Vaccinazioni Di Massa, Successo o Fallimento? [1 ed.] 9788831647441

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Vaccinazioni Di Massa, Successo o Fallimento? [1 ed.]
 9788831647441

Table of contents :
Prefazione
Consigli per una più proficua lettura
A chi è dedicato il lavoro
Perché questo libro
Un approccio scientificamente corretto
Riassunto
Considerazioni generali
Gli eventi avversi
A quale conclusione arrivare?
Gli argomenti
Il caso Morbillo
Discussione
Conclusioni
Previsioni
Indici di pericolosità della malattia
Mortalità per morbillo
Sottostima dei casi di malattia
Casi asintomatici
Sottonotifica dei decessi
Deduzioni sul tasso di mortalità
Ulteriore discussione dei dati
Complicazioni gravi da malattia
Efficacia e durata degli anticorpi da vaccino
Anticorpi materni
Anticorpi da vaccino e loro progressiva sparizione
Breve storia della creazione del vaccino e sue implicazioni attuali.
Programmi di eliminazione/eradicazione del morbillo
Eventi avversi da MPR
L’Epidemia Mongola
La Grande Lezione
Morbillo e rischio PESS (o SSPE)
Il caso parotite
Ostetrica di Macerata: com’è finita?
Protezione da vaccino? Discussione
Conclusione
Definizione
Problemi Derivanti Dalla Malattia
Protezione Naturale
Epidemie Estese In Popolazioni Altamente Vaccinate
Fattori Diversi di Protezione
Conseguenze Della Vaccinazione Di Massa
Il caso Rosolia
Il caso Varicella ed Herpes Zoster
Il caso pertosse
Riassunto
La Malattia e la Diagnosi
Terapia
La Protezione Anticorpale
Correlati di Protezione
Vaccino a Germe Intero ed Acellulare
Microcefalia e virus Zika
Efficacia
Bordetella parapertussis
“Protezione di gregge”
Modificazione della epidemiologia
Tolleranza antigenica
Sicurezza
In gravidanza
Questione sicurezza in gravidanza
Studi clinici pubblicati fino al 2016 (con maggiori dettagli)
Il Problema della Interferenza
Il Cocooning
Il caso influenza
Una delle più feconde galline dalle uova d’oro
Le epidemie influenzali storiche
Influenza e influenza aviaria 2005
Pandemia “suina”
Scoop sensazionale!
Il vero motivo per cui i virus influenzali cambiano in continuazione
Più seriamente...
Si ammalano in eguale misura vaccinati e non vaccinati
Reazioni avverse
Postfazione
Han detto di me...
Bibliografia

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Indice Prefazione Consigli per una più proficua lettura A chi è dedicato il lavoro Perché questo libro Un approccio scientificamente corretto Riassunto Considerazioni generali Gli eventi avversi A quale conclusione arrivare? Gli argomenti Il caso Morbillo Discussione Conclusioni Previsioni Indici di pericolosità della malattia Mortalità per morbillo Sottostima dei casi di malattia Casi asintomatici Sottonotifica dei decessi Deduzioni sul tasso di mortalità Ulteriore discussione dei dati Complicazioni gravi da malattia Efficacia e durata degli anticorpi da vaccino Anticorpi materni Anticorpi da vaccino e loro progressiva sparizione Breve storia della creazione del vaccino e sue implicazioni attuali. Programmi di eliminazione/eradicazione del morbillo Eventi avversi da MPR L’Epidemia Mongola La Grande Lezione Morbillo e rischio PESS (o SSPE)

Il caso parotite Ostetrica di Macerata: com’è finita? Protezione da vaccino? Discussione Conclusione Definizione Problemi Derivanti Dalla Malattia Protezione Naturale Epidemie Estese In Popolazioni Altamente Vaccinate Fattori Diversi di Protezione Conseguenze Della Vaccinazione Di Massa Il caso Rosolia Il caso Varicella ed Herpes Zoster Il caso pertosse Riassunto La Malattia e la Diagnosi Terapia La Protezione Anticorpale Correlati di Protezione Vaccino a Germe Intero ed Acellulare Microcefalia e virus Zika Efficacia Bordetella parapertussis “Protezione di gregge” Modificazione della epidemiologia Tolleranza antigenica Sicurezza In gravidanza Questione sicurezza in gravidanza Studi clinici pubblicati fino al 2016 (con maggiori dettagli) Il Problema della Interferenza Il Cocooning Il caso influenza Una delle più feconde galline dalle uova d’oro Le epidemie influenzali storiche Influenza e influenza aviaria 2005

Pandemia “suina” Scoop sensazionale! Il vero motivo per cui i virus influenzali cambiano in continuazione Più seriamente... Si ammalano in eguale misura vaccinati e non vaccinati Reazioni avverse Postfazione Han detto di me... Bibliografia

VACCINAZIONI DI MASSA: ? Fabio Franchi

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Titolo | VACCINAZIONI DI MASSA: successo o fallimento? Autore | Fabio Franchi ISBN | 9788831647441 Coper na realizzata da Barbara Todisco. Revisione di Luca Scantamburlo. Forma azione di Ma a Marchi (Corvelva) © 2019. Tu i diri riserva all'Autore Questa opera è pubblicata dire amente dall'Autore tramite la pia aforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore de ene ogni diri o della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodo a senza il preven vo assenso dell'Autore. Youcanprint Via Marco Biagi 6, 73100 Lecce www.youcanprint.it [email protected]

La scienza procede a raverso dubbi e ripensamen e deve essere libera di palesare le sue incertezze. -- Il Coordinamento Scien fico di “Medico e Bambino”. “Tra evidenze, consenso e qualcosa di più ... del pro e del contro”. M&B 2018;8:483-4 Quello che non può essere confutato non ha nulla a che fare con la scienza. -- Roberto Burioni in “La congiura dei somari” Frequentando solo chi ci dà ragione, rifiutando per pigrizia o per paura il confronto, impediamo solo alla nostra civiltà di progredire. -- Roberto Burioni in “La congiura dei somari” Un medico convinto che i vaccini facciano male, che provochino l’epilessia, che siano all’origine di mala e autoimmuni o, com’è successo di recente, che dica che i bambini sono più sani di quelli vaccina non può parlare liberamente di queste cose come fossero vere. -- Roberto Burioni in “La congiura dei somari” Chi racconta menzogne ai pazien abusando della loro fiducia e me endo in pericolo la loro salute infanga la professione e danneggia la comunità. Deve essere radiato [ndr: riferito a medici e soprattutto a professori] --Roberto Burioni Medico (post su Facebook, 23 marzo 2018) I vaccini sono la prima causa al mondo di sfortunate coincidenze (a ribuzione: Elena Marini).

Prefazione Consigli per una più pro icua lettura Negli ul mi tre anni ho dedicato i miei sforzi personali alla discussione di ques temi su un social media (Facebook) piu osto che sul mio sito web, poiché vi ho trovato un luogo di confronto ada o, veloce e con ampie possibilità di estese interazioni. Ma i tempi (e lo stesso Facebook) stan cambiando velocemente. La “esitazione vaccinale” è considerata dall’OMS (Ordine Mondiale della Sanità) una delle 10 peggiori minacce per l’umanità. Ci manca poco che i cri ci vengano considera alla stregua di terroris e tra a come tali. Ora, dopo aver raccolto alcune delle par più importan del materiale che ho accumulato, lo presento in altra veste e con i necessari aggiornamen . Vi sono spun nuovi, ed il le ore giudicherà se ritenerli più o meno originali e di qualche valore. Propongo due diversi livelli di le ura, in modo da presentare i risulta in modo semplice, e separatamente anche in modo più approfondito. Questo perme e di verificare i vari passaggi e le affermazioni che potrebbero di primo acchito suonare sorprenden . Così, dopo le significa ve dediche, il le ore troverà una panoramica iniziale con considerazioni di cara ere generale. Consiglio vivamente di cominciare da qui per avere una visione d’insieme e poi scegliere i capitoli da leggere. Alcune sezioni sono riservate a coloro che desiderino verificare punto per punto ogni passaggio. Una scorsa all’indice de agliato è il miglior modo per individuare ciò che può rives re maggiore interesse. Ho operato una par colare focalizzazione sui temi scegliendoli al fine di dare una chiara risposta alla domanda presente nel tolo. La stessa bibliografia è ricca di informazioni puntuali, poiché vi vengono frequentemente riporta i passaggi esa a cui si fa riferimento. I numerosi grafici e le tabelle perme ono di valutare con un “colpo d’occhio” l’aspe o considerato. A chi è dedicato il lavoro

Innanzitu o a chi mi supporta (e sopra u o sopporta!) nonostante l'argomento conservi per lei – dopo così lungo tempo! - lo stesso fascino dei programmi di colonizzazione del pianeta Marte. Sicuramente agli operatori sanitari che lavorano nel Servizio Sanitario Nazionale. Non è vero che siano tu fana camente os li a tesi diverse da quella ufficiale: alcuni di loro mi hanno espresso solidarietà e spronato a con nuare. Non possono esprimersi liberamente poiché avrebbero conseguenze nel loro ambiente di lavoro. Neanche il reato di matricidio ne causerebbe altre ante! È successo anche che un primario pediatra, autore di più di 400 pubblicazioni scien fiche, mi avesse contestato in occasione di una conferenza. Ha acce ato però lealmente di esaminare la documentazione che gli avevo successivamente inviato. Ha ammesso che avevo ragione, ma mi ha raccomandato di non dirlo pubblicamente perché rischiavo di minare la fiducia dei genitori [1]. Ciò è il fru o dell'instaurazione, a par re dall'8 luglio del 2016, del nuovo dogma della "Immacolata Vaccinazione", per via di un decreto contenuto nelle cinque pagine e del famoso documento del dire vo della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici [2]. Da allora in poi, ma pure con effe o retroa vo, tu i medici italiani non devono più perme ersi di cri care in alcun modo ed in alcun aspe o la bontà passata, presente e futura delle vaccinazioni, ed anche la poli ca scelta per esse. Eppure, secondo l’art 13 del Codice Deontologico, “compito del medico è tener conto delle linee guida accreditate da fon indipenden e pure valutarne l’applicabilità nel caso specifico”. Gli Ordini, ubbidien ssimi e solleci , hanno subito proceduto duramente contro diversi colleghi che avevano osato avanzare qualche obiezione (in spregio alla Cos tuzione della Repubblica italiana [3], e contro il loro stesso Codice Deontologico [4]). Sono sta più inflessibili e rapidi con coloro che esercitavano civilmente il loro diri o di civile espressione, che non con medici e professori universitari imbroglioni patenta e pure condanna [5]. Anzi, nel caso di luminari che frodino sui da presenta nelle pubblicazioni scien fiche, persino la magistratura confessa di non avere i mezzi legisla vi per procedere [6]. Non mi risulta che gli Ordini o la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) si siano tanto sbilancia al riguardo. Certamente la FNOMCeO sta ancora valutando se voler richiamare in qualche modo illustri esponen del mondo medico e sanitario che avevo loro segnalato, oltre un anno e

mezzo fa, per aver pubblicamente diffuso no zie false e tendenziose [7]. Tra ques anche la stessa Presidente della Federazione. Non dimen co neppure i genitori “informa ” (e sopra u o le madri!) che hanno passato no insonni a studiare ques oni che avrebbero dovuto competere ai competen ed agli specialis . Qualcuno rammenterà il film "L'olio di Lorenzo". Racconta la storia vera di un bambino affe o da una mala a congenita e per il quale solo l'impegno disperato nello studio di sua madre e di suo padre permise di trovare una soluzione ed una cura che non c’era fino allora [8]. Ancora oggi mol sedicen luminari hanno la tracotanza di affermare che “solo loro sanno”, nonostante tu a la storia della medicina, anche recente, sia ricchissima di impostazioni mediche rivelatesi errate, per non parlare della miriade di imbrogli sistema ci [9]. Mol genitori hanno una competenza di gran lunga superiore a mol degli esper che frequentano i talk show televisivi, i quali ul mi sono liberi di sparare le loro fro ole sesquipedali senza alcun contraddi orio (troverete qualche esempio nel testo). Possono persino perme ersi di dichiarare durante una trasmissione di Raitre che, senza il vaccino, “ci sarebbero migliaia di casi di cecità da morbillo” in Italia ogni anno [10]! Eppure sanno (ma lo sanno?) che al Ministero della Salute negli ul mi cinquant'anni non ne è stato segnalato neppure uno! Neanche sui bolle ni R&M di Epicentro (Is tuto Superiore di Sanità) dal 2014 al 2019 [11] se ne fa menzione tra le varie complicazioni. Una dedica piena di gra tudine la riservo anche per i miei genitori e per il prof. Luigi De Marchi, uno dei più grandi ed ecle ci intelle uali italiani, con cui ho avuto il privilegio di una proficua collaborazione (abbiamo pubblicato assieme “AIDS, la grande truffa”, edizioni Seam, nel 1996). Vorrei (e dovrei) citare mol altri ancora, ma è meglio non eccedere. Perché questo libro Fino a poco fa avevo scartato l’idea di aggiungere un altro testo ai mol validissimi che sull’argomento sono già a disposizione [12], ma ora ritengo che sia il momento di rare le somme, senza ipocrisie. Già nel lontano 1993 una pediatra, Ersilia Garbagna , aveva scri o un ar colo in parte simile al contenuto di questo testo, e l’aveva proposto per la pubblicazione. La pubblicazione fu rifiutata, perché bloccata dai

controllori per mo vi ideologici come ognuno può verificare [13]. Ci aveva visto lungo. La sua vicenda riporta ad un tasto dolente: i lavori propos per la pubblicazione scien fica sono so opos a peer review (revisioni da parte di esper nel campo). Gli esper che giudicano sono quasi esclusivamente mainstream e quindi non approvano facilmente elabora che potrebbero me ere in dubbio o – peggio - scardinare le tesi su cui hanno costruito la loro fortuna di ricercatori. È un circolo vizioso. Il problema è stato messo in evidenza da mol , compreso David Sacke , il padre fondatore della EBV (Evidence Based Medicine, Medicina Basata sulla Dimostrazione [14]). Riteneva che gli esper , posiziona a guardia dei cancelli d’accesso alle pubblicazioni, fossero uno dei principali ostacoli al progresso [15]. E diede l’esempio, ri randosi lui stesso anzitempo, senza ripensamen , al culmine della sua fama. Se qualche pubblicazione con tesi controcorrente riesce saltuariamente a passare, ci pensa la censura a silenziarla: verrà totalmente ignorata, come se non fosse mai esis ta, e si perderà soffocata da migliaia - talvolta decine di migliaia - di altri lavori. Abbiamo assis to in questo ul mo secolo ad una enorme, spropositata produzione scien fica di da di ogni genere: la prima rivista scien fica cominciò la pubblicazione nel 1665. A par re dal 1800 c’erano 100 riviste; a par re dal 1900, 10 mila; nel 1969 oltre 100.000 [16]. Dal 1996 al 2011, 15 milioni di ricercatori firmarono più di 25 milioni di lavori scien fici [17]. Più che inumano, è ormai quasi impossibile seguire tu o anche nel proprio ristre o campo di specializzazione. Peter Duesberg così commentava: “Tale crescita eccessiva nei ranghi scien fici produce una regressione alla media. La compe zione tra enormi numeri di scienzia per una o poche fon centrali di finanziamento restringe la libertà di pensiero ed azione verso la media che fa appello alla maggioranza. L’unico beneficio delle numerose serie di test compe vi e revisioni impostate dalla peer review è l’eliminazione di ciarlatani poco sofis ca ed una reale incompetenza. Essa garan sce una mediocrità di prima qualità” [18]. Ma la realtà è peggiore ancora. Vi è poco spazio per la discussione ed analisi cri ca dei da . Così si espresse John Maddox (dire ore della rivista Nature dal 1966 al 1973 e poi dal 1980 al 1995) già nel lontano 1988 [19]:

“C'è forse un pericolo nella biologia molecolare, ovvero che l'accumulo di da si spingerà così oltre alla sua assimilazione in una stru ura conce uale, che i da risulteranno infine d'impaccio? Parte della preoccupazione è che l'eccitamento della caccia lascia poco spazio alla riflessione. E ci sono fondi per produrre da , ma a stento per fermarsi in meditazione”. Analogo allarme è stato ripetuto più recentemente da George D Lundberg, dire ore di JAMA per 17 anni, ed a ualmente dire ore generale del sito di Medscape [20]. Se la peer review cos tuisce una barriera talvolta ingiusta, almeno perme e di o enere una garanzia di qualità, seppur mediocre. Ma è sempre così? No. Infa non è stato smen to da alcuno che gran parte dei lavori scien fici siano falsi in un modo o nell'altro [21, 22, 23, 24]. Si s ma che l’85% delle ingen risorse des nate alla ricerca venga sprecato [25]. Quindi appellarsi al ”consenso scien fico” per vantare e pretendere la ragione è come appoggiarsi ad una bellissima stampella diffusamente tarlata. Un approccio scienti icamente corretto Si è molto discusso su quel che debba essere considerato un ragionamento con i crismi della scien ficità. Spesso a de are legge e ad essere segui dal grande pubblico (compresi i giornali nazionali) sono sta proprio coloro che ne han fa o strame in ogni suo aspe o. Con nuano bellamente ad infrangere i suoi principi, uno per uno, senza requie e, beninteso, appellandosi sempre alla Scienza, di cui essi sarebbero gli auten ci interpre , e ovviamente “nel primario interesse dei minori”. La difesa contro la scoraggiante situazione appena descri a è difficile. Può essere realizzata anche in questa forma che ora ho scelto. Non è il massimo, poco più di un messaggio nella bo glia, ma è quel che si può fare. Il le ore ovviamente deve porsi il problema se quanto gli verrà presentato sia vero. Per evitare la confusione, è indispensabile farsi aiutare dalla logica e giudicare l'argomento: se le premesse sono vere e la stru ura del ragionamento è corre a, allora la conclusione sarà vera. Ci sarà bisogno di da cer , se possibile mul pli e convergen , controllabili. La possibilità per tu di controllare è un requisito essenziale del metodo scien fico.

Bisogna tener presente che solitamente le conclusioni vanno espresse in termini di probabilità e non in termini assolu . Il mo vo è che esiste una vasta mol tudine di fa ori che possono influire. Quindi la prudenza è sempre d’obbligo, le eccezioni ci sono sempre, l’errore dietro l’angolo. In questo libro offrirò quindi al le ore una serie di da , su cui opererò delle considerazioni per facilitare la valutazione di ognuno. Val la pena di chiarire un altro aspe o spesso dimen cato, e cioè che il discorso scien fico corre o non è preroga va esclusiva del luogo in cui avviene. Sono le sue cara eris che che lo rendono tale e valido. Per paradossale che possa sembrare, può essere fa o anche al bar. Viceversa può non ritrovarsi in forma corre a in molte pubblicazioni su riviste mediche blasonate. E poi le previsioni. È l'esercizio più difficile ed insidioso, più comprome ente. Infa , se una teoria scien fica non perme esse di farne, quale sarebbe la sua u lità? Proprio nulla. Ne discende che una buona teoria scien fica si giudica ... dal passato! Se le previsioni che ne son derivate si sono realizzate, allora viene confermata, altrimen deve essere rivista e modificata (chi volesse approfondire si può confrontare con la concezione fallibilis ca della conoscenza – in primis quella scien fica - di Karl Raimund Popper (1902-1994), filosofo della scienza ed epistemologo)

Riassunto Considerazioni generali Dal tolo e dalla “quarta di coper na” si intuisce benissimo dove voglia andare a parare. Mi prenderò il tempo per spiegare nel de aglio, ma per cercare di cogliere immediatamente il succo di tu o quello che ho da dire è sufficiente citare il professor Roberto Burioni. Infa io, che non ho la Sua autorevolezza, non sarei in grado di effe uare una sintesi tanto perfe a quanto la Sua: “I figli (i bimbi, ndr) si infe ano con virus per loro quasi innocui” [26] ed inoltre “il morbillo, la rosolia e altre infezioni conferiscono una protezione per tu a la vita” [27]. Se uno coglie il profondo significato di queste due frase e ... può evitarsi la fa ca di leggere il resto del libro! Onore al merito, dunque! Mi gato dal fa o che il professore sos ene con convinzione sopra u o il contrario. Parlerò di mala e benigne e di come siano diventate man mano - in ques ul mi anni - dei morbi temibili da cancellare dalla faccia della terra. Quale fu la molla, la principale mo vazione per dichiarar loro una guerra mondiale senza quar ere? Una guerra che è stata dichiarata anche a nome nostro, che sicuramente non siamo sta consulta al riguardo. Ormai abbiamo capito in che senso la Scienza non sia democra ca. La strabiliante ragione accampata dai primi promotori e responsabili fu testualmente: “Perché [il morbillo] è lì e si può fare”. Nulla di più. Insomma, impiegano un esercito armato di mitra e cannoni, e ricorrono ad incessan rastrellamen per sterminare dei coniglie ?!? Sembra di sì. Inoltre, non sazi, con la scusa di dover fronteggiare il morbillo, coloro che decidono per noi hanno cooptato altre mala e disponibili sul mercato con iden ca balzana mo vazione, visto che quella primigenia aveva funzionato così bene. Poiché ci sono anch’esse ... Per il morbillo il momento era propizio (si parla del 1962-1963), perché la mortalità della mala a era arrivata ai minimi termini da un pezzo e pure l’incidenza dei casi aveva cominciato a scemare. Fu allora (1963) che iniziarono a distribuire i nuovi vaccini, per lo più inefficaci, spesso controproducen , talvolta con conseguenze mortali, ad

una parte minore della popolazione infan le (restando inizialmente ben lontani dalla “soglia di gregge”, come conosciuta da noi adesso, al 90-95%). Poco importa: tanto bastò al mondo scien fico per poter piantare la bandiera giusto prima dell’ul ma discesa precipitosa della curva del grafico e a ribuirsi così tu i meri per il grande successo. In effe solo dopo l’implementazione della vaccinazione di massa (dal 1967 in USA) si assiste e ad una marca ssima diminuzione dei casi quasi dovunque. L’entusiasmo era così alto che presto la casta dei virologi pensò di poterlo eradicare da nazioni, con nen interi ed infine dal globo terracqueo. Sembrava che le premesse per riuscirci ci fossero tu e [28]. I responsabili di tali programmi ritennero di aver vinto defini vamente più e più volte, a par re dal 1967. La prossima vi oria defini va è programmata nel 2020. Ma non mancheranno di spostare di nuovo il traguardo a chissà quando. Anche questa è diventata una rou ne acce ata come se fosse normale con nuare con regolarità a sbagliare lo stesso calcolo. Com’è possibile? Dopotu o la “copertura vaccinale” nelle nazioni sviluppate si è estesa sempre più, dall’85% al 90%, 95% ed oltre, perciò l’effe o gregge dovrebbe già essere realizzato in pieno, tale da impedire la diffusione del “terribile virus”. Invece quello con nua testardamente a circolare. Anzi, si può dire che pochi casi (pochi rispe o ad una volta) stanno progressivamente aumentando e la mala a risulta più preoccupante. È più preoccupante per due mo vi: uno falso, e a nente a mo vi propagandis ci, perché sarebbe impensabile proporre misure draconiane perseguitando bimbi e genitori se si dicesse che si tra a pur sempre di un problema banale. Quindi vi è una sapiente amplificazione dei pericoli. Il secondo è che effe vamente i casi sono molto minori nel numero totale, ma ora più spesso la mala a assume forme violente, con parallela maggiore frequenza di complicazioni. Infa in ques ul mi anni, a differenza di prima, sono colpi prevalentemente gli adul ed i bambini piccolissimi, fasce d’età più a rischio di complicazioni, e che una volta erano risparmiate. Insomma l’epidemiologia e la stessa mala a sono cambiate.

A ualmente il virus “selvaggio” circola poco, perciò non rinforza più l’immunità dei vaccina , come succedeva prima quando ce n’erano pochi. Così nel tempo si è formata una “riserva” rilevante di sogge susce bili, via via crescente, cos tuita da gran parte dei sogge di età inferiore all’anno e dagli adul che non hanno mai avuto l’immunità o l’hanno persa. Questo si sapeva già prima della famigerata legge Lorenzin: l’età mediana dei colpi era di 23 anni dal 2013 al 2015, di 19 anni nel 2016 e 27 nel 2017, ovvero era evidente che la mala a veniva diffusa prevalentemente da adul [29], come con nua a succedere. Le Autorità Sanitarie ed i vari esper di regime hanno prima insis to che la soluzione stava nel raggiungimento della protezione di gregge del 95% dei bambini di 2 anni, pur nella consapevolezza che non avebbe fa o la differenza. Ora che l’hanno raggiunta, fanno finta di accorgersi del problema che c’era anche prima e programmano di allungare le grinfie a sempre più ampie categorie di adul , in una rincorsa senza fine. Persino un famoso professore dell’Ospedale San Raffaele se ne è accorto l’anno scorso, ed ha affermato che per risolvere il problema, per lui imprevisto, si sarebbe dovuto pensare a rivaccinare tu a la popolazione ogni 10 anni [30]. Il che avrebbe un costo spropositato. Naturalmente l’aspe o economico viene sempre dopo la qualità della vita per importanza. Se tu quei soldi servissero a guadagnare in salute, l’onere economico potrebbe anche essere acce ato, seppur con qualche mugugno. Hanno infa martellato insistentemente che “un euro speso in vaccini ne fa risparmiare 30-40 in medicinali” e che “le Case Farmaceu che ci rime ono perché così vendono meno farmaci” [31]. La tesi che ci rime ano fa ridere i polli e le stesse Case Farmaceu che le quali stanno realizzando il loro sogno di tra are tu i sani dopo aver saturato il mercato dei mala . Infa le loro vendite di farmaci, anziché diminuire come vorrebbero farci credere i cantastorie, crescono rigogliosamente, mentre quelle per i vaccini aumentano “in modo spe acolare” [32], facilitate dalla obbligatorietà e dalla assenza di responsabilità. C’è pure la prova del nove. È contenuta nell’ul mo rapporto OSMED, pubblicato il 31 luglio 2019. Cifre alla mano, vi si scopre che, laddove si fanno meno vaccini (nella provincia di Bolzano, considerata la “maglia nera” in Italia), meno si spende per i farmaci (Bolzano è all’ul mo posto per consumo in Italia). Gli altoatesini evidentemente non si rendono conto di

quale danno d’immagine possono arrecare ad un’industria timida e fragile come quella farmaceutica, quindi si suppone che verrà fatto ogni sforzo per porre correzione alle loro scriteriate abitudini. Per il colmo della sfacciataggine, per nulla intimoriti, si vantano pure di essere in buona salute [33]! Come ulteriore involontario sgarbo allo “scientificamente corretto”, invece di essere sferzata dal morbillo, la provincia di Bolzano è il luogo in Italia che negli ultimi due anni ha registrato il minor numero di casi [34]. Quando l’argomento sono i vaccini, l’aggettivo “sano” ormai ha una connotazione negativa, viene associato ad un pericolo potenziale per sé e per gli altri, al fine di giustificare l’isolamento dalla società. Mirabile capovolgimento del significato! Il nero che viene fatto passare per bianco senza che la gran parte delle persone si avveda della manipolazione. Bene. Fino adesso ho parlato dei vantaggi. Ma non mancano gli svantaggi. Gli eventi avversi Conosciamo bene le stupefacenti bugie che le Autorità Sanitarie ed i sedicenti esperti hanno continuato a ripetere in coro. Il refrain del dott Gualtiero Ricciardi, fino a poco tempo fa Presidente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) era: “Pochissimi eventi avversi gravi … nei nostri data base solo cinque shock anafilattici negli ultimi 20 anni, in Italia” [35]. Cosa si deve pensare di loro, visto che gli stessi documenti del Ministero della Salute li smentiscono platealmente? Già gli shock anafilattici segnalati sono tanti di più di 5 e - su quelli - nessuno oserebbe dire che non c’è relazione di causa-effetto. Infatti si tratta di reazioni drammatiche che avvengono immediatamente dopo la causa scatenante (entro 30-40 minuti), e che finiscono col decesso se non trattate. Ma poi c’è tutto il resto. Reazioni di diversa natura il cui nesso con i vaccini viene talvolta riconosciuto, talvolta no, e talvolta ... né sì né no (con riferimento ai casi catalogati come “indeterminati” o “inclassificabili”, e che finiscono dimenticati in una specie di limbo). Parlando solo di eventi riconosciuti dagli esperti del Ministero come correlati causalmente ai vaccini, e solo quelli da loro definiti come gravi, ce ne sono 30.000 volte di più di quel che sinora han continuato a dichiarare per un solo vaccino. Sono infatti ben il 3%, risultato a conclusione di un

programma di sorveglianza attiva con il vaccino MPRV. Altro che uno su un milione! Oltre a quelli, ci sono i casi gravissimi, con danni permanenti o morte. Per questi ultimi - tutti! - la relazione causale viene esclusa o considerata indeterminata, con buona pace delle leggi della probabilità statistica. Il fenomeno è tristemente noto soprattutto a innumerevoli famiglie colpite da tragedie terribili ed abbandonate dallo Stato (per non dire di peggio). Lo Stato raccomanda, obbliga. Se succede qualcosa di grave in teoria ne dovrebbe rispondere (Legge 210/1992 e s.m., che prevede un indennizzo) ma nella pratica difficilmente lo fa, e tantomeno ne rispondono le Case Produttrici. Anzi, i danneggiati vengono liquidati con una formula che suona così: “Siete stati sfortunati, sarebbe successo ugualmente, nessuno studio dimostra che…”. Infatti sono derubricati ad “eventi casuali”, ma i numeri sono tali, che da tempo circola una battuta molto azzeccata: “I vaccini sono la prima causa al mondo di sfortunate coincidenze” (attribuzione: Elena Marini). Se fossero vere coincidenze, queste si distribuirebbero appunto in modo casuale sia prima che dopo l’evento (l’appuntamento presso l’ambulatorio vaccinale). Io devo essere stato sfortunato. Degli innumerevoli casi di autismo regressivo di cui sono venuto a conoscenza direttamente o indirettamente, tutti sono avvenuti dopo, manco uno è capitato 1, 2 o 5 giorni prima della somministrazione! Mi è capitato anche questo. Sono stato chiamato a redigere una perizia di supporto per un caso di autismo. La bimba all’età di 11 mesi fu vaccinata in pieno benessere. Dopo pochi minuti dalla somministrazione, si era addormentata ed aveva continuato a dormire per sei ore di seguito, un sonno profondo ed anomalo. Si era poi svegliata di soprassalto con un urlo raccapricciante che subito si era trasformato in un vomito verde, a getto, a ripetizione. Così iniziò, e per tre giorni continuò a stare malissimo, con i genitori disperati che avevano chiesto l’aiuto del pediatra, il quale però non fu di alcun supporto e neppure andò a visitare la piccola; persino li consigliò di NON recarsi in Pronto Soccorso, mentre sarebbe stato imperativo ricorrevi. Non fece alcuna segnalazione, naturalmente. Disse che era una “reazione normale”, di non preoccuparsi. Tanto normale non era, visto che la fase acuta durò altri due giorni per lasciare poi la piccola profondamente spossata e ... segnata per sempre. Non

tornò più come prima. Non racconto delle visite, degli accertamenti, dei certificati, il calvario che quella famiglia dovette attraversare (e continua ad attraversare) per assistere la piccola che ora è una giovane donna con un problema pesante che non si è risolto. I genitori, resisi conto pian piano di quel che aveva subito la figlia, e del nesso evidente con la vaccinazione, intrapresero un’azione legale, ed in questa fui appunto coinvolto. Vennero effettuate analisi approfondite del caso da parte di più specialisti, vennero effettuate dettagliate diagnosi differenziali, vennero seguiti alla lettera gli algoritmi dell’OMS per la determinazione del nesso di causalità, che era ben evidente. La documentazione video e fotografica stava a testimoniare la differenza del prima e del dopo: era inequivocabile e di univoca interpretazione. Bene, il ctu (perito d’ufficio), un rinomato professore universitario lombardo che si era fatto affiancare da un infettivologo, fece una perizia in cui non vennero rispettati i criteri della medicina clinica, né la logica né il buon senso. Concluse per “assenza di relazione causale”. Per sostenere un tanto ebbe bisogno di ipotizzare cause non provate, alterare dei fatti e di inventarne altri di sana pianta. Glielo facemmo notare ed egli non cambiò di una virgola la sua perizia. Giurò su una perizia falsa che è notoriamente un grave reato. A questo punto il giudice, informato prove alla mano del grave comportamento del suo esperto, decise di accettare come vera quella perizia falsa ed in sovrappiù fece capire ai genitori che non sarebbe stato consigliabile per loro appellarsi. Come ciliegina sulla torta, il perito inviò la sua congrua parcella alla famiglia che aveva così cinicamente affondato con l'imbroglio. Un terribile insulto sia alla famiglia ferita sia nei confronti del simbolo di una “giustizia uguale per tutti” a cui i genitori avevan pensato di affidarsi. L’ho persino comunicato alla ministra Giulia Grillo, ma non mi ha mandato i NAS a casa per sapere chi sono questi professionisti impuniti. Tali miei riscontri potrebbero essere solo una esperienza personale di scarso valore, tuttavia ci sono altre ragioni. Ci sono i casi in cui l’autismo è arrivato in seguito a rechallenge che può essere così schematizzato: bambino sano in stato di benessere -> vaccino -> disturbo del neurosviluppo più o meno marcato -> recupero -> nuova dose vaccino -> ripresa ed aggravamento della sintomatologia -> autismo. Casi singoli che sono dimostrativi di per sé, singolarmente. Se il vaccino può provocarli di sicuro in

singoli casi, allora è perfettamente legittimo sospettare che possa provocarli anche in tanti altri in cui vi sia la connessione temporale e non si ritrovino cause diverse ed evidenti. Un’altra nota di rilievo è che la medicina è una scienza “probabilistica”, per così dire, ma per quanto concerne i danni da vaccino viene pretesa la certezza assoluta per poter concedere il riconoscimento. Che non viene accordato comunque, neanche in caso di certezza assoluta [36]. Anche per la SIDS (morte infantile improvvisa) si ritiene che i vaccini non c’entrino niente. Tuttavia dati citati in documenti relativi alle caratteristiche del prodotto racconterebbero un’altra storia. In uno si precisa che la metà dei casi si erano raggruppati nel giorno stesso della vaccinazione [37]! Chiaramente la probabilità che si tratti di una coincidenza si fa, più che remota, nulla. È intuitivo che quanto più aumenta il numero di vaccinazioni tanto più aumentano gli eventi avversi. AIFA astutamente precisa nel suo ultimo rapporto [38] il loro tasso per dose, e non per vaccinato, il che è ben diverso, visto che ogni bambino di dosi ne fa parecchie. In un recente (e raro) confronto tra vaccinati e non vaccinati si è registrata una mortalità molto più alta nei primi (di 5 volte tanto) in una comunità urbana africana [39]. In USA, in una indagine su oltre 600 bambini, il risultato è stato inequivocabilmente a favore dei non vaccinati su pressoché tutti i parametri di salute esaminati [40]. A far chiarezza involontariamente si è impegnato anche il prof Burioni: nel suo primo libro sull’argomento ha voluto inventarsi di sana pianta la conclusione di uno studio da Lui citato, al fine di sostenere le proprie tesi [41]. Di un altro studio, sempre nello stesso capitolo del medesimo libro, ha riprodotto un grafico alterato per rinforzare le sue ragioni. È facile arguire che, se ha bisogno di appoggiarsi a tali sotterfugi, allora vuol dire che è vero il contrario di quel che pretende di aver dimostrato. Gli capita frequentemente, e talvolta lo fa a sua insaputa. Almeno questa è l’impressione che ha dato. Per dimostrare quanto fossero innocui gli adiuvanti a base di alluminio, ha scritto un post “Questo dedicato ai somari raglianti”, post che aveva ottenuto un grande successo di pubblico acclamante. In esso pubblicava la prima pagina di un lavoro nel cui riassuntino era scritto (in riferimento agli adiuvanti): “... un eccellente primato di sicurezza basato su una storia di 70 anni di utilizzazione”,

apparentemente ignari della storia del fumo e della sua prolungata promozione da parte della classe medica). Insomma il senso era: quanto sono stupidi i novax che non leggono e non capiscono i lavori scientifici! Senonché nel testo esteso del lavoro si precisa il limite di sicurezza di Alluminio da non superare (per ogni vaccinazione). Tale livello invece viene tranquillamente oltrepassato per i lattanti italiani già al primo appuntamento, all’età di due mesi, in accordo con il Calendario raccomandato. Inoltre, sempre dalla stessa pubblicazione, si viene a sapere che tale limite non era valutato dalla FDA per la sicurezza, ma con l’attenzione rivolta unicamente alla sua immunogenicità. Quando mi sono accorto della incauta scelta del professore, l’ho fatto notare in un mio intervento su Facebook. Dopodiché il suo post si è improvvisamente smarrito: non si trova più. Per fortuna avevo salvato uno screenshot – anche se di scarsa qualità - e son sicuro che di questo il Professore mi sarà grato. Ogni Suo apporto è prezioso per l’intera umanità e non va perso.

Figura 1. Post del prof Roberto Burioni, fa o poi sparire. 3 maggio 2017. Traduzione del testo evidenziato: “L’uso diffuso di adivan con Alluminio può essere a ribuito in parte all’eccellente primato di sicurezza basato su 70 anni di u lizzazione”.

Tornando a ques oni serie: ad espressa richiesta, l’Is tuto Superiore di Sanità ha risposto di non avere raccolto e di non raccogliere da sta s ci riguardan i casi di SIDS, di au smo (ASD) e di disturbi del neurosviluppo 42

[ ], e tantomeno di aver registrato il loro rapporto temporale con le vaccinazioni. Ma come! Sono fenomeni in pauroso aumento, cos tuiscono la reale vera epidemia, le stesse Autorità Sanitarie dicono che per gran parte di essi non sanno a cosa sian dovu , ed il Ministero della Salute se ne occupa solo di sfuggita, in modo limitato e del tu o superficiale? Nel 2015, secondo l’Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spe ro au s co, in Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presentava un ASD con una prevalenza maggiore nei maschi: i maschi erano colpi 4,4 volte in più rispe o alle femmine. Cioè uno su 28,5 maschi, una su 125 femmine: è un record mondiale! In questa triste classifica l’Italia ha rubato lo sce ro agli Sta Uni . Per il nostro Ministero, l’aver deciso di non occuparsene dipende forse dall’impegno che i loro funzionari devono me ere nel tenta vo di spegnere i penul mi focolai di rosolia?!? Volendo fare un paragone alla Buri, è come se, di fronte ad un incidente ferroviario con deragliamento di 17 carrozze, 28 mor e 136 feri , i vigili del fuoco accorsi sul posto si dedicassero a salvare un ga o che, spaventato, si fosse arrampicato sull’albero. A quale conclusione arrivare? Sembrerà strano, ma personalmente ritengo che il successo delle poli che vaccinali sia pieno e totale. È una conclusione che solo apparentemente fa a pugni con tu o quanto affermato finora. Sono sicuro però che tu concorderanno, a pa o che siano dispos a guardare i fa nella giusta prospe va senza farsi distrarre dai falsi obie vi di comodo. La mia opinione è che il vero scopo delle vaccinazioni di massa non è il fine, cioè la eliminazione delle mala e prese di mira (con il raggiungimento di un migliore stato di salute), ma è il mezzo, cioè le vaccinazioni stesse. In altre parole viene rincorsa una progressiva estensione e mol plicazione delle “immunizzazioni” e richiami a tu a la

popolazione sana, grazie ad una propaganda sapientemente orchestrata ad alto livello. Propaganda a uata a spese del contribuente, con la compiacenza e la complicità dei governi e di mass media dimen chi del loro importante ruolo di cri ca al potere. È stata perfezionata grazie ad una nuova declinazione – in chiave discriminatoria - della obbligatorietà già vigente, ed è confezionata in forme rica atorie efficacissime, anche se non ancora dire amente coerci ve. Non è escluso lo facciano in un prossimo futuro, sempre in nome dell’alto ideale di “dover proteggere la comunità, gli immunodepressi, ed i piccoli dalla eventuale irresponsabilità dei loro genitori”. Un piano perfe o acce ato entusias camente ed a vamente da gran parte delle vi me. Quando poi si verificano i fallimen vaccinali, anzi, quan più ce ne sono, tanto più essi vengono porta a gius ficazione di una intensificazione dei programmi “di prevenzione”. Un circolo vizioso che per alcuni, non occorre precisare chi, deve apparire assai virtuoso. Anche se non viene o enuta una reale protezione immunitaria, pazienza! Anzi, è preferibile non sapere: le Autorità e gli esper intruppa scoraggiano l’effe uazione di controlli an corpali. Non sia mai che sal no fuori troppi risulta sgradi ! L’essenziale è che sia assicurata una buona soglia di “inton mento di gregge”. Le pecore devono essere addestrate ad avere paura di cagnolini traves sapientemente da lupi feroci, in modo che, così distra e, diven no incapaci di accorgersi di chi le sfru a e le sgozza per davvero: il pastore. Il quoziente intelle vo medio della popolazione con nuerà a calare, grazie al concorso di neurotossici ambientali [43] che si aggiungono a quelli inie a con cer vaccini [44, 45] e somministra in quan tà superiori al massimo consen to dall’Agenzia Europea del Farmaco [46] in riferimento all’assunzione cronica. Gli argomenti La tra azione che propongo non è suddivisa in par uguali, anzi, è proprio disomogenea. Viene dato più spazio al morbillo e meno agli altri microrganismi. Spero vivamente che non mi accusino di discriminazione aggravata di stampo maschilista (essendo la rosolia, la paro te - e le altre tu e femminucce!). Il mo vo più rilevante è che mol aspe si ripetono. Poi al morbillo tu a ribuiscono una importanza preponderante, poiché è

considerato il portabandiera delle moderne pes (l’OMS lascia intendere che vi sia una mortalità eleva ssima, ricorrendo talvolta a trucchi da magliari [47]). Sappiamo che le “sorelline” sono anch’esse dei flagelli, ma sono pur sempre flagelli più mi e quindi verrà fa o solo qualche cenno. Se qualcuno pensa che io abbia usato un modo scherzoso di esprimermi, si sbaglia. La definizione di "flagello" riferita alle mala e vaccinabili, è stata inaugurata nientemeno che da Raniero (talvolta si firma Ranieri) Guerra, l'alto funzionario del Ministero della Salute, ora dell’OMS, ed ex braccio destro dell’onorevole Beatrice Lorenzin. Esperto non scevro da confli di interesse [48]. La ministra lo presentò così alla conferenza stampa che annunciava il suo decreto-legge: "colui che è responsabile di tu o ciò" [49]. Per chi volesse leggere l’intera sua risposta ad una mia richiesta di delucidazioni [50] c’è questa opportunità [51]. La mia successiva replica è rimasta senza ulteriori riscontri [52]. PS. Non verranno menzionate altre mala e e rela vi vaccini (tetano, di erite, epa te B, polio, HIB, HPV, pneumococco, rotavirus) perché quelle discusse sono sufficien a capire quale sia l’impostazione generale, e poi devo lasciare qualche argomento per il prossimo libro, non Vi pare?

Il caso Morbillo Discussione [Le sezioni Discussione, Conclusione e Previsioni sono poste prima della tra azione anali ca, la quale è riservata solo a chi desideri il supporto documentale di ogni affermazione e che è di meno scorrevole le ura]. La mortalità ufficialmente riportata per il morbillo in Italia e riferita all’epoca prevaccinale (anni ‘70 e ‘80) era molto bassa. Nel decennio ’81-‘90 era di circa 1 su 10.000 casi di mala a secondo i da del Ministero della Salute e dell’Istat. Tu avia in realtà era ancora minore di quella, di 10 volte, se si ene conto dell’enorme numero di casi non registra . Può essere considerato un indice inequivocabile di mala a molto benigna. La stessa certamente poteva e può diventare pericolosa in presenza di fa ori concomitan sfavorevoli (malnutrizione, ipovitaminosi, presenza di altre condizioni morbose, assenza di cure mediche adeguate ed an bio ci, età precoce, età adulta, immunodepressione). C’è un altro aspe o che non viene mai menzionato e cioè che la frequenza delle reazioni avverse, prima dell’inizio della vaccinazione di massa, era s mata sul numero di casi segnala , non di quelli reali, quindi la loro frequenza effe va andava diminuita di 10 volte rispe o a quanto riportato nei libri di testo. A conferma della benignità. La poli ca vaccinale degli ul mi tre decenni ha o enuto una diminuzione consistente dei casi totali di mala a, ma un aumento percentuale (ed assoluto) degli stessi nelle età più cri che (so o l’anno d’età e nell’età adulta), più sogge e a complicazioni gravi. In epoca prevaccinale era invece appannaggio pressoché esclusivo dell’età infan le. La mortalità ha subìto - volendo considerare ques ul mi due anni: 2017 e 2018 - un aumento di decine di volte in termini percentuali rispe o all’epoca prevaccinale. Con la correzione della so o no fica, l’aumento diventa di oltre 100 volte. Un aumento c’è stato anche in termini assolu . La vaccinazione non garan sce una protezione duratura e neppure una protezione sicura nell’età so o i cinque anni: in Italia, tra il 2013 ed il 2018 oltre un sesto dei bambini di età inferiore ai 5 anni era vaccinato di recente e poi vi era un altro 15% circa con stato vaccinale non noto.

Sono sta illustra e documenta i mo vi per cui mol adul risultano non prote : a) sogge non vaccina e che non abbiano contra o la mala a da piccoli in carenza della circolazione del virus selvaggio, b) perdita progressiva della immunità ar ficialmente indo a. Tanto è vero che in Italia è stato preparato un programma di vaccinazione con MPR per oltre 2,5 milioni di italiani per ovviare almeno in parte al problema crescente [53]. Ma la ques one più importante riguarda la pra ca impossibilità a proteggere bene il bambino nei primi dodici mesi. Infa gli an corpi della madre vaccinata sono qualita vamente e quan ta vamente inferiori e perciò la “copertura” del piccolo arriva in media solo fino ai sei mesi d’età (con ampie differenze individuali e per ben che vada). Resta quindi scoperta completamente la fascia dai 6 ai 12 mesi. L’effe uazione di vaccinazioni in quel periodo non hanno dato buoni risulta , anche per immaturità del sistema immunitario. Inoltre ora il morbillo non risparmia neanche i bimbi nella fascia di età dalla nascita ai sei mesi. Purtroppo i rela vi da per l’Italia non sono a nostra disposizione. La copertura vaccinale dei bimbi piccoli non assicura affa o la cosidde a “protezione di gregge” essendoci ormai da mol anni (ben prima della legge 119/2017) una quota rilevante di adul immunologicamente non prote a che può ammalarsi. Lo stesso prof Vi orio Demicheli, Presidente del NITAG (Na onal Immuniza on Technical Advisory Group) nell’udienza alla Camera nel se embre 2018 [54] precisò che, di quei pochi bambini so o i 5 anni che erano sta colpi dal morbillo, circa un terzo era vaccinato. Da questo deriva che la mo vazione del decreto-legge Lorenzin, gius ficato proprio dalla necessità del controllo urgente della mala a tramite vaccinazione a tappeto dei piccolissimi, fu del tu o campata in aria. Lo stesso prof Michele Grandolfo la definì fru o dell’incompetenza [55], ed il prof Guido Silvestri si trovò completamente d’accordo con lui [56]. Come de o, alcuni esper [57] pensano che forse sarà necessario rifare cicli vaccinali periodicamente a tu a la popolazione. Il che ha implicazioni la cui portata non è stata ben valutata. Per esempio, se 40 milioni di italiani (i sogge di età superiore ai 25 anni sono oltre 46,5 milioni) dovessero essere vaccina con MPR + V (il problema della durata e della validità della protezione è simile anche per le altre componen ), il costo esploderebbe, superando i tre miliardi di euro [58]. Da rifarsi ogni 10 anni e da aggiungersi a tu o il resto! La strada della follia.

Inoltre val la pena ribadire che le reazioni avverse aumentano con l’aumentare del numero delle vaccinazioni e la loro associazione, e perciò sarebbe scorre o non considerare il cumulo. Nel programma italiano (PNPV [59]) sono previste 32 nei primi 13 mesi di vita [60], senza che esista alcuno studio compara vo tra vaccina (con il complesso dei vaccini previs ) e non. Per tali mo vi, sarebbe stato doveroso effe uarne prima di imporre l’obbligo. In un confronto radiofonico su “Radio Informazione Libera” il prof Maurizio Pregliasco mi ha confermato l’assenza di tali studi di confronto, in data 15 gennaio 2018. Secondo il Codice di Norimberga [61], a cui anche l’Italia ha aderito, non sono permessi tra amen medici sperimentali senza consenso informato, peggio ancora se obbligatori. In questa situazione il consenso informato, che pur viene richiesto, si è trasformato in una barzelle a ed una farsa poiché il medico ha l’obbligo di dire che sono sicuri ed efficaci, anche se non lo pensa. Pena la radiazione. Sa pure che, se si mostra entusiasta, viene prote o e ricompensato. Conclusioni Alla domanda iniziale espressa nel tolo si può rispondere con un ragionevole grado di sicurezza che la vaccinazione di massa comporta mol più svantaggi che benefici per quanto concerne i parametri analizza (mortalità, complicazioni, cos economici). Infa la mala a naturale, specie se presa nell’età dai 2 ai 12 anni, avrebbe un tasso molto basso di complicazioni, conferirebbe una “copertura” duratura, i nuovi na sarebbero prote nella fase più delicata della loro vita, si eviterebbero i numerosi even avversi gravi da vaccinazione e ... si risparmierebbero molte decine di milioni all’anno. Infa sinte zzando al massimo: 1) La vaccinazione non dà garanzia di protezione (numerosi casi tra bambini ed adul già vaccina ). 2) La protezione conferita ha una durata limitata nel tempo, è variabile e poco prevedibile. 3) Le donne in gravidanza rischiano di essere susce bili ad infezioni naturali e quindi a danni all’embrione o al feto. 4) La protezione an corpale trasmessa per via placentare dalla madre vaccinata al figlio è incerta nei primi sei mesi di vita ed è pra camente assente dai sei ai 12 mesi di vita.

5) La prima vaccinazione non può essere an cipata so o i 12 mesi d’età, poiché la risposta sarebbe limitata ed ancora più incerta (per la immaturità del sistema immunitario). 6) La “protezione di gregge” realizzata secondo la legge 119/2017 non era e non è in grado di impedire la seppur scarsa circolazione del virus morbilloso essendo questo trasmesso in massima parte da sogge adul (nel 2019, l’80% dei casi aveva un’età maggiore di 15 anni). 7) Gli even avversi gravi sono comuni [62] ed in quan tà molto maggiore rispe o alla mala a naturale, quando contra a in età infan le. 8) Le Autorità cercano di ovviare alle numerose carenze della poli ca vaccinale a uale considerando estese vaccinazioni ripetute. Se questo venisse realizzato anche i cos economici aumenterebbero in modo insostenibile. Senza risolvere il problema. Viceversa, la mala a naturale: 1) È benigna se contra a nell’infanzia da parte di sogge in buona salute e buone condizioni di nutrizione [63]. L’aggiunta di vitamina A facilita la risoluzione della mala a. 2) Le complicazioni da mala a sono più frequen nel piccolissimo e nell’adulto, fasce d’età che prima erano risparmiate. Nella fascia di età dai 3 ai 14 anni sono quantomai rare. 3) La mortalità a uale per morbillo è molto aumentata rispe o a prima (anni 1981-1990) dell’inizio delle vaccinazioni di massa, secondo le sta s che italiane. 4) La mala a, una volta risolta, dà un vantaggio in termini di sopravvivenza. 5) La mala a conferisce una protezione duratura per tu a la vita [64]. 6) Gli an corpi da mala a naturale perme ono che la madre passi al figlio una protezione efficace nel periodo più delicato, cioè nel primo anno di vita. 7) Tale protezione naturale viene prolungata e rinforzata dall’alla amento materno. Tanto è vero che i CDC paradossalmente lo sconsigliano perché interferisce con un buon a ecchimento del vaccino [65]. 8) La mala a diffusa nell’infanzia renderebbe pra camente impossibile che donne in gravidanza ne siano colpite. Invece ora può succedere. 9) Nei rari studi compara vi, si è notata una maggiore sopravvivenza nei bambini che avevano fa o i morbillo rispe o a coloro che non lo avevano

fa o. La sospensione della vaccinazione di massa perme erebbe la circolazione del virus selvaggio nella popolazione infan le e non impedirebbe una pra ca vaccinale limitata ai casi in cui si consideri più prudente somministrarla [66]. La mala a naturale nell’infanzia ha cos economici molto rido , limita all’assistenza dei rari casi gravi. La frequenza delle complicazioni gravi è sovras mata di circa dieci volte. Viceversa il costo economico (non menzioniamo neppure il carico di lavoro e di disperazione) per l’assistenza dei danneggia da vaccino è rilevante e molto spesso rimane sulle spalle della famiglia. Le previsioni passate di eliminazione/eradicazione del morbillo sono tu e fallite e con nueranno a fallire. Tu avia se lo scopo vero fosse in realtà l’incremento della diffusione delle vaccinazioni, allora quello ha sempre superato le più rosee aspe a ve. Previsioni Le ondate di nuove e sempre più estese campagne vaccinali perme eranno inizialmente di tamponare le falle, con grande giubilo dei promotori. Ma non riusciranno ad impedire che si accumulino grandi numeri di sogge indifesi, quindi nuove estese epidemie esploderanno anche laddove la “copertura” sarà alta. In realtà è qualcosa che sta già avvenendo, infa sul sito dell’OMS scrivono (nell’o obre 2019) che “Il morbillo è ovunque. Tu e le Regioni OMS stanno sperimentando estese epidemie della mala a.” [67]. Anche quelle già pomposamente dichiarate “measles free”. In par colare saranno colpi sempre di più i piccolissimi, oltre agli adul , e quindi le complicazioni severe saranno rela vamente più frequen . [Seguono gli approfondimen “Discussione” e Conclusione”].

per ogni singolo aspe o già citato in

Indici di pericolosità della malattia Preme o che non affronterò il problema rela vo alla corre a valutazione dei casi: ci si riferisce a “morbillo confermato” oppure a “morbillo

diagnos cato su base clinica”, oppure a “sospe o morbillo”? Sicuramente mol dei casi sospe poi vengono scarta in seguito a controlli più accura . Qui ignorerò il problema, pur importante, per non perdere di vista il fenomeno nel suo insieme. Il do . Eugenio Serravalle – medico pediatra pisano - se n’era occupato in un suo puntuale intervento [68]. La valutazione del rapporto rischio / beneficio della vaccinazione di massa per il morbillo non è semplice, poiché è variata nel tempo, e dipende dalle condizioni socio-economiche, di nutrizione ed igieniche della popolazione esaminata, dall’età e da altri fa ori. È noto che la mortalità per tale mala a era molto elevata all’inizio del secolo nei Paesi più sviluppa compresa l’Italia, per poi andare rapidamente scemando dopo la fine della seconda guerra mondiale, anche per la possibilità di tra are gran parte delle complicazioni gravi più efficacemente. Un tanto fu a estato da David Sencer, dire ore dei CDC dal 1966 al 1977, con queste parole [69]: “La mala a clinica è una sindrome cara erizzata da una notevole uniformità e di una gravità solamente moderata. Le complicazioni non sono frequen , e, con un’adeguata assistenza medica, la mortalità è rara.” Laddove le condizioni di vita sono migliori, la mortalità a ualmente è molto bassa. La mala a comporta un momentaneo stato di immunodepressione [70], che viene compensato da un effe o benefico aspecifico, il quale si esplica in una maggiore sopravvivenza di chi ha superato la mala a, rispe o a chi non l’abbia ancora contra a (così risulta laddove tali confron sono sta fa ) [71, 72, 73]. La mala a assume forme più gravi in Paesi in cui vi sia miseria e malnutrizione [74]. Purtroppo proprio lì il vaccino ha i suoi maggiori limi . Per esempio, nella recente epidemia in Madagascar, dove la malnutrizione infan le è elevata (47% dei bambini so o i 5 anni di età), furono colpi dal morbillo pressoché in egual numero vaccina e non vaccina (la copertura vaccinale era del 58%) [75]. In altre parole la probabilità di contrarlo era quasi la stessa per i vaccina e coloro che non lo erano. La denutrizione comporta un grado più o meno elevato di immunodepressione. E, se vi è immunodepressione, il morbillo è più violento. In tale situazione il vaccino non sarebbe indicato poiché non è scevro da pericoli. Quindi la vaccinazione di massa a sogge denutri -immunodepressi può comportare un numero maggiore di even avversi gravi, senza neppure conferire la protezione

auspicata. È pleonas co osservare che sarebbe più opportuno correggere la denutrizione migliorando le condizioni di vita laddove sono precarie. Dunque, l’indice principale per valutare la pericolosità della mala a è dato dalla mortalità, che varia nel luogo e nel tempo. Le correlazioni epidemiologiche perme ono di cercare le soluzioni più opportune. Le complicazioni gravi sono, grosso modo, in proporzione ad essa. Importante è individuare le condizioni che facilitano la loro insorgenza anche da noi, dove al momento non esiste denutrizione. Mortalità per morbillo Esaminerò perciò l’andamento della mortalità rela va al morbillo in Italia essendovi a disposizione da abbastanza affidabili. All’inizio del secolo, la mortalità era elevata, poi è andata scemando rapidamente fino a raggiungere il minimo prima dell’inizio della vaccinazione di massa come nel seguente grafico ed in tabelle compara ve dell’ISTAT [76]:

Figura 2. Grafico ISTAT-UNICEF. Testo e frecce in blu aggiunte dall’autore del presente manoscri o 77

[ ].

Mentre la mortalità si era rido a ai minimi termini già all’inizio degli anni ‘80, la frequenza della mala a si era mantenuta elevata fino a che la copertura vaccinale non andò aumentando notevolmente [78]. Le due curve infa si sono aperte a forbice.

Figura 3. . Grafico tra o dal sito di Epicentro-ISS [79].

Per inciso, il grafico disponibile sul sito dell’ISS a ualmente è aggiornato fino al 2016 e riporta un numero di casi molto inferiore al reale per gli anni 2010-2012 [80]. Le campagne vaccinali sono iniziate a metà degli anni ’80, ma tassi di vaccinazione maggiori del 50% furono o enu appena dalla fine degli anni ’90: solamente allora il numero di casi si è abbassato ad alcune migliaia o, addiri ura, a poche cen naia all’anno.

Nel decennio 1981-1990 (in parte prima dell’inizio della vaccinazione di massa ed in parte con coperture molto basse), il numero di decessi è stato di 46 su oltre 433.000 casi:

Tabella 1. N° di mor , casi e tasso di mortalità per 100.000 casi. Da Ministero Sanità ed ISTAT.

Sottostima dei casi di malattia In ques da tu avia non è considerata la so os ma. La so os ma è stata calcolata in due ampi studi epidemiologici sul morbillo (con risposte an corpali) effe ua da Santoro e colleghi dell’Is tuto Superiore di Sanità [81, 82]. Hanno infa osservato che il numero di casi segnala a fine anni ’70 era inferiore di circa 10 volte al reale (3 volte al Nord, 10 al centro e 30 al sud). Quindi i da riporta nei grafici e nelle tabelle ISTAT ed ISS rela ve a quel periodo, risentono di quel fa ore. Ciò starebbe a significare, per esempio, che, se nel 1978 furono registra oltre 66.000 casi,in realtà probabilmente ce ne furono oltre 600.000 (allora il numero di nuovi na superavano il milione all’anno). Casi asintomatici

Non tu i casi diagnos ca sono sta segnala (so ono fica), una parte non lo sono sta perché asintoma ci. La sensibilità dell’anamnesi posi va per pregresso morbillo è bassa: 57,7% nell’età tra i due ed i 4 anni; altri valori per le altre fasce d’età [83]. Santoro et al. lo ribadiscono in altro modo: “Perciò, complessivamente, la so os ma della immunità naturale appare molto maggiore nei gruppi più giovani d’età” [84]. Ed ancora: “Nello studio presente noi trovammo non affidabile una storia nega va di mala a per bambini di età maggiore uguale a o o anni” [85]. Sottonoti ica dei decessi Per quanto riguarda il numero di decessi da morbillo, il professor Grandolfo, uno degli autori degli studi cita , ha osservato che la so ono fica era molto inferiore (“Riguardo le no fiche di casi di morbillo e di mor per morbillo, i primi dipendono molto dal comportamento dei medici, i secondi molto meno” [86]) senza specificare di quanto (presumibilmente in modo trascurabile). Deduzioni sul tasso di mortalità A questo punto viene ad essere modificato anche il calcolo della mortalità di allora, che viene ad essere diminuita di eguale fa ore (cioè 10) [87]. Quindi la mortalità allora si a estava non a 1 su 10.000, ma a su 1 su 100.000 casi, confermando che si tra ava di mala a generalmente benigna. Lo aveva asserito nel 1962 lo stesso Alexander Langmuir, capo del servizio di epidemiologia dei CDC&P (Centers for Disease Control and Preven on) dal 1949 al 1970: “Questa infezione autolimitante di breve durata, di gravità moderata, è a bassa mortalità ed ha mantenuto un equilibrio biologico ....” [88] Perché Langmuir si propose di eradicare tale mala a lo abbiamo già riferito. La sua sconcertante mo vazione è stata: “perché [il morbillo] è là … e può essere fa o” [89]. Un assioma di nuovo conio. Tra l’altro Langmuir aveva evidenziato con un grafico (nello stesso ar colo) come l’epidemiologia si stesse evolvendo favorevolmente, cioè con una riduzione “in picchiata” della mortalità, mentre l’incidenza della mala a persisteva invariata (con ampie oscillazioni da un anno all’altro):

Figura 4. . Incidenzadel morbillo in USA (curva superiore), mortalità per mille casi (curva 90

inferiore). È stata da me aggiunta la scri a con data inizio delle vaccinazioni [ ].

Tornando alla situazione italiana, bisogna tener conto anche che, quando i casi diminuiscono, allora il numero di no fiche si avvicina a quello reale (il Prof Michele Grandolfo: “È noto che quando la circolazione si riduce dras camente il rapporto casi no fica e casi reali tende al l’unità” [91]). Quindi la so os ma dei casi si sarebbe progressivamente rido a nel tempo, fino quasi ad annullarsi in ques ul mi anni. Ulteriore discussione dei dati A ualmente, la mortalità a ribuita da esper mainstream è “uno-due su mille” [92]. Recentemente il prof Alberto Villani, presidente della SIP, ha indicato uno su 700-800 [93]. Questa è riferita agli ul mi due anni. Infa nel 2017 e 2018 i decessi sono sta 12 ed i casi di mala a 7.517, con una mortalità di 16 su 10.000 (equivalente a 1 su 626). Naturalmente è poco prudente prendere a riferimento un periodo così breve, poiché vi possono essere ampie oscillazioni tra un anno e l’altro. Ma è proprio quel che fanno le Autorità lasciando intendere che vi sia una recrudescenza. Viene o enuto

in tal modo l’effe o di spaventare la popolazione per convincerla, secondo lo schema propagandis co suggerito dai CDC per l’influenza [94], ma buono anche per le altre mala e. Volendo confrontare la mortalità a uale (del 2017-2018) con la mortalità media del decennio 1981-1990 [95], quando la vaccinazione era scarsamente diffusa, la differenza è rilevante: c’è stato un aumento di 16 volte [96] in termini rela vi (ed un aumento pure in termini assolu !). Se poi operassimo i corre vi della so os ma discussi più sopra, l’aumento della mortalità di oggi rispe o a tempo fa sarebbe ancora più consistente, di oltre cento volte. Naturalmente qualcuno potrebbe obie are che l’a ribuzione al morbillo di mol dei decessi recen sia discu bile. È vero, ma qui si è voluto fare riferimento solo ai da ufficiali e riporta da Epicentro, acce andoli senza riserve. In realtà di riserve ce ne sono, visto che il più delle volte erano presen altre serie patologie di base. L’amplificazione media ca viene regolarmente cercata ed o enuta. È anche successo che nell'aprile 2016 il professor Alberto Mantovani, “lo scienziato italiano più citato ed influente nel mondo”, raccontasse in un'intervista che un bambino di 18 mesi in cura per leucemia era morto a causa del morbillo [97]. Il fa o sarebbe avvenuto nell'autunno 2015 a Monza. In quell'occasione il professore commentò come si può ben immaginare riguardo la irresponsabilità di chi non si vaccinava. Nel maggio 2016 il professor Burioni parlò di un caso analogo (morte per morbillo un bambino leucemico) avvenuto a Monza "qualche mese fa". Dunque da far risalire ai primi mesi del 2016 [98], ammesso che per il professore le parole da Egli stesso proferite abbiano un significato compiuto. Anche in tale occasione gli anatemi contro i no-vax si sprecarono, amplifica dai media. Ebbene: l’Is tuto Superiore di Sanità non ha registrato neanche UN decesso per morbillo negli anni 2015 e 2016 in Italia e tantomeno in Lombardia. Le Autorità Sanitarie locali e nazionali, sempre preoccupate per le fake news, allora si guardarono bene dallo smen re quelle no zie. Neanche un solo giornalista se ne accorse. E neanch’io in verità: ebbi la segnalazione documentata dalle gen lissime Elisabe a, Daniela e Mariella, che nuovamente ringrazio. Complicazioni gravi da malattia

(recentemente sono diminuite per alcuni aspe ed aumentate per altri) Si riporta quanto scri o sul Nelson, noto testo per specialis pediatri [99]: “Per quanto concerne le complicanze, la più temibile anche se meno frequente è la encefalopa a, la cui incidenza clinica viene s mata a orno all’1 × 1000. La broncopolmonite, l’o te media cos tuiscono comunque le complicanze gravi in circa il 7% dei casi, spesso secondariamente associate ad infezioni ba eriche che oggi possono essere prevenute, tra ate e risolte, anche se in alcuni Paesi ed in alcuni gruppi sociali, per le ragioni sopra esposte, questo non avviene: di conseguenza in ques Paesi si raggiunge il più alto tasso di mortalità da morbillo e si riscontrano tra i pazien alterazioni permanen ed invalidan , quali sordità, bronchiectasie eccetera”. Che la gravità della mala a e la mortalità siano molto influenzate anche da altri fa ori [100] è confermato da Santoro, Grandolfo et al: “La malnutrizione gioca un ruolo importante nella gravità della mala a e può gius ficare l’alta letalità registrata in alcune aree povere [italiane]”. Ed ancora: “La mortalità infan le (riferita al 1979), si è dimostrata essere un indicatore affidabile per lo stato socio economico in Italia”. “I da di mortalità, che riteniamo più risponden alla realtà, me ono in evidenza un diverso grado di gravità con cui la mala a colpisce le regioni a diverso asse o socioeconomico.” [101].In USA è successo lo stesso: “la morbidità e la mortalità associate al morbillo sono diminuite prima della introduzione dei vaccini come risultato dei miglioramen della sanità e della nutrizione” [102]. Da tempo è risaputo che la deficienza di Vitamina A in bambini dei Paesi in via di sviluppo è stata associata ad un aumento della mortalità per una varietà di mala e infe ve, incluso il morbillo. Per tale mo vo la vitamina A è somministrata in occasione delle vaccinazioni e pure in corso di morbillo [103]. Se ne può dedurre che il miglioramento dell’asse o socioeconomico e delle condizioni di nutrizione ha portato ad una a enuazione della gravità della mala a in Italia. Nei Paesi meno sviluppa quello resta il cuore del problema. Sarebbe molto u le conoscere quale sia a ualmente il tasso delle complicazioni gravi, poiché nell’elenco delle complicazioni riportato nel bolle no dell’ISS [104], vengono presi in considerazione anche aspe del normale corredo sintomatologico della mala a. Gli stessi hanno diversa

rilevanza a seconda della loro intensità. Ad esempio la voce “diarrea” non dis ngue se vi siano state 3-4 scariche di feci molli o se invece sia profusa e persistente per giorni; se per epa te si intenda una modesta alterazione delle transaminasi oppure una forma severa; la cheratocongiun vite: lieve e senza conseguenze è di frequente riscontro nel morbillo, tanto da far parte del quadro classico, appunto. Se grave e con sovrainfezione ba erica può portare alla cecità (avviene nelle zone più povere del mondo). Tu avia è lecito ipo zzare che a ualmente sia aumentata la frequenza di forme a gravità maggiore negli ul mi decenni, visto che sono colpi di più gli adul ed i piccolissimi, sia in numero assoluto che in percentuale [105, 106].

Figura 5. Casi di morbillo suddivisi per fasce d'età 2013-2018 (in Italia, da Epicentro).

Per esempio nel bolle no del luglio 2019 [107], riferito al periodo 1 gennaio - 30 giugno, si legge che per l’80% sono sta colpi sogge di età superiore a i 15 anni e per l’11% erano bambini da 0 a 4 anni (4 % erano bambini di età < 1 anno). L’età mediana anche quest’anno è rimasta alta: 30 anni [108].

La rappresentazione grafica del numero di casi in bambini di età inferiore all’anno e la loro percentuale sul numero totale di casi conferma un problema in crescita. Se poi si vuole considerare l’incidenza per singola fascia d’età (cioè per 100.000 sogge della stessa età), il quadro appare ancora più preoccupante, essendo colpi in proporzione ancora maggiore i sogge so o l’anno [109]: La conferma si ha anche nel più recente bolle no dell’Epibrief (WHO Europe), che riguarda le nazioni europee aggregate (vedi il grafico seguente).

Figura 6. . Distribuzione dei casi di morbillo per fasce d'età e per proporzione (a sinistra); 110

incidenza per milione di abitan (a destra) nella Regione Europea OMS [da tra da ].Nella parte destra del grafico risalta la forte rappresentazione dei casi in bambini di età inferiore all’anno.

Ef icacia e durata degli anticorpi da vaccino È ritenuto che l’efficacia di una dose di vaccino sia del 95% e con due dosi si arrivi al 99,7% 111. Tu avia epidemie in popolazioni altamente vaccinate sollevano dubbi su questa versione. Come è riconosciuto dagli adde nel campo, l’efficacia, il livello e la durata degli an corpi da vaccino sono inferiori rispe o alla immunità da mala a naturale, specie in regioni dove la circolazione del “virus selvaggio” sia molto rido a. Sencer così poteva affermare: “La susce bilità alla mala a, dopo che l’immunità materna è svanita, è universale; l’immunità che segue la guarigione è solida e dura per tu a la vita [112]. La immunità o enuta ar ficialmente ha tu a un’altra storia, come vedremo.

In USA, “dal 1985 fino al 1988 l’informazione sullo stato vaccinale era stato raccolto dalla Divisione per la Immunizzazione su 16.819 casi di morbillo [...] i vaccina in modo corre o erano il 42%” [113]. Molte sono state le epidemie recen in popolazioni altamente vaccinate, dove i sogge immunizza ar ficialmente non sono sta risparmia [114, 115, 116 ]. In Italia anche a ualmente una quota rilevante (17,5%) di bambini con morbillo, di età da 1 a 4 anni, risultava vaccinato (nel periodo dal 2013 al 2018). Un’altra quota rilevante variabile (circa il 15%) comprendeva bambini di cui non era noto lo stato vaccinale. È così che un perplesso prof. Alfredo Guarino (Dire ore della UO di Mal. Inf. Pediatriche dell’Ospedale Federico II di Napoli) è stato spinto ad affermare pubblicamente: “Io ricevo telefonate dagli Sta Uni in cui mi chiedono qual’è questo supervirus del morbillo che abbiamo a Napoli e che non risponde al vaccino” [117]. Tu avia “il morbillo napoletano” colpisce anche altrove. Così si evince dalla tabella seguente (percentuale di casi di morbillo in vaccina e per fasce di età).È tra a da un’indagine pubblicata nel 2009 [118] e la rilevazione riguarda il 2006 e 2007. I casi provenivano principalmente da 5 nazioni: Inghilterra, Svizzera, Italia, Germania, Romania:

Tabella 2. N° di casi di morbillo e percentuale vaccina , per fasce di età. Anni 2006 e 2007 in 5 nazioni europee.

Dal gennaio al giugno 2019 in Italia sono sta colpi da morbillo anche 18 operatori sanitari vaccina (su un totale di 88) [119].

Anticorpi materni Gli an corpi dalla madre che passano al feto sono in quan tà inferiore nelle donne vaccinate [120], e questo spiega l’aumento del numero dei bimbi so o l’anno di vita che vengono colpi a ualmente. Il prof Alfredo Guarino così si è espresso [121]: “Noi s amo vedendo morbillo nei neona . Non è mai successo nella storia dell’uomo. Il neonato con il morbillo non esisteva perché la madre aveva preso il morbillo prima delle vaccinazioni ... non esisteva! Noi s amo vedendo bambini, neona , con il morbillo”. Sicuramente di casi ce n’erano anche negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ma in misura molto minore che a ualmente. Tali osservazioni trovano conferma in alcuni lavori pubblica negli anni passa [122, 123], dove si osserva lo “spostamento” recente della mala a in fasce d’età (adul e bambini so o l’anno) che una volta risultavano pressoché escluse. Langmuir nella sua pubblicazione aggiunse un grafico [124] che riportava i risulta di 4 studi similari e risalen a prima del 1962: la posi vità all’età di 15 anni variava dal 95 al 100% nei due studi più recen (1959 e 1961). La conferma nel sito dei CDC: “nella decade prima del 1963, quando un vaccino divenne disponibile, pra camente tu bambini avevano preso il morbillo entro i 15 anni d’età” [125]. La madre poi con nua a passare an corpi al figlio con l’alla amento al seno. Probabilmente entrano in gioco altri fa ori di protezione ancora [126]. L’alla amento ar ficiale non è un sos tuto per essi. Anticorpi da vaccino e loro progressiva sparizione In uno studio [127] pubblicato nel 2017 sulla siero prevalenza degli an corpi morbillo dopo vaccinazione i risulta sono sta in accordo con quanto de o sopra. Più precisamente gli autori affermano che: “quando vengono paragona i gruppi d’età, la sieroposi vità an corpale più alta (> 96%) fu trovata nelle persone di età superiore ai cinquant’anni che avevano contra o naturalmente la mala a in era prevaccinica. La sieroposi vità più bassa fu registrata nei gruppi di età 30-39 anni (61,5%, 40-49 anni (77,5%) e 18-29 anni (81,1%).” Di notevole l’interesse l’osservazione che, a parità di condizioni, coloro che nell’età 40-49 anni avevano ricevuto nel passato la vaccinazione, avevano perso l’immunizzazione in una quota rilevante, il che è avvenuto in misura di gran lunga inferiore per coloro che avevano fa o il morbillo da bambini.

Nell’infezione naturale, l’immunità che si sviluppa coinvolge altri efficaci meccanismi (immunità cellulo-mediata) oltre alla produzione di an corpi. Persino sogge con agammaglobulinemia sono in grado di superare senza problemi la mala a. Gli an corpi materni passano al feto anche tramite trasporto a vo [128]. È stato calcolato che nel feto vi sia una concentrazione 1,7 volte maggiore rispe o a quella riscontrata nella madre [129]. È stato inoltre verificato che tali an corpi nel figlio hanno una emivita di 48 giorni (e non – come si pensava – di 30 giorni, sulla base di studi effe ua con immunoglobuline eterologhe marcate che andavano incontro ad una degradazione più veloce). I figli na da madri che abbiano avuto una mala a naturale arrivano perciò ad un anno ed oltre con una protezione sufficiente. La madre vaccinata presenta un livello an corpale più basso. Il che si traduce in una protezione del figlio molto più limitata nel tempo, non oltre i 6 mesi di vita, spesso neanche in quelli (vedi il capitolo sull’epidemia mongola). Queste osservazioni spiegano il mo vo per cui le indicazioni dell’età per la vaccinazione sono cambiate nel tempo. Breve storia della creazione del vaccino e sue implicazioni attuali. Una volta stabilito da parte di una schiera di scienzia , che si trovavano in posizioni preminen ed influen , che uno scopo primario della intera società mondiale era quello di “eradicare il morbillo” ad ogni costo, essi si impegnarono seguendo due strade. Una avrebbe portato alla realizzazione di un vaccino ina vato con formalina e l’altra di un vaccino con virus vivo ed a enuato. Così nel 1963 negli USA furono approva i due primi vaccini [130]. Quello a virus ina vato era in grado di o enere una protezione scarsa 131 [ ] e non c’era la sicurezza che gli an corpi durassero più di sei mesi [132]. In più era causa di morbillo a pico, una forma grave e talvolta mortale che si sviluppava qualora vi fosse una successiva infezione con il virus selvaggio [133]. Fu ri rato in USA nel 1968. Quello a virus vivo era in grado di o enere una migliore riposta immunitaria nel 95% dei casi [134], ma non era affa o a enuato! Provocava nel 30-40% dei vaccina una mala a acuta con iperpiressia e frequen

convulsioni. Tanto è vero che presto fu d’uso associarlo ad immunoglobuline specifiche per a enuarne la sintomatologia [135]. Insomma una mala a peggiore di quella naturale, somministrata in età precoce (a 9 mesi), che presumibilmente non veniva compresa nelle sta s che del morbillo. Un morbillo a pico poteva insorgere anche in vaccina con virus vivo [136, 137]. Per quanto de o, il grafico presentato in una recen ssima review di Strebel ed Orenstein [138] non ene conto che un effe o sostanziale sulla epidemiologia del morbillo in USA avrebbe potuto o enersi non dal 1963 come sostengono loro (per le ragioni sudde e e la scarsa distribuzione dei due primi vaccini [139]), ma a par re dal 1967-1968. Infa , a parte la dubbia qualità ed efficacia dei prepara dell’epoca, la copertura inizialmente era bassa in anni in cui i nuovi na in USA erano 15-20 milioni all’anno. Quindi, la diminuzione marcata del numero di casi è cominciata prima che tale pra ca avesse una diffusione sufficiente per incidere su di essa.

140

Tabella 3. Percentuale vaccina in USA (in milioni). Anni 1964-1970 [

].

Vaccinando in età più precoci si o eneva infa una efficacia bassa e transitoria per interferenza con gli an corpi materni e per immaturità del sistema immunitario [141, 142, 143, 144, 145, 146]. Perciò nel 1963 la prima vaccinazione fu impostata ai 9 mesi di età, nel 1965 fu spostata ai 12, e nel 1976 ai 15 [147, 148]. Gli esper erano tra l’altro convin che una vaccinazione avrebbe dato una protezione per tu a la vita. Invece non andò come da loro inizialmente sostenuto. A causa dei numerosi fallimen vaccinali, nel 1989 stabilirono la necessità di un richiamo verso i 4-6 anni 149. Ma con le campagne di vaccinazioni di massa, tu o è cambiato. Gli an corpi materni o enu con il vaccino si sviluppano in quan tà minore, ed in quan tà minore passano al feto, il quale risulta completamente scoperto a par re dai sei mesi di età. Pertanto l’età d’inizio della profilassi fu riposizionata ai 12 mesi. Questo non solo lasciava (e lascia) scoperta la fascia dai sei mesi ai 12 mesi, ma neppure per quella dalla nascita ai 6 mesi è più garan ta [150]. Il problema deriva dalle notevoli differenze individuali (di durata degli an corpi nel la ante) differenze di cui una vaccinazione di massa non può tener conto. Nessun controllo an corpale è previsto. Programmi di eliminazione/eradicazione del morbillo Come de o, dopo la implementazione della vaccinazione di massa, iniziata alla fine degli anni ‘60, prevaleva l’o mis ca convinzione che una sola dose di vaccino con virus a enuato sarebbe stata sufficiente per tu a la vita. All’inizio del 1967, il dire ore dei CDC David Sencer era fiducioso che alla fine dello stesso anno il morbillo sarebbe stato eradicato. Infa così ragionava: “è evidente che quando il livello dell’immunità era più alto del 55% (sic!), epidemie non si sviluppavano. Questa è una s ma della soglia dell’immunità di gregge che assicura la protezione nelle ci à contro le epidemie di morbillo” [151]. Così non andò. Nel 1978 i CDC stabilirono che l’obie vo della eliminazione sarebbe stato raggiunto nel 1982 (in USA) [152]. La comparsa di epidemie anche in popolazioni vaccinate, fece spostare il termine all’anno 2000. In quell’anno la mala a fu effe vamente dichiarata eradicata negli USA [153]. Tu avia da allora han con nuato a verificarsi piccoli cluster epidemici. Pochi casi, ma ce ne sono ancora. Nel 2019 erano in crescita:

Figura 7. Numero di casi di morbillo in USA, in crescita negli ul mi anni. Per il 2019, i da 154

arrivano sino all’inizio di se embre [

] ed hanno la concreta probabilità di raddoppiare entro la conclusione dell’anno.

Nel 2005 l’OMS decise che l’eradicazione mondiale si sarebbe potuta o enere nel 2010 (Resolu on EUR/RC55/R7 of the Commi ee), e poi spostarono la data al 2015 [155]. Ora l’ul mo obie vo in ordine di tempo è realizzare l’eradicazione nel 2020. È decisamente improbabile che possa essere o enuto. Nel 2006 e 2007 esper di 19 Paesi avevano ritenuto che il morbillo sarebbe stato rapidamente eliminato in 7 Nazioni virtuose in cui il tasso vaccinale si manteneva da mol anni oltre il 95% [156]. A distanza di 9 anni da allora, in quegli stessi Paesi i casi sono sempre pochi, pur tu avia sono più che quadruplica già nei primi sei mesi del 2019 [157]. Anche i da più generali concordano con tali osservazioni, nonostante le sta s che siano presentate in chiave molto diversa dall’OMS, società in partenariato con la Fondazione Bill Gates e le più importan Case Farmaceu che. Nel periodo 2013-2017 nel mondo, e considerando solo i casi per cui era disponibile tu a la documentazione, il 15% erano vaccina appropriatamente (con una dose nei primi anni di vita e due dosi gli altri) [158]. Inoltre il 20,3% dei casi erano avvenu in bambini di età precoce, troppo piccoli per essere vaccinabili. Tale preoccupante fallimento ha indo o gli Autori a considerare una terza dose a tu . De o in altre parole: il 35% dei casi di morbillo aveva colpito sogge in regola con il calendario vaccinale.

Eventi avversi da MPR In questa occasione l’argomento viene solo accennato. Tu avia è da ricordare che l’affermazione che il vaccino dia meno problemi rispe o la mala a è molto discu bile. Prima di tu o va so olineato che oggigiorno in Italia non è possibile effe uare la vaccinazione con vaccino monovalente, ma solo con uno combinato, una miscela di 3 virus vivi (MPR) o 4 (MPRV) [159]. Ci troviamo nella curiosa condizione di doverci ada are le nostre esigenze e necessità a quelle primarie delle Case Farmaceu che per le quali è più comodo e remunera vo fare così. Per fare un solo esempio, la frequenza di convulsioni febbrili dopo MPR è ne amente maggiore rispe o alla mala a. Frequenza da mala a [160]: 0,6-0,7%. Queste percentuali sono calcolate sul numero di casi segnala e non su quelli reali, che sono 10 volte di più. La frequenza dopo MPR è 5 volte tanto [161,162]. L’MPRV in occasione della prima dose procura un numero doppio di convulsioni rispe o all’ MPR e all’an -VZV somministra separatamente [163], e quindi altre anto in più verso la mala a. Non vi sono solo le convulsioni, c’è un considerevole numero di even avversi gravi dovu alla vaccinazione e che sono sta quan fica nel rapporto OER-Puglia dell’o obre 2018: ne furono colpi il 3% dei vaccina [164]. Cioè 30.000 volte di più di quanto dichiarato dalle Autorità Sanitarie [165] e 30 milioni di volte di più rispe o a quanto dichiarato dalla do oressa Maria Merelli, specialista della Clinica di Mala e Infe ve di Udine, secondo la quale sono solo uno su un miliardo (sic!) [166]. Nel sito dell’AIFA sono registrate numerose di queste reazioni/even avversi post-vaccinazioni (non è specificato se siano a ribui o meno ad esse), e che cos tuiscono comunque una so os ma di cen naia di volte rispe o al reale.

Tabella 4. Numero e po di ven avversi più rilevan , riporta ad AIFA, e rela vi ad un solo 167

168

vaccino (periodo 2002-2018) [ ]. Per gli even avversi causa da MPRV (Priorix tetra) vedi [ ]: ce ne sono di meno rispe o al Priorix, ma le dosi distribuite nello stesso periodo sono anche tante di meno.

Il numero di eritemi cutanei, infe vi o allergici è pur esso rilevante [169]. Approfi o dell’occasione per precisare che i virus, siano essi a enua o selvaggi, non mi risulta possano provocare reazioni allergiche. Se queste ci sono, allora non possono essere dovute che alle altre sostanze contenute nel flaconcino. Quindi, per questo solo mo vo, non si può affermare che effe uare o ripetere la loro somministrazione sia sicuramente privo di rischi. Cosa che invece viene fa a.

Nel rapporto AIFA post marke ng sui vaccini del 2017, dal 65% al 75% degli even avversi gravi furono a ribui ai vaccini. Invece, per quanto riguarda tu gli even gravissimi e con danno permanente, in quale percentuale AIFA ha confermato il nesso causale? Nello 0% di essi (zero per cento). Il che, anche dal solo punto di vista sta s co, non è sostenibile. Si è assis to ad un curioso ribaltamento di una fallacia logica. Così, nel ribadire che la successione di un possibile effe o dopo un evento non ne stabilisce necessariamente la causa, si è arriva quasi a sostenere che la relazione causale non c’è pra camente mai: “post hoc ergo NON propter hoc”. “È avvenuto dopo il vaccino? Allora il mo vo deve essere un altro. Non sappiamo cosa sia, ma non è quello”. La idiozia viene ripetuta con incredibile sprezzo nei confron del buon senso. Se vi sono, com’è vero che vi siano, una plausibilità biologica assodata in studi sia animali che umani, ed un nesso temporale in un numero rilevan ssimo di casi, eccome se è importante il “post hoc”! Nel confronto tra sistema di vaccinovigilanza a va e quella passiva, effe uato nel rapporto OER-Puglia già citato, la frequenza di even avversi gravi dovu alle vaccinazioni è di 681 volte maggiore (proprio così!) nel primo, che si avvicina di più alla realtà (vedi nota 164). Il sistema di sorveglianza a uato in Italia è prevalentemente di po passivo, e dà informazioni molto scarse, falsamente rassicuran . Paradossale è che un sistema di sorveglianza così carente nei risulta sia considerato “o mo ed apprezzato a livello internazionale”, a parere dello stesso Dire ore del NITAG (Gruppo Tecnico Consul vo Nazionale), il prof Vi orio Demicheli [170]. I diversi disturbi lega al neurosviluppo e riporta da AIFA come reazioni post vaccinali, sono elenca nella Tabella seguente.

Tabella 5. Elenco delle numerose reazioni postvaccinali segnalate ad AIFA e rela ve a disturbi del 171

neurosviluppo [

].

Leggendolo si comincia a capire come mai essi non compaiano nei grafici dove è riportata la frequenza delle reazioni più comuni. Vedi grafico tra o dal Documento Vaccini dell’AIFA, riferi all’MPR (figura 8).

Figura 8. Documento Vaccini 2018, AIFA. Vaccini an morbillo, rosolia, paro te: distribuzione delle segnalazioni gravi correlabili, n. 56, e insorte nel 2018 per sintomo e/o pologia di evento (>3).

La semplice risposta è che i disturbi neurologici e del neurosviluppo sono appunto dispersi in una se an na di voci. Diverso sarebbe se fossero riuni in una o due. Facendolo e decidendo di considerarli tu come reazioni gravi (a mio parere lo sono di per sé, ma ovviamente non sono in grado di stabilirne l’intensità e la durata), si situerebbero tra le prime voci in base alla frequenza. Invece, con la a uale modalità di compilazione del rapporto, semplicemente spariscono dalla vista. Eppure ci sono: eccome se ci sono! Per inciso, essi sono marcatamente aumenta in ques ul mi anni negli studen italiani [172], ma il fa o è ignorato dalle Autorità, anche se è evidente che ci sia una correlazione molto sospe a con l’aumento del carico vaccinale. Già la loro innegabile presenza sta ad indicare che può essere compromesso il sistema nervoso. Dovendo acce are che una parte almeno di tali disturbi sia causata dalle pra che che li hanno immediatamente precedu , ecco che si è obbliga ad amme ere che l’au smo (specie di po regressivo) lo sia pure, visto che rappresenta lo stesso po di disturbo, in forma più grave. E se è possibile per alcuni, allora è possibile anche per gli

altri. Non si scappa. Viene da chiedersi se la responsabilità dei danni che si sono verifica ricada su chi, in posizioni di alta responsabilità sociale, abbia voluto con arroganza ignorare ques gravi segnali.

L’Epidemia Mongola La Grande Lezione Con l’enfasi e l’orgoglio di chi è ben consapevole della grande impresa portata a termine, l’OMS dichiarò nel 2014 che la Mongolia era finalmente “libera da morbillo” [173]. «È uno dei più bei giorni della mia vita – ha dichiarato Ulziidelger Unenbat, operatrice vaccinale da più di vent’anni – Non ho mai smesso di spiegare ai genitori l’importanza di vaccinare i propri figli. E vivo questo successo della Mongolia contro il morbillo anche come una vi oria personale». Infa dal 2011 non era stato registrato alcun caso e da oltre due decenni il tasso di copertura vaccinale era al ssimo (oltre il 98% da due decenni): il livello di protezione di gregge era stato raggiunto, superato e mantenuto. Pensarono che fosse impossibile un ritorno. Invece la beffa arrivò già nell’anno seguente, nel 2015. Ci furono oltre 23.000 casi e nel 2016 altri 32.000 174. Cioè 53.737 casi in due anni su una popolazione di circa 3 milioni di abitan [175]. In proporzione, è come se in Italia, invece di 4.000 morbilli, ce ne fossero sta 1 milione in due anni!

Figura 9. Casi di morbillo per anno riporta in Mongolia, 1991-2018. Le frecce celes indicano le campagne di rivaccinazione aggiun va [da ricava da

176

e da nota 175]. Vi è qualche discrepanza

tra le fon sul numero dei casi riporta .

Ad essere incolpato come untore iniziale fu un cinese malato arrivato nella provincia di Ulaanbaatar. Ma non c’era l’effe o gregge? Ma certo che c’era. Avrebbe dovuto rappresentare un argine efficacissimo contro la diffusione. Ed invece successe che l’epidemia si espanse in ogni provincia della Mongolia. Come potevano, i poveri funzionari dell’OMS, amme ere che fossero sta colpi i vaccina in cotan numeri? La teoria riguardo l’efficacia delle vaccinazioni e dell’effe o gregge si era sgretolata so o il loro occhi. L’OMS presentò – a mo’ di tampone ed al posto di un rapporto de agliato - un documento datato 5 maggio 2016 (nel secondo anno dell’epidemia): "Measles outbreak in Mongolia – FAQs". Per FAQs si intendono domande poste frequentemente. Non è un rapporto vero e proprio, è un ar cole o semipropagandis co che andrebbe bene per un rotocalco (in un'inserzione a pagamento). Nella sua inconsistenza si legge il tenta vo disperato di convincere il le ore poco preparato che il problema era ... la scarsa vaccinazione! Vengono fornite pochissime informazioni (da ) e mancano quelle più importan . Per esempio: quan erano i vaccina con uno-due dosi vaccinali che avevano contra o il morbillo? Quan i non vaccina ?. Non si sa, non dicono nemmeno se avevano cercato di stabilirlo su un campione rappresenta vo. Facevan capire che erano sta colpi : a) bambini so o gli 8 mesi di età (non vaccina perché la prima dose viene somministrata nel 9° mese), b) coloro che avevano risposto poco alla prima dose, e c) giovani adul di 18-30 anni. Perché ques ul mi? Spiegano che si tra a di “persone nate nel 1986-1998 (a ualmente 18-30 anni) durante il periodo di rapidi cambiamen poli ci e socioeconomici in Mongolia, che hanno presentato notevoli sfide al se ore sanitario”. Persone che ”hanno presentato notevoli sfide al se ore sanitario” erano state colpite di più. Questa frase è molto vaga e non perme e di capire l’essenziale: insomma erano sta vaccina oppure no? Lasciano intendere che non lo fossero, ma non lo dicono. Così ci è cascato con tu e due i piedi anche il famoso epidemiologo prof. Pierluigi Lopalco, che, richiesto da un suo le ore sulle possibili ragioni dell’epidemia, rispose: “Le risposte sono [...] che comunque gli adul fra 18 e 30 anni non fossero vaccina perché ai tempi le coperture erano basse”[177].

La risposta in realtà c’è, ma bisogna cercarla in preceden documen . Rivediamo la poli ca vaccinale mongola: lì la vaccinazione universale fu iniziata “nel 1973 a 12 mesi di età. Dal 1985 fu introdo o lo schema vaccinale a due dosi (all’età di 8-11 mesi ed a due anni)”. In più, “campagne di immunizzazione supplementare ed addizionale vennero condo e per prevenire epidemie nel 1994, 1996 e 2000. Gli ul mi programmi a due dosi nel 1996 e 2000 o ennero la copertura del 96% delle popolazioni target” [178]. Tu avia dopo un periodo di tre anni dal ‘96 al ‘99 di totale assenza nella mala a, ci furono migliaia di casi nel 2000-2001 (circa 11.500). Allora non vennero ricercate né riportate informazioni cruciali (età, data d’inizio sesso gravità della mala a, storia familiare, storia della mala a e storia delle vaccinazioni). Non vi furono mor . “I bambini di età dai 2 ai 14 anni nel 2001 erano immunizza tre o qua ro volte”. Ciò avvenne tramite le numerose SIAs, programmi di rivaccinazione supplementari (frecce celes nella figura). Non fu fa o alcuno sforzo per capire, ma in compenso vi fu massimo impegno per ulteriori estese campagne di rivaccinazione. Tornando all’epidemia del 2015-2016, abbiamo visto che l’OMS fece intendere in modo gesui co che la “colpa” era dei non vaccina dai 18 ai 30 anni. A ben vedere quella fascia d’età (16-29 anni) corrisponde a coloro che furono vaccina 3 o 4 volte da giovani, come sopra riportato! E quelli dai 2 ai 15 anni lo erano con due dosi almeno! Due recen pubblicazioni aggiungono ulteriore luce su quel che avvenne. In uno [179] si conferma il dato già menzionato: “la seconda dose di MCV fu introdo a nel 1985 con una copertura s mata del 95% tra i bambini di due anni di età, fin dal 2001. In più vennero realizzate, a cominciare dal 1994, a vità supplementari di immunizzazione periodiche e diffuse a tu a la nazione (SIAs) con l’obie vo di raggiungere, almeno una volta, ciascuna coorte di nascita a par re dal 1986”. Nel descrivere i casi dei colpi , gli autori affermano che la maggior parte erano vaccina una sola volta, pochissimi invece vaccina due volte. È molto strano che decine di migliaia fossero scampa alla seconda dose, dato che la copertura con due o più dosi era del 98-100% a par re dagli anni ‘80! Il trucco potrebbe risiedere nella grossa quota inclusa nella categoria “Zero dosi o nessuna documentazione”. La tabella lascia comunque le aperte

le porte a notevoli perplessità, infa la somma delle percentuali va ben oltre il cento: arriva al 189% ed il totale non corrisponde.

Figura 10. Da tra

dalla tavola n° 1 della pubblicazione di Hagan JE (op cit).

E così è anche per le altre suddivisioni, con cifre ripetute in modo incomprensibile. Non pare peregrina l’ipotesi che mol mono o plurivaccina siano sta conta come “non vaccina ” per carenza di documentazione. Nello studio citato, si menziona proprio questo problema: “… a causa della diffusa mancanza di documen vaccinali tra gli adul ” [180]. In un altro studio riguardante la medesima epidemia [181], e pubblicato nel 2019, si precisa che vi furono oltre 8.000 casi in bambini non vaccina al di so o degli o o mesi di età (a cui si aggiungono altri 1.456, della fascia di età dai 9 agli 11 mesi). In Mongolia la vaccinazione comincia all’età di 9 mesi. Si tra a di una eclatante conferma di quanto già discusso nel capitolo precedente. Queste migliaia e migliaia di piccolissimi non sono sta prote dagli an corpi materni di origine vaccinale. In un altro documento [182] viene aggiunto un altro tassello: si riporta che, considerando la fascia di età dalla nascita agli 8 mesi, la metà circa era avvenuto in sogge so o i 5 mesi. Non erano prote neanche nelle primissime fasi della vita! Ad ulteriore conferma di quanto già de o, la maggior parte delle complicazioni gravi e delle mor (80% di esse) aveva riguardato proprio la prima fascia di età (0-8 mesi). Per raffreddare almeno un po’ la patata bollente che si son ritrova in mano, gli autori hanno scri o che, per spiegare l’epidemia,” un ruolo può essere dovuto alla immunità decrescente dovuta ad una rido a efficacia sul campo del vaccino del morbillo in questo gruppo d’età [ndr: nei giovani adul ]. L’efficacia s mata del vaccino può essere dedo a dai risulta di questo studio caso controllo ed a estarsi tra il 20 ed il 70%” [183]. L’epidemia mongola potrebbe essere un chiaro monito per quel che potrebbe succedere nel mondo intero. Forse sta già succedendo. Nei primi mesi del 2019 il numero di casi di morbillo è superiore ad ogni anno precedente dal 2006 [184]. Non solo. Ora

con gli ul mi da dei primi di se embre, il numero di casi è già arrivato a oltre 400.000. Ciò significa che, molto probabilmente, l’anno 2019 segnerà un totale di almeno 600-800 mila casi, in barba alla diffusione crescente delle vaccinazioni a tappeto.

Figura 11. Numero casi segnala di morbillo. Coperture vaccinali con una (MCV1) o due dosi (MCV2). Da tra da [nota 184].

Morbillo e rischio PESS (o SSPE) La SSPE (PanEncefalite Sclerosante Subacuta) è una mala a degenera va del sistema nervoso centrale, a ribuita al virus del morbillo in una sua forma “dife va”, che si svilupperebbe a distanza di anni, talvolta decenni, dalla risoluzione della mala a. I virus sono en tà biologiche par colari, che hanno la cara eris ca di avere un’informazione gene ca essenziale racchiusa in una “capsula” di trasporto e la necessità di entrare nella cellula per poter usufruire del suo corredo enzima co al fine di potersi mol plicare e ricominciare il ciclo. È una ipotesi azzardata ritenere possibile che un virus, carente di alcune sue informazioni gene che essenziali, sia in grado di replicarsi in modo diverso e poco chiaro, sia responsabile di un danno così grave, sia capace di provocare una mala a diversa solo a distanza di anni, in presenza di una reazione immunitaria valida. Tanto più che tale rara condizione può presentarsi anche in sogge che non abbiano avuto il morbillo. In le eratura sono segnala casi dopo vaccinazione [185, 186, 187, 188, 189] e dopo rosolia [190]. Quindi il virus del morbillo non può essere considerato responsabile laddove non c’è. Lì devono per forza agire fa ori diversi. E forse ques fa ori operano anche laddove tracce del virus morbilloso sono state trovate. Anche la epidemiologia conforta queste considerazioni: in una pubblicazione si nota come i casi in Sardegna fossero di più che in altre regioni d'Italia e che in alcune regioni non ce ne fossero proprio. Se il legame causale della SSPE fosse unicamente con il virus morbilloso modificato, questa “epidemiologia sele va” non potrebbe verificarsi [191]. Cosa ne aveva scri o il famoso scienziato Peter Duesberg? Riporto testualmente: “I medici inizialmente riconobbero la PESS negli anni 30 e dal 1960 i cacciatori di virus stavano cercando un germe che lo causasse. A quel tempo il virus più alla moda per la ricerca appartenevano alla famiglia dei myxovirus, che includeva i virus che causavano influenza, morbillo, e paro te. I virologi animali perciò cominciarono per cercare tracce di

myxovirus. L’eccitamento aumentò dopo che quan tà traccia di virus del morbillo furono trovate nei cervelli dei pazien con PESS, e nel 1967 la gran parte delle vi me venne trovata con an corpi contro il morbillo. Il fa o che la PESS colpisse solamente uno su milione di persone infe ate dal virus del morbillo e che questa rara condizione comparisse da uno a 10 anni dopo l’infezione non era assolutamente un problema: i ricercatori semplicemente ipo zzarono un periodo di latenza di uno a 10 anni. Nessuna preoccupazione che essi potessero anche facilmente razionalizzare che un virus poteva causare due mala e totalmente differen . L’incursione di Koprovsky nella ricerca per la PESS cominciò nei primi anni 1970. Ricominciò a isolare il virus del morbillo dalle vi me che stavano morendo di PESS, un compito pra camente impossibile poiché il loro sistema immune aveva da lungo tempo completamente non neutralizzato il virus (alcuni casi di PESS non avevano mai avuto il morbillo, solamente il vaccino per morbillo). La sua cara eris ca pazienza nondimeno pagò, perme endogli di raccogliere alcune minute par celle di virus da alcuni pazien le quali potevano esser forzate a crescere di nuovo, seppure solamente laboratorio e culture cellulari. In altri pazien trovò solamente virus dife vi che erano incapaci di crescere. Piu osto che concludere che il morbillo aveva niente da fare con la PESS, egli u lizzò la nuova logica dei cacciatori di virus per argomentare che un virus dife vo causava la PESS!” [192]

Il caso parotite Ostetrica di Macerata: com’è inita? [prima di iniziare inserisco un dovuto aggiornamento di questo par colarissimo caso di cronaca] Non è finita ancora per l’ostetrica: una volta licenziata in tronco, ad un passo dalla pensione, è rimasta in strada in a esa che la macchina giudiziaria faccia il suo len ssimo percorso. Purtroppo non può a endersi a enuan , comprensione o perdono: non ha mica ammazzato sua madre! Ha fa o molto di peggio. Ha nientemeno che rifiutato di fare una vaccinazione, di cui non ha alcun bisogno e nessuna indicazione, contro tre mala e. Per esse infa ha una protezione naturalmente acquisita (morbillo, rosolia paro te). Quando il caso del suo “gran rifiuto”, pur razionalmente mo vato, scoppiò, il professor Burioni non poté tra enersi dall’esprimere pubblicamente tu a la sua rabbia ed indignazione. “Sogge come lei, che non vogliono vaccinarsi per la pertosse (sic!) e non hanno an corpi sufficien , sono criminali ed ignoran e non possono me ere a rischio le partorien ed i neona .” “Non è mica come il morbillo, la rosolia ed altre mala e che, una volta prese da piccoli, lasciano una protezione per tu a la vita!”

Appunto: era la sua situazione. Volevano farle la an -MPR nonostante avesse avuto già la paro te da piccola. Il livello degli an corpi, appena so o il limite al primo esame, era risultato ne amente posi vo in altri laboratori cer fica convenziona . L’ostetrica ha persino cercato e trovato un conta o ravvicinato con un bambino che avesse gli orecchioni in a o: incontratolo, non si è ammalata. Come volevasi dimostrare. Non è stato sufficiente, secondo le nuove regole non scri e (ma imposte) dovrebbe vaccinarsi lo stesso anche se perfe amente inu le poiché ... “tanto non fa male!” Così deve essersi convinta una sua collega nella sua medesima situazione. Per more di un simile umiliante tra amento, decise di acce are l’iniezione. L’ha fa a e poi è rimasta alle ata per tre mesi, lei che prima era sana. Sarà stato per via del ga o nero che le ha a raversato la strada. L’ostetrica aveva subito querelato professor Burioni per quelle gratuite e pesan offese pubbliche, ma il gip ha voluto archiviare perché “le espressioni censurate dalla querelante, pur intrinsecamente offensive, appaiono rientrare nell’ambito dell’esimente del diri o di cri ca”. A parere del magistrato, deve essere salvaguardato “l’indubbio interesse pubblico suscitato e alla base del diba to scien fico in ques one”. Con tanto d’inchino alla “Scienza basasta sui fischi per fiaschi”. Ed il prof Burioni, dopo essersi reso conto del danno fa o all’incolpevole ostetrica, da quel gran signore che è nell’animo, l’ha abbandonata al suo des no, evitando con cura persino di scusarsi. Protezione da vaccino? Discussione [come per il morbillo anche in questo caso viene an cipata la discussione e la conclusione, riservando solo a chi voglia approfondire le par successive] Gli an corpi da vaccino non danno garanzia di protezione per qua ro mo vi: 1) non sono o enu in tu i vaccina fin dall’inizio; 2) tendono a scemare negli anni fino a sparire in una buona parte dei vaccina ; 3) hanno una capacità neutralizzante scarsa verso il “virus selvaggio”; 4) non integrano una difesa di po cellulare efficace che esiste solo in caso di infezione naturale.

Il grosso problema che a ualmente si pone alla poli ca vaccinale è chiaro nella sconsolata e rivelatrice ammissione di un esperto: “Nonostante questa dramma ca riduzione dell’incidenza della mala a, grandi epidemie di paro te avvengono persino in popolazioni completamente vaccinate, indicando che la protezione completa contro la paro te, usando i vaccini corren e di a uali calendari vaccinali, può non essere fa bile.” [193]. Conclusione La mala a è ritenuta tanto importante e grave che sul sito dell’ISS i da non vengono più aggiorna da 10 anni (dal 2009) [194]. La vaccinazione di massa ha fortemente rido o il numero di casi di paro te, modificandone l’epidemiologia. Tu avia la protezione an corpale da vaccino è parziale e tende a diminuire progressivamente nel tempo, anche perché vi è minore circolazione del virus selvaggio. Ciò perme e che nel tempo si ingrossino nelle popolazioni grossi serbatoi di susce bili. Numerosissime sono le epidemie descri e di paro te in popolazioni altamente vaccinate. Come risultato, e come succede per il morbillo, ora vengono colpite di più le fasce d’età oltre 15 anni. Questo comporta un aumento e non una diminuzione dei rischi che si volevano evitare (orchite nei maschi post-puberi). L’infezione di paro te nelle gravide durante i primi mesi non sembra possa comportare danni embrionali o fetali, tu avia sarebbe prudente evitarla. [seguono le sezioni dedicate agli approfondimen ] De inizione I segni/sintomi della mala a sono eviden e cara eris ci, riconoscibili anche da un profano che l’abbia vista una sola volta. L’aspe o alterato del volto viene ben ricordato.

Figura 12. Si nota il gonfiore a livello dell'angolo mandibolare.

Il Merk Manual così la descrive 195: “La paro te è una mala a virale acuta contagiosa sistemica, che causa usualmente un ingrandimento doloroso delle ghiandole salivari, più comunemente le paro de. Le complicazioni possono includere l’orchite, l’meningoencefalite, e la pancrea te. La diagnosi è usualmente clinica ed il tra amento è di supporto. La mala a è asintoma ca in circa un terzo dei casi”. Per maggiori de agli sulle complicazioni: [196]. Problemi Derivanti Dalla Malattia Il professor Roberto Burioni spiega così quali siano: “mentre per i bambini la regola è la guarigione senza problemi, così non accade per chi incontra il virus più avan negli anni. Nel 50% dei casi che colpiscono gli uomini si ha un’infiammazione ai tes coli, che oltre ad essere dolorosissima, lascia nel 30-50% di loro (a seconda delle casis che) un’atrofia che può portare alla sterilità permanente. Non solo, altre pericolose complicazioni sono in agguato, con danni a tu i tessu dell’organismo, come per esempio un’infiammazione del pancreas, l’organo che in questa dramma ca eventualità lascia nel sangue gli enzimi che devono digerire i cibi nell’intes no, provocando gravissimi danni al paziente.”[197] Naturalmente

esagera, ma è il Suo modo di fare per essere più convincente. Il Nelson è meno catastrofico: “la sterilità è conseguenza rara anche con interessamento bilaterale” [198]. Inoltre il Plotkin precisa: “la pancrea te, usualmente lieve, è vista in approssima vamente il 4% dei casi. Tassi significa vamente più al sono sta riporta in alcune epidemie, sebbene queste siano probabilmente delle so os me dovute al fa o che la diagnosi è spesso basata su livelli eleva di amilasi sieriche, indipendentemente dai sintomi clinici” [199]. Protezione Naturale La infezione naturale da virus selvaggi (tra cui anche quello della paro te) conferisce protezione duratura presumibilmente per tu a la vita, indipendentemente dal tolo an corpale [200 , 201]. Il fa o che precedentemente all’inizio delle campagne vaccinali la paro te fosse preroga va delle prime età della vita, è prova inequivocabile che la mala a non veniva contra a di nuovo nell’età adulta grazie alla persistenza della protezione inizialmente conferita [202]. Tanto è vero che, negli USA, essere na prima del 1957 (cioè in era prevaccinale) è condizione sufficiente per essere considera prote [203, 204], avendo con tu a probabilità contra o la infezione naturale (forma sintoma ca oppure asintoma ca). La vaccinazione in Italia con MPR si diffuse con due decenni di ritardo rispe o agli Sta Uni (copertura vaccinale con MPR inferiore al 20% prima del 1988) [205]. Se viene usato lo stesso criterio americano, le persone nate prima del 1984, in Italia, possono esser considerate prote e. Tanto più che la vaccinazione in Italia non modificò affa o la sua epidemiologia fino alla fine degli anni’90 [206]. Livelli An corpali Che Conferiscono Protezione Bisogna ben determinare quale sia il livello prote vo. È quello indicato nei test usa ? Se è così, come è stato determinato nei test? La risposta è che è stato individuato con un ragionevole accordo da parte delle Di e Produ rici dei kit, senza una corrispondenza effe va nella realtà, insomma in modo arbitrario. Lo amme e esplicitamente l’Agenzia del Farmaco Europea, che così si è espressa: “ ... livelli an corpali che siano sta valida come correla di protezione verso la mala a non esistono” [207]. Lo stesso viene ribadito a chiare le ere da Plotkin, un riferimento mondiale, un luminare nel campo, autore di un testo pubblicato nel 2018, di

2331 pagine [208]. Questo testo è considerato la summa delle conoscenze scien fiche a uali nella materia e comprende una aggiornata revisione cri ca della le eratura, con prefazione di Bill Gates. Nelle note vi è il de aglio delle risultanze con una tabella molto chiara [209]: “Livello an corpale prote vo per paro te: ND (Non Determinato)”. Il problema rela vo al reale significato degli an corpi an paro te è descri o da Mason WH [210] nel libro di testo per specialis pediatri, testo di riferimento nelle università di tu o il mondo. Infa epidemie hanno con nuato a verificarsi in popolazioni altamente vaccinate, anche in presenza di livelli an corpali “sufficien ” od eleva [211], ed ora ad essere più colpi sono i giovani adul , proprio quelli che si pensava di proteggere. Tale aspe o viene confermato più di recente anche da altri autori [212]. Epidemie Estese In Popolazioni Altamente Vaccinate In poche parole, nelle epidemie osservate negli USA i vaccina ed i non vaccina , fossero o no “prote ” da an corpi, contrassero pressoché in egual modo la mala a. Meglio ribadire che queste non sono rare eccezioni, ma sono even frequen , come si può giudicare dalla bibliografia 213 214215 216 217 218 [ , , , , ], anche con ampie citazioni [219,220,221,222,223,224]. Un’altra regola, ribadita in tu gli studi, è che coloro che avevano contra o la mala a naturale nell’infanzia (come accadeva in epoca prevaccinale), erano prote a vita. Fattori Diversi di Protezione È stato ipo zzato che la protezione derivi non tanto dalla presenza di an corpi, ma da altri fa ori non ancora ben chiari [225]. Così scrive Rubin: “Ques da suggeriscono che risposte immuni diverse di quelle misurate rou nariamente nei test effe ua in vitro giocano un ruolo importante nella protezione. Tali mediatori immuni possono includere an corpi coinvol nella tossicità cellulare an corpo dipendente, nella lisi dipendente del complemento e la fagocitosi mediata da Fc. Sfortunatamente ques an corpi sono difficili da iden ficare e quan ficare in vitro e tali indagini sono raramente eseguite”. de Wi et al, del Centro di Controllo delle Mala e Infe ve (dell’Is tuto Nazionale per la Salute Pubblica - Olanda), hanno dimostrato che “in

contrasto con la infezione naturale, la vaccinazione con virus vivo a enuato non induce una risposta a cellule T - CD8+ polifunzionale [226]”. È una differenza che potrebbe contribuire al diverso valore della immunità naturale e quella da vaccino. È stata anche dimostrata un’efficacia solo parziale nei confron del virus selvaggio e la sua progressiva riduzione nel tempo. Questo il risultato di uno studio in cui dei sieri di vaccina (quindi si tra a di immunità umorale) sono sta confronta nella loro capacità di neutralizzazione nei confron sia di virus vaccinico che di virus selvaggio. Solo una parte (dall’80 al 62% a seconda del gruppo di età) aveva capacità di neutralizzazione del virus vaccinico, e solo una metà di ques (cioè il 31-40%) la manteneva nei confron del virus selvaggio [227]. Una miseria. Conseguenze Della Vaccinazione Di Massa In una recente review [228] si ipo zza che il calo della immunità nel tempo sia dovuto anche dal fa o che – a causa delle vaccinazioni di massa – non vi sia più il rafforzamento che la circolazione del virus selvaggio perme eva di o enere. Lo stesso viene sostenuto da altri autori [229], che ritengono che un ruolo vi sia anche nella circolazione di ceppi virali con differente geno po. I rischi della mala a sono maggiori dopo la pubertà [230]. Quindi la vaccinazione di massa ha rido o fortemente il numero di casi, ma ha spostato la susce bilità dalla età infan le a giovani ed adul [231], giovani ed adul in cui la mala a riveste appunto un rischio maggiore [232]. Tale fenomeno è dovuto al progressivo calo della protezione immunitaria da vaccinazione. Tale tesi è sostenuta anche da altri autori [233] All’inizio delle campagne vaccinali (1967) si credeva di poter o enere una immunizzazione duratura con un’unica somministrazione. Successivamente (1989) modificarono e prescrissero le due dosi [234]. Dall’inizio del 2018, dopo aver visto che due dosi erano insufficien , le Autorità Sanitarie americane hanno considerato di portarle a tre [235], a riprova di quanto affermato. Comunque la durata dell’efficacia riveste, anche con la dose in più, qualche incertezza [236]. “La mala a che colpisce vaccina con alto livello an corpale non sembra evocare risposte IgM e neppure un aumento delle IgG” [237]. [Discussione e Conclusione all’inizio del capitolo]

Il caso Rosolia Come de o, fa parte dei 10 grandi “flagelli” che ci affliggono e che vorrebbero es rpare dalla faccia della terra. Mala a pericolosa? Decisamente no, specie nell’infanzia. L’infezione post-natale consiste in una mala a lieve non facilmente dis nguibile da altre infezioni virali, specialmente nei bambini. Dopo un’incubazione di 14-21 giorni, inizia un quadro prodromico consistente in febbre di basso grado, anoressia e linfoadenopa a. I linfonodi suboccipitali, postauricolari e cervicali anteriori sono i più prominen . Nei bambini, la prima manifestazione della rosolia è usualmente un esantema, che è variabile e non dis n vo. La durata dell’esantema è generalmente di tre giorni, ed esso usualmente si risolve senza desquamazione. Infezioni subcliniche sono comuni, è il 25-40% dei bambini può non avere un esantema [238]. Altre mala e frequentemente confuse con la rosolia includono infezioni causate da adenovirus, parvovirus B19, virus di Epstein-Barr, enterovirus, e Mycoplasma pneumoniae. La sua pericolosità deriva dal contagio in gravidanza, specie durante i primi mesi. Provoca gravi danni all’embrione ed al feto. “Durante l’ul ma grande epidemia di rosolia negli Sta Uni , dal 1964 al 1965, circa 12,5 milioni di persone contrassero la rosolia, comprese 11.000 donne in gravidanza che per sono loro figli 2.100 neona morirono, e 20.000 bambini nacquero con la sindrome della rosolia congenita” [239]. Il vaccino fu introdo o nel 1969 ed all’inizio veniva proposto alle adolescen (solo femmine!) che fossero risultate nega ve al test an corpale. Naturalmente il test veniva indicato alle donne in occasione dei controlli ginecologici specie in vista di una possibile gravidanza. E questo a eggiamento aveva senso. Ora invece la vaccinazione si accompagna necessariamente alle altre due (morbillo, paro te) o tre (morbillo, paro te, varicella) a tu i bambini di 13 mesi. Per i maschie non ha alcun valore pra co, se non in vista della sua agognata impossibile eradicazione. Per le femminucce non ha alcuna u lità

per i primi tre lustri di vita, quando è improbabile che possano restare incinte. Come per il morbillo, il risultato è stato quello di una marcata diminuzione dell’incidenza della mala a, con minore circolazione del virus e quindi assenza di rinforzo naturale dell’immunità. I pochi casi sono quindi sposta nell’età più precoce e nell’età adulta, proprio quando sarebbe più importante che le donne fossero prote e. Dato che la mala a è spesso lieve, ed in grossa percentuale asintoma ca, si può supporre che ci sia una importante so ono fica e quindi i casi siano mol di più di quelli registra . Anche per la rosolia vale il principio che l’immunità di origine ar ficiale sia inferiore in termini qualita vi e quan ta vi rispe o a quella naturale. Sono segnala casi di mala a in vaccina . Per esempio, nell’ul mo bolle no EpiBrief [240] oltre la metà dei casi con stato vaccinale conosciuto era vaccinato. Ed il 32% aveva un’età superiore ai 19 anni, in età fer le. Son pochi casi, certamente. Ma non bisogna dimen care che è spesso paucisintoma ca, e che vi è una notevolissima so ono fica.

Figura 13. Distribuzione dei casi di rosolia per fasce di età (gennaio- giugno 2019) nella Regione Europea, gennaio-giugno 2019 (n=410). Da tra da [nota 240].

Non potrei esprimere meglio il mio pensiero sul corre o a eggiamento da tenere di quanto abbia già fa o il do or Roberto Gava: “Probabilmente, la soluzione più semplice e più sicura sarebbe quella di abolire il vaccino an rosolia pediatrico, di lasciare che il virus selvaggio della rosolia circoli liberamente nella comunità, di dosare gli an corpi an rosolia alle donne in età riprodu va e di vaccinare solo quelle che a questo controllo risul no non immunizzate” [241].

Il caso Varicella ed Herpes Zoster Il virus che causa la varicella ha cara eris che un po’ par colari, che illustrerò brevemente. Solitamente la mala a è benigna dell’infanzia, e può essere più severa nell’età adulta e negli immunodepressi. “Tra le mala e vaccinabili è la meno urgente e la meno pericolosa” disse il do Andrea Taddio [242] ad una conferenza tenutasi a Trieste il 29 marzo 2017. Il prof Roberto Luzza [243], anch’egli presente, confermò. Aggiunsero che la vaccinazione era da considerarsi u le ed opportuna in caso di mala e gravi e prima dell’inizio di terapie immunosoppressive. La varicella in quei casi sarebbe un grosso problema. Il virus (VZV) ha un comportamento simile a quello dell’herpes simplex, ovvero, una volta penetrato nell’organismo, vi rimane a vita. Viene mantenuto allo stato latente in alcuni gangli del sistema nervoso sensi vo dove si “rifugia” nelle fase acuta della mala a [244]. In caso di diminuzione dell’immunità cellulo mediata [245], può risvegliarsi e dare luogo all’herpes zoster, il famoso “fuoco di Sant’Antonio”. È una ria vazione localizzata, limitata ad un dermatomero (zona cutanea), talvolta a più di uno. Si calcola che nel corso della vita le probabilità di soffrire di un episodio di herpes zoster sia del 15% circa. Il rischio di averne un secondo è del 4%. L’evenienza di un terzo o più episodi è invece molto rara [246]. A differenza di morbillo, paro te e rosolia vi è la possibilità di una cura con un an virale di discreta efficacia (acyclovir ed il suo precursore valancyclovir), laddove ritenuta opportuna. Importante è iniziarla precocemente. A enua i sintomi e la durata della mala a [247]. Bene. Fino a qualche anno fa la vaccinazione era limitata a par colari situazioni come quelle all’inizio menzionate. Ora in Italia è diventata obbligatoria per tu i na nel 2017 in poi. L’effe o sarà quello che si è già verificato in Paesi dove è u lizzata più estesamente che da noi: una diminuzione marcata dei casi, fenomeno analogo a quello avvenuto per il morbillo, la paro te e la rosolia. Anche per l’an -VZV l’immunità che ne deriva è di qualità e durata inferiori. Mol sono i casi di varicella in vaccina [248, 249, 250, 251, 252]. Il virus

vaccinale può provocare casi di herpes zoster e questo a sua volta contagiare e dare origine ad una mala a indis nguibile dalla varicella [253]. I vaccina di recente cos tuiscono un rischio per gli immunodepressi, anche se basso. La durata dell’immunità è probabilmente prolungata dalla circolazione del virus selvaggio e comunque limitata [254, 255]. La minore circolazione del virus diminuisce progressivamente e così si riduce parallelamente pure l’effe o di rinforzo dell’immunità [256]. La vaccinazione nell’età infan le rende dunque incerta la protezione nell’età adulta e nel bambino piccolissimo (per minore efficacia degli an corpi materni [257]). Evito di ripetere ulteriormente le considerazioni già fa e per il morbillo, paro te e rosolia al riguardo. Tale misura profila ca non elimina la possibilità che si verifichino casi di herpes zoster nell’infanzia anche se con incidenza più bassa, per ora non ben quan ficata. L’effe o sull’herpes zoster nell’età adulta è incerto, perché non può essere ancora conosciuto, visto che questo si verifica preferibilmente in ultrasessantenni e non c’è un vaccinato al mondo che abbia ancora raggiunto quell’età. Quando l’epidemiologia dei casi viene esaminata con accuratezza, non sempre viene iden ficata la fonte del contagio e spesso i casi sono conseguen al conta o con sogge affe da zoster 258. L’iden ficazione e l’isolamento efficace di ogni singolo caso non può essere quindi o enuto. L’introduzione di questo vaccino è più recente rispe o agli altri: fu approvato dal 1974 in Giappone per i bambini leucemici ad alto rischio. La FDA lo raccomandò a par re dal 1995 per i bambini sani ai 12 mesi di età. Allora si pensava che una dose avrebbe assicurato una protezione sufficiente per tu a la vita. Poi si vide che non era così. Gran parte degli ultracinquantenni alberga nei propri gangli il virus selvaggio, che si manifesterà in una parte di loro so o forma di “fuoco di Sant’Antonio”, perme endo la conservazione del virus nell’ambiente per qualche decennio ancora, come minimo. Qualcuno potrà dire: “Per fortuna ora l’an VZV è previsto per gli anziani appunto per prevenire l’herpes zoster”. È vero. Però che senso ha?

Par amo dalla premessa che non ci sono in circolazione vaccini terapeu ci efficaci ma solo profila ci (ed anche quelli traballano). È superfluo spiegarne il mo vo (sono sta proge a per provocare la formazione di una difesa immunitaria laddove non c’è ancora). L’an -VZV vorrebbe invece avere una funzione “terapeu ca” e quindi parte già in salita. Intenderebbe cioè rinforzare una immunità che al momento dell’iniezione c’è già e che è più che sufficiente (altrimen il sogge o presenterebbe un “fuoco di sant’Antonio” in a o!). In altre parole, l’an -zoster (so o forma di virus varicelloso a enuato) andrebbe a s molare un’immunità che in natura periodicamente si rinnova in un dinamico equilibrio tra virus ed organismo [259]. Un’immunità efficiente finché, per mo vi con ngen (deperimento organico, mala e, vecchiaia), non ceda un po’ o molto. In effe si ri ene che sia sufficiente una riduzione momentanea della efficacia della componente cellulo-mediata dell’immunità per perme ere una ria vazione circoscri a. Non una seconda varicella, che è diffusa a tu o l’organismo. Quindi il des no del virus vaccinale, inie ato in un momento in cui non ci siano segni di deficienza immunitaria, non può essere che quello di venire sopraffa o subito da un fuoco di sbarramento già presente e pronto. Inoltre il vaccino non può prevedere, correggere od impedire l’instaurarsi successivo di uno stato di immunodeficienza. Sembra irrazionale? Eppure la vaccinazione si fa. Eppure ci sono i risulta pubblica sul New England Journal of Medicine [260]. Inequivocabili. L’efficacia s mata nel ridurre la frequenza degli episodi di herpes zoster è del 61%. In pra ca verrebbe più che dimezzata la probabilità di farsi un herpes zoster. Lo studio tra l’altro era molto esteso, controllato con placebo in doppio cieco, il massimo che si possa pretendere. E, si sa, la pra ca vale più della gramma ca. Difficile contestare i da , anche se i confli di interesse segnala fanno sorgere qualche sospe o nei sospe osi. Lo studio è stato finanziato dalla GSK e dalla Merck. I due autori avevano ricevuto onorari e finanziamen dalla Merck ed uno di loro aveva pure un interesse nel breve o correlato proprio al vaccino ogge o di studio.

Ma io non sono tra i sospe osi. I da sono da e su quelli bisogna ragionare. Esaminandoli con maggiore accuratezza, ci si accorge che sono meno buoni di quel che sembra. Vediamoli. Nello studio mul centrico, che coinvolse più di 38.000 adul di età superiore ai 60 anni, con un’osservazione prolungatasi per 3,13 anni in media, ci fu un caso di zoster ogni cento sogge non vaccina all’anno. Nei vaccina il numero fu inferiore della metà, cioè “mezzo caso” ogni 100 vaccina per anno. La riduzione assoluta del rischio degli uni rispe o agli altri è quindi di mezzo caso ogni 100 vaccina per anno. Mezzo caso in meno! Dire così ha un impa o diverso rispe o alla “efficacia del 61%”, o no? Eppure s amo parlando della stessa cosa. Come è possibile? Il punto è che siamo di fronte ad una evidente scorre ezza nel presentare i da da parte del NEJM: hanno menzionato la riduzione del rischio in termini rela vi, ma si sono ben guarda dal precisarlo anche in termini assolu [261], come avrebbero dovuto fare corre amente. Anche senza voler ribadire l’assoluta carenza di razionalità e senza me ere in dubbio la bontà dei da presenta , il vantaggio per ben che vada è proprio minuscolo! Ne val la pena? Per inciso, nello studio gli even avversi riporta furono in egual numero nei vaccina che nel gruppo di controllo tra a con placebo. Però non viene precisato il contenuto del placebo. Era soluzione fisiologica? Non si sa. Dato che anche il placebo avrebbe dato un numero equivalente di reazioni allergiche, si può pensare che non si tra asse di una soluzione salina pura. Non averlo precisato nella sezione materiali e metodi, come avrebbero dovuto, alimenta inevitabilmente qualche sospe o. Tra l’altro non mi risulta che una soluzione salina “sincera” possa dare reazioni allergiche. L’evenienza di reazioni allergiche gravi (anafila che) anche in altri gruppi placebo [262] contribuisce ad aumentare le perplessità. Anche AIFA riporta diligentemente even avversi gravi dopo lo stesso vaccino.

Il caso pertosse Riassunto La mala a della pertosse ha una diffusione limitata nelle sue forme gravi. L'efficacia del vaccino è inferiore a quel che si ri ene comunemente. Il vaccino in ogni caso non impedisce l’infezione e la contagiosità. Non è possibile o enere alcun effe o gregge. La indicazione a la sicurezza in gravidanza sollevano molte perplessità. La sicurezza non era stata provata sulle gravide secondo la FDA fino al 2016 [263] e quindi sui lavori fino ad allora pubblica , tu avia nella più recente scheda tecnica dell’AIFA viene riportata tale indicazione 264. In quella dell’FDA invece no. La vaccinazione in gravidanza provoca anche enormi problemi, irrisol , alla poli ca vaccinale nell’infanzia. Certe soluzioni proposte (per esempio il “cocooning”) sono apparentemente razionali, ma in realtà controproducen . La Malattia e la Diagnosi La pertosse è una mala a che può essere assai grave nei bambini piccoli, sopra u o nei primi mesi di vita. In Italia ci sono a orno ai 500 casi all’anno (dal 2011 al 2015), di cui circa la metà a carico di bambini so o l’anno di età [265]. Le infezioni asintoma che sono circa il 25% e quindi esse sono molto più diffuse di quel che sembra [266]. Mortalità della mala a: 0,2% per il primo e secondo anno di vita. Quindi sono da aspe arsi 1-2 decessi all’anno di bambini piccoli in Italia. Fino all’o obre del 2019 sono sta resi no due casi di morte per pertosse: uno riguarda una bambina di 20 giorni la cui madre si era vaccinata durante la gravidanza [267], e che si configura quindi in fallimento del vaccino; il secondo un bambino di tre mesi di cui non si conosce lo stato vaccinale, ma che sarebbe stato inu lmente visitato due volte in Pronto Soccorso, prima di essere ricoverato al terzo accesso: un possibile caso di malasanità, visto che la diagnosi è fa bile rapidamente con metodica real- me PCR (Polymerase Chain Reac on) [268] e per la presenza, già agli inizi, di una marcata linfocitosi. “L'inizio è insidioso, generalmente si manifesta con starnu , lacrimazione o altri segni di infiammazione delle mucose del naso; con anoressia, svogliatezza e una bru a e fas diosa tosse no urna che gradualmente diventa diurna. Può verificarsi raucedine. La

febbre è rara” [269]. Nelle nazioni progredite la mortalità per pertosse è andata scemando negli anni, come per tu e le mala e infe ve, fino a ridursi a minimi termini prima dell’inizio della vaccinazione di massa [270].

Figura 14. Tasso di mortalità per pertosse in Inghilterra e Galles

Terapia Gli an bio ci sono efficaci nel ridurne durata e severità, se somministrata precocemente, nei primi 7-10 giorni durante la fase catarrale. Bisogna quindi che il medico sospe già nella fase iniziale, operi le necessarie indagini diagnos che e somministri la terapia indicata. Frequentemente i medici arrivano alla diagnosi tardivamente, rendendo così inu le tale tra amento. I casi di bimbi piccolissimi e quelli più gravi vanno ospedalizza . La Protezione Anticorpale La protezione conferita dalla madre al nascituro, in seguito a mala a naturale, è discreta ed è migliore di quella da vaccino (in termini di efficacia e durata). La sua durata comunque non è persistente, dopo mala a

naturale, si aggira a orno ai 7-20 anni [271]. Purtroppo circa la metà delle madri non hanno un tolo an corpale prote vo durante la gravidanza [272]. Le immunoglobuline materne vengono trasmesse al feto in modo meno efficiente rispe o ad altre [273]. Bisogna però tener conto che IgG ed IgA vengono passa da madre a figlio anche con l’alla amento. Una protezione generalizzata degli adul comunque esiste, visto che pochi di essi si ammalano, forse per via di una periodica s molazione della immunità grazie ad incontri con il germe. Correlati di Protezione Non ce ne sono di buoni [274], il che significa che toli an corpali al non danno garanzia di protezione mentre toli bassi talvolta la o engono. Non esistono tali correla sopra u o per quanto concerne gli an corpi da vaccinazione. Non c’è un livello riconosciuto come prote vo [275, 276], i test comunemente usa ne prevedono uno arbitrario, come confermatomi da una delle Di e che li produce. Vaccino a Germe Intero ed Acellulare La vaccinazione fino agli anni ’90 veniva fa a con il germe ucciso (vaccino cellulare). Ciò provocò danni neurologici ingen , superiori a quelli che avrebbe potuto evitare [277, 278]. Così ne scriveva il do Roberto Gava 279: “I danni causa dal vaccino an pertossico intero sono universalmente riconosciu : nei primi o o mesi del 1991, negli USA, ci sono state oltre 5000 richieste di risarcimento per danni gravi o mor da vaccino [...] ed il 66% di ques sogge danneggia aveva ricevuto l’associazione trivalente formata da vaccino a tan DTP.” Ed ancora: “Oggi nessuno osa negare la dannosità del vaccino an pertossica cellula intera in tu o il mondo sono risulta migliaia di bambini decedu o che hanno riportato gravi danni cerebrali per questa vaccinazione”. Da non dimen care che il vaccino conteneva il Thimerosal (composto organico del mercurio, usato come an se co). Si tra a di un neurotossico che è stato tolto “per precauzione”nel 2001 [280]. Quindi prima c’era. Dirò di più. In Italia è stato fa o un ampio studio, commissionato nientemeno che dal Na onal Ins tute of Allergy and Infec ous Diseases americano (NIAID) per controllare l’efficacia e la sicurezza con par colare riguardo ad

alterazioni del neurosviluppo) di vaccini diversi contro la pertosse e somministra nel 1991-92. Vennero arruola 15.601 bambini di due mesi d’età in qua ro regioni italiane. Una parte di essi aveva seguito uno schema con una certa dose di Thimerosal, un’altra con una dose doppia. I bimbi vennero assegna in modo casuale (random) a ricevere una dose cumula va di 62,5 o di 137,5g di e lmercurio [281]. A questo ampio studio aveva partecipato inizialmente come autore anche il prof Pier Luigi Lopalco. Il sospe o che i genitori non fossero sta informa di quanto appena de o si è stata alimentata dallo stesso professore, che a quel tempo era uno specializzando di 32 anni, non un pulcino. Infa ha dichiarato recentemente [282]: “Il Proge o Pertosse NON aveva fra i suoi obie vi di valutare la sicurezza del Thimerosal, per il semplice fa o che della sicurezza del Thimerosal non gliene fregava niente a nessuno.” Il che contrasta con quanto ha so oscri o. Infa uno degli obie vi era quello di valutarne appunto la sicurezza [283]. In quegli anni infuriava la polemica sull’uso del Thimerosal e lunga sarebbe la discussione sulla sua provata tossicità. Tu avia il prof Lopalco tranquillamente sos ene che non c’era la necessità di informare i genitori - anzi! - che “non gliene fregava niente a nessuno”. Mi pare strano che tu gli autori fossero consapevoli, tranne lui. Dovrebbe prendersi un po’ di tempo e leggere il suo lavoro, almeno l’abstract, almeno adesso. Forse trova qualcuno che gli traduca le prime tre righe, è sufficiente. A questo punto val la pena ricordare che nel 2003 uscì, con anni di ritardo sulla conclusione della ricerca, un’altra pubblicazione che doveva valutare la sicurezza della stessa vaccinazione [284] e le possibili correlazioni con l’au smo. La conclusione fu che non c’era alcun mo vo di preoccupazione. Senonché nel 2011, per caso venne alla luce un documento riservato dei CDC in cui gli stessi autori manifestavano grosse preoccupazioni per i risulta preliminari che avevano so omano. Si tra ava di numerose reazioni avverse gravi di po neurologico. Tu o fu “ripulito” prima della pubblicazione menzionata (consiglio di seguire la pun gliosa ricostruzione della vicenda che ne ha fa o il giornalista d’inchiesta Massimo Mazzucco [285]). Per pura coincidenza nello stesso anno (nel 2003) il principale autore si dimise dai CDC ed andò a ricoprire una importante carica nella stessa GSK. Tornando ai pi di vaccino, negli anni ‘90 i prepara con il germe ucciso furono sos tui da quelli contenen alcuni an geni e tossine (vaccino acellulare) e poi venne tolto il Thimerosal. Ques ul mi risultarono meno

efficaci, ma procuravano minori effe avversi rispe o al precedente. Nei Paesi meno sviluppa , per i quali l’aspe o sicurezza evidentemente importa meno, con nua tu ora ad essere usato il primo po. Microcefalia e virus Zika Vi è poi una ques one non risolta dalla “Scienza Ufficiale” che – sembra strano – è collegata proprio a questo problema. Negli anni 2015 e 2016 si diffuse in Brasile un’epidemia di microcefalia, a ribuita al virus Zika. Fin dall’inizio mol espressero for perplessità. Io stesso, assieme alla do oressa Alessia Zurlini, pubblicai più interven al riguardo [286, 287] ven lando la possibilità del ruolo di fa ori tossici mul pli, vaccini inclusi piu osto che quel povero virus. Infine fui convinto di aver dimostrato, sulla base dei da a disposizione del pubblico, che l’epidemia di microcefalia non poteva essere spiegata con quell’infezione virale [288]. Due anni dopo furono pubblica due studi che confermarono in pieno la nostra ipotesi [289, 290]. Se la causa non era il virus Zika, cosa poteva essere? Tornava prepotentemente in primo piano il possibile ruolo di tossici, magari quelli usa in agricoltura (diserban ) o spruzza per contrastare la diffusione delle zanzare. Ma c’è stato anche altro. Come mi fece notare il do or Serge Rader [291], poco prima ed all’inizio dell’epidemia di microcefalia in Brasile vi fu una campagna di vaccinazioni supple ve in gravidanza, previste anche nel secondo trimestre [292]. Gli Ostetrici e Ginecologi brasiliani raccomandavano all’epoca l’assunzione di 3 vaccini in gravidanza ed alcuni anche durante il primo e secondo trimestre [293]. Questa ipotesi non è stata indagata a dovere, e quindi non è stata esclusa. La plausibilità biologica c’è e la connessione temporale pure. La tragica storia della talidomide andrebbe sempre tenuta presente (ne parlerò). A tu ’oggi la causa ufficiale - e passata alla storia resta quella virale, pur evidentemente infondata. Sul tema i media non sono più torna , una coltre di silenzio e disinteresse l’ha sepolto. Resta il forte sospe o che non abbiano voluto approfondire per vergogna ed imbarazzo. Anche volendo lasciare in sospeso la ques one microcefalia, comunque le vaccinazioni rivestono rischi concre per la gravidanza, tanto maggiori quanto più precocemente somministra . Non potrebbe essere altrimen , dato che le reazioni avverse capitano anche a coloro che gravide non sono, come AIFA ci insegna. Il principio di precauzione, una volta osservato, è stato messo in soffi a.

Ef icacia La vaccinazione non ha una buona efficacia sul campo. In una pubblicazione recente [294], fu trovato che essa era del 68,8% durante il primo anno dopo la vaccinazione per calare al 8,9% dopo 4 anni dalla vaccinazione. Anche in un altro lavoro l’efficacia risultava par colarmente bassa [295]. Un esperto nel campo [296] ha scri o: “I livelli degli an corpi, comunque, rapidamente svaniscono, ed entro 2 anni i livelli diminuiscono a quelli pre-immunizzazione”. Negli ul mi anni vi è stata diffusione di ceppi mutan che sono meno susce bili agli an corpi vaccinali. Vi sono state epidemie in popolazioni altamente vaccinate. Sia in USA [297] che in Unione Europea [298] i casi di pertosse riguardano, in buona parte, a vaccina in modo completo. Vaccina con 3 o più dosi: 41% in USA, 43% in UE. Vi sono poi grosse percentuali di sogge per cui non si conosce lo stato vaccinale e che potrebbero esserlo sta : 43% in USA, 30% in UE. Un risultato che definire misero equivale ad essere molto generosi. Negli ul mi anni l’incidenza è andata aumentando.

Figura 15. Numero di casi di pertosse riporta (con sistema di sorveglianza passivo), in USA. Fon : CDC, Na onal No fiable Diseases Surveillance System and passive reports to the Public Health Service [nota 297]

Bordetella parapertussis La vaccinazione non protegge dalla Bordetella PARAPERTUSSIS, che dà luogo ad una sintomatologia del tu o sovrapponibile a quella della cugina "pertussis" e che è presente in circa il 15% dei casi con quadro clinico sovrapponibile [299]. Di ques non viene tenuto conto nel determinare la efficacia del vaccino. Se lo si facesse, la efficacia sarebbe ancora inferiore. “Protezione di gregge” Ormai è noto a tu , anche al professor Burioni, che la vaccinazione non può dare “PROTEZIONE DI GREGGE” poiché non solo perme e, ma addiri ura favorisce la circolazione del germe [300, 301, 302, 303]. Il mo vo è che

la protezione di origine ar ficiale conferisce una difesa in una parte dei casi di mala a, ma non impedisce l’infezione produ va del faringe, configurando uno stato di portatore spesso neppure riconosciuto come tale (per sintomatologia scarsa ed a pica). Modi icazione della epidemiologia Anche il Coordinamento Scien fico di Medico e Bambino è d’accordo con noi: “L’introduzione del vaccino an pertossico ha determinato lo spostamento dell’età di massima susce bilità proprio nell’epoca di massimo rischio (il neonato) per il più basso tolo di an corpi specifici trasmessi dalla madre vaccinata rispe o alla madre immunizzata per via naturale: con la conseguente, incontrover bile, necessità di ripianificare i richiami tenendo conto del limite dei sei/se e anni di protezione data dalla vaccinazione” [304]. Naturalmente l’ammissione era solo funzionale a proporre “l’adozione della vaccinazione di rou ne di ogni donna al terzo trimestre di gravidanza”. Poteva essere altrimen ? Lo a esta il Rapporto dell’ECDC rela vo all’anno 2017: “il 62% di tu i casi riporta avevano un’età maggiore di 14 anni. Il gruppo più colpito erano i bambini so o l’anno, troppo piccoli per essere vaccina […]. La presentazione clinica della pertosse in adolescen e adul può essere lieve e spesso non è riconosciuta. Questo può oppone un rischio di trasmissione ai bambini che sono troppo piccoli per aver completato la serie primaria di vaccinazioni”. [305] In Italia, nella Regione Emilia Romagna si è osservato che: “In termini assolu , dal 2012 al 2016 i casi no fica di pertosse al di so o dell’anno di vita sono risulta in chiaro aumento (8 nel 2012 e 2013, 18 nel 2014, 24 nel 2015 e 32 nel 2016) [306]. Tolleranza antigenica La vaccinazione non comprende an geni importan (in par colare ACT) ed in più impedisce che, in seguito ad incontri con il germe, si sviluppi una completa immunità (poiché innesca fenomeni di tolleranza verso cer an geni) [307, 308]. Ciò spiega in parte i fenomeni descri .

Sicurezza La sicurezza del vaccino an -pertossico non può essere disgiunta dal complesso delle vaccinazioni proposte, cioè il Tdap (an -Tetano, -Di erite, Pertosse acellulare). Che sia innocuo viene sostenuto con poca credibilità. Infa nell’ul mo Rapporto AIFA [309], sono segnalate alcune decine di even avversi gravi dovu al trivalente. Sono pochi, ma sappiamo che la so os ma va dalle decine alle cen naia di volte. La sicurezza in gravidanza, ques one estremamente delicata, non è quindi garan ta. In gravidanza Sembra razionale proporre la vaccinazione prima del suo inizio, come sos ene per esempio il do or Dario Miedico. La vaccinazione così fa a assolverebbe il suo compito proteggendo da mala a grave almeno una parte dei bimbi nei primi mesi di vita. Tu avia bisogna tener conto che gli an corpi svaniscono presto. Per esempio, in uno studio su oltre 1.793 adolescen ed adul , dopo un mese, solo il 20% di loro aveva un tolo an corpale acce abile per la tossina an pertossica [310]. Un’altra opzione è proporla alle gravide. A ualmente viene loro caldamente consigliata. Il vaccino singolo c’è – lo sta preparando Bill Gates - ma non è a ualmente commercializzato [311]. La soluzione comunque è a disposizione ed è correntemente pra cata: basta fare il Tdap (an -Tetano, -Di erite, -Pertosse) con il vantaggio di avere in più altre due vaccinazioni che non servono, ma sono offerte gratuitamente dal contribuente. Non servono per la protezione del piccolo nei primi mesi di vita (per assenza di epidemie di di erite e per un rischio pressoché nullo di contrarre il tetano a quell’età). Questione sicurezza in gravidanza

Preme o che ai miei tempi i professori di Pediatria raccomandavano: “nessun farmaco in gravidanza! Neanche una tachipirina, a meno che non sia necessario per mo vi ben seri." Ed è facile da comprendere, infa era ancora vivo il ricordo della talidomide. Era un seda vo an nausea largamente prescri o negli anni 1959-1961 e che non procurava eccessivi disturbi nell’adulto. Peccato che causasse focomelia (gravissime deformità) se assunto in stato interessante. I primi effe teratogeni furono riscontra nel 1957. In Inghilterra fu ri rata nel 1961, in Italia, con ulteriore colpevole

ritardo, nel 1962. Ma le scorte vennero vendute ancora per anni. Le vi me furono dalle 8 alle 10.000, gli abor e le mor post partum furono decine di migliaia. Gli USA evitarono la tragedia per la decisa opposizione alla sua commercializzazione da parte di una funzionaria dell’FDA, Frances Kelsey, preoccupata per mancanza di studi di sicurezza. In Italia, l’indennizzo delle vi me venne regolamentato appena nel 2009, 50 anni dopo! NB: I responsabili, processa per omicidi plurimi e danni gravi non si fecero neanche un giorno di carcere e le multe alla Casa Produ rice furono irrisorie. Dunque, per facilitare il mio compito di controllo, ho cercato la Cochrane review sull’argomento. Niente da fare, essa c’era ma è stata ri rata dagli stessi autori, ufficialmente perché incompleta [312]. Per mera curiosità, le vaccinazioni sono sconsigliate nelle ga e gravide perché potrebbero far male ad esse ed ai fe [313]. Gli adiuvan sono sta tol dai vaccini per ga perché pericolosi [314]. Adiuvan d’alluminio non devono essere presen nei deodoran maschili e femminili (vedi pubblicità deodorante Lycia, per esempio). Ma se inie a nei bebè e nelle future madri invece sono considera sicurissimi. Studi clinici pubblicati ino al 2016 (con maggiori dettagli)

Due sono troppo piccoli per prenderli seriamente in considerazione, nel primo [Munoz, 315] il numero di donne testate erano 33, con controllo di 15; nel secondo [Maertens, 316] le donne erano 57, con controllo di 42. I numeri non sono sufficien neanche per evidenziare effe avversi con frequenza “comune”. Per inciso, nel secondo studio vi furono 11 effe avversi gravi nelle tra ate, solo 3 nel gruppo controllo. Studio realizzato anche grazie ad un dono della Pfizer. Il terzo [Donegan, 317] dimostra la sicurezza per le madri ed i bimbi alla nascita, su un numero elevato di donne (20.074 tra ate con controlli storici di incidenza di effe avversi gravi). Il vaccino era il Repevax (di erite pertosse e poliomielite). Il Repevax non è lo stesso che il Tdap usato di più in Italia, quindi i risulta non sono automa camente estensibili [318]. Non sono segnala confli di interesse. Lo studio ha il grosso limite di non essere prospe co (hanno usato controlli storici e quindi di valore molto limitato). Il quarto, [Kharbanda, 319] , comprendeva la bellezza di 123.494 osservazioni di donne in gravidanza ed i loro piccoli: 26 229 (21%) riceve ero

il Tdap e 97.265 no (usando vaccino di altra composizione). Il risultato è stato un piccolo aumento di corio-amnionite nelle vaccinate. Tu avia lo studio è da prendersi con le pinze, poiché alcuni autori avevano confli di interesse con 8 primarie Case Farmaceu che e produ ori di diagnos ci. È stato anche finanziato dai CDC e firmato da un loro ricercatore, Frank de Stefano, noto per essere un mago della sta s ca [320]. Ques è uno specialista riconosciuto nel ribaltare il significato dei da a disposizione con sapien manipolazioni, quindi si può ragionevolmente ritenere che, se conclude “bianco”, è più probabile che sia nero. La distorsione (il bias) è tu o in favore dell’efficacia e sicurezza dei vaccini. Insomma ha un’abilità cer ficata a costruire le prove secondo i desiderata dei mandan . Perciò con nua ad essere coccolato dai CDC, cointeressa finanziariamente ai prodo che promuove (sui vaccini l’ente possiede una cinquan na di breve [321]). Nel 2016 è stato pubblicato lo studio di Petousis-Harris [322]. Gli even avversi gravi furono il 3,9% nelle gravide. Inoltre ce ne furono 8 nei neona , compresi due decessi perinatali. Naturalmente la relazione causale venne subito esclusa, anche se non avrebbero potuto farlo, mancando il gruppo di controllo (e nonostante che per un decesso il mo vo dichiarato fosse “sconosciuto”). La ricerca era stata finanziata da GSK e l’autore principale aveva lavorato per GSK, Merk, Pfizer, CSL Biotherapies e Sanofi Pasteur. Sempre nel 2016 un altro studio [323 ] è stato firmato da Zheteyeva, un funzionario dell’EIS (del CDC). Furono registra , tramite il sistema di vigilanza passiva (VAERS, ado ato negli USA), il 4,5% di even avversi gravi, comprese anomalie congenite. Per liquidare come non significa vi i riscontri, han rato in ballo “i rappor proporzionali di segnalazione”, si sono confronta cioè con l’assunzione dell’an nfluenzale, non con l’assenza di vaccino come avrebbero dovuto. Considerazioni conclusive: i due studi più piccoli dicono poco, anche se nel secondo sono sta registra più even avversi nelle vaccinate. Di quelli più grandi, uno è rassicurante, ma ha grossi limi non essendo prospe co, il secondo è fortemente sospe o di manipolazioni sta s che, visto che gli autori ne han fa e in passato. I due ul mi cita riferiscono di un tasso niente affa o trascurabile di even avversi gravi, mentre conclusioni serie non possono essere tra e per l’assenza di gruppi di controllo adegua . I confli di interesse segnala sono preponderan . Un solo gruppo di ricercatori si è dichiarato indipendente, ma il loro contributo aveva i grossi limi

menziona . Da tu gli studi, gli effe sui na sono sta considera solo nel breve termine. L’insieme è troppo poco per dirimere una ques one così importante. Sappiamo anche dai recen rappor AIFA che i danni da vaccini ci sono e sono so os ma decine e cen naia di volte. Concluderei per una “forte preoccupazione per l’aspe o sicurezza”. Non è trascurabile l’associazione con altre vaccinazioni, tra cui l’an nfluenzale. Assieme potrebbero avere un effe o tossico sinergico e non solo sommatorio. A parte il fa o che le ragioni per proporle sono inconsisten , la sicurezza avrebbe dovuto essere accertata prima con ampissimi margini di garanzia, evitando di affidare la valutazione principalmente a ricercatori foraggia dalle Case Produ rici o dai CDC. C’è inoltre l’aspe o della interferenza an corpale a cui ho dedicato una sezione. Per curiosità, nelle cara eris che del prodo o rilasciato dall’AIFA si legge: “L’uso di Boostrix può essere preso in considerazione durante il terzo trimestre di gravidanza” [324]. In quello dell’FDA invece a ualmente è scri o: “Sicurezza ed efficacia sul campo del Boostrix non sono sta stabili nelle donne gravide” [325]. Il Problema della Interferenza A parte i legi mi dubbi di sicurezza (vedi so ocapitoli dedica ), c’è un altro aspe o grave che viene usualmente taciuto o appena nominato con un sussurro: gli an corpi materni andranno ad interferire con le vaccinazioni programmate dell’infanzia, a par re dai due mesi ed un giorno. Essi si legheranno agli an geni vaccinali, annullando così (od a enuando fortemente) l’effe o del vaccino. Tale fenomeno è riconosciuto dai ricercatori che si son resi conto dell’enormità del problema [326, 327; 328], tanto è vero che, se fosse considerato seriamente, rischierebbe di “far saltare il tavolo”. Infa una riduzione della risposta an corpale dei bambini si era notata fino ai 15 mesi di età, un mese dopo la quarta dose di esavalente [329]. Qualcuno degli autori cita è stato indo o a proporre soluzioni strabilian [330] di po pavloviano, facili da immaginare. Anche la Casa Madre ha menzionato tale problema nella scheda tecnica, liquidandolo così: “la rilevanza clinica non è nota” [331]. È perfe amente legi mo affermare che i bambini, quando si presenteranno al compimento del 2° mese per prendersi le loro mul ple dosi, si assumeranno i rischi di reazioni gravi senza neppure

avere il supposto vantaggio di o enere gli agogna an corpi (di erite, pertosse e tetano). Si può pensare che il fa o sia rimasto so o silenzio semplicemente dato che nel primo anno di vita il rischio di prendersi una di erite o un tetano è pra camente nullo: che ci siano an corpi oppure no è uguale, e quindi la popolazione non può accorgersene. Guarda caso, gli esami an corpali di controllo per monitorare il fenomeno non vengono svol dalle Autorità, o almeno non mi risulta. Per la pertosse il rischio è pra camente invariato, come abbiamo visto, con o senza vaccino. Il Cocooning Il cocooning (circondare in modo prote vo) è una perla della scienza vaccinale a uale. Appurato e riconosciuto che il vaccino, per ben che vada, protegge talvolta da forme gravi di mala a, ma non influisce sulla colonizzazione del faringe, allora cosa propongono? Il "cocooning", appunto [332]. Cioè la vaccinazione degli stre conta del bambino piccolo (esempio: il padre, la nonna, la zia, la baby si er, la vicina di casa, ecc). In tal modo essi auspicano che si realizzi una maggiore protezione del piccolo. In realtà assicurano che, se ci saranno infezioni altamente contagiose in famiglia e tra i conta , esse spesso non verranno riconosciute e perciò favoriranno l’infezione del piccolo che si vuole tanto proteggere. Mirano a proporre (obbligando) lo stesso cocooning per gli immunodepressi od altri sogge a rischio: geniale! Tra l’altro, l’ACIP aveva già riconosciuto nel 2011 il cocooning come una “strategia insufficiente a prevenire la morbidità e la mortalità nei neona ” [333], riferendosi alla pertosse. L’altra perla è stata già menzionata: la vaccinazione in gravidanza comprome e l’efficacia delle vaccinazioni dell’infanzia effe uate nel primo anno per pertosse, tetano e di erite. Queste ul me risulteranno poco efficaci, minando il razionale degli schemi vaccinali a uali, pur mantenendo tu a la potenzialità di provocare effe avversi più o meno gravi. Ho menzionato ma non spiegato, nel paragrafo precedente, la strabiliante soluzione proposta per questo problema da un esperto [334]: "... intensificare e rafforzare il programma di vaccinazioni infan li"! Poteva essere diversamente? NB Sono indebitato con la ineguagliabile Suzanne Humphries per diversi spun che ho qui sviluppato.

Il caso influenza Una delle più feconde galline dalle uova d’oro C’è una buona ragione perché l’influenza sia tanto comba uta dai vaccinatori incarica di salvare il mondo. È presto de o: la rela va profilassi viene rifa a ogni anno a milioni e milioni di individui (in Italia, per mal che vada, sono 8 milioni!) con la scusa che i “virus cambiano in con nuazione” [335]. Il target principale finora era costituito dai soggetti di età superiore ai 65 anni (popolazione di oltre 13,6 milioni), quelli cioè che sono meno a rischio di contrarla. L’obiettivo minimo è raggiungere la copertura del 75%, ma mirando esplicitamente al 95% [336]. Il costo previsto sarebbe di 336,7 milioni per questo solo vaccino per l’obiettivo dichiarato del 75% [337]. Ma non è finita, ci sono anche “le categorie a rischio”! Militari, pompieri, personale sanitario, vigili del fuoco, donne in gravidanza, ecc: un altro milione e mezzo di vaccinandi (ma la lista è incompleta) per 22 milioni di euro aggiuntivi. Ultimamente però l’intenzione è di non accontentarsi di così poco ed estendere viepiù il raggio d’azione, in attesa della “soluzione finale”, cioè quella prevista dal “Calendario Vaccinale per la Vita 2019” [338]. Quando lo lessi per la prima volta, scrissi scherzosamente: “In verità all’inizio avevano scelto un titolo più attinente la realtà, cioè “Calendario Vaccinale Fino Alla Morte”. Ma poi un loro burocrate aveva osservato che qualche maligno novax avrebbe potuto ricavarci delle spregevoli battute, perciò han preferito cambiare nella formula attuale. Che il significato comunque sia proprio quello (Vaccini Dalla Nascita Fino A Che Non Tiri Le Cuoia) è evidente già all’inizio della lettura. Infatti, se le loro indicazioni fossero seguite, ci aspetterebbe l’esplosione di un’orgia satanica vaccinale della cui portata non avete idea.” Per averne una pallida, è sufficiente riportare una piccola parte di quel che scrivono: “in termini di appropriatezza d’uso, si raccomanda l’uso del vaccino dai 6 mesi di età ai 70 anni ..., e dai 70 anni in poi ...”. Forse manca qualcuno all’appello? Fanno 60 milioni di italiani su 60 milioni. Cioè si arriva ad una spesa teorica auspicata di 855 milioni (obiettivo 95%). In Italia. Ogni anno. Questa è la raccomandazione di quelle menti fertili. Già accettata nelle ultime

disposizioni governative [339]. Miliardo più, miliardo meno, se sarà necessario si risparmierà su qualche altra voce del bilancio sanitario, riducendo il personale nei reparti di Pronto Soccorso per esempio. Per raggiungere tali ambiziosi traguardi vi sono due strategie principali: a) far capire alla gente che si tratta di malattia perniciosa, b) programmare ogni tanti anni l’arrivo di una pandemia, che regolarmente si rivela per quel che è: un bluff seguito da un flop. La prima modalità è stata illustrata nel dettaglio dai CDC di Atlanta con una serie di slide molto esplicite, rivolte agli operatori della sanità (versione inglese [340], versione tradotta [341]): “bisogna indurre preoccupazione”! La seconda è un tipo di operazione già realizzata più volte nel passato. Fu inaugurata nel 1957. Le epidemie in luenzali storiche [tratto da “Inventing the AIDS virus”, Peter Duesberg e Brian Ellison, 1996] Nel 1957 i CDC decisero che 39 anni consecutivi di influenze benigne erano troppi, e perciò ne sarebbe arrivata proprio quell’anno una pericolosissima, paragonabile alla famosa influenza del 1918, che aveva fatto decine di milioni di morti. L’asiatica stava per diffondersi negli USA. Arrivò infatti quell’estate, non particolarmente diversa da quelle degli anni precedenti, ma quando il numero di casi stava ormai scemando, scattò il piano. I CDC lanciarono l’allarme che una seconda ondata si stava preparando, ed indussero il governo a promuovere una campagna vaccinale estesa. I vaccini arrivarono al momento giusto, quando la diffusione si era ormai esaurita. Per i CDC fu sufficiente per cantare vittoria: si appuntarono al petto il merito di aver arginato in tempo il grande pericolo. Un programma molto più ambizioso venne realizzato nel 1976, con l’aiuto determinante dell’EIS (Epidemic Intelligence Service), un’agenzia semi segreta dipendente dai CDC (e il cui logo è una suola di scarpa bucata [342]). Era stata fondata per prevenire attacchi batteriologici in tutti gli Stati Uniti. Piccoli focolai, singoli casi potevano essere rapidamente individuati ed ingigantiti a piacere. Nel gennaio 1976 a Fort Dix nel New Jersey, alcuni soldati si ammalarono di una sindrome influenzale. Uno di loro morì, dopo essersi sforzato in un’esercitazione nonostante fosse febbricitante. Il piccolo focolaio ed il

decesso furono lo spunto ideale per far scattare l’operazione. Ed il direttore dei CDC David Sencer non se lo fece scappare. Predisse l’imminente arrivo di un’epidemia che non avrebbe temuto confronti con quella terribile del 1918. E fu caccia ad ogni malattia che potesse essere compresa in quella definizione. Contemporaneamente i CDC richiedevano a gran voce una vaccinazione a tappeto, la più grande della storia. Inizialmente il Congresso decise di appoggiare il piano del costo di centinaia di milioni di dollari. Lo stesso presidente Ford apparve in televisione per raccomandare la vaccinazione “per ogni uomo, donna e bambino”. Tuttavia alcuni test avevano dimostrato che il vaccino produceva effetti collaterali nel 20-40% dei soggetti, con reazioni gravi nel 1-5%. Le compagnie di assicurazione, che allora avrebbero dovuto sostenere il piano, non furono convinte e si ritirarono. A quel punto Sencer si trovò in grosse difficoltà perché dell’epidemia non c’era ancora traccia. In suo soccorso venne un episodio a Filadelfia, subito dopo l’assemblea annuale dei membri della legione americana. Alcuni di loro si ammalarono e contrassero una polmonite. Fu sparsa la voce, amplificata dalla stampa nazionale, che la temuta “suina” era arrivata. Così il Congresso americano fu spinto ad approvare in pochi giorni la legge sul programma vaccinale, ed il presidente Ford appose la sua firma. La causa della malattia dei legionari di Filadelfia rimase per il momento irrisolta [343], ma il programma ormai era partito e milioni e milioni di americani furono vaccinati, inconsapevoli dei possibili effetti collaterali. Furono riportati centinaia di casi di paralisi – se ne contarono oltre 600 - e 74 morti. Nel frattempo la seconda ondata dell’epidemia “suina”, tanto temuta, neppure arrivò [344]. In luenza e in luenza aviaria 2005 [tratto da scritti di Fabio Franchi] A dirlo sembra impossibile, ma erano i tempi in cui la morte di un pappagallo e tre oche poteva guadagnare la prima pagina delle testate nazionali [345]. Titoli parimenti sbalorditivi si sono succeduti per mesi e mesi, allora. Il 13 settembre 2005 i giornali italiani riportavano che “l’epidemia di influenza aviaria è inevitabile”. Parola del professore emerito Pietro Crovari, presidente della Commissione Pandemia Influenzale del Ministero della Salute (alla II Conferenza Europea Influenza a Malta). Le sue previsioni erano

paurose, infatti si attendeva nientemeno che “16 milioni di ammalati, 2 milioni di ricoveri, 150.000 morti in Italia”. Nei giorni successivi Il Ministro della Salute Francesco Storace provvedeva a ridimensionare il pericolo, tuttavia dimostrava di essere attento al problema, tanto è vero che aveva già firmato tre contratti di prelazione per 35 milioni di dosi di vaccino. Contratti con tre aziende farmaceutiche (Aventis-Sanofi, Chiron e Solvay), che da anni erano al lavoro per preparare l’antidoto contro il virus H5N1, avrebbero assicurato la disponibilità del vaccino anti-pandemia in Italia nel momento in cui il suo arrivo fosse ufficialmente dichiarato dall’Oms. La preoccupazione di Storace derivava “dalla dichiarazione dell’Oms che afferma che ci sarà una pandemia. Ormai la domanda non è se scoppierà, ma quando e dove scoppierà” [346]. Come in precedenti occasioni si è assistito alla sperimentata commedia delle parti: notizie allarmanti alternate a smentite parziali. La conclusione apparentemente rassicurante fu che tra le Autorità sanitarie “catastrofiste” e quelle “prudenti” c’era una posizione condivisa, ovvero la necessità di “tenere alta la guardia” verso il pericolo, con la prenotazione di decine di milioni di dosi del vaccino! Il vaccino era pronto. Strano, perché il virus umano non era ancora nato. Si discuteva infatti di un’entità biologica che esisteva dalla notte dei tempi, che arrecava pochi danni agli animali selvatici e che aveva colpito (forse) l’uomo in pochi casi nel Sud Est asiatico, dove vivevano 2 miliardi di persone. Non era stato dimostrato alcun passaggio interumano indispensabile per poter parlare di un’epidemia. Per fare il vaccino avevano dovuto scommettere sul salto di specie che il virus non aveva avuto – negli ultimi dieci milioni di anni - il coraggio di fare. Potevano costruirlo solamente con frammenti di quello aviario. E così il prototipo per il virus sbagliato era pronto, eran pronti a scattare. Gli esperti dell’OMS tuttavia non riuscirono a far decollare l’operazione, troppo smaccatamente balorda, ma questo allarme mediatico servì se non altro a promuovere la normale vaccinazione antinfluenzale perché essa "rappresenta la prima fase di protezione per la persona" anche nei confronti dell'improbabile influenza aviaria (così dissero Storace ed altri “esperti”) di là da venire. Un’assurdità totale, ma il popolo dei giornalisti era disposto a bersi e propagare qualsiasi idiozia purché proveniente da fonti accreditate. Pandemia “suina”

Con prodigioso intuito, nel marzo del 2007 la direttrice della Regione Europea dell’OMS, Zsuzsanna Jakab, parlò dei preparativi che erano in corso per essere pronti alla ormai prossima influenza globale: ci volevano ancora 23 anni. Due anni e mezzo dopo, nell’estate 2009, puntuale come un treno svizzero, la “suina” scoppiò. Guarda caso, l’OMS si era premurata di cambiare la definizione di pandemia con qualche mese di anticipo, abolendo la necessità che fosse una malattia pericolosa, mortale, pur lasciando intatta l’impressione che lo fosse. L’evento partì con un lancio giornalistico in grande stile. Furono fatte previsioni catastrofiche, per esempio il prof Fabrizio Pregliasco dichiarò il 19 settembre 2009 all’Agi: “L'influenza "A" in Italia potrebbe fare fino a 95.000 vittime, su oltre sei milioni di malati”. “Se invece il virus si mantenesse blando come è ora, la mortalità sarebbe attorno allo 0,2%, ossia circa 15.000 morti al termine dell'epidemia" [347]. I governi furono indotti in tutta fretta ad acquistare enormi quantità di vaccini (sembra 24 milioni in Italia e pure milioni di confezioni di antivirali). Questi ultimi avevano la capacità di ridurre di una-due ore una malattia della durata di tre giorni. In compenso comportano qualche effetto collaterale, anche grave. Furono approvati con modalità fraudolente [348, 349]. Quell’anno l’influenza fu più mite che negli anni precedenti. Ma non aveva importanza: la macchina della propaganda aveva funzionato alla perfezione ed aveva ottenuto il risultato atteso. Per chiudere in bellezza, bastava dire e far passare alla storia che grazie alle tempestive misure di controlli dell’OMS, era stata evitata una strage. I vaccini inutilizzati vennero in parte buttati nel cesso ed in parte venduti a prezzi di favore a Paesi africani i quali notoriamente non hanno altri problemi più importanti da risolvere e sono messi a dura prova dalle stagioni fredde. Tanti anni sono passati da allora perciò è inevitabile ci sia presto una nuova ondata pandemica. Esperti virologi, sia di tipo biologico che informatico come Bill Gates, sanno già che sarà terribile e ci saranno 33 milioni di morti in tutto il mondo. Forse 34. Succedeva un anno fa [350]. Oggi le previsioni si son fatte ancora più fosche: “i morti saranno 80 milioni” 351 [ ]. Per fortuna l’OMS e l’ubiquo Gates non si faranno sorprendere impreparati: stanno alacremente lavorando per preparare il rimedio. Chi riesce ad indovinare quale esso sia è molto perspicace. Il bluff della “suina” ha mosso circa 50 miliardi [352]. Quanto prevedono di ricavare con il prossimo?

Eppure ci sono tutte le premesse affinché il vaccino non funzioni. Non ha mai funzionato. Affinché la fialetta pronta e confezionata sia presente sugli scaffali delle farmacie all’inizio di ottobre, devono decidere la sua composizione almeno un anno o sei mesi prima. Quindi devono tirare a indovinare su quali saranno i ceppi che si diffonderanno in futuro, e che possono mutare ad ogni stagione. Però i produttori non possono far altro che inserire i virus isolati nel passato, già conosciuti, già diffusi, e già noti per essere benigni. Grazie ad una intercettazione e di cui ero venuto fortuitamente in possesso, mi son reso conto di come gli esperti dell’OMS prendano le loro decisioni. Lo avevo rivelato in un post su Facebook ed ora lo ripropongo. Scoop sensazionale! Ho in mano la registrazione di uno scambio di opinioni tra super esperti vaccinologi dell’OMS. Discutono nientedimeno che della composizione del vaccino antinfluenzale. Si può arguire che il fatto sia avvenuto in data 1 marzo 2017. Ecco la fedele trascrizione. I nomi sono di fantasia, per ovvi motivi di sicurezza, visto che rischiano grosso. Paul: “Caro Walter, dobbiamo sbrigarci, domani scade il termine e c’è da decidere quali ca**o di antigeni dobbiamo ficcare nei prossimi vaccini per i nordisti [n.d.r.: intendono vaccini antinfluenzali destinati all’emisfero Nord per la stagione 2017-2018]. Che dici, oltre al Phuket 2013, ci ficchiamo anche il Brisbane 2008?” Walter: “Ma vuoi scherzare? Quello non ha futuro, anzi sembra che sia già estinto! Meglio il Michigan 2015, credimi, io sento che è destinato a far esplodere una mostruosa epidemia! Ah, ah, ah! E poi: non toccava alla Zsuzsanna, del servizio mensa, a dover lanciare i bussolotti questa volta? Ah, Ah, Ah!” Paul: “Dai, smettila! L’importante è che ci sbrighiamo. Non possiamo continuare a discutere. Dobbiamo consegnarlo domani. Questa sera ho una partita a canasta, e non devo assolutamente arrivare in ritardo.” Walter: “Sai che ti dico? Facciamo come l’anno scorso: stabiliamo per quegli stupidotti di Europei lo stesso vaccino destinato ai canguri australiani [ndr: all'Australia per la stagione influenzale 2017, corrispondente ai mesi freddi aprile-settembre], tanto chi vuoi che se ne accorga! Ci è sempre andata bene.

Le industrie poi sono contente: non devono neanche modificare la produzione. Il vaccino comunque non servirà un cavolo, come il solito! Ma non se ne accorgerà nessuno, come il solito! Hi, Hi, Hi!” Qui la registrazione si interrompe e non sappiamo come è finita. Sinceramente ho subito pensato che fosse una fake news, ed allora ho cercato di controllare quel che potevo. Sono rimasto strabiliato perché, a dispetto dell’aspettativa, ho trovato alcuni riscontri incredibili. Cioè: È vero che l’OMS ha deciso la composizione del vaccino antinfluenzale destinato all’emisfero sud (aprile-settembre 2017) già un anno prima, nel settembre 2016. B) È vero che l’OMS stabilisce in anticipo quali saranno i virus influenzali che si diffonderanno, e che saranno diversi per l’emisfero Nord e per l’emisfero Sud. È vero che l’OMS ha deciso la composizione del vaccino antinfluenzale destinato all’emisfero Nord (novembre2017-marzo 2018) nel marzo 2017. È vero che nel marzo di quest’anno, l’OMS ha deciso che il vaccino destinato al Nord sia uguale a quello deciso per il Sud sei mesi prima (settembre 2016). È vero che l’anno scorso l’OMS ha fatto la stessa cosa. Ovvero il vaccino destinato all’Europa per la stagione 2016-2017 era lo stesso di quello riservato all’Australia per la stagione 2016, e che venne determinato nella sua composizione nel settembre 2015. F) È vero che il vaccino ha un’efficacia molto limitata e non serve proprio per chi viene più indicato. Per esempio nel 2017 in Australia ha avuto un’efficacia del -3% (meno tre per cento) nei confronti degli anziani, il che sta a significare un leggero svantaggio dei vaccinati rispetto ai non vaccinati. In conclusione, non posso garantire che la conversazione registrata sia avvenuta in realtà, ma, nella sostanza, qualcosa di quel che han detto sembra sia maledettamente vero ... Qui si concludeva il post. Il motivo per cui i vaccini funzionano poco potrebbe anche avere spiegazioni inaspettate. È possibile che la vera ragione sia più profonda. Anche in questo caso l’ho spiegato in un mio post che ripropongo. Il vero motivo per cui i virus in luenzali cambiano in continuazione La versione ufficiale è che i virus influenzali cambiano spesso grazie alla enorme capacità di ricombinazione, peculiarità di quei microrganismi. Da ciò

deriva la necessità di modificare ogni anno il vaccino. Ma questa spiegazione non convince completamente. La verità vera va oltre tale argomentazione pseudo-scientifica. Infatti il motivo non è “terreno”, ma trascendente, come è facile da dimostrare. Come detto, la composizione del vaccino antinfluenzale viene deciso ogni anno con almeno 8 mesi di anticipo sulla “stagione”. Esperti di tutto il mondo si riuniscono e decidono democraticamente quali saranno gli agenti virali delle epidemie future. Il punto è che, quando per la prima volta San Pietro mise al corrente il Santo Padre di questo modo di fare dell’OMS, Egli si adirò smisuratamente. Scuotendo la gran barba canuta, disse: “Ma come si permettono! Non sanno che sono io l’unico preveggente dell’universo? Non sono certamente loro che possono decidere i virus futuri! Quello spetta esclusivamente a me. Vorrebbero forse sostituirsi a Iddio onnipotente?” E poi concluse: “Si meritano una lezione! Col cavolo che faremo circolare i ceppi scelti da loro!!”. Ecco là: questo è il reale motivo per cui ogni anno il vaccino fa flop! Non la imbroccano mai a causa di quella sorta di ripicca del Nostro Signore per la loro arroganza e mancanza di rispetto. Sembra anche che in un’altra occasione San Pietro abbia sentito il Santo Padre lamentarsi per la credulità delle sue umane greggi: “quando li ho creati, devo aver sbagliato le dosi di cervello”, avrebbe brontolato. Infatti, nonostante i regolari fallimenti dei vaccini antinfluenzali, la gran parte degli umani rinnovano inspiegabilmente la fiducia nei fanfaroni dell’OMS e nei loro emuli. E così, in fila per uno, offrono docilmente le loro chiappe sull’altare della cerimonia annuale. Più seriamente... Fin qui mi sono permesso di essere scherzoso perché, come si suol dire, la questione è grave ma non è affatto seria. A noi italiani tocca assistere ogni autunno ed ogni inverno alle reiterate interviste del professor Maurizio Pregliasco, che è il prediletto dei salotti televisivi nonostante regolarmente sbagli abbondantemente le sue previsioni [353]. E pazienza se si trattasse solo di previsioni, guarda caso tutte gonfiate di oltre 10 volte! Non si accontenta di quelle e fornisce cifre palesemente errate,

raccolte e rilanciate da altri analoghi “esperti”. Che sia per favorire i propri evidenti interessi conflittuali? Chissà. Il fatto è che egli e molti altri raccontano balle, smentite dagli stessi documenti del Ministero che essi stessi talvolta citano. Il professor Livio Giuliani, la dottoressa Manuela Lucarelli ed io abbiamo pubblicato nel 2018 una review sull’influenza [versione inglese 354, versione italiana 355], con il contributo di Corvelva. Con essa viene fatta piazza pulita di tutti i principali equivoci che vengono diffusi sull’argomento e che sono alimentati dalle Autorità Sanitarie con il solito scopo. Riprendo solo alcuni dei punti salienti: 1) quella che viene spacciata per “influenza” è una sindrome (caratterizzata da febbre > di 38°C, mal di gola, tosse, rinorrea, malessere) e che è relativamente comune nella stagione fredda. Dura in media tre-quattro giorni. Questa sindrome è causata da un notevole numero di possibili cause e non sempre si riesce ad identificarne una. Solo una piccola parte (l’11% in media) è attribuibile a virus influenzali propriamente detti ed è quella la vera “influenza” (malattia). Il vaccino, per ben che vada, avrebbe la possibilità di proteggere solo da quelli. Avrebbe la possibilità teorica, ma in pratica fa cilecca anche con loro.

Figura 16. Sulla popolazione intera, ogni anno si ammalano di "sindrome influenzale" in media il 7% del totale. Di ques solo una parte (circa l'11%) si ammala con virus influenzali propriamente 356

de . Tra o da Tom Jefferson [

].

Quindi, dei 4-6 milioni di mala annuali in Italia, solo 500-700 mila sono vere influenze. E di queste solo 60 mila circa colpiscono anziani. Se l’efficacia

vantata corrispondesse alla realtà, ne deriverebbe che, laddove si vaccina di meno, si muore di più per l’influenza e le sue complicazioni. È corre o? Neanche a farlo apposta, in una nazione a noi limitrofa, l’Austria, vaccinano la metà rispe o a noi. Registrano tu avia una mortalità per influenza e polmonite (che può essere una complicazione dell’influenza) che è quasi la metà rispe o alla nostra. Vedi i seguen grafico e tabella.

Figura 17. Tasso di vaccinazione per sogge di età > 65 anni nelle nazioni Europee (anno 2011 giallo e 2016 azzurro). L’Austria ha un tasso che è meno della metà del nostro. Grafico riprodo o parzialmente e tra o da Eurostat: h p://bit.ly/33fz8Bq.

357

Tabella 6. Mortalità per influenza e polmonite in Austria ed Italia [parziale della tabella ]. La mortalità per influenza e per polmonite in Austria è rispe vamente la metà e 2/3 di quella italiana.

Difficile poter sostenere che sia un caso fortuito. Le popolazioni di confronto sono molto ampie. Ma c’è altro a conferma dell’assunto. Si ammalano in eguale misura vaccinati e non vaccinati Sembra strano, ma succede con stupefacente regolarità. Anzi, ad essere pignoli, c’è un maggiore svantaggio a vaccinarsi. L’elenco delle prove è interminabile. Ne citerò solo alcune. Si sa che la vaccinazione negli anziani ha minore efficacia, specie se ripetuta ogni anno [358]. Dal 1968 al 2001 negli USA il tasso di vaccinazione per coloro che avevano un’età superiore ai 65 anni aumentò progressivamente dal 15% al 65%. Lo studio di Simonsen [359] non trovò che nel medesimo periodo (di 33 anni) vi fosse stata una diminuzione della mortalità per influenza e neppure per complicazioni cardio-polmonari. Gli studi di Simonsen et al sono stati confermati da Peter Doshi, che trovò che la mortalità non cambiò granché durante le terribili pandemia del passato (cioè quelle del 1957-1958 è quella del 1968-1969) [360].

In Australia, nella loro stagione invernale del 2017 (aprile-ottobre), l’efficacia sul campo del vaccino per le persone anziane fu del -3% (meno tre per cento) [361], che corrisponde a uno svantaggio per i vaccinati. Il vaccino con la stessa composizione fu utilizzato poi nell’emisfero settentrionale – e quindi anche da noi - a partire dall’ottobre del 2017. Gli italiani non solo non solo non furono avvisati della sua inefficacia provata sul campo, ma furono spinti a ricorrervi con una propaganda martellante. Nella stagione 2016-2017, ricercatori della Azienda Territoriale di Udine effettuarono un vasto studio retrospettivo sull’efficacia del vaccino sugli anziani della provincia di Udine [362]. Furono analizzati dati su quasi 65.000 soggetti, di cui il 53% vaccinati. Conclusero di non aver osservato alcun effetto significativo nella probabilità di accesso al Pronto soccorso, ospedalizzazione, e neppure di morte per polmonite ed influenza. Tuttavia da una loro tabella si desume un rapporto di rischio lievemente maggiore per tutti e tre gli outcome. Da notare bene che il risultato è enormemente lontano dagli spettacolosi vantaggi che le Autorità Sanitarie vantano per questa misura.

Tabella 7. Associazione tra vaccinazione ed accessi al Pronto Soccorso, ospedalizzazione, e mor dovu ad influenza e polmonite nell’inverno 2016-2017 in provincia di Udine. Da tra

363

da [

].

Al momento a uale sta per iniziare la nuova stagione influenzale. Come al solito il prof Fabrizio Pregliasco ha effe uato le sue previsioni catastrofiche, con numeri oltre ven volte superiori a quelli registra in ciascuna delle 20 stagioni preceden [364]. Possibile che nessun bravo giornalista se ne accorga? In Australia si è ormai conclusa la loro stagione invernale (aprile-o obre 2019) ed il risultato è stato come negli anni preceden : il numero di mala

appena so o la media delle passate stagioni, mentre i vaccina ed i non vaccina sono sta colpi in egual misura [365].

Figura 18. Stagione fredda 2019, in Australia. Colpi dall’influenza sono sia tra i vaccina che i non.

Reazioni avverse Esse non mancano e sono menzionate nel Rapporto Vaccini dell’AIFA. Per esempio nel 2018 furono in tu o 367 di cui il 23,7% gravi (per 17 mancavano da ). A differenza che per gli altri vaccini non hanno precisato quali even erano a ribuibili ai vaccini, tranne che per i sei decessi, tu esclusi perché dovu alle polipatologie di cui erano affe . Il ragionamento è semplice: se uno, affe o da una patologia grave, prende il morbillo e muore, allora il morbillo è stato il fa ore precipitante e quindi causale. In un caso analogo, ma con decesso dopo vaccinazione, allora viene escluso il ruolo del vaccino e considerata solo la condizione di base: due pesi e due misure, in modo da dare sempre risulta poli camente corre . A differenza che per gli altri

vaccini, AIFA non ha specificato alcuno dei sintomi gravi più comuni. Ecco la tabella:

Tabella 8. Reazioni avverse per fasce di età. AIFA. Rapporto vaccini 2018.

Mai dimen care che tali cifre sono so os mate di decine se non cen naia di volte e che questo rilevante “pedaggio” viene pagato in cambio di un vantaggio molto molto risicato, se non proprio assente. Mentre in Italia gli even avversi, oltre ad essere sempre sminui , vengono pure considera quasi sempre casuali, documen ufficiali internazionali ne a estano la loro correlazione e pericolosità. Per esempio, in uno studio compara vo, era stato notato un maggior rischio di conseguenze gravi e morte dell’uno rispe o all’altro [366].

POSTFAZIONE Han detto di me... 1) Il prof Euro Ponte, nel 1995: “Il Do or Franchi, anche questa volta, come in preceden note, appare lucido e determinato nelle Sue cri che. L’argomento svolto non è certo dei più facili e richiede, in un eventuale contraddi orio, una buona conoscenza della materia. Come membro del Comitato di Redazione auspico che si crei un diba to in base a qualche le era di risposta (e non mancano Trieste esper !), Diba to che anche se… cruento… non può non essere che forma vo. Se nulla si muoverà (eppure i pareri espressi dal collega Franchi si riferiscono ad un recente convegno tries no) sarà prova o di chiusura o di scarsa vis polemica.” Euro Ponte. Bolle no Ordine dei Medici della Provincia di Trieste, gen feb 1995. [Nell’intervento a cui il professore fa riferimento discutevo sulla teoria riguardante l’epa te e l’HCV, smontandola. Anche per l’HCV: nessun vaccino si vede ancora all’orizzonte, pur essendo stato ricercato fin dall’inizio. Allora la discussione auspicata dal professor Ponte non ebbe alcun seguito: seguì uno sprezzante silenzio da parte dell’intellighenzia medica tries na]. Nota: informazioni sul Prof Euro Ponte Già professore di ruolo della Facoltà medica, con insegnamento nell’ambito del Corso Integrato di Mala e cardiovascolari. Docente, per più anni, sino alle dimissioni date in anni diversi, nelle Scuole di Specializzazione in Medicina Interna, Medicina Fisica e della Riabilitazione, Geriatria, Gastroenterologia, Igiene Pubblica, Chirurgia Toracica, Radiologia. Specializzato in Cardiologia e in Radiologia Diagnos ca e, dall’a vazione del corso, ha insegnato Storia della Medicina. È stato Segretario dell’Ordine Provinciale di Trieste dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e Vicepresidente.

È socio fondatore del Rotary Club Muggia e ne è stato anche Presidente. 2) Il professor Franco Panizon nel 1995: “Il Do or Franchi, di cui Medico e Bambino ha pubblicato più di una le era, sempre sul tema dell’AIDS, è un normale ere co; una persona che per abitudine respinge le certezze, e che si pone spesso e quasi naturalmente in opposizione alla medicina ufficiale, pur essendo medico tradizionale di formazione e di professione. Per quel che riguarda l’AIDS non crede che sia dovuto allo HIV, o almeno crede che questa ipotesi non sia abbastanza comprovata, o non per tu i casi; non crede né alla e cità né alla veridicità delle sperimentazioni controllate con l’AZT; non crede, evidentemente, nella possibilità di un vaccino. Medico e Bambino non condivide integralmente le posizioni del Do or Franchi. Tu avia condivide certamente l’idea che tu o possa essere susce bile di contestazione, di “falsificazione” (è, nello specifico, ri ene che gli appun del Do or Franchi sull’ipotesi di produrre un vaccino per l’AIDS non siano tu peregrini). Più in generale, ri ene doveroso non chiudersi di fronte a posizioni che abbiano un acce abile background empirico o di le eratura. Pubblica quindi volen eri (anche in omaggio alla propria tradizione di doverosa non discriminazione) questa le era, che si espone al contraddi orio.” Franco Panizon. Medico e Bambino 1995;2:13-15. [Il seguito della storia: la teoria che avevo esposto in quella occasione (“impossibile trovare un vaccino efficace per l’HIV”) resiste tu ora ad oltre 24 anni di distanza, mentre quella ufficiale (“presto sarà pronto il vaccino per l’AIDS”) con nua a fallire ogni anno da 34 anni a questa parte. Se mi avessero ascoltato, avrebbero risparmiato tante cavie, sopra u o umane, e 35 miliardi di dollari, miliardo più miliardo meno. Per quanto riguarda l’AZT, le gravi irregolarità commesse nei primi studi e la tossicità delle dosi elevate inizialmente prescri e mi avevano fa o prendere una posizione molto cri ca sul suo uso, tanto da dichiararmi ufficialmente obie ore nei riguardi della sua prescrizione]. Nota: informazioni sul Prof Franco Panizon Docente di Pediatria e dire ore della Scuola di specializzazione all’Università di Trieste, in seguito professore emerito, Panizon (che aveva

una passione per la musica di Mozart e sopra u o per l’arte, essendo egli stesso o mo disegnatore) fu a livello nazionale il fondatore dell’Associazione culturale pediatrica e di molte riviste scien fiche, dalla famosa e tu ora a va “Medico e bambino” a “Rivista italiana di pediatria” e a “Prospe ve in Pediatria”. I suoi manuali sono considera dei classici: «Manuale di puericultura pra ca” (1982), “Ortopedia per il pediatra” (con Giuseppe Maranzana, 1999), “Pediatria ospedaliera. Nuovi protocolli diagnos co-terapeu ci” (con Mauro Pocecco, 1998), “Cari genitori. Piccola guida alla salute del bambino” (Laterza, 1998 e 2000). 3) Non tu i commen sono sta in egual modo lusinghieri, per esempio il prof Guido Silvestri ha scri o in un suo post: “ERA MEGLIO UN CALCIO NEI COGLIONI! Mi hanno segnalato (vedi locandina qui so o) che si terrà a Senigallia, nella mia Senigallia, un evento in cui è stato invitato come relatore il signor Franchi Fabio, noto negazioniste di HIV ed AIDS, che non risulta abbia mai abiurato queste idee, ora riciclato come “esperto cri co sce co” sull’u lità e sicurezza dei vaccini. “…vedere la nostra ci à ospitare un evento del genere con quest’individuo come relatore è veramente PEGGIO DI UN CALCIO NEI COGLIONI, PEGGIO DI UNA SPUTO IN FACCIA.” [il maiuscolo è suo] Prof Guido Silvestri post su Facebook, 1 novembre 2017. Nota: informazioni sul Prof Guido Silvestri Esperto di riferimento di Beppe Grillo, comico di professione e camaleonte poli co per hobby. Il fru o del suo peccato, il M5S, non ha fa o altro che seguire pecorescamente le sue indicazioni. Insegna nell’Emory University ad Atlanta, in Georgia (USA). Questa università è finanziata dalla Fondazione Rockefeller. Ha ricevuto incarichi di insegnamento e tenuto conferenze grazie al supporto disinteressato di primarie Case Farmaceu che. La sua area di exper se è lo sviluppo pre-clinico dei vaccini, in effe solo quello dell’HIV che con nua puntualmente a non trovare. Come diceva Pierre de Frédy, barone di Couber n, l’importante è partecipare (alla spar zione dei fondi per la ricerca).

In quella occasione commentai così in un post su Facebook: “Me ne hanno scri e di tu i colori: che sono portatore di teorie di morte, che sono indegno, che sono corresponsabile di milioni di mor , che non so niente sui vaccini per cui non ne posso parlare. Che sarebbe meglio un calcio nei coglioni (sic!) piu osto che avermi come relatore, ecc ecc. Ma tu o questo passi. Fa parte della normale diale ca democra cascien fica. Per i veri scienzia è normale prassi discutere a calci nei coglioni ed a spu in faccia, come tu sanno. Però quello che mi indigna ed amareggia profondamente è che mi abbiano paragonato al mafioso Totò Riina. Non posso assolutamente acce arlo. Infa , oltre a non padroneggiare ancora bene il siculo, ho una figura molto più slanciata della sua, e sono pure un po’ più giovane!”

BIBLIOGRAFIA [←1]

X*Y*. Pediatra ed endocrinologo, socio SIP (Società Italiana di Pediatria), già professore universitario, già Direttore di un dipartimento ospedaliero materno infantile, gennaio 2019: “I dati che mi ha mandato sono corretti [su alluminio, additivi, rosolia, effetti collaterali ecc], utili ad una discussione in ambito scientifico ma pericolosi o comunque potenzialmente mal interpretabili da parte dei genitori che si trovano a scegliere se vaccinare o meno i loro bambini. Dubbi, incertezze, racconti di casi aneddotici rischiano di compromettere il rapporto di fiducia che ci deve essere fra medico e paziente.”. [...] “è fondamentale il confronto fra addetti ai lavori ma I DUBBI E LE INCERTEZZE DEVONO RIMANERE CONFINATE A QUESTO AMBITO” [enfasi aggiunta].

[←2]

FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri) Documento sui Vaccini. 8 luglio 2016. https://portale.fnomceo.it/documento-vaccini/

[←3]

Costituzione Italiana Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Art. 33. L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Art. 34. La scuola e` aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

[←4]

Codice Deontologico Medico Art. 4 Libertà e indipendenza della professione. Autonomia e responsabilità del medico. L’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di

qualsiasi natura. Art. 13 Prescrizione a fini di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione [...] La prescrizione deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sull’uso ottimale delle risorse e sul rispetto dei principi di efficacia clinica, di sicurezza e di appropriatezza. Il medico tiene conto delle linee guida diagnostico-terapeutiche accreditate da fonti autorevoli e indipendenti quali raccomandazioni e ne valuta l’applicabilità al caso specifico. L’adozione di protocolli diagnostico-terapeutici o di percorsi clinico-assistenziali impegna la diretta responsabilità del medico nella verifica della tollerabilità e dell’efficacia sui soggetti coinvolti. Il medico è tenuto a un’adeguata conoscenza della natura e degli effetti dei farmaci prescritti, delle loro indicazioni, controindicazioni, interazioni e reazioni individuali prevedibili e delle modalità di impiego appropriato, efficace e sicuro dei mezzi diagnostico-terapeutici. Il medico segnala tempestivamente all’Autorità competente le reazioni avverse o sospette da farmaci e gli eventi sfavorevoli o sospetti derivanti dall’utilizzo di presidi biomedicali. Art. 14 Prevenzione e gestione di eventi avversi e sicurezza delle cure Il medico opera al fine di garantire le più idonee condizioni di sicurezza del paziente [...] la gestione del rischio clinico attraverso: - [...]; l’attenzione al processo di informazione e di raccolta del consenso, nonché alla comunicazione di un evento indesiderato e delle sue cause; - [...]; - la rilevazione, la segnalazione e la valutazione di eventi sentinella, errori, “quasierrori” ed eventi avversi valutando le cause e garantendo la natura riservata e confidenziale delle informazioni raccolte. Art. 18 Trattamenti che incidono sull’integrità psico-fisica I trattamenti che incidono sull’integrità psico-fisica sono attuati al fine esclusivo di procurare un concreto beneficio clinico alla persona. Art. 30 Conflitto di interessi Il medico evita qualsiasi condizione di conflitto di interessi nella quale il comportamento professionale risulti subordinato a indebiti vantaggi economici o di

altra natura. Art. 35 Consenso e dissenso informato L’acquisizione del consenso o del dissenso è un atto di specifica ed esclusiva competenza del medico, non delegabile. Il medico non intraprende né prosegue in procedure diagnostiche e/o interventi terapeutici senza la preliminare acquisizione del consenso informato o in presenza di dissenso informato. Il medico acquisisce, in forma scritta e sottoscritta o con altre modalità di pari efficacia documentale, il consenso o il dissenso del paziente, nei casi previsti dall’ordinamento e dal Codice e in quelli prevedibilmente gravati da elevato rischio di mortalità o da esiti che incidano in modo rilevante sull’integrità psico-fisica. Il medico tiene in adeguata considerazione le opinioni espresse dal minore in tutti i processi decisionali che lo riguardano. [←5]

Caso Fanelli-operazione Pasimafi, dal nome dello yacht che si era fatto comprare. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05/09/corruzione-sui-farmaci-per-il-dolorelintercettazione-io-procuro-malati-e-loro-mollano-il-10/3571516/.

[←6]

Gianni Barbacetto. Ricerca sul cancro, risultati ritoccati per ottenere milioni. Ma la Procura deve archiviare. Il Fatto Quotidiano. 30/06/2019. https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/06/30/ricerca-sul-cancrorisultati-ritoccati-per-ottenere-milioni/5291204/ ed inoltre: http://www.giannibarbacetto.it/2019/07/16/frodi-sulla-ricerca-non-cisono-solo-quelle-sotto-indagine/.

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Franchi F. Lettera aperta alla FNOMCeO. http://www.assis.it/e-procurato-allarmesociale/

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“L’olio di Lorenzo” https://it.wikipedia.org/wiki/L%27olio_di_Lorenzo.

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Peter C. Gøtzsche. Medicine letali e crimine organizzato. Come le grandi aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario. 2016. Vincitore del premio British Medical Association 2014.

[←10]

Il prof Roberto Burioni intervistato da Massimo Gramellini. Le parole della Settimana. RAI 3, 12 gennaio 2019.

Il professore disse anche che senza il vaccino in Italia “Ci sarebbero migliaia di casi di polio con paralisi bulbare”. [←11]

Epicentro bollettino morbillo https://www.epicentro.iss.it/morbillo/bollettino.

[←12]

In ordine alfabetico: Giulia Innocenzi. Vacci—Nazione. Baldini&Castoldi, Milano, 2017. Il Pedante, Pierpaolo Dal Monte. L’immunità di legge. Imprimatur. Pioltello Milano, 2018. Marcello Pamio. Vaccinazioni — Armi chimiche contro il cervello e l’evoluzione dell’uomo. Uno Editori, 2018. Paolo Bellavite Vaccini sì, Obblighi no. Libreria Cortina, Verona, 2017. Roberto Gava. Le Vaccinazioni Pediatriche. Librisalus (IV Edizione), 2018. Stefano Montanari ed Antonietta M. Gatti. Vaccini Sì o No? Macroedizioni, Cesena, 2015. Suzanne Humphreis, Roman Bystrianik. Malattie e Vaccini. La storia dimenticata. (Dissolving Illusions). Il leone verde. Città di Castello (PG), 2018. Tetyana Obukhanich. I vaccini sono un’illusione. Macro, 2017.

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Ersilia Garbagnati. La vaccinazione anti-morbillosa di massa negli Stati Uniti: un successo o un disastro biologico? http://bit.ly/2JFVowu. Il file contiene anche le motivazioni dei reviewer e le controdeduzioni della dottorressa Garbagnati.

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Il Pedante e Dal Monte Pier Paolo. Immunità di Legge, II edizione, 2019. Arianna Editrice.

[←15]

Sackett D. The sins of expertness and a proposal for redemption (I peccati degli esperti ed una proposta di salvezza) BMJ 2000;320:1283. “Ripeto: la mia proposta è di rendere obbligatorio il ritiro degli esperti al momento della promozione accademica e dell’incarico di professori universitari”.

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Lundberg GD. (La certezza dell’Incertezza in Medicina). The Certainty of Uncertainty in Medicine. May 14, 2015 https://www.medscape.com/viewarticle/844488#vp_2 “Weisberg sottolinea la grande quantità di ricerche che vengono prodotte in serie e quanto poca utilità venga generata da essa. Inoltre, sottolinea il divario tra i risultati della metodologia di ricerca quantitativa e la pratica clinica”.

[←21]

Richard Horton. http://nsnbc.me/2015/06/19/shocking-report-from-medicalinsiders/ “Un'ammissione scioccante da parte del direttore della rivista medica più rispettata al mondo, The Lancet, è stata praticamente ignorata dai media mainstream. Il dottor Richard Horton, caporedattore di Lancet ha recentemente pubblicato una dichiarazione in cui afferma che una quantità sconvolgente di ricerche pubblicate è nella migliore delle ipotesi inaffidabile, se non del tutto falsa, nel senso di, fraudolenta.”

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Ioannidis JPA. Why Most Published Research Findings Are False. PLoS Med 2005;2(8): e124.

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[←26]

Prof Roberto Burioni Tweet 31 marzo 2019.

[←27]

Prof Roberto Burioni, Medico, facebook, post del 16 novembre 2018

“[...] il morbillo, la rosolia e le altre infezioni conferiscono una protezione per tutta la vita [...]” [←28]

Moss WJ, Strebel P. Biological Feasibility of Measles Eradication. J Inf Dis. 2011 Jul;204 Suppl 1:S47-53. “I criteri biologici ci per l'eradicazione, sono i seguenti: 1) Gli umani costituiscono l'unica riserva del patogeno; 2) Esistono testi diagnostici accurati; 3) È disponibile un intervento efficace e pratico ad un costo ragionevole.”

[←29]

Bollettini RM epicentro(vedi nota 11) [←30]

Roberto Burioni Trieste Next (30 settembre 2018): “Ci si sta chiedendo se l’immunità da vaccino dura per tutta la vita. [...]. “Basta quella fatta a 6 anni o dobbiamo rifarne a 30-40-50 anni?”

[←31]

Con mirabile coordinazione, la stessa velina perfettamente identica è stata letta dal prof Roberto Burioni e dalla prof.ssa Caterina Rizzo dell’ISS. Vaccini e bufale , le otto notizie false più diffuse. 12 febbraio 2018. Caterina Rizzo (ISS) Vaccini, domande e risposte in 16 punti. Famiglia Cristiana. 7 agosto 2018. “Ogni euro speso in vaccini ne fa risparmiare almeno trenta in cure: il vero affare per le case farmaceutiche sono gli individui non vaccinati e le malattie per le quali non abbiamo il vaccino.”

[←32]

Miloud Kaddar. Global Vaccine Market Features and Trends. WHO. Geneva. January 16, 2013.

[←33]

Ansa. Sole, Bolzano la provincia più sana. 20 maggio 2019. “Lo stabilisce l’incrocio di ben12 indicatori diversi per l’ “Indice di Salute” del Sole 24 Ore.

[←34]

Morbillo in prov Bolzano. Su 8.851 casi segnalati in Italia dal 1 gennaio 2017, solo 32 (lo 0,36%) si sono verificati nella provincia di Bolzano. Bollettini RM dell’ISS. https://www.epicentro.iss.it/morbillo/bollettino,

[←35]

[←36]

Gualtiero Ricciardi: “5 eventi avversi in 20 anni” https://drive.google.com/open?id=16axlaj7xHAJu0u6fiPA4uRZFauhDN6el.

Il caso di Andrea. La Gabbia. La7. Conduzione di Gianluigi Paragone, 31 maggio 2017. Servizio ed intervista al padre di Andrea, bambino sanissimo il quale, dopo vaccinazione anti meningite, piombò nell’autismo. La connessione fu provata con le perizie e, in otto anni di battaglie legali, il danno fu riconosciuto in primo e secondo grado di giudizio. Il Ministero, non soddisfatto del risultato, decise proseguire in Cassazione.

[←37]

FDA- Memorandum on Prevnar 13. Cause of deaths as reported by VAERS Feb 24, 2010-Jan 24, 2015. “I casi di morte riportati alla VAERS occorsero tra il giorno 0 ed il giorno 49 (mediana 1 giorno) per i casi di SIDS/SUID.” Cioè metà di tutti i casi occorsero nelle prime 24 ore. [←38]

AIFA. Rapporto postmarketing sui vaccini 2019 (riferito all’anno 2018): h p://bit.ly/2Nx4YmD.

[←39]

Mogensen SW et al. The Introduction of Diphtheria-Tetanus-Pertussis and Oral Polio Vaccine Among Young Infants in an Urban African Community: A Natural Experiment EBioMedicine 17 (2017) 192–198.

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Mawson AR et al. Pilot comparative study on the health of vaccinated and unvaccinated 6- to 12-year-old U.S. children. J Transl Sci, 2017; Volume 3(3): 1-12.

[←41]

Roberto Burioni. Il vaccino non è un’opinione. Mondadori 2016. Nel capitolo “Sani, vaccinati, forti e tedeschi” l’autore illustra i risultati dello studio di von Mutius E et al., 1994, inventando di sana pianta la conclusione e facendo intendere che si trattasse di un confronto tra vaccinati e non, il che non era. Dell’altro studio citato (di Schmitz R et al.) riporta un grafico, omettendo di includervi gli intervalli di confidenza, estremamente ampi e che lo qualificano come di assai poco valore probatorio. Intervalli molto ampi perché il confronto era stato operato tra due gruppi, quello di 13.359 vaccinati e quello di ... 94 non vaccinati! Il professore si è dimenticato di dirlo. Anche ad un occhio non esperto balza all’occhio quanto fosse sbilanciato quel paragone. Per maggiori dettagli: https://www.comilva.org/sani-vaccinati-forti-etedeschi-puntata-5-di-18/

[←42]

Rezza G. Risposta al N 103/IST/2019, richiesta accesso dati da parte del Codacons del 19/07/2019.

[←43] [←44]

[←45]

Riccardo Iacona “Tossici ambientali”. Presa Diretta. 20190217. Bernardo JF. Aluminum Toxicity. Medscape. Updated: Jul 10, 2017. h p://bit.ly/2Nxfevi.

Mold M et al. Aluminium in brain tissue in autism. Journal of Trace Elements in Medicine and Biology. Volume 46, March 2018, Pages 76-82. [←46]

Franchi F. Adiuvanti a base di alluminio. 30 ottobre 2017. http://bit.ly/326dO07.

[←47]

OMS-Morbillo (numero casi e numero morti) I seguenti screenshot si riferiscono a schermate non più ritrovabili sul sito (il trucco dell’apparente mortalità del 68% sta nell’abbinare “reported cases” ed “estimated deaths” (mele e carote vendute come fossero tutte mele): correttamente avrebbero dovuto associare per entrambi o solo i casi reported o solo gli estimated.

[←48]

Conflitti di interesse del prof Ranieri Guerra. 2017. https://codacons.it/gli-straniintrecci-vaccini-ministero/

[←49]

Ministro Salute Beatrice Lorenzin Conferenza https://www.youtube.com/watch?v=RPipmfO2Rpg

[←50]

stampa

7

giugno

2017

Richiesta di F Franchi al Ministero Salute riguardo obblighi internazionali: h p://bit.ly/324T092

[←51]

Risposta del prof Raniero Guerra a Fabio Franchi h p://bit.ly/2WF9sfi [←52]

Replica di F Franchi a R Guerra (con supporto del Codacons): http://bit.ly/2qWjJHY

[←53]

Ministero della Salute. 5 marzo 2019. Bozza di intesa sul documento recante "Piano nazionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita (PNEUMoRC) 20192023”

[←54]

Vittorio Demicheli, audizione alla Camera dei Deputati, 4 settembre 2018. h p://bit.ly/338kdsG.

[←55]

Intervento del prof Michele Grandolfo in data 28 Luglio 2018 (si riferisce alla Legge Lorenzin)

[←56]

Intervento del prof Guido silvestri in data 28 Luglio 2018

[←57]

Burioni R. Trieste Next 30 settembre 2018. h p://bit.ly/33gXRFP

[←58]

Il costo delle fialette, scontato per le Aziende Sanitarie, sarebbe di 2,460 miliardi [(MPR: 9,5 € + V: 52€) x 40 milioni]. Se a questo viene aggiunto il costo della somministrazione ed i premi per i medici (poniamo € 15 per la doppia iniezione, cioè 600 milioni), il totale arriverebbe appunto a 3,060 miliardi di €.

[←59] [←60]

[←61] [←62]

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2571_allegato.pdf Calendario vaccinale iniziale , tratto dal PNPV 2017-2019.

Codice di Norimberga. https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_di_Norimberga Definizione accettata di reazione avversa comune, rara, ecc

[←63]

Roberto Burioni Tweet 31 marzo 2019 (nota 26)

[←64]

Sencer DJ, Dull HB, Langmuir AD. Epidemiologic basis for eradication of measles in 1967. Public Health Rep 1967; 82:253-256. [David J Sencer: Direttore dei CDC dal 1966 al 1977]. “La immunità che consegue alla guarigione è solida e dura tutta la vita.”

[←65]

[←66]

Moon S-S et al. Inhibitory Effect of Breast Milk on Infectivity of Live Oral Rotavirus Vaccines. Pediatr Infect Dis J. 2010 October ; 29(10): 919–923. Bellavite P. Op. cit. (Nota 12), pag 105-109.

[←67]

WHO. Global Measles oubreak. https://www.cdc.gov/globalhealth/measles/globalmeaslesoutbreaks.htm. (accessed October 10, 2019).

[←68]

[←69]

Serravalle E. Morbillo e Rosolia, ci vuole chiarezza. Assis. 2014. http://www.assis.it/morbillo-e-rosolia-ci-vuole-chiarezza/ Sencer DJ et al. 1967. (nota 64).

[←70]

Griffin DE. Measles virus-induced suppression of immune responses Immunol Rev. 2010 Jul; 236: 176–189.

[←71]

Aaby P, Samb B, Andersen M, Simondon F. No long-term excess mortality after measles infection: a community study from Senegal. Am J Epidemiol. 1996 May 15;143(10):1035-41

[←72]

Aaby P et al. Low mortality after mild measles infection compared to uninfected children in rural West Africa. Vaccine. 2002 Nov 22;21(1-2):120-6. Probabilità di sopravvivenza nettamente migliore per i bambini ragazzi che avevano preso il morbillo rispetto a quelli che non lo aveva avuto.

[←73]

Aaby P et al. DTP with or after measles vaccination is associated with increased inhospital mortality in Guinea-Bissau. Vaccine. 2007 Jan 26;25(7):1265-9. Epub 2006 Oct 18.

[←74]

Stuart-Harris C. Success and failure in human virus disease. IV. Immunization. Br Med J. 1971 Feb 20;1(5746):446-8. “The natural disease is infrequently fatal , and chiefly occurs in undernourished or immunological defective children.”

[←75]

WHO. Measles – Madagascar. Disease outbreak news. 17 January 2019 https://www.who.int/csr/don/17-january-2019-measles-madagascar/en/

[←76]

[←77]

[←78]

Istat UNICEF. . LA MORTALITÀ DEI BAMBINI IERI E OGGI IN ITALIA. Anni 1887-2011. Tasso di mortalità per mille nati vivi: per il morbillo 0 su 10.000 dal 1981

ISTAT, UNICEF. La mortalità dei bambini ieri e oggi. 2011. https://www.istat.it/it/files/2011/09/rapporto-istat-unicef.pdf.

Fino al 1997 i casi annuali di malattia erano alcune decine di migliaia all’anno, poi sono diminuiti di un ordine di grandezza. https://www.epicentro.iss.it/morbillo/epidemiologia-italia

[←79]

Ultimo aggiornamento 23 marzo 2017 con dati fino al 2016 (verificato in data 17 agosto 2019) https://www.epicentro.iss.it/morbillo/epidemiologia-italia

[←80]

La differenza del numero di casi riportati può essere notata nella seguente tabella:

N° riportato N° fornito sul grafico dal Ministero della Salute 2010

3.011

4.144

2011

4.671

7.113

2012

622

1.405

[←81]

Santoro, Grandolfo ME et al Measles Epidemiology in italy, IJEpidemiol, 1984;13(2):201-9.

[←82]

Santoro R, Grandolfo ME et al. Morbillo: valutazione della morbosità sulla base dei dati ufficiali e programma di verifica della loro affidabilità, in previsione della campagna di vaccinazione. Epid Prev. 1978;3:39-44.

[←83] [←84] [←85]

Santoro R, Grandolfo ME et al. 1984. (Nota 81). Santoro R, Grandolfo ME et al. 1984. Ibidem. Santoro R, Grandolfo ME et al. (Nota 82).

[←86]

Intervento del prof Michele Grandolfo 29 gennaio 2019 sotto il post facebook di fabio.franchi.921 di data 28 gennaio 2019: “Il boomerang delle vaccinazioni di massa per il morbillo”.

[←87]

La mortalità per una malattia può essere calcolata riferendola alla popolazione totale (e considerata per anno solare), oppure calcolata sul numero di casi di malattia. Perciò deve essere specificato in ogni occasione.

[←88]

A. D. Langmuir, D. A. Henderson, R. E. Serfling, et al., “The Importance of Measles as a Health Problem,” American Journal of Public Health 52, no. 2 (1962): 1–3. NB Courtesy of American Public Health Association (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1522578/)

[←89]

Langmuir AD et al. Ibidem: “A quelli che mi domandano, “Perché desideri eradicare il morbillo?,” io rispondo con la stessa risposta che Hillary utilizzo quando gli fu domandato perché desiderava scalare il monte Everest. Disse, “Perché è lì.” A questo può essere aggiunto, “... e può essere fatto.”

[←90]

National Center for Health Statistics. USA. Vital Statistics and Health and Medical Care. Vital Statistics (Series B1-220). 1940 to 1970. NATIONAL CENTER FOR HEALTH STATISTICS. VITAL STATISTICS OF THE UNITED STATES 1962. VOLUME II—MORTALITY. PART A. 1962. Robert D. Grove, and Alice M. Hetzel. VITAL STATISTICS RATES IN THE UNITED STATES. 1940-1960U.S. DEPARTMENT OF HEALTH, EDUCATION, AND WELFARE PUBLIC HEALTH SERVICE. 1968. .

[←91]

Grandolfo ME (Nota 81).

[←92]

Bambino Gesù Istituto per la Salute. Morbillo http://www.ospedalebambinogesu.it/morbillo#.XVbkpeMza00 ”Si stima che di esiti mortali della malattia, in massima causati dalle sue complicanze sia dell'ordine 22 casi su 1000 nei paesi sviluppati.”

[←93]

Il Prof Alberto Villani, presidente della SIP ( Società Italiana di Pediatria): “1 morto ogni 700-800 casi” (29/11/2018). https://www.sip.it/2018/11/29/audizione-al-senatodel-presidente-sip-alberto-villani/

[←94]

Il seguente schema è suggerito dai CDC per promuovere la vaccinazione antinfluenzale, ma è utilizzato per ogni malattia vaccinabile (Glen Nowak, Ph.D. Acting Director of Media Relations, CDC. Increasing Awareness and Uptake of Influenza Immunization” 30/07/2004). h p://bit.ly/32bcDwt. Traduzione di una delle slide:

[←95]

Dati Istituto Superiore Sanità ed Epicentro. IL Tasso di mortalità si riferisce a 100.000 casi di malattia sintomatica (morbillo). È uguale dire: 1 su 10.000 (vedi tabella n° 2).

[←96]

Dati Istituto Superiore Sanità ed Epicentro. IL Tasso di mortalità si riferisce a 100.000 casi di malattia sintomatica (morbillo) Totale casi 2017-2018: 7.517. Decessi 12. Mortalità: 16 su 10.000 (1 su 626).

[←97]

Eleonora B. “Gli amori della mia vita? Moglie, figli e ... virus”. Intervista al prof Mantovani. Il Giornale, 4 aprile 2016.

[←98]

Cattaneo M. Rai, in TV la provocazione sui vaccini: “Sbagliato giocare con la scienza”. Repubblica, 16 maggio 2016.

[←99]

Mason WH. Measles. Nelson’s Texbook of Pediatrics, ch 246. 20th Edition, 2015.

[←100] Ibidem [←101] Santoro, Grandolfo ME et al 1984 (nota 81). [←102]

Mason WH. Measles. (nota 99)

[←103] Mason WH. Measles. (nota 99). [←104] RM ISS Morbillo e Rosolia News Rapporto N° 54 - Luglio 2019 “Complicanze: diarrea, epatite, cheratocongiuntivite, stomatite, polmonite, Insufficienza respiratoria, Trombocitopenia, Laringotracheobronchite, Otite, Altra complicanza, Encefalite, Convulsioni.” [←105] Muscat M, Bang H, Wohlfahrt J, Glismann S, Mølbak K; EUVAC.NET Group. Measles in Europe: an epidemiological assessment. Lancet 2009; 373:383–9. [Elevata incidenza nella fascia d’età fino ad 1 anno. Nel 2006: 18,5 per 100.000 bimbi di età inferiore all’anno]. [←106] Waaijenborg S et al. Waning of maternal antibodies against measles, mumps, rubella, and varicella in communities with contrasting vaccination coverage. J Infect Dis. 2013 Jul;208(1):10-6. [←107] Morbillo & Rosolia News. Rapporto N° 54 - Luglio 2019. [←108]

Epicentro RM news Età mediana nel 2013: 23 anni, nel 2014: 23, nel 2015: 23, nel 2016: 19, nel 2017: 27, nel 2018: 25, nel 2019: 30. https://www.epicentro.iss.it/morbillo/bollettino [←109] Muscat et al. (Nota 105). [←110] WHO EpiBrief. N° 1 2019. http://www.euro.who.int/en/health-topics/diseaseprevention/vaccines-and-immunization/publications/surveillance-and-data/whoepibrief . [←111] Epicentro. ISS. HProImmune. La promozione della vaccinazione negli operatori sanitari. https://www.epicentro.iss.it/vaccini/pdf/20-62014/Opuscolo%20per%20gli%20operatori%20sanitari.pdf. [←112] Sencer DJ et al. 1967 (nota 64). [←113] ACIP. Measles Prevention Recommendations of the Immunization Practices Advisory Committee (ACIP) MMWR December 29, 1989 / 38(S-9);1-18. [←114] Muscat M et al. The measles outbreak in Bulgaria, 2009–2011: An epidemiological assessment and lessons learnt. Euro Surveill. 2016;21(9):pii=30152. Il 61,7% dei bambini da 1 a 4 anni di età era vaccinato (con una o due dosi). Così l’89,8% dei casi dai 15 ai 19 anni (con una o due dosi). Così il 74,3% dei casi di soggetti di età superiore ai 20 anni (con una o due dosi).

[←115]

Ministero della Salute. DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA. UFFICIO 5 PREVENZIONE DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI E PROFILASSI INTERNAZIONALE. MORBILLO IN MADAGASCAR. 17 gennaio 2019. “Secondo l’OMS ed il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), la copertura stimata della vaccinazione contro il morbillo in Madagascar nel 2017 era del 58%. Oltre la metà dei casi (51%) segnalati durante l’attuale epidemia non sono stati vaccinati o il loro stato immunitario non è conosciuto. Il Madagascar ha il più alto tasso di malnutrizione dei bambini minori di cinque anni (47%) della regione africana, fatto che può aumentare il rischio nei bambini di gravi complicazioni e morte dovuti a infezione da morbillo.” [←116] George F et al. Measles outbreak after 12 years without endemic transmission, Portugal, February to May 2017. Euro Surveill. 2017;22(23):pii=30548. [←117] Prof Alfredo Guarino Responsabile della Unità Complessa di Malattie Pediatriche dell’Ospedale Federico II di Napoli. Al minuto 16:52 Trasmissione 28 settembre 2018 Radio Luna, Napoli: https://www.youtube.com/watch? v=Bl81E5kxoRc&fbclid=IwAR3H0ZWrE6sb6XvU9KpqCshTfKPspo2z5JMqoos0q7hYuh4XV AiHNnu16-s [←118] Muscat M et al (nota 105). [←119] Epicentro ISS. Morbillo & Rosolia News. Rapporto N° 54 - Luglio 2019 [←120] Szenborn L et al. Passive acquired immunity against measles in infants born to naturally infected and vaccinated mothers. Med Sci Monit 2003;9:CR541–6. [←121] Al minuto 16:02 Trasmissione 28 settembre 2018 Radio Luna, Napoli: h p://bit.ly/2PBYoOl. [←122] Johnson CE et al. Measles vaccine immunogenicity in 6- versus 15-month-old infants born to mothers in the measles vaccine era. Pediatrics. 1994 Jun;93(6 Pt 1):939-44. “Durante la recente epidemia ci fu uno spostamento nel picco di incidenza da bambini di età scolare a bambini di meno di un anno di età. Nel 1992, 22,2% di tutti i casi erano in bambini di età inferiore all’anno.”

[←123]

Lennon JL, Black FL. Maternally derived measles immunity in era of vaccineprotected mothers. J Pediatr. 1986 May;108(5 Pt 1):671-6. “Il vaccino antimorbillo evoca titoli anticorpali minori che la malattia naturale. Yaeger et al hanno notato una progressivo declino del titolo medio degli anticorpi nel siero del cordone ombelicale tra il 1969 1980. Non solo i titoli delle madri più giovani basso, ma i titoli neutralizzanti sono cambiati rispetto ai titoli di inibizione della emoagglutinazione.”

[←124] Langmuir (nota 88) [←125] CDC Measles history. (downloaded August 24, 2019).

https://www.cdc.gov/measles/about/history.html

[←126] Obukhanych T. (Nota 12). [←127] Smetana J et al. (2017). Decreasing Seroprevalence of Measles Antibodies after Vaccination ± Possible Gap in Measles Protection in Adults in the Czech Republic. PLoS ONE 12(1): e0170257. [←128] Kohler PF, Farr RS. Elevation of cord over maternal IgG immunoglobulin: evidence for an active placental IgG transport. Nature 1966;210(June(5040)):1070–1. [←129] Lennon JL, Black FL. Maternally derived measles immunity in era of vaccineprotected mothers. J Pediatr. 1986 May;108(5 Pt 1):671-6. [←130] Hendriks J, Blume S. Measles vaccination before the measles-mumps-rubella vaccine. Am J Public Health. 2013 Aug;103(8):1393-401. doi: 10.2105/AJPH.2012.301075. Epub 2013 Jun 13. [←131] CDC. Measles. https://www.cdc.gov/vaccines/pubs/pinkbook/downloads/meas.pdf “Il morbillo atipico avviene solamente in persone che abbiano ricevuto il vaccino inattivato e siano successivamente esposte al virus selvaggio. Si stima che dalle 600 alle 900.000 persone hanno ricevuto il vaccino inattivato negli Stati Uniti dal 1963 al 1967. Il vaccino inattivato sensibilizza il ricevente agli antigeni virali senza conferire protezione."

[←132] Hendriks J1, Blume S, 2013 (nota 130). [←133] Nichols EM. Atypical measles syndrome: a continuing problem. Am J Public Health. 1979 Feb;69(2):160-2. [←134] Hendriks 2013 (Nota 130) [←135] Hendriks J, Blume S. (nota 130). [←136] McLean DM, Kettyls GD, Hingston J, Moore PS, Paris RP, Rigg JM. Atypical measles following immunization with killed measles vaccine. Can Med Assoc J. 1970 Oct 10;103(7):743-4. [←137] St Geme JW et al. Exaggerated natural measles following attenuated virus immunization. PEDIATRICS Vol. 57 No. 1 January 1976:148-9. “... questi bambini sviluppavano febbre, cefalea, tosse, mialgie, dolore addominale, un esantemiainusuale, edema periferico e polmonite. Il grande numero di questi casi portò alla precoce raccomandazione di sospendere l’uso del vaccino con virus ucciso. [←138] Strebel PM, Orenstein WA. Measles. N Engl J Med. 2019 Jul 25;381(4):349-357. NB La popolazione USA sotto i 5 anni di età nel 1963 era di circa 20 milioni. I nuovi nati erano all’epoca 4-5 milioni all’anno. Quindi inizialmente la copertura vaccinale (con vaccini pericolosi e scarsamente efficati) era molto bassa e non in grado di giustificare marcate modificazioni epidemiologiche che nel grafico appaiono attribuite all’inizo della vaccinazione. [←139] Plotkin SA, Offit PA, Orenstein WA, Edwards KM. Plotkin’s Vaccines. Seventh edition 2018. Measles pp 579-618. Grafico dell’autore del presente elaborato, con dati tratti testo citato. Nei colori più scuri i primi vaccini poi sospesi:

[←140] Hinman AR, Brandling-Bennett AD, Nieburg PI. The opportunity and obligation to eliminate measles from the United States. JAMA. 1979 Sep 14;242(11):1157-62. [←141]

Lennon JL, Black FL. Maternally derived measles immunity in era of vaccineprotected mothers. J Pediatr. 1986 May;108(5 Pt 1):671-6.

[←142] Johnson CE et al. Measles vaccine immunogenicity in 6- versus 15-month-old infants born to mothers in the measles vaccine era. Pediatrics. 1994 Jun;93(6 Pt 1):939-44. [←143] Gans HA, Maldonado YA. Loss of passively acquired maternal antibodies in highly vaccinated populations: an emerging need to define the ontogeny of infant immune responses. J Infect Dis. 2013 Jul;208(1):1-3. [←144] Edwards KM. Maternal antibodies and infant immune responses to vaccines. Vaccine. 2015 Nov 25;33(47):6469-72. [←145] Wilkins J, Wehrle PF, Portnoy B. Live further attenuated rubeola vaccine: serologic responses among term and low-birth weight infants. Am J Dis Child. 1972;123:190-192. [←146] Krugman RD. Rosenberg R, Mcintosh K, et al Further attenuated live measles vaccines: the need for revised recommendations. I Pediatr. 1977;

91:766-767. [←147] Orenstein WA, Markowitz L, Preblud SR, Hinman AR, Tomasi A, Bart KJ. Appropriate age for measles vaccination in the United States. Dev Biol Stand. 1986;65:13-21. [←148]

CDC. Measles Prevention Recommendations of the Immunization Practices Advisory Committee (ACIP). MMWR December 29, 1989 / 38(S-9);1-18. https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00041753.htm

[←149]

ACIP. Measles Prevention Recommendations of the Immunization Practices Advisory Committee (ACIP). MMWR December 29, 1989 / 38(S-9);1-18. https://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/00041753.htm

[←150] Epicentro: casi morbillo, range d’età da 0 ad 89 anni. https://www.epicentro.iss.it/morbillo/bollettino [←151] Sencer D (Nota 64). [←152] Hinman AR, Brandling-Bennett AD, Nieburg PI. The opportunity and obligation to eliminate measles from the United States. JAMA. 1979 Sep 14;242(11):1157-62. “Il 4 ottobre 1978, il ministro della Salute, Educazione ed Assistenza Sociale, Joseph Califano jr. annunciò: "noi stiamo lanciando uno sforzo che si propone di liberare gli Stati Uniti dal morbillo a partire dal 1 ottobre 1982.” [←153] https://www.cdc.gov/measles/about/history.html [←154] https://www.cdc.gov/measles/cases-outbreaks.html (consultato il 20 settembre). Strebel PM, Orenstein WA. Measles. N Engl J Med. 2019 Jul 25;381(4):349-357. [←155] Measles WHO response. https://www.who.int/en/news-room/factsheets/detail/measles “Nel 2010, L’Assemblea dell’OMS stabilì 3 pietre miliari verso la futura eradicazione del morbillo da raggiungersi nel 2015”. [←156]

Andrews N et al. Towards elimination: measles susceptibility in Australia and 17 European countries. Bull World Health Organ. 2008 Mar;86(3):197-204. [←157] . WHO EpiBrief. N° 2-2019. http://www.euro.who.int/en/health-topics/diseaseprevention/vaccines-and-immunization/publications/surveillance-and-data/whoepibrief. La somma dei casi nei 7 Paesi era di 269 nel 2007. Negli stessi Paesi, a fine giugno 2019 era di 1.145, di cui solo una piccola frazione importati. [←158] Patel MK, Orenstein WA. Classification of global measles cases in 2013-17 as due to policy or vaccination failure: a retrospective review of global surveillance data. Lancet Glob Health. 2019 Mar;7(3):e313-e320. [←159] In realtà un vaccino monocomponente contro il morbillo è approvato e commercializzato in Svizzera. [←160] Centers for Disease Control. Epidemiology and prevention of vaccine-preventable diseases. 13th ed. Hamborsky J, Kroger A, Wolfe S, editors. Washington D.C.: Public Health Foundation; 2015. 209-15 (Page last reviewed: April 15, 2019) https://www.cdc.gov/vaccines/pubs/pinkbook/meas.html

[←161] Vestergaard M, Hviid A, Madsen KM, Wohlfahrt J, Thorsen P, Schendel D, et al. MMR vaccination and febrile seizures: evaluation of susceptible subgroups and long-term prognosis. JAMA 2004;292(3):351-357. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15265850. [←162] Miller S. The unofficial vaccine educators: are CDC funded non-profits sufficiently independent? BMJ 2017;359:j5104. [←163] Epicentro. Vaccino tetravalente per morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV): reazioni avverse e rischi correlati alle malattie. https://www.epicentro.iss.it/vaccini/ReazioniAvverseMPRV. “Nei bambini sotto i 4 anni di età vaccinati con la prima dose, le convulsioni febbrili sono meno frequenti quando MPR e V sono somministrati separatamente (nella stessa seduta vaccinale ma in due sedi anatomiche distinte) (circa un caso su 2.500). Le convulsioni febbrili si verificano raramente dopo la seconda dose di MPRV.”

[←164] Rapporto OER Puglia. 11 novembre 2018. h p://bit.ly/338I0bZ Frequenza avventi avversi GRAVI registrati con sistema sorveglianza ATTIVA: 40,69 per 1.000 (di cui il 71,3% attribuito all’MPRV; lo stesso per la sorveglianza PASSIVA: 0,12 per 1.000, di cui il 36,4% attribuito all’MPRV. Rapporto = 681. [←165]

Ricciardi W. (allora Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità) Trasmissione La Gabbia, La7. 31 luglio 2017.

[←166] Merelli M. Conferenza “Vaccini facciamo chiarezza”. Cividale 26 settembre 2019. Registrazione: Merelli: https://bit.ly/2C5oPnu [←167] Il lavoro di trascrizione della frequenza delle singole reazioni avverse dal sito dell’AIFA (nel maggio 2019), lungo e noioso, è stato possibile anche grazie all’aiuto fattivo di Denis Golin, Gioia Locati, Giampiero Mazza, Silvia Cagnani, Stefania Marchesini e Valentina De Guidi. A loro la mia gratitudine. [←168] AIFA. Alcuni eventi avversi segnalati per Priorix tetra (vedi anche nota 167).

[←169] Segnalazioni reazioni/eventi avversi ad AIFA (voci selezionate) per Priorix: nella tabella sono elencati i vari tipi di reazione cutanea. Degno di menzione il rilevante numero di “morbillini” (vedi anche nota 167).

[←170] Vittorio Demicheli. Audizione Senato del 22 novembre 2018. 12° Commissione Igiene e Sanità. “Il nostro sistema di Farmacovigilanza è considerato, per quantità di segnalazioni, un buon sistema di farmacovigilanza”. [←171] Vedi nota 167. [←172] disturbi neurosviluppo in Italia. Incremento del 40 % in 10 anni

[←173] WHO. Mongolia measles free. 2014. https://www.who.int/westernpacific/news/detail/08-07-2014-mongolia-certifiedmeasles-free . “Durante una cerimonia nella capitale mongola, il Primo Ministro Norovyn Altankhuyag ha evidenziato il successo degli sforzi di immunizzazione del morbillo del paese negli ultimi 40 anni e si è congratulato con gli operatori sanitari e i genitori, nonché con l'OMS, l'UNICEF e altri partner per sostenere le sue campagne di immunizzazione del morbillo”. "I risultati della Mongolia nell'eliminazione delle malattie prevenibili con i vaccini sono dovuti al suo forte programma di immunizzazione e all'impegno del governo", ha affermato Mark Jacobs, direttore delle malattie trasmissibili presso l'ufficio regionale dell'OMS per il Pacifico occidentale. "Questa certificazione riconosce la leadership regionale della Mongolia nella lotta contro il morbillo". [←174] WHO. Measles cases in Mongolia. http://apps.who.int/immunization_monitoring/globalsummary/JPG/MNGMEASLES_ Cases.jpg. [←175] Orsoo O et al. Epidemiological characteristics and trends of a Nationwide measles outbreak in Mongolia, 2015-2016. BMC Public Health. 2019 Feb 15;19(1):201. [←176] WHO. N° casi e e copertura vaccinale per morbillo: http://apps.who.int/immunization_monitoring/globalsummary/JPG/MNGMEASLES_ SIA.jpg.

[←177] Lopalco PL. The Matrix. 14 luglio 2017. http://www.adultievaccinati.it/2017/07/14/the-matrix/ [←178] Rentsen T et al. Measles outbreak after a post-honeymoon period in Mongolia, 2001. Jpn J Infect Dis. 2007;60:198-199. [←179] Hagan JE et al. Risk Factors for Measles Virus Infection Among Adults During a Large Outbreak in Postelimination Era in Mongolia, 2015. J Infect Dis. 2017 Dec 5;216(10):1187-1195. [←180] Ibidem [←181] Orsoo O et al. 2019. (Nota175). [←182] WHO Western Pacific Region. Mongolia. Closing immunity gaps in older children and adults towards measles and rubella elimination Lessons learned and challenges. Siena, Italy. May 10-11, 2016. [←183] Hagan JE et al. 2017. (nota 179). [←184] https://www.cdc.gov/globalhealth/measles/globalmeaslesoutbreaks.htm I casi di morbillo stanno aumentando. Dati provvisori dall’OMS indicano che durante i primi sei mesi dell’anno ci sono stati più casi riportati in tutto il mondo che in ogni anno dal 2006. Dal 1 gennaio al 31 luglio 2019, 182 nazioni hanno riportato 364.808 casi all’OMS. Questo supera i 129.239 durante lo stesso periodo del 2018. Le Regioni WHO con il maggior incremento includono la Regione Africana (900%), la Regione Pacifica dell’Ovest (230%) e la Regione Europea (150%). [←185] Sonia M et al. Subacute sclerosing panencephalitis in a tertiary care centre in post measles vaccination era. J Commun Dis. 2009 Sep;41(3):161-7. [←186] Modlin JF, Jabbour JT, Witte JJ, Halsey NA. Epidemiologic studies of measles, measles vaccine, and subacute sclerosing panencephalitis. Pediatrics. 1977 Apr;59(4):505-12.

[←187] Okuno Y et al. Incidence of subacute sclerosing panencephalitis following measles and measles vaccination in Japan. Int J Epidemiol. 1989 Sep;18(3):684-9. [←188] Dyken PR et al. Changing Character of Subacute Sclerosing Panencephalitis in the United States. Pediatr Neurol 1989;5:339-41. [←189] Nikhil Bansal a, Raghvendra Narayan. Subacute sclerosing panencephalitis after measles vaccination and without clinical measles, vaccine induced or something else: A case report. Pediatric infestious disease. 2014;6:18-20. [←190] Mason WH Mumps. Chapter 248, in Nelson Texbook of Pediatrics, 20th Edition, 2015. [←191] Cianchetti C, Ferrante P, Marrosu MG. Subacute sclerosing panencephalitis in Italy. An epidemiological study. Acta Neurol Scand. 1986 Feb;73(2):160-7. [←192] Peter Duesberg. (nota 18) [←193] Rubin SA. Mumps vaccines. Ch 40; in Plotkin’s Vaccines, 7th Edition, 2018. [←194] Epicentro. ISS. Parotite dati epidemiologici italiani. https://www.epicentro.iss.it/parotite/epidemiologia. 2019).

(consultazione

[←195] The Merck Manual 18th edition, Mumps, 2006; pp 1644-46. [←196] National Health Service UK Complications of Mumps https://www.nhs.uk/conditions/mumps/complications/ [←197] Burioni R. Il vaccino non è un’opinione. Mondadori, 2016. [←198] Mason WH 2015. Mumps. (nota 190). “Orchite ed Ooforite

settembre

negli adolescenti e giovani maschi, l'orchite è secondaria solo a parotite. Il coinvolgimento nei ragazzi prepuberi è estremamente rara, ma dopo la pubertà, l'orchite può colpire il 30-40% dei maschi. Comincia entro alcuni giorni seguendo l'inizio della parotite nella maggioranza dei casi ed è associata con febbre da moderata ad alta, con dolore e gonfiore dei testicoli. Nel 30% o meno dei casi l'orchite è bilaterale. L'atrofia dei testicoli può avvenire, ma la sterilità è rara persino con coinvolgimento bilaterale." “Pancreatite La pancreatite può avvenire della parotite con o senza coinvolgimento della parotide. La malattia severa rara, ma febbre, dolore epigastrico, e vomito sono suggestivi. Studi epidemiologici hanno suggerito che la parotite può essere associata con susseguente sviluppo di diabete mellito ma legame causale stato stabilito." [←199] Rubin SA. (Nota 193). [←200] The Merck Manual 18th edition (Nota 195). “In popolazioni non vaccinate, la malattia può capitare ad ogni età, ma prevalentemente tra i 5 ed i 10 anni; è inusuale in bambini di età inferiore ad un anno. Circa il 25-30% dei casi sono clinicamente inapparenti. Un attacco [di parotite] usualmente conferisce una immunità permanente. ” [←201] Rubin SA. (Nota 193). “La malattia è altamente contagiosa tanto che praticamente tutte le persone all’età di 15 anni nell’era prevaccini avevano evidenza di un’infezione pregressa. Basandosi su studi longitudinali di siero- conversione o studi su epidemie, infezioni asintomatiche avvengono in approssimativamente il 20-40% delle persone infettate.” [←202] Gershon A Mumps in Harrison’s Principles of Internal Medicine 17th edition, 2008;pp 1220-21. “Prima della diffusa vaccinazione, la parotite era principalmente una malattia dell’infanzia, sebbene oggigiorno più del 50% dei casi colpiscano giovani adulti”. [←203] MMWR Recommended Adult Immunization Schedule – US, 2010. 2010;59, No 1. “Vaccinazione per morbillo, rosolia e parotite. Adulti nati prima del 1957 negli USA sono considerati protetti” [←204] Mason WH 2015. Mumps. (Nota 190).

“Una prova presuntiva accettabile di immunità verso la parotite ora consiste in uno dei seguenti: 1) documentazione di una adeguata vaccinazioni all’età di 12 mesi o più, 2) prova laboratoristico di immunizzazione, 3) nascita prima del 1957, e 4) documentazione di parotite diagnosticata dal medico.” [←205] Epicentro. ISS. Statistica italiana: casi di morbillo e coperture vaccinali sito ISS. https://www.epicentro.iss.it/morbillo/epidemiologia-italia. [←206] Gabutti G et al. Epidemiology of measles, mumps and rubella in Italy. Epidemiol. Infect. (2002), 129, 543–550. “Parotite L'incidenza di parotite è rimasta sostanzialmente invariata nelle ultime due decadi dimostrando nessun impatto dall'uso del vaccino MPR. Infatti, l'immunizzazione contro la parotite è stata raccomandata in Italia a speciali gruppi di popolazione che ha giovani maschi adulti particolarmente a rischio di infezione complicazioni (reclute militari, eccetera). Sebbene la copertura vaccinale con il vaccino combinato MPR è largamente insoddisfacente, l'epidemiologia e la parotite sembra essere inalterata, con un aumento dell'incidenza durante gli ultimi anni persino nei gruppi di età fatte oggetto della vaccinazione. La spiegazione di tale osservazione, per alcuni aspetti, potrebbe essere dovuta all'uso di vaccini meno efficaci che includono il ceppo Rubini." [←207] EMA. Query ASK-32116, dell’ 11 luglio 2017: “Per quanto riguarda parotite e pertosse, livelli anticorpali che siano stati validati come correlati di protezione verso la malattia non esistono”. [←208] Plotkin SA, Orenstein WA, Offit PA, Edwards KM. Plotkin’s Vaccines, 7th Edition. Elsevier inc. 2018. [←209] Plotkin SA and Gilbert P. Correlates of protection. Ch 3; 35-40.e4, in Plotkin’s Vaccines, 7th Edition, 2018. [←210] Mason WH 2105. Mumps. (nota 190). “Nell’era prevaccini, la parotite colpiva principalmente di bambini piccoli tra le età di 5-9 anni e in epidemie circa ogni quattro anni. […]. Successivamente alla raccomandazione dell’uso ordinario del vaccino antiparotite nel 1967 (con MMR dal 1971), l’incidenza della parotite diminuì drammaticamente nei bambini e si spostò sui bambini più grandi, adolescenti e giovani adulti. Focolai epidemici continuarono ad

avvenire persino in popolazioni altamente vaccinate come risultato del fallimento vaccinale e anche a causa della sotto vaccinazione di persone suscettibili. Dopo l’implementazione della raccomandazione di due dosi (MMR) nel 1989, il numero di casi di parotite diminuirono ulteriormente. […] Nel 2006 avvenne la più grande epidemia degli Stati Uniti negli ultimi 20 anni. Vi fu un totale di 6.584 casi, 85% dei quali in otto Stati del Midwest. 29% dei casi colpirono pazienti di 18-24 anni, la maggior parte dei quali frequentava un collegio. Un’analisi di 4.039 pazienti con la parotite, visti i nei primi sette mesi dell’epidemia, indicava che il 63% aveva ricevuto più di due dosi di vaccino MMR. Successivamente numerose epidemie di parotite sono state documentate in popolazioni altamente vaccinate nel nord-est degli Stati Uniti.” [←211] Rubin SA. (Nota 193). “Correlati di protezione” La presenza di anticorpi neutralizzanti e legati alla protezione. […] comunque, numerosi tentativi di definire un livello di anticorpo che correli con una protezione hanno fallito. Per esempio, gli studi effettuati nell’era prevaccino avevano trovato in maniera consistente che titoli anticorpali neutralizzanti nel range di 1:4 fino a 1:8 erano associati con la protezione; comunque molte persone con titoli molto più alti si ammalavano. In uno studio di vaccinati con MMR-II, coinvolti in un’epidemia negli Stati Uniti nel 2006, i titoli anticorpali neutralizzanti di approssimativamente 1:30 o più alti erano associati con la protezione, ma titoli nei “casi” e “non casi” esposti si sovrapposero e nessun punto di cut-off aveva potuto chiaramente separare questi due gruppi.” [←212] Marshal HS and Plotkin S. The changing epidemiology of mumps in a high vaccination era. Lancet Infect Dis 2018 Published Online December 14, 2018. [←213] Dayan GH, Rubin S. Mumps outbreaks in vaccinated populations: are available mumps vaccines effective enough to prevent outbreaks? Clinical Infectious Diseases 2008; 47: 1458–1467. [←214] Gupta RK, Best J, MacMahon E. Mumps and the UK epidemic 2005. British Medical Journal 2005; 330:1132–1135. [←215] Dayan GH, et al. Recent resurgence of mumps in the United States. New England Journal of Medicine 2008;358: 1580–1589. [←216]

Ferson MJ, Konecny P. Recent increases in mumps incidence in Australia : the ‘forgotten’ age group in the 1998 Australian Measles Control Campaign. Medical Journal of Australia 2009; 190: 283–284. [←217] Brockhoff HJ, et al. Mumps outbreak in a highly vaccinated student population, The Netherlands, 2004. Vaccine 2010; 28: 2932–2936. [←218] Kaaijk P, et al. Increased mumps incidence in the Netherlands: review on the possible role of vaccine strain and genotype. Eurosurveillance 2008; 13. [←219] Rubin SA. (Nota 193). “Più recentemente, in uno studio retrospettivo di sieri antecedenti l’epidemia di studenti olandesi che furono successivamente esposti durante l’epidemia, i titoli anticorpali neutralizzanti medi contro il virus vaccinali, contro (JL) e due ceppi selvaggi (incluso un isolato dal epidemia) erano più bassi tra gli individui infettati paragonati con quelli non infettati. Comunque c’era una pressoché completa sovrapposizione nel range dei titoli anticorpali nei due gruppi. In questo ed in altri studi, nessuna associazione è stata trovata tra le concentrazione di IgG specifiche nei confronti del virus parotitico e la protezione o tra alcuna delle numerose risposte immuni cellulo mediate investigate e la protezione.” [←220] Rubin SA. (Nota 193). “In uno studio retrospettivo del 2014 che paragonava le concentrazioni di anticorpi di IgG specifici per la parotite in campioni antecedenti l’epidemia relativi a “casi” e “non casi” esposti tra gli studenti in due università danesi le concentrazioni pre epidemia erano più basse tra i casi rispetto ai non casi, ma nessun cut-off sierologico per la protezione poté essere stabilito.” [←221] Rubin SA. (Nota 193). “Epidemiologia. Negli anni prima dell’introduzione del vaccino contro la parotite negli Stati Uniti, la parotite era riportata più comunemente tra i bambini piccoli d’età scolare. In uno studio condotto dal servizio pubblico degli Stati Uniti tra gli anni 1960 1964 in alcune regioni degli Stati Uniti, bambini di età inferiore ai 15 anni costituivano il 92% dei casi.” “Nonostante questa drammatica riduzione dell’incidenza della malattia, grandi epidemie di parotite ancora vengono persino in popolazioni completamente vaccinate, indicando che la protezione completa contro la parotite, usando i vaccini correnti e di attuali calendari vaccinali, può non essere fattibile.”

[←222] Brockhoff HJ, et al. Mumps outbreak in a highly vaccinated student population, The Netherlands, 2004. Vaccine 2010; 28: 2932–2936. [←223] Schwarz NG, et al. Mumps outbreak in the Republic of Moldova, 2007–2008. Pediatric Infectious Diseases Journal 2010; 29: 703–706. [←224] Westphal DW et al. A protracted mumps outbreak in Western Australia despite high vaccine coverage: a population-based surveillance study. Lancet Infect Dis 2018 Published Online December 14, 2018. “I tassi di attacco della parotite aumentarono bruscamente con l'età con un massimo nel gruppo d'età dai 15 ai 19 anni. L'89% di 419 persone con età dai uno ai 19 anni erano pienamente vaccinati ed il 7% erano parzialmente vaccinati. Delle 240 persone che erano risultate positive al test RT-PCR e che vennero anche testati per l'IgG e le IgM specifiche, 165 (69%) erano positive per l'IgG ma negative per le IgM.” [←225] Rubin SA. (Nota 193). [←226] de Wit J, Emmelot ME, Poelen MCM, et al. Mumps infection but not childhood vaccination induces persistent polyfunctional CD8+ T-cell memory. J Allergy Clin Immunol 2018; 141: 1908–11. [←227] Vermeire T et al. Sera from different age cohorts in Belgium show limited crossneutralization between the mumps vaccine and outbreak strains. Clin Microbiol Infect. 2019 Jul;25(7):907.e1-907.e6. “Sieri provenienti da differenti corti d'età in Belgio mostrano una limitata cross neutralizzazione tra tra i ceppi parotite da vaccino e selvaggi. Recentemente, nuove epidemie di parotite si sono sviluppate in popolazioni altamente vaccinate e le cause di questi nuovi focolari sono tuttora sconosciute. Noi abbiamo analizzato se esistesse una differente capacità nella neutralizzazione contro i tipi virali da vaccino e selvaggi e se poteva essere individuata una immunità che si affievolisce. Risultati: anticorpi neutralizzanti contro il ceppo vaccinico erano presenti nell'81% dei bambini di 2-3 anni d'età, il 70% di quelli d'età dai 8-9 anni, 76% in quelli di 13-14 anni d'età, 73% in quelli di 18-20 anni d'età, 62% di quelli di 24-26 anni di età e 75% di quelli di età superiore ai cinquant'anni. Per tutti i gruppi d'età, solamente circa metà di questi campioni di siero erano anche positivi per il virus selvaggio.

Conclusioni: la scarsa cross neutralizzazione in vitro può essere spiegata dal contributo di differenze antigeniche tra il genotipo A e G del virus parotitico, come pure di altri fattori immunitari, oltre a una copertura vaccinale inferiore all'ottimale e un'immunità evanescente.” [←228] Lewnard JA,* and Grad YH. Vaccine waning and mumps re-emergence in the United States. Sci Transl Med. 2018 March 21; 10(433), eaao5945:1-10. “Nella loro metanalisi, Lewnard e Grad trovarono che sebbene l'immunità successiva alla vaccinazione per la parotite persiste in media 27,4 anni, il 25% degli individui vaccinati potrebbe perdere la protezione entro 7,9 anni […]”. “Le nostre scoperte suggeriscono che il calare della protezione da vaccino ed il declino della esposizione naturale spiegano perché gli adolescenti erano la popolazione con il più alto rischio di infezione in quel momento.” [←229] Plotkin S. Mumps: a pain in the neck. J Pediatric Infect Dis Soc 2018; 7: 91–92. [←230] Mason WH Mumps. (nota 198). [←231] Mason WH. Mumps. (nota 210). “Nell’era prevaccini, la parotite colpiva ....” [←232] The Merck Manual, (Nota 195). [←233] Marshal HS and Plotkin S. The changing epidemiology of mumps in a high vaccination era. Lancet Infect Dis 2018 Published Online December 14, 2018. “… comunque, successivamente all'implementazione dei programmi di vaccinazione MMR, l'incidenza della parotite ha cominciato ad aumentare negli adolescenti e nei giovani adulti, nei quali la malattia potrebbe essere più severa e le complicazioni più frequenti.” [←234] Mason WH. Mumps. (Nota 190). [←235] Marin M et al. Recommendations of the Advisory Committee on Immunization Practices for the use of a third dose Virus Containing Vaccine. MMWR / January 12, 2018 / Vol. 67 / No. 1 33 “Raccomandazione

Persone precedentemente vaccinate con due dosi di vaccino contenente il virus della parotite che sono identificati dalle autorità salute pubblica come parte di un gruppo di popolazione ad aumentato rischio di contrarre la parotite a causa di un'epidemia, dovrebbero ricevere una terza dose di un vaccino contenente il virus della parotite per migliorare la protezione contro la parotite e relative complicazioni." [←236] Rubin SA. Mumps. (Nota 193). “Una proporzione ragguardevole di vaccinati diventano sieronegativi o dimostrano un significativo declino dei titoli anticorpali nel tempo. In parallelo l'efficacia sul campo dei vaccini sembra declinare nel tempo dopo la vaccinazione. Queste osservazioni sono suggestive di una immunità decrescente. [...] Ciononostante, l'uso di una dose addizionale di vaccino durante un'epidemia sembrerebbe prudente. Questa nozione è supportata dai dati sull'immunità di una terza dose di MPR tra 685 giovani adulti in una situazione di assenza di epidemie, come riportato nel lavoro di FiebelKorn e colleghi. In quello studio il GMT (Geometric Mean Titer) dei titoli anticorpali neutralizzanti fu visto crescere in modo significativo in risposta alla terza dose quando misurati una mese dopo la vaccinazione. Comunque, ad un anno dopo la vaccinazione, i titoli ritornano al livello di partenza, suggerendo solamente un beneficio temporaneo della terza dose di vaccino, rendendo difficile giustificare una modifica del corrente calendario MPR per l'uso routinario del vaccino.” [←237] Susan E. Reef and Stanley A. Plotkin Rubella Vaccines. Ch 53 in Plotkin. “Comunque, in regioni di copertura vaccinale elevata, la gran parte dei casi può colpire vaccinati nei quali una risposta IgM può non essere rilevabile poiché non è un componente maggiore della risposta anamnestica immune. Inoltre i livelli di IgG nei vaccinati può già essere alto, precludendo la dimostrazione di un aumento significativo nel titolo di IgG.” [←238] Mason WH. Rubella. Ch 247 in Nelson’s Texbook of Pediatrics. 2015 Edition. [←239] CDC Rubella. https://www.cdc.gov/rubella/about/in-the-us.html [←240] Epibrief 2-2019 “Stato vaccinale Lo stato vaccinale era conosciuto nel 79% dei casi (n=324). Dei 135 (42%) non vaccinati: 29 (21%) erano di età inferiore all’anno, 38 (28%) erano di età 1-4 anni, 18 (13% avevano dai 5 ai 19 anni e 50 (37%) avevano più di 20 anni. I rimanenti 189 casi (58%) erano vaccinati con almeno una dose di vaccino”

[←241] Gava R. (Nota 12). [←242]

Ricercatore Universitario e dirigente medico della Clinica Pediatrica dell’Ospedale Infantile Burlo di Trieste.

[←243] Professore universitario e Primario della U.O. Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Trieste. [←244] De Paschale M, Clerici P. Microbiology laboratory and the management of motherchild varicella-zoster virus infection. World J Virol. 2016 Aug 12;5(3):97-124. [←245] L’immunità nei confronti delle malattie virali ha principalmente due componenti: quella umorale (formazione di anticorpi) e quella cellulo mediata da linfociti T. [←246] LaRussa PS and Marin M ch 253, pp 1579-1586e1 in Nelson Texbook of Pediatrics, 20th Edition, 2015. [←247] Reef SE and Plotkin SA. Rubella Vaccines. Ch. 53. In Vaccines. Plotkin 2018. [←248] LaRussa PS and Marin M. Ch 253. In Nelson’s Texbook of Pediatrics. 2015. 20th Edition. [←249] BreuerJ et al. Use and Limitations of Varicella-zoster Virus–Specific Serological Testing to Evaluate Breakthrough Disease in Vaccinees and to Screen for Susceptibility to Varicella. JID 2008:197 (Suppl 2): S147-S151. [←250] Tugwell BD. Chickenpox outbreak in a highly vaccinated school population. Pediatrics. 2004 Mar;113(3 Pt 1):455-9. [←251] Gershon AA et al. Varicella Vaccines. Ch 62 pp 1145-1180e17, in Plotkin’s Vaccines, 7th Edition, 2018. [←252]

Saiman L et al. Persistence of immunity to varicella-zoster virus after vaccination of healthcare workers. Infect Control Hosp Epidemiol 2001; 22:279–83. [←253] Otsuka T et al. Transmission of varicella vaccine virus, Japan. Emerg Infect Dis. 2009 Oct;15(10):1702-3. [←254] Tugwell BD (Nota 250). [←255] Lopez AS One dose of varicella vaccine does not prevent school outbreaks: is it time for a second dose?Pediatrics. 2006 Jun;117(6):e1070-7. [←256] Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. 2018. Pag 241: Se vengono vaccinati i bambini piccoli di entrambi i sessi, si potrebbe avere un effetto dannoso perché si riduce la trasmissione del virus, in modo da non dare la possibilità di ristimolare periodicamente la loro immunizzazione ...” [←257] Waaijenborg S. Waning of maternal antibodies against measles, mumps, rubella, and varicella in communities with contrasting vaccination coverage. J Infect Dis. 2013 Jul;208(1):10-6. “[...] gli anticorpi materni la madre vaccinata hanno titolo più basso e spariscono più velocemente.” [←258] Chaves SS et al. Varicella in infants after implementation of the US varicella vaccination program. Pediatrics. 2011 Dec;128(6):1071-7. [←259] Freer G, Pistello M. Varicella-zoster virus infection: natural history, clinical manifestations, immunity and current and future vaccination strategies. New Microbiol. 2018 Apr;41(2):95-105. [←260] Oxman MN, Levin MJ, Johnson GR, et al. A vaccine to prevent herpes zoster and postherpetic neuralgia in older adults. N Engl J Med. 2005;352(22):2271–2284. Qualche dettaglio riguardo i conteggi: 19.270 ricevettero il vaccino, 19,276 ricevettero il placebo. Dei 957 casi di herpes zoster (HZ) valutabili, 315 avvennero nei vaccinati, 642 nei trattati con placebo. Tassi di HZ: nei vaccinati 1,6% in 3,12 anni; nei riceventi placebo 3,3% in 3,12 anni.

[←261] Nuovo J et al. Reporting number needed to treat and absolute risk reduction in randomized controlled trials. JAMA. 2002 Jun 5;287(21):2813-4. [←262] Zostavax Package insert. Initial US approval 2006. [←263] Boostrix- HIGHLIGHTS OF PRESCRIBING INFORMATION. 28/04/2016. “La sicurezza e l’efficacia sul campo di BOOSTRIX non sono state stabilite nelle donne incinte”. [←264] Boostrix GSK. Scheda tecnica. Documento reso disponibile da AIFA il 07/03/2019 “Non sono disponibili dati sull’uomo derivanti da studi clinici prospettici riguardo l’impiego di Boostrix durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza. Tuttavia, come per altri vaccini inattivati, non si prevede che la vaccinazione con Boostrix danneggi il feto in qualsiasi trimestre di gravidanza. Devono essere attentamente valutati i benefici che comporta la somministrazione di Boostrix durante la gravidanza rispetto ai rischi. Dati limitati indicano che gli anticorpi materni possono ridurre l’entità della risposta immunitaria ad alcuni vaccini in bambini nati da madri vaccinate con Boostrix durante la gravidanza. La rilevanza clinica di questa osservazione non è nota.” [←265] ECDC. Pertussis - Annual Epidemiological Report 2015. 6 duicembre 2017. https://ecdc.europa.eu/en/publications-data/pertussis-annual-epidemiological-report2015. [←266] Fine PEM. Distribution of immunity to pertussis in the population of England and Wales. J of Hygiene 1984; 92:21-26. [←267] Bologna, neonata muore di pertosse al Sant'Orsola. Il Resto del Carlino. 30marzo 2019: https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/neonata-morta-pertosse1.4516935 [←268]

Mercurio F. La tragedia di Raffaele, morto a 3 mesi: “Una pertosse non diagnosticata”. https://www.ilmeridianonews.it/2019/06/tragedia-raffaele-3mesipertosse/.

[←269]

MSD. Pertosse. https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/malattieinfettive/bacilli-gram-negativi/pertosse. [←270] https://childhealthsafety.files.wordpress.com/2009/01/uk-pertussis-1838-1978.gif, riportato da Gava R. in Le Vaccinazioni Pediatriche, Librisalus.it. 2018, pag 2014. [←271] Wendelboe et al. Duration of Immunity Against Pertussis After Natural Infection or Vaccination. The Pediatric Infectious Disease Journal 2005;24:S58-61. [←272] Van Rie A et al. Role of Maternal Pertussis Antibodies in Infants. Pediatr Infect Dis J 2005;24: S62–S65. [←273] Ibidem. [←274] Ibidem. [←275] EMA. (nota 207). [←276] Plotkin SA e Gilbert P. (nota 209). [←277] Stewart GT. Vaccination against whooping cough: efficacy versus risks. Lancet 1977; Jan 29;1(8005):234-7. [←278] Stewart GT. Wooping cough in relation to other childhood infections in 1977-1979 in the UK. J of Epidemiol and Community health 1981;35:145. [←279] Gava R. Vedi nota 12, pag 494. [←280] CDC. Thimerosal. https://www.cdc.gov/vaccinesafety/concerns/thimerosal/faqs.html. [←281] Tozzi AE et al. Neuropsychological Performance 10 Years After Immunization in Infancy With Thimerosal-Containing Vaccines. Pediatrics 2009;123:475–482.

Lo studio inizia con queste parole: “Preoccupazioni sono sorte riguardo il potenziale effetto del Thimerosal, un composto del mercurio usato come preservativo nei vaccini, sullo sviluppo neuropsicologico nei bambini. Autismo, tic motori, ritardo mentale, disturbi del linguaggio disturbi ed esce attenzione/iperattività sono stati associati al timer usare il contenuto nei vaccini.” [←282] Lopalco PL. Il Progetto Pertosse, spiegato a chi non riesce a capire. 28 gennaio 2019. http://www.adultievaccinati.it/2019/02/28/il-progetto-pertosse-spiegato-a-chi-nonriesce-a-capire/ [←283] Greco D. et al. A Controlled Trial of Two Acellular Vaccines and One Whole-Cell Vaccine against Pertussis. New England Journal of Medicine. 1996;334:341-348. [←284] Verstraeten T et al (compreso Frank De Stefano!). Safety of Thimerosal-Containing Vaccines: A Two-Phased Study of Computerized Health Maintenance Organization Databases. Pediatrics 2003;112(5):1039-48. [←285] Mazzucco M. Il Simpsonwood Memo. https://www.facebook.com/watch/?v=1592236677753557. [←286] Alessia Zurlini e Fabio Franchi. http://www.assis.it/microcefalia-virus-zika-ilcondannato-senza-giudizio/. 2 febbraio 2016. [←287] Alessia Zurlini e Fabio disinformazione/. 16 marzo 2016.

Franchi.

http://www.assis.it/zika-informazione-

[←288] Alessia Zurlini e Fabio Franchi. http://www.assis.it/zika-un-virus-razzista-xenofobo/. 13 agosto 2016. [←289] Ronchetti MP et al. IL VIRUS ZYKA È DAVVERO LA CAUSA DELL’EPIDEMIA DI MICROCEFALIA CONGENITA? Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2018;21(1):1-5. [←290] Silva AA et al. Prevalence and Risk Factors for Microcephaly at Birth in Brazil in 2010. PEDIATRICS 2018; 141(2):1-10.

[←291] Serge Rader. Infaticabile nel lanciare allarmi, farmacista di professione, Serge Rader ha largamente contribuito a diffondere una informazione indipendente sulla vaccinazione in generale. https://aimsib.org/2017/11/01/serge-rader-rejoint-laimsib/ [←292] Ministério da Saúde. Secretaria de Vigilância em Saúde. Departamento de Vigilância Epidemiológica. Coordenação Geral do Programa Nacional de Imunizações. Informe Técnico Informe Técnico para Implantação da Vacina Adsorvida Difteria, Tétano e Coqueluche (Pertussis Acelular) Tipo adulto – dTpa. Brasília, Setembro 2014.

[←293] FEBRASGO (Federazione Brasiliana delle Associazioni di Ginecologia ed Ostetricia) A Importância de 3 Vacinas durante a gravidez: FEBRASGO ALERTA. Estate 2015. h p://bit.ly/2N5HPIX “1) Prevista vaccinazione con Tdpa a partire dalla 20a settimana, da ripetersi ad ogni gravidanza, 2) Vaccino antinfluenzale: prescritto in ogni periodo della gravidanza 3) Vaccino antiepatite B: Se la donna incinta non ha il programma completo di vaccinazione contro l'epatite B o non ha mai preso alcuna dose, deve essere vaccinata durante la gravidanza, preferibilmente durante il secondo o il terzo trimestre.” [←294] Klein NP, Bartlett J, Fireman B, et al. Waning Tdap Effectiveness in Adolescents. Pediatrics. 2016;137(3):e20153326. [←295] Cherry JD, Chang SJ et al. Prevalence of antibody to Bordetella pertussis antigens in serum specimens obtained from 1793 adolescents and adults. Clin Infect Dis. 2004 Dec 1;39(11):1715-8. [←296]

Edwards KM. How Can We Best Protect Infants from Pertussis? J Infect Dis. 2018 Mar 28;217(8):1177-1179. [←297]

USA pertussis https://www.cdc.gov/pertussis/images/incidence-graph-age.jpg https://www.cdc.gov/pertussis/images/incidence-graph.jpg https://www.cdc.gov/pertussis/downloads/pertuss-surv-report-2018-508.pdf

[←298] ECDC Pertussis. Annual Epidemiological Report for 2017. [←299] Cherry JD. Why Do Pertussis Vaccines Fail? PEDIATRICS Volume 129, Number 5, May 2012. [←300] Edwards KM. 2018. (nota 296). [←301] Suzanne Humphreis, Roman Bystrianik. Dissolving Illusions. 2015. Printed in Germany by Amazon. [←302] Roberto Burioni post su Facebook (2 agosto 2018): “[...] si può ospitare il microrganismo nella propria gola ed essere una fonte di infezione per gli altri” [←303] Alberto Donzelli. Lettere al Direttore. 4 giugno 2019. http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php? articolo_id=74628&fr=n “Andrebbe meglio chiarito che la vaccinazione non è efficace nel bloccare la circolazione del germe. Come spiegato anche su questo Quotidiano da un ex Direttore dell’ISS, Antonio Cassone, l’attuale vaccino antipertosse non può raggiungere l’immunità di gruppo.” [←304] Il Coordinamento Scientifico di Medico e Bambino. Vaccinazioni. Tra evidenze, consenso e qualcosa di più ... del pro e del contro. M&B 2018;8:483-4. [←305] Pertussis. Annual Epidemiological Report for 2017. https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/AER_for_2017pertussis.pdf.

[←306] Marchetti F et al. EPIDEMIOLOGY THAT “COUNTS” IN VACCINATION CHOICES: THE CASE OF PERTUSSIS IN NEWBORNS AND INFANTS. Medico e Bambino 2018;37:495-500. [←307] Cherry JD et al. Determination of Serum Antibody to Bordetella pertussis Adenylate Cyclase Toxin in Vaccinated and Unvaccinated Children and in Children and Adults with Pertussis Clinical Infectious Diseases 2004; 38:502–7. [←308] Bellavite P. vedi nota 12, pag 72-75. [←309] Rapporto Postmarketing Vaccini 2018. AIFA. Pubblicato nel luglio 2019. [←310] Cherry JD, Chang SJ et al. 2004 (nota 295). [←311] Kapil P. et al. Maternal Vaccination With a Monocomponent Pertussis Toxoid Vaccine Is Sufficient to Protect Infants in a Baboon Model of Whooping Cough. The Journal of Infectious Diseases 2018;217:1231–6. [←312] Gupta S et al. Vaccination in pregnancy to prevent pertussis in early infancy. 2016. https://www.cochrane.org/CD010923/ARI_vaccination-pregnancy-prevent-pertussisearly-infancy. La review è stata ritirata poiché gli autori non sono stati in grado di completare il protocollo. Accesso 15 ottobre 2019. [←313] Quando la gatta è incinta. https://www.wikihow.it/Capire-se-una-Gatta-%C3%A8Incinta. [←314] Vaccinazioni su misura per i gatti (senza adiuvanti) http://www.vaccinazionisumisura.it/importanza_protezione_vaccinale.php. [←315] Munoz FM et al. Safety and Immunogenicity of Tetanus Diphtheria and Acellular Pertussis (Tdap) Immunization During Pregnancy in Mothers and Infants: A Randomized Clinical Trial JAMA. 2014 May 7; 311(17): 1760–1769. [←316]

Maertens K et al. Pertussis vaccination during pregnancy in Belgium: Results of a prospective controlled cohort study. Vaccine 34 (2016) 142–150. [←317] Donegan K. Safety of pertussis vaccination in pregnant women in UK: observational study. BMJ 2014;349:g4219. [←318] In uno (Adacell) viene usato l’adiuvante con fosfato di alluminio (Al 0,330 mg), l’altro (Boostrix) contiene idrossido di alluminio (Al 0,5 mg). [←319] Kharbanda EO et al (compreso De Stefano F). Evaluation of the Association of Maternal Pertussis Vaccination With Obstetric Events and Birth Outcomes. JAMA. 2014;312(18):1897-1904. [←320] De Stefano Frank (funzionario dei CDC). È autore di almeno due studi dimostrati fraudolenti al di là di ogni ragionevole dubbio. Due studi che apparentemente provavano che non vi era correlazione tra vaccinazioni ed autismo. In entrambi i casi, dopo la pubblicazione, saltarono fuori documenti e testimonianze comprovanti le frodi statistiche che perpetrarono. Entrambi gli studi non sono stati ritirati, sono ancora lì e continuano ad imbrogliare gli incauti lettori ( PMID: 14754936 e PMID: 14595043.). I CDC finora non hanno dato al loro uomo neanche un buffetto sul polso, anzi l’hanno premiato ed gli hanno offerto altri incarichi. E questo la dice lunga sull'affidabilità dei tanto decantati CDC. [←321] CDC Members Own More Than 50 Patents Connected to Vaccinations. https://www.lawfirms.com/resources/environment/environment-health/cdcmembers-own-more-50-patents-connected-vaccinations. [←322] Pertousis-Harris Petousis-Harris H et al. Safety of Tdap vaccine in pregnant women: an observational study. BMJ Open 2016;6:e010911. [←323] Zheteyeva YA et al. Adverse event reports after tetanus toxoid, reduced diphtheria toxoid, and acellular pertussis vaccines in pregnant women. Am J Obstet Gynecol 2012;207:59.e1-7. [←324]

AIFA. Boostrix. RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO. Download: 2 ottobre 2019. [←325] FDA. Boostrix. HIGHLIGHTS OF PRESCRIBING INFORMATION. Download: 14ottobre 2019. [←326] Siegrist CA. Mechanisms by which maternal antibodies influence infant vaccine responses: review of hypotheses and definition of main determinants. Vaccine 21 (2003) 3406–3412. [←327] Maertens K et al. Pertussis vaccination during pregnancy in Belgium: Follow-up ofinfants until 1 month after the fourth infant pertussis vaccination at 15 months of age. Vaccine 34 (2016) 3613–3619. [←328] Edwards KM. 2015. (Nota 144). [←329] Maeertens K et al. Pertussis vaccination during pregnancy in Belgium: Follow-up of infants until 1 month after the fourth infant pertussis vaccination at 15 months of age. Vaccine 34 (2016) 3613–3619. [←330] Siegrist CA 2003, (Nota 326). [←331] Boostrix GSK. Scheda tecnica. Documento reso disponibile da AIFA il 07/03/2019 “Dati limitati indicano che gli anticorpi materni possono ridurre l’entità della risposta immunitaria ad alcuni vaccini in bambini nati da madri vaccinate con Boostrix durante la gravidanza. La rilevanza clinica di questa osservazione non è nota.” [←332] Blain AE et al. An Assessment of the Cocooning Strategy for Preventing Infant Pertussis—United States, 2011. Clin Infect Dis. 2016 December 01; 63(Suppl 4): S221–S226. [←333] ACIP (Advisory Committee on Immunization Practices). Updated Recommendations for Use of Tetanus Toxoid, Reduced Diphtheria Toxoid and Acellular Pertussis Vaccine (Tdap) in Pregnant Women and Persons Who Have or Anticipate Having Close Contact with an Infant Aged