Guida della Grecia. Libro 07 [7, 1 ed.]
 8804474092

Table of contents :
Nota introduttiva al Libro VII di Mauro Moggi e Massimo Osanna
Bibliografia
Cartine
TESTO E TRADUZIONE a cura di Mauro Moggi
Sigla
Libro VII: L'Acaia
COMMENTO a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna
Libro VII: L'Acaia
INDICI a cura di Maria Elena De Luna e Cesare Zizza
Indice dei nomi propri di personaggi storici e mitici e di divinità
Indice dei nomi etnici e geografici
Indice di altri nomi propri (santuari, istituzioni, feste, monumenti, edifici, opere letterarie, ecc.)
INDICE GENERALE

Citation preview

SCRITTORI GRECI E LA TINI

PAUSANIA GUIDA DELLA GRECIA a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Piano dell'opera Volume I

INTRODUZIONE GENERALE di Domenico Musti

LIBRO I L'Attica

a cura di Domenico Musti e Luigi Beschi Volume II

LIBRO Il La Corinz� e /'Argo/ide

a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume III

LIBRO III La Lacon�

a cura di Domenico Musti e Mar io Torelli Volume IV

LIBRO IV La Messen�

a cura di Domenico Musti e Mario Torelli Volume V

LIBRO V L'Elide e 0/imp�

a cura di Gianfranco Maddoli e Vincenzo Saladino Volume VI

LIBRO VI L'Elide e 0/imp�

a cura di Gianfranco Maddoli, Massimo Nafissi e Vincenzo Saladino Volume VII

LIBRO VII L'Aca�

a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna Volume VIII

LIBRO VIII L'Arcad�

a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna Volume IX

LIBRO IX La Beoz�

a cura di Mauro Moggi e Massimo Osanna Volume X

LIBRO X

De/fi e la Focide

con appendici e indici

a cura di Domenico Musti e Mario Torelli

PAUSANIA

GUIDA DELLA GRECIA Libro VII

L'ACAIA Testo e traduzione a cura di Mauro Moggi di

Commento a cura Mauro Moggi e Massimo Osanna

FONDAZIONE LORENZO VALLA ARNOLDO MONDADORI EDITORE

Questo volum., è stato pubblicato con il contributo dd CREOlO P S.p.A.

ISBN 88-04-47409-2

Grrii/ÌC4 di Vittorio Mmco

© Fond4zio11l! Lomr:o VatltJ 2000 I �di:io11l! t'fl4ggjo 2000

NOTA INTRODUTTIV A AL LIBRO VII di Mauro Moggi

e

Massimo Osanna

La sezione narrativa (1,1-17,4) del libro sull' Acaia prevale netta­ mente su quella descrittiva (17, 5-1.7,11.): comprende infatti, oltre alle linee essenziali della storia antica e del popolamento ellenico della Ionia d'Asia, anche la trattazione della storia più recente, cioè del periodo che ebbe nella Lega achea uno dei principali pro­ tagonisti e che si concluse con la distruzione di Corinto e l' assog­ gettamento della Grecia a Roma. Dopo aver fornito le indicazioni indispensabili a collocare la regione nel Peloponneso, Pausania passa a trattare l' arrivo di Xu­ to nell' Egialo e l'acquisizione del regno da parte di suo figlio Io­ ne, grazie al quale gli Egialesi aggiunsero all a loro originaria de­ nominazione la qualificazione di Ioni . A qUt:sto punto, le vicende di quella che sarà l' Acaia si intrecciano con le vicende dell'Attica, mentre cominciano a delinearsi le relazioni reciproche sia fra que­ ste due regioni, sia fra di esse e l'area micrasiatica nella quale sor­ gerà la dodecapoli ionica. L'espulsione degli Achei da Argo e da Sparta a opera dei Dori e la conseguente cacciata degli Ioni dal­ l'Egialo da parte degli Achei rappresentano due avvenimenti di grande rilievo . La migrazione degli Ioni peloponnesiaci, prima per breve tempo ad Atene e poi in maniera definitiva sulle coste anatoliche, diventa oggetto di una digressione ampia e assai ricca di dettagli , che tenta di ricostruire minuziosamente la fase della fondazione e delle vicende più antiche della dodecapoli micrasia­ tica, riservando particolare attenzione alla definizione dei legami parentali delle singole città « coloniali ,. con le città e i popoli della Grecia metropoli tana ( 1.- 5) . Lo schema espositivo adottato per la fondazione di Mileto, la prima polis a essere presa in considerazione, è paradigmatico, in quanto nelle sue linee essenziali si ripete nelle trattazioni dedica-

X

NOTA INTRODUI"IlVA AL UBRO VU

te alla maggior parte delle altre città: nome del fondatore (o dei fondatori); ricostruzione dell'origine e della storia più antica del centro e (là dove esistono) dei santuari più importanti, che sono ritenuti in genere antichissimi e in qualche caso preesistenti al­ l'arriv o degli Ioni; descrizione delle presenze indigene, e in qual­ che caso greche, nell' area di insediamento (uniche eccezioni in questo senso Clazomene e Focea, che sarebbero state fondate in territori disabitati); modalità dell' incontro fra coloni e popolazio­ ni già insediate nelle aree destinate alla occupazione e assetto fi­ nale raggiunto dalle singole poleis. Il tutto sulla base di una miria­ de di notizie reperite anche o soprattutto nell' ambito delle fonti locali . In questo quadro, il regime di pacifica convivenza attribuito ai Cari e ai Cretesi stanziati a Mileto costituisce un esempio di impatto morbido fra coloni e popolazioni locali, che trova pochi paralleli nell'excursus sull a occupazione ionica della regione e solo in riferimento alle aree dotate di un importante centro cultuale. Il popolamento della Ionia, soprattutto per quanto riguarda gli episodi riconducibili agli Ioni guidati dai Codridi, è visto essen­ zialmente come una affermazione , spesso basata sulla violenza, dei coloni sugli indigeni, e quindi della grecità sui barbari: questi, di norma, non trovano il minimo spazio nelle po/eis che vanno na­ scendo e consolidandosi. La posizione assunta da Pausania si in­ serisce nel solco della tradizione storiografica più antica sull a co­ lonizzazione e può essere considerata indicativa della natura pro­ fonda del fenomeno coloniale e dell' atteggiamento mentale , ispi­ rato da un forte etnocentrismo, che ha ispirato l'espansione greca in ogni epoca. Inoltre, certi moduli narrativi, come quello delle peregrinazioni degli Ioni che fondarono Clazomene, trovano pa­ ralleli precisi in alcuni precedenti ben noti (la fondazione di Cire­ ne in Erodoto e quella di Megara Iblea in Tucidide). In questa trattazione mitistorica del passato remoto non mancano digres­ sioni minori sia su eventi altrettanto lontani nel tempo, come le vicende di Dedalo in Sicilia (4, 5-7) , sia su fatti relativamente re­ centi, come il sinecismo1 di Efeso a opera di Lisimaco (3,4-s),

1 Il termin" sinttismo (synoikismos) indica un movim.,nto �ntriP"to " d.,sijjna aJ. cuni f.,nomeni non del tutto id.,ntici fra loro, ma l.,gati da un denominato"' comu· �: in primo luogo l'atto fondante di una polis con la riduzio� a unità d.,lla plura­ litì di villaggi o di città p""'sistenti nell' ""'a inte"'ssata e �ondariam.,nte l'in­ corporazio� di una o più pokis da parte di un'altra, con !a can�llazione d.,li., pri-

Nhralites Na

exemplar Niccolò Niccoli, ante annum 14 } 7 (hoc si­ gno indicatur conscnsus codicum potiorum, vel om­ nium, praeter citatum aut citatos; plerumque adhibe­ tur, cum consensus a t ex tu recepto differt et e i op­ ponitur, tamen nonnumquam maioris perspicuitatis causa) Venetus Marcianus gr. 41 } . ca. 4 5 0 Laurentianus 5 6 , I I , 48 5 Laurentianus 5 6 , 10, saec. XV ex . Parisinus gr. I4IO , 1491 Lugdunensis (Lcidensis) 16 K, saec . XV ex . Lugdunensis (Lcidensis) 16 L, ca. 1477 Riccard.ianus gr. 2.9, saec. XV ex . Parisinus gr. I } 99· 1497 Vindobonensis hist. gr . l. } , saec. XV ex . Vindobonensis hist . gr. 5I (incipiens I 1 9 , s ) . I 5 04 Mosquensis gr. 194 (Vlad.imir s oo ) , saec. XV ex . Neapolitanus III A 16-bis , saec. XV ex . Vaticanus Palatinus gr. 5 6, ca. 490 Parisinus gr. I4II , ca. 1 5 2. 5 - I s so Parisinus 400 (librum I continens) , saec . XVI Angelicus gr. IO } (olim C 2.,u ) , ca. 1 5 2. 5 - I 5 5o Parisinus gr . 1409 (excerpta continens), saec. XIV Neapolitanus II c , 2. (excerpta continens) , saec . XIV in . consensus R P a V a Vb

4

SIGL\

Codicum lectiones hoc modo distinguuntur: a prima manu V1 V2 a recentiore manu V"' supra lineam in margine add. TP («f&>t«t) add. aliter

Adnotatio editoris huius libri Ut priorum librorum editio haec quoque apertissime pendet ex edi­ tionibus Spiro et Rocha-Pereira, quod ad collationem codicum et ap­ paratum criticum pertinet; sigla codicum eadem sunt ac Rocha-Perei­ ra adhibuit . Tamen sententia editoris huius libris pluribus locis a sententiis priorum editorum differt, cum principia ea adhibuerit, quae a Musti in Introduzione a/14 storia del testo exposita sunt (vol. l, pp. LIX-LXXV) .

Studi attinenti all'apparato critico Cook Curtius De Waele Emperius Goldhagen Herwerden Hitzig

Kayser

J . M . Cook, The Clllria n Oracle /or the Smymaeans, « C R • n . s . XI (LXXV) 1961, pp. 7 - 8 . E . Curtius , Peloponnesos. Eine historisch-geoPJt1Phi­ sche Beschmbung der Halbinsel l, Gotha 18 5 1 , p. 4 54 · ] . A . De Waele, The Athena o/ Endoios in Erythrrli : a Crux in Pausanias (J. 5 . 9.), « Platon • XXXI I-XXXIII 1980-81, pp. 2.6 3-4· A . Emperius , Opuscu/4 philologica et historic4, ed. F.G. Schneidewin, Gottingae 1847. ved. Bibliografia (sezione 4 . ) . H . Van Herwerden, Notullle criticae ad Pausaniam, « Mnemosyne » n . s . XV 1887, pp. 48 -74. a) ved . Bibliografia (sezione 3 . ) e vol. l, p . LXXXIV ; b) H. Hitzig, Ludwig Caspar Valcleenaers leritische Studien zu Pausanias, « Neue Jarhbiicher fiir Philolo­ gie und Paedagogi h CXXXIX 1 8 8 9 , pp. 817- 2. 5 . a) K . L . Kayser, Beitràge zur Kritile des Pausanias, « RhM » n . s . V 1847, pp. 347-68; b) Id. , Zur Kritile des Pausanias, « Zeitschrift fiir die Alterthumswissenschaft • n.s. VI 1848 , col. 4 9 5 sgg . ; c ) Id. , Ree. a : Pausaniae descriptio Groeciae, ed . J . H . C hr . Schubart, Lipsiae 1 8 5 3 - 54, « NeueJahrbiicher fiir Philologie und Paedagogik • LXX 18 54, pp. 412.- 34·

SIGLA

Kriiger Lobeck Madvig Nachtergad Palmerius

Porson Renehan Richards RoBbach Schmitt Schubart Seemann Valckenaer Williams

G. Kriige r, &itriige zur Kritik des Pausonias, c Neue Jahrbiicher fiir Philologie und Paedagogik . LXXXIII 1861, pp. 481-7 . Phrynichi eclowu nominum et verborum Atticorum . . . ed. C . A . Lobeck, Lipsiae 18 1.o. l. N . Madvig, Adversaria critica I (ad scriptares Grae­ cos), Hauniae 1871, pp. 144- 5 , 704 - 8 . G. Nachtergael, Ree. a: Pausonitu Graecitu descriptio I l , ed. M . H . Rocha-Pereira, Lipsiae 1977, c Scripto­ riun u XXXV 1980, pp. 166-7 . Palmerius Qacques Le Paulmier de Grentemesnil), Exerr:itationes in optimos /ert auctares Graecos, ve/ut Herodotum Thucydidem . . . etc. , Lugduni Batavorum 1668, pp . 410 sgg . , 4 16 sgg. R. Porson, Annotata ad Pausaniam, Oxonii 18 1.0 (edi­ ti da Th. Gaisford, in appendice alle sue Lectiones P14tanic/U) . R. Renehan, Pausanias VII. 1. 5 · IO, « RhM » ex 1967, p . l.8 s . H . Richards, Critica/ Notes on Pausanias, c CR ,. XIV 1900 , pp. 448 - 9 . O. RoBbach, Zu Pausanias, c PhW » XLI 191.1, pp. BO- l. . ].C. Schmitt, &itriige zur Kritik des Pausanias, c Phi­ lologus ,. XI 18 s 6 , pp . . :4 68 - 79 . J . H .Chr. Schubart, Uber zwei Stellen des Pausanias, « N eue J ahrbiicher fiir Philologie und Paedagogi h CXXI 188o, pp. 1q-6 . E. Seemann, Quaestiones wammaticae et criticae ad Pausaniam spectantes, Jenae 188o. L. C . Valckenaer, in: H. Hitzig, « Neue Jahrbiicher fiir Philologie und Paedagog i. b CXXXIX 1 8 8 9 , pp. 817- 1. 5 (ved . supra). F. Willi ams, Neapolitanus II. C. 3 2.: a New Source /or the Text of Pausanias, « Scriptorium » XXXVI 1981., pp. 1 9Q- l.l 8 .

PAUSANIA GUIDA DELLA GRECIA

LIBRO VII L'ACAIA

1,

1.

La regione situata in mezzo all'Elide e alla Sicionia, che si

estende fino al mare orientale, attualmente ha il nome di Acaia da quello dei suoi abitanti, ma nei tempi antichi essa era chiamata Egialo ed Egialesi erano chiamati coloro che ne abitavano il terri­ torio; secondo i Sicionii il nome deriva da Egialeo, che fu re del­ l'attuale Sicionia, secondo altri deriva dalla natura della regione, che per la maggior parte è costituita da territorio costiero. 1,

2..

In seguito, dopo la morte di Elleno, gli altri suoi figli cac-


..

fr.

7

Kinkel·

7

Bemabé



7

Davies



FGrHist \4\ F I


l!lL'. GllBCIA Vll,

4

l. 9

Androclo e gli Efesii effettuarono una spedizione contro Leogoro, figlio di Procle, il quale regnava a Samo dopo suo padre e, quando lo ebbero vinto in battaglia, cacciarono i Samii dall'isola, accusan­ doli di complottare insieme ai Cari contro gli Ioni. 4, 3. Alcuni dei Samii fuggiaschi si insediarono in un'isola

prossima alla Tracia e in seguito al loro stanziamento l'isola fu chiamata Samotracia invece di Dardania; altri, invece, insieme a Leogoro, costruirono una fortificazione intorno ad Anea, sulla terraferma di fronte a Samo, e dieci anni dopo, passati a Samo, cacciarono gli Efesii e recuperarono la loro isola. 4, 4· Alcuni affermano che il santuario di Era a Samo fu co-


XCVII 1 9 9 3 , p. 12.7; ] . de L a Genière, .. C RAh 1 996 , pp. 2.61 - 7 2.; Ead . , « REA » C 1998 , p p . 2. 3 s -68 . -

'


> XI 1 8 8 6 , p . 41 5 ) , l'in�

00�0 � 1 .

3

LO S

dicazione topografica di Pausania secondo cui la tomba collettiva di Colofonii e S mirnei caduti in guerra contro Lisimaco si troverebbe « sull a sinistra della strada per chi procede verso Clara », va interpre­ tata dal punto di vista di Colofone e non da quello marino : dunque t ale tomba potrebbe identificarsi con uno dei due tumuli (o con en­ t rambi sull 'esempio di Maratona) esistenti presso il centro di çile a sud di Colofone : Hitzig-Bhimner I I , p. 7 6 9 . i\Òta-ta: Lebedo , c i t t à costiera t r a le meno rilevanti B · s - xwpa della Lega ionica, 36 chilometri a nord-ovest di Efeso e a circa metà strada tra Nozio e Teo, occupa la bassa penisoletta di Kisik e l ' area circostante . Spopolata da Lisimaco per potenziare Efeso, fu rifonda­ ta nel L66 a . C . circa da Tolemeo II con il nome di Ptolemais , ma al­ cune testimonianze di epoca augustea (Orazio, Ep. I 1 1 , 7 - 8 ; Strabo-­ ne , XIV 64 3 ) , ne sottolineano la situazione di decadimento e di calo demografico, anche se documenti più tardi ne attest ano l 'esistenza fino a epoca bizantina: L. Biirchner, in RE XII 1, 1 9 L4 , coli . IO S L· ) . I bagni caldi ricordati da Pausania sono d a identificare con l_a sorgen­ te termale nei pressi della costa a ovest della città; accanto scorre un torrente proveniente da nord . Vicino alla foce del piccolo corso d ' ac­ qua sono le estese rovine di un edificio termale di epoca imperiale (G . Weber, « MDAI[A) » XXIX 1904, pp. n8 - 3 ol . Per le indagini più recenti sul luogo ved . : N. Tuna, « Arasurma Sonuçlaril Toplantl­ su III 1 9 8 6 , pp. W9- L s ; S. Mitchell , « AR » 1 9 8 9 - 9 0 , p . 9 8 . 3 5 · 9 . 'tÒ ò ì l e >. Della diga fatta costruire da Alessandro Magno per collegare l'isola alla terraferma, ricordata da Pausania (cfr. anche Pli­ nio, Nat. Hist. XXXI 1 1 7 ), alcuni blocchi affiorano ancora sul livello dell' acqua: G . E . Bean , in PECS, p. 4 5 8 . 6 3 - s · ' lwvwv . . . Ila�pov: l' intervento di Parforo (Paralo in S trabone, XIV 6 3 3 ) da Colofone impone di collocare anche l'origine di Clazomene a un livello cronologico più basso rispetto a quello in cui, nella narrazione di Pausania, si collocano le fondazioni della maggior parte delle città ioniche (cfr. la nota a 2. , 76 - 8 ) . Un'altra par­ ticolarità dell'episodio in questione è costituita dal fatto che, sempre secondo Pausania, gli Ioni provenienti dalla Grecia trovarono il loro condottiero e fondatore sul posto . Il ruolo attribuito in questa tradi­ zione a Colofone è da ricondurre probabilmente all e aspirazioni di primato regionale coltivate da questa città. 6 s · 70. xat 1t6ÀLY . . . 1t6ÀLY : le peregrinazioni degli Ioni e i diversi tentativi di insediamento prima nella zona del monte Ida, nella Troa­ de, e poi a Scippio, nel territorio di Colofone (Eforo, FGrHist 70 F :t6) , trovano un parallelo negli antefatti che portarono alle fondazio­ ni di Megara Iblea (Tucidide, VI 4 , !) e di Cirene (Erodoto, IV I S I· 8 ) . È probabile, inoltre, che dietro l a tradizione sul primo insediamento nella Troade si nasconda qualche pretesa clazomenia o colofonia di epoca storica su una parte del territorio eolico, in analogia con l 'esi­ stenza di possedimenti continentali di Chio ad Atarneo (cfr. la nota a 2.,9o-i) e del controllo o possesso dell'isola di Eleussa da parte di E ritre (cfr. A TL I, pp. qo- 1 , 484, 4 8 7 ) . 7 0 . � B ! -riJV Yijoov BLl�T]OCl\1 : l a tradizione storiografica sulla colo­ nizzazione ellenica ha conservato il ricordo del ruolo svolto da alcune isole nell'ambito delle vicende che si conclusero con la realizzazione di insediamenti sulla terraferma: si pensi a Ortigia, dapprima occupa­ ta dai Corinzi che fondarono Siracusa e poi unita alla terraferma, sul­ la quale in seguito si sviluppò la città (Tucidide, VI 3 , 2.) ; a Platea, che rappresentò la prima tappa dell'itinerario che condusse i Terei a

l.IO

COMMENTO Vll ,

3

stanziarsi a C irene, in terra libica (Erodoto, IV r s r - 8 ) ; all' isola nella quale si sarebbero installati i coloni di Efeso prima di trasferirsi sul continente (Creofilo, FGrHist 4 1 7 F r) . Tuttavia , in questi casi, il rapporto isola/terraferma, che vede nell' insediamento insulare solo uno stadio preliminare e transitorio, si configura in termini esatta­ mente opposti rispetto a quelli indicati da Pausania a proposito di Cla.zomene, i cui abitanti avrebbero ripiegato sull'isola solo più tardi, per difendersi più efficacemente dai Persiani . 7 3 - 5 . -ro u -rwv . . . 7t6Àtu;: il cenno ai coloni peloponnesiaci di C leo­ ne e di Fliunte arricchisce il quadro dei popoli partecipanti alla occu­ pazione della Ionia, fornito in precedenza e già abbastanza variegato ( 2., 3 -4) , da cui si ricava, in conformità con alcune posizioni della cri­ tica moderna (cfr . , in particolare, Sakellariou , passim) , l' idea di un movimento migratorio non circoscritto a un solo ethnos, ma eteroge­ neo e composito, che interessò e coinvolse gran parte del mondo gre­ co metropolitano . Il ritorno degli Eraclidi, nel quale anche altrove (II q , r) sono individuate le ragioni di una emigrazione di elementi fliasii (a Samo) , è qui riproposto, con insistenza, come causa di quei rivolgimenti etnici che portarono anche alla colonizzazione della lo­ nia e come punto di riferimento cronologico post quem per la datazio­ ne di essa; e in effetti la possibilità che il popolamento della Ionia rappresenti uno sviluppo , in condizioni e con risultati diversi, dei movimenti dell 'epoca micenea e, nello stesso tempo, una prefigura­ zione dei fenomeni più propriamente coloniali dell 'epoca arcaica ap­ pare convincente e ricca di prospettive . Nel caso specifico Pausania non rileva lo iato cronologico fra il momento dell ' abbandono delle ri­ spettive città da parte dei Cleonei e dei Fliasii e quello della loro emigrazione in Asia, né si preoccupa di risolvere in qualche modo la difficoltà derivante dal raccordo di due eventi che si presentano lega­ ti da un rapporto di causa ed effetto, ma piuttosto distanti nel tempo (cfr. , invece, per l' analoga situazione degli elementi predorici di Epi­ dauro emigrati a Samo, la nota a 4, I I - 6 ) . Questa difficoltà verrebbe meno se le peregrinazioni fra l' Ida e Scippio avessero avuto in origi­ ne come protagonisti i soli Cleonei e Fliasii, accolti da un Parforo proveniente dalla Colofone cretese-tebana (in effetti, né Pausania né Strabone [ XIV 6 3 3 ] lo indicano esplicitamente come figlio di Co­ dro) , e se l' intervento degli Ioni nella fondazione di Clazomene o nella sua ionizzazione , se già fondata da altri, fosse da collocare in un momento successivo: ma questa non è la storia raccontata da Pausa­ nia ; è forse la storia delle sue fonti? 76- 8 . o! òì. wxcutç . . . 'Aa(o:v : per qualche altro particolare su Fi­ logene (considerato fondatore di Focea, ma all a testa di coloni ate­ niesi, anche da Strabone , XIV 6 3 3) e su Damene , cfr. 2. . 4 ; sulla par­ tecipazione di elementi della Focide al popolamento della Ionia cfr. Erodoto, I 146 ; per altre versioni , che non collegano la denominazio-

COMMENTO VII ,

J ·4

l.I I

ne della città all a regione metropolitana, ved . Eraclide Pontico, FHG I I , p. 2.2. 3 , fr. 3 5 ; Stefano Bizantino, s . v . wxaux (cfr. A. Mele, in I/ dinamismo della colonizzazione greca, a cura di C . Antonetti, Napoli 1 9 9 7 , pp. 41- 2.) . La narrazione più dettagliata è quella di Nicolao di D amasco (FGrHist 90 F 5 1 ) : rispetto a essa Pausania ignora la parte­ cipazione di elementi peloponnesiaci e lo stanziamento provvisorio degli emigranti nella località attica di Torico; mentre aggiunge, oltre alle notizie sui fondatori, la precisazione che i Delfi non parteciparo­ no al movimento coloniale cui anche la Focide avrebbe offerto il suo contributo. 79-8 3 . -dj\1 xwpa\1 . . . wA�p'to\1: è difficile dire se le notazioni sul­ la fondazione di Focea in territorio concesso dai Cumani, e sul più t ardo accoglimento dei Focei nella comunità panionica, conservino la memoria di una o rig ine effettivamente diversa della città rispetto al­ la maggior parte delle altre della dodecapoli o siano semplicemente il riflesso di rapporti particolari fra la stessa Focea e la vicina ed eolica Cuma. Significativo il fatto che la città non abbia posseduto le tradi­ zionali tribù ioniche : cfr. A. Mele, in Storia e civiltà I 1, pp. 54-6 . A Periclo si fa risalire la denominazione di una delle tre tribù attestate da iscrizioni tarde : cfr. Piérart , p. 1 7 8 . 1 - 2.. rlL Ò t l \1 'trlt� vf)cro�.ç . . . M(f.LGtvt�: completata la descrizione delle città ioniche continentali, Pausania passa a quelle insulari, man­ tenendo il suo punto di riferimento e di osservazione in Mileto (cfr. la nota a 2.,1 sgg . ) : in questa prospettiva Samo può essere collocata ., al di là di Micale » , il promontorio a nord di Mileto, e Chio ancora più a settentrione, ., di fronte al monte Mimante », l'estremità mon­ tuosa della penisola di Eritre, che, in effetti, si estende in direzione sud-nord parall e lamente all ' isola . Su Samo cfr . G. Shipley, A History of5amos Boo-188 B . C. , Oxford 1 9 8 7 , in particolare p. 2.5 sgg . 2.. w Amo�: su questo poeta epico, probabilmente attivo nella prima metà dd VI secolo, che Pausania ha utilizzato anche altrove (Il 6 , 4· 5 ; 2.9,4; III q , 8 ) e che nel caso specifico rappresenta una fonte locale per la fase preellenica delle vicende di Samo, cfr . Pausania, La Corinzia, p. 2. 3 7 . e in riferimento al passo Veneri , pp. 8 8 - 9 1 . 4 · 'Acmnt«Àrlux xa i Eùpwm r g i à i n Omero (Il. XIV ) LI) , Esiodo (fr. 40 Merkelbach-West) e Bacchilide (fr. 10 Snell ) , Europa è consi­ derata figlia di Fenice - a sua volta ritenuto re di Sidone o di Tiro, capostipite dei Fenici e in qualche caso padre anche di Cadmo mentre secondo altre genealogie è ritenuta sorella dello stesso Feni­ ce, in quanto entrambi figli di Agenore e di Telefassa: cfr. Apollodo­ ro, Bibliotheca III 1 , 1 . La tradizione accolta da Pausania (cfr. Aristo­ tele, fr. 5 7 1 Rose; scoli ad Apollonia Radio, I 18 5 -8a; II 8 6 5 - 7 2.b; Stefano Bizantino, s.v. 'Acmm&. Àrltrl) , che attribuisce allo stesso Fe­ nice anche la paternità di Astipalea, madre di Anceo, il cui nome de-

4,


>) . Ved . inoltre H. Jeanmaire , Dioniso. Religione e cultura in Grecia , trad . it. Torino 1 9 7 2. , p . 9 6 . Sulla processione ac­ compagnata da fiaccole come elemento fondamentale del culto dioni­ siaco, ved . M. Vassits, Die Fackel in Kultus und Kunst der Griechen, Belgrad 1 900, pp. 3 3-41. 2.6 - 9 . lcr"t� xaì ' A1t6ÀÀwvoç . . . lmxwp(wv : dopo aver elencato i luoghi sacri ubicati sulla strada che porta da Aristonautai al centro urbano , Pausania comincia qui un nuovo itinerario di visita. Con il santuario di Apollo Theoxenios (« che ospita gli dei ») ci troviamo or­ mai in area urbana, e più precisamente nell' area intorno all 'agora , ci­ tata poco dopo. Il percorso di visita risponde al modello noto come Markt-typus (Robert , Pausanias, pp. 1 6 8 - 9 ) , che contraddistingue que­ gli itinerari in cui Pausania si dirige direttamente verso l'a gora. La fe­ sta delle Teossenie è nota a Delfi nel mese di Theoxenios (cfr. Plu­ tarco , M or. 5 5 7f) . Agoni tenuti a Pellene sono noti in vari passi di Pindaro (documentazione in Frazer IV, p. 184), il quale ricorda an­ che l'uso di premiare i vincitori con mantelli (ch/anai) , costume or­ mai in disuso già ai tempi di Strabone (VIII 3 8 6 ) . Pausania da ultimo attesta il nuovo uso di premiare i vincitori con denaro (cfr. Hitzig­ Biumner Il, p. 84 5 ) . V ed . anche Rizakis, Achaie I, p. 2. 2.7 , e Osanna, pp. 2. 8 1 - l. . 29- 3 0 . 1tÀ7Jcr(ov . crxfi!J-Ot: il tempio di Artemide nell ' area urbana di Pellene è ubicato secondo la norma vicino a quello di Apollo . Del .

.


L À.wtaç ( o à n:oyovoç ll TJ v É ÀEw) Vll 2 , J . I O ll>À.UJ.ll VLOç VII 7. 9 ; 8 , 1 . 2 1 ll>oi fk>ç VI I 2 0 , 5 ll>oivL!; VII 4 , I 11>6Qfkxç (Ò TQ LOn:a) Vll 2 6 , I 2 ll>OQJ.lLWV ('EQut}Qaioç) VII 5 . 7 ll>OQWVEibm VII I 7 . 7 ll>uì.. o baf.LE L a (i] �avaoù ) V I I 22,5

XaiQwv VII 2 7 , 7 XriQ L tEç VII 5 .9 XEiÀWV VII 6 , 5 Xioç ( o llooELbEç

VII 6 , 8 ; 7 . 4 ; 8 ,6 ; 9 , 4 ;

I 4, L 4 ; I 5 . 5 · 6 - 7 ·9

'AQxabia VII 2 5 . 5 'AQQoç) VII 1 5 , 5 KEQU V E L U (tò :rtOÀ.LOJ.LU) VII 2 5 . 5 ·6 7 8 -

-

KEQUVL tlJç ( ò :rtOtUj.LOç ) 15 · 5

VII

VII J . 9

3 .8.9; p l KÀ.O]V VII 3 . 3 . 5 ; P KOÀ.oq>O]VLOL VII 3 . J .4 . 8 ; 5 .-4 . I O

KOQlvfhm KoQ Lvftoç

VII 6,7; 7,6 ; 8 , 3 ; I 6 , 7

VII 7,6; 8 , 1 . 2 ; 1 -4 , 1 .

1 . 5 ; 1 p o; 1 6 ,-4. 3

KOQuqn'J ('tò l>Qoç) VII 5 ,9 KQdih ç (tò OQOç t'i)ç 'AQXU­ blaç) VII 2p I KQdih ç (ò :rtOtUJ.LÒç tfjç 'A ­ xataç) VII 2 p 1 . 1 2 . 1 3 KQ dihç (ò :rtotaJ.LÒç t'i)ç 'Ita­ À.laç) VII l p I KQ 'i) tEç VII 2 , 5 ; 3 , 1 . 2 . 7 ; 4 , 6 ; 1 6, I

VII 4,9 VII 4,7; 1 6 , 2 ; 2 5 , 1 I VII 1 ,4. 5 . 6 - 7. 8 . 9; 2, 1 . 2 . 3 ;

3 · 3 · 5 . 6 . 8 . 9 . 1 0; 4 , 1 . 2 . 1 o; p - 4 - 6; 6 , 1 ; I a, 1 . 2 ; 1 7,6 ; 1 8 , 5 ; 1 9 , 1 ; 24, 5 ; 26,2 . 1 0

'Iwvia

VII 1 9, 7 IU.a�OJ.LEVUL ( � MÀ.Lç)

KÀa �OJ,lévLOL

VII 2,7 VII 1 , 2

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VII

KQfrnl VII 2 , 5 ; 3 ,7; 4 , 5 .6. 8 KQLOç (ò :rtOta!U'>ç) VII 2 7 , I 1 KQ&twv VII 2 p 1 Ku