Guida della Grecia. Libro 08 [8, 1 ed.]

Table of contents :
Nota introduttiva al Libro VIII di Mauro Moggi e Massimo Osanna
Bibliografia
Cartine
TESTO E TRADUZIONE a cura di Mauro Moggi
Sigla
Libro VIII: L'Arcadia
COMMENTO a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna
Libro VIII: L'Arcadia
INDICI a cura di Maria Elena De Luna e Cesare Zizza
Indici dei nomi propri di personaggi storici e mitici e di divinità
Indice dei nomi etnici e geografici
Indice di altri nomi propri (santuari, istituzioni, feste, monumenti, edifici, opere letterarie, ecc.)
INDICE GENERALE

Citation preview

SCRIITORI GRECI E LATINI

PAUSANIA GUIDA DELLA GRECIA a

cura

di

Domenico Musti e Mario Torell i

Piano dell'opera Volume I

INTRODUZIONE GENERALE

di Domenico Musti LffiROI L'AtttàJ a cura di Domenico Musti e L uigi Beschi

Volume II LIBROII La Conm:ia e l'Argolide a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume III LffiROIII La LaroniJJ a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

Volume IV LIBRO IV LaMesreniJJ a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

Volume V LffiROV L'Elide e OlùnpiJJ a cura di Gianfranco Maddoli e Vincenzo Saladino

Volume VI LIBROVI L'Elide e Olimpia a cura di Gianfranco Maddoli, Massimo Nafissi e Vincenzo Saladino Volume VII LIBRO VII L'AcaiJJ a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna

Volume VIII LIBROVIII L'ArcadiJJ a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna Volume IX LIBRO IX

La Beova c ura di Mauro Moggi e Massimo Osanna Volume X LIBRO X Del/i e LJ Foade con appendici e in di ci a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

a

PAUSANIA

GUIDA DELLA GRECIA Libro VIII

L'ARCADIA Testo e traduzione a

cura

di Mauro Moggi

di

Commento a cura

M a u ro Moggi e Massimo

Osanna

FONDAZIONE LORENZO VALLA ARNOLDO MONDADORI EDITORE

Questo volume � stato pubblicato grazie alla coUaborazione deUa

Banca Nazionale dd Lavoro S.p.A. eddla

Fondazione Cari pio

ISBN 88-04-5mO-O Gra/taJ di Vtl/ono Meneo © Fondauone Loren;:o Va/14 200J l edtDJ·!-

NOTA 1N1110DUTI1VA AL UBRO Vlll

XVIl

oo 5Vlluppato nd libro precedente e abbandonato nella regione di 'Pdlene, ma ribadisce le soluzioni di transito già articolate nd \ibro ll, dove aveva presentato gli itinerari a partire da Argo alla vo\ta di Mantinea. n punto di vista di partenza è qui, come nd rapi.do accenno introdunivo alla regione (I ,I· J), quello di un visi· latore che parta da Argo e proceda lungo un asse via rio che pro· vi.ene verosi.milmente da Corinto, centro principale dell'Acaia ro· mana, e che costituisce in quest'epoca l'arteria principale per i trasporti e le comunicazioni all'interno della provincia. L'itinerario di Pausania attraverso l'Arcadia non è lineare: condizionato dalla complessa morfologia dei luoghi e dalle situa· zioni disomogenee di città e territori, viene articolato in grandi blocchi centrati sia sulle principali città della regione, Mantinea e Megalopoli innanzitutto, dove le strade prescdte confluiscono e ripartono, sviluppando percorsi a raggiera, sia su centri strategi· camente ubicati lungo assi di transito principali: Orcomeno, Fe· �. Psofide, Tegea. n territorio arcade può essere idealmente diviso in quattro sezioni, di diversa estensione: la prima ampia sezione, che com· prende l'Arcadia centro-orientale e settentrionale, è centrata su Mantinea e Feneo; la seconda, più breve, include tutta l'Arcadia occidentale, da Psofide ad Alifera; la terza, piuttosto estesa, che comprende l'Arcadia meridionale, risulta centrata su Megalopoli; la quarta, che include l'itinerario che dalla Megalopolitide porta verso I'Argolide, passa per Pallantio e si concentra su Tegea. Nd­ k due sezioni principali, la prima e la terza, gli itinerari sono con· dizionari dalla presenza delle due grandi realtà urbane di Man· tinea e Megalopoli, entrambe ubicate in pianura, nd punto di confluenza di una serie di assi di comunicazione verso tutto il ter· ritorio circostante: gli itinerari si sviluppano a raggiera, evidente· mente in rapporto alla viabilità esistente che dalle mura urbane attraversava la regione. Le altre due sezioni, la seconda e la quar· ta, p resen tano un itinerario lineare, dove il materiale raccolto è organizzato privilegiando un asse principale, da cui si dipartono poche significative deviazioni: nella seconda sezione si affronta tutto il settore occidentale della regione da Psofide a Erea e da qui, con una deviazione, ad Alifera; l'ultima sezione va da Mega· lopoli a Tegea e da qui al confine con l'Argolide, chiudendo in maniera quasi circolare la struttura dd libro.

XVIII

NOTA INTRODUTTIV A AL UBRO Vlll

Nella prima sezione si possono individuare i seguenti itinerari:

I a) itinerario dall'Argolide a Mantinea attraverso i due percorsi possibili che superano i passi dd «Leccio» e della «Scala» (6,4-8,2); b) percorso interno alla cinà di Mantinea (8,4-9,10); c) itinerario extra-urbano attraverso il territorio meridionale di Mantinea fmo al confine con Tegea (10,1-11,1), e lungo la strada per Pallantio fino al santuario di Zeus Charmon (11 ,112,1); d) percorso da Mantinea a Metidrio, attraverso il settore occiden­ tale della regione mantineese (12,2-4); e) itinerario alla volta di Orcomeno attraverso il territorio setten­ trionale di Mantinea, seguendo i due possibili percorsi: 1) Mantinea - Ptolis - Mera; 2) Mantinea-monte Anchisia (u,s-9); f) percorso interno alla città di Orcomeno e suo territorio (13,1-6) ; g) percorso interno alla città di Feneo e suo territorio (14,1-17,s); h) itinerario Feneo-Nonacri-acqua di Stige-Lusi-Cineta (17,619,3); i) itinerario a occidente di Feneo verso la cinà di Clitore (19,421,4); D itinerario a oriente di Feneo verso la città di Stinfalo e devia­ zione per Alea (22,I-2J,I); m) itinerario da Orcomeno a Psofide attraverso la città di Cafi e (2J,2·9). Chiude la prima sezione un paragrafo dedicato al bosco So­ rone e alla sua fauna di animali sdvatici, nei pressi del quale cor­ rono i confini tra varie città. Un secondo itinerario per lo più li­ neare si apre con la città di Psofide e attraversa tutta l'estremità occidentale della regione, passando non lontano dal confme con l'Elide e toccando una serie di centri, secondo un percorso che segue un asse nord-sud con poche deviazioni, fmo a raggiungere Alifera:

NOTA !Nll\ODUIT!VA AL LIBRO Vlll

XIX

II al percor.;o intemo alla città di Psofide e suo territorio (24,1-14); bi itinerario da Psofide a Tdpusa: la città e il suo territorio (lp-q); cl percor.;o interno alla città di Erea e suo territorio (26,1-4); di deviazione alla volta di Alifera (26,5-7); e) itinerario da Erea a Megalopoli attraverso Melenee (26,8).

La sezione si chiude con il ricordo delle sorgenti del Bufago,

che segnano il confine tra Erea e Megalopoli: l'itinerario riprende

da questo punto nella nuova sezione, dopo un ampio affresco sto­ ri co-geografico che introduce alla nuova realtà territoriale deter­

minatasi con il sinecismo di Megalopoli, «la più recente città non solo dell'Arcadia, ma anche della Grecia» (27,1-17). Il percorso di Pausania può essere così schematizzare: III a) itinerario da Bufagio all'Alfeo, attraverso

gli antichi centri di

Gortina, Tisoa e Teutide (28,1-7); bJ itinerario dall'Alfeo all'Elissone, attraverso gli antichi centri di Trapezunte, Bato e Basilis (29,1-5); c) percor.;o interno al centro urbano di Megalopoli (JO,I- p, 5 ); dJ percorso da Megalopoli al confme con Messene, attraverso Cromi (J4,I-6); e) itinerario da Megalopoli a Camasio in Messenia (JS,I-2); f) itinerario da Megalopoli a Sparta, attraverso le località di Fale­ sie e Belemina (J5,3-5l; gJ percorso attraverso la Megalopolitide settentrionale: Megal o ­ poli-Sciadi-Tricoloni-Metidrio (J5 .5-36,4); hl itinerario da Megalopoli a Menalo e di qui a Paliscio e al monte Menalio (36,5-8); il Acacesio e il santuario della Despoina (J6,9-J7,12); lJ Licosura, il monte Liceo, Tisoa e i monti Nomia (J8,I -I I l; m) percorso da Licosura a Figalia e itinerario attraverso il territo­ rio dell'antico centro (J9,I-42,13). Chiude la sezione una notazione interessante di Pausania, che nel santuario di Demetra a Figalia vede «nel tetto il punto da cui le

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NOTA ll'oo'TIIODUTilV A AL LIBRO VIII

pietre si erano staccate». n nuovo itinerario parte bruscamente dal lato opposto della Megalopolitide, con una digressione celebrati­ va, uno dei rari excursus sugli imperatori: si elogia Antonino Pio prendendo spunto dai favori che egli concesse a Pallantio. n nuovo itinerario si sviluppa dal suburbio orientale di Megalopoli per giungere a Pallantio e di qui a Tegea , la cui descrizione ricchissima occupa quasi tutta l'ultima parte del libro:

IV a) introduzione a Pallantio (4J,I-6) e itinerario da Megalopoli a Pall an tio, attraverso Emonie, Asea e la «Diga» (44, 1-4); b) percorso da Pall antio a Tegea (44.5-8); c) la città di Tegea (4s,I·5J,IO); d) itinerario da Tegea a Sparta (5J,II·54•2); e) percorso da Tegea alla volta di Tirea (54,4); O percorso da Tegea ad Argo (5·4>5·7). Gli itinerari individuati si sviluppano secondo un 'articolazione non omogenea, condizionata sia dalla tormentata orografia della regione, sia da una organizzazione «a tavolino», che ricuce i per­ corsi anche in base al prestigio delle tradizioni da raccontare e all 'importanza delle realtà monumentali. Emblematico l'inizio dell'ultima sezione, dove la presentazione di Pall an tio viene du­ plicata per anticipare la digressione celebrativa su Antonino. Al­ cune realtà u rbane vengono privilegiate a discapito di altre: si pensi alla ipertrofica descrizione di Tegea, che occupa quasi l'in­ tera quarta sezione, rispetto a quella di Mantinea: il primato di Tegea è dovuto all 'an tichità del centro e al prestigio del suo anti­ chissimo culto della Alea, mentre la fondazione tarda di Mantinea suscita in Pausania poco interesse. I. Arcadia c ent ro-orie ntale e settentrionale

A) L'itinerario arcade prende le mosse dal confme con l'Argolide. Vengono esaminate tutte le possibilità di accesso per chi proviene da Argo: dei tre assi ricordati Osie-monte Partenio-Tegea; passo del «Leccio»-Mantinea: passo della «Scala»-Melangea-Mantinea), Pausania descrive il secondo e il terzo, rispettivamente lungo i fiu-

N'OTA lNTRODUTilVA AL LLBRO VIII

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mi Caradro e Inaco in direzione Mantinea. La precedenza nella

trattazione spetta al terzo, più ampio, che attraversa Mdangea («Terre nere») e che costituisce la prosecuzione dell'itinerario lungo l'Inaco, alla volta di Lircea, già in parte percorso nella visita dell'Argolide. Lungo la strada, dopo aver toccato l'altura di Bar· beri (l'antico Alesio) , nella piana di Mantinea, a sette stadi dalla città, si incontrano i santuari di Dioniso e di Afrodite presso la fontana detta «dei Meliasti», una fonte, connessa con i riti dioni­ siaci, forse sacra alle Ninfe. L'epidesi Melainis («nera») di Afro­ dite, secondo Pausania legata alla sfera erotica della dea, allude piuttosto a una connotazione ctonia che bene si addice all ' am­ biente dionisiaco. L'altro itinerario per Mantinea attraversa il monte Artemisio (già descritto nel II libro nel suo primo tratto) e raggiunge l'Argon Pedion («pianura incolta») , che si allunga in direzione nord ai piedi dd rilievo. Pausania ricorda una voragine in effetti tuttora esistente, in cui rifluivano dai monti le acque me­ teoriche. Qui come altrove Pausania ricorre a uno dei caratteristi­ ci topoi sulle acque: il loro scomparire e riemergere in luoghi lon ­ tani. L'acqua dell'Argon Pedion riaffiora addirittura in Argolide, a sud di Lerna, presso la sorgente Dine («vortice»), la quale di­ venta l'occasione per riproporre il catalogo delle acque «meravi­ gliose» dd IV libro (JS,9·11) integrandolo con un excursus. Proseguendo in direzione di Mantinea , lungo l'Argon Pedion, si incontrano le rovine dd piccolo centro di Nestane e un santua­ rio di Demetra, «particolarmente venerato». Segue il «luogo della danza» dell 'eroina Mera, da ubicarsi forse nella stretta valle che si estende ai piedi dell'altura di Nestane. Un piccolo valico conduce alla pianura success iva; Pausania segnala lungo la via la fonte Ar· ne, legata alla nascita di Posidone, allevato tra gli agnelli.

B) Mantinea costituisce il centro principale di questo settore dell 'Arcadia ancora ai tempi di Pausania, nonostante le tracce evi­ denti di decadenza. Pausania descrive la città in maniera fretto­ losa: l'origine relativamente recente per sinecismo, le vicende dell 'insediamento con la radicale distruzione spartana e la suc­ cessiva ricostruzione tebana fanno sì che la sua attenzione venga attratta solo da pochi edifici sacri e dal grande complesso del­ l'agora. La città antica si sviluppa completamente in pianura, deli­ mitata dal circuito murario all'incirca ellittico, all'interno dd qua-

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.

NOTA INTRODUTilVA AL LIBRO VIII

le l'agora occupa un'area quasi centrale, posta alla convergenza delle direttrici principali che attraverso una serie eli porte si diri­ gono verso la regione. L'itinerario prende le mosse probabilmen­ te da una porta ubicata a sud-est della cortina, in connessione con l'asse diretto a Nestane: l'assenza di indicazioni topografiche nel testo rende complessa la ricostruzione dell'itinerario, che, secon­ do un percorso eli visita ben noto- il Markllypus di Robert -, fre­ quentemente usato nd descrivere realtà urbane, attraversa la città verso l'agora. n primo monumento ricordato è, come di frequente, un luogo sacro: si tratta di un tempio «doppio» in cui si affiancano le statue di Asclepio e della triade apollinea, eli cui sono noti i rilievi che de­ coravano la base, con Marsia e le Muse, recuperati nella chiesa bi­ zantina a sud della città, forse non lontana dal luogo del tempio. Non meraviglia ritrovare l'Asklepieion all'inizio della sequenza di edifici citati: l'ubicazione preferenziale di tali strutture in aree peri­ feriche della città sembra confermare l'effettiva organizzazione del materiale secondo un percorso topografico che dalla porta urbica si dirige verso l'agora. Seguono due templi, dedicati a Zeus Soter e a Zeus Epidotes; l'assenza eli indicazioni topografiche rende im­ possibile stabilire se l'associazione sia dovuta a una effettiva conti­ guità dei santuari o se dipenda esclusivamente dalla dedica eli en­ trambi a Zeus. I santuari successivi sono dedicati ai Dioscuri e alla coppia formata da Demetra e dalla figlia Core; del primo tempio Pausania non dà indicazioni topografiche, per il secondo accenna a una ubicazione «in altro luogo»: si può ipotizzare che fmo qui Pau­ sania abbia seguito un itinerario lineare verso l'agora, toccando l'Asklepieion, il tempio (o i templi) di Zeus, l'antico santuario dei Dioscuri; la menzione del culto eli Demetra e della figlia derivereb­ be invece da una associazione mentale con il culto dell'altra coppia divina. L'unico accenno di Pausania alla topografia dei luoghi è l'indi­ cazione eli vicinanza tra il santuario di Era e il teatro, realtà monu­ mentale ben nota, il quale chiude l'agora a ovest. In base alle indi­ cazioni del testo è stato possibile identificare il tempio di Era con un edificio rettangolare ubicato nell'area antistante alla parodos sud del teatro. Grazie alla menzione del teatro sappiamo che tutti gli edifici ricordati, a cominciare dal tempio di Era, gravitavano nell'area dell 'agora, citata esplicitamente solo alla fme dd percor·

NOTA INTRODUTTIVA AL UBRO VIII

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\9,9): come di frequente, si sottintende la p resentazione dello spazio topografìco, considerata non essenziale. Accanto al tempio di Era è la tomba eroica di Arcade, figlio di Callisto, \.a traslazione delle cui ossa significa per Mantinea l'ac­ quisizione di uno statuto privilegiato all'interno della regione ar­ cadica. Non lontano dal teatro, punto di riferimento nella topo­ grafia della piazza, si trovano il cosiddetto «Focolare comune», destinato ad Antinoe, figlia di Cefeo, l'eroina venerata come fon­ datrice della Mantinea più antica, nata con l'abbandono della Ptolis (e connessa alla Hestia Koine, che simbolizza la rifondazio­ nc cittadina seguita al sinecismo dd 371 a.C.), e, accanto alla tom­ ba dell'ecista, il monumento sepolcrale di Grillo, figlio di Seno­ fonte, al quale vengono tributati onori particolari. n tempio ormai in rovina di Afrodite Symmachia è invece «dietro il teatro», for­ mula che non si riferisce alla parte posteriore della cavea (il tem­ pio risulterebbe fuori dall'agora), ma piuttosto all'edificio scenico: il tempio coinciderebbe così con uno dei due edifici di epoca ro­ mana che si aprono con la fronte est verso la piazza, posti alle spalle della scena. Il culto di Afrodite a Mantinea fa parte di un programmatico intervento politico di Augusto, che introduce il culto di Venus Genitrix dal forte valore ideologico e politico. Ac­ canto è il tempio di Atena Alea, culto che fa parte invece dello strato più antico della religiosità locale: se si è nel giusto ubicando il tempio della Symmachia alle spalle della scena, quello di Atena, citato subito dopo, potrebbe coincidere con l'altro dei due tem­ pietti affllUlcati, anche se questi risalgono entrambi a età romana. Saremm o di fronte così a un complesso intervento di risistemazio­ ne della piazza in età augustea, da annoverare tra i favori che Mantinea dovette ricevere per non aver appoggiato Antonio, uni­ a tra le città dell'Arcadia. L'interesse per il culto di Atena Alea da parte di Augusto è attestato dalla rimozione della statua di cul­ to dd santuario di Tegea, ricollocata all'ingresso dd suo foro a Roma (46,t-s>. una punizione per l'infedele Tegea che potrebbe aver portato alla valorizzazione del culto di Atena Alea a Manti­ nea. Tra i culti introdotti in età imperiale si ricorda anche quello di Antinoo, il cui santuario, non ancora individuato dall'indagi­ ne archeologica, è il più recente tra i templi di Mantinea. Il cul­ to mantineese di Antinoo e i ripetuti interventi dell'imperatore Adriano in favore della città sono dovuti al fatto che Mantinea era

so

XXIV

NOTA INTRODIJITIV A AL LffiRO VIII

considerata la madrepatria di Bitinio, città natale dell'amato Anti­ noo. Il percorso procede con il ricordo della statua bronzea di Diomenea figlia di Arcade e dell'heroon di Podare, valorosamente caduto sul campo nel 362 a.C.: è probabile che i due monumenti fossero associati come quelli dell'eroina mitica Antinoe e del per­ sonaggio storico Grillo, cosl da creare nell'agora un collegamento tra gli mnemata di personaggi mitici, incarnazioni dell'identità e dei valori civici, e i guerrieri caduti per gli stessi valori.

c) Terminato il percorso all'interno dell'agora, Pausania passa a descrivere quanto di rilevante incontra lungo le strade che da Mantinea si snodano attraverso il territorio arcade. n primo itine­ rario si spinge verso Tegea: presso le mura ricorda l'ippodromo e il vicino stadio connesso con gli agoni di Antinoo, ai piedi del monte Alesio. Dopo lo stadio è il santuario di Demetra, ubicato sull'altura, e dunque il celebre santuario extra-urbano di Posido­ ne Hippios, distante per Pausania solo uno stadio dalla città (ma forse più lontano, come ricorda Polibio, IX 8,11; J4,1o, e come l'indagine archeologica nell'area di Kalivia sembra confermare), il quale ospita uno dei culti più rilevanti della polis, ancora partico­ larmente praticato in età romana, come documenta l'intervento di Adriano. Al ricordo del culto segue la narrazione delle tradizioni connesse: quella sulla presenza nel santuario dell'acqua marina fornisce lo spunto per un excursus sulle acque sacre. n trofeo per la vittoria su Agide e sugli Spartani, ubicato nei pressi, dà avvio a un ampio excursus storico, mentre la tradizione dell'apparizione di Posidone apre una digressione sugli interventi miracolosi di di­ vinità nelle battaglie. Dopo il santuario, l'itinerario si snoda attraverso il bosco di querce detto Pelago («111are»), a sud-est della piana di Mantinea, ricordato più volte per la morte di Epaminonda in quanto era col­ legato a un oracolo. Il confine con Tegea- segnato sul terreno da un altare - doveva correre a sud della piana, presso la punta di Myti.ka e il monte Kapnistra. Pausania segnala un altro percorso dal santuario di Posidone: procedendo «a sinistra» si raggiungono le tombe delle Peliadi, uno dei tanti monumenti che scandiscono in maniera capillare il paesaggio arcadico, punti di riferimento topografico e allo stesso tempo spunto di storie e varianti locali del mito. Dopo venti stadi

NOTA INTRODUTTIVA AL LIBRO VIli

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"Pausania raggiunge la località di Fezone, probabilmente non in­ Ò.usa nell'itinerario per Tegea: un monumento eroico, la tomba di �tCKl «portatore di clava» (cfr. Omero, J/. VII 137-47), ricorda il punto in cui, secondo il mito, egli fu ucciso da Licurgo. Proseguendo si incontra di nuovo il bosco Pelago, che sfiora la

via principale tra Mantinea e Pallantio: la tradizione locale ricorda­

episodio della vita di Epaminonda, confluito in Pausania e al­ trimenti sconosciuto, secondo cui il condottiero ferito avrebbe os­ servato da un piccolo rilievo (forse l'estremità orientale del monte Myti.ka, sorta di sbarramento naturale tra i distretti di Mantinea e di Tegea) la battaglia nella piana, e il luogo avrebbe così acquisito il nome di Scope («Qbln] 'EQuxlVfl, Athenai 1 98 8 . Kinkd G. Kinkel, Epicorum Graecorum fragmento, Lipsiae 1 877. Knauss ]. Knauss, Dn- Graben des Hn-akles im Bee/un von Pheneos und die Vertreibung dn- stympha/ischen Voge/, «MDAHAJ» CV 1 9 90 . pp. ! - p . Knoepfler D. Knoepfler, lntroduction, in l':.diter, pp. 1 - 8 . Lacroix , Représentations L. Lacroix, Les représentations des statues sur /es ma n na /es grec­ ques. LA statuaire archai"que et class/que, Liège 1 94 9 . Lacroix , Traditions L. Lacroix, Traditions /oca/es et légendes étio/og /qu es dans la Pé­ négèse de Pausanias, «]S » 1 99 4. pp. 7 5 · 99 · Lattimore S. Lattimore, « Art and Architecture», in The Greek Wor/J In the Fourth Century, ed. by L.A. Tritle, London - New York 1 99 7 . p p . 249· 8 2 .

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CARTINE

Elenco delle Cartine 1. 2.

L' Arcadia nel Pdopo nneso L' Arcadia an tica

3· Piana

di

Mantinea e Tegea

4· Mantinea e il suo territorio S . Mantinea: l 'agora

6 . Clitore: pianta della

città

pp . LXXXV I I

LXXXVIII · LXXXIX

xc

XCI

XCII

XCIII

7· Lusi: pianta dd santuario di Anernide

XCIV

9· Stinfalo: pianta della città

xcv

8. Lusi: santuario di Aneroide (nuove indagini )

1 o. Stinfalo: settore meridionale dell ' area urbana

1 1.

Alea: pianta della città

1 2.

Terri t orio di Cafie

1 3 . Psofide: pianta dell a città 1 4 . Psofide: santuario sul monte Mrodisio I S . Tdpusa: I'agora

1 6. Prospett o comparativo delle piante dei tern pli dorici dell 'Arcadia 1 7. Alifera: pianta della città

1 8 . G6.1.

46 sqq.


s·6. Horn. Il. XVIIIS9I·l


u . . . bQ> tra Mantinea e Roma, che aveva spinto i Man­ tineesi a combattere nella battaglia navale di Azio. Lo scarso ra di ca ­ mento del culto nel tessu to religioso locale ne spiega la precoce deca­ denza, come attesta il precario stato di conservazione del tempio già

COMMENTO VIII,

9

3 37

all'epoca di Pausania (Pirenne-Delforge, pp. 2 5 -4 , 273 ) . Per quanto ri ­ guarda l'iscrizione letta da Pausania sull a base dell a statua, è signifi ­ caùva l a menzione del nome della dedicante, Nicippe, fi gli a d i Pasea, nota a Manùnea epigraficamente: in I G V 2 , 2 6 5 (datata al 6o/ 59 a.C . ) la donna si distingue per atù di evergetismo e di pietas nell 'am­ bito del culto di Core: M. Jost, «fvergéùsme et tradition religieuse à Manùnée au 1er siècle avant ] .C.», in Sp/endzdissima civitas. titudes d 'histoire romaine en hommage à F. ]acques, éd . par A. Chastagnol-S. Demougin-C. Lepell e y, Paris 1 996, pp. 1 9 3 - 200. Accanto al tempio di Afrodite è quello di Atena Alea, il cui culto, a differenza dell'altro, fa parte dello strato più antico della religiosità locale. La dea, nota originariamente come Alea, è oggetto di venerazione nella p o/is alme­ no a partire dal V secolo a.C . , come attesta un documen to epigrafico, reimpiegato nella chiesa bizantina presso l 'angolo sud-est dell 'agora , ri po rt ant e un giudizio contro personaggi accusati di sacrilegio nei confronti della dea ([G V 2, 262 ) . All a divinità si riferisce inoltre il nome di Epalea portato da una tribù di Mantinea ([G V 2, 2 7 1 ) , il quale, insieme agli altri attestati in un'epigrafe databile nell a prima metà del IV secolo a.C., documenta l 'esistenza di antichi santuari eponimi nei vari quartieri della Mantinea più antica o nei demi dell ' insediamento presinecistico: Jost, Sanctuaires, p. 1 29 . Solo in un secondo momen to, a partire evidentemente dall 'età classica, ad Alea si affian ca Atena, come nel caso di Tegea. Se si è nel giusto ubicando il tempio della Syrnmachia alle spalle della scena, quello di Atena, ci­ tato subito dopo, ma senza ulteriori specificazioni, potrebbe coinci ­ dere con il secondo dei due tempietti affiancati , privi di peristasi e di opistodomo, sebbene questi ultimi risalgano a età romana. Non è escluso che il trapianto dell 'antichissimo culto arcade da un'area non nota dell'anùca po llS sull 'agora sia avvenuto nell'ambito degli inter­ venti di risistemazione dell a piazza nella prima età im periale. L' inter­ vento augusteo potrebbe spiegarsi con i favori che la città dovette ri­ cevere per esser e stata l'unica tra quelle di Arcadia a non aver appog­ giato Antonio, come ribadito altrove dall o stesso Pausania ( 8 , 1 2 ) . L'interesse di Augusto per Atena Alea è attestato dall a rimozione del­ la statua di culto del santuario di Tegea, ricollocata poi ali 'ingresso del suo foro a Roma (46, 1 - 5 ). La «punizione,. di Tegea (su cui Al­ cock, pp. 242 - 3 ) potrebbe aver avuto come contropartita la valorizza ­ zione del culto di Atena Alea a Manùnea, rivitalizzato con un nuovo tempio sull 'agora, accanto a quello di Afrodite che celebrava, oltre che la dinastia, anche il legame di alleanza che univa la città all ' impe­ ratore. 4 2 - 5 8 . hOj!Laihj . . . dxao�ÉVa L : Antinoo era il giovane amato dall'imperatore Adriano; dopo la sua morte, avvenuta per ann eg amento


>; V 1 4 , 1 ) , men tre a Leucade la p rothysia ( «sacrificio preliminare» ) era destinata p roprio alle mosche ( Eliano , Nat. an. XI 8 ) . 4 7 - 5 3 . xatà bL . E i 0 1 v : i l nuovo itinerario alla volta di Megalopo­ li prende come punto di p artenza Erea e si dirige verso est: si incontra l ungo la strada l ' antica città di Melenee, fondata da Meleneo, figlio di Licaone , ormai deserta. La loca l i t à , ricordata da Pausania per la ric­ chezza di acqua, è stata identificata già dai viaggiatori del XIX secolo lungo la strada che segue il corso dell ' Alfeo, nei pressi di K okkoras , dove sono stati visti resti di strutture antiche e dove la p resenza di ac­ que abbondanti trova corrispondenza con la descrizione dell a P�?TJe­ gesi (]ost, Sanduaires, pp. 7 5 - 6 ) . L ' antica Bufagio, segnalata a 40 sta­ di di distanza da Melenee presso le sorgenti del fiume Bufago , doveva ..

-


Àlç: «Un grande deserto è la Grande città» ) , con la sua citazione da un anonimo poeta comico, testimonia una situazione di abbandono: lo stesso Pausania, pur affermando l'esistenza di Megalopoli ai suoi tempi ( 3 3 , 1 ; IX 1 4 ,4 ) , ne sottolinea lo stato di grande decadenza e prende spunto dalla sua situazione per una digressione sulla fragilità delle realizzazioni umane, esem plificata proprio attraverso la descri­ zione delle alterne fortune di al cune città famose. Cfr. Moggi , Mega ­ lopo/r, pp. 7 1 - 1 07; I d . , 5/necismz /nterstatalz, pp. 2 9 3 - 3 2 5 ; E. Lanzil­ lotta, Ùl /ond.zzione di Megalopolz, «RSA» V 1 97 5 , pp. 2 5 -46; Jones, pp. 1 3 5 - 9 ; Demand, pp. 1 07 - 2 0 ; M . Jost, «Les sc h érn as de peuple­ ment d e l ' Arcadie aux époques archai'que et class i qUO>, in Ancient A riwdia, pp. 1 92 · 24 7 , in particolare pp. 2 2 8 - 3 3 (accetta la dimensio­ ne più ampia del sinecismo) ; Nielsen, Polezs, pp . 4 1 3 - S S · 1 -4 . � ÒÈ . . . o l XTJ'WQ Eç: Megalopoli è considerata l'ultima città ve­ nuta all a luce nella Grecia libera, cui h anno fatto seguito alcune fon­ dazioni realizzate sotto la dominazione romana: è probabile il riferi ­ mento a Corinto, ricostruita d a G . Giulio Cesare ne l 44 a . C . m 1 , 2 l , e a Nicopoli , fondata da Ottaviano Augusto, in ricordo della vi t t o ria di Azio ( 3 1 a.C . ) , nella estrema punta meridionale dell' Epiro, sul golfo di Arnbracia (V 2 3 , 3 ; VII 1 8 , 8 - 9 ; X 8 , 3 ; 3 8 ,4 ; St rabone, VII Jl s ) . Con l ' integrazione al testo e l ' interpretazione qui proposte, che liberano ÙQXi)ç Ti')ç ·p�[wv ( 1 . 3 ) dall a dipendenza da xm:à cru M>OQè KQ�l nç . . . mT)Àu: il percorso verso Messene tocca dunque il distretto dell a Crornitide, dove si incontra l 'antica città di Cromi ormai in rovina (sulla sua partecipazione al sinecismo di Mega­ lopoli, dr. 2 7 ,4 ) . In base a recenti ricerche è stata avanzata una pro­ posta di identificazione del centro con le tracce di un insediamento antico viste presso una collina che si eleva a circa 2 chilometri in dire­ zione nord-est dal villa ggio moderno di Paradisia (Pikoulas. Nàna, pp. I 6 I -4; dr. Roy-Lioyd-Owens, pp. I > , po rtato dal simulacro che s a cral i zz av a l a fron ­ tiera, alludeva pro b a bi lm e n t e all ' importanza nell 'area del c ulto della Despoina. Non m e raviglia d un q u e che accanto all 'enna t rovino posto p i cco l e statue di d ei , t ra cui si a n n overan o la stessa Despoina e la ma­ dre Demetra, accanto a Ermes ed Eracle. Se la presenza di Ermes si spiega con la fun zione d e l dio di garante e p ro t et t ore di p a s s agg i e con ­ fini ( p resen te anche sotto la forma di pi l as tro , I ' Hennaion l , Eracle sembra rimandare invece proprio al culro delle G randi Dee di M egalo ­ poli , dove il dio era r a ffigu ra t o accanto a Demetra e Core nel gruppo cultuale ( ved . la nota a 3 1 , 1 6 - 8 ) . La m e n zi on e del confme tra Ar c a di a e Messen i a porta Pausania a un a considerazione personale r i g ua rdan te l ' an tica presenza nell ' area di una ve n e ran da statua !ignea di Eracle, di cui deve aver appreso att raverso alt re fon t i , che a t t ri buivano l 'opera a Dedalo. Non è possi bile ris al i re all ' o ri g in e della notizi a , ma interessa notare co m e l ' atten zione, qui come altrove, sia concentrata su segni ve­ tusti e per questo c a ri ch i d i s ig n ifi c a t o. Sull 'interesse particolare rivol­ to a Dedalo ved . da ulrimo Arafat, pp. 67-7 5 . 1 5 l i � Ò È Éç . . . BEÀEjli vav : la descrizione della strada che da Me­ galopoli c o n d u ce a Sparta presenta, in forma stringata ma p recisa, con l ' ind i c a zio ne delle distanze tra le varie località , le coordinate id ro g r a fiche incont rate: il percorso coincide co n l ' asse più occidenta­ le, che passa presso Leondari , come dimostra il fa tt o che ques t o per­ corso att r aversa il fi ume Alfeo , al di sotto dell a confluenza con il fiu­ me Tiunte, un affluente di sinistra che coincide c on il Koutoupharina (Loring, p p . 4 6 - 7 ) . Il luogo n el q u a l e Leake ha proposto di u bicart= Falesie, a est di Boura , dove Geli aveva segnalato resti di strutturt= an ­ tic he , sembra c o rrispo n d ere piuttosto a Kali via , p o iché Boura risulta troppo d i st a n t e dal p unt o di a tt r avers am e n t o dell ' Alfeo e t roppo vici ­ n o all 'H e nna i o n c i t a t o da P a u s ania , c h e dovrebbe collocarsi a l di sot­ to di Spaneika, presso lo spartiacque dell 'Eurota e d ell ' Alfeo (Loring, p. 4 7 ) . li ce n t ro laconico di Belemina è già ricordato ( I l i l i , J ) n ell a descrizione della strada che da S p a rt a conduce in A rcadia, 1 00 stadi a nord di Pellan a : si t ratta i n fat ti di una località di frontiera, come risul­ t a evidente anche dalla presenza di un Hennaion. L 'uso di enne nell e aree di fro nt i e ra , fenomeno am p i am en t e noto nel m o ndo greco, è ri ­ badito dallo stesso Pausa n i a i n più passi : lo stesso toponimo H e r ­ maion ricompare presso la f ron ti er a p rim a citata t ra M eg al o poli e Messene ( ) 4 , 6 ; cfr. an che II 3 8 , 7 ) . In base alle indicazioni di distanza riportate da Pausania ( circa 90 stadi da Megalopoli e oltrt= 1 5 0 da Sparta) e all a descrizione della località già p resen ta ta ( I I I l l , J , dove si -

.

COMMENTO VI I I ,

]5

-4 5 9

ricorda l a abbondante presenz a di acque, sia dell ' Eurota sia di sor­ genti ) , è stato possibile identificare Belemina con la piccola vall e ca­ ratterizzata dalla confluenza di due dei corsi d 'acqua che concorrono a creare l ' Eurota, tra Longaniko a sud e il monte Chelmos a nord ( Loring, pp. 3 7 -4 1 ) . 2 2 - 7 . À.Éy01JOL . . . è!!EÀ.À.ev: la denominazione Belemina , che verosi ­ milmente si riferisce a un centro urbano e a un distretto territoriale, presenta qualche variante in Pausania e nelle altre fonti: B EÀ.E!!L va qui e a III 2 I , J ; BÀ.ÉVLVO a 2 7 .4 ; B EÀ.J.Uvànç xuiQa ( Polibio, II 5 4 · 3 ) ; BÀ.E !!LVàn ç ( :xuiQa ) ( Strabone, VIII 3 4 3 ) ; BHfhva ( P l uta rc o , Cleom . .p e Stefano Bizantino, s.v. ) ; ager Belbmates ( L ivi o , XXXVI I I 3 4 , 8 ) . L'ubicazione dell 'insediamento non è ancora stata i n di vi du ata con cenezza; per il distretto, che occupava l ' area no rd - occ i dentale della Laconia ( ved. la nota p re ceden t e ) , dr. Frazer III , pp. 3 7 2 - 4 ; Prit­ chett, Studies IV, pp. 2 5 - 8 ; Jost, Sanctuaires, p p . 2 1 9-20. Trattandosi di una terra di frontiera fra Laconia e Arcadia, fu a lungo contesa tra Spana e Megalopoli , e le vicende che hanno contrassegnato la sua storia a p a n i re dal IV secolo a.C. sono molto più complicate di quan ­ to risulta da Pausania , la cui a fferm azi o n e p u ò val ere soprattutto per il periodo, successivo all a fon dazi o ne di Megal o po l i , in cui i Tebani assi c ur a ro n o la lo ro p rotezione agli Arcadi ( 2 7 , 2 ) . In effetti, dopo la battaglia di L eu t t r a ( 3 7 1 a . C . ) e le prime s p e d izion i di Ep am in o nda nel Peloponneso, Belemina fu assegnata a Meg alo poli ( 2 7 ,4 ) , che tut­ tavia dovette perdcrla in seguito, se è vero che riuscì a recuperarla nel 3 3 8 a . C . g r az i e a un intervento di Filippo I l ; nel 2 24 a . C . Ant i g o n o Dosane la liberò dalle guarnigioni imposte da Cleo m e ne , ma al tem­ po delle tirannidi di M a c an i da ( 2 1 1 - 206 a . C . ) e di Nabide ( 2o6- 1 92 a.C . ) ca dde di nuovo nelle mani d egl i Spanani, per ess e re restituita a Meg alo pol i nel 1 89 a.C . ; un 'altra testimonianza di P o lib i o ( XXXI 1 , 7 ) , relativa al 1 64l 3 a.C . , e una iscrizione (5[(7 66 5 ) p i ù tarda, di­ mostrano che la controversia rimase viva e richiese interventi arbitrali anche nel corso del II secolo a . C . Oltre alle fonti già citate, dr. Poli­ bio, II 46, 5 ; 4 8 , 2 ; IX 3 3 , 1 1 - 2 ; HCP I , p . 2 4 7 ; II, p p . 1 7 2 - 3 ; I I I , p. 4 6 5 . 2 8 - 3 5 . d aL . . òòOç : Pausania desc rive ora le strade che da Megalo­ poli conducono verso «località situa te all 'interno dell 'Arcadia». Il primo de i percorsi m enzionati è quello che si spinge verso nord in di ­ rezione Me t idrio , distante 1 7 0 stadi, il quale può esse re ricostruito pane n d o dalla verosimile identifi cazione di M e t i d rio con il moderno vill a ggio di Nemnitsa ( s u i percorsi possibili in questo t erri torio : Pikoulas, «Road», p . 2 8 2 sgg. ) . Lungo l ' ipo t eti co itinerario i pochi re­ sti an t i c hi non permettono di ubicare con cenezza le diverse località menzionate, sulla cui identificazione il dibattito resta apeno ( nel com p lesso ved . Frazer IV, p. 36o sgg. ; Loring, pp. 7 5 - 6 ; Pe tronoti s ,

4 6o

COMMENTO V I l i , J 5

p. 1 5 2 sgg . ; Pikoulas , 'AQxaOLa, pp. zoz - J ) . Sciadi , con il suo san­ tuario di Artemide Sciaditide, e Carisie sono insediam en ti di diffi cile ubicazione, già oggetto di interesse da pane dei viaggiatori dd XIX secolo. Per la prima è stata presa in considerazione una possibile identificazione con la località di Pigadi a , posta circa 2 chilometri a nord dell 'agora di Megalopol i , dove sarebbero visibili resti del t em p io di Artemide ( Petronotis, p. t p) . Il santuario, caratterizzato da una sem p lice epiclesi di carattere topografico, è l ' unico luogo sacro dd territorio int rodotto dopo il sinecismo, come documenta Pausania, che lo att ri b uisce al t i rarmo A ristodemo. Carisie , distante 4 chilome­ tri circa ( 2 3 stadi ) dall a città secondo le indicazioni di Pausania, è una dell e città degli Eutres ii , spopolate al momento del sinecismo ( dr. 2 7 , J ) . Tricoloni, c h e ha seguito lo stesso destino di Carisie, dista 5 chil o ­ metri ( 3 3 stadi ) , ed è collocata da Loring ( p. 7 5 ) in un ' a rea poco a nord di Zounati ( oggi Zoni ) , dove sono rest i di strutture antiche. Una ubicazione più orientale del sito, nell' area di Karatoula, era stata pro­ posta dai viaggiatori del XI X secolo (veci . Frazer IV. pp. 3 6o- 1 ; E. Meyer, in RE V I I A 2, 1 9 3 9 . coli . 1 5 0· 1 , s.v. Trikolonot) , che optava­ no per un aggiramento del monte Rhapouni da est piuttosto che da ovest, d iversamente da Loring, il quale segue un percorso che risale le pendici del monte, passando accanto ai vill agg i di Palamari e Psari. Infine una proposta diversa è stata avanzata più di recen te da Petro­ notis ( p p . 1 5 2 - 4 ) , che ubica il centro più a nord , presso Paliorniri , do­ ve sono noti resti an tichi . 36-46. JtOÀtç . . . 'AQ1:É1uboç: dell ' antica po/is di Tricoloni, secondo la tradizione fon data da uno dei figli di Licaone, abbandonata dalla popolazione al tempo del sinecismo d i Megalopoli . esistono an cora al tempo di Pausania i resti di un santuario di Posidone con statua er­ maica e il suo bosco. Il santuario non sembra essere stato abbandona­ to come il cen t ro u rbano: Pausania. infatti, non m enziona solitamente un bosco sacro dove il culto non sia ancora attivo ai suoi tem p i { Bir­ ge, p . 24 3 l . An che dopo il s inecismo, in fa t t i . i c ulti del terri torio con ­ tinuano a m antenere viva la memoria dei centri destrutt urati in favore del n uovo in sedi amen to, dove freq uentemente vengono duplicati, in modo da con sentire la conservazione dell ' an tica organizzazione e del ­ le identità locali nel nuovo consesso ( jos t , Pausamas. p. z , p sgg . ; ]ost, «Distributiom•. p p . 2 2 5 ·6 ) . Il santuario di Posidone è significativa­ mente connesso con un bosco , caratteristica che ricorre spesso nei sant uari dedicati al dio, insieme alla collocazione collinare lontana dai centri urbani ( _j os t , Sanctuatres . p. 1 8 9 ; J acob, p. ) 3 ) . L ' ubicazione dd bosco sacro «intorno» (ltEQl J al san t u ario non va intesa nel senso che il bos co delimitava all 'esterno il l uogo sacro, ma piuttosto nd senso di un inserimento dell 'edificio sacro all 'interno dd bosco , se si

COMMENTO

VI!I , J J

46 1

considera che l'uso d d termine alsos è solitamente connesso con spa­ zio sacro a divirùtà ( Birge , pp. 2 3 8 -4 5 ) . A poca distanza da Tricoloni, ma su una diramazione della strada principale, si incontrano le rovine di Zoitia, altro cen t ro di problematica ubicazione, cercato alternativa­ mente presso Zoni ( S . Rangabé, Souvenir d'une excursion en A rcadie, «Mémoires de l ' Académie des Inscriptions et Belles -lettres» V 1 8 5 7, p. 3 8 3 ; dello stesso avviso Jost, Commen talre, p. 244 ) , dove Loring collocava invece Tricoloni, oppure presso la località di Ekklis o ula ( Petronotis, p. 1 5 4 ) , dove il rinvenimento in superficie di lucerne e ceram ica ha lasciato ipotizzare la presenza in zona di uno dei due luo­ ghi sacri menzionati da Pausania. I culti di Ikrnet ra e Artemide, an ­ cora attivi in età im periale, rimandano forse a una associazione topo­ grafica e cultuale, considerati gli stretti legami che intercorrono tra le dee in numerosi luoghi sacri. Lungo la via ver.;o Metidrio e presso le diramazioni, Pausania elenca una serie di centri accomunati dall e tra­ dizioni di fondazione: si tratta infatti di insediamenti fondati da figli e da nipo ti di Licaone, il mitico re arcade. Tali tradizion i , che contri­ buivano a cementare l'unità delle città dell ' Eutresia, non sembrano estremamente antiche, ma servono a codificare in chiave mitica i rap­ porti gerarchici tra i vari centri: non è casuale infatti che l 'eponimo di Tricoloni sia considerato figlio di Licaone , mentre Zoiteo e Paroreo sono fi gli di Tricolono. La genealogia degli ecisti sembra rimandare, dunque, all 'esistenza di una antica polis , Tricoloni (che Pausania dice esplicitamente essere stata in antico citt à ) , e p robabilmente di vill a ggi nel suo territorio, Zoitia e Paroria appunto. Significativo inoltre con­ statare che di tutte le città fondate dai figli di Licaone solo quattro ri­ sultano essere fuori del territorio di Megalopoli : la tradizione si rivela dunque strettamente radicata nel territorio della capitale e deve esse­ re nata in gran pane dopo il sinecismo, riorganizzando materiale mi­ tico preesistente, all o scopo di consolidare l'identità etnica della nuo­ va città: cfr. la nota a 3 , 1 - 5 . 47-6o. È Q E i m a . . . Kalli Qouç: l a sorgente Ninfasia è stata ubicata pres so la fon tana a nord di Vitina, non lo n t ano dal moderno vill agg i o di N ym p h as i a ( Frazer IV, p . 3 6 3 ; J ost , Commenta/re, p. z 4 6 l . A 30 s ta di ( d u nq u e a ci rc a 5 , s c h il o m e t r i ) dalla fonte Pausan ia segnala le fron tie re che dividono Me g al o pol i dalle pole/s di Orcomeno e di Ca­ fie. Un documento epigrafico di IV secolo a.C. che me n zi on a confini territoriali, ri n ve n ut o a Orcomeno, è stato g ene r al m en t e coll eg ato con qu es t ' a re a di frontiera , anc he se di re c en t e ne sono state riconsi­ derare le indicazioni topografiche: S. Dusanié, Nott•s éplgraphiques sur l'h/sto/re a rcadlcnn e du I V" slèclc, «BCH» CII 1 9 7 8 , pp. 3 4 6 - 5 8 . z 6 - 3 5 . M qaì..o noÀt tmç . . . ElJ (J É n ç : una n u o v a sequenza d i l uoghi s acri è segnalata n e lle immediate vicinanze di Megalopoli, lungo I'itin e rari o che collega la c i t t à con Mcnalo, il c e n t ro che aveva dato nome alla Menalia, una re g i o n e d all a a rt i co l at a mo rfo l o gia , la quale com ­ prendeva il sett o re orient ale della p i an u ra di Megalopoli , il bacino di Asea, il t er ri t o ri o dell ' antica Pallantio e la valle d ell ' El i s so n e . Il per­ corso s i sv il u p p a l u ng o il fi ume, a partire dalla porta u rb i c a detta «alla p al u de» . Subito fuori della città è il t em p i o del dio A gath o s . Sull a divinità celata die t ro l 'e p i teto, che rimanda a tutto il «benoo che si at ­ tende dalla potenza divina, Pausania avanza l 'i po tes i che si tratti di ­


TJ) VIII 47·3 naoxoç ( UOQt�citTjç) VI II 7.8

foQtuç ( 6 l:w �J.q>iJÀou ) 4 , 8 ; 5 .4

VI II

INDICE DEl NOMI DI PERSONA(;{; [

rQroç ( ò TEyEritou) VI II 5 3 .4 rouvEuç VIII 1 8 ,2 roliVTtlvaç dr. "AQTJç r. òmbaì.. l wv VIII 4,6 òalbaì..o ç VIII 1 6 , 3 ; 3 5 . 2 ; 46, 2 ; 5 3.8 òrixtuÀ.oL 1 balOL VIII 3 1 .3 6a1-1riQ noç ('HQm Euç) V I I I 26,2 Òai!L ttciÀ.T]