La fine del lavoro. Il declino della forza lavoro globale e l'avvento dell'era post-mercato 8804510854, 9788804510857

In questo saggio Jeremy Rifkin traccia un'analisi della crisi di disoccupazione che sta investendo il mondo intero

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La fine del lavoro. Il declino della forza lavoro globale e l'avvento dell'era post-mercato
 8804510854, 9788804510857

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JEREMY RIFKIN Dello stesso autore nella collezione Oscar Ecocidio Economia all'idrogeno L'era dellhccesso Il Sogno europeo

LA FINE DEL LAVORO Il declino della forza lavoro globale e Z'awento dell'era posi-mercato Traduzione di Paolo Canton Prefazione di Robert L. Heilbroner

NUOVA EDIZIONE

Premessa alla nuova edizione Global Labor

Ouesto volume è stato stampato presso Mondadon Printing S.p.A. Stabilimento NSM - Cles (TN) Stampato in Italia. Printed in Italy Anno 2009 - Ristampa

5 6 7

Nei nove anni trascorsi dalla pubblicazione della Fine del lavoro, l'economia globale ha avuto un andamento altalenante, raggiungendo nuovi picchi per poi precipitare bruscamente, lasciandosi dietro una recessione mondiale. Tuttavia, anche nel momento della massima espansione del ciclo economico, la disoccupazione strutturale è rimasta pericolosamente alta in vari Paesi del mondo, nonostante la crescita sia della produttività globale sia del prodotto interno lordo. Nel 1995,800 milioni di persone erano disoccupate o sottoccupate. Nel 2001, più di un miliardo di persone apparteneva a una delle due categorie.1 Oggi milioni di lavoratori in tutta l'America sono sottoccupati o senza lavoro, e con poche speranze di ottenere un impiego a tempo pieno. Questa realtà appare ancora più dolorosa nel momento in cui ricordiamo che solo qualche anno fa importanti uomini d'affari e personalità pubbliche affermavano con una certa sicumera che gli Stati Uniti avevano risolto il problema della disoccupazione. I dati «uffici& calarono dal 6,6% del gennaio 1994 al 4% del gennaio 2000 e questo portò alcuni economisti a dire che la disoccupazione apparteneva ormai al passa1 International Labor Organization, ILO's Vorld Employment Report 2001: Desptte Improved Emplqment Outlook, Digital Divide Looms Large, Genève, ILO, 24 gennaio 2001 (www.iio.org).

to.2 Le loro previsioni si sono rivelate senza fondamento. Nella primavera del 2003 i dati ufficiali della disoccupazione negli Stati Uniti sono risaliti al 6% ed essa è diventata il problema più grave da affrontare per il Paese.' E non solo negli USA. Nel mondo, le nazioni più avanzate continuano a essere vittima di un'alta disoccupazione cronica. In Germania, nell'agosto del 2003 si era attestata intorno al 10% e il 60% (dei disoccupati si trovava senza lavoro da più di un anno.4 In Francia e in Italia la disoccupazione nel 2003 oscillava intorno al 9%, in Spagna al 12%.5 Nel complesso, la disoccupazione nell'unione Europea era pari al 7,9% e nell'area di diffusione dell'euro pari a più dell'8,7% .6 Dall'altra parte del mondo le cose non vanno meglio. I disoccupati in Giappone avevano raggiunto i 3 milioni e 680.000 all'inizio del 2003, con un tasso complessivo pari al 5,5%, il più alto tra quelli documentati fin dagli anni Cinquanta. Il tasso dell'Indonesia era pari al 9,1%, quello dell'India all'8,8%. Neli'area caraibica e in America latina, il tasso medio di disoccupazione era del 10%.7 È diventato chiaro in tutto questo periodo come i pro-

US De~artmentof Labor, Bureau of Labor Statistics, Labor Force Statzstics fiom tbe kurrent Populatton Survey, 24 ottobre 2003 (http://data.bls.gov). 3 Ibtd. 4 Uta Harnischfeger, Internattonal News: It Is Degradzng - I Feel Like a Man Gotng to His Urologist,«The Fiancial Tirnes», 7 maggio 2003; German Unemployment Rtses by 8,000, CNN, 7 agosto 2003 (http://edition.cnn.com). 5 Euro-zone Unemployment up to 8.7%, Luxembourg, Eurostat, febbraio 2003 (http://europa.eu.int/comm/eurostat/). 6 lbtd.

War Hzgb of5 5%, «%e Wall StreetJournab, 28 febbraio 2003; Organization on Economic Cooperation and Development, Mazn Economtc Indicators Indonesza Country Report, Paris, settembre 2003 (www.oecd.com);Central Intelligente Agency, CIA Tbe World Factbook - India, 17 setrembre 2003 (www.cia.gov/cia); International Labor Organization, New IL0 Report on GlobaEEmployment Trends 2003, Genève, ILO, 24 gennaio 2003 (www.ilo.org/publidenglish/bureau/inf/pr/2003/l.h~). 7 JapanJoblessRate Jumpr to Post

blemi strutturali che stavano alla base della crescita delia disoccupazione (e discussi nella prima edizione di questo volume) si siano aggravati negli anni seguenti, rendendo il futuro dell'occupazione la questione cruciale del nostro tempo. È interessante notare che le analisi e le tendenze tracciate allora hanno oggi maggiore risonanza rispetto a quando il libro fu pubblicato la prima volta. In questa Premessa alla nuova edizione ho colto l'opportunità di aggiornare il lettore sul futuro del lavoro, insistendo in particolare sulla lezione impartita dai tumultuosi eventi economici degli ultimi anni. Mi sono inoltre dilungato su alcuni dei molti suggerimenti proposti per affrontare la crisi dell'occupazione, una gamma di nuove idee per ripensare la natura del lavoro. La mia speranza è che queste proposte possano aiutarci a trovare la rotta verso un nuovo mondo in cui i talenti personali e il contributo di ognuno al destino dell'umanità e al benessere del pianeta saranno forse completamente diversi da qualsiasi cosa mai immaginata prima. Ogni Paese è alle prese con un vasto dibattito sul futuro del lavoro. Fa i conti con problemi come un'alta disoccupazione, tasse esose, pesanti sistemi di previdenza sociale e contorti regimi regolativi, che secondo alcuni non fanno che perpetuare la stagnazione economica; coloro che hanno un atteggiamento critico d'interno del governo, dell'industria e della società civile sono immobilizzati in un'aspra battagha ideologica e si chiedono se le norme che regolano l'occupazione, il commercio e gli scambi debbano essere riformate e, se sì, come. Mentre i politici e i leader del mondo degli affari e del lavoro si accapigliano su come elaborare una politica del lavoro flessibile, abbassare le tasse e riscrivere le regole che governano previdenza sociale e assegnazione delle pensioni, la vera causa della disoccupazione globale non viene affrontata nel dibattito politico pubblico. Se la chiave per la creazione di nuovi posti di lavoro fosse solo l'attuazione delle riforme menzionate, allora gli Sta-

ti Uniti dovrebbero sperimentare un'occupazione massiccia. Dopo tutto, abbiamo effettivamente fatto tutte le riforme che altri Paesi stanno cercando ora di realizzare. Eppure i lavoratori americani - e quel che conta, di fatto, i lavoratori di tutte le altre economie nazionali mondiali se la passano male. Fino a qualche tempo fa, prima che negli USA il tasso ufficiale di disoccupazione cominciasse a crescere, il resto del mondo guardava d'America in cerca di guida e ispirazio'ne. Quello che gh altri Paesi non sapevano è che la disoccupazione reale ne& Stati Uniti, anche durante il boom della seconda metà degli anni Novanta, quando il governo dichiarava un dato del 4%, era molto più alta. Uno studio della University of Chicago ha dimostrato che se si fosse sommato anche il dato d&a disoccupazione nascosta, il tasso avrebbe eguagliato quello dell'Unione Europea negli stessi anni.8 E questo perché, benché in America qualcuno riuscisse a trovare un posto anche dopo la recessione del 1989-92,milioni di altri lavoratori scoraggiati semplicemente si arresero e fuoriuscirono dalla forza lavoro: per questo motivo non furono più conteggiati nelle statistiche ufficiali.9 Molti altri finirono in carcere. Nel 1980 la popolazione carceraria ammontava a 330.000 persone. Nel 2000 i detenuti erano circa due milioni.10 Oggi 1'1,8% della forza lavoro 8 Chinhui Juhn, Kevin Murphy e Robert Topel, Current Unemployment, Histo-

rically Contempluted, elaborato presentato ai Brookings Pane1 on Economic Activity, marzo 2002 (www.nber.org/-confer/2002Ass02/juhn.pdD. 9 AUen Berger, Margaret Kyle e Joseph Scalise, Dtd US Bank Supervisors Get Tougher During the Credit Crunch? Did They Get Easzer Durtng the Banktng Boom? Did It Matter to Bank Lendtng?, National Bureau on Economic Research, 15 gennaio 2000 (http://people.brandeis.edu/-cecchett~pdfherger2OOO.p~; Monica Davey e David Leonhardt, Johless and Hopeless, Many Quzt the Labor Force, «The New Yotk Times*, 27 aprile 2003. loAllen J. Beck e Darreii K. Giiiiard, Pnsoners in 1994, US Deparunent of Justice, Bureau of Justice Statistics, agosto 1995 (http://www.ojp.usdoj.gov/bjs); Paige M. Harrison e AUen J. Beck, Prisoners in 2002, US Department of Justice, Bureau of Justice Statistics, luglio 2003 (www.~jp.usdoj.~ov/bjs).

maschile si trova in carcere.11 Inoltre, molti lavoratori che trovarono un'occupazione nel mercato in crescita tra il 1995 e il 2000 erano lavoratori temporanei, part time, senza benefits e per la maggior parte sottoccupati. Molti sono rientrati nelle schiere dei disoccupati alla fine del 2003.

La-scesa e il declino del + Grirnes lamenta che ci sia poco da fare. «Ècome tentare di avanzare contro un terribile vento.>J7 L'industria dei servizi e dei colletti bianchi sta affrontando simili fenomeni di perdita di posti di lavoro, mentre le tecnologie intelligenti aumentano la produttività e si vengono sempre più a sostituire ai lavoratori. 11sistema bancario, quello assicurativo e il commercio all'ingrosso e al dettagho stanno introducendo tecnologie intelligenti in ogni settore delle loro operazioni, eliminando rapidamente personale di supporto nel processo. Gli osservatori dell'industria si aspettano un calo di lavoro dei colletti bianchi che metterà in ombra quello del comparto manifatturiero nel corso dei prossimi quarant'anni, mentre aziende, interi settori industriali e l'economia mondiale saranno collegati in una rete neurale globale. Sensori dai costi trascurabili - piccoli processori - stanno facendo la loro comparsa su tutto, dai prodotti di drogheria agli organi umani, mettendo in connessione il mondo intero in una rete ininterrotta di continuo scambio di idee e di informazioni. Paul Saffo, direttore dell'hstitute for the Future, a Menlo Park, in California, osserva che «neglianni Ottanta si facevano affari tra persone che parlavano con altre persone - ora tra macchine che parlano con altre macchine».58 Conversazioni tra macchine si accompagnano sempre più a conversazioni tra esseri umani e macchine. La tecnologia del riconoscimento vocale è già molto avanzata e continuerà a sostituire le conversazioni tra le persone. Nuovo software per computer sta perfino perfezionando l'abilità delle macchine nel tradufre conversazioni da una lingua all'altra in tempo reale. Come per il comparto ma56 Ibid.

57 Ibid. 58 Ibid.

nifatturiero, ci si aspetta che le tecnologie intelligenti riducano la forza lavoro dei colletti bianchi e dei servizi a una frazione delle sue attuali dimensioni, mentre la rivoluzione della comunicazione digitale collega ogni cosa sul pianeta in reti intelligenti incorporate in un'unica griglia globale. Qui sta il rebus. Se gli straordinari progressi nella produttività, nella forma di una tecnologia meno costosa e di più efficienti metodi di organizzazione del lavoro possono sempre più prendere il posto dell'operare dell'uomo, con la fuoriuscita di un maggior numero di persone dal mondo del lavoro come risultato, da dove verrà la domanda di beni di consumo sufficiente a comprare tutti i nuovi prodotti e i servizi potenziali resi disponibili dall'aumento della produttività? Come detto in precedenza, per un certo periodo i1 credito al consumo, la bolla di sapone del mercato azionario e il rifinanziamento delle ipoteche sulla casa hanno permesso ai lavoratori disoccupati o sottoccupati di continuare ad acquistare. Ora che il credito è saturo, che la bolla del mercato azionario è scoppiata e che i tassi di interesse delle ipoteche sulla casa stanno salendo, siamo costretti ad affrontare una contraddizione inerente al cuore stesso del sistema capitalistico, presente dall'inizio, ma che solo ora sta diventando inconciliabile. I1 capitalismo di mercato è in parte costruito sulla logica della riduzione dei costi del fattore produttivo, incluso il costo del lavoro, al fine di creare margini di profitto. C'è una continua ricerca di nuove tecnologie meno costose e più efficienti per abbattere i salari o eliminare del tutto la manodopera umana. Ora, le nuove tecnologie intelligenti possono sostituire buona parte del lavoro umano - sia fisico sia intellettuale. Se l'introduzione di nuove tecnologie labovsaving e timesauing ha aumentato considerevolmente la produttività, ciò è stato raggiunto solo a spese di un numero maggiore di lavoratori emarginati in impieghi part

time o a cui è stata consegnata la lettera di licenziamento. Una forza lavoro contratta, comunque, significa reddito ridotto, domanda di beni di consumo ridotta e un'economia incapace di crescere. Questa è la nuova realtà strutturale che il governo, i leader del mondo degli affari e tanti economisti sono riluttanti a riconoscere.

L6 fine del lavoro L'economia globale è al centro di un radicale mutamento della natura del lavoro, con grandi conseguenze per il futuro della societ Industriale, una forza lavoro anco a fianco con le macchine umana di massa per produrre beni e servizi di base. Nell'Era dell'Accesso, macchine intelligenti, nella forma di software per computer, robotica, nanotecnologia e biotecnologia, hanno progressivamente sostituito il lavoro umano nell'agricoltura, nei comparti dell'industria e dei servizi. Aziende agricole, fabbriche e molte ditte di colletti bianchi addetti ai servizi si sono rapidamente automatizzate. Sempre più lavoro fisico e intellettuale, dalle mansioni umili e ripetitive a quelle specializzate di alto concetto, sarà svolto nel ventunesimo. secolo da macchine pensanti meno costose e più efficienti. Probabilmente i lavoratori meno costosi del mondo non saranno tanto a buon mercato come la tecnologia che verrà online a sostituirli. Alla metà del ventunesimo secolo, la sfera degli - scambi avrà i mezzi tecnologici e la capacità organizzativa per fornire beni e servizi di base a una crescente popolazione mondiale usando una frazione della forza lavoro impiegata al presente. Forse si avrà bisogno solo del 5 % della popolazione adulta per gestire e rendere operativa la tradizionale sfera industriale entro il 2050. Aziende agricole, fabbriche e uffici semivuoti saranno la norma in ogni Paese.

Pochi tra i chief executiue officerscon i quali parlo pensano che per produrre beni e servizi convenzionali tra cinquant'anni occorreranno quantità di lavoro umano di massa. Di fatto tutti credono che la tecnologia intelligente sarà la forza lavoro del futuro. Naturalmente, la nuova era porterà con sé ogni genere di nuovi beni e servizi che, a loro volta, richiederanno nuove abilità occupazionali, soprattutto nell'arena della conoscenza più sofisticata. Questi nuovi posti di lavoro, tuttavia, per loro natura, saranno rari ed elitari. Non vedremo mai più migliaia di lavoratori affollarsi all'uscita dai cancelli della fabbrica e dai centri di servizi come succedeva nel ventesimo secolo. Anche le mansioni professionali più specializzate sono sempre più vulnerabili alla sostituzione tecnologica. Una sofisticata tecnologia diagnostica sta prendendo il posto di esami clinici altamente specializzati in precedenza svolti da medici, infermieri e tecnici. La progettazione computerizzata ha eliminato molti disegnatori tecnici e ingegneri. Nuovi programmi software sono subentrati a molto lavoro standard in precedenza svolto da contabili. Mentre saranno sempre ricercati i professionisti più brillanti, quelli di livello ordinario nella maggior parte delle discipline saranno con ogni probabilità eliminati dalla forza lavoro quando la tecnologia intelligente si dimostrerà un'alternativa più adeguata, rapida ed economica. La forza lavoro in futuro sarà sempre più specializzata e ricercata. L'Era Industriale mise fine al lavoro degli schiavi. L'Era dell'Accesso metterà fine al lavoro salariato di massa. Questa è l'occasione e la sfida che l'economia mondiale ha di fronte, mentre ci muoviamo nella nuova era della tecnologia intelligente. Liberare intere generazioni dalle lunghe ore trascorse sul posto di lavoro potrebbe annunciare un secondo Rinascimento per la razza umana o portare a una grande divisione e allo sconvolgimento sociale. La

questione centrale è: che cosa facciamo dei milioni di giovani lavoratori di cui si avrà poco o nessun bisogno in un'economia globale sempre più automatizzata? Davanti a noi ci sono diverse opzioni su come guardare al futuro dell'occupazione. Ognuna di esse richiede un certo sforzo di immaginazione: per esempio la disponibilità sia a ripensare la vera natura del lavoro, sia a esplorare modi alternativi per gli esseri umani di definire il proprio ruolo e contributo nei confronti della società nel secolo appena arrivato.

La creazione di milioni di posti di lavoro nella nuova Era dell'ldrogeno Nuove tecnologie intelligenti stanno portando l'economia mondiale lontano dal lavoro di massa e verso forze lavoro specializzate più ridotte nei prossimi cinquant'anni. Tuttavia esiste un'area emergente dove molte nuove opportunità si apriranno - perlomeno temporaneamente - nel settore manifatturiero e nelle industrie ad alta tecnologia. Siamo all'apice di un nuovo regime energetico che altererà il nostro modo di vivere in modo tanto radicale quanto l'introduzione del carbone e della forza vapore nell'Ottocento e quella del motore a benzina e a combustione interna nel Novecento. Balzi in avanti di tipo qualitativo nell'occupazione si verificano sempre nei periodi storici in cui nuovi regimi energetici si stabiliscono e si realizzano le infrastrutture che li accompagnano. Lo sfruttamento dell'energia a carbone e a vapore e la costruzione dell'infrastrutturaferroviaria continentale tra la fine della Guerra Civile e l'inizio della Prima guerra mondiale crearono negli Stati Uniti e in Europa milioni di posti di lavoro, così come lo sfruttamento del petrolio e l'introduzione del motore a combustione interna, insieme alla costruzione di strade e all'elettrificazione di

fabbriche e aree territoriali, nei primi sessant'anni del Novecento.. Una volta operativi, questi nuovi regimi energetici - la Prima e la Seconda rivoluzione industriale - fecero fare grandi passi in avanti alla produttività e resero possibili nuovi tipi di merci, servizi e mercati, e quindi la creazione di ulteriori posti di lavoro. La tecnologia dell'energia a idrogeno e della pila a combustibile sta entrando nell'arena commerciale. La sua larga diffusione avrà probabilmente un impatto maggiore sull'economia globale rispetto a ogni altra singola innovazione nel prevedibile futuro. Riconfigurare l'infrastruttura energetica, mentre l'economia globale attuerà il cambiamento storico dall'era dei combustibili fossili a quella dell'idrogeno, creerà milioni di nuovi posti di lavoro - sufficienti per assorbire almeno in parte i nuovi ingressi nel mondo occupazionale. E poiché l'installazione di tecnologie per l'energia rinnovabile e la costruzione dell'infrastruttura legata allo sfruttamento dell'idrogeno, così come la riconfigurazione e la decentralizzazione delle reti di energia di ogni nazione, sono geograficamente collegate, l'occupazione verrà creata all'interno di ogni Paese. Tali lavori ci faranno guadagnare del tempo prezioso, mentre soluzioni di più ampia portata per il futuro del lavoro saranno gradualmente introdotte. L'alba di nuovi regimi energetici è sempre un indicatore chiave del futuro successo di Paesi ed economie. Si ricordi che l'Inghilterra riuscì a dominare l'economia globale nell'ottocento, in larga misura, perché fu la prima nazione del mondo a sfruttare i suoi abbondanti depositi di carbone e a consolidare la tecnologia del vapore - gettando le basi della Prima rivoluzione industriale. Allo stesso modo, gli Stati Uniti devono molto del proprio successo nel Novecento alle vaste riserve interne di petrolio, che li dotarono di abbondanti risorse di energia a basso costo per alimentare le automobili e mantenere efficiente una macchina militare

senza rivali, conferendo loro una posizione di predominio all'awento della Seconda rivoluzione industriale. Nell'ottobre 2002, l'Unione Europea ha rivelato un ambizioso progetto di ampio respiro per attuare la transizione dall'era dei combustibili fossili a un'economia basata sull'idrogeno rinnovabile e completamente integrata. A quel tempo io ricoprivo l'incarico di consigliere personale di Romano Prodi, il presidente della CommissioneEuropea, l'organo di governo dell'unione. In quella veste, elaborai per il presidente Prodi il protocollo strategico iniziale che portò all'iniziativa nel campo dello sfruttamento energetico dell'idrogeno da parte dill'unione. Il presidente Prodi affermò che la trasformazione del regime energetico europeo sarebbe stato il prossimo grande passo in avanti nell'integrazione europea dopo l'introduzione dell'euro, paragonabile allo sforzo del programma spaziale americano degli anni Sessanta e Settanta, che diede impulso alla conseguente rivoluzione economica degh anni Ottanta e Novanta.59 L'idrogeno ha il potenziale per mettere fine d a dipendenza mondiale dalle importazioni di petrolio e contribuire a circoscrivere il pericoloso gioco geopolitico tra militanti musulmani e nazioni occidentali. Taglierà drasticamente le emissioni di biossido di carboni0 e mitigherà gli effetti del riscaldamento globale del pianeta. E dato che l'idrogeno è tanto abbondante ed esiste ovunque in natura, ogni essere umano potrebbe essere messo in grado di utilizzarlo, facendone il primo vero regime energetic0 democratico della storia. Pile a combustibile commerciali alimentate a idrogeno stanno ora comparendo sul mercato per l'uso domestico, d'ufficio e industriale. I più importanti fabbricanti di au-

59 Scott Miller, Bhushan Bahree e Jeffrey Ball, Prodi Hopes to Vault EU to Front of Hydrogen Race, «%e Wd Street Joumab, 16 ottobre 2002.

tomobili hanno speso più di due miliardi di dollari per sviluppare automobili, autobus e camion alimentati a idrogeno e ci si aspetta che la prima produzione di massa & veicoli sia realizzata nell'arco di pochi anni. L'economia d'idrogeno rende possibile una vasta redistribuzione del potere e delle risone, con benefici di lunga portata come conseguenza per la società. I1 flusso di energia oggi centralizzato e verticistico, controllato dalle compagnie petrolifere su scala mondiale e dalle aziende di pubblico servizio, sta diventando obsoleto. Nella nuova era ogni essere umano potrebbe diventare il produttore e il consumatore della propria energia - la cosiddetta «generazione distribuita». Nella nuova era della pila d'idrogeno, la stessa automobile è una «stazione energetica su ruote», con una capacità di generare venti kilowatt. Dato che in media un'automobile resta parcheggiata per la maggior parte del tempo, può essere collegata a una presa di corrente, durante le ore di non utilizzo, a casa, in ufficio o alla principale rete elettrica interattiva, rendendo disponibile energia addizionale per la rete. Se solo il 25% di chi guida un'automobile usasse i propri veicoli come centrali elettriche per vendere energia alla rete, tutte le centrali del Paese potrebbero essere smantellate. Quando milioni di utilizzatori finali mettono in collegamento le proprie pile a combustibile con le reti di energia all'idrogeno (hydrogen energr webs, HEW) locali, regionali e nazionali, usando gli stessi principi di progettazione e le tecnologie intelligenti che hanno reso possibile il world wide web, possono cominciare a condividere l'energia - da pari a pari - creando una nuova forma decentralizzata di utilizzo energetic0.a La Silicon Valley sta proprio ora cominciando a capire il

60 Per ulteriori approfondimenti cfr. Jeremy R&n, lano, Mondadori, 2002.

Economia all'idrogeno, Mi

ruolo critico che il software e la rivoluzione delle comunicazioni giocheranno nell'awento della nuova era energetica. I cambiamenti epocali nella storia del mondo si sono verificati al convergere di nuovi regimi energetici con nuovi regimi di comunicazione. Quando questa convergenza ha luogo, la società viene ristrutturata in forme completamente nuove. Per esempio, l'awento contemporaneo della tecnologia a vapore alimentata a carbone e della macchina da stampa diede via alla Prima rivoluzione industriale. Sarebbe stato impossibile organizzare l'aumento vertiginoso di ritmo, rapidità, flusso, densità e connessione di attività economiche reso possibile dal motore a vapore alimentato a carbone usando i vecchi codici manoscritti e forme orali di comunicazione. Nel tardo Ottocento e primo Novecento, si verificarono insieme l'avvento del telegrafo e del telefono e l'introduzione del motore a benzina e a combustione interna, la struttura di comando e di controllo per organizzare la Seconda rivoluzione industriale. Una grande rivoluzione delle comunicazioni si è verificata negli anni Novanta. Persona1 computer, Internet, il web e le tecnologie della comunicazione senza fili hanno interconnesso il sistema nervoso centrale di più di un miliardo di persone sulla Terra alla velocità della luce. E, anche se la rivoluzione nei nuovi software e nelle comunicazioni ha cominciato ad aumentare la produttività in ogni industria, il loro vero potenziale è ancora lontano dall'essere pienamente realizzato. I1 potenziale sta nella loro convergenza con il nuovo, «distribuito» regime energetico dell'idrogeno. Le rivoluzioni del software e delle comunicazioni sono la struttura di comando e di controllo per riconfigurare ogni rete energetica del mondo, così che l'energia possa essere generata dalle singole persone e condivisa come l'informazione nel web. L'avvento contemporaneo di tecnologia decentralizzata delle comunicazioni e di tecnologia distribuita dell'energia dell'idrogeno segna il nuovo

grande punto di svolta nel modo in cui gli individui organizzano l'energia del pianeta. I1 maggiore beneficiario del nuovo regime energetico decentralizzato sarà il mondo in via di sviluppo. Oggi, più di un miliardo di abitanti della Terra vive con meno di un dollaro al giorno e tre miliardi - metà della razza umana con meno di due dollari.61 La ragione per cui la gente non ha potere è semplice. Non ha energia. Un terzo della razza umana non ha accesso al17elettricità,e quasi due terzi non hanno mai fatto una telefonata.62 Senza elettricità è impossibile produrre beni e servizi e creare lavoro. In Sudafrica, secondo un rapporto recente, per ogni cento nuclei familiari che sono stati dotati di energia elettrica, sono nate da dieci a venti nuove imprese.63 L'elettricità libera il lavoro umano dalle occupazioni quotidiane per sopravvivere. Dà la capacità di gestire fattorie, rendere operative piccole fabbriche e botteghe di artigianato, porta la luce nelle case, nelle scuole, nelle aziende. Mentre le nazioni sviluppate stanno compiendo il cambiamento storico dal lavoro di massa a un lavoro elitario, c'è ancora l'opportunità nel Terzo mondo, se non altro nel breve termine dei prossimi cinquant'anni, di sfruttare I'elettricità per creare imprese economiche ed espandere l'occupazione per almeno una parte della popolazione. Installare tecnologie rinnovabili, pile a combustibile e reti di potenza limitata in ogni villaggio, cittadina e città nel Terzo mondo è di importanza cruciale per creare nuove opportunità lavorative.

61 Frances Wiiiiams, Job Creation Essential to Halve Poverty, «The Financial Times», 9 giugno 2003. 62 Steven E. MiUer, Ctvtltzzng Cyberspace:Policy, Powet; and tbe Information Superbigbway, New York, Addison-Wesley, 1996, p. 206. 63 Electricity Tecbnology Roadmap Powerrng Progress, 1999 Summary and Synthesis, Economic Policy Research institute, Palo Alto, EPRI, luglio 1999, pp. 96-97.

:

Costruire una nuova infrastruttura energetica nei Paesi più poveri del mondo richiederà una notevole infusione di capitale d'investimento. Anche se i costi delle tecnologie rinnovabili, delle riserve di idrogeno e delle pile a combustibile continueranno a diminuire, con il maturare della tecnologia e la realizzazione di economie di scala nei Paesi sviluppati, sarà costoso impiegarle nel Terzo mondo. I Paesi in via di sviluppo avranno bisogno di cominciare a movimentare il proprio rnicro e macro credito, ma anche questo non basterà per rendere operativa una rete all'avanguardia di energia all'idrogeno. C'è tuttavia un'altra fonte di investimento di capitali che potrebbe dirigersi verso questo compito. L'economista sudamericano Hernando De Soto osserva in modo interessante che già esistono grandi quantità di capitale potenziale nel Terzo mondo, ma non sono utilizzabili perché non esiste un corretto regime di proprietà privata che permetta la loro conversione in strumento di credito. De Soto afferma che i soli beni immobili detenuti dai poveri nel Terzo mondo eccedono i novemila miliardi di dollari. Egli sostiene che >come deterrente alla diffusione dell'obesità.96

La traslazione d'imposta applicata a un comportamento ambientale e sociale dannoso potrebbe essere destinata ad aiutare a finanziare le organizzazioni del terzo settore, sostenendo l'impiego nella società civile e promuovendo lo sviluppo del capitale sociale nel mondo. Ripulire I'ambiente, creare modi sostenibili di condurre gh scambi commerciali, rendere le aziende più efficienti dal punto di vista dell'energia e delle risorse e più competitive, scoraggiare comportamenti sociali nocivi per la salute e la qualità della vita, stimolando la ricostruzione del terzo settore, e creare milioni di posti di lavoro retribuiti al servizio del bene sociale nei quartieri e nelle comunità sono obiettivi di rilevanza assoluta per l'ambiente, l'economia e la società civile. Nel secolo appena arrivato, il contributo umano si sta sempre più spostando dd'arena commerciale alla società civile. La traslazione d'imposta è un mezzo importante per contribuire a rendere la transizione una realtà.

La valata parallela Nell'indagine condotta in ventidue nazioni sul terzo settore dal Johns Hopkins University Center for C i d Society Studies, i ricercatori hanno scoperto che, in media, il 28% della popolazione di questi Paesi contribuisce con parte del suo tempo alle organizzazioni nonprofit della società civile." I1 terzo settore è, nei fatti, un'economia parallela. La sua missione, comunque, è creare capitale sociale, non capitale di mercato. I fautori della società civile sostengono, con delle ragioni, che senza l'economia sociale quella di mercato non potrebbe esistere. L'economia sociale è il settore chiave, il luogo in cui gli individui creano legami for-

97 Lester M. Salainon, H e h u t 96 Fatty Foods Sbould Be Taxed,BBC News, 9 giugno 2003 (http://news.bbc.co.uk).

Anheier, Regina List, Stefan Toepler e Wojceich S. Sokolowski, Global Czvzl Soczety .Dzmenszons of tbe Nonprofit Sector, cit.

mali e informali, relazioni e istituzioni per prendersi cura l'uno dell'altro. Il luogo in cui gli esseri umani stabiliscono la fiducia sociale che permette loro di impegnarsi con slancio nei rapporti di scambio. Il capitale sociale precede sempre il capitale di mercato in ogni società. Il problema è che mentre la popolazione è aumentata e i rapporti sociali sono diventati allo stesso tempo più fitti e dispersi, il tipo di rapporto personale intimo che ha facilitato la creazione del capitale sociale è diventato difficile da mantenere. In comunità più piccole e maggiormente integrate, la reciprocità tra parenti e vicini è tradizionalmente alta. È naturale che gli individui contribuiscano con le loro competenze, abilità e conoscenze all'aiuto reciproco e alla creazione di relazioni e istituzioni comunitarie. Poiché le comunità umane sono lievitate in gigantesche città e si sono propagate in caotiche periferie, il senso di intimità ha lasciato il posto all'anonimato e l'idea di impegno condiviso e di aiuto reciproco ne ha risentito. Mentre l'economia sociale si è ridotta, l'economia di mercato è cresciuta, in parte, perché i meccanismi di scambio tra le persone nel campo commerciale sono basati su distaccati rapporti di rivalità. Il denaro, che è un medium impersonale, permette alla gente di disperdersi nello spazio e nel tempo per scambiarsi il proprio tempo e lavoro senza dover stabilire intimi legami. La grave lacuna della società civile è il tipo di «fungibilità» che permetterebbe alla gente di mettere in campo tempo, abilità e competenze in attività nonprofir che costruiscano il capitale sociale nelle comunità. La valuta sociale offre una soluzione. La tecnologia consente ora, con carte di credito e di addebito, servizi Internet, il web e la tecnologia mobile, di realizzare una valuta parallela nella società civile che possa cominciare a rendere scambiabile il potenziale capitale umano disponibile in ogni quartiere e comunità.

La creazione di una valuta sociale è la chiave per creare modi totalmente nuovi per la gente di condividere risorse individuali. Per i milioni di persone che si trovano sottoccupate o disoccupate e senza mezzi sufficienti per assicurarsi la soprawivenza, la valuta sociale riempirà sempre più il vuoto e potrebbe anche diventare un potente mezzo parallelo per offrire qualità di vita, al di fuori dell'economia di mercato. La valuta sociale, in una forma o nell'altra, risale all'inizio del Novecento. La sua recente reincarnazione, comunque, è da attribuire a Edgar Cahn, un professore di legge alla David C. Clarke School of Law della University of the District of Columbia. Egli ha sviluppato l'idea della time bank («bancadel tempo») alla London School of Economics, e istituito la prima banca operativa nei tardi anni Ottanta.98 Si tratta di un'idea semplice, basata sul concetto di aiutare un vicino con l'aspettativa che un vicino - non necessariamente lo stesso - prima o poi aiuterà te. La sua ispirazione è simile al principio che ci spinge a una banca del sangue per farci fare un prelievo. Ci sono ora più di 250 piani bancari time dollar («dollari di tempo») che operano negli Stati Uniti e coinvolgono migliaia di persone; progetti simili esistono in Gran Bretagna, in Giappone e in un certo numero di altri Paesi sotto diverse denominazioni, come fair shares («parti eque») e service medits (acrediti di servizio»).Ecco come funzionano. Un individuo dona volontariamente un'ora del proprio tempo e viene ricompensato con un time dollar. Diversamente dall'economia di mercato, dove il tempo delle persone viene ricompensato su una scala discendente in misura della loro competenza, la valuta sociale è egualmente

98 Wbat Is a Ttme Bank?, Time Banks UK (www.timebanks.co.uk).

valutata. Ognuno, indipendentemente dalla competenza, dal medico all'autista di taxi, riceve un credito di un'ora per un'ora di impegno, secondo l'idea che il contributo di ogni persona è egualrnente valutato nel produrre il capitale sociale della comunità. I time dollars derivati possono essere usati per assicurarsi beni e servizi da pane di altri nella time bank, inclusi cibo, vestiario, computer, servizi legali, servizi sanitari, alloggio, trasporti, perfino l'iscrizione a programmi scolastici. Alcuni hanno criticato l'idea di venire ricompensati per offrire il proprio tempo ad attività sociali nonprofit. I suoi sostenitori mettono in luce, comunque, che l'idea di creare obblighi reciproci tra eguali è una forma di impegno molto più alta del prestare i propri servizi in modo volontario ai bisognosi. La seconda modalità crea un rapporto sbilanciato di dipendenza - la sensazione che si stia facendo la carità a qualcuno - perché non permette alla persona bisognosa di avere il modo di ricambiare. I time dollars rafforzano l'idea del17«aiutoreciproco»: cioè a dire, mettere insieme molte più persone in rapporto solidale tra loro. Elderplan, un'organizzazione per l'assistenza domiciliare (Home Maintenance Organization, HMO) di BrooMyn, a New York, è stata una delle prime a utilizzare il modello del time dollar. Elderplan, come altre HMO, aveva l'obiettivo di ridurre i costi del trattamento medico di emergenza e delle lunghe permanenze in ospedale con l'offerta di assistenza di qualità, consulenza e di altri servizi a domicilio. L'organizzazione ha trasformato i suoi passivi utenti di servizi medici in agenti attivi di assistenza sanitaria con il proprio programma time dollar. In questo programma, i membri della HMO aiutano i malati cronici non autosufficienti cucinando pasti, accompagnandoli dal dottore, a seguire le terapie, e recapitando a casa i farmaci. Alcuni hanno avuto una formazione per

poter dare sostegno morale ai familiari dei defunti. La maggior parte dei volontari non sono più giovani. Dal 1987 al 1998, hanno potuto monetizzare i loro time dollars ottenendo lo sconto del 25 % sulle polizze di assicurazione sanitaria. Oggi i loro time dollars possono essere usati nel Time Dollar Credit Shop per acquistare apparecchi digitali per misurare la pressione, per l'idromassaggio e altri articoli del genere." Con i time dollars, i membri della HMO diventano parte di una rete comunitaria sanitaria. Si aiutano l'un l'altro. L'insediamento della Grace Hiu a $t Lobis & un altro esempio di uso di time banks che ha avuto successo. L'organizzazione gestisce undici centri di quartiere e quattro centri sanitari nelle aree più povere della città. Ottocentoventi famiglie con figli in età prescolare sono coinvolte nel programma Head Start dell'organizzazione e in altre attività. Alcuni genitori vengono formati nella cura dei bambini e altre mansioni. Per i loro contributi sono ricompensati con time dollars, che possono essere usati per acquisti in negozi time dollars, dislocati per la città, in cui si trovano beni donati. Grace Hill gestisce anche un istituto universitario dove i residenti locali possono scambiarsi time dollars per frequentare dei corsi.loo Altri programmi time dollar permettono alle persone coinvolte di avere, in cambio delle ore donate alla comunità, una gamma di servizi che includono riparazioni di automobili, lavori di falegnameria, di idraulica, di contabilità, servizi legali e lezioni di ballo. Perfino l'affitto può essere parzialmente pagato con time dollars.lol Dovrebbe essere messo in particolare rilievo che i pro-

99 Member to Member, Elderplan (http://m.elderplan.org/free/mtm.h). 100 Links Between Nezghbors, Grace W, 7 ottobre 2003 (http://www.grace-

hiU.org/NeighborhoodSeMces/NS.L.Llnksbe~). 101Edgar S. Cahn, Time Dollars at Work,New Dernocrats Online (www.ndol.org).

grammi time dollar non equivalgono a forme di baratto. Non c'è trattativa. Tutti i contributi sono valutati nello stesso modo, cioè ogni ora di lavoro è paragonabile alle altre, a prescindere dalla natura e dal tipo di contributo. L'Internai Revenue Service («Serviziointerno dell'erario») del governo americano ha decretato che i time dollars, diversamente dal baratto, non sono tassabili.102 Secondo uno studio del 2001 dell'Independent Sector, il 44% della popolazione adulta americana, ottantaquattro milioni di persone, contribuisce con una media di 3,6 ore ciascuno alla settimana a una o più delle 1,2 milioni di organizzazioni nonprofit degli USA. La maggior parte degli americani crede che il terzo settore del loro Paese sia il più sviluppato, ma la realtà è che molte nazioni dell'Europa occidentale hanno un settore nonprofit più vasto in proporzione all'occupazione totale.103 I1 punto è che il terzo settore è una forza crescente in vari Paesi del mondo, e tuttavia, nonostante la sua dimensione e importanza nella vita di ogni nazione, manca, almeno fino a oggi, del solo elemento essenziale che gli permetterebbe di unire e mettere in movimento il vasto potenziale umano esistente in una formidabile forza sociale parallela, paragonabile per influenza all'economia di mercato. La valuta sociale, nella forma di time dollars e simili, è il modo di cominciare a mettere insieme grandi quantità di persone nel processo della creazione e dello scambio di capitale sociale. Per i giovani disoccupati e gli adulti in pensione, e per i milioni di persone che sono sottoccupate o temporaneamente disoccupate, la valuta sociale è un modo di utilizzare il proprio intero potenziale umano sia per servi-

lo*IRS Question, Hour Doiiars S e ~ c Exchange e Program (http://www.hour-

doilars.otg/irs.htrni). 103 Giving and Volunteeving in the United States, Washington, Independent Seaor, novembre 2001 (www.independentsector.org).

re la comunità sia per prowedere alle proprie necessità familiari. Tutti i programmi di valuta sociale al momento attivi nel mondo sono di dimensioni ridotte quanto a finalità e scala. I1 loro esempio è comunque altamente rappresentativo del grande potenziale umano che potrebbe essere liberato se fossero resi effettivi programmi di respiro maggiore. Ci dovrebbe essere una seria discussione su come espandere questi sforzi frammentari fino ad avere una singola valuta sociale in ogni Paese - usando carte di debito e altre avanzate tecnologie bancarie -, così che la gente possa contribuire con il proprio tempo e le proprie abilità alla comunità e usare i time dollars per assicurarsi l'accesso a beni e servizi nell'intera regione di residenza. Estendere il concetto dei time dollars a una regione offre un campo di prova maggiore per lo scambio di contributi personali, mantenendo un certo grado di localismo geografico. Concessioni speciali potrebbero essere rilasciate persino per lo scambio di time dollars a livello nazionale nel caso in cui l'accesso alle competenze, ai servizi e ai beni non fosse disponibile localmente. Una valuta sociale nazionale parallela, insieme a quella commerciale esistente, aiuterà a rendere il terzo settore, o arena sociale, un'alternativa percorribile per l'utilizzo delle risorse umane.

È possibile immaginare che entro il ventunesimo secolo la tecnologia intelligente sostituirà buona parte del lavoro umano nella sfera degli scambi economici, consentendo alla maggioranza degli esseri umani di essere istruiti e formati per occupazioni adatte alle proprie attitudini in campo culturale. Dopo tutto, il lavoro dovrebbe essere compito delle macchine. Il lavoro produce soltanto profitti. Le persone, invece, dovrebbero essere liberate per generare valore intrinseco e rinvigorire il senso di una comunità

condivisa. Liberare gli individui dal lavoro, così da renderli in grado di dare un profondo contributo alla creazione del capitale sociale nella società civile, rappresenta uno straordinario salto in avanti per l'umanità nel secolo appena arrivato. Ciò che ora si richiede è la volontà e la determinazione necessarie per cominciare questo definitivo viaggio umano. Jeremy Rzfiin gennaio 2004

LVI

La fine del lavoro

Alla memoria di mio padre, Milton Rzfkn, che comprese meglio di chiunque altro il meccanismo di funzionamento dei mercati. A mia madre, Vivette Rtfkn, cbe incarna lo spirito pionieristiro della società americana. A Ernestine Royters, alh suafawnglia e alloro sogno di un domani migliore.

Ringraziamenti Vorrei ringraziare in maniera particolare Jeff Kellogg, che mi ha assistito nelle ricerche necessarie alla stesura di questo volume. La sua precisione, i molti suggerimenti e i commenti hanno rappresentato un contributo fondamentale alla preparazione del manoscritto. Voglio anche ringraziare Andy Kimbrell per l'assistenza prestata nella revisione finale del manoscritto e per aver fatto da terreno di verifica per molte delle idee che ho esposto nel libro. Devo inoltre ringraziare Anna Awimbo, Clara Mack, Carolyn Bennett e Jennifer Beck per il contributo che hanno dato alla ricerca e alla stesura di La fine del lavoro. Desidero infine ringraziare Ping Ferry per il suo incoraggiamento e sostegno durante le ricerche e la stesura di questo libro.

Prefazione di Robert L. Heilbroner

Gli economisti non hanno mai avuto un buon rapporto con le macchine e con gli effetti che producono neila società. Da una parte, esse rappresentano la materializzazione deli'investimento, quindi dello spirito stesso dei capitalismo. Dd'altra, dove ne arriva una, esce di scena un lavoratore (in alcuni casi molti di più). Gli economisti hanno sempre affermato che l'introduzione di una macchina può provocare disoccupazione qua e là, ma l'aumento di produttività che ne consegue ha effetti positivi sul reddito nazionale. Ma a chi va questo reddito? Nel 1819 il celebre economista David Ricardo scrisse che la quantità di occupazione in un'economia è irrilevante, dal momento che non influisce sulle rendite e sui profitti, dai quali si originano i nuovi investimenti. hanno perso il posto di lavor Alcuni di loro sono stati, senza dubbio, vittime-della co correnza internazionale ma, come hanno osservato Davi Churbuck e Jeffrey Young su Forbes », «la tecnologia ha aiutato molto a renderli inutili». Anche se l'economia 32

ha avuto un 1992 positivo, con un tasso di crescita del 2,6%, più di 500.000 altri posti di lavoro a livello impiegatizio e tecnico sono stati ~ a n c e l l a t i .I~rapidi ~ avanzamenti nella tecnologia informatica - tra i quali quelli dell'elaborazione in parallelo e dell'intelligenza artificiale probabilmente contribuiranno in modo pesante all'elirninazione di molti altri dal processo produttivo, nei primi decenni del prossimo secolo. Molti analisti politici riconoscono che la grande impresa sta eliminando un numero sempre maggiore di lavoratori, ma sostengono anche che la piccola impresa, muovendosi in senso inverso, riesce ad assorbire una buona parte della disoccupazione. David Birch, un ricercatore deU'MIT, è stato tra i primi a suggerire che la trescita economica nell'epoca dell'alta tecnologia sia trainata dalle piccole imprese: quelle con meno di 100 dipendenti. Birch giunge a ipotizzare che più de11'88% dei nuovi posti di lavoro venga creato nelle piccole imprese, molte delle quali si collocano suha linea di frontiera della nuova rivoluzione tecnologica. I dati delle sue analisi sono stati molto citati dagli economisti conservatori durante l'era Reagan-Bush come una dimostrazione del fatto che le innovazioni tecnologiche stavano creando tanti posti di lavoro quanti ne distruggevano. Studi più recenti hanno messo in discussione il mito della piccola impresa come potente motore di crescita dell'occupazione nell'era dell'alta tecnologia. Lo studioso di politica economica Bennett Harrison, della H.J. Heinz 111 School of Public Policy and Management della Carnegie-Mellon University, utilizzando statistiche raccolte da un'ampia gamma di fonti - tra le quali l'organizzazione internazioale del lavoro delle Nazioni Unite e il Bureau of Census e1 governo americano, afferma che negli Stati Uniti «la ercentuale di americani che lavorano per imprese di pic33

-cole dimensioni e ditte individuali è rimasta pressoché immutata a partire dagli anni Sessanta*. Lo stesso vale, sempre secondo Harrison, per il Giappone e la Germania, le altre due maggiori superpotenze econ~miche.'~ Il fatto è che, mentre meno dell'l% delle imprese attive negli Stati Uniti impiega più di 500 lavoratori, alla fine del decennio scorso le grandi imprese davano lavoro a più del 41 % degli occupati nel settore privato. E sono proprio le grandi aziende le più attive nel re-engineering della propria attività e quelle che si stanno liberando di grandi masse di 1avorato1-i.25 L'attuale ondata di tagli occupazionali acquisisce un maggiore significato politico alla luce della tendenza manifestata dagli economisti di rivedere continuamente i >> nelverso l'alto il livello di disoccupazione messa in dal collasso del credito e il movimento per la condivisione del lavoro messo a terra dall'inazione del Congresso, il Paese alla fine si rivolse al governo federale per risollevare un'economia vacillante. Questo scelse la strada del New Deal e un nuovo approccio alla soluzione dei problemi gemelli della diffusa disoccupazione tecnologica e della debole domanda di consumi.

Il New Dea1

Il New Deal ricorse anche alla leva tributaria per ma-

abbastanza velocemente per assorbire tutti i beni disponibili sul mercato >>.50 I1 compito del governo era promedere lavoro, reddito e potere d'acquisto sufficienti a fa ripartire l'economia. oltre alla Wpa, l'amministrazione Roosevelt istitu anche la Tennessee Valley Authorit~(TvA) e fece co struire le dighe Boulder e Grand Coulee e altri i m ~ i a n t per la produzione di energia elettrica, con l'obiettivo d aumentare il numero dei dipendenti statali e di fornir energia elettrica a basso costo nelle aree rurali e alle im prese. Nel 1935 venne istituita la National Youth Admi nistration, con l'incarico di formare e addestrare i g vani americani. Per garantire un'occupazione a tisti vennero awiati il Federa1 Theatre Project e il Federal Writers' Project. Per assistere finanziariamente i proprietari immobiliari in difficoltà e per espandere l'occupazione nel settore delle costruzioni vennero istituite la Homeowner's Loan Association e la Federa1 Housing Administration (FHA). Infine, per aiutare gli agricoltori a superare la depressione, vennero approvati 1 ' ~ ~ r i c u l t u ral Adjustment Act nel 1933 e il Soil Conservation Ac nel 1936. Per assistere i cittadini anziani e per stimolare la spesa per consumi, nel 1935 l'amministrazione ~ooseveltapprovò il Social Security Act; per aiutare i lavoratori temporaneamente senza impiego venne istituito un sussidi di disoccupazione e l'amministrazione fece anche appr vare il Fair Labor Standard Act, che garantisse standar salariali minimi, e il National Labor Relations Act per favorire l'organizzazione dei sindacati. Si era convinti che un sindacato forte avrebbe avuto un maggior potere co trattuale nelle trattative salariali e avrebbe pot tire un maggior potere d'acquisto per i lavoratori, rebbe servito da lubrificante all'intera economi

nipolare il potere d'acquisto. Alcuni economisti, come Marriner Eccles, combatterono con accanimento per una disciplina della materia tributaria che consentisse di stimolare l'economia, attraverso un abbassamento dell'imposizione sui consumi - che in quell'epoca rappresentava quasi il 60% delle entrate tributarie federali - e un aumento delle imposte sui redditi, sulle donazioni, sui redditi d'impresa e sui patrimoni, L'idea di fondo era a prendere a chi ha D, quindi ai risparmiatori, per trasferire ricchezza alla classe media lavoratrice e ai poveri, che avevano maggiore propensione alla spesa e che, quindi, rappresentavano un motore per la crescita econ~mica.~' Anche a voler essere generosi, il New Dea1 ebbe solo un successo parziale. Nel 1940, la disoccupazione negli Stati Uniti era ancora intorno al 15% e, sebbene il tasso fosse assai meno elevato che nel 1933 - quando aveva raggiunto un massimo del 24,9% - l'economia non era ancora uscita della depressione.52 Comunque i molti programmi di riforma voluti da Roosevelt definirono un ruolo nuovo per il governo federale: un ruolo che si è profondamente radicato nel settore pubblico. Da allora, i governi avrebbero giocato un ruolo chiave nella regolazione delle attività economiche, tentando di garantire livelli di occupazione e di reddito adeguati al mantenimento della crescita economica. Nonostante i molti nuovi piani statali awiati negli tati Uniti e negli altri Paesi nel corso degli anni Trenta, a debolezza endemica del sistema industriale - che aveva prodotto, in prima istanza, una crisi economica di proporzioni planetarie - continuò a condizionare la comunità economica internazionale. Solo la guerra riuscì a salvare l'economia americana. Entro un anno dall'entrata in guerra degli Stati Uniti, la spesa pubblica decollò da

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16.900 miliardi di dollari a 51.900. Nel 1943 la spesa bellica federale assommava a 81.100 miliardi di dollari. I1 tasso di disoccupazione si dimezzò entro il 1942 e si dimezzò ulteriormente nel 1 9 4 3 . ~ ~

Il mondo dopo la guerra L'economia di guerra sopravvisse al giorno della vittoria, prendendo la forma di un vasto complesso industriale e militare, un labirinto di attività finanziate dal Pentagono che riuscì a dominare l'economia americana. Alla fine degli anni Ottanta, le imprese che lavoravano su commessa del ministero della Difesa erano più di 20.0 devono esserne aggiunte oltre 100.000 titol palti.54 Durante gli anni di Reagan e di Bush, la litqre sui consumi totali di beni era superiore complesso militare-industriale si era ingigantito al che, se avesse costituito una nazione a sé stante, collocato al tredicesimo posto nella graduatoria de industrializzati. Negli anni Ottanta, gli Stati Uniti speso 2,3 milioni di miliardi di dollari per la sicure litare; quasi 46 dollari ogni 100 spesi in conto cap davano all'economia militare.55 Ma nonostante la costituzione di un appara industriale permanente, il boom postbellico fu cont mente messo in pericolo dalla persistente disoccupa tecnologica degli anni Cinquanta e Sessanta, prov dall'introduzione dell'automazione. I nuovi ~ r o d o t t i prattutto la televisione e l'elettronica di consumo - so riusciti ad ammortizzare il colpo e a fornire manodopera espulsa dall'introduzione delle altri settori. Anche il comparto dei servizi è cresciuto in maniera significativa, spinto anche dal vuoto lasciato milioni di donne che hanno abbandonato la casa per 68

re a lavorare. Anche gli appalti pubblici hanno contiato a offrire lavoro, addolcendo l'effetto della disocculogica. Nel 1929, la spesa pubblica rappre12% del prodotto interno lordo, negli Stati ti; nel 1975 la quota aveva raggiunto il 33,2%.56 efense Highway Act degli anni Cinù faraonico piano di lavori pubblici della una nuova cultura del movimento e delle suburbane, creando nuove occasioni di occupazione gni area del Paese. I programmi Great Society degli

i Sessanta fornirono lavoro a molti dei poveri della nane, mitigando ancora una volta l'impatto negativo delroduttività e della crescente disoccupaa guerra fredda e il conflitto del Vietn'accelerazione nel flusso di denaro pubustria della difesa, garantendo un'econoe e un impiego a molti di ¶uelli che, altristati spiazzati dalle nuove tecnologie. ne, a metà degli anni Settanta, più del 19% della forza lavoro americana era impiegato nel settore pubblico, facendo così del governo degli Stati Uniti il maggior datore di lavoro della n a ~ i o n e ? ~

conomiche che si stanno formando alla ia del nuovo secolo rendono assai poco probabile che ore pubblico riescano ancora una volta ia da una crescente disoccupazione tecda una domanda di consumi sempre meno viiluppo delle tecnologie informatiche e delle teoni minaccia di distruggere decine di milioni oro nei prossimi anni e di far declinare costantemente l'importanza della manodopera in molti set69

tori e in molte categorie professionali. Gli i>ribattono che i nuovi prodotti e servizi di alta tecnologia creeranno nuova occupazione e mettono l'accento sul fatto che, nei primi anni di questo secolo, l'mtomobile ha reso obsoleti carri e cavalli, ma h milioni di nuovi posti di lavoro. Sebbene sia ve molti dei prodotti e dei servizi dell'era informatica rendendo obsoleti prodotti. e servizi di vecchia con zione, è altrettanto vero che la loro realizzazione e gestione richiedono pochissima manodopera. Prendia per esempio, la tanto celebrata n superstrada infor tica >> - una nuova e rivoluzionaria forma di comuni zione a due vie in grado di portare un'ampia ga informazioni e di servizi direttamente al consumat scavalcando i tradizionali canali di trasporto e di distr zione. ~a nuova superstrada elettronica darà lavoro a crescente numero di scienziati, progettisti, pro scrittori e uomini di spettacolo - per programmare, trollare e gestire il network; ciò nonostante, il loro mero sarà nulla rispetto ai milioni di lavoratori merci0 all'ingrosso e al dettaglio (per fare solo un e pio) la cui funzione verrà resa inutile e irrilevante da sto nuovo strumento. Dennis Charmot, che in passato ha fatt Department for Professional Employees della porta un altro esempio, altrettanto efficace: queu biotecnologie, uno dei nuovi settori di punta della zione tecnologica. L'amministrazione Clinton, tutto il vicepresidente Al Gore, spesso indicano la b nologia come un nuovo settore che sta crean lavoro, molti dei quali non erano nemmeno imma un decennio fa. Ma anche se la tipologia è nuova, il numero è limitatissimo a causa della elevata inte capitale tipica di questa attività. L'industria delle bi 70

eato meno di 97.000 posti di lavoro nellYulio. Chamot ci ricorda che . Secondo Chamot, per ridurre di entuale il tasso di disoccupazione, sario creare, dall'oggi al domani, qualcosa me l'equivalente di undici volte il settore delle biotecm ologie », un obiettivo ben al di là delle capacità scientiiche ed economiche della nostra società.58 delle imprese sono in molti a riconoscere a pane delle innovazioni e dei settori ad alta tecnogia crea meno occupazione di quanta ne distrugga. Ciò nostante, continuano a credere che le perdite di doarida sul mercato interno vengano compensate dall'inemento della domanda estera e dall'apertura di nuovi ercati. Oggi le imprese multinazionali sono impegnate una dura battaglia per l'abbattimento delle barriere commercio internazionale e si stanno spingendo in reni vergini alla ricerca di nuovi mercati per i crescenti lumi di beni e servizi prodotti. La loro speranza è e a creare nuovi mercati a un ritmo su&ire l'accresciuto potenziale produttivo tecnologica. Murray Weidenbaurn, predel Council of Econornic Advisors al17epocadella za Reagan, è convinto, insieme con altri economircati che si stanno aprendo in Asia e nele1 Pacifico probabilmente forniranno una nuova te di domanda per i beni prodotti negli stati Uniti ogni caso, gli sforzi che le imprese stanno comeare nuom mercati hanno ottenuto solo suei, per la semplice ragione che le stesse forze miche che stanno agendo in America condizionano parte dell'economia mondiale. In Europa, in Giap71

pone e in un numero crescente di Paesi in via di sviluppo, il re-engineering e l'automazione stanno sostituendo la manodopera a un ritmo in progressiva accelerazione, facendo allo stesso tempo contrarre la domanda interna in quegli stessi Paesi. Messe di fronte a mercati anemici, sia in casa sia all'estero, molte imprese si sono affidate alle nuove tecnologie laborsaving come all'unico mezzo per comprimere i costi e spremere ancora una goccia di profitto da un base di ricavi sempre più risicata. «Le impres cane, essendo molto sensibili ai costi, stanno realme tentando di sostituire le macchine alla manodopera, vece di investire sia in capitale sia in lavoro D, afferma vid Wyss, economista capo della società di consulenz DRS/McGraw-Ha. Nel 1993, quando la spesa per investimenti in conto capitale delle imprese americane è stata pari a 592 miliardi di dollari, il ministero del Commercio ha riferito che meno di 120 miliardi di dollari sono stati spesi per la costruzione di nuove fabbriche e stabilimenti che richiedessero nuova manodopera; tutto il resto è stato speso per migliorare l'efficienza degli impianti esistenti, per consentire alle imprese di realizzare la stessa produzione a costi inferiori e con un minore ricorso al voro. Naturalmente, il risparmio si dimostra solo tem raneo. Meno lavoratori si traducono in una contrazi del potere d'acquisto per l'economia nel suo comples restringendo ulteriormente il mercato potenziale e la b del fatturat~.~' Con la domanda seriamente indebolita dal scente disoccupazione e sottoccupazione nella magg parte del mondo industrializzato, il mondo delle impre nel tentativo di stimolare la propensione al consumo, s impegnato per facilitare il credito al consumo: gli acqui a rate, i prestiti e le carte di credito sono entrati prepote 72

temente nello stile di vita delle famiglie di quasi tutti i Paesi industrializzati. Nei soli Stati Uniti l'indebitamento dei privati cittadini è cresciuto del 210% negli anni Sessanta e del 268% negli anni Settanta; oggi ammonta complessivamente a più di 4000 miliardi di dollariS6lSecondo un rapporto relativo al 1994, stilato dal Federal Reserve Board, le famiglie della classe media impiegano più di un quarto del proprio reddito per rimborsare creditori di varia natura: un livello sostanzialmente più elevato di quello fatto registrare in periodi di ripresa economica nel passato. Questo dato inquietante ha spinto Lawrence B. Lidsey - membro del Federa1 Reserve Board - a commentare: in termini occupazionali, in grado cioè di assorbire i milioni di senza-lavoro. I1 solo nuovo comparto che inizia ad affacciarsi all'orizzonte del nostro sistema economico è quello della conoscenza: un gruppo elitario di settori e di discipline professionali responsabili di spianare la strada alla nuova economia automatizzata ad alta tecnologia del futuro. Le nuove figure professionali - i cosiddetti analisti di simboli o knowledge workers - provengono dal campo della scienza, della progettazione, del management, della consulenza, dell'insegnamento accademico, del marketing, dei media e dello spettacolo. Sebbene il loro numero sia destinato a crescere, rimarrà comunque piccolo a confronto con i milioni di posti di lavoro che verranno resi ridondanti dalle nuove .~ Al centro di queste enormi città, centinaia di ~ ~ h s a l i raggiungono la volta celeste, come i campanili delle grandi cattedrali. Un visitatore di questa n ~ ~ d e r n a utopia racconta di avere visto una città d di marmo, circondati da ampi viali ombr fiorite: «Riuscite a immaginare la bellezza zione come questa? >> chiedeva ai suoi letto Le grandi megalopoli venivano viste, d inventate, come macchine sociali, pianific mente, organizzate razionalmente e governate efficientemente per il benessere di tutti gli abitanti. Come i principi su cui si fondava la loro costruzione, le megalopoli erano semplici e precise. Ciò che le circ~ndavaera perfino antisettico, configurato sulla natura sintetica del nuovo ambiente artificiale. L'elettricità - fonte pulita, silenziosa e invisibiIe di ogni forza china sociale. Un abitante di questo mondo u t o ~ i c on descrive le condizioni di vita: «Le struttu laboratori sono il meglio, e sono facilme le strade sono tutte ben asfaltate; fumi, ceneri e sc ci hono ignoti perché ora ricorriamo all'elettricità funzioni per le quali un tempo era necessario tutte accendere un fuoco; le nostre case e i nostri mobili sono 90

fatti di alluminio laccato e di vetro e vengono puliti da macchine automatiche in grado di svolgere un compito tanto delicato. I germi presenti nello sporco vengono sconfitti grazie al più potente dei disinfettanti: lPacqua elettrificata, che viene spruzzata sui muri e che riesce a penetrare nei recessi più minuti e nascosti Nella nuova utopia tecnologica, tutto si trova sotto l'occhio vigile della scienza: perfino il tempo meteomlogico è controllato tecnologicamente, attraverso macchine potentissime. Secondo un utopiano: «Anche il clima è sotto nostro pieno controllo Nelle nuove utopie la produzione viene .automatizzata. In The Golden Age, Fred Clough descrive la visita a una fabbrica quasi completamente priva di lavoratori: * Nella 101-0visita, quello che [i visitatori di Utopia] videro era straordinario, quasi incredibile. Distese sterminate di macchine che lavoravano alla perfezione senza produrre mnore >>.l0In questi mondi futuri quasi tutto è kdustriale n." Ai bambini vengono insegnate le arti ap~ f i c a t efin d d a più tenera età e vengono educati perché iati, gli ingegneri e i tecnici del nuovo Gli utopisti tecnologici scrissero che la vita quotia sarebbe stata come quella di un nuovo paradiso ter. In quasi tutti i loro racconti si trovano descrizioni molte macchine per risparmiare tempo e lavoro e che dono l'uomo più libero di condurre una vita in autoomia. Naturalmente tutte queste macchine sono mosse d'elettricità. Tali racconti hanno correttamente anticisto la realizzazione della macchina lavabianchena, delaspirapolvere, del condizionatore d'aria, del tritarifiuti perfino, del rasoio elettrico. Nel mondo della fantaa tubi pneumatici sotterranei avrebbero collegato le fabbriche con i grossisti, i distributori e i clienti, realiz91

zando un flusso ininterrotto di merci tra i produttori e i consumatori, raggiungibili in ogni angolo della megalopoli. Secondo un cittadino di una di queste città ideali, la rete pneumatica sotterranea è del lavaro e della vita domestica. L'obiettivo del nuovo ~ r d i n e era utilizzare tecnologie sempre p i sofisticate ~ per fornire >.24 L7emerere di settori fondati sulla conoscenza ha significato iù opportunità di occupazione per impiegati altamente qualificati e per i lavoratori del terziario. Per molti afroaericani, comunque, il nuovo rinascimento urbano non è le differenzedi occupane e di reddito tra i bianchi più scolarizzati e i neri po-

I1 solo significativo aumento di occupazione tra i neri ericani negli ultimi venticinque anni si è avuto ne1 setpubblico: più del 55% dell'incremento netto di oczione tra i neri negli anni Sessanta e Settanta si è reparto.25 Molti professionisti neri ei programmi federali collegati &e ociety, voluta dal presidente Lyno stati impiegati a livello locale e nella gestione dei programmi di servizio sociale previdenza per la comunità nera, messa in difficoltà l'automazione e dalla periferizzazione. Nel 1960 il 135

13,3% della forza lavoro nera era attivo nel settor blico; dieci anni dopo la quota era salita al 21 %. 1970, la pubblica amministrazione impiegava il 57 laureati neri di sesso maschile femminile.27

li automazione e la nascita di una sottoclasse urbana La spinta dell'economia verso l'automazione e la ri zione dei posti di lavoro nel comparto diviso la comunità nera in d e distinti. Da un lato, milioni e le loro famiglie sono entrati a far part storici della società definiscono già in ques prima fase di re-engineering; «non credo, infatti, che sia ancora riusciti a spremere tutto il possibile ». Sem secondo Wammer, il re-engineering dell'economia trebbe portare alla dismissione di una quota molto vic al 20% degli occupati attuali nel momento in cui il p cesso venisse completato.32 La rivoluzione del re-engineering ha raggiunto alc dei suoi risultati più eclatanti nel settore del commerci dettaglio. I sistemi a risposta rapida stanno riducend il tempo sia il lavoro necessari nel processo di distri zione. I codici a barre consentono ai dettaglianti di un rapporto costantemente aggiornato sui beni che gono venduti e sulle quantità relative. Il terminale (point of sale) elimina gli errori alla cassa e riduce eno mente i tempi per la prematura dei prodotti. L'app zione del codice a barre sugli imballaggi di spediz (SCM) consente al cliente diverificare il contenuto di imballo senza doverlo aprire per un'ispezione fisica scambio elettronico dei dati (EDI) consente alle impre di eliminare completamente il supporto cartaceo in pr che come l'emissione di ordini d'acquisto, bolle di C gna, fatture e ordini di pagamento, riducendo il rico trasporti e il lavoro segretariale. Nel loro complesso, q sti strumenti informatici consentono alle aziende com ciali di evitare i canali tradizionali di distribuzione e co nicazione e di gestire simultaneamente e direttamente gazzino e fornitori, affidandosi a una gestione delle just-in-time per soddisfare le esigenze della cliente1 La grande catena discount Wal-Mart deve in qu misura il proprio successo al ruolo pionieristico nell'a plicazione delle nuove tecnologie. Wal-Mart utilizza i formazioni raccolte con gli scanner sul punto vendita 176

le trasmette attraverso canali elettronici direttamente ai propri fornitori, per esempio la Procter & Gamble che, a sua volta, decide quantità, qualità e destinazione delle merci da spedire. I fornitori consegnano direttamente al punto vendita, scavalcando il magazzino centrale; il processo elimina anche gli ordini d'acquisto, le bolle di spedizione e le scorte disponibili, oltre a ridurre i costi del personale, cancellando il lavoro necessario in tutte le fasi del processo tradizionale di ordinazione, spedizione e immagazzinamento.33 I concessionari di automobili Saturn ricorrono al computer presso il punto vendita per elaborare le richieste specifiche delcliente riguardo a colore e optional della vettura che desidera acquistare; tali informazioni vengono inviate elettronicamente all'impianto di produzione che produce la vettura esattamente sulla base deile richiesta del cliente. > e stanno lavorando per impiantare nel loro codice genetico un gene per far crescere più velocemente la lana.42 Gli scienziati hanno anche trasferito geni bovini e umani nei pesci, al fine di creare salmoni, trote e carpe transgeniche a crescita più rapida. In un progetto di studio, il gene della somatotropina della trota è stato trasferito ad altri pesci, riuscendo ad aumentarne la crescita del 22%.43 Nel 1993, i ricercatori della University of Wisconsin hanno annunciato il successo del tentativo di aumentare la produttività delle chioccie attraverso la rimozione del gene responsabile della produzione della proteina prolattina. Secondo gli scienziati, le chiocce trascorrevano troppo tempo nella cova. Le galline in cova depongono da un terzo a un quarto di uova in meno rispetto alle galline che non covano; poiché circa il 20% dell'allevamento medio è costituito da chiocce, i< la cova condiziona negativamente la produzione e costa molto all'allevatore ». Eliminando l'ormone della prolattina, i ricercatori sono stati

in grado di inibire il naturale istinto alla cova delle ga e le nuove galline manipolate geneticamente non d strano più alcun istinto materno; naturalmente, pr cono più uova?4 Gli animali transgenici vengono creati in labora anche per servire, come fabbriche chimiche vi la produzione di latte e sangue dotati di qual logiche. Un nuovo settore, definibile >?6 Anche altri settori che utilizzano l'acciaio ne processo produttivo si stanno sottoponendo a un cale revisione, che si riflette nell'enfasi posta sulle che di produzione leggera. In questo ambito, il s metalmeccanico è un ottimo esempio: solo trent'a l'Associazione internazionale dei metalmeccanici ( ha installato un cartello sul portone della propria s Washington che diceva .'O Tra il 1979 e il 1990, l'occupazione nel settore metalmeccanico è calata a una media dell'1,7% l'anno. I1 Bureau of Labor Statistics prevede una perdita complessiva di altri 14.000 posti di lavoro entro l'anno 2005. Per la manodopera meno qualificata, la contrazione dovrebbe essere ancor più marcata, toccando il 14% tra oggi e la fine della prima decade del nuovo secolo.31In Paesi come la Germania, dove le eccellenti capacità professionali degli operai metalmeccanici hanno costituito fino a oggi uno dei più grandi patrimoni della nazione, i nuovi processi automatizzati avranno probabilmente un impatto molto violento, sia a livello finanziario, sia a livello psicologico, sul sistema economico.

IZ lavoratore elettronico In un numero crescente di settori, le imprese sostituiscono la manodopera con le macchine, cambiando la natura stessa della produzione industriale. Uno dei settori più pesantemente condizionati dal re-engineering e daile

nuove tecnologie informatiche è quello d Kenney e Florida hanno raccontato le vicende pianto Firestone Tyres di La Vergne, in Tennes condo un funzionario sindacale, le condizioni pianto erano .45 Grazie a u dettagliato del settore degli elettrodomestici, lo ganismo ha scoperto che «nonostante la riduzio l'occupazione, il segmento delle apparecchiature che e dei ventilatori rappresenta un caso di strao successo nella produzione. La continua pressio domanda per le apparecchiature elettriche dom si riflette in prezzi allettanti e in una significativa sione della gamma di prodotti disponibili sul merca Nessun settore ha con Ia rivoluzione industrial game forte quanto il tessile. Le prime macchine C pulsione a vapore vennero applicate alla filatura d più di duecento anni fa, in Inghilterra, segnand mento di svolta nella metodologia di produzion Oggi, mentre gli altri settori hanno accelerato il p cammino verso l'era dell'automazione, il settore te rimasto indietro, in larga parte a causa dell'elevata sità di lavoro connessa con il processo di confezio Uno studio sull'industria dell'abbigliamento ha m duato che sono necessari più di sessantasei giorni pletare il lavoro necessario a portare un nuovo mo tavolo dello stilista alle boutique. La lunghezza d cesso e la lentezza del sistema distributivo costan tore più di 25 miliardi di dollari l'anno in mancate la maggior parte di queste vendite mancate si re dettaglio, dal momento che i commercianti sono a ribassare i prezzi dei capi passati di moda a ogni C di stagione. Altra fonte di mancate vendite è l'esaurim a magazzino dei capi più graditi dai consumatori. In anni recenti, comunque, la produzione tessi iniziato a riguadagnare il terreno perduto rispetto a tri settori, introducendo modalità di produzione legge 230

sistemi avanzati di automazione assistiti dall'informatica. L'obiettivo di questa strategia è introdurre la flessibilità nella produzione e le consegne just-in-time, in modo che gli ordini possano essere adattati alle esigenze dei singoli consumatori. Alcune aziende, coma la Mied Textile Co. in Inghilterra, Parkland Textile Co. e Courtauld hanno iniziato a introdurre i robot nella produzione. Gli strumenti di design assistiti da computer (CAD), hanno ridotto i tempi di progettazione dei nuovi capi di abbigliamento dall'ordine delle settimane a quello dei minuti; i sistemi computerizzati stanno anche rendendo più fluide le attività di magazzino, imballo e spedizione.48 Sebbene la confezione rimanga un processo a elevata intensità di lavoro, alcune imprese sono riuscite a tagliare i tempi di produzione in altre fasi del processo, affidandosi - per esempio - a macchine automatizzate per il taglio o introducendo nel reparto confezione macchine da cucire microelettroniche che possono eseguire un numero programmato di punti e tagliare il filo automaticamente al completamento del1'0~erazione.~~ Jack Sheinkman, presidente della Amalgamated Clothing and Textile Workers Union, ritiene che quello tessile stia diventando rapidamente un >ha pubblicato in prima pagina un articolo che metteva in luce la storica evoluzione del terziario, nel quale un crescente numero di lavoratori veniva sostituito da nuove tecnologie informatiche. Secondo il prestigioso quotidiano, 4< gran parte dell'enorme settore terziario degli Stati Uniti sembra essere prossima a un rivolgimento simile a quello che ha già interessato l'agricoltura e l'industria, con occupazione in caduta verticale e produttività in marcata crescita. Oggi i progressi della tecnologia sono tanto rapidi da consentire alle imprese di licenziare più lavoratori di quanti ne debbano assumere per introdurre le nuove tecnologie o per sostenere l'aumentato volume delle vendite >>.l La AT&T ha annunciato alla stampa l'intenzione di sostituire più di 6000 operatori per le chiamate interconti-

nentali con un sistema informatico di riconoscimento cde. Oltre a eliminare un terzo degli operatori, l'azi afferma di voler chiudere tredici filiali in undici Stati, gliando di 400 unità i ranghi della dirigenza. La nuova t nologia robotizzata, sperimentata nei laboratori AT Bell del New Jersey, è in grado di distinguere parole chi e rispondere alle richieste dell'utente. Per esempio, volta che l'utente è in linea, l'operatore elettronico gli m&da se il costo della chiamata va addebitato al des tario, al mittente o a un terzo abbonato. Una volta trata la chiamata, nel caso sia a carico del destinata sistema informatico chiede: La AT aspetta di poter sostituire nei prossimi anni più de dei propri operatori sulle chiamate intercontinen tecnologie robotizzate di riconoscimento I1 centralinista elettronico è l'ultima di una lu di innovazioni tecnologiche che hanno perm AT&T di gestire negli ultimi anni un aumento di C del 50% con il 40% di personale in meno. Dal 1 primi anni Ottanta, la AT&T ha avuto un ruolo pioni stico nell'introduzione di tecnologie sostitutive del lav nel terziario. In tale lasso di tempo, l'azienda è rius eliminare 140.000 operatori in tutto il ~ a e s e M .~ quelli che hanno mantenuto il proprio impiego si po aspettare una lettera di licenziamento entro la fine di q sto decennio. Le recenti innovazioni tecnologiche - tra le qua reti cablate a fibre ottiche, i sistemi di scambio digi le trasmissioni digitali, le comunicazioni satellitari - e officeaautomation hanno fatto in modo che il settore te1 fonico, con un volume di prodotto per addetto in cresc al ritmo del 5,9% l'anno, diventasse una delle pietre paragone della nuova economia high-tech. I fortissimi

guadagni di produttività hanno condotto all'eliminazione di posti di lavoro in tutti i segmenti del settore della telefonia; tra il 1981 e il 1988, l'occupazione in questo settore è diminuita di 179.800 unità.4 La maggior parte dei disoccupati del settore sono installatori e riparatori che sono stati licenziati in seguito all'introduzione di innovazioni tecnologiche: l'avvento delle componenti modulari preassemblate ha reso più affidabili le apparecchiature e più facili le riparazioni; il telefono a spina ha eliminato la necessità delle visite di installazione; i cavi sotterranei con funzioni di N connessione rapida » comportano riparazioni meno numerose e più veloci; i sistemi di scambio digitalizzati, utilizzando computer e software sofisticati, aumentano in maniera consistente il volume di servizio erogabile, diminuendo allo stesso tempo la quantità di lavoro necessaria per unità di servizio. Tutto questo significa che negli uffici centrali sono necessari meno installatori e riparatori e ci si può aspettare che i ranghi di questa categoria si riducano di un ulteriore 20% entro l'anno 2000.~ Sviluppi altrettanto negativi si stanno preparando nel servizio postale. Nel 1991 il direttore generale delle Poste degli Stati Uniti, Anthony Frank, ha annunciato che entro il 1995 avrebbe sostituito più di 47.000 lavoratori con macchine a riconoscimento visivo. Le macchine elettroniche per la suddivisione della posta possono leggere l'indirizzo su lettere e cartoline e ordinarle per destinazione più velocemente dell'impiegato postale, che spesso spende più di quattro ore della sua giornata lavorativa nella suddivisione manuale della corrispondenza. Frank prevede che le nuove tecnologie di automazione possano provocare, nei prossimi sei anni, un cambiamento nel modo in cui viene gestito il servizio postale più radicale di quelli verificatisi negli ultimi due secoli di storia della posta.6

Al vostro servizio Computer che siano in grado d vano affidate a persone lasciano prevedere 1

dell'economia, condizionando tanto la pro

lavoro* e awerte che non si hanno ancora seg nascita di un nuovo settore in grado di sostituir1

lavoro nel più importante centro mondiale del ter

mero crescente di imprese attive nella città - dalla M Lynch alla Grey Advertising, dalla Arthur Anderse Nynex - stanno «facendo passi da gigante nell'appre dere come produrre sempre di più con sempre meno pe sonale». Dal 1989 al 1993, i guadagni di produttività n 236

servizi bancari, assicurativi, contabili, legali, commerciali, turistici, di comunicazione e di trasporto aereo hanno superato anche le aspettative più ottimistiche; nello stesso periodo, nell'area cittadina sono stati eliminati 350.000 posti di lavoro. La buona notizia, secondo il > per assisterlo nel rispondere alle do-

mande, in grado di accettare o rifiutare una richie assicurazione sulla vita in meno di quattro ore. tempo medio per la ges compreso tra i due e i cinq tempo ha corrisposto un alt di lavoro. AU'MBL sono la nuova forza lavoro, sebb è in grado di gestire una qu sicurative;15 Con il re-engineering, la Aetna ha ottenuto risultati analoghi. Nel 1992, la Aetna im gava nelle 22 sedi direzion piattendo l'organigram area e agenti con gruppi di ha compresso il tempo nec tica di assicurazione da quindici giorni a cinque. la sua organizzazione prevede solo quattro sedi direz nali, con un totale di 700 la Aetna ha riorganizzato tutte le proprie divisi0 gliando 5000 posti di lavoro, pari al 9% della for voro occupata, e ritiene di di dollari l'anno grazie ai cambia engineering.16 Le armi su cui si fond di re-engineering sono le tecnol sterni esperti e i computer portat magine consentono di digitali2 viarli su dischi ottici, rend bili in ogni momento a qualun sposizione un personal compu gono tutto lo scibile um accessibile in tempo reale a di rimborso o pratiche.di varia natura; i computer port tili permettono agli agenti di rispondere aile domande d

clienti, compilare la modulistica ed evadere le richieste di rimborso in qualunque luogo (perfino a casa dell'assicurato), superando i lunghi ritardi imposti dallo scambio di informazioni tra le sedi direzionali e quelle periferiche. Il gruppo responsabile del mercato delle piccole imprese della Aetna - che ha sede a Hartford - utilizza computer per stilare i contratti portatili con software sofisticato i< direttamente negli uffici dei clienti*, e stampando immediatamente le tessere personali. I1 processo di sottoscrizione delle polizze, che un tempo richiedeva due mesi e coinvolgeva enormi masse di carte e di lavoro, oggi viene portato a termine in meno di quattro ore.17

L'ufficiovirtuale I cambiamenti tecnologici che stanno avendo luogo nel sistema bancario e nel settore assicurativo sono indicativi della radicalità della revisione che sarà necessario operare a ogni livello del lavoro impiegatizio e, più in generale, nel terziario. Al centro di questi cambiamenti sta la trasformazione dell'ufficio tradizionale da un'operatività fondata sul supporto cartaceo a una basata sul supporto elettronico. L'ufficio elettronico, nel quale la carta sia completamente assente, è diventato uno degli obiettivi delle imprese moderne. Dagli anni della Rivoluzione industriale, il cambiamento nelle tecnologie e nell'operatività degli uffici è stato straordinario: basta solo ricordare che la carta assorbente, le matite e le gomme per cancellare e le penne in acciaio sono state introdotte negli uffici meno di centocinquanta anni fa; la carta carbone e la macchina per scrivere risalgono agli anni Settanta dell'ottocento; al decennio seguente si deve far risalire l'introduzione delle macchine da calcolo e delle perforatrici di schede; il ciclostile

è stato inventato nel 1890.18 Insieme al telefono, q progressi della tecnologia d'ufficio hanno innalzato memente la produttività delle attività dell'industria commercio durante la fase di crescita del capitalism dustriale. Oggi, con l'economia globale che si m verso la Terza rivoluzione industriale, gli uffici si evolvendo al fine di realizzare un migliore cont coordinamento del sempre più rapido flusso dell'at economica. Entro la fine di questo decennio, l'int zione dell'elettronica negli uffici farà scomparire di impiegati. Per ogni giorno di lavoro, negli Stati Uniti prodotti 600 milioni di pagine di tabulati, scritte 76 lioni di lettere e archiviati 45 fogli di carta per ogni piegato. Le imprese americane consumano 1000 m di fogli di carta l'anno: abbastanza per coprire 1' superficie della Terra. Un solo disco magnetoin grado di contenere l'equivalente di più di 15 di pagine. Oggi, il 90% delle informazioni viene a viato su supporto cartaceo, il 5 % su microfiche e u tro 5% su supporto elettronico.19 Comunque, graz nuove apparecchiature di gestione delle immagi aziende stanno cominciando a convertirsi all'ekttr come osserva argutamen%te verso il lavoratore medio. Durante gli anni Ottanta, la retribuzione oraria media reale nel settore industriale è diminuita da 7,78 a 7,69 d ~ l l a r iAlla . ~ fine di quel decennio, circa il 10% dei lavoratori americani era disoccupato, sottoccupato o occupato a tempo parziale in mancanza di un impiego a tempo pieno, se non era così scoraggiato da non cercare più un posto di l a ~ o r o . ~ Tra il 1989 e il 1993, nel settore manifatturiero più di 1,8 milioni di occupati sono stati licenziati, nella maggior parte vittime dirette o indirette dell'automazione: dirette nel caso in cui l'automazione dei processi abbia avuto

I

luogo nelle imprese in cui erano impiegati; indirett caso in cui le nuove tecnologie, applicate in imprese s niere e*concorrenti, abbiamo costretto le aziende am cane a ridimensionarsi e a licenziare. Di tutti coloro hanno visto sacrificare il proprio lavoro sull'altare dell a tomazione, solo un terzo ha potuto trovare una nuov cupazione nel settore terziario, a costo di una riduzi media neUa retribuzione del 20%.7 I dati ufficiali sulla disoccupazione sono spesso vianti e mascherano la reale dimensione dell'attuale occupazionale. Per esempio, nell'agosto 1993 il gove federale ha annunciato che nella prima metà di quell'a negli Stati Uniti erano stati creati quasi 1.230.000 pos lavoro. Ciò che la statistica non diceva è che 728.00 questi - quasi il 60% - erano a tempo parziale e p maggior parte nei settori del terziario a retribuzione bassa. Nel solo febbraio 1993, il 90% dei 365.000 p di lavoro creati negli Stati Uniti era a tempo parzia la maggior parte di questi era stata accettata da pers che erano in cerca di un impiego a tempo pieno.8 Accad sempre più spesso che i lavoratori americani si debbano arrendere a soluzioni di ripiego per riuscire a soprawivere. Craig Miller, ex lattoniere di Kansas City, è un esempio della crescente frustrazione di milioni di lavoratori americani: Miller ha perso il posto alla TWA, dove veniva pagato 15,65 dollari l'ora; ora, lui e sua moglie si dividono quattro occupazioni part-time, mettendo insieme meno di metà di quanto lui solo guadagnava con il suo impiego precedente. Quando Miller sente l'amministrazione Clinton sparare cifre sulla creazione di posti di lavoro, reagisce con un sorriso forzato: > Miller si domanda, legittimamente, che senso abbia avere molti impieghi mal pagati che corrispondono a una retribuzione complessiva più

bassa di quella a cui era abituato, invece di quell'unico posto di lavoro decente che aveva e che gli consentiva di vivere con dignità.9 Secondo il rapporto della Commissione lavoro del Senato del 1991, il 75% dei lavoratori americani sta accettando una retribuzione più bassa di quella che sarebbe stata disposta a prendere in considerazione dieci anni fa. Dean Baker, un ricercatore economista presso 1'Economic Policy Institute, afferma che persone che una volta avevano un lavoro sicuro e ben pagato con un buon pacchetto di benefici aggiuntivi oggi sono disposte a lavorare «per McDonald's o in un supermercato ».l0 Molte nuove occupazioni a tempo parziale si trovano in quelio che viene chiamato i1 ghetto dei colletti rosa*: occupazioni concentrate nei servizi e in aree impiegatizie del livello più basso, quali segretarie, cassiere, cameriere, solitamente presidiati dalle donne. Ma molti di questi posti sono destinati a scomparire nei prossimi dieci anni. Le statistiche segnalano la ritirata della forza lavoro in quasi tutti i settori. Costretti a competere con l'automazione da una parte e la concorrenza internazionale dall'altra, i lavoratori americani si sentono spinti sempre più verso il limite della soprawivenza economica. Nel 1979 la paga media settimanale negli Stati Uniti era di 387 dollari; già nel 1989 era scivolata a 335. Nel ventenni0 compreso tra il 1973 e il 1993, gli operai americani hanno perso il 15% del loro potere d'acquisto in termini reali." I1 declino del salario medio è da attribuire in parte alla diminuzione del potere dei sindacati. Congelamenti e tagli erano cosa inaudita nei settori sindacalizzati dell'economia negli anni Sessanta e Settanta. Comunque, durante la crisi del biennio 1981-1982, i sindacati hanno cominciato a perdere potere contrattuale: più del 44% delia forza lavoro sindacalizzata impegnata in contrattazioni

collettive nel corso dell'anno 1982 ha accettato congel menti o tagli salariali, stabilendo così un precedente Nel 1985 più di un terzo di tutti i lavoratori soggett nuovi contratti collettivi aveva accettato congelamenti tagli salariali. Con la rappresentanza dei sindacati in cal rispetto al totale della forza lavoro occupata, i lavorato americani sono rimasti senza una voce che sostenes con determinazione i loro interessi nei confronti degli i prenditori. L'Economie Policy Institute stima ch solo comparto industriale, la desindacalizzazione gnificato un decurtamento dei salari in misura de al minimo.13 Dietro a molte baldanzose dichiarazioni a fav ridimensionamento e della produzione leggera, si tro una realtà molto differente e poco discussa in pubblico: negli anni Ottanta gli imprenditori industriali sono stati in grado di limare 13 milioni di dollari per ora lavorata in salari, eliminando più di 1,2 milioni di posti di lavoro. Le imprese attive nel settore dei beni non durevoli hanno risparmiato da sole circa 4,7 milioni di dollari l'ora liberandosi di 500.000 occupati e altri 3,l milioni di dollari sono stati risparmiati riducendo la paga oraria da 10,75 a 10,33 dollari l'ora. In generale, i salariati americani hanno guadagnato, negli anni Ottanta, 22 milioni di dollari l'ora in meno rispetto al decennio precedente.14 L'economista Jared Bernstein, dell'Economic Policy Institute, sostiene che tagliare il costo del lavoro ha condotto al disinvestimento sulla forza lavoro», con impreviste e imprevedibili conseguenze sull'economia e sulla società. Con i ridimensionamenti e il re-engineering, secondo Bernstein, «in pratica si soddisfano i bisogni del datore di lavoro e non quelli del lavoratore». Afferma anche che di dipendenti permanenti a tempo pieno, affiancato da un serbatoio periferico di lavoratori part-time o awentizi. Alla sede distributiva della Nike, a Memphis, i 120 dipendenti fissi - che guada-

gnano più di 13 dollari l'ora tra stipendio e benefici aggiuntivi - lavorano fianco a fianco con un gruppo di lavoratori awentizi variabile da 60 a 225 unità. Gli awentizi vengono procurati dalla Norrell Service, una delle maggiori agenzie americane specializzate nella fornitura di servizi e personale temporanei. L'agenzia riceve 8,50 dollari l'ora per ogni awentizio: due di questi restano d'agenzia, quindi il lavoratore viene pagato 6,50 dollari l'ora, cioè la metà della retribuzione oraria dei dipendenti fissi della . Nike - una differenza ingiustificata, dal momento che i dipendenti fissi >.l3 La Digital Equipment ha introdotto nei propri stabilimenti uno schema differente: l'azienda ha offerto ai propri dipendenti l'opzione di lavorare quattro giorni la settimana con una riduzione della retribuzione del 7%: dei 4000 dipendenti dell'azienda, 530 - pari al 13% della forza lavoro - hanno scelto la settimana abbreviata. La loro decisione ha salvato 90 posti che sarebbero altrimenti stati sacrificati al re-engineering. La portavoce del management della Digital ha dichiarato: . Le tariffe verrebbero determinate sulla base di un indice che misura il livello delle retribuzioni e le ore lavorate nei Paesi di provenienza dei beni esportati. >.14Nei soli Stati Uniti, che rappresentano meno del 5% della popolazione mondiale, si consuma oggi più del 30% delle riserve energetiche e di materie prime del mondo. La veloce conversione delle risorse terrestri in beni e servizi ha portato con sé l'effetto serra, il buco nella fascia d'ozono, la deforestazione, l'ampliamento delle aree desertiche, l'estinzione di intere specie animali e la destabilizzazione della biosfera. L'eccessivo sfruttamento delle ricchezze chimiche e biologiche ha privato i Paesi sottosviluppati delle proprie risorse e le loro popolazioni dei mezzi adeguati per il sostentamento. La visione del terzo settore offre l'antidoto ormai necessario al materialismo che ha così profondamente dominato il pensiero industriale del XX secolo. Mentre il lavoro nel settore privato è motivato dal guadagno materiale, e la sicurezza è vista in termini di aumento del consumo, la partecipazione al terzo settore è motivata dallo spirito di servizio verso gli altri e la sicurezza è vista in termini di rafforzamento delle relazioni personali e di senso di appartenenza al consorzio umano. La sola idea di ampliare lealtà e affiliazioni personali al di là dei ristretti confini del mercato e dello Stato nazionale, per includere la specie umana nella sua interezza e il pianeta nel suo com-

plesso è rivoluzionaria e impone cambiamenti profondi nelia strutturazione della società. I nuovi visionari considerano la Terra come un'unità organica indivisibile, un'entità vivente costituita da miriadi di forme di vita riunite in una comunità. L'agire in rappresentanza degli interessi di tutta la comunità umana e biologica, invece che in nome del proprio bieco e ristretto interesse materiale, rende il paradigma del terzo settore una vera e propria minaccia alla visione orientata al consumo tuttora dominante nell'economia di mercato. La ristrutturazione di migliaia di rapporti da fondare sulla partecipazione, partendo da queili che ci riguardano più direttamente, per poi allargarsi a tutto il consorzio umano e giungere infine al nostro pianeta, può sembrare una prospettiva improbabile; comunque, dobbiamo ricordarci anche che la visione degli utopisti tecnologici -' quella di un mondo nel quale le macchine sostituiscono gli esseri umani creando un flusso ininterrotto di cose materiali e la possibilità di un maggiore godimento - solo un centinaio di anni fa sarebbe parsa a molti di noi come un'ipotesi improbabile. C'è una ragione per sperare che una nuova visione, fundata sulla consapevolezza e su una rinnovata dedizione alla comunità, possa avere successo. Con milioni di esseri umani che trascorrono una porzione sempre maggiore della propria vita attiva lontano dal lavoro organizzato, negli anni a venire l'importanza del lavoro nella vita dell'uomo continuerà a decrescere e, in conseguenza, diminuirà anche il suo rapporto con l'autovalutazione dell'individuo. La diminuzione della vita lavorativa organizzata nell'economia strutturata significherà un calo del rispetto dei valori, della visione del mondo e della filosofia del mercato. Se a questa subentrerà diffusamente una filosofia alternativa fondata sull'ethos della trasformazione per-

sonale, del consolidamento della collettività e della coscienza ambientale, si potranno gettare le fondamenta intellettuali per l'awento di un'era post-mercato. Nel futuro un numero crescente di persone, in tutto il mondo, trascorrerà meno tempo sul posto di lavoro e disporrà autonomamente di più tempo. Nelle sedi della politica si stabilirà se questa disponibiliti sarà involontario risultato di coercizione, di costrizione al lavoro part-time, di licenziamenti e disoccupazione, oppure sarà tempo libero, frutto dei guadagni di produttività, di accorciamento della settimana lavorativa, di reddito più elevato. Se verrà un'epoca di disoccupazione di massa senza uguali nella storia, come risultato della sostituzione indiscrirninata delle macchine d'uomo, sono basse le probabilità che si sviluppino una società altruista e attenta e una visione del mondo fondata sulla trasformazione dello spi. rito umano; il futuro più probabile sarebbe quello degli sconvolgimenti sociali diffusi, della violenza su larga scala, di una guerra aperta di poveri contro poveri e di tutti contro le élite che controllano l'economia globale. Se, invece, verrà perseguito un corso più illuminato, permettendo ai lavoratori di beneficiare degli incrementi di produttività abbreviando l'orario di lavoro e adeguando corrispondentemente il reddito, l'umanità potrà godere di più tempo libero di quanto ne sia mai stato sperimentato nella storia. E questo tempo libero potrà essere indirizzato a consolidare i legami della collettività e a rinnovare l'eredità democratica. Una nuova generazione potrebbe trascendere i limiti dei nazionalismi e iniziare a pensare e agire come membri del consorzio umano, con una condivisa dedizione all'altro, d a comunità, all'universo biologico.

17. Stimolare il terzo settore

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1 Nel prossimo secolo, il mercato e il settore pubblico avranno un ruolo sempre più ridotto nella vita quotidiana delle persone in tutto il mondo. I1 vuoto di potere verrà colmato probabilmente dal diffondersi di una subcultura criminale o da una maggiore partecipazione al terzo settore. Con questo, non vogliamo sostenere che entrambi i settori tradizionali siano destinati a perdere d'importanza o a scomparire: affermiamo solo che il loro rapportò con le masse probabilmente cambierà in maniera fondamentale. Nonostante le conquiste tecnologiche della Terza rivoluzione industriale, la maggior parte della gente dovrà continuare a lavorare nell'ambito di un'economia di mercato per guadagnarsi da vivere, sebbene la durata del loro impegno quotidiano continuerà a diminuire. Per quanto riguarda quelli per i quali non ci sarà spazio sul mercato del lavoro, gli Stati si troveranno di fronte a scelte alternative: finanziare il rafforzamento delle forze di polizia e costruire nuove carceri per imprigionare la sempre più vasta classe criminale, o finanziare forme alternative di lavoro nel terzo settore. Le organizzazioni fondate sullo spirito comunitario agiranno sempre più come arbitri e difensori nei confronti delle forze del mercato e dello Stato, fungendo da promotori e sostenitori della riforma politica e sociale. Le organizzazioni del terzo settore probabilmente si attribuiranno anche la funzione di fornire una quantità sempre più ampia di servizi di

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base, con il progressivo allontanamento dello Stato dall'aiuto e dail'assistenza di singoli e comunità in stato di bisogno. La globalizzazione del settore privato e la diminuzione deii'importanza di quello pubblico significheranno che la gente sarà costretta a organizzarsi in comunità di interesse per garantirsi un futuro. Il successo della transizione verso l'era post-mercato dipenderà in larga misura daila capacità di un elettorato nuovamente attivo, che agisce attraverso coalizioni e movimenti, di trasferire efficacemente quanta più parte possibile dei guadagni di produttività dal settore privato ai terzo settore, in modo da rafforzare e approfondire i legami sociali e le infrastrutture locali. Solo riuscendo a costruire comunità locali forti e in grado di autosostenersi, la gente di tutte le nazioni potrà affrontare le forze dello spiazzamento tecnologico e della globalizzazione dei mercati che stanno minacciando il benessere - se non la stessa sopravvivenza - di buona parte del consorzio umano. Un nuovo ruolo per lo Stato

Nella futura era tecnologica lo Stato giocherà probabilmente un ruolo molto diverso da quello attuale, meno legato agli interessi dell'economia degli scambi e più allineato a queili dell'economia sociale. Sancire un nuovo patto di aileanza tra lo Stato e il terzo settore per la ricostruzione dell'economia sociale potrebbe aiutare a restaurare la coscienza civica in tutti i Paesi. Nutrire gli indigenti, fornire servizi basilari di assistenza sanitaria, educare i giovani, costruire abitazioni a prezzi controllati e conservare l'ambiente sono in testa alla lista delle priorità per i prossimi anni; tutte queste aree critiche sono state ignorate o trattate non adeguatamente dalle forze del

mercato. Oggi, con l'economia di mercato che si sta allontanando dalla vita sociale della nazione e lo Stato che si sta ritirando dalla propria posizione di fornitore di ultima istanza, solo uno sforzo concertato e determinato da parte del terzo settore, adeguatamente sostenuto dal settore pubblico, sarebbe in grado di fornire i servizi sociali di base e avviare il processo di rivitalizzazione dell'economia sociale a livello mondiale. I1 ridimensionamento della funzione diretta dello Stato nell'economia strutturata e il suo spostamento verso attività che migliorino il benessere e l'esistenza del settore indipendente avrà probabdmente l'effetto di cambiare la natura della politica. L'amministrazione Clinton ha già intrapreso un primo passo nella direzione della creazione di una nuova alleanza tra settore pubblico e terzo settore con l'annuncio, il 12 aprile 1994, della nascita del NonProfit Liaison Network, un organismo composto da venti funzionari di governo che u lavoreranno insieme alle organizzazioni nonprofit sulla base di obiettivi comuni ».Questi funzionari avranno l'incarico di costituire un network cooperativo tra i ministeri e le agenzie che rappresentario e le organizzazioni del terzo settore. Nel fare questo annuncio, i.!presidente Clinton ha affermato di *avere da tempo preso le difese del ruolo del settore nonprofit* e ha ricordato al pubblico che «nel corso dei secoli, la comunità dei volontari ha aiutato la nostra nazione ad adattarsi ai cambiamenti del mondo, rafforzando i valori fon-. damentali della società americana*. 11 presidente ha an: che affermato che il network riuscirà a ottenere una migliore collaborazione tra il governo e i gruppi di servizio e di sostegno, in uno sforzo comune per la risoluzionri dei problemi legati al crimine, agli alloggi, all'assistenra, sanitaria e ad altri pressanti bisogni della nazione. Il gesto, del presidente, sebbene sia visto più come un atto sirnboc

lico che come un effettivo cambiamento nella prassi politica, lascia intuire comunque una presa di coscienza del ruolo che il terzo settore può potenzialmente svolgere nella vita americana e il bisogno di creare una nuova relazione di collaborazione tra lo Stato e la comunità del volontariato.' L'amministrazione Clinton non è la prima a sottolineare l'importanza del terzo settore. Negli anni Ottanta, i Repubblicani sono riusciti a conquistare la Casa Bianca in buona parte sull'onda di un tema volontaristico. I1 > nel 1985, il presidente lodava lo spirito volontaristico americano: > riuscì a toccare corde sensibili. Sebbene l'establishment progressista si fosse immediatamente dato da fare per ridicolizzare il presidente, definendolo ingenuo e semplicista, milioni di americani, molti dei quali erano devoti ai principi del volontariato, lessero in questo messaggio un invito a rinnovare lo spirito americano e diedero il loro appoggio al richiamo ad agire della Casa Bianca. Nel 1983 il volontariato fu il tema della annuale Rose Bowl Parade e fu fatto oggetto di una campagna pubblicitaria nazionale, curata dall'Ad Council; venne perfino emesso dal ministero delle poste un francobollo commemorativo.4 Più tardi, anche il presidente Bush introdusse il tema del volontariato nel suo discorso di investitura, ormai celebre, intitolato Punti luminosi; in cui ricordava al Paese che il settore del volontariato era la spina dorsale dello spirito democratico americano: Sono gli individui che fanno la loro pane a rendere l'America il posto migliore in cui vivere. È lo studente che si ferma dopo le lezioni per dare ripetizioni a un compagno; è il personaggio di spicco di una realtà locale che raccoglie fondi per la costruzione di un centro di assistenza per i bambini disadattati; è l'uomo d'affari che adotta una scuola e paga le tasse universitarie agli studenti meritevoli; è il volontario che porta cibo neiie case degli anziani. E ci sono migliaia di punti luminosi per tutti quelli che ci danno dentro e costmiscono. Questa è la grandezza dell'America... Ed è tra le ambizioni della mia presidenza fare in modo che questi punti luminosi brillino più che mai?

In seguito, Bush awiò una N Iniziativa punti luminosi»: un programma federalé da 50 milioni di dollari finanziato congiuntamente dallo Stato e da fondi privati che, secondo la Casa Bianca, avrebbe dovuto trovare esempi innovativi di sforzi volontaristici da pubblicizzare a livello

nazionale, in modo da stimolare altre comunità locali a fare altrettanto. Non uno dei 50 milioni di dollari era destinato a finanziare direttamente il terzo settore. L'iniziativa del presidente venne sbeffeggiata dalla stampa e perfino dai gruppi di volontariato di ispirazione progressista. John Buchanan Jr., segretario del gruppo politico progressista People for the American Way, derise l'iniziativa deiia Casa Bianca, definendola