Le divine Lettere del gran Marsilio Ficino. Tradotte in lingua toscana da Felice Figliucci senese [1]

  • Commentary
  • decrypted from 7000168E2DD76B700B04F1AA34BBD660 source file
Citation preview

ISTI TUTO DI

NAZI O NA L E

STUD I SUL RINASCIMENTO

LE DIVINE LETTERE DEL GRAN MARSILIO FICINO TRADO TTE DA

IN LINGUA

FELICE

TOSCANA

FIGLIUCCI SENESE

a cura

di

SEBASTIANO GENTILE

I

R OMA 2001 EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA

Pubblicato su concessione della 8iblioteca Nazionale Centrale di Roma con un contributo del Comitato Nazionale per le celebrazioni di Marsilio Ficino nel V centenario della morte

Tutti i diritti riservati EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA 00186 Roma - Via Lancellotti, 18 T el. 06.68.80.65.56 - Fax 06.68.80.66.40 e-mail: edi. storialett@tiscalinet. it www . weeb. it/ edistorialett

Vietata la riproduzione, anche parziale,

con qua lsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia. anche ad uso interno o didattico. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione

i mezzi per fotocopiare oper a ai danni della cultura.

PRESENTAZIONE

Con la pubblicazione delle Divine lettere Ji Marsi/io Ficino tradotte in lingua toscana .J Felice Figliucci, l'Istituto Nazionale di �rudi stù Rinascimento dà avvio a una nuo' collana destinata a rimettere in circola­ .Jne testi che hanno contribuito in misura notevole a diffondere in Italia e in Europa i·onti, temi e motivi della cultura umanistica rinascimentale. A questo progetto abbia­ mo lavorato per molto tempo, ma è solo ora - grazie alla collaborazione del Comi­ tato Nazionale per le celebrazioni di Marsi­ Ho Ficino nel V centenario della morte - che siamo riusciti a concretizzarlo e a condurlo 1n porto. Ringrazio dunque vivamente il - ,mitato ficiniano per l'aiuto che ci ha dato e, in modo particolare, esprimo la mia grati­ rufiine a Sebastiano Gentile che ha curato con competenza e professionalità il testo. Questa pubblicazione è dedicata con af­ fetto e gratitudine a, Cesare Vasoli. •

Michele Ciliberto

INTRODUZIONE

TI volgarizzamento che il senese Felice Fi­

gliucci pubblicò tra il1546 e il1548 è l'uni­ ca traduzione italiana dell'epistolario fici­ niano. Di qui l'importanza di rimettere in circolazione la versione del Figliucci - non priva per altro di un suo valore letterario proponendola in ristampa anastatica e con­ sentendo così anche a quanti non compren­ dono con facilità il latino di leggere e stu­ diare agevolmente quest'opera del Ficino. L'epistolario ficiniano si compone di do­ dici libri e venne dato alle stampe nel1495 a Venezia per i tipi di Matteo Capcasa (o Codecà) 1• La sua pubblicazione ebbe un l

Su Marsilio Ficino si può rinviare oggi a C. V A­

SOLI, Ficino, Marsi/io, in Dizionario biografico degli

Italiani, XLVII, Roma 1997, pp. 378-395. Per la bi­ bliografia più recente cfr. T.KATINIS, Bibliografia fici­ niana. Studi ed edizioni delle opere di Marsi/io Ficino dal 1986, «Accademia», 2 (2000), pp. 101-136. Sul­ l'epistolario ficiniano cfr. MARSILIO FICINO, Lei/ere, l, Epistolarum /ami/iarium /iber I, a cura di S. GENTI­ LE, I, Firenze 1990, in particolare le pp. CLXIII-CCXXI. Cfr. anche S. GENTILE, Lettere di Marsi/io Ficino, in

VIII

INTRODUZIONE

immediato risalto. Lo testimoniano in parti­ colare due lettere scritte al Ficino stesso: la prima di Pietro Dovizi da Bibbiena, che da Venezia, dove era riparato esule, informa il filosofo, «splender patrie, immo etiam eta­ tis nostre», dell'ammirazione con cui sen­ tiva parlare del «li ber [. . ] epistolarum» uscito da poco a stampa in quella città; di Robert Gaguin, rettore della Sorbona, la se­ conda, che si sofferma sugli studenti pari.

Letteratura italiana. Dizionario delle Opere, I, T orino 1999' pp. 63 8-63 9. n secondo libro dell'epistolario è edito quasi integralmente in M. FICIN, Théo/ogie p/a­ toniciemte de l'immortalité des àmes, par R. MARCEL, III, Paris 1970, pp. 245-378. Per i libri successivi si deve ricorrere a MARSILII FICINI [ . . . ] Opera quae hac­ tenus extitere et quae in /ucem nunc pn·mum prodiere omnia, Basileae 1576 (rist. anast., con lettera di P. O. KRISTELLER e premessa di M. SANCIPRIANO, Torino 1959, rist. 1962 e 1983; altra ristampa della stessa edi­ zione, con prefazione di S. TOUSSAINT, Paris 2000; d'ora in avanti, indifferentemente = Op. ; nei rinvii a questa edizione, nel caso di più lettere in una stessa pagina, il numero dopo la virgola indicherà a quale epistola in particolare ci si riferisce). Si segnala l'esi­ stenza di una traduzione inglese dell'epistolario, con utili note, di cui sono usciti, in sei volumi, i libri I, III- VII: The Lellers of Marsi/io Ficino, Translated from the Latin by members of the Language Depart­ ment of the School of Economie Science, London, London 1975-1994.

INTRODUZIONE

IX

gini intenti a leggere le opere ficiniane, comprese le «familiares epistole»2• L'edizione a stampa della silloge, come pure queste testimonianze sull'interesse su­ scitato dalla sua pubblicazione, rappresen­ tano tuttavia il culmine della circolazione quattrocentesca del testo latino dell'episto­ lario, il cui ultimo atto coincise con la ri­ stampa che ne fu data a Basilea nel 1497 presso il tipografo Anton Koberger. Prima della stampa le lettere del Ficino avevano circolato in sillogi d'ampiezza variabile, che abbracciavano o scelte di lettere o singoli libri, o più libri già riuniti dell'epistolario. La prima diffusione dell'opera epistolare in forma di silloge si ebbe con i manoscritti del I libro, in numero di undici (sei con quel solo libro), le cui epistole abbracciano gli anni 1457- 1475 (una singola lettera, aggiun­ ta in un secondo momento, è del 1476 ). I libri successivi giungono, con il dodicesimo, a pochi mesi dall'edizione veneziana, dal momento che l'ultima epistola datata è del dicembre 1494. L'epistolario ficiniano copre dunque l'esi2

Le due lettere

sono

pubblicate da P. O. KRlSTEL­

LER, Supplementum ficinianum, Florcntiae 1937 ( rist.

anast. 1973), II, pp. 218-220, 242-243.

x

INTRODUZIONE

stenza del Ficino dagli anni Cinquanta del Quattrocento sino a pochi anni prima della sua morte, permettendoci di seguire, in un ordine per lo più cronologico, la storia in­ tellettuale dell'umanista fiorentino: i suoi interessi e i suoi studi, le sue traduzioni, i suoi commenti, le sue opere originali. Con­ sente inoltre di determinare con relativa certezza non soltanto la data di pubblica­ zione, o per meglio dire di ultimazione, dei suoi lavori, ma anche, in molti casi, di se­ guirli dappresso dall'inizio alla fine, specie nel caso di opere d'ampio respiro e dalla durata pluriennale, quali, per esempio, la traduzione e il commento integrali delleEn­ neadi di Plotino. L'epistolario permette anche di seguire la diffusione delle opere ficiniane, visto che un buon numero delle epistole della silloge ficiniana vennero concepite ed effettiva­ mente inviate come lettere d'accompagna­ mento di altre opere del Ficino. E allo stes­ so tempo molte delle epistole costituiscono da sole veri e propri trattatelli, come quelli celeberrimi De divino furore e De felicitate del I libro, oppure gli opuscula theologica che compongono il II libro, oppure, anco­ ra, le epistole intitolate Divina /ex/ieri a celo non potest sed forte signzficari (meglio nota

INTRODUZIONE

XI

come De stella magorum) e Concordia Moy­ sis et Platonis, rispettivamente del VII e del­ l'VIII libro, per fare solo pochi esempP. L'epistolario ficiniano costituisce non sol­ tanto la 'fonte' principale per la ricostru­ zione della biografia ficiniana; piuttosto es­ so divenne il contenitore in cui Ficino ven­ ne raccogliendo e approfondendo molte idee che avrebbe poi o lasciato cadere e non più ripreso con la stessa profondità, oppure sviluppato successivamente: si pensi all'o­ puscolo Quid sit lumen del II libro, riutiliz­ zato per la seconda parte del tardo De sole et lumine, pubblicato a Firenze nel1493 4• Ma la varietà dei contenuti dell'epistolario ficiniano è testimoniata anche dal fatto che il Ficino consegnò ad esso scritti che non 3 Si leggano le prime due in FICINO, Lettere, cit., pp. 19-28 (1, 6), 201-210 (1, 115); la terza e la quarta in Op. , pp. 849, 2-853, l (VII, 18), 866,3-867 (VITI, 7); nel volgarizzamento del Figliucci (d'ora in avanti = FIGLIUCCI ) : I, cc. 8v-13v, 92r-97v; Il, cc. 63v-70r, 88v-91r. 4 Cfr. S. GENTILE, schede 118-119, in Marsi/io Fi­ cino e il ritorno di Platone, Mostra di manoscritti, stampe e documenti, Catalogo a cura di S. GENTILE, S. NICCOLI e P. VITI, Premessa di E. GARIN, Firenze 1984, pp.153-155. Per il testo cfr. Op., pp.717, 2-720 (Il, 9 = FI O N, Théologie, cit., pp. 369-378); FIGLIUC­ CI, I, cc. 177r-183r.

XII

INTRODUZIONE

appartengono propriamente al genere epi­ stolare: degli apologi (come quelli che si leg­ gono nel VII libro), oppure sue traduzioni di testi platonici, alcune poi rielaborate- co­ me la versione degli excerpta dal De absti­ nentia di Porfirio - altre invece non date a stampa altrimenti, come nel caso degli altri excerpta che egli trasse e volse in latino dal commento di Proclo alla Repubblica di Pla­ tone'. Allo stesso tempo la lettura dell'epistola­ rio- che comprende anche lettere al Ficino di suoi corrispondenti- ci conferma la dif­ fusione europea del 'messaggio' ficiniano: se nel primo libro le lettere sono indirizzate a personaggi fiorentini, sia pure eccellenti come Cosimo o Lorenzo de' Medici, o co­ munque di passaggio per Firenze, i libri successivi mostrano il progressivo ampliarsi 'geografico' dei corrispondenti del Ficino, divenuto il punto di riferimento per quanti

5 Per gli apo/ogi cfr. Op., pp. 847, 1-849, l (VII, 12-17= FIGLHJCCI, II, cc. 60r-63r ). I primi excerpta sono in Op., pp. 875,4-879, l (VIII, 27 = FIGLIUCCI, II,cc. 101v-105v ) ; i secondi in Op., pp. 937,2-943, l (Xl, 29 = FIG L I U CC I ,cc. 177v -186r. Cfr. S. GENTILE, schede 95 e 117, in Marsi/io Ficino, cit., pp. 122-123 e 151-152.

INTRODUZIONE

XIII

nell'Europa d'allora si avvicinassero allo studio della tradizione platonica. Il Ficino seguì con grande attenzione la diffusione delle sue lettere. Era solito invia­ re quelle che riteneva particolarmente im­ portanti a più di un amico o corrisponden­ te, cambiando magari soltanto l'indirizzo, oppure mandandole come 'allegato' a una lettera che fungeva d'accompagnamento. In tale diffusione rientrano alcuni volga­ rizzamenti di epistole che probabilmente cadono nello stesso torno di anni a cui ap­ partengono quelli più celebri di altre opere ficiniane: della versione latina del Piman­ der, ad opera di Tommaso Benci, del Com­ mentarium in Convivium de amore e del De Christiana religione per mano dello stesso autore6• Sono sempre del Ficino sia il volga­ rizzamento del De raptu Pauli ad tertium ce­ lum, un opuscolo teologico del II libro della

6 Per il Pimander cfr. S. GENTILE, schede VI-VII, in S. GENTILE-C.GILLY, Marsi/io Ficino e il ritorno di Ermete Trismegisto l Marsi/io Ficino and the Return ofHermes Trismegistus, Firenze 1999, pp. 55-58; sul volgarizzamento del De amore cfr. M. FICINO,E/libro dell'amore, a cura di S. NICCOLI, Firenze 1987; sul Della religione christiana cfr. S. NICCOLI, schede 6364, in Marsi/io Ficino, cit., pp. 81-83.

XIV

INTRODUZIONE

silloge epistolare 7, sia i Sermoni morali, che riuniscono alcune lettere sul tema della «stultitia et miseria degli uomini»8• Proba­ bilmente non del Ficino e conservata in un solo manoscritto è invece la versione, quasi integrale, del I libro della silloge 9• Da un certo momento in poi il Ficino non curò più il volgarizzamento delle sue opere. Bisogna aspettare il Cinquecento per tro­ vare nuove versioni in volgare delle opere ficiniane o riedizioni dei volgarizzamenti già pubblicati. Uscirono così il Il comento di Marsi/io Ficino sopra il Convito di Platone tradotto «in lingua toscana per Hercole

7 Cfr. S. NICCOLI, scheda 72, in Marsi/io Ficino, cit. , pp. 94-95. li testo del volgarizzamento è edito in Pro­ sa/ori latini del Quattrocento, a cura di E. GARIN, Mi­ lano-Napoli 1952, pp. 931-969. 8 Cfr. S. GENTILE, scheda 76, in Marsi/io Ficino, cit. , pp. 101-102. 9 Cfr. FICINO, Lei/ere, cit., pp. CLXX- Cl..XXXII. Per le traduzioni quattrocentesche di due lettere del I libro cfr. ibid., pp. CLXXXII-CLXXXIII. Per il testo di un'epi­ stola del IV libro volgarizzata dal Ficino e rifusa nel proemio diretto a Clarice Orsini del Salterio di David cfr. S. NICCOLI, scheda 72, in Marsi/io Ficino, cit. , pp. 94-95. Per il ms. di un volgarizzamento cinquecentesco della Vita Platonis (IV, 7 = Op., pp. 763, 2-770) cfr. P. O. KRISTELLER, Marsi/io Ficino and His Work A/ter Five Hundred Years, Firenze 1987, p. 15 l.

INTRODUZIONE

xv

Barbarasa da Terni» (Roma, Francesco Pri­ scianese, 1544 ) e nello stesso anno Cosimo Bartoli e Pierfrancesco Giambullari cura­ rono l'editio princeps del Sopra lo amore o ver' Convito di Platone (Firenze, Neri Dor­ telata), owero dell'autovolgarizzamento fi­ ciniano del commento al Simposio 10; nel 1548 Giovanni Tarcagnota da Gaeta volse in volgare i primi due libri del De vita (Ve­ nezia, Michele Tramezzino) 11; e infine nel 1568 venne ristampato il Della religione christiana, cioè il volgarizzamento del De Christiana religione (Firenze, Giunti). Si as­ siste anche al volgarizzamento di alcune tra­ duzioni platoniche del Ficino: del Fedro, come vedremo più avanti, per opera del vol­ garizzatore delle Epistole, Felice Figliucci; del Liside e dello Ione, per mano rispettiva­ mente di Francesco Colombi e di Niccolò Trivisani, dialoghi che furono pubblicati assieme nel 1548 (Venezia): la presenza degli argumenta ficiniani, essi pure volga­ rizzati, indica la fonte prima di queste tre versioni platoniche nel testo latino che lO S. NICCOLI, schede 52-53, in Marsi/io Ficino, cit., pp. 68-69. 11 Cfr. S. GENTILE, scheda 103, in Marsi/io Ficùzo, cit . , pp. 136-136: 136.

XVI

INTRODUZIONE

l'umanista aveva a sua volta tradotto dal greco. In questo sommario elenco e nella fervida attività di volgarizzamento di quegli anni si colloca dunque l'opera del senese Felice Fi­ gliucci 12• Nato a Siena il 4 maggio 1518 e destinato alla carriera ecclesiastica, il Fi­ gliucci studiò a Padova, appassionandosi per le discipline filosofiche. Terminati gli studi si recò a Roma entrando al servizio del cardinale Giovanni Maria Ciocchi Del Monte. Alla fine del1545 partì per Trento, seguendo poi il cardinale a Bologna. Quan­ do il Concilio fu interrotto Figliucci ritornò a Roma, sempre al servizio del Del Monte. Dopo che nel febbraio del1550 il cardinale fu eletto papa col nome di Giulio III, Fi­ gliucci si raccomandò al nipote, il vescovo e futuro cardinale Cristoforo. La frequen­ tazione dell'oratorio di San Girolamo della Carità e del mistico Buonsignore Caccia­ guerra, indusse Figliucci ad avvicinarsi 1 2 Sul Figliucci cfr. principalmente E. GARIN, Uto­ pisti italiani del '500, «La città di vita», I, 1946, l, pp. 89-94: 91-94; D. BusoLINI, Figliucci, Felice, in Di­ zionario biografico degli Italiani, XLVII, Roma 1997, pp. 558-560.

INTRODUZIONE

XVII

maggiormente alla vita religiosa fino a in­ dossare l'abito domenicano in San Marco, pronunciando i voti il 17 luglio1566 e pren­ dendo il nome di Alessio. Nel1584 ottenne il trasferimento al convento domenicano di Santo Spirito, ove morì il20 ottobre 1595. L'attività di studioso del Figliucci, ante­ riore al suo ingresso in San Marco, fu pre­ minentemente dedicata alla traduzione e al commento di testi filosofici, in particolare delle opere morali e politiche di Aristotele, di cui - sulle orme del Ficino, del Pico e di molti suoi contemporanei- tendeva a sotto­ lineare non il contrasto quanto piuttosto la concordia con il pensiero di Platone. Figliucci esordì con il volgarizzamento del Fedro platonico, e del relativo argumen­ tum ficiniano, che fu pubblicato nel 1544 ( Roma, Pellegrino Priscianese) e dedicato «alle donne veramente nobili et virtuose», per le quali era particolarmente indicato quel dialogo nel quale Platone «apertissi­ mamente palesa quali siano quelli amanti che odiar si debbano, et quali quelli che da ogni savia et gentil donna meritano essere honorati et tenuti cari» (c. A2r-v). Nel1546 e nel 1548 Figliucci pubblica i due volumi del volgarizzamento dell'epistolario ficinia­ no, di cui si presenta qui l'edizione anasta-

XVIII

INTRODUZIONE

tica e su cui torneremo più avanti. Sempre nel1548 dedica al futuro papa Giulio III, la Tradottione antica de la Rettorica d'Arista­ ti/e nuovamente trovata, in cui finge d'aver rinvenuto la Retorica aristotelica «già più secoli (secondo che comprender si puote) da un huomo veramente di divino ingegno leggiadramente e dottamente ne la toscana lingua tradotta» (c. a2r) e di averla quindi voluta pubblicare (Padova, Giacomo Fa­ briano). Nel1550 dà alle stampe Le undici Filippiche di Demosthene con una lettera di Filippo a gl'Atheniesi dichiarate in lingua Toscana per m. Felice Figliucci Senese (Ro­ ma, Vincenzo Valgrisi), dedicandole al car­ dinale Cristoforo Del Monte. Dalla lettera che segue la dedica al Del Monte - indiriz­ zata a messer Bernardino Vannetti dal libraio bresciano Giordano Ziletti, che ope­ rava a Roma per conto del Valgrisi u apprendiamo che le Filippiche di Demo­ stene erano allora oggetto di lezioni allo Studio romano da parte di Niccolò Maio-

13 Su Giordano Ziletti cfr. V. ROMANI, Luoghi edi­ toriali in Roma e nello Stato della Chiesa, in La stampa in Italia nel Cinquecento, Atti del Convegno, Roma 17-21 ottobre 1989, a cura di M. SANTORO, Roma 1992, pp. 515-532: 523-524.

INTRODUZIONE

XIX

rano e che il lavoro del Figliucci era stato approvato e lodato dal grecista leccese e da un altro «dottissimo», Augusto Cocceiano; l o stesso Ziletti preannunzia inoltre la pubblicazione da parte del Figliucci dei «ragionamenti, che ha fatti sopra i libri mo­ rali d'Aristotile» e che avrebbero costituito un «saggio» del suo proposito di «dichia­ rare tutta la scienza d' Aristotile in questa lingua», cioè di volgere e di commentare in volgare tutte le opere di Aristotele (cc. * 3v4v). Di questa intenzione da parte del Fi­ gliucci rende testimonianza la pubblicazio­ ne l'anno successivo (1551 ) di quella che è forse la sua opera più importante, vale a dire i De la filosofia morale libri dieci sopra li dieci libri de l'Ethica d'Aristotile a papa Giulio III (Roma, Vincenzo Valgrisi), in forma di dialogo, i cui interlocutori sono Claudio e Antonio T olomei. Dopo aver vestito l'abito domenicano Fi­ gliucci pubblicò nel 1566 il fortunato Cate­ chismo, cioè istruttione, secondo il decreto del Concilio di Trento, a' parochi, versione in volgare, più volte ristampata, del nuovo ca­ techismo di Trento (Roma, Paolo Manuzio per la Stamperia del Popolo romano). Nel 1583, infine, uscì a stampa De la politica ove­ ro scienza civile secondo la dottrina d'Ari-

xx

INTRODUZIONE

stotile libri otto, che il Figli ucci dedicò al conteMarioBevilacqua raccontando di ave­ re fatto dono dell'operaal suo«caro nipote» Flavio Figliucci «per accompagnar quella che nel medesi mo tempo» egli aveva com­ posto «sopra l'Ethica del medesimo filoso­ fo» (c. t 2r-v; Ven ez ia, Giovanni Battista So­ masco) . T ra le opere del Figliucci un posto di ri­ lievo spetta al volgarizzamento delle Episto­ le del Ficino 14• TI Tomo primo delle divine 14 ll volgarizzamento del Figliucci presenta tuttavia alcune omissioni e alcuni spostamenti nell'ordine del­ le epistole rispetto alla silloge latina pubbl icata nel 1495. TI Figliucci omette il Prohemium in Epistolas ( = FICINO, Lettere, cit., p. 3) e le seguenti epistole: l, 16 (ibid., p. 40); III, 36. 62 ( = O p., pp. 737, 2; 750, l); Vl, 45 (ibid., p. 835, 2); VII, 7. 39 (ibid., pp. 843, 3; 860, l); VIII, 16. 17. 26. 29. 33. 38. 50-51. 58. 61-62 (ibid., pp. 870, 5; 871, l; 875, 3; 879, 3; 880, 3; 882, 3; 886, 3-4; 889, 2; 889, 5; 890, 2); IX, 5. 13. 15. 21 (ibid., pp.895, 3;900,1;900, 3;903, 2);X, 4.5. 7.16. 19. 21. 28. 30. 34.39. 45 (ibid. , pp. 905, 4-906, l; 906, 2;906,4;909,3;910,3;911, 1;913,3;914,2;916,2; 918,3;920,3-921, l ); XI, 5. 10-11. 14. 21-22. 26-27. 30 (ibid., pp.926, l; 928, 2; 928, 3-929, l; 929, 4;932, 2-3; 935, 2; 935, 3-936,1; 943,2); XII, 4. 8. 10. 13. 20. 23. 25. 35. 39 (ibid., pp.948, 2; 950, 2; 951,2; 951, 5; 954, 3-955, l; 955, 3; 956, 2; 960, 2; 963, 2); sposta inoltre I, 54 dopo I,86 e I, 94 prima di l, 93.

INTRODUZIONE

XXI

lettere del gran Marsi/io Ficino tradotte in lingua toscana per m. Felice Figliucci senese fu stampato nel1546 «InVinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari» e comprende i libri 1-V della silloge epistolare. Essi sono dedicati dal Figliucci «al gran Cosmo de' Medici illustrissimo et eccellentissimo duca di Fiorenza» con una lettera, scritta« diRo­ ma» e datata l o gennaio1545 , che apre il volume1'. L'omaggio aCosimo era dovuto, scriveva Figliucci, visto che le lettere erano opera delFicino- del«maggior huomo che habbi mai havuto Fiorenza, e forse del più profondoPlatonico che sia stato da la scuo­ la academica per sino a i nostri tempi» -, personaggio«quanto lavita caro» agli ante­ nati diCosimo. Seil duca avesse apprezzato il dono, Figliucci si dichiaravapronto a pre­ sentare al duca anche i restanti sette libri dell'epistolario e poi ancoraaltre opere del Ficino: «Ci restano sette altri libri, li quali non ho voluto accompagnare con questi, perché prima voleva vedere se questo sagl' n fatto che il volume sia stato poi pubblicato nel 1546 fa venire il dubbio che questa data possa essere intesa secondo lo stile fiorentino (= l 0 gennaio 1546). Osta però all'ipotesi la partenza del Figliucci per Trento alla fine del 1545, su cui cfr. BUSOLINI, Fz� gliucci, cit., p. 559.

XXII

INTRODUZIONE

gio piaceva al Mondo, e a Vostra Eccellen­ tia principalmente, in questa lingua. Il che se accadrà, come penso, nonmancherò non solo di tradurrequelle lettereche ci restano, ma ancora de l'altre sue opere». n testo è corredato da due tavole, «de i titoli delle lettere» e «de le materie di tutta l'opera» 16• n primo volume ebbe evidentemente suc­ cesso e fu seguito nel 1548 dalla pubblica­ zione del secondo, sempre presso Gabriel Giolito de' Ferrari, questa volta senza lettere di dedica. Già nel 1549 , inoltre, il Giolito ripubblicava il primo volume, ricomponen­ dolo con nuove forme di piombo e aggior­ nando frontespizio e colophon alla nuova data. Tra gli effetti della ricomposizione fu16

Quanto si scrive sulle edizioni del volgarizza­ mento del Figliucci - che in parte modifica ciò che si legge in S. Ba NG I, Annali di Gabriel Giolito de' Fer­ rari da Trino di Monfe"ato stampa/ore in Venezia, Ro­ ma 1890-1897, l, pp. 112, 206·207, 254·255; Il, p. 193, e in FICINO, Lettere, cit., pp. CCXVIII-CCXIX- è il frutto dell'esame degli esemplari conservati nelle biblioteche romane e in particolare presso la Biblio­ teca Nazionale Centrale, la Biblioteca Universitaria Alessandrina, la Biblioteca Casanatense e la Biblio­ teca Apostolica Vaticana. Colgo inoltre l'occasione per ringraziare l'amico Piero Scapecchi per la sua preziosa consulenza in materia 'tipografica' e per aver controllato gli esemplari appartenenti alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

INTRODUZIONE

XXIII

rono alcune modifiche di ordine general­ mente grafico e l'introduzione di banali er­ rori. Nel 1563 venne invece ricomposto in piombo il II volume che fu dotato di due nuove tavole, «la prima dei nomi et materie delle lettere, et l'altra delle cose più nota­ bili», in cui il contenuto è ordinato alfabe­ ticamente, a differenza di quanto accadeva nelle edizioni precedenti. n primo volume nel1563 non fu ricomposto, ma si ebbe una nuova emissione dell'edizione 1549- come risulta dal colophon, rimasto invariato - a cui venne aggiunta ex novo la parte intro­ duttiva: vi figurano un nuovo frontespizio, la lettera a Cosimo ricomposta e due nuove tavole che seguono lo stesso criterio adot­ tato nel II volume. Contemporaneamente all'uscita nel15 48 del II volume dell'edizione del Figliucci venne pubblicato, ad opera di Ludovico Dolce, il volgarizzamento di alcune episto­ le del Ficino, che egli trasse però non dal­ l'epistolario ficiniano ma dagli Opera di Giovanni Pico e di Angelo Poliziano17• La

17 Epistole di m. Marsi/io Ficino, in Epistole di G. Plinio, di m. Frane. Petrarca, del s. Pico della Miran­ dola et d'altri eccellentiss. huomini tradotte per m. Lo­ dovico Dolce, Venezia, Gabriel Giolito de' Ferrari,

XXIV

INTRODUZIONE

versione del Figliucci venne invece parzial­ mente ristampata proprio all'inizio del Sei­ cento: quarantanove epistole del Ficino, tratte da vari libri della silloge, vennero ri­ prodotte nell'antologia epistolare di Barto­ lomeoZucchi (1560- 1631 ) dove vengono ri­ partite per generi (congratulazioni, ringra­ ziamenti, lodi, ecc. ) 18• L'entusiasmo nei confronti del Ficino e delle sue opere palesato nella lettera a Co1548, cc. 155r-157r. Sono una lettera del Ficino a Ger­ main de Ganay sulla morte di Giovanni Pico (rimasta fuori dall'epistolario e pubblicata da KRISTELLER, Supplementum, cit., Il, pp. 91-93) e due al Poliziano: VI, 25 (c. 156r-v = Op ., p. 824, 3 = FIGLIUCCI, Il, cc. 26v-27 r) e l, 65 (cc. 156v-157 r = FICINO, Lettere, cit., pp. 121-122 = FIGLIUCCI, l, c. 54r-v). 18 L'idea del segretario dal signore Bartolomeo Zuc­ chi da Monza academico insensato di Perugia rappre­ sentata et in uno trattato de l'imita/ione e ne le lettere di principi e d'altri signori, Venezia, Presso la Compa­ gnia Minima, 1600, II, pp. 248-261 (16 «lettere di complimenti misti» del Ficino, a cui se ne aggiunge una di Carlo Marsuppini al filosofo comunque com­ presa nell'epistolario ); III, pp. 93-95 (2: «di congra­ tulatione»), 148-149 (4: «di ringratiamenti»); 192-198 (7: «di lode»), 248 (1: «di lamento»), 329-339 (3: «di discorso»)460-461 (1: «di piacevolezze»); IV, pp. 8688 («di consolatione»: 3 ), 275-280 (8: «di raccoman­ datione»), 343-349 (2: «di avvertimenti»), 459-460 (2: «di scusa»). Sono in totale quarantanove lettere del Ficino, più quella del Marsuppini.

INTRODUZIONE

xxv

simo, il suo essere intimamente «platonico, anzi ficiniano», come scrive Eugenio Ga­ rin1'', permisero al Figliucci di comprende­ re il testo delle Epistole con sensibilità e di renderlo con efficacia, mantenendo una grande fedeltà nei confronti dell'originale latino. Proprio la godibilità, la chiarezza e la precisione della traduzione del Figliucci rendono la mancanza di una versione ita­ liana più recente dell'epistolario meno gra­ ve; allo stesso tempo hanno consigliato di non rinviare oltre la pubblicazione di que­ sta anastatica, non a caso lungamente cal­ deggiata da un maestro degli studi ficiniani e rinascimentali quale lo stesso Garin, a cui dedico questa breve nota.

I due volumi che si propongono inristam­ pa anastatica provengono dalla Biblioteca NazionaleCentraleVittorioEmanueleII di Roma, ove hanno attualmente la segnatura «6. 32. H. 41 » e «42»20• Essi presentano i 19 20

GARIN, Utopisti, cit., p. 91. All'interno dei piatti anteriori della legatura set­ tecentesca questa segnatura è ripetuta, accanto a due precedenti: «6. 38. a. 5» e «6» (meccanica su cartel­ lino) c «A. ITI. 83» c «84» (a penna, più antica e in parte nascosta dal cartellino); a c. lv a lapis è riportata

XXVI

INTRODUZIONE

consueti timbri della Biblioteca Nazionale e soltanto sulla c. *lr (di entrambi) quello della bibliotecadel noviziatodella Congre­ gazione della Missione ( lungo la circonfe­ renza: «CONGR. MISSIONIS. 1717» al centro: «NOVITIATUS»). Si tratta verosimilmente della biblioteca della Congregazione della Missione di San Silvestro a Monte Cavallo, dove si trasferirono il19 agosto 1814 i Mis­ sionari quando cedettero allaCompagnia di Gesù la casa di Sant'Andrea al Quirinale21• La Biblioteca della Congregazione confluì nella Biblioteca Nazionale a seguito della legge sulla soppressione delle corporazioni religiose di Roma (19 giugno 1873 ) . Solo il

la penultima segnatura ricordata, a cui si aggiunge, cassata, sempre a lapis: «9. 13. C. 43» e «44». Ancora a c. lv e a lapis, solo nel I volume: «XX. I. 18». 21 Cfr. P. SILVA, Cenni storici su la congregazione della missione in Italia (1642-1925), Piacenza 1925, pp. 263-267. Nel manoscritto, intitolato Catalogo del­ la Btblioteca dei Missionari di san Silvestro al Quirinale (Roma, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, Antichi cataloghi 9), figurano sotto la lettera «F», a c. 30v, i due volumi dell'edizione delle lettere del Ficino volgarizzate dal Figliucci. A questo catalogo mi ha indirizzato Margherita Breccia della Biblioteca Na­ zionale, che desidero ringraziare. Sono inoltre grato a Marina Battaglini, Massimo Menna, Giuliana Sciascia c Alda Spotti per i loro prezioso aiuto.

INTRODUZIONE

XXVII

primo volume reca sul recto della guardia anteriore l'annotazione di provenienza: «Ex libris Iosephi Varesi s(acro) s(anc)tae Vati ­ c anae Basilicae c an( oni) ci di e 8 I ul i i 1756 »22• Nel secondo volume, a c. * lr, compare invece - appena leggibile con la lampada a raggi infrarossi, ma non nella ri­ stampa anastatica - la nota di possesso con il prezzo del volume, di mano cinquecente­ sca: «Mei Gaspari Sardi s(olvi) [?] s(olidos) 18» 23• Si tratta verosimilmente del ferrarese Gaspare Sardi (1480 ca. - 1564 ), storico, poeta e cosmografo- scrisse iToponomasiae libri XVIII, rimasti inediti- , allievo diLudo­ vico Carbone e di Battista Guarini24, di cui

22

Seguono, staccate, quelle che sembrerebbero tre lettere, forse una «S» seguita da «Li»: vi si potrebbe leggere «s(olidi) LI», oppure «s(ignatus) LI», o piut­ tosto solo «Li» (sempre per «LI» numero romano?), interpretando il segno che precede come uno svolaz­ zo. 23 La lettura della seconda parte della nota, «s(ol­ vi}-18», è molto dubbia. Al di là dello scioglimento di «S» in «s(olvi)», la supposta «S» potrebbe essere sem­ plicemente un segno di separazione: in tal caso andrà letto non «s(olidos)» ma «s(olidi)». 2 4 Su Gaspare Sardi (ringrazio Italo Pantani per al­ cune preziose indicazioni) cfr. L. BAROTTI, Memorie istoriche di letterati fe"aresi, II, Ferrara 1793 (rist. anast., Bologna 1970), pp. 68-73; L. UGHI, Dizio11ario

XXVIII

INTRODUZIONE

sono a stampa le Historie ferraresi (Ferrara, FrancescoRossi daValenza, 1556) , e, riuniti in un singolo volume, l' Epistolarum liber e il De triplici philosophia commentariolus (Firenze, LorenzoTorrentino, 1549 ) . Que­ st'ultimo è un opuscolo sulla tripartizione della filosofia in platonica, peripatetica e teologica, dedicato alla dotta Olimpia Mo­ rato, in cui si cita anche il Ficino2'. storico degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, II, pp. 158b-159a; G. CAMPORI, Sei /el/ere inedite di fra Leandro A/berti a Gaspare Sardi e u11a del Sardi a Iaco­ po Tebaldi, in Atti e memorie delle RR. Deputazioni di storia patria per le provi11cie modenesi e parmemi, I, Modena 1 863, pp. 413 420; G . ANTONELLI, Indice dei manoscritti della civica biblioteca di Ferrara, Fe r rara 1884, pp. 119, 220, 263; G. BERTONI, La biblioteca estense e la coltura ferrarese ai tempi del duca Ercole I (1471-1505), Torino 1903, pp. 137, 175; G. BERTONI, L'«Orlando furioso» e la Ri11ascenza a Ferrara, Mo­ dena 1919, pp. 39, 308; P. 0. KRISTELLER, Iter Ita/i­ cum, London-Leiden (dal vol. IV: London-Leiden­ New York-K0benhavn-Koln) 1963-1992, I, pp. 61, 367, 369, 370, 374, 378, 379-380; V, pp. 89, 238, 539; VI, pp. 87, 92, 306, 326, 405; A. DILLER-P. 0. KRI­ STELLER, Stephanus Byzantius, in Catalogus translatio­ num et commentariorum, II, cd. in chicfP. O. K RISTEL LER, associate cd. P. E. CRANZ, Washington D.C. 1971, pp. 221-223. 25 GASPARIS SARDI FERRARIENSIS Epistolarum /i­ ber, varia reconditaque historiarum cognitimte refertus, EIUSDEM De triplici philosophia commentariolus, Fi-

­

INTRODUZIONE

XXIX

Nella ri produzione si sono conservati i se­ gni di richiamo e le rare posti lle che figu­ rano nei margini dei due volumi. È sembra­ to invece opportuno ripulire alcuni segni a lapis (blu, nero e rosso) apposti da mani re­ centi.

renze, Lorenzo Torrentino, 1549, p. 60: «Est et ipsa rationalis potentia, quae etiam dici potest intellectus, authore Marsilio Ficino».

INDICE

Presentazione di Michele Ciliberto

v

Introduzione .

Vll

TOMO PRIMO

Libro Primo

carta

lr

Libro Secondo

"

lllv

Libro Terzo

"

183v

Libro Quarto

"

232r

Libro Quinto

"

282r

Finito di stampare nel marzo 2001 dalla EST srl Via Forn, 64 Torino Tel. 011.45.17.611 -