Il metodo Feldenkrais: via blocchi, dolori e tensioni muscolari

519 83 83MB

Italian Pages 89 [45] Year 2010

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Il metodo Feldenkrais: via blocchi, dolori e tensioni muscolari

Citation preview

=

FEBBRAIO 2010 numero 261

=

Periodico mensile

=

Euro 5,90

• N—~

s Mwm

Sped. in a.p. - 45% art. 2 comma 2 0 / b legge 662/96 Filiale di Milano

MENSILE DI SCIENZA DELL'UOMO

VIA BLOCCHI, DOLORI E TEHSIONI MUSCOLARI La tecnica che cura i r e rir»

stri e mente

IL METODO FELDENKRAIS

VIA BLOCCHI, DOLORI E TENSIONI MUSCOLARI La tecnica che cura i malesseri osteoarticolari e ringiovanisce corpo e mente

EDIZIONI RIZA

CIENZ

SOMMARIO

9

EDITORIALE

11

Introduzione

15

LA NARRATIVA FELDENKRAIS

37

IL METODO FELDENKRAIS

67

LABORATORIO FELDENKRAIS

77

Imparare ad imparare

88

BIBLIOGRAFIA

Febbraio 2 0 1 0

EDITORIALE di Daniela Marafante

Sciogliere le tensioni osteomuscolari aiuta la nostra vera natura ad esprimersi L'AUTRICE MARIA RAFFAELLA DALLA VALLE È stata tra le prime italiane a studiare a Londra il metodo Feldenkrais negli anni '80. Per anni ha lavorato nel CdA dell'Associazione italiana e negli organismi mondiali (IFF ed EuroTAB) Feldenkrais. Possiede il diploma ISEF, Il Magistero in Scienze Religiose e sta conseguendo la Licenza in Filosofia. Vive a Verona, ma lavora anche in altre città italiane e all'estero. E-mail: [email protected] www.feldenkraisdallavalle.info tei. 045-916520 Per diventare insegnanti del Metodo Feldenkrais è necessario un corso di formazione quadriennale. I termini "Metodo Feldenkrais®", "Conoscersi Attraverso il Movimento®", "Consapevolezza Attraverso il Movimento®", "Integratone Funzionale®", "Feldenkrais®" e il Logo delVAIIMF sono marchi registrati e possono essere utilizzati solo con il permesso esplicito delVAIIMF (Associazione italiana insegnanti del Metodo Feldenkrais) stessa, iv w w. feldenkrais. it

i

I

l fine di questo Riza Scienze, come scriveva Moshe Feldenkrais, ideatore del metodo che porta il suo nome, si può riassumere iti queste parole: «... per aiutarci a essere autentici e consapevoli della nostra storia corporea e motoria». Grazie agli studi di Raffaella Dalla Valle, questo metodo arriva in Ita-

i

Ha e SÌ diffonde rapidamente per la sua capacità dì infóndere benessere fisico e psichico a coloro che ne apprendono le regole. Il messaggio contenuto in questa tecnica è molto profondo e va oltre un contesto di movimenti-esercizi puramente fisici. Già Wilhelm Reich aveva postulato che il nostro corpo, col passare del tempo, si farebbe carico dì raccontare chi vorremmo essere, irrigidendosi in alcune posture molto riconoscibili. Ma ci sono atteggiamenti più sottili che spesso assumiamo per assecondare stati d'animo, oper negarli, e che con il /lassare del tempo ci provocano dolorose tensioni e contratture a ossa, artico/azioni e muscoli. ( 1om Y' il "nostro" modo di muoverci nel mondo? Quello vero, che racconta chi siamo realmente e che quindi risulta fluido e ci fa sentire

Introduzione

bene? Raffaella Dalla Valle ci conduce per mano in questo "particolare pro(csso di apprendimento basato sulla profonda integrazione tra movimento, sensazioni, sentimento e pensiero" e ci insegna a evitare, per esempio, movimenti inutili, a liberarci da atteggiamenti stereotipati e a conquistare veramente la nostra spontaneità psicomotoria.

Moshe Feldenkrais scrive: «La maggior parte delle persone attive e soddisfatte vive

jouit

dietro la maschera che permette loro di soffocare, con maggior o minor dolore, qualsiasi vuoto essi avvertono dentro di sé, quando si fermano e ascoltano il loro cuore»

i

i

UN MODO DI MUOVERSI... UN MODO DI CONOSCERSI Per questo testo, mi baserò s o p r a t t u t t o su alcuni capitoli del libro "Conoscersi attraverso il movimento", di "77 corpo e il coni portamento maturo" e di "Lio potente", proponendo alcune riflessioni su alcuni aspetti del Metodo Feldenkrais. ( Vrenerò di illustrare come la realizzazione pratica di alcune idee di Moshe e del suo lavoro siano veramente rivoluzionarie e ben si accordino all'evoluzione dell'etica, delle scienze motorie e della medicina moderna. Darò poi alcuni cenni sulla parte pratica del metodo. Come e s s o v e n g a p r o p o s t o in d u e modi (la lezione individuale e le lezioni di gruppo), a chi si rivolge, per poi concludere con una lezione. Al lettore le prime pagine potrebbero sembrare pesanti, ma se si lascia condurre man mano ho la consapevolezza che potrà godere di quanto scrivo. E q u a n t o scrivo p o t r à sembrerà eccessivamente teorico, ma Feldenkrais è un "modo di muoversi e di conoscersi" non una serie di esercizi ed è comp r e n s i b i l e in p i e n o solo frequentando i corsi.

La baso è I V s p r i lonza

Questo metodo è naio in seguito a un incidente che Feldenk r a i s ebbe a u n ginocchio. A Moshe diagnosticarono u n a malattia che fu ritenuta incurabile e gli fu detto che non avrebbe più c a m m i n a t o . Invece, ci riuscì e sviluppò questo lavoro che ora è conosciuto in tutto il mondo (vedere box approfondimento). La frase introduttiva è inserita nella prefazione del libro che comincia così: «Noi ci comportiamo secondo l'immagine c h e a b b i a m o di n o i s t e s s i . Questa immagine di sé, che da un lato governa ciascun nostro atto, è condizionata in differenti gradi da tre fattori: eredità, educazione e autoeducazione». Secondo Feldenkrais, per formare l'immagine di sé corporea possiamo influire e solo in parte sull'autoeducazione. Per lui l'educazione fa di ciascuno di noi un membro di una d e t e r m i n a t a società e cerca di renderci il più possibile simili l'uno all'altro. Questa cerca di a u m e n t a r e l'omogeneità degli individui anche perché "molta gente pensa che la comunità sia più importante degli individui di cui è composta

CHI E MOSH E FELDENKRAIS "1% IT oshe Feldenkrais nacque nel 1904 in Rus sia e all'età di circa tredici anni emigro in Palestina, Fu tutor di studenti problema!ice ri fiutati da altri tutor, e per questa sua attivilo si fece stimare per la sua abilità nella conoscenza e applicazione dei metodi di apprendimento per sonale. Nel 1928 andò a studiare a Parigi dove si laureò alla Sorbona in Ingegneria; ottenne, tempo dopo, il dottorato in fisica e lavorò nel laboratori di dolio/ Curie, Era anche appassionato giocatore di calcio e praticoli te inse gnante di jujitsu, A Parigi venne a contatto con Jigaro Kano, di veri tò cintura nera di judo, cominciò a insegnarlo e anche a scrivere libri su questa disciplina e fu considerato uno dei principali di/'fu sori del judo nell'ovest. Nel 1940 per scappare dalle persecuzioni naziste, andò in lugli il terra dove lavorò per gli alleati come scienziato nella ricerca ai ili sottomarina, mentre continuava a insegnare judo e tecniche di au todifesa. In questo periodo riaffiorò e si aggravò un vecchio probi e ma al ginocchio seguito a un incidente avuto mentre giocava a eoi ciò anni prima. Iniziò quindi un processo di rieducazione delle proprie abitudini di movimento. Costretto a letto sperimentò per mesi movimenti sottili, perfezionò la sua consapevolezza cinestesica fino ad arrivare a sentire sottili collegamenti neuromuscolari tra tulle le parti di se stesso. Cominciò ad applicare la sua conoscenza della meccanica e della fisica e i suoi studi di neurofisiologia al problema del suo ginocchio. Imparò così a camminare con efficienza e senza dolore e diede inizio a quel lavoro che poi avrebbe fatto con gli altri e che sarà chiamato metodo Feldenkrais, Dopo aver lavorato per parecchi anni in relativo anonimato, verso gli anni '70 ottenne fama e riconoscimenti internazionali per i suoi lavori, E si recò anche negli Stati Uniti, Nel 1951 tornò a vivere in Israele e morì nel luglio del 1984 a Tel-Aviv,

i

Questa uniformità crea molti conflitti con le caratteristiche individuali che sono risolvibili solo per- mezzo di accomodamen11 con la società stessa. Gli accomodamenti si raggiungono sia

con la soppressione dei bisogni mici delle persone sia con Fidi ni ifn azione dell'individuo con i in agni della società i« « ondi doni cosi fingono i * ni iggioi pai h dogli individui I tei mine persona)

a vivere dietro una maschera, con cui si mostrano agli altri e a se stessi. Ogni aspirazione, o desiderio è soggetto a una critica rigorosa, per paura di rivelare la natura dell'individuo». È da questo presupposto che Feldenkrais arriva a fare delle proposte attraverso il movimento... p e r aiutarci a e s s e r e au-

t e n t i c i e consapevoli della nostra storia corporea e motoria. •

La narrativa Feldenkrais • La maschera: animale razionale e dipendente • La grammatica del movimento • // fotogramma: il "presente "come storia vissuta .

i

1

Nel metodo Feldenkrais possiamo dire che c'è una "narrativa del movimento", frutto della storia corporea della persona. In questo senso sono da leggere le abitudini corporee, i traumi, l'attività motoria esercitata nel passato, l'influenza emotiva... Feldenkrais cerca di aiutarci a vivere un'unità nel movimento. Ecco come

L

e frasi s u l l a m a s c h e r a hanno collegamento con la biografia drammatica n a r r a t i v a che oggi comincia a prendere piede nel campo della salute e dell'etica. Per ognuno di noi, infatti, è stata creata una maschera particolare per quella che è la nostra "parte" nella vita. La maschera è la persona stessa quando arriva a conoscere se stessa in modo adeguato. Non è possibile s e p a r a r e l'attore e la maschera perché chi compie l'atto diventa ciò che ha compiuto. Nel conoscersi a t t r a v e r s o il movimento si ha un'immagine

di sé prima del processo e il traguardo sarà la conoscenza di ciò che veramente si è almeno in un certo aspetto della propria esistenza. Feldenkrais come tante altre persone geniali propone l'unità, Vholos, u n i t à c o r p o - a n i m a e unità di vita tra passato, presente e futuro. Ci vuole aiutare a vivere il momento p r e s e n t e con amore, anche dal punto di vista corporeo; ci vuole insegnar e a essere attori-autori della nostra vita, tenendo conto che la realtà è morbida all'intenzionalità perché siamo noi a d e t e r m i n a r e quello che facciamo.

i

UN PROCESSO DI CRESCITA Il processo di crescita dell'in dividuo tramite 1 l'educazione, ad esempio, comincia a essere preso in maggiore considerazione d a l l a m e d i c i n a e d a l l a bioetica, dando vita a uno stile più a t t e n t o a l l a n a r r a z i o n e p e r s o n a l e in cui si riflette la complessità degli aspetti morali e psicologici tipica della biografia. Si t r a t t a di una sorta di s t o r i a di v i t a , in cui azioni e reazioni, sintomi e significati si caricano di una valenza nuova, che i n t e r r o g h i i principi, che appella alle virtù, ma che cons e r v a t u t t a la s u a specifica complessità e si sottrae a possib i l i f o r m e di r i d u z i o n i s m o astratto. È un approccio che la medicina narrativa sta rivalutando, diventando sempre più a t t e n t a alla storia p e r s o n a l e del soggetto e non alla storia delle sue malattie. Non è un modo di fare medicina in contrapposizione alla moderna medicina scientifica; costituisce piuttosto un affiancamento sostanziale alla ricostruzione tradizionale dell'anamnesi, evitando di ridurre il paziente in uno schema logico di t i p o t e c n i c o - s c i e n t i f i c o o semplicemente statistico.

lu bioetica questa è una nuova modalità, che include i contribu ti della fenomenologia e del Ter m e n e u t i c a per capirà 1 conio il soggetto può essere protagoni sta attivo di un dibattito bioeti co, in cui altrimenti correrebbe il rischio di fare da semplice1 spett a t o r e , come oggetto di cui si parla, ma non come soggetto che parla di sé, della sua esperienza e d e l l a s u a r e a l e sofferenza, delle cure che vorrebbe ricevere e del modo in cui vorrebbe che gli fossero somministrate. Il problema bioetico appar e sempre più come un problema di etica applicata... applicata a un soggetto che la rielabora e la soffre in prima persona, nel tenta tivo di contribuire alla soluzione. Solo partendo dall'esperienza del soggetto, dai suoi bisogni e dalla sua sofferenza è possibile1 demistificare l'esaltazione del principio di autodeterminazione, t a n t o in voga oggi, perche mentre si sottolinea il diritto di ogni uomo a rivendicare l'esercizio pieno della libertà, si fa passare in secondo piano l'intrinseca v u l n e r a b i l i t à dell'uomo, la mutevolezza delle sue valutazioni e delle sue decisioni, soprattutto quando è malato.

i

UNA FORMA DI EDUCAZIONE F e l d e n k r a i s e, in u n c e r t o senso, uno rivoluzione, un'innovazione nell'ambito della salute umana e spesso (piando la riabiI il aziono classica e la medicina l i ad i ionale non possono fare pjn monio lo persone arrivano da noi u ottengono risultati. Ci MI, o\ i un., collabora >(l K ma o «j n osi a lui it ioni mantener) hi il, la di < In Ione Noi la i.i, ni i ,,i

IH,n , è un pa

lente e qualcuno che cura, ma un insegnante che la si che Tal I levo da lu i guidato apprenda nuovi modi di muoversi, che impari a conoscersi nelle sue reazioni psicocorporee e posturali: questo è in accordo con la dimensione biografica della medicina ed è una sorte di educazione preventiva. Inoltre, secondo Feldenkrais siamo t u t t i "cerebrolesi11 nel senso che permettiamo a molte aree del nostro cervello di atrofizzarsi attraverso un cattivo uso o un non uso; ci accontentiamo di così poco! Possiamo avere un terribile portamento e schemi di movimento e abitudini che deformano e danneggiano il nostro corpo e cervello ed essere ancora classi beati come normali.

La maggior pa il e di noi usa forse il cinque per cento del potenziale corpo-cervello, mentre dall'altra parte «Se trattati adeguatamente, disabili di ogni specie d i v e n t a n o a d u l t i a p e r t i e creativi, gli esempi sono così numerosi che è superfluo citarne». Il Feldenkrais ben si abbina a una medicina olistica non intesa in alien-nativa a quella allopatica, ma nel senso che tiene conto di tutte le dimensioni della persona. Va distinto, invece, da una medicina in cui il singolo operatore pretende di prendersi cura ed essere esperto di tutti gli ambiti. La p e r s o n a è u n ' u n i t à , e senz'altro agendo su un livello si influisce su tutto, ma questi livelli sono distinti e ognuno ha il suo ambito di competenza. Non consiglio quindi di mescolarlo con una medicina che pensa che con la forza della mente si arrivi all'autoguarigione di tutto e non si limita a curare quello che può, consapevole che parte dell'essere umano è il limite e la sofferenza, che non sempre si riesce a evitare ed anzi, come sperimentiamo noi i n s e g n a n t i Feldenkrais e non solo, spesso diventa motivo di crescita profonda. Detto questo, desidero specificare che l'applicazione del meto-

i

do non è solo dell' ambilo della salute per la riduzione del dolore, d e l l ' a n s ia e per r e s t i t u i r e funzionalità e capacità motorie in caso di problemi ortopedici e neurologici, ma come vedremo i eampi sono i più svariati. Infatti, potendo essere considerato "la grammatica del movimento", viene usato nell'ambito dell'educazione, dell'arte, dello sport, della psicologia e del lavoro per migliorare la tecnica e superare limitazioni connesse alla situazione performativa. L'UNITÀ DELLA PERSONA Animale razionale dipendente Le visioni della persona sono varie: c'è chi la vede come anima e corpo in modo d u a l i s t a , chi come un'unica cosa senza distinzioni, chi come un'unità di diverse dimensioni. Feldenkrais crede molto nell'unità e scrive: «I metodi di cura dei blocchi e dello sviluppo emotivo e fisico mostrano una grande divisione t r a la t e o r i a e la pratica. La maggior parte delle teorie parla di "entità biologica", o sostiene che l'uomo deve essere considerato come «Un "tutto unico", una "unità", una "globalità", ma in p r a t i c a ogni scuola t r a t t a d i r e t t a m e n t e solo u n a

piccola parie della personalità tanto che (iella pratica psichia trica perfino la psiche e suddivi sa e anche il corpo lo e (iella ri educazione fisica . Considerando il pensiero di Feldenkrais sono convinta che si entusiasmerebbe leggendo i testi di Alasdair Maclntyre e di Ro bert Gahl. Questi autori, (piando parlano della persona, sottolì neano l'importanza dell'animalità umana e non parlano di un lo disincarnato (disembodied) auto nomo e perfino neutro. Infatti, quando qualcuno che amiamo scompare, diciamo che "è morto", non che il "suo corpo e morto". Inoltre, mettono in evidenza anche che l'uomo raggi u n gè la perfezione umana solo attraverso quelle costrizioni peculiari dell'animalità umana (Gahl). Alcuni autori «... hanno sottovalutato l'importanza del fatto che i nostri corpi sono corpi ani mali, con l'identità e la continuità dei corpi animali, e non sono riusciti a capire che in questa vita noi non semplicemente abbiamo, ma siamo i nostri corpi». Tommaso d'Aquino già ai suoi t e m p i scriveva che: «Dal momento che l'anima è p a r t e del corpo dell'essere umano, l'anima

i

non è L'intero essere umano e La mia anima non corrisponde al mio io». È un pensiero che va riconsiderato magari rileggendo ancho Le ricerche fenomenologiChe che hanno portato M. Merl«ni Ponty, filosofo francese, a • "ii. ludoi v i he "Io Nono il mio

( mia, noi realizzare che LI nostro benessere personale dipende dagli a l t r i . U n a delle tesi dei nuovi studi, infatti, è che: «Le virtù di cui abbiamo bisogno se dobbiamo progredire dalla nostra iniziale condizione animale a quella di agenti razionali indi. IH p ò pendenti, sono le stesse identiI.-I. In i i . i n o p o s t o che virtù che ci permettono di Il ! I | . I I I I I I I M I M I I .• I interagire II e di dare risposta alla Lo Ini luden vulnerabilità e alla disabilità 1 •u il m i ••• imre n o i ra ed a l t r u i . Esse sono le virtù di animali razionali dipenMin, .h ... m o d o - I.. pi . denl i, la cui dipendenza, razioi) la i i ' l ' i - pei Ifii • nalita, animalità vanno compredogli n o m i n i < nel m e d i o r e dei c a s i . È I-I -i' ibilc « he egli ndol t i un pari

trio d i l a r e al l'ine di

o d i imitare qualche

11 < > u facile, semplice e veloce. Tentare di raggiungere una meta riduce l'incentivo ad ap prendere, ma adottando un li vello di azione compatibile con i nostri mezzi possiamo migliora re il nostro modo di agire e Otte nere alla fine livelli mollo pm elevati». 9-11 v a l o r e d e l l ' e r r o r e È importante non avere alcuna "intenzione" di essere corretti perché gli errori non possono es sere evitati quando si staappren dendo; in questo modo la cousa pevolezzaattraverso il movimeli to ci porterà alla conoscenza di noi stessi e delle nostre risorse sconosciute. Gli errori così possono essere usati come alternative a ciò che si s e n t e essere meglio e i loro ruoli potranno essere presto intercambiabili. 10 - E v i t a r e di concentrarsi La concentrazione può essere un principio utile, ma nell'apprendimento l'attenzione deve sempre essere diretta alternativamente allo sfondo e alla figura.

i

I 1 - Lasciarsi andare Spesso nel corso di una lezione si lavora su una sola metà del corpo, mentre l'altra metà viene lasciata tale e quale. Si percepisce così il proprio modo di essere abituale e quello nuovo e migliore che viene proposto. Si continua ad avvertire la differenza finché il lato goffo si distende. Si impara a lasciarsi andare, per così dire, dall'interno. Ciò favorisce il passaggio dell'apprendimento dall'azione su cui si è lavorato ad altre azioni completa mente diverse. Il trasferimento di apprendimento è sostanzialmente personale e differisce da una persona all'altra. 12 - Analizzare l'immagine corporea L'analisi dell'immagine corporea può essere fatta in due modi. Il primo induce una sensazione di lunghezza, ampiezza e legg e r e z z a in u n l a t o del corpo muovendolo come abbiamo appena spiegato. L'altra metà del corpo viene portata a percepire la stessa sensazione con la semplice analisi mentale. Consiste nell'ascoltare e acquisire consapevolezza della diversità di sensazioni della memoria motoria dei muscoli nelle due metà del

corpo e della sensazione di cambiamento dell'orientamento nello spazio. Il secondo modo analizza il corpo da entrambi i lati sin dall'inizio, rivolgendo l'attenzione alla percezione delle d i s t a n z e t r a le d i v e r s e parti dei due lati, finché tali percezioni corrispondono alla differenza vera e propria. 13 - Migliorare i movimenti volontari Sappiamo che questi sono costituiti da due fasi che si susseguono così r a p i d a m e n t e che è difficile p e r c e p i r e il l a s s o di tempo che intercorre tra l'una e l'altra. Queste sono: u n a fase preparatoria che è la mobilizzazione dell'atteggiamento corporeo necessaria per compiere l'azione, e un'altra che consiste nel compimento dell'azione. Tra queste due fasi c'è un intervallo di tempo minimo in cui si può imparare a inibire o a potenziare, per scelta, la mobilizzazione preparatoria. È quindi possibile arrivare a completare l'azione oppure impedirla e ann u l l a r e così l'intero atteggiamento preparatorio. Nel lavoro di gruppo si arriva a chiarire il lasso di tempo t r a l'atteggiamento preliminare al-

i

r a z i o n e e il suo compimento. Questa chiarificazione, o meglio c o n s a p e v o l e z z a , m i g l i o r a la scioltezza e il controllo volontario dei movimenti. 14 - Utilizzare gli "effetti secondari" Molti movimenti utilizzano l'induzione, sia p o s i t i v a che n e g a t i v a , o meglio gli effetti che si verificano in seguito a sforzi sostenuti e prolungati.

P e r e s e m p i o m e t t e t e v i In piedi con il lato destro vicino alla parete e con il dorso della mano premete su questa come per allontanarla e dopo mi mi nuto fermatevi. Noterete che (piando Inni la te il braccio dosi rn 11 boi 0 d • fare ciò che vuole i alzorfì iti rivando fino all'ali < a dalla spalla con una le pili ticolare, come se sic r >l giando. •

i

Imparare ad imparare L'ideale sarebbe ripetere ogni movimento centinaia di volte, ma l'importante è fare attenzione a "come" ci si muove, non al numero di ripetizioni. E ora, prova tu!

§

LE "SEMPLICI" REGOLE D A SEGUIR E • Ogni movimento va fatto facilmente e gentilmente. Il limite delVampiezza deve essere il punto in cui sentite una leggera tensione o sforzo. Se vi muovete senza arrivarci l'apprendimento migliorerà moltissimo. • Eseguite ogni movimento lentamente, così da rallentare l'azione della corteccia motoria e da permetterle di percepire ciò che state facendo. Se agite velocemente ritornate al vostro modo automatico di muovervi. • Per apprendere e cambiare dovete divertirvi; quindi quando vi sentite stanchi è tempo di fermarsi. Se vi divertite continuate per tutto il tempo che volete. • Ogni tanto lavorate solo mentalmente e immaginate i movimenti senza eseguirli. Notate i cambiamenti che avvengono in scheletro e muscoli. Questo vi aiuterà a trasferire l'essenza delle lezione ad altre circostanze della vita, discipline o occupazioni. • Se non riuscite a compiere quanto richiesto, per un problema o incapacità, seguite le istruzioni solo approssimativamente, senza sforzo e noterete che gradualmente farete meglio. • Quando sentite dolore non sforzatevi, ma arrivate solo al punto in cui non c'è. Vi accorgerete che dopo qualche minuto riuscite ad aumentare l'ampiezza senza avvertirlo. Se continuate nonostante il dolore il processo infiammatorio vi impedirà di muovervi il giorno dopo. • Durante la giornata, nelle vostre occupazioni, ripensate alla lezione. Verificate se ha dato il via a qualche cambiamento. Se una lezione non trasferisce qualcosa di nuovo alla vita di tutti i giorni serve a ben poco. Basta soffermarsi solo pochi secondi e quando sarà un'abitudine ripeterla ogni volta che vi serve.

i

LA CONSAPEVOLEZZA DEL CORPO l fine che ci si propone, attraverso una maggiore consapevolezza del proprio corpo, è raggiungere una mobilità e un'armonia superiori e una più grande libertà corporea. Potersi muovere in tutte le direzioni è importante per lo sviluppo e le funzioni proprie dello scheletro e dei muscoli perché i m u s c o l i e le ossa si f o r m a n o adattandosi ai nostri patterns. Se il movimento in qualche zona è limitato, le ossa e i muscoli ne risentono. Questa limitazione è anche la causa di dolori e problemi cronici. In questa lezione apprenderete a sfruttare l'intera gamma di possibilità di movimento del vostro corpo.

I

SVOLGIMENTO Posizione di p a r t e n z a • Sedetev i su u n a s e d i a o su qualcosa col sedile piatto, sul b o r d o , s e n z a a p p o g g i a r e la schiena. Controllate che il sedile sia a un'altezza che vi permetta di tenere le cosce parallele al pavimento. Appoggiate i piedi sul pavimento alla larghezza del bacino; appoggiate le mani sulle cosce.

Il movimento

• Molto lentamente iniziate a inclinare il capo verso destra, come per portare l'orecchio de stro verso la spalla e poi ritorna te al centro. Rifatelo varie volle in modo che sia un movimento lento, gentile, molto piccolo, che non provochi sforzo nel collo. Attenzione • Se fate solo quello che potete, senza sforzo, le limitazioni di movimento inizieranno a scoio parire. • Non ruotare il capo a I nino i - "Vincere il mal di schiena con il Metodo Fcl( te ni: no RED I omo 19 • Ambrosio E , "Il Metodo Feldenkrais", Xenia, 200 I • Dalla Valle M. E , "L'immagine di sé in movimento' Ri > le lonzi Edizioni Riza, Milano novembre 1995. - "Conoscersi attraverso il movimento. Il metodo Feldenkrais Iti i Scienze, Edizioni Riza, Milano novembre 1993 . • R y w e r a n t Y., "Integrazione funzionale. Teoria e pratica del Mah Feldenkrais", Astrolabio, Roma 1993. • S h a f a r m a n S., "Conoscersi e guarire. Le sei lezioni pratiche del Mi todo Feldenkrais", Astrolabio, Roma 1997. • Triebel-Thome A., "Il Metodo Feldenkrais. Imparare a muoversi, im parare a vivere", RED, Como 1993. • W i l d m a n E , "Guida alla ginnastica intelligente per chi non ho tempo", Zelig, Milano 2001. • Wilhelm R., "Il Metodo Feldenkrais, Muoversi bene per vivere me glio", Armenia, Milano 1998.

i