La caduta dell'impero ittita e la guerra di Troia: Omero nell'Egeo
 9788876214851, 8876214852

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LA CADUTA

DELL'IMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

Omeronell'Egeo

di Ernesto Roli



PALOMBI EDITORI

©2005 Tutti i diritti spettano a Ernesto Roli Progettazione, realizzazione grafica e redazionale a cura della casa editrice Palombi&Partner via 1imavo, 12 00195 Roma ISBN 88-7621-485-2

SOMMARIO

INTRODUZIONE

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CAPITOLO PRIMO

Le realtà geopolitiche del Peloponneso e dell'Egeo prima dell'invasione dorica

Premessa Kefiiu-Kaptara Tanayu "Isoledel Mare" Haunebu Arya L'Egeo,Cretae Micene La cronologi,a ufficialeanticae recentedellaRegi,one per una "nuovacronologi,a" Proposte Gli stati anatolici nel periodo Ittita {XVI-XII secolo)

Anatolia occidentale Anatolia centraleed orientale

11 11 12 17 18 19

20 20 27

28

29 29 54

CAPITOLO SECONDO

I Popoli del Mare

Premessa Carestiee innondazioni Le congi,ure degli "stranieri" Il Nord e la Nona Curva Fonti storiche Le.dueinvasionidei "Popolidel Mare" Analisi dei singolipopoli

67 67 67 68

69 71 72

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CAPITOLO TERZO

Troia e i poemi omerici. Le due città e le due guerre

/nomi Lefonti storiche

89 89 90

Le cause,i motivi e le responsabilità Le date, la cronologi,a e gli strati Lefonti storichee i dati mitologi.ci Le conseguenze

91 95 98 100

CAPITOLO QUARTO

Le conseguenz.edovute al crollo dello Stato ittita in Anatolia L'Anatoliapostittita:i popolie gli Stati

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CAPITOLO QUINTO

Le conseguenz.edovute al crollo dello stato ittita nelle aree circostanti Area armeno-urartea Areaponto-caucasica Area siro-palestinese Area libicae nordafricana Area danubiano-balcanica Areagrecoed Egeocretese

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146 148 150

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APPENDICE

Le Amazzoni Geografiaomerica L'Atlantide

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INTRODUZIONE

Il presente studio, di carattere prevalentemente storico, sul mondo ege-anatolico, vuole tentare di colmare le numerose lacune che le attuali conoscenze della scienza ufficiale presentano sull'argomento. Una linea storiografica sistematica, uniforme e coerente sugli stati anatolici, egei e peloponnesiaci del secondo millennio a.C., di fatto non esiste. Numerosi sono i punti di vista e le opinioni dei vari studiosi di storia antica su problemi ancora aperti. Non esistono purtroppo risposte chiare e definitive ai vari argomenti riguardanti l'Anatolia degli ultimi secoli del secondo millennio a.C. Tali argomenti sono, ad esempio, la fine di Hattusa, capitale dell'impero ittita, le migrazioni dei coslddetti "Popoli del Mare", la loro provenienza e la loro identificazione, la comparsa improvvisa dei popoli balcanici in Asia Minore, la guerra di Troia, la geografia anatolica, in altre parole la posizione precisa sul territorio dei vari stati citati dalle fonti ittite ed egiziane; inoltre i rapporti tra gli Ittiti e i Greci, la colonizzazione greca sulle coste ioniche e per finire la nascita della Grecia post micena e dell'Anatolia post ittita. Argomenti particolari che si possono definire conseguenti o collaterali a questo insieme di problematiche sono la questione delle origini degli Etruschi, la possibile identificazione storica delle Amazzoni, di là dei dati mitologici, infine la conoscenza dei Pelasgi. A questi argomenti bisogna aggiungere la questione della geografia omerica, mai affrontata in maniera seria e concreta, in altre parole da un punto di vista storico-geografico, infine una interpretazione realistica del problema di Atlantide, il platonico continente scomparso sotto il mare. A tutto ciò in questa sede si è tentato di dare una risposta chiara. Circa il crollo definitivo della capitale dell'impero ittita, le fonti antiche, soprattutto di parte egiziana, sono piuttosto povere e insufficienti per tentare di capire i veri motivi che hanno portato alla sua distruzione. Gli studiosi moderni hanno cercato in vari modi di chiarire questo mistero. Alcuni di questi studiosi, soprattutto quelli dell'ultima generazione, pur non

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entrando nel particolare, hanno formulato delle ipotesi interessanti e affascinanti senza però dare, in definitiva, una risposta esauriente al problema. Persino l'archeologia, nonostante i notevoli passi compiuti in questi ultimi anni, con il punto della situazione sull'argomento effettuato in occasione della recente mostra di Bonn in Germania ( Die Hethiterund ihr Reich.Das Volkder 1000 Gotter, Bonn, aprile 2002), non ha saputo fornire un quadro storico preciso e definitivo. Un notevole contributo alla conoscenza del mondo egeo-anatolico hanno fornito invece i recenti e fondamentali studi di M. Liverani (AnticoOriente: storia,società,economia,Roma-Bari 1988; Le letteredi el-Amarna, Brescia 1999), di P.Matthiae ( / primi imperieprincipatidelferro, Milano 1977), di M. Salvini ( Una letteradi Hattusili I relativaalla spedizionecontroHassum, in «Studi Micenei ed Egeo-Anatolici», 34, pp. 61-80, 1994), di M. Frangipane (Arslantepe,Milano 2004), di S. de Martino (Gli Ittiti, Roma 2003) ed altri qualificati ricercatori italiani. Solo un attento controllo dei testi, una attenta analisi storica degli ultimi decenni del'impero ittita e una comparazione sistematica di tutto ciò con le fonti egiziane o altre, ha permesso di capire in questa sede che il problema della scomparsa di Hattusa è tutto daricercare nelle continue guerre civili che hanno insanguinato Creta e l'Anatolia della fine del XIII secolo. Si è potuto cosl escludere definitivamente la responsabilità di popolazioni ritenute "straniere" (Muski, Misi, Frigi, ecc.), come si era invece precedentemente ipotizzato, o di popolazioni periferiche all'impero ittita in rivolta (Kaska). Conseguenza di queste "guerre civili" è stato l'abbandono da parte dei "Popoli del Mare" delle loro città e delle loro terre d'origine, situate nell'isola di Creta e la successivadistruzione daparte loro della capitale ittita, Hattusa (la vera Troia omerica). Circa la provenienza dei "Popoli del Mare" molto si è discusso nel passato, ma non sempre si è riusciti a dare una risposta adeguata sui loro luoghi di origine, tanto meno sulla loro composizione etnica. Da vari studiosi sono state formulate diverse ipotesi; si sono proposte Creta, il Peloponneso, i Balcani e persino l'Europa del nord. Un'attenta analisi dei testi antichi daun punto di vista storico e filologico ha permesso di capire che, con la nozione di "Popoli del Mare", si deve intendere in realtà non altro che gli abitanti di Creta e delle isole egee. Lo stesso metodo ha permesso di capire la reale provenienza e consistenza dei popoli detti traco-frigi, comunemente fatti provenire dalla penisola bai-

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INTRODUZIONE

canica, mentre i risultati di questa ricerca li ritiene originari dell'Anatolia e di etnia palaita, parente della luvita. Analogamente una approfondita conoscenza della storia anatolica e una nuova e più snella interpretazione dei testi omerici, ha permesso di dare una diversa lettura circa il problema della guerra di Troia, attraverso l'individuazione di ben due città e di due guerre distinte, sapientemente fuse in una sola da Omero nella sua monumentale opera, allo scopo di glorificare la nascente civiltà greca. Si sono cosl definitivamente fugate, con queste risposte, recenti "fantasie", pur di valenti ricercatori, tendenti a collocare le vicende narrate da Omero nel Mar Baltico. Si sono potuti infine individuare con maggiore precisione sul territorio, stati ittiti di difficile lettura e di difficile posizione, potendosi dare cosl una nuova interpretazione ai tanto discussi rapporti tra Ittiti e Greci micenei. Un panorama del mondo anatolico e delle regioni circostanti posteriori al periodo ittita, più conforme alla realtà storica, chiude questa indagine su uno dei capitoli più difficili e, per certi versi, meno noti dell'antichità. Il metodo seguito in questa ricerca è rigorosamente scientifico. Si è tenuto conto di tutte le informazioni trasmesse dai popoli circostanti (Micenei, Cretesi, Sumeri, Assiri, Persiani, Egiziani, Greci, ecc.) attraverso i loro archivi, le loro iscrizioni monumentali, o la loro letteratura, cercando di confrontare le une con le altre al fine di trarre le conclusioni storiche di un determinato avvenimento. Ogni singolo stato ittita o anatolico, ogni singola popolazione degna di menzione è stata analizzata sia da un punto di vista etnico-linguistico e religioso, per tentare di capire la logica degli spostamenti e dei movi. . . menti m1graton. Forse alcune conclusioni cui si è giunti in questa ricerca, soprattutto per quanto riguarda il mondo greco-miceneo nei suoi rapporti con gli Ittiti, potrebbe suscitare perplessità da parte di qualche grecista "intransigente" ed "ortodosso". Tuttavia il tempo e l'approfondimento dell'argomento farà capire a questi studiosi che il mondo greco miceneo, cosl come è conosciuto dalla cultura contemporanea, è frutto soprattutto di "appropriazioni indebite" operate dai Greci stessi a partire da Omero a scopo "nazionalistico"; ma anche di suggestioni e costruzioni intellettualistiche arbitrarie operate da parte della cultura europea dell'Ottocento e Novecento. Particolarmente difficiledaaccettare risulterà il fatto che, degli Achei nel periodo in questione (fine del XIII secolo), nel

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Peloponneso non vi è traccia; che la loro patria d'origine è situata a Creta e che la loro etnia non è greca ma luvita. Secondo i risultati della presente ricerca, infatti, nulla autorizza a pensare che da un punto di vista storico, politico e militare i Greci micenei fossero in grado di compiere l'impresa troiana, non avendone le capacità organizzative e le motivazioni. Il quadro storico che in questa sede si prospetta, in seguito alla conclusione delle indagini, alla attenzione di ogni studioso, risulta in un certo senso "rivoluzionario"; le convinzioni e le certezze alle quali la pubblica opinione era da tempo abituata, ora subiscono un profondo mutamento. Non si potrà negare comunque che l'aver tentato di conferire al periodo preso in esame un rigoroso "realismo storico" è senza dubbio la caratteristica di questa indagine. I risultati di cale indagine sono presentati in questo primo momento, data la loro specificità, ai conoscitori dell'argomento. Ciò non rispecchia certo una precisa volontà, in quanto si auspica che possano diventare un domani di dominio pubblico.

Capitolo primo

LEREALTÀGEOPOLITICHEDEL PELOPONNESO E DELL'EGEOPRIMA DELL'INVASIONEDORICA

Premessa La prima area geografica che si deve prendere in considerazione per capire gli avvenimenti storico-politici accaduti nella regione egeo-anatolica tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XII secolo a.C., è indubbiamente quella che comprende il Peloponneso e l'isola di Creta con le isole del Mar Egeo. Essa annovera realtà geopolitiche come Keftiu-Kaptara, Tanayu, Isole del Mare, Haunebu, Isia, Creta, Micene e i cosiddetti "Popoli del Mare,,. Per quanto riguarda la nozione di Isole del Mare, pur facendo parte in maniera inequivocabile dell, area egeo-cretese, si preferisce, in questa sede, considerarla come una realtà politica a sè per due serie di motivi. In primo luogo perché essa comprende una serie di stati che si estendono sul Mar Egeo e in secondo luogo perché gli studiosi, per via di una serie di equivoci, sono soliti identificarla con il Peloponneso. È opportuno pertanto chiarirne la posizione (fig. I).

Fig. 1 - Isoladi Creta,la KarijatadegliIttiti, localizz;azione degliStati cretesinoti agliEgi,ziani e agli Ittiti secondoil presentestudio

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Keftiu-Kaptara Nell'Egeo è conosciuta, dalle fonti egiziane, accadiche, ugaritiche e bibliche, l'esistenza di due realtà geopolitiche importanti, Keftiu ed Isole del Mare, la cui localizzazione ha generato una serie di equivoci che sono la causa di gravi errori nell'interpretazione delle antiche fonti, utili per scrivere la storia della regione prima dell'età greco-arcaica. La maggioranza degli studiosi propende, infatti, per l'identificazione di Keftiu-Kaptara con l'isola di Creta, mentre Isole del Mare sono identificate con il Peloponneso e i Micenei. Secondo i risultati scaturiti da questa indagine invece, con Keftiu-Kaptara si deve intendere certamente una parte dell'isola di Creta, mentre con Isole del Mare si deve intendere l'intera isola di Creta, le isole del Mar Egeo ed eventualmente parte delle coste anatoliche. Le fonti utili alla dimostrazione di tali affermazioni provengono da più parti: - Alcuni testi accadici dell' epoca di Sargon 1, parlano di Kaptara, come di un "isolà' situata "oltre il Mare Superiore". Quest' ultimo è con ogni probabilità il Mar Egeo e non genericamente il Mediterraneo. Kaptara quindi è certamente Creta, l'isola più importante dell'Egeo. - Nei testi di Ras Shamra (Ugarit), città della costa siriana, risalenti al XIVXIII secolo, si parla di Kaptora o Kapturi, come sede di Ktr-w-Hss, cioè di Kothar il "dio artefice"2 che vive "oltre il mare"3 . Da questo riferimento si può trarre purtroppo solo l'indicazione che Kaptora è un'isola. - La Bibbia, dal canto suo, riferisce che i Filistei provengono da Kaphtor o Kaftor, definita "un' isola nel mare"4• Il riferimento dei testi biblici ai Filistei è importantissimo perché, come si vedrà, la loro patria d'origine è proprio l'isola di Creta. - Per ultimo i testi egiziani parlano a più riprese, a partire dalla fine del terzo millennio a.C. 5, ma soprattutto a partire dalla XVIII dinastia, del popolo egeo dei Keftiu. I rappresentanti di questo popolo sono raffigurati, soprattutto nelle tombe di quel periodo, come "stranieri" in atto di recare offerte. Dalle fonti egiziane precedenti Amenophis III (1360), si sa, infatti, che Keftiu svolge l'azione di intermediario con l'Egitto per prodotti provenienti dall'oriente: oro, avorio, argento, rame, lapislazzuli6 • L'avorio, che non esiste né a Creta né in Asia Minore, arriva a Keftiu e da

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qui in Egitto. Nella tomba di Rekhmire, visir di Thutmosis III (1450), sono raffigurati uomini keftiu nell'atto di portare tributi in Egitto. Uno di questi uomini sostiene una zanna di elefante, un altro porta un pane di rame a forma di pelle di bue, un altro ancora reca con sè un rhyton, recipiente tipicamente egeo-cretese. Nella tomba di Menkheperresoneb, figlio di Rekhmire, vi è raffigurato un principe keftiu prostrato a terra, secondo la moda "siriana"7 • Gli studiosi pensano che per Keftiu si debba intendere Creta. Aggiungono inoltre che alla morte di Amenophis III, Keftiu scompare dai testi egizi e compare invece al suo posto una nuova realtà politica, Isole del Gran Mare Verde, che essi pensano di identificare con i Micenei. Si sa inoltre dalle fonti che Isole del Mare continuano a portare in Egitto gli stessi prodotti di Keftiu 8 • Ciò è possibile perché evidentemente Isole del Mare è vicina a Keftiu e per il Gran Mare Verde si deve intendere il Mar Egeo. Questo cambiamento politico avvenuto nella regione egea, è inteso come "caduta di Cnosso" (1360) da L. Godart, in accordo con M. R. Popham9, e come conseguente "ascesa dei Micenei" 10• Il testo egizio decisivo per gli studiosi a sostegno di queste ipotesi è una iscrizione proveniente dal "Tempio dei Morti" di Amenophis III (1360) dell' antica Tebe. A Kom el Heitan (Qurna), infatti, lo zoccolo di alcune statue reca una stele con un'iscrizione, letta da E. Edel nel 1966 11• Essa contiene il nome di Keftiu, quello di Tanayu, località non ufficialmente identificata e alcuni toponimi ritenuti cretesi e micenei. M. C. Astour 12 conclude che Keftiu si deve identificare con Creta, confermando così l'opinione corrente degli studiosi a questo proposito. Questa ipotesi è stata espressa da J. Vercoutter, già nel 1956, il quale ha inoltre affermato che per Isole del Mare si debbono intendere i Micenei. Ora, dopo varie polemiche, sembra che gli studiosi abbiano raggiunto sostanzialmente un accordo circa l'identificazione di queste due realtà statali dell'Egeo. Grazie al Vercoutter, oggi si sostiene concordemente che per Keftiu si debba intendere l'isola di Creta e che per Isole del Mare si debbano intendere i Micenei. Il Vercoutter conclude la sua tesi affermando che Isole del Mare soppianta Keftiu a partire dalla morte di Amenophis III (1360) 13, correggendo così la precedente cronologia, secondo la quale il

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termine Keftiu scompariva dai testi egiziani prima della fine del XV secolo, sotto Amenophis II (1420) 14 • Il Severyns 15, sulla scorta del Vercoutter, per Isole del Mare intende gli Achei, mentre il Donadoni 16 intende i Micenei in una accezione più vasta, comprendente cioè l'intera regione egeoanatolica. Fin qui la versione ufficiale. Le cose in realtà non stanno in questi termini; anzi tale interpretazione ha portato ad una serie di incomprensioni gravi dal punto di vista della definizione di una storia e di una geografia della regione, prima della nascita della civiltà greca. Una prima obiezione alle conclusioni "ottimistiche" di Astour consiste nel fatto che tra i nomi dei toponimi, letti da Edel come nomi di città cretesi e micenee e situati vicino ai nomi di Keftiu e di Tanayu, in realtà, come si vedrà in seguito, non vi sono nomi di città micenee. In pratica questi nomi appartengono certamente a Keftiu e a Tanayu, come è stato interpretato, ma si trovano a Creta o nell'Egeo e non nel Peloponneso. Stabilita a questo punto l'identità di Keftiu con Creta e l'assoluta estraneità del Peloponneso dal contesto geografico della fonte egiziana, resta da decidere cosa si debba intendere con Tanayu. Questa località è da identificarsi con la patria dei Danai, regione di Creta, come si vedrà. Tanayu, a sua volta, in un'altra lista di Amenophis III da Karnak, è citata insieme con Ugarit ed Alasija (Rodi) 17• Da Thutmosis Ili, nel suo famoso "Inno alla Vittoria': Keftiu è nominata insieme con un'altra località, Isi 18 , come i due paesi che rappresentano l"'Occidente". Isi, come si vedrà in seguito, si deve identificare con lo stato cretese di Aswija, citato in tavolette in Lineare B. Sempre nell'"Jnnoalla Vittoria",Thutmosis III cita anche Isole del Mare, oltre che a Keftiu e ad Isi 19 • Isole del Mare, secondo la presente ricerca, si deve identificare con Creta, le isole egee e le coste anatoliche. Si possono trarre a questo punto le prime conclusioni: - Dai testi accadici si deduce che Kaptara è un"'isola'' posta "oltre il Mare Superiore". Quest'ultimo è sicuramente il Mar Egeo e non il Mediterraneo. Kaptara è quindi necessariamente Creta. La parola "oltre" è piuttosto indicativa a questo proposito. - Dai testi egiziani si deduce che Keftiu, oltre ad essere citata insieme a località cretesi e non del Peloponneso, è principalmente in relazione a Tanayu (Creta), e indirettamente ad Alasija (Rodi) e a Isole del Gran Mare

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Verde (Creta, isole e coste ioniche del Mar Egeo). Si tratta, come si può costatare, di località tutte dell'Egeo. Inoltre la rappresentazione del principe keftiu nella tomba di Menkeperresoneb, prostrato a terra alla moda "siriana", dimostra che i Keftiu cretesi sono in contatto con la Siria. - Infine nella Bibbia il profeta Amos sostiene che i Filistei vengono da Kaphtor20, la quale deve essere quindi considerata la loro patria. Questa comprende sicuramente anche la città di *Palaista, la loro vera zona di origine. A questo punto bisogna chiarire la contraddizione esistente tra le affermazioni della Bibbia, che hanno indotto gli studiosi a sostenere l' origine cretese dei Filistei, e quelle di Xanto, storico lidio, che afferma chiaramente che i Filistei sono coloni lidi 21 • Argomento questo che, per esigenze pratiche, sarà chiarito a suo tempo. Per concludere questa prima parte della presente indagine, si può affermare che la realtà storico-geografica è diversa della tesi ufficiale. Keftiu-Kaptara è certamente Creta, mentre Isole del Mare non sono i Micenei, bensì la stessa Creta, unitamente alle isole e alle coste egee dell'Ariatolia; infine il Gran Mare Verde, che corrisponde al Mare Superiore degli Accadi, non è il Mediterraneo, ma il Mar Egeo. Keftiu-Kaptara è pertanto situata sulle coste dell'isola di Creta. A questo punto bisogna far luce sulle interpretazioni che ne hanno già dato gli antichi. L'unico riferimento geografico riguardante Kaphtor, si ritrova nella Bibbia o meglio nella sua traduzione in greco, dove in un passo di Amos (IX, 7) essa è letteralmente tradotta con "Cappadocia" 22 • Sulla scorta di tale citazione G. A. Wainwright 23, ha creduto di identificare Kaphtor con la Cappadocia e l'ha posta conseguentemente sul mare, in altre parole in Cilicia. La domanda che ne consegue è perfettamente legittima. Per quale motivo gli Ittiti, che dovrebbero essere i più informati a proposito, non la citano mai in questa regione? 24 La realtà è che già gli Ebrei non sanno più cosa si debba realmente intendere con Kaphtor; tantomeno il traduttore greco di Amos, il quale, per motivi apparentemente inspiegabili, ritiene in ogni modo che "Cappadocia" sia la traduzione di Keftiu e che questo stato si trovi quindi in Asia Minore e non a Creta. Da qui le ingenue ma logiche deduzioni del Wainwright, che si basano pur sempre su testi antichi. Per smentire il Wainwright si è dovuto aspettare il Vercoutter, il quale, come si è

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DELL'IMPERO ITilTA

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detto, ha identificato Keftiu con Creta e Isole del Mare con i Micenei. Fatte queste considerazioni è opportuno a questo punto trarre la conclusione da un punto di vista topografico. Lo stato di Keftiu-Kaptara, secondo la presente indagine, corrisponde quindi ad una parte di Creta di difficile collocazione. Questo lembo di Creta è l'"isolà' posta "oltre il Mare Superiore" di Sargon. Secondo il Donadoni, infatti, con il termine "isola, non si deve intendere necessariamente una terra circondata dal mare25• Persino una penisola risponde pienamente a queste esigenze. Gli Ittiti pertanto non conoscono Keftiu-Kaptara, anche perchè non hanno mai l'opportunità di citarla nei loro documenti. Keftiu, secondo Edel26, dovrebbe essereletta più modernamente come *Captai. Questa nuova lettura lo avvicina di più alla Kapta-ra accadica. Un'ultima considerazione si impone. Alcuni studiosi facendo scomparire il termine Keftiu dai testi egiziani all'epoca di Amenophis III (1360), sono propensi a non tener conto degli elenchi dei paesi tributari dell'Egitto, appartenenti a Ramses II (1250) 27 , dove è citata nuovamente Keftiu, ritenendoli ripetizioni a scopo di propaganda. Tale opinione è giustificata, perché, in effetti, Keftiu dopo il 1360, non è più nominata. Se Ramses II lo cita, ciò è dovuto al fatto che nella battaglia di Kadesh (1275) il faraone egiziano dice di avere sconfitto gli Ittiti insieme con i loro alleati. Pertanto dopo questo avvenimento egli si ritiene signore dell'intera area egeo-anatolica. Gli studiosi pertanto hanno indubbiamente capito il momento di passaggio da Keftiu ad Isole del Gran Mare Verde (morte di Amenophis III, inizio del regno di Suppiluliuma I), solo che non è corretta la identificazione di Isole del Mare con i Micenei. Sulle cause del declino di Keftiu, registrato dalle fonti egiziane e della conseguente ascesa di Isole del Mare, si può dire con relativa certezza, che il motivo consiste nel fatto che l'ascesa di Cydonia (1360), porta alla frammentazione politica della regione (Creta, isole egee e coste anatoliche) in più stati, mentre le coste egee dell'Anatolia, sono sottomesse dagli Ittiti a partire daArnuwanda I (1399-1375), poi da Tudhalija II (13751356), e infine da Suppiluliuma I (1356-1320), contemporaneo di Amenophis III. Cambia quindi l'intero quadro politico. Per finire l'esistenza di questo stato cretese e della sua relativa scomparsa dai testi egiziani non può consentire in ogni modo a certi autori 28 , di affermare che Solone traduca Keftiu con Atlantide.

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DEL PELOPONNESO E DEu.'EGEO

Tanayu Questa località, scritta T3n3yw,è di difficile lettura, anche se si può azzardare Tanayu 29 oppure Danaja 30 • È citata per la prima volta all'epoca di Thutmosis III (1450). Da Tanayu si sa, infatti, che giungono in Egitto, prodotti di "lavorazione keftiu" 31 • Ciò significa, quanto meno, che le due località sono abbastanza vicine tra loro. A Kom el Heitan (Qurna) poi, in una iscrizione dello zoccolo di alcune statue del Tempio dei Morti di Amenophis III (1360) di Tebe, che è stata letta da E. Edel nel 1966, Tanayu è citata insieme a Keftiu. Tuttavia di Tanayu, Edel non è riuscito a dare una precisa connotazione e localizzazione. Essa è citata inoltre insieme con alcune località da lui ritenute cretesi e micenee. Amenophis III (1370) tuttavia, in un'altra iscrizione da Karnak 32, cita Tanayu insieme con Ugarit e ad Alasija (Rodi). Come si vede, tutti i punti di riferimento principali portano verso l'isola di Creta. Tanayu è in realtà la ~anaia, cioè la *Danaia, patria originaria dei futuri Denyen,gruppo della seconda ondata dei Popoli del Mare, quindi dei Danaoiomerici, di cui si parlerà in seguito (si veda la voce "Denyen" a pag. 72). Come si può spiegare questo accostamento Denyen- Danaoi,apparentemente illogico? La realtà storica è che i Denyen vivono in una qualche località dell'isola di Creta, da dove compiono incursioni sino in Siria. Essi sono citati, infatti, da Abimilki re di Tyros,in una sua lettera rinvenuta nell' archivio di Tell el Amarna, risalente al XIV sec.. Non sono Greci, ma Luviti. Dopo la "Prima Guerra di Troià' e la seconda espansione dei Popoli del Mare nel 1180, da Creta raggiungono le coste anatoliche e da qui giungono in Cilicia. Da questa regione parte dei Denyen raggiunge l'Egitto insieme agli altri gruppi dei Popoli del Mare, mentre un'altra parte di essi si ferma sul posto, dove fonda Adanya. I Denyen rimasti sull'isola di Creta, in seguito all'invasione dell'Anatolia da parte di tribù balcaniche nel 1160, avvenuta dopo la distruzione di Hattusa (1180), subiscono un altro destino. Le tribù balcaniche spingono popoli anatolici (Muski) verso est, i quali tentano, infatti, di penetrare in Siria e in Assiria coinvolgendo sul loro cammino tribù urrite (Kaska,ecc.). Respinte dagli Assiri sono costrette a ripiegare verso il centro dell' Asia Minore. In seguito a questo ripiegamento, popoli luviti sono spinti da loro verso l'Europa. È probabile che anche i Denyen siano coin-

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volti in questa migrazione e abbiano raggiungono il Peloponneso insieme agli Ahhijawa, diventando rispettivamente i Danaoi e gli Achaioi,conosciuti da Omero.

"Isoledel Mare" Si deve a questo punto prendere in considerazione l'altra realtà egea che compare nei testi egiziani, e cioè Isole del Mare. Questa nuova entità politica è citata solo a partire da Thutmosis III (1460) 33• I testi relativi di quest'epoca, che sono essenzialmente l'"lnnodellaVittoria':distinguono infatti tra i Keftiu e gli 'J\bitanti delle Isole del Gran Mare Verde", dove il "Gran Mare Verde" corrisponde al "Mare Superiore" degli Accadi, e quindi si deve identificare con il Mar Egeo e non con il Mediterraneo in genere. La designazione di Isole del Mare scompare improvvisamente dai testi egizi a partire da Ramses III, dopo il 1180 circa34, cioè con la seconda espansione dei Popoli del Mare. Con Isole del Mare si debbono intendere pertanto l'insieme delle isole del Mar Egeo, Creta inclusa e le coste dell'Anatolia, ma non il Peloponneso e i Micenei. Lespressione di Isole del Mare è semplicemente una generica traduzione egiziana della situazione politica egea, dominata precedentemente da Keftiu, venutasi a verificare nella regione in seguito alla ascesa di Cydonia (1360) e alla conseguente frammentazione del quadro politico. Lespressione Popoli del Mare invece è usata dagli Egiziani per indicare i popoli di queste Isole del Mare, comprendente cioè tutti popoli abitanti le coste dell' Anatolia, le isole egee e Creta, escluso il Peloponneso. Le Isole del Mare, secondo gli Egiziani, sostituiscono Keftiu a partire dalla morte di Amenophis III (1360), cioè con Suppiluliuma I. Ciò è possibile perché Keftiu, che è parte di Creta, perde la propria supremazia a causa di lotte interne e della espansione di Hattusa nell'Anatolia occidentale. Nasce cosl Cydonia che forse svolge una funzione politica anti ittita (1360). Queste Isole del Mare si debbono considerare quindi come la patria dei successivi Popoli del Mare. Sulle cause della fine di questa realtà geopolitica egea e della espansione di questi popoli si veda la voce "Popoli del Mare". Probabilmente Isole del Mare sostituisce a sua volta un'altra espressione usata precedentemente dagli Egiziani, e cioè quella di Haunebu (si veda oltre).

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LE REALTÀ GEOPOLmCHE

DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Haunebu Questa espressione è nota in diverse forme: Haunebu, Hanebu, Hau-nebu 35, Hau-Nebut, Haunebur3 6 • Haunebu, come Keftiu, è nota sin dal III millennio a. C., nei "TestidellePiramidi" e in iscrizioni dell'epoca di Kheops e di Sahure (2600) 37• Amosis (I 570) a sua volta, ha contatti diretti con Haunebu, e sua madre Alihotpe è detta "signora delle regioni delle Isole Mediterranee" 38• È citata infine da RamsesIII nel Medinet Habu, quasi come un appelativo di Isole del Mare o di Popoli del Mare. È stata identificata in un primo tempo con i "Popoli Egei" pre-ellenici, ma il Vercoutter (1953) ha dimostrato che ciò era sbagliato perché ci si basava su una errata traduzione della parola e che il nome di Creta era Keftiu. In seguito P.Montet 39 ha invece avvicinato tale realtà ai Greci Micenei. Infine il Vercoutter ha sostenuto che in Haunebu non è possibile vedervi né Creta, né l'Egeo, perché i rapporti diretti tra la civiltà cretese e quella egiziana, non sono cominciati, secondo lui, che con la XVIII dinastia. Il Vercoutter ha concluso la sua tesi identificando il Peloponneso e i Micenei con Isole del Mare, mentre Keftiu con l'isola di Creta, infine Haunebu l'ha identificata invece con "lepopolazionidei remotilitoraliasiatici'140,vale a dire con la dicitura "Popoli del Mediterraneo", in uso presso alcuni atlanti storico-geografici. Anche per il Severyns 41 Hau-Nebut non coincide con la Grecia. Il discorso di Vercoutter non è in alcun modo condivisibile in quanto, come si è visto, Keftiu è parte dell'isola di Creta, mentre Isole del Mare sono le isole del Mar Egeo, compreso Creta e le coste anatoliche. Cosa voglia intendere poi con "lepopolazionidei remotilitoraliasiatici"il Vercoutter, non è facile interpretarlo, anche se poi di fatto tale espressione finisce con il coincidere con Isole del Mare. Le Isole del Gran Mare Verde, divengono, a loro volta, con una accezione più ampia, i Popoli del Mare stessi 42 • Per finire J. Spanut nei suoi studi, ha affermato che i Greci hanno tradotto Haunebu con Atlantide, il nome del continente scomparso. Più che Haunebu, è possibile che essi in realtà, abbiano tradotto con Atlantide l' espressione Isole del Mare. Si veda per questo argomento la voce "Popoli del Mare".

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LA CADUTA DELLIMPEROITTITA E LA GUERRADI TROIA

Asya Gli Egiziani, dal canto loro, citano in alcune iscrizioni, un paese che chiamano Isi, Asya, Isy, Isia, che gli storici e gli archeologi ritengono trattarsi di un regno cipriota dell'età del Bronw 43 • Tale affermazione non appare però condivisibile, in quanto Asya non è altro che un regno cretese citato come Aswija in alcune tavolette in Lineare B. Nel suo famoso Inno alla Vittoriainfatti, Thutmosis III (1450) cita insieme a Keftiu (Creta) anche Asya, come i due paesi che rappresentano "l'Occidente" 44• Non si comprende infatti come Cipro possa rappresentare l'occidente per gli Egiziani. Keftiu, come si è visto, è parte dell'isola di Creta e Asya, conseguentemente, non può che trovarsi vicino ad esso. Tra le altre cose si sa che, nei rapporti commerciali tra i due paesi, Asya invia rame in Egitto. Come si può notare tutti i riferimenti indirizzano proprio verso l'isola di Creta o l'Asia Minore. Da Amenofìs III (1380) 45 Asya è citata, infatti, insieme ad Alasija, che è Rodi (si veda lavoce ''Alasijà' a pag. 51), come due località conquistate. Purtroppo l'accostamento di Asya con Alasija, a torto considerata un regno cipriota, ha generato l'equivoco che anche Asya potesse essere un regno analogo. Se si tengono però disgiunte, ma vicine, le due località, allora Asya si identifica inequivocabilmente con lo stato di Aswija a Creta. È da escludersi pertanto qualsiasi accostamento con lo stato ittita di Assuwa.

I.:Egeo,Cretae Micene Uno sguardo storico archeologico all'intera regione in esame, comprendente le isole dell'Egeo, Creta e il Peloponneso, contribuisce senz'altro ad una maggiore chiarificazione del panorama delle conoscenze a disposizione degli studiosi, eliminando cosl dubbi ed errori, a volte piuttosto gravi, compiuti nel passato. Secondo la presente ricerca, popolazioni egee non indoeuropee sono presenti in Grecia, nel Peloponneso e a Creta sin dal III millennio come substrato pre greco. Tra la fine del III e gli inizi del II millennio ad esse si sovrappongono nell' intera regione, Creta esclusa, popolazioni indoeuropee, i Pelasgi. Contemporaneamente l'Anatolia e Creta sono compenetrate sempre da popolazioni indoeuropee, i Luviti, fortemente imparentati con i Pelasgi e sue-

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LE REALTÀGEOPOLffiCHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Fig. 2 - Esempiodi tavolettain terracottacon incisisegniin scritturasillabica detta LineareB da Cnosso

cessivamente dagli Ittiti. Per quanto riguarda gli Elleni, essi scendono nella penisola greca a più riprese nel corso del II millennio, assorbendo o respingendo verso il sud e Creta i Pelasgi. Sono i popoli luviti misti agli egei a fondare i Palazzi di Creta e a "inventare" la scrittura detta Lineare A derivandola da un precedente "geroglifico cretese". È convinzione degli studiosi, infatti, che il Lineare A sia luvita. Ciò è possibile data la presenza di toponimi come Cnosso con il suffisso -ossostipicamente anatolico. Dopo un periodo di grande prosperità i Palazzi cretesi sono investiti da una crisi profonda. Eruzioni vulcaniche (Thera), terremoti, carestie, rivoluzioni, pos- Fig. 3 - Michael Ventris,l'architettoinglese sono aver causato la loro fine tra il 1500 che nel 1952 decifròil LineareB rivelando e il 1470. Solo Cnosso ha la capacità di cosìchei signoridominatoridi Cnossoerano Greciprovenientidal continente sopravvivere alla crisi. I Greci del continente approfittando di tale crisi, occupano l'isola. Sono gruppi di Arcadi quindi a sottomettere i Luviti e a "inventare" il Lineare B, modificando la precedente scrittura, detta appunto Lineare A. Il Lineare B (fìg. 2) è oramai universalmente riconosciuto come lingua greca da quando nel 1952 è stato decifrato dall'architetto inglese M. Ventris (fig. 3). Es-

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LA CAotrrA DELLIMPERO lrnTA E LA GUERRA DI TROIA

so è stato definito come gruppo dialettale in più modi, "acheo-arcade", oppure "eolico", ecc. Una definizione più rispondente alle esigenze storiche deve necessariamente eliminare il termine "acheo" legato, come si vedrà, all'Asia Minore o a Creta. Pertanto una definizione corretta potrebbe essere "arcade-miceneo" o semplicemente "arcade". Una parola tipica del dialetto arcade arcaico è, ad esempio, wanax, col significato di ''sovrano"; essa potrebbe derivare da un i.e. *Kwanag, re;germ. konig, king. Un secolo dopo circa (1360), in concomitanza con l'avanzata degli Ittiti in Anatolia occidentale, crolla definitivamente Cnosso e si afferma Cydonia. Ciò potrebbe essere avvenuto a causa di rivoluzioni interne coadiuvate probabilmente da nuovi interventi dei Micenei del continente. Forse si afferma sull'isola un forte partito anti ittita che stabilisce relazioni diplomatiche e commerciali con gli stati costieri dell'Anatolia, nel tentativo di arrestare l' avanzata ittita. Nel continente nel frattempo si affermano sia Pilo che Micene e i Cretesi vi diffondono il Lineare B ed altri elementi culturali. Pertanto non può esservi uno iato di due secoli, dal 1400 al 1200 (secondo la vecchia cronologia), tra la fine di Cnosso, l'affermarsi di Pilo e Micene e la diffusione del Lineare B nel Peloponneso. Sono fenomeni contemporanei e risalenti al 1360. Creta durante la fase di Cydonia vive un periodo di tranquillità e di prosperità. Riesce anche a stabilire contatti culturali sia con la costa anatolica che con Cipro. Secondo certi studiosi, infatti, in alcune tavolette in Lineare B sarebbero citati Cipro (Kypros)e l'eroe Mopsosche corrisponde sicuramente al Muksus, compagno di Madduwatta, all'epoca di Arnuwanda III (121 O). Costui secondo la tradizione greca emigra proprio da Creta per recarsi in Lidia, dove fonda Kolophon. È forse il primo degli "stranieri" a congiurare contro "Troià'. Questa calma dura, infatti, sino alla "Prima Guerra di Troià' (1180), dovuta probabilmente alla contesa tra Cretesi ed Ittiti per il possesso dell'isola di Alasija (Rodi). Conseguenza di tale guerra è la diffusione nella penisola greca e in Asia Minore di popolazioni cretesi luvio-pelasgiche, i Popoli del Mare, avvenuta intorno al 1180. Successivamente, in seguito alla penetrazione di gruppi balcanici in Asia Minore, popolazioni cretesi e anatoliche (Achei,

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LE REALTÀ GEOPOLITTCHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Danai, Eoli, Ioni, ecc.), si riversano a loro volta in Europa e in Grecia. Cydonia e Micene cadono, infatti, contemporaneamente. Secondo questo studio, Micene è presa sia dai Danai-Achei (Danao-Perseo) che dai Lidi (Pelope), provenienti dall'"oriente"; Cydonia invece "sopravvive" sino all'arrivo dei Dori, provenienti dal nord della Grecia. La partenza delle popolazioni luvite da Creta porta alla crisi delle città cretesi e al crollo politico militare ed economico dell'isola. Tuttavia, in seguito, si assiste anche ad una sua temporanea rinascita. I.:esigenza di riconoscere una vita abbastanza attiva a Creta anche dopo il crollo di Micene e di Cydonia è avvertita infatti da tutti gli studiosi. Il Luce46afferma che "Cretaricuperòin parte l'anticaprosperitàversola.fine delperiodomiceneo':Il Gurney 47è dello stesso avviso, mentre il Godart4 8 sottolinea le "sopravvivenze" di Micene e di Cydonia in particolare e di Creta in generale. All'affermazione di Creta durante il periodo di Cydonia (1360) potrebbe fare riferimento un passo di Diodoro Siculo 49, secondo il quale Tettamo, figlio di Doro, invade Creta alla testa dei suoi Eoli e Pelasgi. Costui rappresenta per gli storici la componente "dorica" di Creta. Ma qui il termine "dorico" deve essere inteso più in senso mitico che in senso storico, perché i Dori, a rigor di logica, ancora debbono giungere nella penisola greca, a meno che con tale termine non si intendano popolazioni greche residenti nel Peloponneso già in periodo miceneo. Si assiste quindi ad una fusione tra gli Eoli e i Pelasgi di Tettamo e le popolazioni greco-luvite esistenti a Creta. I Pelasgi guidati da Tettamo a Creta, sono senz'altro da identificare con quei Pelasgi testimoniati da Omero 50 sull'isola, cioè con i Filistei che emigreranno successivamente in Lidia dopo la guerra troiana (1180). Bisogna dire inoltre che un discendente di Tettamo è Minosse, il quale non si può certo considerare una figura rappresentativa dell'elemento dorico in senso storico, ma dei Pelasgi certamente sl. Queste nuove popolazioni cretesi che si sono venute a formare, possono essere identificate con i cosiddetti "Minoici" della tradizione, i quali in realtà sono i seguaci di Minosse. La ripresa dell'isola, come si è detto, è piuttosto significativa. Nasce, infatti, la cosiddetta "talassocrazia" dei Minossidi con la conseguente occupazione di gran parte dell'Egeo, dall'Attica alla Licia. Luce 51 sottolinea le va-

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LA CAoITTA

DEIÌIMPERO ITITIA E LA GUERRA DI TROIA

rie "spedizioni" di Minosse, ad esempio in Italia e quelle dei suoi successori Deucalione ed Idomeneo contro Troia, volendo con ciò dare consistenza ai miti. Popolazioni cretesi possono aver raggiunto l'Italia (Iapigi e Messapi) in seguito alle "spedizioni" di Minosse, mentre successivamente altre popolazioni cretesi hanno sicuramente raggiunto la Lidia e la Palestina (i Keretim della Bibbia e i Filistei) in seguito alla migrazione dei Popoli del Mare. Anche le tradizioni, a dir la verità piuttosto tarde, delle origini cretesi di Teucro e dell'esistenza sull'isola del monte Ida e del fiume Scamandro, detto anche Xanto, intendono rafforzare il concetto di una Creta forte e dominatrice. Su questo stesso concetto si basano anche alcune tradizioni mito-storiche, come quella relativa al dominio di Minosse in Licia; alla migrazione dei Termiti di Sarpedonte, fratello di Minosse, emigrati da Creta in Licia; oppure quella relativa a Mileto, nipote di Minosse e fondatore della città omonima; oppure quella di Creso, eponimo dei Cretesi, che fonda Efeso e il santuario di Artemide Efesia in Tracia 52 • Si può aggiungere che Cres (il cretese)o Creteo Creteusè anche il nome di un re di Lidia; inoltre che la doppia ascia cretese è anche simbolo dei re di Lidia; che Minos re di Creta è simile a Manes re di Lidia (a dir la verità anche a Menes re d'Egitto e a Menuas re di Urartu); che lardanos re di Lidia è simile allo lardanos, nome di un fiume di Creta, e allo ]ordanes in Palestina. L'elenco potrebbe continuare e si potrebbero anche ipotizzare contatti diretti tra Creta e la Lidia. Anche la tradizione che afferma che Agamennone fonda a Creta una colonia "dorico-achea'' al ritorno da Troia, deve essere ritenuta tarda o interpretata in chiave mito-storica, perché i Dori ancora non sono presenti sul posto. È solo tra la fine del XII e gli inizi del XI sec. che si può parlare di penetrazione dei Dori nel Peloponneso, spinti da genti illiriche. Si assiste cosl al crollo definitivo di Micene e di Cydonia (1100), (T M III C). Dopo questa data, la popolazione di Creta può essere composta da Arcadi (Greci), Cydoni (Greci), Dori (Greci), Pelasgi (Filistei), ed Eteocretesi. Con i "veri cretesi" gli storici greci intendono certamente l'inil termine Eteocretes, sieme delle popolazioni pre-doriche, quindi un misto di Greci e Pelasgi. Circa il nome dell'isola, Creta,a parte le etimologie bizzarre del Graves53 che lo fa derivare da crateia"potere", esso è legato senz'altro ad una voce locale

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

greca o luvita. A dimostrazione di ciò, si può citare il fatto che, in alcune tavolette in Lineare B sono stati letti i nomi di città effettivamente cretesi come Cnosso, Festo, Cidonia e Citera, ecc. ed etnici come Creteseed altri 54• La presenza dell'etnico Cretesenelle tavolette in Lineare B, dimostra che Keftiu e Creta sono due regni cretesi diversi. I nomi delle suddette città cretesi che compaiono in alcune tavolette in Lineare B., coincidono comunque con le letture dei toponimi "cretesi e micenei" fatte da Edel nelle iscrizioni del "Tempio dei Morti" di Amenophis III a Tebe. Vi è infine un' altra considerazione da fare. Anche nella Bibbia esiste sia il nome di Kaphtor che quello di Keretim. È possibile, infatti, che entrambi i termini riguardino Creta. Il primo in realtà è riferito ai Filistei, il secondo ai Cretesi. Questo fatto ha generato, presso gli studiosi, la convinzione circa la origine cretese dei Filistei. Kaphtor in realtà è una parte di Creta, mentre Keretim è Creta, cioè un regno cretese il cui nome prende il sopravvento sugli altri dopo la partenza dei Popoli del Mare. Questi nomi la Bibbia li conosce da fonti dirette, cioè dai Filistei e dai Cretesi stessi. Il termine Keretim, la Bibbia lo ha quindi recepito dai Cretesi giunti in Lidia ed emigrati insieme ai Filistei verso la Palestina. Si può inoltre ipotizzare che il termine Creta sia citato dagli Ittiti all'epoca diArnuwanda III (1210), come Karijata, cioè la patria originaria di Madduwatta. Costui ha come compagno un certo Muksus, citato come Mopsos nelle tavolette in Lineare B. Conviene ora riproporre un documento, preso precedentemente in esame, per ulteriori precisazioni. Si tratta dell'iscrizione dello roccolo di alcune statue del "Tempio dei Moni" di Amenophis III (1390-1356) dell'antica Tebe. Questa stele, letta da Edel nel 1956, reca come si è detto, i nomi di Keftiu e di Tanayu, che in questo studio sono stati identificati con due regni distinti di Creta, ma assai prossimi. Gli altri dodici nomi che compongono l' iscrizione, è stato già detto, appartengono certamente a Keftiu e a Tanayu e si trovano a Creta, ma non nel Peloponneso. Al momento della sua lettura evidentemente Edel colto da sacro entusiasmo, molto ingenuamente ha visto in alcuni di essi toponimi micenei; ma è stato solo un abbaglio. I dodici nomi da lui letti sono: Amnisos, Phaistos (b3-ij-si-tj-ij), Kydonia (ku-tu-na-ia), Mykéne (mu-k-a-n), Deghajas (d-k3-js), Messenia (m-i-da-

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LA CADUTA

DELLIMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

n-j3), Nauplia (nu-pl-i-a), Kythera (ku-t-i-r-a), Wilios (w-i-1-i-ja), Cnossos (ku-n-w-s3), Amnisos (di nuovo), Lyktos (li-k-t) 55 • Wood 56 aggiunge anche un tredicesimo nome di difficile lettura, forse una ignota Seteia. Oggi molte perplessità sono state avanzate da più parti circa l'esattezza di queste letture e delle rispettive facili identificazioni. Nel ribadire comunque l'appartenenza a Creta di questi toponimi, non si intende in questa sede entrare nello specifico delle letture anche perché non è compito e competenza di questa indagine, che è di prevalente carattere storico. Qui interessa invece prendere in considerazione due di questi toponimi: Mykéne e Wilios. Il primo toponimo (mukan), se non è identificabile con l'isola cicladica di Myconos, permette di affermare che la Micene omerica in realtà è localizzata a Creta prima che i Danai la "trasportassero" nel Peloponneso, o i Greci post omerici si impadronissero del nome e del mito, collocandola in patria. Di sostenere inoltre che la guerra di Troia è stata una vicenda tutta interna all'Anatolia ittita. Il secondo toponimo, è interpretato come Wilios da Edel. In effetti la sua lettura è W(a)jurija (W3-iw-r-jj-i) o W(a)julija (W3-iw-l-jj-i), cioè Wilija o Wirija. Questa città non può essere situata in Anatolia, ma sicuramente a Creta. Si può affermare comunque che Wilija, nonostante l'identità del nome, non può essere considerata la Wilios omerica, per motivi essenzialmente geografici. Una volta però che Teucro (cioè profughi cretesi) ne "trasporterà" il nome sulle coste della Troade, essa diventerà lo scenario della "Seconda Guerra di Troia" (si veda la voce "Troia'' a pag. 89). Questi toponimi sono una ulteriore conferma che Keftiu e Tanayu sono due regni che appartengono entrambi all'isola di Creta. Bisogna verificare ora se la cronologia e i dati a disposizione degli studiosi corrispondono effettivamente alla realtà che emerge dalle fonti, oppure sono il frutto di considerazioni errate. Il punto di partenza della cronologia ufficiale è l'esplosione del vulcano di Thera, che viene posta comunemente intorno il 1470. In seguito a questo avvenimento gli studiosi hanno elaborato tutte le loro ipotesi cronologiche compreso la guerra di Troia e la fine della civiltà micenea. Uno sguardo a questa cronologia "ufficiale" antica o aggiornata agli ultimi studi, può essere d'aiuto per capire il quadro della situazione.

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

La cronologia ufficiale antica e recente della Regione - 1470. Esplosione del vulcano di Thera; crollo delle città cretesi, escluso Cnosso. - 1470. Evans è propenso a parlare di abbandono delle città in seguito arivoluzioni interne o a terremoti, escludendo Cnosso dalla tragedia. Il problema dell'eruzione di Thera alla sua epoca, infatti, ancora non esisteva. - 1460. Occupazione di Cnosso da parte degli Achei del continente; cambiamento politico sull'isola, da Minoici a Micenei. Rinascita di Cnosso; nascita del Linerae B. Comparsa del termine Isole del Mare sotto Thutmosis III. - 1400. Caduta e distruzione di Cnosso micenea a causa di un terremoto, secondo Evans. - 1370. Caduta e distruzione di Cnosso micenea da parte dei Micenei del continente secondo Godart 57• Ciò avviene, secondo gli studiosi, in concomitanza con la scomparsa dai testi egiziani del termine Keftiu (Creta) e con la ascesa invece del termine Isole del Mare (i Micenei). Conseguente ascesa di Micene nel Peloponneso e di Cydonia sull'isola, in sostituzione di Cnosso 58• La fase archeologica in cui cade Cnosso è, secondo gli studiosi, il T M III A 2; quindi l'ascesa di Cydonia, che è in contatto con Cipro 59 e Micene, avviene sempre con il T M III A 2. - 1290. Caduta di Troia omerica (VII a), secondo Severyns 60 • - 1260. Caduta di Troia omerica (VII a), secondo Blegen 61 • - 1260. Caduta di Troia VI. La maggior parte degli studiosi è del parere che la causa vada ricercata in un terremoto. Secondo Doerpfeld e poi Wood invece, la Troia VI è la Troia omerica, ed è stata distrutta dagli Achei. - 1200. Diffusione del Lineare Ba Pilo e a Micene da Creta, dopo due secoli dalla sua nascita a Cnosso. - 1190-1180. Invasione dorica e distruzione di Micene, secondo l'opinione della maggioranza degli studiosi della vecchia generazione. - 1190. Oggi, per questa data, si esclude l'invasione dorica e si preferisce parlare invece di caduta di Micene e di caduta di Cydonia nel T M III B, in seguito ai disordini provocati dai Popoli del Mare 62 • Le altre città cretesi e micenee cadono sempre nel T M III B. Il passaggio dal T M III B, al T M III C, avviene tranquillamente. Fine del Lineare B63 •

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LA CAolITA DELL'IMPEROITTITA E u\ GUERRADI TROIA

- 1190. Caduta di Troia omerica (VII a) nel T M III B, secondo Hiller64 e Gurney65• - 1190. "Sopravvivenza" di Micene e di Creta 66 • - 1100-1050. Effettiva invasione dorica; fine di Micene e di Creta 67 e del T MIII C. Questa cronologia, anche se abbastanza calibrata e più aderente alla realtà storica, soprattutto grazie all'opera degli studiosi delle ultime generazioni, risente tuttavia ancora della scarsa conoscenza che si ha del mondo anatolico ed egeo. Essa va pertanto adeguata a queste conoscenze, ma soprattutto va coordinata nelle relazioni tra le grandi realtà geopolitiche della zona in questo momento che sono Creta e Hattusa.

Proposte per una "nuova cronologia"

- 1500-1470. Crisi del vulcano di Thera. Eruzioni, terremoti, carestie, rivoluzioni, possono avere causato la fine dei palazzi cretesi, Cnosso escluso. - 1460. Occupazione di Creta da parte dei Greci del continente, approfittando della situazione. Contemporanea comparsa di Isole del Mare sotto Thutmosis III. Questa coincidenza, non rilevata da alcun autore, è da considerarsi invece una dimostrazione in più che Isole del Mare sono le isole egee, inclusa Creta e le coste anatoliche, anziché il Peloponneso. Riorganizzazione di Cnosso; nascita del Linerare B. - 1360. Crollo di Cnosso (T M III A 2), a causa di rivoluzioni interne e di interventi dei Micenei del continente. Nascita di Cydonia. Ciò avviene in concomitanza con la scomparsa del termine Keftiu (a Creta) e dell' affermarsi del termine Isole del Mare (Creta, isole egee e coste anatoliche) dai testi egiziani. Ciò può significare che sull'isola si afferma un partito anti ittita e quindi filo egiziano, in seguito all'occupazione dell'Anatolia occidentale da parte di Tudhalija Il. Affermazione di Pilo e Micene; diffusione del Lineare B nel Peloponneso. - 1280. Caduta di Troia VI (terremoto), (fine T MIII A 2, inizi T MIII B). - 1215. Attività di Tudhalija III. - 121O. Prima coalizione dei Popoli del Mare contro l' Egitto di Merenptah, contemporaneo di Arnuwanda III.

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LE REALTÀGEOPOLmCHE

DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

- 1190-1180. Congiure degli "stranieri". È il Medinec Habu che lo dice. "Prima Guerra di Troia" (Alasija). Seconda coalizione dei Popoli del Mare. Tentativo di invasione dell'Egitto respinto da Ramses III. Caduca di Cydonia, Pilo e Micene. Caduca di Troia VII A (T MIII B).Fine del Lineare B. Distruzione di Haccusa. - 1180. "Sopravvivenza'' di Micene, Cydonia e Troia. Nascita di Troia VII B 1; comparsa della Ceramica Barbarica 68 • Prima penetrazione di popolazioni balcaniche in Anatolia. - 1100. Caduca di Troia VII Bl (T MIII C).Nasce Troia VII B2; comparsa della Ceramica a Bulloni. Comparsa della Ceramica Nera a Gordion 69 • Seconda penetrazione di genti balcaniche in A. M .. -1100. Caduca definitiva di Micene e di Cydonia (T M III C). Invasione dorica nel Peloponneso e a Creta. -1020. Caduca di Troia VII B2 (T MIII C). "Seconda Guerra di Troia" (Wilios). Le cause della seconda espansione dei Popoli del Mare e del crollo di Hattusa è da ricercarsi quindi nelle" congiure" degli "stranieri" e nelle "carestie" descritte nel Medinet Habu ("Prima Guerra di Troia", 1180). Conseguenza di questi contraccolpi economici e militari in Asia Minore sono le invasioni di popolazioni estranee all'Anatolia e all'Egeo provenienti dai Balcani. Sono da escludersi invece cause interne all'impero ittita (rivoluzioni, Kaska,ecc.). Per un maggior approfondimento di ciò si veda la voce "Troià'.

GLI STATI ANATOLICI NEL PERIODO ITTITA

(XVI-Xli SECOLO)

Anatolia occidentale

Ahhijawa Il primo stato citato dagli Ittiti di cui è opportuno occuparsi per fare luce sulla ancora incerta geografia anatolica ed egeo-cretese è quello di Ahhijawa, noto a partire dall'epoca di Suppiluliuma I (1355-1320). Il nome di questo paese, sin dal suo primo apparire nei cesti ittiti, ha suscitato una ridda di ipotesi e di supposizioni, circa la sua collocazione e la natura etnica dei suoi abitanti. Non sono mancati studiosi "ottimisti" come E. O. Forrer, che hanno visto nel suo nome, quello degli Achei di Omero, anche se *Achaivia (l'ipo-

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LA CADUTA

DELL'IMPERO IITITA E LA GUERRA DI TROIA

tetica patria degli Achei) ed Ahhijawa, erano ritenuti nomi di fatto simili, ma non identici. Di contro non sono mancati studiosi più "scettici", come F.Sommer, il quale, improntato ad una maggiore prudenza, ha sostenuto invece che la somiglianza dei nomi è pura coincidenza e che Ahhijawa in realtà è un paese situato sulle coste dell'Asia Minore. La seconda parte della sua ipotesi è in parte condivisa da questo studio, perchè ha avuto il merito di aver sottratto il problema al Peloponneso. Non è pertanto questa la sede per ripercorrere tutti i punti salienti della controversa questione Achei-Ahhijawa, già affrontata da valenti storici, linguisti ed archeologi, anche perché appare, di fatto, superata dalle considerazioni che seguono. Inoltre non è utile prendere in considerazione la "storià' dello stato di Ahhijawa, cosl come compare nei vari testi ittiti; compito che si deve lasciare a storici più specializzati. In questo studio lo scopo è quello di localizzare in maniera inequivocabile questo stato, affinchè sia dissipata qualsiasi incertezza interpretativa e che tale punto fermo possa dare un contributo valido alla identificazione di tutti gli stati ittiti. A tal fine si rende necessaria l'acquisizione di alcuni dati geografici e linguistici fondamentali. Lo scenario dell'azione politico-militare di Ahhijawa che si deduce dall' analisi dei vari testi ittiti, è l'Egeo e l'Anatolia occidentale: Millavanda (Mileto), Alasija (Rodi), Lukka (Lelegoiin Caria), il paese del Fiume Seha (Meandro), Zippasla (in Lidia). Il paese di Lukka è addirittura occupato militarmente da Ahhijawa. Inoltre la sua attività è attestata anche fuori dell'Anatolia, nell'Amurru in Siria70 • Pertanto Ahhijawa è situata senz' altro sul mare tra la Lidia, la Caria, la Licia, Rodi e Creta. Il nome compare nelle due forme di Ahhijawae di Ahhija. Ora se si prova a dare una lettura possibile della parola, si ha *Achia. Da questa considerazione si evince chiaramente che gli Ahhijawa hanno a che fare con gli Achei omerici. Conseguentemente anche Attarissijas o Attarsijas "uomo" di Ahhijawa che compare nei testi ittiti, che però non può essere identificato con Atreusre di Micene, come è stato ipotizzato nel passato, deve essere invece identificato con Odysseus, nome noto nel ciclo omerico. Da Attarsiyas si passa, infatti, ad *Attassiyas, nome che grecizzato diventa Odysseus, il famoso re di lthake. È importante, a questo punto, che la cultura occidentale compia un atto di umiltà e si renda conto che gli Achei, intesi come Greci del Peloponneso, in

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LE REALTÀGEOPOLITICHE

DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

realtà non esistono e che i Micenei non possono essere in alcun modo i responsabili della guerra di Troia, non avendo la civiltà micenea alcuna capacità organizzativa e bellica adeguata allo scopo. Gli Achei quindi non possono essere considerati come Greci, né originari del Peloponneso. Il dato che gli Achei siano invece da identificare con gli Ahhijawa deve essere oramai acquisito da tutti gli studiosi. Gli storici moderni ritengono infatti che questo stato sia situato sulle coste dell'Anatolia e non possa essere in alcuna maniera confuso con il mondo "acheo" del Peloponneso 71 • Questa considerazione però non può esimere dal trarre le reali conclusioni: gli Achei debbono essere identificati con gli Ahhijawa, luviti cretesi, i quali "congiurano" insieme agli altri Popoli del Mare e conducono la guerra, per il possesso di Alasija (Rodi), contro lacittà di "Troià', cioè Hattusa (1180). Dopo questa guerra, nel 1180, da Creta sono emigrati in Grecia, nel Peloponneso, insieme ai Danai, dove hanno lasciato traccia della loro patria di origine nel nome della modesta regione dell'Achaia.Omero e i post omerici sono pertanto i veri responsabili della trasposizione in Grecia dello scenario bellico, collocando protagonisti, uomini, popoli e città, nel Peloponneso. Due sono i motivi di tale operazione. Il primo motivo è dovuto al fatto che una migrazione da Creta e dall'Anatolia al Peloponneso effettivamente vi è stata. Profughi achei e danai, infatti, dopo la guerra, le carestie e le penetrazioni di genti balcaniche in Asia Minore, hanno occupato il Peloponneso e una città ignota, ribattezzandola col nome di Mykene,situata inizialmente a Creta (si veda la voce "Keftiu-Kaptarà'). Il secondo motivo è di evidente matrice politica: attribuire ai Greci la paternità della guerra allo scopo di nobilitarli. Forrer aveva quindi perfettamente ragione ad identificare gliAhhijawa con gli Achei. Sbagliava solo nel credere che questi Ahhijawa-Achei fossero i Greci del Peloponneso. Ai suoi tempi non poteva immaginare diversamente. Questa affermazione sorprenderà più di un grecista e più di uno studioso di Omero, ma come si vedrà (si veda la voce "Troià'), la guerra omerica è un fatto interno all'Anatolia ittita. I grecisti non l'abbiano a male se gran parte dei miti, della storia, delle divinità e dei popoli greci del periodo in esame, sono di origine anatolica, cretese e luvita. Tre testimonianze concrete si possono apportare per dimostrare che lo stato di Ahhijawa è situato sull'isola di Creta. a) La prima consiste nella identificazione tra Ahhijawa-Achei e gli Ekwesh, noti nei testi egiziani all'epoca di Merenptah (1210). Questi ultimi compaiono

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LA CADUTA

DELÙMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

nell'elenco che il faraone egiziano compila in occasione della prima incursione dei Popoli del Mare in Libia. La grafia egiziana è ]qwsw,ed è letto Ekwesh. Gli Ahhijawa-Achei, infatti, sono stati nel passato, avvicinati da qualche autore agli Ekwesh. Due fattori hanno impedito agli studiosi una convinta adesione a questa identificazione. Il primo consiste nel fatto che, secondo fonti egiziane, gli Ekwesh sono definiti "circoncisi". Questa usanza però non deve sorprendere più di tanto, perchè la circoncisione è una pratica diffusanell'Egeo e nell'Anatolia pre-ittita. D'altra parte questi Ekwesh sicuramente non sono Greci, ma Luviti misti ad Egei. Il secondo consiste nella presenza, nel termine Ekwesh, del suffisso -shche alcuni studiosi ritengono una terminazione etnica, mentre altri invece, parte integrante della parola. Il fatto che questo suffisso debba essere considerato una terminazione etnica, nota solo agli Egiziani, è la convinzione seguita da questo studio. Pertanto gli Ekwesh sono gli abitanti di *Akawa che corrisponde alla *Achia ittita e alla Achaia greca. Gli Ekwesh, come del resto gli altri Popoli del Mare, provengono da Creta, pertanto *Akawa è situata a Creta. Si può concludere che il nome della regione greca dell'Achaia, che è da una ipotetica *Achaivia, è identica alla *Achia ittita (Ahhijawa-Ahhija) e alla *Akawa egizia. Mentre il nome degli Achei, cioè gli *Achaivoi,poi Achaioi con la caduta della -v-, deriva a sua volta da un ipotetico *Achaives poi *Achaies. b) La seconda testimonianza consiste nel fatto che sull'isola di Creta, in alcune iscrizioni in Lineare B, compare il nome di una località, Akhaiwia72• Alcuni studiosi ritengono che Akhaiwia sia il nome di un semplice "villaggio" cretese, altri hanno giustamente avvicinato il nome di questa località a quello di Ahhijawa. È possibile pertanto che questo termine si riferisca proprio allo stato citato dagli Ittiti e quindi ali'*Akawa degli Egiziani. c) La terza testimonianza consiste nel fatto che Attarsijas "uomo" di Ahhijawa, è stato in questa sede, identificato con Odysseusre di Ithake. Questa località, lungi dall'essere identificata con l'odierna isola ionica, è più probabile che sia situata nei pressi di Creta piuttosto che in Asia Minore. Anche Odysseus appare negli stessi poemi omerici più un sovrano cretese che il re di una semplice isoletta ionica, lontana dallo scenario bellico. Per concludere gli Ahhijawa-Achei non debbono essere confusi con gli Hypachaioi citati da Erodoto (VII, 91) in Cilicia. Pertanto non è possibile vedere in essi una sorta di Greci 73 perché in effetti gli Hypachaioinon sono facilmente identificabili.

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Inoltre gli Ahhijawa non hanno alcuna relazione con Quawe-Que, stato del1'epoca assira esistente sempre in Cilicia, come da alcuni ipotizzato.

Assuwa È uno degli stati anatolici meno noti ma più interessanti da un punto di vista topografico e storico. Esso non ha, tuttavia, il merito di aver lasciato il proprio nome alla provincia che i Romani chiamano Asia, come solitamente si sostiene. È citato,infatti, raramente nei documenti ittiti. Da Tudhalija III (1240-1215), il già Tudhalija IY, si viene a sapere74,attraverso i suoi Annali,che eglicompie ben due spedizioni contro il paese di Assuwa. Gli autori moderni 75 sono propensi ad attribuire questi Annaliin realtà a Tudhalija I (1420-1400); la qualcosa sembra più verosimile. Da questi Annali si apprende che appartengono allalega di Assuwa alcune città, tra le quali una Vtlusija e una Taruisa. I nomi di queste due città, gli studiosi hanno cercato di interpretarli come quelli della città di Omero: Wiliose Troia.Ad ogni modo, come si vedrà in seguito, Vtlusija è identica alla Vtlusa di Alaksandus, che invece secondo altre fonti ittite fu.parte della confederazione di Arzawa. Assuwa inoltre, dagli Annalistessi, è posta vicino ad Arzawa, che è la Caria, e a Millavanda (Mileto )76• Assuwa pertanto è situabile sul mare tra la Caria e la Lidia. Di conseguenza anche Taruisa, che è diversa da Tarsa in Cilicia, non può avere alcuna relazione storica, linguistica e geografica con la Troia omerica. Assuwa in questo momento svolge un ruolo importante nel contrastare la crescente potenza di Hattusa, ereditato poi da Arzawa e organizza una lega composta da ben ventidue città contro gli Ittiti, la "Legadi Assuwa", detta "Terra di Assuwa"77• Tudhalija I sgomina la lega e nomina re del paese un certo Kukkuli. Il suo nome è simile a quello di un certo Kikkuli di Mitanni, istruttore equestre (1400). Il nome pertanto sembra urrita. A questo punto Assuwa sembra scomparire dai testi ittiti. Tutti gli autori moderni sono sostanzialmente d' accordo nel sostenere che Assuwa si trova nell'Anatolia occidentale, e la identificano con la provincia greco-romana di Asia. Questa identificazione però non è accettabile, perché, in effetti, Assuwa è localizzabile sul mare tra Mileto e Alicarnasso, mentre la provincia greco-romana di Asiaè posta nella Frigia interna. Il termine si deve leggere correttamente* Assia. Asianon può derivare da Assuwa, perché lo stato ittita è una semplice città sulla costa e poi perchè tra i due termini esiste una soluzione di continuità cronologica troppo lunga. Il termine Asiaappare invece

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una trasposizione dello stato cretese di Asya-Aswija,in seguito alle migrazioni del 1180. Gli *Asies,poi *Asioi hanno raggiunto successivamente, insieme ad altri Popoli del Mare, la Libia, dove sono conosciuti come Ausei. È opportuno a questo punto fare alcune precisazioni. Il Garbini78 sostiene che Assuwa si può identificare con il Wssdei testi egizi riguardanti i Popoli del Mare, letto come Wesesh. Gli abitanti di Assuwa quindi sarebbero, secondo la sua ipotesi, i Wesesh che tentano di invadere l'Egitto insieme ai Filistei all'epoca di RamsesIII (I 180). La sua ipotesi non è condivisibile per due semplici motivi. Il primo consiste nel fatto che Assuwa da molto tempo non svolge più un ruolo determinante; il secondo è che i Wss,come del resto tutti gli altri Popoli del Mare, provengono da Creta o dall' Egeo e non dall'Anatolia. I Wesesh, in effetti, sono chiamati nei testi egizi, i "Wesesh del Mare". Inoltre se i Wesesh fossero gli abitanti di Assuwa, allora non si capisce il ruolo della seconda -s di Wss,che è giustamente considerata un suffisso -sh dal Bunnens 79 • Se, infatti, l'ipotesi del Garbini fosse giusta, ciò presupporrebbe un nome originario degli abitanti di Assuwa, tipo *Asies.Il che non è possibile; mentre invece il termine si adatta molto bene agli abitanti dello stato che gli Egiziani chiamano Isia o Asya (si veda questa voce), situato a Creta. Appare quindi evidente che Assuwa, situato in Anatolia, non può corrispondere ad Asya, situato a Creta. Pertanto anche l'ipotesi del Wood 80 che collega Assuwa alla località di Aswija, citata in alcune tavolette in Lineare B provenienti da Creta, non è condivisibile.

Arzawa Gli studiosi moderni sono sostanzialmente concordi nel localizzare questo stato lungo la costa sud occidentale dell'Anatolia, avendone individuato esattamente il sito, corrispondente alla regione di Efeso. Tale indicazione è pienamente condivisibile; tuttavia è opportuno precisarne meglio l'ubicazione attraverso l'analisi dei testi ittiti: - Un'iscrizione attribuibile ad un ignoto e tardo re ittita, ma riferibile ai tempi di Mursili II (1318-1290), recita: ''Di là dal PaeseBassovenne il nemico da Arzawa e anch'essosaccheggiòle terredi Hatti efece di Tuvanuva (Tj,ana) e di Uda (Hyde)la suafrontiera': Da ciò si deduce che Arzawa è in relazione al Paese Basso, correttamente identificato con la Licaonia. Arzawa si trova, a questo punto, ad ovest della Licaonia e vicino ad Assuwa.

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- Per rafforzare la sua potenza in Anatolia il re cliArzawa Uhha-Zitish si allea con lo stato cli Ahhijawa. In conseguenza cli ciò è conquistata da Mursili II (1310), che sconfigge il re Pijama-Inarash, figlio cliUhha-Zitish, a Walma sul fiume Ashtarpa. Dopo cli che passa il monte Arinnanda e ne raggiunge la capitale Apasha, sul mare. Apasha è probabilmente identificabile con Efesos81 • -Ai tempi di Muwatalli II (1280) è citata come facente parte della confederazione di Arzawa, la città di Vilusa il cui re si chiama Alaksandus. Questa città, è sicuramente identica alla Vilusija di Assuwa dei tempi di Tudhalija I (1400); pertanto non può essere identificata con la Wilios omerica (si veda la voce "Vilusa-Vilusija'' a pag. 39). - Sempre ai tempi di Muwatalli II, alcun autori traggono, da fonti egiziane, la notizia che Arzawa faccia parte degli alleati del re ittita che combattono a Kadesh sull' Oronte in Siria (1275) contro Ramses II. Questa notizia non può essere nel presente studio in alcun modo convalidata. Il motivo consiste nel fatto che la grafia egiziana in questione lrtw , letta come Yeret, è identificata da alcuni con Aradus, città della costa siro-fenicia (Arwad), da altri invece con Arzawa 82 • Pertanto mentre Aradus è una città vicino lo stato cli Mi tanni in Siria, quindi facilmente utilizzabile dagli Ittiti per la loro coalizione anti egiziana, Arzawa invece è stata appena conquistata, è lontana dallo scenario bellico in questione e infine rappresenta più una alleanza di stati che un paese vero e proprio. Infine non si capisce perché la -t cliYeret debba trasformarsi nella -z-- cliArzawa. Laidentificazione cliYeret con Aradus sembra, in conclusione, più convincente. - Gli Annali di Tudhalija III (1240), il già Tudhalija N - che oggi si tende a riferire a Tudhalija I (1400) 83 -parlano della conquista diArzawa e del paese vicino di Assuwa, cli cui fa parte la città cli Vilusija, che è sicuramente identica alla Vilusa di Arzawa. Arzawa non fa altro che ereditare la funzione politica, di contrasto dell'espansionismo ittita, di Assuwa. - Infine basandosi sempre sulla errata interpretazione del termine egiziano Yeret, gli stessi autori pensano che Arzawa sia citata da Ramses III nel Medinet Habu, tra i paesi travolti dai Popoli del Mare (1180). Si tratta in realtà sempre di Aradus in Siria. - Un'altra notizia che si ricava dai testi ittiti 84 , riguarda il fatto che essa fa parte di una regione più ampia detta Luvija. Questo paese più che uno stato, è una regione linguistica, da cui il Luvio e la popolazione dei Luviti, che

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comprende tutta la fascia occidentale dell'Anatolia e quella meridionale dall'Egeo alla Siria. - Per ultimo, sempre dai testi ittiti, si deduce che Arzawa, oltre ad essere uno stato specifico, corrisponde anche ad una confederazione di stati, scaturita da una serie di alleanze politico-militari che essa mette in atto, per unire tutta la parte occidentale dell'Anatolia contro il potere centrale degli Ittiti. Di questa confederazione fanno parte gli stati di Mira, Kuwalija, Hapulla, il paese del Fiume Seha, Vilusa-Vilusija e probabilmente anche altri. Ora Mira-Kuwalija è la regione di Smirne e parte della Lidia, Vilusa è sicuramente identica alla Vtlusija di Assuwa, Hapulla è di difficile identificazione, infine il paese del Fiume Seha è probabilmente il Meandro in Lidia. Questi stati saranno analizzati singolarmente in un secondo tempo; per il momento si possono trarre le conclusioni sull'ubicazione dello stato di Arzawa. La localizzazione di questo paese è stata a suo tempo presa seriamente in considerazione da H. Otten (in J. C. S., IX, 1961, pag. 112 sg.), tuttavia dai testi analizzati si può concludere che Arzawa è situata ad occidente della Licaonia e vicino ad Assuwa (posta sul mare tra la Caria e la Lidia); infine che si trova sul mare e ha per capitale Efeso. Ora provando a dare una lettura reale del nome di Arzawa, si può avere *Arsia. E' concretamente ipotizzabile che Arzawa non sia altro che la grafia ittita più recente della stessa Assuwa. Pertanto i due stati potrebbero essere in realtà la medesima cosa.

Apasas Questa città è nominata da Mursili II (1310) durante la sua campagna militare per la conquista di Arzawa, ed è indicata come la capitale dello stato e posta sul mare. Essa appare nelle forme di Apasha e di Apasas, da cui si suppone possa derivare il nome della Efisosgreca85•

Mira-Kuwalija Bisogna ora prendere in considerazione i vari stati della confederazione di Arzawa, per costatare che essi sono tutti situati in Anatolia occidentale, lungo la costa dell'Egeo meridionale sino alla Caria. Per quanto riguarda Mira-Kuvalija, si tratta di città spesso citate insieme perché probabilmente legate da un trattato, ma sono sicuramente stati diversi.

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LE REALTÀ GEOPOLITICHE

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La posizione di Mira sembra più meridionale. Nei suoi pressi sorge, infatti, il famoso rilievo del passo di Karabel, presso Nif, che raffigura Tarkasnava re di Mira, da alcuni attribuito ai tempi di Tudhalija III (1240) 86, e conosciuto persino da Erodoto. La posizione di Kuwalija invece sembra più meridionale. Una lettura probabile di Kuwalija potrebbe essere *Kualia, località della costa anatolica. Il nome può aver dato origine, attraverso la rotacizzazione, al termine Caria.

FiumeSeha Dalle fonti ittite si sa che questo stato fa parte della confederazione di Arzawa87.Gli episodi salienti della sua esistenza storica che aiutano a collocarlo nella geografia anatolica sono piuttosto scarni: -All'epoca di Mursili II (1300), è governatore del paese Manapa-Dattas, che è attaccato da Pijama-Radus governatore di Millavanda, città alleata di Ahhijawa. Millavanda è probabilmente Mileto. -All'epoca di Tudhalija III (1220), un re di Ahhijawa, di cui non si conosce il nome, attacca il paese del Fiume Seha, ma poi si ritira. È quindi in diretta relazione con Ahhijawa (Achei a Creta). È collocabilepertanto tra la Lidiae la Caria,ed è inoltre in rappono con Mileto. Il nome è scritto Seha oppure Seka o Shekka. M. Wood 88, ha ipotizzato che esso sia uno dei grandi fiumi anatolici che sboccano nell'Egeo, e lo ha identificato con il Ka.ikos,il fiume di Pergamo. Altri studiosi propendono invece per l' Hermos;altri ancora per il Maiandros.La geografia però non può confermare l'opinione del Wood, in quanto l'ambito di Arzawa non arriva certo sino alla regione di Pergamo. La lettura ipotetica della voce è *Selciae con questo fiume deve intendersi probabilmente il Maiandros,che è il corso d' acqua più importante della Lidia. Questo paese non può essere messo in relazione con la patria d'origine dei Tjekker, che appaiono nelle fonti egizie all'epoca della seconda invasione dei Popoli del Mare (1180). Questo popolo, da diversi autori, Garbini 89compreso, è, infatti, identificato con i Teucri, di cui si dirà.

Sikila Un documento in cuneiforme accadico da Ugarit, pubblicato nel 1979, parla dei Sikalayu,gli abitanti del paese o della città di Sikila. Costoro, stando

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a questo documento, vivono su battelli e hanno rapito e poi apparentemente rilasciato una persona che il re di Hatti vorrebbe interrogare per ottenere informazioni sul loro conto. Dove sia questa Sikila il testo ugaritico non lo dice. Anche l'episodio in se, dice poco. Ciò nonostante alcuni studiosi hanno messo in relazione questa misteriosa città, con un gruppo dei Popoli del Mare dell'epoca di Rarnses III (1180), i Tjk(k)r!l letti come Siculi o come Teucri; oppure con un altro gruppo dei Popoli del Mare dell'epoca di Merenptah (1210), gli Sqrllsw,letti come Shekelesh o Shekeresh, di difficile individuazione. Tutto ciò ad ogni modo non ha contribuito a chiarire il problema della localizzazione della città di Sikila90 • Altri studiosi sono propensi invece a situare la città lungo la costa siriana. Il problema va invece affrontato diversamente. Dall'analisi del testo ugaritico si apprende, come già detto, del rapimento di un uomo e poi del suo apparente rilascio. Confrontando però questo testo con alcune lettere ittite e cioè la cosiddetta "Letteradi Tavagalavas" e la cosiddetta ''Letteradi Milavata': si scorgono chiare affinità tra questi documenti che inducono a pensare che si tratti dello stesso argomento. Dalle iscrizioni ittite si deduce che il re di Ahhijawa promette al re di Hatti di consegnare per estradizione un certo Pijama-Radus, il quale dalla sua base in Millavanda (Mileto), di cui si è in qualche modo impossessato, compie incursioni in territorio ittita. Giunto in Millavanda il re di Ahhijawa si rende conto che Pijama-Radus è stato fatto fuggire con una nave. In seguito però quest' ultimo è preso e consegnato al re ittita. Esistono dunque valide probabilità che nei documenti ugariti e in quelli ittiti si parli della stessa persona; d'altra parte da un punto di vista cronologico i fatti corrispondono. Se cosl fosse allora Sikila e i Sikalayuandrebbero localizzati nell'ambito dell'Egeo, in relazione a Mileto e ad Ahhijawa (Achei). Secondo la presente ricerca essi possono essere localizzati a Creta. Pijama-Radus ha, infatti, tutta l'aria di essere un pirata cretese, un contemporaneo di Mopso, che emigra da Creta in Lidia. Il termine Sikalayu,che viene da Sikila, sembra inoltre essere in relazione o con i Tijekker o con i Shekelesh. Quest'ultimo termine potrebbe essere infatti la lettura egiziana, con la terminazione etnica in -sh,di Sikila. Entrambi i gruppi comunque, è opportuno ricordarlo, come tali provengono dall'Egeo e non da altre patti del Mediterraneo (si vedano le voci corrispondenti a pag. 77 e 78).

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Di conseguenza si può ipotizzare un ceno tipo di relazione tra i Sikalayue i Siculidella nostra penisola, come da alcuni sostenuto. In sostanza profughi di Silcila, dopo la "Prima Guerra di Troià' e la seconda espansione dei Popoli del Mare (1180), possono essere emigrati nella penisola greca e da qui aver raggiunto l'Italia. D'altra pane esistono Siculi anche in Tracia e nella penisola balcanica.

Hapulla Scarse sono le notizie circa l'esistenza di questo stato. Dai testi ittiti si apprende che esso fa pane della confederazione di Aroiwa 91 • Tuttavia l'unica notizia di un ceno rilievo che si deduce dalle fonti, riferibile ad Hapulla, appaniene al periodo di Arnuwanda III (1210). Tale notizia riguarda la conquista di questo paese, da pane dell'alleanza occidentale, di cui fa pane Ahhijawa, Arzawa ed altri, e capeggiata da Madduwattas re di Zippasla 92 • Hapulla si trova quindi tra Ahhijawa (Achei a Creta), Arzawa (Caria) e Zippasla (in Lidia), quindi non sulla costa, ma verso l'interno dell'Anatolia. Solitamente è localizzata nella Frigia interna. È scritta in diversi modi: Hapulla, Hapalla, Khapulla, Khapalla, Haballa. Una lettura possibile del nome potrebbe essere *Habylia, località di difficile individuazione.

Vilusa-Vilusija I nomi delle città anatoliche di Vilusa e Vilusija, compaiono nelle fonti ittite in momenti successivi, con grafie differenti e come appartenenti a stati diversi. Per questo motivo sono stati considerati da tutti gli studiosi, come nomi di città distinte. Dall'analisi dei documenti ittiti emergono alcuni dati interessanti che contraddicono invece l'opinione comune. - Muwatalli II (1290-1272) durante una spedizione intesa a pacificare le province occidentali dell'Anatolia, stipula un trattato con un ceno Alaksandus re di Vilusa, città che fa pane della confederazione di Arzawa. Vilusa in questa circostanza ha come alleati Lukka (Lelegoiin Caria), Karkisha (in Caria) e Masa (in Caria) 93• Le truppe ittite inoltre, dopo la spedizione, nel ritornare in Hatti, transitano attraverso il paese del Fiume Seha, retto da un ceno Manapa-Tarhundas 94, che come si è visto è il Meandro. Penanto essa deve, per forza di cose, essere situata nell'Anatolia sud occidentale. Alcuni autori nel passato, hanno riportato la notizia che il re ittita nella battaglia di Kadesh sull'Oronte (1275) contro Ramses II, ha tra i suoi al-

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LA CAotrrA DELL'IMPEROITilTA E LA GUERRADI TROIA

leati la città di Vi/usa95, che altri hanno identificato espressamente con la Wilios omerica. Il dato però non sembra confermato. - Tudhalija III (1240-1215), il gia Tudhalija IV,- oggi però gli autori moderni tendono giustamente a ritenere che sia Tudhalija I (1420-1400) 96 - nomina in un elenco di città, una Vtlusija facente parte del paese di Assuwa. Allo stato attuale delle cose, Arzawa è in Caria sulla costa egea, e un tempo doveva essere un regno potente, capace di catalizzare intorno a se gran parte degli stati dell'Anatolia centro occidentale contro il potere centrale; Assuwa invece corrisponde a parte della costa egea dalla Lidia alla Caria. Il suo nome, contrariamente ali' opinione comune, non ha dato origine a quello della provincia romana di Asia. Come detto precedentemente, tutti gli studiosi distinguono Vtlusa da Vilusija e identificano la prima, con la Wilios omerica, mentre la seconda la collocano in una zona più centro meridionale. Oggigiorno però alcuni studiosi pensano che in realtà i due nomi indichino la stessa città. Ritenendo verosimile questa opinione, è necessario tuttavia precisarne l'ubicazione, non coincidendo con quella ufficiale. A parte la suggestione della somiglianza del nome di Alaksandus con quello di Alessandro Paride, principe troiano, problemi di cronologia, di topografia e problemi linguistici impediscono l'identificazione di Vilusa-Vilusija con la Wi/iosomerica. Vilusa-Vilusija ittita infatti non può evolvere in Wi/ios,perché quest'ultima presuppone una *Wilia, identica alla Wi/ijacitata da fonti egiziane ali'epoca di Amanophis III, sull'isola di Creta. Di conseguenza, se Vilusa fa parte di Arzawa che si trova in Caria e Vilusija fa parte di Assuwa situata sul mare tra la Caria e la Lidia, queste due città, ritenendole per ipotesi distinte, dovrebbero trovarsi, più correttamente, in qualche zona centro meridionale dell'Anatolia occidentale, tra la Frigia, la Lidia, la Caria, ma non nella Troade. Per quanto riguarda Vilusija, infatti, in quanto appartenente allo stato di Assuwa, dovrebbe essere situata sul mare, tra la Caria e la Lidia. Una sua lettura probabile potrebbe essere *Ilusa. Vilusa invece dovrebbe trovarsi in Lidia e potrebbe leggersi ugualmente *Ilusa. Ma, come si è detto i due nomi in realtà indicano la medesima citta, che magari passa dalla "Legadi Assuwa" alla confederazione di Arzawa, perché quest'ultima eredita la funzione politica e militare della prima.

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Essa è scritta in maniera differente a secondo dei periodi. Pertanto non può essere messa in alcun modo in relazione alla città di Omero. Karkisha Per continuare lo studio della regione occidentale dell'Anatolia è opportuno prendere in considerazione lo stato o la città ittita di Karkisha. Karkisha è citata sia nei testi ittiti che in quelli egiziani. Secondo gli Egiziani compare, infatti, nella lista dei popoli citati da Ramses II, che partecipano alla battaglia di Kadesh (1275), quali alleati degli Ittiti. La forma in cui è scritta è Krks.In un primo momento tale nome è stato letto come Kelekesh, ovvero la Cilicia, ma la -shfinale elimina questa ipotesi, perché nel termine Cilicia tale desinenza non esiste; oppure anche come Keskesh, cioè i Kaska,popolo montanaro a nord di Hatti. Infine è stato letto correttamente come la citta ittita di Karkisha. Nella battaglia di Kadesh, nella lista dei popoli, essa compare vicino Lukka (Lelegoiin Caria) 97 • Secondo gli Ittiti Karkisha è in relazione al paese del Fiume Seha, il cui re Manapa-Dattas, è qui mandato in esilio. Nel trattato tra Muwatalli II ed Alaksandus è posta vicino Masa (in Caria) e Lukka, tra gli alleati di Vilusa. Nella guerra tra Madduwattas, gli Ahhijawa e Tudhalija III, è alleata di AIzawa (Caria), Assuwa (in Caria) e Lukka (in Caria). Oggi la maggior parte degli studiosi identifica Karkisha con la Caria. Ciò è accettabile da un punto di vista topografico, ma non da un punto di vista linguistico, in quanto come si è visto il nome Caria è da ittito Kuwalija. Gurney 98, infatti, fornisce anche la forma Karkija, che è più recente. Pertanto le forme Karkisha-Karkija, non è possibile che sopravvivano, come contrazione, nel nome della Caria. È probabile che siano invece, il nome di una località caria (o anche cretese) difficilmente localizzabile. Aravanna Città ittita dell'Anatolia occidentale, come da più parti riconosciuto 99 • Scarse e di poco rilievo sono le notizie che provengono dalle iscrizioni ittite. Al contrario dai monumenti egiziani dell'epoca di Ramses II (1275), si apprende che nella battaglia di Kadesh sull'Oronte in Siria, a fianco del re ittita Muvatalli II, compare lo stato di Irwn identificato correttamente con la città it-

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LA CADUTA DELLIMPERO ITilTA E LA GUERRA DI TROIA

tita di Aravanna. Essa è collocata in battaglia tra Pitassa e Karkisha (Caria), quindi nell'Anatolia occidentale. A volte è confusa dagli studiosi con la città di Arinna, sede del culto della dea solare Vurusemu;ma Arinna sembra essere collocata ad una giornata di cammino ad oriente di Hattusa 100 • La città in questione appare nelle due grafie di Aravanna e di Aravana. La lettura ipotetica del nome potrebbe essere *Arania, non facilmente collocabile.

Lukka Uno dei punti caldi per il problema delle identificazioni topografiche dell'Anatolia antica, è rappresentato dal paese o dai paesi o dal popolo di Lukka. Questo paese è identificato dalla maggior parte degli studiosi con la Licia. Tale conclusione è da prendersi con precauzione, soprattutto in seguito ad una attenta analisi dei documenti provenienti dagliarchivi egiziani, ugaritici ed ittiti: - In una delle lettere rinvenute a Teli el Amarna (1400), un re di Alasija (Rodi) comunica al re di Egitto che gli uomini di Lukki (Lu-uk-kz), ogni anno gli portano via delle città. Riconosciuto che Alasija è Rodi, Lukki è sicuramente in diretta relazione con l'isola. - Nella battaglia di Kadesh (1275), sempre secondo i testi egiziani, sono presenti quali alleati degli Ittiti i Lk (Luku), posti vicino Karkisha (in Caria) 101 • -All'epoca di Merenptah (1210), l'Egitto è invaso dai Popoli del Mare; tra questi vi sono i Lk (Luku). Come si è visto i Popoli del Mare provengono da Creta o dall' Egeo. - In un'epoca posta all'incirca intorno al 1210, dai testi di Ugarit si apprende che l'ultimo re di questa città, Ammurapi, risponde al collega di Alasija (Rodi), che lo ha avvisato dell'avvicinarsi di navi nemiche, comunicandogli che le sue truppe si trovano in Hatti e la sua flotta nel paese di Lukka 102• I Popoli del Mare, nella loro prima migrazione, evidentemente sono già in movimento. - Gli Ittiti dal canto loro citano apparentemente in Asia Minore il paese di Lukka. Questo paese, secondo la quasi totalità degli studiosi, è da identificarsi sicuramente con i Luku egiziani, i Lukka ugaritici e i Lukki alasijoti. Volendo ora fare un primo bilancio della situazione si può affermare che dal1'esame dei testi ittiti si possono dedurre alcuni fatti significativi. Il trattato tra Muwatalli II ed Alaksandus per esempio, afferma che Lukka è posta vicino Karkisha (in Caria) e Masa (in Caria), tra gli alleati di Vilusa in Caria. Dalle vicende che oppongono Hattusa ad Ahhijawa (Achei a Creta), si ap-

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LE REALTÀGEOPOLITICHE

DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

prende che il paese di Lukka è situato sul mare e che è in relazione stretta con il secondo, dal quale è in parte occupato militarmente; inoltre è in relazione con Millavanda (Mileto), il paese del Fiume Seha (il Meandro), Zippasla (in Lidia) e Alasija (Rodi). Dall'esame dei testi ugaritici invece si evince chiaramente che il paese di Lukka si trova sul mare ed è in diretto contatto con la città siriana. Dall'esame dei testi egiziani infine è chiaro che il paese di Lukka è unito nella battaglia di Kadesh con Karkisha (in Caria). Da quanto sin qui analizzato, si può concludere che Lukka è posta apparentemente sulla costa anatolica, tra Vilusa in Caria, Karkisha (in Caria), Miilavanda (Mileto) e prossima ad Alasija (Rodi). Non resta quindi che prendere in considerazione la costa della Caria e della Licia. Il Devoto 103, identifica "i Lakku degli Ittiti" (vale a dire i Lukka), con i Lelegi (Lelegot)della tradizione greca, viventi in Caria. Tale identificazione è accettabile, dovendosi ammettere però il raddoppiamento Le- iniziale. È possibile tuttavia che i Lukka siano effettivamente identificabili con i Lici, popolazione anatolica alquanto misteriosa e noti però alla tradizione greca come provenienti da Creta. È possibile altresl che Lukka, analogamente ad Ahhijawa e forse a Karkisha, sia situata proprio a Creta e che i suoi abitanti, i Lici, siano emigrati nella Licia storica insieme ai Popoli del Mare nel 1180. Una lettura possibile del termine Lukka, con il passaggio di -kk- in -k-, è, infatti, *Likia, cioè Lycia. Ciò che maggiormente emerge dall'analisi delle fonti antiche, è il carattere di Lukka quale regione, più che stato. Per gli Ittiti, infatti, Lukka è una semplice denominazione geografica, e non di popolo o di tribù. Il termine "Paesi" al plurale che spesso usano gli Ittiti, suggerisce, infatti, che Lukka è composta da più territori. Legato ai Paesi di Lukka sembra essere un certo Tavakalavas, avversario di Pijama-Radus, tiranno di Millavanda, all'epoca di Mursili II (1300) o di Muwattalli II (1290). Questo re dei Lukka è stato dal Forrer avvicinato, come nome, ad Eteocle (are. Etevocléves)figlio di Andreo, discendente di Eolo; il Gurney 104 invece lo ha avvicinato a Deucalion,figlio di Minosse re di Creta. Quest'ultimo accostamento, ammessa la sua veridicità, rafforzerebbe l'ipotesi della collocazione cretese di Lukka.

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LA CADUTA DE.LLIMPEROITITTA E LA GUERRA DI TROIA

Lazpas Riguardo il nome di questo paese dell'Anatolia occidentale, le fonti ittite forniscono due forme: Lazpas e Lazpa. Scarse sono le notizie al riguardo, provenienti dagli archivi ittiti. runica informazione di rilievo in possesso degli studiosi, risalente probabilmente all'epoca di Muvatalli II (1280), afferma che Lazpa è attaccata, unitamente al paese del Fiume Seha 105, da un certo Pijama-Radus, governatore di Millavanda e alleato di Ahhijawa (Achei). Millavanda è concordemente, e forse correttamente, identificata con Mileto, mentre il paese del Fiume Seha è il Meandro in Lidia. Lazpa deve quindi trovarsi lungo la costa egea dell'Asia Minore, tra i due paesi, e comunque sempre nell'ambito di Arzawa (Caria) e di Ahhijawa (a Creta). Dalla maggior parte degli studiosi essa è identificata con Lesbo anche se, in verità, nulla suggerisce che Lazpa sia un'isola. Ad ogni modo il passaggio da Lazpa a Lesbosappare piuttosto ingenuo. Lesbo inoltre è troppo distante dallo scenario in questione. Pertanto l'identificazione di Lazpa con Lesbosnon risulta accettabile. Una lettura possibile del nome potrebbe essere *Lacpa o *Ladpa, poi *Lappa, che ha tutta l'apparenza di essere una semplice località della costa lidica.

Masa Questo nome ricorre molto raramente nei testi ittiti. runica notizia di rilievo risale ai tempi del trattato tra Muwatalli II ed Alaksandus re di Vilusa (1280), in cui Masa, insieme a Lukka e Karkisha, figura tra i suoi alleati 1°6 • Poco dopo gli Egiziani danno notizia che nella battaglia di Kadesh sull'Oronte in Siria, tra lo stesso Muwatalli II e il faraone egiziano Ramses II (1275), insieme agli alleati del re ittita vi è anche Ms, correttamente letta come Masa o Masha. Evidentemente il re ittita dopo aver pacificato le turbolente province occidentali dell' Anatolia, si è servito di contingenti di truppe di questi stati, per poter poi affrontare con calma il grande nemico meridionale, cio_èl'Egitto. Il nome ha suggerito ad alcuni studiosi un riferimento alla Misia. raccostamento è suggestivo perché questi Ms sono citati insieme ai Drdny, letti come Dardanoi.In effetti il passaggio da Masa a Misia appare logico. Bisogna però considerare che la Misia storica è una regione tra la Lidia, la Frigia e la Troade, quindi lontana dal presente scenario collocabile tra Caria e Lidia.

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Pertanto, secondo il presente studio, i Misi storici in realtà sono un popolo appartenente al gruppo luvita che, in seguito alla seconda migrazione dei Popoli del Mare (I 180), si sono espansi insieme ai Dardani dalla Caria (o forse da Creta) alla regione storica che da loro ha preso nome, la Misia e da qui in seguito al riflusso in Asia Minore delle tribù traco-frigie (I 160), sono andati poi in Europa, nella Moesia(si veda la voce "Misi" a pag. 118). Altri studiosi 107 sostengono di vedere nei Masha gli antenati dei Maioi o Maiones,un antico nome dei Lidi, da cui la Meoniein Lidia. Questa ipotesi non sembra avere sostegni efficaci.

Millavanda Compare abbastanza spesso nelle fonti ittite tarde. È citata in alcune lettere tra il re ittita e i suoi sudditi occidentali. È indicata come Millavanda o Milavata. È la base delle operazioni belliche di un certo Pijama-Radus, un tiranno locale che infastidisce con le sue incursioni il re ittita Mursili Il. È localizzata con certezza sul mare, ed è in diretto contatto con Ahhijawa (Achei). Pertanto la sua identificazione con Miletos,appare corretta, anche se alcuni autori, con meno fortuna, hanno proposto Mallo, la città di Mopso in Cilicia Bassa, oppure la Milyasin Panfìlia 108•

ZippaslA-Karijata Zippasla-Karijata è il paese montano nel quale viene insediato come principe vassallo, da Tudhalija III (1230), un certo Madduwattas. Costui è stato cacciato precedentemente dal suo paese di origine, di cui non si conosce il nome, da Attarsijas di Ahhijawa ( Odysseus re degli Achei). In seguito alle sue lamentele alla corte ittita, il re Tudhalija III lo ricompensa con questo territorio montano più vicino ad Hatti, come segno di protezione. Madduwattas però, fatto pace con Attarsiyas, si allea con lui contro Alasija (Rodi). In un secondo tempo, sotto Arnuwanda III (1210), Madduwattas, alleato di Ahhijawa e di Arzawa(Caria), occupa Khapulla e Pidassa, e accoglie alla sua corte un certo Muksus 109• Come già detto, non si conosce il paese di origine di Madduwattas, ma si può avanzare l'ipotesi che questo possa essere una qualche località dell'Egeo. Il motivo è che Zippasla, situata più vicino ad Hatti, ma anche più ad oriente (secondo logica) rispetto al suo paese di origine, è posta giustamente dagli studiosi, in base alle fonti ittite, nell'Anatolia occidentale. Quindi il paese

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LA CAolITA

DEu.'IMPERO ITilTA

E LA GUERRA DI TROIA

di origine di Madduwattas, che è situato più ad occidente rispetto a Zippasla, deve essere localizzato necessariamente nel Mar Egeo. Circa il nome del paese, di cui è nominato vassallo, esso è scritto Zippasla o Zippasna. Le fonti ittite però forniscono anche Karijata come secondo nome 110• Da una analisi attenta dei testi, esso è posto vicino a Pitassa e ad Arzawa, ed è in relazione ad Ahhijawa. Può essere facilmente localizzato in Lidia. Il nome Zippasla, infatti, può essere letto *Dipala, località situabile in Lidia regione appunto montana. Karijae che può essere identificata con il Sipy/.os, ta invece può essere letta *Kariata, che potrebbe essere proprio il nome dell'isola di Creta e il paese originario di Madduwattas. D'altra parte il nome di Madduwattas tradisce origini lidiche, essendo uguale, nella desinenza, a quello dei successivi re di Lidia (è il fondatore della dinastia?). I Lidi-Filistei, infatti, come si vedrà, provengono proprio da Creta. Inoltre Muksus, compagno di Madduvattas, è facilmente identificabile con il Mopsosdella tradizione greca, secondo la quale costui emigra da Creta proprio in Lidia, dove Non bisogna dimenticare, tra le altre cose, che l'ultima atfonda Ko/.ophon. tività di Madduwattas, coincide con la prima espansione dei Popoli del Mare, di cui si dirà. Ciò significa che la "Prima Guerra di Troià' comincia a prendere consistenza (si veda la voce "Troià' a pag. 89). Muksus pertanto è un greco o un luvita di Creta, emigrato in Anatolia. È uno degli "stranieri delle fonti egiziane che "congiurano" contro il potere di Hattusa. Per concludere, Zippasla è quindi la *Dipala-Sipylos in Lidia. Da qui i suoi abitanti, guidati secondo la tradizione proprio da Muksus, emigrano sulle coste della Pamphylia,fondendosi successivamente con i coloni greci. Karijata potrebbe essere invece il nome dell'isola di Creta (come metatesi di *Kattaria) e la patria originaria di Madduwattas, prima di essere cacciato da Attarsijas.

Pidassa Scarse sono le notizie di questo stato dell'Anatolia occidentale, citato sia da fonti ittite che da fonti egiziane e letto come Pidassa o Pitassa. Si conosce della sua ribellione all'epoca di Suppiluliuma 1111 insieme a Lukka (Lelegoiin Caria). È citata nella battaglia di Kadesh (1275) sull'Oronte tra Muwatalli II e Ramses II come Pds, insieme ad altri stati anatolici, come Masa (in Caria) e Drdny (Dardanot).

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LE REALTÀ GEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELLE.GEO

È occupata insieme ad Hapulla e ad Alasija da Madduwattas tiranno di Zippasla, alleato di Ahhijawa e Arzawa. Il faraone Merenptah (1210), manda grano attraverso la Cilicia al popolo di Pds colpito da carestia 112• Lo scenario è sempre quello dell'Anatolia sud occidentale: Lukka (Lelegoiin Caria), Masa (in Caria), Alasija (Rodi), Ahhijawa (Achei) e Zippasla (in Lidia). Gli studiosi moderni, sulla scorta delle fonti ittite ed egiziane identificano Pidassa con una località di nome Pedasossituata nella Troade e conosciuta sia da Omero che da Strabone, il quale la definisce "citta dei Lelegi"113, oppure con la classica Pedasumnella Caria. Quest'ultima identificazione è senz'altro più accettabile.

Luwiya Alcune locuzioni pronunciate dal clero officiante nei riti relativi a certe divinità, in una lingua diversa da quella ittita, sono introdotte dall'avverbio "luvili': da cui il nome di questa lingua, il "luvio" o "luvità' e del popolo che la parla, i Luvii o Luviti. Il luvita è da tempo riconosciuto come lingua indoeuropea, ma non è questa la sede per analizzarne la struttura. Larea linguistica occupata dal luvita è piuttosto vasta. Comprende tutta l'Anatolia occidentale e quella meridionale dall'Egeo sino alla Siria. Arzawa (Caria) e Kizzuwatna sono considerati i principali stati di quest'area. Dalle fonti sappiamo che Tarhund e Santas sono le principali divinità del pantheon luvita; inoltre che un uomo di Kizzuwatna è considerato autore di un rituale in lingua luvia 114• Oltre ai brani in luvio tuttavia, i testi ittiti citano anche un paese chiamato Luwiya. Questa località è situata secondo la maggior parte degli studiosi, nel1'Anatolia occidentale, quindi deve essere considerata con una accezione più ristretta rispetto all'intera area linguistica luvita. Esistono poche notizie su questo paese, che più che uno stato appare essere una regione geografica. Esso è citato nel CodicedelleLeggi,,insieme al paese di Pala, più che altro per parlare di certi mercanti ittiti in visita alle due regioni. Questi due paesi, non necessariamente contigui, sembrano appartenere comunque alla wna occidentale dell'Asia Minore. Da altri documenti ittiti, infatti, emerge chiaramente che la regione linguistica di Luwiya comprende lo stato di Arzawa (Caria) 115•

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LA CADlITA

DELL'IMPERO ITilTA E LA GUERRA DI TROLA

Bisogna a questo punto localizzarein maniera inequivocabile il paese di Luwiya nell'Anatolia occidentale, in una wna comprendente anche se in maniera imprecisa la Lidia e la Misia. Il nome, da leggersi *Lauia, ha dato sicuramente origine, mediante la metatesi, al termine *Aiolia, divenuta poi Aiolis,l' E.oliagreca.

Pala I testi ittiti relativi al culto della dea Zibarwa o Ziparva parlano di "palan mnili': ossia della "lingua dell'uomo di Pala". Questa locuzione ha dato origine al termine "palaico" o "palaità'. Il palaico, secondo le ricerche più recenti, si riallaccia alla famiglia indoeuropea ed è assai prossimo all'ittita e al luvita. Non mancano tuttavia elementi, nel suo vocabolario, che rivelano legami con l'hattico, lingua autoctona pre ittita e non indoeuropea. Scarse sono le notizie riguardo questo paese, deducibili dalle fonti ittite. Esso è citato dal Codicedelleleggi,, secondo il quale mercanti ittiti si recano nelle province di Luwiya e di Pala. Il rapporto tra Hatti e queste province periferiche risulta piuttosto stretto. La Luwiya come si è già visto è la Lidia-Frigia. Pala invece è citata sia sotto Suppiluliuma I (1340), quando soldati ittiti difendono la città da attacchi esterni 116, che sotto Muwatalli II (1290), quando il paese è annesso all'impero insieme a Tumanna 117• Muwatalli II, bisogna ricordarlo, è il re che si allea con Alaksandus di Vilusa, situata in Arzawa (Caria). Compie cioè una serie di campagne per assicurarsi il possesso dell'Anatolia occidentale. Pala pertanto, può essere posta in questa regione. Gli studiosi, ad ogni modo, non sono ancora giunti a conclusioni soddisfacenti circa la localizzazione di questa provincia ittita. Alcuni ritengono che e Sivas118; altri la locasi trovi tra la moderna Kayseri (la classica Caesarea) lizzano in Armenia Minore 119 • I più invece oggi la pongono nella Blaenein Paflagonia 120 , senza però un motivo valido, perché questa regione non è mai stata toccata dagli Ittiti. Lo stato di Pala è considerato in questo studio la patria dei Frigi. Si veda a tal proposito la voce "Frigi" (pag. 113).

Drdny (Dardanoi) Lesistenza di questo stato dell'Anatolia occidentale non si deduce dai testi ittiti, bensl dalle fonti egiziane. Tra gli alleati degli Ittiti nella battaglia di Kade-

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LE REALTÀGEOPOI..11lCHE DEL PEWPONNESO

E DELL'EGEO

sh (1275), è citata, infatti, da RamsesII, la"terra straniera di Drdnjwo Drdnj' 121• Il fatto che questo nome ricordi i Dardanoidella tradizione greca è stato ipotizzato da tutti gli studiosi di storia antica. Tale identificazione appare rispondente alle esigenze etniche, storiche e geografiche dell'antica Asia Minore, anche se è opportuno però fare alcune precisazioni. Da un punto di vista storico è, infatti, legittimo porre i Dardani nell'Anatolia occidentale in questo preciso momento. Le loro primitive sedi, come si vedrà, sono però, da ricercare nella rona tra la Lidia e la Caria, ed essi sono da ritenersi di origine luvita. La prima questione che si presenta, a questo punto, è quella di vedere dove siano situati questi ipotetici "Dardani". I..:elenco dei popoli, fornito dai monumenti egiziani, li pone vicino a Ms (Masa in Caria). Si può tranquillamente ipotizzare pertanto, che i cosiddetti "Dardani", alleati degli Ittiti, siano situati anch'essi nelle prossimità della Caria, quindi non nella Troade. La seconda questione che si presenta è quella di capire chi in realtà siano questi "Dardani". Una lettura del termine Drdny, potrebbe restituirci in realtà una ipotetica *Dardanija, di cui i Dardanoisono, in effetti, i suoi abitanti. Seguendo la stessa sorte dei Misi, i Dardani si sono trasferiti intorno al 1180 dalla Caria nella Troade e da qui in Europa (1160). È opportuno ricordare però che il termine "stranieri" gli Egiziani in genere lo riservano per i Popoli del Mare, vale a dire per i Cretesi. È ipotizzabile pertanto più verosimilmente e, analogamente ai Misi, una diretta origine cretese (per ulteriori approfondimenti si veda la voce "Dardani" a pag. 126).

Troade A proposito della Troade, gli Ittiti conoscono sicuramente la regione ma non la citano nei loro documenti e non la controllano politicamente. Ciò è dimostrato, oltretutto, dalla presenza a Troia di un sigillo di bronro scritto in geroglifici ittito-luvi, risalente al 1150, e rinvenuto nel 1995 negli ultimi strati della città. Recentemente infatti Troia è stata oggetto di nuove indagini da parte dell'archeologo tedesco M. Korfmann dell'Università di Tubinga 122 • Questo sigillo anche se datato posteriormente alla caduta di Hattusa (1180) è sempre una valida testimonianza dei rapporti intercorrenti tra la Troade, Hattusa e il resto dell'Anatolia, e soprattutto del fatto che nella regione si parla una lingua indoeuropea parente dell'Ittita, la quale è senza alcun dubbio il luvita (fig. 4). D'altra parte se gli Ittiti conoscono la Frigia, la Misia e

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LA CADUTA DELL'IMPEROITTITA E LA GUERRA

DI TROlA

Fig.4 - Sigillobronz.eobiconvesso, rinvenutoa Troianel 1995 in seguitoagliscavidi M Korfmann.Rivela l'esistenzadi contatti tra l'Anatoliaoccidentalee il mondo ittita. Essoè scrittoin geroglificiittito-luvii eprova che a Troiaesistevala scritturae che la lingua luvia (affine all'ittita) era conosciutanella città

la Lidia, debbono necessariamente conoscere tutta la Troade, anche se non la controllano e non hanno occasione di citarla nei loro documenti. È questa una nuova occasione per ribadire che la Vilusa-Vilusija di Alaksandus, nulla ha a che fare con la Wilios omerica. Quest'ultima, secondo la presente ricerca, lo si ribadisce, è da identificare proprio con la Wilija citata dalle fonti egiziane dell'epoca di Amenophis III (1390) e situata nell'ambito di Tanayu a Creta. In seguito alla seconda migrazione dei Popoli del Mare, profughi cretesi hanno "trasposto" il nome di Wilija in Asia Minore, aggiungendolo a quello di una città anatolica sconosciuta. La "Guerra di Troia'', cantata da poeta greco, si verifica invece in due momenti distinti. Si tratta in realtà di due guerre, unite per esigenze poetiche da Omero. Il primo momento si riferisce alla guerra condotta da Ahhijawa (Achei a Creta), cioè dalla lega dei Popoli del Mare (le famose "congiure" degli "stranieri", delle fonti egiziane), contro Hattusa per il ricupero di Alasija (Rodi). La data della guerra è collocabile tra il 1190 e il 1180, dopo che gli Ittiti si sono impegnati in un conflitto per occupare Alasija. La prima migra-

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LE REALTÀ GEOPOLmCHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

zione dei Popoli del Mare, già avvenuta nel 121O, è da considerarsi una sua avvisaglia, ed è registrata dal faraone Merenptah. Tra questi popoli compaiono, infatti, proprio gli]qwsw,cioè gli Achei (Ahhijawa-Ekwesh). Come conseguenza della "Prima Guerra di Troià', si ha la seconda migrazione dei Popoli del Mare, con la conseguente distruzione di Hattusa. Successivamente si ha l'occupazione da parte di popolazioni provenienti dai Balcani di Troia VII B 1 ("Ceramica Barbaricà'), che in realtà ora è proprio la Wiliosomerica, in seguito ali'arrivo di profughi cretesi nella regione. Larrivo invece di popolazioni balcaniche e il verificarsi di gravi carestie nell'Anatolia occidentale, sono la causa della migrazione in Europa di popolazioni luvite (Misi, Dardani, ecc.). Il secondo momento si riferisce alla guerra condotta da coloni greco-eolici contro la Wiliosomerica (Troia VII B 2), intorno il 1020. Per maggiori particolari si rimanda alla voce "Troia" (pag. 89).

Alasija (Rodi) La maggior parte degli studiosi moderni sono propensi a situare questa località sull'isola di Cipro o lungo le coste della Siria. Tale localizzazione non soddisfa assolutamente sia l'indagine linguistica che quella storico-geografica, perché si tratta in effetti di uno degli stati più importanti dell'Egeo, cioè l'isola di Rodi ali' epoca degli Ittiti. Per potere dimostrare ciò, bisogna analizzare i dati in ordine cronologico che si hanno a disposizione: -All'epoca di Teli el Amarna (1400), un re di Alasija scrive ad un faraone egiziano affermando che gli uomini di Lukki ogni anno gli portano via delle città. Alasija quindi è in rapporto a Lukka, che è in Caria (o a Creta). -All'epoca di Muwatalli II (1290-1272), un certo Arma-Tattas, governatore del "Paese Superiore", è mandato in esilio ad Alasija. Difficile trarre qualche spunto da tale indicazione, perché il "Paese Superiore" dovrebbe essere situato lungo l'alto corso dell'Eufrate (si veda la voce corrispondente a pag. 57). - Hattusili II (1260) manda suo nipote Urhi-Tesub in esilio "oltre il mare", cioè ad Alasija123• Questa espressione ha fornito agli studiosi la convinzione che Alasija potesse essere un'isola, e quindi la sua identificazione con Cipro. - Probabilmente Tudhalija III (1240-1215) conquista Alasija. - Due principi di Ugarit, città sulla costa della Siria settentrionale, sono esiliati ad Alasija da Ini Tesub re di Karkemish (1250).

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LA ÙDITTA DELL'IMPEROITI1TA

E ~ GUERRA DI TROIA

- Attarsiyas ( Odysseus) re di Ahhijawa (Achei), e un certo Madduwattas re di Zippasla (in Lidia), attaccano Alasija che Arnuvanda III (1215-1190) proclama propria 124 • Ora di Madduwattas, pur essendo diventato in seguito e grazie al re ittita, principe di Zippasla (in Lidia), non si conosce il suo paese di origine (forse è Karijata, probabilmente Creta}; ad ogni modo il suo nome tradisce origini lidiche. - In un'epoca poco precisata, ma all'incirca intorno al 1210, un re di Alasija avvisa il collega di Ugarit, presumibilmente un certo Ammurapi, dell'avvicinarsi di navi nemiche. Il sovrano di Ugarit gli risponde circa le distruzioni operate da queste navi sul proprio territorio e afferma che le sue truppe sono in Hatti e la flotta è nel paese di Lukka (Lelegoiin Caria). Poi lo prega di avvisarlo se avvista altre navi nemiche 125• Chi siano questi nemici non è possibile saperlo, però la citazione di Lukka, rimanda sempre all'Asia Minore occidentale o a Creta e alla prima espansione dei Popoli del Mare. Si può facilmente dedurre che sta per iniziare la "Prima Guerra di Troia". - Suppiluliurna II (I 190), forse per ricuperare Alasijapersa all'epoca di Attarsiyas, assalele sue navi e le distrugge; poi in terraferma sconfigge il suo esercito. Questa è l'ultima notizia che si ha degli Ittiti. Poi è la fine. I Popoli del Mare, durante la loro seconda espansione, assestano il colpo decisivo all'impero (1180). - Secondo il Barnett Alasija, a detta di Rarnses III (I 180) nel Medinet Habu, è travolta dalla migrazione dei Popoli del Mare a causa delle "congiure" degli "stranieri". Si tratta di un equivoco che è bene chiarire. Il termine egiziano in questione è Yrs,letto Yeres, il quale è identificato con una località Yeri,situata certamente a Cipro, ma non ad Alasija, la quale in realtà è Rodi. Tantomeno il termine Yeres può essere equivocato con Alasija. La descrizione del percorso dei Popoli del Mare che ne fa il fà il faraone lascia in ogni modo intendere che Yeres (a Cipro) sia prossima a Yeret, cioè Aradus (Arwad), città della costa siriana. Alcuni autori riportano infine la notizia che Alasija sarebbe citata un' ultima volta da fonti egiziane attorno al 1100. Anche in questo caso si tratta di un equivoco. In realtà la località in questione è sempre Yeres ( Yeri a Cipro) e non Alasija (Rodi) 126• Da tutto ciò si evince che Alasija è in rapporto oltre che con Hatti, il "Paese Superiore", Ugarit e Karkemish, anche con Lukka (in Caria), Ahhijawa

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LE REALTÀGEOPOLITTCHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Fig. 5 - Egeoe Anatolia occidentaleduranteil periodogreco

(Achei a Creta), Zippasla (in Lidia), Arzawa (Caria). Si tratta quindi di un isola, e quest'isola può essere solo Rodi. Dalle fonti ittite si evince chiaramente che l'isola è contesa tra Cretesi (AcheiAhhijawa) ed Ittiti, in quanto testa di ponte tra oriente ed occidente. La presa di

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LA CADUTA DELL'IMPEROITTITA E LA GUERRADI TROIA

Alasija dapane di Suppiluliuma II è costata cara all'impero ittita. Gli Achei hanno organizzato subito dopo una potente coalizione (Popoli del Mare) per ricuperare l'isola e distruggere così una volta per tutte Hattusa (Prima guerra di Troia). Alasija in egiziano non è mai citata; in ebraico invece è Elisa. Ora la lettura di Alasija è sicuramente *Afasia. In greco questo nome diventa sicuramente *Elese, cioè E/me, che in Omero è la bella regina rapita daParis,principe troiano. Il dato archeologico che sull'isola di Cipro esistano iscrizioni greche dedicate ad Apollo Alasiotas127 è un elemento ritenuto fondamentale dagli studiosi per la identificazione di Alasija con Cipro. Tuttavia appare evidente che il culto di questa divinità è stato trasportato sull'isola da profughi rodioti, nel momento in cui essa è stata occupata dai Dori (1020), responsabili certamente del mutamento del suo nome in Rhodos(fig. 5).

Anatolia centrale ed orientale

rl «n.1JaeseBasso,, o «-, .J'. • ,, .,. .1n 1 enore Lunico riferimento concreto alla provincia che gli Ittiti chiamano "Paese Basso" (Katteran Udné), risale probabilmente a Mursili II (1318-1290), quando si accenna al fatto che è occupata dagli eserciti di Arzawa (Caria). Muwatalli II, figlio di Mursili II, abbandona Hattusa e fonda nel Paese Basso la nuova capitale dell'impero Tarhuntassa, in onore del dio della tempesta Tarhund. Suo figlio Mursili III però, alla morte del padre, abbandona Tarhuntassa e riporta la capitale ad Hattusa. La nuova città tuttavia rimane come seconda capitale dell'impero con lo scopo, forse, di controllo delle province meridionali. Hattusili III nomina, infatti, re del paese Kurunta, fratello di Mursili III. Alla fine dell'impero, ai tempi di Suppiluliuma II (1180) e dopo la distruzione di Hattusa, l'ultima voce degli Ittiti si leva proprio da Tarhuntassa, dove un certo Hartapu, discendente di Mursili III, si proclama erede del "Grande Regno". Il Paese Basso è concordemente identificato con la piana di lconium (Konya) in Licaonia. Ciò è stato un grave errore perché in realtà il Katterannon è altro che la regione che i Greci chiamano Cataonia,per l' appunto PaeseBasso, che corrisponde allo stato che gli Egiziani chiamano Qode. La LicaoniaPisidia in realtà è la Kizzuwatna degli Ittiti (si veda a pag. 59). 54

LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELLEGEO

Importante avamposto orientale del Paese Basso doveva essere la città ittita di Malityia, la neo-ittia Melid, che corrisponde alla odierna collina di Arslantepe, presso la quale sorge la moderna Malatya. Questa città, scavata dalle missioni italiane dell' Università di Roma "La Sapienza'', sotto la guida della dott.ssa Marcella Frangipane, ha rivelato la sua esistenza sin dall' età neolitica. Divenne con gli Ittiti, a partire da Mursili I (1540), un importante centro per il controllo delle province poste ad est dell' Eufrate e di quelle mesopotamiche. Suppiluliuma I (1340), infatti, per conquistare il paese di Isuwa, passò l' Eufrate proprio a Malitiya. I.:etimologia del suo nome è fatta derivare dall'ittita melit= miele. E' un'ipotesi alquanto fantasiosa dal momento che la spiegazione più probabile si può ricercare poco distante dalla città, nel nome del fiume Eufrate, in ittita Mala. Malitiya sarebbe pertanto, la città del fiume Mala. La sua importanza strategica è dimostrata dal fatto che la città sopravvisse al crollo di Hattusa, divenendo un centro importante dei cosi detti regni neo-ittiti, quello di Kammanu, fino alla conquista assira di Sargon II, avvenuta nel 712.

Kaska I Kaska sono citati piuttosto spesso nelle fonti ittite a partire da Hattusili I (1560), quali tribù barbariche abitanti le regioni a nord est dell'Anatolia, tra le montagne e il Mar Nero. Secondo queste fonti i Kaska compiono diverse incursioni nel territorio di Hatti, mettendo persino a dura prova la sua esistenza. Una cronistoria dei rapporti bellici tra gli Ittiti e i Kaska, in questo studio, sarebbe inutile, perché non aiuterebbe in realtà a identificare queste popolazioni, né a capire quale sia il loro reale territorio. Alcuni studiosi li hanno indicati quali responsabili della caduta di Hattusa. In realtà essi, in questa circostanza, sono dei passivi spettatori delle vicende che interessano l'Anatolia nel 1180, anzi ne subiscono le conseguenze. Evidentemente spinti verso sud dalla seconda migrazione dei Popoli del Mare, responsabile della distruzione di Hattusas e poi dall'avanzata delle popolazioni balcaniche in Asia Minore, i Kaska scendono in Anatolia centro-orientale e in Siria, dove sono conosciuti per un certo tempo dagli Assiri, che li citano insieme ai Muski e ai Tabal 128• Qui sono fermati e respinti dagli Assiri in ben due occasioni: nel 1160 e nel 1110. Dopo questi avvenimenti dei Kaska non si ha più alcuna notizia. Dove siano finiti è un quesito al quale nessuno ha mai saputo dare una risposta adeguata.

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LA ÙDIITA

DElLIMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

La realtà è che i Kaska costituiscono il nome d'insieme di popolazioni urrite che risiedono sin dalla fine del terzo millennio sulle rive del Ponto. Coinvolte dalla migrazione delle tribù traco-frigie, provenienti dall'Europa, queste popolazioni, una volta respinte dagli Assiri, rifluiscono verso l'Anatolia centrale, la Frigia, il Mar Nero e l'Armenia (si veda la voce "Muski" a pag. 109).

Pakuwa Verso la fine dell'impero ittita, all'epoca di Arnuwanda III (1210), contemporaneo di Merenptah e della prima invasione dei Popoli del Mare in Egitto, comparesulloscenariodellastoria ittita, un ceno Mita,principe di Pakuwao Pahhuwa, che gli studiosi collocano sulle colline orientali, ad est dell'alto corso dell'Eufrate vicino allo stato di Azzi-Haijasa129• Il nome di questo sovrano ha destato molta curiosità presso gli studiosi, in quanto risulta identico a quello dei re Muski e dei re Frigi successivi. Ad ogni modo la localizzazione in questione non ha alcun fondamento in quanto Pakuwa non è altro che uno stato cilicio, i cui abitanti sono citati da Erodoto come Hypachaioi(vedi la voce Cilicia a pag. 131).

Isuwa Molto poco si conosce di questa provincia orientale dell'impero ittita. Un'iscrizione, attribuibile ad un tardo re ittita, ma riferibile probabilmente all'epoca di Mursili II (1318-1290), recita: ".. . e il nemicovenneda Isuwa e saccheggiò il territoriodi Tegarama': Suppiluliumas I (1355-1320) invece, passato il corso superiore dell' Eufrate prima di raggiungere Mitanni 130 la sottomette per punirla in quanto nel passato ha accolto nel proprio territorio fuoriusciti ittiti. Da leggersi probabilmente *Isia. Questa provincia non può essere confusa con la località che gli Egiziani chiamano Isia o Asya, situata a Creta, o con lo stato che gli Ittiti chiamano Assuwa.

Khassuwa Anche di questa provincia orientale dell'impero, chiamata Khassuwa o Khassu, si conosce ben poco. È nota soprattutto all'epoca di Hattusili I ( 15651540), e si può dire che è situata in Commagene, nell'alta Siria, a nord di Aleppo 131• Da leggersi probabilmente *Kasia.

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LE REALTÀGEOPOLmCHE

DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

Il "PaeseAlto"o "Superiore" Come il Paese Basso, anche il Paese Alto o Superiore (SrazziUdne),non è un vero e proprio stato, ma una regione che potrebbe comprendere più stati o paesi. È citato in una iscrizione risalente probabilmente ali' epoca di Mursili II tutto il Paese ( 131 O), in cui si dice ': .. e il nemicovenneda Azzi e saccheggiò

Alto efece di Samuha la suafrontiera".132 All'epoca di Muwatalli II (1290-1272) Arma-Tattas, governatore del Paese Superiore, è mandato in esilio ad Alasija (Rodi) 133• Non si conosce il nome reale del paese, ammesso che lo abbia avuto, tuttavia dalle fonti, questa regione appare in relazione al paese di Azzi-Haijasa erroneamente posto in Armenia, al di là dell'Eufrate, ma in questa sede posto in Cilicia. Comunque il Paese Alto deve corrispondere a tutta la regione altipiano posta al di qua del1'alto corso dell'Eufrate. È probabile che il Paese Alto abbia svolto funzioni amministrative e di controllo delle province settentrionali.

Azzi-Hajasa Si tratta di un unico stato con due nomi diversi, Azzi e Hajasa, che corrispondono probabilmente a regioni differenti, ma contigue. Le fonti ittite non citano mai insieme i due nomi. Iniziano a parlare di questo paese all'epoca di Tudhalija II, padre di Suppiluliuma I, intorno il 1360, quando sono citati i re Krannis e Marijas 134• Hukkana invece è re di Azzi-Hajasa all'epoca di Suppiluliuma I ( 13 50). Quest'ultimo gli dà in sposa la sorella; il che vuol dire che questo stato è piuttosto forte ed importante. Annisas o Annijas 135 è re dello stato all'epoca di Mursili II (1310). In questo momento Azzi-Hajasa può attaccare il Paese Alto, situato al di qua del corso superiore dell'Eufrate. Un'ultima notizia indiretta ma imponante, risale all'epoca di Arnuwanda III ( 121O)contemporaneo di Merenptah, dallaquale si apprende che il ruolo di questo paese è stato assunto da un certo Mita di Pakuwa 136, di cui si è già parlato. Difficile è la lettura dei singoli nomi; tuttavia Azzi potrebbe essere letto *Ati, o *Asi, mentre Hajasa o Khajasa dovrebbe leggersi *Kuasa. Gli studiosi contemporanei, comunque, concordano nel porre questo paese al di là dell'Eufrate, in Armenia, lungo la direttiva per il Paese Superiore, Isuwa e lo stato mesopotamico di Mitanni. Questa ipotesi non risulta condivisibile in quanto *Kua-

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LA CAotrrA

DEU'IMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

sa, con la caduta della -s-, non è altro che lo stato cilicio di Quawe-Que, noto . . soprattutto 1n epoca assira. Circa la composizione etnica del paese, si può ritenere con certezza che i suoi abitanti siano Luviti.

Qode Questo paese è citato solo nei testi egiziani, ed intorno ad esso si è generato un colossale equivoco. Bisogna procedere in ordine. - Qode o Kode, è citato per la prima volta ali' epoca di Ramses Il. Qualche anno dopo la battaglia di Kadesh (1275) contro Muvatalli II re degli Ittiti, il faraone egiziano inizia una campagna di riconquista dei territori perduti in Siria. Alla fine di questa campagna egli afferma di aver invaso Qode, sita più a nord ovest 137. Sempre ali' epoca di Ramses II, il faraone asserisce che, in occasione dell'invio di una principessa ittita in Egitto, il re di Hatti gli fa dono di oggetti preziosi provenienti da ogni parte del regno, tra cui anche da Qode. - Lultima citazione di Qode è dell'epoca di Ramses III (1180), quando il faraone nel descrivere il dramma del crollo di Hatti dice nel Medinet Habu:

"... i paesistranieriordironouna congiuranelleloroisole.Glistatifaronodispersi nellalottain un solomomento.Nessunpaesepotè resistere difronte ai loroeserfarono tagliatefaori in uno stessomociti. Katti, Qode,Karkemish,Yeret,Yeres mento':138I Popoli del Mare invadono infatti prima l'Anatolia, poi la Siria e l'Egitto, ma sono respinti dal faraone alle frontiere egiziane. Qode, a questo punto, è localizzata in Cilicia, dove è situata la Kizzuwatna dei testi ittiti 139 con la quale spesso è identificata. Esiste tuttavia una citazione di Qode, mal letta e mal interpretata, che aiuta invece a capire cosa si debba effettivamente intendere con questo termine. Si tratta dell'Elencodei Popoliche combattono per conto degli Ittiti nella battaglia di Kadesh (1275) sull'Oronte in Siria, compilato da Ramses II. Tra di loro vi è un Kd. La lettura di questo popolo o località da parte degli studiosi, questa volta è molto diversa dalle letture del Kd, effettuate come Qode, delle iscrizioni successive. Gli studiosi, infatti, lo leggono Chereb 140o Khalba141, introducendo impropriamente un rii, che non è rappresentato graficamente. Chereb è la vecchia lettura senza un preciso riferimento a località note, mentre Khalba è la più recente ed è solitamente identificata con Kha-

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LE RF.ALTÀGEOPOLITICHE

DEL PEWPONNESO

E DELL'EGEO

lap (Aleppo). In poche parole tra il Kd dell'Elencodei Popolipresenti a Kadesh e il Kd delle citazioni successive, viene stabilita una notevole differenza. Il primo viene posto in Siria, il secondo invece viene posto in Cilicia. Questa doppia lettura e localizzazione di Kd da parte degli studiosi necessita di una spiegazione. Il Kd delle iscrizioni successive a Kadesh è letto giustamente Qode ed è posto erroneamente in Cilicia, dove è situata la Kizzuwatna degli Ittiti. Gli studiosi invece non leggono come Qode il Kd dell'Elencodei Popolidella battaglia di Kadesh, perché sostengono che esso è posto nel contesto di località siriane 142• Per questo motivo lo leggono Chereb (prima) o Khalba (oggi) e sono pertanto propensi ad identificarlo con Khalap (Aleppo). In realtà una località di nome Qode in Cilicia o in Kizzuwama non è mai esistita. Caverla localizzata in questa regione o l'averla identificata con Kizzuwama, è stato un errore degli studiosi moderni. Inoltre non si può identificare un ipotetico Kd con Khalap (Aleppo) perché l'introduzione del suono riinon è pertinente. Si tratta in verità, in entrambi i casi, dello stesso sito, da identificarsi con la regione che gli Ittiti chiamano Paese Basso (KatteranUdne)e i Greci Cataonia.

Kizzuwatna Di questo paese si hanno diverse informazioni, pertanto non vale la pena analizzare le fonti ittite al riguardo. Tuttavia la sua localizzazione in Cilicia purtroppo è unanimamente accettata. Gli studiosi, infatti, interpretano erroneamente il nome di Kizzuwatna come Cataoniae questo passaggio non appare rispondente alle esigenze linguistiche. La lettura della parola ittita, infatti, è sicuramente *Kisitia, che in greco si trasforma nel nome della Pisidia.La Kizzuwatna pertanto dalla Pisidia-Licaonia si estendeva anche in Cilicia ma non coincideva con la Cilicia. Si sa inoltre che essa fa parte dell'area linguistica luvita 143 che comprende ad occidente lo stato di Arzawa (Caria) e ad oriente lo stato di Kizzuwatna. A Tarsa in Cilicia, infatti, è stata trovata una bulla di Isputashu re di Kizzuwatna con una iscrizione in geroglifici luvii 144• La Kizzuvatna è, infatti, considerata la patria del cosiddetto "ittita geroglifico", fortemente imparentato con il luvio. Tarhund e Santas inoltre sono divinità del pantheon luvita in generale, mentre Hepat è invece la dea principale di Kizzuwatna, la cui presenza denota comunque l'esistenza di elementi urriti nella regione.

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LA CADITTA

DELL'IMPERO ITTITA E LA GUERRA DI TROIA

HAPU

SAS FIUMESHENA MILLAWANDA

uw • SIJ

CYPROS

Fig. 6 - Anatolia e vicinooriente, localizzazionedeglistati noti agliIttiti nell'Anatolia interna e orientalesecondo il presentestudio

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PEWPONNESO E DELL'EGEO

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LA CADITTADELL'IMPEROITTITA E LA GUERRADI TROIA

Gli studiosi hanno in ogni caso riscontrato in essa anche la presenza di elementi iranici, dovuti ai rapporti che legano Kizzuwatna agli stati urriti ed indoiranici mesopotamici. Il nome del re Sunassura, legato in un primo tempo politicamente allo stato di Mitanni, è stato, infatti, tradotto come ind. ir. C' " JUnasura, eroe salvatore ,,. Essa svolge un ruolo importantissimo nella vita politica dell'Anatolia, ma una volta sottomessa dagli Ittiti, cessa completamente la sua funzione e scompare in sostanza dalle fonti a partire da Suppiluliuma I (1350). Compare invece nella battaglia di Kadesh (1275), citata dagli Egiziani, come alleata degli Ittiti. Essa è scritta Kdwdn. Gli studiosi, infine, hanno sostenuto che dopo la caduta degli Ittiti {1180), il popolo di Kizzuwatna, spinto dai Popoli del Mare, ha invaso la Siria, dando origine agli stati "neo ittiti". Questa idea oggi non è più sostenibile, in quanto gli stati in questione in sostanza non si trovano al di fuori della sfera di influenza di Hattusa. Sono solo città che resesi indipendenti dal potere centrale, iniziano a scriverenel cosiddetto "ittita geroglifico", variante moderno del luvita (fig. 6).

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LE REALTÀGEOPOLITICHE DEL PELOPONNESO E DELL'EGEO

NOTE

1

SAYCE A. H., in Essaysin AegeanArcheologypresmted to Sir A. Evans(a cura di S. CASS0N),Oxford 1927, pp. 107, 108. 2 AsTOURM. C., Hellenosemitica,Leiden 1965, p. 110. 3 MALAMAT A., Siria e Palestinanellaseconda metà del II millennio,in Storia UniversaleFeltrinelli,Milano 1968, III, p. 179. L'autore avvicinaKothar ad Efesto. 4 GENESI, 10, 14;AMos,9, 7; DEUT.,2, 23; GEREMIA, 47,4. 5 VERCOUTTER J ., L'Egypteet /emondeigém préhelllnique,Le Caire 1956, pp. 40-43. 6 GODART L., La cadutadei regnimiceneia Cretae l'invasionedorica,in Le originidei Greci- Dori e mondo egeo, a cura di D. MUSTI,Roma 1991, p. 179. 7 LUCEJ. V., La fine di Atlantide, Roma 1976, tavv, 74-75-92. 8 GODART L., op. cit., p. 180. 9 GODART L., op. cit., p. 180. IO LUCE].V., op.cit., p. 41. SEVERYNSA., la Greciae il vicinoorienteprima di Omero, Firenze 1962, pp. 143, 147, 148. 11 EDELE., Die Ortsnammlistenausdem Totmtempel AmenophisIII, Bonn 1966, p. 37. Wooo M., Alla ricercadellaguerradi Troia,Milano 1988, p. 202. 12 AsTOURM. C., AegeanPlace-Names in an Egyptianlscription,in «AJA»,70 (1966), pp. 313-317. 13 DONADONI S. F., Egeied Egiziani, in Le originidei Greci- Dorie mondoegeo,a cura di S. Mum, Roma 1991, pp. 207,208, 209, 216. 14 LUCE].V., op. cit., p. 144. 15 SEVERYNS A., op. cit., pp. 143, 148. 16 DONADONI S. F., op. cit., p. 216. 17 Wooo M., op. cit., p. 202. 18 SETHE K. e HELCKW., Urkundender 18. Dynastie("Urk."), parte 22a, Leipzig-Berlin 1906, p. 616.

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LUCEJ. V., op. cit., p. 43. AMos, 9, 5-7. 21 MEYER E., Geschichte desAltertums,II, I, 2, Stuttgart-Berlin1928, 1931, p. 81, n. I. 22 GARBINI G., I Filistei,Milano 1997, p. 39. 23 WAINWRIGHT G. A., Caphtor-Cappadocia, in «VT»6 (1956), pp. 199-210. 24 BARNETT R. D., I Popolide/Mare,in Storia de/MondoAntico,Milano 1976, II, p. 916. 25 DONADONI S. F.,op. cit., p. 216. 26 EDELE., Einehieroglyphische Listekretischagaischer Ortsnamen, in ccArcheion KoinoniologiaskaiEthnikes»,10 (1967-68),p. 38. 27 LUCEJ. V., op. cit., pp. 41-43. 28 LUCEJ. V., op. cit., p. 45. 29 EDELE., Die Ortsnamenlisten, op.cit.,p. 37. 30 Wooo M., op. cit., p. 202. 31 VERCOUTTERJ., op. cit., p. 55. 32 Wooo M., op. cit., p. 202. 33 LUCE J. V., op. cit., p. 43. 34 LUCE].V., op. cit., pp. 41-43. SEVERYNS A., op. cit., p. 143. 35 DONADONI S. F., op. cit., p. 207. 36 VERCOUTTERJ., op. cit., pp. 15-32. 37 VERCOUTTERJ., op. cit., pp. 15-32. 38 VERCOUTTERJ., op. cit, pp. 15-32. 39 M0NTETP., Le Nom des Grecsen ancien égyptim et l'antiquitédes Grecsm Egypte, in «RA»,28 (1947), p. 129. 4 o VERCOUTTERJ., op. cit., pp. 15-32. 41 SEVERYNS A., op. cit., p. 60. 42 Wooo M., op. cit., pp. 232-235. 43 DROWERM. S., La Siriadal 1550al 1400 a.C circa,in StoriadelMondoAntico,Milano 1976, II, p. 458. 44 LUCE J. V., op. cit., p. 43; DROWER M. S., op. cit., p. 458. 45 DROWER M. S., op. cit., p. 458. 46 LUCE].V., op. cit., p. 108. 47 GURNEYO. R., GliIttiti,Firenze1962,p. 84. 48 GODART L., op. cit., pp. 186-187. 49 DIOD.SIC.,4, 60; 5, 80. 19

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LA ÙDITTA DELL'IMPEROITTITA E LA GUERRADI TROIA 50

OMERO,Od., XIX, 175. Secondo l'autore grecoinfattia CretavivonogliAchei,gliF.tcer cretesi,i Cidoni, i Dori e i "nobiliPelasgi". 51 LUCE}.V., op. cit., pp. 105-108. 52 PINDARO, in PAUSANIA, VII, 24. 53 GRAVF.SR.,I mitig,rci,Milano 1977,p. 367. 54 SEVERYNS A., op. cit., pp. 176-177. 55 EoELE., Die Ortmammlistm, op.cit.,p. 37. 56 Wooo M., op. cit., p. 202. 57 GODARTL., op. cit., pp. 178-181-184, 197, n. 21. Il Godart nel suo studio sulla caduta dei regni micenei a Creta, ammette chiaramentedi accettare le propostecronologiche di M. R. Popham. 58 GOOART L., op. cit., p. 182. 59 GODART L., op. cit., p. 182. 60 SEVERYNS A., op. cit., p. 189. 61 BLEGEN C. W., Troiae i Troiani,Milano 1964, p. 162. 62 GOOART L., op. cit., pp. 185-186-188. 63 GODART L., op. cit., pp. 185-186. 64 Hill.ER S., È esistitauna culturadoricanel-

la tardaetàdel bronzo?Il prob/nnadelletestimonianzearcheologiche, in Le originidei Greci- Dori e mondo egeo,a cura di D. Musn, Roma 1991, pp. 136-147, n. 7. GURNEY 0. R., op. cit., p. 87. 66 GOOART L., op. cit., pp. 186-187. 67 K!LIAN K., La cadutadei pa/au.i micenei in Le oricontinentali:aspettiarcheologici, gini dei Greci- Dori e mondoegeo,a cura di D. Musn, Roma 1991, p. 86. 68 HERTELD., Troia,Bologna 2003, p. 67. 69 BARNETT R. D., La.Frigiae i popolide/l'Anatoliadurantel'EtàdelFerro,in Storia de/MondoAntico,Milano 1976, III, p. 19. 70 GURNEY 0. R., op. cit., p. 79. 71 de MAfmNo S., GliIttiti,Roma2003, p. 47. 72 CHADWICK J.,Il mondomiceneo,Milano 1980, p. 77. 73 l