Guida della Grecia. Libro 03 [3 ed.]

Table of contents :
Nota introduttiva al Libro III di Mario Torelli e Domenico Musti
Bibliografia
Cartine
TESTO E TRADUZIONE a cura di Domenico Musti
Sigla
Libro III: La Laconia
COMMENTO a cura di Domenico Musti e Mario Torelli
Libro III: La Laconia
INDICE

Citation preview

SCRITTORI GRECI E LATINI

PAUSANIA GUIDA DELLA GRECIA Piano dell'opera Volume I INTRODUZIONE GENERALE di Domenico Musti LIBRO I L'Attica a cura di Domenico MiiSti e Luigi Beschi Volume II LIBRO II lA Corinzia e I'Argolide a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume III LIBRO III La Laconia a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume IV LIBRO IV lA Messenia a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume V LIBRO V L'Elide e 0/impia a cura di Gianfranco Maddoli e Vincenzo Saladino Volume VI LIBRO VI L'Elide e 0/impia a cura di Gianfranco Maddoli e Vincenzo Saladino Volume VII LIBRO VII L'Acaia a cura di Mauro Moggi e Luigi Beschi Volume VIII LIBRO VIII L'Arcadia a cura di Mauro Moggi e Luigi Beschi Volume IX LIBRO IX La Beozia a cura di Mauro Moggi e Luigi Beschi Volume X LIBRO X Delfi e la Focide con appenclici e inclici a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

PAUSANIA

GUIDA DELLA GRECIA Libro III

LA LACONIA Testo e traduzione a cura di Domenico Musti Commento a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

FONDAZIONE LORENZO VALLA ARNOLDO MONDADORI EDITORE

Questo volume è stato pubblicato con il contributo del CREDIOP S.p.A.

ISBN

88·04-33898·9

Grwfiu di Vittorio Mmco

© Fonduio�I..armzo Val/a 1991 I �dizion� f1f4TlO l 991 III �izion� giugno 1997

NOTA INTRODUTTIV A AL LIBRO III di Mario Torelli e Domenico Musti

La Laconia, argomento del III libro della Guida della Grecia, è presentata da Pausania in tre fondamentali sezioni: l'area della Laconia vera e propria, centrata su Sparta, ma articolata in più itinerari (A-F), e l'area degli Eleuterolaconi, suddivisa per ov­ vie ragioni geografiche nelle due grandi penisole del Parnone e del Taigeto, che vengono entrambe visitate con propri itinerari (G-H e l)_ Da ciò discende la ripartizione dell'intero libro attor­ no ai seguenti nuclei di itinerari, la cui descrizione è preceduta dal poderoso insieme di capitoli (r-10,5) relativi alla storia della Laconia e diSparta: a) itinerario che reca a Sparta partendo dall'ingresso in Laconia dall'Argolide al passo delle Erme, con i siti di Carie, Sellasia e Tornace(ro,6-rr,r); b) la cittàdiSparta(rr,r-r8,5); c) itinerario per Amide(r8,6-19,6); d) itinerario per Terapne e di n per il Taigeto e la pianura centrale della Laconia con i siti di Terapne, Phoibaion, Fari, Brisee, Euora, Therai, Lapiteo, Dereo e Arplea( 19,7-20,7); e) itinerario per l'Arcadia, con i siti di Pellana e Belemina (2o,82I ,J); O itinerario per Gizio, con i siti di Crocee ed Egie(21,4-5); g) area degli Eleuterolaconi e primo itinerario della penisola del Parnone, con la parte marittima da Gizio ad Acrie, compren­ dente i siti di Gizio, l'isola di Cranae, il Migonion, Trinaso, Elo e Acrie e la parte montana da Acrie verso Gerontre e di n verso i siti di Palea Kome, Mario, Glippia e Selinunte (2 r ,622,8);

X

NOTA INTRODUTIIV A AL LIBRO

111

h) secondo itinerario, tutto costiero, della penisola del Parnone, da Acrie a Brasie, toccando i siti di Asopo, Paraciparissie, Hy­ perteleaton, la penisola di Onou Gnathos («Mascella d'asi­ no»), Boiai, Etide, Afrodisiade, Side, l'isola di Citera, con l'o­ monima città e il porto di Scandea, Ninfeo, Epidelio, Epidau­ ro Limera, Zarace, Cifanta e Brasie ( 2 2,9-24,5); i) periplo della penisola del Taigeto, da Gizio ad Alagonia ai con­ fini con la Messenia, toccando Las, lpsi, Pirrico, Teutrone, il porto Achilleo, Psamatunte, il santuario di Posidone al capo Tenaro, Cenepoli, Tiride, lppola, Messa, Etilo, Talame, Pef­ no, Leuttra, Cardamile, Gerenia e Alagonia (24,6-26,11). A) Pausania riprende il cammino là dove aveva concluso il li­ bro II, al triplice confine delle Erme (ved. II 38,7), e la discesa in Laconia tocca il bosco di querce e il santuario ctonio di Zeus Sko­ titas, che dà nome alla località, sede anche di un culto di Eracle le­ gato al ricordo degli lppocoontidi, mito che sta alla base del «ri­ torno degli Eraclidi»; prendendo poi la «terza strada sulla destra» si giunge a Carie, sito per noi di incerta identificazione, ma di no­ tevole fama nell'antichità grazie al santuario di Artemide Karyatis e aÌle feste annuali con le celebri danze delle fanciulle spartane, mentre sulla via del ritorno si toccano le rovine di Sellasia, luogo della nota battaglia del 222 a.C. circa. Proseguendo il cammino verso Sparta, poco prima di toccarla, si arriva a Tornace, anche questo sito non sicuramente identificato e sede di un altro celebre santuario, quello di Apollo Pythaeus, che si lega nel culto e nella storia - soprattutto per il dono prezioso di Creso - all'ancor più noto Apollo di Amide. B) Giunto da Tornace a Sparta, Pausania organizza la visita della capitale della Laconia, «a forma di ruota», come afferma Po­ libio, con il consueto sistema che prevede prima il giro dell'agora, quindi otto ulteriori itinerari: tre partono dall'agora (l'Afetaide, !'«altra strada» e la «via verso occidente»), tre invece innervano la raggiera del tessuto urbano di Sparta (il Dromos, la «via dal Dro­ mos a oriente» e la «via dal Chitone alle porte»), ma, a differenza dei precedenti, partono da un luogo diverso dall'agora. Il settimo itinerario infine concerne l'acropoli, mentre, partendo forse anco­ ra una volta dall'agora e seguendo una strada ancor oggi ben indi­ viduabile che passa attraverso la porta settentrionale delle mura

NOTA INTRODUITIVA Al LIBRO

Ili

Xl

tardoantiche, l'ottavo percorso si dirige «verso l'Alpio», ossia ver­ so nord-est. Ma vediamo analiticamente questi nove percorsi ur­ bani. I) L'agora ( 11,2-11 ) . Pausania vede certamente un'agora inte­ ramente rifatta in epoca romana, al cui centro non a caso troneg­ gtano i due templi di Cesare e di Augusto. Secondo la ricostruzio­ ne che se ne propone nella discussione analitica delle note al testo, l'agora va riconosciuta nel luogo dove ancor oggi è visibile la cosid­ detta «Stoa romana», in realtà terrazzamento monumentale atto a sostenere gli edifici pubblici, che nel testo di Pausania sembrano essere suddivisi in tre lati chiusi nel quarto dalla sostruzione: un lato (orientale?) conterrebbe tutti gli edifici politici del nuovo as­ setto ellenistico-romano, il bou/euterion della gerusia e gli uffici degli efori, dei nomofilaci, e dei Bidiei, un lato (settentrionale?) il «portico dei Persiani», e un lato (occidentale?) i vecchi edifici di culto e politici, il Choros e i santuari di Gea, di Zeus e Atena Ago­ raioi, di Posidone Asphalios, di Apollo, di Era e delle Moire; at­ torno a quest'ultimo santuario è riconoscibile un vero e proprio pritaneo, con un complesso di antichi luoghi sacri e pubblici - le tombe eroiche di Oreste e di Epimenide, gli «antichi uffici degli efori», i culti di Estia e di Zeus e Atena Xenioi -, assieme a statue aggiunte in età molto più tarda, il colosso del «Demos degli Spar­ tiati», l'immagine del leggendario > X I 956, p. 48 sgg. M . Moggi, I sinecismi intentatali greci, Pisa I 97 6 . D. Musti, Società antica. Antologia d i storici greci, Roma-Bari I 9 7 3 ·

BlBUOGRAFIA

XXXIX

D . Musti, « Problemi della storia di Locri Epizefirii •, in Atti XVI

Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1 9 76, Napoli 1 97 7 , p . 2 3 sgg . D. Musti (a cura di) , La storiografia greca. Guida storica e critica, Ro· ma-Bari 1 97 9 · D . Musti, Strabone e la Magna Grecia. Città e popoli dell'Italia antica, Padova 1 988 . D . Musti, Storia greca. Linee di sviluppo dall'età micenea all'età roma· na , Roma-Bari 1 9902 . P. Oliva, Sparla and her social Problems, Amsterdam-Prague 1 9 7 1 . F . Ollier, Le mirage spartiate 1 - 1 1 , Paris 1 9 3 3 . L. Pareti, Storia di Sparla arcaica l , Firenze 1 9 2 0 . D . W . Prakken, Herodotus and the Spartan King-Lists, « TA PhA » LXXI 1 940, p. 46o sgg . D . W . Prakken , Studies in Greek Genealogica/ Chronology , Lancaster 1 94 3 · H. Schaefer, s . v . « Patronomos », R E XVIII 2 , I 94 2 , coli. 2 2 9 5 - 2 306. B . Shimron, Late Sparta The Sparlan Revolution 243 - 1 4 6 B. C. , Buffa­ lo I 9 7 2 . C h . G . Starr, The Credibility of Early Spartan History, « Historia >> XIV I 965 , p . 257 sgg . H . Strasburger, Herodots Zeitrechnung, « Historia » V I 95 6 , p. I 29 sgg . ( = W . Marg [a cura di), Herodot. Eine Auswahl aus der neue­ ren Forschung, Munchen I 96 2 , p. 677 sgg . , con varianti) . E . N . Tigerstedt, The Legend o/ Sparla in Classica/ Antiquity l-III, Stockholm-Gi:iteborg-U ppsala 1 965 7 8 . M . E . White, Herodotus ' Starting Point, « Phoenix » XXIII I 969, p. 3 3 sgg. A . M . Woodward , Foreigners as Eponymoi at Sparta in the second Cen­ tury of our Era, « ABSA » XLIII I 948, p. 2 5 7 sgg . A . M . Woodward , Inscriptiones Graecae V r; Some Afterthoughts, « ABSA » XLIII I 948, p. 209 sgg . A . M . Woodward , Some Notes on the Spartan l:tpcxLpti> XXXIV 1 909 , p . 3 7 6 sgg . E. Curtius, Pe/oponnesos I-II , Gotha 1 85 1 - 2 . E . Kirsten-W . Kraiker , Griecheniandkunde. Ein Fiihrer z u k/assischen Stiitten , Heidelberg 1 9 5 5 . W . M . Leake , Pe/oponnesiaca , London 1 846. W . M . Leake , Trave/s in the M o rea I-III, London 1 8 301 . E . Meyer , Pe/oponnesische Wanderungen , Zurich-Leipzig 1 9 3 9 . E . Meyer, Neue Pe/oponnesische Wanderungen, Bern 1 9 5 7 . A . Philippson, Der Pe/oponnes , Berlin 1 89 2 . M . E . Pouillon-Boblaye , Recherches géographiques sur /es ruines de la Morée, Paris 1 8 3 3 . W . K . Pritchett , Studies in Ancient Greek Topography I I I - IV (Univ. of California Publications 2 2 , 2 8 ) , Berkeley-Las Angeles-London 1 980-8 2 . L . Ross, Reisen im Pe/oponnes , Berli n 1 8 4 1 .

7 . Studi su siti e monumenti della Laconia

A) SPARTA . TOPOGRAFIA GENERALE

AA . VV . , Studi su/la ceramica laconica (Archaeo/ogia Perusina J),

Roma 1 986. F . Bolte, s . v . « Sparta. Geographie - II . Sparta (Topographie) », R E III A 2 , 1 9 2 9 , col . 1 3 50 sgg . P. C artledge-A . Spawforth, He//enistic and Roman Sparta , London­ New York 1 98>, in Studies in Ancient Greek Topography V , Berkeley 1 9 8 5 , p. 1 sgg . H . K . Stein , Topographie des a/ten Sparla , Glatz 1 890. C.M. Stibbe , Beobachtung zur Topographie des antiken Spartas, 1 98 1 , p. I O sgg . H . A . Ormerod, Bardounia and North Eastern Maina , « ABSA >> XVI 1 909- I o , p. 6 2 sgg. N . D . Papachatzis , llootL8W" TawapLo�, « AE >> 1 976, p. 1 0 2 sgg. F. Prontera, Il trono di Apollo in Amic/e: appunti per la topografia e la storia religiosa di Sparla arcaica , « Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia di Perugia » XVII I 1 9 8o-8 x , p. 2 1 5 sgg . R. Traquair, Laconia I - The Mediaeval Fortresses, « ABSA >> XII 1 905-6, p. 2 5 8 sgg. R . Traquair, Mediaeval Fortresses of N. W. Peloponnesus, « ABSA >> XIII 1 906- 7 , p. 268 sgg . .

BIBUDGRAFIA

X UII

R. Traquair, Laconia III - The Churches o/ Western Mani, « ABSA ,. XV I 908-9, p. 1. � 8 sgg. H. von Prott, Die Ebene von Sparla, « MD AIA ,. XXIX I 904, p. I sgg. A .J . B . Wace-F . W . H asluck, South-Eastern Laconia , « ABSA .. XIV I 907-8, p. I 6 I sgg . A .J . B . Wace-F . W . H asluck, East-Central Laconia , « AB SA ,. XV I 908-9, p. I 58 sgg . H. Waterhouse-R. Hope Simpson, Prehistoric Laconia: Part I, .c ABSA .. LV I 96o, p. 67 sgg. H. Waterhouse-R. Hope Simpson, Prehistoric Laconia: Part II, .c AB SA ,. LVI I 96 I , p. I I 4 sgg . H. Waterhouse, Prehistoric Laconia. A Note, « ABSA » LI I 956, p. I 68 sgg . A . M . Woodward , Taenarum and S. Moina , « AB SA >> XIII 1 906- 7 , p . 2 I 9 sgg.

CARTINE

Elenco delle Cartine I . 2.







6. 7.

8. 9·

IO. II. I 2. I 3. I4. I 5. I 6. 17.

I8. I



20.

N.B.

pp. Laconia Sparta: pianta generale Sparta : pianta dell ' acropoli prima degli scavi Sparta: particolare della sostruzione dell 'agora Sparta: pianta dell'heroon di Brasida e degli scavi dell' area circost ante Sparta: pianta degli scavi del ginnasio del Platanistas detto « terme dell ' Arapissa >> Sparta: heroon presso l'Eurota detto « altare » Sparta: pianta del santuario di Artemide Orthia Sparta: pianta dell' acropoli Sparta: pianta del teatro Laconia: la piana dell 'Eurota Terapne : pianta e sezione del Menelaion Laconia: la V ardounia Laconia: la zona centro-orientale Geraki: pianta dell' acropoli di Geront re Laconia: la penisola del Parnone Epidauro Limera: pianta dei resti Zarace : pianta Laconia: la penisola di Mani La « città dei Tenarii » e il santuario di Posidone Tenario

XLVill - X UX L u w un

uv LV LVI LVTI LVm

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LX LXI LXII LXm LXIV LXV LXVI LXVII LX V lii - LXIX

Per la realizzazione delle presenti Cartine, disegnate da Roberto Ricciot t i , sono sta· te consultate le seguenti fonti: N.O. Papac h at z i s , llcruoavCou ' EU� llo.p•frrTI" "· 1-V, Athenai 1 974-8 • ' (Cartine 1 , > o ) ; • Annua! of the British School of Archarology at A thens • Xll 1 9o ' -6 (Cartine 2, 3 , 4 , 6 , 7 ) , XIII 1 9Q6- 7 (Cartina 1 9) . XIV 1 90 7 · 8 (Carti­ ne 16, 1 7 , t 8) , XV 1 9o8-9 (Cartine 1 4 , , , ) , XVI 1 909- I O ( C a rt i n a 1 3 ) , XXX 1 9 2 8 · 2 9/ 1 9 2 9 · 3 0 (Cartine 9, t o) , LV 1 960 (Cart ina 1 1 l ; • Bulletin de Correspondance Hellé­ nique • LXXXIX • 96 ' (Cartina '); R . M . Dawkins, The Sanctu. D: la cvìa verso OCCidente>. E: 11 Dromos. F' : la cvìa

dal Dromos agli Agiadll. F': la rvia dal Oromos per Apollo Kameios> . G: la cvìa dal Oromos a orien te> . H: la cvi& dal Chrtone alle porte> . 1: l" acropoli: L: la cVI& per I " Aipio> . lden@cazioni opotellehe o probabli di edifiCi e complessi o del lofo Sito: 1 : agora. 2: Booneta. 3 : santuario di Oiktynna e tombe degli Euripontidi. 4: area dei cPresidll>. 5: Skias e santuan d1 Zeus e Afrodite Otimpo1 1: altura d1 Colona e santuario d1 Dioniso Kolonatas. 7 collina dei santuari di Zeus Euanemos e di Era Hypercheina. 1: heroon di Brasida. l : teatro e herooB dl Pausania e Leonida. 1 0 : Teomehd a con le tombe degli A g 1adi. la lesche dei Crotan1 e 11 santuario di A sclepio en Agiadon. 1 1 : lssoroon e santuario d1 Artemide lssona. 1 2 : santuan di Telide, Demetra Ctorll a , Sarapide e Zeus Ot1mpoo . 13: Platllf)lstas e santuano dei Dioscuri Apheterioi. 14: fonte Dorcea e santuari di Eracle ed Elena. 1 5 : santuario d1 Apollo Kameios (Oromalos). 1 1 : lesche Pokile. 1 7 : santuano di POSidone Genethloos . 1 1 : santuario di Asclepio. 1 1 : Tympanon con i santuari di Afrodite Morpho e delle Leucippidl e � cChitone>. 20: SW�tuari di Artemide Orthia e llizia. 21: acropoli. 22: Alpio. 23: santuario di Artemide Knagia. 24: caltare> (heroon) presso I " E...-ota. 25: tr8CCI8ta delle mura. :ze: santuano extnwnuraneo attribuito ad Achille .

Ul

CARTINE

muro divisorio

Ira

le stanze

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basamento

:.. < ALZATO

PIANTA

SPARTA: PARTICOLARE DELLA SOSTRUZIONE DELL'A GORA

SPARTA: PIANTA DELL' HEROON DI BRASIDA E DEGLI SCAVI DELL'AREA CI RCOSTANTE

o

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"'\.� tfl,�}'

J,

.,�,�;,�/ A:

1

tumulo (con tamburo su gradoni)

B:

canale a fossa per

E:

strutture di età post-dass1ca

sacrifici

C-D: strutture di epoca classica



fistole acquarie

OD - fognatura

88

oo 00 00 00

mosaico muri della prima fase muri più tardi ipocausto l \

'

\

'

p-- -,

> n . s . XV I 88 7 , pp. 48-74. a) ved . B ibliografia (sezioni 2 e 5 ) ; Hitzig b ) H . Hitzig, Coniectanea Pausaniaca, « Fleckeisen's J ahrbiicher » « J ahrbiicher fiir classische Philolo­ gie » (« Neue Jahrbiicher fiir Philologie und Piidagogi b) XXXIV I 888, pp. 49-5 7 ; =

SIGLA

Kayser

Leake Madvig

Millle r

Palmerius

Porson

Schubart

Valckenaer

c) Id . , Ludwig Caspar Va/ckenaer's kritische Studien zu Pausanias, ibidem XXXV I 889 , pp. 8 1 7 - 2 5 . a) K. L. Kayser, Beitriige zur Kritik des Pausanias, « Rhein . Mus . » V I 84 7 , pp. 3 47 -68 ; b) Id . , Zur Kritik des Pausanias, « Zeitschrift fiir die Al­ terthumswissenschaft >> n . s . VI I 848, col . 998 sgg . ved . Bibliografia (sezione 6 B ) . J. N . Madvig, Adversaria critica ad scriptores Graecos et Latinos I . De arte coniecturali. Emendationes Graecae, Hauniae I 87 1 . K. O. Milll e r, Geschichte hellenischer Stiimme und Stila­ te, Die Dorier I (a cura di F. Schneidewin) , Breslau I 88 4 . Palmerius Oacques Le Paulmier de Grentemesnil), Exercitationes in optimos fere auctores Graecos, velut He­ rodotum, Pausaniam, etc . , Lugduni Batavorum I 66 8 . R. Porson, Annotata ad Pausaniam, Oxonii I 8 20 (editi da Th . G aisford, in appendice alle sue Lectiones Platoni­ cae) . a) J . H . C . Schubart , in « Fleckeisen's Jahrbiicher>> XIV I 868, p. 82 I sg . b) ved . Bibliografia (sezione 2 ) . L. C. Valckenaer, in : H. Hitzig, « Fleckeisen' s Jahrbi.i­ cher » XXXV I 889 , pp . 3 4 7 -68 (ved . supra) .

N . B . In questa sede non sono di norma riportate le edizioni, a cui si fa riferimento in apparato, e per le quali si veda la Bibliografia (se­ zione 2 ) . Lo stesso vale per gli studi di carattere esegetico, già citati nell ' ambito della Bibliografia (sezione 5 ) .

PAUSANIA GUIDA DELLA GRECIA

LIBRO III LALACONIA

I,

gli

1.

Dopo le Erme, è già Laconia a occidente. Come di..:oi10
XII I 1 906- 7 , p. 1 5 5 sgg . ) ; per un' idea dell ' aspetto degli heroa di Marone e Alfeo pos­ siamo invece vedere i sepolcri arcaici e classici con relative leschai sco­ perti in vari luoghi di S parta entro e fuori la città (> XII 1 90 5 - 6 , p . 288 sgg . ; « PAE • 1 9 5 6 , p. 2 1 1 sg . ; 1 960, p. 2 2 8 sgg . ; 1 96 1 , p. 1 7 7 sgg . ) .

COMMENTO

m,

12

205

64-6 . .t\a:u&tlf.I.OV(wv . . . Atwv(oov : i n realtà Erodoto dice ( V I I 2 2 7 ) c h e il migliore , dopo Leonida, f u l o spartano Dienece , e, dopo d i lui , Alfeo e Marone . 7 4 · ldp all a sola Afrodi­ te) e l' associazione del tutto eccezionale delle due divinità nello stesso culto ( fondato dal semimitico vate iperboreo Abari) e nello stesso epi­ teto - rarissimo per Afrodite: ved . R E III A 2 , I 9 2 9 , col . I 4 7 3 - v an­ no considerate alla luce della contiguità con la vicina Skias, anch ' essa forse rotonda , e della attribuzione della fondazione al vate E pirnenide cretese . La centralità di costui nella vita politico- religiosa di S parta è confermata dalla collocazione della sua tomba eroica nell' antico epho­ reion cittadino (v ed . I I , I I ) . Dobbiamo pensare a una creazione artifi­ ciale , forse collegata a concezioni cosmologiche, perfettamente con­ gruenti sia con l ' aspetto infero di Dioniso, che domina su tutta l ' area, sia con la teogonia e il complesso pensiero teologico attribuiti a E pi­ menide . A questo si congiunge il resto degli altri edifici sacri e heroa , tutti vicini fra loro , i l santuario di C astore , i l gemello mortale nella coppia , e archetipo di destini oltremondani dell'eroe, e il tempio di Core, dall ' appellativo di Soteira, ) tramandatoci da Sosibio (ap . Ateneo , I I I 78 c) e da Esi­ chio (s. v . auxt XLV I 9 5 0 , p . 4 8 sgg . , con C . Buckler, in « A]A >> XC I 986, p. 43 I sgg . ) , anche se la tradizione (Erodoto, VI 6 7 ; Plutar­ co, Ages. 2 I , 2 9 ; Luciano, A nacharsis 38) parla di un teatro a Sparta, sia pure per pubbliche assemblee , per le gimnopedie e altri giochi efe­ bici (ved . discussione in RE III A 2 , I 9 2 9 , col. 1 3 65 sg . ) , fin dall ' ini­ zio del V secolo a . C . L ' edificio attuale con la cavea marmorea è in massima parte un rifacimento augusteo , probabilmente opera di Euri­ cle (a lui forse si riferisce una prora di nave con N ike rinvenuta negli scavi: ved . « ABSA » XXX I 9 2 8-9/ I 9 2 9 - 3 0 , p. 2 0 8 , fig . I 9) , con ag­ giunte dell'età vespasianea {IG V I , 69 I ) . Al II secolo d . C . dobbiamo attribuire la scaenae frons , mentre si conoscono restauri del 2 2 0 d . C . , d i età tetrarchica e posteriori al sacco gotico del 3 9 5 d . C . (cfr. A . M . Woodward , in « ABSA >> XXVII 1 9 2 5 -6, p . 1 7 5 sgg . ; XXVIII I 9 2 6-7, p . 3 sgg . ; XXX I 9 2 8-9/ I 9 2 9 - 3 0 , p . I 5 I sgg . ; H. Bulle , Das Theater zu Sparta , Miinchen I 9 3 7 ) . L' importanza delle opere edilizie del teatro e degli edifici scenici e pone scaenam (termine tecnico latino per i porti­ ci dietro la scena del teatro) sono attestati anche dal bollo di mattoni pubblici con espressa menzione della axtXvo&rjxtX, « Custodia delle sce­ ne » (JG V I , 8 n - 88 I ) . 3 - I o . "tou 9t&t"tpou . udfLttYtXv : i l cosiddetto Leonidaion , piccolo edificio del V secolo a . C . in opera isodoma, a qualche centinaio di me­ tri a sud del teatro, con ogni probabilità da identificare con uno dei santuari sulla Afetaide o sui diverticoli della « strada dal Dromos a _ _

2I2

COMMENTO Ill ,

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oriente » (ved . 1 5 ,6), non ha nulla a che fare con questi due heroa (ved . H. Schafer , in Charites - Festschrifl E. Langlotz, Bonn 1 9 5 7 , p . � 2 3 sgg . ; W . R . Connor, i n « TAPhA » C I X 1 9 7 9 , p . 2 I sgg . ) , a l pari di un leone funerario (« MDAIA >> I I I 87 7 , n . I 84 , p. 3 7 5 ) , rinvenuto all' incirca nella stessa zona. Destituiti di fondamento anche altri ten­ tativi di identificazione (ved . , ad es . , Frazer , I I I , p . 3 3 4 ) . Degli agoni abbiamo testimonianze epigrafiche di età romana (IG V I , I 8, I 9 , I 9 2 , 5 5 9 , 6 5 8 , 66o ; cfr. R E I I I A 2 , I 9 2 9 , col . I 5 I 5 ) . I I - 2 . 9to�J.TjÀ(Òa . . . 'A-y\ctÒwv �cnÀfwv : l e tombe dell ' altra dina- < stia regia si trovano in posizione diametralmente opposta a quell a degli Euripontidi (ved . I 2 , 8) al termine dell 'Afetaide , collocazione c he ha fatto speculare anche riguardo al significato della regalità spartana (ved . Frazer, I I I , p. 3 3 4 ) . La località di Teomelida appare tra le più importanti , se non la più importante dell ' intero percorso « occiden­ tale » , dove , oltre alle tombe regie , si concentrano la /esche (una > 1 9 3 7 , p. 2 1 7 sgg . ; cfr. M. Bock , in « Hermes » LXXV 1 94 0 , p. 2 3 1 sgg . ; Id . , in n . s . XI 1 98 5 , p. 7 sgg . ) , che appartiene alla nota serie dei rilievi eroici laconici detti > (sui quali ved . da ultimo M . Andronikos, in « Peloponnesiaka » I , 1 95 6 , p . 2 5 4 sgg . ) . Si tratta di un documento straordinario dell ' i mportanza del culto funerario ed eroico di Sparta. Per una possibile identificazione dell'edificio di questo heroon o del successivo tempio di Licurgo con una costruzio­ ne ret tangolare di età ellenistica a ovest del Limneo, ved . Chr . A . Christou, in >, in Gli Etimi e l'area elima fino all'inizio della prima guerra punica , Paler­ mo I 990, pp. I 5 5 - 7 I ) . Tucidide lo registra nel suo effetto finale ; prima la zona di Erice era una xwpa con un centro sacrale, sul monte Erice , correlato a Segesta. 40-5 I . Auxoup-ycp . . . �pciJov: questo set tore di it inerario , ricco di monumenti dagli spiccati connotati politici, ci conduce al temenos di Licurgo , mitico legislatore di Sparta (cfr. Erodoto, I 66; Strabone , VIII 366; Plutarco, Lyc . 3 r ; Suida, s . v . Auxoiip-yoç ; N icolao di Da­ masco , FGrHist 90 F 56; Pausania, ved . sopra , commento a cap . 2 , Il . 2 8-4 1 e cap. 7 , Il . 4- 2 1 ; ved . Wide, p . 2 8 1 , con A . G . Roo s , Ly­ curgus, Groningen I 9 3 2 , e, da ultimo, A. Szegedy Maszak , in « G RB S >> XIX 1 9 7 8 , p. 1 99 sgg . ) . La leggendaria figura, per molti tratti da confrontare con il locrese Z aleuco (ved . D . Musti, in A tti XVI Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1 9 76, N apoli 1 9 7 7 , p. 72 sgg . ) , è venerata assieme al figlio Eucosmo, e a Latria e Anassandra (la cui vicenda mitica rinvia direttamente a quella delle Leucippidi ) , sepolte presso l ' altare del dio, come avviene nei grandi hn-oa spartani di epoca ellenistico-romana (ved . sopra 1 2 , 8-9) . Un ri­ cordo della testa della statua di culto è forse sulle monete di Sparta romana (lmhoof-Blumer-Gardner , p . 56, tav. N, X). N umerose epi­ grafi ( IG V I , 4 5 , 1 3 0 , 3 I 1 - 2 , 5 4 I - 2 , 683) ricordano la > (ved . A . M . Woodward , in « ABSA >> XIV I 90 7 - 8 , p . I I 2 sgg . ) . Come g i à per l' heroon di Chilone , n e i pressi d e l tempio sorgono varie tombe eroiche , di Teopompo re Euripontide di VIII secolo a. C . , del trierarca Euribiade (Erodoto, VIII 2; 42; 74; I 2 4) e dell' eroe Astrabaco (Wide, p. 2 7 9 sg . ) , responsabile dell ' introduzione del non lontano culto di Orthia (cfr. I 6 , 9 ) : il fenomeno denota l ' evidente volontà di ricollegarsi alla figura sacrale e politica del legi­ slatore . D ' altro canto , a conferma dei forti connotati politici di que-


>) , e si addice bene all a costiru­ zione aristocratica di Sparta. 5 2 -88. 'tÒ òì. xwp(ov . . . òp96v : un lungo brano dominato dalla s to- < ria dell ' immagine di culto dell'Artemide Orthia, divinità centrale nella storia dei culti spartani (ved . avanti) . Non sorprenderà che questa volta Pausania lasci da parte il suo tradizionale antilaconi­ smo, per preferire la versione spartana, perfino ai danni di quella ateniese, sull 'origine dell' immagine di culto. Per lui , non è la statua ateniese, né quella presso i C appadoci o quella nel santuario della Anaitide in Lidia, ma la spartana a provenire dall a Tauride . In ogni caso , la disputa in favore della barbaricità originaria della Artemide spartana ha anche il suo risvolto « negativo >>: sottolinea cioè l' asprezza del costume spartano, alle ll. 7 5 -86, e la distanza di Pausania da Sparta, alla fine, si ristabilisce. Prezioso punto fermo della topo­ grafia di Sparta, il santuario di Artemide Orthia (cfr. Strabone, VIII 362), noto attraverso gli scavi britannici (R.M. Dawkins et alii, The Sanctuary of Artemis Orthia at Sparlll , London I 9 2 9 ; ] . Boardman , in « ABSA >> LVIII I 963 , p. I sgg . ) , si attesta sulle sponde paludose del­ l ' Eurota - donde il nome di Limneo del luogo sacro dall' area a est di Limne - ai limiti orientali della città. La più antica frequentazione risale al X secolo a . C . (cfr. E. Kirsten , in « Bonner Jahrbiicher » CL VIII 1 9 5 8 , p. qo sgg . ) , ma l' altare più antico è databile solo alla fine del IX secolo a . C . , cui fa seguito, a metà circa dell'VIII secolo a. C . , il primo modesto edificio di culto. Agli inizi del VI secolo a . C . (circa 5 7 0 a . C . ) il tempio (metri 1 7 x 6 ,6o) viene ricostruito i n for­ me doriche (forse in antis, cfr. « ABSA >> XVI 1 909- I o , fig . I I , p . 4 2 ) assieme all' altare ora di proporzioni ragguardevoli, mentre agli inizi del II secolo a . C . ( q 8 a . C . ?) si data l' ultimo rifacimento dell 'e­ dificio di culto. Al principio dell ' età romana, la popolarità delle ceri­ monie efebiche descritte da Pausania ha fatto costruire attorno al-

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1 6- 1 7

227

l ' altare u n anfiteatro ligneo , sostituito nel I I o nel III secolo d . C . da una analoga struttura in mattoni . Lo scavo ha restituito anche un numero considerevole di ex voto in materiale prezioso e non , avori e ceramiche , figurine di piombo , maschere fittili (gli at!crxPà 'ltpoGW1ttlat di E sichio, s . v . �puÀÀLXLa-tat!; cfr. ] . Burr Carter, The Masks of Or­ theitl, « A]A » XCI 1 98 7 , p. 3 � � sgg . ) e una considerevole quantità di iscrizioni (IG V I , 2 5 2 - 3 � 6 ) , i vi comprese quelle dei bomonikai, gli efebi vincitori (presso l'altare) della gara di fustigazione descritta­ ci da Pausania e da altre fonti (Piutarco, Inst. l.Ac. 3 4 , Mor. 2 3 9 c ; Senofonte, l.Ac. Resp. 2 ,9 ; Filostrato, Vita Apol/onii VI 2 0 ; Suida, s . v . .i\uxoiiP"(oç ; scolio a Igino , Fab. 2 6 I ; M . P . N ilsson, Griechische Fe­ ste von re/igioser Bedeutung, Leipzig I 9o6, p. I 90 sgg . ) . Il carattere del­ la divinità appare complesso e multiforme , legato alla transizione degli efebi (ved. H. Jeanmaire, Couroi et Courètes, Lille I 9 3 9 · p. 463 sgg . ) , ma anche ai riti matrimoniali ( Alcmane, frr . I e 3 Page 3 e 2 6 C ala­ me ; ved. Calarne , l, p. 2 76 sgg . ; I l , passim) , alle nascite e all a fecondità, come mostrano numerosi ex voto di varia epoca. L'etimo dell' attributo Orthia (forse nome originario della dea) , spiegato variamente dall o stesso Pausania e da altre fonti (L. Z iehen, in RE III A 2 , I 9 2 9 , col. I 469 sg . ) , non appare di facile esegesi (ma ved . comunque IV 3 I , I O) , se si pensa all a varietà delle implicazioni mitiche e rituali della documentazione , che comprende anche notizie di altri agoni (i !'Wat, musicali , e i xt.ÀTjat o xtÀolat, forse di recitazione) e offerte per le vit torie , assai particolari , come il falcetto di ferro . La divinità si rivolge dunque al mondo tanto maschile quanto femminile e a tutte le classi di età, con un tipico tratto di arcaicità denunciato anche dall a statua (discussione di L. Ziehen, loc. cit. , da ultimo F. Graf, in « Antike Welt » X I 9 7 9 , p. 33 sgg . ; sul significato della /ygos , da ul­ timo M. N afissi, in « PP » XXXVI I I I 9 8 3 , p. 4 1 7 sgg . ) . Il suo culto, anche all a luce dei vari aitia di fondazione (ved . anche l 3 3, I per Brauron) , appare comunque aver avuto una forte funzione unifican­ te per la polis spartana, implicita nel ruolo assunto dalle obai nell 'u­ na variante (cfr. I 4 , 2 l , da Oreste (cfr. I I , I o) nell ' altra delle versioni dell'aition . La polemica sulla « vera immagine •• infine è un argomen­ to tipico di Pausania. Si noti comunque che il tipo xoanico , a forma cioè di tavola o tronco squadrato !igneo , di Orthia , quale ci è noto dalla descrizione di Pausania e iconograficamente a Messene (ved . IV 3 I , I O ) , non corrisponde affatto alla statua di Laodicea riprodotta da monete di quella città (lmhoof-Biumer-Gardner, p . 5 7 , tav . N , Xl-XII) . =

1 7 , I . E!ÀtL9u(atç ltp6v : l' associazione di llizia (dea dei parti) con Artemide , replicata nel san tuario del Dromos ( I 4 , 6 ) , ritorna nella grande area sacra del Limneo . La vicinanza (cfr . A. Delivorrias , in « AAA » l I 968, p. I I 9 sg . ) deve essere stata grande , dal momento

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che due doni votivi trovati nel Limneo recano dediche a Ilizia (> tra Artemide e la dea (ved . Far­ nell , III, p . 6o8 sg . ; sulla dea ved . S. Pingiatoglu , Eileithyia , Wiirz­ burg I 98 I ) . 3 - 7 . AcxxtOcxLfLOVlOL� . . . ÒtxplntoÀLv : l'ultimo itinerario tocca l' acro­ poli, u n ' altura che si eleva - in corrispondenza con l'osservazione di Pausania - appena I 6 metri sulla piana sottostante. Tutta l' acropoli appare incentrata sul grande santuario poliadico di Atena Chalkioi­ kos ( q , I - 3 ) , che , fra le cornici di portici a sud (con il tempio di Zeus Kosmetas) e a ovest ( 1 7 ,4), è contornato «a sinistra >> dal san­ tuario delle Muse, « dietro >> dal tempio di Afrodite Areia, e «a de­ stra ,. dalla statua di Hypsistos e dallo Skenoma ( q , 5 -6) , mentre presso l ' altare della Chalkioikos (l'Atena « rivestita di bronZO >>) Pau­ sania vede le statue di Pausania, il vincitore di Platea, e di Afrodite Ambologera ( q , 8- I 8 , I ) . Quindt il percorso muove verso nord , in di­ rezione dell ' Al pio (le attuali alture di Moundouna) , dove si incontra­ no i tre ultimi santuari urbani , quelli di Atena Ophthalmitis, di Am­ mone e di Artemide Knagia ( I 8 , 2 - 5 ) . 8- 2 7 . 'A&rjva� itpòv . . . 'Ep"(cX\IT}� itp6v : lo straordinario edificio sa- < ero rivestito di bronzo (Suida, s . v . ed Esichio, s . v . ; cfr. Aristofane , Lys . I 300 sgg . ; Euripide, Tro. I I I 2 con scolio, Hel. 2 2 8 , 2 4 5 con scoli) è il santuario poliade di S part a , come denuncia l' epiteto secon­ dario di Poliouchos (« che regge la città >>) della dea, noto anche da altre fonti (IG V I , 2 I 3 ; tuttavia, titolo di sacerdozio distinto in JG V I , 5 5 9 ) . Il luogo è giustamente famoso per l' episodio, narrato an­ che da Pausania ( q , 7 ) , della morte del vincitore di Platea (Tucidide, I I 3 4) , e per il diritto di asilo, connesso a quell ' episodio , ma anche altrimenti ricordato (Plutarco , Lyc. 5 , Agis I I , I 6 ) . Il santuario è stato identificato dagli scavi britannici (« ABSA >> XII I 905-6, p . 44 I sgg . ; XIII I 9o6- 7 , p. I 3 7 sgg. ; XIV I 9o 7 - 8 , p. I 4 2 sgg . ; XXVI I 9 2 3-4/ I 9 2 4 -5 , p. 2 40 sgg. ; XXVIII I 9 2 6- 7 , p. 37 sgg . ; XXX I 9 2 8- 9/ I 9 2 9 - 3 0 , p. 2 4 I sgg . ) e consta di una terrazza rett angolare sostenuta da muri di contenimento, di metri 2 5, 20 di lunghezza, a circa I o metri dal limite superiore della cavea del teatro . Su questa terrazza bordata da una stretta krepis o gradino, dovevano posare l' edificio (definito oikodomema) della dea e il sacello , posto « Il stesso » (cxù­ 't69L) , di Atena Ergane (« del lavoro ») ( q , 4 ) , nonché l ' alt are con le ­

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statue di Pausania e Afrodite ( 1 7 , 7 - I 8 , I ) . La terrazza, che ingloba un altare di età geometrica (dell'epoca cioè delle prime attestazioni del culto) , sembra essere tardo-arcaica (> XIII I 906- 7 , p . I 44 sg . ) , contemporanea forse all ' opera del bronzista Giziada. La cronologia di quest ' ultimo è assai controversa (ved . G. Pesce , in EAA III I 96o , p. 9 I 3 sg . ) , collegata com 'è da Pausania ( I 8 , 8 ) alla data delle guerre messeniche ; il suo /loruit più probabile, in base al­ l 'akme, al massimo della fioritura della bronzistica laconica arcaica (cfr. V. Hii.fner, Das Kunstschafien Lakoniens , Diss . Miinster I 96 5 ) dovrebbe essere i l tardo VI secolo a . C . , quando vanno datati anche l' opera di C allo ne di Egina (ved. A. G iuliano , in EAA IV I 96 I , p. 3 0 4 ) , autore con Giziada dei tre tripodi di Amide ( I 8 , 8 ) , e un fram­ mento di iscrizione met rica trovata nello scavo, che potrebbe essere parte dell' inno di Giziada, menzionato da Pausania (, l . I 5 sg. , Pausania mostra il suo interesse per la > culturale . ) D ' altro canto, la scoperta a C irene di lastre bronzee sbal­ zate del t ardo VI secolo a . C . (« A] A » LXII I 96 8 , p. 1 7 4 ) , che ap­ partengono a un sacello analogo alla Chalkioikos , mentre conterma che era il piccolo (cfr. Tucidide , I I 3 4) edificio a essere > XIII I 9o6- 7 , p. I 3 9 ; XIV I 90 7 · 8 , p. I 4 5 ) e non la statua della dea (cosl , erroneamente, Imhoof- Blumer-G ardner, p. 58, tav . N , X I I I ; possibile replica i n u n bronzetto dallo scavo: « ABSA >> XIII I 906-7 , p. I 48 ) , dimostra che qut:llo è l' orizzonte cronologico più probabile per la costruzione del tempio. La decorazione sviluppa soggetti noti all' iconografia laconica (ved . M. Pipili, Laconian Icono­ graphy of the Sixth Century B . C. , Oxford I 98 7 , p. 8o sgg . ) , purtrop· po descritti solo in parte da Pausania. Oltre ai temi eroici e divini, significativa è la scelta del >, soggetto caro agli ar­ tisti arcaici come autorappresentazione dell 'orgoglio artigiano (ved . M. Torelli , in Storia e civiltà dei Greci 6, Milano I 9 7 9 . p. 4 7 7 sgg . ) , cui non è estranea l a contiguità tra Atena Ergane (una sua dedica è in > XIII I 906-7 , p . I 46 sg . ) e forse anche dalla celebre scultu­ ra del cosiddetto Leonida, ivi rinvenuta e databile all ' epoca qui at· tribuita a G iziada e all a ricostruzione del santuario ( del culto infine ved . L. Piccirilli , in I santuari e la guerra nel mondo clas­ sico , Milano 1 9 8 4 , p. 3 sgg . I 2 . tà le 'A�Lova[w\1 . . . Àa�upcx: cfr. I 1 7 , 5 ; 4 I , 3 · 4 , e II 2 2 , 6 sul-


> XXXVI I 9 2 3 - 4/ I 9 2 4 · 5 ,


) (così deve certo correggersi il testo tràdito) , che farebbe accordare con l ' antichità dei resti l' arcaicità dell aga /ma sphyrelaton, la « statua sbalzata col mar­ tello » (sulla tecnica , ved . I. Papadopoulos , Xoana e sphyrelata , Roma I 980), attribuito a Clearco di Reggio (VI 4 , 4 ) , pallido epigono del dedalismo (ved . M. Torelli , in Storia e civiltà dei Greci 2, Milano I 9 7 8 , p . 698 sgg . ) . Arcaici erano anche gli xoana , le > (come compensatore e ri­ paratore dunque) , per il quale ved . L . Ziehen , in RE III A 2 , I 9 2 9 , col . I 485 . 5 I ·7 4· "tà 1\t lç au"tÒ\1 . . . "tOU"t0\1 : sui grande interesse di questo ca­ pitolo per il metodo di Pausania nella scelta del materiale storico , cfr. Pausania, Guid.l della Grecia I . L 'Attica , a cura di D . Musti e L . Beschi , Milano I 9872 , Introduzione generale, p . xxxvi sgg . La storia era già narrata da Plutarco , Cim. 6 e de sera numinis vindicta I o , Mor. 5 5 4 f- 5 5 5 c, ma con particolari divers i . Ad esempio, il luogo di consultazione dell ' anima di C leonice in Plutarco è Eraclea Pontica, '


> XV 1 908-9 , p . r o8 sgg . ; XVI I 909· I O , p. 4 sgg . ; H . W . Catling, in Neue Forschungen in griechischen Heiligtii­ mern, Tiibingen 1 9 76, p. 77 sgg . ; > CI I 9 7 7 . p. 5 5 7 sgg . ; C I I 1 9 7 8 , p . 6 7 3 sgg . ; C I I I 1 97 9 , p . 5 6 3 ) . E s s o domina l' alto di u n a col­ lina (Polibio, V r 8 , 2 1 , 2 2 ; Livio , XXXIV 2 8 ) , a poca dist anza a ovest da uno dei vari insediamenti micenei della zona, e consta di un basamento con crepidine e grande muro che funge a un tempo come muro di peribolo e di sostegno (metri 2 3 ,80 x r 6 ,6o) , coronato da un piccolo « tempietto » (metri 8,6o x 5 . 4 5 ) . La costruzione attuale risale alla prima metà del V secolo a . C . , ma è stata preceduta da un edificio analogo di età tardo-arcaica, mentre la documentazione del culto (ceramiche , statuette, figurine di piombo , bronzetti) copre un arco di tempo dal X secolo a . C. (J. M . C ook, in rtpaç A. Ktpa�o­ ltouÀÀou, Athina 1 9 5 3 , p. I I 2 sgg . ) all 'epoca ellenistica, con dediche agli dei Elena e Menelao e doni votivi come le figurine di piombo («ABSA >> LXXIX 1 9 8 4 , p. 2 3 sgg . ) o i topi in bronzo, che connotano il culto come ctonio con sacrifici divini - e non eroici (cfr. Isocrate, I 0 , 6 2 - 3 ; Atenagora , Legatio pro Christianis I 4 ; Enea di Gaza, Theophrastus 646 Migne; Eusebio , Praeparatio evangelica V , 2 8) e con feste ( Esichio, s . vv . ' EÀtv(a e xawa9pa) . Il ruolo del santuario, secondo il noto aneddoto della moglie di Aristone (Erodoto, VI 6 I ) ripetuto dallo stesso Pausania (ved . 7 , 7 ) , è legato ancora una volta alle fanciull e (cfr. Plutarco , Ages. 1 9) e alla profilassi della bellezza, data la connotazione di Elena come > (ved . bibliogra­ fia alla nota I 9 , 7 8- I oo) , funzione centrale in un mondo come quello spartano, dove la donna occupa una posizione di primo piano per la conservazione delle strutture socio-economiche (cfr. J. Redfield , in > LXXIII 1 9 7 7 - 8 , p . 1 46 sgg . ; C. Piper , in > I 96 2 , p . I I 3 sgg . ) . 5 5 -6 1 . -d]v 8 t l1t' 'Apxa8(a� . . . Ntom:oÀt!J.OU : l ' itinerario verso sud < si è concluso e Pausania si dirige ora a nord- nord-ovest di Spart a , sulla riva destra dell ' Eurota . Qui , a poche centinaia di metri dall a città, gli scavi inglesi ( > XIII 1 906- 7 , p. I 69 sgg . ) hanno messo in luce un tratto di muro di temenos di età classica , con altri muri più tardi e una messe di ex voto fittili e di piombo miniaturiz­ zati, e ceramiche dall ' età orientalizzante a quella ellenistica . La pro­ posta dello scavatore di identificare il santuario scoperto con quello di Achille può essere accolta solo con riserva, dato che ritrovamenti a nord di Sparta includono anche un grande recinto di metri 30 x 10 che appartiene a un santuario venuto in luce presso il mo­ derno ospedale I 50 metri a nord-ovest della chiesa di Analipsis (« ABSA » LV 1 960 , p. 8 2 ) . Il rapporto tra santuario ext raurbano e pratiche efebiche nel ginnasio urbano è quello consueto nei riti ini-

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" z iatici ( A . Brelich, Paides e parthenoi, Roma I 96 9 , p. 29 sgg . ) . Ac hil­ le ha un ruolo notevole nel panorama religioso laconico (ved . 2 5 , 3 ) , i n questo caso sottolineato dalla fondazione del santuario da p arte di un discendente diretto dell'eroe. Le origini del culto sono certamen­ te predoriche (cfr. Anassagora, ap . scolio a Apollonia Rodio, IV 8 I 4), alla luce del nesso con l' area tessalo-beotica e dei rapporti tra Achille e i culti eroici della periferia laconica (Wide , p . 2 32 sgg . ) . Su Atena Pareia, dalla denominazione non facilmente spiegabile, ved . Wide, p. 6o sgg . 62-6. " l mtou . . . lvratu9at : ritorna il sacrificio del cavallo (ved. 2 0 , 2 ) , un rituale diffusissimo nel mondo antico (ved . da ultimo A . Mastrocinque , La religione dei Veneti , Padova I 98 7 , p . 79 sgg . ) , che qui si colora dell' inedito significato di pegno per i concorrenti di una « gara » matrimoniale . In realtà la relazione , come già nell' analogo rito del Taleto con Elio e Leucippo , è qui nel ricordo dei valori « sola­ ri » di Tindareo, che ministra il sacrificio . A Sparta Tindareo viene fatto segno di onori divini (ved . I 7 , 4) . Il motivo di Tindareo , dei Tindaridi , di Elena, percorre , come si vede, insistentemente, ma an­ che con forte effetto di caratterizzazione , l ' intero libro terzo . 66- 8 . x(ovtç . . . &y�À!J.Ot"tat : l' antichissimo simbolismo astrale del « sepolcro del cavallo » riecheggia nei poco distanti sette pilastri o co­ lonne, identificati come raffigurazioni aniconiche dei pianeti. Il culto delle pietre meteoriche come prodotto celeste, e la diffusa tradi­ zione dell'Apollo Agyeius , rappresentano i referenti più diretti per questo singolare monumento di culto aniconico (ved . M . P . N ilsson, Geschichte der griechischen Religion I , Miinchen I 96 7 3 , p . 2 0 I sgg . ) . 68-70. xo; t Kpat�� (ou . . . 'Apd!J.tOoç: i l culto d i Apollo e Artemide viene replicato in queste due aree sacre fra loro vicine . Apollo è pre­ sente nella versione del Karneios-Kraneios cosi popolare in Laconia, e l'attributo di S temmatias , da spiegare con gli stemma/4 (« corone >>) degli swphylodromoi (Wide, p. 77 sgg . ) , ne conferma l ' identità di rito con quello del santuario urbano maggiore (ved . I 3 , 3 ) . Meno chiaro è l'epiteto di Artemide , Mysia, noto per Demetra in Argolide (Il I 3 , 3 e 3 5 , 4 ) , tradizionalmente spiegato con la myesis (« iniziazione mistic a ») di cui sarebbe stata titolare . Wide (p. I I 8 sg . ) preferisce e forse a ragione - metterlo in relazione con il topo (!J.uç) , confron­ tando questa Artemide con quella di Lousoi (Pausania , VIII I 8 , 8 ; C allimaco, Dian. 2 3 3 sgg. con scoli) , con l' epiteto d i Apollo S min­ theus (Esichio , s . v . ) e con il toponimo Mysia (Etymologicum Ma­ gnum 595 , 4 5 ) . Al riguardo mi sembra significativo che nello scavo del Menelaion sia stato rinvenuto un ex voto bronzeo di topo (« BCH » CI I 9 7 7 · p . 5 5 9 , fig . 98) . 7 I . liyatÀ!J.Ot "tijç A!oouç: ancora una volta un aition che deriva dagli agoni matrimoniali, questa volta di Odisseo per Penelope (ved . I 2 , I e 4) , interviene a spiegare il simulacro della personificazione di


> conqui­ stata dagli S partani e origine del nome degli iloti (Strabone , VIII 3 6� ) , Pausania vede solo le rovine . In precedenza tuttavia egli ne ha ricordato il santuario di Core, collegato nel culto al grande Eleusi­ nion di Brisee , cosl come iscrizioni di Sparta menzionano culti di Posidone , di Temenio (collegato a quello di Core) e di Asclepio Schoinatas (« del giunco », probabilmente per la presenza di paludi nell ' area) Lv "t " EÀtt (IG V I , 2 I 3 , 49 7 , � 8 9 , 6o2 , 6o8) , celebrati tutti - tranne quello di Posidone - nel II e nel III secolo d . C . Mal­ grado il diverso avviso di alcuni, non c'è dubbio che , se la città era in rovina, i santuari e la vita conservatasi attorno a essi spiegano la sopravvivenza del nome di Elo come centro abitato (F. Bolte, in RE III A 2 , I 9 2 9 , col . 1 3 3 5 ) . Il luogo antico non è localizzato con cer­ tezza. Se la Elo omerica (Il. I I 584) deve trovarsi con grande proba­ bilità nel sito di H. S tephano s , dove pure sono venuti alla luce molti resti micenei e tracce di un muro di cinta ( « ABSA » LV I 960 , p. I 9 7 sgg . ) , quella classica è collocata variamente nell ' area di Kalyvia, più verosimilmente a Manolaki (« ABSA » XV I 908-9, p . I 6 I sg . ; dr. XXIV 1 9 1 9 - 2 0/ 1 9 2 0- I , p . 1 5 0 ) . 2 3 . 'Axp(ott: l a cittadina è facilmente localizzabile grazie all a di­ stanza da Trinaso fornita da Pausania, a est della foce deli' Eurota nel sito dell' attuale vill aggio di Kokkinià , dove sono stati visti resti e materiali antichi ( .. ABSA ,. XIV I 90 7 - 8 , p. 1 6 2 ) . 2 3 - 9 . MT)"tpò� 6wv . . . TotY"t6:Àou : questa è l a culla, secondo Pausa- < nia, del culto anatolico della Madre degli Dei tanto diffuso nel pe­ riodo arcaico laconico O. de la Genière , in « MEFR » XCVII 1 9 8 5 , p . 69 3 sgg . ) . L' osservazione diviene pretesto pe r una divagazione sulla statua rupestre della dea a Magnesia del Sipilo, luogo sul quale Pausania torna un'altra volta (dr. anche V 1 3 , 7 ) anche in connessione con la leggenda e la genealogia di Tantalo (ved . Il 2 2 , 3 ) . Forse si tratta della stessa immagine rupestre di N iobe, pure ricordata altro-

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ve (l 2 I , J ) . Qui Brotea appare come figlio di Tantalo : altrove (Il 2 2 ,3) come possibile padre , in un contesto che fa riferimento alla tomba di Tantalo, vista di persona da Pausania. 3 1 . N LxoxÀlo: : un' iscrizione frammentaria (IG V 1 , 1 1 o8) , vista da Le Bas, è stata da questi integrata (« RA » 1 84 5 , p . 2 20) come la dedica all ' olimpionico di epoca sconosciuta. 3 4-9. cX1tÒ 9ClÀilaaTjç . . . �OCl\1 : Gerontre (che appare in III 2 ,6 nella < forma rtp& ...Opcu) è località originariamente achea, appartenente or­ mai agli Eleuterolaconi, e in antico dorizzata con la violenza dagli Spartani. Notare come l7toutoL qui stia semplicemente a indicare la co­ lonizzazione come osservata dal punto d ' arrivo invece che dal punto di partenza : non dunque un tipo di colonizzazione diverso dall '&7toL­ xtcL, ma solo un modo diverso di osserv are e definire la colonia. 39-47 . xa-,:Òt �Ì\1 . . . \ICl> LVI 1 96 1 , p . q � ) . Le distanze da Ge­ rontre inducono a identificarla invece nella località di Nerotrivi nel fondo della valle dominata dall ' abbandonato monastero di Daphni , ricco anch' esso di resti antichi (« ABSA ,. XV 1 908-9 , p. I 64 sg . ) . �6-6 1 . 'AoW7tÒ� . . l7ttxÀT}oLv : l a città antica oggi semisommersa si trova sull e rive del mare presso il villaggio odierno di Plytra (« ABSA » XIV I 907-8, p. 1 6 3 ) , donde provengono dediche a mem­ bri della famiglia di Giulio Euricle ([G V I , 96 8 - 9 ) , forse in rappor­ to con il tempio di culto imperiale menzionato da Pausania. Ancora di recente non sono mancati altri ritrovamenti archeologici nella s tessa località (« BCH ,. LXXX 1 9 5 7 . p. � 5 o ; CIV 1 98o, p. 6o7 ) . Il santuario di Asclepio Philolaos (« amico del popolo ») viene ricono­ sciuto in cospicui resti di epoca greca presso la roccia detta Katapygi a circa 2 chilometri da Plytra, là dove sono anche le rovine di un monastero abbandonato (« ABSA » XIV I 90 7 - 8 , p . I 6 2 sgg . ) . 6 1 - 3 . Tij � ot àxpo1t6Àtw� . . . llapaxu7tapLoo(wv : materiali preistorici dal neolitico al miceneo (« ABSA » LVI I 96 1 , p. I 3 9 sgg . ) , trovati sulla collina di Goulas 2 chilometri a nord-ovest di Plytra, in vista della baia di Zyli, consentono di fissare sia l'acropoli di Asopo che il sito delle rovine della città detta « degli Achei Parakyparissioi >>, co­ me Pausania definisce gli abitanti predorici della città di Kyparissia, vista ancora da Strabone (VIII 3 6 3 ) . Il nome è ripetuto dalla deno­ minazione dell ' Atena colà venerata . Monete di Asopo ci restituisco­ no l ' immagine dell' Atena Kyparissia (Imhoof-Blumer-G ardner , p. 6 3 , tav . O, X ) . 64 - 6 . lcrcL oL . 'Y7ttpnÀla:,;oy ovo J.L& CouoLY : il santuario ebbe c a - < rattere di luogo di culto comune degli Eleuterolaconi (JG V I , p . I 87) ed è stato localizzato presso Phiniki a e s t d i A sopo (« AE >> 1 884, p. 79 sgg. ; I 88 � . p. 58 sgg. ; « PAE » I 885 , p. 3 I sgg . ; « ABSA ,, XV 1 90 7 - 8 , p. 1 6 5 ; XXIV I 9 I 9- 2 0/ I 9 2 0- I , p. 1 3 7 ) , donde proviene una messe notevole di iscrizioni su pietra e su lamine di bronzo , con dediche ad Apollo Hyperteleatas (« che porta a compimento >>? IG V 1 , 979- 1 1 06 ; cfr . P . G . Kallig as, in « AaxwvLXGtl l:7tou&.tb> V 1 9 80, p . 1 8 sgg . ) . Il culto di Asclepio (del quale non possediamo però iscrizioni) si sarebbe aggiunto a quello del padre . Nel 1 968-9 si è messa in luce la fondazione di un edificio arcaico di metri 2 7 ,9 x 7 ,4, da identificare probabilmente con il tempio del dio (> LXXIX I 9 5 6 , p . 2 7 7 ; LXXXI I 9 5 8 , p . 7 I 3 ; LXXXV I 96 I , p . 6 8 6 ; XCVIII I 97 4 , p . 6 I 3 sg . ; C I I I 97 8 , p . 6 7 3 ; « ABSA ,. L V I I 96 1 , p. I 4 2 sg . ; XIV I 90 7 - 8 , p . 1 7 9 , n . 2 ) è notissimo e non richiede part icolari commenti; l a formula della lettura del presagio, che si accompagna al rito, ritorna ad Afaca in Siria (Zosimo, I 5 8) e in Arabia (Damascio , vita Isidori, I 99 ) . Il

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culto di !no (Wide, p . 227 sgg . ) , u n ' altra significativa presenza beo ­ tica in Laconia, ha uno straordinario rilievo in tutta la penisola (cfr. Alcmane , fr . .5 0 h Page 1 2 4 Calarne ; Licofrone, A lexandra 1 06 sg . ) , con santuari a Brasie ( 2 4 . 4 ) , Talame ( 2 6 , 1 ) , Leuttra ( 2 6 , 4 ) : di qui l' apparire della dea sul trono di Amide ( 1 9 , 3 ) , nella scena cen­ trale della 9wv ò:yop6. . Non è impossibile che Pausania confonda, nel descrivere il fenomeno, il vulcano Etna con il lago di N aftia, an­ eh' esso in Sicilia, circa 20 chilometri a ovest di Leontini , sede dd culto degli dei Palici. Le sue acque, impregnate di nafta e zolfo, so­ no in stato di ebollizione e rigettano frequentemente oggetti fatti ca­ dere in esse. D ' altra parte , anche i vulcani possono restituire oggetti caduti in una delle loro bocche : si tenga presente ciò che si narra della fine di E mpedocle e del sandalo restituito dall ' Etna. Sul feno­ meno del lago N aftia , dr. Ps . -Aristotele , de mirabilibus auscultationi­ bus .5 7 ; Diodoro, XI 89; Strabone , VI 2 7 5 ; Polemone ap. Macrobio, V 1 9 , 2 6 sgg . ; Stefano Bizantino s . v . OccÀocf}, ecc. Sul tema ved . an­ che Frazer , I I I , p. 3 3 8 sg . , il quale , giustamente, non è affatto sicu­ ro che Pausania confonda fra Etna e N aftia. 6_5-6. 'Ap"tt!J.� itp6v . . AL!J.v&·nooç: il sito del santuario , che co­ me altri della Laconia (ved . IV 4 , 2 ) ripete il grande culto di Sparta (ved . 1 6 , 7 sgg . ) , è riconosciuto nella località ancor oggi detta di Lim­ nes , a nord di Vutama, dove sorge la chiesa di H. Thekla ( .. ABSA ,. XIV 1 90 7 - 8 , p. q6) . La sua funzione appare quella , comune ad altri santuari della stessa dea, di protezione dei confini del territorio (ved . IV, 4 , 2 ) . 7 1 - 2 . &xpcc . . . MLYoG riferito a C leomene I I . Il padre di que­ s t ' ultimo era Cleombroto, caduto a Leuttra nel 3 7 1 . 6-7 . lv Z&pccx L . . . lxov : i resti di Zarace , non meno cospicui di quelli di Epidauro Limera, si collocano all ' imboccatura di un ecce!-

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lente porto naturale, con una superba fortificazione i n opera poligo­ nale (« ABSA ,. XV 1 908-9, p. 1 67 sgg . ) . All'estremità interna della rada nel secolo XIX era visibile un muro , che Curtius (Peloponnesos I I , Gotha 1 85 2 , p. 2 9 1 ) , traducendo il testo di Pausania « in fondo al porto ,., identifica come resti del tempio di Apollo . I O . Ku�vtW\1 . . lpt!1t1tt: il paesaggio attorno a Zarace , all 'epoca di Pausania come oggi , si fa sempre più aspro e desolato, e la strada piega, forse all ' altezza di Kastro a Charax , verso l ' interno , per poi proseguire fino all' altezza di Kyparissi, che sorge a una distanza da Zarace all ' incirca corrispondente a quella indicata nel testo. A Kypa­ rissi vi è un' altura, detta Kastro, con resti di un muro di cinta anco­ ra una volta in opera poligonale: è questa (« ABSA ,. XV 1 908-9 , p. I 73) la Cifanta di Pausania e di pochissime altre fonti (Polibio , IV 36; Plinio , Nat. Hist. IV 1 7 ) . 1 1 . ltpòv 'AaxÀT)'I'CIOu : l a descrizione della sorgente e del santuario corrisponde all a serie di bacini e al recinto visto nelle vicinanze di Kyparissi da A .] . B . W ace e F . W . Hasluck (« ABSA ,. XV 1 908-9 , p . 1 7 3 sg . ) . 1 5 - 3 8 . BpounttL . . l.i"(ttÀfLIX : nota da molte altre fonti come Prasiai < o Prasia (ved. avanti) , ora possesso argivo ora laconico, è stata va­ riamente collocata sul terreno dai viagg i atori dd XIX secolo . Tut­ tavia, i resti di fortificazioni in opera poligonale e l'ottima posi­ zione geografica inducono a riconoscerla nel porto di Leonidi , Plaka (« ABSA » XV 1 908-9, p . 1 7 4 sgg . ; LVI 1 96 1 , p . 1 3 1 ) , poiché Brasie ebbe un importante ruolo come centro portuale, riconosciuto anche dall ' antichissima sua appartenenza all' anfizionia di C alauria (Strabo­ ne, VIII 3 7 4 ) . La stessa vicenda mitica di fondazione appare rivela­ trice sia dell ' ambigua collocazione di frontiera che della vocazione maritt ima della città, vieppiù sottolineata dall ' intreccio con la figura di Ino, che abbiamo visto riaffiorare poco prima a Epidauro Limera ( 2 3 ,8) e che segna tutte le coste interessate dall ' anfizionia e oltre , di qui a nord e a est sino ai confini di Megara (ved . 2 4 , 4) e a ovest fino ai confini della Messenia (ved . 2 6 , 1 ) . Lo stesso valore ha il singolare monumento - difficilmente anteriore all ' età ellenistica, vista la sua struttura - delle quattro statuette bronzee sullo scoglio (un altro identico a Pefno, ved . 2 6 , 3 ) , interpretabili come Atena accompagnata, a somiglianza di quanto succede a Imbro e a Samotracia, dai C a­ biri ( B . Hemberg , Die K.abiren , Dis s . Uppsala 1 9 50, p. 3 8 , n. 6, p . 6 1 sgg . ) , protettori della navigazione e attestati i n numero variabile da due a tre e fino a nove (R. Pettazzoni, in « RAL » XII 1 908, p . 6 3 4 sgg. ) . o[ o t l.i"9pw1tOI lHowaou xfrto\1 : u n centone d i tradi­ zioni locali, di cui è sottolineata (1 . 1 7 sg.) la specificità e perciò - ri­ spetto ai dati mitici correnti - l' abnormità. Il mito di Semele e Dio­ niso è qui ricalcato su quelli di Danae e di Perseo, o di Rhoios e Ipsi­ pile (ved . Immerwahr , p . 1 2 3 ; Wide , p . 1 63 sg . ) . L ' arca (Àapvot� di .

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Semele , e il suo essere gettata sulla costa dalle onde del mare , servo­ no all 'etimologia del toponimo Brasie, che in altri scrittori (Tucidi­ de , II 56, VI 1 05 , VII 1 8 ; Aristofane , Pax 2 4 2 2 ; Polibio, IV 3 6 ; Ps.­ Scilace, Periplus 46 Miiller; S trabone , VIII 3 6 8 , ecc . ) compare come Prasiai o Prasia (cfr. Frazer, I I I , p. 3 9 1 ) . Il mito della risurrezione di Semele era collegato nel Peloponneso con Trezene o con Lerna (Pau­ sania, II 3 1 , 2 e 3 7 , :5 ) . "tÒ lìì 'AXLÀÀlw�: un cenno, anche qui, al mito e al culto di Achille di grande rilievo a Sparta e in Laconia (ved . 2 0 , 1 1 ) ; ma i motivi omerici saranno ancora più presenti nelle località i11 lì�L� fu9(ou , « a destra », venendo da Sparta (cfr. l. 3 9 sgg. ) , d i fatto a sud-sud-ovest . 3 9 · i\a� : l a città arcaica e classica d i Las, molto antica (Omero, Il. I I 585) e abbandonata ai tempi di Pausania, si trova (« ABSA ,. XIII 1 906- 7 , p. 2 3 2 sgg . ; LVI 1 96 1 , p. 1 1 8) sull ' altra collina - il monte Asia - occupata dal castello franco di Passavà (> del poema e nel Catalogo delle navi) e nell Odissea ( Telemachia , in particolare) . Tutti i richiami omerici di questa sezione del libro III e delle località «a destra di Gizio >> mostrano la diffusione dei poemi di Omero, così come la loro vitale presenza e « lievitazione » nella cultura locale . . . .

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44- 7 . à:1tò "twv Ma:u&ovwv ti} � xwp> XIII 1 906- 7 , p . 2 3 4) , è il prete­ sto per una dotta discussione , intessuta di luoghi omerici (nell'ordi­ ne: Il. I 1 5 8 ; XXIII 790; Od. XI 6 3 0 sg . ) , sul mito corrente attorno all' eponimo di Las . Il testo rivela una significativa insistenza sulla fi­ gura di Achille , già ricordato a Brasie (ved . 2 4 , 5 ) , e che ritorna at­ traverso il figlio Pirro nell'aition (ved . 2 5 , ! ) del nome del vicino fiu­ me Scira (od. Dhikova) e della città vicina di Pirrico . Presso il gran­ de edificio termale romano, che certo apparteneva a una vill a alle fo­ ci del fiume , sulla spiaggia di Kamares (Papachatzis , I I , p. 4 3 2 sg . ) , Woodward (in « ABSA ,. XIII 1 906- 7 , p . 2 3 4 , n . 4 ) h a veduto resti architettonici che egli attribuisce al tempio di una divinità il cui no· me si è perduto, ma nelle vicinanze di un altare (ved . ancora 2 5 , ! ) di Zeus Soter, qui come a E pidauro Limera collegato all ' approdo e dunque alla foce del fiume . Per il ritrovamento nell ' area di un sacel. . .

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lo tardo-arcaico di Afrodite ved . A. Delivorrias , in « AD » XXIII I 96 8 , Chron. I , p . I �53 ; XXIV I 96 9 , Chron. I , p. I 4 I . 70-86. 'tOV'tO\I 'tÒV Afiv . . . 'Ax1llla rtvlaecxL: contro la tradizione < locale, che fa di Achille un pretendente di Elena e di Las una vitti­ ma di Achille venuto in Laconia (per quella « lievitazione » di dati epici nella cultura locale , che abbiamo verificato e verificheremo an­ cora) , Pausania fa valere un argomento ricavato da Omero . Senza accontentarsi dell 'a7gumentum ex silentio ricavato dall ' assenza del nome di Achille tra i pretendenti nel Catalogo delle donne, egli cita Il. I I :5 8 (cfr. Il. 78-8o) , sul tipo di rapporto tra Achill e e gli Atridi; e XXIII 790 e Od. XI 630 sg . , sul rapporto cronologico tra Teseo e gli uomini dell ' impresa di Troia . Pausania vuoi dire che Achille era troppo giovane , più recente di almeno una generazione, per poter es­ sere un probabile spasimante di Elena . 2'5, I · '5 · 7tpotÀ96Y'tL . . �w�J.ou : ved . sopra , commento al cap. 2 4 , Il. < 69·7 0 6·9 · 't Ò 8 ì �fU' - . Koup-frtwv : anche qui , Pausania mette i n evi­ denza alla rinfusa tradizioni locali epicizzanti. Ora è la volta di Pirro Neottolemo figlio di Achille (a cui però , nelle stesse tradizioni locali, compete una storia diversa) . 9- 2 2 . dai 8ì. . . TUYCXlxot'i: gli aitia del nome di Pirrico sono frutto < di speculazioni etimologiche probabilmente ellenistiche , da Pirro Neottolemo e dall a danza pirrica dei Cureti, i mitici sacerdoti cretesi che danzando e picchiando sugli scudi nascosero Zeus bambino: an­ che se non mancano nel fondo rapporti con tessuti mitici sedimentati localmente , il filone di Achille e quello dei Cureti (ved . sopra, 2 4 , 5 ) . Più antica, e non solo per la citazione pindarica (fr. I 56 Snell­ Maehler) , la versione della fondazione da parte di S ileno , una pre· senza arcaica (Wide, p. 2 5 4 sg . ) importante, collegata con le font i , m a anche con Dioniso g i à comparso nel non lontano san tuario del monte Ilio presso Las (ved . 2 4 , 8) . La città e forse il pozzo dell'agora sono localizzati (« ABSA » X I 90 3 - 4 , p. I 6o ) presso il villagg io di Kavalos nella valle che attraversa la penisola del Tenaro, ma non sono stati scavati i santuari ricordati da Pausania . Sull a zona ved . Chr. Le Roy, in « BC H » LXXXIX I 965 , p . 378 sgg . I singolari epiteti di Artemide e Apollo non si spiegano facilmente (non persuade Wide , p . 1 2 6) : potrebbero essere i n rapporto con la tradizione di Achille (ved . 2 0 , 8) aleggiante nella zona, come si è visto ( 2 4 , 5 ; 2 4 , I o) , e più in gene­ rale con miti predorici attestati in Laconia. 2 3 . Ttu9()WYT) : vari resti antichi presenti nella zona (« ABSA ,. XIII I 9o6- 7 , p. 2 :5 6 sg. ; LVI I 96 I , p . I I 9 ; « BCH >> LXXXV I 96 I , p. 2 I :5 sgg . ; LXXXIX I 96:5 , p. 3 5 8 sgg . ; « AD » XXIII I 96 8 , Chron. I , p . I 5 3 sgg . ; L. Moschou-T. Moschos, in « AE » I 9 8 1 , p . I O sgg.) e l a distanza marittima dal Tenaro virtualmente identica .

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a quella dei I 50 stadi data d a Pausania c i aiutano a localizzare l a cit­ t à sulla penisola di Skopa presso il vill a ggio moderno di Kotrone s , che c o n il s u o nome sembra continuare quello antico (« ABSA » XIII I 906- 7 , p . 2 5 6 sg . ) . Più dubbia è l ' identificazione della fonte N aia (ibid.) , che va accoStata idealmente a quella di P irrico , essendo N aia o N aide il nome della ninfa compagna di S ileno (cfr. RE XVI I 9 3 5 . col . I 5 8 4 sgg . ) . La presen�a sul posto di u n rilievo raffigurante Arte­ mide, edito da A . M . Woodward (« ABSA » XIII 1 906- 7 , p. 2 5 7 ) , e di un altare iscritto (K. Peppa Delmuzu , in « AAA » VI 1 97 3 , p. 482 sgg . ) sono le testimonianze superstiti della locale duplicazione del culto spartano dell ' Issorion (ved . I 4 , 2 ) . L'occupazione del luogo ri­ sale all 'età del bronzo (« ABSA » LVI I 96 1 , p . I I 9) . 24-8. Ttu9pavtcx xal 'l"cx!J.CX9où�: anche qui , s i tratta d i facili tradizioni che etimologizzano a piacimento il toponimo Teutrone , o di memorie epiche diffuse nella toponomastica locale . ÀL!Jlv� 'AXLÀÀu6ç la-tL xa! 'l"cx!J.CX!loù�: si tratta delle due baie dette Porto Marinari e Porto Quaglia (o Kayo) rispett ivamente a ovest e a est del capo Tenaro (od. capo Matapan) , come ci insegnano lo Ps . - Sci­ lace (Periplus 46 Miiller) , Strabone (VIII 3 6 3 ) e Stefano Bizantino ( s . v . 'l"cx!J+14!lo�) . L' identificazione , dopo le proposte dei viaggiato­ ri del secolo scorso , è quella ben documentata di A . M . Woodward (« ABSA » XIII I 906- 7 , p. 2 4 7 sgg . ) , basata sull a localizzazione a Pono Quaglia della città di Psamatunte - non menzionata da Pau­ sania - grazie alla presenza di tombe nella baia. 2 8·9· l!tl Bi. "tij � - a"'(CXÀIJ.CX: il celeberrimo tempio di Posidone < sul Tenaro (fonti in Wide, p. 3 3 sgg . ; ved . anche p. 4 I sgg . ; da ulti­ mo K. Giannoulidou , in « Platon » XX I 968, p. 2 2 3 sgg . ) e la grotta legata all ' ascesa dagli I nferi (anodos) di Eracle , così evemeristica­ mente trattato da Pausania, . sono ben localizzati, assieme all ' abitato della « città dei Tenarii » (v e XIII I 9o6- 7 , p . 2 5 1 , n . I ) , che piuttosto richiama l ' iconografia d i F alanto e il culto di Apollo Delphinios, il quale avrebbe scambiato il luogo con Po­ sidone per Delfi (Wide , p. 88 sgg . ) . La fonte, di cui Pausania ci narra la curiosa contaminazione, è quasi certamente quella vista da Woodward (« AB S A >> XIII I 9o6- 7 , p . 2 5 2 sg . ) , con una piazzuola scavata nella roccia a circa 2 chilometri dall ' area del santuario. 4 5 · 7 . 'tiÌ fLÌV oùv auyypat erodotei , o meglio le parti delle Storie: auyypat> ; lo stesso uso vale per la Periegesi. 5 7 . Kattvi}7toÀt� : le iscrizioni (IG V I , I 2 44-9) dimostrano che il < nome ufficiale era rimasto quello antico di « città dei Tenarii >> . Il no­ me di Cenepoli , la « città nuova », risale allo spostamento dell ' abitato avvenuto forse in occasione della costituzione della con federazione degli Eleuterolaconi. Il sito dell ' insediamento di Cenepoli è ricono­ sciuto in una collina presso il moderno vill aggio di Kyparissos (« ABSA >> XIII I 906- 7 , p . 2 4 5 sg . ) : le proposte di identificazione dei santuari con l'una o l' altra cappella bizantina della zona fornita di materiali di spo­ glio, in mancanza di dati più certi, appare una pura esercitazione erudita. Il sito della precedente « città dei Tenarii » è stato di recente ricono­ sciuto I ,5 km a nord-est del capo (L. Moschou, in « AAA >> VIII 1 9 7 5 , p . I 6o sgg . ) ; E ad . , in Praktika tou Protou Diethnous Synedriou Peloponne· siakon Spoudon, Athina 1 97 6 , p. 45 sgg . ) , dove , attorno al santuario , sono visibili moltissimi resti degli edifici dell' abitato. . . .

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6o- 1 . tpd7tLa ' l7t7t6ÀrAç: la collina di Ano P o ula p�sso il vill agg i o di Kipoula, ricca di ceramiche dall ' età arcaica a quella ellenistica , è l'erede anche nel nome della città di Ippola , deserta all'epoca di Pau­ sania (« ABSA » XIII I 9o6- 7 , p . 244 sg . ; LVI I 96 I , p . I 2 3 l . 6 2 . Miaaa 7t6À� xa t Àt�-fr,.: l a città, nota a O mero (1/. I I 5 8 2 ) e che Strabone (VII I 3 6 3 ) ritiene non più identificabile, viene localiz­ zata già da Leake ( Travels in the Marea I, London I 83 o J , p. 2 8 7 ) presso il villaggio d i Mezzapo, sulla sola base d i una possibile conti­ nuità toponomastica (« ABSA » XIII I 9o6- 7 , p. 243 sg . ) . Poiché que­ st' identificazione costringe a ritenere erronea la distanza di I 50 sta­ di da Messa a Etilo, ritengo più prudente lasciare aperta la questione (cfr. tuttavia « ABSA .. LVI I 96 I , p . I 2 3 ) . 6 4 . 0t"ttJ À O\I: l a città antica è l à (« ABSA » X I 90 3 - 4 , p. I 6o) do­ ve sorge il moderno abitato di Vitylos (oggi con il nome originale di Oitylos ) , che ne continua anche il nome . Nel luogo sono note iscri­ zioni (JG V I , I 290- I 3 I I ) e resti antichi (da ultimo « BCH ,. LXXXI I 95 8 , p. 7 1 3 ) , mentre la scoperta di materiali micenei sul posto (oc ABSA .. LVI 1 96 1 , p. 1 2 1 ) prova che la città america (I/. I I 5 8 5 ) sorse là dove è l' insediamento classico . 65-6. 'A��"toç . . . ' Avn�tixou : in II 1 9 , 1 è menzionato Anti­ maco come padre di Deifonte, genero e beniamino di Temeno; dun­ que Anfianatte sarebbe un fratello di Deifonte . 2 6, I -9 - lç 8atÀtX�atç . . . Oatatq>tXT) : il sito della città antica viene posto < immediatamente a est di quello del moderno insediamento omonimo (nome antico Kutiphari) in località Svina, dove sono venuti alla luce e talora sono ancora visibili materiali ceramici classici e micenei, ele­ menti architettonici ed epigrafi (« ABSA » X I 90 3 - 4 , p. I 6 1 sg . ; XI I 904-5 , p. I 2 4 sgg . ; LII I 9 5 7 , p. 2 3 2 sg . ; « BCH >> LXXXV 1 96 1 , p . 697 ) . Ritorna qui ancora una volta l a figura d i Ino, come a Epidauro Limera collegata a una fonte (ved . 2 3 ,8) e a un rito oniromantico , entrato a far parte del costume pubblico di Sparta (Wide, p. 2 46 sgg . ) con l' incubatio dei magistrati (Plutarco, Agis 9; C/eom. 7 ; Cice­ rone , Div . I 4 3 , 96; Tertulliano , de anima 46) . Ma Ino qui si sovrap­ pone all' antichissima coppia celeste di origine cretese, Pasifae ed Elio (Wide , p. 246 sgg . ) , senza riuscire tuttavia a soppiantarli , dal momento che l'oracolo , sia nelle fonti che nell 'unica testimonianza epigrafica rinvenuta a Talame (IG V I , 1 3 ! 7) , app� intestato a Pa­ sifae . Sull ' importanza dei culti solari in Laconia (cfr. sopra 2 0 , 4) , cui non è estraneo anche Asclepio, ved . Wide , p. 1 9 1 sg. Resti del san­ tuario, con l' iscrizione testé citata, sono venuti alla luce nei pressi di una copiosa sorgente oggi al centro del moderno paese , che è dunque la fonte sacra di Pausania (« ABSA .. XI I 904-5 , p . I 2 4 sgg . ) . I 0- 2 0 . 8atÀat�wv . . tpa(YOucn: siamo già nella vasta fascia d i fron- < tiera (sul problema , ved . E . Meyer, in RE Suppl. XV, 1 97 8 , col . .

1 69 sgg . ) , che giunge fino all' agro Denteliate e a Gerenia, costante­ mente contesa tra Messenii e Spartani (ved . commento a LI . 20- 2 ) . Il nome stesso del fiumicello che tocca Pefno ( S trabone , VIII 3 6 1 ), Pa­ miso (od. Mimias ) , il medesimo del grande fiume della Messenia , ap­ pare al riguardo significativo . Il sito della cittadina antica di Pefno (cfr. Stefano Bizantino , s. v . ) è alla foce del Pamiso , dove è ancor og­ gi visibile l' omonimo scoglio ricordato da Pausania (« ABSA ,. X 1 90 3 - 4 , p. 1 6 2 ) , sede di un contesto monumentale del tutto simile a quelli di Brasie ( 2 4 , :5 ) e di Prote (IG V 1 , 1 :5 3 3 -60 : graffiti su roc­ cia) , con i quali divide la doppia funzione di segnale del confine del­ la Messenia con la Laconia (e con l ' E lide) e di « faro » posto a prote­ zione della navigazione (Wide , p . 3 2 3 sg . ) . I n questo caso le statue sono quelle dei Dioscuri , protettori della navigazione (ma in età elle­ nistica, epoca del monu mento, identificati con i Cabiri, cfr. X 3 8 , 7 ) , particolarmente venerati a Talame (Fozio , s . v . 8atÀ&�J.cn) . 20- 2 . -rljv òi xwpat�� VO�J.!Couatv : il territorio da Pefno ad Alago- < nia, sul versante sud-occidentale del Taigeto, fu da sempre conteso tra Messenii e Spartani . Nel IV secolo a . C . , per effetto della restitu­ zione dell' indipendenza alla Messenia (3 70/369 a . C . ) e del favore di Filippo I I di Macedonia , la zona venne attribuita ai Messenii , che convalidavano tra l ' altro i loro diritti con il riferimento al testo ome­ rico , base della cultura e della memoria storica, soprattutto nelle re­ gioni più arcaiche e conservative (diverso , almeno tra V e IV secolo, cioè nel pieno della democrazia, il ruolo di Omero ad Atene) . I Ro­ mani non favorirono Sparta all ' inizio del II secolo a . C . , ma il loro atteggiamento cambiò dopo il 1 46 a . C . ; tuttavia con essi si avviava un processo di liberazione della zona periecica, che portò infine a tre il numero dei naturali contendenti intorno alla zona a ovest e a sud­ ovest del Taigeto : Sparta, che ottenne , come compenso della perdita di Gizio e della costa meridionale , uno sbocco al mare (C ardamile , Turia , Fare) ai danni dei Messenii ; gli Eleuterolaconi , che ot tenne­ ro, come si vede (cfr. 2 1 , 7 ) , Et ilo , Leuttra, T ala me , Alagonia , Gere­ nia (ma non Cardamile, cfr. oltre , l. 4:5 sgg . ) ; e i Messenii. Un editto di Tiberio consegnava almeno l'agro Denteliate (con il santuario di Artemide Limnatis) ai Messenii , a ovest del Taigeto (cfr . Tacito, Ann. IV 4 3 ; C assio Dione , LIV 7; Strabone, VIII 361 sg . , e Pausa­ nia, IV 4 , 2 ; 3 1 , 3 ) . Per quanto riguarda i centri principali , rivendicati dai Messenii, da Talame/Pefno sino a Gerenia (e Turia e Fare) , ancora al tempo di Pausania, furono piuttosto i Laconi (quelli di Sparta - cioè i Lacedemonii - e gli Eleuterolaconi) ad avere la me­ glio , tra l'età di Augusto e quella di Pausania. Lo scrittore sottolinea l' opera riduttiva di Augusto (che puniva così nei Messenii i sosteni­ tori di Antonio al tempo della battaglia di Azio) . Se si tiene conto dello spirito che aleggia sulle varie , anche se assai scarne , constata­ zioni di Pausania su forzose fondazioni , annessioni, sott razioni di . . .

territorio, che feriscono autonomie locali e tradizioni storiche, s ' in­ tuisce che egli non parteggia per gli Spartani o (in questo caso) pe r gli Eleuterolaconi, n é approva incondizionatamente l 'operato d i Au­ gusto (cfr. Pausania, Guida d.e/111. Grecia I. L 'Attica , a cura di D . Mu­ sti e L. Beschi, Milano I 98 7 2 , Introduzione generale, p. 1 sgg. ) . In particolare , sui tentativi di accaparramento del mito e del culto dei Dioscuri da parte messenica, ved. libro IV, passim . 2 3 -4 4 . n lql\IOU . . . 't�!J.&,� : il sito dell ' antica Leuttra è riconosciut O < nella località costiera di Stupa, presso il moderno villaggio di Leftro (« ABSA » X I 90 3 - 4 , p . I 6 2 ; LII I 9 5 7 , p . 2 3 3 sg . ; M . N . Valmin, Étud.es topographiques sur fa Messénie ancienne, Lund I 93 0 , p. 2 0 3 sgg . ; E . Meyer , i n RE Suppl . X V I 9 7 8 , col . q6) . L' acropoli è occu­ pata dal castello franco di Beaufort, mentre ai piedi della collina, oltre a ritrovamenti di scavo ( X I 90 3 - 4 , p . I 63 ; LII I 9 5 7 • p . 234 sgg . ; Valmin, É tud.es topographiques cit . , p . I 99 sgg . ; E . Meyer, in R E Suppl. XV I 9 7 8 , col . q6) a documentare che D sorge­ va anche la C ardamile america ([/. IX I 5 0 , 2 9 2 ) , caratterizzata dal­ l' affiorare , sia pur lontano e indiretto, della tradizione di Achill e .

Non abbiamo altre notizie sui santuari ricordati da Pausania. Per un possibile rapporto tra i culti delle Nereidi e di Achille ved . I I 1 , 8 . I motivi omerici e del ciclo epico , vitali a livello di tradizione locale, venivano addotti a sostegno di vecchie e ormai deluse rivendicazioni locali . �cn.Àtw� . . . IÌ7tO"ttfAOJAtYOu : la decisione di Augusto di to­ gliere alla Messenia quel che le apparteneva in proprio è commentata con fredda, ma non dissimulata, disapprovazione . Pausania è , in ge­ nere , sfavorevole a Sparta, nel confronto con la Messenia. 5 5 · ' Evlnn]v : la città america (l/. IX 1 5 0 , 2 9 2 ) di Enope (cfr. Stral:xme, VIII 309) , grazie alla presenza di una grande tomba mice­ nea a tholos ( « A E .. 1 89 1 , p. 1 89 sgg . ) , viene collocata nell ' area del­ l ' attuale villaggio di Z arnata , anche se mancano altri materiali mice­ nei dalla zona (« ABSA >> LII 1 9 5 7 , p. 2 3 6 sgg. ) . Più discussa l ' iden­ tificazione di Gerenia (che Pausania identifica con l'america Enope) , situata da alcuni (Frazer, I I I , p. 40 1 sg . ; E . S . Forster, in cc ABSA » X 1 90 3 - 4 , p. 1 6 3 s g . ) a Kytries sulla costa, dove però i resti conser­ vati si addicono piuttosto a una villa ( E . Meyer , in RE Suppl. XV 1 9 7 8 , col . 1 7 7 ) ; altri (Valmin, É tudes topographiques cit . , p. 1 8 2 sgg . ) preferiscono riconoscerla nel sito della Gerenia di Pausania e dello stesso villaggio di Z arnata, anche sulla scorta della collocazione interna di Gerenia data da Tolemeo (Il 1 4 ,4 3 ) . Ambedue le località restituiscono materiali antichi . Ved . anche più avanti . '56- 7 . M tGaTjll(ou� · - · rtpT]II(av : anche q u i è netta l' affermazione dei diritti dei Messenii (cfr. l. 56: M taGT]v(ou� �ll"ta�) su Gerenia , at­ tribuita, invece , agli Eleuterolaconi (cfr. commento alle Il . 1 -9 e 202). Vitali qui i motivi omerici ed epici, capaci di trasmettere la me­ moria storica dei Messenii , che subirono, tra il VII e il IV secolo a . C . , un lungo trauma a causa dell' opera di deculturazione operata da Sparta. 6 1 -76. tll"taiilla . oùcijaaL: il santuario, secondo la tradizione < (Strabone , IX 3 60) , un' emanazione del grande Asklepieion di Tric­ ca, con il culto del figlio di Asclepio Macaone , è un altro dei segni « messenii >> impressi a questa regione di frontiera, e riveste notevole importanza come centro riconosciuto di culto cittadino con preciso significato politico {lG V 1 , 1 3 3 6) . Non a caso Pausania lo ricorda anche altrove (IV 3 , 2 e 3 ,9) e in questa occasione fa sfoggio di erudi­ zione, citando il raro termine messenio di x(