Misteri pagani nel Rinascimento
 8845926761, 9788845926761

Table of contents :
Edgar Wind -. Misteri pagani nel Rinascimento
Risvolto
Frontespizio
Colophon
Indice
Elenco delle illustrazioni
MISTERI PAGANI NEL RINASCIMENTO
Prefazione
Introduzione: Il linguaggio dei misteri
1. Teologia poetica
2. Le Grazie di Seneca
3. La medaglia di Pico della Mirandola
4. Orfeo in lode dell'Amor cieco
5. La Virtù riconciliata col Piacere
6. «La maturità è tutto»
7. La Primavera di Botticelli
8. La Nascita di Venere
9. Amor sacro e profano
10. Amor come dio di morte
11. Lo scorticamento di Marsia
12. Un mistero bacchico di Michelangelo
13. Pan e Proteo
14. Il dio dissimulato
Conclusione: un'osservazione sul metodo
Appendici
1. Cusano in Italia
2. Vestigia pagane della Trinità
3. La lettera di Bessarione sulla palingenesi
4. La trinità di Serapide
5. La conchiglia di Afrodite
6. Gafurius sull'armonia delle sfere
7. Amore e Contesa nel «Giudizio di Paride»
8. Un ciclo d'Amore del Veronese
9. Porus Consilii Filius
Illustrazioni
Indici
Indice delle fonti
Indice analitico

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GLI

ADELPHI

EdgarWind

Misteri pagani nel Rinascimento

GLI ADELPHI

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Pubblicato per la prima volta nel 1958 (poi, in edizione riveduta, nel 1980) e considerato il ca­ polavoro di Edgar Wind, Misteri pagani nel Rina­ scimento ha permesso di leggere per la prima volta in tutta la sua complessità il senso di alcune delle opere più famose e splendide del Rinascimento, dalla Primavera di Botticelli all'Amor sacro e profa­ no di Tiziano e a tante altre di Michelangelo, Cor­ reggio, Raffaello. Storico dell'arte, Edgar Wind (Berlino, 1900 - Ox­ ford, 1971) ha insegnato Filosofia alla North Car­ olina University dal 1925 al 1927; membro del Warburg Institute a Londra, si è in seguito trasfe­ rito negli Stati Uniti e dal 1955 è stato titolare del­ la prima cattedra di Storia dell'arte istituita alla Oxford University. Di lui sono apparsi presso A­ delphi Arte e anarchia (1968; nuova edizione rive­ duta, 1986), L'eloquenza dei simboli (1992) e Huma­ nitas e ritratto eroico (2000).

Edgar Wind

Misteri pagani nel Rinascimento Nuova edizione riveduta TRADUZIONE DI PIERO BERTOLUCCI

ADELPHI EDIZIONI

TITOLO ORJGINALE:

Pagan Mysteries in the Renaissance

Questa edizione include tutte le ultime aggiunte dell'autore, solo parzialmente accolte nell'edizione apparsa nel 1980 presso la Oxford University Press

© 1958, 1968 EDGAR WIND © 1980 MARGARET WIND © 1971, 1985 ADELPHI EDIZIONI S.P.A.

MILANO

WWW.ADELPHI.IT ISBN

978-88-459-2676-l Edizione

Anno 2024

2023

2022

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Indice Elenco delle illustrazioni

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Prefazione

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Introduzione: Il linguaggio dei misteri 1. Teologia poetica 2. Le Grazie di Seneca 3. La medaglia di Pico della Mirandola 4. Orfeo in lode dell'Amore cieco 5. La Virtù riconciliata col Piacere 6. « La maturità è tutto» 7. La Primavera di Botticelli 8. La Nascita di Venere 9. Amor sacro e profano 10. Amor come dio di morte 11. Lo scorticamento di Marsia 12. Un mistero bacchico di Michelangelo 13. Pan e Proteo 14. Il dio dissimulato Conclusione: un'osseivazione sul metodo

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Appendici

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1. Cusano in Italia 2. Vestigia pagane della Trinità I.

L'OMBRA DELL'ARIANESIMO

Il. TEOLOGIA ELLENICA III. TRIADI PAGANE IV. APOCRIFI CRISTIANI

3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

La lettera di Bessarione sulla palingenesi La trinità di Serapide La conchiglia di Afrodite Gafurius sull'armonia delle sfere Amore e Contesa nel « Giudizio di Paride» Un ciclo d'Amore del Veronese Porus Consilii Filius

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Illustrazioni

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Indici

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Indice delle fonti I. TESTI 2. FONTI SECONDARIE

Indice analitico

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Elenco delle illustrazioni 1. 2. 3. 4.

Apollo e Marsia, disegno da un sarcofago romano, Eton College Raffaello, Apollo e Marsia, Stanza della Segnatura, Vaticano Michelangelo, Leda (copia), Gemaldegalerie, Dresden Leda, disegno rinascimentale da un rilievo romano (rovesciato), Castello di Coburg 5. Michelangelo, La Notte, Cappella Medici, Firenze 6. Leonardo da Vinci, Leda (copia), Collezione Spiridon, Roma 7. Leda e le Uova, dal Discours du songe de Poliphile, 1546 8. L'oracolo di Apollo sulle Uova di Leda, dal Discoursdu songede Poliphi/e 9. Le Tre Grazie (affresco pompeiano), Museo Nazionale, Napoli 10-11. Medaglia di Pico della Mirandola: PULCHRITUDO-AM0R-V0LUPTAS 12-13. Medaglia di Giovanna Tornabuoni: CASTITAS-PULCHRITUD0-AM0R 14. Medaglia di Giovanna Tornabuoni: VIRGINIS os HABITUMQUE GERENS... 15. Tiziano, Amor bendato, Galleria Borghese, Roma 16. Correggio, Le Tre Grazie, Camera di San Paolo, Parma 17. Le Tre Grazie, dagli Hieroglyphica di Pierio Valeriano 18. Le Tre Grazie, particolare dai Tarocchi 19. Le Tre Grazie, stucco dalle Logge di Raffaello, Vaticano 20. La musica delle sfere, dalla Practica musice di Gafurius, 1496 21-22. Medaglia di Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici 23. Ermes mistagogo, dalle Symbolica quastiones di Achille Bocchi 24. Ermes divinus amator, dalle Symbolica quastiones di Achille Bocchi 25. Botticelli, Primavera, Uffizi, Firenze 26. Botticelli, Le Tre Grazie, dalla Primavera 27. Botticelli, Amor cieco, dalla Primavera 28. Botticelli, La Grazia voLUPTAs, dalla Primavera 29. Botticelli, La Grazia CASTITAS, dalla Primavera 30. Botticelli, La Grazia PULCHRITUDO, dalla Primavera 31. Botticelli, Flora, dalla Primavera 32. Botticelli, Mercurio, dalla Primavera 33. Botticelli, Flora, Chloris e Zeffiro, dalla Primavera 34. La Venere de' Medici, Uffizi, Firenze 35. Venere che sorge da una conchiglia, gemma greco-romana, Anti­ quarium, Berlin 36. Venere che sorge da una conchiglia, particolare da un sarcofago romano, Louvre, Paris 37. Tiziano, Amor sacro e profano, Galleria Borghese, Roma 38. Marcantonio Raimondi, Clio e Urania, incisione da Raffaello 39. Botticelli, La Nascita di Venere, Uffizi, Firenze 40. Tiziano, Venere di Urbino, Uffizi, Firenze 41. Le passioni domate, dalle Symbolica quastiones di Achille Bocchi 42. Tiziano, Scene di castighi, da Amor sacro e profano 43. Veronese, Il castigo dell'Amore, National Gallery, London 44-45. Epifania di Venere, da una coppia di 'cassoni' fiorentini, Colle­ zione del conte di Crawford and Balcarres 46. Veronese, Epifania di Venere, National Gallery, London 47. Veronese, La vita tripartita, National Gallery, London

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Elenco delle illustrazioni

48. Peter Vischer il Giovane(?), Fortuna amoris, Universitatsbibliothek, Erlangen 49. Veronese, Concordia dell'Amore, National Gallery, London 50. Lorenzo Lotto, Amore che incorona la Morte (dulce amarum), Ca­ stello di Alnwick 51. Tiziano(?), Amor tra i simboli del Caso e della Pazienza, National Gallery of Art, Washington 52. Emblema Aldino, Festina lente 53. Mantegna(scuola), Festina lente, Palazzo Ducale, Mantova 54. Figura antitetica, dalla Hypnerotomachia 55. Geroglifici, dalla Hypnerotomachia 56. Minerva e Venere riconciliate, dalle Symbolictz quastiones di Achille Bocchi 57. Medaglia di Altobello Averoldo, governatore di Bologna: MATURA CELERITAS 58. « Consiglio a un governatore », dalle Symbolica quastiones di Achille Bocchi 59. Scipione, rilievo fiorentino del Quattrocento, Louvre, Paris 60. Raffaello, Il sogno di Scipione, National Gallery, London 61. Raffaello, Le Tre Grazie, Musée Condé, Chantilly 62. Le Grazie che giocano a palla, ex-libris di Johannes Cuspinianus (particolare) 63. Garofalo, Amor-Pulchritudo-Voluptas, National Gallery, London 64. Amanti con le mele, incisione fiorentina del Quattrocento 65. Girolamo Mazzola, Ritratto di un filosofo (Marcantonio Passeri?), Galleria Nazionale, Parma 66-67. Medaglia di Marcantonio Passeri: PHILOSOPHIA COMITE REGRE· DIMUR 68. Medaglia di Marcantonio Passeri: PHiLOSOPHlA DUCE REGREDIMUR, xilografia dagli Elogia di Tomasini 69-70. Medaglie di Maria Poliziana: coNSTANTIA e CONCORDIA 71. Medaglia di Federigo da Montefeltro, di Clemente da Urbino: MARS FERUS ET SUMMUM TANGENS CYTHEREA TONANTEM ... 72. Medaglia di Paolo Dotti: CONSTANTIA 73. Marco Zoppo, Venus armata, British Museum, London 74. Botticelli, Marte e Venere, National Gallery, London 75. Piero di Cosimo, Marte e Venere, Staatliche Museen, Berlin-Dahlem 76. Veronese, Marte e Venere (la 'Fortezza' che si sottomette alla 'Carità'), Metropolitan Museum of Art, New York 77. Francesco Cossa, Marte incatenato da Venere (particolare), Pa­ lazzo Schifanoia, Ferrara 78-79. Medaglia di Rodrigo de Bivar: Marte e Venere, QUORUM OPUS ADEST 80. Ritratto androgino di Francesco I, Bibliothèque Nationale, Paris 81. Medaglia di Alfonso d'Este, con una bomba sulla corazza 82. Impresa di Alfonso d'Este: A LIEU ET TEMPS, dalle Sententiose imprese di Symeone 83. Tiziano( copia?), Ritratto di Alfonso d'Este, Metropolitan Museum of Art, New York

Elenco delle illustrazioni XI 84-85. Occhi divini e maschera della morte, dagli Hieroglyphica di Horapollo 86. Medaglia di Leon Battista Alberti, di Matteo de' Pasti: QUID TUM 87. Medaglia del Savonarola: GLAmus DOMINI SUPER TIRRAM... 88. Medaglia di Pietro Pomponazzi: DUPLEX GLORIA 89. Medaglia di Galeotto Ferreo Orsini: DUMQUE SENEX PUER 90. Quellinus il Vecchio, Buon Consiglio, Municipio di Amsterdam 91. Le tre facce della Prudenza, rilievo fiorentino del Quattrocento, Victoria and Albert Museum, London 92-93. Medaglie sincretistiche di Giovanni dal Cavino 94. Monumento egiziano alla Trinità, dalla Hypnerotomachia 95. Trinità pagana, dalle Melopoio: di Tritonius-Celtes, 1507 96. Trinità cristiana, particolare dalla Disputa del Sacramento di Raf­ faello, Stanza della Segnatura, Vaticano 97. Michelangelo, Bacco, Bargello, Firenze 98. Heemskerck, Il giardino di Casa Galli a Roma, col Bacco di Mi­ chelangelo, Kupferstichkabinett, Berlin 99. Disegno del Bacco di Michelangelo, da un album di disegni rinascimentale, Trinity College, Cambridge 100. Michelangelo, Satiro, particolare dal Bacco 101. Michelangelo, Testa del Bacco 102. Michelangelo, San Bartolommeo, particolare dal Giudizio Uni­ versale, Cappella Sistina, Roma

FONTI DEL MATERIALE ILLUSTRATIVO: Alinari (figg. 5, 9, 15, 31, 61, 65), Anderson (figg. 2, 6, 16, 25-30, 32-34, 37, 39, 40, 102), Biblio­ thèque Nationale (fig. 80), British Museum (f1g. 73), Brogi (f1gg. 97, 100, 101), Earl of Crawford and Balcarres (f1gg. 44, 45), Eton College (fi.g. 1), Hessische Treuhandverwaltung des friiheren preussischen Kunstgutes (fig. 75), Houghton Library, Harvard University (figg. 7, 8, 54, 55), Library of Congress (f1gg. 20, 95), Louvre (f1g. 59), Metropoli­ tan Museum of Art (figg. 76, 83), Musei Vaticani (f1g. 19), National Gallery, London (figg. 43, 46, 47, 49, 60, 63, 74), National Gallery of Art, Washington (fig. 51), Duke of Northumberland (f1g. 50), Trinity College, Cambridge (fig. 99), Universitatsbibliothek, Erlangen (fig. 48), Victoria and Albert Museum (fig. 91).

Misteri pagani nel Rinascimento

A Maurice Bowra

Prefazione Benché il contenuto dz' questo libro sia rimasto immutato rispetto alla prima edizione di otto anni fa, ho cercato di apportarvi alcuni miglioramenti stilistici, accrescendo invece sostanzialmente la docu­ mentazione riguardante sia i riferimenti testuali sia le illustrazioni. Devo molta riconoscenza ai miei editori che, invece di limitarsi a una terza ristampa, hanno accettato di pubblicare un libro nuovo. Anche ora, le note a piè di pagina possono essere ignorate da quei lettori che si interessino più del testo che non delle testimonianze su cui esso si fonda. Lo stesso dicasi delle appendici, che compaiono qui per la prima volta: benché attinenti· ai problemi discussi nel testo vero e proprio, esse sono state concepite come parti a sé stanti·. Nel preparare questa edizione riveduta, ho ricevuto incoraggia­ menti e consigli da Austin Gill e da Colin Hardie: oltre a suggerirmi importanti correzioni, essi hanno avuto la pazienza di leggere in bozze l'intero libro. Le pecche rimaste sono da attribuirsi unica­ mente a me. Una semplice lista di nomi non può certo esprimere quanto devo alle conversazioni avute con Jean Adhémar, Alfred Alexander, Ro­ salind Dale-Harris, Herbert Davis, Eduard Fraenkel Ceci! Gould, Raymond Klibansky, Lotte Labowsky, Alessandro Perosa, John Pope-Hennessy, Martin Robertson, Jean Seznec e John Sparrow. Al signor Pradel del Louvre, vada un ringraziamento particolare per l'aiuto datomi per quanto riguarda la figura 59. Oxford, 1 ° settembre 1966

E.W.

Introduzione

Il linguaggio dei misteri Chi volesse tentare un'indagine approfondita sui misteri pagani nel Rinascimento dovrebbe forse cominciare con l'ammettere che il termine 'misteri ' ha significati diversi che già nell'antichità apparivano sfocati e imprecisi, con­ tribuendo così, sin dall'inizio, ad arricchire, e a confondere, l'argomento. 1 Ai fmi di questa introduzione può essere utile distinguere approssimativamente fra tre significati. Il primo e originario significato della parola ' misteri ', quale fu esemplificato dalle feste di Eleusi, è quello di rito poP.olare di iniziazione. In esso i neofiti venivano purificati dal· timore della morte e accolti nella compagnia dei beati cui si legavano con un voto di silenzio. Ma poiché i sacri riti erano celebrati per una moltitudine di persone senza che si tenesse conto del merito individuale,2 i filosofi erano in­ clini a considerarli con un certo disdegno, che Diogene espresse nel modo brusco e schietto che gli era caratteristico:

1. In greco, il plurale µucm']QLa veniva usato, indifferentemente, al posto di ÒQYLa e di tEÀ.Eta(, mentre il singolare µucm']QI.OV poteva anche significare 'segreto', senza implicazioni di natura rituale. Sulle ambiguità che ne deriva­ vano, vedi A. D. Nock, He/Jmistic Mysteries and Christian Sacraments, « Mnemo­ syne ►>, V, 1952, pp. 177-213; vedi anche Wilamowitz, Der G/aube der Hellmen, II, 1932, p. 45, nota 4 e p. 71, nota 1; e l'articolo « Mysterien » di O. Kem e T. Hopfner, in Pauly-Wissowa, Realencyclopà'die, XVI, 1935, [col.] 1209-350.

2. Il Telesterion di Eleusi conteneva tremila persone (cfr. Nock, op. cit., p. 180; P. Foucart, Les mystères d'Éleusis, 1914, p. 351). Una moltitudine dieci volte più numerosa, se dobbiamo credere a Erodoto (VIII, 65), prendeva parte alla processione eleusina. Plutarco, in De profectu in virtute, 1 O, considerava tipico delle cerimonie misteriche che a esse partecipassero larghe folle: « ... le persone che saranno iniziate ai Misteri si adunano all'alba con tumulto e grida, spingendosi e accalcandosi; quando però si cominciano a celebrare e a rive­ lare i sacri riti, la gente si fa subito silenziosa, riverente, timorosa... ►> (Moralia, 81E). Sull'assenza di un'istruzione preparatoria nei misteri, vedi Plutarco, De defectu oraculorum, 22 (Moralia, 422c): tv tEÀ.Etfl xat µm'joEL µ'l)bE­ µCav Wt6bEÙ;LV tou Myou, osservazione che conferma il molto discusso fram­ mento 15 (Rose) di Aristotele, il quale dice che i neofiti non venivano istruiti, ma plasmati: toùç tEÀ.ouµtvouç où µafu:iv tL bEiv òJJ..à ;i;aln:iv. Cfr. J. Crois­ sant, Aristate et /es mystères, 1932, pp. 137-88, con ulteriori notizie biblio­ grafiche; cfr. anche J. Bidez, À propos d'un fragment retrouvé de l'Aristote perdu, « Bulletin de l'académie royale de Belgique », classe des lettres, XXVIII, 1942, pp. 201-30.

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Introduzione

« Egli non fu mai iniziato, così si dice, e a un tale che una volta gli consigliava di farsi iniziare, rispose: " Mio giovane amico, è assurdo da parte tua pensare che un qualsiasi pub­ blicano, per il semplice fatto di essere stato iniziato, possa godere nell'altro mondo le ricompense che spettano ai giu­ sti, mentre Agesilao ed Epaminonda sono condannati a gia­ cere nel fango" ». 3 Questa combinazione di tracotanza e buon senso non sa­ rebbe piaciuta all' ' oscuro ' Eraclito; eppure il suo giudizio sulle iniziazioni mistiche non differiva molto da quello di Dio­ gene, e infatti le respingeva considerandole buone per il volgo: 4 un atteggiamento non dissimile da quello attribuito ad Anassagora, a Socrate e a molti altri. 5 Platone, invece, le cui parole in proposito erano destinate ad avere una ri­ sonanza storica di gran lunga maggiore, era troppo ironico e prudente per limitarsi a un rifmto puro e semplice dei mi­ steri. È vero che raramente ne parlò senza usare un tono bef­ fardo,6 e che nella settima Lettera si trova una sferzante osserva3. Giuliano, Orationes, VII, 238A. Lo stesso aneddoto in Diogene Laerzio, VI, 39. 4. Frammenti 14 sg. (Diels), cfr. anche 5, 96. 5. Su Socrate vedi Luciano, Demonax, 11. Altre fonti in E. Derenne, Les procès d'impiiti intentis aux philosophes à Athènes, 1930, particolarmente pp. 64 sgg. sul disprezzo di Diagora per i misteri; pp. 190 sg. su Aristotele ed Eleusi. L'accusa

di àot�ELa, lanciata contro i filosofi, benché parzialmente provocata dalla loro indifferenza, aveva altre e più profonde cause, fra le quali una suscettibile preoccupazione per la coesione sociale: vedi E. R. Dodds, The Gree/cs and the l"ationa4 1951, pp. 189-95: B. Snell, Die Entdec/cung des Geistes, 1955, pp. 45 sg. 6. I passi della Repubblica, 365A (dç Ofl 'tEÀ.uàç xaì..ouow) e 366A (al 'tEÀ.ualxal ot À.umot iJEO() corrispondono quasi alla lettera alla frase sdegnosa di Dio­ gene che abbiamo sopra citato. La sprezzante osservazione sul « sacrificio di un semplice maiale» per essere ammessi ai misteri ( Repubblica, 378A) si riferisce sicuramente a Eleusi: cfr. J ane Harrison, Prolegomena to the Study o/ Greelc Religion, 1908, pp. 153 sg., con un'illustrazione del porco sacrificale sulle monete eleu­ sine. Vedi inoltre: Eutidemo, 27h, Gorgia, 497c, Teeteto, 155E-156A, Repubblica, 560E; come pure l'allusione scherzosa a una Mysterienformel in Simposio, 218s, analizzata da A. Dieterich, Abraxas, 1903, p. 127. Questi scherni, più numerosi anche se meno famosi delle poetiche metafore del Simposio, 210-12, e del Fedro, 250, sarebbero certo da tenere in considerazione se si volesse interpretare cor­ rettamente questi ultimi passi, perché Platone non rinunciò mai alla sua critica dell'ispirazione religiosa; i passi del Menone, 99c-v, e Timeo, 71o-72s, sono in­ fatti fredde enunciazioni del suo pensiero in proposito. Vedi anche Menone, 97o-98A, ed Eutifrone, 1 ls, sulle mobili « immagini di Dedalo», che sono di grande valore solo quando vengono « legate », perché altrimenti esse « si ri-

Il linguaggio dei misten· 5 zione7 sul danno sociale che può derivare dal prendere parte senza discernimento alle feste di iniziazione collettive. 8 Tut­ tavia, invece di sconfessare qualsiasi rapporto di parentela tra la sua filosofia e tali riti, egli dichiarava che la filosofia era essa stessa un'iniziazione mistica, anche se di tipo di­ verso, la quale, attraverso una ricerca consapevole, conse­ guiva per pochi eletti ciò che i misteri somministravano al volgo attraverso una stimolazione delle loro emozioni. La purificazione dell'anima, l'accettazione della morte, il po­ tere di entrare in comunione con l'Aldilà, la facoltà di « sma­ niare correttamente » (òQt>wç µa(vwt>m): 9 tutti questi be­ nefici che, come Platone riconosceva, venivano offerti dal­ le iniziazioni mistiche, dovevano invece essere ottenuti at­ traverso la sua filosofia mediante l'esercizio razionale, cioè l'addestramento nell'arte della dialettica, il cui scopo era di purgare l'anima dall'errore. 10 bellano e fuggono via », tema che si ricollega al passo del Pedone, 82B, dove è detto che solo il filosofo è « legato » e perciò al sicuro nell'Aldilà. 7. Leonardo Bruni, che tradusse in latino le Lettere, le teneva in più alta considerazione dei Dialoghi, per la sorprendente ragione, abbastanza pedestre, che il loro stile era « procul ab ironia atque f1gmento » (Prafatio in traductio­ nem Epistolarum Platonis, 1427; vedi l'edizione di H. Baron delle opere di Bruni, Humanistisch-philosophische Schriften, 1 928, pp. 135 sg.), mentre Pier Candido Decembrio respingeva come false tutte le lettere ( ibidem, p. 138, nota 1 ). M. Ficino attribuiva a Diane la prima e la quinta Lettera, ma accettava le altre come opera di Platone ( Opera, 1561, pp. 1 530-36). A giudicare dall'ampiezza del commento, egli considerava la seconda la più importante di tutte; in pro­ posito, vedi anche sotto, p. 299. Anche se fossero tutte quante apocrife, le Let­ tere restano sempre documenti importanti del tipo di pensiero attribuito a Platone dai primi platonici, come pure da Plotino, Proclo e dai loro seguaci rinascimentali. 8. Lettere, VII, 333E: µueiv xat btomeueLv, termini di iniziazione tutti e due, usati qui in senso spregiativo. Cfr. Wilamowitz, Platon, I, 1 920, p. 39, nota 1 ; Glaube der Heilenm, II, p. 162; anche Kern, « Mysterien », op. cit. , 1 254; H. Berve, Dion, 1 957, p. 43. 9. Fedro, 244E; cfr. I. M. Linforth, Teiestic Madness in Plato, Phaedrus, 244oE, « University of California Pubi. in Class. Philol. », XIII, 1 946, pp. 1 63- 72. 1 0. Vedi, per esempio, Sofista, 230c sgg.: la dialettica come catarsi. Forse l'adozione, da parte di Platone, di una terminologia rituale, oltre a essere per lui un espediente poetico di grande efficacia, fu anche il modo che egli scelse per ottemperare, eludendolo, a un obpligo giuridico: ad Atene, infatti, per dar vita a una scuola filosofica, si richiedeva che essa fosse organizzata come tHaooç; vedi Wilamowitz, Antigonos von Karystos, 1 88 1 , pp. 263-91, « Die rechtliche Stellung der Philosophenschulen »; E. Howald, Platons Leben, 1 923, p. 39; A.-J. Festugière, Épicureetsesdieux, 1 946, p. 32, nota.

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Introduzione

I mystères cultuels (è questo il termine usato da Festugière per le iniziazioni rituali) vennero così sostituiti dai mystères lit­ tiraires, 1 1 vale a dire da un uso figurativo di termini e im­ magini tratti dai riti popolari, e trasferiti alle discipline in­ tellettuali della discussione e della meditazione filosofiche. 1 2 In un giudizio su se stesso, per metà serio e per metà scher­ zoso, il filosofo assunse l'atteggiamento di un nuovo iero­ fante, rivolgendosi ai propri discepoli con parole solenni che risuonavano all'orecchio come una nobile parodia di un'iniziazione: « E che cos'è la purificazione se non la se­ parazione dell'anima dal corpo... , l'abitudine dell'anima di raccogliersi e ricomporsi in se stessa da ogni parte ... ? E che cos'è ciò che viene chiamata morte se non questa stessa separazione dell'anima dal corpo? ... E i veri filosofi, ed essi soli, cercano continuamente di liberare l'anima... Quindi, Simmias, poiché i veri filosofi studiano continuamente la morte, per loro soli, fra tutti gli uomini, la morte è meno terribile... E io ritengo che i fondatori dei misteri avessero un'intenzione ben precisa e non scherzassero affatto quando, tanto tempo fa, suggerirono in un'immagine che chi pas­ serà nel mondo infero senza essere stato purificato e inizia­ to giacerà nel pantano, mentre chi vi arriverà dopo un'ini­ ziazione e una purificazione abiterà assieme agli dèi. Per­ ché " molti" come si dice nei misteri " sono coloro che portano il tirso, ma pochi i bacchoi " - intendendo con questa parola, così come io la interpreto, i veri filosofi ». 13 1 1 . Festugière, L 'idia/ re/igieux des Grecs et l'Évangi/e, 1932, pp. 1 16-32. 12. A. Diès, A utour de P/aton, 1927, « Phraséologie des mystères » (I, pp.

97 sg.); « Le mysticisme littéraire - La transposition platonicienne » (Il, pp. 438-49), Sulla « parte epoptica della filosofia », Plutarco (De Iside et Osiride, 77; Mora/ia, 382u) riecheggia Platone, Simposio, 210A. Per altri esempi (quali

Calcidio, In Tim,zum, 272), vedi J. H. Waszink, in « Mnemosyne », XV, 1962, p. 454; anche, sotto, la nota 14. Secondo Diès, « Platone gioca con le formule sacre » anche nei suoi momenti più ispirati, mentre Werner Jaeger (non molto diversamente da Rohde nel suo capitolo su Platone in Psyche) dà a questo argomento un'interpretazione solenne dall'inizio alla fme; vedi Aris­ totle 's Verses in Praise of Plato, « The Classica! Quarterly », XXI, 1 927, pp. 13-17; anche Aristot/e, 1 934, pp. 160 sg., e i passi relativi in Paideia, tutti di uno stesso colore. 1 3. Fedone, 67-9. Cfr. l' 'iniziazione filosofica ' parodiata nelle Nuvole di Ari-

Il linguaggio dei misteri

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Presentata così da Platone con una nota di ironia, ma or­ dinata poi a sistema da Plotino, l'adozione di una termino­ logia rituale per sostenere e stimolare l'esercizio dell'intel­ ligenza14 si dimostrò straordinariamente utile come fm­ zione, ma fmì, come sovente è destino di tali fmzioni, con l'irretire i filosofi del platonismo tardo in una reviviscen­ za della magia. Come pedagogo, Plotino si mostrava di una tolleranza sconcertante nei riguardi di ciò che egli chiamava « le visioni di second'ordine ». 15 Sempre in­ dulgente verso le esigenze religiose, egli non dissuadeva il discepolo Amelio dal sacrificare agli dèi, però rifmtava di farlo egli stesso (« Gli dèi devono venire a me, non io an­ dare da loro »), 1 6 e le Enneadi si concludono col ritiro nella più completa solitudine (cpuyrJ µ6vou JtQòç µ6vov). Plotino, mentre da un lato chiarì in modo inequivocabile che il fi­ losofo mistico « è uno che si inoltra nella parte più interna del santuario, lasciando le statue dietro di sé, nella parte esterna del tempio », 17 dall'altro riconobbe sempre l'im­ portanza dei simboli tangibili per coloro che si trovavano ancora all'esterno e aspiravano a entrare. Una volta, quan­ do la sua scuola si riunì per celebrare l'anniversario della stofane (250 sgg.), dove si impone ai neofiti la regola del silenzio (140) e si usa addirittura il termine µUO"Ct'\Qta a proposito delle lezioni di Socrate (143). Anche se con opposte intenzioni, sembra che Aristofane e Platone siano qui concordi nell'attribuire a Socrate l'abitudine provocatoria di prendere a prestito dai misteri i termini di cui si serviva. Un'abitudine che tuttavia trova qualche pre­ cedente nel linguaggio poetico dello stesso Aristofane, come per esempio nelle Rane, 356 sgg., yEVVau.ov ÒQYta Mo'U