no I Chirotteri del Parco Regionale Marturanum [1/1, 1 ed.] 9788890379413

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I Chirotteri del Parco Regionale Marturanum [1/1, 1 ed.]
 9788890379413

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Vincenzo Ferri e Christiana Soccini

CHIROTTERI

I DEL PARCO REGIONALE

MARTURANUM

Parco regionale Marturanum, Barbarano Romano (Viterbo)

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I CHIROTTERI DEL PARCO REGIONALE MARTURANUM Autori Vincenzo Ferri e Christiana Soccini Studio assoc. Natura Arcadia, via Valverde 4, 01016 Tarquinia (Viterbo) [email protected], [email protected] Per il Parco hanno collaborato Stefano Celletti, Roberto Papi, Andrea Ungaro. Fotografie e illustrazioni Stefano Celletti, Roberto Papi, Andrea Ungaro, Roberto Toffoli, Cesare Baiocco, Elena Patriarca, Paolo Debernardi, Adriano de Ascentiis, Leonardo Lancillotto, Marco Scataglini, Guido Tavecchio, Andrea PereswietSoltan, Alessandra Ventura, Emanuela Ubertini, Yael Weiss-Fotolia.com Pubblicazione realizzata con contributo della REGIONE LAZIO, Assessorato Ambiente e Sviluppo Sostenibile, Dipartimento del Territorio e dell’Agenzia Regionale per i Parchi. Coordinamento scientifico e redazionale Vincenzo Ferri Progettazione e realizzazione grafica Giuseppe Merini [email protected] Stampa Union Printing, Viterbo ISBN: 978-88-9037-941-3 © 2013 Parco regionale Marturanum, Barbarano Romano (Viterbo). Collana: Conoscenza per la Conservazione Direttore: Dott. Stefano Celletti Per la citazione di questo volume si raccomanda la seguente dizione: Ferri V., Soccini C., 2013 - I Chirotteri del Parco regionale Marturanum. Parco Regionale Marturanum, Barbarano Romano. Union Printing, Viterbo.

Questo libro è stato stampato su carta certificata FSC proveniente da piantagioni forestali gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali e economici.

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LASCIATELI PASSARE Sono molti i possibili rifugi per i pipistrelli sinantropici (cioè che vivono dentro o presso le abitazioni dell'uomo) a Barbarano Romano. Prima di chiudere queste aperture, nel caso di ristrutturazioni o interventi di manutenzione, fare prima un controllo accurato per evitare di eliminare inconsapevolmente e ingiustamente un importante roost di questi innocui e importanti mammiferi.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Prefazione UNA STRADA IN SALITA... Il titolo che ho scelto per la prefazione potrebbe essere il titolo dell'autobiografia di uno degli Autori del presente testo (a una recente corrispondenza con il quale, ammetto candidamente, mi sono ispirato, rimanendo particolarmente colpito proprio da questa definizione autografa, relativa al suo iter personale), ma altresì potrebbe tranquillamente rappresentare (per lo meno ancora attualmente...) il percorso che ogni chirotterologo e chirotterofilo, deve quotidianamente intraprendere per poter vedere consolidate sia le adeguate conoscenze su queste specie da parte dell'opinione pubblica, sia le corrette strategie gestionali finalizzate alla conservazione dei chirotteri nel nostro Paese. Questo percorso risulta spesso difficoltoso ma, forse, ciò ha il pregio di temprare maggiormente chi si dedica ai pipistrelli; in Italia uno sparuto e minoritario gruppo di “appassionati”, col pregio quindi di essere mossi da passione vera, caratteristica che accomuna indifferentemente sia professionisti del settore, sia chi, all'estremo opposto, viene coinvolto per semplice hobby, prestando almeno parte delle proprie attività alla salvaguardia di questo gruppo di Mammiferi, per altro il più numeroso in specie tra i diversi ordini di Mammiferi presenti nel nostro Paese... Anche Vincenzo e Christiana hanno affrontato, per produrre questo testo, la loro salita e, meritevolmente, hanno raggiunto la vetta. Infatti gli Autori non si sono limitati a redigere i testi ma hanno dedicato una incredibile mole di giornate (e non trascuriamo le nottate!...) a raccogliere dati originali, informazioni di prima mano, esplorando cavità, ascoltando emissioni ultrasonore ed esplorando in lungo e in largo il territorio del Parco, non trascurando di coinvolgere donne e uomini, adulti e bambini, scuole e cittadini per veicolare loro le corrette informazioni su questi splendidi animali, per consentire a tutti di entrare in possesso di quegli strumenti, in primis culturali, che consentano di vedere i pipistrelli con occhi diversi, più pronti a coglierne peculiarità e gli importanti ruoli svolti nell'ambiente. Gli Autori, maturata la loro esperienza professionale per diversi lustri in campo erpetologico, si sono più recentemente dedicati ai pipistrelli, perdurando (giustamente...) nella volontà sia di riabilitare agli occhi della gente le cosiddette specie “neglette” (tratto ahimè tristemente discriminatorio ma quanto mai attuale, che purtroppo accomuna, agli occhi di troppi, i pipistrelli, a molti serpenti e ad alcuni anfibi...), sia di promuoverne una loro maggior conoscenza. Il volume prodotto è di grande qualità, sia per la mole di informazioni che contiene sia perché traboccante della forte passione ed energia che hanno profuso Ferri e Soccini. E Barbarano Romano, che ha ereditato il testimone dell'antico borgo

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I Chirotteri del Parco

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Prefazione

di Marturanum, fulcro topografico dell'area protetta, avrà quindi l'occasione, dopo l'illustre concittadino del XVII secolo, Florido De Silvestris, cantante e compositore ma sopratutto infaticabile curatore di numerose antologie contenenti musiche vocali sacre e profane, di affidare, almeno in parte, il perdurare delle sue memorie territoriali e culturali a Ferri e Soccini. Come De Silvestris, che tra il 1643 e il 1672, curò l'edizione di ben ventitré antologie di musica sacra (diciassette di mottetti, due di messe e una di salmi) e profana (una di ariette e due di madrigali), così gli Autori fissano in questo testo le interessantissime conoscenze sui pipistrelli del Parco, svelando come le grotte scavate nel tufo in epoca storica e da secoli abbandonate, centinaia di piccole cavità nelle aree archeologiche delle necropoli e sul rilievo sul quale si adagia la cittadina possano essere ravvivate e impreziosite dalla presenza dei chirotteri, confidando che per tutti questo aspetto faccia parte a pieno titolo di un aspetto legato al “sacro” e che nulla vi sia, quanto meno per i lettori, di “profano”... Buona lettura!

Adriano Martinoli Università degli Studi dell’Insubria, Varese Presidente Associazione Teriologica Italiana Onlus

I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Presentazione dell’Assessore Il territorio della Regione Lazio rappresenta un valido esempio di mosaico ambientale dove storia, cultura e natura si intrecciano da millenni. Alcune tessere di questo mosaico storico-ambientale sono più idonee di altre a tutelare la biodiversità e la funzionalità ecologica di questo paesaggio e, pertanto, sono state poste a tutela come è avvenuto con il Parco regionale Marturanum. Nel paesaggio inconfondibile del Lazio etrusco, il Parco Marturanum comprende un insieme di forre scavate da torrenti nei pianeggianti tavolati di tufo e tra colli argillosi con boschi e pascoli. Istituito con Legge Regionale n. 41 del 17 luglio 1984, il Parco ricade interamente nel Comune di Barbarano Romano in provincia di Viterbo, in un’area collinare tra i monti della Tolfa e i rilievi che circondano il lago di Vico. Grazie alla scarsa antropizzazione e alla morfologia dei luoghi, è una zona in parte selvaggia, dov’è possibile scoprire tracce del passaggio di animali o esplorare ambienti solitari caratterizzati dalla vegetazione lussureggiante. Questo studio prosegue il ragionamento iniziato nel 2008, con la flora, la vegetazione e la fase successiva degli studi di settore focalizzati sui singoli gruppi faunistici presenti negli ambienti naturali e antropizzati. Il gruppo zoologico che viene messo a fuoco è quello dei Chirotteri, o pipistrelli, secondo target di mammiferi più numeroso dopo i roditori e ai primi posti per importanza biologica e conservazionistica. Questa pubblicazione, concepita con l’obiettivo prioritario di fornire uno strumento tecnico per la gestione e la conservazione di una importante componente della biodiversità di un’area protetta, è anche strumento per promuovere la fruibilità dell’ambiente naturale ed una crescita di livello nell’educazione ambientale: appassionati ed educatori potranno trovare un utile sussidio al riconoscimento di gran parte delle specie di pipistrelli segnalati nella nostra regione e un fondamentale informatore per eliminare, o per lo meno ridurre, false credenze e ingiustificate prevenzioni culturali sul conto di questi mammiferi.

Fabio Refrigeri Assessore Infrastrutture, Politiche abitative, Ambiente Regione Lazio

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I Chirotteri del Parco

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Presentazione

Presentazione del Sindaco Parlare positivamente di Pipistrelli a Barbarano Romano non è una novità, grazie alle iniziative di sensibilizzazione attivate dal Parco regionale Marturanum in questi anni (siamo stati tra i primi comuni italiani ad ospitare e promuovere un evento “Bat-Night” di Eurobats nel 2006) e grazie all’entusiasmo e partecipazione dei nostri cittadini al monitoraggio e salvaguardia di questi ancora misteriosi animali. D’altra parte la flora e la fauna, gli habitat e i paesaggi rendono Barbarano Romano consapevole che proprio questa è la vera ricchezza del territorio e su tutto questo bisogna contare per garantire un futuro a quanti vorranno vivere ed immergersi nella nostra realtà. Quindi accogliamo con vero interesse le notizie, le osservazioni, le indicazioni gestionali e le stimolanti note per la salvaguardia inserite dagli Autori in questo elegante e completo volume e proveremo ad aumentare in tutti l’attenzione ed il rispetto che da alcuni millenni ha permesso la convivenza di esseri umani e non umani in questa terra d’Etruria.

Rinaldo Marchesi Sindaco di Barbarano Romano

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Presentazione del Direttore I chirotteri o pipistrelli sono un gruppo animale poco conosciuto e ancora, purtroppo, temuto e perseguitato. La loro protezione, stante le gravi minacce al loro stato di conservazione a scala globale, non può più essere rimandata. Per questo motivo, e per migliorare le conoscenze sulle popolazioni di chirotteri presenti, attraverso un contributo dell’Assessorato Ambiente della Regione Lazio, il Parco regionale Marturanum ha attivato nel mese di dicembre 2006 un progetto di ricerca coordinato dal naturalista Vincenzo Ferri. Sensibilizzare la cittadinanza di Barbarano Romano ai problemi di questi animali, coinvolgendola nella fase di censimento, è stato possibile adottando un approccio innovativo e attivando incontri serali di approfondimento e divulgazione scientifica. A queste si sono succedute Bat Nights annuali, particolari eventi estivi che vedono la partecipazione dei cittadini nella ricerca serale dei pipistrelli patrocinati da Eurobats/Unepo, l’organizzazione governativa che garantisce l’applicazione del primo accordo internazionale specifico per la tutela dei chirotteri, il Bat Agreement Act. Le ricerche di campo si sono avvalse della collaborazione entusiasta dei guardiaparco che, una volta appresi i diversi metodi di monitoraggio, non hanno lesinato il loro impegno per approfondire la conoscenza di questi animali e contribuire alla loro conservazione. Le varie attività hanno portato a una migliore conoscenza sulla situazione della chirotterofauna nel Parco e i confortanti risultati, considerata la qualità di bioindicatori di molte specie, confermano l’ottimo stato dell’ambiente di quest’angolo di Tuscia viterbese. Inoltre, le iniziative intraprese hanno coinvolto molte persone di Barbarano che oggi chiamano il personale del Parco per soccorrere un individuo in difficoltà o per condividere una insolita presenza nella propria cantina. Il presente volume, ultimo in ordine di tempo di una serie dedicata alla conoscenza e alla divulgazione dell’Area protetta, oltre alle pagine dedicate alle attività di conservazione a cui tutti sono chiamati a collaborare e alle linee guida per la gestione delle popolazioni, è uno stimolo per continuare il monitoraggio a lungo termine dei chirotteri, diffondendo una maggiore consapevolezza sull’importanza della fauna selvatica presso un pubblico più vasto.

Il Direttore Dott. Stefano Celletti

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I Chirotteri del Parco

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Indice

Indice Introduzione

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Mammiferi volanti ................................................................................................................................ In volo con le mani .................................................................................................................................. Il biosonar dei pipistrelli ................................................................................................................... Come vivono e dove vivono ........................................................................................................ In continuo spostamento ................................................................................................................... Un rifugio per ogni occasione ...................................................................................................

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L’area di ricerca ...................................................................................................................................... 22 Il Parco Marturanum .............................................................................................................................. 24 San Giuliano e la Necropoli etrusca ................................................................................... 28 Materiali e metodi di studio .................................................................................................... Ricerche dirette ............................................................................................................................................ Rilevamenti di bioacustica ............................................................................................................. La collaborazione dei Guardiaparco ..................................................................................

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I chirotteri del Parco Marturanum .............................................................................. Le conoscenze pregresse .................................................................................................................. I rifugi dei pipistrelli nel Parco ................................................................................................ Le specie del Parco ..................................................................................................................................

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Le schede delle specie

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La conservazione pratica dei chirotteri del Parco .................................. 95 Rifugi nelle cavità naturali e artificiali ........................................................................... 96 Rifugi nelle abitazioni ......................................................................................................................... 98 La gestione forestale ed i Chirotteri fitofili ........................................................... 106 Gli Agroecosistemi ed i Chirotteri ................................................................................... 111 Le attività di sensibilizzazione ......................................................................................... 114 Invito alla collaborazione: la scheda di segnalazione .............................. 114 Eurobats e le Bat Night ................................................................................................................... 116 Per saperne di più .............................................................................................................................. Riferimenti bibliografici ............................................................................................................... Siti web ............................................................................................................................................................... Ringraziamenti ..........................................................................................................................................

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pag. 95 I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Introduzione L’Ordine dei chirotteri (Chiroptera) o pipistrelli comprende circa 1240 specie che rappresentano più del 20 per cento dei mammiferi conosciuti e con i due sottordini dei Microchiroptera e dei Megachiroptera si trovano distribuiti in tutti i continenti ad esclusione dell’Antartide. La loro sistematica è tuttora in evoluzione e più recentemente sono considerati due sottordini: quello degli Yinopterochiroptera (con le famiglie Pteropodidae, Rhinolophidae, Hipposideridae, Rhinopomatidae, Craseonycteridae e Megadermatidae) e quello degli Yangochiroptera (con le famiglie dei Cistugidae, Emballonuridae, Nycterididae, Natalidae, Molossidae, Miniopteridae, Vespertilionidae, Myzopodidae, Mystacinidae, Thyropteridae, Furipteridae, Noctilionidae, Mornoopidae e Phyllostomidae). Tutte le specie presenti in Italia sono Microchirotteri, conducono vita notturna, ecolocalizzano e predano quasi esclusivamente insetti. Poco conosciuti e spesso ingiustificatamente temuti, sono il gruppo più minacciato ed in diminuzione tra i mammiferi europei. Le interazioni negative dell’uomo con i pipistrelli sono per lo più indirette e inconsapevoli, ma non per questo meno impattanti. Il declino delle loro popolazioni è strettamente correlato alla scomparsa delle zone umide, alla gestione non sostenibile dei boschi, all’estensione delle monocolture cerealicole, alla dispersione di biocidi in ogni ambiente, all’eliminazione dei potenziali rifugi di svernamento e di riproduzione sia in contesti naturali che nei centri abitati. Eppure la loro utilità nel controllo dei popolamenti di insetti po-

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Introduzione

Myotis myotis, Cavità valle del Biedano.

tenzialmente dannosi o molesti è assodata tanto che in Italia i Chirotteri furono messi sotto tutela già nel 1939 con la Legge sulla caccia n.1016, a cui fece seguito la Legge quadro sull’attività venatoria del 1992 (L. n. 157/1992). In un’ottica conservazionista a livello internazionale sono protetti dalla Convenzione di Berna del 1979 (ratificata in Italia con L. n. 503 del 1981), dalla Convenzione di Bonn 82/461/CEE (ratificata in Italia con L. n. 42 del 25.01.1983) e dalla Direttiva “Habitat”. Con questa Direttiva (92/43 CEE, ratificata con DPR n. 357 dell’8.9.1997), ben 13 specie fortemente minacciate in Europa (secondo Stebbings e Griffith, 1986), sono indicate nell’elenco delle specie la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione (Allegato II). Tutte le altre specie sono state incluse nell’Allegato IV che elenca le “specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa”. Dal 2004, con la sottoscrizione del Bats Agreement Act (Agreement on the Conservation of Populations of European Bats UNEP/EUROBATS, Londra, 1991) anche l’Italia si è impegnata a promuovere ogni forma di tutela e di sensibilizzazione di questi mammiferi (L. n. 104 del 27.05.2005: “Ratifica dell’accordo sulla conservazione delle popolazioni di pipistrelli europei”, www.eurobats.org ). E le azioni e le attività che pregiudicano o arrecano grave danno della chirotterofauna nostrana possono essere sanzionate con riferimento alla normativa sul danno ambientale (Direttiva 2004/35/CEparte VI Decreto Legislativo 152/2006) e sulla tutela penale dell’ambiente (Direttiva 2008/99/CE-Decreto legislativo 121/2011). I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

IN VOLO CON LE MANI

L’ala picccola e arrotondata di un rinolofo minore.

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I Chirotteri del Parco

Come dice lo stesso nome, nei Chirotteri (dal greco kheir, mano, e pteròn, ala) la più evidente caratteristica è la presenza di mani alate. In realtà, tutto il corpo dei pipistrelli è adattato al volo attivo. I chirotteri sono infatti l’unico gruppo di mammiferi in grado di volare davvero e di competere in tale abilità con gli uccelli. A differenza di questi, i pipistrelli per volare usano soltanto le dita, straordinariamente allungate e collegate fra loro dal patagio, una sottile ed elastica membrana cutanea. Durante lo sviluppo embrionale questa membrana comincia a svilupparsi partendo dai fianchi e includendo, tendendosi, le dita, le zampe posteriori e, in molti casi, la coda. La membrana, per quanto sottile, è molto resistente e contiene al suo interno fibre nervose, vasi sanguigni e piccoli fasci muscolari che consentono di mantenerla ben distesa durante il volo o di ripiegarla durante le fasi di riposo. Il patagio può subire piccole lacerazioni, ma il tessuto si ricostituisce velocemente: una ferita di una decina di millimetri di diametro che non impedisca all’animale di volare e quindi di alimentarsi, può richiudersi nello spazio di un solo mese. L’avambraccio è costituito da un solo osso, il radio, mentre l’ulna è ridotta ad un piccolo frammento osseo situato nel gomito. Il pollice, che è munito di unghia, non è avvolto dalla membrana e può essere usato dal pipistrello per lisciarsi la pelliccia o per attaccarsi ad un substrato in caso di bisogno. Le altre quattro dita della mano sono formate da ossa molto allungate: i metacarpi (ossa del palmo) sono sottili e così anche le falangi. Il terzo dito forma la punta dell’ala ed il quinto assicura un’adeguata resistenza all’apertura alare. Secondo la specie, l’estensione del patagio che racchiude le zampe posteriori e la coda del pipistrello, al suo margine libero, può essere rinforzata da uno sperone cartilagineo attaccato alla caviglia e che si estende per un certo tratto verso la coda. Nei pipistrelli il ginocchio può piegarsi in direzione opposta a quella degli altri mammiferi, perciò le zampe, i piedi e la coda possono essere

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Mammiferi volanti

abbassati in volo permettendo una maggiore manovrabilità e favorendo alcune attività come la cattura delle prede o la frenata durante l’atterraggio. La sagoma delle ali di un pipistrello rivela il suo tipo di volo e la sua capacità di manovra: le ali lunghe ed appuntite sono indice di una specie dal volo veloce come la nottola di Leisler o il miniottero, mentre ali allargate sono proprie di specie dal volo lento e sfarfallante come quello del rinolofo minore o dell’orecchione meridionale. Tra gli altri adattamenti al volo evoluti dai pipistrelli sono da ricordare: • l’aerodinamicità favorita dal collo corto, il corpo piccolo e compatto e l’addome affusolato; • la resistenza al battito delle ali consentita da forti muscoli pettorali agganciati allo sterno; • una pelliccia corta e liscia nelle specie dal volo veloce (per esempio nelle Nottole); • un cuore in grado di pulsare circa mille volte al minuto; • una circolazione del sangue attraverso corpo e polmoni che si completa in circa due secondi; • un tessuto sanguigno in grado di assorbire il 27% in volume di ossigeno, a differenza di quello degli altri mammiferi che raggiunge il 18%. Le zampe posteriori hanno cinque dita. Ognuna di queste termina con un’unghia ricurva alla cui base si diparte un tendine che, in maniera del tutto similare a quanto avviene negli uccelli, le blocca meccanicamente sotto il peso del corpo assicurandone la presa anche in fase di sonno. In tal modo i pipistrelli possono rimanere appesi a testa in giù senza compiere alcuno sforzo muscolare.

Un rinolofo minore appeso alla parete di una cavità con le unghie delle zampe posteriori.

Da sinistra, il pollice libero dal patagio di un Myotis myotis; zampe posteriori con speroni e coda avvolta dal patagio di Plecotus austriacus e Rhinolophus hipposideros; coda libera e zampe posteriori di Tadarida teniotis. I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Il biosonar dei pipistrelli

Sopra, cranio di Rhinolophus, sotto di Miniopterus.

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I Chirotteri del Parco

I Pipistrelli sono capaci di emettere una serie molto variata e rapida di pulsazioni sonore. Mentre sono in volo nell’oscurità, essi sono in grado di percepire la forma dell’ambiente in cui si trovano e la presenza di eventuali ostacoli ascoltandone l’eco di ritorno. Il suono riflesso da un oggetto vicino impiegherà minor tempo a ritornare all’orecchio dell’animale e sarà più forte di quello proveniente da un oggetto posto ad una maggiore distanza. Una superficie compatta e continua, come può essere il muro di una casa o la parete di una grotta, provocherà un’eco più marcato di quello riflesso da una superficie discontinua come può essere la chioma di un albero o il fogliame di una siepe. I pipistrelli sono inoltre in grado di localizzare, inseguire e catturare gli insetti notturni che costituiscono la loro preda principale grazie all’eco di ritorno dei loro segnali che consentono di stimarne la distanza, la velocità e la grandezza.

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Mammiferi volanti

In generale tutti i Chirotteri sono in grado di emettere anche suoni udibili all’orecchio umano, come squittii, cinguettii e deboli strida, ma per localizzare le prede o gli eventuali ostacoli questi mammiferi volanti usano essenzialmente ultrasuoni ad altissima frequenza. In generale il range di emissione di frequenza va dai 35.000 ai 60.000 hertz, collocandosi molto al di sopra delle capacità di percezione uditiva dell’orecchio umano che si pone in un limite tra i 17 ed i 20.000 hertz. La laringe dei pipistrelli è relativamente grande ed è rinforzata da elementi ossei in modo tale da consentire una grande tensione sulle corde vocali che producono le vibrazioni ad alta frequenza. L’orecchio interno è ampio e particolarmente sviluppato. I suoni ad alta frequenza sono ottimi per ecolocalizzare prede ed ostacoli; le loro lunghezze d’onda sono molto corte (circa 1,6 mm) e adatte per ottenere un’eco anche dai più piccoli ostacoli qual è, per esempio, il corpo di un insetto. Diverse specie di Chirotteri emettono ultrasuoni attraverso la bocca. Per facilitarne l’emissione, vi è uno spazio vuoto tra i denti incisivi superiori. Riguardo agli altri sensi dei pipistrelli si conosce ancora poco. In molti pipistrelli la vista sembra essere limitata alla percezione di oggetti molto vicini, meglio se in movimento, ma in altri gli occhi sono perfettamente funzionanti. Il senso del tatto è invece più sviluppato. Si ha, infatti, la presenza di baffi, setole e di peli sensitivi sparsi sulle orecchie e lungo il margine delle ali. L’olfatto è particolarmente sviluppato. Molti pipistrelli emettono odori particolari attraverso le secrezioni di alcune ghiandole distribuite sul corpo (sul muso, sotto la base della coda, sul torace) e le utilizzano per marcare il sito delle colonie o per identificare nella colonia o nella nursery i propri piccoli.

A sinistra, Myotis oxygnathus. Sopra, Myotis myotis e in alto, Rhinolophus ferrumequinum.

I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Come e dove vivono Anche sulle interazioni fra i vari membri di una colonia di pipistrelli si hanno limitate conoscenze e poco si sa della competizione in uno stesso ambiente tra specie diverse. Per esempio i piccoli pipistrelli del genere Plecotus formano di solito colonie di maschi e femmine di ogni età e possono costituire raggruppamenti misti in ogni stagione dell’anno, ma l’orecchione meridionale, Plecotus austriacus forma colonie di sole femmine, con un solo maschio adulto dominante. Tra maggio e giugno, poco prima della nascita dei piccoli, le femmine adulte di quasi tutte le specie formano nursery (colonie riproduttive) insieme ad altre femmine e a maschi immaturi. Le colonie sono spesso costituite da due o più specie diverse, anche in stretta promiscuità spaziale.

Gruppo di Miniopterus schreibersii in una cavità del Biedano (qui sotto).

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I Chirotteri del Parco

Durante la stagione sfavorevole, i pipistrelli cadono in ibernazione. Si tratta di un meccanismo di riduzione del metabolismo in cui la temperatura corporea tende ad avvicinarsi a quella dell’ambiente circostante. Questo arrangiamento alle modificazioni stagionali è particolarmente utile, poiché con il rallentamento delle proprie attività fisiologiche i pipistrelli riducono il dispendio energetico. Con lo stesso meccanismo, anche quando la stagione è buona, possono risparmiare energia entrando in un periodo di torpore durante il giorno. I rifugi che i pipistrelli cercano per andare in ibernazione devono essere freddi, ma a prova di gelo. L’ambiente scelto deve

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Mammiferi volanti

presentare anche una certa umidità per evitare la disidratazione del corpo: ideali sono le grotte, le miniere abbandonate, le gallerie, le cantine o le vecchie ghiacciaie. Se le condizioni termiche del rifugio mutano – per esempio a causa di un abbassamento o di un innalzamento eccessivo di temperatura - i chirotteri si riattivano e possono allontanarsene volando verso un riparo migliore. L’abbandono dello stato di ibernazione ed il ritorno a normali condizioni di attività metaboliche tuttavia non è automatico. Un pipistrello ha bisogno di circa un’ora di tempo per tornare ad essere completamente attivo: la sua temperatura corporea infatti aumenta di un solo grado centigrado ogni due minuti. Il risveglio forzato fa consumare però una notevole quantità di energia all’animale. Questo dispendio si traduce in una pesante riduzione delle riserve energetiche accumulate per essere utilizzate durante il restante periodo di ibernazione. Per questo motivo è buona norma non disturbare mai un pipistrello durante il suo riposo invernale.

In continuo spostamento Con un meccanismo di orientamento ancora ignoto molte specie di pipistrelli migrano annualmente per centinaia di chilometri tra siti estivi e rifugi invernali mentre altre, per quanto più sedentarie, si spostano periodicamente anche solo per qualche centinaio di metri. Tipici migratori a lunga distanza sono le nottole, genere Nyctalus, e il pipistrello di Nathusius, Pipistrellus nathusii, che, una volta abbandonati i rifugi estivi, si spostano anche fino a 1600 chilometri per raggiungere siti di svernamento più meridionali. Su medie distanze si spostano il vespertilio maggiore, Myotis myotis, ed il miniottero, Miniopterus schreibersii, che percorrono al massimo un centinaio di chilometri tra area riproduttiva o di vita attiva estiva e i siti di svernamento. Il ferro di cavallo minore, Rhinolophus hipposideros, l’orecchione meridionale, Plecotus austriacus, e il pipistrello nano, Pipistrellus pipistrellus, non superano in genere distanze superiori alla decina di chilometri. Normalmente però si spostano di poche centinaia di metri tra i rifugi estivi e quelli di svernamento, frequentando nel frattempo decine di rifugi temporanei. A sinistra, un Myotis ssp. in volo. Sopra, dall’alto, Myotis myotis e un miniottero.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Un rifugio per ogni occasione Molti pipistrelli prediligono le cavità naturali ed artificiali per rifugiarvisi al sicuro e nelle migliori condizioni microclimatiche. In tutti questi ambienti, ad una certa distanza dall’apertura esterna, la temperatura si mantiene quasi costante per tutto l’anno e con un tasso di umidità ottimale. Secondo le necessità e la fase vitale, le diverse specie si addentrano più o meno in profondità. Alcuni esemplari si aggrappano alla volta delle cavità ad una altezza sicura rispetto ai predatori, altri si infilano in fessure e microcavità delle pareti. Solo alcune specie, comunque, possono ritenersi troglofile come il miniottero, Miniopterus schreibersii, e il rinolofo meridionale, Rhinolophus euryale. Altre specie scelgono quali roost riproduttivi o temporanei zone adatte negli edifici, come sottotetti, solai, scantinati, sottoscala, crepe murarie, comignoli inutilizzati, plafoniere e sottotegole, grondaie, persiane e cassoni delle tapparelle. Specie come il pipistrello albolimbato, Pipistrellus kuhlii, e il serotino, Eptesicus serotinus, privilegiano quasi questo tipo di roost. Nelle parti più elevate dei grandi edifici, delle torri e delle cinte murarie si portano anche specie che in natura prediligono le fessure e le fratture delle pareti rocciose e delle forre, come il pipistrello di Savi, Hypsugo savii, e il molosso di Cestoni, Tadarida teniotis. Se, durante le stagioni, le condizioni Un individuo adulto di rinolofo maggiore; da notare la vistosa ferita ambientali si modificano eccessivamente ormai rimarginata sul patagio. rispetto alle esigenze biologiche i pipi-

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Mammiferi volanti

strelli non esitano a spostarsi verso nuovi rifugi. Per la riproduzione quasi tutte le specie cercano siti sufficientemente caldi da garantire la sopravvivenza ai neonati, nudi ed inermi nei primi giorni di vita. Alcune specie trascorrono gran parte della propria attività in ambiente boschivo dove ricercano i propri rifugi nelle cavità degli alberi. Sono questi i pipistrelli fitofili o forestali, come le nottole, diversi piccoli vespertilionidi del Genere Myotis e il barbastello, Barbastella barbastellus. Anch’essi però, per ibernare, si portano per lo più nei vecchi edifici o nelle cavità ipogee.

Accanto, un Tadarida teniotis. I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

IL PARCO MARTURANUM

Due scorci della Chiesa di San Giuliano, posta all’interno della necropoli etrusca omonima.

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I Chirotteri del Parco

Il Parco regionale Marturanum è stato istituito con legge della Regione Lazio n. 41 del 17 luglio 1984. La sua superficie è oggi di circa 1240 ettari e ricade interamente nel territorio del comune di Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, al cui municipio è affidata la gestione. Il territorio è cartografato al Foglio 143, Quadrante IV, Tavolette NO-NE-SO-SE della Carta d’Italia dell’I.G.M. L’area è raggiungibile dalla via Braccianese Claudia (SS 493) e dalla consolare Cassia (Strada Regionale 2 Cassia). Essa dista 74 km da Roma e 29 km da Viterbo. Il Parco Marturanum confina con la parte nord orientale dei Monti della Tolfa, area oggi riconosciuta come Zona di Protezione Speciale ZPS IT6030005 Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate. L’altimetria oscilla da un minimo di 175 m lungo l’asta principale del torrente Vesca, nel settore Sud-Ovest, ad un massimo di 541 m s.l.m. del Monte Regolano, a Sud del centro abitato. La morfologia della zona settentrionale è quella tipica dei plateaux ignimbritici, incisi

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L’area di ricerca

dal reticolo idrografico. Le quote decrescono regolarmente dai 400 metri delle pendici di Monte Cuculo ai 300 metri della località Petrola. Le forme più salienti sono però i “valloni”, profonde e strette forre con pareti subverticali alte fino a 60 metri sul fondo delle quali si snoda il torrente Biedano con il suo bacino collettore. La zona centro meridionale presenta invece forme collinari allungate con creste che separano le incisioni vallive a sezione molto aperta (A.R.P., 2005). Questi rappresentano due ambienti naturali nettamente distinti riconosciuti quali Siti di Importanza Comunitaria: il SIC IT6010029 Gole Torrente Biedano ed il SIC IT6010037 Il Quarto di Barbarano Romano. Al Parco Marturanum è affidato il monitoraggio del SIC di Civitella Cesi. Le forre del Biedano si sono formate con l’accumulo ed il successivo compattamento dei detriti vulcanici del vicino complesso vicano (lago di Vico). Questi strati di roccia tufacea sono stati profondamente incisi dall’azione erosiva dei corsi d’acqua, di portata decisamente maggiore nel periodo post-glaciale, che hanno creato le profonde forre dalle pareti scoscese alte sino a settanta metri. Lo scavo millenario dei torrenti ha inoltre portato nuovamente alla luce lo strato di roccia calcarea presente prima delle eruzioni vicane, assai meno erodibile del tufo. La vegetazione di questi ambienti è diversificata verticalmente (Scoppola & Filibeck, 2008). Sul fondo troviamo carpino nero e bianco (Ostrya carpinifolia e Carpinus betulus), il nocciolo (Corylus avellana), l’ontano (Alnus glutinosa) e persino il faggio (Fagus sylvatica) sebbene ci si trovi ben al di sotto del limite altimetrico della specie. Tra le diverse specie di felci si rinviene anche la rara lonchite (Blechnum spicans). Le pareti tufacee ospitano invece una vegetazione più legata al clima mediterraneo. Sulle falesie prosperano esemplari secolari di leccio (Quercus ilex), bagolari (Celtis australis) e fioriture di erica (Erica arborea) o vaste formazioni di licheni. La sommità delle alture tufacee è caratterizzata dalla coltivazione dell’olivo e da boschetti di roverella (Quercus pubescens) frammisti ad altre piante tipiche della vegetazione mediterranea tra cui la ginestra (Spartium junceum), il corbezzolo (Arbutus unedo), la fillirea (Phillyrea latypholia), il nespolo (Mespilus germanica), il biancospino (Crataegus

Alcune tipologie di cavità presenti nell’area protetta, le tombe rupestri e le grotte poste sul fondo del Vallone.

Una veduta di Barbarano dal fondo del Vallone del Biedano.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

monogyna) e la rosa canina (Rosa sp.). Sul fondo del vallone del Biedano vegeta un lembo di faggeta con estensione di circa un ettaro.

Alcuni habitat presenti all’interno dell’area protetta.

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I Chirotteri del Parco

Il secondo contesto ambientale è quello relativo al rilievo collinare in gran parte costituito da terreni calcareo-marnoso-arenacei conosciuto come “Quarto”, caratterizzato da querceti con cerro e roverella e da vasti pascoli inframmezzati da formazioni arbustive, costituite prevalentemente dalle piante che non sono appetite dai numerosi equini e bovini lasciati al pascolo brado. Il pascolo millenario di questi animali ha operato una forte selezione che ha finito per favorire le piante spinose o velenose. Tra le prime ricordiamo il prugnolo (Prunus spinosa), il pero mandorlino (Pyrus pyraster), il rovo (Rubus sp.), il biancospino (Crataegus sp.), il melo selvatico (Malus sylvestris) e l’asparago (Asparagus acutifolia). Tra le piante velenose o sgradevoli troviamo l’asfodelo (Asphodelus ramosus) e la parte aerea del gigaro (Arum maculatum). Il resto della vegetazione si può inquadrare nei “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea” (cod. 6210) e nelle “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di Orchidee” (cod. 6210*). La copertura boschiva è notevole in tutto il Parco ed è molto diffusa nel Quarto, dove forma comunità diversificate (Scoppola e Filibeck, 2008), mentre si concentra sul fondo delle forre nei Valloni. I tipi forestali rappresentati sono cinque: • alto fusto di cerro e roverella (37 ha) (Macchia della Bandita); • ceduo oltre turno di cerro e roverella (201 ha) (Ara della Conca; Poggio Ventacolo; Monte Regolano); • ceduo matricinato di cerro e roverella (263 ha) (parte meridionale del Parco; Necropoli di San Giuliano); • bosco misto di forra (86 ha) (zona dei Valloni, lungo il Biedano); • bosco misto ripariale (58 ha) (lungo il Vesca). Dal punto di vista floristico l’area del Parco Regionale Marturanum è stata oggetto di numerosi lavori scientifici, in particolare, nel 2006 A. Scoppola e S. Magrini hanno pubblicato un elenco di ben 782 specie vegetali rinvenute nel parco, lista che oggi ha raggiunto quasi il migliaio. Si rimanda quindi ai numerosi studi e ricerche esistenti.

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L’area di ricerca

Il simbolo del Parco (un lupo che attacca un cervo) trae origine da un bassorilievo inciso su una parete tufacea di una tomba (Tomba del Cervo) situata nella necropoli rupestre di San Giuliano. Esprime bene l’indissolubile legame fra natura, storia e cultura che permea il territorio. Nell’area sono presenti elementi di grande interesse archeologico. Alcuni studiosi identificano in quest’area l’antica Marturanum, supportati dal ritrovamento in loco di un’iscrizione su un vaso che afferma: “Turuche Larth Manthureie“ (sono stato donato da Larth di Manthura). L’altura vulcanica su cui sorge l’attuale abitato di Barbarano Romano è stata probabilmente in età preistorica occupata da un villaggio dell’Età del Bronzo, come attestano i numerosi manufatti individuati ai piedi delle sue scoscese rupi. Tra i secoli VIII e VI a. C., in epoca etrusca però i vari nuclei d’insediamento sembrano gravitare attorno al colle di San Giuliano, come dimostrano le varie aree di necropoli presenti nella zona con migliaia di tombe, molte delle quali di considerevole valore architettonico (Chiusa Cima, San Simone, Ara del Tesoro e Caiolo). A seguito della conquista romana questo territorio è raggiunto dalla via Clodia, un percorso che univa Roma alla Tuscia e alla Toscana meridionale prima ancora della realizzazione delle vie consolari Cassia e Aurelia e ancora visibile in alcuni tratti. A seguito dell’annessione alla repubblica di Roma dell’89 a.C. e alla riorganizzazione dei territori, è la vicina Blera ad acquisire un ruolo di primaria importanza nell’area, divenendone il municipio, il centro amministrativo. Nei secoli che seguono, l’area barbaranense subisce uno spopolamento marcato ed il territorio è occupato quasi esclusivamente da ville e fattorie rustiche. Un nuovo impulso demografico appare nel medioevo, quando si nota la rioccupazione delle alture tufacee, ritenute più difendibili. Presumibilmente è ancora l’altura di San Giuliano ad essere abitata. L’odierna Barbarano vede lo spostamento degli abitanti da San Giuliano tra l’XI ed il XII secolo. Oggi Barbarano Romano raggiunge i 1000 abitanti e il suo centro storico è compreso nell’area del Parco Marturanum per le sue peculiarità urbanistiche ed architettoniche.

Alcune tipologie di sepolture etrusche nella Necropoli Rupestre di San Giuliano.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

San Giuliano e la Necropoli etrusca

In alto, la “Piaggia di Canale”, all’interno del centro storico. In basso, altre interessanti tipologie sepolcrali della Necropoli Rupestre di San Giuliano.

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I Chirotteri del Parco

La chiesa medievale di San Giuliano, sul colle omonimo difeso da mura etrusche e medievali, era originariamente a tre navate, attualmente ridotte a due per il crollo della navata sinistra. Il muro meridionale che ancora oggi in parte la circonda, aveva chiare funzioni difensive. L’edificio è stato costruito sulle fondamenta di più antichi luoghi di culto, lo testimoniano i blocchi in tufo che fungono da base per le colonne e che rivelano dimensioni tipiche dell’età etrusca. Il suo aspetto architettonico è chiaramente romanico. A poche decine di metri

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L’area di ricerca

dal complesso, verso ovest, è presente una cisterna romana. L’area delle necropoli è situata a circa 2 chilometri dall’abitato di Barbarano Romano. Vi sono presenti testimonianze delle diverse fasi etrusche, dal X al I secolo a.C., e con tipologie tombali che abbracciano un vasto arco temporale, dalle tombe a pozzetto Villanoviane fino ai grandi sepolcri rupestri del III e II secolo a.C.. Sono presenti anche grandi tumuli, costruiti in blocchi o ricavati nel tufo, tombe a camera, tombe a dado o semidado -con terrazza superiore accessibile da scalinata- frammiste a tombe a fossa, a nicchia, a loculo. Nell’alto medioevo, forse a causa delle invasioni barbariche, la popolazione si trasferì nell’attuale sito di Barbarano dove peraltro doveva già esistere un piccolo insediamento. La sua posizione arroccata sullo sperone tufaceo ricalca in effetti un modello urbanistico etrusco a cui si sarebbe successivamente sovrapposto l’impianto medievale. Il borgo, con pianta organizzata su un tridente di tre strade parallele, è stato a lungo conteso tra Roma e Viterbo e soggetto dal 1283 alla Chiesa Romana. Esso si caratterizza, inoltre, per la presenza di una triplice cinta muraria: la più antica del XI sec. proteggeva il nucleo del “Castello”, la seconda (XIII-XIV sec.) è testimoniata dalle torri a pianta quadrata, l’ultima (XV sec.) si evidenzia con le torri cilindriche tra cui Porta Romana che segna il confine tra il borgo antico e quello nuovo. Torri e mura, vicoli e piazzette, portici e profferli, case realizzate in blocchi di tufo ed impreziosite da decorazioni su portali e finestre sono tutti elementi che fanno di Barbarano Romano un piccolo gioiello ben conservato di architettura medievale e per questo incluso nell’area del Parco.

Sopra, la Chiesa di Sant’Angelo, ora utilizzata come sala conferenze. Sotto, la chiesetta medievale di San Giuliano.

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Con un contributo della Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, il Parco Regionale Marturanum ha attivato nel 2006 un monitoraggio a lungo termine dei Chirotteri con queste finalità: conoscenza delle specie presenti e dei problemi di conservazione, individuazione dei principali roost, sensibilizzazione della cittadinanza e dei visitatori, promozione di attività di conservazione, formazione del personale di vigilanza. La ricerca si avvale dell’autorizzazione allo svolgimento di progetti di studio sulle popolazioni di chirotteri per la provincia di Viterbo (relativamente alle attività previste dal DPR 357/97) rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il 12 gennaio 2007 (prot.DPN 2007 – 0000805) a

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seguito del rilascio di parere I.N.F.S. (ora ISPRA) del 27.12.2006 (prot. 33552). Le metodologie di ricerca e di monitoraggio applicate sono tra quelle elencate nel lavoro di Agnelli et al. (2004) e descritte nella guida di Eurobats: Battersby, J. (comp.) (2010): Guidelines for Surveillance and Monitoring of European Bats. EUROBATS Publication Series No. 5. UNEP / EUROBATS Secretariat, Bonn,Germany, 95 pp. Sono state applicate due metodologie generali: la ricerca diretta delle tracce di presenza e dei rifugi o roost ed il rilevamento degli impulsi ultrasonori (segnali di ecolocalizzazione) e dei social calls con rilevatori elettronici di ultrasuoni (bat detector).

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

RICERCHE

DIRETTE I pipistrelli, per le loro caratteristiche biologiche ed ecologiche uniche, risultano un gruppo difficile da studiare in natura. Sono volatori molto mobili, spesso coloniali, e attivi soltanto la notte. Per diversi motivi non possono essere facilmente trappolati e sono estremamente eterogenei nelle fasi di attività, nelle scelte spaziali ed ambientali e nella ricerca di luoghi di rifugio. Questi possono variare nelle diverse fasi di attività annuale anche se comunemente si distinguono specie antropofile (che frequentano principalmente ambienti antropizzati), specie troglofile (che preferiscono cavità naturali o artificiali) e specie fitofile o forestali (che scelgono cavità negli alberi). Allo stesso modo, per alimentarsi frequentano siti di foraggiamento e di ricerca delle prede particolarmente localizzati rispetto alle aree che abitualmente frequentano nel corso del giorno o nel corso dell’anno. Inoltre, in molte specie, maschi e femmine frequentano habitat diversi. Pertanto la scelta dei metodi di ricerca dipende sia dalle specie indagate sia dal tipo di risultato ricercato. In ogni caso, attualmente nessuna delle tecniche utilizzate permette di misurare la consistenza di una popolazione di pipistrelli presenti in un ambiente naturale. L’abbondanza assoluta si può misurare soltanto in un’area chiusa e definita come quella di un roost. La principale difficoltà è quella di riuscire ad indagare contemporaneamente tutti i siti adatti alla chirotterofauna nei diversi mesi di attività annuale. Soltanto per conoscere adeguatamente in un territorio

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Materiali e metodi di studio

la frequentazione dei roost temporanei, dei roost riproduttivi, dei punti di foraggiamento e dei punti di abbeverata di una singola popolazione sarebbero necessarie diverse rilevazioni ogni notte. Inoltre, è necessario ripetere i rilevamenti più volte, poiché non tutte le notti risultano favorevoli a causa delle condizioni meteorologiche. L’attività dei chirotteri tende infatti a variare in relazione alla temperatura dell’aria, all’umidità, alla ventosità, alla fase lunare, alla pressione atmosferica e alla disponibilità di prede. La ricerca dei roost potenziali dei chirotteri troglofili è avvenuta esplorando, soprattutto nei mesi invernali e a partire dal mese di dicembre 2006, tutte le cavità accessibili, essendo molte parzialmente interrate o ricoperte dalla vegetazione o situate su pareti di forra o connesse a frane e smottamenti. Durante i rilevamenti le cavità individuate e indagate sono state georeferenziate e caratterizzate misurandone: il tipo di cavità, l’altezza minima-massima e media della parete superiore, la lunghezza e la profondità della cavità, la vegetazione davanti all’ingresso, l’esposizione e l’orientamento della principale apertura, il grado di accessibilità ed il disturbo antropico conosciuto. Nei mesi di ottobre, gennaio, aprile e luglio sono state registrate le seguenti variabili microclimatiche: temperatura minima e massima, umidità relativa minima e massima, luminosità minima e massima. Nel caso di presenza accertata di chirotteri sono stati rilevati anche: il tipo di roost, la distanza del roost dall’uscita, l’altezza dal suolo del roost. Tutti i dati raccolti sono stati elaborati mediante statistiche descrittive e con analisi della regressione logistica (con il software STATISTICA Data Analysis © StatSoft).

Nelle foto alcune delle stazioni di rilevamento, tra cui la Grotta Nespica, la Tomba della Regina, il bosco nel Vallone, la grotta grande del Biedano. Qui sopra rinolofi maggiori in un sottotetto. Al centro il Ponte romano sul Biedano e due adulti di Vespertilio di Monticelli.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Localizzazione delle stazioni di rilevamento fisso (punto arancio), nella zona dei Valloni e dell’Area archeologica di San Giuliano, e dei transetti di rilevamento bioacustico con autoveicolo (linea blu) e a piedi (linea gialla) (vedi testo per le spiegazioni).

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Per i chirotteri antropofili, durante il giorno e, strategicamente, poco prima del crepuscolo, sono stati visitati i luoghi adatti ad ospitare rifugi temporanei, di riproduzione o di svernamento (Agnelli et al., 2004). Il possibile involo degli animali all’inizio dell’attività notturna è stato rilevato osservando contro cielo il profilo dei sottotetti degli edifici e l’imbocco di finestrelle o fessure. Sono stati ricercati tutti i possibili segni di presenza (escrementi, macchie di urina, resti delle prede) e cercati i resti di individui uccisi in punti critici come i lampioni posizionati sopra strade trafficate. Tracce interessanti e carcasse sono state opportunamente conservate presso il Museo Naturalistico di Barbarano Romano per successivi rilievi scientifici. Questi campioni sono stati determinati attraverso il confronto con collezioni museali e il rilievo dei caratteri morfologici e biometrici descritti in Lanza, 2012 e Dietz et al. (2009). Nei casi di maggiori difficoltà tassonomiche (p.e. con la carcassa di un possibile individuo di Pipistrellus pygmaeus) sono stati inviati campioni di tessuto muscolare a centri di ricerca universitari per analisi di biologia molecolare. Dall’estate del 2010 alcune cavità della Valle del Biedano frequentate da piccole colonie di rinolofo maggiore e di miniottero sono monitorate all’uscita serale con l’uso di una termocamera professionale FLIR P620 (Sabol & Hudson, 1995).

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Materiali e metodi di studio

Rilevamenti di bioacustica L’attività di caccia e lo spostamento dei Chirotteri possono essere studiati mediante l’utilizzo di rilevatori di ultrasuoni (bat detector), raccogliendo e registrando le emissioni ultrasonore emesse per l’ecolocalizzazione degli ostacoli e delle prede durante il volo. Queste registrazioni permettono d’identificare le diverse specie tramite l’analisi dei segnali, seppure con precisione diversa, e di valutare gli habitat frequentati (Ahelen & Baagoe, 1999; Barataud, 1996; Barataud 1999, Obrist et al., 2003; Preatoni et al. 2005; Russo & Jones, 2002; Vaughan et al., 1997; Kopsinis et al., 2010; M.Barataud, com.pers. 2010). Ogni specie, infatti, emette segnali ultrasonici caratterizzati da una determinata frequenza e forma dell’impulso. Nelle ricerche nel Parco Marturanum i rilevamenti delle emissioni ultrasonore sono state effettuate soprattutto durante il volo di foraggiamento, cioè nel periodo di maggiore attività dei Chirotteri (dal tramonto

Il primo sistema di rilevamento bioacustico utilizzato estesamente nel Parco: un batdet Pettersson D240x con registratore digitale Edirol R09. Sotto un termometro digitale di precisione.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

alla metà della notte e cioè a seconda dei mesi dalle ore 20:0021:30 alle ore 01:00-03:00 circa). Il rilevamento è avvenuto percorrendo transetti con autoveicolo (Violani & Zava, 1992; Bani, De Carli e Fornasari, 1999) e stazionando in siti adatti, utilizzando le strade comunali e provinciali e distribuendoli nelle diverse tipologie ambientali (vedi figura a pagina 30). Il transetto stradale principale ha riguardato il circuito: • dall’abitato di Barbarano, seguendo la strada provinciale 42a Barbaranese, la strada Comunale delle Quercete, poi alla SP 41b Blerana fino a Blera, e poi da qui alla SP 41c fino al bivio per Barbarano, quindi alla SP 42 dal bivio per Blera fino a Barbarano Romano. Il transetto secondario ha riguardato il circuito: • dall’abitato di Barbarano Romano, alla strada del Quarto, alla sponda del torrente Vesca e ritorno.

Il vecchio sistema AnaBat II, in alto, ed il nuovo Bat corder Pettersson D500x, qui sotto.

L’auto è stata mantenuta ad una velocità di circa 20 km orari, con il microfono di un bat detector indirizzato all’esterno. Ogni contatto, “bat pass”, è stato georeferenziato (GARMIN GPSmap 60CSx) e sono state registrate le caratteristiche del contatto stesso. Fenton (1970) definisce bat pass la serie di suoni uditi con il rilevatore di ultrasuoni quando un pipistrello vola in prossimità del microfono. Per ciascuna sessione di rilevamento è stata compilata una scheda complessiva con le seguenti informazioni: - ora del contatto, frequenza di massima energia rilevata, la località o il toponimo, coordinate di riferimento, presenza o meno di luci artificiali, descrizione dell’ambiente circostante. In corrispondenza di fonti luminose, oltre al rilevamento sonoro dei suoni sociali, “social calls”, è stato tentata l’osservazione diretta dei pipistrelli in volo cercando di distinguerne la colorazione del mantello, la sagoma generale, il tipo di volo o altre caratteristiche utili all’identificazione. In assenza di luci stradali si è fatto uso di un faro elettrico.

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Materiali e metodi di studio

Per le ricerche sono stati utilizzati diversi tipi di bat detector, strumenti che trasformano gli ultrasuoni compresi in un campo di frequenze tra 10 e 120 kHz in suoni udibili all’orecchio umano. Nel biennio 2006-2007 è stato utilizzato il modello D200 della ditta svedese Petterson Elektronik AB, operante esclusivamente in modalità di conversione heterodyning (eterodinica). Questo strumento ha permesso una prima valutazione delle aree del Parco più frequentate dai Chirotteri. I bat detector eterodinici, con un processo d’addizione di un segnale oscillatorio interno, rendono i suoni in uscita discriminabili all’orecchio umano. Secondo tale principio solo un limitato intervallo di frequenze è selezionato per la conversione al campo udibile, perciò l’operatore deve selezionare la frequenza desiderata. Si tratta del metodo di conversione che permette una discreta analisi acustica sul campo e permette di apprezzare due importanti fattori: la frequenza di massima energia di un segnale e il ritmo della sequenza d’impulsi (Barataud, 1996, 2012). L’eterodinico però non consente una precisa analisi del suono in quanto non sono conservate le caratteristiche del segnale originale. Il secondo modello utilizzato è stato il Sistema Anabat della ditta australiana Titley Electronics Pty Ltd, operante in modalità divisione di frequenza e comprensivo di un punto di registrazione che memorizza su schede di memoria (Anabat II + Anabat CF storage & reader device). Informazioni su http://www.titley.com.au/ , mentre un manuale d’uso dettagliato è stato prodotto da Corben e O’Farrell (1999). (Corben 2000a; De Oliveira Marta, 2004).

Ogni traccia di chirotteri (qui gli escrementi sotto un roost temporaneo di rinolofo maggiore) è stata georeferita e inserita in un archivio GIS. Sopra l’ottimo batdet Pettersson D1000x utilizzato lungo i transetti.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Dal mese di luglio 2007 sono stati utilizzati bat detectors D240x Pettersson Elektronik AB, che oltre alla conversione eterodinica possiedono la modalità di conversione ad espansione temporale, time-expansion, in collegamento sempre con registratori digitali stereo Edirol R09. I segnali sono stati digitalizzati con una frequenza di campionamento di 44.1 kHz a 16 bit in formato wave file. Infine dalla fine di luglio 2008 è stato utilizzato anche un bat detector D1000x Pettersson Elektronik AB, con campionamento diretto degli ultrasuoni e la memorizzazione dei segnali in formato wave file su schede di memoria interna, con una frequenza di campionamento massima di 384 kHz.

Dal 2013 le funzioni del sistema Anabat II sono state prese in carico da un più sicuro batcorder, il Pettersson D500x, progettato per la registrazione prolungata in campo e in grado di registrare i bat call, fullspectrum su SDHC card con files digitali in alta qualità (500 kHz, 16 bit).

L’uso dei bat detector non è adeguato per l’analisi statistica del numero relativo di individui della specie in attività di caccia. Diversamente dagli uccelli in fase riproduttiva, i pipistrelli non hanno territori limitati, per tutta la notte o per tutte le stagioni, ma si muovono liberamente tra differenti habitat. Un ulteriore problema, nello stabilire il numero dei pipistrelli in attività di caccia, deriva dalla distanza relativamente breve raggiunta dagli ultrasuoni emessi prima di attenuarsi completamente (ad esempio nei Rinolofidi la distanza è al massimo di 5-10 m). Questo tipo di indagine perciò fornisce solo informazioni qualitative sulla presenza delle specie nei diversi habitat. Tuttavia, gli habitat in cui sono state effettuate molte osservazioni possono essere considerati più importanti per quella specie rispetto ad altri tipi habitat. Ideale per uno studio della frequentazione di un’area è il sistema a divisione di frequenza. Nel nostro caso l’Anabat è stato posizionato a circa tre metri dal suolo e programmato per registrare automaticamente a partire dalle 20,30 e fino alle ore 05,00; ogni bat pass ha prodotto un file che ha una durata massima di 5 secondi. Contemporaneamente un data-logger Gemini Tinytag Plus 2 TGP-4500 ha registrato ogni ora la temperatura e l’umidità relativa. Le registrazioni sono state analizzate cercando prima di individuare tutti i singoli contatti e poi di attribuirli a livello almeno di gruppo di specie o soltanto di Genere. L’analisi bioacustica delle registrazioni “zero crossing” e a divisione di frequenza del sistema ANABAT, è stata effettuata con il software Analook, di Titley Electronics Pty Ltd, Ballina, NSW. Le altre registrazioni sono state elaborate con il programma di analisi BatSound (versione PRO 4.03.) della Pettersson Elektronik AB, Sweden.

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Materiali e metodi di studio

Diversi Bat detector in funzione.

Dai wave file sono stati ricavati i sonogrammi (512 o 1024 punti, Fast Fourier Transform FFT, Hamming window, ottenendo una risoluzione di frequenza di 112 kHz) dai quali è stato possibile misurare alcuni parametri utili all’identificazione specifica, relativi ad ogni singolo segnale, ossia: SF (valore di frequenza all’inizio del segnale), FMAXE (frequenza di massima energia), EF (valore di frequenza finale) e durata del segnale (D). Gli spettrogrammi (sia la forma che i parametri misurati) sono stati confrontati con alcuni campioni riportati in letteratura (Russo & Jones, 2002; Obrist et al., 2004; Barataud, 2012) oppure realizzati attraverso le registrazioni contenute in Barataud (1996). Misurando la frequenza di massima energia dei suoni emessi è stato possibile riconoscere abbastanza facilmente gli echolocation calls di Rhinolophus hipposideros e di Tadarida teniotis, Nel Parco e nell’abitato di Barbarano Romano sono risultati presenti e ben distribuite 2 specie di Pipistrellus (P. kuhlii e P. pipistrellus) e Hypsugo savii. Per la loro determinazione a partire dalle registrazioni bioacustiche sono stati seguiti i lavori di Toffoli (2007); Russo & Jones (2002); Obrist et al., 2003; Preatoni et al., 2005; Barataud (1996) e Pfalzer & Kusch (2003). Le registrazioni dei segnali delle altre specie segnalate nel Parco sono state analizzate seguendo una diversa metodologia, come descritto in Toffoli (2006). Per le registrazioni di segnali di difficile interpretazione è stata richiesta la collaborazione di colleghi inviando loro direttamente la copia dei wave file. Solo su impulsi ricavati da queste registrazioni è stata applicata una analisi della funzione discriminante, basandosi sulle caratteristiche risultanti in BatSound: SF, EF, FMAXE, D, la frequenza media (MF) e l’intervallo tra due impulsi successivi I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

(inter-pulse interval = IPI), riportate in foglio excell e confrontate con banche dati certe: bat-calls certificate dall’A.R.P., bat-calls determinate da colleghi e bat-calls ricavate dai lavori di Michel Barataud, a partire da “Ballades dans l’inaudible” (Barataud, 1996). Le specie “critiche” e per le quali sono state considerate classificazioni in sottogruppi sono le seguenti:  GRANDI MYOTIS (Myotis sp1) per le specie Myotis myotis/M. blythii=oxygnathus/M. punicus; PICCOLI MYOTIS (Myotis sp2) per le specie Myotis bechsteinii/M. brandtii/M. daubentonii/M. mystacinus/M. nattereri; ALTRI MYOTIS (Myotis sp3) per le specie Myotis emarginatus/M. alcathoe); PLECOTUS (Plecotus sp) per le specie Plecotus auritus/P. austriacus.

Valle del Biedano, Fontana Vangata, Fontanile Mandrione e Fontanile Tirintera.

Tabella 1 - Una parte dei Siti di rilevamento bioacustico fisso (stazioni automatiche di registrazione delle emissioni ultrasoniche dei Chirotteri, posizionate per una intera nottata) nel Parco regionale Marturanum.

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I Chirotteri del Parco

Le sessioni di registrazione, dalla tarda primavera del 2007 all’estate del 2013, sono state 142, per circa 570 ore di registrazione di cui 224 circa derivanti da stazioni automatiche posizionate in un sito per almeno un’intera notte al mese, da aprile ad agosto. I siti di registrazione sono stati 112 temporanei e 28 fissi ed hanno coperto tutti gli habitat adatti. I siti di rilevamento fisso sono stati individuati in aree facilmente raggiungibili anche al buio. Gli altri siti sono stati dispersi nel territorio del Parco per riuscire ad ottenere almeno un punto di monitoraggio in ciascun quadrante di 500 metri di lato in cui è stata suddivisa l’Area Protetta (sulla base della carta in scala 1:10.000). Un elenco parziale delle stazioni di rilevamento fisse è riportato nella tabella 1. Molte delle sessioni di rilevamento bioacustico in stazioni fisse hanno riguardato i fontanili (Sgrulla, La Fontanaccia, Bandita, Vangata, Murata, Rosa, Tirintera e Mandrione), il pianoro di San Giuliano, le necropoli dove le cavità artificiali abbondano, la Valle del Biedano, le sponde del torrente Vesca. Nr SITO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

SITO DI RILEVAMENTO BIOACUSTICO TOMBA CIMA AREA DEL CAIOLO - fondo posteggio Tumulo della CUCCUMELLA TOMBA DELLA REGINA TOMBE DELLE PALAZZINE Ponte sul BIEDANO - strada Blerana Chiesa di SAN GIULIANO Necropoli di GREPPO CENALE Belvedere di BARBARANO Fossa Canale di BARBARANO Cimitero di BARBARANO Ponte sul Vesca - QUARTO Piana del QUARTO Fiume VESCA - QUARTO Fontanile MANDRIONE Fontanile SGRULLA

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Materiali e metodi di studio

Il personale del Parco durante un incontro formativo.

La collaborazione dei Guardiaparco Il personale di vigilanza del Parco Marturanum ha collaborato al presente studio con attività di supporto alla ricerca e coinvolgimento attivo. Nel primo tipo rientra il supporto logistico con mezzi e attrezzature del Parco nell’attività di indagine svolta dagli specialisti esterni incaricati; il contributo attivo si è articolato nella segnalazione diretta o riferita di esemplari o di cavità potenzialmente frequentate (naturali e non); la raccolta di tracce, resti e foto di chirotteri nell’Area Protetta e nelle aree immediatamente adiacenti. La conoscenza da parte dei Guardiaparco del territorio e dei toponimi tradizionali, ha costituito un valido aiuto nella localizzazione di cavità citate in letteratura e delle loro vie di accesso. Inoltre, il personale di vigilanza ha collaborato all’organizzazione e allo svolgimento delle “Bat Night”, eventi promozionali e didattici rivolti al pubblico e alla cittadinanza, svoltisi quasi annualmente nel Parco. Nell'estate del 2008 i Guardiaparco, a seguito di un corso di addestramento tenuto da esperti del settore, hanno direttamente condotto una campagna di monitoraggio con l’ausilio di un bat detector D240x Pettersson Elektronik AB, in collegamento con registratore digitale stereo Edirol R09 fornito dall'Agenzia Regionale dei Parchi del Lazio. L'attività ha comportato la “visita” delle diverse tipologie ambientali del Parco nell'arco di 7 notti, per circa 6 ore a notte. Sono state effettuate 28 sessioni, durante le quali sono stati registrati in modalità time-expansion 75 segnali di ecolocalizzazione. L’analisi degli spettrogrammi, condotta da personale esterno all'Area Protetta, ha portato all'identificazione putativa di 8 specie di chirotteri. I risultati di tale attività sono parte integrante del presente studio. I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Nella regione Lazio gli studi sui Chirotteri, la loro situazione e distribuzione sono limitati e hanno riguardato soprattutto le aree protette. Dati storici e notizie morfologiche possono essere ripresi da Gulino & Dal Piaz (1939) mentre per un quadro faunistico regionale di partenza si deve partire dai lavori di sintesi di Benedetto Lanza (1959, 2012) e di Lanza & Agnelli (1999) e dai contributi di: Zava & Violani (1995), Fornasari et al. (1997, 1999), Crucitti & Tringali (1985, 1987), Crucitti (1981, 1986, 1989, 1991, 1993), Crucitti & Comestabili (1987), Crucitti & Chine (1994), Crucitti et al. (1988, 1993, 1998, 1999), Crucitti & Cavalletti (2002). Grazie alla sempre maggiore importanza assunta dai chirotteri dal punto di vista conservazionistico e alle migliori tecniche di rilevamento degli ultimi anni, i dati disponibili sono sempre più numerosi e derivano dagli studi realizzati per la pianificazione gestionale dei siti di importanza comunitaria del Lazio, da alcuni atlanti teriologici provinciali (Amori, Battisti & De Felici, 2009) e locali (Mastrobuoni, 2005; Russo, Cistrone & Carotenuto, 2010; Sacchi et al., 2010; Russo & Cistrone, 2011) già pubblicati e dallo specifico progetto Atlante dei Mammiferi del Lazio attivato dall’A.R.P. (Agenzia Regionale dei Parchi) nel 2009 (sulla base del D.G.R. n° 497 del 2007). Alcune delle antiche sepolture etrusche nell’area del Tumulo Cima.

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I Chirotteri del Parco

La presenza di numerose cavità sia naturali che seminaturali nella Valle del Biedano e nelle forre limitrofe (Ricanale, Verlungo) hanno spinto diversi studiosi all’esplorazione naturalistica di quest’area e anche i Chirotteri sono stati oggetto di diverse ricerche i cui risultati

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I chirotteri del Parco Marturanum

sono stati pubblicati e disponibili per un confronto con la situazione attuale. Importanti in questo senso le ricerche (1980-1990) nelle Grotte Penta e nelle Grotte Ragna di Blera (Crucitti, 1981, 1993; Crucitti & Chink, 1990, 1994; Crucitti & Tringali, 1985, 1987; Crucitti, Andreini e Leopardi, 1992; Crucitti & Cavalletti, 2002).

I rifugi dei pipistrelli nel Parco Nel Parco regionale Marturanum i pipistrelli trovano un’ideale combinazione dei diversi tipi di rifugi. Ampie e profonde cavità, scavate nel tufo in epoca storica e da secoli abbandonate, alla base delle forre; centinaia di piccole cavità più o meno accessibili all’uomo ed ai predatori nelle aree archeologiche delle necropoli e sul rilievo tufaceo sul quale si adagia la medioevale cittadina; vetuste querce, pioppi e altre essenze sparse nel bosco della Bandita, lungo il Caiolo e nella Forra del Biedano; ruderi di vecchi casali e stalle sparsi nel territorio. La situazione è talmente ideale che qui saltano spesso le regole conosciute: non è affatto difficile trovare nelle cavità il Serotino e il Vespertilio maggiore, anche svernanti, oppure rilevare in un vecchio magazzino il Rinolofo maggiore. Le ricerche per conoscere la Chirotterofauna del Parco e del territorio limitrofo sono iniziate nel mese di dicembre 2006, con la ricerca dei siti di ibernazione (roosts invernali).

L’antica Porta Canale e l’abitato di Barbarano visto dal Vallone.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Specie Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Rhinolophus euryale Eptesicus serotinus Hypsugo savii Myotis myotis/M. oxygnahus Myotis nattereri s.l. Myotis daubentonii/capaccinii Myotis emarginatus Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus Nyctalus leisleri Plecotus auritus/P.austriacus Miniopterus schreibersii Tadarida teniotis

Nome comune Rinolofo maggiore Rinolofo minore Rinolofo meridionale Serotino Pipistrello di Savi Vespertilio maggiore Vespertilio di Natterer Vespertilio di Daubenton Vespertilio smarginato Pipistrello albolimbato Pipistrello nano Pipistrello soprano Nottola di Leisler Gruppo Plecotus Miniottero Molosso di Cestoni

I freddi mesi invernali costringono questi animali a ritirarsi per ibernare in rifugi particolarmente adatti: con temperature interne minime che non li portino al congelamento, con una sufficiente umidità per evitare la disidratazione e una sufficiente sicurezza verso i possibili nemici, uomo compreso. L’inverno è un periodo delicato per i pipistrelli e questo impone agli studiosi come agli speleologi come ai visitatori occasionali molte attenzioni, tra cui il restare a distanza da essi senza toccarli, senza scaldarli e senza illuminarli con forti luci dirette. Un risveglio in questo periodo potrebbe rivelarsi fatale perché non potendo cibarsi non riuscirebbero poi a conservare sufficienti energie per superare il resto dell’inverno. L’esplorazione delle cavità accessibili ha riguardato la maggior parte della zona archeologica prospiciente i Valloni ed in pratica tutto il Colle di San Giuliano. A partire dal Tumulo Cima e l’area circostante, Chiuse Cima, per poi scendere verso le Prime Tombe e da qui verso la rupe e la piana di San Giuliano, il Greppo Cenale ed il Caiolo. Sono state visitate quasi tutte le cavità ricavate per estrarne la poz-

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I chirotteri del Parco Marturanum

zolana e alcune grandi cavità di origine in parte naturale, ai lati del fosso di San Giuliano, del fosso Verlungo, nella Forra del Biedano e presso il torrente Ricanale, nei territori contermini di Blera e Barbarano Romano. A Barbarano Romano sono state anche visitate molte delle cavità oggi in disuso ed abbandonate che nei decenni passati erano adibite a stalla o a magazzino, e anche diverse cantine, scantinati e magazzini del centro storico, sulla base di segnalazioni di volta in volta ricevute dalla popolazione. Le ricerche hanno permesso di aggiornare le conoscenze sulla Chirotterofauna di questo territorio, a distanza di quasi vent’anni dalle precedenti ricerche, che però riguardavano il popolamento di chirotteri svernante in due cavità (B1, Piagge di Sopra, m 210; B2, Grotte Penta, m 230) nel comune di Blera a poche centinaia di metri dal confine del Parco Marturanum. Complessivamente è stato possibile visitare 241 cavità, suddivise in 11 tipologie (tabella 2). Soltanto dentro 53 di esse sono state rilevate tracce o presenze effettive di chirotteri. Individui vivi sono stati osservati solo in 22 casi. Le specie segnalate in queste cavità sono state 12 (tabella 3): • Rhinolophus ferrumequinum, R. hipposideros, R. euryale, Myotis emarginatus, Myotis myotis, Myotis mystacinus, Pipistrellus kuhlii, P. pipistrellus, Plecotus austriacus, Hypsugo savii, Eptesicus serotinus e Miniopterus schreibersii). Una specie, il Myotis oxygnathus, segnalata come Myotis blithii fino al 1990 per alcune cavità di Blera, è stata riconfermata soltanto nel mese di dicembre 2013 con il ritrovamento di 2 individui vivi, femmine adulte svernanti, in una grande cavità della forra del Biedano; il rinolofo meridionale e il vespertilio mustacchino sono stati per ora confermati nelle cavità solo con il ritrovamento di resti ossei (emimandibole). Sono risultate prevalenti le osservazioni di Rhinolophus ferrumequinum (49,21%), di Pipistrellus kuhlii (17,46%) e di Rhinolophus hipposideros (14,29%) (tabelle 4 e 5). L’analisi statistica dei dati dei rilevamenti (Ferri, Celletti, Soccini, 2009) attraverso la regressione logistica (calcolata sui dati riguardanti 33 cavità di cui 20 con presenza accertata di chirotteri, per ciascuno degli indicatori in funzione delle 29 variabili considerate) ha provato che sono tre le variabili predisponenti la presenza e la frequentazione: • la temperatura interna, con un range misurato per la temperatura minima tra 5 e 11 °C e un range misurato per la temperatura massima da 11 a 21 °C; • la lunghezza che deve essere maggiore di 2,50 m; • l’altezza della cavità che deve essere maggiore di 2 m.

Alcune delle cavità nel Parco Marturanum indagate per la presenza di chirotteri.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

Tabella 2 - Le tipologie di cavità studiate nel periodo dicembre 2006 - novembre 2008 nel Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano (Viterbo) e l’esito per quanto riguarda i roost scoperti e le specie di chirotteri interessate. Myotis oxygnathus, ritrovato con individui vivi svernanti soltanto nel mese di dicembre 2013, frequenta anch’esso la tipologia 5 “grotta seminaturale”.

Codice

Tipologia della cavità Studiata piccola cavità tomba a camera tomba disluviata tomba a portico tomba ipogea

Nr cavità 0

Nr roost 0

100

6

2

ex cava pozzolana

22

6

3

tomba a semidado

24

13

4

camera in tumulo

24

9

5

grotta seminaturale

4

4

6 7 8 9 10 11

magazzino /stalla cantina/solaio sottotetto di abitazione cavità non classificabile colombaro nicchia cineraria TOTALI

25 1 10 27 2 2 241

6 0 8 0 0 1 53

0 1

Specie Accertate nei roost

Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, M. myotis, Eptesicus serotinus Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Eptesicus serotinus, Pipistrellus pipistrellus Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus euryale, Myotis myotis, Myotis mystacinus, Myotis emarginatus, Pipistrellus pipistrellus, Hypsugo savii, Eptesicus serotinus, Miniopterus schreibersii, Tadarida teniotis. Pipistrellus kuhlii, Plecotus austriacus Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savii

Rhinolophus hipposideros

Le specie del Parco Le specie accertate nelle attuali ricerche, sommando quelle osservate direttamente con individui vivi, carcasse, resti ossei (15 specie) con quelle rilevate soltanto bioacusticamente (3 specie o gruppi di specie) sono 18 (tabella 4). Per la difficoltà di conseguire un corretto riconoscimento con le analisi dei segnali registrati, alcune specie rimangono in dubbio e sono “abbinate”, nell’elenco che segue, alla specie con la quale potrebbero essere confuse. Nel caso del pipistrello soprano, Pipistrellus pygmaeus, rinvenuto con un singolo individuo morto lungo la strada comunale delle Quercete, la determinazione tassonomica deve essere confermata con analisi molecolare. Il vespertilio di Monticelli, Myotis oxygnathus, che era stato segnalato con la denominazione scientifica di Myotis blithii come svernante in alcune cavità presso Blera (Crucitti, Andreini e Leopardi, 1992), è stato riconfermato soltanto nel 2013.

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I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco Marturanum Specie

Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Rhinolophus euryale Eptesicus serotinus Hypsugo savii Myotis myotis Myotis oxygnathus Myotis mystacinus (1) Myotis nattereri Myotis daubentonii/capaccinii Myotis emarginatus Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus (2) Nyctalus leisleri Plecotus austriacus P. auritus/P. austriacus Miniopterus schreibersii Tadarida teniotis

Nome Direttiva Habitat Red List comune 92/43/CEE IT Rinolofo maggiore II-IV VU Rinolofo minore II-IV EN Rinolofo meridionale II-IV VU Serotino IV NT Pipistrello di Savi IV LC Gruppo Grandi Myotis II-IV VU Gruppo Grandi Myotis II-IV VU Gruppo Piccoli Myotis IV VU Gruppo Piccoli Myotis IV VU Gruppo Piccoli Myotis IV/II-IV LC/EN Gruppo Altri Myotis II-IV VU Pipistrello albolimbato IV LC Pipistrello nano IV LC Pipistrello soprano IV DD Nottola di Leisler IV NT

Tipo rilievo D/B D/B D D/B D/B D/B? D D D/B B? D/B D/B D/B D B

Gruppo Plecotus

IV

NT

D/B?

Miniottero Molosso di Cestoni

II-IV IV

VU LC

D/B B

Tabella 3 - Le specie di chirotteri rilevate durante le ricerche 2006-2013 nel Parco regionale Marturanum. Sono indicate la categoria di rischio a livello nazionale (Lista Rossa Nazionale – GIRC, 2007) e la loro inclusione negli Allegati della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE. LC = minor interesse; EN = in pericolo; VU = vulnerabile; NT = quasi minacciato; II = allegato II di Direttiva Habitat “Specie animali e vegetali la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione”, IV = allegato IV di Direttiva Habitat “Specie animali e vegetali di interesse comunitario che necessitano di una stretta protezione”. La colonna “Tipo di rilievo” riguarda: il ritrovamento diretto (D) di uno o più individui rifugiati in cavità indagate o in rifugi occasionali, o di carcasse o di resti scheletrici. Il rilievo bioacustico con classificazione positiva (B); il rilievo bioacustico con classificazione incerta o non possibile o necessitano ulteriori registrazioni per una corretta analisi (B?). (1) presenza per ora considerata solo per il ritrovamento di resti scheletrici in una cavità del Parco; (2) Presenza da confermare geneticamente e conseguente al ritrovamento di una carcassa nel Parco.

Sopra, le tre specie di rinolofo presenti nel Parco.

Qui a fianco, un vespertilio di Monticelli.

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano

1

Specie (nome comune) Ferro di cavallo maggiore

Specie (nome scientifico) Rhinolophus ferrumequinum

2

Ferro di cavallo minore

3

Rinolofo euriale

Rhinolophus euryale

4 5

Vespertilio di Capaccini e/o Vespertilio di Daubenton Vespertilio maggiore

Myotis capaccinii/ daubentoni Myotis myotis

6 7 8

Vespertilio di Monticelli Vespertilio mustacchino Vespertilio smarginato

Myotis oxygnathus Myotis mystacinus Myotis emarginatus

9

Vespertilio di Natterer

Myotis nattereri

10

Pipistrello nano

Pipistrellus pipistrellus

11 12

Pipistrello pigmeo (*) Pipistrello albolimbato

Pipistrellus pygmaeus Pipistrellus kuhlii

13

Pipistrello di Savi

Hypsugo savii

14

Serotino comune

Eptesicus serotinus

15 16 17

Orecchione bruno e/o Orecchione meridionale Nottola di Leisler Miniottero

18

Molosso di Cestoni

Rhinolophus hipposideros

Plecotus austriacus Plecotus austriacus/auritus Nyctalus leisleri Miniopterus schreibersii

Tadarida teniotis

Tipo di segnalazione individui vivi 1 carcassa resti ossei rilevamento bioacustico individui vivi rilevamento bioacustico resti ossei 1 carcassa individui vivi rilevamento bioacustico individui vivi rilevamento bioacustico individui vivi individui vivi resti ossei rilevamento bioacustico individui vivi

Ultimo anno di Localizzazione segnalazione certa dell’ultima segnalazione 2013 Parco Marturanum 2008 2009 2013 2013 Parco Marturanum 2013 2008 Parco Marturanum 2010 Parco Marturanum 1990 Blera (Grotta Piagge d.S.) 2012 Parco Marturanum 1990 Blera (Grotte Penta) 2012 Parco Marturanum 2013 2013 Blera (Cavità della Valle del Biedano) 2008 Parco Marturanum 2009 Parco Marturanum 1986 Blera (Grotte Penta) 2008 Parco Marturanum 1 carcassa 2009 Civitella Cesi di Blera rilevamento bioacustico 2012 Parco Marturanum individui vivi – 1 carcassa 2008 Parco Marturanum rilevamento bioacustico 2011 1 carcassa 2008 Parco Marturanum rilevamento bioacustico 2013 Parco Marturanum individui vivi 2013 rilevamento bioacustico 2013 Parco Marturanum individui vivi 2012 1 carcassa 2008 rilevamento bioacustico 2012 Parco Marturanum individui vivi 2013 individui vivi/rilevamento bioacustico 2007/2012 rilevamento bioacustico 2007 Parco Marturanum rilevamento bioacustico 2012 Parco Marturanum rilevamento bioacustico 2013 Parco Marturanum individui vivi 2013 resti ossei 2008 rilevamento bioacustico 2012 Parco Marturanum resti ossei 2008

Tabella 4 - Le specie di chirotteri rilevate durante le ricerche 2006-2013 nel Parco regionale Marturanum e le modalità di segnalazione.

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I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco Marturanum CODICE 1 2 3 4 5 6 7

TIPOLOGIA ROOST NR ROOST rifugio temporaneo SR 33 rifugio notturno NR 6 rifugio temporaneo e notturno SR+NR 0 rifugio invernale WR 3 rifugio temporaneo-notturno-invernale SR+NR+WR 3 rifugio riproduttivo RR 0 rifugio temporaneo-notturno-invernale-riproduttivo SR+NR+WR+RR 8 TOTALI 53

Specie Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Rhinolophus euryale Myotis daubentonii/capaccinii Myotis myotis/oxygnathus Myotis mystacinus Myotis nattereri Myotis emarginatus Eptesicus serotinus Hypsugo savii Pipistrellus pygmaeus Pipistrellus kuhlii Pipistrellus pipistrellus Nyctalus leisleri Plecotus auritus/austriacus Miniopterus schreibersii Tadarida teniotis

HABITAT E F E U E F F E E E F E E F F E A

% 62,26 11,32 0,00 5,66 5,66 0,00 15,09 100,00

VALENZA TROFICA G G G S G S S G G G S G G S S G G

Tabella 5 - La tipologia dei roost accertati nelle cavità studiate nel periodo dicembre 2007- novembre 2008 nel Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano (Viterbo)

Tabella 6 - Principale habitat di caccia e valenza trofica dei Chirotteri (specie o gruppi di specie) segnalati nel Parco regionale Marturanum: F= forestale, E= ecotonale, U= ambienti acquatici, A= spazio aereo. Valenza trofica: S= specialista, G= generalista.

I Chirotteri del Parco

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I chirotteri del Parco regionale Marturanum di Barbarano Romano Specie (nome comune) Ferro di cavallo maggiore Ferro di cavallo minore Rinolofo meridionale Vespertilio di Capaccini Vespertilio di Daubenton Vespertilio mustacchino Vespertilio di Natterer Vespertilio maggiore Vespertilio di Monticelli Vespertilio smarginato Pipistrello nano Pipistrello soprano Pipistrello albolimbato Pipistrello di Savi Serotino comune Nottola di Leisler Orecchione meridionale Orecchione grigio Miniottero Molosso di Cestoni

Specie (nome scientifico)

Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Rhinolophus euryale Myotis capaccinii Myotis daubentoni Myotis mystacinus Myotis nattereri Myotis myotis Myotis oxygnathus Myotis emarginatus Pipistrellus pipistrellus Pipistrellus pygmaeus Pipistrellus kuhli Hypsugo savii Eptesicus serotinus Nyctalus leisleri Plecotus austriacus Plecotus auritus Miniopterus schreibersii Tadarida teniotis

Tipo e Frequenza ecolocazione (in KHz) FM-CF-FM 80-82 FM-CF-FM 107-114 FM-CF-FM 100,2-104 FM Fmax 44,4-60,9 FM Fmax 41,8-56,5 FM Fmax 45 FM Fmax 36-68 FM Fmax 31,5-53,9 FM Fmax 33-52,5 FM Fmax 43,4-76,3 FM-QCF Fmax 42,6-50,6 FM-QCF Fmax 53,2-63,2 FM-QCF Fmax 36,7-46,2 FM-QCF Fmax 30,8-37,9 FM-QCF Fmax 24,6-40,2 FM-QCF Fmax 25,5-34,9 FM Fmax 26,3-60,5 FM Fmax 25,5-42,1 FM/QCF Fmax 49,4-62,5 FM/QCF Fmax 11,5-18,1

Altezza di volo in metri 1-6 2-5 / fino 15 2-6 / 100 3-15 / >100 2-7 /