La cittá e l'oracolo. I rapporti tra Atene e Delfi in età arcaica e classica
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SCIENZE STORICHE

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78

Alessandro Giuliani

La città

e

l'oracolo

I rapporti tra Atene e Delfi in età arcaica e classica

------���-----­ \TrA E PENSIERO

Pubblicazioni dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Milano2001

www. vitaepensiero.it

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20 I 23 Milano

INDICE

Abbreviazioni Introduzione

IX 3

l.

La prima guerra sacra

Il

II.

Pisistrato, i Pisistratidi, gli Alcmeonidi

25

III.

L'invasione persiana

55

IV.

La pentecontaetia

79

v.

La guerra archidamica

I li

VI.

La tragedia attica

1 39

l . L'Edipo re di Sofocle

1 39 1 52

2. Euripide VII . Le lotte per l'egemonia

1 79

VIU. La terza guerra sacra

207

IX.

239

La vittoria di Filippo

Elementi di sintesi

253

Bibliografia

259

Indice dei nomi di persona (antichi)

297

Indice dei nomi geografici e degli etnici

303

Questo libro nasce da un seminario dell'Istituto di Storia antica dell'Università Cattolica di Milano, in cui nell'ambito del tema La profe­ zia nel mondo antico scelsi ingenuamente di trattare i rapponi tra Atene e Delfi; da una tesi di dottorato sullo stesso argomento; dalla decisione, presa qualche tempo dopo, di sospendere la ricerca - le cui esigenze ostentavano un'olimpica indifferenza al fatto che la tesi fosse già stata consegnata e discussa - e pubblicame i risultati, per quanto provvisori. Mi hanno accompagnato dall'inizio alla.fine l'entusiasmo contagioso e la consulenza impagabile della prof Mana Sordi, cui questo lavoro è gran­ demente debitore: sia perché da lei l'autore ha imparato quanto sa di sto­ ria greca, sia perché a lei si devono molti contributi impananti sugli argo­ menti qui affrontati. Va da sé che non sempre le nostre opinioni coincido­ no, e che azzardi, imprecisioni o errori contenuti nel risultatofinale resta­ no da imputare unicamente all'insipienza di chi scrive. Speciali ringraziamenti spettano anche alla prof Cinzia Bearzot e alla prof Luisa Prandi, che pure hanno seguito e sostenuto il lavoro in modo panico/are. Responsabilità più remote, ma non per questo meno pesanti, per il contenuto di queste pagine gravano sulle coscienze dell'amico prof Marco Fabbri, della prof Ermenegilda Favara e soprattutto dei miei geni­ tori. Di ciò non si tenga conto contro di loro.

A. G.

ABBREVIAZIONI I periodici vengono indicati con le sigle dell' «Année Philologique».

APF

J.K. DAVIES, Athenian Propertied Families, 600-300

ARV

J.D. BEAZLEY, Attic Red-Figure Vase Painters, Oxford

ATL

B.D. MERITI - H.T. WADE-GERY - M.F. McGREGOR,

CAH2

The Cambridge Ancient History, 2nc1 ed. , Cambridge

CID

Corpus des inscriptions de Delphes, I-III, Paris 1977-

B. C., Oxford 1971.

19632• The Athenian Tribute Lists, Princeton 1939-1953.

1 982 ss. 1992. FD

Fouilles de Delphes, École française d' Athènes, Paris

FGrHist

F. JACOBY, Die Fragmente der griechischen Historiker,

HCT

A. W. GoMME, A Historical Commentary on Thucydides,

1902 ss. Berlin - Leiden 1923-1958.

I-DI, Oxford 1945- 1 956; A. W. GOMME- A. ANDREWES - K.J. DoVER, A Historical Commentary on Thucydides,

IV-V, 1970-1980. HORNBLOWER

S. HORNBLOWER, A Commentary on Thucydides, Hl, Oxford 1 991-1996.

JG

Jnscriptiones Grecae consilio et auctoritate Academiae litterarum Borussicae editae,

Berolini

1 873-1927;

Editio minor (12 ss.), Bero1ini 1 9 1 3-; Editio tertia (13), Berolini 1 98 1 -. K.-A.

R. KASSEL- C. AUSTIN (edd. ), Poetae Comici Graeci, Bertolini - Novi Eboraci 1 983 ss.

LGS

H. VoN PRorr - L. ZIEHEN, Leges Graecorum sacra e

e titulis collectae, Hl, Lipsiae 1 896- 1 906.

x

LSCG

ABBREVlAZIONI

F. SOKOLOWSKJ,

Lois sacrées des cités grecques, Paris

1 969.

LSCG (Suppl.)

F. SOKOLOWSKI, Lois sacrées des cités grecques. Supplément, P ari s 1 962.

ML

R. MEIGGS - D. LEWIS, A Selection of Greek Historical Inscriptions, 1-11, Oxford 1 969.

PA

l. KIRCHNER, Prosopographia Attica, 1-11, Berolini 1 90 1 - 1 903.

PW

H. W. PARKE - D . E. W. WORMELL,

The Delphic Oracle,

1-11, Oxford 1 956.

RE

Paulys Realencyclopiidie der classischen Altenum­ swissenschaft, hrsg. v. G WISSOWA - W. KROLL - K. MrrrELHAus - K. ZIEGLER, Smttgan 1 893 ss.

Sy/11

W. DITTEMBERGER, Sylloge Inscriptionum Graecarum, Leipzig 1 9 1 5- 1 9243.

TOD

M.N. Too, Greek Historical lnscriptions, Oxford 1 947- 1 9482•

La città e l ' oracolo

Introduzione

Atene e Delfi sono in fondo altri due modi per dire Grecia. La città che occupa il centro delle memorie della grecità, la scuola deii' EIIade, la culla della democrazia; ed il santuario che sorge presso l ' ombelico della terra, nell' ideale centro geografico del mondo greco, sede del più celebre ed ascoltato oracolo di Apollo. Per questo, ripercorrere la storia greca arcaica e classica dal punto di vista delle relazioni tra queste due realtà, tra la Città e l ' Oracolo, è un programma affascinante, che comporta il suggestivo impegno di penetrare il gioco singolare di questa delicata articolazione. La città greca, infatti, non esaurisce al proprio interno le risorse necessarie per cogliere ed interpretare la volontà degli dèi: oltre alle numerose figure di veggenti che presentano caratteri tipicamente marginali sul piano sociale, anche i grandi centri oracolari si collocano all 'esterno della struttura civi­ co-religiosa delle poleis. Questa particolare situazione, non comparabile con quella delle monarchie orientali, ha indotto a suo tempo Jean-Pierre Vernant a ravvisare proprio nella separazione del profeta dal politico una condizione decisiva perché i Greci potessero sviluppare in àmbito civico una forma di razionalità dialettica, retorica, aperta ed orientata al confron­ to, distinta da una «razionalità divinatoria» che si vale del meccanismo oracolare come fonte di autorità in grado di garantire sopra ogni dubbio la validità oggettiva di una decisione socialmente rilevante'. Una simile con­ clusione, attraente nella sua nitidezza, comporta però inevitabilmente un' eccessiva semplificazione dei dati del problema: da una parte, esempi di oracoli cittadini sono sufficientemente numerosi e ben documentatF; dal l ' altra, lungo la storia dei Greci - per quanto ci è dato di conoscerla ci si imbatte costantemente nei segni del l ' esercizio di una mentalità in cui questi due modelli teorici di razionalità (la e la op((E L xwpl s ,; Tl 110VT€LOV aÀÀO rru96xpYJOTOV. Cfr. anche Plat. Resp. 427 b-e. ' Lucide e sintetiche le considerazioni su questo tema di R. PARKER, Miasma. Pollution and Purijication in Early Greek Religion. Oxford l 983, pp. 60-6 l .

6

INTRODUZIONE

precedentemente prodotta su questo argomento, uno studio di George Daux pubblicato nel 1 940 in cui al periodo arcaico e classico viene dedi­ cata una dozzina di pagine6. Ho invece adottato sin dall'inizio determina­ te ipotesi di lavoro in certa misura impegnative, che hanno inevitabilmen­ te condizionato l'orientamento del lavoro di ricerca e che ho creduto comunque di veder confermate dall'esito complessivo dell'indagine; esse vanno pertanto esplicitate e giustificate, tanto più in considerazione del fano che alcuni studi recenti su Delfi e sull' Anfizionia si muovono in dire­ zioni affatto diverse. Un primo presupposto di questo libro è che sia realmente possibile, per lo più, attingere il nucleo di storicità dei racconti delle consultazioni del­ l' oracolo delfico, nonostante le possibili alterazioni dovute ai meccanismi della tradizione o alle deformazioni faziose eventualmente intervenute: professione di ottimismo gnoseologico più impegnativa di quanto possa sembrare a prima vista. Poco più di venti anni fa, John Fontenrose pubbli­ cava il suo The Delphic Oracle con l'intento di dimostrare che l'immagi­ ne tramandataci dalle fonti letterarie di un oracolo disposto a pronunciarsi su questioni di Stato, che rilasciava responsi in versi, spesso articolati e contraddistinti in molti casi da un alone di ambiguità, non aveva pressoché nulla a che vedere con la Delfi storica, in cui la Pizia si limitava a racco­ mandare una tra due alternative che le venivano proposte o a suggerire determinate pratiche cultualF. Questo testo ha senza dubbio arricchito sotto vari aspetti significativi il panorama di conoscenze sull'attività del­ l'oracolo e sulla tradizione relativa, ma le sue conclusioni sono state giu­ stamente riconosciute, da varie parti ed a più riprese, come unilaterali ed inadeguate a dare ragione della ricchezza e complessità del materiale a di­ sposizione8. Più di recente, nella scia del crescente interesse verso le forme ed i meccanismi della tradizione orale che va riconosciuta a monte delle nostre fonti scritte, è stata sostenuta l'assoluta impossibilità di recuperare la fisionomia di un evento reale dietro ai racconti delle consultazioni, spes­ so tramandati oralmente per almeno una generazione e dunque riplasmati

6 G DAUX, Athènes et Delphes. in Athenian Studies Presented to W. Scoli Ferguson. Cambridge 1940 (New York 19732), pp. 37-69. La tendenza a negare una vera e propria sto· ria ai rapporti tra Atene e Delfi e a considerare la presa di posizione antiateniese alla vigilia della guerra del Peloponneso come un episodio isolato si ritrova ancora di recente ad esem­ pio in W. BURKERT, Athenian Cults and Festiva/s. CAH', 6 (1994), pp. 262-263. 7 J. FONTENROSE, The Delphic Oracle: lts Responses and Operations, Berkeley - Los Angeles - London 1978; prima di lui su posizioni affin i già R. CR.AHAY, La littérature ora­ eu/aire chez Hérodote. Paris 1956. 8 Cfr. in particolare le recensioni di B. KNox. Paid Consultant, , 48 (1979). pp. 558-562; F.E. BREN K , «Gnomon » , 52 (1980). pp. 700-706; J.D. M nw.soN, CW, 84 (1980), pp. 180-182; N. ROBERTSON, «Phoenix•. 36 (1982). pp. 358-363; J.N. BREMMER, «Mnemosyne•, 36 (1983 ), pp. 441-442 .

INTRODUZIONE

7

in funzione delle categorie tipiche che informano il genere dei «racconti oracolari>>9• Di fronte ad orientamenti scettici di questo tipo, tanto più generali ed incondizionati in quanto poggiano su premesse con forte pre­ tesa di scientificità, non è sufficiente una generica rivendicazione dei dirit­ ti del buon senso ad arbitrare i singoli casi controversi, dal momento che i margini lasciati alla soggettività o al puro e semplice amor di tesi possono arrivare ad assumere un'ampiezza inquietante (come attesta il fiorire di pareri diametralmente opposti , tutti rigorosamente ispirati al buon senso, a proposito di pressoché ognuna delle questioni affrontate in questo libro); e va riconosciuto che proprio lo scarso rigore caratteristico di un simile approccio è il limite principale della storia dell'oracolo delfico che accom­ pagna la classica raccolta dei responsi di Parke e Wormell10• Ma non per questo ci si può esimere dall ' impegno di prendere sul serio le notizie tra­ mandate dalle fonti, almeno quanto basta per riconoscere in molti casi l ' e­ sistenza di ulteriori riscontri, di indizi esterni che permettono di definire con un significativo margine di probabilità il contesto di una consultazio­ ne storica ed il contenuto della risposta della Pizia. n caso limite di un ora­ colo come quello che apre la raccolta di Parke e Wormell, pressoché pro­ teiforme nelle diverse attestazioni delle fonti, offre un esempio paradig-

L. MAURIZio, Delphic Oracles as Oral Pe rformances: A uthenticity and Historical Evidence, CA, 16 (1997), pp. 308-334. Questo studio merita attenzione per l' ottica con cui affronta il tema della tradizione delfica e per alcuni problemi reali che mette a fuoco, ben­ ché la sostanza delle sue argomentazioni non mi sembri condivisibile. Sostanzialmente ambiguo ed inadeguato, in particolare, mi pare lo slittamento semantico cui � sonoposto il termine autenticità in relazione ad un oracolo: il riferimento ad una consultazione storica viene sostituito con l'accettazione all'interno di una tradizione, poiché il processo di inter­ pretazione-adattamento e ripetizione orale subito da un oracolo identifica il vero autore nel destinatario (il quale può anche rifiutare di riconoscere il responso come ispirato e preclu­ deme l' accesso alla tradizione) e nella comunità, che al tramandarlo lo riplasma nel tempo. In questo schema interpretativo, costruito per analogia con i meccanismi della trasmissione dell ' epos, le parole della Pizia risultano irrecuperabili quanto quelle di Omero, e la questio­ ne della storicità di un oracolo perde significato. Ma la Maurizio perde di vista che per il destinatario il riferimento fedele alle autentiche parole pronunciate dalla Pizia come autore­ vole portavoce di Apollo ha sempre un valore chiave; di conseguenza, tende a sonovalutare le anestazioni di una prassi di trascrivere il testo degli oracoli al momento della consulta­ zione (cfr. ad esempio Her. 148; vu 142; vm 135, 2-3; Soph. Tr. 169-172 e 1167-1168; Eur. Phoen. 838-840 e schol. ad loc. Considerazioni interessanti al riguardo in M. ROCCIU, Les oracles des Pisistratides dans le tempie d 'Athéna, in Phoinikeia Grammata: lire et écrire e n Mediterranée, «Actes du colloque de Liège», 15-18 novembre 1989, Namur 1991, pp. 577589). L'ambiguità dell'impostazione della Maurizio emerge chiaramente, ad esempio, !ad­ dove il corrispettivo della •flessibilità» delle formule dell' epos omerico viene individuato menendo sullo stesso piano fenomeni radicalmente diversi come l' applicazione da parte della Pizia di uno stesso oracolo, con ritocchi e modifiche, a consultazioni diverse e la modi­ ficazione di un oracolo da parte di chi lo riferisce o di chi lo ascolta (p. 323 ). 10 H. W. PARKE - D.E.W. WORMELL, The Delphic Oracle, Hl, Oxford 1956 (d'ora in poi PW). 9

8

IN!liODUZIONE

matico di assenza di tali riscontri; laddove invece il famoso responso con cui la Pizia predice agli Ateniesi la salvezza dai Persiani grazie ad un muro di legno, cosi strettamente connesso con il complesso della narrazione di Erodoto e, in sostanza, con quanto siamo in grado di ricostruire sia sul­ l ' atteggiamento mantenuto dai sacerdoti di Delfi in quel frangente sia sulla situazione interna ateniese, si può considerare rappresentativo dei requisi­ ti di attendibilità sufficienti per considerare un simile racconto storica­ mente accettabile". Valutare diversamente equivarrebbe a sacrificare la concretezza dell' indagine storica al preteso rigore di uno strutturalismo incapace di misurarsi con il particolare; inoltre, rifiutare

a priori di porre

la questione della storicità degli oracoli in ogni singolo caso concreto per l ' esistenza di costanti narrative che interverrebbero sistematicamente a deformare la memoria degli avvenimenti comporta postulare un divario incomprensibile tra la reale esperienza delle consultazioni oracolari presso i Greci e l ' immagine che essi ne ricavavano e tramandavano. Il secondo presupposto consiste nell' ammettere la possibilità di una strumentalizzazione politica dell' oracolo, dell' Anfizionia o dell' oracolo attraverso l' Anfizionia. Quello che si potrebbe definire come è un insieme di realtà diverse ma strettamente connesse tra loro: la città stessa di Delfi; il santuario, deposito di ingenti ricchezze; l' oraco­ lo di Apollo; l' Anfizionia delfico-pilaica12• Anche in questo caso si tratta di misurarsi di volta in volta con gli indizi concreti che permettano di intra­ vedere dietro ai responsi della Pizia o agli atti formali connessi con l ' atti­ vità del sinedrio anfizionico l ' intenzione di perseguire precise finalità poli­ tiche. Non si tratta in alcun modo di presupporre in modo sistematico un secondo fine nelle indicazioni dell' oracolo13, ma di riconoscere che in

11 Sugli oracoli citati MAURIZIO, Delphic oracles.. ., pp. 316-317 e 323-324 . A proposito della trasmissione orale dci responsi quale sarebbe anestata in Erodoto cfr. L. BARNABO, Oracoli come messaggio. Erodoto testimone di una dimensione orale dei responsi oracolari. «Boli. 1st. Filol. Greca•, 6 (Padova 1977-78), pp. 154-174; contra, però, E. L�VY, Devii'IS et ora­ cles chez Hérodote, in Orac/es et prophéties dans /'antiquité, •Actes du Colloquc de Strasbourg• (15-17 juin 1995), cd. J.-G HEINTZ, Paris 1997, pp. 357-358. 12 Quanto alla composizione dell' Anfizionia (che comprendeva gli ethne dei Tessali, Perrcbi, Magneti, Achei Ftioti, Dolopi, Eniani, Mali-Etei, Focesi, Beoti, Locresi, Ioni, Dori) non risulta facile compaginarc le divergenze delle liste riportate in Teopompo (FGrHist 115 F 63); Eschin. n 116; Paus. x 8, 2; Liban. XVII 43; n6 chiarire le circostanze dell'ingresso dei Dclfi, rappresentati come città, probabilmente a spese di Dolopi e Perrcbi, che hanno cia­ scuno un solo rappresentante al sinedrio anfizionico, anziché due come gli altri popoli. In ogni caso, la presenza di delfi nel collegio anfizionico dei naopi prima del 346 permette di dissociare questo evento dall'ingresso di Filippo di Macedonia, a titolo personale e dinastico, in coincidenza con l'espulsione dei Focesi al termine della terza guerra sacra; cfr. G DAUX, Remarques sur la composition du coi'ISeil amphictionique, BCH, 81 (1957), pp. 102-103. " Paradigmatica inquesto senso la posizione di W.GG FoRREST, Centra/ Greece and Thessa/y, CAlfl, 111-3 (1982). p. 307: •a common sanctuasy which ali consulted and to

INTRODUZIONE

9

determinate occasioni esso potesse essere impiegato - anche, perché no, in buona fede - come un importante ed autorevole canale di orientamento del sentire comune dei Greci o di qualche comunità politica in particolare14; e che il controllo dell' Anfizionia potesse consentire di esercitare un'influen­ za, per quanto indiretta, sul tenore delle indicazioni che la Pizia veniva chiamata a fornire. In una direzione diversa si stanno muovendo le ricer­ che di François Lefèvre, che ha proposto in più occasioni un'immagine dell'Anfizionia in cui la dimensione propriamente politica risulta forte­ mente ridimensionata; spero di avere presto modo, in altra sede, di rnisu­

rarmi sistematicamente con i risultati del suo lavoro15• Quanto allo sfondo su cui collocare le vicende dell' Anfizionia, riten­ go che rimanga per molti versi attuale il quadro complessivo tracciato ormai una quarantina di anni fa da Marta Sordi nel contesto del suo studio sulla lega tessalica16• In particolare, la cronologia bassa da lei proposta per l'espansione tessalica nella Grecia centrale risulta tuttora, credo, quella che meglio sa render conto dei riscontri oggettivi disponibili per il VI seco­ lo, prima fra tutti l'innegabile contrapposizione tra l'Anfizionia e l'asse Pisistratidi-Tessali negli ultimi anni della tirannide ateniese, riflessa nel­ l'appoggio anfizionico agli Alcmeonidi in esilio. Le critiche mosse a que­ sta ricostruzione risultano inadeguate proprio sul piano del puntuale

which ali gave thanks [ .. . ] cannot exist; willingness to give advice on political maners must lead to commibnent, to partiality; no state would consult unless it had some hope of a friendly answer or would send a thank-offering to a god who had helped his enemies•. n Forrest prosegne portando come esempio l'oracolo che, secondo Thcidide (I 126, 4), consi­ gliò Cilone su come impadronirsi di Atene: bisogna dunque concludere, a suo dire, che i sacerdoti di Delfi erano ostili al governo di Atene, e che ritenevano la tirannide di Cilone un'alternativa politicamente preferibile. 14 Lucide e sintetiche le considerazioni di P. Lév@QUE, Anjizionie, comunitèl, concorsi e san­ tuari panellenici, in S. SETIJS (a cura di), l Greci. Storia cultura arte societèl, 2.1.1, Torino 1996, pp. 1137-1138. Sulla modalità delle consultazioni, per cui resta importante il classico P. AMANi>RY, La mantique apollinienne èl Delphes, Paris 1950, cfr. il valido quadro d'insie­ me traneggiato ibi . , pp. 1132-1134. " Cfr. F. LEFÈVRE, Un documenl amphictyonique inédit du /V' si�c/e, BCH, 118 (1994), pp. 99-112; L'Amphictionie de Delphes: mythe et réalité, «Cahiers du Centre G Glotz•, 6 (1995), pp. 19-31; L'amphictionie pyléo-delphique au IV' si�c/e, in P. CARLIER (éd.), Le /V' si�c/e av. J. -C. : approches historiographiques, Nancy 1996, pp. 121-126; L'amphictionie pyléo-de/phique: histoire et institutions, Athènes 1998. Al momento di consegnare il testo all'editore non ho avuto ancora la possibilità materiale di avere in mano quest'ultimo volu­ me. Mi ripromeno dunque di affrontare prossimamente il tema della storia dell'istituzione anfizionica anche grazie al confronto sistematico con le tesi del Le�vre. per le cui cure è pure aneso il quano volume del Corpus des inscriptions de Delphes. 16 M. SORDI, La lega tessa/a fino ad Alessandro Magno, Roma 1958. Tra gli studi recenti suii'Anfizionia, cfr. G Roux, L'Amphictionie, Delphes et /e tempie d'Apollon au /V' si�c/e, Lyon 1979; K. TAUSEND, Amphiktionie und Symmachie. Formen zwischenstaatlicher Bezie­ hungen in arrhaischen Griechenland, Stungan 1992.

IO

INTRODU ZIONE

riscontro con le fontP7; anche il recente studio di Bruno Helly sulla Tessaglia sorvola, a mio parere, con leggerezza proprio sui punti nodali più chiaramente documentati18• Evidentemente, queste ipotesi di partenza sono in certa misura discu­ tibili, e condizionano la condivisibilità delle conclusioni. Lo sforzo - e l ' ambizione- è stato comunque quello di scandagliare le fonti con rispet­ to, pur senza rinunciare al rischio connesso con ogni proposta di interpre­ tazione.

11 È il caso delle obiezioni di J.A.O. LARSEN, A New lnterpretation of the Thessalian Confedera cy. CPh, 55 (1960), p. 230. secondo il quale dal fano che la Tessaglia non con­ trolli i popoli della Grecia centrale tra il 514 ed il 510 è errato inferire che non li control­ lasse prima. e che in queste dale non si debba collocare un momentaneo arretramento della potenza tessalica. Ma l'invio di mille cavalieri per contrastare la spedizione spartano coman­ data da Anchimolio (Her. v 63, 3) non si accorda con l'immagine di una Tessaglia da poco costretta sulla difensiva lungo i propri confini, tanto che lo stesso Larsen sembra contrad­ dirsi quando (a p. 236) interpreta il massiccio sostegno ad lppia come il segno di un'in­ fluenza tessalica che giungeva senza soluzione di continuità sino ai confini dell'Attica. 11 B. HELLY, L 'état thessalien. Alevas le Rowc, /es tétrades et /es 'tagoi', Lyon 1995: basti osservare che lo studioso francese liquida in una nota (p. 135, nota 8) la questione del con­ ferimento agli Alcmeonidi deli'appalto anfizionico per la ricostruzione del tempio di Delfi, equiparando quest'ultima ad una qualunque iniziativa edilizia presa unilateralmente da una singola città, e tace sul ruolo dell'oracolo nell'abbattimento dei Pisistratidi.

CAPITOLO PRIMO

La prima guerra sacra

Il sipario sull'intrecciarsi delle vicende di Atene con quelle di Delfi si apre per noi in corrispondenza del fallimentare tentativo di Cilone, un olimpio­ nico ateniese, di conquistare la tirannide nella sua città. L'atleta aveva occupato l'acropoli grazie al sostegno delle truppe del suocero Teagene, tiranno di Megara, ma dovette capitolare di fronte alla compatta reazione dei propri concittadini. I suoi uomini, sebbene garantiti dalla condizione di supplici, vennero messi a morte, pare per iniziativa dell'arconte Megacle; quanto allo stesso Cilone, era forse riuscito a mettersi in salvo in prece­ denza. L' evento, di discussa datazione, risale probabilmente ai primissimi anni del V1 secolo1• Tucidide, a 1 1 26, riferisce di una precedente consulta­ zione di Cilone a Delfi, in cui l'aspirante tiranno aveva ricevuto dall'ora­ colo il consiglio di impadronirsi dell'acropoli di Atene nel giorno della più grande festa di Zeus; pertanto, egli agl in coincidenza con le Olimpiadi (mentre Tucidide - col senno di poi - osserva che forse l'allusione era alla festa ateniese delle Diasie, la più grande nell'Attica). L'attendibilità di questa notizia è difficile da valutare: in effetti, si direbbe quanto meno imprudente per Cilone manifestare le proprie mire presso l'oracolo. Certo non è una base sufficiente per concludere che i sacerdoti di Delfi nutriva­ no ostilità verso Atene e che erano interessati ali' instaurazione di una tirannide filomegarese in Attica2; anche gli sviluppi che seguirono la stra­ ge sacrilega dei ciloniani, però, portano forse il segno di un coinvolgi­ mento significativo di Delfi . I responsabili dell'eccidio vennero sottoposti al giudizio di un tribunale speciale e condannati ali' esilio con i loro discendenti; dopo il loro allontanamento, in Atene si procedette ad una

1 Per le ragioni che inducono a preferire questa datazione rispetto a quella, più generalmen­ te accolta, degli anni tra il 636 ed il 624, oltre che per una disamina complessiva delle fonti

che tramandano l'avvenimento, rimando ad A. GIULIANI, Il sacrilegio ciloniano: tradizioni e cronologia, «Aevum,, 73 (1999), pp. 21-42. 2 Cosi invece G FORREST, The First Saet·ed Wa r, BCH. 80 (1956), pp. 39-42. Una valuta­ zione del particolare della consultazione delfica nel contesto del racconto tucidideo, siste­ maticamente attento a valorizzare gli elementi che concorrono a caratterizzare come extra­ ateniese la genesi del tentativo di Cilone, in GIULIANI, l/ sacrilegio ciloniano . . . , pp. 25-27.

12

LA CITTÀ E L'ORACOLO

purificazione della città, collegata nella tradizione col nome del cretese Epimenide3•

È

probabile che questa purificazione riparatrice comprendes­

se anche un'eroizzazione di Cilone, come fanno pensare la descrizione di Pausania (l 28, l) di una sua statua bronzea sull'acropoli ateniese e la men­ zione, nel testo (restituito) di uno scollo a Sofocle, di un

Ku>.wvE Lov

nei

pressi dell'Areopago•. I legami tra Creta e Detti in età arcaica e l'associa­ zione tradizionale di Epimenide con i sette saggi, a loro volta strettamente connessi con Detti, potrebbero suggerire che sia stata la Pizia ad indicare agli Ateniesi di ricorrere all'indovino cretese5; in effetti, l'oracolo delfico risultava il punto di riferimento naturale per una consultazione relativa al rituale di purificazione dal sacrilegio6.

Visto

dunque l'incoraggiante

responso reso a Cilone secondo Thcidide, e vista l'intima connessione tra la purificazione e la precedente condanna di Megacle e dei suoi come sacrileghi, c'è qualche elemento per ipotizzare che a Detti albergasse qual­ che forma di ostilità verso questi ultimi. Un indizio di legami esistenti tra Epimenide e gli avversari di Megacle è stato inoltre ravvisato nell'Inno

a

Museo per i Licomidi, composizione di ambiente orfico dedicata appunto a questa famiglia ateniese del demo di Flia: da un lato, infatti, la figura di

' A th. Resp. l , l; Plut. Sol. 12, 9. Cfr. anche FGrHist 84 F 16 (Neante di Cizico); Diog. Laer. 1 IlO; Cic. De leg. u 2, 28 ; Suid. s. v. ' EmllA�KUs' d> (�EAcj>wv ùrro�v��aTa), il comando del contingente ateniese fu assegna­ to ad Alcmeone, figlio del Megacle responsabile del sacrilegio ciloniano11• Difficilmente può essere un caso che, appunto in quegli anni, proprio un rappresentante della famiglia dei sacrileghi sia posto a capo delle truppe ateniesi impegnate a combattere per la .e uaSe (s-)26• II racconto del fano è marginale rispetto alla rielaborazione dei fatti in una prospettiva filo-tessalica e filo-coa operata dalla fonte, e risale, con ogni probabilità, ad un nucleo arcaico. Non è forse una mera coincidenza che Clistene, uno dei protagonisti della guerra sacra, venga accusato a Delfi, appunto in quel tomo di tempo, di essere un : nel tentato ratto del tripode ricordato dal Tipea�EUTLKOS' si può dunque forse ravvisare la memoria di un colpo di mano da parte degli uomini di Crisa, solidali col clero delfico nell'ostilità agli Anfizioni; a Clistene, dunque, la Pizia potrebbe aver rin­ facciato un coinvolgimento, diretto o indiretto, nella repressione. La vitto-

Collocano invece un deterioramento delle relazioni ua Sicione e Delfi dopo la guerra sacra PARKE - BOARDMAN, The Struggle far t/re Tripod. . . , e M.F. McGREGOR, Cleisthenes of Sicyon and Panhellenic Festivals, TAPhA, 72 ( 1 94 1 ), pp. 266-287 . PARKER, Sorru! Aspects. . . , pp. 4 1 2-4 1 6 , riconosce l ' andamento positivo dei rapporti tra Clistene e Delfi dopo la guerra sacra e li considera, a ragione, incompatibili con il responso della Pizia su Adrasto, ma anzi­ ché riferire quest' ultimo ad un periodo precedente lo rifiuta come risalente ad una tradizio­ ne tarda, ostile al tiranno ed inattendibile. " SORDI, Clistene . . . , pp. 5 - 1 0. Hann o interpretato ÀEUOT�P come «lanciatore di pietre», e quindi combattente di poco valore, che resta lontano dalla mischia, W. W. How - J. WELL.S , A Commentary on Herodotus, u, 1 9 6 1 ' , p. 34, e PW, l, pp. 1 2 1 e 1 25 , nota 1 7 ; cfr. però le fondate critiche di D. 0GDEN, Cleisthenes of Sicyon, AErl:THP, CQ, 43 ( 1 993), pp. 354356. n senso generico di •assassino• gli è stato invece attribuito dal Legrand (nel commen­ to a HERoDOTE, Li v re V, Paris 1 96 1 , ad V 67); quello di •oppressore• da G PuGLIESE CARRATELL I , Note di storia greca arcaica. L 'oracolo di Delfi e i tiranni, RAAN, 21 ( 1 94 1 ) , p. 3 09 e , con una connotazione più marcatamente sacrale, d a A. MASTROCINQUE, Clistene lapidatore di Sicione, Rll.. , I I I ( 1 977), pp. 1 67- 1 74. H.G LIDDEL - R. S corr, A Greek - English Lexicon, Oxford 1 97 8, s. v. , propendono per quest' ultima spiegazione, pur non escludendo quella del «lanciatore di pietre». Non soddisfa il macchinoso tentativo di OGDEN, Cleisthenes of Sicyon . . . , pp. 356-363, di ravvisare nel termine un riferimento alla cacciata del c!>awa­ KOS e una voluta ambiguità tra valore attivo (Ciistene che caccia Adrasto) e valore passivo (Ciistene ignobile e ridicolo, appunto secondo il paradigma del cj>ap�aK6s): non vale, tra l ' altro, l ' argomento per cui l ' ambiguità sarebbe una caratteristica abituale del linguaggio oracolare delfico, dal momento che altro è l ' ambiguità di un'istruzione o di una predizione (con quanto comporta di responsabilizzazione del consultante) ed altro l ' ambiguità di una simile designazione. 26 [Hippocr. ] Legatio Thessali, 1 3 ; 20.

LA P� GUERRA SACRA

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ria degli Anfizioni sui Crisei portò comunque senza dubbio con sé un rin­ novamento della classe sacerdotale del santuario, ed inaugurò un nuovo periodo di piena concordia tra la Sicione di Clistene e Delfi, di cui la cele­ brazione di giochi pitici in Sicione appariva manifestazione evidente. Indizi interessanti collegano a Delfi anche l' attività di Solone. Plutarco riporta vari oracoli delfici estremamente positivi ed incoraggianti nei suoi confronti, oltre alla notizia eloquente che i tesmoteti si impegnarono con giuramento a dedicare in Delfi una statua d' oro di peso pari al proprio se avessero contravvenuto in qualcosa agli 9EO"IJ.OL solonianP7• È dunque pro­ babile che intorno al 594/3, anno dell' arcontato di Solone, esistesse una buona sintonia tra il riformatore ateniese e il clero delfico28• Anche in que-

27 Per gli oracoli, Plut. Sol. 1 4 , 6 e Mor. 1 5 2 c; per il giuramento, Plut. Sol. 25, 2. In Aristot. Resp. Ath. vn l si parla del giuramento che ancora nel IV secolo gli arconti ateniesi presta­

vano al momento di entrare in carica, e che comprendeva l ' impegno a dedicare una statua in oro raffigurante un uomo in caso di trasgressione delle leggi: rispetto a Plutarco, si parla di tutti gli arconti e non solo dei tesmoteti; non c ' è un riferimento a Delfi, né all ' uguaglian­ za di dimensioni tra il trasgressore e la statua. L' assenza di questi dettagli in Aristotele è forse semplicemente dovuta alla sintesi; induce peraltro alla cautela la possibilità che il rife­ rimento a Delfi della notizia plutarchea sia dovuto all'influenza di un passo del Fedro pla­ tonico (235 d-e), come viene ipotizzato nell ' intelligente studio di K.A. MORGAN, Socrates and Gorgias at Delphi and Olympia: 'Phaedrus ' 235d6-236b4, CQ, 44 ( 1 994), pp. 375-386. Va comunque tenuto presente che Plutarco sta parlando del giuramento iniziale, prestato dal­ l ' i ntera �ouX� e poi separatamente da ciascuno dei 9Eol'o9É T m , con cui venne ratificata la legislazione soloniana, senza alcun riferimento al giuramento degli arconti in età classica: il particolare della dedica a Delfi forse non venne recepito nei giuramenti ordinari di entrata in carica. o fu lasciato cadere successivamente. " Per la datazione al 594/3 dell' arcontato di Salone cfr. R. DEVEUN, Athenian Officials, 6841321 B. C. , Cambridge 1 989, pp. 37-38. Non sembra utilizzabile per ricavare ulteriori ele­ menti l' indicazione di Plut. Sol. I O, 6 per cui •si dice• (XÉ youo L ) che Salone potè volgere a proprio favore il giudizio degli arbitri spartani chiamati ad assegnare Salamina ad Atene o a Megara anche valendosi di oracoli delfici in cui l' isola contesa veniva definita •ionica•. Sono infatti incerte sia la fondatezza della notizia, riportata con cautela dallo stesso Plutarco; sia la data cui risalirebbero gli oracoli, i quali potevano in ogni caso essere anche di molto anteriori al momento dell' arbitrato; sia la data in cui ebbe realmente luogo questo arbitrato, con ogni probabilità posteriore all ' età soloniana (bisogna scendere addirittura sino al 520 o 5 1 9 secondo E. Wtll, Korinthiaka, Paris 1 95 5 , p. 643, e L. PlcciRn.u, Gli arbitrati inter­ statali greci, t, Pisa 1 973, pp. 52-53). In questo senso appare criticamente inadeguato l ' ap­ proccio al problema di C. HIGBIE, The Bones of a Hero, the Ashes of a Politician: Athens, Salamis, and the Usable Past, CA, 16 ( 1 997), pp. 30 1 -303. La convinzione del fatto che le riforme soloniane si svolsero in un clima di ritrovata intesa con Delfi ha portato F. JACOBY, Atthis, Oxford 1 949, pp. 8-5 1 , a collocare in questo contesto la nascita del collegio ateniese degli ie�y�Ta [ , cui spettava l ' interpretazione delle leggi patrie in materia di omicidio; in effetti uno dei membri del collegio, l ' i e � y�T�S TTu96xp�oTOS , porta nel nome il segno di un legame istituzionale con Delfi. Con ogni probabilità, l ' aggettivo TTu96xp�oTOS indica solamente un procedimento di designazione cleromantica da parte de li' oracolo delfico (con significato analogo TTu96xp�oTos viene usato ad esempio in Euripid. fon 1 2 1 8 ; cfr. anche Syll.', 1 0 14, Il. 5 , 74, 89, 1 45 , 1 60) , e non comporta pertanto l ' attestazione di un effettivo

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sto caso, dunque, l' ipotesi di un mutamento di rapporti a seguito della guerra sacra sembra dare ragione molto bene degli elementi disponibili : se si riconosce nell ' intervento delfico a favore dei ciloniani un motivo di risentimento di almeno una parte degli Ateniesi nei confronti della gestio­ ne crisea del santuario, questa sintonia tra Delfi e l ' Atene di Salone in un momento con ogni probabilità di poco seguente lo scoppio della guerra sacra assume un significato ben preciso. Evidentemente, obiettivo degli Anfizioni era l ' eliminazione di Crisa non solo dalla concorrenza sulle rotte commerciali per l ' occidente, ma anche dal controllo dell' oracolo e dei responsi della Pizia; e questo secondo intendimento divenne realizzabile non appena Crisa fu delegittimata dalla dichiarazione della guerra sacra e, stretta d' assedio, venne tagliata fuori da Delfi. Fu così subito possibile agli Anfizioni riorganizzare il santuario e contare su di un oracolo ben disposto29• Questa ricostruzione comporta, evidentemente, che Salone avesse preso le parti degli Alcmeonidi. In effetti, il testo del provvedimento di

influsso di Delfi sul diritto attico. Jacoby � stato seguito da FoRREST, Tht! First Sacrrd War, MAuaN, Delphoi and the Folllllling ofSocial Order in Arr:haic Greece, •Mctis», 4 ( 1 989), pp. 1 40- 1 4 1 . La tesi contraria di J.H. OuvER , The Athenian Expounders of Sacred and Ancestral Law , Baltimore 1 950, ripresa in Jacoby 's Trea,.,nt ofthe Exegetes, AJPh , 75 ( 1 954), pp. 1 60- 1 74, di una nascita del collegio nel 403 è stata ribattuta con validi argomenti da H. BLOCH, Tht! Exegetes of Athens and the Prytaneion Decree, AJPh , 74 ( 1 953), pp. 4074 1 8 c Tht! Exegetes ofAthens: a Reply, HSCP ( 1 957), pp. 37-49; considerazioni interessan­ ti anche in J. DEFRADAS, us t�mes de la propagande delphique, Paris 1 954, pp. 205-207, benché non sia pienamente condivisibile la sua sicurezza di ritrovare attestata l ' esistenza degli esegeti ufficiali tra le righe delle Eumenidi di Eschilo. Più di recente le tesi di Oliver sono state appoggiate da R. GARLAND, Religious Autharity in Arr:haic and Classica/ Athens, ABSA, 79 ( 1 984 ), pp. 1 1 4- 1 1 5 ; un' equilibrata presa di posizione contro la possibilità di escludere con fondamento l ' esistenza del collegio nel v secolo in R. PARKER, Athenian Religion. A History, Oxford 1 996, p. 220. In effetti, � naturale pensare che la figura del­ l ' u�')'�T�> sia Stata creata in Un COnteStO di particolare sintonia COn Delfi; questO pUÒ esse­ re il caso delle riforme solonianc come di quelle clistenichc, ma anche degli anni intorno alla pace di Nicia; quest' ultima possibilità appare interessante in riferimento al contenuto del decreto di Filosseno (/G 13 1 37), per cui cfr. infra, pp. 1 27- 1 29. 29 Diversamente SORDI, Clistene . . . , ritiene che ancora durante il conflitto l ' oracolo conser­ vasse un orientamento filocriseo, ravvisabile nell' oracolo su Adrasto (che la Sordi colloca non alla vigilia ma nel corso della guerra) c nell' àSuvaTov con cui la Pizia risponde, secon­ do Diodoro (lX 1 6) c Pausania (X 37, 6), agli Anfizioni che chiedevano come aver ragione di Crisa: questo, secondo l ' oracolo, sarebbe avvenuto solo quando il mare avrebbe raggiun­ to il TÉI'E VO> di Apollo - condizione che fu realizzata consacrando al dio l' intero territorio tra il tempio e la costa. Questo secondo oracolo, comunemente ritenuto posi eventum, se fosse autentico potrebbe suonare effettivamente come una sfida: ma sembra davvero impro­ babile che gli Anfizioni si rivolgessero in quella situazione all ' oracolo, ben conoscendo la sua partigianeria; che non si ritenessero in diritto di intervenire direttamente per sradicare ogni residuo influsso dei sacrileghi crisei sulla vita del complesso delfico; c che, pur essen­ do in grado di volgere a loro favore l ' oracolo ricevuto, non avvertissero la necessità, su di un piano propagandistico, di un radicale cambio della guardia a Delfi. pp. 32-42; l.

LA PR� GUERRASACRA

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amnistia varato da Solone nell'anno del suo arcontato, come ci è pervenu­ to tramite Plutarco30, contiene un riferimento diretto a quanti si trovavano in esilio per aver tentato di impadronirsi della tirannide ( ocrOL [ . . . ] E rrl Tupavv[8t ÉEuyov oTE o em�òs iavT) TollE); con tutta probabilità, si tratta di personaggi coinvolti nell' impresa di Cilone (se non di Cilone stes­ so, sfuggito all'assedio secondo Thcidide), i quali vengono, insieme con altre categorie, esclusi dai benefici della legge31• Al contrario, non si tro­ vano nel testo elementi per ritenere che dall'amnistia fossero stati esclusi gli Alcmeonidi, che, sottoposti al giudizio di un tribunale speciale, non sembrano rientrare in alcuna delle categorie elencate. Alcmeone, dunque, potrebbe essere rientrato in Atene in occasione del provvedimento, e quin­ di incaricato di assumere la guida delle truppe ateniesi impegnate contro Crisa; ovvero richiamato proprio per prendere il comando della spedizio­ ne militare contro il delegittimato patrocinio criseo di Delfi32• Il punto nodale di questa ricostruzione risulta dunque la domanda sulla reale atten­ dibilità della notizia sulla partecipazione di Alcmeone alla guerra sacra; è questo, infatti, l'argomento principale a favore di un coinvolgimento del­ fico nella condanna degli Alcmeonidi, alla luce del quale la stessa parteci­ pazione ateniese al conflitto si configura come reazione, delineando un quadro che risulta in accordo con la dinamica dei rapporti di Delfi con Atene e con Sicione, prima e dopo la guerra, quale emerge dalle altre fonti disponibili. Una prima conferma indiretta della notizia che Plutarco ricava dagli annali delfici si può ritrovare nel matrimonio tra il figlio di Alcmeone, Megacle, e la figlia di Clistene, Agariste33: l' unico legame a noi noto che unisse tra loro i rispettivi genitori, in effetti, è appunto quello che poteva derivare dall'aver partecipato in prima persona alla guerra contro Cri sa; ciò che fu per entrambi, almeno in parte, conseguenza del fatto di aver spe­ rimentato l'ostilità della Pizia. Thtto ciò è ancor più significativo se si pensa alla caratterizzazione degli Alcmeonidi come i vayEi s : Clistene, sposando la figlia ad un diretto discendente del principale responsabile del sacrilegio, esponeva evidentemente la sua discendenza alla contaminazio­ ne. Il noto comportamento di Pisistrato nei confronti della figlia degli stes-

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Plut. Sol. 1 9 , 4. " Notava questa implicazione del testo plutarcheo A. LEDL, Studien zum alteren Athenischen Ve rfassungsgeschichte, Heidelberg 1 9 1 4, pp. 1 00- 1 0 1 ; cfr. GIUI.IANI, Il sacrilegio cilonia­ no. . . , pp. 34-35. " Ammettono senza difficoltà, in base a queste considerazioni di attendibilità generale, la partecipazione di Alcmeone alla guerra FoRREST, The First Sacred War, p. 5 1 . e DAVIES, APF, p. 37 1 ; li segue PlCCIRll.L I, Commt!nto . . . , p. 1 47 . " Her. VI 1 30, 2. L a storicità d e l matrimonio è a l di sopra di ogni dubbio: DAVIES, APF. pp. 37 1 -3 7 3 .

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si Megacle ed Agariste, da lui sposata per sancire un' alleanza politica, ma con la quale evitava di avere rapporti, è in questo senso molto eloquente34• Se però si ammette che la maledizione gravante sugli Alcmeonidi aveva ricevuto la sua forza grazie ad un deciso avallo di Delfi (della Delfi di Crisa), appare perfettamente naturale che Clistene fosse disposto ad abbracciare la causa di Alcmeone, e a dare la figlia in moglie a Megacle come a una delle vittime delle prevaricazioni di quel santuario contro cui si era battuto a fianco del consuocero3'. D' altronde, un' obiezione mossa all' attendibilità dell'affermazione che Plutarco trae dai M ÀQ>wv imoiJ.V�IJ.aTa , per cui Alcmeone guidò il con­ tingente ateniese nella guerra sacra, è che si potrebbe trattare di una ver­ sione risalente agli stessi Alcmeonidi, intesa ad esaltare le gesta di un per­ sonaggio illustre della famiglia e a far risalire indietro nel tempo il legame tra questa ed il santuario delfico. Con questi intenti propagandistici, gli annali delfici cui Plutarco attinse potrebbero essere stati alterati nell' ulti­ ma parte del VI secolo, negli anni dell' indubbia e documentata alleanza tra Alcmeonidi e Delfi36. Ma in tal caso non è facile spiegarsi come mai la stessa tradizione alcmeonide non reca più traccia di questa invenzione. Erodoto, che, quanto meno indirettamente, attinge alle tradizioni degli Alcmeonidi nel tratteggiare la storia della famiglia, a VI 1 25 caratterizza la figura di Alcmeone per la ricchezza - procurata grazie ai doni di Creso e per la vittoria olimpica ottenuta nella quadriga37• Isocrate, nell' orazione

" Cfr. Her. 1 6 1 , 1 -2. " Sottolineano a ragione il ruolo di Delfi nel costituirsi del legame matrimoniale tra le due famiglie C.W. FoRNARA - L.J. S AMONS II, A thens from C/eisthenes to Pericles, Berkeley Los Angeles - Oxford I99 I, pp. l O- Il ; non appare soddisfacente, invece, la ragione che que­ sti Autori propongono per spiegare come non abbia fatto difficoltà a Clistene l ' i mpurità degli Alcmeonidi: si sarebbe trattato solamente di una «maledizione locale ateniese>>, che era fonte di impurità unicamente in Atene, e che lo stesso Apollo di Delfi non aveva alcun obbli­ go a riconoscere, in quanto offesa commessa contro Atena Poliade. Una simile motivazio­ ne, priva (per quanto consta a chi scrive) di paralleli che la avallino, non sembra rispondere a quanto conosciamo della sensibilità greca arcaica in questo campo (cfr. PARXER, Miasma, pp. 1 6- 1 7) . ,. DE SANcn s, Anhis, p. 334; SORDI, La prima gue"a sacra, p. 324. 37 Il collegamento tra il racconto di Erodoto a VI 1 25- 1 3 1 e le tradizioni di famiglia alcmeo­ nidi è stato talvolta negato, in considerazione del carattere comico dell' episodio dell ' arric­ chimento di Alcmeone e del ruolo di secondo piano che Megacle II sembra avere rispetto al suo concorrente Ippoclide nel racconto delle nozze di Agariste (cfr. in particolare R. THOMAS, Ora/ Tradition and Written Record in Classica/ Greece, Oxford 1 990, pp. 265270) . Ma quest' ultima considerazione va rovesciata: il rivale di Megacle gli viene inizial­ mente preferito sostanzialmente in forza della sua parentela con i Cipselidi, e con il suo comportamento irriverente ed offensivo nei confronti dell' ospite si mostra indegno della fiducia accordatagli; Megacle non è in grado di vantare altrettante credenziali (è con lui che la famiglia acquista fama fuori Atene), ma si dimostra personalmente ben più degno di stima. Il comportamento di lppoclide (che arriva a danzare sulla tavola e ribatte con indif-

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composta in difesa del figlio di Alcibiade, presenta a sua volta una sintesi estremamente partigiana della storia della famiglia degli Alcmeonidi, introducendola proprio con la menzione della ricchezza e della vittoria olimpica di Alcmeone38• Le coincidenze tra questi due squarci sulle tradi­ zioni della famiglia appaiono estremamente significative, e fanno pensare ad una caratterizzazione del personaggio di Alcmeone in qualche modo canonizzata. Non viene fatta alcuna menzione del padre, Megacle I: l ' a­ scesa della famiglia inizia da Alcmeone (il nome stesso di Alcmeonidi, in effetti, identifica appunto l' o1 KOS come l'insieme dei suoi discendenti39), nonostante già Megacle I avesse ricoperto l' arcontato. Alcmeone stesso, poi, non viene collegato in alcun modo con la guerra sacra. Egli è sl posto in relazione con Delfi da Erodoto, che lo descrive attivo nell' introdurre presso il santuario gli inviati di Creso, ma senza spiegare il motivo della sua presenza Il; l' inserimento di questo fatto nel racconto risulta funziona­ le allo scopo narrativo principale dell'episodio: illustrare come Alcmeone conobbe Creso e come, di conseguenza, si arricchi. Ma se la partecipazio­ ne di Alcmeone alla guerra sacra fosse stata un'invenzione propagandisti­ ca dei suoi discendenti, essa avrebbe avuto un posto nella storia dell'asce­ sa della famiglia; il personaggio di Alcmeone avrebbe brillato non solo per le sue sostanze e per la sua qualità di olimpionico, ma per aver difeso Delfi contro i Crisei. Questo silenzio, peraltro, risulta perfettamente comprensi­ bile: l' ovvia rimozione degli eventi relativi al sacrilegio ciloniano, all'im­ purità contratta dalla stirpe, all' esilio, portò a cancellare il ricordo della

ferenza ai richiami di Clistene) non può essere considerato come manifestazione di superio­ re indifferenza e lodevole libertà di spirito, non solo in quanto di per sé poco dignitoso. ma soprattutto in quanto offensivo per l ' ospite (cfr., ad es., Eur. Or. 8- 1 0) . Quanto all' episodio di Alcmeone e Creso, in esso la figura di Alcmeone appare comunque positiva e simpatica; inoltre, se non vanno sottovalutate le coincidenze tra questi capitoli di Erodoto ed Isocr. XVI 25, evidentemente nemmeno va esclusa la possibilità di mediazioni e di modificazioni su­ bite dalla tradizione alcmeonide recepita da Erodoto. Di recente E. RuscHENBUSCH, Eine schriftlic� Quelle im Werk Herodots ( FGrHist 3, Pherelrydes von A then), in M. WEINMANN · WALSER (ed.), Historisc� lnterpretationen. Gerold Walser zum 75. Geburtstag dargebracht von Freunden, Kollegen und SchUiem. Stuttgart 1 995. pp. 1 30- 1 49 ha proposto di ravvisare in Ferecide la fonte di Erodoto in vari passi relativi alla storia ateniese, tra cui quelli ora esa­ minati. 31 Isocr. X V I 25: TTÀOIJTOU [ ... ] I'É'YlO'TOv I'VTJI'Eiov KaTÉÀI TTOv · LTTTTwv yàp (e uyH TTpw­ Toç 'Aì.> per eccellen­ za. Un simile atteggiamento appare radicalmente in contrasto con lo sfor­ zo di assimilazione, di unificazione, di appropriazione che caratterizza il complesso della politica religiosa di Pisistrato. Sembra comunque natura­ le ritenere che una simile iniziativa sia nata da qualcosa di più che da una semplice L alla TOLOL ÒÀÀ.OLOL ' A8rwalwv uycim TTE L PWIJ.É VOlO"l KOTÒ TÒ tcrxupÒv oU TTPOE:XuJpE€ KciTo8oç , à.\À.Ò rrpOOÉ TTTa LOV IJ.E)'ciÀwç TTE LpWIJ.EVOl KanÉvm TE KaÌ. È À E u9EpoGv TÒS' ' A8�vas-. Ae u�nJ8ptov TÒ imÈ p Timovl 11S' TEt xlaav­ n s . é v8aUTa oi ' AÀKIJ.EWVLOm rrav È: TTÌ. Tolat nE L Ol0TpaTl8um lll1XOV6jlEVOl rrap' ' A1J.G;lt KTu6vwv TÒV v11òv � u cr8oUvTm TÒV È v tie:Àcf;loi o l [ . . . ] È�E pycicravTo ToU napa5< l y�aTOS' KaÀÀLOV [ . . . ] àvÉm l8ov T�V ITu81av XP��aal , ÒKWS' É À8m E v I:rrapn �TÉWV iiv5p< > [ . . . ] rrpoÉ pHv ae uyov È K T ÌÌ S OLKTJLTJS, e VI 1 23 , l : ol ' AÀKI'Ewv[oaL [ . . . ] /! cj>e uyov [ . . . ] TÒv rravTa xp6vov Toùs Tupavvous . Gli 57

Alcmeonidi lasciano Atene g i à sotto Pisistrato an c h e per Isocr. X V I 2 5 ; l ' affermazione è col­ locata in un contesto smaccatarnente filoalcmeonideo, dove inoltre, a differenza che in Erodoto, l ' inizio dell ' esilio (la cui volontarietà è marcatarnente sottolineata) è fatto coinci­ dere coll' inizio del potere di Pisistrato, mentre ogni manifestazione di familiarità tra questi e gli Alcmeonidi (ivi compresa l ' alleanza matrimoniale) viene relegata nel periodo prece­ dente: O'U")')'EVElS' yàp ÒVTE S' flElO'lOTpCiTOU Kal rrpl v E Ì. S T�V àpx�v KQTQ(}T�VQL

�uiÀlO'T0 mhl{) xPWJ.LE VOL TWv TTOÀLTWv, oUK ��(waav IJ.E TGO'XEl V T�S È K E L vou TUpav­ v[Bos. ÒÀÀ' EL ÀovTo cj>e uyE l v l!éÌÀÀov � Toùs rroÀ[ TaS toeiv BouÀe uovTas. Questa tra­

dizione sembra confluire anche in Plut. Sol. 30, 6: vi si riferisce infatti che appena Pisistrato ebbe preso il potere grazie alle guardie del corpo che gli erano state concesse, TÌÌS TTOÀE ws cruvTapaxBe [ crqs, b I'Èv MqaKÀÌÌS e i>eùs € cj>uye l'ETà Twv ii nwv ' AÀKI'atwvLBwv. La versione erodotea si distingue chiaramente da questa in quanto colloca l ' alleanza matrimo­ niale tra Megacle e Pisistrato in occasione del primo ritorno in Atene di quest' ultimo (cfr. 1 60, 2 - 6 1 , 2), ma Erodoto mostra di condividerne la sostanza per l ' appunto a VI 1 23 , l , dove afferma che gli Alcmeonidi durante la tiranni de restarono in esilio TÒV rrci VTa xp6vov. Confuso e non utilizzabile lo scolio a Dem. XXI 1 44 (ad 56 1 , 16 Reiske), per cui è Megacle ad andare in esilio sotto Pisistrato, a rifugiarsi a Detti e di ll a rientrare in Atene (dove non trova più Pisistrato ma lppia) con l ' appoggio degli Spartani e di mercenari pagati con fondi delfici. " /G I3 1 03 1 ; MERm , Greek lnscriptions. An Ear/y. . . , pp. 62-64. Infondate le riserve di J .W. ALEXANDER, Was C/eisthenes an A rc hon ?, Cl, 54 ( 1 958/59), pp. 307- 3 1 4, e di W.H . PLOMMER, The Tyronny of the A rchon-/ist, C R , 1 9 ( 1 969), p p . 1 26- 1 29 ; cfr. W.E. T!IOMPSON, The Archonship of C/eisthenes, Cl, 55 ( 1 959), pp. 2 1 7-220; C . W.J. EuOT - M . F. McGREGOR, KleisthLnes: Eponymous Archon, 52514 B. C., «Phoenix», 14 ( 1 960), pp. 27-35 ; K. RAAFLA U B, Atenische Geschichte und miind/iche Vber/ieferung, in J . VON UNGERN-STERNBERG - H. REINA U (eds.), Vergangenheit in mund/icher Vber/ieferung, Stuttgart 1 988 (Colloquium Rauricurn, 1 ), pp. 200-20 1 .

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LA CmÀ E L'ORACOLO

si inasprl, che molti furono mandati in esilio e che tra i fuoriusciti gli Alcmeonidi ebbero un ruolo di guida; sembra dunque di poter intendere che l ' autore annoverasse anche la famiglia di Clistene tra quelle allonta­ nate nel 5 1 4'". Risulta dunque necessario darsi ragione della versione di Erodoto, il quale, dopo aver menzionato gli Alcmeonidi accanto a quanti erano anda­ ti in esilio dopo Pallene, passa completamente sotto silenzio ogni eventua­ le riconciliazione : non solo egli lascia intendere che l' esilio degli Alcmeonidi era durato dal 546 senza soluzione di continuità, ma a VI 1 23 , l li difende dall' accusa d i medismo adducendo la ragione che essi É E u ­ y o v [ . . . ] T Ò v rravTa xp6vov Toùs Tvpavvovs. Pare naturale concludere che si tratti di una distorsione risalente alla propaganda alcmeonide, inte­ ressata a presentare I' opposizione ai tiranni come una costante della storia della famiglia, nella quale quindi il compromettente periodo di collabora­ zione con i Pisistratidi veniva soppresso60• La stessa deformazione si ritro-

" Cfr. Resp. Ath. 1 9, 1 : KaÌ yàp Otà TÒ Tl flWpEL V T' ' d o po XPTJ�ciTwv anziché d o po OL Ko8o�El V , dimodoché la con­ wv, collocando u n a virgola traddizione col testo erodoteo viene a scomparire. Le difficoltà testuali del passo in que-

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LA CmÀ E L'ORACOW

zione dell ' aiuto economico viene fatta generalmente risalire a fonti attido­ grafiche, ed in particolare ad Androzione67• È evidente che nel caso di un vero e proprio prestito prelevato dai fondi anfizionici, e solo in quel caso, Delfi risulterebbe pienamente ed attivamente coinvolta nella lotta contro i tiranni. In base all ' idea che uno storno temporaneo di fondi non contraddice la logica di una liturgia, e che non va quindi ritenuto in contrasto con una situazione di profonda sintonia tra gli Alcmeonidi e Delfi, vari studiosi hanno ritenuto compatibili le versioni del prestito, da un Iato, e del l ' im­ piego dei fondi per la ricostruzione, dali' altro, considerando fondata la tra­ dizione più tarda68• Ma la sostituzione della forza dei mercenari a quella degli oracoli e soprattutto il completo oscuramento del ruolo svolto da Sparta nella vicenda indicano con sufficiente chiarezza che questa versio-

stione hanno suggerito tentativi di emendamento (per i quali cfr. WILAMOWITZ, Aristoteles ... , p. 3 3 , nota 6; G KAIBEL, Stil und Text der floAt rda 'A9ryva{wv des Aristoteles, Berlin 1 893, pp. 1 68- 1 69}, respinti da JACOBY, FGrHist 328 F 1 1 5 , m b - Suppl. n, p. 357, nota 3 ; più di recente, ZAHRNT, Delphi.. . , pp. 300-30 1 , ha proposto di spiegare la scarsa lineari là del passo in questione anunettendo che siano state inserite tardivamente nel testo sia la versione del finanziamento, sia la razionalizzazione dei moti vi spartani di intervento col riferimento al pericolo argivo, basato su uno spunto rinvenibile in Erodoto (infra, nota 72). Mercenari e Spartani convivono nello scolio a Dem. XXI 144 (ad 56 1 , 1 6 Reiske}, che pure deriva senza dubbio da una fusione particolarmente maldestra delle versioni erodoteo ed attidografica. 67 JACOBY, FGrHist 328 F 1 1 5 , lll b - Suppl. l, p. 453 e II, p. 363, nota 27; FORREST, The Tradition . . . , pp. 277-279 (che distingue la versione del prestito, facendola risalire a Clidemo - senza adeguato fondamento secondo ZAHRNT, Delphi. . . , p. 298 - , da quella dello storno, che deriverebbe da un mero fraintendimento del testo erodoteo a v 6 2 , da ascrivere ad Aristotele o al probabile tramite di Androzione) ; STAHL, Aristokraten . . . , pp. 1 25- 1 26. Ingegnosa, ma per molti versi macchinosa nel suo intento di vivisezionare le fonti, la rico­ struzione di K . H . KlNZL, Philochoros FGrHist 328 F I I 5 and Ephoros. Observations on schol. Pind. Pyth. 7. 9b, «Hermes» , 1 02 ( 1 974}, pp. 1 79- 1 90, che ravvisa in alcuni punti della tradizione tracce di un racconto unitario da ricondurre ad Eforo, e fa risalire a lui il motivo del sostegno economico come razionalizzazione della narra zione erodotea (ne pren­ de le distanze ZAHRNT, De/phi. . . , p. 299). " DE S ANcnS, A tthis, pp. 4 1 0-4 1 1 ; LÉvllQUE - VIDAL-NAQUET, Clisthène ... , pp. 39-40; K.L. N OETIIL IC HS, Bestechung, Bestechlichkeit und die Rol/e des Geldes in der Spartanischen A ussen- und Innenpolitik vom 7. -2. Jh. v. Chr. , « Historia», 36 ( 1 987), p. 1 39 e nota 47. Non ha più séguito la tesi di C .T. SELTMAN, A thens, its History and Coinage before the Persian Invasion, Cambridge 1 924, pp. 79 ss .. , raccolta poi dallo Jacoby in FGrHist 328 F 1 1 5 , III b - Suppl. n, p. 36 1 , nota 1 5 , che portava a far risalire gli esemplari di alcune monete di elet­ tro e di argento recanti il simbolo della triscele e le lettere t. ovvero > 79• Una volta conseguito, con l ' intervento spartano, l ' allontanamento dei tiranni, e realizzata, nel tormentato periodo che segui, l' instaurazione della democrazia da parte di Clistene e dei suoi, ritroviamo Delfi disponibile ed impegnata a consacrare la riforma clistenica tramite la scelta degli eroi eponimi per le dieci tribù attiche, che vennero sorteggiati dalla Pizia in una rosa di cento nomi preparati dagli Ateniesi; i quali dedicarono presso il santuario le statue di questi dieci eroi80• Come già era avvenuto per la legislazione soloniana, le nuove istituzioni ateniesi nascevano sotto gli auspici del dio di Delfi. Un indizio interessante a favore di un ulteriore pronunciamento delfico a favore della neonata democrazia ateniese si trova forse in un frammento di oracolo citato da Tucidide a proposito degli sconvolgimenti arrecati dal trasferimento della popolazione dell ' Attica all ' interno delle mura di Atene all ' inizio della guerra archidarnica: a 11 1 7 , l l o storico ateniese riferisce che i n quelle circostanze fu richiamato un oracolo di Delfi contenente l ' affermazione che TIE ÀapyL KÒV à pyòv a �E L ­ vov , «il Pelargico è meglio i nutilizzato>> . Senza analizzare ora i l contesto della citazione di Tucidide, e dunque il significato attribuito a questo emi­ stichio nel contesto delle polemiche sulla strategia difensiva periclea, inte­ ressa far luce sull ' occasione in cui l ' oracolo era stato originariamente rila­ sciato8 1 . Non è un caso, forse, che il riferimento alle che delimitavano l ' area in questione, situata sul versante nord-occidentale del­ l' acropoli, ricorra in modo sistematico ed esclusivo nelle fonti che danno notizia dell' assedio sublto dai Pisistratidi ad opera di Cleomene: Erodoto, l ' ' A9T]Va[wv TTOÀL TE L a , il Marmor Parium8 2 • Si tratta di una coincidenza

79 Sulla sottomissione dei perieci dei Tessali dopo il 5 1 4, ad opera di Scopa il giovane, e sulla datazione della tagia di Aleva a dopo il 5 1 0 cfr. SORDI, La lega tessa/a. . . , pp. 6 1 -65 . "' Resp. Ath. 2 1 , 6. Qualche dubbio legittimo si può nutrire sul numero di eponimi candida­ ti al sorteggio; cfr. U . KRON, Die zehn attischen Phylenheroen, MDAI(A) 5 . Beiheft, Berlin 1 976, pp. 29-3 1 ; E. KEARNs. The Heroes ofAttica, London 1 989, pp. 80 e 87; M . OslWALD, The Reform of the Athenian State by Cleisthenes, CAJP, 4 ( 1 992), p. 3 1 6; B. DEVEUN - M . KlLMER, What Kleisthenes Did, •Historia», 4 6 ( 1 997), p p . 1 3 - 1 4. Forse la Pizia non dovet­ te sorteggiare, ma semplicemente approvare i dieci nomi. 81 Sul rapporto tra l ' emistichio citato da Tucidide e l ' oracolo PW u, nr. l cfr. LGS, nr. 4, pp. 22-23 ; G NENC!, li •Pelargico• (Thuc. /l, 17 1 -3; Parke - Wormell, 'Delphic Oracle ', /l n. l) e la "zollll di rispeno " nelle città greche arcaiche, in AnAPXAI. Nuove ricerche e studi sulla MagiiJl Grecia e la Sicilia antica in onore di Paolo Enrico Arias, !, Pisa 1 982, pp. 3543, che ravvisa nel primo la lezione originaria del secondo; P. CAPPELLEITO , Pubblicazione e riusi di un oracolo (Or. Delph. l P. - W ), «SernRom», 2 (2000 ) , in corso di pubblicazione, che a ragione distingue tra varianti testuali in senso filologico e deliberati adattamenti cir­ costanziali di un testo o di una sua parte, come è invece il caso dell' oracolo in questione. 82 Her. v 64. 2 (TOÌ!S Tupcivvous QTTEP)'I'É VOUS È v To�Epà È À86vm ÈK M À4Jwv Kal

Ès oEi iJ.a �aÀovm E TTE L aE È KÀLTTEiv T�v ' EÀÀaoa , ÙÀÀà KaTa iJ.dvav­ TES" àvÉ axovTo TÒV È TTLOVTa È rrl T� V XWPTJV oÉçacr8aL 4• Di seguito, a VII 1 40- 1 43 , Erodoto racconta appunto la vicenda di questi oracoli terrifi­ canti ricevuti a Delfi dai messi ateniesi ufficialmente incaricati di consul­ tare il dio in vista del l ' i mminente invasione persiana: prima ancora che potessero formulare una domanda, la Pizia si era rivolta loro con terribili presagi di distruzione per la loro città e con l ' invito a fuggire verso i con­ fini della terra, abbandonando Atene5 • Turbati, i messi erano però riusciti, grazie al consiglio di un notabile di Delfi, Timone, ad ottenere come sup­ plici un nuovo responso, che apparve più mite (�TTLWTE pov : 1 44, l ) del precedente . In esso la Pizia ribadiva l ' impossibilità di alterare i decreti di Zeus, ma svelava come Atena avesse ottenuto che rimanesse salvo un muro di legno, il quale avrebbe difeso gli Ateniesi; invitava comunque nuovamente alla fuga, promettendo un' ulteriore occasione in cui sarebbe

' Il controllo tessalico dell' Anfizionia e di Delfi, evidenziato per gli ultimi anni del VI ed i primi del v secolo (cfr. supra, p. 52), dovette subire una battuta d' arre sto a seguito delle sconfitte subite dai Tessali a Ceresso ad opera dei Tespiesi e a Iampoli ad opera dei Focesi (datate al 484 da M . SORDI, Larissa e la dinastia a/evade, «Aevum,, 70 ( 1 996), pp. 40-4 1 ; cfr. anche EAD . , La lega tessa/a . . . , pp. 87-89; l a datazione al v secolo d i queste battaglie è peraltro controversa) . In quest ' occasione avrebbe avuto luogo la sconfessione a Delfi della Pizia Perialla in quanto corrotta da Cleomene, appunto in seguito ad un mutamento di linea politica dell' oracolo. Se come conseguenza di queste sconfitte i Tessali persero definiù va­ mente il controllo precedentemente acquisito sulla Grecia centrale, recuperarono invece rapidamente quello dei periec i, che si mostrarono solidali con loro nel corso della spedizio· ne di Serse, e di conseguenza quello del l ' Anfizionia. ' Her. vn 1 39, 5-6. ' Her. vn 1 40, 2 - 3 : w � É ÀE O l , Tt Kci8�o8E ; ÀL TTwv c!> " Ap � > . l:Upl ')'EVÈ> ii wa blWKWV. l TTOÀÀÒ 8È: KàÀÀ1 drroÀt:i TTUpyu}�aTa , KOÙ TÒ OÒV ol ov· l TTOÀÀOÙS 0' ci8avciTwv VT]OÙS �aÀ.:p!fl rrupi OWcru , / ol vUv l OpWn jl.:mJ�.:vm É crT�Kacr L , l O.: ( �m rraÀÀ6�.: vm , KaTà 0' ci KpoT , 74 (2000 ) , pp. 1 0- 1 6. L' i nterpretazione della narrazione erodotea delle guerre persiane nel suo insieme come una sincera apologia delfica costituisce il motivo conduttore dello studio di J. ELAYl, Le r6/e de / 'oracle de Delphes dans le conflict gréco-perse d 'après /es Histoires d 'Herodote, IA, 1 3 ( 1 978), pp. 93 - 1 1 8 ( / " partie) e 14 ( 1 979). pp. 67 - 1 5 1 (suite); l a tesi, i ndubbiamente valida nel suo nucleo fondamentale, viene però sviluppata, sulla base d i generic i accostamenti ed affermazioni di principio, sino ad affermare che Erodoto attribuisce a Delfi i l merito della v i ttoria greca, per i suoi oracoli incoraggianti, per il suo ruolo di coesione nei confronti dei Greci privi di un senso di unità nazionale, ed in ultima analisi in quanto Delfi è la fonte dei valori greci e specificamente dei valori demo­ cratic i i ncarnati da Atene che hanno costituito l ' elemento decisivo di superiorità nei con­ fronti dei barbari (cfr. spec. 14, 1 979, pp. 1 25- 1 3 1 e 1 49- 1 50). A parte i l semplicismo di una tale visione atenocentrica, � però immediatamente chiaro come una cosa sia ritenere che Erodoto veda rispecchiati e rappresentati i n Delfi i valori della c i v iltà e della pietà greca, ed u n ' altra, ben diversa, attribuire allo storico l a convinzione che l ' oracolo delfico abbia avuto un ruolo positivo ed insostituibile nell' ordine della causalità efficiente in ordine al conse­ guimento della vittoria sui Persian i . Con u n ' attenzione ben diversa alle sfumature del testo erodoteo, lo stretto legame tra struttura narra tiva erodotea e compimento degli oracoli è sot­ tolineato (ma a volte sovrai nterpretato) da CARRJÈRE, Oracles. . . , pp. 2 1 9-245. 16 È i l c as o di MACAN, Commento, p. 1 37 ; M . P. NILSSON, Cults, Myrhs, Oracles, and Polirics in Ancient Greece, Lund 1 95 1 (Gtiteborg 1 9862), pp. 1 25- 1 27 .

L'ISVASIONE PERSIANA

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con cui i Greci proprio a Delfi celebrarono l a vittoria e n e ringraziarono gli dèi; fu anzi proprio l ' Anfizionia delfica ad offrire una taglia per l ' uccisio­ ne di Efialte, i l traditore delle Tennopil i 1 7 ; inoltre, mentre non appaiono indizi diretti di un raffreddamento del l ' atteggiamento dei Greci nei con­ fronti di Delfi , sembra invece attestata una sostanziale continuità del ruolo di riferimento per l ' intera Grecia svolto dal santuario di Apollo e dal suo oracolo. In effetti, i Greci che credevano negli dèi e negli oracoli poteva­ no riscontrare come Apollo aveva sì predetto a tinte fosche le distruzioni portate dagli invasori , senza peraltro allontanarsi dal vero, ma aveva poi, con la sua assistenza e con il consiglio di invocare i venti , ottenuto la vit­ toria per il fronte greco, anche senza l ' aiuto degli Argivi e dei Cretesi, ai quali egli stesso aveva suggerito la neutralità. Un dato oggettivo di cui prendere atto è che Delfi non viene mai direttamente messa in discussio­ ne18. Agli occhi del l ' opinione pubblica greca, la voce della Pizia restava la voce di Apollo19 Se questa è la percezione che del comportamento dell ' oracolo poteva­ no avere i contemporanei, è d' altra parte necessario chiedersi quali intenti avessero effettivamente ispirato i pronunciamenti della Pizia che precedet­ tero ed accompagnarono il conflitto. Non è mancato chi ha sostenuto che Delfi avesse in realtà sposato la causa della resistenza greca, e che gli ora­ coli rilasciati agli Ateniesi fossero in realtà degli inviti ad affrontare l ' in­ vasore ; questa posizione, per quanto colga correttamente sul piano storia­ grafico la valorizzazione positiva del ruolo di Delfi compiuta da Erodoto,

" Her. VII 2 1 3 - 2 1 4 ; cfr. infra. p. 80. " In questo senso cfr. le considerazioni di H. B ERVE, Das delphische Orakel, i n Gesta/tende Kriifte der Antike, MUnchen 1 966', pp. 34-37. Evidenzia la «capacità di recupero» mostrata da Delfi dopo una condotta ambigua DAtJX, A thènes . . . , p. 44; cfr. anche PW, I, p. 1 77 H . BENGTSON, Themistokles u n d d ie de/phische Amphiktyonie, « Eranos•, 49 ( 1 95 1 ) , pp. 90-9 1 , sottolinea giustamente come l a « Volontà d i credere» da parte dei Greci l i portasse natural· mente ad accettare la correzione di rotta che Delfi s i affrettò a realizzare; l a sua proposta di interpretare l ' invio a Delfi delle offerte di ringraziamento per l a vittoria come un segno del­ l ' i ntento di placare l ' ira di Apollo che si era manifestata negli oracoli minacciosi non con­ vince però pienamente. Da un lato, Apollo è solo portavoce di Zeu s : a vu 1 4 1 , 3 il suo responso riferisce di Atena che cerca di ottenere indulgenza da Zeus olimpio; a VII 220, 4 il persiano Z�vÒç [ . . . ] E XE L �É voç : la divinità da placare sembrerebbe piuttosto Zeus, che qui d' altronde figura a sua volta come ministro del fato. Inoltre, nella narrazione di Erodoto non v i è traccia di questa osti l ità; anzi, anche Apollo Pizio deve difendersi dai barbari, ed i nfine gli Ateniesi sono artefici della vittoria greca �nà [ . . . ] 9Em)ç, «dopo gli dèi• (VII 1 39, 6): non c'è ragione di ritenere che a ridosso dei fatti una lettura religiosa della guerra dovesse risultare differente. 1 9 Sintetizza adeguatamente IMMERWAHR, Form. . . , pp. 235-236: «Ìn the Persi an Wars the sanctuary represents the Greek world fighting the barbarians [ . . . ] the idea that Delphi medi­ zed during the Persian War is un-Herodotean and in fact modem''·

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LA CriTÀ E l'ORACOLO

è, sul piano storico, chiaramente improponibile20• Con argomenti di mag­ gior spessore è stato affermato che la posizione di Delfi non era impronta­ ta ad un preciso proposito di sostenere la causa persiana, ma che consiste­ va semplicemente nell ' evitare di sbilanciarsi, grazie ad oracoli ambigui, in modo da non compromettere il proprio prestigio qualunque fosse l ' esito dello scontro2 1 • Altri hanno invece ravvisato un cambiamento pragmatico di indirizzo tra i primi responsi, pronunciati in vista di una vittoria persia­ na, e quello relativo ai venti , che sostiene Ja causa dei GrecF2• Il nodo fon­ damentale della questione, però, è evidentemente quello del l ' autenticità dei diversi oracoli in questione, che vanno discussi separatamente ; ed in particolare di quelli rivolti agli Ateniesi nella doppia consultazione, dalle caratteristiche indubbiamente peculiari, in cui ad un oracolo estremamen­ te minaccioso ne segue un altro dai toni meno cupi, con gli accenni al muro di legno e a Salarnina. Contro l ' autenticità di questi due oracoli, o quanto meno contro la genuinità del l ' intero loro testo, sono stati portati vari argomenti, che si inquadrano nel problema più generale di chiarire una serie di punti fonda­ mental i : anzitutto, il valore da attribuire ai riferimenti che, specialmente nel secondo oracolo, risultano come profezie effettivamente realizzate, per chiarire se si tratti di previsioni indovinate o di falsificazioni ex eventu ; inoltre, il significato che queste profezie dovevano avere, nella forma in cui furono originari amente prodotte, e l ' effetto che dovevano sortire, nelle intenzioni della Pizia e del clero delfico; gli eventuali retroscena della con-

20 Cfr. ELAYI, Le role. . . , 14 ( 1 979), pp. 67 - 1 5 1 ; EAD . , Deux oracles de Delphes: /es répon­ ses de la Pythie à Clisthène de Sicyone, et aux Athéniens avant Salamine, REG, 91 ( 1 979), pp. 227-230. Nello studio più generale, la Elayi confonde si stematicamente i l piano della

fede di Erodoto nell' oracolo delfico e della sua devota convinzione che gli dèi abbiano assi­ stito i Greci nello scontro con i barbari con quello dell' oggetti vo orientamento del clero del­ fico, dell'effettiva autenticità degli oracoli e delle intenzioni con cui essi furono pronuncia­ ti . Quanto agli oracoli d i Salamina, la studiosa, analizzandoli a partire dal presupposto di un deciso orientamento antipersiano di Delfi, finisce per stravolgeme letteralmente l ' interpre­ tazione; sicché l ' apertura iniziale del primo responso (w I' É ÀE m , TL Ka9�o9E ; .\trrwv .>.. à s M' ' OÀU�TTLOV È � t Àaaaa9m , / Àtacro�É VT] TTOÀÀOL a t Àoyot s K a l ��n8t TT U Kv fj ) ; si lascia però indurre a rivelare qualcosa di più (aol OÈ T68' a u n s E TTO.Acioos 1TOTL 1TTOÀl V l '( ,ou 1TUÀa tÒV a yKa8E V

>.a�wv �pÉTas· l Kà K, 75 ( 1 954}, pp. 369373. 37 Così S o R DI , La posizione d i D e /fi. . . , p p . 48-59; La lega tessa/a, p p . I 04- 1 08 . Abitual mente, l ' alleanza viene riferita in vece al momento successivo alla ri vincita ateniese di Enofita, quando, riacquistato il controllo di Delfi e sottomessa la Grec ia centrale, Atene era in grado di vincolare a sé Beoti, Locresi e Foce si con lo strumento di un' Anfizionia onnai spaccata (MERrrr , A thens . . . , 1 948, p . 3 1 4 ; ID., Athens . . . , 1 954, pp. 372-373; A.E. RAUBITSCHEK, Tht Peace Po/icy of Pericles, AlA, 70, 1 966, pp. 40-4 1 ; MEIGGS, The Athen ian Empire, p. 4 1 8 ; CASSOLA, Note . . . . p. 272, note 4 1 ) . Ma una simile posizione incontra soprattutto una diffi­ coltà, evidenziata da S ORDI , La posizione di Delfi ... , pp. 49-50: essa implica che Atene fosse in grado di controllare l' Anfizionia senza disporre di una maggioranza al suo interno. Dopo Tanagra, infatti, l ' alleanza tra Ateniesi e Tessali si infrange, e va a vuoto il tentativo atenie­ se di restaurare il potere degli Alevadi di Larissa riconducendo in pauia Oreste, il figlio del tago Echecratide (cfr. Thuc. 1 I I I . l ) . In /G 1 3 9 emerge che gli alleati non sono accomunati

LA PENTECONTAETIA

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spedizione spartana i n Grecia centrale ( a 1 1 07- 1 08 ) può dunque essere integrato con elementi importanti'8• Giunti in forze per appoggiare i Dori, solo dal controllo del santuario (per cui cfr. le Il. 8-9): la ripetuta menzione della Pìlea (Il. 6 ; 1 5 ) f a riferimento indubbiamente all ' attività istituzionale d e l sinedrio anfizionico. Appare improbabile, in effetti, che Atene potesse util izzare l' Anfizionia in mcxio plausibile solo in forza della propria influenza sulla Grecia centrale e servendosi di questa per decretare uni­ lateralmente l ' espulsione dall' assemblea anfizionica di almeno sette E evT'l su dodici (con­ tando i Dori, i Tessali ed i perieci dei Tessali, ed ammettendo che già esistesse e venisse mantenuta la rappresentanza dei Delfi). A causa dell' opposizione ateniese, un analogo pro­ getto spartano era fallito all' indomani delle guerre persiane; non sembra possibile ritenere che Atene, in assenza di un sinedrio comune alternativo all' Anfizionia come era stato quel­ lo di Corinto, fosse in grado di legittimare e gestire con credibilità una simile operazione, ed avesse in un simile contesto un interesse specifico a dare una veste anfizionica alla propria alleanza con Beoti e Locresi. Al contrario, ammettendo che l ' al leanza risale ad un momen­ to precedente alla battaglia dì Tanagra, quando gli Ateniesi, alleati dei Tessal ì , hanno garan­ tita la maggioranza anfizionica, si comprende perfettamente un atto come l ' espulsione dei Dori e dei Beoti a seguito del loro intervento di forza a Delfi; si spiega inoltre la specifica ragion d ' essere dell ' alleanza, in quanto au11�axla anfizionica, stipulata appunto in vi sta della rivendicazione dei diritti sul santuario (guerra sacra). Si può ancora obiettare che que­ sta datazione dell' epigrafe comporta la difficoltà di ammettere che i Tessali si mobilitino per difendere la posizione dei Foce si a Delfi (cosi ad esempio CASSOLA, Note. . . , p. 272. nota 41 ); ma una volta che si riconosce, come fa anche il Cassola. la realtà del controllo focese di Delfi al la vigilia dì Tanagra, ci si trova di fronte al dato ìndìscutìbile dell' appoggio fornito di fatto dai Tcssali alla politica ateniese anche sul versante anfizionico e della loro presenza a Tanagra, almeno inizial mente, in qualità di alleati ateniesi. Una cru�11axla anfizionica come quella riportata in /G P 9 non rappresenta dunque altro che un riconosci mento uffi­ ciale della politica che i Tessali evidentemente stavano comunque portando avanti . Cfr. anche infra, nota 39. Js L'attendibilità del racconto dì Tucidide è stata ampiamente discussa, special mente in rife­ rimento ai fini che gli Spartani si proponevano con questa spedizione, dal momento che le dimensioni del contingente proveniente dal Peloponneso come sono riferite da Tucidide ( 1 .500 spartiatì e 1 0 .000 alleati) sembrano sproporzionate rispetto al semplice obiettivo dì difendere la Doride dai Facesi. S i è pensato che sin dal l ' inizio Sparta avesse intenzione di intervenire in Beozia per sostenere Tebe, in particolare di fronte alla crescente importanza della rivale Tanagra ( B . H . FOWLER, Thucydides 1. 1 07- 1 08 and the Tanagran Federa/ 1ssues. «Phoenìx», I l , 1 957, pp. 1 64- 1 70); che puntasse, eliminato l ' i mpedimento costituito dalla rivolta dei Messeni, ad occupare la Grecia centrale per arrivare a minacciare da vicino l ' Attica (!.M. PLANT, The Battie of TaTUJgra: a Spartan 1nitiative ?. «Historia», 4 3 , 1 994. pp. 259-274); o che i numeri forniti da Tucidide non vadano riferiti al contingente proveniente dal Peloponneso, ma al complesso delle forze impegnate a Tanagra, in cui era certo com­ preso anche un contingente beotico (D.W REECE, The Bali/e of Tanagra, JHS, 70, 1 950. pp. 75-76). In realtà, si può considerare un motivo sufficiente per un tale dispiegamento di forze la volontà di non correre rischi allontanandosi dal Peloponneso, in vista di una prevedi bile reazione ateniese; alla prova dei fatti, la prudenza spartana si rivelò motivata (così ad esem­ pio HOLLADAY, Sparta's Role. . . , p. 59; J . ROISMAN, The Background of the Baule of TaTUJgra and Some Re/ated 1ssues, AC, 62, 1 993. pp. 69-85). D ' altra parte. non costituisce affatto un problema il silenzio di Tucidide su eventi di ri lievo in questo contesto come in tutto il rac­ conto della pentecontaetia, organizzato come una si ntesi essenziale, fortemente orientata in funzione della dimostrazione di un preciso assunto storiografico (la coerente evoluzione dello stretto bipolarismo Sparta - Atene sino allo sbocco nella guerra del Peloponneso). Per

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LA CITTÀ E L'ORACOLO

che erano in difficoltà nel fronteggiare un' invasione da parte dei Focesi, gli Spartani furono ostacolati , al momento di rientrare, dal controllo che gli Ateniesi esercitavano sia sui passi della Megaride sia sulle acque del golfo di Crisa. Trattenendosi in Beozia, furono spinti probabi lmente dai Beoti ad intervenire per togliere ai Focesi Delfi . La reazione ateniese fu così in grado di valersi del! ' autorevolezza del sinedrio anfizionico: in una pilea straordinaria Spartani e Beoti vennero espulsi dal i ' Anfizionia, e venne dichiarata nei loro confronti una guerra sacra, cui i restanti membri erano chiamati ad aderire39 Lo scontro tra i due schieramenti avvenne a Tanagra, dove si erano portati gli Spartani; essi ebbero la meglio sulle forze degli Ateniesi e degli alleati, grazie alla defezione della cavalleria tessalica, e furono in grado di guadagnare la via del ritorno, lasciando però gli alleati Beoti in una situazione precaria: di lì ad un paio di mesi, Atene riuscì a sconfiggerli ad Enofila, guadagnando il predominio nella Grecia centrale e ristabilendo attraverso i Focesi il controllo di Delfi .

u n a v alutazione equilibrata dell ' impostazione d e l racconto tucidideo della pentecontaetia e delle sue omissioni, cfr. PH.A. STADTER, The Fonn and Content of Thucydides ' Pentecontaetia ( 1.89-11 7), GRB S , 34 ( 1 993), pp. 35-72; ìn questa linea anche D. S E RTCAN . War Thukydides ein Liigner? Zur Vorgeschichte des Peloponnesischen Krieges, ((Hermes», 1 25 ( 1 997), pp. 269- 293 . " SORDI, La posdone di Delfi. . . , pp. 48-59; La lega tessa/a. pp. 1 04- 1 08 . ha proposto dì riconoscere nel decreto una proposta di alleanza bilaterale tra l ' Anfizionia, come proponen­ te, da un lato, ed Atene dal l ' altro; si tratterebbe in sostanza dunque della richiesta del l ' Anflzionia ad uno stato membro di farsi carico della conduzione delle operazioni mili­ tari una volta che la pilea aveva deliberato la guerra sacra. Una simile interpretazione può richiamarsi al parallelo del ruolo svolto da Filippo nella terza guerra sacra, ed al possibile precedente di Cli stene di Sicione, di cui Pausania ( I l 9, 6 ; cfr. x 37, 5 ) dice che «combatté con gli Anfizioni)) (av�noÀqJ.�aaç ' A �� L KTu 6m ) nella prima guerra sacra. Mi sembra però che quanto si può ricavare dai frammenti del decreto porti piuttosto a pensare ad una richiesta di adesione al la au�.qJ.axla anfizionica rivolta egualmente a tutti i membri del l ' Anfizionia che si riconoscevano nella pile a appena svolta. In questa direzione vanno anche le integrazioni del testo come sono generalmente accettate : alle Il. 4-9 si legge infat­ ti xcr [uv9Écr8m �È V TÈ V X]cruqJ.axlav (Ka8ci rrt: p hOL ÈK T� ç j nu\a [ a ç cin (ayy0,\oatv hcinacr]t Tol ç ' A��L [KTlocrl hol crrrt p �É ]n. acrn v T6 h [L t pO . Se, come credo, è questo il contesto del decreto, esso attesta quella che era probabilmente la procedura prevista nel caso di una guerra anfizionica, quando a seguito di una deliberazione dei delegati, in cui natural­ mente si manifestava la volontà pol itica della maggioranza dei membri, si chiamavano a rac­ colta le forze degli Anfizioni. I l fatto che Atene non occupi , almeno formalmente. un ruolo distinto dagli altri Anfizioni nell' ambito della cru� 11 a x i a è a mio parere un ulteriore ele­ mento a favore della collocazione del decreto alla vigilia di Tanagra ed in un contesto di guerra sacra: un' alleanza tra gli Anfizioni si comprende come .strumento di mobilitazione generale in vi sta di un obiettivo immedi ato molto più che come mezzo di controllo ideale di uno di essi sugli altri. Atene non aveva bisogno di un' Anfizionia deci mata per subordinare a sé ì Beoti ed ì Locresì. Per parte sua Roux. L "Amphlctionie . . . , pp. 45 -46 e 239-240, rico­ nosce giustamente in /G 13 9 la rati fica ateniese di una delibera anfizionica anteriore a Tanagra, ma prende le di stanze dalle integrazioni di Meritt e Wilhelm per riconoscervi una semplice alleanza difensiva per la protezione del santuario, destinata a non essere rispettata.

LA PENTECONTAETIA

93

Gli elementi di cui disponiamo non ci consentono evidentemente di ricostruire un esauriente quadro d' insieme degli eventi di questi anni ; alcu­ ni aspetti, però, emergono con chiarezza. L' alleanza tra Ateniesi, Tes sali ed Argivi trovava nel controllo tanto della maggioranza anfizionica quanto del santuario delfico un importante fonte di legittimazione sacrale ed uno strumento di rilevante importanza sul piano propagandistico oltre che, forse, economico. Questa sintonia con Delfi rivestiva con ogni probabilità per Atene u n ' i mportanza particolare, in funzione della sua portata panelle­ nica, in un momento di forte impegno politico e militare di affermazione della potenza ateniese. Un segno evidente di questo forte interesse atenie­ se è la sostituzione dei Delfi con i Focesi nell ' amministrazione e nella gestione del santuario: la presenza focese, attestata da Plutarco e Filocoro per il periodo precedente la battaglia di Tanagra, verrà ristabilita dopo Enofila e rimarrà quindi stabile per un decennio, salvo una breve parente­ si. Questo dato di fatto ha un rilievo singolarissimo, ed una portata che almeno in parte ci sfugge: l ' esautoramento dei Delfi dai compiti tradizio­ nalmente loro assegnati non poteva che derivare da un provvedimento anfizionico indubbiamente grave e straordinario; gli Ateniesi potevano certamente avere interesse ad affidare l ' importante compito di gestire il santuario agli alleati Focesi, che ad un tempo ne ve n i vano gratificati e garantivano un controllo sicuro sulle faccende del tempio; d ' altra parte i Tessal i , che in forza del loro peso in seno all ' Anfizionia potevano essere considerati come i principali garanti della legittimità anfizionica, erano tradizionali nemici dei Focesi, e difficilmente potevano vedere di buon occhio la loro presenza a Delfi40• Non siamo in grado di capire se il cam-

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Non sembra che una moti vazione sufficiente della presenza focese a Delfi si possa rinve­ nire nel relativo indebolimento del ­ ne di Thri, cfr. l ' acuta ricostruzione di G DE SENSI SESTITO, La fondazione di Sibari - Thurii in Diodoro, RIL, 1 1 0 ( 1 976), pp. 243-258, ripresa poi dalla stessa in La storia iraliora in Diodoro, •Critica storica», 25 ( 1 988), pp. 425-426. BUGNO, Da Sibari. . . , pp. 1 1 9- 1 2 1 , tende a sminuire la tendenza fi lopeloponnesiaca della tradizione confluita in Diodoro, ravvisan­ dovi una compresenza di elementi che evidenziano, almeno nella fase iniziale, il ruolo svol­ to da Atene. Egli stesso finisce per riconoscere, d' altronde, che su questi elementi si innesta un impianto narra tivo i cui protagonisti sono senza dubbio i peloponnesiac i .

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LA CITT À E L'O RACOLO

dal l ' influenza ateniese79• È dunque possibile che a seguito di questi fatti i l partito filopeloponnesiaco di Thri fosse interessato a diffondere u n a ver­ sione della deduzione della colonia in cui gli Ateniesi non apparissero gli unici partecipanti della prima spedizione con i S ibariti, ed in cui l ' autorità del dio di Delfi fosse intervenuta sin dal principio; motivo, quest ' ultimo, per inserire nel racconto della fondazione un oracolo attribuito ad Apollo80• Analogamente, la tradizione sulla fondazione di Anfipoli, avvenuta nel 437/6, non contiene riferimenti chiari ad una consultazione di Delfi. Polieno conserva un oracolo legato all ' evento, in cui si afferma che gli Ateniesi saranno in grado di superare le difficoltà che avevano portato al fallimento i precedenti tentativi effettuati nella zona solo se vi trasporte­ ranno dalla Troade i resti dell ' eroe Reso8 1 • L' ecista Agnone mette in prati-

79 LESCHORN, Grunder der Stadt. . . , pp. 1 37 - 1 39 ; M . MOGG I , Proprietà della terra e cambia­ menti costituzionali a Turi, in L 'incidenza dell 'Antico. Studi in memoria di E. Lepore, ed. A. STORCHI MARINO, I, Napoli 1 995, pp. 389 e 392. Un significativo parallelo si riscontra nel caso della colonia corcirese e corinzia di Apollonia: fondata attorno al 600 da Gilace di Corinto, legato al tiranno Periandro, aveva preso i l nome di Gylakeia; in seguito venne ribat­ tezzata Apollonia, e Pausania (v 22, 3-4) trova attestata, in una dedica del v secolo ad Olimpia, una tradizione per cui Apollo stesso aveva fondato la città. Probabilmente, il muta­ mento è legato ad un conflitto interno, da collocare forse in seguito alla caduta dei Cipselidi; la colonia si l iberò dell' ecista e ricevette il beneplacito di Delfi. Cfr. l . MALKIN, Wha t s in a Name ? The Eponymous Founders of Greek Colonies, «Athenaeum», 63 ( 1 984), pp. 1 241 25 . Per Turi A.J. GRAHAM, Colony and Mother City in Ancient Greece, Manchester 1 964, pp. 36-37 e 1 98 , tende a ridimensionare la portata negativa per Atene del pronunciamento delfico; ma sull' importanza attribuita alla figura dell ' ecista in questo tipo di colonie è sin­ tomatico il caso di Anfipoli, dov ' è attestato un culto eroico del fondatore, Agnone, quando questi è ancora in vita (cfr. M AL KIN , What s in a Name '. . . , pp. 1 25 - 1 27 ; HORNBLOWER, II, pp. 452-455), e dove l ' allontanamento dal l ' alleanza ateniese comporta la distruzione degli edi­ fici destinati a questo culto e la sostituzione di Agnone con Brasida (cfr. Thuc. v I l , l ; GE. PESELY, Hagnon, «Athenaeum», 67, 1 989, pp. 1 94- 1 98). 80 Non mi pare che una effettiva consultazione dell' oracolo al momento del l a deduzione s ia presupposto necessario per la pretesa delfica di riconoscere Apol l o come ecista (cosl, ad esempio, PARKER, Greek States . . . , p. 307): si può trattare della rivendicazione di un diritto del dio originariamente negato. Rapporti privilegiati tra Turi e Delfi sono attestati anche da un decreto della prima metà del IV sec . , e posteriore comunque al 373, in cui viene rinnova­ ta la TTPOflUVTE [a ai Turini, per cui cfr. É. BoURGUET, Sur la promantie des Thouriens, REA , 2 1 ( 1 9 1 9), pp. 77-90, e G R o ux, Une querel/e de préséance à Delphes: /es promanties des Tarentins et des Thouriens, ZPE, 80 ( 1 990), pp. 23-29. Per la prima concessione del privi­ legio, molto più che all ' occasione della fondazione (cosl invece J. Po n.wux, Promanties collectives et protocole delphique, BCH, 76, 1 95 2 , p. 487), sembra naturale pensare al momento in cui Apollo proclama se stesso ecista della città. 81 Cfr. Polyaen. Strat. VI 5 3 : T( 1TTE VÉWS' KTlcrcrOL TTOÀ.lmouv �u: ve a l E TE xWpov , l KOiJpOL

'AOT]va [wv; xaÀE TTÒv fiÈ Oewv èhe p U fl fl i V . l où yàp Oe acl>aT6v ÈCJTL , TTpi v èìv KOflLOTJT' Opai y: cosl HCT n, pp. 65-66; A. PoWELL , Thucydides and Divination, BICS, 26, 1 979, pp. 46-47); è stato peraltro messo in luce che rrpoo(ba indica una conoscenza certa, e non per congettura, e che i l suo riferimento naturale è in questo contesto la conoscenza soprannaturale dell' oracolo ( S . I . OoST, Thucydides and the lrrational: Sundry Passages, CPh, 70, 1 975, p. 1 88 , e sopranuuo N . MARJNATOS, Thucydides and Religion, Ktinigstein 1 98 1 , pp. 50-5 1 e Thucydides and oracles, JHS, 1 0 1 , 1 98 1 , pp. 1 38 - 1 40, ripreso con ulte­ riori argomenti da K.J. DovER, Gli oracoli in Tucidide, in Studi di filologia classica in onore di Giusto Monaco, t, Palermo 1 99 1 , pp. 306-307). In effetti, Tucidide qui non vuole svalu­ tare l ' oracolo in quanto tale, ma propome una efficace interpretazione alternativa. 1 1 Accenna ad una simile conclusione J . DE RoMILLY nella nota a Thuc. n 1 7 , 2 di THUCYDIDE, La guerre du Péloponnèse, livre Il, Paris 1 962, p. 92: l ' oracolo sul Pelargico • a dQ !tre utilisé contre Periclès, qui était à l ' origine de ce rassemblement dans la ville; et il y a peut-Stre là une cause supplémentaire à l ' i nsistance de Thucydide » . Credo che questa fon­ data impressione di lettura risulti notevolmente rafforzata dalle considerazioni qui svolte sullo sfondo di un' adeguata valutazione dell ' aueggiarnento di Tucidide nei confronti delle profezie (per cui rimando a GIULIANI, Erodoto, Tucidide . . . , pp. 1 6-20). 12 Cfr. A. PARRY , The Language of Thucydides ' Description of the Plague, BICS, 16 ( 1 969), pp. 1 1 5 - 1 1 6; MARSHALL, Pericles and the P/ague, pp. 1 63- 1 70. Non è condivisibile la tesi di H . TooLE, 'O �oq 1ÒS Twv ' A9T]vwv É pE L v lìÈ XP� Tà lìm�6vta àvayKa(ws Tci TE àrrò TWV TTOÀE �(wv àv­ lìpE (ws's. II collegamento tr a l ' occupazione d e l Pelargico, proibita da Delfi, e l ' ira di Apollo, divenuta manifesta nella peste, si può ravvisare anche nel­ l ' emendamento di Lampone al decreto sulle primizie eleusine, che contie­ ne nel corpo un riferimento diretto ad un oracolo delfico, e che va datato dea, non può ttovare appoggio nell' osservazione dello storico che i l male imperversava questo superamento dei limiti umani, ben più che finalizzato a richiamare un intervento divino, è strumentale all ' intento di sca­ gionare Pericle, come ha messo bene in luce i l Marshall nell' articolo sopra citato; Pericle stesso, a Thuc. u 64, l , definisce l ' epidemia rrpÉpuv Tà �ÉPTl TWv KaprrWv Kal rroteiv rrpòs- ��OS' Tà rrciTpt a . D' altronde, l ' intento celebrativo di Isocrate lo rende evidentemente testimone poco affidabile quanto al contenuto originario del l ' oracolo.

LA GUERRA ARCHIDAMICA

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ogni caso estremamente significativo, e costituisce un elemento di rilievo in ordine alla comprensione della nuova situazione creatasi al termine della guerra archidamica69• Alla luce di questi elementi, risulta interessan te esaminare i l testo frammentario di alcune iscrizioni in dialetto ed alfabeto attico rinvenute a Delfi, che appaiono estremamente affini tra loro e che risalgono alla secon­ da metà del v secolo70• Si tratta di due regolamenti relativi alla destinazio­ ne delle parti delle vittime dei sacrifici e di un testo inciso solo parzial­ mente, il cui senso complessivo è irrecuperabile, ma che si lascia identifi­ care anch' esso come un regolamento cultuale. Nei tre testi ricorre la men­ zione dei prosseni, i cittadini di Delfi che svolgevano la funzione di punti di riferimento per le diverse città consentendo l ' accesso al l ' oracolo; due volte viene citata la dodecaide, un insieme di dodici sacrifici che in età imperiale darà il nome alle processioni pitiche degli ateniesi e che sembra dunque caratteristico di un contesto attico-delfico7 1 • Se effettivamente alla fine degli anni venti ebbe luogo una ripresa dei pellegrinaggi a Delfi da parte ateniese e tornarono ad effettuarsi, dopo vari anni di interruzione, le processioni delle pitaidi, è perfettamente plausibile che proprio in quel­ l ' occasione si avvertisse l ' opportunità di riformulare e rinnovare i tradi­ zionali regolamenti sacrali che presiedevano alle relazioni tra Atene ed il santuario pitico. La ricerca di una solenne ufficializzazione dei nuovi rap-

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Altri indizi disponibili non aggiungono nulla di sicuro o significativo al quadro ora trac­ ciato. Apollo Pizio ricorre come destinatario di un sacrificio in un regolamento di culti ate­ niese datato attorno al 42 1 (l.SCG I l , l. 1 3 ) . Non sembra d ' altra pane possibile ricavare indicazioni sicure dal frammento superstite di un decreto con cui viene istituito un tributo per un culto di Apollo in Atene (IG t' 1 3 8). In linea puramente ipotetica, ha pensato ad Apollo Patroo s THoMPSON, Buildings . . . , p. 1 1 3 nota 7; ha proposto Apollo Pizio R. ScHLAIFER, Notes on Athenian Public Cults, HSCP, 5 1 ( 1 940), p. 235 e nota 2 ; lo Jameson, in /G t ' 1 3 8 , ha ipotizzato c o n maggior fondamento c h e si trani di Apollo Liceo. Un probabile tenninus ante quem è il 434, data l ' assenza di riferimenti ai tesorieri degli altri dèi (cfr. /G t' 52). In ogni modo, non è certamente possibile basarsi su questi testi epigrafici (IG t' 1 3 1 , 1 37 , 1 38 , oltre a /G t ' 7 , c h e in reallà è alquanto anteriore) per avvalorare la tesi di u n a continuilà e normali là di rapporti tra Atene e Delfi negli anni attorno alla guerra archidarnica (cosl inve­ ce DAUX, AtMnes et Delphes, p. 47). In effeni, ciò che un testo come /G t ' 1 3 1 mostra, ben­ ché in positivo, è piuttosto una discontinuità i n tali rapporti. ,. C/D 1 4 ( = FD m 2, p. 224, nota 2 = l.SCG Suppl. 40 C); 1 5 ( = FD m 2, p. 224, nota 2 = l.SCG Suppl. 40 B ) ; I 6 ( = FD m 2, nr. 1 94 = l.SCG Suppl. 40 A ) . Il Sokolowslti (in l.SCG Suppl . , p. 39) li attribuisce alla fine del v - inizio IV secolo, senza entrare nel merito del pro­ blema cronologico; il Bousquet ( CID 1, pp. 1 5 - 1 6) lascia apeno con deliberata prudenza l ' in­ tero arco della seconda melà del v secolo. Naturalmente, la validità dell ' interpretazione qui proposta è subordinata all ' e ventualilà di una datazione più precisa in base a criteri stretta­ mente epigrafici. 7 1 Prosseni: CID 1 4, 7 ; 5 , 4; 6, l . Dodecaide: C/D 1 4, 6 ; 6, 6 ; si tratta delle uniche attesta­ zioni del termine in elà classica, oltre ad una terza che ricorre nel cippo delfico dei Labiadi (CID I 9 D). Sulla dodecaide cfr. FD m 2, pp. 62-70.

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LA cmÀ E L'ORACOLO

porti che si manifesta nei decreti ateniesi contemporanei trova dunque anche a De1fi un possibile, interessante riscontro72. Alcune indicazioni interessanti provengono anche dal repertorio ico­ nografico della ceramica attica. Nell ' ultimo terzo del quinto secolo Apollo prende a comparire in numerose scene mitologiche dove in precedenza non era attestato; nell' ultimo quarto le raffigurazioni del dio, prive in pre­ cedenza di una localizzazione precisa, vengono molto spesso connotate in senso delfico73• Particolarmente interessante risulta una pyxis raffi g urante Latona e la palma, Artemide, Apollo, Delos sull' omphalos, Ermes, il tri­ pode: una sintesi delfico-deliaca che risponde evidentemente ad un preci­ so intento programmatico, e che va probabilmente assegnata alla fine degli anni venti, nel clima di rinnovata intesa che accompagna e segue l ' i nter­ vento delfico a favore del rimpatrio dei Deli74• Significativa, in questo senso, è anche la rappresentazione di una processione da Atene a Delfi e della presentazione del piccolo Ione in un fregio del portico settentrionale dell' Eretteo". Alla luce di queste considerazioni, risulta particolarmente interessante esaminare da vicino le clausole della tregua del 423 e della pace del 42 1 relative ai santuari panellenici, ed in particolare a Delfi . A rv 1 1 8 Tucidide riporta il testo della tregua; esso si apre, in modo evidentemente significa­ tivo, proprio con gli accordi relativi a Delfi (v 1 1 8, 1 -3 ) : questi stabilisco­ no che chiunque vuole dev ' essere in grado di accedere al tempio e di con­ sultare l ' oracolo di Apollo Pizio senza inganno e senza timore, secondo le norme tradizional i : TTE pl �È v TOU L E pou K a l T O U �UVTE L OU T O U ' ATTOÀÀWVOS' T O U nue[ ou, 8oKEL ��LV XP�08m TÒV �OVÀO� E VOV à8oÀWS' KUt Ò8EWS' KUTÒ TOÙS' TTUTplOUS' VO­ �OUS' .

n

In questa prospettiva diventa possibile anche u n ' interpretazione analoga del regolamento sulla teoria di Andro (cfr. supra, p. 1 23 e nota 44) : se esso va attribuito a questi anni, è forse più probabile che testimoni una ripresa delle processioni, successiva ad un periodo di inter­ ruzione, piuttosto che non una continuità di rapporti anche nel corso della guerra archida­ mica. 73 Cfr. H . METZGER, Les répresentations dnns la ceramique attique du W siècle, Paris 1 95 1 , pp. 1 68- 1 86 e speci almente 1 85 - 1 86. " ARV2 1 277, 22. H . GALLET DE SANTERRE, A thènes, Dé/os et De/phes d 'après une peinru­ re de vase à figures rouges du V' sièc/e avanr J. - C , BCH, 100 ( 1 976), pp. 29 1 -298, data la pyxis tra il 440 ed il 430; S HAPIRO, Arhena ... , p. 104 e nota 29, indica il 425 e la collega con l ' avvio della costruzione del tempio ateniese a Del o. Sembra più naturale pensare ad un momento non anteriore all ' oracolo delfico su Delo de1 42 1 . " É. DELEBECQUE, Euripide e r la guerre du Peloponnèse, Paris 1 95 1 , pp. 227-228, arriva a ravvisarv i una ripresa intenzionale del trattamento euripideo del mito di Ione nella tragedia omonima (per cui cfr. infra, pp. 1 67 - 1 7 7 ) .

LA GUERRA ARCHIDAMICA

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La decisione, ratificata dagli Spartani e dagli alleati presenti (TOL S' c!; u � ­ � ci x m s TOL S' rrapouow), sarà d a questi annunciata a Beoti e Focesi, che si cercherà di persuadere affinché vi aderiscano. Segue quindi la dichiara­ zione di un impegno comune per ricercare e punire i colpevoli di una non meglio precisata violazione delle ricchezze del dio, conclusa con un ulte­ riore, solenne richiamo alle usanze avite : TTE pl lìÈ TWV X P TJ �ClTWV TWV TOU 8EOU È TT L � E ÀELCJ8at OTTWS' TOÙS' OOL KOUVTUS' E Ùp�cro�E v . òp8ws Kal !i L Ka t w s To"i s rraTp [ m s v6�ms xpw�E vm , Kal Ù�EL S' KaL ��ELS' KaL TWV aÀÀwv oi �OUÀO�E VOL , TOL S' TTUTpt O L S' v6�0LS' XPW�EVOL TTclVTE S' .

L' anno seguente, la tregua verrà rinnovata sino ai giochi pitici'6: s i tratta forse di un ulteriore indizio del rilievo caratteristico attribuito proprio a Delfi in questa fase. Riprese le ostilità, si arriva infine nel 42 1 alla pace di Nicia, che conferma la garanzia dell ' accesso a Delfi senza timore esten­ dendola agli altri santuari comuni, ed aggiunge una clausola a tutela dell' in­ dipendenza politica. econonùca e giuridica di Delfi in particolare (v 1 8 , 2): TTE pl � È v Twv iE pwv Twv KOL vwv , 8UE L v KaL l é vm Kal �avTEuE CJ8m Kal 8EWpELV KUTÒ TÒ TTaTpLa TÒV �OUÀO�E VOV KUL KUTÒ yijv KUL KUTÒ 8aÀUCJCJUV alìE W S' . TÒ lì ' L E pÒv KaL TÒv VEWV TÒv È v M Xcj>o"i s TOU ' Arr6XXwvos Kal �E Àcj>oùs , aÙTov6�ous e i vm Kal aÙTOTE ÀEL S' KaL aÙTolìl Kous Kal aÙTwv Kal TijS' )'fìS' TijS' É U UTWV KUTÒ TÒ TTclTpl U .

Appare evidente che l a prima clausola della tregua del 423 è una conces­ sione spartana alle richieste ateniesi, e che nel noi che vi viene impiegato (&oKEL � �i v ) vanno riconosciuti appunto gli Spartani77. In questa prospet­ tiva, peraltro, richiama l ' attenzione la coppia di avverbi ÙOOÀWS' Kai à&E w s : se il secondo è perfettamente coerente con la misura descritta, volta a garantire la sicurezza per i pellegrini diretti a Delfi, tanto che si ritrova nel corrispondente passaggio del trattato del 42 1 , non si può dire altrettanto per à&oÀw S' . L' assenza di malizia sembrerebbe un requisito necessario per ogni devota consultazione dell ' oracolo, ed in tal senso l ' e­ spressione nel suo complesso è forse una formula abituale per indicare le dovute condizioni soggettive ed oggettive del ricorso al dio78• In ogni caso

76 Thuc. v l .

n Cfr. al proposito la val ida analisi di ZEn.HOFER, Spana . . , p. 67 e nota 3 1 , e HoRNBLOWER, Il, p. 363. " In questo senso ZEn.HOFER, Spana . . . , p. 68, intende a OOÀw ' EHcioos É a T ( a v 88• Dopo i mutamenti che si intuiscono vagamente al termine degli anni venti , non sembra possibile scorgere altri eventi significativi della storia di Delfi per la restante parte del secolo, né fatti specifici che intervengano in qualche modo a segnare le relazioni del santuario con la città di Atene.

86 Il richiamo del 42 1 all ' autonomia giudiziaria dei Delfi, se effettivamente fa riscontro ad una situazione concreta realizzatasi nel passato recente. potrebbe in questo senso anche segnare la fine di una situ azione straordinaria in cui i responsabili delle violazioni in que­ stione erano stati sottoposti ad un giudizio a c ura di autorità esterne (rappresentanti delle rroÀE L >, ydp ovvero w•, 95 ( l %7 ) , p. 269; WINNINGTCN-lNGRAM, The Second Stasimon . . . , p. 1 22 ; VAN ERP TAALMAN KIP, Some Reflections. . . , pp. 78-79; D.A. HESTER. Oedipus and Jonah, «Proceedings of the Cambridge Philological Society», 203 ( 1 977), pp. 4 1 -4 3 ; J . JouANNA, Oracles et devins chez Sophocle, in J.-G HEINTZ (ed . ) , Oracles et prophéties dans l 'antiquité, «Actes du Colloque de Strasbourg>> ( 1 5- 1 7 juin 1 995), Paris 1 997. pp. 3 1 1 -3 1 3 . Per una diversa visione della solidarietà del coro con Edipo cfr. comunque U . ALBINI, /l coro ne/l "Edipo re ', '(( Dioniso», 5 5 ( 1 984-85). pp. 1 09- 1 1 4 .

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LA cm À E L'ORACOLO

ispirano l ' intera vicenda. Un problema difficile nasce però quando si cerca di applicare queste considerazioni al testo della seconda strofa, che mette conto riportare per intero 1 2 • E l BÉ n S' ÙTT É pOTTTa XE p ­ aì v � ÀO'Yifl rr o p E un m . dLKUS' acjlof\T]TOS' oÙOÈ Bat iJ.OVwv lUìT] aÉflwv, KaKa v t v E ÀOLTO IJ.Ot p a , OUC1TTOTIJ.OU x ci p t v XÀLOOS', E L 11� TÒ KÉ pOOS' KE pBavE[ OL KULWS' Kal T�w àcrÉ rrTwv E pt E Ta L , lì TWV a8L KTWV E � E Ta t IJ.UTQ(wv. T L S' ETL TTOT' È v ToLC18' av�p 8u1J.OU �ÉÀT] E u /;nat L)J uxà> a iJ. v vn v ; E l yàp al T o t a ( BE rrpa/;HS' T L IJ. L a L . T( BE[ IJ.E xopE un v ;

II fatto che questi versi trascendano l a situazione drammatica concreta sembra essere indicato proprio dalla chiusura della strofa, che contiene un richiamo metadrarnmatico alla danza stessa del coro, come atto religioso e come simbolo dell ' i ntera messa in scena tragica nel suo valore civico più elevato 1 3 • In effetti, l ' augurio di sventura dei vecchi di Tebe (KaKa v t v É!Àm TO IJ.O'i pa , contrapposto alla IJ.O'i p a positiva d e l v . 8 6 3 ) si rivolge ad una figura i cui tratti vanno oltre quelli del tiranno stigmatizzato nei versi precedenti , mentre d ' altronde non si lasciano ricondurre facilmente al per­ sonaggio di Edipo 1 4 • La spiegazione più correntemente proposta dai com" I vv. 892-893 (Ttos (s. v. ) richiama il luogo in cui ebbe luogo il giudizio tra Atena e Poseidone ed è quin­ di riferita a TÒ lepà Kal a9l KTa ; cfr. Cratin . fr. 7 K.·A. Il riferimento in questione a TWV d9l KTwv, al v. 89 1 dell ' Edipo re, viene invece normalmente inteso in senso generico (cfr. LSJ, s. v. a9lKTOS), ed avvicinato in questo ad un passo dell'Agamennone eschileo (vv. 372373: oam s à9( KTwv xaplS 1 1TaTo19' ). È però estremamente interessante notare che Eschilo

parla di quanti camminano sulla bellezza delle realtà intoccabili. Il Fraenkel (Aeschylus Agamemnon, u, Commentary on 1 - 1 055, Oxford 1 950, p. 195) osserva che il verbo 1TaTE1v usato transitivamente equivale in Eschilo semplicemente a profanare, e cita, oltre al passo in questione, Ag. 957, 1 1 93, 1 35 7 ; Cho. 642; Eum. 1 1 0. A pane Ag. 957, che non mi pare del tutto pertinente ( Agamennone dichiara la sua intenzione di camminare sulla porpora), le altre occorrenze coincidono nel valore traslato di contaminare con dispreu.o; esse però sono accompagnate da avverbi che sottolineano la metafora (Ag. 1 356-7 : KÀÉ OS 1 1TÉ OOl 1TaTouv­ TES; Eum . l IO: 1TclVTa TauTa ÀÒ� òpw 1TaTOUI'E va ; Cho. 64 1 -642: TÒ l'� 9É I' l S yàp où l ÀÒ� 1TÉ Bov 1TaTOUI'Evov, in un contesto corrotto), mentre in Ag. 1 1 93, dove non vi sono simili avverbi, il complemento oggetto (e ùvcis) è sufficientemente concreto e ... calpestabi­ le da dare esso stesso corpo al l ' i mmagine. Dunque, quanto meno non è possibile escludere che, oltre ad esprimere con forza il disprezzo con cui viene compiuto l' atto, il verbo in que­ stione si accompagni in senso proprio all' oggetto a9lKTa, e che quindi quest' ultimo abbia come accezione privi legiata il riferimento ad un'area sacra. Nel passo sopra citato dell ' Edipo a Colono è esplicita l ' equivalenza di a9L KTOV appunto con oùx ciyvòv 1TaTEL V ; questo, credo, è il senso anche d i Ag. 372-373 e dunque d i Oed. Tjl r. 89 1 .

LA TRAGEDIA ATTICA

1 49

si va col provocatorio rifiuto di recarsi presso i grandi templi di Apollo e di Zeus e t �� Tcilìe XE L p68e t KTa rruatv ciw6ae L �poTo'i s . Un bersaglio della polemica sofoclea è stato ravvisato effettivamente in Alcibiade, da parte di quanti ammettono per l ' opera una data posteriore alla spedizione ateniese in Sicilia". A questo personaggio ricondurrebbe la XÀL8� del v. 8 8 8 ; soprattutto, il richiamo al rispetto verso le 8m �6vwv E 8 T] , intese come immagini degli dèi, è stato inteso come un esplicito rife­ rimento alla sacrilega mutilazione delle erme avvenuta in Atene nel 4 1 5 19. Questa proposta ha però alcuni limiti. Da un lato, infatti, essa presuppone una datazione relativamente bassa della tragedia, in contrasto con gli ele­ menti sopra analizzati che sembrano piuttosto orientare verso il decennio precedente. Dall' altro, poi, essa si raccomanda in forza della possibilità di interpretare nel modo citato alcuni elementi della strofa in esame, ma non ha alcuna connessione strutturale con il complesso del l ' opera, né con il resto dello stasimo20• Ammettendo invece che la rappresentazione sia avvenuta nel corso della guerra archidamica, è possibile considerare l ' ar­ ticolarsi della tragedia alla luce degli elementi acquisiti nel capitolo prece­ dente ; ne deriva di conseguenza, in particolare, la possibilità di ravvisare nello stasimo in esame delle allusioni alla violazione dei templi, delle aree sacre e della zona del Pelargico avvenuta all ' inizio del conflitto. Le espres­ sioni di Sofocle relative all ' assenza di rispetto verso le dimore degli dèi (ou8È 8m �6vwv E8T] aÉ�wv) e all ' empietà di chi non si tiene lontano dalle aree consacrate (�� [ . . . ] TWV aaÉ TTTWV E p/;ETat , � TWV a9L KTWV E /; E Ta L � a n;i ( w v ) sembrano richiamare la circostanza storica descritta d a Tucidide a 11 1 7 , l , allorché l ' evacuazione dell' Attica comportò in Atene l ' occupazione di ni TE È pij � a Tijs rr6Àews [ . . . ] Kal Tà l e pà Kal Tà � pciìa mivm rrÀ�v Tijs G KpOTTOÀE WS Kal TOU ' EÀEUOLVLOU Kal e'( TL aÀÀO �E�a(ws KÀIJOTÒV � v . TO TE lleÀapyt KÒv KaÀOIJ � E vov TÒ urrà T�v a Kp6rroÀ t v , o KOL È mipa T6v TE � v � � O L KEiv Kal TL K O L nu8t KOU �OVTE LOU a KpOTE ÀEUTLOV [ . . . ] 8tE KWÀUE [ . . . ] , o � w s u rr à Tijs rr a p a x p fì � a d v a y K TJ S È/;�KE KOL KOT�OÉ 08E KTO VEl V , l XPDO�o[�ou d n v · l e p�Jla a ' ci 46

rro�uaTovos Oilìt rr6oa lìwJ!aTa �L rroiia' ��a· ' Ept vus . .. V v. 5-7: [ . . . ) Jl.€ [ . . . ] 1 Alapav TTGT�P Ol OWOL Tchotci . l Aive1v o ' àvdyKT) TaUTa · TaVTEU9EV 8€ XP� l rrpdaanv a �oi pa ZE Vs T ' E KpavE cr o U TTÉ p l . Altrettanto forti i giudizi sul deprecabile atto d i Apollo nei vv. 1 296- 1 297 e 1 30 1 - 1 302. Cfr. CONACHER, Euripidean Drama . . . , pp. 209-2 1 0 ; GUARDI, La polemica . . . , pp. 1 4- 1 5 ; soprattutto, le lucide considerazioni di BASTA DoNZELLI, Studio sull 'Elettra . . . , pp. 1 83-225. " Cfr. vv. 28-3 1 , 1 63- 1 65 , 1 9 1 , 285-287, 328-33 1 , 4 1 7-420 (in cui comunque Oreste è inten­ to ad assecondare Menelao), 5 9 1 -599, 954-956 . .. V v. 1 666 - 1 670: w Aol;( a llC1VTE L E , awv 9EC1TTlC11lclTWV où l)JE UOOilQVTlS ticre' ii p' àÀÀ'

É TTJTUI!OS. ( . . . ] àÀÀ' EÙ TEÀEL T a l , TTElC101lal BÈ C10L S À6y0l .Àa.>.wvooç, ma proprio in quanto tale si può ritenere che fosse preesi stente, almeno come ver­ sione secondaria. Euripide non istituisce esplicitamente un legame tra Apollo Pizio ed Apollo rraTp4Joc;, ma di fatto ne evidenzia le potenzialità propagandistiche nei confronti degli alleati di Atene (cfr. i vv. 1 5 8 1 - 1 5 88). Cfr CO>IACHER, The Paradox. . . , pp. 24-25 , ed Euripidean Drama, pp. 270-273: W ALSH, The Rhetoric. . . pp. 3 1 0- 3 1 1 : DE SCHlJITER, Le eu/te . . . , pp. 1 1 7- 1 20. � ·1 Sui problemi connessi con la rappresentazione della parodo e con l ' interpretazione dei soggetti descritti, cfr. V.J . RosrvACH, Earthboms and Olimpians: rh e Parodos of the 'fon ' , CQ, 27 ( 1 977), pp. 284- 294 ( n o n convincente, peraltro, n e l l a proposta di interpretare il ricorrere di miti che narrano della vittoria degli dèi olimpici su esseri ctonii come prefigu­ razione della vittoria di Apollo su Creusa); P. GHIRON- BISTAGNE, La parodo dello 'Ione · di Euripide: interpretazione, fun:.ione, , 55 ( 1 984-85), pp. 237 -246 (utile per lo sta­ tus quaestion is). M I segni di riconoscimento lasciati da Creusa nella cesta in cui abbandona Ione sono una stoffa raffigurante una gorgone, due serpenti dorati, un ramo dell ' ulivo sacro del l ' acropoli che ri mane miracolosamente verde. Alla festa data a Delfi da Ione, riconosciuto come figlio di Xuto, sulla porta della tenda viene posta una statua di Cecrope ( v v. 1 1 6 1 - 1 1 66). " Per la costante valorizzazione della figura di Atena cfr. tra gli altri , i vv. 8-9, 2 1 1 , 452458, 987- 1 003, 1 297, 1 478, 1 528- 1 529, 1 553- 1 6 1 8 . g6 Il coro chiede a Ione se veramente il tempio di Febo racchiuda il !J. � cr oç Ò).J.4>a\Òç , e Ione ri sponde (v. 224): GTf � � aaL y' È VOUTOV. a � >, 37 ( 1 902), pp. 258-270: à 114>l 8È yopyW . che cerca di riportare il verso di Euripide in linea con la nota i mmagine dell' ÒIJ.4>a\Oç affiancato dalle aquile. " Vv. 1 1 1 1 - 1 1 1 2 , 1 2 1 9- 1 226, 1 250- 1 25 1 . " Vv. 1 6 1 1 - 1 6 1 3 . Non a caso LORAUX, Les enfants . . . , pp. 209-2 1 2, arri va a ravvi sare nello Ione una sostanziale identificazione dello scenario delfico in cui si svolge l ' azione del dram-

LA TRAGEDIA AITIC A

1 75

dramma, attraverso la valorizzazione del legame tra Apollo ed Atena, la rivelazione di quello tra Ione e Creusa, l ' evocazione (sul piano simbolico e dell ' atmosfera) ed i l recupero e consolidamento finale (sul piano del l ' in­ treccio) di quello tra Delfi ed Atene, appare orientata alla rappresentazio­ ne, in chiave positiva, di una sostanziale solidarietà attico-delfica. Una dimensione celebrativa e propagandistica è dunque indubbiamen­ te presente nello Ione. Essa si fa più marcatamente scoperta nel discorso di Atena, la quale tratteggia a nome di Apollo il futuro dei discendenti di Ione, destinati a popolare le Cicladi e le terre al di là dell ' Egeo, mentre i figli di Xuto e di Creusa saranno i progenitori dei Dori e degli Achei89 ; ma è ravvisabi le in tutto lo svolgimento del dramma, e non può dunque esse­ re ridotta ad un elemento secondari o ed accessorio. Queste considerazioni impediscono, a ben vedere, sia di ridurre lo Ione ad un dramma dominato dal puro gusto del l ' intreccio, sia di ritenere che dal complesso della trage­ dia la figura di Apollo, così strettamente riassoc iata ad Atene, emerga seriamente e definitivamente squalificata. Si giunge invece al l ' esito fina­ le, alla conciliazione indubbiamente positiva e stabile tra Apollo e Delfi da un lato, Creusa ed Atene dal l ' altro, grazie all ' intervento di Atena ed alla rivelazione del l ' identità di Ione, attraverso un percorso in cui appare chia­ ramente come ad entrambe le parti vadano riconosciute ragioni e limiti. Creusa ha misconosciuto la benevolenza di Apollo, spingendosi fino ad odiar lo ed a tentare un' empia vendetta, per essere infine costretta a ricre­ dersi. D ' altronde, la sua ignoranza della verità era stata voluta dal dio stes­ so, che sino all ' ultimo l ' aveva mantenuta all ' oscuro della sorte del figlio; Apollo, che pure, come Atena si premura di sottolineare, KaÀwS" [ ... ] rravT' E rrpa�E (v. 1 595), è dunque stato indirettamente causa del dolore e del­ l ' avversione di Creusa; il suo interesse alla riservatezza, lo stesso che lo porta a fornire a Xuto un oracolo fal so, nasce dal desiderio di tenere nasco­ sta l' al axuv!] della sua avventura con la donna90: tutto questo, così come viene presentato da Euri pide, si può forse riconoscere come suo diritto di abitante dell ' Olimpo, ma non lo si può certamente ascrivere a suo merito. La vicenda dello Ione è insomma vicenda di errori ed equivoci che porta­ no ad una contrapposizione destinata a ricomporsi, col venire alla luce della verità, in una si ntonia definitiva.

ma con lo spazio civico di Atene stessa; si tratta però. mi pare, di una semplificazione ecces­ siva: la tensione creata dal rapporto di alterità e di non-appartenenza tra l ' ambiente di Delfi ed i personaggi ateniesi (Creusa. il coro, il vecchio servitore, il messaggero) è al contrario una molla imponante del meccanismo drammatico. che solo al la fine della tragedia. al momento ormai della panenza di Creusa e di Ione, si scioglie in una conciliazione definitiva. " V v. 1 5 8 1 · 1 594. "' Per l " al oxuv� del dio. cfr. il v. 367.

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LA CITIÀ E L' ORACOLO

Nel tentativo di dare un ' interpretazione complessiva della tragedia, questa valutazione d ' insieme sul l ' intreccio va integrata con le considera­ zioni già esposte sul l ' abbondanza di elementi tesi ad evocare l ' idea di u n ' u nità tra il mondo attico e quello delfico. L' unità ritrovata nell' epilogo tra Apollo e Creusa, tra Delfi ed Atene ha un suo corrispettivo nel l ' atmo­ sfera del l ' intera tragedia, a partire dal festoso ingresso del coro intento ad ammirare le meraviglie del tempio. Risulta a questo punto estremamente suggestiva l ' ipotesi per cui nell ' opera va forse ravvisato non solo un rife­ rimento ad una situazione attuale di felice intesa con Delfi, ma anche la rievocazione del periodo di tensione che l ' aveva preceduta. La dolorosa vicenda di Creusa poteva richiamare agli Ateniesi la passata convinzione del l ' ostilità del dio di Delfi, maturata anche in base ad un oracolo inaffi­ dabile rilasciato ad altri, come avviene con Xuto nella tragedia; il rifiorire delle relazioni con il santuario pitico e la solenne dichiarazione di Apollo che al termine della guerra archidamica si era rivelato come È � TJ Y TJ T� $ ' A6Tj v a ( o t s 9 1 si ri specchiavano nella conclusione dell ' opera, c o n l a s u a ritrovata certezza della benevolenza d i Apollo, d i o progenitore degli Ioni. Evidentemente, non si tratta di leggere lo Ione come una sorta di allegoria della storia ateniese recente, ma di cogliervi l ' intenzione generale di evo­ care all' attenzione degli spettatori, tramite il mito, determinate realtà del­ l ' attualità. Questa specifica intenzione emerge forse anche da alcune battute del primo dialogo tra Ione e Creusa, in cui la donna espone la propria situa­ zione come se si trattasse di quella di una sua arnica, nell ' intento di otte­ nere un oracolo sul destino del bambino abbandonato. Creusa offre una motivazione a prima vista singolare per difendere il proprio diritto ad avere una risposta da Apollo: egli siede sul tripode comune della Grecia 9 2• Questa battuta sembra riferire per un momento la freddezza del l ' oracolo nei riguardi di Creusa non solo o non tanto alla sua vicenda personale, quanto alla sua provenienza ateniese, peraltro ampiamente sottolineata in precedenza e vivacemente apprezzata da Ione nel corso del medesimo dia­ logo93. È dunque possibile che Euripide avesse in mente, ed intendesse segnalare in modo un po ' più esplicito in queste prime battute del dramma, un sostanziale parallelismo tra il silenzio di Apollo nei confronti di Creusa e l ' atteggiamento di quel l ' oracolo delfico che all' inizio della guerra aveva sollecitato l ' insorgere del &op t a KÒ$ TTOÀE �os94 e che aveva avallato la

" Cfr. T G 13 1 3 7, 11. 4-5 (supra, pp. 1 27- 1 29). " V v. 365-366: [IONI nwt KWv Kat pWv ' I$L KpciTouç 5taTpl ­ �ovToç TTt pl K6pKupav �ETà vauTt KiìS' 6uvci �EWS' Kal ti.wvucrlou ToU I:upaKocr(wv OuvcicrTOU TTÉ �4;avTOS' EÌS' ' OÀU\J-TTlav Kal fiE À$OÙS' àyci:À�QTQ ÈK xpucroU Kal È ÀÉ ­ cPavTOç' 5t5t � l 0upy�Éva TTEPL TUX�lV Tal e; Ko�((oucr t v aÙTà vaucrl v O ' Icbt KpciTT)S' Kal KpaT�aaç aù-:-Wv 8tETTÉ \l4JavTo npòç TÒv Ù�IJ.OV ÈTTE pwTWv Tl XPTÌ TTpciTTE L V ; oi 5 ' ' A8T)vatm npocrÉ Ta�av aim� \l� T à TWv 8tWv È � E Tci(t L V , ÒÀÀÒ crKOTTEl v OTTwç TOÙS' OTpaTLuJTaç Ùta8pÙ)J E L . ' Jc!> t KpciTT]S' �ÈV oÙv ÙTTOKOUcraç TQ 56y�aTL T�S' TTOTpl 60S' È Àac!>upoTTWÀT)OE TÒv TWv 8t:Wv KÒcr �ov · 6 8È TVpavvoç Òpytcr8E l s- To'i ç ' A8T)va [ O l ç ( ­ ypm!Jt TTpÒS' OÙTOÙS' È TT t OTOÀ�V TOL Ql)TT)V. fi.L OvtJcrLOç' ' A8T)Va (wv T '(ì �OUÀ'J] Kal TQ 5�\l4J tÙ \J-È V npciTTE L V OÙK È m T�ÙE LOV iaTL ypciE L V , ÈTTEÌ TOÙS' 8EOÙS' Kal KOTÒ )'�V Kal KaTà 8ciÀaTTav i t pocruÀE'iTE Kal Tà àyci:À�aTa oà E L S' àvci8t cr t v Uq,' � 11 Wv To'i ç 8to'i ç ÒTTEG70Àj.J.ÉVa napt À61J.EVOL KQTE K&!JOTE KOÌ TTEpl TOÙS' \J-E)'( OTOUS' TùJV 8EWV �GE ��KQTE , TTEpl TÒV ' ATT6ÀÀWVO TÒV È v dt À4>ol ç Kal TÒV ti,( a TÒV ' QÀUIJ.iTLOV.

1 82

LA Cm À E L'ORACOLO

Spartani , il contesto della narra zione continua e l ' atteggiamento nei con­ fronti del tema del sacrilegio focese permettono di individuare per questo passo la fonte di Diodoro in Demo filo, che aveva completato l ' opera sto­ rica di suo padre Eforo con un libro sulla terza guerra sacra7• D ' altronde, il medesimo episodio è narrato da Senofonte nelle Elleniche, mentre un passo del xv libro dello stesso Diodoro ed uno scolio al Panatenaico di Aristide ci permettono di risalire al racconto della vicenda come si trova­ va in Eforo'. Le versioni di Eforo e di Senofonte concordano nel descrive­ re come Ificrate, impegnato nel 373/2 intorno a Corcira per rintuzzare le iniziative spartane in quell' area, intercettasse e catturasse senza colpo feri­ re nove triremi siracusane inviate da Dionigi 1 in appoggio a Sparta contro Atene9• In entrambe ricorre, inoltre, il tema del finanziamento alla flotta ateniese: secondo Diodoro, a questo scopo gli equipaggi delle triremi, fatti prigionieri, furono venduti 10; nel racconto più dettagliato di Senofonte, il solo comandante siracusano, Crinippo, fu destinato alla vendita - e si sui­ cidò per il disonore -, mentre il resto dei prigionieri fu lasciato andare in cambio della promessa di un riscatto, lasciando in ostaggio agli Ateniesi dei Corciresi; Ificrate ottenne invece i fondi necessari per l ' immediato

7 Per l ' analisi delle fonti di Diodoro nel racconto della terza guerra sacra, cfr. l ' esauriente analisi di M. SORDI, nell ' introduzione a DIODORI S 1cuu Bibliothecae Liber Sextus Decimus, Firenze 1 969, pp. XIV-XXXIII; a proposito del passo in questione, ibi, pp. 1 00- 1 0 1 . La dipen­ denza integrale di Diodoro dalla fonte cui egli attinge anche per i capitoli precedenti e seguenti è resa ancor più manifesta dal commento al l ' episodio appena narrato (57, 4), in cui tra l ' altro l ' accenno all ' abitudine spartana di consultare Delfi TTE pl TWv � e y l aTwv E n Kal vvv va con ogni probabil ità riferito al 1v secolo di Demolilo e non all ' epoca di Diodoro. 8 Cfr. Xenoph. He/1. VI 2, 33-36; Diod. xv 47, 7; FGrHist 70 F 2 1 1 (Eforo); cfr. anche Polyaen. m 9, 55. C . BEARZOT, Platone e i "moderati " ateniesi, Milano 1 98 1 , pp. 1 3 2- 1 35 , ha fatto chiarezza sulla identità d e i fatti narrati n e l frammento di Eforo c o n quelli riponati da Diodoro e Senofonte nei passi citati, nonostante alcune confusioni operate dallo scolia­ sta ad Aristide. Da questo filone della tradizione va necessariamente distinto il racconto delle statue di Dionigi, che va fatto risalire a Demofilo; le differenti versioni non possono essere acriticamente fuse, come fa invece D . M . L EWI S , Sicily, 4 / 3-368 B. C. , CAH', 6 ( 1 994), p. 1 50. ' La cronologia della spedizione di lficrate a Corcira è discussa. Essa ha inizio nel luglio­ agosto del 373 per V.J . GRAY, The Years 3 75 to 371: a Case Study in the Reliability of Diodorus Siculus and Xenophon, CQ, 30 ( 1 980), pp. 3 1 5-326; all " apenura della buona sta­ gione del 372 per G. CAWKWELL, Notes on the Peace of 3 7514, «Historia», 12 ( 1 963), pp. 8586. La divergenza dipende almeno in pane dal significato da dare al la notizia di [Dem.] IL 9 per cui lficrate avrebbe presenziato al processo intentato a Timoteo, sollevato dal l ' incari� co di guidare una squadra navale a Coreica, ed a cui era subentrato lo stesso Ificrate : se si ammette che quest' ultimo abbia assistito solamente alla fase preliminare, si può alzare con il Gray la sua panenza al 3 7 3 . 1 0 Diodoro fornisce, per il ricavato della vendita, la cifra di 6 0 talenti ; lo cons idera attendi­ bile GRAY, The Years . . . , pp. 324-325 .

LE LOTIE PER L' EGEMONIA

183

imponendo tributi a Cefallenia { 2 , 3 8 ) 1 1 • Il tema della necessità economica

è dunque comune sia all a versione di Demofilo, sia a quelle, sostanzial­ mente avvicinabili, di Eforo e Senofonte, ma combinato nei due casi con circostanze che risultano incompatibili tra di loro : diversa è infatti la desti­ nazione del convoglio siracusano ( aiuto militare agli Spartani per Eforo e Senofonte, trasporto di doni votivi a Delfi per Demofilo), e diversa è la fonte di finanziamento che esso offre agli Ateniesi (il ricavato dal riscatto o dalla vendita dei prigionieri , ovvero il metallo prezioso delle statue). Inoltre, il racconto del l ' invio di una flotta da guerra siracusana era colle­ gato in Eforo, come si può comprendere dal testo dello scolio ad Aristide, con il tema della minaccia rappresentata da Dionigi per la grecità conti­ nentale e per la stessa Delfi, nei riguardi della quale erano attribuiti al tiranno programmi di conquista1 2 ; ben diversamente rispetto a quanto si poteva leggere in Demofilo, dalla cui narrazione degli eventi di Corcira emergeva invece la figura di un Dionigi devoto benefattore di Olimpia e di Delfi. II carattere aneddotico della risposta del l ' assemblea ateniese ad Ificrate in Diodoro (xvi 5 7 , 2: 1.1.� Tà Twv 9Ewv È � E Ta(E L v , ànà crKo­ TTE'iv orrws Toùs crTpanwTas 8ta9pÉ t)JE L ) e della lettera inviata da Dionigi, oltre alla funzione polemica che la narrazione sembra assolvere nel contesto del racconto derivato da Demofilo 1 3 , orientano decisamente a riconoscere come falsa la notizia del sacrilegio ateniese 14; essa è evidente­ mente il frutto di una deliberata deformazione operata sulla notizia della cattura del convoglio siracusano, già caratterizzata, benché in forma origi­ nariamente diversa, dal tema del l ' arbitrio ateniese in ordine al sostenta­ mento della flotta. II santuario pitico torna a comparire come elemento di rilievo sullo scenario delle relazioni interstatali greche, in una forma gravida di conse­ guenze per lo sviluppo delle vicende di Atene, a seguito delle distruzioni causate nella zona di Delfi da un grave terremoto; il sisma, verificatosi nel 373, aveva dato luogo ad uno smottamento e ad una frana per effetto delle 11 Il racco nto di Senofonte sembra obiettivamente più attendibile. Nel duro trattamento riser­ vato a Crinippo va probabilmente vista una ritorsione per l' analoga sorte di cui era stato vit­ tima in Siracusa Platone : cfr. M. SORDI, Dionigi 1 e Platone, in Miscellanea Manni, VI, Roma 1 980, pp. 201 9-2020 (ora in La dynasteia in occidente, Padova 1 992, pp. 87-88). 12 Per il tema dei progetti aggressivi verso Delfi attribuiti a Dionigi 1 cfr. L. B RACCESI, Grecità adriatica, Bologna 1 9771, pp. 1 90- 1 9 1 ; BEARZOT, Platone ... , pp. 1 3 1 - 1 32; A. GIULIANI, Dionigi l , Sparla e la Grecia, RIL, 1 28 ( 1 994), p p . 1 6 1 - 1 62. 1 3 Cfr. in particolare Diod. xvi 57, 4. 1 • Oltre a queste considerazioni, va tenuto in conto che un eventuale invio di statue prezio­ se a Delfi da parte di Dionigi avrebbe dovuto evidentemente precedere la notizia della distruzione del tempio, avvenuta nel 373. La difficoltà di individuare con cenezza il momen­ to del l ' arrivo di Ificrate a Corcira (cfr. supra, nota 9) non permette comunque di attribuire valore cogente a questo argomento.

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LA cmA E L'ORACOLO

quali lo stesso tempio di Apollo risultò danneggiato in modo irreparabile1 s . Si rendevano necessari ingenti lavori d i sgombero e d i ricostruzione, che richiedevano uno sforzo finanziario destinato a coinvolgere l ' intera Grecia. Il primo accenno a questo impegno si può rintracciare nel raccon­ to senofonteo dei fatti immediatamente successivi al congresso di Sparta del 37 1 , concluso con il rinnovo di una pace generale da cui erano rimasti esclusi i Tebani , dal momento che non era stata accolta la loro pretesa di giurare a nome di tutta la confederazione beotica ottenendo così il ricono­ scimento del l ' egemonia sulla regione 16• Di fronte all ' assemblea spartana che, ternùnato i l congresso, delibera sul comportamento da tenere nei con­ fronti dei Tebani, lo spartiata Proto propone di richiamare - KaTà Toùs opKous - l ' esercito che si trovava in quel momento in Focide agli ordini di Cleombroto e di inviare messaggeri alle varie città chiedendo contribu­ ti volontari per la ricostruzione del tempio; solo dopo aver compiuto que­ sti gesti, assicurandosi così il favore divino e non urtando la sensibilità delle città, sarebbe risultato opportuno promuovere una mobilitazione con­ tro i Tebani, in quanto violatori del principio dell ' autonomia". Prevalse invece l ' opinione di quanti caldeggiavano un intervento immediato ; Cleombroto dalla Focide fu inviato contro Tebe con un ultimatum e venne sconfitto a Leuttra. Il significato della presa di posizione di Proto va inteso senza dubbio anche in rapporto alle delibere del congresso panellenico appena conclu­ so. Nella proposta di richiamare Cleombroto è esplicito il richiamo ai giu­ ramenti conclusivi del congresso, e dunque una sostanziale preoccupazio­ ne legittimistica, che contenga le iniziative di Sparta nell ' ambito del ruolo, in sé autorevole e riconosciuto, di garante della pace appena concordata.

" Cfr. Plut. Mor. 434 c ; FGrHist 239 F A7 1 (Marmor Parium) ; Macrob. Sat. m l, 6. Sul fenomeno sismico e sui danni da esso derivati cfr. PW, l, p. 2 1 4 ; J . BousQUET, La recon­ struction du tempie d 'Apollon à Delphes au IV' siècle av. Jésus-Christ, in Comptes et inven­ taires dans la cité grecque, «Actes du colloque intemational d' épigraphie• (Neuchll.tel, 23 au 26 septembre 1 986, en l ' honneur de J . Tréheux), Neuchàtel - Genève 1 988, pp. 1 7 - 1 9. 1 6 Sul congresso di Sparla del 371 cfr. in particolare T. T. B. RYDER, Koine Eirene. Genera/ Peace and Local lndependance in Ancient Greece, Oxford 1 965, pp. 63-70 e M. JEHNE, Koine Eirene. Untersuchungen zu den Befriedungs- und Stabilisierungsbemiihungen in der griechischen Poliswelt des 4. Jahrhundens v. Chr, Stuttgart 1 994, pp. 65-74, il quale peral­ tro non si sofferma sul dibattito a Sparla che segue il congresso. 1 7 Xenoph. Hell. VI 4, 2 : OlOÀU11 ol t: cr9m TOUS' TE 8eOÙS' E Ù�E VEO'TC)TOUS' elvm KGÌ. TàS' 1T6ÀE L S' �KLO'T ' èiv èix9t:cr8m . La presenUL di

Cleombroto nella Focide, a difesa dei Focesi contro i Tebani, è già attestata da Senofonte per il 374 a VI l , l (cfr. anche VI 3 , l ) ; è comunque probabile che non si sia protratta tanto a lungo senza soluzione di continuità.

LE LLKTUOVWV Xlhl­ OLS TUÀciVTOLS KUTUOLKUOclVTWV Ol AaKEOUliJ.OVLOl OLÒ TÒ 1J.Éye90S TOU ocj>>.�IJ.aTos OIJ.OLas To'ls cllwKeiiat Tàs àrrocj>ciaELs ÈrrotoiivTo.

Risulta dunque evidente che è trascorso un determinato lasso di tempo tra la prima condanna a Sparta e l ' inasprimento dell ' ammenda, databile con sicurezza, insieme con la multa inflitta ai Focesi, alla pilea della primave­ ra del 356, l ' ultima prima dell' occupazione focese del santuario. Sembra improbabile che questo intervallo sia stato molto ridotto, dato l ' elevato ammontare della multa: per quanto si voglia riconoscere alla condanna un valore essenzialmente propagandistico, una scadenza vistosamente troppo ravvicinata avrebbe tolto credibilità alla stessa misura giudiziaria. Il ritmo quinquennale attestato per le scadenze della contemporanea capitazione può orientare piuttosto in direzione di un termine analogo, e riportare quindi alle pilee del 3 6 1 o del 36637• A queste considerazioni si aggiunge greca e macedone nel XV/ libro di Diodoro, RIL, 65 ( 1 932), pp. 523-543, e sostenuto di recente da M.M. MARKLE, Diodorus ' Sources for the Sacred War, in I. WORll!INGTON (ed.), Ventures into Greek History. Essays Dedicated to N.GL Hammond, Oxford 1 994, pp. 4369. Un'analisi complessiva della problematica in F. LANDUCCI GATilNONJ, Duride di Samo, Roma 1 997, pp. 1 70- 1 89, che riconosce una relativa attendibilità all ' i potesi di Diillo. " Cosl SORDI, La fondation . . . , pp. 49-52, che indica giustamente come più probabile il con­ testo del 366. Colloca nel 357 le misure nei confronti di Spartani e Facesi G CAWKWELL, Philip and the Amphictyonic League, in M . B . HATZOPOULOS - L.D. LoUKOPOULOS (eds . ) . Philip of Macedon, London 1 980, p. 82.

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un' altra indicazione interessante rinvenibile nel testo diodoreo. In esso ricorre infatti, sia a 23, 2 che a 29, 2, il riferimento ad un AE uKTptKÒS" TTOÀE I!OS : una denominazione che deve risalire allo stesso Diodoro, come mostra il suo ricorrere in entrambe le versioni del duplicato, e che in effet­ ti risponde pienamente alla consuetudine del compilatore di individuare con analoghe denominazioni i conflitti che in qualche modo egli riconosce come cronologicamente circoscrittibilP8• L'espressione stessa ed il suo contesto impediscono di considerarla come riferita al solo episodio della battaglia di Leuttra, e di ritenere dunque che essa indichi semplicemente il 37 1 come terminus post quem39• In effetti, Diodoro conosce un intero con­ flitto che si presta perfettamente alla denominazione di AEuKTpt KÒS" TTOÀE­ llDS" , e di cui individua la fine proprio nella pace comune che egli colloca ne/366/5. Sotto quest'anno, a xv 76, 3, Diodoro scrive infatti : •A11a &è TOUTOLS TTpaTTOI!Évots o Twv llEpcrwv �acrtÀEÙS ÙTTO• (che peraltro egli ascrive, a mio parere erroneamente, alla fonte di Diodoro) non sia da leggere in funzione del 371, ma dichiara insolubile la questione di quale limite c ronologico fosse attribuito al conflitto.

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LA CriTÀ

E L'ORACOLO

siamo di fronte ad una interessante conferma dell' Qpportunità di datare questa iniziativa antispartana ai primissimi momenti in cui Tebe iniziò a promuovere la propria centralità panellenica attraverso l' Anfizionia40• In effetti, le rimostranze da parte tebana per il colpo di mano spartano del 382 non erano una novità. Isocrate, nel Plataico, ne attesta il signifi­ cativo rilievo per la fine degli anni Settanta41. È naturale pensare che il controllo dell' Anfizionia fornisse ai Tebani la possibilità sia di dare corso ad un vecchio rancore, sia di ottenere in un' autorevole sede panellenica una evidente sanzione del definitivo tramonto del ruolo egemonico di Sparta ed una esemplare condanna dei metodi da essa praticati; si trattava, in definitiva, di una mossa propagandistica di grande valore simbolico. Rimane da chiarire, peraltro, un punto importante: il titolo in base al quale gli ieromnemoni potevano essere chiamati ad esercitare la loro giu­ risdizione sulla faccenda della Cadmea. Una generica violazione della pace vigente non rientrava, in effetti, nelle competenze specifiche del sine­ drio anfizionico; evidentemente, i Tebani impiegarono per i loro scopi l ' a­ zione di Febida proprio perché essa poteva essere ricondotta ad una fatti­ specie utile42• La maggior parte delle fonti antiche, riferendosi alla presa '" Queste considerazioni rendono in ogni caso insostenibile la posizione di J . B ucKLER, Thebes, Delphoi and the Outbreak of the Third Sacred War, in Lo. Béotie antique (Lyon Saint-Étienne 1 983) Paris 1 985, pp. 242-244 e Philip Il. . . , pp. 15- 1 7 , il quale identifica arbi­ trariamente la fine del AeuKTpt KÒ> rro�qws diodoreo nella pace del 3 62, escludendo cosi date anteriori (un errore analogo commette C.D. HAMILTON, The Early Career of Arr:hidamus, «Classica! Views>>, 26, 1 982, p. 1 9). Il Buckler procede quindi ad escludere la possibile data del 361 in quanto calcolata sulla base delle scadenze della capitazione, men­ tre il ritmo dei versamenti imposti ai Focesi al termine della terza guerra sacra, che seguiva quello delle singole pilee, fornirebbe un termine di paragone più attendibile; inoltre, nel 3 61 i Tebani non avrebbero avuto motivi concreti per accusare gli Spartani, a differenza di quan­ to avvenne nel 3 57, quando (nella ricostruzione del Buckler) i Delfi accusarono i Focesi per la coltivazione della terra sacra e chiesero aiuto ai Tebani, fornendo loro un' occasione per aggiungere all 'iniziativa dei Delfi il loro attacco nei confronti di Spana. Rimandando a suo luogo (infra, pp. 208-2 1 3 ) la trattazione dei problemi relativi all ' accusa di coltivazione della terra sacra rivolta ai Focesi, si può sin d' ora osservare che le modalità dei pagamenti focesi dal 3 43 in avanti sono ancor meno pertinenti al caso in questione, dal momento che quelli sono concepiti come un progressivo risarcimento dei danni causati al santuario, necessaria­ mente diluito nel tempo, mentre il caso di Sparta è quello di un' amme nda. Inoltre, sfugge completamente i l nesso di opportunità politica stabilito dal Buckler tra quella che egli ritie­ ne la richiesta delfica di sostegno in sede anfizionica contro i Focesi e la decisione tebana di accusare gli Spanani ; quest ' ultima avrebbe infarti quanto meno avuto il prevedibile risulta­ to di rispamùare ai Focesi il rischio di isolamento. •1 Isocr. XIV 1 9: i Tebani Aa Kt:&aqJ.ovlwv �È v KOTll)"Opoiimv, On TT)v KaB�t: l a v KOTÉ­

Àa�ov KOÌ. poupàs t:ls TàS rr6ÀHS Ka9laTaaav , mhoì. &' où Q>UÀaKas t:lcrrrÉ �rrov­ Tt:S, ÒÀÀà TWV �ÈV Tà T f ( XTl KOTOO'KciTTTOVTf S' ( ... ) .

" Inquadra bene il problema JEHNE, Formen . . . , p. 3 48 e nota 1 99, che però propone solu­ zioni a mio parere non pienamente soddisfacenti: una fattispecie a noi ignota contenuta nel­ l ' originale giuramento anfizionico o una forma di violazione delle Tesmoforie tebane (cfr. infra, nota 48).

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spartana della Cadmea, si soffenna unicamente (com ' è naturale) sul carat­ tere di arbitrio e prevaricazione legato all ' improvvisa occupazione milita­ re di una città da parte di chi , teoricamente, svolgeva il ruolo di garante di una pace fondata sul principio dell ' autonomia43• Qualcosa in più sembra però aggiungere un cenno di Plutarco (Agesi/. 23, 3), con l ' osservazione che cl>m�(oac; ifpyov EÌpyciaaTo BE LvÒv Èv arrovoa'ic; Kat EÌp�vu T�v Kalì�E(av KaTaÀa�wv; ed in una direzione analoga porta il testo di Giustino (vm l, 5 ) che riassume l ' accusa tebana in questi termini : ELÀETo ... L' integrazione fc < po­ IIV�IIovwv] risale a l K.irchhoff: si trana probabilmente d e l presidente di t u rn o d e l sinedrio

degli ieromnemon i . Andronico è nuovamente attestato come naopo proveniente da Crannon nel 3 3 0: cfr. C/D II 119, l . 1 9. " Syll ' 175, Il . 23-24. "' Cosl già POMTOW, Eine delphische ardae > . . . , pp. 92-93 . In effetti, colpisce che la misura presa nei confronti di Asticrate e dei suoi venga attribuita nel decreto ateniese ad una per­ sona concreta, per quanto significativa e rappresentativa potesse essere la funzione della presidenza del sinedrio in situazione ordinaria. Il decreto della �ouÀ� , che contiene l 'abi­ tuale indicazione di rrpoaa y [e1v ' AaTu . . . , pp. 95-96, seb­ bene nel contesto di una Delfi divisa tra filofocesi ed antifocesi; contra, BucKLER, Thebes, Delphoi. . . , pp. 239-240; Philip Il. . . . p. 1 3 , che scarta il collegamento con Tebe come inne­ cessario proprio in funzione dell ' ipotesi di una caratterizzazione filofocese del gruppo. " Tebagora: C/D D 38, Il. 7-8; 42, Il. 7-8; 74 1, Il. 24 e 6 1 ; 74 D, l . 16. Asopodoro : C/D n 72, l . 2 ; 96, l . l; 97, 1. 5 5 ; 1 1 9, l . 38. 6 7 Syll.' 1 76; FD rn 4, 375. Nel l ' iscrizione sopravvivono le tre prime lettere del nome del­ l ' arconte (Mva -) , che riconducono a Mnasimaco, e dunque al 360/59. J . BoUSQUET, Études sur /es comptes de Delphes, Paris 1 9 8 8 , p. 24, nota 1 6, ha avanzato dei dubbi su questa data­ zione generalmente accettata, ritenendo più probabile che il decreto di rrpOflGVTE [a vada collocato prima del 363: porterebbero in questa direzione sia considerazioni di ordine palco­ grafico non meglio precisate, sia l ' opportunità di collocare il provvedimento «au temps de la préponderance thébaine, avant ou après Leuctres, en tout cas avant Mantinée et la mort d' Eparninondas>>. Non posso pronunciarmi quanto al primo aspetto; quanto al secondo, però, è evidente che, se da un lato risulta difficile parlare di «préponderance thébaine• a Delfi addirittura prima della battaglia di Leuttra, dal l ' altro la morte di Eparninonda non fu avvertita affatto dai contemporanei come lo spartiacque che segnava la fine del ruolo ege­ monico di Tebe. " Diodoro, a XVI 24, 4, riporta che Filamelo, appena impadronitosi di Delfi, fece uccidere Toùs SpaKLOas KaÀou�É vous TWv AE À4>Wv È vavnov�Évous e rassicurò il resto della popolazione affermando che non sarebbe avvenuto nulla di male ad alcuno. Nei componen­ ti di questo gruppo gentilizio, che rappresentava un oppositore for1ie solo potenziale della

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resistenza o di opposizione intrapresa da questo gruppo nei confronti della politica anfizionica e delfica del fronte tessalico-tebano poteva motivare un intervento ufficiale delle autorità del l ' Anfizionia; al tempo stesso, si comprende la posizione ufficiale di Atene, attestata dal decreto in onore di Asticrate e dei suoi, che sconfessa come illegittimo il provvedimento anfi­ zionico, contrario insieme alle leggi dell' Anfizionia ed a quelle di Delfi. In definitiva, mi pare che questa ipotesi renda meglio ragione sia della natu­ ra della sanzione che colpì il gruppo di Asticrate, sia del fatto che gli esuli si recarono ad Atene, come della piena, quasi entusiastica solidarietà che vi trovarono69• Dalla vicenda di Asticrate emerge dunque, per quanto si può conclu­ dere con cautela in base alle fonti, una particolare sensibilità ateniese per il tema del controllo tebano dell' Anfizionia e del santuario delfico. Da parte di Atene sembra manifestarsi uno specifico interesse ad arginare l ' in­ fluenza tebana su questo organismo panellenico, evidentemente dotata di un reale riscontro politico-propagandistico. Una possibile, interessante conferma per questa ricostruzione è connessa con l ' alleanza che Atene sti­ pulò nel 3 6 1 /0 con il Kmv6v tessalico, che veniva così sottratto all ' in­ fluenza tebana e si affiancava alla città attica nella lotta contro Alessandro di Fere 70• Tra i magistrati federali chiamati a giurare per parte tessalica

presenza focese in Delfi. sono stati ravvisati gli esponenti principali del partito •antifocese•, ed i responsabili dell'esilio di Asticrate e dei suoi (PoMTOw, Eine delphische > focese, il passo diodoreo evidenzia alcuni elementi parti­ colarmente significativi: la natura personale, e non .pubblica, della respon­ sabilità della coltivazione dei terreni consacrati 1 1 ; l ' e sistenza di una natu­ rale solidarietà tra le vittime della condanna anfizionica, le prime a volere l' occupazione di Delfi ed il proseguimento del conflitto ; il personale, diretto coinvolgimento di Onomarco nel processo anfizionico. Sebbene questi fatti risultino attestati in un contesto potenzialmente tendenzioso della narrazione diodorea, è però a mio parere determinante il fatto che essi

doto•; il BucKLER. Philip 11 . . . • p. 1 9 . afferma l ' impossibilità di collegare in modo soddisfa­ cente con lo scoppio del conflitto l ' episodio riportllto da Aristotele, e conclude che •be has obviously exaggerated its importance to suit his own theories of state» (le teorie sullo stato di Aristotele consistono, in questo caso, nella constatazione che contese private possono causare crisi più ampie) . Un tentativo di impiegare il dato di Aristotele nel contesto di una ricostruzione coerente è stato operato da R . LAQUEUR, Mnaseas, RE xv-2 ( 1 932). coli. 22482249. il quale ipotizza che Filamelo, fratello di Onomarco (cfr. infra, nota 1 2), abbia dovu­ to ricorrere all ' impiego delle ricchezze del tempio una volta svanita la possibilità di procu­ rare il denaro necessario alla guerra tramite il matrimonio con un' ereditiera. La trasforma­ zione, che in tal modo si compie, di una disputa causa della guerra (Aristotele) in una guer­ ra causa della disputa - la quale diventa a sua volta causa di un sacrilegio -. come anche la probabile sopravvalutazione delle capacità patrimoniali dell' ereditiera in questione, nulla tolgono alla sincera buona volontà del tentativo. 10 Diod. XVI 32, 2-4. 11 Questo elemento risulta perfettamente coerente con quanto si può ricavare da CID 1 I O, l. 18. dove si specifica che gli ieromnemoni devono multare TÒv È m [e ]pya(611E VOV .

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LA crrrÀ E L'ORACOLO

forniscono l ' unico contesto accettabile in cui l ' indicazione di Aristotele su di una contesa ereditaria nata in ambito interno ai Focesi può essere ade­ guatamente compresa. Se infatti Onomarco, e con lui la sua famiglia12, risulta essere una delle vittime principali delle sentenze anfizioniche, l ' i­ potesi più adeguata a dar ragione del complesso di indizi disponibile è che la prima denuncia in sede anfizionica fosse stata mossa appunto dalla famiglia rivale, e mirasse a colpire dei possedimenti illegittimamente con­ solidati nell' area consacrata. Nata come vendetta familiare intesa a pena­ lizzare il patrimonio degli avversari, in una forma effettivamente adegua­ ta ad una disputa di natura ereditaria, l ' arrischiata iniziativa del gruppo di Mnasone e Mnasea portò con sé l ' allargamento dell' intervento anfizioni­ co a tutti i territori che i Focesi avevano da tempo preso a coltivare e che di fatto rappresentavano ormai, con buona probabilità, un elemento signi­ ficativo nel l ' equilibrio economico della regione 1 3 • I successivi sviluppi condussero comunque ad una riconciliazione tra gli avversari, dal momen­ to che nel 35 1 Mnasea, definito da Diodoro l>.oc; di Faillo 14, venne coop-

1 2 Filamelo - cui tutte le fonti attribuiscono l ' iniziativa della guerra, i contani diplomatici che preparano l ' occupazione di Delfi e la guida dei Focesi nel primo periodo del conflitto ­ è per Diodoro fratello di Onomarco (XVI 56, 5 e 6 1 , 2); d' altronde, la notizia di Aristotele per cui Onomarco è figlio di Euticrate risulta cosl in contraddizione con l ' affe rmazione di Pausania (x 2, 2) che fa Filamelo figlio di Teotimo. Non risulta facile, in definitiva, rico­ struire con chiarezza i rapporti di parentela tra questi personaggi: una possibililà, non del tutto convincente, è di intendere il passo aristotelico su Mvciae av TÒv Mvciawvos TTaT€ pa KaÌ EùeuKp [ . . . ] ) ; anche qui, peraltro, Pausania (x 2, 7) contraddice Diodoro, facendo di Faleco il figlio di Faillo. 1 ' Nel suo discorso ai Focesi, Filamelo protesta contro la sproporzione tra l ' area coltivata e l ' ammenda inflitta: fl l Kp rravTE Àw> xwpa> KOTE pyao9e (o�> l'f1'lOT�> ( � l' ( a > TE 8eio9m (Diod. XVI 23, 5 ) ; ma subito prima, all' esterno di questo discorso partigiano, veni­ va affermato che i Focesi avevano coltivato TTOÀÀ�v Tjj> t e p xwpa> (XVI 23, 3). È dun­ que improbabile che la fonte di Diodoro intendesse presentare una fondata accusa di illegit­ timità alla sentenza anfizionica da pane di Filamelo, in forza della proprozione che la legge de1 380 stabiliva tra superficie coltivata e penale da pagare (C/D, I IO, ll. 1 6- 1 7 : una lacuna impedisce di ricostruire il rapporto), come suggerisce invece SORDI, La fondation . . . , p . 7 1 , nota l . È estremamente probabile che l a condanna risultasse particolarmente ed intenzio­ nalmente severa; peraltro la quantità di persone colpite, tale da mettere in moto il meccani­ smo che avrebbe pottato alla guerra, mette in luce l ' ampiezza degli interessi coinvolti e la diffusione dello sfruttamento della terra sacra. 1 4 Diod. XVI 38, 6.

LA "ffi RZA GUERRA SACRA

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tato al potere dall' altro gruppo familiare, come s i è detto, i n qualità d i tuto­ re di Faleco. Se fu questa effettivamente la dinamica della genesi della terza guerra sacra, ne deriva che la scintilla iniziale non nacque da un lucido disegno di politica di potenza, ma da dinamiche assolutamente estranee agli equilibri di potere vigenti in Grecia centrale. Il fatto che al procedimento contro i Focesi venisse collegato il rilancio del provvedimento preso anni addietro contro Sparta mostra peraltro che la maggioranza anfizionica (e dunque, i Tebani ed i Tessali) considerò questa un' occasione propizia per riafferma­ re la propria autorevolezza usando la mano pesante contro i contravvento­ ri . L' iniziativa focese, indubbiamente inattesa, costituì dunque ad un tempo reazione a circostanze di ordine contingente (le gravi difficoltà a far fronte alle conseguenze della condanna subita, sia in termini di abbando­ no della terra sacra sia in termini di pagamento della multa, evidentemen­ te pesante) e risposta di ordine politico ad una situazione strutturale (il pre­ dominio tessalico-tebano in seno all ' Anfizionia, e la conseguente stru­ mentalizzazione di quest' ultima) . Proprio in forza di quest ' ultimo aspetto, Filomelo fu in grado di condurre, in varie fasi successive, un efficace lavo­ ro diplomatico che gli assicurò consistenti appoggi . II primo, naturale punto di riferimento fu Sparta, accomunata alla Focide dalle condanne anfizioniche. Diodoro riferisce che Filomelo si recò a Sparta, dove ebbe un colloquio riservato con il re Archidamo; questi, pur negando un appoggio aperto al colpo di mano iniziale, acconsenti a fornire un aiuto in denaro (quindici talenti , per Diodoro) e mercenari per allestire la spedizione 15• La presenza ufficiale, nei conti dei naopi del luglio del 356, subito dopo l' oc­ cupazione di Delfi, di un naopo spartano accanto ad altri due provenienti rispettivamente da Delfi e dalla Focide mostra come da subito Sparta fu pronta a riconoscere e sostenere la legittimità della presenza focese nel santuario; peraltro, questa attestazione immediata di un' attività del colle­ gio, che effettua alcuni pagamenti per i lavori del tempio attingendo dal fondo apposito messo a disposizione dalla città di Delfi, mostra chiara­ mente come gli occupanti intendessero muoversi da subito nel pieno solco della legittimità, saldando i debiti contratti nel corso della gestione anfi­ zionica e promuovendo senza soluzione di continuità la costruzione del tempio del dio. La registrazione di questi pagamenti al di fuori del norma" Diod. XVI 24, l -2. La notizia di Teopompo (FGrHist 1 1 5 F 3 1 2 = Paus. m l O, 3) secondo cui Filomelo avrebbe corrotto la moglie di Archidamo, perché aiutasse a persuaderlo, ed Archidamo stesso, è di un' attendibilità ovviamente molto relativa. Il tema della corruzione operata dai Focesi si accompagna nelle fonti, e particolarmente in Teopompo. a quello della violazione delle ricchezze sacre nel costante intento di screditare i sacrileghi ; sulla corru­ zione operata dai Focesi a Sparta cfr. anche Paus. v 5 , 4, che pure risale con ogni probabili­ tà a Timeo.

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LA CITIÀ E L'ORACOLO

le ritmo per pilee primaverili ed autunnali, sotto il mese di Apellaio (luglio), è indicativa della sollecitudine con cui i nuovi arrivati si impe­ gnarono a realizzare un tale gesto di evidente valore simbolico 16• Egualmente rapido fu il rientro in patria degli esuli del gruppo di Asticrate, uno dei quali, Aristosseno, ricoprì immediatamente la carica di arconte per il 356/5 1 7• Dopo aver consolidato il possesso di Delfi con un primo suc­ cesso militare sui Locresi, Filomelo procedette all ' annullamento formale dei decreti anfizionici, scalpellandone le steli, e diede pubblicità a rassicu­ ranti dichiarazioni d ' intenti : egli garantiva ws ouTE cruÀcrv TÒ �avTe(ov otÉyvwKEV ouT ' àÀÀ�v oùoe�(av rrapavo�ov rrpdçtv OUVTEÀELV �E�OUÀETat, T�S TE rrpoyoVLK�S rrpooTGOLGS à�t cr��T­ WV Kal Tàs Twv 'A�tKTuovwv ào(Kous àrroacrELs àKupwcrm �ouXO�evos �o�9e1v To1s rraTpLOLS v6�ots Twv cl>wKÉwv 1 8.

Risale invece al 3 5 5 , una volta entrati apertamente in guerra i Beoti a fian­ co dei Locresi, un invio sistematico di ambascerie da parte dei Focesi, volto ad assicurare un riconoscimento internazionale al controllo focese del santuario e a procurarsi alleati in vista del proseguimento del conflitto. Gli ambasciatori, con ogni probabilità, erano in grado di citare a sostegno delle loro richieste un oracolo della Pizia, che approvava l ' operato di Filomelo, cui forse si accompagnavano altri segni del favore di Apollo per i Focesi 19• I legati erano incaricati di giustificare di fronte alle città greche la posizione dei Focesi: essi non avevano occupato Delfi per impadronirsi delle ricchezze del dio, ma per rivendicare i loro antichi diritti alla rrpo­ OTacr(a del santuario; erano pronti a render conto a chiunque tanto delle ricchezze del tempio quanto del peso e del numero dei doni votivi; solle­ citavano alle città, di fronte alla prospettiva della guerra, il sostegno del­ l ' alleanza, o quanto meno il mantenimento della neutralità20• Entro la fine 16 CID D 3 1 , 11. 4-8. 1 7 C/D D 3 1 , 11. 4; 8-9; 3 1 . 1 8 Diod. XVI 24, 5 . Gli scontri con i Locresi sono riferiti a 24, 4 e duplicati a 28, 3. 1 9 Questo è quanto si può ricavare dal racconto di Diodoro-Demofilo a XVI 27, 1 -2, secondo cui, mentre Filomelo cercava di costringere con la violenza la Pizia a profetare contravve­ nendo ai rraVE pol È[ �Tf ÈTTL I!f �OUI!f VOL , 1!� UU1!1TO�f i!OUVTE S , a��à 1TpEU�fUOV­ TfS' àvà T�V ' EÀÀd8a , ÈyW �È V OÙBÈV Q v ol �m 9au�GOTÒV Elvm , fl Kal TTdVTGS' TOÙS' "EÀÀflvas O�oyvW�ovds TE Kai cruv6pKous Kal uu��dxous Àd�OLTE È TT • È K E l vous. Q( TLVES' È KÀL TT6VTWV CZ,WKÉ WV TÒ i E pÒV KGTaÀa � �dVE L V TTE L p�VTO (dove TTE l p�VTO è una congettusa del Madvig, generalmente accettata, per l' È 1T E L pwvTo dei codici). Ricorre nuo­ vamente l ' invio generalizzato di ambascerie, secondo la medesima formula effettivamente adottata da Filamelo (supra, nota 20), al fine di ottenere un riconoscimento generale, da parte del complesso delle 1TO�E L S e al di fuori dei meccanismi anfizionici, di un nuovo sta­ tus del santuario delfico. Per l ' identificazione della possibile minaccia all' indipendenza del­ fica dopo l ' allontanamento dei Focesi con il ritorno dei Tebani, cfr. SORDI, La fondation . . . , pp. 7 1 -73, e JEHNE, Koine eirene, p. 1 1 8 e nota I l , il quale rimanda anche ad A. PlNTscHOVIUS, Xenophon de vectigalibus V. 9 und die Oberlieferung vom Anfang des phoki­ schen Krieges bei Diodar, Hadersleben 1 900 , pp. 29-30. Cfr. inoltre utilmente A. MOMIGLIANO, Per la storia della pubb/icistica sulla KOL vrj dpljvry nel N secolo a. C. , ASNSP s. n , 4 ( 1 936), pp. 97- 1 23 , ora in Terzo Contributo, pp. 48 1 -486. :n Aeschin. rn 1 1 8 . 211 Una notizia per il periodo anteriore, da cui non sembra prudente ricavare indicazioni con­ crete, viene da Diog. Laer. m 23-24, per cui Egesippo tentò di dissuadere Platone dal parla­ re in difesa di Cabria, il quale era stato accusato in seguito alla perdita ateniese di Oropo nel 366 (cfr. Xenoph. Hell. vu 4, l ; Diod. xv 76, 1 ). Per la convincente datazione a1 343 e con­ seguente valutazione politica del significato del decreto /G n ' 1 25 , da lui proposto, cfr. D.

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LA CrrfÀ E L'ORACOLO

leanza con la Focide sia nata in contrasto con le posizioni del gruppo moderato di Eubulo, promotore all ' indomani della guerra sociale di una politica più cauta, destinata peraltro a prevalere nel breve termine; restia ad avventure esterne e disposta ad impegnarsi solo in funzione della dife­ sa degli interessi più pressanti29• Nel determinare la condotta da tenere nel corso del conflitto, in tal caso, l ' assemblea ateniese poté essere influenza­ ta sia dalle remore di ordine religioso, sia dalle divergenze di vedute stra­ tegiche tra i diversi schieramenti politici. Col progredire del conflitto, in effetti, andò prendendo corpo anche un ulteriore, almeno potenziale, motivo di scandalo e di avversione nei con­ fronti dei Facesi: l ' impiego a fini bellici delle ricchezze delfiche. Al riguardo, risulta estremamente interessante la versione degli avvenimenti fornita da Demofilo, come si può ricavare attraverso un' adeguata analisi del testo diodoreo. L' uso alternato di due diverse fonti da parte di Diodoro per le vicende della terza guerra sacra è un dato di fatto indubbio, da cui è impossibile prescindere pena precludersi ogni possibilità di comprensione adeguata dell ' andamento narrativo dei capitoli in questione30• Ora, una di queste fonti, caratterizzata in senso moralistico e filoateniese (ed identifi­ cabile in via ipotetica con Diillo }, accomuna tutti i comandanti facesi, da Filomelo in poi, nell' accusa di violazione delle ricchezze sacre, conforme-

KNOEPfl.ER, Le décret d 'Hégésippe d 'Athènes pour Erétrie, MH. 41 ( 1 984), pp. 1 52- 1 6 1 . Sul complesso dell' attività del personaggio, cfr. W. KRou., Hegesippos ( l a), R E Suppl. IV ( 1 924), coU. 7 1 3-7 1 4 ; APF. p. 209; SEA!.EY, Demosthenes. . . , pp. 1 1 7- 1 1 8 . Vicino ad Egesippo è il fratello Egesandro, a sua volla accoslato a Timarco, accusatore di Eschine insieme con Demostene nel 346, da Aeschin. ! 56-57, 1 09- 1 1 7 . 29 Su quesla linea s i spinge forse troppo oltre G CAWKWEIL, Th e Peace of Philocrates Again, CQ. 28 ( 1 978), p. 96, nell' identificare la linea politica di Eubulo in questo frangente con la posizione espressa da Senofonte nel passo sopra cilato De veci. v 9. Sulle posizioni di poli­ tica estera di Eubulo, che non possono certamente essere ridotte alla formula della •pace a tutti i costi •. anche in relazione al libello senofonteo e al l ' orazione Sulla pace di lsocrate, cfr. ora B. NAF, Vom Frieden reden - den Krieg meinen ' Aspekte der griechischen Frieden­ svorstellung und der Politik des Atheners Eubu/os, • Klio•, 79 ( 1 997), pp. 3 1 7 - 340. "' Per l ' analisi delle fonti diodoree nella narrazi one della terza guena sacra, a partire dal­ l ' individuazione del duplicato della fase iniziale del conflino che ricorre a 23-27 e 28-30, 3 (cfr. supra, pp. 1 93- 1 94, nola 36), rimando alle conclusioni a mio giudizio pienamente vali­ de di SORDI, La terza guerra ... , pp. 1 34- 1 54, alla già cilala introduzione della stessa al XVI libro di Diodoro e, per quanto concerne l ' attribuzione dei singoli passi all ' una o all'altra fonte, al commento testuale della medesima edizione. La Sordi ha giustamente posto in evi­ denza come la più evidente discrepanza tra le due fonti sia appunto relativa aDa responsabi­ lità di Filamelo nell' abuso delle ricchezze del tempio (negala dalla prima fonte, ovvero da Demofilo, ed affermala dalla seconda) ; ma oltre a questo è possibile riconoscere una ben precisa articolazione della posizione di Demofilo, come emerge dalle considerazioni ripor­ late nel testo, ed il quadro complessivo che ne risulla viene, credo, a corroborare ulterior­ mente la ricostruzione proposla dalla Sordi per la genesi del racconto diodoreo.

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LA TERZA GUERRA SACRA

mente alla tendenza della tradizione successiva3 1 . A XV I 30, l viene detto che Filomelo �vayKa(ETo Tois L E pois àva9� �acrtv È m�aÀÀE Lv Tàs XEi pas Kat cruÀéìv TÒ �avTEiov ; risalgono alla stessa fonte le afferma­ zioni relative ad Onomarco, che È K �Èv Toiì xaÀKou Kal crt8�pou KaTE ­

ous p ( rrTEcr9m Toùs LE pocruÀous. La reazione di Filomelo fu decisa: attaccò nuovamente battaglia, si impadro­ nì dei cadaveri dei locresi uccisi ed impose uno scambio. Oltre alla natu­ rale sollecitudine per la sepoltura dei propri soldati , è qui operante uno specifico interesse di ordine propagandistico: così come i Locresi conside­ rano i Focesi LE p6cruÀoL a prescindere da ogni circostanza e da ogni dichiarazione di disponibilità a Àoyov àrro8t86vm 64, ed intendono farlo constare apertamente col negare la restituzione dei cadaveri , da parte sua Filomelo impiega particolare impegno a rintuzzare questa pretesa: il rifiu­ to della sepoltura ai Focesi in quanto sacrileghi poteva avere negative ripercussioni sia sul morale dei loro connazionali sia sull' atteggiamento dei possibili alleati . Proprio in questo senso vanno interpretate le due efficaci mosse propagandistiche messe in atto da Filippo in occasione della batta­ glia vittoriosa combattuta contro Onomarco ai Campi di Croco: da un lato, se è affidabile la notizia trasmessa da Giustino, l ' iniziativa di far combatte­ re i propri soldati coronati d' alloro, in qualità di campioni di Apollo65 ; dal­ l' altro, la decisione di disperdere in mare i corpi dei seimila caduti tra le fila degli sconfitti, negando loro per l ' appunto la sepoltura ws LE pocruÀous-66• Probabilmente, in seno all ' opinione pubblica delle TTOÀE LS" che appoggia­ vano le pretese focesi sul santuario remore e timori sussistevano sin dal l ' i ­ nizio, e segnali di questo genere contribuirono comprensibilmente a d accre­ scerli; ma nel momento in cui i Focesi rimasero isolati nel possesso del santuario la loro posizione si fece definitivamente indifendibile. Al termine della guerra sacra, quando la resa focese sanzionò l ' affer­ mazione delle ragioni anfizioniche, gli Ateniesi avevano preso da tempo le distanze dai sacrileghi . Ciò non Ii rendeva peraltro immuni da accuse più o meno fondate, e non eliminava dallo stesso dibattito interno ad Atene le denunce più o meno strumentali di responsabilità nella compromissione col sacrilegio compiuto dagli sconfitti . Si poteva trattare dell ' alleanza stes­ sa stretta a suo tempo con i Focesi: Eschine racconta che questa colpa di Cfr. Diod. XVI 24, 5 ; 27, 4. " lust. vm 2, 3-7. Per HAMMOND · GRJFFilll , A History. . . , pp. 274-275, l'espediente fu adot­ tato da Filippo nell' intento di infondere fiducia e coraggio negli stessi soldati macedoni ; ritiene più giustamente che il gesto fosse stato concepito anche pensando ad un impatto sul­ l ' opinione pubblica greca MARI , Delfi e 0/impia. . . , pp. 1 6 1 - 1 62 . 66 D i od . X V I 3 5 , 6. A favore di questa interpretazione dell' ambiguo testo diodoreo, sicura­ mente da preferire rispetto all' alternativa per cui Filippo avrebbe disposto l ' annegamento in massa dei prigionieri, cfr. HAMMOND - GRJFFilll , A History. . . , pp. 275-277; MARJ, Delfi e 0/impia . . . , pp. 1 63- 1 64 . 64

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LA CriTÀ E L'ORACOLO

Atene fu a lui rinfacciata nel corso della seduta anfizionica del 340 dal rap­ presentante di Anfissa, il quale avrebbe definito gli Ateniesi È vayE'l s- 67 ; ed Eschine stesso attribuirà i mali di Sparta al passato coinvolgimento con la causa focese 68 • D ' altronde, un' altra accusa variamente ricorrente ed appli­ cabile sia alla città sia a singoli personaggi era naturalmente quella di coin­ volgimento ne li' abuso delle ricchezze sacre69 • Si trattava, in sostanza, di un' accusa di corruzione aggravata dal i ' origine sacri lega del denaro, che poteva anche essere presentato come ternibile veicolo di impurità70 ; uno scolio ad Eschine informa che tale accusa fu rivolta ad Egesippo 7 1 • Inoltre, un frammento dell' opera di Teopompo sul saccheggio delle ricchezze del­ fiche riporta la notizia di un festeggiamento pubblico organizzato in Atene dallo stratego Carete dopo una vittoria riportata sui mercenari di Filippo72 • L' origine del frammento autorizza ad inferire che il denaro necessario per i festeggiamenti provenisse, secondo Teopompo, dai tesori di Delfi . Ateneo, c h e riporta il frammento, afferma che vittoria e banchetto erano ricordati anche da Duride di Samo e dal commediografo Eraclide, di cui cita alcuni versi relativi all ' episodio 73 • La storicità dell' avvenimento non è

" Aeschin. m 1 1 7- 1 1 8 . " Aeschin. m 1 33 . A m 106 la rovina di Atene e della Grecia è fana risalire a Demostene. che ha associato Atene con Tebe nella quana guerra sacra, àcre��cra> [ ... ] È > TÒ l e pòv TÒ

èv M ÀOt > . " Questo tema della corruzione operata dai Focesi con l e ricchezze sacre ricorre in modo panicolare, come si è v isto, in una delle due fonti impiegate da Diodoro: cfr. S O RDI , Commento, pp. XXX·XXXIU. 10 Interessanti al riguardo i termini in cui Eschine (m 1 1 4) muove a Demostene l ' accusa di essere stato corrono dagli Anfissei per tacere sullo sfruttamento illegale della terra sacra che essi conducevano: XE L POTOVY]8Ò > yàp ucj>' UI'WV TTU�ciyopo>. �OI' �clVE l 5LC7XL�l0'> 5pax·

�às TTapà niìv ' A�$LcrcrÉwv, TOU J.1 11 8E 1J. l a v J.LVdav TTt= pì. aÙTWv È v Tol s ' AJ.1$L KTUoaL 1TOL�cracr8m . dLOI'O�oy�81'] 5 ' aimji KOL E L > TÒ �OLTTÒV xp6vov àTTOC7TÉ ��e cr8aL ' A9�va(t= TOU ÈVL GUTOU É KcicrTou J.LVciS e'L KocrL TWv E�aylcrTwv KaÌ. È rrapciTwv XPTJ I'ciTwv, é cj> ' �TE �OTJ8�cru v TOt > ' Allcl>tcrcreumv ' A8�vl']m KaTà TTavTa Tp611o v · o8e v { n l'ii��ov � TTpOTEpov C7UI'�É�T]KEV a u T Év Tlj àyop.;ì 8ucra> Tà ÉTTLVlKlO Tjj> YEVOI'ÉVT]'> l'clXTJ'> TTPÒ> TOÙS' fll L Xl trrrou �É vous · Wv �yeiTo IJ. È V ' ABai os 6 ' AÀE KTpuWv È TT L KaÀm)IJ.EVOS. L'espressione 5tà Aucrciv5pou è stata corretta in 5tava�w8jjvm dallo Schweighiiuser, in 5t a�u8jjvat dal Wichers.

7 2

" Duride: FGrHist 76 F 35; Eraclide: fr. l K.·A. Il commediografo è attribuito ai iY sec . ; cfr. anche /G n' 2322. Il passo di Ateneo è xn 4 3 ; sui possibili rapporti di dipendenza reciproca degli autori che egli cita, cfr. G ZECCHINI, La cultura storica di Ateneo, Milano 1 989, p . 73 , e P. I'É)ECH, Trois historiens mlconnus. Théopompe Duris Phylarque, Paris 1 989, pp. 320·32 1 ; cfr. anche LANDUCCt GATnNONI, Duride .. . , pp. 93-94.

LA TERZA GUERRA SACRA

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dunque da revocare in dubbio; lascia però perplessi il particolare dell' ori­ gine delfica dei finanziamenti. Infatti la rappresentazione del «festino sacrilego», in sé tutto sommato poco plausibile, risponde invece in modo sospetto sia alla pessima immagine di Carete che Teopompo tratteggia nelle Storie filippiche14, sia all ' ostilità che Io storico abitualmente mostra nei confronti degli Atenies F 5 . Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un' operazione analoga a quella riscontrata a proposito della notizia del­ l ' intercettazione da parte ateniese delle statue inviate a Delfi da Dionigi: un fatto storico noto che viene modificato in alcuni dettagli sostanziali per essere trasformato in caso esemplare di empietà76 • Al più, in effetti, si può riconoscere nella notizia di Teopompo l ' eco di accuse contemporanee, analoghe a quelle che si ritrovano in Eschine, a favore della cui fondatez­ za è obiettivamente imprudente pronunciarsi77• In definitiva, se si può rite" FGrHist 1 1 5 F 2 1 3 . " Al riguardo è interessante l a tesi d i fondo del lavoro d i C. I'ERRirrro , La città dissipatri­ ce. Studi sul/ " 'excursus ' del libro decimo dei 'Philippika ' di Teopompo, Genova 1 984 (pas­ sim, e spec. pp. 1 02- 1 06), secondo cui nella visione di Teopompo la malattia congenita della democrazia ateniese andrebbe ravvisata proprio nella demagogia come stile di azione poli­ tica, necessariamente connesso con lo sperpero del denaro pubblico per la costruzione del consenso. 16 Sulle caratteristiche del TTEpl Twv ouX1)9É vTwv ÈK t.EXcpwv XP1JI.L> (Neuchatel, 23-26 sep­ tembre 1 986 en l ' honneur de J . Tréheux), Neuchatel - Genève 1988, p p . 1 5-25. BoWIE A. M . , Religion and Politics in Aeschylus ' 'Oresteia ', CQ, 42

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INDICE DEI NOMI DI PERSONA (ANTICHI)*

Acheo 1 68

Andronico 200

Adeo 232

Anfilito di Acamania 26

Achille 76, 1 5 7 , 1 5 9 Adrasto 1 5 , 1 7- 1 8, 20, 100, 1 60- 1 62 Afrodite 1 4 1 , 153, 1 6 7

Agamennone 1 1 2 , 1 4 8 Agariste 2 1 -22 Agelada 125

Anfizione 1 80 Antenore 3 7

Antigone 152

Apollo 7, 8 , 1 7 , 20, 25-29, 31, 32-35,

43, 5 7 , 6 1 , 7 7 , 79, 84- 88, 96, 9� 98,

Agesarco 223

99, 1 04- 1 06, 1 08, 1 09 , 1 1 1 - 1 1 2, 1 1 5 ,

Agesilao 197

1 1 7,

Agesipoli 1 79 , 1 80 Agia 223

152,

Alcibiade 2 3 , 1 40, 1 49, 1 68

Alcmena 1 5 3 , 1 54, 1 56,

Alcmeone 1 4, 2 1 -24, 28, 34, 40 Alcmeonide 28, 40

Alcmeonidi 9, 1 0, 13, 1 4, 20-23, 25,

2 � 34, 35-49, 52, 87, 115, 253

Alessandro di Fere 205

Alessandro Filelleno, 1 di Macedonia

7 1 -73

Alessandro Magno, 111 di Macedonia

20 1 , 205, 2 14, 249, 250

Aleva 49

90,

Anchimolio

36, 47

I O,

Androcrate 75

1 24- 1 25 , 1 26,

1 28- 1 30,

1 5 3- 1 54, 1 55,

1 64- 1 7 1 ,

1 72 ,

1 5 7- 1 62, 1 63,

1 7 3 - 1 77 ,

1 79, 1 84,

1 86, 1 88, 2 1 4, 221, 23 1 , 234-235, 2 5 3 , 256

Delios 3 3 , 35, 1 1 8 , 1 26, 1 40, 142

Epikourios 1 24 Erithasios 11 7

Hypakraios 3 3 , Lykeos 1 3 1

Paian

l2 6 ,

l 73

1 40

Patroios 4 , 29-30, 3 3 , 35, Ptoios 40, 7l

l 74

Pythios 4, 1 7 , 28-3 1 , 3 3 , 34, 3 5 , 48,

6 1 , 8 5 , 8 8 , 99, 1 1 9- 1 20, 1 28 , 1 3 1 ,

Alevadi 55, 8 3 , Anacreonte 48

1 1 9,

131, 1 3 2, 1 40, 143, 1 44 , 1 49- 1 50,

Agnone 1 06

94-95

Andromaca 1 56, 158, 159, 160, 1 66,

1 72

Androzione 44

1 3 2, 1 5 6, 1 7 3 , 1 74, 1 80, 2 5 3

Archelao 1 7

Archidamo 1 9 1 , 2 1 3 , 216, 229

Ares 85, 1 39

Arimnesto 59, 74-75

Aristagora di Delfi 207, 208

• L' indice contempla i nomi dei personaggi antichi - storici, mitici, letterari - comprese le divinità. Sono esclusi i nomi di autori che compaiono in nota solo in funzione della citazio­ ne di un passo. l numeri in corsivo indicano che i l nome ricorre solo in nota.

298

INDICE DEI NOMI D I PERSONA

Aristagora di Mileto 107

Clidemo 44 Clinia 1 0 1

Aristide (statista) 59, 74-75 Aristide (retore) 99, 1 82 - 1 8 3 , 1 97 Aristocle

Clistene ateniese 39-4 1 , 49, 52, 254

l 25

Clistene sicionio 1 5 - 1 6, 1 8- 1 9, 2 1 -22,

Aristofane 97, 99, 1 04 , 1 08 , 1 2 1 , 123, 1 40, 1 4 1

23, 24, 92, 253 Clitemnestra 164, 1 65

Aristosseno 20 1 , 205, 2 1 4

Colosimmo 202

Aristotele 4 , 1 2 , 44, 202, 2 1 0,

2JJ,

212

Core 59, 74, 75

Artemide 3 2 , 7 5 , 1 28 , 1 32, 153, 1 66

Cottifo 202, 246, 248

Asclepio 1 1 7

Cratete 202

Asopico 1 9 1

Cratino 1 04 , 126

Aso pod oro 2 04

Creante 1 4 1 , 1 42, 1 44 Creso 22-23, 45, 68, 7l

Aspasia 1 4 1 , 1 55 Astia 223

Creusa 1 68, 1 69- 1 7 1 , 1 7 3- 1 76

Asticrate 200-206, 2 1 4

Crinippo 1 82,

Atena l 7 , 22, 37, 56, 58, 6 1 , 66, 86, 89,

Oesifonte 244, 250

l 83

1 0 1 , 126, 1 40, 148, 1 5 3- 1 54, 1 621 63 , 1 66, 1 68- 1 69, 1 7 1 , 1 72, 1 141 1 5 , 202, 221

Damocrate 75 Damosseno 233

Ateneo 232

Damotimo 201

Atridi 84- 8 5 , 88 Atteone 75

Dario 1 55 Delos 1 3 2 Demarato 69

B acide 26, 7 5 ,

76,

77,

99,

1 07, 123,

243 Borea 59 Brasida 106, 1 22

Demetra 57, 59-60, 74, 75 Democlidc 1 03 Demofilo 1 82- 1 8 3 , 1 93, 214, 2 1 8-220, 226, 229 Demofonte

l 55

Cabria 2 1 7

Demostcnc (stratega) 1 64

Cadmo di C oo 57, 58 Calami 1 1 9

Demostene (oratore) 36, 43, 200, 209,

Callia di Calcide 228

235, 238, 240, 242-248 , 250, 257

2 1 7 , 2 1 8, 224-225, 226, 229, 232,

Callia focese 229 Callimaco l 56

Dexis 223

Carete 222, 226, 232-233

Dike 1 47

Cecrope 1 74

Dinocrate 229

Cilone 9, 1 1 - 1 2 , 1 4 , 2 1

Dioc1e 1 65

Cimone 80- 8 1 , 82, 83

Diodoro Siculo 94, 98, 1 04- 1 05 , 1 20, 1 23 , 130, 1 8 1 - 1 82, 1 90, 1 9 1 , 1 93-

Cinca 4 7 Cipselidi 22, 45, 1 06 C irc e 150 Cleombroto 1 84, 239 Cleomene 26, 36, 41, 45, 46-47, 49, 5 1 -5 3 , 56, 87 Cleone di Atene 1 23, 160 Cleone di Delfi 20 l Cleonimo l 23

Diillo 1 93, 1 94, 2 1 8, 226, 242

1 95 , 1 99, 209-2 1 3 , 214, 2 1 5 , 2 1 6, 2 1 8 - 2 1 9, 222-223, 225-227, 229230, 232, 242 , 249 Diogene Laerzio 12 Diogneto 245 Dionigi 1 di Siracusa 1 8 1 - 1 83 , 1 88 , 233 Dioniso 3 1 , 1 72, 244 Dioscuri 1 64

INDICE DEI

NOMI DI PERSONA

299

Diotima 1 0 7

Eubulo 2 1 8

Ducezio 1 0 7 Duri d e 1 93, 2 1 0, 232

Eumolpo 1 63

Eumenidi 83, 86, 87, 1 4 8 , 254 Euribiade l 04 Euripide 1 00, 1 40, 1 4 1 , 1 52, 1 54- 1 5 5 ,

Eacidi 5 2 Eaco 5 1

1 5 7, 1 58,

Ecateo 221

1 68, 1 69, 1 71 , 1 73 - 1 77, 257

Echecratida 20 1 Echecratide 90, 95, 98

1 59,

1 6 1 - 1 62,

1 65 - 1 67,

Euristeo 1 5 3 - 1 54, 1 55, 1 56 Euticrate di Olinto 239-240

Echctleo 55

Euticratc foccse 2 1 0, 2 1 2

Edipo 1 39- 1 44 , 1 45, 1 46, 1 4 7, 1 50-

Eutidcmo 1 73

1 5 1 , 255 Efesto 86

Faillo 2 1 0, 2 1 2, 2 1 9, 22 1 , 222, 223-

Efialte ateniese 83-84 Efi alte melieo 6 1 , 80, 242 Eforo 44, 94, 1 82 - 1 83, l 90

Faleco 2 1 0, 212, 2 1 3, 2 1 9, 224, 227-230 Febc 86

Egeo 152, 1 6 1

Febida 1 94, 1 96- 1 97

Egesandro 2 l 8

Feace 1 64

Egcsarco 20 l

Pedone 8 1

Egesippo 2 1 7 , 2 1 8, 232

Ferecide 23

Elena 140, 167, 168

Filippo 11 di Macedonia 8, 92, 1 99, 201 ,

Elettra 164, 1 66- 1 67 Eliano

63

227, 235

205, 2 1 7 , 222-226, 229, 23 1 -232, 233, 235 -249, 25

l,

255-257

Enea 76

Filisco 1 88- 1 89

Epaminonda 187, 1 9 1 , 204

Filocoro 28, 36, 43, 89, 93, 247

Epimenide 1 2- 1 4

1 24,

1 5 7,

Filocrate 236, 237

Era 75, 83, ! 5 3 Eracle 1 7 , 27,

96,

!53

Filodamo 244

Eraclide 2 3 2

Filolao 223

Eraclidi 1 5 3 , 1 54, 155, ! 5 6

Filamelo 203, 204, 209-2 1 1 , 2 1 2 , 2 1 3 2 1 6, 2 1 7, 2 1 8-220, 222, 230-23 1 ,

Eraclio 207 Ecc tteo 153, 1 63 , 1 66 , 1 69, 1 7 3

Erinni

86, 87 Erittonio 86

234 Filone 229 Filosseno 20, 1 1 9, 1 27- 1 29

Ermes 1 32, 1 69- 1 70, 1 71 , 1 72, 1 7 3

Filottete 152

Ermione 1 5 7

Focione 228

Erodoto 8, 1 5 , 2 2 - 2 3 , 2 6 , 35-37, 38, 40-4 1 , 42, 43, 44, 45-47, 49-52, 56-

Formione 1 1 9, 1 22 Frisso 140

5 7 , 58, 59-6 1 , 62, 63-64, 65, 66-76, 80,

1 04 33,

Eschilo

Gea 86, 148 84-85, 87-89, 148, 254

Eschine 209, 21 O, 2 1 8, 228, 229, 230, 232-23 3 , 2 3 6 - 2 3 7 , 238, 239-24 1 , 243-248, 250 Esichia 1 37

Gelone 57, 58 Giasone di Fere 1 8 1 , 1 8 7, 1 88, 237 Gilace 1 06 Giocasta 1 4 1 , ! 42, 143, ! 44, 145, 1 5 1 Giustino ! 97, 1 98, 2 1 0, 226, 23 1

Esiodo 139

Etra

161

lerocle 1 08

300

INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Ificrate 1 8 1 - 1 8 3

Museo 1 2, 26, 76

Ilio 1 5 3

Nausicle 224, 226, 227

Ifigenia 1 66- 1 67 , 168

Inaro 89

Neleo 30

Iperbolo 135

Nicia 20, 98, JJ6, 1 1 7 , 1 2 1 , 122, 1 27,

Ione 33, 1 32 , 1 66- 1 67, 168, 1 69- 1 77 Iperide 239-240

Neottolemo 100,

1 3 3 , 1 36, 1 40, 256

Ipparco 26-27, 31 -32, 35-36, 39, 42

Nicomaco 207

Ippoclide 22

Odisseo / 50

Ipsione 75

Onomacrito 26

Ippia 26, 3 1 , 36, 39, 40, 5 1 -52 Ippolito 1 4 1 , 152, 153, 167 Isagora 4 1 , 5 1

Isocrate 22, 36, 4 1 , 43, 130, 1 96, 2 1 8

Labiadi 1 3 1 Labote 208

Laio 1 42, 1 44 , 1 45, 1 4 7, 1 50- 1 5 1

Lampone 1 03 , 1 04 , 1 05 , 1 08 , 1 1 5 , JJ6,

J J 7, 129

Omero 7, 76, 8 5 , 2 1 9 Onomarco 2 1 0-2 1 2, 2 1 9, 2 2 1 -222, 224-

225, 226, 227, 228, 23 1 , 233, 234

Oreste, alevade 90, 95, 98

Oreste, figlio di Agamennone 82, 84-

88, 89, 1 57- 1 59, 1 64- 1 67

Ortagora 1 6

Ortagoridi / 6

Latona 3 2 , 86, 1 3 2, 24 1

Pachete 1 03

Leotichida 83, 93

Parato 1 5 2

Leonida 59, 69-70, 72-73, 254

Leucone 75

Licofrone 225

1 57- 1 59

Pan 75

Pausania, i l periegeta 1 2, 55, 82, 98,

1 1 9- 1 20, 1 23- 1 24, 2 1 0, 2 1 2 , 242

Licomede 1 90

Pausania, figlio di Cleombroto 239

Ligdami 32

Peitolao 225

Licomidi 1 2

Limenio / 2 9 Macaria / 55

Mardonio 58, 59, 68, 70- 7 3 , 74 Medea / 52

Megacle I t l - 1 4, 23 -24, 87 Megacle Il 2 1 -22, 39

Pausania, i l reggente 80, 83 Pelopida 1 89, 1 9 1

Peonio 1 1 9, 1 2 1 , Perialla 4 7 , 56, Periandro

l 06

Pericle 45, 83, 87, 88, 96, 1 00, 1 1 2-

1 1 5 , 1 1 7- 1 1 9, 1 25 , 1 34, 1 40, 1 4 1 1 42, 1 50- 1 52, 1 5 5 , 255, 257

Melanippo 1 5

Perseo 73

Menone di Delfi 20 1 , 205

Pisandro 75

Menelao 1 56, 1 65, 1 6 7 Menone di Farsalo 80

Milziade I 28

Pindaro 1 6 , / 5 7 Pisi stratidi 9,

I O,

25-26, 28, 3 2 , 34-35 ,

37-43, 45-50, 55, 1 09 , 1 24, 253

Milziade Il 28

Pisistrato 1 2 1 , 25-34, 39, 40, 4 1 , 45,

Mnasea 2 1 0, 2 1 2 , 224

Pisistrato n 3 1 , 33

Mirone 1 3

46, 48, / 40, 253

Mnasicle 223

Pistetero l 07

Mnasone 2 1 0, 2 1 2

Platone /2, 1 83, 2 1 7

Mnasimaco 204 Moira 1 65

Pitteo / 52

Pleistoanatte 125

301

INDICE DEI NOMI DI PERSONA

Plinio i l Vecchio 1 7

Plutarco di Cheronea 1 2 , 1 3 - 1 4, 1 9 , 2 1 -

22, 24, 59, 6 7, 74-75, 79-8 1 , 82, 83, 89, 93, 96, 99- 1 0 1 , 1 37 , 1 97, 1 98, 243 Plutarco di Eretria 228 Polibo 142

Sotero 98, 220

Stesicoro 85

Strabone 220

Taurostene 228 Teagene

Il

Tebagora 204

Telegono

Policrate 33

l 50

Temistocle 5 7 , 64, 65, 66-68, 7 4 , 77,

Polidoro 188

Polieno l 06- 1 07

79, 8 3 , 1 04, 255

Poliido 75

Teopompo 79, 191, 2 1 3 , 2 1 9, 232-233

Polipeite 223

Teseo 8 1 , 8 2 , 9 9 , 1 4 1 , 1 5 2 , 153, 1 60-

Teotimo 2 1 2

Polinice 1 60- 1 6 1 Polluce 50, 1 1 7

Poseidone 5 8 , 76, Prassitea 1 63

1 62

l 48,

1 63

Priamo 1 5 7

Prosseno 2 2 9 , 230

Tessalo 48

Teti 1 5 8- 1 59

Thoinion 201

Tideo 1 60- 1 6 1

Proto 1 84- 1 86, 1 8 7, 1 89

Timandro 2 1 8

Reso 1 06

Timonassa 4 6

Santippo 1 5 2 Scopa 48, 49

Timeo 2 1 0, 2 1 3 Timone 56, 6 6 Timoteo 1 82

Tiresia 1 42, 1 44 , 145

Semo di Delo 1 08

Tracidi 204, 205

Senofonte

Tucidide 1 1 - 1 2, 2 1 , 49-50, 8 0 , 9 1 , 94,

Senocrito 1 03,

1 82- 1 8 3 , 1 84, 1 85, 1 86, 1 88, 1 89, 1 90, 191, 1 97 , 1 98, 2 1 6,

2 1 8, 234 Serse 55, 5 8-60, 69-72, 254 Sfragitidi (ninfe) 75 Silla 99

Trigeo 1 2 1

96, 1 02, 1 07, 1 09 , 1 1 1 - 1 1 5 , 1 1 7- 1 1 8 , 1 20, 1 2 1 , 122, 1 23- 1 25 , 126, 1 27, 1 3 2, 1 34, 1 37, 1 4 0 , 1 49, 1 5 2, 154, 1 68

Sitalce 154

Xuto 1 69- 1 70, 1 71 , 1 73, 1 74, 1 75 - 1 76

Sofane 229

Zeus 1 1 , 56, 59, 6 1 , 66, 69, 74, 75, 86,

Skotos 148

Sofocle 1 2, 1 39, 140, 1 48- 1 49, 1 5 1 -

1 52, 1 5 7, 1 7 3 Salone 1 5 , 1 9-2 1 , 2 4 , 2 5 , 30, 3 4 , 253

122, 1 28 , 1 40, 144, 145, 148, 1 49-

1 50, 1 65 , 1 8 1 , 1 86, 243

INDICE DEI NOMI GEOGRAFICI E DEGLI ETNICI*

Abe 71 , 1 44, 2 1 6 Abido 1 88 Acanto, Acanti 1 22 Achei 89, 1 1 2 , 1 25 , 1 36, 1 7 5 , 1 77, 2 1 5 , 222, 223, 226 Achei Ftioti 8 Aliarto 1 95 Alpono 229 Ambracia 1 2 1 Andro 1 1 9, 1 23 , 132 Anfipoli 1 06 , 122, 1 25, 1 2 7, 1 60 Anfissa, Anfissei 209, 232, 234, 236, 244, 245-248 Antela 1 36, 1 80 Apollonia l 06 Arcadia, Arcadi 82, 1 90, 1 97, 224-225, 226, 227 Argo, Argivi 15, 43, 46, 48, 5 7 , 6 1 , 66, 69, 73, 77, 79, 83-89, 90, 93, ]()(), 1 25, 1 5 3 , 1 60- 1 6 1 , 1 79, 224, 241 , 254 Artemisia 59, 6 5 , 75 Asia 5 9 Asopo 76 Attica I l , 26, 29, 32, 34, 49, 5 1 , 57, 6364, 68, 85, 91 , 1 1 3 , 1 30, 1 4 1 , 1 49, 1 5 1 , 1 54- 1 5 5 , 229, 238 B assa 1 24 Beozia, B eoti 8, 27, 40, 74, 89, 90, 9 1 , 92, 93, 94, 1 1 5 , 1 20, 1 22, 1 3 3 , 1 59, 1 88, 1 90, 1 95, 2 1 0, 2 1 1 , 2 1 4- 2 1 5 , 224-227



B rea 1 0 1 , 1 03 Cadmea 1 93 - 1 94, 1 96- 1 98 , 1 99, 208 Calcide, Calcidesi (d' Eubea) 1 0 7, 1 08, 228 Calcidica 89, 1 02, 122 Caleatte l 07 Campi di Croco 208, 222, 223, 226, 23 1 , 233 Cartagine 58 Cefallenia 1 83 Cefiso 224 Ceresso 56 Cheronea 122, 239, 244, 246, 249-250, 256 Chersoneso 28, 1 90 Chii 96 Cicladi 1 7 5 Cinosura 7 5 Cipsela 233 Cirene 1 86, Cirra 14, 1 9 3 , 208, 209, 220 Citerone 67, 74, 75 Clazomene 1 3 7, 241 Cleonai 1 1 9 Colofone l 03 Colono 1 48 Corcira, Corciresi 1 09 , 1 8 1 - 1 83 , 241 Corinto, Corinzi 26, 57-58, 65-66, 7980, 9 1 , 98, 1 07, 109, 112, 1 25 , 1 34, 1 42, 1 80, 1 95, 2 1 5 , 220, 241 , 24925 1

Dal l ' indice sono esclusi alcuni nomi costantemente ricorrenti (Atene, Ateniesi; Delfi -

città ed abitanti

-) ed

etnici giudicati non significativi (Grecia, Greci; Ellade, Elleni ) . I

numeri in corsivo indicano che il nome ricorre solo in nota.

304

Coronea 97, 98, 105, 108, 201, 224225

INDICE DEI

NOMI

GEOORAFICI E DEGLI ETNICI

206, 224, 225, 226-227 , 237 Flia (demo attico) 1 2- 1 3

Cos 1 1 7

Fliunte, Fliasii 1 90, 220, 223

Crannon 2 00

Focide, Focesi 8, 1 6, 44, 56, 89-90, 9 1 ,

Crati 1 05

92-97, 1 08 , 1 20, 122, 1 3 3 , 1 36, /59,

Crenide 233

1 68 , 1 8 1 , 1 84, 1 93 - 1 94, 1 95, 1 96,

Creta, Cretesi 1 2, 57, 6 1 , 66, 69, 77

20 1 , 203-204, 205, 206, 208-2 1 8 ,

Crisa, Crisei 13, 1 4- 1 6, 1 8-23, 92, 245 ,

220-23 1 , 232, 233, 234-238, 242,

253

254-256

Cuma 241 Gylakeia 106 Danai 100 Delion 115, 116, 1 60, 1 62, 221

lampoli 56

Delo, Delii 32-34, 35, 86, 1 0 1 , 1 08 , 1 1 8 , 1 20, 1 23 - 1 24, 1 26- 1 27, 1 32,

Ilisso 4, 28, 30-3 1

1 40, 1 73, 239-242, 2 5 3 , 255-256

lcaria 3 1 , 34 Illiri 58

Didima 221

lolco 52

Dion 1 7, 244 Dodona / 09, 1 22, 1 50, 163, 234, 243

lonia 30

Dolonci 28

Ioni 8, 1 5 , 29, 3 3 -34, 90, 1 25 , 1 36, 1 67 , 1 76- 1 77

Dolopi 8, 8 1 -82, 83 Dori (stirpe) 8, 112, 1 7 5

Lacedemoni cfr. Spartani

Doride, Dori (della Doride) 8 9 , 90, 94

Larissa, Larissei 83, 90, 94-95, 202

Egeo 30, 1 26, 1 7 5

Leipsydrion 35-36, 38, 40, 41, 42 Lemno, Lemni 28

Egina, Egineti 5 1 -5 2 , 80

Leuttra 1 84, 1 87, 1 9 1 , 1 95 , 203, 204,

Egitto 89

206, 255

Eione 34, 80- 8 1 , 1 0 7

Libia 89

Elatea 247

Locride, Locresi 8, 90, 9 1 , 92. 2 1 4-

Eleusi 60, 74, 1 98, 2 3 5 , 244 Elide, Elei 1 7, 187, 1 97 Enchelei 58

2 1 5 , 222, 224, 23 1 , 234, 245-246, 248 Locride Ozolia, Locri Ozoli 220, 234

Eniani 8 Enofila 90, 92-93, 94, 95 Epidamno, Epidamni 1 09 Epidauro, Epidauri 1 1 7, 1 90, 220, 223 Eraclea Trachinia 1 07, 1 2 1 , 1 25 , 1 36, 1 77 Eretria 48, 228 Eritre 1 0 1 , 1 37

Macedonia, Macedoni 235, 244, 24 7, 248 Magneti 8 Mali 8 Mantinea, Mantineesi 1 22, 123, 1 68 , 2 04 Maratona 26, 5 5 , 7 5

Etei 8

Margane 187

Eubea, Eubei 75, 1 08 , 209, 228

Medi 76, 245

Falero 1 1 8, 1 26

Megara

Fanteo 122

Megaride 9/

Farsalo 98

Melite 125 Messenia, Messeni 9 l , 1 1 9- 1 20, 1 22 .

Megalopoli, Megalopolitani 224-225

Fere, Ferei 8 3 , 93, 181, 1 8 7, / 88, 205 ,

Il,

1 7, 1 9, 220, 235

305

INDICE DEl NOMI GEOGRAFICI E DEGLI ETNICI

1 89, 1 90, 1 99, 224-225 , 226

Micene 84

Ptoion 27-28, 32

Mitilene 89

Rio 1 68

Munichia 40

Salamina 1 9, 5 7 , 58, 62-68, 72, 7 5 , 76,

Narice 224

Samo 152 , 221 , 232

Neapoli di Campania 1 0 7

Sci li unte

Molassi 1 56

1 04

Scarfea 244

Naupatto 1 1 9, 1 2 1 , 1 34 Neapoli di Tracia 233

l 87,

Sciro, Sciri 8 1 , 242

Neon 208, 2 1 1 , 222

Scizia 245 -246, 248

Nicea 229, 247

Scotussa 83, 93

Notion 1 03

Sibari, Si bariti 1 03,

Nomai 107

Sfacteria

Olimpia 5 8 , 106, 1 2 1 - 1 22, 123, 1 34,

1 44, 1 79, 1 8 1 , 1 83 , 2 2 1 , 243 Olimpo 1 75

Olinto 1 8 1 , 1 98, 239

l 56

Sibari (fiume) 1 05

l 04- 1 06

Sicilia 1 37 , 1 40, 1 49, 1 64 , 1 67, 257 Siculo (mare) 1 64

S icione, Sicioni 1 5 - 1 6, 1 8, 1 9, 2 1 , 1 09,

220, 224, 253

Orcomeno 224-225

Sifni 66

Oreo 229

Siracusa 1 8 1 , 1 83

Orea 1 08

S igeo 89

Ome 227

S iri 1 04

Oropo 2 1 7

S i ritide

Pagase 223

Sparta, Spartani 36, 39, 42, 43-46, 49,

Pallene 26, 38, 39-4 1 , 46

Pamaso 58

Pelargico 49-50, 129, 1 49, 1 5 1

1 1 3 , JJ4,

5 1 , 53, 59, 62, 66, 69-74, 7 7 , 79-80,

82, 8 3 , 89, 90, 9 1 , 92, 93, 94-98 ,

1 1 5- 1 1 7,

Pella 230, 236 Pellene 1 6

Peloponneso, Peloponnesiaci, Pelopon­

nesii 66, 70, 87, 91, 94, 96, 1 05 , 1 09,

1 1 9,

1 2 1 - 1 22,

1 39,

1 5 3- 1 54, 1 95, 2 2 1 , 224-227,

1 25 , 134,

1 36- 1 37 ,

256

Perrebi 8

Persia, Persiani 50, 55-56, 58, 60, 64-

65, 67, 71, 72-73, 76-77, 80, 1 001 0 1 , 1 24, 155, 1 89, 1 95 , 242, 254 Pieria 244 Pitecusani 107

Pito (di Tessaglia)

1 00,

1 08- 1 09 ,

1 1 1 - 1 1 2,

1 1 9- 1 20,

122, 1 25 , 1 2 7, 1 3 3- 1 37 , 151, 1 54,

155, 156, 157, 159, 164, 1 68 , 1 80, 1 8 1 , 1 82- 1 86, 1 8 7, 1 88, 1 89- 1 90,

191, 1 92, 1 93- 1 97 , 1 98, 1 99 , 202, 208-209, 2 1 0, 2 1 3 , 2 1 5-2 1 6, 220,

223-227, 229-230, 232, 237, 254-256

Strimone 80

Susa 1 89, 1 9 1 , 1 95 Tanagra 89, 90, 9 1 , 92-95, 97, 1 3 6, 254 Taranto 1 04

Tauride, Tauri 1 66- 1 6 7 ,

l 68

Tebe, Tebani 1 5 , 48, 5 1 , 79, 9 1 , 1 39,

1 4 1 - 1 4 3 , 144, 145, 1 46, 1 60, 1 84-

l7

Platea, Plateesi 5 1 , 59, 70, 72, 74-77,

80, 118, 154, 1 55, 1 56, 1 86, 225 , 236

Potidea 89

l 04

Si va 243

1 9 1 , 1 94, 1 96- 1 99, 203, 204, 206-

2 1 1 , 2 1 3 , 215, 2 1 6, 2 1 7, 222, 224225, 226, 232, 235-239, 245 , 247250, 255-256

306

INDICE DEI

NOMI GBOO RAFICI E D liG U ETNI CI

Termopili 59, 6 1 , 63, 66, 69-70, 7 3 , 80, 1 36, 223-224, 226, 227, 229-230,

Tetrapoli attica 29, 34, 1 54- 1 5 5 Thetonion 98, 220 Tireatide 241 Tracia, Traci 102, 107, 233 Trezene 152, 1 6 1

235-236, 239, 247, 256 Tespie, Tespiesi 56, 225, 236

Triasia (pianura) 74 Trifilia 187

Tegea, Tegeati 1 22,

1 23

Tempe 55, 64-65, 77 Termodonte 76

Tessaglia, Tcssali

8,

9, 47-4 8 ,

49,

52,

5 5 , 56, 58, 59, 65, 72, 77, 79-83, 8889, 90, 91, 93 -96, 181, 187, 188,

1 9 1 , 205, 220, 221,

206-209, 210, 2 1 3 , 2 1 5 , 222, 224-226, 236-237, 239, 245, 247, 253-256

Tripodisco 17 Tritone (lago) 89 Troade 89, l 06 Troia 76, 157 Tronio 229 1ùri 1 03- 1 06, 1 08- 1 09

Finito d i stampare

nel mese d i l ug l i o 200 1

d a l l a Ti po li to Uggè d i Botte l l i Santino Crema (CR)