Su Nietzsche

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Universa~e sci nze sociali

MAZZINO MONTINARI SU NIETZSCHE

I ■ ■





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Editori Riuniti

Indice

IX

Prefazione

XI

Cronologia

xv

Noia al testo

Su Nietzsche

3

Prologo

14

Nietzsche e Wagner cent'anni fa

30

Il « grande, grandissimo maestro»

35

Lou o dell'egoismo

47

Critica del testo e volontà di potenza

66

Lo scolaro di Goethe

73

Interpretazioni naziste

90

Equivoci marxisti

104 123

· Delio Cantimori e Nietzsche Per una biografia

Prefazione

Presento una raccolta di saggi su Nietzsche: tra il primo (in ordine cronologico), che è del 1961, e il secondo del 1972, si situa l'intenso e assillante lavoro di fondazione dell'edizione critica tedesca e della cura dell'italiana, su cui riferisco nelle prime pagine di questo libro. Nei prossimi anni l'impresa iniziata da Giorgio Colli giungerà al termine e sarà ancora· al centro della mia attività di studioso. Questi lavori, come altri che ho pubblicato in Germania, sono perciò -prodotti marginaU rispetto a tal,e attività, ma al tempo stesso ne r_endono conto e ne discendono. Essi, come l'edizione, propongono un modo diverso di leggere Nietzsche: storico e non ideologico, filologico e non attuali:a.ant~. Si tratta insomma di prolegomen_i alla_ lettura di Nietzsche. Ma una precisazione mi sembra necessaria: in particolare verso quegli studiosi di Nietzsche che nella mia proposta avvertono aria di clausura filologica e volontà di non compromettere né me ste!SO né Nietzsehe,. rendendo, come si dice, Nietzsche. medesimo « innocuo >> attraverso una sua storicizzazione. Costoro dimenticano che Nietzsche ha chiest;, in una celebre pagina, di essere letto filologicamente. Quanto alla storicixzaz.ione, posso solo deplorare che si confonda senso storico e st9ricismo (come una -volta avverti Cantimori), e che lo storicismo sia diventatò una sorta di fantoccio e di falso bersaglio polemico di tutti coloro che non sanno leggere lentamente, come pretendeva Nietzsche per i suoi libri ( in quella celebre pagina: Aurora, prefazione § 5). Lo stesso Nietzsche per la verità si attendeva una profonda trasformazione dell'umanità proprio dal senso storico (Gaia scienza 337), che era per lui il tratto assolutamente nuovo, inquietante e rivoluzionario del suo tempo (al quale lui stesso non intendeva rinunciare in alcun modo). Leggere Nietzsche con senso storico vuol dire allargare al massimo la propria capacità di assimilazione critica dei suoi pensieri, riuscire anche a non sovrapporre preoccupazioni ~~ alle sue, ma invece le sue portare rettamente dentro le f_cnostrefd.grazie all'estensione del nostro sensorio per la storia: da ~~s~ a noi. ~I ,.>

J;7

X

Certo non sono gli stessi occhi coi quali oggi io guardo alla realtà, rispetto, poniamo, a esattamente trenta anni fa, quando cominciai a lavorare per il partito comunista e precisamente nelle Edizioni Rinascita di gloriosa memoria. I miei anni cinquanta cominciarono esattamente il 1° novembre 1950: Valentino Gerratana e Giuseppe Garritano, Ambrogio Donini e Gastone Manacorda, ma anche Paolo Robotti e Aldo Lampredi e Aldo Vercellino ... E Marx e Engels e Lenin e Stalin ... A quell'epoca di certezze debbo ancora oggi frrinunciabili pregiudizi a favore di una militanza nel Pci e contro il sinistrismo radicale piccolo-borghese. Nietzsche significò per me, alla fine degli anni cinquanta, una sorta di pausa, necessaria per liquidare le certezze ideologiche e metafisiche (il materialismo di Lenin-Stalin mi sembra metafisico), superflue anzi dannose per l'azione politica. Fu anche una pausa nella militanza politica, in parte dovuta al lavoro esclusivo dell'edizione e al prolungato soggiorno (fino alla fine del 19.70) a Weimar (Rdt). Ma anche allora pensare politicamente significava per me essere inevitabilmente comunista (col Pci). Oggi ritengo di compiere qualcosa di importante, anche per l'azione politica, quando, - dedicandomi allo studio e all'edizione di Nietzsche, - cerco di assicurare un~immagine corretta del suo pensiero e di consolidare l'esistenza di quella che - in altra occasione - ho chiamato la « dimensione Nietzsche>>, intesa come dimensione della libertà di spirito nascente « dalla carica critica, razionale e liberatrice del suo pensiero ». · Non so se il lettore avvertirà, come lo avverto io- ( e con disappunto), un certo tono qua e là apologetico, soprattutto nelle mie controversie con le interpretazioni di Lukacs e Biiumler ( mi si perdoni anche la vicinanza provocatoria dei due nomi-antip0di, e mi si consenta di dire che anche Lukacs appartiene all'epoca non rinnegata delle mie certezze). Tenga allora presente, il lettore, che io ho cominciato a occuparmi di Nietzsche alla fine degli anni. cinquanta, quando una qualche apologetica era pur necessaria per affrontare un simile autore. Oggi la ·situazione è cambiata. Mi pare anzi che si faccia strada un certo sincretismo filosofico, avviluppante e insidioso, contro il quale sarà sempre piu necessario prendere posizione. Berlino, novembre 1980 Mazzino Montinari

Cronologia

1844 Il 15 ottobre Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Rocken presso Liitzen nella Sassonia prussiana. Suo padre Karl Ludwig (18131849), pastore protestante ci quel piccolo villaggio, aveva spo·sato Franziska Oehler 0826-1897) nel 1843. 1846 1 O luglio nasce -la sorella Elisabeth. 1849 27 febbraio nascita di un fratello: Joseph. 30 luglio: morte del padre. 1850 4 gennaio: morte del piccolo Joseph. Franziska Nietzsche si trasferisce a Naumburg coi figli . . 1858 Nietzsche è ammesso alla scuola di Pforta. 1860 Coi suoi amici di Naumburg, Gustav Krug e Wilhelm Pinder~ fonda l'associazione « musicale e letteraria » Germania. 1864 Con Paul Deussen, suo amico di Pforta, a Bonn .per frequentare l'università. 1865 In ottobre a Upsfa: il grande latinista Friedrich Ritschl è suo maestro. Prima ,lettura di Schopenhauer. 1867 Amicizia con Erwin Rohde. Dal 9 ottobre servizio militare a Naumburg, interrotto nel marzo dell'anno seguente per una caduta da cavallo. Sul Rheinìsches Museum appare il suo primo lavoro filologico su Teognide. 1868 Il suo lavoro sulle·« fonti di ·Diogene Laerzio » è premiato all'Università di Lipsia. In novembre conosce personalmente Richard Wagner. 1869 Il 13 febbraio è chiamato alla cattedra di filologia classica dell'Università di Basilea. Il 19 aprile giunge a Basilea. Il 17 maggio prima visita a Richard Wagner e Cosima von Biilow a Tribschen presso Lucerna. Il 28 maggio tiene all'università la sua prolusione su Omero e la filologia classica. 1870 18 gennaio conferenza all,università sul Dramma musicale greco; il primo febbraio su Socrate e la tragedia. In agosto partecipa come infermiere alla guerra franco-prussiana. Il 7 settembre si ammala di dissenteria e difterite, ricoverato a Erlangen. Alla fine ·di ottobre torna a Basilea. Segue le lezioni cli Burckhardt sullo « studio della storia» {poi note sotto il titolo di Meditazio1ti sulla storia universale); rapporti personali con

.XII Burckhardt. Amicizia con Franz Overbeck, col quale abiterà per cinque anni. 1872 Esce la ·Nascita della tragedia dallo spirito della musica. In maggio, attacco di Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff. Wagne.r · e Rohde replicano a Wilamowitz. Conferenze di Nietzsche Sul.I'avvenire delle nostre scuole alla « Società accademica » (gennaio-marzo). Dal 25 al 27 aprile a Tribschen: Richard e Cosima Wagner lasciano la Svizzera. Il 22 maggiò posa della prima pietra del teatro wagneriano a Bayreuth, dove Nietzsche fa la conoscema di Malwida von Meysenbug. Per Natale dedica a Cosima il manoscritto Cinque prefazioni per cinque libri non scritti. 1873- Pubblica la prima « Considerazione inattuale»: David Strauss l"ùomo di fede ·e lo scrittore. Nell'autunno a Bayreuth, un suo « Appello ai tedeschi » per la causa wagneriana non viene approvato dai delegati delle associazioni wagneriane. Conoscenza con Paul Rée. Karl Hillebrand (1829-1884) recensisce, lodandola, la prima Inattuale. 1874 Pubblica altre due Inattuali: Sull'utilità e lo svantaggio della storia per la vita e Schopenhauer come educatore. Amicizia con Marie Baumgartner e suo figlio Adolf. Seconda edizione della Nascita della tragedia. 1875 Appunti per la Inattuale Noi filologi (non pubblicata). Lettura di Dùhring, programma di studi scientifici. Alla :fine dell'anno grave peggioramento della salute. Legge con grande interesse le Osservazioni psicologiche di Paul Rée. 1876 In occasione del festival bayreuthiano esce la quarta Inattuale, Richard ·wagner a B,yreuth. Prima collaborazione di Heinrich Koselitz (da Nietzsche chiamato in seguito Peter Gast). In agosto a Bayreuth per assistere alla prima esecuzione dell'Anello del Nibelungo. Primi appunti del « libro per spiriti .hberi ». Dalla metà di ottobre congedo dall'università per ragioni di salute. Dal 24 ottobre a Sorrento con Paul Rée e il suo scolaro Albert Brenner presso Malwida von Meysenbug. Ultimo incontro con Cosima e Richard Wagner. 1877 Ai primi di maggio lascia Sorrento per la Svizzera. Soggiorno a Ragaz e Rosenlauibad fino al settembre, poi di nuovo a Basilea dov~ riprende le lezioni all'università. Preparazione dd manoscritto definitivo della sua nuova opera con la collabora. zione di Peter Gast. 1878 Wagner gli invia il testo del Parsifal in gennaio. Maggio: Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi. Rottura con Wagner.

1879 Pubblica come appendice a Umano, troppo umano: Opinioni e sentenze diverse. In primavera, grave peggioramento delle condizioni di salute. Dimissioni dall'univc::rsità. Durante l'estate, a St. Moritz. In autunno, a Naumburg.

XIII 1880 Ai primi deWanno esce Il viandante e la sua ombra, come « seconda e ultima app~ndice » di Umano, troppo umano. In gennaio visita di Paul Rée a Naumburg. Dal 12 marzo alla fine di giugno a Venezia con Peter Gast. In estate a Marienbad. In settembre di nuovo a Naurnburg, poi - ,passando da Francoforte e Basilea (visita agli Overbeck) - a Stresa dall'8 ottobre. In novembre a Genova. 1881 Pubblica Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali. In primavera a Recparo con Gast per la correzione delle bozze. Dal 4 luglio al primo ottobre, primo soggiorno a Sils-Maria. Quindi di nuovo tl Genova. . · 1882 In febbraio visita di Paul Rée a Genova. II 13 marzo, a Roma, Rée conosce Lou von Salomé presso Malwida .von Meysenbug. Lettere di Malwida e Rée a Nietzsche sulla « giovane russa». Nietzsche a Messina dai primi di aprile. Il 20 aprile a Roma. Conoscenza con Lou. Piani di studio in comune (Lou, Rée, Nietzsche). Prima domanda ài matrimonio a Lou respinta. Con la madre di Lou e con Rée a Orta, in viaggio verso la Svizzera. Dal 13 al 16 maggio con Rée e Lou a Lucerna, nuova domanda di matrimonio respinta; Dal 23 maggio al 24 giugno a Naumburg, poi a Tautenburu fino al 27 agosto. Dai primi di agosto anche Lou a Tautenburg, accompagnata dalla sorella di Nietzsche. Rottura con la madre e 1a sorella a causa

  • della sorella 15 , in cui si potevano parimenti leggere (pur senza la « dotta " concessione delle note) molti testi altrimenti non noti? O anche nei confronti della T aschenausgabe, che certamente riporta anche testi noir contenuti nella Grossoktavausgabe?; 4) per un grande numero di frammenti, che si trovavano in fogli sciolti, raccolti in cartelle, non era possibile, anche sulla base degli indici presenti nei volumi XIII-XVI della Grossoktavausgabe, alcun ordinamento cronologico; 5) se pur avessimo avuto l'indicazione delle pagine dei manoscritti sui quali si trovano i frammenti, qual era l'ordine di successione secondo il quale avremmo dovuto tradurre i frammenti presenti in una stessa pagina?; 6) d'altra parte neppure la successione delle pagine scritte da Nietzsche negli stessi quaderni era accertabile, perché Mette nella 6Ua descrizione diceva che Nietzsche era solito riempire quei quaderni partendo in senso inverso a quello normale, sicché quella che nella numttazione archivistica è la prima pagina di un quaderno diventa l'ultima nelJa successione in cui Nietzsche ha adoperato il quaderno; 7) che cosa sonnecchiava ancora il suo piu che settantennale sonno nei manoscritti, che noi - a Firenze - non avremmo mai potuto conoscere? Di un testo attendibile noi disponevamo solo per gli scritti giovanili e a carattere filologico che .si trovavano nella ~izione storico-critica delle opere rimasta incompleta (vv. I-V, 1933-40), quindi per gli scritti che vanno dal 1854 fino alla primavera-estate del 1869 (al primissimo periodo di Basilea); di questi avremmo, comprensibilmente, potuto utilizzare soltanto una piccola parte per una traduzione italiana. Tutta la massa dei. postumi filosofici, dai lavori preparatori per la Nascita della tragedia fino _all'ultimo periodo torinese, non era· stata ancora resa ·scientificamente accessibile. Per venti anni d~ froduzione intellettuale nietzscheana., cioè dall'estate 1869 fino a 2 gennaio 1889, i testi postumi erano per noi disponibili in una forma estremamente insoddisfacente e incompleta. Che fare? Ci decidemmo a verificare sul posto lo stato dei_ manoscritti nietzscheani. Nei pritni giorni· dell'aprile 1961 mi recai a Weimar. Qui trovai i manoscritti di Nietzsche accuratamente conservati nell'Archivio Goethe-Schiller; qui, i_n due settimane, potei - grazie all'amichevole interessamento di Helmut Holtzhauer, direttore delle · Nationale Forschungs- und Gedenkstatten der klassischen deutschen Literatur 16 da cui diIli

    Elisabeth Forster-Nietzsche; Das Leben Friedrich Nietzsclie's, in 2 vv.

    (il v. 2 in due tomi), Leipzig, 1895, 1897, 1904. 18

    In seguito, come in precedenza, lo stesso appoggio è stato àccordato

    12 pende l'Archivio Goethe-Schiller, e di Karl-Heinz Hahn, direttore dell'Archivio mettere mano ad un primo inventario dal quale risultiJ la necessità di una nuova edizione completa dei testi postumi di Nietzsche. Giorgio C-olH trasse da ciò l'unica logica conseguenza: giacché nessun altro ci aveva pensato, noi stessi avremmo fatto questo lavoro, o meglio - poiché una cosa era condizione dell'a1tra - avremmo preparato un'edizione critica delJe opere complete di Nietzsche. Questa decisione fece saltare il disegno originario. Il nostro editore, Einaudi, non parve però piu interessato ad un'impresa di cosi vaste dimensioni. Per fortuna, dopo breve tempo, guadagnammo alla nostra causa un vecchio amico che, a quel tempo, aveva fondato egli stesso una piccola casa editrice: Luciano Foà, direttore delle Edizioni Adelphi di Milano. Ma dovevamo trovare anche un editore tedesco; questo, allora, non riuscimmo a trovarlo: nessuno degli editori tedeschi ai quali presentammo la nostra proposta, sembrava aver fiducia in un 'impresa certamente temeraria. Foà riusd tuttavia, nel momento decisivo, a guadagna-re ai nostri piani la grande casa editrice parigina Gallimard. Nel settembre del 1962 il nostro lavoro era, con ciò, assicurato anche finanziariamente: ormai potevamo attendere con fiducia di trovare un editore tedesco. I primi volumi italiani sulla base di un nuovo originale tedesco filologicamente attendibili furono pubblicati già nel 1964 17 • Nello stesso anno, Giorgio Colli ed io, in occasione di un C.Olloquio internazionale su Nietzsche tenuto a Parigi, facemmo la conoscenza di Karl Lowith. Egli, a sua volta, nel febbraio del 1965, attirò l'attenzione di Heinz Wenzel, direttore delJa sezione umanistica della casa editrice de Gruyter di Berlino, sul lavoro che svolgeva• mo a Weimar, allorché Wenzel, avendo intenzione di preparare un'edizione delle opere di Nietzsche nella sua casa editrice, si rivolse a lui per un consiglio. La casa editrice tedesca Walter de Gruyter, poco dopo, acquistò i diritti per la pubblicazione in lingua originale della nuova edizione critica delle opere complete del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche dall'editore francese Gallimard e italiano Adelphi. L'edizione tedesca viene pubblicata dall'autunno 1967. Essa comprenderà 33 volumi in otto sezioni. Fino ad oggi sono usciti 19 volumi. Il risultato piu importante di questi dodici anni è che i frammenti postumi di Nietzsche dal 1869 al 1889 (quindi dai lavori preparatori per la Nascita alla nostra impresa dal successore di Holtzhauer, Walter Dietze. In questa

    sede sia espressamente e amichevolmente ringraziato.

    17 Vorrei ricordare in questa occasione Maria Ludovica Fama Pampaloni e Sossio Giametta che dal 1961 al 1964 parteciparono validamente, a Weimar e a Firenze, al lavoro di fondazione dell'edizione criti~ tedesca.

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    della tragedia flno al croJlo fisico e psichico del gennaio 1889) sono oramai completamente disponibili~ circa , ..000 di fronte alle 3,500 pagine dell'edizione finora piu ampia, la Grossoktavausgabe. amoroso desiderio della terra 'e della felicità in comune». Nessuno ha notato che qui Nietzsche sta parafrasando Wagncr, e precisamente ciò che egli dice a proposito dd suo Lohengrin 2 nello scritto Bine Mittheilung an meine Freunde (che è del 1851). Wagner: « Proprio questa solitudine beata, che aveva cominciato ad accogliermi nelle sue braccia, risvegliò in me un anelito nuovo, che mi assali con violenza indicibile, l'andito a scendere dall'altezza nella profondità, dallo splendore solare della purezza piu casta nell'ombra fidata dell'amplesso amoroso del· l'uomo [ ... ] egli [ Lohengrin] desiderava appunto non ammirazione e adorazione bensi [ ... ] amore, essere amato, essere com• preso per amore». Questa vicinanza inaspettata (anche pc.r Nietzsche!) di Zarathustra con Lohengrin ci sembra degna di essere meditata. L'amicizia. Il distacco da Wagner era senza ritorno possibile, tanto piu Nietzsche rimase fedele al ricordo dell'amicizia. Egli ci ha in tradotto da par suo in questa sfera dove ogni parola è di troppo e le piu acuminate armi della ricerca biografica sono destinate a spuntarsi, senza mai cogliere nel segno. L'ha fatto .ocl 1882 quando scrisse nella Gaia scienza l'aforisma - dedicato, senza nominarlo, a Wagner - che porta il titolo~ Amidzù stelare 3 • In esso Nietzsche contrappone alla necessità dclJ>inimicizia terrena la sublime possibilità di un'« amicizia stellare»: « E· siste verosimilmente un'immensa invisibile curva e orbita siderale, in cui potrebbero essere ricomprese, quasi esigui segmenti di strada, le nostre diverse vie e mete, - innalziamoci a questo pensiero! Ma la nostra vita è troppo breve, troppo scarsa la nostra facoltà visiva per poter essere piu che degli amici nel senso di quella sublime possibilità. E cosi vogliamo credere alla nostra amicizia stellare, anche se dovessimo essere runo all'altro nemici, su questa terra». ( 1976)

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    Una comunicazione ai miei amici. Gaia scienza, of. 279 (trad. di F. Mosìni). in Opett (Adclphi), v. V, t. II.

    Postilla 1980 ~cll'autunno del 1980 !,editore Piper di Monaco ha pubblic.ato un Lbro destinato a fare epoca negli studi su Wagner: Martin Gregor-Dellin, Rìchard W agner. Sein Leben. Sein W erk. Sein 1.ihrbunJert (Richard Wagner. La sua vita. La sua opera·. Il suo ~lo). Gregor-Dellin vi affronta tra Paltro la questione del rapporto W agner-Nietzsche e riesce a farlo con il giusto equilibrio e la necessaria sensibilità. Egli tratta anche un episodio attin~nte alla rottura di quelramicizia. In occasione della morte di Wagner l 13 febbraio 1883) Nietzsche scriveva a Overbeck: « Wagner era la persona piu completa che io conoscessi, e in questo senso ho sofferto per sei anni di una grande privazione. Ma c'è tra 'noi qualcosa come un'offesa mortale; e la cosa avrebbe potuto diventare tremenda se egli fosse vissuto piu a lungo » (22 febbraio). Gli studiosi di W agner e di Nietzsche si sono chiesti piu · volte in che cosa consistesse la todliche Beleidigung (offesa mortale), di cui Nietzsche parla nella lettera a Overbeck. L'ultimo biografo di ~ietzsche, Curt Paul Janz, stabilisce una relazione tra questo. passo della lettera a Overbeck e un altro passo di un'altra letteta che Nietzsche scrisse a Peter Gast, poche settimane dopo, il 21 aprile 1883: « Wagner non manca certo di trovate maligne; ma che cosa ne dice Lei del fatto che egli ha scambiato lettere (addirittu.ra con i miei medici) per esprimere la sua convinzione 'the il mio mutato modo di pensare fosse la conseguenza di eccessi contro narura, facendo intendere che si trattava di pederastia? ». Ancora a Ida Overbeck nel luglio del 1883 Nietzsche scriveva di avere avuto un anno prima (estate 1882) da parte di Wagner saggi di una « indicibile perfidia nella vendetta ». Sia GregorDellin che Janz concordano nel riferire queste allusioni a un caneggio avvenuto tra Bayreuth e il medico di Nietzsche Otto Eiser nell'ottobre del 1877, di cui Nietzsche sarebbe venuto a conoscenza in quella fatale estate del 1882 ( dopo le rappresentazioni del Parsifal. a Bayreuth). Nell'ottobre del 1877 Wagner aveva fatto chiedere, in via confidenziale, a Eiser - attraverso il suo famulus Hans von Wolzogen - maggiqri informazioni sullo stato di salute di Nietzsche. Eiser, che era wagneriano, aveva immediatamente risposto, con una diagnosi secondo cui il violento ma1 di testa di cui Nietzsche soffriva sarebbe stato dovuto a una malattia degli occhi. A questo punto Wagner interveniva direttamente per esporre a Eiser con la preoccupata sollecitudine dell'amico un'ipotesi che da tempo gli pareva una certezza: la malattia di Nietzsche sarebbe stata dovuta, come in altri casi a lui noti di giovani di grande ingegno, alla pratica dell'onania. (Che l'onania portasse alla cecità era a quell'epoca convinzione

    TI anche di medici.) Wagner, concludeva la sua lettera, esprimendo la speranza che Eiser potesse fare, con la dovuta di.sermone, qualcosa per il suo amico. Janz conosce il carteggio Wagner-Eiler solo per questa parte, che è la parte resa nota nel 1956 da Cun von Westernhagen. Gregor-Dellin ha il merito di aver pubblicato il testo integrale della risposta di Eiser a Wagner, che vogliamo qui riprodurre nelle parti decisive e fino ad oggi SCODO-sciu te: « Parlando della sua vita sessuale, Nietzsche mi ha assicurato non solo di non avere mai contratto la sifilide, ma anche di non aver mai cercato di soddisfare in modo anormale eventuali stati di eccitazione sessuale. Quest'ultimo punto tuttavia l'ho trattato solo di passaggio e perciò non ho motivo di dare troppo peso a ciò che Nietzsche mi ha detto in proposito. Un argomento stringente contrario [all'ipotesi dell'onanismo di Nietzsche] mi sembra sia il fatto che il paziente [Nietzsche] ha riferito di avere contratto alcune blenorragie durante gli studi universitari e di avere praticato recentemente in Itali.a [ Sorrento, ottobre 1876 - maggio 1877] il coito per consiglio del medico. Non c'-è alcuna ragione di dubitare della veracità cli questi racconti ed essi dimostrano che il nostro paziente è in grado di soddisfare normalmente il suo istinto sessuale, cosa che - anche se non del tutto impensabile - sarebbe piuttosto insolita per uno che, alla sua età, fosse dedito all'onania ». Nel séguito della lettera Eiser adduceva altri argomenti, che secondo lui rendevano improbabile l'ipotesi di Wagner, anche se non la confutavano del tutto: Nietzsche era decisissimo a sposarsi e anche ciò non sarebbe stato normale in un «onanista»; d'altra parte la malattia degli occhi (che a parere di Eiser non era di origine sifilitica) poteva avere solo come causa assai lontana l'onania, che invece avrebbe potuto meglio spiegare il mal di testa. La diagnosi di Eiser rimaneva incerta; subito dopo Wagner poneva fine al breve carteggio con queste parole: « Non una parola di piu sul nostro amico: so che egli ha nel Suo affetto la migliore protezione. In questo momento non mi è dato di aiutarlo. Se dovesse trovarsi in vere difficoltà, allora l'aiuterò; in una eventualità del genere quel che è mio sarebbe anche suo·». Con questa testimonianza di sincero attaccamento di Wagner per Nietzsche (}XlChi mesi dopo~ nel 1878, l'amicizia sarebbe finita, come sappiamo) l'episodio epistolare si concludeva. Janz e Gregor-Dellin ritengono che nelrestate del 1882 Nietzsche sia venuto a conoscenza cli chiacchiere sul suo conto circolanti a Bayreuth. Queste chiacchiere avrebbero avuto la loro fonte nel carteggio di cui abbiamo parlato. Janz suppone che sia stata Elisabeth a riferire al fratello (di qui la confusione tra ona-

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    nia e pederastia!). Gregor-Dellin ricorda che l'ipotesi di un racconto di Eiser stesso a Nietzsche (già nel 1878) non è da e~cludere ( fonti in questo senso sono note anche a Weimar, nell' Archivio Goethe-Schiller), ma inclina per un'indiscrezione di. Hans von \\7 olzogen (che, come abbiamo visto era al corrente del carteggio e in parte l'aveva egli stesso condotto); questa indiscrezione sarebbe stata poi propalata nell'estate del 1882 e sarebbe quindi giunta agli orecchi di Nietzsche. In ogni caso sia Janz che GregorDellin sono d'accordo nel dire che quando Nietzsche• parla di todliche Beleidigung, di offesa mortale tra lui e Wagner, si rife~ risce a quel carteggio e alle voci che ne derivarono. · Un documento sconosciuto sia a Janz che a Gregor-Dellin ci permette invece di intendere l' « offesa mortale » in modo hèn diverso. Si tratta di una lettera di Nietzsche a Malwida vori Meysenbug, scritta contemporaneamente alla già citata lettera a Overbeck e, come questa, in occasione della morte di Wagner. · Cito il passo decisivo: « È stato duro, molto duro, dover essere nemico per sei anni di una persona che era·. stata l'oggetto di una venerazione e di un amore come quello che io avevo portato a \Vagner; e poi dovere, anche come avversario, tacere, per il rispetto che l'uomo nella sua totalità meritava. Wagner mi ha offeso e in modo mortale - voglio che Lei. lo sappia! - il suo lento ritorno strisciante al cristianesimo e alla Chiesa io l'ho sentito come un insulto personale neimiei riguardi: tutta la mia giovinezza e le sue aspirazioni mi sono sembrate come contaminate dal fatto stesso che io abbia potuto venerare uno spirito capace di compiere un passo di questo genere. Sentire tutto ciò con tanta forza - mi è imposto da mete e compiti di cui non parlo >> 4 • Senza togliere nulla al fatto che, come dimostra la lettera a Gast e quella a Ida Overbeck (citate all'inizio), Nietzsche interpretò come una perfidia l'intervento di Wagner presso Eiser (o le dicerie che ne erano seguite, non importa a causa di quali propalatori: Wagner, Cosima, Elisabeth Nietzsche, Hans von Wolzogen, Eiser stesso ecc. ecc.), a me preme precisare che quando Nietzsche parlava di « offesa mortale », si riferiva non alle «perfidie» di Wagner (che pure lo avevano dolorosamente colpito), bensi al suo « ritorno al cristianesimo». Questa è una nuova prova del fatto che le interpretazioni psicologizzanti, sulla base di piu o meno accertati fatti della biografia, si muovono su di un livello inferiore ai problemi veri di Nietzsche. In altre Questa lettera provcnjente dalle carte di Romain Rolland e acquisita dall:Archivio Goethe-Schiller di Weimar, viene pubblicata per la prima volta nel volume III/1 dell'edizione critica del Carteggio di Nietzsche citata nella nota 1 a p. 3 di questo libro. 4

    Tccentcmcnte

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    parole - al di là di ogni vicenda umana e personale - il nodo centrale del conflitto tra Nietzsche e Wagner sta proprio in quell'insanabile dissidio nei riguardi del cristianesimo, di cui Niet25Chc parla non solo nella lettera da noi resa nota a Malwida von Meysenbug, ma anche in innumerevoli passi delle opere e dri frammenti postumi. La presunzione, l'immodestia degli interpreti psicologizzanti di Nietzsche viene ogni volta punita da una lettura oggettiva del testo. È questa ·lettura il minimo che si può pretendere nei riguardi di un pensatore come Nietzsche. Una correzione dei da ti « biografici » su Nietzsche ~ resa possibile dai passi delle lettere di Eiser pubblicati da Manio Gregor-Dellin (ed è strano che egli non se ne sia accorto). t noto dal giornale clinico sulla malattia di Nietzsche, che egli nella clinica psichiatrica, su domanda dei medici, rispose di avere contratto due volte a Lipsia (1865-66) un'infezione « specifica-.. Si può a mio parere supporre, allora, che Nietzsche nella sua ri• sposta si riferisse alle « blenorragie » lipsiensi, di cui aveva già parlato a Eiser. Ciò è tanto piu verosimile, in quanto, come è stato già osservato, non è certo possibile contrarre due volte la · sifilide, e poi anche perché Nietzsche, secondo il racconto di Eiser, aveva assicurato « di non aver mai contratto la sifilide •· Che poi egli, senza saperlo, fosse invece malato è un'altra questione. Un altro particolare biografico viene chiarito da Eise.r col suo racconto del coito praticato da Nietzsche a Sorrento (evidentemente con prostitute), che cioè la leggenda melensa del « santo», favorita dalla Forster-Nietzsche, ma anche dagli amici· di Nietzsche, come Erwin Rohde e Paul Deussen (quest \ùtimo ha scritto di Nietzsche: « mulierem nunquam attigit »: non ba mai toccato una donna) gronda di ipocrisia e di - crudeltà mentale. Chiedo scusa al lettore di essermi ancora una volta occupato di uno pseudoproblema, malattia, rapporti sessuali, castità ecc., che non dovrebbe piu interessare nessuno.

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    -'-- ?=== - --L?'-=- '-- "i--c~• anm. n comune m o reagrrc =-~·= -=-· ,=-· ·-=== e.:_-o_?=.: del 1870-71 va cercata, oltre che nei =-~ . . : .:!.:. s:-:2&0 !'soprarnuro l'interpretazione della ,.___ . che li spmse · l'uno verso l'al·tro. Il -~--=--:. •_, =--______, ~ . _ ~ ... .::a_ ,7 o:ne -,=dc-e,:;_:=:-e :i:a Je~~eit, all « epoca attuale», fu appunto, ~~:..·:.--;-=::~: Zo s;>mr:o del corso sullo studio della storia, . B.:r_,kn~-:-::r , l - . ?ropno • . d eI 187 o e ass1. - ===== e2 n ell aurunno ,..:_:.:=e:;.~ seg::~w dz ~ierzsche, è nella visione pessimistica ,.:e:~-:. ~:2:-=~_ ::.a s-~e d..::-e:na critica della civiltà ogni volta che -;.:.-~: :;:~c~:.a:i : .?~blemi e gli interrogativi posti dallo svi::.:??C =::-::,,. · ;>O:-a:JCO. Le resrimonianze in questo senso ahbon• • i1 ' ""'.,.. - - -L - • . -~-e =.-cn 50.o ~e .1.err~ cne .....1 e ~ m qu egli anni• scnsse :::.~·= :::.-.==:. :!:2 ~rie in q-..ie:le di Burckhardt dello stesso periodo . •~. . -~-e5:.c 7.:.:1:0, nr:.ar.=...a, si presenta subito una delle cliffe:--.71: - ?Jr!'~ITY.l diamarla un dissidio, se la questione fosse :-:~= s:.a.:a ~rnta tra i &1e, ma è verosimile fino alla certezza d ..ie .. :.a:e d:.sc..1.ss:one oon e fu; perché Nietzsehe, a differenza di :;~:o se:::Jra:lO credere molti, aveva già capito di non poterne è:.!c..:~e ron B:.irckh~dc, - che devono essere tenute presenti ?=' :-L>:1 i.:i~retare in mc.do unilaterale il loro rapporto. Nietzsche credette, éoè, di parere lgire ~itivamente sulla realtà di quegli a.~. Rirordi~!o com'era aHora, tra il venticinquesimo e :: trcn!e§imo anno della sua vita: eg)i ci offre lo spettacolo di una gio\-inc:zz.a ancora intana ( vorremmo dire indifesa) nei suoi ~ . nel wo dc,iderio di agire, nella fiducia totale verso

    ==== =

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    gli arnia: Erwin Rohde e Cari von Gersdorff sono da lui pte• sentati a Wagner e a Burckhardt; con lo storico Franz Overbeck nasce, proprio allora, un vincolo certo, che si protrarrà lungo tutti gli anni dell'avventura spirituale di Nietzsche (se - per molti aspetti, anzi proprio nelle questioni decisive, - Ovcrbeck non fu un seguace di Nietzsche, ne fu sempre l'amico piu fidato) .. Ma soprattutto viveva gjjora - e qui Nietzsche aveva dato tutto se stesso il rapporto con Richard Wagncr. Nella riforma wagneriana dell'arte, Nietzsche vide il mezzo efficace di una azione collettiva per la cultura: tutti i suoi amici erano (e restarono, anche dopo la sua rottura con Wagncr!) wagneriani. Tutti meno l'antiwagneriano accanito Burckhardt. Si sa per certo, e lo si potrebbe indovinare, anche se mancassero le testimonianze dirette, che Burckbardt non approvò la dedizione cli Nietzsche a Wagncr. (Questa, sia detto di passaggio, deve essere stata la ragione principale delle riserve di Burckhardt sulla Nascita della tragedia, opera che per altri versi l'attrasse e fu da lui utilizzata nella parte delle lezioni sulla Storia della civiltà greca riguardante la tragedia.) All'entusiasmo di Nietzsche e dei suoi runici, Burckhardt oppose un fermo riscr• bo, che assunse la maschera della «rassegnazione•· Cosi Envin Rohde poteva parlare di Burckhardt come di un uomo al quale erano mancate « la forza della speranza » e « la capacità di un*illusione », e anche Nietzsche annotava per se stesso: « c.o.Ioro che si tengono in disparte per disperazione, come Jacob Burckhardt ~Ciononostante è avvertibile, ancora, la simpatia con la quale Burckhardt accoglie runica manifestazione pubblica del suo tanto piu giovane collega, quando questi, nel 1872, pronuncia le cinque conferenze « sulle nostre scuole », che mettono a rumore tutto l'ambiente colto cli Basilea. Per Burckhardt, Nictt• sche è « l'uomo di grande levatura che possiede e trasmette tutto di prima mano». Quelle conferenze erano il primo an.. nuncio della prossima battaglia di Nietzsche contro la e cultura • e il sistema educativo delle università. Già in esse il motivo centrale è quello del « male storico » che affligge le università, della sterilità della scienza filologica, della cattiva sorte della filosofia ridotta a catalogo di sistemi filosofici, e in definitiva mess.t al bando dall'università, hllo stesso modo dell'arte. Tuttl questi temi saranno l'oggetto delle « scorrerie • dd Nietzsche e iniucuaJe » tra il 1873 e il 1876. Ma il passaggio deciso e dichìararo alla polemica pubblica trova Burckhardt distante~ egli preferiva affidare i suoi « inattuali » sfoghi a lettere confidenziali, o nasconderli tra le pieghe cli una lezione universitaria « nel modo piu conciliante e consolante• possibile, perché gli uditori e ac-

    .32 corti » lo intendessero. Cos( esigeva, per Burckhardt, fistituto al quale « in concreto » apparteneva; e cosi egli, da tempo, aveva deciso di fare. Né, a quanto si sn, lo trovarono consenziente - a p~ute la questione della forma scelta per pronunciarsi l'attacco contro D. F. Strauss o la considerazione su « l'utilità e il danno della storia per la vita ». A partire dalla fine del 1872, i contatti tra Burckhardt e Nietzsche si fanno evidentemente sporadici, sicché quest'ultimo, nell'estate del 1875., annunàa come un grande avvenimento il colloquio uno fosse il padre spirituale dell'altro; vogliamo solo segnalare una possibile interpretazione di questo ta}>' porto, che si sottrae sempre a qualsiasi risultato prefabbricato. Certamente lo Zarathustra dovette urtare profondamente Burckhardt, ai suoi occhi esso rappresentava l'esatto rovesciamento del suo stile di vita e di educazione (e Nietzsche lo sapeva); ma come dimenticare che proprio la Gaia scienza, che è vicinissima alla sfera dello Zarathustra, aveva fornito a Burckhardt l'occasione per la lettera forse piu piena di partecipazione {sia pure con le consuete limitazioni) al pensiero di Nietzsche? Se il punto di partenza di Nietzsche poteva trovare eco nello atteggiamento schopenhaueriano, ormai consolidato e definito, di Burckhardt, non si deve dimenticare - tuttavia - che Nietzsche stesso, a partire dall'anno di crisi 1878, aveva abbandonato non solo le illusioni wagneriane, ma anche Schopenhaucr~ Dopo il 1878, ma specialmente tra il 1883 e il 1888, i problemi che occupano Nietzsche, il tentativo sovrumano di una affermazione e giustificazione della vita, che lascia dietro di sé - dopo averla attraversata - fo sfera del dolore e della negazione, sì compie in esperimenti spirituali sempre effettuati con un radicalismo estremo, che investe tutte le questioni: il valore della scienza e dell'arte; la giustificazione, non solo della scienza,

    .34 ma anche dell'tute dnvnnti nlla vita; l'analisi lucida e spi7t~ta dì tutti i valori della morale passata; fa guerra aperta al cristianesimo come religione tl metà; lo smascheramento della.~ compassione» - in tutto ciò Nietzsche si troverà sempre p1u lontano da Burckhardt; ma, ancora nel maggio 1887, Nietzsche può affermare l'esistenza di una caratteristica comune tra lui e Burckhardt (e anche Taine); è quando scrive a Rohde: « in realtà ognuno di noi tre rimanda all'altro, perché siamo tre nichilisti radicali: sebbene io... non disperi ancora di troyare la via d'uscita e il buco per il quale si giunga al "qualcosa" ». E qui non sapremmo dare torto a Nietzsche, quando vede nel « nichilismo» la conseguenza taciuta, ma non per questo meno reale, dell'insegnamento di Burckhardt, che non offre al di fuori della contemplazione (ma non si esalterà mai abbastanza il valore educativo di questo atteggiamento, àlmeno come fase necessaria per superare le illusioni dell'epoca anche della nostra attuale!) altra via di uscita. Cosi sorge la problematica dell'ultimo Nietzsche (quella della « volontà di ·potenza », il pensiero del1'« eterno ritorno »): la via per quel « qualcosa »,. detto prima in modo iroukamente hegeliano. Questo ultimo Nietzsche aveva ormai perso ogni contatto, non solo con Burckhardt ma anche con tutti quelli che lo avevano seguito, vicini e lontani, nella sua avventura ormai vòlta verso il tragico epilogo. Sul punto di lasciare la sfera del mondo cosciente, Nietzsche invia da Torino i suoi ultimi messaggi agli. amici. Di questi, i due piu lunghi e commoventi, sono diretti a Burckhardt. Certamente non è facile afferrare un senso ·in queste righe esaltate, dove lucide intuizioni sono sopraffatte da vaneggiamenti folli. Prima che il sipario della pazzia scenda a difenderlo (anche contro la glorià imminente ed equivoca), Nietzsche fornisce a Burckhardt la chiave per comprenderlo: «. alla fine sarei stato molto piu volentieri professore basileese che Dio;· ma- non ho osato spingere cosf lontano il mio egoismo privato da omettere, per causa sua, la creazione del mondo>>. Ma Jacob Burckhardt continua a essere « il grande, grandissimo maestro» di Nietzsche.

    (1961)

    Lou o dell, egoismo

    1. A Weimar, nella Repubblica democratica tedesca, e precisamente nei fondi Nietzsche dell'Archivio Goethe-Schiller, si trovano le due seguenti lettere ancor.a non pubblicate nella nuova edizione critica dei carteggi di Nietzsche 1 • Queste lettere furono scritte da Nietzsche all'« idealista» Malwida von Mcyscnbu1 nella seconda metà del dicembre 1882 e per upodanno 1883. Esse riguardano uno degli episodi piu discussi della sua vita, cioè l'incontro con Lou von Salomé, ma non si trovano nella tacrolta di documenti pubblicati da Emst Pfeiffer nel 1971, fino ad oggi la piu esauriente su questo argomento 2 • Eccone la traduzione.

    Friedrich Nietzsche a Ma/,wida von Meysenbug

    Il

    Roma

    [Rapallo, metà dicembre 1882]

    Mia cara, venerata amica, non so come sia andata, ma, dopo aver letto la Sua lcttcrJ. ho pianto. Oggi però non vorrei parlare di me. Lei vorrebbe sapere che cosa penso io della signorina Salomé. Mia sorella considera Lou come un rettile velenoso, da distruggere ad ogni costo: e agisce di conseguenza. Questa, per mc è davvero un'opinione esagerata e assolutamente ripugnante al mio cuore. Al contrario: nulla io desidero di piu che esserle di una qualche utilità e di aiutarla, nel senso piu alto e piu modesto 1

    1 Esse escono ora [1981] nel.l'edizione tedesca. Curt Paul Tam le ha pubblicate a sua volta dopo che questo mio articolo era uscito. ·1n iwiano esse usciranno nel quarto volume dell'Epi.rlolario in pubblicazione pres.,o Adelphi. 2 Friedrich Nietzsche - Paul Rée - Lou von Stllom~. Die Dok11m~lt ihmBegegnung, a cura di Emst Pfciffor, Frankfurt, 1971. Cfr. anche le anteriori pubblicazioni sull'argomento di C.A. Bcmouilll (1910), Erich F. Podach (1938), H.F. Peters (1962), R. Binion (1968). La documentazione di Pfciffcr uscirà, arricchita dai documenti da me raccolti a Weimar presso l'Atclùvio Goethe-Schiller, in una nuova cdjzionc sia tedesca che italiana (Adelphi).

    36

    della parola. Certo, alla domanda se io sia o meglio sia· stato in grado di fare ciò, non vorrei rispondere: posso solo dire di essermi sinceramente sforzato in questo senso. Finq ad oggi ella è stata poco accessibile ai miei « interessi »; io stesso sono per lei (cosi mi sembra) piuttosto alquanto superfluo che interessante: segno di buon gusto! Sotto molti aspetti ella è diversa da ~i e anche da me, ciò si esprime in modo ingenuo •ed è in questa ingenuità, per un osservatore dell'anima umana, pieno· di fascino. La sua intelligenza è straordinaria: Rée dice che Lou ed io saremmo gli esseri dotati di maggiore intelligenza: come Ella vede, Rée è un adulatore. · La famiglia Rée si prende cura, nel modo piu gradevole, di questa giovane ragazza; e Paul dimostra di essere anche in questo caso il modello della delicatezza e della premura. Mia cara, venerata amica, forse Lei voleva sentirmi dire altre cose su Lou: e quando La rivedrò, sentirà anche altre cose. Ma, scrivere? No. La prego tuttavia, con tutto il cuore, di conservare a Lou quel sentimento di affettuosa simpatia che Ella ha avuto per lei anzi di fare di piu, ma in che cosa questo [di piu consista] ·3 io [non] 3 sono in grado [ di scriverlo] 3 • 4 [ ••• ] I solitari soffrono spaventosamente a ca~sa dei ricordi. Non si preoccupi troppo - in fondo io sono un soldato e addirittura una specie di « giocoliere nell'arte di superare me stesso». (Cosi di recente mi ha definito Rohde, con mia somma meraviglia.) Cara amica, c'è a questo mondo una persona qualsiasi che mi ami? [ ••• ] 4

    Friedrich Nietzsche a Malwida von Meysenbug a Roma [Rapallo, Capodanno 1883 j Veneratissima amica, mi sono appena ripreso da un attacco estremamente doloroso del mio male, con cui « ho festeggiato l'anno nuovo »: ed ecco che trovo la Sua lettera e la Sua bontà di sempre! Non me ne voglia, se recentemente mi sono lamentato (e non c'è neppure bisogno che altri sappiano dei miei tormenti). Ma in questo 3 Le parole tra parentesi quadre sono integrate in base all'abbozzo di questa lettera, che si trova in uno dei taccuini adoperati da Nietzsche per

    la composizione di Cosi parlò Zarathustra. • La carta dell 'originalc è strappata.

    -,,!

    J

    .

    momento molte ru~c: ro~phltf1o intdcm~~ l)et tiduttni ._Mt ,.. ~ alla disperazione. •rr1t tutte t{Uti:ate ctm:! t~~. non "'«.àtk, anche la mÌll delusione nel dMuttrdl di l..ou Silltit1tf~ U•, " '-'-''" stravagante » come io sono, cht: " tutti l ttUl1Ì 1htl ~ t tUt ,hn forzate rinunce hn ogglunto 11 pt8o dt utt t:t1t«Li1mo voloot.-rit, (un ascetismo dello spirito ossni dllfkllc do '--Ump~tklf'te). un uomo che non spartisce con nlcuno Il IC:(«rt'lo di ru.1 • 11vvHhtJ lt• scopo della propria esistenza: una ptnono Jd 4lf.fH't'• ~ttlt indicibilmente molto, se perde ln spcron1.11 di ttVtr hit'Oftlt'dt" uh essere simile a lui, che porti dentro di 1d una traJgtdl,c ~hnU, f ••• in cerca di una soluzione simile alla ,uo, D1 annl Otfflfd ~ assolutamente solo, e anche Lei ammetterà ehe "'ho 1am, ~~ viso » a questo stato di cose, anche H buon vl~l ltfffmHl~ .ti presupposti del mio ascetismo. Se io ho ancora d~glj ifflid. li ~ - come dire? - nonostante quella che io tono o vm-,,rt ,;.V/~ tare. Cosi Ella, cara, venerata amica, mi ha I. ~H benevolenza, e io, con tutto il cuore, mi augura 4i presentare in cambio e in segno di ringraziamento ~ • MIJ4· volta un frutto del mio giardino che sia di Suo gu1Jo. Ciò ·che Eila dice del caiattere di Lou, è vero, per ~ ~ doloroso per me doverlo ammettere. In verità non ,ru è- _. capitato di trovare un egoismo cosf naturalmente geouu,o., sante di vita fin nelle cose piu piccole, non intaccato m i ~ ~ te dalla coscienza, insomma un tale egoismo / erino: e per queM-Q ho parlato di «ingenuità», per quanto questa parola possa MlG.&· re paradossale, se si pone mente alh, finezza corro,iv• ddl'intelletto di Lou. Ma io mi sono messo in tcstll che in .questo carattere si trovi nascosta anche un'altrd possibilità: d. almeno~ questo è il sogno che non mi ha m,,i del nnw •bb..nJon.-.w, Proprio in una natura del genere potrebbe v~rHkllrsi un mut•,. mento e uno spostamento nddirittutl\ l't'llC'l\ttn,l JeWim~ro $00 centro di gravità: ciò che i cl'isthmì chhm\-'"'-' \U\ « ri~\'Clho -- LA veemenza della sua forza di voknut l" ~\h\ ~ ~~~-• \.~\lrìiua- • è fuori dell'ordinario. Nclln M\rn r,hwl\•\,'ltt' \~hh,\"'l ~ ~,.,, commessi errori sru1vcn10Nl - "''" ml ~ m~i ,'..\\ttM \I, "-'~~~ re una ragazza coaf mnlt' edU\'t\h\, \ \\\\ \\'-\~ ~l"'-. ~'\~•~ '" questo momento, è prc111rn\1p,W\.\ h, \',\tkt\\\\\.'\\ ,\\ ,·~\ , ~ "' ,.._""'' come il mio ideale, .,_, e, .cl i-,, dui \,\ ,,\h~~ \'~-'-~ ')t,,~ ~w--1~ fatte al no11tro ic.lcnlc,. Quanto a Héc, c'.rnH11l ml I" •~\\\\\\'f \,,,~~~'-'~~ ,~ "M l~""~ na la cui fiamrnn vl111lr1 •I lilh\ \W\' \\\\1 \~ \ , , , , \ ~ , ~ ~ ~ , " ' ~ ~,~~, senza mete, •~niu ,h,vPl'I, .,1n,,, \ll\h\\t. ~ Lou Salomé r.d i1 u~11h 1 \I.lii~\ \\'\\\W\ ,\,,,~ ''"\~\\. ,,..,~ ""'~ bene. In tfL'~"'" e1ull ta ,llw,,,\ ,\.\ \\\,i M" •i.\\~ "' -.,\~ V',,.,,,\~

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    utile a Lou, nella misura in cui ciò mi è possibile: l'ho promesso a lei e a me stesso. . È vero che Ella mi crede, quando dico: « non si tratta neppure lontanissimamente di una faccenda amorosa »? Lei ha parlato di Nerina, e a me è venuto da chiedermi se io non sia un caso paràllelo a quello di Gersdorff 11 • È tutto, su questo tema: esso fa parte delle vicende errabonde del Suo amico Odisseo. Fossi almeno un po' piu accorto! o qualcuno sapesse consigliarmi meglio. Ma un mezzo cieco vive troppo nei suoi sogni e bisogni, nelle sue speranze. Si prega di non rispondere, mi~ venerata amica. Con tutto il cuore Suo F.N. La prima di queste due lettere è in risposta a una lettera della Meysenhug, datata, da Roma, 13 dicembre 1882, nella quale l'idealista aveva scritto a Nietzsche: uno che dice di

    . , >>.

    Sl.

    « Dire di sf », amare il fato vuol dire qui accettare la conoscenza filosofica dell' « eterno ritorno dell'identico», al" quale infatti sarà dedicato il penultimo aforisma del Sanctus ]anuarius; la risposta alla domanda « vuoi tu la tua vita, cosi come è stata., sempre di nuovo e in eterno» è già .contenuta nella formula dell'aforisma Per l'anno nuovo, la formula dell'amor fati. Nietzsche si sentiva all'apogeo della sua vita, con un «compito~ rui voleva tutto subordinare, l'elaborazione di una filosofia nuova 1 sostenuta dal suo pensiero, il pensiero dell'eterno ritorno. In questo stato d'animo, - che gli permetteva anche di superare le molteplici, diuturne miserie della sua malattia, - Nietzsche incontrò ed amò il fatum Lou von Salomé. « Una fanciulla molto singolare ... mi sembra sia giunta nel pensiero filosofico agli stessi risultati cui Lei è giunto, cioè all'idealismo pratico, con !>eliminazione cli ogni presupposto metafisico e di qualsiasi preoccupazione di spiegare i problemi metafisici. Rée ed io desideriamo nella stessa misura dì vederLa un giorno insieme con quesfa persona straordinaria!...• 6 7

    Traduzione di Ferruccio Mnsini, nelPcdizionc Addphi, v. V, t. II. Cfr. ibidem, p. 159.

    40

    Cos{ Mlllwidn von Mcysenbug, da Roma, aveva scritto di6 Lou, allora llppc:-1111 Vt'ntunenne, n Nietzsche, il 27 marzo 1882 . Alla fine di aprile Nict1.schc nrrivò dnlln Sicilia a Roma, per conoscere E secondo il pinno di quest'ultima si formò subito la « trinità» Nietzsche-Rée-Snlomé, cioè un'amicizia a tre, che a,·rebbe dovuto fondarsi sullo studio comune, sullo scambio di idee, sulla quotidiaml discussione di problemi filosofici e scientifici. Questa trinità doveva fallire, perché ben presto risultò che ognuna delle tre «persone» che la componevano inseguiva scopi dh·ersi. Non importa qui soffermarsi sulle. vicende della « trinità » 9, ricordiamo soltanto, per quanto riguarda Nietzsche, che egli per quasi tutto il mese di agosto ebbe Lou presso di sé, a Tautenburg in Turingia, e che poi - dopo varie scenate e -contrasti con sua madre e, soprattutto, con la sorella Elisabeth soggiornò a Lipsia nel mese di sette,mbre, e qui - dal primo ottobre - lo raggiunsero sia Lou che Rée, per trattenersi con lui fino verso i primi di novembre. Nietzsche fu, in ogni caso, il primo a rendersi conto che i piani di vita in comune di Lou non erano attuabili, e cosi - dopo alcune esitazioni - si risolse a riprendere il cammino verso sud, per passare, come sempre, l'inverno in Italia. Nella solitudine della riviera ligure, Nietzsche si rese conto che quello che egli aveva chiamato « il sogno piu incantevole della mia vita » era ormai svanito, e in quella solitudine egli fu preda dei ricordi: « I solitari soffrono spaventosamente a· causa dei ricordi », è scritto nella prima delle lettere qui riprodotte. I documenti pubblicati da Pfeiffer e quelli - non ancora pubblicati - a noi noti, che ancora si conservano a Weimar, permetteranno una ricostruzione biografica abbastanza precisa dei « ricordi» che allora tormentarono Nietzsche. Si trattava, in primo luogo, dell'incomprensione che la sua decisione di vivere con Rée e Lou aveva incontrato presso la propria madre e sorella. Quest'ultima, conformemente alla sua natura filistea, non aveva risparmiato insinuazioni per mettere, agli occhi di Nietzsche, in luce sospetta la giovane « russa», anzi gli aveva fatto capire che Lou nutriva di lui una assai bassa opinione. Ma nella v1cmanza di Lou, dopo alcuni vivaci scontri, Nietzsche, a Tautenburg, era riuscito a dimenticare quelle insinuazioni. Cosi, in un momento di commozione, egli diceva a Lou: « Io credo che l'unica differenza tra noi sia l'età. Noi abbiamo vissuto nello u.'tl.

    1

    Lettera pubblicata per la prima volta (1965) in italiano in v. V, t. II

    d~IJ'cdizionc Adelphi, p. 520. " Alcune indicazioni si trovano anche in v.

    phi, pp . .519-.52.5.

    V, t. II, dell'edizione Add-

    41

    stes$O modo e nello stesso modo pensato ». All'amico Franz lkerbeck scriveva 10 : « Se hai letto il Sanctus Januarius, avrai O\)h\tO che ho attraversato un tropico: tutto si distende nuovo dat,•imti a me, e non passerà molto finché giungerò a scorgere il volto tc~"ibile del compito della mia vita futura. Questa lunga, ricca est.ne è stata. per me un periodo di prova ... Ma la cosa piu utile che ho fatto questa estate, sono stati i miei colloqui con Lou. Le nostre intelligenze e i nostri gusti sono affini fin nel piu profondo - e, d'altro canto, vi sono tanti di quei contrasti che noi siamo, J>uno per l'altro, gli oggetti e i soggetti di osservazione piu istruttivi che si possa immaginare. Fino a questo momento non avevo conosciuto nessuno che sapesse trarre dalle sue esperienze una tale massa di conoscenze oggettive, e che sapesse ricavare tanto dalle cose imparate:" Mi piacerebbe sapere se vi è mai stata una tale sincerità filosofica come quella che è tra noi ... Tautenburg ha dato una meta a Lou ... ». Lou, a sua volta, scriveva nel suo diario di Taùtenburg: « Io sapevo che ... ben presto, al di là di ogni pettegolezzo meschino, ci saremmo trovati nelle nostre nature che sono profondamente affini ... Il tratto religioso fondamentale della nostra natura è ciò che abbiamo in comune e forse ha potuto prorompere in modo cosi intenso dentro di noi proprio perché siamo spiriti liberi nel senso piu estremo. Nello spirito libero il sentimento religioso non può riferirsi ad alcunché di divino al di fuori di sé, ad alcun cielo, in cui le energie che formano una religione - come la debolezza, la paura, il desiderio di possesso - potrebbero trovare esplicazione. Nello spirito libero il bisogno religioso sorto grazie alle religioni - quel nobile rampollo postumo delle singole forme di fede·- può per cosi dire essere ribaltato su se stesso, diventare l'energia eroica del suo essere, l'impulso ad immolare se stessi per un grande fine. Nel carattere di Nietzsche è un tratto eroico e questo, in lui, è l'essenziale> ciò che si imprime su tutte le sue qualità e i suoi istinti e conferisce loro l'unità connettiva. - Non passerà molto tempo ed egli si presenterà come il nunzio di una nuova religione che vorrà degli eroi come suoi discepoli. I nostri pensieri e sentimenti sono talmente eguali che ci rubiamo l'un l'altro le parole di bocca. In queste tre settimane ci parliamo letteralmente fino a non poterne piu e, stranamente, egli riesce ora improvvisamente a trascorrere ogni giorno circa 1O ore in conversazione ». Rispetto a quelle settimane di Tautenburg il soggiorno a Lipsia, ora anche con Rée, fu per Nietzsche una delusione. La sua (j( aquila» Lou (cosi l'aveva chiamata, e l'aquila sarà uno dei due 10

    Da Lipsia, verso la metà di settembre 1882.

    42 animali di Zarathustra) non riusciva piu a prendere il volo; non era possibile ristabilire l'intimità del colloquio a due, per la presenza di Rée (che a sua volta non si sentiva vicino alla « nuova» filosofia di Nietzsche) e perché Lou cominciava a resistere, per conto suo, all'« indottrinamento» di Nietzsche. Questa fu la ragione piu profonda del fallimento della « trinità »: gli altri motivi « troppo umani», come l'intenzione che Nietzsche aveva manifestato di sposare Lou, onde rendere meno difficile il piano del ménage a tre; la tensione degli affetti, derivante dal fatto che sia Rée sia Nietzsche erano anche innamorati di Lou; lo squilibrio stesso nel rapporto a tre per l'intimità tenera che Lou e Rée avevano stabilito tra loro (si davano del tu e tutte le loro lettere sono al confine - assai impreciso - di una vera e propria corrispondenza amorosa), mentre Nietzsche ne era escluso; la malcelata gelosia di Rée e una certa diffidenza di Lou verso Nietzsche (che ai suoi occhi avrebbe cercato di screditare Rée): tutti questi motivi concorsero a scompaginare i piani di vita comune, ormai però già vacillanti per la mancanza di una vera base ideale. A Nietzsche restarono i «ricordi», ma essi non erano solo ricordi di Tautenburg, bensi anche di dicerie, propalate in prima persona dalla sorella Elisabeth, in base alle quali Lou avrebbe considerato Nietzsche: 1) come un volgare « egoista », sempre intento a sfruttare gli altri; 2) come uno che sotto la « maschera dell'idealismo» avrebbe perseguito i fini piu sporchi nei suoi riguardi; 3) come un pazzo che non sapeva quello che voleva. Le lettere allarmate che i familiari di Nietzsche, soprattutto la sorella, avevano scritto a conoscenti ed amici in tutte le direzioni facevano. temere a Nietzsche una interpretazione negativa e volgare dei suoi piani di vita comune con Paul Rée e Lou von Salomé; egli temeva in particolare che ciò fosse avvenuto a Basilea, da dove gli veniva pagata la sua modesta pensione. Egli insomma aveva la sensazione, esasperata dalla solitudine, di essersi compromesso agli occhi di tutti, senza avere realizzato quei piani e essendo stato abbandonato da Lou e Rée. Il tentativo di ristabilire la fiducia almeno nei riguardi di Lou ( e con l'aiuto di Rée) caratterizza gli abbozzi di lettere che ci sono rimasti conservati nei quaderni di quell'epoca. Purtroppo nessuna delle risposte di Lou e Rée ci è tramandata. Il fatto è che tra la fine del 1882 e gli inizi del 1883 il risultato di tutta la vicenda fu: la rottura con la famiglia, la perdita della vecchia amicizia con Paul Rée e della nuova con Lou, il dubbio su se stesso e i suoi fini. Franz Overbeck, a Basilea, rimase il suo confidente in questo periodo di disperazione, e a lui Nietzsche scriveva il giorno di Natale:

    43 « Questo ultimo boccone di vita è stato per me finora il pm amaro da ingoiare, ed è pur sempre possibile ch'io ne rimanga soffocato;•·Ho sofferto dei ricordi insultanti e tormentosi di questa estate come di un delirio demenziale ... lo non riesco a venire a capo della spaccatura prodotta in me dall'antagonismo degli affetti. O meglio: io. tendo tutte le fibre della capacità di superare me stesso; ma ho vissuto troppo a lungo nella solitudine.~ consumato tutte le mie risorse, per poter essere messo ora, pm di un qualsiasi. altro uomo, al supplizio della ruota degli affetti. Almeno riuscissi a dormire! ma come le dosi piu forti dei miei sonniferi· cosf anche le mie camminate di 6-8 ore non servono a nulla. Se non riesco a inventare l'espediente alchimistico di trasformare anche questo fango in oro, sono perduto. Qui mi si presenta l'occasione migliore di dimostrare che per me "w.tte le esperienze sono utili, tutte le giornate sacre, tutti gli uomini divini"! ! ! 11 Tutti gli uomini divini. La mia diffidenza è · adesso grandissima: in tutto quanto mi giunge agli orecchi io percepisco il disprezzo verso di me ». · L'« espediente alchimistico» che permise a Nietzsche di vincere la sua disperazione fu Cosi parlò Zarathustra: le stesure preparatorie dell'opera piu celebre di Nietzsche si trovano mescolate, nei suoi quaderni, con gli abbozzi delle lettere desolate di quel dicembre 1882.

    3. Nell'estate del 1883, proprio mentre stava finendo di scrivere la seconda parte di Cosi parlò Zarathustra, Nietzsche si trovò di nuovo implicato nella vicenda che nell'inverno precedente era riuscito a superare sia dedicandosi al suo lavoro, sia perdonando a Lou e a Rée (ma anche a se stesso) il fallimento del 1882. Purtroppo egli credette anche· di poter perdonare alla sorella la sua ingerenza in tutta la storia, e quest'ultima ritenne che fosse venuto il momento della rivincita. Cosf Elisabeth scatenò una campagna presso i familiari di Rée e di Lou per fare in modo che l' « avventuriera russa >> tornasse in patria. A questo scopo Elisabeth tornò alla carica anche con il fratello e gli fece al tre « rivelazioni » sul conto di Paul Rée e Lou von Salomé. Nietzsche aderf per un momento alla campagna di Elisabeth, ma poi si rese conto di non essere fatto per l'inimicizia e di essere ricaduto indietro rispetto alla conquista interiore, che tanto gli era costata, dell'inverno 1882-83. Le conseguenze di tutto ciò furono, nei riguardi di Elisabeth, · una profonda rottura che, nonostante certi atti di riconciliazione degli anni posteriori, non 11

    aon).

    Dal motto della prima edizione della Gaia scitn1.a (citazione da Emcr-

    44 poté p1u essere sanata e trovò la sua espressione finale nel paragrafo 3 del capitolo « Perché sono cosi saggio » di Ecce

    homo

    12



    Quanto a Lou, Nietzsche continuò certo a rimproverarle di non aver voluto diventare ciò che egli avrebbe desiderato e anche di avere mancato, insieme a Rée, di sincerità e di lealtà nei suoi riguardi. Posto che abbia senso tentare di appurare le ragioni e i torti in vicende cosi intricate come quella della . Ma anche questo piano, dopo essere stato utilizzato per rubricare frammenti che risalivano fino al 1883, fu scartato da Nietzsche pochissimo tempo dopo. Tra gli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre si ebbe la svolta decisiva nei piani di Nietzsche. Basandosi sul materiale che aveva e/ fettivamente elaborato, egli stese un nuovo piano sotto il titolo di Trasvalutazione di tutti i valori (il titolo principale Volontà di potenza sparisce già da questo progetto). Il nuovo piano constava di 12 capitoli: 1. 2. 3. 4.

    5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.

    Noi Iperborei Il problema Socrate La re ragione" nella filosofia Come il « mondo vero" fini ,per divenire favola Morale come contronaLura I quattro grandi errori Per noi - contro di noi Concetto di una religione della décadence Buddhismo e cristianesimo Dalla mia estetica In mezzo ad artisti e seri ttori Sentenze e frecce.

    Un manoscritto in 12 capitoli esisteva realmente in quel momento; ed esso può ancora oggi essere ricostruito, se si esaminano accuratamente i manoscritti definitivi delle opere che Nietzsche, di li a poco, avrebbe deciso di pubblicare, abbandonando il piano della Volontà di potenza. Si tratta dei manoscritti del Crepuscolo degli idoli e dell'Anticristo. I numeri 2, 3, 4, 5, 6, 12 del piano saranno, infatti, altrettanti capitoli del Crepuscolo degli idoli, già col loro titolo definitivo, 10 e 11 saranno riuniti nelle Scorribande di un inattuale della stessa opera. I numeri 1, 7, 8, 9, - a loro volta - sono i titoli originari che ancora oggi si trovano cancellati alla testa dei primi quattro gruppi di paragrafi nel manoscritto dell'Anticristo: Noi Iperborei, §§ 1-7; Per noi contro di noi, §§8-1~; Concetto di una religione della déca-

    63

    dence, §§15-19, Buddhismo e cristianesimo, §§20-23. Le parti citate del Crepuscolo degli idoli e i primi 23 paragrafi dell'Anticristo appartenevano dunque, originariamente, a uno stesso manoscritto, che Nietzsche per un momento considerò come la > cerca di appropriarsi, falsificandoli, dei risultati dello spirito, per farsene bello. La «profezia» di Nietzsche è per Thomas Mann « ebbra di spirito » e l'ostilità verso lo spirito, l'antiidealismo cli Nietzsche non ne sono che un aspetto. Teniamo dunque per fermo che Mann non intende rinunciare, anche nel suo periodo di Wanderredner, di « predicatore ambulante » della democrazia, all'eredità nietzscheana. 3. Questa nostra costatazione viene ancora una volta confermata nel discorso su Goethe come rappresentante dell'epoca borghese, del 1932. Ormai Thomas Mann sta combattendo le ultime battaglie in favore della democrazia e della repubblica di Weimar: ben presto verrà la sconfitta. Ma Nietzsche viene anche qui chiamato come alleato nella lotta contro lo Ungeist" nazionalsocialista. Si tratta di un passo abbastanza noto, che però varrà la pena di rileggere: « Goethe, Schopenhauer, Wagner, Nietzsche - ecco il firmamento della nostra giovinezza [ ... ] il mondo dello spirito borghese, che - appunto perché mondo dello spirito - è al tempo stesso sovraborghese e attraverso Nietzsche, lo scolaro di Goethe, ci conduce in mondi avvenire, nuovi, postborghesi, ancora senza nome. [ ... ] La volontà e la vocazione verso la massima sborghesizzazione, verso l'avventura estremamente pericolosa del pensiero sperimentante [in tedesco: das Abenteuer des versuchenden Gedankens] è la patente, [der Freibrief, il passaporto, il diploma, la credenziale] che lo spirito medesimo ha rilasciato all'uomo borghese. Ancora quel rampollo di famiglie di pastori protestanti, nel quale il romanticismo del XIX secolo ha superato se stesso e con il cui sacrificio sulla croce del pensiero qualcosa di indicibilmente nuovo si è aperto la strada, ancora questo Friedrich Nietzsche - dove si trovavano le sue radici se non nell'humus della Humanitat borghese? E lo stesso autosuperamento dell,elemento borghese mediante lo spirito noi lo troviamo nel romanzo della vecchiaia di Goethe, negli Anni di peregrinazione ». Il superamento del romanticismo in Nietzsche è accostato qui 2

    Cfr. in questo volume p. 79. In libera traduzione: « la piu scadente e schietta negazione ddlo spirito e ostilità verso lo spirito ». 4 « Non spirito», negazione dello spirito ►>, cfr. nota 3. 3

    ...,j

    69

    per analogia al superamento dell'elemento borghese nel Wilhelm Meister e Nietzsche è definito -da Mann « lo scolaro di Goethe». Anzi, sembra che la Entburgerlichung 5 sia c~mpresa in quel nietzscheano superamento del romanticismo. Lo scolaro di Goethe rappresenta cosf il trapasso verso mondi nuovi, postborghesi, che ancora non hanno nome. · In un altro lavoro dell'anno goethiano 1932, La carriera di Goethe come scrittore, troviamo Goethe e Nietzsche accomunati dalla loro critica ai tedeschi: e qui sia permesso al filologo di rilevare che Mann ha pienamente ragione di scorgere i tratti goethiani nelle critiche che Nietzsche mosse alla Germania. Innumerevoli sarebbero i passi « goethiani » da citare dalle opere e dai postumi di Nietzsche. Piu ancora, Mann riconosce con sicuroistinto che la prosa di Nietzsche si fonda su quella di Goethe, come quella di quest'ultimo sulla prosa· di Lutero. Mann parla addirittura di una linea Lutero-Goethe-Nietzsche: « Il rapporto maestro-scolaro tra Goethe e Nietzsche è evidente come quello tra Lutero e Goethe», egli dice. E a questo punto non può mancare il nome dell'altro grande prosatore dell'Ottocento tedesco: « Tutto sommato: si può vedere il rapporto di Nietzsche, anzi già quello di Heine in quanto psicologo e stilista verso Goethe in modo analogo a quello di Goethe verso Lutero, e rallegrarsi per il progressivo affinarsi del germanesimo, oppure anche lamentarsene come di una corruzione». Quanta storia della letteratura in queste cinque righe! Che ci fanno ricordare la vicinanza delle Considerazioni di un impolitico al libro di Heine su Borne, anche questo a suo modo - una rivendicazione dei diritti della cultura contro lo Stato e perfino contro la rivoluzione.

    4. Il testimone che Thomas Mann invoca in momenti decisivi per la definizione del suo rapporto con Schopenhauer e Wagner, le altre stelle fisse del firmamento della sua giovinezza, è sempre Nietzsche. Ma anche per Goethe troviamo - nel grande saggio Goethe e Tolstoj del 1922, che porta il sottotitolo Frammenti sul problema dell'umanesimo, - una pagina nella quale egli ricorre largamente a Nietzsche, quando - ancora una volta - vuol definire· il preteso paganesimo di Goethe contro possibili annessioni da parte dell'ideologia nazionalistica e antiumanistica. « Nietzsche ha definito », scrive Thomas Mann, « il luogo storicopsicologico di Goethe situandolo tra la ..grecità e il pietismo". In tal modo egli [Nietzsche] ~nuncia l'elemento plastico e quello critico, l'elemento ingenuo e quello sentimentale [ da Schiller, come ognuno sa], l'elemento antico e quello moderno 6

    Sborghesizzazione.

    70,

    del suo essere. Infatti », prosegue ancora Mann, « il "pietismo" di Goethe non è altro che la sua modernità. Occorrevano molti secoli di cultura cristiana dell'interiorità e un secolo di esercizi autobiografico-autoanalitico-pietistici perché potesse essere creata un 'opera come il W ertber [. .. ] ». Quanto a Wagner e Schopenhauer, nel 19 3 8 Thomas Mann nel saggio sul filosofo pessimista - sa dire ciò che molti interpreti di Nietzsche non hanno capito abbastanza, quando definisce il distacco di Nietzsche da Wagner e Schopenhauer « un grande e decisivo evento nella storia dello spirito », mettendo al tempo stesso in rilievo la continuità dello sviluppo di Nietzsche: per Wagner fino alla famosa pagina sul Tristano in Ecce homo e per Schopenhauer scorgendo nella filosofia di Nietzsche una « prosecuzione e trasformazione » dell'immagine del mondo schopenhaueriana. Ma proprio in occasione del saggio schopenhaueriano, Thomas Mann sente il bisogno
  • rimo egli fece uscire nella hibliotcrn Rcclam due raccolte di testi, tratti preminentemente >. Questo filosofo intellettualizzato all'estremo non esiste per Baumler. Che Nietzsche si senta l'erede di una vivisezione moralistica durata duemila anni, sembra pure ignorato. Eppure Nietzsche stesso ha scritto nella sua prefazione del 1887 alla seconda edizione della Gaia scienza: « Un filosofo che ha fatto il suo cammino passando per molte riconquiste della salute, e continua sempre a camminare, è anche passato attraverso altrettante filosofie, egli appunto non può fare nient'altro che trasferire ogni volta il suo stato nelle forme e nella lontananza piu spirituali - precisamente quest'arte della trasfigurazione è filosofia. Non siamo arbitri, noi filosofi, di stabilire una separazione tra anima e corpo, come fa il popolo; siamo ancora meno arbitri di porre una distinzione tra anima e spirito ». Infine Baumler è addirittura costretto a far sparire dalla sua sistematizzazione del pensiero di Nietzsche la conoscenza fondamentale su cui si regge Cosi parlò Zarathustra: la teoria dell'eterno ritorno dell'identico, sebbene Nietzsche riservasse, nei piani per la Volontà di potenza, proprio a questa teoria la sede culminante dell'ultimo libro. Baumler si ribella contro questa teoria e, poiché identifica il sistema da lui costruito col presunto sistema di Nietzsche, scrive: « Non c'è nulla nel suo sistema filosofico con cui possa essere accordata questa eternizzazione del diveniente - questo pensiero dell'eterno ritorno se ne sta solitario nella Volontà di potenza come un masso erratico ». Forse ciò potrebbe anche essere giusto, se appunto esistesse il « sistema Nietzsche » di cui Baumler parla e il libro che lo contiene: ma non esiste né quel sistema, né il libro. E siccome a noi interessa ciò che dice Nietzsche e non ciò che Baumler vorrebbe che Nietzsche non dicesse siamo costretti a dubitare delle facoltà interpretative di Baumler. Tanto piu che Nietzsche

    86

    ·stesso afferma in un suo frammento che la maHima • volonrA di potenza » è « volere l'eterno ritorno » ! Ma, proprio sulla base degli arbitri e delle mutilazioni cui abbiamo accennato, Baumler pu~ preparare il Nietzsche decapit• to (secondo una felice definizione di Lowith), di cui ha bilOpJ per la seconda parte della sua operazione: una filosofia politica pseudorivoluzionaria, un « assalto di Sigfrido» come dice Baumler - « contro l'urbanità dell'occidente». Insomma Nicb-sche potrà diventare un « cornuto Sigfrido »; ogni ironia, ogni ambiguità, ogni specie di spirito, ogni sorta di esprit sarà stata allontanata da lui: Nietzsche diventerà guerriero, addirhtura diventerà germanico.

    5~ Eccoci giunti all'ultima parte, che è anche la piu sgradeve>le, della nostra considerazione. Infatti: se già l'interpretazione filosofica di Nietzsche che Baumler ci offre è unilaterale, come abbiamo mostrato, il pensatore politico che egli cerca di imporci non è altro che_ un rappresentante del germanesismo, comprensibile solo sullo sfondo confuso del -Mito del XX secolo. Se prima Baumler almeno_ si .sforzava di dimostrare qualcosa quando era alle ·prese con i pensieri di Nietzsche, _nella seconda parte del suo libro ogni traccia di Oterono divenirne padroni ... ». Baumler commenta cosf: « Di fronte agli ebrei e ai crbtianl i Greci e ; .Romani si trovano aJio stesso livello. Di fronte a un avversario piu forte anche gH antichi nemici si debbono mettere d'accordo». Dunque una ipccic di fronte popolare - in tedesco si direbbe Volks/ronl, mo in c1uc1Lo caso sarebbe meglio clire volkische Front - contro il cristianesjmo e il giudoiamol E 1c H " Germano inconscio ,, Nietzsche parlo di « Germani e altrl yj] .. Janzont » o di • Germani e oltri Lordigrodi », cionondimeno j) 1uo attacco ol cri1tinnc1imo rimane un nttncco do Sjgfrido: « Il paga-

    88 nesimo nordico è l'incommensurabile, tenebroso sottofondo, dal quale il temerario combattente emerge contro l'Europa cristiana ». Ciò sarà certo espresso in modo assai mitico e tenebroso, ma non per questo le cose cambiano per quanto riguarda ciò che Nietzsche ha detto. Potremmo ancora dire come Baumler si sforzi di dimostra re che Nietzsche non deve nulla alla cultura francese, che Nietzsche perciò non è uno psicologo; che il culto per il Rinascimento italiano da parte di Nietzsche non significa che egli abbia davvero preso partito per la Chiesa romana contro la Riforma (e del resto osserva, senza ombra di ironia, il Germano Baumler, è estremamente probabile che la maggior parte delle famiglie nobili che fecero il Rinascimento fosse di origine germanica!!!). Ma preferiamo chiudere questa deprimente rassegna di citazioni con l'ultima parola detta da Nietzsche a proposito dei suoi rapporti con i tedeschi e con i francesi e con la psicologia. Essa si trova in Ecce homo: « I Tedeschi ... non avranno mai l'onore di annoverare fra i rappresentanti dello spirito tedesco quel primo spirito retto nella storia dello spirito [Nietzsche parla di se stesso], quello spirito con il quale la verità è pervenuta a giudicare la falsa moneta di quattro millenni. Lo spirito tedesco è ari.i viziata per me; faccio fatica a respirare in mezzo a questa sporcizia in psychologicis divenuta istinto, che si rivela in ogni parola. in ogni espressione del viso di un tedesco. Non sono passati attraverso un diciassettesimo secolo di duro esame di se stessi, come i Francesi: un La Rochefoucauld, un Descartes sono cento volte superiori per rettitudine ai primi fra i tedeschi, che finora non hanno mai avuto un solo psicologo. Ma la psicologia è addirittura il metro della pulizia o sporcizia di una razza ... E se non si è neppure puliti come si potrebbe essere pro/011di? ... E quando mi è capitato di esaltare Stendhal come profondo psicologo, trovandomi in compagnia di professori universitari tedeschi, ho dovuto compitare il suo nome». 6. « Guai a me io sono una sfumatura! », esclama Nietzsche nel suo testamento, nell'Ecce homo, presentendo assai bene i fraintendimenti grossolani a cui la sua opera era destinata in mezzo ai tedeschi. Quanto a noi, dopo aver constatato l'insostenibilità dell'annessione ideologica di Nietzsche al nazionalsocialismo nel caso specifico di Baumler, ci guarderemo bene dal non ammettere I'esistenza di un problema storico: che è quello delle ragioni che indussero gli esponenti della politica « culturale » e della propaganda nazista a servirsi di Nietzsche. Questa indagine, tuttavia, dovrebbe finalmente abbandonare il metodo partenogenetico-ideologico

    89 e passare sul terreno dei fatti: analizzare per esempio gli articoli (anche quelli dei quotidiani), nei quali si parlava di Nietzsche al popolo tedesco durante il III Reich, oppure fare una ricerca su quali furono le opere di Nietzsche piu frequentemente stampate e popolarizzate in quel dodicennio, e via dicendo. Se ne ricaverebbe certamente un quadro interessante di violenza ideologica e propagandistica, nemmeno troppo abile, di « terribile semplificazione >>, di un Nietzsche tutt'altro che « sfumatura». Voglio notare ancora, per finire, che ciò che Cesare Cases ha molto spiritosamente definito « desororizzazione » di Nietzsche non · ha assolutamente nulla a che fare con questo tipo di lavoro storico, consistente nel distinguere la ricezione di Nietzsche nel III Reich, da un lato, e l'interpretazione di ciò che Nietzsche disse nella sua propria epoca, dall'altro. Infatti il Nietzsche « falsificato » dalla famigerata « sorella » è 1111 altro problema ancora: esso ha a che fare, - oltre che coi problemi personali del « Lama » e la sua fondamentale ottusità mentale, - assai pi u con la Germania di Guglielmo II che non con quella di Hitler. Vorrei anzi osare questa affermazione: il telegramma della decrepita Elisabeth ( era nata nel 1846) a Mussolini-Hi t Ier, in occasione del loro incontro a Venezia nel giugno 1934 ( « Die Manen Friedrich Nietzsches umschweben das Zwie13 gesprach der beiden grossten Sraatsmanner Europas ») , non basta a farne una nazionalsocialista (con effetto « retroattivo » sulla sua edizione delle opere e delle lettere, che si compf tutta tra i] 1894 e il 1909), come non bastano, secondo me, né le visite che Hitler le rese nello stesso anno (20 luglio e 2 ottobre), né la corona di fiori che il cosiddetto Fiihrer inviò a Weimar, quando Elisabeth, un anno dopo, mori. Mi sia permesso cli citare, a questo proposito, dal mio commento a Ecce homo: « Notiamo ... che ... si è anche finito col "dare la colpa" a Elisabeth Forster-Nietzsche per tutti quanti gli abusi connessi al nome di Nic!tzsche, in quanto "filosofo del nazionalsocialismo"; ma questa è una semplificazione inammissibile e una nuova leggenda. I Baumler (e anche i Lukacs) e tutti coloro che hanno strapazzato "ideologicamente" Nietzsche, hanno fatto ciò per conto loro, e non avevano certo bisogno di "essere menati per il naso" dalla sorella piu che ottuagenearia .. Comprendere il pensiero di Nietzsche e interpretarlo senza deformazioni ideologiche, era possibile, anche sotto l"' impero" della Forster-Nietzsche a Weimar» 4 •

    (1974) 13 « I Mani di Friedrich Nietzsche aleggiano sul dialogo dei due piu grandi uomini poiitici d'Eu10pa. » 14 Cfr. F. Nietzsche, Opere, cit., v. VI. tomo III, p. 566.

    Equivoci marxisti

    Mi sia permesso, innanzitutto, constatare qualcosa che è ormai presente alla coscienza di tutti coloro che hanno deciso, anche in Italia, di occuparsi criticamente di Nietzsche. Mi sembra cioè che oggi non ci si rivolga piu alle opere di questo filosofo per ricavarne qua e là qualche ispirazione circoscritta, per esempio a proposito di talune questioni della storia della letteratura tedesca (come faceva con indubbia finezza Vittorio Santoli nella sua Storia) e che nemmeno ci si limiti soltanto a considerare Nietzsche uno splendido artistJ o come e< il grande e perfido aggressore della parola >) (Gramsci) o mJgari a ricercarne l'importanza ne1ta sua critica della civiltà borghese. Tutto questo non basta piu a noi oggi. In rcaltl, anche in Italia, si è alla ricerca di un nuovo metro che permetta di avvicinarsi a questa figura complesli.1 e ancora carica di un fascino demoniaco, che attira e che respinge al tempo stesso. Si vuole, insomma, da piu parti rendere giustizia a Nietzsche, ricreare una immagine, un Nielz.sche-Bild, come dicono i tedeschi, che lo collochi in una luce nuova. Nella grande « sfortuna » che è la cosiddetta « fortuna » di Nietzsche, appaiono sempre piu stimolanti a una nuova rielaborazione critica, non i suoi volgarizzatori fascisti o estetizzanti (come Mussolini e d'Annunzio, o per fare nomi « piu seri » Alfred Baumler e Ernst Bertram ), bensf quegli scrittori, filosofi, romanzieri, quei grandi intellettuali insomma che hanno sempre riconosciuto il loro debito verso Nietzsche, e certo non si trovano dalla parte dei suoi utilizzatori fascisti: pensiamo in prima linea a Heinrich e Thomas Mann, a Robert Musil, a Karl Jaspers e a Edgar Salin, a Karl Lowith, per il mondo tedesco, a Gide, Camus, Sartre, V alery per quello francese. E altri nomi si potrebbero fare su questa linea, che è la linea dell'assimilazione originale e fertile della prClblematica nietzscheana. Senza contare il fatto che oggi non vi è praticamente autore o corrente letteraria, artistica e filosofica dei primi 50 anni del '900, che non ven•

    91

    gano esaminati nel loro rapporto verso il «fenomeno» Nietz-

    sche. Per l'Italia è sin torna tico che parecchi studiosi vicini al marxismo, come Paolo Chiarini e Ferruccio Masini, sentano la stessa esigenza di un riesame critico dell'eredità di Nietzsche. Tutto ciò spiega tra l'altro - se è lecito già interpretare « storicamente » la propria attivirà - come mai si è sentito il bisogno cli una nuova edizione uitica delle opere di Nietzsche. Certo, una decina di anni fa, quando si cominciò a parlare della edizione italiana delle opere di Nietzsche, questa non fu generalmente sentita come un fatto, r.on diciamo positivo, ma neppure nuovo per la nostra cultura: \'i si vide piuttosto il pericolo di un raffior-are di vecchi vizi ddla cultura, anzi della subcultura italiana. Qualcuno temeva un pericoloso ritorno al cosiddetto irrazionalismo, di cui l'edizione delle opere di Nietzsche sarebbe stato un sintomo. Già allora Delio Cantimori prese posizione verso i timori espressi in questa direzione da Cesare Vasali, sotlOlineando invece la necessità di una buona edizione italiana delle opere di Nietzsche e il valore liberatore di una conoscenza filologicamente adeguata del suo pensiero. Che si trattasse di una esigenza attuale e sentita lo dimostrò poi ancor piu il trasformars.i di quella che doveva essere. semplicemente una buona edizione italiana in una edizione critica del testo originale. Nel confronto critico con Nietzsche, di cui si è parlato, assume una particolare importanza l'interpretazione che di questo pensatore ha dato uno dei massimi critici marxisti del nostro ~cmpo: Gyorgy Lukacs. E ciò per le seguenti ragioni: 1) innanzitutto per ]'importanza stessa che il marxismo, in quanto filosofia o concezione del mondo ha nel nostro presente, nel mondo intero; 2) perché l'interpretazione di Lukacs ha profondamente influenzato studiosi marxisti e non marxisti, e in generale perché le acute applicazioni lukacsiane del metodo marxista sul terreno della storia della cultura (si pensi alla sua interpretazione di Goethe o a quel1a di Thomas Mann, piu in generale alla sua visione della storia della letteratura tedesca) sono ancora oggi largamente accettate e sfruttate, persino là dove - in seguito agli eventi politici ungheresi del 1956 - si evita di fare il nome di Lukacs, intendo dire nella maggior parte di quei paesi che siamo soli ti chiamare socialisti. Le difficoltà intrinseche deJl'applicazione del metodo marxista ai fatti pertinenti alla sovrastruttura sono note. Una discussione di principio sul modo tenuto da Lukacs per interpretare la letteratura, la filosofia e J'c·,rte in generale, non è da preporre alle

    92 nostre considerazioni, forse - invece da esse potranno derivare alcuni elementi che chiariscano la questione generale di metodo. Inoltre mi sia permessa una precisazione di carattere personale, nel modo meno convenzionale possibile: io non mi ritengo marxista e naturalmente neppure nietzscheano, si invece uno studioso cli Nietzsche e anche di Marx e di Engels. Se si lasciano da parte i frequenti riferimenti occasionali a Nietzsche, che si trovano in tutte le opere di Lukacs, anche a partire dai saggi « premarxisti » di Die Seele rmd die Formen, riferimenti che testimoniano unn conoscenza approfondita e un dibattito continuo, che varrebbe la pena di ricostruire per intero, gli scritti in cui Lukacs si 29-1')-#'i (l~ nuto nel 1946-47) si trovu qucstll nol11Zionc: « scriuori
  • \ \) e in ~c-ncrnll' nlht nostru m,di:til 'lll' fi ll,sl,licu li lt·idt·~~t·r, KicrkC'~nnrd ), « irwc.'l"t' - c~li so~~Ìllll!-!t' --- nl l r~l\'t'rS,l Nicti"s1.·hc c.• l.}\IC'Slll suo t'S('\lSÌh."lt't.', k, studi",s'-1 Ìlltlinno dd movimt'nti idet\li ll'\l\'('t·t'\ il ~iush.1 pt\S• s~,~~i"'· dw ~li pt·rmt·ttn~ d'nnivtu·c :1 l'l1mprt.·ndc.·~ 1.tudlc iJ~ et.1nçrct1tlllt'ntt·, sistc.'llHllldl1lc ndll' n1nl~llllt1i tll"'l.llli~ite e ndl c. ·.,,,tirHorÌ. [.4 ri,"t'l'c.'d Ji tlNtl ,u,oN ,·ritÌ,'4 sto"n,~"4,1\'1,, 1\.\ti1'\l, l97~l. Dd ~9H ~ ''!'l:he _l'in1nk11 ~('t1nllltlli1.,n: 1~it't-::.,,·1-t- ~,~tl\y, • l'I'~ f"~S1to del h!'.''-' 1.h lì. _l~ulx,~,. Nrr~txd~ rt ·'"'"'' ft"tr., Jt lw1 t .,.,x, r,..,hhlm1h1 in (,wmr1/t' . Tutta questa parte dell'esposizione del Nietzsche di Baumler è tenuta nella vaga ironia del discorso indiretto. Ma quello era il Nietzsche del dodicennio hitleriano, e dalla bibliografia in calce all'articolo scompaiono, per quanto attiene le pubblicazioni di letteratura secondaria, i nomi ~i Bertram e di Fischer, mentre fanno spicco Baumler e Alfred Rosenberg, Mussolini e D'Annunzio. L'ultimo importante lavoro nel quale Cantimori si occupa se non di Nietzsche certo di una figura centrale per la vita e per il pensiero del « grande professore basileese » è la recensione dedicata nel 1941 alle Con/t.ssioni postume del teologo Franz Overbeck, egli pure professore a Basilea 11). Il nome di Overbeck era già apparso nell'articolo che Canti mori, nel 1940, aveva dedicato al libro di Carlo Antoni Dallo storicismo alla sociologia (ripreso in parte negli Appunti sullo storicismo del primo numero di Società, 1945), quando aveva scritto in polemica con Troeltsch che « se si vuol rimanere tra i professori di teologia, rivoluzionario era l'Overbeck, l'amico del Nietzsche, almeno nel senso della novità della sua posizione », rispetto alla fiacca teologia liberale di uno Harnack (sia pure dotto grandissimo). Devo dire che fino ad oggi non ho mai letto pagine cosi acute e illuminanti su Overbeck come quelle di Cantimori, del 1941, e che certamente esse avrebbero meritato un ricupero nel volume einaudiano Storici e storia, che pure raccoglie lavori anteriori a quell'anno 20 • Qual è il merito «rivoluzionario» di Overbeck? È quello di aver combattuto qualunque compromissione teorica tra il cristianesimo come religione e il mondo moderno. Questo miscredente, come rilevò sarcasticamente E. Troeltsch (che si trovava dalla parte del compromesso), insegnava in una facoltà teologica, e considerava il cristianesimo storicamente finito nel fango della teologia liberale coi suoi compromessi tra Dio e il mondo. « La costante preoccupazione della chiarezza e della verità a proposito del gran problema della cultura tedesca di quella pacifica età, il problema del rapporto tra cristianesimo e graphische Bemerkung zu den Bemerkungen der Frau Marianne Biiumler, ambedue in Studi tedeschi, 1977, 3, pp. 117-125. 19 F. Ovcrbeck, Selbstbekenntnisse, hg. von E. Vischer, Bascl, 1941, recensito in Studi germanici, V, 1941, pp. 137-145. 20 Nella raccolta Storici e storia, cit., pp. 12-17, si trova invece ripubblicata la molto meno significativa recensione alla biografia di Adolf von Hamack, scritta dalla figlia A. von Zahn-Harnack (Berlino 1936), che Cantimori pubblicò su Studi germanici, Il, 1937, pp. 329-333.

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    civiltà moderna, conducevano [Overbeck] ad una crmca perentoria (valida, mi vuol sembrare, anche per lo studioso della storia politica) di quel compromesso del cristianesimo sociale protestante inaccett.ibile, in quanto dal terreno pratico, dove i compromessi hanno il loro luogo. veniva trasportato in quello della vita spirituale [ ... ]. » E dalle Confessioni di Overbeck Cantimori cita ancora, dop0 un commento alla « famosa dichiarazione di Nietzsche Dio è morto » 21 , « la religione non ha a-ltro fondamento che il mito e la leggenda [ ... ]. Ma appunto perciò la religione non serve a niente per la salvazione degli uomini, neppure ad una salvazione che mirasse alla istituzione di una pura e universa1e società di uomini [ .. .] . Se si trova, del resto, fra noi, l'idea della salvazione, può venire soltanto di fra noi, e solo cosi può operare universalmente ». Dopo aver osservato che l'avversione alla mescolanza di attività politica e religiosa e ricerca critica disinteressata ha costituito a Basilea e in quell'epoca l'« humus fecondo nel quale sprofonda le sue radici l'attività di un Nietzsche e di un Burckhardt », Cantimori conclude cosi il suo mirabile ritratto: « C'era nell'Overbeck un gusto della originarietà, una tendenza a vedere e a indagare i grandi fenomeni della storia religiosa e letteraria alle origini, con tutto quel che di oscuro e sotterraneo tali ricerche importano, troppo facilmente rifiutabile o riducibile a torbido irrazionalismo [ ... ] e che spiega molte affinità di questo spirito ritroso col Nietzsche. Come tutte le espressioni di un profondo disagio spirituale, anche la figura dell 'Overbeck muove a disagio chi se ne occupa, lascia irrequieti anche quando si sia ben ]ontani da quel mondo: ma serve a chiarire di luce fredda e livida, ma tanto piu chiara, la sua epoca e il suo ambiente. L'ottimismo programmatico delle istituzioni e delle tradizioni che debbono provvedere alla propria conservazione lo ha ignorato, come la Repubblica Veneta rnan21 Nella traduzione di Cantimori: « Nietzsche ha detto "Dio è mor• to! ". E questo è differente dal dire "Dio non è!" cioè, "non può essere, non è, non sarà e non è mai stato!" Piuttosto r.Egli fu". E questo è almeno l'unico ateismo possibile agli uomini, accessibile solo a essi. L'altra forma _sarebbe quella del superuomo [ ... ]. La mia opi• nione su tutta la questione è solo questa: l'esistenza di Dio, come vadano le cose riguardo a Dio, non riguarda noi uomini! e in genere saprei combinare qualcosa soltanto con la formula ateistica del Nietzsche che ho appunto chiamata quella possibile per gli uomini. Fra noi uo:iiini no• turalmente riservando se~pre ~ va!1taggio di una religione, si può' trattare soJo del problema: se D10 è , non del suo contenuto: "ci è dato il problema? o • non ci è dato Dio?": l'una cosa è tanto evidente ,quanto meno è l'altra ».

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    dava all'affogamento notturno e silenzioso gli eret1c1; la figura del grande amico [Nietzsche] l'ha posto in ombra; ma lo studioso della vita religio:iJ tedesca non può trascurarlo ». Fin qui Cantimori. Io aggiungerei che non può trascurare Overbeck, chi voglia studiare Nietzsche, perché non solo egli fu autonomo da Nietzsche, ma Nietzsche stesso - come Cantimori ricorda - gli devie moltissimo per la sua concezione della religione e del cristianesimo. Il pamphlet overbeckiano U eber die Christlichkeit unserer heutigen Theolop,ie usci nello stesso anno della prima considerazione inattuale, quella diretta contro la « vecchia e la nuova fede » di David Friedrich Strauss, cioè nel 1873, e usd anche dallo stesso eclitore, che era poi un editore di musica, il wagneriano E.W. Fritzsch. L'epoca di Overbeck fu quella di Nietzsche, anche se il teologo sopravvisse di circa un quindicennio all'amico, morto intellettualmente ancora dentro l'epoca bismarckiana al suo finire: dal 1870 al 1889 Nietzsche visse, pensò e scrisse anche in relazione a Overbeck. Ma ancora oggi non esiste un vero e approfondito studio su Nietzsche e Overbeck, tale non essendo la vecchia e pur utilissima raccolta di documenti di Cari Albrecht Bernoulli 22 , che del resto come ha benissimo detto Cantimori « era dominato da un irrazionalismo irrequieto e torbido ». Dopo il 1941 e per una ventina d'anni non ci sono scritti di Cantimori dedicati espr~ssamente a Nietzsche o a libri su Nietzsche. Nietzsche diventa e rimane sempre piu marginale negli interessi di Cantimori. Ma le osservazioni incidentali sono non meno istruttive: mi riferisco per esempio alle ripetute occasioni che i saggi su Burckhardt gli offrono di precisare meglio il rapporto tra lo storico e il filosofo, soprattutto per quanto riguarda la concezione del Rinascjmento, oppure quando Cantimori rileva l'importanza che per Nietzsche ebbero le Meditazioni burckhardtiane sulla storia universale, oppure ancora quando egli pone tra i presupposti filosofici e generali di una importante opera • C.A. Bernoulli, Franz Overbeck und Friedrich Nietzsche. Bine Freundscha/t, Jena, 1908. La pubblicazione del secondo volume di questa opera, che dal punto di vista documentario è ancora fondamentale per gli studi su Nietzsche, fu fermata con un processo, intentato all'autore dall'Archivio Nietzsche di Weimar, in particolare da Petcr Gast. In seguito al processo tutte le lettere di Peter Gast a Franz Overbeck, pubblicate da Bernoulli, furono « cancellate » con inchiostro tipografico e rese illeggibili. lo stesso ho reso noti i passi soppressi nel libro di Bernoulli, dr. M. Montinari, Die geschwiirzten Stellen in C.A. Bernoulli: Friedrich Nietzsche und Franz Overbeck. Bine Freundscha/t, in Nietzsche-Studien. lnternationales ]ahrbuch fiir die Nietzsche-Forschung, Band 6, 1977, pp. 300-328.

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    storica, come quella di Americo Castro sulla Spagna, anche Nietzsche ( « È proprio il caso di parlare di splendidi risulta ti concreti dovuti a una filosofia o concezione del mondo che si condivide cosf poco da considerare deleteria », siamo nel 19 56). Ma quando Cantimori ironizza sui nipotini di Nietzsche « bigotti di un Rinascimento idolizzato » e analogamente in altre occasioni, a me sembra di trovare il senso di quella che, con Garin, continuerò a chiamare letturn . Segut! ~ questo punto una citazione di Pasquale Villari che nei primi anni scttnnta era in rapporto con l'ambiente fiorentino della Meysenbug e - attraverso di lei - scntf parlare per lo prima volta di Nietzsche. Mi pare che il commento sia qui superfluo. Forse bisognerebbe aggiungere, come notizia, che Cantimori in quegli anni stava di nuovo raccogliendo bibliografia su Nietzsche e intendeva tornare a occuparsi del « grande professo re di Basilea ». La seconda lettera è nota per l'amichevole controversia con Cesare Vasoli sull'opportunità dell'edizione completa delle opere di Nietzsche, e per questa parte non ha bisogno di nuovi commenti 28 ; rileverei soltanto la forza con cui Cantimori sottolinea la necessità della conoscenza storica di Nietzsche. « Della reale 24 W. Mauscr, Karl Hillebr1111d. Leben, Werk, Wirkung, Dornbirn, 1960. • 211 Cfr. F. Nietzsche, Opere, v. IIl/1, p. 526; O.F. Bollnow, Nietzsche und Leopardi, in Zeitschrift fiir pbilosophische Forschung, Band 26, Heft 66-69 " · I. Mpp.Sulla . lo d'1 G . Camp1oru . · citato · questione s1· veda l'artico nell a nota 1 .

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    storia culturale italiana ed europea fo parte anche Nietzsche e in primo piano: e occorre conoscerlo se si vuol conoscere questa realtà, conoscerla per cnpirla, capirla sul serio, per farla progredire e cambiarla. » Parole semplici, per le quali ci sembrerebbe vano scomodare il rapporto teoria-prassi, cultura-politica, conoscenza-azione. Sono semplici e chiare e dicono tutto quello che c'è do dire. Infine: Ndle ombre del domani, la bella e intensa prefazione al libro di Huizinga. Di essa scelgo solo un aspetto, quello della critica, in parte nutob:ogrnfica, che Cantimori propone di ciò che lui chiama lo straordinario mondo e periodo culturale mitteleuropeo (cui appartengono accanto a tanti altri Horkheimer e Adorno): > (Storici e storia, cit., pp. 35.3-.354). A parte la novità della situazione attuale, quattordici anni dopo ]a pubblicazione di questo testo, cui ho già accennato, a causa della quale molti particolari andrebbero aggiunti o corretti a illustrare la « ronfusione di idee » o se preferiamo il « fermento ideale» o anche addirittura - il « sincretismo culturale», di cui parlavo ~Il'inizio, io credo che questo programma di studio debba essere mantenuto, non per negare unilateralmente l'importanza e · soprattutto la motivazione reale dei vari elementi che compongono la «confusione», dai prodotti piu scadenti di ess3 fino ai tentativi ideologici piu agguerriti e speculativi piu alti e piu seri, a vantaggio di una storicizzazione generica e esorcistica, ma per riaffermare la necessità della analisi e dell'osservazione storic:a. E non c'è dubbio che a quel programma possa venire un contributo decisivo da una considerazione

    l

    122 storica complessiva di Nietzsche e della sua epoca, - che oggi manca ancora quasi del tutto, - essendo Nietzsche l'espressione piu significativa e sintetica, piu ricca di premesse e di conseguenze della cultura europea degli ultimi trenta anni dell'Ottocento.

    (1978)

    Per una biografia

    È da segnalare con tutto il rilievo che merita un importante avvenimento per gli studi su Nietzsche: la pubblicazione del primo volume (ma anche del secondo, presentato a Francoforte; tuttavia, ancora in cammino attraverso le patrie poste, esso non ci ha raggiunto) della grande biografia di Nietzsche, scritta dallo studioso svizzero Curt P21.ù Janz 1 • Questa biografia ha una sua storia. I pochi che, come Giorgio Colli e il sottoscritto, avevano in Italia un atteggiamento verso Nietzsche libero da ipoteche ideologiche, prima ancora che la attuale moda nietzscheana esplodesse anche da noi (e non è detto che oggi l'ideologia non abbia un suo ruolo nella lettura di Nietzsc,:he), quei pochi - dicevo - lessero· con un senso di sollievo e come se potesse avere inizio un modo nuovo di occuparsi della biografia di Nietzsche il libro di Richard Blunck, Friedrich Nietzsche. Kindheit und Jugend, (Ernst Reinhardt, Miinchen/Basel 1953 ). Non è che fino a quel momento mancassero studi seri anche sulla vita di Nietzsche, in particolare c'era la grande monografia di Charles Andler (pubblicata in sei volumi tra il 1920 e il l 931 e poi ristampata nel 1958, sempre da Gallimard). Ma anche; Andler era stato costretto a lavorare senza poter accedere direttamente ai fondi di quello che un tempo si chiamava Archivio Nietzsche a Weimar, sui quali vegliava, soprattutto per quanto riguarda la biografia di Nietzsche, Elisabeth Forster, la sorella del filosofo. Si ricordi, a questo· proposito, che non è vero che la sorella di Nietzsche abbia falsificato in senso nazionalsocialista l'opera di Nietzsche, bensi è vero che essa ha operato funestamente su tutte le questioni decisive della biografia. Si tratta di un errore storico che i nostri dilettanti commettono continuamente, dimenticando che l'influenza dell'Archivio Nietzsche e della fa1 Curt Paul Janz, Friedrir.h Nietzsche. Biographit in drei Diindtn, Miinchen, Carl Hanser VcrJag, 1978-79.

    124 mosa sorella fu assai forte nella vita intellettuale tedesca tra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo, insomma prima della I guerra mondiale. Sono gli ideologi alla Baumler, e purtroppo anche alla Lukacs, che hanno fatto, assai piu tardi, quando ormai Elisabeth Forster era una vegliarda senza influenza reale, di Nietzsche un cosiddetto precursore del nazismo. Amici della sorella di Nietzsche e frequentatori dell,Archivio Nietzsche erano, nel « mondo di ieri », grandi intellettuali come Romain Rolland e Thomas Mann, filosofi e letterati di origine ebraica come Raoul Richter e Richard M. Meyer, mecenati cosmopoliti come l'aristocratica svizzera Meta von Salis, il conte « rosso » Harry Kessler e il banchiere e industriale svedese E. Thiel (un ebreo), artisti come Henry van de Velde, Max Klinger ed Edvard Munch, poeti come Richard Dehmel e Detlev Liliencron. E questa è solo una piccola scelta di nomi illustri, che in un modo o nell'altro furono legati all'Archivio Nietzsche, come lo volle Elisabeth nel periodo di mnggiore splendore. Ciò non toglie che le sue edizioni dei postumi di Nietzsche (ln famigerata Volontà di potenza) fossero cattive e scientificamente insostenibili, che nel pubblicare le lettere del fratello ella abbia commesso vere e proprie falsificazioni, per dare al pubblico l'immagine che lei si era fatta di Nietzsche e della sua vita; ma anche che biwni lettori di Nietzsche fossero possibili molto prima che si scoprissero l'insufficienza scientifica delle edizioni e le falsificazioni biografiche di questa sorella. Tuttavia è un fatto storico, col quale ogni studioso di Nietzsche deve fare i suoi conti, che l'immagine di Nietzsche, recepita da tutte le illustri personalità sopra ricordate e da tutta l'intellettualità europea, fu largsmente condizionata dalla cosiddetta « grande biografia » di Elis~bcth Forster-Nietzsche, che usd in tre grossi volumi tra il 1895 e il 1904. Ciascuno certo a suo modo: dalla geniale empatia di Thomas Mann alla mitologia di E. Bertram, per fare soltanto due nomi di assimilatori di Nietzsche, che si credettero simili e omogenei, ma che piu tardi avrebbero preso vie ben diverse: l'uno quella deWesilio antifascista, l'altro quella dell'allineamento ideologico al nazionalsociaJigmo. Esisté insomma una sorta di koiné intellettuale nietzscheana, che finf nella catastrofe della prima guerra mondiale e delle sue conseguenze. Al di sotto di essa, senza che peraltro venissero toccate le grandi linee dell'immagine recepita di Nietzsche (che naturalmente si trovava, oltre che nella biografia forsteriana, nelle opere e nelle lettere), si sviluppò una sorta di guerriglia tra gli stessi adepti di Nietzsche e, si capisce, tra « adoratori » e « denigratori » di Nietzsche.

    125 Cosf, un adepto di Nietzsche era Carl Albrecht Bernoulli, che da Basilea lanciò contro gli adepti weimariani ]a poderosa monografia Frani. Overbeck emd Friedrich Nietzsche. Eine Freemdscha/t (Jena, 1908). Scopo di quest'opera era quello di dimostrare che, tra gli amici di Nietzsche, il vero e fedele era stato Franz Overbeck. Bernoulli aveva perfettamente ragione a smascherare la tendenziosità di Elisabeth Forster proprio su questo punto. Era inoltre piu intelligente e piu colto di Elisabeth, che però a sua volta aveva buon giuoco a mettere in campo tutte le possibili citazioni (vere. inventate o mutile) dai manoscritti e dalle lettere di Nietzsche in sua custodia. Contro questo materiale Bernoulli aveva una raccolta basileese di documenti e soprattutto le lettere di Nietzsche e di Peter Gast a Overbeck. Ma Peter Gast, divenuto da un pezzo strumento di Elisabeth, intentò un processo contro Bernoulli e ]o vinse: sicché ancora oggi i possessori dell'opera di Berno-:Jlli si trovano nel secondo volume intere pagine annerite da inchiostro tipografico, sotto le quali stanno citazioni da quelle lettere 2 • Qual era l'oggetto di tanta tenzone? Tutto sommato qualcosa di ridicolo e di secondario rispetto a un serio studio di Nietzsche: la tipica querelle allemande sulla malattia di Nietzsche: sifilide o non sifilide? Oppure: quando è cominciata la « malattia mentale » di Nietzsche? Domande che in un'epoca intrisa di positivismo avevano la loro importanza, soprattutto per chi non aveva voglia di prendere sul serio un pensatore scomodo come Nietzsche. Né mancò la patografia di un medico che, come al solito, era sicuro di sapere che cosa fosse la « malattia mentale », il Mobius: questi metteva in guardia i lettori di Nietzsche, spiegando loro che dalle sue pagine parlava una mente «malata». Non solo questi « problemi », ma altri ancora furono dibattuti in quella che ho chiamato 1a guerriglia sulla biografia di Nietzsche. « .. .la reazione alle deformazioni agiografiche della sorella finiva per essere influenzata proprio da ciò contro cui essa si rivolgeva. L'impostazione di ogni problema biografico veniva accettata cos! come derivava dall'opera della sorella ... Cos{, per esempio, bisognava decidere se era stato Wagner a tradire Nietzsche o viceversa; se Paul Rée lo aveva ingannato nella vicenda con Lou o se Nietzsche aveva dato prova di bassezza morale nei riguardi dei due amici; se Overbeck credeva o no alla "grandezze" di Nietzsche; se Nietzsche fu un amico incompreso oppure un traditore di tutti i suoi nmici; se Nietzsche era un santo oppure un mino2

    Cfr. noto 22 o p. 118.

    126 rato sessuale o un frequentatore di prostitute 3 ; se Nietzsche aveva conosciuto l'Unico di Stirner (cosa ritenuta chissà perché estremamente riprovevole dalla Forster-Nietzsche) oppure no; se aveva scopiazzato le sue idee da questo o quell'autore oppure se era tutto "originale"» (mi permetto di citare dal mio volumetto: Nietzsche, Roma, Ubaldini, 1975, pp. 139-140). Nemmeno uno studioso come Erich Podach riusd a sfuggire a questi problemi malposti, non tanto ne! 19.30 - quando pubblicò il giornale clinico del manicomio di Jena, dove Nietzsche era stato ricoverato - quanto nelle opere di trenta anni dopo. Da noi è ricaduto in questo tipo di impostazione Anacleto Verrecchia nel suo libro La catastrofe di Nietzsche a Torino, uscito quest'anno ( 1978) da Einaudi. Ma torniamò · a Blunck, che era un allievo di Pitul Deussen (l'amico della giovinezzq di Nietzsche, poi storico della filosofia indiana e greca, editore di Schopenhauer) e si era accinto a scrivere una nuova biografia di Nietzsche, dopo che i documenti dello Archivio Nietzsche - morta nel 1935 Elisabeth Forster - erano ormai accessibili. Blunck aveva terminato il suo lavoro nel 194 5; anzi, alla fine della guerra, l'opera intera era già del tutto stampata. Tuttavia l'intera composizione tipografica, le bozze, tutto insomma andò perduto ne! caos della fine della Germania nazista. Blunck ricominciò da capo, e nel 1953 poté pubblicare il primo volume della sua biografia, di cui abbiamo parlato all'inizio. Non gli fu ·dato di concludere la sua opera: nel 1962 mori. Curt Paul Janz; che aveva già cominciato a lavorare a un'altra impresa, quella dell'edizione delle composizioni musicali di Nietzsche (pubblicata felicemente nel l 976 ), fu incaricato di proseguire l'opera di Blunck, sulla base del materiale che questi aveva raccolto. La biografia ci guadagnò per la metodica acribia del nuovo autore, che ora ha ripubblicato, come prima parte del volume primo, la I nfanzia e giovinezza di Blunck, emendandola però da numerose imprecisioni ed anche errori. Tuttavia anche J anz ci porta, con grande beneficio per lo studio di Nietzsche, fuori dalle problematiche false degli « adepti » e dei « denigratori » di Nietzsche. Ci fa respirare di sollievo, come a suo tempo Blunck. In Blunck come in Janz non c'è né apologia né inutile polemica, e neppure l'identificazione presuntuosa dell'autore con il suo oggetto. Dove i punti interrogativi non possono che rimanere tali, le conclusioni del biografo sono tenute alla cautela. Dove i fatti sono accertati e non è possibile alcun dubbio ragionevole, essi vengono registrati, senza preoccupazioni allotrie al compito 3

    Cfr. la

    «

    Postilla 1980 », pp. 28 sg.

    127 del biografo. ( Si veda per esempio il modo sovrano con cm e trattata la questione del! 'infezione sifilitica, che tanti fiumi di inutile inchiostro ha fatto versare.) Inoltre negli anni sessanta la situazione oggettiva delle fonti è ancora migliorata rispetto alla epoca di Blunck, e di ciò ha potuto giovarsi Janz, che ha lavorato all'Archivio Goethe-Schiller di \Xleimar, nella Repubblica democratica tedesca, nel quctle sono custoditi anche i fondi dell'ex Archivio Nietzsche. Accanto ai materiali di Weimar e Basilea, dove Janz vive, vi è da segnalare il fatto che Ernst Pfeiffer da Gottinga ha reso noto tutto l'importante materiale a sua disposizione sui rapporti Lou-Nietzsche-Rée, che importanti documenti sono stati pubblicati, per esempio i Diari di Cosima Wagner o le memorie di Resa von Schirnhofer, e che infine l'edizione critica tedesca ( curata da G. Colli e dal sottoscritto) delle opere e del carteggio di Nietzsche fornisce il quadro di riferimento necessario alla biografia. Il fotto è che i] genere letterario stesso della biografia presenta notevoli insidie, in primo luogo per il suo proprio oggetto. Infatti che cosa vuol dire scrivere la vita di un uomo, in questo caso di un pensatore come Nietzc;che? Che cosa è la vita di Nietzsche? È difficile dare a questa domanda una risposta veramente conclusiva. Di qui la necessità della modestia del lavoro del biografo, che è ben presente a Janz quando scrive: