Mettere al mondo il mondo. Oggetto e oggettività alla luce della differenza sessuale

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Paola Azzolini, Adriana Cavarero, Letiiia Cornba, Luisa Muraro, Anna Maria Htissi, Diana:Sartori, Wanda Tornmasi,' Chiara Zarnboni Il s~rninario di Laura Boella su Hannah Arendt '

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INDICE

Nota introduttiva

7

LA REALTÀ NON DATA

o

... L'inaudito

9

di Chiara Zamboni ... Perché Teresa

25

di Diana Sartori

61

- La nostra comune capacità d'infinito

di Luisa Muraro - Simone Weil: dare corpo al pensiero

77

di Wanda Tommasi DAREREALTA

·~~~~ di Adriana Cavarero

~

f Stelle, pianeti, galassie, infinito

123

di Anna Maria Piussi Mettersi al mondo, Elsa!·· di Paola Azzolini

135

Ciò che non è verificabile

157

di Letizia Comba Pensare liberamente, pensare il mondo

173

di Laura Boella Appendice Diotima comunità, Diotima politica, Diotima maestra

di Luisa Muraro e Chiara Zamboni

·

. 189

Nota introduttiva

I testi qui presentati provengono in buona parte dal Grande seminario di Diotima 1989, aperto agli e alle studenti e corso-di aggiornamento per insegnanti. Gli abbiamo dato quel nome per distinguerlo da altri nostri seminari di studio e perché questo nasce dalla collaborazione di tutte le donne di Diotima. Come noto, Diotima è una comunità di filosofe, nata nel 1984 presso l'l1n.1versità di Verona. Ne fanno parte anche donne non universitarie o che lavorano presso altre università. Di queste e altre sue caratteristiche parliamo nell'Appendice: Diotima comunità, Diotima politica, Diotima maestra, originariamente una breve serie di conferenze fatte al Centro culturale Virginia Woolf B di Roma nella primavera del 1989 . .J:'elll~dd seminario era la generazione femminile del mon-___., do. Come dice il titolo, questo è anche il tema del libro, con la precisazione che la sua trattazione si rivelò alla prova dei fatti un compito enorme e che, di conseguenza, il nostro lavoro può appena considerarsi un'introduzione. Nel concepimento del tema non abbiamo incontrato osta, coli._ Mettere il mondo nella luce dell'esperienza femminile, la nostra, e cosl vederlo veramente, è una conseguenza interna di quel pensiero della differenza sessuale che costituisce il principio delle nostre ricerche fin dagli inizi - si veda il primo libro di Diotima, Il pensiero della differenza sessuale, 1987. Le difficoltà sono venute dal fatto che l'esperienza femminile di suo non fa luce. O meglio, fa una luce che oscura il nostro sguardo abituato a vedere il mondo con gli occhi qell'altro. Cosl, la lettura di questo libro potrà dare l'impressione che ci siamo mosse a tentoni ed in parte è vero) Non del tutto, però. Ci ha aiutate, da un lato, il fatto che la nostra ricerca ha luogo insieme ad altre. Ci ha aiutate, inoltre, il pensiero di filosofe come Simone Weil, Hannah Arendt, Luce Irigaray e altre che troverete nominate, fra cui alcune che non hanno con7

venzionalmente nome di filosofe, come Teresa d'Avila o Elsa Morante. Lo sono, tuttavia, poiché anche queste ci hanno insegnato la realtà del mondo. Ci hanno insegnato, le une e le altre, a farle luce con la nostra stessa esperienza e così a conoscerla per se stessa. _, Non tutte le donne di Diotima sono qui rappresentate con nome e cognome; alcune non figurano perché hanno partecipato alla riflessione sul tema dando contributi occasionali, altre perché hanno preferito rimandare la pubblicazione. Ma .il libro resta opera comune. Laura Boella, di cui pubblichiamo Pensare liberamente, pensare il mondo è amica ma non fa parte di Diotima. Le abbiamo chiesto di figurare insieme a noi perché il suo testo, ricavato da un seminario da lei tenuto presso l'Università statale di Milano nel 1988/89, risponde in più punti alla nostra ricerca e perché con lei abbiamo proficuamente lavorato alla preparazione del Grande seminario. La ringraziamo. Ringraziamo inoltre le numerose partecipanti: per la loro presenza, per i loro contributi e per le loro critiche che ci hanno guidate nella riscrittura dei testi. Chi ci legge potrebbe essere disturbata dal modo in cui sono fatte le note, che non è uniforme. Dietro a questa apparente trascuratezza c'è la necessità d'inventare nuovi sistemi di notazione rispondenti alla trasmissione del pensiero in una tradizione femminile. Per segnalare questo problema abbiamo fatto la scelta di \\1on correggere il disordine esterno. novembre 1989

8

CHIARA ZAMBONI

L'inaudito

Ciò che è e l'inaudito Che cos'è il reale? Cosa il futuro e cosa ancora il presente? Siamo talmente abituate ad adoperare queste parole ed altre senza riflettervi che finiamo per non renderci conto del fatto che il modo preciso in cui le usiamo ha una sua storia. Non solo: esiste un legame stretto tra come noi impieghiamo queste parole e il nostro agire. Mi propongo qui di ripensarle. Ho un'interesse politico nel far questo, che si basa appunto sulla convinzione che tra il piano dell'uso delle parole e il piano dell'agire ci siano continui rimandi. Simone Weil ha ragionato su queste pa_role. Mi piace allora iniziare da ciò che lei ne dice, premettendo subito che ciò che dirò poi si allontanerà dal suo pensiero. Resta che Simone Weil è una maestra: le sue riflessioni paradossali provocano ed aprono la mente. E non solo la mente. Dato che quel che mi interessa è il senso del reale e quel che intendiamo per azione politica, ho scelto quei passi dei Quaderni in cui sia evidente come anche per Simone Weil esista un legame tra queste due dimensioni. Vi si trova scritto: « La rottura della legittimità, lo sradicamento, quando non è dovuto alla conquista, quando si verifica in un paese come conseguenza dell'abuso dell'autorità legittima, che con i suoi eccessi nell'uso della forza distrugge ogni sentimento di legittimità, questo sradicamento suscita inevitabilmente l'idea ossessiva del progresso e la sete di arricchimento e di avanzamento, perché la finalità si volge verso il futuro ». 1 _Simone Weil interpreta la tensione dell'anima verso il futuro- quale appunto l'idea di progresso - come una incapacità di saper guardare il presente e di sopportarlo. In particolare çhi non ha una propria dimora e non possiede dunque un radicamento nel presente è maggiormente sottoposto al bisogno dell'anima di fuggire con l'immaginazione ciò che lo circonda e di rifugiarsi nel

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sogno di un futuro felice, in cui la pena e la pesantezza del vivere quotidiano siano riscattate. Un futuro ingannevoJe come la fata morgana, che concede all'anima di evitare la tessitura faticosa dell'oggi. Uno dei suoi insegnamenti principali è quindi quello di non distogliere lo sguardo dalle leggi necessarie del presente, ma di saperne portare il carico. Più oltre nelle pagine dei Quaderni lei considera i sentimenti della possibilità - ·la convinzione cioè che si possa partire dall' « oggi » seguendo delle rotaie possibili che porterebbero ad ,un« domani» diverso - come un gioco dell'immaginazio-· n~~ che esprimè il medesimo bisogno di evitare il presente: « Il possibile è il luogo dell'immaginazione, e quindi dèlla degradazione. Bisogna volere o ciò che precisamente esiste, o ciò che non può essere; meglio ancora, ambedue ». 2 Troviamo qui un'affermazione molto importante riguardo ciò che si può intendere per reale e per agire. Abbiamo visto che Simone W eil dice: l'azione di chi non fantastica è rivolta verso ciò che è presente e al medesimo tempo verso ciò che non può affatto essere. Si noti subito però che per lei il luogo vuoto non è un niente. Anzi tutt'altro. Siamo di fronte qui ad uno dei momenti pi9 paradossali del suò pensiero. Infatti per lei la realtà è la relazione tra ciò che è presente e ciò che non è possibile,· ovvero il luogo vuoto che esiste ma non possiamo toccare con mano. In questa relazione la forza di ciò che non può essere è maggiore di quella del presente. ·Per questo nella complessità del reale tale forza illumina di senso il presente stesso. È un'idea di realtà ben lontana da qualsiasi idea che si raffiguri il reale come qualcosa di massiccio e senza smagliature, che si può sempre indicare e percorrere tutto con lo sguardo. E che sarebbe per questo rassicurante in quanto possiamo in ogni momento verificarlo. Simone Weil invita a guardare le leggi necessarie del presente, ma non riduce il reale al solo presente. Il modo di intendere l'azione politica si modella profondamente su questo modo di concepire il reale. Certo Simone Weil non si nasconde le difficoltà insite in un'azione che escluda ogni prospettiva sul futuro ed ogni considerazione delle possibilità. Scrive a questo proposito in La prima radice:

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« Ilmetodo di azione pÒlitica qui accennato supera le possibilità dell'intelligenza umana, almeno per quanto se ne sa. Ma proprio questo ne fonda il valore. Non bisogna chiedersi se si è capaci o no di applicarlo. La risposta sarebbe sempre negativa. Bisogna concepirlo in un modo assolutamente chiaro; affisarlo a lungo e spesso; affondarlo per sempre in quella parte dell'anima dove i pensieri si radicano; e tenerlo presente in ogni decisione. È forse possibile in questo caso, che le decisioni, benché imperfette, siano buone ».3 Che questo metodo· di azione politica non sembri possibile all'intelligenza non significa che no,:i possa risultare efficace. Esso, in quanto impossibile, ha un legame profondo con il reale, dato che per Simone Weil il possibile, almeno che non coincida con la pura necessità, è frutto del fantasticare, mentre l'impossibile appartiene all'orizzonte del reale. Simone Weil ha concepito il reale come legame e contrad- · dizione tra il piano del dato di fatto necessario e il piano del nascosto, del trascendente. Ho ripreso da lei qu~l che ne dice, cercando di interpretare il concetto di reale in rapporto al contesto storico che io vivo. Ciò ha provocato una svolta. Ne è derivata infatti una tensione tra il suo pensiero e l'interpretazione che ne ho dato: il lavoro di riflessione ha portato a far slittare a poco a poco il significato stesso di reale, che si è allontanato dall'idea originaria della Weil. Quando mi riferisco al contesto storico, la domanda da porre è quale sia il nostro presente, che si mostra nella forma di leggi necessari~