pie
  • > (Petrocchi). Gancaneggiare (Carducci). Dal frane. cancan, che vale anche ~ pettegolezzo, maldicenza>>. Di origine dubbia. (Bloch; R. e. W. 4671 a). cancellare v. trans., tirare dei freghi attraverso uno scritto, per annullarlo (Cavalca); (ant.) vacillare, dei soldati prima della fuga (G. Vili.; Livio volg.); (ant.) andare a zigzag, bordeggiare (di nave) (Lucano volg.); (ant.) titubare (G. Vili.). Ganceì:latura (Firenz.; C. Dati); cancellazione (Stat. mere.); scancellare (F. Guicc.). Da cancellare (lat.). (GiamDa canHlé11a (lat.) « canto noto e boni; B. Davanz.); cantonata (Vas.); banale; chiacchiera banale conosciuta di barroccio che dia. in un cantone e da. tutti », voce introdotta!li per via fìg.; cantonièra (ant.) letteraria in italiano. (Varchi); -e (ant.) (Oudin); 217

    capannlsc6ndere

    canto del cl1no - - - - -·-------

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    cant.onièra (Grisone; polle trite, capperi >>, da cui la marin. Citol.); dal senso di (► venne ca.ponata « galletta intinta nell'acqua. chiappo (ant., spreg.) salata e condita. con olio e aceto >►• (Bonfadio) (pad. cinpo (Cell.); capraia (v.) o capriata. Da capra 1 • Con capria cfr. l'ant. càpria dell'Oudin, il quale registra pure capriata « formaggio di latte di capra ». V. s. capraia. caprata s. f., travata di legnami affrontati tra loro per appoggio di arginatura. (G. Targ. T.). Anche capriata (da cavriada, milan.). Da capra, càpria (marin.). Capriata, Capriate, luoghi nell'Alta Italia. V. s. capra•. Da •capreus (R. D. R. IV 259; R. e. W 1650). caprlata. 1 v. capraia. capriata 9 (formaggio), v. s. capra 1 • capriata 8 (intingolo), v. s,, capperottata. capriccio s. m., (ant.) ribrezzo (Giamboni; Firenz.); voglia improvvisa, di solito che dura poco, o voglia ostinata non ragianevole (Berni; Varchi). Capriccioso (Buon. il G.); capricciosa >; capricciare (ant.) (Soder.); far caraf]ìna « agire con inganno al gioco » (Petrocchi). Da garra/a (spagn.), a sua volta da garrii/a (arabo magreb.). (Gonçalvez Viana I 499-500; Lokotech 689; Bloch, s. cara/e). Caraibi v. s. cannibale. caramèlla s. f., zucchero candito con sugo di qualche frutta o con cioccolata o altro (0. Targ. T.); frutta coperta di zucchero candito (Crusca, a. 1866); occhialetto (pop. pasticca) (per la forma) (Fanf. e A., a. 1890, s. lunetta) (v. momlcolo). Nel Boerio ·ce.. 1829) il franooslsmo venez.

    caramcl nel II senso, caramJ.le (plur.) nel I. Il Oarene. (I 83), notando che le. oe.ra.mella. è dotta. bichicca de.I Redi (più e.nt. pillole bec·

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    carampana

    carat6llo

    chiche), dico che •ore.i Tosoe.nl (la) chJe.me.no pa.sticc11, e I Piemontesi Care.mene. ,. Caramele (ph1r.) à Intatti Il plem. Ca.pello~e.. 1814),

    e prima, il Del Bono (Ili 768, e.. 17 54) la sic. caramèla • pasticca. di zucchero • (l'accr. caramiluni nel Paaque.llno, e.. 17 85, o calamfraru

    • caramellajo • nel Traina).

    Dal fra.ne. caramei (a.. 1680), come dice il Pasqualino, a sua volta dallo spagn. (sec. XVII) caramel (moderno caramelo); forse ,da caiiam1.el (spagn.) ( dal lat. cannamUlis, it. ant. cannamele), per la dolcezza, accostato a caramel.a (ant.), caramillo è pure in un sonetto dell'Angiolieri, forse dovuta al copista veneto (St. R. XIII 85, n. I). L'antichità del termine, il qua.le va accostato ad altro molto diffuso, che a Venezia è carampana (disus.) «sgualdrina>>, vècia carampana (a. Padova carampana > ), impedisce di derivarlo da Carampana, luogo di Venezia con molte sgualdrine (Oudin; Bocrio), donde pad. carampana > (Oudin: carampana >), perché le donne pubbliche si stabilirono in quel luogo verso il 1400. Sembra codesto nome non derivi nemmeno da krampen (austr.) ; R. I. Lomb. XLIX 1035, dove correggi brcsc. vecia rampdna in vècia rampina; Tassini 129-130; Musatti, .Motti stor. 70; Prati, I Valsug. 20, n. 2; It. D. XVIII 78, n. l; A. R. X 125). carantano s. m., (o corutano) sloveno (Gar.); vecchia moneta di rame austriaca (Ga.rz. 876; Giorg.).

    Venez., valsug. carantàn, nel secondo senso; nel 1397 Grossos Carentanos (lat.), nel 1657 carantani, in carte :va.lsug. Dai Carantani, Carentani, da. cui G01Tantania, n. pop. ant. Carantana (Carlntia). (À.. R. VII 92). caranto v. s. scaranto. carapace s. m. scient., scudo (della tartaruga.). (Va.nzon, a. 1827). Còrsa. carapazza, anche >, port. carapuça >, valsug. caraa. Nel 972 anche vini carraria (Mon. Germ. II), !londe ca.rera (com., mant., piem.) >. (Mise. Rossi-Teiss 409; R. D. R. V 178; Prati, Voci, p. 60; Vox R. III 204).

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    carato

    carll4nchlo

    carato s. m., peso per l'oro e per le gioje (Dante); caratura; ciascuna delle 24 parti in cui si divide la proprietà d'una nave mercantile (carattus in carte genov., sec. ;XIV; Stratico; Viani). Caratare (Varchi); anche per >; caratante (Bemard.); caratura «quota di partecipazione al capitale di un'accomandita• (Bernard.; Manfr., a. 1901), a Milano pure caradiira (Angiolini). Lat. basso carratus. Dall'ara.bo ~irat . Cardinale (s. m. chies.) dal lat. chies. cardinalis, titolo in origine delle chiese principali di Roma. Il nome dell'uccello dal frane. cardinal, port. cardef!'l, spagn. cardenal. cinllne s. m., arpione. (Dante). Ant. anche caTdinale (Cavalca). Da cardo, -lnis (lat.). cardo s. m., nome di parecchie specie di pianto spinose, tra le quali una i cui frutti formati da squamme uncinate, servono a cardare (Dipsacus fullònum); riccio (della castagna) (Lastri; Viani; Canev.). Cardoncèllo (Matt.); ant. scarda e il rovig. careto fo. mar., s. ca·ricare). Oàrica (Bocc.); caricatura ; caricaturista (Petrocchi); incaricare; nel D'Alb. (a. 1797) cariglione « parte di movimento d'un oriuolo, che suona un accordo con diverse campane •>; nel Less. (a. 1874) cariglione o quadriglione, concerto di campane, caduto in disuso. Nel Magalotti gariglione (e dato dal Ma.nfr., a. 1901). Carillon è variante dell'a.nt. carignon; da un lat. volg. •quadrinio nel senso supposto di , considerato che le comuni celle campanarie ànno una campana a ciascuno dei quattro finestroni. (Bloch; .A. Gl. It. XIV 362-'3). cari61a v. s. carro. carità s·. f., l'amare Dio per sé e il prossimo per amor di Dio. (Gia.rnboni). Far carità (G. Vili.). Oaritevole (ant.: G. Vill.), caritaté-· vole; carif,atevolmente (Fior. d'lt.). Da. carltas, -atis (la.t. chies. ), dal significato cla.ss. di dati dal R. e. W. 1706: sopra è riportato carnescialare dal Salviati, ma esso è un verbo, derivato da carnesciale. Il carnevale, usanza che sembra vicina alla fine, è una continuazione degli antichi saturnali e dei baccanali, con reminiscenze delle lupercali. Son da rammentare anche i nomi di luoghi Carnesciale ecc., dovo forse era ul:lanza di bruciare il carnevale. Un Carlevarius Otto, testis è nominato in qna carta del Vercellese del 1139. (Picri, Topon. Serchio 175; Pietro MasRia, La topon. di S. Sebastiano al Po, Alessandria, 1917, p. 264-'5, 287; Vox R. IV 114, num. 6). (Frazer III 113-'5, 117; Mussafia 42; A. Gl. It. XVI 435; W. u. S. III 88-109, 196-'8; F. It. II 427-430; It. D. II 295-'6; Bloch, s. carnaval). carnevaletto delle d6nne n. m. sec. XVII, tempo del ballo e dei suoni dei tarantolati. (Pianig., a. 1907; Panz.,a.1908).

    -

    carnlèra v. s. carnajo. caro agg., di prezzo alto; amato, diletto. (Vie.ni). Caro (s. m.) >), da cui charogne (fra.ne.) ecc. (R. e. W. 1707). car61a s. f. letter., ballo in tondo, con canto (Bocc.); (ant.) cerchio di animo danzanti (Dante). Oarolare (Bocc.). Com'è supponibile, da carole; caroler (frane. ant.), facilmente da chorauUire «ballare a suon di flauto » (choraul,a, « flautiste. della ridda>>, dal greco xopctUÀT)c; « accompagnatore del coro col suono del flauto »: xop6c; (Barni). Oarotajo (Buon. il G.), carotiere (ant.: Franzesi) ; carota-re (aut.) ,, piantar carote (fig.) >> (Franz.). Presa dal latino in età alquanto tarda; cfr. fra.11c. carotte, nel sec. XIV garotte, e forme alte it. in -òta, con attrazione di -òtta (suffisso). cui nel trent. e nel veron. è sostituito -ata (carata: R. D. R. I 100, n. 2). Da carota (lat.), e ~uesta da xotpw-r6v (greco). Riguardo al significato fi.g. di caròta (donde piantar caròte 4 dar a intender quel che non è»: Crusca; Gherard.). V. anche i sensi di carotte, carotter, carotteur (frane.). (R. D. R.

    v.

    V 177).

    carovana s. f., grossa compagnia viaggiante di Arabi o di Turchi (L. Frescob.); grossa compagnia viaggiante di persone e di bestie (Bocc.); convoglio di navi (SaBB.); ca.rro dei saltimbanchi, carro da Zingari (Panz., a. 1927) (frane: roulotte). Meno usata càravQIH,(l (Oudin; D'Ann.). Oarovanièra ; carovanare, caravanare (ant.) «far la carovana» (Oudin). V. caravànserràglio. Dal pers. kiirwiin • compagnia di mercanti che fan viaggio insieme ~(Dict. gén.; Lokotsch 1075; Bloch; Diz. mar.). Oarovanière «guidatore di carovane» (Panz., a. 1908) ripete forse il frane. caravanier. L'Oudin à una carava (Du Cange) (v. s. carpire) (v. pad., venez. carpia, scarpia : suga dall'imperativo, come succhia da succhiare. carta vellna n. f., > (Boerio, a. 1829); carta sottilissima e trasparente (Giorg.). Da papier vélin (frane.): vé/in cor-

    risponde all'it. vitellino >; a.nt. venire il casco (Tomm. e B.); noci cascole nel Soder.; cascata• (v.); cascata (d'acqua) (Oudin), da cui cascade (frane., a. 1647) (Bloch); cascane (ant.) , frane. ant. cascanes (Oudin; Thomas); cascami (di seta ecc.) (v. Fanf.); cascàggine (T,ibro cura mal.; O. Ruc.); · cascone (ant.) « malcaduco » (Oudin); incaschire (lucch.) . (R. D. R. V 179; R. e. W.1736). casèra (con s dolce) s. f., (vèn.) capanna, casolare in montagna; (lomb.) caciaja. Nel 1145 alpe 8Ìve casiem (forse per caseria) (doc. hcrg.: G. Rosa 22). Da (taberna) casearia (lat.) , incontratasi con casa. (Prati, I Valsug. 156-'7; Tagliav., ..4.. R. X 126, Dial. Livinall-0ngo 103-'4; J,Jncicl. it.). casèrma (con s dolce) s. f., fabbricato nel quale alloggiano i soldati. (F. Corsini; Magal.). Casermière , Cassateddi di carnilivari (sic.) • paste.delle melutc, piene di ricotte. o altra. cosa lnzucgaspu « fiocine, graspo; vinacce richeruta., eho si mangia.no di ca.rneva.le •· maste dall'uva pigiata»; còrso caspa Le. vera cassata siciliana In un menù del >. (Zacc., Eleni. iber. 104-'5; frane. castagnettes (dal sec. XVI), venBloeh). gono da casta1ietas, derivanti da cacastagna s. f., seme del frutto del casta1ia per il rumore delle castagne stagno; (ant.) castagno (L. Alam.). quando scoppiano. Con castagnette fu (Canev.). Far le castagne> indicato pure lo ( a Roma pià 1tno in castagna >; rovig. castagna ), e castagna ebbe un tale te; Bembo); (marin.) ponte piu alto del ponte di coperta. (v. Diz. 'Tnar.); senso per sostituzione a marrone > (Prati, Voci, p. 137, n. 1). nome di varie sorta di macchine, tra Castagna discende da castiinfo (lat.) cui una militare ant. (Storie 71ist.). >, derivante da Oastèllo de' burattini (Fag.) o da buxci:cr-.°'vov (greco). (Picri, :1.'opon. Arno rattini (Salvini). Castelletto (Bocc.), ant. -a (G. Vili.); 231 ; R. D. R. V I 79-180; Merlo, Post.). castellina «(ant.) castelletto (Castigl.); castagno d'India n. m., albero delle samucchietto di tre nocciole con una sopra, per giocare alle castelline (a pindacee con frutti somiglianti alle castagne, oriundo dell'Asia e introdotto nocciolino) (Minucci) (nel Garz. [574) al castell~tt-0) (A. Gl. It. XVIII 403, in Europa nel sec. XVI (Aesculus XXXIV 47) >>; castel/are (ant.) . (R. e. W. 1746). casto agg. letter., pudico. (Dante; Bocc.). Castità (Giamboni). Dal lat. castus; castitas, -iitis. castone s. m., parto dell'anello dove s'incastra la gomma. (Buti). Incastonare (Libro astrol.). Da kasto (alto ted. ant.) (ted. Kasten >). (R. e. W. 4682). cut6ro s. m., mammifero roditore che si fabbrica capanne lungo i grandi fiumi (Castor fiber). (Fiore di virtu; Sacch.). V. bevero. Castorino ; castrone.> (Cresc. volg.); castratura (Cresc. volg.); castratojo (Palladio volg.); ca1rr,ronàg-

    gine (Oudin), castroneria (Firenz.); castrino > (La.stri); castrapòrci, castraporcelli (ant.) (Canti carn.; H. Ling. R. VII 255). Da castrare (lat.). (R. D. R. V 180; R. e. W. 1749). castrino v. s. castrare. castrone; castroneria v. s. castrare. casuàrlo s. m. scient., genere d'uccelli corridori affini agli struzzi con un rialzo sul capo a mo' di elmo, dell'Australia e delle Isole malesi (Casitàrius). (D'Alb. ). Casti: Casoario; Less.: casoar, casuario, casoario; frane. casoar. V. emu. Dal lat. dei naturalisti olandesi casoaris: dal malese kasuvari. (Bloch ; Lokotsch 1119). casupola s. f., casa piccola e meschina. (Cocchi). Nell'Oudin anche casuppa. Variante: casipola (Ariosto; Cecchi), nel Cavalca casipula; nap. casuppola. J (Oudin). Da fàscio preceduto da xci:-.&: (greco) rinforzativo. cataldo, v. s. catarda. catalètto s. m., (ant.) lettiga; bara. (Dal sec. XIV; Viani). Da •cataUctus (lat. pop.), da cata (greco xo:-.ci) e lectus. (Mussafia 40; A. Gl. It. XIV 206; R. e. W. 1759). catalogna s. f. non com., pannolano,

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    catano

    catalogno ---···-----

    coperta di lana pelosa, a feltro. (Petrocchi). Oudin: catalogna . Forse da catalogna (torin.) (Pipino), dalla Catalogna, (P. Monti, s. catal,ana >, e furono condannati dal Concilio romano nel 253. (Marchi). (Algar.); piu casipole all'aperta camGazzeri o l'alto it. ant. cazaro, caçaro pagna (Giorg.); (ant.) intrigo (Franz.). , da catus >; v. càcchio). (R. e. W. 1763). catena s. f., legame formato da anelli di metallo; collana (Berni) ; giogaja, seguito di monti (catena di monti: G. Targ. T.; catena di pòggi: Papazzoni, sec. XVI ; Viani). Catewlla (Dante); catenàccio > (G. Vili.) ; incatenare (dal sec. XIV); scatenarsi (G. Vili.); diàvolo scatenato (Bocc.). Da catena (lat.). (R. e. W. 1764). Il nome catenàccio accenna all'uso di chiudere le porte con catena. catenà"lo v. s. catena. cateratta s. f., chiusura movibilo per trattenere o mandar via acque correnti (G. Vili.); cascata d'un grande fiume (Poliz.: cataratte, plur.); (a.nt.) abbaino (Sigoli); bodola (Bocc.); opacità del cristallino che leva la vista (B. Davanz.; Libro cura mal.). Da cataracta (lat.), greco xa:Ta:pcixT71. (R. D. R. V 181). cateratte v. s. caràttere. càtere s. f. fior. plur., mandorle in erba, mandorle fresche. .Anche caterine (Fanf., Uso; Frizzi), a Roma caterinone. Dal nome Càtera, Qat,erina, perché colte verso fa festa di· S. Caterina (30 aprile). (Fanf., Voci). cattrva s. f. Ietter., (stor.) corpo di esercito dei Galli, secondo gli autori romani (Giamboni; Mach.); (spreg.) torma di gente (Bocc.). Da cat~rva (lat.) « turba, schiera*· catino s. m., vaso di terra o di legno piu largo alla bocca che in fondo.

    cattivo

    cato Cati-iùlla (per lavarsi) (Dial. S. Greg.). Da catinus (lat.). Un luogo Catino nel 1044 (Pieri, 1.'opon. Arno 306). cato v. s. cacciu. catllclo s. m. vonez. furb., prigione. Com'è probabile, dal greco xoc-:w·,eiov >, con in1,rusione del suffisso -òcio. Dalla stessa voce greca vennero il sic. catoju e il cal. catuoju, catoj1i ,, porcile». Ascanio Persio di Matera (sec. XVI) cita il basil. catoscio « abitazione sotterranea•>, che lo deriva dal greco catògaion (Viani, s. ciuccio). Del genov. catiiciu v. s. cattugio. (Prati, Voci, p. 60-61). V. catòrbia. catosclo v. s., catòcio. , catllrbla s. f. tosc. scherz., prigione. (Ricciardi; Fanf., Uso). lncatorbiare (A. Casotti). Valses. catorba. Da questo, forse una volta piu diffuso, proviene con probabilità catòrbia. Sono termini che s'affratellano con catuja, catatuja (bellinz.), catòi (milan.), catòja dei girovaghi, catòcio (vencz. furb.), tutti per >, forse dal cal. catuoju , sic. catoju « casupola >>, dal greco xoc-rwyeiov >, In catorba s'immise òrba, mentre gattabuja (l; imitativa del suono: v. anche cacattivare (a.nt.) « imprigionare (,Jatubba (romano disus.) (Oudin) guardia>>), per via letteraria. (v. viadotto); scavalcare (G. Vill.); cauzione s. f., (letter. ant.) accortezza scavalcat-Ore (Fra Giord.). (Benciv.; :Mach.); (leg.) garanzia Da cabaUtcare (lat. sec. VI). (R. e. (Maestr.). W. 1439). Da cautio, -onis (lat.), nei due cavalcblna v. s. cavalcare. sensi. cavalclonl v. s. accavalciare. cava B. f., (ant.) buca (Dante); (ant.) cavallère v. s. cavallo. grotta (Novell.); (ant.) mina (Comp.); cavalieri s. m. plur. (Toscana; Luniluogo donde si cavano pietre o megiana; Veneto), bachi da seta. (T. talli (Passav.). Tasso; Canev.). Cavina . dungoli; (ant.) cavallone (onda) Da cavare (v.). (Guido delle C. volg.); (a.nt.) ca.valcavagllone 1 , s. m. ant_, sorta di tasca. letto da tottoja (Vas.). (Angiolieri, son. LXXXVI; Pucci). I Cavalietto, strumento (Libro astrol.); Anche caviglione (Malisp.; G. Vill.). cavallotto (moneta ant.) (a. 1659: À.. Forse da cavo, coll'antisufli.sso -aglio-, I R. XV 457); cavallino >; cavalluccio (ant.) (Oudin); cavagnuolo p. 62); a cavalluccio (Minucci); acca, da cavus. (Pieri, Topon. Arno 276-'7; R. D. R. V 183; R. e. W. 1788; It. D. VI 198, XIII 215). cavaturaccloll s. m. invaT., cavatappi. Nell'Ugo!. (s. tirabuscione) cavaturacci (e sturatoio, cavatappi). Il Carena (Osserv., s. tirabussone) scriveva: « siccome si dice Odvastracci a quello dell'archibugio, cosi non vedo perché non si direbbe Oavaturacci a quello delle bottiglie». Nel Vocab. dom. il Carena accolse cavatappi. cav6dano v. cavédine. cav6dlne s. m. ant., specie di pesce delle acque lombarde (Cyprinus càpito) . ... pesci, che son nelle parti di Lombardia, cioè cavedini... (Creso. volg.). Anche cavédano (Less., s. ciprinoidi). · Dall'alto milan. caveden, da un 111.t. pop. •captto, -fois (cfr. capito, -onis, s. capitone). ('fhomas, Essais de philol. franç. 261; It. D. XII 188; R. e. W. 1936). cavolll v. s. capello. cadrna s. f., grotta. (Giamboni). Cavernetta (Firenz.); cavernàccia (D. Bart.); cavernicolo (scient.) • abitatore di caverna *· Di fronte a. gròtta, spilonca, mostra un'origine letteraria cavèrna, di cui son dubbie o rare le tracce in nomi di luoghi. Da cavfrna (lat.), da. cavus. Cavernoso (Ottimo) da. cavlrnosus; anche cavernosità (Sper.). cavestro v. s. capestro. cavezza v. s. capezzo. cavezza di mllro n. f., cavallo con testa e piedi neri. (Garz. 637). Secondo l'Oudin >. Nel Citol. capezza di moro. Frane. tlle-de-more. Ricavato da cabeza morena (spagn.). cavlale s. m., uova dello storione e di altri pesci grossi pigiate e salate. (Bemi; Oudin). Ant .. caviaro (Ga:i;z. 836; Oudin;Algar.; come ver. nel 1555).

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    cazzo

    cavicchia Spagn. cavial, frane. caviar. Da ~awjar (turco). In caviale il sufUsso -ale in luogo di -aro. (Lokotsch 851; Diz. mar.). cavicchia s. f., legnetto che si conficca nel muro o altrove. Anche caviglia, nel Benciv. nel senso di . Cavicchio (Soder.). Da cavicla (lat. tardo), per clavicìila « chiavetta; viticcio >>. (A. Gl. It. III 352; R. D. R. V 192; R. e. ll'. 1979). cavlcclule s. m. ant., capestro. (Burch.). Anche cavicciulo (Pecor.). Da capttium (v. s. capezzo), o da cavezzo con intromissione di -iccio( It. D. XVIII 144). cavlglla v. s. cavicchia. cavo 1 s. m., canapo, usato sulle navi (Consol. mare: Tomrn. e Il.) ; canapo degl'impianti telegrafici o telefonici. Cavo sottomarino o cànapo telegràfìco (Gar., a. 1892). Gavolame (ant.) > (Stratico ), venez., gcnov. caolame; cavobuòno > (Carena ; Parrilli); nave posacavi. Da cavo (gcnov.) o da cao (vencz.), sottentrato a cànario (F. da Barb. ; l'ant.), e derivante da cao >, con cui cfr. cima (marin.) . (Diz. mar.). cavo' agg. ora letter., incavato. (Giamboni). Cavo (B. m.), (Ccll.; Vas.); gav,nza (v.).

    Da cavu,ç (lat.). V. cavare. (R. e. W. 1796). càvolo s. ru., pianta erbacea crocifera, le cui foglie sono usate quale ortaggio (Bràssica, oleràcea). (Novell.). Càvolfiore >; càvolo cappuccio (Firenz.) (Soder.: cappuccio), da *capuccio confuso con cappuccio (copricapo: R. D. R. V 174); cài•olo i•erzòtto (v. verza 1 ). Da xixuÀo ç (greco), lat. caulis . (R. e. TV. 1778). cazza s. f. ant., mestola (Cresc. volg.); cucchiaja (dei bombardieri) (Biring.); conca per fondervi metalli (Biring.). (Gherard.). Vèn. cazza , termine di chie~a. Da cattia (lat., G. glo8B. lat.), for~c per dissimilair,ione, dal lat. cyathus, greco Kuix.0-oç >. Casseròla, cazzerola, cazzarola sono venute da casserole (frane., a. 1583): casseruola e cazzaruola (v. Viani) sono forme di foggia letteraria, non dell'uso comune. Il D'Alb. (a. 1797) à casseròla, il cui ss e il cui ò rivelano l'origine francese. Da. cazza fu fatto venire sr,azzone >, nell'Oudin scazzòtto, ma questi son forse da cazzo, come cazzerella, altro pesce (D'Alb.) detto pure dai pescatori cazzo di re. (TI. D. R. IV 127-'8; Nigra 79; R. e. W. 2434; R. Ling. R. II 287; lt. D. XV 191, n. 2). cazzaròla v. s. cazza. cazzavela v. s. avelia. cazzerella (pesce) v. s. cazza. cazzo s. m. volg., membro virile (Angiolieri); (ant.) sciocco (Crusca.). Le parole derivate sono raccolte nelle pagine cit. qui sotto. Tra esse cazzòtto (pugno) (Rusp.), cui fa riscontro l'aret. cotalone >. Di cazzim6mmolo (lucch.) « frittellina di riso impastato», di cazzomarro (nap.) « lampredotto, intestini di bestie macellate » (Volpe) ccc. v. Goidanich, Denom., p. 6263; A. Gl. It. XXX 108, n. 58. V. anche s. cazza. Per scazzata (Aret.) v. Fanf., Uso. Varianti occultative di cazzo! (1',aclam.): canchero!, càpperU (Grazz. ), cappita!, cappizzi ! , cappucci!, càzzica! (questa in }'. D'Ambra; Grazz.), tutte nel D'Alb. Càspita! (Fanf., Uso, che cita il Zibaldone) è passata allo spagn. e al port. (che à caspite) (V. K. R. VI 177, n. 2); in it. anche càcchio ! , càvolo ! Gazzo è cazza (f.) nel Filippi e come m. compare in un sopi;:annome del 1266 a Arco (Trento). E molto

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    cecce

    ceffautte -------- -

    -------

    (a. 1611), che rendeva la pronunzia. verosimile la derivazione dall'ant. cazza « mestola. », vis116 l'ant. forma del d spagnolo. (Gherard., s. zediglia f. Va. notato che méstol,a ebbe il senso e codetta; Za.cc., Elem. iber. 107; Bloch). di > e mestolone di ( Oudin ; Veneroni), significati che supctdola s. f., breve obbligazione scritta• (F. Guicc.); polizza (G. Vill.); (ant.) pongono quello intermedio di >; céccioro (bellun. zézzol). suo legno odoroso (Cresc. véilg.). Cedrato « cedro (I senso) (Redi; Forme di fattura. bambinesca, come Ma.gal.); (agg.) del -colore (Oudin), a géggia (pist. mont.) e altre. (lt. D. IX 105, 194 n. I, del sapore di cedro (Redi) •>; cedro, nèlla (Matt.), cedornell,a (ant.) (MonXIV 155; A. Ol. lt. XXXIV 48). cece s. m., pianta. delle leguminose tig.), cedroncèlla >, che à odore di cedro; che dà dei semi mangerecci detti pure ceci (pop. cécio) (Cicer arietinum); cedròl,a, cedrina (Verbena trifòlia), erba membro (dei bambini) (Oudin). Egli con odore di cedro;_ galù, cedrone (v.). V. cetrangow, s. melàngolo. è un bel cece (D'Alb.). . Dal lat. c'itrus, nei due sensi (R. e. Cecerèlù, (La.stri), ceciarèllo (G. Targ. W. 1957), o cedro (pino) da cedrus T.) « specie di valeriana (Valeriana (Jat.), greco x.Hìpoç. olitòria) >>; ceciare (lucch.) ; cedrone v. s. gallo cedrone. ceciato (scient.) (Sa.lvini). Nel Bisc. ceffaut . (A. Gl. lt. sottane (Fanf., Uso). XIII 222, n. 2; It. D. VII 272; Cérchia (delle mura) (Dante); cerR. D. R. V 184). Il Petrocchi registra chièllo (Novell.); cerchiaja « specie di rete & (D'Alb.); cerchiajo (D'Alb.). il color cèraso e cèraso > di qualche (qualeY) Da clrculus (la.t.). Da cireus l'ant. cerco (Ariosto). (R. D. R. V 189-190; paese di Toscana. Se sicuro, è dal lat. certlsus. R. e. W. 1947, 1948). 258 -

    ctrclne cérclne s. m., panno avvolto in cerchio

    Da caerl-monia (lat.); caerlmonialis (lat. tardo), per via letteraria. da porre sul capo per portarci roba. Da. circmus (la.t.) >), matassa) (Tomm., a. 1838); fiammida cui aqche cércene (teram.) . (R. e. W. 1942). Cerinajo, -a . Cerealicultura. Da •cerntciilum (lat.) > (Ou.); cernitura anche nel del cerfoglio ; cerfuglione ~palma nana, Caro; cerna (sec. XIV-XVI) « reo meglio il suo germoglio tenero mancluta•>, venez. ciernita (Bembo), ciergiabile•>, detta anche cefagl-ione (nap., nida (zèrnida) (Grassi, s. cerna; Rez., sic.: .Matt.; Oudin), o cefagUòli (0. s. cerna, cernita); cernitojo (aret.) Targ. T.), nel Palladio volg. ci/alone, (v. s. cernécchio 2 ). ( Chamaerops humiliJJ). (Vocab. Accad.). Da clrnere (lat.), donde pure cerDa caerefolium (lat.), formato dal nire (ant.) presso Spoleto (t'mbria), perché i primi erano di codesto castello. In riarlatano s'imrnise il verho ciarltlre. (Prati, Voci, p. 66-68, 217). cèrro I s. m., specie di quercia (Quèrr,us rlrris). Cerreto (Bocc.), cerreta, anche nomi ili luoghi frequenti, soprattutto Cerreto. Da cerrus (lat.). (Pieri, Topon. Arno 231; R. D. R. V 185; R. I. Lomb. LV 103). cerro 2 s. m. aut.. pènnero; frangia (Crusca); ciocca di capelli (Oudin; Gherard.); brocco (1·este con cerri: ~alvini). Cerrolino (ant.) (Bandi ant., a. 1560); cerrone (ant.) > (C'aro). Da rirrus (lat.) (Dante); cespuglioll() Roma càlla cerviona « colla forte >>. (Urli.); incespare (ant.) > (cfr. caedes). (A. Gl. lt. IX 388, n.; R. D. R. IV 225-'6). cetlna 2 s. f. chim., bianco di balena purificato. (Leone, a. 1828; Carena, Osserv. 78). Da cétine (frane.), derivato di cetus

    (lat.), nome generico dei cetacei.

    c:èto s. m., determinato ordine di persone. (Sann.; Galli; Viani). Dal lat. coetus tthiira (lat.) « cetra a quattro corde •> ; c>tthiirista; cttharizare ; greco Kt-&ixpix; xt-&ctptcr-r1J), cedriuolo (Cresc. volg.; Bocc.). Da un supposto •cttri/'Jlum (lat. tardo), derivato di citrimn, da· c'itrus « cedro ~. per il colore verde del cetriolo (frutto). Dall'ant. cetruow, *citruow venne il frane. citrole del sec. XIII, donde, con suffisso mutato, citrouille (a. 1549). In trecww avvenne lo scambio di suoni. (Bloch; R. e. W. 1966, dove è da notare che ci-

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    chellerina

    cetto trullo it. vale solo e treèc"olo va corretto in trecwlo ·«cetriolo•>), cetto avv. ant., presto. (Oudin: , quindi «*fiore in forma di mano•>. ch61t s. f. plur. scient., forbici, branche dei gamberi, degli scorpioni eoo. (Redi). Da chelae (lat. scient.), da )'.7JÀlJ (greco) « artiglio ; chela del granchio ,. chellerlna s. f., mescitore. di birra., servetta. di birreria ; cameriera di caffè, tavoleggiante. (Arlia, Voci). Anche kellerina (a. 1896). A Trento c'Mlera. Il Manfr. (a.. 1901) registra chellineria, cheUinerat,o « servizio fatto da donne negli uffici, alberghi e negozi t, che lui attribuisce a Giovanni Danelli. Dal ted. Kellnerin.

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    chiamare

    chemlse chemlse s. f. frane., surtout (v.). (Il Borghini, a. 1874; Fanf. e A.). Nelle l'uglie scemisse. Dal frane. chemise >. chéppla s. f.. alosa (pesce). (Belline.; 8erdon.; Sass.). Ant. chieppa (Galucci; Oudin), pad., venez. cepa. Da *cl'ipea (lat. pop.), per clupea (lat.). (R. D. R. V 193; R. e. W 1998, non cheppa). chèque s. m. frane., as,;egno, a~scgno o vaglia bancario, assegno circolare. (Less., a. 1874). Anche ciècch, scècche (Petrocchi), in it.

    I

    Il F1Lnf. e A. (a. 1877) à scech e riporta chtl BoruMni (a. ISH) che nel l'rO(Jctlo del co,licc cli commercio , recentemente puhbliooto • è scritto L'asseuno, o Check, e il relatore parla di Che.ck inglese, che 1iure è stato dell'uso. Il Ceccht usò polizza.

    Chèque (frane., check nel 1835) è ùall'ingl. check, cheque, e questo ùa lo check >. (Bloch). chérlca; chérlco v. cltiérica; chiérico. chèrmes s. m. cocciniglia del leccio (Còccus ilicis), dalla quale si ricava un colore rosso scuro (chèrmes, chi>rmisi). Anche klrmes (Cestoni presso Vallisn.; Gherard.), nel Ricett. fior.: chermes. Il colore : chèrmisi, pop. crèmisi, cremisino. ant. chermisi (G. Vill.; Burch.), cremosi (Bembo), chermisino (Grazz.), carniosino ( Oudin) (frane. cramoisi, a. 1315), carmosinum nell'Invent. di Calisto III (a. 1458) (Du Cange). V. grana. Dall'arabo kirrniz . Per l'-ino ùi cremisino v. s. rosòlio. (R. e. W 4703 c, 4703 d; Lokotsch 1219). cheto agg., che non fa rumore (dal sec. XIII); (ant.) liberato da obbligazione (Seneca, Pist.). Mar cheto (Fra Bart.; Benciv.). Àcqua chela > (Grazz.; Cecchi). Chetezza (ant.) (Varchi); alla chetichèUa, ant. a chetichella (Lippi), a chetichelli (Varchi) (lt. D. XVIII 148); chetamente (Comp.); chetare (F. da Barb.); acchetare (Jacop.).

    1

    Anche letter. quèto (Dante); quetamente (Guitt.); quetare (Dante). Da quetus; *quetiire (lat. pop.), da quietus; quietare (lat. class.), donde quièto (Dante) ; quietare ( J acop. ), e da quies, -etis l'it. quiète (,facop.), -a (ant.) (Cavalca); acquietare (Firenz.) (Viani), di importazione letterar1a. Le forme ant. chitare ('.\falisp.), quitare (G. Vill.) >, in M. Vill. per >; acchitare > nel Detto ,l'amore; quita.nz. (R. e. W 4705). chlalto s. m. ant., briga, intrigo o forse lite. (Redi; Filic.). Da plac'ttum (lat.) (v. piato). V_ s. chiatto. (l'icri, Topon. Serchio 161 ; St. P. R. VII 451; R. I. Lomb. XLVIII 606-'7). chiamare v. trans., dar una voce o far segno che uno venga ; nomina.re, appellare (Comp.; ·Dante); invocare (Comp.). Sentirsi chiamato a > (Viani). Chiama (ant.) , volg. stiantare; stianto (Canti carn.); schiàntolo (aret.) , non s'accorda colla rire (Dante); schiarire (Bocc.); ·schiaforma antica Clanti, già del 790 rimento (v. Lingua N. s. acchiantare; Pieri, Topon. Serchio li 143); schiarare (letter.) (Giamboni); 161; A. Gl. It. Ili 358; St. F. R. VII 242-'3). rischiarare (Fra Giord.; Cavalca; Bocc.); chiaramente (F. da Barb.; chlappare v. trans., cogliere persona o Bocc.); chiarificare (Cavalca); chiarocosa che scappi. stYUro, pittura (C. Dati), chiaro scuro in Chiappa, -o >. Comineiò -la brigata a fare un chiasso Del vostro prelibato musicone. (Al legri). Voler il chiasso (ant.) è un genovesismo). Berretta chiatta (ant.) (dei donzelli della fraternità di Arezzo) (Redi); battèllo chiatta (D'Alb.). Chiatto (ant.) «rospo•> (Oudin); > (Tomm. e B.); chiatta > (G. Targ. T.; Lami), ant. piatta, zatta; andare chiatton chiattoni (ant.) (Cecchi); chiattuto (ant.) «chino•> (A. Casotti); chiattone (pist. ant., -

    spreg.) > (Fanf., Uso); chiattare (ant.) > (Oudin). Da *plattus (lat. pop.), da cui anche piatto. Per il chi- da pl- v. chiaito, chiantare, chiazza, chiòppo. L'Oudin à chiana ), con intrusione di chiave. chiavo v. s. chiovo. chiazza s. f., macchia alla pelle, a volte con crosta di volatica o di rogna (Cresc. volg.); (ant.) fango; segno, marca (Oudin). Chiazzato; chiazzare (ant.) >, nel sec. I I I >. Giesia del Camm. è una forma che Ri presenta qua e là (v. Rez. ecc.), anche in Toscana, e che richiama la genov. ant. zesia, zexia, mentre la ven. ant. giesia è da eclesia: da e!>sa la venez." gesòla (e cesòla) . chlmèra s. f. letter., invenzione fantastica, sogno di cervello malato. (Firenz.; Gelli; Varchi). Chimfrico (Fra Gionl.?; Viv.); chimerizzare (ant.: Allegri). Da Chimaera (lat.), IIW$tro con muso di leone, corpo di capra, coda di drago, greco zlµ:xLF'.X (dal senso primo di ,, capra>>). chimica s. f. scient., arte che ,;epara

    268 -

    china

    chlocca

    i componenti dei corpi e scienza che li studia. (C. Dati). Arte chimica nel Garz. (141). Chirnico (agg.) (Redi); (s. m.) (D. Bart.; Ou~in); chimista (ant.) ( Oudin) (frane. chimiste, a. 1557); chimicamente (A. Neri). Da chimia(basso lat.), termine tratto da alchimia « scienza occulta che ricercava la pietra filosofale, ossia nn agente con eui si pot1>sse produrre l'oro e prolungare la vita-►►, scienza dalla quale nacque la ehimica. L'alchimia (Dante) fu detta anche archimia (Fazio) (e derivati), chi1nica (A. Neri), chimia, calcirnia, calce cumia (Garz 1 143), e ne derivarono alchimista (Novell.); archimiare (Sacch.), alchimizzare, anche per (Ottimo). Alchimia era pure un , che è supposta derivazione dall'egiz. kemi, kirni ,, nero ►>. (Lokotsch 1157; Bloc:h). china 1 s. chinare. china 2 s. f., nome di varie scorze di piante americane del genere Cinchona, medicinali. (Oudin; Redi). Anche chinachina, china china (Redi). Chinina o chinino (Less.). Da quina (spagn.), dal kiciua quinaquina. (Hloch, s. quinquina). Nell'Oudin la frane. esquine. china 3 s. f., nel gioco delle tavole, dei due dadi che buttano cinque ciascuno. (l (11. Vill.); anche chinata (ant.) (Giamboni); chino> (Cresc. volg.). Da cliniire (lat.). (R. D. R. V 193). chlncà&lle s. f. plur., minuterie. Sing. disus. chincàglia (Tariffa). ( C gol. ; Viani). Chincaglieria (clinquaille o quinquaille significò pure« danari»: Oudin). (Bloch). chlnta s. f. ant., cavallo ambiante (Belline.; Varchi); (fig.) (B. Davanz.: Per le sue disonestà la chiamavano i Franzesi la chinèa inglese, e poi niula del Re di Francia). Anche achinea (Ulloa, a. 1571; Sass. 306), acchinia (Oudin). V anche s. baldracca. Da haquenée (frane., a. 1367) (donde hacanea spagn.), venuta da haquenei (ingl. medio, in lat. haqueneia), in origine il nome d'un paese (Hackney) vicino a Londra, i cui cavalli erano rinomati. (Hloch, s. haquenée; R. e. W 3966). chln6tto s. m., arancino della Cina, tenuto spesso nell'acquavite. (Gar., a. 1892). Presso Galileo: arancino della Cina; Buon. il G. : arancino della China. Nizz. quinet, frane. cliinois. chlntana s. f. ant., giuoco di giostratori che correvano a cavallo colla lancia in resta per colpire in un bue~> d'un fantoccio in figura di moro, detto saracino o buratto (frane. faquin) (v. s. burattino) (Sacch.; Patatfio; B. Segni); natura della femmina (in ferire nella chintana [Bocc.], dare nella chintana [Sacch.], nel Sere. lucch. quintana). Anche quintana (Fazio; Buon. il G.; Lippi). Il giuoco diventato popolare, in Toscana consistette poi nel correre, 1rnche a piedi, a infilare le. lancia. in una campanella (anello, frane. bautte) sospesa (Varchi: chintana), e poi divenne gluoco di ragazzi, ora disusato. fatto con une. zucca sospesi• in cui andava.no •• picchiar colla testa (Bellini).

    Da quintaine (frane., dal sec. XII). termine non chiaro. (Grassi; Bèzz. 125-'7; Bloch). chl6ca v. s. chiàvica. chlocca s. f. ant., colpo. (Biscioni; Fagiuoli). ,Chiòcche (aret.) . Chioccare (ant.) « dar le busse» (Grazzini; Lippi); chiòcco, schiòcco > (Savi). Il D'Alb. dà chiòcco come voce fior., e chioccare, del suono della frusta. Dal chiò che fa la frusta, o da *chiòcch, indicante un colpo, rispettivamente dal chiò chiò dei merli e altri uccelli. Ohiò-chiò è il nome d'un uccello di ripa (Tòtanus fuscus) (Ghcrard.). Nel modem. ciòch « scoppio •> (ciuchèr, verbo esprimente le diverse maniere di fare scoppio o suono) da cui ciucòuna >, a Pontrémoli ciocada (ciòco ). (A. W. It. XVIII 405 ; Prati, Voci, p. 71 ). L'it. ant. in chiocca « in quantità•> (Grazz.) sta per *in ciocca: nel Fircnzuola venir giù le lagrime a, ciocche, nel Soldani a ciocca a ciocca . chloccare v. s. chiocca. chl6ccla v. s. chiocciare. chiocciare v. intr., della chioccia che manda fuori la voce (Cresc. volg.; Canev.); (ant.) cominciare a sentirsi male (Libro son.; Menz.); stare rannicchiato al fuoco (cfr. far la chiòccia >) (Petrocchi); (ant.) lamentarsi (Redi; Baldov.). Ant. croccinre (nel primo senso) (Ariosto). Chiòccia (Espos. Yang.); chiòccio " roco (Dante); (ant.)" malazzato (Soder.) •>; chioccione (ant.) (Tomm. e B.); acchiocciarsi (Rigut., a. 1864). Chiocciare è di ragione imitativa. come crocchiare, cui risponde chiocciare nel senso di >. (lt. D. XIII 93). chlòppo v. s. piòppo . chlòsa v. s.. glòssa. chlòsco s. m., padiglione a.lla cinese (Tomm. e B., a. 1865); casotto dei giornali (a. 1870: Fanf. e A.); baracchino di mescita. Da kiosque (frane.), dal turco kjosk

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    chitarra

    chl6atro . (R. D. R. V 191 ). chlova v. s. ghieva. chlovo s. m. ant., chiodo (Giamboni); enfiato (Cresc. volg.). Chiavarda ; a Cùri zino ; umbro zico, zigo « in poca quantità,,; orviet. cicàgnolo, cigàgnolo ; venez. zigol-0 « vinacciolo •> ; trent. zigòtol, cigòtol >. Se l'a.nt. cicoli1w si identifica. col romano cecolino , il genov. à ciccà >. A differenza di ciò che è detto nel Diz. mar., cicca, che in Toscana deve essere arrivata dal Settentrione, deriv, a. 1800. (Levi, Palat., p. 118-'9; Bloch). clccantonl s. m. plur. ant., ciarlatani. (B. Davanz.; A. J>, che però avrebbe ora forse dato *scicchè. Visto che il prov. chiquet vale pure>, da cui il piem. cichèt e cicàt e la . dromo. (Fanf. e A., a. 1890, s. folkper la credenza già antica che l'orlore). V. pista. hettino sia cieco. Cicigna à il suffisso Da cyclodrome (frane.), da cycle e mutato. Prese dal lat. diretta.mente -drome di hippodrome. sono cecilia del Matt. e cecilia, genere di rettili acquatici dal corpo serpentino ciclone s. m. scient., tempesta vortie con occhi piccolissimi (De Filippi; cosa.. (Less., a. 1874; Diz. mar.). Lcss.), e la frane. céc-ilie . (Bloch). Anticyclone risale al Galtou. R. D. R. III 414, IV 225, rt. 1459). clclndèllo 8. m. lucch., luminello. clclostlle s. m., macchina. con cilindro Anche cincindèllo. che serve a ricalcare va.rie co1>ie d'uno Cicendele o lampade nelle A ntich. scritto. ( 1905; Zingar. ). Anche comilan. (a. 1792) (Gherarò., s. capista automàtico. zula); venez. ccsendèlo (= z-) (Calmo; Mutin.), genov. see stile. xendé, frini. zisenderi; cesendieri in cicogna s. f., uccello dei trampolieri, vers. dal Guevara (spagn. sec. XVI) bianco (Cicòniaalba)onero (C.nigra); (Zacc., llacc. 41). legno ehe tiene in bilico la campaua Da dcindéla (lat.) ; accigliato « di persona, per sdegno o altro t (F. da Barb.); incigliare . XLIX 1~55-'6, 1058; li. D.

    \'III 88

    li.

    6, XllI 114-'5).

    cilestro agg. ant.., di colorP . ( N. 1'. n· 14ti5). ciliclone v. s. sallgyiola.

    cillèglo o;. 111., Rpecie d'albern rn~a.e.1•0, il quali', 1·olt,ivàto, clit frutti doll'i ili varie qualiti1 (l'ru1rns cèrawus). ((;. Ta.rg. T.) . ..Ant. e ora. poco usati: l'irièqio (:\'01:rl/.) e derivati. ('ilii·gin (il frutto) (il. ('orsini; H.1•cli); cilifyiuo/o (anL) « liquore tli ,·iliege » (Fag.); cirièyia (Cresc. volg. ), 11el :\latt. ciregia; r·iriegiuolo 1, ciliegio falso; vitigno (::-ìoder.) >>; cirieyelo ( l'alla1lio volg.). Tra i nomi ili luoghi, a.lt-1111i sc1110 con -/- 1·ome ci/i.èyio ( N. I. Lomb. XXXIX 50i), e v. C1,fe~eo ( l':ulova), ant.. Gai Da *ceresiM (lat. tardo) (dr. crrcitra. eilin. drica per appianar>; cementare nel Bembo; ccrnenteria; ceme11tista. cimice s. f., genere di rincoti dal corpo depresso, puzzolenti, dei quali il piu conosciuto è la cimice dei letti (Acànthia lectulària); le altre specie vivono Rulle J)iante (Redi, nel Vallisneri cimici sel·vaggie o silrestri); punta da disegno (fornc dal frane. punaise, u;,,ato pure da Italiani). Nell'Oudin anche cimicio (primo senso). Cimicio11e (llerni); cimicia.jo . Negli Stat. mediol. (a. 1552) il cimurro è detto comniorbium (Cherub., s. cium6r). Cfr. comoudge , inventato gine imitativa dev'essere anche il vie. negli Stati Uniti (a. 1928). anche cinciarse , ma l'it.. ant. 1nov-ietone, pellicola parlante. Cinemac·inci·nno pare proprio il lat. cincinnus tògrafo sonòro, (pellicola sonòra ), con (greco xbuvvoç) . apparecchio di grammofono sonante. lu quanto a ci-ncinpòtole (uomo da cincinpotole nel Anche cine (Panz., a. 1918), cinema Gelli) è da notare che riucinpòtola è (Darch.) per cinematografo. nome della cingall (a. VII 449; Levi, Palat., p. 219-220). 1908). cincischiare v. trans., tagliuzzare. (Luigi Da cine viene cineasta (Dante). Cinghiare (a.nt.) (Dante) è da *clnguliire. Da. cingulum anche cinghio (Sambuca, pist.) > (va.lses. céngio « sporgenza. di rupe»). (R. e. W. 1926, 1928, 1927; R. D. R. V 188; It. D. X 262).

    cln&hlale s. m., porco salvatico (Sus aper) ; specie di pesce di ma.re co~i detto per la forma del muso e per gli spuntoni sottili come setole sul corpo (Tasso). Tosc. pop. cignak. Nel primo senso : nel Bocc. cinghiale, cinghiare, in Folgore cinghiare, nel Polo volg. ecc. cinghiaro, nel Firenz. ci.gnale, porci cinghiali (cfr. venez. porco zengiàl ecc.). CinghialiM (Urbano) ; cignalàccio (Ségneri); cignalessa (aut.) (Tomm. e B.).

    Da singuùiris (lat.) , passato a indicare il cignale maschio

    283

    clnquantare

    cln&hlo che vive solitario, nel lat. pop. (sinyularis porcus), da cui pure il frane. ant. sengler, mod. sanglier (con altro suffisso). In cinghiale, cignale fu immessa cinghia, cigna, perché i cinµ;hiali ànno una cinghia di setole bianco-giallognole intorno alle spalle: cfr. porci cignuti in una filastrocca della montagna lucch., e cignelle (abr.) . (A. Gl. It. XIII 221 Il. 1, XIV 121 Il. 2, 207; It. D. IV 129; Bloch). cln&hlo v. s. cinghia. cln1ottare v. cinguettare. cln1uettare v. intr., del canto di alcuni uccelli (fiuon. il G.) ; parlare dei bambini (Cecchi); favellare cincischiato (F. da Barb.); ciarlare stucchevolmente (Bocc.). Cinguettare una lingua (Caro; Viani). Cinguettiera (ant.) er quinquaghita. (R. e. W. 6963). clnquantare v. intr. disus., esagerare una cosa con molte parole; parlare a lungo di une. cosa. Ginquantarla; stare a cinq·uantarla. (Fanf., a. 1855; Petrocchi). Còrso cinquantà , ravenn. (sec. XVII) cinquantar (A. Gl. It. XVIII 535), vie. zinquantare « andar per le lunghe », venez. zinquantàr (Ninni, 166), va.lsug. zinquantàr « brigare, darsi molto pensiero», monfeIT. sinquantee >. Da cinquanta, numero indeterm. per . Di ètimo non chiarito. (R. e. TV: 2454). clotto 2 agg. e s. m. ant., zoppo. (Dante; Sacch.). Corrisponde al vèn. zòto, di origine sconosciuta. cl 6ttolo v. s. ciotto 1 clovatta v. civetta. clpal v. s. spahi. clpigllo s. m., corrugamento. (B. Davanz.). Cipiglioso (Tratt. segr. cose). Dall'unione di ciglio con piglio. :!\> e Alpes. clslonga s. f. raro, greppina, (Fa~ •• Uso, s. greppìna; Fanf. e A., V ed:). Anche cislonghe (Garg. 163), sisl!ui1tga (Manfr., a. 1883). Da chaise longue (frane.), pure usata da Italiani (Panz., a. 1905). Per i da ai v. mortisa.

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    ciuffo

    cl10J1 clsoje (con s dolce) s. f. plur., sorta di forbicioni. (Fanf.), Anche cesoje (B. Davanz.). Vcnez. cesore, ci- (= s-). Da •ca,esiirium (lat. pop.), da caedere , lat. sec. IV (Vegezio) cisorium. (R. D. R. IV 226; R. e.

    w.

    1475).

    clstèrna s. f., serbatojo d'acqua piovana. Da c'i,stfrna (lat.) (da clsta: v. cPSta). L'ant. citerna (Cresc. volg.; L. Alam.) risale a citerne (frane.). (R. D. R. V 190; R. e. W 1951). cito s. m. ant., bambino. (Garz. 575). Il Garz. cita i giochi detti de' citi vezzosi e de' citi piccini. , -a ; 8]>0nsa zita nel Ritmo marchig. di S. Alessio [primi decenni sec. XIII]). L'Oudin à cettina , cettolino della campagna di Roma. citologia s. f. scient., parte della biologia che studia le cellule. Da xuToç (greco) e -logia. cltrà&glne s. f. ant., cedronella. (Palladio volg. : Soder.). Da dtrago, -tnis (lat. ). cltrullo s. m. (f. -a), persona scioecherella. (Crusca; D'Alb.). Citrullino; ci/rullane (Petroeehi); citrullàggine, citrulleria (Giorg.). Dal nap. cetrulo > (ivi). Dal suono imitativo ciui ciui. clurlan v. s. ciurlo. clurlo 1 s. m. ant., giro fatto ballando. (Patrizi, see. XVI). Anche zurlo. (Oudin). Ciurlare, zurlare (ant.) (Oudin); ciurlare nel mànico (Fanf., Uso); ciurlane, ciurlòtto (non com.) ili e associal>ui al gran corpo della civilizzazione, alla orande alle.anza degli esseri intelligenti contro alla natura, e contro Il, ••

    -

    alle cose non inteUioenti. (Giac. Leop., Zibaldane VII 225). Civilizzazione anche presso il còrso Paoli (a. 1770).

    Dai frane. civiliser; civilisation (a. 1766), da civil. (Bloch).

    clvlre v. trans. ant., procacciare. (Bocc.). Accivire (ant.) >; accivito (ant.) >. Da chevir (frane. ant.), achever (frane.) «venir a capo >>, da chef >. (Bloch; A. Gl. It. XIV 310-'l).

    cfvlta s. f. a.nt., città. Givitllla . Parole attestate in molti nomi di luoghi, soprattutto posti in alto, nomi che spesseggiano nelle Marche, nell'Umbria, nel La.zio, negli Abruzzi, nel Molise, nella Calabria. Dal nomin. civ'itas (lat.) , da cui anche chita (sardo). Nell'isola. di Cipro nei sec. XV-XVI civitano >, conservato dai Veneziani (Rez.) ; la Givitane ; Oivitana, luoghi in quel di Velletri (Boll. Soc. Geogr. It. XXXVIII 706; Z. R. Ph. XXXVIII 480; It. D. VII 215-'7; R. Ling. R. XII 65). clzza v. zizza. clan s. m. invar. scient., ·nella Scozia Alta, ciascuna delle genti che ritenevano di discendere da un capostipite e che avevano un capo con potere assoluto, prima della rivoluzione del 1745. (Less., a. 1874; Gar.). Per estens. : L'uomo moderno ... chiuso nei limiti del proprio cl.a,n, senza vedere oltre... (a. 1923 ). Da clan (celt.) . V. claque. 2 claque 2 s. f. frane., le ma.cche, bocche vuote, risotto. (Fanf. e A., a. 1877). Pop. it. e/acca. Glaqueur « macca., risottista •> (Pa.nz., a. 1905). Nel Bettoli macca, biglietto bucato , o buco (che è il biglietto rilasciato

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    claretto --

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    alle macche); nel Molossi le macche (fior.). Da claquer « batter le mani •>, verbo di ragione imitativa. claretto s. m. ant., vino bianco del mezzogiorno della Francia.. (Soder.). Vino claretto alla franzese (B. Davanz.). Da clairet (fTanc. ), già claret e claré (Bloch, s. clair). It. ant. chiaretto, chiarello. (Canev.; Prati, Voci, p. 69; lt. D. XIV 224, s. stelaria 1 ). clarlno s. m., (ant.) s0rta. di trombetta (Oudin); sorta di strumento di legno a tubo suonato cqlla. linguetta ( Ram h. 393), anche clarinetto (ivi) (piu usato). Nel primo senso anche clarone (de' Rossi, a. 1585), chiarino (ivi; Caro), chiarina (Buon. il G.; nel Firenz. per . Da clair . Da climactericus (lat.), greco xÀLµocx-r1)pLx6,;, da xì.Lµocx-r~ p « scalino >>, perche l'anno climaterico ricorre di 7 in 7 anni: credenza. superstiziosa. fondata sul numero 7. Climat.èrico à un t per influsso di climate (v. s. clima): cfr. climàtico cit. sopra. climatologia s. f. scient., trattato delle influenze esercitate sull'economia animale dagli agenti naturali (Marchi); scienza dei climi (Less.; Gar.). Climatològico > (a. 1852). Da clima, cl'imiitis (lat.), greco x).(µoc e -logia. Altro composto: climatoterapia o cura climatica (a. 1888). V. clima. cllstire s. m. non pop., lavativo, serviziale. (Redi). Volg. cristère. Ant. cristeo (Giamboni; G. Vill.; Sacch.); cristero (Berni; Buon. il G.); cristieri (plur.) (Garz. 677; Redi), cristegio, cristeo (Oudin), clistiere (Libro cura mal.). Frane. clystère (dal sec. XIII). Dal lat. clyster, -éris, greco xì.u,n·~p (da x).uçw ). Cristeo può essere clyster-ium: cfr. ant. battisteo, canteo, capisteo. cllvàgglo s. m. scient., sfaldatura d'un minerale cristallizzabile. (D'AJala). Nel Less. (a. 1874) clivamentv, sfaldatura. (Lingua N. III 43, 119).

    Da. clivage (fra.ne., a.. 1771 ), derivato da cliver « sfalda.re ». cloasma s. m. scient., efèlidi epatiche. (Leone, a. 1828). Nome usato per primo da Giuseppe Fra.nk. Da chloasrna (la.t. scient. ), formato dal greco :x_).o&çw >, essendo codeste macchie gialle crocee . clorllsl s. f. scient., anemia delle ragazze. (D'Alb., a. 1797). Fu detta pure oppilazione, morbo virgineo (A. Cocchi, a. 17 50), itterizia bianca (D'Alb., s. cloròsi). Nel Marchi clòrosi. Gloròtico (Leone, a. 1828). La.t. scient. chlorosis: dal greco zÀwp6ç , nome dato da.i Portoghesi a. un serpente trovato a Ceila.n, usato p_oi per i suoi affini d'Affrica (Less.). Nel Sass. (27-I-1585, p. 240): ... serpi che domandano di capello, peT rizzarsi loro sopra la testa, quando elle sono in caldo, una cosa come una chioma ... Cobra (f.) da *colòbra per colubra: v. s. colubro. (St. R. XXV 21 ; Bloch). cka s. f. scient., foglie dell'Er1Jthròxylon coca (pianta coltivata nel Peru e nella Bolivia), le qua.li vengono masticate dagli indigeni. (Cantu; Tomm. e B.). Cocaina (Less., a. 1874). Dalle frane. coca (nel 1687 cocca); cocat:ne (a.. 1863); la prima da coca (spagn.), termine d'una lingua. americana (kioiua. t),_ -che ricorre, oltre che in versioni dallo spagn. (sec. XVI), nel Benzone (coca) e nel Carletti (cocca). (Zaoc., Elem. iber. 116, 462; Bloch). cocca 1 s. f., (ant.) tacca della freccia (Bocc.); freccia (Dante); bottoncino al capo del fuso dove si ferma il filo (Ariosto); punta d'un panno ecc. (Salvini); (ant.) cima (di monte) (Salvini; G. Targ. T.). Coccare (ant.); accoccare (Dante); incoccare ( Tratt. pece.) ; scoccare ( J acop.); scocco o soòcco (Grazz.). Choca « angulus t nel 1226 (Du Cange). Con r inserito: scroccare (lucch. e nel Buti); scròcco (lucch.) , dimin. acrocch~tto (Caro).

    Forse da clfocum · (lat.) ; cocchi.ère (B. Davanz.). Da eochinilla (spagn.), nome usato dal Laguna verso il 1550, quando la Frane. (a. 1554), spagn., port. cocciniglia fu conosciuta in Europa. coche ; ted. Kutsche. Cochinilla indica.va. e indica anche il Con probabilità dal ceco coci, atte>, deristato dal 1440 a Kosice, magiaro vante da. cochino >. chiamano lagne ... (Sass., dic. 1583) ... Ncll'Oudin anche coccone au). (It. D. III Da coco (port.). (Ghera.rd., s. cooo; 173, n. 2; R. e. W. 1491). coccia s. f. ant., conchiglia (Palladio Bloch). c6cco 2 (uovo) v. s. còcca 3 • volg.; Gherard.); enfiato (Cre!1c. volg.); cocco 3 s. m. ant., grana, corpo di testa (Salvini) ;corteccia,scorza (Tatti, una specie di cocciniglia. nota. a.gli lucch.: Canev.). antichi, usato per tingere in rosso Oòccio ' Il colore in Fra Giord. cocca. Coccola (ant.) (Bianchini, (Maga!.; Salvini); incocciare > (Bellini; Salvini) ; anche pigliar in Satire del Soldani). Da.l lat. coccum, greco KoxKoç, l'ini còcci (pop.) (D'Alb.ì; croccia (ant.) setto e il colore scarlatto. , c6cco' (il prediletto) v. cucco 2 •

    -

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    coc6mtro

    coccodrlllo coccodrlllo s. m., genere di rettili lori-

    cochetterla s. f., civetteria, galanteria,

    ca.ti. (Giamboni).

    eleganza ricercata. (Parenti; Ugol.). Coclietta . Da coquetterie (frane., a. 1661); coquette; (coqueter « civettare•• da cog >). (Bloch). cochl1Ha v. s. conchiglia. cocktall s. ingl., bevanda degli Stati Uniti, d'assenzio, di amaro olandese, di whisky, di limone e di ghiaccio pestato, il tutto battuto in un apparecchio fatto apposta. (Panz., a. 1006). Nel frane. dal 1860. In origine termine di gergo, composto di cock ~gallo>> e tail >. (Panz., a.. 1942). coc61 s. m., voce (co' coi) con la qua.le gli altri Toscani criticano i Fiorentini di bassa mano, volendo con essa esprimere il parlare in gola o, come dicono, la gorgia connaturale della nazione. (Bisc. : Gherard., s. gòrgia; Tomm. e B.). OltredicM costà parleran poi Con quella rustichezza lor natia, Con quella gorgia, con quel bel co' coif (Fag.). V. s. gòrgia. cocolla s. f., vesta dei monaci. (Cavalca). Cocollo (ant.) « sorta di cappuccio • (Caro).

    Nel Ce.valca cucudrillo, nel Berni coccodrilo (in rima), nel Ce.ro crocodilo. Il pianto, le ldcrime del coccodrillo; fare come il coccodrillo, di chi fa del male a un altro a posta e poi finge di sentirne dolore. Le Donne son simili al coccodrillo, che per prender l'uomo pianuono, e preso lo divorano. (Serdon., Proverbi). V. alligatore, caimano, oatriale.

    Da CTliclidibus (lat.), lat. pop. cocodrilus, OOTcodrilbus, greco xpox68e:LÀoç. Il pianto del coccodrillo deriva da una. fa.vola medievale, che racconta. come questo rettile attiri i passanti versando la.rime. c6ccola s. ., bacca (Libro viaggi); (ant.) uliva (Vett.); (scherz.) testa (Luigi Pulci; Petrocchi). Da c/'Jccum (lat.), greco x6xxoi;;, da cui forse còccoli (tosc.) ) (Goidanich, Denom., p. 35-36; R. I. Lomb. XLVIII 613; Mise. Ascoli 235). c6ccolo v. s. cucco 2 • coccolone s. m., beccaccino maggiore (Gallinago major). (D'Alb.). Anche CToccolone (Gherard.). I due nomi provengono dal dialetto pisano e devono derivare dai suoni cò cò, CTÒ crò, imitativi della voce, che rammenta quella della chioccia, motivo per cui nel Veneto il coccolone è detto cioclieta. Anche il nome venez. del «gabbiano», cioè cocàl, crocàl (Oudin: cocallo, coccale, crocalo) è da ritenere di origine imitativa. Querini e Fioravante (a. 1432) fanno cenno ai Grandi strepiti di coccali et altri uccelli marini. (Il Pieri collegava coccolone con accoccolato: À.. Gl. It. XV 161). coccone v. s. cocchiume. coccove11la s. f. ant., civetta. (Cresc. volg.; Sacch.). Anche cuccuveggia, cuccoveggia (ant.), cuccuméggia (lucch.). Sen. cuccovéggia « cuculo t (D'Alb.). Coccoveggiare, cuccuveggiare (ant.) _; Capit. fiumi pist., a. 1722) »; , termine cho molto à figliato nel Mezzogiorno. Da còferw ( Roma) « cofano >> la romana. còfena >. (R. I. Lomb. LIV 148). c6ffa s. f., paniere usato dai marinai sulle navi per trasportare zavorra, biscotto o altro (Pant.; D'Alb.); piano di tavole su ogni albero dei velieri (che Aostitui la gabbia delle galee) (D'Alb.). Coffa nel primo senso in versione dal port., presso Ramusio. Da ~uffa (arabo) «corbello fondo, cesta&. (Zacc., Elem. iber. 121 ; Lokotsch 1225; Diz. mar.).

    c61Ha s. f., (ant.) borsa dei testicoli (Benciv.; Burch.); zerbinotto (v. lògica 2 ). Coglie di prete (ant.) « favagello » (Penzig; A. R. XI 28). Da ct'ileus (lat.) (greco xo).e:6ç « fodero della spada>>). (.A. Gl. It. XII 110, XIII 345, I r.; R. e. W. 2038). c61Here v. trans., spiccare frutte, erbe, fiori (v. Canev.); pigliare (Benciv.); raccogliere (acqua ecc.) (Giamboni); colpire (Petrarca); (ant.) accogliere (Guitt.); (ant.) riscuotere (G. Vill.). V. còglier l'uva. Anche CÒ1Te (Storia d'Aiolfo). Còlta >. (R. A. 1.,incei XXIX 138; R. e. W 2048). c61Her l'uva (tosc. pop.), burlare, uc-

    cellare. • Corre I fichi ec. è preso per calunniare in simigliante maniera che appresso di noi in be.sso gergo coglier l'uva, vale Burùzre, ed Uccelùzre •. (Salvinl). Eufemismo per coulionare. (l,'rlzzl, s. cògliere).

    cocllone s. m. ora triv., testicolo; minchione (Patatfio ). Coglioneria (Berni), coioneria nel Sass. (7-11-1583); coglionare (Soldani); méttere, pigliare una còsa in coglionèlla (Redi; Fanf.); còglier l'uva (v.). -

    Varianti di coglione: cordone (Fanf., a. 1855); corbèlli; chian. cogli6mboli; pist. cordmnberi (alto it. c-0j6mberi). V. anche Gherard., s. granello 2; Frizzi, s. cordovano, e qui s. cordovan.o; corbézzole ! ; cospètto. Cfr. minchione; fregnone (Roma); fesso (merid.); mona (vèn.), o anche cucuzze, zucche, e v. s. ci6ncia. (A. Gl. It. XVII 395, n. 1). Da coleo, -onis (lat. pop.) « testicolo; vigliacco». (R. e. W. 2036). cocnàc s. m., acquavite francese, forte, eccitante. Anche cognacche (Petrocchi), cognacco, nell'Alta Italia pure cògnac. V. acquarzènte. Da Cognac, città della Charente, dove si produco. cocnato s. m., marito della sorella; fratello della moglie; marito della sorella ,della moglie. Da cogniitus (lat.) >. (R. e. W. 2029). cogno 1 s. m., antica misura del vino (in Firenze di 4 barili: Cod. mar.) (a. 1160: G. Targ. T.; G. Vill.; Sigoli; CiriUo); misura di vino o d'olio che il contadino paga al padrone oltre la parte che gli spetta (Salvini) (anche cònio: Minucci); (ant.) sorta di cesta (Lippi). (Canev.). Da c~ngius (lat.) >. (A. Gl. It. VII 130-'5; I,ingua N. III 32-36; R. e. W. 2146). co1no 2 v. cònio 2 • cognome s. m., nome di famiglia. Anche casato. Da cognomen (lat.) . Della formazione dei. cognomi v. Encicl. it., s. on.omastica. c6gola s. f. ant., caldaja. (Oudin). Termine di provenienza e di origine dubbie. (R. e. W. 2021). cogolàrla s. f. letter., rete a forma di sacco conico per la pesca delle anguille nel litorale veneto. (Cresc. volg.). Gogol.ara, cocolaria (lat.) nel sec. XII (Gloria II 62); ,venez. cogolo. Da cucullus (lat.) >, per la forma. (Diz. mar.). coiffeur s. m. frane., disus. in it., parrucchiere; acconciatore (per sign~ra) .. (Manfr., a. 1883; Panz.). 297 -

    colira

    coltare Coiffure > (Manfr., a. 1901). Da coiffer > : da coiffe . col tare v. intr. ant., pensare. (Gradi S. Gir.). Anche cuitare (Deputati). Coitato, cuitato, cuito (Deputati) >; anche coto (Dante), cuitanza (Jacop.); oltracuitanza (Inghilfredi), oltracotanza (Dante), oltracotante (dell'uso letter.) (Petrocchi); tracotanza (Dante); tracotare (ant.) (Buti); tracotato (ant.) (Guitt.; G. Vili.; B. Davanz.) ,, arrogante 1>, tracotante (Ségneri); ant. tracutato (Ottimo); tracutamento (Rime ant.) o tracutaggine (Bocc.; B. Davanz.) >. Da coglwre (lat.), da cui il letter. cogitare (dal sec. XIII). Le ant. 8orcuùlanza (Lat.), sorcudanza, sorcodanza (sec. XIII), sorchietanza (Giac. da Lent.) > ripetono la frane. ant. sorcuidance (Bèzz_ 233, ri. 5). (R. e. W. 2027; B. Soc. Dant. lt.

    tre corde, suonato dai cantastorie, con un pezzo di suola da scarpa (taccone). (Vai; Lippi; Redi); cattivo strumento suonato male (Pananti). Cortese, Lo colascione (a.. 1621); Sgruttendio, La tiorba a taccone (altro nome) (a.. 1646). Tosc. ant. ganascione (Bardi), Alta Italia: caliss6n (calison nel_ Calmo); nap. calascione (Redi). E proba.bile la derivazione da. calaje (spagn.) « cassetto •> (cat. calaix, sardo calàsciu), essendo la cassa del colascione formata. di un tronco di fico • scavato. (A. Gl. lt. XXXIV 50-'l). colazlone s. f., pasto della mattina (Ma.eh.); (ant.) merentia.. Ant. coleZÌO'M (sec. XIV). Da. collatio, -iinis (lat.), che avrebbe indicato una. , da cui colation (frane. ant.), colacio (prov. a.nt.) (a.1671); collegiale (agg.) (Oudin); (s. m.) « allievo d'un collegio~ (D'Alb.). Da collegium (lat.) ; coùmnino >. Da colìimna· (lat.) >. (Merlo, Dial. Sora 149; R. e. W. 2069). colorare v. s. colore. colore s. m., sensazione prodotta negli occhi dai raggi luminosi di varia lunghezza di onde; apparenza (G. Vill.); ornamento o figm.:=i. rettorica (Dante; Passav.). Colore politico. Colorire; colorit~ (agg.) _(Giambo_ni); (s. m.) (C. Dati; Redi); coloritore (Caro) o colorista (Algar.) (pittore); scolorire (Tav. rit.). Da color, -iiris (lat.). (R. e. W. 2056). Da c/Jliiriire venne colorare, donde colorazione (Buti); scolorare (Dante); scolorina >>. (R. e. TV 2:172). coltro s. m., aratro a un orecchio (L. Alam.; Canev.). Coltrina « sorta d'aratro toscano, primitivo, poi perfezionato ,, (anche perticajo) ( Rid. ; Canev.) ; coltra di campo (ant.) (Oudin). Da cìiltfr (lat.) . (Jt. D. XVIII 147, n. 3). combuto v. s. gombina. coma a.vv. di paragone. Ant. como (Rime ant.; I•'. da Barb.; Dante). Comecché (Nesi), comeché (Viani; Fanf.); comeccher,s-/a; comunque; conciossiaché; con ciò sia co!la che (ant.) « giacché ►>. Dal lat. riimodo (quomodo). (Pirson, Quomodo en latin vulgaire 63, Mise. Vollmoller; R. e. W. 6972). comènto v. s. convento 2 • comignolo V. s. colmigno. comlnclue v. trans. e intr., dar principio. Comincio (ant.) >), venuta per tramite letterario. commendare v. trans. letter., lodare (Dante); (ant.) affidare (Dante); (ant.) raccomandare (Pecor.; Luigi Pulci). Commènda (Della Ca.-

    sa); (ma.rin.) (v. Diz. mar.); commendatizia (lettera) (Della Ca.sa); commendatore . (Murra.y; Diz. mar.). commu6vere v. trans., (a.nt.) agitare (vino ecc.) (Palladio volg.); produrre una forte impressione in una. persona. sino a farla piangere o quasi (Dante). Commovimento (G. Vill.); commozione (dal sec. XIV); commovènte (dal sec. XIV). Da. •commovfre (lat. pop.) (lat. cla.ss. commovere). comil s. m., cassettone. (Fanf., Uso). Nel D'Aya.la. (}11,mò, nell'Azz. (139) commò, nel Boerio (venez., a. 1829) comò, nel Pipino (a. 1783, piem.) comòda. Da commode (f., frane., a. 1760): da. commode >. ( It. D. VI 260). comOdlno s. m., piccolo mobile di legno con cassetta e simile ad armadio, usato accanto al letto. (Tomm., a. 1841; Viani). Nell'Azz. (139) commodino, nel Ra.mb. (921) commoda, commodino, commodina (anche nel Molossi, a. 1839). Comodino (del teatro) ; mèdico di condotla, mèdico t"ondotto (G. Targ;. T.) (condotta, 11llicio merlico. a. JfHl2); crmdottière (Ariosto). (Grassi; Rez.). Dal frane. aut. cunestable (-iec. Xll). Xel sen.,o (li Yintnùa auehc condutto poi co1111étable, dal lat:. tardo cmnes in Cì·uitt. e con (GiuHto de' Conti, 8t'C, XV). J)a cowlicere (lat.) ,, (Bandi ant.; Oudin).

    1

    i,

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    conlllrto

    contttto in'1icare_ il c~man?3:nte d'eserci!o, pure

    confidare v., (intr.) aver fiducia (Dan-

    te); (trans.) dire con fiducia una cosa a uno (Ugol.; Viani; Giorg.). ottt> 1 prum Ì\ormanm, presso 1 BeConfidanza (sec. XIV) >. 81(',· .. ut11ni (com.estabulo) (Falcone BeDal lat_ pop. •con(idii.re (lat. class. :wn'ntano, a. llU!). :Nel Napoletano confidere; fuUre «fidare•>). ai ,·ognomi Contestabile, Conestabil~, c 011 estavoli, de Contestabulo fanno n- confidènte s. m., persona di fiducia, arnica, anche in senso politico. (G. ~conlro i lat. Comitistabilis (a. 1097), Vill.; Rez.). (' 11 ,,,cstabilis (a. 1100), Constabu/.i (a. Confidènza (dal sec. XIV; Fanf., i' 11.; ), tutti al genit. In contestabile Uso); lctter. confidenziale (Magal.; i· prl'sentc conte. (Grande 239-240, Ugol.). :!:;J, 11. I ; Bèzz. 89-90). Dai lat. confidens, -fotis (agg.) ; di uno in modo che non sappia rispon,·011/ettièm (dal ,_,,c. XIV); confettura (Oudere (llfa ben ti ci confondo Se tosto non vai ... : Giae. da Lent.). Conf6ndin; Salvini); confettnrière (com e ,, far confezione, condire (Cresc. volg.); fv.ndere ; sione, di origine lctter., da conf iisio, confettarsi (ant.) ,, concuocersi (della -onis. (Bloch, s. confondre). terra)•> (Soder.); co·nfctto (ant.) ,, concontortue v. trans., alleggerire il docotto (del terreno)•> (L. Alam.). lore altrui per cosa che non à riIn fionvesin confegi ,, confetti •>. medio; ristorare (Dante). Da confect1ts (lat. ), part. pass. 'Ili Confòrto (F. da Barb.); 0011/ortaconffoere i ·mento (ant.; Giac. da Lent.); confor(com c facere ,, fare >> ), da cui confetto , toso (ant.; Lat.); conforté-1:ole (Bocc.); (ant.) . conqufdere v. trans., (ant.) vincere (sec. XIII-XV); (aut.) guasta.re (Dante); (ant.} turbare (B. Da.va.nz.); inquietare molestamente (Giorg.). Conquidersi : da sidus, sideris Vicecònsole (Zamb. I 135). «astro>>), verbo assunto tardi. Da I Veneziani avevano un cmi.sole (quarto considerlitio, -iinis l'it. considerazione scnao) in Siria glè. nel 1117 (Hez.). (Cavalca; Viani). (Zamb.). Da ciinsul, ciinsulis (lat.). Consoconalcllare v. s. consiglio. lato (Bocc.) da c011suliitus ; consolare conslgllo s. m., adunanza di persone (Vite Plut.) da consiiliiris. Tutti di per deliberare pose pubbliche o priprovenienza leiicraria. vate (Malisp.; nel Lat. conseglio); pacona6lle s. f. invar., mobile a mo' di rere dato a una persona (Giamboni). mensola, appoggiato al muro, sul quale Gran Consiglio (Comp.), il primo son posti chincaglie, vasi di fiori o quello della Repubblica di Venezia, altro. (Garg. 160). Milan.tavola consòl ereditario, dal 1172 c. (Rez.). Prènder (Cherub., a. 1839). Da console (frane., consiglio , di ètimo dubbio. (Bloch). Da constlium (lat.) >; consigliatore (GuiDal lat. consonans, -antis, da condotto; P. da Barb.). Da consiliiirius s/inare >. il s. m. consiglière (Cavalca: consiconsumare v., (trans.) finire a poco a glieri) (frane. conseiller dal sec. X). poco ; logorare ; sciupare, frustare ; di (R. e. W. 2164, 2163). passione che divora; (intr. ant.) d'un consolare v ., (trans.) alleggerire l'altrui uomo per una passione (Dante; Bocc.). dolore o dispiacere, dar contento ; Consumare il tèmpo, il matrimònio' (intr.) (Guitt.). (Bocc.), un delitto. Ant. consolo, consolanza (Jacop.), Consumato (agg.) (Jacop.); conconsolamento (Albertano volg.; G. .mmo (Soder.). Vill.); sconsolare (Rime ant.); sconDa consumere (lat.) (com e sumere solato (Dante); sconsolanza (ant.: ), nel quale fu Cino da Pist.). attratto consummare ,, compire >>, cui Da consolare (lat. class. -i : com e risponde l'ant. consumare >soliiri ), preso in età tarda, (Dante), donde consumato > (Mor. S. Greg.; Firenz.). zione (Cavalca), lat. consiilitor, -iiris; Parole prese al latino in età tarda. -

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    centènto

    conaum6 consum6 s. m., brodo ristretto. (1870). Anche consumniè, disus. consomm,è tFanf. e A., a. 1881), nell'Oudin consomato, consumato (questo pure nel f{icett. fior., e presso Bellini; Manz.; (;iorg.). Da consommé (frane., dal sec. XVI), ilall'agg. consommé (da consommer ,, consumare*)- (Bloch). contado; contadino v. s. conte. contàglo s. m. letter., scient., malattia. attaccat.iccia, trasporto di germe infl•ttivo da una persona all'altra (S. Bernardo volg.). Contagioso (G. Vill.). Da contagium (contingfre nell'Esopo volg. Da contestari (lat.) ; contestai-io, contestatiiinis (com e testari >), i quali nel basso lat. presero i significati detti sopra. contezza v. t1. conto 1 • contlgla v. s. conto 1 • contlna v. s. continuo. contlnènte 1 agg. letter., (a.nt.) contenente (Crcsc. volg.); che si contiene, si modera (dal sec. XIV); (s. m. o f. ant.) uomo o donna. dell'ordine dei terziari ( Jlaestr.). Continènza (F. da Barb.; Gia.mboni); (Manfr., a. 1883). Da cont'inens, -entis; continenlia (lat.) (v. contenere). V. continènte 2 • contlnènte 2 s. m. scient., terraferma di molta vastità. (Dal sec. XVI). Continènte antico (Gar., a. 1892), anche antico c. (Giorg.), vecchio c. (Petrocchi); c. nu.òvo > (Gar.), nòvo c. (Giorg.), n'l«Ìvo mondo; c. nuovissimo > (Petrocchi) ; c. nero >. Oontinentale (Giorg.: /iwcco c.). Da cont'inens, -entis (lat.: Cesare ecc.), da continens terra. V. continènte 1 • L'agg. dal frane. c>. Da ciignUus (lat.). V. acconto 1 • Da cointise (frane. ant.) (da cointe ) venne contigia (ant.) ; in V. Borgh. continge (ornampnti), con n chiamato dall'altro. Diverso sullisso è in conterla > (A. X eri; Tariffa tosc.); conte-rie >, da conta ria (venez.) (Boerio). (R. e. lV. 2030). conto 2 v. s. contare. contornare v. trans., fare il lineamento attorno alle figure. Contornarsi (aut.) > (Giamboni ). Contornato (agg.) (di figura) (Vas.); contorno . Da *conlòrniire (lat. pop.). V. tornare. contra prep. ant., ora rnra, indicante opposizione o posizione di una cosa accanto ad altra. Fa parte di molti composti, richiedendo dopo
  • (R. XLIV 337-'8). Da coopertorium (lat.) (Del Bono, s. sacchètta). Da. corbona (lat.), greco xop~a.viiç . (R. e. W. 1882). cordiale agg. letter., ristorativo o buono al cuore, allo stomaco. Son le pesche apritive, e cordiaU. (Berni). Cordiale (D'Alb., a. 1797). Dal lat. basso cordiali.~, da e~, çordis >. conlllla s. f. see. XVI, tonno giovine. (Matt.: D'Alb.). Frane. cordille, port. ·cordillta. Da cordila (spagn.). cordonata s. f., strada in pendio a; cordoni, ossia a file di pietre (Baldin.; Maga!.); palizzata a difesa delle acque correnti (D'Alb.). Nel primo senso pure bramantesca (ant.), perché rite• nutone inventore il Bramante (Carena I 109). Da cordone. cordovano s. m. ant.., cnojo di capra., castrone ecc. (M. Vili.); maroechino (Ouùin); minchione (Varchi). Cordovaniere (ant.) (Giamboni; Oudin; D'Alb.) (non (Lai..); (s. f.) (del ma.re) (Dante; G. Vili.); (elettrica) (c. 1800); ~olat.) (Viani). Aggiungi incorporare, ,,·orporare (V. Borgh.); scorporazione (ant.) ; corredino (di I Guitt.; correre: ,Jacop.; Maestr.; in 1ta111bini) (D'Alb.). (Viani). I l,ett. sen., a. 1265, curiere); (ant.) l),1 "corréd (dal ciare. (R. e. W. 2262). corrucciare v. trans. ant., tormentare; lat. c·ursus «viaggio di mare 1>) corsale, e da questo la variante corsaro, con accorare, contristare_ Corrucciarsi suffisso mutato. Da corso anche i verbi (Giamboni). Anche crucco_rsare (sec. XVII), corsPggia.re (G. ciare (ant., dal sec. XIII), crucciarsi. Vili.); da corsale il v. corsalare (sec. Corruccio >; cruccio (NovPll.); course (Fine.). (Dict: gén.; Di.z. mar.). cruccevole (ant.: Giamboni); cruccecorsetto s. m. disus., (sec. XVII) cor·volrnente (Gnitt. ). saletto (Oudin; Tomm. e B.); ousto Da *corr·uptiare (lat. pop.), da cor(da donna) (Oudin); corsè (Carena). rumpere , piu tardi nel senso militare. Cortina indicò anche lo • spazio tra le mura e il fosso intorno alla città », in alcune oittà il (V. Borgh.); cortola « specie di mart,ello dei calderai>>, (D'.Alb.); cortoliere (ant.) > (Oudin). Dal lat. curtus. I quattro nomi di fooghi raccolti dal Pieri (Topo,n. Arno 278) s. curtu ànno tutti -corto, ma in Petrarca, Mach., Ariosto, Carducci ri1•,orre curio, che è del Lazio, dell'Umbria, e, nelle rispettive forme dialettali di tutta l'Alta Italia, eccetto il trentino, e che fa supporre un lat. pop. *cilrtus. (A. Gl. It. I 500, XVI 298, XVII 94, 225 n. 3, XVII I 406-'7; Guam., p. 225, 270). corusco v. corrusco. corva s. f. ant., tumore osseo al g-aretto del cavallo. (Oudin). Anche curba (Ou., s. courbe; D'.Alb.; Leone; Less.), curba (Ou.), curva (Cresc. volg.). Spagn. corva >, frane. courbe. Da c·urva (lat. dei medici), da curvus (lat.) "piegato>>, donde, per via letteraria, curvo (dal sec. XIV), da cui citrvezza (Volg. Rasis), mentre curvatura (Galileo) e curvare (P. Giambull.) ~0110 da curvatura e curvare. A curvus ioi deve riattaccare, per mezzo di un *corvo, il nome ant. corvetta (Libro masc.). (Blòch, s. courbe; R. e. W. 2423, 2422). corvata v. corvè. corvatta v. cravatta. corvè s. f., coma,p,data, servizio (di soldati) (D'Ayala); comandata, lavoro per il comune ; fatica, servizio (Fanf. 11 A., a. 1877). Disus. corvata (a. 1860). Il ministro Franzoni usò co,rvées (plur.). (Fanf. e A., a. 1881). Da corvée (frane.), riduzione di corrogiita « lavoro al quale si è pregati di prender parte>>, da corrogiire (lat.) >. (Bloch; R. e. W. 2255 ; Monelli 8485; Lingua N. V 58). ' corvetta 1 s. f., nave a vela e a remi con un albero e un piccolo trinchetto (D'Alb., a. 1797); nave da guerra pili

    -

    piccola della fregata, con tre alberi a vele quadre, per esplorazione, caccia e crociera. Xel Soldani: Le calze intere, i profumi, i uioielli, De' nipotini, i pag(Ji, le corvctù, Le carrozu dorate, i ca11, ali ·uccelli.

    Da corvette (frane., a. 1476), dubbia nell'origine. (Bloch; Diz. mar.). corvetta ' v. s. corva, conino agg.,delcoloredel corvo. (Oud.). Ant. corbino « d'una varietà di uva nera (Soder.); di fico rigato di paonazzo rosso (Soder. : fichi ... corbi o co,rbini o co,rboli) ; di ciliege nerastre (ant.: Oudin.)». Da corvinus (lat.) >. Becco corvino (D'Alb.), poco usato invece di uncino da calafato, proviene dal frane. bec-de-corbin (a. 1453) (dall'ant. co,rbin >) (Bloeh, s. bec; Diz. mar.). cllrvo s. m., genere di gros8i uccelli cantatori, dei quali il più comune è il Còrvus frugUegus,
  • >. Da corvus (lat.). V. corvino.· (R. e. W. 2269). elisa s. f., nome generico di ogni oggetto, di ogni essere, di ogni fatto, di ogni pensiero. Oòso « cosa (Oudin; Viani; Fanf., Uso); membro virile (D'Alb.); (ant.} uomo stupido (Berni) >>; cosetta (Zibald.); coserèlla (Cavalca); cosina, anche per , nel qual senso pure cosi?w (Tomm., a. 1841); cosàccia (Med.); eosetto (Redi); cosone (Allegri); cowtto, euf. per cazzòtto (Fanf., Uso) ; cosinajo « chi bada solo alle cose minute>> (a. 1893}; cosare (Fanf., Uso).

    328 -

    cotp6tto Da causa I Canti carnascialeschi furono stam( Oudiu) ; scosciarsi (Buti) ; scòscio pati nel 17 50 In Cosniopoli (Lucca). (Dante); « incavatura tra i calzoni•> ' Da x6oµoç (greco) , treut. còspi , valtell. cusp . Il Gherard. (VI 414) dà il bol. ant. cospi >, citando Salvini e il Voeabolista bologner1e; il De Ritis (Vocab. nap.) ri}JOrta cospo dallo Scoppa. Da cilspus (lat. tardo). (Schneller, Die r. V 135; Krit. ,fahresber. IV, III, 152; R. e. W 2426; Sella, Gloss. lat. emil., s. C'Uspus; Prati, Voci, p. 77). còsso s. m., bollicina che viene sul viso (Cresc. volg.); (aut.) bernoccolo su cetrioli, zucche ecc .. (Belline.) ; (ant.) stizza (Sacch.); (scient.) genere di farfalle notturne, tra cui il rodilegno (Oòssus lign-ipèrda) (Matt.; Vallisn.; Canev.). Da cossus (lat.) « tarlo; bruco; specie di vermicciolo degli intestini•>. (R. e. W. 2278). còsta s. f., cia~cuua delle ossa arcuate che formano le pareti del torace (Baldin.); (ant.) eostola (del coltello) (Cell.); banda, lato (Dante); fianco (di nave) (Dante); pendio (di monte) o spiaggia (di mare) (dal scc. XIV) ( v. nomi di luoghi presso Pi eri, 1'opon. Arno 308). Costa (avv., aut.) (Malisp.); còstola (diversi sensi) (dal sec. XIV); còstole (della. nave); costoletta (di carne) (Carena); costolière (ant.) > (Berni; Buon. il G.); costa-rne o costolame, ant. costellame (B. Crescenzio) della nave (It. D. XVIII 82, 128); costura >; raccostare (F. da Barb.); discostare (Bocc.); discòsto (agg.) (Danle). Dal lat. constare 1, consistere; essere noto in generale; costare» (oom e stare). Recente è in it. il senso di . Costipazime (com e strfogere). Da con.strictio, -onis la !ett.er. costrizione (Benciv.). costui pron. pers., quest'uomo. Sarebbe venuto da questi (v.), con -ui rla lui. Costèi (f.), con -èi da 'fii, e costoro (plur.) con -oro da loro. Allo stesso modo da quello sarebbero venuti f:olui (Cresc.); melo cocoturnice la Pbrdix saxàtilis (Savi) togno (Palladio volg.), mela cotogna (vèn. cotorno). (Creflc. volg.) (e pero c., pera c.). Ora Da cotìirnix, -icis (lat.) . llell'uso it. per cotogno, -a. (R. e. W. 2289). Dal lat. cotiineum cotta 1 v. s. cuòcere. per cydiineum (lat_ class.), greno )(1Jc6tta 2 s. f., (ant.) sorta di vt,ste da ÒwVLov, da K1J8wvlix, lat. Cydiinìa, donna (Novell.; Ariosto); (ant.) soCydiinéa, città dell'isola di Creta, papravveste .di religiosi (G. Vili.); sotria delle cotogne. (R. e. W. 2436; pravveste del prete nelle funzioni Flechia, Nomi da piante 830). (Burch.). Cotta d'arme (di araldi e 332

    cottage

    Covltllo - - - - - - - - ·----------·---

    cavalieri) (Ariosto), in Guido delle Col. ,.,olg. rotta usbergata (sottoveste con usbergo). Cottarditn (ant.) > ( \[. Vili.; Bocc.; Buon. il G.); sorcotto (non sorcotta) (milit. ant.) (G. Vill.), in Con11tit. Freder. (sec. XIII) syrr:otùrn. Vèn. rotola >, nello Zamb. rottola >. In doc. di AleRBau. stanno sulle uova, perché ne escano i pulcini; (fig.) in diversi significati. Covare il fuòco (Bocc.); covare il male (Li_bro CUTa mal.). Cova (Bocc.); rovo « luogo dove si ricoverano le bestie salvatiche >> (Crese. volg.); covaccio (ant.) (Berni), covàc, ciolo. (Bocc.); acco1:acciarsi (v.); oo1Jata (Libro son.; Pawtfio); cavatura (Palladio volg.,); rovatrice « macchina per la covatura artificiale »; cova.cénere (s. m. e f.) (Rime ant.). Ha ciibile (lat.). (A. Gl. lt. XV 485; R. e. W. 2353). V. covare. covo v. s. covare. covolo s. m. ant., covo. (Palladio volg.: covoli delle talpe). Nel Garz. (530): il covo/o con la r,antarella, e il quagliaruolo (arnesi da ùecellare). Se non è un derivato di covo, risale a *ciibìilum (lat. tardo) , da cui cavolo (ver.), c6gol-O (vie., valsug.), coel (trent.) , nel 1184 un Ouvolum de Brenta. (R. D. R. VI 168; F. Lampèrtico, Scritti stor. e letter., Firenze, 1882, I 383; Il. e. W. 2355 a). covone s. m., fascetto dei gambi del grano che i mietitori fanno nel mie'tere. (Dal sec. XIV). Forse è un derivato di covo, che l'Oudin dà come corrispondente a covone (frane. ja·velle) e che nel }lugello e altrove indica . (St. Jt'. R. VII 447-'8; B. e. W. 1796). cow-boy s. ingl., giovine vaccajo. In particolare quelli che guardano le ma11dre nelle praterie degli Stati l:'niti, cavalcatori e scozzonatori famosi. In ispagn. vaqueros. ( 1901 ). lt. pop. cobòi. Da cow e boy (Bocc. ; Luigi .Pulci), donde credènzci . V. lingue crèole. Crèolo dal frane. Créole (a. 1762; ml 16!:0 criole): da Criollo (spagn.), clonde i cii. criolio, criogli. In brasi!. ( :rioulo è pure il e< negro nato nel Brasile », e Criollo in ispagn. è il >. Da crear, criar (port.), criar (spagn.) >, dal lat. creare >, clonde spagn., port. cria " animale poppante» e altri termini. (Gonçalvez Viana I 338-340; Zace., Elem. iber. I 39, 466; Bloch; R. e. W. 2305). crepàcclo v. s. crepare. crepare v. intr., di corpo che si apre a.Ila superficie, fendersi; (spreg.) morire (B. Davanz.). ~e! Lat.: E mette tanto in epa Gite talora ne criepa. Crepar delle risa (Belline.). Crèpa « crepatura dei muri•> (Fanf., a.. 1855); crepàccia, -o (dal sec. XIV); aepore (sec. XIV} >; crepolare (Palladio volg.), screpolare ( Buon.il G.); scrèpol,o (Redi); crèpacuòre (Ca valca); ridere a crèpapància (Giorg.); -mangiare a crèpapèlle (Fanf., Uso). Da crepiire (lat.) , da cui •. Crepatura (dal sec. XIV), ant. anche per "ernia>> (1'es. pov.), da crepatii.ra (lat.). (R. e. W. 2313, 2314).

    crlpe s. m. frane., velo, crespo. (Fusin., a. 1851; Manfr., a. 1883). Nell'Ugo!. vel,o crepè. Corrisponde a crespo (Giorg.), il quale rende pure il frane. cripe; e da crép.on (sec. XVII) sorta di panno, può esser venuto l'ant. crespone (Fag.; Bisc.). crès s. m., corame inglese (sorta di tessuto). (D'Alb., s. coràme). Anche creas. crescànte s. f., schiacciata bolognesr. (Artusi 163). Da chersèint (bol.). Nell'Oudin crescenta ~ torta >>. Da créscere (per il lievito): cfr. milan. carsènt (,J. A. :Nelli, a. 1755). Da crista (lat.), anehe quella drll'elrno. Crestato (ant. : Galileo) da cristatus. (R. e. W 2:130, 2331). cresta (far la - ) v. s. agrèsto. crestaJa v. s. cresta.. creta s. f., argilla; (8cient.) roccia calcare (carbonato di calcio) , ù'aspett o terroso, bianca o colorata. Crero bianca. Cretàceo (scient.) (A. Coechi, a. 1750); terreni cretàcei (scient.), del terzo periodo (cretacico) de Jr era secondaria (mesozòica); cretone(ant.) > (Baruff.; Canev .). Da créta (lat.) ; criminalità; criminalistn non dipendente da cria (spagn.) (D'Alb., ,, bambino o bestiola poppante~- V a. 1797 ; frane. criminaliste, a. 1715) ; creare; creato ; Crèoli. criminologia (v.). crla 2 s. f. letter. ant., commemoraDal lat. crim.en, -fois ; lat. gi11r. criminalis. gravi d'una persona. (Salvini; D'Alb.). ' crlmlnala1la s. f. snient., insieme delle Da zpeb: (greco) ; xcrinata (sen.) > (Rigut.); crinaglia (ant.: _Menz.), o crinièra (Salvini; i\fagal.); crinuto (Fra Giorcl.) (il letter. crinito [Ariosto; Galileo] è crin'itus, lat.). Da criniB (lat.) >, plur. crineB > ( Oudin) è la vèn. crena, grena >, col suffisso -ena al posto di -ina (v. JJi::. m.ar., s. carena). (R. e.

    lf. 2326). crlno 2 s. m. (Roma), cestino (arnese di vimini fatto a eampaua ùove si mettono i bambini, perché imparino a camminare). Termine di!Tuso. (Redi, Vocah. arei.; lTgol.; lt. D. IV 62-'3, XIV 65, 81). Orine nella Racc. del 1768. .Non spiegato nell'origine. crinolino s. m. clisus.. tessuto il cui ordito era di lino o di fil di cotone, e il ripieno era di crino bianco, usato per farne uu corto sottauello per le poi a indicare la >, indi qut>lla eon c,en•hi (drchio), da cui crinolina in it. (Fanf., l!so; Giorg.). (.Meano; Bloclt). Le crinoline (it.) (a. 1839). crlsàllde (con s dolce), s. f. scient., venne nel secondo stadio della metamorfosi, prima di mutarsi in farfalla. ( Redi, a. I 668). Incrisalidarsi (Gir. Gaspari, presso il Redi). Frane. chrysalide (a. 1701 ). Dal lat. cltrysallis, -idis, dal greco zpua:r;).).(ç, -l&oç, derivato da zpua6ç , per il colore giallastro di certi bozzoli. (;\!archi). V. aurèlia. crisi (con s dolce), s. f., (scient.) mutamento, spesso improvviso, nel corso d'una, malattia (Berni); (polit.) mu-

    tamento pericoloso o deciRivo (G. Benti v. : !e crisi di questi moti: a. I 607 1621). Ant. crise ()fa.gal.). Di critici (scient.) (Paseav.); yiorui critici (polit.) (Pallav.). (Viani). Da crlsis (lat.), greco xp(aiç « scioglimento; decisione»; xpi-;ix6,; . crlsòmela v. grisomela. . cristallo s. m., vetro piombifero usato per fabbricare vasi e altri oggetti (Giamboni); (scient.) corpo inorganico con struttura molecolare propria e con facce esterne poligona.Ji (O. Ruc.). Liquidi cristalli (poet.) . Da c-rystallus (lat.), greco xpuaT (ArioBto). crocchette s. f. plur., polpettine. (Carena). Anche crocchettine (Fanf., URo). Sic. crucchè (a. 1870). Dal frane. c-roquettes (a. 1834): da croquer (Bellini) ; crocchin (ant.) (Caro) ; cròcchio ,, capannello •> (Lippi); crocchione (ant.) (Pat.atfio); scrocchio (ant.) (Firenz.). Pist. crocchiare , a Roma crocchià; pis. scarpe con lo scròcchio. Nel1' Ariosto croccare di N. Vili. (Fanf.). Cròcchio si connette col senso ant. di crocchiare >. Cròda fu derivata ùa crodàr t.:n temµo aveva figurata in princi(trent.) 1, casca.re (dei frutii) •> (paù. croare, ver., venez. croàr; ncll'Ouùin pio una. croce. (Belli I 33). crocevia s. rn., crocicchio, nodo di stracrodare « crollare >>) : cfr. il lat. praec'i1le. (ì\Ianfr., a. 1901). ~ell'Oudin via pUium (praecvpiwre). l'it. rompicòllo croce. e il _rornam;i scapicòllo (da scapicolTermine il primo diffusosi >. Da roslus (lat.) 11 rosato•>, fors1• croclère. s. m., becco storto, uccello unito a cròsta. V. rosolare. (A. Ol. It. cantatore dei conirostri (Lòxia curviròstra). Termine fiorentino. Nel D'Alb. XIII 234; lt. D. IX 202). (a. 1797) anche crociero. Pure crocrogluòlo s. rn., vaso 1wl quale si scal(lano o si fondono i metalli o altre cio11r, /1ecch'in croce (Gherard.). lht croce. Nell'Ondin crociere con altro suffisso, derivante 11,1 crois (ant.), croix , com'è Vt,rosimile, se quella lampada aveva probabilmente due lucignoli in croce: il significato di « crogiuolo •> è atte,.,t,ato per la forma croiseus nel 1202. L'it. crogiuolo venne da croisuel; in ,.,,,reggiuolo si avverte una intrusione ,li correggiuolo ( Oudin), da corréggia. (Bloch, s. creuset; R. e. W., p. 191, P col.; St . .F. R. Il 1-2; Trapani 193; A. Gl. lt. XXXIV 24-25). crojo agg. ant., duro (Dante); rozzo ( Lat.; Passa.v.; Sacch.). La mia vita i· croja (Giac. da Lent.). Incrojare; incrojato (Zibald.). ~lilan. criii, cròi . Dal gal!. *criidius, da cui il prov. eroi. Da questo può però esser venuto . crovèllo v. s. còrvo. crozzara v. s. crocchiare. criiccla v. gruccia. crucciare v. corrucci.are. cruciale agg., decisivo. (1926). ~el 1919 anno cruciale. Dal frane. crucial, preso dall'ingl. ,·rucial, derivato a sua volta da espres,;ioni filosofiche risalenti alle croci in!licanti le strade nei bivi. (Bloch; \liglior., Lingua e cult. 273-'5). cruclvèrba s. .m., parole incrociate. (l'anz., a. I 927, s. puzzle). Composto di due voci lat. indicanti *>; cfr. ant. crucif ero, cr uc·i fi-ggere. crudèle agg., che ama di far soffrire, che commette atti atroci. (Giamboni). Grudèle (s. m.) (Petrarca); (sec. XIV) ,·rwlelezza; crudelmente (Dante); incrudelire (dal sec. XIV). Da crfulélis (lat.) (da crudus ,, crn!lele >>) per via letteraria. Crudeltà (Giamboni ), crudelità (ant.) ( ,Tacop.: crudelitade) da crudi!l'itas, -iitis. (R. e. W 2341, 2341 a). crudo agg., non cotto ; non maturo, non fatto (Cresc. volg.); crudele, inumano (Dante). Cruda (furb.) >; crudezza -

    (Cresc. volg.); incrudire (Pasl'av.); rincrndire (Pane.). Da criidus (lat.). Orudità (ant..) (Cavalca) da crud1tas, -atis >. cruènto agg. letter., sanguinoso, insanguinato. (i3ann.). Da crìientus (lat.) (cr-uor ,, sangue crudo>>). Cruentare (ant.) • insa11guinare >> (Buti) da cruentiire. crullarsl v. s. crollare. crumiro s. m., operajo cbe lavora durante uno sciopero. Anche krumiro. (Panz., a. 1905). Crumiràggio !< il fare il crumiro » (Panz., a. 1905: krumiraggio). Da kroumir; kroumirage (frane.): dal nome dei Crumiri, tribu. arabe e bNhere della Tunisia (Gar.), usato con spregio. Orumiro si diceva per ischerzo di persona sconosciuta o ridicola. ,, Dalle guerre frane. in Affrica » (Petrocchi). crup s. m. scient., specie d'infiammazione della mucosa della laringe. (Leone, a. 1828, s. croup ). Volg. gruppe. Pnemno11ite f'rupale (a. 1881 ). Da crou1> (frane., ingl.), termine scozzese attestato a Edimburgo nel 1765. (Panz.; Bloch). crusca s. f., buccia del grano macinata (anche sénwla); lentiggine (Tomm. e B.) (a Roma sémola). Cruschilllo ( Rondin.) o cruscherèllo (Tomm. e ll.) (anche tritèllo); cruscone (Zibala.); c-rnschino (garzone dei fornai) (Crusca); cruscajo (ant.) ,, rivenditore di crusca>> (D'Alh.); cruscoso (Bene.iv.); gioca.re a cruscherèlla (Lippi); accruscagliare (v.); incruRcare; incruscarsi (ant.) (Gir. Leop.); incruscato ( Patatfio). Dalla brigata fiorentina dei Orusconi quere ,, cuocere>>, e cfr. lai. class. ,·11/ina); *coei-11/ire pn coqui11iire. (R. e. IV. :!213, 2214). cucinare v. s. (Ségneri); trascu-

    rare (v.); curapòrti (D'Alb.); curasnetta (ant.) (Cresc. volg. : Gherard.). Da curare (lat.). Curagione (sec. XIV) discende da curiilio, -onis; curntore (dal sec. XIV) da ciin1tor, -or-is (Il. e. W. 2412, 2412 a). curare 2 s. m., sostanza v:egetale a: Ive 3, 93, 106). (A. Gl. lt. XIV 352, 471-'2, XVI 213; X. R. Ph. XXIII 332- '3; D'Ovidio, Note dim. 30-44; R. XLIX 576, 578, L 220). custbde s. m. o f. (se donna), chi è incaricato di aver cura e di guardare ,late cose (Ariosto); (ant.) guardia ,li notte (Firenze, a. 1415, a Pisa dal 1286: Rez.). Oustòdia . I prov. ant. donsela, donsel diedero gl'it. donzèlla (con z dolce) > (Ma.chiav.); donzèlw (D'Alb.) (lavoro alla damaschina : Baldin.) ; damaschi ne (Berni) o dommaschine . La modernità del termine non consente di ricorrere a un derivato del lat. dimidius , non chiarito del resto per il senso. (Zamb.; ~liglior., Dal n. pr. 296; Bloch I 199; R. e. W 2733).

    dammagglo v. s. danno. danaro v. denaro. danclng-room n. ingl., da. ballo. TI sano pure dancing per « ballo pub-

    sala

    blico>>. (1925). Dancing in the barn, ballo composto da un italiano (a. 1897). dande s. f. plur., cinghie per sorreggere i bambini che imparano a camminare. (Fanf., Uso). Pist. lacci, aret. càide. Queste e dande (sen.) anche nel Redi. Da.ndolare (ant.) >; addursi • appliba.Ilo. Anche serata danzante. (Fa.nf. carsi (Rime ant.); avvcùcrsi (Dante)»; e A., a. 1877). Tè danzante (Gar., a. nel Baldin. sdare; ridare (Passav.). 1895). Cena danzante >; datore della sentenza (ant.) di ballo.

    (Fra Giord.). dato v. s. dare. dàttero s. m., (ant.) palma da datteri ( Tav. -rit.); frutto della stessa. Qu~sto in ant. anche dattolo (Matt.; Oudm), dattalo ·(Palladio volg.), dattaro (Cavalca) andattalo (Cavalca) (nel Buti andatÙilo, per l'albero). Dàttero di mare nome di molluschi marini somigli°anti ai datteri e di sapore squisito (Bembo). Dattolwre (Oudin; Less.), forse modellato sul frane. dattier. Da dacliflus (lat. tardo,), greco 81xx-ruÀoç, questo dal senso di • dito >> per somiglianza col frutto._ A~ttalo è *indattalo (sardo lindàttili), con in- come inguistara, an- (v.), ingergo = gèrgo e altri. L'ant. dattilo (Serap. volg.; Caro; Redi) può essere forma letter., meglio che forma venuta da datil (prov.): (R. D. R. I 263-'6; R. I. Lomb. XLIX 169, 787 n. 3; Lokotsch 465; R. e. W. 2457). 11attll011"8ffa s. f., scrittura a macchina. (Panz., a. 1908, che nel 1905 aveva solo dactilografia). Dattil,ògrafa >, meno com. il dattilògrafo (Panz., a. 1908); dattilografare; dattiloscritto. Da dactylographie (frane.) : da Mx'ruÀoi; (< dito >> e ypoc. In Matasala e in Doc. arte sen.: pettorale (< davanzale >>. dàzlo s. m., tassa pagata allo stato o al comune per importare o esportare merci. (Dal sec_ XIV). Dazwre (Caro; Becc.);. dazzajuùlo ( Jnstr. cane.); daziàrio (v. Viani); daziare (Paolini: Viani); addaziare (aut.: D'Alb.); sdaziare (Viani). Da datio (s. f., lat.) (< il dare; diritto di espropriazione >>, introdotto tardi e divenuto s. m. (Wartburg; R. e. W. 2484; R. XXXI 280). de, prefisso di molte parole it. e lat., dal lat. dé indicante distacco, allontanamento, come in decedere (lat.) >; denutrizione (it.). debà s. m. invar. volg., dibattimento. (Petrocchi). ll debà infernale (Guad.). Venez. debà (Veli.; Caro; Lippi), frane. dette , ricavate dal plur. débtta. Un f. dèb'ite in uso dal sec. XIV, non è d'uso pop., lat. di!bUus. débola agg., di poca forza. Deboletto (Guido delle Col.); débole (s. m.) (Salvini); debolezza (Bocc.); debolirc (ant.: Seneca, Pist.); indebolire (Novfll.). Ant. debile (Dante; Fioretti; Soder.); debilezza (}'ra Bart.). Da débtlis (lat.) venuto tardi, per via letteraria. deb6scla s. f. ant., vita dissoluta; vita allegra (Fag.; D'Alb.). Debosciato; debuttante . (Liss.; Ugol.). Dai frane. débuter ssionc (Petrocchi). Anche calcomania (l'anz., a. 1905). Decalcare « applicare decalcomanie •>. Da décalcomanie (frane.), composto da décalquer > e -manie. decano s. m., (ant.) ufficiale con incarichi militari e di polizia, dipendente dallo sculdascio, nell'ordinamento dei Longobardi in Italia (Murat.); in parte del Veneto, capo di villa o di castello (sec. XIV-XVIII) (Rez.; Prati, I Valsug. 26, degano); capo d'una facoltà universitaria; parroco d'un decanato. (Petrocchi). Nel Cod. pad. (a. 950) degano. Da. deciinus (lat.) >, in origine > ; lat. basso decanatus. (R. e. W. 2496). deceduto (morto), v. s. decèsso. decèsso s. m. non pop., morte. (Bernard., a. 1812). Da decessus (lai:.). :Ma è supponibile che decèsso renda décès (frane.). Anche spagn. deceso. Il letter. decèdere > ricorre solo nel part. deceduto (Guido delle Col. volg.) e viene da decedfre (lat.) , dal senso di . decidere v. trans., (ant.) taglia.re, troncare (Dante; G. Vili.; Bocc.); pronunciare un giudizio su una quistione, un argomento contro.versi (Sann.). Da di!cidfre (lat.) (de e caedere ), per via letteraria. Decisione (Boee.); decisivo; decisivamente ·(Zibald.) risalgono a di!visio, -onis (lat.); decisivus (basso lat.).

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    degno

    deciduo deciduo a.gg. scient., letter., caduco (delle parti dei fiori e d'altro). (Tomm. e B.; Less.). Sole deciduo • Sole tra.montante ». Da. déciduus (la.t.) (dec'i-dere > : de e cadere) . declassare v. s. classe. decifrare v. s. cifra. dklma s. f., (a.nt.) imposta. del decimo del frutto dei terreni e d'altro (G. Vill.; Rez.); (music.) intervallo che abbraccia. dieci gradi della. scala. musica.le (Less.). Da. illcima (la.t.) « balzello sulla. proprietà. fondiaria.>>. Nel secondo senso da. dècimo, lat. declmus. decllnare v., (intr.) abhassarsi (Dante); piegare, tra.passare (del tempo, dell'età) (Giamboni); (trans.) (ant.) abhassa.re ( Boec.); (gramm.) (G. Vill.). Declinamento(Vite Plut.); declino (Sacch.); declinàbile (Ottimo); declina.zione (Dante) (gra.mm.). Da. declinare; declinabilis ; declinatio, onis, tutti per via. letteraria, a. differenza dcll' ant. del'hinare, dichinare (v.). decllve •a.gg. lettcr., di luogo in pendio (Galileo). Ant. declivo (Dante; Buon. il G.). Declivio (non pop.) > (Lorini). Da dicl'ipis (lat.) > (da de e clivus > (Dante); decretare (B. Davanz.). (Rez.). Termini importati tardi dal lat. (dicrétum « deliberazione•• da decer-

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    nere >), venuti tardi dal lat. chies .. Da daemon il letter. dèmone (Petrarca volg.). denaro s. m., (ant.) moneta del minor valore, picciolo ; moneta (Dante ; G. Morelli). Anche danaro (Comp.; Bocc.);pure per « peso, ventiquattre-· sima parte dell'oncia>> (danaio nel Redi), denaio (Bocc.), danaio (Novell.), dinaro (Bembo; Caro). Danajo indicò anche . La forma dinaro risale con facilità al greco 81jvcipLov. Dinaro è anche forma veneta (un soprannome Cagadinari nel 1072: Cod. pad.). (Z. R. Ph. XXX 203; R. e. W. 2553). Indanajato « asperso di macchie piccole e tonde>> (Rist. d'Ar.; Burch.; Belline.) derivò da danajo > (Vell.), nome determinato dalla somiglianza col danajo (moncta)IL'Oudin à indanaiàto « qui a de l'argent: c'est aussi semé ou marqueté de croustes de gale (rogna), ou autre chose semblable. Item, enrichy •· Presso B. Davanzati anche indanajare « incrostare, aspergere di macchie » (indanaiare di squamme di pesci le pelli delle bestie). Addanajato (arald.) >; dentale' (v.); dentelliere (ant.) (Benciv.) (lt. D. XVIII 82, 128); dentato (Bocc.) (lat. dentéitus); dentellato (O. Targ. T.); dentellatura (lo stesso) ; dentare (Cresc. volg.; D'Alb.; Carena); denticchiare (ant.) (l\. Buonaparte, a. 1568: Gherard.), dentecchiare (ant.) (Giamboni; Libro son.); addentellato (agg.) (Luigi Pulci); -

    (s. m.) (~Iach.); addentare (Dante); indentare (Redi; Vallisn.; Leone); depauperazione > (Ugo!.); depauperamento (c. 1835: Canev.; lJgol.). Da depaupfréire (lat.), da de e pauper « povero >>. deporre v. tran~., por giu (Dante); depositare (Varchi; nel 1427 diporre: Rez.); lasciare una carica (Mach.; diporre nel 1416: Stat. Lajatico, Pisa; nel Livio volg. :. Deposero il Re della signoria: Rez.); dichiarare con al;testazione (Caro ; Viani).

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    d6rYi5

    dap611to

    Da déponere (lat.). Un tempo era usata assai la forma diporre (Dante ecc.), che accenna a maggiore antichità. Deposizione (Stat. mere.; P. Giambull.) è di origine letteraria giuridica da déplfaitio, -o·nis (lat. ). dep6slto (con s dolce), s. m., il consegnare una cosa perchè sia conservata, e la cosa stessa co~segnata (Stat. mere.); sepolcro (V. Borgh.). Ant. diposito (Lett. i,olg. sen., secolo XIII: Rez.; G. Vili.). Depositàrio (Bocc.); depositeria (dal sec. XVI: Rez.; Viani); depositare (a. 1427: Rez.), ant. dipositare (G. Vill.). Termini di origine letteraria o giuridica da di!posttum; déplisltarius (lat.). deposizione v. s. deporre. deputare v. s. deputato. deputato agg., destinato, incaricato. (Palladio volg.). Deputato >; deputazione (Mach.). (Viani; Tomm. e B.). Da deputare . >; dérivatio, -onis; dérivafivus (la.t.), per via letteraria. dermatoloi:fa s. f. scient., parte della medicina che tratta delle malattie della. pelle. (Less., a. 1874). Gn tempo dermologia (D'Alb.; Leone). Dermatòlogo. Da lltp µoc, lltpµoc-ro ç (greco) « pelle >> e -logia. dennotagra v. s. pellagra. derrata s. f. non pop., prodotto della terra usato per alimento e in quanto è commerciabile; (ant.) porzione d'una cosa. (N ovell.; Bocc.; Sacch.); (ant.} frutto, guadagno (Fra Giord.). Da derrée (frane. ant.), denrée, dall'ant. dénerée (seè. XII), basso lat. denerata, denariata, derivata da denier, moneta di vario valore. (Bloch, s. denie'I'; Wartburg; R. e. W. 2553). derubare v. s. rubare. dènls (plur. dervisci), s. m., monaco maomettano. Nel Mach. e in G. Gozzi dervis, nel Redi dllrVigi (plur.), nel Crud. dervisi (plur.). Anche santoni (Redi). Da darwis (arabo), darves (pers.): nel significato primo : ~ mendicante; povero •>. (Lokotsch 496; Encicl. it.).

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    dèspota

    dasablgllè dasablgllè (con s dolce) s. m., vestito da casa, vestaglia (da signora), corsè. In desabigliè . (.'.\fanfr., a. 1883). Di.~abiglié, disabigliato nell'Ugol., disabilié, desabilié nel venez. Iloerio (a. 1829). Da déshabillé (frane.). V. abliigliare. desco s. m., tavola da mangiare, oggi solo in stare a desco; banco sul quale il rnacellajo taglia la carne (Buon. il G.). V. desco nel Rez. Deschetto (dal sec. XIV v. D'Alb. ecc.); descheria (ant.) (Cronichetta; Rez.). Da dlscus (lat.), greco lllcrxoç >. (R. e. w. 2664). desèrto v. s. diserto. desiderare v. trans., aver voglia di ottenere un.i. cosa o che succeda una cosa che ci dà piacere. Ant. disiderare (Dante e altri) e derivati. Desideramento (ant.) (Dial. S. Oreg.); desideràbile; desiderabihnente (Guido delle Col. volg.); desideroso (Dante); disideranza (ant.) (Rime ant.; Alberta.no volg.). Da dé.~ulerare (lat.); désiderosus. In origine desiderare, com'è supponibile, dovette ~ignifieare *> ( v. considerare). dasldèrlo s. m., il desiderare. (Cavalca; Bocc. ecc.). Ant. desidero (I>). desio (con s dolce) s. m., (letter.) desiderio (Dante); oggetto amato (Dante); (pop.) cosa molto grata. Desiore (ant.) > (Ja.cop.); desianza (ant.: Cino da Pist.); desioso (letter.); desiosarnente (Caro); desiare ; 1lEcrn-onx6 ç. Despotismo dal fra.ne. despotism.e (a. 1698). (A. R. VI 459-460).

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    dettagllara

    d...rt dessert s. m. frane., frutta (alla fine del pasto), giardinetto (se in trattoria). (0. Targ. T.; Gar.). Disus. desèrre, desèrt,a, (Fanf., Uso, che per la seconda cita Biallllhini, Vocab. T!ucch.). Noi venez. Boerio deser per •.trionfo da tavola •;nclslc. Nicotra d.esèr, diserta, trutta,. L'Oudin traduce dessert con , lo frutta ,, il Ducz con , le frutta, il doppopaste ,. In un'opera veneziana non stampate, è dotto che nel 1730 Giuseppe Driati Introdusse a Venezia l'arte, appresa in Boemia, di ridurre il vetro in cristallo. • Allora per tutte le mense i signori pompeggiarono I vaghi adornamontl, chiamati rùzert, e questi, spesso di pasta, di zucchero, e di porcellana, diventarono quasi tutti di vetro, o di vetro del Briati, abbellendosene gli stessi pranzi pubblici del dogo•· (Giovanni Rossi, presso Il Tassini 99).

    Il frane. dessert è attestato dal 1539 : da desservir . (Grandgent, p. 47). V. esso. destare v. trans., svegliare; (:6.g.) far vivo, eccita.re (Dante; Bocc.). Destarsi (Bocc.). Destament-0 (ant.: l\1. Vill.); dèsto (F. da Barb.); ridestare (F. Guicc.). Dal lat. pop. *déexcltare. (R. Ling. R. II 170-183; R. e. W. 2515). deltrl6r1 s. m. letter., cavallo nobile. Anche destrièro. Femm. ant_ destriera (Novell.).

    Ba.ssola.t. dextrarius (dal 1130 in Sicilia.). Termine documentato in Italia piu volte nei sec. XII-XIII. Dal fra.ne. ant. destrier (Chanson de Roland), da destre (ant.) « mano destra •>, detto cosi perché lo scudiere lo conduceva alla mano destra. De,strierù fu una aorta di nave da mercanzie, nel 1130 desterie (basso le.t. plur.) a Palermo (Diz. mar.). (Bèzz. 165).

    d6stro 1 agg., che resta dalla parte della mano piu abile dell'uomo, detta dèstra; agile (F. da Barb.); accorto (Pa.ssav.). A dèstra (Cresc. volg.). Dèstro (s. m.) « (ant.) comodità (Bocc.); (ant.) v. destro 2 ; occa.sione propizia•>; destrezza (F. da Barb.); destreggiare (B. Davanz.); addestrare (G. Vill.); addestrament-0 (Tratt. segr. cose); anibidestro (ant.) ~ che usa. in modo uguale tutt'e due le mani•> (Espos. Vang.).

    Da dexter (lat.) . (R. e. W. 2618). destro 2 s. m. · ant., cesso ; Beggetta. (Oudin). Curadestri (ant.) > : Firenz). Diacciale (aut.) ; addiàccio (La.stri). V bimcco. Sic. jazzu >, e in un verso del sec. XIV firniu yaczu . Da un lat. *jacimn, da. jacere (Giamboni); diaconato (Giamhoni). Dal lat. chies. diacémus (lat.), dal greco òt±>tovoc; (3Lo:ÀÉyw , da cui l'ant. adamante (Dante; Luigi Pulci e altri). (Bloch, B- aimant; R. e. W. 142). dlàmetro s. m. geom., linea che divide il cerchio per mezzo. (Ilurch.). Ant. diamitro (Fra Giord.). Diametrale (agg.) (Buti); diametralmente (Fra Giord.); diametralmente opposto (Viv.); (fìg.) (Bracci). Dal lat. diameter, greco 3Ltiµe;,poc;, da 3tti > e µ1:-:l?ov "misura•>. dllmlne esclam., variante (in Buon. il G. ecc.) di diàvolo mischiato con dòmine (imprec.) (Bocc.) (da dòmine « Signore »). Altre varianti : diàmici ! , diàcine!, ant. diascane (Patatfio), d-ia-

    schignf (Buon. il G.), diàscolo (ivi, e dell uso; al diascolo nel Baldov.). (Fanf., Uso; s. diavolo; St. R. VI 214). diana s. f., suono 4i tamburo o di tromba che desta i soldati alla mattina (Dàvila); sulle navi, periodo di tempo dalle quattro alle otto della mattina. Batter /,a diana, anche « tremare dal freddo » (Lippi). Stat. di Ca(Ja (colonia genov. sul Mar Nero; a. 1316): w,que ad dianam , sino al eorgere del giorno •; pist. in sulla diana , all'alba.•.

    Da un agg. di formazione tarda diana (da dies . Da *dianus anche stel/,a diana (Guinic. ), e col probabile significato di > il nome di alcuni luoghi (Fontanadiana, Diana, e di origine piu antica Monte Zano, Zano [con z dolce], nel Trentino Vigalzano, ant. Viculzano, da Viculus Dianus) (Pieri, 'l.'opon. Serchio 124, Topon. Arno 279; Riv. Trident.. IX 175). (R. D. B. V 333, n. 7; Diz. mar.). ÌC: supponibile che diana nel senso militare venga dp.llo spagn., come diane (frane., a. 1555), essendo in it. attestata molto tardi. (Bloch; Wartburg). dianzi v. s. anzi. diapason (con s dolce), s. m., (ant.) ottava musicale (Varchi; Galileo); corista, forchetta d'acciajo per accordare gli strumenti (Marchi). Da diapason (lat.), greco 3Lo:mxcrwv, composto di 3Lti ). diaspro s. m., nome di varie pietre silicee opache che servono di ornamento, se pulite. (Dante).

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    dlducalla

    diatriba

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    Dal basso lat. diasprum, rifoggiamento del lat. iaspis, greco facr;,;Lç. (Bloch, s. diaprer: R. e. W. 4251 a). diatriba R. f. letter.. (ant.) esercitazione scritta, dissertazione (C. Dati; Pane-.); discorso o scritto violento, aggressivo (Are-angeli; Viani). Da diatriba (lat.) >, greco 8to:-rpL[1~ >. dlavolinl v. s. diàvolo. dlàvolo s. m., lo spirito del malP, ~ (Cecchi); dia1:oletto (Zibald.); diarolone (Pata-Oìo) ;_ dia1:oleria (intrigo) (Libro dicerie); diavoleto ,, confusione o difficoltà grande, (Bellini); gran fracasso (Tomm., a. 1841) >>; diarnlelti (Pananti) o diavolini ,, rotoletti per i riccioli >>; diavoleggiare (ant.) (Saccenti); indiavolare (ant.) (intr.) (D. Bart.); (trans.) (Med.); indiavolato ,, perverso (Vite J>lut.); infuriato (FirenY..) •>. Da. diabolus (lat.), dal greco 8d~oì.o; > ( 810:~cxÀÀw ,, metto male tra due>>), entrato per via letteraria, dal lat. chies. V. demònio. (R. e. lV. 2622). di brlccòla v. s. briccola. dlcastèro s. m., ufficio d'un rnini~trro ; ministero. (Bernard.; Viani I 441-'2). Il Del Riccio lo usò citaqdo : Dicasterj li J11.agistrati in Germania (Hez.). Da dicasterium (lat.), 8n1.crn-r·~pLo'I (greco) ,, tribunale, giudizio » (8Lxo:cr--:}.ç ). dlcatti (aver -), v. s. cattare. dicco s. rn .. diga contro l'alta marea;

    (scient.) filone, massa di lava o di roccia cristallina, che riempie una spaccatura (Gar., a. 1892), disus. diga (Savi) e dicchio (Less., a. 1874, s. diga). Nel primo senso usato da G. Vili. e altri (Gherard.), riferito alle dighe d'Olanda. Dadijk (oland.) ,, diga•> (Diz.mar.), e come tenn. seient. dall'ingl. dyke (Lingua N. II 131, ia col., n. 1). dlcèmbre s. m., ultimo mese dell'anno. Anche decèmbre (C.. Vili. ; Petrarca ; Caro). Decembrio (ant.: Bembo). Da dfoember, -bris (lat.), in origine il decimo mese dell'anno. (Merlo, Stagioni 169-170, 173, 162 n. 3). diceria v. s. dire. dlcévole agg., conveniente. (Bocc.). Dicevolezza (ant.: Salvini). Da •decibUis (lat. pop.) (decere ,, convenire >> ). V. addirsi. dichiarare v. trans., palesare, esporre ; (sec. XIV) chiarire; sentenziare (Crusca); (ant.) eleggere, proclamare (F. Guicc.; l'. Giambull.). Dichiarare la guèrra (Patrizio, a. 1547 Rez.). Dirhiararsi ,, manifestare il proprio sentimento•> (Buti; Viani). Dichiarazione (G. Vili.), dfrhiaragùme (ant.: Buti); dichiara (Bernard.); dù.·hiaratirn (Pallav.). Da dee/arare (lat.) (de e clariire ,, dichiarare ») ; declaratio, -ònis. :ti cl sec. XIV anche dichiarire. dlchlnare v. intr. aut., calare (Dante). lJichinarsi ,, umiliarsi ; piegarsi » (Fra Giord.; G-. Vili.). Anche dechinare (Cresc. volg.). Dichino (Giamboni); dichinamento (G. Vili.). Da declinare (lat.), da de e clini'ire. V. declinare. dlclannòve v. s. dièci. dlclassètte v. s. dièci. dlclòtto v. s. dièci. dlcollara v. trans. ant., tagliare il collo, decapitare. (G. Vili.; Pucci). Da decollare (lat.), donde p-o.re il letter. decollare (dal sec. XIV); da decollatio, -onis: decollazione (Oudin). dlctlo hldlcra (lat. dei linguisti), voce ludi era (v. s. ludicro ). didascalia s. f. letter., annotazione che l'autore intercala al testo d'un

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    difterite

    dldàttlco ~no lavoro teatrale per indicare agli artisti le azioni, le espressioni, i movimenti, che devono fare nel recitare ll' loro parti (Bettoli, a. 1885); rac_(·onti, spiegazioni projettate un tempo ;;u lo schermo del cinematografo, soprattutto in quello muto, per integrare la rappresentazione (Panz., a. ]927). Didascalie (stor.) , avvertenze, scritte nei f'Odicl medievali, ai recitanti dei drammi religiosi ,. (Petrocchi, che cita A. Hàrtoli). Da ih6ixaxixÀlCi'. (greco) lur.) elenco dei drammi rappresentati, con indicazione dei nomi degli autori, del tempo delle rappresentazioni e del successo ,,. Didascàlico > (Della Casa), dal greco 616Ci'.aXCi'.Àtx6ç. V. didàttico. dldàttlco agg. letter ., scol., insegnativo, istruttivo. (Algar.; Viani). Didactico nel Salvini. Vidàttica > (Fra Bart.; Buti); dimenticàbile (Giord.; Viani). Da demèntfoare (lat.) (de e méns, mentis). (R. e. W. 2550 a). dlmojare v. s. mòj,1. dimorare v. intr., (ant.) indugiare (Espos. Pater); restare in un luogo per un certo tempo ; abitare (Dante; Bocc.). Dimòra (non d'uso pop.) (Dante); ant. anche per > (Dante; Ilocc.); far dimora (uuido Cavalcanti); dimornnza (ant.) (Guido Cavalcanti); e per in Al-

    s.

    bertano volg., G. Vili. eec.; dimoro (aut.); pure per > (Giamboni e altri). Da démoriire (la.t. pop.) (lat. class. démorari) . dlndaròlo v. s. dindi. dlndlllare v. s. dondolare. dlnderlo v. s. dondolare. dlndl s. m. plur. bambin., danari. (Dante). Dindaròlo (Roma) . Il sing. il dindi di Dante vale . Voce imitante il suono delle monete, come dindin e dilindilin imitano il suono del campanello. A Padova bimbi (Patriarchi). Di11dòn, nel tirenz. dindon, nel Lalli dindindon, è Il suono delle campane, da cui il v. dindondare (Fanf. e Rigut.), nel TasRoni d·indo·,wre. Per dindòn ;,i mm p11re dondò. (Viani I 448). dindlo s. m., tacchino. (Tomm. e Il.). Anche dindo (Petrocchi). Presso il rrans. pavon d'India, vini e G. Targ. T. JJollo d'ludia, pollo dindo (s. dindu), in Buon. d'l-ndia. Di1uliu dal Yèn. dlndio,

    presso ~alnel lJ"Alb. il G. aallo che deriva

    -

    >). V. rotta (marin.), (Zacc., Elem. iber. 148-'9; lhz. mar., dov'è da notare che il passo delle Prose fior. è del Sass.). dirozzare v. s. rozzo. dlrupare v., (trans. ant.) gettare da rupe (G. delle Col. volg.); (intr. non pop.) cascare giu da una china; (ant.) cascare (G. delle Col. volg.). Diruparsi (ant.) (Bocc.). Dirupu > (l; disegnamento (ant.) (Alberti volg.; Vas.). Vie. ant. (a. 1506) dessegno, venez. dessegno,. dissegno; dessegnàr, milan. dességn; dessegnà o diss-. Da dés~gndre (Dante; G. Vili.); disertamento (ant.) (G. Vili.; Veli.; Ségneri), diserl,a::ione (ant.) (Bus.; Ségneri) (Petrarca) prese il posto clell'ant. diserto ( 'l'ri.,t1mo; Cresc. volg.; Dante; noce.), dal tardo lat. desertum (lat. class. deserta, plur.), nel Lat. la f. diserta. L'agg. scient. desèrtfro (Darch.) ripete il frane. dé.sertique. disfatta; dlsfatticclo v. s. fare. disfattista s. m., chi durante la guerra mondiale degli a. 1915-191.8 prevedeva e desiderava la disfatta dell'Italia e dell'Intesa (l'anz .. a. 1918, p. 647); allarmista o detrattore che osta.cola l'opera del governo. Disfattismo ). Da diveriltas, -iitis: diversità (Cresc. volg.) (Giarnboni : diversi.tade > (G. Rue.); addolcire (Al(;/_ li. IV Hi2; J,inq,rn X. IV 38, bNlano volg.); raddolcire (Bocc.); indoY'è· per isvista IK4'i in luogo di dolcire (O/limo); addolciare (ant.) 1873, HPlla citaz. !li ~topp.). (Guitt.); sdolcinato (::-ìoder.), (tig.) dòllaro v. 8. tallern. (Buon. il (;.); tlolri/icare (Redi); doldòlman s. m. invar.. :.da.,·,·a ,la 11.~sero cemde (v. "· dolci110). ' (Gar., a. 1892), dPri~·a1a ,!alla lunga Ha dìilcis (lat.). L\rnt. dolr·iorr .1 VP~tc dei giannizzpri (LP,::.); ;,ohr~a (< d,,Jeezz,t ,, ( .J a.eop. ; l"avalrn; L. di mantiglia da s1g11orn (1 etrocc 1).

    Il~

    -

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    I

    d61man

    domè9tlco

    Dal frane. dolman, tecl. Dolman, polacco, ceco dolman, dal turco doliiméin (rlei giannizzeri), da cui duliman, doliman(o) di Saundo, SanAOV. ece. (Zacc., Racc. 18, 206-'9, 230). (Lokotsch 530; Blòch). d61men s. m., monumento neolitico, formato da una pietra sopra altre tre o quattro pietre conficcate nel terreno. (Less.). ~el Tomm. e B. e nel Petrocchi dohnènno. Frane. dnlmen (a. 180,5). Termine composto da archeologi, con parole celt,iehe : taol (tol) , ma sbagliato (la forma giusta sare h be taol-ven). ( Bloch). dolòmla s. f. scicnt., roccia semplice, sedimentaria. formata soprattutto da dolomite, somigliante al cale.are. Dolomite (A, f.) . Dolomitico. Dal frane. dolom,ie, dolomite : dal nome del geologo Dolornieu (17501801), in seguito a proposta del Dc Saussurc (a. 1792). Il termine dolornie con1parc per la prima volta in 1111 libro stampato In frane. nel J 81/t. Il nome di Dolomiti o Alpi Dolomitiche non à. 11 alcun fonda1uento n(~ geografico né scienti~ tico, esso peri, ... resterà per gli alpinisti nel indico.re sornmariamcnte e vagan1ente i n1onli cli Fassa, Primiero, Agordo, Zoldo, Caclnrc con Ampezzo, )fisnrinn e Sesto ». (OttonP Brcntari, Guida del 'l'rentino, 189.5, p. 2·13).

    dolore s. m., sensazione penosa nelle parti viventi del corpo, o in senso morale. Doloretto (Redi); ant. doloran:::a, dolorato (.Jacop.); doloro8o (Dante); dolorosamente (Bec.); dolorifico (agg. scient. aut.) (Redi; A. Cocchi); dolorare (Dante); addolorare (intr. nel Giamboni). Da diilor, -6ris (lat.); dol6r6sus. D·uòlo (Novell.), ora poet., (tosc. volg. dòlo) venne da dolus (lat.) (ùa dolere). (R. e. W. 2724, 2727). dolzaina v. s. dolcino. domandare v. tram,., rivolgere la parola a una persona per sapere una cosa; chiedere (Bocc.); (ant.) comandare (Cavalca). Si domanda « si chiama, à nome» (Cell.). Domando la paròla -

    (in parlamento) (Giorg.). Anche dimandare. Domanda ( Bocc. ), ant_ domando (Cavalca), domandila (Ca,valca), domandamento (Giamboni); domandatore (sec. XIV; Ariosto); dimanda (Dante), ant. dimando (Cavalca), dimandila (Fra Giord.), -o (lo stes1,o), di mandamento ( .J acop.); dimandatore (F. da Barh.; Petrarca volg.); addomandare (G. Vill.); addimandare (Fra Giord.). Da demandare (lat.) ,, aflìdare, raccomandare; (bassolat.) domandare>> (de e mandare >). domani avv. di tempo. il giorno seguente. (Cavalca). Anche dimani, ant. dimane (Albertano volg. ; B. Davanz.), dornane (Rocc. e contad.). Domani (s. m.), ant. domane (f-) (Dante)>; doman l'altro ( Oudin) ; domandassera ( Vita S. G. Batt.); indomani > (Gheranl.), nel Nomi l'indimane. Da de mane (lat. tardo) (de >). (Bloch, s. demain; Warthurg; R. e. W 2548)domara v. trans., rendere trattabili, ubbidienti animali soprattutto da lavoro; rintuzzare aHetti, passioni (Dante). Domatore (Crcsc. volg.); domafura (Canev.); dòmo (Luigi Pulci). Da domare (lat.)_ doménlca s. f., il settimo giorno della settimana. Domenicale >. Da (dies) dominfoa (lat.), propriamente 'giorno del Signore' ; domln~ciilis. (A. Gl- It. XVII 433, XXI 78; B. Ling_ R_ X 44-46; R. e. W. 2738). domentre v. s. mentre. domèstlco agg., riguardante la casa; mansueto (di animale) (T. TaRSo); di piante coltivate (Giamboni). Anche dimèstico (dal sec. XIII). Domèstico (s. m.) > (F. Corsini; v. Viani), -a (Guido delle Col. volg.); i domèstiei « (ant.) i fa-, migliari (Ariosto) ; le persone di servizio»; ,lomestiche.zza (Bembo); domesticare ( Ouùin), dimesticare (Cresc. volg.); addoniexticare (Buon. il G.), addimesticare (Vite Plut.)379 -

    domlcfllo

    d6nn1

    Da diiniire (lat.); diinativum; diinaDa d/jmestlcus (lat.) (domus ). (R. e. TV. 2732). Il senso di « dare •> provenne dal domicilio coatto v. s. coatto. frane. do11ner. Dono da diinurn. Dòmlneddio v. s. Dio. donato v. Il. donadello. dominio s. m. non pop., signoria (Cadonazione v s. donare. valca, fig.); territorio sottoposto a donde v. s. onde. dominio (Mach.); diritto di proprietit dond6 v. A. dindi. (Viv.). dondolare v., (intr.) di cosa che Fii 'l.'erre dominiali (a. 1364) (Rez.). muove di qua e di lit, dall'un dc' capi; Da domfofom (lat.), per via let(trnns.) far dondolare (Sacch.). Donteraria. V. denuìnio. dolarsi (Allori). dòmlno 1, s. m., gioco fatto con 2~ tesDondola (ant.) ,, il dondolarsi ·(Asere divise in due scompartimenti, s11 ret.); altalena; bambola (Oudin) •>; ognuno dei quali è impresso .un eerlo dondolo « (ant ..) ciondolo (Med.); pennumero di punti. (Ramb. 349). V dodolo (:Magal.); (aut.) minchione minò nel Fanf. (a. 1855), d-0111·ino (On.)»; dondoli (ant.. ) i< veli portati quale gioco antichissimo nel Le:;8. (a. 1874), dominò nel Giorg., dòmino, ,ml capo da.Ile donne per lutto•> (Ou.); sèdia a dondolo (Pct.rocchi) o dondodominò nel Petrocchi. lrma (ivi), a Roma dondola; dondoDa domino (frane., a. 1771), fone lone, -a (< persona che sta a dondoloni * detto cosi perché le tessero ànno il (Buon. il G.); a dondol.oni ((Jiriffo). rovescio tinto in nero, a somiglianza del domino (cappa). (Bloeh). Da un suono imitativo del muovcrn dòmlno 2, s. m., abito da maschera di di qua e di là, indicato pure da dindellnre (lncch.; Bever.) ; doppione Dorrn-icchione (Oudin). ripete il ted. gelehrt dei linguisti tedeschi (frane. savant). (R. e. W. 2712). dottore s. m., titolo conferito nelle scuole superiori a chi, compiuti gli studi, ne è giudicato meritevole; medico (Fag.; Giorg.; 1.> (diicére , da cui la. fra.ne. ant. duchee, che diede d11wea, duchea (ant.) (G. Vill.) (cfr. contèa). V. s. dt}ge. (R. e. W. 2783). ducato 2 s. m., nome di antiche monete di argento o d'oro, emesse da autorità ducali. (Bocc.). Ducato fu nome di monete d'argento di • Huggcro II col tiglio, del sec. XII; verso il 1202 tu emesso il ducato (grosso d'argento) de.I doge di Venezia. (Encicl. il.).

    duce s. rn. letter., comandante d'eserciti (G. Vill.); guida (Petra.rea; T. Tasso). Da dux, ducis (la.t.). V. dòge; duca. ducea v. s. ducato 1 • ducere v. s. durre. due, numero, uno piu uno. (Dante). Ant. duo (Dante), dui (Guitt.; Bembo, Caro), doi (Caro); pop. du in proclisi. Duino ; adduare (lucch.) (Oudin) è forse di ragione furbesca. (Prati, Voci, p. 80). durone v. s. duro. durra v. dura. durre v. trans. ant., condurre (Comp. ant. Test.: Tomm. e B.). Ant. ducere (Guitt.). Da dudre (lat.). (R. e. W. 2785).

    1lttrèl, da duro. (It. D. XV 100; Prati, Voci, p. 81). durengo v. s. duro. duro agg., di cosa resistente, o piu resistente di altra dello stesso genere, ~odo; crudele (Dante); doloroso (Pe1 rarca); ostinato, inesorabile (Dante; Cavalca). Duro d'oréoohio . Duro (s. m.) (Cresc. volg.); durl'tto (agg.) (Benciv.); durezza (Dante), anche « ispessimento dell'epidermide formante un tumoretto, (Redi), pure durone; duramentè (Novell.); durire (ant.) (Rime ant.); indurire (dal

    E e cong. Da.vanti a vocale anche ed (non pop.) (Dante; G_ Vill.; Bocc.). .\.nt. et (v. Salviati; Crusca). Un èt (0. Ruc.), un ètte (Buon. il G.) >. Dal lat. lt. (R. e. W. 2919). ebanite s. f. industr., materia dura e lucida fatta con caucciu vulcanizzato, indurito con sostanze minerali. Anche ebonite. (Panz., a. 1905). Da ébonite (frane., a. 1868), ingl. ebonite: da ebony (ingl.) , lat.Judaeus, coi derivati giudeesco (Fra Giord.); giudàico (Bocc.); giudaismo (Maestr.); giudaizzare (Maestr.). V. Giudècca. (A. R. XX 218; R. e. W. 4598). Ebrilo Errante, secondo una leggenda medievale, un uomo che percosse Gesu e fu condannato a camminare sino alla consumazione dei secoli. (Petrocchi). Compare col nomo di Ahasvero, e nella leggenda italiana coi nomi di Buttadeo (v.) o di Malco. Dal frane. juif errant, dal frane. ant. errer ~ camminare, andare >>. eltiirneo agg. letter., d'avorio; bianco come avorio. (Bocc.; Petrarca). Ebur·neismo e ~oùi; >. Il senso fig. del frane. hécatombe data dal sec. XVII (Bloch). l!Jcatombe nel primo significato è in versione del Baldelli dal latino. eccèntrlco agg., (scient.) posto fuori del centro di un circolo (Ottimo); (fig. non pop.) stravagante, strano (Ugol.; Fanf. e A.). Eccèntrica >; eccentricità, scient, (D'Alb.) e fìg. (Ugol.).

    Da excentricus (da centrum) (lat. mediev., scient.). Il senso fig. è da.I frane. ( excentrique; excentricité). (Bloch). eccepire v. intr., (leg.) eccettuare, esimere; allegare, fare eccezione (Bernard.); (letter.) fare eccezione; opporre, fare opposizione. Niuno pu> (Fanf. e A., a. 1877, p. 447); eccepibilità (letter.) > (a. 1920); ineccepibile (letter.) (ragioni ineccepibili : UgoL; testimone ineccep-tbik . Da exclpere (lat.) (a. 1905). Edda significa >, e il titolo fu dato da Snorre Sturlassi:in (1178-1241), islandese, a un rifacimento in prosa degl'inni antichi. edelvals s. m., stella alpina. (v.). Anche eilelweis. Gli edelvais si tròvano anche sui monti della Sibilla. (Petrocchi). Dal ted. Edelweiss, alla lettera '" « bianco nobile>>. i:den f!. m. non pop., paradiso terrestre ; luogo ameno, deliziosissimo ; stato felice. (Tomm. e B.; Petrocchi). Edènico (letter., raro) >, anche edenitico; edenismo > (Darch.). Dall'ebr. Eden, che valeva in origine « voluttà >>. Eden e edènico sono entrati in it. per mezzo del frane. (Éden, a. 1762; édénique). édera v. s. éltera. edicola s. f. lett., muramenio a difesa di qualche statua (Giorg.); specie di tempietto, tabernacolo (Less.); chiosco (dei giornali) (Petrocchi). Sacra edicula nel Sann. Da aedfoula (lat.) > (Libro cura mal.); empirismo . Da emungfre (lat.) > e -logfo. entlca v. endica. entlm6ma B. lctter., sillogismo in cui è tralasciata la premessa, che è facile sottintendere. (Varchi). Da enthymema (lat.), greco l11~uµ71µct > (da h~uµÉoµaL > ). entomoloila s. f. scient., studio degl'insetti. (D'Alb., a. 1797) . .Entomologista (Marchi); ent~moWgico (D'Alb.). Da entomologie (frane., a.• 1745): da. ~11-roµo11 (greco) > e -logie. Un'Entomologia carniolica (lat.) fu stampata a Vienna nel 1763 da G. A. Scopoli. Fu usata pure insettologia (Carena, Osserv. 36), frane. insectologie (a. 1745). entr'actes (frane.), intermezzi; intervalli tra gli atti. (Panz., a. 1905). Il Bettòli (a. 1885) scrive che l'intervallo dicesi francesemente interatto da entracte. entr11na s. f. ant., interiori. (Salvini). Anche entragno (Buon. il G.; Giac, Leop.). Spagnolismo dichiarato dal Saivini: entrafi.as, da inte1"anea (lat.). Non lo conosce l'Oudin, il qua.le registra invece un francesismo : inwdglie ); rientrare (Jacop.); rientramento (llembo); .rnttentrare (Bocc.). Da folriire (lat.). (R. e. W 4511 ). entro prep. e avv. ora d'm,o letter., dentro. Contad. intru (llerni; Bal; ant. è pa/l;i >; nè rincerla. 11è 71af.tarla, (Grazz.); impattare > (On.); im,pattarla (con uno) > (l\Iagal.). Da epactae (diPs) (lat.) (greco èrr(Xx-rcxt ~µÉptlt >; b:cxx-r~ ). (lt. D. V 82). epèntesl (con s aragòge (v.). Da è:rrl (greco) > e .OÉaLç > venne il greco è:d.Orntç >, donde epitesi. epiteto s. m. non pop., nome qualificativo (Gelli; ,Franz.); titolo (ingiurioso) (Giorg.); nomignolo. Epitetare ene epiteti >> (D'Alb.). Da epitheton (lat.), greco è:r:l&e-ro~ (è:rrl-lh-roç ). eplttlma v. pittima. epizoozia s. f. scicnt., malattia che s'appiglia agli animali domestici in una data regione. (Leone, a. 1828). Un te01po epizootia (D.Alb., a. 1797; nel -'!archi epizoozia, epizootia). Epizoòtico (Leone; Marchi). Da épizootie (frane., c. 1775), composta di ~wotjç >, foggiato secondo épidémie ; épizoolique (a. 177 5). (Blocb). ep6nlmo agg. letter., di eroe ellenico leggendario progenitore d'un popolo cui avrebbe dato il nome, come Achèo, Dòro, Èlleno, Èolo, Jone, Pelasgo. (Marchi). Eròi epònimi. Eponirnico >. Da è:r:wvuµo; (greco), composto di è:rrl « sopra>> e o~uµot, ovoµ:x >. eporedlènse agg. letter., ivreino (d'I,1

    equitazione vrca nel Piemonte). (Cherub., Vocab. patron.). Da eporediensis (lat.), da Eporedfo, donde Ivrèa. (A. A. Se. Torino LXII 170; Lingua N. V 49-54). equllfbrlo s. m., stato di un corpo che sta bilanciato, ossia quando le forze a esso applicate si annullano vicendevolmente (F. Pigafetta; Galileo; in senso meccanico in D. Bart.); (in senso morale) (Buon. il G.}; (in senso politico) (Giac. Leop.). Equilibrismo (filos.} (Gar., a. 1892); > ()Ianfr., a. 1901); equilibrista>. Da aequtlibrium (lat.), da aequllibris >, composto di aequus > e libra . Da equinus (lat.) (derivato di equu,~ >}. equlPàcglo s. m., (marin-} insieme delle persone imbarcate su una nave per condurla e farle adempiere l'ufficio suo (A. Pigafetta; Consol. rnare; _F. Corsini ecc..); corredo di un esereito in marcia (Montec.); accompagnatura con cavalli, carrozze, servitori (A. Segni); corredo per il viaggio (Magal., a. 1719); carrozza con servitori in livrea. Equipaggiare > (D'Alb.); equipaggiamento (marin.) (D'Alb.). Dal frane. équipage (dal sec. XV\, deriv. da esquipe > (nel 1207 il verbo esquipare). Nel Sanud? equipare. (Fanf. e A.; Jal; Levi, Palat., p. 104; Dict. gén.; Bloeh; Diz. mar.). equitazione s. f., arte di cavalcare, cavallerizza. Discorso, trattato sopra l'equitazione antica e moderna (D'Alb-, a. 1797). S). •ra s. f. letter., il punto da cui si cominciano a contare gli anni e il periodo stesso degli anni. (Vas.). Da. aera (lat.), plur. di aes . (R. e. W. 241). eraamlana (pronunzia -), v. s. itacismo. èrlla s. f., pianta il cui fusto 110n diventa legnoso; (fig.). Ogni erba si conosce per lo seme. (Dante). Erbetta ( N ovell.) ; erbucce odorose (Bocc.); erbacce (Bocc.); erbàggio ; erbajo (Burch.); erbàrio (seient.) >; erbolario (ant.) (Herbolario volgare, stampato in Venezia nel 1555); erbolajo (ant.) (Lwgi Pl1lci); erbolato (ant.), erbolatto (ant.) (sec. XVI) (Lingua N. I 136-141, II 86, V 34); erbolato (ant.) « torta d'erbe >> (Berni); -a (herbolata) >; erbolare (ant.), erborare (A. Cocchi); erborista (v. Canev.); erboristeria . (R. e. W. 2904). -

    erràtlco a.gg. letter., scient., (ant.) errante (Libro astrol. : stelle e'rratiche, pianeti). V. masso erràtico. Da erratkus (lat.) (stella ecc.). V. errare. 6rre m6scla, rotacismo (v). erro s. m. ant. raro, signore. (Luigi Pulci). Dal ted. Herr, venuto per mezzo di soldati mercenari nel sec. XIV. (Ber. toni, Elem. germ. 112; R. e. W. 4118). erto v. s. èrgere. èrvo v. s. lèro. esaltare (con s dolce), v. trans., levare in alto, magnificare (Malisp.); ina.1zare a alto ufficio (.Ariosto). Esaltamento (G. Vili.); esaltazione (G. Vili.); (chim. ant.) (Ma.gal.); esaltato (v.). Da exaltare (lat. tardo) ; exaltatio, -i'inis (da ex e altus). esaltato (con s dolce), agg., levato a potenza (Dante); quasi ta]?ito da. entusiasmo (Salvini). Oervèllo esaltato (Ugol.). Esaltato (s. m.) (Bocc.); (polit.) ( Rigut., a. 1864). Da e8altarsi. Anche frane. ~aUé. esca s. f., (ora letter. poet.) cibo (Dante); (ant.) companatico (Cavalca); bacherozzolo o altro per attirare i pesci; (disus.) materia messa sulla pietra focaja che battuta s'accende (Gelli; Petrocchi); (fig.) (Petrarca: esca amorosa). Escajuòlo (disus.) > (D'AJb.); escara (ant.) > (Oudin); escare (ant.) . es6rclto (s dolce) s. m., le forze militari d'uno stato o quantità considerevole di soldati (Giamboni); gran quantità di persone (Dante). Ant. essercito. Da eurdttus (Jat.), da exércere >. q,ocydv ). esorcismo (con s dolce) s. m. non pop., scongiuro. (Maestr.). Ant. anche esorcisma (Cavalca). Esorcista (Fra Giord.); «il terzo degli ordini minori•> (Maestr.), detto anche esorcisr,a,to (D'Alb.); esoroib-tico (Girolamo Menghi, Compendio dell'~rte essorcistica, Venetia, 1595); P,sorcizzare (D. Bart.); esorcizzato (Luigi Pulci). Da exorcismus ; exorcista ; exorcizare (bassolat.), greco t!;opxto-µ6 ç; t!;opxLa,~ ç; t!;opxl~w, da opxoç >. es6stosl (coi due -s- dolci) s. f. scient., produzione ossea sopra un osso, soprosso. (A. Cocchi, a. 1750). L'Oudin traduce la frane. exostose con g_onfiatura d'ossa. Da t!; (greco) « fuon » e òo-,fov ; explosio, - on is. Esplosione forse daexplosion(franc., a. 1701). esprèsso 1 s. m., persona mandata apposta in un luogo per portar lettere o altro. (Ugol.). Dal frane. exprès (cfr. l'avv. exprès «apposta>>). Il Caro usò persona espressa e G. P. l\Iaffei uomini espressi (nel Boiardo ricorre per espresso). (Viani). Esprèsso (treno) è dal frane. express (a. 1849), a sua volta dall'ingl. express (Panz., a. 1905). esprèsso 2 (treno), v. s. esprèsso 1 • esprit v. aspri. èssere v. intr., avere esistenza. t v. ausiliare. Èssere (s. m.), dal cui senso ant.. di « condizione, stato•> (G. Vili.; Bocc.)

    400 -

    nto

    èssert

    aestas, -ii.tis (f., la.t.). (Merlo, Stagioni 27-31, 32; R. e. W. 246). esteman v. trans., manifestare, significare (sentimenti, pensieri, desideri, volontà). (Giorg.). Nel D'Alb. (a. 1797) come . Ètnico (s.) . V. Iliasutti I 13-15. Etnogràfico. .N ell' .Atlante etnografico del Balbi (a. 1826) l'agg. à valore di >. Da ethnographie (frano., a. 1823) J.a !!-&voç (greco) e -graphie. etnolo1ia s. f. scient., scienza che studia i popoli nelle loro manifestazioni culturali. In G. Capponi (a. 1859 Y) nel Renso di et,rwgrafia (Crusca). (Ranz.). Etnològico (Zuccagni Orlandini, a. 1864). Dal greco f&voç (D'.Alb.). fàgflo s. m., Bpecie di albero delle eupulifere, che dà un legname molto pregiato (Fagus silvàtica). .Ant. fagqia (Cino da Pist.). . Fàggia (0. Ta.rg. T.) o faggiuòw (Matt.) o faggina {O. Targ. T.) ; faggeto (Ciriffo), -a (G. Targ. T.). Tra i nomi di luoghi la Faggiò"la. (Pieri, Topon . .Arno 235). Da. •fageus, -a (la.t. pop.) per fagus (lat. cla.ss.). Forme femm. del nome dell'albero sono di alcuni dialetti it. (ver. fasa ecc., ma bergam. fa.sa, fàgia è il frutto), del prov., e delle lingue iberiche. (R. e. W. 3142). fagiano s. m., genere di gallinacei con coda molto lunga, dell'Asia (Phasiam,us). F. fagiana (Bocc.). Fagiano di monte ). (Bloch, s. fauteuil; Bèzz. 201-'2; R. e. W. 3161). tala&name s. m., artefice che lavora di legname. (Fra Giord.). Falegnameria. Composto imperativo che risponde agli ant. maestro di legname (Sacch.), legnamaro (Belline.), ora legnajuòlo (Ilocc.). Secondo l'Oudin legnamaro valeva « venditore di legne ». falena, 1 s. f., ciascuno dei piccoli strati di cenere forma.ti sui carboni accesi e che volano in alto, soffiandovi sopra (N. Vill.)'; persona incostante (Fanf., a. 1855). V. moMchine. Varianti: folena (pop.), fulena (volg.). Sen. f'ulena ~frugolo». Da favalena (ant.) (Allegri), per favalesca: in favalena entrò il sulfisso -ena. (A. Gl. It. Il 342; Caix, p. 108; R. D. R. III 120-'l). falena 2 s. f., (ant.) specie di pe11Ce che viene a terra a scaldarsi al sole (Salvini, vers. da Oppiano); (scient.) falene, fa.miglia di farfalle notturne (V allisn.). Da phalaena (lat. scient.), greoo qHiÀixivix « balena; mostro enorme e vorace ; falena (farfalla) •· falla v. s. fallere. fallare v. s. f allere. fallare v. intr., sbagliare (Petra.rea; .Ariosto; Sann.). Fallire (Lat:); fallimento ~ (ant.) fallo (Guitt.; re Enzo; Giamboni); (commerc.) (G. Vili.) »; fallito (s. m. commcrc.) (G. Vili.); jallenza (ant.) ~ errore~ (Giamboni); fallibile (Ariosto; Bembo); fallibilità (Pallav.); fallare (Giamboni); fallanza (Guitt.); falla . Dal frane. falot (a. 1466), forse senso fig. di falot ; anche f aloteries > ( Oudin ecc.). (Bloch). falpal;\ s. m. invar., balzana. (Maga!.). Tosc: farpalà (Tomm. e B.), fàrpalo (Fanf., Voci), farpalino (a Pietrasanta) (Giuliani). In L. Adim. falbalà, anche vèn. ecc. Spagn. falbald, far/ ala, port. falbalds, frane. falbala (a. 1692). Termine non spiegato. (.A. Gl. Jt. XV 283-'4; A. R. VIII 144-'5; Gamillscheg; Bloch; R. e. W 3173, alla lìne). falpatore v. s. falòppa. falsare v. trans., contraffare per inganno; (della moneta) (Dante). Falseggiare (ant.) (Dante; T. Tasso); falsamonete (ant.) (Ariosto). Da falsare (lat.). (R. e. W. 3170). falsarli• v. s. falso. falso agg., di cosa oontraria al vero. Falsardo (ant.) >; falsetto (s. m. music.) (Caro); ant. falsezza (Rime ant.), falsura (Dante da Maiano; Guitt.); falsamente (Dante); falsariga (Buon. il G.). Da falsus (lat.). (B. e. W. 3171). falla B. f. ant., mancanza, fallo. (Mostacci; Pataffìo; B. Davanz.; L. Alarn.). Faltare (ant.) «mancare~ (Fra Giord.; M. Vill.; Pallav.); faUanza (ant.) (Oudin). Da *fall~ta (lat. pop.) (v. fàllere), da cui faute (frane.). Forse francesismo, e eosi difalta, diffalta > di serittori dei sec. XIII-XIV. (Bèzz. 246, n. 7; R. e. W 3169).

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    fan6llo

    fame fame s. f., bisogno e voglio. di man!!iare; carestia (G. Vili.); gran vo!!lia d'una cosa. (Dante). Famato (ant.) (Ouùin); farinajo (ant.) >. Almeno nel senso moderno farmacia proviene forse da. pharmacie (frane.). làrmaco s. m. letter., medicina. (Buon. il G.). L'Oudin à farmaco per >; farsetto, in Stat. gab. Siena; ' farsettaio (ant.) , per il potere delle fate sul destino degli uomini. Anzi dal tempo d'Augusto Fata indicò le Parche, esseri che .determinavano il destino degli uomini. fatale agg. non pop., di ciò che è determinato dal fato (Dante); funesto, pericoloso (Varchi ; Pallav. : Penisola fatale, la Scandinàvia); di donna ca.pace di destare l'amore in modo irresistibile (D'Ann., a. 1889). V. fatalismo. Da fatalis (lat.) (da fatum). Da fataltlas, -atis l'astratto fatalità (Fra Giord.). fatallsmo s. m. filos., dottrina che ritiene la volontà dell'uomo dipendente dal fato. (A. Conti: D'Alb.). Patalista (G. Targ. T.). Frane. fatalisme (a. 17 24); fataliste (a. 1584). Da fato per mezzo di fatale (cfr. It. D. XVIII 83). Da fato i fatisti del Salvini. Fata Morgana n. f., miraggio, soprattutto nello Stretto di Messinà. (Cherub., s. vèggia; Tomm. e B.; Lese.). Da fata muTgana (cal., sic.), che il Del Bono (a. 1751) traduce con moTgana di Reggio: dalla Fata Morgana delle novelle e dei romanzi cavallereschi, importata dai Normanni (frane. ant. Fée Morgue [Morgain]), e passata a personeggiare il miraggio, nella fantasia popolare. Deriva dal cimrico (celt.) MoTguein • donna del mare'. (::\Iiglior., Dal n. pr. 318; F. It. VIII 115; Diz. maT.; A. St. N. Spr. CLXXV 67). V. miTàggio. fatare ; fatato v. s. fata. fatica s. f., ciò che risente il corpo per un lavoro che esige uno sforzo (Dante); lavoro (Redi; Viv.; Puccianti). Ant. fatiga (v. sotto), fadiga (Cater. da S.). A fatica , nap. favugno, favuogno > (Allegri; Oudin), a sua volta da fàccia (v.), (A. Gl. It. XV 60, 342; R. I. L()'TTl,b, XLIX 1037, LII 206-220; A. R. V 252; R. e. W. 3128 a). febllrajo s. m., sooondo mese èièll'anno. Ant. anche febbraro (Caro; T. Tasso), tosc. mont., contad. ferrajo. Da februarius (lat.), da flbrua , ferrar. fegna ,, stipa>>. Da *fenia (lat.) , da fenum «fieno». (.A. Gl. It. XXXIV 53). fenlcllttero s. m., genere di uccelli Da una. somiglianza. con codesto bastimento venne il nome di feltWa al , cappello trampolieri con gambe lunghissime e a duo punto degli ufficiali di marina colla becco piegato ad angolo verso la metà, divisa di gala c con la gran divisa.• (cappello di cui una specie, con ali rosse, frea /r.ltWa nel Petrocchi, che cita A. F. Gazzo). quenta la Sardegna e la Sicilia (!'hmCon probabilità da faluca (spagn.), ,nicòpterus ròseus). Anche fiammingo, a sua volta d:;i, falii~a (arabo). (Diz. damigèlla dell' Indie. (D'Alb.). In Semar.; Steigcr, Contrib. 115). neca volg. feniconuro, col secondo n fémml_na s. f., animale con organi atti richiamato dal primo. a concepire, sviluppare e riprodurre Da phoenicopterus (lat.), greco >; femminacfennèc s. m. scient., volpe del deserto ciolo (ant.) (Passav.; , ( :llegawtis zèrda). (Less., a. 1874). Fra Jac. da Cess.) (It. D. XVIII 95); Dall'arabo fanek (/anak). femminiere (aut.) (Aretenòmeno s. rn. scicnt., letter., fatto tino); ferwminile (Albertano volg.); degno di osservazione e di studio nel f emminoro (ant.) ( In- mondo fisico (Galileo) o sociale; fatto tell. ecc.); etfernminato (Rocc.); ·insorprendente, strano, eurio;io. · / emminire (J•~ra Bart.). Fenomènico (agg. filos., scient.) Da fém'ina (lat.) (Guido , fenomenale (agg. com.) > (Fanf. e A., a. 1877, s. ale; Giorg.; V. femminismo. )lanfr.); fenomenalisrno (dottrina filofemminismo s. m. soc., movimento sosofica) (Leone, a. 1828)_; fenomenociale per ottenere per le donne i diritti logia (ivi). > (Oudin); filtrazione (Oudin, s. filtration; A. Cocchi); infiltrare (Gazzeri, a. 1833). Filtro dipende, insieme col frane. filtre (Paré), dal lat. basso filtrum, derivante, al pari di feltro, del frane. feutre (nel sec. XII feltre), e di filtra > del C. gwss. lat., dal germ. occid. filtir, (germ. "filtur, ted. Filz). (Bloch; R. e. W. 3305; R. Ling. R. Il 30-33). feluca s. f., piccolo bastimento con vele latine, del Mediterraneo. (Capor.). Ant. anche fìluca (Pant.; Baldin.), filuga (Fag.; G. Targ. T.).

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    ferire

    terrana

    Molza; Braccio!.; Oudin); di pane di farina non stacciata (Patatfio) (ora pane integrale o naturale, pop. pane nero).

    Ant. pane inf erigno ( Oronichetta; Varchi); stiaroiata inferigna o inferigna (s. f.) (con uve secche, olio, sovente pinocchi o pistacchi) (Buon. il G.: Gherard.). Oudin: inferigrw ~ pain dc gruau: les Italiens le meslent quelquef ois de raisins secs &; de fenouil » (gruau ). Da ferino >; fermacarte (Darch.). Da flrmare (lat.) . Fennàglio (Libro astrol.) ripete il prov. fermalh, frane. fermail. (Bèzz. 211-'2; R. e. W 3318). tennentescO,lle agg. scient., di ciò che può scindersi per svolgimento di gas e di calore al semplice contatto d'un fermento. (Tomm. e Beli., a. 1865; Lcss.). Dal lat. fermentesc~re . tenno agg., che non si muove; stabile, costante (F. da Barb.). Voce ferma (Guidotto); canto fermo (Oudin). Perme.zza (Giamboni); fermamente (Giamboni); tèrraférma (v.). Da flrmus (lat.). (R. e. W. 2320). ferragosto v. s., ferrare agosto. terra1uto s. m. ant., ladrone di campagna. (Tassoni). Si ricollega col nome e soprannome Ferraguto, Feragudo, Ferragu di carte medievali alto it., connesso col nome epico frane. Fernaguz, Fernagu, Ff!T'ragu, Ferraut. (Prati, Voci, p. 83; A. Gl. It. XXXIII 110-'l). terraju61a s. m., mantello largo con bavero o senza. (Buon. il G.). Oudin: ferraiuolo, ferraruolo. Inferrajolato (Baldin.). Spagn. ferreruelo, sic. firriolu. Dall'arabo feryii.l ubl·ications of the Modern Language ,hsociatwn of America LXlll 719726; -4.. St. N. Spr. CLXXXVI 139). terrana s. f., prato seminato di piu specie d'erbe. (Cresc. volg.).

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    ferrandlna

    fervon

    Da ferrago, -fois (lat. pop.) per farrago, -fois , lat. class. feritiri >. (Giannini 30; Prati, I Val11ug. 121 ; Provenza! 219-223; J!'. It. VIII 91; .A. Gl. lt. XIII 239 n. 1, XVIII 332; Merlo, Stagioni 200). ferretto s. m., specie d'argilla. dei terreni lombardi, carica di ferro idrato giallognolo. (V. Cherub., s. ferrètt). f6rro s. m., metallo comunissimo e utilissimo che si estrae dalle sue miniere (magnetite ccc.); nome di molti arnesi di ferro. Ferretto (Soder.); ferretto di Spagna (ant.) > (Celi.); ferruzzo (Fra Jac. da Cess.); ferreria (ant.) (Buon. il G.) per ferraréccia (D'Alb.); ferrièra >; ferrigno (Dante); ferroso (chim.) (Tomm. e B., a. 1865); fèrravècchio (rivenditore) (Sacch.); fèrrovia (v.). V. ferrare; ferrett-0. Da ferrum (lat.). Da ferramentu111 gl'it. ferramento (ant.) da j'f,ssii.ra (lat.). (R. e. W. 3329, 3330). fèsta s. f., giorno di solennità ; spettacoli pubblici dati al popolo (Varchi; Firenz.); allegrezza (Dante). Festiccioola (Fircnz.); festino (Buon. il G.); fe.stone > (jMus >). (R. e. W. 3267). fkta 111,11 liberi n. f., festa scolastica consistente nel piantare, da parte degli scolari, degli alberetti, con una certa solennità, in qualche luogo stabilito. Feste. Istituite. de.I ministro Guido Baccc!ll nel 1899, Imitando une. Istituzione degli Hte.tl Uniti d'America, che rL~ale e.I 1872. lngl. nrbm-'s d,ay. (Rlzze.ttl 335, 345).

    festiva! s. frane., ingl., festino popolare. (Fanf. e A., a. 1877). Il frane. festival (a. 1838) fu preso dall'ingl., che a sua volta lo ricavò dall'agg. frane. ant. festival >. festivo agg., di festa. Festività >, e fletta m altre parlate merid. e settentr. Fettuccia (Ricett. fior.); (ant.) t nastro >> (Berni, e in uso a Roma), fettuzza (Castigl.); fettuccine (Roma) > (Manfr., a. 1883); cingol. ant. (Macer.) sfellasse t morirsene di voglia & (It. D. V 89). (A. Gl. It. XVI 443; R. D. R. I 256 n. 3, V 108; R. e. W. 6041a). Tèudo s. m. stor., possesso conceduto da un principe a un signore con obblighi determinati. (M. Vill.). Anche feodo. (Rez.). :Feudale (agg.) (Fra Giord.); fe'Udatàrio (agg.) (M. Vill.); (s. m.) (M. Vill.); feudalità (De Luca}; feudatare (v. trans. ant.) (Oudin); infeudare (Lalli; Viani). Feuto fu in uso nel lucch. ant. per ,, uomo tristo e accorto; furfante litigioso >>; il tosc. conosce gli scherz. fèudo, fèuto, fèto . Dal lat. ca:rolingio feuàum (a. 881). V. fìo. (Gamillscheg, Rom. germ. I 263). fèz s. m. invar., berretta di lana rossa,

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    fiamma

    fiaba

    fiadone s. m .. (ant.) favo (dal sec. XIV; senza tese, d'uso nazionale nei paesi Oudin); (ant.) torta di latte (Scappi; arabi del Mediterraneo e della Turchia Oudin) (anche lat.taiuolo); sorta di (qui sino al 1925). l!'es, fez nel Gar. sfogliatina dolce. I fìadoni alla vero(a. 1892). nese (Bresc. 89). V. fialone, s. fiale. Dal turco fes, che vien derivato da (A. I. Ven. XCVIII, P. II 87-88). Fèz, capitalé del Marocco, dove i,;i suppone che incominciasse la fabbriFiadoncello (ant.), fìad-Onello (ant.) cazione dei fez. (Lokotsch 596; Bloch ). (OuDa "ftibustier (frane.) . dustria; ladro » ("ftibuste . Passare per monique). le filiere (ant.) « essete eletto per scru· fllastr6cca v. s. fila. tinio>> (B. Davanz.). fllatera 1 v. s. fila. Da trafila unita a fìlièra derivò l'ant. fila tera 2 v. filateria. trafiliera (Lorini). P.ilièra dalla frane. fllaterla s. f. ant., lista di carta o altro, /ilière (a. 1296), derivata da fil. Ru cui erano scritti i comandamenti fillgglne v. fuliggine. flll1rana s. f., lavoro d'oreficeria. imidella legge, portata dagli Ebrei intorno al braccio (Fra Giord.; Cecchi). Anche tante l'arabesco, fatto con fili d'oro o d'argento. (Maga!.; Bellini). Anche filaturio ( 1) (Diodati, vers. da Matteo) ; filagrana (Del Papa), pop. filagrana, filatera (Buon. il G.), fil,atiera (Grazz.). filugrana, filungrana (Giorg.). In F. da Barb. filatere >. 432 -

    ftllhlen

    111010,11

    Da fi/..o e grana . Frane. fil«Jrane ( a. 1676; nel 1664 filagramme). (Bloch): flllklera s. f. scient., molto conosciuto dai contadini, insetto degli afidi che fa grande danno alle foglie (in America) e alle radici (in Europa) della vite (PhyUòxera vastatrix). (Canev., a. 1892, p. 1178). Fil/..oxera nel Lese. (a. 1874), fiùJsRera nel Petrocchi. Fillossèrico (agg.) (Man,fr., a. 1883); i,igne fillomrrate (a. 1901). Da phylloxera, n. ecient. formato dal botamco J. E. Planohon, dopo il 1865, coi greci qiuÀÀov, foglia>> e ~'1Jp6c; «secco •• in quanto la fìllòssera dissecca le foglie. La fìllòeeera, importata dall'America, fu scoperta in Francia nel 1863, in Italia nel 1879. (Canev. cit.; Hloch, e. phylloxéra). film s. ingl., sopporto alla sostanza sensibile della fotografia invece del vetro e della carta (Panz., a. 1905); pellicola cinematografica (a. 1912); projezione del cinemato(Vafo. Dal 1936 il plur. filmi e il eing. filmo (a Roma /ilme, firme nella parlata). Film anche :~l fomm. Film sonòro (a. 1929). Filmare (Panz., a. 1927). Il significato primo di film (ingl.) ò > (Fra Giord.), se non è svista per fiscella, può essere questa incontratasi con cestèlla, o una. *fiscetèlla. (Za.mb.). (R. e. W. 3323-'6).

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    fitto

    fisco fllco 9 s. m., (ant.) erario (Inullig.); pubblico erario (M. Vill.). Fiscale (agg.) (Mach.); (s. m.) >. (Salvioni, Per la fon. 31; R. e. W. 3347). flagrante (In -) m. leg .. sul fatto. Còlto in flagrante. (Ugo!.). Ant. in flagranti (Magal.), in fragranti (intendendovi crimine) (Bisc.), infragranti (D'A.Ib.), in flagranza (Fanf. e A., a. 1877). Da in flagranti crimine (lat. dei legali), da flagrans, -antis « ardente ►> e crimen, -fois ~ delitto ; colpa ►>; in flagranza da flagrantia ~ fiamma ; ardore». (Viani). flan s. m. frane., pasticcio o torta di crema, uova, farina ealtri ingredienti; pasticcio di verdure e di carni passate e cotte in ista.mpo e a bagnomaria (Garg. 187; Fanf. e A.., a. 1877); (stamperia) matrice di carta, maschera (Panz., a. 1918). Nel primo senso era dato come ter-

    mine dei Milanesi nel libretto La vera cucina lombarda (Fanf. e A..). Flan (nel seo. XII flaon) deriva da "flado (germ.) (v. fiadone). (Blooh). ftan6ll1t s. f., tessuto di lana poco serrata, della quale si fanno camiciole e mutande. (A. Cocchi). Flanella d'Inghilterra (D'A.lb.). Tosc. frenèlla (I,P-ggi e Bandi), fienèlla, altrove fanèlla (Roma ecc.) (l1gol.). Da. 'flanelle (frane., a. 1650), a sua volta dall'ingl. fiannel. (Bloch; R. e. w. 3354). flàuto 1 s. m., strumento a fiato,formato da un tubo rotondo con buchi e chiavi. (Giamboni). (Della Corte). Fiàuto (furb.) . J,'1,autisfa (Fioretti); flautare (ant.)

    (Giorg.); sfociare . Il senso di à foce. in Palladio volg. ; Jrior. B. Greg. Con /uosa (venez. ant.) cfr. pel dittongo p'11,0C.O e p'11,0Vero (venez. ant.). foch6ttolo s. m. ant., focolare. (Val. Mass. volg.; Oudin). , Da ffous (lat.) «focolare& (It. D. XVIII 140), donde anche focone• (ant.) luogo dove si cucin_ava ; calll!One di

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    fochista ferro o di legno foderato di ferro per cucinare, sulle navi (a. 1562 ecc. : Gherard.; Diz. mar.); (ant.) caldano grande (G. P. Maffei); (Roma) fornello del bruciatajo; (lucoh.) gran lanterna per pesoare o uccellare (ofr. frugnuòlo); bocoa di fuoco ·nel fucile (Serdon.) •; (irp. focagna «focolare>>, prov. foganha, port. fogao). Il focone della galea anche fogone (Oudin : dell'archibugio (nel Montec. archibuso a fucile), donde il nome di f'IIAJli,le all'arma stessa. Ne sono derivati : fucilière (F. Corsini; fociliere nell'Oudin); fucilata (Zanotti; Bergant., anno 1745; Grassi); fucilare (D'Alb.); fucilazione (Arriva.bene, a. 1809, p. 41). L'Oudin fa eorriRpondere a fusil solo archibugio d,a, focile. (Viaui ). Da un agg. •fl>clUs (lat. pop.) (da f l>cus~. Fucilière; fucilare (it. ant. moschettare) vengono dai frane. fuBilier (a. 1589); fusiller (a. 1732). (Bloch, · ~- fus-il; Grassi; R. e. W. 3399). focolares. m., piano di pietre o mattoni di solito poco alto dal suolo, per cucinarvi; (~ec. XIV) fornello; famiglia (G. Vill.). Ora, al posto di foco"/are, è molto uaato focow.io, soprattutto nel senso flg. di focowre d'una malattia eco. Nel senso primiero focowio nel Cantu e •aio nel Parrllli (n. 1866), e già nell'Oudln focoltiio, accanto a focoltire. Anche nel _vèn. fogo/,aro, ma nel valeug. fooolàr (nel 1299 fogolariis, Iat. plur.); vencz. fogollr e foghèr.

    Focolare continua il lat. tardo foculare. V. fochéttolo. ( It. D. XVIII 158; Ling'Ua N. VIII 87-88). focone v. s. fochéttolo. t6dera v. s. fòdero. 1 f6dero 1 s. m., (ant.) soppanno (Cresc. volg.); (ant.) veste sottana di pellicoia (Quad. conti; Salviati ; Allegri); guaina (Tav. rit.). Ant. anche fodro (Beneiv.: fodri di volpe). Fòdera (Fra Bart.); foderetta (ant.) •federa• (Bembo; Caro); foderare (Creso. volg.). Dal longob., franco •fodr (ted. Futter «fodera~). (R. e. W. 3405a; Gamillscbeg, Rom. germ. I 175-'6).

    fodero 2 s. m. ant., vettovaglia. (Livio volg.; Seneca, Pist.). (Rez.). Dal franco odr «nutrimento». V. foràggio. (R. e. W. 3405). Fodro ebbe anche il senso di >. V. fòglio. (R. e. W. 3415). to1lletta 1 (tabacco) v. s. fòglia. fo1lletta I s. f., (ant.) quartuocio (di vino) (Caro); (Roma: fojelta) misura di 0,4557 di litro, ora s'intende mezzo litro; (ant.) misura di liquidi di o. 150 fiaschi (D'Alb.). Foino (furb.) « boccale, vaeo •· Cfr. feuillette (frane.), ora • botte contenente 114-140 litri•· · (Blocb; R. e. W. 3415; Prati, Voci, p. 88). 161ll0 s. m., carta da scrivere, da disegnare, da stampare eco.; (dims). giornale (Viani, s. foglw; bol. foi, venez. fògio). Fòglio di ma (v.). Foglietto (ant.) • gazzetta, gior_nale >> (Algar.); fogliettista ,(a.nt.) «g10rnalista >> (Algar.); fogUata (ant.) o sfogliata « c'est à ftlOff, advis, nostre gasteoo {eiiilleti » (Oudin) (sfogliate anche ne Garz. 700), Bfogliatello (Oudin) (Fusin., a. 1847: • i venditori di cialde Col noto ritornel : sfogliate oolde ! »), a Napoli e a Roma sfogliatèlla

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    f6gllo di via

    lollare

    (ripiena di crema o altro) ; sfòglia, spòglia ia. logna v. s. fognare. fognare v. trans., munire di fogne (Vas., Soder.); dar misura scarsa di noci, castagne, lasciando d!'i vuoti tra le stesse nella misura (Buon. il G.); (ling.) tralasciare un suono, una lettera in una parola, come in lettra per létfora (Salvini). .B'ogna (G. Vili.); fognatura, (Sodcr.) ; ( Jing.) « il fognare>> (Salvini). Forse da.* fundiare (lat.) , da fundus «fondo"· (A. G/.. It. III 89, n. 3; Prati, Voci, p. 85). fogno v. R. f avònio. 16Ja "· f., voglia amorosa. Anche f6ja (Nesi). Fojoso (ant.) (Rusp.; Oudin); foidccia, foidggine (ant.) ; foino (furb.) ; follia (Lat.; Novell.); follementll (Novell.); folleare (ant.) (Rime ant.), folleggiare (Cino da Pist.; Giamboni); fol/.eggiame11to (Guitt.); affollare ,, ansare» di Dante (Purg. XXIV 72). Da follis (lat.) ,;i riattacca quello di • pazzo ►>. ver i movimenti impreAAi allo stesso. Sono o possono essere di origine frane. o prov. le voci folletto; follia; f olleare ( Jlisc. Asco!i 472,'7) e l'ant. follo-re ,, follia» (Dante da Maiano; Guitt.). In Italia follis (agg.) è attestato nel1'874. A follastro «folle• di Fra Giord. risponde il frane. folàtre (a.. 1394). (Bèzz. 230, n. 6; R. e. W. 3422). f6lle 1 ( agg.) v. s. fòlle 1 • folletto v. s. fòlle 1 • follicolo s. sciflnt.., sacchetto ; borRetta ; guscio, del seme delle piante (Ricelt. fior.); membrana fatta a borsa formante le pareti di alcune cavità del corpo (A. Coc,~bi, a. 1750);:ipecie di sacchetto contenente la marcia di alcuni tumori (Redi); organo ghiandolare in forma di sacco, avrentesi alla superficie della cute o della mucosa (A. 8occbi) . .Follicolo del"la pèUe « poro ». Follicolo dell'ària «vuoto tra il guscio e.la chiara dell'uovo, scemo» (Carena I 282). Da follwitlus (lat.) «sacchetto, borsetta di ouojo; buccia dei cereali e legumi ». V. filugèllo. follo v. s. fòlle 1 • follone s. m. ant., purgatore, tintore. (G. Vili.). Frane. foulon. Da fullo, -onis (lat.). >. (R. e. W. 3426; Pieri, Topon. Arno 310). tonte s. f. e ant. a.nohe m., getto d'acqua continua; sorgente di fi.ume o ruscello; (fi.g.) (Dante; Booc.). Fonte sacro (Da.nte: sacro fonte), battesimale. Da.fans, fontis (lat.). (R. e. W. 3425; Pìeri, Topon. Arno 310). tontina s. f., cacio dolce piemontese di puro latte di vacca, (Manfr., a. 1901). Nel Capello (a. 1814) fountina (= funtina). Di origine seonosoiuta. toot-llall n. ingl., gioco del calcio, calcio ( Gar., a. 1892); specie di giostra con poltrone in forma di mastelli, in cui siedono una o p'iu persone e che si muovono urtando le une contro le altre, sopra un piano sul quale girano e sono spinte per forza elettrica._ Il gioco del co.lclo (v. s. calce 1 ) era praticato a Firenze nei sec. XV e XVI (v. Panz.}. Termini del gioco: càlcio d'ànoolo (lngl. cormr), mediano (hillt), mezz'ala (iMide), punto (goal), rigore (penalty), temno (back). Foot baU da foot , piede , e baU • po.ilo. ,, quindi o.llo. lettera ' palle. &l piede '. In frane. foot-baU dallo. fino

    del sec. XIX.

    foràe1lo s. m., (ant.) vettovaglia (G. Vill. ; Ottimo) ; tutte le sostanze vegetali che servono di nutrimento al bestiame (G. Bentiv.). J!'oraggiare • (a.nt.) saccheggia:re (Guitt.); requisire vettovaglie per l'esercito (Montec.) >>; foraggière (soldato) (A. Costanzo; G. Bentiv.: Gra.ssi) ; pianta foraggèra o foraggèra (s. f.). Da.i frane. fourrage; fourrager, della stessa origine di fodero 2 • torune s. m. ora letter. poco usato, buco piccolo; (ant.) buco dell'a.no (Burch.; Lippi). Dal lat. foramen ~buco•>. V. forare. (R. Ling. Il. XII 75).

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    fomtltre

    loràneo foràneo agg. letter., leg., che è fuori della città, di campagna. Sec. XIV: foraino. Strada foranea (Bandi tosc., a. 1771); parròcchie forànee (Maga:!.); vicàrio joràneo (chies.) (G. Moroni; Rez.). Vènto foràneo (Pant.; Diz. mar.). Da un lat. tardo *foraneus (joras ). (R. e. W. 3428). forare v. trans., bucare. Poracchiare; foracchiato (Dante); foro (Giamboni); forasièpe « scricciolo; (aut.) omiciattolo (Belline.)»; forabòsco « picchio 1> (R. Ling. R. VII 256); f orasacco « pianta, i cui semi coperti dalla loppa scabra e colla. resta, fo. rano i sacchi (Bròmus stèrilis) 1> (Magazz.). (Tollem. 194). Da foriire (lat.). (R. e. W. 3430). forasacco v. s. fora re. foràstlco a.gg. della mont. pist. e di Roma, poco socievole, selvatico. (Ségneri, di Nettuno). Da forasticus (lat. pop.) (da foras ). (Bloch, s. farouche; R. e. W. 3432). 16rbicl s. f. plur., arnese da tagliare, formato da due lame incrociate con due occhi per infilarci le dita; forfecchia (l. D.a furc'illa (lat.), con cambio dì suffisso. (R. e. lV. 3594). forcina v. s. fordlla. forese s. m. ant., contadino. (Cresc. volg.; M. Vill.; Saech.; Canti carn.). Ant. foresello (Collaz. S.S. Padri), foresetto, -a, jorosetto, -a (lUme ant.) (forosetta ancora dell'uso letter. o scherz.). Da •for'énsis (lat. pop.) « di fuori 1>. (R. e. W. 3434). forista s. f., bosco molto grande. l!'orestaro (ant.) (G. P. Maffei; Oudin); guàrdia forestale. Forestis (a. 774, Bobbio), foresta (a. 928: Cod. pad.); in una carta merovingia del 648 f orestis (nel 667 forestarius). Il termine provenne dalla Francia, dove indicava in origine una foresta reale, ma la spiegaziòne dello stesso è dubbia. (Bèzz. 94, n. 4; Bloch, s. for~t; R. e. W. 3459; Gamillscheg, Rom. germ. I 212, 155). forestlèn, (agg.) che è di fuori, non del paese; (s. m.). (Bocc.; G. Vill.) . .Ant. forestaro, forastiere, -o (Gherard.).

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    tonna

    foreto Forestaria (ant.) (Storie pist.), fo• resteria >, forestieria . foreto 1 s. m., saettuzza. (Nicotra; Manfr., a. 1901). Da foret (frane.). foreto 2 , macchia inaccessibile. Termine riportato nel Canev. da un passo del Giorn. Agr. Tosc., ma forse sbaglio per forteto. , forfait s. m. frane., còttimo; taccio; lavoro a taccio. À. forfait (,)crcp6poç . V. pròspero 2; fiammifero. fosfuro v. s. fòsf oro.

    f6sla s. f., scavo lungo e stretto fatto

    nel terreno; sepoltura (Dante). Fossetta (Redi), fosserèlla (Palladio volg.); fossata (ant.) > (Oudin) (nel Della Casa .fra tanto). Da lnfra (lat.) (Varohi). Di origine oscura: cfr. frane. ant. fresé, frasé (dal sec. XII) ,, gallonato, pieghettato*; .fraiser ,,increspare* (dal seo. XVI); fraise «colletto increspato •> (sec. XVI); prov. ant. fres t oontorno, gallone •> ; fre.zar . (Bloch, s. fr. Variante occultiva pist. e romana : fresca (a Roma pure frescàccia; frescone per fregnàccia; fregnone). Frigna (ticin.) (Biring.); frittat,a (Belline.); frittèlla (Cresc. volg.); f rittellajo (Leggi e Bandi); soffriggere; soOritto (s. m.) ( Libro son.). Da frigfre (lat.) (greco p•1yw (B. Davanz. ; l. frugivoro agg. scient., d'animale che mangia o frutti o semi. (A. Cocchi, a. 1743). Formato da jrux, friigis (lat.) « frutto » secondo carnivoro, lat. carnfoorus. trugnu61o s. m., grande lanterna a riverbero che abbarbaglia gli uccelli o i pesci, di cui si va alla caccia o alla pesca di notte. Andare a frug,riuòl-0 (Canti carn.). Ji'rugnolare (Buon. il G.). Nel Crese. volg. e nel Salvini fornuolo, detto cosi da forno, per la somiglianza tra questo e l'arnese di ferro stagnato dentro il quale è posta la lucerna detta tèsta o bòtta. (A. Gl. It. XV 215; Diz. mar.). frugolo v. s. frugare. trulla v. s. frullare. trullana v. s. furlario. trullare v., (intr.) di cosa che gira rapida ; del rumore delle ali degli uccelli che volano; soffiare (del vento) (Fazio); (trans.) agitare col frullino (Marrini; Gherard.). Jt'rullo (degli uccelli); (ant.) ; frulla « cosa da nulla i>; frullino ; frullone « sorta di cassone che serve a cernere la fa. rina col buratto ; impresa della Crusca (Salviati); (ant.) sorta di giuoco dei ragazzi Bellini) (nell'Oudin frulle « ali ossi i>) ,>. Da suoni imitativi: cfr. fru fru (Tomm. e B.), frane. frou-frou. (R. e. w. 3464). frumento s. m., grano; cercale (Cresc. volg.; ~'. Guice.; Domenichi; Canev.). Frumentone (v. jormentone); frumentoso (ant.) (Buon. il G.). Da friimfotum (lat.) . Da fil.gire (lat. pop.), lat. olass.

    (Bellini); fruttato (s. m.) (G. Targ. T.); frutteto (G. Targ. T.); fruttevol.e (ant.) « che fa frutto » (Esopo volg.; Fazio) ; fruttare (Cresc. volg.); sfruttare; sfffl{tato

    (Libro

    prediche);

    fruttivènàolo

    (Petrocchi).

    Da frii.ctus (lat.) «utilità.; guadagno ; prodotto utile >>, anche fructus arborum (da frui « godere di qualche cosa, ricavarne utile »). fruzzlcan v. s. frugare. fuclcnone s. m. tosc., bruco della fa. lena del pomo (Carpocapsa pomonèUa). (Salvini; Canev.). Forse da •fucinio o da •fucilio, -onis (lat.), derivato di fiicuB « pecchione», per la somiglianza del fucignone colla larva dell'ape. dall'aspetto di un vermiciattolo bianco. (.A. Gl. It. XIX 199; Dacor. IX 179). fuclle v. f ocii.e. fuco 1 s. m. scient., genere d'alghe con pannocchie di un porporino bellissimo, usato un tempo per belletto (Salvini): belletto (Oudin). Da fucus (lat.) «fuco. (alga); belletto rosso». Latinismo come fucato (disus.: Firenz. eoc.; Berchet) «:finto; affettato », da f ucatuB. Oudin à fucare «imbellettare» (lat. fii.care). Il lat. fucus dal greco cpuxoç. fuco a s. m. non pop., pecchione. (Cresc. volg.); uomo ozioso, che vive del lavoro altrui (Za.mb.). Da. fii.cus (lat.) « pecchione o. (Fanf.). Non dal frane. fumet « profumo di vivanda>>. fumo s. m., vapore, esalazione, soprattutto da materia che brucia; superbia (M. Vili.). Ant. e ora volg. fummo. Fumana (dal sec. XV; Viani I 549-550; Diz. mar.); fumea (ant.) > (Benciv.; Salvini: fummea) (v. s. bufèra, per -èa); fumàcchio >; fumetto (v.). Da fiimus (lat.). Da fiimariolum l'it. fumaju; focoso (Ottimo); focàtico (Vita Gola; Rez.); affocare (Dante); infuocare, infocare; infocato (Jaoop.); capifuòco (v.). Da f iJcus (lat.) (R. e. W. 3400). fullrl, che non .è nel posto in cui si parla. Fuòri di (prep.) (juòri di strada; fuòri di mano, anche fuòr di); (avv.) fuori del luogo detto. Di fuòri. Anche fu (Albertano volg.); fuòruscito f bandito ( dalla patria) (Ariosto) ; esule, emigrato per ragioni politiche (Botta: Ugol.) »; f'UQ1'UJ6'rdo (v. Diz. maT.); fuòrusciTe, fuòruscita (scient., a. 1925); fuoTché, foTchi (Rime ant.). (Tollem. 124). Dai lat. fl!Tas, foris. (R. e. W. 3431). tu6ruscfre; fullruscfto v. s. fuòri. turare v. s. fuTo. furbo s. m., vagabondo, mariolo (Lu.igi Pulci); (furb.) compagno; persona molto accorta (Lippi). l!'uTba (ant.) (Luigi Pulci); furbo (agg. ant.) (Berni: lingua fuTba); furbesco (Buon. il G.: parlar furbesco); (s. m.) (Garz.: parlando in zergo, e furbesco); furberia (Garz. 575); furbare (ant.) (Garz. 715), furbeggiare (ant.) (Oudin). Facilmente da fourbe (frane. gerg_, a. 1455) ~ladro» (fourb" t marioleria•>, sec. XV), da jourbir •nettare•>, in quanto il ladro netta le tasche ecc. degli altri. (Sainéan, Sources argot Il 351, Sources étym. I 352-'3, Lang. paTis. 69-71; Prati, Voci, p. 9-10). furetto s. m., specie di donnola originaria dell'Affrica e addomesticata in Europa, usata per la caccia dei oonigli (Must.èla furo). (Cresc. volg.). lf'urettare (ant.) . gamtlla s. f., vaso in forma di scatola, a~ solito di ferro stagnato, un tempo di legno, con coperchio e con manico, nel quale è versata la minestra per ogni rancio di marinai o di soldati (8 razioni). (Saverien, a. 1769). V. gavetta 1 • Gamellino (Diz. mar.). Da. gamelle (frano., a. 1611), e questa da gamella (o camella) (spagn., dal sec. XIV): da camella (lat.) > ( da camfra >). Meno probabile ò che gamèlla (it.) sia venuta da gammella (nap.) (nel D'Ayala anche camelia), che è forse dallo spagn., sebbene le attestazioni nel nap. siano dalla metà del sec. XIX. (Zacc., Elem. iber. 189, 472; Diz. mar.). camma V. S. gammautte. gammautte s. m., bisturi. (Luigi Pulci). Anche gammaut (Forteg.). Oudin: gamauto; Leone: gamautte. Da. gammaut (ant.) per gamma (dalla terza lettera dell'alfabeto greco), nome della prima nota musicale, che era indicata pure con ut, prima parola della prima strofa di un inno a San Giovanni Battista, dal quale Guido d'Arezzo (c. 995-1050) ricavò i nomi delle note. È da supporre che il gammautte operatorio abbia preso codesto nome perché dava principio agli strilli del paziente. V. ce-Oautte. 1ammurra s. f. ant., sorta di panno (gammurra da calze [calzoni]: Quad. conti) ; veste da donna portata per casa o fuori sotto alla veste principale (Canti carn.). Anche camorra -

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    (pure nel Sanudo), gamorra (Oudin), gamurra (Firenz.). Gammurrina(Med.), -o (Canti carn.), gamurrino (G. Gozzi). A Novellara (Modena) camora (sec. XV); friul. camore; Gamòrra, cognome !t. (A. R. IV 93, n. 3). Ctr. ligure ant. aamerra, forse •mantello, (À. Gl. lt. XV 62). A Cagliar! sul principio del sec. XIII nna compagnia formata da mercanti pisani per la difesa del paese dieta de Gamurra. (F. lt. IX 24·25).

    Termini d'ignota origine. (Levi, Diz. 130). gamurra v. gammurra. ganùcla s. f., mascella. (Allegri). Ganasce (term. di mestieri) (D'Alb.). Ganascino (prèndere il-) (Manzoni); ganascione (ant.) « mostaccione (colpo •> ( Oudin) ; sganasciare (dalle risa) (Buon. il G.). Forse dal lat. tardo ganathus (greco yv. (Diz. mar.).

    rara s. f., il cercar di superarsi l'un l'altro (M. Vill.); (sen., pist. mont.) capriccio collerico. A gara (G. Vill.). Garoso .(B. Davanz.); (luooh.) « ostinato•; gareggiare (Pand.); gareggiamento (B. Davanz.); sgarare (ant.) (Firenz.); garbatezza (Moniglia); garbeggiare (ant.) (Patriarchi, a. 1775, p. 368). Da guérite (frane.). Garita (llerni). Da _'"!]_arra {gal~.). parte della gamba, da cm 11 frane. Jarret. Recente è l'it. garrese (Leone, a. 1828), frane. garrot. L'Oudin traduce garrese con . Dall'alto ted. medio karg >. Garga > del gergo dei coatti è la torin. garga (Zalli, a. 1830), femm. di gargh « pigro, poltrone ». (Levi, Diz. 132; R. e. W. 467B). garc6tta s. f. non com., osteriuccia dove mangiano senza stendere la. tovaglia. (Rigut., a. 1864). Gargottara (Roma) > ; gargagliare, nel senso di (Ciriffo; Varchi) (v. gorgogliare); sgargagliare (Aret.). Da *garg- imitativo. (R. e. W. 3685). gulgllo s. m., parte della noce contenuta nel guscio. (Vopisco, a. 1564; (Vallisn. ). Anche gheriglio (A. F. Doni; Serdon.). Garuglio . Con galòfaru vanno uniti garuffula di ventu (còrso) (rufulu, rufulone a Centuri), garòmpulu, carmfulu (cal.) >): cfr. rèfolo nel Diz. mar. Il ga-, ca- può avere altri riscontri, (v. llitazioni nel F. It. IX 25). Forse vi si connette il frane. gouffre « gorgo ; abisso» (per cui v. Bloch). (A. Gi. It. XXVII 181, 193-'4; A. R. XV 244). . gar6fano s. m., bf>ttòne dei fiori d'un albero delle Molucche (Caryophyllus), usato come droga {Dante; Benciv.); genere di viole che ànno odor di. garofano (Dianthus) (Ma.gal.). Anche -

    chiòdo di garòfano {v.), contad. garòfolo (anche vèn.). Garofanato {agg.) {Cresc. volg.; Bocc.); garofanata . (R. e. W. 3691). gilrroao v. s. gara. garugllo v. s. gariglio. garza (con z dolce) s. f., specie di aironi. (Ramusio; Redi). Anche sgarza (Gherard.). Ant. garzo; garzara; garzetta (Oudin); garzetto (Luigi Pulci); garzaja (ant.) ~ luogo dove fanno i nidi le garze t (Savi). Oudin : garza (con z dolce) ~ une pie (o gazza) : selon aucuns ; une aigrette ou héron >> ; venez. garza e sgarza (con z dolce), specie di aironi (Ardea). Forse da arafo (lat.) (l\fanfr., a. 1901), nel Panz. gasista; gas luce (a. 1857), gasluce (s. m. disus. raro) ( Oudin) ; gattigliare « leticare >> ( v. sotto); sgattigliare (ant.) «sborsare; 1,1olleticare; sbrogliare come una matassa (Oudin) »; gatton gattoni (gattone gattone nell' Aret.) ; gattamòrta ; gattabuja (v.); gatt.òrbola (v. sopra); gattomammone (v.); gattopardo (v.); gattozibetto (v. s. zibetto). V. gattoni s. gòta. Gato nel Contrasto di Rambaldo di Vaqueiras (c. 1190); in antico (Novell. ecc.) e in frasi e proverbi è molto frequente gatta (f.) per gatto, e gatta può essere la forma originaria, continuatrice di _catta (lat. del sec. IV) per cattus (f.) (anche gattus). Il nome gatto (nave), lat. baBBO catta, cattus, gattus ( anche nella Oron. altin., a. 1148), è uno dei diversi nomi di navi venuti da nomi di bestie. (Diz. mar.). La macchina guerresca era detta cattus dai barbari (sec. IV). (Sainéan, Chat, v. indioe; It. D. XIV 110; Lingua N. II 86; .A. Gl. It. XIV 279; Rizzatti 52-'3; R. e. W. 1770; per gattigliare: .A. Gl. It. XIII 421 n. 2, XV 492-'3, XVII 413). 1att6 m., pasta di farina, burro, uova; focaccia. Nelle due prime stampe del Fanf. e A. gatò, e cosi nel venez. Boerio (a. 1829), in questo per « vivanda con mandorle e altri ingre-

    s.

    -

    dienti »; nel sardo Porru (a. 1832) gattò « migliaccio ; berlingozzo ; focaccia di mandorle >>. Gatò per > non è del tutto chiarito. (R. I. Lomb. XL 1052; Goidanich, Denom., p. 31; lt. D. XVI 167; R. LXIV 395-'8, LXV 374-'5). gattomammone s. m. disus., cercopiteco -(scimmia) (Passav.; Berni e altri); bestia immaginaria delle novellette popolari (Petrocchi). Anche gatto mammone, mammone (Allegri). Un Vasall1U1 maimonus nel 1172 (Genova); nella. canzono del Ca.etra (sec. XIII) tu semplo, milenso, mamane (F. A. Ugolinl, 1.'esti 166, v. 20). Oudln: gattomammone, aattomai1none o uatto soriano ._ auenon », mammone , ouenuche; marmotte•· Maimoni, maimonelti

    (scc. XVI-XVIII) erano I • bittoni, ossia I pifastrl di legno per legarvi I cavi sulle navi voliere •: le teste del bittoni erano foggiate In forma di sclmmle (I>iz. mar.). ·

    Da maimiin (arabo) ). Il senso militare di gazzarra sembra accennare all'araba gatiira, grido che levavano i Saraceni nell'assaltare il nemico (Grassi; Lokotsch), ma gli altri termini richiedono piuttosto la derivazione dalla gazza chiassona (e v. s. agassa). Per - rr - di gazzarra v. s. ramarro. A Roma il vocabolo fu mutato in caciara. (A. Gl. It. XVIII 416, 473). Gazzurro presenta una unione di gazzarra con zurro >, dato come disus. Da gazella, gazela (port.), gacela (spagn.), nate da gazel (arabo dell'Affrica Sett.), per gaziil (v. s. imala).

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    pldra

    1azzerln1 V'è chi scrive gazella, forma che rende gazelle (frane.). (Zacc., Elem. iber. 195-'6; Lokotsch 699). 1azzerln1 v. s. ghiazzerirw. gazzerlno v. s. gazza 1 . gazzero v. s. gazzarra 1 • 1azzetta (con zz dolce), 8. f., (ant.) nome della crazia veneziana (Oudin); foglio di avvisi o novelle scritto a mano o stampato, detto cosi perché si pagava una gazzetta (Buon. il G.). Gazzettino (Prose fior.); gazzettante (G. Bentiv.), gazzettière >; gèttit-0 (Pallav .), nel Redi per e ghèto . Che ghetta possa corrispondere a glette (frane.) ((litargirio•> non è possibile per il riguardo fonetico (l'Oudin la traduce con ). V. ghetto. (R. e. W. 3780; 4568, p. 809). ghette s. f. plur., calzature di panno o altro che fasciano parte della gamba e della scarpa. (Bandi Leop., a. 1780; Bernard.; Viani). V. ghetti nel D'Ayala. · Da guOtre (frane.), con sostituzione di -etta a -ttre. Di origine dubbia. (Bloch; R. e. W. 9577).

    11 Ghe.tto di lloma. da.te. do.I 1555, quando Paolo IV, imitando l'esempio di Venezia, costrinse gli Ebrei o.d abito.re alla Piazza Gludla., già Vicus Jrulaeorum (Moronl; Bla.sl), quello di Firenze, che era nel centro, dal 1576. Il nome di Ghètto, scritto pure Getto, oeto, secondo o.ntlco uso, ma do. leggere ghèto, Indicò noi sec. XIV un gètto, cioè una fonderia per le bombo.rde, eslstcnto In quell'Isoletta venczlan11, d.Jccndosl un tempo ohetàr per •gettare, (v. anche l'lt. ant. ohe.tta e (lMttare, o Il bellun. ghe,t , getto, germoglio (del tralcio); viticcio•). Da nota.re che Il Sabèllico (c. 1490) chiama. In la.tino jactus II Ghètto di Venezia, conforme al lat. jactus, o Il papa Pio IV (a. 1562), chiama ohectum, seu septum hebraicum Il Ghe,tto di Roma, conforme al lat. ·•1ktus. Nel veneto pronunziano ohèto, mentre l'it. ghdto (con e stretto) ò dovuto all'azione del suffisso -etto. VI fu chi, Ignorando o trascurando Il contenuto dJ articoli precedenti, e anche non sa.pendo che Il venez. a.nt. oeto ,a letto ohèto, suppose una fantastica. derivazione o connessione del ghetto degli Ebrei coll'ebr. ohet • libello di ripudio ,, ètlmo accennato già dal Da.ldln. o dal Mlnuccl (ohetto) (D'Alb.; Gherard.). (Tasslni 286-'8; A. I. Ven. LXIII 1273-1286; W. u. S. VI 205; It. D. VII 229· 230; R. Lino. R. XII 78; À. R. XVI 556563, XVII 415-420, XIX 443-450; Cocll Roth, Gli Ebrei in Venezia, Roma, 1933; R. LX 67-76, 144; Z. R. Ph. LII 731).

    ghezzo (agg. disus.) nericcio, nerastro (Guitt.; Ciriffo; Berni); dell'uva che invajola (Berni; Malat.);, maturo (Oudin); (s. m. ant.) specie di corvo (Fazio; Serdon.; Buon. il G.: Gherard.); porcino (fungo) (Libro cura

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    ghllccla mal.; aret.: Redi). Secondo Oudin, Nesi e Fanf. ghezzo con zz aspro, secondo Petrocchi con zz dolce. Nell'Oudin gezo « ramarro •>. Ghezzare (ant.) « annerire nel ma-

    turare ; essere differente di colore da quelli della propria razza ; fare lo sciocco• (Oudin); inghezzato (ant.) « annerito » (ivi). Il Sass .. notava: I Mori sono propriamente ghezzi, che è tra 'l zingano e 'l nero.

    Già il Redi derivava ghezzo da Aegyptius (lat.) o egiziano », dato il colore degli . Egiziani (cfr. frane. scherz. blond d'Egypte • di persona molto bruna»), greco Alyu1tnoc;. Notevole il gh-. (Gherard.; R. D. R. I 253-'4; A. R. XX 253, 255; It. D. V 310). lhllccla e. f., (ant.) acqua congelata (Lat.; Dante e altri); (scient.) l'insieme dei ghiacci dei mari polari (Gar., a. 1892; ghiaccia nordica europea: a. 1941). Ant. ghiacce (m. o f.) (Petrocchi). Ghiàccio (Bocc,) (r6mpere il ghiàccio, fig.: Petrarca); ghiacciaja (v.), ghiacciajo; ghiaccino (v.); ghiacciuòlo (Ricett. fior.), dictcciuolo nel Burch.; ghiacciuolo « d'una sorta di pera » (Caro); ghiacciare (G. Vill.); ghiacciato • privo d'amore•> (Guitt.): ghiac_ciata (v .) ; agghiacciare (Petrarca). Tosc. diàccio; diacciare (B.Davanz.); diacciatina (v. s. ghiacciata); ant. diaccido o agghiacciato~ (Soder.). Nomi di luoghi, tra i quali Diacceto, nel llOO Glacito. (Pieri, Topon. Arno 279). Da • glacia (lat. pop.), glacies (f., lat. claes.). (It. D. VII 227; R. Ling. R. XII 78; R. e. W. 3771).

    (hlacclaJa s. f., luogo· nel qua.le vien conservato il ghiaccio (D. Bart., a. 1681); conserva di ghiaccio (D'Alb., a. 1798); mobile con pareti isolanti per tenervi il ghiaccio e viveri in fresco; (disus.) ghiacciajo (Spallanzani, a. 1783, 1792-'7); luogo o stanza freddiseima (Fanf., Uso: diaccicija, Fag.). Ghiacciajo « grande masea di ghiaccio originata da un campo di neve persistente, che scende verso il_basso • (Omboni,.a. 1861).

    Nel primo senso ghiacci.era nell'Oudln (V. diaceera In Fant., Uso), diacciaia nel,Se.lvlnl. Nel senso di •ghiacciaio• nel 1791 ghiacci.era, e nello stesso sec. XVIII: gran Giazzaro volgarmente detto la Rosa d'Italia. Il Glacosa (Novelle) usa ghiacciaio al slng. e ghiacciaie al plur. (le due torme vl ricorrono molte e molte volte): una volta sola & ghiacciaia (67) e una ghureciai (173). Nel Carducci ghiacciaf. (a. 1889), nome dl1fuso forse dàno Stopp. La prima descrizione esatta del ghiacciai è nella Cosmooraphia dJ Sebastiano M1in11ter del 1544. Il Le.stri (a. 1788) chiamava diacciafe i , piani di ghiaccio Intorno alle mura di l nell'Oudin. Da. giandussa (pad., venez., ver.) • gavocciolo •>, (vie. bellun.) , (vèn. ant.) (a. 1348, 1360: glanduxe ; giardinwre (Novell.), ant. -o (sec. XIV); giardinwra >; giardinàggio (Lastri) (da jardinage, frane.). Termine di:trusissimo In Italia, In carte genov. del scc. X·XII iardino, nel 1105 gi,ar. dinum; In Arrigo di Castiglia (ace. XIII) Jmre giardinero , giardiniere,. Il oiardino , l'Italia• in un sonetto del see. XIII (Monaci, p. 28¼).

    Dal frane. jardin, nell'849 gardinium, poi gardinum, gardignum, derivato del frane. ant. jart, dal franco *gardo (ted. Garten), da cui il prov. gardi. (L'Oudin à un it. gardigno ). Giardinera (milan.) (grande canestra con fiori; e gelato) nel Cherub. (a. 1840), zardiniera (con z dolce) (per fiori) (venez.) nel Boerio (a. 1829). Nel },usin. (a. 1847) jardinet (di frutte), donde giardinetto. (Tra conjetti e delicature il Bresc. 95 rammenta giardinetti variati). (Levi, Palat., pa• gina 145; Bèzz. 194-'6; R. e. W. 3684; Gamillscheg, Rom. germ. I 191-'2). 11arra v. giara. 11arnttlère s. f. plur., legacci; legac•

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    Da iarrelières (frane., ant. jartières, dal 1360) (ingl. garter), derivato da jarret « incavo del ginocchio >>. (Crusca; Bloch). 1laurro s. m. letter., nome dato dai Turchi ai non musulmani. Giauri ; becco ciaurro « fara• butto >>; cal. ciavurru « cialtrone~. Dal turco gjaur. (A. R. XX 249; It. D. XV 193-'4; Lokotsch 632). glavazzo s. m., bitume nero indurito, lustro. Ncll'Oudin giavdzzo (e ambra nera), 9iaietto, in frane. geais, iaiet. V. giavazzo, giajetto nel D'Alb., che dà anche il termine di ambra bruciat.a. Lo Zamb. dà pure giaiazzo. Anche gagate. V. gè. Giajetto da jaiet; in giamzzo è mutato il suffisso : frane . .jaiet, jais da gagates (lat.), greco ya.ya.-r7Jç, ~a~a città antica di Gagai nella LlCia. (Zamb.; Bloch, s. jais). glavelllna v. s. giavellotto. glavellotto s. m. ant., sorta di dardo che si lanciava a mano. (G. Vili. : g.iavellotti a fusone). Dal frane. javelot (dal sec. XII), dal gaa. gabalus «forca~ (Isidoro). Ne derivò javeline (c. 1327), da cui le it. ant. giavellina (Montec.), giaverina (Oudin), in tempo pili antico detta chiaverina (Storia d' Aiolfo; Firenz.; Tassoni), che indicò un'arme in asta per percuotere o da lanciare, in tempo pili recente chiamata partigiana. (Grassi). In chiaverina non sembra presente clava (A. Gl. It. XXXIV 62, n. 2). (Bèzz. 182; It. D. XVIII 34-35). l!bèrna s. f. m.ilit., tasca da cartocci. (D'Alb.).

    IIINttO

    Frane. giberne (a. 1752). Questa vien derivata da gibèrna, la quale fu accostata. o fatta derivare da :mberna « bisacce >) (lat. ser.. IV), ma gibèrna è molto recente, e forse va colla port. algibeira , da cui li giuniori (letter. ant.) « i piu giovani>>. (R. e. W. 4623). glgiltto s. m., cosciotto di castrato. (Oudin; Bardi; Pane.; D'Alb.; Panz.). Dal frane. gigot, da gigue «gamba» (Illoch). gllè s. m., panciotto. (D'Alb., a. 1804, s. panciotto). Nel Fusin. e Fanf. e A. gilet, nel Manfr. {a. 1883) gilè, giletto. Gilettaja «lavoratrice di gilè ». Da. gilet (frane., a. 1736): da jileco (Hpagu.) nato dal turco jelPk "panciotto », da cui anche gl'it. giulece-0 (Menz. ), giulecca (Minucei) >, genov. gilecco (Benciv.; Boiardo); gineprino (Panz.: a. 1918, s. gin); ginepraio . Da jentperus (lat. pop.) per junlperus (lat. class.). (Il. e. W. 4624; Pieri, Topon. Arno 240-'l). &lnàtra s. f., specie di pianta delle leguminose che fa fiori gialli (Genista odorata) (Bocc.); altre specie (v. Canev.). Ginestràggine (Ricett. fior.); ginestreto (G. Morelli), -a (ant.) (Baldov.); ginestrevole (ant.) « pieno di ginestre•> (Bembo; l!'irenz.). Tra i nomi di luoghi una Genestria del sec. XI. Da gfoesta (e genista) (lat.). (Pieri, Topon. Arno 239; R, e. W. 3733). glnetto v. ginnetto. clnglllo v. s. cincinno. glnglva v. gengiva. glnnàslo (con s dolce), s. m. (stor.) palestra per esercizi del corpo presso gli antichi ('l'ol.) ; specie di scuola (Vai; :'dontec.); scuola secondaria classica che precede il liceo (Giorg.). Ginnasiale (agg.) ('fomm. e B., a. 1869).

    Dal lat. gymnasium, greco yuµv&.aLov • esercizi del corpo; luogo per gli esercizi t, da yuµv&.~w « fo esercizi ginnastici~ (da yuµv6ç , perché essi si facevano col corpo nudo). Ginnàstica (Salvini) da gymnastica (lat.}, greco yuµv:xo--rLK7J. glnnàstlca v. s. ginnàsio. ginnetto s. m., razza di piccolo cavallo, spagnolo. (Ariosto). Ant. giannetta (Luigi Pulci; Ariosto; Allegri), ginetto (Garz. 641 ). Da jinete, ginete (spagn.} « (ant.) cavaliere armato di lancia e scudo; cavaliere abile; cavallo buono per portare il detto cavaliere*· Da Zanéita, Zenéta (con imala} (arabo}, una delle tribu berbere passate in lspagna, che forni valorosa cavalleria ai califfi. di Granata. (Zacc., Elem. iber. 203-'4; Lokotsch 2192; Gonça.lvez Viana I 509-510). glnocchltlla s. f. pavoncella (Vanimus cristatus). (D'Alb.). Detta probabilmente eosi per avere le cosce denudate di penne. 1lnocchlèra s. f. ginocchiello. (Darch.}. Frane. genouillère. Con ginocchiera l'Oudin traduce ge11-0uillere de botte. glnocchlère s. f. plur., due palette di legno sporgenti di sotto la tastier.a dell'armonio, che, mosse dalle • ginocchia del suonatore, servono a ottenere il crescendo. V. s. ginocchio. glnllcchlo s. m. (plur. ginòcchi e ginòcchia, f.), parte dell'arto inferiore corrispondcute alla piegatura della coscia colla gamba. Ginocchièllo (v. Crusca}; ginocchièra (v.}, ginocchière ( v.); ginocchi.èlla (v.}; ginocchietto (Matt.); in ginocchioni; ginocchioni (Passav.), -e (G. Vili.}; inginocchiarsi (Cavalca), anche di cose piegate, che fanno gomito (Vas.); inginocchiata « finestra coi ferri sporgenti •> (Salviati); inginocchiatojo (Gelli), nel Magal. inginocchiatoro; inginocchicnie (ant.: Guitt.). D.al Jat. genìlciilum per gen'icìllum (Meyer-Liibke, Einf., 2 p. 181; Grandgent, p. 25, 38). l'er l'ò di ginòcchio cfr. conòcchia, fìnòcchio, pannòcchia, pidocchio, ranòcc:hia, -o, nòcchia. (Merlo.

    4,94 -

    1••J• Dial. Bora 149; It. D. V 81, XIII 105, 126, n. 6). (R. e. W. 3737). Inginocchiarsi discende daJ lat. pop. •tngfoucula.re (ivi 4420). itnsen1 s. m., radice del Pana:,; ginseng, pianta delle araliaoee della Cina e della Manciuria, aromatica e amara, stimolante e tonica, di cui vien fatta una bevanda salutifera secondo i Cinesi, Giapponesi e Tàrtari. Nel Leone (a. 1828) ginseng, gensang, ginsong, ginsung, in O. Targ, T, ginzang. Ginseng, erba preziosissima, che i Ohinesi stimano cosi valorosa, che può far vivere senza ribrezzo di ma"lattie. (Redi). Daj8nsh8n (cinese): da jln , uomo>> e sh8n • radice del PQITUl(J; ginseng >> ( questa somiglia a una figura umana). (Lokotsch 955). clocare v. intr., eseguire esercizi piacevoli gareggiando oon altri per guadagno, ambizione, svago, divertimento; trastullarsi, baloccare (Esopo volg.). Anche giuooore, ant. giucare (comune presso gli scrittori). Giocatore, ant. giucatore, giuocatore; giocàttolo (v.); giocherellare (Tomm. e B.); giocacchiare (Oudin); giocucchiare (Tomm. e B.), giochicchiare (ivi). Da jocare (lat.). (R. e. W. 4585). llocàttolo s. m., oggetto di tra.stu}Jo per i bambini. Piu. ant. giocaglie (Carena I 82)t V. balòcco. Il Carena scrive che meroontl toscani, avendo ricevuto cBSSe di oodeètl tre.stulll da un emporio parigino Intitolato Bazar tù 1ou· f= PO'UT 1es enfans (1), lo tre.sformarono prontamente e opportunamente In Fiera di giocattoli pei fanciulli. Il Boerlo registra però zouà· tolo • balocco, glocollno •; IW(latolàr , gluocolare •; zouatol6n • fraschetta, balone ,, parole venez. alle quali si accompagnano lt:U(ldtolo e lflUUatolare pad. (Patriarchi, a. 1775).

    Giocàttolo è forse di origine vèneta. 116co v. giuòco. 116col6rza v. s. giuòco e fòrza. cl~lan 1 s. m. ant., buffone, giullare. (Bocc.; Della Casa.). Anche giuocolare (F. da Barb.; Novell.), giocolaro (La.t. ; M. Vill.), giucolare (Guitt.; Novell.). Dajocula.ris (lat.) •scherzoso~- Giocolatore (G. Morelli; Canti carn.; Buon. il G.) viene da jl'Jcula.tor, -oris •buffone~- Giullare (Giamboni e altri),

    -o (Novèll.), giollaro (F. da Barb.), in Mate.sala Criswfano giolare, donde giullaresco (Cavalca.), viene da joglar (prov. ant.) (frane. ant. jougler), a sua volta da j l'lcularis. In gioladro (Gradi B. Gir.) a -aro sottentrò -adro, (Rez., s. giullare; Bèzz. 127-'8). elocolare I v. intr., far giochi di destrezza (Luca Pulci); trastullarsi (Forteg. ). Giocolatore, giocolatrice (Ca.detti); giocolière ). (R. e. W. 4608). c•oe•I• i V. s. giogo. cloéllo V. s. lògUo. gioco s. m., arnese di legno che, attaccato al timone e messo sul collo dei buoi, li fa tirare il carro o altro; servitu., soggezione (Giamboni); cima di monte (G. Vill.). Giogaja , piu gioghi di monti, (P. Giambull.), giogana (di monti) (tosc. contad.) (G. Ta.rg. T.); giogàtico > (Allori; Salvini); ag. giogare (Ovidio, Pist.); giovàtico (a.. 1409). In nomi di luoghi anche Giovo (Prato a Giovo; Pòggio dei Giovi) (Pieri, Topon. Arno 313). D11, jugum (lat.) « giogo, anche di. monte•· (R. ·e. W. 4610). Cl6Ja s. f., contentezza. fortiBSima. (molto usata dal sec. XIII); pietra preziosa. (dal sec. XIII); cosa o persona. ritenuta preziosa (Dante). Giojoso (dal sec. XIII); gioire (dal sec. XIII); (ant.) gioiett,a, (pietra preziosa) (Ja.cop.); fmercanziola.• (Bocc.}. In Poesie a.non. (sec. XIII) gioe (plur.); in Inghilfredi gioi (s. f. sing.) (frane. ant., prov. joi). Da joie (frane.), anche per « pietra preziosa >>; joyeux; jouir. Da gaudia, plur. di gaudium (lat.); *gaudire

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    gloJ•uo (lat. pop.) per gawre. (Bèzz. 238-241; R. e. W. 3702, 3705; Levi, Palat., p. 149). gloj6llo, s. m. (ant.) piu gioje legate insieme (sec. XIV); gioja (Della Casa). Giojellière (Libro motti) ; ingiojellare (D. Bart.; Salvini); ingiojellato (Buon. il G.). . Dal frane. ant: foel, poi joyau. Da 1ocale (bassolat. jocalia ) accostato a joie. V. scioccàglie. glorglo (fare Il -) frase ant., fare un f~ntoc?io di le~e secche per brumarlo m segno d1 festa (Berni); fare il bravo (Varchi; Buon. il G.). (Crusca; Pico Luri, p. 25). Far giorgio > (lucch. ant.). Giorgio è Il nome del fantoccio carnevalesco anche in Sardegna. (Giouli, (lioli) e richiama Il 'Verde Giorgio• di usi sie.vi e romeni, derivati dalla. festa di San Giorgio (23 aprilo). Il turh. giorgio , fuoco, deve dipendere dal Giorgio che si bruciava. (~'re.zcr I 212-'6, III 36-117; W. u. S. III 196-'8; It. D. XVI 158; ~lglior., Dal n. pr. 131, 224; Prati, Voci, p. 101, num. 176, 177).

    glornale s. m., libro nel quale si notano le partite dei negozi (Varchi) o altri fatti, soprattutto pubblici (B. Davanz., vers. degli .Annali di Tacito) ; foglio a stampa giornaliero o non, con notizie politiche, letterarie ecc. (Fiacchi). Giornaletto (nel primo senso) (V. Borgh.); giornalista (G. G. Orsi; Zeno; Bracci; D'Alb.); giornalismo (a. 1868); giornalistico (Petrocchi); giornalajo (Arlia, Voci). Awisi tu Il nome delle prime gazzette. Fin su oli awisi putiblici d'una città e segreti d'un'altra delle maoowri d'Italia, se ne spacci,> la fama per tutto il mondo. (D. Ba.rt.). Avvisi o fogli alla mano, scritti a. ma.no, e oa=ette furono In uso nel sec. XVI, a Venezia. e altrove (In Francia uazette da.I 1600); In Toscana. una gazzetta nel 1636. Un Giornale dell'Italia.Letteraria usci e. Padova dal 1802, o un Giornale Italiano a Mila.no dal 1804. V. gaz. rutta. Giorffale da. giorno (v.) (cfr. il raro a.gg. lat. àlurnalis). (Bloch, s. four; R. e. W. 2700).

    glornlno v. s. giorno. ,1orno s. m., spazio di tempo in cui 11_ Sole ~esta sopra l'orizzonte; spazio d1 ventiquattro ore comprendente il giorno e la notte. Anche di (v.). (V. Viani). -

    Giornata (Giamboni; Viani); giornale (agg. ant.) t giornaliero» (dal sec. XIV); giornalièro (agg.) (Redi); -o o -e (s. m.) « operajo » (G. P. Maffei; Ségneri; Viani); giornale (s. m.) (v.); giornalmente (Tratt. pece.); giornante {s. f.) • donna a giornata* (Fanf., Uso); giorneare (ant.) ; aggiornarsi (Petrarca) (bassolat. adjurnare); aggiornare; aggiornamento (v. Ugo].; Fanf. e A.). Da diiirnum (lat. pop.) (nel lat. class. vale « razione giornaliera•>), dall'agg. diurnus «giornaliero» (da dies). Punto a giorno (Soder.); giugnolino >). (It. D. VII 200-'3; R. e. W 4613). clunca s. f., sorta di bastimento della. Cina o dell'Estremo Oriente (Stratico). Ant. giunco (Varthema; Sass.; Serdon.; Carletti; Botta), jonco (A. Pigafetta), zoncho (Fra Mauro, a. 1457; Sanudo), gionchi (Sa.nudo). Quosto da junco (port., spagn.), giunca da jonque (frane.): dal malese gung . Il termine era conosciuto già da viaggiatori portoghesi del sec. XIV. (.Tal; Zacc., Elem. iber. 206,475; Dict. gén.; Lokotsch 753; Blòch; Diz. mar.). giuncata s. f., latte accagliato messo a scolare su piccole stoje o in forme di giunco, dette giuncate (Fa.nf., Voci). Ancho felciata (Oudin), rave!lgiòl-0, ra1;iggiòlo. Iuncata in Salimbene, giuncata nel Ilurch. e altri (Canev.), nell'Oudin gioncata, giuncata «ionchée» e vendigioncata, vendigiuncata (Cavalca). Da jiirare (lat.), da jùs, jiiris « secreto; diritto». Giuramenti:> da. jiiramfotum. V. gi·uri. (R. e. W. 4630, 4629). · giuri s. m., riunione di cittadini incaricati di dare sentenza. nei tribunali (in Piemonte dal 1848); commissione incaricata di giudicare di meriti, ricompense, quistioni (a. 1868). Anche giuria (Panz., a. 1905, s. giurì). Giurato « membro del giuri» (Less., s. giurì). , Dal frane. jury, a sua volta da.ll'ingl. jury. (Bloch). giusquiamo s. m., genere di piante delle solanacee, delle qua.li due specie sono velenose e medicinali (Hyosciamus albus; H. niger). (P&lladio volg.). N ell'Oudin giusquiàmo. Ant. juschiamo (Ca.nev.), jusquiamo (CreAc. volg.), josciamo (Matt.; Vallisn.). Anche dènte cavalli11-0, èrba da piaglae. Da. hyos,:yamus, jusquiamus (lat.), greco uoaxu~µoç, alla lettera. . (Sainéan, Chat, p. 60, 62, 63, 64; R.

    ,ede.

    XLlll 401). 8111111-gnam

    s. m. inva.t., popolo del-

    l'Aftma; Centra.le. Seoondo la 110rit-

    tura tedesca e inglese N iam- niam, usata anche in italiano, sin dal tempo dell'Antinori (a.. 1867,. Gnam-gnam in lingna dinoa va.le « mangione » e in lingue bantlu gnama vale ). Nel secondo significato gnocchi nel Garz. 700. V. maccherone. Gnocco nel Folengo, gnuocchi (secondo senso) e gnocca nel vicentino Magagnò (Bortolan). Non par:_ possibile che grulcco sia da •Mcchio. E facile che esso sia *nòcco (v. Mcca) con gn da confrontare forse con quelli di gnàcchera, gnucca (Rist. d'Ar.): ingolùire « mandare in gola•> (Fazio); ingolla (arnese) (Fanf., Uso); sgo1,a,rai (Tomm. e B.); sgolato (agg.) ~ (ant.) seollato (Buti); ciarliero (Giamboni,; BOggolo (delle monache) (lled.), ant. soggo1,a, (Citol.). Da gu1,a, (lat.). In gol1,a,re, ingol1,a,re entrò còllo (R. e. W. 3910). CoJal V. gu1,a,s. cotena s. f., banchina., parte del letto del fiume a.l piede dell'argine, che resta asciutta. (Guglielrnini; Canev.; Diz. mar.). Termine originario della regione del basso Po (Polt'sinè): forse da goT,a,, formando la golena come la gola dell'argine. goletta s. f., nave oon due alberi verticali con vele a.uriche e con bompreBl!o. (Finé.). Nel Botta gofflJtta. Da goel.ette (frane., nel 1752 goualette), anche ~ TOndlne marina», probab. da goiland (Panz., a. 1918), anche gol{IITW (Mmmo 69, 442), vit'ne dall'ingl. golf (-ooat), detto cosi perohé usato per il gioeo del gòlf. collo s. m., ampio F.eno di ma.re che fa arco verso la spiaggia, con pii.i o meno larga apertura verso il mar-e. (Dante). Ingolfarsi (v. Diz. mar.). (Del lùcch. infoloarsi « intrigarsi o v. A. Gl. It. XVI 449). Venez. sec. XV, XVI col/o, anche nel Bembo. Verso. il 1000 Qua:rna,rii culf'um, nelle Rime geoov. : gorfo, Da x6Àcpo,; (greco tardo), greco x6À1to,;, lat. colpus. (Pieri, T> (F. da Barb.; Bembo); grameggiare (ant.) • diventar miserabile>> (Oudin). Forse da gram (germ.) «affanno; .cordoglio >>. (R. e. W. 3834; Gamillscheg, Rom. germ. II 142-'3). gràmola s. f., maciulla per dirompere lino o canapa (Cresc. volg.); ordigno dei pastai per lavorare la pasta da minestra (D'Alb.); (ant.) madia (Oudin); (ant.) mascella (011din). Gramolare (lino o canapa) (Cresc. volg.); (pasta) (Garz. 857; D'Alb.) (" impastare e pestare t nell'Oudin); pane gramolato (Alta Italia) (D'Alb.); gramolata (v.). Abr. gràmbule, alto it. gràmola; bol., moden. grama, prov. gramo; galiz. gramil « scotola >> ; arag. gramar (verbo) ; bresc. grémola. Termini formati dai suoni imitativi •cram-, *gram-. (B. D. R. III 10; R. e. W. 3838 a). gramolata s. f., acqua concia con zucchero, sugo di limone, cedrato o altro, o congelata in modo che diventa granellosa e piu sciolta del gelato (D'Alb.) (anche granita, nel Salvini gragnolata); (scient.) nevischio; neve ghiacciata, donde à origine un ghiacciajo (frane. névée, ted. Firn), a monte della quale -

    vi è la neve farinosa. (nevi perpètue) (Stopp., a. 1873, Bel paese IV 15). Da gramolare, rompere il ghiaccio. grampa s. f. ant., zampa. (Vita S. Gir.; Burch.; Ca.mm.). Anche rampa (Caro). G-ràmpia (marin.) ); rampare (ant.) (Varchi). Da grammàtica fuso oon muffa >. (Prati, Voci, pagina 105). grana s. f., chermes (insetto e colore) (il colore detto grana presso Guinic. ; Fra Giord.; Tav. rit.; Fior. d' lt.; M. Vill.); costituzione molecolare dei corpi (Biring.); intaccature fatte sulla superficie nei lavori a cesello (Baldin. ;

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    ·grànchlo

    granadiglia D'Alb.); cacio parmigiano (Petrocchi); tabacco a granellini (D'Alb.). In Proverbia que dicuntur (sec. XIII) grana « droga >>. Granire >.

    ,ranb6stla s. f. ant., alce. (Tratt. segr. cos_e; Redi). Anche gran béstia. E la piu grande specie di cervi viventi. Gran can v. s. khan. ,ranc6vola s. f., gra.nchione (Màia squinado). (Matt.; B. Baldini; Redi). Nell'Oudin anche grancéole (plur.). Da. granzéola (vencz.) «femmina.del granchione •• che pare granzo « granchio o unito a zéola >; (avv. ant.) (Bocc.; Tav. rit.); grandicèllo (Bocc.); grandetto (Redi); grandicciuolo (ant.) (Vita Cristo); grandiccione (a.nt.) (v. Gherard.); grandiglione (s. m.) (Fanf.) (It. D. XVIII 144, 149 n. 1); grandioso (Dante); grandiosità (Algar.); grandezza (Dante); grandigia (Mor. S. Greg.); grandemente (Novell.); grandeggiare (Rime ant.); aggrandire (intr. ant.) (Guitt.); (trans.) (G. Vill.); ingrandire (Cino da Pist.); ingrandimento (Galileo); granbéstia (v.); grancassa (v. s. cassa); granduca (T. Tasso); granducato (Crusee.) ;·granmaestro (Firenz.); granmeroé (Booc.); gran/atto (a.vv.) (Della Casa) (nel Pecor.: gran fatto èlmo. gra,va 1 s. f., (ant.) artiglio (Oudin); ferro piegato ai due capi per co}!-egare affissi o pietre (A. Cocchi) ; . (ant.) picciolo della ciliegia (Castigl.). Grappe > (Oudin) (anche garpe: Creso. volg.). Grappo (ant.) (Caro) ; aggrappare, aggrapparsi (Dante). Grappino (< ancorotto a quattro marre» (B. Crescenzio) viene forse dal frane. grappin (a. 1376) (Bloch). Da krappa (germ.) >. (R. e. W. 4760). grappa 2 s. f., sorta d'acquavite fine. (Petrocchi). Da grapa (milan.: Angiolini). Nel berg. (a. 1873) e nel picm. (a. 1891) grapa >, da grapa (lomb.) « graspo •>, perché ricavata da~ graspi: cfr. vèn. graspà . gràppolo v. s. grappa 1 gliscla s. f., (sec. XIV) grasso; (ant.) utile, guadagno (G. Vili.). Grasce_>; grascia (ant.) (D'Alb.). Da. grassator, -oris; grassatio, -onis (la.t. ), da. grassi'iri . rrasso agg., abbondante di quella sostanza. molle contenuta in una. parte del tessuto cellulare del corpo ; un po' untuoso (Ricett. fi-0T.); di terreno fertile (Giamboni); abbondante; abbondante di averi (Comp.); di risa smodate (Belline.). Giovedi grasso (Fanf., Voci). GTasso (s. m.) (Dante); gmssèllo (piu. sensi); gmssezza (Cresc. volg.); gmssume (S. Agost., G. di D." volg.); ingTassaTe (trans. o intr.) (Cavalca); ingTasso , scmper . Il primo grattacielo fu fabbricato nel 1884 (Panz., a. 1927). Grataceli (Grata.celo), soprann. it. del 1292 (G. St. Lett. It. LXV 426) à il supponibile significato di (D. Ilart.). Gravamento (ant.) « peso (G. Vill.); angheria (Ottimo)>>; gravato (agg.) (G. Vill.); graveggiare (ant.) (Feder. dall'Ambra: Rime ant.). Da gravare (lat.) (da gravis). V. aggravare. irave agg., pesante; di persona che fa le coso o parla con ponderatezza o con lentezza; dignitoso (Guidotto); molto malato (Cavalca); pericoloso (di malattia) (Redi); (ant.) gravida (Dante; Ariosto); (ling.) di acconto (Buomm.). -

    Grave (s. m.) (Galileo); gravissimo (Bocc.); gravàccio (Fra Giord.); gravezza (Giamboni); . (Diz. mar., s,. griglia). V. gratiglia. l'lgnare v. intr. ant., digrignare; brontolare. (Oudin). Grigno (ant.) ; (~. m.) ; grottiglia (ant.) (Oudin).

    p~tture, osserva.te da. artisti del see. XVI e imita.te da. Ra1l:a.ello, da Giovanni da Udine e e.Itri: • Le grottesche sono una specie di pitture licenziose e ridicole molto, fatte dagli antichi per ornamenti di va.ni, dove in alcuni luoghi non sta.va bene altro che cose in aria; per Il che faceva.no In quelle tutte sconcia.ture di mostri, per strattezza della natura. e per grlcciolo e ghiribizzo degli artefici, i qua.Il fanno In quelle cose senza alcuna regola, appiccando 11, un sottilissimo filo un peso che non si può reggere, a. un ca.vallo le gambe di foglie, e a. un uomo le gambe di gru, ed infiniti sclarpelloni e passerotti , ... , Grottescho furono dette da.ll'C'ssere sta.te entro alle grotte ritrovate ,. (Vas.: Ghera.rd:). Il significato di , ridicolo • di grottesco tu preso da.I frane. orotesque, che l'Oudin traduce con bu(Tonuco. L'Algar. fa. cenno di genere carnico o grottesco dei ba.lii (Gherard.). (F. A. Ugollni, Gramm. it. ~76-'7; Illoch).

    grottesco v. s. grottesca. grovlèra s. f., sorta di cacio occhiuto. Anche gruvièra, gruèra. (Petrocchi). Milan. formai de Grujèr o Gruera . (Cherub., a. 1840). uovlglla s. f. ant., ritorcimento che fa in sé il filo troppo torto. (Burch.). Grovigliola ('Trait.di seta, seo. XIV,) ; grovigliolo (Tomm., a. 1841); aggrovigliarsi (Redi); aggrovigliato (Sacch.); aggrovigliolare (Soder.). Con facilità da ervllia (lat.) >, pianta che s'aggroviglia, da Clll roviglia, robiglia, rubiglia, gruiglio (~o~o.), SJ?ecie di pisello. Cfr. pad. ruvigiare Grugnito (Ariosto). (cfr. cal. cròccia « bastone a uncino 1>), Da grundire (lat.), pop. •grunjare, di ed ossa o lo stesso cròcco poté dare natura imitativa. (R. e. W. 3893). l'ò a gruccia in cui forse s'immise il grucno s. m., muso del porco; (spreg.) sufi'. -uccia; cfr. pure i cal. cruoccu, viso dell'uomo (Varchi). ]!'ar grugno croccu e cruocchie (Dominici). , nel Camm. grussolo (Petrocchi); aggruzzolare (Poli1..); raggruzzolare (Ciri-Oo ). Forse da *gruzzi (genn.) ], 3897 ). griiuolo v. s. gruzzo. guaco s. m., nome di molte piante dell'America Centrale, il succo delle quali è usato dagl'indigeni per medicare le ferite del morso dei serpenti velenosi. (Lese.). L'Oudin traduce guaco con gaiac, forse per una confusione, ma à pure >. Da huac (huaco) di qualche lingua del!' America Centrale. guada s. f., sorta di rete. (Diz. mar.). Ant. guade > (Crusca; D'Alb.). Pad. guà >. Oudjn : guà >., Da •wada (longob.) (ted. Wate >). (Literaturblatt -

    XXXV 339; R. e. W. 9515; Gamillscheg, Rom. germ. II 169). guada (èrba•), n. f., pianta delle resedacee, da cui si ricava una bellissima materia gialla, se coltivata (Resèda Lutèola). (Mariti; G. Targ. T.). Anche guaderèlla (Cesalpino ), guadarella, guadella (0. Targ. T.), guaidone (Micheli), gualdella (Penzig), èrba gialla, bietolina, biondèlla. Il Bcrtonl (Elem. oerm. 135) elenca ouada, aualda (Restda Lutèola), oualda il R. e. W. 9490, e erba gualda (lt.) (lsatis tinctòri,a) è. il Bcrtoldl (lt. D. I 98, n, 3), tutti nomi che

    non risultano da O. Te.rg. T., da.I Ca.nev., dal Penzig. Questo è. erba oualda alpina quale nome. comasco della. Verònica alpina. Guada (s. f.) à il Fa.nt,, ma. Il D'Alb. à erba guada.

    Da •walda (got.), confusa.si con guada (v.), che dà pure una materia colorante. (Nigra 69-71). guadagna s. f. tosc., buca o fossa fatta sul pendio del monte o del poggio, perché le acque vi depositino torbe o il fiore della terra. (Canev.; Crusca). Anche guadagno, bottàccio (Palma Il 20). Guadagnuòlo « orcio con un fondo bucherellato nel quale gli oliandoli tengono il nappo e il vassojo, >> (Crusca.). Con codeste parole unite da un chiaro motivo etimologico van posti : béstie da guadagno >, cavallo di guadagno >; andare, mandare a guadagno « andare, mandare a. farsi coprire, delle bestie t. V. s. guadagnare. guad111nare v. trans., ricavare profitto in danaro; acquistare. Guadagno (Albertano volg.), a.nt. guadagna (Jacop.); guadagnata (Cecchi); guadagnato (ant.) > (Jacop.); guadagneria (ant.) (Cavalca; G. Vili.; D. Bart.); guadagnucchiare (Tomm. e B.). Cavallo di guadagno > (Cavalca); tosc. guadagna (v.). , Da •waidanjan (longo b., franco) >; guagnone vainella e kiri ,, tagliare». (Lokotsch 818). harem v. arem. harmonlum v. arm-0nio. hascisc s. m., preparato narcotico e inebbriante, la cui sostanza principale è la canapa indiana, in uso in Oriente. (1889). Less.: haschisch; Petrocchi: hàscich, ascich; Gar.: ascish,

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    henn6

    Ibrido

    hascis; D'Ann. (a. 1894): haschich; Panz. : hachich, haschisch. Hasoiscina « sostanza ricavata dalla canapa indiana, medicamentosa•> (Less.: haschischina; Gar.: asciscina). Da haschisch (e hachisch) (frano.), dall'arabo µ,asiìi >. (Lokotsch 839). henné v. s. alcanna. Herèro s. m. invar., popolo bantu dell'Affrica di libeccio. Anche Erèro. (Gar., a. 1892). Non Herreros. (Gonçalvez Viana I 531-'2). hldalgo V. idalgo. hlnterland s. ted., dietroterra, parte interna di una colonia di costiera, zona d'influenza. (Panz., a. 1905). Anche retrot.èrra. Composto di hinter > e Land . Hlspanloles s. m. plur., nome degli Ebrei del Marocco. Detti cpsi perché emigrati dalla

    I

    e

    Jacchetto v. yacht. Jacht v. yacht. Jak v. yak. Jangada v. giangada. jarda s. f., misura inglese di lunghezza, di m. 0,91. (Petrocchi). Da yàrd (ingl.). Jattura s. f. letter., (ant.) getto (in ma.re) (Buon. il G.); danno, rovina (Dante; Ariosto; Pallav.); disgrazia (Petrocchi). Ant. ghiattura (secondo senso) (Oudin). Da jactiira (lat.) (jactare ). Jazz s. angloamer., specie di musica da ballo dei Negri degli Stati Uniti, apparsa a Nuova York nel 1914-'5. Usa pronunzia.re gèz. J azzband «orchestra da jazz •> (Panz., a. 1927). Di origine incerta.. A Parigi il ballo comparve nel 1920, ma il nome nel 1918. (Bloch; Della Corte; Encicl. it.).

    Spagna al tempo della cacciata dei Mori. hochdeutsch agg. ted., ling., tedesco alto, parlato nella Germania Alta, cioè Meridionale. P/,a,tfAleutsch è il tedesco basso, parlato nella Germania Bassa. horror vacui v. orrore del vuòto. h6tel s.- m. frane., albergo, grande albergo. Il ~anfr. (a. 1883) accenna all'uso di scriverlo sulle insegne degli alberghi italiani (hotel). V. ostello. hum'us s. m. scient_, strato che ricopre il terreno, formato dalle piante morte. (Rid., a. 1862; Canev.). Da humus (s. f. lat.) >. hurrà! evviva. (Ugol.). l (Less., a. 1874) (nel Leone, a. 1828, per . Dal greco dxor.a't"tx~ > fu presa icàstica > (Tomm. e B., a. 1869). Iceberg (plur. icebergs) s. ingl., massa di ghiaccio di origine terrestre, nei mari polari. (Less., a. 1883; Monelli 17). V. borgognone. Dal 1820 iceberg nell'ingl., dal 1848 nel frane. (Jal: ice-berg), dallo svedese isberg, composto di is > e berg >. (Bloch; Diz. mar.; Lingua N. II 101, II col.). Icnografia s. f., posizione su di un piano dei punti e delle lince di un corpo che si vuol rappresentare secondo la geometria descrittiva. (Oudin). Icnogràfìco (D'Alb.). Lat. arehit. ichnographia, da (zvoypor.qilcx (greco), da txvoc; e -ypcxqilcx. L'Oudin registra pure icnologia « descrizione di modello o immagine>>. Icone s. f. art., immagine, di solito sacra. Anche icona (Aquil.; Baldi). Icònico (Tomm. e B.). Da dxwv, -6voc; (greco) >; dxovtx6c; >. Iconoclasta (Ségneri), -e da dxovoxÀciaT'l)c;; iconografia (D'Alb.) da dxovoycxqilor. >; iconologia (F. Buon.). (iconologista: Pioretti) (dxovoÀoytcx >). Iconoclasta v. s. icone. Iconografia v. s. icone.

    Icore s. m., (mitol.) sangue degli Dei (Marchi; Petrocchi); (poet.) sperma (Carducci, Canto di primavera); (scientif.) marcia fetida alterata dal sangue, assai irritante (Redi; Salvini; Leone; Gar.). Nel D'Alb., nel :Marchi, nel Petrocchi icò-re, icore. Da ichor (lat.), !zwp (greco) (Less., a. 1874). Da idéologie (fra.ne.), formata da Destutt de Tracy e altri (a. 1796), con l8fo (greco) «idea• e -logie. (Bloch). Idi s. m. o f. plur., la metà del mese presso i Romani, il 15 dei mesi di marzo, ma~gio, luglio e ottobre, il 13 dgli altri. (Dial. 8. Greg.; Ariosto). (Termine lettera.rio). Da idiis, iduu·m. (la.t. f.). ldlllma s. m. letter. (f. nel Oiri"[fo), linguaggio, lingua. (Dante; Petra.rea; 1~. Giamlmll.). Ant. idiomate (Ottimo; Sermini). ldiomàtico (Gar., a. 1895). Da idioma (lat.) (greco l8lwµa;) «particolarità nel parlare o nello -scrivere; linguaggio•>. ldiomàtico forse dal frane. idiomatique (a. 1846) (l6twµa;·n)(6c;). ldràulh:o agg. scient., riguardante l'idraulica.. (Ma.gal.). ldràulico . Il suono negli organi ad acqua ora prodotto da acqua passante per tubi. ldròfollo s. m. scient., rabbioso. (A. Cocchi, a. 1750; D'Alb.). Idrofobw « rabbia (dei cani, dei gatti)» (A. Cocchi, a. 1?58). Da hydropMbus; hydrophobta (lat.): dal greco u8pocp6f3oc;; u8pocpof3la; (68wp « acqùa » o cp6f3oc; ). Idrografia s. f. scient., studio e conoscenza del mare in rapporto alla navigazione. (Sass.; D'Alb.). Nell'Oudin hidrografia « descrizione dell'acqua•>.

    ldrogràfico (G. Targ. T.); idrògrafo : cfr. geòmetra (bruco). Idropinico agg. medico, riguardante la cura delle acque prese per bocca. (1935). Da u8wp (greco) > e 1tlvw «bevo•· Idroplano s. m., battello fornito di ali e sospinto da propulsori, inventato dal Forlanini (a. 1904). (Diz. mar.). Da i58wp (greco) e -plano di aeroplano. ldròttero s. m., idroplano. (D'.Ann., a. 1921). Da i58wp e 1t-re:p6v . Idrovolante s. m., aeroplano che va sull'acqua, fornito di galleggianti. (Panz., a. 1918; Diz. mar.). Da Mwp > e volante. lèrl avv. di tempo, il giorno prima di quello in cui siamo. Ier l'altro o ièri l'altro (Giorg.). Ant. ierlaltro (Fra Giord.); iermattina (Dante); iernotte (Dante); iersera (Novell.) (ancor dell'uso) ; avantieri (P. Giambull.). Da hfri (lat.). (R. e. W. 1!115 a). Jettatura s. f., il portare disgrazia da parte di qualche persona (iettatore, jettatrice) a persone o a cose, secondo una superstizione diffusa. (Petrocchi ; Zamb.). Anche scalòg'TUl, a Roma jèlla. Dai nap. jettatura; jettatore (De Ritis, a. 1851). V. Nicola Valletta, Cicalata sul fascifl-0 volgarmente detto iettatura, Napoli, 1787. Da jettarla a uno (nap.) ). lglii s. m., capanna emisferica di neve degli Eschimesi. (Biasutti I 403, 404, III 270-'l). Encicl. it.: iglu. Dall'ingl. igloo, che rende l'eschim. illo (col primo l di suono particolare).

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    Iguana

    lrnWvìre

    Nel Corriere della Sera (10 e 13 giugno 1910) igloo, plur. igloos (Zacc., Racc. 128). (Lingua N. II 86). Iguana s. f. scient., genere di sauri molto grandi dell'America Tropicale, colla• gola. fornita di un gran sacco, con il dorso e la. lunghissima coda. percorsi da una cresta dentellata. (Cravalis; Ramusio; Bot.; Redi: Zacc., Elem. iber. 480). Da igùana (port.,.spagn.), termine di origine oa.raibioa. Il art. determ., m., lo davanti a vooale o a s + conson., plur i, li (ant.), rispett. gli; f. la, plur. le. Ant. m. el (Guitt.; Guido Cavalcanti). À l ; col ; del eco. Da ìlle, Uli, Ula (lat.) >, da cui anche i pron. dimostr. egli, ei, e' (letter.), ant. elli (da :ali), ello (soo. XIV), ella. V. di. Quello è da atque ìllu-. (Meyer-Liibke e Bart., p. 167, 159-161; R. e. 1V 4266; Tollem. 76; per attestazioni ant. v. Gloria II 16). llllbato agg. letter., netto, non macchiato. (Jacop.; in Fra Giord. cuore illibato). Illibatezza (Salvini). Da illibatus (lat.) >. V. libare. lll6glco v. s. lògica. Illudere v. s. illusione. llluslone (con s dolce), s. f., errore cagionato dall'apparenza o dalla somiglianza di cosa a cosa (Cavalca.); errore di chi ritiene una cosa. miglioro di quello che è (Petrocchi); (ant. raro) scherno (Cavalca; Bembo). Da illusio, -iinis (lat.) o derisione>>, per via letteraria, come illudere >, da. illudere >; illusòrio (D'Alb.) da illusorius. Disillusione > (Panz., a. 1905) dai frano. disillusion e illusioniste. Illudere > usò il Cavalca. lmala s. arabo, ling., il pronunziare e o i in luogo di a, come in gazél ( donde gazzèlla, it.) per gazal. (Gonçalvez Viana II 327). lmàm s. m., titolo dei membri dell'infima classe degli ulema ; nome di -

    certi distinti dogmatici maomettani ; titolo di alcuni principi maomettani. (Gar.). Anche imamo, imano (Less.). Dall'arabo imam « superiore; direttore». (Lokotsch 905). imbarazzare v. trans., impacciare, intrigare. (B. Da.vanz.). Imbarazzarsi (Tocci; Viani). Imbarazzo ; imbarazzante (Salvini); imbarazzato (agg.) (Caro). Dagli spagn. embarazar; embarazo, a lor volta da.i port. embaraçar; embaraço (da baraço >). (Zacc., Elem. iber. 226-8; R. e. W. 965). lmbarcad6ro s. m. in disuso, imbarca.tojo ; stazione marittima. A Genova per >. Dal frane. embarcadère (a. 1723), e questo dallo spagn. embarcadero (Diz. mar.). Nel Fanf. e A. (a. 1877) imbarcadero >. Ivi è suggerita montata. lmbarcatojo s. m., ponte sporgente in mare con scale per accostarvi i palischermi o salire e scendere dagli stessi (Parrilli, a. 1846); stazione marittima. (Diz. mar.). V. pontile, sbarcatojo. Da imbarcare. Imbarcazione s. f., barca, lancia e sim. (Dal sec. XVII). Da embarcaci6n (spagn.), da cui fra.ne. embarcation (a. 1762). (Zaco., Elem. ·iber. 228 ; Dict. gén. ; Bloch ; Diz. mar.). Nel senso di starebbe per . Non da *imbutor supposto dal Pieri. (Mise. .Ascoli 432; A. Gl. It. XVI 203; R. e. W. 4286, I e III ed.). lmène s. m. scient., membrana verginale. (R. Cocchi, a. 1775). Da hymen (frane., Pareo, sec. XVI), dal lat. basso hymen (greco uµ. l)\I ). Imène, lat. Hgmén, greco •y µ. l)\I, ora il Dio dei matrimoni.

    Immaginare v. s. immagine. lmfflàclnt e. f., figura, ritratto; sembianza, apparenza (Giamboni); ombra, spettro (G. Vili.); (rettorica) figura (Pallav.). Letter. imàgine, ant. imago (Dante; Caro). V. màrgina. Immaginetta (Bocc.); immaginoso (Giorg.). Da Imago, -fois (lat.), venuto per via letteraria, come immaginare da imaglniiri; immaginazione da tmaginatio, -onis; immaginàrio (Passav.) da imaglniirius; immaginativo (Passav.); immaginativa (Dante) da imaginativus. V. mania. (Pieri, Top()'fl,. Serchio 182; It. D. VII 233).

    lmmantln6nte v. s. mano. Impacciare v. trans., inviluppare, intrigare (Giamboni); impicciare, impedire (Bocc.); ingombrare (Cresc. volg.). Impàccio (Bocc.). Dispacciare (ant.') « oavar d'impaccio >> ( Vite Plut.) ; > (Mach.; Sass.; D. Bart.); dii,pàccio e spacciare son forse di formazione indigena e non ripetono il prov. ant. dcspachar, frane. déplcher, ant. despeechier (a. 1225). Dispàccio, lettera o telegramma, ripete il frane. dépkhe, ma dispaccio del Sass. ecc. è dal port., spagn. despacho, e dispacciare dello stesso da despachar. Dal frane. ant. empeechier può essere venuto imp-icciare « imbrogliare, intrigare))_ (Storie' pist.), da cui impiccio (Varchi), e da despeechier l'it. spicciarsi (in e parare >). (R. e. W. 4293).

    lmpastoJare v. s. pastoja. Impattare v. s. epatta. lmpedlcare v. trans. ant., allacciare, impastojare. (Guitt.). Impedicato (agg., ant.) (Albertano volg.); impedico (ant.) «impedimento* (Guido delle Col. volg.). Da impldlciire (lat. tardo) « impedire*· (R. e. W. 4296). V. impedire. Impedire v. trans., porre ostacolo. Impedito (agg.) (Cresc. volg.); impedimento (Jacop.); i·mpedimentare (ant.) (Libro viaggi); impedimentire (ant.) (Albertano volg.). Da impldi.re (lat.), alla lett~ra ; l'a111,. petime « malattia. a.Ila spalla. del cavallo» (con suffisso -ime) vennero da. petigo, -inia delle Glosse. V. pel.écchie. (R. e. W. 4306; Lingua N. III 128). Impeto v. émpito. lmplallacclare v. s. pialla. Impiantare v. s. piantare. Impiastro s. m., farina. o midolla di pane ridotta. in pappa applicata. come medicamento, come emolliente (Bocc.); (ant.) rimedio (Dante); seccante, impiccione (Petrocchi}. Nell'Oudin anche pia8tro (primo senso}. Impiastrare (Fra Giord.); impiastricciare; -ato (Booo.); impiastriccicare (Salvini}; piastra « metallo ridotto a sottigliezza (Mor. B. Greg.); moneta antica d'argento (Garz. 876); (a.nt.) arma.tura. (Oiriffo) •; piastrèlle « murielle (da gioco) t (Sa.nn.); piastriccio (a.nt.) « pasticcio, miscuglio>> (Lippi), o piastringolo (e.nt.) (l e

    (nel Caro far incetta) (Rez.) (v. endica, magona, monopòlio) ; incettante (s. m. ant.) (Ma.eh.); ineettatore (Canti carn.). (Viani). Da tnceptare (la.t.), col senso primitivo di tnclpere . Da inde venne ne, anche pron. di prima pers. plur. (R. e. W. 4368). lndellcato v. s. dilicato. Indettare v. trans. e intr., restar d'accordo su cosa convenuta (Grazz.J; dar l'imbeccata. Da •tndtctiire (lat. pop.) >. Indiano agg. e s., dell'India (asiatica); nativo d'America. Gl'lndiani del1' Asia, se ari, son detti I ndu, mentre con Indi s'indicano tutti gli abitanti dell'India, quindi pure i Dravida e i Col. V. Pellirosse e Amerindi (s. americano). Far l'indiano (D'Alb.; Manz., Prom. sposi, c. XX 376). Di omino dell' Indie (disus.) > v. Fanf., Uso, e Tomm. e B. (e v. Rizzatti 271). V. dindio. Indiana ), nato da un gall. *comboros. mare; nciarmatore (nap.), nello Scop(R. e. W. 2075; It. D. XVII 182, pa ciarmatore ; a Roma inciarmare, XVITI 206). Ingranare v. intr., dei denti d'una ruota ingermare . Parole a lor volta venute da charmer (frane.) che entrano nei vani d'un'altra. « affascinare », sorto da charme , da in e jus, juris chiato (agg.) dal Berni (Mogliazzo),

    (Soder.), annaffeatl>jo (Adr. il G.; Oudin; Redi). Di origine non chiarita. (R. e. w. 4331). lnnanH avv. e prcp. ant., innanzi (di tempo e di luogo). Anche enanti (Guitt.), ennante (Jacop.), inanti (Camm.). Da inante (lat.). V. dinnanzi s. anzi. Innanzi v. s. anzi. Innestare v. trans., congiungere marza, occhio o buccia di una pianta a un'altra in modo che vi alligni; (fig.) (Ottimo). Anche annesta-re (Firenz.) e derivati; nesta-re (Palladio volg.) e derivati. Innestamento (Cresc. volg.); innestatura (Cresc. volg.); innèsto ; innèsto (del vajuolo) (Parini, a. 1765); innestaf.oTe (Cresc. volg.); ant. nestaja (Soder.), nestajuola (B. Davanz.) « luogo dove si pongono i frutti salvatici per innestarli t. Da •tnfosltiire (lat. pop.) (in e ins{. tii-re «innestare t). (A. GZ. It. II 354). Inocchiare v. trans. ant., innesta.re a occhio. (Palladio volg.; Tatti). (Canev.). -

    Da fo6ciflare (lat.), da in e 6ci1la-re (da llcìHus). Inoculare s. trans., (letter. ant.) inocchiare (Palladio volg.); (scient.) innestare il vajolo (D'Alb.). Inoculazione « innesto (del vajolo) » (D'Alb.). S. Ma.netti, Dell'inoculazione del vajuolo, Firenze, 1761. Da follculare (v. inocchiare). Le voci scientifiche dai frane. inocule-r (a. 1723); inoculation (a. 1723), dagl'ingl. to inoculate (a. 1722) ; inoculation (a. 1714). (Bloch). lnod6ro agg. scient., senza odore. (De Nino ; Fanf. e A., a. 1877). Da inodoTe (frane., a. 1762); da tnlldlirus (lat.). V. incoM-ro. Inoltrare v. s. oltre. Inquartare v. trans., inserire tra i quarti (di stemmi) (Oudin); dare un colpo in quarto (nella scherma) (Ou.); arare la quarta volta la terra prima di seminarla (Canev.); (chim.) eseguire l'inquartazione (Giorg.). Inquartata (Less.), frane. inqua-rt, inquarlation. Da quart.o (v.). Inquilino s. m., (ant.) abitatore (nel suolo altrui) (Bembo; V. Borgh.); (poco pop.) pigionitle, pigionante, casigliano (Carena I 107). Da inquUinus (lat.) (da incllla «abitante>>; incllU-re «abitare~). Insalata s. f., erbe che si mangiano di solito crude, condite con sale, oli(\, aceto. (Belline.). Insalatajo '(Grazz.), insalataja (G. Targ. T.) > con slmel « una volta». Insemora corrisponde a nzèmmora (nap.), da. *insemel-a. Gli ant. insembla (G. delle Col. volg. ), insembra (Lapo Gianni), insembre (Guitt.; Ariosto) (v. anche Monaci, gloss.), discesero dal frane. emsemble. (Merlo, Dial. Bora 135, n. 2, Post. 79). lnsogno v. s. sogno. lnsolulone v. s. sole. Installare v. trans., insediare. (Oudin). .A.n11he istallare (Azz. 154). I nstal/,azione (Ouài n : installatione, s. installation). Frane. installer (a. 1403); installation (dal sec. XVII). Dal bassolat. installare « in ecclesiastici beneficii pos-

    sessionem mittere, in stallum seu chori sedem inducendo>>; installatio. V. stal1,o. (Viani ; Blooh). lntabaccanl v. s. tabacco 1 • Intaccare v. s. tacca. lntagllare v. s. tagliare. Intanto v. s. tanto. lntanlare v. s. tarsia. Intempestivo v. s. tempestività. Intenerire v. s. tèiiero. lnterato, lnterlto v. s. intero. lnterèsse s. m., frutto dei danari prestati (Cavalca); ciò che importa. (F. Guicc.); sentimento che fa. prender parte a ciò che può avvenire a qualcuno (Salviati). Interessare (Soder.); interessante (Salvini; Viani); interessato (Salvia.ti); essere interessato d'uno (ant.) « godere dell'amicizia, della benevolenza d'uno» (Cecchi); disinterèsse (Salvini); disinteressMe (Oudin); disinteressato (Buon. il G.). Dall'infinito la.t. inteTlsse «giacere in mezzo; trovarsi; importare; premere». (da inter «fnu e bse ) introdotto per via dotta. lntennentlre v. s. indormentire. Intero agg., che non manca di alcuna delle sue parti; tutto; (non com.) flincero, leale (Dante). Anche intiero (non intièro). Intero (s. m.) (P. Giambull.); interezza (Varchi); interamente (Giamboni), intieramente (Jacop.); interare (ant.) « rendere int.ero >> (Varchi); interato (ant.) «interito >> (Buon, il G.); interito « che sta dritto rigido, senza piegarsi>> (Salvini) (un verbo interire è inventato dal Gherard.); intirizzare (ant.) > usò lo Strozzi (Crusca); intimidito à Guitt. Da timido. Intirizzire v. s. intero, Intonacare v. trans., coprire i muri rozzi con calcina. (Canti carn.). Ant. intonicare (Cresc. volg.). Int,ò,naco (B. Davanz.), ant. intonico (Palladio volg,) ; intonacatura, ant. intonicatura (Ségneri). Da *intiinlcare (lat. pop.) (da tunica >). (R. e. W. 4519). lnt6nso agg., (letter. ant.) non tosato (Varchi); non tagliato (di libro). I Siciliani dicono libbru in frasca. Da intiinsus (lat.), da in e tomlére « tosaro &. Intoppare v. trans., incontrare a caso una persona. Intoppare in >. Introspezione da introspection (frane., a. 1867) (Bloch). lntru v. s. entro. Intrufolare v. s. roffata. Intruppare v. intr. (Roma: intruppà), urtare, inciampare ; disordinare, arruffare. Intruppone «disordinatore, arruffone, ruffellone >>. Da un •tropp imitativo, come da. *topp l'it. intoppare (v.). lnu111011re v. s. uzzolo. lnuzzollre v. s. uzzol-0. lnvqhlre v. s. vago. Invano v. s. vano. Invece v. s. vece. lnve11la v. s. invidia. lnvenle v. s. vènia. Invento agg. ant., trovato. (Jacop.). Inventivo (agg.) (Dante); inventiva « (ant.) invenzione, trovato (Fazio; Sacch.); facoltà d'inventare (Bruno) >>; inventare; inventato (Galileo). Da invlntus (lat.), da invlnire . Inventore (Bocc.) da invfotor, -oris. Il Bruno nel 1591 insegnava l'arte della memoria et inventiva e scrisse un libro Delle sette arti inventive. lnv6rno s. m., la. stagione fredda, dal dicembre al marzo, nell'emisfero boreale. Pop. vèrn-0 (Dante); (ant.) (Zibald.; Ariosto) (anche senso del lat. hiems). Invernata (Ariosto); invernale (Venuti; Oudin; Magal.) (da hibernalis, lat. tardo); vernato (s. m. ant.) ( Jacop.) o vernata (G. Vill.); vernale (agg. letter. ant.) (G. Vill.; Merlo 208); vernile (ant.) (Oudin); verneréccio (Creso. volg.); vernino (B. Davanz.) (di frutti); vernotico (ant.) > (Oudin; Magal.) (nap. vernuoteco) (Merlo, Stagioni 205, n. 3, 230 n. 1); svernare (Vite Plut.); svernamento (1.'ratt. fam.); svernata (D. Bart.); a svèrno (marin.) (tenere, mettere galee o ciurme a sverno) (B. Crescenzio). Da *hibfrnum (lat. pop.) (hibfrnum tèmpus, lat. class. hiems). Da hiberniire > gli ant. invernare (Fazio) o vernare «svernare» (Dan-

    te). Da •exhiberno.re gli ant. sciovernarsi « grogiolarsi » ( Jacop.); scioverno ). (R. e. W. 4530). Investire v. trans., concedere la signoria (G. Vili.); impiegare danaro in terre o altri beni che rendano (Cavalca); assalire con violenza (Vite Plut.); colpire con forza (Berni). Investimento (del regno) (Fra Giord.); (di nave) (Caro); investitura (di signoria) (G. Vili.). Da investire (lat.) > (di corone)». (R. e. W. 4531.) Invetriata v. s. vetro. Invidia s. f., dispiacere per il bene altrui (Fiore di virtu; Jacop.}; (ant.) emulazione (Cavalca). Invidiuccia (Forteg.); invidietta (Ségneri); invidioso (agg. e s. m.) (Novell.; Alberta.no volg.); invidiare (Dante; G. Vill.); invidiàbile (Viv.; Ségneri). Parole di provenienza. letteraria. Da. invidia; inv:idiosus (lat.) (inv'l,dere ). Jnveggia (ant.) (Dante), envea (Tomm. Buzzuola: Petrocchi); inveggiare (Dante); inveggiamento (Rime ant.) dipendono da. enveia (frane. ant.; prov. a.nt.) (B. Soc. Dant. It. III 100). I letter. invido « invidioso t (Petrarca. ecc.); invidenza > (Fanf. e .A., a. 1877); iridescènza (Petrocchi). Da iris, iridis (lat.), greco tpic;, ohe -

    fu nome della dea dell'arcobaleno portante ali e manto variopinti. Iride 2 s. f. scient., membrana colorata che circonda. la pupilla. (Libro cura mal.; Redi). Fra.ne. iris (Paré, sec. XVI). Dal greco lptc;; a sua volta dal senso di «arcobaleno». Iride 3 s. f. non pop., giaggiolo. (Matt. ; Soder.). .Anche iris, ireos, diffuso nell'Alta Italia, ireos pure nel Libro masc., nel Ricett. fior., nel Panz.; venez. irios, genov. irio. Dal lat. iris, irldis, greco (pie;, -t8oc;, « cosi detto, secondo Dioscoride, dall'arcobaleno, per i vari colori del fiore t (O. Targ. T.). (A. R. VI 282). Irrigare v. s. rigare. lsallèlla (colore-) (con s dolce) n. m., colore giallo lionato, misto con carniciDo. Pop. caffellatte. Ooloretto isabella (Maga.I.). Tordo isabellino (a. 1907); isabellismo (scient.) « fenomeno per'cui un animale (merlo o altro) si presenta di colore isabella o (v. albinismo, melanismo). Da. isabelle (fra.ne., a. 1642). I fatterelli riportati dal Littré e altri per spiegare il termine non ànno fondamento. (Bloch.; Panz,; Miglior., Dal n. pr. 176). laabelllsmo v. s. isaJJèlla. lachlo s. m., specie di quercia (Quèrcus pedunC1J,lata). (Palladio volg.). Anche ischia (Simint.), éschio (L. Alam.), e jàrnia.

    Da aesculus (esculus) (lat.). In Toscana i luoghi Éstio, Istio ecc. (Fieri, Topon . .Arno 234; R. e. W. 244). lslàm s. m., religione di Maometto. (Gar.). Islamismo (Tomm. e B.); islamita (ivi); islamitico (ivi). Dall'arabo islam ; itaUanità (Baretti); italianeggiare (Oudin); italianizzare (Oudin, s. italianiser; Ma.-

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    Iterazione

    klJd

    Iva s. f. ant., pianta di sapore ama- rissimo, un tempo usata per le malattie artritiche (Teucrium chamaepitis). (Matt.). Nel Ricett. fior.: erba iva. Anche ivaru:tica (iva artetica : Ma.tt.), ivartritica (e canapicchio). (Canev.). Fra.ne. i'lle (dal sec. XV) >. I va è termine dei vecr.lii botanici e farmacisti. Da una voce celt. • iva. (R. e. W. 4559; It. D. XVII 45-46). lvi avv. di luogo, ora letter.; (ant. avv. di tempo) allora (Dante; Petrarca). Modi avv.: ivi vicino (Bocc.), ivi presente, ivi medesimo ecc. Quivi (Dante); quiviritta (ant.) $ li appunto>> (v. s. qui). Anche vi (avv. o pron.). Da tbi (lat.) >. (Meyer-Liibke e Bart., pagine 161, 162; R. e. W. 4252). lzza s. f. ant., ira con irrita.mento. (Fra Bart.; Livio volg. ; M. Vill.; Libro son.). Adizzare (ant.) (Rettorica; Bocc.), aizzare (Livio volg.) >; adizzato (agg. ant.) (Abbracciava.cca). Ncll'Oudin: anche aizza; aizzoso; izzoso; izzare. Vèn. izzar (e). Inoltre un pop. fior. annizzare (Giorg.). Da *izza, voce di provocazione e di eccitamento (v. pure s. issare).

    gal.; Gigli), nel Salvini italianare; italogalli > (Fanf. e A., a. 1877, s. pepiniera, ridò ecc.; Ugol., s. bru1,è: italo-galli). Iterazione s. f. ling., ripetizione del cognome sotto forma di nome : Galileo Galilei, Aleardo Aleard·i, Gattesco Gatteschi, Rosa Rosa, Sperandio Sperandini e molti altri. (Cesare Poma, Il composto verbale, Torino, 1910, p. 26-28). V. antinomia; paronomàsia. Da iteratio, -611,is (lat.) >, in Jacopone iterato . Ittico agg. letter., scient., di pesci, dei pesci. Patrimònio ittico. Da tx.S-Uti. lttloc6lla s. f. scient., colla di pesce, gelatina ricavata dalla vescica dello storione. Anche ictiocolla (disus.). (Leone, a. 1828). Lat. scient. ichtyocolla: dai greci !x&uc; ~pesce>> e x.6ì..ì..oc . lttlologfa s. f. scient., parte della zoologia che tratta dei pesci ; trattato dei pesci. Anche ictiologia (disus.) (G. Targ. T., a. 1754). Del 1686: Willughboli Franclscl lchthyoloow sive de ltistoria pi.~cium libri quatuo,o, Oxonli (Oxford), 1686. Frane. {chthyolooie (a. 1748).

    Dal gr. !x&uc; >. (R. e. w. 4808). labbro e. m. (plur. labbri, labbra), orli della bocca. Labbri >, spagn. alacha, frane. allache. Forse da una primitiva it. alàccia da alice (v.), col suffiBBo -àccia al posto di -ice. (B. D. R. II 46). lacclare v. s. làccio. làcclo s. m., sorta. di cappio che lega e stringe ciò che entra in esso; inganno, insidia (Bocc.). Laccetto (Salvini); lacciaja (La.stri). Da laqueus (lat.). Lacciuòlo_ (Albertano volg.) da *laqueolus; lacciare (ant.) (Lucano volg.; Oudin; lacciarsi nel Cavalca), allacciare (Giamboni), da laqueiire. (R. e. W. 4909, 4908; 4907).

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    lldrO

    lacerta

    lacerta s. f. ant., lucertola. (G. Ruc.). Lacerto (ant.) « luoertola t (L. Alam.); lacertola (ant.) (G. Ruc.). N ap. lacerta. Da laclrta (lat.), da oui pure agèrto (v. -s. lucerta). lacerto s. m., muscolo del bra.ooio. (Dante; Creso. volg.). Lucèrlolo « taglio di carne della parte di dietro della oosoia del manzo, tra il girello e il soccoscio>> (Fanf., Uso). Noll'Oudin lucerdo , parte della. ga.mbe. del bue • e lucerda , me.le che tiene Il collo rigido a.I ca.va.Ilo•.

    Da laclrtus (lat.) « muscolo>>: in l-uc- vi fu attrazione di lucerta, -ola; in lucerdo si presenta -rd- oome nel trent. liisèrdola «lucertola. ~ ecc. (R. D. R. VI 151, n. 1). lac6nlco agg. letter., del parla.re conciso ed energico, proprio dei Laooni (Lacedèmoni, Spartani). (Caro). Laconismo (Fioretti), nel Magal. laconicismo; laconicamente .(Tol.); laconeggiare (A.dr. il G.), laconizzare (Oudin). Da laconfous (la.t.) e spartano >>, greco ÀGtX(l)vLxo ç ; Ài:tX(l)VL0"(.1,6 ç. làcrlma v. làgrima. làdano 1 (pesoe) v. s. adello. làdano 9 v. là-udano. laddOYI v. s. ove. ladino 1 agg. ant., largo; facile; comodo. Palla ladina • palla che entra senza sforzo nel cannone•· (Pant.; Oudin). Anche latino (ant.) (Dante; G. Vill.; Libro astrol.). Latino di bocca • maldicente, (Va.robi; Ceoohi).• Latinare • togliere con facilità la lana. a.ile pelli di pecora, dopo che la calcina. ne abbia bruciate le barbe • (Fanf., Uso). Da latinus «la.tino », che nella età di mezzo passò a significare pure e chiaro•> (cfr. lat. cla.ss. latine loqui « dire o.hiaro e tondo »). Significati affini ricorrono anche nei dialetti (venez. mare ladina « madre ohe cura poco l'onestà. delle figlie» ecc.). Anzi ladino nei sensi e modi indica.ti sopra venne con molta facilità. dal veneziano ohe possiede le stesse espressioni. (Diz. mar.; .A. Gl. It. XV 377, n. 2). Latino « di vela triangola.re; di vasoello con vele latine (St,at. caval. B. Stej.) », -

    deriva da latino • facile, agevole•• essendo la vela latina la piu spiccia. Nella Vita di S. Cesario (sec. VI): tres naves, q'U,Q,B latenas vocant ( J al). (Diz. mar.). Non certo da antrnm.a (R. e. W. 498, p. 804). . ladino • agg. e s. m. soient., di un gruppo di parlati romanzi comprendente i parlari romanci (Grigioni), ladini centrali (nelle province di Bolzano, di Trento e di Belluno) e il friulano. Qua.le nome di gente .Ladim indica in particolare gli abitanti della cosiddetta Ladinia (centrale) (Scbneller, Die I,adiner in Tirol, artic. del 1871, Das Ausland ... n. 41, Stuttgart). Da ladin, indicante il ladino di alcune genti della Ladinia, nella provincia di Bolzano. Degli studi der rhewladinischen Dialekte in Tirol stampò J. A. Vian nel 1864 (Bozen); lo Schneller (Die r. V. 9) nel 1870 individuò il gruppo linguistico friulanoladino-grigionese (/TW1Ulisch-ladinischchurwalscher Kreis) e l'Ascoli (Saggi ladini, a. 1873) comprese nel nome ladini tutti i parlari che si possono ritenere affini a.i ladini centrali. Ma riguardo al ladino si è esagerato, sia nel dargli una. diffusione che non à o non ebbe, sia nel ritenere di ragione ladina caratteri e forme che non lo sono (R. D. R. VI 142-'6, 185-193; Prati, I Valsug. ·52, 66; R. Ling. R. XII 46-46). V. retoromano. Da latinum ( Mfrac.); lagume (ant.) (Cresc. volg.; Fazio~ Sacch.); Zagare (ant.) (011din) e allagare; allagamento (Cresc. volg.). Da lacus (lat.). (Pieri, Topon . .Arno 314; R. e. W. 4836). làgrlma s. f., gocce che Rtillano dagli occhi (dalle ghiandole laèrimali) o da.Ile piante; gocciola (Dante). Anche làcrima. Làcrima (Caro), vino detto poi làcr~ma Chrit1ti (Oudin), làcrima di Nàpoli (Trinci). Lagrimetta (Dante); lagrimale « sacco lacrimale» (Volg. Rasis); lagrimatojo (Vas.), nome ant. della caruncola lacrimale; lagrimoso (Palladio volg.; Dante); lagrimévole (Bocc.); lagrimo (ant.) «ragia» (Matt.) (trent. lagrmn [d'avéz]) (nel Garz. 473 lagrima di larice > (Jacop.); allampare «(ant.) bruciare, consumare oome una fornace (Oudin); bruciare, per la sete (Saccenti)t; allampanare dal"la fame (ant.) (Salvini); allampanato (Redi) > (greco Àaµr-ciç, -ci8oç). Lampada Zampe (frane.). Lampista «lumajo >> (l : Oudin) (R. D. R. I 439). (R. e. W. 4878, 4883; It. D. XVIII 48). làncla 1 (barca) v. 8. lància 1 • lanciare v. trans., scagliare la lancia o altro. Lanciarsi (di persona o altro) (Guido Cavalcanti). Lanciatore (Livio 'volg.); làncio « gran salto• (Sacoh.); slanciare (ant). «lanciare• (Oudin); slanciare avanti (trans. ant.) (Falconi); slanciarsi (Ségneri); slanciato , nell'Oudin tradotto con « eshanché (sciancato) •>; slàncio , lancio• (Forteg.); « ardore, vivezza, impetot(Tomm.eB.; Giorg.). Per nomi composti con lanciare v. Diz. mar.; Tollem. Da lance/ire (lat.). (R. e. W. 4879). lancinante agg. medico, di dolore che si manifesta con forti fitte in una parte del corpo. (G. Targ. T.: Gherard.). Da lancinant (frane. dal sec. XVI : Pareo); lanciner .

    lancràYIO

    lanclone v. s. lància. landa 1 s. f., pianura, prateria, vasto terreno sodo, sterile. (Dante). Verde landa in Matazone. In Italia. mance.no luoghi denomino.ti da landa.

    Da lande (frane., dal 8ec. XII), termine di origine gallica. (Bloch ; It. D. XVIII 48). landa 2 s. f. ma.rin., ognuna delle spranghe di ferro che nei velieri tengono fermo il sartiame. (1715). Nel Parr. landra. ~ Sic. lanna, cal, lànnia, làndia >. Da liimma (lat., poet. lamna) « lama, pia.stra». (Diz. mar.). landau v. landò (vettura). land6 8. m., vettura di lusso grande, con sedili d'ambe .le parti, da tenere scoperta o chiusa con due mantici (D'Alb.); (marin.) sorta di lancia grossa, di solito con un albero nel mezzo (iv-i). Nel primo senso landau, da leggere landò, nel Manfr. e nel Panz. Landau (vettura) nella Canterina (compon. nap., a. 1728: De Ritis, s. anda'U), landà'U, tradotto con landào, nel Del Bono (a. 1752), Vocab. sic. Nome derivato da Landau, città del Palatinato, dove cominciarono a fabbricare codeste carrozze, in ted. Landauer. Pronunciato alla francese, in Italia divenne poi landò. In francese landau data solo dal 1823. La lancia ebbe certo il nome dalla vettura.. landra 1 v. s. landa 1• landra z s. f., sgualdrina. (Pucci ; Pataffio; Sper. ;'Lippi). Nell'Oudin anche slandra. A Firenze- piu com. di landra è landrona (Arlia, Voci). Venez. furb. (c. 1500) landra (lat. lap'idcirius >. (R. e. W. 4912; Lingua N. I 141-'5, II 34). larl s. f. plur., nome registrato dal Grassi e dal Fa.nf. nel senso di « spartiacque » sul fondamento d'un paBBO del Varchi, ma per uno sbaglio, in quanto chè le Lari, cioè le laii nominate dal Varchi, sono le montagne ohe dividono il Pistojese da San Marcello (Petrocchi) (v. a1;1che Gherard. IV 912).

    w.

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    Imo

    làrlce làrlce s. m., speoie di grande albero delle conifere con legno rossiccio e foglie caduche, che cresce sulle Alpi e dà la trementina di Venezia (Àbies larix). (Creso. volg.). Vèn. làrese, lomb. lares. Da larix, -k:is (lat.) (greco Àapt~, -txoc;, anche per «trementina•>). (R. e. W. 4916). laro s. m. letter., scient., gabbiano, mugnajo (uccello). (Bibbia volg.; Ondin; Salvini; Gherard.). A Napoli guaguina, a Venezia cocàl. Da larus (lat.) (greco Mpo,;). larva s. f. scient., insetto nel primo stadio del suo sviluppo. (Carena, a. 1831). Bruco è la« larva delle farfalle•>. Larvak (Darch.). Da larve (frane., a. 1762: Geoffroy), tratta dal senso di « maschera » di larva (lat.), essendo stata la larva considerata una maschera. dell'insetto perfetto. (Bloch). lasqna (con s dolce) s. f., pasta da minestra tagliata a larghi nastri. Lasagnette ). (.A. Gl. lt. XIII 391-'2). lentl1lla v. s. lènte 1 • 16ntlma v. s. intima. lantfaclllo s. m., specie di pistacchio che dà il mastice (Pistàcia lentiscus). (Palladio volg.). Anche lentisco (Creso. volg.; Palladio volg.; Soder.), ant. dentisco, dentischio, dentistio. Da Untiscus (lat.). Per la forma in -io v. n-tdio (s. nido). Il legno del lentisohio è stimato buono per fortificare le gengive, per cui se ne fa.cevano steooadenti, onde si spiega la forma dentischio. lènto agg., tardo, pigro (ant. lente: F. da Barb.); (ant.) pieghevole (G. Ruc. ; Ariosto ; Caro) ; rilassato (Ovidio, Pist.). Lentezza (Guitt.); lentore (ant.) (Redi); allentare, anche (intr.) degl'intestini (Gir. Leop.); allentatura «ernia•> (Libro cura mal.); allento (ant.) (Rime ant.) per allentamento (S. Gris. volg.); rallentare; rallentamento (Fra Bart.). Da llntus (lat.). (R. e. W .. 4983). lènza 1 s. f., (ant.) fascia di lino (Benciv.); cordicella da pesca, con amo (Dante da Maiano). Lenzare (ant.) •fasciare• (Benciv.; Bocc.). Lensa (secondosign.) in S. Gir. volg. e nel Lippi, lencia nel lat. basso. Dal lat. lfoteum (Corpus Inscr. Lat.) (llnteum) e tela ; pannolino ; striscia di lino•· (Merlo. Post.; R. e. W. 6072; Diz. mar.). Dalla lènza da pesca, perché coll'inganno silenzioso adesca e piglia i pesci, derivò lènza (f.) « furbacchione &,' d'uso pop. a Roma. lenza I s. f. furb., acqua. Lenza di bruna t inchiostro •· Furb. lenzare • bagnare•; lenzire «pisciare•· Venez. ant. lenza ). (R. e. W. 6070). leonl! s. m., mammifero dei felini di colore giallo fulvo, molto forte, con capo, collo e spalle coperti di pelo lungo e folto (giubba) nel maschio (Fèlis lèo). Volg. !ione (Boco.; G. Vili.). 1• Leona (o.nt.) (Vita S. Alessio), leonessa (G. Vili.), lionessa (Berni); leoncino (Cavalca); lionato (Firenz.); saltaleone (filo metallico) (D'Alb.). Da leo, leonis (lat.). Formicaleone (Less.) traduce il n. scient. Myrmecoleon (formicarius). leonza s. f. ant., leopardo o lonza. (Giamboni ; Fra Giord. ; Boiardo) ; leonessa (Marchetti, vers. di lea di Lucrezio). Leonza gaffesca (. Da leffur (alto ted. ant.) «labbro•>. (R. e. W. 4967; Prati, Voci, p. 97). V. sberlèffo. lèro s. m., pianta delle leguminose che serve di pastw·a fresca al bestiame (Èrvum ervilia). (Cresc. volg.). Dal lat. tardo frum per ervum (la.t. class.), da cui èrvo (scient., letter.) (Palladio volg.; Matt.). (R. e. W. 2910). -

    lesa s. f. ant., pluteo (macchina militare d'assedio). (Tomm. e B.). ·• 1 V. la piem. lesa t traino »; pav. lésia, valses. lesci ecc., di origine sconosciuta. ( It. D. VIII 204, n. 1, X 202-'3, XIII 98; .A. Gl. lt. XVII 373, 562; R. e. W. 4996). lasca, lesco v. s. lisca. lesena (con s dolce) s. f. archit., fascia in rilievo o dipinta, di solito senza modanature. (Gar., a.. 1895; Encicl. it). È termine dell'Alta Italia per • aggetto » e in certi dialetti per ; emil. a.nt. !asina (a. 1286): ètimo sconosciuto. (Ungar. 152; Za.uner 103; lt. D. VI 238). léslna (con B doloo) s. f., sorta d'ago storto, oon manico, adoperato dal calzolajo per cucire; persona a.vara (Cecchi). Essere della compagnia della 1,é. sina (di chi lesina). Lesinare > ; lessicografia (Tomm. e B.); lessicògrafo (C. Dati); lessicologia (Tomm. e B.).

    Da lexwu,m (lat.), greco ì.e:;Lx6v; Da ÀÉ;Lç «parola» è tratta lessigrafia . Lettura (Dante) da lect,ura (baesola.t.). Lezione (Dante) da. lectio, -llnis. lettura v. s. lettore. lha 1 (strumento) v. e. levare. lèva 1 (milit.) v. e. levare. Inante v. s. levare. levare v. trans., rimuovere una cosa da un dato luogo. Usato in molti significati, modi e frasi. Indie. ant. lieva, lievi (F. da Barb.).

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    levatrice

    llllano

    Lieva (ant.) « levata. (G. Vili.); leva (strumento) (Sacch.; Buon. il G.) &; 1,èva (strumento da. alzare pesi (Galileo) o da caricar balestre (lieva: Ariosto); far lievo (ant.) « levare, pigliare & (F. da Ba.rb.); lieva lieva (a.nt.) « fuggi fuggi~ (G. Vili.); levamento, lievamento (ant.) (Sc;ala claustr.); ~a (m.ilit.) (Montec.); levata (vari sensi); levatura (v. Crusca; Viani); levatrice (Buon. il G.); levante «oriente•> (Dante); mandare in Levante (Libro son.), ire in Levante (Salviati) (modi bassi) « rubare ►> (v. Frizzi 142; Prati, Voci, p. 120); ponte levatojo (Gia.mboni; Novell.); 1.èvamàcckie (disus.) >). Lillà dal frane. lilas. (Lokotsch 1319). lllla 2 s. m., gridellino; turchino violetto. Anche lillà (D'Alb., s. gridellino), color lillà (Fanf. e A., a. 1877). ... llllare v. s. lellare. lllllpuzlano agg., di cosa piccolissima nel suo genere. (Fusin., a. 1846). Da lilliputien (frane.), in senso fig. nel Balzac (a. 1835), dall'ingl. lilHputian, da Lilliput, paese fantastico i cui abitatori (Lillipuziani) avevano sei pollici di altezza, nel romanzo Travels of Gulliver (Viaggi di Gulliver) dell'inglese Gionata Swift (a. 1726). I Lillipuziani sono detti Liliputi nel Gené (5, n. 1). lima s. f., strumento d'acciajo adoperato per assottigliare o pulire i metalli duri; (fig.) (Dante); specie di pesce somigliante alla lima. (Salviùi).' (Di. Uma [furb.] ~camicia>> v. Prati, Voci, p. 120-'l). Da. lima (lat.). V. limare. (R. e. w. 5042). lima (di Spagna), n. f., cedrato, cedro fiorentino (Citrus mèdica). Un tempo detto cedro di Mèdia, lima (Redi), lomia (Aldobr. volg.), lumia (Magazz.), a Napoli limma, limmo, a Palermo lumia. V. limia, lumia nel Canev. Lima e lima di Spagna in O. Targ. T.; in Puglia lima di Spagna. Da lim, lima (arabo). (Lokotsch 1320). lima llma, il beffare che fanno i ragazzi una persona fregando. l'indice della mano destra sull'indice della sinistra verso il viso di quella (o 11.nohe fre-

    lince

    llmare gando l'indice della destra sul dorso della mano sinistra: Petrocchi), ripetendo lima lima. l!are lima lima. (Luigi Pulci). Cfr. far lima lima > e Tpoç,6.; (greco) . Da. lingerie (frane., a. 1485), che un tempo valeva « pannilini, biancheria» (Oudin) e ora • negozio o commercio di biancheria; guardaroba>>: da linge • biancheria, pannilini >>. Lingi per (Ziba/,d.); panni lini (Ilocc.); pannolino (ant.) (Cesari); pannilini (ant.) (Bocc.). Da linum (lat.). (R. e. W. 5073). llnòleum s. m., specie di soppedaneo fatto con tela di vela impermeabile ricoperta. di polvere di sughero, impastata con olio di lino cotto, resistente all'umido, al secco, al caldo, al freddo. (Gar., a. 1895). Anche linoleo (a. 1911). Da linolium (frane., a. 1874), linoleum (ingl.): da.i la.t. linum -

    e oleum «olio>>. Nome composto dall'inventore Walton (a. 1863). (Bloch). llnon s. ID. frane., sorta di orga.nzina., imitazione della batista di lino. (Gar.). Linòn, linòne nel D'Alb. Da.ll'ant. linomple (sec. XV) « tela batista >>, da !in e omple > o -logia. lltro s. m., unità di misura di capacità. corrispondente a un decimetro cubo. (Less.). Decàlitro ; etlòlitro ; decilitro ; centilitro (Less., s. litro). Dal frane. litre (a. 1793), da litron, antica misura di capacità, (it. quartuccio : Oudin), da.I ba.ssolat. litra, misura di capacità (greco ).[,px ~ libbra o). lltta s. f. ant., renischio di fiume. (Leonardo: Gherard.; Petrocchi). È la milan. lita, derivata forse da. *liglta (gall.) « melma&. (R. e. TV. 5029; R. Ling. R. XII 84; It. n. XVIII 51). lluto 1 s. m., strumento a corde con manico, suonato a mano come la chitarra. (Bocc.). Ant. leuto (Dante; Oudin), lauto (Garz. 459). V. liuto. z Liutessa (soc. XVI) > (Varchi); liutajo «fabbricante di liuti (D. Bart.); fabbricante di strumenti a corda •> ; liuteria « bottega del liutajo >> ; li1itista (Buon. il G.). A livèllo (Cenn.). Per il senso fig. v. Fanf. e A.; Viani. I,ivellare (Luca Martini); Uvellazione (Bembo) ; livellamento (Bernard., a. 1812); dislivèllo 1, diversità di altezza a poca distanza >>. Da rwllla (lat.) (da libra >). (R. e. W. 6009). llvèllo 1 v. s. livèlla. llvèllo 2 s. m., contratto col quale si concede in perpetuo o a tempo un fondo da coltivare coll'obbligo di un canone annuo. Anche enfit,èusi. I,ivellare, livellàrio (agg.); livellare (v. trans.) (Bembo); allivellare (D. M. Manni, a. 1751). Da ltbnlus , perché in origine il livèllo era scritto in un rotolo apposito. (.A. Gl. It. III 381). ll\-erare v. s. liberare. llvertlzlo s. m. ant., luppolo. (Cresc. volg.). Cosi ò. Il testo in un passo, ma In altri due passi compare livertisio (Gherard.), che richiama il nome che à. in diversi parlar! dell'Alta Italia !I luppolo: milan. lovertis, milan., berg., breac. loertis, brcac. roverdis, bol. luvert-13 (con s dolce), mant. loart-13, mentre nel ferrar. luvartis è la pastin0.(',a. Il tosto lat. del Creaccnzi à, livertiuo. Nel vocab. mllan. - fior. del 1485 (p. 313) (v. Prati, I 11ocab., num. 682) vi sono i milo.n. leurtù,, luppolo • e riverii.si • aparago •·

    Tutti codesti nomi e altri vengono da una supposta *h'lpurtica (lat. pop.) (quelli con s dal plur.) > ). Leccia à. un e non spiegato (se sicuro). Entrare in Uzza (in una gara o contesa) (Giob.) ripete il frane. entrer en lice (Oudin). (R. e. W. 6084). lloyd s. ingl., società per la classificazione delle navi mercantili e per i trasporti marittimi. Da.I cognome di Edward Lloyd, che teneva a Londra una bottega di caffè nella quale convenivano molti capitani e armatori di bastimenti mercantili, aperta nel 1688 e dalla qua.le ebbe origine la società New Lloyds, sltl cui esempio furono fonda.ti altri lloyds altrove (a Trieste nel 1833). (Gherard.; Gar.; Diz. mar.). lo v. s. il. locale 1 agg., di luogo, del luogo. (Dante). Localmente (Dante); località (non pop.) « posto, luogo» (Oudin, ohe traduce con localit,é) ; localizzare « circoscrivere, restringere ,, (Rigut., N eol.; Fanf. e A.). Da locaUa (lat. tardo) : da lòcus (la.t.) t luogo ~- Localizzare dal frano. localiser (a. 1823). locale 9 s. m., fabbricato o parte di fabbricato che deve servire a quel ohe si richiede (Petrocchi) ; fabbricato piuttosto grande per lo piu con annessi, che può servire a vari usi (Giorg.). L'Azz. (154) definisce locale con > (tottavillai), cosi detta dal cibarsi di locuste (D'Alb., a. 1803); locu,çtino (ant.) (< specie di gambero marino •> (C. Rinuccini, a. 1608). Da lociiRta (lat.) . lodare v. trans., esaltare le ·opere o l'agire di una persona o la pertiona stessa; approvare (Comp.); (ant.) sentenziare come arbitro (TAbro am.; Varchi). Lòdo · (Fag.) e altre voci affini. (R. e. W. 5103; Prati, Voci, p, 122-'3, 193). lòlfio v. s. lòf!a. logare v. trans. ant., affittare. (Strin.). Logagione (ant.) (Stat. pist.); logajolo > (Canev.) ; allogare >; ant. allogagione (Passav. ; M. Vill.), allogazione (Cell.), allogamento (Libro prediche) >. Da locare (lat.) , derivante da laubja (germ.) >, da cui pure lòbia (milan.) è anche del vèneto. Lòggia (massònica) venne da foge (frane., a. 17 40), e questa da lodge (ingl.), loggia de' liberi Muratori (Tomm.). (Bèzz. 200; A. R. VI 306-'7; Gamillscheg, Rom. germ. ; Levi, Palat., p. 165; Gonça.lvez Viana Il 81). -logia v. s. grafia. 690 -

    16Ja

    lqlca 16&1ca 1 s. f, filos., arte del ragionare. (Giamboni). Ant. loica. Lògico (agg.) (Adr. il G.); (s. m.) (B. Segni), ant. loico (Bocc.); fogicastro (Rusc.); fogicale (Berni), ant. loicale (Agost. volg.); fogicamente (Galileo); logicone (garl.) ); 1-0ngae·vitas, -tatis (lat.). fil delle reni (lombi). (Fanf., Voci). lontano a.gg., che ù relativamente a Lombàggine (lombàgine presso l'Oumolta distanza; (ant.) lungo (F. da din e il Bicchierai); lombata (Maga.I.). Barb.; Dante). Da lumbus (lat.). (R. e. W. 5160). Lontano (s. m. ant.) «lontananza• Lombare (agg. scient.) (Libro cura (Castigl.); (avv.) (Dante); lontananza (Bocc.); lontanare (ant.) (Bocc.); almal.; Redi) vien da Wmbaris. lombrico (plur. lombrichi), s. m., verme lontanare, allontanarsi (Bocc.). di terra (Lumbricus agricola) (Ottimo); Da *longWinus (lat. pop.). (R. e. (aut.) verme dell'intestino (Aldobr. W. 5118). Nell'Alberta.no lungitano. -

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    lontra

    IOIO

    lontra s. f., 1:1pecie di martora con piedi forniti di membrana, adatti al nuoto, che vivo lungo lo acque (Lutra i·iilgaris). (Dante). Port. lontra, spagn. nutra, nut·ria, arii,g. ludria, vèn. lodra. Da Ultra (lat.). (R. e. W. 6187). lonza 1 s.f. ant., ghepardo. (Dant-e; Bocc. o altri). (G. St. Lett. Ital. LXXXVIII 190-'4).Lonzaè ora dato dai naturalisti quale nome dell'irbis , specie di leopardo doll'Asia Centrale (Fèlis uncia) >>. Uncha in lettera lat. di Federico II del 1240 può indicare una « pantera •>. Da •zyncea, derivato di lynx (lat.) , greco Àuy~, da cui pure onza (spagn.), onça (port.), once (frane.), donde onza (it.) (Less., s. giaguaro) (nel Ramb. 716 lonza) : da •Zausa, supposta da lapides lausiae, attestato nel sec. I nella tavola di Aljustrel nel l'ortogallo. (Nigra 77; A. Gl. It. XIV 285; R. D. R. V 114; It. D. XVIII 49-50).

    16sclo

    V.

    s. lucio.

    losco agg., che vedo le cose solo da

    vicino, miope (Bocc.); (ant.) ·guercio (Ottimo). (Gherard.). Anche lusco (Grazz.). Da lilBC'UB (la.t.) >. (E. D. R. III 430, 445. 452; R. e. W. 5181). loso s. m. ant., licenza di rappresaglia.

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    lucchetto È termine usato dal Pegol. e riferito al comune di Genova. In statuti di Milano ( 1370), No vara (1460), Porto Maurizio (1405), Genova (1507), Albenga (1518), lwus (lat.) nello stesso senso, nello Btat. di Marsiglia laudum, in una cronaca sic. lausus. È termine nato dalle disposizioni giuridiche feudali, preso da laus, laudis , passata a significare e ; in test.i dell'Alta Italia· del sec. XI II loxo, loso, laux per (Monaci). (Rez.; R. I. Lomb. XLIX 778; R. e. W. 4944). 16to s. m. ora letter., fango (Giamboni); (ant.) sudiciume (Palladio volg.; Cecchi). Da liitum (lat.) (nell'Oudin: lottaria, lotteria ) ; lottista . Serratura tedesca è spiegata come , da.I nordico a.nt. 1,ok. (Bloch ; R. e. W. 5109). luccl v. s. lucciare. lucclare v. intr. ant., rilucere, luccicare. (Oudin). Lucci (ant.) (Salviati) o luccianti (ant.) (Pataffeo; Med.) « occhi t (cfr. Prati, Voci, p. 117-'8); lucciolare (a.~t.) (O. Ruc.) o luccicare (Buti); luccioloni (B. Corsini) o luccicmi (Fanf., Uso) « grosse lagrime >> ; lucciola (insetto) (Dante); (a.nt.) «pupilla.• (Oudin); èrba luccia (Sa.cch.) o èrba lucciola (Matt.) >. Da. liicfo, prima. pers. del pres. indie. di liic.ére (lat.) >; vie. sbalucare i òci > ; romano balucano • di vista corta »; genov. barliig6n >; allucignolare , uccello sconosciuto in Europa al tempo del Pulci. L'aret., sen. òcio • oca & (Aretino; Redi), che non può esser venuto da aucius (Caix, num. 427) o da aucio (A. Gl. It. XXXII 116-'7), venne dal plur. òci di oco (secondo il Redi sarebbe in F. da Barb.) e l6cio, lucio possono essere di creazione imitativa, ed è dubbio che siano foggiati su òcio >. Che l'u di lucio sia per influenza dì lucere, per la lucentezza degli occhi del tacchino, non è possibile essendo esso anteriore alla conoscenza del tacchino in Europa. Il senso di « sbornia. ~ della pist. lucia deriva dal tacchino : cfr. briaco com'un tacchino (A. Gl. It. XXVI 225, XXXIV 57). Forse ànno origine dall'oca piuttosto che dal tacchino: locio, loscio (aret.) >, lòscio (pistojese contad.) « floscio »; alloscire (pist.) ~ render soffice >>; l6sciu (còrso) « tardo, torpido>>. (.A. Gl. It. XVI 452, XX 23, 54, 104; R. I. Lomb. XXXVI 608, per òcio). ludlcro agg. lett~r., scherzoso (Varchi; Oudin). Voce ludicra (ling.) ). ludro v. s. l6goro 2 •

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    luna di mltle

    lue lue s. f. fotter., scient., contagio; peste (fig. di persona scellerata nell'Ariosto e nel 'fans.); sifilide. Lue gallica nell'Oudin, lue gallica o celtica nel Redi, lue venerea in A. Cocchi (a. 1750). .Luètioo , o luminaria (Giamboni). Da liimtnar, -aris (lat.) ~•finestra; •luce». (R. e. W. 5162; lt. D. XIII 80 n. l, 124). luna s. f., il satellite della Terra. Luna

    tolino: Fanf.). Cravalis (a. 1555): lucanica (Zacc., Racc. 64). Da. lugànega (vèn.), Wgànega (milan.): da lucantca (lat.), e questa. da.Ila Lucania. (R. e. W. 5134). liigllo s. m., settimo mese dell'anno. LugUolo (a.gg.) t di uva (o vite) che fa in luglio & (B. Davanz.), conta.d. lugliàtico (Cresc. volg.). V. aleàtico. Da.jiilius (lat.) (mensis Julius, detto cosi in onore di Giulio Cesare). (Merlo, Stagioni 138 n. 4, 212-'3; R. e. W. 4612). , lul pron. pere. m., usato nei casi obliqui ; come soggetto, per egli (letter.), è pop., ma è anche presso scrittori (Comp. ecc.) e nell'oratoria, o in casi particolari (v. Viani; Ghera.rd.; Fanf., Uso; Petrocchi; Mora.ndi, Lorenzo 21, 107-'8, n.; F. A. Ugolini, GTamm. it., p. 103-'4); (ant.) a. lui (Dante; Ariosto; Tasso). Da. illui (la.t. pop.) per il da.t. ilU (cla.ss.), da illi illuius, foggiato secondo qui GUius cui (it. cui). (Meyer-Lii.bke e B., p. 160; Grandgent, p, 211, 212). lui s. m. invar., genere di uccelletti delle silvie (Sylvia ). (Luigi Pulci). Pis. luicchio (Burch. \. Luma lumachella o lumaca lumachella (ant. cantilena dei ragazzi rivolta alla chiocciola) (Oudin).

    lumqlla v. s. Umare . lumla v. s. lima (di Spagna). lume s. m., quanto serve a illuminare ;

    nuòva, crescènte, calante, scema. Luna, colla majuscola, è poco usata. Luna di mwle (v.). Lunetta >; lunàrio (Buon. il G.); Z1tnarista (Buon. il G.; mèzzaluna (piu sensi) (D'Alb.; Gherard.). Da. liina (lat.). Lunazione (Galileo), ant. lunagione (Fiore di virtu) « tempo del corso della. Luna >> dal lat. tardo liinatio, -onis, ant. anche lunare (Dante; G. Vill.), lat. cursus lunaris; lunato (ag-g.) (Cresc. volg.) da. liinlit,u,s (v. lunata); lunàtico (Maestr.) da liinat'icus. (R. e. W. 5163, 5165). . luna di mltle n. f., il primo mese o 1 primi giorni del matrimonio. (Pananti, a. 1803). Come racconta 11 Volte.Ire (Zaài(I, e.. 1748) nel libro dello zend è scritto che il primo mese del me.trimonlo è le. lune. del miele e II secondo le. lune. dell'SBBenzlo.

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    luplno

    lunàrlo L'it. luna di mièle da lune de miel (fra.ne.), ingl. honey-moon. lunàrlo v. s. luna. lunata s. f., corrosione in forma di mezzaluna nelle sponde dei fiumi o dei torrenti. (Viv.). Da lunato . Cfr. lunare, lunaris (la.t.) in carta campana. del 1090 per « bacino (nel porto) • e i significati di luna~a (ma.rin.). (A. Gl. It. XVII 407; Diz. mar.). lunch Ì:J. ingl., merenda; spuntino. V. l'art. lunch nel Fa.nf. e A. (a. 1890). Nel Petrocchi anche lunche (forma it.). In ingl. anche luncheon, di cui lunch è una scorcia.tuia. (Bloch; Dauzat). lunedl s. m., primo giorno della settimana. Fare il lunedi >. J!'ar la lunediana (Lippi) o lunigiana (ant.) (il lunedi che non si lavora). Dal lat. pop. *lunis dies, lat. class. lunae die~ • giorno della luna •• rifoggiato su martis dies. (R. e. W. 5164). lunetta v. s. luna. lunette s. f. plur. disus., occhiali. (Ugol.; Fanf. e A., a. 1881). Da lunettes (frane.). (Bloch, s. lune). lunrl avv. e prep. ora letter., lontano. Anche lunge. Da lungi. (Viani II 8183). Lungiamente (ant.) (Rime ant.; Paganino: Petrocchi); lungiare (ant.) (Guitt.). Da l/'Jnge (lat.). (R. e. W. 5116). lunro agg., di cosa la cui estensione è notevole rispetto alla larghezza o all'altezza; che dura molto; (ant.) lontano (Cavalca; l:t'ioretti); tardo. Sillaba lunga (Varchi). Lungo (ant.) «lunghezza ( Vite Plutarco); cosa lunga (Bocc.) »; (avv. e prep.); lunga (pili sensi); lunghezza (Cresc. volg.); lungherta (Cecchi); lungàgnola « sorta di rete per pigliare animali terrestri >> (Firenz.); lungagnata (discorso) (Giusti) (It. D. XVIII 105); lungamente (Lat.); lungare (ant.) (Jacop.); allungare; allungamento (Giamboui); lunghesso (v. s. ,esso).

    Da lrmgus (lat.). (R. e. W. 5119). lu6&o s. m. (plur. ant. anche le luogora), spazio occupato o accupabile; paese, terra; podere (Bocc.). Luògo comune (Sacch.), loogo còmodo, o lu-Ogo di derenza (v.), gabinetto di derenza. Lògo non è dell'uso o è volg. I,uoghicciw)/.o (Fioretti); luògotemnte (G. Vill. e v. Crusca); l-uògotemnza (Salvini) (forse da locum tenens, bassolat.); miluogo (ant.) (v. s. nùzzo). Da U1cus (lat.). Il significato di > è anche del milan. logh, del bol. lugh ecc. (R. e. W. 5097). L-uòghi comuni (considerazioni) (dal sec. XVI), di origine letteraria da loci communes (lat.). (Viani, s. luogo). luoja s. f. sen. ant., scintilla. (S. Bernardino: Fanf., Uso). Lòjola (sen. mod.). Vi corrisponde l'abr. jura, a Sulmona lure. Impossibile l'origine da loha (longob.), led. Lohe (trasl. di lupa ). luplcante s. m., àstaco di mare, specie di grosso granchio marino somigliante all'aligusta. (Mascherate, a. 1566: Gherard.; D'Alb.; Gar.). Da lobagante (spagn., port.), labugante (port.), llobicante (a11tur.). (R. e. W. 5008; It. D. Vili 218; A .. Gl. It . .XXXI 46). luplno s. m., pianta delle leguminose che fa dei semi rotondi, compressi, i quali servono d'alimento (Lupinus albus); malattia d'occhi dei polli, con gonfiamento in forma di lupino e con maglia bianchiccia. ; specie di callo (l; lupinajo « venditore di lupini >> (Buon. il G.). Da lupinus (lat.) (da lupus, forse perché la. pianta sopra.detta. fa perire

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    luatnn

    lupo erbe che vi nascono presso, col suo folto fogliame: Canev.). (R. e. W. 5170).

    lupo s. m., specie di carnivoro del genere cane, vivente in Europa (Canis lupus) (Bocc.); (ant.) gancio dentato usato dai difensori sulle mlll'a contro gli assalitori (Giamboni ; Giovio) ; (ant.) ulcera maligna rodente (lupus) (Less.). Lwpa, anche per « avanz1a » in Comp., Dante, per « meretrice » in Fazio, Ségneri; « gran fame (F. It. VIII 118, n. 1); carie del legno, degli alberi (Canev.; F. lt. VIII 117-'8); (ant.) specie di tumore (Tomm. e B.; It. D. XVI 148-149)•; lupicino (Jacop.); lupacchino (ant.: Fra Giord.); lupacchwtto ( J. A. N elli) ; lupattello (Cecchi); lupaia e òmene « uomo>►• (R. I. Lomb. XLIV 940). luppolo s. m., pianta perenne rampicante, i cui frutti servono per aromatizzare la birra (Humulus Lupulus). (Soder.). Nel Matt. luP.olo, lupulo. Luppolièra ( Rid.); luppolina, polvere ( Rid.); «trifogliolino (Medicago lupulina) » (Rid.). Da •lupulus (lat. pop.). (R. e. W. 5171).

    luscén,ola v. s. /,Ucia. luscla s•. f. (Roma), pioggia dirotta. Aquil. na lucia d'àcqùe, vast. na luce d'àcque ~ un acquazzone t, veron. slusia >, da a maca (Guido delle Col. volg.); maccheria

    (Pant.; Redi) (Diz. mar.); maccheria di pesce (D'Alb.); ammaccare (Cresc. volg.); ammaccatura (Magal.); smaccare (Caro); smaccato; smacco (dal sec. XVI). Di origine imitativa (come pacca, lacca e altre parole) del pari che il frane. macquer ; macchiettista (Bocc.). Stare in màcero (a macera.re) (Cresc. volg.); macerazione . L'Oudin registra i frane. macis > e macer . Questo macero risale al greco 11.cbçe:p. (Bloch). maclulla v. s. màcina. màcola v. s. màcchia 1 • macuba s. f., sorta di tabacco da naso che sa odore di violetta, e che era preparato anche con zucchero ed essenza di rose. ( 1879). Macubino ~ tabacco da fiuto imitante la ma.cuba•> (Petrocchi). Da macouba (frane.) : venuto da Macuba, comune della Martinica, con tabacco rinomato. (Zamb.). Macuba {f.) è pure una (Petrocchi), detto cosi perché l'odore soo somiglia a quello di codesto tabacco. (It. D. VI 270). madama ; madamlplla v. s. dama. madapolàm s. m., tessuto di cotone bianco e forte, fabbricato dapprima a Madapolam (India), e poi in Francia ccc. (Less., a. 1875). Dal frane. madapolam (a. 1823), a sua volta dall'ingl. madapollam: la forma indiana del nome di luogo è Mddhavapalam. (Lokotsch 1342 a). madastra v. madrasta. madesi v. s. Dio. màdla s. f., mobile usato per fare la pasta per il pane e per conservarlo e per conservarvi pasta da mineBtra o altro; (ant.) banco da orefice (Cell.). Madiata (ant.) > (vena maestra: Cresc. volg.; barba maèstra: B. Davanz.); maestra (ant.) > (Luigi Pulci), donde maestruzza (ant.) (Crusca; Oudin); vela di makstra, in B. Crescenzio ·vela maestra, maestra, donde àlbero di maèstra, che porta detta vela (Diz. rnar.); maestrino (Baldin.); maestressa (ant.) « maestra (donna)>> (G. Vili.; Varchi); maestria (Lat.); maestranza > (G. Vili.); maestrévole (G. Vili.); maest.rare (ant.) « insegna.re >> ( J acop. ; M. Vill.); ammaestrare; ammaestramento (Albertano volg.). Da. magìster, -tri (la.t.) ). magazzino (con zz dolce), s. m., stanza di deposito di merci o di viveri o di attrezzi (G. Vili.); (poco usato) bottega, negozio (Fanf. e A., a. 1877); (ant.) magazziniere (Bandi ant., a. 1552). Magazzinière > (D'Alb.), -o (Oudin, cui manca il frane. magasinier) ; magazzinàggio (D'Alb.); im,nagazzinare (Giorg.) (nel D'Ayala magazzinare). Dal sec. XVI a.ncbo magazzeno, e coll'e ancora. in diversi di&lctti l Ugol.; J>iz; mar.). Noi 1780 il Mag02.Zino Toscano, raccolta. di opuscoli. Tra. il 1850 e il 1860 usci a. Napoli il Maoazzino delle Damigelle.

    Dall'ara.bo ma~.azim, plur. di ma~zan. In magazzeno è sottentrato il suffisso -eno al posto di -ino (v. carena). Dall'it. 'magazzino venne il frane. magasin, da. cui l'it. magazzino >. (1V'agazzerw dal frane. è impossibile: sarebbe senza riscontri), (Lokotsch 1362; Diz. mar.; Gonçalvez Yiana II 93). maggese v. s. màggio. màgglo 1 s. m., quinto mese dell'anno civile; albero o frasca piantata un tempo dai contadini davanti all'uscio delle innamorate, la notte di calendimagglo. Piantare il màggio (Baldin.). Cantar maggio (cfr. emil. martlèt >). (Nigra 79; R. e. W. 5267). magnèsla v. s. magnète. mainète s. m., calamita. (Sacch.; Marchetti). Magnètieo (Galileo); magnetismo (Magal.); magnetismo animale (Marchi, a. 1828); magnetizzare « (ant.) curare un malato col preteso fluido magnetico ; comunicare le proprietà magnetiche al ferro)) (Marchi, a. 1829); magnetizzatore « chi applica il magnetismo animale>> (ivi); magnetizza-

    mento (Petrocchi); magnetizzazione ( Cappucc.) ; magnetologia (disus.) «dottrina riguardante gli effetti reali o immaginari del magnetismo ►> (Marchi, a. 1829); magnetite (Less.); màcchine magnetoelèttriche (Less.); magnet-Ometro (Marchi); elèttromagnetismo (Marchi II 514). Dal lat. magnes, -etis (lapis); lat. tardo magnetfous, greco µciyv'ljc;, •'lj't'oc; (À[~oc;); µciyv'ljnx.6c;, dalla città di Magnèsia (Asia Minore), nella cui regione abbondano le calamite. Dal bassolat. magnesia, derivato dall'agg. magnesius (di Magnesia), vennero magnèsia (Ma.gal.); magnesiaco (D'Alb.); magnesio sasso (Marchetti) ; ma,gnèsio (s. m.) (Marchi II 626); magnesite (o schiuma di mare) (Less., a. 1875). (Bloch, s. magnésie, magnétique). magn6lla s. f., genere di piante delle magnoliàcee dell'Asia e dell'America Settentrionale, tra cui la Magnòlia grandiflòra, albero della Carolina. (O. 'farg. T.; Canev.). Dal lat. scient. magnolia, nome inventato da Linneo in onore del botanico Pierre Magnol (1638-1715). magnosa s. f. viaregg., gronda, berretto di tela cerata; portato dai marinai quando piove. Da magnosa (nap.) >. Va posta accanto a magnusu (sic.) >: da magnusu >. Per la forma della testa è detto magnosa a Napoli il « pesce martello)>. (lt. D. XIII 100-'l; Diz. mar.). mago s. m. (plur. maghi, nel Passav. magi), chi esercita la magia. I Magi, i tre personaggi che vennero dall'Oriente a Betlemme per adorare Gesu ( Jacol?·: Li Magi). (Gherard., s. mago o magio). V. mago sabino. Maga (Firenz.); ora anche ;, donna che riesce a incantare, a sedurre >> ; màgolo (ant.) (Grazz.: magi) e il sing. magio

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    mag61ano

    mal

    (St,oria S. Eug.) e t uomo immobile insensato>> (stare come un magio; nei Fag. ritw come un magio) (Gherard.; Fanf., Uso). Da magus (lat.) ~ mago, indovino e sapiente presso i Persi», greco µciyoç > (Oudin). Da Majòlica, nome antico dell'isola di Majorca (Majolica in Dante ecc.) (Baleari), donde nel sec. XV fu portata. in Italia l'industria. delle majoliche, la quale fiori meglio di tutto in Faenza, da cui il nome di f aenze alle majoliche (Petrocchi), frane. faunceB (dalla fine del sec. XVI) (Bloch). ma)onesa s. f., salsa fredda., fitta, piccante, di rosso d'ovo, sale, olio d'oliva, succo di limone. Anche majoneBe (Panz., a. 1905), mayonnaise (frane.) (Gar., a. 1895). Da mayonnaise (frane., a. 1805), supposto derivato di Mahon (o PortMahon), capoluogo di Minorca (Baleari): sarebbe un ricordo della presa di Mahon per parte del duca di Richelieu (a. 1756). Spiegazione malsicura. (Bloch II 52). màls s. m. scient., granturco (v.). Maidico (agg. scient.) > e -logie. malàggla v. s. malannàggio! malandare v. s. andare, e s. male 2 • malandre s. f. plur. ant., crepa.ccc nel garetto del cavallo. (Oudin, s. malandres, frane.; D'Alb.; Tomm. e B.; Less.). In frane. il termine è attestato dal sec. XIV; lo spagn. o il port. ànno malandru. Da malandria (lat.) >.Nel piem., malandra vale >, il vie. contad. conosce malandro « male, malattia >>, il v~sug. malàndolo • malannuccio, acciacco o, nei quali à la sua parte malanno. (Bloch, s. malandre; R. e. W. 5255; It. D. XVIII 112). malanqlo! imprec., maledetto! Anche malannàggia! (Fanf., Uso). Malannaggia la furia! Maledetto il mestiere! (Manzoni, Prom. sp., c. XV). Dal nap. ant. malannaggia, mod. mannàggia !, cioè malanno àggia I «malanno abbia! o (mannàggia! pure a Roma). L'Oudin à maldggia « mal luy vienne ». malanno v. s. anno. malardo s. m. ant., anatra salvatica. (Bocc. : Gherard. VI 442). Questi e il Fanf. lo traducono a torto con • anatra domestica o. Il Galucci (sec. XVI) traduce con melardo lo spagn. pato

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    malfare

    malArla dell'Acosta (Zacc., Racc. 43, 66). Nap. maliarda. Dal frane. malart (dal sec. XII): da male > (Allegri; Buon. il G.), che il Pieri nicchia (G. Vill.; Sacch.). Da manica (lat.). (R. e. W. 5300). manlcare v. trans. ant., e ora contad., mangiare. (Matasala ; Dante ; Lingua N. III 83-84, IV 11). Manicare (s. m. ant.) (Bocc.); manicaretto ~ vivanda composta di piu cose appetitose• (Bocc.; Redi). Manducare in Dante, Cavalca, Belline., mandicare, manducare (v. trans.) nel Ritmo cassinese (Monaci), manucare (sec. XIII-XVI): dal lat. manducare

    (Giamboni; F. da Barb:). maniere s. m. ant., villa in campagna. (Livio volg.; G. Vili.). Anche maniero (.M. Vill.), manieri (F. da Barb.). Dal prov. ant. 1naner (frane. ma. noir), dai verbi maner (ma1ioir), discesi da manére (lat.) (Petrocchi). Xci Garz. (700) e nell'Oudin anche mantiglia >. Da manteca (spagn.) > ; mantecada , -o ; mantequilla >. L'ètimo ne è sconosciuto (R. e. lV. 5324 a), non essendo forse probabile la dipendenza da maltha (lat.), o µci)..,&oc (greco), propr. > (cfr. i signi:fìcati di malta, it.). (Zacc., Elem. iber. 257-'8, 486). mantecato; mantechlglla v. s. mantèca. mantèllo s. m., sopravveste senza maniche che copre la persona dalle spalle sino sotto la vita ; pelame del cavallo o del somaro (Firenz.); (fig.) scusa (Cavalca). Mantelletto (Bocc.); (Oiriffo); -a (P. Giambull.); mantellùw (Malisp.), -a (G. Vill.), questa anche per > (G. Targ. T.); mantellare (aut.) >; smantellare (v.); mantarro (ant.) > (Sann.) (con -arro di tabarro). Da mantellum (lat.), deriv. di mantum >, da cui manto > (mani-O papale in G. Vili.). Dallo spagn. l'it. manto > ecc. (It. D. VI 264; Tagliav. 200; GonçAlvez Viana II 109 ; R. e. W. 5289 ; Rev. Études Indof!Al,ro-p. IV 208-226).

    manzuola v. s. amanza.

    ma6na 1 s. f., (sec. XVI-XVII) sorta di grande nave turca, somigliante alla galeazza (Paruta. Il altri); grosso barcone mosso da rimorchiatori, adoperato nei porti per caricare o scaricare le merci (a.neon. mawna.). Nel eeo. XIV le maone erano baetlmentl a remo piu da carico e da trasporto che da guerra (Gugllelmottl).

    Da ma'una (turco) ~galera», derivata da mii'un (turco, ata,bo) ~ vaso ». (Lokotsch 1449 ; Bloch, s. malumne; Diz. mar. ; Vidos). maona 2 v. s. magona. mappa s. f., (ant.) tovagliolo (G. P. Ma.ffei); (ma.rin. ant.) galloccia (di ferro) (B. Crescenzio) (genov. mappa ~bandella•); carta. corografica (Oudin; Algar.). Mappa geografica (Algar.). Da mappa (lat.), termine indicato come punico, >. Mappa (geogr.) è ricavato da mappamondo • carta del mondo• (G. Vill.), nel Polo tosc. mappamundo, presso Galileo solo mappa, da mappa mundi (bassolat.) (l'Ou. à anche nappamondo). Da mappa venne nappa, con n per dissimilazione da pp, coi sensi di >, trevis. maro (de fùfn) ~ posta (di :fieno)>>, prov. marro (s. f.) . (A. Gi. It. XVIII 419; It. D. XVIII 105, 165, XVII 132). maramao! v. s. gnao. marame s. m., rifiuto di mercanzia, di cose; cose o persone spregevoli, in quantità (Firenz.); (ant.) quantità grande d'una data cosa (Fra Giord.). Non marrame, come scrivono il Manfr. (s. marocca) e il Bèzz. (66). Non da mare, in quanto possa indicare cosa rifiutata dal mare, come dicono il Tomm. e B. e la Crusca, ma meglio da *marra >, da cui torin., milan., bologn. maròca >, calabr. marrame, marramma, maramma venne marchese, in scritti lat. d'Italia marcensis e marchio (sec. IX), donde marchesana (ant.) (Bocc.); marchesato (Hocc.). (Bèzz. 84-86; R. e. W. 5364; Gamillscheg, Rom. germ. I 157; Bloch, marche, marquer, marquis). marca 2 s. f. ant., sorta di moneta del peso d'una libbra d'argento. (Tav.rit.). Marco (moneta antica e moderna.) (G. Vili.; B. Dava.nz.). Da *rnarka (germ.) , pure da miirithnus. (Diz. mar.). maremma 2 -v. s. maremma 1 • marem6to s. m. letter., scient., moto vibratorio elastico cagionato nelle acque marine da un terremoto sottomarino o da eruzioni vulcaniche. ( 1889). Ant. marimoto (Botta, a. 1824). (Diz. mar.). Da niare e mòto, secondo terrewto. marenga v. meringa. marèngo s. m., moneta d'oro da 20 lire oro. Frane. napoléon, louis (20 franchi). Chiamata cosi perché coniata da Napoleone dopo la battaglia di Marengo (Alessandria) (14-VI-1800). marescalco v. mariscalco. maresciallo s. m., titolo di suprema. autorità militare in diversi stati (V. Ilorgh.); sergente a piedi (Ramb. 517). Maresciallo d'allòggio (D'Ayala) (Cappucc.; Diz. mar.). Maresciallo di campo (:Montec.), frane. maréchal de camp, ted . .Feldmarschall. Maestro, o come essi (i Francesi) dicono Maresciallo del campo (Dàvila). (Grassi). .ll[arescialla > (Gherard.). Manescalco• del campo, riferito al 1342, pure a Venezia (Rcz., s. maliscalco). Il recente grado di maresciallo (sottufficiale) in Italia fu istituito nel 1906.

    Da maréchal; maréchale (frane.) (v. s. mar·iscalco). marese s. m. ant., stagno; piccolo lago. (G. Vili.; M. Vill.; B. Davanz.; Oudin). Da ritenere un termine letterario, al quale non corrii;ponde alcun nome di luogo. Dal frane. marais (mareis nel sec. XII) . (Bloch; R. e. W. 5360 a). Maroso dovrebbe avere altra. origine (v. R. marazzo). mareUma v. s. maremma 1 • ·marezzare ; marezzato ; marezzo v. s. mare. marga s. f. ant., marna. (Agricola volg.; Oudin; Lastri). },forgone (G. Targ. T.; Lastri; A. Gl. lt. IX 390 n., XVIII 233); margare (ant.) (Oudin). 111.arga nella versione da l'linio del Domenichi, e nello spagn. Da marga (gall.). V. marna. (A. R. VI 209; It. D. XVIII 52-53). margarina s. f. scient., grasso ricavato dal sego di bue, usato per fare il burro artificiale; burro artificiale. (Gar., a. 1895). Burro margarinato (Panz., a. 1908). }llargariiia fu detto l'acido margàrico, scoperto da Chevreul nel 1815 (Marchi, s. margdrico): da margarine (frane.), a sua volta da margarique, derivato di µci py,xpov (greco) , per il suo colore perlaceo. margarlte s. f, scient., v. s. margherita. margella s. f. ant., moccio. Anche margello. (Oudin). Voci >. Oggi i Sardi meridionali usano la bestipèddi >. (Lokotsch 1443; Bloch, s. 11iat; R. e. lV 5401; Levi, Palat., p. 213). matt61de, s. m. scie11t., persona di temperamento ma1..tesco. (Petrocchi). Termine inventato ·dal Lombroso (a. 1885: v. Pazzi ed anomali 210, 323). Anche pazzòide. mattona s. m., pezzo quadrato di creta cotta per fare muri o pavimenti. (G. Vill.). llfatt.onèlla «(aut.) quadrello (Oudin); tavoletta di sale per medicina (a. 1636: Gherard.); sponda del bi-· liardo (Bollini)>>; mattonare (v. itnt.) (Cronichetta); mattonato (1:1. m.) (Dia[. S. Greg.); ammattonare (G. Vili.). > (D'Alb.}'. Mastra è pure vèn., lomb. ecc. Il nap. à màrtula. (R. Ling. R. III 29-31; R. e. lV 5211).

    maturare v. s. maturo. maturo agg., di frutte arrivate al

    punto perfetto per essere gustate ; di tumore vicino a suppurare (Uoee.); di persona verso la metà della vita (Boce.). 11Iaturezza (ant.) (Palladio volg.; Bocc.; Redi); immaturo (Guitt.). Da maturus (lat.). Da maturare: maturare; ·rnalu,ra.mento (Cresc. volg.); 1'1edicina maturante (ant.) (Volg. Mesue). JIIaturità da matiirltas, -atis, per via letteraria. mayonnalse v. s. majonesa. mazale v. s. majale. mazurca (con z dolce). s. -f., ballo- polacco in "/ 4 , di movimento moderato o allegro, i11 uso anehe in Italia. (LesA., a. 1875). Nel llamb. (955), che cita-il .Nota, ma.ssurca. Frane. ma.zurka (a. 1836), disus. ma.surka, masourka. Da mazm·ka (poi.). ballo nazionale polacco, che prese il nome dai Jlasuri, abitanti della Masòvia. (Della Corte; Uloch). Mattone va connesso con nwttello (sen.) mazza s. f., bastone groi;so (G. Vili.); •creta.• (Oudin); 111,11ttarozza, (ant.) "JU(l,ssa (ant.) clava (Malisp.) (anche mazza metallica. che rimane sulla forma ,l'un pezzo d'artiglieria dopo li getto, (Dirin!(".); 111atferrata: Boce.); gran martello a due tajone • terra. molto sterile soprattutto p~r la mani (forse la niaça di fero di Matasua. compattezza eccessi.a». (8oder.; UancY.). sala: M.onaei, p. :J8, r. 96); bastonL'ètimo p1~ò essere *mail- >. E da spiegare 11wlm1e per vari usi; marza (Trinci). (lucch.) «mattone•> (nel Barnff. ma11,lazzo >, da cui mastrina Valdelsa) > (e v. Petroechi); mazzacavallo (Franz.): mazzagatti (v.);

    ( It. D. XV 201-'2). Da mechankull (lat.); mechanwa (lat. tardo) ; mechanisma; greco µ l)xixvtx6 c;; JJ-lJX, da mlderi e, curare, medicare>►. lried-icina da. mMwina; medicare da mld'fcare (-ari). Medicale (agg. scient.) (Oudin; Ugol.) dal frane. midical (a. 1534) (Bloch). f!ledloèvo v. s. èvo. mèdlum s. m., persona che si crede o si dice in rapporto con spiriti. (Le~s., a. 1875). Anche mèdio (Gar., a. 1895). V. spiriti8mo; trance. 1lt cdiànico; medianità (Panz., a. 1905), medianismo (Morselli). Da méd·ium (frane., a. 1856), dall'anglo-amer. medium, tratto dal lat. medium preso nel sens.o di (< intermediario >>. V.: Kardec, Il libro dei morti ossia guida dei mcdii e degli evocatori, Torino, 1887. Secondo ciò che scrive Elisabetta :N"arischkin-Kurakin (Sotto tre zar 24) nel 1849 cominciavano a Parigi a interessarsi di occultismo e a discorrere di medium, come Alessio Didier. medusa s. f. scient., genere d'animali marini gelatinosi con molti tentacoli (ivi). L'uno e l'altra da µéÀa.ç, µéb.,,o,; (greco) « nero t. · melanzana s. f., pianta delle solanàcee con frutti grossi di vario colore, mangiati come verdura. (Solanum melongena). (Matt., che dice melanzana nome usato in Lombardia). Anche petronciano (Novell.), petranciano (Matt.), petonciano (Benedetto Dei, a. 1476; Soder.), meùmgiane (sec. XIV), mele insane (Matt.), melensane (Sodar.), molignane (Scappi), marignano (Minucci) (che è nome romano). Nomi discendenti dall'arabo e pers. badingan. Petronciano fu forse accostato a petrosill-0, mentre melanzana si spiega da mele insane, melensane. O. Targ. T. osserva che i Petronciani furono chiamati Melanzane, e Mala insana perché di non troppo buon sapore. Nel N ovell. è anche cenno d'uno scritto di medicina in cui era detto . \A. Gl. It. XIII 448). Il sigm:fì~a~o di mello: nàggine derivò dalla scipitezza. degh antichi melloni. melma (o mèlma), s. f., melletta. Ant. memma (B. Da.vanz.). .Melmoso (Redi). Da •melm (longob.) (got. malma) >. n,cllone de vane, mentre mellone d'àcqua (o melodramma s. m. letter., opera (in cocummcro) vi è detto il , cocomero" (l\br. musica). (D'Alb.). V. òpera•. Ant. cclrone), in frane. melon d'e.au, In ted. JVasser• dramma musicale (A. Segni). 1nelone. In Recoli e.nde.ti mellone inrlir,ava ,11elodrammàtico (D'Alb.). anche un frutto differente de.I popone, come

    laza (spagn.), mentre non ne dipende il vèn. melazzo (usato da O. Targ. T.). Da mellacium (lat.) . melata v. s. mièle. mèle v. mièle. melea v. mislea. mellaca s. f., albicocca. A nt. muUaca (Ilenciv.). ,lleliaco nel Cresc. volg., melegaro nel Palma. Da melga (lomb.), da cui melg6n, melgòt . Da medfoa (herba) (laL) >. Il traduttore di Pallaiiio rese con meliga il nome niedicn (lat.) e mielga nello Kpagn. vale . (Canev. II 84:l; B. D. R. VI 15; R. e. W. 541i5; ...-1. I. Ven. XCVI, P. II 664-'6, CIII, l'. II

    I melodrammacci. francesi e tecùschi son

    ri~ulte. de. un e.rtlcolo del Ce.nev.

    -

    642

    melogna

    mendlce

    venuti in moda sotto il ridente cielo à' Italia . .. (Botta). Fra.ne. mélodrame (a.. 1772). Da µÉÀo ç (greco) « canto

    ménagerle s. f. fra.ne., serraglio.

    » e · melogna s. f., tasso (bestia.). (Presso qualche vecchio naturalista e nel Sinisc.). t nome nap.,, dflriva.to di meles (la.t.). (A. R. XXV 171-'2). malorranato v. s. rnelo. melolonta s. f. scient., maggiolino ( Jielolontha vul,garis). (Less., a. 1875). Ne! Marchi melulonte, genere di coleotteri scarabiti, che ebbero il nome dal guasto che fanno dei fiori soprattutto dei meli c delle viti. Da µ1jÀoÀ6v&1j (greco), composto con µ-ijÀov «frutto; mela & o ClÀÀuµ1 . melone v. mellone. maluma v. s. mièle. memlllratura v. s. mèmbro. màmbro s. m. (plur. mèmbri o mèm/Jra), ciascuna appendice del tronco del corpo; membro virile (Giamboni) ;· parte cli un tutto (Giamboni); ciaRCun individuo che fa parte d'una società (Domiuici).Ant. vembro (Ovidio, Pist.). :Membretto (G. Ruc.); membrolino (Fircnz.); membruto (Dante); smembrare (letter.) (G. Vill.); (fi.g.) (Ariosto); i;membrato (.Dcgg. B. Umil.); smembramento (Adr. il G.). Da m~mbrum (lat.). (R. e. W. 5488). Membratura « disposizione dei membri (Oudin; Algar.); carcame (di nave) (a. 1832) » ripete membratura (lat.) . memma v. melma. mena v. s. menare. ménage s. m. frane., le faccende domestiche; andamento, spese, governo della casa; casa, famiglia; matrimonio; convivenza d'amanti. Ménage (Zacc., Racc. 172). lliéMgère (frane.)« ma~saja »(Panz., a. 1905). Nell'Oudin mesnagere(franc.) >. l~f.énage discese da •mansionattcum (lat.), derivato di mansio >, donde mai11on. (Illoch).

    dramma.

    -

    M~eria n~l Maga.I. per (Ca.nev.), nel Ma.nfr. (a. 1883) per «serraglio•>. Il Vener. tradu.oe menagerie con > di carte it. dei sec. Yll-Xl, moneta del valore di trenta denari d'argento (Morandi, presso Belli, I, p.CXXVllI). V. ·manicosi o mancusei in V. Borgh. (Tomm. e B.; I, mennonusin doc. marsigl. (Du -Cangc; )ligra 90-91); menonus «capretto>> nel Gloss. Zig. del Rossi (66). Da *ménuo, part. di *mermare = menovare, o da minuere ( *mfoiius, -os) . (Caix 34; A. Gl. It. XIII 213-'4, XVI 455; St. l!'. R. IX 728; Z. R. J>h. XXX 302, XXXIX 206; Miglior., Dal n. pr. 223, n. 3; R. Ling. R. II 278; lt. D. X 114). meno, avv. comparativo di inferiorità. Di meno; al meno, almeno (Dante).. ~Meno (agg. es. m.) (il meno, i meno). Da mvnus (lat.). (R. e. W 5594). mènomo agg., che è il piu piccolo, piccolissimo.

    Da mfownus (lat.). Menomare da •mtntmare. (R. e. W. 5587, 5586). mènsola s. f., membro d'architettura, che serve di sostegno. (Dante). Mensolett.a, mensolina. Da ménsiHa (lat.), per via letteraria, menta s. f., genere di piante delle labiate, odorose1 di cui la specie comune fornisce un olio usato per comporre rosoli e pasticche (Mèntha viridis); pasticca di menta (anche mentina). Da mlnt,a (mentha) (lat.) (greco µ[11.&7J). Mentastro t menta salvatica >> (Cresc. volg.) da mentastrum. mente s. f., facoltà di intendere e di pensare. À. mente >. _4.mmentarsi (ant.) > (Dante); rammentare. (Dante). Da mens, mlntis (lat.). Da mentalis (lat. tardo) l'agg. letter. mentale (Cavalca); mentalità (Giob., a. 1846); mentalmente (S. Bernardo volg.). Degli avverbi composti con -mente v. Mo, mndi, Origine 7; Tollero. 94-96). (R. e. W. 5496). mentire v. intr. poco pop., dire una o piu menzogne. .Mentita (H.Segni); sment-ire (Comp.); smentita (Oudin). Da mentire (lat.), da mens, mentis. mento s. m., parte della faccia al di sotto del labbro inferiore. Dal lat. ment1im. mentonlèra s. f., mazzetto di fiori artificiali sotto la. tesa. dei cappelli da donna (moda vecchia e nuova). Anche barbina. (Carena I 70; Gherard.). Da mentonnière (frane.), che il Ghiotti traduce con mentiera, e che indica la . (R. e. W. 5507). mentre avv., intanto che; (ant.) finch, da. merchier, risp. mercar, nati dall'alto ted. ant. me,rken (ted. marken) >. (A. Gl. It. XVI 456; R. e. W. 5533; Merlo, Dial. Bora 137, n. 5). mèrcoledi s. m., terzo giorno della settimana. Pop. mèrcoldi, aut. mercordi (Pecor.; Viani), scherz. mèrcole, aut. mercore (Ilerni; Bembo). Da Mercìiri dies (lat.) >.

    mercorèlla i,. f., erba. diòica, cattiva, -0om1rnissima nei vignati, usata in medicina da tempi antichi. (Patatfio). Anche marcorèlla (Benciv.) (Jlfercurialis ànnua).

    Rifoggia.mento della lat. mercuriii!is (herba), detta cosi percM raccontavano essere stata trovata da Mercurio. (R. e. W. 5518). mercuriale s. f., tariffa, listino dei prezzi del mercato. (Ugol.; Panz., a. 1918). Dalla frane. mercuriale (a. 1800), dal lat. mercuriiilis ~ di Mercurio (dio del commercio) >>. màrda s. f., escremento. Merdòcco > (Menz.; Fanf., Uso) (lt. D. Vi 265); metdellone (ant.) (Ilerni) (lt. D. VI 265, XVIII 128); merdajo; merdajuòl-0 (Fanf., Uso) ; merdoso (Dante); smerdare (Menz.); librismerda (v. s. libro). Da mèrda (lat.). (R. e. W. 5520; R. Ling. R. XII, 91 num. 173). me_rànda s. f., mangi:ue tra il desinare e la cena. M erenduòla (Caro); merendone (Med.). Da mMnda (la.t.). Merendare da mMndiire.

    (R. e.

    W. 5521, 5521 a;

    It. D. VII 234-'5). mèrgo s. m. (plur. mèrghi, nel Soder. mergi), (aut.) marangone (uccello) (l non deriva dallo smèrgo, ma è variante di sbergolare, che nel pist. contad. vale >. Mergogliare sotto acqua, dei nuotatori, usato da B. Crescenzio, deriva da mergulhar (port.), pure da mfrgus (Diz. mar.). Smèrlo (ant.) > (Oudin) venne da mèrgulus (lat.) (lt. D. XIII 220, n. 4; Prati Voci, p. 185, n. 2).

    mergogllare v. s. mèrgo. merla; merlare v. s. meriggio. meridione s. m. letter. raro, mezzogiorno, parte di paese posta a mezzogiorno. Il Meridione >, contad. meriare (del bestiame) (La.stri), da cui merio, meria. V. meriggiano. (R. e. W. 5530; Mise. Ascoli 463).

    meringa s. f., dolce delicatissimo fatto con chiare e zucchero in polvere, riempito di panna. montata o di marmellate. (Manfr., a. 1901). Anche marenga (Ramb. 901; Petrocchi). Da meringue (frane., a. 1739). (A. A. Se. Torino XLIX 540).

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    mertnl

    mesmerismo

    merlnl s. m. plur., Jlecore merine (pecore spagnole di lana fine). (1847). Nel Ramb. (44, 717) merina, e, per il tessuto che se ne fa, merinos. Pecore merine in vers. del Cravaliz dal Cieza (a. 1555: Zacc., Racc. 55). (Canev.; Zacc., Elem. iber. 270, 487). Dallo spagn. merinos, e que,ato dalla dinastia marocchina dei Ben'i-Jler'in, discesa da una tribu berbera allevatrice di montoni. (Bloch). merlo v. s. meriggio. merlango; merlano v. s. merluzzo. merlino s. m .. sorta di cordicella d'uso marinaresco: (D'Alb.). Dal frane. merlin, forse dall'oland. meerling. (Valkhoff 190; R. e. W 5533 a; Diz. mar.). mtrlo 1 s. m., specie di tordo, nero (Turdus mèrula). Ant. anche merla (Luigi Pulci). Specie di pesce: meri-O (Redi). ]ilèrla (la femmina); merwtto, anche per ~balordo>> (Buon. il G.). Da mfrìila (lat.) (uccello e pesce). (R. e. W. 5534; Pieri, '1.'opon. Arno 265). mtrlo 2 s. m., (ant.) muretti in cima alle mura di fortificazioni separati a ugual distanza di vani, donde si saettava il nemico ; ora ornamento somigliant.e a codesti merli, 'anche di altre cose. Merletto (trina o altro) (Redi); merlare (ant.) (G. Vill.); merlato (Hocc.); merlatura (Firenz.); smèr/-0 (Guad.; Gherard.); smerlato (G. Targ. T.); smerlare di parlate venete. Anche metafonesi (a. 1898). In ted. Umlaut (A. Gl. It. XIV 329). Metafomtico (plurale metafonèti,co). Dai greci µe:-rti . metàtora s.f. letter.,figura rettorica.consistente nel trasportare una parola dal senso proprio a un altro che à qualche somiglianza con quello. (Maestr.). Meta/oretta (Pallav.); metaforismo (Tomm. e B.); metaforeggiare (.Algar.); metaforizzare (Ottimo). Da metaphl!ra (lat.), greco µe:ncpopti . mettora s. f. scient., letter., fenomeno che avviene nell'atmosfera (Fausto da Longiano) ; stella cadente, bolide (F. Corsini: meteora ignea). Jlfeteòrico (Pioretti); meteorist,a, (ant.) > (Cresc. volg.). llfezzolano è mezzano con innesto dell'antisu!Jisso -olo- (v. It. D. XVIII 156-'8). mezzule v. s. mèzzo. ml proP. pers. atono, usato per il dativo e l'accusativo. Da me, mi (mihi) (lat.). mia, miei. V. s. tua. mlarolare v. s. gnao. miao v. s. gnao. miasma s. m. scient., materia che si sviluppa nel suolo e diffusa dall'aria o dall'acqua cagiona malattie m'iasmàtiche (infettive). (D'Alb.). Nel Ma.nfr. (a. 1883) miasmo. Fra.ne. miasme (a. 1765). Dal greco µlocaµIX (Belli I 150,. 151). Da eminknte >. (Vener.). (Della Corte; Bloch, s. menu). minugia s. f., (ant.) budello (Tes. pov.); corda di budello per strumenti (Ma.gal.). In Dante le minugia (bellunese minusàn (e'.'>, come ànno Tomm. e B. (a. 1869) e il Petrocchi. Il Less. (s. miosotide) à 'fìor della memoria e non ti scordar di me, O. Tarf. T. talco celeste, il Domenichi (sec. XV ) miosota, miosote. (Canev.). Frane. myosotis (a. 1545). Dal lat. myosotis, greco µuoac,:,-dç, derivato di µuç, µu6ç , per la forma delle foglie somiglianti agli orecchi del sorcio. mira v. s. mirare. mlradore v. s. mjrare. mlràgglo s. m., fata morgana, fenomeno di riflessione che fa apparire nell'aria

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    m,-

    miraglio

    mltltl

    le immagini di colline, fabbricati e altre cose. G. Torti (177J-1852) scriveva. che 1nira1mio era. già. In qualche lilJro lt. (Fa.nf. e A.). Nel Tomm. e D. anche miraglio, cho valeva •specchio• e che Guglielmottl sostituisce a. miràugio. Disns. mfraoio; nello Stratico miramento.

    J:?a mirage (frane., a. 17 53), da mirer , da miscel1aneus, miscellus >. mischiare v. meschiare. mlscredènte v. s. crédere. mlscugllo v. s. meschiare. mlserère (con s dolce) s. m., dolore atroce nel ventre, con vomito, per attorcigliamento o strozzamento del1'intestino. (A. Cocchi). Nel Lippi mal del miserere. (Gherard.). Anche convòlvolo, vòlvolo, ileo, occluaione intestinale (scient. ). !R.). (da mugliare), celebre in Siena.. (GheMisògino (letter.) o uomo avverso rard.). alle donne>> (Marchi, a. 1828; D'Ann.). Termine olandese, in uso sulle coste i-~ Il Marchi cita anche la fra.ne. midel Mare del Nord, adottato dagli sogynie. Da µ1a6yuvoç (greco) • ne- scienziati italiani. ml1trà s. m. invar., acquavite raffinata, mico delle donne t (e µ1aoyu11lot), composto di µ1aé:w i, odio >> e yuv~ « dondistillata cogli anici. (Gar., a.. 1895). A Venezia mistrà o· anes6n, tra.dotti na>>. (Bloch). misoneismo (con B dolce) s. m. scient., dal Iloerio con anisetto, anicetto. Mistrà è termine veneto, forse non riduletter., avversione alle cose nuove. ( 1884). (Serdon.). Mobilizzazione (non com.) > (De Nino ; .Fanf. e A., Md~p18ci-rr,ç,•antico re del Ponto (Asia s. mobilizzamento). Minoro), il qua.le era uso sin dai primi Da mobiliser (frane., a. 1836), moanni a bere veleni per resistere agli bilisatiim. Dal 1808 mobiliser come stessi, e mori trafiggendosi con la sua termine legale. V. mobilitare. -(Bloch). spada nel 63 a. C. Gli era attribuita mocalardo v. s. moèrre. l'invenzione del mitridato (mithridamocassino s. m., calzare a. guisa di ticum antidotum). (Nigra 92; Miglior., pantofola dei Pellirosse o dçgli indiDal n. pr. 146). geni del Ciaco. (Biasutti III 228, 577). mltule v. s. meta. Dal frane. mocassin, e questo dalla. mluolo s. m. ant., bicchiere. (Novell.; lingua algonchina : mockasin (ingl. ~enn.). Il Fanf. e il Petrocchi leggono moccassin). mi volo ( ! ) nel N ovell. N ~l Libro arte mocca s. f. ant., smorfia. (Oudin). vetr. (Fanf.) tniolo; nell'Oudin miuolo, Lucch. mòcche >. Nel Garz. miolo come lombardi, e il dettato: (761): li fa le fiche in sul viso, le Mioli, figlioli e lenzoli non son mai mocche di dietro (atti di dileggio). troppo in casa (s. figliuolo). Moccare (ant.) ). (Goidanich, Denom., p. 62; A. Ol. lt. XXX 108, n. 58). m6naca v. s. nuìnaco. monàcchla v. mulàcchia. monachèlla s. f., specie di uccello della sottofamiglia delle sassicole (Saxicola ciurita) (anch11 massajòla bianca) (Gherard.; Less.); mantide religiosa, insetto affine alla cavalletta (Mantis religiosa). L'uccello deve forse il nome alla sua gola e alle parti superiori bianche, come in certe monache. Altri. nomi d'uccelli sono monachetw (Redi), monachino, -a, fraticèlw, -a (D'Alb.; Gherard.). La mantide deve il nome

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    moneta

    monachine alle zampette davanti che tiene come in atto di pregare. monachine s. f. plttr., ultime scintille delle falene. (Lippi). Sembr,mo , t::i.ntc monache le quali co'l loro lume in mo.no scorra.no pe'l dormitorio andando a letto•. (Minucci; Gherard.).

    mònaco s. m., religioso regolare; ciuffolotto (Luigi Pulci); travctta verticale nel cavalletto del tetto (Vas.). 1 Mònaca (a Siena e a Roma ntònica); monachèlla (v.); mcrnacèllo (Cavalca); monachetto > (Oudin); monachine (v.); monachino (ant.) > (Sacch.); monacare (Cavalca). Da monèich,us (lat.) (greco µovocx6,; >). (ll. e. W. 5655; , It. D. XIII 79). monastèro s. m., abitazione di monaci o di monache. Anche monistèro (tosc.) (Cavalca), ant. munistero (Tav. rit.; G. Vili.), monisterio (Dante) (monesterium nel Cod. pad., a. 1076). Da monasterimn (lat.), *monist.erium (greco µovota't"~prnv), entrato tardi in it. (A. Gl. It. XVIII 235, 342; R. Ling. R. XII 92; R. e. W 5656). monatto s. m. stor., infermiere e seppellitore di appestati in Lombardia. (Manz., Prom. sp. XXXII; Crusca). Monatto > di Venezia. Mana dell'Oudin è certo la stessa mona ; com. mona « monna, ebrezza. ; persona nojosa e di mal vezzo • ; monada . Per il senso .. di e yp. monolito s. m. letter., scient., pietra od opera di pietra tutta d'un pezzo. Non monolite. Tomm. e B. (a. 1869): monòlito. La spianata di Paucara ... è cospersa di monoliti senza numero, di varia grandezza, e cosi a capello piramidali, che gli diresti esemplati sulle moli egizie; forse cippi funerei a onor dei sepolti. (Giob., a. 1843: Crusca). Da monolithe (frane. scc. XVIII), lat. tardo, monolithus: dal greco µov6Àt3-oç da µ6voç e ).[Ooç >. monomania s. f. S()ient., mania intorno a un solo sogg e -mania. monoplano s. m., velivolo a un piano. (Panz., a. 1918). Usato dal Blériot per sorvolare la Manica (a. 1908 "/ ). } (a. 1886). Frane. manopole (a. 1358). Da nion/ipolium (lat.), greco µovor:wÀtov, composto di µ6voç ; montiera (ant.) è almeno del sec. X VII I (montare o smontare 11,n oriuolo) (Bisc.; D'Alb.). Di provenienza. francese è pure montante (s. m.) nel siinso di « somma, ammonta.re & (Ugol.) e in altri (v. per altri sensi di montare D'~ di Marino (Roma) (cfr. it. nwra o nwrra, gioco) e ad altri termini affini (un torrente Mòrra in prov. di Pisa, un monte Marrone presso Sulmona), che possono riconnettersi con un ètimo •morra >. (B. D. Bf. III 11, n. 2; A. Gl. lt. XVIII 334-'5; F. lt. IX 27, 25, n. 1; Z. R. Ph. XLVI 164, n. 3; R. Ling. R. II 294, IV 53, XII 93; Diz. mar., s. amurrà; Prati, Voci, p. 144). moraglla v. s. muraiuola. moraglle s. f. plur. ant., mordacchia. (Garz. 474). Parrn., piac. moraja, venez. moràgia, -o, torin. muraje (plur.), frane. morailles (a. 1617): da moralha (prov. ant.), derivato di mor(re) , da cui mordaza (spagn.) >, con -àcchia al posto di •-àccia. (Levi, Palat., p. 125; R. e. W. 5678). m6rdere v. trans., afferrare coi denti per far male. .iJlordicare (ant.) . Còrso mufru, muf eru, mujrone, muvrone, murvone, muvarone ; sardo muvrone, murvoni, muroni, f. muvra, murva; catal. mofro. Da mùjro, -onis (lat.). Da moufton (frane.) l'it. muflone (termine di scienza e di pellicceria). (Bottiglioni, M-uftone; It. D. IV 259; Bloch; R. e. W. 5715). muflone v. mutfione. multl s. m., capo della religione maomettana (sec. XVI; D'Alb.; Pananti; -

    Gherard.); ulema incaricato di decidere le q uistioni giuridico-religiose (Less., mujti). Da muft'i (arabo) 'I spositore della legge•>. (Lokotsoh). mugàvero s. m. ant., soldato catalano armato alla leggera. (Cron. di Bologna, a. 1307 ; G. Vill.). • I Mugaver! ebbero gr11,n parte nelle gueITe dell'Italia meridione.le nei secoli XII XIII e XIV, nei qua.li s'indicava con questo nome la fanteria spagnuola o catalana. mescolata di Mori e di Cristiani,. (Gr&BBI).

    Dall'arabo mugiiwar , da cui, coll'articolo arabo, lo spagn. almogavar >. (Secondo la Crusca e altri, fondati su un passo di M. Vili., ebbe mugàvero anche il senso di >, ma la proposizione i quali da loro sono chiamati mugaveri par riferirsi ai cavalieri catalani nominati prima, non ai dardi maneschi). (V. Monti, Proposta I 256; Grassi; Zacc., Elem. iber. 281-'2; Lokotsch 1496). mugghiare v. s. mugliare. muggine s. m., genere di pesci dei teleostei acantòtteri (Mugil). Dal lat. mugil. (R. e. W. 5717). mugr;lolare v. s. muggire. muggire v. intr., mugghiare. (.Tacop.). Muggito (Cavalca); muggiolare (ant.)

    (Pawffio; Sann.), aret. muzzolare, (fusosi cqn mugolare). Da mugire; mugitus (lat.) (R. e. w. 5719, 5720). mughetto 1 s. m., specie di erba asparagacea con fiori bianchi molto odorosi (Oonvallària majalis) (Soder.; Canev.) (anche fior di màggio, campanèlle); (ant.) coglia (Menz.). Da muguet (frane., dal sec. XII), che nei sec. XVI, XVII indicò anche il giovane elegante. Non forse da noix rnuguette > per il profumo. (Bloch). mughetto 2 s. m., infiammazione nella bocca dei bambini lattanti, con macchie bianche (Less., a. 1875); malattia degli agnelli, per l'umido e il sudiciume (Tomm. e B.). Da muguet (frane.,. dal sec. XIX), detta cosi per la somiglianza delle macchie coi fiori del mughetto. (Bloch). 67fi -

    muglk mu1lk s. m., contadino russo. Anche mujich, mujick (Panz., a. 1905). Dal frane. moujik, in V. Hugo (a. 1862) mougik. Dal russo, in cui significa ~ contadino t. (Bloch). mugllare v. intr. pop., della voce delle bestie bovine. (Burch.; Firenz.; Buon. il G.). Meno pop. mugghiare (Cavalca; Dante; Berni). Muglio (Firenz.); muglione (v. s. mistpoe-Uers); mugghia (sec. XIV), mugghio (Cavalca); mugghiamento. (Giamboni). Da *mugulare per mugtlare (lat.) • muggire». (A. Gl. It. XIII 439). mugnaJo v. s. mulinajo. mu10 s. m., specie di piccolo pino delle Alpi (Pinus mughus). (Matt.). Anche pino mugo (Canev.). Mugòlio (farm.) >. Dal trent. much (plur. mughi), nel berg. mo/, nome ritenuto connesso con muxa (georgiano) >. (R. I. Lomb. XXXIX 616; Studi Rajna 683, n. 2; B. D. R. III 65, n. 2; Z. R. Ph. XLVI 46-48). mu101are v. intr., del cane che geme. Mugolio (Giriffo); mugolamento (Gra.zz.). Da *mugulare (lat. pop.) (v. s. mugliare). mula s. f. ant., pantofola., pianella.. (Varchi). V. s. pantòfola. Mula è parola veneziana. attestata dal sec. XVI (Zacc., Racc. 269), da cui i mulòti ~ zoccoli ». Il Salvini nota : (Libro s01i.). Da monédiila (lat.) , con mutamento di suffisso secondo D'Ovidio (A.. Gl. It. XIII 370). L'Oudin à pure monacchina per , poi tradotta con monacchia. Il frane. pivoine vale ora >, donde pure momia (spagn.) >; muminha (port. ant.) « mescolanza di pece e argento vivo ~. e indicante in particolare la materia resinosa che esce dalle mummie esposte al sole e che aveva virtu sa.nativa. (Lokotsch 1510). mun1ana agg. f., di vacca da latte. Razza mungana (Rid.).

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    Mungana (s. f.) t vaoca da latte, (Cupp.; Palma; Canev.); vitella mongana (ant.) « vitella di latte>> (Firenz.; Caro), o solo monga11,a (s. m.) (Bardi), nel Redi vitella mungana (Pasta). La parola si presta alla derivazione da mungere, essendo una vacca da mungere quella cui è stata levata la vitella (o il vitello). L'Oudin à la variante mongdra, che deriva forse dalla lezione del Caro (v. Canev.), il quale conosce un agg. mongaro (( umidiccio (di frutta) 'l (anche nell'Oudin). L'Oudin registra m/mgere, nwlgere >, ant. smugnere; s1nunto ((magro>> (Luigi Pulci). Da mulglre (lat.). (R. e. W. 5729). mu6vere v., (trans.) cambiar di posto; (intr.) mettere (delle piante) (B. Davanz.); (ant.) commuovere (Dante; Fra Bart.; Varchi). Parecchi altri significati. llfovènza (Caro) ; movimento (Giamboni); mòssa (con signitrcati diversi); mòsse (s. f. plur.) (G. Vill.); mossière > (Petrocchi); smuòvere (G. Vili.); semovènte (Varchi; Buon. il G.); semovènza. Da m~vere (lat.). (R. e. W. 5703). muraj61a 11. f. aret., vetriola (v.). Ant. muraiuola (Oudin). Detta cosi perché cresce sulle muraglie o al piede delle e1tesse. Da muro. muraluola, s. f., sec. XVI, XVII, monetina di poco valore. (Oudin). Muraiuola, ò gazetf.a nel Garz. (883). Anche moraglia ecc. (v. Martinori). Ad Arcevia (.Ancona) moragliola t monetina• (Crocioni, Dial. Arcevia 88). Da mòra, pel colore scuro, coll'an677

    murala

    mmchlo

    ti1mffisso -ajo- in muraiuola (v. s. mariuòw}. Fu supposta anche la connessione di moraglia ecc. con medàglia (v.), il cui senso è nella tarant. sumuràgghia, cal. smeràjja, sic. smiràgghia. (St. R. VI 58-59; Lingua N. VIII 88). murala s. m., pezzo di abete, di larice o di pino, segato in quarto. Romano morale, pugl. merale, trcvis. moràl; pad. morale, venez. moràl > ; romagn. m,urul-On ; nell'Oudin moraletti, morali , nel !,orini morali (tavole e morali). Cfr. morèl (romagn.) , morèw (venez.) . Ad murices (lat.) (n. com.) in carta barnse del 1170. (Il. e. W. 5755; Lingua N, IV 9). murlccla, -o v. s. muro. murlèlla v. s. mora. murlfabbro s. m. raro, disus., muratore. (Avolio, a. 1875; l\1anfr., a. 1883). Da muro e fabbro nel senso di I ateria (Ma.delra.) sono ura,uJ,i.s,sima quantità di uiardini tu/ti fotpornati di datteri, di cedri, e di limoni e aranci, e nH.LSe, che alcuno le chiama po1ne di para,n,o, (Crusm). V. anche altre citazioni nella. Crusca, e Z:acc., Hacc. U, 100, 133. Il nome musa è rimasto nel siciliano cd è divenuto nome scientifico (Musa paradisiaca). 'V. 1nu.,a (scient.) nel Gherard.

    Dall'arabo miiza,, forso di origine indiana. (Lokotsch 1526). musàlco v. mosàico. muschio 1 ~- m., mammifero ruminante dell'Asia. Centrale, il quale secerne, da un apparato ghiandolare, una sostanza usata come profumo (detta pure muschio) (JioschuB moschiferus). La sostanza è detta muschio dal Serdon ., musco dal Hicrtt. fior., moscado da Benciv., }'ra Giord., Cavalca, Buon. il G.; l'animale è detto moscado nel Polo volg., mosco ,nell'uso scient. (Lèss.). ]lfuschiato (agg.), m1tscatu nel Cresc. volg. Bassolat. muscus. Dal pers. musk (l'animale). (Lokotsch 1515 a). muschio 2 s. m., pianta dell'ordine delle briofite acauli. (Cresc. volg.). Anche musco (Soder.), mosco (O. Targ. T.), m{istio (Vet;t.). .Muschiato ssolino. (Gherard.). Il J>etro·cchi dà come vivi i nomi mussola, mussolina, mossolina, mossolirw, il D'Alb. à pure mussolu, che ora è di uso a Ancona, e mossolina. }lfu6solina, mosselina da mousseline (frane., a. 1656) (da ·cui spagn. ·muselina, port. musselina); mussolo, mussola son rifatti su mussolina, -o, date le loro attestazioni tardo. Mousseline è da mussolino . .i'llossolino e mussoli.no da Mossul (ant. Mussol,a,..aràbo li'!~~ul, class. Mausil),' nel cui regno si facevano. " tutti li panni di seta e d'oro, che si chiamano mossolini ►> (Polo). Il Gherard. riporta da D. M. }fanni un pa-sso antico in lat. : lintea erant albissima et finissima de 111.ussaU. 111.ossolino può forse dipendere da mausil'i (arabo) . (Lokotsch 1484; Bloch, s. mousseline). mussulmano v. musulmano. mustacchi v. s. mostàccio. mustan: s. m., cavallo inselvatichito delle praterie dell'America Settentrionale. Il Less. (a. 1875) à mustang per il cavallo quasi rinselvatichito del Paraguai e lo Zingar. mustango, m1,steno >. lngl. mustang, dallo spagn. mestenc-0, mostrenco o m-osteno, mestefio , aggiunta la desinenza di plurale pers., preso dai Turchi come l'lingolare e da essi diffuso. (Lokotsch 1516 a). muta v. s. mutare. mutande v. ~- mutare. mutare v. trans. e intr., cambiare. Anche mudare (ant.) (Giamboni ; Folg.; Bocc.; Luigi Pulci). Muta (Storia d' Aiolfo); rimutare ( ,Jacop.); tramutare (Dante); tramutamento ( Ot/,imo). Da mutare (lat.). (Bèzz. 142; R. e. 5785). muto agg. e s. m., privo della parola;

    w.

    N nabubo s. m., titolo dei vassalli britannici dell'India; persona ricca. o che f!foggia ricchezze. Anche nabab. (Petrocchi). ~e! senso di principe nabab Pel Gem. Car. (a.. 1700: Zacc., Racc. 256). • Nai>aJJ, titolo di governatore indiano ih una provlnch. In Inghilterra si dà. ironico.mente questo nome a quegli Inglesi che arricchitisi nelle Indie torno.no in patria, ovo sfoggio.no un lusso simile a quello dei nababbi indiani•. (Lese., a. 1875). Vidi qualche Nabal> surto dal fango •.. (Fusin, a. 1833).

    Da nabab (frane.): da n.abob (ingl.), e questo dall'indostano nabab, a sua volta dall'arabo nauuab, plur. di nà'ib . Il senso di f persona che sfoggia il lusso $ (in -

    frane. dal 1835) ebhe or1gme dalla commedia 1.'he Nabob di S. Foote (a. 1772), e propagato molto piu dal romanzo Le nabab del Daudet (a. 1877). (Gonça.lvez Viana; Lokotsch 1542; Bloch). nahlsso v. abisso. nàcchera s. f., (ant.) timpano (strumento music.) (G. Yill. ; Bocc.; Berni; Redi); strumento da ragazzi , e ignora nafta. Naftalina ; naftiJlo t idrocarburo liquido trovato nell'olio di nafta•> (Lcss., a. 1875). Da naphte (frane., a. 1555); naphtaline (a. 1836); naphtol (a. 1874): da naphta (lat.), greco v:icpfhx, termine di provenienza orientale: arabo naft pers. naft. (Lokotsch 1538). naftallna v. s. nafta. naja 8. f. dell'Alta Italia, servizio militare, milizia. Da nagia, naia (vèn. ant. e ancora in qualche luogo) , da 'Tlatalia (lat. plur.). (A,. Gl. Ii. XVI 312; Prati, Voci, p. 149). nanchlno v. anchina. nandu s. m. invar., struzzo d'America (Rhèa americana), che abita l'America Meridionale. (Less.). Dal frane. nandou, nandu, da nandu, voce spagn. amer. presa dal guarani. (Bloch).

    nanfa (acqua-), n. f. ant., acqua ottenuta dalla distillazione dei fiori d'arancio. (Bocc.). Oraàcqua lanja(Reili). Da naf lyi (arabo) , donde anche spagn. nafa,, frane. eau de naffe. Il secondo n di nan/a fu promosso dal primo. (Lokotsch 1535), nanna nanna, voce usata. dalle mamme o dalle balie per addormentare i bambini, cullandoli. Anche ninna nanna. Far la nanna, far la ninna. Ninnare (Forteg.); ninnolo 1, balocco ; cosa di poco momento>► (Saccenti); (fig.) (Galileo); ninnellare (ant.) « nicchiare o (Oudin),ancheninnarla (Moniglia). Parole di natura bambinesca. (R. e. W. 5817). nano s. m., uomo di statura molto minore della me,'lia (Dante); uomo facente parte d'un popolo nano. Quale aggettivo è usato con nomi di bestie e di piante non di grandezza ordinaria (v. Canev.) o d'altro. V. Pigmèo; Negrilli ; Negriti. La scoperta di popoli nani nell'A.trica Centrulc, dove li poneva. Arist,,tile, e ncll' Asia, à dato consistenza. di vcr-ltil a. quella che fu creduta·lcggcnda. degli antichi Pigmei. (Quatrefa.ges, Les Pymùs, e.. 1887).

    Nanetto, nanerèllo (Caro), naneròttolo; nanesco; nanismo (scient.) (Gar., a. 1895). . Dal lat. nanus, greco v:ivoi;. Il termine proprio lat. era pum:Uu6, pum:Ufo. napo s. m. ant., specie di cavolo coltivato per i semi oleiferi (Bràssica napus). (Palladio, volg.; L. Alam.). Anche navone (Cresc. volg.; L.Alam.), ravizzone, nomi ancora dell'uso. Napèllo (Filic.). In un trattato pisano del 1264, naufragio, vel roppirnento (v.). Dai la.t. naufragare; naufrii.gus; -

    naufragium, da. navis e franglre « rompere• (cfr. lat. fragium del Cresc. volg. (Canev.). L'origine del nome è sconosciuta. Dell'ant. libiola v. s. ribola. È da leggere forse nubiola pure robiola del Cresc. volg. (Canev., s. rubiola). nebulosa s. f. scient., forma celeste som,igliante a piccola nebbia. Le nebulose sono una congerie di minutis• sime stelle. (Galileo). Stelle nebulose nell'Ottimo. Da nebuloso « nebbioso » (Dante), lat. nebulosus, da mbula (v. nébbia). nécclo s. m., stiacciatella contadinesca di farina di castagne, ravvolta in foglie di castagno e cotta tra. due tosti arroventati. (Saccenti). Anche nicci, plur. (Lastri). (Gherard.). Fu spie~ato da •castanéccio, accorciato in neccio usato dai venditori nel gridare i necci, ma la Toscana non conosce castana, -o, e il lucch. ant. castagniccio : da v:a:~p6ç > (Luigi Pulci) (Prati, Voci, p. 186-'7) •. Da *nespilus (lat. pop.) per mespi-lus (greco µécnnÀov) (piant11, e frutto), con n per dissimilazione dal p. Tra i nomi di luoghi un Nespolo del 1071 (Pieri, Topon. Arno 242). (R. e. W. 5540; It. D. VII 252-'3). nessuno pron. di pers. e di cose, neanche uno. Ant. e ora volg. nissuno (Novell.), mont. e cont. nissuni. Da ne ips' unus (lat.). (R. e. W. 5883). nestare V. S. innestare. nettapòrto s. rn., cavafango, draga. (Darch.). Non è dell'uso marinaresco. Il Del Bono (a. 1754, III ,774) registra i sic. nettapòrtu, annettapòrtu > (cioè >). Da nettare e pòrto. nèttare s. m. letter., bevanda degli Dei; bevanda eccellente (Dante). Da nectar, nectaris (lat.) (greco vé~-ro:p). nettare v. s. netto. netto agg., pulito; (fig.) (vari significati). Nettezza (Giamboni; Novell.); nettamente (Giamboni); nettare (Bo.cc.); nettatojo > (Canti carn.); -a (dei muratori) (D'Alb.); nettadènti (Oudin); nettazàngole (ant.) « vuotatore di seggette (zàngole) >> (Ou.); nettapòrto (v.). Da nitldus (lat.) ), donde il letter. nitido (Dante); nitidezza. neurostenia s. f. scient., eccesso di eccitamento nervoso, irritazione nervosa. (Marchi; Leone; Less.). V. nevrastenia. Da ve:upov (greco) (a. 1590) (Meyer-Llibke e Bart., p. 32). Nevato (Giacosa) viene dal frane. névé (a. 1867) (Bloch) registrato dal Panz. (a. 1918). (R. e. W. 5936, 5935, 5930 b}. nevicare v. s. neve. neviera s. f. ant., buca, grotta o stanza dove si conserva la neve. (D. Bart.). Anche a Roma nevièra, nella montagna toscana nevaja (Petrocchi); nell'Oudin nevera (con é stretto) « luogo dove si conserva la neve per rinfrescare il vino»; nap. nevera, sic. nivera. · newraatenla s. f. scient., debolezza nervosa. (Marchi). Variante neurastenia . .Anche nervosità (Gar.), nervoso, che sono però spesso meno di neurastenia (Petrocchi). V. neurostenia. N evrastènico. Da 11e:upo11 (greco)_>, bernocco (Oudin), barnocco (Luigi Pulci), .il colpo, .da bis-noce- (v. bis 2 ) ; ant. dinoccare (Caro), di?wccolare (Burch.). Birigwccolo (Fanf., Uso) ;;arebbe trasformazione volg. di berrwccolo. Da un supposto *noce- . (R. I. Lomb. XLIX 169; It. D. Xlll 104-'5, 125-'6). n6cchla s. f., noedola ancora verde. (O. Targ. T.; Canev.). A Roma vale , e in questo senso la dà l'Oudin. Da nìicìila (lat.) . (8alvioni, Post.; It. D. XIII 105; R. e. w. 5984). nocchière s. m., (ant.) nostromo (ant. comito) (F'. da Barb.; Pulci); (ant.) uomo esperto per la condotta. e la. manovra della nave (Dante ; Cavalca ecc.); uomo con carica limitata. alla parte marinaresca vera. e propria, nella marina. militare. Nocchiera in T. Tasso ecc. Bassolat. naucl-erius (a. 1255), naucUerius (a. 1264), lucch. ant. nauchieri, venez. nocèr. Da naucléms (lat.) CÀ7Jpoc;). (A. Gl. It. XIV 15, XVI 338, XVIII 262; Silloge Ascoli 451, 455; Diz. rnar.; Vidos). n6cchlo v. s. nòcca. nocclollno (animale) v. s. nocciuòla. n6cclolo il. m., parte interna dura contenente il seme di pesche, susine, ulive e d'altri frutti drupàcei.

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    noccluèlla

    nonnatl

    NoMfoletto (LibTo cura mal.); nocciolino (Tmtt. segr. cose). Da un •nocciu (lat. tardo), di origine sconosciuta. Non da nìicleus (lat.) .. (It. D. XIII 125-'6). noccluèlla s. f., frutto del nocciuolo. Anche avellana (v.). Nocciuòlo ; nol'ciolaja. nel D'Alb. ghiandaja nocciolaja >; noccioline am.ericane ; fare a nocino, giocare a n. (Pananti) ; noceto (Pe.trocchì); nocione (Crusca) e nocistio (contad.) (Trinci ; Canev.); nocellata (ant.) (D'Alb.). Da nuc1lla (lat.) nel Del Bono (nnunnatu nel Pasqualino) (uovo rimasto attaccato alla matrice), e l'it. ant. carta d'agneUo nonnalo (Cavalca); carta non nata (D'Alb.) o nonnata (Grazz.) . San Raimondo N onnato fu chiamato cosi perché venne alla luce per l'operazione cesarea (Fumagalli, Piccolo diz. 220). (Z. R. Ph. XXXII 242-'5; R. D. R. I 442; Diz. mar.). n6nno s. m., il padre del padre o della madre. Nònna . Nonnino, vezzegg. (Salvini), -a; bisnònno, -a (D'Alb.). Da un suono proprio del parlare dei bambini. (R. e. W. 5817). nonnulla (un -) v. s. nullo. non-ti-scordar-di-me v. s. miosòtide. In Toscana anche ricòrdo d'amore (Penzig). Versione forse del ted. Vergissmeinnicht, da cui il trent. ferghiz, il veron., trcvis. ferghis: in origine nome di significato simbolico. Il tcd. Vergiss meinnit è citato dal Matt. (Canev., s. iva). (Pedrotti, Bertoldi 248-'9). norcino s. m., chi ammazza i majali e ne lavora le carni (Micheli); chi li castra (Minucci; l. (A. R. XX 232). n6rd s. rn. marin., scicnt., settentrione. Ant. e ora meno usato nòrt, nòrte, forme -attestate nelle versioni dallo spagn. e dal port. (Ramusio; Ulloa ecc.) e presso Moleti, Sass. (Nort, Est Nor. n61tro pron. poss., di noi. Ant. anche nosso ~Alberta.no volg.), forma comune in Italia (R. I. l,omb. XLI 206, Il. 2; R. D. R. VI 191). Nostrale (Dante); nostrano (Leggende S.S. M.); nostròmo ; nottolino «(spranghetta) (Cell.); piccolo saliscendi (Allori)•>; nottolone «(ant.) chi gira di notte (Firenz.); succiacapre (Gherard.) >>. Da •noctula (lat. pop.) per noctua (lat. class.) «civetta>> (da nox, noctis «notte~). (R. e. W. 5941). nottollno v. s. wttola. notturlàblo s. m. ant., strumento che serviva in modo grossolano a trovare di notte la latitudine di un bastimento in base alla distanza della Stella Polare dal Polo (Stratico) ; strumento con cui in ogni ora della notte si poteva trovare l'altezza della Stella Polare (D'Alb., a. 1803). Notturnale nel Griselini (a. 1771, X 50-52). Frane. nocturlabe. Da. nocturnu11 (lat.) ; novellière, nel Cavalca novellieri; novellaio (Oudin), novellista (Oudin); nol!ellistica ; novellare (llocc.); novellatore (Bocc.); novellizia (ant.) (v. Crusca); novelleto (Tatti: Cancv.); novellame ; rinnovellare, ant. anche rinovellare (Dante). Da novellus (lat.) . I frane. nouvelle; nouvelliste (a. 1620) furono accattati all'it. (Bloch). Le Cento novelle antiche ebbero il titolo di Novellino nella ristampa di Milano del 1836 (Monaci 425-'6). (Picri, 'l'opon. Arno 289). novèmbre s. rn., undicesimo mese dell'anno.

    Da nl!vlmber (lat.). Novembrio nella Vita di Cola. (Merlo, Stagioni 165-'7). noverare v. trans. ora non pop., numerare. Annoverare (Dante); annovero(ant.) (Seneca, Pist.). Da nìimlriire (lat.). Da nìimlrus venne nòvero (ora non pop.) e f'érre >. oficlèlde s. m. disus., strumento d'ottone, a chiavi, della famiglia dei tromboni. Anche serpente a chiavi (Less., a. 1875). (Della Corte). Nel Petrocchi ofièide, nel Nicotra (a. 1883) offeè. Inventato nel 1820.

    Dal frane. ophicléide, 1lal greco ilqn,; > e ~Àd,; . (Matt.). Anche Leandro (Oudin). (Canev.). Da lorandrum (lat. di l8idoro ), greco po86-lte:v8pov. -

    olezzare (con zz dolce), v. intr. ora letter., mandar odore. Olezzo «fragranza>> (Sa.lvini); lezzare (ant.) . Oltranza (ant.) (Maga!.). Da umbrèlla (lat. tardo) , per umbella (lat. class.), con immissione di umbra . (R. e. W 9049). ombri Ilo v. 8. ombrella. ombrina 8. f., genere di pesci teleostei acantòtteri della famiglia degli 8cienoidi. (Ciriffo). Nell'Oudin anche lombrina, nel Less. pure ombrèllo, corvèllo, pesce còrvo per l'ombrina còrvo ( Umbrina cirrhosa) del Mediterraneo. Frane. ombre. Da umbra (lat. ; anche sciaena, greco a~t11~v11). omé, omei v. s. me, omeletta s. f., frittata avvolta o ravvolta (ant. pesceduovo, pesceduova); frittata ripiena (nap. sciusciello). Anche omelette (Fanf. e A., a. 1877). Nel Petrocchi (s. avvòlto) frittata avvòlta. Il Garz. (700) à frittate doppie. Omeletta alla confettura . Da omelette (frane.), da cui anche la ted. Omelette. (Bloch). 6mero (in Toscana anche omero), s. m., (oggi letter.) spalla (Dante); (scient.) l'osso del braccio dalla spalla al gomito (D'Alb.). Omerale (scicnt.) « dell'omero * (O. Ruc.). Da humfrus (lat.). (R. e. W. 4232). omertà s. f., legge del silenzio, solidarietà tra maflìosi in Sicilia (a. 1899); riferita poi aJla solidarietà tra malfattori d'altrove. Dal nome della camorra napoletana società dell'umiltà, o solo umiltà o omertà, diffusa un tempo nel regno delle Due Sicilie. (Panz., a. 1905, p. 342; Prati, Voci. p. 219). oml~idlo s. m. non pop., delitto di chi ucCide una persona (plur. omicidia in G. Vill.); strage (Guido delle Col. volg.). Omicidiale (ant.) «omicida•> (Cavalca; Ciriffo; Berni).

    In stat. campani del sec. XIII lumicidio. Da homtcidium (lat.). Omicida (presso Dante omicide, plur.) da homtcida (homo e caedere ). 6mnlbus s. m., gran diligenza per tutti, che percorre sempre una stessa linea da un luogo e. un altro, oggi in disuso. (Bresc.; Ramb. 289). Pop. ònnibus, a Roma onnibbusse. È descritto tle.l Chcrub. (a. 1840, II 361), mentre l'Azz. (157) lo traduce con • cal'l'o •. Nel 1835 a Torino Il consiglio di stato si opJ)ose all'istituzione degli àmnilnts, i quali vi furono attivati dicci anni dopo (Belli, V 207). Omnwus Pittoresco fu il titolo d'un periodico con vignette del 1839 (vedine due nel Jt'. Jt. I 109, 111). , In Torino de. pochi anni vi è un servizio di O. all'americana, che seoITono sopra due rotaie di ferro• (l,ess. a. 1875). Omnibu.osajo era il , conduttore dell'omnibus , (a. 1877).

    Òmnibus venne dal frane. omnibus (a. 1828): dal lat. omnibus . Nel Less. v'è anche velociferi . V. anche Fanf. e A. (a. 1877), e velozifer nel Cherub. (Il 362). (Gonçalvez Viana II 195-'6; Bloch). 6mom6rto s. m., (luccb.) burbera; (Roma) attaccapanni. Nell'Azz. uomo morto . V. anche It. D. VII 251-'2; Diz. mar., 8. uomo (Il). omosessuale s. c., persona che à rapporto sessuale con persone dello stesso sesso, sodomita. Omosessualità (scient.). Anche omosessualismo. P. Fabiani, Il problema dell'omosessualità e di tutte le degenerazioni sessuali, Napoli, 1900. Da homosexuel; homosexualité (francese): da oµ6ç ~ uguale, lo stesso» e sexuel. 6nagro s. m. letter., scient., asino ealvatico. (Giamboni, vers. dal Lat.; Cavalca; Fazio; Libro segr.; D'Ann.; Less.). Anche onagro (Oudin; Petrocchi). Da onagrus (lat.), greco 15v11ypoç: da ISvoc; , perché una sorta di. codesta gemma è del colore dell'unghia umana. In antico anche onichino (sec. XIII-XIV), nichetto, niccolo (Algar.; D'Alb.), forse dal greco 6vux_woc; , e non da onycha (greco m.). Nell'Oudin 6nice, onicchio «onice, pierre »; nicchietti ; niccolo «un petit caillou de riviere•>. (R. e. W. 6067). -

    onirico v .. s. onirologia. onirologia s. f. scient., studio dei sogni (Gar.); il discorrere sognando (Ranz.). Oniròlogo (ant:) « chi discorre sognando •> (Marchi II 660). Daove:Lpoc; (greco) (òvoµti~w >). onomàstlco s. m. letter., ling., (ant.) dizionario (Gigli, citando l'Onomasticon romanum del Felici); lessico di nomi propri (Petrocchi, che cita quello del Dc Vit); compilatore di un onomastico (Fioretti). Da Onomasticon, ricavato da 6v.oµaa-r1x.6 e; (greco)' , da cui anche giorno onomàstico (Marchi Il 660) o onomàstico (s.) (Tomm. e B.). onomatologla s. f. scient., nomenclatura scientifica (Marchi ; onomatologia anatomica, a.. 1884); onomastica (Gar., a.. 1895). Da /Svoµoc « nome ~ e -logia. onomatopèa s. f. letter., ling., voce imi-

    iOl -

    ora

    ontano

    tativa (v.). Anche onomatopèja (:\fagalotti). Onomatopèico (agg.) (Fioretti). Dal greco Ò\loµc,;·rnn:oL[c,;, basso lat. onomalopmia (da rroL€Cù e llvoµc,; >). (Marchi; Bloch). Il Caix chiama le voci imitative suoni naturali (v. It. D. X 198, 28 n. 1). ontano s. m., genere d'alberi dei lùoghi umidi (Alnus). V. oniccio. Ontaneto (Pata{!ìo), -a (Canev.), TJntanita (a. 1045); ontanèllo (sen.) >. Da alnetc1nus (lat. pop.) , derivato di *alnelum >. L'Oudin dà un ant. giiercetolano per querceto, che fa bel riRcontro a alnetiinus. (Picri, J.'opon. Arno 226; A. Gl. It. XV 452, 455; St. Mediev. I 418-'9; R. Ling. R. XII 52-53; R. e. w. 374). 6pera 1 s. f., lavoro, azione; lavoro servile; lavoro d'una giornata (Sacch.); ~crittura, fabbrica, pittura (Hocc.); un presa; azione morale; azione tcatr3:lc (v. òpera 2 ). Ant. òpra ora per . Operetta (JiJspos. V ang.) ; operina (Varchi); opericciuòla (Albertano volgare); operona,, -e. Da opera (lat.). L'ant. ovra (Dante) e l'ant. ovraggio (G. Vill.) dai frane. reuvre; ouvrage. 0perajo da opèrarius ; operare da opfrtire; sc-ioperare (v.)). 6pera 2 s. f. mus., dramma musicale cioè con canto, musica, mimica ~ spesso danza. Nell'Algar. opera in musica. Nell'Oudin òpera > (Panz., a. 1908); operettistico. Da opérette (frane., a. 1846), e questa da Operette (ted.), vocabolo che avrebbe dcri vato il Mozart ( 1756179 l) dall'it. òpera. (Bloch). Ma di operette buffe discorre l'Algar. (v. s. òpera 2 ). op6ssum s. m., sariga della Virginia, specie di marsupiale dell'America Settentrionale, della grossezza d'un gatto domestico, da cui si ricava una pelliccia. Scient. Didèlphis virginiana. (Less. a. 1875). Nel Ramb. (713) didelfo oposso per sariga. Frane. opossmn (a. 1772), dall'anglo-amer. opossum, a sua volta dall'algonchino oposon. (Bloch). 6pplo 1 s. m., specie di acero (Acer campestre). (Cresc. volg.). Anche lòppio (G. Targ. T.), loppo (Canev.), testucchio (Lastri). Loppina (contad.) > (l'alma I 243). Unant. 0ppito (a. 998). Dal lat. opulu.~. (l'ieri, J.'opori. Arno 244-'5; Prati, Quistionc. 21). 6pplo 2 s. rn., latticcio seccato ricavato dai frutti del papavero, velenoso, sonnifei:o, medicinale, di sapore amarissimo. ( Vite Pl-ut.). Pist. volg. allòppio (Lippi). A lloppiare (Firenz. ), aUoppiato (agg.) (Pecor.); alloppicarsi (ant.) , elb. allappicarsi. Da opiuni (lat.) (greco or.LOv), termine introdotto dagli speziali. (R. I. Lomb. XLVIII 523, XLIX· 75; R. e. 6074). oppure v. s. o. opuscolo s. m. letter., operetta. (D'Alb.). Aut. opuscula (Oudin), opusculo (Fioretti; Redi). Opuscoletto (Maga!.). Dal lat. opusculuni (opus ; lorché (ant.) (Guitt.) (Viani); all,ora (avv.) (Fiore di virtu); allora che (Bocc.), allorc"hé (letter.) (D'Alb., s. allora); allora quando (Boezio volg.), allorquando (letter.); ognora (Dante: ogni ora); talora (Dante); tuttora (tutt'ora: Rime ant.). V. ancora; ormai (s. maj).

    Da hora (lat.) . Gli scrittori accennano piu volte a orde di Tartari. (Viani). Òrda viene da (h)orda (tartaro), connessa con ordu (turco) >. (Gonçalvez Viana l 534; Lokotsch 1594). ordàlla s. f. stor., giudizio di Dio, nel diritto medievale. (Gar., a. 1895, ordàlie, plur.). Ordàlico (agg.). Da ordalie (frane., prima del 1775): da ordalium (lat. mediev.), e questo dall'ingl. ant. ordiil «giudizio». (Bloch). ordigno s. m., strumento meccanico. (Dante). Ant. ordegno (Varchi), ordingo (Lippi) (con sostituzione di suffisso) (questo ora volg.). Da •ordlnium (lat. pop.), da ordo, -lnis (Ìat.) «ordine•>. (R. e. W. 6092). ordinanza s. f., attendente. (l> (Oudin; Crusca); pacchieròtf,o (Caro), paechiaròtto >« Si dice dalla plebe pacchiare, e s'intende Mangiare con un certo acquacchiato suono della bocca » (Bisc.). Da •pacch pacch, imitativo. (R. XLIII 561; A. Gl. It. XVIII 427).

    pacchlarlna s. f., fango, mota. (J ; pacchiugare (e pacciugare) (ant.) > (Oudin); impacchiucare (ant.) ~imbrattare, (Caro). Pacchiuco è della stessa . origine di pacchiarina (R. D. R. III 128; A. Gl. It. XVIII 426-'7). pacclame s. m. , foglie e stecchi per terra nei boschi. (Soder.). Pacciume (ant.) (Soder. G. Targ. T.) « pacciame >>. · Da •raec pace (con cc molle) imitanto i rumore di cose molli calpestate o schiacciate. (.A. Gl. It. XVIII 426-'7; R. e. W. 6138 b, dove togli ~ Dunger >> [letame] dopo pacciume); R. XLII 581-'2). V. spiaccicare. pacclotta s. f. ant., pacchiamento ; corpacciata. (Lalli ). Da • pace pace (con cc molle) imitante il mangiare con avidità. pacclume v. s. pacciame. pacco s. m., involto ben fatto e legato o sigillato (a. 1834); (sec. XVIII) balla formata di 22 roli di vacchette legate insieme senza involtura (D'Alb.). Pacco postale (dal 1881). Impaccare (Liss.; Viani). Nel Boerio (a. 1829) impachetàr o impacàr >; impacco (Darch.); pòrtapàcchi (Darch.). Da pack (ingl.), piuttosto che da Pack (ted.), sebbene il D'Alb. (s. rolo) informi che il pacco di vacchette veniva dalla Russia. Nello Stat. di -

    Calimala (a. 1332-'4, emendato nel 1435) v'è pacca «pacco», e in carte fiorentine, relative al commercio cogl'Inglesi, dal 1290 e del 1442, ricorre pacca, che sembrano derivare da packe, pakke (ingl. sec. XIII). V_ pacchetto; paccottiglia. (It. D. XIV 177-179, 188).

    paccone s. m. ant., lardo. Jace, jace en esta stia (porcile) como porco de grassia,, lo N atal non trovaria ki de me live (levi) paccone: Jacop. (Monaci 478). Paccone corrisponde a baconus di Giovanni da Genova (sec. XIII) : Perna :_ baconus vel. baUa porci. È il frane. ant. bacon >, da cui il frane. gorg. bacon (dal 1628). L'ètimo è il franco bakko , (venez. ant.) , perché il paganesimo durò piu a lungo nelle campagne che nelle città. Pagano Il, la sua parte in leggende e in nomi di luoghi. (lt. D, VII 238-240; R. I.ring. R. XII 99-100, A. Gl. It. XXVI 193; Z. R. Ph. XXXVIII 30). parare v. trans., dare i danari dovuti (a uno); (ant.) appagare (Guitt.). Paga (G. Vili.); pagamento (Bocc.), ant. anche per « appagamento •> (Guitt.); pago (s. m. a.nt.) (Caro); (agg.) (Della Casa); pagatura (ant.) (Ja.cop.); pagherò « biglietto del lotto -

    (Forteg.); va.glia cambiario (all'ordine) (D'Alb.) t (da pagherò scritto sul biglietto) ; pagatore, aò.t. anche : Stat. pist.); appagare (Bocc.); appagamento (Giamboni), ant. appago (Fazio); ripagare (Fra Giord.). Da paciire (lat.) «pacificare», nel lat. pop. «.placare, calmare » (da pax, pacis «pace»). (It. D. VI 34-35; R. e. W. 6132). pqèlla s. f. leg., scol., nota delle spese e degli onorari dovuti a un esercente professione libera (a. 1877) ; certificato scolastico con i dati e i voti riportati dall'alunno (Gar.); (disus.) patente (Fanf. e A., a . .1877); (disus.) scheda, polizzino, carta (Ugol.). Da pagUla (lat.) «pagina•>, diminutivo di pagina « foglio di carta». pagèllo s. m., genere di pesci teleostei acantòtteri della famiglia degli sparini, con denti molari. (Salvini). Da •pagUlus (lat. pop.), diminutivo di pager, venuto per via letteraria. (R. D. R. I 443; B. D. R. II 46). pàgglo s. m., giovinetto di solito nobile, servitore di principi e persona){gi. (Dal sec. XIV). Paggetto (F. Villani); paggeria (Bellini; Petrocchi). Alcssando Magno iatitul presso la eua persona una coorte di paggi greci; caso patrizie di Iloma antica avevano loro paggi, di dove l'uso passò a Bisanzio, che ne· ebbe moltissimi, e di li i paggi furono introdotti in Euro1u,. (Grassi).

    Pàggio può esser disceso dQ n-11tlltov 81J 1, il canto•>. (Bloch). pallnsèsto s. m. letter., manoscritto o codice riscritto, dopo essere stato cancellato, la.t. coàex rescriptus. (Buon. il G.). Con reagenti chimici si può far comparire la prima scrittura. Da palimpsestqs (lat.), greco 1"1X);[µ . (Diz. mar.; Vidos). lifera), detta anche palma da dàtteri, palissandro s. m., legno rosso bruno per distinguerla da moltissime altre specie di palme ; rama di palma. venato, duro, della ,/acaranda brasiPalma della vittoria (Dante), del liana dell'America Tropicale, usato dagli stipettai. (Lcss., a. 1875). martirio (Serdon.) (la palma in anDa palissandre (frane., a. 1723), fortico era data ai vincitori). Palmeto (B. Davanz.), ant. palse preso da un dialetto della Guiana. majo (Sass.); palmizio ,, (ant.) palma (Bloch). (pianta) (Cresc. volg.; Espos. Pater); pallzzata s. f., fila di pali conficcati intorno a un'opera fortificata o a una rama di palma lavorata per la festa fortezza, per chiuderne l'accesso al delle palme ('l'omm. e B.) (lat. tardo nemico (Montec. ; Salvini ; in M. palmicius) »; pàlmola (contad.) >. Palmiere riparo fatto con pali confitti in terra, (ant.) ~pellegrino>> (Dante) (e ca~ato come per salvare i campi dalla corPalmièri) ripete il frane. ant. paurente (Soder.; Giorg.). Il Petrocchi mier. (Bèzz. 60). (R. e. W. 6170). dà palizzata per ~ palafitta estesa >>, ma palafitta è altra cosa. palma 2 s. f., concavo della. ma.no ; Da palizzo (ant.) (Caro; Less.); palombàccio (Jforteg.); palom~ola (ant). (Malisp.; Ou.). Un luogo Palombaja (Pieri, Topon. Arno 265). Da palumbus (lat.) « colombo sa.lvatico •>. (R. e. W. 6181). palosclo s. m. ant., sorta di spada corta, a un taglio. (1'ariUa). Palascio (Diez; Za.!]lb.) è forse forma sbagliata. E termine che à rispondenze nei dialetti settentrionali e nel sic. e che risale molto facilmente al serbocroato palo~ (pal:P,are >). (Gonçalvcz Viaua II 224-'5). palplro v. s. palpèbra. paltenna v. s. pantenna. paltò s. m. invar., cappotto, pastrano. (Fusin., a. 1847). Anche pàlton, volg. palettone (Arlia. Voci), pop. paltonne ( Petrocchi), paletò (Guerrazzi), paletot (.Manfr., a. 1883, s. paltò). Il Cherub. (a. 1841) à i milan. paltò, paltò,çs (anche nel 1839, s. chiri), e pantò, e aggiunge che il relativo figurino ìi presentato nel Oorrier delle Dame di Milano del 10 luglio 1838. Paltoncino (Petrocchi). Dal frane. paletot (col senso moderno nel scc. XIX), alla sua volta dall'ingl. medio paltok >. (Bloch; R. e. W. 6178). paltone s. m. ant., mendico, guidone. (Jacop.; Bocc.). Ant. paltonato (Jacop.: cosa creata, Ribalda, paltonata); paltoniere > (Bocc.; Sacch.); paltrocca (Oudin); paltoneria (Seneca, Pist.); paltoniero (agg.) (Bellini); paltonare (Pucci), palto'ltire ( Ou.), paltoneggiare (Crusca; D'Alb.) >. Non nè è assodato un ètimo ed è dubbia la dipendenza dal frane. ant. pautonier. (Bèzz. 63; A. Gl. It. XXVU 68; Prati, Voci, p. 151; Trapani, p. 222; R. e. W. 6164). palulle s. f. (aut. anche m.), luogo esteso con acqua stagnante. Paludo (ant.) (Rime ant.) (venez. paluo); paludano (agg. ant..) (Salvini); padule (s. rn.) > (padule nel Cod. cav., a. 952); impaludare (Dante), impadulare; i1npadulato (Fra Giord.). Da palus, -iidis (lat.). (R. e. W. 6193; !'-ieri, Topon .. Arno 320). Impaludisrno (Less.) e paludismo dai frane. impaludisme, paludisme.

    Pampa (plur. Pampas) (spagn.), regione di steppe nell'Argentina. In Italia spesso la Pmnpas. Pampèro . (Bloch). Pamphlétaire (a. 1796). pàmplno v. pàmpano. pamporclno v. panporcino. pan-, primo componente di parole come pan"/Rssico (v.). Dal greco 1tii11 . pànama s. m. invar., cappello fatto colle fibre delle foglio della palma di Pànama. (Petrocchi). panamlno s. m. disus., scandalo di truffe e shruffi somigliante a quello di Panama, ma piu limitato, almeno in apparenza. (Gar., a. 1895). Il grande scande.lo finanzia.rio della. società del Ca.ne.le di Pana.ma rise.le a.Ila. fine del 1892, la. condanna. del ce.:Pi e.I febbra.jo del 1893.

    panca s. f., mobile per sedervi piu persone. Pancàccia (Canti carn.) ; panchetta (Bocc.), -o; panchettina (Fra Giord.), -o; pancone (Ciriffo); pancale (ant.) (coperta per panca) (Bocc.; Pecor.);

    p111dlmlnlo pancata (B. Davanz.) (agric.); impancarsi (Oomp. Mant.). Da panka (longob.). V. banca. pancacl61o s. m. tosc., spadacciola (Gladiòlus ,segetum) ; castagna di terra (Bunium bulbocàstanum). La prima, tagliata ancora fiorita, è data ai buoi e ai vitelli, con altre erbe; la seconda à radici bulbose buone a mangiare. Il nome quindi deriva con facilità da pane e cacio. Il Burch. e il Ciri-Oo ànno pancacciuolo (« spadacciola • : Tram.), nella qual forma entrò -accio-. (lt. D. XVIII 94, n. 1). pàncla s. f., cavità del corpo tre. il torace e il bacino, conten11nte gli intestini. Ant. panza (Berni; Forteg.). Far pància (di muro o altro). Pancetta, ant. panzetta (Caro) ; pancione (uomo) (Caro); panciuto (agg.) ( Berni) ; pancetta (di tonno) (Petrocchi); pancièra (Pecor.), ant. panziera (Giamboni; Ciriffo); panciòtto (v.); pancwlle (in - ) (v.) ; spanciare (di muro) (Petrocchi); spàncio (di muro) (Fanf., Uso); spanciata (mangiata) (Giusti), ant. spancio (I. Lori); reggipància (Petrocchi); sottopància (D'Ayala). Da pantex, -'lcis (lat.). (R. e. W. 6207). pancl611e (stare In -·), stare sdrajati a pancia all'aria. (Bronzino). Luca Martini usò tenere a panciolle « fare stare lieto e contento, senza far nulla •• l' Allegri star panciolle, andar panciolle in carrozza. (Pico Luri 136-'7), Da pància, foggiato su nomi di luoghi in -òlle. (Dacor. IX 185-'7; It. D. XV 202-'3; Lingua N. II 59). pancl6tto s. m., corpetto, sottoveste portata dagli uomini, che copre il busto, sopra la camicia. (D'Alb.). Da pància, come pancièra. pancuculo v. pandicuculo. pandàn V. pendafll.t. panllem6nlo s. m., luogo nell'Inferno destinato al consiglio dei demoni, ne( Paradiso perduto di Milton (vers. del Rolli, a. 1730); (fìg.) (V. Monti); confusione. Da Pandemonium (lat. mod.), dal greco 1tii11 « tutto •> e 8cx1µ611to11 • demonio•· 723 -

    pànftlo

    pandlou•lo pandlcuculo s. m., acetosella (Oxalis acetosèlla). Fiorisce a ,piga per 1e prode il rosso Pandicuculot (G. Fase.). Il Passerini, per abbaglio, lo defini un fungo grosso (Boletus ·ignarius). Anche pancuculo (Matt.), pancucco (Ginanni) (Canev.), pancuculio. Frane. pain de cocou, nel sec. XII paens cucu, nel XIV pein à cucu ; nel sec. XVI vèn. pane de cucco (Camus). Alcune piante pigliarono il nome dal cuculo, perché quest'uccello indica la primavera., facendosi sentire all'aprirsi della bella stagione, quando le piante rinverdiscono. (Bertoldi, Un ribelle 21, 184-'5). pan di Spagna n. m., pasta dolce intrisa con farina, tuorli e chiara. (D'Alb.). Non pane di Spagna. Torta Margherita, se con sopravi marmellata o altro ghiaccio. pand6lo v. s. pan d'òro. panllora v. s. mandòla. pan d'6ro n. m., sorta di pasta dolce veronese molto lievitata, e con rosso d'uovo, cui deve il nome. In F. da Barb. pan d'oro >. Paesaggio, caffè e panera (Carducci, cit. dal Petrocchi) ...i pascoli e le cascine del Lodigiano ispirano gli elogii del cacio e della pannera (Nievo 543). Paneròpoli (scherz.) (Canti carn.); paniuzza (Caro), -o (B. Davanz.) >; impaniare (Cresc. volg.). Da •pagfoa (lat. pop.) (da panghe « assicurare, fermare, ficcare»). (A. Gl. It. X 465; Mise. Ascoli 436; R. e. W. 6146). panfccta s. f., (ant.) farinata (Sacch.); materia ridotta a mo' di farinate. (Soder.). Nel primo senso panizza nel sen., panizzae (plu.r.) nel Folengo, panizza nel Garz. (Fanf., Voci, s. za. bajone), un tempo • « farinata di panico »: v. trent. panizza > (paniz « panico >>), ecc. (nel Libro cuc. [Frati] paniera). Da panicium, (lat.) «panico». (A. I. Ven. XCVIII, P. II 47-48; lt. D. xv 217). panico s. m., specie di graminacea il cui seme serve di nutrimento agli uccelli

    e, soprattutto in secoli andati, dell'uomo (Panicum itàlicum). V. pa-

    niccia. Panicastrèlla ~ panico salvatico (Panicum verticillatum) • (lt. D. XVIII 116); panicale « pianta secca del panico»; pòrco panicato (malato di panico) (Fanf., Uso); panicone (ant.) «mangione» (Oudin). Panicale, nome di piu luoghi (uno del 1029), indicò, con probabilità, in origine • « campo di panico•· (Pieri, Topon. Arno 245-'6). Da panicum (lat.) (da panus « pannocchia del miglio»). (R. e. W. 6196; A. Gl. It. XVII 394). pànlco agg. letter., di costernazione improvvisa. (Baldini). Surge di notte

    negli animi di tutti improvviso terrore senza cagione appa-rente, nominato dagli antichi terror pànico. (Adr. il G.). D"a panlcus (lat.), mxvix6ç (greco), dal dio Pan (o Pane), che secondo il mito spaventava i viaggiatori con voci strane e rumori improvvisi (pa-

    nlcus terror). panlcuocolo v. s. pane. pani.e s. m., specie di canestro di vimini. (Novell.). Panièra (Zibald.); panierino (Varchi); panierajo (Zibald.). Dal frane. o prov. pan.ier, lat. panarium «paniere>>, cioè 'cesta del pane', da cui panaro (Castra, sec. XIII: Monaci), panaja, panara, -o, panaruola (Oudin). panificare v. intr. ricerc., diventar pane. (Carena lI 331). B. Davanz. lo usa riferendolo a.Ila dottrina luterana dell'eucaristia. V. panizzare. Panificazione (tecn.) « fabbrica del pane, arte di fa.re il pane t (Bernard.); panificafffre (tecn.) « fornajo ~V oca boli ricavati dai frane. panifier (a. 1600), panification (a. 1781): da paniB (lat.) e -fier. panificio s. m. non pop., panificazione (A. Cocchi, a. 1750: Gherard.) ; forno (Giorg.). Un tempo sui cartelli era seri tto f abbrwa di pane ( Carena II 331). Da panlfkiwm (lat.) t il far pane• (panis e fadre «fare&. ) paninare v. ant., (trans.) ridurre in pane (G. Targ. T., a. 1759; Paol.);

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    panporcino

    pan16sslco (intr.) ridursi in pane (Alfi.eri). Panizzarsi nel Lastri. (Viani). Paniz.mzione (ant.) • arte di fare il pane~ (G. Targ. T., a. 1759: Canev., s. panizzare; Pa.ol.); panizzatori (secolo XVIII) (Zacc., Racc. 319). Formato da pane per mezzo di -izzare (zz dolce). A Roma pop. panizzà (Dante). . Pannicèllo, ant. pancello (Jacop.) (lt. D. XI 32); pannina (Jacop.); pannajuòlo (Quad. conti), ant. panniere (Buon. il G.); pannume (o panno) (dell'uovo) (Carena); pannatura (ant.) «panneggiamento» (Cell.) (nell'Oudin panneggiatura); panneggiare (D. Bart.); panneggiamento (dei pittori) (Ségneri); appannare (Petrarca) ; appannato (Caro) ; impannare (Rime burl.); impannata (della finestra) (Cocchi); rimpannucciarsi (Cecchi); pannolino (v, s. lino); pannolano • panno di lana ; catalogna (per il letto) (Fanf., UBo)t,

    -

    Da. pannus (lat.). (R. e. W. 6204). pann6cchla s. f., spiga della saggina e del granturco, in antico anche del panico e del miglio; (ant.) crini della coda del cavallo (Giamboni); (ant.) membro virile (Med.: Burch). Pannocchietta (Magal.): pannocchiuto (Esopo volg.); spannocchiare « tagliar la pannocchia (spannochiarsi, fig. in Dante)». Da panìicìila (lat.) (e panfoìila) «spiga» (da panus « spiga del miglio•). (Pieri, Topon. Àrno 246; R. e. W. 6209). pannolano; pannollno v. s. panno. panorama s. m., veduta dipinta sulle pareti interne di una stanza e illuminata in maniera che a chi la guarda, stando nel centro della stanza, sembra di vedere i luoghi reali invece di una pittura (Marchi); veduta d'un paese da un'altura. (Fanf., Uso). V. cosmorama; dwrama. Nel Less. il plur. i panorama. Panoràmico (Yorick); panoràmica (letter.) ,, veduta di insieme ·(anche fig.) ~ (Padovan). Frane. panorama (a. 1802), da panorama (ingl.), nome formato dal pittore scozzese Robert Parker, autore del primo panorama (a. 1785 o 1789 o 1793), colle parole greche 1tiiv (Boerio). pan pepato v. pampepato. panporcino s. m., fiore dell'Alta Italia delle primulacee che à un tubero rotondo appiattito (Cyclamen europaeum). Anche pan porcino (dal sec. XIV), pamporcino, panterreno, ciclamino, artanita (v. ). Da. pane porcino, perché la radico tuberosa nera à figura di pane. Spagn. pamporcino, frane. pain-de-pourceau. (O. Targ. T.; It. D. VIII 213).

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    pant6fola

    1181116 s. m., viola., violetto, paonazzo

    ètimo •palta

    (colore). (C. 1870; Fanf. e A., a. 1877). Da pensée (fra.ne.) >. (Varchi). Pare infatti che, essendo un tempo le pantofole fatte col sughero, sia stato creato il loro nome, da qualche conoscitore del greco, con Tl:iit;, T1:ocv,6 ç >. Ne derivarono pure pantufio (spa.gn.),

    727 -

    papa

    pantògrafo

    pantufo, -a (port.), pantoufie (frane., a. 1465), da cui pantofie (ingl., sec. XVI), PantoOel (ted.). Da notare che il ted. mcrid. pantofel vale , Nel sic., pantòfala, -u, pantofula valgono . (Pasqualino, s. pantofala; R. e. W. 6208 a). pantògrafo s. m., strumento composto di quattro regoli articolati per copiare disegni, mutandone la scala a volontà (Marchi); pantelegrafo (Gar.); congegno cho trasmette la corrente elettri ca dai fili alla motrice ferroviaria (a. 1938). Pantor,rafia . (Varchi)- È timo sconosciuto. panzanèlla s. f., pan lavato con aggiunta d'un po' di cipolla trinciata e basilico ; fetta di pane agliato e inoliato con olio nuovo. Quella pasta di farina di grano o di riso che cuocono (i Beduini) o friggon nel tayen, è quel che in Toscana si chiama le don-

    zelle o le panzanelle. (Pananti, a. 1817: Gherard.). A Roma panzanèlla , Pare invertimento di zampanella (~fon.tese, Pavullo) . (R. e W. 6214). Di formazione bambinesca imlipendente sono: pappo (bambin.) > (Dante); pappa ; spappolare (Redi). pappataci s. m. invar., becco contento; chi soffre, mangia e tace. (Mach.). Nel Cecchi becco pappataci. Dagl'imperativi . Ne fu tratto pure pappièllo (sen.) (Petrocchi). Il Cherub. (Vocab. patron.) dà le forme Papous, Papusi (a. 1813), Papus (a. 1832), il Iloccardo usa papua~ii (plur.), il Da.rch. à papuaso. Frane. Papous, ted. Papua. Da puapua (malese) . paràbola v. s. paròla. parabolano v. s. paròla. parabrezza v. s. parabrise. parabrlse s. m. frane., vetro davanti dell'automobile, per riparo dal vento. In it. sarebbe paravènto. (l'anz., a. 1918, p. 656). l'arabrezza (a. 1938) ricalca parabri8e. paracadute s. m. invar., apparecchio in forma d'ombrello, che serve a scendere per l'aria senza danno. (Papi; Nuovo diz. univ. tecno!., Venezia, 1832 e seg.: Tram.). Paracadutista. Dal frane. parachute, che risale al 1786. Xci 1781 o nel 1785 tu inventato l'e.ppe., recchio do.I Lcnorrno.nd o dal Blancbard, Il qwile mori prr co.ùuto. nella sua eo• o.sconsionc. Di varacruiuti.sti dell'esercito sovietico è fatta parola nelle. riviste. 1l1inerva del 19:i7 (p. 457). A Bologna era detto parocado Il • gua.rdinfo.ntc •, per somiglie.nza.

    paracèntesl (s dolce) s. f. di chirurgia, introduzione in una parte del corpo ripiena di liquido, di solito nell'addome, di uno strumento (trequarti) atto a fare uscire il detto liquido; un tempo, perforazione con coltello o con ago dell'addome per farne uscire il siero raccolto (D'Alb.). Da 1tcxpcx~b-;1JcrLç (greco): da 1tapli , lat. paracentésis. paràcqua s. m. poco usato, ombrello

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    Paradiso

    paralume

    (Ramb. 67). È comune a Siena e a Lucca, dov'è anche paral,àcqua (L. Fornac. 50). In alcune province parapiòggia (Carena I 38). V. parasole. Da parare e àcqua. Paradiso, paradiso (con II dolce), s. m., luogo delizioso nel qua.le Dio collocò Adamo e Eva, secondo la Bibbia (Lat.); luogo dei beati, secondo la credenza cristiana; (fi.g.) (Dante); (ant.) giardino (Vite Plut.); (secolo XVIII) loggione (v. s. lubbione). V. Èden. Paraq,iso (agg.): mele paradi,;e (Libro viaggi),- uva paratlisa (Soder.); paradisiaco (v. sotto); imparadisare (letter.) (Dante). Paradiso anche nome di luoghi. Da paradisus (lat.), greco. rrotpii3Etcroç . Paradis-laco (letter.) (Ottimo, che à pure paradisiale) dal lat. chies. paradisiacus. (Lokotsch 1631; R. e. w. 6223). parafiilmlne s. m., asta di ferro terminante in punta, fissata in cima a un fabbricato e comunicante colla terra, per attirare i fulmini e preservare il fabbricato. Carrega Michele, Memoria sopra i parafulmini, Roina, I 808. I parafulmini della basilica di San Pietro (Botta: Tomtn. e B.). Versione del frane. paratonnerre (tonnerre > (Lippi). Altri composti con para- v. al posto alfabetico. Paratoja . paraselène s. f. o m. scient., alone lunare. (Soder.; D'Alb.). V. parèlio Da mxpoc (greco) e crd,lJVlJ u Luna». parasinteto s. m. ling., parola derivata. o formata. da voce composta, corno primaverile da primavera (prima vera) ; allettare da a wtto; forsennato (v.). (Merlo, Stagioni 248-250; Tollera. 110-'7, 138-146). Da 7l'otpo:auv&e:-ro.; (greco) (1tocpoc > e cruv&e:,o.; ). parasole s. m. non com., ombrello da sole, ombrellino. (Trait. segr. cose). Soder.: parasoli, detti ombrelle per difendere gli alberi dai caldi della canicola (Gherard.). Nel sec. XVII e lJÀLoç ; parlamentare e 6110µx~w >;

    -

    fémmina di partito (Varchi); partitante : Grassif; partimento (ant.), anche per «partenza• (Giamboni); partènza > nel Lat.; partitura (di musica) (D. Bart.); spartire (Fra Giord.); spartito (di musica) (Prose fior.). Da partire (lat.) . (lt. D. II 241-'2, 244-'8; R. e. W. 7376). Pasquino n. pr., statua antica in Roma, alla quale si usava, dal sec. XVI, attaccare dei cartelli satirici ingiuriosi (Tol.). Pasquinata (cartello, scritto) (Il. Davanz.). (Miglior., Dal n. pr. 101, 174). passacAglla v. s. passagallo. pass~allo s. m., (sec. XVII-XVIII) ballo affine alla ciaccona (Gigli); (fior.) suono sulla chitarra o sul violino come intermezzo ai versi dcgl'improvvisatori (Zann.; Arlia, Voci). Nel primo senso passagaglio nel Salvini, passacaglia nel Della Corte : il primo dallo spagn. ant. passacalle mod. pasacalle ; il secondo da passacaille (frane.).

    II ballo fu detto cosi in Ispagna perché > è in Rime ant. (Tomm,. e B.) e nel Carducci, e si riallaccia ool lat. basso passionalis, come un pq&Bionel (frane.) della fine del sec. XIII. Da.I tra.ne. passionnel (a. 1808) viene invece il mod. passionale. Il Lombroso (237) usa eruzione passionevole (di un delinquente-nato). V. I fatti passionali ne Le passioni di A. Renda (Torino, 1905). passlre v. s. passo 1 • passo 1 agg., d'orbe e frutte che ànno cominciato a diventare grinze. Uva passa (Tans.). Uva passola (ant.) (Cavalca); passire (ant.) (Roseo, Agrio.); passito (vino) (Canev .) ; appassire (L. Alam,). Dal lat. passus; uva passa. (R. e.

    w.

    6270).

    passo

    2 s. m., ciascuno spostamento regolare del piede in avanti (a volte indietro) nel camminare; sorta. di misura lineare (Giamboni); luogo di scrittura (Dante). Passetto (misura ant.) (Canti carn.); passeggiare (Dante); passeggiata (Caro) ; passéggio >. Pelaghetto >. (Diz. mar.; It. D. Xlll 162; Rossi, Gloss. lig. 75, pelagus; Sill. Ascoli 475; Dacor. V 429; It. D. IV 265; Pieri, Topon. Arno 321 ; Oliv., Diz. lomb. 421; Lingua N. III 52-53, IV 104). pelàmlde v. s. palamida. palanda : pelandra v. palandra. palare v. trans., levare i peli; sbarbare ; levare le penne agli uccelli (G. Morelli); levare a uno danari piu che si può, senza riguardi morali (G. Morelli). Pelato (agg.) (Dante); pelatina (ant.) v. It. D. X 204-'5; ecc.). pendèula v. s. pencolare. pendice s. f. letter., costa, fianco di monte (Crcsc. volg.; G. Vill.; Dante); vicinanze (G. Morelli; B. Davanz.). Da pendii, -icis (lat.), da cui i nomi di luoghi Pendici (Castiglion Fiorentino) (se antico) e Pendise nel Veneto (Oliv., Saggio 282), pendlta v. s. pèndere. pendollno v. s. pèndolo. pèndolo agg., che pende. Pendulo nel Bocc. Pèndolo ; pendolino (lucch.) «altalena>>; pendolare (ant. e contad.) . (R. e. W. 6514; A. Gl. It. XVIII 245-'6; Pieri, Topon. A.mo 322). pennàcchlo s. m., fascetto di penne al cappello. (Ci·riffo). Noll'Oudin anche penndcoio. Pennacchièra (sull'elmo) (ant.) (B. Corsini). Da •pinnaculum {lat. pop.) (v. penna). (R. e. W. 6515). pennato v. s. penna.

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    pepe

    penn6cchlo penn6cchlo v. s. penna. pennèllo 1 s. m., arnese di setole fissate in un manico per impiastra.re o stendere colori o altre materie. Pennelletto (Cell.), pennellino (Cell.); pennelùme (Baldin. ); pennellessa (Tomm. e B.); pennellata (Firenz).; pennellare (Oudin); pennelleggiare (Dante). Da. •p~nellus (lat. pop.), lat. class. pénwlllus, da pénis « coda ». Da *pén'tdllus il frane. pinceau. (R. e. W. 6389, 6390). pennello 2 v. s. penna. pennlto v. s. lingòtto. pennone v. s. penna. penombra s. f., (astron.) parte dell'ombra illuminata dal carpo luminoso (D'Alb.); sfumatura dell'ombra (Tomm. e B.). Frane. pénombre (a.. 1671). Da paene (lat.) «quasi» e ombra (umbra). L'it. penombra forse è dal francese. penwe v. (intr.) concepire o esaminare colla mente; credere, rit~mere; prendersi cura; (trans.) (Dante). Ant. penzare (Lat. ; Cavalca e altri, ora contad.). Pensamento (Giamboni); pensagione (ant.) (La.t.; Giamboni); pensata· (Giamboni); pensatore (Espos. Vang.); pensatrice (Tratt. segr. cose); pensatojo (v. Gherard.); pensatamente (Giamboni); impensato (Vita S. Ant.); impensatamente (Varchi); all'impensata (v. Viani); ripensare (Cavalca). V. pensièro. Da pensiire (lat.) «pesare; giudicare ; esaminare », per via letteraria. (R. e. W. 6391). pensl6ro s. m., il pensare; cura (Bocc.). Ant. penl!ière ( Jacop.) (ora letter. o pop. tosc.), pensieri (Guitt.), pensero (F. da Barb.; Dante). Pensierino (Salvini); pensieroso ( Jacop.); spensierato (Franz.); spensieratàggine (Buon. il G.); impensierito (Buti); impensierire (Grazz.) (Oudin: impensierare); scacciapensièri (v.). Dal prov. ant. pensiero formazione indigena da pensare. (Bèzz. 232, n. 2; R. e. W. 6391, 3). pènslle agg. letter., che pende; sospeso (Galileo) ; di giardino sostenuto in alto da colonne, archi o altro (Soder.). -

    Pensilina ~ tettoja, di solito a vetri, per lo piu nelle stazioni >> (a. 1918). Dal lat., pénstlis « sospeso ». pènso s. m. scol.r punizione consistente nel copiare una o piu volte un brano di prosa, di poesia o altro. (C. 1800; Petrocchi). In frane. pensum· (a. 1762). Da pensum (lat.) « tema imposto a qualcuno», senso traslato di (« acutissima come il pepe>>) (Matt.) (cfr. R. Ling. B. II 139). Da piper, ptperis (lat.). Peperino > (Micheli) è dal lat. ptperinus (lapis) (Isidoro). (R. e. W. 6521; Prati, Voci, p. 153). peperino v. s. pepe. peperone v. s. pepe. peplnlèra s. f. raro o disus., semenzajo. (Bernard.; Duprè; Fanf. e A_). Anche pépinihre (Panz.). L'accadernia militare è in Piemonte la pepiniera degli u{Jìziali. (D'Ayala). Dalla frane. pépinière (a. 1538): da pépin « vinacciolo; seme>>. (Bloch). pepita s. f., grano di metallo nobile nativo (puro) ; rena d'oro che si trova in alcuni fiumi. (1817). Nel Gem. Car. pepite (Zacc., Elem. iber. 495, 310), nel Less. pepiti (f. plur.), nel Gar. (a. 1895) pepitas (spagn.). Da pepita (spagn.) (v. Zacc. 310), e questa da pepita « seme (di pera ecc.)». Passata al frane. (Bloch) ecc. pepollno s. m. pop., suffrutice dei colli e dei monti che à odore forte e sapore aromatico. (Cesalpino; Q_ Targ. T_)_ Anche peporino (Trinci; Canev.) (Thymus serpillum). Derivati di pepe, come peperino (fungo) e peperone (pianta); cfr. peverèllu (Sarzana) (ivi). Da percale (a. 1723), percaline (frane.), spagn. percal, percalina. Dal pers. pifrga.lii, passato nell'indiano. (Lokotsch 1632; Bloch). perché v. s. per. percl6 v. s. ciò. perc6co s. m., pesco cotogno. (Canev.). È il nap. percuoco, ca!. percocu, da praec~qua (persica) (lat.) >. percottare v. trans_ ant., pillottare, unger l'arrosto. (Garz. 699; Oudin). Da percotà, pergotà (milan.), ecc., formato i).a gota (milan.) . Dal pernicone pigliò il nome pernieone (ant.: B. Davanz.) ; personalmente (G. Vili.). Personalità è astratto di personale (Buti); ma nel senso di l'Oudin traduce anche petriuolo, ma certo per isvista, corrispondendo codesto al petriòlo (( imbuto », di cui s. pidria). petronclano v. s. melanzana. pettabHtta v. s. bottare. pettazzurro v. s. pettiroBBo. petttcola a. f., donna che sta. sulle

    767 -

    pettll'OIIO

    pettl6re

    chiacchiere e riporta ogni cosa. (Della Dal lat. pfoten, -tnis «pettine ; petCasa; Buon. il G. ecc.). tignone •>. (R. e. W. 6328). Pettégow (Pananti) ;pettegolezzo (con pettlnaJo s. ru., fabbricatore di pettini. zz dolce) : infatti invece di petegol,ar( e) i Veneti usano pure contàr pcttinàunolo per• fabbricante di pettini • (Cronichetta; Soder.; a.nche pettinaono: Bandi fi,or.) tuti i peti, e in altre parlate da peto ., per • sce.rde.ssiero • (D. Segni). derivano altre parole significanti >. Di -ezzo nel vèn. v. St. pettinata (Baruff.). (R. e. W. 6328, F. R. VII 223. Con -égola di pet.égola 6329). cfr. il vie. orbégòlo , il pad. pettirosso s. m., uccellino dei cantatori rebégolo (Prati, Voci, p. 11 col petto rosso-giallo (Erythacus run. 2; 165). V. anche pittima 2 • Sono bècul,a) (Luigi Pulci); (giornal.) sproda scartare altre spiegazioni di petposito (Gar., a. 1895). tégolo. (R. I. Lomb. XLIX 805); Aret. petròsciolo (Redi). Lucch., Lingua N. VII 87, XI 18). pist., sen., fior. pettière, nel Forteg. pettlère v. s. pettirosso. pettlgnone s. rn., eminenza fornita di pittieri; vie. petarèlo, betarèlo, valsug. petuzzo, ver. pitaro; tosc. spittinaTe J>cli tra il ventre e la parte genitale del corpo umano. (G. Vill.). Ant. anche >; pettoruto (Booc.); i1npettito (Fag.) (impettire è termine de'cavallerizzi: D'Alb.); pettobianco (starna) (petto bianco: Buon. il G.); pettirosso (v.); dirimpètto «di rincontro>> (Novell.) (nelle Storie piBt.: per petto); parapètto (G. Vill.); regfl,ipètto (del cavallo) (Ra.mb. 300). Da p~ctus, -l>ris (lat.). (R. e. W. 6333). pévera s .. f., vaso di legno adoperato come imbuto per mettere il vino ne.lle botti. (Firenz.). Da un ètimo •plétria, da cui pidria (v.), con immissione di bévere, come sembra. Etimo di natura sconosciuta. (R. e. W. 6597; R. I. Lomb. XLIV 794-'5).

    pevere; peverata v. s. pepe. pèzza s. f., una data quantità di stoffa;

    tela intiera di qualunque materia; (ant.) parte, pezzo (Sa.cch.; Seneca, Pist.). Pezzetta (Ariosto); pezzw}l,a ( Jacop.); >. (R. e. W. 6450; It. D. XVIII 59). pezzènte agg. non pop., mendicante. Vecchia pezzenta (Jacop.). Ant. peziente (Buon. il G.; Lippi); an m Guido delle Col. volg. (A. Gl. It. XV 352; R. D. R. VI 17 8 ; R. .A. Lincei XXIX 146; Diz. mar., anche p. 1347; Vo:z; R. I 225-234; Studi Dant. XXI 181). plàgnen v. piàngere. . plagnlstèo s. m., (ant.) pianto fatto sopra il morto (B. Davanz.); pianto lungo e nojoso (B. Da.vanz.). Ant. piagnistero, nel secondo _Leenso (Salviati). Da piàgnere col suffisso di battiBteo, -ero, capisteo, -ero (cfr. St. F. R. VII 228). Su piagnistèo fu foggiato il disus. frign~o di senso uguale, da frignare (Fanf., Voci). (Mise . .Ascoli 485 n.; .A. R. XXIV 95-99). plalla s. f., strumento dei legna.joli per assottiglio.re, appianare. Pialletto (Soder.); piallone (Oudin);

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    plallàcclo

    planotllrte

    piallare (Cresc. volg.); piallàccio (Palladio volg.); impiallacciare (Soder.); impiallacciatura (Vett.). Da *planula (lat. pop.) (lat. plana >). (lt. D. X 207-'9). Impellicciare (Rigut., a. 1864, p. 58, 91 ; Tomm. e B.) per impiallacciare, deriva da pelliccia, che nel sonso di > (v. Canev.) (impellicciare « foderare di pelliccia >>, o impelliccionare à. l'Oudin). plallàcclo v. s. pialla. pia madre n. f. scient., la membrana più interna cho involge il cervello e il midollo spinale. (O. Ruc.). Dal lat. basso pia mater, cioè 'madre pietosa', detta cosi perché involge il cervello come la madre suo figlio. La dura madre « la membrana più esterna che involge il cervello e il midollo spinale ►> (Libro cura mal. ; O. Ruc.) à il nome dal lat. basso dura mater. (Bloch, s. pie-~re). planca v. s. piancito. planclto s. m., pavimento (Manfr., a. 1883) ; piano battuto o selciato dei ponti ; piano di malta e pietruzze nelle stanze (Gar., a. 1895). La modernità del termine lo fa supporre deriv. di piància (nap.) « piastra » (perug. ant. pianciole , da cui pure i ven. pico , poi anche (Tomm. e B., a. 1861); rappigliare, rappigliarsi (dal sec. XIV); impigliare (Comp.) f impigliat-0 (F. da Barb.); ripigliare (Giamboni); ripiglino (gioco) (Minucci); spigliato . V. nano. (A. Gl. It. XXXIV 55-56). pigna s. f., (ant.) pino (G. P. Malici); (ant.) pina (P. Giambull.; Vallisn.); (pis., prat.) grappolo grosso o granito (Salvini)(nap.pigna >) (Canev.); punta della pila d'un ponte (D'Alb.); (anll.) pentola (Oudin) (forse perché in origino vaso di legno di pino). Pignuolo (ant.) > (Fic.; Pallav.); pignèlo > (dal gergo di caserma) (Panz, a. 1908); pignatta (Cavalca e nel lat. di Salimbene, sec. XIII); pignatlajo (ant.) (l (Alf. do' Pazzi; Grazz.), anche -pinchione (Petrocchi); pinchellone > (Oudin); pincheri > (Mazziari; Canev.). L'Oudin elenca inoltro: pincia o pinchino , anche pincino ; pinca >; pincolonc >. Come afferma la Crusca, pinco t membro virile >> può derivare da pinca > ; spincionare >. Sic. pinsuni, pinzuni (St. Gl; It. VIII 165), spagn. pinzon, frane. pinson. Da un lat. *pincio, -iinis, di origine imitativa, con cui cfr. pincwrlo (trent.) >. pinco 1 v. s. pincio. pinco 9 s. m. ant., specie di bastimento mercantile usato anche nel Mediterraneo. (Consol. mare; Forteg.; Stratico; Diz. mar.). Da pink (olandese). pineta, -o v. s. pino. pingere 1 v. spingere. pin11re 2 v. trans. ora letter., dipingere. (Danfo). Pinticchiato (ant.) > (Matt.; Oudin) (lt. D. V 85). Da un part. pass. *pento forse derivò péntola >; piròl (bresc.) (Lastri); pioppino « fungo di pioppo (Agàricus populneus) •> (Guad.) (anche alberèllo); appioppare (Arlia, Voci); pippio (anL.) (Ricett. fior.); pipo (aret.) «pidocchio; pulcino; membro virile dei bambini •; spippolare (l'uva o altro). Dai suoni *pipp-, *pip-, creazioni di fantasia d'intonazione bambinesca. (.A. Gl. It. XXXIV 60). pirata s. m., ladrone di ma.re. (Oudin).

    V. oom,ro ; filibuatwre. Ant. pirato -

    (G.

    Vill.),

    pirate

    Inf. XXVIII 84).

    (plur.)

    (Dante,

    Piràtico (agg.) (L. Alam.); piràtica (ant.: Sa.es.; Oudin), pirateria (Redi), piratismo (ant.: Oudin); piratare (ant.; Oudin), pirai,eggiare (Parr.). Dal lat. piriita, greco 1.e:1p°'tj,;, da i,;e:Lpoiw ,, tento; imprendo •, quindi *'chi va cercando avventure', donde >. In esso -ico- avrebbe cosi valore di antisuffisso (It. D. XVIII 147), (Nigra 106; Merlo, Dial. Bora 151 n. 2; 199 n. 3, Post. 70-71; Dii. mar.; -

    Goidanich, Denom., p. 24-30; A. Gl. It. XXX 103, n. 23; R. e. W. 6545). pizzura, s. f. poco usato, tartaruga ; persona tarda, pigra: inetta (Giorg.; Fanf.; Petrocchi). (E forse per isbaglio che lo Zamb. dà bizzuga per ). Anche -bizzuca (ant.) (Caro), bizzuga (fior,) (Cecchi; Tariffa; D'Alb.; Fanf., Uso), bezzuga (ant.) (Orsilago, sec. XVI), pis. contad. bezzua. Pizzuga, che è voce sen., livorn., fu spiegata dai pizzi, cioè dal contòrno a merletti dello scudo (carapace), ma la forma piu. antica è bizzuga, bizzuca, con un b cui fu poi sostituito p. Fu pensato anche a una provenienza da biscia mù ta a zucca, richiamando la sic. pisciacozza >, con -ucca forse attratto da tartaruca, tartaruga, ma è spiegazione poco valida. L'Oudin registra bizzucca per >. (A. Gl. lt. XIV 323, XV 279; M. I. Lomb. XXI 266-'7). plzzutèllo s. m. (Roma), uva galletta bianca. Da pizzuto >, per la forma dei chicchi. V. uva galletta. placard s. frà.nc., raro in it., affisso, cartello. (Panz., a. 1905). Nel sec. XVI (llelaz. ambasc. ven.) placardo (Zacc., llacc. 268). V. ivi anehe a p. 29, 169. Da plaquer « applicare con forza >> ecc., da cui placard «impiastro; affisso >>. (Bloch). placca s. f., pia.stra (di riconoscimento) (Bernard., a. 1812) ; (scient.) macchia rossa. venerea (Petr9CChi). Innèsto a placca, maniera d'innesto (Canev.). Placcare (Petrocchi); placchette (artiRt.) (Salvini; La.mi; Algar.; Pananti: Gherard.). L'Algar, usa plagiato per «plagio>>, frane. plagiat. Dal lat. plagium, delitto del plagiarius >, il primo ricavato dal greco 7tÀ!iytoc; > ( 7tÀIXytot ~pove:i:v >). (Bloch; Lingua N. V 85-86). plald s. m. frane., scialle da viaggio, scialle scozzese, pesante. (Gar., a. 1895). Nel Petrocchi it. plèd. In Sicilia pled (plur. pleddi) indica uno > (Nicotra, a. 1883). Dall'ingl. plaid, che venne dallo scozz. plaide. (Bloch). • plancetta s. f., tavola pretoriana, tavoletta pretoriana (per livellare). (D'Ayala). Da planchette (frane.). plàncla s. f., (milit.) asse nelle caserme sulla quale i soldati depongono i loro arnesi (Panz., a. 1905); (marin.) ponte di comando (Panz., a. 1905; Diz. mar.). Da planche (frane.) e asse; palancola>>, da planca (lat. tardo). plancton s. m. scient., animali e piante viventi sospesi o a galla nelle acque dei mari e in balia delle correnti. (Gar., a. 1895). In ingl. dal 1892. Dalla forma neu-

    tra del greco 7tÀotyx't"6ç «spinto, trasportato qua e là». (Bloch). plasma s. m. scient., parte liquida del sangue e della linfa in cui nuotano gli elementi anatomici. (Less., a. 1875). Frane. plasma (a. 1868), da plasma, termine tratto dal greco 1"t"À1xaµot dal medico tedesco Schultz (a. 1836). Pròtoplasma e il Viani lo dice dell'uso cancelleresco é mercantile per indicare il valore delle monete nei mercati e nel comune commercio, diverso dal legale. Da 'l_)latfa (lat.) . plateau s. m. frane. scient., altipiano. (Gar., a. 1895). Da plat (TIÀ.oi:i-roc; ~ ricchezza; ~p,hoc; t potenza. t). plut6nlche agg. f. plur. scient., di leggonde di tesori nascosti ; di rocce prodotte dall'azione del fuoco. Da Plutone, mitico re dell'Averno e signore delle ricchezze. pneumonite s. f. scient., polmonite. ( 1868). Anche pneumonia (Leone, a. 1828; Less.) disus., già peripneumonia (D'Alb.). Da ~vcuµ.wv (greco) (Libro son.); p6ccioùi, (aret.) >, perché tondeggiante e bianca; pocciare (Libro cura mal.; Gigli). 1'6ccia; cioccia (A. Alam.) (donde ciocciare: Chia.br.); c-iuccia (pist. bambin.) (v. ciucciare); cioppa (aut.: Jacop.); poppa; tetta; zinna; zizza; e altre parole indicanti la mammèlla son forme bambinesche, le quali è opera vana spiegare con muta.menti fonetici propri di parole non bambinesche. (L. Palma 99; A. Gl. lt. XV 210-'l, 507-'8, XVI 376, 462; B. D. R. II 58; R. e. W. 6854; 5591 a). pochade s. f. frane., commedia molto comica., somigliante a farsa, di tinta libertina.. (Manfr., a. 1901; Panz.). Da pochade (a. 1834) (da pocher ). p6co, agg. indicante piccola quantità, relativa.. Ant. (Zenone) e ora contad. pògo. Pòco (s. m. e avv.), anche pò' (s.); pochetto (F. da Barb.); pocolino (Giarnboni); pochezza (Fra Bart.); pochi!à (ant.) (Fra Giord.); a pòco a pòco (v.); dappòco (G. Morelli); dappocàggine (Gelli). Da paucus (lat.). (R. e W. 6303). V. tampòco, s. tanto. podagra s. f. scient., gotta ai piedi. Podagroso (agg.) (Redi); (s. m.) ( Tes. 11ov.). Da r:oll:iypa: (greco) , come da Francesca venne cecca >. Il Commendatore 1lfanetti. .. vidde... sulle coste della Fiandra Oiandese a difesa dei così detti Polders, non meno che nell'isola di W alcheren, impiegate certe piatte/orme o piuttosto una specie di zattere "flessibili costrutte come ora diremo, e che fra noi hanno il nome di graticciati. (Segue la descrizione di questi). (Tart., a. 1838: Canev.). poledro v. s. poltro. pol6nta s. f., intriso di farina, in antico di miglio, di panico, di orzo ecc., ora soprattutto di granturco, o di castagne, mestato e cotto nel pajolo. Tosc. polènda. Polendone (Fanf., Uso); polendajo (tosc.) (v. Petrocchi). Da polfota (lat.) « polenta di farina d'orzo». (R. e. W. 6634; ..1. I. Ven. XCVIII, P. II 57-61). polesano (con s dolce) agg., del Polésine (provincia di Rovigo), la cui parlata è veneta; di Pola (Istria). poléslne (con s dolce), s. m., isola, isolotto tra i rami d'un fiume, che va al mare, in particolare del Po. (Ramusio ; Scam. ; Guglielmini ; Tomm. e B.; Canev.). Vèn. ant. polisene, poleseneto. , Dei Pollicini c'erano anche in Lombardia. È facile che questi e polisine discendano da polla, come pollino. (R. I. Lomb. LIX 669-671; R. Ling. R. XII 104). pollclfnlca s. f. scient., pratica della medicina nella città (Marchi II 96); clinica nella quale si curano malattie di varie sort.a (Less.); visita, che i giovani medici fanno per istruirsi, agli ammalati nello abitazioni private (Gar.). Policlinico « riunione di piu. cliniche». Frane. polyclinique (1:1. f.) ; policlinique (s. f.) >, cioè 'disyosto, tendente all'amore con molti'. poligrafo s. m. letter., scrittore d'argomenti vari. (D'Alb.). Da 1t0Mç . p6llpo v. s. polpo. pollre v. pulire. pollteama B. m. nome di teatri por rappresentazioni di genere vario. (Petrocchi). Uno con tal nome era in Trastevere a Roma (Blasi 301 ). Dai greci 1t0Mç «molto• e WocµIX « spettacolo >>. polltècnlco agg., riguardante le arti che dipendono dalle scienze. Scuòla politècnica, fondata a Parigi (a. 1794-, il nome dal 1795 ; la prima a Bnmsvig dal 17 45) ; il Politècnico di Milano dal 1863; politècnica « cognizioni e attitudini per le arti e le industrie•>. (Lesa.; Gar.). Il Politecnico, periodico fondato a Milano nel 1839. Da polytechnique (frane.), dal greco 1t0Mç >). pompèlmo s. m., specie di agrume che dà un frutto grossissimo, d'ugual nome, originaria dell'Asia e coltivata nei paesi caldi (Citrus decumana). Anche pompa di Gènova. (O. Targ. T.; Canev.). Nel Dareh. pampelimosa. Il grape-fruit (ingl.) è una . Dal nome scient. Citrus Polpelmos (Canev.) Y Il nome non è spiegato. Nel frane. è pamplemousse, nel 1696 pmnpelimousse, ed è attestata panipelmousse. (Bloch). Forse da bambolmas (ta.mul, ind.). ' p6mpllo v. s. pàmpano. pompon s. m. frane., gala, ciuffo, :fiocco. Pomponi «nappe& nel Manfr. (a. 1883). >... (Boerio, a. 1829). pònce s. m., bevanda fatta. con acqua bollita e rumme o mandarino, e scorza di limone. (Ramb. 31). Poncino (Petrocchi); poncino nero o poncino turco (fatto col caffè). Altre forme di pònce : puncio nel Baretti, pu·nch in O. Targ. T. (a. 1813), pòncio, punch (e ponce) nel Ramb. (31), poncio nel Giorn. commerc. fior. citato dal Cherub. (a. 1841), e ponchio, bevanda inglese composta di acquavite e d'acqua, nello Spett. nat. (a. 1745). In passato pure ponch, punche, punchio. Venez. poncio, scritto ponchio dal Boerio (a. 1829): . Da punch (frane., ingl.): dall'indost. pané, pers. pang da. dépopulcire, che va.leva. «deva.stare». (Bocc.); punzecchio (ant.) . Da plpo, -iinis (lat.). (R. e. W. 353); spunzone q grossa punta>>; punzonatrice (macchina). 6395). Da pilrwticire (la.t.) «pungere•> (da poppa 1 s. f., organo del latte nelle pungfre). Funzione (letter.) da punfemmine. ctio,_ -iinis , da cui non Poppare (Vell.); 'P.o'PPatojo (Libro C'Ura mal.); poppajola. venne punzone, come fu supposto. (A. Gl. It. III 344-'6, n.). Da *puppa (lat. pop.), voce bamponzone v. s. ponzare. binesca, V. p6ccia. (R. e. W. 6864; popeline s. f. frane., stoffa di mezza Nigra. 110-'l). seta. (Gar., a.. 1895). Scritta in Italia poppa 2 s. f., parte di dietro della nave. anche popelin (Pa.nz., a. 1927, paAnt. anche poppe (Ariosto; Dolce). gina XXIII, ) . poppazzo v. s. pupo. .Popeline (a. 1829) venne dall'ingl. p6rca s. f., spazio di terra _rialzata, poplin (a. 1710), a sua volta da papeline (fTanc., a. 1667), di dubbia pro- tra solco e· solco. Porchetto « striscia. di terra. rialzata. venienza. (Bloch; Lingua N. VII 10). dall'aratro nell'aprire il solco >> (term. popolano ; popolare ; popolazlone v. s. tosc. e di scrittori recenti: Gorg. 393). pòpolo. Da pòrca (lat.) « troja; porca (di p6polo s. m., tutti gli abitanti d'una città o d'un paese, d'una regione;, terra)>>. porcàcchla s. f., specie d'erba delle parte degli abitanti esclusi i nobili 8 i borghesi ; moltitudine di persone' portulacàcee, che si mangia in insalata. (Portulaca oleràcea). Ant. pro(Dante). . Popolino (dimin.) (Tomm. e B.); cacchia (Fra Gioi:d.). Da, •porcacla per *porclaca da porpopolàccio (Franz;), popolazzo (ant.) (Bocc.; G. Vill.); popolano (s. m.) tulaca (lat.), con intervento di porcus (Bocc.); popolare (agg.); (s. m.) (v. porcellana « porcacch.ìa >>). (À.. Gl. It. XVI 462; R. e. W. 6679). (G. Vili.); popolaresco (Bembo); poporcellana s. f., genere di molluschi polarità (Fra. Giord.); popoloso (Giov. dalle Celle) ; popolare (v. trans.) (G. gasteròpodi a conchiglia liscia, ovale, Vill.); popolato (a.gg.) (Comp.); spo- depressa. dalla parte dell'apertura, che polare (Patatfio), ant. dipopolare (M. è lineare (Cypraea) (Polo volg.); geVili.); spopolamento (Tomm. e B.), nere di crostacei decàpodi macruri nel Galiani spopolazione ; capopòpolo (Lcss.); prodotto di terracotta. compatto, composto di caolino, feldispato, (v. s. capo). quarzo (Varchi, a. 1554; Serdon.); Da. populus (la.t.); popularis; pochicchera. di porcellana (Redi). pillaritas, -citis. Popolazione (Mach.), -

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    P6rPOra

    porcelllno Nell'Oudin porcinaia IL porcellana>>; porcelle « conchiglie nelle quali i minatori mettevano i colori >> ; tarant. purcidduzzo > (Polo volg.). V.• anche il ligure ant. porseletta (ceramica): Casse o vero cristalli, porselette e simili (a. 1692 : Rossi, Gl,oss. lig. 123). (Less.; Zamb.; Goidanich, Denom. 62, nurn. 128; Encicl. it. XXVII 935 ; Bloch, s. porcelaine). porcelllno d'India n. m., specie domestica. di roditore americano allevato come il coniglio, in Europa dal sec. XVI (Càvia cobaya). (Redi). Da India per >. porcelllno di t6rra n. m., genere di crostacei dei luoghi umidi e oscuri, dei quali alcune specie ànno la facoltà di appallottolarsi (Oniscus). (Less., a. 1875, s. onisco). Anche porcellino terrèstre (Redi). A Napoli porciell,o de Sant'Antuoni, a Palermo purcidduzzu di S. A ntoni. Nel V alla porcellino verme, hic honìscus, nell'Oudin porcelletto di S. Antonio >; postéggio « stazionamento (di vetture)» (Ada Negri); posta (non pòsta) rrum (lat.). (R. e. W. 6670). p6rta s. f., apertura di solito ampia per la quale si passa in una casa, in -

    6671, 6673). p6rtafortuna s. m., amuleto. (Panz., a. 1908, s. porte-bonheur: porta fortuna). Traduce il frane. pOTte-bonheur. p6rtal6ttara v. s. portare. p6rtamonéta s. m. invar., arnese di

    pelle con cerniera per i soldi. (Petrocchi). Il frane. porte-mannaie è .fatto datare dal 1876, ma già in una poesia italiana del 1847 il Fusinato à portemonnaie. La. parola. dev'essere nata. in Francia e poi trasportata in Italia.. (Borsellino, se in forma di borsetta). portantina v. s. portantino. portantino s. m., chi negli ospedali porta gli ammalati; (a.nt.) chi portava le P!lrsone (in certi paesi ancora) con la portantina. (Salvini). Portantina «sedia portatile• (D'Alb., a. 1804). Anche bussola (Fag.), ant. seggetta (Buon. il G.). Da portare, secondo portante. POTtantina formata. in base a portantino. portare v. trans., tenere o sostenere con mario, o addosso qualche cosa ; trasportare una. cosa reggendola, o con carro; (molti altri sensi). Pòrto « porta.tura t (Cecchi), pòrta (s. m.) > (Buon. il G.); p0Tta1ite (agg.); (s. m.) « cavallo che va di portante (all'ambio) t (Storia d'Aiolfo); portantino, -a (v.); pOTtatura (ant.) . Pòrlasigarette ). (Bloch, s. poser; R. e. W. 6308). per sigarette, da portare in tasca>>. Posata, nei due significati, è da riteporte-enlant v. s. garde-enfant. nere di origine spagnola. Posada p6rtlco s. m., loggia a colonne. (G. (spagn.) indicò un « astuccio, conteVili.). nente cucchiajo, forchetta e coltello, Porticale (ant.) (Espos. portato in tasca nei viaggi per usarli Pater; Cavalca; Caro); porticato (Ounella posada (formata) e nell'osteria». din). (Zacc., Elem. iber. 328, 497). Da portfous (lat.). Porticale usato posata v. s. posare. in Italia dal 928 (Gherard.). p6scla avv. ora lctter., poi. pertlnajo v. s. pòrta. Posciaché (Dante). p6rto e. m., luogo di ricetto sicuro per Da pìlsUa (lat.). (R. e. W. 6687). le navi. pOsola (con s dolce) s. f., ciascuna Portolano > (Sacch.); po« chi nella nave ò il primo a vogare e solatura (aut.) ► (Diz. mar.; Vidos). Ant. apposticcio (agg.) (-Cavalca). Da applisiticius (lat. tardo) (lt. D. XVIII 97, n. 2); pozzetta (nella gota) ('f. Tasso), (nel mento) (Guido delle Col. volg.). Da puteus (lat.) >. (R. e. W. 6877). pozzolana s. f., tufo vulcanico il quale colla calce dà un ottimo cemento idraulico. (Caro). Pop. puzzolana, in G. Targ. T. pozzuolana. Da Pozzuòli (l'ant. Puteali) (Napoli), donde si recavava la. pozzolana. Nap. ant. (sec. XV) piczolana (Monaci, p. 555, r. 106) (ant. Piczulo ). pràcrlto s. m. ling., dialetto popolare dell'India, sànscrito volgare. Anche pracritico. (Petrocchi). Nel Less. (a. 1874, s. lingua) prakrit. Dal sanscr. prakrta, > (da prakrti ,, natura~- (Encid. it. XIX 48). pranzo (con z dolce), s. m., (ant.) desinare; desinare lauto. Pranzetto (Cesari); pranzare (Novell.); dopopranzo. Da prandium (lat.) . (Z. R. Ph. XXXVIII 21 ; R. e. W. 6730).

    prassi s. f. letter., esercizi, pratica

    d'un'arte, soprattutto della medicina; modo di tratta.re, di agire. (Da.rch.). Il Panz. (a.. 1918, p. 657) à praxis (greco 1tpii~tç) il fatto, la reaUà •• (a. 1927) « grecislllf per prassi: l'azione considerata. qua.le fondamento del pensiero ~- Greco 1tpii~tç « il fare, azione ; affare ; maniera. di trattare, di procedere, condotta >>. prato s. m., terreno ricoperto d'erba. Pratèll-0 (Bocc.), praticèllo (Storia d'.Aiolfo), pratuscèllo (lt. D. XVIII 162); prateria (Bocc.); pratajuòlo (Cresc. volg.), frane. provende, anche per ), da cui anche gli spagn. provecho; provechar; aprovechar, che diedero all'it. ant. le voci proveccio ; provecciarsi (Buon. il G.); approvecciarsi (Buon. il G. ; F. Corsini; Fag.); provecchio, -arsi (Ba.rozzi); provacchiarsi (Oudin). (Zacc., Elem. iber. 331-'2, 30, 498). (It. D. VI 42-43; Il. e. W. 6769). profondo agg., piu che fondo. Profondo (s. m.) (Dante); profondare (Giamboni); approfondare (Montcc.); approfondire (Salvini); sprofondare ( Jacop.). Da profundus (lat.) (pro e fiindus). profòsso v. s. propòsto. profumo s. m., buon odore; anche quello preparato da profumieri (Firenz.; Ariosto). 796 -

    profrtsse Profumilre (Allegri; nel Ricett. Prontezza (Dante); approntare (Salfior.: profummiere); -a (vaso) (Redi); vini). profumeria (Oudin); profumino (ant.) Da promptus (lat.). ~bellimbusto• (Buon. il G.); proprontuàrlò s. m., repertorio, libro confumare (Ariosto) ; profumato (Berni); tenente cose da tenere in pronto, cioè profumatamente (Caro); ant. profunecessarie e trovabili con facilità. mico > (Ariosto; Mach.). . Progressivo (scient.) (Buti; GaPropagginare , greco 1tpol't'lvw. Dal verbo Promontorietto (Bembo), dimin. lat. pure propina, . Nel primo senso il D'Alb. dà. pure procojo, e il Canev. pro. Anche nel còrso prurochiu, pruc6ju > e pric6ghiu , e il senso di > di proquoio è supposto dallo Zamb. (St. Gl. It. VI 154; R. I. Lomb. XLVIII 709). proquoJo 2 s. m. ant., pelle rli pecora o di capra portata dai pastori. (Buon. il G.: Canev.). Da *praecorium, pr6ra s. f., estremità davanti della nave. (Dante). Anche prua (Ciriffo), ant. proda (C. d'Alcamo). Prueggiare (nel Braccio!. per >). Da prora (lat.), greco r.?crpix. (Diz. mar.; A. R. XXII 382). pr6sa (con s dolce) s. f. letter., discorso non soggetto a regole metriche. (Dante). Pròsa poètica. Prosàccia (Grazz.); prosàico (Dante); prosaismo (Salvini); prosàstico (Salvini); prosare (ant.) (Varchi); prosare alcuno (Buon. il G.) (prosa (Guitt.); prospere (ant.) « spalliere degli stalli ; sedili del coro (Baldin.); (furb.) >) (lat.); prosperUas; prosperare, di ragione letteraria. pròspero 2 , s. m. pop. (Roma), -solfanello. Stroppiatura di fòsf oro per mezzo dell'agg. pròspero o del n. pr. Pròspero. Ad Ancona fròsferi. (Miglior., Dal n. pr. 294; La Cultura, N. S., XI 51). pr6stesl (con s dolce), s. f. ling., aggiunta di suono (vocale o consonante) in principio di parola, come in aUòro da làuro, tosc. volg. arricordare da ricordare, in istrada ; grac-imolo da racimolo. (Marchi). Ant. pròtesi (Citol.; D'Alb.; Viani I 92). Da 1tp6a.OE>. (D'Alb.). Il Varchi scrive che favellare in sul quamquam vale . Da tamquam , formati dal plur., in -èi. (It. D. VI 267, piem. purinci'Mla ecc.). Codesta maschera che sarebbe stata inventata o perfezionata dall'attore Silvio Fiorillo verso il 1620 (nel 1621 è già. in un passo del Cortese, come ò detto), non poté derivare da un Puocio d' .Aniello, contadino di Acerra molto arguto e faceto (Galiani; R. D'Ambra), bensi da pòlece (nap}. « pulce », meglio che da pollecino • pulcino •· (La Lettura, a. 1941, num. 4). Pulclntlla di man n. m., uccello di costa, soprattutto dell'Islanda, col becco somigliante a quello del pappagallo, e quindi al naso di Pulcinella (Mòrmon fraUroula). (Less., a. 1875). Anche fraticèllo, -Bmèrgo larvato, pappagallo marino. (Garollo}. pulclno s. m., il nato dal.la gallina. Pulcina (ant.) «pollastra• (Benciv.). Da •pulllcinus (lat. pop.) per pullkenus.

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    punto

    puledro puledro v. s. poUro. puléggla s. f., carrucola. (Baldin.). Bf4_t. cava!. B. Stef. e Oudin: puwggio. E dubbia. la. derivazione da un basso greco n;o).l8tov, da. n;6).oc; >; pulito, anche per « leggiadro » (G. Vill.); pulitezza (Buti); pulitura (Oudin); pulita (Tomm. e B.); pulizia (0. Ruc.). Da polire; politus (lat.). pulizia v. s. pulire. puma s. m., felino del Peru. (Fèlis còncolor). (Casti I 377, n. IO). Da puma (frane. : Buffon), termine kiciua. (Hloch). punch v. pònce. pungello s. m. ant., pungolo. (Arrigh. ; Val. Mass. volg.). Pungiglione che à. la parola; to puzzle . puzzo s. m., odore sgradevole. Puzza (d'uso lctter.) (G. Vill.); puzzore (ant., ora contad., mont.) (Storia Barl.; Soder.); puzzura (ant.) (Palladio volg.); puzzolènte (Giam-

    boni,) -o (ant.), puzzoso (ant., ora pist.) (Buti; Ségneri); puzzare (Cavalca); puzzola 1 e 2 (v.); puzzo-ne (Tomm. e B.); spuzza (ant.) (S. Ant.); spuzzetta (ant.) « persona fu. mosetta t (Ma.gal.); spuzzolo (tosc. contad.) «delicato t (lt. D. VI 267); spuzzare (ant.) (Buti). Dal la.t. •putium, da puuscere «corrompersi>>. (R. e. W. 6880). puzzola 1 s. f., specie di martora brunonerastra sopra e gialla sotto, che mangia animaletti e polli (Luigi Pulci) (Foetòrius putdrius) ; scuterzola, specie di formica (Firenz. ; Lastri, anche rizzaculo ). Da puzzare: cfr. puzzola in altri sensi. Il mammifero cosi chiamato >. Fu detto anche bocchipuzzola ('.l'ratt. pece.), certo per la credenza che la puzza gli uscisse dalla bocca. Lo formiche « esalano un odore che proviene dall'acido formico che contengono>>. (Less.). puzzola 2 s. f., (ant.) cosa puzzolente (Oudin); mofcta (G. Targ. T.: Gherard.); (aret.) vescia (fungo), anche puzza (Redi; puza Llat.] nel Cesalpino, a. 1583). Per > anche puzzaja (Ant. di Gentite Guidi, c. 1516: Gherard. Puzzola, nomi di luoghi (Pieri, Topon . .Arno 292). Da puzzare. V. puzzola 1 •

    Q qua avv. di luogo, da questa parte, in questo luogo. Scritto anche quà (Crusca; D'Alb.; Gherard., Lessigr. 464).

    Quaggiuso (ant.) (Dante), quaggiu (Dante); quassu (Dante), quassuso (ant.) (Cavalca). Da eccu(rn) hac (lat. pop.) (Mc ). (R. e. W. 3965). quàcchero s. m., l'appartenente a una società religiosa che impone ai membri -

    una vita severa, società diffusa in Inghilterra e nell'America Settentrionale. Già anche quacquero (Algar.; D'Alb.), a. Roma quèquero. La quakera spiritosa è una commedia in napoletano di Giuseppe Palomba. (seconda metà sec. XVIII). La società dei quaccheri fu fondata nel 16!7.

    Il nome viene da quaker (ingl.) che vale ~ trematore ,, perché i quaccheri

    804-

    quamquam

    quad6rno sono presi da tremito quando si credono posseduti dallo spirito (ingl. io quake neziano racoleta, raganèlo o riganèlo (rabb «maestro>>). (Lokotsch 1678; (o crècola) la « marzajola (Anas querA. R. XX 219). Per -ino v. s. rosòlio. quèdula) >>. Pare difficile di poter suprabbuffare v. s. buffa. porre un'altra origine di ràcano, acrabesco v. arabesco. cennante allo strisciare o serpeggiare, rabicano s. m., cavallo con peli bianchi significato adatto invece per le serpi. in qualche parte del mantello. (Garz. (R. XLII 163-'4; Bertoni, It. dial., 638). Anche nome d'un cavallo nelp. 33-34; R. e. W. 7_019, dove son l'Ariosto. da correg~ere rcikono e ragano in reiRabicanato (Petrocchi). . kano e ragano). Dallo spagn. rabicano (agg.) da. *radici'lliire (lat. pop.) (da radere), o da. *raccare da. •raàicare (da radfre ), da cui racca di Montella (Avellino) e cpoov1J (greco) • suono ». La radio fu introdotta. in Italia nel 1924, e in Inghilterra. esisteva nel 1920. rado v. raro. radunare v. s. adunare. ràtano v. s. ravano. raffa, voce indicante il pigliare con violenza, usata in : o di riffa o di raffa • a tutti i ·costi >>. Anche raffe in o di ruffe o di raffe (di ru:tfi o di raffe in J. A. Nelli), o di riffa o di raffi, cui risponde il milan. ecc. o de riff o de raff e giugà o fà a la ratf a dare a chi primo piglia », it. fare a riffa raffa o a ruffa raffa, venez. andar a la rafa (butarse a la rafa ). Raffare (ant.) «rapire• (Salvini); arraffare >). ragunare v. s. adunare. racusèo (con s dolce) s. m. disus., avido, usurajo. (Petrocchi). Ant. raugeo (Menz.). Navicare alla raugea (ant.) (Sass.) « dei marinari che entravano nei guadagni col padrone e coi mercanti>>. Da raguseo, ant. raugeo >. (A. R. XX 235-'6, R. e. W. 7010). ral v. s. ràggio. rajà 1 v. ràgia 2 • raJà 2 s. m., suddito non musulmano in Turchia. (Gar.). Raja nel Less.

    Car.

    Dall'arabo It. III

    Gl.

    mar.).

    raltare v. s. raitire. raltlre v. intr. aret., piangere strillando. (Rist. d'Ar.; Redi). Ràito (Tav. rit.); rimaso (ant.) «avanzo• (Bocc.; Salviati); rimasuglio (Fra Bart.); rima-rwnte (s. m.) (G. Vill.); rima-rwnza o (ant.) fermata (Jacop.); avanzo (Libro dicerie) •· Da rimanere (lat.). (R. e. W. 7194). rimarcare v. trans., notare, osservare. (Oudi.n). Rimarco • osservazione (Bernard.); -

    rilievo, importanza. (D'Alb.) •; rimarcàbile (Magal.), rimarohi1Jo1.e (Oudi.n; D'Alb.). Dai frane. remarquer; remarquabl.e ( da marquer). rlmnlzan v. s. balzare. rimbambire v. i.ntr., perdere il senno invecchiando. Rimbambito (Passav.). Da bambo (v.). rimboccare v. s. bocca. rlmllHmlllare v. s. bombo 2 • rlmlluono (di - ), v. di rimbuono. rlmllurchlo v. s. rimòrchio. rllllllllllnln v. letter. i.ntr. e . tra.ns., rammentarsi, rammentare. (Novell.; Dante). Rimembranza (Dante). Dai frane. remembrer; remembrance, venuti dal lat. tardo rememorari ( da memor).

    rimenare v. s. men.are. rlmendare v. trans., cucire una stoffa strappata in modo che non si conosca. (Stat. sen. lana). Anche rammendare (Fanf., Uso). Rimendo (Cecchi), rammendo (Fanf., Uso); rimendatrice (Oudin), rammendatrice (Petrocchi); rimendatu.ra (Oudin). Da emfodare (lat.) •racconciare•· V. ammendare. rlm6ttere v. trans., metter di nuovo, riporre; produrre di nuovo peli, denti ecc. (Giamboni); (i.ntr.) germogliare (Palladio volg.); altri sensi. Rimesso « rimessiticcio (B. Davanz.); (lavoro d'intarsio) (Vas.)•; rimessa • il rimettere (Jacop.); rimessiticcio (B. Davanz.); (delle vacche, stanza) (Caro); (del cocchio) (Buon. il G.); (di denaro) (Ca.ro; Cecchi) »; rimessiticcio (di pianta) (Magazz.) o rimettiticcio (Vett.·; Soder.); rimettitura (Salvini); rimettitore (Bandi fior.). Da ri e méttere. rimorchiare v. s. rimòrchio. rlm6rchlo s. m., il rimorchiare; (fig.) (Novell.); nave che rimorchia (D. Bart.); oggetto rimorchiato; carrozza del tranvai attaccata dietro la motrice. Ant. a rimurchio (Sansov.). Rimorchiare (trans. e intr.) • tirare una nave o altro con un'altra nave

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    rio

    rlmllrden (Ariosto; Serdon.); (fìg. ant.) dolersi e dir villania amorosamente (Bocc.; Luigi Pulci; Varchi; Salvini) •>; rimorchiatore ( 1'ratt. umiltà.) ripete la medio, difesa; rifare, risarcire (G. frane. ant. repostaille. (A. Gl. It. X.III Vill.). Ripararsi > (Paspentirsi ; pentirsi del pentimento. sa.v.; Pallav.) >>. Ripentirnento (Vita Barl.); ripenDa reprehendfre (la.t.) . (R. Varchi), oggi solo repentàglio (Fie. W. 7227). renz.) (v. sotto). ripresa; rlprnaglla v. s. riprèndere. Da *repoenltere (lat. pop.) (re e ripugnare v. intr., (ant.) far resistenza poenltere >). (R. combattendo, contrasta.re (G. Vill. ; e. W. 7224). In ripentaglio forse ò G. Morelli); avere avversione 1 rida riconoscere un'origine francese brezzo (ripugnare a) (Varchi; Sé(ant. repentaille , disdetta, d'un magneri). trimonio o d'altro t (A. Gl. It. XIII Ripugnante (agg.) (Vita S. Gir.); 414). ripugnanza (Allegri). -

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    rl1torante

    risacca Da repiigniire (lat.) (re o piigniire > (F. Guicc.). Risentimento (Caro ; Ségneri) ; risentito (agg.) (Pecor.); risentitamente (C. Dati). Da ri e sentire (v.). riserbare v. riservare. riservare v. trans., serbare (Dante); (ant.) salvare, scampare (G. Vill.); (ant.) aver riguardo a (G. Vill.: riserbare). Anche riserbare. Riservo (ant.) (senza riservo: Caro), risèrbo (Pand.); risèrva, nel signif. rnilit. presso G. Bentiv. (squadroni di riserva), Montec. (le riserve); riservista (Fanf. e A., a. 1877); riservatezza (a. 1762), riserbatezza (D'Alb.). Da reserviire (lat.) >. risma s. f., certo numero di quaderni. (Dante in senso fig.; Buti). Volg. lisma (Minucci), aut. lisima (Oudin). Da rizma (arabo) . (Lokotsch 1723). riso 1 s. m., il ridere. Riso sardonico (Libro cura mal.) (lat. risus sardonicus). Risolino (Med.); risata (Grazz.; risancione (pist.) (I. Lori; Fanf., Uso), risanciano (v. s. ridere). Da risus (lat.) (R. e. W. 7336).

    riso 2 s. m., pianta graminàcea delle paludi originaria dell'Asia Meridionale, e coltivata per i suoi semi mangerecci (Oryza sativa). Risone > (Lastri) (dal lomb. ris6n); risaja (G. Targ. T.); risajuòla ), nome del. primo esercizio, ·aperto nel 1765, in cui si servi-

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    ristorare

    rltrOIO

    va.no brodi, polla.me, uva. e altro, ma non intingoli come nelle trattorie. (Blocp.). Anche in Italia. è d'uso restaurant (Ga.r.; Pa.nz.). Ristoratore è scritto nelle- stazioni delle ferrovie ed è registrato da Fanf. e A. (a.. 1877) e tradotto con «trattore »: da.I frane. restaurateur. ristorare v. trans., rinnova.re (Dante); rinvigorire (Livio volg.); (a.nt.) contraccambiare, rimerita.re (N ovell. ; Bocc.; Della. Ca.sa.). Ristorarsi ; ristoramento (Dante); ristorazione (Guitt.). Da. restaurare (lat.) > deriva forse da •raupa (got.). (Bloch, s. robe; R. e. W. 7090; Sella, I 296; Gamillscheg, Rom. germ. I 30; It. D. VI 56) .. r611bla s. f., pianta delle rubiàcee la -

    cui radice serve a tingere soprattutto in rosso (Rubia tinctòrum). (Cresc. volg.). (Canev.). Ant. e pist. rubbia (Matt.). Da rilbia (lat.). (Pieri, Topon. Arno 250; R. e. W. 7409). roblllo lv. s. raggio. rolllllo 2 v. s. marr6bbio. robette v. s. ròba. rollfglla s. f., !ero (Èrvum ervilia). (Palladio volg.; G. Targ. T.). Anche rub,(glia (Cresc. volg.; Palladie volg.), ruviglia (ant.) (Domenichi). Nel Manetti roviglia ; gru,(glio (tosc.). Da frvl.lia (lat.) ~ cicerchia t (èrvum ). V. groviglia. (À. Gl. It. XIII 414, XVII 423, XVIII 331; R. XXVII 237; Nigra 11-12). rolllnetto v. rubinetto. robinia s. f. scient. entrato nell'uso comune, acacia. (Lastri). Da Robinia, nome creato da Linneo in onore di Jean Robin ( 1660-1628), che nel 1625 importò l'acacia dalla Pensilvania. (Bertoldi, Un ribelle 145; Miglior., Dal n. pr. 177). rolllòla s. f., raveggiolo (cacio) piemontese, lombardo, parmigiano. Nel Manfr. robbiola >. Vien tirato da *rilbeolus (lat.) (G. Vill.; Barni),

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    R6ccacanniiccla cader dall'alto con impeto » (Ariosto), diroccarsi (Buti); rocchione (Doc. arte sen.), ronchione (Ottimo), n Dante dirocciarsi.

    roccocc6 Da roche (frane.), della stessa origine (sconosciuta) di ròcca. (Bloch). rllccla 2 s. f., sudiciume piuttosto terroso (Buti); seconda scorza della nocciola (Cresc. volg-), sansa. (Palma II 132); coperta sudicia sulla crosta del cacio (Bisc. ; Palma II 249) ; tartaro (dei denti) (Petrocchi). (Fanf., Uso; Canev.). Il Del Rosso traduceva dentes scabros di Svetonio con denti pieni di roccia (Gherard.). Da. ròccia , por la scabrosità delle rocce. V. l'origine di greppol,a (s. greppo). rllcclo s. m. contad., treccia di paglia messa attorno alle pareti .e nel fondo della buca da grano, per preservarlo dall'umidità e tenerlo pulito. Anche ròcchio, tòrchio, tréccia. (Palma I 134; Canev.)- Roccio pure Bel Vocab. aret. del Redi (Gherard.). Ròccia • (aret.) ritortola grossa di salcio; (Campagna Romana) ciambella di vimini per chiudere i cancelli delle staccionate>>; ròcciolo (sen.) . (A. Gl. It. XVI 234; It. D. V 87-88, 287-'8 n., XIX 49-50). rocco s. m. ant., torre degli scacchi. (G. Vill.; Arrigh.; Burch.; T. Tasso). Arroccare (intr.) milan.), e questo da r/'Jtulus (lat.) (Gar.), per via del part. pass. roso (con s aspro): rosa (ant.) « luogo corroso da impeto d'acque (Viv.); pizzicore (Giusti)»; rosura (ant.) ,, rodimento (Crescenzi volg.); luogo corroso (Buti); rosume »; rosume , per la forma del contrappeso rassomigliante alla melagrana, com'era un tempo. (It. D. VIII 81-82; Lokotsch 1729). romanòloco v. s. romano 1 • romllntlco agg. lctter ., riguardante il romanticismo; di luogo, di azione come sono descritti nei romanzi. Egli (Byron) fremea di sdegno, se alcuno per avventura, credendosi di onorarlo, entrava nelle lodi della scuola romantica. (V. Monti). (Gherard.). Romàntico (s. m.) (( seguace, professante il romanticismo, artista romantico» (V. Monti); romanticismo > (V. Monti) (A. Bresciani, Del romanticismo italiano, Parma, 1839) (El romanticismo, poesia del Porta, a. 1819); romanticheria. Dal frane. romantique, divenuto comune nel sec. XVIII (dall'ant. romant per romanz) a indicare dei pa.e-

    saggi, sull'esempio dell'ingl. romantic (a sua volta dal frane.). Romàntico venne in uso in Italia quando fu pubblicato a Londra il libro della Stael De l'.Allemagne (a. 1813), per indicare la poesia d'ispirazione romantica.. Il frane. romantisme data dal 1823. (Bloch, s. roman). romanza (con z dolce)·, s. f., storia patetica in versi semplici e popolari ; composizione per canto e pianoforte, patetica o sentimentale (Less., a.. 1875; Della Corte); sorta di canto spagnolo guerresco o d'amore, come la. romanza del Cid (Tomm. e B.). Romanzista > (a.. 1915). Da. romance (frane.), voce nata in Francia nella. seconda. metà del seeol. XVIII. Deriva da romance (s. m. spagn.) >. Il Nicot (a. 1606) e il Corneille ( a. 1648) usano romance discorrendo delle romanze del Cid. Romanzèro >, da Romanus opposto a. Franco. Romanzo per > del Ramusio ripete lo spagn. romance (Zaec., Racc. 54). Romàncio > risponde a rumontsch di quel linguaggio romanzo (frane. romanche). Il Salvini chiama romanismi o romanzi le lingue romanze. (Guarn., p. 309; Bèzz. 220; Bloch, s. roman; R. e. W. 7370). romanzo 2 (con z dolce) s. m., (ant.) storia favolosa, di solito in versi (Dante; G. Vili.; Berni); racconto 840 -

    romba

    r6mpere

    esteso in prosa di fatti inventati in tutto o in parte (Toni.m. e B.) . .Ant. ramanzo (G. Vill.; Pe.ssav.); nelle Rime genov.: romanzo, nel Tesoro versi/. (sec. XIII) romanso. Romanzetto (Salvini); romanzuccio (.Aret.); romanzière (Lombardelli, a. 1598: Miglior., Che cos'è 79; Oudin), ant. ramanziere (Passav.); romanzesco (Grav.); romanzare (Ottimo; Livio volg.); rombolare (ant.) (Oudin): usava quindi nascondere una cosa molto bramata sotto nome di una molto spregiata. (.A. St. N. Spr. CXXVI 143; R. e. W. 7199). romore s. m., suono cupo, indistinto, spesso sgradito ; sommossa; confusione (G. Vill.); fama (Dante). Romorio (Ségneri); romoroso (Guido delle Col. volg.); romoreggiare (Storie pist.); romicciare (pist. mont.) « far un pci' di ,rumore stropicciando », pist. rumicciare; romire (ant.) « romoreggiare >> (G. Vill.). Da rumor, -oris (lat.). Rumore e derivati sono d'impronta letteraria. (R. e. W. 7441). r6mpere v. trans., fare in pezzi, sconnettere una cosa, guastare; (in sensi fig.). Rompere il digiuno (Novell.); rompere il silènzio (Dante) ; rompere in mare > (rassav.), anche solo tompere (Dante). ~ampi.mento (.Albertano volg.); roppimento (pis. ant., a.. 1264) ; ant. ruffa raffa « scompiglio >> (Fag.); ruffare (ant.) o abbrancare>> (Oudin); ruffawre (ant.) > e ruffezza >. Inoltre à. ruffa , ma questo è ètimo che trova delle diffi,coltà. (R. e. W. 7424; Prati, Voci, p. 169-170). rulla raffa (a-) v. s. ruffa 1 • ruffata s. f. ant., sgraftio. (Fra Giord.). Ruffolare (ant.) (Soder.), rufolare (Salvini), grufolare (dal sec. XIV), fusosi con grifolare (Serdon.), ant. gru/are (:Forte"g.); ru-Oolatto (ant.) > (Varchi : Canev. ). Da rufolare venne rufola « grillotalpa >> (Trinci). Dal suono espressivo • ruff ruO indicante il raschiare. Rufolare dalla variante •ruf, alla quale va congiunto l'ant. gru/are > (Luigi Pulci). V. ruffa 1 • Variante di grufolare è trufolare, disus. intrufolare (Tomm. e B.). ruffèllo V• s. ruffa l. ruffellone v. s. ruffa 1 e ruffa 2 • ruffiana, -o v. s. ru-Oa 2 • ruffo agg. ant. letter., rossigno. (Ot_timo). Anche rufo (ivi; Dolce). Ruffo (furb.) >. (Viani). Dare una rumata (to1c.) (Tomm.; Viani). Da rumare (lat.) (ruma ►) (ruma « cavità della gola; giogaja » dell'Oudin deve essere un latinismo). (lt. D. XV 139, n. 3). rumlcclare v. s. romore. ruminare v. trans. o intr., dei mammiferi a unghia fessa, che dopo aver inghiottito gli alimenti, li rimasticano dopo che questi sono ritornati dal secondo stomaco (cuffia) nella bocca; riandare col pensiero (Dante; Cavalca). V. rugumare, rumare. Ruminante (agg.) (Bocc.); ruminanti (s. m. plur. scient.) (Fanf., a. 1855). -

    Da rumwiare (lat.) (v. rumine) forse di proveiiien:za letteraria. (R. e. W. 7440 a). rumine e. m. scient., prima cavità dello stomaco dei ruminanti. ( 1794 : Gberard.). Anche p'.fflse (Leone). I m11,► (Viani). Il Vener. traduce role de comedien (anche nell'Oudin) con parte, rollo « ce que doit reciter un acteur dans - une piece de theatre, Item le personnagtJ representé par l'acteur &. Nell'Oudin rolo, rollo, ruolo, ruollo • roole , ; ruolare, ruollare , donde . Dal francese pure lo spagn. rol ; den sackmann machen « saccheggiare ». (R. Ling. R. Il 87; R. e. W. 7490; Bertoni, Elem. germ. 174). saccomazzone v. 8. sacco. saccorotto! v. s. sacco. aacerdllte s. m. non d'uso pop., ministro di qualunque religione (G. Vill.); (f. ant.) sacerdotessa (Lancia; Simintendi; Salvini). Ant. sacerdoto (Maestr.; Fra Giord.). Sacerdotessa (Valerio Mass. volg.; Bocc.); sacerdotale (Maestr.); sacerdòzio (Dante). Dai la,t. sacerdos, -otis; sacerdotissa (tardo); sacerdotalis; sacerdotium. sacrestia v. sagrestia. sacro agg., di cose religiose; consacrato (Caro). Ant., ora volg. sagro (Passav.). Òsso sacro (v. s. òsso). Sacra (Dial. S. Greg.), sagra (Sacch.). Da sacer (agg. lat.); sacrum . Sacrare (ora letter.) da sacriire; sacrato (Cavalca), sagrato (Sacch.) da sacriitum. (R. e. W. 7493, 7494). V. sagratina. saéppolo v. s. saetta. saetta 8. f., freccia (Giamboni); scintilla elettrica di scarica tra una nù.vola temporalesca e la terra. (G. Vili.; nel Passp.v. saetta fo1,gore, nel Malisp. saetta di folgore); (ant.) lancetta da salassi (Libro masc.); nome di alcur>i oggetti in forma di saetta. Saettone (a. 1884). Da sagUta (lat.) « freccia». Saettia (ant.) . (Salvini). « Auri sacra fames, che in modo basso diremmo essere di quella sa.grata, cioè immensa&. (Salvini: Gherard.). Il Maga.I. usa sagratona: « Bisogna veramente dire, che sia fame, anzi sagra.tona quella de' ecc. in materia di sentir lodi de' buccheri». (D'Alb.). Qui sagratona può voler dire « fa.me grande >>, e infa.ttj la moden. ant. sagradona aveva codesto senso. (A. Gl. It. XVIII 362j. Nel calabr. pop. sagra vale dame» ( Galasso) e sagrla nel reggino« povertà, mancanza di mezzi & (lt. D. X 138); nelle Giudicàrie (Trento) sagrin vale «spavento». Dell'òsso sacro v. A. Gl. It. XXXII 122.

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    salamandra

    sagrestano sagrestano

    V. S. sagrestw. sagrestia s. f., luogo annesso alla chiesa, nel quale sono custoditi oggetti E). (Bloch, s. sacristie; R. e. W. 7494 a). sqri s. m., pelle di pesce, conciata, che serve per fare buste, coperte di libri e altro. (Carletti ; l. La saja (venez. sàgia) veniva fabbricata anche a Venezia nei socoli XIII-XVIII (Tassini 336). (Bloch, s. saie ; Bèzz. 69). salme v. s. saggina. satna v. saggina. sajo v. s. saja. sala 1 s. f., stanza grande dolla casa o d'un fabbricato d'uso pubblico. Sala d'armi (v. Grassi; Viani). Saletta (Bocc.); salòtto (Grazz.); sa1,ott,ino (Grazz.); sawne (Celi.); salano (lucch.) > (nel 1308 cowno vel salano terrarum, da sala . (Bèzz. 200-'l; R. e. W. 7522; Gamillscheg, Rom. germ. II 67: Pieri, Topon. Arno -

    356-'7). Sawne «salotto; bottega di barbiere» (Fanf. e A., a. 1877) è il frane. sawn. sala 2 s. f., spranga di ferro o di legno che congiunge e intorno alla quale girano le due ruote di carri, carrozze. (Cresc. volg.). Da •axalis (lat. pop.) (v. aseial,e), da cui la milan. assaa, saa. sala 9 s. f., genere di piante palustri con foglie usate a impagliare seggiole, fiaschi o altro (Carex). (Buon. il G.). Salwchia, -o (pianta palustre) (v. Canev.); salistio « specie di càrici ►> (O. Targ. T.). Da salaha (longob., franco.). (R. e. W. 7524). salacca 1 (colpo) v. s. cil,eeca. salacca 2 s. f., alosa (D'Alb.; Petrocchi); specie di aringa affumicata (Gar.); (scherz. o iron.) sciabola, anche di legno (Fanf., Uso); (spreg.) libro vecchio, cattivo (Petrocchi). Nel Forteg. saraeea, nell'Oudin saraca e saraeea {Citol.), nel Lastri saponiera; saponina > (Less.); saponàceo (A. Cocchi, a. 1744); saponificio (Darch.). Da sapo, -iinis (lat.) > (Plinio). Saponetta e saponière traggono origine dai frane. savonnette (a. 1579); savonnier {a. 1313). Savonettaènelpiem. Vopisco (a.1564). L'Oudin tra.duce savonnette con palla di sapone e registra pal/,a, moscata >. {Bloch, s. savon). sapore s. m., qualità di molte cose che conosciamo dal gusto ; gusto. Ant. savore (1''ra. Bart.; Dante). Saporetto; (ant.) > (Berni); saporoso {Cresc. volg.); saporito (Boccaccio); saporare (v. trans. eintr. ant.) (S. Agost., C. di D. volg.); assaporare (Cino da Pist.); dissapore {D'Alb.; Viani). Da sapor, -iiris (lat.). (R. e. W. 7590). sarabanda s. f., suonata e ballo d'andamento grave (3/2 o 3/4) di provenienza spagnola. In B. Corsini sarabanta, nel Pane. sarabanda, nell'Ou. zarabdnda. Sarabanda, sarabanta da sarabande (frane.), nel 1605 sarabante, e queste da zarabanda (spagn.) « ballo vivo, allegro, fatto con ripetuti movimenti del corpo, poco modesti >>, da cui l'it. (sec. XVII) zarabanda. Da scirband (pers.) « specie di ballo e di canto » (Zacc., Elem. iber. 359360; Bloch; Lokotsch). saracca· v. s. saracco. saracco s. m., sega a mano piuttosto corta, larga quant'una mano, e con manico di legno. (Petrocchi). Può esser nato da saracca (pesce), date la forma e la strettezza del pesce (cfr. milan. furb. rengh >, dal milan. rengh >) ; ma può pure corrispondere al nap. serràcchio, sarràcchio >, che è da serrécchia (v.), con -àcchio al posto di -écchia: -

    in saracco l'r è forse per dissimilazione da -cc-, e l'-acoo per mutamento di suffi,sso. Forse da saracco sarebbe venuta cosi saracca. V. salacca. (Merlo, Dial. Bora 132, n. 4; It. D. XV 140; Prati, Voci, p. 167). saracinesca s. f., cateratta di città o fortezza (dal sec. XV : Grassi ; Manuzzi ecc.); porta, al 1101ito di bottega, formata d'una lamiera scannellata, che si avvolge intorno a ,un rullo posto in alto, e scorre entro due guide fermate agli stipiti (Panz., a. 1927; anche serranda); sorta di toppa (Salviati ; anche toppa saracinesca nel Grazz.). Nomi derivati da chiusure saracinesche, al modo dei Saracini. (Tomm. e B.).

    saracino agg. e s. m., (ant.) delle genti musulmane, conquistatrici di paesi intorno al )iediterranco nel medioevo. (1264). I!'. saracina (donna) ncll'Angiolicri. Volg. seracino. Saracino (a.nt.) « fantoccio di legno a somiglianza. di uomo saracino usato nella quintana (Bocc.; Lippi); acino d'uva che comincia a diventar vajo (Belline.) (donde il v. saracinare: Salvini); gran saraceno {Matt., che attribuisce saracino al Friuli)>>; saracinesco . Dalla variante saracèno : gran saracèno (v.). Come nome proprio sarracinu (a. 803) e come nome di popolo sarraceni nel 912 (Cod. cav.). Da Saracéni (lat.) phagus (da cui il nome di luogo Sarll>faco del 979), greco aa:p~ocpocyoc;, composto di aocp!;, aa:p~6c; «divoro». (Gherard.; Pieri, Topon . .Arno 357). sarcraut v. salcraut. sarda e. f. dei pese., piccolo pesce dei teleostei fisòstomi che si prepara in barili o sott'olio (Clupea sardina). (D'Alb.). Sardèlla (Sacch.); sardanella (ant.) (Oudin) «sarda•>. Da sarda (lat.). Sardina da sardina, donde prov. ant., spagn. sardina. Il nome sarda accenna a provenienza dalla Sardegna. (R. e. W. 7603, 7604). sardtlla; sardina, v. s. sarda. sar,a s. f. ant., gomena, canapo (Oudin); sorta di pannolano annoverato tra. i sottigliutni come la lendinella e la. mezzalana, fabbricato in Empoli (D'Alb.). Sargano (ant.) (G. Vill.). A Roma sàrica . Da •capp imitativò, che è pure in incappare (v.). (Sono arbitrari scapuzzare, scapucciare del Gherard.). (Prati, l'oci, p. 177-'8; Levi, Diz. 234). scaruàttole v. carabàttole. sCIU1IMo s. m. non pop., scarafaggio. (G. Ruc.). (V. Ca.nev.). Da. scarabaeus (lat.). Nell'Oudin scarabòtto (v.). scarù6cchlo s. m., macchia. d'inchiostro fatta colla penna.; scrittura., pittura mal fatta. (Redi); persona mal. fatta o trista. Scarabocchiare . (Altri sensi dì scaramella in Lingua N. VII 56). scarana v. s. scranna. scaranto s. m., nella Vicentina, nella Padovana, a Venezia indica « tufo arenoso>>. (Panz., a. 1905). Oaranto « masse avventizie dì puddinga o dì conglomerati formati in mare per la presenza. di un pezzo di ferro, che, sciogliendosi nell'acqua, si converte in ossido di ferro e funge le parti dì cemento• (Gar., a. 1892); Scaranto è attestato dal 1262 (Da Schio) e ne derivano diversi nomi di luoghi del Veneto, e di facile l'antica Oarantana, la Ohiarentana di Dante (v. s. caranta.no). Il venez. caranto, scaranto . (R. XXX 613). scarlatUna v. s. scarlatto. scarlatto agg. es. m., dì color rosso vivo. Scarlatto (s. m. ant.) 4 pannolano scarlatto t (Fra Giord.; G. Vill.; Bocc.); sC11rlatta (s. f. ant.) >; scassinatore >. Da. •exquassiire (lat. pop.) >: cfr. scassare la culla (dial.), scassare (pad.) 6 cullare>>. (Zamb.; It. D. XV 204, XIV 89, n. 46; Oliv., Saggio 144; R. Iring. R. VII 263). scassinare v. s. scassare 2 • scatar61clo v. s. sti-òscia. scaUnare v. s. skating-ring. scàtola s. f., recipiente di cartone, o d'altra materia, con coperchio. (Boccaccio). Scàtola armònica (Petrocchi). Léttere di scàtola (v.). A Roma scàttola. Scatoletta (Magal.); scatolino (Buon. il G.); scatolone (lo stesso). Bassolat. castula, da •kasto (germ.) > (ted. Kasten >) (v. castone). (R. XXXI 289; A. Gl. lt. XVIII 436-'7; R. e. W. 4682). scatoloria s. f. letter., genere di fa. cezie riguardante gli escrementi e gli scritti di tale argomento. (Panz., a. 1918). Scatològìco > (D'Annunzio, a. 1889). Da scatologie (frane.); scatologiquee da o-~w p, o-~ct-r6 ç (greco) 6 sterco *, -logie. scatrlcchlare ; scatricchlo v. s. ingraticchiare. scattare v. s. cattare. scavezzare v. s. capezzo. scuzone (pesce), v. s. cazza. scècche v. s. chèque. scèda s. f., (ant.) abbozzo di scrittura (Buti); (letter.) lezio, smorfia, beffa (Dante; Fazio; Bocc.); (ant.) modello di qualche lavoro (Oudin); (sen.) modello da sarti (Tomm. e B.). Scedone (ant.) « figura schernevole che serve per mensola•> (Buti); scederia (ant.) > (Buti); scedare (ant.) > (Fra Giord.). Da schMa (lat.), greco o-xéi>7J >, da cui la letter. schèda > (Oudin); disus. schedola (a. 1833), schedula (Redi), lat. schedula (v. ddola). (A. Gl. lt. III 373),

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    sceicco s. m., anziano ; capo (arabo). (Less., a. 1875). Dal frane. cheik, e questo dall'arabo sai/!, 'l;eil! (da sii~ >). Nel trattato di pace tra Pisani e l'emiro di Tunisi (a. 1264) li scecha. (Lokotsch 1775). scellerato agg. e s., ehi commette delitti, nefandezze; di cose malvage (Cavalca). Ant. scelerato ·e derivati. Scelleratezza (Bocc.); scelleràggine (Alberta.no volg.); scelleratàggine (Gelli); scelleratamente (G. Vill.). Per via letteraria., dal lat. scWriitus, da scellriire . (A. Gl. lt. XIII 221, n. 1; R. e. W. 7811). scémplo 1 agg., opposto di doppio; (ant.) privo (Mach.); sciocco (Berni). Scempiàggine (Crusca); scempiezza (Grazz.); scempiare «sdoppiare» (Tommaseo e B.); scempiato 6 sciocco» ( J a e op . ) ; scempiatàggine (Maga.I.) ; scempiatezza (ant.) (Grazz.). Da mmplus (lat.) >, da cui pure i venez. sempiòldo > (R. XLIII 56) e insempiarse >. (A. Gl. lt. XIII 221; R. e. W. 7930). BCffllplo 2 s. m. ora letter., tormento crudele. (Dante). Fare scbnpio >. Dal lat. exemplum >. (R. e. W. 3003).

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    ICtna

    sctna s. f., parte del palcoscenico che finge il luogo di un dramma (Ariosto); tela o altro dipinti o posti in corti punti sul palcoscenico (Serlio); (tosc.) paravento (Carena); aspetto di luoghi (T. Tasso); fatto, avvenimento, a volte comico o tragico (A. F. Bertini, a. 1708); cosa, rumore• fatti per ira in modo da attirare la gente (v. Fanf., Uso), donde fare una soonata (Zann.; Fa.nL, Uso) (v. scena nel Viani). Scènico (Ariosto: scenici atti); scenà.rio • (a.nt.) foglio colle indicazioni necessarie pel buttafuori (Lippi); le scene dipinte (D'Alb.) •; sceneggiare (.Algar.: Lo sceneggiare che chiamasi muto ... ); sceneggiamento (P. I. Martelli); pakoscènico, nell'.Algar. pako scenario; scenografia «(ant.) prospettiva (Oudin); arte del pittore di scene (Ghera.rd.) »; scenògrafo (Tomm. e B.); retroscèna (Panz., a. 1905), dutroscèna (a. 1908). Termini presi dal lat. in età molto tarda: lat. scaena; scaenWJ'Us (scena; scénWJ'Us), greco o-~'l)V~; o-~'1)VL~6c;. Scenico • giocoliere >> à il Giamboni in versione da Vegezio (lat. scaenwus) e giuochi scenici è in Agost., O. di D. volg. acenata v. s. scèna. IC6ndere v. s. discéndere. ICIRllll'affa v. s. scèna. ICll'Hl'I v. s. èrba. ICll'lffo 1 s. m., principe ara.bo. (Darch., s. frane. chérij). Nel Gar. (a. 1895) scerif, ma già l'Oudin à seriUo « un Seri/ ou Rpy •> e il D'Alb. sceriffo >. (Gonçalvez Viana II 553-'5; Lokotsch 1852). acerllo I s. m., governatore d'una contea, in Inghilterra. (Gar., 1895). Jt'ranc. shériff (a. 1688): da sheriff (ingl.), anglosa.BBOne scir-geréfa (ingl. shire • contea t, reeve « castaldo, podestà»). (Gonçalvez Viana II 554; Murray). sdlttlco agg. e s., che o chi dubita d'ogni cosa e chi per principio dubita di tutto quello che riguarda la conoscenza umana. . .. la vostra scettica filosofia ... gli Scettici. (Ma.gal.). Scetticismo (D'Alb.).

    ldlenclre Frano. sceptique (a. 1546); scepticisme (a. 1716}. Da o-~rnn~6ç (greco) >; o-~~Lc; « il vedere; considerazione>>, perché gli scettici osservavano solo, senza. giudicare); ol a~e:rr-.Lx,ol (Fatti Cesare) (Levi, Palat .• p. 02). schèo v. s. sghèi. scherenlpplo v. s. schinippo. scherlgllo v. s. sghèrro. scherma v. s. schermire. schermàglla v. s. scaramuccia. schermire v. intr., schivare e riparare con arte il colpo che tira l'avversario e cercar di offenderlo nello stesso tempo, tirar di scherma. Schermirsi > (Petrarca). Ant. schermare (Dante). Schermo >; scherma (Berni); schermitore (Novell.); schermigliare (ant.) (Celi.). V. scaramuccia. Da *sktrmjan (germ.) >. Da escrima (prov. ant.) venne l'ant. scrima (nel Garz. scrimia), da cui scrimaglia (v. s. scaramuccia); serimite > ( J acop.). (Bòzz. 148-'9; R. e. W. 7998). schermo 1 v. s. schermire. schermo 2 v. s. scalmo. schermuglo v. s. scaramuccia. schernire v. trans., beffare. Scherno (Bocc.), ant. scherna (G. Vili.), schernia (Guidotto; Albertano volg.), schernie (s. f. plur.) (Fra Giord.); schernimento (ant.) (Fra Bart.); schernitore (Fra Giord.), ant. scherniano (Albertano volg.); schernévole (Dante). Presso Jacop. kirnimento. Da *sklrnjan (germ.). (R. e. W. 7999; Gamillsche~, Rom. germ. I 222); scheruola v. scariòta. scheruolo v. s. scojàttolo. scherzare v. intr., fare o dire cose giocose, per ridere, per burlare. Scherza co' fanti, e lascia stare i santi. (Saceh.). Scherzo (Petrarca); scherzetto (Salvini); scherzamento (ant.) (Passav.; Caro); scherzévole (Firenz.); scherzoso (O. Ruc.); scherzosamente (Redi). Dal longob. skerzon (ted. scherzen). -

    (R. e. W. 7991; R. I. Lomb. XLIX 1054). schlàccta v. s. schiacciare. 1chlacciare v. trans., comprimere, dare forma piatta. Tosc. stiacciare e derivati. Schiàccia • ordigno formato da una pietra in bilico per pigliare uccelli » (Berni); schiacciamento (Bellini); schiacciata (Med.); schiacciatina (Varchi); stiacciaghiande (sen.) « porco (ingiuria)•; stiaccianoci (Fanf., Uso). Di origine imitativa. schiaffare v. s. schiaOo. schiaffo s. m., colpo a mano aperta sulla faccia. (Fra Bart.). Tosc. volg. stiaffo. SchiaOare (Petrocchi); schiaffeggiare (Oudin; Ségneri). SchiaOo à forme corrispondenti nel1' Alta Italia e altrove. Eclaffa • schiaffo>> è in doc. (Seyselli) del 1285 (Du Cange). Da *slaff, •sklaff, imitativo, come comprovano i vari usi e sensi di parole affini. Aggiungi schiaffare (sprcg.) «buttare• (Fanf., Uso), cui corrisponde esclajare in doc. (Hist. Nem.) del 1210 (Du Cange). Riguardo allo schiaffo morale . Da sklna (longob., fra.neo) « pezzo stretto d'osso •• da cui schena (vèn.), ma s'cena (lomb.), che, con schi.èna, viene da •sklena, con l hiserito dopo sk (R. XXXIX 433, n. 1). (R. e. W. 7994). . schlèra s. f., corpo di soldati ordinato sopra una linea determinata. ; anche non di soldati e d'altra cose. Presso Jacop. skiera. Schier.are (G. Vill.); schieramento (Zibald.). Scheria nel 1157 (À.nn. Mediol.), sclera nel 1160 e nel 1200. Da. esquiera (prov. a.nt.), proveniente da skara (longo b., fra.neo) (ted. Schar). (Nigra 141; Bèzz. 150; R. e. W. 7977). schlètto a.gg., senza. mescolanza impura.; pulito, semplice (Dante); scarno (G. Vill.); sincero (di uomo) (Mach.). Schiettezza (Oudin); schiettamente (B. Segni).. . Dal garro. slthts (Guitt.: tale armato e tale sciarmato) è forse da •sciarmare, da exarmiire. sclamarro s. m., piccone (Manfr., a. 1883); vanga (Vener.); accetta (Ou.). -

    È nome del Mezzogiorno per ,, piccone•>: da ascia e marra. (lt. D. IX 174 n. 5, XII 77). sciame s. m., le a.pi di un'arnia. Nel Cresc. volg. esciame, sciame. Sdamare (Maga.zz.). Da. exo.men (lat.). (R. e. W. 2936). aclamlnèa v. s. ciminièra. sclampa,na s. m. o f., vino bianco spumante francese, proveniente dalla Sciampagna. (Forteg.). Sciampagna italiano, fatto a imitàzione. Meglio spumante italiano. (Canev.). Dalla frane. champagne, anche usata in it. (Panz., a. 1905). sciancato v. s. anca. sclant1111onl s. m. plur., fedine. (Bettoli). Milan. sciantilwn, venez. santilioni, >. (Boerio). Da échantillon (frane.) « mostra, campione t: cfr. frane. gardezmoi. (Levi, Diz. 225; Panz.). sciantosa s. f., canzonettista. Anche ciantosa. (Panz., a. 1918). Da chanuuse (frane.), pure in uso in it. (Panz., a. 1905). sclapldo ; sclapo v. s. scfpido. sclara s. f., nella Sicilia, striscia di scoria che indica il passaggio della corrente di lava, dopo l'eruzione (Lessona); (scient.) sodaglia dove crescono solo arbusti selvatici (Petrocchi). Sciara vale in realtà , deriv. di charra « ciarlare •· (Bloch). sciare v. intr. ma.rin., vogare in modo che la barca vada indietro. (Chiabr.). Scia « traccia lasciata indietro da un galleggiante in moto 1> (D'Alb.). (Non ant. assia, come à il Guglielmotti, s. scia). Luca Pwci : assiare; Garz., Oudin: sciare; Ulloa, B. Crescenzio: ziare; Pant.: siare; Calmo : siar indrio; sic. ziari; B. Crescenzio: dar la zia, Pant.: dar la sia « dare il comando di sciare >>. Come indica. il variare della consonante iniziale, le parole riportate son di origine onomatopeica, come lo è scio (v. scivolare). V. pure scea ; far la scea « sturare il foro inferiore della scodella per lasciarne uscire il ferraccio fuso» (D'Alb.; Carena II 163). (Diz. mar.). Dall'it. possono ~ser venuti il frane. scier (a. 1611) e il prov. sia, seia (Bloch, s. sillage). aclannato v. s. armare o sciamannato. sciarpa v. ciarpa. aclàUco (agg. scicnt.), di sciatica (Benciv.: passione sciatica, cioè dolor della coscia; Tes. pov.; Burch.); (s. m.) malato di sciatica (Cresc. volg.). Sciàtica , trasformato in modo oscuro. (Lokotsch 1910). scimmia s. f., mammifero dell'ordine delle scimmie, fornite di mani alle estremità anteriori e di piedi prensili alle posteriori (Simiae); chi rifà, chi imita le maniere o altro d'altre persone (Dante). Anche scimia (Petrarca). Scimmietta (Tomm. e B.); scimmiòtto, scimiotto (Oudin); scimmione (Novell.); scimiesco (Oudin); scim-

    miata u atto goffo, da scimmia» (Tommaseo e B.); scimmieggiare (Patriarchi, a. 1775, s. simiotare); scimmiottare (l. Per gli atti che fanno le scimmiè scimia a Roma venne a dire« sbornia•>; a Massa Marittima scimmiato >. Da operare premesso sci- (v. s. sciamannato). scl6pero v. s. scioperare. sclorare v. intr. ant., spandersi (dell'acqua. sul terreno) (Soder.) ; levarsi a volo (Oudin); (a.ret.) (trans.) sciorina.re (Redi). Stare ali-O sciorato : D'Alb.), exaureare in Federico II (Du Ca.nge). V. anche milan. sorà ecc. (Crocioni, Dial. Arcevia 96; A. Gl. lt. IX 214, XXXII 82; Merlo, Post.; lt. D. XII 78, XIV 224; Nigra 99, 158; R. e. W. 2941). sciorinare v. s. sciorare. scl6rre v. sciogliere. sclovernare v. s. invèrno. sciovinismo s. m. h;,tter., patriottismo fa. natico ed esaltato. (Fanf. e A., a.1890). Anche chatuvinisme (ivil. Sciovinista. Dal frane. chauvinisme (T. Gautier, a. 1843), da chauvin «sciovinista•>, e questo da Ohauvin, tipo del soldato degli eserciti napoleonici celebre per il suo entusiasmo ingenuo. Anche in fra.ne. chauviniste (a.. 1876). (Miglior., Dal n. pr. 195; Bk,ch). scfpldo agg. pop., senza sapore. (Fra Giord.). dcipidezza (Fra Giord., fig.); scipidire (ant.) (Giamboni), scipire (ant.) ( '1.'ratt. segr. cose); scipito (Cavalca); scipitezza (Pallav.). Da inmptdus (lat.). Sciapido (ant.), da cui sciapidire (Jacop.), è da. *insapidus (lat. pop.), e sciapito (pist.) (Cavalca; Giusti) fu formato secondo scipito. Ricavato da sciapido è sciapo «scipito•> (Oudin; Forteg.), vocabolo di Siena e di Roma. (A. Gl. lt. XIII 221, n. l ; R. e. W. 4466). scipito v. s. scipido. sclr6cco s. m., vento che soffia tra mezzodi e levaute. (Dante; Tav. rit. ; Vas.; Chiabr.). Ant. scilocco (>. (Viani). Verbo connesso o derivante da scio, che è nel pist. mont. a scio > (un sasso a scio) (Petrocchi; A. Gl. lt. III 372, n.), espressione imitativa al pari del marin. sciare (v.). -

    Scivolare, scivolata sono parole indicate come romanesche (Salvini). Nella Vita di Cola si legge : la terra era scivolente. Il Salvini derivò scivolare da BibUare (lat.) « fi1ichiare » e in tal senso lo usò lui stesso. (D'Alb.; A. Gl. lt. XV 218-'9). aclarea v.. schiarea. scleria v. s. scleròsi. sclerocèfalo v. s. scleròsi. acler6s1 (con s dolce), s. f. scient., 'indurimento del margine delle palpebre e delle grandi labbra (anche scleròma, scleriasi) (Leone, a. 1828); indurimento morboso dei tessuti (Less., s. scleroma). 1 Da ax,À7Jp6ç (greco) >. Da O"X,À7Jp(o: > l'it. scient. scleria «callosità» (Gar.); da aX,À7Jp6-r7J ç . Scoliaste ,, chiosatore » (Sass., marzo 1583; Redi). Frane. scholie (a. 1646). Da ax6ÀLov ; scholiams (lat.), greco a:(OÀLIXO"TIJç. scolmare v. trans., levar via la. colmatura. (B. Davanz.). Da colmare (v. s. colmo 1 ). V. Bcomberello. scolop6ndra 1 s. f. scient., genere di miriapodi. (Oudin). Fra.ne. scolopendre (a. 1552). Da Bclillipendra (lat.,) greco a~oÀ6m:v3pix. (R. e. W. 7730). scolopendra I s. f. ant:, a.spleno ; cetraeca. (D'Alb.). Anche scolopendria, -o (Matt.). Da scolopendrion (lat.), greco a~oÀortév3piov, -3pov.

    scolorare v. s. colore. scolpare v. s. colpare. scolplre v. trans., formare immagm1 con materia solida per mezzo d'intaglio; (fig.) (Petra.rea.). Scolpire le paròle (Gelli). Scolpitura (ant.) (Giov. dalle Celle); scolpitore (sec. XIII); scolpitezza (Giacomo Leop., Zibald. I 109, 131). Da sculpere (lat.). Scoltura (F. da. Barb.), Bcultura (Cresc. volg.) da. sculptura per via letteraria, e cosi scul-

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    sconuto

    scolta tore ( Firenz. ), scultrice (Vas.) da sculptor, -oris.; scultòrio (B. Segni, a. 1549). scolta v. s. ascoltare. scoltura v. s. scolpire. scomberello s. m. ant., romajolo o brocca per attingere acqua. (Caro; Oudin). Sgomarèllo « grosso cucchiajo di ferro per versare nelle forme il ferraccio » ( Carena II 164); sc,-umarella (sec. XVII) > : da. scolmare (un va.so). (It. D. V 90-92). scombro v. sgombro. scomlnare v. s. combinare. scomrnéttere v. s. comméttere. sc6mmlo v. escomio. scomparire v. s. comparire. scompinso v. s. compensare. scomplgllare v. trans., disordinare. Scompigliarsi (G. Vili.). Scompiglio (G. Vill.); scompigliamento. (Ségneri); scompigliato (agg.) (G. Vili.); scompigliatamente (Caro). Dall'ant. compigliare >; scoppiare (Comp.); > (CiriDo; Varchi); schiòppo (arma da fuoco) (Barbaro); schioppetto (I pesce, greco axop1tlwv, axop1tloi;. Da (Leone, a. 1828). scwpius l'ant. scorpio (pesce in Luigi Vèn. scarabuto; frane. scorbut (dal sec. XVI), spagn., port. escorbuto: dal Pulci), e fìg. scòrbio (B. Da.vanz.), sgòrbio (Burch.) ~ macchia d'inchiorusso skrobota. Frane. antiscorbutique (a. 1700). Lo scorbuto fece morire stro fatta sulla carta•>. (R. e. W. 7741, 7741a; per scorpione nei gerghi v. molti marina.i di Vasco da Gama. su Prati, Voci, p. 18,0). la via del ritorno dall'India nel 1498. scorrazzare v. s. scorrere. (Bloch). scorciare v. trans., render piu corto; sc6rrere v., (intr.) correre, andare in una data direzione; (trans.) saccheg(intr.) apparire in iscorcio (Varchi). Scl>rcio (Gradi S. Gir.). Da sc6rtea. (lat.) . Da escorzonera (spagn.), da escorzon (o escuerzo) «rospo» ritenuto velenoso, non dal serpente detto scorzone, come dicono D'Alberti e Bloch (s. scorsonère). In it. invece è detta viperina, perché ritenuta. efficace contro il veleno delle vipere. Altri trovò una·somiglianza tra il corpo dello scorzone e la radice nera all'esterno della pianta, ma il nero può aver suggerito la forma scorza nera. (Canev.; A. R. XV 470-'l). scoscéndere v. d'uso .letter., (trans.) spaccare, rompere, sfiancare (di vento, di nevi ecc.); (intr.) spaccarsi, franare (Dante). Scoscendimento , scodèsc (bellinz.) « giunchi >>, scudèscia (posch.) >, scodès (bresc.) >, ecc. (R. I. Lomb. XLIII 381-'2; R. D. R. vr 175-'6; R. Ling. R. XII l 15). sculllo s. m., armatura che s'imbraccia. per difesa. (Giamboni); arme gentilizia. (Dante); (fig.) difesa., riparo (Fra. Ba.rt.); guscio della. testuggine (Tes. pov.); sorta di moneta antica d'oro o d'argento (con una figura di scudo) (G. Vill.; Lippi); ora. moneta. di cinque franchi (Petrocchi). •Ant. sc-uto ( J acop.). Scudetto (G. Vill.), moneta. e altri sensi; scudicciuòlo (Libro .llfocc.; Cavalca), piu sensi;. scudière, ·O (Tristano; G. Vill.); scuderia > (D'Alb.), da. sc-udière, che aveva. la. cura. dei ca.valli del suo signore (Viani); sc-uderesco (a.nt.) > (Bocc.); sc-udare (ant.) (Oudin). Milan. scuriada ; vencz. scuriada (scuria ), frane. escourgée. Da •excllrrtgiiita (lat. tardo), derivato di corrtgia (lat.) (v. coréggia). scuro v. oscuro. sdegnare v. s. degnare. sderenarsl v. s. direnare. sdlllnqulre v., (intrans.) venir meno ( Franz.); (trans.) render fiacco (Redi). Ant. delinquire (Tomm. e B.) «logorare*· Sdilinquimento (Buon. il G.); sdilinquito (Caro). Dilenquito ; vèrsi sdruccioli (Bembo), rime sdrucciole (Varchi). Da *deroteoliire (lat. pop.): cfr. sdrucolare, s. rucolare. Ne venne anche druzzolare (sen.) , donde druzzola >. In drusciolare > di Ugurg. è riconoscibile un ritocco di natura imitativa : cfr. drusciare, in altro senso. Per « sdrucciolo >> l'Oudin à pure sguizzara (v.) e sliscia.

    sdrucire v. trans., scucire (Canti carn.); fendere, spaccare (Dante ; Bocc. ; Serdon.; B. Davanz.); tagliare (Buon. il G.). Anche sdruscire (ant.) (Firenz.). Sdrucio «rottura>> (Viv.; Buon il G.); sdrucito (ant.) > (Oudin); seccatasche (Petrocchi); disseccare (Guitt.; Giamboni). Da sfocare (lat.). (R. e. W. 7894). sécchla s. f., vaso fondo di rame o altro metallo, o di doghe di legno, con manico girevole.

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    udlme

    IICCO

    Sécchio • secchia. adoperata piu di tutto per mungere• (Caro). Appendix Probi (sec. III): sicla, Glosse di Cassel: Bicela. Da sttiila (lat.). (R. e. W. 7962). secco agg., privo d'umidità; magro (Dante); di tosse (Redi). Secco (s. m.) t siccità» (G. Vill.); murare a secco (Storie pilft.); secca « bassofondo pericoloso al navigare •> (Bocc.); la gran secca • la Terra» in Dante; quella secca «la morte (Fag.); (furb.) la. quaresima»; seccàggine (Bocc.); seccagginoso (B. Davanz.); secchezza (Dante); secchereccio > (Oudin); sediòla; sedione (Oudin); sediòlo (veicolo) (v.)"; sedio • (ant.) seggio (Giamboni; Dante); residenza. (Giamboni) •; inse• diare (V. Borgh.); seggia (ant.) uedia• ,{F. da Barb.; Bembo); sèggiola (Cavalca); seggetta • (ant.) sediola (Bembo); eedia per bisogni corporàli (Oudin) • ;· sèggio • 1edia, trono (letter.); (ant.)dimora(Dante)» .. Dal la.t. sedire. (.A. Gl. It. XIII 211-'2 ì R. e. W. 7780). lèdla v. s. sedere. lédlcl numero, dieci piu sei. Sedicina (Petrocchi); sedicèBimo (Oudin). Da sedlcim (lat.). (R. e. W. 7779'). sedllt s. m., arnese da sedersi (Virg. volg.); posto da sedersi dentro la. carrozza (Petrocchi). Sedili (delle botti) (Soder.). (lat.). Da sldile (lat.). (R. e. W. 7783). 1tdlme s. m. ant., fondamento (Biring.); sedimento (Matt.). Bassolat. sedimen (Du Cange); va.1sug. sedime • terreno accosto alla casa.;

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    sedl61o

    1110

    terreno per fabbricarvi•>. Da. *sldimen (lat. tardo) . (Schneller, Tridentinische Urbare, Innsbruck, 1898, p. 159; It. D. X 214; R. e. w. 7784). sedli'llo s. m., veicolo a un posto, leggerissimo, usato nelle corse di cavalli. (Fusin., a. 1847; Petrocchi). Sediolino (stesso senso). A Milano sediolin era una specie di calessino a un posto (Cherub., a. 1810, II 3G2). V. a. sedere.

    se1a s. f., strumento con lama d'acciajo dentata che serve a dividere soprattutto i legni. Seghetta (Palladio volg.); segone (Palla.dio volg.); segàccio, segaccino (Palma Il); segawne , col becco a sega (Redi). Da *seca (lat. pop.) (v. segare). (R. e. W. 7762a). Segaccio (Stra.tico, a.. 1813) è forse dal venez. siegazzo > (v. guso, seugio (Oudin). Queste forme Viani). possono venire da seuso (vèn. ant.), Da sllex, -kis (lat., m., raro f.). ma. segugio può continuare segiisius selciare; Mielato v. s. selce. (lat. tardo), per il cui g palat. v. s. s6lla s. f., arnese di pelle che si fissa cagione. Da segugio il furb. seguzzare sulla schiena di cavallo o mulo per « cercare », con -uzzo al posto di -ugio. sedervisi nel cavalcare; (ant.) predella (del cesso) (Benciv.; Polo volg.). (Prati, Voci, p. 180; R. e. W. 7789). 111utdlglla s. f., ballo spagnolo con Sellare; sellato (Novell.). ·.1 Da sHla (lat.) o sedia; portantina; battuta di tre tempi e di movimento animato, che comincia e termina con sella t. Da sellarius: sellajo; selleria ritornello. Baretti (a. 1760) : zighe- ; semolella (-ant.) . aenesclallo v. s. siniscalco. sénlcl s. f. plur. ant., gangole, gonghe (Passav.; Buon. il G.); orecchioni ( Oudin). Secondo il Salvini > (Ghera.rd.). L'accento sull'é è assicurato dai versi sdruccioli del Buon. e dall'Oudin. Altro accento è in sinice, sinicia (lucch.) > (non sen.). L'origine è oscura, o difficile è la connessione con venice, vinice, binice (còrso) « cicatrice>>. (R. I. Lomb. XLIX 848-'9; It. D. X 210). senna s. f., rete alla deriva piu grande del tramaglio, cui somiglia. Da senne, seine (frane.), derivata da sagena (lat.), greco acxy~vl) >, da cui pure saina (berg.) >. (Diz. mar.). sanno s. m., sapienza (Alberta.no volg.; Giamboni); cervello, giudizio (Bocc.); (ant.) senso (corporale) (.Alberta.no volg.; Giamboni). Sennino « persona giovano graziosa o assennata>> (Lippi); senneggiare (ant.) • far l'assennato>> (Bonichi); assennato (Albertano volg.); assennatezza (Salvini); assennito (ant.) (Jacop.); ant. assennare (Dante), assennire (Fra Giord.) >; dissennato (Gradi S. Gir.); dissennare (Salvini); forsennato (v.). Dal germ. sinn -

    (Tomm., a. 1841) (Nigra 135); insenata (v.). V. zinale. Da rinus (lat.), (R. e. W. 7960). senodòchlo 8. m. scient. ant., ospedale. (Tomm. e B.). Nel Lami xenodochio (Gherard.); lat. xenodochium, greco ~e:11080:x:e:i:ov, da ~e:11080:x:éw (~e:vo8o~éw) « accolgo ospiti>>). Uno Xenodochio in Piemonte è nominato nel 1522 (Serra, Contrib. vie rom. 268). senòfobo agg. polit., nemico degli stranieri, in particolare riferito ai Cinesi avversi agli Europei. Anche. xewìfobo. (Panz., a. 1908). Senojobia (Darch.), xenofobia. Da xénophobe; xénophobie (frane.), composti col greco !;hoc; ). Il Cod. W angianus (Trento) offre semiterium e senterium, e semitiero conosceva il Buti : « È sentiero sincopato da semitiero, diminutivo della semita, che è piccola via posta allato alle fini de' campi>> ... Presso Càscina v'è Simitieri (viottolo), o un altro è presso

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    11ntl•nto

    llrl.ta

    Putignano (Pisa). È credibile quindi che senti.èro sia forma contratta da semitièro. (Pieri, Topon. Arno 358; A. Gl. It. XVII 337, n. 1; It. D. I 220, XII 74-75; R. Ling. R. XII 115; Bloch, s. sente; R. e. W. 7813). senUmento v. s. sentire. sentina s., f., la parte piu bassa della stiva (F. da Barb.); in senso fig. presso Cavalca e altri ; fondata, ·dell'olio (Palma); (furb.) prigione (Oudin). Sentiniere (ant.) « chi à la cura della sentina•> (Oudin); sentinare (ant.) « vuotare la sentina» (Ou.; lat. basso sentinare) ; senti n aj o « inferno (del frantojo) » (Gorg.). Da sentina (lat.), anche nel senso fig. di usata quale prepos. (R. e. W. 43). sepa s. f. ant., specie di lucertola sottilissima, con zampine piccolissime, vivente nell'Italia Meridionale (Sèps chalcides). (Matt.; D'Alb.). Anche fienaròla, luscéngola (Gar.), sepe (Salvini; Gar.). -

    Da seps, sèpis (lat.), greco cr~ >. serpentina v. s. serpènte. urpollo s. m., pepolino. (Palladio volg.). Anche sermoll.o (Valdichiana), sermollino (Sacch.), semolino (a Scandicci, Firenze); serpill.o (letter.) (Crescenzi volg.). Da serpiHlum, serpyllum (lat.), greco ip1tuì..ì..ov, da ip1tù> , per le. sue radici rampicanti. Semolino fu avvicinato a semolino d'altro senso. a6rqua s. f., numero di dodici uova, noci, pere, pani .. (G. Vili.). Da stllqua (lat.) >, almeno in alcuni sensi. (A. Gl. It. XIII 424). llffàcllo I s. m., arem. (Anon. venez. sec. XVI; O. Ruc.). Spagn. serrall.o, frane. sérail, nei sec. XIV-XVIII anche serrail. Da seraj (turco), pers. sàraj , confusosi con serràglio 1 • (Lokotsch 1842; Bloch). V. caravànserràglio. wranda s. f., serratura (Fanf. e A., -

    a. 1877); chiudenda, chiusino (del forno) (Petrocchi) ; saracinesca. Nel secondo senao nel torinese saranda (a. 1814), che nel pavese vale ; in altri sensi seranda, saranda nel milanese (Cherub. ; Angiolini). Da serrare. serrare v. trans. e intr., chiudere bene; stringere (Giamboni); incalzare (Varchi; B. Davanz.); (ant.) contenere (F. da Barb.). Sèrra . Dal prov. ant. servis(i), dal lat. servHium, donde servizi?, ant. -a ( J a.cop.), per via. letteraria, col derivato serviziale « lavativo » (Berni) e >. Da slrvire (la.t.). (R. e. W. 7874). Servitore (Peoor.); servitorame, servidorame (B. Davanz.) da. servltor, -oris. servltii v. s. sèrvo.

    senlzlale v. s. servizio. senlzlo v. servigio. sèrvo s. m., chi serve; chi fa la parte di servitore sul teatro ; chi è privo dolla libertà. F. sèrva. Servetta (Buon. il G.); • chi fa la parto di cameriera. sul teatro >> (Forteg.); servòtta (Tomm. e B.). Da. sfrvus, sfrva (la.t.) « schiavo, -a; servo, -a». Servitu (Gia.mboni); > (Maestr.) viene dal lat. servltus, -utis. s6samo (col secondo s dolce), s. m., specie d'erba orientale delle sesa.mee coltivata per i semi, da cui si trae l'olio di sesamo (Sèsamum orientale). (Serdon.}. Aut. sisamo (Palladio volg.). Anche giugg-iolena. Sesamino (aut.) « scRamo >> (Ondin); olio sisamino (J. sicuro agg., di persona, senza timore, senza dubbio; di cosa, certa; di luogo, senza pericolo; ardito (Bocc.). Sicuro (ant.) «sicurtà>> (Vell.); sicura (tosc.) > (Petrocchi); sicurezza (Della Casa); sicuranza (ant.) t baldanza>> (Lat.); sicuramente (Dante); alla sicura (ant.) > (B. Davanz.); sicurare (ant.) (G. Vili.; Grazz.); malsicuro (Salvini). Da securus (lat.). (R. e. W. 7776). sldo s. m. ant., freddo eccessivo. (Burch.; Giri/lo; Salvini). Lucch. sidro (Farif., Uso). Sidio > (Petrocchi). Da sidus (lat.) >), nel Redi sidro d' Inghil-

    slèro s. m., liquido che si separa dal latte o dal sangue quando questi si rapprendono. (Palladio volg.). Volg. siere (Cresc. volg.), ant. sielo ('Volg. 3-Iesue), romano sièle. Sieroso (Redi); sierosità (Crusca). Da. serum (la.t.). (R. e. W. 7870). slèsta s. f., riposo dopo il desinare. ( Gius. Sa.echi, a. 1835). Far la susta >. (Giusti; Fanf .. e A., a. 1877). Da sieste (frane., a. 1715), venuta da siesta (spagn.), e questa da sfata (hiira) (lat.) , cioè >. (nloch). slffllde s. f. scient., malattia venerea contagiosa, malfrancese (v. s. francese). (Redi). SifilUico (agg.) (Leone, a. 1828); (s. m.) (Giorg.); sijilicòmio (Tomm.

    terra. Dal frane. sidre (ant.), cidre, da *cisera, forma nata da slcera, con scambio di suoni, voce del lat. chies. tratta dal greco cr(KEpoc dei Settant-a, indicante >, dall'ebr. sexa·r « bevanda inebriante fatta con frutte e miele >>. Siccera nella Legg. S. G. Batt., sicéra nell'Oudin. (Lokotsch 1787; Bloch, s. cidre; Gonçalvez Viana II 420). slàpe s. f., cinta fatta a un terreno con pianto vive o morte, fusti, rami. Siepàglia ; siepaja ; siepista >; sepale (ant.) >. Il termine proviene da Étiennc de Silhouette (1709-1767), diventato controllore generale in Francia il 4 marzo 17 59, ma, presto impopolare, caduto il 21 novembre dello stesso anno. Ne nacque il modo à la silhouette per oggetti malfatti con intenzione e auche per profili abbozzati in fretta detti portraits à la silhouette e poi sil1wuettes. V'è chi scrive che il Silhouette stesso si dilettasse di tracciare delle figurine sui muri di un suo castello, e chi scrive che venisse satireggiato còn caricature a semplici contorni. (Gherard., s. sil1wuette; Nyrop III 361, 377; Miglior., Dal n. pr. 183; Bloch; Gar., Diz. biogr.).

    SIivano s. m. mit., dio boschereccio e campestre dei Latini. Silvani >, il torin. sarvàn, trent. salvanèl, valsug. salvanèlo >. (l!'. It. VIII 108, 116; R. Ling. R. XII 47; It. D. XVII 235). simbolo s. m., formulario dei principali articoli della fede cristiana, in particolare il credo (Maestr.); figura significante una cosa (Ségneri). Simbolità (ant.) . (Bloch). sovacclno v. s. focàccia. sovatto v. s. soga. sovégglolo v. s. soga. sovènte avv. e (ant.) agg., spesso. (Viani).

    Da souvent (frane.) o sovent (prov. ant.), che continua il lat. suMnde. sovèrchlo v. sopèrchio. sovesciare v. trans., il far crescere delle piante erbacee e poi sotterrarle per ingra~sare il terreno. (Lastri). Sovèscio > (da o-1ttoç «caverna»). Nel Canini spelearcto (scient.) (( orso delle caverne (Ursus spelaeus)» (&p~"oç ). Da *spelaeus l'agg. scient. spel.èo • delle caverne; cavernicolo •> (fàuna spel.èa) (Gar., a. 1895). spelonca v. spilonca. spèlta s. f., farro. (Dante). Ant. spelda (Matasala; Cresc. volg.; Burch.). (Canev.). Nomi di luoghi: Spertali; Lo Sperdalè (Pieri, Topon. Arno 253). Da spllta (lat.). Per spelda v. forse spal~o (e spalto), e lt. D. VII 213-'5, 270- 1, XIX 30). (R. e. W. 8139). spème ; spène v. s. sperare. spèncer v. spènser. spèndere v. trans,, dar denari in cambio d'altra cosa. SpenderétJcio (Ottimo); spesa (NoveU.); spesare (Varchi). Da expendfre (lat.). spènser s. m., giacchetto guernito di astracan e di alamari per ufficiali ; anche giacchetto per donne, da inverno. (1870). Anche spènserre (Fuc., a. 1882), spencer (Gar., a. 1895). Da spencer (frane., a. 1800), nome ingl. derivato dal cognome del conte John Charles Spencer (1782-1845), che portò codesto giacchetto. spèra 1 s. f., sfera (Dante), ora poet.; empireo (G. Vili.); (pop.) raggi solari (Dante); specchio (F. da Barb.); (sec. XIII, XIV) aspetto; (ant.) trasparenza (Bandi fior.). Spero (ant.) «specchio•> (Rimeant.); sperina (ant.) « specchietto >> (Redi); sperino « spia od occhio di dietro della carrozza>> (Petrocchi); sperare (ad.Àllyµll «goccia•>). Stalattite da a-r::.tÀll>. stalatUte v. s. stalagmite. · stalla v. s. stallo. stallare v. s. stallo. stallo s. m., (ant.) stanza, dimora, luogo dove si sta ( J acop.; Giamboni; Dante); cattedravescovile(V.Borgh.); posto di ogni canonico nel coro (Oudin). Stallia (ant.) è spiegato s. sciabecco. stamllèrla s. f., casa o stanza in malo stato. (A. Allori). Ant. stambergare , come precisa il Petrocchi: L'unione di stanza con bugio (ant.) (Vite imper.); stampanare (ant.) (Esopo volg.; B. Davanz.); ristampare (Della Casa); ristampa (Bisc.). Da stampon (germ.), ted. stampfen, >. Stampiglia (Tomm. e B.) che indict'i an11he il . Vèn. stàzio , e v. Oat. class.) (greco cr-r1n~p), da cui Diz. mar. Stazonerius, nome di vari l'ant. statera (Bellcbuoni), e stadera Trentini, dal sec. XIII (Cesarini (Dante); staderone (Prose fior.); .çtaderajo (G. Dati). (llfisc . .A.scoli 486; Sforza 26). R. e. W. 8233). . Da statio, stationis (lat.) >. Da *stéva (osco, umbro) corrispondente a stiva (lat.). (R. e. W 8269; A. Gl. It. XVIII 317, num. 577). stella s. f., corpo celeste luminoso ; (scient.) corpo celeste con luce propria; (fìg.) occhio; destino; nome di oggetti in forma di stella. Èrba stella ; pesce stella (Adr. il G.); stella alpina (v.). Stellina (Galileo); stelletta, anche per ; stell ; sterpàzzola >, e, con mutamento di genere, sterpo. Luoghi Sterpajo, -a; Sterpiti (a. 1013) in Toscana (Pieri, Topon. Arno 253). sterqulllnlo s. m. letter., leta.ma.jo. (Bocc.). Anche sterquilino (Mor. S. Greg.). Da sterquilinium, sterquilinum (lat.): da. stercus. sttrzo s. m., rotino posto in pia.no sopra. la partita da.vanti del carro nel cui rnezz.o è infilato il maschio (Diz. artigl.: Ghera.rd.); (ant.) carrozza aperta, per due persone, guidata. da chi siede in essa. e che si gira da sé (Bellini; Forteg.). Sterzare (Oudin); stèrze (furb.) (ted. Stiege), ma non è etimo chiaro, perché stia non significa anche , come à. il R. e. W. 8254, e il significato piu antico è quello di gabbia per leoni o altre bestie, anzi in J acop. vale > (v. s. paccone), senso che ebbe pure stipa (Caro). Stia deve essere venuto qumdi da stipa-, da stipare >. (A. Gl. lt. Ill 3_76). (Il Gamillscheg, Rom. germ. li 23, cita la vèn. stia, che è bellun., trevis. per > ). stlacclanocl v. s. schiacciare. stlaulare v. schiacciare. stlgll s. m. plur. (Roma.; Napoli), scalfali di bottega; (Roma) utensili necessari a una bottega. Stigliat-ura (Roma) . (Bonghi, a. 1855). Da Stil·istik (ted.). (Miglior., Saggi li 3, n.). L'agg. stilistico (Manfr., a. 1883) va con stilista (Petrocchi), da stile (v. s. st.èlo ). stimate v. s. stimma. stimma s. m. scient., vertice del pistillo (D'Alb.); aperture ai lati del corpo degl'insetti, per le quali l'aria. entra nella trachea (Leone, a. 1828); impressioni lasciate dal ferro caldo adoperato dai chirurghi (ivi); cicatrice sulla pelle che per la. forma e il colore permette d'indicare di quale lesione essa. è sla.ta cagionata (Gar., a. 1895).

    Stimatizzato (ant.) > (Fioretti) (v. sotto) ; stigmatizzare ~ biasimare , acerbamente • (Manfr., a. 1883), nel Petrocchi stf.. matizzare. · Da stigma, gen. stigmiitis (la.t.} ~ marchio degli schiavi ». Ne vennero pure stimate (f. plur.) (Cavalca), tosc. stimmate (relig.), nel Belcari stigme. Anche stigmata (f.) (stigmata economica, a. 1911). Greco o--rlyµri >. stlnca v. s. stinco. stlncare v. s. stinco. stinco s. I,11., osso della. gamba dal ginocchio in giu; (ant.) cima, spigolo (di monte) (Salvini) (stinca in M. Vill. e Oudin). Stincacci (ant.) > (Ou.); st·inchieri (ant.) > in l. Stoffo (ant.) . I termini estofa, estofo dipendono con probabilità da étotf e (frane., a. 1241), indicante in origine ogni sorta di materia. (Bloch ; Zacc., Elem. iber. 370-'l; R. e. W. 8332). stoffo v. s. suJffa. stogglo v. s. studiare. stòlco agg. e s. m., seguace dello stoicismo ( Oudin ; Salvini) (gli Stoichi nel Cavalca); chi è forte nelle svcn• ,ture o altro (Redi). StO'icis?no , filosofia di Zenone, che insegna. una. morale austere.; attitudine, virtu di stoico (Redi; Menz.; A. F. Bertini) •; stoicamente (Oudin; Salvini); • del sostenere le sventure ecc. • (Tomm. e B.).

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    attico

    •tortone

    Da stofous (lat.), greco a't"Otlf;6ç, da aToii, portico in Atene dove insegnava Zenone di Cizio (Cipro).

    st61co s. m., fagiano di monte. (D'Alb.). Stolca, stolga (Oudin). Dal comasco wlch, termine di origine sconosciuta. Nel sec. XYI stolci (lat. plur.). (R. e. W 8273 b). stollo s. m., antenna (del pagliajo). (Braccio!.; Gherard.). Da aniÀoç (greco) . (A. Gl. It. III 321). stolto agg. e s., privo naturalmente di criterio; di poco senno. Stoltezza (Daute); stoltia (ant.) (Fra Giord.; li'ra Bart.; Buti); stoltamente (Bocc.). · Dal lat. stultus. ( R. e. W. 8328). stllmaco s. m., sacco tra l'esofago e l'intestino, nel quale avviene la prima parte della digestione; (ant.) seno, petto (Fra Jac. da Cess.); (fig.) indignazione (Il. Davanz.). Buono stomaco o uno stomaco d'Orlando (ant.) « coraggioso e bravo » (Lippi : stomachi d'Orlandi). Stomacàggine (ant.) (Bocc.); stomachino (term. dei macellai, disus.) « specie di animella attaccata alla milza•> (D'Alb.); stomacoso (Bocc.); stornçwhévole ( Bocc.) ; stomacare ( J acop.); (fig.) (B. Davanz.); stomacal-0 (agg.) (Arrigh.). Da st/'nniichus (lat.) , greco a,6µoc:,,: o ç. (R. e. W 8276 a). stoppa s. f., avanzo della pettinatura del lino e della canapa, dopo il capecchio. Stoppàccio (Salvini), -olo (Redi); stoppino (Dial. S. Oreg.); >; stornelletto (Luigi Pulci). Da sturnus (lat.). (R. e. W. 8339). stl>rta; st6rto v. s. stòrcere. stoscio v. s. stròscia. stoviglle e. f. plur., (ant.) cocci (B. Davanz.; Buon. il G.); vasi da cucina e da tavola. Dar nelle stoviglie (ant.) (Varchi; Buon. il G.). Stovigliajo > e vagari > e adoperata in senso figurato. stravizzo v. s. vezzo. strav61&ere v. s. vòlgere. strebblare v. s. trebbiare. strega s. f., donna che faceva malie per mezzo (supposto) del Diavolo. Darsi alle streghe > (Patatfio ). Stregona (Firenz.); stregone (Buti); stregherla ; stregoneria (Oudin); stregare (Gelli); strega-nto (Matt.). Da striga (lat.), da strix, strlgis >. Gli a.nt. striga; strigone; stria (Garz.); strione (Sacch.), istrione (ancora usato) (Serdon.) provennero dall'Alta Italia (lomb. stria; strion). l'er andare in istriazzo del Hcrni v. Gherard. (cfr. parm. striàz >). Striga, stria è da striga. (R. e. W. 8308). stré:ghla s. f. ora contad., strumento a lamine dentate per levare la polvere -

    dalla .pelle dei cavalli. Anche streglia (ant.), striglia. Stregghiare (Cresc. volg.); stregliare (ant.); strigliare (T. Tasso). Dal lat. strigtlis , termine introdotto da architetti italiani. (R. e. w. 8300). stria 1 ; strlazzo v. s. strega. strlbordo v. tribordo. strlga v. s. strega. stri gare v. s. intrigare. ,triglia v. s. strégghia. ;trillare v. intr., gridare forte. (Ariosto). Strillo (Varchi); strillòzzo >; stroncatòrio >. Nel 1893 si trovano usati i franJ. éxécuter; éxémttion, in Italia. V. troncnre. stronfiare v. s. ronfare. stronzo s. m. volg., sterco sodo e tondo. (Sacch.). Str6nzolo (Berni, ecc.). Da strimdius (lat. tardo). (A. R. VI 309; R. J_ Lomb. XLIX 1063; R. e. W. 8322). stroppa s. f. ant., ritortola. (Maggi; Oudin). Stròppo (rnarin.) >; stròppolo fu in uso anche stoscio (Albortano volg.; Pata[fio; Petrocchi), parm. stòs (e stòssa ~botta>>). Termini di chiara formazione imitativa, quale è anche scataròscio « rovescio d'acqua>> (Petrocchi), modellato forse su scatafàscio o comunque composto col frequente cata-. str6zza s. f. spreg., gola. Strozzule (ant.) > (Creso. volg.; G. Vill.); strozzare > (Cavalca; Fra Bart.); strozzatura (Ma.gal.); strozzatojo (agg.) (Fra Giord.); strozzino (Fanf., Uso); Btròzzaprèti « sorta di gnocchi » (Fanf., Uso). Da. strozza (longob.). (R. e. W. 8321 a ; Gamillscheg, Rom. germ. II 164). strucchlone s. m., spilungone, stollo, giovane alto e per lo piu scemo. (D'Ayala); Dal nap. strucchione, stucchione, dE1rivato da stucchio (Cavalca). Studiatore (Fra. Bart.); studiante (ant.) (Bocc.; Gelli), o studiènte(Buon. il G.) (ora contad.), mentre la forma studènte (Collaz. S.S. Padri), da cui studentesca (Manfr., a. 1883) (cfr. scolaresca), studentato (ivi), studentessa (Darch.), ripete il pa.rt. pres. lat. studens, -fotis. Da "'studiare (la.t. pop.), per via dottrinaria.. Studio da studium, da. cui per via ereditaria l'ant. stoggio > (Buon. il G.; Lippi; Baldov.). (It. D. X 218-'9; R. e. W. 8325; 8326).

    studio v. s. f!tudiare. stuèllo s. m. scient., rotoletto di filaccia che vien messo in un seno fistoloso o nei margini di una ferita per mantenerli aperti. (Redi). Nel

    950-

    stufa D'Ayala stuvello; nell'Oudin stuiello , che è il venez. soazo, al quale Da storla (storia) (lat.). (R. e. W. rispondono il triest. sfaso, il livorn. 8279). e nap. suàcia, il romano suace (Mor. S. Greg.), istupidire (Vas.). (Ségneri). Da subilla (lat.) . sllblto agg. letter., improvviso. Subitanza (ant.) (F. da Barb.), subitezza. Da subltus (lat.). Da subito l'avv. subito; subitamente (Giamboni). succhiare v. trans., tirare a sé l'umore, il sugo per forza delle labbra; (fig.) (F. da Barb.). Succhio (Buti); succhione (ramo) (Trinci). Da • suculare (lat. pop.), da suCU,s (v. sugo). Succiare (v.) e suzzare (D. Dini; Tomm. e B.) possono essere formazioni imitative, almeno in parte. (R._ e. W. 8417, 8415). succhlèllo v. s. succhio 1 • siicchlo 1 s. m. non com., arnese per forare. (Palladio volg.). Succhièllo (Cresc. volg.) ; succhiare (ant.) (Palladio volg.); succhiellare (Eneide volg.); succhiellinajo (Canti carn.); B'Ucchiellinare (Varchi). Un surchio •succhio* è supposto dal modo pare un surchio (contad.), . I vecchi romani dicono le suppri (f.). Da sourprises (frane.) , perché con ripieno a sorpresa. (Chiapp.). supplicare v. trans., pregare caldamente, umilmente. (Dante; Caro; ecc.). Supplica (B. Davanz.); supplichévole; supplichevolmente (Bocc.). Da supplfoare (lat. ), da sub •sotto• e plicare ~piegare ►>), venuto per introduzione letteraria. supplire v. trans., sovvenire al difetto, alla mancanza. ( Mor. S. Greg.). Dal la.t. supplere, entrato per mezzo letterario. V. sopperire. (R. e. W. 8466).

    suppllzlo s. m., pena corporale grave inflitta dal tribunale. (Med.). Nel Bocc., in G. Vill. supplicio, che ora è lotter. non com. Suppliziare (sec. XIII) (a. 1479), poi italiani. (Petrocchi). (c. 1620) >, da soMilan. svanzig (on-), o svanzeg, segar ; t.abaoch.ino • uomo che fa la corte a. tutte le donne (A. F. Doni); ruffiano segreto e scaltro (Oudin; D'Alb.) >>; tabacchinare « fa.re il ruffiano•> (Ou.); attabaccarsi o inca.lorir,:1i ; innamorarsi forte• (Ma.cinghi Strozzi, a.. 1465); intabaccarsi • ingolfarsi (Luigi Pulci ; Ou.); innamorarsi (Grazz.; Della. Ca.sa.; B. Da.va.nz.; Salvia.ti; Ou.; G. Gozzi); farsi ruffiano (anche intabacchinare) ( Ou.) »; intabaccàggine «abbindola.mento » (Ou.). Tutte parole fuori d'uso. Un soprannome Tabachus si present& a. Vozza.no Ligure nel 1265; Tabacchi, Tabacchini, vèn. Tabachtn sono ca.sa.ti moderni.

    Tabacco derivò dall'ara.bo tubbii[c, nome della. pianta. accennata. sopra. (Arch. Stor. It. LXXI, v. II 142-'8; .A. R. II 270-'l, XI 251-'7, 395-'6). tallacco I s. m., pianta solanacea. origina.le dell'America. Tropicale e coltivata. per fa.re delle sue foglie materia. da. fuma.re e da fiutare (Nfootiana tabaeu,m). (Ra.musio; Benzoni; Soder.). Ant. 61'ba tornabuona. Tabaccajo (Moniglia, a. 1698); tabacchino (D'Alb.) « venditore di tabacco •; tabaccheria >, sonar le taballe dietro « siffler une personne, faire des h.uées apr~s quelq11,'un •· Ataballe (it.) in lettera di Carlo V del 1636. Taballaro (seo. XVII) . (V. Monti, Proposta I 268; Lokotsch; Bloch, s. timbale; R. e. W. 8513; Zacc., Elem. iber. 34, 376, 425, 506; Anuari Oficina Rom. VI 193-203). tabano v. tafano. tabarin s. m. frane., sala. di ritrovo per ballo notturno e per balli figura.ti fatti da ballerine di professione. Anche bal tabarin (Panz., a. 1918). Nome fatto risalire a un buffone Tabarin (1684-1633), il cui nome indicava una maschera. conosciuta in Francia. già verso il 1570, derivata da 957 -

    taccati,

    tabarro

    un Tabarrino (da tabarro) it. Nell'Oudin un Tabarin >. (Miglior., Dal n. pr. 175; l'anz., a. 1942). tabarro s. m. ant. e ora schcrz., mantello (Bocc.; Belline.); gabbano (Ou.). Tabarraccio (Berni); tabarretto (Caro); tabarrone (Sacch.); tabarrino , facile svista, per tabarello (vcnez. tabarièlo: Vidossich, nurn. 6). Sconosciuta è l'origine di tabarro. Ne derivarono i cognomi Tabarèlli (trent.), Tabarin, 1'abarrini, Taberoni (Ccsarini Sforza 72, 200). (A. Gl. lt. XXXI 105'-8; Trapani 251). tabèlla s. f., assicella con un martello di _legno che i ragazzi suonano la settimana santa (Burch.); (ant.) ciarlone (Salvini); (stor. o lctter.) tavoletta votiva (Sann.; Baldi); specchietto, prospetto. 1 1a1nbellone (v. s. tavèlla). Da tabella, presa tardi al latino. V. tavèlla. tableau s. m. frane., quadro; prospetto; resoconto; quadro (tcatr.). 1'ableau! « sorpresa generale! •>. (Farlf. e A., a. 1877, s. tablò; Panz., a. 1905). Azz. (171): tablò (it.) . V. anche Ugol., s. tablò. 1'ableau (frane.) dal sec. XIII : da table (a. 1932). Dal frane. tabou, e questo dall'ingl. taboo, da una lingua polinesiana, in cui vale ; taccare (ant.) > (Stat. Calimala); taccato (ant.) , è voce imitativa dell'intaccare col coltello. Variante sarebbe tecca « piccolissima macchia» (Giarnboni). Frane. tache, ant. teche (v. Bloch). (A. Gl. It. III 383-'4; R. e. W. 8534; Gamillscheg, Rom. germ. I 3i4). taccagno agg., avaro, gretto (Firenz.); (ant.) litig10so (Mach.). 1'accagnino (aut.) (Oudin); taccag11one (ant.) (Buon. il G.); taccagneria (Aret.); taccagnare (aut.) > (anche billo, dindio, gallinàccio, gallo d'India, pollo d'India lucio; v. pollanca). (Messed., Per ~ storia 2il-'2; A. I. Ven. XCVIII, P. II 243 n. 1, XCIX, P. II 447-'8). Secondo il Salvini tacchino era termine di Lombardia, ma l'indigenità toscana è provata dal contad. tacco che deriva, com'è supponibile d~ •tacch tacch, suono con cui può essere espressa ~ma dello voci del tacchino, come puo essere espressa da *Wcch tòcch, da cui provengono Wch (moden.), tuchén (bologn.) , t,òcca (lucch., montal.), Wca (bolo. (A. Gl. It. XVIII 439-440, XX 57-61).

    Codesto uccello, conosciuto come ciarliero, diede vita ai significati anzidetti: cfr. la gazza, la bèrta. Tàccola derivò da tahhala (longob.). Téccola (v.), altro uccello, par derivare da tàccola, non forse incontratasi con tecca, téccola (), ma per variazione onomatopeica. (R. e. W 8529, dove è tradotta per isvista tàccola con (derivata da taifiir , nel Pegolotti tafarese

    « piccolo vascello per merci •·

    (Diz.;l

    mar.; Lokotsch 1991; R. e. W. 8533; Trapani 250). tafferuglio s. m., (ant.) baldoria, goz- • zoviglia; allegrezza (Luigi Pulci; Var- ] chi; Cocchi; Oudin); scompiglio di gente che litiga, lite (B. Davanz.). , Nel primo senso anche tafferugia in ! Luigi Pulci e nell'Oudin, il quale à. ' tafferugia f gaillardise »; tafferugli ; taff erugiare « se réjouyr >>. Il senso di > à tafferuglio nel Davanz. (vers. da Tacito). Da *taff imitativo del mangiare (v. s. taffiare), o di colpi dati; espressi questi anche da tuff e taffe, che è pure nel Ciriffo. I sufli,ssi -ugia, -uglio sono congiunti con *taU per mezzo dell'antisufltsso -er-. Vi sono anche taffe o tàffete, voci significative di cosa fatta. presto e con forza e li per li, imitando quasi il rumore, e fare tiff e taffe . Taffeà ; taff alà (F. da. Barb.); taglière (Cresc. volg.), in F. da Barb. per « piatto ,, ; tagliU). Nel Pareo (sec. XVI) enfantement césarien (Bloch). tagllollnl v. s. tagliare. tagllullla v. s. tagliare. talaturl s. m. plur. ant., nome dei sigarai (coleotteri), attribuito ai Bolognesi dal Crescenzi (testo lat.), e cui nel volgarizzamento corrisponde taradorj, forma dovuta a una svista: taradore di Tomm. e di Petrocchi è quindi insussistente. (Canev., s. tarad-Ore; Ungar. 267). Oggi nel bolognese tajadiz. V. anche s. arsuro. Taiaturi, cioè tagliatori, perché tali insetti incidono i picciuoli. (It. D. XIX 30). tàlce s. m. dei paesi it. al confine ted., sorta di ballo contadinesco in tondo. Ted. Landler. (Gar., a. 1895). Da deutsch (ted.) , da cui tiiicio (genov.) «tedesco; tanghero». tàl1a s. f., foresta siberiana. Nel 1908 la Taliga, dal frane. (R. Geogr. It. XV 246); nel 1901 la Taiga siberiana. tàlt s. m., soprabito. In fatture di sarti di Firenze del 1870, 1872, 1873 Tait; in G. Frizzi (a. 1890) tayt, fior. Tàitte. V. velada. Da tight (ingl. ), che va.le (Giamboni; Comp.); (avv.) . talora v. s. tale. talpa s. f., genere di mammiferi insettivori, scavatori ('l.'alpa). Ant. anche talpe (Dante). È una talpa (di persona di poco intelletto). (Viani). Talpa dell'Imperato (v. s. grillotalpa). Da talpa (lat.). V. topinara, tòpo. talpone s. m. ant., pioppo nero. (Ramusio). Lo Zacc. (Racc. 22) lo dà come voce russa, indicante un albero dell'Europa Orientale. Corrisponde invece a talp6n (trcvis., friul.) . Dal frane., ingl. tandem., che indicò un ~ barroccio tirato da due cavalli uno davanti all'altro •>: l'ingl. tandem dal lat. tandem , usato per un bisticcio di origine scolastica 1n luogo dell'ingl. at length « alla lunga ~, cioè alla lettera >. (Bloch). tanè s. m., color lionato scuro. (Libro son.). Taneiccio (ant,) (Ceccherelli, a. 1567). Dal, frane. tanné, dall'agg. tanné >, da tan , _it, scien,t. tanno (0. Targ. T.). 1 annino (ch1m.) (Less.) ripete il frane. tanin (a. 1812). L'ètimo è sconosciuto. (Bloch; R. e. W. 8555 a). tanfo s. m., puzza di muffa di rinchiuso. (Firenz.). ' Tanfetto (Ma.gal.); tanfata (Fanf., Uso). Forse di origine imitativa, come il vèn. tufo . Il Diez lo derivò da thampf, ted. Dampf . (A. Gl. It. III 377, n. 1; Gamillscheg Rom. germ. II 168; R. e. W. 8696)'. tango (plur. tanghi) s. m., ballo argentino, diffusissimo. (1910). (Zacc., Elem. iber. 506). Da tango (spagn. dell'Argentina). Il primo tango s,'intitolò El Ploron. tannino; tanno v. s. tanè. ta~tafèra s. f., diceria o cosa lunga, noJosa e strana. (Berni). N ell'Oudin tantdfera. Tantaferata (ant,) . (R. D'Ambra; Bloch, s. tarentule). tarantèllo s. m., sorra, salume di pancetta di tonno. (Pant.). Ant. tarantella (Oudin; D'Alb.), tarentello « ventre de thon salé,> (Ou.). V. Diz. mar., s. salumi e tarantello. Da Tàranto, luogo di spaccio principale di sorra. Il Barbier cita i nomi di pesci tarantola (Roma) ~ Sàurus griseus » ; taranto (Varo) « Callionymus dracunculus ,, e it. tarantello « Orcynus thynnus giovane», che li avrebbero presi dalla taràntola (lucertola). (R. D'Ambra, s. tarantiello, nap.). (R. Langues R. LIII 52; R. D. R. IV 126). tarantismo v. s. taràntola. 3 taranto s. m. sec. XVII, rigogolo. -

    (Oudin). Anche clorione (ivi). L'Oudin à tciranto, che dev'essere sbaglio. Trent. tarànt, valsug. tarando (con d dissimilativo) (Cherub.). Lo Zamb. scrive che la taràntola è « detta da Taranto dove se ne trovano molte. Vuolsi che il morso della tarantola produca una convulsione da non potere star fermi ». E l'Oudin registra : atarantola >; atamntolato: >; taranto/.ismo • malattia cagionata, come fu creduto, dal morso della tarantola>> (Redi), anche tarantismo (Leone, a. 1828; Less.), nel Petrocchi tarantèlla (cosi nel nap. Pasano, a. 1689); attarantato (ant.) ; tirol. ant. der tarant, torant ; taratantarare « sonner tantarare >> ; taratdntMo t traquet de moulin ,.

    tarèffe agg., (pie.) debole (di filo, stoffa. o persona.); (pist., romano) cattivo; (fior.) di poco buona qualità (Fanf., Uso). Dall'ebr. feré!Jlii « carne lacerata; vivanda impura », venuto a significare t impuro ; cattivo >>. (Lokotsch 2070; Prati, Voci, p. 172, n. 1; R. e. W. 8662). tarengo s. m. ant., barra di ferro messa in contrasto tra due gavelli della ruota del carro d'artiglieria. (Moretti; Tomm. e B.; Zingar.). Tarenco (ant.) . (R. e. W. 8586). taròlo v. taruolo. tanfa s. f., lavoro di pezzettini di legno di piu colori commessi insieme. (Novell.). Tarsiare (ant.) (Oudin); inwrsiare (Galileo) ; intàrsio (Crusca) ; intarsiatura (Oudin); intarsiatore (Ou.).

    Dall'arabo t,a,rfii'. (Lokotsch l 70~), tàrsio s. m., genere di lèmuri dell'Asia, con grandi occhi lucenti nell'oscurità (1'àrsius). (Lees., a. 1875). Nel D'Alb (a. 1805) tarsièro (.Umur spèctrU?n), secondo il natmalista Attilio Zuccagni. ma per isbaglio definito come >. Tartaresco (Petrocchi). Con Tàrtari Marco Polo indica i 968

    tuoa mentre in origine Tàtar era il n. di una tribu turca. Nel Balbi (a 1839) Tatari (Gherard.). Il nome ve è Tàtari, dal turco tatar, e la fo a Tàrtari fu suggerita dal Tàrtar , donde pareva che i nuovi barba dovessero esser usciti. (Graf, Roma 787; A. R. XX 243-'4; Lokotsch 2045). tàrtaro s. m., crosta fatta dal vino sulle pareti della botte. (Cresc. volg.). Anche gromma, gruma. Tartarizzato (agg.) (Vallisn.). Dal bassolat. tartarum, di origine sconosciuta. L'agg. tartaralis data dal sec. V. (Bloch, s. tartre; R. e. W. 8590). tartaruga s. f., genere di chelonii con carapace molto convesso e zampe corte, tra cui una specie ('l.'estudo graeca) è indigena in Sicilia, ccc. (Buon. il G.); persona lenta (Tomm. e B.). Anche testuggine, nome piu antico. 'l.'artaruca in versione da Leone Africano (Ramusio). Valla (sic., c. 1500) : tartuca; Ramusio : tartuca, tortuga; Oudin: tartuga, tartaruca, -uga, tarteruca, -uga; spagn. tortuga (a. 1526). In un glossario ebr.-arabo-it. del sec. XV tutuga (A. Gl. It. XXIX 147). Tartuca, tortuga è nome di origine sconosciuta. In tartaruga entrò J'antisuffi.sso -ar-, com'è da supporre. V. pizzuga. (A. Gl. It. XIV 323, X.V 374; lt. D. XVIII 133, n. 2). tartina s. f., fetta di pane con burro (Ra.mb. 903); panino gravido (Panz., a. 1905). Da tartine (frane.) (Dante), con molta probabilità, in quanto chi si sgrava piega il corpo. (Prati, Voci, p. 196). brullo s. m., (ant.) bestemmiatore (Oudin); (ant.) citrullo (Baldov.; J. A. Nelli); (pist_.) girellone, fanm11lone (Petrocchi). Tarullare (ant.) > (Oudin). Secondo Orazio Marrini (a. 1763), -

    un. tempo in Firenze si chiamava Tarullo un ciabattino improvvisatore, il quale non sapeva né leggere né scrivere, e lui suppone che da codesto ciabattino ·forse un po' scemo, sia venuto tarullo «sciocco>>. (Gherard.). Ma. Tarullo fu fòrse il suo nomignolo, venutogli da tarullo. Non pare che questo sia da matterullo. taruolo s. m. ant., ulcera sifilitica. (Crusca). L'Oudin lo traduce con « chancre verolU >> (cànchero sifilitico). Taròlo « baco (Oudin); baco che crivella la pelle delle bestie vive (Forteg.; Fanf., Voci); (in alcuni dial.) tarlo (Canev.) >>; tarola « male che viene nei piedi ai cavalli » (Cresc. volg.). Aut. taruolare ). (R. e. W. 8680). tasso 1 s. m., specie di mammifero carnivoro di forme tozze che vive dentro tane, nei boschi (Jlfè/p,s taxus). Tassoporco (see. XVII) > (Oudin). Da taxo (lat. sec. IV). (R. e. W. 8606). tasso 2 s. m., albero delle tassinee (conifere) (Taxus baccata). Anche àlbero della mòrte (si pianta attorno alle tombe e le sue foglie furono credute velenose). , Da taxus (lat.). Non spiegata è la forma nasso (Cre~e. volg., ecc.). (Pieri, Topon. Arno 254, 350; R. e. W. 8607). tasso s V. s. tassèlw. -

    taSSObarbasso s. m., pianta delle verbascee con foglie lanose e fiori gialli ( Verbascum thapsus). Anche tasso barbasso (Cresc. volg.), barbasco (ant. : Oudin), barabasco (pis.), baraguasco (0. Targ. T.), guaraguasco (l\fontig.), gualaguaschi (plur.) (D'Alb., s. tassobarbasso), ant. guaraguasto (Patatfio), guaraguastio (Zibal,d.), letter., scient. Vll'rbasco (Soder.). Nell'Oudin verbàscolo, nome della « porcacchia » e d'altre piante. Barbasco, barbasso, ecc. son trasformazioni di verbascum (lat.) (St. Etr. XIII 319-330), la seconda con -asso da tasso (cfr. nap. sacra e nocra . (A. Gl. lt. XV 118; R. e. W. 9218). tasta v. s. tastare. tastare v. trans., toccare ripetutamente o per un po' (Dante); tentare, riconoscere (F. da Barb.; Saceh.; Firenz.). Tasta « stuello~ (Benciv.); tastata (Buomm.); tasto « tatto ( Jacop.); il tastare (Berni); legnetto che toccato muove una corda d'uno strumento o apre una valvola al suono (Ottimo)>>; tastone (avv.) (Vita Barl.), -i (Salvini); tasteggiare (uno strumento) (Galileo). Di origine ignota. (Bloch, s. tater; R. e. W. 8595). tasto v. s. tastare. tàttlca s. f., (milit.) parte dell'arte militare che insegna il modo di condurre le truppe o le navi da guerra alla battaglia (Vener., a. 1709, s. tactique; Grassi); maniera di procedere in negozi o altro (v. Viani). Da ,ocx.·nx~ (greco), da -rixaa(J) « schiero ». Agg. tàttico (Petrocchi) (greco ,oc~·nx6ç); tatticone « furbo • (Tomm., a. 1841). ' tatu s. m., armadillo. (Casti I 322). Ant. tatuse (Serdon., a. 1589), tatusia (Bot., a. 1591-'3), tatùsa, tatm,, (D'Alb., e s. armadillo) ; nel Less. tatu. Frane. tatm,,. Da tatu di lingue del Brasile e del Paraguai. (Bloch; Encicl. it. IV 403; Lingua_N. II 85). tatuare v. trans., fare il tatuaggio. (Petrocchi).

    970 -

    tazu

    tautolocfa Tatuàggio « disegni fatti sulla pelle di persona vivente con punture e ver· samento sopra di esse di sostanze colorate o (in Europa) di polvere da cannone finissima., fa.tta. poi scoppia.re. _(Less., a. 1875); tatueggiare (v. disus.) (a. 1882). Dal frane. tatouer (a. 1772), derivato dall'ingl. to tattoo: da tatau di Taiti, nella Polinèsia. Tatuàggio da tatouage (frane., a. 1778). (Bloch). tautolo~fa s. f. ling., ripetizione d'una cosa con parola. diversa: Via Rugabèlla, Linguaglossa, Mongibèllo (arabo gebel «monte•>), S. Ermete a Sant'Ermò (Lari, Pisa.) (Atti I I I Congr. intern. linguisti 214-'8); ripetizione sintattica di concetti o di parole. (D'Alb.). V. battologia; dittologia; endiadi. Da. TocÙToÀoy[a (greco) (TixÙT6 « lo stesso•). tavìlla s. f., (ant.) pianella, mattone (v. Tomm. e B.) ; (tosc.) arcolajo (D'Alb.; Gherard.; Fanf., Uso). Tavellato (agg. ant.) (Barbaro). L'Oudin dà tavella per >, corrispondente a tavèla (bresc., ver.) • baccello •· Da tabllla (lat.) > e room >. teatro s. m., fabbricato per spettacoli (Petrarca.; Bocc.); luogo dell'attività intellett11ale d'una persona (CiriOo; Gherard.; Viani); (anatomico) (R. Cocchi). Teatro della g·uèrra (Ugol.; D'Aya.la). Teatrino (Algar.); teatrone (Tomm. e B.); teatrante (Tomm. e B.).

    Da thMtrum (la.t.), greco -&éot-rpo-J, da cui, per via ereditaria, discesero vari nomi di luoghi d'Italia. (a Padova. Zairo nel 1077, Zadrum nel 1079, teatro antico). Teatrale (Salvini); teatralità (Manfr., a. 1901) da th~atralis (lat.), (Prati, IX Valsug. 72; R. D. R. VI 184; Ono-mastica I 31-33). tecca v. s. tacca. t6ccola s. f., specie di uccello di ripa (Rallus porzana). Anche voltolino (v.). Téccola è termine di Fucécchio, voltolino di Pisa. (Savi; Gherard.). V. s. tàccola. tècnlca v. s. tècnico. tknlco agg., (ant.) artificiale (Algar,); riguardante un'arte o le arti, i mestieri (G. Targ. T.). Sc-uòle tècniche, a Milano fondate nel 1839. V. politèe1iico. Tècnico (s. m.), chi conosce la IJcnica >, da cui, con unione a -logia, il termine tecnologia . In gran parte d'Italia todesco (anche in P. Giambull. ; Bargagli ; Prose fior.: Cherub., Vocab. patron.; Gherard. VI 489), disceso da teutiscus (anno 845: doc. giudiz. a Trento: Murat., Antiq. it. Il 971; Larnprecht, Deutsche Geschichte, 1906, I 18), da teut- presente in Teuti>ni o Teutones (lat.) • genti germaniche antiche» (cfr. anche i Teutobodiaci in Plinio, Him. natur. V 42), corrispondente al ted. ant. theuda, got. thiuda, ted. deutsch. (Z. R. Ph. XXIV 68; Alberto Trauzzi, Attraverso l'onomastica del medio evo in It.alia, I, Rocca S. Casciano, [1911], p. 25-26; A. R. XX 244-'6). tega s. f., (letter.) baccello, guscio ( Oudin); (pis., pist.) resta, lisca (Lapi, a. l 768; Lastri)"; (pop.) lisca sottile di pesce (Fanf., Uso); (fìg.) qualità, specie (ivi). . .. dove raccolto Hai di le!lume le tremanti teghe (baccelli) (Bondi, vers. da Virgilio). Tegoline (Veneto) (Panz., a. 1927). Non è probabile che la vèn. tega • ·6accello » sia passata. a pa.rla.ri toscani: tega risponde alla fonetica toscana (v. Merlo, It. D. IX 18-19). Da theca (lat.) , da -IHJl~lJ (greco) >. te,1n11 s. m., vaso con fondo piatto e sponda alta, per cucinare. (Sacch.). Tegamino (A. Neri); tegamata e ~ p& µix > (Vas.; Gherard.; Tomm. e B.) (frane. ant. terme « statua>>: Oudin). Da Unnen, -lnis (lat.) ; Urm'inus . Terminologia (Tomm. e B.) da tèrmine e -logia. '.l'èrmine > discende dal bassolat. terminus (Jaeop.). timpano s. m., timballo (v.); (scient.) membrana dell'orecchio (Galileo); macchina per tirar su acqua (Grandi); parte del carro del torchio in cui sono appuntati i fogli da imprimersi (Crusca; D'Alb.); fondo del frontespizio che risponde al vivo del fregio (archit.) (D'Alb.); (ant.) mezzule (Buti). 'l'impanistria (ant.) (Cavalca). Da tympiinum (lat.) . Ne derivano pure tempano (lucch. ant.) >; témpono (chian.) (Sgruttendio, a. 1646). Tiorbista (D'Alb.). Tiòrba in mila.n., com., parm., ecc. indica.va. la , cho fu detta vwla da òrbo (D'Alb., Diz. it.-franc., a.. 1811, s. vielle), e il nome tiòrba per consonanza nel mila.n. e in altri 984 -

    tipo

    tirare

    luoghi lomb., emil., vèn. passò a si"gnificare « bircio • (v. anche Oliv., Cogn. Ven. 240). La tiorba non può esser stata. inventata dal bologuese Alessandro Piocinini nel 1623 (Della Corte), poiché essa è ricordata dal Garz. (a.. 1585) e nella forrna tuorbe (poi tiorbe, tiorbe) dal francese D'Aubigné a.ila fine del sec. XVI. Va ritenuto piuttosto inventore Antonio Naldi detto il Bardella (sec_ XVIXVII), musicista. e fabbricante di strumenti a Firenze. Il Garz. (761) rammenta Gradella (nome di ciarlatano), che finge l'orbo col cagnuolo in mano in luogo di tiorba, donde si ar. guisce .che la tiorba era. strumento da ciechi, come la viola da òrbo. In tiòrba dev'essere presente òrbo, ma il nome non è chiarito. (R. D. R. III 432-'3, 441, 485; Bloch, s. tiorbe). tipo e. m., figura, forma, esempio (T. Tasso; D'Alb.); modello; fisonomia caratteristica (Fag.); uomo originale, strano (Tomm. e B.) ; carattere (da stampa), (ivi). Tipàcci,o; tvpico (Tomm. e B.). Tipo fu preso di recente dal lat. tyru,s « figura, tipo, immagine », greco -run:oi:; >. Tipioo venne facilmente da typique (frane., a. 1582), dal lat. typtcus ( v. Bloch, anche per type). tlPoenffa s. f., arte della stampa (D'Alb.); stamperia (v.). Tipografia Lampato (Milano, 1835). Tipògrajo « stampatore; impressore; editore>> (D'Alb.); tipogràfico (D'Alb.). Lo Ze.tta, il Fournier, il Bodoni vorrebbero riservata tipografia all'officina. che comprenda tutti i lavori necosse.ri a.Ilo ste.rnpa.rc (getto ,del caratteri ecc,). (Carena II 83).

    Frane. typographie (a. 1577); typogra,phe (a. 1554): da Tun:oç « figura, forma>> e ypciqiw . (R. I. Lomb. LIV 153). tizzo s. m., legno o carbone in tutto o in parte acceso o avanzato al fuoco. (Dante). Anche stizzo (Dante). 1'iz.wne (Livio volg.); tizzo,najo (A. Neri); stizzone (Tav. rit.); rattizzare (Cecehi); stizzare (lucch.) . Da tilio, -iinis (lat.). (.A. Gl. It. XV 199; R. "· W. 8758). tizzone v. s. tizzo. toast s. ingl., brindisi. ( 1833 Cherub. ). Anche nel francese. Da toast (ingl.) , poi era in uso presso tribu indigene del Canadà ed era tirato da una donna, o da un uomo, o da un cane. (Biasutti III 315). tobonan v. tobòga. tocàrlco agg. e s. ling., antica lingua. aria del Turchestan Orientale. Anche tocàrio, tochàrio. (Encicl. it. ). tòcca v. s. tacco 2 • toccadfgllo s. m. ant., sorta di giuoco di tricchetracche alla spagnola. (Mauro; Bracciol.; Garz. 574; Oudin). Da tocadill-0 (spagn.), da tocar. toccafèrro s. m., ferro piegato usato quale amuleto, e nel gioco d'ugual nome.

    986 -

    tqo

    Toccai

    toelètte 8. f., mobile fornito dell'occorIl gioco è notato nel Tomm. e B. (a. 1879) e differisce dalla bomba, in rente per lavarsi, pettinarsi e abbeleiò che il punto da toccare è qualche lirsi, soprattutto per le donne; l'acfèrro (inferriata. ecc.). Le fri~telle conciarsi, acconciatura (Giusti, Pr01J. dette zéppole in Puglia ànno la forma 387). del tocca.ferro. Varianti, nel primo senso: tualette, -a, tueletta (Bisc.; Fag.), toaletta (a. Toccai s. m., -vino di Tokai in Ungheria. (A. M. Ricci). Anche Tokai 1825), toeletta (Gigli; anche titolo d'un (Algar.), Tokay (Alfieri), Tocai (Panz.). giornale di moda di Firenze, a. 1770: toccamano s. m., (ant".) il dar la. mano Meano 181), toelette (a. 1739; Fag.), di sposo o di sposa (I. Neri; J. A. toilette (D'Alb.; in corsivo nel Parini), Nelli; Forteg.: Gherard.; Fanf.); il toletta, anche nel secondo senso (Altoccarsi le mani tra compratore e gar. ), teletta, tavoletta (Parini), iuelette venditore (Cocchia.ra, Il linguaggio (Garg. 4). Nel Vener. (a. 1709) frane. • taiktf.e, teletta, del gesto, Torino, 1932, p. 67). L'uso del ioccamano tra compratore panno da picgu.r lo robbe di notte (anche nell'Oudln), fem. toile qu'on e,stend sur um table e venditore è anche descritto dal Varpour II mettre le deshabWi, et le.s hardes de thema (a. 1510; p. 238), come prati- nuit, comme le peignoir, le,s peigne,s, le bonnet cato in India, ed è ricordato dal etc. Item /e,s deux piece.9 tant de toile que à'etoQe Sass. e da.I Ca.rletti. La frase che lo avec towe,s les hard.es de nuit ,. Nella ristampa indicava. era. dar pancada (port.), resa del 1737: • La toilette des dames. La tavoletta. Madame e~t encore à sa toilette: Madama sta dal Sass. (299) con dar pancata. ancora allo specchio, alla tavoletta•. Già (Za.cc., Elem. iber. 296). fino del soo. XVI (Rt',gnler) toiletf.e Indicò toccare v. trans., a.cilette • (abito) coll'altra.; sorra.re (strumenti) (Ot- colla mezza gala•- (Gherard., e. toeletta; timo); danneggiare (Cavalca); per- Vianl, s. /eletta; Garg. 4-7; Bloch, s. toile). cuotere; stuzzica.re; colpire; (intr.) · tofana (acqua -), n. f. ant., sorta· di capitare, succedere (col dativo); riveleno. Anche àcqua tofània, o acquetta, guardare; approdare (F. Guicc.). o acquetta di Perugia. (Fanf., s. (Via.ni ). acquetta). Tocco veleno segreto sopradetto. (Miglior., (Tomm. e B.); toccato (ant..) « taito >> Dal n. pr. 178; It. D. VIII 39, 42). ( Jacop.}; toccata (musica) (Ma.gal.); tbga s. f., veste lunga. di magistrati, toccamento (Alberta.no volg.); toccante avvocati, dottori di università. (Fazio). Togato (agg.) > (Sa.lvini; Viani); tocco « toccato (:IL Vill.); affetto da un (G. Vili.). principio di pazzia (toccato nel cerDa t{)ga (lat.) ; toccalapis (v, s. Da u,mre (lat.) . (R. e. W. 8769). tOgo agg, tosc., di affare trattato e m.) • rimedio pronto, sicuro •> (Panz., a. 1905). riuscito bene per utilità e guadagno Toccare è parola di ra!!'ione imita- personale (Fanf., Uso); (pop. scherz.) tiva, esprimente l'urto, il colpo. (R. di lusso, di gala (Petrocchi). e. W. 8767, tokk, non tok). È voce che appartiene a diversi tllcco v. 8. toccare. gerghi (nell'Alta Italia anche nelle -

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    t6naca

    tollette forme ti_ogo, ciògo), e pure fuori dei gerghi. E supponibile che wgo in origine fosse un aggettivo tratto da tòga , (parm.) > (Oudin); tomino (sec. XVII) > (Oudin; Spadaf.). Piem. tuma , tumin «caciolino >>, calabr., sic. tuma . (R ..Ling. R. V 25; F. lt. IX 37-38). tonia a s. f., (ant.) stanza, soggiorno (Bra.cc.; Forteg.: Gherard.); (pist.) luogo solatio, riparato dai venti (Fanf., Uso; Nerucci 147). Piante poste a tomatio o tomitio (montal.) . Ne deriva per via letteraria e scientifica. tunica ~ membrana che avvolge certe parti interne del corpo degli animali ►> (Dante; Redi). V. intonacare. tonare v. intr., del fragore cagionato da una scarica elettrica tra due nuvole. Tuono (Novell.), pop. tòno, ant. truono (Fra Giord.; G. Vill.), tròno (ora contad.); intronare (Dante);

    rintronare (Storia Rin. Montalb.); rintrono (ant.) (Buon. il G.). Intronare valeva anche (Cell.), e intronato (B. Davanz.; Buon. il G.) (ora d'uso a Roma). Da tmiire (lat.). (Il. e. W. 8778). t611chlo s. m., baco di alcune civaje. (Oudin). V. cacchione, marméggia. Tonchiare (ant.: Crusca); intonchiare (v. intr.) « dei legumi guasti da.I tonchio>> (Allegri). Vi fu riconosciuto l'ant. nome Tonchio, da Antònio (Buon. il G.). (Mise. Ascoli 444). tondo v. s. rotondo. t6ntano s. m., buca nel fondo del fiume (Libro masc.); (ant.) vaso gra.nde da bere- (Redi). Meno com. tonfane, fior. contad. tonfo, nel primo senso (Tomm. e B.). Dal longob. tumpfìlo , ted. Tiimpel. Sulla Mantovana i nomi antichi di luoghi Tonfilo (a. 1076) e Tonfius (a. 1251, 1254), e altri (Lingua N. III 104, n. 4). tonto s. m., caduta o colpo rumoroso, (B. Davanz.). T6nfete ! (voce imitativa di caduta o colpo); tonfare (Fanf., Uso); tonfolare (ant.) > (Pataffeo) (trent. tonfolàr >). Formazioni imitative, indipendenti dal ,germanico. (Gamillscheg, Rom. gerrn. II 167). tonneulare v. trans. marin., spostare una nave da un punto a un altro per mezzo di cavi. (D'Alb.). Anche toneggiare (Fine.), in Stat. genov. (a. 1441) tonnezare. TO'Tlllléggio > (D'Alb.). Dal greco '1'6voç ~ legatura tesa o che si può tendere; corda, cavo >>.

    (Diz. mar.).

    tonnellata s. f., unità di peso di mille chili. Ant. tonellàta (a. 1481; Ma.gal.), tonellato (Ci tol.). Da tonelada (spagn.), derivato di tonel ~ barile, caratello ». (Diz. mar.). tonno s. m., specie di pesce grossissimo degli acantòtteri, del Mediterraneo, la cui pesca è importantissima per la Sicilia e la Sardegna (Thynnus vulgaris). Tonnetto (Roma), tonnina o Thynnus thunnina >> ; tonnina > (far tonnina > (Varchi; Piccol.); l!uògo tòpico > (Caro: loco topico). Da Topica (lat.), scritto di Cicerone sull'invenzione degli argomenti, fatto a imitazione della 1'opica di Aristotile: 'l' (Petrocchi). V. corrida. Nel Ma.gal. (a. 1719) toreadori (plur.) (Ghcra.rd.), nel Petrocchi toreadore, toreador. Spagn. torear « combattere contro i tori, nelle corride•>. torèro v. 8. toreador.

    toriccla v. 8. Wro. torlorii v. s. turlulu. torma s. f. ora letter., moltitudine, branco. Tormàglia (D. Bart.). Da turma (lat.) « schiera. di 32 cava.Ili ; schiera, frotta. >>, da cui la lctter. turma (Giamboni; Cavalca). t6rmano s. m. vèn. aut., altura ·tondeggiante isolata. Anche Mrmene. Solo come nome di luoghi. 'l.'6rmine (Tormene) presso Mozzecane (Verona.) è Turbinas nell'861. Da turbo, Wrbtnis (lat.) . (A. Gl. lt. XVIII 233; Oliv., Saggio 371, A. I. Ven. LXXV, P. II 1515-'7, Diz. lomb. 544; R. Ling. R. XII !21-'2). tormenta s. f. non pop., bufera di neve· causata da vento fortissimo, sui monti alti; (ant.) tempesta di mare (Ramusio; Sass.). Nel Sass. e nell'Algar. tormento, nel secondo senso. >. (Carena, citato dal Viani, II 443). Nel 1830 il Leop. scriveva. d'~ aver passata la tourmente sugli Appennini >>. ~cl torinese turmenta (a. 1814). Tormenta di mare derivò da tormenta (port., spagn.); tormenta dei monti derivò da tourmente (frane.): da tormentum (lat.) venuto al significato di ; ritornare (Dante); ritorno (G. Vill.); tornaconto (Tomm. e B.) ; tornagusto > (Cecchi); tornalètto (Boe-

    caccio) (cfr. còrso turiccia « capra d'un anno », turicciu >). Da tawrus •(lat.) >; taura «giovenca•>. (R. e. W. 8602; Nigra 161,163; R. I. Lomb. XLVIII 717, XLIX 85). torototèlla torototà, storiella rimata uggiosamente. Da suoni imitativi, come torototèla >. Cfr. falalèlla. torpèdlne s. f. scient., genere di pesci che dànno scosse elettriche (Torpèdo) (Matt.); (marin.) arma usata sott'acqua che, urtata dalla carena di una nave, provoca uno scoppio >> (Parr., a. 1866). Da torpedo, -inis (lat.) , da torpedo « torpore». La forma torpiglia (ant.) (pesce) (Redi) viene da torpille (frane., a. 1638), che presenta il cambiamento di suffisso (R. D. R. I 451). Il nome dell'arma proviene dall'ingl. torpedo (Fulton). (Bloch; Diz. mar.). Ne derivano torpedinièra (silurante) e torpedinière (a. 1889). Torpèdo, torpèdimi, nomi commerciali di automobili da corsa (Panz., a. 1918), da cui torpedone (Panz., a. 1942), derivano da l!)Tpéò.o (fra.ne.), dallo spagn. torpedo, vettura di fabbrica spagnola, detta cosi per la sua forma di siluro. (Bloch). torpedlnlèra v. s. torpèdine. torpèdo ; torpedone v. s. torpèdine. t6rpldo agg. Ietter., (ant.) intirizzito; pigro, lento. (Oudin). ;/.'orpidezza (Redi); torpidire (ant.) « intinzzire, intorpidire>> (Oudin); intorpidire; intorpidito (Libro cura mal.). Da torpidus (lat.), da torpére >. torpl&lla v. s. torpèdine. t6rre v. tògliere. torre s. f., fabbricato di forma stretta e molto alta, fatto di solito per difesa. o qua.le campanile. Torretta (Fra Giord.); torricèlla (Giamboni); torràccia (Cavalca); torrazzo (ant.) (Caro; Buon. il G.); torrione (Malisp.); torracchione (Ciriffo); torrière (letter.) (Petrarca); 993 -

    torrefare

    tortl1llont

    torrigiano (ant.) (Ottimo) (cfr. il cognome alto it. Torresani); piccione torraiuòlo (Redi) ; torreggiare (Fazio) ; casatorre (ant.) (Rez.) (port. casat6rre: Gonç. Viana I 251). Da turris (lat.). (R. e. W. 9008). torrefare v, trans. scient., industr., tostaro, abbrustoliro. (Bernard., a .. 1812). Torrefazione (Tassoni; Ramb. 26), nel Garz. (700) tortelletti, ritortelli; tortaro (Oudin), tortajo « chi fa o vende torte>> (Tomm., a. 1841); tortellajo CFag.). 1'ortièra (Oudin; Darch.) da tourtière (frane., dal sec. XVI). Torta in carta it. dell'808. Da torta (lat.) (Vulgata). Nel 1122 tortellus, frane. ant. tourteau (dal sec. XII) « sorta di torta offerta dai cristiani ai vescovi per natale •>. I tortellini, pasta bolognese, derivano da turtlén (bol.). (L'nga.r.; Dloch; R. e. w. 8802). tòrta v. s. tèrcere. tortellini v. s. torta. tortezza v. s. tòrcere. tortlgllare v. trans. ant., torcere molte volte. (Oudin). Tortiglioso (ant.) >. Da *tortiirium (lat. pop.) (lat. torquere (lt. D. XVIII 147). Da. tìissis (la.t.). 'l'ossire da tìissire. Ne derivano tossicare (Tomm., a. 1841) ; tossico lare ; tossicchiare ( Vi ani, s. tossicare); tossicoloso (Cappucc.). tllsslco s. m., veleno micidiale: (Giarnboni). Aut. e poct. tòsco (Dante). Tossicare (ant.) (Vite Plut.); attossicare (G. Vill.), ant. attoscare (Giarnboni) ; intossicare ( J acop.) ; intossicazione (Apoc. volg.); tòssicologia (Tomm. e B.); tòssico (agg. letter.) (Tomm. e B.). Da tox'icum (lat.), greco -ro~tx6v, da -r6~ov , detto cosi perché adoperato a. spalmare le punte delle frecce. Da tòssico fu ricavata tossina (scient.) (Panz., a. .1905), frane. toxine. tossina v. s. tòssico. tossire v. s. tosse. tostare v. trans., abbrustolire. (Oudin). Nel Salvini tostare le fave, in G. Targ. T. tostare le castagne. Tostirw (per il caffè) (Fa.nf., Uso); -

    tostatura del caffè (Redi); cacao tostato (~aga!.); tosticchiare (G. Ta.rg. T.). O dallo spagn. tostar o, di provenienza. letteraria, dal lat. tostare. tosttno v. s. tostare. tllsto 1 agg., duro. (Lippi ). Uòvo tòsto (Tassoni) (Viani); (ant.) presto (I>. :l'otalità (::lalviati); totalmente (Fra Giord.); totalizzare (Bernard.); totalizzatore , e ora-no è anche , (Varchi); avv. tragicamente. traghettare v. trans., trasportare o passare con barca da una sponda all'altra d'un fiume (Cito!.; Garz.; Sass. ; Galileo) ; passare da un luogo all'altro (traghettar l'alpe nel Della Casa). Nel Berni : ·un ponte ch'al giardin traghetta. Traghetto (Sansov.; fig. in· Buon. il G.). Da.i venez. traghetàr; traghèto, da trajectiire (lat.) >, con un gh che è presente anche in ghet.à( r) « gettare » delle parlate di Burano, Grado, Rovigno. (lt. D. VII

    -

    229; A. Gl. It. XV 127; Diz. mar.).

    traghezzato v. s. tigre. tragittare v. trans., (ant.) scuotere (Fra Bart.); far passare fiume, lago dall'altra parte. Ant. tragittare, tragettare « passare un'acqua» (Oudin). Tragittarsi (ant.) > (Fra Bart.). Tragittare (ant.) . da cui tarliso (vencz.), tarlis (rnilan.). A traUccio corrispondono tarlisso (ver.), terliz (rover.), ecc. (B. D. R. VI 96, n. 2; Bloch, s. treillis ). · tram v. s. tranvài. trama s. f., ripieno nei tessuti ; maneggio nascosto o ingannevole (.Ja.cop.). Tramare . (R. e.

    w.

    8847) ».

    tramà1ll0 s. m., arnese da pesca for-. mato da tre reti. (Jacop.). Anche tremàglio (D'Alb.). Bol. stramai, vie., pad., venez. tramàgio, rovig., vals11g. tramàcio, milan. tremàg (g molle), torin. trimai, genov. trémagi, tarant. tramàcchio, sic. tramà,gghiu. Da tréniaculu,n (lat. tardo) « rete a tre ordini di maglie », composto di trés « tre •> e mèicùla . ( It. D. I 257; Levi, Diz. 282; Bloch, s. trémail; Diz. mar.). trunarnlno s. m. fior. llisus. ( f), forzajolo. Da Giuseppe Tramagnino, il quale fondò nel 1844 una Società di mimica e ginnastica in Firenze. (Arlia, Voci). tramanacca s. f. ()lassa Marittima.), imbroglio, rigiro. Tramanaccare « imbrogliare, abbindolare»; tramanaccone « imbroglione, a.lmana.ccone » (Fanf., Uso). Certo affine a tramonàcia (valsug.) -

    « imbroglio; chiapparello •>: cui rispondono catramon.àcia «(venez.) fattucchieria.; (trent., bresc., berg., ecc.) affascinamento; (milan.) malumore & ; catromonàcia (bellun.) .ripiego». Qua.le ètimo fu supposto il greco xor:,o:µ6v1Xxo c; . Lucch. tràmpani. Trampolieri (sciont.) > (Less.) (anche gralle); ani. trampalare (Fra Giord.; Pa.ta!Jìo), trampolare (Cell.), pist. intrampnlare. (Ghorard.; Petrocchi); strampalato (v.). Da trampcln (alto ted.) >, rn;1, trampalare può anche CE\Aere una forma;,;iono imitativa parallela alla tedesca. trampollno s. rn., asso o cassetta su c·.ti, chi salta prendendo la rincorsa, balza per darsi lo Rlancio. (Petrocchi). Nel Ramb. (345) trampeUino, nel Fan f. ( U,ço) trappolino. Il Capello (a.. 1814) à i piem. frapoulìn per tra.poula > e tra,poulin d'i sa.uta.dour , il Cherub. (a. 1843) il milan. trappolìn « trarnpcllino (fior.)>>, e con tra.mpellino trnduce il parm. tra.polèin il PeBchicri (a. 1841). Trampolino fu derivato dai /ràmpoli (Bloch, ~- tremplin; R. e. l·V. 8850), ma questi sono cosa troppo dilTcrente, sicché sarebbe preferibile la derivazione da trappolino, da tràppola, per ragione di somiglian;,;a. (Zamb.). Sennonché già dal 1680 è attestato il frane. tremplin, che fu derivato. assieme con trampolim (port.}, dall'it. trampolino, certo in vista della supposta connessione coi tràmpoli. l\fa questa. è da scartare, mentre la forma frane. poté venire da trappe > (v'è anche trappelle), con la prima nasale chiamata dall'altra (v. parangon). Dal frane. poté venire trampellino; e trappolino, torin. trapulin, può diseen-

    dere da trà;ppola, o può questa essersi intromessa in quello. tramutare v. s. mutare. trana v. s. trainare. trance s. m., sonno ipnotico. (Panz .. a. 1908). Genov. andà in transe > (Frisoni, a. 1910). Da trance (ingl.) . Tra.nse è dal frane. transe (a. 1898), che è dall'ingl. trance, a sua volta dal frane. ant. transe >, venuto da transir (ant.) >, nato dal lat. transire >. (Bloch). tràncla s. f., (Roma) coscio (di bue) (cucina) ; (:Milano) fetta (di panettone, di prosciutto) (l'anz., a. 1905) (termine di trattorie); arnese per tagliare i fili di ferro (ivi). Da tranche (frane.), deverbale di trancher e alpinus. Ne fu formato transandino > (ferrovia tra™andina) e altri.

    .....:.. J.OOO.;.;...

    * trappa

    transandino transandino v. s. transalpino. transazione s. f. leg., patteggiamento, accomodamento, accordo. (Ségneri). Oudin : transattione >. Da transactio, -i'inis (lat. leg.), da translg~re e septum « recinto >>, ossia ' recinto al di là della navata'. (Bloch). trànstu1a s. m. lettor., disertore. (Grassi; Tomm. e B.; Rez.). Un tempo anche trasfuqa. Nell'Oudin trasfugo, trasfugone > viene da travqllare v., (trans.) affliggere (Giac. tractatus ; trattàbile e trattabilità (Ma.- da Lent.; Dante); (intr.) lavorare gal.) da tractabHis. (R. e. W. 8824). (Petrarca; P. Giambull.); fatica.re trattato v. s. trattare. ( G. Ruc.). Travagliarsi « affaticarsi • trattenere ; trattenimento v. s. tenere. (G. Vill.). tratto s. m., tirata;· spazio (Dante); Travàglio (Dante da Mai ano; o collo stilo (Dante); momento, volta N ovell.; Dante) (Lat.: travallia (Fra •lineetta» (Darch.); trattoso (aut.) Bart.; Redi); travaglino (ant.) > (B. Segni; tore; oomo affaccendato» (Oudin); Varchi). travaglioso (Gelli). Da tractus (lat.), da trahfre « tirare, Dal frane. travailler >, se travailler >; travail > risale a tractiira. dal lat. pop. *tripaliiire (Redi) ; trastravato (ant.) (Grisone) (A. R. XV 476-'8). Da trabs, trabis (lat.). (R. e. W. 8823). travedere v. intr., vedere una cosa per un'altra. (Fironz.). Travedimento (Ségneri) ; travedevo le (ant.) (Bellini); travéggole (s. f. plur.) >, aver le travéggole (Boccaccio) (cfr. Babborivéggoli~. Da tra- (lat. trans-) e i!edcre. travégrole v. s. travedere. travèrsa s. f., sbarra traversa. (G. Vili.). Traversine > (Carena I 90, che le dice pure guancialini); traversino > (Saverien; D'Alb.); traversone > (D'Alb.) (Oudin: >; anche presso Zabaglia). Da transv'érsa (lat.). (R. e. W. 8858). traversare v. intr., passare a traven,o. Traversia > (Ariosto) (Diz. mar.); attraversare (Dante). Da transversiire (lat.). Traversata « viaggio marittimo>> (Stratico) da traversée (frane.). (Diz. mar.). traversia v. s. travèrso. travèrso agg., non diritto; avverso (Bc>ec.); (ant.) aspro, incomportabile ( .Tacop.; Cavalca). 7.'ravèrsa e, scorciatoja (D. Bart.); (ant.) manrovescio (Luigi Pulci); (ant.) avversità, traversia (G. Vill.; Caro) >> ; traverso (an t.) ; a travèrso (Boèc.); di travèrso (Dante); traversone > (Diz. mar.); traversia > (Ilellinc.). Dal la.t. transi·frsus (agg.); transvhsum, (s. n.), da transvertere >. (R. e. W. 8860).

    traversone v. s. travèrsa e travèrso. travertino s. m., tufo calcareo nella pianura sotto Tivoli e altrove. (0.

    Ruc.; Baldin.). Nel Lat. volg. pietra tiburtina, nel Crcsc. volg. sasso bianco, tiburtino, nel Palladio volg. tebertino (s.). Anche nell'Oudin tiburtino (s.). Anche piètra di Tivoli (Ga.r.). Nel Petrocchi tevertina (agg.), nel Garz. (579) Tivertino (s. m.). Da lapis tiburtinus (lat.) . Nel Vinci (a. 1759) trazzera >. A Roma (a. 1936) i tremolanti « setta religiosa di origine americana>>, anche pentecostièri. Nel 1690 il Deseine elenca: , forse latinismJ del suo secolo. Siccome il granturco cominciò a diffondersi verso i pr,mi del sec. XVII (v. s. granturco), tutolo doveva indicare prima qualche altra cosa, ma mancano attestazioni a.I riguardo. V. anche s. tòtano, e nota gli a.br. tòtere (f.) >, tutere « tutolo ; rotolo di monete •>, a Castelfrentano tòtere « turacciolo ». (Merlo, Dial. Sora 196, n. 2; A. R. XXIV 54-55). tuttaviil v. s. tutto. Tuttnalla (Il sor -) v. s. tutto. tutto agg. indicante l'interezza d'una cosa. Tutto (s. m.) (Dante); tuttavia (a.vv.) ; rintuzzare « ammacca.re la punta >> (dal sec. XIV); nap. tu.zzare «cozzare; urta.re ►> ; tuzzo > ; tuzzuliare , ant. tozzolare (Scoppa: v. Rolla 34) ; ai quali si accompagnano i seguenti, tutti di formazione imitativa: 2) tozzare, tozzolare (ant.) > (Giamboni); udimento (ant.) (Jacop.; Zibald.); uditivo (Varchi); uditore (l> (nel Lori lucciurare), che va mcs.io con luccioloni, lucciconi «grosse lagrime >> (Fanf., Uso). u1na V. unghia. u1nolare v. s. uggiolare. UlftOlo V. S. uno. U(OII s. f., appendice molle pendente dal velo del palato. (1'es. pov.). Ant. uvola (Cresc. volg.). Da. *uvula (lat. pop.) >. Della. stessa origine è vannino (Roma.) .

    1017 -

    umor,

    dltlmo ultimo agg. es., che viene in fine, che è in fine. All'ultimo, in ultimo '(avv.); ultimamente (Dante); 1tltimare (Dante); ultimazione (Bernard.); terzultimo. Da. 1tlfimns (lat.). superlativo di ulter ). Da hilmidum il s. m. umido (G. Bentiv.; Salvini); buon umore (Salvini). Umorino (ant.) . Nota bellumore per

    (Fra Bart.); usata (ant.) > (Giamboni; Dante); disusare (Guidotto); disuso (agg.) (Cell.); (s. m.) (B. Davanz.); disusanza (ant.) (Giamboni).

    1021 -

    llllft1

    111&tto Da iisiire (lat. pop.), da ilsus « uso & (R. e. W. 9093). usatto v. s. uòsa. u1bèrgo s. m., corazza di maglie metalliche. (Giamboni; Ariosto; Berni). Ant. osbergo (Dante), asbergo (}fatasala; Trist.). Soprasberga .; uscière > (dal frane. huissier). Dal lat. tardo (scc. VI) ii.gtium per ostium (lat. clas».) e, porta•>. uscire v. intr., andaro o venir fuori. Ant. oscire (Jacop.). Anche escire, poco us:ito. Uscita (Giamboni); uscito (s. m. ant.) (G. Vili.); riu.~cire, riescire; riuscita (G. Vili.); fuòruscire e fuòruscita (scient.); fuòruscito (v. s. fuòri). Da e.r,ire (la.t.), da e.r , quindi significante l_uogo che non esiste. B. Davanz. chiama utopie le fiere che i Genovesi facevano ora in unà regione ora in un'altra, e l'Algar. scrive cho la Verità > (dal sec. XIII) e vegliardo (sec. XIV) (ora poet.) son ritenuti provenienti da. vieil; vieillard (frane.. ) o da vielh; velhart (prov. ant.). Vecchiaja può essere venuta da (aetas) •vetìiliiria (la.t. tardo) ( It. D. XIII 121). (A. Gl. It. XIII 386, XX 135, 139; Bèzz. 66, n.; R. e. W. 9291). ricchlo marino n. m. ant., vitello marino. (Oudin). In Luigi Pulci marin vecchio. Da vUulus marinus (lat.), dal quale derivarono pure nomi sardi della foca. (Mise. Ascoli 231-'2; F. It. VIII 123).

    v6ccla s. f., pianta delle leguminose coltivata per foraggio (Vicia sativa). Veccione « cicerchia salvatica •> ; pan vecciato (Allegri), ant. pan veccioso (B. Davanz.); veggidlo (Ricett. fior.), o veggione (Canev.). Da vfoia (lat.). (R. e. W. 9308). vece s. f., ufficio, incombenza per un altro; (ant.) persona o cosa che sia in luogo d'altra (G. Morelli). Divisare le veci (ant.) , da cui veza (conzdolce) (pad., ver.) > ; vefocipedastro > (Panz., a. 1927); Circolo velocipedistico (Arlia, Voci; a Roma, a. 1946); corsa velocipedistica (Petrocchi).

    1033 -

    venire

    vel6dromo

    n velocipede venne In nso nel 1865, sebbene le invenzioni d'un tal veicolo siano molto più antiche.

    Véndita (]Iaestr.); venduto (agg.) (Dante) ; renderéccio (N 01·ell.) ; vender i a (ant.) (Cicer. volg.); Il nome deriva da 1;élocipède (frane., rivéndere; rivenderia (ant.) e, barata. 1829). che fa a(loLtato dal 2\Iichaux teria» (G. Vill.); rivéndita ; rivenditore (Buti); -a (Beri piedi veloci >> (velocipede nel Menni); rivenditrice (1.'ratt. segr. cose); zini), composto di vélox, i·élocis (lat.) rivendugliolo (Gclli); vendicchiare (Pee pes, pédis . (Gar.; Bloch). trocchi); vendibubbole (A. F. BerV. bicicletta. Un remlpede . È inoltre dubbio che ventrecha (spagn., port.) ; mocho ; espiche . (R. XXXIX 441-':.l; Guam., p. 464-'5). (A.. Gl. lt. XrII 394-'5; 1~. e. IV. 9209). ventrlcchlo v. ventrlglio. ventrlgllo s. m., stomac~J 1legli uc.celli (Palladio volg.); (ant.) stomaco dell'uomo (S. Gir., Pist.; Lippi); ventricolo, cavità del cuore (Ségncri ). Ant. vcntricchio nel primo senso (Redi). Ventrfochia (v. s. ventresca). Da ·v~ntr'foiilus (lat.) > (diminutivo di venter ) da cui per via letteraria vent.ricolo (dal scc. XLV). (V. citazioni s. ventresca). ventriloquo R. n1.. chi i\ l'arte ili parlare m,1tan1lo la voce in modo da Rembrare che essa venga di lontano. (Leone, a. 1828). Furono un po' in uso anche engastrimito, engaslriloquo ( ivi). Dal frane. 1•entrilorrue (a. 1552): dal lat. basso ventriloquus >, per la credenza che i ventriloq11i formasHero i suoni col ventre. ventura s. f. non pop. sorte, fortuna (Dante); (ant.) avventura, acci> (Salini). Venturière (soldato) (F. Guicc.); venturina (nel Maga!. pietra venturina, che si riteneva formata, ma non rego-

    larrnente, sotto le fornaci dei vetri, scicnt. avventurina)'; venturoso (letter.) > (Cresc. volg.); malaventura (Bocc.) (Oudin à pure m,alaventitrato, malaventuroso, in scrittori del passato malavventurato, malav1Jenturoso, e malavventnra); sventura (Dante); sventurato (Dante). Dal lat. ventura ), non dall'ind. varanda . (Gonçalvez Viana II 524-'8; Lokotsch 223; R. e. W 9150). veratro s. ru. letter., elleboro bianco ( Veratmm albmn). (Ariosto; Libro cura mal.; Oudin). Ant. pop. veladro (L. Anguillara, sec. XVI). Da veratrnm (lat.), donde anche fala.gro (ver., trent.). (Bertoldi, Un ribelle, p. 50-53; R. e. W 9217). verbale 1 v. s. dei•erbale. verbale 2 s. m.. resoconto scritto cli un'adunanza, cli una deliberazione ccc. (Bernanl.). Dal procèsso verbale (v. verbale nell'Cgol.). VPrbalizzare > è presso Fanf. e A. (a. 1877). Questo verbo è già ncll'Ondin, tradotto con 1,erhaliser. Dal lat. tardo verbalis, entrato per via. letteraria. verbasco v. s. tassobarbasso. vèrbo s. 111., (lettcr.) parola (Ja.eop.; Dante); parte del discorso, che si coniuga, indicante esiRtcnza, azione, pas~ione (Dante). Da verbum (lat.) >. Verboso (Serm. S. Agost.); verbosità (S. Ant.) (la vfrbosus; lat. tardo vfrbos'l,tas, -éitis. t.-1 verboso v. s. vèrbo. t •• varchlone v. s. verricèllo. · ·, verdàcchlo v. s. verde. verde agg., del colore delle erbe e delle foglie fresche, il quarto colore dello spettro a partire dal rosso ; fresco ; giovane, Ant. e oonta.d. verdo. Verde (s. m.) (Dante); èssere al

    1036

    verderame

    ver1oina

    verde (v.) ; verdastro (Redi ) ; verdiccio (Grazz.); verdigno (Sacch.); verd6gn-0lo (Cell.), ant. verder6gnow (Ricett. fior.) (lt. D. XVIII 155); verdolino (agg.); (s. rn.) (v. s. verza 1 ); -a (a11t.) ). (R. e. W 9368 a). verderame v. s. verde. verdetto s. m. leg., dichiarazione dei giurati. (Tomm. e B.). Dal frane. verdict (a. 1833), anche latinizzato in veredictum (a. 1787), preso dall'ingl., che à verdict, di provenienza anglo-normanna. e i;..orri!;poudente a verPdictmn (t1ere e dictum >) del lat. mediev. d'Inghilterra. Verdict è in un'opera francese imll' Inghilterra del l(i(j9 e i·erdetto in D. Bart. (a. 1667), riferito pure all'Inghilterra (RPz.). li Veratti (a. 1_870) diceva accolto e tollerato verdetto, come il termine giurati, ma il codice di procedura penale aveva dichiara:;ione. (Fanf. e A., a. 1881, 1907; Bloch). verdone v. H. verde. verduco s. m. ant., stile quadrangolare con fodero formato da un bastone. (Berni; Buon. il G.; Salvini). Anche verdugo (Oudin). Dallo spagn. verdugo , dall'agg. verde. Anche l'irp. sborduco >, a l\'Iontella sberd-uco . (Gherard.; Cancv.). Da un lat. pop. *vfrvecarius >, da i-ervex : cfr. berbicarius nel see. IX, donde il frane. berger, ant. e prov. bergier, da èui il piem. bergé >, e sbergiairé >. (A. Gl. lt. XVII[ 434-'5; Merlo, Dial. Roma II 42). vergatino v. s. verga. ver1ella; -o v. s. verga. vérglne s. f., donna intatta. Vérgine (agg.) >; i-erginè1la (Firenz.); verginetta (Libro prediche); sverginare anche per > (Libro son.); sverginamento (Ottimo); sverginatore (Il. Davanz.). Da v'irgo, -'inis (lat.). Da virg'fnalis l'agg. letter. verginale (Libro mn. ). Verginità (Bocc. ; presso J acop. verginitate) da vfrginttas, -atìs. (R. e.

    w.

    9364).

    '

    vergogna s. f., turbamento per cose ritenute disoneste; cosa che fa vergogna. Vergogne > (Sigoli ). Y ergognoso (Dante); vergognosa " sen • siti va (pianta)>> (Crusca, s. sensitiva); 1,ergor11iarsi (Jfor. S. Greg.); s'vergoynare; svergoynato; svergognamento (Albertano volg.).

    1037 -

    vernàcolo

    rirgola Da verecundia (la.t.), da. verecimdus (veréri ). (R. e.

    w.

    9225).

    vérgola s. f. aut. e ora delle mont. verghetta. (Fioretti : una vergola di fummo), sorta ùi seta addoppiata torta e ritorta (Petrocchi) (11ell'Oudin per > (Oudin). (llèzz. 72; Bloch, s. vermeil; R. e. W. 9230). L'Ulloa. traduce con vermegl-ione « minio >> il port. vermelhiio (Zacc., Elem. iber. 399). vèrmlne v. s. vèrme. vèrmocàne s. m., (ant.) malattia che si desiderava altrui per imprecazione (Sacch.; Grazz.); verme volatio (malattia del cavallo) (Oudin lo traduce con . vernàcchlo v. s. invèrno. vernàccla s. f., varietà di uva, di vite, o di vino, di colore bianco, rosso o nero. (Dante). Anche vernazza. (Canev.). Salimbene: vinuni de Vernaça, bonum vinum nascitur in quadam contrata q,ue Vernatia appellatur. li Bocc. e il Sacch. nominano la vernaccia di Corniglia, che è frazione di V crnazza, una delle Cinque Terre, nella provincia della Spezia; da co• desta Vernazza ebbe certo il nome la vernàccia o ,vernazza, mentre vernotico è altra cosa. (.Merlo, 8tagi,oni 205, n. 3; A. I. Ven. XCVIII, P. Il 221, n. 2, XCIX, P. II 443, CIII, P. Il 404-'5).

    vernàcolo agg. letter., (ant.) nativo. paesano (l'arini: vernacolo accento), per lo piu aggiunto di lingua (D'Alb.). Vernàcolo > ( Giacchi, a. 1878); vernacolista . V citazioni alla fmc dell'art. invèrno. (il. Gl. It. XXIX 27-28). vernata; vernerécclo v. s. invèrno. v6rnla v. s. vènia. vernlcate ; vernlcato v. s. vernice. vernice s. f., liquido che serve a dare il-lustro e a altri usi. Verniciare (R. Borgh.), ant. vernicare; vernicato (Polo volg.); inverniciare, ant. invernicare (Libro astrol.); verniciatura (Tomm. e B.); inverniciatura ( Ségncri). Da veronix, -icis (bassolat.) >, bassogreco verenikt, nato da Berenice, città della Cirenaica. (Bloch, s. vernis; R. e. W. 9236). Da vernicare vennero vernicato « sorta. di catino» (Cirillo), tra.pan. virnicatu 6 catino >>, e, com'ò supponibile, vernicale (ant.) ). ::lcnnonché le forme antiche attestate con sicurezza sono garolf (sec. Xll) e leu garoul (sec. XIll), nell'Oudin gcirou (llloch; Prati, Foci, p. 97-98), e non è facile un trapasso di gue- in ve-. Il Vencr. à : >. "V erola fu quindi i_:iferita per spregio a villano cattivo. E comprensibilo che codesta parola sia stata aftibhiata alla ripugnante J}efana. Angela Nardo Cibcle (Studi sul dialetto di Burano, Venezia, 1898, p. 87, n. 5) spiega il buran. bruto barolao con >, e aggiunge che in un sonetto antico di Burano c'è Berolì per >. Questo è un caso in cui una brutta parola è rivolta con intento carezzativo a un bambino. Ma barolao può proprio corrispondere a vero lato (Vener.). Cfr. anche l'uso furbesco di bolla. verretta v. s. viera. verrlcèllo s. m., sorta di arganello orizzontale; burberino. (Buon. il G.). Verrina (Redi; )lagal.); verròcchio > (Tom. e B.) ; verruglio >; verchione (pist.) (R. D. R. III 137). V erruglio risponde al genov. veroggio ~trivello•> e a verruchiurn dello Jal, cui ò da aggiungere verigolo (Oudin), venez. verigola e :tltri nomi. ( lt. D. X 221; R. e. IV o:182; B:180). vescica s. f., serbatojo dell'orin:t npgli animali; gonfiamento sulla pdle (Crescenzi volg.) o sulle foglie (Retìi); ci:trla, spampauat:1 ( Berni ). Vescicatorio (Bicett. fior.) o 1,essica11te (:rnt.) (Redi), i-escicanle (~fanuzzi); ·vcNcicare (ant.) vestito v. s. vèste. veterlnàrlo s. m., medico degli animali · (Sp(•tt. riat.) o retreria (Oudin: vetraria); vetrami (Oud;n); ·i:etraj() «(ant.) chi domestici. (Garz. 474). Veterinària >; retrina (neutro) o veterinae >. (vernice) (Baldin.}; "armadio di vetri per esporre al pubblico (:\loloR8i; vàto s. m. leg., diritto'.d'un magistrato, d'un corpo politico, d'un capo di Viaui) •>; retrone (contad.) « neve strutta stato, per il quale si vieta la pubblie diacciata. >>. V. vedretta. cazione d'un atto, d'una legge, d'tma. Da vitrurn (lat.). Da *v'itrium (lat. deliberazione, o lo stesso atto ecc. pop.} > vennero: vetriato (agg. (l (Poliz.); 1·etvetrina v. s. vetro. vetrluòla 1 f., erba perenne che nasce tajuòlo > (Allegri; ilagazz.); sretlare oOicinalis). (Cresc. volg.). Ant. vi; toccar di vetriuola principio di questo secolo, e 11Iottarone Veitn (Pallanza). > (Cecchi). Non è chiara. la supposta dipendenza. Da vetriuòla 1 , perché contiene la parola vetro. (l!'rizzi ; Prati, Voci, da vtlta (lat.) >, vetrluòlo s. m., solfato dei metalli. né lo è quella da vectis >. (A. (Ricett. fìor.). Anche vitriuòlo (Redi), Gl. lt. XV 299; Il. e. W. 9404). vitri'Vlwlo (ant.) (Tes. pov.), com. vetta 2 (nave) v. betta. vetriòlo, vi-. vètte s. m., (anL.) leva (Galileo); (ant.) pp,zzo di legno di sostegno a un Dal bassolat. vitriol-um (dal secolo paranco (Stratico); (scherm.) spranVIII), da. *vitrium, per l'aspetto veghetta di ferro perpendicolare all'asse troso del vetriolo ; v. nei Canti cam.: della lama (l'ctrocchi). vetrinolo , Vitriolare (PeDi origine dotta. Da vectis (lat.) trocchi) è dal frane. vitrioler, su cui . vettlna s. f. ant., orcio, coppo (Caro ; è formato pure vetrioleggiare (Panz., Ma.gazz.; }!aga.I.); (Siena.) orcio ina.. 1905).

    vestire v. trans., metter la veste.

    Da vestire (lat.). Svestire da d'isvest'ire (lat. pop.). (R. e. W 9282,

    w.

    s.

    1042 -

    vettovàglla

    viavai

    vetriato per l'aceto (Fanf.). Nel Garz. \ 677) le vattine (forse sbaglio) dello speziale. Vettina nel primo senso vive a Roma. « Vettina, c·uvette à mettre de l'eau, fontaine de bois, ou plustost une grande urne que l'on fait à Ro,ne, qui tient iusques à dix ou douze sceaux >> (Oudin). Furb. vetta (Ou.). Ancon. bettina ; pad. venez, veturo , rovig. vetore, veturo ; ruarin. vetta, betta. Con bettine l'Ulloa traduce tinajas (spagn.) (Zacc., Racc. 75) e vettino (mi1mrn di vino) ànno gli Avvisi d'India (Zacc., Elem. iber. 511). V. betta. vettovàglla s. f., viveri per l'esercito in marcia (Guido delle Col. volg.; Sacch.; Pecor.; Herni). Poi di solito al plur. (Mach. ecc.). Ant. vittuaglia ( G. Vili.; .Jl!aestr.), vittovaglia (G. Morelli), vettuaglia (S igoli). Vettovagliare (F. Gùi cc.) ; vettovagliamento (lfontec. ). Da victualia (lat. tardo) « viveri ~ (victus >), per via letteraria. (R. e. W. 9314). vettura s. f., il dar bestie da tiro, da soma, da sella a giornata o a ore (Cresc. volg.); il prezzo per la vettura (Sigoli); carrozza (Pananti). Vetturale (s. m.), (Sali. volg.); vetturino (s. m.) (Cecchi); rettureggiare ( Cresc. volg.). Da vectura (lat.) (veMre ), per via letteraria, com'è probabile. vezzo s. rn., (ant., plur.) lezi (F. da Barb.; Bocc.); carezze; (sec. XIV) delizia, trastullo ; abitudine ; ornamento di perle o altro. Vezzoso (Seneca, Pist.) ; vezzeggiare (Mcd.); avvezzare (dal sec. XIV); avvezzo >. (Bèzz. 62; A. Gl. It. XVIII 267, 443). viandante v. s. viavai. viavai s. m., un va e vieni di persone o cose. (Pananti). Probabilmente da un *via-andare, viandare (ant.) (Oudin), da cui anche viandante (Novell.). Nel gergo dei coatti c'è via-va (G. Vili.). Da veru (lat.) >, con -rr- in verrei/a per wlione con fèrro. Da verrettone venne il frane. v-ireton. Tra ghiera e ghièra «cerchietto• vi dovette essere una attrazione, colla conseguenza che il gh passò da una, forse dalla prima, all'altra. vietare v. trans., proibire. '·: Vietamento (Fra. Bart.); vietativo i (Albertano volg.); divietare; divwto 1 (Da~te); divietamento (ant.) (Giam-,~.• bom). . !

    -

    lQ,J.4 -

    ·.

    vlèto

    vlliicchlo

    Da v~léire (lat.). (R. e. W 9286). vlèto agg., (ant.) invecchiato (Dante); raILcido (Cresc. volg.). Da v~tus (lat.) ; R. e. W. 9328). vlgllàcclo v. s. 11iqlia. vlgllacto agg. e B., vile; tristo, frodolento. (Aret.; Cocchi). Vigliaccàccio (l; vignazzo (ant.) ,, vigna•> (Cresc. volg.; Soder.); vigneto (Albertano volg.); vignuolo (ant.) (Cocchi; Lippi) (R. XXVII 225; Prati, Voci, p. 175) (v. l'ant. svignare l'ancora (città vincitore in Guidòtto) ; fare a vincipèrdi (gioco) (a. 1708); Vincigucrra, ant. soprannome e cognome (R. Ling. R. VII 264). vlnclb6sço s. m,., abbracciabosco.()Iatt.). -

    Da •vincere ; 1,•iolacciòcca (v.). Da rH1la (lat.), fiore e colore. vl61a 2 s. f., strumento musicale a eorde e a arco, che sta tra il violoncPllo e il violino. (Fioretti). Dei derivati v. sotto. Nel noce. e in altri i 1iruola. virola. Deriva dalla 11iola o viula, suonata dai trovatori provenzali e attestata dal sec. XII, come le frane. viole o ·rie/le. La viola è nominata in un decreto del podestà di Bologna del 126.1. Ne derivò il doli no, il piu acuto dr gli strumenti ad arco, il soprano della famiglia antica della viola, in frane. detto violon, nome documentato dal 1557, anno in cui il Baltazarini, violinista piemontel'e famoso, andò a Torino avec une ba,i1de de violons. Fu scritto che il nome

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    virgola

    Ylolacclkca violino comparo per la prima volta nel 1562 e che l'inventore dello strumento fu Gaspare da Salò ( 15421609 ?), ma questa opiniono non è sostenibile per ragione di tempo. Violino era ancho il soprannome del pittoro Francesco paùra di Gaspare. E una carta pcrugrna del 1462 reca: cantarinus et quitarista seu violinista ( Bernardi 262). Il violino risale forse alla metà del scc. XV. È nominato puro dal Varchi (a. 1560) e il Garz. (870) dice che era suonato dai barbieri, che suonavano anche il liuto (lento) e la cetra. Nel Less. è detto che . Del vi-ilino non c'è invece memor:a prima del sec. XV il nome stesso lo dice venuto dalla v'iòla, la quale non poté essero stata portata dai Crociati, dopo la prima crociata ( I 096-1099) poiché i giullari cantavano già nei secoli Vllf .X accompagnandosi con una specie di violino, forse derivato dalla ribèba. Da v'i:ìla derivi, pure il violone (anche nel Varchi), il quale è il " contrabbasso da viola >>, tradotto dall'Oudin con , mentre a violon lui fa corrispondere viola di braccio o violino. Il violoncèllo, con quattro corde e il fondo convcsRo, (Sacch. ! Lett,; l-'ag.; Tomm. e B.) era deUo anche violoncino (a. 1641). Il derivato violinista è nel Magal., ma sopra lo abbiam visto comparire nel 1462. Dalla i:wla e dal v'i9lino il gergo diede origine alla frase fior. dir della v-iolina p·cr . Da viburnum (lat.) (V. vavorna). vipera s. f., genere di serpenti velenosi ( Vipera). Ant. anche vipra (Esopo volg. ; Simintendi; Luigi Pulci). Viperetta (Redi); viperajo « cacciatore di vipere (Redi); luogo di vipere»; inviperire, ant. inviperare (Sann.). Da vipera (lat.). (R. e. W 9358). Ylplstrello V. pipistrèllo. virare v. trans. e intr., far volgere la nave dall'una all'altra parte. (D'Alb.). Anche verbo degli aviatori, riferito ad aeroplani. Virata (Parr.; Diz. mar.). Dal frane. virer, da *viriire (lat. pop.) per vibriire >. (Diz. mar.). virgola s. f., segno di piccola posa nelll\ scrittura. (Oudin). Virgolett.a (D'Alb.); virgolare (Salvini).

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    vlsltan

    vlrtii Virgule nel frane. (a. 1550). Da v'irgula (lat.) >, per la fornn, termine preso al latino da letterati. vlrtii s. f., disposizione a fare il bene ; valore (Tav. rit.); forza (Dante). Ant. vertu (Guitt.; Bocc.). Virtiioso (agg.) (Dante); (s.) >; virtuosità (l'anz .. a. 1905) (frane. virtnosité, a. 186(i); virtuosismo (Darnh.); ·virtuosamente (Fra BarL,). Vi·rtu venne. da v'irtui;, -utis (lat,) per via letteraria, vert11. ne venne per via ereditaria. Virtus (da i:ir ) vale «virilitft ; virtù>>. (R. e. IV 9371 ). virtuosismo v. s. virtu. virus s. rn. scieut., germe vivPntc microscopico che 1miduce infezione. (Gar., a. 1895). Dal Leone (a. 1828) è definito « veleno animale supposto piu che conosciuto, che si considC'ra come l'agente di trasmi8sione di malattie p,,>,r contatto immediato>>. V. Less., s. virulento. Da. virus (lat.) >, usato dal chirurgo l'areo (sec. XVI). Da virns l'ant. avvirato ~invelenito>> (Fauf.). vlsagglo s. m. ant., viso (Gfac. da Lent.; .F. da Barb.; Dante; B. Davanz.); (Rpreg.) visaggi diabolici, i viwggi... della -morte piu spaventosi ( Séigneri). Dal prov. visaf.g, frane. visage, dal1\mt. vis (prov., frane.). (Bèzz. 228, n. 5). vlsavi 1 (con s dolce), avv. o prep., di fronte, dirimpetto, di rinnontro. Anche vi.~-à-vis (frane.) o ·vis a vis (Fanf. e A., a. 1877). vlsavi 2 s. m. (Roma), armadio a Rpecchio. ~el Fanf. e A. (a. 1877) vi.s a 1Jis per >, a Firenze >; svit;cerarnento > (Fioretti); svi~ceralo amore (Fireuz.); svisceratezza (Hecli); svisceratamente (Adr. il G.); inviscerarsi (Ségneri). Dal lat. plur. viscfra, sing. 1,-iscus, vischis; lat. tardo chies. visceralis. 'vischio v. s. 1•esco 1 • viscla (sic.) v. s. brezza. vlsclola H. f., varietà di marasca. (B. Davanz.). Ciriege i•isciole (Allegri). Visciolona (Redi); visciolo (Ì'alhero) (Pnmus c.krasus cecil-ia·na) (Soder.); visciolata (ant.) . (A. Gl. lt. xnr 422-'3, XVIU 297; R. I. J;omb. XLIX 1066; R. e. 1V 14a3). vis c6mlca (lat.), forza c-0mica. ( 1869). )l°el 1782 forza comica. Espressione nata da una lettura sbagliata di versi latini in lode di Terenzio. (l'anz.). visir (con s dolce), s. m. invar., mini;;tro, in Turchia. (Garz. L704]: i Visir). Anehe 1;esir (Gar.), aut. 1Jisire (Algar.; Fag.; D'Alb.), vizir (Gherard.) Gra.n Visir (Serdon.; Redi). Visirato (D'Alb.). Frane. 1.:izir (D'Aubigné); vizirat (a. 1719). Dal turco vizir, a sua volta dal pere. (St. R. VI 217, X 123154; Bèzz. 149; R. e. W 9410). vivere Y. intr., essere in vita; (fig.) (Pl'trnrea).

    Vivere (s. m.) >; vivènte (s. m.) (G. Vili.); malvivènte (s. m.) (Ségneri); viva (G. Vili.: 1,iva viva), er!'iva (G. Targ. T.); vivaddio (viva Dio: Bellini); virac-

    chiare (Rime bnrl.); rivivere (Fra Giord.); sopravvivere (Cavalca) (cfr. lat. sìipervivere); sopravvivolo (ant.)

    ( Cresc. volg.; Benciv .) ; sopravvivènza (:'.\'lagal.; O. Ruc.). Da vivere (lat.) (R. e. W. 9411). viveri v. s. vivere. vlvèrra s. f. scient., genere di mammiferi carnivori somiglianti alle martore. (Less., a. 1875). Nell'Oudin viverra per . . Da viverra (lat.) > per via letteraria. Per via ereditaria ne vennero vinvèra (monferr.), bèra (valsoan.) , dal lat. vìétus > (cfr. •quétiare da quiéti_iire) deve risalire avvizzare, donde vizzo. Da •vlétius per viétus forse il sen. viègio, biègio (v. palàgio). (St. R. I 55; R. e. W. 0324).

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    vocabolàrlo

    voi

    vocal:lolàrlo s. m., libro di raccolta di

    voce fanclullesca n. f., voce bambinesca

    vocaboli, frasi ecc., di solito per ordine alfabetico. (Luna, a. 1536). Anche dizionàrio (v.). Vocabolarista (a. 1751), ant. vocab1tlista (Luigi Pulci), vocabolaristario (Deputati). Dal lat. basso vocabularium, da vocabulmn (v. vocàbolo). vocàl:lolo s. m., parola, termine (Dante); (ant.) nome proprio (Dante); (Umbria, Lazio) nome di luogo di campagna (Tomm.; Capucc.); luogo di campagna (in vocabolo Cerreto). Vocabuli.çfa (v. s. vocabolàrio). Da viicq_bulum (lat.) >. Il senso di ,, luogo di campagna•> è attestato nel 1031: ... in alio vocabulo ubi dicitur cesae. Et ubi dicitur bali. Et in voca. bttlo qui dicitur peretus (nella Sabina) (lt. D. XIV 203, n.). vocale s. f. ling., suono mandato fuori dalla gola e formante delle parole, piu spesso se unito a consonanti; i 1 segno che lo imlica. Vocale d'uscita (Buti) ; vogatore (dal sec. XIV), nel 1248 vogator (lat., doc. genov.); vogavanti (ant.) (Pantera; Lippi), ncll'Ulloa e in n. Crpscenzio vogavante, spagn. bogavante (Viùos). Andare a vogo (pist. contaci.) l; volatore (niamhoni); aviatore bravo ; pesci volatori (a. 1715); svolazzare (Dante); svofo,zzo (Caro), nel ::\!arino volazzo; sorvolare (Varchi); sorvolo. Da volare (lat.); volator, -oris (lat. tardo). (R. e. W. 9431). volàtlca v. s. volàtico. volàtlco agg. ant., che vola (SaRR.); leggero, incostante (Reg. S. Agost. volq.). Volàtica (Trait. segr. cose). Da volat'iczis (lat.), da cui anche olàdeya (pad., venez.), olàign (valsug.), olèqa (ver.) >, macchia sulla pelle le cui scagliettine che si staccano, volano come crusca (A. Gl. lt. III 164). L'ant. t 1olagio > (Seneca, Pist.) è dal frane. -volage. (R. e· W. 9432).

    volare (Palladio volg.: an,ima,li volatili); ili parti di corpi che si possono ridurre in gas o vapore (Redi; llellini); (ant.) leggero, incostante (Bocc.). Yolàtile (s. m.) ); vòltapiètre (v.) ; vòltorécchi (v.). Da •voltare (lat. pop.), riduzione di •volv'itare, da valvere (v. vòlgere). (R. e. W 9446). voltèr s. m., poggiacapo, trina o simili da mettere su poltrone o canapè dove si appoggia il capo. (Petrocchi). Non usate capezziera (Carena), capiera (Rigut., a. 1876). Da voltaire (frane.) > (Darch.), con senso spostrlto. Il termine francese fu crnato per la somiglianza della detta poltrona con quella di una statua di Voltaire, eseguita da Houdon (a. 1781). (Miglior., Dal n. pr. 185). volto s. m., viso. Da vultus (lat.). (R. e. W. 9469). voltolare v. trans., far girare una cosa su sé stessa. · Voltolamento (Sacch.); voltolino (v.); voltoloni (avv.) (Med.); avvoltolare ( Oudin : av-) ; svoltolare ( Oudin); svoltola mento (Carli). Da •volutulare (lat. po,p.), da volvere. (R. e. W. 9441). voltollno s. m., téccola (uccello) (v.). Dal voltolare i sassi col becco per cercare insetti. Cfr. vòltapiètre. Voltolino è termine pis. (Gherard.). vòltorécchl s. m. mvar., aratro adatto per lavorare la terra in co'llina, che à due orecchi di solito uniti in un sol corpo girevole, in modo che lavorano l'uno nell'andaro e l'altro nel tornare. K el Canev. voltaorécchio. voltura v. s. voltare e vòlgere. volturlna s. f. scient., specie di gallina faraona della Somalia, con due macchie azzurre sul petto e la testa nuda come quella dell'avvoltojo (Acryllium vulturinum ).

    Dal lat. vultur'inus >; vomeraie (aut.) (v. Canev.). Da vomer, -fris (lat.). L'ant. gomiera (N. Vili.; Viani ), aret. gome.a, ant. gomeja (Redi) (bol. gumira) t vo•

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    4

    vomlcare

    vuàto

    mere•>, deriva da. *vìhnerea (lat. pop.). (R. e. W. 9448, 9450).

    vòmicare v. s. vomitare. vomitare v. tra.ns. o iutr., rimandare (dallo stomaco). V 01nitamento (Ségneri); vomitatòrio (s. m.) (Libro cura mal.); vomitivo (agg.) (Cresc. volg.). Da vomitare (lat.), intensivo di vo,nère, donde l'a.nt. vomire (Benciv.; Arrigh.). L'ant. v01nicare (Alberta.no volg.; Gradi S. Gir.), donde vomico « vomito ,1 (Cavalca) e vòmico (agg.) (Crcsc. volg.), risalo a un lat. pop. •vomlcare. Vò,nito vien da vom'Hus . • {U. e. W 9452, 9451, 9449). v6ngole s. f. plur. (Napoli; Roma), arselle (scient. vènere, sing.), usato colla pasta di magro. Vas.: gongole, Oudin : gongola, congola >), passato all'it. per via letteraria. vosso V. s. vòstro. vòstro pron. poss., di voi. Aut. vosso (Laudi spirit.) (v. nosso, s. nòstro). Vossignoria (Ségneri), vosignoria (Della Casa). Dal lat. pop. voster per vester (lat. class.). (Grandgent, p. 110, 210; R. e. w. 9279). votare 1 v. s. voto. votare 2 v. s. vuòto. votana v. s. gòtto. vòto v. vuòto. voto s. m., promessa fatta a Dio o ai santi ; oggetto che si attacca in segno di voto (Berni); suffragio, po-

    -

    litico o altro (Varchi). (Rez.). Ant. boto (G. Vili. e altri). Votare (nel Bocc. trans.); (polit.) (Bembo); votatore (Ottimo); votazione (Bemard.) (frane. votation, a. 1762). Da votum (lat.), da vovere >. Votivo (Dante) da vòtivus. (R. e. W. 9458). vulcanlzzazlone v. s. 'IYulcano. vulcano s. m. scient., monto che da un'apertura getta lava e gas infiammati. (Oudin; Bottari, a. 1733; A. Cocchi). Ant. volcano (Oudin). Vulcànico. (scient.) (G. Targ. T.; D'Alb.); vulcanismo > (Gar.); vulcanologia (Petrocchi). Testi toscani ant. ànno bolcano, bolgano; Lucano volg. à Bo/game. Un J>ian di Vulgano è nel !'ieri, Topon. Arno 110; un monte Bolcano è presso Durlo (Vicenza), ecc. Da Viìlcanus (lat.) . wapitl B. m., cervo ùel Canadi1 (Cèrvus canadènsis). (Less., a. 1875). Da wapilik, cioè *, di una lingua indigena del Carrn1là. warrant s. ingl., nota di pegno. (Gar., a. 1895). Dal frane. aut. warant per garant. (Bloclr). water-closet s. ingl., cesso inglese (v.). La sua sigla: IV.O. Composto di water e cl-oset «camerino,,. (Bloch). watt s. m., uniti\ di potenza d'una macchina elettrica. (Gar.). J(ilowatt (Gar.), chilowatt .

    X xll6fagl s. m. plur. scient., insetti le cui larve rodono il legno. Anche silòfagi. (Marchi). Da çuÀov (greco) e ipotydv . 11ll6fono v. silòfono. 111101rafia ; 11llologla v. silografia ; silol-0gia.

    xenod6chlo v. senodòchio. xenofobia v. senofobia, s. se11òfobo. xenomania v. s. senòf obo. Xères s. m., famoso vino secco spagnolo, prodotto nel contorno di Xeres, alla frontiera. dell'Andalusia. (Less., a. 1875). xllopàglo v. s. sorèlle siamesi.

    y yacht s. ingl. (pron. jòt), bastimento di piacere, di diporto. In it, giacchetto nell'Algar., jacchetto (raro) in altri; iachetto in P. I. Martelli ( 16651727); nel Less. (a. 1875) yacht (ingl.), -

    anche nel Saverien (a. 1769), ma nel sec. XVIII il termine indicava un bastimento per passeggeri. V. pànfilo, solazziè.m. Dall'oland. jaclit. Xel Barozzi giaokt

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    zàcchara

    yak

    (sec. XVII) >. (Diz. mar.). yak s. m. invar., specie di ruminante bovino dell'Asia Centrale (Bòs gruniens ). Anche bue grugnente. (Less., a. 1875). ~el Gar. jlik. Dal frane. yak (nel 1808 yack), ingl. yak, venuto dal tibet. gyak. (Bloch). yankee s. ingl. scherz., nel!' America Settentrionale, l'abitante della Nuova Inghilterra; in Europa, il nordamericano. (Gar., a. 1895). Termine usato a Boston già nel 1765. yard v. jarda. yatagan v. s. tagano. yoga s. m. ind., pratiche mistiche per arrivare all'unione col Tutto, sopprimendo la personalità. (1914).

    Ioghin .

    Il Sass. (2-10: lettera 27 - I 1585) nomina. i Gfoohi, sacerdoti bramini ehe , vanno busc11ndo il martirio infern11le per differenti maniere"· Giooui nel Serdon. (dal Maffei), Jooui nel Redi. (Lokotsch ~169).

    Da yoga (ind.) . yòghurt s. n1., latte acido, ottenuto

    per mezzo di fermenti. 1918).

    (Panz., a.

    Di URO turco e bulgaro, fu introdotto o diffuso in Europa. 1>er la propaganda di Ella llleielmikotr (a. 1905). Guglielmo di Ruùruck, che fu tra i Tartari nel l:!5:l, scriveva çhc mestiere delle loro ùonne era u: nn1ngcr le vacche, fare il burro e il oru.t •.. , (Errcra 8J-, nota). Nel Logudoro (Sardegna) è detto irioddu.

    Il nome yòghurt è il turco yoyurt « latte cagliato >>.

    z (aspra o dolce) z zeta,

    ultima lettera dell'abbicci, pronunciata sempre z:::, che può essere di suono aspro (o sonio) come in z1ippa, o dolce (o sonoro), come in zatJerano. Richiede gli articoli lo, uno, non il, un, ma furono e sono a volte usati il (plur. -i), 1>iu ùi rado un; col zio (Ariosto), un zampillo (Carducci), ccc. (Petrocchi ; .Miglior., Lingua cont. 67; F. A. Ugolini, Gramm. it., p. 62). za avv. ant. di luogo, qua. (F. da Barb.; Sacch.). Anche :me (Lat.), cià (correre cià e là presso Guitt.). Nel 1185 in za (C. Cipolla, Le popolaz. dei XIII Comuni Veron., 1882, p. 21, n. l), nel 1192 a tempore ... in za (doc. trcnt., in lat.). Dal frane. ça, prov. ant. sai, dal lat. ecce hiic. (Bloch; R. e. W. 3965). zabajone (con z dolce), cordiale fatto con tuorli, zucchem e vin generoso ; scritto o discorso di cose affastellate (Tomm. e B.; Petrocchi). Xel primo senso o in uno aftine zabajone nel Garz. (Fanf., Voci), zabaglione nel Carena (I 284). Xell'Oudin zabaione, zambaglione (tutt'e due con ts), -

    ciambaglione (< chaudeau, boiiillon (brodo)>>. Romagn., ecc. zabaj6n (con z dolee), picm. sambajun >. Dovette far parte di una famiglia di voci indicanti >, alla quale appartengono il ferrar. zabaj6n >, il trcnt. zabai (con z dolce) >, il forrar. zabui >, il mant. zaboi >, tutti con z dolce. Lo zabajone è infatti un miscuglio di piu ingredienti. Il termine passò di recente nel toscano, dall'Alta Italia. (Goidanich, Denom. 64-66). V. zibaldone. A proposito di zabaglione è da notare che a Roma il popolano che vuole nobilitare il proprio parlare giunge a dire calzolàglio, gianduglia, savogliardo, zabaglione, 1>erché ivi a pàglia, medàglia, ecc., corrispondono nel dialetto paja, medaja, ecc. Cfr. Belli, Sonetti I 174-'6. Nell'alta mont. pist. quelli che vogliono parlare scelto dicono, a esempio, un pàglio di scarpe per un pajo di scarpe (Petrocchi). zaberna v. s. gibèrna. zàcchera s. f., schizzo di fango sui

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    zqnlltta

    zaffaiit

    panni; (ant.) bagattella (Luigi Pulci; Grazz.); (ant.) niente (Luigi Pulci); (ant.) imbroglio, taccolo (G. Morelli). Ant. zaccaro nel Sann. Zaccherella (ant.) (Pata{fio); zaccheroso (ant.) (Bocc.); zaccherona, -e (pron. ts). Per altre attestazioni ant. di zayna di Bologna. zampogna s. f., strumento contadinesco v. It. D. XIV 224. Il gergo spagn.. da fiato, d'un numero di canne sca- conosce zaina . (R. e. 11' 9599).

    zar s. m. invar. al plur., imperatore di Russia (l (D'Alb.), ant. sm:ornare (F. da Barb.) (venez. ·saornare, a. 1255), insai:orrare ( B. Crescenzio). Da sabìirra (htt.} (dar as-sikka ), da cui anche spagn. zeca. (Lokotsch l 903). zecca 2 s. f., specie di àcaro che succhia il sangue delle bestie alle quali s'attacca (faòdcsricinus); (fig.) (Rureh.). Zéccola, -o (Petrocchi). Da zekka (longob.), alto ted. Zecke. (R. e. TV. 87a0). zecchinetta è. f., giuoco di carte proibito, fatto con tre carte, due per i puntatori, una per il banco. (Petrocchi). Anche tòppa, nel Less. lanzichenecco. Zecchinetta (nel Belli zecchinetto) a Roma, zicchinetta a Palermo (Pasqualino, a. 1795). Non risulta che possa derivare da zecchino (sic. zicchina) o che si connetta con zicchettu (sic.) -

    , né à fondatezza la derivazione supposta da sikkin (arabo) (St. Gl. lt. Ili 250), ma zecchinetta viene da lansquenette (frane.), da cui il milan. lanzinèt, il piem. schinè e il vcnez. zechineto, dati dal Cherub., tutti indicanti il giuoco detto sopra, che secondo l'Oudin era chiamato in it. la tedesca e in frane. la lansquenette, da lansqucnet , nell'Oudin lanzinetto, e lanzichinet in qualche scrittore (D'Alb.), essendo la zecchinetta un giuoco praticato dai lanzichenecchi, dai servi, dalla povera gente. Vener.: (Saccenti, non Sacchetti) .. Da zinka (longob.) (Fanf., Uso) ; ant. zi11zi11are. zinzinnare > (Buon. il G.). il secondo per unione con zinnare ,, poppare»: cfr. zinna del fiaRco . Zibt'ppe (scherz.) > (Petrocchi); prozio (Tomm. e .B.) o bizio. Da -lhi:oç (greco). Zia in Toscana indica pure la fu formato secondo barbano (ant.). (A. Gl. It. XVI 368 n. 1, 397 n. l ; R. e. W. 8709). zipolo s. m., (aut.) legnetto che tura la cannella della botte (dal sec. XIV); pfolino che tura la spia della botte. Anche zipillo. (Petrocchi). Zipola.re > (dal sec. XIV). Vien ricondotto :1 zippel (longob.) >. L'Oudin à pure zipa >, che ò di facile il primitivo di zipolo. Pare affine a zep71a, nella quale poté essere entrato ceppo. Nel sie., zippula vale > e >. Con zipillo cfr. il montai. zipillare >. (Gamillseheg, Rom. germ.. II J 7 4 ;- R. e. W 9624, ove zipolo è tradotto per isbaglio con (Caro; Petrocchi). Lo z. è dolce secondo Oudin e Fanf., aspro secondo N esi e Petrocchi. Voci imitativo come il furb. zirare (con z dolce) >: v. ziro ziro o ziru ziru (con z dolce) > (i>etrocchi ; Fanfani). Anche zillo (con z aspro) >. I ram.pichini sono irrequieti, continuamente. percorrono ed esaminano le scorze, ripetendo sempre un piccolo ed acuto zillo. (Savi: Gherard.). Zillare > (G. Pasc.; Mastelloni 37, 67). -

    Z inziculare . (Caix 173, lllHll. 662; A. Gl. It. xv 209, 213; It. D. V 233, IX 194, Il. 3; Z. R. Ph. XLll 96, XLVI 152; Lokotsch). zlruclèlla s. f., componimento poetico del dialetto bolognese, un tempo recitato o cantato dai narnisi che si accompagnavano colla ghironda, alle nozze ùi campagnoli. Prese il nome dal rumore uniforme della carrucola, che nel modenese è ancor detta zirudMa. (li'. It. IX 29-31). zito, -a; zlttèlla v. s. cito. zitto agg., che non 1iarla, non fa rumore. Stare zitto (Varchi). Zittino (Zibald.); non fare zitto (ant.) > (Bocc.); non sentirsi un zitto (B. Davanz.); non zittire « non fiatare>> (D. Bart.); zittire >; azzittarsi (Forteg. ). Suono imitativo, come lo spagn. cltito. zivolo v. zigolo. zizza s. f. ant., poppa. (Bocc. e altri). Nel Bocc. anche cizza. Venez. ant. zizza, nap. zizza (non sizza) e dimin. zezzèlla, sic. zizza, a Roma sisa, che è pure del serbo e del neoslov. (St. Ol. lt. V 37), nell'alban. della Calabria sissa, nel ted. Zitze. Parole di creazione bambinesca, come dev'essere z-izza (sissa) (venez.) >, attestata nel 1090 nel nome Papacizza (Il. Ling. R. VII 259). zizzola; -o v. s. giuggiola. zocco s. m. ant., zoccolo (arcbit.). (Serlio ; Cell. ; A. Palladio). Zocchetto (ant.) ; zoccoletto (Fra Giord.); zoccolajo > (G. Vill.); zoccolante (frate) (B. Davanz.). (A. R. XV 473-'4). V. zòccola; zoccolo da diaccio (s. pàttini). Dil!lcile è ammettere la dipendenza da soccus (lat.) >. V. anche ciòcca. (R. e. lV. 8052). z6ccola s. f. merid., ratto; topo delle chiaviche; (.gcrg.) sgualdrina. Zoccola (ratto) nel Lombardi (a. 1674). A Napoli zòccula de mavazzeno (magazzino) > ; brutta zòccula!, titolo di spregio a donna; sic. zòcculu > (Traina); cal. zòcculu > e >; zocculuni >. Zòccola in origine era certo nome di spregio, data l'avversione dell'uomo per il topo, e deriva dallo zòccolo (da notare il m. zòcculu), con cui fu chiamato anche il rospo, altra bestia disprezzata. Anche ciabatta e scarpettàccia son venute a significati spregiativi (« donna mala1ulata >>: v. :Frizzi 215) e dalla prima prese il nome il > in piu lingue e dialetti: v. A. Gl. Jt. XVIII 444-'5, dove puoi aggiungere zatti del Polengo (.A. I. V en. XCVIII, P. II 104, n. 1) e il piem. savàt >. Scarpazza ·> è del valsug. orient. ( V. ancl.rn Calvaruso, 'U baccàgghiu, Catania, 1930, p. 183, 200). Per spiegare zòccola non occorre di ·sicuro pensare a zohha (longob.) >, notando che il topo (campagnolo) scava la terra (Z. R. Ph. XLVII 505; It. D. IV 276-'7). (Prati, Yoci, p. 214-'5). z6ccoll (da diàccio) v. s. pàttini. z6ccolo v. s. zocco. z61fa v. sòlfa. zolfanèllo v. s. fiarn1nifero. zolfo v. solfo. zombare v. tra11s., dar delle busse. (Sacch.). Secondo il Petrocchi con z dolce, secondo Oudin; ~csi, Fanf. con z aspro. Zornbolare (aut.) > (Ciriffo). Da un imitativo *zomb (It. D. X 222; Trapani 178).

    zompare v. intr. (Roma), saltare; ballare. Zompo . X ap. zumpà; zunipo. In it. zompare; zonipo sono un cho di mezzo tra zampare e zombare (Petrocchi). Da un imitativo *zomp. (.li[. I. Lomb. XXIII 311, n. 966; ..inn. Univ. Tosc., :N. S., XI 90; It. D. IX 194 n. 7, X 221-'2; A. Gl. It. XIV 408). z6na (con z dolce) s. f., (letter. o chies.) fascia, cintura (Con vile zona ti lega d'amore: Jacop.); contorno (Danto; Fazio; l'orientale zona nel Ciri[To); (scient.) fuoco di S. Antonio, eruzione dolorosa in forma di mezza cintura (Leone, a. 1828); (scient.) ciascuna delle cinquo parti della superficie della Terra nelle quali questa è stata divisa rispetto alla temperatura (zòne terrèstri) (la torrida zona nel P-assav.); regione, pacso (Luca Pulci). Zonare (v. trans. aut.) XI dalle Celle (c. 1310--c. 1396). GIOVANNI di Domenico (1357-1419). GIOVIO Paolo (1483-1552), Lettere volgari e Dialogo delle imprese, Venetia, 1560. . - La vita d'Alfonso da Este tradot/,a ... da G. Gelli, Firenze, 1553. GIRAI.DI Cinzio Giambattista (15041573). GIRALDI Giraldo, Novelle, Amsterdam (cioè Firenze}, 1796. Son novelle in i~tile del quattrocento scritte da Gaetano Cioni (1760-1851) col nome finto di Giraldo Giraldi fiorentino. Girone il Cortese (frammento} volgarizzato (sec. XIV). GruLIANELLI Andrea Pietro, _J[emorie degli intagliatori, Livorno, 1753. GIULIANI Giambattista (l 818-1884), Delizie del parlare toscano, 2 volumi, Firenze, 1880. GrcsTI Giuseppe (1809-1850). Raccolta di proverbi toscani nuovamente ampliata da quella di G. G. e pubblicata da Gino Capponi, Firenze, ( 191 l ). Gr.om A Andrea, Del volgare illustre dal secolo VII fino a Da.nte, Venezia, 1880. Citato Gloria I. - Volgare illustre nel 1100 e proverbi volgari del 1200, Venezia, 1885. Citato Gloria II. Glosse di Cassel, copia della metà del sec. VIII (Monaci, p. 521-'3). Glo.~se di Reichenau, composte in Francia nel sec. VIII: v. Tt. D. VI 28. Glotta, Gottingen, dal 1907.

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