La morte di Empedocle 978-8811367604

In questo dramma Holderlin affronta la figura di Empedocle e la vicenda leggendaria secondo cui il filosofo agrigentino

620 188 4MB

Italian Pages 264 Year 2017

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

La morte di Empedocle
 978-8811367604

Citation preview

••

HOLDERLIN LA MORTE DI EMPEDOCLE

Introduzione di Giuseppe Bevilacqua Prefazione di Beda Allemann Traduzione e note di Ervino Pocar La figura del grande pensatore antico ispira a Hi:ilderlin il progetto di una tragedia in versi, cui lavora, senza portarla a compimento, dal 1797 al 1800. La riflessione sul gesto estremo di Empedocle - che la tradizione vuole sia morto suicida nel cratere dell'Etna trasforma di continuo la stesura dell'opera, pervenutaci in tre ver­ sioni diverse, qui raccolte insieme con alcuni documenti relativi alla sua complessa gestazione. Nel segno del mito della grecità, che tanta parte ha avuto nella cultura tedesca da Winckelmann a Nietzsche, l'Empedocle nasce da una immensa, elegiaca nostalgia per l'Ellade, regno della bellezza e dell'armonia, e da un senti­ mento panteistico della Natura, vivente incarnazione del divino. Il filosofo agrigentino assume agli occhi di Hi:ilderlin la statura di un eroico vate che, dopo aver invano provato a realizzare nella società la perfetta unione di spirito e natura, ricerca questa conciliazione attraverso il martirio, unica via per quel ritorno all'indistinto Tutto cui l'uomo sempre anela e che solo la poesia può presagire.

€ 10,50

���lilìli� ,I 1I1rm

9 788811 367604

Garzanti i grandi libri

FRIEDRICH HOLDERLIN

LA MORTE DI EMPEDOCLE Introduzione di GJUSEPPE BEVILACQUA Pr!ifazione di BEDA ALLEMANN Traduzione e note di ERVINO POCAR

m

Garzanti

I

edizione: aprile 1998 edizione: marzo 2017

IV

Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illihraio.it

Traduzione dal tedesco di Ervino Pocar Titolo originale dell'opera: Der Tod des Empedokles ISBN 978·88-11-36760-4

© Ga,rzanti Editore s.p.a., 1998 © 2005, Garzanti s.r.l., Milano Gruppo editoriale Mauri Spagnol Per il saggio di Beda Alleman: © Aùantis Verlag, Ziirich, 1954 © Ugo Guanda Editore s.p.a., 1983 Printed in Italy www.garzanti.it

Friedrich Holderlin

la vita profilo storico-critico dell'autore e dell'opera guida bibliografica prefazione

Friedrich Holder/in nel 1842. Disegr�o di Louise Keller.

La vita

Johann Christian Friedrich Holderlin nacque a Lauffer nel 1770. Due anni dopo era già orfano di padre, e nel 1774 si trasferl con la madre, nel frattempo risposatasi, a Nilrtingen. Il padre era stato amministratore di beni del demanio eccle­ siastico; questa professione, esercitata già da altri ascenden­ ti del poeta, definisce una provenienza sociale precisa, quel­ la di una depressa piccola borghesia impiegatizia, che forma la frangia inferiore della burocrazia statale nel principato as­ solutistico del secondo Settecento. All'atavica consuetudine di sentirsi soggetti e condizionati da tale potere va attribuito l'avvio di Holderlin, ancora fanciullo, agli studi teologici (i soli che fossero stipendiati interamente dal principe); questa scelta, operata dalla madre e contrastata troppo debolmente dal figlio, provocherà poi deleterie conseguenze: sia perché essa significò tenere il fanciullo e poi il giovane, delicatissimo ma aperto alla vita, internato nei seminari-chiostri di Denkendorf (1 784-86) e Maulbronn (1 786-88), dove il rigore della disciplina e dell'insegnamento contribuirono a suscitare quella ribellione al dogmatismo che maturerà nel collegio teologico di Tubinga (1 790-93); sia perché gli studi intrapresi davano sbocco solo su due professioni, quella del pastore e quella dell'insegnante, entrambe aliene al giovane. Htilderlin consegui il diploma di magister philosophiae nel 1790 a Tubinga, dove aveva studiato con Schelling e Hegel, e nel 1793 fu abilitato all'ufficio di pastore protestante dal Concistoro Evangelico di Stoccarda; rifiutò tuttavia l'ufficio ecclesiastico- aborrito e poi anche impedito dal suo distacco dall'ortodossia religiosa e dalla contemporanea, entusiastica adesione alle idee rousseauiane e agli eventi rivoluzionari del 1789- volgendosi quindi all'insegnamento privato. Fu l'inizio di una sequela di tentativi falliti, di scacchi traumatici e di sconfitte che lo portò, nel giro di dieci anni, a cambiare continuamente città e dimora: da quando, nel 1794, per intercessione di Schiller- che aveva conosciuto a Stoccarda- ottenne un posto di precettore a Waltershausen, in casa di Charlotte von Kalb, a quando, al principio del 1802, abbandonò il suo ultimo e precario incarico come pedagogo a Bordeaux e attraversò, in lungo e già demente pellegrinaggio, tutta la Francia. Di ritorno da Bordeaux apprese la notizia della VI l

Gli studi teologici

L'attività di precettore

morte di Suzette Gontard (dei cui figli era stato precettore), la Diotima che ispirerà tutta la lirica amorosa del poeta. Negli anni fra i1 1802 e il 1806 si compie la parabola della sua esistenza, una catastrofe accompagnata da accensioni vivis­ sime del suo genio. I primi due anni fu ospite nella casa ma­ terna a Niirtingen; ma questo asilo, dove egli ritrovava, oltre ai ricordi strazianti dell'infanzia perduta, l'involontaria pro­ motrice del suo fallimento, non poteva avere un'azione beLa malattia nefica sul suo animo già provato. Allorché, nel 1804, lo soc­ corse l'amico l. von Sinclair, presso il quale, a Homburg, già aveva trovato rifugio al momento di lasciare Francoforte, la dissociazione schizofrenica si era ormai impadronita della sua struttura psichica. Ne riferisce, da Wiirzburg, Schelling a Hegel. Soltanto poco più di dieci anni erano trascorsi da quando questi tre personaggi chiave della cultura tedesca moderna dividevano concordemente nel seminario di Tu­ binga speranze individuali ed entusiasmi politici, sognando grandi opere e traducendo di nascosto la Marsigliese. Nel giugno del 1804, quando HOlderlin, sulla via di Homburg, passa per Wiirzburg a salutare Schelling, i loro destini ormai tanto divergenti sembrano riassumere tutte le risposte possi­ bili a quanto nel frattempo era avvenuto in quel decennio che è senz'altro tra i più densi di storia di tutta l'età moder­ na. Mentre Hegel opera un gigantesco sforzo di mediazione e Schelling imbocca la soluzione unilaterale dell'idealismo soggettivo, Holderlin si scontra alle grandi aporie dell'epoca con la sola arma dell'utopia visionaria. Il suo soccombere è riconducibile a fattori storici non meno che a fattori indivi­ duali; e per questo, negli ultimi inni e frammenti, esso si co­ lora di un patetico e titanico eroismo. Nel 1806 il poeta vie­ ne ricoverato nella clinica psichiatrica dell'università di Tu­ binga; di n a un anno, divenuta cronica e irreversibile la sua infermità mentale, è preso a pensione da un falegname nella famosa casa a torre sulle rive del Neckar e n protrae per quasi quarant'anni la sua spettrale esistenza di folle.

L'opera poetica La figura di Holderlin ha offerto qualche difficoltà di collo­

cazione per gli storici della letteratura tedesca: ciò è accadu­ to perché l'opera di questo autore da un lato presenta tratti che l'apparentano al classicismo weimariano, dall'altro lato sembra inaugurare il romanticismo. In realtà Holderlin è la prova che codesti due fattori essenziali della letteratura te­ desca tra Sette e Ottocento possono essere considerati non come un'opposizione, ma come momenti differenziati di un'unità inscindibile. Né alla difficoltà di collocazione del­ l'opera holderliniana sul piano storico-letterario costituisce legittima alternativa il mito che intorno a essa è stato intrec­ ciato in età neoromantica e poi in clima novecentista: per esso la poesia del poeta tedesco rappresenterebbe una situaVIII

zione limite che è ozioso tentare di storicizzare, la vivente verifica di una poetica assoluta; parallelamente la sua vicen­ da umana viene sublimata a destino paradigmatico e inelut­ tabile, carico di un senso quasi sacrificale. Il tono dell'opera di Holderlin è essenzialmente lirico, anche laddove egli si è provato in generi diversi, nell'epico e nel drammatico. Dopo le prove scolastiche degli anni liceali (che però già mostrano candore ipocondriaco e sicuro istinto formale), i tentativi poetici degli anni di Tubinga stanno sotto il segno del sentimentalismo klopstockiano e del Goltinger Hain. Ma la rivelazione della dimensione politica in seguito agli eventi francesi e la lettura di Spinoza, Rousseau e Kant allargano l'orizzonte di Holderlin, portandolo negli anni tra il '93 e il '96 ad adottare abbastanza scopertamente il modello schilleriano: egli compone una serie di inni ispirati ai grandi ideali dell'umanità e tributari dell'illustre esempio (in particolare de Gli dei della Grecia) anche sul piano stilistico. Tra le composizioni di questa fase sono da ricordare Il destino (Das Schicksal), Inno all'amicizia (Hymne an die Freundschaft), Alla natura (An die Natur). Francoforte inaugura una stagione felice, che si protrarrà anche oltre il forzato distacco dall'amata Diotima. È in questo periodo che Holderlin trova i tratti distintivi del suo stile inimitabile: la linea purissima del dettato, la cristallina musicalità pur nella robusta nervatura, la straordinaria duttilità metrica. Partendo da modelli classici egli viene elaborando, con lento ma sicuro istinto, forme poetiche del tutto personali. L'ode, purgata da ogni stereotipia e da ogni mollezza, e l'elegia, variata con elementi idillico-narrativi, sono i due generi che egli allora mette a punto, fino a raggiungere in essi una perfezione che non toccherà in alcun altro. In pochi altri poeti appare cosl congruente il parallelo sviluppo formale e tematico. Alcuni contenuti dello Holderlin maturo (contrapposizione tra l'assenza fisica dell'amata e la sua benefica presenza ideale, tra infanzia felicemente ignara e maturità, tra lo splendore dell'antichità classica e la presente miseria) sono trattati dapprima in composizioni odiche di epigrammatica brevità, in quanto consistono di una, due o al massimo tre strofe arcaiche o asclepiadee;' si vedano, come massimi esempi, Alle Parche (An die Parzen), Diotima, Corso della vita (Lebenslauf), La patria (Die Heimat), Socrate e Alcibiade (Sokrates und Alcibiades). Poi, a partire dal '98, con un progressivo e mirabile processo di aggiustamento, H6lderlin produce sugli stessi motivi una serie di capolavori di perfetta ed equilibrata dimensione, da annoverare tra le più alte espressioni della lirica di ogni tempo. Basterà rammentare, tra i più noti, Canto del destino di lperione (Hyperions

1 Strofe dell'antichità classica, di 4 versi ciascuna, adottate dai poeti greci Alceo (630 a.C.) e Asclepiade di Samo (secc. IV-Ili a.C.). IX

Tra classicismo e romanticismo

L'ode e l'elegia

I diversi registri della liricità

Schiksaalslied), Fantasia serale (Abendphantasie), Heidel­ berg. Contemporaneamente il poeta scriveva anche le sue migliori elegie. Anzitutto va ricordato Lamento di Menone per Diotima (Menons Klagen um Diotima, 1800), che svi­ luppa per ampie cadenze strofiche il tema della solitudine e del riscatto attraverso l'impegno poetico; contemporanea e altrettanto significativa è l'elegia che tratta con un veemente intimismo preschubertiano un motivo già diversamente con­ sacrato da Goethe, quello del Viandante (Der Wanderer, se­ conda stesura); infine nell'ultima e più ampia delle grandi elegie, Pane e vino (Brod und Wein), Holderlin presenta in un tono ancora delicatamente dolente le idee che negli inni Il mito della assumeranno gravità tragica: la scomparsa dal mondo della grecità bella armonia antica, la concezione vagamente gnostica del Cristo come garante di un ritorno di essa tra gli uomini ri­ conciliati con la natura, la missione del poeta come vate di tale ritorno. Su questo registro è intessuto anche il poemetto cosmico-storico L'arcipelago (Der Archipelagus), scritto nella primavera del 1800: le isole del mare Egeo e le famose contrade che vi si affacciano sono qui trasfigurate e animate come figure di leggenda, cosmo felice che ospitò un'umanità esemplare. Nel mito della grecità, che è tanta parte della cul­ tura tedesca da Winckelmann a Nietzsche, L'arcipelago oc­ cupa un posto centrale, perfetta sintesi di trasfigurazione vi­ sionaria e giusta intuizione storica, di oggettività epica e su­ blimità nostalgica. Si comprende che l'inevitabile confronto

con il presente storico sia tanto più drammatico che nell'ele­ gia Pane e vino. Il mondo contemporaneo è indicato dal poeta come luogo di dannazione, come Orco. Sulla traccia di Schiller, Holderlin, che giustamente è stato anche definito un giacobino deluso, individua nella divisione del lavoro l'o­ rigine della disumanizzazione dei moderni e anticipa cosi in nuce una fondamentale tesi della critica marxiana. Utopia I moventi politici hanno certamente una parte notevole nelvisionaria la genesi dell'opera htilderliana, anche se essi, dopo essere stati troppo a lungo ignorati o negati, in tempi più recenti so­ no stati assunti, con opposta esagerazione, come fonte unica della sua ispirazione. Documento importante a questo ri­ guardo è il romanzo e pistolare Hyperion. Il protagonista rie­ voca il proprio tentatiVO di passare dalla speculazione all'a­ zione, partecipando alla sfortunata guerra per la libertà con­ dotta dai greci contro i dominatori turchi; il fallimento cui va incontro riflette il sogno frustrato dell'autore, il quale avreb­ be voluto realizzata anche nel proprio paese la rivoluzione francese e avrebbe voluto avere una parte in questo proces­ so. Alla fine Iperione trova compenso nella contemplazione della pace infinita che spira dalla natura. Tale conciliazione assume impronta misticamente autodistruttiva in Empedo­ cle, eroe della tragedia in versi cui Holderlin attese, senza portarla a compimento, dal 1797 al 1800. Il leggendario filox

sofo agrigentino è immaginato da Htllderlin come un rifor­ matore radicale, che non riuscendo a realizzare nella società la perfetta unione di spirito e di natura, la realizza come esemplare martirio individuale, sprofondandosi nel cratere dell'Etna. Rimasta baluginante frammento, La morte di Em­ pedocle (Der Tod des Empedokles) segna il passaggio alle grandi e ormai inconciliate tensioni degli ultimi anni; il che comporta la rottura delle forme odica ed elegiaca: il passag­ gio è chiaramente documentato in Come quando nel giorno di festa... (Wie wenn am Feiertage... ) e il punto di arrivo è una forma innico-ditirambica, apparentata bensi al modello pindarico, ma anche potentemente originale; l'arduo mes­ saggio che Holderlin per suo mezzo intende trasmetterei coinvolge in un magma is pirato e profetico l'attesa di una palingenesi religiosa e politica - La festa di pace (Frieden­ sfeier), Il Reno (Der Rhein) -; il mito della nazione - Ger­ mania (Germanien), La migrazione (Die Wanderung) -;un audace sincretismo cristiano e neoplatonico -L' Unico (Der Einzige), Patmos -; e sfocia da ultimo nella limpida e sacra­ le poetica di Ricordo (Andenken). Da non pochi commen­ tatori questi ultimi inni e i più cospicui frammenti sono rite­ nuti il vertice della poesia ht\lderliniana. GIUSEPPE BEVILACQUA

Guida bibliograftca EDIZIONI

Siimtliche Werke, ed. a cura di N. von Hellingrath, F. See­ bass, L. von Pigenot, Berlin, 1923,in 6 voli.;Slimtliche Werke (GroBe Stuttgarter Ausgabe), ed. a cura di F. Beissner, Stuttgart, 1943-1985, 8 voli. (Il testo de La morte di Empe­ docle è contenuto nel quarto volume); Slimtliche Werke (Kleine Stuttgarter Ausgabe), ed. a cura di F. Beissner, Stuttgart, 1954-1969,6 voli.; Sllmtliche Werke. Kritische Text­ ausgabe (Frankfurter Ausgabe), ed. a cura di D.E. Sattler, Frankfurt am Main, 1975 e segg. 24 volumi di cui 16 già ap­ parsi (La prima e la seconda stesura dell'Empedocle sono contenute nel dodicesimo e tredicesimo volume); Slimtliche Gedichte, a cura di D. Luders, Bad Homburg, 1989'. BIBLIOGRAFIE

J. Hoffmeister, Die Holder/in-Literatur (1926-33), in «Deut­ sche Vierteljahrsschrift>>, 1934; M. Kohler e A. Kelletat, Ho/der/in Bibliographie (1938-50), Bebenhausen, Stuttgart, 1953; 1nternationale Holderlin-Bibliographie (IHB), a cura di M. Kohler, pubblicata dallo Htllderlin-Archiv der WUrt­ tembergischen Landesbibliothek, Stuttgart, 1985 (questa prima edizione riguarda la bibliografia di Htllderlin negli an­ ni 1804-1983). XI

RIVISTE

> . DELIA

Forse sei simile a lui più di quanto tu non creda, perché altrimenti lo ameresti tanto? PANTEA

Anima cara, neppure io so perché gli appartengo. Se tu lo vedessi ! Pensavo che forse sarebbe usci to tu allora l'avresti visto allontanarsi. Un desiderio, vero? Ma non dovrei desiderare ancora, poiché sembra che gli dèi non amino le preghiere impazienti dei mortali. Hanno ragione. Ed io mai più . . . Ma , benigni dèi, devo pur sperare e altro non conosco se non lui . . . Vorrei implorare anch'io, come tutti soltanto sole e pioggia, se potessi ! Mistero eterno : ciò che siamo e cerchiamo, non possiamo trovare : ciò che troviamo, non siamo. Delia, che ora sarà? DELIA

Non so se dobbiamo restare o andar via . . . Vedo venir tuo padre. PANTEA

Mio padre, dici? Andiamo. Vieni ! 13

FRIEDRICH HOLDERLIN

Zweiter Au/tritt

Kritias (Archon), Hermokrates ( Priester) HERMOKRATES

Wer geht dort? KRITIAS

Meine Tochter, wie mir diinkt, Und Delia, cles Gastfreunds Tochter, der In meinem Hause gestern eingekehrt ist. HERMOKRATES

Ists Zufall? oder suchen sie ihn auch Und glauben, wie das Volk, er sei entschwu nden? KRITJAS

Die wunderbare Sage kam bis itzt wohl nicht Vor meiner Tochter Ohren . Doch sie hiingt An ihm wie alle: war er nur hinweg In Walder oder Wiisten, iibers Meer Hiniiber odcr in die Erd hinab - wohin lhn treiben rnag der unbeschrankte Sinn. HERMOKRATES

Mit nichten ! Denn sie miiRten noch ihn sehn, Damit der wilde Wahn von ihnen weicht. KR!T!AS

Wo ist er wohl? HERMOKRATES

Nicht fern von hier. Da sitzt Er seelenlos im Dmkel. Denn es haben Die GOtter seine Kraft von ihm genommen, Seit jenem Tage, da der trunkne Mann Vor allem Volk sich einen Gott genannt. KRITIAS

Das Volk ist trunken, wie er selber ist. Sie horen kein Gesetz, und keine Not Und keinen Richter; die Gebrauche sind Von unverstandlichem Gebrause gleich Den friedlichen Gestaden i.iberschwemmt. Ein wildes Fest sind alle Tage worden, Ein Fest fi.ir alle Feste und der Gotter 14

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

Scena seconda

Crizia (arconte), Ermocrate ( sacerdote) ERMOCRATE

Chi è mai laggiù? CRIZIA

È mia figlia, se non erro,

e Delia, la figlia di quell'ospite che ieri ho accolto in casa mia.

ERMOCRATE

È un caso o anch'esse lo cercano credendo,

come il popolo, che sia scomparso? CRIZIA

Non credo che la strana diceria sia giunta finora alle orecchie di mia figlia. Ma anch'ella, come tutti, è lega ta a lui. Oh, fosse andato tra i boschi o nei deserti oltre il mare o sotto terra, ovunque lo spirito esaltato possa averlo spinto! ERMOCRATE

Niente affatto. Lo devono vedere affinché crolli la loro folle illusione. CRI ZIA

Dove sarà? ERMOCRATE

Certo non lontano L'anima assente, seduto al buio gli dèi gli hanno tolto ogni energia dal giorno in cui, nella sua ebbrezza, davanti a tutti s'è proclamato dio. CRIZIA

Il popolo è ebbro, come lui . Non hanno più leggi, né giudici, né doveri, i loro costumi come placidi arenili sono sommersi da frastuoni oscuri. Ogni giorno è una festa sfrenata, è sempre festa, e le modeste ricorrenze 15

PRIEDRICH Ht:ILDERLIN Bescheidne Feiertage haben sich In eins verloren, allverdunkelnd hiillt Der Zauberer den Himmel und die Erd Ins Ungewitter, das er uns gemacht, Und siehet zu und freut sich seines Geists In seiner stillen Halle. HERMOKRATES

Miichtig war Die Seele dieses Mannes unter euch. KRITIAS

Ich sage dir: sie wissen nichts denn ihn Und wiinschen alles nur von ihm zu haben, Br soli ihr Gott, er soli ihr Konig sein. Ich selber stand in tiefer Scham vor ihm, Da er vom Tode mir mein Kind gerettet. Wofiir erkennst du ihn, Hermokrates? HERMOKRATES

Es haben ihn die Gotter sehr geliebt. Doch nicht ist er der Erste, den sie drauf Hinab in sinnenlose Nacht versto.Ben, Vom Gipfel ihres giitigen Vertrauns, Weil er des Unterschieds zu sehr verga.B I m iibergroBen Gliick, und sich allein Nur fiihlte; so erging es ihm, er ist Mi t grenzenloser Oede nun gestraft Doch ist die letzte Stunde noch fii r ihn Nicht da ; denn noch ertriigt der Langverwohnte Die Schmach in seiner Seele nicht, sorg ich Und sein entschlafner Geist entziindet Nun neu an seiner Rache sich Und, halberwacht , ein fiirchterlicher Triiumer spricht Er gleich den alten ùbermiitigen, Die mit dem Schilfrohr Asien durchwandern , Durch sein Wort sein die Gotter einst geworden. Dann steht die weite lebensreiche Welt Wie sein verlornes Eigentum vor ihm, Und ungeheure Wiinsche regen sich In seiner Brust und wo sie hin slch wirft, Die Fiamme, macht sie eine freie Bahn. Gesetz und Kunst und Sitt und heilge Sage Und was vor ihm in guter Zeit gereift Das stort er auf und Lust und Frieden kann 16

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

consacrate agli dèi si sono tutte fuse insieme; ricoprendo tutto di tenebre il mago avvolge cielo e terra nella tempesta che ha scatenato e lui guarda e gioisce del suo spirito nel silenzio della sua dimora. ERMOCRATE

Un potere immenso ha esercitato su di voi l'anima di quest'uomo. CRIZIA

Ti dico: non conoscono che lui, e solo da lui vogliono ricevere tutto. � lui che vogliono come dio e re. Davanti a lui io stesso mi prostrai umiliato quando salvò mia figlia dalla morte. Ennocrate, che pensi di lui? ERMOCRATE

Gli dèi lo hanno molto amato. Ma non è il primo che abbiano respinto, più ta rdi, nelle tenebre dell'incoscienza dalle altezze del loro favore, perché nell'eccèsso della sua fortuna troppo dimenticò le distanze e si ritenne unico ; cosl è stato punito con una solitudine infinita. Ma per lui non è ancora suonata l'ora estrema : a lungo viziato non può più tollerare, io temo, l'ignominia, e il suo spirito assopito si riaccende nuovamente per la vendetta, e in dormiveglia, pericoloso sognatore, afferma, come i vecchi tracotanti che trasmigrano per le vie dell'Asia, che dalla sua parola un tempo ebbero origine gli d èi . Allora il mondo immenso, vivo, opulento, sta di fronte a lui come una sua perduta proprietà, e immense voglie gli ardono nel petto, e questa fiamma, dovunque si abbatta, apre un varco. Egli rovescia tutto ciò che il tempo ha maturAto prima di lui - leggi, costumi e arti e nobili leggende 17

FRIEDRICH HOLDERLIN Er nimmer dulden bei den Lebenden. Er wird der Friedliche nun nimmer sein. Wie alles sich verlor, so nimmt Er Alles wieder, und den Wilden halt Kein Sterblicher in seinem Toben auf. KRITIAS

O Greis! du siehest namenlose Dinge. Dein Wort ist wahr und wenn es sich erfiillt, Dann wehe dir, Sicilien, so schon Du bist mit deinen Hainen, deinen Tempeln. HERMOKRATES

Der Spruch der Gotter trifft ihn, eh sein Werk Beginnt. Versammle nur das Volk, damit ich Das Angesicht des Mannes ihnen zeige, Von dem sie sagen, daB er aufgeflohn Zum Aether sei. Sie sollen Zeugen sein Des Fluches, den ich ihm verkiindige, Und ihn verstoBen in die ode Wildnis, Damit er nimmerwiederkehrend dort Die bose Stunde biiBe, da er sich Zum Gott gemacht. KRITIAS

Doch wenn des schwachen Volks Der Kiihne sich bemeistert, fiirchtest du Fiir mich und dich und deine Gotter nicht? HERMOKRATES

Das Wort des Priesters bricht den kiihnen Sinn. KRITIAS

Und werden sie den Langgeliebten dann, Wenn schmahlich er vom heilgen Fluche leidet, Aus seinen Giirten, wo er gerne lebt, Und aus der heimatlichen Stadt vertreiben? HERMOKRATES

Wer darf den Sterblichen im Lande dulden, Den so der wohlverdiente Fluch gezeichnet? KRITIAS

Doch wenn du wie ein Liisterer erscheinst Vor denen, die als einen Gott ihn achten? 18

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA )

e non può tollerare tra i viventi né pace, né serenità. Non sarà mai in pace. Se per lui tutto andò perduto, tutto vorrà riprendere, e nessun mortale arresterà la furia di questo folle. CRI ZIA

Vecchio, tu vedi cose senza nome. P.. giusto quanto dici , e se accadesse, guai a te, Sicilia, cosl bella nei tuoi giardini e nei tuoi templi ! ERMOCRATE

La sentenza degli dèi lo colpirà prima che inizi l'opera. Raduna il popolo affinché gli mostri il volto dell'uomo che, a quanto dicono, è già salito in cielo. Voglio che siano testimoni dell'anatema che sto per scagliargli contro. Verrà scacciato nel deserto selvaggio da cui non potrà più fare ritorno e n espierà l'ora fatale in cui si fece dio.

CRIZIA Ma se l'audace domina il popolo debole, non temi per noi e per i tuoi dèi? ERMOCRATE

La parola del sacerdote stronca lo spirito d'audacia. CRIZIA

E tu credi che dopo averlo amato per cosl gran tempo, vedendolo patire l'onta della maledizione, lo scacceranno dai giardini in cui amava vivere, e dalla città natale? ERMOCRATE

Chi potrà tollerare nella sua patria un mortale colpito da un giusto anatema? CRIZIA

E se il popolo che lo considera un dio ti accusasse di essere blasfemo? 19

FRIEDRICH Htl!.DERLIN HERMOKRATES

Der Taumel wird sich iindern, wenn sie erst Mit Augen wieder sehen den sie jetzt schon Entschwunden in die Gotterhohe wiihnen ! Sie haben schon zum Bessero sich gewandt. Denn trauemd irrten gestem sie hinaus Und gingen hier umher und sprachen viel Von ihm, da ich desselben Weges kam. Drauf sagt ich ihnen, daB ich beute sie Zu ihm geleiten wollt; indessen soli In seinem Hause jeder ruhig weilen. Und darum bat ich dich, mit mlr heraus Zu kommen, daB wir silhen, ob aie mir Gehorcht. Du findest keinen hier. Nun komm. KRITIAS

Hermokrates! HERMOKRATES

Was ists? KRITIAS

Wahrhaftig.

Dort seh ich ihn HERMOKRATES

LaB uns gehen, Kritias ! DaB er in seine Rede nicht uns zieht.

Dritter Auftritt EMPEDOKLES

In meine Stille kamst du leise wandelnd, Fandst drunten in der Grotte Dunkel mich aus, Du Freundlicher! du kamst nicht unverhofft Und fernher, oben i.iber der Erde, vemahm lch wohl dein Wiederkehren, schi:iner Tag Und meine Vertrauten euch, ihr schnellgeschiiftgen Kriifte der Hi:ih! und nahe seid ihr Mir wieder, seid, wie sonst, ihr Gliicklichen, Ihr irrelosen Biiume meines H a ins ! Ihr wuchst indessen fort und tiiglich triinkte Des Himmels Quelle die 'Bescheidenen 20

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) ERMOCRATE

Il deliro passerà non appena avranno rivisto con i loro occhi colui che credono asceso tra gli dèi. E già si sono ravveduti: percorrendo ieri questa stessa strada, li ho visti aggirarsi in preda a smarrimento, rattristati, parlando a lungo di lui. Allora dissi loro che oggi li avrei guidati da lui, e che nell'attesa rimanessero tranquilli in casa. Per questo ti ho pregato di venire con me per vedere se mi avessero obbedito. Non c'è nessuno qui. Su, vieni ! CRIZIA

Ermocrate! ERMOCRATE

Che c'è? CRIZIA

chiaramente.

Laggiù , lo vedo ERMOCRATE

Andiamo, Crizia, che non ci irretisca in qualche suo discorso.

Scena terza EMPEDOCLE

Nel mio silenzio sei giunto con passo lieve, giorno splendido, e mi hai trovato, amico, nel buio della grotta, ma non venivi inatteso, e da lontano, da lassù, sopra la terra sentii con chiarezza il tuo ritorno, e il vostro, miei confidenti, agili e operose forze dell'altezza, e voi, vicini come un tempo, alberi felici del mio bosco! Siete ancora cresciuti, e giorno dopo giorno umili, la fonte del cielo vi abbeverava 21

FRIEDRICH HÒLDERLIN

Mit Licht und Lebensfunken sate Befruchtend auf die Bliihenden der Aether. O innige Natur! ich habe dich Vor Augen, kennest du den Freund noch Den Hochgeliebten, kennest du rnich nirnrner? Den Priester, der lebendigen Gesang, Wie frohvergoBnes Opferblut, dir brachte? O bei den heilgen Brunnen, wo sich stili Die Wasser sarnrneln, und die Diirstenden Arn heiBen Tage sich verjiingen! in rnir, In rnir, ihr Quellen des Lebens, stromtet ihr einst Aus Tiefen der Welt zusammen und es kamen Di e Di.irstenden zu rnir - vertrocknet bin Ich nun, und nimmer freun die Sterblichen Sich meiner - bin ich ganz allein? und ist Es Nacht hier obcn auch am Tage? weh! Der hohers, denn ein sterblich Auge, sah, Der Blindgeschlagne tastet n un umher Wo seid ihr, rneine GOtter? weh ihr laBt Wie einen Bettler mich und diese Brust Die liebend euch geahndet, stieBt ihr mir Hinab und schloBt in schmahlichenge Bande Die Freigeborne, die aus sich allein Und keines andern ist? Und dulden sollt ichs Wie die Schwiichlinge, die im scheuen Tartarus Geschrniedet sind ans alte Tagewerk? Ich habe mich erkannt ; ich will es! Luft will ich Mir schaffen, ha! und tagen solls! hinweg! Bei meinem Stolz! ich werde nicht den Staub Von diesern Pfade ki.issen, wo ich einst In einern schonen Traume ging - es ist vorbei ! Ich war geliebt, geliebt von euch, ihr Gotter, Ich erfuhr euch, ich kannt euch , ich wirkte mit euch, wie ihr Die Sede mir bewegt, so kannt ich euch, So lehtet ihr in rnir - o nein! es war Kein Traum, an diesem Herzcn fi.ihlt ich dich Du stiller Aether! wenn der Sterblichen Irrsal Mir an die Seele ging und heilend du Die liebeswunde Brust umatrnetest Du Allversohner! und dieses Auge sah Dein gottlich Wirken, allentfa!tend Licht! Und euch, ihr andern Ewigmachtigen O Schattenbild! Es ist vorbei Und du , verbirg dirs nicht! du hast 22

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

di luce e l 'etere ha versato gocce di vita a fecondare i vostri fiori. O intima Natura che mi stai dinnanzi, più non riconosci l'amico, il prediletto, non riconosci in me quel sacerdote che ti offriva il suo canto di vita come sangue immolato con gioia in sacrificio? Oh, alle sacre fonti ove si raccolgono le acque tranquille che nei giorni torridi danno refrigerio a chi ha sete, un tempo in me confluivate, sorgenti di vita, dalle viscere del mondo, e a me venivano gli assetati . . . Ora sono inaridito, e gioia di me più non hanno i mortali. Sono solo? E anche di giorno quassù è notte? Ahimè, colui che più di ogni altro spinse lo sguardo in alto, ora brancola accecato . . . Miei numi, dove siete? M i abbandonate come un mendicante? E avete ripudiato questo cuore che amoroso vi aveva presagiti, l'avete stretto in ceppi ignobili , lui che era nato libero, che esisteva per se stesso e non era soggetto ad alcuno? E dovrei sopportare tutto questo, come i deboli che nello spaventoso Tartaro stanno inchiodati, giorno dopo giorno, alla pena antica? lo so chi sono; io lo voglio! Voglio farmi largo, e che spunti il giorno! Largo ! Per il mio orgoglio! Non bacerò la polvere di questa strada ove già camminai perduto in un bel sogno. È finita. O dèi fui amato da voi. Vi conoscevo bene, agivo insieme a voi, secondo qunnto il mio spirito, da voi p;uidato, mi dettava, tali vi conoscevo, tali in me vivevate ... Oh no! Non era u n sogno; con il cuore ti sentivo, etere silenzioso, quando l'errore umano mi stringeva l'anima e tu, grande conciliatore, mi guarivi con il ruo respiro, quando bagnavi il mio petto ferito dall'amore e i miei occhi, luce che tutto evolvi, contemplarono la tua divina azione, e tutte voi, potenze eterne. . . Ombre, nient'altro! È finita e tu , non lo nascondere, 23

FRIEDRICH HOLDERLIN

Es selbst verschuldet, armer Tantalus, Das Heiligtum hast du geschandet, hast Mit frechem Stolz den schiinen Bund entzweit, Elender! als die Genien der Welt Voli Liebe sich in dir vergaBen, dachtst du An dich und wiihntest karger Tor, an dich Die Giitigen vcrkauft, daB sie dir, Die Himmlischen, wie biade Knechte dienten ! 1st nirgends ein Riicher Und muB ich denn allein den Hohn und F1uch In meine Seele rufen? Und es reiBt Die delphische Krone mir kein BeBrer Denn ich vom Haupt, und nimmt die Locken hinweg, Wie es dem kahlen Seher gebiihrt -

Vierter Au/tritt

Empedokles, Pausanias PAUSANIAS

O ali

lhr himmlischen Machte, was ist das ? EMPEDOKLES

Hinweg! Wer hat dich hergesandt? willst du das Werk Verrichten an mir? Ich will dir alles sagen, Wenn dus nicht weiBt; dann richte was du tust Danach - Pausanias! o suche nicht Den Mann, an dem dein Herz gehangen; denn Er ist nicht mehr, und gehe, guter Jiingling! Dein Angesicht entziindet mir den Sinn, Und sei es Segen oder Fluch, von dir 1st beedes mir zu vie!. Doch wie du willst! PAUSANIAS

Was ist geschehn? Ich habe lange dein Geharrt und dankte, da ich von feme Dich sah, dem Tageslicht, da find ich so Du hoher Mann! ach! wie die Eiche, die Zeus erschlug, Vom Haupte bis zur Sohle dich zerschmettert. Warst du allein? Die Worte hiirt ich nicht, Doch schallt mir noch der fremde Todeston. 24

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

la colpa è tua, misero Tantalo . Tu hai profanato il santuario, con tracotante orgoglio hai rotto l'alleanza. Quando i geni del mondo, o sciagurato, in te si fusero amorosi, solo a te pensasti e ti illudesti, folle meschino, che i Celesti, i Benigni , si fossero venduti a te per servirti come stolidi schi avi. Non c'è un vendicatore in qualche luogo, e dovrò a ttirare da solo suiia mia anima maledizione e vergogna? C'è qualcuno migliore di me che strappi dalla mia fronte la corona delfica e strappi i miei capelli come si conviene al va te calvo? . . .

Scena quarta Empedocle, Pausania PAUSANIA

potenti dèi del cielo, cosa vedo?

E voi tutti,

EMPEDOCLE

Va' via ! Chi t'ha mandato? Per completare l'opera a mio danno? Ti dirò tutto, se non sai: ti sia di insegnamento, Pausania; non cercare l'uomo che amavi, perché non esiste più. E vattene, caro giovane ! II tuo volto m'infiamma l'anima: e, sia un bene o un male, eccessiva è per mc, una cosa c l'altra. Ma sia come tu vuoi. PAUSANIA

Che cosa accade? A lungo ti ho atteso, c quando da lontano ti ho visto, resi grazie alla luce del giorno. Ma qui ti trovo, ahimè, come la quercia percossa da Zeus, squarciato dalla testa ai piedi. Ma non eri solo. Non ho afferrato le tue parole, ma ancora ne odo l'es traneo tono funebre. 25

FRIEDRICH HÒLDERLIN EMPEDOKLES

Es war cles Mannes Stimme, der sich mehr, Denn Sterbliche, geriih mt, weil ihn zu vie! Begliickt die giitige Natur. PAUSANIAS

Wie du Vertraut zu sein mit allen Gottlichen Der Welt, ist nie zu vie!. EMPEDOKLES

So sagt ich auch, Du Guter, da der heilge Zauber noch Aus meinem Geiste nicht gewichen war, Und da sie mich den lnnigliebenden Noch liebten, sie die Genien der Welt. O himrnlisch Licht! - es hatten michs Die Menschen nicht gelehrt - schon lange, da Mein sehnend Herz die Allebendige Nicht finden konnte, da wandt ich mich zu dir, Hing, wie die Pflanze dir mich anvertrauend, In frommer Lust dir lange hlindlings nach, Denn schwer erkcnnt der Sterbliche die Reinen, Doch als der Geist mir bliihte, wie du selber bliihst, Da kannt ich dich, da rief ich es : du lebst, Und wie du heiter wandelst um die Sterblichen, Und himmlischjugendlich den holden Schein Von dir auf jedes eigen iiberstrahlst, DaB alle deines Geistes Farbe tragen, So ward auch mir das Leben zum Gedicht. Denn deine Seele war in mir, und offen gab Mein Herz wie du der ernsten Erde sich, Der Leidenden, und oft in heilger Nacht Gelobt ichs ihr, bis in den Tod Die Schicksalvolle furchtlos treu zu lieben Und ihrer Ratsel keines zu verschmahn. Da rauscht' es anders denn zuvor im Hain, Und zartlich tonten ihrer Berge Quellen. Ali deine Freuden , Erde! nicht wie du Sie lachelnd reichst den Schwachern, herrlich, wie sie sind, Und warm und wahr aus Miih und Liebe reifen , Sie alle gabst du mir und wenn ich oft Auf ferner Bergeshohe safl und staunend Des Lebens heilig lrrsal iibersann, 26

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA ) EMPEDOCLE

Era la voce di colui che si era vantato di essere più che un mortale, perché l'amorosa Natura · l'aveva colmato di eccessiva felicità. PAUSANIA

Per chi, come te, è amico di tutto ciò che al mondo esiste di divino, non è mai eccessiva. EMPEDOCLE

Parlavo cosl anch'io, caro, quando il sacro incanto non m'aveva ancora lasciato, quando i geni del mondo rispondevano al mio profondo amore. Oh grande Luce ! - E sono stati gli uomini a insegnarmelo -. Già da tempo, da quando il cuore anelante non riusciva a trovar la Tuttaviva mi volsi a te, fidando in te ciecamente, seguendo te, non essendo facile per un mortale riconoscere i puri. Ma quando il mio spirito fìorl come tu fiorisci ed esclamai : Tu vivi, e come tra gli uomini ti aggiri serenamente, come, in divina giovinezza, irraggi su tutti il tuo splendore pieno di grazia, e tutti assumono il colore del tuo spirito, cosl anche la mia vita divenne poesia. Viveva in me la tua anima e, al pari tuo, il mio cuore apertamente si donò alla Terra sofferente e solenne, e spesso, nella notte sacra, feci il voto di amare sempre lei, la Fatale, senza timore e in fede, e di non disprezzare nessuno dei suoi misteri. Allora nel bosco si udiva uno stormire diverso e teneri mormoravano i ruscelli dei suoi monti. E tutte le tue gioie, Terra, escluse quelle che sorridendo porgi ai deboli, stupende come sono, e calde e vere, maturate d'amore e di fatica, tutte mi donasti, e spesso, stando su monti lontani, stupito meditavo sul sacro fluire della vita, 27

FRIEDRICH HOLDERLIN

Zu tief von deinen Wandlungen bewegt, Und eignes Schicksal ahndend, Dann atmete der Aether, so wie dir, Mir heilend um die liebeswunde Brust, Und zauberisch in seine Tiefe lOsten Sich meine Ratsel auf PAUSANIAS

Du Gliicklicher ! EMPEDOKLES

Ich wars! o konnt ichs sagen, wie es war, Es nennen - das Wandeln und Wirken deiner Geniuskrafte, Der Herrlichen, deren GcnoB ich war, o Natur! Konnt ichs noch Einmal vor die Seele rufen, DaB mir die stumme todesode Brust Von deinen Tonen allen widerkHinge ! Bin ich es noch ? o Leben ! und rauschten sie mir, Ali deine gefliigelten Melodien und hort Ich deinen alten Einklang, groBc Natur? Ach! ich der allverlassene, lebt ich nicht Mit die�er heilgen Erd und diesem Licht Und dir, von dem die Seele nimmer liiBt, O Vater Aether! und allen Lebenden In einigem gegenwartigem Olymp? Nun wein ich, wie ein AusgestoBener, Und nirgend mag ich bleiben, ach und du Bist auch von mir genommen, - sage nichts! Die Liebe stirbt, sobald die Gotter fliehn, Das weiBt du wohl, verlaB mich nun, ich bin Es nimmer und ich hab an dir nichts mehr. PAUSANIAS

Du bist es noch, so wahr du es gewesen. Und !aB michs sagen, unbegreif!ich ist Es mir, wie du dich selber so vernichtest. Ich glaub es wohl, es schlummert deine Seele Dir auch, zu Zciten, wenn sie sich genug Der Welt geCiffnet, wie die Erde, die Du liebst, sich oft in tiefe Ruhe schlieBt. Doch nennest du sie tot, die Ruhende? EMPEDOKLES

Wie du mit lieber Miihe Trost ersinnst ! 28

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

in preda a commozione per le tue metamorfosi, e presagendo il mio stesso destino, l'etere bagnava con il suo respiro me come te per medicare il mio petto ferito d'amore e come per magia nel suo profondo si scioglievano i miei enigmi . . . PAUSANIA

Oh, te felice! EMPEDOCLE

Lo fui. Oh, potessi dire come fu, nominare il maturare e l 'operare delle forze geniali, portentose, mie compagne, o Natura! Poterle far rivivere ancora una volta affinché il mio cuore, muto e devas tato, nuovamente vibrasse di tutte le tue voci ! La mia vita ? Per me hanno risonato tutti i suoi canti alati, e ho sentito, grande Natura. i tuoi remoti accordi? Abbandonato da tutti, non sono forse vissuto con questa Terra sacra, con questa luce, con te, paterno cielo, da cui mai si separa l'anima mia, e con tutti i viventi in un presente e riunificato Olimpo? Come un reietto ora piango, e in nessun luogo posso sostare e anche tu mi sei strappato . . . Non dire nulla! L'amore si estingue quando gli dèi ci abbandonano, tu lo sai bene, e ora !asciami, io non sarò pit1 me stesso e tu non sei più nulla per me. PAUSANIA

Tu lo sei ancora, come lo sei stato sempre. Non comprendo perché tu voglia distruggere a tal punto te stesso. Credo che talvolta anche la tua anima si assopisca, quando troppo si è aperta al mondo, nello stesso modo in cui la terra, che tu ami, si chiude in un profondo sonno. La chiami morta, tu, quando riposa? EMPEDOCLE

Con quanto affetto mi vuoi consolare! 29

FRIEDRICH IIOLDERLIN PAUSANIAS

Du spottest wohl cles Unerfahrenen

Und denkest, weil ich deines Gllicks, wie du, Nicht inne ward, so sag ich, da du leidest, Nur ungereimte Dinge dir? sah ich nicht dich In deinen Taten, da der wilde Staat von dir Gestalt und Sinn gewann, in seiner Macht Erfuhr ich deinen Geist, und seine Welt, wenn oft Ein Wort von dir im heilgen Augenblick Das Leben vieler Jahre mir erschuf, DaB eine neue schi:ine Zeit von da Dem Jiinglinge begann; wie zahmen Hirschen, Wenn ferne rauscht der Wald und sie der Heimat denken, So schlug mir oft das Herz, wenn du vom Gliick Der alten Urwelt sprachst, und zeichnetest Du nicht der Zukunft groBe Linien Vor mir, so wie des Kunst!ers sichrer Blick Ein fehlend Glied zum ganzen Bilde reiht ; Liegt nicht vor dir der Menschen Schicksal offen? Und kennst du nicht die Krafte der Natur, DaB du vertraulich, wie kein Sterblicher, Sie, wie du willst, in stiller Herrschaft lenkst? EMPEDOKLES

Genug! du weiBt es nicht, wie jedes Wort, So du gesprochen, mir ein Stachel ist. PAUSANIAS

So muBt du denn im Unmut alles hassen? EMPEDOKLES

O ehre, was du nicht verstehst ! PAUSANIAS

Warum Verbirgst du mirs, und machst dein Leiden mir Zum Ratsel? glaube! schmerzlicher ist nichts. EMPEDOKLES

Und nichts ist schmerzlicher, Pausanias! Denn Leiden zu entratseln. Siehest du denn nicht? Ach! lieber ware mirs, du wliBtest nicht Von mir und aller meiner Trauer. Nein! Ich sollt es nicht aussprechen, heilge Natur! Jungfrauliche, die dem rohen Sinn entflieht! 30

LA MORTE

DI

EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA

Tu deridi l'inesperto e pensi che, non avendo conosciuto come te la tua felicità, ora che soffri io venga a dirti solo cose assurde? Dalle tue azioni ti conobbi , quando allo stato barbaro conferisti forma e senso, e sperimentai la potenza del tuo spirito e del tuo mondo quando una tua parola nell'istante consacrato faceva sorgere in me molti anni di vita, e allora si apriva alla mia giovinezza un'era nuova e bella; e come ai cervi mansueti che pensano alla terra natale quando stormisce lontana la foresta, cosi spesso mi palpitava il cuore se parlavi della felicità del mondo primitivo, e innanzi a me non disegnavi forse a grandi linee gli anni futuri, come fa l'artista che nel suo quadro inserisce un elemento e colma una lacuna? Non è forse chiaro per te il destino umano? E non conosci con esattezza le forze naturali che in confidenza, come nessun altro mortale, sai condurre c governare a tuo piacimento? EMPEDOCLE

Basta! Non comprendi che ogni tua parola detta è una spina per me? PAUSANIA

Nella tua irritazione devi dunque odiare tutto? EMPEDOCLE

Rispetta ciò che non comprendi! PAUSANIA

E tu, perché me lo tieni celato? Perché rendi la tua pena un enigma irrisolto? Credimi, non esiste strazio maggiore. EMPEDOCLE

E nulla è più straziante, mio Pausania,

che decifrare il dolore. Non comprendi? Come preferirei che tu non sapessi nulla di me e della mia tristezza! No, sacra Natura, non dovrei dirlo! Tu fuggi, vergine, le menti rozze. 3 1

FRIEDRJCH HCkDERLIN Verachtet hab ich dich und mich allein Zum Herm gesetzt, ein iibermiitiger Barbar! an eurer Einfalt hielt ich euch, Ihr reinen immerjugendlichen Miichte! Die mich mit Freud erzogen, mich mit Wonne geniihrt, Und weil ihr immergleich mir wiederkehrtet, Ihr Guten, ehrt ich eure Seele nicht! Ich kannt es ja, ich hatt es ausgelemt, Das Leben der Natur, wie sollt es mir Noch heilig sein, wie einst! Die Gotter waren Mir dienstbar nun geworden, ich allein War Gott, und sprachs im frechen Stolz heraus. O g laub es mir, ich wiire lieber nicht Geboren ! PAUSANIAS

Was? um eines Wortes willen? Wie kannst so du verzagen, kiihner Mann ! EMPEDOKLES

Um eines Wortes willen? ja. Und mogen Die Gotter m.ic:h zernichten, wie sie m.ich Geliebt. PAUSANIAS

So sprechen andre nicht, wie du. EMPEDOKLES

Die andern! wie verm&hten sie's? PAUSANIAS

Ja wohl, Du wunderbarer Mann ! So innig liebt' Und sah kein anderer die ewge Welt Und ihre Genien und Kriifte nie, Wie du, und darum sprachst das kiihne Wort Auch du allein, und darurn fiihlst du auch So sehr, wie du mit Einer stolzen Silbe Vom Herzen aUer Gi:itter dich gerissen, Und opferst liebend ihnen dich dahin, O Empedokles! EMPEDOKLES

Siehe l was ist das? Hermokrates, der Priester, und mit ihm 32

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) lo ti ho disprezzata, io mi proclamai signore, altezzoso barbaro! Seguii la vostra semplicità, potenze pure, in eterno giovani , voi che m 'educaste nella gioia, che mi nutriste di delizie, e poiché sempre uguali a me ritornavate, non onorai, benigni, il vostro spirito. lo ho conosciuto profondamente l'esistenza della Natura : non potevo amarla come un tempo. Gli dèi s'erano posti al mio servizio, io solo ero dio, e nel mio arrogante orgoglio lo proclamai. Sarebbe stato meglio che non fossi nato. PAUSANIA

Come? Per una sola parola? Tu sei eroico: perché ti perdi d'animo? EMPEDOCLE

Sl, per un'unica parola. Possano gli dèi annientarmi cosl come mi hanno amato ! PAUSANIA

Gli altri non parlano cosl? EMPEDOCLE

Gli altri ! Come potrebbero? PAUSANIA

Certo, uomo prodigioso! Nessuno come te vide cosl intimamente e amò il mondo immortale e i geni e le sue forze e, per questo, solo a te fu concesso pronunciare quella parola audace, per questo tu soltanto senti come una sillaba or g ogliosa poté strapparti al cuore degli dèi e per amore verso loro ti sacrifichi. Ah. Empedocle! EMPEDOCLE

Guarda! Chi sta arrivando? Ermocrate, il prete, e insieme a lui 33

FRIEDRICH HOLDERLIN

Ein Haufe Volks! und Kritias, der Archon. Was suchen sie bei mir? PAUSANIAS

Geforschet, wo du warst.

Sie haben lang

Fiinfter Au/tritt Empedokles, Pausanias, Hermokrates, Kritias, Agrigentiner HERMOKRATES

Hier ist der Mann, von dem ihr sagt, er sei Lebendig zum Olymp empor gegangen. KRITIAS

Und traurig sieht er, gleich den Sterblichen. EMPEDOKLES

Ihr armen Spéitter! ists erfreulich euch , Wenn einer leidet, der euch groB geschienen? Und achtet ihr, wie leichterworbnen Raub, Den Starken, wenn er schwach geworden ist? Euch reizt die Frucht, die reif zur Erde fallt, Doch glaubt es mir, nicht alles reift fiir euch. EIN AGRIGENTINER

Was hat er da gesagt? EMPEDOKLES

Ich bitt euch, geht, Besorgt was euer ist, und menget euch Ins meinige nicht ein HERMOKRATES

Doch hat ein Wort Der Priester dir dabei zu sagen? EMPEDOKLES

W eh! Ihr reinen Géitter! ihr lebendigen ! MuB dieser Heuchler meine Trauer mir Vergiften? geh ! ich schonte ja dich oft, 34

LA MORTE DI EMPEDOCLE (P R IMA STESURA)

la folla del popolo, e Crizia, l'arconte. Cosa vorranno da me? PAUSANIA

A lungo ti hanno cercato.

Scena quinta Empedocle, Pausania, Ermocrate, Crizia, Agrige nt ini ERMOCRATE

Ecco l'uomo che voi dite asceso vivo aii'Oiimpo. CRIZIA

E appare triste, come un mortale. EMPEDOCLE

Miserabili scherni tori! godete forse vedendo soffrire uno che v'era apparso grande? E ritenete che sia una preda facile da ca t turare il forte che è divenuto debole? Soltanto il frutto che maturo cade al suolo vi tenta ma, datemi ascolto, non tutte le cose maturano per voi. UN AGRIGENTINO

Che ha detto? EMPEDOCLE

Andate via, ve ne prego! Allontanatevi per la vostra strada, senza interferire con quella che è solo mia . . . ERMOCRATE

Ma il prete non ha forse il diritto di parlarti? EMPEDOCLE

Ahimè! divinità viventi e pure! proprio lui, quest'ipocrita, dovrà avvelenare la mia tristezza? Va' via, 35

FRIEDRICH H5LDERLIN

So ist es billig, da.B du meiner schonst. Du wei!St es ja, ich hab es dir bedeutet, Ich kenne dich und deine schlimme Zunft. Und lange wars ein Ratsel mir, wie euch In ihrem Runde duldet die Natur. Ach! als ich noch ein Knabe war, da mied Euch Allverderber schon mein frommes Herz, Das unbestechbar innigliebend hing An Sonn und Aether und den Boten allen Der gro!Sen ferngeahndeten Natur. Denn wohl hab ichs gefiihlt, in meiner Furcht, Da!S ihr cles Herzens freie Gi:itterliebe Bereden mi:ichtet zu gemeinem Dienst, Und da!S ichs treiben solite, so wie ihr. Hinweg! ich kann vor mir den Mann nicht sehn Der Heiliges wie ein Gewerbe treibt. Sein Angesicht ist falsch und kalt und tot, Wie seine C..Otter sind. Was stehet ihr Betroffen? gehet nun ! KRITIAS

Nicht eher bis Der heilge Fluch die Stime dir gezeichnet, Schamloser Lasterer! HERMOKRATES

Sei ruhig, Freund ! Ich hab es dir gesagt, es wiirde wohl Der Unmut ihn ergreifen. - Mich verschmaht Der Mann, das hortet ihr, ihr Biirger Von Agrigent! und harte Worte mag Ich nicht mit ihm in wildem Zanke wechseln. Es ziemt dem Greise nicht. Ihr moget nur Ihn selber fragen, wer er sei? EMPEDOKLES

O laBt! Ihr seht es ja, es frommet keinem nichts, Ein blutend Herz zu reizen. Gonnet mirs, Den Pfad, worauf ich wandle, stili zu gehn, Den heilgen stillen Todespfad hinforr. Ihr spannt das Opfertier vom Pfluge los Und nimmer triffts der Stachel seines Treibers . So schonet meiner auch; entwiirdiget Mein Leiden mir mit boser Rede nicht, 36

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA ) ti ho risparmiato molte volte: è giusto che tu risparmi me. Te l'ho già detto, �onosco te e tutta la tua congrega, e a lungo mi sono chiesto come possa tollerarvi la Natura. Sin da giovane il mio animo pio rifuggiva da voi, corruttori di tutto, e con amore incrollabile seguiva il sole, il cielo e tutti i messaggeri della grande Natura, ed era un presagio ancora lontano, poiché nel mio timore capivo perfettamente che il mio libero amore per gli dèi volevate snaturare in servizio ignobile, facendo di me un vostro pari. Via di qui! via! non posso tollerare di aver di fronte chi delle cose sacre fa un mestiere. Il suo volto è falso, è freddo e morto come lo sono i suoi dèi. Perch� restate qui, perplessi? Andate via! CRIZIA

Non prima che l'anatema ti sia impresso in fronte, tristo e vile bestemmiatore. ERMOCRATE

Stai calmo, amico. Ti avevo ben detto che senza dubbio si sarebbe incollerito. Avete udito, popolo di Agrigento, mi deride ma io non voglio, in lite furibonda, srambiare con lui parole dure e aspre, questo non si addice a un vecchio come me. Siate voi a chiedergli chi afferma di essere. EMPEDOCLE

Tacete ! A nessuno, lo vedete bene, giova inasprire un cuore ferito. Lasciate che io percorra serenamente il mio cammino sacro e quieto verso la morte. Se al sacrificio conducete la vittima, dopo averla liberata dall'aratro, non la pungolate più: nello stesso modo, !asciatemi in pace. Non profanate con parole amare il mio dolore : 37

FRIEDRICH HOLDERLIN

Denn heilig ists ; und laEt die Brust mir frei Von eurer Not; ihr Schmerz gehort den Gottern. ERSTER AGRIGENTINER

Was ist es denn, Hermokrates, warum Der Mann die wunderlichen Worte spricht? ZWEITER AGRIGENTINER

Er heiEt uns gehn, als scheut' er sich vor uns. HERMOKRATES

Was diinket euch? der Sinn ist ihm verfinstert, Weil er zum Gott sich selbst vor euch gemacht. Doch weil ihr nimmer meiner Rede glaubt, So fragt nur ihn darum. Er soli es sagen. DRITTER AGRIGENTINER

Wir glauben dir es wohl. PAUSANIAS

lhr glaubt es wohl? Ihr Unverschiimten? - Euer Jupiter Gefallt euch heute nicht; er siehet triib ; Der Abgott ist euch unbequem geworden Und darum glaubt ihrs wohl ? Da stehet er Und trauert und verschweigt den Geist, wonach In heldenarmer Zeit die Jiinglinge Sich sehnen werden, wenn er nimmer ist, Und ihr, ihr kriecht und zischet um ihn her, Ihr diirft es? und ihr sei d so sinnengrob, DaB euch das Auge dieses Manns nicht warnt? Und weil er sanft ist, wagen sich an ihn Die Feigen - heilige Natur! wie duldest Du auch in deinem Runde dies Gewiirm? ­ Nun sehet ihr mich an, und wisset nicht, Was zu beginnen ist mit mir; ihr miiBt Den Priester fragen, ihn, der alles weiB. HERMOKRATES

O hort, wie euch und mich ins Angesicht Der freche Knabe schilt? Wie sollt er nicht? Er darf es, da sein Meister alles darf. Wer sich das Volk gewonnen, redet, was Er will; das weiB ich wohl und strebe nicht Aus eignem Sinn entgegen, weil es noch Die Gotter dulden. Vieles dulden sie 38

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) è sacro, e appartiene agli dèi. E a me, risparmiate le vostre miserie. PRIMO AGRIGENTINO

Che è accaduto, Ermocrate, a costui per fargli dire parole cosi strane? S ECONDO AGRIGENTINO

Ci respinge quasi ci temesse. ERMOCRATE

Che volete? Ha la mente ottenebrata, essendosi dinnanzi a voi proclamato dio. Ma poiché non credete mai alle mie parole, domandatelo a lui. Sia lui a dirvelo. TERZO AGRIGENTINO

Ma noi ti crediamo . PAUSANIA

A lui credete,

svergognati! Oggi non vi è più gradito il vostro Giove: si è rannuvolato. Il vostro idolo si è fatto scomodo, forse per questo credete a lui? Osservatelo : si affligge e vi cela quello spirito suo che, quando non sarà più, gli adolescenti di un'era senza eroi ricercheranno; e ora gli strisciate intorno sibilando. Vi sembra giusto? o siete cosi ottusi da non sentirvi ammoniti dal suo sguardo? Lui che, essendo mite, è bersaglio dei codardi. . . Sacra Narura, come puoi tollerare un simile vermicaio nel tuo mondo? E voi mi fissate senza sapere bene cosa fare di me; è al prete che dovete chiederlo, a .lui che sa tutto. ERMOCRATE

Avete udito come c'insulta in faccia il giovane insolente? Cosa non farebbe? Lo può fare, perché il suo maestro fa ciò che vuole. Chi conquista il popolo so che parla a piacere. Non mi oppongo per puntiglio se gli dèi lasciano fare. E molto è quello che tollerano 39

FRIEDRICH HOLDERLIN Und schweigen, bis ans AuEerste geriit Der wilde Mut. Dann aber muE der Frevler Riick.lings hinab ins bodenlose Dunkel. DRITTER AGRIGENTINER

Ihr Biirger ! ich mag nichts mit diesen Zween Ins kiinftige zu scha.ffen haben. ERSTER AGRIGENTINER

Sagt, Wie kam es denn, daE dieser uns betèirt? ZWEITER AGRIGENTINER

Sie miissen fort, der Jiinger und der Meister. HERMOKRATES

So ist es Zeit! - Euch fleh ich an, ihr Furchtbarn ! Ihr Rachegèitter - Wolken lenket Zeus Und Wasserwogen ziihmt Posidaon, Doch euch, ihr Leisewandelnden, euch ist Zur Herrschaft das Verborgene gegeben Und wo ein Eigenmiichtiger der Wieg Entsprossen ist, da seid ihr auch, und geht Indes er iippig auf zum Frevel wachst, Stillsinnend fort mit ihm, hinun terhorchend In seine Brust, wo euch den Gi::i tterfeind Die unbesorgt geschwiitzige verrat Auch den, ihr kanntet ihn, den heimlichen Verfiihrer, der die Sinne nahm dem Volk Und mi t dem Vaterlandsgesetze spielt', Und sie, die alten Gèitter Agrigents Und ihre Priester niemals achtete, Und nicht verborgen war vor euch, ihr Furchtbam! Solang er schwieg, der ungeheure Sinn; Er hats vollbracht . Verruchter! wiihntest du, Sie miiBtens nachfrohlocken, da du jiingst Vor ihnen einen Gott dich selbst genannt? Dann hattest du geherrscht in Agrigent , Ein einziger allmachtiger Tyrann Und dein gewesen ware, dein allein Das gute Volk und dieses schi::ine Land. Sie schwiegen nur; erschrocken standen sie; Und du erblaBtest, und es liihmte dich Der bi::i se Gram in deiner dunkeln Halle, Wo du hinab dem Tageslicht entflohs t. 40

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) e tacciono finché all'estremo eccesso giunge il folle ardire. Ma allora il sacrilego dovrà precipitare nella tenebra dell'abisso. TERZO AGRIGENTINO

Cittadini, in futuro non voglio avere più nulla a che fare con costoro. PRIMO AGRIGENTINO

come poté costui incantarci?

Dite,

S ECONDO AGRIGENTINO

Via, via di qui, discepolo e maestro! ERMOCRATE

È dunque l'ora. Invoco voi, tremende

divinità della vendetta ! Giove governa le tempeste e Poseidone doma i marosi, ma voi dal passo lieve, voi dominate le ragioni occulte e quando un arrogante esce dalla culla voi siete presenti, e mentre lui cresce e procede superbo verso il crimine, ascoltate il suo cuore che, farneticante, a voi si rivela nemico di ogni dio. Anche costui vi è noto, il seduttore che, subdolo, traviò il popolo e si fece beffa delle leggi patrie. E mai rispettò gli antichi dèi di Agrigento e i loro sacerdoti. Né ignoravate, voi tremendi numi, mentre taceva, il suo pensiero spaventoso. Credevi, scellerato, che dovessero esultare perché al loro cospetto recentemente ti proclamasti dio? Avresti poi regnato in Agrigento, t:ome unico tiranno onnipotente, e tuo sa rebbe stato, tuo soltanto, il popolo buono e questo paese bello. Tacquero, essi, e rimasero allibiti; tu invece impallidis ti, soffocato dalla maligna rabbia nella buia grotta dove scendesti per sfuggire la luce del giorno. E ora vieni qui, 41

FRIEDRICH HiJLDERLIN

Und kommst du nun, und gieBest iiber mich Den Unmut aus, und lasterst unsre GOtter? ERSTER AGRIGENTINER

Nun ist es klar! er muB gerichtet werden. KRITIAS

lch hab es euch gesagt; ich traute nie Dem Traumer. EMPEDOKLES

O ihr Rasenden! HERMOKRATES

Und sprichst Du noch und ahndest nicht, du hast mit uns Nichts mehr gemein, ein Fremdling bist du worden, Und unerkannt bei allen Lebenden. Die Quelle, die uns trank t, gebi.ihrt dir nicht Und nicht die Feuerflamme, die uns frommt, Und was den Sterblichen das Herz erfreut, Das nehmen die heilgen Rachegotter von dir. Fiir dich ist nicht das heitre Licht hier oben, Nicht dieser Erde Griin und ihre Frucht, Und ihren Segen gibt die Luft dir nicht, Wenn deine Brust nach Kiihlung seufzt und diirstet. Es ist umsonst, du kehrest nicht zuriick Zu dem, was unser ist; denn du gehorst Den Rachenden, den heilgen Todesgottern. Und wehe dem, von nun an, wer ein Wort Von dir in seine Seele freundlich nimmt, Wer dich begrii�t, und seine Hand dir beut, Wer einen Trunk am Mittag dir gewahrt Und wer an seinem Tische dich erduldet, Dir, wenn du nachts an seine Tiire kommst, Den Schlummer unter seinem Dache schenkt, Und wenn du stirbst, die Grabesflamme dir Bereitet, wehe dem, wie dir! - hinaus! Es dulden die Vaterlandsgotter langer nicht, Wo ihre Tempel sind, den Allverachter. AGRIGENTINER

Hinaus, damit sein Fluch uns nicht beflecke ! 42

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA ) e mi vomiti contro la tua ira e bestemmi i nostri dèi. PRIMO AGRIGENTINO

Ormai è chiaro, bisogna giudicarlo! CRIZIA

Ve lo dissi, io non ebbi mai fiducia in questo sognatore. EMPEDOCLE

Oh, dissennati! ERMOCRATE

E ancora osi parlare, ignori che tra noi non esiste più rapporto, sei divenuto straniero, ignoto a tutti i viventi. La fonte che disseta non ti appartiene, né quella viva fiamma che d riscalda, e ciò che allieta i l cuore dei mortali ti è negato dai sacri dèi vendicatori. Non ti appartiene questa luce, né la verdeggiante terra, né i suoi frutti, e a te non concede l'aria il suo ristoro quando il ruo petto sospira e ha sete di frescura. È vana la tua speranza di tornare a ciò che è nostro; appartieni agli dèi della vendetta e della morte. - E d'ora innanzi guai a chi ascolterà da amico una tua frase, a chi ti rivolgerà il saluto e ti porgerà la mano, a chi al meriggio ti offrirà da bere, o alla sua mensa ti ospiterà, a chi ti concederà di riposare sotto il suo tetto se busserai di notte alla sua porta, a chi ti appresterà il rogo funebre quando sarai morto: guai a lui e a te ! Vattene! gli dèi della patria, qui dove sorgono i loro sacrari, non tollerano più colui che tutto disprezza. AGRIGENTINI

Via! vada via! che la maledizione non ci contamini. 43

FRIEDRICH HOLDERLIN PAUSANIAS

O komm ! du gehest nicht allein. Es ehrt Noch Einer dich, wenns schon verboten ist, Du Lieber! und du weiBt, des Freundes Segen 1st kriiftiger denn dieses Priesters Fluch. O komm in fernes Land! wir finden dort Das Licht des Himmels auch, und bitten will ich, DaB freundlich dirs in deiner Seele scheine. lm heiter stolzen Griechenlande driiben Da griinen Hugel auch, und Schatten gonnt Der Ahorn dir , un d mi!de Lufte kuhlen Den Wanderem die Brust; und wenn du miid Vom heiBen Tag an fernem Pfade sitzest, Mit diesen Hiinden schopf ich dsnn den Trunk Aus frischer Quelle dir und sammle Speisen, Und Zweige wolb ich iiber deinem Haupt, Und Moos und Bliitter breit ich dir zum Lager, Und wenn du schlummerst, so bewach ich dich; Und muB es sein, bereit ich dir auch wohl Die Grabesflamme, die sie dir verwehren; Die Schandlichen ! EMPEDOKLES

Oh! treues Herz ! - Fur mich Ihr Blirger! bitt ich nichts; es sei geschehn ! Ich bitt euch nur um dieses Jiinglings willen. O wendet nicht das Angesicht von mir! Bin ich es nicht, um den ihr liebend sonst Euch sammeltet? ihr selber reichtet da Mir auch die Hiinde nicht, unziemlich diinkt' Es euch, zum Freund euch wild heranzudriingen. Doch schicktet ihr die Knaben, daB sie mir Die Hiinde reichten, diese Friedlichen, Und auf den Schultern brachtet ihr die Kleinern Und hubt mi t euern Armen sie empor Bin ich es nicht? und kennt ihr nicht den Mann, Dem ihr gesagt, ihr konntet, wenn ers wollte, Von Land zu Land mit ihm, als Bettler gehn, Und, wenn es moglich wiire, folgtet ihr Ihm auch hinunter in den Tartarus ? Ihr Kinder! alle's wolltet ihr mir schenken Und zwangt mich toricht oft, von euch zu nehmen, Was euch das Leben heitert' und erhielt, Dann gab ich euchs vom Meinigen zuriic k 44

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA Vieni con me! Non andrai via solo. Uno è rimasto che ti rispetta, benché sia vietato. Caro, tu sai come l 'affe tto dell'amico conti molto di più della maledizione di questo prete. Anche laggiù, in una lontana terra, potremo trovare il cielo azzurro, io pregherò che illumini il tuo cuore. Anche laggiù, nella Grecia superba e gloriosa, verdeggiano colline e l'ombra dell'acero è larga, e i miti venti donano frescura al viandante, e quando in giorni torridi sosterai sul ciglio della strada, con queste mie stesse mani per te coglierò il cibo e attingerò acqua dalla sorgente gelida, e curverò i rami sopra il tuo capo, .raccoglierò muschio e foglie per il giaciglio, e mentre dormirai, veglierò sul tuo sonno, e innalzerò, se necessario, il rogo che questi infami ora ti negano ! EMPEDOCLE

O cuore fedele! - Per me, cittadini, non vi chiedo nulla : come volete, sia . V'imploro soltanto per questo giovane. Oh, non guardate altrove ! Forse non vi riunivate intorno a me, amici? Non osavate stringermi la mano, venire ad accalcarvi convulsamente intorno a me vi sembrava scortese : mandavate perciò i fanciulli a stringermi la mano, e portavate i bambini in spalla o sulle braccia. Ora non sono più quello? Più non riconosce te l'uomo a cui dicevate che, a un suo cenno, eravate pronti a mendicare con lui di terra in terra e perfino a seguirlo giù, sino al Tartaro? Bambini ! avreste voluto darmi tutto e spesso ero costretto ad accettare quanto sostentava o rallegrava la vostra vita; poi vi rendevo del mio che voi stimavate maggiore di ogni vostro bene . 45

FRIEDRICH HOLDERLIN Und mehr, denn Eures, achtetet ihr dies. Nun geh ich fort von euch ; versagt mir nicht Die Eine Bitte: schonet dieses Jiinglings ! Er tat euch nichts zu Leid; er liebt mich nur, Wie ihr mich auch geliebt, und saget selbst, Ob er nicht edel ist und schèin! und wohl Bedi.irft ihr ki.inftig seiner, glaubt es mir! Oft sagt ich euch s : es wi.irde nacht und kalt Auf Erden und in Not verzehrte sich Die Seele, sendeten zu Zeiten nicht Die guten Gèitter solche Ji.inglinge, Der Menschen welkend Leben zu erfrischen. Und heilig halten, sagt ich, solltet ihr Die heitern Genien - o schonet sein Und rufet nicht das Weh! versprecht es mir! DRITTER AGRIGENTINER

Hinweg ! wir hèiren nichts von allem, was Du sagst. HERMOKRATES

Dem Knaben muB geschehn, wie ers Gewollt . Er mag den frechen Mutwill bi.iBen. Er geht mit dir, und dein Fluch ist der seine. EMPEDOKLES

Du schweigest , Kritias! verbirg es nicht, Dich trifft es auch; du kanntest ihn, nicht wahr, Die Si.inde lèischten Strame nicht von Blut Der Tier'? Ich bitte, sag es ihnen, Lieber! Sie sind, wie trunken, sprich ein ruhig Wort, Damit der Sinn den Armen wiederkehre! ZWEITER AGRIGENTINER

Noch schilt er uns? Gedenke deines F1uchs Und rede nicht und geh ! wir mochten sonst An dich die Hande legen. KRITIAS

Ihr Bi.irger!

Wohl gesagt, EMPEDOKLES

So! - und mochtet ihr an mich Die Hande legen ? was? geli.istet es Bei meinem Leben schon die hungernden 46

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIM A STESURA) Ora vi lascio; e non mi sia negata quest'unica preghiera : risparmiate questo giovane. Non vi ha fatto del male, mi ama, ecco tutto, come anche voi mi amaste. E dite: non è forse nobile e bello? Ascoltatemi: un giorno lo ricercherete. Quante volte dissi che cadrebbero notte e gelo sulla terra e che le anime miseramente perirebbero se periodicamente le divinità benigne, per donare nuova linfa al vivere avvizzito, non ci inviassero giovani simili a questo. Sacri, dicevo, vi dovrebbero essere simili geni. Proprio per questo non vogliate condannarlo! Promettetelo!

TERZO AGRIGENTINO Va' via! via ! Non vogliamo ascoltare nulla di ciò che tu dici .

ERMOCRATE Costui avrà la sorte che si è scelta. Paghi per la sua folle insolenza. Venga con te, e condivida la tua maledizione.

EMPEDOCLE Crizia, tu taci? Anche tu, non negarlo, sei turbato. Lo conoscevi, vero? Fiumi di sangue di animali sacrificati non laveranno questa colpa. Ti prego, amico, parla, sono come ebbri, pronuncia una parola calma affinché a questa povera gente ritorni il senno.

TERZO AGRIGENTINO Ecco, c'insulta nuovamente! Pensa alla tua maledizione, e non parlare. Va' via, altrimenti potremmo usarti violenza.

CRIZIA Ben detto, cittadini.

EMPEDOCLE Ah sl? Violenza? Sono ancora vivo e già mi bramano le Arpie fameliche? Non potete attendere il momento 47

FRIEDRICH H�LDERLIN

Harpyen? und konnt ihrs nicht erwarten, bis Der Geist entflohn ist, mir die Leiche zu schiinden? Heran! Zerfleischt und teilet die Beut und es segne Der Priester euch den Genu.B, und seine Vertrauten, Die Rachegotter lad er zum Mahl ! - Dir bang t Heilloser! kennst du mich? und soli ich dir Den bosen Scherz verderben, den du treibst? Bei deinem grauen Haare, Mannl du solltest Zu Erde werden, denn du bist sogar Zum Knecht der Furien zu schlecht. O sieh! So schiindlich stehst du da, und durftest doch An mir zum Meister werden? freilich ists Ein iirmlich Werk, ein blutend Wild zu jagen! lch trauerte, das wu.Bte der, da wuchs Der Mut dem Feigen; da erhascht er mich Und hetzt des Pobels Ziihne mir aufs Herz. O wer, wer heilt den Geschiindeten nun, wer nimmt Ihn auf, der heimatlos der Fremden Hiiuser Mit den Narben seiner Schmach umirrt, die Gotter Des Hains fleht, ihn zu bergen - komme, Sohn! Sie haben wehe mir getan, doch hiitt lchs wohl vergessen, aber dich? - ha geht Nun immerhin zu Grund, ihr Namenlosen! Sterbt langsamen Tods, und euch geleite Des Priesters Rabengesang! und weil sich Wolfe Versammeln da, wo Leichname sind, so finde sich Da!ln einer auch fi.ir euch; der siittige Von eurem Blute sich, der reinige Sicilien von euch; es stehe diirr Das Land, wo sonst die Purpurtrailbe gern Dem bessero Volke wuchs und goldne Frucht lm 'dunkeln Hain, und edles Korn, und fragen Wird einst der Fremde, wenn er auf den Schutt Von euern Tempeln tritt, ob da die Stadt Gestanden? gehet nunl Ihr findet mich (indem sie abgehn) In einer Stunde nimmer. Kritlas ! Dir m&ht ich wohl ein Wort noch sagen. PAUSANIAS

(nachdem Kritills zuruck ist) Indessen mich zum alten Vater gehn Und Abschied nehmen. 48

LA MORTE Dl EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) in cui la vita m'abbia abbandonato per profa��are la mia salma? Su, venite, abranatemi e s.partitevi la preda, e il prete brandisca la vostra esultanza, inviti a mensa i vendica tori infernali, a lui cosi familiari. Hai paura, scellerato? Non mi conosci? Devo rovinarti l'ignobile scherzo che mi fai? Per i tuoi capelli grigi dovresti divenire fango, e onore eccessivo per te sarebbe servire come schiavo le Furie. Sei infame! E tu hai osato farti mio padrone? Ma è misero mestiere dare la caccia a una fiera sanguinante. Ero ferito : lui lo seppe e al codardo crebbe il coraggio; mi ha catturato e aizza contro di me le zanne della plebe. Chi laverà l'oltraggio? chi accoglierà quel senzapatria che con i segni dell'onta passa tra le case altrui e implora dagli dèi silvestri un nascondiglio? Vieni, figlio mio! Le loro offese avrei dimenticate. Come però dimenticare te? - Oh, gente senza nome precipita verso la tua rovin:t, soccombi di una morte lenta e ti accompagni il prete con la sua nenia di corvo! E poiché ci sono lupi dove ci sono cadaveri, se ne trovi uno per voi, che beva il vostro 11ngue e la Sicilia liberi da voi. Inaridisca questa terra ove il grappolo purpureo prosperave. per un popolo migliore, e i frutti d'oro tra le fronde e il nobile frumento; e lo straniero appoggiando un giorno il piede 110pra i ruderi dei vostri templi, chiederà: era qu:. edilìcata la città? Adesso andate! Tra un'ora ( mentre si tdlo,wrao) qui non mi troverete più. Crizia, vorrei dirti ancora una parola. PAUSANIA

( quando Cri::ia è tornato indietro\ Lascia che io vada dal mio vecchio padre a prendere congedo . 49

FRIEDRICH HOLDERLIN EMPEDOKLES O warum? was tat Der Jiingling euch, ihr GOtter! gehe denn, Du Armer! Drau�en wart ich, auf dem Wege Nach Syrakus; dann wandern wir zusammen. (Pausanias geht auf der andern Seite ab.)

Sechster Au/tritt

Empedokles, Kritias

KRITIAS Was ists?

EMPEDOKLES Auch du verfolgest mich?

KRITIAS Was soli Mir das?

EMPEDOKLES lch weifi es woh l ! Du mochtest gern Mich hassen, dennoch hassest du mich nicht: Du fiirchtest nur; du hattest nichts zu fiirchten.

KRITIAS Es ist vorbei. Was willst du noch?

EMPEDOKLES Du hattst Es selber nie gedacht, der Priester zog In seinen Willen dich, du klage d.ich Nicht an ; o hattst du nur ein treues Wort Fiir ihn gesprochen, doch du scheuetest Das Volle

KRITIAS Sonst hattest du mir nichts Zu sagen ? iiberlliissiges Geschwiitz Hast du von je geliebt.

EMPEDOKLES O rede sanft, lch habe deine Tochter dir gerettet. 50

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) EMPEDOCLE

Ma perché ? O dèi, in cosa mai vi ha offeso questo giovane? Va' pure. Ti aspetterò sulla strada per Siracusa. Partiremo insieme.

(Pausania esce dalla parte opposta.)

Scena sesta Empedocle, Crizia CRIZIA

Che c'è? EMPEDOCLE

Anche

tu

mi perseguiti? CRIZIA

Che idea, io persegui tarti? EMPEDOCLE

Lo so bene. Tu vorresti odiarmi, eppure non mi odi. Hai solo paura, ma non avevi nulla da temere. CRIZIA

Tutto questo è passato. C'è dell'altro? EMPEDOCLE

Mai avresti pensato una cosa simile da solo, ma è stato il prete a importi il suo volere; io non ti accuso. Se almeno tu avessi detto una parola sincera in suo favore, ma tu temevi il popolo. CRIZIA

È solo questo che avevi da dirmi? Ti sono sempre piaciuti i discorsi inutili. EMPEDOCLE

Modera le parole, io salvai tua figlia. 51

FRIEDRICH H/)LDERLIN KRITIAS

Das hast du wohl. EMPEDOKLES

Du striiubst und schiimest dich, Mit dem zu reden, dem das Vaterland geflucht ; Ich will es gerne glauben. Denke dir, Es rede nun mein Schatte, der geehrt Vom heitem Friedenslande wieder kehre KRITIAS

Ich wiire nicht gekommen, da du riefst, Wenn nicht das Volk zu wissen wiinschte, was Du noch zu sagen hiittest. EMPEDOKLES

Was ich dir Zu sagen habe, geht das Volk nichts an. KRITIAS

Was ist es dann? EMPEDOKLES

Du muBt hinweg aus diesem Land; ich sag Es dir um deiner Tochter willen . KRITIAS

Denk an dich Und sorge nicht fur anders ! EMPEDOKLES

Kennest du Sie nicht? Und ist dirs unbewuBt, wie vie! Es besser ist, daB eine Stadt voli Toren Versinkt, denn Ein Vortreffiiches? KR.ITIAS

Was kann Ihr fehlen ? EMPEDOJCLES

Kennest du sie nicht? Und tastest, wie ein Blinder an, wu dir Die Gotter gaben ? und es leuchtet dir In deinem Haus umsonst das holde Licht? Ich sag es dir : bei diesem Volke findet 52

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) CRIZIA

� vero, l'hai fatto. EMPEDOCLE

Ti ripugna e ti vergogni di parlare con chi è stato maledetto dalla patria. Ti comprendo. Immagina allora che sia la mia ombra a parlarti, onorata e risorta dal sereno soggiorno della pace. CRIZIA

Non sarei venuto al tuo richiamo se il popolo non avesse richiesto di sapere cosa tu avessi ancora da dinni. EMPEDOCLE

Ciò che ho da dirti

non riguarda il popolo.

CRI:l!A

E cos'hai da dirmi . EMPEDOCLE

Tu devi abbandonare questo paese; lo dico per amore di tua figlia. CRIZIA

e

Pensa a te stesso degli altri non curarti. EMPEDOCLE

Non la conosci? Non ti rendi conto di quanto sia preferibile che sprofondi totalmente una città di stolti anziché una sola giovane eletta? CRIZIA

Di che cosa si può dire

che sia priva?

EMPEDOCLE

Non la conosci? E tratti come un cieco il dono degli dèi? Nella tua casa risplende invano la dolce luce? Ascolta: l'anima pia non troverà pace 53

FRIEDRICH Hl:kDERLIN

Das fromme Leben seine Rube nicbt Und einsam bleibt es dir, so scbon es ist Und stirbt dir freudenlos, denn nie begibt Die ziirtlichernste Gottertocbter sich Barbaren an das Herz zu nehmen, glaub Es mir! Es reden wahr die Scbeidenden. Und wundere des Rats dicb nicbt! KRITIAS

Was soll lcb nun dir sagen? EMPEDOKLES

Gebe hin tnit ihr In beilges Land, nacb Elis oder Delos Wo jene wohnen, die sie liebend sucbt, Wo stillvereint, die Bilder der Heroen Im Lorbeerwalde stehn. Dort wird sie rubn, Dort bei den scbweigenden Idolen wird Der schone Sinn, der zartgeniigsame Sich stillen, bei den edeln Schatten wird Das Leid entschlummem, das geheim sie hegt In frommer Brust. Wenn dann am heitern Festtag Sicb Hellas scbone Jugend dort versammelt, Und um sie ber die Fremdlinge sich griill en Und boffnungsfrohes Leben iiberall Wie goldenes Gewolk das stille Herz Umgliinzt, dann weckt dies Morgenrot Zur Lust wohl auch die fromme Triiumerin, Und von den Besten einen, die Gesang Und Kranz in edlem Kampf gewannen, wiihlt Sie sich, da.B er den Schatten sie entfiihre, Zu denen sie zu friihe sich gesellt. Gefiillt dir das, so folge mir KRITIAS

Hast du der goldnen Worte nocb so vie! In deinem Elend iibrig? EMPEDOKLES

Spotte nicht ! Die Scheidenden verjiingen alle sich Noch Einmal gern. Der Sterbeblick ists nur Des Licbts, das freudig einst in sciner Kraft Geleuchtet unter eucb. Es losche freundlicb, 54

LA MORTE

DI

EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

tra questa gente, e rimarrà sola, lei cosi bella, e morirà senza gioia. Lei, la figlia degli dèi, cosi severa e tenera, non potrà mai accettare di stringere al suo seno uno di questi barbari? Oh, credimi ! Chi sta per congedarsi dice il vero. E non stupirti del consiglio! CRIZIA

che ti risponda?

Cosa vuoi EMPEDOCLE

Parti con lei verso qualche terra sacra, va' nell'Ellade o a Delo, tra coloro che lei cerca, dove tra i lauri sorgono, in silenziosa assemblea, le statue degli eroi. Qui troverà pace, tra le mute immagini la sua anima bella e delicata si sentirà appagata; tra le nobili ombre svanirà il dolore che in segreto la tormenta. Quando in un giorno festivo e sereno la gioventù dell'Ellade si riunirà e quegli ignoti le si faranno intorno a salutarla e, come nube d'oro, la vita lieta di speranze splenderà in tutti i cuori, ecco che quest'aurora ridesterà il desiderio nella schiva sognatrice e tra valorosi conquistatori d'inni e lauri nelle nobili gare, ella sceglierà uno che la strappi alle ombre a cui troppo precocemente si è accompagnata. Se questo ti piace . . . CRIZIA

Ancora ti restano tante parole d'oro nel tuo affanno? EMPEDOCLE

Lascia lo scherno ! Chi prende congedo aspira ad essere giovane ancora una volta. È come il lampo estremo della luce che un giorno risplendette tra di noi gioiosamente in tutto il suo fulgore. Lascia che si spenga 55

FRIEDRICH HOLDERLIN Und hab ich euch geBucht, so mag dein Kind Den Segen haben, wenn ich segnen kann . KRITIAS

O la8, und mache mich zum Knaben nicht. EMFEDOKLES

Versprich es mir und tue, was ich riet, Und geh aus diesem Land. Verweigerst dus, So mag die Einsame den Adler bitten, DaB er hinweg von diesen Knechten sie Zum Aether rette! Bessers wei8 ich nicht. KRITIAS

O sage, haben wir nicht recht an dir Getan? EMPEDOKLES

Wie fragst du nun? Ich hab es dir Vergeben. Aber folgst du mir? KRITIAS

Ich kann

So schnell nicht wiihlen.

EMFEDOKLES

Wahle gut, Sie soll nicht bleiben , wo sie untergeht. Und sag es ihr, sie soll des Mannes denken, Den einst die Gotter liebten. Willst du das? KRITIAS

Wie bittest du? lch will es tun. Und geh (Geht ab.) Du deines Weges nun, du Armer!

Siebenter Auftritt EMPEDOKLES

Ja! Ich gehe meines Weges, Kririas, Und wei.B, wohin? Und schamen mu.B ich mich DaJ1 ich gezogert bis zum .A.u.Bersten. Was muBt ich auch so Iange warten, Bis Gliick und Geist und Jugend wich, und nichts 56

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

serenamente, e se anche vi ho maledetti, a tua figlia dono, se mi è lecito, la mia benedizione . CRIZIA

Basta, taci, e non trattarmi da fanciullo. EMPEDOCLE

Prometti che farai come ti dico, e lascia questa terra. Se rifiuti, che preghi e implori la desolata un'aquila, che la salvi da questi schiavi, in cielo. È questo il mio consiglio migliore. CRIZIA

Oh, dimmi, forse non abbiamo agito giustamente nei tuoi confronti? EMPEDOCLE

E me lo domandi? Io ti ho già perdonato. Ma farai ciò che ti ho detto? CRIZIA

Non posso

decidere cosi rapidamente. EMPEDOC LE.

Decidi bene. Che lei non rimanga dove soccomberebbe . E che ricordi, dille, colui che un giorno fu caro agli dèi. Lo farai? CRIZIA

E me lo chiedi? Lo farò, certo. E ora, infelice, va' per la tua strada.

Scena settima EMPEDOCLE

Si ! Vado per il mio cammino, Crizia, e so dove conduce. E mi prende vergogna per avere esitato cosi a lungo. Perché atten�re tanto, sino a perdere felicità e giovinezza e spirito, e che 57

(Esce.)

FRJEDRICH HOLDERLIN

Wie Torheir i.iberblieb und Elend. Wie ofr, wie oft har dichs gemahnt ! Da war Es schon gewesen. Aber nun ists not! O stille! gute Gotter! irnmer eilt Den Sterblichen das ungeduldge Wort Voraus und laBt die Stunde des Gelingens Nicht unbetastet reifen. Manches ist Vorbei; und leichter wird es schon. Es hangt An allem fest der alte Tor! und da Er einst gedankenlos, ein stiller Knab Auf seiner gri.inen Erde spielte, war Er freier, denn er ist; o scheiden ! - selbst Die Hi.itte, die rnich hegte, lassen sie Mir nicht - auch dies noch? Géitter!

Achter Auftritt

Empedokles, drei Sklaven des Empedokles ERSTER SKLAVE

Gehst du, Herr? EMPEDOKLES

lch gehe freilich, guter Und hole mir das Reisgeriit, soviel lch selber tragen kann, und bring es noch Mir auf die StraBe dort hinaus - es ist Dein letzter Dien st! ZWEITER SKLAVE

O Gotter! EMPEDOKLES

Immer seid Ihr gern um mich gewesen, denn ihr wart's Gewohnt, von lieber Jugend her, wo wir Zusammen auf in diesem Hause wuchsen, Das meinem Varer war und mir, und fremd 1st meiner Brust das herrischkalte Wort. Ihr habt der Knechtschafr Schicksal nie gefi.ihlt. lch glaub es euch, ihr folgtet gerne rnir Wohin ich rnuB. Doch kann ich es nicht dulden, DaB euch der Fluch des Priesters iingstige. Ihr wi.Bt ihn wohl ? Die Welt ist aufgetan 58

LA MORTE DI EMPEDOCLE (l'RIMA STESURA)

più nulla mi rimanesse se non follia e miseria. Quante volte, quante volte una voce mi ammonl! Sarebbe stato bello allora. Ma ora è necessario. O dèi misericordiosi ! Dèi del silenzio ! La parola insofferente precorre l'uomo e non lascia che maturi in pace l'ora della riuscita. Molte cose sono consumate e ora tutto è più facile. A tutto si aggrappa il vecchio stolto! E quando un giorno, fanciullo spensierato, giocava sulla terra verdeggiante, era più libero di quanto lo sia oggi. Oh, distacco ! Non mi si lascia neppure la dimora che mi ospitò ... Anche ques to, o dèi!

Scena ottava suoi schiavi

Empedocle, tre

PRIMO SCHIAVO

Tu parti, Maestro? EMPEDOCLE

Sl, parto, mio caro . . . Va' a prepararrni il bagaglio, quel tanto che possano reggere le mie spalle, e portalo là fuori sulla strada; questo sarà il tuo ultimo servizio. S ECONDO SCHIAVO o dèi !

EMPEDOCLE

Voi siete stati al mio servizio volentieri sin dalla cara infanzia, e crescemmo insieme in questa casa di mio padre e mia, ed estranea al mio cuore è la fredda parola del comando. Qui non avete patito mai il destino d'essere schiavi. Liberamente, ne sono certo, con me verreste là dove è necessario che io vada . Ma non posso tollerare che vi tormenti la maledizione del prete. Il mondo si apre 59

FRlEDRICH HOLDERLIN

Fiir euch und mich, ihr Kinder, und Nun jeder sich sein eigen Gliick -

es

sucht

DRITI'ER SKLAVE

O nein! Wir lassen nicht von dir. Wir konnens nicht. ZWEITER SKLAVE

Was weill der Priester, wie du lieb uns bist. Verbiet ers andem! uns verbeut ers nicht. ERSTER SKLAVE

Gehoren wir zu dir, so !aB uns auch Bei dir! Ists doch von gestem nicht, dafi wir Mit dir zusammen sind, du sagst es selber. EMPEDOKLES

O Gotter! bin ich kinderlos und leb

Allein mit diesen drein, und dennoch hang Ich hingebannt an dieser Ruhestiitte, Gleich Schlafenden, und ringe, wie im Traum, Hinweg? Es kann nicht anders sein, ihr Guten ! O sagt mir nun nichts mehr, ich bitt euch das, Und lafit uns tun, als wiiren wir es nimmer. Ich will es ihm nicht gonnen, dafi der Mann Mir alles noch verfluche, was mich liebt Ihr gehet nicht mit mir; ich sag es euch. Hinein und nimmt das Beste, was ihr findet, Und zaudert nicht und flieht; es m&hten sonst Die DaJen Herrn des Hauses euch erhaschen, Und eines Feigen Knechte wiirdet ihr. ZWEITER SKLAVE

Mit harter Rede schickest du uns weg? EMPEDOKLES

Ich tu es dir und mir, ihr Freigelafinen! Ergreift mit Mannes Kraft das Leben , lal!t Die Gotter euch mit Ehre trosten ; ihr Beginnt nun erst. Es gehen Menschen auf Und nieder. Weilet nun nicht langer! Tut, Was ich gesagt. E R S TER SKLAVE

Herr meines Herzens! leb Und geh nicht unter! 60

LA MORTE Dl EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) dinnanzi a voi e a me, lo sapete bene, e spetta a ognuno scegliere la propria sorte TERZO S CHIAVO

Non ti lasceremo. Non lo possiamo.

Oh, no!

S ECONDO SCHIAVO

Che ne sa il prete di quanto tu ci sia caro? L'anatema colpisca altri, non noi. PRIMO S CHIAVO

Se noi ti apparteniamo, !asciaci stare con te. Non è da ieri, infatti, che viviamo insieme, anche tu l'hai detto. EMPEDOCLE

O dèi, io non ho a,vuto figli e vissi solo con costoro, e' nonostante questo mi sento ancora legato a questo asilo ove dormivo, e lotto come in un sogno. Orsù, miei cari, è necessario! Basta parlarne, ve ne prego, fate come se non fossimo più vivi. Non voglio che quell'uomo maledica tutti coloro che m'amano . . . Per questo non potete seguirmi, ve l'ho detto. Entrate in casa, prendete ciò che vi serve e senza indugio fuggite, affinché nuovi padroni non vi catturino: diventereste in tal caso schiavi di un vigliacco. S ECONDO S CHIAVO

Con parole cosl aspre tu ci scacci? EMPEDOCLE

Lo faccio per voi e per me. Ormai siete liberi! Assumete ora la vostra vita viril.mente, chiedete agli dèi che vi diano conforto; siete solo all'inizio. I mortali sorgono e tramontano. Non indugiate più a lungo! Fate come ho detto. PRIMO SCHIAVO

vivi, non perire!

Padrone del mio cuore,

61

FRIEDRICH HOLDERLIN DRITTER SKLAVE

Sage, werden wir Dich nimmer sehn? EMPEDOKLES

(mit Macht gebietend) O fraget nicht, es ist Umsonst. ZWEITER SKLAVE

(im Abgehn) Ach! wie ein Bettler soli er nun das Land Durchirren und des Lebens nirgend sicher sei n? EMPEDOKLES

(siehet ihnen schweigend nach) Lebt wohl ! ich hab Euch schnod hinweggeschickt, lebt wohl ihr Treuen. Und du, mein vaterliches Haus, wo ich erwuchs Und bliiht ' ! - ihr lieben Baume! vom Freudengesang Des Gotterfreunds geheiligt, ruhige Vertraute meiner Ruh! o sterbt und gebt Den Liiften zuriick das Leben, denn es scherzt Das rohe Volk in eurem Schatten nun Und wo ich selig ging, da spotten sie meiner. Weh! ausgestoBen, ihr Gotter? und ahmte Was ihr mir tut, ihr Himmlischen, der Priester Der Unberufene, sedlos nach? ihr lieBt Mich einsam, mich, der euch geschmaht, ihr Lieben ! Und dieser wirft zur Heimat mich hinaus Und der Fluch hallt, den ich selber mir gesprochen, Mir armlich aus des Pobels Munde wider? Ach der einst innig mit euch, ihr Seligen, Gelebt, und sein die Welt genannt aus Freude, Hat nun nicht, wo er seinen Schlummer find' Und in sich selber kann er auch nicht ruhn. Wohin nun, ihr Pfade der Sterblichen ? vie! Sind euer, wo ist der meine, der kiirzeste? wo? Der schnellste? denn zu zogern ist Schmach. Ha! meine Géitter! im Stadium lenkt ich den Wagen Einst unbekiimmert auf rauchendem Rad, so will Jch bald zu euch zuriick, ist gleich die Eile gefahrlich .

(Geht ab.)

62

LA MORTE

DI

EMPEDOCLE (PRIMA

STESURA )

TERZO S CHIAVO

Non ti rivedremo dunque più? EMPEDOCLE

(in tono imperioso)

è vano!

Non domandate, SECONDO SCHIAVO

(mentre si allontanano) Come u n mendico dovrà dunque vagare, sempre incerto della propria vita? EMPEDOCLE

(seguendo/i con lo sguardo) Addio, vilmente vi ho allontanati, o miei fedeli. Addio, casa paterna, dove sono vissuto. E voi, alberi, che con un canto di gioia io, l'amico degli dèi, ho consacrato: voi, custodi della mia pace, morite e rendete ai venti il vos tro spirito, poiché all'ombra la rozza plebe si trastulla e dove fui felice, mi si dileggia. Ahi, messo al bando, o dèi? e questo prete ha forse imitato, senz'anima e senza vocazione, quello che voi, celesti, m'infliggete? Voi avete abbandonato me che vi oltraggiai, o elementi! E ora costui mi scaccia dalla patria! L'anatema che contro di me lanciai si rivolge contro me stesso per bocca della plebe? Ahimè, colui che un giorno intimamente visse con voi, beati, e per la gioia proclamò suo il mondo, dove potrà riposare non sa, né trova pace nel suo cuore. Dove conducete, strade dei mortali? Siete molteplici, ma qual è la mia? quale la più veloce? la più breve? Indugiare è vergognoso. Miti numi, nello stadio guidavo, spensierato, il cocchio su fumanti ruote e voglio cosl rapidamente riuni.ficarrni a voi, benché l'impazienza sia pericolosa.

(Esce.)

63

FRIEDRICH HOLDERLIN

Neunter Auftritt Panthea, Delia DELIA

Stille , liebes Kind! Und halt den Jammer! daB uns niemand bore. Ich will hinein ins Haus. Vielleicht er ist Noch drinnen und du siehst noch Einmal ihn. Nur bleibe stili indessen - kann ich wohl Hinein? PANTHEA

O tu es, liebe Delia. Ich bet indes um Rube, daB mir nicht Das Herz vergeht, wenn ich den hohen Mann In dieser bittem Schicksalss tunde sehe. DELIA

O Panthea! PANTimA

(allein, nach einigem Stillschweigen) lch kann nicht - ach es wiir Auch Siinde, da gelassener zu sein ! VerBucht? ich faB es nicht, und wirst auch wohl Die Sinne mir zerreilien, schwarzes Ratsel! Wie wird er sein ?

(Pause. Erschroclun zu Delia, die wieder :r:uriickkommt) Wie ists? DELIA

Ach t alles tot

Und ode?

PANTHEA

Fort? DELIA

lch flircht es. Offen sind Die Tiiren; aber niemand ist zu sehn. Ich rief, da hort ich nur den Widerhall Im Hause; liinger bleiben mocht ich nicht Ach ! stumm und blaB ist sie und siehet fremd Mich an, die Arme. Kennest du mich nimmer? Ich will es mit dir dulden, liebes Herz! 64

LA

MORTE DI EMPI:'.DOCLE (PRIMA STESURA)

Scena nona Pantea, Delia DELIA

Taci, cara fanciulla, frena il tuo dolore! Che nessuno ci senta. Entrerò nella sua casa. Può darsi che ci sia, e ancora una volta potrai vederlo. Ma nell'attesa taci . . . Devo forse entrare? PANTEA

Sl, entra, cara Delia. Io cercherò di calmarmi, aflinch� il cuore non mi si schianti, se mi apparirà quel grande in quest'amara ora fatale. DELIA

O Pantea! PANTEA

(sola, dopo una br���� pausa) Non posso farlo . . . D'altronde sarebbe una vergogna, come entrare là senza passione. L'hanno maledetto? No, non è possibile. O nero enigma, alla fine mi schianterai! Come sarà?

( Pausa. Angosciata, a Delia che ritorna) Cosa hai trovato? DELIA

Ahimè, tutto è morto

e deserto.

PANTEA

� partito? DELIA

Temo di sl. Le porte sono aperte, ma dentro non c'è nessuno. Ho chiamato, ma solo l 'eco ha risposto. Non ho voluto indugiare . . . O h ! L a poverina è muta e pallida, m i guarda come fossi un'estranea. Non mi riconosci? Anima cara, il tuo dolore è il mio. 65

FRIEDRICH HOLDEitLIN

PANTHEA Nun ! komme nur!

DELIA Wohin?

PANTHEA Wohin? ach! das, Das weill ich freilich nicht, ihr guten Gotter! Weh ! keine Hoffnung ! und du leuchtest mir Umsonst, o goldnes Licht dort oben? fort 1st er - wie soli die Einsame denn wissen, Warum ihr noch die Augen helle sind. Es ist nicht moglich, nein! zu frech 1st diese Tat, zu ungeheuer, und ihr habt Es doch getan. Und leben muB ich noch Und stille sein bei diesen? weh ! und weinen Nur weinen kann ich iiber alles das !

DELIA O weine nur! du liebe, besser ists Denn schweigen oder reden.

PANTHEA Delia ! Da ging e r sonst! und dieser Garten war Um seiner willen mir so wert. Ach oft, Wenn mir das Leben nicht geniigt', und ich, Die Ungesellige, betriibt mit andern Um unsre Hiigel irrte, sah ich her Nach dieser Baume Gipfeln, dachte, dort 1st Einer doch ! - Und meine Seele richtet' An ihm sich auf. Ich lebte gern mit ihm In meinem Sinn, und wuBte seine Stunden. Vertraulicher gesellte da zu ihm Sich mein Gedank, und teilte mit dem Lieben Das kind.liche Geschaft - ach' grausam haben sie's Zerschlagen, auf die StraBe mirs geworfen Mein Heldenbild, ich hiitt es nie gedacht. Ach! hundertjiihrgen Friihling wiinscht ich oft Ich Torige fiir ihn und seine Garten !

DELIA O konntet ihr die zarte Freude nicht Ihr lassen, gute Gi:itter! 66

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) PANTEA

Andiamo, vieni! DELIA

Ma dove? PANTEA

Dove? Io stessa l 'ignoro, dèi buoni . Sciagura ! Nessuna speranza! E tu, luce d 'oro, invano splendi, lassù in alto. Egli è partito. Come posso sapere, desolata, se i miei occhi sono ancora limpidi? No, non è possibile ! È troppo temerario, questo gesto, troppo mostruoso. E tuttavia voi l'avete compiuto. Dovrei ancora vivere tra uomini simili, e tacere? E piangere, poiché non mi resta altro? DELIA

Piangi, mia cara! È preferibile piangere piuttosto che tacere o parlare. PANTEA

Delia, qui passeggiava, e questo giardino m'era tanto caro solo perché a lui piaceva tanto. Quando mi sentivo insoddisfatta della vita e triste e con altri mi aggiravo, schiva, per questi colli, quante volte il mio sguardo cercava queste vette di alberi e pensavo: là lui vive! Cosl mi rasserenavo. Mentalmente vivevo con gioia al suo fianco. Conoscevo le sue ore. Il mio pensiero si accompagnava a lui più fiducioso e con lui, cosl caro, dividevo i miei puerili crucd . . . Ah, crudelmente hanno infranto, gettata nella strada, l 'effigie del mio eroe: chi l'avrebbe pensato? Oh, cento primavere numerose volte augurai, stolta, a lui e ai suoi giardini. DELIA

Buoni dèi, perché privarla di questo caro conforto e di questa dolce gioia? 67

PRIEDRICH H� LDERLIN PANTHEA

Sagst du das? Wie eine neue Sonne kam er uns Und strahlt' und zog das ungereifte Leben An goldnen Seilen freundlich zu sich auf Und lange hatt auf ihn Sicilien Gewartet. Niemals herrscht' auf dieser Insel Ein Sterblicher wie er, sie fiihltens wohl, Er lebe mit den Genien der Welt Im Bunde. Seelenvollerl und du nahmst Sie all ans Herz, weh ! mu.6t du nun dafiir Geschiindet fort von Land zu Lande ziehn Das Gift im Busen, das sie mitgegeben?

Das habt ihr ihm getan! o la.6t nicht mich lhr weisen Richter! ungestraft entkommen. Ich ehr ihn ja und wenn ihr es nicht wi.6t, So will ich es ins Angesicht euch sagen, Dann sto.6t mich auch zu eurer Stadt hinaus. Und hat er ihm geflucht, der Rasende Mein Vater, ha ! so fiuch er nun auch mir.

Ihr Blumen Des Himmels ! schone Sterne, werdet ihr Denn auch verbliihn? und wird es Nacht alsdenn In deiner Seele werden, Vater Aether! Wenn deine Jiinglinge, die Gliinzenden Erloschen sind vor dir? Ich weiB, es muB, Was gottlich ist, hinab. Zur Seherin Bin ich geworden iiber seinem Fall , Und wo mir noch ein schoner Genius Begegnet, nenn er Mensch sich oder Gott. lch wei.6 die Stunde, die ihm nicht gefallt DELIA

O Panthea ! mich schrockt es, wenn du so Dich deiner Klagen iiberhebst. lst er Denn auch, wie du, daB er den stolzen Geist Am Schmerze nahrt, und heftger wird im Leiden? 68

LA MORTE DI EMPI!DOCLE ( PRIMA STESURA) PANTEA

Cosa dici? A noi veniva come un nuovo sole splendido e gentilmente attraeva a sé

con fiori d'oro i giovani immaturi. Da tempo la Sicilia era in attesa di lui. Sull'isola non regnò mai mortale che fosse pari a lui. Intuivano che dei geni del mondo era alleato. E tu con grande affetto li stringesti tutti al petto. Per questo devi vagare oltraggiato di terra in terra, con il veleno i n cuore che ti hanno dato come viatico?

Questo gli avete fatto, giudici sapienti! Ma non lasciate che io mi allontani impunita! Giacché io lo venero, voglio dirvelo in faccia se voi non lo sapevate, e allora esiliate anche me dalla vos tr a città. E se mio padre il folle, ha maledetto ,

lui, che maledica anche me!

E voi, fiori del cielo, splendide s tell e , appassirete anche voi? E calerà la notte, o padre Etere, sulla tua anima quando i tuoi chiari figli innanzi a te si spegneranno? Lo so , è necessario che cada tutto ciò che è divino.

Ma la sua caduta mi ha resa veggente, e quando incontro un genio splendido, si d ichiari uomo o dio, so presagire l'ora per lui infausta . . . DELIA

O Pantea, l'altezza dei tuoi lamenti mi atterrisce. È simile a te anche lui? Nutre lo spirito orgoglioso di dolore, e si esalta soffrendo? 69

FRIEDRICH HOLDERLIN

Ich mags nicht glauben, denn ich fiirchte das. Was miill t er auch beschlieEen ? PANTHEA

Angstigest Du mi eh? Was hab ieh denn gesagt? le h will

Auch nimmer - ja gedultig will ich sein, Ihr Gotter! will vergebens nun nicht mehr Erstreben, was ihr ferne mir geriickt, Und was ihr geben mi:igt, das will ich nehmen. Du Heiliger! und find ich nirgends dich, So kann ich mich auch freuen, daE du da Gewesen. Ruhig will ich sein, es mocht Aus wildem Sinne mir das edle Bild Entfliehn, und daB mir nur der Tageslarm Den briiderlichen Schatten nicht verscheuche, Der, wo ich leise wandle, mich geleitet. DELIA

Du liebe Traumerin ! er lebt ja noch. PANTHEA

Er lebt? ja wohl ! er lebt! er geht Im weiten Felde Nacht und Tag. Sein Dach Sind Wetterwolken und der Boden ist Sein Lager. Winde krausen ihm das Haar Und Regen triiuft mit seinen Tranen ihm Vom Angesicht, und seine Kleider trocknet Am heiBen Mittag ihm die Sonne wieder, Wenn er im schattenlosen Sande geht. Gewohnte Pfade sucht er nicht; im Fels Bei denen, die von Beute sich ernahren, Die fremd, wie er, und allverdachtig sind, Da kehrt er ein, die wissen nichts vom Fluch, Die reichen ihm von ihrer rohen Speise, DaB er zur Wanderung die Glieder starkt. So lcbt er! weh ! und das ist nicht gewiB! DELIA

Ja ! es ist schri:icklich, Panthea. PANTHEA

Ists schri:icklich?

Du arme Tri:isterin, vielleicht, es wiihrt

Nicht lange mehr, so kommen sie, und sagen Einander sichs, wenn es die Rede gibt, 70

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) Non voglio crederlo, ne avrei paura. Quale sarà mai la sua sorte? PANTEA

Tu vuoi tormentarmi? Cosa ho dunque detto? Non vorrò mai più . . . voglio essere paziente, più non voglio, o dèi, vanamente aspirare a quanto mi vietaste , e accetterò tutto quello che vorrete donarmi . Tu sei sacro! e se anche non mi fosse dato incontrarti, potrò gioire poiché qui tu hai vissuto. Voglio rimanere calma, affinché da me, sconvol ta, non si allontani la sua nobile immagine e il frastuono del giorno non scacci l'ombra fraterna che, se il mio passo sarà lieve, resterà al mio fianco. DELIA

O sognatrice, cara! Ma lui vive ancora! PANTEA

Viv e? È vero, vive! Notte c giorno vaga nel vasto mondo. Oscure nubi gli fanno da tetto e la dura terra è il suo giaciglio. Il vento gli scompiglia i capelli e la pioggia e il pianto gli rigano le guance e il sole asciuga le sue vesti nell'ardente meriggio quando attraversa deserti privi d'ombra. Evita le strade frequentate, cammina tra dirupi con i predoni che, stranieri come lui, sono sospetti a tutti, ma non sanno del suo bando; dimora presso di loro che dividono con lui il rustico cibo con cui ristorare il corpo nel cammino. Ecco come vive, e neppure questo è certo! DELIA

È spaventoso, Pantea. PANTEA

Spaventoso? È cosl che sai dare conforto? E tra non m ol to loro verranno e diranno, parlottando tra loro, 71

FRIEDRICH HOLDERUN Da.B er erschlagen auf dem Wege liege. Es dulden's wohl die Gotter. haben sie Doch auch geschwiegen, da man ihn mit Schmach Ins Elend fort aus seiner Heimat warf. O du! - wie wirs t du ende n? mii de rings t Du schon am Boden fort, du stolzer Adler! Und zeichnest deinen Pfad mit Blut, und es Erhascht der feigen Jager einer dich, Zerschlagt am Felsen dir dein sterbend Haupt Und .Tovis Liebling nanntet ihr ihn doch? DELIA

Ach lieber schoner Geist! nur so nicht! Nur solche Worte nicht! Wenn du es wii.Btest, Wie mich die Sorg um dich ergreift! Ich will Auf meinen Knien dich bitten, wenn es hilft. Besanftige dich nur. Wir wollen fort. Es kann noch vie! sich andern, Panthea . Vielleicht bereut es bald das Volk. Du wei.Bt Es ja, wie sie ihn liebten. Komm! ich wend An deinen Vater mich und helfen sollst Du mir. Wir konnen ihn vielleicht gewinnen. PANTHEA

O wir, wir sollten das, ihr Gotter!

72

LA MORTE DI EMPEDOCLE

( PRIMA STESURA)

che giace, ferito a morte, su una strada. Lo tollereranno gli dèi: non hanno forse taciuto quando con vergogna e infamia fu scacciato dalla patria in esilio? E tu come finirai? Esausto e prostrato a terra segnerai il cammino con tuo sangue mentre il vile cacciatore ti afferra e sbatte la tua testa morente contro la roccia non smetterai la lotta, aquila fiera! E lo chiamaste beniamino di Giove! DELIA

Non cosi, anima cara! Non dire parole simili. Se tu sapessi quanto mi fai pena ! T'implorerei in ginocchio, se servisse . Calmati, e allontaniamoci da qui. Molto può ancora mutare, Pantea. Potrebbe anche darsi che il popolo si penta. Tu sai come l'amava. Andiamo. Vieni ! Io pregherò tuo padre e tu mi aiuterai. Chi può dirlo? Forse riusciremo a conquistarlo. PANTEA

O dèi! sl, dovremmo riuscire!

73

Zweiter Akt Gegend am Aetna Bauerhlitte

Erster Auftritt Empedokles, Pausanias EMPEDOKLES

Wie ists mit dir? PAUSANIAS

O das ist gut,

Da.B du ein Wort doch redest, lieber ­ Denkst du es auch? hier oben waltet wohl Der Fluch nicht mehr und unser Land ist ferne. Auf diesen Hohen atmet leichter sichs, Und auf zum Tage darf das Auge doch Nun wieder blicken und die Sorge wehrt Den Schlaf uns nicht, es reichen auch vielleicht Gewohnte Kost uns Menschenhande wieder. Du brauchst der Pflege, lieber! und es nimmt Der heilge Berg, der vaterliche wohl In seine Ruh die umgetriebnen Gaste. Willst du, so bleiben wir auf eine Zeit In dieser Hlitte - darf ich rufen, oh Sie uns vielleicht den Aufenthalt vergonnen? EMPEDOKLES

Versuch

es

nur! sie kommen schon heraus.

Zweiter Auftritt Die Vorigen, ein Bauer BAUER

Was wollt ihr? Dort hinunter geht Die Stra.Be. 74

Atto secondo Zona dell'Etna. Capanna rustica

Scena prima

Empedocle, Pausania EMPEDOCLE

Perché mai sei qui? PAUSANIA

Quanto fa bene, caro, sentjre finalmente una tua parola! Anche per te è cosi? Quassù non ha valore l 'anatema, e la nostra terra è lo n tana. Su queste alture si respira più liberamente e l'occhio può nuovamente contemplare il giorno, e l'affanno non turba più il nostro sonno; forse troveremo mani umane che ci offriranno il cibo abi tua!e. Hai bisogno di cure, mio diletto. E il monte sacro, paterno accoglierà e concederà riposo ai suoi ospiti erranti. Se lo desideri, per qualche tempo resteremo in questa capanna. . . o vuoi che domandi se per caso qualcuno ci offre un asilo? EMPEDOCLE

Si può tentare, ma qualcuno sta già uscendo.

I

Scena seconda precedenti, un contadino CONTADINO

Cosa volete? La strada scende di là. 75

FRIEDRICH HOLDERLIN PAUSANIAS

Gonn uns Aufenthalt bei dir Und scheue nicht das Aussehn, guter Mann. Denn schwer ist unser Weg und éifters scheint Der Leidende verdiichtig - méigen dirs Die Géitter sagen, welcher Art wir sind. BAUER

Es stand wohl besser einst mit euch denn itzt; Ich will es gerne glauben. Doch es liegt Die Stadt nicht fern; ihr solltet doch daselbst Auch einen Gastfreund haben. Besser wars, Zu dem zu kommen, denn zu Fremden. PAUSANIAS

Ach! Es schamte leicht der Gastfreund unser sich, ' Wenn wir zu ihm in unsrem Ungliick kamen. Und gibt uns doch der Fremde nicht umsonst Das Wenige, warum wir ihn gebeten. BAUER

Wo kommt ihr her? PAUSANIAS

Was niitzt es, das zu wissen? Wir geben Gold und du bewirtest uns. BAUER

Wohl éiffnet manche Tiire sich dem Golde, Nur nicht die meine. PAUSANIAS

Was ist das? so reich Uns Brot und Wein und fodre was du willst. BAUER

Das findet ihr

an

andrem Orte besser. P A U S ANIAS

O das ist han! Doch gibst du mir vielleicht Ein wenig Leinen, daB ichs diesem Mann Um seine Fiille winde, blutend sind Vom Felsenpfade sie - o siehe nur Ihn an! der gute Geist Siciliens ists Und mehr denn eure Fiirsten! und er steht 76

LA MORTE

DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA

Ospitaci a casa tua, buon uomo, e non badare al nostro aspetto. Aspro è il cammino e spesso chi soffre sembra sospetto . . . che gli dèi ti dicano, se lo vogliono, chi siamo. CONTADINO

Senza dubbio un tempo dovete aver vissuto meglio di ora. Questo credo. Ma la città non è lontana da qui. Di certo là avrete un amico che possa ospitarvi. È preferibile andare da lui che da un estraneo. PAU S ANIA

Ahimè! L'ospite potrebbe vergognarsi di noi se ci vedesse giungere in questo stato. Ma non gratuitamente l'estraneo ci darebbe quel poco che gli abbiamo chiesto. CONTADINO

Di dove siete? PAUSANIA

A che serve saperlo? Se ci ospiterai noi ti daremo dell'oro. CONTADINO

All'oro si schiudono molte porte, ma non la mia. PAUSANIA

Che significa? Portaci pane e vino, ed esigi il tuo compenso. CONTADINO

Vi sarà più facile trovarli altrove. PAU S ANIA

Parole dure! Ma potrai almeno darmi del lino per fasciare i piedi sanguinanti di quest'uomo, straziati dalle pietre del sentiero . . . Guardalo, Egli è il benefattore di Sicilia, è più dei vostri principi, e ora è qui 77

FRIEDRICH HOLDERLIN

Vor deiner Tiire kummerbleich und bettelt Um deiner Hiitte Schatten und um Brot Und du versagst es ihm? und todesmiid Und diirstend lassest du ihn drauBen stehn An diesem Tage, wo das harte Wild Zur Hohle sich vorm Sonnenbrande fliichtet? BAUER

Ich kenn euch. Wehe! das ist der Ver:fluchte Von Agrigent. Es ahndete mir gleich. Hinweg! PAUSANIAS

Beim Donnerer! nicht hinweg - er soli Fiir dich mir biirgen, lieber Heiliger! Indes ich geh und Nahrung suche. Ruh An diesem Baum - und hore du ! wenn ihm Ein Leid geschieht, es sei von wem es wolle, So komrn ich i.iber Nacht, und brenne dir, Eh du es denkst, dein strohern Haus zusammen! Erwiige das !

Dritter Auftritt Empedokles, Pausanias EMPEDOKLES

Sei ohne Sorge, Sohn! PAUSANIAS

Wie sprichst du so? ist doch dein Leben mir Der lieben Sorge wert ! und dieser denkt, Es wiire nichts am Manne zu verderben, Dem solch ein Wort gesprochen ward wie uns, Und leicht geliistet sie's, und wiir es nur Um seines Mantels wegen, ihn zu toten, Denn l.mgereimt ists ihnen, daB er noch Gleich Lebenden umhergeht; weiBt du das Denn nicht? EMPEDOKLES

O ja, ich weiB es. 78

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STES URA)

davanti alla tua porta, pallido e sofferente, mendica pane e l'ombra della tua capanna e tu glieli neghi? Mortalmente stanco e assetato tu lo lasci qui, fuori, in questo giorno in cui il sole ardente spinge nelle loro tane persino gli animali? e

CONTADINO

Vi riconosco. Sciagura! Costui è il maledetto di Agrigento. Ne avevo già il sospetto. Andate via! PAUSANIA

Per il Tonante, non andremo via! Voglio, amico diletto, che costui sia garante di te, mentre vado in cerca di cibo. Riposa sotto quest'albero . .. e tu, ascolta: se dovesse accadergli una disgrazia, da parte di chiunque, verrò di notte, e prima che te ne renda conto, darò alle fiamme la tua casa di paglia . Pensaci bene!

Scena terza

Empedocle, Pausania EMPEDOCLE

Non angustiarti, figlio mio! PAUSANIA

Perché parli cosl? Che io mi preoccupi per la tua salvezza mi sembra giusto. E costui pensa che nulla valga la salvezza dell'uomo cui fu inflitta la condanna e può darsi che gli prenda la voglia di ucciderlo, non fosse altro che per il mantello, perché a loro sembra assurdo che lui si trovi ancora tra i viventi . Non lo sai? EMPEDOCLE

Sl, lo so. 79

PRlED:RICH Ht)LDERLIN PAUSANIAS

Liichelnd sagst Du des? o Empedokles ! EMPEDOKLES

Treues Herz! Ich ha.be wehe dir getan. Ich wollt Es nicht. PAUSANIAS

Ach! ungeduldig bin ich nur. EMPEDOKLES

Sei ruhig meinetwegen, lieber l bald Ist dies vori.iber. PAUSANIAS

Sagst du das? EMPEDOKLES

Du wirst Es sehn. PAUSANIAS

Wie ist dir? soli ich nun ins Feld Nach Speise gehn, wenn du es nicht bedarfst, So bleib ich lieber, oder besser ists, Wir gehn und suchen einen Ort zuvor Fiir uns im Berge. EMPEDOKLBS

Siehe! nahe blinkt Ein Wasserquell ; der ist auch unser. Nimm Dein Trinkgefiill , die hohle KUrbis, daB der Trank Die Seele mir erfrische. PAUSANIAS

(an der Quelle) Klar und kUhl Und rege sproBts aus dunkler Erde, Vater! EMPEDOKLES

Erst trinke du. Dann schéipf und bring es mir. 80

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) PAUSANIA

Lo dici sorridendo, Empedocle? EMPEDOCLE

Cuore fedele ! Ti ho ferito. Non lo volevo. PAUSANIA

Sono solo insofferente, ecco tutto. EMPEDOCLE

Non preoccuparti per me, amico caro. Presto sarà tutto finito. PAUSANIA

Cosa intendi dire? EMPEDOCLF.

Presto lo vedrai. PAUSANIA

Come stai? Vuoi che vada in cerca di cibo nei campi? Ma se non ne hai bisogno preferirei restare qui, oppure, ancor meglio, andiamo alla ricerca di un rifugio su per il monte. EMPEDOCLE

Guarda! Qui vicino risplende l'acqua di una fonte, che certo è anche nostra. Prendi il tuo recipiente, la zucca svuotata, affinché il mio spirito possa ristorarsi. PAUSANIA

(alla fonte) Limpida e fresca e viva sgorga, padre, dalla terra scura! EMPEDOCLE

Bevi. Poi attingi dell'acqua e portamela. 81

FRIEDRICH HOLDERLIN

PAUSANIAS

(indem er ihm es reicht)

Die Gotter segnen dirs. EMPEDOKLES

Ich trink es euch! Ihr alten Freundlichen ! ihr meine Gotter! Und meiner Wiederkehr, Natur. Schon ist Es anders. O ihr Gi.itigen ! und eh Ich komme, seid ihr da? und bli.ihen soll Es, eh es reift ! - sei ruhig Sohn ! und hore, Wir sprechen vom Geschehenen nicht mehr. PAUSANIAS

Du bist verwandelt und dein Auge glanzt Wie eines Siegenden. Ich faE es nicht. EMPEDOKLES

Wir wollen noch, wie Ji.inglinge, den Tag Zusammensein, und vieles reden. Findet Doch leicht ein heimatlicher Schatte sich, Wo unbesorgt die treuen Langvertrauten Beisammen sind in liebendem Gesprach Mein Liebling! haben wir, wie gute Knaben An Einer Traub, am schonen Augenblick Das liebe Herz so oft gesattiget Und muBtest du bis hier mich her geleiten, DaB unsrer Feierstunden keine sich, Auch diese nicht, uns ungeteilt verlore? Wohl kauftest du um schwere Mi.ihe sie, Doch geben mirs auch nicht umsonst die Gotter. PAUSANIAS

O sage mir es ganz, daB ich wie du Mich freue. EMPEDOKLES

Siehest du denn nicht? Es kehrt Die schone Zeit von meinem Leben heute Noch einmal wieder und das GroBre steht Bevor; hinauf, o Sohn, zum Gipfel Des alten heilgen Aetna wollen wir. Denn gegenwiirtger sind die Gotter auf den Hohn. Da will ich beute noch mit diesen Augen Die Strome sehn und Inseln und das Meer. 82

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA

(porgendo da bere) Gli dèi ti siano propizi. EMPEDOCLE

Io libo a voi, miei numi, per la vostra lunga benevolenza! E a te, Natura, per il mio ritorno. Ormai tutto è mutato. E voi, geni benigni, prima che vi raggiunga, siete là? Deve fiorire prima che maturi ! . . . Figlio mio, sii sereno e ascol tami: non si parli più di ciò che è stato. PAUSANIA

Tu sei mutato e il tuo sguardo risplende come quello di un vincitore. Non comprendo. EMPEDOCLE

Oggi potremo rimanere ancora insieme, come giovani, a parlare di molte cose. È facile trovare un'ombra amica ove intimi e fedeli confidenti si uniscano sereni in un dialogo d'amore; o mio diletto, non abbiamo forse, come buoni fanciulli con un grappolo, saziato il cuore in un istante bello, e tu non hai voluto accompagnarmi perché nessuna delle nostre ore solenni, neppure questa, si perdesse senza nulla in cambio ? Con pena l'hai conquistata, è vero, ma neppure a me gli dèi fanno doni gratuiti. PAUSANIA

Oh, parla! Spiegami ogni cosa affinché anch'io possa essere lieto come tu lo sei. EMPEDOCLE

Ma non vedi? Oggi ritorna il tempo splendido della mia esistenza, ancora più grande è quello che verrà. Su, figlio, saliremo fino alla cima dell'Etna antico e sacro, giacché gli dèi sono più che altrove presenti sulle altezze. Con questi occhi, oggi stesso voglio vedere dall'alto fiumi , isole e il mare; 83

FRIEDRICH HOLDERLIN Da segne zogernd iiber goldenen Gewassern mich das Sonnenlicht beim Scheiden, Das herrlich jugendliche, das ich einst Zuerst geliebt. Dann gliinzt um u ns und schweigt Das ewige Gestirn, indes herauf Der Erde Glut aus Bergestiefen quillt Und ziirtlich riihrt der Allbewegende, Der Geist, der Aether uns an, o dann! PAUSANIAS

Du schrockst Mich nur; denn unbegreifl.ich bist du mir. Du siehest heiter aus und redest herrlich, Doch liebcr war es mir, du trauertest. Ach! brennt dir doch die Schmach im Busen, die Du littst, und achtest selber dich fiir nichts, So vi e! du bist.

EMPEDOKLES O Gotter Iii/h auch der Zuletzt die Ruh mir nicht und regt den Sinn Mir auf mit roher Rede, willst du das , So geh. Bei Tod und Leben ! nicht ist dies Die Stunde mehr, vie! Worte noch davon Zu machen, was ich leid und was ich bin. Besorgt ist das; ich will es nimmer wissen. Hinweg ! es sind die Schmerzen nicht, die lachelnd, Die fromm geniihrt, an traurigfroher Brust Wie Kinder liegen - Natterbisse sinds Und nicht der erste bin ich, dem die Gotter Solch giftge Riicher auf das Herz gesandt. Ich habs verdient ? ich kann dirs wohl verzeihn, Der du zur Unzeit mich gemahnt ; es ist Der Priester dir vor Augen und es gellt Im Ohre dir des Pobels Hohngeschrei, Die briiderliche Nanie, die uns Zur lieben Stadt hinausgeleitete. Ha ! mir - bei allen Giittern di e mie h seh n Sie hiittens nicht getan, wiir ich Der Alte noch gewesen. Was? o schiindlich Verriet ein Tag von meinen Tagen mich An diese Feigen - stili ! hinunter solls, Begraben soli es werden tief so tief, Wie noch kein Sterbliches begraben ist. 84

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) e mentre indugiano sopra le acque d'oro, mi benedica il sole declinante, stupendo e giovane, che io amai per primo. Ed ecco splendere intorno a noi silenti le immortali stelle, e dalle profonde voragini salire il fuoco della terra, e lo spirito che tutto muove accarezzarci in volto. Allora. . . PAUSANIA

perché ti esprimi per enigmi . Appari sereno e dici grandi cose, ma preferirei vederti triste. Non ti brucia l'affronto che ti fecero, e stimi cosl poco tutto ciò che sei?

Tu mi spaventi

EMPEDOCLE

O dèi, anche costui deve tormentarmi e turbarmi con parole rozze? Se questo vuoi, va' pure! Per la vita e per la morte, non è più il tempo di commentare ciò che soffro e ciò che sono. È tutto lontano : non voglio più saperne . Non sono dolori che, sorridenti e ben nutriti, s'attaccano ad un seno triste e gioioso: sono morsi di vipere, e non sono il primo cui gli dèi abbiano messo in cuore queste Erinni velenose. L'ho meritato? Posso perdonarti l'inopportuno monito; hai davanti agli occhi il sacerdote e nelle orecchie i clamori di scherno della plebe e la nenia che ci fu fraternamente compagna quando uscimmo dalla nostra cara città. Con me - per tutti i numi che mi guardano non avrebbero osato agire come hanno fatto se fossi stato l 'uomo di un tempo. Quale vergogna! Uno solo dei miei giorni mi ha dato in pasto a questi vili. .. Taci ! Voglio che svanisca, voglio che sia sepolto profondamente, più profondamente di quanto un mortale sia mai stato sepolto. 85

FRIEDRICH HOLDERLIN PAUSANIAS

Ach! haB!ich sti:irt ich ihm das heitre Herz Das herrliche, und banger denn zuvor 1st jetzt die Sorge. EMPEDOKLES

LaB die Klage nun Und sti:ire mich nicht weiter; mit der Zeit Ist alles gut, mit Sterblichen und Gi:ittern Bin ich ja bald versi:ihnt, ich bin es schon. PAUSANIAS

Ists mi:iglich? - heilt der furchtbar triibe Sinn Und wiihnst du dich nicht mehr allein und arm, Du hoher Mann, und diinkt der Menschen Tun Unschuldig wie des Herdes Fiamme dir, So sprachst du sonst, ists wìeder wahr geworden ? O sieh ! dann segn' ich ihn, den klaren Quell, An dem das neue Leben dir begann, Und frohlich wandern morgen wir hinab Ans Meer, das uns an sichres Ufer bringt. Was achten wir der Reise Not und Miihn ! Ist heiter doch der Geìst und seiner Gi:itter! EM PEDOKLES

O Kind! - Pausanias, hast du dies vergessen?

Umsonst wìrd nichts den Sterblichen gewahrt. Und Eines hilft. - O heldenmiitger Jiingling! Erblasse nicht ! sieh, was mein altes Gliick Das unersinnbare, mir wiedergibt, Mit Gotterjugend mir, dem Welkenden, Die Wange ri:itet, kann nicht iibel sein. Geh, Sohn '-' -! ich mi:ichte meinen Sinn Und meine Lust nicht geme ganz verraten. Fiir dich ists nicht - so mache dirs nicht eigen, Und lasse mirs, ich !asse deines dir. Was ists? PAUSANIAS

Ein Haufe Volks! Dort kommen sie Herauf. EMPEDOKLES

Erkennst du sie? i\6

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA

Ah! Quanto ho fatto male a turbargli il cuore sereno, l'anima sublime; più angosciante di prima è ora l'affanno. EMPEDOCLE

Smetti di piangere e non turbarmi più; col tempo tutto si risolve in bene. Presto con i mortali e gli dèi mi sarò riconciliato, e già lo sono. PAUSANIA

Possibile? Guarisce la tua tremenda tristezza e più non ti senti solo e misero? E tu consideri le azioni umane innocenti come la fiamma accesa sul focolare? Lo dicevi spesso, ora s'è nuovamente avverato? Allora benedico la sorgente da cui è rifiorita la tua nuova esistenza. Domani scenderemo lieti verso il mare che ci trasporterà verso una riva sicura. Che importanza avranno le fatiche e gli affanni del viaggio, se lo spirito è sereno? EMPEDOCLE

Sei proprio un fanciullo. Non ricordi che nulla è dato gratuitamente ai mortali? Ma esiste un rimedio. Tu, giovane eroico, no, non impallidire! Se l'antica mia fortuna, sia pur inconcepibile, riporta a me, già appassito, la divina giovinezza che m'imporpora le guance, non sarà certo un male! Va', figlio! Non vorrei rivelare interamente il mio disegno, il mio desiderio. Non ti si addice, non te ne appropriare, !ascialo a me, come io lascio 3 te il tuo. Che c'è? PAUSANIA

Una grande folla. Giungono dal basso. EMPEDOCLE

Li riconosci ? 87

FRIEDRICH HOLDERLIN PAUSANIAS

Ich traue nicht Den Augen. EMPEDOKLES

Was? soll ich zum Rasenden Noch werden - was? in sinnenlosem Weh Und Grimm hinab, wohin ich friedlich wollte? Agrigentiner sinds! PAUSANIAS

Unmoglich! EMPEDOKLES

Triium Ich denn? mein edler Gegner ists, der Priester, Und sein Gefolge - pfui! so heillos ist In dem ich Wunden sammelte, der Kampf, Und wiirdigere Krafte gab es nicht Zum Streite gegen mich? o schrocklich ists Zu hadern mit Veriichtlichen, und noch? In dieser heilgen Stunde noch! wo schon Zum Tone sich der allverzeihenden Natur die Seele vorbereitend stimmt! Da fiillt die Rotte mich noch einmal an, Und mischt ihr wiitend sinnenlos Geschrei In meinen Schwanensang. Heran! es sei! Ich will es euch verleiden! schont ich doch Von je zu vie! des schlechten Volks und nahm An Kindesstatt der falschen Bett!er gnug. Habt ihr es mir noch immer nicht vergeben, DaE ich euch wohlgetan? Ich will es nun Auch nicht. O kommt, Elende! muB es sein, So kann ich auch im Zorne zu den Géittern. PAUSANIAS

Wie wird das endigen?

Vierter Auftritt

Die Vorigen, Hermokrates, Kritias, Volk HERMOKRATES

Befiirchte nichts ! 88

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) PAUSANIA

ai miei occhi.

Non credo EMPEDOCLE

Come? vogliono che diventi pazzo furioso, e con immenso cordoglio e rabbia dovrò scendere là dove speravo di giungere in pace. Sono Agrigentini. PAUSANIA

Non è possibile. EMPEDOCLE

Sogno forse? È lui, il mio nobile avversario, il prete col suo seguito . . . Vergogna ! Così meschina è dunque l a battaglia in cui ho ricevuto ferite, e per combattermi non si sono trovate forze più degne? È terribile battersi con gente disprezzabile. Ahimè, in quest'ora sacra, mentre l'anima si prepara e si armonizza con la Natura, sempre pronta al perdono, la plebaglia nuovamente mi assale e mescola grida feroci e insensate al mio canto di cigno. E sia ! Venite! Ve ne farò pentire. Troppo ho risparmiato sempre la maligna plebaglia e a sufficienza ospitato nella mia casa i falsi mendicanti. Ancora non mi avete perdonato il bene che vi feci? Ora non voglio io. Venite, sciagurati ! Se necessario, anche furente posso raggiungere i numi. PAUS ANIA

Ah, come finirà tutto questo?

Scena quarta

Detti, Ermocrate, Crizia, Pùpolo ERMOCRATE

Non temere! 89

FRIEDRICH HOLDERLIN

Und laB der Manner Stimme dich nicht schr&:ken, Die dich vertrieben. Sie verzeihen dir. EMPEDOKLES

lhr Unverschamten! anders wiBt ihr nicht? Was wollt ihr auch? ihr kennt mich ja! ihr habt Mich ja gezeichnet, aber hadert Das Iebenslose Volk, damit sichs fiihl' ? Und haben sie hinausgeschmaht den Mann, Den sie gefiirchtet, suchen sie ihn wieder, Den Sinn an seinem Schmerze zu erfrischen? O tut die Augen auf, und seht, wie klein Ihr seid, daB euch das Weh die narrische Verruchte Zunge liihme; konnt ihr nicht Erroten? o ihr Armen ! schamlos laBt Den schlechten Mann mitleidig die Natur, DaB ihn der GroBre nicht zu Tode schrocke. Wie konnt er sonst vor GroBerem bestehn? HERMOKRATES

Was du verbrochen biiBtest du; genug Vom Elend ist dein Angesicht gezeichnet, Genes' und kehre nun zuriic k; dich nimmt Das gute Volk in seine Heimat wieder. EMPEDOKLES

Wahrhaftig ! groBes Gli.ick verkiindet mir Der fromme Friedensbote; Tag fiir Tag Den schauerlichen Tanz mit anzusehn, Wo ihr euch jagt und alft, wo ruhelos Und irr und bang, wie unbegrabne Schatten Ihr umeinander rennt, ein iirmliches Gemeng in eurer Not, ihr GottverlaBnen, Und eure lacherlichen Bettlerkiinste, Die nah zu haben, ist der Ehre wert. .Ha! wi.iBt ich bessers nicht, ich lebte lieber Sprachlos und fremde mit des Berges Wild In Regen und in Sonnenbrand, und teilte Die Nahrung mit dem Tier, als daB ich noch In euer blindes Elend wiederkehrte. HERMOKRATES

So dankst du uns? 90

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( P RIMA STESURA)

Né ti spaventi il rumoreggiare di coloro che ti espulsero . Ti hanno perdonato. EMPEDOCLE

Impudenti! Non pensate ad altro? Cosa volete? Eppure dovreste conoscermi! Mi ha marchiato, ma vuole la rissa, questa plebe senza cuore, per sentirsi viva? E dopo aver scacciato e ripudiato l'uomo che temevano, tornano a cercarlo affinché la sua sofferenza stimoli il loro spirito? Aprite gli occhi e vedrete a qual punto siete vili, e che il dolore possa paralizzare le vostre lingue grottesche ed esecrande. Sciagurati, non sapete arrossire? La Natura pietosa priva della vergogna il malvagio, affinché la paura della grandezza non l 'uccida. Come potrebbe diversamente sostenerla? ERMOCRATE

Es p iasti tutto il male commesso.

La miseria ti ha segnato a sufficienza; guarisci e poi ritorna: il popolo buono nuovamente ti accoglie nella patria. EMPEDOCLE

In verità, mi annuncia gran ventura il pio messaggero di pace. Giorno per giorno dovrei assistere al ballo macabro in cui vi rincorrete l'un l'altro, in cui vi scimmiottate, senza posa, inquieti, vagabondi, come ombre d'insepolti, accozzaglia meschina, abbandonata dagli dèi; grande onore è l'essere vicino alle vostre ridicole arti di miserabili! Non mi fosse data miglior sorte, vorrei vivere muto, straniero, fra gli animali dei monti, sotto la pioggia e il fuoco del sole, spartire il pasto con le bestie, pur di non tornare alla vostra miseria. ERMOCRATE

� cosl che ci ringrazi? 91

FRIEDRICH HOLDERLIN EMPEDOKLES

O sprich es einmal noch Und siehe, wenn du kannst, zu diesem Licht, Dem Allesschauenden, empor! doch warum bliebst Du auch nicht fem, und kamst mir frech vors Aug, Und ni:itigest das letzte Wort mir ab, Damit es dich zum Acheron geleite, WeiBt du, was du getan? was tat ich dir? Es warnte dich, und lange fesselte Die Furcht die Hiinde dir, und lange griimt' In seinen Banden sich dein Grimm; ihn hielt Mein Geist gefangen, konntest du nicht ruhn, Und peinigte dich so mein Leben; freilich mehr Wie Durst und Hunger quiilt das Edlere Den Feigen; konntest du nicht ruhn? und muBtest Dich an mich wagen, Ungestalt, und wiihntest, Ich wiirde dir, wenn du mit deiner Schmach Das Angesicht mir iibertiinchtest, gleich? Das war ein Blberner Gedanke, MBnn! Und ki:inntest du dein eigen Gift im Tranke Mir reichen, dennoch paarte sich mit dir Mein lieber Geist nicht und er schiittete Mit diesem Blut das du entweiht dich BUS. Es ist umsons t ; wir gehn verschiednen Weg. Stirb du gemeinen Tod, wie sichs gebiihrt, Am seelenlosen Knechtsgefiihl, mir ist Ein ander Los beschieden, andern PfBd Weissagtet einst, da ich geboren ward, Ihr Gi:itter mir, die gegenwiirtig waren Was wundert sich der allerfahrne Mann? Dein Werk ist Bus und deine Riinke reichen An meine Freude nicht. Begreifest du das doch ! HERMOKRATES

Den Rasenden begreif ich freilich nicht. KRITI A S

Genug ists nun, Hermokrates! du reizest Zum Zome nur den Schwerbeleidigten . PAUSANIAS

Was nimmt ihr auch den kalten Priester mit, Ihr Toren, wenn um Gutes euch zu tun ist? Und wiihlt zum Versi:ihner Den GottverlaBnen, der nicht lieben kann, 92

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) EMPEDOCLE

Se osi farlo, dillo nuovamente e solleva gli occhi verso questa luce che tutto vede; ma perché non rimanesti a essa e venisti qui, sfrontato, a strapparmi l'estrema parola che ti accompagnerà fino all'Acheronte? Sai cosa hai fatto? E che t'ho fatto, io? Mi limitai ad ammonirti, e t'incatenò le mani la paura e a lungo in ceppi ti esasperò la rabbia, che il mio spirito imprigionava. Non avevi pace, a tal punto ti tormentava la mia vita. Oh, più che sete o fame la più alta nobiltà reca affanno ai vigliacchi. Era proprio necessario che tu osassi venirmi dinnanzi? Mostro, .hai potuto illuderti di rendermi simile à te, solo imponendomi sul volto la maschera della tua grave ignominia. Stupida idea, codesta! Se anche il tuo tossico mi porgessi, il mio guardingo genio non si unirebbe a te, e con il mio sangue da te avvelenato, ti rigetterebbe . Inutile: seguiamo vie diverse. Muori di morte vile, com'è giusto, con il sentimento vuoto dello schiavo. Destino diverso è il mio, diverso cammino, o dèi che, presenti alla mia nascita, mi prometteste un giorno. . . S e n e stupisce l'uomo esperto in ogni cosa? Il tuo disegno è compiuto, e i tuoi intrighi non raggiungono la mia felicità. Lo comprendi? ERMOCRATE

È certo che non comprendo chi delira. CRIZIA

Ermocrate, ora basta! Non fai che esasperare la sua collera di oltraggiato. PAUSANIA

Se le vostre intenzioni erano buone, perché, . stolti, prendeste con voi e sceglieste come conciliatore il freddo sacerdote lui che è abbandonato dagli dèi, che non sa amare: 93

FRIEDRICH HOLDERLIN Zu Zwist und Tod ist der und seinesgleichen Ins Leben ausgesaet, zum Frieden nicht! Jetzt seht ihrs ein, o hattet ihrs vor Jahren ! Es wiire manchcs nicht in Agrigent Geschehen . Vie! hast du getan, Hermokrates, So lang du lebst, hast manche liebe Lust Den Sterblichen hinweg geangstiget, Hast manches Heldenkind in seiner Wieg Erstickt, und gleich der Blumenwiese fìel Und starb die jugendkraftige Natur Vor deiner Sense. Manches sah ich selbst Und manches hort ich. Soll ein Volk vergehn, So schicken nur die Furien einen Mann, Der tauschend i.iberall der Missetat Die lebensreichen Menschen i.iberfi.ihre. Zuletzt, der Kunst erfahren, machte sich An einen Mann der heiligschlaue Wi.irger Und herzemp(:irend gli.ickt es ihm, damit Das Gottergleichste durch Gemeinstes falle. Mein Empedokles ! - gehe du des Wegs Den du erwahlt. Ich kanns nicht hindern, sengt Es �leich das .Blut in meinen Adern weg. Doch diesen, der das Leben dir geschandet, Den Allverderber such ich auf, wenn ich Verlassen bin von dir, ich such ihn, floh Er zum Altar, es hilft ihm nichts, mit mir MuB er, mit mir, ich weiB sein eigen Element. Zu toten Sumpfe schlepp ich ihn - und wenn Er flehend wimmert, so erbarmt ich mich Des grauen Haars , wie er der andern sich Erbarmt; hinab!

(zu Hermokrater)

horst du ? Ich ha!te Wort. ERSTER BURGER

Es braucht des Wartens nicht, Pausanias! HERMOKRATES

Ihr Blirger! ZWEITER BURGER

Regst du noch die Zunge? du, Du hast uns schlecht gemacht ; hast allen Sinn Uns weggeschwatzt; hast uns des Halbgotts Liebe Gestohlen, du ! er ists nicht mehr. Er kennt 94

LA MORTE DI EM PEDOCLE

( PRIMA

STESURA)

per il dissidio e la morte, non per la pace, lui e i suoi pari furono disseminati tra i viventi. Ora lo capite, ma se l'aveste inteso allora ! Non poco si sarebbe risparmiato ad Agrigento. Hai fatto molto, Ermocrate, da quando vivi : hai sottratto agli uomini molteplici gioie, le hai uccise con il terrore, numerosi figli di eroi hai strangolato in fasce, e, come il fiore del prato, cadde giovane e forte la Natura sotto i colpi della tua falce. Molto io stesso potei vedere, altro mi fu narrato. Quando un popolo deve perire, basta che le Furie mandino un uomo che sparga l'illusione e convinca del misfatto ogni uomo che sia esuberante di vita. Infine, appresa l'arte, lo strangolatore attacca, deridendo il sacro, l'uomo unico e riesce, fatto rivoltante, nell'intento che il più divino cada per mano del più volgare. Procedi, Empedocle, lungo il cammino che hai scelto ! Non posso impedirlo, anche se il sangue mi brucia nelle vene. Ma cos tui, che ha ricoperto d'infamia la tua vita, questo pervertitore, io lo saprò stanare quando mi lascerai ; e se anche si rifugiasse sull'altare, a nulla gli servirà, dovrà seguirmi perché conosco il suo elemento, lo trascinerò alla palude morta, e se implorerà gemendo avrò pietà dei suoi capelli bianchi come egli la ebbe di quelli altrui: che sprofondi ! (a Ermocrate) Lo capisci? lo mantengo la parola data. PRIMO CITTADINO

Pausania, non è necessario che tu attenda! ERMOCRATE

Cittadini! S ECONDO CITTADINO

Intendi usare ancora la lingua? Con le tue menzogne tu ci traviasti, ci rendesti malvagi, fosti tu a rapirei l 'amore del semidio. Non è più lui. Non ci riconosce. 95

FRIEDRICH HOLDERLIN Uns nicht; ach! ehmals sah mit sanften Augen Auf uns der konigliche Mann ; nun kehrt Sein Blick das Herz mir um. DRITTER BÙ RGER

Weh! waren wir Doch gleich den Alten zu Saturnus Zeit, Da freundlich unter uns der Hohe lebt', Und jeder hatt in seinem Hause Freude Und alles war genug. Was ludst du denn Den Fluch auf uns, den unvergeBlichen, Den er gesprochen, ach! er muBte wohl, Und sagen werden unsre Sohne, wenn Sie groB geworden sind, ihr habt den Mann Den uns die Gotter sandten, uns gemordet.

ZWEITER B URGER Er wein t ! - o groBer noch und lieber, Denn vormals, diinkt er mir. Und straubst Du noch dich gegen ihn, und stehest da, Als siihst du nicht, und brechen dir vor ihm Die Kniee nicht? Zu Boden, Mensch ! ERSTER BÙRGER

Und spielst Du noch den GOtzen, was? und mochtest gem So fort es treiben? nieder muBt du mir! llnd auf den Nacken setz ich dir den FuB, Bis du mir sagst, du habest endlich dich Bis an den Tartarus hinabgelogen. DRITTER BU RGER

WeiBt du, was du getan? dir wiir es besser, Du hiittest Tempelraub begangen, ha! Wir beteten ihn an, und billig wars; Wir wiiren gotterfrei mit ihm geworden, Da wandelt unverhofft, wie eine Pest, Dein bOser Geist uns an und uns verging Das Herz und Wort, und alle Freude, die Er uns geschenkt, in widerwiirq�em Taumel. Ha Schande! Schande! wie die Rasenden Frohlockten wir, da du zum Tode schmiihtest Den hochgeliebten Mann. Unheilbar ists Und stii rbst du siebenmal, du konntest doch, Was du an ihm und uns getan, nicht andern. 96

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA ) Con occhi pieni di dolcezza ci guardava un tempo l 'uomo regale; ora il suo sguardo mi sconvolge il cuore.

TERZO CITTA DINO Eppure eravamo simili agli antichi al tempo di Saturno quando il sublime viveva tra noi da amico, ognuno aveva gioia in casa propria e non chiedeva di più. Perché addossasti a noi la sua maledizione, quando la scagliò, peso indìmenticabile? Non poté farne a meno, e i nostri figli, divenuti grandi, ci diranno : Avete ucciso il mess aggero degli dèi!

SECONDO CITTADINO Piange! Oggi mi sembra ancora più grande e caro. E ru continui a opporti a lui fingendo di non vedere, mentre le tue ginocchia non si piegano dinnanzi a lui. A terra ! giù !

PRIMO CITTADINO E tu vorresti ancora atteggiarti a idolo, cosi ti piacerebbe continuare? Piega la fronte, giù! Ti premerò il piede sulla nuca sin quando non avrai annunciato che al Tartaro sei sceso spinto dalle tue menzogne.

TERZO CITTADINO Sai cos'hai fatto? Sarebbe preferibile per te aver commesso un sacrilegio ! Noi l'adoravamo, ed era giusto: lui ci avrebbe resi liberi come dèi. Ma come una peste inattesa la tua malvagità ci assali, e cosi perdemmo e cuore e voce, in un delirio odioso, e ogni gioia che da lui avevamo avuto in dono. O infamia! Infamia. Come forsennati esultammo quando oltraggiasti mortalmente l'uomo amatissimo. Tutto questo è irreparabile. E se anche tu morissi se t te voite non potresti mutare ciò che hai fatto a lui e a noi. 97

FRIEDRICH HOLDERLIN EMPEDOKLES

Die Sonne neigt zum Untergange sich, Und weiter muE ich diese Nacht, ihr Kinder. La.Bt ab von ihm! est ist zu lange schon, M wir gestritten. Was geschehen ist Vergehet ali und ki.inftig lassen wir In Ruh einander. PAUSANIAS

Gilt denn alles gleich? DRITTER BURGER

O lieb uns wieder! ZWEITER BURGER

Komm und leb In Agrigent ; es hats ein Romer Gesagt, durch ihren Numa wiiren sie So groE geworden. Komme, Gottlicher! Sei unser Numa. Lange dachten wirs, Du solltest Konig sein. O sei es ! seis! lch griiBe dich zuerst, und alle wollens. EMPEDOKLES

Dies ist die Zeit der Konige nicht mehr. DIE BURGER

(erschrocken)

Wer bist du, Mann? PAUSANIAS

So lehnt man Kronen ab, Ihr Biirger. ERSTER BURGER

Unbegreiflich ist das Wort, So du gesprochen, Empedokles. EMPEDOKLES

Hegt Im Neste denn die Jungen immerdar Der Adler? Fiir die Blinden sorgt er wohl, Und unter seinen Fliigeln schlummem suE Die Ungefiederten ihr diimmernd Leben. Doch haben sie das Sonnenlicht erblickt, Und sind die Schwingen ihnen reif geworden, 98

LA

MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) EMPEDOCLE

Il sole volge al tramonto, figli, e questa stessa notte devo riprendere il cammino. Troppo si è già discusso. Il passato si dilegua totalmente e per il futuro ci lasceremo in pace a vicenda. PAUS ANIA

Tutto è dunque indifferente? TERZO CITTA DINO

Ritorna e amaci ancora ! S ECONDO CITTADINO

Ritorna a vivere in Agrigen to! Da un romano ho saputo che la loro grandezza era dovuta a Numa, il re. Vieni, o divino! Sii il nostro Numa! Già si pensava che avresti dovuto essere re. Sii il nostro re! Per primo cosl ti saluto, e tutti lo desiderano. EMPEDOCLE

La nostra non è più un'epoca di re. I CITTADINI

(allibiti) E tu chi sei? PAUSANIA

L'esempio di come si sappia rifiutare una corona, cittadini. PRIMO CITTADINO

Non riusciamo a comprendere le tue parole, Empedocle. EMPEDOCLE

L'aquila custodisce forse i n ati nel nido indefinitamente? Sl, provvede a loro quando sono ciechi, e sotto le sue ali dormono gli implumi la loro esistenza dolce, crepuscolare. Ma quando vedono la luce del sole e sono maturate le loro ali 99

FRIEDR!CH HOLDERL!N So wirft er aus der Wiege sie, damit Sie eignen Flug beginnen. Schiimet euch, Da� ihr noch einen Ki:inig wollt; ihr seid Zu alt; zu eurer Viiter Zeiten wiirs Ein anderes gewesen. Euch ist nicht Zu helfen, wenn ihr selber euch nicht helft. KRITIAS

Vergib! bei allen Himmlischen ! du bist Ein groEer Mann, Verratener ! EMPEDOKLES

Es war Ein boser Tag, der uns geschieden, Archon. ZWEITER BURGER

Vergib und komm mit uns! Dir scheinet doch Die heimatliche Sonne freundlicher Denn anderswo, und willst du schon die Macht, Die dir gebiihrte, nicht, so haben wir Der Ehrengaben manche noch fiir dich, Fiir Kranze griines Laub und schone Namen, Und fiir die Saule nimmeralternd Erz. O kom m ! es sollen unsre Jiinglinge, Die Reinen, die dich nie beleidiget, Dir dienen - wohnst du nahe nur, so ists Genug, und dulden miissen wir�. wo du Uns meidst, und einsam bleibst in deinen Garten, Bis du vergessen hast, was dir geschehn. EMPEDOKLES

O Einmal noch ! du heimatliches Licht, Das mich erzog, ihr Garten meiner Jugend Und meines Gliicks, noch soli ich eurer denken, Ihr Tage meiner Ehre, wo ich rein Und ungekrankt mit diesem Volke war. Wir sind versohn t , ihr Guten! - laEt mich nur, Vie! besser ists, ihr seht das Angesicht Das ihr geschmaht nicht mehr, so denkt ihr lieber Des Manns, den ihr geliebt, und irre wird Dann euch der ungetriibte Sinn nicht mehr. In ewger Jugend lebt mit euch mein Bild Und schoner ti:inen, wenn ich ferne bin, Die Freudensange, so ihr mir versprochen. O laEt uns schciden, ehe Torheit uns 1 00

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

essa li lancia fuori dal nido affinché inizino a volare. È vergognoso volere ancora un re. Siete troppo invecchiati; diverso era il tempo dei vostri padri. Non è possibile aiutarvi, se non vi aiutate da voi stessi. CRIZIA

Per tutti gli dèi celesti, perdona ! Grande tu sei, e tra di t o ! EMPEDOCLE

Fu ben triste il giorno, che ci divise, arconte. SECONDO CITTADINO

Perdona e rimani con noi ! Il sole della nostra terra risplenderà più amico per te qui che in ogni altro luogo e se rifiuti il potere tuo di diritto abbiamo per te doni e altri onori, corone verdi e splendidi nomi e bronzo imperituro, per la tua erma. Vieni! Avrai i nostri adolescenti , i puri che non t'hanno offeso mai; purché tu rimanga vicino a noi, siamo pronti ad accettare che tu rifugga da noi e che tu viva nei tuoi giardini solitari fino a dimenticare il torto che hai sublto. EMPEDOCLE Per una volta ancora, luce originaria che mi nutristi, e voi, giardini della mia giovinezza e della gioia, che io vi ricordi nei giorni della gloria, quando tra questo popolo vivevo sereno e senza subire offesa. Cari, siamo riconciliati, e ora vi lascio! È preferibile per voi non vedere più quel volto che offendeste, maggiore gioia vi darà il ricordo dell'uomo che amaste, e avrete saldo il cuore. In giovinezza eterna vivrà tra voi la mia immagine e molto più belli, quando sarò lontano, risuoneranno i canti di esultanza che mi avete promesso. Separiamoci prima che stoltezza 101

FRIEDRICH HOLDERLIN Und Alter scheidet, sind wir doch gewarnt, Und Eines bleiben, die zu rechter Zeit Aus eigner Kraft die Trennungsstunde wiihlten. DRITTER BURGER

So ratlos liissest du uns stehn? EMPEDOKLES

Ihr botet Mir eine Kron, ihr Manner! nimmt von mir Dafiir mein Heiligtum. Ich spart es lang. In heitern Nachten oft, wenn iiber mir Die schèine Welt sich offnet ', und die heilge Luft Mit ihren Sternen allen als ein Geist Voll freudiger Gedanken mich umfing, Da wurd es oft lebendiger in mir; Mit Tagesanbruch dacht ich euch das Wort, Das ernste langverhaltene, zu sagen. Und freudig ungeduldig rief ich schon Vom Orient die goldne Morgenwolke Zum neuen Fest, an dem mein einsam Lied Mit euch zum Freudenchore wiird , herauf. Doch immer schloE mein Herz sich wieder, hofft' Auf seine Zeit, und reifen solite mirs. Heut ist mein Herbsttag und es fallt die Frucht Von selbst. PAUSANIAS

O hiitt er friiher nur gesprochen, Vielleicht, dies alles war ihm nicht geschehn. EMPEDOKLES

Nicht ratlos stehen laE ich euch, Ihr Liebe n! aber fiirchtet nichts! Es scheun Die Erdenkinder meist das Neu und Fremde, Daheim in sich zu bleiben strebet nur Der Pflanze Leben und das frohe Tier. Beschriinkt im Eigentume sorgen sie, Wie sie bestehn, und weiter reicht ihr Sinn Im Leben nicht. Doch miissen sie zuletzt, Die Angstigen, heraus, und sterbend kehrt lns Element ein jedes, daE es da Zu neuer Jugend, wie im Bade, sich Erfrische. Menschen ist die groEe Lust Gegeben, daE sie selber sich verjiingen. 1 02

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

e vecchiaia ci separino; già lo sperimentammo, e restiamo uniti, noi che, nell'istante voluto, sapremo liberamente scegliere l'ora del distacco. TERZO CITTADINO

Cosl ci vuoi lasciare disperati? EMPEDOCLE

Mi offriste, cittadini, una corona ! In cambio prendete ciò che ho di sacro. Da tempo lo tenevo in serbo. Molte volte nelle notti serene, quando in alto si apriva il mondo bello, e l'aria con tutto il firmamento mi circondava come un nembo di pensieri gloriosi, in me sentivo urgere più che mai la vita; con il nascere del giorno vi avrei detto la parola, severa, contenuta. E con lieta impazienza già evocavo dall'Oriente la prima nube d'oro per la nuova festa, quando il mio canto solitario si fosse unito a voi in un coro di gioia. Ma il mio cuore sempre si richiudeva e attendevo che l'ora maturasse. Oggi è il mio giorno autunnale e il frutto cade da solo. PAU S ANIA

Oh, avesse parlato prima! Forse non avrebbe patito tutto questo. EMPEDOCLE

Cari, non v i lascio disperati . Non temete ! Solitamente i mortali rifuggono da quanto è nuovo e a loro estraneo, ma aspirano a rimanere immobili nella loro sede solo le piante e gli animali felici. Costretti nel loro breve cerchio sono unicamente tesi a sopravvivere, e altro non sanno. Eppure alla fine, trepidi, dev.ono uscirne e riunificarsi, morendo, agli elementi, per rinnovarsi, come in un bagno, in una giovinezza nuova. All'uomo invece è data la grande gioia di ritrovare la gioventù da se stesso. 103

FRIEDRICH HOLDERLIN Und aus dem reinigenden Tode, den Sie selber sich zu rechter Zeit gewahlt, Erstehn, wie aus dem Styx Achill, die Volker. O gebt euch der Natur, eh sie euch nimmt! ­ Ihr di.irstet langst nach Ungewohnlichem, Und wie aus krankem Kiirper sehnt der Geist Von Agrigent sich aus dem alten Gleise. So wagts! was ihr geerb t, was ihr erworben, Was euch der Viiter Mund erzahlt, gelehrt, Gesetz und Brauch, der alten Giitter Namen, VergeBt es kiihn , und hebt, wie Neugebome, Die Augen auf zur giittlichen Natur, Wenn dann der Geist sich an des Himmels Licht Entziindet, si.iBer Lebensothem euch Den Busen, wie zum erstenmale triinkt , Und goldner Fri.ichte voli die Wiilder rauschen Und Quellen aus dem Fels, wenn euch das Leben Der Welt ergreift, ihr Friedensgeist, und euchs Wie heilger Wiegensang die Seele stillet, Dann aus der Wonne schiiner Diimmerung Der Erde Gri.in von neuem euch ergliinzt Und Berg und Meer und Wolken und Gestirn, Die edeln Krafte, Heldenbri.idern gleich, Vor euer Auge kommen, daB die Brust Wie Waffentriigern euch nach Taten klopft, Und eigner schiiner Welt, dann reicht die Hande Euch wieder, gebt das Wort und teilt das Gut, O dann ihr Lieben teilet Tat und Ruhm Wie treue Dioskuren ; jeder sei, Wie alle, - wie auf schlanken Saulen, ruh Auf richtgen Ordnungen das neue Leben Und euern Bund befestge das Gesetz. Dann o ihr Genien der wandelnden Natur! dann ladet euch, ihr heitern , Die ihr aus Tiefen und aus Hiihn die Freude nimmt Und sie wie Miih und Gliick und Sonnenschein und Regen Den engbeschrankten Sterblichen ans Herz Aus femer fremder Welt herbei bringt, Das freie Volk zu seinen Festen ein, Gastfreundlich ! fromm ! denn liebend gibt Der Sterbliche vom Besten , schlieBt und engt Den Busen ihm di e Knechtschaft nicht -

PAUSANIAS O Vater! 1 04

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

E dalla morte purificatrice che essi hanno scelto nel tempo adatto, rinascono, come Achille dallo Stige, i popoli. Assecondate la Natura prima che s 'impadronisca di voi! Da tempo avete sete dell'insolito; come da un corpo gravemente infermo l'anima di Agrigento vuole abbandonare gli antichi schemi. Coraggio, osate! Ciò che avete ereditato, le vostre conquiste, ciò che i padri vi hanno detto e insegnato, leggi e costumi, nomi di antichi dèi, tutto dimenticate con ardimento, e rinascendo alzate gli occhi alla Natura divina. E quando alla luce del cielo lo spirito s'infiamma, e un tenero soffio di vita vi gonfia il petto come al primo giorno, e le selve, cariche d'aurei frutti, stormiscono e sgorgano sorgenti dalla roccia: quando la vita universale, spirito di pace, vi conquista e come sacra cantilena culla la vostra anima; allora, trasparendo le delizie come da un bel velo, splenderà pil1 luminosa la terra verdeggiante, e il monte, il mare, e stelle e nubi, e nobili energie, come essenze eroiche, sorgeranno dinnanzi a voi, e il vostro petto come di chi si prepara alla battaglia, palpiterà, con bramosia di agire, in un mondo bello e vostro. Allora stringetevi le mani, stipulate un patto, i beni dividete tra voi, come Dioscuri fedeli, azioni e gloria. Siano tutti uguali. Sopra giuste norme come agili colonne, riposi nuova vita e sia la vostra unione saldamente cementata dalla Legge. E allora, o geni della N a tura e delle sue metamorfos i , voi che, cosi sereni in abissi e altezze scoprite la gioia, e sotto forma di pena e di felicità, di piogj!ia e di sole, la recate da un mondo infinitamente lontano alla mente degli umili mortali - il oopolo libero vi invita alle sue feste, ospitale e devoto, poiché, quando ama, l'uomo dona il suo meglio, se la schiavitù non gli serra e imprigiona il petto . . . PAUSANIA

Padre ! 1 05

FRIEDRICH HOLDERLIN

EMPEDOKLES

Von Herzen nennt man, Erde, dann dich wieder Und wie die Blum aus deinem Dunkel spro.Bt, Bli.iht Wangenrot der Dankenden fi.ir dich Aus lebensreicher Brust und selig Lacheln. Und

Beschenkt mit Liebeskriinzen rauschet dann Der Quell hinab, wiichst unter Segnungen Zum Strom und mit dem Echo bebender Gestade Ti:int deiner wert, o Vater Ocean, Der Lobgesang aus freier Wonne wider. Es fiihlt sich neu in himmlischer Verwandtschaft O Sonnengott! der Menschengenius Mit dir, und dein wie sein, ist was er bildet. Aus Lust und Mut und Lebensfi.ille gehn Die Taten leicht, wie deine Strahlen, ihm, Und schi:ines stirbt in traurigstummer Brust Nicht mehr. Oft schliift, wie edles Samenkorn, Das Herz der Sterbli_chen in toter Schale, Bis ihre Zeit gekommen ist; es atmet Der Aether liebend immerdar um sie,

und mit den Adlern trinkt lhr Auge Morgenlicht, doch Segen gibt Es nicht den Triiumenden und kiirglich niihrt Vom Nektar, den die Gi:itter der Natur Alltiiglich reichen , sich ihr schlummernd Wesen. Bis sie des engen Treibens mi.ide sind, Und sich die Brust in ihrer kalten Fremde, Wie Niobe, gefangen, und der Geist Sich kraftiger denn alle Sage fi.ihlt, Und seines Ursprungs eingedenk das Leben, Lebendge Schi:ine, sucht, und gerne sich Entfaltet' an der Gegenwart des Reinen, Dann gliinzt ein neuer Tag herauf, ach! anders die Natur Denn sonst,

und staunend Unglaubig, wie nach hoffnungsloser Zeit 1 06

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) EMPEDOCLE

Allora, o Terra, i cuori umani ti riameranno; e come il fiore sboccia dalle tue tenebre, cosl vedrai fiorire per te di gratitudine il roseo delle guance dall'intima vita e dal sorriso felice. E

Inghirlandato con amore, scende il ruscello scrosciante, cresce tra benedizioni, diviene fiume, e con l'eco di spiagge vibranti, viene ripetuto, di te degno, oceano paterno, l 'inno in lode della gioia. Si sente rinnovato vicino a te, divino sole, in comunione celeste il genio umano, e ciò che plasma appartiene a te come a lui. Piacere, coraggio, vitalità gli rendono agevoli, come i tuoi raggi , le sue gesta. E più non muoiono le cose belle nel petto tristemente muto. Molte volte il cuore dei mortali dorme, come nobile grano, dentro un guscio morto, finché giunge il suo tempo; e con amore intorno ad essi alita sempre l'etere,

e con le aquile il loro sguardo beve la luce dell'alba, ma non dona, questa, la sua benedizione ai trasognati, e il loro sopore si alimenta dello scarso nettare che gli dèi porgono giornalmente alla Natura, finché si stancano di questo vivere angusto, e il petto nel remoto gelo si sente prigioniero come Niobe, lo spirito si sente più robusto di ogni leggenda e, memore del suo principio, ricerca la vita e la vivente bellezza e gioiosamente si sviluppa in presenza dei puri. Allora sorge un nuovo p,iorno la Natura diverso da ogni altro,

e stupito, incredulo, come a un nuovo incontro 1 07

FRIEDRICH HOLDERL!N Beim heilgen Wiedersehn Geliebtes hiingt Am totgeglaubten Lieben, hiingt das Herz

An sie sincls! Die langentbehrten, die lebendigen, Die guten Gi:itter,

mit cles Lebens Stern hinab ! Lebt wohl! Es war das Wort cles Sterblichen, Der diese Stunde Iiebencl zwischen euch Und seinen Gi:ittern zogert, die ihn riefen. Am Scheicletage, weissagt unser Geist, Uncl wahres reden , die nicht wieclerkehren. KRITIAS

Wohin? o beim lebencligen Olymp, Den du mir alten Manne noch zuletzt, Mir Blinden aufgcschlossen, scheide nicht, Nur wenn du nahe bist, gedeiht im Volk Und dringt in Zweig' und Frucht die neue Seele.

EMPEDOKLES Es sprechen, wenn ich ferne bin, statt meiner Des Himmels Blumen, bliihendes Gestirn Und die der Erde tausendfach entkeimen, Die gottlichgegenwiirtige Natur Bedarf der Rede nicht; und nimmer laBt Sie einsam euch, wo Einmal · sie genaht, Denn unau sloschlich ist der Augenblick Von ihr; und siegend wirkt durch alle Zeiten Beseligend hinab sein himmlisch Feuer. Wenn dann die gli.icklichen Saturnustage Die neuen miinnlichern gekommen sind, Dann denkt vergangner Zeit, dann leb erwarmt Am Genius der Vater Sage wieder ! Zum Feste komme, wie vom Fri.ihlingslicht Emporgesungen, die vergessene Heroenwelt vom Schattenreich herauf, Und mit der goldnen Trauerwolke !agre Erinnrung sich, ihr Freudigen! um euch. 1 08

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) dopo un periodo disperato, l'amato abbraccia l'essere caro che credeva morto, cosl il cuore sono loro! gli dèi da cosl lungo tempo assenti, i vivi, i buoni,

tramontare con l'astro della vita! Addio! Queste furono le parole del mortale che con amore esita ancora fra voi e gli dèi che lo hanno chiamato. Nel giorno del distacco i l nostro spirito profetizza . e dice il vero chi non torna. CRIZ!A

Dove vai? Per l'Olimpo vivente che alla fine hai dischiuso a me che sono vecchio e cieco, non partire! Solo se sei vicino, l'anima rinnovata di questo popolo prospera e si riproduce in rami e frutti. EMPEDOCLE

Quando sarò lontano parleranno per me i fiori del cielo, le costellazioni fiorenti, e quelli che dalla terra germinano a migliaia . La divina Natura non richiede discorsi ; e una volta presente non vi lascia mai soli, e il suo attimo rimane incancellabile ; e vittoriosa agisce in eterno la sua fiamma celeste, rendendovi felici. Quando poi giungeranno gli splendidi giorni di Saturno, rinnovati e più virili , ricordate il tempo perduto ed al tepore del genio si rinnovi la leggenda dei padri ! Salga alla luce della primavera come una musica e alla festa venga dal regno delle ombre l 'immenso mondo dimenticato degli eroi e insieme all'aurea nube della tristezza vi circondino, nella vostra letizia, le memorie! 1 09

FRIEDRICH HOLDERLlN PAUSANIAS

Und du ? und du ? ach nennen will ichs nicht Vor diesen Gli.icklichen Da.B sie nicht ahnden, was geschehen wird, Nein! - v - du kannst es nicht. EMPEDOKLES

O Wi.insche ! Kinder seid ihr, und doch wollt lhr wissen, was begreiflich ist und recht, Du irrest! sprecht, ihr Torigen ! zur Macht Die machtger ist, denn ihr, doch hilft es nicht Und wie die Sterne geht unaufgehalten Das Leben im Vollendungsgange weiter. Kennt ihr der Gotter Stimme nicht? noch eh Als ich der Eltern Sprache lau schend lernt, Im ersten Othemzug, im ersten Blick Vernahm ich jene schon und immer hab Ich hoher sie, denn Menschenwort geachtet. Hinauf! sie riefen mich und jedes Li.iftchen Regt machtiger die bange Sehnsucht auf, Und wollt ich hier noch langer weilen, wars, Wie wenn der Ji.ingling unbeholfen sich Am Spiele seiner Kinderjahre letzte. Ha! seellos, wie die Knechte, wandelt ich In Nacht und Schmach vor euch und meinen Gottern. Gelebt hab ich; wie aus der Baume Wipfel Die Bli.ite regnet und die goldne Frucht Und Blum und Korn aus dunklem Boden quillt, So kam aus Mi.ih und Not die Freude mir, Und freundlich stiegen Himmelskrafte nieder, Es sammeln in der Tiefe sich, Natur, Die Quellen deiner Hohn und deine Freuden, Sie kamen ali in meiner Brust zu ruhn, Sie waren Eine Wonne, wenn ich dann Das schone Leben iibersann, da bat Ich herzlich oft um Eines nur die Gotter: Sobald ich einst mein heilig Gliick nicht mehr In Jugendstiirke taumellos ertriig Und wie des Himmels alten Lieblingen Zur Torheit mir des Geistes Fiille wiirde, Dann mich zu mahnen, dann nur schnell ins Herz Ein unerwartet Schicksal mir zu senden, IlO

LA MORTE DI

EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

PAUSANIA

E tu? e tu? ahimè, non voglio annunciarlo a questa gente felice. . . che non immagini ciò che accadrà ! No! tu non puoi. EMPEDOCLE

I desideri ! Siete fanciulli, eppure cercate di sapere, e questo è giusto e comprensibile. Tu sbagli! dite al potere che può molto più di voi. Ma invano, o stolti! Giacché la vita, come le stelle, prosegue la sua corsa verso la perfezione. Non vi è nota la voce degli dèi ? Prima ancora d'apprendere, ascoltando, la lingua dei miei antenati, al primo sguardo, al mio primo respiro, già la intesi, e sempre la considerai superiore alla parola umana. M'incitavano: in alto ! e ogni spirare di vento eccita la mia ansiosa nostalgia, e se anche volessi indugiare qui, sa rebbe come se l'adolescente si dilettasse, goffo, con i suoi giochi d'infanzia. Ah, senz'anima vivrei come schiavo in tenebra e vergogna davanti a voi ed ai miei numi.

Ho vissuto; e come dalle vette degli alberi si stacca il fiore e il frutto d'oro, come dal suolo buio spunta il fiore e il grano, nello stesso modo da fatiche e da pene maturò per me la gioia e scesero dal cielo forze amiche. Nelle profonde valli, o Natura, si riunificano le fonti delle alture, e vennero tutte le tue gioie nel mio petto per trovar pace, un'unica felicità. E quando consideravo la bellezza della vita, una sola preghiera rivolgevo agli dèi: che se u n giorno non avessi sopportato più la felicità della mia giovane forza, senza vertigine, e se la ricchezza della mente, come accade ai vecchi beniamini dei numi, si fosse trasformata in stoltezza, mi ammonissero fulmineamente, mi mandassero nel cuore un destino inatteso, 111

FRIEDRICH H�LDERLIN Zum Zeichen, daB die Zeit der Liiuterung Gekommen sei, damit bei guter Stund Ich fort zu neuer Jugend noch mich rettet Und unter Menschen nicht der Gotterfreund Zum Spie! und Spott und Aergernisse wiirde. Sie haben mirs gehalten; machtig warnt' Es mich ; zwar Einmal nur, doch ists genug. Und so ichs nicht verstiinde, wiir ich gleich Gemeinem Rosse, das den Sporn nicht ehrt, Und noch der notigenden GeiBel wartet. Drum fordert nicht die Wiederkehr des Manns Der euch geliebt, doch wie ein Fremder war Mit euch und nur flir kurze Zeit geboren, O fodert nich t, d aB er an Sterbliche Sein Heilges noch und seine Seele wage! Ward doch ein schoner Abschied uns gewahrt, Und konnt ich noch mein liebstes euch zuletzt Mein Herz hinweg aus meint!m Herzen geben . Drum vollends nicht! was sollt ich noch bei euch? ERSTER BtlRGER

Wir brauchen deines Rats. EMPEDOKLES

Fragt diesen Jiingling ! schamet des euch nicht. Aus frischem Geiste kommt das Weiseste, Wenn ihr um GroBes ihn im Ernste fraget. Aus junger Quelle nahm die Priesterin Die alte Pythia die GOtterspriiche. Und Jiinglinge sind selber eure Gotter. ­ Mein Liebling! gerne weich ich, lebe du Nach mir, ich war die Morgenwolke nur, Gesch iiftslos und vergiinglich! und es schlief, lndes ich einsam bliihte, noch die Welt, Doch du , du bist zum klaren Tag geboren . PAUSANIAS

O ! schweigen muB ich! KRITIAS

Vberrede dich Nicht, bester Mann! und uns mit dir. Mir selbst lsts vor dem Auge dunkel und ich kann Nicht sehn, was du beginnst, und kann nicht sagen, bleibe! 1 12

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

affinché potessi intendere che era giunta l'ora della mia purezza, e avessi ancora il tempo di salv armi in una giovinezza rinnovata e, amico dei celesti, non divenissi tra la mia gente una vergogna, uno scandalo o uno zimbello. Mi hanno esaudito. Un potente monito mi fu inviato, unico è vero, ma bastante. Se non lo intendessi, sarei come il ronzino che non avverte lo sprone e attende di essere costretto dalla sferza. E allora non chiedete che a voi ritorni l'uomo che vi amò, per breve tempo nato, e tra d i voi fu come straniero; orsù, non esigete che per i mortali arrischi ciò che a lui è sacro e l'anima! Un commiato bello infatti ci fu dato, e ciò che possiedo di più caro ho potuto infine donarvi dal mio cuore. Perciò !asciatemi. Che potrei fare ancora tra voi? PRIMO CITTADINO

Ci serve il tuo consiglio. EMPEDOCLE

Interrogate questo giovane, senza vergogna! La saggezza più alta nascerà dal suo spirito nuovo, se a lui porrete quesiti grandi e solenni. L'antica Pizia, la sacerdo tessa, da fonte giovane attingeva i responsi degli dèi. Giovani sono i vostri stessi dèi. Mio caro, volentieri vado via; dopo di me tu vivrai; io fui soltanto la nube del mattino, inattiva e fuggevole, e sono fiorito, solitario, quando il mondo era immerso nel sonno, mentre tu sei nato nel giorno luminoso. PAUSANIA

Oh, dover tacere! CRIZIA

Tu non tentare, caro, di persuadere te stesso e noi! Tutto è buiu ai miei occhi e non riesco a vedere cosa intendi fare, né posso dire: resta! Aspetta ancora un giorno ! li3

FRIEDRICH HOLDERLIN

Verschieb es einen Tag. Der Augenblick Faflt wunderbar uns oft; so gehen wir Die Fliichtgen rnit dcrn Fliichtigen dahin. Oft diinkt das Wohlgefallen einer Stund Uns lange vorbedacht, und doch ists nur Die Stunde, die uns blendet, daB wir sie Nur sehen in Vergangenern. Vergib ! lch will den Geist des Machtigern nicht schrnahn, Nicht diesen Tag; ich seh es wohl, ich rnuB Dich lassen, kann nur zusehn, wenn es schon Mich in der Seele kiirnrnert, DRITTER BURGER

Nei n ! o nein! Er gehet zu den Frernden nicht, nicht i.ibers Meer, Nach Hellas Ufern oder nach Aegyptos, Zu seinen Bri.idern, die ihn lange nicht Gesehn, den hohen Weisen , - bittet ihn, O bittet, daB er bleib'! es ahndet rnir, Und Schauer gehn von diesem stillen Mann, Dem Heiligfurchtbaren, mir durch das Leben, Und heller wirds in mir und finstrer auch Denn in der vorgen Zeit - wohl tragst und siehst Ein eigen grofles Schicksal du in dir, Und tragst es gem, und was du denkst ist herrlich. Doch denke derer, die dich lieben auch Der Reinen, und der andern, die gefehlt, Der Reuigen . Du Giitiger, du hast Uns vie! gegeben, was ists ohne dich? O mochtest du uns nicht dich selber auch Noch eine Weile gonnen, Gi.itiger! EMPEDOKLES

O lieber Undank! gab ich doch genug W ovon ihr leben moget. Ihr diirft leben So lang ihr Othem habt : ich nicht. Es muB Bei Zeiten weg, durch wen der Geist geredet. Es offenbart die gottliche Natur Sich gottlich oft durch Menschen, so erkennt Das vielversuchende Geschlecht sie wieder. Doch hat der Sterbliche, dem sie das Herz Mit ihrer Wonne fi.illte, sie verki.indet, O laflt sie dann zerbrechen das Gefafl, Damit es nicht zu andrem Brauche dien'. Und Gottliches zum Menschenwerke werde. 1 14

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA) Spesso l'attimo ci afferra meravigliosamente e siamo trascinati via con la fuggente vita. La bellezza di un'ora spesso sembra predisposta da tempo, eppure è solo l'ora che ci abbaglia, e cosi solo questa noi distinguiamo nel passato. Perdona! Non intendo schernire lo spirito del più potente, né questo giorno ; comprendo che è necessario !asciarti, posso solamente assistere, anche se l'anima è triste . . . TERZO CITTADINO

No, no! Non andrà fra stranieri, né oltre il mare, alle rive dell'Ellade o in Egitto, dai suoi fratelli che da tanto tempo non hanno visto più il sublime saggio . . . pregatelo, pregatelo che resti ! Presentimenti e brividi mi vengono da quest'uomo pacifico, ma terribile e sacro, che attraversa la mia vita, e dentro a me si fa più luce e anche tenebra: un ·gran destino vedi e dentro di te, lo porti volentieri; stupendo è il tuo pensiero. Ma ricorda anche coloro che ti vogliono bene, i puri, e quelli che hanno errato per poi pentirsi. Tu, benigno, hai donato generosamente; ma che sarà senza d i te? Non puoi restar con noi ancora un po' di tempo? EMPEDOCLE

O cara ingratitudine! Eppure io, a sufficienza, vi diedi di che vivere. È destino vostro di vivere fin tanto che avete fiato; non mio. Per tempo deve congedarsi colui dalla cui bocca lo spirito ha parlato. La Natura divina si rivela spesso in questo modo e cosi la stirpe umana nelle sue ricerche può riconoscerla. Ma una volta che il mortale, a cui di delizia ha colmato il cuore, l'abbia proclamata, fate che infranga il vaso, affinché a usi diversi non serva e il divino non si trasformi in opera umana. Lasciate 1 15

FRIEDRICH HtlLDERLIN

Wt diese Gliick.lichen doch sterben, laBt Eh sie in Eigenmacht und Tand und Schmach

Vergehn, die Freien sich bei guter Zeit Den Gottern liebend opfern. Mein ist dies. Und wohlbewuEt ist mir mein Las und langst Am jugendlichen Tage hab ich mirs Geweissagt; ehret mirs! und wenn ihr morgen Mich nimmer findet, sprecht, veralten sollt Er nicht und Tage ziihlen, dienen nicht Der Sorg und Krankheit, ungesehen ging Er weg und keines Menschen Hand begrub ihn, Und keines Auge weiB von seiner Asche, Denn anders ziemt es nicht fiir ihn, vor dem In todesfroher Stund am heilgen Tage Das Gottliche den Schleier abgeworfen Den Licht und Erde liebten, dem der Geist, Der Geist der Welt den eignen Geist erweckte, In dem sie sind, zu dem ich sterbend kehre. KRITIAS

Weh! unerbittlich ist er, und es schiimt Das Herz sich selbst ein Wort noch ihm zu sagen. EMPEDOKLES

Komm reiche mir die Hiinde, Kritias ! Und ihr ihr al!. - Du bleibest Liebster noch, Bei mir, du immertreuer guter Jiingling! Beim Freunde, bis zum Abend - trauert nicht! Denn heilig ist mein End und schon - o Luft, Luft, die den Neugeborenen umfiingt, Wenn droben er die neuen Pfade wandelt, Dich ahnd ich, wie der Schiffer, wenn er nah Dem Bliitenwald der Mutterinsel kommt, Schon atmet liebender die Brust ihm auf Und sein gealtert Angesicht verklart Erinnerung der ersten Wonne wieder! Und o, Vergessenheit ! Versohnerin! Voli Segens ist die Seele mir, ihr Lieben ! Geht nur und griilh die heimatliche Stadt Und ihr Gefild'! am schonen Tage, wenn Den Gottern der Natur ein Fest zu bringen, Vom Tagewerk das Auge zu befrein; 1 16

LA MORTE DI EMPEDOCLE (PRIMA STESURA) che questi eletti muoiano, lasciate che gli spiriti liberi, al tempo stabilito e con amore, agli dèi si sacrifichino, prima che in prepotenza e superbia e vergogna si spengano. E questa è la mia sorte; ne sono cosciente e da tempo, dai giorni della giovinezza, l'ho predetta a me stesso. Rispettatela! Domani, non trovandomi più, potrete dire: « Non doveva invecchiare, né contare i giorni, né essere schiavo di affanni e malattie,

non visto si è congedato; mano umana non l'ha sepolto, e nessun occhio sa delle sue ceneri, perché niente altro a lui si addice ; infatti innanzi a lui nell'ora lieta e sacra della morte gli dèi sono apparsi senza velo . . . Alla luce e alla terra egli era caro, e lo spirito, lo spirito del mondo destava in lui il suo stesso spirito, in cui esse vivevano, e al quale morendo fa ritorno » . CRIZIA

È inesorabile, purtroppo, e il cuore si vergogna di dirgli altre parole. EMPEDOCLE

Vieni, Crizia, e porgimi le mani. E cosi voi, voi tutti. - Tu, diletto, rimarrai fino a sera con l'amico, tu , giovane e fedele. Non piangete, poiché sacra è la mia morte e già . . . oh, aria, aria che circondi chi è rinato, quando cammina per sentieri nuovi, io già ti sento , come il navigante che, giunto presso i boschetti in fiore dell'isola natia, sente il suo cuore palpitare più forte e il volto segnato dal tempo si trasfigura nel ricordo dell'aurea gioventù beata. Oblio! Riconciliazione! . . . L'animo mio v i benedica; andate e salutate la città paterna e le campagne; quando un giorno andrtte nel sacro bosco a venerare i numi della Natura, a purificare gli occhi 1 17

FRIEDRICH HOLDERLIN

Ihr einst heraus zum heilgen Haine geht, Und wie mit freundlichen Gesiingen euchs Empfiingt, antwortet aus den heitern Hohn, Dann wehet wohl ein Ton von mir im Liede, Des Freundes Wort, verhi.illt ins Liebeschor Der schonen Welt, vernimmt ihr liebend wieder, Und herrlicher ists so. Was ich gesagt, Dieweil ich hie noch weile, wenig ists, Doch nimmts der Strahl vielleicht des Lichtes zu Der stillen Quelle, die euch segnen mochte, Durch diimmernde Gewolke mit hinab. Und ihr gedenket meiner! KRITIAS Heiliger! Du hast mich i.iberwunden, heilger Mann! Ich will es ehren, was mit dir geschieht, Und einen Nnmen will ich ihm nicht geben. O muEt es sein? es ist so eilend all Geworden. Da du noch in Agrigent Stillherrschend lebtest, achteten wirs nicht, Nun bist du uns genommen, eh' wirs denken. Es kommt und geht dic Freude, doch gehort Sie Sterblichen nicht eigen , und der Geist Eilt ungefragt auf seinem Pfade wciter. Ach ! konnen wir denn sagen, da() du da Gewesen?

Fiinfter Ar4tritt Empedokles, Pnusanias PAUSANIAS Es ist geschehen, schicke nun auch mich Hinweg! Dir wird es leicht!

EMPEDOKLES O nicht! PAUSANIAS Ich weiE es wohl, ich solite so nicht reden Zum heilgen Fremdlinge, doch will ich nicht Das Herz im Busen biindigen Du hasts .

1 18

LA MORTE

DI

EMPEDOCLE (PRIMA STESURA)

dagli affanni quotidiani, e là sarete ricevuti con canti amici, scesi da serene altitudini, allora un mio suono aleggerà in quel canto e, nell'amoroso coro del mondo bello, ascolterete ancora la mia parola - tanto più s tupenda. Ciò che vi ho detto, mentre ancora vivo, non è molto, ma forse un raggio luminoso lo porterà giù attraverso i banchi di nuvole del crepuscolo. fino alla fonte quieta che vorrebbe darvi la sua benedizione. Allora ripenserete a me . CRIZIA

O uomo sacro, sl, sacro ! Sono dominato da te, riconosco con venemzione il tuo destino, ma non intendo dargli un nome. Era proprio necessario? Tutto accadde con estrema rapidi tà. Quando vivevi ancora in Agrigento, nel tuo quieto regno, non ci badavamo, ed ora ci sei tolto all'improvviso. La gioia viene e ci lascia, ma non appartiene a noi mortali, e lo spirito sfugge alle domande e prosegue per la sua via. Chi potrà mai dire che hai vissuto con noi?

Scena quinta Empedocle, Pausania PAUSANIA

È fatto. Ora allontana anche me. Ti sarà facile. EMPEDOCLE

No, no ! PAUSANIA

Lo so, non dovrei parlare cosi al sacro straniero, ma io non intendo reprimere il mio cuore. Tu stesso l'hai viziato, 1 19

FRJEDRICH HOLDERLIN Verwohnt, du hast es selber dir erzogen ­ Und meinesgleichen diinkte mir noch, da Ein roher Knab ich war, der Herrliche, Wenn er mit Wohlgefallen sich zu mir Im freundlichen Gesprache neigt', und rnir Wie liingstbekannt des Mannes Worte waren, Das ist vorbei ! vorbei ! O Empedokles ! Noch nenn ich dich mit Namen, halte noch Bei seiner treuen Hand den Fliehenden, Und sieh! mir ist, noch immer ist es mir, Als konntst du mich nicht lassen, Liebender! Geist meiner gliicklichen Jugend, hast du mich Umsonst umfangen, hab ich dir umsonst Entfaltet dieses Herz in Siegeslust Und groBen Hoffnungen? Ich kenne dich Nicht mehr. Es ist ein Traum. Ich glaub es nicht. EMPEDOKLES

Verstandest du es nicht? PAUSANIAS

Mein Herz versteh ich, Das treu und stolz fiir deines ziirnt und schliigt. EMPEDOKLES

So gonn ihm seine Ehre doch, dem meinen. PAUSANIAS

1st Ehre nur im Tod? EMPEDOKLES

Du hasts gehort, Und deine Seele zeugt es mir, fiir mich Gibts andre nicht. PAUSANIAS

Ach ! ists denn wahr? EMPEDOKLES

Wofiir Erkennst du mich? PAUSANIAS

(innig) O Sohn Uraniens! Wie kannst du fragen? 120

LA MORTE DI EMPEDOCLE ( PRIMA STESURA)

l'hai allevato alla tua scuola . . . e finché fui solo un ragazzo incolto, considerai un mio pari quel sublime maestro che si degnava di conversare con me da amico : le sue parole mi sembravano familiari da molto tempo. Tutto ormai è passato, Empedocle. Ti chiamo ancora per nome, ancora stringo la tua mano fiduciosa, prima che mi lasci, e ho l'impressione, mi sembra, che tu non possa abbandonarmi. Spirito della mia giovinezza felice, mi abbracciavi dunque invano, ti aprii il mio cuore invano nel piacere di una vittoria e con grandi speranze? Non ti riconosco più. È stato un sogno. Non posso crederci. EMPEDOCLE

Non hai dunque compreso? PAUS ANIA

Comprendo il mio cuore che, fedele e orgoglioso, batte e freme per il tuo. EMPEDOCLE

E allora concedi almeno l'onore al mio. PAUSANIA

Solo nella morte c'è onore? EMPEDOCLE

Mi hai inteso. E l'anima tua lo conferm a : non esiste altro per me. PAUSANIA

Ahimè, è dunque vero? EMPEDOCLE

Chi

riconosci in me? PAUSANIA

(affettuoso) Figlio d'Urania, come puoi dubitarne? 121

FRIEDRICH HOLDERLIN

EMPEDOKLES

( mit Liebe) Dennoch soli ich Knechten gleich Den Tag der Unehr iiberleben? PAUSANIAS

Nein! Bei deinem Zaubergeiste, Mann, ich will nicht Will nicht dich schmiihn, geb