Tempio di Saturno

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Tempio di Saturno

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MINISTERO PER

I

BENI CULTURALI E AMBIENTALI

LAVORI E STUDI DI ARCHEOLOGIA P U B B L I C ATI D A L L A SOP R I NT E ND E NZ A A R C H EOLOG I C A

5

MCMLXXXIV

DI

ROMA

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI ROMA

TEMPIO DI SATURNO architettura e decorazione di

Patrizio Pensabene disegni di

G. Foglia, G. Ioppolo

DE LUCA EDITORE

© \984 by Dc Luc� Editore s.r.l. Via di S. Anna, 16- 00186 ·Tcl. (06) 6547670-6564438

A Pisana

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INTRODUZIONE

Questo lavoro costltmsce uno studio dell'architettura e della decorazione architettonica del Tempio di Saturno, in particolare della struttura di esso che meglio si conserva, cioè il pronao. Si è presa l'occasione del recente restauro di tutti gli elementi marmorei e dei relativi ponteggi che rendevano agevole l'accesso ad essi, per un'analisi delle singole componenti del pronao, consa­ pevoli dell'occasione unica offerta da questa circostanza. Da qui anche la ragione della ricca docu­ mentazione fotografica che si offre: essa tende ad illustrare il monumento sia nell'aspetto che aveva alla fine del secolo passato e nel primo cinquantennio di questo, prima cioè del deterioramento delle parti marmoree dovute all'inquinamento atmosferico, sia nell'aspetto attuale dopo la rimozione dei depositi inquinanti e la pulitura delle superfici marmoree. E' questa la ragione per cui di alcuni elementi è ripetuta la riproduzione ed anche della scelta di una documentazione grafica (stampe e piante dei secoli passati) e fotografica che potesse illustrare le vicende del monumento in tutte le sue fasi, fino a quelle più recenti. Il restauro del Tempio di Saturno fa parte dei lavori di studio, scavo e restauro della zona meridionale del foro romano, intrapresi dalla Soprintendenza dopo la chiusura di via della Consola­ zione, che hanno permesso l'acquisizione di nuovi dati su tutti gli edifici della zona. Lo studio che qui si presenta deriva inoltre dalla collaborazione tra la Soprintendenza Archeo­ logica di Roma e il Dipatimento di scienze storiche archeologiche e antropologiche dell'antichità, dell'Università di Roma, la Sapienza, di cui faccio parte. Questo studio in particolare s'inserisce nella mia attività di ricerca sull'architettura e la decora­ zione architettonica romana: ricerca caratterizzata, per quel che riguarda gli elementi architettonici decorati, dalla necessità di avvicinarsi ad essi con strumenti d'indagine non solo relativi alla loro funzione architettonica, ma anche ai particolari ornamentali, la cui osservazione permettesse d'indi­ viduare raggruppamenti tipologici e/o cronologici. Infatti buona parte del materiale decorativo architettonico fittile e lapideo dell'antichità, oggi conservato, è ormai privo di contesto: solo un'attenta classificazione tipologica, oltre che funzionale, permette di restituire ad esso il suo significato storico, non solo cioè dal punto di vista dello stile e della storia della forma e della funzione, ma anche dal punto di vista di storia della produzione artigianale e, per usare un termine oggi di moda, della cultura materiale. E' necessario, dunque, fornire strumenti filologici sempre più precisi in base ai quali sia possibile collegare, anche in questo settore di studi, i mutamenti stilistici, tipologici e funzionali degli elementi architettonici con precisi momenti storici e verificare anzi se da questi deriva la spiegazione intera o parziale per quelli. Ora il Tempio di Saturno, che, come vedremo, rappresenta una delle più monumcntali testi­ monianze nell'architettura templare di Roma della pratica del reimpicgo di materiali marmorei da altri edifici, imponeva lo studio della sua architettura proprio attraverso l'analisi dci singoli elementi della decorazione architettonica: questi provengono infatti da almeno due o tre edifici diversi e di diversa cronologia (periodo augusteo, sevcriano c forse adrianco) c durante la tarda ricostruzione

del tempio nel IV sec. d. C. si procedette all'intaglio ex nova soltanto per i capitelli ionici del pronao, che permettono come si vedrà di definire più esattamente il periodo di rifacimento dell'edi­ ficio, al 360-380 circa, oltre che naturalmente per l'adattamento dei pezzi di reimpiego al nuovo insieme architettonico. Lo studio di questo doveva, dunque, obbligatoriamente essere analitico (pezzo per pezzo): in questo modo è emersa non soltanto la cronologia dei singoli elementi che sono alla base del collage costituente il pronao del Tempio di Saturno, ma anche un'importante testimonianza sulla storia delle officine e della loro cultura e ancora della committenza in età tardo antica. Di conseguenza è anche emersa la differenza tra il periodo costantiniano e quello successivo rispetto all'uso della stessa pratica del reimpiego: al primo periodo appartiene, come è noto, l'arco di Costantino, dove elementi architettonici di reimpiego, come capitelli, basi, cornici, sono messi in opera insieme a pezzi lavorati ex novo da officine nelle quali ancora viva era la tradizione architet­ tonica dei grandi cantieri imperiali di età precedenti; nel Tempio di Saturno, che ugualmente appartiene all'architettura pubblica e monumentale, ma del tardo IV secolo, questa tradizione sembra invece interrotta proprio per ciò che riguarda la decorazione architettonica marmorea messa in opera da officine che sanno soltanto imitare, senza più possederne gli elementi strutturali, la tradizione •classica• della città di Roma, quando si tratta di scolpire l'apparato decorativo di nuovi pezzi o di riutilizzare in un insieme coerente pezzi di reimpiego. Più esperto e colto appare invece l'intervento dell'architetto nel definire il progetto della ricostruzione, dove le proporzioni e i moduli impiegati appaiono ancora inseriti nella precedente tradizione dell'architettura templare: d'altronde ciò non sorprende dato il grande impulso dato proprio in questo periodo all'architettura religiosa cristiana e a quella privata delle grandi domus di Roma, e come confermano le fonti che documentano, come vedremo, l'esistenza d'importanti figure di architetti proprio in questo periodo tardo. PATRIZIO PENSABENE

Roma, settembre 1984

CENNI STOR I C I

Il Tempio di Satumo è situato ai piedi del Campidoglio, tra il Vicus ]ugarius ed il Clivus Ca­ pitolinus, a Sud-Ovest dei Rostri. Nei secoli scorsi è stato fatto ripetutamente oggetto di controversia per quanto riguarda la sua esatta ubicazione. Le fonti, al contrario, sono concordi nel situa­ re il Tempio nell'area occidentale del Foro, alle pendici del Campidoglio. Dionigi infatti lo colloca sulla salita che va dal Foro al Campidoglio, Varrv­ ne: •Ìn faucibus Capitolii• 1 ; Tacito: •miliarum au­ reum sub aede Saturni•2; Servio: «sub clivo capito­ lino iuxta Concordiae templum •"; Plinio : «Ìn capite Fori•5; Livio : •in foro romano•6. Un frammento della Forma Urbis inoltre conferma definitivamente le indicazioni topografiche fornite dalle fonti. La data dell'erezione del monumento, stando alle fonti, oscilla tra il 501 e il 493 a.C. Macrobio7 fa erigere un semplice .Janum• da Tullio Ostilio, aggiungendo però che secondo V ar­ rone il Tempio fu iniziato da Tarquinia Prisco e dedicato dal dittatore Tito Larcio in un periodo compreso tra il 501 e il 497 a.C. Dionigi' attribuiAIIIIREVIA210NI De Ruggiero, Foro Romano Gros, Aurea Tempia v . Haberg, Kon­ solengeisa Leon, Bauornamentik des Trajansforum lugli, Centro mo­ numenWe N"h Platner·Ashby Scavi di Ostia. VII

E. De Ruggiero, Il Foro Romano, Roma 1913.

P. Gros, Aurea Tempia, Roma 1976. H . von Hesberg, Kon.solengeisa de.s Helle­ ni.smus und der friih en Kaiserzeit, 24" Suppl. RM, 1980. Ch. leon, Dir Bauomamentik des Traj1n· sforum, Wien-Kòln-Graz 1971. G. lugli, Roma antica, il centro monumen· tale, Rom1 1946. E. Nash, Pictorial Dictionary of Ancient Rome, London 1968. S.B. Platner·T. Ashby, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford 1929. P. Pennbene, l Capitelli, Scavi di Ostia VII, Rom1 1973.

sce la dedicazione sempre a Tito Larcio, ma riferi­ sce che secondo alcuni autori questa avvenne sotto il consolato di Postumio Cominio Aurunco, che fu console due volte: nel 501 e nel 493 a.C. Livio', più precisamente, lo fa dedicare dai consoli del 497: Aulo Sempronio Atratino e Marco Minucio Augu­ rino. Lo scrittore10 racconta anche che nel 2 1 7 a . C . , a seguito d i portenti spaventosi avveratisi a Roma e in più parti d'Italia, il senato, per placare l'ira celeste, decretò che si celebrassero i Satumali nel giorno della dedicazione del Tempio, cioè il 1 7 dicembre. Se in base alle fonti, discordanti tra loro, non è possibile stabilire con certezza l'anno in cui avven­ ne la costruzione, si può comunque collocarla nei primi anni della Repubblica. Prima che in quel luogo venisse dedicato il Tem­ pio di Saturno, sembra vi si trovasse un altare, det­ to •in.,. o •sub clivo capitolino.,., eretto secondo la leggenda da Ercole, mitico fondatore della città di Saturnia 1 1• Poiché Dionigi lo dice ancora esistente in età Tacit. Hist. l, 27; cfr. Suet. Otho, 6. l Scrv. Ad. Aen., VII I , 3 1 9 . • R e s Gestu IV, 12. � Plin. N1t. Hist. Il, 66. "'Liv. XLI, 21, 12. 7 M:.tcrob. Sat. l, 8. 6 Dionys., VI, l. 'Liv. Il, 21. Il Gjersud, in Latomus, 58, 2, 1972, pp. 757·7&2, osserva che la divergenza tra le fonti sull:.t costruzione e dedica del tempio di Satumo è solo 1pparente; 1d un:.t più attenta analisi appare chiaro che si tratta di tre differenti gruppi di tradizioni riguardanti le varie fasi di restauro dell'edificio. Ne condude che il tempio fu co· struito probabilmente da un Tarquinia, secondo lui da Tuquinio Pri· sco, e fu dedicalO nel 497 a.C. da T. Larcio come diuawrr; l'auribu­ zionr d ell a dedicazione a Pos tu mio Cominio è un errore de gli �nnalis1i dovuto al fano che questi fu colle�� di T. L :.treio nel consol ato. Suppo · ne inoltre lonn.J. (\"nr Ili, Ili, l - h l

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Fig. 8 4 · Pianta del podio e ricostruzione dello schema geometrico alla base del progetto. L : H = l :2.

PROPORZIONI, MODULO, MISURE

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Fir;. as - Ricomuzion� ipotetica del triangolo frontonale.

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