L’arte degli Assiri: Cultura e forma del rilievo storico [Storia e società ed.]
 8842047473, 9788842047476

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IPAOLD MATTHIAE

'ARTE DEGLI ASSIRI

EDITORI LATERZA

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© 1996, Gius. Laterza & Figli

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Paolo Matthiae

L'ARTE DEGLI ASSIRI CULTURA E FORMA DEL RILIEVO STORICO

Editori Laterza

1996

Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Finito di stampare nel febbraio 1996 nello stabilimento d'arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari CL 20-4747-0 ISBN 88-420-4747-3

alla venerata memoria di Henri Frank/ort e di Ranuccio Bianchi Bandinelli

INTRODUZIONE Scoperti in larga maggioranza negli anni Quaranta e Cin­ quanta del secolo scorso nei grandi palazzi reali di Nimrud, di Khorsabad e di Quyunjiq, i rilievi parietali assiri di soggetto pre­ valentemente storico del IX-VII secolo a.C., appena vennero esposti al Louvre di Parigi e al Museo Britannico di Londra, de­ starono immediatamente attonito stupore nel pubblico europeo e, pur se considerati per lo più stupefacente testimonianza della veridicità dei brani biblici, narrativi e profetici, relativi allo spie­ tato potere di Ninive, cominciarono ad essere considerati con am­ mirazione anche ad una valutazione propriamente estetica. Seb­ bene siano rimaste a lungo oggetto di attenzione in senso sostan­ zialmente antiquario, come straordinariamente ricco repertorio di documentazione della cultura materiale, alcune di queste opere plastiche realizzate dalle officine delle tre grandi capitali dell'im­ pero assiro - Kalkhu, Dur Sharrukin, Ninive - sono presto dive­ nute celebri come altissimi capolavori delle produzioni artistiche delle civiltà preclassiche. Tuttavia, il precario stato di conservazione di non poche del­ le decorazioni scultoree e le disinvolte pratiche di prelievo attua­ te dagli archeologi diplomatici francesi ed inglesi fecero sì che non di rado, nella spesso sommaria selezione dei rilievi da trasporta­ re in Europa, si procedesse recidendo dai grandi ortostati singo­ li frammenti isolati, considerati più integri o più significativi. Mentre, fortunatamente, per compensare l'arbitrarietà dei prelie­ vi e l'abbandono sul posto di molti resti .scultorei danneggiati, fu­ rono eseguiti rilievi grafici spesso di eccellente qualità tecnica e disegnativa, l'esposizione nei due musei europei di parecchi fram­ menti, anche di notevoli dimensioni, avveniva, tranne che in rari casi, senza adeguate indicazioni dei cicli decorativi di apparte­ nenza e senza ricostruzioni soddisfacenti dei contesti architetto-

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nici di provenienza. Si sono così affermate e radicate, nella con­ siderazione estetica delle opere artistiche assire, due convinzioni gravemente fuorvianti rispetto alla realtà della loro concezione e della loro funzione originaria. Da un lato, si è ritenuto che il va­ lore artistico dei rilievi assiri fosse per lo più nelle eccezionali qua­ lità formali di singoli pezzi, di isolati particolari in cui episodica­ mente e frammentariamente sarebbero emersi la perizia e il talen­ to di alcuni scultori e, dall'altro, si è trasferito senza difficoltà al complesso dell'ampia e in realtà differenziata produzione di ri­ lievi assiri quel giudizio di immobilità e di staticità atemporale, come di un'arte sempre uguale a se stessa, senza mutamenti e sen­ za sviluppi, con cui la cultura occidentale ha a lungo guardato al­ le produzioni artistiche preclassiche. Per l'assenza di ogni tentativo di comprensione dell'originaria intenzionalità dei committenti, delle mutevoli concezioni affidate al messaggio artistico, dei programmi figurativi attuati nei conte­ sti architettonici, dei diversi mezzi espressivi adottati dalle botte­ ghe degli esecutori, dal prevalere nella valutazione estetica delle opere assire del gusto del frammento e della considerazione asto­ rica si è generata una diffusa tendenza a fraintendere questa gran­ diosa produzione artistica, sotto la suggestione biblica, per lo più, se non soltanto, come un'ossessiva, ripetitiva e crudele esaltazio­ ne del potere politico e della guerra di conquista dell'Assiria nel1'età dell'impero all'apice del suo splendore. Significativamente, poi, quando si è cercato, sempre nella prospettiva fuorviante del­ la valutazione del frammento, di attribuire un senso ad opere di cui non poteva non percepirsi la straordinaria efficacia artistica, lo si è fatto, per dire così, in chiave moderna, credendo di indi­ viduare all'origine delle eccelse qualità formali dei leoni agoniz­ zanti delle cacce di Assurbanipal un preteso, ed ovviamente più che dubbio, sentimento di partecipe pietà dei maestri niniviti. Non v'è dubbio che nella percezione diffusa e prevalente del­ la cultura occidentale moderna permane il pregiudizio tenace che i valori sommi delle opere artistiche non si trovino nelle civiltà an­ tiche che a partire da produzioni plastiche elleniche, essenzial­ mente come conseguenza della circostanza che la critica dell'arte non si è sviluppata storicamente prima dell'epoca ellenistica e poi nelle sue varie forme fino alla metà dell'Ottocento non si è eser­ citata che su opere dell'arte occidentale. Perché alla nostra sensi-

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bilità assumano valori e significati reali, sul piano fondamentale dell'artisticità e non su quelli accessori e subalterni della docu­ mentazione della storia politica o della cultura materiale, le ope­ re delle civiltà preclassiche - al di là sia della deviante poetica del frammento sia della futile opposizione tra preclassico e classico -, non vi sono forse percorsi critici privilegiati e tanto meno sicuri, ma due vie, apparentemente opposte, eppure ineludibilmente complementari, non possono non essere seguite. Da un lato, non è rinunciabile - soprattutto attraverso l'impiego esauriente, oltre che filologicamente avvertito, delle fonti antiche contemporanee alle opere - la ricostruzione dei programmi dei committenti, del­ l'interezza delle realizzazioni, dei contesti architettonici, delle fi­ nalità dei progetti, dei messaggi ideologici; dall'altro, è impre­ scindibile la valutazione dei caratteri propriamente formali delle opere secondo metodi della critica e della storia dell'arte quali usualmente vengono applicati alle realizzazioni del mondo occi­ dentale antico e moderno. Perché possano essere conseguite sto­ ricizzazioni accettabili delle produzioni artistiche delle grandi ci­ viltà preclassiche l'una di queste due operazioni critiche non può essere disgiunta dall'altra. Quanto chi scrive ha tentato di fare in questo saggio riguardo ai rilievi assiri di carattere storico, pur nella consapevolezza che si è solo agli inizi di un itinerario ancora lungo ed impervio, è ap­ punto la realizzazione di questo assunto. Le pagine che seguono sono il risultato di riflessioni e di studi diversi che l'autore sta svol­ gendo da oltre dieci anni e che nel caso in particolare di due ca­ pitoli - il II e il VII, il primo pubblicato nel volume secondo del­ la rivista «Scienze dell'antichità» (1986) e il secondo presentato in lingua inglese in occasione del simposio sulla geografia del­ l'impero neoassiro, ideato e organizzato a Roma da Mario Live­ rani nel novembre 1993 -, qui riprodotti con adattamenti e riela­ borazioni, sono già stati resi noti. Il presente saggio è dedicato congiuntamente alla memoria di due maestri dell'archeologia orientale e classica - Henri Frankfort e Ranuccio Bianchi Bandinelli -, cui l'autore, che del secondo è stato discepolo nell'ateneo romano e che il primo non ha avuto la fortuna di conoscere personalmente, si sente straordinaria­ mente debitore per l'impostazione del metodo. La dedica, come segno di profonda ammirazione pur nella piena coscienza della

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distanza metodologica e ideologica che separa il pensiero e l' o­ pera di questi insigni studiosi, vuole essere esplicito riconosci­ mento dei riferimenti culturali dai quali il saggio è stato ispirato e entro i quali è maturato.

P.M. Roma, dicembre 1995

L'ARTE DEGLI ASSIRI

Capitolo primo

PROGETTO, COMPOSIZIONE E SIGNIFICATO DEI CICLI NARRATIVI NEI PALAZZI DI KALKHU, DI DUR SHARRUKIN E DI NINIVE Nella tradizione mesopotamica il tempio era il luogo architet­ tonico destinato ad ospitare le opere figurative che celebravano le imprese del sovrano nell'ambito sociale per preservare e rista­ bilire la giustizia, nella sfera politica per fronteggiare e sconfig­ gere gli attacchi esterni, nell'ambiente naturale per proteggere ed incrementare le aree agricole produttive. Il genere monumentale usuale attraverso cui, mediante un messaggio figurativo, il re nel­ la Babilonia e nell'Assiria presentava agli dèi la propria opera, fin almeno dalla tarda età protodinastica per le gesta militari nel ter­ zo quarto del III millennio a.C., era quello della stele di giustizia, della stele edile o della stele di vittoria. Con quel tipo di monu­ mento il sovrano mesopotamico sottoponeva al mondo divino le sue imprese, certificandone la realtà, garantendo l'integrità e per­ petuandone gli effetti. Ma al medesimo tempo, per l'accettazione degli dèi che l'opera figurativa accoglievano nella loro santa di­ mora, rassicurava il mondo terreno dei sudditi che l'iniziativa re­ gale era stata approvata nei cieli e dunque non era arbitraria né determinata da umana arroganza, che l'esito dell'impresa era au­ tentico e gradito agli dèi e che gli dèi stessi, assumendo sotto la propria protezione l'opera artistica, assicuravano il perpetuarsi dei suoi effetti nel futuro. Le stele, erette nei templi e dedicate ai titolari dei luoghi santi, costituivano essenzialmente un messaggio privilegiato ed impegnativo nell'essenziale, necessario e duplice dialogo tra il sovrano, vicario del dio, e il dio stesso, la cui volontà soltanto dal sovrano poteva essere interpretata autenticamente, e tra il re e il suo popolo, il quale solo dalla ratifica divina poteva

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trarr_e la fondata certezza che l'operato regale non fosse empio, il­ legittimo o pur soltanto ingiustificato. Jlpalazzo, residenza del re e sede dell'amministrazione, al con­ trario, tradizionalmente non ebbe mai nello sviluppo della cultu­ ra mesopotamica, per lunghi secoli, decorazioni scultoree o pit­ toriche che celebrassero le imprese del sovrano. I temi delle pit­ ture o dei pannelli compositi che trovavano posto sulle pareti de­ gli edifici pal�ziali, almeno fin dalla stessa tarda età protodinasti­ ca, erano volti, infatti, all'esaltazione del buon governo che in quelle stesse sale si doveva attuare ad opera delle strutture am­ ministrative palatine. Questi concetti potevano essere espressi fi­ gurativamente attraverso soggetti vari, che andavano, stando ai pur sporadici resti di pitture palatine conservate, dall'illustrazio­ ne _dell'armonico rapporto tra il re e gli dèi, come nel caso delle più antiche pitture di scene cultuali e sacrificali del Palazzo di Ma­ ri forse dall'età di Yakhdun-Lim, alla fine del XIX secolo a.C., a quella di Yasmakh-Addu, pochi anni più tardi, alla celebrazione della legittimità del sovrano, come nel caso della celebre Pittura dell'Investitura di Zimri-Lim nello stesso grandioso complesso ar­ chitettonico attorno al 1775 a.C. Ancora nel periodo cassita, po­ chi secoli più tardi nella Babilonia, nella nuova residenza palati­ na di Dur Kurigalzu, le pitture con cortei di dignitari che deco­ ravano le pareti di una delle ali dell'edificio altro non erano che la celebrazione figurativa dell'apparato amministrativo operante nel palazzo, della sua imponenza e della sua efficienza. Nell'ambiente settentrionale della cultura medioassira della fi­ ne del XII secolo a.C. le testimonianze epigrafiche delle iscrizio­ ni regali ricordano l'erezione di_due.importanti palazzi residen­ ziali ad Assur, capitale politica del tempo e città santa tradizio­ nale del mondo assiro (fig. 1.1), ad opera di Tiglatpileser I (11141076 a.C.), il quale si vanta di un'insolitamente estesa attività edi­ lizia riguardo non solo ad alcune rilevanti fabbriche sacre nella stessa Assur, ma anche alla ricostruzione di una serie di edifici pa­ laziali in diversi centri del paese. In questi documenti Tiglatpile­ ser I, che è l'ultimo dei grandi re medioassiri protagonista di ri­ petute vittoriose spedizioni contro i dilaganti Aramei e di una trionfale campagna nella Mesopotamia meridionale dove conqui­ stò la stessa Babilonia, precisa che le pareti del palazzo di Assur erano rivestite di -lastre di alabastro, ma non ricorda esplicita-

I. Progetto, compositione e significato dei cicli narrativi

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mente che si trattasse di rilievi. Nel caso, invece, del Palazzo di Ninive afferma che la facciata dell'edificio era decorata con mat­ toni dipinti invetriati del colore dell'ossidiana, del lapislazzuli, della pietra pappardillu e dell'alabastro parutu con repliche in os­ sidiana di palme da datteri. Ma soprattutto di questo edificio di Ninive, costruito vicino al celebre Tempio di Ishtar su un'alta ter­ razza, che era un'antica residenza reale ormai caduta in rovina il cui restauro era stato intrapreso già dal nonno Mutakkil-Nusku e soprattutto dal padre Ashshurreshaishi, si afferma che in esso Ti­ glatpileser I «rappresentò la vittoria e la potenza che Assur e Ni­ nurta, gli dèi che amano il suo sacerdozio, gli avevano concesso». Questa formula della cancelleria regale sembra alludere al fatto che in qualche settore del palazzo, di cui non è stato trovato al­ cun resto negli scavi di Quyunjiq, Tiglatpileser I abbia fatto ese­ guire rilievi su ortostati d'alabastro o più probabilmente pitture su lastre d'argilla invetriate con scene narrative che celebravano i trionfi militari e l'apparato amministrativo del sovrano. Questa pur dubbia testimonianza unicamente epigrafica degli anni attorno al 1100 a.C. precede di circa due secoli la prima at­ testazione archeologica sicura di rappresentazioni pittoriche di gesta militari di un sovrano da attribuire topograficamente ad un ambiente palatino di Assur, che era probabilmente l'antico Pa­ lazzo Reale della città, gravemente deteriorato e ricostruito par­ zialmente da Ashshurbelkala, che fu completamente restaurato da Tukulti-Ninurta II (890-884 a.C.). Infatti, due frammentarie plac­ che d'argilla alte poco più di 0,65 m e larghe 0,46 m, che, pur se trovate presso il Tempio di Anu e Adad sono probabilmente da riferire alla decorazione pittorica del Palazzo di Tukulti-Ninurta II, la cui titolatura è menzionata in un'iscrizione disposta su tre righe nel settore superiore, mostrano l'una una scena sicuramen­ te militare con un auriga dalla veste blu su un carro con due ca­ valli di colore giallo (fig. 1.3 ), come è convenzione nelle opere del IX secolo a.C., e l'altra urnLCom2osizione pure bellica con la te­ sta di un secondo aurig� dominato in alto nel cielo dal disco iscrit­ to con l'immagine, a lungo ritenuta del dio Assur, di un busto di divinità alata saettante. Il campo figurativo delle due placche, si­ curamente appartenenti allo stesso fregio decorativo, è delimita­ to in alto e in basso da una fascia ornamentale con un singolare

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elemento:�se.udolanceolato che si ripete senza interruzione in ne-ro e,çljn_ bianco alternativamente. La consuetudine di dotare gli edifici pala?iaH reali di decora­ zioni dipinte su lastre di argilla invetriata che Tukulti-Ninurta II potrebbe aver ripreso ispirandosi ad antecedenti del suo grande predecessore Tiglatpileser I fu mantenuta dal figlio Assurnasirpal II i883-859 a.C.), cui quasi certamente sono da attribuire una se­ rie di molto fràriimentarie lastre invetriate dipinte con soggetti mi­ litari scoperte, pur senza assoluta certezza, nell'area del palazzo di quest'ultimo sovrano eretto presso il Tempio di Nabu sulla cit­ tadella di Quyunjiq a Ninive (fig. 1.4). In questi importanti resti pittorici compaiono ancora una volta un carro a due cavalli in pa­ rata, una figura di sovrano che cinge una rara tiara turrita segui­ to da un assistente (fig. 1.2), cortei di portatori di tributi e di sol­ dati, pastori con greggi in un paesaggio montano e un altro auri­ ga curvo a tenere le redini come se fosse rappresentato in una sce­ na di scontro campale. Questi dipinti su lastre fittili di Ninive, alte circa 0,65 m e lar­ ghe circa 0,40/0,50 m con figure di un'altezza media di 0,55 m, sono di grande interesse, sia perché documentano con certezza la rappresentazione di battaglie e forse di assedi, di fughe dalle città conquistate e di teorie di tributari, sia perché, per la presenza a coronamento dei fregi del motivo ad elementi pseudolanceolati tipico delle lastre di Tukulti-Ninurta II, mostrano una forte con­ tinµità con la tematica ela maniera di quest'ultimo sovrano. Pro­ prio le notevolissime analogie tematiche, stilistiche ed ornamen­ tali di queste pitture con quelle di Assur del tempo di Tukulti-Ni­ nurta II impongono di ritenere che i dipinti di Ninive apparten­ gano agli inizi del regno del grande Assurnasirpal II, quando egli non aveva ancora concepito l'ambizioso progetto delle estese de­ corazioni scultoree a rilievo che sarà .così tipico della monumen­ tale fabbrica del Palazzo Nord-Ovest di Nimrud. Quest'ultimo complesso architettonico (fig. 1.5), di cui non si conosce il nome antico originario ma che è chiamato da Sargon II che a lungo vi risiedette nell'ultimo quarto dell'VIII secolo a.C. il «Palazzo di ginepro», è il grande edificio residenziale, ammini­ strativo e di rappresentanza che Assurnasirpal II costruì nella zo­ na centrale dell'acropoli di Kalkhu, da lui eretta a capitale del­ l'impero ingrandendo una minore fondazione urbana medioassi-

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ra che risaliva a Salmanassar I (fig. 1.6). Benché il pur ampio set­ tore del palazzo noto dagli scavi non occupi che la parte centra­ le della fabbrica originaria, questo edificio doveva constare di un'ala anteriore incentrata su una corte avanzata orientale, forse in larga parte perduta e comunque non toccata dagli scavi, di un nucleo centrale, ben conservato, formato dalla grande corte pub­ blica detta convenzionalmente del babiinu a nord, del dispositivo della classica Sala del trono B al centro e della minore corte pri­ vata detta del bitiinu a sud, di due corti minori molto verosimil­ mente circondate da serie di ambienti secondari sul lato occi­ dentale e, infine, da alcuni quartieri residenziali con vani di mi­ nori dimensioni nella regione meridionale dell'intero complesso. Nelle numerose iscrizioni ufficiali di Assurnasirpal II il Palaz­ zo Nord-Ovest di Nimrud è sempre menzionato, con minime va­ rianti, per ricordare gli imponenti lavori alle fondazioni della fab­ brica palaziale consistenti di 120 corsi di mattoni, la presenza in essa di una grande varietà di legni pregiati in particolare per i bat­ tenti degli ingressi, la disposizione agli stipiti dei portali di colos­ sali immagini scultoree di esseri mitici compositi di calcare e di alabastro e l'applicazione forse su tutti i prospetti esterni di «bor­ chie di bronzo», mentre riguardo alla decorazione del complesso si dice soltanto genericamente che era splendida. Solo uno dei do­ cumenti di cancelleria del re, la cosiddetta Stele del Banchettò, tro­ vata in uno dei vani dell'edificio vicino alla sala del trono, ag­ giunge alcuni particolari di grande rilievo: l'edificio constava di otto settori; i battenti delle porte erano decorati con fasce di bron­ zo; mattoni invetriati di lapislazzuli, evidentemente dipinti, erano posti sopra i portali, e, soprattutto, le pareti erano decorate con «pitture invetriate verdastre» nelle quali erano raffigurate �m

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8.6 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: restituzione della decorazione della Corte VI, secondo J. M. Russell (da Russell, fig. 49).

8.7 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: l'estrazione nelle cave di un grande blocco mo­ nolitico, rilievo 66, Corte VI (da Paterson, tav. 34).

8.8 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il trasporto di uno dei tori androcefali colossa­ li, rilievo 53 , Corte VI. Londra, Museo Britannico WA. 124823 (foto Museo).

8.9 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il trasporto di uno dei tori androcefali colossa­ li, rilievi 63-64, Corte VI (da Paterson, tavv. 32-33 ) .

8.10 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il trasporto di uno dei tori androcefali colos­ sali, rilievo 58, Corte VI. Londra, Museo Britannico WA. 124822 (da Paterson, tav. 24).

8. 1 1 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: Sennacherib che assiste al trasporto di uno dei tori androcefali colossali, rilievo 60, Corte VI. Londra, Museo Britannico WA.124824 (da Paterson, tav. 29).

8.12 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: animali nel canneto, particolare del rilievo 60, Corte VI. Londra, Museo Britannico WA. 124824 (da Paterson, tav. 30). 8.13 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il trasferimento a Ninive di uno dei tori an­ drocefali colossali, rilievo 46, Corte VI ( da Paterson, tav. 23 ) . 8.14 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: un'imbarcazione sul Tigri con elementi lapidei di portale (?), particolare del rilievo 53 , Corte VI. Londra, Museo Britannico WA. 124823 (da Paterson, tav. 26).

8.15 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il trasporto di uno dei tori androcefali colossa­ li, rilievo 56, Corte VI ( da Paterson, tav. 28) .

8. 1 6 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: i carri con i materiali per il trasporto dei tori androcefali colossali, rilievo 62, Corte VI (da Paterson, tav. 3 1 ).

8. 1 7 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: vascelli fenici nel Mediterraneo davanti a Sidone ( ? ) , rilievo 14 , Sala del trono I (da Paterson, tav. 10).

8. 1 8 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: una città nemica abbandonata dai suoi abitan­ ti davanti all'esercito assiro, rilievo 2, Sala del trono I (da Paterson, tav. 7). 8. 1 9 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: l'accampamento assiro con Sennacherib in tro­ no, rilievo 9, Sala del trono I (da Paterson, tav. 8).

8.20-2 1 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: una città in Occidente espugnata dall'eser­ cito assiro, rilievi 1 1 -13, Sala XLVIII (da Paterson, tavv. 83-84).

8.22 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: la cavalleria assira in marcia in paesaggio colli­ nare in Oriente, rilievo 1 , Corte VI (da Paterson, tav. 16).

8.23 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: l'assedio di una città in Oriente, rilievi 1-3, Sala XXXII (da Paterson, tav. 59).

8.24 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: gli arcieri assiri all'assedio di Lakish, rilievo 5 , Sala XXXVI. Londra, Museo Britannico WA. 124904 (da Paterson, tav. 68).

8.25 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: gli ebrei che abbandonano Lakish espugnata, ri­ lievo 9, Sala XXXVI. Londra, Museo Britannico WA. 124908 (da Paterson, tav. 70).

8.26 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: l'assedio di Lakish, rilievi 7-8, Sala XXXVI. Londra, Museo Britannico (da Paterson, tav. 77).

8.27 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: Sennacherib in trono assiste alla resa di Lakish, particolare del rilievo 1 1 , Sala XXXVI. Londra, Museo Britannico WA. 12491 O (fo­ to Museo).

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8.28 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: planimetria con la distribuzione dei soggetti dei rilievi nelle singole sale, secondo J. M. Russell: S campagna nel Sud; E campagna in Oriente; W campagna in Occidente; m panorama montuoso; e scena di costruzio­ ne; b privo di decorazione; a rilievi di Assurbanipal; u ignoto (da Russell, fig. 92).

9. 1 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: gli scontri con gli El11miti nella battaglia di Til Tuba sull'Ulai, rilievo 1 , Sala XXXIII. Londra, Museo Britannico WA. 124801 (da Paterson, tav. 62).

9.2 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: il massacro degli Elamiti nelle acque dell'Ulai nella battaglia di Til Tuba, rilievo 3 , Sala XXXIII. Londra, Museo Britannico WA. 124801 (da Paterson, tav. 64).

9.3 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: una battaglia nelle paludi della Babilonia, rilie­ vi 2-4a, Sala XXVIII. Londra, Museo Britannico (da Paterson, tav. 5 1 ) . 9.4 Quyunjiq, Palazzo Sud-Ovest: uno scontro tra Assiri e Babilonesi nelle paludi meridionali, particolare del rilievo 3, Sala XXVIII. Londra, Museo Britannico WA. 124774 (da Bamett, Lorenzini, tav. 70).

9.5 QuyunJiq, Palazzo Sud-Ovest: il ritorno vittorioso di Assurbanipal ad Arbela, in alto, e la resa dell'esercito elamitico presso Madaktu, in basso, rilievi 4-6, Sala XXXIII. Londra, Museo Britannico WA. 124802 (da Paterson, tavv. 65-66).

9.6 Quyunjiq, Palazzo Nord: uno scontro tra cavalleria assira e Arabi montati su dromedari, rilievo 1 1 , Sala L. Londra, Museo Britannico WA.124926 (da Bamett, Lorenzini, tav. 174). 9.7 Quyunjiq, Palazzo Nord: frammento con l'esercito assiro in marcia con prigio­ nieri elamiti, rilievo forse parte delle lastre 1 -5, Sala del trono M. Londra, Museo Britannico WA.124793 (da Barnett, Lorenzini, tav. 166).

9.8 Quyunjiq, Palazzo Nord: i cavalieri assiri in combattimento nelle colline del­ l'Elam (?), rilievo 7, Sala del trono M. Parigi, Louvre A0. 1992 1 (foto Archives Photographiques).

9.9- 10 Quyunjiq, Palazzo Nord: la conquista di Khamanu, in alto, e Assurbanipal che riceve le insegne del vinto Shamashshumukin a Babilonia, in basso, rilievi 1213, Sala del trono M. Londra, Museo Britannico WA. 124945-6 (foto Museo).

9. 1 1 Quyunjiq, Palazzo Nord: la conquista di una città egiziana con l'esodo degli abitanti, rilievo 17, Sala del trono M. Londra, Museo Britannico WA. 124928 (foto Museo). 9.12 Quyunjiq, Palazzo Nord: la sottomissione di Ummanaldas dell'Elam ad As­ surbanipal, rilievo A, Sala S'. Parigi, Louvre AO. 19905 (foto Archives Photo­ graphiques).

9.13 Quyunjiq, Palazzo Nord: i musici nel parco regale, rilievo E, Sala S'. Londra, Museo Britannico WA.124922 (foto Museo). 9.14 Quyunjiq, Palazzo Nord: la resa di una città elamita, i profughi in marcia e la rassegna dei prigio­ nieri davanti ad Assurbanipal, ri­ lievo B, Sala S'. Parigi, Louvre AO. 1 9909+ 1 9906 (foto Museo).

9. 15 Quyunjiq, Palazzo Nord: Ninive cinta da una triplice fortificazione, in alto, e gli Elamiti che vanno alla guerra, in basso, rilievo 1 0 (?), Sala H, Londra, Museo Britannico WA.12493 8 (foto Museo).

9. 16 Quyuhjiq, Palazzo Nord: il banchetto di Assurbanipal e della regina nel par­ co regale con la testa dell' elamita Teumman appesa ad un albero, rilievo B-C, Sala S'. Londra, Museo Britannico WA.124920 (foto Museo). 9. 17 Quyunjiq, Palazzo Nord: prigionieri elamiti con i piccoli e i loro beni, parti­ colare del rilievo A-B, Sale V' e T'. Parigi, Louvre AO. 19907 (foto Archives Pho­ tographiques).

9.18 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal sul carro che passa in rassegna i pri­ gionieri elamiti, particolare del rilievo F, Sale V' e T' Parigi, Louvre A0. 19904 (foto Archives Photographiques).

9 . 1 9 Quyunjiq, Palazzo Nord: la guardia regale (?), musici, scudieri e soldati assi­ ri, rilievo E, Sale V' e T'. Parigi, Louvre AO. 19908 (foto Giraudon).

9.20 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal che uccide i leoni e liba sulle fiere ab­ battute, rilievo D, Sala S'. Londra, Museo Britannico WA. 124886 (foto Museo). 9 .2 1 Quyunjiq, Palazzo Nord: carri e cavalieri assiri disposti in battaglia, rilievo A, Sala T'. Parigi, Louvre AO. 19909 (foto Archives Photographiques).

10. 1 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti escono alla caccia con i molossi, rilie­ vo 7, Corridoio R. Londra, Museo Britannico WA. 124893 (foto Museo).

1 0.2 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti escono alla caccia con i muli, rilievo 4-3 , Corridoio R. Londra, Museo Britannico WA. 124896-7 (foto Museo). 1 0.3 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti riportano dalla caccia un leone ucci­ so, rilievo B, Sala S'. Londra. Museo Britannico WA. 12492 1 (foto Museo).

10.4 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti rientrano dalla caccia con i leoni uc­ cisi, rilievi 26-25 , Corridoio R. Londra, Museo Britannico WA. 124890- 1 (foto Mu­ seo). 10.5 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti rientrano dalla caccia con selvaggina minore e un leone ucciso, rilievo 27, Corridoio R. Londra, Museo Britannico WA.124889 (foto Museo).

.-, �§ �alazzo Nord: Assurbanip � sul carro alla caccia dei leoni con I' ar­ _ ri1IevrTJ:f5 , Sala C. Lonara Museo Bntanmco WA. 124866-8 (da Barnett, Lorenzini, tav. 104). 10.7 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone ucciso, particolare del rilievo 25 , Sala C. Londra, Museo Britannico WA.124855 (da Barnett, Lorenzini, tav. 1 1 1 ) .

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10.8 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone ferito, particolare del rilievo 27, Sala C. Londra, Museo Britannico WA.124857 (da Barnett, Lorenzini, tav. 1 12).

10.9 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone ferito, particolare del rilievo 22, Sala C. Londra, Museo Britannico WA.124852 (da Bamett, Lorenzini, tav. 1 14).

10.10 Quyunjiq, Palazzo Nord: una leonessa ferita, particolare del rilievo 26, Sala C. Londra, Museo Britannico WA.124856 (da Barnett, Lorenzini, tav. 1 13). 10. 1 1 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone ferito, particolare dei rilievi 1 0- 1 1 , Sala C. Londra, Museo Britannico WA. 124863 -4 (da Barnett, Lorenzini, tav. 1 10).

10.12 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal sul carro a caccia dei leoni con la lan­ cia, rilievi 23 -25 , Sala C. Londra, Museo Britannico WA. 124853 -5 (da Barnett, Lo­ renzini, tav. 1 17).

10.13 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal e gli arcieri a caccia sul carro, parti­ colare del rilievo 24, Sala C. Londra, Museo Britannico WA.124854 (da Barnett, Lorenzini, tav. 1 16).

10.14 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone colpito mentre attacca il carro regale, panicolare dei rilievi 14-15, Sala C. Londra, Museo Britannico WA. 124867-8 (da Barnett, Lorenzini, tav. 108).



10. 15 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal a caccia con la spada, con la lancia e con l'arco, rilievi 14-12, Sala S. Londra, Museo Britannico WA.124974-6 (foto Museo).

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10. 16 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal trafigge un leone con la spada, par­ ticolare del rilievo 13, Sala S. Londra, Museo Britannico WA. 124875 (da Barnett, Lorenzini, tav. 130). 10.17 Quyunjiq, Palazzo Nord: Assurbanipal a cavallo trafigge un leone con la lan­ cia, particolare dei rilievi 1 3- 12, Sala S. Londra, Museo Britannico WA. 124875-6 (da Barnett, Lorenzini, tav. 128).

10. 18 Quyunjiq, Palazzo Nord: la caccia agli onagri, particolare del rilievo 1 1 , Sa­ la S. Londra, Museo Britannico WA. 124877 (foto Museo). 10. 19 Quyunjiq, Palazzo Nord: i musici e un leone addomesticato nel parco rega­ le, rilievo 5, Sala E. Londra, Museo Britannico WA. 1 18916 (da Bamett, Lorenzini, tav. 88).

1 0.20 Quyunjiq, Palazzo Nord: un leone e una leonessa addomesticati nel parco regale, rilievi 7-8, Sala E. Londra, Museo Britannico WA. 1 18914 (foto Museo). 1 0.2 1 Quyunjiq, Palazzo Nord: gli inservienti con i molossi nel parco regale, forse rilievo 13, Sala E. Londra, Museo Britannico WA. 1 18915 (da Barnett, Lorenzini, tav. 9 1 ) .

IX. I.:arte di Assurbanipal a Ninive di fronte al codice tradizionale

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porzioni da quella del rilievo ninivita. L'ipotesi, peraltro, più ve­ rosimile è che in realtà sulla lastra fosse raffigurata la resa dell'al­ tra città regale elamitica del tempo menzionata nella redazione an­ nalistica di Assurbanipal, Madaktu, che è rappresentata anche, se­ condo una convenzione completamente diversa, con la visione dall'alto riservata per lo più ma non esclusivamente alla raffigu­ razione dell'accampamento militare assiro, nella versione degli stessi eventi data sugli ortostati del Palazzo Sud-Ovest. Nella fascia superiore, invece, erano rappresentati sicuramen­ te eventi successivi alla battaglia dell'Ulai, con, su almeno due re­ gistri, le truppe assire che sfilano per rientrare in una munita città certamente assira, che non può essere identificata se non con la stessa Ninive, dove in effetti Assurbanipal rientrò in trionfo con la testa recisa di Teumman che appese alle porte della capitale, ovvero più probabilmente con Arbela, dove poi il re si recò a ren­ dere grazie al tempio della dea Shatru, forma locale della grande dea assira, celebrandovi la Festa del Nuovo Anno e tenendo le re­ dini del carro della stessa Ishtar. In effetti, mentre delle tre cinte turrite del rilievo le due inferiori sembrano una fortificazione in­ terna e una esterna, quella superiore è molto verosimilmente da intendere come la rappresentazione del locale famoso Tempio di Ishtar, l'Egashankalamma, che insieme a quelli delle città di Tar­ bisu e di Melkia, era uno dei più rilevanti luoghi cultuali della grande dea assira, cui soprattutto Asarhaddon e Assurbanipal ri­ volsero particolari cure per la sua importanza come centro ora­ colare. Che si tratti proprio del celebre santuario di Arbela sa­ rebbe dimostrato dalla presenza sul rilievo ai lati del portale d'in­ gresso di due stendardi a disco di fronte ai quali sembrano esse­ re effigiati un sacerdote e forse lo stesso sovrano davanti ad una tavola offertoria. Nella posteriore Sala H quattro rilievi, assai ben conservati nell'angolo est, presentavano una partizione molto simile a quel­ la dell'anteriore e principale Sala I con i tre registri in basso con un gran numero di Elamiti che si dirigono con fanti, cavalieri e carri verso il campo di battaglia e con il settore superiore dove sono rappresentati, prima sulla sinistra, un sobborgo collinare al­ berato con un'edicola a colonne pseudoeoliche, una stele trion­ fale assira con l'immagine di un sovrano e un altare su un alto po­ dio e, poi sulla destra, una grande città assira a triplice cinta for-

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I:arte degli Assiri

tificata, che è quasi sicuramente la stessa Ninive (fig. 9.15). Que­ st'ultima celebre raffigurazione, secondo uno schema rappresen­ tativo molto simile a quello di Arbela, doveva riprodurre la fa­ mosa doppia cinta fortificata costruita da Sennacherib, quando il grande sovrano dell'inizio del VII secolo a.C. eresse l'antichissi­ ma città a capitale dell'impero, mentre in alto dovrebbe essere rappresentato proprio il «Palazzo senza rivali» di Sennacherib, perché i suoi due portali presentano un portico con colonne eret­ te su immagini colossali di leoni e di tori androcefali alati, che po­ trebbero essere le statue bronzee di cui Sennacherib andava par­ ticolarmente fiero. L'ambiente meglio conservato in assoluto di questo ciclo di ri­ lievi è, come si è accennato, la piccola Sala F, la «Sala della Su­ siana», dove erano rappresentati, in alto e in basso, due diversi episodi, evidentemente secondari, della campagna nell'Iran sud­ occidentale che si era conclusa con la disfatta e la morte di Teum­ man a Til Tuba. In effetti, sui quindici ortostati di questo vano, come negli altri ambienti già descritti di questa unità architet­ tonica e decorativa, le lastre erano suddivise in due grandi campi figurativi a fascia, separati da un listello, l'uno e l'altro ripartiti ancora in due registri che illustravano due completamente indi­ pendenti eventi militari. Quello che era rappresentato nel settore superiore, che cominciava immediatamente alla sinistra di chi en­ trava nel vano, aveva inizio con i rilievi 1-2 con l'assedio ad una città che appare, sopra un fiume, al momento della conquista sul rilievo 3, mentre diverse lastre rappresentano in basso gli Elami­ ti che si nascondono nelle paludi cercando di sfuggire all'invaso­ re e tutte le successive, su due registri, fino al perduto ultimo ri­ lievo 15 della parete nord-ovest, raffiguravano i soldati assiri con i prigionieri presentati al sovrano, il quale appare sul carro rega­ le che occupa l'intero campo figurativo superiore. La città espu­ gnata è Khamanu, come si apprende dalla didascalia cuneiforme, e tutte le figure delle due lunghe duplici processioni sono rivolte verso destra per incontrare il re rivolto verso sinistra. Invece, sul registro inferiore, dove il soggetto era analogo, l'or­ dine di lettura singolarmente era inverso, procedendo, anziché dal­ la lastra 1 presso l'angolo nord della parete nord-ovest, dalla lastra 15 sempre sulla stessa parete nord-ovest, ma sull'altro lato della porta. Anche in questo caso, sulla lastra 2, all'estremità opposta

IX. L'arte di Assurbanipal a Ninive di fronte al codice tradizionale

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della lunga fascia rappresentativa appariva il sovrano sul carro, ri­ volto questa volta verso destra, e su tutti i rilievi compariva su due registri sovrapposti una moltitudine di prigionieri e fuggiaschi, che sfilavano da destra verso sinistra per arrivare al cospetto del re, pro­ venendo da un'altra città fluviale conquistata che si vedeva sulla la­ stra 1 5 conservata solo da un disegno ottocentesco. Questa bizzarra ed insolita disposizione delle raffigurazioni fa ritenere che il senso di lettura fosse certamente da sinistra verso destra, in senso orario, per chi entrava nel vano, che doveva se­ guire tutta la rappresentazione osservando soltanto il settore su­ periore del rilievo, in maniera che, in ordine cronologicamente corretto, si assisteva prima all'assedio e alla conquista della città di Khamanu e quindi alla presentazione dei prigionieri ad Assur­ banipal. Arrivati nella lettura all'ultima lastra presso il lato destro della porta d'ingresso, doveva essere previsto che il visitatore ri­ percorresse a ritroso i rilievi, leggendo ora unicamente il settore inferiore, cominciando, come era avvenuto per il settore superio­ re, con l'attacco e la presa dell'ignota città e seguendo l'usuale in­ terminabile sfilata di nemici vinti fino a tornare alla lastra 2, do­ ve era il sovrano a ricevere i vinti. L'altra ala di rappresentanza dove sono stati recuperati i rilie­ vi di guerra di Assurbanipal nel Palazzo Nord è, come si è detto, senza dubbio, quella dell'amplissima Sala del trono M e dell'a­ diacente minore Sala L, le cosiddette «Sala babilonese» e «Sala araba». Si è a lungo ritenuto che l'imponente sala del trono del Palazzo Nord di Quyunjiq fosse decorata unicamente con le im­ prese relative al trionfo di Assurbanipal nella campagna babilo­ nese contro il ribelle fratello Shamashshumukin. Questi eventi eb­ bero inizio dopo la disfatta di Teumman sull'Ulai, quando As­ surbanipal nominò re dell'Elam Ummanigash - un figlio del de­ posto Urtaku, il cui nome elamita era Khumbannikash II - che tuttavia entrò presto a far parte di un'ampia coalizione guidata dallo stesso Shamashshumukin, re di Babilonia, che, certo sensi­ bile alla grande tradizione babilonese, confederatosi probabil­ mente con Arabi del deserto, Ebrei di Giuda ed Egiziani ribelli, tentò di soppiantare il fratello per instaurare forse un nuovo im­ pero d'origine assira, ma con il centro politico, ideologico e reli­ gioso assai verosimilmente nella stessa Babilonia. Tuttavia, analisi recenti dei resti, sciaguratamente assai pove-

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[;arte degli Assiri

ri, di questa splendida sala, che gravemente ha sofferto sia della spartizione tra Inglesi e Francesi delle sculture, sia soprattutto della catastrofe del 1855 che fece inabissare nel Tigri molte casse con rilievi destinati sia a Parigi sia a Londra, fanno ritenere piut­ tosto che Assurbanipal abbia voluto che nella sala principale del palazzo fossero illustrati episodi salienti di diverse sue imprese maggiori, dal trionfo sul traditore Shamashshumukin alle spedi­ zioni in Egitto, riunendo così in essa l'illustrazione dei suoi più clamorosi trionfi contro le maggiori potenze del suo tempo. In effetti, almeno tre diversi tipi di rappresentazioni appaiono tra i rilievi della Sala del trono M. In primo luogo, scene delle dif­ ficili ma trionfali vittorie conseguite contro la Babilonia ribelle nel tratto settentrionale della parete lunga sud-ovest di fronte al pro­ spetto del vano, dove la caratterizzazione ecologica è data dalla fit­ tissima presenza di palmizi. In secondo luogo, scene di battaglie in un ambiente collinare (figg. 9.7-8), forse ancora una volta nell'area elamita pedemontana, probabilmente in connessione con la presa, in un rilievo perduto, della città di Murubisu sulla riva di un fiume sul tratto meridionale della stessa parete sud-ovest. In terzo luogo, sull'opposta parete lunga nord-est, scene di assedio di città assai munite dalle caratteristiche torri rastremate poste su un ampio fiu­ me da cui si dipartono canali, con protagonisti dalla fisionomia ne­ groide in cui si sono identificati difensori nubiani ed egiziani (fig. 9.11), che dovrebbero senz'altro alludere a vittorie conseguite ap­ punto nella valle del Nilo. Tra queste rappresentazioni, una delle meglio conservate, che è pure molto tipica del modo di rappresentare i trionfi del re al tempo di Assurbanipal, è quella che occupa i rilievi 12 e 13 (figg. 9.9-10). Secondo l'usuale bipartizione dell'intera superficie degli ortostati tipica dell'ultima fase della storia del rilievo storico assi­ ro, nel settore superiore, in una zona piuttosto danneggiata, era in alto la presa di una città data alle fiamme, che si ritiene sia Kha­ manu, al centro le truppe assire che debellano la resistenza dei di­ fensori usciti dalle mura ormai diroccate e in basso il corso del fiume con armi, carri infranti e corpi mutilati. Nel settore infe­ riore, invece, assai ben conservato, su tre registri, sotto un corso fluviale che dovrebbe essere lo stesso Eufrate, sono funzionari e militari assiri che, tra numerose palme, conducono dignitari ba­ bilonesi ed elamiti alla presenza del re, eretto in maestà sul carro

IX. L'arte di Assurbanipal a Ninive di fronte al codice tradizionale

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regale sotto il baldacchino ad occupare, per maggiore evidenza, lo spazio di due registri. Davanti al re è una lunga didascalia che ricorda la consegna ad Assurbanipal delle insegne regali del «fe­ difrago fratello» Shamashshumukin, che una tradizione voleva es­ sersi lasciato bruciare tra le fiamme del suo palazzo nel 648 a.C. quando, dopo due anni di assedio, Babilonia cadde per fame nel­ le mani del signore di Ninive. Il grande affresco della resa incondizionata di Babilonia e della consegna delle insegne del ribelle Shamashshumukin è molto ca­ ratteristico del modo di rappresentare i trionfi militari al tempo di Assurbanipal, quando l'assedio o la presa di una singola, pur im­ portante, città nemica non è più, come negli anni di Assurnasirpal II, di Tiglatpileser III o di Sargon II, l'evento cruciale di una cam­ pagna. Ora ciò che si vuole sottolineare nelle grandi rappresenta­ zioni scandite orizzontalmente dai registri è l'ampiezza dei succes­ si bellici, che non può essere valutata se non osservando la molti­ tudine infinita dei nemici catturati, dei profughi arresi, dei depor­ tati incolonnati e, in generale, degli innumerevoli vinti che recano i loro beni al sovrano in atto di definitiva sottomissione. Secondo una maniera che pure è tipica dell'età di Assurbanipal, mentre al tempo di Sennacherib la natura era diventata la vera protagonista degli scenari grandiosi delle imprese del re, adesso è nei registri retaggio della fase arcaica della storia del rilievo storico neoassi­ ro - che i palmizi si alternano, si mescolano, si sovrappongono al­ le figure dei protagonisti umani per rendere, in maniera artistica­ mente assai efficace che elimina l'eccessivo intellettualismo dei fre­ gi arcaici, l'ambientazione delle scene. Si ristabilisce così un equi­ librio tra uomo protagonista delle imprese e natura sede delle im­ prese che gli artisti di Sennacherib avevano intenzionalmente spez­ zato a favore dell'ambiente naturale. Se è corretta l'interpretazione della presunta città egiziana e delle troppo frammentarie battaglie in ambiente collinare, se ne

che tende l'arco nella direzione della corsa, mentre ·-i suoi �---��-· ausilia-

X. I rilievi venatori e lo spazio astratto di Assurbanipal

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