Del modo di esistenza degli oggetti tecnici

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Del modo di esistenza degli oggetti tecnici

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Gilbert Simondon

Del modo di esistenza degli oggetti tecnici

Nota alla nuova edizione (rivista e corretta) Il Modo d'esistenza degli oggetti tecnici comparve per la prima volta nel 1958 nelle edizioni Aubier-Montaigne, nella collezione «Analyse et Raisons», diretta da Martial Guéroult e Jules Vuillemin. Questa nuova edizione, corretta, è stata completata in base alle annotazioni che Gilbert Simondon aveva fatto sulle bozze della prima edizione. Le aggiunte più significative sono segnalate con una nota. Inoltre, è stata aumentata del Prospetto, testo inedito di presentazione redatto dall'autore in occasione dell'uscita del libro. Avendo dovuto rinunciare alla paginazione originale, abbiamo indicato la corrispondenza delle pagine nell'Indice degli argomenti. Gli asterischi rinviano al lessico delle parole tecniche. Nathalie Simondon

GrLBERT SrMONDON DEL MODO DI ESISTENZA DEGLI OGGETTI TECNICI

Ringrazio i miei professori André Bernard, jean Lacroix, Georges Gusdorf e jean-T Desanti. Esprimo la mia riconoscenza ai Colleghi André Doazan e Mikel Dufrenne, che mi hanno aiutato in occasione della mia discussione a Parigi. Ringrazio in particolare il professor Dufrenne per i ripetuti incoraggiamenti che mi ha prodigato, per i consigli e per la vicinanza solerte di cui ha dato prova durante la preparazione di questo lavoro. Il professor Canguilhem mi ha cortesemente permesso di consultare dei documenti nella biblioteca dell'Istituto di storia delle scienze e mi ha prestato delle opere tedesche rare della sua biblioteca personale. Inoltre, il professor Canguilhem, con le sue osservazioni, mi ha permesso di trovare la forma definitiva di questo lavoro; la terza parte deve molto alle sue indicazioni. Desidero esprimere pubblicamente la mia riconoscenza per tanta risoluta generosità.

INTRODUZIONE

{") uesto studio è mosso dall'intenzione di suscitare una presa ~ d i coscienza del senso degli oggetti tecnici. La cultura si è costitmta come sistema di difesa rispetto alle tecniche; ma tale difesa si presenta come una difesa dell'uomo, nella presupposizione che gli oggetti tecnici non contengano della realtà umana. Vorremmo invece dimostrare che la cultura ignora nella realtà tecnica una realtà umana e che, per giocare il proprio ruolo completo, la cultura deve incorporare gli esseri tecnici sotto forma di conoscenza e di senso dei valori. La presa di coscienza dei modi d'esistenza degli oggetti tecnici deve essere effettuata dal pensiero filosofico, che si trova nell'obbligo di assolvere in quest'opera ad un dovere analogo a quello che ha svolto per l'abolizione della schiavitù e l'affermazione del valore della persona umana. I..;opposizione delineata tra la cultura e la tecnica, tra l'uomo e la macchina, è falsa e senza fondamento, risultando soltanto da ignoranza o risentimento. Essa nasconde dietro un facile umanesimo una realtà ricca di sforzi umani e di forze naturali e che costituisce il mondo degli oggetti tecnici, mediatori tra la natura e l'uomo. La cultura si comporta verso l'oggetto tecnico come l'uomo verso la straniero quando si lascia condizionare dalla xenofobia primitiva. Il misoneismo orientato contro le macchine non è tanto odio del nuovo quanto rifiuto della realtà estranea. Ma tale essere estraneo è pur sempre umano e la cultura completa è ciò che permette di scoprire l'estraneo come umano. Allo stesso modo, la macchina è la straniera, nella quale è racchiuso dell'umano, incompreso, materializzato, asservito, ma pur sempre dell'umano. La più forte causa di alienazione nel mondo contemporaneo risiede nella mancata comprensione della macchina, che non è un'alienazione causata dalla macchina, ma dalla non conoscenza della sua natura e della sua essenza, dalla sua assenza dal mondo dei significati e dalla sua omissione nella tavola dei valori e dei concetti che fanno parte della cultura.

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Introduzione

La cultura è squilibrata perché riconosce alcuni oggetti, come l' oggetto estetico, ed accorda loro diritto di cittadinanza nel mondo dei significati, mentre respinge altri oggetti, in particolare gli oggetti tecnici, nel mondo senza struttura di ciò che non possiede significati, ma soltanto un uso, una funzione utile. Di fronte a tale rifiuto difensivo, espresso da una cultura parziale, gli uomini che conoscono gli oggetti tecnici e ne percepiscono il significato cercano di giustificare il proprio giudizio dando all'oggetto tecnico il solo statuto attualmente valorizzato oltre quello dell'oggetto estetico, quello dell'oggetto sacro. Nasce allora un tecnicismo smodato che è solo un'idolatria della macchina e, grazie a tale idolatria, tramite un'identificazione, un'aspirazione tecnocratica al potere incondizionato. Il desiderio di potenza consacra la macchina come strumento di supremazia e fa di essa il filtro magico moderno. L:uomo che vuole dominare i propri simili crea la macchina androide, abdicando davanti ad essa e delegandole la propria umanità. Cerca di costruire la macchina capace di pensare, sognando di poter costruire la macchina dotata di volontà, la macchina capace di vivere, per proteggersi con essa dall'angoscia, libero da ogni pericolo, esente da ogni sensazione di debolezza e tronfio di ciò che ha inventato. Ma, in tal caso, la macchina diventata secondo l'immaginazione il doppio dell'uomo qual è il robot, privo di interiorità, rappresenta in maniera evidente e inevitabile un essere del tutto mitico e immaginario. Vorremmo precisamente dimostrare che il robot non esiste, non è una macchina, non più di quanto una statua sia un essere vivente, ma soltanto un prodotto dell'immaginazione e della fabbricazione fittizia, dell'arte dell'illusione. Tuttavia, la nozione di macchina che esiste nella cultura attuale incorpora in una misura abbastanza ampia la rappresentazione mitica del robot. Un uomo colto non si permetterebbe di parlare degli oggetti o dei personaggi dipinti su una tela come delle realtà vere, che hanno un'interiorità, una volontà buona o malvagia. Lo stesso uomo parla tuttavia di macchine che minacciano l'uomo come se attribuisse a tali oggetti un'anima ed un'esistenza separata, autonoma, che conferisce loro l'uso di sentimenti e di intenzioni nei confronti dell'uomo. La cultura comporta così due atteggiamenti contraddittori nei confronti degli oggetti tecnici: da una parte, li tratta come dei puri assemblaggi di materia, privi di vero significato e che presentano soltanto un'utilità. Dall'altra parte, essa dà per scontato che tali oggetti siano proprio dei robot e che siano animati da intenzioni ostili nei riguar-

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di dell'uomo o che rappresentino per lui un permanente pericolo di aggressione, di insurrezione. Pensando bene di conservare il primo carattere, essa vuole impedire la manifestazione del secondo e parla di mettere le macchine al servizio dell'uomo, pensando di trovare nella riduzione in schiavitù un mezzo sicuro per impedire ogni ribellione. In realtà, la contraddizione intrinseca alla cultura proviene dall' ambiguità delle idee relative all'automatismo, nelle quali si nasconde un vero errore logico. Gli adoratori della macchina presentano in generale il grado di perfezione di una macchina come proporzionale al grado di automatismo. Andando oltre ciò che mostra l'esperienza, presuppongono che con un accrescimento ed un perfezionamento dell'automatismo si arriverebbe a riunire e ad interconnettere tutte le macchine tra loro, in maniera da costituire una macchina di tutte le macchine. In realtà, l'automatismo è un grado alquanto basso di perfezione tecnica. Per rendere automatica una macchina, vanno sacrificare molte possibilità di funzionamento, molti usi possibili. I..:automatismo, e la sua utilizzazione sotto forma di organizzazione industriale che si chiama automazione, possiede un significato economico o sociale più che un significato tecnico. Il vero perfezionamento delle macchine, quello di cui si può dire che eleva il grado di tecnicità, corrisponde non ad un accrescimento dell'automatismo, ma al contrario al fatto che il funzionamento di una macchina contenga un certo margine di indeterminazione. È tale margine che permette alla macchina di essere sensibile ad un'informazione esterna. È tramite tale sensibilità delle macchine all'informazione che un insieme tecnico può realizzarsi, molto più che attraverso un aumento dell'automatismo. Una macchina puramente automatica, completamente chiusa su sé stessa in un funzionamento predeterminato, non potrebbe dare che dei risultati approssimativi. La macchina che è dotata di un'alta tecnicità è una macchina aperta e l'insieme delle macchine aperte presuppone l'uomo come organizzatore permanente, come interprete vivente delle macchine le une in rapporto alle altre. Lungi dall'essere il sorvegliante di una squadra di schiavi, l'uomo è l'organizzatore permanente di una società degli oggetti tecnici che hanno bisogno di lui come i musicisti hanno bisogno del direttore d'orchestra, che può dirigere i musicisti solo perché suona come loro, altrettanto intensamente che tutti loro, il brano eseguito; li modera o li sprona, ma è anche moderato e spronato da loro. In effetti, attraverso di lui, il gruppo dei musicisti

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Introduzione

modera e sprona ciascuno di essi, è per ciascuno la forma in continuo movimento del gruppo che sta nascendo, è l'interprete reciproco di tutti in rapporto a ciascuno. In tal modo l'uomo ha la funzione di essere il coordinatore e l'inventore permanente delle macchine che sono intorno a lui. È tra le macchine che operano insieme a lui. La presenza dell'uomo accanto alle macchine è un'invenzione continua. Ciò che vi è nelle macchine è la realtà umana, il gesto umano fissato e cristallizzato in strutture che funzionano. Tali strutture hanno bisogno di essere sostenute nel corso del loro funzionamento e la più grande perfezione coincide con la più grande apertura, con la più grande libertà di funzionamento. Le macchine da calcolo moderne non sono dei puri automi, sono esseri tecnici che, oltre i loro automatismi aggiuntivi (o di decisione di funzionamento di commutatori* elementari), possiedono ampie possibilità di commutazione dei circuiti, che permettono di codificare il funzionamento della macchina restringendone il margine d'indeterminazione. È grazie al margine primitivo d'indeterminazione che la stessa macchina può estrarre delle radici cubiche o tradurre un testo semplice, composto con un piccolo numero di parole e di risvolti, da una lingua ad un'altra. È ancora tramite il margine d'indeterminatezza e non per gli automatismi che le macchine possono essere raggruppate in insiemi coerenti, scambiare informazione le une con le altre tramite il coordinatore che è l'interprete umano. Anche quando lo scambio d'informazione è diretto tra due macchine (come tra un oscillatore pilota e un altro oscillatore sincronizzato a impulsi), l'uomo interviene come essere che regola il margine d'indeterminazione affinché sia adatto al migliore scambio possibile d'informazione. Ci si può adesso chiedere quale uomo possa realizzare in sé la presa di coscienza della realtà tecnica e introdurla nella cultura. Tale presa di coscienza può difficilmente essere realizzata da colui che è legato.ad una macchina sola tramite il lavoro e la fissità dei gesti quotidiani. La relazione d'uso non favorisce la presa di coscienza, poiché il suo abituale ricominciare esaurisce nella stereotipia dei gesti adatti la coscienza delle strutture e dei funzionamenti. Il fatto di governare un'impresa utilizzando delle macchine, o la relazione di proprietà, non è più utile del lavoro per la presa di coscienza: esso crea dei punti di vista astratti sulla macchina, giudicata per il prezzo ed i risultati del suo funzionamento piuttosto che in sé stessa. La conoscenza scientifica, che vede in un oggetto tecnico l'applicazione pratica di

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una legge teorica, non è nemmeno al livello dell'ambito tecnico. La presa di coscienza sembrerebbe piuttosto poter essere propria dell'ingegnere che sarebbe come il sociologo o lo psicologo delle macchine, che vive all'interno della società di esseri tecnici di cui è la coscienza responsabile e inventiva. Una vera presa di coscienza delle realtà tecniche colte nel loro significato corrisponde ad una pluralità aperta di tecniche. Non può del resto essere diversamente, poiché un insieme tecnico anche poco esteso comprende delle macchine i cui principi di funzionamento appartengono ad ambiti scientifici molto diversi. La specializzazione cosiddetta tecnica corrisponde molto spesso a preoccupazioni esterne agli oggetti tecnici propriamente detti (relazioni con il pubblico, forma particolare di commercio) e non ad una specie di schemi di funzionamento compreso negli oggetti tecnici. È la specializzazione secondo delle direzioni esterne alle tecniche a creare la ristrettezza della visione rimproverata ai tecnici da parte dell'uomo colto che intende prenderne le distanze: si tratta di una ristrettezza di intenzioni, di fini, piuttosto che di una ristrettezza d'informazione o d'intuizione delle tecniche. Sono molto rare ai giorni nostri le macchine che non siano in qualche misura meccaniche, termiche ed elettriche insieme. Per ridare alla cultura il carattere davvero generale che essa ha perduto, occorre poter reintrodurre in essa la coscienza della natura delle macchine, delle loro reciproche relazioni e delle loro relazioni con l'uomo e dei valori implicati in queste relazioni. Tale presa di coscienza ha bisogno dell'esistenza, accanto allo psicologo e al sociologo, del tecnologo o meccanologo. Inoltre, gli schemi fondamentali di causalità e di regolazione che costituiscono un'assiomatica della tecnologia devono essere insegnati in maniera universale, come sono insegnati i fondamenti della cultura letteraria. Liniziazione alle tecniche deve essere collocata sullo stesso piano dell'educazione scientifica, che è altrettanto disinteressata della pratica delle arti e riguarda sia le applicazioni pratiche che la fisica teorica e può raggiungere lo stesso grado d'astrazione e di simbolizzazione. Un bambino dovrebbe sapere che cos'è un'autoregolazione o una reazione positiva allo stesso modo in cui conosce i teoremi matematici. Questa riforma della cultura, che procede per ampliamento e non per distruzione, potrebbe ridare alla cultura attuale il vero potere regolatore che ha perduto. Riserva di significati, di mezzi d'espressione,

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Introduzione

di giustificazioni e di forme, una cultura stabilisce tra coloro che la possiedono una comunicazione regolatrice. Essendo il risultato della vita del gruppo, essa anima i gesti di coloro che assicurano le funzioni di comando, fornendo loro norme e schemi. Ma, prima del grande sviluppo delle tecniche, la cultura incorporava a titolo di schemi, di simboli, di qualità e di analogie, i principali tipi di tecniche che davano luogo ad un'esperienza vissuta. Al contrario, la cultura attuale è la cultura antica, che incorpora come schemi dinamici lo stato delle tecniche artigianali e agricole dei secoli passati. Sono proprio tali schemi a fare da mediatori tra i gruppi e i loro capi, imponendo, a causa della loro inadeguatezza alle tecniche, una distorsione fondamentale. Il potere diventa letteratura, arte d'opinione, difesa delle verosimiglianze, retorica. Le funzioni direttrici sono false perché non esiste più tra la realtà governata e gli esseri che governano un codice adeguato di relazioni: la realtà governata comprende uomini e macchine. Il codice poggia solo sull'esperienza dell'uomo che lavora con degli utensili, la quale però risulta sbiadita e lontana perché coloro che impiegano il codice non vengono dai lavori nei campi, come Cincinnato. Il simbolo sbiadisce in semplice modo di dire, il reale è assente. Una relazione regolatrice di causalità circolare non può stabilirsi tra l'insieme della realtà governata e la funzione d'autorità: l'informazione non arriva nemmeno perché il codice è diventato inadeguato al tipo d'informazione che dovrebbe trasmettere. Un'informazione che esprima l'esistenza simultanea e correlativa degli uomini e delle macchine deve includere gli schemi di funzionamento delle macchine ed i valori da essi implicati. Occorre che la cultura ridiventi generale, mentre si è specializzata e impoverita. Tale estensione della cultura, che sopprime una delle principali cause d'alienazione e ristabilisce l'informazione regolatrice, possiede un valore politico e sociale: essa può dare all'uomo dei mezzi per pensare la propria esistenza e la propria situazione in funzione della realtà che la circonda. Tale opera di allargamento e di approfondimento della cultura svolge anche un ruolo propriamente filosofico poiché conduce alla critica di un certo numero di miti e di stereotipi, come quello del robot, o degli automi perfetti al servizio di un'umanità oziosa e appagata. Per operare tale presa di coscienza, è possibile cercare di definire l'oggetto tecnico in sé stesso, attraverso il processo di concretizzazione e di sovradeterminazione funzionale che gli dà consistenza al termine di un'evoluzione, dimostrando che non potrebbe essere considerato

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un puro utensile. Le modalità di questa genesi permettono di cogliere i tre livelli dell'oggetto tecnico e la loro coordinazione temporale non dialettica: l'elemento, l'individuo, l'insieme. Poiché l'oggetto tecnico è definito dalla sua genesi, è possibile studiare i rapporti tra l'oggetto tecnico e le altre realtà, in particolare l'uomo da adulto ed il bambino. Infine, considerato come oggetto di un giudizio di valore, l' oggetto tecnico può suscitare atteggiamenti molto diversi secondo che venga considerato a livello dell'elemento, a livello dell'individuo o a livello dell'insieme. A livello dell'elemento il suo perfezionamento non introduce alcun rovesciamento che generi angoscia per il conflitto con le abitudini acquisite: è il clima dell'ottimismo del XVIII secolo, che introduce l'idea di un progresso continuo e indefinito, che apporta un miglioramento costante del destino dell'uomo. Al contrario, l'individuo tecnico diventa per un certo periodo l'avversario dell'uomo, il suo concorrente, perché l'uomo centralizzava su di sé l'individualità tecnica al tempo in cui esistevano solo gli utensili; la macchina prende il posto dell'uomo perché l'uomo assolveva la funzione di macchina, di portatore di utensili. A tale fase corrisponde una nozione drammatica ed appassionata di progresso, che diventa aggressione della natura, conquista del mondo, cattura dell'energia. Tale volontà di potenza si esprime attraverso la dismisura tecnicista e tecnocratica dell'era della termodinamica, che ha una svolta insieme profetica e catastrofica. Infine, a livello degli insiemi tecnici del XX secolo, l' energetismo termodinamico è sostituito dalla teoria dell'informazione, il cui contenuto normativo è soprattutto regolatore e stabilizzatore: lo sviluppo delle tecniche appare come una garanzia di stabilità. La macchina, come elemento dell'insieme tecnico, diventa ciò che aumenta la quantità d'informazione; ciò che accresce la neghentropia, ciò che si oppone alla degradazione dell'energia: la macchina, opera d'organizzazione e d'informazione, è, come la vita e con la vita, ciò che si oppone al disordine, al livellamento di tutte le cose che tendono a privare l'universo dei poteri di cambiamento. La macchina è ciò attraverso cui l'uomo si oppone alla morte dell'universo; essa rallenta, come la vita, la degradazione dell'energia e diventa stabilizzatrice del mondo. La modificazione dello sguardo filosofico sull'oggetto tecnico annuncia la possibilità di una introduzione dell'essere tecnico nella cultura: questa integrazione, che non ha potuto operarsi né al livello degli elementi, né al livello degli individui in maniera definitiva, si

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Introduzione

potrà realizzare con più possibilità di stabilità al livello degli insiemi;

la realtà tecnica diventata regolatrice potrà integrarsi alla cultura, regolatrice per essenza. I.:integrazione poteva avvenire solo per aggiunta al tempo in cui la tecnicità risiedeva nei nuovi individui tecnici; oggi, la tecnicità tende a risiedere negli insiemi, può quindi diventare un fondamento della cultura alla quale apporterà un potere d'unità e di stabilità, rendendola adeguata alla realtà che esprime e che regola.

PRIMA PARTE GENESI ED EVOLUZIONE DEGLI OGGETTI TECNICI

Capitolo primo GENESI DELL'OGGETTO TECNICO: IL PROCESSO DI CONCRETIZZAZIONE

I. Oggetto tecnico astratto ed oggetto tecnico concreto

L

oggetto tecnico è sottoposto ad una genesi, ma è difficile definire la genesi di ogni oggetto tecnico, poiché l'individualità degli oggetti si modifica nel corso della genesi; solo con difficoltà si possono definire gli oggetti tecnici in base alla loro appartenenza ad una specie tecnica. Le specie sono facili da distinguere sommariamente, per l'uso pratico, se si accetta di prendere l'oggetto tecnico in base al fine pratico al quale risponde; ma si tratta di una specificità illusoria, dato che ,!!,~.ssuJ1a strJJ!rnra fi$sa corrisponde ad un uso definito. Uno stesso risultato può essere ottenuto a partire da funzionamenti e da strutture molto differenti: un motore a vapore, un motore a benzina, una turbina, un motore a molla o a massa sono tutti pur sempre dei motori. Tuttavia, vi è più analogia reale tra un motore a molla ed un arco o una balestra che tra lo stesso motore e un motore a vapore; un orologio a pesi possiede un motore analogo ad un argano, mentre un orologio a funzionamento elettrico è analogo ad un campanello o ad un vibratore. Luso riunisce strutture e funzionamenti eterogenei sotto generi e specie che traggono significato dal rapporto tra tale funzionamento ed un altro funzionamento, quello dell'essere umano in azione. Dunque, ciò a cui si dà un nome unico, come, per esempio, quello di motore, può essere molte cose in quel momento e può variare nel tempo cambiando d'individualità. Tuttavia, invece di partire dall'individualità dell'oggetto tecnico, o anche dalla sua specificità, che è molto instabile, per cercare di definire le leggi della sua genesi nel quadro di tale individualità o di tale specificità, è preferibile rovesciare il problema: è. a p.:i..rtire.. dai.cri~er~ .4~!!~_genesi che si può defi11ire l'individualità e la specificità dell' ogg~tto l'oggetto tecnico indìvfduale non è tale o talaltra cosa,

tecnìco:

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'4~9.}ziuJJ1J.11lC, r:r:i~cièi.~i_clli yi ègene~i 1.• L unità dell'oggetto tecnico, la sua individualità e la sua specificità sono i caratteri di consistenza e di convergenza della sua genesi. La genesi dell'oggetto tecnico fa parte del suo essere. L:oggetto tecnico è ciò che non è anteriore al suo divenire, ma presente ad ogni tappa di tale divenire; l'oggetto !t:ç::nico ."~J.J..g.Q_lo--l:JJJ1itgjg cljvenire.- Il motore a benzina non è questo o quel motore dato nel tempo e nello spazio, ma il fatto che abbia un seguito, una continuità che va dai primi motori a quelli che conosciamo e che sono ancora in evoluzione. A tal proposito, come in una li!!(::_~ ,neps:a, uno stadio definito di evoluzione contiene in sé delle strutture ~-d~gli schemi dinamici che sono al principio di un'evoluzione delle forme. Lessere tecnico evolve per convergenza e per adattamento a se, s1 unifica internamente secondo un principio di risonanza interna. Il motore di automobile di oggi non è il discendente del motore del 191 O soltanto perché il motore del 191 Oera quello costruito dai nostri progenitori. Non ne è neppure il discendente perché è più perfezionato in relazione all'uso; in realtà, per tale o talaltro uso, un motore del 1910 resta superiore ad un motore del 1956. Per esempio, può sostenere un riscaldamento importante senza grippaggio o perdite, essendo costruito con delle combinazioni più consistenti e senza leghe fragili come il metallo antifrizione, ed è più autonomo, grazie ali' accensione magnetica. Vecchi motori funzionano senza difetti su dei pescherecci, dopo essere stati presi da automobili fuori uso. È grazie ad un esame interno dei regimi di causalità e delle forme in quanto adattate a

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Secondo determinate modalità che distinguono la genesi dell'oggetto tecnico da quelle degli altri tipi di oggetti: oggetto estetico, essere vivente. Le modalità specifiche della genesi devono essere distinte da una specificità statica che si potrebbe stabilire in base alla genesi considerando i caratteri dei diversi tipi di oggetto; l'impiego del metodo genetico ha precisamente per oggetto di evitare l'uso di un pensiero classificatorio che intervenga dopo la genesi per suddividere la totalità degli oggetti in generi e in specie che si adattano al discorso. revoluzione pass.ata di un essere tecnico resta in maniera fondamentale in quell'essere sotto forma di tecnicità. ressere tecnico, portatore di tecnicità secondo il procedimento che chiameremo analettico, può essere l'oggetto di una conoscenza adeguata solo se quest'ultima coglie in esso il senso temporale della sua evoluzione; tale conoscenza adeguata è la cultura tecnica, distinta dal sapere tecnico che si limita a cogliere nell'attualità gli schemi isolati del funzionamento. Poiché le relazioni che esistono al livello della tecnicità tra un oggetto tecnico ed un altro sono sia orizzontali che verticali, una conoscenza che procede per generi e specie non conviene: tenteremo di indicare in che senso la relazione tra gli oggetti tecnici è trasduttiva.

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tali regimi di causalità che il motore di automobile attuale è definito come successivo al motore del 1910. In un motore attuale, ogni pezzo importante è talmente associato agli altri grazie a scambi reciproci di energia che non può essere diversamente da quello che è. La forma della camera d'esplosione, la forma e la dimensione delle valvole e la forma del pistone fanno parte di uno stesso sistema nel quale vi è una moltitudine di causalità reciproche. Alla forma di tali elementi corrisponde un certo tasso di compressione, che esige esso stesso un grado determinato prima dell'accensione; la forma della testata, il metallo di cui è fatta, in relazione con tutti gli altri elementi del ciclo, producono una certa tempera.tura degli elettrodi della candela d'accensione; a sua volta, la temperatura reagisce sulle caratteristiche dell'accensione e dunque di tutto il ciclo. Si potrebbe dire che il motore attuale è un motore concreto, mentre il motore antico è un motore astratto. Nel motore antico, ogni elemento interviene in un certo momento nel ciclo, dopodiché si ritiene non agire più sugli altri elementi; i pezzi del motore sono come delle persone che lavorano ciascuna al proprio posto, senza conoscersi tra di loro. È del resto proprio così che si spiega nelle classi il funzionamento dei motori termici, essendo ogni pezzo isolato dagli altri come i tratti che lo rappresentano sulla lavagna nera, nello spazio geometrico partes extra partes. Il motore antico è un insieme logico di elementi definiti dalla loro funzione completa ed unica. Ogni elemento può compiere al meglio la propria funzione se è come uno strumento perfettamente finalizzato, tutto orientato verso il compimento di tale funzione. Uno scambio permanente di energia tra due elementi si presenta come un'imperfezione, se tale scambio non fa parte del funzionamento teorico; inoltre, esiste una forma primitiva dell'oggetto tecnico, la forma astratta, nella quale ogni unità teorica e materiale è trattata come un assoluto, realizzata in una perfezione intrinseca che necessita, per il suo funzionamento, di essere costituita in sistema chiuso. Lintegrazione nell'insieme presenta in questo caso una serie di problemi darisolvere che sono considerati tecnici e che, in realtà, sono dei problemi di compatibilità tra insiemi già dati. Tali insiemi già dati devono essere mantenuti e conservati malgrado le loro influenze reciproche. Risultano quindi delle strutture particolari che si possono chiamare, per ogni unità costituente, delle strutture di difesa: la testata del motore termico a combustione interna è dotata di alette di raffreddamento, particolarmente sviluppate

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nella zona delle valvole, sottoposta a degli scambi termici intensi e a pressioni elevate. Le alette di raffreddamento, nei primi motori, sono in un certo senso aggiunte daU' esterno al cilindro ed alla testata teorici, geometricamente cilindrici, che assolvono esclusivamente una sola funzione, quella del raffreddamento. Nei motori recenti, le alette svolgono anche un ruolo meccanico, opponendosi come delle nervature ad una deformazione della testata sotto la spinta dei gas. In tali condizioni, non si può più distinguere l'unità volumetrica (cilindro, testata) e l'unità di dissipazione termica; se si tagliassero o levigassero le alette della testata di un motore a raffreddamento ad aria corrente, l'unità volumetrica costituita dalla sola testata non sarebbe più sostenibile, anche in quanto unità volumetrica: si deformerebbe sotto la pressione dei gas. Lunità volumetrica e meccanica è diventata coestensiva all'unità di dissipazione termica, poiché la struttura dell'insieme è bivalente: le alette, in rapporto ai tubi di aria esterna, costituiscono una superficie di raffreddamento per scambio termico. Le stesse alette, in quanto fanno parte della testata, limitano la camera di esplosione grazie ad una sagoma indeformabile che impiega meno metallo di quanto ne avrebbe bisogno una scocca non nervata. Lo sviluppo di questa struttura unica non è un compromesso, ma una concomitanza ed una convergenza: una testata nervata può essere più sottile di una testata liscia con la stessa rigidità. Del resto, una testata sottile permette scambi termici più efficaci di quelli che potrebbero darsi attraverso una testata spessa; la struttura bivalente aletta-nervatura migliora il raffreddamento non soltanto aumentando la superficie degli scambi termici (cosa che riguarda propriamente l'aletta in quanto tale), ma anche permettendo un assottigliamento della testata (cosa che riguarda invece l'aletta in quanto nervatura). Il problema tecnico è quindi quello della convergenza delle funzioni verso un'unità strutturale piuttosto che quello di una ricerca di compromesso tra esigenze in conflitto. Se il conflitto sussiste tra i due aspetti della struttura unica, nel caso in questione, è soltanto in quanto la posizione delle nervature che corrispondono al massimo di rigidità non è necessariamente quella che conviene al miglior raffreddamento, facilitando il flusso della ventilazione tra le alette, mentre il veicolo è in movimento. In tal caso, il costruttore può essere obbligato a conservare un carattere misto incompleto: le alette-nervature, se sono disposte per il miglior raffreddamento, dovranno essere più spesse e più rigide di quanto non lo sarebbero se fossero soltanto delle

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nervature. Se al contrario sono disposte in maniera da risolvere perfettamente il problema di ottenere la rigidità, sono di una superficie più grande, al fine di ritrovare con uno sviluppo della superficie ciò che la diminuzione della ventilazione fa perdere nello scambio termico. Infine, le alette possono ancora essere nella loro struttura stessa un compromesso tra le due forme, cosa che necessita uno sviluppo più grande che se una sola delle funzioni fosse presa per scopo della struttura. La divergenza delle direzioni funzionali resta come un residuo d'astrazione nell'oggetto tecnico ed è la riduzione progressiva del margine tra le funzioni delle strutture plurivalenti a definire il progresso di un oggetto tecnico. È tale convergenza a specificare l'oggetto tecnico, poiché non vi è, in un'epoca determinata, un'infinita pluralità di sistemi funzionali possibili; le specie tecniche sono in numero molto più ristretto degli usi ai quali sono destinati gli oggetti tecnici; i bisogni umani si diversificano all'infinito, ma le direzioni di convergenza delle specie tecniche sono in numero finito. /"" [oggetto tecnico esiste, dunque, come tipo specifico ottenuto al '; termine di una serie convergente. Tale serie va dal modo astratto al modo concreto: tende verso uno stato che farebbe dell'essere tecnico un sistema interamente coerente con sé stesso, interamente unificato.

II. Condizioni dell'evoluzione tecnica

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uali sono le ragioni della convergenza che si manifesta nell' e'--J~ga,Ji l'uno all'altro; la, differeniiazìonitI _RC>S~ibilipC>Jc:hé es,s;a p~r111e~te diin tegrare neiJµ11zi9~~Ille11t,9 cl' insie:; me, in maniera cosciente e calcolata in vista di un risultato necessario, · .4egli effetti correlativi del funzionamentC> glC>b;a!!:; e che erano bene o male corretti con dei palliativi separati dal compimento della funz_ione, principale. · Uno stesso tipo di evoluzione si nota nel passaggio dal tubo di Crookes al tubo di Coolidge; il primo non è soltanto meno efficace del secondo, è anche meno stabile nel suo funzionamento, e più complesso. In effetti, il tubo di Crookes utilizza la tensione catodoanodo per dissociare delle molecole o atomi di gas monatomici in ioni positivi ed elettroni, poi per accelerare tali elettroni e comunicare loro un'energia cinetica importante prima dello choc contro l'anticatodo. Al contrario, nel tubo di Coolidge, la funzione di produzione

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degli elettroni è dissociata da quella dell'accelerazione degli elettroni già prodotti; la produzione è realizzata tramite effetto termoelettrico (detto impropriamente termoionico, senza dubbio perché sostituisce la produzione di elettroni per ionizzazione) e l'accelerazione ha luogo successivamente. Le funzioni si trovano così purificate grazie alla loro dissociazione, e le strutture corrispondenti sono insieme più distinte e più ricche; il catodo caldo del tubo di Coolidge è più ricco dal punto di vista della struttura e della funzione del catodo freddo del tubo di Crookes. Tuttavia, è anche perfettamente un catodo, considerato dal punto di vista elettrostatico; lo è ancora di più, poiché comprende un luogo abbastanza strettamente localizzato di nascita dei termoelettroni e poiché la forma della superficie del catodo che circonda il filamento determina un gradiente elettrostatico che permette di focalizzare gli elettroni in uno stretto fascio che cade sull'anodo (di qualche millimetro quadrato nei tubi correnti). Al contrario, il tubo di Crookes non comporta dei luoghi propriamente definiti di nascita degli elettroni perché sia possibile focalizzare efficacemente i fasci e ottenere così una fonte di raggi X che si avvicinano alla puntualità ideale. Del resto, la presenza del gas ionizzabile nel tubo di Crookes non comportava soltanto l'inconveniente dell'instabilità (indurimento del tubo tramite fissazione delle molecole sugli elettrodi; necessità di prevedere delle chiuse per reintrodurre del gas nel tubo), ma presentava anche un inconveniente essenziale: le molecole di gas offrivano un ostacolo agli elettroni già prodotti in corso di accelerazione nel campo elettrico tra catodo e anodo. Tale inconveniente offre un esempio tipico dei caratteri d'antagonismo funzionale nei processi di un oggetto tecnico astratto: lo stesso gas che è necessario per produrre gli elettroni da accelerare è un ostacolo alla loro accelerazione. È tale antagonismo che scompare nel tubo di Coolidge, che è un tubo a vuoto spinto. Esso scompare per il fatto che i gruppi di funzioni sinergiche sono distribuiti a strutture definite, ognuna delle quali guadagna con la redistribuzione una più grande ricchezza funzionale ed una più perfetta precisione strutturale; è il caso del catodo che, invece di essere una semplice calotta sferica o semisferica di metallo qualunque, diventa un insieme formato da una cuvetta parabolica al cui centro si trova un filamento produttore di termoelettroni. Lanodo, che nel tubo di Crookes occupava una posizione qualunque in rapporto al catodo, si confonde geometricamente con il vecchio anticatodo, mentre il nuovo anodo-anticatodo assume i due ruoli sinergici di produttore di una

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differenza di potenziale in rapporto al catodo (ruolo d'anodo) e di ostacolo contro il quale sbattono gli elettroni accelerati dalla caduta di potenziale, che trasformano la loro energia cinetica in energia luminosa di cortissima lunghezza d'onda. Queste due funzioni sono sinergiche poiché è dopo aver subito tutta la caduta di potenziale del campo elettrico che gli elettroni hanno acquisito il massimo di energia cinetica. È dunque in questo momento e a questo punto che è possibile trarne la più grande quantità di energia elettromagnetica arrestandoli bruscamente. Il nuovo anodoanticatodo gioca infine un ruolo nell'evacuazione del calore prodotto (in ragione del cattivo rendimento della trasformazione d'energia in energia elettromagnetica, quasi 1o/o) e questa nuova funzione è assolta in perfetta concordanza con le due precedenti: una lastra di metallo difficilmente fondibile, come del tungsteno, è incastrata nella barra massiccia di rame segato a schegge che forma l'anodo-anticatodo, al punto d'impatto del fascio di elettroni. Il calore sviluppato sulla lastra è condotto all'esterno del tubo tramite la barra di rame, sviluppata esternamente in alette di raffreddamento. Vi è sinergia delle tre funzioni; in quanto le caratteristiche elettriche della barra di rame ottima conduttrice dell'elettricità vanno di pari passo con le caratteristiche termiche della stessa barra ottima conduttrice del calore. Del resto, la sezione conica della barra di rame è adatta anche alla funzione di obiettivo-ostacolo (anticatodo), a quella di accelerazione degli elettroni (anodo) ed a quella di evacuazione del calore prodotto. Si può dire, in queste condizioni, che il tubo di Coolidge è un tubo di Crookes allo stesso tempo semplificato e concretizzato, nel quale ogni struttura assolve funzioni diverse, ma sinergiche. Limperfezione del tubo di Crookes, il suo carattere astratto ed artigianale, che necessita di frequenti ritocchi nel funzionamento, derivavano dall'antagonismo delle funzioni assolte dal gas rarefatto: è tale gas ad essere soppresso nel tubo di Coolidge. La sua struttura indeterminata corrispondente alla ionizzazione è interamente sostituita dalla nuova caratteristica termoelettrica del catodo, perfettamente chiara e regolabile in quantità. In tal modo, i due esempi tendono a mostrare che la. differenzia,.,.zi~gey~ nell,g stesso .senso della condensazione di funzioni multiple ,§!!Uage~s, t111;i. funziog~ può essere assolta da diverse strutture associate sinergicamente,_men"tre nelroggetto tecnico primitivo e astratto ogni struttura ~ pr~posta ad assolvere una funzione definita e generalmente una sola. I.:essenza della concretizzazione dell'oggetto tecnico è l'organizzazione dei sotto-insiemi funzionali nel funzionamento totale. Partendo da questo principio, si può comprendere in che senso si opera la redistribuzione delle funzioni nella rete delle differenti strutture, sia nell'oggetto tecnico astratto che nell'oggetto tecnico concreto: ogni struttura assolve diverse funzioni. Ma nell'oggetto tecnico astratto, essa assolve solo una funzione essenziale e positiva, integrata nel funzionamento dell'insieme; nell'oggetto tecnico concreto, tutte le funzioni assolte dalla strutwra sono positive, essenziali e integrate nel funzionamento Le conseguenze marginali del funzionamento, eliminate o ( attenuate dai correttivi nell'oggetto astratto, diventano delle fasi o del gli aspetti positivi nell'oggetto concreto. Lo schema di funzionamento Tu.corpora gli aspetti marginali e le conseguenze che erano senza interesse o nocivi diventano degli ingranaggi del funzionamento. Tale progresso implica che _()g~L_~!r:,1:!!_tura _sia intenzional11_1e!1;!~ ,,!!1~4enzata dgl costruttore dei c.aratteri che corrispqii:aono tutti i componenti del suo funzionamento, com~-~~ [9ggeJJ:.Q_g_rrifici?Je non •.dHfori.§§e in t:1:iente da up, sistema fisico studiato.. sotto-tut1Lgli .aspetti conosçibili degli scambi d'energia, delle trasformazioni fisiche e chimJçh~ ()gDLE$:~~9, nell'oggetto concreto, no 11 è piµ §l!?:Il!C>_ci_ò che ha per essenza di corrispondere al compimento di una fi111~!C>I1_ey2l_t1ta 4a:1 çgstruttC)re, ma una parte di un sistema in cui si esercitano una

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~u~_difor.i.~. e ~LP~~~-~~-9c~gU..~ffo.tttJrutt12_~11~?--t.i_9-_a.JDn.~ tsnzionefa.bbi;icarxke. [oggetto tecnico concreto è un sistema fisicochimico nel quale le azioni reciproche si esercitano secondo tutte le leggi scientifiche. La finalità dell'intenzione tecnica può raggiungere la perfezione nella costruzione dell'oggetto solo se si identifica con la conoscenza scientifica universale. Occorre proprio precisare che quest'ultima conoscenza deve essere universale, poiché il fatto che l'oggetto tecnico appartenga alla classe fattizia degli oggetti che rispondono a tale bisogno umano definito non limita e non definisce in niente il tipo di azioni che possono esercitarsi sull'oggetto o tra l'oggetto ed il mondo esterno. La differenza tra l'oggetto tecnico ed il sistema fisico-chimico studiato come oggetto risiede proprio nell'imperfezione delle scienze; le conoscenze scientifiche che servono da guida per prevedere l'universalità delle azioni reciproche che si esercitano nel sistema tecnico restano influenzate da una certa imperfezione e non permettono di prevedere assolutamente tutti gli effetti con una precisione rigorosa. E per questo motivo che sussiste una certa distanza tra il sistema delle intenzioni tecniche corrispondenti ad una finalità definita ed il sistema scientifico della conoscenza delle interazioni causali che realizzano tale fine. [oggetto tecnico non è mai completamente conosciuto e, per questa stessa ragione, non è mai nemmeno completamente concreto, se non per un incontro molto raro del caso. La distribuzione ultima delle funzioni alle strutture ed il calcolo esatto delle strutture potrebbero realizzarsi solo se la conoscenza scientifica di tutti i fenomeni suscettibili di esistere nell'oggetto tecnico fosse completamente acquisita; non essendo questo il caso, rimane una certa differenza tra lo schema tecnico dell'oggetto (che comporta la rappresentazione di una finalità umana) ed il quadro scientifico dei fenomeni di cui è la sede (che comportano solo degli schemi di causalità efficiente, reciproca o ricorrente). La concretizzazione degli oggetti tecnici è condizionata dal restringimento dell'intervallo che separa le scienze dalle tecniche; la fase artigianale primitiva è caratterizzata da una debole correlazione tra scienze e tecniche, mentre la fase industriale è caratterizzata da una correlazione elevata. La costruzione di un oggetto tecnico determinato può diventare industriale quando l'oggetto è diventato concreto, il che significa che è conosciuto in una maniera quasi identica secondo l'intenzione costruttiva e secondo lo sguardo scientifico. Così si spiega il fatto che alcuni oggetti abbiano potuto essere costru-

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iti in maniera industriale molto prima di altri; un argano, un paranco, delle muffole, una pressa idraulica sono degli oggetti tecnici nei quali i fenomeni di attrito, di elettrizzazione, di induzione elettrodinamica, di scambi termici e chimici possono essere trascurati nella . maggioranza dei casi senza comportare una distruzione dell'oggetto · o un cattivo funzionamento. La meccanica razionale classica permette di conoscere scientificamente i fenomeni principali che caratterizzano il funzionamento degli oggetti chiamati macchine semplici: invece, sarebbe stato impossibile costruire industrialmente nel XVII secolo una pompa centrifuga a gas o un motore termico. Il primo motore termico industrialmente costruito, quello di Newcomen, utilizzava solo la depressione, poiché il fenomeno di condensazione di un vapore sotto l'influenza del raffreddamento era scientificamente conosciuto. Allo stesso modo, le macchine elettrostatiche sono rimaste artigianali quasi fino ai nostri giorni, perché i fenomeni di produzione e di trasporto delle cariche per perdite dielettriche, poi di scarico delle cariche per effetto Corona, conosciuti qualitativamente perlomeno dal XVIII secolo, non erano stati oggetto di studi scientifici molto rigorosi; dopo la macchina di Wimshurst, il generatore Van de Graaff stesso conserva qualcosa di artigianale, malgrado le sue grandi dimensioni e la sua potenza elevata.

III. Ritmo del progresso tecnico; perfezionamento continuo e minore, perfezionamento discontinuo e maggiore

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dunque essenzialmente la scoperta delle sinergie funzionali a caratterizzare il progresso nello sviluppo dell'oggetto tecnico . . ,;Conviene allora chiedersi se tale scoperta avvenga improvvisamente o in maniera continua. In quanto riorganizzazione delle strutture che intervengono nel funzionamento, avviene in maniera brusça,, II,1.a pu,2 comportare diverse tappe successive; pertanto, il tubo di Coolidge non poteva essere concepito prima della scoperta da parte di Fleming della produzione di elettroni grazie ad un metallo riscaldato; ma il tubo di Coolidge ad anodo-anticatodo statico non è necessariamente l'ultima versione del tubo produttore di raggi X o di raggi Gamma. Può essere migliorato e adattato a degli usi più particolari. Per esempio, un perfezionamento importante, che permette di ottenere una fonte di raggi X più vicini al punto geometrico ideale, è consistito

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nell'impiegare un anodo a forma di piano solido montato su un asse, nel tubo: tale piano può essere messo in movimento tramite un campo magnetico creato da un induttore collocato all'esterno del tubo e in rapporto al quale il piano è un rotore che comporta un indotto. La sezione d'urto degli elettroni diventa una linea circolare vicina al bordo del piano di rame ed offre dunque delle possibilità molto ampie di dissipazione termica. Tuttavia, in maniera statica e geometrica, il luogo in cui l'urto si produce è stabilito in rapporto al catodo e al tubo: il fascio di raggi X proviene dunque da un nucleo geometricamente fisso, benché l'anticatodo scorra a grande velocità in questo punto fisso. I tubi ad anodo girevole permettono di accrescere la potenza senza aumentare la dimensione della sezione d'urto o di ridurre la dimensione della sezione d'urto senza diminuire la potenza. Ma tale anodo girevole svolge altrettanto perfettamente di un anodo fisso le funzioni di accelerazione e di arresto degli elettroni e svolge meglio la funzione di evacuazione del calore, cosa che permette di migliorare le caratteristiche ottiche del tubo per una potenza determinata. Si deve allora considerare l'invenzione dell'anodo girevole come ciò che apporta al tubo di Coolidge una concretizzazione strutturale? - No, infatti essa ha soprattutto come ruolo quello di diminuire un inconveniente che non ha potuto essere convertito in un aspetto positivo del funzionamento d'insieme. Linconveniente del tubo di Coolidge, l'aspetto residuale d'antagonismo che sussiste nel suo funzionamento è il suo cattivo rendimento nella conversione dell'energia cinetica in radiazione elettromagnetica. Senza dubbio, il cattivo rendimento non costituisce un antagonismo diretto tra le funzioni, ma si converte praticamente in un antagonismo reale. Se la temperatura di fusione della lastra di tungsteno e della barra di rame fosse infinitamente elevata, si potrebbe concentrare con molta precisione un fascio molto potente di elettroni molto rapidi; ma come in realtà si raggiunge abbastanza rapidamente la temperatura di fusione del tungsteno, ci si trova limitati dal cattivo rendimento che fa apparire una grossa quantità di calore ed occorre risolversi a sacrificare la sottigliezza del fascio o la densità del Busso di elettroni o la velocità degli elettroni, arrivando a sacrificare la puntualità della fonte di raggi X, la quantità di energia elettromagnetica irradiata o la penetrazione dei raggi X ottenuti. Se si potesse scoprire un mezzo per aumentare il rendimento della trasformazione di energia che si opera sulla lastra dell'anticatodo, si migliorerebbero tutte le caratteristiche del tubo di Coolid-

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ge, sopprimendo o diminuendo il più importante degli antagonismi che sussistono nel funzionamento. (:Cantagonismo che consiste nel fatto che il fascio non può essere rigorosamente concentrato perché gli elettroni si respingono reciprocamente poiché sono influenzati da cariche elettriche dello stesso segno è molto più debole; si potrebbe compensarlo con dispositivi di concentrazione paragonabili a quelli degli oscilloscopi catodici o delle lenti elettrostatiche o elettromagnetiche dei microscopi elettronici.) :Canodo girevole permette di ridurre le conseguenze dell'antagonismo tra la sottigliezza e la potenza, tra le caratteristiche ottiche e le caratteristiche elettroniche. Yi~pQQgll,ll,8_ll~gt1e tipi di perfezionamenti;, queHi che modifica: no la dpartizione delle funzioIJ.i, aumentando in maIJ.kra essei:glatç J;i 5.ip.e,rg!:1dd funzionamento, ,~ qt1elli che, senza modificareJa.:,E!panizione,. diminuiscono le conseguenze nefaste degli antagonismi r;sid~~i. Un sistema più regolare di lubrificazione in un m;t~r;;, l'utilizzo di cuscinetti auto-lubrificanti, l'impiego di metalli più resistenti o di assemblaggi più solidi rientrano nell'ordine di perfezionamenti minori. Così, nei tubi elettronici, la scoperta del potere emissivo elevato di certi ossidi o di metalli come il torio ha permesso di costruire dei catodi ad ossidi che funzionano a temperatura più bassa ed assorbono meno energia di riscaldamento per una stessa densità del flusso elettronico. Benché questo perfezionamento sia importante nella pratica, esso resta minore e si adatta bene solo a certi tipi di tubi elettronici, in ragione della relativa fragilità del rivestimento di ossidi. :Canodo girevole del tubo di Coolidge a grande potenza è ancora un perfezionamento minore; esso sostituisce provvisoriamente un perfezionamento maggiore che consisterebbe nella scoperta di una trasformazione di energia a rendimento elevato, che permette di abbassare ad alcune centinaia di watts la potenza impiegata per accelerare gli elettroni, mentre è attualmente di diversi kilowatts nei tubi di radiografia. In tal senso, si può dire che i perfezionamenti minori nuocciono ai perfezionamenti maggiori, poiché possono mascherare le vere imperfezioni di un oggetto tecnico, compensando con artifici inessenziali, incompletamente integrati al funzionamento d'insieme, i veri antagonismi. I pericoli legati all'astrazione si manifestano ancora una volta con i perfezionamenti minori; così, il tubo di Coolidge ad anodo girevole è meno concreto del tubo a raffreddamento statico tramite barra di rame ed alette nell'aria. Se, per una qualunque ragione, la

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rotazione dell'anodo si arresta durante il funzionamento del tubo, il punto dell'anodo che riceve il fascio concentrato di elettroni entra quasi istantaneamente in fusione e tutto il tubo si trova deteriorato; tale carattere analitico del funzionamento necessita allora di una nuova specie di correttivi, i sistemi di sicurezza tramite condizionamento di un funzionamento per mezzo di un altro funzionamento. Nel caso analizzato, occorre che il generatore di tensione anodica possa funzionare solo se l'anodo è già in grado di girare; un relè subordina la messa sotto tensione del trasformatore che fornisce la tensione anodica al passaggio della corrente nell'induttore del motore dell'anodo. Ma la subordinazione non riduce completamente la distanza analitica introdotta dal dispositivo dell'anodo girevole; la corrente può passare nell'induttore senza che l'anodo giri effettivamente, grazie, per esempio, ad un deterioramento degli assi. Il relè può così restare attivato anche se l'induttore non è sotto tensione. Una complicazione ed un perfezionamento estremi dei sistemi annessi di sicurezza o di compensazione non possono che tendere verso un equivalente della concretezza nell'oggetto tecnico senza raggiungerla né prepararla, poiché la via intrapresa non è quella della concretizzazione. La via dei perfezionamenti minori è quella delle deviazioni, utili in certi casi per l'utilizzo pratico, ma che non fanno quasi evolvere l'oggetto tecnico. Dissimulando la vera essenza schematica di ogni oggetto tecnico sotto un accumulo di palliativi complessi, i perfezionamenti minori alimentano una falsa coscienza del progresso continuo degli oggetti tecnici, che diminuisce il valore ed il senso d'urgenza delle trasformazioni essenziali. Per questa ragione, i perfezionamenti minori continui non presentano alcuna frontiera recisa in rapporto al falso rinnovamento che il commercio richiede per poter presentare un oggetto recente come superiore ai più antichi. I perfezionamenti minori possono essere così poco essenziali da lasciarsi ricoprire dal ritmo ciclico delle forme che la moda impone alle linee essenziali degli oggetti d'uso. Non basta dunque dire che l'oggetto tecnico è ciò di cui vi è genesi che procede dall'astratto al concreto; occorre ancora precisare che ,,t~!~ "' _gruf§i§l,,,~,()E];E!S,J,mmit~.,ps;rfa~t()ni!mYiltl e,sse,pzi~H, .·.dis.contin4tL.5È~.~ fatnnQ.$.Lche.· 10 sc,!lç:J];l~tjni;,ç;mrukl[siii~ttçLl~fH!~}~ .~i moclificlt,iper . sgltL~.nQ!L§fC:C>!J.9:2.}:11.1:~Jige,,a, co11Ei,11~'sb,,Ciò .non significa che lo svi~ l11prm 4e,.ll' ogg~tfg, te,c:11,ic:C? ayyengq p~r ç;J.so e.ql .di fuori di ogni senso f,()11~~p1J?iJe; al contrario, sono i perfezionamenti minori a compiers.i

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in una certa misura per cas9, sovraccaricando tramite la loroprn1i,fe_,,EaJi9ne non coordinata 1~ linee pure dell' qggetto tecnico .essenzi:cil~Le vere tappe di perfezionamento dell'oggetto tecnico avvengono per ( mutazione, ma per mutazione orientata: il tubo di Crookes contiene , in potenza il tubo di Coolidge, poiché l'intenzione che si organizza e si stabilisce purificandosi nel tubo di Coolidge preesisteva nel tubo di ; Crookes, allo stato confuso ma reale. Tanti oggetti tecnici abbandoati sono delle invenzioni incompiute che restano come una virtualità perta e potranno essere riprese e prolungate in un altro ambito, seondo la loro intenzione profonda, la loro essenza tecnica.

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IV. Origini assolute di una linea tecnica ome ogni evoluzione, quella degli oggetti tecnici pone il problema delle origini assolute: a quale primo termine si può far risalire la nascita di una realtà tecnica specifica? Prima del pentodo e del tetrodo, vi era il triodo di Lee de Forest; prima del triodo di Lee de Forest, vi era il diodo. Ma che vi era prima del diodo? Il diodo è un'origine assoluta? Non completamente; certo, l'emissione termoelettrica non era conosciuta, ma fenomeni di trasporto di cariche nello spazio tramite un campo elettrico erano conosciuti da tempo: l'elettrolisi era conosciuta da un secolo e la ionizzazione dei gas da diversi decenni; l'emissione termoionica è necessaria al diodo in quanto schema tecnico, poiché il diodo non sarebbe un diodo se esistesse una reversibilità del trasporto delle cariche elettriche. La reversibilità non esiste nelle condizioni normali, poiché uno degli elettrodi è caldo e di conseguenza emissivo, e l'altro freddo e di conseguenza non emissivo; ciò che fa che il diodo sia essenzialmente un diodo, una valvola a due vie, è che l'elettrodo caldo possa essere quasi indifferentemente catodo o anodo, mentre l'elettrodo freddo non può essere che anodo, poiché non può emettere degli elettroni; esso può soltanto attirarne, se è positivo, ma non emetterne, anche se è negativo in rapporto ad un altro elettrodo. Ciò fa sì che, se si applicano delle tensioni esterne agli elettrodi, una corrente passerà a causa dell'effetto termoelettrico se il catodo è negativo in rapporto all'anodo, mentre nessuna corrente passerà se l'elettrodo caldo è positivo in rapporto all'elettrodo freddo. È questa scoperta di una condizione di dissimmetria funzionale tra gli elettrodi a costituire il diodo, e non in senso proprio quella del trasporto di ca-

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riche elettriche attraverso il vuoto per mezzo di un campo elettrico: le esperienze di ionizzazione dei gas monoatomici avevano già dimostrato che degli elettroni liberi possono dislocarsi in un campo elettrico. Ma questo fenomeno è reversibile, non polarizzato; se si capovolge il tubo a gas rarefatto, la colonna positiva e gli anelli luminosi cambiano di lato in rapporto al tubo, ma restano dallo stesso lato in rapporto al senso della corrente che viene dal generatore. Il diodo è fatto dall' associazione del fenomeno reversibile di trasporto di cariche elettriche tramite un campo e dalla condizione di irreversibilità creata dal fatto che la produzione delle cariche elettriche trasportabili è produzione di una sola specie di cariche elettriche (unicamente negative) e da uno solo dei due elettrodi, l'elettrodo caldo; il diodo è un tubo a vuoto nel quale esistono un elettrodo caldo e un elettrodo freddo, tra cui si crea un campo elettrico. Vi è proprio qui un inizio assoluto, che risiede nell'associazione della condizione d'irreversibilità degli elettrodi e del fenomeno di trasporto delle cariche elettriche attraverso il vuoto: è un'essenza tecnica ad essere creata. Il diodo è una conduzione asimmetrica. Tuttavia, bisogna sottolineare che l'essenza è più ampia della definizione della valvola di Fleming; si sono scoperte diverse altre procedure per creare una conduttanza asimmetrica; il contatto della galena e di un metallo, quello del rame e dell'ossido di rame, quello del selenio e di un altro metallo, del germanio e di una punta di tungsteno, del silicio cristallizzato e di una punta di metallo sono delle conduttanze asimmetriche. Infine, si può considerare una cellula fotoelettrica come un diodo, poiché i fotoelettroni si conducono come i termoelettroni nel vuoto della cellula (nel caso della cellula a vuoto, e anche in quello della cellula a gas, ma il fenomeno è complicato dall'emissione di elettroni secondari che si aggiungono ai fotoelettroni). Bisogna dunque riservare il nome di diodo alla valvola di Fleming? Tecnicamente, la valvola di Fleming può essere sostituita in diverse applicazioni da diodi al germanio (per le deboli intensità e le frequenze elevate) o da raddrizzatori al selenio o all'ossido di rame, per le applicazioni di bassa frequenza e di grande intensità. Ma l'uso non fornisce buoni criteri: si può anche sostituire la valvola di Fleming con un convertitore girevole, che è un oggetto tecnico che utilizza uno schema essenziale del tutto differente da quello del diodo. In realtà, il diodo termoelettrico costituisce un genere definito,

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che ha la sua esistenza storica, sopra del quale esiste uno schema puro di funzionamento che è trasponibile in altre strutture, per esempio in quelle dei conduttori imperfetti o semi-conduttori. Lo schema di funzionamento è lo stesso, a tal punto che, su uno schema teorico si può indicare un diodo con un segno (conduttore asimmetrico:f) che non pregiudica il tipo di diodo impiegato e lascia ogni libertà al costruttore. Ma lo schema tecnico puro definisce un tipo di esistenza dell'oggetto tecnico, colto nella sua funzione ideale, che è differente dalla realtà del tipo storico; storicamente, il diodo di Fleming è più vicino al triodo di Lee de Forest rispetto al raddrizzatore al germanio, all'ossido di rame o al selenio e ferro che sono tuttavia indicati dagli stessi simboli schematici e assolvono in certi casi le stesse funzioni, al punto da essere sostituibili con diodo di Fleming. È che tutta l' essenza della valvola di Fleming non è contenuta nel suo carattere di conduttanza asimmetrica, essendo anche ciò che produce e trasporta il flusso di elettroni rallentabili, accelerabili, deviabili, che possono essere dispersi o concentrati, respinti o attirati. I..:oggetto tecnico non esiste soltanto grazie al risultato del suo funzionamento nei dispositivi ,,. ,.=-ni (una conduttanza asimmetrica), ma grazie ai fenomeni ngono in esso: è così che possiede una fecondità, una nonne che gli dà una posterità. 01 può considerare l'oggetto tecnico primitivo come un .. sistep:i~ non satur(): i perfezionamenti ulteriori che riceve intervengono come . progressi del sistema.versoJa.saturazione; dall'esterno, è possibile, c~~ , dere che l'oggetto tecnico si alteri e cambi di struttura invece di peEfezionarsi. Ma si potrebbe dire cheJ~gggetto tecnico evolve generand9 µn~ fa111iglia: l'oggetto primitivo è capostipite di tale famiglia. Si pQ~ t:rebbe chiamare una tale evoluzione evoluzione tecnica naturale. In tal senso, il motore a gas è antenato del motore a benzina e del motore a Diesel; il tubo di Crookes è antenato del tubo di Coolidge; il diodo è antenato del triodo e degli altri tubi ad elettrodi multipli. All'origine di ognuna di queste serie, vi è un atto preciso d'invenzione; il motore a gas risulta, in un certo senso, dalla macchina a vapore. La disposizione del suo cilindro, del suo pistone, del sistema di trasmissione, della distribuzione a scomparto e luci è analoga a quella della macchina a·vapore; ma risulta dalla macchina a vapore come il diodo risulta dal tubo di scarico nei gas per ionizzazione: c'è voluto in più un fenomeno nuovo, uno schema che non esisteva né nella macchina a vapore, né nel tubo di scarico. Nella macchina a vapore, 0

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la caldaia produttrice di gas sotto pressione e la fonte calda erano all'esterno del cilindro; nel motore a gas, è il cilindro stesso, in quanto camera d'esplosione, che diventa caldaia e focolaio: la combustione ha luogo all'interno del cilindro, è una combustione interna; nel tubo di scarico, gli elettrodi erano indifferenti, la conduttanza restando simmetrica. La scoperta dell'effetto termoelettrico permette di fare un tubo analogo al tubo di scarico nel quale gli elettrodi sono polarizzati, cosa che rende la conduttanza asimmetrica. Linizio di una linea di oggetti tecnici è contrassegnata dall'atto sintetico d'invenzione costi- J tutivo di un'essenza tecnica. L'essenza tecnica si riconosce dal fatto che resta stabile attraverso Ì la linea evolutiva, e non soltanto stabile, ma anche produttrice di \ strutture e di funzioni per sviluppo interno e saturazione progressiva. l È così che l'essenza tecnica del motore a combustione interna è potuta diventare quella del motore Diesel, attraverso una concretizzazione supplementare del funzionamento: nel motore a carburazione preliminare, il riscaldamento della miscela carburata nel cilindro al momento della compressione è secondario o perfino pregiudizievole, perché rischia di produrre la detonazione* invece di produrre la deflagrazione* (combustione ad onda esplosiva progressiva), cosa che limita il tasso di compressione ammissibile per un tipo dato di carburante. Al contrario, il riscaldamento dovuto alla compressione diventa essenziale e positivo nel motore Diesel, poiché è esso a produrre l'inizio della deflagrazione; il carattere positivo del ruolo della compressione è ottenuto per mezzo di una determinazione più precisa del momento in cui la carburazione deve intervenire nel ciclo: nel motore a carburazione preliminare, la carburazione può realizzarsi ad un momento determinato prima dell'introduzione della miscela carburata nel cilindro; nel motore Diesel, la carburazione deve avvenire dopo introduzione e compressione dell'aria pura, senza vapori di carburante, nel momento in cui il pistone passa al punto morto alto, poiché tale introduzione provoca l'inizio della deflagrazione (inizio del tempo motore nel ciclo) e può provocarlo solo se avviene nel momento in cui l'aria raggiunge la sua più alta temperatura, alla fine della compressione. L'introduzione del carburante nell'aria (carburazione) è dunque molto più caricata di significato funzionale nel motore Diesel rispetto al motore a benzina; essa è integrata in un sistema più saturo, più rigoroso e che lascia minor libertà al costruttore, minor tolleranza all'utilizzatore. Il triodo è anche un sistema

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più saturo del diodo, in cui la conduttanza asimmetrica è limitata soltanto dall'emissione termoelettrica. Quando si aumenta la tensione catodo-anodo, la corrente interna aumenta sempre più per una temperatura determinata del catodo, ma raggiunge un certo massi- . male (corrente di saturazione) che corrisponde al fatto che tutti gli · elettroni emessi dal catodo sono catturati dall'anodo. Si può dunque regolare la corrente che attraversa il diodo solo facendo variare la tensione anodica; al contrario, il triodo è un sistema nel quale si può far variare in maniera continua la corrente che attraversa lo spazio anodo-catodo senza far variare la tensione anodo-catodo. La proprietà primitiva (variazione della corrente in funzione diretta della tensione anodo-catodo) permane, ma si trova scavalcata da una seconda possibilità di variazione, quella che determina la tensione della griglia di controllo. La funzione di variazione, che atteneva originariamente alla tensione d'anodo, diventa una proprietà individualizzata, libera e definita, che aggiunge un elemento al sistema e di conseguenza lo satura, poiché il regime delle causalità comporta una componente in più. Nel corso dell'evoluzione dell'oggetto tecnico la saturazione del sistema per separazione delle funzioni si accentua; nel pentodo, la corrente che attraversa lo spazio catodo-anodo diventa indipendente dalla tensione d'anodo per dei valori della tensione d'anodo compresi tra un minimo molto basso e un massimo molto alto definito dalla possibilità di dissipazione termica. Questa caratteristica è abbastanza stabile per permettere l'utilizzazione di un pentodo come resistenza di carica degli oscillatori di rilassamento che deve produrre dei denti di sega lineari per le tensioni di deviazione orizzontali degli oscillografi a raggi catodici; in tal caso, la tensione dello schermo, la tensione della griglia di controllo e la tensione della terza griglia (soppressore) sono mantenute stabili. Nel triodo invece, per una tensione data della griglia di controllo, la corrente anodica varia in funzione della tensione d'anodo: in questo caso, il triodo è ancora assimilabile ad un diodo, mentre il pentodo, in regime dinamico, non lo è più. Questa differenza è dovuta al fatto che, nel triodo, l'anodo svolge ancora un ruolo ambivalente d'elettrodo che cattura gli elettroni (ruolo dinamico) e d'elettrodo che crea un campo elettrico (ruolo statico); al contrario, nel tetrodo o pentodo, il mantenimento del campo elettrico, che regola il flusso di elettroni, è assicurato dalla griglia-schermo, che svolge il ruolo di un anodo elettrostatico, mentre l'anodo-placca conserva solo il ruolo di intercettore di elettroni. Per tale ragione,

Genesi dell'oggetto tecnico: il processo di concretizzazione

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la pendenza del pentodo può essere molto più grande di quella del triodo, perché la funzione di mantenimento del campo elettrostatico d'accelerazione è assicurata senza variazione né flessione (lo schermo è ad un potenziale fisso), anche quando la tensione d'anodo si abbassa in corrispondenza dell'aumento di corrente, a causa dell'inserzione di una resistenza di carica nel circuito anodico. Si può dire che il tetrodo e il pentodo eliminano l'antagonismo che esiste nel triodo tra la funzione di accelerazione degli elettroni tramite l'anodo e la funzione di cattura delle cariche elettriche veicolate dagli elettroni accelerati dallo stesso anodo, funzione che implica una caduta del potenziale anodico quando una resistenza di carica è inserita e diminuisce l'accelerazione degli elettroni. La griglia-schermo, da questo punto di vista, deve essere considerata come un anodo elettrostatico a tensione fissa. Si vede dunque che il tetrodo e il pentodo sono l'esito di uno sviluppo per saturazione e concretizzazione sinergica dello schema del triodo primitivo. La griglia-schermo concentra su essi tutte le funzioni relative al campo elettrostatico, che corrispondono alla conservazione di un potenziale fisso; la griglia di controllo e l'anodo conservano solo le funzioni relative ad un potenziale variabile, che possono quindi raggiungere in una più ampia misura (in corso di funzionamento, l'anodo di un pentodo montato in amplificazione di tensione può essere portato a dei potenziali varianti da 30 a 300 volts in regime dinamico). La griglia di controllo cattura meno elettroni che in un triodo, cosa che permette di trattare l'impedenza di entrata come molto alta: la griglia di controllo diventa in senso più esclusivo griglia di controllo e si trova liberata dalla corrente continua creata dalla cattura degli elettroni, essendo, più rigorosamente, una struttura elettrostatica. Si possono così considerare il pentodo ed il tetrodo come discendenti diretti del triodo, poiché realizzano lo sviluppo del suo schema tecnico interno per riduzione delle incompatibilità per mezzo di una ridistribuzione delle funzioni in sotto-insiemi sinergici. È la posizione sottostante e la stabilità dello schema concreto d'invenzione organizzatrice negli sviluppi successivi che fondano l'unità e la distinzione di una linea tecnica. La concretizzazione dà all'oggetto tecnico una posizione intermedia tra l'oggetto naturale e la rappresentazione scientifica. I..:oggetto tecnico astratto, cioè primitivo, è molto lontano dal costituire un sistema naturale; è la traduzione in materia di un insieme di nozioni e

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Prima parte - Capitolo primo

di principi scientifici separati gli uni dagli altri in profondità ~ tenuti insieme soltanto dalle loro conseguenze che sono convergenti per la produzione di un effetto ricercato. [oggetto tecnico primitivo non è un sistema naturale e fisico, è la traduzione fisica di un sistema intellettuale. Per questa ragione, è un'applicazione o un fascio di applica- ' zioni; viene dopo il sapere, e non può imparare alcunché; non può essere esaminato induttivamente come un oggetto naturale, poiché è propriamente artificiale. / Al contrario, l'oggetto tecnic:o .concreto, cioè