Il mistero del suono senza numero. Pitagora e la musica dell’Universo 9788896973349

540 141 2MB

Italian Pages 141 Year 2017

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Il mistero del suono senza numero. Pitagora e la musica dell’Universo
 9788896973349

Table of contents :
0003_2R......Page 3
0004_1L......Page 4
0004_2R......Page 5
0005_1L......Page 6
0005_2R......Page 7
0006_1L......Page 8
0006_2R......Page 9
0007_1L......Page 10
0007_2R......Page 11
0008_1L......Page 12
0008_2R......Page 13
0009_1L......Page 14
0009_2R......Page 15
0010_1L......Page 16
0010_2R......Page 17
0011_1L......Page 18
0011_2R......Page 19
0012_1L......Page 20
0012_2R......Page 21
0013_1L......Page 22
0013_2R......Page 23
0014_1L......Page 24
0014_2R......Page 25
0015_1L......Page 26
0015_2R......Page 27
0016_1L......Page 28
0016_2R......Page 29
0017_1L......Page 30
0017_2R......Page 31
0018_1L......Page 32
0018_2R......Page 33
0019_1L......Page 34
0019_2R......Page 35
0020_1L......Page 36
0020_2R......Page 37
0021_1L......Page 38
0021_2R......Page 39
0022_1L......Page 40
0022_2R......Page 41
0023_1L......Page 42
0023_2R......Page 43
0024_1L......Page 44
0024_2R......Page 45
0025_1L......Page 46
0025_2R......Page 47
0026_1L......Page 48
0026_2R......Page 49
0027_1L......Page 50
0027_2R......Page 51
0028_1L......Page 52
0028_2R......Page 53
0029_1L......Page 54
0029_2R......Page 55
0030_1L......Page 56
0030_2R......Page 57
0031_1L......Page 58
0031_2R......Page 59
0032_1L......Page 60
0032_2R......Page 61
0033_1L......Page 62
0033_2R......Page 63
0034_1L......Page 64
0034_2R......Page 65
0035_1L......Page 66
0035_2R......Page 67
0036_1L......Page 68
0036_2R......Page 69
0037_1L......Page 70
0037_2R......Page 71
0038_1L......Page 72
0038_2R......Page 73
0039_1L......Page 74
0039_2R......Page 75
0040_1L......Page 76
0040_2R......Page 77
0041_1L......Page 78
0041_2R......Page 79
0042_1L......Page 80
0042_2R......Page 81
0043_1L......Page 82
0043_2R......Page 83
0044_1L......Page 84
0044_2R......Page 85
0045_1L......Page 86
0045_2R......Page 87
0046_1L......Page 88
0046_2R......Page 89
0047_1L......Page 90
0047_2R......Page 91
0048_1L......Page 92
0048_2R......Page 93
0049_1L......Page 94
0049_2R......Page 95
0050_1L......Page 96
0050_2R......Page 97
0051_1L......Page 98
0051_2R......Page 99
0052_1L......Page 100
0052_2R......Page 101
0053_1L......Page 102
0053_2R......Page 103
0054_1L......Page 104
0054_2R......Page 105
0055_1L......Page 106
0055_2R......Page 107
0056_1L......Page 108
0056_2R......Page 109
0057_1L......Page 110
0057_2R......Page 111
0058_1L......Page 112
0058_2R......Page 113
0059_1L......Page 114
0059_2R......Page 115
0060_1L......Page 116
0060_2R......Page 117
0061_1L......Page 118
0061_2R......Page 119
0062_1L......Page 120
0062_2R......Page 121
0063_1L......Page 122
0063_2R......Page 123
0064_1L......Page 124
0064_2R......Page 125
0065_1L......Page 126
0065_2R......Page 127
0066_1L......Page 128
0066_2R......Page 129
0067_1L......Page 130
0067_2R......Page 131
0068_1L......Page 132
0068_2R......Page 133
0069_1L......Page 134
0069_2R......Page 135
0070_1L......Page 136
0070_2R......Page 137
0071_1L......Page 138
0071_2R......Page 139
0072_1L......Page 140
0072_2R......Page 141
Pagina vuota......Page 0

Citation preview

Flavio Ubaldini

Il mistero del suono senza numero Pitagora e la musica dell'Universo

(\�cjenza

�_EXpress rJt :'""'

© Scienza Express edizioni, Trieste Prima edizione in narrazioni marzo 2017 Flavio Ubaldini IL MISTERO DEL SUONO SENZA NUMERO Graphic Design: Nicole Vaséono ISBN 978-88-9697-334-9

A Daniela

Il più bello dei mari è quello che non navigammo Nazim Hikmet

Ilavra. apz8p6ç emz

Elenco dei personaggi

Personaggi principali

Pitagora di Samo

Maestro fondatore della scuola dei pitagorici

Ippaso di Metaponto

Uno dei più brillanti membri della scuola

Eratocle di Samo

Primo allievo di Pitago�a nonché unico discepolo samio

Milone di Crotone Filolao di Crotone

Pitagorico e campione olimpico Pitagorico e amico di Ippaso ed Eratocle

Teano

Moglie di Pitagora nonché prima donna membro della scuola

Muia

Figlia di Pitagora e membro della scuola dei pitagorici

Personaggi minori

Glauco di Reggio

V irtuoso dei dischi di bronzo

Elettra

Sacerdotessa di Apollo

Trasibulo

Servitore tuttofare di Pitagora

Gerone di Crotone

Mastro fabbro di Crotone

Cilone, Basileios.

Apprendisti del fabbro Gerone

·

e Corebo Liside di Metaponto

Avversario di Ippaso nello stadion

Megade

Giovane pitagorico

Caronda

Allenatore di giavellotto

Mnesarco e Partenide

Genitori di Pitagora

Temistodea

Sacerdotessa di Apollo a Delfì nonché insegnante del giovane Pitagora

Trofonio di Metaponto Precettore di Milone Alceo e ldotea

Genitori di Milone

Zaleuco di Crotone

Venditore di vino crotonese

La Panegiri di Hera Dove lppaso, ai margini di una festa cittadina, si scontra con un mercante e, più tardi, è protagonista di una violenta lite, alla fine della quale ricorda la prima volta che ha visto la stessa festa quattordici anni or sono.

Maggio 51 7 a.C.

Lui! Ippaso di Metaponto! Il più intelligente tra i pita­ gorici espulso dalla scuola! Quel pensiero lo lacerava. Gli stava facendo perdere il contatto con la realtà. ((Attento a dove metti i piedi, idiota!)), gli urlò un mer­ cante. Il giovane si voltò con rabbia. Un tempo nessuno a Crotone si sarebbe permesso di apostrofarlo in quel modo. ((Non vedi che stavi per rovesciarmi le olive!)). Ippaso rico­ nobbe subito la parlata metapontina, la città in cui aveva trascorso i primi sedici anni di vita. Ippaso fissò il mercante con un'espressione da cui tra­ spariva il furore di cui era preda in quei giorni. ((Sai qual è la tua fortuna, vecchio?)), disse prendendo un'oliva dal vaso, per poi mettersela in bocca e masticarla rumorosamente. (& che oggi mi sento nostalgico)), continuò sputando il nocciolo ai piedi dell'uomo. Quegli tacque, probabilmente spaventato dal tono del giovane e disorientato dall'accento familiare. Ippaso afferrò una manciata di olive, gliele lanciò addosso e si allontanò tra le bancarelle sotto lo sguardo di alcuni curiosi che si erano fatti attorno. Anche quella notte Ippaso aveva dormito poco: si era svegliato continuamente dopo incubi popolati da dèi mal­ vagi, suoni dissonanti e strane figure geometriche. Quan­ do le prime luci dell'alba avevano raggiunto la sua finestra 1 1

insieme a un vociare inconsueto, si era ricordato che era il giorno della Panegiri di Hera, una delle più importanti ce­ lebrazioni dell'Italia greca. Durante i festeggiamenti miglia­ ia di fedeli della dea raggiungevano Crotone da ogni dove. Nei quattordici anni che aveva trascorso in città mai avrebbe rinunciato a partecipare alle gare atletiche della Panegiri o a farsi coinvolgere dalla travolgente atmosfera di cui Crotone cadeva preda. Oltre alle gare, c'erano pro­ cessioni, riti, incontri politici e le strade si rièmpivano di bancarelle cariche di merci e cibarie. Nonostante quell'anno non avesse il consueto entusia­ smo, Ippaso si era illuso che un giro per Crotone durante i preparativi della Panegiri avrebbe potuto aiutarlo a distrarsi ma, evidentemente, si era sbagliato. Anzi, l'incidente con il mercante aveva aumentato la sua rabbia. E nemmeno i ri­ cordi delle feste passate lo aiutavano a superarla. Che senso aveva avuto la decisione di rimanere a Crotone per entrare nella scuola di Pitagora? Nessuno! Ippaso tornò a casa. Provò a leggere e a correggere alcuni appunti; ma, per farlo, doveva tornare su ogni frase tre o quattro volte. Si distraeva in continuazione e rimuginava sui dolorosi avvenimenti di cui era stato protagonista. Non aveva ancora terminato la prima tavoletta d'argilla, che, gettato uno sguardo all'orologio solare in cortile, si accorse che era passata l'ora sesta. Infastidito per la propria lentezza scaraventò la tavoletta contro il muro. Come poteva pensa­ re con tutto quel vociare che saliva dalle vie circostanti? Un tempo lo avrebbe rallegrato, in quel momento riusciva solo ad agitarlo di più. Ippaso si sentiva in gabbia e, per cercare un po' di tranquillità, passava da una stanza all'altra, cer­ cando di sfuggire al rumore che non faceva che aumentare. D'un tratto gli parve di riconoscere le voci di Filo­ lao e di Muia. E, gettata un'occhiata fuori, eccoli lì che 12

passavano sotto la sua finestra, tutti presi a ridere e scherza­ re. Doveva uscire! Doveva raggiungerli! In strada si fece largo a spinte e gomitate. Girato l' ango­ lo, eccoli: Filolao stava conversando come niente fosse con Muia, la sua Muia! Se non avesse conosciuto bene l'amico avrebbe detto che i due stessero amoreggiando. «Muia! Filolao!», urlò mentre cercava di avvicinarsi. In risposta l'amico cercò di confondersi tra la folla. lppaso af­ frettò il passo per raggiungerlo, ma · nel momento in cui si trovò di fronte a Muia, si bloccò. Si guardarono negli occhi, intensamente, per un istante. Quando poi lppaso si voltò, Filolao stava sfruttando un flusso della folla e correva per sfuggirgli . lppaso provò a stargli dietro, ma il riflusso contrario glielo impediva. Dopo aver spintonato a destra e a manca e dopo essersi preso qualche insulto, il metapon­ tino si girò di scatto e si accorse che anche Muia era scom­ parsa. Rabbia e sconforto presero il sopravvento. Avrebbe voluto gridare a tutti quelli che facevano festa, «Che avete da festeggiare?». Avrebbe voluto prendere a calci il primo che passava. E soprattutto avrebbe voluto sapere perché Muia e Filolao erano scappati! ((Lasciali perdere amico. Sono degli idioti». Si voltò: a parlargli era stato Glauco di Reggio, i capelli appiccicati alla fronte e un sorriso ebete sulle labbra. Il mu­ sicista indossava un chitone sporcato da macchie violacee sul petto. Chiazze di sudore completavano il quadro. Luo­ mo avvicinò lentamente il volto a quello di lppaso. ((Bevi con me!», lo esortò porgendogli una grossa coppa colma di vino. Nonostante la zaffata di odore acre, lppaso rimase immobile, con il volto deformato dall'ira, a scruta­ re il musicista. Le iridi offuscate di Glauco sostennero lo sguardo con la spavalderia conferitagli dal nettare di Dio­ niso. Poi, con un movimento del braccio e con un sorriso

complice, il musicista ripeté l'invito. Ippaso si riscosse, gli sfilò la coppa dalle mani e ne tracannò il contenuto d'un fiato senza staccare gli occhi da quelli dell'altro. ((Così mi piaci, amico!)) rise Glauco sguaiato. ((Vieni ' con me, ti offro ancora da bere)), continuò colpendolo con una tanto energica quanto scomposta pacca sulle spalle.