Studi sull'apocalittica
 883940385X, 9788839403858

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STUDI BIBLICI

MATHIAS DELCOR

Studi sull'apocalittica

PAIDEIA EDITRICE

MATHIAS DELCOR

Studi sull'apocalittica Edizione italiana a cura di Antonio Zani

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

Traduzione italiana di Antonio Zani Tutti ; diritti sono riservati

© Mathias Delcor, Paris 1986 © Paideia Editrice, Brescia 1987

INDICE

Prefazione

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. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Capitolo primo: Rassegna degli studi sull'apocalittica 1.

Agli albori degli studi moderni . . . . . . . . . 2. Il grande periodo degli studi critici . . . . . 2.1. La formazione di un corpus . . . . . . . . 2.2. Opere d'insieme in area anglosassone 3. La rinascita moderna degli studi . . . . . . 3.r. La ri ce rc a oltre i confini francesi . . . . 3.2. La ricerca in arca francese . . . . 3.3. Altri sintomi di rinascita 4. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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15

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18 18 20 22 23 26 28 30

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Capitolo terzo: La concezione di Dio negli scritti apocalittici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e

la storia negli apocalittici . 2. Dio trascendente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.1. La dimora inaccessibile di Dio . . 2.2. Gli esseri intermediari . . . . . . . . . Dio

2.3. Gli angeli proterrori delle nazioni . Le ascen sio ni o viaggi celesti degli 3. Dio g iud i ce universale . . . . . . . . . . . . . . 3.r. Il giudizio delle nazioni . . . . . . 3.2. Il giudizio dei singoli . . 3-3· Il giudizio degli angeli 3.4. Il Dio di giust izia . . . . . . . . . . . . . . . 2+

15

. . . . . . . . . . . .

Capitolo secondo: L'ambiente di origine e di sviluppo dell'apocalittica giu daica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . Origine asidca della seconda parte d i Daniele . . . . 2. L'ambiente di sviluppo della letteratura apocalittica . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.I. Il libro dei Giubilei . . 2.2. Il libro di Enoc . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3. I Testamenti dci Dodici Patriarchi . . . .

r.

9

. . . . . . . . .

uomini .

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33 33 38 42

44 50

55 55 66 67 68 70

72

74

74

75

76 . . .. .. . . . . . . . . . . .

77

Capitolo quarto: La caduta degli angeli e l'origine dei gi­ ganti nell'apocalittica giudaica. Storia delle tradizioni 1. Il frammento mitologico di Gen. 6,1-4 . . . . . . . . . . . . . . .

81

1.1.

Chi sono i b'né bii'elohim? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

82 83

5

1.2. Il p roblema dci n'fi/1111 . . . . . . . . . . . . . 2. L'interpretazione targumica . . . . . . . . . . . . . 3. La letteratura apocalittica . . . . . . . . . . . . . . 3 .1. I testi di Qumran . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2. Le apocalissi anti che e F1avio Gi useppe 3.3. Le apocalissi seriori . . . . . . . . . . . . . . . .

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89 9' 98 98 100 12,

Capitolo quinto: Le fonti di Daniele 7 . . . . . . . . . . . . . . 133 1. La str ut tura letteraria di Dan. 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133 2. L origine di alcune nozioni danieliche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138 138 2.1. I q ua ttro venti del cielo e il g rande mare . . . . . . 2.2. Le quattro bestie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140 146 2.3. L'Antico di giorni . '

2.4. li Figlio d'Uomo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

148

Capitolo sesto: Mitologia e apocalittica . . . . . . . . . . . . . 161 1. I mostd del caos primordiale . . . . . . . . . . 162 1.1. Il ta11ni11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163 1.2. Leviatan . . . . . . . . . . . . . . . . . r .3. Rahab . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. Dalle apocal issi canoniche ai testi di Qurnran . . . . . 2.1. L'Apocalisse di Isaia ( = ls. 24-27) . . . . . . . . . . . . . 2.2. Daniele 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3. I testi di Qumrnn . . . . . 2.4. L ' i nv a s ione di Gog . . . . . . . 3. Le apocalissi non canoniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.1. I l libro etiopico di Enoc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2. Il quarto Jibro di Esdra e l'Apocalisse siri aca di Baruc 3.3. Altri testi apocalittici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3+ L'Apocali sse di Abramo . . . . . . . . . . . . . . 4. Nuovo Testamento: l'Apocalisse giovannea . . 5. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . .

..

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167 168 172 172 17' 17 7 178 179 179 184 188 191 193 196

Capitolo settimo: Il convito d'immortalità sul monte Sion nell'era escatologica secondo Is. 25,6-9 alla luce della letteratura ugaritica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201 Capitolo ott�v�: Il passaggio dal tempo profetico al tempo ap ocalz ttt co . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213 r.

Incipienti abbozzi apocalittici nei profeti . r.r. L'Apocalisse di Isaia . . . . . . . . . . . . . 1.2. Gioele 4 e il giorno di Jahvé . . . . . . . . . 1.3. Le indicazioni cronologiche nel Deutero-Zaccaria 2. Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. Il libro di Daniele e le indicazioni cronologiche . . . . 3 .1. Le indicazioni cronologiche e il loro signi fica to . 3.2. «Nel seguito dei giorni» o «alla fine dei giorni» ? 3.3. Dio signore degli imperi e dei tempi della storia

6

215

. . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . .

21, 220 230 234 23, 23, 238 240

3+ Le vi sioui : Da11. 7-12 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.5. A ntioco IV e il cambiamento dei tempi sacri . . . . . . . . . . 3 .6. La periodizzazione del tempo della storia . . . . . . . . . . . . 3.7. La reinterpretazione apocalittica dcl computo cronologico dei profeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.8. Il calendario sacerdotale di Daniele . . . . . . . . . . . . . . . . 3.9. La fine dei tempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.10. Le speculazioni cronologiche al tempo di D an iele . . . . . . 4. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Capitolo nono: La profezia di Dan. 2 e 7 n ella letteratura apocalittica g iudaica e cristiana con particolare riferi-

mento all'impero romano i.

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Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. L'identificazione della quarta bestia con 3. Edom- E saù appellativo di Roma . . . . . . + Roma e l a teoria dei quattro imperi . .

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. ... .. . . .... . . . . . l'impero romano . . . . ... . . . ... . . . . . . ... . . . . . . . . . 5. L'identificazione della quarta bestia con un cinghiale .

241 243 2 44 250 253 254 256 258

26r 26 e

262 266 273 278

PREFAZIONE

Questo libro di studi sull'apocalittica giudaica è una silloge di ricerche diverse, effettuate nell'arco di un ventennio in differenti circostanze. Ciò significa che il lettore non vi troverà una trattazione esaustiva di tut­ te le problematiche sollecitate dalla letteratU1·a e dal pensiero apocalittici. Vengono qui riprodotti nove saggi. Tre sono dedicati particolarmente alla lettera­ tura canonica dell'A.T. In margine al nostro commen­ to al libro di Daniele, edito a Parigi nel z97z, è sorto il problema delle fonti bibliche ed extrabibliche di Dan. 7, divenuto l'oggetto di un articolo pubblicato in Vetus Testamentum z8 ( z968) 290-3z2. Nel con­ testo dell'unità letteraria di Is. 24-27, abitualmente chiamata, sia pure in modo alquanto improprio, Apo­ calisse di Isaia, abbiamo analizzato «Il convito d'im­ mortalità sul monte Sion nell'era escatologica secon­ do Is. 25,6-9 alla luce della letteratura ugaritica», stu­ dio apparso inizialmente nel z976 nel volume M es ia­ nismo y Escatologia (pp. 89-98) dedicato alla memo­ ria di Luis Arnaldich, professore a Salamanca. Il La­ boratoire des Religions du Livre de l'École Pratique

des Hautes Études ( sez. V) della Sorbona ha organiz­ zato un complesso di ricerche imperniate sul tema del Tempo nelle tre grandi religioni del Libro: giudai­ smo, cristianesimo e islam. Nel quadro di queste in­ dagini fummo richiesti di affrontare il «Passaggio dal tempo profetico al tempo apocalittico». Questo stu­ dio è stato recentemente pubblicato, come introdu­ zione, nell'Annuaire de l'École des Hautes Études 9

(Ve sect.)

( I983-I 984) 39-7 5. La venticinquesi­ ma Settimana Biblica di Lovanio (agosto z974), per impulso dell'infaticabile ]. Co ppens, mise a tema la nozione biblica di Dio. Nostro compito fu la trattazio­ ne della concezione di Dio negli apocalittici, apparsa due anni più tardi in Bibliotheca Ephemeridum Theo­ logicarum Lo vanien siu m 4I ( z976) 2II-228. La presenza di motivi mitologici nella letteratura apoca­ littica ha attirato la nostra attenzione in due occasio ­ ni: in un articolo intitolttto «Il mito della caduta deg li angeli e dell'origine dei giganti come spiegazione del male nel mondo nell'apocalittica giudaica» apparso in Revue de l'Histoire des Religions z83 (z976) 353 e in una conferenza, tenuta durante il Co ngresso di Tolo.rn nel z975, dedicata ad «Apocalittica e Teo­ logia della speranza», dal titolo «Mitologia e apo calit­ tica», co ntenuta negli Atti del Congresso pubblicati per i tipi di du Cerf a Parigi nel z97 7 (pp. I43-I77 ) . I3

occasione del medesimo co nvegn o, di cui siamo re­ sp onsabili anche del programma, abbiamo esposto un rapido bilan cio, comprensivo di più di un secolo, de­ gli studi sul!'apocalittica. Esso funge da introduzione al volume del Congresso, col titolo «Rassegna degli studi sull'apocalitt ica » (pp. 2 7 -42) . Di n uovo in un c o ngresso, svoltosi a Lovanio nel z969 e presieduto dal compianto pro f . W.C. van Unnik, affrontammo « L 'am bien te di origine e di sviluppo dell'apocalittica In

giudaica», studio apparso nel volume in collaborazio­

ne La littérature juive entre Tenach et Mischna, in Recherches Bibliqttes 9, Leiden z974, pp. IOI-I z7. Si troverà nella nostra silloge un articolo relativo a «Il libro delle Para b o le cli Enoc e t iopico », in cui af­ frontiamo il problema della sua origine alla luce delle recenti scoperte in seguito alla pubblicazione dei frammenti aramaici di En oc rinvenuti nella quarta grotta di Qmnran, tra i quali manca appunto il libro IO

delle Parabole. Tale articolo, pubblicato in Estudios Biblicos 38 ( z979-r980) 5-33, riprende nella sostan­ za una nostra conferenza nell'ambito della Settimana Biblica di Madrid. L'ultimo saggio della presente raccolta è un artico­ lo intitolato «La profezia di Daniele 2 e 7 nella lette­ ratura apocalittica giudaica e cristiana con particolare riferimento all'impero romano». È una comunicazio­ ne presentata al III Seminario internazionale di studi storici «Da Roma alla Terza Roma» organizzato dal­ l'Università «La Sapienza» di Roma nel z983 e mani­ festa da sola le possibilità di attualizzazione di questi due capitoli danielici, i quali vengono interpretati alla luce di avvenimenti storici nuovi. Questo, dunque, il co n tenuto del presente volume, in cui vengono considerati alcuni importanti proble m i dell'apocalittica giudaica. Mi permetto di rinviare i lettori, desiderosi di conoscere la mia opinione su cia­ scuna delle apocalissi pseudepigrafiche dell'A.T., al vol. II, di prossima pubblicazio ne, della Cambridge History of Juda i sm , curata da W.D. Davies e Louis Finkelstein. In quest'op era collettiva abbiamo dedica­ to ttn lungo cap itolo a The Apocrypha and Pseudepi­ grapha of the Old Tcstament. Di ciascuno scritto so n o presi in esame i problemi relativi alt' origine, datazio ­ ne e trasmiss io ne del testo; in breve, sono affrontat i i principali p rob lemi che tali opere pongono alla mo­ demtt ricerca. Per ogni libro, infine, abbiamo raccolto ed utilizzato un'abbondante bib liografia. Le ricerche sull'apocalittica sono attuali più che mai. In questi ultimi anni parecch i congressi o collo­ qui hanno scelto come tema l'apocalittica. Oltre a quello di Tolosa, nel I 9 7 5, organizzato dall'associa­ zione francese per lo studio della Bibbia, bisogna men­ zionare, sempre in area francese, il seminario promos­ so nel z974 dal Centre de Recherches d'Histoire des II

Religions de l'Université des Sciences Humaines di Strasburgo . Le comunicazioni ivi presentate sono sta­ te raccolte nel volume L'Apocalyptique, pubblicato a Parigi nel r977. Nell'agosto r979 un colloquio in ter­ nazionale a Uppsala riunì numerosi studiosi intorno al tema Apocalypticism in tbe Medit erranean World and tbe Near East, le cui co m unicazioni vennero rac­ colte in ttn ponderoso volume cu ra to da David Hell­ holm e uscito a Tubinga nel r983. Come si vede, l'o­ rizzonte geografico e sto rico del Congresso di Uppsala trascende largamente quello dell'apocalittica giudaica. Gli studi sul!' apocalittica necessitano di ttna solida cono s cenza delle lin gue orientali, più precisamente delle lingue semitiche, giacché le apocalissi sono con­ servate in etiopico, in siriaco, in a ra m aico, ma pure in armeno, slavo e altre ancora. Non è quindi possibile ad un solo individuo do m inare tutte queste lingue o­ rienhtli. Ciò spieg,a perché si è intrap resa, in que­ sti ultimi anni, la traduzione dei testi apocalittici nel­ le diverse lingue moderne. In Italia sono già disponi­ bili gli Apocrifi dell'Antico Test a mento, editi a Tori­ no e cura ti da Paolo Sacchi. I le ttori di lingua spagno­ la possono ut ilizzare Los Apocrifos del Antigua Te­ s ta mento in corso di p u bblicazione a Madrid, sotto la direzione del compianto prof. Dfez-Macho. I lettori di lingua inglese già dispongono di Apocalyptic Lit­ crature a n d Testaments, che costituisce il primo volu­ me, pubblicato nel r98 3 da James H. Charlesworth, di The Old Testament Pseudep igrapha e della colle­ zione The Apocryphal Old Testament edita da H.F. D. Sparks a Oxford, Clarendon Press r984. In Ger­ mania sèguita la pubblicazione in fascicoli separati della collezione Jiidische S ch rifte n aus hellenistisch­ romischer Zeit. Num erosi fascicoli della quinta sezio­ ne, dedicata alle apocalissi, sono già apparsi. In Fran­ cia è ann unciata come imminente la p u bblicazion e deI2

gli Apocryphes de l'Ancicn Tcstament dall'editore Gallimard. Grazie a queste traduzioni e a numerose monografie dedicate a diversi scritti apocrifi si pro­ mettono giorni felici alle ricerche sull'apocalittica. Ci auguriamo che il presente lavoro possa rappre­ sentare zm modesto contributo al progresso di tali studi. Mathias De1cor

CAPITOLO PRIMO RASSEGNA DEGLI STUDI SULL'APOCALITTICA*

I.

Agli albori degli studi moderni

Gli studi apocalittici dispongono di un passato pm che secolare . Senza risalire troppo indietro, intendo se­ gnalare alcune date salienti di questa ricerca .' Nel r 8 5 7 A. Hilgenfeld pubblicò la prima monografia sull'apocalittica col titolo significativo Die judische Apo­ kalyptik in ihrer geschichtlichen Entwickelung e con il sottotitolo Ein Beitrag zur Vorgeschichte des Christen­ thums. La sua ristampa, più di cento anni dopo, sta a ga­ rantire che conserva ancora un certo interesse, nonostan­ te la data della prima edizione . Bisogna ricercare, osserva Hilgenfeld, l'unità interna (innere Einheit) in cui si com­ prendono e racchiudono tutte le peculiarità dell'apocalit­ tica giudaica. Il solo percorso, che consente di individua­ re come quest'unità essenziale si esprima in una moltepli­ cità di manifestazioni, è lo studio dell'origine storica del­ l'apocalittica. I problemi concernenti l'origine e l'evolu­ zione dell'apocalittica sono sempre attuali, specie dopo l'apporto dei manoscritti di Qumran, rivelatori di nume­ rose composizioni in parte o totalmente di origine apoca"Vanno segnalati, dopo la pubblicazione di q ues to saggio, l'opera in collaborazione sull'Apocalittica nella collezione Études d'Hh·toire des Religions, edita da M. Philo ncn k o e M. Simon, Paris 1977, gli studi di P.D. lfonson, The DiJw11 o/ Apocalyptic, Philadelphia 1975 e di J. Vcrmcylcn, Du prophète I.mie à l'Apocalyptique, 2 voi!., Paris 1977 s.

r . J.M. Schmidt ha recentemente del in eato la storia di questa investiga­ :.:ione nell'opera Die iiidische Apokalyptik. Die Geschichte ihrer Er/or­ scbtm?.. van den An/iin.�en bis ZII den Textfunden van Qumran, Neu­ kirchen 1968; cfr. Id., Forschrmg zur iiidischen Apokalyptik: BEvTh 14 ( r969) 44-69.

15

littica, scritte in ebraico o in aramaico. Sin da Hilgenfel d non si è smess o di chiedersi entro qual i sette del giu dai­ smo, menzionate da Flavio Giu sepp e - farisei, sadducei cd esseni-, una t ale letteratura sia sorta. Hilgenfeld, co­ me è noto, attribuisce gra n de rilievo alle comunità esseni­ che, In cui vi ta ascetica era incline alle rivelazioni, quan­ tunque, ai suoi occhi, l'origine dell'apocalittica vada r icer­

cata nel grembo stesso del giudaismo. Altro merito di Hilg enfeld fu di scorgere nell'apocal it­ tica giudaica il nesso storico tra la profezia veterotesta­ m en t a ria e il cristianesimo. Questa concezione rimane la più attuale. Ho conservato un vivo ricordo dell'interro­ gativo rivoltomi da Rudolf Bultmann nel maggio del 1974, in occa si one di una vi sita all'Università di Mar­ bu rg : «Ritiene che l'apocalittica abbia esercita to un gran­ de i nflu sso sul cristianesimo?». Ri s pos i affermativamen­ te all'anziano maestro di M a rbu rg , cons apevol e, per alt ro , della no tevole divergenza fra la mia risposta e la convin­ zione di un e sege t a che spiegava, per gran parte, il c ris t i a­ nesimo primitivo a partire dall ' elleni s mo . Per delineare, sia pure a larghi tratti, l 'evol u zio ne de­ gli studi sull'apocalittica, sarebbe necessario scrivere la storia dell'indagine sul libro d i Daniele, sulla letteratura pseudepigrafica, in parte apocal i t ti ca ,2 e sull'Apocalisse di Giovanni. Non mi occup e rò dei due testi canonici di Dan. e Apoc., a noi più familiari, per indugi a re su questa letteratura denominata apocrifa , pseudepigrafica o «inter­

testamentaria», designazioni assai insoddisfacenti. A Fa­ bricius siamo debitori del termine pseudepigrafo, attri­ buito a ques to complesso letterario non canonico, di cui molti scritti presumevano offrire le rivelaz ioni di grandi personaggi del passato: Abr amo , Baruc, Elia , ecc. Nel 1713 e nel 1723 videro la luce ad Amburgo due volumi di 2. Ho considerato l'insieme di questa letteratura in un capitolo, di pros­ sima pubblicazione, della Cambridge History o/ Judaism.

16

Jea n-Al ber t Fabricius, intitolati Codex Pseudepigraphus Veteris Testamenti. Si trattava, in verità, di un corpus di s cr itti conservati, in par te o interamente, in g reco . L'in­ flusso

  • v :xc.et OU'tOL op&crrtt ;tapaoloov-:aL) » (ant. I , 3 , 1 ) . Osserviamo, innanzitutto, che la pericope d i Giuseppe

    segue la narrazione della perversione dei discendenti di Set, «che abbandonarono le leggi dei loro padri per una vita di depravazione» . Siccome la tradizione relativa agli angeli di Dio è connessa a quanto precede dalla congiun­ zione yap , parrebbe conseguirne che Giuseppe identifi ca gli angeli con i setiti, i quali si erano attirati l 'inimicizia di Dio (EvìlEv Érm't'otc; -.òv ikòv È�ET:oÀ.Éf..tWO'av) . È pure chia­ ro ch'egli utilizza la versione dei LXX , dove non si legge « i figli di Dio » , bensì «gli angeli di Dio» , e conosce il mi­ to dell'unione degli angeli e dell'origine dei giganti.104 104. È insostenibile la posizione di Rappaport, Aggada und Exegese xxv, secondo cui Flavio Giuseppe avrebbe ignorato il mito dell'unione degli angeli. Cfr. , a tal riguardo , le osservazioni di F. Dexinger, Sturz der Gottersohne oder Engel 96.

    1 24

    Giuseppe sembra essere stato i l primo autore giudaico , del resto, ad applicare ai setiti la pericope di Gen. 6 , rela­ tiva agli angeli . C'è da notare, infine, che non e sit a a pa­ ragonare le tradiz ioni mitologiche greche, riguardanti i gi­ gan ti , con quelle veterotestamentarie, concernenti i nefi­ llm o i gibbor2m , fatto che dimostra la tendenza a stabili­ re paralleli tra i miti greci e la Bibbia in alcuni ambie n ti dcl giudaismo ellenistico . Abbiamo già individuato nei traduttori dei LXX , a proposito dei giganti precipitati nel­ lo 5e'ol di Ezech. 3 2 , 2 7 , una netta allusione ai miti elleni­ ci dei Titani , scagliati nell 'ade. La collusione delle tradi­ zioni bibliche con i miti greci però dovette essere avver­ t i ta come un grave pe ricolo per la purezza del giud a i smo in certi ambi ent i giudaici del mondo ellenistico . È il caso di Filone giudeo nel suo t ratt a to sui gig anti . Eccone il commento a Gen . 6 ,4 : «l giganti erano sulla terra in quel tempo. Forse qualcuno pensa che il Legislatore alluda al­ le favole dei poeti sui giganti, quando, in realtà, la favo­ listica gli è del tutto estranea e intende camminare sulle orme della Verità in sé . . . Ben lungi , dunque, dal propor­ re una favola sui giganti, vuol inculcarti l'idea che gli uo­ mini, per natura, appartengono gli uni alla terra, gli altri al c ielo , gli altri ancora a Dio » (gig . 5 8 ) .10' 3 . 3 . Le

    apocalissi seriori

    3 . 3 . r . La Vita di Adamo ed Eva Quest'opera , tramandata in recens ioni greca , lati na , slava, armena assai divergenti tra loro, risale al I sec. d . C.100 Come è log ico attendersi, consideratone i l contenur o 5 . Traduzione
  • ' ami ,'.i yth : VT 2 ( 1 95 2 ) 70·80.

    8 r . Cfr.

    i r i l ievi

    crit ici di J. Barr, Tbe iHeani11g of «Mytbolof!.Y» L·gc::t!s o/ thc fc'llJS V, 1 2 7 .

    S2. crr. L. G : n:'.:i.:: rg , Tbe

    8 3 . Cf:·. K . Koch , Difficoltà dell 'apocalillica 28

    s.

    9

    ss.

    CAPITOLO S ETTIMO

    IL CONVITO D'IMMORTALITÀ SUL MONTE SION NELL'ERA ESCATOLOGICA1 SECONDO IS. 2S,6-9 ALLA LUCE DELLA LETTERATURA UGARITICA

    La descrizione del banchetto (Is. 2 5 ,6-9) rientra in una pericope convenzionalmente denominata l'Apocalisse di Isaia e si ricollega, molto chiaramente, a Is. 2 4 , 2 3 , che precede immediatamente Is. 2 5 ,r-5 . Obiettivo di questo studio è di stabilire la natura di tale convito e del suo retroterra cananeo. Presentiamo, a nzi t utt o , la traduzione , corredata di alcune spiegazioni filolog iche . Jahvé degli eserciti imbandirà per tutti i popoli, su questo monte, un convito di grasse vivande , un convito cli vini i nvecchiati, di carni grasse, ripiene di midollo, di vini invecchiati , re s i limpidi . E strapperà su questo monte il velo che velava tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le nazioni . Eliminerà la morte per sempre. Jahvé, il Si g nore, astergcrà l e lacrime su ogni volto e cancellerà l'obbrobrio del suo popolo da tutta la terra, poiché Juhvé ha parlato . Si dirà in quel giorno : Ecco il nostro Dio, in lui speravamo per essere salvati . È Jahvé colui nel quale abbiamo spera to . [ salvezza . Abbandoniamoci alla gioia e rallegriamoci per la sua

    V. 6. Dobbiamo inizialmente precisare il significato di talune espres s i o n i . misteh Jemanim . In senso proprio misteh indica l'azione del bere, poi, per derivazione, ciò che si beve , la bevanda, variabile a seconda dei casi. Abi1. � abitualmente riconosciuto il motivo escatologico del banchetto de­

    scritto in Is. 25,6. Cfr. J. Linclblom, Die Jesaia-Apokalypse 101 .

    20I

    tualmente si trattava di vino (Dan. l , 1 6 ) . Secondo il libro di Daniele è lo stesso Nabucodonosor a fissare il cibo e la bevanda (ma'akiil e misteh) dei giovani giudei educati a corte (Dan. l , 1 0 ) . Più generalmente, mifteh significa «il banchetto», « il convito» in cu i si mangia e si beve. È il cruµ'itoCTLO\I dei Greci. Nel nostro testo si deve rendere misteh scman'ìm con «convito di grasse vivande» . Più avanti si preciserà ciò che bisogna intendere con « grasse vivande». Il tipo di bevanda , consumata durante il banchetto, è chiarito dalla locu z ion e misteh semiirim , da noi tradotta con «Con­ vito di vini invecchiati » . Con semiirim , infatti, bisogna intendere i vini stagionati , che lasciano un deposito sul fondo della coppa a motivo della loro età , come risulta da un confronto del nostro testo con Ps. 7 5 ,9 , dove ritorna il termine semiirlm associato al cratere ripieno di vino a romatizzato (jajin miile' mesek) . Questi vini, che lascia110 il deposito della feccia sul fondo delle coppe, erano dunque ben stagionati e per tale motivo ricercati ; da qui la nostra traduzione con « vini invecchiati » . Onde si po­ tessero gradevolmente consumare, bisognava purificarli. L'agiografo , ben informato sulle tecniche vinicole, parla di s•marim m''zuqqiiqim. Il verbo ziiqaq si impiega per il metallo in Ps . 1 2 ,7 ; I Par. 2 8 , 1 8 ; 2 9 4 e pure per il vino, come nel nostro caso , col significato di «purificare» , «ren­ dere limpido » . Il vino non è mai chiaro , specialmente quando è stagionato . Nell 'an tichità greco-romana lo si li­ berava dalle scorie più consisten ti col colatoio (colum) , quindi s i fil trava con il saccus vinatius ( cr&.xxoc;, vÀ.LCT't'TJP) , fatto di solito con vimini o teln di lino .2 È probabile che si siano compiuti dei travasamenti con il sifone a tubi di­ seguali conosciuto in Eg i tto . 3 semiinlm memu�ajim. La forma qere m";m1�o;im è un participio plurale dcl verbo mcl�ah. Si tratta di un hapax 2. Cfr . A .

    Jardé, Vin,

    in DAGR 920.

    3 . A.G. Barrois , Mo1111el d'orcbl:ologie bibliq11e 1 , 3 3 1 .

    202

    legomeno11 , il cui significato era a tal punto complesso da

    non essere già compreso dai LXX, i quali attestano xpl­ aoV't('it µvpov . Il traduttore pare aver letto il verbo miisab , «ungere» . Zorell4 ricollega il verbo alla radice mbh (n) e il lessico di Driver-Brown-Briggs, invece, lo classifica sotto il verbo ml; h ( m ) . Il suo significato si può agevol­ mente intuire a partire dal sostantivo ebraico moab , «mi­ dollo» , at tes t a to in lob 2 1 ,24 : m oab ·a�motiiw , «il mi­ dollo delle sue ossa » . Il termine è documentato in siriaco, i n aramaico, con il vicino significato di cervello, ed egual­ mente in accadico nella forma mu bl] u , significante cervel­ lo e fegato o milza .� In ugaritico , e.love pure esiste il termine mb , esso signi­ fica cervello , come si può dedurre senza difficoltà dall'e­ spressione m!J risk, «il midollo della tua testa » .6 V. 7 . bilia' . Questo verbo non è stato affatto compre­ so dai LXX . Ecco il contesto : ÈV 't'Q opEL 'tOV't'r!,) 'lULpciooc; 'tO'.. Ù 't!'l. ;cciv't'!'l. --:: o�c; Ei}vEo-w .

    -;&, ìtD->J"(} , il cu i

    senso

    -i] yÙ.p �:iuÀ.-1] aU'tTJ bt 7.riv·m

    è a stento comprensibi l e : « Su que­

    sto monte (ci sarà) un dono , tutte queste cose per le na­ zioni . Questo consiglio (sarà) per le nazioni» . I LXX, tut­ tavia , non sembrano aver necessarl::i m cnte conosciuto un altro testo ebraico . Bisogna piuttosto ammetterne la com­ plessità . p''ne-hallo{. S i tratta del velo che copriva i volti , let­ teral men te: «i volti con il velo » , espressione parallela a p•ne Nn?so di lob 4 r , 5 . Qual è la natura del velo che ve­ lava i popoU ? Assai abi tualmente Io si ritiene un velo di lutto . È i] c�so , ad esempio , della Bibbia di Gerusalem­ me, che t r a du ce : « S t rapperà su q uesto monte il velo di lutto che copriva ru t t i i popol i » . Un verbo di iden tica ra­ dice , lci'ttf , «coprire» , ricorre in 2 Sam. 1 9 ,5 a proposi to di 4. Lexicon hebraicum 5 . Cfr. B . Mcissner

    -

    et

    aramaicmn \leleris Testamenti, Romac,

    s.v.

    W . von Soden , Akkadisches Handwortcrbucb ,

    s.v.

    6. Cfr . J . Aisleit ner. Wiirterbucb der t1.�aritiscbe11 Sprache, Bcrlin 1 963 , s .v .

    203

    Davide, ch e si era velato il viso per piangere la morte del figlio Assalonne . S cop o di questo velo era di nascondere le lacrime (cfr. anche 2 Sam. 1 5 ,30) . hammasseka hannesilka. A m ot i v o del pa rallelis mo, masseka è in t e s o come u n lenzu olo o un a coperta per dor­ mire, in analogia a Is. 2 8 , 2 0 . Si ricollega allora il sos t an­ tivo alla radice nsk (rn) , « tessere » . Nel s uo Lexicon Zo­ rell traduce velum obcaecationis, quo gentes tegzmtur, dove si allude alla cecità morale dei popoli pagani. Più abitualmente, però, vi s i cogl i e un simbolo di lut­ to, senza precisarne ulteriormente la n at ura . La traduzione : «e il sudario che avvolgeva tutte le nazioni» , p ropos t a dalla Bibbia di Gerusalemme/ mi semb ra forzata , in quanto cer t ame nte influenzata dalla frase successiva, concernente la distruzione della Mor­ te, proposizione, peral tro , ri tenu t a i n terpolat a da nume­ rosi esegeti ( cfr . Marti, Duhm, Cheyne, S mend) e che , an­ che se non fosse una g los sa , sarebbe ben collo ca ta . Mi chiedo, tuttavia, s e i n q u e s to contesto conviviale non si possa intendere in modo diverso hmsskh hnswkh, che già i LXX non co m p re sero più. Suggerirci di vedere i n msskh il vino mescolato , aro­ ma tizzn t o , come nel termine mesek di Ps. 7 5 , 9 . In tale ip o t e si il vino sarebbe versato per tutti i popoli , letteral­ men te : su tutti i popoli, dopo che il velo di lutto è stato levato dai l o ro volti . Qu e s t o vino era app unto offerto nel corso di conviti, come a t te st a la letteratura ugaritica , che ricorre in questo caso al verbo msk , «mescolare» , in oc­ ca sione del banchetto o ffe r to a Ba'al . ' alp kd . jqp . bgmr rbt . jmsk . bmskh (v AB. A. 1 5 ) . Egli reca mille misure insieme col vino ne mescol a diecimila nel suo cratere .8 7. P.

    Auvray



    J. Stcinmann , lsa'ie (La Sainte Bible), Paris 195 1 , 104.

    - M. Sznycer - A. Herdncr, Textes ottgaritiques, 1. Mythes et Légendes 155 ed anche J.C. Moor , The Seasonal Pallern in

    8 . Cfr. A . Caquot

    204

    Quest'ipotesi ci conduce ad esaminare il problema del re­ troterra cananeo di I s. 2 5 ,6-9 . Il testo biblico delinea un sontuoso banchetto, im­ bandito da Jahvé per tutti i popoli sul monte Sian . La natura del convito è precisata, a giudizio degli esegeti , dal contesto reale in cui è normalmente collocato, precisa­ mente subito dopo il v. 23 dcl cap . 2 4 . Questo versetto menziona il regno di Jahvé t ba' ot sul monte Sian e a Ge­ rusalemme e si situa dopo la duplice «visita» escatologica di Jahvé, dapprima nei cieli, contro l'esercito supremo ('al-tba' hammiirom) , cioè, probabilmente, il mondo de­ gli dèi pagani, poi sulla terra, contro i re terreni . Il testo biblico aggiunge : «E saranno radunati, imprigionati in una prigione, saranno rinchiusi in carcere e dopo molti giorni saranno puniti» (ls. 2 4 ,22) . Sovrani ed eserciti dei cieli sono dunque, secondo il testo biblico , l'oggetto di uno stesso castigo : l'imprigionamento in un carcere L'a­ giografo associa in una medesima punizione i sovrani op­ pressori e gli dèi pagani , che essi venerano (cfr. Ier. 4 6 , 2 5 ) . M a l a luna e i l sole personificati, intendiamo verosi­ milmente tutti gli astri - siamo infatti in presenza di una espressione della totalità tramite l'opposizione dei con­ trari, in quanto la luna indica l'astro della notte e il sole quello del giorno9 -, arrossiscono di vergogna . Il testo bi­ blico non ne precisa la ragione. Auvray-Steinmann osser­ vano tuttavia : arrossiscono per l a vergogna di essere sta.

    tbc Ugaritic Myth of Ba'lu, Neukirchen 1971 , 75 per le valutazioni re­ lative al significato del verbo ugaritico msk. Cfr., inoltre, J. Aislei tner, 1'Vorterb11ch der ugaritischen Spracbc, s.v. Pure quest'autore coglie in msk il senso di «mescolare». 9. Cfr. P. Boccaccio, I termini contrari come espressioni della totalità in ebraico ; Bib 33 ( 1952) t 73-190; G. Lambert, Lier-délier. L 'expres­ sio11 de la totalité par l'opposition de de:!x contraires, in Vivre et Pen­ s er (R.B.), Paris 1945, 9 r ss. ; A. Massart, L'emploi, e11 égyptien, de deux termes opposés pour exprimer la totalité, in Mélanges bibliques rédigés en l'h o nn eur de André Robert , Paris s .cl. { t 957) , 3 8-46; A.M. Honcyman, Merismus in Biblica! Literature : JBL 7 1 ( 1952) 1 1 ss.

    205

    ti divinizzati . 1 0 Questa spiegazione è assai probabile, per­ ché sembrano essere stati precipitati dalle altezze del cie­ lo ndl 'abisso , passando in tal modo da una posizione su­ periore , quella detenuta dagli esseri divini del cielo, ad una inferiore , propria dci mortali . Come per il re di Ba­ bilonia eh ::! , crcdt: tosi un dio, era asceso nei cieli al di so­ pra delle stelle di Dio ed era stato precipitato sulla terra ( ls. q , 1 2 ss . ) , così sarà il destino degli astri divinizzati . Tale è, quindi , il contesto i n cui si innesta il banchet to div i n o , descritto dal l ' agiografo . È in seguito a una vitto­ ria sulle forze avverse, appartenenti al mondo celeste de­ gli esseri divini e al mondo degl i imperi terreni , inclusi nella locuzione i « re della terra» , che Jahvé regnerà . Pa­ recchi studiosi hanno così precisato che il convito, suc­ cessivo a questa vittoria, è un banchetto d'incoronazione o d ' i n tronizzazione (Krommg,smahl)." Il banchetto , che inaugura un nuovo pcdodo di pace , corrisponde, afferma Foh rcr , al convi to d 'incoronazione dei re terreni , quando salgono al trono, e rich iama , in questo senso, r Sam. r r , 1 5 e 1 Reg. 1 , 2 5 . " Chcync , dal can to suo, già nel secolo scorso parhva della festa divina d 'incoronazione sul mon­ te Sion .'3 Notscher l'interpreta, mol to semplicemente, co­ me banchetto regale (Konigsmahl) .14 Le valutazioni di questi esegeti conservano ancora il loro interesse , ma si possono oggi completare alla luce dei testi ugaritici , che ci attestano il probabile retroterra e.manco delle concezioni affioranti in Is. 2 5 . r.

    Bisogna anzitutto ricordare l 'importanza del �a-

    10. J.E. Kissane, Tbc Book o/ Isaiab l, Dublin 1 94 1 , 2 8 3 , commenta così questo p a s so : «È una possibile allusione alla distruzione del paga­ nesimo, che riteneva il sole e la luna come divinità supreme».

    Rudolph, Jesaja 24-27 , BWAT, Stuttgart 1 93 8 , 39. G. Fohrcr, Das Bucb Jesait1 1 1 , 1 8 s . 1 3 . Cfr. Th.K. Cheyne, Introduction l o tbc Book of Isaiab,

    1 1 . Cfr. \VI . 1 2 . Cfr.

    1 8 9 5 , 1 50.

    1 4 . F. Notscher, .fokrale Mt1bheite11 von

    206

    Q11111ran :

    London

    BBB 17 ( 1 962) 1 07 .

    phon'' ad Ugarit come montagna degli dèi e luogo in cui si tenevano i banchetti . Ba'al dimora sulle alture del �a­ phon (cfr. v 3 8 .0 . 8 1 ) . È là che si reca 'Anat per incon­ trare il fratello. Ba'al le offre un banchetto : «Egli le met­ te davanti un bue , una bestia grassa davanti a lei» (cfr . v A n. 0 . 8 5 , trad . di Caquot) . Il mrjm $pn evoca spontaneamente l 'esercito delle al­ tcz;:e , tbii' haii!miirom , di Is. 2 4 , 2 1 combattuto da Jahvé e soprattutto il monte Sion , dove egli abi ta e regna (Is. 24,23 ) . �aphon, scrive Richard J. Clifford, è teatro d i frequen­ ti banchetti . Ba'al festeggia Kosar wa-Khasis pri m a che quest 'ultimo si metta al lavoro nel suo palazzo (4,5 . 1 06u o ) . Un banchetto di vittoria pare essere descritto in 3 , I . 1 -2 2 . Ba'al dà una festa di dedicazione per settanta dèi , non appena il suo tempio è terminato (4,6 . 3 8-5 9 ) .r6 Bi­ sogna osservare che in questi testi ugaritici i conviti sono offerti agli dèi , mentre nulla di analogo affiora nel testo isaiano, dove il banchetto è offerto a tutti i popoli, pro­ babilmente a quanti sono stati vi nti nella persona dei loro sovrani (Is. 24 ,2 1 - 2 2 ) , ma anche al popolo d'Israele, il «suo popolo» (ls. 2 5 ,8 ) , indistintamente uniti in un ban­ chetto fratcrno .'7 « L'esercito dci cieli» , infatti, espressio­ ne che caratterizza le divinità pagane, non è ricordato tra gli ospiti del banchetto a motivo delle concezioni mono­ tei ste dell 'agiografo. 2 . Cliffo 1·d nell 'enumerazione dci banchetti offerti da Ba'al sembra averne tralasciato uno di estremo interesse per noi . Il convito, imbandito da Jahvé per tutti i popoli sulla sua montagna, possiede un eccellente parallelo nel banchetto che Ba'al offre in onore dell'eroe Aqhat . La 1 5 . A riguardo del �nphon cfr . L .R . Fisher, Ras Shamra Parallels n, Roma 1 9 7 5 , 320 s s . 1 6 . J.R. Clilford, Tbc cosmic Mou11tai11 6 1 .

    1 7 . Sui conviti sacri in generale cfr. F. B�mmel, Das beiligc Mabl im Gla11be11 der Volker. Ei11e religionspbii11omenologische Untcrsucbtmg , Gu tersloh 1950.

    Vergine 'Anat si rivolge con questo singolare discorso ad Aqhat : Domanda la vita, eroe Aqhat, chiedi la vita e te la darò, l'immortalità ( letteralmen te: la non-morte [ blmt ] ) e te la invierò . Io ti farò arrivare a un numero di anni eguale a quelli di [Ba'al tu arriverai a tanti anni come i figli di El . Quando Ba 'al concede la vita serve da mangiare a colui che fa vivere, [ lui : gli serve da mangiare e da bere. No'am improvvisa e canta in s u o onore [ e si ] risponde a Ebbene , è così che farò vivere Aqhat [l'e ] roe (II,D.VI, 26 ss.) .18

    In ques lo frammento la non-morte (blmt) , l'immortalità, è offerta da Ba'al a un mortale, l'eroe Aqhat, ed è accom­ pagnata da un banchetto, cui è invitato a partecipare. È, in pratica, il medes imo contesto del banchetto offerto da Jahvé dopo l'annientamento della morte. I n Isaia si trat­ ta, allora, di un banchetto d'immortalità, che è nel con­ tempo sembra un convito d'intronizzazione di Jahvé, -

    -

    se si legge Is. 25 ,6-9 dopo Is. 24,2 3 . S i potrebbe obiettare , è vero, a questa spiegazione che Is. 2 5 ,6 non dice esplicitamente che l'immortalità è con­ ferita a tutti i popoli, anche se quanto si esprime è di con­ tenuto equivalente : «Strapperà su questo monte il velo di lutto che velava tutti i popoli . . . Distruggerà la morte p er sempre» . 3 . I l T.M. attuale parla d i inghiottimento ( bl') della Morte da parte di Jahvé, che l'ha distrutta per sempre. Non crediamo, diversificandoci da alcuni critici, che si debba necessariamente ritenere interpolato l'inizio del v . 8 : bll' hmwt ln�� . perché rompe l'ordine logico delle idee : distruzione dei veli di lutto, lacrime asterse sui vol­ ti. bll' hmwt ln�� è infatti una inclusio in corrispondenza all'i nizio del v. 7 : wbll' bhr hzh . La lotta tra Ba'al e Mot 1 8 . Trad. di A. Caquot,

    208

    op. cit. 432.

    rappresenta uno dei motivi essenziali della letteratura u­ seguire le diverse trasfor­ gola insaziabile di Mot è

    garitica in 1 A B . '9 È p oss ibile maz ioni di que s ta guerra. La descri t t a in manier a poetica.

    Messaggio del divino Mot, parola del prediletto di El, il forte : Si, la mia gola è la gola dei leoni del deserto o la gola del narvalo marino o la cisterna che attira i buoi selvatici o la fonte, esca dei cervi , o [ piuttosto ] , è vero, la mia gola (non) si inumidisce che Ah ! mangerò davvero a piene mani. [ di fango. Appaga il mio desiderio con la mezzina o il tuo coppiere mesca la coppa. Chiam ami, o Ba'al, con i miei fratelli, convocami, o Haddu, con i miei pari per mangiare viv ande con i miei fratelli per bere vino con i miei pari .2°

    Per e s tingu ere la sua sete, Mot necessita di acque vive rappresentate da B a ' a l e, per colmare qu e sto bis ogno , Ba'al « entrerà nel suo ventre , d is cenderà nella sua boc­ ca» ." A scene pit toresche di lu t to , descritte a forza di dettagli, s egu e la scomparsa di Ba' al, che sarà però ripor­ tato alla vita . L'agiografo sembra aver in mente queste tradizioni cananee . Qui , tu t t av i a , i r uoli sono diversi. Jahvé ha sostituito Ba 'al ed è Mot ad essere divorato, al­ la lettera : inghiottito ; bl' nella forma piel assume il va­ lore sema nt ico molto intenso di « divor are» , « ingh io t t i­ re» . È impiegato , ad esempio , in Ion. 2 , 1 a proposito del pesce che ingoia il pro feta . Il medesimo verbo è pure uti­ lizzato per in d i c are il modo con cui lo S"ol a ccoglie i mor­

    ti .22

    i 9 . Cfr. la t raduzione i n A. Caquot e altri , Textes ougaritiques, et Légcndes 241 s . 20. Cfr. A. Caquot, op. cii. 24 1 .

    thes

    I.

    My-

    2 1 . Per i l tema dell'insaziabilità della morte nell'A.T. dr. N.J. Tromp,

    Primitive Conceplions of Dcath and the Nethem \Vorld in (Biblica et Oricntalia 2 1 ) , Roma 1 969, 1 07-109.

    ta111e nt

    the

    Old

    Tes­

    2 2 . Cfr. ihid. 1 72 .

    209

    La vi ttori a di Jahvé su Mot è definitiva e, su questo det t agli o , differisce radicalmente dal mito relativo alle lotte di Ba'al contro Mot, che si conclu don o o con una vittoria o con una sconfitta , n es sun a delle quali però con una valenza definitiva. La storia della «morte» di Ba'al, infa t t i , e della sua liberazione appare come la tra spo sizio­ ne mitica di un fen omeno stagionale : la cessazione delle piogge in e s t a t e e il loro ri torno in autunno.23 È ovvio che nel testo biblico qu es to ritmo di alternan­ za di vita e di m o r te del ciclo della natura è completnmen­ te assente, perché Jahvé e Mot , i due protagonisti del dramma, non sono p ers o nificaz ioni di forze naturali . In Isaia hammiiwet appare tu tt avi a come u na s emplice per­ sonificazione della Morte , senza che ciò rappresenti una peculiarità biblica , giacché assai universalmente si tende a personificare l ' avve rs a ri o della vita um ana . Che pensare