L'Utopia o la migliore forma di repubblica 8842041963, 9788842041962

L'Utopia esprime il sogno rinascimentale di una comunità pacifica dove è la cultura a dominare e a regolare la vita

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Italian Pages 182 [187] Year 2007

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L'Utopia o la migliore forma di repubblica
 8842041963, 9788842041962

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Economica Laterza 5

Torrunuso Moro

11Utopia o la migliore forma di repubblica

• Editori Lat:erza

Traduzione, lntroduzion� e (·ura di Tomma�o Fiore Prefazione di Margherita Isnardi Parente Nella «Economica Laterza» Prima edizion� Tredicesima edizione

1993 2005

Edizioni precedenti: 1942 «Piccola biblioteca filosofica>> 1970 «Universale Laterza» 1981

«Biblioteca di Cultura Moderna>>

Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel febbraio Poligrafico Dehoniano Stabilimento di Bari per conco della Gius. Laterza & Figli Spa CL

20-4196-0 88-420-4196-3

ISBN

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2005

PREFAZIONE

l. Tommaso Fiore scrisse il suo primo saggio in� troduttivo alla traduzione di Utopia nel 1942, lo stesso anno in cui, nella raccolta Problemi storici e orienta­ menti storiografici, usciva l'ampia messa a punto di Federico Chabod sul dibattuto problema dei rapporti fra Medioevo e Rinascimento. La cultura europea aveva conosciuto una fase di vivace reazione all'inter­ pretazione burckhardtiana; una reazione intesa a in­ dividuare in seno al Medioevo tratti salienti di quella civiltà e cultura che il Burckhardt aveva caratterizzate come essenzialmente rinascimentali, a sottolineare la continuità sostanziale della storia culturale europea a partire dalla rinascenza carolingia, a demolire l'im� magine di un Rinascimento paganeggiante e tenden­ zialmente • immanentistico per sostituire ad essa l'im­ magine di un'età rinascimentale pervasa da profondi fermenti di rinnovamento religioso 1• La critica sto� 1 F. CHABOD, Il Rinascimento, in Problemi storici e orientamenti s·toriografici, a cura di E. RoTA, Como 1942, pp. 445-91; ristampato poi ·in Questioni di Storia moderna) a cura di E. RoTA, Milano 1948 e più di recente in F. CHABOD, Scritti sul Rinascifl'tento, Torino 1967. Lo si può trovare riprodotto in Interpretazioni del Rinasci­ mento, testj a cura di A. PRANDI, Bologna 197 1, pp. 29-66; utile raccolta che contiene in traduzione italiana numerosi testi impor­ tanti per la èontroversia storiografica su Medioevo e Rinascimento e una introduzione con indicazione dei problemi, nonché una biblio­ grafia essenziale. Si rimanda ad essa per quanto qui citato; come saggi significativi della posizione che difende la continuità Medioevo­ Rinascimento, in traduzione italiana, ci si può qui limitare a citare

VII

rica italiana era stata troppo profondamente permeata dell'interpretazione dell'umanesimo come portatore di una nuova visione della vita perché non dovesse ora prendere posizione di fronte a questa mutata imma­ gine di esso. Già nel 19 3 3, nella relazione presentata al VII Congresso internazionale di scienze storiche a Varsavia, Chabod aveva preso da tutto questo le sue distanze: una ragionevole affermazione della continuità storica non deve far dimenticare la peculiarità degli atteggiamenti e la novità emergente dei caratteri di una fase culturale. Eugenio Garin già· nel 1941, con Il Rinascimento italiano, aveva dato inizio alla sua interpretazione dell'umanesimo come nuova forma di coscienza storica e civile. Sarebbero poi venuti i più maturi studi di Garin e quindi di Baron sull'umanesimo civile, e le sfumate analisi e raffinate periodizzazioni di Cantimori, Fer� guson, Delumeau; studi, tutti, che avrebbero contri­ buito a togliere alla contrapposizione la sua rigidezza 2• Dopo i suoi studi giovanili su Marsilio Ficino, negli anni Cinquanta P. O . Kristeller avrebbe spostato l'asse dell'interpretazione filosofica dell'umanesimo, con ten­ denza a una notevole riduzione, forse talvolta sottoi due saggi di E. GrLSON, Il Medioevo e il naturalismo antico e Filosofia medievale e umanesimo, in appendice a Eloisa e Abelardo, trad. it. Torino 1950; in particolare il secondo, che rappresenta una comunicazione al congresso dell'Association Guillaume Budé, Nizza 1935. 2 Di E. Garin basti qui citare L}umanesimo italiano, Bari 1951; Medioevo e Rinascimento, Bari 1954; L'educazione in Europa, Bari 1957, per non dire di altri scritti ulteriori. Da ricordarsi, per gli altri autori citati, almeno D. CANTIMORI, La periodizzazione delfetà del Rinascimento, in Relazione del X Congresso internazionale di scienze storiche (Roma 1955), Firenze 1955, poi in Studi di storia,

Torino 1959, pp. 340-65; W. K. FERGUSON, The Renaissance in Historical Thought, Cambridge (Mass.) 1948; ]. DELUMEAU, La civi­ lisation de la Renaissance, Paris 1967 (cfr. anche il saggio Reinter­ pretazione del Rinascimento, uscito in francese in « Il Pensiero Politico», II, 1969, pp. 173-86, poi in Interpretazioni del Rinasci­ mento, cit., pp. 67-81). Fondamentale, di H. BARON, a parte altri studi, resta Tbe Crisis of Early I talian Renaissance, Princeton 1955 ( trad. i t. La crisi del primo Rinascimento italiano, Firenze 1970). VIII

talutazionc, deiPappurto complessivo dell'umanesimo quattrocentesco italiano alla storia del pensiero 3; e la ricca n1esse di studi su Erasmo, e sui rapporti fra uma­ nesimo e la cosiddetta ' preriforma ' avrebbe poi com­ pletato il quadr0 della religiosità umanistica 4• Chi paragoni l'immagine che dell'Utopia diede Tommaso Fiore, sotto sensibile ispirazione della critica ideali­ stica e soprattutto crociana, con il commento fattone oggi da E. Surtz e J . H. Hexter nella serie delle opere complete di Th. More (il cui volume IV è tutto dedi­ cato alla nostra operetta e contiene a suo proposito una introduzione e un commentario, dottissimi en­ trambi) .'j, non potrà non notare lo spostamento di an­ golo visuale verifìcatosi nella critica da alcuni decenni a questa parte: dai due autori il Moro è sostanzial­ mente ricondotto all'umanesimo cristiano, di ispira­ zione teologica, di cui Erasmo si considera il princi­ pale rappresentante: pur prendendo le loro distanze da posizioni estreme, stando alle quali la stessa Utopia non uscirebbe fuori dal quadro del cristianesimo me­ dievale e della filosofia scolastica, i due commentatori

evitano qualsiasi impostazione di tipo razionalistico

e

tendono a minimizzare o almeno a ridurre sensibil­ mente i rapporti del pensiero del Moro, nella stessa Utopia, con gli atteggiamenti culturali del Quattrocento italiano. Siamo assai lontani dalle vivaci affermazioni 3

P. O. KRISTELLER, Studies in Renaissance Thought and Letters, 1956; The Classics and Renaissance Thought, Cambridge (Mass.) 1955 (trad. it. La tradizione classica nel pensiero del Rina­ scimento, Firenze 1969). 4 A. RENAUDET, Prére/orme et humanisme à Paris pendant les Roma

premières guerres d)Italie, Paris 1916, 195J2; per la vastissima· bibli o­ grafia su E rasmo si può ri mand are a ]. C. MARGOLIN, Douze années de bibliographie érasmienne, 1950-61, Paris 1963, seguito poi da Quatorze années de bibfiographie érasmienne, 1936-1949, Paris 1969. 5 The Complete Works o/ St. Thomas More, vol. IV, a cura dj E. SuRTZ, S.].-]. H. HEXTER, Yale 1965, 19743: Introduzione, Parte I (J. H. Hexter), pp. xnr-cxxrv; Parte II (E. Surtz), pp. cxxv­ cixxxz; Parte III (E. Surtz), pp. CLXXXIn-cxczv. All'edizione del· l'opera, con traduzione a fronte e note filologiche, segue un ampio Commentario (pp. 257-570) più due Appendici (pp. 571-82). IX

di Tommaso Fiore a proposito dell'atmosfera natura­ listica e razionalistica che si respira in Utopia, o della preminenza del problema morale su quello stesso reli... gioso, che investe lo stesso Erasmo almeno in alcune opere (l 'Enchiridion militis christiani ad esempio, ove la suprema virtù si riduce al socratico 'conosci te stesso ' r.) o di quella ricerca di « un nuovo terreno di conciliazione fra antico e moderno, nel quale la rive­ lazione è come se non fosse avvenuta » 7 che contrad... distinguerebbe il pensiero del Moro in fatto di reli­ gione. E si può notare come oggi un interprete acuto e sensibile quale Vittorio Gabrieli, pur operando in pieno nell'ambito della tradizione culturale italiana, abbia temperato alquanto questa impostazione, con cautele critiche: le espressioni di tolleranza religiosa che troviamo nell'Utopia non devono fuorviarci nel­ l'interpretazione ·del pensiero di Th. More, il quale in realtà anche nei primi anni del secolo, prima cioè della radicalizzazione di problemi portata dalla Riforma, non ebbe l'impostazione razionalistica e libertaria che in base ad alcune espressioni dell'operetta saremmo pur tentati di attribuirgli 8• Eppure, per chi creda nella profonda novità por... tata dalrumanesimo; per chi non sia propenso a spin­ gere la tesi della continuità culturale e religiosa fra tardo Medioevo e primo Rinascimento oltre certi limiti precisi, col rischio di lasciarsi sfuggire un fatto di ordine storico-culturale rilevante come quel pro­ fondo cambiamento di sensibilità e di atteggiamento 6 T. FIORE, Saggio su Tommaso Moro, in T. MoRo, Utopia, Bari 1942, pp. V·CV, in particolare p. XXIII sgg. (l'Introduzione riprodotta qui nella presente edizione corrisponde alla redazione ab­ breviata del saggio, comparsa nell a prima edizione deli' oper a per la