Racconti d'un viaggiatore astrale
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Anne e Daniel MEUROIS-GIVAUDAN

Anne e Daniel Meurois-Givaudan

Racconti d'un viaggiatore astrale

Traduzione di Daniela Muggia Copertina di Ellen L6rien

Edizioni

AMRITA

« In una parola, l'aria è per loro ciò che sono l'acqua ed il mare quaggiù per noi, e ciò che è per noi l'aria, per loro è l' etere. » Platone (Pedone)

A Marguérite, NoiHle e Paris.

Con i nostri ringraziamenti a Maurice e a Danielle per i loro preziosi consigli.

INDICE

I II III IV V VI VII

Avviso al lettore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Prologo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Anime in viaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Altre dimensioni ! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Uno strano museo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La tunica vecchia . . . . . . . . . . . � . . . . . . « Il sole in persona con corpo umano » . Una piramide-ospedale . . . . . . . . . . . . . . . « Bisogna che molti di loro si ricordino d'essere stati un tèmpo degli Atlanti » Tre letture della memoria dell'universo . Ogni spirito è androgino . . . . . . . . . . . . . Nel Paese dei Sette Buoi . . . . . . . . . . . . . La caverna degli ultimi Atlanti . . . . . . . . La biblioteca astrale . . . . . . . . . . . . . . . . . Conclusione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . .

VIII IX X XI XII

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Avviso al Lettore

Questo non è un libro di fantascienza. Per quanto possano sembrare sorprendenti e persino in­ verosimili gli eventi descritti, si tratta comunque di fat­ ti assolutamente autentici. , , Se avessimo avuto lo scopo d inventare un opera di , fantasia probabilmente avremmo dato prova d una mag­ gior creatività nel concepire le avventure dei nostri per­ sonaggi; ma non è affatto di questo che si tratta, e ciò che vi raccontiamo è assolutamente vero. Le possibilità, i fenomeni che descriviamo, per noi sono un fatto normale, come per altri il riparare una macchina o il pilotare un aereo, cosa che per noi, cre­ deteci, sarebbe molto più ardua. Ma non è nostra in­ tenzione scrivere pagine intere per convincervi, perché sarebbe inutile: tutti abbiamo i nostri pregiudizi e non , possiamo chiedere l impossibile. Chiediamo soltanto a/lettore di fare un tentativo per iniziare questo libro con la mente sgombra da idee pre­ concette: forse resterà scettico, ma stia pur certo che non abbiamo affatto cercato di abusare della sua credulità o del suo tempo. Gli Autori.

Prologo L'aria è blu, l'arià è palpabile; non la respiro , la as­ sorbo da tutti i pori. Brulica di vita. Sento ogni sua par­ ticella vivere la vita d'un mondo che contiene altre vite, altri mondi. L'aria è gialla, l'aria è dorata. Non lo so, è il pensie­ ro d'un attimo : è color dell'Anima. Cerco la luce, che non è in nessun luogo ed ovunque, e io ci sono dentro . L'atmosfera è luce, il turbine è svanito , il mondo astrale si estende davanti a me ed i miei piedi toccano un tappeto d'erba tenera. Ho invano cercato la mia camera dalle persiane chiu­ se . . . ma poi, esiste davvero? Sono sdraiato al buio, con gli occhi chiusi, ma cam­ mino nel paese delle fate, con gli occhi ben aperti. Niente di poco chiaro: so di essere laggiù n1entre sono qui. Do­ ve, qui? a milioni di anni-luce? nello stesso posto di lag­ giù? Vibro in modo diverso . Mi pare che ogni fibra del mio corpo emetta un suono, e che il mio corpo emetta un'ottava. Davanti a me si erge un bosco dagli odori sconosciuti. Avanzo fra i tronchi che sento vivere, respirare all'u­ nisono; -gli uccelli cinguettano , a meno che non sia l'a­ ria, o la luce; è la stessa cosa. Tutto qui sembra uno e rappresenta soltanto l'unità. Sento scorrere un ruscello sotto il muschio, fra le pie·

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tre dai riflessi azzurrini: non vedo nessuno , ma ho l'in­ tima convinzione che tutto sia abitato . . . no , qui sareb­ be impossibile sentirsi soli ! Un indicibile calore mi riempie il cuore, e amo tutto, tutto, anche la singola par­ ticella di lichene avvinta alla corteccia! Può forse esistere il contrario dell'Amore? Non so più neanche il suo nome. Ho la sensazione d'una potenza infinita, d'una infinita tenerezza. Cerco il sole ma non lo vedo : il sole è l'erba, il mu­ schio , gli alberi, l'aria, tutto questo universo . . . l'Amo­ re forma la Natura. - Te ne ricordi? Un essere mi cammina accanto e mi parla. Sapevo che ci sarebbe stato, che sarebbe venuto . E come ho fatto a saperlo? Mi ha chiamato lui o ho volu­ to incentrarlo? Non so chi sia, ma so che lo conosco . - Ti ricordi del nostro primo incontro? Mi volto verso di lui, e so che vengo da molto lonta­ no, come lui. Ha parlato? Non so , a dire il vero . · Le sue parole hanno bussato alla mia mente, come si bussa ad una porta. - No , non più tanto bene, non saprei più dirti con precisione. È di media altezza, e né quel suo volto stranamente allungato, né quel cranio oblungo mi stupiscono . Quei suoi occhi piccoli, quasi senza ciglia, mi guardano fis­ samente e sembrano sorridere; è pallidissimo , d'un pal­ lore quasi trasparente, quasi azzurro . Mi chiedo se ·sia davvero reale, eppure le sue orme calcano l'erba ed i rami si scostano al suo passare . . . La veste che indossa è semplicissima: un paio di stretti pantaloni che arrivano alla caviglia ed una tunica all'in­ diana. Non so se si possa parlare di tessuto : la materia

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è indefinibile, brillante, morbida, fluida, fluorescente, d'un verde pallidissimo sebbene intensamente lumino­ so, senza essere abbagliante; non vedo cuciture, sem­ bra uscito da uno stampo. - Questa volta è stata dura prendere il largo, dice con un sorriso aperto . Su, torna in te. Non è la prima volta che sei dei nostri ! Respira a fondo l'aria intorno a te, senti com'è fresca; respira, e senti in fondo ad ogni boccata la presenza dell'Essere Unico. Non è per niente che ti trovi qui, oggi. Sono alcuni anni che ti seguiamo, ed ora noi abbiamo un lavoro per te. Dico "Noi" e non "Io" anche se tu avrai solo a che fare con me, perché sono il tramite della volontà d'un gruppo di esseri che fanno parte di quella che potremmo chi�mare una . . . commissione speciale. Questa commissione è incarica­ ta di studiare tutti i mezzi per diffondere e sviluppare certe idee sulla Terra, ed io la rappresento . Da alcuni anni, senza che tu ne sia cosciente, la mia immagine ti è divenuta familiare: qui, in questo universo , ci servia­ mo di certi sogni per toccare gli umani e per chiamarli a noi. . . Ma di questo sei al corrente, questi ultimi anni ti ci hanno preparato: noi non abbiamo dato altro che una spintarella per precipitare uri po' le cose. Oggi sei qui perché abbiamo un compito da propor­ ti, e dico proprio "proporti" perché sei tu il solo pa­ drone delle tue decisioni . . . Non v'è in questo alcun segno di privilegio: è un lavoro , che toccherà a te decidere se portare avanti oppure no . Le tue vibrazioni, le onde che emetti e che ricevi ci hanno insegnato molte cose su di te; si tratta ora di sapere se hai forza di volontà. Sei in armonia con certe persone che vivono sulla Terra, e po­ tranno aiutarti se ne avrai bisogno. C'è e continuerà ad esserci un contatto tra te e loro, anche se ne sarai co­ sciente solo di rado .

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So che condividi il mio punto di vista sullo stadio at­ tuale dello sviluppo della Terra, e sappiamo che biso­ gna considerare l'epoca moderna solo come un infimo granello di sabbia nell'immensa clessidra del tempo, per quanto ci siano persone che sembrano ignorare che pri­ ma di loro è stato , e che dopo di loro sarà; è in parte a questo modo di vedere le cose, troppo ristretto e trop­ po miope, che si deve l'insieme della mentalità umana. Tutti coloro che si sono occupati del passato della Ter­ ra e del cosmo sanno che la loro vita si fonda sul siste­ ma dei cicli. I rarissimi astrologi che possiedono davvero una scien­ za reale, sanno che la Terra segue un ciclo di poco me­ no di 26.000 anni, che essi usano chiamare "il grande anno" ; questo ciclo di 26 .000 anni a sua volta si com­ pone di 12 cicli di circa 2.000 anni. Ogni ciclo di 2.000 anni circa è chiamato ' 'piccolo an­ no' ' ; la morte e la nascita d'un ciclo sono sempre ac­ compagnate da grandi turbamenti d'ogni ordine, ed in tutto ciò v'è una ragione profonda i cui fondamenti van­ no ricercati nelle leggi dell' equilibrio cosmico. Queste leggi sfidano l'umano intendimento, tanto sono incre­ dibilmente complesse e, contemporaneamente, meravi­ gliosamente semplici; all'attuale livello di comprensione della comune mente umana, il perché dell'intima orga­ nizzazione di questo sistema può essere soltanto un mistero . Ho appena parlato della mente umana comune, e con ciò non intendo affatto una mente mediamente o ordi­ nariamente istruita, ma l'elevazione dell'Anima media. Gli esseri umani non hanno ancora compreso che si può avere un'istruzione nettamente superiore alla media, per­ sino molto specializzata, ed esser dotati d'una mente me­ dia, persino ristretta. Gli uomini coltivano il controsenso

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sul termine d'intelligenza, perché la vera intelligenza vie­ ne dal cuore e parla al cuore. Essa apprende ogni cosa a partire dal suo fondamen­ to e per mezzo dell'Amore. L'essere che nuoce ad un altro essere, anche se in modo reputato abile ed intelli­ gente, non dà prova di reale intelligenza ma usa sempli­ cemente un intelletto più o meno acuto, e così facendo va contro alla causa prima, l'Amore, il principio di tut­ to, e comincia a negare se stesso . A che servono i più brillanti diplomi delle scuole più prestigiose, a che ser­ vono le più grandi fortune, i più grandi poteri, se uno non ha saputo elevare nemmeno un poco la sua anima per penetrare l'essenza delle cose? Uno dei nostri primi obbiettivi è di fare compren­ dere all'uomo che egli non ha sempre ragionato come ragiona oggi; continuando a credersi fatto solo di so­ stanza materiale, ossia palpabile, si finisce con l'es­ sere solo più questo . L' essere umano ha perso la mi­ sura di ciò che è, o piuttosto si è ricordato solo del­ la dimensione più ristretta, quella più ridicolmente pic­ cola. Gli abitanti del tuo pianeta hanno urgente bisogno di guide. Vi fu un tempo, centinaia di migliaia di anni fa, in cui la Terra non assomigliava affatto a ciò che è ora; ti abbiamo condotto ad interessarti a quel periodo che è rimasto nel ricordo dell'umanità col nome di " età del­ l'oro' ' , ma gli uomini da molto tempo hanno relegato quell'epoca fra i miti ! Tutti sanno che il famoso uo:rp.o del xx o secolo, con tutta la sua intelligenza e la suà mente esercitata, · non può dar credito a tutto quel ciarpame di leggende . . . Tutti sanno bene che è molto al di sopra di queste cose, a cui credono solo gli imbecilli, gli ingenui e i sognatori ! Ep-

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pure . . . se un giorno ti farai carico di mettere per iscrit­ to queste poche frasi, \aggiungi questo: « V oi che vi trovate di fronte a queste righe, se dalla lettura delle pagine precedenti avete già concluso che l'autore mente con la facilità con cui respirà, che è un idealista che prende per realtà i suoi propri desideri , op­ pure che è solo un sognatore, allora non andate oltre, e chiudete il libro perché non farà che irritarvi. Ognuno segue il suo cammino : il nostro non è quello di convincere la gente ad ogni costo ma di piantare qui e là un piccolo seme. Chi vuole comprendere compren­ da . . . vorrà dire che un piccolo seme è già sbocciato nel suo giardino . » L'essere tace bruscamente, mentre entrambi avanzia­ mo in una natura che supera in bellezza tutto quanto ho visto fino ad ora: cascate zampillanti di roccia in roc­ cia, immensi fiori dai colori inimmaginabili che ci arri­ vano alla vita . . . - Guarda, mi dice fermandosi, tutto questo è stato pensato da una mente perfetta. Vi fu un tempo in cui i tuoi simili conoscevano l'esistenza di questo luogo, ed è il ricordo di quest' epoca che va risvegliato in loro : è indispensabile, ora, che l'uomo ritrovi le sue origini. Bi­ sogna che risalga lungo i millenni, sulle tracce del suo vero passato ; l'era delle divagazioni antropologiche politico-filosofiche e delle religioni deviate deve finire. Il guazzabuglio che l'uomo coltiva da così tanto tempo sarà all' apogeo alla fine di questo secolo, ma fin d'ora gli esseri coscienti hanno il compito di preparare una cer­ ta strada. Da lunga data sono stati elaborati i piani di questo cammino , ed un buon osservatore potrà scoprirne trac­ cia alla fine d'ogni secolo del passato . Giungiamo alla conclusione d'uno di quei cicli di 2000

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anni di cui ti ho parlato, e questa conclusione, quale che sia, sarà una svolta decisiva nella storia umana. Affin­ ché il nostro scopo non ci sfugga bisogna congiungere tutti gli sforzi, bisogna che si riversi sulla Terra un'on­ data di Amore e che da essa ne emani un'altra. È giun­ to il tempo del chiarimento. Molto tempo fa hai accettato di avere un ruolo nel­ l'atto decisivo che si reciterà sulla Terra fra poco ; ogni particina, per quanto piccola, ha la sua importanza. Nes­ suna parola di verità e d'amore andrà perduta, anche se solo sussurrata! Un tempo decidesti di compiere un lavoro sulle vere origini dell' uomo, le origini delle sue religioni, l 'unità originale; sei ancora sempre di questo parere? O per me­ glio dire: siete ancora di questo parere? Perché tua mo­ glie è altrettanto coinvolta. Non vi garantiamo alcun successo, ed abbiamo esi­ tato a lungo sul modo di compiere questo lavoro; le cir­ costanze hanno voluto che il mezzo sia la scrittura. Altri, che un tempo hai conosciuto, agiranno o agiscono già in modo molto analogo al tuo . Gli uomini chiamano questo_ "fenomeno sociale" , "sintomo" di questo e di quello , ma sappiano innanzi­ tutto che si tratta d'un movimento concertato , piena­ mente cosciente e volontario . Alcuni hanno già fatto la loro parte con successo , e centinaia di migliaia di persone hanno già letto dei libri che parlano della Verità suprema; quand'anche una so­ la di queste persone ne avesse compreso le parole d'a­ more, lo sforzo non sarebbe stato vano . Ecco il racconto di ciò che alcuni chiameranno una bella fandonia, altri una curiosa avventura ed altri anco­ ra, più informati, con un altro nome; quanto a me, ho raccontato una cosa che so che è vera perché l'ho vissuta.

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Per svariate ragioni non ho più nulla da aggiungere a questo proposito . Il lettore che mi accorda la sua fi­ ducia cominci dunque a leggere il libro : vi scoprirà un lavoro che lo prego di credere sincero .

Introduzione Mi ricorderò sempre di quella famosa sera d'aprile in cui, abbandonandomi a quello stato che è al confine fra il sonno e la veglia, mi vidi d'un tratto disteso sul letto- . Come descrivere le impressioni di chi si vede per la prima volta dali' esterno? No , non parlo del vedersi proiettato su uno schermo, cosa di cui tutti hanno già fatto esperienza, e che, d'altronde, non è sempre una faccenda gradevole, giacché non si&mo tutti fotogenici. Quando dico ' 'vedersi dall'esterno' ' , intendo· dire ve­ dersi in carne ed ossa. Quale dei due sono io?· Io , sono lui o me? Siamo entrambi me? Tutte queste, domande passano per ·la mente in un baleno . Passato lo choc del primo momento, uno comincia a chiedersi se non sia questa; la morte, se non abbia var­ cato la grande porta, e nel vedersi così, con gli occhi chiusi, con gli arti abbandonati con noncuranza, si ri­ trova a pensare che non è poi tanto bello . Un po' inquieto, uno continua a chiedersi chi egli sia: - Non posso esser lui, perché lo sto guardando . . . Ed è in quel momento che ci si rende conto d'esser ben altro che un paio d'occhi che vedono l'altro sdraia­ to : si ha anche un corpo, nudo come un verme, e que­ sto corpo si mette a fluttuare a destra e a manca, in su e in giù, come se avesse tracannato una buona dose di alcool. Poi, bruscamente, con uno scossone, finisce tut-

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to . Ci si ritrova ad essere lui, quel corpo goffo e non tanto estetico sdraiato sul letto . Quanto tempo è durato? Forse un minuto o due al massimo . Come ho già detto , nel leggere il prologo di questo libro certuni mi avranno preso per un esaltato. Quando uno non riesce a capire il suo interlocutore, fa in fretta a dire che è matto, o che inventa tutto di. sana pianta . . . perché mai non gli viene in mente . che forse costui non parla la sua stessa lingua? Eppure, quando un Cinese parla con un Francese, il Francese non lo tratta da paz­ zo soltanto perché non · può cogliere il senso di quello che dice! Allo stesso modo , uno studente di lettere non pren­ derà per scemo l' autore d'un trattato di matematica su­ periore solo perché non riesce a capire cosa scrive. Allora, indichiamo subito al lettore quale sarà la no­ stra lunghezza d' onda: questo libro , per le ragioni anzi dette, si propone di trattare di cose delle Spirito , dell'o­ rigine e del divenire dell'uomo . . - E questo cosa c'entra? vi chiederete. C' entra, e lo vedrete. Parlando di Spirito, si finisce prima o poi per parla­ re di religioni; ed ecco perché quest'opera tenterà di col­ mare, secondo i modi e le possibilità degli autori, la fossa che ancora separa la tradizione cosiddetta orientale da quella occidentale. Per fare questo , è stato messo a di­ sposizione di uno degli autori di questo libro un mezzo , che chiamerò viaggio astrale. Lo si può considerare una tecnica, e ne ho descritto i primi effetti poc' anzi. Ciò che avvenne involontaria­ mente una sera di aprile può essere ripetuto a piacere, ed infatti è stato ripetuto . Non parlateci di droghe: nes­ suno di noi le mai neppure assaggiate. _.

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Ripeto, si tratta d'una tecnica, che si impara così co­ me si impara a leggere o ad andare in bici, cioè con un po' di buona volontà e di pazienza. Questo libro, dunque, vi parlerà d'una serie di viaggi astrali che speriamo possano sollevare qualche velo di quelli che avvolgono certi problemi cruciali per l'uma­ nità, o anche solo per l 'uomo .

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CAPITOLO I

Anime in viaggio Ho l'impressione di fluttuare su di un mare nero in una notte senza luna! Sdraiato, mi lascio portare dalle onde senza sentirne lo sciabordio; non dura molto, e mille e mille lucine pren­ dono a scintillarmi intorno, non come stelle in un cielo di velluto nero ma come luci facenti parte dell'oscurità stessa. Ecco cos'è: più l'osservo, e più mi sembra che di que­ sta luce si componga l'oscurità, come se il buio fosse solo una variante della luce. Ma quest'impressione di velluto tuttavia c'è, e proviene da ciò che percepisco co­ me onda. In questo strano stato però nòn sento alcun disagio . Cosa sto aspettando? No n saprei dirlo, per quanto la mente sia molto lucida; so che deve accadere qualco­ sa, e che in un certo senso sono un viaggiatore in tran­ sito . . . D'un tratto sento una forza irresistibile attrarmi ver­ so l'alto . . . una strana sensazione all'altezza dello sto­ maco, come se mi prendessero a forza, con una corda, o per il cordone ombelicale. Sempre più su, sempre più su . . . poi, d'un tratto , un'esplosione. E mi ritrovo im­ merso in una luce bianca.

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Un profumo soave, un'aria tiepida mi penetrano im­ mediatamente. - Buongiorno ! Sono seduto su un'erbetta tenera, ricoperta d'un ve­ lo di rugiada: - Buongiorno, sento per la seconda volta in fondo a me stesso . Sollevo il capo e vedo il mio amico dei mille e un ri­ sveglio , delle mille e una esperienza, l'uomo dal volto allungato . - Eccoti in un mondo che ancora non hai avuto mo­ do di visitare . . . se non altro in questa vita! Che ne dici? A dire il vero , ho ben poco da dire, ancora frastor­ nato da quella specie di choc psicologico che crea ogni viaggio astrale quando questo non si limita al piano ter­ restre, avendo infatti come meta un piano parallelo al nostro . - Ti trovi nel mondo dei trapassati o, se preferisci, nel regno dei morti. Come vedi, non sono più morti di quanto lo sia tu, o io. Nel p arco in cui ci troviamo c'è una folla d'uomini, donne, bambini che si svagano; sono sorpreso dalla gran­ de diversità dei costumi che indossano . Una giovane donna ci passa accanto in un sontuoso abito del settecento, e si dirige verso un bimbo vestito da elfo, come uscito da una fiaba. - Questa donna fu famosa, ai suoi tempi, mi dice· la guida. Le è stato molto difficile abituarsi all'idea di non esser più sulla Terra, ove godeva di enormi possi­ bilità. Certamente qui ha quelle stesse possibilità ed al­ tre ancora, ma siccome le hanno tutti . . . è stata dura, per lei, farci l'abitudine. Fra non molto dovrà ritornare sulla Terra, e sta ap­ profittando dei suoi ultimi momenti di riposo .

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- È obbligata a tornare? - In un certo senso ! Il meccanismo della rinascita è complesso; lo studieremo più tardi. Ad un dato mo­ mento, l'anima del deceduto (chiamiamo così quella par­ te dell'uomo che risiede in questo mondo) si sente come attratta verso la Terra. Non essendosi liberata dai vin­ coli della carne, è un bisogno carnale quello che l' attira verso un mondo carnale. Verrà guidata nella scelta del­ la rinascita da entità altamente qualificate in materia. Guarda quell'uomo, laggiù: È un nuovo arrivato, ed è tra noi solo da pochi minuti. Vedo un uomo sulla cinquantina, dal volto radioso; alcune persone lo sostengono, perché cammina con dif­ ficoltà. - Il passaggio dalla vita terrestre a questo stadio è pur sempre una prova . . . , dice l'uomo dal volto oblun­ go , leggendomi nel pensiero . Molti esseri, e a dire il vero più di nove su dieci, non hanno la minima idea di ciò che serba loro il passaggio attraverso la morte. Ma la cosa più forte è sempre l'im­ maginazione, che dirige l'uomo ovunque vada, e così , nei primi istanti che seguono la morte l'anima del de­ funto entra nel mondo che si aspettava di trovare. Se, in vita, il defunto era ateo, resterà (fintanto che la luce non si farà strada nella sua mente) in una specie di magma nero, indefinibile, non necessariamente sgra­ devole, simbolo del nulla che credeva di trovare dopo la morte. Ognuno deve superare le barriere costruite dalla sua religione o dal suo ateismo ! L' adattamento è tanto più rapido quanto più l'esse­ re è spiritualmente evoluto, e questo vale anche per il passaggio nella zona d'incertezza o nel regno dell'im­ maginario che segue l'istante della morte.

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Il Libro dei morti Tibetano, o Bardo-Todol, riassume simbolicamente le varie tappe che l'anima percorre do­ po la morte, e gli uomini dovrebbero studiare in esso , con maggior attenzione, il simbolismo delle luci. Quando il defunto si è aperto alla vera realtà, avendo cacciato via le nuvole della sua immaginazione, che sono il ri­ sultato dell'educazione ricevuta sulla Terra, scopre il mondo in cui ci troviamo ora. ·Amici e parenti morti pri­ ma di lui lo aspettano qui, e lo aiutano a riprendersi dalla prova subita. Ma questa prova non ha nulla di terribi­ le, nessuna sofferenza fisica; soltanto le sofferenze mo­ rali generate dall'incertezza di coloro che hanno una ben nera coscienza . . . Comunque, come ho detto, anche per loro si tratta d'uno stato passeggero, come per gli altri. Infatti, co­ me vedi, la morte è una specie di rinascita in un altro mondo. Sulla Terra, la religione ortodossa l'ha riassunta in una breve frase molto giusta: si dice di un uomo non « è deceduto » , ma « è nato al cielo » , il che è contempo­ raneamente poetico e vero. Spesso la parola " cielo" fa sorridere, ed è vero che ha una cert'aria un po' ingenua; ma è normale che l'uo­ mo abbia situato in alto, ossia verso il cielo, e non in basso, l'oggetto delle sue aspirazioni . . - Ne deduco che la vera vita si trova in questo mon­ do e non sulla Terra: sono i morti che son vivi, e non il contrario ! - No , ciò che dici non è del tutto giusto: probabil­ mente questo mondo, che possiamo chiamare astrale, è più vicino alla verità di quanto lo sia il mondo terre­ stre, perché le anime che vi nascono hanno una visione della realtà più lucida e più globale, ma non per questo esso rappresenta la verità. Q uesto mondo astrale, a di­ re il vero , è molto materiale rispetto ad un mondo, o

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meglio un universo , che gli è 1 00.000 volte superiore . . . Si tratta dell'universo dello Spirito , ma questo ci porta a considerazioni per ora troppo lunghe e troppo profonde. Noto che gli esseri che si muovono intorno a noi, es­ seri di ogni razza e di ogni epoca, non prestano alcuna attenzione alla mia guida o a me. Ci troviamo in un po­ sto davvero incantevole, una specie di composizione di tutti i paesaggi concepibili: a mano a mano che proce­ diamo con la nostra passeggiata, scopriamo una pine­ ta, colline verdi, un'oasi, un torrente alpino, una spiaggia tropicale . . . È forse perché sono tutti assorti in una tale varietà di paesaggio , che gli esseri che ci circondano ci ignorano? Come sempre la guida ha colto il mio pensiero prima che l'abbia formulato, per telepatia: - Devo spiegarti una cosa. Q uesti esseri non si oc­ cuperanno mai della tua presenza perché non possono vederti; ai loro occhi, tu sei invisibile. Q uesto significa che tu non sei esattamente nel loro universo, e che il tuo corpo astrale in questo momento vibra ad una frequen­ za che è leggermentè diversa dalla loro . Funziona come una normale televisione: a seconda della selezione si può passare da un canale all'altro, ossia da una trasmissio­ ne d'immagini ad un'altra, o a nessuna trasmissione. Q uanto a te, non puoi vibrare alla stessa frequenza degli esseri di questo piano astrale, perché le tue capa­ cità fisiche e parapsichiche non te lo permettono anco­ ra. Farti vibrare a quella frequenza, equivarrebbe a morte certa sulla Terra . . . e per il momento, vero , dice scoppiando a ridere, non hai fretta! Ci avviciniamo a poche abitazioni situate in quello che potremmo chiamare, non senza sforzo, un ' 'boschet­ to ' ' di cedri e di palme da cocco che, malgrado sia così

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eterogeneo , nell'insieme è felicemente riuscito; a dir po­ co, le abitazioni sono strane: non avrei mai potuto im­ maginare un tal miscuglio di stili, una tal densità d'inventiva nelle forme e nei colori. L'insieme, lungi dal­ l' essere di cattivo gusto, mi suggerisce che gli abitanti di questo posto abbiano un delizioso senso estetico ed una grande originalità. - Qui si realizzano tutti i sogni infantili, mi dice la guida. Nell'universo astrale basta desiderare una cosa perché questa si realizzi immediatamente, se non è con­ traria all'interesse comune. Come vedi, qui degli esseri che hanno il dono dell' arte hanno dato libero sfogo al­ la loro immaginazione, e non essendo più limitati dal materiale, dai soldi, dalla mano d'opera e dal tempo, ecco il risultato. Quelle che vedi sono pure creazioni della mente. Così, uno può costruire a suo piacimento la vil­ la o il castello dei suoi sogni nell'istante stesso in cui ne concepisce il pensiero . Il pensiero è un riflesso della mente, e siccome nel mondo astrale è molto più vicino alla mente di quanto lo sia nel mondo terrestre, vi acquisisce una forza mol­ to maggiore: quella di materializzare i desideri. Tutta­ via, devi sapere che la materializzazione è possibile anche sul piano terrestre; è possibile anche solo con il pensie­ ro , ma è anche più facile da realizzare quando il pensie­ ro è dotato d'un supporto. Questo supporto non è altro che il linguaggio, ovvero , in modo più astratto , ciò che le religioni hanno chiamato il Verbo . Sappi che l'uni­ verso è costituito solo da vibrazioni, ed esistono, tra l'al­ tro , suoni che riassumono la forza vibratoria di tutto il cosmo . Dico "suoni" , ma in realtà dovrei dire "un suono' ' , sotto aspetti diversi. Questo suono è chiamato Verbo creatore: gli Indù lo chiamano AUM, gli Arabi AMIN, ed i Cristiani AMEN.

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Tuttavia mi pare che l' AUM racchiuda una forza più potente perché è composto da tre lettere, ed il tre, come vedremo, è il numero sacro per eccellenza. Quanto sto dicendo non è qualcosa di convenzionale, bensì una ve­ ra e propria realtà; la-forza vibratoria del verbo è in stret­ to rapporto con l'energia atomica; i grandi iniziati, le grandi Entità come Gesù, hanno sempre saputo che una parola pronunciata in piena coscienza e mediante un ap­ posito metodo di concentrazione profonda suscita del­ le materializzazioni. L'esempio più famoso è certamente quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, raccon­ tato da Matteo (14, 1 3). Sappi comunque che esistono uomini, specialmente in Asia, che anche oggi possiedono questo potere. In un certo senso , tutto il segreto sta nell'accelerazione vibra­ toria della mente; esiste una forza più imponderabile di quella prodotta dall'energia dell'atomo, ed è composta di particelle di vita. Posso dirti che esse sono dotate di intelligenza e che racchiudono in sé l'archetipo corri­ spondente ad ognuno dei nostri sensi conosciuti. Fintanto che ci si trova sul piano terrestre, solo un essere che sia in armonia con il cosmo può cambiare il ritmo vibratorio di queste particelle di vita ed ottenere una materializzazione. Ma ciò che soprattutto importa è che tu sappia che ciò che forma uomini di questo stam­ po , ben più delle tecniche di cui sono in possesso, è la loro fede, il loro infinito Amore per il "Grande Tutto". Essere fondamentalmente certo di aver successo nel cammino intrapreso è una sicura garanzia di riuscita; e non credere che queste siano opinioni tipicamente Orientali, soprattutto degli Yogi, perché se apri il Van­ gelo di Marco (1 1 , 24) puoi leggere: « Per questo io vi dico : tutto quello che voi chiedere­ te pregando , credete che l'avete ottenuto e vi avverrà. »

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Bisogna concepire il cosmo come un gigantesco ser­ batoio in cui ognuno può attingere ciò che vuole. Tutte le cose passate e future sono sempre esistite, esistono ed esisteranno sempre: bisogna semplicemente estrarle da dove sono; forse che una statua non è già contenuta in potenza in un blocco di pietra? E , per provarti anco­ ra che questa conoscenza non è all'appannaggio dei fa­ chiri, ti condurrò per un attimo verso l'alchimia. --,- Ebbene, mi dico, forse la mia guida ha deciso di insegnarmi a fabbricare la pietra filosofale? - Guarda! dice interrompendo il corso dei miei pen­ sieri ! Guarda! Indica col dito un punto a due o tre metri da noi, nell'erba. - Sì; è erba. Mentre dico queste parole, nello spazio d'un secon­ do scorgo qualcosa che mi pare un lieve turbine; un se­ condo dopo, il turbine lascia il posto ad una moltitudine di piccole scintille talmente microscopiche e talmente vol­ teggianti che mi stupisco di riuscire a vederle� - Quelle che vedi sono particelle di vita. Si parlava di alchimia ... bene, guarda. Ho l'impressione di vivere un momento straordina­ rio, uno di quei momenti speciali che si presentano una volta sola nella vita d'un uomo. Davanti a me, sull'er­ ba verde, è posata un' enorme storta. Sono senza parole. - Per farti cogliere meglio il meccanismo della ma­ terializzazione l'ho rallentato come ho potuto. Ciò che hai appena visto compiersi in due o tre secondi, in real­ tà dura solo un batter d'occhio. - Se la mia missione è di narrare tutti questi fat­ ti sulla Terra, ho ben poche probabilità d'esser cre­ duto .. . - Ti preoccupi di questa materializzazione! ... E non ·

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pensi che anche solo il fatto d'essere qui con me appare del tutto straordinario? Sediamoci un attimo sotto quegli alberi, perché devo ancora parlarti dell'alchimia. Nella vostra Bibbia, si dice che Dio fece l'uomo a sua immagine, tuttavia credo che a nessuno verrebbe in men­ te di affermare che l'uomo è uguale a Dio. Così, se tu ed io siamo simili a Dio, questo non vuoi dire che sia­ mo uguali a lui. Simili ma non uguali: è un'analogia e non un'uguaglianza. Ebbene, come Dio è onnipotente riguardo all'Univer­ so , così l'uomo è onnipotente riguardo alla Natura: ed è qui che ci ricolleghiamo all' alchimia che aveva fatto propria questa idea. Un uomo, Don Pernéty\ ha det­ to che l'alchimia è « l'arte di lavorare con la natura per perfezionarla»; essa ha lo scopo di sublimare gli elementi meno affinati della natura per renderli più sottili fino a diventare invisibili. I più profondi e i più autentici Al­ chimisti pensavano che quando un oggetto perde la sua sostanza materiale può continuare ad esistere allo stato invisibile; è dunque possibile restituir gli la sua sostanza materiale, e in tal modo renderlo visibile a tutti. Come vedi questo ci riporta a quanto dicevamo pri­ ma: il cosmo è un serbatoio inesauribile e va considera­ to come tale. - Non potremnio visitare quelle straordinarie costru­ zioni che abbiamo davanti agli occhi da un po' ? - Potremmo, ma non l o faremo. Vedi, la proprietà privata in sé non esiste nell'universo astrale, ed ognuno l. N.d.T.: Don Antoine-Joseph Pernéty (1716-1801), frate benedetti­ no e ricercatore, è l'autore d'un dizionario davvero straordinario: il "Di­ zionario mito-ermetico". Scrisse anche un saggio mitografico fondamen­ tale, "Le favole egizie e greche svelate e ricondotte ai medesimi principi, con una spiegazione dei geroglifici e della guerra di Troia".

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va dove vuole e quando vuole a suo piacimento, e vive in armonia con il suo vicino ; tuttavia, come sulla Ter­ ra, ogni essere ha una sua vita privata che va rispettata. Bisognerà che ti parli a lungo della vita su questo pia­ no d'esistenza, perché ci sono molti punti da chiarire. Sarai d' accordo con me sul fatto che si possa ricor­ dare bene e comprendere bene soltanto qualcosa che si è vissuto , ed ecco perché preferisco farti far conoscen­ za in un m odo, per così dire, "fisico" e abbastanza pro­ lungato con l'universo astrale, prima di spiegartene l' organizzazione, la éomposizione e la posizione rispet­ to ad altri piani d'esistenza. E giacché sembri interessa­ to agli edifici di questo mondo , seguimi e ne potrai contemplare uno a tuo piacimento . Così dicendo, l'essere dal volto oblungo mi posa una mano sulla spalla sinistra, ed istantaneamente cambia il panorama. Ho appena il tempo di sentire uno strattone all'altez­ za dello stom aco, e d'esser portato via da un turbine, fuori dal boschetto di cedri e palme da cocco . No n ne sono sorpreso , ho capito subito di cosa si trattava. La mia guida si è sostituita alla mia volontà, provocando così un teletrasporto del corpo astrale. (A dire il vero, è il mezzo di locomozione più pratico in questo mon­ do, quando non ci si vuole servire delle gambe) . Dinnanzi a noi si estende una spiaggia immensa, ma quanta meraviglia provo, nel constatare che ogni gra­ nello di sabbia scintilla come un vero e proprio gioiello ! - È fantastico ! Dico . Sembra polvere di smeraldo, di diamante, di rubino . . . - Certo, e guarda il mare. Il ricordo di ciò che posso vedere non si cancellerà mai più: come descrivere, come dipingere un'acqua d'un azzurro ceruleo dai mille riflessi rosa, in cui brillano qua

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e là pagliuzze d'oro e d'argento . . . ho voglia di urlare con tutte le mie forze: « Ma allora, i nostri occhi, sulla Terra, cosa sono? Perché non possono vedere, ma ve­ dere davvero , un mondo così vicino! . . . . Facciamo mi­ gliaia di chilometri, attraversiamo i mari, inventiamo i razzi, quando qui c'è tutto questo .�. » Un "tutto questo" così bello, così vicino, che il più' povero dei viaggiatori senza bagaglio può esserne il re; ma proprio mai, né una parola, né una frase e neppure un intero libro potranno descrivere una tale meraviglia! Poeta, non il tuo talento ci vorrebbe, ma quello d'un dio. Camminiamo lentamente. La mia guida tace, !ascian­ domi alla mia meditazione; ci sono momenti in cui il silenzio vale più di qualsiasi altra cosa. Il cielo ha riflessi rossastri, e mi accorgo che il mi o amico mi conduce via dalla spiaggia. Dietro a una du­ na si rivela un paesaggio affascinante, e a prima vista pare un'oasi; ma è un'oasi davvero strana, perché non ha né palme né palme da cocco, ma alberi d 'una specie sorprendente, tra il banano ed il salice piangente. Fra le fronde brilla una luce: - Cos'è? - Aspetta; credo che questo posto ti piacerà. - Quando penso agli straordinari spostamenti che possiamo fare con il corpo astrale, mi dico che è orren­ do essere incatenati ad un corpo fisico. Credi che il te­ letrasporto potrà un giorno esser realizzato anche sul piano fisico? - Già fatto, ribatte la mia guida con un tono mali­ zioso, già fatto ! · In India e nel Tibet, malgrado quest'ultimo sia sotto l'oppressore, ci sono esseri privilegiati eh agiscono con il loro corpo fisico proprio come fai tu con il corpo astra­ le. Gli Indù li chiamano ' 'Bodhisattva' ' , ma pochi so-

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no quelli che li conoscono, per ragioni un po' partico­ lari, e comunque . . . siccome gli uomini hanno sempre negato ferocemente l'esistenza di ciò in cui non voleva­ no credere, tutto questo non cambia molto le cose. Quando sarai di ritorno sul piano fisico, interessati alle ricerche di qualche scienziato d'avanguardia; alcuni sono su una strada interessante. - Ho sentito parlare di onde hertziane: sono quelle che formano le centinaia di migliaia di linee delle im­ magini televisive, vero? - Già; e, in fin dei conti, cosa manca ad un'imma­ gine televisiva per acquisire consistenza? Solo una di­ mensione: la. profondità. Ogni oggetto si compone d'un numero straordinario di atomi giustapposti gli uni agli altri, e il problema con­ siste nello scomporlo in atomi, per poi proiettare questi ultimi in onde simili alle onde hertziane in un dato luo­ go , ove li si possa rimettere insieme; in tal modo si po­ trebbe realizzare il trasferimento della materia. Credo che gli uomini vedranno realizzarsi questa possibilità in un tempo relativamente breve. Ah, ma eccoci arrivati; che ne dici? - Magnifico ! Un sontuoso edificio troneggia in una conca di ver­ de, frutto del lavoro di equilibrati architetti che hanno sapientemente e strettamente unito lo stile design al più puro stile greco . Il tetto di quel complesso ha una for­ ma elicoidale, ed il solo elemento d'unione con il suolo sembra essere una doppia fila di colonne corinzie. L'e­ dificio è appollaiato sulla cima d'un piccolo promonto­ rio verdeggiante a cui si accede per mezzo di ampi scalini. Ma, ben più dell'architettura, è il materiale con cui è realizzato che mi sorprende: non è pietra, e nemmeno marmo ; si direbbe piuttosto vetro, o cristallo .

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- Quello che vedi è un edificio che, architettonica­ mente, ricorda quelli di Atlantide. Ci si può entrare, per­ ché in un certo senso è un edificio pubblico , per quanto questo termine non abbia molto senso in astrale. Vi ven­ gono studiati i casi di certe persone che nascono sul piano astrale, e si consultano le loro "schede" al fine di orien­ tarli sulla loro prossima incarnazione. Hai mai visto una riunione di capi di Stato? mi chie­ de bruscamente la mia guida. - No davvero ! Non ho mai avuto a che fare con gli ambienti politici e, a dir la verità, non m'interessano molto . - Ebbene, guarda: vedi ai piedi di quel grande al­ bero un gruppo di persone che stanno ascoltando quel giovanotto? Molti di loro saranno dei capi di Stato . - Nel senso di capi di Stato sulla Terra, nella loro prossima reincarnazione? - Proprio così; il mondo astrale, infatti, non ha bi­ sogno di capi di Stato , per lo meno nel senso in cui lo intendono gli uomini. Ci sono entità elevate che si incaricano del mondo astrale, ma questa è un'altra faccenda e certo non ha a che fare con la politica. - Per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che la politica fosse qualcosa di orribile, fatta per persone prive di scrupoli e abili nell'arte de mentire. - Hai ragione per quanto riguarda tre quarti dei po­ litici, perché molto spesso la motivazione del loro inte­ resse per la politica è un'ambizione· personale, e sono pochi gli individui che vogliono davvero fare il bene del loro Paese; ma non devi prendertela con la politica in sé. Non bisogna confonderla con gli uomini che la fan­ no . In sé, la politica non ha nulla di negativo, ed è co­ munque indispensabile sulla Terra; è quanto di più

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adattabile ci sia rispetto al mondo materiale, se non al­ tro allo stato attuale delle cose. Verrà il giorno in cui anche la nozione di politica cam­ bierà, e non significherà più compromessi e menzogne ma soltanto rapporti intelligenti e cordiali tra nazioni. In questo senso, essa non potrà mai cessare d'esistere; semplicemente, certi tipi di governo dovranno evolver­ si, anzi, dovrei dire: tutti i tipi di governo oggi esistenti sulla Terra. Il giorno in cui si cominceranno a vedere dei saggi al­ la testa delle nazioni, l'umanità avrà fatto un gran pas­ so avanti. Soltanto la ricerca d'una maggiore spiritualità condurrà gli stati fuori dalle crisi che fino a quel mo­ mento avranno conosciuto e nutrito; è una situazione già nota a civiltà che hanno preceduto quelle attuali sul pianeta. Gli esseri che vedi, sono riuniti allo scopo di prepa­ rare una civiltà di questo tipo. - Sono dei Saggi, o degli Scienziati? - No ; ma sono esseri di buon senso, pieni di buona volontà e privi di ambizioni personali. Sono stati scelti in funzione delle loro capacità, ma ciò che è stato de­ terminante nella scelta è stata unicamente la loro volon­ tà. Tranne che in una situazione molto particolare, nessuno è mai costretto a nulla. Chiedo allora alla guida perché non sono i saggi e gli scienziati ad offrirsi volontari per guidare le nazioni. - È semplice ! Il mondo non è ancora pronto ad ac­ cettare la loro guida. Immaginati un grande saggio o un grande scienziato alla testa d'un Paese qualsiasi: lo se­ guirebbero? lo comprenderebbero? forse neppure i suoi seguaci lo eleggerebbero . È certo che la mente umana non è ancora pienamente matura; anzi . . . . Questi volontari si incarneranno sulla Terra fra venti ·

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o trent' anni, e saranno prima di tutto dei mediatori, in­ dividui pacifici con un profondo desiderio di negozia­ re, piuttosto che di imporre. A loro volta prepareranno la strada ad altri e così via, fino a stabilire dei governi (o forse un governo unico) sotto l'egida della Saggezza e dell'Amore dell'Essere Unico. - Ma perché non è già stato fatto? Se le cose seguo­ no un piano prestabilito da lungo tempo, non si potrebbero accelerare un po' le tappe? - Oh ! dice sorridendo la guida, un piano ... ? Certo che ce n'è uno, ma non v'è mai nulla di esattamente de­ terminato a priori. Talvolta il libero arbitrio rimette in gioco molte cose. Come ho detto, la Terra segue cicli cosmici che im­ pongono all' esistenza terrestre degli alti e dei bassi; le cose possono realizzarsi pienamente solo quando tutte le condizioni vengono a coincidere. Soprattutto, non cre­ dere che le leggi cosmiche facciano tutto da sole, per­ thé sebbene esse esistano, non bisogna dimenticare quel grande agente universale che è l'Amore. Incuriosito e affascinato mi avvicino al gruppetto dei futuri dirigenti del pianeta: ve ne sono di tutte le età, vestiti nei modi più svariati. Due di loro attraggono in special modo la mia attenzione: un vecchio dalla lunga barba grigia ed una donna sui trent'anni che indossa un sari, per quanto mi sembri europea. Il vecchio , soprattutto, m'incuriosisce: perché que­ st'essere così avanti negli anni in mezzo agli altri, tutti nel fiore della giovinezza? - Oh, non è tanto difficile da spiegare, mi dice il mio amico con un tono divertito , come affascinato dall' ingenuità della mia riflessione. Qui l'età non ha· nessuna importanza; vedi quel gio­ vanotto, laggiù: gli daresti venticinque o trent'anni, ep·

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pure sono più di tre secoli che è dei nostri� Quanto a questo vecchio dal nobile portamento che ti incuriosi­ sce tanto , . è qui a riposarsi in astrale da un secolo scar­ so . La ragione di tutto questo è molto semplice: quando si giunge in questo universo , si ha la possibilità di assu­ mere l' aspetto fisico con il quale ci si sentiva più a pro­ prio agio ·durante la vita terrena. Q uasi tutti prendono l'aspetto che avevano a trent'anni, probabilmente per­ ché a quell'età ci si sente più maturi, più sicuri di sé; ma ci sono anche quelli che preferiscono un altro pe­ riodo della loro vita, come vedi . - E la donna con il sari? . - Suppongo che ti abbia colpito per il fatto d' ess ere la sola donna del gruppo; vedi, i Terrestri non sono anco­ ra del tutto pronti ad accettare d'esser guidati da molte persone del cosiddetto sesso debole. È ancora sempre vi­ va l'immagine della donna tentata dal serpente . . . ma poi anche questo evolverà, sebbene diversamente da quanto immaginino gli attuali partigiani del femminismo . Comunque la donna che vedi avrà una parte molto importante da svolgere nel mondo: fra trenta dei vostri anni , essa nascerà sulla Terra. Certamente tutto quello che dico circa il futuro di que­ sti esseri rientra nel campo del probabile perché, ripe­ to , non v'è mai nulla 1di assolutamente certo o deter­ minato quando si parla dell'avvenire; l'uomo è libero ! Forse il lettore non mi capirà, se dico che trovarsi da­ vanti ad una siffatta assemblea di future personalità crea una strana sensazione, indefinibile, un po' come se si fosse proiettati in avanti, di qualche decina d' anni nel futuro. Direi che è quasi commovente, vedere tutti questi esseri seduti nelle più svariate posizioni, intenti all'ascol­ to delle parole d'un giovane. Il tempo assume un� di­ mensione diversa.

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Sono tutti lì, vecchi di due o tre secoli, ad ascoltare i consigli d'un essere che non sembra aver più di di­ ciott'anni. Se non fosse per l'età di colui che pare dirigere il di­ battito, sarebbe facile immaginare questa scena nella Grecia antica... i discorsi dei filosofi in un ambiente bu­ colico, una certa dolcezza nel modo di vivere, ed un' o­ pera che, ad og�i buon conto, viene compiuta. Che fai, sogni? - Già; sogno. - Questa volta il tuo viaggio è stato lungo; credo che il tuo corpo astrale cominci a risentirne. Fra poco an­ che questa. prova sarà terminata, per oggi. - Una prova? ... ma io non la vivo affatto come una prova, rispondo. Direi piuttosto che si tratta d'un'espe­ rienza affascinante! - Un corpo astrale stanco ha il solo risultato di dan­ neggiare il corpo fisico, dice d'un tratto la guida, taglian­ do corto alle mie riflessioni. - Un corpo astrale si stanca proprio come un cor­ po fisico? - No, non esattamente. Credo di essermi espresso male. Un corpo astrale libero dai suoi vincoli terrestri non sente né fatica né dolore. Ma non dimenticarti che tu hai anche un corpo in carne ed ossa che ti attende sulla Terra, e la faccenda è un po' diversa. Per quanto tu abbia già fatto diversi viaggi astrali, la tua tecnica non è ancora abbastanza affinata per per­ metterti di fare viaggi troppo lunghi. Così, per oggi, è meglio metter fine a questa tua esperienza. Svegliati dal bel sogno che hai appena concluso; an­ zi, no: riaddormentati, perché comprenderai a poco a poco che il vero sogno è la vita sulla Terra. Sì, credo d'aver capito. Ma so anche che la vera

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vita, il vero e proprio risveglio, non è nemmeno qui . Si trova in universo superiore all'Astrale, nel regno dello Spirito . . - Formidabile ! mi risponde la guida con un largo sorriso . Condividi con tutti questa conoscenza, diffon­ dila. Va, ora: ci rivedremo . Tutto si dissolve in un silenzio meraviglioso, e mi sento stranamente tirare dà dietro, dentro a un turbine multi­ colore.

CAPITOLO II

Altre dimensioni! Dopo aver letto il capitolo precedente, il lettore ha tutte le ragioni di farsi qualche domanda; immaginia­ mo per un istante le sue osservazioni: « È tutto bellissimo, ma dov' è la prova che si tratta della descrizione d'una cosa realmente accaduta? An­ che supponendo la sincerità dell'autore, esistono pur sempre le allucinazioni... Inoltre, abbiamo avuto uno scorcio di quella che dovrebbe essere la vita su un pia­ no superiore al piano terrestre, ma questo non ci spiega la posizione esatta di questo piano rispetto al nostro. » Cercherò dunque di rispondere a tutto questo. La prima domanda è: non sarà che l'autore è in pre­ da ad allucinazioni che si provoca da solo per mezzo d'u­ na tecnica? Naturalmente rispondo « no », ma è chiaro che non vi basta. Avete mai dubitato dell'esistenza delle onde radio o dei raggi X? Forse che, anche un secolo fa, avremmo osato supporre che un individuo avrebbe potuto comu­ nicare con un altro a decine di migliaia di chilometri, al di là dei mari? ... Inconcepibile! E chi tirava fuori un'i­ dea simile nel 1 87 8 , certamente, era solo un sognatore. Q uesto, per pr-ovarvi che esistono delle realtà fuori dalla portata dell'orecchio e dell'occhio umano; allo stes-

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so modo, credo che non abbiate mai negato l'esistenza dell'aria che respirate . . . eppure, la vedete, forse? Ammettere la realtà della proiezione in astrale signi­ fica dar prova di apertura mentale, e quindi di buon sen­ so : spesso è accaduto .che ciò che era ieri follia sia oggi verità. Naturalmente potrei descrivervi la tecnica del viag­ gio astrale, ma non lo farò per due ragioni: intanto per­ ché è già stato fatto da altri, più qualificati di me, e poi perché esulerebbe dallo scopo di questo libro . D'altronde, molti rischierebbero di tentare un'espe­ rienza che potrebbe esser loro nefasta, perché non per­ fettamente equilibrati dal punto di vista psichico. Certo non sono il solo ad aver fatto l'esperienza del viaggio astrale, e se si consultano un po' di libri ci si rende conto che in tutte le epoche ed in tutti i paesi se ne è parlato . In un tempo relativamente vicino al no­ stro i Catari ce ne danno un esempio. Barthélémy di Carcassonne nel tredicesimo secolo asserisce che esiste un mondo « ove le pietre sono zaffiri e la sabbia è polvere d'oro », ed aggiunge: « Diciamo , noi, che esiste un al­ tro mondo ed altre creature, incorruttibili ed eterne, e che in _esse consistono la nostra gioia e la nostra speranza » . Visibilmente l'iniziato Cataro qui si riferisce non più soltanto all'universo astrale ma all'universo spirituale che abbiamo già avuto modo di menzionare. Ai giorni nostri vive ancora un maestro Cataro, uno di quelli che un tempo venivano detti "i perfetti" , ed in una sua opera intitolata I Catari scrive: « Nel corso d'un'esperienza l'iniziato doveva vedere la forma di luce del proprio spirito, e prendere allora coscienza dell' unione, del matrimonio dell' anima con il suo ego superiore. »

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Ciò che qui ci interessa, è l'espressione « forma di lu­ ce »; affermo con piena conoscenza di causa che essa cor­ risponde molto bene a ciò che ho chiamato ' 'corpo astrale" , con il vantaggio d'essere inoltre più poetica. Riconosco facilmente che il lettore che si avvicina per la prima volta a questa problematica abbia difficoltà a "situare" l'universo astrale in rapporto a quello terre­ stre, e cercherò di porvi rimedio sforzandomi di ' 'situa­ re" anche l'universo dello Spirito. Durante il mio primo viaggio astrale parlammo del posto che gli universi occupano gli uni rispetto agli al­ tri, e del loro numero; seguendo l'esempio dei filosofi antichi, la mia guida ed io parlavamo camminando, co­ me ancora oggi facciamo. Una nuvola di farfalle dai colori cangianti ci volteg­ giava intorno , mentre la luce astrale giocava con le loro ali, come se fossero state dei prismi. - Non hai mai capito l'importanza del numero tre? esclamò il mio amico. È fondamentale. Tutte le religioni terrestri (e non), sono d'accordo su questo punto. Allora, non ti sei pro­ prio mai chiesto cosa significasse questa cifra? Il tre non è solo la semplice addizione di l + l + l ; è anche altro. Pitagora, uno dei vostri più famosi matematici, era anch'esso un iniziato , ed affermava che la legge univer­ sale è quella del numero. Non aveva torto. Il numero uno ha sempre rappresentato l'unità e, per estensione, se vogliamo, il principio creatore. Ovviamente il primo numero a cui dà origine l'uno è il due, ma è altrettanto evidente che il due rappresen­ ta contemporaneamente l'immagine di ciò che non è più l'unità, ossia la separazione, la divisione, o meglio l'an­ tagonismo. Il tre è il primo numero che riunisce l'uno e il due... rappresenta dunque l'idea di unione, nata dal-

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l'uno e dal due. · In questo caso, l'uno ed il due hanno lo stesso ruolo dei poli d 'una pila elettrica, uno attivo e positivo , l'altro passivo e negativo. L'azione congiunta dell'uno e del due, del più e del meno, origina l'Idea, simbolizzata dal triangolo. In ciò trova fondamento l'universo : il principio ter­ nario, o se preferisci della Trinità, non ha età. Guarda l'uomo ; forse che non è anch'egli costruito su questo schema? E composto d'un corpo, d'un'anima, d'uno spirito, ed allo stesso modo esistono tre grandi tipi d'u­ niverso: l'universo della materia, l'universo astrale, o mentale, o dell'anima, ed infine l'universo dello Spiri­ to, quello più vicino alla grande unità. - Vedo che l'uomo può passare quasi suo piacimen­ to d�ll'universo materiale all'astrale; ma gli è permesso di raggiungere l'universo dello Spirito? - Solo alle anime che si sono liberate da tutti gli ap­ petiti materiali. Lo scopo d'ogni uomo dovrebbe rias­ sumersi in questo: raggiungere questa sfera. Contro tutte le àpparenze, è una cosa che avverrà infine fra milioni, miliardi di anni, forse ancora di più; ti sembra tanto lon­ tano, ma che importanza ha, misurato sulla scala di Dio, del cosmo? Che cos'è il tempo? Nulla; un'illusione. Rifletti un po'. Tu stai qui a discutere con me, sul piano astrale, da una decina di minuti; ma sai quanto tempo è trascorso sulla Terra da quando abbiamo in­ cominciato a parlare? Molto di più ! Il tempo è estremamente elastico ; un secolo rappre­ senta un'eternità per un insetto , ma è solo un granello di polvere nella clessidra del tempo. Coloro che, sul piano terrestre, comunicano con il pia­ no spirituale sono quelli che il comune mortale chiama ' 'santi ' ' ; essi comunicano con le entità delle più alte sfere e beneficiano del loro aiuto, e, come si usa dire, ' 'non

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hanno i piedi per terra' '. Ecco da dove viene tutta la loro potenza. Gli uomini che hanno soltanto rapporti con il piano astrale vengono detti, a seconda del caso, "veggenti" , ' 'medium' ' , ' 'maghi' ' o ' 'stregoni' ' , a seconda dello sco­ po delle loro attività e quindi della maggiore o minore , levatura del loro spirito. - Allora io sono un medium ! - Niente affatto. La proiezione astrale non è un fenomeno medianico. Il viaggiatore astrale prende coscien­ za di un'altra dimensione delle cose, e va in luoghi in cui pensa di avvicinarsi un po' di più alla fonte origina­ le; non capta nulla, ma modifica le vibrazioni del suo corpo per avere un'altra visione di sé e del mondo. Quanto ai medium, si tratta d'un fenomeno diverso : come h o appena detto, ogni uomo è costituito da una tendenza attiva e da una tendenza passiva. I medium consentono alla loro tendenza passiva di predominare, ossia, in altri termini, si pongono in uno stato ricettivo. Inoltre sono dotati d'una particolarità fisica:jn loro ab­ bonda una sostanza chiamata etere, quella in cui è im­ merso l'intero cosmo. Questo etere, essi non hanno la facoltà di trattener­ lo, né lo proiettano come fanno i magnetizzatori: si li­ mitano a perderlo, e quindi, per compensare la perdita, si vedono obbligati ad attingerlo fuori da loro stessi. - Ma se il medium è un ricettore, allora gli indovini ed i profeti sono dei medium ! - Sì, ma attento: non confondere i medium dei cer­ chi spiritici con i medium profeti o indovini ... I primi si rivolgono alle forze inferiori dell'astrale, abbandonan­ do la loro volontà ad entità senza grande interesse, o addirittura nefaste. I secondi si mettono al servizio del­ le entità dell'astrale superiore e persino dell'universo spi-

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rituale. La loro posizione passiva ha dunque ripercus­ sioni positive: sono esseri rari, che solitamente hanno una missione da compiere sulla Terra. Dobbiamo vederli in parallelo con gli alchimisti, i grandi guaritori, che compiono quelli che vengono det­ ti ' 'miracoli' ' , ed i grandi mistici dotati di vasti poteri. Questi ultimi comunicano anch'essi con delle entità su­ periori, ma in essi predomina l'elemento attivo; l' esem­ pio più straordinario è probabilmente il Cristo-Gesù. - Ho capito, ma c'è ancora una cosa che non mi è troppo chiara: dove si trovano i tre universi, uno rispetto all'altro? Li possiamo situare in modo, per così dire, con­ creto , geografico, anche se il termine è improprio? - È davvero improprio ! Anche se potesse viaggiare all'infinito tra le galassie, con macchine speciali, l'uo­ mo non potrebbe mai raggiungere il piano astrale o spi­ rituale. La chiave di volta del problema è la vibrazione, soprattutto nel mondo astrale, i cui piani più bassi so­ no molto vicini al mondo fisico; un universo che non sia materiale può�ben esser sovrapposto al mondo fisico , o · anche trovarsi a milioni di chilometri di distanza. E questo non ha alcuna importanza perché la distanza, come il tempo , non ha nessun significato . Per timore di lasciare il lettore a considerazioni piut­ tosto astratte, preferisco non riportare qui il seguito di quella conversazione con il mio amico dell'astrale. Vi è già capitato di leggere opere di fantascienza? Ve ne sono di incredibili ! Un giorno , per caso, m'imbattei in un racconto di H . Kuthner e C.-L. Moore, intitolato La cura. Per mezzo d'un intrigo ingegnoso, i due auto­ ri hanno immaginato che il loro eroe fosse soltanto un . burattino, proiezione terrestre d'un essere che viveva su di un altro universo . Ed il perché di questa proiezione? Una cura! L'essere per così dire "extraterrestre" sof·

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friva di certi disturbi , per cui aveva bisogno di una vita sulla Terra per guarire della sua malattia. Non si trattava propriamente d'un'incarnazione ter­ restre, ma piuttosto di due esistenze simultanee su due diversi piani. L'uomo terrestre, marionetta dell' altro, aveva di tanto in tanto degli attimi di lucidità, e si chie­ deva, appunto « chi sono? qual è la realtà? » Mi auguro che per il solo fatto di avervi citato questa storia non siate indotti a riflessioni del genere « questo tizio ha letto troppi romanzi di fantascienza! » Ma, bisogna confessarlo, è una storia che non può lasciarci indifferenti, ora che siamo in possesso di certi dati. Che cos'è l'uomo sulla Terra? Che ci fa, e con quale scopo? Dov'è la realtà? Da quanto tempo l'uomo cerca, cerca di scoprire do­ ve sono sepolti i segreti della sua memoria... per quan­ to ancora dovrà cercare? Ha rovistato la terra, il mare, il cielo, costruirà ponti tra le stelle, raggiungerà con raggi laser i più remoti an­ goli dell'universo; ha trovato tesori, ed altri ancora lo attendono. Ma cos'è allora questa sua follia, questa feb­ bre che lo mette in agitazione, che cosa sta cercando e non riesce a trovare? Uomo, conquistatore dell'inutile, ti sei almeno fer­ mato un instante per guardarti? Credo che tu abbia rotto lo specchio, l' acqua dei laghi ormai corrotta ti restitui­ sce solo il fosco riflesso della tua immagine. Ma risali lungo la catena del tempo , cerca nel pro­ fondo della memoria, e troverai ciò che ciecamente vai cercando, il vero tesoro che ignori e che tuttavia ti porti addosso. Ritrova la pelle su cui sta appiccicato, e svuo­ tala dei suoi pregiudizi , delle abitudini, delle pigrizie, degli egoismi. Risali lungo il filo che regge il burattino del tuo involucro e cerca le dita che lo fanno muovere.

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Sai a chi appartengono? . . . A te! al solo, all'unico, vero te stesso : il te stesso che avevi dimenticato, quello ca­ pace di comprendere ed amare. C'è una favola che conosco e che dice: « C'era una volta un bimbo che credeva d'essere un uomo e che, avendo trovato un cannocchiale, si mise ad usarlo . Ma lo prese dalla parte sbagliata, e la sua casa gli parve lon­ tana, lontanissima . . . » Non girare la testa dall'altra parte: so che ti sei rico­ nosciuto . Raccogli i cocci del tuo specchio che credevi d'aver gettato via, ma che la speranza che .'Jggi senti agi­ tarsi in te un giorno mise da parte. Allora, guarda te stesso negli occhi, e solleva il tuo velo d'amnesia: è for­ se tanto spesso da non poterlo sollevare? Il tesoro del­ l'uomo è nell'uomo . Mi direte che sono belle parole, figure retoriche, e che la realtà è ben diversa . . . . Ma lo credete davvero? Cre­ dete che esseri felici e contenti di essere come sono e di ciò che hanno farebbero del loro pianeta un'immensa pattumiera, una bomba gigante, un luogo di massacri? Mi direte allora che la colpa è dei governanti e che voi non c'entrate. Ma, andiamo , siate onesti! Quante volte siete testimoni o protagonisti di meschinerie, dispute, menzogne? Sono cose quotidiane, e non c'è neppur bi­ sogno di uscire per sperimentarle. E tutto per dei non­ nulla, per cose senza importanza. . . di cui ci si rende conto troppo tardi. Allora, come potete sperare che le nazioni sviluppino una buona intesa quando il singolo individuo riesce a malapena a sopportare il vicino , o l'a­ mico, o il congiunto? Siamo tutti colpevoli, ecco perché dobbiamo riscuo­ terei dal nostro torpore, ed ecco perché dobbiamo ri­ trovare la nostra vera origine. Una volta per tutte, guardiamoci in faccia e chiediamoci: « Chi siamo? »

CAPITOLO III

Uno strano museo Sdraiato nella tenue oscurità sento battere le palpe­ bre a folle velocità: impossibile calmare quel movimen­ to convulso. È come se avessero acquisito una vita propria, indipendente dalla mia. Ma non cercherò di pa­ droneggiarne il battito, perché è un segno premonitore e fra poco mi vedrò proiettato in un altro spazio. Ba­ sterebbe un sussulto, anche il minimo movimento cor­ poreo per compromettere tutto. Ecco ! È andata. Il soffitto mi si è avvicinato a velo­ cità allucinante, e nello spazio di pochi secondi mi sen­ to ondeggiare senza una meta precisa. Nelle vene mi scorre un sangue di ghiaccio, e provo un'intensa sensa­ zione di freddo. Ma so che non durerà a lungo: fra po­ chi istanti fluttuerò in pace. Volere: basta volere e credere. Voglio incontrare il mio amico d'oltre-terra e credo nella potenza della mia volontà. Sono una trottola che volteggia in un muto uragano; il mondo s'è cancellato ed ogni atomo del soffitto ha penetrato il mio corpo in un fascio di luce. È una sen­ sazione vertiginosa, ed eccomi proiettato in un mondo... - Allora mi hai sentito ! La mia guida è lì, come al solito, appoggiato ad un

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enorme albero muschioso, e mi rivolge uno sguardo im­ penetrabile in cui però sento vivere una fiamma di pura bontà. Un largo sorriso gli illumina il volto . In questo universo sono solo un ricevitore, un regi­ stratore col tasto di registrazione premuto , e questo mi dà una piccola stretta al cuore. Sono sempre e solo uno studente che ascolta le lezioni del maestro ! E d' altron­ de, che altro fare? Non mi resta che ascoltare umilmen­ te colui che diventa il mio iniziatore, senza neppure osare fargli delle domande . - Un registratore? Ma cosa dici? Allora dimmi: questo lavoro che oggi stai facendo , non hai forse deciso di farlo , in un altro tempo? ,' Mi vergogno un po' ; è ovvio che la mia guida ha ragione. - Riconosci questo luogo? È qui che mi hai incontrato per la prima volta in questa vita. Sono parole che mi sono giunte al cuore. Nulla è cam­ biato da allora: quegli alberi così intensamente vivi, quel ruscello che canta sotto il muschio . . . - È fantastico ! È il posto più bello che conosca, esclamo. E che luce ! che vita! Anche davanti a tutte le meraviglie che mi hai mostrato , non ho mai provato una sensazione di così intensa libertà come qui. - Sono felice di sentirtelo dire ! Ma non c'è da stu­ pirsi: siamo, come hai capito , su una lunghezza d'onda diversa da quella del regno dei morti. Oggi, i nostri corpi astrali vibrano ad una velocità superiore a quella della nostra ultima passeggiata. - Ma . . . siamo ancora in astrale ! - Sì, naturalmente. Non ti ricordi della parole di Gesù: « Ci sono molte dimore nella casa di mio Padre »? Non è difficile da capire: in astrale puoi trovare un'in­ finità di piani d'esistenza, e li puoi conoscere in funzio·

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ne delle vibrazioni che emetti. Così, vedi, Gesù non vo­ leva dire soltanto che Dio riserva un posto ad ogni crea­ tura, ma si riferiva anche ad una realtà ben precisa. Ricordati bene che ogni parola, purché proveniente da un testo sacro , può sicuramente essere interpretata a di­ versi livelli . La scuola ebraica della Cabala lo ha compreso e di­ mostrato benissimo , ed in questo consiste la maggior parte del suo lavoro; c'è chi afferma che vi sono cinque diverse maniere di leggere un testo , e questo è esatto se vogliamo entrare nei particolari, ma in realtà ci sono tre . grandi modi di vedere le Scritture, quale che sia la civil­ tà che le ha viste nascere. Il primo livello è quello in cui si prende il testo alla lettera, senza andare oltre, ed è rivolto al semplice cre­ dente. Il secondo livello è quello simbolico e allegorico , e allora il testo non viene più preso in senso letterale ma si pensa che esso parli per immagini, cosicché si ricer­ cherà la realtà nascosta dietro di esse. È il livello di let­ tura dei ricercatori, degli esegeti. In ultimo, il terzo livello di comprensione è quello co­ siddetto esoterico o occulto, per quanto questo termine mi piaccia poco, e ti dirò poi perché. Quest'ultima for­ ma di lettura è quella che svela le più grandi verità na­ scoste in un testo sacro, e viene praticata solo dagli iniziati. Ciò non significa che i livelli precedenti siano sbagliati, ma solo che essi si rivolgono a diversi stadi di coscienza: gli uomini non hanno tutti lo stesso svi­ luppo intellettuale e spirituale. La difficoltà di lettura d 'un testo sacro consiste nel fatto che certi passaggi debbano esser letti ad un certo livello piuttosto che ad un altro . Per conoscere, bisogna voler conoscere; l a verità non s·' è mai rivelata se non a chi s'è dato d'attorno per cer-

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carla; e quando dico verità, vedi, intendo ciò che della verità possiamo conoscere. Sebbene solo l'Essere Unico la possieda totalmente, per il nostro stesso bene dobbiamo cercare di avvicinarci alla verità al massimo , perché la verità ha il potere di elevare l'uomo . Una scuola mistica terrestre, quella de­ gli Gnostici, dice che è la conoscenza che fa l'uomo; ma devo dire che non è del tutto vero . . . e l'Amore, dove lo mettono? L'Amore è l'unica forza davvero positiva, e soltanto l' essere in comunione con il cosmo ed in grado di co­ gliere il tutto in un grande Amore si eleverà al più alto livello . La conoscenza è necessaria, ma resta lettera morta senza la luce che le conferisce la comunione con l'uni­ verso . E, vedi, non sto criticando la Gnosi; la Gnosi ha meriti immensi, e le si può attribuire, a giusto titolo, la rivelazione di grandi verità. Tuttavia, non v' è religio­ ne, o setta, o gruppo di studi esoterico, che possa one­ stamente fregiarsi d'essere il solo rappresentante della Verità sulla Terra: non bisogna mai perder di vista il fat­ to che ogni religione, ogni credenza, è nata in una data epoca, in funzione dello sviluppo spirituale proprio di quell'epoca, in funzione delle caratteristiche proprie della razza che l'ha vista nascere, in funzione della situazio­ ne geografica, del clima . . . Probabilmente molti credenti, a qualsiasi religione appartengano, ne saranno scanda­ lizzati: ma è proprio così che è andata. Una religione è sempre è solo una religione; fornisce una norma di vita spirituale ad un popolo intero , ma non la norma di vita ideale in senso assoluto . Se è necessario tenere in esercizio il corpo fisico, è al­ trettanto indispensabile per il corpo spirituale avere una disciplina; molti popoli, molti sacerdoti di tutti i credi

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hanno dimenticato il significato esatto e l'origine de lo­ ro rituale religioso , e questo è grave. Infatti, che cos'è, in fondo, un rituale, se non un modo per entrare di nuo­ vo in contatto con le entità che popolano l'universo dello Spirito? Non a caso vi si chiede, nel corso d'un rito, di assu­ mere una certa posizione o di pronunciare una certa fra­ se; non a caso il celebrante indossa una veste d'un certo colore e non di un altro... Quando un'abitudine si fon­ da su decisioni arbitrarie la si può rimettere in cliscus­ sione, ma la cosa è ben diversa se essa si fonda su leggi universali. Prendiamo un esempio semplicissimo e ben noto: in molte religioni di tutto il mondo, anche se soprattutto nel Cristianesimo, le mani giunte sono un gesto di pre­ ghiera. Mi dirai che è un atteggiamento convenziona­ le... ebbene, niente affatto: il congiungere le mani mette in atto nel corpo umano un fenomeno fisico, concen­ trando nel corpo tutta l'energia che quest'ultimo pro­ duce� La mano destra ha una polarità negativa, e la destra una positiva, cosicché giungendo le mani si vie­ ne a formare un circuito chiuso , senza più fenomeni di perdite d'energia. Si stabilisce dunque una corrente con­ tinua dal lato destro al sinistro, e ne risulta una mag­ gior forza fisica ed un potere di concentrazione di molto superiore. L'ideale sarebbe di congiungere, oltre alle ma­ ni, anche i piedi. Il corpo funziona né più né meno co­ me un accumulatore ed un dispensatore di energia, e ' conoscerne bene il funzionamento significa paterne mol­ tiplicare la potenza. La Cristianità intera, che così poco sa delle altre reli­ gioni, ignora che già i Sumeri giungevano le mani con lo scopo di ottenere una religiosa concentrazione... Qual­ cuno obietterà forse che le mani non si congiungono al-

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lo stesso m·o do , ma poco importa, giacché il principio è identico. Sulla Terra esiste, a proposito , una bellissi­ ma statua d'un principe suniero , noto con il nome di Gudea: il gesto rituale che compie con le mani è molto suggestivo . Come dicevo prima, anche il colore della veste d'un sacerdote ha un senso; a costo d'esser ripetitivo, ti dirò nuovamente che nel cosmo tutto è vibrazione, ed anche il colore, come tutto il resto. Ma bisogna spingersi ol­ tre: il colore è una vibrazione che a sua volta emette vi­ brazioni, e la scienza moderna se ne è resa conto non molto tempo fa; ci sono colori che hanno la riconosciu­ ta proprietà di riposar la vista, ed altri che invece ag­ grediscono gli occhi... La verità è che ogni colore emette ciò che potremmo chiamare un messaggio, e questo mes­ saggio possiede un doppio senso; il primo , per così di­ re, è un messaggio di condizionamento : ogni tipo di vibrazione (e ne esistono tante quanti sono i colori) agi­ sce sul corpo e sulla mente dell'uomo , e questo ha la sua importanza a causa del ruolo privilegiato che ha la vista. No n intendo la vista come senso strettamente mate­ riale, giacché essa dipende dal solo organo in grado di percepire unicamente l' aspetto immateriale delle cose, come la luce o i colori. Gli altri sensi, infatti, percepi­ scono la materia (come il gusto o il tatto) oppure con­ temporaneamente la materia e qualcosa di più sottile (come l'odorato che assorbe attraverso il naso quella so­ stanza materiale che è l'aria, e in quella stessa occasio­ ne percepisce gli odori, sostanze immateriali). Mo1to ci potrebbe insegnare il Taoismo a questo proposito. - Ed il secondo messaggio del colore, di che natu­ ra è? - Di tutt'altra natura. È un massaggio simbolico.

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Per svariate ragioni i popoli della Terra hanno caricato i colori di significato ; talvolta fu per prudenza, perché si volevano rivelare certe cose solo a dei privilegiati. Ma potrai facilmente.notare che il simbolismo ha raramen­ te un carattere soggettivo e che, quasi sempre, se un co­ lore ha un certo significato , è perché le vibrazioni che esso emette hanno parlato in quel senso alla mente del­ l'uomo . Ben inteso , le eccezioni sono sempre possibili ! - È per questo che Krishna in India ed Amman- Rà nell'antico Egitto furono spesso rappresentati con il cor­ po azzurro? - Sì, hai ragione, per quanto ci sia una grande dif­ ferenza di ' 'personalità' ' e di origine tra queste due di­ vinità. Da un punto di vista puramente vibratorio, il blu è sempre stato sentito come il colore dell'essere spiritua­ le, insieme all'oro e all'arancione; dal punto di vista sim­ bolico, così si spiega la scelta: il blu è il colore del cielo, dunque dell'etere, e per questo si è imposto spontanea­ mente agli artisti come uno dei colori della divinità. Si è alzata un brezza leggera ad agitare le cime degli alberi giganteschi che ci sovrastano con tutta la loro maestà. - È strano . . . non ho mai pensato che in un posto tanto paradisiaco potesse esserci il vento . . . - E perché no? Dice la guida con aria divertita. In quest'universo trovi tutta la natura, o quasi. . . Diciamo, la natura che sorride all'uomo . Non è gradevole, que­ sta brezzolina? La natura è vita, è movimento; non tro­ veresti che sarebbe un po' triste se nessun alito benefico venisse ad accarezzare queste fronde? Allo stesso mo­ do, agli abitanti di questo mondo piace vedere di quan­ do in quando le cime di questi alberi senza età muoversi al soffio leggero del vento.

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In teoria qui sono possibili tempeste ed uragani, e i tifoni più violenti. Ma non verranno mai, perché tutte le anime che ci vivono sono in armonia e desiderano solo ciò che è sereno. Ecco perché, nei regni superiori del pia­ no astrale, conoscerai solo il bello e il buono. - Il nostro ultimo incontro avvenne nel regno delle anime dei defunti; anche lì è la stessa cosa? . - Generalmente sì; ma ci sono comunque delle dif-: ferenze. In senso generale, l'anima umana è incline al bello, alla dolcezza, e come hai visto tu stesso siamo stati in luoghi assolutamente incantevoli, perché così veni­ vano pensati da tutte le anime che ci vivevano; tutte quel­ le anime vibravano sulla stessa frequenza, per usare un termine tecnico , e si sono riunite tutte spontaneamente sul piano astrale corrispondente a quella frequenza. In un certo senso, sono loro che creano quel piano. - Sì, credo di capire cosa intendi dire. Ci sono tanti piani nell'universo astrale quanti sono i tipi di vibrazione che possono emettere le anime dei defunti! - Esattamente. Così due esseri che non siano in ar­ monia tra loro non si possono incontrare in questo mon­ do, e non vedrai mai guerre, e neppure semplici dispute, e l' anima gode d'un riposo perfetto avendo, nel frat­ tempo, se vuole, la possibilità di perfezionare le sue co­ noscenze in un dato campo. Le anime appena nate a questa vita desiderano naturalmente riposarsi dalle fa­ tiche e dalle pene della loro esistenza terrena, ma ben presto, giacché anche i loro minimi desideri vengono sod­ disfatti, provano una sorta di noia e desiderano quindi acquisire altre conoscenze, migliorarsi e prepararsi in un certo senso alla loro vita futura. È stato detto da alcuni che la vita astrale è essenzialmente passiva, e questo è interamente falso. Un corpo astrale, o, se preferisci, un'anima, può avere moltissimo da fare; ma, come ti

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ho accennato, sono cose che avvengono in modo natu­ rale e senza fatica, perché l'anima deve uscire dal mon­ do astrale più forte e meno stanca di quanto fosse al suo arrivo. - Se gli esseri che sono fra loro in armonia (quindi coloro che si amano, o che si stimano) vivono sullo stesso piano astrale, allora parenti ed amici si ritrovano dopo la morte... - Sì, certo, ma bisogna che ci sia un'intesa vera e propria: non deve trattarsi d'un accordo superficiale. Se due esseri vanno semplicemente d'accordo, non sa­ ranno le loro anime ad incontrarsi, ma l'idea che ognu­ na delle due si fa dell'altra. Soltanto dei sentimenti e dei legami profondi permet­ tono un vero e proprio contatto fra le anime. Forse incominci ad intravvedere com'è organizzata la vita in astrale... Nutro riconoscenza per il mio amico , per la pazienza che ha avuto con me. - Però non credere che ti abbia detto tutto ! l'uni­ verso è fatto in modo che resta sempre ancora qualcosa da imparare. Ma rifletti un attimo: non hai una domanda da farmi? ...no? ... strano... non ti ricordi d'una certa esperienza? Scoppio a ridere mio malgrado : è davvero impossi­ bile nascondergli qualcosa! - Sì, hai ragione, dico un po' imbarazzato. Credo ci sia un punto, in particolare, su cui non ho ancora le idee chiare. Ho fatto un giorno un'esperienza che non mi piace­ rebbe ripetere e che non auguro a nessuno di fare, o me­ glio di subire. Subito dopo essermi separato dal corpo fisico, mi trovai proiettato in un universo davvero spa­ ventoso. Mi vedevo fluttuare in una sorta di magma gri·

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giastro, e da ogni parte mi si precipitavano addosso delle creature mostruose. Come descrivere quegli esseri, usciti dal più sordido degli incubi? Parevano organi di corpi fisici in putrefazione, dotati di occhi malevoli, di ma­ scelle e di mandibole aggressive, mentre altri sembra­ vano un miscuglio di diversi animali, gatti con teste di maiale, rettili con teste di uccelli; altri ancora non asso­ migliavano a nulla, erano masse ectoplasmiche, con mo­ vimenti d'inaudita violenza. Da ogni parte scaturivano orribili grida, mentre quelle creature spaventose mi ca­ lavano addosso, con un rantolo terrificante, come se si stessero sgozzando migliaia di persone. Dopo pochi, in­ terminabili secondi, mi ritrovai proiettato nel mio cor­ po fisico, in preda ad una forte emicrania. - Ecco , era questo che volevo che dicessi ! Ebbene, tutto questo è stato causato dalla paura. - Non ho difficoltà a crederlo. È facile, per un prin­ cipiante, spaventarsi nei minuti che seguono l'uscita dal corpo, perché ci sono sensazioni davvero sconcertanti. No n hanno nulla a che vedere con ciò che ha provato fino a quel momento. Suppongo che la paura abbia fatto diminuire il tasso vibratorio del mio corpo astrale e che mi abbia fatto precipitare in un mondo di cui ignoravo l'esistenza. - Vedo che hai capito perfettamente. Hai appena parlato del problema dell'ultimo livello del piano astrale, e come hai giustamente supposto, esiste, in astrale, un luogo che è caratterizzato da una bassissima frequenza vibratoria. Tu vi hai incontrato delle creature mostruo­ se, ma avresti potuto incontrare ben altri esseri, alcuni dei quali sono noti come ' 'elementali ' ' , e sono le proie­ zioni astrali delle forze della natura o , per essere esatti, dei quattro elementi fondamentali di cui è costituita: ter­ ra, acqua, fuoco e aria. Ad essi sono stati dati dei no-

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mi, e sono loro che popolano le favole dei bambini: fol­ letti, ondine, driadi, elfi . Di per sé, essi non sono orien­ tati né verso il bene né verso il male, ma sono soprattutto caratterizzati dalla docilità che manifestano rispetto ad una volontà che sappia dominarli. Posso dire che agi­ scono solo secondo due criteri: la devozione o la paura. Circolano senza tregua nell'etere inferiore, che è in con­ tatto immediato con il piano fisico . Maghi e stregoni entrano in contatto con loro median­ te dei rituali appositi e possono , se hanno ab bastanza forza, ottenere i loro servigi, su cui fonderanno la loro fama e il loro potere in Terra. Pensa agli stregoni nordamericani che fac�vano pio­ vere: non si tratta d'una leggenda. Sapevano come ma­ nipolare quelle forze della natura che sono gli elementali. Anche i Druidi, nella civiltà celtica, avevano profonde conoscenze in materia; non hai mai letto le leggende della Tavolà Rotonda, in cui si parla della· foresta di Broce­ liande e della sua magica fontana? Bastava spargere in­ torno un po' d'acqua di quella fontana perché si scatenasse uno spaventoso temporale. La foresta di Bro­ celiande esiste ancora, anche se sotto il nome di foresta di Paimpont, e la fontana è ancora là, la fontana di Ba­ renton. Ciò che probabilmente ignori, è che esistono an­ cora dei collegi di Druidi e che ancora vi celebrano, occasionalmente, il rito che scatena gli elementi. In tutto ciò non v'è nulla di realmente segreto, se non la conoscenza di certe leggi che presiedono all'organiz­ zazione della Natura; ma guai a chi non ha in sé abba­ stanza forza interiore o sapere sufficiente per dominare gli elementali: le potenze che scatena gli si ritorcono con­ tro , e questo è il famoso "colpo di ritorno" a cui si ri­ feriscono i trattati di magia. È la storia semplicissima ma orrendamente vera dell apprendista stregone . . . Tal'

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volta le esperienze dei fachiri hanno a che vedere con questo campo, così come è accaduto che certe civiltà ab­ biano sentito l'esistenza d'un elementale al punto di di­ vinizzarlo : per esempio, il demone assiro Pazuzu, venerato e temuto in qualità di principe degli spiriti mal­ vagi dell'aria. - Mi hanno raccontato d'un fachiro che si esibiva per poche rupie nelle fiere, e che in pochi secondi pote­ va far crescere, da un seme, un arbusto carico di frutti. - Sì, questo esempio illustra bene quello che ti di­ cevo; generalmente, non bisogna mai avere rapporti con l' astrale inferiore perché se non si è raggiunto · un alto livello di sviluppo spirituale si corrono troppi rischi. D'altronde, non è a questo livello che si trovano le cose più meravigliose: la vera potenza fa parte del campo del­ lo spirito e non va ad invischiarsi nella materia. Non dare troppa importanza alla magia; i Tibetani, ad esempio, l'hanno capito benissimo, e per loro un mago non è un uomo particolarmente religioso, bensì un essere che sa servirsi a volontà delle leggi che governano il paralleli­ smo delle potenze cosmiche e -delle potenze fisiche. Lo spirito religioso di colui che pratica la magia, in _fin dei conti , è il solo discriminante valido per distinguere tra magia bianca e magia nera, perché entrambe si fonda­ no sul medesimo principio . Come vedi, i poteri occulti sono simili a quelli che conferisce la scienza: di per sé non sono né buoni né cattivi . Tutto dipende dall'uso che se ne fa. C'è ancora qualcosa da dire, sul'astrale inferiore . . . perché, decisamente, è molto popoloso ! Avresti potuto incentrarvi esseri dotati di coscienza, quelli che gli an­ tichi Greci o Romani chiamavano "ombre" ; sono i corpi astrali degli esseri appena morti, e che passano da un piano all'altro con una certa lentezza a causa della l