Picatrix. Ghayat al-Hakim 'Il fine del saggio' dello Pseudo Maslama al-Magriti
 9788887231465

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PICATRIX GHAYAT AL-HAKIM, "IL FINE DEL SAGGIO" DELLO PSEUDO MASLAMA AL-MAGRITI ACURA DI PAOLO ALDO ROSSI TRADUZIONE DI DAVIDE ARECCO, IDA LI VIGNI ESTEFANO ZUFFI

~ MIMESIS \&,) AIRESIS

Il Picatrix, attribuito allo pseudo Maslama ai-Magriti, ma in realtà opera di origine ermetica greco-egizia , è il testo di magia più diffuso nella cultura esoterica antica e medievale. Fu tradotta dall'arabo in latino in Spagna fra il 1047 e il1051, ed ebbe un posto preminente nelle biblioteche dei maggiori filosofi dell'età umanistico-rinascimentale, da Marsino Ficino a Fico della Mirandola, da Leonardo a Fila rete, da Rabelais a Campanella. Bollata come opera empia, il Picatrix fu poi considerato un manuale satanico, tanto che il suo misterioso autore venne appellato come "Rettore della Facoltà diabolica". Il grande pensatore arabo lbin Kaldum lo aveva invece definito "il trattato di magia più completo e meglio costruito". La presente edizione è la prima traduzione italiana del testo latino, con una postfazione sulla storia del Picatrix e sulla sua struttura. Paolo Aldo Rossi, docente di Storia del Pensiero Scientifico all'Università di Genova, è autore di numerosi saggi di storia della medicina e delle origini della scienza moderna. Ha diretto e ispiralo varie riviste tra le quali "Abstracta".

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ISB N 978-88-8 723- 146-5

Collana dirella da Paolo Aldo Rossi eMassimo Marra Mimesis Edizioni www.mimesisedizioni.it

21,00 euro

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788887 231465

AtpEOLS collana di storia del pensiero simbolico e tradizionale diretta da Paolo Aldo Rossi La presente collana ospita testi -classici e contemporanei -atti a favorire lo studio di sistemi di razionalità ..altre" rispetto all'attuale modello della razionalità scientifica e la ricostituzione dell'originale portato semantico dei linguaggi magico-esoterici. Questo, sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto simbolico (tecniche divinatorie, tecniche della salute, telesmata, teurgie, procedimenti alchemici, oroscopistici, oniromantici, chiromantici ecc.). Le tecniche del corpo e della mente sono indagate come vie verso il rapporto con iJ numinoso e l'esplorazione delle molteplici modalità proprie dell'esperienza religiosa e della sapienza mitica. Tale intento è portato avanti attraverso: a) lo studio dei meccanismi consci ed inconsci attraverso i quali la cultura discriminata si difende dalla rimozione operata dalla cultura dominante e si rigenera costantemente b) l'indagine e l'investigazione delle interazioni specifiche tra complessi culturali attivi nello stesso ambito storico-geografico e l'analisi delle loro rispettive stratificazioni.

PICATRIX Dalla versione latina del Ghayat al-l,zakrm a cura di Paolo A. Rossi Traduzione di Davide Arecco - Ida Li Vigni Paolo A. Rossi - Stefano Zuffi

MIMESIS Airesis

© 201 J-'- MIMESIS EDIZIONI (Milano- Udine) www .mi mesi sedizioni .i t l www .mimesisbookshop.com Via Risorgimento, 33- 20099 Sesto San Giovanni (MI) Telefono: 0224861657-0224416383 Fax: +39 02 89403935 Via Chiamparis, 94- 33013 Gemona del Friuli (lJD) E-mail: mimesis@mimesisedizioni .i t Prima edizione: 1999 Seconda edizione: 2008

INDICE

Introduzione Nota al testo

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Prologo

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Libro l Capitolo l. A quale livello sia la tua conoscenza della scienza Capitolo II. Che cosa sia la negromanzia e quali siano le sue caratteristiche Capitolo 111. Che cosa sia il cielo e di quale sostanza sia fatto Capitolo IV. Sulle generali proposizioni e configurazioni del cielo nel fare talismani Capitolo V. Esempi di proposizioni e di ciò di cui abbiamo bisogno per fare talismani Capitolo VL In che misura ognuno sia nel mondo e come si pervenga alla conclusione che l'uomo è un microcosmo specchio del macrocosmo Capitolo VII. In che misura sia ogni cosa del mondo e ancora di molte altre nozioni profonde nascoste dai sapienti e che noi, in questo libro, intendiamo svelare

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Libro Il Capitolo l. Come si può pervenire a questa conoscenza Capitolo 11. Le figure celesti e i loro segreti Capitolo III. Tutte le operazioni che riguardano i pianeti, il Sole e la Luna Capitolo IV. Il moto dell'ottava sfera e delle stelle fisse Capitolo V. Come questa scienza è ripartita tra i popoli e quale corrispondenza trova in essi Capitolo VI. Le virtù dei talismani e in che modo si ottengono; in che modo i talismani possono acquisire la forza dei pianeti

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e come gli influssi agiscono per mezzo dei talismani: cioè il fondamento della scienza della negromanzia e dei talismani Capitolo VII. Del modo di servirsi della dialettica nella scienza dei talismani e che parte debba avere in questa scienza Capitolo Vlll. Delle gerarchie delle cose naturali e in che modo si possa accedere a questa scienza Capitolo IX. Della dimostrazione delle figure e delle fonne dei talismani che si fanno con l'ausilio dei pianeti Capitolo X. Delle pietre adatte a ciascun pianeta o alla fonnazione delle figure. Capitolo Xl. Le rappresentazioni delle immagini dei segni e i loro influssi Capitolo XII. Le ligure e i gradi dei Segni zodiacali e i loro influssi secondo l'opinione degli Indiani, in che modo si procede nello studio di questa scienza, di quale tipo sono gli influssi che si traggono dai corpi superiori secondo la loro opinione e con [la rivelazione di] notevoli segreti Libro III Capitolo I. Sulle parti dei pianeti presenti nelle piante, negli animali e nei metalli Capitolo Il. Sulle parti dei segni presenti nelle tre realtà suddette, ossia piante, animali, metalli Capitolo III. Sulle figure, disegni, vesti menti, suffumigazioni dei pianeti, nonché sui disegni delle facce dei segni Capitolo IV. Quali segreti non possono essere compresi se non da coloro che sono esperti in questa scienza Capitolo V. Sulla dimostrazione dell'unica virtù, propriamente detta. presente negli animali, e delle nozioni notabili necessarie in questa scienza, nonché del metodo per trarre a sé gli spiriti planetari attraverso disegni e suffumigazioni Capitolo VI. Sull'arte di attrarre gli spiriti dei pianeti mediante mezzi naturali; quale ne sia l'immagine e che genere di virtù possegga Capitolo VII. Sull'attrazione della virtù dei pianeti ed in quale modo possiamo parlare con essi; come si dividono gli effetti per pianeti, figure, sacrifici, orazioni, suffurnigazioni, proposizioni, lo stato del ciclo necessario a qualsivoglia pianeta

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Capitolo VIU. Sul tenore delle orazionì con le quali i Neuuni pregavano il sole e Saturno, e in quale modo parlavano con essi e traevano a sé gli spiriti e gli effetti di quelli Capitolo IX. Sul modo di attrarre le forze di qualsivoglia pianeta in modo separato e di nominare gli spiriti di quelle torre secondo le loro parti, nonché sul modo di operare le stesse denominazioni Capitolo X. Sulla dimostrazione del compimento degli spiriti dei pianeti e del modo di scongiurare i danni di opere, effetti, miracoli, negromanzia, e alimenti, suffumigazioni, ed unguenti, profumi di cui si deve valere l'operatore degli spiriti dei pianeti; sugli effetti propri dei pianeti e sulle opere che non possono essere compiute se non con lo sguardo Capitolo XI. Sugli effetti delle immagini su cose diverse, nonché sulle alterazioni della vista, affinché le cose appaiano diversamente da quel che effettivamente sono, e sul modo di dormire, vegliare, formare sostanze tossiche e loro rimedi Capitolo XU. Sulle regole necessarie in questa scienza Libro IV Capitolo I. Da dove proviene la virtù e la fortezza dello spirito e quale sia la proprietà dello spirito; quale è la proprietà del corpo; e quella del senso e dell'intelletto; quale quella dell'anima, nonché le differenze tra esse Capitolo 11. In che modo la forza dello spirito della luna è attratta a queste cose inferiori, e da quali cose si devono fare le suffumigazioni ai sette pianeti Capitolo III. Nel quale si dice cosa traggono i Caldei dalla profondità o dai segreti di questa scienza e cosa hanno detto al riguardo Capitolo IV. In cui si parla dei simulacri e delle conoscenze che molto giovano a questa scienza Capitolo V. In cui si mostra quali sono le dieci sostanze necessarie ·a questa arte e come questa scienza ne tragga vantaggio; e quali siano le radici della negromanzia Capitolo VI. Mostra come devono essere fatte le suffumigazioni delle stelle e un composto necessario a questa scienza Capitolo VII. Gli argomenti riguardanti la negromanzia ritrovati nel libro L'agricoltura Ca/dea, tradotto dal Caldeo in Arabo da Abubnar Abenvax.ie

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Capitolo VIII. Sulle virtù inerenti alla natura specifica di alcune

cose

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Capitolo IX. Sulle immagini fornite di poteri straordinari

che furono scoperte nel libro che fu ritrovato nelle chiese di Cordib e nel libro della regina Folopedra, e dove si discute di alcuni accorgimenti necessari per operare con le immagini

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INTRODUZIONE

Scientia ... semper acquirit et numquam diminuii; semper elevai el numquam t:kgenerat; semper apparet et numquam se abscondit. La specie più bella di magia teorica è il discorso

Nel 1897 J. Wood Brown [An inquiry into the life and legend of Michael Scot, Edimburgh 1897), studioso di Michele Scoto, esprimeva la speranza che Picatrix non venisse mai tradotto in alcuna lingua moderna. Ce ne scusiamo con il signor Brown, ma a noi è sembrata una buona idea rendere questo testo dalla storia travagliata in un linguaggio - per quanto ci è stato possibile- comprensibile anche ai non arabisti o non latinisti. Nel l 933 venne editata, per la prima volta, da Hellmut Ritter (Studien der Bibliothek Warbu~ 12 Leipzig-Berlin) la originaria versione critica dall'arabo del Ghayat al-tw/dm (/l fine del saggio). Nel 1962 venne fatta la traduzione tedesca di tale opera da H. Ritter and M. Plessner (Studi es of the Warbu~ lnstitute 21, London). Nel 1975, Vittoria Perrone Compagni pubblicò alcuni capitoli del Picatri.x IAtinus ("Medioevo" l, pp.237-337); la trasposizione francese di alcune parti fu fatta da S. Matton (La magie arabe traditionneUe, Paris t 977) e quella spagnola da M. Villegas (Madrid 1982). Nel 1986, Davi d Pingree terminò (finendo il lavoro di Elisabeth Jaftè) la edizione critica della versione latina del Ghayat aJ-~kim, conosciuta anche come Picatrix. Un'opera araba elaborata in Spagna alla metà dell'XI secolo, che tenne banco come autorevole manuale di ermetismo, d'alchimia e d'astrologia nell'epoca di Federico II e di Alfonso X, ripresa poi nell'umanesimo-rinascimento da tutti i grandi magi (Ficino, Pico, Agrippa ... ) come il compendio di magia cerimoniale e recuperata in età moderna come il vero manuale diabolico; essa ha resistito nove secoli presso tutti gli esoteristi come l'opera di magia per eccellenza, di cui tutti hanno sempre parlato (nel male o nel bene), ma ben pochi l'hanno leua se non semplicemente scorsa. Forse è sempre valso il giuramento solenne di non copiarla, quindi sono pochi coloro che hanno violato l'impegno (vi sono circa una ventina di manoscritti sparsi per tutta Europa), oppure si pensava o a "le reverend père en Diable Picatris" come al diabolico rettore della Facoltà demonologica che veniva frequentata senza che nessuno lo sapesse (compreso lo studente) o anche a "un charlatan espagnol qui a écrit de la magie". Sia come sia, noi abbiamo pensato di dame una traduzione italiana comprensibile a tutti; poi, saranno i nostri lettori a disco-

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teme, dato che l'arabo, il latino medievale e il castigliano (e le loro reciproche contaminazioni) non sono lingue che tutti sanno. Dopo di ciò, se a qualcuno fosse rimasto il problema di approfondire l'argomento, allora non gli resta che l'edizione critica. La cosa iniziò dieci anni fa a Brisighella, dove Paolo Aldo Rossi era direttore scientifico delle famose Feste Medievali. In quel borgo giocoso di Romagna una ventina di professori universitari, finiti lezioni ed esami, si recavano. per due settimane, a divertirsi con il "medioevo". Ogni anno veniva dato un tema alle Feste (ad es. Carnevale e Quaresima, /trionfi della vanità, Le ali del sogno, Il mito dell'Oriente, La gola madre dei sette vizi capitali... ) ai quali argomenti veniva dedicato, intitolato, rivolto l'insieme globale degli spetracoli (musica, danze, teatro, eventi di piazza ... ma anche le mostre e i convegni). Ma sottostante al tutto, che di anno in anno poteva cambiare, restava un ideale ermetico, astrologico e alchemico ch'era il contrassegno peculiare dell'intera manifestazione dalle origini, cioé da dieci anni. Questa parte noi l'abbiamo ricevuta in eredità e, nel 1989, nell'organizzare le Feste dedicate alla Profezia, abbiamo scoperto che uno dei manoscritti del Picatrix era srato copiato il 21 maggio 1536 "a Brisighella nella casa che è sulla piazza con due ingressi e vicina al palazzo comu11ale" che noi ben conoscevamo. A quel punto si decise di tradurre l'opera e di farla avere in dispense a tutti i nostri amici (ovviamente non solo e necessariamente docenti universitari) affinchè tutti apprendessero quel che fin dal XVI secolo si faceva nel borgo "in auesa delle Feste Medievali". Il primo libro fu subito pronto e le discussioni si sprecarono su chi era l'Autore e dove e come era stato composto ... Avevamo difatti realizz.ato delle dispense sulle quali ci azzuffavamo. Nel 1993 fu pronto il libro secondo. Da tutte queste discussioni si ricavò che l'Autore fosse il famoso Abu al-Qasim Maslnma ibn A~mad ai-Majriti, o meglio un suo omonimo, vista la non eccellente preparazione filosofica; ciò fece supporre a qualcuno di noi, colpito dall'ossessivo ripetersi di scongiuri e talismani contro catastrofi naturali, animali nocivi, guerre e prigionia, che il Nostro fosse un mercante arabo-hispanico con alle spalle una storia di naufragi, di schiavitù e improntato a una gran voglia di comparire come "mago", non fosse altro che per salvare la pelle e mettersi da parte qualche soldo. Altri di noi. leggendo non il Ghiiyat al-~akim, ma alcuni manoscritti latini, cioè il Picatrix, sostennero che ci si trovava di fronte a un'antologia-manuale per fattucchiere e per i loro clienti. Ma allora non avevamo ancora letto il tert.o e il quarto libro. Nel 1995, Pierre Dalla Vigna, coraggioso editore di "Mimesis", ci propose di farne una traduzione, cosa che accettammo subito, ponendoci con entusiasmo a decifrare il terzo e il quarto libro.

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Purtroppo un terribile ictus colpì Paolo Aldo Rossi. Senza di lui non ci divertivamo più e la traduzione langul per mesi. Fortunatamente il nostro guarl e nel 1998 riprendemmo il lavoro che ora presentiamo affinché esso sia alla portata di quanti lo vogliono leggere ma non hanno gli strumenti per affrontarne una lettura dall'originale. Per il momento, il nostro compito qui è quello di ripercorrere le vicende di un'opera rimasta celebre per nove secoli e che ancor oggi suscita la curiosità. La versione originale di questo ampio trattato di magia simpatetica e astrale, con particolare riferimento ai talismani, è araba. Da alcune indicazioni interne sembra essere stata prodotta nella Spagna dell' XI secolo, fra il 1047 e il 1051. L'Autore: Abii Maslama Mu~~mmad ibn Ibrahim ibn 'Abd al-dà'im al- Majrì~i. che fu confuso con il ben più famoso Abu ai-Qasim Maslama ibn A~mad al-Majriti (il madrileno). Dai manoscritti latini risulta che l'opera è poi stata tradotta de arabico in hispanicum nel 1256 per ordine del re Alfonso X di Castiglia- soprannominato el Sabio (Toledo, 1221 Siviglia, 1284)- il cui interesse per l'astrologia e la magia è ben noto e documentato dalle opere e dai lapidari da lui stesso composti o fatti comporre, accanto ad altre opere di aritmetica, nautica, astronomia e musica e secondo modalità di produzione che possono per certi versi far pensare al sovrano come ad una sorta di cooperativa libraria. La traduzione spagnola di Picatrix è andata perduta, ma da essa è derivata quella latina, documentata da una ventina circa di manoscritti, tutti relativamente tardi (dalla fine del XV agli inizi del XVII secolo), distribuiti un po' in tutta l'Europa, da Oxford a Praga, da Vienna a Darmstadt, da Parigi a Hambourg, passando per Firenze. Proprio uno di questi ci interessò in modo particolare. Si tratta di un manoscritto magliabechiano (Magliabechi XX 20; cfr. V. Perrone Compagni, "Picatrix Latinus") conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, copiato a Brisighella il 21 maggio 1536 (29-32 linee per pagina, 60-70 lettere per linea. Dalla collezione Manni). Al f. 117v, dopo il colophon, si legge: "die vegesimo primo mensis maii hora vigesima prima Brasichellae in domo que est in platea a duobus faciebus et iuxta pallacium comunis [comitis?). currentibus annis a Salutifera Nativitate millessimo quingentesimo trigesimo sexto, indictione nona, anno 2° pontificatus Pauli tertii. Ad Dei laudem et gloriam in infinita secula. Qui servare libris preciosum nescit honorem illius a manibus sit procul iste liber. Telos". Da qui noi siamo partiti. Dopo abbiamo visto Picatrix, in Concordances and Texts of the Roya/ Scriptorium Manuscritts of Aljo11so X, el Sabio, Ed. by Lloyd Kasten an d John Nitti. "The Hispanic Seminary of Medieval Studies", Madison (Wisconsin), 1978. Edizione in microtìches. Quindi David Pingree, Between t/te 'Ghayar' and 'Picatrix'. 1: The Spanish Versio11, in "Joumal of the Warburg and Cour-

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tauld Institutes", London, 1981,44, pp. 27-56, e subito dopo la versione latina del Ghiiyat al-trakim (Studies of the Warburg lnstitute, University of London, 1986) di D. Pingree. Da quel momento abbiamo visionato quasi tutti i manoscritti del XV e XVI secolo, però restando quasi sempre fedeli al Pingree e alla Perrone Compagni. Picatrix, come risulta da indicazioni interne al testo, risulta essere il nome del suo aurore/compilatore, mentre il titolo dell'opera- Ghiiyat al-~akim in arabo- diventa in latino l/fine (o lo scopo) del saggio. Ma l'opera è sempre stata identificata con la parola Picatrix. Da lbn Khaldun, pensatore di grande cultura morto nel 1406 e vissuto fra l'Africa del Nord e l'Egitto- e che lo aveva definito "il trattato di magia più completo e meglio fatto" -era stato attribuito ad un certo Maslama ai-Magrip. Adesso però si parla, semmai, di pseudo al-Magri\i, dal momento che Picatrix sembra piuttosto essere una specie di compendio magico o antologia ermeticoalchemica redatto nella Spagna dell'XI secolo, come del resto prima si è detto. Uno dei suoi primi studiosi moderni, Hellmut Ritter, cui spetta il merito di avere fornito l'edizione critica del testo arabo, suppose che il latino Picatrix fosse una corruzione successiva del nome greco di lppocrate (Hippocrates o Harpocration nel testo), lanciando quindi l'ipotesi di un originale autore greco. In seguito Ritter stesso finì per abbandonare tale ipotesi, mentre tuttora invece essa è accettata da Henri Corbin con convinzione. Dunque, in sintesi, si avrebbe la derivazione: greco: ->>Hippocrates o Harpocration: ->> arabo: Buqratis -» latino: Picatrix. Chiunque sia stato l'autore/compilatore di questo testo, il peso e l'influenza che ha esercitato sulla storia della cultura - della filosofia e anche dell'arte - occidentale, come vedremo tra poco, rimane immutato. Vediamo ora il suo contenuto per sommi capi. Picatrix è composto di quattro libri, che trattano rispettivamente i seguenti argomenti dichiarati nel proemio: "Questo trattato è dunque diviso in quattro libri e ciascuno di essi è a sua volta diviso in capitoli. Nel primo libro si tratta l'essere del cielo ed i suoi influssi sulla Terra tramite le immagini o configurazioni che si trovano in esso. Nel secondo si parla in generale delle figure del cielo, del moto dell'onava sfera e dei loro influssi su questo mondo. Nel terzo delle proprietà dei pianeti e dei segni, dei colori delle loro figure e fonne e di come si possa parlare con gli spiriti dei pianeti, nonché di molte altre operazioni di natura negromantica. Nel quarto, infine, si discute delle proprietà degli spiriti e di quanto altro è da tenere presente in quest'arte ed in che modo ci si possa avvalere di simulacri e talismani, fumigazioni e altro".

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Il Picatrix si apre con pie preghiere e con la promessa di rivelare profondi segreti. La conoscenza è infatti il miglior dono di Dio agli uomini, ovvero sapere quale è il principio e il fondamento metafisica di tutte le cose. La verità originaria è l'Uno. Tutte le cose provengono plotinianamente dall'Uno e tramite esso ricevono verità e unità nel perpetuo moto di generazione e corruzione (tale punto pare costituire una rilettura dei Meteorologica aristotelici alla luce del magismo animista). Le cose sono ordinate gerarchicamente in base ad una disposizione marcatamente teologico-sacrale: le inferiori si sollevano alle superiori, mentre le superiori discendono verso le inferiori. L'uomo è un piccolo mondo (minor mundus) che riflette il grande mondo (maior mundus) del cosmo, ma grazie al suo intelletto il saggio- il mago -può innalzarsi al di sopra dei sette cieli che costituiscono la realtà sovralunare. Dio, o prima materia, è senza forma. Da questo incorporeo e aformale Uno derivano: 1'/ntellectus o mens; lo Spiritus; la Materia o natura materiale, gli elementi (e gli elementata). Lo Spiritus discende dall'alto verso il basso e si stabilis~ -:JV\1 J'Y.I•lc/IVU ...J

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le quali sono state trovate nel libro della regina Folopedra. Se porrai quest'anello sopra al morso di una tarantola e quindi bagnerai con questo medicamento l'uomo, egli guarirà subito. Se sfregherai una volta dopo l'altra un morso di tarantola con le foglie delle erbe di yembut (Anagyris), guarirà all'istante. Il catrame misto al sale guarisce i morsi di serpente. Se un uomo cosparge la sua verga di catrame e poi giace con una donna questa non concepirà. Le nocciole di Avella, se vengono mangiate, curano i morsi delle tarantole, e finché qualcuno ne porta con sé una non sarà mai punto da una tarantola. Se uno è stato morso da un cane rabbioso e pone sulle ferite una mandorla masticata e mangia lo stesso frutto sarà liberato dagli effetti di quel morso. Se si mette l'erba chiamata abrotano sopra il morso delle vipere, questo verrà guarito immediatamente; se si sparge il suo succo per le case le pulci impazziscono e, se cadono in questo succo, muoiono. Se brucerai delle tarantole, mescolandone la cenere con del pane e dandole a chi soffre del mal della pietra (calcoli), le pietre si spezzeranno e l'uomo guarirà. La forma prodotta dai semi dell'erba chiamata veccia mescolata con il lane cura il morso del cane rabbioso se vi viene applicata sopra. Capitolo nono Sulle immagini fomite di poteri straordinari, che furono scoperte nel libro che fu ritrovato nelle chiese di Cordib e ne/libro della regina Folopedra, e dove si discute di alcuni accorgimenti necessari per operare con Je immagini.

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bbiamo trovato nel libro che è stato scoperto nelle camere della regina Folopedra i metodi per preparare delle immagini capaci di sortire effetti e imprese incredibili con le loro proprietà e i loro poteri. Abbiamo voluto esporli in questa nostra opera affinché non ci fosse alcuna omissione nell'esporre questa scienza. Per guarire i morsi dei rettili. Prendi del fiele di nibbio fatto seccare all'ombm, mescolalo con un poco di succo di finocchio e riponilo in un'am-

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polla di vetro. Questa polvere è utile agli occhi, guarisce e libera dal morso di tarantola, vipere, vespe, serpenti e altri rettili. Se il morso è stato inferto nella parte destra del corpo, essa deve essere applicata sulla sinistra, e viceversa. Quando vorrai usarla, aggiungile un poco di acqua e ripeti l'applicazione tre volte di seguito. Per far uscire i serpenti dalle loro tane. Prendi dei frammenti di vetro e delle limature di bronzo aureo. Falli fondere in un recipiente, con l'aggiunta di arsenico rosso e manganese rossa, toglili poi dal fuoco e riduci li in piccoli pezzi. Prendi poi una testa dì nibbio con le sue ossa (un tipo di nibbio che si trova nella terra d'Egitto) e mescolato con galbano nero. Poni di nuovo sul fuoco gli ingredienti dì prima insieme a questa nuova mistura, falli amalgamare e quindi toglili dal fuoco. Fanne uno scatanello, che nella nostra lingua è chiamato sonaglio, che abbia incastonato al suo interno un diamante proveniente dall'Egitto. Fatto ciò suonato all'imboccatura della tana delle vipere, dei serpenti e degli altri rettili. Essi, udendo il suono di questo sonaglio cosl fabbricato, usciranno subito dalle loro tane senza costituire un pericolo per chi suonerà lo strumento. Infatti è una proprietà dell'uccello suddetto (cioè del nibbio) che, quando lancia il suo richiamo, i serpenti che lo odono escono dalle tane e vengono uccisi da esso. Per riunire i topi in un solo luogo. Prendi il succo delle foglie della vite bianca, del succo di squilla, borace, giusquiamo e ossido di zinco rosso dell'India. Riduci in polvere il borace e l'ossido di zinco e mescolati con i succhi suddetti; fanne delle pillole grandi come ceci e lasciate seccare all'ombra. Quando yorrai radunare insieme dei topi, metti una di queste pillole sui carboni ardenti; quando i topi percepiranno il fumo si riuniranno in quello s Per radunare i pesci in un luogo voluto. prendi del panico e lasciato marcire. Una volta marcito, mescolalo con grasso, fave in polvere e sangue dì bue; amalgama molto bene, in modo che tutti gli ingredienti vengano a costruire un composto uniforme. Riponi il tutto in una canna e legata con un filo di canapa. Poni poi questa canna dove vi sono dei pesci e tutti i pesci in quel luogo si raduneranno intorno a quella canna e potrai catturarne quanti vorrai con le reti. Per catturare gli uccelli che dormono sugli alberi. Prendi del sego di testuggine di terra, grani di giglio, succo di panace, alcondiz, in parti eguali. Riduciti in polvere pestandoli bene insieme. Fanne una pasta aggiungendo urina d'asino e confeziona delle piJiole grandi come ceci, che lascerai essicare all'ombra. Quando ce ne sarà bisogno, prendi un'anfora piena di carboni ardenti e gettavi una di queste pillole; suffumiga quindi il luogo dove si trovano gli uccelli, otturando le tue narici con della seta per non inalare il fumo. Tutti gli uccelli, inalando quel fumo, cadranno a terra come morti e li potrai catturare come vorrai. Se vorrari guarirli, laverai le loro zampe con acqua calda e guariranno.

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Per lo stesso scopo. Prendi mandragola e ammoniaca e preparati con succo di cicuta fresca. Fanne delle pillole che lascerai essiccare. Fai con esse una suffumigazione sotto gli alberi dove si trovano gli uccelli; compi l'operazione in una giornata tranquilla e senza vento. Tutti gli uccelli, respirando quel fumo, cadranno a terra come morti. Per aumentare la vista. Confeziona una corona con i rami dell'albero chiamato catlam, che penso sia il sorbo, emettitela in testa; finché la terrai sul tuo capo, la tua vista si rafforzerà a tal punto che potrai vedere da lontano un oggetto piccolissimo. Quando la toglierai, la tua vista ritornerà allo stato di prima. Se poi mescolerai il succo delle foglie di quest'albero con aceto di vino e lo spalmerai, la Ietargia guarirà immediatamente. Per non ubriacarsi confeziona con la pietra un recipiente il più sottile possibile. Prendi poi parti uguali di aceto di vino distillato, con l'alambicco, succo di cavoli e di capperi e mescola il tutto. Compiuta quest'operazione, intingi in questa mistura il recipiente di prima, tante volte finché non ne abbia assorbito una libbra, poi togtilo. Quando vorrai bere, ungi il recipiente suddetto con olio di mandorle amare e bevi con esso quanto vuoi: non ti ubriacherai mai. Affinché te mosche non si avvicinino alle tavole. Prendi dell'alcondiz fresco, tintura gialla d'oro, recipienti di terra secca. Polverizza accuratamente il tutto pestando bene e amalgama con succo di squilla. Ungi questi ingredienti con olio e ungi anche le tue mani. Con questo composto plasma l'immagine di una mosca e ponita sul tavolo: finché vi starà, nessuna mosca si poserà Il. Per cacciare serpenti e rettili. Prendi una pelle di leopardo, che sia conciata e lisciata come il cuoio, confeziona con esso una trapunta. Nessuna bestia velenosa potrà rimanervi. Per scacciare i serpenti. Prendi un'erba astrologa rotonda e mescolata con corna di racani, che sono grandi lucertole verdi. Li pesterai bene insieme aggiungendovi fiele di leone. Confezionane delle pillole: quando vorrai servirtene, sciogline una in acqua di sale ammonico e con il ricavato scrivi o su carta o su pergamena ciò che desideri e lega poi il tutto con un panno. Chi porterà con sé questo panno metterà in fuga tutti i serpenti e se uno di essi toccherà questo panno morirà subito. Per far innalzare vapori simili al fuoco. Prendi la radice dell'erba chiamata cotrop (lucciola), che di notte emana luce come una candela, pestala molto bene con cervello di cervo e bile di bue e fanne delle pillole. Se getterai una di queste pillole su fuoco di sterco, si eleverà un fumo straordinario, per il quale tutto il cielo apparirà rosso e si leveranno dei vapori che sembreranno simili a vampate di fuoco. Tutti quelli che vedranno questo fenomeno avranno paura. Questa operazione deve però essere compiuta quando il tempo è nebbioso e basso.

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Se terrai il seguente lume davanti a te, non vedrai nulla, mentre se lo terrai dietro vedrai tutto ciò che c'è in casa: prendi del grasso di delfino e ungi bene una benda con arsenico e verderame pestati. Metti il grasso in un recipiente di bronzo, insieme con la benda. Accendilo; produrrà una luce che non lascerà vedere nulla a chi lo terrà in mano, mentre potrà vedere tutto quello che c'è nella casa colui che lo avrà dietro di sé. Perché una donna non concepisca. Plasma l'immagine di una scimmia con bronzo, perforala lungo la spina dorsale e riempila di scamonea. Quando vorrai giacere con una donna, lega questa immagine alle tue gambe ed ella non concepirà. Perché i cani non ti abbaino contro. Prendi una radice di mandragola, pestala per bene e amalgamala con latte di cagna. Fanne l'immagine di un cane e portala con te: i cani non ti abbaieranno, ma fuggiranno davanti a te. Per trasformare il ferro in acqua. Prendi l'erba chiamata camesir (Athamanta Macedonica), squilla e corteccia di melograno verde, in parti eguali. Pesta bene il tutto mescolando e amalgamando con aceto di vino distillato con l'alambicco. Intingerai molte volte il ferro in questo aceto, esso si muterà in acqua. Lasciato stare cosl per un'ora e mezza e poi fa colare l'aceto, troverai del ferro brillante liquido e raggruppato in un unico punto. Perché una stoffa bruci in assenza di fuoco. Prendi una marcasite aurea e pestata accuratamente e mescola con aceto di vino molto forte. Distillala con un alambicco in un recipiente di cristallo che riporrai sotto dello sterco !asciandovelo per quattordici giorni. Quindi toglilo e mettilo per altrettanti giorni nella crusca, poi trailo fuori e ungi con esso la stoffa che vorrai: essa brucerà da sola come se lo fosse dal fuoco. Acqua che brucia facendo sembrare rossa ogni cosa. Prendi del calcante di Cipro e fallo cuocere in un forno ben caldo e !ascialo lì per una notte. Al mattino toglilo: lo troverai completamente rosso, altrimenti !ascialo rimanere n per un'altra notte finché diventi rosso; quando lo sarà, toglilo. Pestato molto bene e cospargilo con aceto di vino distillato in quantità cinque volte superiore a quella del calcante. Riponilo quindi in un vaso di vetro e lasciavelo per tre giorni, mescolandolo tre volte in un giorno qualunque di questi tre. Fallo poi bollire e schiumalo con cura: infatti ne emanerà un'acqua rossa del colore dei rubini. Metti quest'acqua in un recipiente nel quale accenderai uno stoppino: quest'acqua brucerà e la sua luce farà sembrare rossa tutta la casa (nel colore del rubino), che brillerà come un rubino. Per creare tarantole verdi dalla puntura mortale. Quando vorrai compiere quest'operazione, digiuna per un giorno intero fino alla notte. Durante la notte, poi, prendi dell'erba chiamata basilico silvestre e masticala bene: dopo averla masticata, la riporrai cosl in una fiala di vetro che sigillerai con cura. Riponila in una casa buia, dove non giunge la luce del Sole e non ci

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sia altra luce e lasciavela per quaranta giorni. Quindi valla a prendere: troverai in essa delle taranrole verdi che con il loro morso possono uccidere un uomo. Queste tarantole hanno una caratteristica: se le esporrai al Sole in olio d'oliva per ventun giorni o per un periodo diverso, finché muoiono e si sciolgono in quell'olio, e se ungerai con tale olio i morsi delle tarantole, essi guariranno; e se una goccia di quest'olio cade su di una tarantola, questa morirà all'istante. Per creare serpenti rossi. Prendi delle grandi ragnatele e mettile in una fiala di vetro con latte d'asina. Lasciavele per tre giorni, al termine dei quali toglile. Aggiungi grasso di testuggine e amalgama il tutto fino a che raggiunga la consistenza delle materie combinate, fascia quindi in un panno rosso e sepelliscilo nel fango per sette giorni finiti i quali troverai un serpente rosso. Se mettenti questo serpente dove vi sono delle rane rutelle, il serpente arriverà a prendere le sembianze di un drago, poiché la rana in Egitto è la nemica del drago e quando ne vede uno lo morde e continua a ferirlo finché esso muore. Per scacciare le clmict. Prendi un pelo del collo di una cavalla vergine nel momento in cui essa si accoppia per la prima volta con un cavallo. Plasma poi delle immagini di cimici quante ne potrà sostenere quel pelo, disponile a forma di grappolo d'uva. Prendi poi questo grappolo e riponilo in un vaso di bronzo dorato, che sigillerai bene e sotterrerai nel mezzo della casa. Finché questo resterà n, le cimici non si avvicineranno mai a quelle case. Per fare con qualunque tipo di legno. Prendi del grasso di pescecane, mescolalo con olio di lauro, sapone e un poco di zolfo fino a farli amalgamare. Se ungerai un qualunque tipo dì legno con questo composto e lo accenderai si diffonderà una luce come quella delle candele, che non si estinguerà finché quel legno non si sarà consumato. Questo procedimento fa parte di quelli di Antiochia. Per scacciare i lupi e tutti gli animali pericolosi. Compirai questo procedimento con un tamburo fabbricalo per questo specifico scopo secondo le seguenti modalità: prendi un riccio di mare, tagliagli la testa e privalo delle spine. Quindi scuoialo e conciane la pelle secondo il procedimento usuale per le altri pelli. Prendi poi questa pelle e distendila su di un tamburo o su di una nacchera di bronzo che conserverai pronti all'uso. Quando vorrai mettere in fuga quegli animali; suonerai il tamburo o le nacchere di notte e tutte le bestie pericolose fuggiranno al suo suono, mentre tutti i rettili, udendolo, moriranno. Per allontanare Je rane da uno stagno. Prendi grasso di coccodrillo e mesco! alo con della cera, con cui preparare delle candele con lo stoppino. Accendi una candela nel luogo che vorrai e il gracidio delle rane cesserà completamente. Come catturare le tarantole. Prendi dell'agnocasto, del carduccio bianco e tritati insieme. Aggiungi del galbano rosso e una pietra di bezahar ben

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polverizzata; amalgama il tutto con succo di sarica. Con parte di questa sostanza plasma l'immagine di una tarantola, con quello che resta fai delle pillole che lascerai essiccare all'ombra. Metti davanti a te la suddetta immagine e compi una suffumigazione gettando una di quelle pillole sul fuoco; tutle le tarantole del posto si riuniranno intorno a quell'immagine. Io credo tuttavia che in questa operazione sia più importante il potere della suffumigazione che quello dell'immagine. Abbiamo trovato tutte le immagini e i preparati descritti nei libri dell'Agricoltura Ca/dea e abbiamo deciso di esporli qui perché la nostra opera fosse più completa. Tu che vuoi leggere questo libro mantieni quanto puoi il segreto senza rivelarlo a nessuno che non sia meritevole, adatto e ben disposto: ve ne sono pochi, non rivelare i tuoi segreti se non a te stesso. Ricorda sempre gli accorgimenti e le precauzioni che il sapiente Zucrat insegnò ai suoi discepoli alla fine della sua vita. Primo: disponete e ordinate le vostre nature affinché sorgano spiriti di per sé stessi completamente votati e portati a queste opere e a questa arte, ne ricaverete un grande aiuto nelle vostre operazioni. Secondo: conservate solo per i vostri cuori i vostri segreti e la vostra purezza nei periodi nei quali non siete sicuri; infatti l'avvicendarsi dei tempi determina intorno a voi delle situazioni mutevoli, ora negative e complicate ora favorevoli e semplici. Terzo: non disprezzate le cose che vi servono allorché sarete pronti a progredire e migliorare e non ritenetele di poco conto. Quarto: sceglietevi pochi amici e plasmateli come si fa con i bambini e non dimostrategli il vostro amore e le vostre bontà tutti in una volta, ma a poco a poco; se infatti vi chiederanno qualcosa e lo otterranno subito, la loro amicizia non durerà, anzi diverranno vostri nemici. Quinto: evitate e fuggite il più possibile le macchinazioni turpi, che rovinano la nobiltà e corrompono le bontà. Sesto: amate i vostri amici, senza desiderare che vi obbediscano in tutto e per tuuo; in questo modo l'amicizia sarà durevole. Settimo: non rimproverate continuamente i vostri amici per quello che fanno; anche voi siete capaci di commettere le stesse azioni o altre simili. Ottavo: non rispondete in modo sgarbato a chi vi chiede qualcosa, sarebbe un chiaro segno di scarsa bontà di fronte a Dio per i beni che per grazia sua vi sono stati concessi. Anzi, cercate di soddisfare per quanto potete, nel debito modo, le richieste dei bisognosi e nel fare questo non dovete mai smettere di ringraziare Dio per avervi condotto ad un tale grado di potenza da riuscire ad essere di aiuto a chi ve lo chiede; ciò sia finché la persona in questione mostra volontà retta e lodevole e prosperità in Dio. Nono: cercate di scoprire secondo le vostre forze le buone qualità e la natura delle cose, cosicché con ciò siano note le vostre qualità, e amatele; infatti, così facendo, ne sarete in qualche modo riamati. Questi sono i precetti insegnati dal sapiente Zucrat ai suoi discepoli alla tìne della sua vita: essi sono principi basilari utili alla magia.

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Parimenti passerò ora a illustrare sette regole raccomandate da Pitagora. Primo: regolate bene pesi e misure e manteneteli poi nella corretta disposizione. Secondo: guidate e controllate i vostri amori e le vostre amicizie e occupatevi della vostra salute nella misura in cui prima si è detto. Terzo: non accendete un fuoco in un luogo verde che sia stato tagliato con la spada. Quarto: dominate la vostra volontà e i vostri desideri, valutandoli bene nei loro effetti; ciò manterrà i vostri corpi in buona salute. Quinto: comportatevi sempre rettamente e con equità, questo accrescerà l'amore e l'amicizia delle persone nei vostri confronti. Sesto: aspettate i momenti opportuni e comportatevi come ordinano i potenti e i giudici, pensando che ciò è necessario in questo mondo per proteggere la propria vita. Seuimo: non rovinate e non contaminate il vostro spirito e il vostro corpo; anzi attenetevi a una debita temperanza, affinché con essi possiate sempre operare nei momenti in cui sarà necessario. Queste sono le ventotto case della Luna secondo Plinione. La prima serve per distruggere e devastare ed è chiamata Alnath. Mentre la Luna attraversa questa casa, plasma le figure di un uomo nero, vestito e avvolto in un cilicio di capelli, ritto in piedi con un dardo nella destra, come uno che stia per attaccare. Inciderai questa immagine in un anello di ferro e la suffumigherai con benzoino liquido. Con tale immagine imprimerai un sigillo in cera nera, dicendo: "Tu, o Geriz, uccidi il figlio della tale presto e in breve tempo, distruggilo". Se compirai questo rito, accadrà quello che vorrai. Sappi inoltre che Geriz è il nome del signore di questa casa. La seconda casa è Albotayn e serve per spegnere l'ira. Quando la Luna attraverserà questa casa, prendi della cera bianca e del mastice e amalgamali sul fuoco. Quindi rimuovi questo composto dal fuoco e plasma la figura di un re con la corona. Suffumigala con legno di aloe dicendo: "Tu, o Enedil, allontana da me l'ira del tale, fa che muti atteggiamento nei miei confronti e accogli le mie richieste a suo riguardo". Tieni l'immagine con te e succederà ciò che vorrai. Sappi che Enedil è il nome del signore di questa casa e questa è la sua immagine. La terza casa è Azoraye (cioè Pleiadi), per acquisire ogni bene. Quando la Luna si troverà in questa casa, traccia l'immagine di una donna vestita, seduta, che tiene la mano destra sul capo e suffumigala con muschio, canfora, resina e con pianta aromatica detta unghia di cavallo. E dl: "Tu, Annuncia, fa questo e quello", esponendo le tue richieste del bene che desideri, qualunque esso sia. Traccerai la figura suddetta su di un anello d'argento dalla fonna quadrata che porterai al dito. Se avrai seguito queste istruzioni accadrà quello che desideri e la tua richiesta avrà riscontro positivo. Sappi che Annuncia è il nome del signore di questa casa e quella è la sua immagine.

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La quarta casa è di Aldebaran, per suscitare inimicizie. Quando la Luna attraverserà questa casa, prendi della cera rossa e modella l'immagine di un soldato a cavallo con un serpente nella mano destra, quindi suffumigala con mirra rossa e benzoino, recitando: ''Tu, o Assarez, fà per me le tali cose e soddisfa le mie richieste", e chiedi ciò che concerne inimicizia, separazione e malevolenza. Accadrà tutto quello che hai chiesto. Sappi che Assarez è il nome del signore di questa casa. La quinta casa è Almizen, utile per essere ben accolti dai re e dai dignitari. Quando la Luna attraverserà questa casa, fabbrica un sigillo d'argento, nel quale inciderai una testa umana priva del corpo. sopra questa testa scrivi il nome del signore di questa casa e sempre sul sigillo scrivi le tue richieste, di qualunque genere. Suffumigalo con sandalo e di: "Tu, o Cabil, rendimi il tale servigio ed accogli la mia richiesta", vale a dire di essere ben accolto da re o da governatori. Fatto ciò, porta con te questo sigillo e la tua richiesta sarà esaudita. Quando vorrai vedere qualcuno in sogno, poni questo sigillo sotto la tua testa di notte, quando vai a dormire, pensando sempre a quello che vuoi: ti sarà data risposta su ciò che desideri. Sappi che Cabil è il nome del signore di questa casa. La sesta casa è Achaya e serve per fare innamorare due persone. Quando la Luna si troverà in questa casa, plasma con della cera bianca due figure abbracciate insieme e avvolgile in un panno di seta bianco. Suffumigala con legno di aloe e ambra, dicendo: "Tu, o Nedeyrahe, unisci il tale con la tale e poni tra di loro amicizia e amore". Con questo rito succederà quello che vorrai. Sappi che Nedeyrahe è il nome del signore di questa casa. La settima casa è Aldira, per ottenere ogni bene. Quando la Luna attraversa questa casa, fabbrica un sigillo d'argento con incisa l'immagine di un uomo vestito che leva le mani al cielo in atteggiamento di preghiera o di supplica. Scrivi sul suo petto il nome del signore di questa casa, poi suffumigalo con sostanze che abbiano buon odore dicendo: "1\J, o Siely, fa la tale cosa. soddisfa la mia richiesta". Chiedi il bene che desideri. Porta con te quel sigillo e sarà come vorrai. Sappi che Selehe è il nome del signore di questa casa. L'ottava casa è Annathra, per conseguire la vittoria. Quando la Luna sarà in questa casa fa con lo stagno l'immagine di un'aquila dalla testa umana e incidi sul suo petto il nome del signore di questa casa. Suffumigalo con zolfo e dl: "Tu, Annediex, fa per me la tal cosa e soddisfa la tale richiesta". Una volta preparata l'immagine in questo modo tienila dinnanzi all'esercito: otterrai la vittoria. Sappi che Annediex è il nome del signore di questa casa. La nona casa è Atarfa, per fare ammalare. Quando la Luna percorrerà questa casa, fabbrica con il piombo la figura di un uomo privo di verga con le mani sugli occhi, scrivi sul suo collo il nome del signore di questa casa. Esponi lo a una suffumigazione di resina di pino e dl: ''Tu, Raubel, fa amma-

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lare la tale figlia del tale o provocale delle emorraggie". Avanza una di queste due richieste: saranno esaudite se avrai eseguito correttamente quanto esposto. Sappi che Raubel è il nome del signore di questa casa. La decima casa è Algebha, per guarire i malati e far partorire con facilità. Con la Luna entro questa casa, plasma una testa di leone con oro oppure con pietra, con su scritto il nome del signore di questa casa. Devi suffumigarla con ambra e dire: "Tu, Aredafir, elimina i dolori, le debolezze e le malattie dal mio corpo e dal corpo di chiunque mangia o beve il liquido in cui questo sigillo sia stato lavato". Lo suffumigherai in un giorno qualsiasi e lo darai a un malato perché lo porti con sé, oppure lo laverai con qualche liquido che farai bere o mangiare al malato o anche alla donna che abbia le doglie. Sappi che Aredafir è il nome del signore di questa casa. L'undicesima casa è Azobra, per essere temuti e ben trattati. Quando la Luna si troverà in questa casa, inciderai su di una lamina d'oro l'immagine di un uomo che cavalca un leone, con una freccia nella mano destra e la sinistra posata sull'orecchio del leone, sul retto di data figura incidi il nome del signore di questa casa. Quindi dirai: "Tu, o Necol, dammi gloria perché sia temuto dagli uomini e mi temano tutti coloro che mi vedono, placa i cuori di re, signori ed altri uomini, perché mi trattino bene e mi onorino". Porta con te questa lamina e sarà come hai chiesto. Sappi che Necol è il nome del signore di questa casa. La dodicesima casa è Azarfa, per separare due persone che si amano. Quando la Luna attraversa questa casa, incidi in piombo nero la figura di un drago che lotta con un uomo scrivendo sul retto il nome del signore di questa casa. La suffumigherai con crine di leone misto a assafetida, dicendo: '1"u, Abdizu, allontana e separa il tale dalla tale". Seppellisci quest'immagine dove vuoi: accadrà ciò che hai chiesto. Sappi che Abdizu è il nome del signore di questa casa. La tredicesima casa è Alahue, per guarire un impotente e far innamorare un uomo e una donna. Quando la Luna solcherà questa casa plasma con della cera rossa le figure di un uomo eccitato (cioè con il pene eretto), del tutto simile a uno che desideri avere un rapporto con una donna; modella poi l'immagine di una donna con cera bianca. Unisci queste due immagini facendole abbracciare e suffumigale con legno di aloe e con ambra. Avvolgile in un panno di seta bianco dopo averle bagnate in acqua di rose; su una qualunque immagine scrivi il nome di chi vuoi. Se una donna porterà questa immagine con sé, sarà molto amata dall'uomo il cuo nome sarà stato scritto sulla figura a prima vista. Se un impotente porterà con sé questa figura, sarà liberato e potrà giacere con una donna. Sappi che Azerut è il nome del signore di questa casa. La quattordicesima casa è Azimech, per separare un uomo e una donna. Con la Luna in questa casa, modella con bronzo rosso l'immagine di un cane

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che si morde la coda e suffumigalo con peli di cane e di gatto, dicendo: "Tu, o Erdegel, allontana e separa il tale dalla tale donna, insinuando avversione e malevolenza", facendo i nomi delle persone che vuoi. Sotterrerai poi questa figura dove vorrai. Sappi che Erdegel è il nome del signore di questa casa. La quindicesima casa è Algafra, per acquistarsi amicizia e benevolenza. Quando la Luna si troverà in questa casa, fabbricherai un sigillo di henc (che è un tipo di bronzo), con incisa la figura di un uomo seduto, con in mano un foglio e nell'apparenza di leggerlo. Suffumigalo con incenso e noce moscata, dicendo: 'Th, o Achalich, fa per me la tal cosa e soddisfa la mia richiesta". Chiedi quello che riguarda amicizia, amore e benevolenza, porterai quest'immagine con te. Sappi che Achalich è il nome del signore di questa casa. La sedicesima casa è Azebene, che serve per arricchire e commerciare (cioè comprare e vendere). Quando la Luna attraversa questa casa, incidi su di una lamina d'argento l'immagine di un uomo seduto su di una cattedra, con in mano una bilancia. La suffumigherai con spezie odorose eia esporrai alle stelle per sette notti, dicendo: ''Tu, o Azeruch, fa per me la tale cosa ed esaudisci la mia richiesta". Chiedi quindi qualcosa che riguarda il comprare e il vendere. Sappi poi che Azeruch è il nome del signore di questa casa. La diciassettesima casa è Alichil, perché un ladro non entri in casa per rubare qualcosa. Quando la Luna sosterà in quella casa incidi la figura di una scimmia su di un sigillo di ferro, che si tenga la zampa sulle spalle. Lo suffumigherai con peli di scimmia e di topo femmina, avvolgendolo poi in una pelle di scimmia. Quindi lo sotterrerai in casa tua e dirai: 'Tu, o Adrieb, custodisci i miei beni e tutto ciò che c'è in questa casa e fa sl che in essa non entri nessun ladro". Se compirai tali operazioni in questo modo nessuna persona malvagia e nessun ladro potranno entrare in casa. E sappi che Adrieb è il nome del signore di questa casa. La diciottesima casa è Alcab, per eliminare la febbre e i dolori del ventre. Quando la Luna percorre questa casa, plasma con bronzo la figura di un serpente che tenga la coda sopra la testa. La suffumigherai con corno di cervo dicendo: "Tu, o Egribel, difendi questa mia casa perché non vi entri un serpente o qualche altro animale nocivo". Metti quell'immagine in un vaso e seppelliscila in casa tua: finché essa vi si troverà non entrerà nessun serpente o animale nocivo. Se uno soffre di febbre o di dolori al ventre deve portare quest'immagine con sé, guarirà subito. Sappi che Egribel è il nome del signore di questa casa. La diciannovesima casa è Axaula, per far perdere sangue a una donna. Quando la Luna percorrerà questa casa, fabbrica un sigillo con l'henc (che è un tipo di bronzo) e incidi vi l'immagine di una donna che si tiene una mano sul volto. Suffumigala con benzoino liquido e dì: 'Tu, o Annucel, fa scorrere il sangue della tale donna" e fanne il nome. Accadrà quello che vorrai. Se

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una donna terrà quest'immagine legata sulle cosce, partorirà facilmente e senza pericolo. Sappi che Annucel è il nome del signore di questa casa. La ventesima casa è Alnaym, per la caccia. Quando la Luna si troverà in questa casa incidi in una lamina di stagno un'immagine con testa e braccia di uomo, corpo di cavallo, con quattro zampe e coda, con un arco in pugno. La suffumigherai con peli di volpe e dirai: "Th, o Queyhuc, procurami tutta la cacciagione della terra, tà che venga subito a me". Portando cosl quest'immagine con te, potrai cacciare con facilità. Sappi che Queyhuc è il nome del signore di questa casa. La ventunesima casa è Albelda, per distruggere. Quando la Luna attraversa questa casa, plasma l'immagine di un uomo, con due facce, una rivolta in avanti e l'altra indietro. La suffumigherai con rolfo e ambra gialla dicendo: "Tu, o Bectue, rendi deserto il tal luogo e distruggilo". Riponi quell'immagine in una scatola di bronzo, insieme con zolfo, ambra gialla e anche capelli, quindi sotterrata dove desideri: avverrà quello che hai chiesto. Sappi inoltre che Bectue è il nome del signore di questa casa. La ventiduesima casa è ... La ventitreesima casa è Zaadebola e serve per distruggere e devastare. Quando la Luna sosterà in quella casa, fabbrica un sigillo di ferro con incisa l'immagine di un gatto dalla testa di cane. Suffumigala con peli di cane dicendo: "Tu, o Zequebin, rendi deserto il tale luogo, distruggilo e devastalo". Quando poi questa casa sarà in ascendente, mostra questo sigillo alle stelle e sotterrato nella notte seguente nel luogo che vorrai distruggere. Sarà come volevi. Sappi che Zequebin è il nome del signore di questa casa. La ventiquattresima casa è Caadazod, per accrescere gli armenti. Quando la Luna vi si troverà, prendi il como di un ariete castrato, pulisci lo e levigalo molto bene; poi incidivi la figura di una donna con un figlio tra le braccia come per allattarlo. Suffumigala con i residui della pulitura e della lavorazione del como, dicendo: '1'u, o Abrine, cura e guida il tale armento". Appendi quindi tale immagine al collo di un ariete di quell'armento; se opererai per un armento di mucche, usa un como bovino che attaccherai al collo di un toro. Questi armenti aumenteranno e non saranno colpiti da mortalità. Sappi che Abrine è il nome del signore di questa casa. La venticinquesima casa è Zaadalahbia, per difendere alberi e messi da eventi dannosi. Quando la Luna si troverà in essa, fabbrica un sigillo in legno di fico, con le figure di un uomo che pianti un fico. Lo suffumigherai con fiori di albero e dirai: ..Tu, o Aziel, proteggi le mie messi e i miei alberi perché non subiscano alcun danno o evento dannoso". Porrai data immagine su di un albero nel luogo che vorrai che sia protetto. Finché quell'immagine cosl preparata resterà Il, nessun danno vi accadrà. Sappi che Aziel è il nome del signore di questa casa.

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La ventiseiesima casa è Alfarg primo, per generare amore. Quando la Luna sosterà in essa prendi della cera bianca e del mastice e falli sciogliere insieme, plasmane poi la figura di una donna con i capelli sciolti, con davanti a sé un vaso, come se volesse acconciarsi i capelli. Falle un suffumigio con sostanze profumate e dl: "Tu, o Tagriel, procurami l'amore e l'amicizia della tale donna". Metti tale immagine in una scatola, insieme con sostanze molto profumate e portata con te; si avvererà ciò che hai chiesto. E sappi che Tagriel è il nome del signore di questa casa. La ventisettesima casa è Alfarg secondo, per danneggiare un bagno. Quando la Luna sarà in essa, prendi della terra rossa e plasmane l'immagine di un uomo alato, con un vaso vuoto e bucato tra le mani, nell'atto di portarlo alla sua bocca. Quindi ponilo sul fuoco finché sarà cotto. Dopo un po' riponi in quel vaso assafetida e benzoino liquido, dicendo: "Tu, o Abliemel, rovina il tal bagno del tal dei tali" e qui pronuncia il nome che vuoi. Quindi souerra detta immagine in quel bagno: esso sarà colpito datale sfortuna che nessuno vi si recherà per bagnarsi. Sappi che Abliemel è il nome del signore di questa casa. La ventottesima casa è Arrexe, per riunire i pesci in un solo luogo. Allorché la Luna si troverà in questa casa, fabbrica un sigillo con J'henc (che è una specie di bronzo) e incidivi l'immagine di un pesce con le lische colorate e scrivigli sul fianco il nome del signore di questa casa. Suffumigala con pelle di pesce di mare. Dopo un po' legala con un filo e geuala in acqua dove desideri che i pesci si raccolgano. Tutti i pesci che si trovano nelle vicinanze si raduneranno lì e potrai catturarne quanti ne vorrari. Sappi inoltre che Anuxi è iJ nome del signore di questa casa. Sappi che devi scrivere il nome del signore della casa in tutte le suddette immagini, insieme con le tue richieste. Però devi scrivere sul fronte delle figure tutte le richieste che mirano al bene, a riunire, radunare, generare amicizie e amore, mentre devi scrivere sul retro delle figure tutte le richiesta formulate per disgiungere, separare e generare inimicizie e malevolenze. Devi infine scrivere sul capo tutte le richieste avanzate per conseguire gloria, onore e potenza. E cosl giunge la fine. Preghiera di Saturno. Quermiex, Tos, Herus, Quemis, Dius, Tamines, Tahytos. Macader, Quehirnen, Satumo! Vieni presto, con i tuoi spiriti. Preghiera di Giove. Bethniehus, Darmexin, Maciem, Maxar, Derix, Tahix, Tayros, Deheydex, Mebguedex, Iupiter, Bargis! Vieni presto con i tuoi spiriti. Preghiera di Marte. Guebdemis, Hegneydiz, Gueydenuz, Magras, Herdehus, Hebdegabdis, Mehyras, Dehydemes, Marte rosso. Baharam! Vieni ·presto con i tuoi spiriti. Preghiera del Sole. Beydeluz, Demeymes, Adulex, Metnegayn, Atmefex, Naquirus, Gadix, Sole! Vieni presto con i tuoi spiriti.

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Preghiera di Venere. Deydex, Gueylus, Meylus, Demerix, Albimex, Centus, Angaras, Dehetarix, Venere, Neyrgat! Vieni presto con i tuoi spirili. Preghiera di Mercurio. Barhuyex, Emirex, Hamerix, Sehix, Deryx, Meyer, Deherix, Baix, Faurix, scriba, Mercurio! Vieni presto con i tuoi spiriti. Preghiera della Luna. Guemus, Hedus, Maranus, Miltas, Taymex, Ranix, Mehyelus, Degayus, Luna! Vieni presto con i tuoi spiriti. Leyequin, Leyelgane, Leyequir, Leyequerich, Leyeric, Leyerus, Leyexerix. Scrivi questi nomi su di una manica, che devi bruciare, mentre essa brucia leggi i nomi suddetti. Con quest'azione si susciteranno amore e amicizia. Così finisce il libro di Picatrix, sapiente in materia di astrologia matematica.

Formae Mercurii(part.), da : MS 793 Krakow, Biblioteka Jagiellonska

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Segni dei talismani Vienna, Osterrrechische Nationalbibliothek, MS 3317, Fol. 113

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2017 da Rubbettino print- Soveria Mannelli (CZ)