La Caria e la Ionia meridionale in epoca ellenistica (323-188 a.C.)
 8870623602, 9788870623604

Citation preview

Attílío Mastrocinque

LA CARIA E LA lillA biERID[OλALE IN EPOCA ELLE NI STICA

«LηΕRΜΑ\» di ~:RlEΤSiCΗΝΕdDΕR ROMA 1979

PROBLEMI E RICERCHE DI STORIA ANTICA

6

ATTILIO MASTROCINQUE

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE Il EPOCA ELLENISTICA (323-188 a.C.)

«L'ERMA» di BRETSCHNEIDER ROMA MCMLXXIX

Opera pubblicata con i1 contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche

333 ©COPYRIGHT 1979 «L'ERMA» di BRETSCHNEIDER Roma - Via Cassiodoro, 19

Foto - Liti - DINI - Modena - 1979

INTRODUZIONE ~yα ~~τ~ χη Regione di confine, la Caria nell'antichità fu terreno di lotta fra le potenze del Mediterraneo orientale, principalmente fra la anatolica, o anatolico-siriaca, e la egiziana; pertanto il leitmotiv della presente ricerca sarà il dissidio politico fra Seleucidi e Lagidi. Ma fin dall'epoca degli imperi ittiti il Sud-Ovest anatolico, o regno di Arzawa, era conteso fra í dinasti di Hattusa e í faraonil. Culturalmente la Caria demarcava un confine, quello fra la penetrazione ellenica e il sostrato culturale indigeno. Già la cultura luvio-cretese dell'epoca palaziale, pur affermatasi a Cauno e a Mileto, urtò contro la barriera della cultura indigena dell'entroterra. Forse già allora si prefigurava íl conflitto fra il sistema di vita delle città e quello dei villaggi 2 , conflitto di cui tratteremo nel capitolo VIII. In Caria si assistette dunque ad un dialogo e ad un'antitesi fra civiltà greca e civiltà indigena, che ripetono, in proporzioni ridotte, il grande dialogo fra grecità e mondo orientale, quello che Santo Mazzarino chiamò `ritmo fra Oriente e Occidente' 3 . Il 'fenomeno Caria' non è certamente univoco. Da un lato vi è l'entroterra, montuoso e restio agli scambi culturali, caratterizzato dalla cultura dei villaggi, basata sull'economia agricola e comunitaria, sulla società tribale e su vincoli relí-

I Cf. G. PUGLIESE CARRATELLI, in "RSI" 77, 1965, p. 293. Cf. F. CASSOLA, ! Cari nella tradizione greca, in "PP" 12, 1957, pp. 192 ss. 3 Fra Oriente e Occidente, Firenze 1947. 2

8

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE Il EPOCA ELLENISTICA

giosi che legavano e subordinavano la comunità ad un dio comune'. Da un altro lato vi è la regione costiera, con buoni porti e aperta agli scambi culturali; vi si costituirono dei nuclei urbani, come Míllawanda-Mileto e Cauno, i quali prepararono il sostrato sul quale fiorirà la prima cultura ionica5 . Probabilmente queste due prime componenti del `fenomeno Caria' si amalgamarono fra loro, senza però fondersi. Ambedue recepirono elementi culturali - ed accolsero gruppi etnici - luci, testimoniati nel territorio di Idr ~a (Stratonicea) e a Caun ο 6 , elementi che, sembra, furono assorbiti ed integrati completamente a Idr ~a, e rigettati invece violentemente da Cauno'. Vi è poi la componente greco-caria costituita dalla cultura delle città della conia meridionale: Mileto, Miunte, Priene, Magnesia ed Efeso e di quelle della Donde: Rodi, Cos, Cnido, Alicarnasso e Isso. Non si trattava piíì di villaggi, né di agglomerati urbani, ma di poleis, accentrate attorno ad un'agorU, dove si svolgeva il confronto politico fra i pilitai, nobili e, in un secondo momento, anche non nobili8 , centri dove non fiorivano solo l'agricoltura e l'allevamento, ma anche l'artigianato e il commercio. Mileto, che secondo Omero (B 868) era abitata da Ca ri , ed Efeso partecipe della k οiné religioso-culturale anteroasiatica9 , famose per í loro santuari di Apollo e di Artemide,

4

5

Cf. A. LAUMONIER, Les cultes indigènes en Carie, Paris 1958. Cf. CASSΟLΑ, art. cit. e La lmia nel mondo miceneo, Napoli 1957, pp. 290 ss.

Diversamente: M.B. SAKELLARtou, La migration grecque en Ionie, Α the πes 1958, p. 433. 6 Cf. cap. VIII, p. 221. 7 Cf. HER. I. 172. fi MAZZARINO, pp. 206 ss. 9 Cf. CH. PICARD, Ephèse et Claros, Paris 1922.

INTROD ~1Z10NE

9

furono, assieme alle poleis rodie, í più importanti punti di sutura fra il mondo asiatico - e anche cario - e quello greco. Sarebbe opportuno esaminare questi problemi in un'opera a parte; ma di questo, eventualmente, si riparlerà fra qualche anno. ***

Riveste un interesse particolare lo studio dell'epoca ellenistica, è un periodo nel quale sembra che la spinta delle armi e della cultura ellenistiche abbiano sommerso o soffocato le cívíltà orientali, fra queste quella indigena di Ca ri . Ma durante l'Ellenismo la penetrazione della cultura e delle armi greche fu progressivamente contenuta. Nell'ultimo capitolo si vedrà come anche in Caria l'ellenizzazione sia stata recepita e lentamente ripudiata sotto la spinta degli influssi culturali di sostrato. Lo studio di questo fenomeno è già stato portato a termine relativamente a molti settori del mondo ellenistico: l'Iran soprattutto, ad opera del Wolski, ma anche la Siria e l'Egitto. La Caria è terreno `inesplorato'. Sarà necessario tracciare quindi `due storie': una politica, con protagonisti Greci e Cari, e una culturale, esclusiva dei Carlo Ritengo che le notevolissime scoperte epigrafiche ci permettano ormai di tentare un'analisi complessiva dell'epoca

10 Sembra impossibile riproporre qui il tentativo, che già fu proficuo per ERNE(La terra del rimorso, Milano 1976', cf. p. 27), di ricostruire un'unica storia, a causa della natura particolare dell'antitesi fra cultura caria e politica greca. Non si tratta di due componenti che confluiscono in un'unica storia, ma, semmai, del contrarlo.

STO DE MARTINO

10

LA CARIA E LA IONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

ellenistica anche relativamente alla Caria. I recenti scavi francesi, svedesi, italiani, tedeschi ed inglesi hanno portato alla luce delle iscrizioni storiche di primaria importanza; tuttavia esse non sono ancora state oggetto di un'analisi complessiva; si è proceduto un po' `a compartimenti stagni', di modo che, ad esempio, le vicende di Stratonicea non sono state sufficientemente confrontate con quelle di Milasa o di Bargilia. Molte delle recenti scoperte sono pubblicate, ma altre sono per ora soltanto annunciate; fra queste soprattutto le epigrafi di Claros, quelle di Amyzon e quelle di Xanto. Si attendono inoltre í corpora delle iscrizioni di Milasa, di Isso e dintorni - da parte dei Robert - e di Efeso da parte dell'Istituto archeologico austriaco. La scarsità delle notizie sulle epigrafi inedite, e la possibilità di nuove scoperte - la Caria è stata definita terra d'elezione dell'epigrafia - daranno ad alcune parti di quest'opera un carattere di provvisorietà. Inoltre, a completare il quadro dell'Ellenismo in Caria mancano í capitoli dedicati alle strutture sociali, alle istituzioni politiche, ai culti (per í quali però si fa rinvio all'opera del Laumonier), alla produzione artigianale ed artistica. Spero di poter sopperire a questa lacuna in futuro, ma non sarà impresa facile. Né mai è impresa facile conciliare storicamente epigrafi e testimonianze letterarie e numismatiche. Ringrazio per il loro aiuto e il loro incoraggiamento P. Treves, E. Gabba, G. Pugliese Carratelli, l'Istituto Italiano per gli Studi Storici, L. Moretti, L. Braccesi, G. Traversari, M. Del Litto, P. Mastandrea.

ABBREVIAZIONI ABA W

Abhandlungen der bayerischen Akademie der Wissenschaften.

Abh. Berl. Ak.

Abhandlungen der preussischen Akademie d. Wiss. zu Berlin.

ARSA AC AJA AJPh AIV

Annual of the British School at Athens. L'Antiquité classique. American Journal of Archaeology. American Journal of Philology. Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Anatolian Studies. Archiv für Papyrusforschung. Annuario della Scuola Archeologica italiana di Atene. Mitteilungen des deutschen arch. Institutes (Athenische Abteilung). Atti dell'Accademia delle Scienze dí Torino. Bulletin de correspondance hellénique. A Catalogue of the Greek Coins in the British Museum. Bulletin épigraphique, pubblicato in 'REG' a cura di J. e L. Robert. Bulletin de la Société archéologique d'Alexandrie. Cambridge Ancient History. Cambridge historical Journal. Corpus Inscriptionum Graecarum.

Anat. Studies APF ASAA Ath. Mitt. Atti Acc. Torino BCH BIC Bull. ép. (o B. ép.) Bull. Soc. Arch. Alex. CAH CHJ CIG CPh CQ

Classical Philology. Classical Quarterly.

12

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

CRAI

Comptes Rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles Lettres.

FD FGH

Fouilles de Delphes. Die Fragmente der griech. Historiker, a cura di F. Jacoby. Fragmenta historicorum graecorum, a cura di C. Müll er. Göttingische gelehrte Anzeigen.

FHG GGA GRBS Jaresh. öst. Inst.

Greek, Roman and Byzantine Studies. Jahreshefte des österreischen archäologischen Institutes in Wien.

JCS JHS JRS IEJ IG

Journal of Classical Studies. Journal of Hellenic Studies. Journal of Roman Studies. Israel Exploration Journal.

IG2

Inscriptio π es Graecae, editio minor.

IGBM

Ancient Greek Inscriptions in the British Museum. O. Kern, Inschriften von Magnesia am Maeander, Berlin 1900. F. Hiller von Gaertringen, Inschriften von Priene, Berlin 1906.

Ι. v. Magnesia I. v. Priene

Inscriptiones Graecae.

Istanb. Mitt.

Mitteilungen des deutschen arch. Institutes (Istanb. Abt.).

LW

P. Le Bas et W. H. Waddington, Voyage archéologique en Grèce et en Asie Mineure. Inscriptions du troisième volume,

MAMA Mer. Acc. Torino

Paris 1847. Monuments Asiae Minor s Antiqua, 1928-1962. Memorie dell'Accademia di Torino.

ABBREVIAZIONI

Michel Num. Chronicle OGIS

Opusc. Ath. Pap. Cairo Zen.

Pap. Lund. Pap. Ox. Pap. Soc. Ital. Philol. Philol. Unters. PP RA (o Rev. Arch.) RAL• RE. REA REG Rend. Pont. Acc. Arch. Rev. Univ. Midi

13

C. Michel, Recueil d'inscriptions grecques, I, Brussels 1900; suppl. 1, Paris

1912; suppl. 2, Brussels 1927. Numismatic Chronicle and Journal of the Numismatic Society. Orientis graecis inscriptiones selectae, a cura di W. Dittenberger, Leipzig 1903-1905. Opuscula Atheniensia (Acta Institute Atheniensis Regni Sueciae). Zenon Papyri (Catalogue Général des Antiquités égyptiennes du Musée du Caire, LII) a cura di C. C. Edgar, Il Cairo 1925-1931. Greek Papyri in the British Museum, a cura di F. G. Kenyon e altri, London 1893-1917. The Oxyrhyncus Papyri, a cura di B. P. Grenfell e A. S. Hunt, London 1898-. Papiri greci e latini (Pubblicazioni della Società Italiana per la ricerca dei pap. gr . e lat. in Egitto), Firenze 1912-. Philologus. Philologische Untersuchungen. La Parola del Passato. Révue Archéologique. Rendiconti dell'Accademia dei Lincei. Real-Encyclopädie der Altertumswissenschaft, a cura di Pauly, Wissowa e Kroll, Stuttgart 1892-. Revue des études anciennes. Revue des études grecques. Rendiconti della Pontificia Accademia di Archeologia. Revue des Universités du Midi.

14

LA CARIA E LA I ΟΝ I Α MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

RFIC Rh. Mus. RIL RPh RSI SBAW SCI SEI SGDI SIG3 SPAW Syll. Numm. Gr. Deut. TAM TAPhA ZΡΕ Ztschr. Assyr.

Rivista di Filologia e di Istruzione Classica. Reinisches Museum für Philologie. Rendiconti dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Revue de Philologie, de Littérature et d'histoire anciennes. Rivista Storica Italiana. Sitzungsberichte der bayerischen Akademie der Wissenschaften. München. Studi Classici e Irientali. Supplementum Epigraphicum Graecum, 1923. Sammlung der griechischen DialektInschriften, a cura di Collitz e Bechtel (1884-1915). Sylloge Inscriptionum Graecarum, a cura di W. Dittenberger, terza edizione, 1915-1924. Sitzungsberichte der preussischen Akademie der Wissenschaften. Berlin. Graecorum Nummorum Sylloge Deutschland. Tituli Asiae Minons, a cura di E. Kalinka, R. Heberdey e altri, 1901-. Transactions and Proceedings of the Ame ri can Philological Association. Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik. Zeitschrift für Assyriologie.

Cu. I

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO (323-301) 323 1 convegni di Babilonia e di Triparadiso.

Alla morte di Alessandro í generali macedoni si riunirono a Babilonia sotto la presidenza del píiì autorevole fra loro, Perdicca". La satrapia di Caria fu assegnata ad Asandro 12 . Questi succedeva al satrapo Filosseno 13 , che aveva preso il posto della principessa Ada 14 Già nel 323 Asandro appare nella datazione di un decreto dei Koarendei (presso Milasa) 15 come satrapo del re Filippo, fratellastro di Alessandro Magno. L'ambizione e i successi ottenuti indussero Perdicca ad usurpare a Cratero il titolo di prostates dei re, e a tentare di affermare la propria egemonia 16. Questo gli rese ostili gli altri Diadochi, ad eccezione di Eumene, satrapo di Paflagonia e Cappadocia. L'aspra guerra che ne segui vide la disfatta e la mo rt e di Perdicca in Egitto, ma anche la vittoria di Eumene su Crateri in Anatolia 17 . 1 DID. XVIII. 3. 1. E. WILL, Histoire politique du monde hellénistique I, Nancy 1966, pp. 23-4; K. ROSEN, in "AC" 10, 1967, pp. 95-110; R. M. ERRINGTON, in "JHS" 90, 1970, pp. 49 ss. 12 DIOD. XVIII. 3. 1.; ARR., Diad., FGH 156. I. 5-8; DEXIPPUS. FGH 100.8. Cf. SIG3 311 e LW 387. 13 ARIST., Oec. II. 31. E. MEYER, Die Grenzen der hellenistischen Staaten in Kleinasien, Zü~ch-Leipzig 1925, p. 9. 14 ARR.,

Anab. I. 23. 6

s.

L. ROBERT, Etudes anatoliennes, Paris 1937, pp. 569 ss.; cf. anche "CRAI" 1948, p. 431. Un'altra datazione (relativa al 318) compare in un'epigrafe di Lagina: M. ÇΕΠΝ $AΗIN, in "Anadolu" 17, 1973, p. 182 (e p. 177). 16 Will I, p. 31. 17 Will I, p. 34. Per í problemi cronologici: E. MAINT, in "RAL" ser. VIII, 4, 1949, pp. 53 ss. 15

16

321

319

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Eumene, approfittando del successo, si Impadronì di gran parte dell'Asia minore 18 . Gli avversari di Perdicca e di Eumene tuttavia si riunirono a Triparadiso per una nuova divisione dalle satrapie e per affidare í nuovi incarichi in vista della situazi οne 19 . Asandro fu riconfermato nella satrapia di Car ~a20 . Dunque, Asandro durante la guerra non si schierò con Eumene, né questi si era Impadronito della Caria. Asandro era assai legato ad Antigono Monoftalmo, che durante la guerra fu accolto da Efeso e nelle città circonvicine 21 . Gli anni immediatamente successivi sono caratterizzati soprattutto dalla guerra vittoriosa di Antigono contro Eumene. Il quale, ridotto alla fine nella piazzaforte di Nora, dovette nel 319 scendere a patti col Monoftalmo 22 , allettato, quest'ultimo, dalle nuove prospettive che gli apriva un avvenimento inatteso: la morte di Antipatro, reggitore della Macedonia. Ma si mosse pure Tolemeo che si impossessò della Siria facendone prigioniero il satrapo Laomedonte 23 . Questi, secondo il racconto di Appiano, riuscì a fuggire e si rifugiò in Caria presso Alceta, fratello di Perdicca. Come XIII. 6. 14. Sulla data di morte di Perdicca e del congresso di T~ paradiso gli studiosi sono discordi: i l MANNA, o. c. e Demetrio Políorcete, Roma 1951, pp. 70-8 (seguito da Fontana, Badian, Wehrle, Herrington) ha sviluppato una complessa teoria che vorrebbe datare questi avvenimenti nel 320 (maggio- estate). Recentemente, per il 18

JUSTIN.

19

320: MATH, in "Athenaeum" 64, 1976, pp. 462 ss.; HERRINGTON, in "Hermes" 105, 1977, pp. 478 ss.; per íl 321: L.C. SMITH, in " ΑJPh" 1961, p. 290, n. 5; P. BRIAIT, Antigone le Borgne, Paris 1973, pp. 216-21; H. HAUBEN, in "Anc. Society" 8, 1977, pp. 85 ss. 20 ARR., Diad. I. 30-8; 42-4; D'oD. XVIII. 39. 6. 21 ARR., Diad. XXV. f 235 r., 4-5; f 235 v., 1-2; cf. D1OD. XVIII. 52. Cf. B. HAUSSOULLIER, Etudes sur l'histoire de Mile et du Didymeion, Paris 1902, ρ. 10; CH. PICARD, Ephèse et Claris, Paris 1922, p. 636 e n. 4. 22 Su tutti questi fatti: WILL I, pp. 39 ss. 23 D'oD. XVIII. 43; Marmor Parium (FGH 239) B 12; APP., Syr. 52, sul quale, WILL I, p. 42.

DAL CONVEGNO Dl BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

1

7

mai costui si trovava in Caria nel 320/319? Nel 321 era stato mandato in appoggio ad Eumene per controllare la situazione in Asia minore contro le manovre di Crateri e di Antipatro24, mentre Perdicca muoveva contro l'Egitto. Sembra che Efeso abbia parteggiato per Alceta, visto che conferì la cittadinanza a lui e a Cleito 25 . Ben presto però la città si schierò dalla parte di Crateri e Antipatro 26 . Condannato a morte dai Diadochi a Triparadisi 27 , Alceta fu ben presto vinto da Antigono in Pisidia. Che rapporti poté avere con Asandro? Non 6 certo probabile che fossero buoni: Asandro dopo Triparadiso avrebbe dovuto riconquistare le posizioni eventualmente perdute per i successi di Eumene e ora lo avrebbe dovuto fare ai danni dell'alleato di Eumene, Alceta. Nello stesso anno, comunque, Alceta fu liquidato da Antigono28 . La supremazia di Antigono Monof αlmo

Antigono, debellato Eumene, si ritrovò sovrano d i tutte le regioni dall'Asia minore all'Iran e intraprese una politica di carattere decisamente egemonico; la mossa più clamorosa fu la cacciata di Seleuco dalla satrapia babilonese (315 a.C.) 29 . I suoi avversari, però, Tolemeo, Lisimaco e Cassandre, coalizzati, gli presentarono l'ultimatum di restituire la Babilonia a Seleuco, d i cedere la Siria a Tolemeo, la Frigia ellespontica a Lisimaco, la Cappadocia e la Licia a Cassandro 30 . Antigono non accettò e si preparò alla guerra;

24 25

Diii. XVIII. 29. 2; Pιυτ., Eum. 5. 2. J. KEIL, in "Jahresh. öst. Inst." 16, 1913, p. 235, n . II n (prima del 322(1). Cf.

p. 241 e PICARD, pp. 635-6. p. 236, n 11 p; cf. PICARD, p. 636; ROBERT, B. ép. 1972, n. 389. 27 Dι OD. XVIII. 37. 2; cf. ARR., Díad. 30; JUSTIN. XIII. 8. 10. 28 DIOD. XVIII. 44 ss. 29 WILL Ι , pp. 46 ss. Per la datazione: MAui, art. cit., pp. 55-6 30 Dliii XIX. 57. 1; 85. 3; JUSTiI. XV. 1. 2; App.,Syr. 53; WILL I, pp. 48-9. Si

KEIL, 26

Κειι,

.

18

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELL ΕΝΙ STTCΑ

inviò il nipote Polemeo a liberare Amiso, in Cappadocia, dall'assedio delle truppe di Cassandr ο31 . I Rodi collaboravano ai preparativi del M οnοftalm ο32 . Ma la risposta di Tolemeo non si fece attendere: stipulò un patto d'alleanza con Asandr ο33 , anzi, l'alleanza fu stretta, probabilmente, fra Asandro da una parte, Tolemeo e Seleuco dall'altra 34 Forse si può riferire a queste circostanze il decreto efesio che menziona una legazione della città a Τοlemeο 3s A Cipro i comandanti della fl otta tolemaica sotto la direzione di Seleuco decisero di inviare Mirmidone con le truppe mercenarie in Caria a portare aiuto ad Asandro, cui stava muovendo guerra Pοleme ο36. L'iniziativa dell'alleanza sarà partita da Tolemeo, che l'avrebbe intesa come componente della strategia anti -antigonide, o piuttosto da Asandro, attaccato da Polemeo? Ritengo più probabile questa seconda ipotesi, considerando che Antigono si era adoperato già prima per scacciare o sottomettere gli altri satrapi, come Peucesta 37 , Pitone, Seleuco.

deve conservare la lezione diodorea "Cassandra" e non correggerla in "Asandro", come si è più volte sostenuto nella scia del WESSELING. Cf. M. FORTINI, Cassandra re di Macedonia, Torino 1965, pp. 48 ss.; WILL 1, p. 49; K. ROSEI, in "AC" 10, 1967, p. 77; 0. MÜLLER, Antigonos Monophtalmos...,Bonn 1973, p. 32, n. 115, e soprattutto E. AIJCELLI, in "RFIC" N. S. 35, 1957, pp. 382 ss.; J. SEIBERT, Untersuch. zur Geschichte F'olemaios'I, München 1969, pp. 157-163. DIOD. XIX. 57. 4. D'oD. XIX. 58. 5; cf. 57. 4; 62. 7. 33 D1OD. XIX. 62. 2: προσελ ~ βετ o W' εις τ~ ν συµµ aχιαν και τ ~ν τ~ ς Καρ ~ ας σατρ ~j ην " Ασανδρον, ισχ~ οντα και π ~λεις ~Χοντ a τετα λ ~ Να 60 ' ~ αυτ~ν σ~ κ ~ λ ~γας. Queste parole vanno considerate piO come una presentazione di Asandro che come una testimonianza della sua potenza in quel momento. Sull'alleanza: 31

32

SEISERT, Ptolemaios 1, pp. 159-160. 34 Cf. DIOD. XIX. 68. 2. 36 KEIL, ο. c., p. 233, n. 1 g. Cf. D. MAGIE, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, p. 872, n. 55. 36 D'oD. XIX. 62. 5. Sull'influenza di Antigono in Caria può forse essere significativo il passo DIOD. XIX. 64. 5. 3' D'oD. XIX. 48. 5. Cf. infra.

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA Dl IPSO

314

19

Asandro e Cassandro. Testimonianze su Eupolemo Cassandro, ritornato in Macedonia dopo una campagna in Grecia centrale e I11~r ~α, venne informato che in Caria le forze antigonidi stavano attaccando le città alleate di Tolemeo e di Seleuco; perciò decise di inviarvi un esercito, sia per aiutare gli alleati, sia per tenere Antigono impegnato in Asia, distogliendolo così dal proposito di passare in Europa 38 . All'inizio del 313 risale il decreto di Atene IG 1I.1 2 , 450, in onore di Asandro, figlio di Αgatone 39 . Vi è detto (11.18 ss.) che questi fornì agli Ateniesi navi e soldati per le loro necessità e accolse e beneficb gli Ateniesi venuti nel suo dominio (11.14 ss.). Atene de facto era città di Cassandro, e dunque Asandro vi si era recato per consertare un'azione comune nell'ambito della grande symmachia contro Antigono. L'episodio si colloca nel 315, dopo e in conseguenza dell'alleanza stipulata con Tolemeo. Le forze di Cassandro in Caria erano al comando del satrapo Asandro e di Prepelao, generale di Cassandro 4o Questi incaricarono Eupolemo di insidiare nei pressi di Carρima4 ~~ l'esercito di Polemeo che si apprestava a svernare (inverno 31413) 42 . Ma Polemeo, informato, attaccò per primo, vinse e fece prigioniero Eupolemo 43

3Θ 39

XIX. 68. 2. Cf. FORTuNA, Cassandro, pp. 69-70. MESE, Gesch, der hellen. Staaten... I, Gotha 1893, p. 285, n. 1, lo distingue

DIOD.

dall'Asandro satrapo di Caria, che sarebbe figlio di Filota e zio dell'omonimo dell'epigrafe, ma confonde le cose: era il figlio d i Filota ad essere zio del satrapo, figlio di Agatone. Cf. A. WILHELM, in "ARSA" 7, 1900-1, p. 159; A. REHM, Milet I. 3, p.260 e MEYER, p. 13 e n. 2. Cf. anche KAERST, in RE., s. v. Asandros. Nello stesso anno 31413 Asandro fu stefaneforo a Mileto: REHM, o. c., n. 122, 1. 101. 00 DIOD. XIX. 68. 5. Su Prepelao, D1OD. XIX. 64. 3. 61 Città di Caria altrimenti sconosciuta; cf. L. ROBERT, in "AC" 4, 1935, p. 160, n. 1. Non ho potuto consultare G. RADET, in "Rei. Unii. Midi" 2, 1896, pp. 19-24. 42 DIOD. XIX. 68. 5. 4 DIOD. XIX. 68. 6-7. '

20

LA CARI Α E LA 1ONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Eupolemo compare in un testo epigrafico 44 di Teangela, una città situata a circa 20 Km. a Est di Alicarnasso. E' il trattato che precedette la capitolazione di Teangela ad Eupolemo. Vi sono contenute alcune clausole circa il pagamento del soldo arretrato ai mercenari che difendevano la città. Secondo il Rostovzev, motivi principale della capitolazione fu proprio che i soldati non ricevevano il soldo almeno da quattro mesi 45 . Il testo si chiude con il giuramento del solo Eupolemo; si tratta infatti di obblighi imposti a lui, come condizioni della resa 46 . Figurano inoltre clausole riguardanti il trattamento da riservarsi agli schiavi e ai liberi rifugiatisi a Teangela in tempo di pace (cioè prima dell'assedio) e in tempo di guerra. I territori di Teangela e di E υρο Iemo dovevano infatti essere confinanti e, come non di rado succedeva, tutti gli oppositori o gli scontenti, nonché molti schiavi, cercavano rifugio presso lo Stato nemico p ~~vicino. Per quanto riguarda gli schiavi rifugiatisi durante la pace, ci si sarebbe attenuti ai trattati ( σuvφ~ και) stipulati in precedenza fra Teangela ed Eupolemo e fra Teangela e Peucesta. Qual era dunque la politica di Teangela? Se si trovava nel campo opposto a Eupolemo, era dalla parte di Antigono e di Polemeo. Tanto è vero che a Teangela si trovava un contingente di cittadini di Erinea, una città della Perea rodia, giunti certamente come milizia alleata, senza dubbio in accordo con Rοdi47 .

44 M. RosTOVz εν, in "REA" 33, 1931, pp. 7 ss; L. ROBERT, in "AC" 4, 1935, pp. 159 ss.; Id., Collection Froehner, Paris 1936, ρρ. 69 ss.: n. 52; H. H. SCHMITT, Staatsvertrdge des Altertums III, n. 429. ~ ν (1.5) 45 Ros'ovzEV, p.12, parla veramente di sette mesi, ma alla lezione ζ µην va sostituita quella ζµην ~ ν (alveari, favi) proposta dal ROBERT, art. cit., pp. 170 ss. 46 Rosrovzεv, p. 20. 47 Id., p. 13; ROBERT, Froehner, p. 79; P. M. FRASER & G. E. ΒΕλΙ, The Rhodian Peraea and Islands, Oxford 1954, pp. 67 s.; J. Μ. Cook, in "JHS" 81, 1961, p. 63; ROBERT, Noms indigenes d'A.M., I, Paris 1963, pp. 37 ss. '

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

21

Eupolemo ci è pure noto da un'iscrizione di Iaso, in cui oggetto di pubblici οnοri48 . Qui si specifica: ΕYπ~λεΜος Πωτ~λου Μακεδ~ν. Durante gli scavi di Labraunda è stata recentemente scoperta una stele in cui si parla di Ευροlemο49 . Qui si riporta una sua decisione circa l'esenzione dalle tasse accordata dai Platasei (= Pladassei, villaggio incorporato da Pisie 50) a Diode di Cos. Alla 1.1 si dice che Eupolemo stava accampato presso Koraza, a S.-O. della futura Stratonicea. Di Eupolemo conosciamo altresì una serie di monete brοnzee 51 provenienti da Milasa, da Laodicea, Hyllarima, Xanto, Smirne. I caratteri del potere di Eupolemo

Giustamente lo Imhoof-Blumer 52 sostenne che emise moneta in qualità di dinasta e il Robert 53 osservb che se un terminus ante quem per la monetazione e la sovranità di Eupolemo pu ~~essere indicato nel 314, quando fu vinto e imprigionato da Polemeo, un terminus post quem non esiste; inoltre l'abbondanza della monetazione indicherebbe che la sovranità di Eupolemo dur~~abbastanza a lungo. Un terminus post quem potrà esser posto, ovviamente, nel 334, quando Alessandro Magno si attest δ in Caria. Ma l'inizio della dynasteia di Eupolemo diviene probabile solo dagli

CIG 2675. Cf. ROBERT, in "AC" 4, 1935, pp. 166 ss.; Froehner, pp. 75 s. J. CRAMPA, Labraunda, vol. III. 2, Stockholm 1972, pp. 42 ss., n. 42. 5ο J. e L. ROBERT, B. ép. 1961, n . 673; CRAMPA, o. c., p. 45. 5ι BiCCaria, pl. XXI, 11; Β. V. HEAD, Historia Nummorum, rist. Oxford 1964 2 , ρ. 622; W. WROTH, in "Num. Chronicle" 11, 1891, pp. 135 ss.; IIHOOFBLUMER, Z. gr. u. Rom. Munzkunde, 1908, p. 260, nota; cf. ROBERT, art. cit., pp. 160 ss.; Froehner, p. 71, n. 4; Hellenica VII, Paris 1949, p. 192; A. AKARCA, Les Monnaies grecques de Mylasa, Paris 1959, pp. 101-2. 52 Ο . ε., p. 260, n. 1; ROBERT, art. cit., pp. 161-2. 53 O. ε., p. 169; cf. Froehner, p. 77. 48 49

22

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

anni intorno al 323 (convegno di Babilonia e spartizione delle satrapie). Eupolemo sembra essere stato in buoni rapporti con Asandro. Sarà dunque da pensare che í due sovrani abbiano unito le loro forze nel momento del pericolo di fronte alla minaccia di Polemeo? Pub essere. Ma è molto più verosimile che Eupolemo fosse un dignitario in qualche modo subordinato ad Asandro. Dal racconto diodoreo appare infatti che il satrapo e Prepelao esercitavano il comando su tutte le forze, ed Eupolemo figura ai loro ordini (XIX. 68.5). E' certo eccessivo, quindi, parlare di un regno di Eupοlemο54 . Non è direttamente attestato quale fosse il territorio sul quale si estendeva il suo potere. Tuttavia, se la sua in fl uenza è attestata per Iaso (CIG 2675), il trattato di Teangela contiene una clausola (11.15-17) che garantisce ai soldati che lo avessero voluto l'esenzione dai dazi doganali e la possibilità di uscire da Teangela e di attraversare il territorio di Eupolemo. Teangela confinava, come si è già detto, con il territorio del dinasta. Il potere di quest'ultimo si estendeva dunque da Iaso a Teangela; inoltre l'epigrafe di Labraunda testimonia la sua presenza a Koraza e la sua influenza nel territorio di Pisie; il fatto stesso poi che il testo fosse collocato a Labraunda fa pensare che egli facesse capo in qualche modo alla città di Mílasa che ormai pub essere considerata la sua capitale 55 . Secondo M. Launey si tratterebbe di un'organizzazione di colonie militari macedoni aventi come centro Milasa 56 Questo è probabile. 1 possessi di Eupolemo erano verosi-

56 Su Asandro a Milasa: LW 387. J. e L. ROBERT, Mél. 1 . Lévy, Bruxelles 1955, p. 555 e n. 5 e B. ép. 1956, n. 270, annunciano un'epigrafe inedita proveniente dal sito della futura Stratonicea e datata dal satrapo Asandro. Ma cf. supra, n.15. ss CRAMPA, o. c., p. 46, ma cf. già ROBERT, Froehner, p. 77. 56 Récherches sur les armées hellénistiques I, Paris 1949, p. 345, che data l'organizzazione di queste colonie al 314 circa; ma questo è immotivato.

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

23

milmente circondati da quelli del suo superiore, Asandro, che, ancora nel 313, estendeva il suo potere su Mileto, Tralles e Caun ο57 . Peucesta e Teangela. La fine di Asandro Teangela aveva relazioni anche con Peucesta: aveva concluso con lui un trattato (1.13) che, fra le altre cose, comprendeva una clausola circa gli schiavi fuggiaschi. Questi è stato identificato da A. Μοmigliano 58 con íl Peucesta satrapo di Perside cacciato dal Monoftalmo nei 316 59 . Questa identificazione è stata accolta universalmente. Anzi, come ha precisato H. Bengts οn60, la storia di Peucesta pub essere ancor meglio ricostruita: passato in Caria con un comando alternativo agli ordini di Antigono, finì col seguire le sorti degli Antigonidi, essendo divenuto ` φ~λος ' di Demetrio Poliοrceteó 1 . Teangela dunque aveva legami sia con Rodi sia con Peucesta, í due esponenti della politica di Antigono. Il trattato è secondo il Rostovzev, del 315 62 . I termini post e ante quem sono il 316 (Peucesta si allontana dalla Perside) e il 314 (Eupolemo è fatto prigioniero da Pole rei). Poiché Peucesta agiva per conto di Antigono quando entrò in contatto con Teangela, è da supporre che questi non abbia durato fatica ad attestarsi in modo indipendente in ,

57 D[OD. XIX. 75. 4-5 dove si parla anche di Isso, che sari passata sotto il controllo di Asandro dopo la scomparsa di Eupolemo. Su Asandro e Mileto: REHi; Mulet I. 3, n. 122, col. 1I, 1. 100; n. 123, 11.2 ss. Cf. anche BENGTSON, Die Strategie in der hellen. Zeit I, München 1937, p. 206, n. 1; MEYER, p. 20. 58 In "RFIC" 59, 1931, pp. 245 s. Cf. BENGTSON, o. c., pp. 188-9. 59 DuD. XIX. 48. 5: Πεvx ~στην δ ' ε i ς áλλας ~ λπιδ cς äγαγ ~ν κα~~κεν~ ς µετε ωρισα ~ ξ~γαγεν ~~ χ~ ρας. Cf. 56. 1. 60 L. e. 61 PHYLARCH., ap. Athen. XIV, pp. 614 s.=FGH 81, fr. 12. (cf. NIESE I, p. 272, n. 3; BELOCH, Gr. Gesch. IV. 1, p. 116, n. 4; W. W. TARN, in CAH VI, p.483). 62 0. c., p. 25. La datazione 310 che compare in Staatsverträge d. Alt. III, n. 429 (seguita dal BENGrsON, in "S Β AW" 1971, 3, p. 15) è errata.

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

24

313

Caria. D'altra parte, non è probabile che le forze di Ευροlemo fossero impegnate in un lungo assedio quando Polemeo passò in Caria e si oppose ad Asandro. Dunque l'assedio e il trattato si collocano nei primi mesi della stagione operativa 315. Nel 313 Asandro dovette finalmente arrendersi ad Antigonο63 : avrebbe consegnato í soldati e lasciato autonome le città, avrebbe dato in ostaggio suo fratello Agatone e avrebbe conservato la satrapia come δωρε~~di Antigono, dal quale era considerato φ~λος. Non sappiamo dove Antigono fosse raggiunto dai legati di Asandro; forse era ancora in Frigia Celene dove aveva svernato 64 e donde verosimilmente dirigeva le operazioni contro Lisimaco e Cassandrο65 . Antigono non volle dunque - né forse era in grado impossessarsi della satrapia del rivale: non riuscì neppure ad imporgli la liberazione delle città ( ~λευ $ερια): queste avrebbero goduto della sola ςι τονοµ i α, una forma di sudditanza limitata, che si sarà espressa probabilmente attraverso il pagamento di tributi. Antigono richiese invece con ogni probabilità ad Asandro lo sgombero dei presidi. Ma Asandro ruppe subito í patti, liberò il fratello, chiese aiuti a Tolemeo e a Seleuco e riprese a presidiare alcune cittàfi 6 . La reazione del Monoftalmo non si fece attendere: mandò un esercito ~Π~~τ~ν ~λευi ~ρωσιν τ~ν Π~λεων, sotto íl comando di Dokimos e di Medios, nauarchos della fl otta. Mentre questi liberavano Mileto, Antigono espugnava Tralles e Cauno, e Polemeo faceva passare Iaso dalla sua 67 . Proba-

DIOD. XIX. 75. 1-2. D'OD. XIX. 69. 2. 65 D'oD. XIX. 73; 74. 1. 66 D'OD. XIX. 75. 4: τ~ ν φρουρουµ ~ νην ~κρον (Mileto); 75.5: ε~ λε ( Antigono) κα ~~ τα την τ~ ν π~ λιν (Cauno) πλ~ ν τh ς ~κρας. 67 D'ID. XIX. 75. 3 ss. Per quanto riguarda Mileto possediamo una testimonianza epigrafica relativa al 3 1312: REHM, Mulet, n. 123 = SIG 3 322, I. 4: ~~π ~ λις 63

64

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

25

bilmente in quest'occasione Cos passò dalle mani di Asandro a quelle di Antig οnο68 . Forse allora fu liberata anche Cnido69 . L'offensiva di Antigono continuò con l'invio di un esercito in Grecia al comando di Polemeo e la conclusione di una formale alleanza con í Rodi, dai quali ricevette dieci navi da guerra 70 . 312

La pace del 311. La spedizione d i Tolemeo in Asia minore I seguenti anni 312 e 311 furono segnati da due avvenimenti di capitale importanza: nel 312 Demetrio, figlio di Antigono, fu vinto da Tolemeo a Gaza: ciò che permise a Seleuco di riprendere possesso della sua satrapia babilonese 71 .

~λευ $~ ρα καιΡ αυτ~νοµος~ywετο ~ Π ~~' Αντιγ ~νου και ~~δηµοκρατ ~ α áπεδ~~η. Nel 306/5 fu stefaneforo a Mileto l'ufficiale antigonide Aristodemo: REH', Milet, n. 123, cf. p. 261. Probabilmente 8 riferibile a questo periodo una serie di coniazioni (testimoniata solo da epigrafi: REH', Didyma II, Berlin 1958, nn. 434-7 e B. D. MERIrr, in "AJPh" 56, 1935, p. 363) efesie a nome di una symmachia, quella con Antigono: L. ROBERT, in ' Gnomon" 31, 1959, p. 668. Α torto i l SIMPSON, in "Historia" 7, 1959, p. 392, parla di questa campagna del 313 come di una delle operazioni pid riuscite in favore della libertà. Si vedrà p i d oltre che proprio Antigono continuerà a presidiare alcune città carie. Nell'errore opposto 8 caduto C. WEHRLI, Antigone et Démétri οs, Genève 1968, pp. 111-2, che interpreta le operazioni antigonidi come meri atti di conquista, senza tener conto delle liberazioni dai presidi e del fatto che Antigono operava contro Cassandre. 68 Cf. MEYER, p. 21. 69 E' possibile riferire a questo periodo (piuttosto che a quello della liberazione seleucidica del 258 ca. - infra, cap. IV, pp. ss. -) i conii bronzei di Cnido del tipo di quello F. IMHOOF-BLUMER, Monnaies grecques, Paris-Leipzig 1883, p.310, nr. 49: d/ Testa della Demokratia a d., con ornamenti; ∆ΑΜΟ - KPATIA Σ; rl prora di nave a d., sotto: mazza e Kit; a s.: TEEEAO. Altri esempi: IIHOo ε, o. c., nrr. 50-51 a; BMCCaria, p. 92, nrr. 54-56; HEAD, Η N2 , p.616, che data 300-190 a. C. 70 D[oD. XIX. 77. 3. Cf. le statue e gli onori per Antigono e Demetrio menzionati da D'OD. XX. 93. 6. La conclusione di questo trattato nel 313 rende improbabile la datazione al 315 dell'alleanza fra Rodi e Tolemeo (proposta dal MOSER; cf. infra, p. 32). 71 Battaglia di Gaza: DuD. XIX. 82 ss.; PLUT., Dem. V. 2; Marmor Parium FGH 239 B 16. Riconquista di Babilonia: Di0D. XIX. 86. 5; 90; 92; PLUT., Dem. 7. 2-3;

26

311

310

309

LA CARIA E LA ION[A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Nel 311 si giunse alla pace sullo status quo 72 • Questo trattato riconosceva la sovranità antigonide anche sulla Caria e metteva fine alle pretese di Cassandre formulate nell'ultimatum del 315. La pace del 311 non fu in realtà che una tregua. L'anno successivo Antigono subi un grave scacco: il suo luogotenente nel Peloponneso, Polemeo, lo tradì e stipulò un'alleanza con Cassandro 73 . Nel 309 Tolemeo iniziò le operazioni lungo le coste della Cilicia e della Licia 74 . Casus belli era la mancata osservanza da parte dí Antigono della `clausola avvelenata', contenuta nella pace del 311, riguardante l'autonomia delle città greche 75 . Cosl Tolemeo espugnò Faselide, prese a forza Xanto (in Licia), presidiata dal Monoftalmo, e Cauno, tenuta dalle truppe antigonidi insediate nelle acropoli dell'Eraclio e del

Marmor Parium, I. c. WILL I, p. 53. Per la datazione: MANN ι, in "RAL" 1949, pp. 58-61; E. BICKERMAN, La cronologia nel mondo antico, Firenze 1963, pp. 70-1; L. C. SCHMITH, in "AJPh" 82, 1961, pp. 288-9; MUST', Lo Stato dei Seleucidi, pp.

83

ss.

D ΙΟ D. XIX. 105; cf. OGIS 5 = Welles, RC 1. Sulle circostanze nelle quali il trattato fu stipulato: R. H. SIMPSON, The histor. circumstances o f the peace o f 311, in "JHS" 74, 1954, pp. 25 ss. Sul problema dell'assenza di Seleuco dal trattato cf. WILL I, pp. 54-5. Sulla teoria di WEHRLI, p. 55 (Seleuco sarebbe giuridicamente subordinato ad Antigono) cf. R. M. ERRINOTON, in "JHS" 90, 1970, p. 251. Seleuco stava proprio allora ultimando la conquista delle satrapie superiori e includerlo nel trattato avrebbe significato intralciare il corso delle operazioni, le quali furono così fortunate che nel 309/8 lo portarono ad una vittoria in campo aperto sul Monoftalmo. A questa vittoria segui verosimilmente un trattato. Cf. WILL I, p. 58. 73 DΙΟD. XX; 19. 2. Tuttavia bisogna ricordare che il BELOCH IV. 1, p. 143, n. 1 e J. KAERST, Gesch. des hellenist. Zeitalters II. 2, Leipzig 1909, p. 3, n. 4, propongono di correggere πρδς 6è Κ~σανδροv in πρδς δè Πτoλεµα tον. Cf. MAINZ, Demetrio Poliorcete, p. 19, n. 8. Giustamente per ~~contro questa lettura: SEIBERT, Ptolemaios 1, pp. 177 ss. 74 Duo. XX. 27. 1-2. 75 DuD. XX. 27. 1 precisa che Tolemeo si mosse perché aveva saputo che i suoi strateghi avevano abbandonato le città di Cilicia. 72

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

27

Persico. Tentò di espugnare Alicarnasso, ma non vi riuscì per l'intervento di Demetrio 76 . Maggiori successi ottenne in un altro settore della costa prospiciente Cos: a lindo, che nel 334 era stata piegata dalle armi di Alessandro, per opera dello stesso Tolemeo 77 . Il Lagide passò quindi a Cos dove pose il quartier generale e dove Polemeo venne ad offrirgli la sua collaborazione, ma Tolemeo, sospettando di lui, lo mise a morte 78 . L'alleanza rodo-egiziana Ora è lecito chiedersi perché Tolemeo sia sceso in lotta proprio allora e proprio in questo scacchiere anatolico (anzi, il centro focale della sua azione sembra essere la zona compresa fra la Licia e l'isola di Cos) e perché Antigono Monoftalmo presidiasse ancora le città della costa sud-occidentale dell'Asia minore. La risposta penso non possa essere che una: negli anni 313-310 ~~ rapporti fra Antigono e ~~ Rodi si devono essere guastati (forse per il dominio sulla Perea?), e finalmente nel 313 ~~ Rodi, approfittando del fatto che Antigono era impegnato contro Seleuco, decisero di cambiar partito e stipularono un'alleanza col satrapo d'Egitto. La data dell'avvenimento non è testimoniata 79 , esso è documentato solo a partire dal 305 80 . L'alleanza con i

76 PLUT., Dem. 7. 5. BOUCHÉ-LECLERCQ, Histoire des Lagides I, Paris 1903, p. 62; SEIBERT, o. c., p. 186; il MANZI, Demetrio Poliorcete, p. 19 e n. 12 e nella sua edizione della vita di Demetrio: Firenze 1953, ad lic. data questo avvenimento al 310. Tuttavia appare molto piO probabile íl 309. I presunti rapporti del Monoftalmo con i tiranni di Alicarnasso" sono da considerarsi frutto della fantasia di R. H. SIMPSON, in "Historia" 8, 1959, p. 406.

77 AR ττ. ,

Anab. II. 5. 7.

XX. 27. 3. WILL I, pp. 60-1. Cf. WILL I, p. 60. 80 DIOD. XX. 82. 2. Ha buone probabilità la datazione del trattato al 311-310, cf. WILL I, p. 59 (in contrasto con la data proposta a pp. 52 e 60). Cf. infra. 78 79

D'oD.

28

308

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Rodi impegnava dunque Tolemeo ad aiutarli; per questo si decise ad attaccare le posizioni antigonidi sulla costa. In relazione con il mutamento di alleanza dei Rodi si pub pure spiegare la presenza dei presidi antigonidi in Caria e in Licia81 . Forse verso la fine del 309 si giunse a un accordo fra Tolemeo e il rappresentante di Antigono in Asia minore, Demetrio82 . L'anno successivo, all'inizio dell'estate 83 , Tolemeo mosse da lindo, probabilmente dopo avervi svernato, e passo nel Peloponneso ove, non avendo ottenuto í successi sperati, fu costretto a comporre i contrasti con Cassandr ο84 , per ritornare poi in Egitto. Tolemeo e laso

Un testo epigrafico 85 ci riferisce un episodio di questo periodo di guerra: in un'iscrizione di Isso è riportato l'accordo cui giunse la città con tre comandanti mercenari, Macaone, Ierone e Sopolide: questi avrebbero dovuto consegnare le acropoli che sinora avevano custodito, fra le condizioni che pero questi riuscirono ad imporre a Isso furono anche il pagamento del soldo arretratg 86 e garanzie

81 Per quanto riguarda Cauno e Isso (cf. infra), la spiegazione potrabbe stare anche nel fatto che le città erano state strappate solo da pochi anni al dominio di Asandro (Duo. XIX. 75. 5). E' certo, d'altra parte, che Antigono non esitò a porre presidi qualora fosse necessario: cf., p. es., DuGD. XX. 46. 4; nel 302 per ragioni strategiche Demetrio inviò soldati nelle città degli Stretti: DIOD. XX. 111. 3. 82 Suida, s. v. Demetrios; cf. WILL I, p. 61; MAI11, Demetrio Poliorcete, pp. 111-114. 83 Cf. MEYER, p. 24. 84 Dioo. XX. 37. 1-2. Su tutti questi fatti: WILL I, p. 61 e G. HORAT ZUFFA, in "AIV" 130, 1971-72, pp. 99-112. 85 G. PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" N. S. 29-30, 1967-68, pp. 438 ss. Cf. B. ~ρ. 1971, n. 620. 86 Questo dovrebbe essere il senso delle lacune 11. 14-17, lo garantirebbe il

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

29

di incolumità e di impunità (11.14 ss.). Segue la dichiarazione che gli Iasei avrebbero giurato davanti a Tolemeo che si sarebbero mantenuti liberi, autonomi, senza presidi e non sottoposti a tributi e che sarebbero stati fedeli alla dinastia di Tolemeo (11. 29-32) 87 . V i è poi il giuramento dei condottieri, e quello di Tolemeo il quale dichiara di riconoscere come validi (διαφυλ~ξω) gli accordi fra Iaso e í mercenari. Segue il giuramento degli Iasei a Tolemeo conforme a quanto era stato decretato alle 11.29-32, salvo che qui (1. 49) aggiunta una dichiarazione d i benevolenza, cioè di fedeltà nei riguardi degli alleati di Tolemeo, Seleuco, Lisimaco e, forse ancora, Cassandre. Segue i l giuramento di Tolemeo agli lasei col quale si impegnava a conservare la libertà della città (11. 52-55). Dunque, secondo la prassi, precedono cronologicamente le trattative fra la città e i condottieri, le quali necessitano del benestare di Tolemeo, poila città si lega con un vincolo di amicizia e di protettorato al re stesso. Giustamente G. Pugliese Carratelli ha identificato questo Tolemeo con Tolemeo I Sotér perché nelle prime linee frammentarie dell'epigrafe compare il nome di Polemeo (1.10: Πολεµα ~ωι Π Q[λ]εΜαιου, 1.11: ολ]εµαιο[υ])e ha datato gli avvenimenti riportati al periodo che va dal 309 (inizio della spedizione microasiatica) al 305 (assunzione del titolo di re da parte di Tolemeo, titolo che non compare nell'iscrizione). Certo però che l'avvenimento è strettissimamente legato alla presenza e all'operato del Lagide nel Sud-Ovest anatolico. Gli Iasei devono essere stati influenzati dalla propaganda tolemaica di libertà; i l re, del resto, si trattenne parecchi mesi fra Cos e lindo. In seguito a ciò gli lasei convinsero in qualche modo í soldati del presidio ad

confronto con il testo del trattato di Teangela. Questo sembrano ammettere, anche se non esplicitamente, pure i ROBERT, o. c., n. 620, pp. 500-1. 87 Cf. ROBERT, Ο. c., p. 501.

30

LA CARIA Ε LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

abbandonare le acropoli in modo che la città potesse riconquistare la propria libertà, sia pure entrando nella sfera d'in fl uenza egiziana. Sembra evidente riconoscere nei tre condottieri del presidio ufficiali alle dipendenze di Anti gono, forse lasciativi da Polemeo nel 313 88 • E qui a Iaso, come a Xanto e a Cauno, continuavano a sussistere dei presidi 89 . La data e la natura dell'alleanza fra Iaso e Tolemeo

L'accordo fra í condottieri e Iaso fu seguito dall'invio di legati a Tolemeo per chiedere la ratifica e i l giuramento di un patto di alleanza (11.16-17 e 38): ... ~ν ~ λ~ραις δεκαπ ~ντε áq' ~~ ä Ν 01 TΡ~ς Π[τολ]εµα iον áπoσταλYντε[ς] nuQayYΝωΝτα ~~ - ... ~v ~ µ ~ραις τYσσαρ Qσ~Ν ~ Ψ ' fig ~ν 01 πρ~ ς Πτολεµαiον ~πoσταλ~σιν. Da queste espressioni sembra possibile ricavare un dato storico: al momento degli accordi fra Iaso e í condottieri Tolemeo si trovava lontano, in ogni modo non era certo a Cos, né a lindo, che potevano esser raggiunte nello spazio di circa una giornata; invece non era calcolabile il tempo che avrebbero impiegato i legati; dal momento del loro ritorno sarebbe entrata in vigore una delle clausole dell'accordo. Ne concludo che quest'ultimo dev'essere stato stretto dopo e in conseguenza della permanenza di Tolemeo nelle vicinanze di Cos e di lindo, quindi dopo l'inverno 309/8. Il momento più probabile è quello forse che vide Tolemeo attraversare l'Egeo e liberare Andro per poi passare nel Peloponneso, cio l'arco della stagione operativa del 308. Certo è però che l'intero periodo fra il 308 e i l 305 va preso in considerazione, tanto più che nel 305

88 R. S. BAGNALL, The Administration of the Ptolemaic Possessions outside Egypt, Leiden 1976, p. 89; cf. PUGLIESE CARRATELLI, p. 440, secondo cui - p. 444 -

i condottieri sí sarebbero impadroniti dí Iaso a titolo personale. 89 Cf. supra, pp. 27-28 e n.81.

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

31

non era ancora stabilita la contribuzione che Isso avrebbe dovuto versare a Tolemeo. Il decreto è seguito da due lettere di due ufficiali di Tolemeo alla città, databili a dopo il 305, poiché v i è menzione del βασιλεv ς90. Nella prima lettera Aristobulo, rappresentante straordinario del re 91 , dichiara, su richiesta degli Iasei, che avrebbe conservato la libertà e l'autonomia della città (11.18-9). Tra le richieste dei legati di Isso compariva anche quella di essere considerati alleati (1. 9). Aristobulo concesse pure che la città disponesse di tutte le rendite, comprese quelle dei porti (11.12; 19-20). Invece veniva demandato al re di decidere quale contributo ( σvvταξις: 11.13; 20-21) avrebbe dovuto versare. Alle 11.10-11, I α frase διελ€yoντo δi κα~~ v[πYρ συντ~]Ι[ξε]ω[ς] ~να τ~ν [κ]αλ~ [ς] ~χoυσαν ε ~ς τ~v grλακ~ν τ~ ς χ~ ρας συντελ~ σιν92 , si riferisce alla σ~νταξις richiesta per la protezione offerta dalle armi tolemaiche alla regione di Isso. Aristobulo giurò di tener fede a queste promesse e aggiunse che avrebbe prestato aiuto alla città se avesse dovuto subire ingiustizie. Formula di prammatica nei trattati di alleanza. Segue una lettera di Asclepiodoto, secondo G. Pugliese Carratelli il rappresentante permanente di Tolemeo in Caria, il successore d ~~ Aristobulo secondo il Bagnali, che giura lo stesso giuramento di Aristobulo dietro invito degli inviati d ~~ Iaso.

90 PUGLIESE CARRATELLI, p. 439 = Y. GARLAN, in "ZPE" 1972, p. 223, 11. 14; 21; 31. Sulla datazione: P. C., p. 441. Cf. ROBERT, o. c., p. 501. Che si tratti d i Tolemeo I Sοtèr non è deducibile dall'iscrizione, ma è molto probabile. Cosi P. C., 1. c. e ROBERT, 1. C. 91 Così P. C., p. 441. Secondo il BAGNALL, p. 91, era stratego della regione. Probabilmente si tratta dello stesso personaggio che compare come legato tolemaico in WELLEs, RC 1 (lettera di Antigono a Scepsi). 92 GARLAN, I. c. 11 fatto che questa syntaxís debba essere ancora stabilita riconferma l'ipotesi che si tratti di Tolemeo I e fa pensare ad anni non molto lontani dal giorno della liberazione tolemaica, dunque poco dopo il 305.

32

LA CARIA E LA IONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Si è notato93 che queste lettere testimoniano una fase successiva nei rapporti fra Isso e Tolemeo, in cui si dovevano definire í limiti dell'ingerenza regia; ora compare il termine συµµαχ ~α, mentre non si parla píiì di ~~ορoλ~yεια. Questo è vero, ma va riconosciuto che agli Iasei non furono imposte tassazioni dirette sulle rendite; vi era soltanto la syntaxis. E' certo però che questa quasi completa esenzione da tassazioni e tributi è diventata la concessione di un rappresentante del re 94 307

305

L'assedio di Rodi Certamente gli Antigonidi nel 307 erano ancora fortemente influenti in Caria: Demetrio vi si recò per cercar di convincere í Rodi a combattere al suo fianco contro Tolemeo95 Ma í Rodi erano per la pace e per la neutralità, e lo ribadirono nel 305 di fronte a nuove proposte antigonidi di far insieme guerra all'Egitt ο96. Questo costò ai Rodi la

C., p. 441. Su ufficiali regi invitati a giurare davanti alla città, cf. infra, il caso di Olimpico e Milasa. 95 DuD. XX. 46. 6. 96 D'ID. XX. 82. 1-2. Precedentemente abbiamo creduto di dover datare l'alleanza fra Tolemeo e Rodi al 310, ma questa non è l'opinione corrente. II MOSER, Untersuch. über Politik Ptolemaios'/. in Griech., Diss. Leipzig 1914, pp. 66-7 (seguito dal WILL I, p. 52 e p. 60), propose il 315, senza tuttavia portare alcuna prova. Cf. SEIBERT, Ptolemaios 1, pp. 225-6. II S E IBERT, pp. 225-230 (seguito da H. HAUBEN, in "Historia" 26, 1977, pp. 320, 331 e 334 ss.), ha però modificato radicalmente la visione storica di questo trattato: I) non è sicuro se DIID. XX. 82.2 si riferisca ad un trattato con Tolemeo 0 ad uno (quello del 313) con Antigono; ~χοις 01500 non II) da Puur., Dem. 21. 1 ( ~πoλ~ Μησε 88 ' Ρoδιo ις Πτολεµαιoυ συµµ si ricava necessariamente l'esistenza del trattato; III) i Rodi avevano stabilito soltanto legami di amicizia con i sovrani, in ispecie con Tolemeo (DIOD. XX. 81. 2-4), e si battevano per il mantenimento di una xow ~~ε ~ρ~νη ( DIOD. XX. 46. 6). Questo si conciliava con un'alleanza con Antigono, la quale tuttavia non impegnava gli Isolani alla partecipazione diretta al conflitto. La tesi del SEIBERT è solida, 93 Ρ. 9M1

DAL CONVEGNO DI BABILONIA ALLA BATTAGLIA DI IPSO

304

33

guerra: Demetrio fu incaricato di assediare la città. L'assedio dur~~circa un anno, fu reso famoso dall'impiego di macchine molto sofisticate e di grandezza mai vista, e valse a Demetrio il soprannome di Ροliorcete 97 . Le vicende dell'assedio dimostrano che Demetrio controllava le coste della Caria, tuttavia í Rodi con audaci sortite seppero prevalere sull'avversario 98 . Aiuti giunsero a Rodi da Tοleme ο99, Cassandre e Lisimac ο 100 . Ma dopo un anno dall'inizio dell'assedio giunse finalmente a Demetrio una lettera del padre che gli ordinava di metter fine alla guerra nel modo più onorevole possibile 101 . Con la pace Rodi perse parzialmente la sua indipendenza. Questo il suo nuovo statuto: oi ` Ρ~ διοι συν ~f kντο πρ~ς ∆ηιι~τριον ~π~~ τoiσδε, aYΤ~Νοµον Κα ~~ ~ΨρovρηΤον ε να~~ ~ν π~λιν Και gχειν Τ~~ιδ ~ας πρoσ~δο~ ς, συ ιλαχε~ν δ ~~'Ροδ~ονς ' Αντι ΥUΝΨ πλ~ν ~~ν ~π~~ Πτoλεµαιον στρατε ~ ηται, και δο~ναι τ~ν πολιτι~ιν S.ι~ ρσυ ~κατοΩν oUς äν ~πoΥρ~ψηται ∆η[ drm ι); πλ~ν τ~ν ~ρχ~ς ~χ~ντων 102.

ma il suo punto debole sta nella seconda asserzione: perché accettare la testimonianza di Dliii XIX. 77. 3 (alleanza con Antigone) e respingere quella di PLUT., Dem. 21. 1 (alleanza con Tolemeo), che esplicita: i Rodi erano Πτολεµα ~ου σ~ µµαχοι? 97 D'OD. XX. 81-88; 91-100. 5; PLUT., Dem. 21-22. Cf. VAN GELDER, Gesch. der alten Rhodier, Haag 1900, pp. 104-6; WILL I, p. 62; MANNΙ, Demetrio Poliorcete, p. 31. 9 Cf. DIOD. XX. 97. 5: successo dell'ammiraglio Aminta contro i pirati che operavano sulle coste della Perea per conto del Poliorcete. Il fatto che l'Antigonide dominasse l'entroterra cario e la Perea permette di stabilire un terminus post quem per le possessioni rodie in queste medesime zone: il 301, quando s'eclissò il dominio antigonide sull'Asia. (FRASER-BEAN, The Rhodian Peraea, p. 101, datavano fra il 301 - per altre ragioni - e il 287 ( 6; cf. infra, cap. IV). 99 DIOD. XX. 88. 9; 96. 1; 98. 1. 1 Rodi diedero a Tolemeo l'epiclèsi di Soter; PAUS. I. 8. 6. Zoo Dliii XX. 96. 3. 101 D'ID. XX. 99. 1. 102 DuD.

XX. 99. 3.

34

LA CARIA E LA ANIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

La natura del trattato rodo-antigonide Questo statuto pub suscitare alcune perplessità: gli Isolani stipularono con Demetrio un trattato bilaterale, come Stato sovrano: συν ~~~εντo, e db presupporrebbe l'eleutheria della città; di eleutheria perb non si parla, ma di autonomia, che solitamente indica una condizione di sudditanza, in quanto il risultato di una concessione graziosa da parte di un soνrano 103 . Α volte perbt 04 il concetto di eleutheria poteva essere sottinteso dall'uso di altri termini; qui, percib autonomia, libertà del presidio e dai tributi potrebbero essere sufficienti, a indicare la libertà e la sovranità. Ma rimaneva l'impegno di fornire contingenti militari al sovrano e l'obbligo di fornire ostaggi a scelta di Demetri ο 105 . La prima clausola, l'impegno di w ηλaχειν 106 , sappiamo che non pregiudicava, di per sé, la libertà, né era segno di parità con il ~~ ΜΜαχος 107 . La seconda, è in verità, un'eccezione nella prassi ellenistica, e quindi non sappiamo valutare con precisione quanto potesse limitare l'eleutheria; certo che così í Rodï non avevano più facoltà sovrana di decidere la loro politica estera 108 . Questa charta, dunque, potrebbe esser definita di compromesso fra indipendenza e soggezione, ove

103 MASTR0CINQU ε, L'eleutheria e le cittU ellenistiche, in "AIV" 135, 197677, p. 9. 104 Id., o. c., p. 15. cos Sulla liberazione del cento ostaggi da parte di un generale di Lisimaco: DIOD. XX. 107. 4. 106 Cf. PLUT., Dem. 22. 8. 1°7 Cf. E. BIKERMAN, in "RPh" 65, 1939, pp. 346-7. 108 Cf . il caso del console Q. Marcio Filippo che nei 169 accettò la resa di Agasse e si accontentò di ricevere ostaggi, per lasciarla senza presidio, esente da tasse e autonoma (LIV. XLIV. 7. 5). Esempi di età classica: la capitolazione di Samo nel 439 a. C. (TrIUC. I. 117. 3e PLUT. Pericles 28. 1) e la capitolazione di Bisanzio nel 409 a. C. (POLVAEN. I. 47. 2). Cf. F. J. FERNANDEZ. NIETO, Los acuerdos belicos en la antigua Grecia II, Santiago de C. 1975, pp. 250 ss. e 296 s., [nn. 104 e 125]; e inoltre il passaggio delle forze persiane nelle isole dell'Egeo nel 490: HER. VI . 99. Cf. M. AMl τ, in "RFIC" 98, 1970, pp. 129 ss. .

DAL CONVEGNO DI ΒΑΒΙ LON:A ALLA BATTAGLIA DI IPSO

35

pero gli elementi che caratterizzano l'indipendenza sono pil ι forti di quelli che indicano la soggezione. 302

Lisimaco e Prepelao in Asia minore La lotta fra i diadochi giunse al punto critico nel 302, quando Cassandro chiese di trattare con Antigono. Il re di Macedonia, infatti, si sentiva minacciato dalle forze dei Greci unite a quelle di Demetrio. Antigono pose pero come condizione che Cassandro abbandonasse il regno che posse deva 108 . Questi allora operi per mobilitare la coalizione contro il Monoftalmo; confido a Lisimaco una parte del suo esercito al comando dello stratego Pre ρelaο " 19 e con la rimanente si dispose a combattere Demetrio in Tessaglia. Ma ormai la partita decisiva si sarebbe giocata i n Asia: Lisimaco passo gli Stretti e ben presto si attestò lungo la costa occidentale dell'Asia minore. Prepelao, cinta d'assedio Efeso, la prese senza difficoltà e vi trovo rinchiusi i cento ostaggi rodi che tosto rimand δ in patria 111 . E' detto poi che Prepelao Τo~ ς δ" Εψεσι o υς ~ φ~ κε ~ 12 ; cio probabilmente non significa che li lascio liberi, perché sappiamo che v i pose un presidio 113 , ma forse che perdon δ loro di esserglisi opposti e li lasci δ autonomi. Inoltre Prepelao incend ιδ le navi che si trovavano nel porto. Prese poi Teo, Colofone e infine Sardi 11a Il Monoftalmo, informato dell'accaduto, mosse da Antigoneia e prese contatto con il nemico in Frigia, dove Lisi -

109 Dliii 110 DuD.

XX. 106. 1-2. XX. 107. 1. Il nome di Prepelao 8 un 'integrazione proposta dal

BELOCH, Gr. Gesch. IV. 1, p. 162, n . 3. ιιι Dliii XX. 107. 4. Cf. Marmor Parium Β 25.

Un 'ambasceria efesia a Prepel αο è ricordata in SIG3 353 = L. ROBERT, Hellenica III, Paris 1946, pp. 79 ss. 11τ < ~ λενι4~ρους> ~φ~ χε REISKE; ~φ~ χε HERTLEIN, FISCHER. ι13 DIOD. ι14 DIOD.

XX. 111. 3. XX. 107. 5.

36

LA CARIA E LA IIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

maci pose i quartieri d'inverno pressoché circondato dal nemico 115 . Ma s i attendeva l'arrivo di Seleuco dall'Iran. Antigono perci ~~mando alcuni philoi in Grecia a richiamare al più presto Demetrio ιι6 . Questi sbarco a Efeso che fece ritornare alla precedente condizione: ~ν~yκασε τ~ν π~λιν εις τ~ν πρovπ~ρχοΥσαν ~ποκαταστ~να~~ τ~ξιν " 7. Ne allontanb il presidio posto da Prepelao e sull'acropoli pose i suoi uοmini 118 ; poi mosse verso l'Ellesponto. 301

La battaglia di Ipso All'inizio dell'anno successivo Lisimaco riuscì a congiungere le proprie forze con quelle di Seleuco e a dar battaglia presso Ipso ove la falange di Antigono fu sbaragliata dagli elefanti di Seleuc ο 119. Il Monoftaimo perse la vita in questa battaglia, colpito dalle saette nemiche 120. Ormai era la διαιρεσιg τ~~ 'Αντιγ~νου βασιλε~ας. A Lisimaco tocco l'Asia minore fino al Tauro, a Seleuco la Siria, a Plistarcο 121 la Cilicia; Tolemeo durante la fase culminante del conflitto s i era limitato ad invadere la Celesiria.

1 s DIOD. XX. 108-109. 4. ""6 DIOD. XX. 109. 5; cf. PLUT., Dem. 28. 2. " 7 DIOD. XX. 111. 3 dove τ~ξις potrebbe significare disposizione nei confronti dei sovrani - cioè ε~νοια verso Demetrio - oppure ordinamento costituzionale cioè δηµοκρατ ~ α -. E' píil probabile tuttavia la prima ipotesi, a meno che non siano valide entrambe. CH. PICARD, p. 638, si pronuncia per la seconda; D. MAGI, p. 857, n. 38, invece, per la prima. Si vedano anche i decreti di Efeso in onore di Demetrio e del suo stratego Archestrato: SIG 3 352 e Michel 491. Cf. PICARD, p. 638. ""a DuD., ibid. Per il presidio di Lisimaco 6 usato il termine φρουρ~, per quello di Demetrio, invece, φυλακ~ . Sul valore di questa differenza: MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 5-6. Si ricordi ρerδ che la fonte di Diodoro (Geronimo di Cardia) P favorevole a Demetrio. 19 DIOD. XX. 113; PLUT., Dem. 29; JUSTIN. XV. 4. 21-2. 728 DIOD. XXI. 1. 4 b. 127 Sull'aiuto portato da Plistarco, fratello di Cassandre, nella guerra contro Antigono: Du D. XX. 112. ,

CΑΡ. II

L'EPOCA DI LISIMACO (301-281)

Le nuove alleanze. Plistarco sovrano di Cilicio e di Caria

Demetrio era sopravvissuto alla giornata di Ipso ed aveva potuto raggiungere la fl otta, che restava ancora la pili forte nel mediterraneo. Al figlio di Antigono rimanevano tuttavia alcune solide posizioni: Cipro (dove presto pose la sua capitale), Tiro, Sidone, la confederazione dei Nesioti, alcune località d'Asia minore (Mileto ed Efeso fra queste), che però passeranno presto ai coalizzati 122 . Ben presto il blocco antidemetriaco si spezzò: Tolomeo si

299

affiancò a Lisimaco e diede in moglie a lui e al suo figlio Agatocle le proprie figlie Arsinoe e Lisandra 123 . Per controbilanciare il nuovo blocco Seleuco si avvicinò a Demetrio di cui sposò la figlia Stratoníce 124 . Di questa amicizia fra í due re testimonia anche un'iscrizione di Efeso, la quale menziona una legazione mandata da Demetrio e Seleuco alla città e `agli Elleni' per ridare vigore ai legami di εvvo ια e di φιλι& 125 . Chi fece le spese di questa seconda alleanza fu Plistarco: Demetrio ne assail í territori - con il tacito consenso di

122 Cf. ΜΑΝΝ1, Demetrio Poliorcete, pp. 41-2; WiLl I, p. 71. Su Efeso demetriaca, ottima messa a punto di Cri. PICARD, Ephèse, p. 638, n. 6. 123 WILL I, p. 73; J. SEIBERT, Historische Beiträge zu den dynastischen Verbindungen in hellen. Zeit, «Historia» Beiheft 10, Wiesbaden 1967, p. 74 e p. 97, n. 20. 124 P. TREVES, Dopo Ipso, in "RFIC" N. S. 9, 1931, p.361; WILL, I. c.; SEIBERT, 1. c., p. 48. 125 OGIS 10, part. Il. 2-7.

38

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Seleuco - e se ne impadr οnì 126 . Qual era l'estensione del regno di Plistarco? Le fonti (Plut., Dem 31.6) ci parlano unicamente della Cilicia: uno `Stato-cuscinetto', dunque, posto fra í domini di Lisímaco e quelli di Seleuco. Tuttavia Stefano Bizantino, s.v. Πλειστςρχια, ci dà un'ulteriore informazione: Πλ., π~λις Καρ ~ας, ~ΤΙ~ Κα~~ πρ~τερον κα~~ ~ σ$η. Questo ha dato argomento i~ στερον ` Ηρ~κλεια ~νοµ per ipotizzare un regno di Plistarco comprendente Cilicia, Pamfilia, Licia e Caria 127 . La presenza di Plistarco in Caria è confermata da un testo epigrafico ritrovato nei pressi di Eraclea sul Latm ο 128 : un decreto della syngheneia Pormuno di Sinuri (presso Milasa): ~βδ~ µου ~το~ ς, ~Π~~ Πλει στ~ρχου. ~δοξε... Questo fa pensare che il sovrano in effetti dominasse su parte della Caria. Il Robert ha però formulato l'ipotesi che Plistarco si sia riparato in Caria dopo essere stato espulso dalla Cilicia, suo unico possesso 129 ; così gli

126 PLUT., Dem. 31. 6 ss. e 32. 4. MANNI, Demetrio Poliorcete, p. 121, suppone che si sia impadronito, oltre che della Cilicia, anche della Caria, della Licia e della Pamfilia. Cf. anche MEYER, p. 32; G. SAITTA, Lisimaco re di Tracia, in "Kokalos" 1, 1955, p. 82. 127 U. WILAM0wIrz, Antigonos von Karystos, "Philol. Unters." 4, Berlin 1881, p. 198; BELOCH, Gr. Gesch. IV. 2, pp. 317-9; MEYER, pp. 28-9; TRE VES, Dopo Ipso, p. 78 e n. 1; BEIGTSON, Stretegie I, p. 200, n. 2 (altra bibliografia presso L. ROBERT, Le sanctuaire de Sinuri près de Mylasa, Paris 1945, p. 57, n. 5). II TARI, in CA H VII, ρ. 76, pensava che Eraclea sul Latino fosse la capitale di Plistarco. Il solo TSCHERIKOWER, Die hellenistischen Städtegründungen von Alexander dem Grossen bis auf die Römerzeit, "Philologus", Suρp1.-bd. 19. 1, Leipzig 1927, pp. 30-1, ha messo in dubbio - ipercriticamente - che Eraclea sia stata chiamata Plistarchia in onore del fratello di Cassandre. 128 L. ROBERT, Sinuri, n. 44, pp. 55 ss.; 93. 129 Pp. 57 ss. Ecco í suoi argomenti: a) Caria, Licia, Pamfilia e Cilicia costituirebbero un regno privo di coesione, considerata anche l'assenza di vie di comunicazione. Ma questo verrebbe comprovato, eventualmente, dal fatto che il regno di Plistarco, appena sorto, si dissolse. b) Plistarco non risiedeva nella ipotetica capitale Eraclea, ma in Cilicia (l'argomento non è suffragato da PLUTARCO, Dem. 31, e infirmerebbe soltanto l'ipotesi del TARI), dove custodiva il suo tesoro. c) ii testo di Plutarco indica che Plistarco possedeva la sola Cilicia; ma ciò significa pretendere un po' troppo dal passo assai stringato del biografo. d) Demetrio non attaccò le

L'EPOCA DI LISIMACO

39

sarebbe stato consentito di rimanere sovrano di un piccolo regno. L'epigrafista francese suppone 130 che Cassandro sia riuscito a ottener da Lisimaco la cessione di Eraclea in favore di Plistarco. Ma Plutarco ricorda che il fratello di Cassandro possedeva la Cilicía soltanto perché al biografo interessava rilevare come Demetrio se ne fosse impadronito. Ciò non toglie quindi che Plistarco poteva possedere altre terre 131 , fra le quali certamente parte della Caria. Questo è confermato da una seconda datazione agli anni di regno di Plistarco (terzo anno) ritrovata in un decreto di Hyllarima 132 , e inoltre da un'epigrafe di Tralles che nomina `Plistarco figlio di Antipatro' 133 e da una datazione che compare in un'epigrafe inedita che si trova ad Euromo ι 34 . Dunque i territorî su cui si estendeva l'autorità di questo personaggio comprendevano Eraclea, Sinuri, Hyllarima, Tralles ed Euromo 135 , vale a dire l'area centrale e quella settentrionale della Caria. Avrà dunque Lisimaco regalato al regolo la Caria per compensarlo della perdita della Cil1-

regioni della costa anatolica meridionale (Purr., Dem. 31. 6), ma soltanto la Cilicia. Questo non implica, però, che Caria, Licia, Pamfilia fossero controllate da Lisimaco; l'Antigonide aggredì la Cilicia perché li era custodito il tesoro di Plistarco e forse anche perché preferiva un dominio vicino ai territori del suo alleato Seleuco anziché uno attiguo a quelli di Lisimaco. Nello stesso senso del ROBERT cf., p. es., H. SCHAEFER, in RE. XXI. 1, cc. 197 ss.; MANNt, Demetrio Poliorcete, p. 120; WILL I, p. 74. 130 P. 61 e n. 7. 131 In senso contrario: ROBERT, p. 61. Legato a Plistarco era il peripatetico Diode di Cariato che gli dedicò l'opuscolo ' Υγιειν~~πρ~ς Πλεισταρχον. Cf. W. JAEGER, in "Abh. Berl. Ak." 1938, phil. -hist. Kl., III, p. 14; BENGSTON, Griechische Geschichte, Μiinchen 1965 3 , p. 370, n. 2. 132 P. Roos, in "Istanbuler Mitt." 25, 1975, p. 339. Αι 1θ3 KONTOLEON, in "BCH" 10, 1886, pp. 455-6 = Pappakonstantinou, Τρ ~ λλεις, Athenai 1885, p. 39, nr. 50 = R. MERKELBACH, in "ZPE" 16, 1975, p. 163. 134 Cf MERKELBACH, ~ .C. La pubblicazione sarà curata da R.P. Harper. 135 Anche Amyzon, secondo il MERKELBACH. .

40

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

cia? E' molto improbabile. Da escludersi che Plistarco abbia strappato la Caria a Lisimaco nel 299. Non resta che ritornare alla vecchia ipotesi di un regno comprendente, dal 301 136 , la Cilicia e la Caria. Le due regioni potevano forse essere collegate da qualche base costiera in Pamfilia e in Licia. Il dominio sulla Caria si ricollega con le rivendicazioni di Cassandro su questa regione. D'altra parte meglio si spiega così il fatto che Eraclea abbia mutato nome in Pli starchia. Sorge però un problema: perché Plistarco non porta il titolo regio? Il suo titolo non era basileus, né strateg~s, perché non appare alle dipendenze di nessuno dei Diadochi, nemmeno di Cassandro, e perché da Plut., Dem. 31.6 si ricava che í re gli avevano attribuito la Cilicia a titolo personale; dunque era δυν~στης 137 , titolo frequentemente attribuito ai signori dell'Anatolia meridionale. 300 Priene fra Ierone, Plistarco e Lisimaco 297

Negli anni successivi a Ipso, Priene fu governata da un tiranno, Ierone, che riuscì a mantenersi al potere dal 300 al 297 138 . Un testo epigrafico 139 testimonia che parte del corpo civico, per la sua opposizione a Ierone, andò in esilio nel forte Karion. La liberazione dal tiranno avvenne sotto la stefaneforia di Lico (la tirannide si era iniziata sotto quella di Macareo). Sembra che per cacciare i partigiani del tiranno si siano sostenuti una battaglia e un assedio, in seguito al buon esito dei quali nel 29817 fu ristabilita la democrazia e furono

Cosl anche MERKELBACH, 1. c. 1" In questo senso ROBERT, Sinurí, p. 57. "38 Per la cronologia: LENSCHAU, De rebus Prienensium, Leipz. Stud, f. klass. Philol. 10, 1889, pp. 198 ss. 139 HILLER VON GAERTRINGEN, Inschr. von Priene, 37. Cf. anche PAUs. VII. 2. 10: Πριηνεiς (...) iι3~~ ' Ι~ρωνος ~.'446; i πιχωριου xαx ω' ~ντες. 136

L'EPOCA DI LISIMACO

41

inaugurate le S οterie ι40 . Ma, se nei primi anni dopo Ipso in Caria dominava Plistarco, dovremmo supporre che Ierone e gli esuli abbiano avuto a che fare anche con lui. Alle 11. 76-7 si legge che í Prienei inviarono missive a Demetrio e a Lisimaco, i quali dunque sembrano essere í sovrani più vicini alla città. Demetrio probabilmente controllava ancora Efeso e Mileto, Lisimaco era signore indiscusso a Nord del Caistro. Questo ha suggerito al Meyer 141 , per gli avvenimenti di Priene, una data posteriore alla fine di Plistarco; ma in realtà non è detto che le missive ai due sovrani fossero contemporanee fra loro, e alle vicende di Ierone e degli esuli: riguardavano il Karion e le chorai ∆ρυοY σσc e Βατιν~]τις 142 Anche Samo nel periodo successivo a Ipso fu governata da un tiranno, Duride, ma in seguito la città passò sotto Lisimaco, forse tra il 297 (liberazione di Priene) e il 295 (conquista delle città d'Asia minore sud-occidentale da parte di Lisimaco) 143 .

140 Inschr. von Priene 11; cf. MEYER, pp. 29-30; L. ROBERT, in "RPh" 1944, pp. 5 ss. = Opera minora selecta III, Amsterdam 1970, pp. 1378 ss. 141 Ρ. 29, n. 1. 742 Queste località erano causa di una vecchia controversia fra Sari e Priene della quale, e dei documenti addotti dai Prienei, 8 trattato nell'iscrizione che ci occupa. Qui ~~detto che le missive furono inviate dai Prienei, il che non significa assolutamente che furono inviate dai partigiani di Ierone (come pensa W. OAAO, in RE. VIII. 2, c. 1514) - indicati sempre con espressioni del tipo di o ~~ περ~~τ~ν Τ~ ραννoν - né da quelli del Karion (come pensa lo HILLER, 1. v. Priene, p. XIV) non vi 8 identità di soggetto tra 11. 74-5: τ~~Ψ~ φ~σµα ~~fyραΨαν ... ~~ντεg €1 Τ ~~ Καριωι e ll. 76-7: καi ΠριαvYων ... δ ~ο Να]φ[ι]σµ[ατα]-,ma dai Prienei dopo la cacciata del tirano. Cf. 11. 125-6. Sulla contróversia fra Sari e Priene si pronunciarono molte potenze arbitrali, da ultimi: i Rodi nel 196-2 ca. (1. v. Priene 37,11. 1 ss.) e i Romani nel 135 ca. (I. v. Priene 41-2). Cf., da ultimo, R. K. SHERK, Roman Documents from the Greek East, Baltimore 1969, commento a nr. 10. 143 Cf. CHR. ΗABmCHτ, Samische Volksbeschli'sse der hellen. Zeit, in " Ath. Mitt. 72, 1957, p. 156. E' probabile tuttavia che Duride mantenesse a Sari una posizione di prestigio fino al 280. Cf. R. KEBRIC, In the Shadow of Macedon, Duris of Samos, «Historia» Beih. 29, Wiesbaden 1977, p.9. Su Duride cf. cap. VIII.

42

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

E' probabile che Ierone abbia avuto a che fare con Pl i starco, che forse lo appoggiò o soltanto lo lascib fare. Il legame con Lisimaco vedremo che sarà più importante per Priene, forse fu stabilito proprio allora, negli anni della tirannia di Ierone o poco dopo. Non sarebbe fuori luogo, del resto, pensare che sia stato proprio Lisimaco a favorire i l ritorno degli esuli e il ristabilimento della democrazia 144 . Lisimaco in Caria La sovranità di Plistarco in Caria non ebbe lunga vita: 295-4 certamente vi pose fine Lisimaco nel 295/4 o poco dopo.

Nemmeno l'accordo fra Demetrio e Seleuco durò a lungo, causa la discordia per le due città antigonidi di Tiro e Sidone 145 ; conseguentemente Demetrio rimase isolato. La `coalizione' presto si rinnovò contro di lui: Tolemeo - grazie anche all'indebolimento della fl otta di Demetrio - gl ~~ strapp~~Cipro; Lisimaco si impadronì delle posizioni che gl ~~ erano rimaste sulla costa della Ionia e della Caria 146 , che egli cοntrοllδ sino al ritorno di Demetrio, al tempo della sua ultima spedizione anatolica.

144 Cf. Ι. v. Priene, 37: sotto la stefaneforia di Lico fu inviata una legazione a Lisimaco per chiedere un suo arbitrato. Il TARI, in CAH VII, p. 91 e il JOUGUET, L'impérialisme macédonien et l'hellénisation de l'Orient, Paris, rist. 1972, p. 355, sostengono invece il contrario. 145 PLUT., Dem. 32. 7: Seleuco pretendeva, in cambio del suo permesso di conquistare la Cilícia, che Demetrio gl ~~ cedesse le due città. Ciò è considerato dal MAΝΝΙ, Demetrio Poliorcete, p. 45, n. 19, una deformazione della realtà storica dovuta alla fonte filo-antígonide di Plutarco; a p. 46 pensa ad un compenso preteso per la mediazione ottenuta da Seleuco a Demetrio con Tolemeo. 146 Y νoς α ~Τov Τ~ ς ν ' Ασιg oς µ è" πρ~Τoς ~ φηρηµ PLUT., Dem. 35. 5: Λvσιµαχ π~λεις. Visto che Lisimaco nei 287 possedeva ancora la Caria (PuiT., Dem. 46. 4) si è pensato che se ne sia impossessato in questi frangenti: cf. BELOCH IV. 1, p. 219; W. W. TARN, Antigonos Gonatas, Oxford 1913, ρ. 105, n. 33; MEYER, p. 33 ("L.eroberte Karien, wenigstens den westlichen Teil"); MANNI, o. c., p. 122; WILL I, p. 75; ulteriore bibliografia presso G. LONGEGA, Arsinoe ΙΙ, Roma 1968, p. 30, n. 84. Lisimaco si impadronl allora di Efeso (cf. infra) e probabilmente di Mileto.

L'EPOCA DI LISIMACO

43

Mileto nel 295/4 appare ancora legata a Demetrio 147, ma ben presto entrò nella sfera d'in fl uenza di Lisimaco 148 , e vi era ancora nel 28918 149 . Probabilmente in quel tempo anche Magnesia sul Meandro passò sotto il re di Tracia 15o. Le operazioni di Tolemeo in Asia minore Alcuni indizî deducibili da iscrizioni ritrovate recentemente ci inducono a sospettare che contemporaneamente alla spinta militare di Lisimaco da Nord se ne sia verificata un'altra da Sud - dal mare - ad opera di Tolemeo, alleato di Lisimaco. Si tratta dunque di affrontare l'annoso problema dei possedimenti lagidi in Asia minore meridionale. Queste sono le testimonianze riferibili all'epoca più antica. Fonti A

Ι ) Hieron., Ιη Dan. ΧΙ.5 a = Porphyrius, FGH 260, fr. 42. Dan.), Lagi filium (...) ut Pyrrhum

Ptolemaeum indicat (scil.

Sono conosciute monete di Lisimaco da Efeso e Magnesia sul Meandro, cf. L. MΟLLER, Die Míinien des Irak. Königs Lysimachus, Kopenhagen 1858, pp. 79-81. Si è supposto che allora Seleuco avesse sottomesso la Cilicia, v isto che ne era in possesso al tempo della spedizione anatolica di Demetrio: PLur., Dem. 47-48. Quanto alla cronologia, i l passo di Plutarco si riferisce all'arrivo della notizia in Grecia nella prima meth del 294; gli avveniment i dunque si verificarono presumibilmente tra la fine del 295 e gli inizi del 294. 147 SIG3 322, I. 37: Demetrio é stefaneforo. 148 REHM, Milet, p.261; BELOCH IV. 1, p.219, n. 2. TARN, A. G. pp. 12; 99; 105, n. 33; 106, n. 34 e E. T. NEWELL, The Coinage of Dem. Pol., London 1927, pp. 59 e 62, non escludono che Mileto sia rimasta a Demetrio fino al 286. 149 Cf. SIG 368, donde sí ricava pure che Miunte e Priene erano sotto Lisimaco, cf. infra, p. 51 e n.192. 150 Cf. le tetradracme di Magnesia con leggenda di Lisimaco: MΟLLER, o. c., p. 81, nn. 438-9; M. THoiPsoi, in Essays in Greek Coinage to S. Robinson, Oxford 1968, pp. 173-4; A. B. BRE TT , Calai. 0f Greek Coins, New York 1974, p. 112, nn. 833-4. Su Eraclea, Chrysaoris e Caria: MΟLLER, pp. 81-84.

44

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE 11 EPOCA ELLENISTICA

regem Epirotarum expulsum restituent in regnum, Cyprumque obtineret ac Phoenicen, et, devicto Demetrio filin Antigoni, Seleuco regni sui partem quae ab Antigono fuerat ablata restitueret, `Cariamquo que obtineret' et multas insulas urbesque ac regiones... Theocr. XVII.89. Tolemeo II possiede la Pamfilia, la Cilicia, la Licia e la Caria 151 . Polygen. 1I1.16. Filocle, stratego di Tolemeo, si impadronito di Cauno con uno strategemma. Decreto di Limira in onore di due funzionari tolemaici datato al XXXVI anno di Tolemeo I (288/7). L'iscrizione verrà pubblicata dal dr. Wörrle 052 . Lettera di Tolemeo II a Telmesso scritta nel IV anno del suo regno (280/79)153. L'iscrizione verrà pubblicata dal dr. Wörrle 154 . L. Robert, Documents d'Asie mineure méridionale, Genève-Paris 1966, pp. 53 ss. Decreto di Termesso di Licia datato al quinto ano di regno del Filadelfo (279/278). Ii si onora il pamphylarches Filippo, figlio di Alessandro, macedone, ufficiale di Tolemeo.

a) TAM II, 158-160 (= OGIS 57 ss.). Tre iscrizioni onorifiche di Lissa (a Nord di capo Artemisie, ai confini con

151 Teocrito s ~~ riferiva aí domini del Filadelfo all'indomani della prima guerra siriaca (271). Cf. M. A. LEVI, in "RIL" 109, 1975, pp. 205 ss; WILL I, p. 130. 152 Cf. R. S. BAGNALL, The Administration of the Ptolemaic Possessions outside Egypt, Leiden 1976, p. 267. 153 Ogni qual volta s~~ presentino anni di regno del Filadelfo io faccio il computo secondo la cronologia fissata da A. E. SAMUEL, Ptolemaic Chronology, Miinchen 1962, pp. 25 ss., cio8 a partire dal 283/2 (fine della coreggenza con il S οtér) fino al XVI annodi regno (268(7), quando s~~ prese a computare a partire dal 205/4 (inizio della coreggenza). L'anno XVI divenne perciò il XVIII. Cf. SAMUEL, pp. 27-8. 154 Cf. BAGNALL, 1. c.

L'EPOCA DI LISIMACO

45

la Licia, cf. E.L. Hicks, in 'JHS' 10, 1889, pianta a p. 51) datate secondo gli anni del regno di un Tolemeo, probabilmente il Filadelfo nelle prime due (276 ( 5; 273/2; 245). b) TAM II, 161, 1.2: ~ ]πειδ~~Καλ σ---- [ Π]τολε[µ]α~ο[1 Σ]ω[τ~ ρ?] oς ~π M. Segre, in 'Aegyptus' 14, 1934, pp. 253 ss. Decreto di Aspendo in onore di due generali di Tolemeo che avevano portato soccorso alla città. (regno di Tolemeo I o, molto più probabilmente, II 1 55). H. J. Frost, in 'Anat. Studies' 21, 1971, p. 167. Decreto onorifico di Alicarnasso probabilmente databile fra il 281 e i l 266, cíoè ad un epoca in cui Tolemeo aveva autorità sia in Atene sia in Alicarnasso 156, a) SIG3 368. Efeso, Mileto e le città ioniche in mano a Lisimaco (289/8). b) Plut., Dem. 46.4. Caria e Lidia in mano a Lisimaco (prima del 287). a) Plut., Dem. 46.4 Caria e Lidia in mano a Demetrio (287). b) Plut., Dem. 49.5 Cauno in mano a Demetrio (285 ca.). ...

Fra queste fonti la I, la IV, e, in maniera meno determinante, la V e la VI ci debbono fare ritenere che Tolemeo I, negli anni successivi al 294/5 e anteriori all'epoca della guerra di successione (280 a.C.), vide affermata la propria autorità sulle coste dell'Asia minore meridionale. Fino alla scoperta delle epigrafi di Limira e di Telmesso il problema

155 Cf. J. SEIBERT, Philokles, in "Historia" 19, 1970, p. 350. 156 Cf. FROST, p. 170 e W. Huss, Untersuch. zur Aussenpolitik Ptolemaios'IV., Μ~nchen 1976, p. 193, n. 111. Secondo H. FROST si tratterebbe di un decreto per un ateniese che usò in favore di Alicarnasso í suoi buoni uffici presso Tolemeo.

46

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

veniva impostato in vario modo: il Meyer 157 e il Beloch 158 datavano l'inizio del dominio tolemaico in Cilicia, Pamfilia, Licia e Caria al 295 (o 294); il Segre 159 preferiva addirittura una data vicina al 301, ma fondandosi soltanto su un'interpretazione azzardata del decreto di As ρendo 160 ; il Volkmann 161 , invece, datava al periodo della guerra di successione: 280 ca. Píìi complesso ancora si prospetta il problema di Cauno e del passo di Polieno: si era pensato di riferire l'episodio di Filocle al 309, quando Tolemeo fece la sua prima incursione in Caria (cf. supra, ρρ.26 -28) 162 , ma il Β eloch 163 ha giustamente respinto questa supposizione. Mal si conciliano, infatti, Diod. ΧΧ.27.2 e Polyaen. III.16. Il Meyer ha datato l'episodio al 295, basandosi sull'analogia con la sottomissione della Licia. I pi ι hanno pensato al 286/5 164 , cioè al momento in cui Demetrio era in difficoltà nell'interno dell'Anatolia. Altri hanno datato l'episodio al

P. 32. IV. 2, p. 335. 159 O. c., part. pp. 260-1. Seguito dal ROBERT, Documents, p. 54 e dal WILD I, p. 68 (il quale però a pp. 121 e 122 sembra accigliare la datazione del MEYER, senza escludere quella del VOLKMANN al 280 ca.). 160 Contra: SEIBERT, Philokies, pp. 344 ss.; cf. già MAI1I, Dem. Pol. p. 120, n. 19. 161 In RE. XX ΙΙΙ. 2, c. 1647. 162 Cosl HOLLEAUX, Etudes I, p. 26, n. 2; 27, n. 1; HOMOLLE, in "BCH" 15, 1891, p. 137; DITTEIBERGER, in SIG 3 337, n. 3. 163 IV. 2, p. 333. 164 W TARN, Antigonos Gonatas, Oxford 1913, pp. 105-6 e in CAH VII, p. 92 (285 a. C.); BELOCH IV. 2, p. 336; M. CARY,A history of the Greek World from 323 to 146 Β. C., London 1951 2 , p. 52; M. ROsT0vzE1, Storiaec. e sic. del mondo ellenistico I, Firenze 1966, p. 23, í quali pensano che Filocle abbia allora tradito la causa antigonide passando a Tolemeo (su questa teoria cf. però i saggi già citati di SEGRE e di SEIBERT). S ΕGRε, p. 257; BENGTSON, Strategie III, p. 186; MAiNI, Dem. Pol. p. 123 e n. 33; cf. MESE II, p. 102; MORETTI, Iscrizioni storiche ellenistiche I, Firenze 1967, p. 37. W. OTri, Beiträge zur Seleukidengeschichte des 3. Jahrhunderts v. Chr., "ABAW" 34. 1, Míinchen 1928, p. 20, data l'episodio fra il 286 e il 278/7 (cf. A VIIa). 157 156

. W.

L'EPOCA DI LISIMACO

47

280 ca. 165 , basandosi, se non altro, sulla testimonianza di Memnone (fr. 9.1). L'epigrafe di Limira dovrebbe, penso risolvere in gran parte questi problemi: una datazione tolemaica nel 288/7 esclude immediatamente le due datazioni basse (280 e 286) e rende verosimili soltanto quelle alte: 301 e 294/5. Ma tra queste è di gran lunga preferibile quella del Meyer al 294 166 che metterebbe i n relazione le conquiste anatoliche con la presa di Cipro. Quanto a Cauno il problema non è per ora risolubile: Tolemeo potrebbe averla sottomessa nel 29514 e poi perduta nel 287 e di nuovo ripresa nel 285 ca., considerato che poila sua dinastia ne rimase in possesso fino al 197 a.C. Il passo di Polieno potrebbe dunque adattarsi tanto alla situazione del 295/4, quanto a quella del 284 ca. Di quale entità tosse stata la spinta lagide del 294/5 in Caria, non siamo in grado, per ora, di giudicarlo. Vi sono buone probabilità che il Sotr abbia ottenuto dei successi a Cauno e ad Alicarnasso, ma le testimonianze relative ad Amyzon, Lagina, Eraclea sul Latro e Mileto lagidi sono tutte di epoca ρiù tarda, posteriori al 280 a.C. Di per sé, inoltre, è poco probabile che il Lagide abbia aggredito l'entroterra cario nel 29514 perché esso era allora - potenzialmente o de facto - zona d'influenza lisímachea. Della penetrazione nella Cara centrale sarà perciò p ~ù opportuno parlare nel capitolo dedicato alla guerra di successione.

II regime di Lisimaco in Caria Disponiamo di una serie di fonti alquanto eterogenee, relative agli avvenimenti di Priene, Efeso, Magnesia sul Meandro; non sono databili con sicurezza. Eccole. 165 VOLKMANN, 1. C.; D. MAGIE, Roman Rule in Asia Minor, Princeton 1950, p. 95 e n. 21; CHR. HABICHT, Samische Volksbeschlüsse, in " Ath. Mitt." 72, 1957, pp. 209 ss.; cf. oτrο, 1. c.; WILL I, p. 122; SEIBERT, Philokles, p. 339. 166 Cf. $AGNALL, pp. 112-3, almeno per quanto riguarda Aspendo.

48

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Fonti B 1)1. i. Priene, 494 = R. Heberdey, Forschungen in Ephesos II, pp. 97-8, n. 1 = SIG 3 363; cf. M. Holleaux, in 'REG'

29, 1916, pp. 29 ss.; L. Robert, in 'Gnomon' 42, 1970, p. 602, n. 4. Da questa iscrizione si deduce che a Priene era scoppiata una sedizione, che molti cittadini andarono in esilio e furono accolti dagli Efesii í quali cedettero loro íl forte detto ~~Χ~ραξ, ai confini con il territorio di Priene. Gli esuli si impegnarono a difenderlo e gli Efesii diedero loro armi e mezzi di sussistenza; a questo scopo aprirono una pubblica sottoscrizione. Per restituire í fondi raccolti e per ottenerne altri concessero a pagamento la cittadinanza ad un certo numero di persone. Gli Efesii inoltre fecero si che íl frurarco Aineto si prendesse cura del Charax. Polyaen.1.19 e Frontinus, Strat. 1II.3.7. Lo stratego di Lisimaco Lico per impadronirsi di Efeso corruppe il capo dei pirati fedeli a Demetrio e al suo stratego Ainet ο 167 . SIG3 368 e C. Fredrich, in `Ath. Mitt.' 25, 1900, ρρ.102 -3. Decreti del k οinón degli Ioni in onore di Ippostrato di Mileto `amico' di Lisimaco. Il primo 6 l'esemplare di Mileto, il secondo di Smirne. a) Strab. ΧIV.1.21. Lisimaco circondò di mura Efeso e la chiamò Arsinoe, in onore della moglie. Sopravvisse però íl nome originario. b) Paus. I.9.7. A Lisimaco è dovuta la nuova disposizione della città, vicino al mare, frutto del sinecismo con i Lebedei e í Colοfοni 16s.

161 Sicuramente lo stesso dell'iscrizione; cf. HOLLEAUX, o. c. p. 35. Precedentemente, ad Efeso aveva risieduto il frurarco Diodoro, fatto poi uccidere da Demetrio: POLVAEN. IV. 7. 4; cf. PICARD, Ephèse, p. 639. 168 Il poeta giambico Fenice compose allora un lamento per Colofone conquistata a forza dal re. Cf. anche O. BENNDORF, Forsch. in Ephesus I, Wien 1906, pp.

L'EPOCA DI LISIMACO

49

c) Paus. V11.3.4 1 69 . Soli fra tutti coloro che erano stati trapiantati a Efeso i Colofonia si opposero a Lisimaco e furono sterminati in battaglia. Furono sepolti assieme agli Smirnei presso la via che reca a Claros 170 L. Robert, in 'RPh' 91, 1967, pp. 36 ss. Decreto di Phygela in onore di Melantio di Teangela, preposto al presidio di Phygela. Vi 6 detto che í neopi erano inviati da Efeso a sacrificare. Conia argentei e bronzei recanti la scritta APOI o AP,

cine 'A ρσ wο ~ ων 1 71

Rari conia bronzei di aspetto simile a quelli di Arsinoia: dl testa velata di Euridice; r/ tripode, affiancato o meno da un'ape; scritta ΕΥΠΥ∆Ι EEUN o ΕΥΡΥΛΙΚΕω(Ν) 172 . a) OGIS 11 = I. v. Priene, 14. Decreto di Priene sugli onori da tributare a Lisimaco, il quale inviò un esercito

17-8; PICARD, o. c., pp. 639-640; sulle mura Lisimachee: J. KEIL, in "Jahresh. öst. Inst." 15, 1912, Beibl., pp. 185 ss. Da POLVAEN. V. 10 sappiamo che Lisimaco

difese Efeso dai pirati. 169 Sul nome Arsinoe (Arsinoia nei testi epigrafici) cf. anche STEPHANUS, s. ν. ' Αρσιν~η; EUSΤATH., Comm. in Dionys. Perieg. V. 828; PHILOSTRATUS, Apollonius Tyan. VIII, p.313 KAYsER; SIG 3 368,1.23; J. KEIL, in "Jahresh. öst. Inst." 35, 1943, Beíbl., p. 101, n. 1, 11. 2 e 6. 170 Sul sito: PICARD, Ephèse, p. 637, n. 3. Sul moto antilisimacheo suscitato dalla rifondazione di Efeso, cf. anche STEPH. Byz., s. ν. " Εφεσος. BURCHIER, in RE. V, s. ν. Ephesus, e. 2793. 171 I. N. SIORONOS, Τ~~νοµ ~~κρ ~τους τ ~ν Πτολεµα ~ ων, Athenai ~ σµατα το 1904, 1, cc. 95 ss. = II, cc. 133 ss., nn. 875 e 883; HEAD, Η1 2 , p.574; BMClonia, pp. 55-56, nn. 71-74 e pl. X, e History of the Coinage of Ephesus, London 1880, pp. 43-4. L. M Ο LLER, Die Münzen des Lys., pp. 80-1; F. IMHOOF-BLUMER, Gr. Münzen, Munchen 1890, pp. 113-4, n. 276; L. FORRER, Greek Coins III. 1, London 1926, p. 239, n. 5851-3; Syll. Nummorum Gr. Dent., Heft 6, Berlin 1960, n. 1840; Α. B. BRETT, Catal. of Gr. Coins, p. 234, n. 1828. 172 SVORONOS I, cc. 93-4 (bibliografia a c. 94, n. 1) = IV, cc. 37-39; F. lMHOOFBιυM ε R, Zur griechischen and römischen Münzkunde, Genf 1908, pp. 66-7; J. G. MILNE, in "Num. Chron." V Ser., 3, 1923, p. 7; HEAD, Η1 2 , p. 592; BMClonia, p. 56, nn. 75-7.

50

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

in difesa della città attaccata da Magneti e Pediei 173 . b) OGIS 12 = Ι. v. Priene, 15 = Welles, RC 6. Lettera di Lisimaco a Priene, in cui, fra l'altro, ricorda l'intervento delle sue forze contro i Magneti e í `soldati' 174 , i quali stavano mettendo a ferro e fuoco il territorio di Priene. IΧ) OGIS 13 = Welles, RC 7. Lettera di Lisimaco a Sari circa il suo arbitrato nella controversia con Priene per la terra di Batinetis; databile al 283(2175. Efeso fra Demetrio e Lisimaco

Tutto appare incerto. Perciò nessun dato sarà considerato come acquisito. Considerata ]'identità di Aineto nelle due prime testimonianze, ne deduco che la prima è anteriore alla seconda. Dunque bisognerà riferirle ad un'età in cui Demetrio era signore di Efeso e al momento in cui gli fu strappata da Lisimaco; le probabilità sono due: 301-29514 ι 76 , oppure 287-285 ca. 177 . I fatti narrati nell'iscrizione sono stati in un primo momento riferiti (Hiller, Heberdey, Otto, Dittenberger) all'epoca della tirannide di Ierone, ma Holleaux ha dimostrato che non hanno nulla a che fare con quella 178 . Il

177 Abitanti della pianura del basso Meandro; cf. DΙΠΕΝΒ ERGER, n. 4. Ancora sui Pediei: Ι. v. Priene, 16 = WELLES, RC 8. C. OHIO, in "JCS" 20, 1972, pp. 79 ss. 174 Di Demetrio, secondo C. Β. WELLES, o meglio, mercenari, come pensa il

DITTΕΝΒERGΕ R.

Cf. WELLEs e bibliografia da lui citata. Cf. I. v. Priene, 37, 11. 125-6. Efeso era in possesso di Demetrio dopo Ipso: PLUT., Dem. 30. 2 e gli fu strappata da Lisimaco nel 295/4: PLUT., Dem. 35. 5. 177 Dopo lo sbarco in Asia nel 287, Demetrio conquisto la Caria e molte città: PLOT., Dem. 46. 4-6, nel 284 ca. fu fatto prigioniero e i suol domini i n Anatolia occidentale ritornarono a Lisimaco. 178 Sarebbe, del resto, difficile pensare che gli esuli di Priene si siano spostati dai Kat ion al Charax, o viceversa. All'oscuro di cib appare H. BERVE, Die Tyrannis bei den Griechen I, Miinchen 1967, p. 423, che dipende unicamente dall'articolo di W. O7T0 in RE. 178

176

L'EPOCA DI LISIMACO

51

Meyer179 pensa all'anno 287, senza però escludere il 295. Il passo di Polieno è stato riferito al 295 o al 294 dal Niese 180 , dal Belοch 181 , dal Benndοrf 182 , dal Bengts οn 183 , dall'Elke1es 184 , dal Μαnn~ 185 e dal Magie 186 ; al 287/6 dal 1ü11er 187 , dall'Hünerwade1 188 , dal Picard 189 e dal Meyer.Per decidere pub essere utile considerare che nel 289/8 Efeso già si chiamava Arsinoia (SIG 3 368, 1.23) e dunque in SIG 3 363 avrebbe dovuto forse comparire quest'ultimo nome se í fatti narrati spettassero al 287/6 190 . D'altra parte, non 6 neppure certo se Demetrio si sia realmente impadronito di Efeso nel 287-286. Dunque il passo di Polieno si riferisce probabilmente al 295/4 e l'episodio dei Prienei 6 di poco precedente, forse del 295 o 296. Efeso-Arsinoia

I due decreti per Ippostrato (B III) possono esser datati: alla 1.24 di SIG 3 368 si nomina l'esimnete eponimo milesio del 289/8 Telesia 191 . Alla 1.23 si nomina la città di Arsinoia, inoltre nella copia smirnea del decreto alla 1.1, si parla del kοinón ionico composto da tredici città, ma da questo non 6 possibile ricavare che Colofone non era ancora stata di-

P. 38. p. 363, n. 4. 181 IV. 1, p. 219, n. 2. 179

188 I,

182

183 184 185 188

Forsch. in Ephesos I, p. 89. Strategie I, p. 194, n. 4 e p. 224. Demetrios der Städtebelagerer, Diss. Breslau 1941, p. 99 (n. 21 a p. 47). Demetrio Poliorcete, p. 122; cf. Comm., p. 65, nota. Roman Rule, p. 920, n. 11.

187 O.

c., p. 80.

Forsch. zur Gesch. des Königs Lysimachos von Trakien, Z~rich 1900, p. 68. ~ 89 Ephèse, p. 639. 198 ΒΕΝΟΤSΟΝ, 1. C. 191 REH', Mulet, 123, 1. 28. 188

52

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

strutta: infatti il numero era quello tradizionale, sacro ~ 92 , e poi probabilmente sarà stata trapiantata ad Efeso solo una parte dei C οlοfο nii 193 . La datazione dei due decreti al 289/8 permette di indurre però che la cronologia proposta da Head 194 e da Sνοrοnοs 195 per la serie dei conii con APOI: 288-281, probabilmente è errata, anche se di norma viene ancora seguita. I due autori l'avevano proposta pensando che Efeso fosse passata sotto Demetrio poco prima del 288 196 e che in quell'anno Lisimaco l'abbia ripresa e chiamata Α rsin οia 197 . Tutto ciò non ha fondamento e il fatto che già nel 289/8 il nome di Efeso fosse Arsinoia sconsiglia di datare il sinecismo e la rifondazione al 288i 9 8 . E' preferibile dunque datare le coniazioni con APOI a partire dal 294 ca., come fanno il Forrer, la Thompson 199 e S. Karwiese 200 .

'92 Cf. HEROD. I. 142 e 150; STRAB. XIV. 1. 3-4; VITRUV. IV. 1: Mileto, Miunte, Priene, Efeso, Colofone, Lebedo, Teo, Clazomene, Focea, Sari, Chío, Entre e Smirne. 193 FREDRICH, p. 105. Cf. PICARD, p.637, n. 6e p.641; MAGIE, ρ. 898, n. 112; D. KNIBBE, in RE. Suppl. XII, s. v. Ephesos, C. 256. 1 94 In "Numismatic Chronicle" N. S. 20, 1880, pp. 127 ss.; BMCIonia, pp. 55-6; History of the coinage of Ephesus, pp. 43 ss. '95 I, c. 96. Seguiti, p. es., da AuiocK, in Syll. Numm. Gr. Deut., e da A. B. BRETT. 196 In base ad una debole interpretazione storica di TROG., pro!. XVI, la quale risale al RHODE, Der griechische Roman, Leipzig 1914 3 , p. 80, n. 1 Cf. in fr a, p.60 e n. 228. 197 SVORONOS, 1. C.; HEAD, History of the Coinage of Eph., p. 43; cf. FREDRICH, p. 106, n. 2 (a p. 105 datata nascita di Arsinoia al 287, ugualmente il Μ~LLΕR, Die Münzen des Lys., p. 80); HIJNERWADEL, p. 123, n. 2; HAUSSOULLIER, Etudes sur l'histoire de Milet et du Didymeion, Paris 1902, ρ. 30, n. 2; RHODE, 1. c.; PICARD, Ερ hèse, p. 638 (che data al 287/6); G. LONGEGA, Arsin οe 11, Roma 1968, pp. 31-2. La scoperta della lista dei magistrati eponimi di Mileto (REH', Milet, 123), permettendoci di datare í decreti per Ippostrato, ha infirmato le datazioni ipotizzate da HEAD e da RHODE per Arsinoia. '99 Cf. MAGIE, p. 921, n. 13; CHR. HABICHT, Gottmenschentum und griechische Städte, München 19702 , p. 40; D. KNIBBE, Ephesos, c. 256. 1990. c., ρ. 177. zoo I n RE, Suppl. XII, cc. 304-5. Una riconferma: la cronologia di HEAD Si basava anche sul fatto che alla sua epoca erano conosciuti pochi nomi di magistrati

L'EPOCA DI LISIMACO

53

Sembra, del resto, che la costruzione della nuova città sia iniziata nello stesso anno in cui Efeso passò a Lisimac ο 2°t. Poniamo dunque che Arsinoia sia sorta intorno al 294, dal testo di Paus. 111.3.4 si ricava che i Colofonii (forse appoggiati da Smirne 202) ribelli a Lisimaco erano già stati trapiantati ad Arsinoia, quindi la rivolta sarà databile qualche tempo dopo il 294. Non molto dopo la sua calata nella Io ηia meridionale Lisimaco fondò Arsinoia mediante il sinecismo di quelli di Efeso con quelli di Colofone, di Lebedo e, probabilmente, con quelli di Phygela. Il testo epigrafico in onore di Melantio (B V) è stato ricondotto dal Robert alla prima metà del terzo secolo grazie all'identificazione di due personaggi ivi menzionati; e il fatto che í due neopi fossero inviati a sacrificare da Efeso a Phygela consolida l'ipotesi che anche questa piccola città abbia contribuito alla nascita di Arsinoia. Tuttavia debbo discostarmi dall'opinione dello studioso francese 203 quando afferma che il frurarco di Phygela era un ufficiale di Lisimaco e che il decreto è databile a dopo la fondazione di Arsinoia; se cosi fosse, sarebbe comparso il nuovo nome della città, mentre vi compare quello origina-

sulle monete di Arsinoia. Questi erano i pritani eponimi - HEAD, History of the Coinage of Eph., p. 85, cf. inoltre R. MÙNSΤΕRΒεRG, Die Beamtennamen auf den griech. Munzen III, Wien 1927, pp. 20 ss. - che erano annuali; perciò, se fosse valida la cronologia 288-281 dovremmo conoscere al massimo otto magistrati HEAD, o. c., p. 78 -, ma ne conosciamo invece, se non erro, undici o dodici: Goneo, Xenocle, Teofilo, Egesandro, Crateri, Timagora, Apollon [- -, Aristeo, Filofrone, Melaineo, Palai [ - - (su una moneta senza APO1: -] agero [ -). Dunque undici o dodici anni, circa quelli trascorsi tra il 294 e il 281. zoo Cf. KNIBBE, Ephesos, c. 256. 202 Smirne pure era stata rifondata da Lisimaco con il nome di Euridicea. S ui rapporti che unirono in tutte le epoche le sorti di Smirne e di Colofone: PICARD, p. 637, n. 1. Il PICARD tuttavia confonde questo episodio con quello del 302, quando Prepelao prese Efeso (supra, cap. I, p. 35). Non bene il TARN, in CAH VII, p. 91, data la distruzione di Colofone al 286. 203 Cf. Bull. ép. 1967, n. 499. ,

54

LA CARIA Σ LA 10NIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

rio. Il testo sarà probabilmente databile a poco dopo il 281. La fondazione di Arsinoia ebbe un precedente nella rifondazione di Smirne, che prese il nome di Euridicea. Lo Imhoof-Blumer ha infatti dimostrato che le monete di Euridicea (B VII) sono smirnee e non efesie 2Ó4 , lo prova soprattutto il tripode riprodotto nei 'rovesci'. La fondazione di Euridicea risaliva a prima del 294, o forse anche del 297, quando la figlia di Lisimaco Euridice andò sposa ad Antipatro di Macedonia 205. Quanto al regime imposto da Lisimaco ad Arsinoia ed alle altre città a lui soggette, nulla di specifico si può ricavare dal decreto SIG 3 353, dove si onora Eufronio, mandato dalla gerusia e dagli Epicleti efesii come legato a Prepelao (302 a.C.) per ottenere l'anepistathmeia e l'ateleia dell'Artemisio; e neppure da Strab. ΧΙ V.1.21, il quale afferma che ad Arsinoia `tutto' era amministrato dalla gerusia e dagli Ερicleti 206 . 287

La spedizione di Demetrio in Asia minore

La situazione di Demetrio in Europa si faceva sempre píìl difficile; il regno che era riuscito a conquistarsi dopo la morte di Cassandre non era saldamente in suo potere e nel 288 fu attaccato da Lisimaco e da Pirro. Questi cacciarono il

204 Zur gr. und rom. Münzkunde, pp. 67-8. Nello stesso senso HEAD, ΗΝ 2 , p. 592; MILlE, 1. c.; MEYER, p. 37; TARN, o. c., p. 92; .1 . W. I ROSE, Catal. of the Mc Clean Coll. of Gr. Coins, Cambridge 1929, III, p. 147. Ad Efeso pensavano invece Voi SALLET, Beschreibung d. ant. Münzen des klg. Museen zu Berlin, I1, 1889, p. 88; SvoRοios 1, c. 94 = IV, c. 38; FREDRICH, p. 106, n. 2. Ad Euridices di Macedonia (= Cassandria; cf. TARN, Antigonos Gonatas, p. 159) pensava MIONNET, Descript., Supp1. III, Paris 1924, p. 78; cf. BMCMacedonia, p. 75 e pl. XX ΧΙΧ; SvoRONOS I, c. 98. Per Smirne anche ROBERT, B. ep. 1969, n. 85. tos Cf. J. SEIBERT, Dyn. Verbindungen, pp. 96-7. 206 L'opinione pila diffusa (MENADIER, PICARD, HCNERWADEL...) vedeva invece in queste testimonianze la prova che Lisimaco aveva instaurato delle aristocrazie, o gerontocrazie. Ma cf. contra D. MAGIE, pp. 855 ss., n. 38.

L'EPOCA DI LISIMACO

55

Poliorcete e se ne spartirono il regno 207 . Rimaneva però la flotta e un piccolo esercito da ingrossare con leve mercenarie; con questi Demetrio intraprese la sua ultima avventura. Nel 287 sbarcò con undicimila uomini e la cavalleria in qualche porto dell'Asia minore meridionale con l'intenzione di invadere í possedimenti di Lisimaco. Il Tarn ha pensato che il porto fosse Mileto 208 , ma abbiamo visto che questa città era controllata da Lisimaco; d'altronde il testo di Plut., Dem. 46.4-5 suggerisce un porto di Caria: ~π~~ τι)ν ' Ασ~αν ~πλε~, Λυσιµ Uχου Καρ ~αν κα ~~Λυδιαν ~πΟστ~ σων. δ~χεται δ ' α~τòν Ε~~ ρνδικη Περ ~~ Μ ~λητον... Il porto non poteva essere che Cauno, visto che nel 284 o 285 209 la flotta si trovava ancora 1ì 210 . Impadronitisi della Caria e di alcune città della lonia, Demetrio ebbe ben presto a scontrarsi con l'esercito di Lisimaco, comandato da Αgatocle 211 . Non essendo in grado di affrontarlo, sconfinò nei territori di Seleuco e, dopo infinite peripezie, fu da questi catturato. Quanto ai test' epigrafici OGIS 11 e 12 (B VIII), generalmente si pensa 212 che si riferiscano ad avvenimenti dell'epoca di questa spedizione demetriaca: al 286 o al 285213.

207

Cf. WILL I, p. 79.

Antigonos Gonatas, p. 106, n. 34. II REH', Milet, p. 261, non manca di sottolineare le tendenze filoantigonidi di Míleto. 209 PLUT., Dem. 52. 5 afferma che Demetrio miii prigioniero di Seleuco a 54 anni, dopo due anni di prigionia. Α Demetrio ventiduenne, nel 313, era stata affidata la missione di fronteggiare Tolemeo in Siria (nella primavera del 312 sari sconfitto a Gaza) (PLUT., Dem. 5.2). Dunque era nato nel 336 ca. (cf. MANNt, Comm., a. I.; E. T. NEWELL, The Coinage of Dem. Pol. London 1927, p. 8) e la sua morte spetterà dunque all'anno 282 (cf. ΒΟUCΗε-LεCιεττcο, Hist. Sel. I, p. 46; BELOCH IV. 1, p. 236 e WILL I, p. 80), la fuga verso Cauno e la cattura saranno dunque databili al 28514 ca. Inutilizzabile EUS., Chron., p. 247 Schoene. 210 PLUT., Dem. 49.5. Cf. BELOCI IV. 2, pp. 336 s.; ΜAννΙ, Demetrio Poliorcete, p. 59 e p. 122 e n. 28; SAIAAA, Lisimaco, p. 92. 211 PLUT., Dem. 46. 6 ss. 212 WELLES, RC 6, che data al 285 ca.; HABICHT, Gottmenschentum, p. 39. 2" 3 Il MEYER, p. 37, invece, pensava al 289, anno ipotetico di una rivolta di poleis contro Lisimaco (prologo di Trogo), ma cf. infra, p. 60. 208

56

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Quanto a Sari (OGIS 13), ritengo che al momento dell'arbitrato (B IX) (283/2) si trovasse di fronte a Lisimaco in una condizione analoga a quella di Priene; soltanto così può aver senso l'accettazione del re come arbitro.

Ricostruzione degli avvenimenti Spero di non allontanarmi dal vero tentando la seguente ricostruzione. Nei 295/4 Lisimaco stabili il suo dominio sulle città ioniche, dominio che s i dimostrò assai pesante 214 . La tracotanza del re raggiunse il colmo quando pretese, rinnovellando l'impresa di Creso 215 , di trapiantare quelli d i Lebedo e quelli di Colofone ad Efeso per fondare Arsinoia; i Colofonia poco dopo il 294 si ribellarono e vennero a battaglia campale dove Lisimaco - nonostante l'appoggio degli Smirnei - l i sterminò. Nel 287 giunse in Asia Demetrio che ben presto riportò nella sua sfera d'in fl uenza le città a Sud di Sardi. Forse anche Priene fece, a parole, atto di sottomissione, ma ben presto - essendo lontano il Poliorcete - ritornò all'amicizia con Lisimaco. Magnesia e i Pediei allora ne invasero il territorio, ma Lisimaco inviò truppe a respingerli. Poco tempo dopo le città di Caria dovettero ritornare tutte sotto il dominio del re di Tracia. Potrà forse essere utile uno schema relativo all'influenza dei sovrani presso alcune città. 285-3

Lisimaco riconquista la Caria A chi spettarono i territori dello sconfitto? La Cílicia restò certamente a Seleuco, così pure la Cataonia 2 t 6 . Quanto alla

214

2 "5

Cf. HAUSSOULLIER, Milet, pp. 27 SS.; PICARD, Ephèse, p. 641; WILL I, p. 85. Cf. S. MAZZARINO, Fra Oriente e Occidente, Firenze 1947, pp. 206 ss. e n.

582.

zie Testimonianze presso

pp. 28, 32, 39.

MEYER,

p. 32. Quanto alla Cappadocia e alla Frigia, cf.

57

L'EPOCA DI L[SIMACO

PRIENE

r•

Ο

Ο υ

ω Q Ο I-

ο υ

CO

ι, .,

~

Ε

CO

ω

•~

~

CO Q

ν

ιν,

Ι'"

Ν

MAGNESIA S.M.

ι EF ESO

M

0000

Ν

.Ο µ

Α Μ

~

~ ~

dIONIS2iW

Ν

φ Ν

Ο

Α Ο

ρ

ÿ

CO C)

CO

Ο

µ .

~

E

Ε

Ε

/

••~

~ ..

Μ

Ν

Ο

SMIRNE

Ν

Ο ~~

α.+

~~

00

Ν Ν

00

ω

Ο u

~ cd

ο

~~

Ε ~

Ο ~ ~

/ -~

Μ

~~G,

οο

ν

·

00 b Ν V

.--ι

Φ Ν

b

~t

ν, ' ∆\

Ν



Ν

28 1

297-295/4

Lisimaco

Duride

ο

30 1

28 1

Lísimaco

Lisimaco

prob. Lisimaco

Plistarc o

Demetrio

Lísimaco

Demetrio

ERACLASUL LATMO (e Mílasa)

28 7 > Demetrio 28 5ca.

29 5/4

30 1

MILETO

58 LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

L'EPOCA DI LISIMACO

59

Pamfilia e alla Licia, non è facile stabilirlo, ma probabilmente passarono a Lisimaco, salve restando le possessioni lagidi. Sicuramente alla Caria toccò la stessa sorte 217 . Α Mileto sottomessa il re di Tracia impose una grave multa - da pagare in due rate -, probabilmente per punirla di avere accolto Demetrio; la prima rata scadeva, al più tardi, nel 283 218 . Forse si riferisce a questo periodo l'accenno alla liberazione dai gravi φ~ ροι e gabelle ottenuta alla città da Tolemeo Sotér contenuto in un'iscrizione milesia (Rehm, Milet 139 = Welles, RC 14,11.5-6). Il Rehm 219 , e il Bevan 22o pensano all'influenza in questo periodo esercitata dal Lagide su Lisimaco. Peggiore l'ipotesi, seguita dal De Sanctis 221 , dal Meyer 222 , dal Welles 223 , dal Magie 224 , dal Seibert 225 , dal Bagna11 226 e dallo Hauben 227 , di un riferi-

217 HDNERWADEL, p. 88 e MEYER, p. 38, stimano che già all ' arrivo di Agatocle e all'inizio della fuga di Demetrio la regione fisse tornata in possesso di Lisimaco. 218 REH', Milet, 138 e pp. 261 e 297. Per pagare questa rata Mileto aveva chiesto un prestito ai Cnidii. Se ne può dedurre che questi ultimi non furono puniti da Lisimaco. 219 0. c., pp. 306-7, che giustamente non esclude gli anni successivi al 294, quando pure Mileto passò sotto Lisimaco, ma la datazione al 284-3 ca. 8 racco mandata dal confronto con REHM, Milet 138 e coni! comportamento del Sotér nei riguardi di Atene che volle libera da Demetrio. 22 0 Ptolemaic Dynasty, 1927, rist. Chicago 1968, p. 38 (sia presso il BEVAN che presso il REHM compare la datazione 287, che però è sicuramente troppo alta). All 'opinione dei due studiosi si avvicina CH ΑΡ. HAΒICHT, Gottmenschentum, p. 115, il quale data l ' alleanza fra Tolemeo I e Mileto agli anni 294-288. Ma certamente il Lagide liberò la città da gravi phoroí imposti dall' autorità di un altro sovrano: Antigono o Lisimaco. A priori è assai improbabile che il primo imponesse "gravi tributi " alla città da lui stesso resa libera (e dunque aphorologhetos). 221 in " Atti Ace. Torino " 49, 1913 - 14, pp. 1223 -40 = Scritti minori I, p. 445. 222 Pp. 20 s. 223 P. 75. 224 P. 872, n. 55. 225 In " Chiron " 1, 1971, pp. 159 ss., che data il periodo dei phoroí tra il 313 e il 309 e la loro rimozione al 309/8. Contra, cf. J. e L. ROBERT, Bull. ép. 1972, n. 398. 226 The Administration, p. 173 e n. 46. 227 In " Historia " 26, 1977, p. 336.

60

LA CARTA Ε LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

mento all'anno 314, quando Mileto - con altre città carie strinse alleanza con Tolemeo contro Antigono. A queste circostanze si riferisce probabilmente Trog., prol. XVI: ut Lysimachus (...) rursus in Asia civitates, quae sub Demetrio fuerant, et in Ponto Heraclearn occuραrit 228 . Dal testo epigrafico - per la verità assai mutilo - IG IV, 750 possiamo tentare di ricostruire 229 un episodio relativo al momento in cui le forze di Lisimaco scesero in Caria per impadronirsi dei domini di Demetrio. Assieme al re antigonide erano passati in Asia alcuni soldati trezeni 230 , che però Lisimaco ad un certo momento fece prigionieri; questo accadde non lontano da Alica τnasso 231 , probabilmente presso Mindo 232 . I Trezeni inviarono una legazione a Lisimaco per ottenere il riscatto. Pare che Lisimaco avesse catturato anche delle navi 233 . 283-1

La battaglia di Curupedion Il regno di Lisimaco fu tormentato da profondi odi familiari: Arsinoe, cercando di assicurare la successione ai suoi figli, a detrimento di Agatocle, convinse il vecchio re a

228

Cf.

BELOCH IV.

1, p. 239. È preferibile la datazione 286-4 o forse, meglio,

295/4 a quella alta (289, relativa alla sola Eraclea) proposta da RHODE, 1.c. e da

p. 37. Seguendo l'interpretazione dell'editore, M. FRAENKEL. Questi tuttavia riferisce i fatti al 287, all'inizio cioè della spedizione di Demetrio. Non s ~~ pub escludere però che vi sia un legame con i fatti del 29514 (l'unico riferimento cronologico θΡ la menzione della regina Stratonice, il che ci riporta ad anni posteriori al 299 ca.). Ma nel 295/4 ci saremmo aspettati di trovare in Caria soltanto delle guarnigioni di mercenari, mentre meglio θΡ spiegabile la presenza di Trezeni se s ~~ pensa al 287285. Si θΡ visto inoltre che nel 29514 fu Tolomeo, non Lisimaco, a strappare a Demetrio le città della costa microasiatica meridionale. 230 Trezene era una delle poche città che gli erano rimaste fedeli in Grecia. 231 Cf. 1. 23, da cui s ~~ pub dedurre che Lisimaco si era impadronito di Alicarnasso. Ma si tratta di un'integrazione. 232 Cf. 1. 6. 233 L. 23. MEYER. 229

L'EPOCA DI LISIMACO

61

metterlo a morte (28312) 234 . Cib spinse Lisandra, la vedova di Agatocle, e suo fratello Tolemeo Cerauno - figli entrambi di Tolemeo I e di Euridice - a recarsi da Seleuco per ottenere soccorso e vendetta. Il vecchio re di Siria si decise a muovere l'esercito contro Lisimaco, sollecitato anche dalle promesse di Filetero, governatore di Pergamo 235 , Nel febbraio del 281 236 ebbe luogo lo scontro decisivo, a Curupedion, in Lidia. Tutta l'Asia passò in mano a Seleuco vincitore. 234 H. HEuaEN, Untersuchungen zur hellenistischen Gesch. des 3. Jahrhunderts v. Chr., "Historia" Beiheft 20, Wiesbaden 1972, pp. 17 ss. 235 236

Cf. WILL I, pp. 84-5; LONGEGA, Arsinoe II, pp. 44 ss. Cf. WILL I, p. 86.

CA P. I II

L'EPOCA DI ANTIOCO I (281-261)

Seleuco e Mileto, Efeso, Priene, Magnesia, Apollonia Alla vittoria di Curupedion consegui l'apogeo della potenza di Seleuco. Mileto gli apri le porte e l'anno successivo (280/279) attribuì a suo figlio Antioco I la magistratura eρonima237 . Un brano di Polieno 238 ci offre un quadro vivace della situazione ad Efeso al momento della vittoria di Seleuco e dei suoi partigiani. Mentre i seleukizontes cominciavano ad abbattere le mura lisimachee ed aprivano le porte, la regina Arsinoe, temendo per la sua vita, fuggi alle navi travestita da pezzente. Nel palazzo aveva lasciato un'ancella vestita da regina, che fu uccisa al posto suo.

237 REH', Milet, 123 = SIG 322,1.37. Sugli onori tributati ad Apama, moglie di 3 Seleuco, g ~~prima della vittoria: SEG 11,422 = REH', Didyma II, 480; cf. REH', Milet, p. 262; HOLLEAUX, Etudes III, Paris 1942, pp. 99 ss., e ora, soprattutto, SEIBERT, in "GGA" 1974, pp. 194 ss.. Cf. anche REH', Mulet, 158. Già in precedenza Seleuco aveva cercato di accattivarsi la benevolenza di Didima, cf. la lettera a Mileto in cui annuncia i suoi doni al tempio di Apollo: OGIS 214 = WELLEs, RC 5, databile all'inverno 288/7, e cf. OGIS 213 = REHM, Didyma II, 479, in cui si rende onore ad Annoto I per i suoi benefici a Mileto e a Didima; questo decreto è databile al 299, cf. SEIBERT, o. c., pp. 199-200. Lo storico Demodamas, generale seleucidico, aveva proposto codesto decreto (FGH 428, T 3). Seleuco inoltre aveva restituito al Didimeo la statua di Apollo che nel 494 era stata portata da Dario ad Ecbatana: PAUS. I. 16.3; VI11. 46.3. Cf. anche MUsT!, Lo Stano dei Seleucidi, in "SCI" 15, 1966, pp. 90; 149. Non ho avuto modo di utilizzare in tempo il recente libro di W. ORTH, Königlicher Machtanspruch und stiidtiche Freiheit, Inchen 1977. 238 VIII. 57. In quest'epoca ricominciano ad Efeso le coniazioni autonome, con la scritta ΕΦ: HEAD, HN 2 , p. 574. Sulla liberazione seleucidica cf. P ICARD, Ephèse, pp. 641-2.

64

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

A Priene allora si dedicarono due statue a Seleuco e ad Antioco 239 . Magnesia istitui la tribù Seleukís 240 e coni~~ monete a nome di Seleuco 241 . Apollonia della Salbace diede vita ad un agone periodico in onore di Seleuco 2 42.

Tralles e Atimbria. La fine di Seleuco Tracce dell'attività di Seleuco e Antioco in Caria possono ritrovarsi anche a Tralles; Plinio (N.h. 1.29.108) afferma che questa città fu chiamata anche Evantia, Seleucia e Antiochia. Di Tralles-Seleucia restano monete recanti l'iscrizione Σελενκ~ων 243 e databili alla prima metà del terzo secolo. Perciò è sconsigliabile l'ipotesi che sia stato Seleuco 11 (246-226) a fondare Seleucia. Vi sono inoltre testimonianze epigrafiche relative a questa Seleucia fino agli ultimi anni del terzo secolo (212!11) 2 44. A prima della morte di Seleuco va datata l'iscrizione Welles, RC 9 (281 a.C.): una lettera inviata da lui e dal figlio 239 OGIS 215, Il. 1-3. Cf. HABICHT, Gοttmenschentum, pp. 88-9. KERN, lnschr. v. Magnesia 5, 1. 4. II KERN afferma che la creazione di codesta tribù non 8 di molto anteriore al 250 a.C. Ma ciò 8 immotivato. Incerto fra Seleuco I e Seleuco II HAUSSOULLIER, Mile', pp. 124-5. E' attestata una tribù Seleukìs anche a Colofone: B.D. MERITT, in "AJPh" 56, 1935, p. 380, n. 6, e un mese Seleukeios a Iho: P. FRISCH, Die lnschr. von Ilion, Bonn 1975, 31, 1. 11. Dopo Seleuco I soltanto Seleuco II Callinico (246-226) avrebbe potuto dare il suo nome a queste tribù, ma al tempo di quest'ultimo Magnesia e Ilio entrarono ben presto nella sfera di influenza di Antioco Ierace. Nel 281 vi erano invece ottime ragioni per tributare questo onore a Seleuco I, specie da parte di Colofone, che tanto aveva sofferto da parte di Lisimaco. Si veda HABRICHT, Gο ttmenschentum, pp. 82-3. 241 E. Τ. NEwELL, The Coinage ofthe Western Seleucid Mints, New York 1941, p. 283. 242 J. e L. ROBERT, La Carie II, Paris 1952, pp. 285-8, n. 166,1.34. Cf. HABICHT, Gοttmenschentum, p. 107. 24 3 HEAD, ΗN2 , p. 659; BMCLydia, CXXXIV. 244 PΑPPA ΚONSΤΑΝΤINU, Ai Tρ~λλεις, Athenai 1895, n. 4; R εηΜ, Milet 143 e 85 (Σελευκεù ς áπ~~Μαι ~νδρου) e WELLEs, RC 41. V. TSCHERIKOWER, Städtegriυndungen, pp. 27-8 esclude l'esistenza di una Antiochia-Traliese ritiene che Seleucia sia stata fondata da Antioco I in onore del padre. 2400.

L'EPOCA DI ANTIOCO 1

$5

e coreggente Antioco I a Sopatro, un ufficiale seleucidico in Caria, in cui í sovrani affermano di aver ricevuto una legazione di Atimbriani í quali richiedevano la conferma dei privilegi di hikesia, asylia e ateleia 245 per il Plutonio situato presso il loro villaggio. Atimbria, qualche tempo dopo, mediante sinecismo, andrà a costituire la città di Nisa 246 , sulla sponda destra del Meandro. La lettera 6 significativa perché contiene alcune espressioni che possono essere considerate programmatiche per il regno seleucidico: 11.5 ss.: `abbiamo scelto una politica che favorisca sempre í cittadini delle poleis greche tramite benefici e che, non di meno, accresca con la pietas gli onori agli dei... '247 Seleuco ha scelto di diventare l'erede della politica antigonide verso le città asiatiche 248 ; questo certamente in antitesi al dispotismo di Lisimaco. Seleuco non poté godere a lungo dei suoi successi: attraversati gli Stretti, si accingeva a sottomettere la Macedonia, quando Tolemeo Cerauno lo uccise e si fece acclamare re dall'esercito 249 La successione di Seleuco già da tempo se l'era assicurata Antioco 1250, il quale però era allora impegnato nelle satrapie superiori, in Iran. Prima di riprendere in mano lo scacchiere anatolico dovette far fronte ad una rivolta in Siria 251 .

Su queste prerogative; MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 18-21. STRAa. XIV. 1. 46. La fondazione risale ad Antioco II, cf. in fr a, cap. IV, pp. 94-96. Sull'esistenza delle tribO Seleukis ed Antiochis a lisa, cf. HABICHT, Gott245

246

menschentum, p. 106.

247 Cf. per Antioco III, MASTROCINQUE, Osservazioni sull'attività di Antioco 111 nel 197 e nel 196, in "PP" 169, 1976, p. 314. 248 Cf. MusTi, Lo Stato dei Seleucidi, pp. 138 ss. e in "RFIC" 1970, p. 233. 249 Cf. WILL I, pp. 86-7. 25° BOUCHt-LECLERCQ, Hist. Sél. I, p. 35. Similmente si era comportato Tolemeo I che, qualche anno prima della morte (285/4), aveva posto il potere in mano al coreggente Tolemeo II Filadelfo. Cf. WILL I, p. 82. 251 OGIS 219, 11. 3 ss. Cf. WILL I, p. 121.

66

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

e, come apprendiamo da Memnone di Erac1ea 252 , riuscì a conservare il regno paterno al prezzo di molte guerre, a fatica e non nella sua integrità. Uno dei `registi' delle operazioni anti-seleucídíche fu certamente Tolemeo II Filadelfo.

280

La guerra di successione. Tolemeo e Mileto, Sari, Eraclea Durante questo primo conflitto siriaco-egiziano la Caria, `regione di confine', sembra sia stata uno dei punti cardine dell'offensiva del Filadelfo. Nel capitolo precedente si visto che già il primo lagide si era attestato in alcune località della Caria meridionale, e queste saranno servite certamente da basi per l'aggressione alle regioni più settentrionali. All'indomani di Curupedion Mileto aprì le porte a Seleuco, ma dopo la morte di lui rimase esposta alle eventuali avances tolemaiche. Infatti nel 280 ca. la ritroviamo già sotto il controllo del Filadelfo, come testimoniano due fonti epigrafiche: SEG I, 363 253 e SIG3 322. La prima è databile poco dopo il 280 e rende noto che Sari, Mileto, lindo e Alicarnasso erano nella sfera d'influenza di un re, il quale non può essere che il Filadelfo, ubbidivano infatti agli ordini di Filocle, re di Sidone, che era al servizio di lui. La seconda fonte è costituita dalla linea 38 della lista degli stefanefori milesii (Rehn, Milet 123 = SIG3 322), relativa all'anno 279/8, in cui si afferma che Tolemeo diede la χ~ ρα a Mileto 254 . Di quale territorio si trattasse non sappiamo; il

FGH 434, fr. 9. 1. J. POUILLOUx, Choix d'inser. grecques, Paris 1960, 21. Sulla datazione cf. W. OTTO, Beitr. zur Sel., pp. 19 ss. (in base al confronto con SIG 3 322, 1. 38); 252

253 =

BELOCH IV. 2, p. 337; VOLKMANN, in RE. XXIII. 2, c. 1647. 254 Ciò 8 detto anche presso REH', Milet 139 = WELLES, RC 14, 11. 3 e 30.

L'EPOCA DI ANTIOCO I

67

Wilamοwitz 255 , il De Sanctís256, il Meyer257 e il Welles 258 pensavano a crown land taken from Antiochus', ed è questa l'ipotesi che ritengo preferibile; dunque, zone situate nell'entroterra a Sud del golfo Latmico. A. Rehm259 e W . Otto260 pensano, invece, a qualche territorio su cui Mileto avanzava rivendicazioni: quello d i Miunte o quello d i Melia; J. Belοch 261 si pronuncia per i l promontorio di Micale. Lo stesso Tolemeo II in una lettera alla città (Rehm, Milet 139 A = Welles, RC 14) ricorda i benefici compiuti per lei. Mileto si conservò filo-egiziana sino al 260, attraverso í numerosi conflitti che la impegnarono duramente, cioè la guerra galatica, la prima siriaca e la guerra crem οnidea 262 . Cnme si è detto, l'epigrafe di Filocle (SEG I, 363) testimonia che il Filadelfo controllava anche Sari, ci~~è riconfermato da una dedica al re (OGIS 29). Inoltre, un decreto dei Samii, databile fra il 270 e il 259 263 , in onore dello στρατηγ~ς ~ΠΙ Καρ~ας Aristolao figlio di Ameino, un funzionario agli ordini del secondo Tolemeo, ci fa conoscere per la prima volta l'esistenza ditale carica nell'amministrazione dei domini lagidi. Il confronto con SEG I, 363, dove Filocle sembra esercitare una qualche giurisdizione anche su Mileto, lindo, Alicarnasso e Samo, c i permette di inferire che lo στρατηγ~ς ~ΠΠΙ Καρ~ας amministrava una zona compren-

In "GGA" 176, 1914, p. 84. In "Atti Ace. Torino" 49, 1913-14, p. 1233= Scritti minori I. p. 453. 257 P. 74. 258 P. 74. 259 Mélet, pp. 263 e 305, n. 1. 260 In "GGA" 176, 1914, p. 662, n. 1. 262 IV. 2, p. 342; cf. DE SANCCIS, 1. C. 262 Milet, 139, 11. 32 ss.; cf. REH', p. 304; OTTO, in "Philologus" 86, 1931, p. 404. Si veda anche la dedica OGIS 35. 263 HABICHT, Sam. Volksbeschl., ín"Ath. Mitt." 72, 1957, 57; sulla datazione: p. 221. Si veda inoltre W. Huss, Untersuch. zur Aussenpol. Ptolemaios'IV., München 1976, p. 193, n. 111. 255

256

68

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

dente e la Ionia meridionale e la Caria 264 . Un altro decreto samio 265 databile al 280-259 ca. menziona l'ufficiale lagide S tra tone. Una dedica a Tolemeo I Ι proveniente da Eraclea sul Latri, databile fra il 277 e il 262 266 , testimonia che anche questa città passò al Lagide. lindo, Alicarnasso, Cos, Catino, Calinda, Cnido, Lagina e Am yzon

L'epigrafe di Filocle è, come si è detto, una testimonianza valida anche per lindo e Alicarnasso; ma per quest'ultima possediamo anche altri documenti relativi all'epoca di Tolemeo II: la dedica di un personaggio che fece costruire un tempio267, il decreto onorifico di cui si è già parlato nel capitolo precedente (A ΙΧ) e forse anche l'iscrizione OGIS 46. Cos già era sotto l'influenza lagide oppure vi passò nel 280268 . Si ricordi anche che Cos era la patria del Filadelfo, natovi nel 309/8269.

264 HABICHT, Sam. Volksb., p. 220, n. 72. Sull'amministrazione tolemaica a Sarno: L. ROBERT, Etudes eρ igraρ hiques et philologiques, Paris 1938, ρ.113 -118. Sull'amministrazione in Caria: R. B. Mc SHAlE, The foreign Policy of the Attalids of Pergamum, Urbana 1964, p. 34, n. 14 e soprattutto R. S. BAGNALL, The Administration of the Ptolemaic Possessions, Leiden 1976, pp. 80 ss., su Aristolao, p. 83. 265 HOLLEAUx, Etudes III, pp. 39 ss., cf. ROBERT a p.42, n. 4. Cf. cap. IV, p. 96. 266 OGIS 24 e n. 1. 167 OGIS 16, la cui lettura è stata radicalmente cambiata, in base ad un riesame della pietra, dai. GREIPL, in "Philologus" 85, 1930, pp. 159 ss.; cf. U. WILKEN, in "APF" 9, 1930. pp. 223 ss.; HABICHT, Sam. Volksb., p. 220, n. 69. ' Αγα fl~ ι τυχηι. ~ ου το~~[βασιλ~ ως xα1] σωτ~ ρoς Κα~~ ffεo~~[Πτολε ~ [περ βασιλ~ ωςl Ι Πτολεµα µα ~oυ l Ι Σαρ ~πι, Ισι, ' Αροιν~η[ι Φιλαδ~ 4404] τ~~ ~ ερον i δρ ~ σατο [6 δε ~να] Χαιρ~ µονο ν€ ~ωπo~ης]. 268 OGIS 42 e 43. 269 THEOCR. XVII. 58 ss.; Marmor Parfum, FGH 239, Β 19. Cf. Α. WILHELM, in "Ath. Mitt." 22, 1897, p. 188, n. 23.

L'EPOCA DI

ANTIOCO 1

69

Di Cauno, invece, era nativo Zenone, l'intendente di Apollonio, dioiketes del Filadelfo. Il dominio tolemaico è testimoniato ancora da una fonte papirologica relativa all'anno 260 a.C. 270 ; due iscrizioni inoltre documentano un demotico Ptolemaieus a Cauno 271 . In onore di uno dei primi Tolemei Calinda assunse il nome di Ptοlemais 272 ; in un papiro datato al 248/7 a.C. relativo a Calinda lagide viene nominato lo stratego di Caria Motes 273 . Cnido pure passò - o rimase- sotto il controllo dei Tolemeí 274 . Queste sei città rimasero lagidi sino al 197 a.C. Ma la penetrazione dei Lagidi non si limitò alle città costiere, due preziose testimonianze epigrafiche ci illuminano infatti sulla loro presenza nell'interno. La prima è un atto di vendita di una vigna 275 proveniente dalla zona di Lagína, presso il sito della futura Stratonicea. E' datato al IX anno di regno di Tolemeo II e secondo il computo macedonico dei mesi, al mese di Panemo; giugno 274, dunque. La

Pap. Soc. Ιtal. 11 (1920), 616. Cf. BAGNALL, pp. 98-9. G. E. BEAN, in "JHS" 73, 1953, pp. 21 e 26-7. Su Cauno non si pus) ricavare nulla da ATHEN. XIV. 621 a: cf. M. LAUNEY, in "REA" 47, 1945, pp. 33 ss. 2 7 2 L. ROBERT, Hellenica VAI, Paris 1949, pp. 189-190. 273 Pap. Cairo Zen. 59341. Su Calinda tolemaica cf. BAGNALL, pp. 99-100. 2 7 4 Cf. OGIS 66. Si tratta di un testo che proviene dal tesoro dei Cnídii a Delfi, concernente gli onori tributati dai cittadini di Delfi al cnidio Sostrato, figlio di Deixifane. Costui era un famoso architetto che, fra l'altro, aveva costruito il faro di Alessandria; cf. ì testi letterari raccolti presso OGIS 66, n. 1. La sua attività si svolse durante il regno - e alle dipendenze - dei primi Tolemei. Il testo deltico sarà probabilmente da riferire all'epoca del Filadelfo grazie al confronto con OGIS 67, un analogo decreto onorifico per Sostrato, rinvenuto a Delo. Sempre da Deli proviene un terzo testo per Sostrato fatto incidere dai Caunii: OGIS 68. II MEYER, p. 46, lo attribuisce ai primi anni del Filadelfo. Su questo personaggio (o si tratta di un omonimo?), cf. HEINEN, Untersuchungen, p. 197. Relativa al dominio del secondo o del terzo Tolemeo è l'iscrizione R. DARESTE, in "BCH" 4, 1880, pp. 341 ss. Circa Sostrato cf. anche TARN, A.G., p. 387. 275 J. e L. ROBERT, in Me!. I. Levy, Bruxelles 1955, pp. 555 ss. = SEI XV 652. Per la datazione del testo seguo, é bene ripeterlo, la cronologia del SAMUEL. 270 271

70

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

seconda è un decreto inedito di Amyzon 276 in onore dello stratego del Filadelfo largos. Il testo è datato al ΙΧ anno del Filadelfo, che corrisponde al 275/4. Anche se non è noto il contenuto del decreto nei suoi dettagli, le due datazioni lagidi ci permettono di inferire che intorno al 280-79 Tolemeo spinse la sua offensiva anche nel centro della regione. Certamente però a Nord il Meandro segnò un confine all'area di espansione tolemaica; quanto ai territori della Caria centro-orientale non siamo per ora informati. Ad ogni modo, le due scoperte epigrafiche confermano le asserzioni di Theocr. XVII.89 (A II) e della stele di Adulis - OGIS 54, 1.7 -, secondo cui il Filadelfo fu in possesso della Caria. Il decreto per largos inoltre ci permette di conoscere meglio una prima successione di strateghi tolemaici di Caria: Asclepiodoto (iscr. di Isso - dopo il 205) - largos (inscr. di Amyzon - 275(4) - Aristobulo (inscr. di Samo - 270-259) lotes (papiro per Calinda - 248(7). La lista è soltanto un primo abbozzo che, si spera, le scoperte epigrafiche contribuiranno a completare. Efeso, Priene e Magnesia

A Nord di Mileto l'in fl uenza tolemaica si stabili in modo non uniforme. Sari divenne lagide, ma Efeso probabilmente restò seleucidica 277 . Infatti da un decreto del koinUn ionico - OGIS 222, part.l.46 - risulta che Efeso inviò legati ad Antioco per annunciargli come si sarebbero svolte le feste per il suo genetliaco. Questo decreto è databile tra il

276 La pubblicazione è attesa da molto tempo da parte di L. ROBERT il quale però ha comunicato al BAGNALL (The Administration, p. 93) la datazione del decreto. Altri accenni ai testi di Amyzon da parte del ROBERT in O.M.S., pp. 1458; 1525-37; = "CRAI" 1948, p. 431; 1953, pp. 403-15; Nouvelles inscriptions de Sardes, Paris 1964, p. 15, n. 5. 277 Cf. MEYER, pp. 80-1.

L'EPOCA DI ANTIOCO 1

71

268 278 e il 261, gli anni del regno congiunto di Antioco I e Antioco II (nominati alla 1.38). Su Priene - situata a pari distanza da Sari lagide e da Efeso seleucidica - non possediamo nessuna testimonianza sicura, dovremo quindi basarci su congetture. Di nessun aiuto il complesso testo epigrafico I. v. Priene 37, al contrario il decreto dei Prienei OGIS 215 in onore di Larici, un ufficiale seleucidic π 279 . E' detto che la sua statua doveva essere collocata accanto a quelle di Seleuco I e di Antioco 1280. Di qui due possibilità: a) o riferire codesti onori ad un intervento di Larici contro truppe nemiche (tolemaiche?) al tempo di Antioco I281, b) o riferirli all'età di Antioco II, quando Larici avrebbe difeso Priene da attacchi tilemaici 282 . Tuttavia un debolissimo argomento ha fatto inclhnare il Dittenberger alla prima alternativa: il nome Larici è rarissimo, lo portava un mitileneo, padre di un ufficiale di Alessandro, Laomedonte (Arr., Ind. XVI1I.4), poi divenuto satrapo di Siria 283 . Si può opinare 284 che il nostro Larici fosse figlio di costui e nipote del Larici di Mitilene; se fosse così, l'epoca sarebbe quella di Antioco I. 278 Nel 268 probabilmente scomparve il fratello di Antioco II, Seleuco, c οreggente di Antioco I; la prima attestazione della coreggenza di Antioco Il θΡ del marzo-aprile 264 a. C., cf. A. T. OLISTEAD, in "CPh" 32, 1937, pp. 6 s.; MAGIE, p. 929, n. 24. 279 DITTENBERGER, OGIS 215, n. 4. 28 0 Cf. supra, cap. II, p. 64. 281 Questa θΡ l'opinione del DITTENBERGER, 1. c., che data all'età di Seleuco I e Antioco I; tuttavia il primo θΡ da scartare perché dopo l'acquisizione di Priene visse solo un anno (281 a. C.), quindi troppo poco perché i Prienei gli decretassero onori, gli erigessero una statua e perché Larici avesse potuto intervenire in loro aiuto. 282 Questa θΡ l'opinione dello HIcks, IGBM III. 1, p. 29, n. CCCCXV. Va tenuto presente però che al tempo di Antioco II The~s Samo fu per pochi anni in mano del tiranno Timarco e poi passò allo stesso Antioco (cf. infra, cap. IV, pp. 84 ss.). Forse

Priene fu attaccata da Timarco? E' un'ipotesi da tenere presente. 283 Cf. supra, cap. I, p. 16.

284 Conjectura est Hicksii tam ingeniosa quam probabilis": DITTENBERGER, 1. c.; accettata pure da K. M. T. Aτκινsον, in "Antichthon" 2, 1968, pp. 42-3.

72

LA CARIA E LA IONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Possiamo dunque supporre, quale che fosse la data del decreto, che Priene non passo nel 280/279 sotto l'in fl uenza lagide, i l che riconfermerebbe cib che abbiamo sostenuto: la spinta delle forze del Filadelfo non oltrepasso i l confine del Meandro. Anche Magnesia rimase fedele ad Antioco, come testimonia i l fatto che i l re invib un gruppo d i Magneti a ingrandire la colonia di Antiochia di Perside 285 . La pace fra Antioco Ι e Tolemeo II

Antioco, ripresa in mano la situazione, ristabilì normali relazioni con i l Filadelfo. La fine della 'guerra di successione di Siria' spetta all'anno 279, secondo la datazione autorevolmente stabilita da W. Otto 286 . Tuttavia non ritengo che nel decreto milesio lilet 139,1.31 - ...π ~σαν πεπ ~ητα ~~(scil. Tolemeo II) Ι σπoυδ~ν ~Π Ýρ τ~ν συµφερ~ ντων π ~σι M ιλη σιοις χ~ΡαΝ τε ~πιδιδoì~ς Κα~~ ~~Ν 0,01/11/ παρασκευ ~ ζων τ~ ι &s u m, κα~~τ~ν äλλων ~yα ~ν 2α1 [ρ]α ~τιος Υ wó Μενος τ~ ι π~ λε ~~ - vi sia una precisa menzione del trattato fra Tolemeo e Antioco 287 . Parimenti, W. Otto 288 stima che nel decreto di ilio OG Ι S 219,1.13 - v ~Ν τε παραΥεΝ ~ ΜεΝoς (scil. Antioco I) ~π~~TOYO τ~πους Τov ς ~πιτ~δε τον Τα ρ oυ Ι µετ à π~σης σπov δ~ ς κα~~ φιλοτιµ ~ ας ~µα Κα ~ 'α~ς π~λεσιν τ~ν

285

OGIS 233, 11. 15 ss. Sulle coniazioni di Magnesia sotto Antioco: NEWELL,

W.S.M., pp. 284-5. 288

In "Philologus" 86, 1931, p. 405,

~.

10. In base alla constatazione che nel

279/8 si inaugurarono gli agoni quadriennali Ptolemaeia (decreto di Amorgo SIG 3

390), í quali, similmente a quelli inaugurati nel 271170 per la felice conclusione della prima siriaca, probabilmente erano in relazione con il buon esito della "guerra di successione". Inoltre in base al presunto legame di contemporaneità fra il dono della χ~ρα a Mileto (279/8) e l' εtρ~ νη ( REMI, Mile' 139, 11. 30-1). 287 Così Orr0, p. 405; TARN, in "Hermes" 65, 1930, p. 448; WILL I, p. 123. 2880. c., pp. 410-11; cf., da ultimo, M. WORRLE, Antiochos 1., Achaios der Altere und die Galater, in "Chiron" 5, 1975, p. 68, ma gih DROYSEN, Gesch. III. 1, p. 257, n. 2.

L'EPOCA DI ANTIOCO I

73

ε ~ ρ~νην κcτεσκεπΙαοεν ... - sia ricordata la pace conclusa fra Antioco e Antigono Gonata (278 ca.), pace che segnò la fine della guerra contro la lega del Nord (Eraclea Pontica, Bisanzio, Calcedone, appoggiate da Nicomede di Bitinia e dal figlio del Poliorcete, Antigono). In realtà non si parla in questi due testi se non della pace in generale, e, in particolare, della pace per Míleto, per Il ~ o e le altre città minacciate dalla lega del Nord e, probabilmente, dai Galati. Era un luogo comune della propaganda degli Epigoni quello della pace procurata alle città fedeli 289 . La pace, la democrazia, í privilegi inerenti all'autonomia erano í punti di forza della pubblicistica seleucidica 290. Si era ormai conclusa l'età dei Diadochi, le grandi monarchie si erano stabilizzate, o si stavano definitivamente stabilizzando nel loro assetto; né dunque erano píìi funzionali i proclami di indipendenza indirizzati a tutte le città greche del mondo ellenistico; meglio valeva badare alla coesione interna dei singoli regni e, al p~ù, lanciare campagne propagandistiche all'indirizzo delle città non lontane dai propri confini ed eventualmente soggette all'influenza di p ~ù monarcati. Questo era il caso di Mileto, di Efeso, delle città di Caria, poste in una zona di confine tra l'area d'in fl uenza seleucidica e quella d'in fl uenza tolemaica.

289 Cf. il decreto di Teo in onore di Antioco III, P. HERRMANN, in "Anadolu" 9, 1965 (1967), p. 38, 1.50; quello di Isso in onore dello stesso Antioco III: G. PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" N. S. 29-30, 1967-68, ρ. 447, 2. I, 1. 43; quello dell'Amfizionia riguardante lo stesso re: OGIS 234, I. 20; la lettera di Eumene II alla lega ionica, WELLES, RC 52, 1. 12. Cf. anche SIG 3 318, 1. 9; 591, 1. 34. Non diversamente il termine eirene era usato nei testi delii, cf. IG XI. 2, 114 e 116. All'eirene corrispondeva, nell'ambito stesso di una polis, l'homonoia, procurata essa pure dai sovrani. 290 Per la demokratia, cf. MuSTI, Lo Stato dei Seleucidi, in "SCI" 15, 1966, pp. 138 ss. Per l'autonomia, in generale, MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 9 ss. Antigonidi, Seleucidi e Attalidi inserirono volentieri nella tematica della loro propaganda anche il merito di avere sconfitto i Galati.

74

279 268

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Antioco Ι e i Galati. La prima guerra di Siria Quando finalmente Antioco I ebbe la possibilità di intervenire in Asia minore 291 , pose la sua capitale a Sardi e si preparò ad affrontare la coalizione raggruppante Nicomede, la lega del Nord ed Antigono Gonata; tuttavia la calata dei Galati nella penisola Balcanica obbligò Antigono a porre fine al conflitto col Seleucide. Nicomede, ρ,er resistere ad Antioco e al fratello-rivale Zipoite, fece passare in Asia í Galati. Questi vinsero Zipoite e presero ad attaccare e saccheggiare i territori delle città greche. Le loro scorrerie si spinsero fino ad Efeso 292 , Priene 293 , Mileto 294 e ThemisonlOn 295 Ai Galati si opposero però vigorosamente le armi seleucidiche, e il cosiddetto Galatikòs polemos che ne conseguì perdurò sino al 269-268, come si può apprendere da un testo epigrafico ritrovato a Denizli nel 1971 296 . Antioco vinse í Galati in una grande battaglia in cui si servi anche degli elefanti, e la vittoria gli valse il soprannome di Sotér 297 . Allo stato attuale delle nostre conoscenze questo scontro non è databile con sicurezza 298 . Antioco risiedette a Sardi fra il 276/5 e il 274, e in Babilonia fra il 269 e il 268 299 ; negli

297

Cf. supra, p. 65.

Parallela minora XV A. OGIS 765 = I. ν. Priene 17. A Priene misero a ferro e fuoco la thora e incendiarono i templi. 294 Cf. Anth. Pal. 111. 492. Cf. forse anche Didyma II, 428,1.9; 426,11. 6-7, cf. p. 260; con le perplessità espresse dal WORRLE. Antiochos 1, pp. 66-7. 295 PALIS. X. 32.4. Cf. Βουcκt-LεcιεRCQ, Hist. Sél. I, pp. 62-3; WYRRLE, p.65. 296 WYRRLE, Antiochos 1, pp. 59 Ss. 297 LuciANUS, Zeuxis 8 ss.; Suid., s. ν. Σιµων ~ δης MUyvnO Σιπvλoυ; cf. II Mach. 8. 19 ss. 298 WORRLE, pp. 65 ss. La datazione pid comunemente accolta finora era stata il 275, in base alle argomentazioni di W. Oτrο, Beitr. , pp. 23-5 e 89. Ma cf. WORRLE, p. 72. 299 Cf WORRLE, pp. 67 e 71. 292 PLUT., 293

.

L'EPOCA DI ANTIOCO 1

75

anni 274-271, secondo la datazione fissata da W. Otto, si svolse la `prima guerra di Siria' che vide impegnate le armi seleucidiche ed egiziane in Mesopotamia ed in Siria, dove probabilmente si concluse in modo poco felice un tentativo di aggressione t οlemaic ο300 . Dunque la battaglia di elefanti avvenne o negli anni 276-274, ma non fu decisiva, perché i barbari continuarono le loro scorrerie almeno fino al 269, oppure essa avvenne fra il 271 e il 269. In ogni modo, un terminus ante quem è costituito dal 267, anno in cui è attestata l'epiclesi di S οtér per Antioco 301 L'attività di Antioco Ι in Caria

Il decreto milesio Rehm, Milet 139, 11.33-4 - π oλ~ 1~ωΝ ~λων ~ ιι~ ς κα~~κςιτ~~y~ν καταλαβ ~ντωΝ πολλ ~ [i] και µεγ κα~~κατà &~λασσαν κα~~τ~ν [~ ]ναντ ~ων ~ [πι] inλευσ~ντων ~ΠΙ τ~ ν π~ λιν ~~.ι~ν... - ricorda attacchi terresti contro M ileto, che non è da escludere siano venuti da Antioco I302 Della sua presenza in Caria c i informa unicamente una fonte epigrafica, di per sé abbastanza sconcertante, ma sul cui significato non v i è ombra di dubbio: il decreto di Bargilia SIG3 426303 , in cui si onora un giudice di Teo: le due città obbedivano ad un medesimo sovrano (11.3-4, 10, 19, cf. 36-7), cioè ad Antioco S οtér (11.21-22). Forse Bargilía non passò al Filadelfo nel 280? Può essere, ma è assai improbabile che un porto così importante fosse allora sfuggito al sovrano del mare. E' dunque da ipotizzare una riconquista seleucidica. L'influenza nuovamente stabilita dal Seleucide in Caria è connessa indissolubilmente con i l prestigio

300

WILL I, pp. 127-130, ove bibliografia anteriore. SIG 3 426; cf. WORRLE, pp. 69-70. 302 Cf. A. REH', ad. 1.; W. FELLMANN, Antigonos Gonatas und die gr. Städte, Diss. Würzburg 1930, p. 78; J. CRAMPA, Labraunda III. 1, Lund 1969, p. 109. 303 Cf. L. ROBERT, O.M.S., pp. 230 ss.; SEG IV, 207. 301

76

LA CARIA E LA

ΙΟΝΙΑ

MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

acquisito durante la campagna galatica e forse anche con le operazioni militari di questa medesima campagna. Né pub escludersi una connessione fra le operazioni seleucidiche in Caria e la presenza di Antigono Gonata allargo delle coste del Sud-Ovest anatolico - anche se testimoniata per il262 -. Indiscutibile dunque la presenza di Antioco I a Bargilia e del suo rappresentante (stratego?) Alessandro (1.47) 304 , κα ταλελειµµενος ~ Πò'o~~βασιλ~ ως. A questo stesso Alessandro - non certo a Seleuco III, chiamato pure lui Alessandro (Porph., FHG 260, fr. 32.9), il quale non mise mai piede in Caria -, per le sue benemerenze, Seleucia-Tralles decretò onori 305 . Probabilmente rientra nel medesimo contesto storico anche la fondazione di Strat οnicea 306 , defir&ta da Strabone (χ11.1.3 -4) κατοικ ~α Μακεδ~νων, arricchita dalle munificenze dei re e appartenente al sistema crisaoreo. Della fondazione parla anche Steph. Byz., s.v. Stratonikeia• n~λις Μακεδον ~ ας Πλησ~ον Καρ ~ας• κεκληται δ ~Π~~Στρα Τον ~κης τ~ ς ' Αντι~χου Υυναικ~ ς3Ó 7 ...; e in base a questa testimonianza gli storici moderni generalmente ne attribuiscono ad Antioco S οtér la fondazione 308 , pur ignorando

304 Che questo Alessandro non fosse l'epistate di Bargilia risulta dal fatto che gli si invio una legazione. Sua sede poteva essere Stratonicea o Efeso. Di solito si identifica questo personaggio con il fratello di Laodice, moglie di Antioco II, che compare ancora nei testi dell'epoca di Seleuco II. Cf. DITTENBERGER, SIG 3 426, n. 14; WELLES, RC, p. 134; BENGTSON, Strategie II, p. 99 ss. 305 FONTRIER, in "BCH" 3, 1879, pp. 466-8 = PAPPAKOiSTANTINU, O. C., n. 41. L'edizione migliore e di R. MERKELBACH, in "ZPE" 17, 1975, pp. 163 ss. La datazione del decreto non pub essere precisata. 306 Cf. J. e L. ROBERT, in Mél. Lévy, p. 567 e WI L L I. p. 130. 907 Stratonice fu la seconda moglie di Seleuco 1 (299 a. C.) e poi moglie di Antioco 1 (294-3). Cf. WILL 1, p. 74; SEIBERT, Dynastische Verbindungen, pp. 48 ss.; 50 s. Non darei grande valore alla testimonianza di APP., Syr. 57, che attribuisce a Seleuco I la fondazione di una Stratonicea. Cf. W. RUGE, in RE. I V A. 1, c. 322. 306 Cf. DROYSEN III. 2, p. 281; G. RADET, De coloniis a Mac.cis Taurum deductis, Pa~s 1892, p. 52; N I ESE II, p. 89; H. OPPERMANN, Zeus Panamaros,

L'EPOCA DI ANTIOCO 1

77

ogni ulteriore prova (il decreto di Bargilia) della sua presenza in Caria. Non pud tuttavia escludersi come fondatore Antioco II dopo il 258. Del resto, l'accenno di Stefano di Bisanzio risente fortemente di una confusione fra Stratonicea di Caria e quella del Caico, che in epoca romana diverrà Αdrianοροli 309 , Probabilmente in questo stesso periodo Antioco fondò anche Apollonia della Salbace 310 , Antiochia alla confluenza del Morsynos col Meandro 311 ed ebbe rapporti con Magnesia sul Meandro 312 e con Priene 3ι 3 . Tolemeo ΙΙ e la lega crisaorea. Significato della fondazione di Stratonicea

Le testimonianze epigrafiche relative a questo periodo ci serbano però un'altra notizia inattesa: Milasa e la lega crisaorea erano tolemaiche ancora nel giugno 267. S i tratta di due testi di Labraunda 314 ; nel primo, datato all'anno XIX del regno di Tolemeo II, un cittadino di Milasa propone a un'assemblea dei Crisaorei onori per l'oikonomos del Filadelfo Apollonio figlio di Diodoto (?), che il Crampa 315 propone di identificare con il futuro dioiketes della corri-

Giessen 1924, p. 10; TSCHERIKOwER, Städtegrí~ ndungen, pp. 171 e 175; A. H. M. JONES, The Greek Cities of the eastern Roman provincies, Oxford 1937, pp. 218 e 411; RUGE, 1. c.; MAGIE, p. 995; FRASER-BEAN, p. 102; ROBERT, 1. C.; WILL, 1. C. BELOcH IV. 1, p. 259 e HABICHT, Sam. Volksbeschl., p. 220, si dichiarano incerti fra Antioco I e Antioco II. 309 L. ROBERT, Villes d'Asie mineure, Paris 1962 2 , pp. 43 ss. 310 J. e L. ROBERT, La Carie II, Paris 1954, pp. 287-8. 311 Cf. LAUMONIER, Cultes, p. 471. 312 In base alle testimonianze numismatiche: cf. E. T. NEWELL, W.S.M., pp. 284 ss.; H. SEYRIG, in "Rev. Num." 1963, pp. 31 ss. 313 SERT. EMPIR., Adv. gramm. 293; cf. ATHEN. I. 19 D. Testimonianze da usarsi con estrema cautela data la loro ,imprecisione. Si veda HABICHT, Gottmenschentum, p. 89. 314 J. CRAMPA, Labraunda III. 2, Stockholm 1972, pp. 48 ss., n. 43 e pp. 55 ss., n. 44. 315 0. c., pp. 52-3; cf. BAGNALL, pp. 92-3.

78

LA CARIA Ε LA I Ι NIA MERIDIONALE IN] EPOCA ELLENISTICA

spondenza di Zenone. Il secondo testo, assai mutilo, è un decreto crisaoreo a ringraziamento di concessioni economiche (ateleia) e forse donativi al tempio di Labraunda. Come conciliare la riconquista di Antioco con la persistente presenza lagide nell'interno della Caria (testi di Lagina e di Labraunda)? Si possono fare due ipotesi: a) l'offensiva seleucidica avvenne dopo il 267; b) oppure avvenne durante la prima siriaca, fra il 274 e il 271, ma non poté estendersi fino alla regione di Milasa. In ogni caso la fondazione di Stratonicea fu posteriore al 274, quando ancora Lagina era tolemaica. La prima ipotesi sembra però da scartare perché comporterebbe uno stato di guerra con Tolemeo dopo la pace del 271; a favore della seconda va ricordato che a Tabai, nella Caria centro-orientale, nel 269/8 si riconosceva l'autorità di Antioco, come testimonia una datazione secondo l'era seleucidica pubblicata dal Robert 316 . La fondazione di Stratonicea poté assumere il significato di una presa di posizione seleucidica di fronte a Milasa e ai Crisaorei che erano sotto in fl uenza lagide. Si vedrà, infatti, che quando Antioco II poté occupare Milasa i Crisaoreí dovettero riconoscere Stratonicea come loro sede principale (cf. cap. VIII). 262

La battaglia di Cos. Mileto e Antigono Gonata Probabilmente risale agli anni 263/2-261 la battaglia navale avvenuta presso Cos tra le flotte di Antigono Gonata e di Tolemeo Filadelfo 317 . Anzi, le maggiori probabilità sono

Etudes anatoliennes, p. 321. tν PLrr., De seipsum laudando XVI: κα~~ ' Αντ~γονος ~~δε~ τερος τ &λλα µ ~ ν áτυφος κα~~ µ ~ ι τ ~ν φ~λων τιν~ ς ειΠ~Ιτoς ~ τριος, 1ν δ t τ περι Κ~~Ναυµαχ è 8è γε αυτ~ν, " ε~πεν"πρ~ ς "ουχ ~ρ çις 15xw Πλεí.ονς εισιν α ~~ nΙλ~ Μιαι ν~ ες; " " ~ µ n~οας ~ντιτ~ττετε; ". L'aneddoto è riportato similmente da PLur., Reg. et imp. apophth. 183 c. ATHENAEUS V. 209 e: n αρ~λιnον δ'~κ~ν ~γ~~τ~ν ' Αντιγ~νου 3"6

317

L'EPOCA DI ANTIOCO 1

79

per l'anno 262 318 . Lo scontro si risolse in un successo per Antigono e segnò l'inizio del declino della supremazia lagide nell'Egeo. Già si è parlato degli attacchi subiti da Mileto κατ à y~ ν (cf. p. 75); quanto agli attacchi κατà ~~ λασσαν (Milet 139, 11. 33-34) è improbabile che si tratti di operazioni della prima siriaca, perché allora la talassocrazia lagide era indiscussa 319 . Del resto, se si considera quali furono i principali nemici del Filadelfo dal 280 al 262/1 320 - Antioco I, í Galati 321 , il Gonata, (ben difficilmente Filetero di Pergamo) -, la scelta non dovrebbe essere difficile: è assai verosimile che si trattasse della flotta di Antigono Gonata, la quale al tempo della guerra cremonidea operò lungo le coste della

iερàv τρι~ ρη, ~~~νικησε το~ ς Πτολεµα~ου στρατηγο ~ ς 'reel Λε~κολλαν τ~ς Κ ~ας, ~ πειδ~~κα~, ΤΨ ' Απ~λλων~~ α τ~ν ~v~bηκεv. Cf. anche AiTIG. CARYST. ap. Dog. Laert. IV. 39 e Ia tetradracma HEAD, Η12 , p. 231; G. F. HILL, Historical Gr. Coins, Chicago 1966, pp. 129 s. Cf. E. BIKERMAN, Sur les batailles navales de Cos et d'Andros, in "REA" 40, 1938, pp. 379-380. 318 La datazione è stata fissata, penso definitivamente, dal BIKERMAN, o. c., pp. 369-371, in base ai seguenti argomenti: il Gonata pub essersi scontrato in battaglia navale con la flotta lagide soltanto durante la guerra cremonidea (266-262 ca.); il passo di DIOGENE LAERZIO ci riporta all'epoca immediatamente successiva alla presa di Atene da parte del Gonata (263/2) e il testo epigrafico delio IG XI. 2, 114 afferma che l'anno 261 fu anno di pace e di prosperità. Tuttavia alcuni studiosi pretendono di dover datare la battaglia di Cos agli anni della seconda guerra di Siria. Bibliografia presso WILL I, p. 201. La datazione del BIKERMAN 6 accettata, oltre che dal WILL, I. c., da A. MOMIGLIANO, in "CI" 44, 1950, p. 113 (rist. in 1V Contributo) e da REH', Didyma II, Berlin 1958, pp. 263-4. Ulteriori precisazioni presso HEIΙ EN, Unters, pp. 189 ss. 319 W. OTTO, in "Philologus" 86, 1931, p. 408. 32° Sono gli anni cui si fa riferimento nell'iscrizione di Mileto, cf. WELLES, RC 14 con bibliografia e commentario. 321 Cf. STEPH. Bvz., s. v. Ancyra, dove si accenna alla spedizione navale lagide condotta poco dopo il 275 nelle acque del Ponto; durante uno sbarco le forze del Filadelfo furono battute dai Galati. Cf. Orro, o. c., p.408, n. 417. Forse lo scopo di questa spedizione fu "ranimer les hostilités entre les Etats de la "Ligue du Nord" et Antiochos": WILL I, p. 127. Escluderei che nell'iscrizione si faccia riferimento a sbarchi di pirati perché il testo evidenzia la natura politica degli attacchi.

80

263-1

LA CARIA E LA ION1A

MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Ionia meridionale 322 . Tuttavia dobbiamo riconoscere che questo periodo di storia ellenistica è tra í più oscuri, e che non sappiamo quasi nulla della situazione delle città microasiatiche. Nel 263 il vecchio governatore di Pergamo, l'eunuco Filetero morì; gli successe il nipote Eumene I, il quale entrò ben presto in lotta con Antioco I. Lo scontro decisivo avvenne a Sardi, dove il Pergameno ebbe il sopravvento e poté così consolidare ed estendere il suo dominio 323 . Antioco I, dopo due decenni di lotte mori, l'1 o il 2 giugno 261 a.C. 324 ; il figlio Antioco II, già da tempo coreggente, gli successe.

322 Cf. REHM, Didyma II, p. 264; WILL I, p. 202. Da non trascurare le riserve espresse dal CRAMPA, Labraunda III. 1, pp. 101-2 (ii quale però riconnette gli attacchi marittimi con la battaglia di Andro). 323 WILL I, pp. 131 -2. 324 A. J. SACFS e D. J. WISEMAN, in "Iraq" 16, 1954, p. 206.

50

CAP. IV

L'EPOCA DI ANTIOCO II (260-246)

Panorama storico dell'epoca di Antioco ΙΙ

Il periodo che segui la morte di Antioco I è tra í 1)41 complessi di tutta la storia ellenistica, quindi penso che sarà proficuo presentarne un sommario panorama, per poi passare ad un esame dettagliato delle fonti che interessano direttamente Efeso, Mileto e l'entroterra cario. Mi servirti, come appoggio, dell'esposizione di E. Will 325 , che considero la più equilibrata, chiara ed aggiornata. Alla morte di Antioco Sotér si ripeté, per certi aspetti, la situazione del 280, quando era scomparso Seleuco I; Tolemeo profittò della circostanza per estendere la sua in fl uenza sull'Asia minore di Sud-Ovest, in modo particolare su Samo. Nello stesso periodo il Filadelfo condusse un'offensiva in Siria, dove però fu respinto da Antioco II. Questo emerge dal fatto che Arado fu premiata da Antioco II nel 259 con l'indipendenza 326 e dal fatto che la frontiera alla fine della guerra era a Sud del vecchio confine dell'Eleutero. Antioco riuscì però a profittare della ribellione di Tolemeo figlio (l'erede del Filadelfo) per affermare la propria supremazia sulla Ionía meridionale. La pace con il Filadelfo fu conclusa (probabilmente) nel 253, quando il Seleucide ri pudib Laodice per sposare la figlia di Tolemeo, Berenice 327 .

325 I,

pp. 208 ss. Cf. H. SEYRIG, in "Syria" 28, 1951, p. 215 = Antiquités syriennes IV, Paris 1953, p. 195. 327 Primi mesi del 252. Cf. J. SEIBERT, Dynastische Verbindungen, p. 79. 326

82

LA CARIA E LA IillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Questo il panorama di circa un decennio di storia ellenistica, ma ecco alcune testimonianze, per la maggior parte non datate, relative a personaggi o a fatti che si riferiscono a questo periodo. Fonti C. Tolemeo figlio e Timarco

Rehm, Milet 139 = Welles, RC 14, 1.9. Lettera di o ι ~~ Tolemeo II a Mileto. Tolemeo figlio - yYy ραΨεy y~ρ µ w τε ν ~~ς κα~~Καλλικρ~της και αλλοι φ ~λοι il παρ ' ú µ ~ντες - è a Mileto, probabilmente in una posizione di altissimo rango, ancora al tempo della guerra cremonidea (261), ed è fedele al Filadelfo. Rehm, Mulet 123, 1.58. Nel 261/260 fu esimnete Peiteno figlio di Tarsagoro, personaggio legato al Filadelfo: fu egli stesso 328 a proporre il decreto Milet 139 c, che proclama la fedeltà di Mileto al re d'Egitto. Trog., prol. XXVI. Ut in Asia filius Ptolemaei regis socio Timarcho desciverit a patre. Athenaeus XIII. 593, b. Tolemeo, figlio del Filadelfo, a capo del presidio di Efeso, fu ucciso dai suoi mercenari traci in rivolta. Frontinus 111.2.11. Timarchus Aetolus, occiso Charmade Ptolemaei regis praefecto, chlamyde interempti et galero ad Macedonicum ornatus est habitum. Per hunc errorem pro Charmade Samiorum (codd.: Saniοrum) 329 in portum receptus, occupavit. Polyaen. 1.25. L'etolo Timarco, sbarcato in Asia in

Cf. REH', Didyma II, p. 263. in RE. XV, c. 1606 accetta e cerca di spiegare Saniorum; cf. R. S. BAGNALL, The Administration, p. 80, il quale però a p. 81 si dichiara per SaJ28 329

KILLER,

miorum, seguendo HABICHT, Sam. Volksb., p. 220 e n. 74.

L'EPOCA DI l.NTIOCO

II

83

una lοcalith ricca di uomini, bruciò le navi perché i suoi soldati (oi στρατι~ται) non fuggissero. Così riuscì a vincere. App., Syr. 65. δε~ τερος δ t' Αντ~οχος (...) δτω Θε ~ ς ~π~ΝΥΜσΝ 33o v ηΡò Μιλησιων γ~νεται ηΡρ~τoν, δτι α~ τοις Τ~µαρχον ~τραννον κα~~εi λεν. OGIS 226. Decreto milesio che ricorda Ippomaco (11.5-7) δς κατ~y[α]yεν τ[~ ]ν τ[ε~ ~λ]ευf εριαν και δηµοκρατιαν π 4(0[à β]ασ[ιλ ~ως 'Αντι] ~~χου το[~ ] f?kov. Welles, RC 18 = Rehm, Didyma II, 492. Lettera di Antioco II a Metrofane (2 54(3) circa la cessione di un territorio di Frigia ellespontica alla moglie Laodice (dalla quale nel 253 si divise). Delle cinque copie di questo atto una doveva essere collocata nell'Artemisio di Efeso e un'altra nel Didimeo di Mileto. E' probabile dunque, non già dimostrato 331 , che nel 254 (cf.1.10) Efeso e Mileto fossero sotto controllo seleucidico. Crampa, Labraunda III.1, n.3. Lettera di Olimpico a Milasa (227 a.C. ca. - cf. cap. V) in cui si parla di contatti amministrativi di Mílasa con Sofrone e Tolemeo, fratello del re Tolemeo (III Evergete). Timarco tiranno di Mileto Ora, il primo problema che si pone è quello di datare la tirannide di Timarco. Dal confronto dell'iscrizione Welles, RC 14 (C I) con il prologo di Trogo (C III) si dovrà dedurre

330 Cf. la tetradracma in cui dalla testa del sovrano appaiono emergere dei raggi: E. BASELON, Les rois de Syrie, Paris 1890, n. 209, cf. p. LVI. Cf., infine, E. BIKERMAN, Institutions des Séleucides, Paris 1938, p. 242. 331 J. SEIBERT, in "GGA" 1974, p. 189.

84

LA CARIA Ε LA IIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

che a Mileto risiedeva il figlio del Filadelf ο 332 coreggente del regno egiziano, e che in seguito questi si ribello. L'ultima "πlta che Tolemeo figlio è ricordato nei papiri come correggente è nell'aprile-maggio 259 333 , Se nel 261 (ο 260: C I-II) questo Tolemeo e la città di Mileto sono fedeli al governo di Alessandria e qualche tempo dopo Sari riconosce l'autorità lagide (C V), sarà da ritenere che nel 260, in conseguenza della scomparsa di Antioco I, il coreggente egiziano abbia condotto un'offensiva da Mileto e si sia impadronito dell'isola di Sari. Ma nulla pub farci ritenere che anche Efeso sia divenuta tolemaica. 259Ma Tolemeo si ribello al padre con l'appoggio di Timarco 258ca (C III e 11) 33 4 . Forse il `figlio' era caduto in disgrazia presso il padre 335 . Ma, in realtà, che cosa pub significare l'espressione socio Timarcho? Trattandosi di un etolo (CV e VI), questi era un condottiero di truppe mercenarie, ma al servizio di chi? Dello stesso Tolemeo figlio336? L'espressione di Trogo, anche se non pub farci pensare ad un'alleanza, ci

Varie altre ipotesi sono state formulate sull'identità di Tolemeo figlio; il ad esempio, riteneva che fosse il figlio di Lisimaco. Le possibilità di identificazione sono otto, elencate dal WELLES, RC, p. 75, ma sicuramente il nostro personaggio va identificato con il figlio illegittimo e coreggente del Filadelfo a partire dal 267. Cf. M. HoLLEAUx, Etudes III, pp. 378-382; M. SEGRE, in "Clara Rhodos" 9, 1938, pp. 181 ss.; Bull. ~ρ. 1939, pp. 504-5, nn. 380-381; VOLKMANN, in RE. XXIII. 2, cc. 1666 s.; WILLI, pp. 209-210; CRAMPA, Labraunda III. 1, pp. 98 ss., part. p. 100. 333 Pap. Cairo Zen. 3. 330 La datazione approssimativa (259 ca.) proposta da H. Vox PROTT, in "Rh. Mus." 33, 1898, p. 472, pub essere seguita, ma con qualche riserva; 8 basata sull'ordine degli avvenimenti in TROG., pro!. XXVI: morte di Antioco 1 (261); ribellione di Tolemeo, morte di Demetrio il Bello (258). La data di quest'ultimo avvenimento, sostenuta con dovizia di argomenti dal TARN, Antigonos Gonatas, pp. 449 ss. ed accettata dai pio - cf. E. MANN ι, in "Athenaeum" N. S. 34, 1956, p. 253, n. 4 -, non è accolta dal WILLI, pp. 126 e 218, il quale si rifà alla cronologia bassa (250 a. C.) sostenuta dal BELOCH IV. 2, pp. 186 ss. 335 Cf. WELLES, RC, p. 76; CRAMPA, Labraunda III. 1, p. 113. 336 COsl WELLES, RC, p. 107. 332

TARN,

85

L'EPOCA D1 ANTIOCO II

induce a ritenere che l'etolo avesse un notevolissimo potere ed una certa autonomia, anche da Tolemeo. Dunque si danno tre casi: a) Timarco era un capo di truppe inviate dal Gonata in appoggio a Tolemeo ribelle al Filadelfo 337 ; b) era un mercenario al servizio di Antioco II338; c) era già diventato tiranno di Mileto, forse d'iniziativa personale 339 . In ogni caso, se Timarco si impadronì di Mileto, significa che era in qualche modo ostile ai Lagidi; la seconda ipotesi probabilmente è da scartare, visto che fu proprio Antioco a scacciare e a far uccidere Timarco (C VII-VII Ι)340 , visto che Timarco disponeva di una fl otta (C VI), mentre i Seleucidi a quest'epoca non eccellevano certo nella marineria 341 , e visto che nel 260 Antioco era probabilmente impegnato a respingere un attacco tolemaico in Siria 342 . La terza ipotesi sembra migliore, ma ben difficilmente un etulo poteva disporre a titolo personale di tante navi e di tante truppe da vincere un copioso esercito (C VI) 343 ; ritengo tuttavia che al momento

337 Cf. TREVES, Eufo rione e la storia ellen., Milano - Napoli 1955, p. 83: "dell'intesa di Timarco (...) col figliastro, o col bastardo, ribelle del Filadelfo, è, quindi, assai verosimile sia stato per qualche modo artefice o mediatore il Gonata, alleato appunto dell'Etolia". Cf. A. WILHELM, Auische Urkunden III "SBAW" 202, ,

1925, pp. 42 Ss.; MOMIGLIANO, in "CO" 44, 1950, p. 114. "8 Contro questa ipotesi: BEVAN, A history of Egypt under Ptolemaic Dynasty, rist. Chicago 1968, p. 70. II TARN, Anti gonos Gonatas, p.318; cf. CAH VII, p. 712, pensa che Antioco abbia favorito la rivolta di Tolemeo, e che Timarco fosse un ufficiale al servizio di quest'ultimo, di stanza a Mileto; inoltre afferma - ma non si vede su quali basi - che Antioco inviò ai ribelli un contingente di mercenari traci (cf. C IV). 739 Generalmente si pensa il contrario. 348 Cf. HAVSSOULLIER, Milet , p. 70. 341 Cf. OTTO, in "Philologus", cit., p. 408, n. 16, che si riferisce ad alcuni anni prima di quelli che ci interessano. 342 WILL I, p. 209; cf. supra, p . 81. 343 M. LAUNEY, Recherches sur les armées hellénistiques I, Paris 1949, p. 182: "il fait bien figure d'un condottiere, au service de quelque puissance".

86

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

della defezione di Tolemeo figlio Timarco fosse già tiranno d i Mileto 344 .

Timarco e la confederazione etolica Non resta che pensare all'appoggio di un'altra potenza: la Bitinia, Pergamo e Rodi, no; forse Antigono Gonata, la cui partecipazione alla seconda siriaca non è pepò attestata 345 , anche se largamente ammessa dai moderni. Forse .Antigono assoldò mercenari per inviarli, al comando di Timarco, ad attaccare le coste della Ιοn~α tolemaica. Ma perché si sarebbe servito di un etolo e non di un suo generale, o almeno di una persona di maggior fiducia? Perché non s i impadronì di Sari e Mileto a titolo personale, e invece le diede a un tiranno etol ο 346 ? Inoltre non è detto se le sue milizie fossero mercenarie, civiche, federali, regie o anche piratesche. Un'ultima possibilità rimane, ed è la più semplice (anche se nessuno vi è mai ricorso): l'Etolo agiva i n accordo con le

344 Talora si ritiene invece che si sia fatto tiranno dopo la morte dell'alleato Tolemeo. Cf. TARN, Antigonos Gonatas . p. 318 e in CAH VII, p. 712. Non possibile dedurre dal prologo di Trogo, come pensai! SEIBERT, in "GGA" 1974, p. 208, che Tolemeo figlio trascind nella rivolta Timarco. 345 Cf. WILL I, p. 210 e 212. Quanto alla naumachia avvenuta presso Andro TRIG., pro!. XVII e PLUT., Pelop. 2. 4 -, in cui "' Αντ~γονος δ γ~ρων " vinse un ammiraglio di nome Opron, mi attengo alla nesciendi ars saggiamente professata dal BIKERMAN, o. c., pp. 377-8; cf. WILL I, pp. 210-212, dove si pud trovare la bibliografia sulla questione (si aggiunga CRAMPA, Labraunda III, 1, pp. 102 ss.). L'interesse del Gonata per le fortune del regno egiziano 8 perb comprovato, oltre che dalla battaglia di Cos, dal suo intervento nelle vicende dinastiche di Cirenaica, su cui cf. WILL I, pp. 216-8. 346 Non si penserà che il Gonata esitasse ad agire allo scoperto, in prima persona, quando non esitò a farlo a Cos e nelle faccende di Cirenaica. Sappiamo (PILVAEN. IV. 6. 18) che Antigono Gonata si servi a Cassandrea, nel 276 circa, di Ameinia, capo di pirati etoli, ma poi la città rimase sotto il controllo del re. Cf. TARN, Antigonos Gonatas pp. 86 e 172; W. FELLMANN, Antigonos Gonatas ..., 1930, p. 41; LAUNEY, o. c., pp. 170-1. Filippo V si servi (a cominciare dal 205) per scopi "nazionali" dei pirati Dicearco etolo ed Eraclide tarantino.

L'EPOCA DI ANTIOCO 11

87

direttive degli Etoli. Il loro interesse per l'Egeo, per le sue isole e coste è ben documentato per il terzo secolo 347 . Avevano fini politici o strategici più che strettamente economící 348 , le loro ingerenze nelle faccende dell'Egeo e delle coste microasiatiche sono testimoniate dai loro decreti di asylia per città come Deli, Chio, Mitilene, Magnesia sul Meandro o Mileto stessa 349 . Questi significa che gli Etuli (í loro pirati) erano soliti razziare lungo le coste dell'Asia 35o Non disponevano di una fl otta confederale, ma potevano servirsi delle fl otte dei loro pirati - la pirateria di Stato351 -; si costituirono così una serie di punti d'appoggio, o basi, nell'Egeo. La Confederazione promosse azioni bellicose, ma anche relazioni pacifiche, intessute spesso tramite il Consiglio degli Amfizioni, dove detenevano la maggioranza. E' da sottolineare inoltre il carattere personale di molte delle imprese dei corsari e avventurieri etoli 352 . Si pensi a Diss. Hamburg 1934, pp. 347 Cf. H. BENECKE, Die Seepolitik der Aitoler, 31-3;W. A. LAIDLAW, A history of Delos, Oxford 1933, pp. 109 ss.; R. FLΑCε LΙ£RΕ, Les Aitoliens d Delphes , Paris 1937. pp. 202 ss.; 228 ss. 348 Cf. ROSTOVZEFF, in "REA" 33, 1931, ρ.,213; Storia ec. II, pp. 199 ss. 349 De/o, Teno e Ceo (seconda metà del terzo secolo; 250 a C. per Delo): IG XI. 4, 1050; I Χ. 1 2 , 191; XII. 5, 526; cf. FL ΑCELI£RΕ, pp. 202-4; Chiο: FιΑCειι£ κε, p. 229; G. DAUx, in "BCH" Suppl. IV, 1977, pp. 61 ss. (a Chio era stato pure concesso un voto nel concilio amfizionico, nonché l'isopolitia (243-2): SEG II, 258); Mileto (lh metà III sec.): G. KLAFFENBACH, "SPAW" 1937, pp. 155 ss., n. 20; Mitilene (217-12 ca.): cf. IG IX. 1 2 , 189 e 190, FLΑCΕLI£Rε, p.311; Magnesia sul Meandro (207-6): 1G IX. 1 2 , 4, 11. 16 ss., FLΑCΕLΙ£RΕ, p.311 (circa vent'anni prima la città aveva ottenuto il voto al Consiglio amfizionico: 1G IX. 1 2 , 4,11. 25-6, FLωeειι £κε, p. 230); Teo (204-3): IG IX. 1 2 , 192, FLΑCΕ LI£RΕ, p. 311; Eraclea sul Latri ottenne la cittadinanza da parte degli Etoli (forse nel 240-239?): IG I Χ. 1 2 . 173, ROBERT, "BCH" 1978, 478 ss.; Smirne ottenne la promantia (242-1): SGDI 2735, FLΑCειι £Rε, p. 237. Sin buoni rapporti degli Etoli con Pergamo dalla seconda metà del terzo secolo: FL ΑCΕLI£RΕ, p. 258; BENECKE, p. 22. Su Xanto: METZGER, in "RA" 1966, p. 108. 359 Sul significato e sul valore dell'asylia in età ellenistica (rinunzia al diritto di razziare), cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, p. 18. 351 BENECKE, pp. 16-17; FLΑCELI£RΕ, p. 312 e n. 5. 352 Cf. LAUNEY, o. c., pp. 176 ss.; BENECKE, pp. 33 ss.

88

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Dicearco e a Sc ορa 3s 3 . Timarco agiva dunque sia per iniziativa personale, sia ispirato dalla strategia politica degli Etoli - e del resto non è da escludere che le mire della Confederazione coincidessero con quelle del Gonata -. Tolemeo figlio e i Seleucídi

Timarco era tiranno quando Tolemeo defezionò, né sembra che quest'ultimo abbia comunque ostacolato l'instaurazione della tirannide. E' assai probabile che la rivolta sia avvenuta nel 259: nel 260 Mileto era ancora lagide, mentre nel 258 era già seleucidica; non ritengo però sia lecito dedurne che anche l'ammutinamento dei soldati traci e la morte del `figlio' ( C IV) spettino alla stessa data, o al 259/8, come ritengono í più 3s4 . La conquista di Sari da parte di Timarco (C V) non datata, ma forse spetta ad un momento molto vicino all'inizio della tirannide a Mileto, se si suppone 355 che Carmade, praefectus del Filadelfo, fosse lo Stadtkommandant di Mileto al momento del Putsch di Timarco. La scoperta dell'epigrafe di Labraunda Crampa, n. 3 (C X) ha rivoluzionato le nostre conoscenze sulla seconda siriaca, nonché sulla guerra fra Seleuco II e Antíoco Ierace (240-227). Si tratta di una lettera di Olimpico, stratego di Seleuco II, indirizzata a Milasa, nella quale si rendono note le disposizioni di Seleuco e dello stesso stratego circa la città (cf. infra, cap. V); Olimpico afferma che í legati milasii gli avevano fatto vedere ` χρηµατισ o]ì~ ς óιλ.λονς τε Κα ~~ τà l[ µ

353 Su Dicearco: WALBANK, Philip V of Macedon, Cambridge 1940, p. 110; su

Scopa al servizio di Tolemeo V: WILL II, Nancy 1967, pp. 94; 101; cf. LAUNEY, p.

181 (che fa di Timarco un avventuriero isolato); TREVES, Euforione, p. 83. 354 Cf. HAUSSOULLIER, Milet, p. 74; TARN, Antigonos Gonatas, p. 318; PICARD, Ephese, p. 643; MEYER, p. 81, n. 2. 355 BENOTSON, Strategie III, p. 177, n. 4.

89

L'EPOCA DI ANTIOCO 11

Παρà Σ~ΨρσΝoςΥραφ~Ντα πρ~ [ς Ι ~ µ] ~ ς κα~~Πτολεµ[α]ιου το~~ ~δελq ο~~βασιλ~ως ΠτολεΙ [µ]αιου,~ .οιως δ Ý κα~~τ~~ ~ντα 1 Ψ '~ j[µ] ~ν (scii. Olimpico)' µε rQ τα~τα Ο ΚονοµΟ (11.3 ss.). E' chiaro dunque che Tolemeo figli ο 356 e Sofrone operarono in momenti assai prossimi; considerando, inoltre, che la questione di Milasa fu trattata da Olimpico subito dopo Tolemeo, bisogna concludere, con J. Crampa, che Tolemeo figlio era vivo ancora all'epoca di Seleuco II e probabilmente all'epoca della guerra contro Antioco Ierace. Normalmente si 6, invece, ritenuto che il passo di Ateneo (C IV), dov'è narrata la morte del 'figlio', si riferisse ad epoca anteriore all'arrivo di Antioco II ad Efeso, (ritenuta lagide) ma di fronte all'evidenza del testo epigrafico bisogna cambiare opinione. D'altra parte, correttamente il Crampa 357 fa notare che in Ateneo Tolemeo figlio appare in una posizione di comando subordinato, non come ribelle indipendente: ~~τ~ν v ' Εψ~σω δ ~~πων φρουρ~ν; inoltre il passo è seguito immediatamente dal racconto della disavventura di Sofrone a Efeso. Non è detto neppure che la ribellione del 'figlio' sia avvenuta a Efeso: il prologo trogiano (C IV) afferma genericamente 'in Asia'. Nel corso della guerra fraterna sembra che Tolemeo figlio sia stato al fianco di Antioco Ierace 358 . Donde la probabile deduzione del Crampa che dopo la sua ribellione Tolemeo divenne un alto funzionario seleucidic ο 359 , forse un dignita-

356

Non 016 verosimilmente trattarsi di un'altra persona. Cf. pp. 97 ss. 0. C., ρ. 115.

CRAMPA,

La-

braunda III. 1, 357

infra, cap. V. Cf. p. 115. Un parallelo interessante potrà essere indicato nelle vicende del dignitario semi-indipendente Tolemeo, il quale fu gratificato da Antioco III con un ricco territorio nei pressi di Scitopoli (Palestina) in seguito al suo passaggio dalle fila lagidi a quelle seleucidiche. Su questo personaggio: Y. H. LANDAU, in "IEJ" 16, 1966, Pp. 54 Ss. 358

359

CRAMPA, pp. 118 ss.; cf.

90

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

rio in possesso di qualche territorio, ma non è detto che da Antioco gli venisse assegnata la sede di Efeso, come inclina a ritenere il Crampa; intorno al 246 operava a Efeso un altro dignitario: Sofrone, al quale successe poi lo stesso Tolemeo360 . Il Seíbert 361 non è incline ad ammettere che il `figlio' sia passato ai Seleucidi, anzi, suppone che in seguito si sia riconciliato con Tolemeo II o con l'Evergete. Ma questo unicamente in base al fatto che (ex hypothesi) il `figlio' operava in Asia `als Bruder des Königs'. Ma come altrimenti avrebbe potuto Olimpico menzionarlo nel 227 ca.? Dall'espressione si potrà ricavare, al p ~ù, che Seleuco II e Olimpico riconoscevano nel 227 ca. l'autorità dell'Evergete e non la combattevano, perché altrimenti il titolo regio sarebbe stato omesso. La morte del misterioso personaggio andrà dunque postdatata all'epoca della guerra fraterna 362 . Antioco 11 e Mileto

Al regime di Timarco pose fine Antioco II (C VII-VIII). La data precisa non è conosciuta, í moderni generalmente preferiscono íl 259/8, chi per la contemporanea scomparsa di Tolemeo figlio nelle menzioni papirologiche363, ch1364 seguendo questo ragionamento: poiché la lista degli eponimi milesii Rehm, Milet 123 inizia con la liberazione anti-

360 Cf. infra, cap. V. 361 In "GGA" 1974, pp. 206 Ss. 362 CRAMPA, p. 119. 363 HAUSSOULLIER, Milet, p. 7 4 . 364 REH', Mile', p. 304, n. 4; WILAMOWITZ, in "GGA" 176, 1914, p. 86 (= ΚΙ. Schr. V. 1, p. 441); DE SANCTIS, in "Atti Acc. Torino" 49, 1913-14, p. 1239; MEYER, p. 76; BENGTSON, Strategie III, p. 77, n. 4; HABICHT, in "GGA" 213, 1960, p. 150. Non si capisce in base a quale ragionamento il BERVE, Tyrannís, p. 426, dati la tirannide dell'Etolo agli anni 259-8, visto che sembra voglia rifarsi alla cronologia del REMI, Didyma II, p. 263.

L'EPOCA DI ANTIOCO II

91

gonide del 3131312 e termina con l'anno 260/259, anno in cui fu eponimo Apollo f. di Zeus, la lista successiva, Rehm, 124, avrebbe potuto iniziare ~ n modo analogo con la liberazione da parte di Antioco The ~s, ma la lapide contenente questa seconda lista è mutila nella parte superiore e inizia con il magistrato del 232/1 Euxiteo. Spazio probabilmente ve n'era per le due linee commemoranti la liberazione seleucidica. In questo caso bisognerebbe ritenere che la tirannide di Timarco fu di breve durata: neppure due anni. Tuttavia se l'argomento proposto dal Rehm ha indubbiamente buone probabilità, non lo si può dire certo. Lo stesso Rehm, nel 1958, lo abbandonò per seguirne un altro 365 indubbiamente peggiore: pensò che l'alleanza, presupposta dalle coniazioni menzionate nei testi Didyma 434-437, fosse quella fra Antioco II, Antigono Gonata, Rodi, cui avrebbe partecipato anche Timarco per almeno quattro anni. Questa ipotesi è stata infirmata dal Robert 366 ! 58 Per la liberazione di Mileto unico dato cronologico sicuro 154) è il terminus ante quem costituito dall'anno 254 (C I Χ) 367 Soltanto degli indizi ci riconducono al 258 (disimpegno d i Antioco II in Siria nel 259, inizio della lista degli eponimi milesii, eventualmente anche l'ordine degli avvenimenti in Trogo). Anche Samo passò allora in mano al Seleucide 368 . L'offensiva in Asia minore fu condotta dopo la conclusione delle ostilità ~n Siria (ca. 260-259). E' dunque probabile che

36s 3 66

Didyma II, p. 263. proposto con tutte le riserve d'uso.

In "Gnomon" 31, 1959, pp. 668-9; cf. HABICHT, in "GGA" 213, 1960, p. 150; cf. supra, cap. I, pp. 24-25, n.67. 367 Cosi BELOCH IV. 1, p. 599, n. 3: "Ptolemaeos' Tod and die Befreiung Mílets sind also spätens 254 erfolgt" Cf. BEVAN, Α History of Egypt, p. 70; MAGIE, p. 932, n. 26. 3 68 BELO t IV. 1, p. 599, n. 3, in base a I. v. Priene 37,11. 133 e 151. Ma si potrà far valere anche i l decreto di Sari per Bulagora, Pouilloux, Choix 3 = SEG 1,366.

92

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

allora, in seguito al colpo di Statu di Timarco, alla propria posizione personale indebolita, Tolemeo figlio abbia tradito la causa del padre e ben presto si sia posto sotto la sovranità di Antioco. Così potrebbe essere dunque riassunta la storia di questo complesso periodo: nel 259 Timarco si fece tiranno di Mileto, prese Samo e forse altre città costiere. Tolemeo figlio non poté, o forse non volle contrastarlo. Antioco passò, nel 258, in Asia minore; Tolemeo decise allora di ribellarsi all'autorità del Filadelfo con l'appoggio di Timarco. Si pose così sotto il patrocinio di Antioco il quale lo nominò suo dignitario e gli affidò dei territori. I democratici milesii fecero appello ad Antioco che, nel 258, liberò Mileto dalla tirannide di Timarco. Antioco ΙΙ liberatore della Caria Tra il 258 ca. e íl 254 Antioco II condusse una vasta offensiva nel Sud-Ovest anatolico: si affermò ad Efeso 369 , prese Samo370 e anche Mileto, dove liquidò la tirannide dell'etolo (C VIII, cf. VII), cosicché ritornarono l'eleuthe ria e la demokratia, e cosi Antioco ribadì í propositi della dinastia nei confronti delle poleis, propositi già parzialmente enunciati quando Antioco I Sotér per la prima volta passd in Asia minore (OGIS 219, cf. cap. III, p. 71). Si ripeteva la situazione del 281, quando Seleuco I liquidò il pesante regime di Lisimacο371 . Forse allora a Mileto fu eretto un portico ' Αντι~χειον 372 . Certamente l'offensiva non si fermò a Mileto; Tolemeo Filadelfo era stato arginato in Siria e ora era tenuto a bada dalla flotta rodia in Asia minore. Così Antioco Theós poté Cf. C. ΙΧ; coniazione del Theδs: SEYRIG, in "Rev. Num." 1963, p. 32. SEI I, 366, cf. supra, p. 91 e n 368. J7 Supra, cap. II, p. 65; sulla demokratia: MusTl, Lo Stato dei Seleucidi, pp. 139 Ss.; cf. MASTROCINQUE, L 'eleurheria, pp. 16-7. J2 REH', Mile', 145, 1. 29. 369 970

.

L'EPOCA D1 ANTIOCO II

93

agire indisturbato in Caria. Allora, probabilmente, estese la sua influenza su Magnesia 373 e Alabanda, se tosi può essere interpretata la presenza dei simboli di queste città nelle monete battute a suo nome 374 . Milasa pure accolse Antioco, se è esatta l'interpretazione di una moneta aurea proposta da W. Schwabacher 375 . Amyzon potrebbe essere passata sotto Antioco, ma questa è puramente un'ipotesi (cf. cap. V, p. 134. 8-

Nuove fondazioni seleucidiche. Antiochia dei Crisaorei

6

La città chiamata Antiochia dei Crisaorei è conosciuta principalmente da un testo dell'epoca di Antioco III, un decreto delfico in cui se ne riconosce la kathierosis e l'asy1ia 376 Vi sono inoltre testimonianze numismatiche 377 : cmii bronzei e argentei recanti al rovescio la scritta ΑΝΤΙΟ ΧΕωΝ. E' stato dimostrato in modo definitivo da M. Holleaux - e ribadito grazie a una nuova testimonianza epigrafica da L. Robert 378 - che Antiochia fu il nuovo nome di Alabanda 379 . .

373 Testimonianze numismatiche: NEWELL, W.S.M., pp. 285-9. POLVAEN. II. 27. 1 e 2 narra di Callicrate cirenaico che difese astutamente, anche se invano, l' ~κρα di Magnesia. II NIEss II, p. 134 e n. 5, nella scia del DROYSEN III. 1, p. 320, pensavi sia riferimento al periodo successivo alla liberazione di Mileto, ma giustamente il BELOCH IV. 2, p. 340, rileva che non sappiamo di quale Magnesia si tratti; n6 sembra che la città sul Meandro avesse alcuna cittadella. 374 Cisl BABELON, Les rois de Syrie, Paris 1890, p. LVI (che parla anche di Cnido). Cf. NIEsE II, p. 135, n. 7. Per Alabanda cf. infra. 375 In 'Gnomon" 33, 1961, pp. 11-4; cf. CRAMPA, Labraunda III. 1, p. 83. 376 HOLLEAUx, Etudes III, p. 141 ss. = OGIS 234.11 testo è databile frail 203 e il 201. Altri documenti (etnici del tipo di Χρυσαορε ì~ ς äπ' ' Αντιοχε ~ας) presso HOLLEAUX, pp. 146 ss.; L. ROBERT, in "BCH" Suppl I, 1973, pp. 448-66. 977 HEAD, ΗΝ2 , p. 607; BMCCaria, pp. 1-2. 378 O.M.S./, pp. 228-9. 379 Cf. STEPH. Bvz., s. v. Alabanda • π~λις Καρ~ας , ~~ronè ' Αντι~χεια.

94

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Ad Antioco III la communis ορinio 380 vuole però attribuire la rifondazione della città di Alabanda, che, presumibilmente, avrebbe conservato il nome di Antiochia per il periodo 197-190. Ma giustamente M. Ηοlleaux 381 lascia aperta la questione e non esclude che la città si sia chiamata Antiochia già prima di Antioco III. L. Robert 382 ha dimostrato che il fondatore fu Antioco II; ed una riprova pu ~~ essere forse trovata alla 1.22 del decreto delfico: `Antioco conserva ai cittadini di Antiochia la democrazia e la pace conformemente ai principi dei suoi progenitori'. lisa sul Meandro

Sull'attività di Antioco II come fondatore di città esistono altre testimonianze; qui cercherò di dimostrare che fondò lisa sul Meandro. La città non esisteva ancora nel 281 a.C., quando Seleuco ed Antioco concessero alla kome di Atimbria certi privilegi per il Plutonio (Welles, RC 9). Strabone (XIV.1.46) racconta che Atimbro, Atimbrado e Idrielo, venuti da Sparta, fondarono tre città che da loro presero il nome, ma un giorno, a causa della penuria di popolazione (cf. il caso di Miunte, cap. V), fecero sinecismo e fondarono lisa, la quale considerò Atimbro come archegeta. Di incerta interpretazione è Steph. Byz., s.v. ' Αντι~ χεια, la nostra fonte principale sulla nascita di lisa; qui si

HI 2 , L C.; MEYER, p. 128; TSCHERIKOWER, Kulturgeschichte des Hellenismus I, München 1967, p. 707; A. Η. M. 101Es, The Greek City, rist. Oxford 1971, p. 15.

380 Cf. CouvE, o. c., p. 245; Städtegründungen, p. 28; C.

HEAD,

SCHNEIDER,

O. e., p. 147. In "BCH" Suppl. 1, 1973, pp. 458 ss., in base a testimonianze prosopografiche fornite dall'epigrafia delia. P.460: "le même Artémid δros fils de Ményllos (....) vers 276-274 est Alabandien. Vers 260-250 íl est Antiochéen". Cf. anche R.L. POUNDER, in "Hesperia" 49, 1978, p. 54. 381

382

L'EPOCA DI ANTIOCO II

95

dice che ad Antioco figlio di Seleuco apparvero in sogno tre donne e ciascuna gli diceva di fondare una città in Caria. Sarebbero dunque in causa due sovrani: Antioco I figlio del likator e Antioco ΙΙI figlio del Callinico; generalmente i moderni hanno indicato nel primo il fondatore di lisa 383 ma questo resta da vedere. Stefano bizantino continua dicendo che Antioco interpretò le tre donne del sogno essere sua madre, sua moglie e sua sorella, e fondò quindi tre città: dalla sorella Laodice, Laodicea, dalla moglie lisa, lisa, dalla madre Antiochis, Antiochia 384 . Ora, non conosciamo nessuna parente di Antioco I S οtér che portasse uno di questi tre nomi! La madre era Apame, la moglie Stratonice, le figlie Apame e Fila 385 . Di Antioco III conosciamo una figlia Antiοchis 386 e una sorella dello stesso nome 387 , mentre la moglie si chiamava Laodice 388 . Ma il problema si complica se vogliamo prendere in considerazione anche le altre due fondazioni del medesimo sovrano: Antiochis di Caria da identificare con Antiochis dei Crisaorei, fondata da Antioco II, mentre Laodicea non può essere che quella sul Lico, ai confini della Caria. Ma anche la fondazione di Laodicea è da attribuirsi ad Antioco I1389. Plinio (N.h. V.29.105) ne rende noto il nome antico: Diospolis; Eustazio (In Dionys. Per. 915) ne assegna la fondazione al The ~s; lo

383 W. Voi D'EST, Nysa ad Maeandrum, "Jahrb. deut. arch. Inst.", Ergänzungsheft 10, 1913, p. 7; ΒΟΥCΗ~ -LECLERCQ, !list. Sel. I, p. 73; ROSTOIZEFF, in CA" VII, p. 180; W. RUGE, in RE., s. v. lysa, cc. 1631 Ss.; WELLES, RC, p. 56; TSCHERIKOWER, Städtegründungen, p. 27; MAGIE, p. 990; LAUMONIER, Les cultes indigenes en Carie, Paris 1958, p. 506; HABICHT, Gottmenschentum, p. 106. 1 ~ Ó STEFANO aggiunge che Antiochis fu il nome della madre, l'etnico di una città e il nome di una tribù. Simile racconto in EUSTAT.. Comm. in Dion. Per. 918. 385 Cf. SEIBERT, Dynast. Verbindungen, pp. 50 ss.; WILL I, p. 245. 386 SEIBERT, oc., pp. 64 e 113 ss. 387 0. c., pp. 62 ss. 388 0. c., p.60 e 118. 384 Cf. TSCHERIKOWER, o. c., p. 31. HABICHT, oc., p. 106 (prima del 254).

96

LA CARIA E LA IillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

stesso Stefano di Bisanzio (s.v. Λαοδ ~κεια n. 2): ' Αντι~χου κτ~σµα Το ~~παιδ~ ς τ~ ς Στρατον ~Κης. τ y~ρ γνναικì, αYΤov δνο.α Λαοδ~κη. II cerchio dunque si stringe intorno ad Antioco II e cominciano ad apparire evidenti gli errori nei quali è incorso Stefano di Bisanzio. Prima afferma che Laodicea prese il nome dalla sorella del re, poi che lo prese dalla moglie. Questo è comprensibile conoscendosi l'uso delle cancellerie dei Seleucidi, i quali, al pari dei Lagidi, davano alla regina l'attributo di ~δελφ~ 390 . Questo ha tratto in errore anche Polieno (VIII. 50), íl quale chiama la stessa Ladoice I ó Μoπ~Τριoς áδελφ~~di Antioco II, mentre ne era moglie e lontana parente 391 ; quindi niente di strano se anche Stefano la chiama `sorella'. Questo fatto però lo deve aver indotto (o indusse la sua fonte) a scambiare anche í legami di parentela con le altre due donne: lisa è sconosciuta, ma non era certo la moglie, poteva, eventualmente, essere una figlia; Antiochis era invece il nome di una sua cugina, nipote di Seleuco I392. Tuttavia sarei propenso a credere che Antioco abbia dato il proprio nome alla città, e non quello di una parente. L'aneddoto riportato da Stefano contiene dunque principalmente due errori: Antioco è figlio di Antioco, non di Seleuco e Laodice è moglie del re, non sua sorella. Quanto ad Alicarnasso, è preferibile pensare che sia rimasta fedele al Filadelfo, se è vero che ancora nel 257 era tοlemaica 393 . Altrettanto vale per Cauno e per lindo, lagidi

399 WELLES, RC, p. 158. Il fatto è testimoniato ampiamente per Laodice III, moglie di Antioco III: WELLES, RC 36,1. 2; P. HERRMANN, in "Anadolu" 9, 1965

(1967), p. 35,11.36,46; p.37,1. 11; p.39,11.64,71; p. 40,1. 107; cf. G. PUGLIESE in "ASAA" N. S. 29-30, 1967-68, p 445 ss., n. 2. I, 1. 4. 39 ' Cf. F. W. WALBANK, A hist. Commentary on Polyó. I, Oxford 1957, p. 501. 392 STRAB. XIII. 4. 2. Cf. SEIBERT, O. c., pp. 54-5; WALBANK, 1. C. 393 Pap. Cairo Zen. 59015 verso, 59018, 59036; Pap. Lond. 1930, che ricordano íl gazophylax del Filadelfo Stratone. Cf. BAGNALL, The Administration of the Ptolem. Possessions, pp. 85 e 95. CARRATELLI,

L'EPOCA D1 ANTIOCO II

97

ancora nel 197 394 , per Cnid ο 395 e per Calinda, che nel 248/7 obbediva ancora ad uno stratego lagide, Motes 396 . 39 Fonti C. La guerra rodo-egiziana -

Cronaca di Lindo 37 (FGH 532). [~ ] ∆á µος ασπ ~δα Κατσ [χρησµ ~ν] nρ oσαµαιΝοντα,~τι ~~ νατε $ εισας ται ' Α ~ναι ~ σε~ται λ~ σις το~~Τ~κα ~νεΙστακ ~τoς nοτι ΙΙτολεµαον re m

Φιλ~ δε λ φο~~πολ~ µο ~.

Frontinus III.9.1O. Antioco prese Efeso con l'aiuto dei Rodî. Polyaen. 1.18: ' Ρ~ διοι ßασιλε~~ ΠτολεµαιιρnoλεΜΟ~ΝΤες περι "Εφεσον ~ σαν· Χρεµων ~ δης Πτολεµα ~ο~~ να~ αρχος ~ν~ χ~η ναυ λαχ~ σων, ' Αyα&~στρατος ` Ροδ ~ους εξ~ γε ~Πι µ ~αν να~ν και φανερ~ ς γεν~~λενο τοις ~n ι Πλ~ ονσι µετ ~ στρεψε µετω nΗδ~Ν και χρ ~νον ~n ισχ~Ν ß ρα χÙν ~νεχ~ ρησεν επι τ~i α~τ~ν ~ρ.oν. il πολ~ µιοινοµ ~σαντες ~τι µ ~~f αρρο~ σι διαΝαυµαχειν, α ~τσ~~ n αιωνι σαντες ε λιµ ~να ~ nαν~ εσcν. ' Αγα ~στρατος ~n ιστρ ~ Ψας Και τ~~ ναντικδν Πνκν ~ σας ~π '~ µφοτ É ρων τ ~ν Κε ρ~των ~ n~ nλευσε το~ ς Π oλεµι oις ~ xßαινoυσι περ~~ τ~~τ~ ς ' Αφροδ ~της τ ~ µενος κα ~~ ~n ροσδοκ~ τως n ροσn εσων 6v4κησεν. Teles Megarensis, De exilio, p. 23 Hensez: Λνκ~νος ~κε~νος ο ν παρ '~ µ ~ν ~ φρο~ ρει φυγ à ς ~ν ~κ τ~ ς ' Ιταλ~ ας

344 Liv. XXXIII. 20. 12 (Cauno, lindo e Alicarnasso). Cauno fu allora venduta dagli strateghi lagidi aí Rodi: POL. XXX. 31. 6. ~95 Considerato che proprio nel 257 un cnidio progettava di costruire un Serapeo in una città dipendente da Tolemeo: Pap. Cairo Zen. 59034, 11. 12-5. Cf. Huss, Ptolemaios 1V, p. 195; BAGNALL, p. 98. Sul demotico Ptolemaieus a Cnido: G. E.

BEAN, in "JHS" 73, 1953, pp. 21 e 26-7. 396 Pap. Zen. 59341 = B XVII b. Cf. BENGTSON, Strat. III,

pp. 99-100.

pp. 176-7; BAGNALL,

98

I.A CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

πιστευ ~ µενος παρ ' ' Αντιγ~νω, κα~~ τ~~προσταττ~ µενον εποιο~ µεν Λυχ ~ νω ηµε ~ ς ~ν τ~~~ δ ~ α µ ~ νοντες; 'Ιπποµ ~ δων δ Λακεδαιµ ~νιος δ νυν ~ π~~Ορ ~κης κα$ εσταµ ~νος ~ π0 Πτο λεµα ~ ου; Χρεµων ~ δης κα~~Γλα~ κων ο ~~ ' Αθηνα~ οι ο~~π~ ρεδροι κα~~σ~ µβουλοι;~να µ ~~τ~~παλαι~~ΣΟΙ λ ~γω, ~ λλ~~ τ~~κανθ 'ηµ ~ ς κα~~ τ~~τελεντα~ον ουκ ~π~~στ ~λου τηλικο ~ τον ~ξαπεστ~λη κα~~ χρηµ ~~ ~ των τοσο ~ τον πιστευ ~ µενος κα τ~ν ~ ξουσ~αν ~ χων ~ ς βο~ λοιτο χρ~ σ$ αι; XV) Myron Prienensis, FGH 106, fr. 6: amicus meus fuit Chremonides (...), et pro salute eius quaecumque potui feci. Sed posteaquam maior vis legis nostrum auxilium ab illius periculo removit, calamitatis αι luctus eius particeps eram, nam optulandi facultas omnis erepta jar fuerat. Gli anni 259-253 ca. videro per la prima volta le fortune tolemaiche seriamente in crisi nelle regioni d'Asia minore. Alla defezione del 'figlio' si accompagnò la guerra con Rodi. Personaggi chiave di questa guerra sembra siano stati Cremonide, l'ateniese che aveva capitanato la resistenza ellenica ad Antigono Gonata (guerra cremonidea) e che dopo la sconfitta riparb presso Tolemeo II, e il rodio Αgat οstτato 39, La testimonianza di Frontino (C XII) non si riferisce, come unanimemente si è finora ritenuto, alla guerra rodoegiziana, per il fatto che Antioco II non perse mai il controllo su Efeso e quindi non la `riconquisto' mai 398 . La battaglia di Efeso (C XIII) è uno fra gli avvenimenti che più hanno dato filo da torcere agli storici. Le opinioni principali sono due: datarla alla seconda siri αca 399 , oppure alla terza

Su Agatostrato cf. anche SIG3 455; cf. BELOCH IV. 1, p. 597, n. 4. Così, giustamente, J. SEIBERT, Die Schlacht bei Ephesos, in "Historia" 25, 1976, pp. 47 e 59. Cf. in fr a, cap. V, p.I 18. 399 Così, NIESE 1I, pp. 134-5; WILHELM, in "Jahresh. öst. Isst." 8, 1905, pp. 1-5; Pozzi, in "Mem. Ace. Torino" 63, 1913, pp. 346-7; KOLBE, in "GGA" 178, 1916, 397

398

L'EPOCA DI ANTIOCO II

99

siriaca (246-241) 400 . L'analisi di Ο. Musso 401 porterebbe invece a datarla agli anni della guerra fraterna (dopo il 241). I motivi in favore della datazione alta (259-253 ca.) sono seguenti: a) la guerra rodo-egiziana avvenne al tempo del Filadelfo (cronaca lindia); b) nella lista dei sacerdoti rodi manca i l sacerdozio di Tolemeo II, mentre è attestato quello di Tolemeo III 402 . Vi si opporrebbe invece il fatto che i Rodi abbiano fatto voto alla sola Atena, i l che ci ricondurrebbe agli anni 283-273, dopo i quali erano normali le dediche ad Atena e a Zeus Ροlieus 403 . Inducono alla datazione bassa (246-240 ca.) i seguenti motivi: a) il brano di Telete attesta che all'epoca d i Tolemeo III, quando Ippomedonte era stratego in Tracia (non prima del 240 4°4 ) Cremonide era ancora in auge ed era a capo di una fl otta con ampi mezzi a disposizione; b) Mirone rende noto che Cremonide cadde in disgrazia, forse presso lo stesso Tolemeo III, alla cui corte s i

pp. 468 ss.; MEyER, p.91, n. 2; BELOCH IV. 1, p. 597, n. 4; BEVAN, A History of Egypt, p. 68 (il quale presume che i Rodi fossero alleati dei Macedoni); FELLIANI, Antigonos Gonatas, p. 86; BIKERMAN, Sur les batailles, p. 381; MOMIGLIANO, in "CO" 44, 1950, p. 113; MANNI, in "Athenaeum" N. S. 34, 1956, p. 256, n. 3; FRASER, in "Gnomon" 28, 1956, pp. 584-5; WILL I, pp. 209-11; Rizzi, Studi, p. 151. Ulteriore bibliografia presso SEIBERT, o. c., pp. 57-8 (che si pronuncia perla seconda siríaca). 400 Cosi IJEBUHR, Kl. Schriften I, pp. 454 ss.; DROYSEN, III. 1, pp. 405 ss.; WILAM0wIrz, Antigonos von Karystos, p. 302; KIRCHNER, in RE. III. 2, c. 2446; DE SANCπΙs, Scritti min. I, p. 378; ΒO ΥCΗ -LΕCLERCQ, His/. Sél. I, p. 103; 'list. Lag. I, pp. 255-6; VAN GELDER, Gesch. alt. Rhod., p. 110; FERGUSON, in "JHS" 30, 1910, pp. 199 ss.; PICARO, Ephése, p.644, n. 6; TARN, A. G. , p. 378; LAUNEV I, pp. 148-9; e recentemente P. TREVES, Eu forione eta storia ellenistica, Milano-Napoli 1955, pp. 124-130; F. SARTORI, L'ateniese Cremonide alla corte dei Tolemei, in Ricerche stir, ed econ. in rem. di C. Barbagallo I, 1970, pp. 453 ss. 40, In "PP" 18, 1963, pp. 129-131. 402 M. SEGRE, in "Bull. Soc. Arch. Alex." 34, 1941, pp. 29 ss.; cf. P. M. FRASER, in "PP" 24, 1952, p. 202, nn. 1 e 2 e in "Gnomon" 28, 1956, p. 585. 403 CHR. BLINKENBERG, Inscriptions de Lindos II. 1, 1914, p. 179; cf. SEIBERT, Die Schlacht bei Ephesus, p. 51. 404 BELOCH IV. 2, p. 346; BENGTSON, Strat. III, pp. 178 ss.; WILL I, p. 232.

Ι

il

LA CARIA E LA IillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

trovava come esule. Ma qui ha ragione il Musso quando sostiene che la datazione bassa ci conduce a dopo i1240, ma, anche se nessuno finora lo ha ammesso, questo ci riconduce alla guerra fraterna, non alla terza siriaca. Tuttavia l'argomento b), basato su Mirone, non ha forza se non in connessione con quello a): se la disgrazia di Cremonide non fosse legata al comando della flotta di cui parla Telete (e dunque alla battaglia di Efeso), sarebbe possibile riferirla all'esilio da Atene 405 . Ma un'analisi obiettiva del passo di Telete, quale quella del Seibert 406 mette in luce che a) non vi è riferimento a Cremonide quando si menziona il comando della fl ott a , ma a suo fratello Glaucone il quale esercitò in Egitto altre importanti funzioni 4Ò7 ; b) non è certo che stolos significhi flotta da guerra, ma potrebbe anche indicare un esercito o una delegazione diplomatica. E' stato notato inoltre 408 che la battaglia di Efeso non fu probabilmente un avvenimento di notevole importanza, e dunque non fu tale da rimuovere Cremonide dall'ufficio di π~ ρεδρος κα i σ~ µι βουλος di Tolemeo. Caduto dunque l'argomento-chiave costituito dal riferimento di Telete a Cremonide preposto ad una flotta, non resta che collegare il passo di Polieno con la cronaca lindia. Ma anche cosi rimane υ n'incertezza circa la datazione della guerra rodo-egiziana e della battaglia di Efeso: la cronaca lindia rinvia al 283-273, mentre Polieno rinvia a dopo il 261409. Si danno dunque tre possibilità: a) í Rodi iniziarono la guerra e fecero voto ad Atena prima del

Come aveva proposto i l FRASER, in "Gnomon" 28, 1956, p. 585. 4" 0. c., pp. 52-54. 407 Si veda anche J. POUILLOIJX. in Hommages d Cl. Préaux, Bruxelles 1975, pp. 376 ss. 408 FERGUSON, in "JHS" 29, 1909, p. 204; SARTORI, O. c., p. 453; SEIBERT, O. c., p. 57. 409 Dopo l'esilio di Cremonide, che si rifugiò presso Tolemeo II nel 263/2 o nel 261. Cf. HEINEN, Untersuch., pp. 182 Ss.; SARTORI, p. 448. 4°5

L'EPOCA DI ANTIOCO II

101

273, ma le ostilità si conclusero soltanto fra il 261 e il 246 (morte di Tolemeo II); b) oppure, in via eccezionale, i Rodi fecero voto alla sola Atena negli anni 261-246 e fra il 259 e ~ l 246 vinsero Cremonide presso Efeso; c) una terza poss ~bilità rimane: gli avvenimenti spettano al 283-273 (come sostenne il Blinkenberg), ad anni cioè in cui Cremonide era legato al Filadelfo, già prima della guerra cremonidea. L'ipotesi a) sembra però molto inverosimile perché comporterebbe una guerra durata circa quindici anni. Confesso che sono alquanto incerto fra le altre due possibilità perché ambedue si conciliano con una fonte a scapito dell'altra, tuttavia forse la b) è preferibile alla c) perché non è attestato altrimenti un legame fra Cremonide e Tolemeo, e tantomeno un'attività del primo al servizio dcl secondo prima della guerra cremonidea. Concordo in parte con J. Seibert quando ritiene che il conflitto rodo-egiziano non ebbe nulla a che fare con le guerre di Siria. Il passo di Frontino infatti si riferisce ad un altro contesto, e inoltre la battaglia di Efeso non vide impegnato Antioco e si svolse a Sud della città, che era in mano al Seleucide (Antioco 1 o II che fosse). Il Seibert 410 data quindi la battaglia fra il 253/2 e íl 246. Dal passo di Polieno si ricava che Cremonide controllava non i l porto d ι Efeso, ma íl cosiddetto Panormo, un po' a Sud della città 411 , ad Efeso, del resto, non si venerava Afrodite, bensì Artemide e presso il porto vi era, caso mai, un tempio di Serapide 412 . Tuttavia lecito chiedersi perche un ammiraglio di Tolemeo 11 controllasse un porto attiguo a Efeso seleucidica. L'aveva forse preso nel corso di operazioni anti-rodie? Lo escluderei. La guerra rodo-egiziana si svolse probabilmente negli stessi

4100. c., p. 61. Cf. SEIBERT, ο. c., p. 49. 412 Cf. W. ALZINGER, Die Ruinen von Ephesus, Berlin-Wien 1972, pp. 27 e 29. 411

1 02

LA CARIA E LA IONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

anni della seconda siriaca (o in anni assai prossimi), dunque non rimane valida la vecchia ipotesi di una collaborazione rodo-seleucidica contro Tolemeo? Anche senza pensare che gli Isolani e Antioco fossero alleati, resta che Tolemeo combatteva contro entrambi. M i sembra possibile perciò proporre la seguente ricostruzione degli avvenimenti. Nel 260, in seguito alla morte di Antioco, il Filadelfo si impadronì, oltre che di Samo, anche del Panormo nel tentativo di prendere anche Efeso. Oppure il Panormo cadde nelle sue mani nel 259 circa, quando, per reagire alla politica di Timarco e di Tolemeo figlio, inviò Cremonide ad assalire le basi della Ionía che gli sfuggivano. I Rodi entrarono in guerra con il Filadelfo e nel corso delle operazioni attaccarono la flotta di Cremonide 413 sul quale riportarono una vittoria sulla sponda del Panormo. E' verosimile che Cremonide tenesse questo porto - una punta avanzata nei territori seleucidici al tempo della seconda siriaca, prima del 255-253 414 dunque, ma non dopo, certamente. La battaglia presso Efeso e la guerra rodo-egiziana saranno quindi databili circa agli anni 259-253. La Perea rodia

Proporrei di riferire a questo contesto storico anche l'acquisizione della Perea da parte dei Rodi. Sono conosciute parecchie epigrafi delle cittadine di questa penisola 415 , ma nessuna offre qualche dato cronologico utile, mentre le fonti letterarie non ci sono d'aiuto. 4"3 Polieno indica che i Rodi stavano attaccando Cremonide e non viceversa, come sosteneva il BELOCI-I IV. 1, p. 597, n. 4. Così giustamente CRAMPA, Labraunda I ΙΙ. 1, p. 117; SEIBERT, o. c., pp. 48-9, sull'esempio del VAN GELDER, del ΒΟΥ C Η ~ -LECLERCO e del POZZI. 414 Periodo nel corso del quale fu raggiunta la pace, cf. WILL I, p. 213. 415 Si veda la raccolta apprestata da FRASER -BEAN, The Rhodian Peraea, pp. 1-50. Circa la città di Daidala, a est di Cauno, cf. Huss, o. c., p. 194.

L'EPOCA DI λντιο Cο 11

103

La Perea era stata incorporata da Rodi già in epoca anteriore al sinecismo fra Lindo, Ialiso e Camiro - sinecismo da cui ebbe origine Rodi nel 408 a.C. -; le sue cittadine compartecipavano alla ripartizione tribale delle tre comunità rode. Non sappiamo quando Rodi dovette abbandonare la Perea, forse gli Ateniesi al tempo del primo impero ne dichiararono indipendenti le città 416 , forse non la perse mai del tutto e la sua in fl uenza non s i spense nei secoli. Fraser e Bean giudicavano probabile che i Rodi si fossero reinsediati nella Perea nel periodo precedente la battaglia di Curupedion e forse dopo Ips ο417 , ma i loro argomenti non sembrano convincenti418 . Il momento del conflitto rodo-egiziano è probabilmente quello in cui gli isolani misero piede in Caria ed attaccarono le posizioni lagidi; s i limitarono a scalzare l'influenza di Tolemeo II dalla Perea per ristabilirvi gli antichi legami con le cittadine loro amiche e 'parenti'. La Caria tra i Lagidi e i Seleucidi

All'inizio della seconda siriaca la Caria era divisa tra le due zone d'influenza seleucidica - Bargilia, Stratonicea, e forse altri territori più a Nord - e lagide - Mileto, Efeso, Samo, le città costiere, la Perea rodia, l'entroterra cario meridionale -. L'offensiva rodo-seleucidica del 258 ca. ristabilì il controllo seleucidico su Efeso, Sari, Mileto e sulla

Su questi problemi: FRASER-BEAN, pp. 94-98. Questo dovrebbe essere scontato perché durante l'assedio di Rodi Demetrio controllava le coste carie e la Perea. 418 Pp. 100-101. "A date for the acquisition of this territory later than the battle of Corupedion seems less likely than one before it, since after that battle central Caria was continuously under control of one or other of the Hellenistic kings, and Rhodes, even had she been so inclined, is not likely to have tried to force the issue with a powerful neighbour". I due autori propongono l'epoca precedente e prossima al 286 come la pull probabile, perché allora si era verificato in Caria una sorta di "vuoto di potere ". 416

417

104

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Caria settentrionale tra il Meandro e le regioni situate alla latitudine di Bargilia. Alicarnasso, lindo, Cauno, Cnido e forse qualche altra base costiera meridionale rimasero lagidi, mentre la Perea fu riportata sotto la sovranità rodia. Le vicende di questo periodo ci mostrano come la Caria fosse una regione in cui le potenze ellenistiche facilmente potevano penetrare e stabilire i l loro predominio; inoltre sembra che potessero attestarsi anche in alcune località indipendentemente - o in contrasto - dalle condizioni politiche delle regioni circostanti. Questo per la natura montuosa della Caria, per la conformazione frastagliata delle coste, ricche di insenature e di approdi, nonché per il modo in cui veniva affermato i l dominio dei sovrani all'interno del paese: quello lagide in ispecie fu forse basato sull'organizzazione burocratica e sulle tassazioni putti che sulla presenza di presidi 419

419 Il dominio lagide agiva con mano pesante in fatto di tasse e dogane. Cf., per. es . OGIS 55 per Telmesso di Licia; CRAMPA, Labraunda III. 2, nfl. 43-44 per Labraunda-Milasa... Mc SHADE, The Foreign Policy of the Attalids, p. 34, n. 14; CRAMPA, o. c., p. 52 e n. 19.

105

L'EPOCA DI ANTIOCO 11

o

~ U

ο6

i

~~

νι

~~

É=F

Q

®

~

EFESO

α

CO

Οι

ο 00

N

2

N

ι0

Ν

N

O U

O

Ο

Ó

~~

w)

Q

R

~~ /

V Ν

Φ

U

U

ιU Λ

Q

Ο

ν

.

Ο q

d C•

Ou

~ υ

F

Q

U ~

α

Ο



,-ι Οι

ι0

N

N N

Ν

Φ

'.0

MAGNESIAS.M.

Ι

I PRIENE

N

O

O

O

~~ ΓΛ

O

Ο

U

/

Q

Q ~~ .ι

Φ

N

ι0 Ν

\ φ

eΓ Ν

106

LA CARTA E LA TONTA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

281

}

280

Seleuco I

ALABANDA

BARGILIA

MILETO

280

280

Tolomeo II

Tolomeo II Tolomeo II

2'74-1

274-1

Antioco I?

Antioco I 259 258 ca.

Tímarco

246

274-1

Ì

280

CAUNO E ALICARNASSO 280

Tolomeo II Tolomeo II

Fondazione Antioco 1

(

(

Tolomeo II

258 ca.

261

Rodi

Antioco II

246

Antioco II 246

PERSA RODIA

STRATONICEA 280

dei Cris.

Antioco II

Antioco II 246

Antíochia

258 ca.

261

246

(sino ad epoca rom.)

246

1

C AP. V

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE (246-226)

46

La crisi di successione. La guerra laodicea Antioco II morì ad Efeso nel 246 420 dopo aver designato come successore Seleuco II, il figlio di Laodice. Probabilmente Antioco fu assassinato, forse ad opera della moglie 421 . Seleuco però fu riconosciuto soltanto in Asia minore, mentre da Antiochia Berenice, la seconda moglie di Antioco II faceva appello al fratello, Tolemeo III Evergete. Mileto e Smirne rimasero fedeli a Seleuco, il quale inviò successivamente a Mileto una lettera per rinsaldare i vincoli di amicizia e a Smirne concesse la libertà 422 . Tolemeo III occupò la Siria quando Seleuco II si trovava ancora in Asia minore. Giunto ad Antiochia, venne però a conoscenza dell'assassinio di Berenice e del suo figlioletto 423 . Fonte principale per questa fase della terza guerra siriaca (o guerra laodicea) è il papiro di Gourob 424 , dove, fra l'altro, ,

420 EUSEB, Chron. I, ρ. 251 Schiene; EusEBII data l'inizio del regno di Seleuco II all'Olimpiade CXXXII113 = 246/5. La notizia della morte di Antioco II arrivò in Babilonia nell'agosto del 246: A. J. SACHS e D. J. WISEMAN, in 'Iraq" 16, 1954, pp. 202 ss. = Ancient Near Eastern Texts... (a cura di J. B. PRITCHARD), Princeton 1969 3 , p. 567. Nel gennaio del 246 scomparve pure Tolemeo Filadelfo.

APP., Syr. 65; ATHEN. XIII. 593 c-d; HIERIN, In Dan. XI. 6. Mileto: OGIS 227 = WELLES, RC 22 = REMI, Didyrna II, 493; cf. HAUSSIULLIER, Milet, p. 114e SEIBERT, in "GGA" 1974, p. 211 s. Smirne: OGIS 228 e 229. Sulla crisi di successione, per tutti, WILL I, pp. 221-222. 423 JUSTIN. XXVII. 1. 7. Cf. WILL I, p. 223. 424 FGH 160. Sul quale restano fondamentali due scritti di M. HILLEAUX, Etudes III, pp. 296 ss. 421

422

108

245241

LA CARIA Ε LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

si narra come si riuscì ad impedire che, per volere del satrapo di Cilicia Aribazo, un tesoro di 1.500 talenti fosse trasportato ad Efeso per sostenere la causa di Laodice. Questo c i permette di indurre che Efeso era allora fedele a Laodice e a Seleuco II. Tolemeo fu riconosciuto i n Siria, Mesopotamia e Iran 425 . Seleuco tuttavia riorganizzò le sue forze e passò in Síria 426 quando già Tolemeo era tornato, per ragioni di politica interna427 , in Egitto. Nel luglio del 245 Seleuco già era riconosciuto a Babilon ~a428 e ben presto iniziò l'offensiva contro il sovrano d'Egitto, ma rimase sconfitto 429 e indugiò per qualche tempo ad Antiochia. Ricorse all'aiuto del fratello Antioco, ma sembra che questi glielo abbia fatto pesare: in seguito ad uno scambio di lettere riuscì a farsi riconoscere coreggente e, praticamente, sovrano dell'Asia minore cistaurica. Così Tolemeo s i trovò di fronte i due fratelli coalizzati contro di lui e decise perciò di far pace (241) 430 .

425 Cf. oltre al papiro di Gourob, OGIS 54; APP., Syr. 65; POLVAEN. VIII. 50; JUSTIN. XXVII. 1-8; HIERIN., in Dan. XI. 7-9. WILL I, p. 224. 426 OGIS 229, 11. 2e 13; queste due menzioni del passaggio e della presenza di Seleuco in Seleukis hanno dato vita all'ipotesi di due spedizioni. Tuttavia HAUS SOULLIER, Mí[et pp. 118-9, giustamente respinse questa congettura che risaliva al DROYSEN. BELOCH IV. 2, p. 542, rimane invece su posizioni droyseniane. 427 JUSTIN. XX VII. 1. 9; HIERIN., 1. c. 426 A. T. CLAY, Legal documents from Erech dated in the Sleucid era (= Babilonian records in the library of J. P,ierροnt Morgan, II, 1913), p. 13, nr. 17. 629 JUSTIN. XXVII. 2. 4-5; EUSEB., I. c., con i l commento di F. P. RIZZI, Studi, pp. 121-2. Troppo bassa la datazione proposta per questo avvenimento dal BELOCH IV. 2, p. 540: "al piO presto nell'estate del 242" Essa male si accorda con il testo di Giustino e non considera che tra la sconfitta di Seleuco e la pace del 241 intercorrono i l carteggio fra i due fratelli nonché le trattative fra essi e Tolemeo. 430 JUSTIN. XXVII. 2. 6-9. Cf. WILL I, p. 227. ,

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

109

AYLIlOCO IQYQCß

Tuttavia è impossibile che un ragazzo d ~~ quattordici anni (Justin.) abbia preso una tale iniziativa ed abbia manifestato già allora tanta ambizione da meritarsi il soprannome di Hierax, falco, a causa della sua grandissima rapacità (questa l'interpretazione di Giustino 431 ). A muovere le fila dietro Ierace v'era qualcun altro: Laodice, il fratello di lei Alessandro, governatore generale seleucidico residente a Sardi 432 , oppure lo stesso Evergete. Generalmente si ritiene che Laodice, relegata in una posizione di secondo piano dai successi di Seleuco, prese a favorire l'ascesa dello Ie τace 433 ; ma questa ipotesi poggia su congetture piuttosto fragili: 1) le fonti tacciono sul ruolo della regina 434 ; 2) fu lei a far eleggere Seleuco alla morte di Antioco; 3) Seleuco non l'aveva affatto oscurata con i suoi insuccessi - perché di successi non sempre il caso di parlare -: aveva perduto la flotta (Justin. ΧΧ VII.2.1) ed era rimasto sconfitto da Tolemeo. Il vero fautore della causa di Antioco Ierace sembra essere stato Alessandro, come si inferisce dal testo d ~~ Eusebio, che risale a Porfiriο 435 . Un'ingerenza di Tolemeo III potrebbe esser ammessa, ma con delle riserve, perché proprio dall'alleanza tra í due fratelli fu bloccato nelle sue mire aggressive in

431 Essa è accetttata dai moderni, dal DROYSEN al WILL. 632 Sul quale, BENGTSON, Strategie III, pp. 99 ss.; WILL I, p. 222. 433 Cf. BELOCH IV. 1, p. 679; BENGTSON, Griech. Gesch. 3 , p. 399; WILL I, p. 227. 434 Soltanto presso PLUT., De fiat. amore 489 a-b, P ricordata Laodice a fianco di Antioco Ierace, ma questo passo si riferisce all'epoca della battaglia di Ancira, 239 ca.; inoltre l'espressione è xmì τ~ν µητ ~ρα συλλαµβ~ νουσαν εiχεv, dove il συλλαµβ ~ νoυσαν potrebbe indicare che prima la regina non parteggiava per Antioco e solo allora il figlio potè schierarla dalla sua parte. 435 PORPH., FGH 260, fr. 32. 8 (= ΕΥSΕs. I, p. 251 Schiene) dove al posto di Alexandri a si dovrà leggere, senza dubbio, Alexandrum; cf. BELOCH IV. 1, p. 679, n. 1.

110

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Siria 436 . Un decreto di Xanto del 242 menziona però richieste di aiuti ai re Antioco e Tolemeo da parte di Kvteni οn 437 . Le operazioni in Asia minore. Telmesso e Smirne Due fonti epigrafiche ci informano che nel periodo precedente la pace dei 241 si combatté anche in Asia minore. Un testo di Telmesso in Licia (OGIS 55), datato al febbraio del 240, dice che Tolemeo III aveva da poco concesso il governo della città a Tolemeo figlio di Lisimac ο438 . Telmesso all'inizio del 240 era profondamente prostrata in seguito agli eventi bellici 439 . Parimenti, il decreto di Smirne OGIS 229, alle 11.2 ss., ricorda che si era combattuto in Asia minore, Smirne aveva resistito agli attacchi nemici ed era rimasta salda nella fede a Seleuco II. Questi, per ricompensarla, l'aveva dichiarata libera e sacra e ne aveva richiesto l'asylia a molti Stati, fra í quali Delfi (OGIS 228). I due decreti OGIS 228 e 229 sono databili al 243, mentre la concessione della libertà spetta probabilmente al 244 ca. 440 , Essendo impro436 I1 Rizzi, pp. 114 ss., sull'esempio del De SANCrτs, Scritti minori I, Roma 1966, pp. 435-6, sembra propenso ad attribuire all'attività del Lagide il sorgere della ~valità fra i due fratelli. Egli afferma anche che i rapporti fra l'Evergete e lo Ierace ad un certo punto si guastarono, e che questo provocò il riavvicinamento dei fratelli - p. 120 -. L'ipotesi I macchinosa. 439 Testo annunciato da H. METZGER, in "RA" 1966, p. 108. 439 Sul quale, HOLLEAUX, Etudes IDI, pp. 365 ss. 439 Li. 940: κακ~ς Ι [διακει]µ ~ νην δι~~Τo~ ς πολYµους ...Tolemeo decise allora uno sgravio fiscale. Su Tolemeo di Telmesso e la sua dinastia: M. SEGRE, in "Clara Rhodos" 9, 1938, pp. 181 ss. Su Xanto in difficoltà economiche: METZGER, 1. c. 0 40 Generalmente i due decreti sono datati x1244 ca. - Cf. DτTTεκαεRGεπ, OGIS 229, n. 2; BIKERMAN, Institutions, p. 101. CIG 3137; NIEsE II, p. 161, n. 4; HAUSSOULLIER, Milet, pp. 123-4, datano OGIS 229 al 244-242. Recentemente però si tende a datare al 246, cf. MAGIE, p. 934, n. 29; WILL 1, p. 230; CRAMPA, Labraunda III. 1, pp. 82-3. L'asylia di Smirne viene di solito datata al 243/2: SGDI II, 2733; DITTENBERGER, OGIS 228, n. 1; DE SANCTIs, in "Atti Ace. Torino" 1911-12, p. 966 ss. = Scritti min. I, p. 438; BELOCH IV. 2, p. 540; R. HERZOG, in "Hermes" 65, 1930, p.465. I Ι LAQUEUR, Epigr. Untersuch., Leipzig 1927, p. 114,

SELEUCO

11 E

111

ANTIOCO IERACE

data invece l'avvenimento all'anno 246. OGIS 228 è il decreto con il quale Delfi riconosce Smirne città santa ed inviolabile, secondo quanto era stato chiesto da Seleuco, e inoltre ordina ai teoriche si apprestavano ad annunciare í giochi pitici di lodare Seleuco. Inoltre il testo FD III. 1.483, in cui è menzionata l'asylia di Smirne, è sicuramente - cf. L. ROBERT, in "BCH" 54, 1930, pp. 322 ss.; M. SEGRE, in "Historia" 5, 1931, pp. 241 ss. - il decreto con cui Smirne accolse le Soterie organizzate dagli Etili - sulle quali, FL ΑCεΙIÈRE, Delphes, pp. 138 ss. -. Dunque í fatti in questione si svolgono durante il regno di Seleuco 11e saranno perciò databili a partire dalla primavera del 246 - EUSEB. 1, p. 251 Schiene: 24615 a. C. e soprattutto il testo babilonese citato a p.107, n.420 -; poiché si parla di feste pitiche, si tratterà di quelle del 24716 o di quelle del 243/2 (non certo di quelle del 238, come pensava HAUSSOULLIER, Múlet, p. 123). Possono conseguirne due serie di datazioni relative ad una medesima serie di eventi.

Inizio del regno di Seleuco Seleuco passa in Siria Smirne resiste ai nemici Seleuco consacra Smirne Seleuco chiede l'asylia a Delfi Delfi riconosce l'asylia e contemporaneamente annuncia i giochi pitici Giochi pitici

A

Β

primavera 246 inizio 245 245 244 ca. 244

primavera 246 primavera 246 primavera 246 primavera 246 primavera 246

inizio 242 estate 242

inizio 246 estate 246

Appare evidente che le datazioni corrette sono quelle della serie A, relative alle Pítiche del 243/2, non potendosi concentrare in pochi mesi avvenimenti che richiesero anni. Anche G. NACHTERGAEL, in "Historia" 25, 1976, pp. 72-3, n. 82, ha evidenziato la difficoltà costituita dal fatto che í teori lasciavano Delfi sei mesi prima delle Pítiche e che il viaggio da Smirne a Delfi comportava del tempo, e percib, se le Pítiche fossero quelle del 24716, i legati sarebbero partiti da Smirne nel gennaio-febbraio 246, quando Seleuco non era ancora in trono. Ma, come si 8 visto, le difficoltà sono più gravi. A non molta distanza dal riconoscimento delle Soterie da parte di Smirne va situato il riconoscimento da parte di Atene nonostante W. S. FERGUSON, Athenian Tribal Cycles in Hellen. Age, Cambridge (Mass.) 1932, pp. 128-131 -. I Ι riconoscimento ateniese cade durante l'arcontato di Polyeuktos: IG I1/1II', 680, la cui datazione ha costituito un grave problema per intere generazioni di epigrafisti e di storici - una sintesi presso G. KIAFFENBACH, in RE. XXI. 2, s. v. Polyeuktos 6, cc. 1623 ss.; C. PELEKIDIS, in "BCH" 85, 1961, pp. 53 ss. -. Anche se recentemente sembra si sia fatta strada la datazione di Polyeuktos al 247/6 - PELEKIDIs e Will 1, p. 230; contra però: B. D. MERITT, in Χαριστ~ ριoν εις ' Α.Κ. ' Ορλ~νδον I, Athenai 1965, pp. 193 ss. e in The Classical Tradition. Literary and historical Studies in han. of H. Cap/an, New York 1966, pp. 26 ss., che sostiene l'anno 249/8 - ritengo che la cronologia qui sostenuta contribuisca a rafforzare la datazione bassa, 243/2, difesa a suo tempo dal Robert, in base

112

LA CARIA E LA

ΙΟΝΙΑ

MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

babile che i nemici di Smirne fossero Alessandro e Antioco Ierace, sarà da ritenere quindi che Tolemeo stesso 441 e i suoi fautori abbiano mosso una vasta offensiva in varie località lungo le coste dell'Asia minore tra la Licia e gli Stretti. Questo avvenne dopo il passaggio di Seleuco in Siria, circa il 245442 ma lo stato di ostilità perdurò sino al 241, com'è testimoniato dal decreto di Telmesso. ,

Priene ed Efeso

A questo periodo proporrei di riferire l'accenno ad un generale di Tolemeo, ' Αν?]τ ~οχος, con cui ebbe a trattare Prienea 43 . Questi è generalmente identificato con l'Antioco, amicus dell'Evergete, preposto alla Cilicia durante l'offensiva del 246 444 Certamente non ebbe sotto la sua giurisdizione una non mai esistita circoscrizione amministrativa comprendente le regioni fra la Cilicia e la I οnia 445 . La testimonianza tuttavia è di assai difficile interpretazione perché Priene fu probabilmente ripresa ben presto dai Seleucidi;

soprattutto alla contemporaneità del riconoscimento smirneo (o. c., p. 331), e da R. Flacelière. Se il sincronismo proposto dal Robert poneva un terminus post quem nell'anno 246 (inizio del regno di Seleuco), ora il terminus potrà essere abbassato sino al 244, data in cui Smirne fu dichiarata sacra ed inviolabile. 441 HAUSSIULLIER, Mulet, pp. 120-1, ritiene invece, contro l'opinione pils diffusa, che in OGIS 229 si faccia riferimento alle ostilità fra Smirne e Magnesia del Sipilo. Questo però è reso improbabile dal fatto che Smirne concesse la cittadinanza agli abitanti presso Magnesia (i katoikoi), oltre che l'amicizia e l'alleanza. E' del tutto inverosimile un simile privilegio accordato a coloro che poco tempo prima avevano (o avrebbero) messo a ferro e fuoco il territorio smirneo. 442 BELOCH IV. 1, p. 678. 443 J. v. Priene 37, 1. 153. II WILL I, p. 232, afferma che questo passo va datato dopo l'arrivo di Antigono Dosone in Caria (228-7 a. C.) perché di lui è questione nelle linee precedenti (137 ss.); ma immediatamente prima di Tolemeo si nomina Antioco o Lisimaco e Antioco (I o II). 444 HIERIN., in Dan. XI. 7-9. Bibliografia presso KERN,!. v. Priene, p. 42, ad 1.; cf. BENGTSON, Strategie III, p. 173; WILL 1, p. 231. 445 Contro questa teoria: BENGTSON, I. c.

SELEUCO 11 E ANTIOCO IERACE

113

potrebbe anche trattarsi di un episodio della riconquista egiziana 4ie1 260, diretta da Tolemeo figlio, che porti le forze del Filadelfo fino ad Efeso. All'epoca della guerra laodicea è riferibile pure l'episodio riportato da Ateneo sulla falsariga di Filarco 446 : Sofrone, l'ufficiale seleucidico preposto ad Efeso, e forse stratego della regione Ionia-Caria, cadde in disgrazia presso la regina madre Laodice, la quale aveva ~n mente di farlo uccidere. Danne però, amica di Laodice e amante di Sofrone, lo informò e gli rese così possibile la fuga ad Efeso. Probabilmente l'episodio si svolse a Sardi. Danne fu messa a morte da Laodice, cui rinfacciò l'assassinio di Antioco II. Impossibile conoscere, o anche solo ipotizzare, í motivi del dissidio fra Laodice e Sofrone. Giustamente J.

Crampa447 ha sottolineato che l'episodio è da mettere ~n relazione con l'uccisione di Antioco (primavera 246), e dunque sarà possibile datarlo al 246/5. Il fatto che Sofrone sia passato ad Efeso ha indotto a ritenere che la città, già all'inizio della guerra, fosse caduta nelle mani di Tolemeo 1I1448 , o almeno che vi cadde al momento della disgrazia e del conseguente (ipotizzato) tradimento di Sofrone. La prima ipotesi è contraddetta dal papiro di Gourob, dove si nomina Efeso come sede di partigiani di Laodice; la seconda è basata sull'opinione che Porph. 32.8 (= Euseb. I, p. 251) parli di Efeso lagide nel corso della guerra fraterna 449 , mai si vedrà in seguito che Porfirio parla non dell'Evergete, ma di suo fratello Tolemeo figlio. Tuttavia vi sono buone ragioni

'' ΑΤΗΕΝ. XIII. 593 c-d = FGH αα ~ Labraunda III. 1, p. 121.

81, fr. 24.

' Cf 13ELOCH IV. 2, p. 344; MAGIE, p. 936, n. 31; WILLI, pp. 222 e 266, ma l' ipotesi risale al MOLLER, FGH III, p. 710. Contra, giustamente, Rizzo, pp. 117e 152. Cf. le coniazioni efesie dí Seleuco ΙΙ che ~ 1 NEWELL, W.S.M., p. 293, data al 246-245 ca. Ma cf. SEYRIG. in " Rev. Num. " 1963, pp. 31 ss. α49 Cf., per es., WILL I, p. 266; RIZZO, pp. 150 ss. .

114

241

240 ca.

LA CARIA Ε LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

per ritenere che all'epoca del tradimento di Sofrone Efeso fosse già passata a Tolemeo III; così si spiega il fatto che Sofrone la ritenesse una città sicura 450 . Circa l'offensiva di Tolemeo III nel 245-241 siamo informati in maniera imprecisa, ma sembra che si fosse impadronito di Lebedo 451 , Samo 452 , Teo, Colofone ed Efesο 453 . Nel 241 si giunse alla pace 454 , una pace vantaggiosa per Seleuco in Oriente, ma svantaggiosa in Anatolia. Le lotte scoppiate nelle città costiere d'Asia minore avevano portato il partito seleucidico alla vittoria a Smirne; Apollonia della Salbace rimaneva seleucidica, visto che ancora nel giugno del 243 riconosceva l'autorità di Seleuco 455 , Ma Tolemeo manteneva una serie di importanti posizioni sulla costa, fra le quali Efeso. L'apertura della guerra fraterna Dopo i1241 il dissidio fra i due Seleucidi si inasprì vieppili simo a giungere (la data è sconosciuta) alla rottura. Il Beloch 456 datò al 235 l'apertura della guerra fraterna perché

Cf. SEIBERT, Die Schlacht bei Ephesos, p. 60. " Cf. WILL I, p. 266. Il BELOcH I V. 2, p.609, pensa anche ad Eraclea sul Latri, in base a OGIS 24 ( Β XIV a), ma maggior garanzie offre probabilmente IG 1Χ.1 2 .173; I. 89. Né é possibile sostenere che Tolemeo abbia preso Magnesia sul Meandro in base a PORPH.. FGH 260, fr. 32.8e 10 = EUSEa. I, ρ. 251, perché qui si parla di Tolemeo figlio, alleato di Antioco lerace. 452 BELICH I V. 2, p.344; cf. L. ROBERT, Etudes ~ρ igraρ hiques et philo!. , pp. 114 ss.; WILL 1, p. 232. 453 L. ROBERT, O. M.S. 11. pp. 183-4, annuncia un decreto del III secolo proveneiente dagli scavi di Claris, "emanato in onore di un ufficiale di Tolemeo (senza dubbio 111), ciò che attesta, contrariamente a ciò che si ammetteva, una occupazione lagide a Colofone, come a Lebedo e a Efeso, e anche, a nostro parere, a Teo". 654 Sulla datazione: E. BICKERMAN, Notes on Seleucid and Parthian Chronology, in "Berytus" 8, 1943-44, p. 76, n. 22. 455 W . Η. BUCKLER e W. M. CALDER, ΜΑΜΑ 11 (1939), nτ. 154 = ROBERT, La Carie II, nr. 165, p. 285. 456 IV. 1, pp. 679 ss. e IV. 2, pp. 541 ss.; seguito da ΒO υ CΗ ~ -Lε CιεκCQ, Hist. Sél. I, pp. 106 ss. e TARN, in CAH 111, p. 720. 45°

4

39 ca.

115

SELEUCO II E ANTIOCO [ERACE

una tavoletta babilonese 457 datata al 236 contiene un atto giuridico, di Seleuco ed Antioco uniti; tuttavia il 236 è da considerarsi un anno in cu ~~ vigeva una tregua458 . Sembra infatti che l'inizio del conflitto dati poco dopo la fine della guerra laodicea 459 , dunque nel 240 ca., come già propose il Bikerman 460 , piuttosto che nel 241, come sostengono D. Magie 461 ed E. Will462 . La regione anatolica si trovava divisa fra due blocchi. Il primo faceva capo a Seleuco e poteva contare sulla fedeltà di alcune città, forse ancora su Smirne e Magnesia del Sipilo, e Laodice forse sosteneva ancora i l figlio maggiore o si teneva, per il momento, in una posizione ambigua. Il secondo blocco faceva capo ad Antioco, appoggiato ad Alessandro, e ben presto anche da Laodice 463 ; nello stesso campo si trovavano Mitridate II del Ponto, Ziaela di Bitinia e Ariarate III di Cappadocia, nonché un esercito di Galati mercenari 464 . Il ruolo di Tolemeo Evergete non è molto chiaro: Giustino (ΧΧVII.3.4) dice che `Ptolemaeus rex Aegypti sub specie sororiae ultionis Asiae inhiabat'. Le fonti della guerra fraterna. La battaglia di Ancóra.

Dal momento in cu~~ Seleuco passò in Asia Minore sino alla fine della guerra fraterna la storia delle regioni anatoli-

457 LEHMANN - HAUPΓ, in "Ztschr. Assyr." 7, 1892, pp. 330 s.; cf. OLM$TEAD, in "CPh" 32, 1937, p. 8; BENGTSON, Strategie ΙΙ, p. 105 e n 2. 458 Cf. WILL I, p. 265. as9 Cf. JusTIN. XXVII. 2. 10. 460 Notes, pp. 76-8. 4 61 Pp. 736 ss., n. 23. 462 I, pp. 265-6. 463 PLUT., De frat. amore 489 a-b; cf. supra. 464 Cf. WILL I, p. 265. .

116

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE Il EPOCA ELLENISTICA

che ci è nota attraverso un gruppo di fonti eterogenee e punto chiare; propongo ρerciδ di lavorare su un prospetto sinottico delle testimonianze. Per redigerlo mi sono giovato anche dell'analisi di F. P. Rizz ο46$, il quale perδ ha usato un'infelice versione latina del testo armeno di Eusebio. Penso di poter apportare qualche miglioramento rispetto alle conclusioni cui è giunto lo studioso siciliano, specialmente alla luce delle scoperte epigrafiche di Labraunda. Si tenga presente che í testi OGIS 273-274-275-276-277278-279 fanno parte di una medesima stele commemorativa e il loro ordine rispecchia l'ordine degli avvenimenti 466 . Poco dopo l'apertura del conflitto il blocco politico di Antioco Ierace riuscì a soverchiare Seleuco; determinante fu il contributo dei Galli nello scontro avvenuto presso Ancira. Ma dopo la vittoria questi ultimi tentarono di rivoltarsi; l'ammutinamento è stato per δ giustamente distinto 467 da quello verificatosi qualche tempo dopo presso Magnesia (Porph. 32. 10). La prima fase delle ostilità spetta probabilmente al 239, se fissiamo al 240 il primo anno di guerra 468 . Antioco ad Efeso

Il passo di Frontino III. 9. 10 (= C XII) veniva normalmente riferito alla seconda siriaca, fino all'epoca della pubblicazione dei testi di Labraunda, i quali ci permettono di

0. e., pp. 102 sa., part. 466 Cf. Rizzo, p. 129. 465

467 Rizzo, pp. 124 sa, 468 WILL I, p. 265, data

pp. 114

Ss.

240 0 239; ma vi è chi propone altre interpretazioni, per es., BELOCH IV. 1, p. 680, pospone Ancira aí successi di Seleuco in Lidia e data al 234 ca.

Justin. XXVII

Justin., proL

10 - 1 Ant. batte Sel. grazie ai Galli. Sei. è creduto morto (cf. Plut., r.imp.ap. 184 a, de frat.am. 489 a - b

Sel muove contro Ant , ed è vinto ad Ancira

XXVII

testimonianze epigrafiche

Porph., Στ. 32 8 Ant. è aiutato dai Galli in due battaglie. 10 Ant. manda un esercito contro Sel.

Ant , evita una ribellione dei Galli grazie all'oro OGI 274 Attalo batte Ant. in Frigia Ellesp. Attalo batte i Galli a Pergamo

OGI 275 e 280 vittoria sui Tolístoagi e Tectosagi all'Afrodision 10 Ant. tradito dai Galli passa a Magnesia donde, aiutato dai soldati di Tolemeo, li vince

1-2 Eumene di Bit. vince Antioco e Galli Tavoletta babil π nese attesta intesa fra Sel. e Mnt. nel 236 3. 6 la guerra continua 8 Sel, vince in Lidia ma non può prendere Sardi e Efeso difesa da Tolomeo. 10 Ant , battuto due volte in Lidia nel 229

3. 7 Ant. è battuto e fugge

OGI 277 Attalo bette Lidia e strateghi di Seleuco OGI 278 Attalo batte Ant. a Colle

l0 Ant. combatte con Attalo a Colle

OGI 279 e 271 Attalo batte Ant , sull'Arpaso

lo in Caria nel 228

10 Ant. ~~vinto da Atta-

Ant. 6 vinto da Sel. in Mesopotamia (cf. Polygen. I1,17) '7-8 passa da Ariaramene di Cappadocia

passa da Ariaramene di Capp.

9-10 passa in custodia di Tolomeo III

l0 si rifugia in Tracia

11 fugge ed è ucciso da ladroni

fugge ed è ucciso da Galli

10 morte di Ant.

12 morte di Seleuco

morte di Seleuco

10 Sei , muore nel 227/ 6-8 muore Sel. nel 227/6 sopraffatto dai Galli dopo aver combattuto contro Cappadocia e Mitridate

118

LA CARIA E LA

ΙΟΝΙΑ

MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

indurre che Antioco II non perse mai i l controllo su Efeso, né quindi mai la riconquistò 469 . Ecco il testo di Frontino: Antiochus adversus Ephesios Rhodiis, quos in auxilio habebat, praecepit, ut notte portum cum magno strepitu invaderent: ad quam partem orni multitudine cum tumultu decurrente, nudatis defensore reliquis munitionibus, ipse a diverso aggressus civitatem cepit. Per la stessa ragione per la quale si escluso Antioco 11 si deve escludere anche Antioco I470. Quale fu dunque l'Antioco che conquisto Efeso con l'aiuto dei Rodi? Antioco III nel 197 prese Efeso ed era in buoni rapporti con í Rodi 471 , visto che li aiutò ad espugnare Stratonicea472 . Ma Antioco III non aveva certo bisogno dell'aiuto rodio, disponeva infatti di ben trecento navi, e i Rodi potevano avere delle remore politiche che impedivano loro di aiutare così apertamente il re. Il Seibert 473 ritiene che si tratti del generale tolemaico Antioco che nel 246 fu preposto alla Cilicia dall'Evergete e che esercitò una qualche autorità su Priene 474 - dato che stranamente il Seibert non sfrutta -. Il passo di Frontino verrebbe in questo caso riconnesso con la conquista di Efeso ad opera di Tolemeo III nel 246/5. Si tenga presente però che Frontino normalmente affianca al nome dei generali di cui parla l'etnico o anche il grado, mentre con il solo nome - talora anche l'etnico designa soltanto í re475. 469 Cf SEIBERT, Die Schlacht bei Ephesos, i n "Historia 25, 1976, pp. 47 e 55. Inoltre i passi di POLVAEN. V. 18 (epoca della seconda siriacß) e quello di FRONTINO si riferiscono ad episodi diversi: cf. SEIBERT, p. 59. 47 ° SEIBERT, 1. C. 471 Pace SEIBERT, p. 46. Cf. RAWLINGS, in "Amer. Journ. of anc. Hist." 1, 1976, pp. 13 ss. 472 Llv. XXXIII. 18. 22; cf. MASTROCINOUE, Osservazioni sull'attività di Antioco ΙΙΙ, in "PP" 169, 1976, pp. 310 e 317-8. 473 P. 47 e soprattutto p. 60. 474 Cf. supra, p. 112. 4~5 Qualche esempio: I. 4.4 e 12. 12: Chabrias Atheniensis; I. 11. 16; 12. 5; II.2. 12; III. 2. 7: Epaminondas Thebanus; II. 5. 18e 4. 6: Memnon Rhodius; Í ΙΙ. 2.60 .

SELEUCO Π E ANTIOCO IERACE

119

L'ipotesi del Seibert, di per sè, non sarebbe da escludersi, ma non può uscire dalla sfera delle ipotesi perché di una cooperazione fra í Rodi e l'Evergete durante la terza siriaca non ν 'è altrimenti nessuna menzione. Al contrario sono testimoniati buoni rapporti fra Antioco Ierace e la Repubblica marinara. Come si vedrà in seguito, Efeso dal 238 ca. era tenuta da un alto dignitario di Antioco Ierace: Tolemeo figlio. Dunque la città fu riconquistata dallo Ierace nel corso della guerra fraterna e l'epoca più probabile è quella fra il 240 e il 238 ca., quando il re era fortemente attestato in Asia Minore grazie alla vittoria di Ancira. Durante il periodo di regno congiunto, probabilmente poco dopo il 237 (cf. infra), Antioco Ierace e Seleuco II cedettero ai Rodi Stratonicea; certamente un gesto così eccezionale doveva essere legato a qualche benemerenza dei Rodi. Altrimenti risulterebbe inspiegabile. E' verosimile che gli Isolani abbiano ben meritato presso í due fratelli per il loro aiuto in periodo di guerra. E questo aiuto verosimilmente fu dato allo Ierace che controllava l'Asia minore e che nella donazione è nominato al primo posto (Pol. XXX. 31. 6). Se la presa di Efeso avvenne poco dopo il 240 e la donazione di Stratonicea poco dopo íl 237 è assai probabile che la cooperazione prestata ad Efeso rientro ςse fra í meriti maggiori. ca.

Le battaglie di Pergamo e di Magnesia. Tolemeo figlio Tolemeo Evergete e Antioco Ierace. ,

Porfirio (32.8) afferma che Antioco ebbe al suo fianco í Galati in due battaglie, e questo permette di considerare

12. 1: Alcibiades dux Atheniensium; 111. 2. 11: Timarchus Aetolus; 111. 5. 1 e IV. 1. 17: Clearchus Lacedaemonius. Ma invece, II. 13. 1: cum Attalo; 11. 3.21: Pyrrhus; 11. 3. 19; 11.3; 111.4. 5; 11.6.3: Alexander; 111. 2. 9: Antiochus; 111. 4. 2; IV. 1.6e 10: Antigonus; IV. 7. 20: Ptolemaeus.

120

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

come relativi ad una medesima circostanza Justin., pro!. XXVII (Galli Pergamo vitti ab Attalo) OGIS 275 e 280, nonché Porph. 32 10, dove si parla del nuovo ammutinamento dei Galli. Questo, infatti, presuppone una precedente fedeltà, che è testimoniata dai due testi epigrafici. Le due battaglie che videro alleati í Galli e lo lerace furono, dunque, quella di Ancira e quella di Pergamo 476 . E, se Giustino (XXVII. 3. 1) parla di una vittoria di Eumene di Bitinia su Antioco (denominato victorem Ant ~ochum477, e sui Galli, ci ~~non significa che questi furono vinti mentre erano alleati del Seleucide. La battaglia di Pergamo e quella di Magnesia sul Meandro 478 , in cui Antioco battè í Galli, sono discoste di alcuni giorni e possono essere datate verosimilmente fra il 239 (Ancira) e il 236, quando è attestata una tregua fra i due fratelli. La tregua potrebbe risalire all'anno precedente 237 479 • Generalmente la battaglia di Pergamo è datata intorno al 230, ma giustamente anche il Bikerman la situa, per altri motivi 480 , in anni più prossimi ad Ancira, al 238 o al 237. La battaglia di Magnesia generalmente non riceve datazione 481 Porfirio narra che Antioco, il giorno successivo alla fuga in Magnesia, ricevette milizie ausiliarie da parte di Tolemeo e che con queste diede battaglia e vinse í Galli. Giustamente

478 In OGIS 275 e 280 si parla dell'Afrodision che è un santuario situato nei pressi di Pergamo (POL. XVII. 2.2e Lrv. XXXII. 33. 5). Cf. WILLI, p.268; MAGIE, p. 738, n. 24; Rizzo, ρ. 136. 6" Riferimento alla vittoria di Antioco a Magnesia, cf. Rizzo, p. 140. 478 Certamente non si tratta di Magnesia del Sipilo, cf. BELOCH IV. 1, p. 681, n. 1. 479 Cf. Rlzzo, pp. 132-3. 480 Notes, pp. 77-8; cf. WILLI, p. 267, in base al fatto che, in seguito alla vittoria su Antioco, Attalo assunse il titolo regio, e questo avvenimento non può essere posteriore al 236. 487 II RIZZO, pp. 135 ss., la situa dopo la tregua del 237. Ma cf. ora la corretta datazione del WILL, in «Historia» 27, 1978, ρ. 75, n.16.

SELEUCO

11 E

ANTIOCO IERACE

121

si è rilevato 4ß2 che il ritardo di un giorno potrebbe significare che gli ausiliari di Tolemeo erano giunti dalla vicina Efeso. E ancora nel 229 Efeso era tenuta dallo stesso Tolemeo, quando Seleuco falli in un attacco contro la città. Logicamente fino alla scoperta del testo di Labraunda Crampa, n. 3, si è sempre identificato questo Tolemeo con l'Evergete e se ne è dedotta l'alleanza fra lui e lo Ierace 483 . Ma Tolemeo III era veramente alleato di Antioco? A prescindere dalle due testimonianze di Porfirio test 6 ricordate, Giustino (XXVII. 3. 10) ricorda la fuga dello Ierace presso l'Evergete (228 a. C): Ad Ptolemaeum hostem (...) decurrit (...). Sed Ptolemaeus non amicior devicto quam hosti factus adservari eum artissima custodia iubet. L'ostilità dell'Evergete verso Antioco era già stata intuita dal Wi11 484 : "on ne rel6 νe d'ailleurs ultérieurement aucune trace d'une entente entre Hiérax et Ptolémée, tout au contraire"; ed essa viene ora confermata dal testo di Labraunda. Esso testimonia che Tolemeo figlio era ancora vivo sotto il regno di Seleuco II. IVé mi convince lo scetticismo di Habicht 485 di fronte all'evidenza che Tolemeo figlio svolgeva in Caria un ruolo importante al tempo dell'Evergete, cioè dal 246 in poi 486: Πτολεµαι oυ τ~ υ áδελφov βασιλ~ ως Πτ oλεµιου.Quindi l'identificazione con il Tolemeo dei due passi di Porfirio si impone. D'altra parte, sembra assai improbabile che Se-

482

CRAMPA, O. c., p. 119.

Cf., per es., NIESE II, pp. 154-5; BELoCH IV. 1, p. 681 e, da ultimo e con maggiore insistenza, Rizzo, pp. 137 ss. e 150 ss. 484 1. p.269; criticato dal Rizzo, p. 114, n. 14. Su una posizione analoga a quella del WILL si trovava già A. ΒΟ UCHÉ-LECLERCQ, Hist. Sél. I, p. 111. 483

in "Gnomon" 44, 1972, p. 169. Contra: SEIBERT, in "GGA" 1974, p. 206. H. BENGTSON, Die Inschriften von Labranda und die Politik des Antigonos Doson, in "SBA W" 1971, Heft 3, p.9; SEIBERT, I. c., e Die Schlacht bei Ephesus, p. 55. 4~8

486

122

LA CARIA E LA IO1IA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

leuco abbia attaccato Efeso lagide mentre era in pace con l'Egitt ο487 . Nel cap. IV, p. 90. si è avanzata l'ipotesi che nel 227 ca. (datazione probabile di Labraunda, 3) Seleuco II non fosse in cattivi rapporti con Tolemeo III, considerato che il suo stratego Olimpico gli attribuiva il titolo regio. Ma Seleuco II era sicuramente ostile allo Ierace nel 229, quando Io vinse in Lidia. Tolemeo III e Seleuco, tra il 229 e ii 227, non operavano dunque in contrasto tra loro, ma ambedue erano nemici di Antioco. E' improbabile, poi, che l'Evergete in persona sia accorso due volte in Asia Minore per risolvere le difficoltà di Antioco, quello stesso Evergete che a distanza di poco tempo (229: difesa di Efeso - 228: esilio in Tracia) Antioco considerava nemico. Inoltre Eusebio (Porfirio) chiama questo personaggio semplicemente Ptolemaeus, mentre l'Evergete è di solito chiamato Ptolemaeus Tríphon 488 . Le epigrafi di Labraunda.

La pubblicazione del Crampa su Labraunda ha determinato una vera e propria rivoluzione nella storia dell'Asia minore nella seconda metà del III secolo. Il solo testo n. 3 ha mandato all'aria tutta una serie di punti fermi cronologici già ritenuti acquisiti. Se ne deduce infatti che Milasa ebbe a trattare con tre alti dignitari che, nell'ordine, furono Sofrone, Tolemeo figlio e Olimpico. Questo 6 certamente l'ordine cronologico, né 6 possibile che Sofrone e Tolemeo figlio abbiano operato contemporaneamente perché, se così fosse, Tolemeo avrebbe probabilmente preceduto Sofrοne 489 . Non vi è accordo fra gli storici sul ruolo politico di 487

stata 488

CRAMPA, Labraunda

accettata dal

III. 1, p. 118. L'identificazione proposta dal pp. 171-2.

CRAMPA

BAGNALL,

CRAMPA, ibid..

Cf. HABICHT, p. 169. Si confronti inoltre l'ordine seguito nelle varie parti del testo arbitrale Ι. v. Priene 37. 489

~7 40

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

123

Sofrone e Tolemeo: il Crampa 490 ritiene fossero alti ufficiali seleucidi, nominati nell'epigrafe relativamente al periodo in cui furono fedeli a Seleuco II; Chr. Habicht li considera dignitari lagidi dell'epoca anteriore all'anno 259 491 ; Η. ßengtsοn 492 li considera dinasti indipendenti. Per parte mia, ritengo che ambedue abbiano ricoperto la carica di strateghi di conia e Caria 493 , forse con sede ad Efeso; per quanto sia probabile che Tolemeo figlio avesse poteri simili a quelli di Olimpico, cioè di un dinasta semi-indipendente. Stratonicea e i Rodî. Si è visto nel cap. IV come í Rodi si riaffermarono nella Perea al tempo della seconda siriaca. Ma, a cominciare da un'epoca incerta, essi controllarono pure Stratonicea 494 . In un discorso in Senato (166 a. C.) il rodio Astimede affermd (Pol. XXX. 31. 6): " Στρατον~κειαν ~λ~ βo µενν µεγ ~λη χ ~ ρ ~" Παρ ' ' Αντι~χου κα~~Σελεvκoυ " 495 . Non detto però di quale Antioco e di quale Seleuco si trattasse, presumibilmente Polibio indicava il regno congiunto di un Antioco e di un Seleuco 496 , donde le tre possibilità: a) Antioco I e Seleuco (che non divenne re), 279-268; b) Seleuco 11e Antioco Ierace, 241-240 e 237-230 ca.; c) Antioco III e

490

passim, part. pp. 15-16; 115; 121.

0. c., p. 169. Contro questa datazione: BENGTSON, Die Inschriften, p. 9; SEIBERT, in "GG Α " 1974, pp. 206 ss. II BAGNALL, p. 170, non ritiene che Tolemeo 491

fosse divenuto un ufficiale seleucidico. 492 0. c., pp. 9-10. 493 Cf. HABICHT, p. 169. 494 Sulla presenza dei Rodi a Stratonicea: FRASER-BEAN, p. 105. 495 L'emendamento del Niebuhr, ' Αντι ~χου τον Σελε ~ κου è immotivato, non 6 stato accolto pressoché da nessun critico (eccezion fatta per íl Buettner-Wobst) e venne abbandonata dallo stesso Niebuhr. 496 Cf. FRASER BEAN, p. 103; J. BRISCIE, Α hist. Commentary on Livy, Books XXXI-XXXIII, Oxford 1973, p. 283. -

124

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Seleuco IV, 189-187. Delle tre ipotesi la prima 497 6 certamente da scartare perché si riferisce ad un'epoca in cui Stratonicea non era ancora stata fondata o ai quattro anni Immediatamente successivi alla fondazione (datata nel cap. III agli anni 274-271), inoltre non si vede perché allora Antioco I avrebbe fatto dono di una sua città ai Rodi, alleati di Tolemeo II. La terza ipotesi, che io stesso avevo accolto 498 , 6 da considerarsi con maggiore attenzione. Ci ricondurrebbe all'anno 197, quando Antioco III prese Stratonicea ai Macedoni e la consegnò ai Rodi (Liv. XXXIII. 18. 22). Ma vi si potrebbe opporre, in primo luogo, íl fatto che Livio affermi che Stratonicea, assediata dai Rodi, "nec recipi nisi (...) per Antiochum potuit". Dunque la città sarebbe stata ripresa, come se già in precedenza fosse stata rodia 499 . E del resto Stratonicea era rodia prima dell'arrivo dei Macedoni in Caria (227 a. C.) e della presa della città da parte di Filippo 1 500 (201 a. C.). Inoltre Seleuco IV fu coreggente di Antioco III solo a partire dall'anno di Magnesia 501 e da allora non poté certamente far dono di Stratonicea ai Rodi, i quali, per giunta, erano alleati dei Romani; Seleuco IV, inoltre non fu mai sovrano in Caria. E con quale faccia

497

Accolta dal

FRASER-BEAN,

p. 103.

sulla scia

Osservazioni..., in "PP" 169, 1976, p. 310e n. 20; di M. HOLLEAUX, Etudes IV, p. 204, n. 3 e Etudes V, p. 107; pp. 879-880, n. 73; BRISCOE, o. 698

MAGIE,

anche RAWLINGS, in "Amer. Journ. of anc. Hist." 1, 1976, pp. 20-11. Cf. VAN GELDER, Gesch, der alten Rhodier, pp. 198-9; FRASER-BEAN, p. 103 e n. 1. M. HOLLEAUX, Etudes IV, p. 104, n. 3 e .1. BRISCOE, I. c., evidenziano la debolezza di quest'argomento. 500 E' assai più probabile che Filippo V abbia strappato Stratonicea ai Rodi piuttosto che al suo alleato Antioco III. Lo stesso HOLLEAUX, che nel 1904 - Etudes IV, p. 104, n. 3 - riteneva che Filippo l'avesse tolta al Seleucide, in seguito cambiò idea - in CAH VIII, p. 155 = Etudes V, p. 338 - affermando che nel 201 la città era Rodia o indipendente. In Etudes I, p. 415, n. 2, lo stesso A. accetta la data c., p. 283. Ora 499

droyseniana 239 a. C. 50' R. A. PARKER - W. H. 1956, p. 22.

DUBBERSTEIN, Babylonian Chronology,

Providence

SELEUCO If E ANT10C0 IERACE

125

avrebbe potuto Astimede far valere una donazione fatta dai Seleucidi dopo la pace di Apamea? Resta dunque la seconda ipotesi 502 , la quale comporterebbe come unica difficoltà l'ordine in cui si nominano i due coreggenti. In Babilonia, nel 236, l'ordine era Seleuco-Antiοcο 503 . Ma in Asia minore probabilmente l'iniziativa partiva da Antioco e a lui veniva attribuito il primo posto 504 , d'altra parte, essendo fratelli, e non padre e figlio, l'ordine non era soggetto a regole. Poco probabile appare il ristretto periodo 241-240, mentre propenderei per la datazione 237-230 ca., un periodo di cui non sappiamo quasi nulla, tranne che Tolemeo III cercava di seminare la discordia in Asia e che Efeso era stata da poco strappata all'Evergete da Antioco. Potrebbe essere un'ipotesi interessante quella di vedere nella donazione di Stratonicea una ricompensa ai Rodi per il loro aiuto contro Tolemeo III (presa di Efeso: Frontin. III. 9. 10; cf. supra ). 9

Antioco lerace fra Seleuco 11 e Attalo. Nel 237 dunque si giunse ad una tregua fra Seleuco e Antioco e i l silenzio delle fonti circa gli avvenimenti bellici degli anni fra il 236 e i l 229 ci induce a sospettare che essa non fu brevissima.

502 Accolta da J. BELOCH 1V. 2, p.541, n. 1; ER. MEYER, ρ. 60; Id., in RE. XIX, c. 579; JONEs, Cities, Ρ. 50; HILLER, in RE., Suppl. V, c. 784; H. H. SCHNITT, Rom und Rhodos, München 1957, Ρ. 112, n. 1 e Untersuchungen zur Gesch. Antiochos' des Grossen, "Historia " , Beiheft 6, Wiesbaden 1964, p.41; W. RUDE, in RE. IVA. 1, cc. 322-3. soa Tavoletta babilonese citata a p. 115. n. 457. Su questa difficoltà insistono FRASER e BEAN, Ρ. 103. 504 Secondo il BELOCH, 1. c., l'ordine Antioco-Seleuco testimonierebbe che Stratonicea dipendeva dal pruno. Contro la sua dimostrazione cf. però F. W. WALBANK, in "CO" 36, 1942, p. 141. n. 1.

126

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

La fortunata congiuntura politico-militare del 239 ca. non si ripeté più per ~l giovane "Falco"; í Galli non gli erano p41 fedeli 505 , ma il fatto determinante fu che gli si oppose decisamente Attalo di Pergamo. Questi era succeduto ad Ε umene nel 241, dunque alla fine della terza siriaca; durante la guerra fraterna sembra esseresi schierato in un primo momento contro Antioco (OGIS 274-275-280), ~l che non implica però che fosse alleato di Seleuco; nella seconda fase del conflitto invece si oppose all'uno e all'altro. Probabilmente si senti minacciato dalla coalizione raggruppatasi attorno allo Ierace e si sforzo con successo di indebolirla. Sembra dunque che la temperie politico-militare portasse Attalo a schierarsi di volta in volta contro il sovrano che ρi gli sembrava minaccioso e potente 506 . Il 229 segnò l'inizio di una lunga serie di sconfitte per Antioco: due volte in Lidia fu battuto dal fratello, ancora in Lidia, a Coloe, ripiego di fronte ad Attalo, poi fu vinto da Seleuco in Mesopotamia e da Attalo in Caria. Battuto Antioco in Lidia, Seleuco non potè impadronirsi di Efeso, perché tenuta da Tolemeo figli ο507 , né di Sardi508 . Si ripetè, dunque, ancora una volta il felice congiungimento fra Antioco e il suo stratego Tolemeo che già si era dimostrato provvidenziale a Magnesia sul Meandro. Il successo di Seleuco fu però ben presto funestato da una sconfitta che Attalo inflisse ai suoi strateghi (anche Olimpico fra questi?) e al dinasta Lisia 509 Ma l'ordine di questi avvenimenti non è

505 Secondo il Rizzo, pp. 135 ss., questi cercarono di intessere una politica indipendente alle spese sia dello Ierace, sia del regno di Pergamo. 506 pii rigidamente il Rizzo, p. 165, schematizza un'alleanza fra Seleuco e Attalo. 507 Cf. CRAMPA, Labraunda III, 1, pp. 118 e supra. 50 8 PORPH. 32. 8. Sardi era forse difesa ancora dal vecchio Alessandro (così Rizzo, p. 151) o dal suo successore. 50° OGIS 277. Che Lisia fosse un piccolo sovrano di qualche regione anatolica 8 mostrato dal linguaggio dell'epigrafe; cf. DITTENBERGER, OGIS 227, n. 14. Si veda

SELEUCO Ι] E AN71000 IERACE

127

sicuro, sicché le vittorie di Seleuco in Lidia potrebbero essere posteriori alla vittoria di Attalo su Lisia o allo scontro di Coloe. La fine di Tolemeo figlio.

Sorge ora il problema della fine di Tolemeo figlio. Ateneo 510 (= C IV) narra che durante un ammutinamento dei mercenari traci fu ucciso nel santuario di Artemide. Prima della pubblicazione dei testi di Labraunda si datava la morte di Tolemeo agli anni della seconda siriaca (259 o 258, cf. cap. IV), ma si è visto che questo personaggio operava ancora al tempo della guerra fraterna. Il Crampa 5 " collega strettamente l'insurrezione dei traci con la conquista della Tracia da parte di Tolemeo Evergete, e la situa tra íl 230 ca. (morte di Ziaela di Bitinia) e íl 227/6 (morte di Antioco lerace). Questo pini essere vero, ma ai fini della cronologia varrà di più il terminus post quem del 229, quando Tolemeo difendeva Efeso da Seleuco II. Tuttavia non credo che si possa scendere molto oltre il 229; í Traci si rivoltarono certamente quando Tolemeo era debole e Antioco sconfitto duramente; le due battaglie di Lidia e quella di Coloe bastarono probabilmente a dare il segnale della rivolta. Forse lo stesso Evergete non fu estraneo alla sommossa di Efeso512; colpiva così Antioco lerace e insieme liquidava il fratellastro, contro il quale non mancavano certamente motivi di inimicizia. L'avvenimento sarà databile, quindi, fra il

HOLLEAUX, Etudes III, pp. 357 ss. Non bene lo SCHMITT, Untersuchungen, p. 43, pensa ad un riferimento a Seleuco III. 510 XIII. 593 a-b. Cf. la ricostruzione del testo del papiro di Copenhagen - T. LARSEN, Pap. Gr. Haunienses 1, Copenhagen 1942, n. 6, 11. 11-13 - proposta da M. SEGRE, in "Rend. Pont. Acc. Arch." 19, 1942, p. 275.

511 0. c., p. 119. 512 CRAMPA, 1. c.

128

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

229 e il 228; da allora Efeso rimase esposta alle avances diplomatiche e militari dell'Evergete, il quale riuscì ben presto a sottometterla alla sua autorità 513 . L'epigrafe di Labraunda n. 3 conserva, come si è detto, l'ordine in cui si succedettero i tre dignitari che ebbero potere su Milasa: Sofrone, Tolemeo figlio e Olimpico, í quali probabilmente furono, successivamente, strateghi di Ionia e Caria, o, per lo meno, ebbero poteri assai simili e, in ogni modo, uguali davanti Milasa. Sofrone probabilmente passò ai Lagidi fra il 246 e il 245 e Olimpico governò verso la fine del regno di Seleuco; Tolemeo figlio dunque fu stratego di Caria nell'intervallo fra Sofrone e Olimpico. Non pub escludersi che Sofrone abbia esercitato la propria autorità su Milasa anche dopo il 245, come ufficiale lagide, anche se il dominio dell'Evergete su Milasa resta puramente ipotetico. Tolemeo figlio operava durante la guerra fraterna al fianco dello lerace, ritengo quindi probabile che fosse stato preposto alla Caria da Laodice (forse d'accordo con Seleuco II) intorno al 245, oppure dallo lerace intorno al 241 (anno in cui divenne coreggente 514 ). Non sappiamo quale carica avesse ricoperto Tolemeo figlio tra il 259 e il 245. Questi scomparve tra il 229 e il 228 ed è probabile che Seleuco l'abbia sostituito, già dopo le due vittorie di Lidia (dal 229, dunque), con Olimpico, un piccolo sovrano che si era affermato nella zona di Milasa. Seleuco divenne il suo patrono, come lo era di Lidia. La controversia j5a Milasa e Labraunda. Α questo punto si impone un esame storico della controversia fra Labraunda e Milasa, conosciuta grazie ai docu-

513 514

Cf. POL. V. 35. 11, relativamente al 221 a. C.; cf. infra. Cf. BICKERMAN, Notes, p. 123, n. 1.

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

129

menti incisi sulle pietre di Labraunda. Questa era una kome a Nord di ,Milasa, famosa per il tempio di Zeus; il clero locale era guidato da una famiglia, il cui rappresentante al tempo di Seleuco II era Corris. Le tappe essenziali della controversia sono le seguenti: a) Seleuco proclama l'eleutheria di Milasa e scrive a Olimpico (cf. Crampa n. 3, 11. 7-8; n. 5, 11.34-37); b) Corris scrive a Seleuco che Milasa lo priva dei suoi privilegi religiosi e delle rendite di alcuni terreni (cf. n. 1, 11. 2 ss.; n. 4, 1. 4); c) Seleuco scrive allora a Olimpico perché sia data soddisfazione a Corris (n. 1, 1 b, cf. n. 4, 1. 3); d) Milasa invia legati a Olimpico per scagionarsi e dimostrare il torto di Corris (cf. n. 3, 11. 17-18, n. 4, 1. 5); e) Olimpico scrive conseguentemente a Seleuco (cf. n. 3, 1. 24, n. 4, 1. 6); f) Olimpico scrive a Milasa confermando i diritti della città su Labraunda e í privilegi inerenti all'eleutheria (democrazia e possesso del territorio) (n. 3); g) Olimpico scrive ai Milasii confermandone la sovranità su Labraunda e aggiungendovi quella su Petra, e promettendo di scrivere in merito a Filippo V (n. 4). Questi atti sono conosciuti per lo più attraverso accenni di rinvio nei soli tre testi conservati per intero (c, f, g). Non facile datare le varie fasi della controversia; il Crampa 515 propose per tutte la datazione "240 a. C. (?)" eccetto per l'epigrafe n. 4 dove è nominato Filippo V, per la quale propose "dicembre 220 a. C. o poco prima". Ma nel 240 Antioco era già coreggente e avrebbe dovuto comparire nell'intesto della lettera n. 1. Perciò il Bengtson 516 data quest'ultima al 242/1. Appare inoltre evidente che ben cinque atti diplomatici non possono spettare ad uno stesso anno. Il calcolo del Crampa era basato sul presupposto che

5 15 0. C. , 5ι6

p.

ι 5.

Die Inschrifren, p. 17.

130

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Sofrone e Tolemeo figlio, perché nominati nel testo n. 3, dovevano essere fedeli a Seleuco 1I 517 del quale si menzionavano le disposizioni. Donde il terminus ante quem dell'apertura della guerra fraterna, quando Tolemeo figlio si schierò con lo Ierace. Ma non si vede perché í Milasii nel corso di una legazione presso Olimpico avrebbero dovuto nominare soltanto ufficiali fedeli a Seleuco. Si trattava di far conoscere allo stratego tutti gli atti precedenti alla sua amministrazione, che fossero utili per ricostruire la storia dei diritti di Milasa su Labraunda. Inoltre il fatto di stipare tutte le fasi della controversia nel 240 a. C. significa non tener conto degli intervalli di tempo fra un atto e l'altro.

La liberazione di Milasa. Olimpico s'occupò di Labraunda dopo Sofrone e dopo Tolemeo figlio. Al momento in cui Milasa fu liberata, Tolemeo figlio non aveva più potere sulla città, già era subentrato Olimpico. Dal testo Crampa n. 8,11. 13-14 si potrebbe dedurre inoltre che Olimpico rese libera Milasa all'inizio della sua amministrazione, dopo un periodo in cui l'aveva difesa da pericoli incombenti. Non era consuetudine dei Seleucidi liberare le città per motivi futili, ma soltantop per meriti di guerra e per fedeltà dimostrata in modo significativo; lo testimonia la liberazione di Smirne in seguito alla dimostrazione di lealtà nel corso di attacchi nemici (244 a. C. ca.). Ed è il testo n. 8, 11. 12-13 a ricordare í "grandi pericoli" corsi dalla città e da Olimpico prima della liberazione; analogamente "grandi pericoli" aveva corsi Smirne rimanendo fedele a Seleuco (OGIS 229, 11. 2-3). Dunque, considerando che la liberazione di Milasa fu opera del solo Seleuco, per questo avvenimento sono da prendersi in con-

517

HABICHT,

o. c. p. 168, considera questo come un errore fondamentale.

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

131

siderazione due periodi in cui Antioco Ierace era escluso dal potere in Caria. Il primo (246-241) 6 quello anteriore alla coreggenza del fratello. Il Crampa ha quindi proposto l'anno 246, indicando a confronto la liberazione di Smirne 518 (che però va datata al 244 ca.). Il secondo periodo 6 quello compreso fra íl 229 (sconfitte di Antioco in Lidia) e il 226 (morte di Seleuco). Dunque, considerato che poco dopo la sua entrata in carica Olimpico presiedette alla liberazione, si possono proporre due schemi cronologici:

SCHEMA "A"

INTORNO AL 246/5 244 ca.

238

governo di Sofrone governo di Tolemeo f. "gravi pericoli" — governo di Olimpico liberazione di Milasa governo di Tolemeo f. sulla sola Efeso, non ρ~ù su Milasa

SCHEMA "B"

INTORNO AL 246/6

governo di Sofrone governo dl Tolemeo f.

229-8

inizio del governo di Olimpico e liberazione di Milasa

Questi due schemi si basano sul presupposto che il Tolemeo nominato da Porfirio 6 il "figlio", non L'Evergete. Lo

518 pp. 82-3. Le testimonianze numismatiche invocate dall'A, non sono minimamente utilizzabili per dirimere la questione cronologica.

1 32

LA CARIA É LA IillA MERIDIONALE I Ν EPOCA ELLENISTICA

schema A comporta la difficoltà della datazione della strategia di Tolemeo figlio e dell'ingresso in carica di Olimpico. Sofrone probabilmente passò ai Lagidi nel 24615 e Tolemeo operò, dopo di lui, nella valle del basso Meandro fino al 229-8; la liberazione di Milasa, d'altra parte, avvenne sotto Olimpico. Considerando che prima della liberazione di Milasa Olimpico difese la città dai nemici (n. 8, 1l. 12-13), se datassimo la liberazione al 244 ca., dovremmo supporre che í primi contatti con Milasa Olimpico li ebbe almeno nel 245; e allora quando ebbe Milasa a che fare con Tolemeo figlio? E' quindi preferibile lo schema B. La liberazione avvenne per i meriti acquisiti durante la guerra contro Antioco - o contro Attalo -; e gli anni píii probabili sono quelli che videro la disfatta di Antioco e la scomparsa di Tolemeo figlio, i l 229 e i l 228. Le coincidenze verbali fra i casi di Milasa e di Smirne sono attribuibili all'uso di una formula consueta, "grandi pericoli" 519 . E' inoltre significativo che Seleuco non rispose mai alla lettera inviata da Olimpico su richiesta dei Milasii (n. 3,1. 24; n. 4,1. 6), infatti non vi si fa riferimento negli anni successivi della controversia (part. nn. 5-7). Seleuco II, cioè, era probabilmente già partito per l'Oriente, da dove non avrebbe píï1 fatto ritorno. Tentativo di ricostruzione cronologica.

La questione di Milasa e Labraunda può quindi essere inquadrata come segue: intorno al 24615 Milasa ha contatti con Sofrone; 240 ca. - 230 ca. contatti con Tolemeo figlio; 229 ca. subentra Olimpico, stratego di Seleuco; 229-8 Milasa si era dimostrata fedele a Seleuco, forse seguendo le direttive di Olimpico, e il re la dichiara libera. Olimpico ne

5ι9

Cf. HAUSSOULLIER, Mile:, pp.

Ι20 - 1.

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

133

evacua í presidi (n. 5, 11. 37-38). Corrís scrive a Seleuco; questi scrive a Olimpico (n. 1); Milasa si appella a Olimpico; questi scrive a Seleuco; 227 ca. (o anche dopo) Olimpico regola la controversia in favore di Milasa (n. 3); 220 ca. Olimpico scrive ai Milasii dicendo che rimette alla loro amministrazione, oltre che Labraunda, anche Petra e che scriverà a Filippo V. Questa datazione ha il vantaggio di non veder separati i testi n. 1 e n. 3 e quello n. 4 da un periodo di vent'anni, ma soltanto di sette o anche meno, considerato che í due atti incisi nei testi n. 3 e n. 4 trattano una medesima materia e sono discosti cronologicamente dal periodo in cui Olimpico tenne occupata Petra, per il "bene della città" (n. 4. 11. 12-13). Laodíce 11.

228

L'iscrizione Crampa n. 8, contiene una lettera in cui Olimpico annuncia a Milasa la donazione di terreni a Zeus Osogoa520 ; alla L 20 Olimpico afferma di aver acquistato delle terre dalla regina Laodíce. L'acquisto è probabilmente anteriore alla liberazione di Milasa521 , mentre Olimpico scrive dopo la liberazione (cf. 11. 13-5). Il fatto che si nomini una "regina Laodíce" dopo la liberazione di Milasa chiama logicamente in causa la consorte di Seleuco II, che portava appunto questo nome 522 . Della stessa regina, secondo Pugliese Carratelli, si tratterebbe anche in un testo epigrafico di Isso: una sua lettera

520 Su questo dio milasio: LAUMONIER, Cu ltes, pp. 101 ss. Sulle donazioni di principi alla divinità: MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 17 ss. 521 CRAMPA, O. c., p. 60. 522 Cf. SEIBERT, Dyn. Verbindungen, pp. 57-8. Su Laodice I, moglie di Antioco II, e caduta invece la scelta di CR λµρλ,p. 60, soprattutto ρerche costei possedeva terre anche in altre parti dell'impero (Babilonia e Cizico).

134

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

agli Iasei 523 , in cui si afferma che il re aveva dato la libertà alla città colpita da sciagure impreviste (un terremoto probabilmente) e che lei stessa, per beneficarla, aveva ordinato al dioiketes Struthion di fornire a Iaso mille medimni di grano l'anno, per dieci anni. Si sopperiva così all'indigenza del popolo e potevano costituirsi doti per le giovani povere. La datazione di questo testo è assai controversa: esso reca il seguente prescritto: ~π στεφανηφ ~ρου Κυδιου τ ov'i` Ιερoκλει oυς ~πισΤ oλ~~πδ '' Ελα~ρηβoλΙ ~vo ς (il Π∆ è parzialmente cancellati). La lettera è però seguita nella stele da un ringraziamento ad Antioco III (19716 ca.) datato secondo lo stesso stefaneforo Cidia. La datazione Π∆ ci riconduce al 228 e rende probabile l'identificazione delle sciagure impreviste con il terremoto di Rodi, quando anche Seleuco II si mostrò molto generoso con gli Ιsο lani 524 . Tuttavia J. e L. Robert sostengono che si tratti di Laodice III, moglie di Antioco III, avendosi due datazioni al medesimo stefaneforo, e in base al confronto con i testi relativi agli onori e al culto tributati ad Antioco III e consorte 525 . Chr. Habicht 526 , per parte sua, ha supposto che la lettera sia stata scritta nel 228, ma, poiché proprio allora Iaso stava per passare nella sfera d'in fl uenza di Antigono Rosone, la pubblicazione ne fu rimandata e divenne opportuna trent'anni dopo, sotto Antioco il Grande. Questo pub anche spiegare la parziale erasione della data.

G. PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" 29-30, 1967-68, pp. 445-7. 524 PUGLIESE CARRATELLI, pp. 450-1. 525 gull. ép. 1971, n. 621 e 1973, n. 431. Perciò fanno riferimento al terremoto del 199-8 menzionato in un'epigrafe dí Panamara: HILLEAUX, Etudes IV, pp. 209-210. 526 In "Gnomon" 44, 1972, p. 167. Ma sembra che lo Habicht abbia poi dato ragione aí Robert, cf. Bull. ép. 1977, n. 465. 523

SELEUCO

11

Ε ANTIOCO IERACE

135

L'esilio di Antioco lerace. Efeso e Magnesia sul Meandro.

L'ultimo atto a noi noto di Seleuco II è l'invio di aiuti a i Rodi colpiti dal terremoto del 22817 527 . Buoni rapporti con Rodi possono eventualmente essere testimoniati anche dalla donazione di Stratonicea. Antioco Ierace si scontrò, nel 228, con Attalo in Caria, sulle rive del fiume Arpaso, e rimase sconfitto. Dovette perciò fuggire e, dopo numerose disavventure in Mesopotamia e in Cappadocia, riparò finemente alla corte del suo vecchio nemico Tolemeo III, i n Tracia. Dopo qualche tempo sfuggi alla custodia del re egiziano, ma fu ucciso da una banda di predoni, Galli secondo i l prologo di Trogο528 . Nel 228 le regioni settentrionali della Caria rimasero per breve tempo sotto l'influenza attalide. Fu probabilmente in questo (o da questo) periodo che Eraclea sul Latro eresse altari per Attalo Salvatore 529 e Magnesia sul Meandro gli intitolò la tribit Attalide 530 . Il re tuttavia non intese fare

POL. V. 89. 8-9. Cf. WτLL I, p. 270. Giustamente il BENOTSON, Die Inschriften, p. 25, ritiene errata la sequenza degli avvenimenti riportata da PORPH. 32. 10: sconfitta in Caria-fuga in Tracia: fra questi avvenimenti vanno situati i fatti di Mesopotamia e di Cappadocia. Cf. E. V. HANSEN, The Attalids of Pergamon, Ithaca-London 1971 2, p. 35. Sulla fine di Antioco cf. B ΟUCΗ8 -LεCLεRCO, Híst. Sel. I, pp. 116-117; G. CORRADI, Studi Ellenistici, Torino 1929, pp. 202 ss. 529 B. HAUSSOULLIER, in "RPh" 23, 1899, pp. 283-4, nnr. 5-6. 539 I. v. Magnesia 89, 1. 7; 98, 1. 3 = SIG 3 589. Cf. HANSEN, The Attalids, pp. 454-5 e anche MEYER, p. 153. 11 fatto di ricevere onori o culto da queste poleis non ci permette di inferire che Attalo ne ebbe il dominio. Al tempo del grammatico Daphidas anche il territorio di Magnesia sul Meandro era in mano di Attalo: STRAB. XIV. 1.39; Ηεsνcκ. MAL., FGH IV, p. 160. Si tratta però di Attalo III: cf. J. FoNTENROSE, in "TAPhA" 91, 1960, pp. 83 ss.; J. HoPP, Untersuchungen zur Gesch, der letzen Attaliden, Μ~nchen 1977, pp. 119-120. Circa il dominio di Attalo I in Caria non visoni, altrimenti, testimonianze. Cf. BENOTSON, Strategie II, p. 100; CRAMPA, in "Opusc. Ath." 8, 1968, p. 171. Inaccettabile l'accostamento proposto dal WELLES, RC 29, tra una lettera relativa ad un sinecismo e a donazioni di terre, e 527

528

136

LA CARIA E L Α ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

della Caria un suo dominio, né forse sarebbe stato in grado di garantirne la sicurezza, e perciò, ottenutivi onori e riconoscimenti, si ritirδ al di là del Meandro. Efeso aveva visto la scomparsa di Tolemeo figlio fra íl 229 e il 228, e certamente lo scompiglio causato dai Traci in rivolta, nonché il caos politico del Sud-Ovest anatolico, favorirono l'avvento delle forze lagidi nella città (229-8), forze che nel 221 la tenevano ancora saldamente, come attestato da Polibio (V. 35. 11) 531 . Non è da escludersi che l'esilio di Antioco Ierace presso Tolemeo sia da collegarsi con il passaggio di Efeso a Tolemeo Evergete. Sauro segui la stessa sorte, poiché Polibio (ibid.) testimonia che nel 221 anche quest'isola era lagide. Ma a Sauro la dominazione egiziana risaliva agli anni della guerra laodicea 532 . Forti dubbi permangono sulla dominazione lagide ad Amyzon. Questa città era alleata di Tolemeo IV ancora nel 203 a. C., quando passò ad Antioco I11 533 . Considerando che Amyzon riconosceva l'autorità del Filadelfo nel 275/4 (cf. cap. III, p. 70), dovremmo proporre due possibilità: a) rimase lagide da allora fino al 203; b) oppure passò ad Antioco II nel 258 ca., ma fu ripresa da Tolemeo III durante la guerra laodicea o alla fine della guerra fraterna. Forse la pubblicazione delle epigrafi di Amyzon a cura del Robert potrà risolvere questa alternativa.

che 6 da attribuirsi ad Olimpico (cf. CRAMPA, o. c., pp. 174-5), e un testo che parla su una simpolitia, di Calcetore, forse con Euromo (così L. ROBERT, in "REA" 36, 1934, p. 525; CRAMPA, o. c., p. 176 - in base a POL. XXX. 5. 11 -, altre interpretazioni ricordate presso MAGIE, pp. 908-9, n. 130). II Welles considerava í due testi come relativi ad un medesimo atto della cancelleria di Attalo I nel periodo 228-3. Comm: CRAMPA, o. e., pp. 171 ss. 531 Cf. il decreto attico M. CROSBY, in "Hesperia" 6, 1937, p. 448, nr. 3; cf. L. ROBERT, Et. épigr. et philo!., pp. 62 s. 532 Cf. supra. 533 WELLES, RC 38, Il. 5-6. Cf. Huss, Ptolemaios 1V, p. 199.

SELEUCO II Σ ANTIOCO IERACE

137

Quanto a Magnesia sul Meandro, è verosimile che sia passata dalla parte di Tolemeo, si trovava infatti vicino ad Efeso e non distante da Amyzon e durante la guerra fraterna, come Efeso, era stata sotto l'in fl uenza di Tolemeo figlio e Antioco Ierace. Dalla lettera con la quale Tolemeo IV riconobbe la sacralità di Magnesia - in occasione del rinnovo delle feste per Artemide Leucofriene - si possono ricavare altri argomenti che comprovano la stor ~cità della riconquista lagide della città (cf. cap. VI). Mileto e Miunte.

Della sorte di Mileto non sappiamo pressoché nulla; generalmente si ritiene sia passata nella sfera d'influenza dell'Evergete durante la guerra laodicea 534 . Ma i buoni rapporti con Seleucia (=Tralles) e con Milasa, l'una seleucidica, l'altra città libera nella sfera d'influenza antigonide - testimoniati rispettivamente per gli anni 21211 e 20918 535 - fanno pensare che Mileto fosse nel 228 città libera e che, semmai, nel 227 abbia dimostrato le proprie simpatie per Antigono Dosone (cf. cap. VI). Le tendenze filo-antigonidi dei Milesíi ebbero occasione di manifestarsi ancora nel 201, quando invitarono Filippo V a recarsi nella loro città 536 . Ad una data sconosciuta Mileto si era legata, mediante simpolitía e sinecismo, con Miunte. Strabone afferma (XIV. 1. 10) che quelli di Miunte decisero la simpolitia con Mileto a causa dell'oligandria (cf. il caso di lisa - cap. IV); Pausania (VII. 2. 11) precisa invece che, avendo il Meandro reso paludosa e malsana la regione a mare, Miunte era infestata

536 HAUSSOULLIER, Milet, pp. 135 ss.; BELOCH IV. 2, p. 345; REH', Milet, p. 267; MEYER, p. 89; RosTOVZEv, Storia ec. e soc. II, p. 75; WILL I, p. 232; SCHMITr, Staatsverträge III, nr. 537, p. 270. Contra: MAGIE, p. 937, n. 31. REH', Milet 143 e 146. 536 Ρo ι. XVI. 15. 16. Cf. HOLLEAUX, Etudes III, pp. 229-230.

138

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MΣRIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

dalle zanzare; Vitruvio afferma (VI. 1),1í1l semplicemente:

ab aqua est devorata. Dai due ultimi autori si ricava inoltre che i Milesii portarono con sè a Mileto tutto ciò che era

possibile e soprattutto le immagini degli dei; il Periegete aggiunge che, recatosi nel sito di Miunte, non v i trovò che un tempio di Dioniso. Strabone parla di penuria di popolazione, Pausania e Vitruvio di calamità naturali; volendo conciliare i due punti d i vista, si potrebbe pensare che i Miesii, afflitti dalla malaria, rimasero decimati e, non potendo píù farcela da soli, chisero ed ottennero la simpolitia con i Milesii. Questi fatti avvennero dopo il IV secolo, quando Miunte batteva ancora moneta 537 . Certamente la simpolitia era già avvenuta nel 206/5, come si ricava da un decreto dei Milesii per Apollodoro figlio di Metrofane milesiο 538 ; ma un terminus ante quem si potrà fissare al 228 a. C., quando i Milesii insediarono nel loro territorio dei Cretesi e disposero per le sistemazioni che i Miesii avrebbero potuto offrire; il fatto si spiega solo se le due città erano già unite dalla simpolitia 539 . Impossibile tuttavia precisare ulteriormente la data 227-6

Con figurazione politica della Caria alla fi ne della guerra fraterna.

Tra il 229 e il 227 la Caria assunse politicamente una configurazione bipartita, o, meglio, tripartita (Rodi, Olimpico, Tolemeo). Le vittorie di Attalo sugli strateghi di Seleuco prima, su Antioco poi (specie quella sull'Arpaso) 537

HEAD,

Η12 , pp. 586-7.

in "Istanb. Mitt." 15, 1965, pp. 90 ss.; cf. J. e L. ROBERT, Bull. HERRMANN, pp. 93 ss. (sulla scia del RUGE) pensa che prima sia avvenuta la simpolitia durante la quale Miunte rimase autonoma, e in un secondo tempo il sinecismo. 539 REMI, Mi/et 33 e, 1. 12. Cf. o. c., pp. 200-1; MEYER, p. 79; RUGE, 1. c.; MAGIE, p. 883, n. 81. Si vedano però le riserve di HERRMANN, p. 93. 538 P.

HERRMANN,

0. 1966, n. 375. Lo

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

139

determinarono per la prima volta lo stabilirsi dell'influenza pergamena nella Caria Settentrionale 540 , anche se di limitata estensione territoriale e per poco tempo; la parte occi dentale della regione era dominata dallo stratego seleucidico Olimpico, mentre la Perea sino alla regione di Stratonicea era in mano ai Rodi. Alicarnasso e Cauno rimanevano lagidi, mentre nell'area nord-occidentale, tra Efeso, Magnesia e Amyzon, si era costituita una forte zona d'in fl uenza tolemaica. Dopo aver regnato νentun'anni 541 Selcucο mori, nel 226. Fu sopraffatto dai Galli (Eusebio-Porfirio parla di barbari542) e ucciso, dopo aver combattuto nelle regioni orientali dell'Anatolia. Alla sua morte praticamente non esisteva più l'Asia minore seleucidica 543 . Anche la Caria, infatti, passò proprio nel 227 sotto l'influenza macedonica. La sua politica aveva avviato allo sfaldamento l'impero seleucidico. Per combattere Tolemeo III, Antioco lerace e Attalo I non esitò a concedere l'indipendenza ai membri del suo regno purché solo fossero rimastri suoi alleati. In questo periodo di profonda crisi ottennero l'indipendenza città come Smirne e Milasa e sorsero nuovi principati indigeni, come quelli di Lisia e di Olimpico. -

SCηMrTT, Untersuch., p. 42; CRAMPA, Labraunda III. 1, p. 124; cf. supra. EUSEB. I, p. 251; vent'anni secondo un testo cuneiforme: J. B. PRITCHARD, Ancient Near Eastern Texts ... , Princeton 1969 3 , p. 566. 540 541

542 543

Cf. RIZZO, p. 172, n. 135. poL. IV. 48. 7. Cf. MEYER, p. 102; WILL I, pp. 266 ss.

APPENDICE

II testo di Eusebio (Porfirio) La ricostruzione delle fasi della guerra fraterna, si è visto, dipendono in buona misura dalle testimonianze di Eusebio. In particolare, la datazione delle vittorie di Seleuco in Lidia è legata all'ipotesi che in Porph. 32.10 vi siano dei punti che già erano in 32.8. E' fuor di dubbio che Antioco fosse battuto due volte da Seleuco nel 229 (32.10), non pub infatti trattarsi di vittorie di Attalo, le quali sono messe in rilievo subito dopo ("attarnen CXXXVI olimpiadis anno IV b ι llum in Lidiorum terra bis aggressus, debellatus est, et e regione Koloae cum Attalo praelium committebat"...) ; Attalo, d'altra parte, non avrebbe mancato di ricordare le due vittorie nell'iscrizione pergamena. Ma il collegamento con Porph. 32.8 ("in Lidiorum terra Seleukus vicit; sed neque Sardes, neque Ephesum cepit"...) è un'ipotesi del Rizzo. Ora, E.Will (in "Historia" 27, 1978, pp. 68-74) ha di recente disapprovato severamente codesta ipotesi: Porph. § 8 e Porph. § 10 si debbono leggere di seguito, non in parallelo. Ma com'è possibile che si susseguano la morte di Seleuco (2271 6) (§ 8), l'occupazibne lagide della Siria (246) (§ 9), le imprese di Antioco contro Seleuco, i Galli e Attalo (§ 10)? Nello scrivere la storia gli antichi non scelsero sempre il metodo annalistico, né amarono sempre seguire il flusso degli avvenimenti contemporaneamente nei vari settori geografici, spessissimo riuscì più conveniente seguire le vicende di una sola regione o di un solo personaggio. Mi sembra che Porfirio, nel nostro caso, seguisse proprio quest'ultimo criterio: il § 8 tratta di Seleuco II dall'ascesa al trono alla morte e, dopo un

141

SELEUCO II E ANTIOCO IERACE

intervallo dedicato a Tolemeo "Triphon", il § 10 tratta di Antioco Ierace, dal momento in cui preparò la guerra contro il fratello alla morte. Ne consegue che è lecito esaminare in parallelo le vicende di Seleuco e quelle di Antioco, e necessariamente far coincidere le due menzioni degli scontri in Lidia.

EFESO

MILASA

246/5 Seleuco (Sofrone)

246/5 ca. Sofrone(Tolerei III?)

STRATONICEA 246 Seleucidi

Tolemeo III 240εα

240 ca. 1Αntiοc ο I. (Το1. f.)

229-8

229-8 Tolemeo IV e V

197

226

237-30 Antioco Ι. (Tolemeo f.) Rodi

Seleucidi-Antigonidi Olimpiaco) 201

CAP. VI

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V (227-200)

?27

Antigono Dosone in Caria.

Per lungo tempo rimase irrisolto il problema della storicità della spedizione caria di Antigono Dosone e soltanto í testi di Labraunda l'hanno finalmente deciso. Non è qui il caso di ricostruire la controversia che vide W. Βettigen 544 , P. Treνes 545 , M. T. Piraino 546 contrapporsi ai denegatori della spedizione stessa, fra i quali M. Ηοlleaux 547 . Le testimonianze letterarie sull'attività in Caria del successore di Demetrio II sono poche e non sicure. Trog., prol. XXVIII afferma: Antigonus (...) in Asia Cariam subiecit, e oν Pol. XX. 5. 11: a ι', τòς (scil. 'Αντ ~γονος) δ~~τδν πρoκειµεν Due testi epigrafici di Priene ~τ~λει τιλο~ν ε τ~ν 'Ασ~αν. menzionano Antigono Dosone in quanto, per qualche modo, coinvolto nella controversia territoriale fra Priene stessa e Sari: I. v. Priene 37, 11. 141 e 143-4; cf. 11. 137-8, dove si nomina Filippo V, e n. 38, parte 11,1.2. Qui indubbiamente si nominava il Dosone, non il Mon οftalmo 548 , perché il passo segue quelli concernenti Antioco II Theós e la guerra Laodicea, e vi si nomina il δι~δοχος τ~~βασιλε ~ας

König Ant. Dos. ν. Mak., Diss. Iena 1912, pp. 20 SS. In "Athenaeum" Ν . S. 13, 1935, pp. 38 ss. 546 Antigono Dosone re di Macedonia, Palermo 1953, pp. 8-9. 547 Etudes IV, p. 335, n 1, cf. p. 37, n. 1; p. 223, n. 1; p. 277, n. 3. 548 BELOCH IV. 2, pp. 449-52; cf. TREVES, o. c., p. 41; WILL I, pp. 335-6; BεNGTSON, Die /nsehrifien, pp. 30-31. 544

S45

.

144

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Φι[λ~πππος, cioè Filippo V successore di Demetrio II e, indirettamente di Antigono suo tutore. Priene dunque riconobbe, in qualche modo, l'autorità del Dosone, ciò che rende ρi ι probabile la tesi che anche Mileto abbia ben accolto il re macedone (cf. cap. V, p. 137). Vi è poi una testimonianza incerta 549 : un decreto di Cos ritrovato a Calimno in cui si parla di un re Antig οno 550 ; e nella stessa Cos sono state ritrovate testimonianze epigrafiche relative ad un Antigoneion, eretto, secondo l'interpretazione di M. Segre, al tempo di Perseo in onore del Dosone ormai er ο~zzatο 551 Le epigrafi di Labraunda sono però esplicite circa la presenza del Dosone in Caria: dalla n. 5, 11. 5-14, risulta che Ecatomno, il successore di Corris nella kome milasia, aveva fatto presente ad Antigono certi - pretesi - diritti suoi e della kerne, cioè l'indipendenza fiscale e amministrativa da Mílasa; Dosone li aveva, per qualche verso, riconosciuti e aveva scritto ai Crisaorei, probabilmente perché li garantissero e prendessero Labraunda sotto il loro patrocinio; Ecatomno aveva ricevuto la lettera di Antigono, ma aveva tenuto nascosto il tutto a quelli di Milasa fino alla morte del re macedone 552 . Si era ripetuta dunque una situazione simile a quella verificatasi al tempo di Seleuco II e Corns (cf. Crampa, n. 1). Dai testi n. 5,11.48-9e n. 7,11. 12-3, si ricava che í Milasii avevano accolto il Dosone nella loro città e

Cf. i dubbi espressi da D. MAGIE, pp. 913 ss. IGBM 247 = SGDI 3611 = M. SEGRE, in "Rend. Pont. Acc. Arch." 17, 1940-41, p. 21; part. pp. 32-3 sull'identificazione con Antigono Dosone. Cf. CRAMPA, III. 1, p. 32; per le altre testimonianze, assai incerte: p. 32, n. 7. 55' SEGRE, o. c., pp. 29 ss.; a p. 37 testimonianze della presenza del re Perseo a Cos. Anche a Cnido però si venerava un eroe Antigono, il quale non era certo il re macedone. 552 Cf. CRAMPA III, 1, p. 31. Nelle iscrizioni di Labraunda il Dosone è indicato genericamente come δ πατ~ ρ, Filippo infatti compariva come suo figlio adottivo; cf. CRAMPA, III. 1, p. 32. 549

550

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

145

avevano dato testimonianza della loro deferenza verso di lui - probabilmente anche con un decreto -. Le ragioni della spedizione del Dosone.

Null'altro sappiamo sull'attività del Dosone in Caria, a meno che non si voglia accedere alla sfera del puramente opinabile. Opinabile, ad esempio, che Antigono abbia intrattenuto buoni rapporti con Mileto. Opinabili í motivi stessi che spinsero il re in Caria. Vi è stato chi ha sostenuto che volesse colpire Tolemeo III 553 , e chi, invece, che abbia agito di concerto con Tolemeo "nell'indebolire in Asia la squassata compagine dell'impero seleucidico" 554 Il Wí11 555 offre, dal canto suo, una serie di possibili spiegazioni. Dosone vide nella confusa situazione del Sud-Ovest anatolico l'occasione per "pescare in acque torbide" o per rinnovare in qualche modo la politica dei suoi predecessorí556? Fu chiamato in Caria (e da chi?), o vi andò di sua iniziativa? E, se fu così, forse per una dimostrazione di forza agli occhi di Tolemeo Evergete, che aiutava gli Achei e Atene? L'unica cosa certa è che íl Dosone volle prender possesso di qualche base in Caria. In questa regione intorno al 227 si era verificato un "vuoto di potere": soltanto in poche località erano ancora avvertite le deboli influenze dei Rodi e di Tolemeo. A Nord del Meandro intanto si era affermato il dominio di Attalo, con il quale Antigono sparti,

553 BεLOcκ IV. 2, pp. 549 Ss.; TARN, in CAH VII, pp. 722 e 752. Contra giustamente, WILL I, p. 334. 594 TREVEs, o. c. p. 40. 595 I, p. 333. 556 La Caria P sempre stata un polo di attrazione nella politica e nella strategia degli Antigonidi, della quale non è difficile ricostruire la storia: dalla spedizione del Monoftalmo alla vittoria del Gonata nelle acque di Cos. Cf., p. es., BENGTSON, Die lnschrifien, p. 28.

146

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

tacitamente o meno, le zone d'in fluenza nell'Asia minore cistaurica 557 Probabilmente il cuore della Caria "antigonide" fu posto nella regione di Milasa e di Iaso558 , ma sembra che anche a Priene l'autorità del Dosone sia stata avvertita, se non altro per dirimere la questione con Samo. In tal caso, la spedizione di Antigono potrebbe essere interpretata proprio come un tentativo di indebolire l'autorità di Tolemeo, soprattutto nella zona a Nord-Ovest del basso Meandro, dove il Lagide ancora teneva Efeso e Samo. Il fatto che il Dosone dominasse Cos non autorizza a ipotizzare la conquista nel 227, perché, se Ι3 vero che dal tempo del primo Tolemeo la politica di Cos era sempre stata orientata verso l'Egitto 559 , non è escluso che già il Gonata nel 262 vi avesse stabilito la sua influenza dopo la battaglia in cui sconfisse la flotta di Tolemeo II (cf. cap. III). Nel 240 ca. Cos era città libera e in quanto tale poté richiedere l'asylia 560 a vari sovrani, fra í quali anche Tolemeo III 561 _ Le operazioni di Antigono interessarono dunque la costa occidentale della Caria, senza spingersi molto nell'interno: Stratonicea e la Perea rimasero Rodie 56a Carattere e cronologia della spedizione. Le fonti lasciano supporre che il Dosone riusci ad ottenere larghi consensi in Caria e che a Filippo V, quando accedette

o. c., p. 26. Id., 1. c. Ambedue queste città, lo si tenga presente, erano libere (per Isso, cf. HOLLEAUx, Etudes IV, p. 147 A, 1. 10). 559 SEORE, o. c., p. 33. 568 Una città suddita infatti non poteva richiedere l'asylia per sè o per i propri templi, eventualemente prima doveva essere resa libera o consacrata. Cf. ΙλSTROCINQUE, L'eleutherla, pp. 18-19. 557 Β ENGTSON,

558

567

WELLEs, RC 25-28.

562 Β ENGTSΟΝ, O. C.,

p. 27.

DALLA SPEDIZIONE D Ι ANTIGONG III A QUELLA Dl FILIPPO V

147

al trono, fu riconosciuta grande autorità 563 . Due parole sulla cronologia: la datazione più accreditata e più probabile è il 227 a. C.564, tuttavia non può escludersi radicalmente ii 228 565 . Il sincronismo stabilito dal Wi11 566 fra terremoto di Rodi, la mareggiata che fece arenare le navi del Dosone in Beozia (Pol. XX. 5. 7) e la spedizione in Caria è, in verità, geniale e generalmente viene accettata; tuttavia non è un dato sul quale si possa costruire alcunché 5ó7 . Il re certamente entrò in contatto con il dinasta Olimpico e si accordò con lui. Da allora in poi Olimpico figurerà sempre come uno stratego subordinato agli Antigonidi, oltre che come dinasta di fronte ai suoi sudditi 568 . La sua sede si trovava nella città di Alinda, come apprendiamo da un'iscrizione di questa città 569 Probabilmente il dinasta, come Priene, si legò al re macedone per premunirsi contro le eventuali ambizioni d i Attalo I570. La spedizione in Cara non portò alla sottomissione di territori, né d i città, si limitò ad allacciare amichevoli rapporti e forse a procurare alla Macedonia qualche testa di ponte in Asia. Al tempo di Filippo V, infatti, molte città carie, Milasa in ispecie, erano libere, anche se ricorrevano spesso all'auto-

563 Cf. CRAMPA, 111. 1, p. 123. 564 Cf. da ultimi, WILL I, p. 334 e BENGTSON, o. c., pp. 22 ss. 565 Cf. PtRi1NO, p. 315; Rizzo, pp. 159 ss. 566 L. c. 567 Cf. BENGTSON, o. c., p. 22, il quale afferma che forse Polibio non avrebbe, eventualmente, taciuto tale coincidenza. 568 L'ipotesi del WALBANK, in "JHS" 62, 1942, pp. 11 e 13, secondo la quale Olimpico sarebbe divenuto stratego (antigonide) soltanto nel 201, al tempo della spedizione caria di Filippo V, 8 indebolita dai testi di Labraunda: CRAMPA, n. 9, II. 4-5 - dove appare come stratego seleucidico - cf. BENGTSON, Dielnschrifren, p. 17. Olimpico era insieme dinasta e stratego, analogamente ad Eupolemo di fronte ad Asandro, o a Tolemea figlio di fronte ad Antioco II e Antioco Ierace. 569 A. LAUMONIER, in "BCH" 58, 1934, pp. 291 ss., il quale propone per questo testo la data 202, la quale però non 8 dimostrabile. 570 WILL I, p. 335.

148

LA CARIA Ε LA lIllA r Ε R!DI ΟΝΑιΕ IN EPOCA ELLENISAICA

rità del re macedone per risolvere le loro questioni amministrative 571 Ben presto però Antigono Dosone fece ritorno in Europa, dove sí trovava gíà alla fine del 227 572 . 226- 1 destini dell'Asia minore seleucidica. 223 Tra íl 229 e il 227 molti sovrani ellenistici si lanciarono sulle spoglie dei domini seleucidici: Attalo in primo luogo, che perδ non si spinse, se non occasionalmente, a Sud del Meandro; Tolemeo Evergete, che si attestb a Samo, Efeso e Amyzon, sempre mantenendo le sue posizioni ad Alicarnasso, lindo e Cauno; Antigono Dosone, che si afferm δ lungo le coste occidentali, fra Cos e Mileto e fece la s'ua comparsa a Milasa. Olimpico, divenuto totalmente indipendente dopo la partenza di Seleuco per l'Oriente, decise almeno a parole - di legare le proprie sorti a quelle .di Antigono; í Rodi sembra siano rimasti fedeli alle loro tradizioni filo-seleucídíche, né quindi attaccarono la Caria nord-occidentale, che forse rimaneva ancora, di nome, seleucidica. Successore di Seleuco II fu il figlio primogenito Seleuco III (226-223). Questi tentò di riconquistare l'Asia minore (223) ed attaccb Attalo, ma quando già si trovava in Frigia, mori assassinato (estate 223). Seleuco III era affiancato da Acheo, discendente da un ramo cadetto della stirpe di Seleuco, il quale fece appello allora ad Antioco ΙΙΙ, fratello minore di Seleuco III, rinunciando a farsi proclamare re dall'esercito 573 . Probabilmente nello stesso anno 223 5 '4 Acheo, al quale

Cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, p. 1, π. 1. WILL Ι , p. 333. 573 Cf. WILL 1, pp. 282-3 e ΙΙ , p. 10. 57i SCH ΜITT, Untersuch., pp. 161 e 186; Cf. WILL II, pp. 11-12.

501

572

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONO III A QUELLA DI FILIPPO V

149

erano affidati pieni poteri in Asia minore, riprese l'offensiva e la condusse felicemente a termine, riconquistando tutte le regioni di cui si era impossessato Attalo, e confinandolo a Pergamo 575 . I progressi seleucidici preoccuparono alquanto Tolemeo III che inviò, tra l'estate 223 e l'estate 222, íl figlio Magas in appoggio alle città lagidi d'Asia minore 576 . Ma nel 222 Acheo si era già saldamente insediato a Sardi, da dove poteva controllare l'Asia minore cistaurica. Per il regno seleucidico era iniziata una nuova era 577 . 220 Fra íl 222 e il 220 Acheo probabilmente consolidò le sue conquiste anatoliche. Ma nel 220 fu richiamato in Siria da una serie di torbidi che vi si erano susseguiti - comportamento di Ermia, rivolta della Cirrestica, campagna di Antioco contro Molone -. Giunto a Laodicea di Frigia assunse il diadema e la porpora; se non che, ai confini della Licaonia le sue truppe si ammutinarono e percib decise di tornare in Asia minore578 . Olimpico cede Petra a Milasa. Olimpico intanto agiva con discreta indipendenza, rispettando l'autorità di Filippo Ν. Probabilmente va datata al 220 l'epigrafe di Labraunda Crampa, n. 4, la quale 6 certamente anteriore a quelle nn. 5-7 (datate ca. dic. 220 a. C.) perché nella 6 B Olimpico riconferma la cessione di Petra a Milasa, cessione che è notificata nel testo n. 4. Quest'ultimo sarà dunque databile a poco prima del dicembre 220. Olimpico aveva fino allora occupato la fortezza di Petra, presso Labraunda 579 , per il bene della città (11. 12-3), clo6 per difenderla 580 . POL. 11.48. ι ι. W. Huss, in "Ancient Society" 8, 1977, pp. 187 ss. 577 BENGTSON, G. G. 3 , p. 405. 578 Cf. SCHMITT, o. c., pp. 164 ss.; WILL II, pp. 18 ss. 579 Per la localizzazione, cf. CRAMPA III. 1, p. 26. 580 Cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 5-6. 575

576

150

LA CARIA E LA t ΙNIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Nella lettera di Olimpico a Milasa n. 8, 11. 12, il dinasta dice che dovette affrontare " grandi pericoli" per Milasa; pericoli anteriori alla liberazione della città stessa (n. 8, 11. 13-15). Questi pericoli è probabile minacciassero Milasa da parte di Antioco Ierace o anche di Attalo I, e Olimpico continuò a difendere la città anche dopo l'arrivo del Dosone in Caria: probabilmente il pericolo incombeva ancora da Nord. Ma nel 223 íl regno pergamene fu imbrigliato dall'offensiva di Acheo; Olimpico potè quindi guardare con maggiore ottimismo alle frontiere settentrionali, ma forse aspettò fino al 220 per confidare a Milasa anche il presidio di Petra. 220 Milasa, Labraunda e Filippo V. 219 -

Seguono poi tre lettere riguardanti i diritti di Milasa: due di Filippo V (nn. 5 e 7) e una di Olimpico (n. 6 A e B). Sono tutte e tre contemporanee, perché la lettera di Filippo V n. 7 datata al mese Audnaios del terzo anno di regno (dicembre 220?) 581 , í tre documenti saranno dunque databili verosimilmente all'anno 220/219. Anzitutto la complessa lettera di Filippo a Milasa n. 5, di cui ecco in sintesi il contenuto: í legati di Milasa avevano consegnato a Filippo un decreto relativo alla lettera del Dosone ai Crisaorei, lettera finita nelle mani di Ecatomno, e relativo al sacerdozio di Ecatomno e all'asphaleia ed ateleia di Labraunda. I Milasi sostenevano inoltre che Ecatomno aveva detto tante falsità - e di conseguenza non si era azzardato a riconsegnare la lettera prima della morte del Dosone - e che il tempio non spettava

581 La data dell'ascesa al trono di Filippo non 8 del tutto sicura. Si veda in proposito, di recente, CHR. HABICHT, in "Ancient Macedonia" (Symposium Thes-

saloniki 1968), Thessaloniki 1970, p. 275; 53 ss.

BENGTSON, Die Inschrifien,

p. 16 e pp.

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

151

a i Crisaorei, né agli altri Cares, anche se i Crisaorei volevano appropriarsene. I legati avevano poi ribadito che il tempio e le sue rendite erano del popolo milasio, che quelli di Labraunda erano cittadini di Milasa e ne usavano le leggi, che Seleuco, quando liberò la città, le aveva assegnato pure le località circostanti e conseguentemente in quell'occasione Olimpico aveva giurato che Labraunda sarebbe appartenuta a Milasa. Filippo approva la tesi sostenuta da quelli di Milasa. I Crisaorei s i erano dunque appoggiati al nuovo sacerdote di Labraunda per cercar d i appropriarsi del tempio, cioè di farlo riconoscere tempio federale, allo stesso modo di quello di Zeus Karios (Her. I. 171, cf. cap. VIII, p. 223, n. 895) Il Dosone aveva dato i n qualche modo soddisfazione ad Ecatomno e alla confederazione 582 . Tuttavia Ecatomno aveva detto anche cose diverse da quelle stabilite da Antigono. Appena i Mílasii s i resero conto di quanto era avvenuto, reagirono vivacemente e riuscirono ad ottenere che Filippo V confermasse i loro diritti sulla kome. Nel testo 6 A e B è contenuta una missiva di Olimpico a Milasa, in cui s i dice che Milasii avevano consegnato al dinasta i l testo di un loro decreto d i inaugurazione di sacrifici per Filippo V, Olimpico, Zeus Osogoa, Labraundos ed Eleutherios, e manifestazioni di tripudio ~π~~ τ~ 6 ~ποκαταστ ~ σει τ~ν πατρ~ ιων ιερ ~ν. I legati rimisero ad Olimpico la lettera di Filippo V (= n. 7). Nella parte 6 B del documento Olimpico dice di rimettere nelle mani di Milasa Labraunda e Petra, avendo precedentemente scritto a Filippo e avendogli Filippo riconfermato tutti i diritti a suo tempo riconosciuti a Milasa.

582 Mi sembra che l'interpretazione delle ii. 7 ss. non possa essere che questa. Cf. CRAMPA III. 1, p. 31. Non si dimentichi però che anche Milasa faceva parte dei Crisaorei.

152

LA CARIA E LA 10N1A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Decisiva è finalmente la lettera di Filippo a Olimpico n. 7. Qui il re dice di aver ricevuto la lettera dello stratego (n. 4,11. 13-4; n. 5,11.44-6; n. 613,11. 1-2) e il decreto di Milasa; dice inoltre di avere scritto alla città e di aver inviato copia del messaggio ad Olimpico. Decide che siano riconsegnate tutte le terre che spettano a Milasa, compreso il tempio di Labraunda. 220217

Antioco 111 e Tolemeo IV. La quarta siriaca. Le gesta di Antioco.

Fu probabilmente l'abilità di Acheo a salvare il regno seleucidico durante il periodo di crisi tra il 226 e il 223; né si verificò la situazione che aveva permesso a Tolemeo II prima, a Tolemeo III poi di infliggere duri colpi al regno avversario. La quarta siriaca vide, infatti, lo stesso Antioco all'offensiva in Celesiria e Tolemeo IV Filopatore - salito al trono intorno al 221 - impegnato a difendersi 583 . Nel giugno del 217 si giunse allo scontro decisivo di Rafia, all'estremo Sud della Palestina, dove le armi del Filopatore trionfarono insperatamente. Segui un trattato di pace. La Celesiria lagide era salva, ed era salvo l'Egitt ο 5s4 . Nel corso della guerra Acheo, fortemente insediato a 216213 Sardi, ebbe modo di consolidare il suo potere distaccandosi sempre p~ù da Antioco III e allacciando rapporti, negli anni successivi, con Tolemeo Filopatore e íl suo ministro Sosibio. Il primo obiettivo di Antioco dopo la giornata di Rafia fu pertanto l'eliminazione di Acheo. Nei 216 valicò il Tauro e, assicuratasi la collaborazione di Attalo, piombò sul reame

563 Cf., di recente, sui preparativi e sulle prime fasi della guerra, WILL II, pp. 21 ss.; W. Huss, Untersuch. zur. Aussenpolitik Ptolemaios' IV., München 1976, pp. 20 ss. 584 Cf. WILL II, pp. 30 ss.; Huss, pp. 55 ss.

DALLA SPEDIZIONE DI

212

209208

ANTIGONG [I[ A

QUELLA DI FILIPPO

V

153

del cugino. Nel 215, dopo un lungo assedio, Sardi cadde e Acheo fu catturato e messo a morte (21413) 585 . Da escludersi un'offensiva di Antioco in Caria. Le posizioni tolemaiche nei dintorni di Amyzon furono "attaccate" per la prima volta da Antioco all'inizio del 203. Dopo la scomparsa di Acheo Antioco non indugib a lungo i n Asia minore, ma si volse alle regioni orientali dell'impero, che da tempo sfuggivano all'autorità seleucidica. Il governo dell'Anatolia venne affidato allo stratego Zeuxis. La gloriosa spedizione di Antioco in Armenia, in Media, i n Partia, in Battriana, fino all'India e, di ritorno, all'Arabia è nota sotto i l nome di Anabasi (212-205 a. C.) 586 . E per i successi ottenuti, ad Antioco fu attribuita nel 205, l'epiclesi di Basi-

leus Megas 587 .

Mileto, Seleucia-Tralles e Milasa.

Al 21211 spetta il trattato di isopolitia fra Mileto e Seleucia-Tralles 588 ; quest'ultima certamente era fedele ad Antioco fin dal tempo della guerra contro Acheo, e Mileto per lo meno a lu i non ostile, e, in ogni caso, non sottoposta all'influenza di Toleme ο 589 (cf. supra, cap. V, ρ.137). Circa tre anni dopo, nel 209/8, Mileto rinsaidb i legami di amicizia con Milasa mediante un trattato di isοροlitia 590 ;

ses Cf. P. MEulI, in "RAL" ser. VIII. 5, 1950, pp. 161 ss.; WILL II, pp. 39 ss.; Huss, pp. 88 ss. 586 Cf., sulla situazione delle province orientali e sull'Anabasi, SCHMITT, Untersuch., pp. 32 ss.; WILL II, pp. 42 ss. 5θ7 Cf. HOLLEAUX, Etudes III, pp. 159 ss.; SCHMITT, o. c., pp. 92 ss. 588 REH', Milet, 1. 3, n. 143 = SCHMITT, Staatsverträge III, n. 537. cf. W. GAWANTKA, Isopolitie, München 1975, pp. 14 ss. 589 Contra: SCHMITT, o. c., p.270. Ben strani sarebbero dei rapporti cost amiche vili fra due città í cui sovrani erano da poco usciti da una lotta quale la quarta siriaca. 598 REHM, o. c., n. 146 = Staatsverträge III, n. 539.

154

LA CARIA E LA IONIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Milasa era città libera, ma legata da vincoli "clientelari" ad Olimpico e a Filippo 1591. 205 ca.

Magnesia sul Meandro e Artemide Leucofriene. Nel 22110 Magnesia sul Meandro aveva inviato una legazione a Delfi per interrogare l'oracolo; qualche tempo prima infatti erano apparsi alla sacerdotessa Aristo gli dei Apollo ed Artemide, probabilmente in s οgnο 592 . L'oracolo rispose (SIG3 557, 11. 7-10): "[ λ~]ιον ε~λεν κα~~ áµε wov το~ς σε[β]οµ ~ νοιg 'Απ[~λλωνα Πvhhoν] κα~~ "ΑρτεµινΛευκο φρυην~ν κα~~τ~ [µ] π[ ~λ~ν κα~~T~v χ] ~ραν τ~ µ Μα των yν~ τ~ν ~τ~~ Μαι~νδρ[ο]υ [4ερ~ν κα~~ ~συλ] oν νοµιζ ~ ντοις ". Dunque Apollo comandava di onorare le divinità apparse ad Aristo e di considerare a loro sacra (ed inviolabile) la città e la chora di Magnesia. Ma la consacrazione di una città ad un dio equivaleva, in qualche modo, alla sua liberazione, perché, se un sovrano consacrava, cedeva la sovranità al dio; si trattava di un procedimento analogo alla manumissione sacrale degli schiavi 593 . In seguito all'oracolo quelli di Magnesia inviarono legati nei vari stati ellenistici perché venisse riconosciuta la consacrazione e soprattutto la conseguente inviolabilità (asylia) della città. Tra il 220 e il 208 gli Etoli riconobbero queste

592 η H. SCHMITT, o. e., p. 276 ritiene, erroneamente, che Milasa fosse seleucidica. Cf., nel medesimo senso, WILL II, p. 98. La supposizione risale a M. HILLEAUx, Etudes IV, p. 262, ed 8 comprensibile perché proposta prima della pubblicazione dei testi di Labraunda. Soltanto nel 203 Milasa ricominciò ad avere contatti con í sovrani seleucidi (cf. infra). 592 I. v. Magnesia 16 = SIG3 557, su questi fatti e sulla risposta dell'oracolo. Cf. WELLES, RC, p. 145 e n. 3; L. ROBERT, in "REA" 38, 1936, pp. 12 ss. 5 93 Sulla consacrazione di una città: MASTROCINQUE, L'eleutheria, pp. 17 ss., part. p. 19. Sulla manumissione sacrale, cf. K. LATTE, Heiliges Recht, Tübingen 1920, pp. 101 ss. •

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

155

prerogative di Magnesia 594 e le concessero inoltre il voto nel Consiglio degli Amfizioni. La benevolenza degli Etoli verso Magnesia si rispecchia forse anche nell'oracolo del 22110. Ma non furono gli Etoli a dichiarare la consacrazione di Magnesia, essi si limitarono a riconoscerne l'esistenza che i messi della città andavano annunziando. Gli Etoli concessero l'asy/ia da parte loro e disposero provvedimenti contro gli eventuali violatori. Intorno al 208 Magnesia dunque era città libera, sottomessa alla sola sovranità di Apollo e di Artemide, ma la consacraziione era stata decisa dalla stessa Magnesia, come città già libera 595 , oppure era conseguente ad un atto di qualche sovrano? E di quale sovrano? Nel capitolo precedente s i era rilevata la possibilità che Tolemeo III abbia messo le mani, oltre che su Efeso (228 ca.), anche su Magnesia. Quattordici anni dopo l'oracolo (22110), cioè nel 207/6, quelli di Magnesia, per onorare Artemide e per seguire i dettami di Delfi, decisero di rilanciare le feste di Artemide Leucofriene con degli agoni "coronati". Questo era segno del maggior prestigio dei giochi 596 1 riconoscimenti di queste nuove feste arrivarono da parte dei sovrani nel 205 ca. Sono conservati quelli di Antioco III, di Antioco figlio di Antioco III, di Tolemeo IV e di Atta1ο597, ma è probabile che non mancasse Filippo 1598 . Già C. B. Welles 599 notò che in tre dei quattro riconoscimenti conservati si parla unicamente delle feste rinnovate, mentre Tolemeo Filopatore mette l'accento anche sul punto di con-

594 SIG 3 554 = IG IX. 1 2 , 4, IL 10-12: και τàν π~ λ~ ν αντ~ν και τàν χ~ ραν iαρàν xat ~σνλον εt µεν, και ~τι ii πρεσβεντα i ~παγγ ~λλοντι. 595 Cf. ~ 1 caso dí Cizico: SIG 3 1158; cf. MASTROCINQUE, o. c., p. 18, n . 79. 596 Sull'agone chrematites e su quellostephanites, cf. ΣLΑCειτÈRε, Les Aitoliens d

Delphes, pp. 140-1. 597 WELLES, RC 31 - 32 - 33-34. 598 1. ν. Magnesia 24. 599 ρ 147 .

156

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

siderare sacri ed inviolabili la città e il suo territorio 600. Probabilmente anche Filippo V si era limitato ad accogliere le nuove feste, come si può dedurre dal testo inviato dai Calcidesi in cui non vi è menzione né di sacralità né di inviolabilità, e i Calcidesi decisero in conformità con i l volere di Filippo 601 , II Welles ne deduce che forse i quattro re (tranne Tolemeo dunque) avevano dichiarato l'asylia di Magnesia già quattordici anni prima, tuttavia rileva una suggestiva coincidenza: "proprio i re che avevano interessi territoriali nella valle del Meandro s i tennero in disparte". Io penso che il ragionamento vada invece rovesciato: il sovrano píù direttamente interessato a Magnesia metteva l'accento, ancora nel 205, sulla consacrazione della città. Si danno dunque due possibilità: a) tra il 220 e il 208 Magnesia era libera e si auto-consacrò; b) era sotto l'in fl uenza di Tolemeo IV e fu questi a consacrarla. Il debole indizio ricavabile dal confronto fra le lettere regali ci indurrebbe a propendere per la seconda possibilità. Mileto pure, in seguito ad un oracolo d'Apollo Didimeo, volle essere considerata sacra ed inviolabile 602 . E' questo i l periodo in cui le città carie raggiungono la massima autonomia e indipendenza. 204

La prima spedizione di Antioco ΙΙΙ in Caria. Eriza.

Di ritorno dall'Anabasi, Antioco fu ben presto richiamato in Asia minore probabilmente in seguito alle sedizioni in Lidia e Frigia 603 . Nel 204 ritenne opportuno metter piede anche in Caria.

WELLEs, RC 33, 11. 12-13. ~. v. Magnesia 47, part. Il. 1-2. Cf. WELLES, RC, p. 147. 602 SIG3 590. Su ll a datazione: REH', Didyma II, p. 278. 603 Jos., Ant. lud. XII. 3. 4. Cf. BENGTSON, Strategie II, pp. 110 ss. 600

601

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONO III A QUELLA DI FILIPPO V

157

Nell'odierno villaggio di Durdurkar, presso l'antica Eriza, fu trovata un'epigrafe contenente una lettera di Antioco Ι II ad Anaximbroto e la lettera di costui a Dionytas, l'ufficiale preposto alla città 604 ; quest'ultimo testo è datato al 9 maggio 204. Antioco dava disposizioni circa l'istituzione di un culto della regina Laodice, sua moglie, culto le cui modalità avrebbero dovuto essere analoghe a quelle del culto tributato a lui stesso (RC 36,11. 10-13). Sotto Antioco I ΙI aveva preso vigore in tutte le province del regno il culto del sovrano, amministrato da appositi sacerdoti, ed ora il re dispose che a fianco di questi sacerdoti operassero sacerdotesse del culto di Laodice. Ad Eriza fu nominata la sacerdotessa Berenice, figlia di Tolemeo figlio di Lisimaco: quello stesso personaggio che nel 240 governava la regione di Telmesso in nome di Tolemeo II Ι Evergete (OGIS 55; cf. cap. V, p. 110). Tutto fa dunque pensare che Tolemeo, considerando che l'autorità del lagidi era in declino, ad un certo momento decise di passare dalla parte di Antioco I ΙΙ e sua figlia divenne così sacerdotessa di La οdice 605 . I1 testo di Eriza fa però nascere un problema: chi era Anaximbroto? Generalmente lo si ritiene stratego di Caria606 ; secondo il geografo Tolemeo (V. 2. 15), infatti, Eriza era città caria, ma, in realtà, si trovava ai confini con la Frigia, alcuni chilometri a settentrione di Cibyra. IΙ problema sorge quando ci troviamo di fronte al testo epigrafico di Seleucia-Tralles - quasi contemporaneo - Welles, RC 41, nel quale è ricordato l0 stratego Temistocle. Questo testo

603 WELLEs, RC 36-37 = OGIS 224 = ROBERT, Hellenica VII, pp. 5 ss. La carica di Dionylas poteva essere quella di epistates; B. WELLES, RC, p. 164, pensa che fosse hyparchos della circoscrizione di Enza. 605 WELLES, RC, p. 162. Sul culto del sovrano, cf. WILL II, pp. 96-8 con la bibliografia íví riportata. 606 WELLES, pp. 158 e 164; BENGTSON, Strat. II, p. 123. Cf. C. F. LEHMANNHAuPT, in RE. III Α. cc. 164 ss.

158

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

probabilmente 607 una lettera di Antioco III a Seleucia; la sua datazione dipende dall'identificazione del personaggio nominato alla 1. 1, Aristeas, con il legato Aristeas, figlio di Pausania, nominato nel decreto Rehm, Milet I. 3, 143, 1. 6, che 6 del 21211. Il Welles propone perciò la datazione "before 201 Β. C. (?)", mentre il Bengtson 6Òß píù risolutamente propone il 212/1 ca. e situa la lettera nel contesto della riorganizzazione dell'Asia minore dopo la morte di Acheo. Di qui a sostenere che Anaximbroto fu il successore di Temistocle il passo era breve 609 . Tuttavia riterrei preferibile lasciare aperto il problema, considerato che la lettera di Antioco a Seleucia potrebbe benissimo essere datata agli anni della seconda spedizione anatolica del Gran Re (204-3) ed essere quindi contemporanea, o anche posteriore, alla lettera ad Anaximbroto. Temistocle era certamente stratego di Caria, se 6 vero che anche í Seleucidi, come i Tolemei, consideravano un medesimo distretto amministrativo la Caria e la Ionia (per lo meno quella meridionale). Al contrario, non è affatto certo che Anaximbroto fosse stratego di Caria. Il fatto stesso che avesse autorità sulla figlia di Tolemeo di Telmesso (Licia) rende la cosa assai dubbia. 203

Antioco e Amyzon.

Nel corso della sua campagna in Caria Antioco venne a contatto anche con l'area nord-occidentale della regione che era sotto il controllo di Tolemeo Filopatore. Agli inizi del 203 giunse nelle vicinanze di Amyzon la quale probabil-

607 Tutto dipende da integrazioni. Sicuramente si trattava di misure di carattere finanziario in favore di Seleucia. 608 Strategie II, p. 119 e n. 1. 609 0. c., pp. 123-4.

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

159

mente controllava il confine orientale e forse anche quello meridionale dell'area tolemaica. P οiché fra Antioco e il Filopatore vigeva ancora il trattato del 217, 6 da escludersi un intervento armato contro Amyzon. La città, tuttavia, non diversamente forse da quanto aveva fatto Tolemeo di Telmesso - di sua volontà si consegnò ad Antioco 610 . Il fatto 6 documentato da una lettera del re alla città 6ΙΙ, datata 24 maggio 203. Antioco, dopo un preambolo in cui loda le città che passano sotto la sua protezione e promette grandi generosità, conferma ad Amyzon tutti i privilegi di cui godeva sotto il dominio tοlemaicο 6τ2 e promette che il suo esercito non avrebbe arrecato danno. Anche se non si verificarono atti ostili, l'avvenimento 6 da considerarsi come un primo segno di attrito fra Antiochia ed Alessandria 613 . Il Gran Re desiderb assicurarsi del buon comportamento delle truppe ad Amyzon e indirizzò quindi una lettera ai comandanti ed ai soldati, nella quale raccomandava di rispettare l'inviolabilità del santuario di Apollo e di Artemide 614 . Forse 6 da riconnettere con questi avvenimenti anche la lettera indirizzata da qualche ufficiale regio alla medesima città: Welles, RC 40615. Qui ancora si ricorda l'asylia del tempio, la benevolenza del re e il rispetto dell'esercito per la città.

Cf. WELLES, p. 167; WILL II, p. 97. 61' WELLEs 38. 612 LI. 5-6. Questi potevano consistere, ad esempio, nell'aphroureséa e nell'anepéstathmeéa, e certamente nell'autonomia. 613 WILL 1I, p. 97. 614 OGIS 217 = WELLES, RC 39, che data al 203 ca. 615 A p. 171 8 dibattuta la questione e riportata la bibliografia. È attesa la pubblicazione di altri documenti epigrafici riguardanti Antioco III, cf. "Anat. Stud." 21, 1971, p. 48 (Euromo); "Arch. Anz." 1977, p. 95 (Eraclea del Latro). 610

160

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Antioco, Milasa e Alinda.

Di argomento consimile è l'epigrafe di Labraunda Crampa n. 46. E' una lettera di un ufficiale di Antioco, forse lo stesso Zeuxis, in cui si raccomanda il buon ordine delle truppe 616 e il massimo rispetto per í luoghi sacri di Labraunda. Questo testo fa sospettare che anche Milasa abbia dimostrato simpatie per Antioco, fermo restando il suo status di città libera, come al tempo di Seleuco II. Non si può affermare, con il Crampa 617 , che Milasa "was under Antiochus III"; i re ellenistici nei loro rapporti con le città scelsero prevalentemente un criterio conservatore, considerando valido lo status ottenuto da una città sotto i precedenti regimi618 ; soltanto la conquista poneva le poleis sotto il dominio del sovrano. Ad ogni modo una cosa sembra certa: non abbiamo testimonianza di un'eventuale reazione di Olimpico. Antioco era entrato in relazione con città precedentemente sottoposte alla sua influenza: Milasa e soprattutto Alinda, la città dove si trovava la sua "segreteria" (cf. supra, ρ.147). In una ricognizione effettuata nel 1949 nei pressi dell'antica Amyzon J. e L. Robert hanno ritrovato epigrafi dell'epoca di Antioco III, fra le quali "due frammenti di lettere regie, decreti per gli ambasciatori presso il re o Zeuxis, per il comandante di Alinda, per una truppa di soldati venuta a liberare il santuario; si parla di una guerra, dell'enleνement degli schiavi sacri, della lotta contro un tiranno, di banditi che saccheggiavano la regione; ci sono dei ragguagli sugli anni 203-201 che lumeggiano l'attività di Antioco e, di

Bull. ép. 1970, n. 553. 1, p. 135. 618 Sul conservatorismo dei sovrani nei loro rapporti giuridici con le città: E. BIKERMAN, in "REG" 47, 1934, pp. 372 e 374. 616

Cf. J. e L.

617

Labraunda III.

ROBERT,

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONO III A QUELLA DI FILIPPO V

161

riflesso, quella del dinasta Olimpico 619 ". Queste epigrafi sono ancora inedite. Frattanto dobbiamo quindi accontentarci di OGIS 235 dove si accenna alla restituzione dei terreni al dio da parte di Zeuxis. Antioco e Antiochia-Alabanda, Seleucia- Tralles e Teo.

Antioco dimostrò la sua pietas anche quando si recò ad Antiochia-Alabanda: decise infatti che questa città con la sua regione fosse riconosciuta sacra ed inviolabile. Ne dà testimonianza un decreto dell'Amfizionia delfica databile fra íl 205 e il 202: OGIS 234 620 . Gli Amfizioni decretano onori alla città di Antiochia, i cui legati si erano rivolti a molte città (1. 13), e al re Antioco III; riconoscono inoltre, conformemente a quanto aveva richiesto Antioco (11. 22-23), la consacrazione della città a Zeus Crisaoreo ed ad Apollo Isot ~mos. Probabilmente Antioco aveva voluto premiare così la docilità della città rifondata da Antioco II (cf. cap. IV), la quale era rimasta fedele alla causa seleucidica - o non era passata ad altro partito -. Città libera già precedentemente, Antiochia fu consacrata da Antioco, il quale dimostrò così la sua autorità sulla città stessa (non però la sua sovranità). Il fatto di aver richiesto l'asylia a molti Stati e il dispaccio di legazioni di Antiocheni entusiasti della generosità del re attestano un vasto piano propagandistico organizzato da Antioco intorno al 204/3 per accaparrarsi le simpatie del mondo greco. Ciò è confermato da un altro testo epigrafico recentemente scoperto ad

619 In "CRAI" 1949, p. 306. Cf. anche La Carie ΙΙ, p. 290. n. 2. Sono annunciati in Nouvelles inscriptions de Sardes, Paris 1964, pp. 18 s., due decreti di Amyzon datati (secondo l'era seleucidica) agli anni 202/1 e 20110. 620 Sulla datazione: DITTENBERGER, n. 1. Sull'identificazione di Antiochia dei Crisaorei con Alabanda: HOLLEAUX, Etudes III, pp. 141 ss.

162

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Atene 621 , nel quale, come gli Amfizioni, anche gli Ateniesi rendono onori alla città degli Antiocheni. Vi compare lo stesso ambasciatore antiocheno Pausimaco che si era recato anche a Delfi (OGIS 234). Antioco diede prova del suo rispetto per gli dei anche a Teo, che volle consacrata a Dioniso e, al tempo stesso, libera e democratica 622 . 203 Gli accordi segreti fra Antioco ΙΙΙ e Filippo V. 202 11 ruolo di Rodi. -

Nell'estate 204, dopo la scomparsa di Tolemeo IV Filopatire, successe al trono d'Egitto Tolemeo V Epifane, ancora bambino 623 . Il problema cruciale per l'Egitto era ormai quello di rompere l'accerchiamento operato da Antioco. La via prescelta fu quella diplomatica; ma í tentativi di ottenere l'amicizia di Filippo V furono resi vani dallo stesso Antioco, il quale nell'inverno 203/2 concluse un trattato con il re macedone. Il contenuto preciso degli accordi rimase probabilmente segreto, ma è certo che comprendevano la spartizione dei domini egiziani 624 . Antioco si trovava probabilmente ancora in Asia minore quando condusse le trattative con Filippo, ma ben presto, forse già all'inizio del 202, dovette passare in Siria per preparare la nuova offensiva contro Tolemeo. L'Asia minore fu affidata al luogotenente Zeuxis.

R.L. POUNDER, in "Hesperia" 49, 1978, pp. 49 ss., datato al 203 ca. Cf. i testi epigrafici editi da P. HERRMANN, in "Anadolu" 9, 1965 (1967), pp. 34 ss.; 37 ss. e 157-9. Cf. MASTROCJNQUE, L'eleutheria, pp. 8e 19-20. Sui ricono621

622

scimenti deli'asylia di Teo, cf. HOLLEAUX, Etudes IV, pp. 178 ss., part. 193; HERRMANN, pp. 94 e 134 ss. Ma ora: RAWLINGS, in "Amer. Journ. of anc. Hist." 1, 1976, pp. 17 ss. 623 Sulla cronologia: SCHMΓTT, Untersuch., pp. 189 ss. 624 Sul trattato, tra la vasta bibliografia, cf. WALBANK, Philip V of Macedon, Cambridge 1940, pp. 112 ss.; SCHMITT, I. c.; WILL II, pp. 98 ss.

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG 111 A QUELLA DI FILIPPO

V

163

Secondo Polibio (III. 2. 8), Filippo avrebbe dovuto mettere le mani sull'Egitto la Caria e Sari, Antioco sulla Celesiria e sulla Fenicia. Si trattava dunque di aggredire le regioni nord-occidentali della Caria ed eventualmente anche le città costiere del meridione. Le piazzaforte sotto controllo seleucidico erano escluse dal piano; le città libere erano lasciate all'arbitrio del Macedone. Questi tuttavia aggiunse sicuramente al suo "territorio di caccia" anche la Perea Rodia e Stratonicea. Tra Filippo e Rodi era in corso una lotta per il controllo del mare, il re infatti sin dal 205 aveva preso a servirsi di corsari e predoni per sottomettere le isole dell'Egeo. Particolarmente attivi al suo servizio furono l'etolo Dicearco625 e il tarantino Eraclide, il quale riusci a distruggere in porto parte della stessa flotta rodia 626 . Le iniziative marittime di Filippo suscitarono l'ostilità dei Rodi; per lo più, il re, sapendo che la Repubblica era impegnata nella difficile guerra contro í pirati cretesi, fece si che í suoi equipaggi appoggiassero quelli dei Cretesi 627 (dal 204 a. C.). I rapporti diplomatici rimasero, ciò non astante, buoni fino all'autunno del 202, quando Filippo distrusse Cío 628 . ,

202

Gli attacchi di Podilo a laso. In seguito al trattato con Antioco, Filippo V si impegnò subito nell'offensiva contro Tolemeo V. Ma in Caria decise di agire al coperto, tramite Olimpico, in attésa di passare in Asia con l'esercito e con la tutta.

^=ς

DuD. XXVIII. 1; POL. XVIII. 5 4 . 8-10. Cf. ΗυιιεΑιχ. Etudes IV, pp.

124 si.

"=^ POLYAEN. V. 17. ^=' Cf. HOLLEAUX, o. c., pp. 163 ss.; E. VA N EFFENTERRE. La Crète et le inonde Paris 1948, pp. 22Ι ss.; WILL 1 Ι. pp. εi9 ss. M12 8 Ροι. XV. 23. 5-6.

grec,

164

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Tra l'inverno e l'estate del 202 si collocano gli attacchi di Podilo, un subordinato di Olimpico, contro Isso e forse altre Iοcalità sulla costa della Caria. Ne forniscono testimonianza tre testi epigrafici provenienti dal ginnasio di Iaso 629 . Sono tre decreti dei Rodi riguardanti la cittadina caria loro amica e "parente". Iaso, al tempo della spedizione del Dosone, probabilmente aveva stretto rapporti di amicizia con i Macedoni (cf. supra), ma, come Milasa, lo aveva fatto conservando la propria eleuthería (cf. decreto A, 1. 10). Buoni rapporti intercorsero anche con Olimpic ο 630 _ Podilo aveva commesso angherie e saccheggi ai danni della chora di 1asο 631 , e gli lasei si erano perciò rivolti ai Rodi. Questi inviarono i loro tre decreti a Iaso e dei legati ad Olimpico, ~l superiore di Podil ο 632 , o almeno colui al quale Podilo avrebbe obbedito. Ma sembra che già in precedenza Podilo o altri abbiano attaccato qualche città libera, forse Iaso stessa, e che í Rodi l'abbiano aiutata e, avendo avuto contatti con lo stesso Filippo V, ne abbiano avuto una lusinghiera risposta 633 . Questa fu fatta valere dai legati rodi davanti ad Olimpico, unitamente alle minacce di un intervento delle armi rodie. Filippo V, come ha dimostrato M. Ηοlleaux 634 , faceva ~l "doppio gioco": davanti ai Rodi prometteva di rispettare le libertà delle città carie e di tenere a bada i suoi subordinati, ma sottobanco istigava Olimpico ad agire contro Iaso e forse altre località. L'attrito fra Rodi e la Macedonia era ormai gravissimo, anche se ancora gli Isolani

IGBM 441. Ma l'edizione migliore 6 di M. HoLLEAUX, Etudes IV, pp. 146 ss. G. CousiN e CH. DIEHL, in "BCH" 13, 1889, pp. 23-9. 631 A, I. 6; B, 1. 34; C, 11. 41, 44, 75, 90. Cf. HoLLEAUX, o. c., p. 148 e n. 1. 632 HoLLEAUX, p. 155. Della legazione parla il decreto C. 633 Sulle precedenti azioni degli uomini di Olimpico: C. 11. 84-6. Sulla risposta amichevole e conciliatoria di Filippo ai Rodi: C, 11. 80-1, cf. 73 e 78. HOLLEAUX, p. 159. 634 Pp. 159-160. 629

630

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG 111 A QUELLA DI FILIPPO V

165

testimoniano la volontà di rimanere nell'amicizia del re Filippo (C, 11. 91-2).

Filippo, i Rodî e la situazione mondiale. Le prime fasi della spedizione in Caria. Nell'autunno dello stesso anno í Rodi, in seguito alla distruzione di Cio - cittadina della Propontide da loro protetta diplomaticamente -, ruppero con Fílippo 635 . Questi ormai aveva in mente di procurarsi delle teste di ponte in Caria per passarvi ad aggredire i territori di Tolemeo e dei Rodi; Isso e Bargilia erano le località più opportune. 201 Gli anni 201-200 segnano una tappa fondamentale nella storia ellenistica, i due avvenimenti che li contrassegnano sono la vittoria di Scipione a Zama e la sconfitta di Tolemeo V Epifane a Panion. A metà fra questi due avvenimenti-cardine si situa l'impresa di Filippo V lungo le coste dell'Asia minore. Gli anni a cavaliere fra il III e il II secolo videro delinearsi chiaramente un gioco a tre nella strategia del mondo mediterraneo: Roma-Filippo-Antioco; ma ben presto, nel 197/6, il gioco diventò a due: Roma e Antioco. Sulla spedizione di Filippo siamo informati soprattutto dai frammenti polibiani e da Livio (che dipende dallo stesso Polibio), nonché da qualche testo epigrafico; l'ordine degli avvenimenti non 6 però testimoniato, esso deve essere ricostruito 636 Con la buone stagione del 201 Filippo mosse la sua flotta alla volta delle coste sud-occidentali dell'Asia minore, forte

615

Poi. XV. 23. 5-6.

L'argomento 8 stato affrontato con grande cura già in alcuni articoli di M. raccolti e completati in Etudes IV, p. 211 ss., eccellenti come, del resto, tutti gli studi del grande storico francese. Mi rifarò dunque, in linea di massima, alla sua analisi, tranne che in alcuni particolari, specie per l'ordine cronologico delle battaglie di Chio e di Lade. 636

HOLLEAUX,

166

LA CARIA

Ε

LA

ΙΟΝΙΑ

MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

dell'alleanza con Antioco e disinformato di ciò che era avvenuto a Zama 637 . Giunto presso Samo, riuscì a impadronirsi dell'isola e, soprattutto, della squadra egiziana che stazionava nel porto 638 . Da Samo pare s i sia portato poi nelle acque prospicienti Mileto, presso l'isola di Lade, dove fu affrontato dalla fl otta rodia 639 . La battaglia avvenne probabilmente nel maggio del 201, e Polibio insiste nell'affermare che fu una vittoria di Filippo, cui segui la ritirata dei Rodi 64o. Il re ed i l suo navarco Eraclide furono invitati a recarsi a Mileto dove ebbero i piìi grandi onori, in primo luogo la corona641 . Probabilmente tutto ciò presuppone buoni rapporti pre-esistenti fra Mileto e gl ~~ Antigonidi, risalenti (secondo quanto si è sostenuto nel cap. V) alla spedizione del Dosone. Filippo nella acque di Cos. La battaglia di Chi°.

L'attività della flotta macedone a Cos e nelle Sporadi non può situarsi che all'epoca successiva a Lade, quando la flotta DE SANCrιs IV. 1, p. 8. POL. III. 2. 8; APP., Mac. 4. 1; cf. Poi. XVI. 2. 4; 2. 9; Lιν. XXX I. 31.4. Cf. HoLLEAUx, o. c., pp. 224 Ss.; HABICHT, Sam. Volksb., pp. 233 s. 639 Nonostante gl ~~ sforzi di M. HOLLEAUx, pp. 215 e 218 ss. (cf. WALBANK, Comment. on Pol. II, Oxford 1967, pp. 497 ss.) per datare prima la battaglia di Chio e poi quella di Lade, si è preferito generalmente seguire l'ordine inverso, ferma restando la valid ~th di alcuni degli argomenti dello storico francese. Alla battaglia di Chio si operò infatti per la prima volta il congiungimento fra le fl otte rodia e pergamena, congiungimento che perdurò fino alla fine della campagna. Inoltre Poi. XVI. 10. 1 testimonia che dopo Lade Attalo non si era ancora inserito nel conflitto. L'ordine Lade -Chio è stato sostenuto da DE SANCTIS IV. 1, p. 10, n. 27; GRIFFITH, in "CHJ" 5, 1935, pp. 1 ss.; MC DONALD e WALBANK, in "JRS" 27, 1937, p. 186; WALBANK, Philip V, pp. 307-8; WILL II, p. 108; M. R. BERTHOLD, in Historia" 24, 1975, pp. 151-6. 640 POL. III. 3. 2; XVI. 10. 1; 14. 5; 15; XVIII. 6. 1-3; 8. 10; L ιν. ΧΧΧΙ. 14. 4. Cf. HoLLEAUx, pp. 215 ss.; 245 ss. Sulla ritirata dei Rodi (a lindo e a Cos): p. 247. 641 POL. XVI. 15. 6. HOLLEAUX, pp. 229-230. 637 638

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG 111 A QUELLA DI FILIPPO V

167

rodia si mise sulla difensiva e si astenne dal contrastare il nemico. Nella medesima primavera del 201 la fl otta antigonide operò dunque nelle Sporadi e nelle acque prospicienti Rodi. Gli avvenimenti ρ~α importanti si svolsero nell'isola di Cos: due testi epigrafici coi parlano di ~ΝεσΤαΚ~ς Π~λεµος, il quale non pub essere che questo 642 . I Macedoni operarono una serie di assalti contro la città di Cos e ne devastarono il territorio 643 . Tanto accanimento contro Cos è ben comprensibile se pensiamo che la città aveva intrattenuto buoni rapporti con i Macedoni dal tempo di Antigono Dosone, o forse del Gonata (cf. supra, p. 146), e poi, durante la guerra contro i Cretesi e, p ~ù decisamente, quando Filippo passò in Asia minore, si schierò con i Rodi contro gli antichi alleati. Un passaggio del decreto SIG 3 568 644 testimonia che le forze macedoni si erano concentrate ad Astypalaia, probabilmente da identificarsi con il promontorio all'estremità meridionale della penisola di Mindo 645 . In queste circostanze fu conquistata anche l'isola di Nis~ro, che ottenne, alcuni mesi dopo, l'autonomia, in graziosa concessione da parte d ~~ Filippo e per intercessione di un certo Ca11ia 646 . Filippo deteneva, per il momento, l'egemonia sul mare, fattore indispensabile, sia che volesse conquistare la Caria e la Lidia, sia che volesse far vela verso l'Egitto. Probabilmente nell'estate del 201 Filippo fu richiamato da motivi a noi sconosciuti nelle acque di Chio. Forse temeva di essere attaccato da Nord e passò quindi a Chio per

642 SIG 3 643

R.

644 =

Cf.

569 e 568. Cf. HOLLEAUx, pp. 273 ss. in "RFIC" 1942, p. 16 = HOLLEAUX, pp. 274-5.

HERZOG,

HERZOG, 1. C.

p. 276. 572. Cf. HOLLEAUX, pp. 276 ss. La lettera con cui Filippo concesse l'autonomia è datata tra la fine d ~~ agosto e l'inizio di settembre del 201; cf. HOLLEAux, pp. 284-5. 645

HOLLEAUx,

646 SIG 3

168

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

premunirsi alle spalle. Chío, probabilmente legata ai Rodi, fu investita per terra e per mare dalle forze di Filippo647 , ma ben presto si fece avanti la fl otta rodia unita a quelle di Attalo, di Bisanzio, Cizico e Chio. L'esito dello scontro rimase indeciso, ma Filippo subi le perdite maggiori 648 . Lo scacco, subito soprattutto per colpa di Attalo, fece infuriare Filippo. Polibio (XVI. 1. 1-4) celo mostra, durante l'attacco contro Pergamo, in preda ad un eccesso di collera, desideroso di far prigioniero lo stesso Attalo. Giustamente M. Holleaux ne ha dedotto che l'invasione del regno di Pergamo fu successiva - e conseguente - allo scontro presso Ch 10 649 Filippo assale il regno di Pergamo. Non sappiamo da dove mosse Filippo: POlibio 650 parla delle operazioni quando il re macedone già era nel cuore del regno nemico. Probabilmente nel corso di questa campagna contro Attalo Filippo venne a contatto con Teo e con le due

647

648

Poi. XVI. 2. 1; 2.3. APP., Mac. 4. 1; PLuT., De mu!. viri. 245

C.

POL. XVI. 2. 9; cf. XVI. 14.5; XVIII. 2. 2; 6. 3; 8. 10; OG ΙS 283. Sugli alleati

dei Rodi cf. SIG 3 579. Cf. HOLLEAIJX, pp. 227 ss.; 236-7 e 239-245; WALBANK, Philip V, pp. 121-2. 649 Pp. 213 ss. In favore di questo ordine degli avvenimenti sta anche il fatto che Attalo ebbe bisogno degli incoraggiamenti del rodio Teofilisco per scendere in guerra a Chi (Poi. XVI. 9. 4), ciò che sarebbe stato superfluo se Filippo avesse già devastato il suo regno. Cf. Ηοιt Εnυχ, p. 213. Si veda anche l'ordine riportato da APP., Mac. 4. 1 e anche Poi. XVIII. 2. 2; Liv. XXVII. 33. 5. Non accetto perciò l'ordine fissato dal DE SANCTIS, 1. c. (non senza incertezze), e seguito dal WAi BANK, Philip V, pp. 119 ss., 308, da WILL II, p. 107 e da BERTHOLD, pp. 156 ss.- al quale va il merito di aver messo in luce come gli unici argomenti a sostegno della sequenza Pergamo-Chío consistono in mere supposizioni, in particolarer il fatto che il re fosse accecato dalla pazzia dopo Lade e furioso presso Pergamo rientra nel quadro consueto del suo carattere. Cf. Ρ ΥΕCΗ, La meth. hist. de Pol., Paris 1964, pp. 223-4; 8 poi metodologicamente errato dedurre una data da considerazioni sull'eventuale strategia del re, sarebbe esatto l'inverso 650 XVI. 1. 1-8; cf. Duo. XXVIII. 5. ΗΟLLΕΑUx, pp. 247 ss. -.

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

169

c~ttà di Colofοne 65 ι. Dopo aver vanamente assalito la capitale di Attalo, Filippo ripiegò verso Thyatira e poi verso Hierakome (= Hierokaisareia) da dove prese contatto con Zeuxis, il vizir di Antioco III che risiedeva a Sardi 652 . Filippo gli chiese di fornirgli del frumento e di collaborare in maniera conforme agli accordi (synthekai ); ma Zeuxis rispose che stava ai patti, ma che non voleva potenziare le forze di Filippo. Ad ogni modo, certamente concesse aiuti, come si ricava da Pol. XVI. 24. 6, ma Filippo non ne rimase soddisfatto. Proseguendo la ritirata Filippo ottenne rifornimenti di fichi da quelli di Magnesia 653 , e in cambio cedette Miunte. Filippo dominava allora su Miunte - Μυ o~ ντος κνριε~ σας -, ma sappiamo che questa città era stata abbandonata al tempo della simpolitia con Mileto, alla fine del III sec. (cf. cap. V); perciò l'eventuale possesso di Miunte da parte di Filippo perde molto del suo significato. Non è documentato quando questo "possesso" fu stabilito, forse fu all'inizio della spedizione contro Pergamo, o piuttosto dopo l'ingresso trionfale a Mileto 654 . Ma poiché il territorio di Miunte faceva parte della chora milesia, non 6 da pensare ad una conquista armata; è invece ρiιι probabile che il κνριε~ σας di Polibio

651 Cf. WALBANK, o. c., p. 121, n. 3; HOLLEAUX, p. 267, n. 4. E' preferibile collegare i contatti con Teo con la spedizione pergamena; tosi DE SANCTIS IV. 1, p. 11 e n. 28, anziché pensare al momento successivo alla presa di Sari; così HOLLEAUX, pp. 267 ss. 652 POL. XVI. 1. 8-9; 24. 6. Cf. HOLLEAUX, pp. 248 ss. e anche L. ROBERT, Villes d'A. M., pp. 37 ss. Il testo!. v. Priene 82, 1. 17 (migliorato da Α. WILHELM, in "W. St. " 29, 1907, pp. 11-2) informa che anche Priene si era rivolta a Zeuxis in un momento di bisogno. Questo tra il 205 e il 190; cf. BENGTSON, Strat. II, p. 110. Intorno al 200 Priene si legò mediante simpolitia con Bargilia: Ι. v. Priene 47. 653 POL. XVI. 24. 9; cf. 24.6. HOLLEAUX, p. 255, 8 incerto se questo sia avvenuto all'inizio o alla fine della spedizione. Si potrebbe però datare benissimo l'avvenimento all'inverno 201/0. Cf. infra. 654 Cosi HOLLEAUX, pp. 230 ss., part. 231.

170

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE Il EPOCA ELLENISTICA

indichi una sovranità teorica, forse garantita da un presidio. Filippo si cοmpοrtb con Mileto in modo sleale e opportunistico, e così fece poi con Milasa ed Alabanda 655 . Filippo in Caria.

Forse alla fine dell'estate 201 656 Filippo, lasciata la bonia meridionale, passò ad attaccare le regioni più meridionali della Caria 657. Sembra che Filippo abbia assalito per prima Cnido, città libera e probabilmente amica dei Rodi658. Ma Cnido era saldamente fortificata e respinse gli attacchi del re659; questi si volse allora a sottomettere e a saccheggiare i luoghi fortificati e le borgate del Chersoneso cnidi ο 660 . Poi assediò la città di Prinasso, nella Perea r οdia 661 , che prese in seguito ad una capitolazione strappata grazie ad un "bluff" di tattica poliorcetica (Pol. XVI. 11. 2-6). Posteriore alla sottomissione della Perea rodia sembra la presa di Stratonicea, anche se non è da escludersi un momento più tardo. L'avvenimento è testimoniato da Li νio 662, il quale deriva da Polibio, e forse anche da un'iscrizione in cui si rende onore al rodio Nicofane per la sua energica difesa di Ρanamara 663 . Sicuramente si riferiscono a queste circostanze anche tre decreti del Koivbi Παναµα-

XVI. 24. 6. In agosto, secondo HOLLEAUX, p. 284 e WALBANK, pp. 125 e 309. 657 Sul percorso scelto dal re cf. le ipotesi formulate da HOLLEAUX, pp. 280-1. 658 Cf. HOLLEAUx, pp. 332-3. 659 POL , XVI. 11. 1. Cf. HOLLEAUX, p. 212 e WALBANK, p. 125. 668 POL. XVI. 11. 1. Cf. HOLLEAUX, pp. 255. 661 Cf. POLVAEN. IV. 18. 1. HOLLEAUX, pp. 222 e 256. 662 XXXIII. 18. 4-7; 19. 21-2; cf. (da VALERIO ANZIATE) XXXIII. 30. 11. 663 HOLLEAUX, Etudes I, pp. 411 ss. («BCH» 1893, pp. 53 ss.) Però questo testo può riferirsi anche al 197. Cf. WALBANK, p. 126, n. 1. 655 POL. 656

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG III A QUELLA DI FILIPPO V

171

ρ~ων 664 , in onore di Filippo e dei suoi ufficiali 665 . Nel primo si dice che il re si era recato al tempio di Zeus Karios a Panamara e vi aveva consacrato delle coppe ed un'anfora; il secondo è datato al marzo ca. del 198 e vi è nominato un certo Asclepiade, forse l'epistate preposto da Filippo a Panamara 666 ; nel terzo decreto si onora un ufficiale di Filippo per í suoi meriti verso la kome. Forse dopo il suo passaggio per Stratonicea Filippo chiese ed ottenne rifornimenti da Milasa e da Antiochia -Alabanda667, due città libere e legate ad Antioco III da vincoli di amicizia. Di difficile classificazione cronologica è invece la sottomissione di Euromo e di Pedasa attestata per un periodo successivo 668 . Verso la fine della buona stagione 669 Filippo attaccò Isso e la conquistδ670 , per poi assalire anche la vicina Bargilia, la quale, dopo un assedio, pare, non facile, ca ρitοlò 671 Filippo a Bargilia.

L'assedio richiese l'intervento della flotta 672 , la quale però commise un'imprudenza andando a rinchiudersi nel

664 In questa espressione vedrei il sinonimo di δ δ~ µος Si . veda per questo uso del termine koín d , L. ROBERT, Monnaies antiques en Triade, Gentve-Paris 1966, pp. 89s.; L. MORETTI, Iscrizioni storiche ellenistiche II, Firenze 1976, p. 73, n. 5. 665 G. Cousti, in "BCH" 28, 1904, pp. 346 ss. e HOLLEAUX, ibid., pp. 353 ss. = Etudes IV, pp. 204 ss. Cf. OPFERMANN, Zeus Panamaros, pp. 18-22; BENGTSON, Strategie II, p.371; H. FRANCOTTE, La polis grecque, risi. Roma 1964, pp. 215 55. 666 Sia il nome che la carica risultano da integrazioni di M. HoLLEAUX, p. 209. 667 POL. XVI. 24. 6. 668 POL. XVIII. 2. 3; 44.4. Per le ipotesi cronologiche, cf. HOLLEAUX, pp. 258-9. 669 Cf. POL. XVI. 24. 1. HOLLEAUX, pp. 224 e 286. 670 Poi. XVIII. 2. 3; 8. 9; 44. 4; LIV. XXXIV. 32. 5; cf. POL. XVI. 12. 1. ss. HOLLEAUx, pp. 256-7, che stabilisce la priorità della presa di Isso rispetto a quella di Bargilia. 671 POL. XVIII. 2.3; 8.9; 44. 4; 48.1; 50.1; LIV. XXXIII. 18.19; XX ΧIV. 32.5.

HoLLEAUx, pp. 257-8. 677 Cf. Ι d., p. 258.

172

200

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

porto en cul de sac di Bargilia, ben presto infatti sopravvennero le squadre di Attalo e dei Rodi a bloccare l'armata macedone 673 . Era già iniziato l'autunno 674 , e Filippo temeva per le sue sorti, preoccupato per la situazione della Macedonia, per la difficoltà di forzare il blocco, per la scarsità di vettovaglie; Polibio ce lo mostra costretto a condurre una vita da lupo, cioè di rapina 675 . Qualche tempo prima aveva ottenuto aiuti da Milasa e da Alabanda, ma ora gli tornò più utile inviare lo stratego Filocle ad assaltare Milasa, che però lo respinse, e a saccheggiare la chora di Alabanda-Antiochia ~ς πuλεΜ1α 676 . Decisioni, quest'ultime, non certo amichevoli nei confronti dell'alleato Antioco III, ma Filippo non era uomo da sottostare a molti scrupoli 677 e aveva disperatamente bisogno di vettovagliare il sui esercito (Pol. XVI. 24. 8). Così trascorse quasi tutto l'inverno 201/0, finalmente, verso marzo o aprile, riuscì a fuggire. Giustamente M. Holleaux 678 ha sottolineato che il passo di Polieno IV. 18. 2 si riferisce a questo momento: Filippo inviò tra i nemici un falso disertore egiziano il quale fece credere che il re stesse preparandosi ad uscire e tentare le sorti di una battaglia; così, mentre la sorveglianza dei Rodi e di Attalo s i era allentata, Filippo fuggi e potè raggiungere i suoi porti di Macedonia.

673

POL. XVI. 24. 1-2. Ροι. XVI. 24. 1. 673 XVI. 24. 4. Potranno servirci a meglio comprendere l'espressione polibiana le pagine di M. ELIADE, Da Zalmoxis a Gengis Khan, tr. it. Roma 1975, pp. 10 ss. e 20 Ss. 676 PoL. XVI. 24. 7-8. Cf. HOLLEAux, p. 262. Su Filocle, cf. BENGTSON, Strat. II, pp. 360-1. 67 Cf. anche POL. XV. 20. 6. 678 P. 282, nella scia di SCHWEIGHAUSER e SCHORN. 674

DALLA SPEDIZIONE DI ANTIGONG 111 A QUELLA DI FILIPPO V

173

In Caria lasciò Dinocrate come strateg ο679 , il cui compito principale sarà stato di amministrare í presidi macedoni nelle varie città. Non è conosciuto il destino di Olimpico, ancora nel 202 era stratego macedone di Caria e, insieme, dinasta; ma probabile che la spedizione di Filippo lo abbia liquidato definitivamente. Conclusioni Tutto sommato, la spedizione in Caria costò a Filippo più di quanto gli rese. Intanto í suoi "nemici" Romani avevano sconfitto Annibale e si preparavano a riprendere la lotta contro di lui; mentre ad Est il suo "amico" Antioco, sconfitto a Paníon Tolemeo, forse aveva già in mente di ricostruire il regno di Seleuco I, anche al di là degli Stretti, in Europa.

ß09

Cf. BENGTSON, Strategie II, pp. 370-1.

174

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

MAGNESIA S.M.

EFESO 228

227

227

228 Tolemei Tolemei

220 ca.

m

Dosone >

Olimpico)

(? )

D

Filippo

Filippo 202

Rodi

200 ca• }Fili ppo

203 201

} consacrata Antioco III

AMYZON

STRATONICEA 228

228

Tolemei

Rodi

201

ANTIOCHIAALABANDA 228

227

, m

Antioco III

201

IASO

Antig. Dosone

203

Filippo

201 /

MILASA Seleuco II

m

i

Filippo?

201

228 227

Dosone?

Dosone

consacrato libera 197

MILETO

PRIENE

}Filippo

20

}Antioco III

CAP. VII.

DAL BELL UM PHILIPPICUM AL BELL UM ANTIOCHICUM (201-188)

)1- La guerra nella Perea. )8 Partito Filippo dall'Asia minore, la guerra con i Rodi continuò. La Caria era governata da Dinocrate, il quale controllava una fitta rete di presidi costituiti con milizie macedoniche e carie 680 . Sarà opportuno ricordare in questo contesto il decreto di Eraclea del Latmo 681 SEG II 536, dove si nominano due epistati, í quali, è detto, si comportarono degnamente nei confronti e della cittadinanza e del re. Quest'ultimo è probabilmente Filippo V, anche se non è da escludere Antioco 1II 682 . In questo periodo si combattë ancora nella Perea, dove per quattro anni (201-198) operò con successo lo stratego rodio Nicagora; sorvegliò i presidi rodi e riusci a strappare ai Macedoni Pisie, Idima e Cillando 683 .

680 LIV. XXXIII. 18. 9. Sugli epistati macedonici: BENGTSGN, Strategie II, pp. 371-2. 681 Cf. L. ROBERT, in "Istros" 2, 1935-36, p. 2 (non vidi). 682 Contro l'ipotesi di M. Segre che datava il testo al 191, cf. G. KLAFFENBACH, in Gnomon" 25, 1953, pp. 457 s. Rimangono incerti fra í due monarchi H. BENGTSON, Strategie II, p. 402 e H. Scηµ iττ, Untersuch. p. 281, n. 2. 683 SIG 3 586, che giustamente il DITAENBERGER, n. 4, data agli anni anteriori alla strategia di Pausistrato (197 a. C. ), quando Pisie già era passata ai Rodi (LIV. ΧΧΧΙΙΙ. 18. 3). Sulla seconda copia del decreto per Nicagora ritrovata a Lindo e sulle altre (meno probabili) ipotesi di datazione, cf. MAGIE, p. 879, n. 72.

176

197

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

La terza spedizione microasiatica di Antioco III.

Fra il 200 e il 198 non avvennero importanti mutamenti nella fisionomia politica dell'Asia minore; in Grecia, al contrario, la tensione era aumentata al punto di provocare l'apertura del secondo conflitto romano-macedonico. Filippo si trovò isolato di fronte alla coalizione che raggruppava Romani, Ateniesi, Rodi, Pergamena e, in seconda fase, Etoli. La guerra era entrata già nella sua fase definitiva con il passaggio di Flaminino in Grecia, quando venne ad inserirsi un elemento nuovo: la presenza di Antioco III 68 4 All'inizio della stagione operativa del 197 Antioco usci dai quartieri di Antiochia alla testa di cento navi coperte e duecento leggere; contemporaneamente partirono le forze terrestri al comando dei principi Antioco e Seleuco, assistiti dai generali Ardi e Mitridate. Le forze navali si diressero lungo la costa meridionale dell'Anatolia, quelle terrestri verso Sardi 685 . Scopo della spedizione era formalmente la riconquista delle posizioni in possesso di Tolemeo V Epífane 686 , le quali erano soggette al diritto del vincitore di Panion. Antioco intendeva ricostruire l'impero seleucidico nella sua interezza, quale era stato sotto il fondatore della dinastia 687. La strategia di Antioco nel 197 ricalca quella di Mardonio, il generale di Dario, che mosse nel 492 dalla Cilicia

684

Sυll'attiνità del re negli anni 197 e 196 ho trattato in uno studio a parte:

Osservazioni..., in " PP" 169, 1976, pp. 307 ss.; quindi mi limiterò qui a ricordare i

momenti che interessano direttamente la Caria, con qualche lieve modifica dall'articolo. 685 LIV. XXXIII. 19. 8 ss. Cf. SCHMITT, Untersuch, pp. 285-6. 686 LIV. X ΧXΙΙΙ. 19. 11; cf. 20. 11. Livio aggiunge che Antioco veniva pura per soccorrere Filippo V, forse conformemente al trattato segreto; ma su questo potrebbero formularsi molte riserve. 687 Cf. POL. XVIII. 51. 4; Lm/. ΧXXΙΙΙ. 40. 4. e 6; XXX ΙV. 58. 5.

DAL BELLUM PH!LZPPJCL'%I AL

BELLUM A,NTIOCHICUM

177

verso le regioni occidentali dell'Asia minore 688 . La politica del Gran Re Antioco si rifaceva esplicitamente a quella di Seleuco I e implicitamente - nei temi della propaganda rodia, soprattutto - a quella dei re persiani 689 . Poco sappiamo delle imprese dell'esercito, che ritroviamo all'inizio del 196 sulle rive dell'Ellesponto 690 ; meglio invece siamo informati sull'attività della fl otta: Livio (ΧΧΧΙΙΙ. 20. 4) afferma che il re conquistò Zefirio, Soli Afrodisia, Corico, Anemurio, Selinunte e assediò Coracesio; Hieron., In Dan. XI. 15 (= Porph., fr. 46) presenta un elenco di città un po' differente: Afrodisia, Soli, Zefirio, Mallo (Anemurio), Selinunte, Coracesio, Corico, Andriace, Limira, Patara, Xanto 691 e, ad extremum, Efeso. Si noti che dopo l'ultima località della Cilicia qui nominata, Xanto, vi è uno stacco, uno iato: dopo, Antioco avrebbe conquistato solo Efeso. ,

Antioco e i Rodi.

Mentre era impegnato nell'assedio di Coracesio (maggio 197), giunse al re un'ambasceria rodia per intimargli di non avanzare oltre le isole Chelidonie 692, il limite già imposto dagli Ateniesi alle navi da guerra del re di Persia (pace di Callia, 449 a. C.). Tuttavia, considerando che Antioco conquistò le coste della Licia (Limira, Patara, Aricanda, Xanto), che si trovano al di qua delle Chelidonie, e che, ciò non ostante, í Rodi non gli si dimostrarono ostili, è da pensare che, se un limite fu segnato ad Antioco, questo non fu perd le Chelidonie, ma i confini della Licia; la Caria infatti

688 689

HER. VI . 43. Cf. MASTROCINQUE, Roma e Antioco 111. Guerra dí propaganda e propa-

ganda per la guerra, in "AIV" 136, 1977-78, pp. 12-13. 69ο

WILL II, p. 156.

Su Xanto; H. METZGER, in "Rev. Arch." 1970, p. 317 e OGIS 746. 69χ Liv. ΧΧΧΙΙΙ. 20. 2; POL. XVIII. 41. a. 1.

691

178

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

era una zona d'in fluenza rοdia 693 . Il ricordo delle Chelidonie fa quindi parte del bagaglio propagandistico usato dai Rodi presso í Romani, forse a cominciare dal giugno 197694. Il re promise l'invio di una legazione a Rodi per rinnovare gli accordi intercorsi fra la repubblica marinara e í suoi antenati 695 , con riferimento all'amicizia con Antioco II, Seleuco ΙΙ e Antioco Ierace.

La battaglia di Alabanda. Nel frattempo la situazione in Caria non doveva essersi ancora chiarita: i Rodi erano entrati nella Perea al comando di Pausistrato con l'intenzione di opporsi alle forze macedoniche dello stratego Dinocrate 696 . Gli Isolani erano appoggiati da 1900 Achei, da Galati, Mniesuti, Pisieti, Tarmiani, Terei della Perea, La οdiceni697 . Dinocrate disponeva di 500 macedoni, di truppe agriane e di tutti gli uomini fatti venire dalle fortezze, in maggioranza cani, di un corpo di cavalleria e di ausiliari cretesi e traci 698 . Difficile stabilire come si comportarono le città che non erano passate nel 200 sotto il controllo di Filippo, Milasa, ad esempio, o Alabanda. Dinocrate raccolse le sue forze nel territorio di Stratonicea per muovere poi su Alabanda, dove si trovava Pausistrato 699 . Dunque è da ritenere che i Rodi abbiano condotto un'offensiva in profondità, non solo con lo scopo di riconquistare la Perea (così Liv. XXXIII. 18. 1), ma, soprattutto, di battere i Macedoni e di cacciarli dalla Caria.

693 694

Osservazioni, p. 309. Osservazioni, p. 316; Roma e Antioco 111, p. 12.

Ltv. ΧΧΧΙΙΙ. 20. 7. Sull'amicizia di Antioco e Rodi: RAWLINGS, pp. 15 ss. Lιν. ΧΧΧΙΙΙ. 18. 1 -2. 697 Lιν. ΧΧΧΙΙΙ. 18. 3 e 5. Dunque anche membri della lega crisaorea appoggiarono i Rodi. Ma forse si trattava di mercenari; cf. MAGIE, p. 879, n. 72. 698 Ltv. ΧΧΧΙΙΙ. 18. 9. 699 LIV. XXXIII. 18. 6 - 7. 699

696

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCHICUM

179

Proprio nelle vicinanze di Alabanda 700 avvenne lo scontro decisivo, nel quale Dinocrate rimase sconfitto 701 . Le sue forze ripararono a Bargilia, donde poi passarono a Stratonicea. Nel frattempo í Rodî riconquistavano tutte le piazzeforti e i villaggi della Perea e successivamente ponevano l'assedio a Stratonicea 7°2 . Questi avvenimenti erano già trascorsi quando la legazione di Antioco III si presentò nell'assemblea rodia. E, quando i legati stavano attestando la grande benevolenza del sovrano per la repubblica e í suoi alleati, nonché l'amicizia per il popolo romano, giunse la notizia della sconfitta di Filippo a Cinoscefale 703 . Antioco ΙΙΙ in Caria. Stratonicea, Isso, Efeso. Scomparso il pericolo macedone, í Rodî si accordarono con Antioco e gli permisero di passare pacificamente per le coste della Caria, naturalmente a condizione che fosse garantita la libertà delle città sotto l'in fl uenza rodia 704 . I Rodî seppero anche prevenire Antioco ponendo sotto il loro protettorato alcune basi lagidi e assicurandone la libertà: Cauno, lindo, Alicarnasso e Samo 705 . Per l'acquisto di Cauno furono versati agli strateghi di Tolemeo V duecento talenti 706

loo I ROBERT, La Carle II, pp. 378-9, n. 4, proposero di leggere Lobolda (demo di Stratonicea) al posto di Alabanda, perché quest'ultima era troppo lontana da Stratonicea. Ma cf. contra J. BRISCIE, Α commentary its Lily, Books XXXIXXXIII, Oxford 1973, p. 281. 701 Lτν. XXXIII. 18. 12-17. 702 L τν. ΧΧΧΙΙΙ. 18. 19 -22. 703 Liv. ΧΧΧΙΙΙ. 20. 10. 704 Osservazioni, pp. 317-8. 705 L τν. XXXII1. 20. 11-12. 706 POL. XXX. 31. 6. Cf. Osservazioni, p. 317 e n. 57 ove bibliografia.

180

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Antioco III operò presso Stratonicea, che espugnò insieme con i Rodi (luglio-agosto 197), i quali poterono rientrarne finalmente in ροssessο 707 . Già anticamente gli Isolani avevano affermato la loro autorità su Stratonicea. concessa loro da Antioco ferace e Seleuco II (cf. cap. V, pp. 123-4); era dunque logico che nel 197 fossero impegnati a riprenderla e a ricostruire i loro domini nell'entroterra. Frattanto Antioco si preoccupò di liberare Isso dal presidio Macedone 7Ò8 , senza tuttavia sottometterla. Non è da escludere che Bargilía abbia subito la stessa sorte 7Ó9 . Il trattato con Filippo era ormai lettera morta, anzi, il Macedone era diventato il bersaglio della propaganda d ~~ Antioco per tagliare così la strada ai Romani. Mileto, Magnesia sul Meandro, Eraclea sul Latri, Priene e le città circonvicine erano già città libere e amiche dei Rοdî770 . Efeso, al contrario, era lag ~de 711 e perciò Antioco se ne impadronì (autunno 197) e vi stabili i suoi quartieri invernali 712 . L'inverno 197/6 non vide certamente il re inattivo; infatti è molto probabile che abbia preparato diplomaticamente il terreno per la campagna delta primavera successiva 713 . I decreti d~~ laso.

A partire da ora son databili alcuni decreti iasei relativi proprio a codesta attività diplomatica del re. S i tratta del Liv. XXXIII. 18. 22. Cf. Osservazioni, p. 310 e supra, cap. IV. G. PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" N. S. 29-30, 1967-68, p. 447, n. 2. I, II. 45-50; testo riedito con alcuni miglioramenti da Y. GARLAN, in "ZPE" 13, 1974, pp. 197 s. 7°9 Cf. le tetradramme di Antioco III coniate a Bargilía: NEWELL, W.S.M., ρ. 282 e pl. LXII. 4. 5. 710 Osservazioni, p. 317. 711 Cf. POL. V. 35. 11 e supra, cap. V. 712 Lτν. XXXIII. 38. 1; cf. 38. 8; Poi. XVIII. 41 a.2 e HIERIN., in Dan. XI. 15. 713 Cf. Lτν. ΧΧΧΙΙΙ. 38. 1. DE SANCrls Ι V. 1, p. 119; Osservazioni, p. 313. 707

70"

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCHICUM

181

decreto di una tribù iasea in suo onore 714 , dalle cui 11. 7-10 si ricava che egli aveva dimostrato la propria benevolenza verso la città e preso disposizioni circa un altare; di maggior interesse è poi il testo che contiene una lettera della regina Laodice e un decreto iasio in onore di Antioco 1II 715 . Della lettera già si è parlato nel V capitolo; il decreto iasio motivato dai benefici del Gran Re verso la città e tutti i Greci: "dal momento che il Gran Re Antioco, conservando la (buona) disposizione dei suoi avi verso tutti gli Elleni e donando agli uni la pace, a molti sventurati fornendo aiuto sia privatamente sia pubblicamente, avendo dato ad alcuni la libertà da servi che erano, e avendo, in modi generale, considerato il (suo) potere regio volto a fini di beneficenza...". Antioco aveva cacciato il presidio e ricondotto la libertà. Probabilmente a questo testo faceva seguito il frammento, da tempo conosciuto, IGBM 442 = OGIS 237 716 , dov'è questione della δηµοκρατ ~ α, dell' αντονοµ ~α e soprattutto della ~~λ~νo ια a baso. Antioco si eresse ad arbitro delle fazioni e si appellò all'autorità di Apollo Didimeo, il quale pure esortò gli Iasei a vivere nella concordia. Dovevano sussistere forti contrasti sociali che, in seguito alla cacciata dei Macedoni e forse alle calamità naturali abbattutesi sulla Caria 717 , diedero luogo a torbidi. Per il momento l'autorità di Antioco riuscì a ristabilire la concordia, ma successivamente fu necessario porre un presidio che controllasse la situazione politico-sociale 718 . Antioco intervenne anche per regolamentare l'ingresso in carica degli

714 D. Lενι e G. PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" Ν . S. 23-24, 1961-62, p. 578, n. 5; F. Sοκοιοωsκι, in "GRBS" 13, 1972, pp. 171-3. 715 PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" 29-30, 1967-68, pp. 445 ss., n. 2. I, peril secondo testo: Y. GARLAH, o. c., pp. 197 s. Cf. Osservazioni, pp. 311-2. 716 Cf. J. e L. ROBERT, B. ép. 1971, n. 621, p. 508. 717 Cf. íl terremoto del 199-8. HOLLEAUX, Etudes IV, pp. 209-210 (Panamara). 718 Osservazioni, p. 313, cf. infra.

182

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

strateghi iasei, prassi che doveva aver provocato una controversia; la cerimonia della trasmissione dei poteri si sarebbe svolta d'ora in poi davanti all'altare del re, dunque sotto la sua egida 79 . 196

La guerra fra Mileto e Magnesia. Nell'autunno del 196 si concluse la guerra che aveva visto opposte Mileto e Magnesia 720 . Non sappiamo quanto fosse durata; il Rehm 721 pensa fosse scoppiata dopo la battaglia di Alabanda; ma è certo che il casus belli derivò da una disputa territoriale: alle 11. 28-9 si parla, infatti, di una χ~ ρα Πε ραια la quale potrebbe essere identificata con quella di Miunte 722 , o forse, meglio, con una parte di essa, perché altrimenti sarebbe stata detta Μυησια χ~ ρ a 723 . Certamente si trattava di terre sulla sponda settentrionale del golfo latmico. Miunte, gíà da tempo incorporata nel territorio e nella comunità di Mileto 724 , era stata ceduta nel 201 da Filippo V a Magnesia sul Meandro (Pol. XVI. 24. 9), e proprio questa cessione fu verosimilmente la causa prima della guerra. Alleata di Mileto fu Eraclea sul Latri, alleata di Magnesia Priene (11. 58-9), e queste ultime due città sembra siano risultate più forti sul campo (cf. 1. 68). Il trattato di pace

719

PUGLIESE CARRATELLI, o. c., n. 2. II. In questo testo si tratta anche del culto della regina Laodice III. 72" REH', Milet 148 = SIG 3 588. Cf. F. MEzGER, Inscr. milesiaca de pace inter

Milesios et Magnetes facto, Diss. München 1913. La

datazione P ricavabile dalle

il.

89 ss. del testo. 721 7 22

0.

c., pp. 200 e 347-8; cf. ROLLEAUX, Etudes IV, p. 231, n. 1 e p. 331.

REH', pp. 200 s.; DITTENBERGER, SIG 3 588, n. 12; MEYER, p. 78; SCHMITT,

Untersuch., p. 288. 723

Cf. ROLLEAUX, o. c., p. 231, n. 1.

7 24

Cf.

supra, cap. V, pp. 137-8.

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCH/CUM

183

stabilì che le terre al di sotto (cioè a Sud) del fiume Hybandos 725 sino alla riva del mare appartenessero a Mileto, quelle al di là fossero di Magnesia (11. 28 ss.). La pace fu ottenuta grazie all'intervento di legazioni arbitrali di Atene, Cnido, lindo, Samo, Alicarnasso, Cauno, Milasa, Cizico, delle città della confederazione achea, ma soprattutto di Rodi (11. 5 ss.), la cui in fluenza è testimoniata dal primo posto nell'elenco delle legazioni e dal fatto che una copia del trattato fu data ai legati rodi 726 . Inoltre va tenuto presente che alcune delle città arbitranti erano sottoposte all'influenza rodia. L'epoca della "guerra fredda".

196192

Le città situate nel territorio del basso Meandro erano libere 727 e riconoscevano l'autorità dei Rodi, così pure buona parte della Caria, eccettuate poche località legate ad Antioco III, come Isso; Efeso era a lui sottomessa. All'inizio del 196 Antioco pose l'assedio a Smirne e a Lampsaco, le quali non volevano fare atto di sottomissione e perciò decisero di fare appello - insieme con Alessandria di Triade - ai Romani 728 . La libertà di queste tre città fu argomento di una contesa giuridico-politica 729 che tormentò í rapporti romano-siríaci per molto tempo. Fu, secondo la felice espressione del Badian730 , l'epoca della guerra fredda. Tappe fondamentali ne 725 Su Hybandas, Hubanda, Hybandis: ROBERT, O.M.S. III, pp. 1437 ss. Sulla localizzazione a Ε. di Miunte: HERRMANN, in "Istanb. Mitt." 1965, p. 94, n. 66. 726 Cf. Osservazioni, p. 317. 727 Osservazioni, p. 317. Nel 196 Lentulo venne a smobilitare i presidi dí Eu romo, Pedasa, Bargilia (POL. XVIII. 48. 1-2). 728

0. c., pp. 318-9.

Su ll a quale: E. BICKERMANN, in "Philologus" 88, 1932, pp. 277 ss. 73° E. BADIAN, in "CPh" 54, 1959, pp. 81 ss. (ristampato in Studies in Gr. and Roman History, Oxford 1964, pp. 112 ss.). Sui negoziati cf. HOLLEAUX, Etudes V, 729

pp. 157 ss.

184

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

furono le conferenze di Lisimachia e di Efes ο 731 . Secondo l'annalista C. Acilio, seguito da Claudio Quadr ~gario 732 , ad Efeso si Incontrarono anche Annibale e Scipione Africano. In seguito al fallimento della conferenza d i Efeso si passò ai preparativi di guerra 733 Le prime fasi della guerra. Nel 192 Antioco passò in Grecia e nell'ottobre dello stesso anno Demetriade accolse i suoi 10.000 soldati. 191 Ma l'anno successivo i Romani, che godevano dell'appoggio di Filippo V, costrinsero Antioco a trincerarsi dietro le Termopili. La perizia degli Etoli non bastò ad impedire che duemila romani guidati da P. Catone aggirassero le formazioni siriane permettendo la console Manio Acilio di sterminare e catturare í nemici in rotta. Il re con 500 superstiti salpò da Elatea 734 . La Grecia e con essa l'Europa, era così perduta per sempre. Senza interporre indugi i l pretore C. Livio Salinature, appena passato in Grecia, decise d i portare subito la guerra in Asia con la sua flotta forte di 81 navi, in gran parte quinquerem ~ 735 . Il re si trovava nel quartier generale di Efeso e si diceva stesse raccogliendo truppe ed allestendo equipaggi 736 . La flotta che stazionava nel porto era forte di

73 Su Lisimachia: BADIAN, o. c., pp. 86 ss.; cf. Osservazioni, pp. 320 - 1. Su Efeso (parte degli incontri si svolse ad Apamea): Liv. XXXV. 14-17; JUSTIN. XXX. 4 - 5. 732 ACILIO: fr. 5 Peter = Claudio: fr. 64 Α Peter = Lιν. XXXV. 14. 5 ss.; Am'., syr. 9- 11; PLUT., Flam. 21. Naturalmente l ' incontro non è storico, tuttavia un rapido viaggio di Scipione nell ' Egeo (193 a. C.) offri lo spunto per l ' aneddoto. Cf. I-IOLLEAUX, O. c., pp. 184 ss. 733 Liv. XXXV. 17. 3 ss. 734 L ιν. XXXVI. 15-21; PLrr., Calo 13-14; APE., Syr. 17-20; ΖΟΙ. IX. 19. Cf., tra la vasta bibliografia, DE SANCTIS IV. 1, pp. 156 ss.; WILL II, pp. 173 - 7. 7~5 LIV. XXXVI. 42. 8. 736 Liv. XXXVI. 42. 6.

DAL

BELLUM PHILIPPICUM

AL BELLUM

ΑΝΤIOCHICUM

185

70 navi da guerra e 30 navi leggere 737 , al comando di Polissenida, un fuoriuscito rodio. Livio poteva contare sicuramente sulla fl otta di Eumene.

1 Rodi entrano in guerra. Quanto ai Rodi, i l momento della scelta era venuto: con í Romani non erano vincolati da alleanza, ma potevano essere indotti ad affiancarsi a loro da motivi di amicizia e di opportunità; con Antioco erano in ottimi rapporti (cf. supra), tant'è vero che nel 196 a Lisimachia il re propose un loro arbitrato in merito alla controversia di Lampsaco e Smirne (Pol. XVIII. 52. 4). Ma il prestigio romano ebbe il sopravvento. V i si aggiungeva la prospettiva di sedere al tavolo della pace dalla parte dei vincitori. Così Livio fu informato a Deli dell'adesione rodia alla guerra contro Antioco 738 . Polissenida, per assalire le navi romane prima che si fossero congiunte con le rodie e le pergamene, prese posizione presso il capo Cor~co 739 . Ma Livio riuscì a unire le quasi cinquanta navi di Eumene a quelle di cui già disponeva e potè entrare nel porto di Focea per lasciarvi gli impedimenti. Tutto cíb fu decisivo per l'esito dello scontro di Capo Corico; Polissenida dovette battere in ritirata 740 . La congiunzione con la flotta rodia comanadata da Pausistrato 741 fu cosa facile; gli alleati si schierarono offrendo battaglia fuori del porto di Efeso, dove si era rifugiato Polissenida, ma

737

Liv. XXXVI. 43. 8.

738

Cf. DE SANCTIS IV. 1, pp. 171-2.

Liv. XXXVI. 43. 10. Lτν. XXXVI. 43-5; APp., Syr. 22; cf. DE SANCΓIS IV. 1, ρ. 174; HOLLEAUX, Etudes V, p. 408. 741 Appiano lo chiama Pausimaco, ma è preferibile la forma tradita da Polibio e da Livio. 739

740

186

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

l'esperienza di Capo Corico consiglio prudenza al sagace ammiraglio della fl otta siriana. Livio, in vista della cattiva stagione, congedo gli alleati e, dopo essersi trattenuto brevemente a Chío e a Focea, trasse in secco le navi in territorio pergamene, sotto il monte Cane 742 . 190

L'ora degli Scipioni. La sconfitta rodia a Sari. Si profilava ormai una soluzione del conflitto in territorio asiatico, e l'uomo che avrebbe dovuto avere l'onore di affrontare Antioco era Scipione l'Africano, che non poteva pero essere rieletto al consolato. In vece sua, e sotto le sue direttive, prese il comando Lucio Cornelio Scipione, il futuro "Asiatico". Compito della flotta di Livio era ormai di preparare lo sbarco delle legioni conservando il dominio del mare e assicurando le teste di ponte sugli Stretti. Polissenida, frattanto, andava raccogliendo quante píù forze poteva e sperava nell'arrivo di Annibale, il quale aveva costituito una nuova squadra in Fenicia e in Cilicia. L'ammiraglio di Antioco aveva anche aperto trattative fraudolente con Pausistrato e con í Rodi per consegnare la flotta del re in cambio di un ritorno glorioso in patria 743 . Mentre Polissenida manovrava tra Magnesia ed Efeso (Pygela) simulando preparativi, Pausistrato tenne ancorata la flotta rodia, forte di 36 navi, nel porto di Panormo, sulla costa settentrionale di Sari. Qui pero Polissenida piombo con settanta navi e chiuse il varco ai Rodi; Pausistrato, non essendo in grado di affrontarlo, tento di portare i suoi, divisi in due gruppi, per via di terra sui due promontori che domi-

742 743

Liv. XXXVI. 45. 6-8. LIV. XXXVII. 10. 3-5.

DAL

BELL UM PHILIPP/CUM

AL BELLUM ANT/OCHICUM

187

nano le bocche di porto. Sperava così di tenere a bada dall'alto il nemico; ma Polissenida aveva provveduto ad inviare il pirata Nicandro ad attaccare i Rodi alle spalle; questi pertanto dovettero tentare le sorti del mare. La battaglia diseguale vide Pausistrato soccombere combattendo da valoroso e la sua flotta catturata, parte in mare aperto, parte nel porto e parte ancora sui moli. Solo sette navi trovarono scam ρο 744 . Le ultime operazioni di Livio Salinature.

Frattanto Seleuco, figlio di Antioco IDI, a capo delle forze terrestri della Ionia e dell'Eolide, si impadroniva di Focea, di Cyme e di altre città 745 . Questi avvenimenti preoccuparono il pretore C. Livio e lo indussero a discendere nuovamente lungo la costa. Eludendo la sorveglianza dei Siriani, operò a Sari la congiunzione con la flotta che nuovamente í Rodi avevano allestita al comando di Eudamo, forte di venti navi; con queste si presentò davanti al porto di Efeso e invano offri battaglia 746 . Ι Romani tentarono allora di attaccare il territorio efesio e di provocare il macedone Andronico, capo del presidio della città, ma, non avendo ottenuto un gran che ed essendo stati messi in fuga da Nicandro, si ritirarono a Sam ο 747 . A Sari il successore di Livio, L. Emilio Regillo, tenne consiglio sul da farsi assieme agli alleati. Fu scartata la sagace proposta di Livio, che suggeriva di chiudere l'imboccatura del porto di Efeso affondandovi navi onerarie cariche

744

Liv. XXXVII. 1041; cf. POL. XXI. 7; APP., Syr. 24. DE SANCns IV. 1, p.

179. 745 POL. XXI. 6; Liv. XXXVII. 9. 1-4 (a Focea la plebe è per Antioco); 11. 15; 12. 5; APP., Syr. 25. 746 Liv. XXXVII. 12. 9-12; 13. 1-8; APP., 1. c. 747 Liv. XXXVII. 13. 9-11; APP., I. C.

1 88

LA CARIA E LA I ΙNIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

di pietre e imbottigliando cosl la fl otta di Polissenida 748 . Si preferì la proposta del rodio Epicrate di tentare, con una parte della flotta, Patara di Licia, per assicurarsi così l'alleanza della costa meridionale di Caria e Licia e per tagliare la strada alla fl otta di Annibale 749 . Con otto navi Livio fu mandato dunque verso la Licia e toccb Mileto (città libera), lindo (libera, alleata di Rodi), Alicarnasso (idem), Cos (libera) e Cnido (probabilmente alleata di Rodi), le quali obbedirono volentieri ai suoi ordini 750 . Dai Rodi ottenne poi altre navi. Patara però non cedette, nonostante gli sforzi dei Romani. I Rodi furono congedati e Livio riparti per l'Italia 751

laso, fra Antioeo e Emilio Regillo.

Il nuovo pretore, irritato per la situazione di stallo cui era costretto, decise di far passare tutte le sue forze in Licia per prendere finalmente Patara 752 , Giunto nel golfo di Bargilia, ordinb di attaccare il territorio di Isso, tenuto da un presidio siriaco 753 . Emilio allora tent ~~di indurre í magistrati a passare dalla parte dei Romani, ma inutilmente, poichY il potere era in realtà detenuto dai comandanti del presidio. Decise perci ~~di attaccare la città. Ma gli esuli iasei che erano presso i Romani si diedero a supplicare i Rodi che non permettessero fosse distrutta la città loro vicina e parente e di nulla colpevole. La loro fede filo-romana aveva causato il

LIV. XXXVII. 14. 5; cf. DE SANCTIS IV. 1, p. 180. Liv. XXX V II. 15. 6-8. 75Ο LIV. XXXVII. 16. 2. 75ι LIV. XXXVII. 16. 3-14. 752 Liv. XXX VII. 17. 1-2. 753 LIV. XXXVII. 17. 3.

74α

749

DAL BELL UM PHIL1PPICUM AL BELLUM ANTιOCHιCUM

189

loro esilio, e la violenza dei soldati - e dei fedeli 754 - di Antioco che li aveva cacciati da Iaso costringeva ora quelli rimasti in città, ma gli Iasei desideravano liberarsi del dominio regio. Già nel 196 Iaso era tormentata da dissidi interni, di natura economica e sociale ed allora era bastata la parola del re Antioco per ristabilire la hο m οnοia 755 , Sulla politica sociale di Antioco III.

Allontanatosi Filippo V dalla Grecia e dall'Asia minore, nella dialettica politica e sociale delle città greche era rimasto vacante un posto d'importanza fondamentale. Filippo, infatti, a cominciare dal 215, aveva favorito prevalentemente le plebi ed aveva trascurato gli interessi delle aristocrazie 756 . Al post() di Filippo prese Antioco a fare il capopolo, il benefattore delle masse; le strutture politico-sociali di molti Stati greci erano pronte ad accogliere il re-demagogo. Così Aricanda invocò dai suoi ufficiali l'abolizione dei debiti nel 197 (Agatarch., FGH 86, fr. 16), venne ad unirsi a

754 E ' probabile che il termine regi in Liv. XXXVII. 17. 6 comprenda anche í partigiani di Antioco, non solo í suoi soldati, considerato che nel 196 la città sembrava unanime nel decretare a lui lodi. Iaso, inoltre, era stata liberata dal re, cf. supra. L'espressione che segue in Livio: "omnium Iasensium unam mentem esse, ut servitutem regiam effugere velint" dev'essere considerata come un espediente retorico per convincere Rodi e Romani. 755 OGIS 237 , cf. supra. Bibliografia presso Osservazioni, p. 313, n. 33. 756 Fatti di Messene (fine 215): PoL. VII. 12. 10, cf. XVI. 28. 5-7; XVIII. 33. 6; Pιtlr., Arat. 51; cf. WALBANK, Philip V, pp. 72-4; WILL II, p.74. Avvicinamento a Nabide (durante la seconda macedonica): Liv. XXVII. 38. part. 3; JUSTIN. XXX. 4. 5; cf. DE SANCns IV. Ι, p. 71; WALBANK, o. c., pp. 163 ss.; P. ThwEs, in "JHS" 63, 1943, p. 119; H. E. STIER, Roms Aufstieg zur Weltmacht und die gr. Welt, KölnOpladen 1957, p. 83. Filippo ad Argo (luglio 209): PoL. X. 26, cf. Liv. XXVII. 30. 15-17; 31; cf. WALBANK, o. c., p. 91 e Commentary II, p. 203. Appoggio ai demagoghi beoti seguaci di Brachilla: POL. XX. 5. 13; XVIII. 43. 4; LIV. XXXII!. 27.7, cf. POL. XX. 6. 2; cf. WALBANK, Phil., p. 165; M. FEVEL, Polybe et l'hist. de la Béotie, Paris 1942, p. 274, n. 3 e pp. 283 ss. Cf. inoltre PLUT, Mir. 245 C.

190

LA CARIA E LA IO ΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

lui Annibale che a Cartagine si era attirato i favori delle masse (Liv. XXXIII. 46. 7), fu acclamato dal popolo di Grecia che invocava da lui la guerra a i Romani (192 a. C.) (Liv. XXXV. 34. 3), ottenne i favori della plebe di Demetriade (192 a. C.) (Liv. XXXV. 43. 9) e della stessa Atene (Liv. XXXV. 50. 4), Focea, come si 6 visto, passò nuovamente a lui (190 a. C.) in seguito a torbidi politico-sociali che avevano visto la plebe parteggiare per Antioco (Pol. XXI. 6; Liv. XXXV ΙI. 9. 1-4) 757 . A Isso, come del resto, altrove, i ceti p ~ù alti erano invece tendenzialmente portati al filoromanesimo e desideravano la pace 758 . Gli esuli che s i trovavano presso il pretore Emilio riuscirono a far si che i Rodi ed Eumene intercedessero, e con successo, presso i l pretore perché Isso non fosse distrutta. Proposte di pace di Antioco. Le sconfitte siriache sul mare. Gli alleati, giunti presso Lorima, s i chiesero se era opportuno continuare verso Patara lasciando alle spalle città amiche inermi ed esposte agli attacchi delle forze siriache. Prevalse il consiglio di far ritorno a Samo 759 . Le prime operazioni del nuovo pretore Emilio mostrano quanto scarsa fosse la sua perizia di fronte alla sagace versatilità del predecessore C. Livio Salinature. Tuttavia i l ritorno degli alleati a Samo fu tempestivo perché s i pote così portare soccorso al regno di Pergamo

757 Sulla politica sociale dí Antioco III: MUST1, Lo Stato dei Seleucidi, in "SCI" 15, 1966, pp. 161 ss. Cf. J. DEININGER, Der politische Widerstand gegen Rom in Griechenland (217-86 ν. Chr.), Berlin-NewYo τk 1971, pp. 66 ss. part. 86 ss. Cf. MuST1, in "RFIC" 1970, p. 242; MASTR0CINQUE, Roma ed Antioco 111, pp. 7-8. 758 Liv. XXXV. 34. 3. Nel 197-196 la pace esterna (eirene) e quella interna (homonoia) erano state garantite a Isso da Antioco: PUGLIESE CARRATELLI, in "ASAA" 29-30, 1967-68, p. 447, n. 2. I, 1. 43 e OGIS 237, I. 7. 759 LIv. XXX VII. 17. 7-10.

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCHiCUM

191

attaccato da Seleuco, il figlio di Antioco. Ma gli avvenimenti di Grecia, l'armistizio etolico e í preparativi degli Scipioni giunti all'Ellesponto, indussero Antioco ad aprire trattative con Emilio 760 . I Rodi sarebbero stati favorevoli alla pace 761 , ma prevalse il consiglio di Eumene che più direttamente era minacciato dagli attacchi dei Siriaci, e le proposte del Gran Re furono ricusate 76τ. Da tempo í Rodi avevano perseguito una politica di distensione e di ricerca dell'equilibrio fra le grandi potenze, equilibrio nel quale, soltanto, poteva contare veramente qualcosa la loro Repubblica e potevano fiorire í loro commerci. Durante il bellum Α ntiochicum rappresentarono perciò l'ago della bilancia tra il peso delle potenze romana e siriaca e ancora nel 168 si illusero di giocare il medesimo ruolo, ma nel bellum Persicum non vi era più il contrappeso seleucidico 763 . Nel 190 í Rodi erano capaci ancora di grandi cose: allargo di Side, in Pamfilia, l'ammiraglio Eudamo si battè valorosamente e mise in fuga la fl otta di Annibale che cercava di raggiungere Polissenida nell'Egeo, costeggiando le regioni meridionali dell'Asia minore 764 . Il successo degli alleati fu coronato poco dopo da una bella vittoria su Polissenida presso Mionneso, vittoria dovuta più alla tattica di Eudamo che alla perizia del pretore 765 . Questi, a dimostrazione della superiorità della sua fl otta, la dispose offrendo battaglia al largo di Efeso, ma naturalmente ínvano 766 .

Liv. XXXVII. 18. Cf. DE SAicris IV. 1, pp. 181-2. LIV. XXXVII. 19. 1. 762 Liv. XXXVII. 19. 760

76ι

Cf. MASTROCINQUE, in "AI V" 134, 1975-76, p. 26 e 31, n. 25. Liv. XXXVII. 22-25. 3; NEi'., Hann. 8. 4; JusTii. ΧΧΧΙ. 6. 9; zON. IX. 20. 765 Liv. XXXVII. 26-30; POL. XXI. 12; APP., Syr. 27. 7σ6 Liv. XXXVI Ι. 31. 5. 763

766

192

LA CARIA Ε LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Gli Scipioni in Asia. Nuove proposte siriane di pace.

Gli Scipioni erano già in suolo asiatico e Antioco temeva per le sorti del suo regno; perciò non esitò ad offrire una pace che cedeva a tutte le vecchie pretese romane: avrebbe abbandonato l'Europa e riconosciuto la libertà di Smirne, Lampsaco ed Alessandria Troade, nonché delle altre città sulla sponda dell'Egeo che i Romani avessero rivendicato; avrebbe pagato inoltre la metà delle spese di guerra. Ma í Romani contavano di ottenere di più e perciò richiesero íl pagamento di tutte le spese di guerra e l'abbandono di tutte le regioni al di qua del Tauro. Antioco non potè accogliere queste condizioni: i Romani, infatti, non gliene avrebbero imposte di più dure anche dopo la vittoria definitiva 767 . In questi frangenti quelli di Eraclea sul Latro deputarono una legazione ai comandanti Romani per affidare loro la città. Gli Scipioni scrissero ad Eraclea affermando di concederle la libertà e l'autonomia, come era stata concessa a tutte le città che erano passate ai Romani768 . Sappiamo inoltre che concessero l'asylia al tempio di Apollo a Colofone 769 . 189

La battaglia di Magnesia.

I due eserciti, dopo essersi raccolti e riordinati, andarono a scontrarsi nella piana a Nord di Magnesia del Sipilo, non lontano probabilmente dal sito della battaglia che vide soc-

767 Liv. XXXVII. 34-36; POL. XXI. 13-15; APP., Syr. 29; Duomo. XXIX. 7-8; JUSTΠΝ. XXX I. 7; CAss. Duo fr. 59. 2; Ζο . IX. 20. Cf. Dε SΑκιττs IV. 1, pp. 189-191. 768 SIG3 618, 1. 10. Cf. SEI II, 566; Dε SAiais, i n "Atti Acc. Torino" 57, 1921-22, pp. 242 ss.; M. HOLLEAUx, in "RFIC" 52, 1924, pp. 29 ss.; BIKERMAN, in "REG" 50, 1937, p. 227. Che si tratti di una lettera degli Scipioni s i ricava dal confronto con la lettera che essi inviarono a Colofone. 769 SEI I, 440 = HOLLEAUx, 0. C.

DAL BLLLUM PHILIPP/CUM AL BHLLUM ANTIOCHICiJM

193

combere Lisimaco e crearsi il dominio seleucidico d'Asia minore 77β. Qui nel gennaio del 189 si scontrarono i due formidabili eserciti e Lucio Scipione ebbe nettamente la meglio, grazie allo schieramento inusitato suggeritogli da Cn. Domizio Enobarbo, grazie al valore dell'ala destra comandata dal re Eumene e alla bravura del tribuno M. Emilio Lepido, capo del presidio dell'accampamento"'. Saputo della vittoria romana, í legati di Tiatira e di Magnesia del Sipilo si affrettarono a far dedizione delle loro città e così gli altri Lidi, mentre Antioco si ritirava verso Sardi e poi verso Apamea 772 . Polissenida fuggì da Efeso e con la fl otta si diresse verso Patara di Licia, per andare poi a rifugiarsi per via di terra in Siria. Vennero al console anche legati da Tralles, da Magnesia sul Meandro e da Efeso stessa, e gli consegnarono le città. Altrettanto fecero altre comunità che temevano il peggio per la loro passata fede seleucidica 73 . Zeuxis e Antipatro vennero a chiedere la pace a L. Scipione 74 . Le condizioni della pace.

Le trattative furono lunghe e, dopo i preliminari di Sardi, si giunse alla pace di Apamea, il cui testo definitivo, approvato dal Senato, fu trasmesso al console uscente Cn. Manlio Vulsone nel 188. Le condizioni erano pesanti, ma non molto più delle richieste formulate prima dello scontro: Antioco si sarebbe ritirato al di là del Tauro e del fiume Halys, non

DE SAlCiiS IV. 1, p. 192. Lτν. XXXVII. 38 - 44; APP., Syr. 30-37; JUSTIN. XXXI. 8; Ζο . IX. 20; FRuiTIi., Sirat. IV. 7. 30; AUCr., De vir. iii. 53. 1; 54. 4. DE SAN •riS IV. 1, pp. 192-197. 772 Ln/. XXXVII. 44. 773 Lτν. XXXVII. 45. 1 - 3. 774 POL. XXI. 16. 4; Liv. XXXVII. 45. 5. 770

771

1 94

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

avrebbe potuto tenere elefanti né piìl di dieci navi da guerra, le quali non avrebbero oltrepassato il limite dei promontori Calicadno e Sarpedonio, non gli era lecita alcuna guerra, se non difensiva, contro i paesi ad Ovest del suo regno; Antioco avrebbe consegnato venti ostaggi ed estradato Annibale, l'Etolo Toante ed altri anti-romani che si trovavano nel suo territorio, non avrebbe reclutato milizie tra i popoli legati ai Romani; avrebbe pagato un'indennità di 15000 talenti e altri 400 (con l'aggiunta di un quantitativo di grano) al re Eumene a scioglimento di un suo debito; non avrebbe mutato i privilegi economici riservati già prima della guerra ai Rοdi 775 . Ma la questione p ~ù scottante rimaneva irrisolta: che cosa sarebbe stato dei domini seleucidici che Antioco aveva abbandonato? Si accese così una disputa di interessi, ed insieme, di ideologie, tra Eumene e Rodi; era prevedibile, infatti, che i Romani non avrebbero messo le mani su codesti territori: perdurando la politica del `predominio senza dominio'. Eumene e i Rodî in Senato. Due opposte teorie politiche. I Patres funsero perciò da arbitri e decisero in modo autocratico la controversia che si accese nel 189 davanti a loro. Parlò per primo Eumene 776 , che, dopo un'inízio pieno di ipocrita modestia, chiese esplicitamente non si desse retta

"x"75 POL. XXI. 42-43; LIV. XXXVIII. 38; APP., Syr. 39. Questo P il testo concordato da Scipione con Antioco, ma contiene anche delle piccole aggiunte decise poi dal senato. Cf. DE SANCιτs IV. 1, pp. 199-201; HOLLEAUX, Etudes V, pp. 416-7; Wτιι II, pp. 185 ss. 776 POL. XXI. 18. 4 ss.; LIV. XXXVII. 52. 3. ss.; cf. APP., Syr. 44. Cf. E. BIKERMAN, in "REG" 50, 1937, pp. 233-4; E. V. HANSEN, The Attalids of Pergamum, Ithaca London 1971 2, pp. 92 ss.; Mc SHAlE, The foreign Policy of the Attalids of Pergamum, Urbana 1964, pp. 149 ss.; W τιι II, p. 188-9.

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCH/CUM

195

ai Rodi í quali si sarebbero battuti per l'eleutheria e per

l'autonomia delle città grache. Questo sarebbe stato grave motivo di destabilizzazione per il suo regno poiché í Rodi si sarebbero presentati come liberatori, e anche le città che da lui dipendevano avrebbero invocato dai Rodi la libertà, diventandone così `clienti'"'. La proposta di Eumene si richiamava al vecchio principio della divisione delle spoglie fondato sul diritto delle armi"$: í Romani avrebbero potuto tenersi una fetta del bottino accanto al suo regno 79 che sarebbe diventato così più sicuro. Ma questa risposta non rispecchiava il vero sentire del re, il quale anzi affermò, chiudendo il suo discorso, che l'Asia minore cistaurica avrebbe dovuto essergli concessa in dono per í suoi meriti 780 . Il discorso dei legati rodi 781 verté invece sulla libertà delle città greche e sulla gloria dei Romani che l'avevano difesa. Non mancarono le puntate contro Eumene, che, come ogni monarca ellenistico, era nemico della libertà delle ρο/eis 782 . Si proponeva, in altri termini, al Senato uno tra i dilemmi e problemi più difficili che avevano tormentato il mondo ellenistico: la libertà delle città. Il Senato decide sulla libertà delle poleis.

Tradizione, interessi, obblighi, naturale propensione non valsero ad indurre í senatori a schierarsi nettamente dall'una delle due parti, né con il monarca, né con le poleis. I Romani si erano abituati a trattere le poleis di Magna Grecia come

777

PoL. XXI. 19. 9-10; LIV. XXXVII. 53. 3-4.

WILL II, p. 188. POL. IX. 21. 7-8; LIV. XXXVII. 53. 25-26. 78 0 POL XXI. 21. 9-11; Lτν. XXXVII. 53. 27-28. 781 POL. XXI. 22. 5 ss.; L1v. XXXVII. 54. 3 ss.; cf. APP., Syr. 44. Cf. ScκMíTT, Rom und Rhodos, pp. 81 ss.; WILL II, p. 189; BICKERMAN, I. C. 782 POL. XXI. 22. 7-8; LIV. XXXVII. 54. 6. 778 779

196

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

sοggette 783 , ma in Grecia avevano solennemente proclamato il principio dell'indipendenza, per bocca di Flaminino a Corinto nel 196. Certo Roma non aveva in mente di richiedere tributi alle città; per contro la propaganda impostata, a partire dal 196, sul motivo delle libertà era stata funzionale per controbattere quella, analoga, di Antioco, liberatore di Teo, di Alabanda, di Isso..., ma era ormai priva di valore strumentale. Obblighi ve n'erano sia con Eumene, sia con í Rodi; mentre verso le città greche i Romani non s'erano impegnati se non per Smirne, Lampsaco e Alessandria Triade. Propensioni probabilmente non ve n'erano, a meno, forse, che per Ilio da dove Roma traeva le sue origini mitiche 7S4 , perciò questa città fu premiata con la libertà e col dono di territori 785 . Dunque non venne da Roma nessuna decisione normativa in merito all'indipendenza delle città; una questione che ormai aveva perduto parte della sua importanza. Fu deciso salomonicamente che le città greche, le quali, prima della battaglia di Magnesia, godevano della libertà, sarebbero state proclamate liberae et immunes, mentre quelle che erano sottomesse al tributo da Antioco sarebbero passate ai Rodi o ad Eumene 786 . Così di diritto sarebbero state considerate libere quelle città che avevano `usurpato' l'indipendenza ad Antioco 787 , cioè Lampsaco, Smirne, Alessandria e quante si erano garantite la libertà schieran-

7Θ3 784

Cf. Liv. XXXV. 16. 3-4. Cf. Liv. XXXVII. 37. 2-3; JUSTIN. XXXI. 8. 1 ss.

LIV. XXXVIII. 39. 10. Questa versione della decisione romana è riportata soltanto da Livio, che deriva da fonte annalistica (XXX VII. 55. 7-56. 6, part. 56. 2, 4 e 6), mentre la versione polibiana, che compare nello stesso Livio, in Appiano e in Diodoro non 785

786

fededegna; vorrebbe che ad Eumene fossero andati tutti i domini un tempo appartenuti a suo padre Attalo I e che le città seleucidiche sarebbero state liberate. Cf. E. $IKERMAN, in "REG" 50; 1937, pp. 217 ss. 787 Cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, p. 11.

DAL BELL UM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCHICUM

197

dosi dalla parte dei Romani 788 . Ma si era ormai ben distanti dallo spirito che, non molti anni prima (196), aveva ispirato Flaminino: `neque enim in Aeolidem Ioniamque coloniae in servitutem regiam missae sunt, sed stirpis augendae causa gentísque vetustissimae per orbem terrarum propagandae' (Liv. XXXIV. 58. 13). Ad Eumene furono dati i territori a Nord del Meandro, nonché la Caria detta Hydrela 789 , cioè la parte estrema nord-orientale della regione, sulla sinistra dell'alto Meandro, a i confini con la Frigia. La restante Caria e la Licia andarono ai Rοdî790, eccezion fatta, in ogni caso, per le città libere. Ma fu necessario nominare una commissione di dieci senatori che avrebbe deciso caso per caso in loco assieme al console Manlio Vulsοne 791 La spedizione di Manlio Vulsone.

Nella primavera del 189 Cn. Manlio era sbarcato ad Efeso per guidare l'esercito ch'era stato di Scipione contro í Galati, quali avevano aiutato Anti οcο 792 , Eumene era ancora a Roma quando Attalo, suo fratello, accorso a prestare aiuto al console con mille fanti e cinquecento cavalieri, che raggiunsero le legioni a Magnesia sul Meandro, mentre erano attesi ancora rinforzi da parte di Ateneo, altro fratello del re di Pergamo 793 . Dopo aver posto gli accampamenti sulla sponda del Meandro, Manlio fece traghettare in Caria le sue truppe. Se prese la direzione della Caria significa che non aveva in

788

Cf. BICKERMAN, ο. c., p. 227.

Liv. XXXVII. 56. 3. POL. XXI. 24.7; LIV. XXXVII. 55. 5; 56; cf. DIOD. XXIX. 11; APP., Syr. 44. 791 POL. XXI. 24. 9; Lτν. XXXVII. 55. 7. 792 Lτν. XXX VI II. 12. 2-5. 793 Lτν. XXXVIII. 12. 8. 789

798

1 98

LA CARIA E LA 10NIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

mente unicamente la sottomissione dei Galati - se così fosse stato, sarebbe passato subito in Frigia -, ma intendeva fare una più ampia dimostrazione di forza in Asia min οre 794 . Non si trattava soltanto di rendere sicura l'Asia cistaurica dagli attacchi dei barbari e di punirli per aver combattuto Scipione, ma vi era un secondo scopo fondamentale: affermare l'autorità romana anche nei territori in cui gli Scipioni non erano arrivati, nelle città che mai erano state in relazione con i Romani o che, come Isso, Pedasa, Bargilia, lo erano state del tutto indirettamente nel 196, quando ne era stata proclamata l'indipendenza. Bisognava inoltre eliminare le eventuali sacche di forze nemiche. Manlio Vulsone in Caria.

Manlio, passato il Meandro, giunse a Hiera Come, dove si trovava un tempio di Apollo e un oracolo 795 . Il sito non identificabile per ora, forse era presso la confluenza del Marsia nel Meandro, un po' ad Est del Marsia 796 , Presso il fiume Arpaso vennero a Manlio i legati di Alabanda, la quale aveva probabilmente abbandonato il nome di Antiochia, a chiedergli aiuto per recuperare un castellum che si era ribellato alla loro cíttà 797 . Convennero pure presso l'Arpaso le forze ausiliarie - milletrecento uomini in tutto - di Ateneo pergamen ο 798 , e fu inviato contro il castello un

794

Cf. WILL II, p. 184.

Liv. XXXVIII. 12. 9; 13. 1. Cf. L. ROBERT, Et. anal., pp. 559-560; Hellenica VI, p. 283; A. LAUMONIER, Cultes, p. 451, cf. la carta geografica alla fine del testo. 0. RAYET, Milet et le golfe Latmique, Paris 1877, pp. 55-6, pensa al territorio di Tralles. Di questa Hierakome si fa menzione anche nell'iscrizione WELLES, RC 69. Sulla prima parte della spedizione di Manlio, W. M. RAMSAY, in "AJA" 4, 1888, pp. 272-3; MAGIE, p. 279 e n. 4, molto sommari, per quanto riguarda le operazioni in Caria. 797 Lιν. XXX VIII. 13. 2. Sul nome della città però: ROBERT, in "BCH" suppl. I, p. 445. 798 Liv XXXVIII. 13. 3. 795

796

DAL 8ELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ~ ΝΤ~Ο CΗΙCUM

199

tribuno che, al comando di un manipolo, lo prese a forza, di modo che Manlio potè consegnarlo a quelli di Αlabanda 799 . Di solito questo avvenimento è collegato con l'accenno alle premure degli Alabandei verso gli eserciti - τà στρατ~πεδα romaniS 00 fatto da un legato della città in Senato nel 189. Manlio dunque fu aiutato in qualche modo da Alabanda e questo le valse in seguito l'immunità e l'indipendenza. Prima di muovere verso la Licia, Manlio si recò ad Antiochia sul Meandro, presso la confluenza del Morsíno, e vi pose gli accampamenti. Qui arrivò Seleuco, figlio di Antioco, con í rifornimenti di grano per l'esercito, come era stato stabilito con Scipione 801 Dalla Carla verso la Pisidia, la Licia e la Pam filia. La campagna galatica. Certamente presso Antiochia giunsero a Manlio notizie circa le regioni di Sud-Ovest 802 , tali da indurlo ad una diversione verso la Licia e la Pisidia e ad abbandonare la direzione che stava portandolo verso la Frigia. Prima tappa fu Gordiuteichos, poi, sempre procedendo verso Sud, tenendo alla destra il corso dell'Arpaso, Tabae 803 Da questa città e forse dalle regioni circostanti sopravvennero torme di cavalieri che assalirono l'esercito di Manlio, ma, essendo state respinte, si rifugiarono a Tabae, la

Lτν. XXXVIII. 13. 4. DIEHL e CousiN, in " REG " 10, 1886, pp. 299 ss., 1. 11; cf. HOLLEAUX, in " REG " 11, 1898, pp. 258 ss.; cf. NIEsE II, p. 751, n. 4; BIKERMAN, o. c., p. 238. 801 Lτν. XXXVIII. 13.8-10. Questo particolare manca nei testi di POLIBlo (XXI. 17), di LIVIO (XXX VII. 45) e di DIODORO (XXIX. 10) che riportano í termini in cui avrebbe dovuto stipularsi la pace. Solo il testo definitivo di Apamea parla di un tributo in grano: POL. XXI. 43. 19; Liv. XXXVIII. 38. 13. 802 Cf. Liv, XXX VIII. 13. 11 e 14. 3. 803 Liv. XXXVIII. 13. 11-13. Forse allora il console entrò perla prima volta in relazione con Apollonia sulla Salbace (cf. infra). 799

800

200

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

quale fu costretta così a darsi al console; questi non ne accettò la dedizione se non dopo averle imposto una multa di venticinque talenti e di diecimila medimni di grano. Poi fu la volta di Eriza, città da molto tempo fedele ai Seleucidi (cf. Welles, RC 36 e cap. VI); questa oppose resistenza, forse ad opera di un isolato presidio o dei cittadini stessi impauriti, e fu presa al primo assalto 804 Manlio, superato l'alto corso dell'Indo, passò quindi nella tetrapoli di Cibira per sottomettere il tiranno Moagete, homo ad omnia infidus atque ínροrtunus805 . Certamente aveva parteggiato per Antioco nel corso della guerra. Fece però atto di sottomissione e fu lasciato in pace dopo che gl ~~ furono strappati cento talenti e diecimila medimni di grano 806 . Poi Manlio si diresse verso la Pamfilia; Termesso gli versò cinquanta talenti, quindi Aspendo e Sagalasso ne versarono ambedue altri cinquanta 807 . Finalmente il console prese la direzione della Frigia e, lasciati ad Apamea í malati e gl ~~ impedimenti, passò nel territorio dei Galati 808 . Non incontrò gravi difficoltà nella campagna intrapresa nei territori selvaggi dei 'barbari'; furono sottomessi i Tolistoagi, í Tectosagi e i Trocmi, nonostante fossero stati appoggiati da Ariarate IV di Cappadocia e da Morzio re di Paflagonia. Le tribù galatiche furono massacrate, tratte in schiavitù e depredate dei loro beni; alla fine della stagione il console, carico di bottino, fece ritorno ad Efeso per passarvi l'ínverno 809

804 Ltv. XXXVIII. 14. 1. 805 Lιν. XXXVIII. 14. 3; cf. PoL. XXI. 34. 1. 806 PoL. XXI. 34. 13 (che a ff erma che íl tiranno ottenne l'amicizia romana); Lιν. XXXVIII. 14. 14. Cf. J. A. O. LARSEN, Greek federal States, Oxford 1968, pp. 242-4. 801 PoL. XXI. 35. 4 e 36. 3-4; Lιν. XXXVIII. 15. 6 e 9. 11. 808 Ltv. XXXVIII. 15. 13. 889 POL. XXI. 37-40; Liv. XXXVIII. 16. 27; APP., Syr. 42; ΖΟΝ. IX. 20; cf. F. STAHELIN, Geschichte der kleinasiatischen Galater, Leipzig 1907 2, pp. 51 ss.; DE

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIOCHiCUM

188

201

La pace di Apamea e il destino delle città greche.

All'inizio dell'estate successiva Eumene e i Dieci commissari del Senato, sbarcati ad Efeso, si incontrarono ad Apamea con Manlio Vulsone, il quale intanto aveva dato forma ai nuovi rapporti con gli Stati minori dell'Anatolia orientale. Ad Apamea convennero pure i rappresentanti di Antioco per giurare il testo della pace ormai redatto in forma definitiva (cf. supra, p.193) 810 Dopo il giuramento Manlio e i dieci avevano il compito di rendere operative le decisioni del Senato, sia quelle relative ad Antioco, sia quelle relative ai territori e alle città che sarebbero passate ad Eumene e a Rodi. Quest'ultimo compito era forse il ρ~~complesso e diede adito a lunghe discussioni. Tutte le città interessate inviarono legazioni, si distinsero tre categorie di città: stipendiarie di Eumene, dei Rodi (città precedentemente seleucidiche) e città libere ed immuni. La pace con Filippo aveva comportato la smobilitazione (aprohuresia) dei presidi del re, quella con Antioco verteva sull'aphorologhesia delle città che s i erano affidate a i Romani. Sullo statuto delle città elleniche dopo Apamea ha scritto dettagliatamene Elias Βikerman 811 e non ci resta quindi che da riferire sul destino di quelle che maggiormente ci interessano. Furono dichiarate libere le isole di Tenedo, Lesbo, Ch u o, Sauro e Cos 812 e inoltre le città di Cizico (cf. Pol. XXV. 23), SAκcrts IV. 1, pp. 214 ss.; MEYER, pp. 133 ss.; HOLLEAUX, Etudes V, pp. 419-20; Mc SHANE, Attalids, pp. 158-9; P. PÉDΕCH, La méthode historique de Polybe, Paris 1964, pp. 518 ss.; WTLL II, pp. 184-5. alo PoL. XXI. 42. 6 e 9-10; Liv. XXXVIII. 37. 11. 8"" 0. c., pp. 235 ss; cf. anche H. H. SCHMITr, Untersuch., pp. 278 ss. E' tuttavia possibile apportare qualche miglioramento al quadro offerto dai due autori. 812 Fonti raccolte da BIKERMAN, o. c., p. 239.

202

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Lampsaco (cf. Liv. XLI ΙI. 6. 7), Dardano (Liv. XXXVIII. 39. 10), Ilio (alla quale furono assegnate in dono Rhoiteion e Gergis: Liv. XXXVIII. 39. 10), Alessandria Triade 813 , Aigai814 , Kyme (Pol. XXI. 46. 4; Liv. XXXVIII. 39. 8), Focea (Pol. XXI. 46. 7; cf. Liv. XXXV ΙI. 32. 14), Smirne (Pol. XXI. 46. 6; Liv. XXXVIII. 39. 11), Clazomene (Pol. XXI. 46. 5; Liv. XXXVI Ι I. 39. 9), Erítre (Pol. XXI. 48. 6; Liv. XXXVIII. 39. 11), Colofone a mare (Notion) (SEG I, 440; Pol. XXI. 46. 4; Liv. XXXVIII. 39. 8). Le città di Caria.

Furono anche dichiarate libere Magnesia sul Meandro, che beneficiδ di un privilegio concessole dagli Scipioni dopo la vittoria (Tac. Ann. III. 62; cf. SIG 3 679)815 , Priene (cf. Pol. XXXIII. 6 e SIG3 688), Eraclea sul Latri (SIG 3 618; cf. Pol. XXXIII. 13. 8; SIG 3 633), Mileto (Pol. XXI. 46. 5; Liv. XXXVIII. 39. 9 816 ; cf. SIG3 633; Liv. XLIII. 6). Il Senato in seguito risolse la vecchia controversia di Priene con Samo probabilmente secondo le disposizioni di Manlio e dei Dieciß 17 . La sorte di Isso è sconosciuta: poiché nel 190

Θ 13 Subì la stessa sorte di Lampsaco e di Smirne. Cf. BIKERMAN, p. 236; SCHMITT, p. 284. La città non era mai caduta in mano ad Antioco III (Liv. XXXV. 42. 2 per il 192); cf. MAGIE, p. 947, n. 52. suo Cf. BIKERMAN, 1. C. ars Cf. BIKERMAN, pp. 228 e 238. 816 Queste due fonti testimoniano che a Mileto fu restituita la cosiddetta "terra sacra" di cui era stata privata durante la guerra. Questa, secondo HILLER VGN GAERTRINGEN, I. V. Priene, p. XVII, sarebbe la chora di Miunte. Cf. REHM, Miler, p. 202; RUGE, in RE. XVI. 2, s. v. Myus, c. 1433. Milet, n. 150,11. 78 ss., parla di un territorio conteso, ma che i Milesii affermavano essere di Miunte, terra sacra di Apollo Terebinteo: forse è proprio questa la "terra sacra". Θ 17 1. v. Priene 41-42 = R. K. SHERK, Roman Documents from the Greek East, Baltimore 1969, n. 10 (= SIG 3 688). Non 8 possibile stabilire la data dell'arbitrato romano. Era sempre in questione il possesso delle terre di Batinetide e di Driussa, nonché del castello Canon.

DAL BELLUM PHILIPPICUM AL BELLUM ANTIDC ΗICUM

203

aveva opposto resistenza a i Romani (Liv. XXXVII. 17. 3), è probabile sia diventata tributaria dei Rodi, come accadde ad Euromo, ma non escluderei un loro ennesimo intervento in favore della città loro `amica e parente'. Libera fu pure Milasa (Pol. XXI. 46. 4; Liv. XXXVIII. 39. 8; cf. Pol. XXX. 5. 11)818 ; a lindo, Cauno, Alicarnasso già nel 197 era stata garantita dai Rodi l'eleutheria (Liv. XXXIII. 20. 11-12; Pol. XXX. 31. 6), ed avendo pure aiutato í Romani durante la guerra (Liv. XXXVII. 16. 2; 10. 11) furono considerate libere (cf. App., Mithr. 23; I Mach. 15. 23), anche se orbitanti nella sfera d'in fl uenza rodia (cf. per Cnido, SIG 3 619). Libera fu pure Pidasa (cf. il trattato di simpolitia con Mileto, Milet, 149)819 e Alabanda (cf. Pol. XXX. 5. 15; Liv. XLIII. 6), la quale dai Dieci era stata data ai Rodi; in seguito però si era rivolta al Senato e aveva invocato i suoi `antichi diritti' 520 , così, avendo anche aiutato nel 189 Manlio Vulsone (cf. supra), ottenne un decreto di aphorologhesia, cioè di immunità. Immunità, nelle trattative del 189-188, era equivalente ad indipendenza, poiché il solo pagamento del phoros contrassegnava le città suddite. Anche Faselide, Side, Aspendo, Antiochia di Pisidia, Selge e forse Cibira rimasero libere 821 . 11 caso di Apollonia.

improbabile che Apollonia della Salbace fosse stata dichiarata libera, in ogni caso non ottenne uno statuto gra838 Milasa era città libera dai 229-8 e da allora non si era mai sottomessa ad alcun sovrano. Si veda anche l'iscrizione studiata da M. HGLLEAUX, Etudes V, pp. 433 ss., part. p. 436. 819 Sí tratta della Pidasa/Pedasa sul monte Gríon, presso Mileto, non della Pedasa alicarnassea: ROBERT, in "BCH" 102, 1978, p. 496. 82° M. HOLLEAUX. in "REG" 11, 1898, p. 259, Il. 25 ss. Questi diritti erano probabilmente la consacrazione e la conseguente inviolabilità ed immunità: OGIS 234 (cf. cap. VI). Cf. BIKERMAN, o. c., p. 228. 821 Cf. BIKERMAN, o. c., p. 239. Su Cibira: RUGE, in RE. XI, c. 375.

204

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE li EPOCA ELLENISTICA

VISO nei confronti di Rodi. Un testo epigrafico 822 ci fa conoscere che la città i ην~b un legato ad Apamea presso i Dieci e Manlio e che questi ottenne per Apollonia risultati soddisfacenti. In un secondo momento il legato si reco a Rodi e sostenne le parti dei concittadini in un dibattito con i rappresentanti degli indigeni 823 , probabilmente quegli stessi Salei che già in precedenza avevano dato filo da torcere ad Apollonia (cf. cap. VIII, p. 216). Nel modo più conveniente per la città sottoscrisse una convenzione con Rodi 824 . Queste synthekai non vanno intese come un accordo fra due Stati, un atto internazionale 825 , ma forse come un trattato che sanciva la dipendenza degli indigeni dalla polis, la quale avrebbe così potuto giovarsi delle tasse imposte a quelli per pagare i l suo phoros ai Rodi. Le città soggette.

Le altre città a Nord del Meandro divennero stipendiarie di Eumene, dei Rodi quelle a Sud. Particolarmente si ricorderanno Sesto, Scepsi, Terni, Teo, Lebedo, Magnesia del Sipilo, Sardi, Tiatira 826 . Efeso era stata fedelissima ad Antioco e solo dopo la giornata di Magnesia si era data ai Romani (Liv. XXXVII. 45. 1), percib divenne tributaria di Eumene (Pol. XXI. 46. 10; Liv. XXXVIII. 39. 16). Lo stesso fu di Tralles (Pol. ibid.; Liv. ibid.) 827 e probabilmente di lisa, le quali - parimenti ad Efeso - non coniarono cisto-

822

J. e L. ROBERT, La Carie II, p. 303, n. 167.

Ll. 11-13: διαγωνισ~µενος µετ à τ~ν j σνµπρεσβεντ ~ ν προς τονς ~ντιχειµ ~~νονς τ~ν ~γχωρ~ων. Cf. ROBERT, ο. c., p. 307. Θ24 Ll. 14-15: ~ποι~ σατο τà ς σνν~ $~ κας προς ` Ροδ ~ ονς. θ23

ROBERT, 1. C. Cf. BIKERMAN, 827 Cf. L. ROBERT, α25 826

marsi Seleucia.

ο. c., pp. 235-8.

in "RPh" 1934, p. 279. Tralles naturalmente cessb di chia-

DAL BELLUM

PNIL IPPICUM

AL BELLUM ANTIOCNICUM

205

fori argentei 828 se non a partire dal 133, dalla fine, cioè, della monarchia pergamena 829 . Euromo passb ai Rodi (cf. Pol. XXX. 5. 11; Liv. XLV. 25. 11) e cosl pure le città di Licia, Xanto ad esempio (cf. Pol. XXV. 4. 3). Eumene, invece, ottenne Telmesso di Licia, l'antico possedimento di quel Tolemeo nipote dell'Evergete, che lo aveva ottenuto intorno al 240 (OGIS 55, cf. cap. V). Eccettuata la città e í luoghi fortificati Tolemeo telmessio conservò il territorio che aveva posseduto prima della guerra 830 . Sarà dunque opinabile che Telmesso abbia parteggiato per Antioco, mentre il dinasta era rimasto per lo meno neutrale o aveva preso accordi con Manlio Vulsone durante la campagna di Licia.

Conclusione. Abbiamo scorso cose circa 135 anni di storia, anni fervidi di problemi politici, militari, economici... Sono gli anni nei quali culmina e s i esaurisce il processo di ellenizzazione della Caria; dal 188 in poi subentrerà un nuovo ed importantissimo elemento: la dominazione romana. Certo, soltanto mezzo secolo dopo, í Romani creeranno un nuovo dominio in Asia e nel frattempo i Cari avranno a che fare con Rodi, l'ultimapolis greca. I problemi fondamentali che l'ellenismo aveva posti sembrano nel 188 irrisolti ancora ed immutati: l'eleutheria delle città 6 tuttora in discussione, come lo era nel 315, al tempo di Antigono Monoftalmo; i termini in cui

828 Sul valore dell'atto di battere moneta argentea (particolarmente tetra dramme) come segno distintivo di una città libera: H. SEYRIG, in "Syria" 28, 1951, p. 193; in "Rev. Num." 1963, pp. 19 ss. 829 Cf. K. REGLING, in RE. XI, c. 524; BIKERMAN, O. c., p. 238. 83° Liv. XXXVII. 56. 4-5; cf. POL. XXI. 46. 8e 10; Liv. XXXVIII. 39. 13 e 16; STRAB. XIV. 665. Cf. DE SAicTxs IV. 1, p. 219, n. 184; M. SEGRE, in "RFIC" 1932, p. 446; in "Clara Rhodos" 9, 1938, pp. 181 ss.; WILL II, pp. 191 e 193.

206

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

s i dibatte la controversia sono tuttora i medesimi, anche se talora vengono tradotti in latino. Le masse e gli sfruttati parteggiavano un tempo per un re, che poteva essere Demetrio 0 Seleuco I, ora parteggiano per Antioco III, le aristocrazie e gli sfruttatori parteggiavano per Cassandre o forse per Lisimaco e ora sono con i Romani. Tutto sembra immutato, ma in realtà tutto è crollato, all'interno: i problemi hanno perduto il loro significato o sono sul punto di perderlo. La polis si avvia a diventare municipium; le libertà contano ancora, ma solo perché significano esenzioni, soprattutto delle tasse; non pilι perché permettono al demos di far politica831 . I Rodi lo tentarono ancora nel 168, e ne pagarono i l fio. Secoli di dominazione monarchica o, comunque, antidemocratica avevano assuefatto gli animi alla servitù 832 . La Grecia peninsulare è stata paragonata dal De Sanctis 833 ad un cadavere decomposto che, intatto in apparenza, l'azione dell'aria libera riduce in cenere. Non del tutto simile direi l'Asia minore, dove Lampsaco, Smirne e Alessandria seppero rivendicare la loro libertà di fronte ad Antioco , dove Milasa e Alabanda respinsero Filippo V. L'ultimo sussulto di libertà s i ebbe in Grecia durante la guerra acaica e in Asia minore durante la guerra mitridatica. Purtroppo erano gli ultimi moti. E già era pronto un rimedio a comporre gli animi privati del logos politico: la religione misterica e la superstizione. Mercurio e Filologia stavano abbandonando la terra e, mentre Kratos riceveva in dote i l mondo

831 Cf. la bella pagina di F. SARTORI, in Miscellanea di studi alessandrini in mem. di A. Rostagni, Torino 1963, p. 121. 832

Sul progresso delle idee antidemocratiche e monarchiche in Grecia cf. G. La cittd Greca, tr. it., Milano 1969, pp. 450 ss.; sulle ragioni di ciò lettura classica è N. D. FUSTEL DE COULANGES, Polibio. La Grecia conquistata dai Romani, tr. it., Bari 1947, pp. 139 ss. 833 I Ν. 1, p. 161. GLO7Z,

DAL BELL UM PHILIPP/CUM AL BELL UM ANTIOCΗ/CUM

207

ellenistico in isfacelo, erano pronte le nozze con Theologia. La polis, o meglio la democrazia e la libertà, erano state idee, ideali ai quali í Greci per qualche tempo avevano anelato. Ma essi ebbero vita - per usare un'immagine burckhardtiana - quanto ha vita la spuma sulla cresta di un'onda. Già da Pessinunte conquistata, Kubaba-Cibele, da Ci rana, Ma-Bellona erano pronte a conquistare il mondo. L'irrazionale riemergeva; già si agitavano ai piedi delle acropoli í villaggi sacri di Labraunda e dei Salei ad Apollonia, con la loro religione e la loro cultura pregreche (o `antigreche').

CAP. VIII

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA L'ellenizzazione della Caria.

Il processo di assimilazione della cultura ellenica da parte delle culture "indigene" può essere chiamato con il nome di 'ellenizzazione'. In Caria questo processo è cominciato prima dell'Ellenismo', esso infatti fu promosso già dai satrapi nel periodo achemenide 834 , ma verosimilmente era già iniziato al tempo della colonizzazione della I οnia e soprattutto durante il 'Medioevo ellenico' 835 . Sotto il governo dei satrapi le città carie ebbero strutture politiche analoghe a quelle della Grecia contemporanea, emanarono decreti in lingua greca ed assistettero alla fioritura di un'arte fortemente ellenizzata. Sotto la signoria di Ada la città di Alinda, per onorare il conquistatore, fu chiamata Alessandría 836 . Questo fu soltanto il primo anello di una catena di eventi che trasformarono profondamente il contesto politico e sociale della regione. Per i Ca ri l'ellenizzazione si risolse in molti casi in una serie di imposizioni, imposizioni di carattere ideologico, amministrativo, militare, religioso, artistico... In questi sette capitoli abbiamo visto che i Ca ri ebbero un ruolo pressoché inconsistente, passivo potremmo dire, negli avvenimenti politici. Il macedone Eupolemo diresse la sua

834

Cf. il sintetico panorama offerto da L. ROBERT, in "CRAL" 1953, p. 414 = III, p. 1536 e anche C. SCHNEIDER, Kulturgeschichte des Hellenismus I,

O.M.S.

München 1967, p. 706; G. BoKiscH, in "Klio" 51, 1969, pp. 167 ss. 835 G. PUGLIESE CARRATELLI, in La civiltd micenea. Guida storica e critica (a cura di G. MADDOLI), Bari 1977, p. 264; F. CASSOLA, La Tonia nel mondo miceneo, Napoli 1957, p. 39, ove bibliografia. 836 DROYSEN, Gesch. II, p. 596; LAUMONIER, in "BCH" 58, 1934, p. 298; TSCHERIKOWER, Städtegründungen, pp. 28-9.

210

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

colonia militare nei dintorni di Mílasa e diffuse í costumi delle milizie macedoni; gli anni successivi al 315 furono caratterizzati dall'attività propagandistica dei sovrani presso le città greche: Antigono Monoftalmo e Tolemeo I ne proclamarono la libertà 837 e sicuramente le città di Caria furono toccate da questo moto politico; esso informò infatti la propaganda che nel 313 accompagnd la spedizione del Monoftalmo e di Polemeo. Molte località conobbero per la prima volta le guarnigioni e i presidî macedoni: quelli di Asandro e quelli di Antigono. Rodi frattanto prese a svolgere un ruolo sempre pi ~~importante nel commercio marittimo di tutto il bacino del Mediterraneo 838 , all'ombra dell'alleanza con l'Egitto sino alla metà del III secolo. Rodi stessa deve essere considerata una componente attiva nel processo di ellenizzazione della Caria. Anche Sari ebbe parte non trascurabile in questo processo: nei primi anni del III secolo l'isola fu retta da Duride, un tiranno dedito all'attività storiografica (FGH 76). I suoi interessi erano volti ai grandi avvenimenti del mondo ellenistico: la Macedonia, Agatocle... Le cittadine del Sud-Ovest anatolico dal 280 ca. in poi ebbero a che fare con l'amministrazione t οlemaica 839 , si cominciava a parlare di aphorologhesia, di autonomia, di consacrazione di citti... a ragionare, dunque, nei termini del diritto ellenistico. Gli eredi di Antigono Monoftalmo. Lisimaco, i Seleucidi e i Tolemei.

Scomparso Antigono, e con lui le speranze di eleutheria, sopraggiunse Lisimaco, íl quale sembra sia stato il ρ~ ù feroce

Cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, p. 15. Cf. RosTOVZEv, Storia ec. e soc. II, pp. 88 ss. 839 Cf. í testi di laso trattati nel I cap., oppure íl decreto di Telmesso di Licia OGIS 55, cap. V. 837 838

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

211

oppressore delle libertà e della cultura dei suoi sudditi. Gravò le città di pesanti imposizioni, si atteggiò a 'ecista' di Efesο840, rifondata sotto il nome di Arsinoia. Arsinoia, sorta sul sangue dei Colofonia sterminati per la loro indocilità, fu il monumento píù agghiacciante eretto in onore dell'ellenizzazione. Lisimaco si preoccupò di dare un nuovo ordine ai misteri di Sοlmissο 841 e si compiacque di sostituire la tradizionale ape dei 'dritti' delle monete efesie con l'immagine di Artemide cacciatrice 842 . Lisimaco soppiantò il regolo Plistarci, che aveva dato il suo nome ad Eraclea del Latri, ma a sua volta fu soppiantato dalle armi di Seleuco. L'avvento del Nikator ridiede speranza ai Ca ri . Ad Efeso gíà si erano configurati í partiti dei fautori dell'uno e dell'altro sovrano, fenomeno che certamente non si limitò a questa sola città. L'oracolo di Apollo a Didima aveva cessato di profetizzare nel 494, quando Dario distrusse Mileto, ma fra il 334 e il 333 843 i Milesii riedificarono il tempio. Da allora l'oracolo diede responsi in onore dei sovrani ellenistici: di Alessandro Magno prima di tutto 844 , poi di Seleuco 1 845 e di Antioco llI 846 _ Certamente anche altri Seleucidi richiesero ed ottennero responsi; l'oracolo sancì inoltre la loro discendenza da Apo110 847 . Nel 280 ca. Mileto passò nelle mani di Tolemeo

p. 640. p. 353. 842 Cf. S. KARWIEsE, in RE., Suppl. XII, c. 321; PICARD, o. c., p. 641, che afferma: "Le culte s'acheminait vers la période d'hellénisation la plus complète". 843 STRAS. XVII. 814; cf. HAUSSOULLIER, Mile!, pp. 3-4. 844 Nel 331. Q. CURT. IV. 7. 12. HAUSSOULLIER, p. 4. 845 Oracolo relativo alla spedizione del Nikator in Europa (281): APP., Syr. 56e 63; cf. HAUSSOULLIER, pp. 33-4; oracolo che lo incoraggiò nel 312 quando stava per riconquistare la satrapia babilonese: DIOD. XIX. 90; LIBANIUS, Ant~och ~kδs I, p. 303; cf. HAUSSOULLIER, p. 125. 846 OGIS 237. 847 Su Apollo áρχηγ~της dei Seleucidi: MUST!, Lo Stato dei Seleucidi, pp. 96-7; cf. anche HAUSSOULLIER, pp. 125 ss.; W. G~NTH εR, Das Orakel von Didyma..., "Istanbuler Mitteil." Beiheft 4, Tübingen 1971, pp. 23 ss. 840

PICARD, Ερhèse,

841 O. c.,

212

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE Il EPOCA ELLENISTICA

Fíladelfo; Calinda forse in suo onore assunse il nome di Ptolemais. Contemporaneamente Magnesia sul Meandro partecipò attivamente al movimento colonizzatore: un gruppo di suoi cittadini fu inviato da Antioco I ad Antiochia di Perside. E nel corso del regno di Antioco I l'Anatolia occidentale conobbe per la prima volta il flagello dei Galati e vide conseguentemente i re farsi protettori dei sudditi in nome della guerra contro í Galati. Antioco S οtér, nel corso della sua riconquista in Caria, fondò Stratonicea e Apollonia della Salbace.

Ι villaggi nei regni ellenistici. La storia delle imposizioni politiche e del `bombardamento' culturale potrebbe continuare, ma tanto vale fermarci qui. I sovrani continuarono a fondare città, a dar loro il proprio nome, le città continuarono ad emettere decreti con la formula ellenica ir δοξε τ~~βουλ~~και τΨ δ~ µ e,a datare gli atti pubblici secondo gli anni di regno del sovrani e magari secondo mesi recanti íl nome dei sovrani stessi. Ma sarà píì1 interessante volgere l'attenzione ai villaggi. Essi erano stati il punto di riferimento della vita della Caria centro-orientale sin dall'epoca dei regni ittiti e micenei; con la loro organizzazione tribale avevano improntato la vita degli uomini, dalla vita religiosa a quella economica, a quella politica. Ma sembra che i sovrani ellenistici non abbiano tenuto in grande considerazione í villaggi: erano meno nobili, meno ellenizzati e culturalizzati delle città, soprattutto meno organizzati e potenti. La loro speranza estrema poteva essere quella di essere riconosciuti sacri a qualche divinità 848 , il che comportava la consacrazione di ogni rendita al dio (anche delle somme precedentemente destinate al

848

Sulle ~ εραì χ~ µαι:J. e L.

ROBERT,

La Carie ΙΙ , p. 255.

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

213

fisco regio) e un'amministrazione locale indipendente gestita dalla casta sacerdotale. Per questo gli Atimbriani s i preoccuparono che Seleuco I riconoscesse i privilegi inerenti alla sacralità del loro tempio (cf. cap. II). Un villaggio non poteva aspirare all'eleutheria, cioè alla sovranità, perché non poteva costituire un soggetto nel diritto internazionale, un dio invece poteva essere, in qualche modo, taleß 49 . I villaggi costituirono le unità fondamentali nell'amministrazione dei domini ellenistici. Χ~ρα βασιλικ~~e λαoι βασιλικο ~~ sono stati due astrazioni, due miti per intere generazioni di studiosi; per parlare di chora basiliké bisogna parlare di villaggi850 : come la chora pοlitiké aveva un senso perché i cittadini andavano a coltivarla, così quella bas~liké aveva un senso perché i villaggi la lavoravano in nome del re. Tutto cí2) che si era immaginato intorno ai tau basi/ikoi - composti da servi della gleba inseriti in un contesto sociale di tipo feudale - è stato demolito dall'analisi di P. Briant 851 : i laoi erano gli abitanti dei villaggi, legati ad essi nella stessa misura in cui í politai erano legati alla loro città, sottomessi all'amministrazione regia e soprattutto al phοrοs 852 , Lau in generale definisce l'elemento indigeno rispetto a quello greco 85a La differenza fra città e villaggi era che quest'ultimi non potevano godere dei privilegi legati all'autonomia 854 Il villaggio restava l'unità base anche quando le rendite erano consacrate al tempio 855 . Cf. MASTROCINQUE, L'eleutheria, p. 19. ROBERT, La Carie II, p. 302, n. 5. 852 Remarques sur les lavi..., in Actes du colloque 1971 sur l'esclavage, Paris 1973, pp. 93 ss.; cf. D. Μusττ, Il regno ellenistico, in La societd ellenistica, quadro politico (a cura di R. BIANCHI BANDINELLI), Milano 1977, pp. 237 ss. 852 BRUANT, o. c., pp. 103-5; cf. Id., Villages d'Asie achém. et hellénistique, in "Journal of the economic and social History of the Orient" 18, 1975, p. 178. 853 Mυsτι, o. c., p. 238. 854 Sui quali, MASTROCINQUE, o. c., pp. 9 ss. 855 BRIANT, Remarques, p. 115. 84v 85°

214

LA CARIA E LA J011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

e città in Caria. Molti villaggi di Caria erano parzialmente ellenizzati già in epoca achemenide. Ecco come inizia un decreto emanato nella kome di Sinuri (presso Milasa) dalla syngheneia di Pelekοs 856 nella prima metà del secolo IV a. C.: [ Εδοξεν] Πελεκωδος συyyενε~~ σι [w]νελ$ovσι Πàσ~~ vacat ~ νης ... Costumi ellenici perduΙ[~κκλ]ησιης κυριης γενοµ rarono nelle assemblee dei villaggi sino in epoca imperiale, come testimonia il decreto OGIS 488, presumibilmente del I secolo d. C.: 'Ev Καστωλλ~~(Lidia) κ~ µη Φιλ c~ ε4 1mm, γενοΙµ ~νης εκκλησ ~ας vπ~~της γερουσ~ας 1 κα~~τ~ν λοιπ~ν κωλητ~ν. I villaggi avevano inoltre magistrature proprie, come il k οmarchοs 857 , e un diritto di `cittadinanza', come si pub dedurre dall'iscrizione di Labraunda III. 2, n. 42, part. 1. 11: ~ δοξεν Πλατασεv σι. ∆ ~ωνα (...) I χρ~ σιλoν yεyενηλ ~ νον τ~ ι χ~ραι 858 πρ~ξενoν 1 [ε~]ναι κα~~ε~ εργ ~την κα~~π oλιτηΝ (...) ~ξ~στω δ α Ψ ~~Cα~~ ~ 1ς φυλ~ ν πρ oσΥρ~φεσ' αι v ä ν (3ov ληται. Il confine tra il villaggio e la città non era molto preciso 859 ; per questo Panopeus, un villaggio di Focide, pretendeva di proclamarsi polis, ciò che viene però negato da Pausania (X. 4. 1), allo stesso modo in cui Villaggi

856 L. ROBERT, Le sanctuaire de Sinuri près de Mylasa, Paris 1945, n. 73; cf. Hellenica VII, 1949, p. 58. Si veda anche il decreto emanato da due komai M. WORRLE, Antiochos 1... in "Chiron" 5, 1975, pp. 59-60 e p. 85. 857 XEN., Anab. IV. 5. 10 e 24; SEG 11, 668,1.66. Cf. K. BURESCH, Aus Lydien, Leipzig 1898, p.2; H. FRANCOTTE, La polis gracque, Paderborn 1907, rist. Roma 1964, p. 226; BRIANT, Remarques, p. 105; Villages, p. 180. Sulle cariche ammini,

strative e giudiziarie quali quelle dei xτηµατ ~ναι e degli ëyδιxοι: p.

26. 858 Su

ROBERT,

Sinuri,

questa espressione pongono giustamente l'accento J. e L. ROBERT, B. e ρ. 1973, n. 408. 859 Cf. M. I. FINLEY, L'economia degli antichi e dei moderni, tr. it., Bari 1974, p. 190; e anche BRIANT, Villages, p. 171.

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

215

Strabone (III. 4. 13) precisa la qualifica di komai di certe pretese poleis iberiche. Ma in epoca ellenistica il vigore politico dei villaggi cari, già attestato per l'età precedente, sembra attenuarsi di fronte al fiorire delle città, vecchie e nuove che fossero. Sinuri era un antichissimo villaggio indigeno che in epoca ellenistica entrò nella sfera d'in fl uenza di Milasa. I suoi decreti ci fanno conoscere che un tempo l'amministrazione era nelle mani della syngheneia di Pelekos, ma poi passò in quelle della syngheneia di Pormunos. Il Robertß 60 non si azzarda a suggerire l'ipotesi che il cambiamento di syngheneia fosse dovuto all'immissione del tempio di Sinuri nel territorio di Milasa; tuttavia, se confrontiamo gli atti emanati dalle due syngheneiai, possiamo constatare che quelli di Pormunos hanno molto meno forza deliberativa rispetto a quelli di Pelekos. Le città di Caria si ingrandirono mediante sinecismi (Eu romo e Calcetore oppure Olimo e Milasa 861 ) o trapianti di popolazione, talora di coloni militari (certamente fu questo il caso di Stratonicea), ed estesero per quanto possibile la loro autorità sui villaggi vicini. Così coloro che abitavano a Labraunda divennero ad un certo momento cittadini di Milαsa, appartenenti alle tribù della città, e presero a fruire delle sue leggi 862 . Così, quando Seleuco II rese libera Mílasa, le concesse tutte le località circostanti, Labraunda compresa 863 . Ma talora le syngheneiai dei villaggi indigeni cercarono di sfuggire all'amministrazione e alla sovranità

p. 95, n. 1. Questo nel I secolo a C. Cf., per tutti, MAGIE, p. 908, n. 130. 862 CRAMPA, n. 5, Η. 31-3. 863 Ibíd., ll. 34-6. Sui villaggi alle dipendenze delle città, cf. MAGIE, pp. 862-3, n. 41. 86° Sjnurj,

861

216

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

delle città: la due komai sacre dei Salei sotto l'amministrazione seleucidica tentarono di sottrarsi all'autorità della polis di Αροllοnía 864 , appoggiate forse in questo dall'egloghistés e dal tetagmenos eρi tôn hierôn 86s Dalla kome alla polis. Forza centripeta e forza centrifuga. .

L'impressione che í rapporti fra le città e certi villaggi fossero tutt'altro che buoni 866 è confermata dalla controversia fra Labraunda e Milasa. Ma è certo che sia Apollonia sia Milasa riuscirono a tacitare le rivendicazioni dei villaggi sacri. Non si trattava soltanto di una lotta per le rendite dei santuari, ma di una contesa fra il passato ed il presente: l'ellenismo indicava la polis come modello di vita: già Aristotele (Pol. I. 2. 9) aveva formulato il suo famoso assioma &Ν$ρωπ oς Ψv σει πoλ~Τ ~ΚδΝ ζφον. I re ellenistici concedevano facilmente alcuni privilegi alle città: l'autonomia soprattutt ο867 , ai villaggi invece non si concedeva nulla, se non in conseguenza della loro sacralità. Perciò le komai erano portate naturalmente ad associarsi a qualche città per condividerne í privilegi; altrimenti erano sottomesse a tributi, al mantenimento delle truppe, alla giurisdizione regia, alle guarnigioni. Perciò sovente gli abitanti dei villaggi divennero paroikoi di qualche città 868 . Ma anche la città era di solito avvantaggiata dall'annessione di villaggi, ne conseguiva infatti l'amministrazione di nuove rendite, ma so-

864 J. e L. ROBERT, La Carie II pp. 285-6, n. 166. II testo spetta probabilmente αΙΙ 'età di Antioco ΙΙΙ ; cf. SCHMITT, Untersuch., p. 280. B65 Cf o. c., p. 297. Cf. La disputa fra Alicarnasso e i villaggi sacri di Telmesso: HICKS. in °JHS" 14, 1894, p. 378. ,

Cf. il testo ROBERT, o. c., pp. 303-4, n. 167. Cf. MASTROCINOUE, L'eleutheria, p. 9. 868 Cf. K. M. Τ . ATKINSON, in "Antichthon" 2, 1968, p. 38; MUSTτ, Ι! regno ellenistico, pp. 240-1. 866

867

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

217

prattutto nuovo prestigio politico e relig ~osο 869 . Nel 281 Seleuco I e Antioco I avevano proclamato le loro intenzioni di beneficiare le poleis greche870 e di onorare gli dei: a i villaggi che desideravano maggiore indipendenza non restava dunque che sperare nelle buone disposizioni dei re verso i l loro dio indigeno. Posti nell'orbita della città, i villaggi potevano essere indotti a distaccarsene solo da circostanze particolari, in ispecie dalle eventuali ricchezze conseguenti alla consacrazione delle rendite al dio. Questo poteva essere i l caso dei Salei e dei Labraundei. Nella componente religiosa era dunque riposta la speranza dei villaggi indigeni, e la Caria non era seconda a nessuna regione per varietà, antichità e autorevolezza d i culti indigeni, come s i pub apprendere dall'opera di A. Laumonier, Les cultes indigènes en Carie, Paris 1958. Questa la spinta prima nel processo di rivalutazione dei culti arcaici. Essa trovò poi un terreno fertile nella ricerca di misticismo (specie di quello di sapore `esotico') che caratterizzò il periodo imperiale. Periodo in cui i culti delle komai carie vissero momenti di grande splendore 871 , ed Artemide Efesia ebbe modo di partecipare al grande movimento di `colonizzazione religiosa' dell'Occidente. Il ruolo economico, sociale, politico dell'organizzazione tribale dei villaggi era già finito durante l'epoca ellenistica, il ruolo dei villaggi stessi non poteva essere che subalterno, all'ombra di qualche città, aree di sfruttamento per i sovrani ellenistici prima, per i publicani poi. Il ruolo religioso delle hierai komai era invece ancora e sempre più importante: se nel 281 abbiamo

869 Cf. Mu517, I. c., a pp. 243 ss. un panorama della storia dei rapporti fra sovrani e templi. Θ70 WELLS, RC 9; cf. cap. II. 87 1 Cf. LAUMONIER, passim, p. es., p. 29 e 72.11 Laumonier utilizza materiale di epoca romana che rispecchia gli aspetti autenticamente indigeni del culto spesso meglio del materiale ellenizzante.

218

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

visto Atimbria richiedere la conferma dei privilegi del suo tempio a Seleuco, nel 201 sarà lo stesso Filippo V a rendere omaggio al dio di Panamara (cf. cap. VI); nel 203 sembra che la cura più importante dei generali di Antíoco III in Caria sia stata quella di far rispettare ai soldati la sacralità dei templi e delle località di culto (cf. cap. VI).

Ι villaggi crisaorei. L'organizzazione urbanistica e culturale delle città carie. In questa prospettiva di rinascita dell'elemento religioso indigeno prese l'avvio anche un movimento culturale cario di riscoperta delle tradizioni patrie. Nella ricapitolazione delle tappe fondamentali dell'ellenizzazione della Caria, non a caso mi sono fermato agli anni della fondazione di Stratonicea; il 267, infatti, segna una tappa fondamentale: per la prima volta a nostra conoscenza entrano nella storia í Crisaorei. Si tratta del loro decreto onorifico per l'oikonomos del Filadelfo Apollonio: Crampa, Labraunda III. 2, 43 (cf. cap. III). Esso presenta nell'intesto la seguente frase (11. 2-3): συνελ&~ντων Χρνσα[~ ρε ~ ω]ν τ~ [v ánò] Τ~Ν π [~ ]λεων πρ~ς [ ] την• ~κκ~εσ[~]α Strabone (XIV. 2. 25) precisa che il Σ~ ΣΤη.Ι~L dei Crisaorei era composto da villaggi - συνεστηκ~ς ~κ κω λ~ν - e che le città avevano tanti voti quanti erano í villaggi indigeni che da loro dipendevanoß 72 . Se la lega crisaorea era costituita da villaggi, essa tuttavia riconosceva pienamente il ruolo delle città. In Caria le cose non stavano come in Grecia, dove le grandi città accentravano tutti í valori politici, religiosi e culturali, mentre i villaggi siti nel loro territorio erano sem...

872 Cf. HOLLEAUX, Etudes III, p. 145, e anche H. rist. Roma 1964, p. 221.

FRΑΝ CΟΤΓE,

La polis grecque,

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

219

plicemente dei centri agricoli e solo in casi eccezionali Amicle o Eleusi per esempio - erano depositari di determinate forme della religione e della cultura pregreca. In questi casi eccezionali si poteva verificare una vera antitesi religiosa e culturale fra il villaggio e la città, e proprio questa antitesi poteva dar vigore alle forme di misticismo proprie ad esempio dei misteri di Eleusi e di Samotracia 873 . La logica della polis greca portava a situare nel centro fisico dell'area cittadina ci δ che doveva essere di comune fruizione, l'agorà í templi, le tombe degli eroi protettori, mentre l'area destinata a tutto ciò che era 'privato' era quella perifer~ca 874 . Questa logica centripeta non poteva essere seguita in Caria: le città possedevano nel loro interno un cuore politico e amministrativo - assemblea, consiglio, pritaneo, tribunale, ginnasio, portico ...- ma possedevano pure un più vivo focolare culturale e religioso dislocato nei villaggi. Milasa, Stratonicea, lisa custodivano il loro nucleo religioso e culturale in un'area decentrata. I Milasii, ad esempio, andavano a sacrificare a Labraunda 875 ; presso lisa si svolgeva un'intensa vita religiosa che perb era accentrata presso il Plutonio di Atimbria e presso l'antro Karonion 876 , la città inoltre considerava come fondatore l'eroe eponimo di Atimbria, Athymbros 877 . Le poleis erano gli organismi a cui facevano capo tutte le attività politiche, amministrative, giudiziarie: Labraunda usava le leggi di ,

,

Cf. D. SAΒΒATUCCI, Saggio sul misticismo greco, Roma 1965, pp. 175 Ss. Cf. M. DETIENNE, I maestri della verità nella Grecia arcaica, tr. it., Bari 1977, pp. 59-78; P. L£v£Q ΥΕ e P. VIDAL - NAQUET, Clisthène l'Athénien, Paris 1964; J. P. VERNANT, Mythe et pensYe chez les Grecs I, Paris 1974, pp. 207 Ss. 875 CRAMPA, n. 1,1. 5; REHM, Milet, 76,1.76, cf. 1. 20 da dove si deduce che gli atti internazionali píil importanti erano fatti trasferire dai Milasii a Labraunda e nel tempio di Zeus Osogoa. 876 SΤRΑΒ. XIV. 1. 11; 1. 44. Cf. LAUMONIER, Cultes, pp. 506 ss. 877 STRAS. XIV. 1. 46. 873 874

220

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Milasa 878 , Sinuri doveva dirimere le sue questioni di diritto civile presso il tribunale di Milasa 879 . Le regioni costiere della Caria videro sorgere degli agglomerati urbani già in epoca `minoica' 880, altri ne fiorirono dopo, specie sotto í dinasti, ma per lo píù í Cari, quelli dell'interno in particolare, vivevano nei villaggi. L'esperienza della polis fu vissuta con secoli di ritardo rispetto ai Greci, e questo creò degli scompensi: l'ellenizzazione si diffuse senza ostacoli e le città si configurarono allo stesso modo delle città ellenistiche, ma la componente religiosa era sempre la píù conservatrice e la píù lenta a morire. In un'epoca in cui si era affermato il monarcato come forma politica dominante, in un'epoca avviata verso forme autoritarie sempre píù accentuate, si sono affermate le città carie, cioè proprio quando i valori della polis stavano vivendo una profonda crisi. Ne derivò, per contro, la forza dei villaggi cari; essi avevano un destino nella vita dei grandi monarcati. La città era un organismo vecchio, avviato al tramonto, anche se godeva del favore dei monarchi; í villaggi trovarono forza proprio nella loro struttura ancora ρiù antica. Il sistema crisaoreo.

Il Xρυσαoρ~ων ~~νος (OGIS 234; LW 399) o σ~στηµα (Strab. XIV. 2. 25) era una federazione di città e di villaggi legati probabilmente fra loro da symροlitia 881 . Arrivò a comprendere, in epoca ellenistica, Alabanda (Antiochia dei Crisaorei), Alinda, Milasa, Stratonicea, Thera 882 , Ce878

CRAMPA,

n. 5, 1. 33. Il che equivale a dire che quelli di Labraunda godevano

dell'autonomia allo stesso modo dei Milasii.

Cf. ROBERT, Sinuri, pp. 40; 35-6. Cf. F. CASSOLA, in "PP" 12, 1957, pp. 201 ss. 881 Cf. J. A. O. LARSEN, in "CPh" 40, 1945, pp. 80-1; CRAMPA, III. 1, p. 33. 882 Sulla cui localizzazione nel Sud della Caria cf. L. ROBERT, Etudes anatol., p. 499, n. 3; FRAZER-BEAN, pp. 47-9; G. E. BEAN, Turkey beyond the Maeander, London 1971, p. 154. 879

880

CRISAORE Ε LA CARIA ELLENIZZATA

221

ramo883 e il koinón dei Tarmiani884 . I cittadini di queste poleis venivano denominati medianti etnici del tipo di Xpuσαoρεvς ~πò Μυλ~σας885 , caratteristici, d'altra parte, di tutte le federazioni ellenistiche 886 . Si trattava di un'associazione di carattere religioso 887 , il cui ambito d'azione oltrepassava però normalmente la sfera religiosa. Le assemblee s i chiamavano ekklesiai ed avvenivano presso il tempio di Zeus Crisaoreo a Stratonicea. Fonte principale circa la lega Strabone (XIV. 2. 25): `nel territorio d ~~ Stratonicea vi sono due santuari, quello di Ecate a Lagina, notevolissimo, il quale ogni anno organizza grandi festività; vicino alla città c'è poi quello d ~~ Zeus Crisaoreo, comune a tutti í Ca ri , í quali vi si radunano per sacrificare e per prendere decisioni di comune interesse; la loro organizzazione si chiama `dei Crisaorei', ed è composta da villaggi; i membri che possono disporre di un maggior numero di villaggi si avvantaggiano nei voti, come quelli di Ceramo. Anche gli Stratonicea fanno parte dell'organizzazione pur non essendo di stirpe caria, ma per il fatto che hanno villaggi del sistema crisaoreo'. La storia della lega crisaorea non è chiara. Già in epoca achemenide esisteva un κοιν~ν τc~~ν Καρ~ν i cui membri erano il Κ~ρες888 . Di questa lega non sappiamo quasi nulla, sembra che fosse presieduta dallo ιερεìιΡς κα~~βασι -

883 Cf. CH. DIEHL e G. COUSIN, in "BCH" 11, 1887, p. 33; OPPERMAIN, Zeus Panamaros, Giessen 1924, pp. 6 ss.; LARSEN, o. ε., pp. 78-9; MAGIE, p. 131 e n. 34. (Forse anche Amyzon? Cf. J. e L. ROBERT, in "CRAI" 1949, p. 306). 884 G. CousIN e G. DESCHAIrS, in "BCH" 10, 1886, pp. 485 ss. 885 Cf. HOLLEAUX, Etudes III, pp. 150 ss.; CRAMPA, III. 1, p. 34 e n . 17. ΘΘ6 LARSEN, o. c., p. 78. θ87 Cf. CRAMPn, III. 2, p. 50. Θ88 SIG 3 167,1. 5 (367 a. C.); W. H. BUCKLER, in "ABSA" 22, 1916-18, pp. 194 e 197; HER. V. 118. Cf. ROBERT, Etudes anat., p. 571; LAUMONIER, Cultes, pp. 42-3 e 200-1. E' probabile che anche quando si parlava di Kares venisse inteso il koinón, p. es. in SIG 3 68, 1. 76 o anche in Hoi., Β 867.

222

LA CARIA E LA l ΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

λε~ ς το~~κοινο~~τ~~ν Καρ~ν889 . Giustamente il Robert 890 ha sostenuto che í Cares e í Crisaorei costituirono due leghe diverse, e il testo di Labraunda Crampa, n. 5, 11. 15-6 gli ha dato ragione. Qui si legge: τ~~ [µ ~ ν] ιερ~ν o~τε Χρυσαορε~ Σw πρoσ~ Κει[ν] ovτε [τοις] λοι τοις Καρσιν; da questa espressione si può ricavare non solo che i Crisaorei non si identificavano con í Kares, ma anche che í Crisaorei facevano parte dei Kares. Dunque si potrebbe supporre che ad una data sconosciuta all'interno della vecchia e ormai insignificante lega dei Kares si configurò o riprese vigore una lega di città 891 che prese il nome dall'eroe Crisaore. E' certo però che il sistema crisaoreo fa la sua comparsa nella storia soltanto in epoca ellenistica. Stratonicea e Milasa capitali dei Crisaorei. Un conflitto politico-culturale. Strabone afferma che í Crisaorei si riunivano presso Stratonicea, tuttavia dal testo epigrafico Crampa, n. 5 si deduce che si riunivano presso MilasaS 92 . Giustamente perciò il Cram ρa 893 ha pensato ad un breve periodo nel quale Milasa fu il centro dei Crisaorei, che in seguito si trasferirono a Stratonicea; condivido l'opinione dello stu889 BUCKLER, O. c.; cf. ROBERT, O. c., p. 571, n. 2; Η. VOLKMANN, in ' Ph il ol. Wochenschr." 59, 1939, cc. 1038-40; LAUMONIER, Cultes, pp. 42-3; CRAMPA, III. 1, p. 33, n. 15. 890 L. C., cf. LAUMONIER, Cultes, p. 195; FRASER-BEAN, p. 91, n. 3; CRAMPA III. 1, p. 35; F. CASSOLA, o. c., pp. 196-7. 991 Cf. HOLLEAUx, Etudes III, p. 145, dove P raccolta tutta la bibliografia precedente sui Crisaorei ed è sintetizzati tutto ciò che si sapeva di loro; dall'epoca in cui 8 stata scritta codesta pagina (1899) soltanto la scoperta delle epigrafi di Labraunda cí ha permesso di fare qualche passo avanti. 892 CRAMPA III. 1, p. 34: "if my suggested restoration is in the main correct, the League held its meetings in Mylasa. This is supported by the fact that the decree was engraved at Labraunda and that the proposer was a man from that city". 893 L. c.; cf. III. 2, p. 50.

CRISAORE Ε LA CARIA ELLENIZZATA

223

dioso scandinavo 894 anche quando afferma che í Crisaorei furono appoggiati dall'Egitto - in base all'iscrizione n. 43 - e che probabilmente il periodo lagide corrisponde al periodo milasio. Parallelamente egli suppone però che i Crisaorei persero il loro potere quando Antioco II prese possesso della Caria, essendo stata la lega favorita da Tolemeo. Questo non è documentabile direttamente. Certo è invece che qualche conseguenza ci fu per la lega in seguito alla calata del Theós. Milasa coniò eccezionalmente una moneta aurea probabilmente in suo onore (cf. cap. IV, p. 93). o per farsi perdonare in qualche modo il suo passato filo-tolemaico. Le premesse della riconquista seleucidica vanno ricercate nell'opera colonizzatrice di Antioco I Sotér in Caria: fondò, probabilmente tra il 274 e il 271, la colonia di Stratonicea, strutturata come una città ellenica (Strab. XIV. 2. 25). Secondo la nostra interpretazione, Stratonicea fu volutamente creata in contrapposizione alla vicina Milasa, che era e rimaneva lagide. Milasa, sotto il patrocinio di Tolemeo II, aveva probabilmente dato nuova vita alla lega dei Crisaorei; perciò l'antico centro delle adunanze carie era stato trasferito da Idría, presso Stratonicea 895 , a Milasa. Non 6 da escludersi, dunque, che nel 276, quando Tolemeo era anIII. 1, p. 35; III. 2, p. 50. Idri α probabilmente non era un villaggio, ma il territorio dell'alta valle del Marsia; cf. LAUMONIER, Cultes, p. 194. HER. V. 118 afferma che i Kares si riunirono presso Idri α - cf. LAUMONIER, pp. 200-1 -. Presso STEPH. BYZ., S. Ν. Χρυσαορις = APOLLONIO DI AFRODISIA, FGH 740, fr. 8 a, si afferma che l'antico nome di 'dr fu Chrysaoris. 'dt prese il nome da Idrieus, figlio di Kar, l'eponimo della Caria: STEPH. BYZ., s. v. ' Ι~ρι~ ς = APOLLONIO DI AFRODISIA, fr. 8 b. Curioso che nella RE. si susseguono i due articoli Idrias e Idrieus, l'uno di BÓRCH1ER„l'altro di KAHRSTEDT, e nel primo si afferma - erroneamente - che Idr ~a prese il nome dal dinasta Idrieo (figlio di Ecatomno), nel secondo, che lo prese dal mitico Id-ieo figlio di Kar. Si tenga presente che anche Europo (= Euromo, cf. L. ROBERT, Hellenica VIII, Paris 1950, pp. 31 ss.) prese il nome di Idriα da Idrieo, figlio di Crisaire (STEP -i . BYz., s. v. ΕYρωπ ~ς, cf. LAUMONIER, p. 194, n. 4). Idría-Crisaorls fu detta anche Hekatesia (STEPH. BYZ., s. v. ' Εxctτησια = APOLLONIO DI AFR., fr. 13 b). Anche PAUSANIA (V. 21. 10) attesta che l'antico nome del territorio di 894 8 95

Stratonicea fu Crisaoris. il santuario di Zeus Cario era riconosciuto come comune a

224

LA CARIA Ε LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

cira riconosciuto sovrano nella regione della futura Stratonicea (cf. cap. I11, p. 67), i Kares o i Crisaorei si riunissero in questa regione e che la confederazione fosse riorganizzata presso Milasa in seguito alla venuta di Antioco 1(274-1) e alla fondazione di Stratonicea. Ma certamente quando Antioco 11 si impadronì della Caria (258 ca.) í Crisaorei ritornarono nel territorio di Stratonicea, dove si riunivano anche all'epoca di Strabone. L'interesse di Antioco II per i Crisaorei è testimoniato dal fatto che rifondo Alabanda sotto il nome di Antiochia dei Crisaorei (cf. cap. IV, pp. 93-4). Dalla metà del III secolo la lega fu riorganizzata 896 e posta sotto l'influenza seleucidica. Milasa seppe farsi ben volere da Seleuco II ed ottenne così la libertà; nel frattempo Stratonicea era passata sotto il controllo dei Rodi. E fu prorio dai Crisaorei riuniti presso Stratonicea rodia che presero l'avvio le rivendicazioni della lega sul santuario di Labraunda (Crampa, n. 5, 11. 15-17). Ecatomno, il successore di Corris a Labraunda, si appoggio dunque ai Crisaorei per far valere le sue ambizioni di indipendenza da Milasa. Siamo forse di fronte ad un altro episodio che portò alla contrapposizione di Milasa a Stratonicea. Perché i Crisaorei soppiantarono í Kares? Il favore dell'Egitto pub avervi giocato un qualche ruolo, così come lo aveva giocato nella formazione della lega licíaß 97 . Si trattò tutti i Carl, cf. HER.!. 171.6; LAUMONIER, pp. 41 ss. Recentemente R.P. HARPER, in Stud. zur Rel. und Kultur Kleinasiens, Leiden 1978, p. 386 (seguendo Ç. $ahin,

The Political and Religious Structure in the Territory of Stratonikeia in Carla, Ankara 1976 - non reperibile), ha identificato le leukai stelai di HER. V. 118 con Gergacome.

896 J. HATZFELD, in "BCH" 44, 1920, p. 91 e LAUMONIER, p. 195, ritengono che í Crisaorei raggiunsero una certa importanza soltanto dopo la fondazione di Stratonicea. Il LAUMINIER, p. 203, propone di vedere nel bambino tra le braccia di Era, che compare nel fregio del tempio di Lagina, attorniato da tre giovanetti, nient'altro che l'immagine di Stratonicea, nuovo nato della famiglia crisaorea, circondato da tre importanti città crisaoree, Alabanda, Ceramo e Milasa, ad esempio. 897 L. MIRErri, Ricerche sulle leghe greche, Roma 1962, pp. 191-4. CRAMPA III.

1, p. 33; III. 2, p. 50.

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

225

forse di un rilancio oppure della fondazione d ~~ una nuova lega. Crisaore.

Ma il fattore sul quale vorrei concentrare l'attenzione è il nome stesso dei Crisaorei: `quelli di Crisaore'. Sia il nome di Idria, sia quello di Crisaores ci riconducono ad elementi di origine lic ιa 898 : Idria, secondo Strabone (XIV. 5. 23), fu popolata da genti non carie, anche se le regioni circostanti erano tenute dai Cari, Crisaore poi è imparentato con la mitologia licia 899 . Tuttavia la cultura della regione di Idria, cioè delle komai di Stratonicea, era indubbiamente riconosciuta come autenticamente caria, lo testimonia il fatto che i Kares s i riunivano proprio a Idria e che le komai di Stratonicea appartenevano al sistema crisaoreo. Probabilmente l'elemento l ~c~π si era fuso già in epoca arcaica con quello cario 900 e Crisaore era considerato un dio cario, non già straniero. Secondo Epafrodit ο901 tutta la Caria era chiamata anche col nome d ~~ Chrysaoris. Questo, unitamente al fatto che i Crisaorei si riunivano nel tempio di Zeus Crisaoreo per sacrificare (Strab. XIV. 2. 25), ci permette di immaginare che Crisaore-Zeus Crisaoreo fosse divenuto per eccellenza il dio dei Cari. Il complesso mitologico Gorgone-Perseo, Pegaso-Crisaore, Bellerofonte-Chimera sembra essere di origine anatolica 902 . Secondo Esiodo (Theog. 280 ss.) dal 696 A19

LAUMONI Ε R, p. 194. Id., pp. 206 ss. Sui Lugga (protolici) in Caria: GARSTANG, in "AJA" 1943,

p. 42.

Cf. il caso analogo degli influssi hei a Cauno. CASSOLA, art. cit. 90" Ap. STEPH. BYZ., s. v. Xwaaoρις = APOLLONIO DI AFR., FGH 740, fr. 8 a; cf. PAUs. V. 21. 10. 9UO

9(2 LAUMONIER, p. 206, che aggiunge: "d'origine spécialement lycienne". Ma il fatto è problematico. Su Bellerofonte: CASSOLA, La Ionia nel mondo miceneo, Napoli 1957, p. 98, n. 54; su Crisaore: H. GOLLOB, Chrysaor, Wien 1956; su Perseo: K. SCHAUENBURG, Perseus in der Kunst des Altert., Bonn 1960, pp. 126 ss.

226

LA CARIA E LA lIlLA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

corpo della Gorgone decapitata uscirono i l grande Crisaore e i l cavallo Pegaso; Crisaore ebbe poi da Calliroe, figlia di Oceano, il tricefalo Gerione e il mostro Echidna, i l quale a sua volta, generò altri mostri. Come molti altri mitologhemi ai quali fa riferimento la Teogonia, così questo è di origine orientale, mesopotamico-fenicia - forse per i l tramite ittita - per quanto riguarda la Gorgone e le sorgenti dell'Oceano presso le quali si svolse l'impresa d i Perseo 9°3 . L'origine di Crisaore non è direttamente collegabile con quella della Gorgone, né con quella degli altri personaggi del suo complesso mitologico; forse i Cari ne appresero i l culto e il mito dai popoli anatolici in epoca arcaica. In età ellenistica Crisaore o Zeus Crisaoreo era un dio con attributi ctonii - come nella `Teogonia' esiodea - e insieme celesti - a simiglianza d i Bellerofο nte904 -. Il sitema Crisaoreo dal I secolo a. C. al III d. C. coniò una serie di monete con l'immagin.i Pegaso, il fratello di Crisaore 905 Anche i l Crisaore ellenizzato, cíoè Zeus Crisaoreo, appare nelle monete carie dal II secolo a. C. in poi 9°6 . ,

La cultura caria e la nascita del sistema crisaoreo. La storiografia `pre-caria'.

In questa nascita di una tradizione crisaorea o anche di una cultura crisaorea vedrei l'avvenimento p ~ù importante

0 9 ; Cf. MASTROCINQUE, Elementi orientali nella mitologia del 'Prometheus vinctus', in "Prometheus" 4, 1978, pp. 18 ss., part. ρ.27. Sulla 'Teogonia': L. M. WEST, Hesiod, 'Theogony', Oxford 1966, U. HOLSCHER, in Esiodo, a cura di G.

Milano 1975, pp. 127 ss. (="Hermes" 81, 1953, pp. 391 ss.). pp. 209-210; p.210: "ce double caractère, chthonien et céleste, ne nous surprendrait pas chez un Zeus carient les Zeus cariens semblent en effet avoir absorbé en eux, même quand ils étaient accompagnes d'une parèdre, tous les caractères de la grande déesse de la nature et de la terre". 905 LΑΥΜΟΝΙ ER, pp. 205-6; ROBERT, in "BCH" Suppl. I, 1973, p. 452. 906 LAUMONIER, pp. 203-4. ARRIGHETTI, 903

LAUMONIER,

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

227

nella storia della Caria ellenizzazta: si tratta della riscoperta delle tradizioni e del rilancio della religione indigena. Non si tratta certo di un fenomeno ristretto alla Caria 907 , esso abbracciò infatti pressoché tutto il mondo ellenistico, ma in Caria assunse caratteri particolari. Avvenuto nel contesto della rivalutazione dei culti nei villaggi sacri, non è escluso che questo fenomeno sia avvenuto anche come forma di reazione o di resistenza alla cultura ellenica. Certamente il villaggio sacro rappresentò una forma di resistenza passiva al potere e all'amministrazione dei monarcati e anche delle città ellenistiche. Nel periodo ellenistico fiori una `storiografia' caria, cioè un'atti'iti di ricerca erudita volta a riscoprire le tradizioni nazionali, í miti e gli avvenimenti storici del passato. Fino al terzo secolo a. C. i Greci avevano scritto sulla Caria oppure í Ca ri sulla Grecia: gli storiografi ellenistici ebbero due illustri predecessori in Erodoto di Alicarnasso e in Scilace di Carianda (FGH 709) i quali, pur essendo cari di origine, non scrissero in modo specifico sulla Caria, ma volsero altrove la loro attenzione: verso il regno di Persia, verso la Grecia continentale o addirittura la Magna Grecia. Scilace tuttavia dedicz un'opera (t 1) al `re' di Milasa Eraclide. Duride di Sari (FGH 76, cf. supra) e Demodamas di Alicarnasso o di Mileto (FGH 428, sulla sua origine: fr. 1) furono í loro successori; storiografi dei grandi fatti del mondo ellenistico, dei Macedoni, di Agatocle... (Duride), o addirittura dell'India, sulle tracce di Scilace (Demodamas). Ambedue però scrissero anche una monografia sulla loro patria (Duride: Σαµ ~ ων ροι; Demodamas: περL ' Αλικαρ -

9°7 Si ripensi, ad esempio, ad uno storico come Berosso. Sul fenomeno della reazione all'ellenismo cf. F. ALTHEIM e J. REHORK, Der Hellenismus in Mittelasien, Darmstadt 1969 e particolarmente ED. MEYER, Blute und Niedergang des Helle-

nismus in Asien, alle pp. 19 ss. A. MoisoilAio, Alien Wisdom, Cambridge 1975.

228

LA CARIA E LA tOILA MERI[)IOIALE IN EPOCA ELLENISTICA

ν~σσου). Demodamas fu nell'esercito di Seleuco I e di Antioco I (t 2). L'ultimo grande successore di questi storiografi cari sarà Flegonte di Tralles (FGH 257), un liberto dell'imperatore Adriano, che scrisse di cose romane, italiche e olimpiche. Vi furono pure Greci che scrissero della Caria, come Aristotele che compose una ~~ ασ~ ων πολιτε ~α ( fr. 503 Rose), una Μιλησ ~ ων πολιτε ~α ( frr. 556-7), una Ροδ ~ ων e una Σαµ ~ ων πολιτε ~α (frr. 569 e 570-8), o come Apollonio rodio che scrisse intorno alla Κα~ νου κτ ~σις.

La storiografi a caria. Questa la 'storiografia pre-caria', perché soltanto nel terzo secolo i Cari seppero rivalutare la cultura nazionale e cominciarono a scrivere la loro storia. Così troviamo Alessandro Chersonesite (FGH 739) che scrisse un Περι Καρ ~ας. Leone di Alabanda (FGH 278), vissuto forse nel secondo secolo a. C. 9 0 8 , compose un'opera in quattro libri intitolata Καρικ~ , una in due intitolata Λυκιακ~~e un περ ~~στ ~σεων ( t 1). Sappiamo che si interessò a certi riti assiri, nel fr. 1, probabilmente relativi al terzo libro dei Κarikà9Ó9 , si parla infatti di una processione assira detta βαι ~γις. Avrà forse preso lo spunto da analogie riscontrate con qualche festa indigena caria o con qualche nome indigeno appartenente alla sfera del sacro? Forse con la festa milesia Βο~ για o Βοι~ για 9 t 0 ? Si tenga presente, del resto, che un sostrato Se valida l'identificazione con íl personaggio onorato nel decreto G. Couin "BCH" 28, 1904, p. 351, proposta da OPPERMAIN, Zeus Panamaros, pp. 28-9. In FG!-! 111 a, Komm si data invece dopo Hermagoras (II sec. a. C.) e prima dell'epoca imperiale. 9°9 II fatto che si nomini un "terzo libro" esclude i Lykiakd, perché erano in due soli libri, e verosimilmente anche il περι στ ~σεων. 910 LW 222; S1G 577, I. 71; J. FΟΝΤΕΝΟ SE, The Festival called Boegia a' Didyma, in "Univ. of California Pubblications in Class. Archaeol." 1, 1944, pp. 291 ss. ROBERT, in "Journ. des Sai." 1976. p. 176, I. 3; cf. p- 179 (Teo). 908

siN,

,

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

229

mesopotamico, e particolarmente assiri, è documentabile nella cultura dei Cart, e risale forse anche alla penetrazione assira nella regione (sotto Assurbanipal, forse) 911 . Leone di Alabanda si dedicò anche allo studio della mitologia (fr. 2), particolarmente delle regioni che maggiormente gli stavano a cuore: Caria e Licia, come testimonia il fr. 3, in cui si dice, fra l'altro, che lo storico lesse nei Χρνσαορικ~~che Bellerofonte divenne inviso agli dei per l'ingiusta diffamazione fattane dalla moglie di Preti. Se confrontiamo il motivo addotto da Antimaco e riportato nel medesimo frammento 3, cioè la strage dei Solími, risulta chiaro come sia nei Chrysaorík ~~sia nello stesso Leone fosse presente un motivo apologetico (anche se forse di tradizione antica) nei confronti di Bellerofonte, l'eroe licio e cari π. Di enorme interesse il fatto che Leone, un crisaoreo, sia andato a consultare Chrysaoríkd, essi erano probabilmente un libr ο912 , il libro dei Crisaorei, composto prima del II secolo a. C. e forse proprio nel III, nel periodo della fioritura della lega e, insieme, della cultura crisaorea. Esso trattava di mitologia, ma forse unicamente di quella che poteva riguardare gli dei e gli eroi dei Crisaorei, anche Bellerofonte dunque, colui che cavalcò Pegaso, fratello di Crisaore. I Chrysaoríkd custodivano il patrimonio della tradizione dei Cart e probabilmente costituivano il fondamento dell'organizzazione crisaorea. I Cart non conoscevano bene la loro storia, conoscevano

911 LAUMUNIER, pp. 181 ss.; 459 (R. FLEISCHER, Artemis vin Ephesos, Leiden 1973, p. 181, tende invece a sminuire l'importanza degli influssi assiri). Ecco alcuni elementi: la probabile parentela dello Zeus di Labraunda con í costumi assiri-babilonesi (LAUMONIER, p. 81), la probabile provenienza babilonese del dio Sinuri della korne omonima e di Illarima (Id., pp. 181 ss.; 459; 726), la sicura origine assira di Afrodisía e dei suoi culti: la città anticamente si chiamava Ninoe (STEPH. ΒυΖ., s. v.) e vi è attestato un culto di Zeus Nineudios. I,a dea patrona, Afrodite, non era altro che l'antica Nina-lshtar (LAUMONIER, pp. 459, 480-1). Circa Efeso, cf. PICARD, Ephèse, pp. 580 ss. 912 Cf. FG" 278, III a, Komm.; NAUCK, in "Philol." 5, 1860, p. 687.

230

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

quella dei popoli che erano venuti ad occupare la loro regione, quella dei Greci soprattutto; ma quando desiderarono risalire alle origini autentiche della loro stirpe, quando sentirono la necessità di conoscere o di stabilire ciò che aveva costituito il loro essere, la loro organizzazione di Cari-Crisaorei, seppur ellenizzati, dovettero ricorrere alla mitologia. Era certamente il complesso mitologico di Crisaore, Pegaso, Bellerofonte, Chimera, Gorgone quello che più direttamente era implicato nella tradizione crisaorea e forse quello stesso che `fondava' la lega, una lega, non dimentichiamolo, rinsaldata soprattutto da vincoli religiosi e culturali. Varrà la pena di ricordare anche Possis di Magnesia sul Meandro (FGH 480), la cui opera potrebbe essere datata forse intorno al 200 a. C. - come propone lo Jacoby -. Scrisse almeno tre libri di Μαγνητικ~ , nel terzo era arrivato a trattare di Temistocle, il quale aveva introdotto a Magnesia í sacrifici per Atena e per Dioniso (fr. 1). Sappiamo inoltre ~ ς ín che Possis si dedicb alla mitologia: scrisse una ' Αµαζον almeno tre libri (fr. 2), tema mitologico tipicamente asiano, che interesso pure il niseo Menecrate (ap. Plut. Thes. 26. 3). Nello stesso periodo Hermogenes (FGH 481) scrisse sul tempio di Artemide Leucofriene a Magnesia, da lui progettato. L'Artemisio e la città di Efeso videro pure rinascere l'interesse e la curiosità per la loro arch α~ο lοghia 9 ι 3 . Una trattazione a parte meriterebbe la storiografia milesia, perché prese l'avvio da presupposti politici e culturali diversi dalla storiografia caria, ed è databile a partire da un'epoca anteriore a quest'ultima (intorno al 300 a. C.). Clito milesio, ad esempio (FGH 490), fu discepolo di Ari-

913 Su Baton di Sinope (FGH 77-78) e la rielaborazione ellenistica delle tradizioni relative ai tiranni di Efeso, cf. S. MAZZARINO, Fra Oriente e Occidente,

Firenze 1947, pp. 197-8 e note relative.

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

23 1

stotele. Come lui scrissero su Mileto anche Diodoro Pene geta (cf. FGH 372, fr. 40), Meandrio e Leandrio milesi (FGH 491 e 492), Aristocrito (FGH 493), Zopiro (FGH 494). La letteratura aitiologica. Una seconda via per risalire nella storia nazionale dei Cari consisteva nell'esaminare le tradizioni di ogni città o villaggio indigeno e nel ricercarne le origini, gli a ~τιa, secondo un modello letterario diffuso in età ellenistica e reso famoso da Callimaco. Questa via fu seguita da Apollonio di Afrodisia (FGH 740), archiereus e storico, il quale scrisse almeno diciotto libri di Καρικ~ , un περi Tρ~ λλεων e un περι ' Ορ ~~ ως κ cι τελετ ~v α~ τov (t 1). Nella prospettiva della rinascita dei culti indigeni e del parallelo rifiorire della cultura e della storiografia crísaorea giudico assai significativo il fatto che lo storico di Afrodisia fosse un sacerdote di alto lignaggio. I suoi Κarik~~ci sono noti attraverso le citazioni di Stefano di Bisanzio. Lo Jacoby propone, in forma molto dubitativa, per Apollonio una datazione bassa, all'epoca imperiale. Questo non è dimostrabile, ma, se anche così fosse, resta che questo genere aitiologico-geografico-erudito nacque in epoca ellenistica e che, eventualmente, le fonti di Apollonio dovevano risalire a quest'epoca. Scrisse sulla cittadina di Hydissos, fondata dall'omonimo figlio di Bellerofonte (fr. 4), sul demo di Hyllouala, dove mori 1110914 , il compagno di Eracle (fr. 6), su Idr ~a, fondata da Idrieo (fr. 15). Apollonio si interessò pure alle origini del culto di Ecate Laginite, detta così perché una lepre si era rifugiata nel suo tempio (fr. 13 b). Tuttavia pare che il sacerdote di Afrodisia non abbia neppure trascurato gli avvenimenti storici, come testimonia 914

Su questo eroe, cf.

MAZZARINO,

Fra Oriente e Occidente, p. 178 e n. 503.

232

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

il fr. 8 a, dove s i parla di una simmachia fra Tauropoliti, (=Afrodisii), Crisaorei (=ldriei) e Plarasei. Ma certamente anche altri storici misero la loro penna al servizio delle tradizioni locali; troviamo infatti lo stesso Polibio (XVI. 12. part. 3 ss.) impegnato a muovere loro una critica di carattere fortemente razionalistico. Presso i Bargilieti infatti s i diceva che nel loro tempio a cielo scoperto dedicato ad Artemide Kindyas non cadeva mai neve né pioggia, altrettanto gli lasei dicevano del loro tempio di Artemide Astias 915 . Ma Polibio afferma che καL Τα~ τ~~τινες ε~ρ~ κασι καi. τ~ν συyy ραφ ~ων (probabilmente storici ca ri ), cosa che lo lasciò passabilmente indispettito, come nel caso in cui Teopompo (FGH 115, fr. 343) dette credito alle tradizioni arcadiche sul temenos di Zeus Lykaios, le quali pretendevano che coloro i quali avessero violato l'~baton avrebbero perso la loro ombra 916 . Polibio cerca quindi di stabilire un limite di tolleranza per queste concessioni alla `superstizione' da parte degli storiografi, limite costituito, secondo il Megalopolitano, dalla buone fede. Omero e la Carta. Una terza via per conoscere e commentare le poche notizie esistenti sugli antichi Cari consisteva nel ricercarne le menzioni nei poeti, specialmente presso Omero. In epoca ellenistica a lisa fu costituita un'importante biblioteca e vi fiori una scuola filologica che non rimase senza echi nella cultura letteraria antica 917 . Fra i più illustri e dotti cittadini di lisa Strabone (XIV. 1. 48) ricorda Aristodemo figlio di

915 Caso analogo a Pafo: PLI Ι., N. h. II. 2. 10; TAC., Hist. I1. 3. Cf. F L EISCHER, Artemis von Ephesos, pp. 225 e 228-9. 916 Cf. G. PICCALUGA, Lykaon, un tema mitico, Roma 1968, p. 16. 917 Tutto ciò che si sa sulla biblioteca di lisa è raccolto e commentato da L. ROBERT, La bibliothèque de Nysa de Carie, in Hellenica I, Paris 1940, pp. 144 ss.

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

233

Menecrate, il quale, a sua volta, era stato allievo del filologo Aristarco. Risale probabilmente a questo Αrist οdem ο9 t 8 o a qualche altro filologo della biblioteca di lisa l'interpolazione alla Nekyia omerica riportata in un papiro di Ossirinc ο 919 , nella quale Ulisse invoca tutti gl ~~ dei egiziani, da Iside ad Anubi. Ma un miglior esempio di come lavorasse la scuola nisea, e forse lo stesso Aristodemo, è offerto da Strabone (XIV. 1. 45). 1 Nisei avevano trovato in Omero, B 461, l'espressione ' Ασ~ω ~ν λειµ ~ ν1, Κα~ στρ ~oυ 4 4)1 e perciò dissero che si trattava della località detta ~ ~ ε$ρα, wa ~νoΛειµ ~ ν, a trenta stadi da lisa 920 : το~ τoν τòν λειµ µ ~ ζειν τòν π o~ηΤ~ Ν Ψασ ~Ν, ~ταν Ψ " Ασ~ω ~Ν λειµ ~1νι ', δεικvwτες Κα~ στρ ~ου κα~~ ' Ασ~ ον τιν~~ ~ ρΨ oν κα~~ K ~~ στρον πλησ~ον ~πορρ ~oντα. Identificare le paludi del basso Kaystros di cui parla Omero con ~l Leim ~ n di lisa situato in un luogo montano era una bella audacia, che testimonia ~l patriottismo locale dei dotti di lisa 921 . Né essi mancarono certamente di rivendicare alla loro terra le 'valli di lisa', dove, secondo gl ~~ Inn ~~ omerici, le Ninfe allevarono il giovanetto Dioniso 922 e dove Plutone rapì Persefone 923 . Nelle monete bronzee nisee comparivano infatti, nel II secolo, sia Dioniso bambino, sia la scena del ratto di Persefone 924

Cost ROBERT, o. c., p. 148. Pap. Ix. 412 (London 1903). 920 Sulla localizzazione: W. Voi D'EST, Nysa ..., Berlin 1913, pp. 28-9 e carta I. 921 ROBERT, o. c., p. 147. 922 Hy. Dion., 1. 8; XXVI. 5; cf. EUR., Cyc. 68. Per le arti figurative (soprattutto opere d'arte ellenistica), cf. S. DE MARINÍS, in Enc. Arte Antica V, p. 615. Molte furono le città che pretesero di aver accolto Dioniso bambino: DioD. III. 66; cf. O. KERN, in RE., S. V. Dionysos, c. 1035; H. 1EANMAIRE, Dionysos, rist. Paris 1970, pp. 7 e 349. 918 919

923

Hy. Dem., II. 17. BMCLydia, pp. 171-3; K. REGLING, in Voi D'EST, Nysa, pp. 91-3; cf. anche L. ROBERT, in Laodicée du Lycos. Le Nymphée, Québec-Paris 1969, p. 297 e in 924

"BCH" 101, 1977, p. 74.

234

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Sul metodo dei sapienti nisei si riversa il disprezzo del Robert 925 ; tuttavia per qualche aspetto - non quello filologico però - sono più spregevoli í leccapiedi del Filadelfo, che chiosavano Omero nella biblioteca di Alessandria, dei modesti letterati di Caria che lavoravano per la loro città e, in ultima analisi, per ricostruire la storia del loro popolo. Anche Filippo di Teangela (FGH 741) s i occupo di Omero. Questo autore di età ellenistica 926 scrisse un'opera intitolata Καρικ~ , dove commentò anche l'espressione omerica Καρ~ν βαρβαροφ~νων ( B 867) dicendo che la lingua dei Ca ri non era affatto τραχ~τ~τη, ma καì πλε~στα ' Ελληνικ~~wó µαταärχει καταιιελιy λ να (fr. 1). Filippo si interesso di mitologia (fr. 3 e fr. 4) e anche dei Cart come popolo, nei suoi rapporti con i Leiegi (fr. 2). Afferma che Cart si servirono dei Lelegi come di una popolazione soggetta. La cultura crisaorea. Con Filippo di Teangela si chiude la serie degli storici e degli eruditi ellenistici ca ri . Penso di essere così riuscito a dare una fisionomia a quella che abbiamo chiamato cultura crisaorea, la cui nascita costituicse forse il momento píìl importante di tutta la storia della Caria, per lo meno fin dai tempi in cui i suoi abitanti solcavano il mare come alleati del re Minosse. La continua spinta degli influssi politici e culturali di matrice ellenica dal tempo dei Persiani a quello dei Seleucidi provocò l'ellenizzazione dei Ca ri , ma al tempo stesso provocò una crisi di identità, creò una spaccatura con il passato.

925

La bibliothèque de Nysa, p. 148.

Lo JACOB" propone: III secolo a. C. (?). Sappiamo che anche Zopiro (di Magnesia ?) si era occupato di Omero nel quarto libro della sua Μιλ~του xΤισις (FGH 494, fr. 1), forse risalente al 300 a.C. ca. 926

CRISAORE E LA CARIA ELLENIZZATA

235

E soltanto nel passato, nella loro storia í Carl potevano ritrovare la propria identità, sapere chi e perché erano quelli che erano. L'unico ponte che li ricongiungeva con le origini era costituito dai culti e dai miti. Circostanze politiche particolari determinarono contemporaneamente il rifiorire dei culti píù antichi nei villaggi sacri e la costituzione della lega Crisaorea. Da questa base culturale e mitologica i Carl presero le mosse per ricostruire o `inventare' - nel senso etimologico della parola - la loro storia. In mancanza di dati e di testimonianze propriamente storiche, erano i miti a costituire il fondamento delle strutture sociali dei Crisaorei e dei Carl.

BIBLIOGRAFIA A. AKARCA, Les monnaies grecques de Mylasa, Paris 1959. R. S. BAGNALL, The Administration of the Ptolemaic Possessions outside Egypt, Leiden 1976. E. BEAN, Notes and Inscriptions from Caunus, in 'JHS' 73, 1953, pp. 10 ss. Turkey beyond the Maeander, London 1971. cf. P. M. FRASER. K. J. BELOCH, Griechische Geschichte IV. 1 e IV. 2, Berlin-Leipzig 19251927 2 . H. BENECKE, Die Seepolitik der Aitoler, Diss. Hamburg 1934. BENGTSON, Die Strategie in der hellenistischen Zeit I-II-III, München 1937, 1944 e 1952. Griechische Geschichte, Munchen 1965 3 . Die Inschriften von Labranda und die Politik des Antigonos Doson,

`S ΒΑ W"1971, Heft 3. O. BENNDORF, Forschungen in Ephesos I, Wien 1906. E. BIKERiAi (o BICKERMAN), Notes sur Polybe. 1, in 'REG' 50, 1937, pp. 217 ss. Institutions des Séleucides, Paris 1938. Sur les batailles navales de Cos et d'Andros, in 'REA' 40, 1938, pp. 369 ss. Notes on Seleucid and Parthian Chronology, in `Berytus' 8, 1943-44, pp. 73 ss. A. BOUCHÉ- LECLεRCQ, Histoire des Lagides I-IV, Paris 1903-7. Histoire des Séleucides (323-64 a. C.), Paris 1913. P. BRIANT, Antigone le Borgne, Paris 1973. CASSOLA, La Ionia nel mondo miceneo, Napoli 1957. 1 Cari nella tradizione greca, in 'PP' 12, 1957, pp. 192 ss. J. CRAMPA, Some Remarks on Welles, Royal Correspondence, 29, in 'Opusc. Ath.' 8, 1968, pp. 171 ss. Labraunda, Swedish Excavations and Researches, vol III, part. I: The Greek Inscriptions I, Lund 1969, e II, Stockholm 1972 (Acta Inst. Ath. Regni Sueciae,'Opusc. Ath.' 5). DE SANCTIS, Scritti minori I, Roma 1966. Storia dei Romani IV. 1, Firenze 1969 2 . W. VON DIEST, Nysa ad Maeandrum, 'Jahrb. deut. arch. Inst.' Ergänzungsheft 10, Berlin 1913. J. G. DROYSEN, Geschichte des Hellenismus, Gotha 1877 2 . W. FELLMANN, Antigonos Gonatas und die griech. Städte, Diss. Würzburg 1930. R. F ΑCELIÈRE, Les Aitoliens à Delphes, Paris 1937. R. FLEISCHER, Artemis von Ephesos. Leiden 1973. M. FORTINA, Cassandre re di Macedonia, Torino 1965. P. M. FRASER & G. E. BEAN, The Rhodian Peraea and Islands, Oxford 1954.

238

LA CARIA E LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

H. VAN GELDER, Geschichte der alten Rhodier, Haag 1900. CHR. HABICHT, Samische Volksbeschliisse der hellenistischen Zeit, in 'Ath. Mitt.' 72, 1957, pp. 152 ss. Gottmenschentum und griechische Städte, München 19702 . Discussione dí J. CRAMPA, Labraunda III. 1, in Gnomon' 44, 1972, pp. 162 ss. E. V. HANSEN, The Attalids of Pergamon, Ithaca-London 1971 2 . H. HAUBEN, Rhodos, Alexander and the Diadochi from 3331332 to 304 B. C., in Historia' 26, 1977, pp. 307 ss. B. HAUSSOULLIER, Etudes sur l'histoire de Milet et du Didymeion, Paris 1902. B. V. HEAD, History of the Coinage of Ephesos, London 1880. Historia Nummorum, Oxford 1911 2 , rist. 1964. R. HEBERDEY, Forschungen in Ephesos II, Wien 1912. H. HEINEN, Untersuchungen zur hellenistischen Geschichte des 3. Jahrhunderts v. Chr., 'Historia' Beiheft 20, Wiesbaden 1972. P. HERRMANN, Neue Urkunden zur Gesch. von Milet in 2. Jahrh. v. Chr., in `Istanb. Mitt.' 15, 1965, pp. 71 ss. F. HILLER VON GAERTRINGEN, Inschriften von Priene, Berlin 1906. Rhodos, in RE., Suppl. V (1931), cc. 731 ss. M. HOLLEAUX, Etudes d'épigraphie et d'histoire grecques I-V, Paris 1938-1957. W. HUSS, Huntersuchungen zur Aussenpolitik Ptolemaios'IV., München 1976. F. IMHOOF -BLUMER, Zur Griechischen und römischen Míunzkunde, Genf 1908. A. Η. M. JONES, The Greek Cities of the Eastern Roman Provincies, Oxford 1937. KARWIESE, Ephesos (numismatischer Teil), in RE., Suppl. XII (1970), cc. 297 ss. J. KEIL, Ephesische Burgerrechts-und Proxeniendekrete aus dem vierten Jahrhundert i. Chr., in 'Jahresh. öst. Inst.' 16, 1913, pp. 231 ss. D. KNIBBE, Ephesos, in RE., Suppl. XII (1970), cc. 248 ss. A. LAUMONIER, Les cultes indigenes en Carie, Paris 1958. M. LAUNEY, Recherches sur les armes hellénistiques I41, Paris 19491950. LEISCHAU, De rebus Prienensium, Leipziger Studien für klass. Philol. 10, Leipzig 1889. G. LONGEGA, Arsinoe II, Roma 1968. R. B. MC SHANE, The foreign Policy of the Attalids of Pergamum, Urbana 1964. D. MAGIE, Roman Rule in Asia minor I-II (paginazione continua), Priceton 1950.

BIBLIOGRAFIA

239

A. MASTROCINQUE, L'eleutheria e le città ellenistiche, in 'AIV' 135, 1976-77, pp. 1 ss. Osservazioni sull'attività di Antioco III nel 197e nel 196, in `PP' fast. 169, 1976, pp. 307 ss. Roma e Antioco III. Guerra di propaganda e propaganda per la guerra,in 'AIV' 136, 1977-78, pp. 1 SS. E. MALANI, Demetrio Poliorcete, Roma 1951.

S. MAZZARINO, Fra Oriente e Occidente, Firenze 1947. ERNST MEYER, Die Grenzen der hellenistischen Staaten in Kleinasien, Zürich-Leipzig 1925. L. MÜLLER, Die Munzen des trakischen Königs Lysimachus, Kopenhagen 1858. Musli, Lo Stato dei Selucidi, in 'SCI' 15, 1966, pp. 61 ss. Τ. NEWELL, The Coinage of Demetrius Poliorcetes, London 1927. The Coinage of the Western Seleucid Mints, New York 1941. B. NIESE, Geschichte der griechischen und makedonischen Staaten seit der Schlacht bei Chaeronea I-II-III, Gotha 1893-1903. H. IPPERMANN, Zeus Panamaros, Giessen 1924. W. OTTO, Beitrage zur Seleukidengeschichte des 3. Jahrhunderts v. Chr., 'ABAW' 34. 1, München 1928. Zu den Syrischen Kriegen der Ptolemaer, in 'Philologus' 86, 1931, pp. 400 ss. M. PAPPAKONSTANTINU, Al Tρ~ λλεις, Athenai 1895. P. ΡÉDECΗ, La méthode historique de Polybe, Paris 1964. CH. PICARD, Ephese et Claros, Paris 1922. J. PΟUILLOUX, Choix d'inscriptions grecques, Paris 1960. G. PUGLIESE CARRATELLI, Supplemento epigrafico di laso, in'ASAA' Ν. S. 29-30, 1967-68, pp. 437 ss. A. REH', Das Delphinion in Milet, (in Milet, Ergebnisse der Ausgrabungen und Untersuchungen seit dem Jahre 1899, vol. I. 3), Dydima II (ibid.), Berlin 1958. F. P. RI ΖΖΟ, Studi ellenistico- romani, Palermo 1974. L. ROBERT, Opera minora selecta (O.M.S.) I-IV, Amsterdam 1969-1974. Hellenica I-XIII, Paris 1940 - Sur des inscriptions de Théangéla, in 'AC' 4, 1935, pp. 159 ss. La collection Froehner, Paris 1936. Etudes anatoliennes, Paris 1937. Etudes épigraphiques et philologiques, Paris 1938. Le sanctuaire de Sinuri près de Mylasa, Paris 1945. J. e L. ROBERT, La Carie II, Paris 1952. Deux inscriptions de Carie, in Mélanges Ι. Lévy, Bruxelles 1955, pp. 553 ss. ROBERT, Villes d'Asie Mineure, Paris 1962 2 . Documents d'Asie Mineure méridionale, Paris- Genève 1966. Sur des inscriptions d'Ephese, in 'RPh' 1967, pp. 7 ss. ROSToVZEV, Inscriptions d'époque hellénistique de Théangéla en Ca-

240

LA CARIA E LA ANIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

rie, in 'REA' 33, 1931, pp. 7 ss. Storia economica e sociale del mondo ellenistico (tr. it.) I- ΙΙ, Firenze 1966-1973. W. RUGE, Myus, in RE. XVI. 2 (1935), cc. 1430 ss. Nysa, in RE. XVII. 2

(1937), cc. 1631 ss. A. E. SAMUEL, Ptolemaic Chronology, München 1962. Η. Η. SCHNITT, Rom und Rhodos, München 1957. Untersuchungen zur Geschichte Antiochos' des Grossen und seiner Zeit, 'Historia' Beiheft 6, Wiesbaden 1964. Die Verträge der griechisch-römischen Welt von 338 bis 200 v. Chr. (Die Staatsverträge des Altertums III), München 1969. C. SCHNEIDER, Kulturgeschichte des Hellenismus I, München 1967. M. SEGRE, Decreto di Aspendos, in 'Aegyptos' 14, 1934, pp. 253 ss. J. SEIBERT, Historische Beiträge zu den dynastischen Verbindungen in hellenistischer Zeit, 'Historia' Beiheft 10, Wiesbaden 1967. Untersuchungen zur Geschichte Ptolemaios'I., München 1969. Philokles, Sohn des Apollodoros, König der Sidonier, in 'Historia' 19, 1970, pp. 337 ss. Ptolemaios Ι. und Milet, in 'Chiron' 1, 1971, pp. 159 ss. discussione di W. GLTNTER, Das Orakel von Dydima (`Istanb. Mitt.' Beih. 4, 1971), in'GGA' 1974, pp. 186 ss. Die Schlacht bei Ephesos, in 'Historia' 25, 1976, pp. 45 ss. ~ ων, Athenai ~ σµατα oτv κρ ~τους τ~ν Ihoλεµα I. N. SvoRONOS, Τ~~νοµ 1904. W. W. TARN, Antigonos Gonatas, Oxford 1913. The Greek Leagues and Macedonia, in CAH VII (1938), pp. 732 ss. The Struggle of Egypt against Syria and Macedonia, in CAH VII, pp. 699 ss. P. TREVES, Dopo Ipso, in'RFIC' N. S. 9, 1931, pp. 73 ss. e 355 ss. Studi su Antigono Dosone (continuazione), in Athenaeum' N. S. 13, 1935, pp. 22 ss. Euforione e la storia ellenistica, Milano-Napoli 1955. W. TSCHERIKOWER, Die hellenistischen Std dtegriundun gen von Alexander dem Grossen bis auf die Römerzeit, 'Philologus' Supplbd. 19. 1, Leipzig 1927. Η. VOLKMANN, Ptolemaios (19) /0 Philadelρhos, in RE. XXIII. 2 (1959), cc. 1645 Ss. F. W. WALBANK, Philip V of Macedon, Cambridge 1940. A historical Commentary on Polybius I-1I, Oxford 1957-1967. C. BRADFORD WELLES, Royal Correspondence in the Hellenistic Period, New Haven 1934. U. VON WILAMOWITZ M., Antigonos von Karystos, Philo!. Untersuch. 4, Berlin 1881. ED. WILL, Histoire politique du monde hellénistique I-II, Nancy 19661967.

INDICE ANALITICO

Acheo, 148, 150, 152-153. Acilio, 184. Ada, 15, 209. Adriano, 228. Adrianopoli, 77. Adulis, 70. Afrodisia, 177, 229 n. 911, 231-232. Afrodite, 97, 101, 229 n. 911. Agasse, 34 n.108. Agatocle figlio di Lisimaco, 37, 55, 60-61. Agatocle siracusano, 210. Agatostrato, 97-98. Agatone, 19, n. 39. Aigai, 202. Aineto, 38, 50. Alabanda, 93-94, 172, 178-179, 182, 196, 198-199, 203, 206, 220, 224 n. 896, vedi anche Antiochia dei Crisaorei. Alceta, 16-17. Alessandria d'Egitto, 84, 159, 234. Alessandria di Triade, 183, 193, 196, 202, 206. Alessandria (= Alinda), 209. Alessandro Magno, 15, 21, 71, 209, 211. Alessandro fratello di Laodice I, 109, 112, 115. Alessandro chersonesite, 228. Alicarnasso, 8, 20, 27 n. 76, 45 n.156, 47, 60, 66-68, 96, 104, 179, 183, 188, 203. Alinda, 147, 160, 209, 220, vedi anche Alessandria.

242

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Ameinia, 86 n. 346. Amide, 219. Aminta, 33 n. 98. Amiso, 18. Amorgo, 72 n. 286 Amyzon, 10, 39 n. 135, 47, 70, 136-137, 139,153,158-160, 161 n. 619, 221 n. 883. Anaximbroto, 157-158. Ancira, 109 n. 434, 116-117, 120. Andriace, 177. Andro, 30, 86, n. 345. Anemurin, 177. Annibale, 173, 184, 186, 190-191, 194. Antigoneio (edificio), 144. Antigono Monoftalmo, 16, 20,23-28,35-37,59 n. 220, 145 n. 556, 205, 209. Antigono Gonata, 73, 79, 85-86, 88, 91, 98, 145 n. 556, 146. Antigono Dosone, 112 n. 443, 134, 137, 143-148, 150-151, 164, 166-167. Antiocheio (portico). 92. Antiochia dei Crisaorei, 93-95, 161-162, 172, 220, vedi anche Alabanda. Antiochia sul Meandro, 77, 199. Antiochia (= Tralles), 63 n. 244. Antiochia sull'Oronte, 107-108, 159, 176. Antiochia di Pisidia, 203. Antiochia dí Perside, 212. Antiochis cugina di Antioco II, 96. Antiochis figlia di Antioco III, 95.

INDICE ANALITICO

243

Antioco I, 63-66, 70-81, 84, 92, 95, 212, 217, 223, 228. Antioco II, 71, 80-81, 83, 85, 89-98, 101-102, 107, 109, 113, 118, 136, 143, 147 n. 568, 161, 223. Antioco lerace, 88-89, 108-112, 114-123, 125-133, 135141, 147 n. 568, 178. Antioco III, 73 n. 289, 89 n. 359, 93-95, 118, 123-124, 134, 148, 152-153, 155-163, 165-166, 169, 171, 173, 176-177, 179-186, 187 n. 745, 189-194, 196-197, 199, 201, 202 n. 813, 205-206, 210, 218. Antioco figlio di Antioco III, 155, 176. Antioco amicus dell'Evergete, 112, 118. Antipatro diadoco, 16, 39. Antipatro amicus di Antioco III, 193. Anubi, 233. Apama (Agame) moglie di Seleuco I, 63 n. 237, 95. Apama (Agame) figlia di Antioco I, 95. Apamea, 184 n. 731, 193, 199 n. 801, 200-201, 204. Apollo, 91, 154, 159, 192; Apollo Didimeo, 8, 63 n. 237, 156, 181, 211; Apollo Isotimo, 161; Apollo Terebinteo, 202 n. 816. Apollodore figlio di Metrofane, 138. Apollonia della Salbace, 64, 114, 199 n. 803, 203-204, 207, 212, 216. Apollonio intendente del Filadelfo, 69, 77, 218. Apollonio di Afrodisia, 231. Arado, 81. Archestrato, 36 n. 117. Ardi, 176. Ariarate III, 115. Ariarate IV, 200.

244

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Aribazo, 108. Aricanda, 177, 189. Aristarco, 233. Aristeas, 158. Aristeo, 53 n. 200. Aristo, 154. Aristobulo, 31, 70. Aristocrito, 231. Aristodemo stefaneforo di Mileto, 25 n. 67. Aristodemo figlio di Menecrate, filologo, 232-233. Aristolao figlio di Ameino, 67. Aristotele, 228, 230. Arpaso, 135, 138, 198. Arsinoe, 37, 48, 60, 63. Arsinoia (Arsinoe), 49, 51-54, 211, vedi anche Efeso. Artemide Efesia, 8, 101, 211, 217; Artemide Leucofriene, 137, 155-156, 230; Artemide di Amyzon, 159; Artemide Astias, 232; Artemide Kindyas, 232. Artemidoro, 94 n. 382. Artemisie di Efeso, 83, 230. Arzawa, 7. Asandro, 15-19, 22 n. 54, 24, 28 n. 81, 147 n. 568, 210. Asclepiade, 171. Asclepiodoto, 31, 70. Aspendo, 45-46, 47 n.166, 200, 203. Assurbanipal, 229. Astimede, 123, 125. Astypalaia, 167. Atena, 97, 99-101, 230. Atene, 19, 100, 103, 111 n. 440, 145, 162, 176-177, 19 0 .

INDICE ANALITICO

245

Ateneo, 197-198. Atimbrado, 94. Atimbria, 64-65, 94, 213, 218-219. Atimbro, 94, 219. Attalide (tribù), 135. Attalo Ι , 120,126,135,138,140,145,148-150,152,166 η .

639, 168-169, 172, 196 n. 786. Attalo (II) fratello di Eumene II, 197. Attalo III, 136 n. 530. Babilonia, 15, 17, 22, 25 n. 71, 74, 107 n. 420, 108. Bargilia, 75-77, 103-104, 165, 169 n. 653. 171-172, 179180, 183 n. 727, 188, 198, 232. Batinetide, 41, 202 n. 817. Baton di Sinope, 230 n. 913. Bellerofonte, 225, 229-230. Bellona, 207. Berenice, moglie di Antioco II, 81, 107. Berenice figlia di Tolemeo di Telmesso, 157-158. Berosso, 227 n. 907. Bisanzio, 34 n.108, 73, 168. Bulagora, 91 n. 368. Caistro, 41, 233. Calcedone, 73. Calcetore, 136 n. 530, 215. Calcide, 157. Calicadno, 194. Calimno, 144. Calinda, 69, 97, 212, vedi anche Ptolemais.

246

LA CARIA Σ LA lIllA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Callia di Nisiro, 167. Callia (pace di), 177. Calücrate, 93 n. 373. Calliroe, 226. Camiro, 103. Carmade, 82, 88. Cane, 186. Cassandrea, 54 n. 204, 86 n. 346. Cassandro, 17-19, 25 n. 67, 26, 28, 33, 40, 54, 206. Catone, 184. Cauno, 7-8, 23-24,26,28 n. 81, 30, 44-47, 69, 96,104, 179, 203. Ceo, 87 n. 349. Ceramo, 219 -22 Π, 224 n. 896. Charax, 48, 50 n. 178. Chelidonie, 177-178. Chimera, 225, 230. Chío, 87, 165-168, 186. Chrysaoris, 43 η.150, 223 n. 895, 225. Cibele, 207. Cibyra, 157, 200, 203. Cidia, 134. Cillando, 175. Cinnscefale, 179. Cio, 163, 165. Cipro, 42, 47. Cizico, 155 n. 595, 168 183. Clar o s, 10, 115 n. 453. Clazomene, 202. Clito di Mileto. 228.

INDICE ANALITICO

247

Cnido, 8, 25 n. 69, 59 n. 218, 69, 97, 104, 144 n. 551, 170, 183, 188, 203. Colic, 126-127, 140. Colofone, 35, 48, 51-53, 56, 64 n. 240, 114 n. 453, 192, 202, 211. Comana, 207. Coracesio, 177. Corico di Cilicia, 177. Corico (capo), 185-186. Corns, 129, 133, 224. Cos, 8, 25, 27, 29, 68, 78, 86 n. 346, 144, 146, 148, 166-167, 188, 201. Crateri diadoco, 15, 17. Crateri dí Arsinoia, 53 n. 200. Cremonide, 97-102. Crisaore, 222, 225-226, 229-230. Crisaorei (systema Crisaoreo), 77-78, 144, 150-151, 218, 220 - 226, 229-230, 234-235. Curupedion, 61-63, 66, 103. Dance, 113. Daphidas, 135 n. 530. Dardano, 202. Dario, 63 n. 237, 176, 211. Delfi, 69 n. 274, 110, 155, 162. Deli, 69, n. 274, 87, 185. Demetriade, 184, 190. Demetrio Poliorcete, 23, 25, 32-38, 45-46, 48, 50-51, 55-56, 60, 103 n. 417, 205. Demetrio II, 143-144.

248

LA CARIA E LA IOl[A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Demetrio íl Bello, 84 n. 334. Demodamas di Alicarnasso o di Mileto, 63, 227-228. Dicearco, 86 n. 346, 88, 163. Didimeo, 63 n. 237, 83, 211. Dinocrate, 173, 175, 178-179. Diode di Caristo, 40 η.131. Diodoro Periegeta, 231. Dione, 214. Dionisio, 138, 162, 230, 233. Dionytas, 157. Diospolis, 95. Dokimos, 24. Domizio Enobarbo, 193. Driussa, 41, 202 n. 817. Duride, 41, 210, 227.

Ecate, 231 Ecatomno sacerdote, 144, 150, 224. Ecatomno dinasta, 223 n. 895. Ecbatana, 63 n. 237. Echidna, 226. Efeso, 8, 10, 16-17, 37, 41, 42 n. 146, 45, 47-54, 56, 63, 70, 73-74, 81-83, 89-91, 92, 97-98, 100-103, 107-108, 113114, 118-119, 121-123, 125-128, 136-137, 139, 146, 155, 177, 180, 183-187, 191, 193, 197, 200-201, 204, 211, 229 n. 911, 230, vedi anche Arsinoia. Egesandro, 54 n. 200. Elatea, 184. Eleusi, 219. Emilio Regillo, 187-188, 190-191.

INDICE ANALITICO

249

Emilio Lepido, 193. Epicrate, 188. Era, 224 n. 896. Eracle, 231. Eraclea sul Latri, 38-40, 43 n.150, 47, 68, 87 n. 349, 135, 175, 180, 182, 192, 202, 211, vedi anche Plistarchia. Eraclea pontica, 73. Eraclide tarantino, 86 n. 346, 163, 166. Eraclide «re» di Milasa, 227. Eraclio, 26. Erinea, 20. Erítre, 202. Eriza, 157, 200. Erodoto di Alicarnasso, 227. Etoli, 86-88, 111 n. 440, 154, 176, 184. Eudamo, 187, 191. Eumene di Cardia, 15-17. Eumene I, 80. Eumene II, 73 n. 289, 185, 190, 193-198, 201, 204-205. Eupolemo, 19-24, 147 n. 568, 209. Euridice figlia di Lisimaco, 49, 54. Euridice moglie di Tolemeo I, 61. Euridicea, 53 n. 202, 54. Euromo, 39, 136 n. 530, 171, 183 n. 727, 205, 215, 223 n. 895. Europo (= Euromo), 223 n. 895. Euxiteo, 91. Faselide, 26, 203. Filetero, 61, 79-80.

250

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Filippo pamfilarco, 44. Filippo V, 124, 129, 133, 143-144, 146-147, 149-152, 154-156, 162-174, 175-176, 178-180, 182, 184, 189, 201, 206. Filippo di Teangela, 234. Filocle re di Sidone, 44, 46, 66-68. Filocle stratego di Filippo V, 172. Filofrone, 53 n. 200. Filosseno, 15. Filota, 19 n. 39. Flaminino, 176, 196-197. Flegonte di Tralles, 228. Focea, 185-186, 190, 201. Galati, 73-75, 79, 115-117, 119-120, 126, 135, 139, 178, 197-198, 200, 212. Gaza, 25, 55 n. 209. Gergacome, 224 n. 895. Gergis, 202. Glaucone, 98, 100. Goneo, 53 n. 200. Gordiuteichos, 199. Gorgone, 225-226, 230. Hattusa, 7. Hekatesia, 223 n. 895. Hermagoras, 228 n. 908. Hermogenes, 230. Hiera Come ( α S. del Meandro), 198. Hierakome (= Hierokaisareia), 169.

INDICE ANALITICO

251

Hybanda, Hybandis, Hybandos, 183 e n. 725. Hydissos, 231. Hyllarima, 21, 39, 229 η . 911. Hyllouala, 231. Ialiso, 103. Iaso, 1Π, 21-22, 24, 28, 30-31, 73 n. 289, 133 -134, 146, 164-165, 171, 180-181, 183, 188-190, 198, 202, 210 n. 839. 232. Idima, 175. Idria, 8, 222 n. 895, 225, 231. Idrielo, 94. Idrieo, 223 n. 895. Ιerone condottiere, 29. Ierone tiranno, 40-42, 5Π . Ι1 ~ ο, 64 n. 240, 72-73, 196, 202. ΙΙ1ο, 231. Ippomedonte, 98-99. Ippostrato, 48, 51. Ipso, 36-37, 50 η.176, 103. Iside, 233. Kar, 223 n. 895. Kares (koinon), 221-222, 224. Kanon, 40-41, 50 η.178, 202 n. 817. Karoninn, 219. Kastollos, 214. Koarendei, 15. Koraza, 22. Kubaba, 207.

252

LA CARIA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Kyme, 202. Kytenion, 111. Labraunda, 22, 77-78, 104, 116, 121-122, 127-130, 132133, 144, 149-152, 160, 207, 214-217, 219, 222, 224. Lade, 165, n. 636, 166, 168 n. 649. Lagina, 15 n. 15, 47, 69, 78, 224 n. 896. Lampsaco, 183, 185, 196, 202, 206. Laodice Ι , 81, 96, 107-109, 112, 115, 128. Laodice II, 133. Laodice III, 95, 134, 157, 181. Laodicea, 21, 95, 149, 178. Laomedonte, 16, 71. Lanci, 71. Leandrio di Mileto, 231. Lebebo, 48, 53, 56, 114 n. 453, 204. Leimon, 223. Leone di Alabanda, 228-229. Lesbo, 201. Lico stefaneforo di Priene, 40. Lico stratego di Lisimaco, 48. Limira, 44-45, 177. Lindo, 104, 175 n. 683. Lisandra, 61. Lisia, 126-128. Lisimachia, 184-185. Lisimaco, 17,33,35,37-43,49-50,52-61,65,84 n. 332, 92, 193, 206, 210-211. Lisimaco lagide, 110. Lissa, 44.

INDICE ANALITICO

253

Livio Salinatore, 184-189. Lobolda, 179. Lorima, 190. Lugga, 225 n. 899. Lykinos, 97. Ma, 207. Macaone, 28. Macareo, 40. Magas, 149. Magnesia sul Meandro, 8, 43, 47, 50, 56, 64, 72, 87, 93, 114 n. 451, 116, 120, 126, 135, 137, 154-156, 169, 180, 182183, 186, 193, 197, 202, 230. Magnesia del Sipilo, 112 n. 441, 115, 120 n. 478, 192-193, 204. laib, 177. Manlio Vulsone, 193, 197-205. Marcio Filippo, 34 n.108. Mardonio, 176. largos, 70. Marsia, 198, 223 n. 895. Meandrío di Mileto, 231. Meandro, 50 n. 173, 65, 70, 72, 77, 132, 137, 145-146, 197-198, 204. Medios, 24. Melaineo, 53 n. 200. Melantio, 49, 53. Melia, 67. Menecrate di lisa, 230. Mercurio, 206.

254

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Micale, 67. Milasa, 10, 15, 21-22, 77-78, 83, 88-89, 122, 128-133, 143, 145-147, 149, 153-154, 160, 164, 171-172, 178, 183, 203, 206, 209, 214-215, 219-224, 227. Mileto, 7-8, 23 n. 57, 37, 41, 42 η.146, 43, 45, 47, 52 n. 197, 55, 59-60, 63, 66-67, 73-75, 79, 81-89, 91-93, 103, 107, 137-138, 145, 148, 153, 166, 169-170, 180, 182-183, 188, 202-203, 211. Millawanda, 8. Midi, 27-29, 60, 66-68, 96, 97 n. 394, 104, 167 n. 640, 179, 183, 188, 203. Minosse, 234. Mionneso, 191. Mitilene, 87. Mitridate II, 115. Mitridate generale di Antioco III, 176. Miunte (e chora di Miunte), 8, 43 η.149, 67, 94, 137 -138, 169, 182, 183 n. 725, 202 n. 816. Mníesuti, 178. Moagete, 200. Morsynos, 77, 199. Morzio, 200. Motes, 69-70, 97. Nicagora, 175. Nicandro, 187. Nicofane, 170. Nicomede, 73. Nina (= Ishtar), 229 n. 911. Ninfe, 233.

INDICE ANALITICO

255

linie, 229 n. 911.

lisa, 65, 94-96, 204, 219, 232, 234. lisa parente di Antioco II, 95-96. lisiro, 167.

lira, 16. lotion, 203. Oceano, 226. Olímo, 215. Olimpico, 83, 88-90, 122-123, 126, 128-133, 136 n. 530, 138-139, 147-152, 160-161, 163-164, 173. Omero, 8, 232-234. Opron, 86 n. 345. Panamara, 134 n. 525, 170-171, 218. Pafo, 232 n. 915. Panion, 165, 173. Panopeus, 214. Panormo porto di Efeso, 101-102. Panormo porto di Sari, 186. Patara, 177, 188, 190, 193. Pausimaco, 162. Pausistrato, 175 n. 683, 178, 185-187. Pedasa (o Pidasa) presso Míleto, 171, 183 n. 727, 198, 203. Pedasa presso Alicarnasso, 203 n. 819.

Pedici, 50, 56. Pegaso, 225-226, 229-230. Peiteno, figlio di Tarsagora, 82. Pelekos, 214-215. Perdicca, 15-16.

256

LA CARIA E LA lillA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Perea rodia, 20, 27, 33 n. 98. 102-104, 139, 146, 163, 170, 175, 178-179. Pergamo, 61, 80, 86, 87 n. 349, 120, 149, 168-169, 176, 190. Persefone, 233. Perseo re di Macedonia, 144. Perseo eroe, 225-226. Persico, 27. Pessinunte, 207. Petra, 129, 133, 149, 151. Peucesta, 18, 20, 23. Phygela, 49, 53, 187. Pidasa, vedi Pedasa. Pirro, 43, 54. Pisie, 22, 175. Pitone, 18. Plarasei, 234. Platasei (= Pladassei), 21. Plistarchia, 38, 40, vedi anche Eraclea sul Latri. Plistarco, 36-42, 211. Plutone, 232. Plutonio di lisa, 219. Podilo, 164. Polemeo, 18-19, 21, 24, 26, 29, 210. Polibio, 232. Polissenida, 185-186, 188, 191, 193. Polyeuktos, 111 n.108. Pormunos, 215. Possis di Magnesia, 230. Prepelao, 19, 35, 54.

INDICE ANALITICO

257

Preto, 229. Priene, 8, 40-42, 43 n.149, 47-48, 50-51, 56, 64, 71-72, 74, 112, 118, 143-144, 146-147, 169 n. 652, 180, 182, 202. Ptolemaeia, 72 n. 286. Ptolemais, 69, 212, vedi anche Calinda. Pygela, vedi Phygela. Rafia, 152. Rhoiteion, 202. Rodi, 8, 20, 23, 25 n. 70, 27-28, 32-34, 41 n.142, 86, 91, 98-104, 118-119, 123-125, 134, 138, 143, 147-148, 163168, 170, 172, 175-180, 183, 185 -191, 194-197, 201, 203-206, 210, 224. Roma (Romani), 124, 165, 173, 176, 178, 183, 188, 189 n. 754, 192, 194, 197-198, 203-206. Sagalasso, 200. Salei, 207, 216-217. Sauro, 34 n.108, 41, 56, 66-67, 68 n. 264, 70, 71 n. 282, 84, 86, 88, 91-92, 102-103, 146, 163, 166, 179, 183, 186-187, 190, 201-202, 210. Samotracia, 219. Sardi, 35, 74, 80, 109, 113, 126, 140, 153, 169, 176, 193, 204. Sarpedonio, 194. Scepsi, 204. Scilace di Carianda, 227. Scipione Africano, 165, 184 n. 732, 186, 191-192. Scipione Asiatico, 186, 191-192, 193, 194 n. 775, 197. Scitopoli, 89 n. 359.

258

LA CARIA E LA I011A MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Scopa, 88.

Seleucia (Tralles), 64, 76, 153, 157-158, 204 n. 827, vedi anche Tralles. Seleuco I, 17-19, 24-25, 26 n. 72, 27, 36-39, 42, 55, 58, 61-65, 71 n. 281, 95-96, 173, 177, 206, 211, 213, 217, 228. Seleuco II, 64 n. 240, 88, 90, 95, 107-117, 119, 121-123, 125-135, 140-141, 148, 151, 160, 178, 215, 224. Seleuco III, 127 n. 509, 148. Seleuco (IV), 124, 176, 179. Seleukeios (mese), 64 n. 240. Seleukis (tribù), 64, 65 n. 246. Selge, 203. Selinunte, 177. Serapeo di Efeso, 101. Sesto, 204. Side, 191, 203. Sidone, 37, 42, 66. Sinuri, 38, 214-215, 229 n. 911. Smirne, 21, 48, 54, 56, 87 n. 349, 107, 110-112, 114, 130-132, 139, 183, 185, 192, 196, 202, 206, vedi anche Euridicea. Soli, 177. Solimi, 229. Sofrone, 83, 89-90, 113-114, 122-123, 128, 130, 132. Sopatro, 65. Sopolide, 28. Sosibio, 152. Sostrato figlio di Deixifane, 69 n. 274. Sparta, 94. Stratone, 68.

INDICE ANALITICO

259

Stratonicea, 22 n. 54, 69, 76-78, 103, 119, 123-125, 146,

163, 170,171, 178-180, 215, 218-225. Tarmiani, 178, 221.

Tabac, 199. Tauropoliti (= Afrodisii), 232. Teangela, 20, 22-23. Tectosagi, 200. Telesia, 51. Telmesso (major), 44-45, 104 n. 419, 110, 112, 157-158, 205, 21ι) n. 839. Telmesso (minor), 216, n. 865. Temistocle stratego, 157-158. Temistocle ateniese, 230.

Terni, 204. Tenedo, 201. Teno, 87 n. 349, 204. Teo, 35, 114 n. 453, 162, 168, 196, 204, 228 n. 910. Teofilisco, 168 n. 649. Teofilo, 53 n. 200. Tera, 178, 220. Termesso, 44, 200. Themisonion, 74. Thyatira (o Tiatira), 169, 193, 204. Timagora, 53 n. 200. Timarco, 71 n. 282, 82-86, 88, 90-92. Tiro, 37, 42. Toante, 194. Tolemeo I, 16-19, 24, 26, 29, 31-33, 42, 45-47, 55 n. 209, 59-60, 66 n. 250, 210.

260

LA CARTA E LA ΙΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Tolemeo II, 44, 65 n. 250, 66-70, 72, 75, 77-79, 81 -82, 8 4-85, 88, 92, 97-103, 113, 124, 146, 212, 223, 234. Tolemeo III, 83, 90, 98-99, 107-115, 118, 121-122, 125, 127-128, 132, 135-137, 139, 141, 145-146, 148-149, 152, 205. Tolemeo IV, 137, 152-153, 155-156, 158-159, 162. Tolemeo V, 88 n. 353, 162-163, 165, 173, 176, 179. Tolemeo Cerauno, 61, 65. Tolemeo figlio, 81-82, 84-86, 88-90, 92, 98, 113, 119-123, 126-128, 130, 132, 136-137. Tolemeo dignitario di Antioco III, 89 n. 359, 147 n. 568. Tolemeo figlio di Lisimaco, dinasta di Telmesso, 110, 157159, 205. Tolemeo discendente del precedente, 205. Tolistoagi, 200. Tralles, 24, 39, 64, 76, 193, 198 n. 796, 204, vedi anche Seleucia. Trezene, 60. Triparadiso, 16-17. Trocmi, 200. Ulisse, 233.

Xanto, 10, 21, 26, 30, 87 n. 347, 110. Xenocle, 53 n. 200. Zama, 165-166. Zefirio, 177. Zenone, 69, 78. Zeus, 91, 99, Zeus Crisaoreo, 161, 221, 225-226, Eleuthe-

INDICE ANALITICO

261

rios, 151, Karios, 151, 171, 224 n. 895, Labraundos, 151, 229 n. 911, Lykains, 232, Nineudios, 229 n. 911, Osogoa, 133, 151, 219 n. 875. Zeuxis, 153, 160-162, 169, 193. Ziaela, 115, 127. Zipoite, 74. Zopiro, 231, 234 n. 926.

INDICE GENERALE Fag. Introduzioπe Abbreviazioni

7 11

CAPITOLO I: Dal convegno di Babilonia alla battaglia di Ipso (323-301) I convegni di Babilonia e di Triparadiso La supremazia di Antigono Monoftalmo Asandro e Cassandre. Testimonianze su Eupolemo I caratteri del potere di Eupolemo Peucesta e Teangela. La fine di Asandro La pace del 311. La spedizione di Tolemeo in Asia minore L'alleanza rodo-egiziana Tolemeo e Isso La data e la natura dell'alleanza fra baso e Tolemeo L'assedio di Rodi La natura del trattato rodo-antígoníde Lisimaco e Prepelao in Asia minore La battaglia di Ipso

15 15 17 19 21 23 25 27 28 30 32 34 35 36

CAPITOLO II: L'epoca di Lisimaco (301-281) Le nuove alleanze. Plístarco sovrano di Cilicia e di Caria Priene fra Ierone, Plistarco e Lisimaco Lisimaco in Caria Le operazioni di Tolemeo in Asia minore Fonti A I1 regime di Lisimaco in Caria Fonti B Efeso fra Demetrio e Lisimaco Efeso-Arsínoía La spedizione di Demetrio in Asia minore Ricostruzione degli avvenimenti Lisimaco riconquista la Ca ri a La battaglia di Curupedion

37 37 40 42 43 43 47 48 50 51 54 56 56 60

264

LA CARIA E LA T ΙNIA MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

CAPITOLO III: L'epoca di Antioco 1(281-261) Seleuco e Mileto, Efeso, Priene, Magnesia, Apollonia Tralles e Atimb~a. La fine di Seleuco La guerra di successione. Tolemeo e Mileto, Sari, Eraclea lindo, Alicarnasso, Cos, Cauno, Calinda, Cnido, Lagina e Amyzon Efeso, Priene e Magnesia La pace fra Antioco I e Tolemeo II Antioco I e í Galati. La prima guerra di Siria L'attività di Antioco I in Caria Tolemeo II e la lega crisaorea. Significato della fondazione di Stratonícea La battaglia di Cos. Mileto e Antigono Gonata

63 63 64 66 68 70 72 74 75 77 78

CAPITOLO IV: L'epoca di Antioco 11 (260-246) Panorama storico dell'epoca di Antioco II Fonti C. Tolemeo figlio e Timarco Timarco tiranno di Mileto Timarco e la confederazione etolica Tolemeo figlio e í Seleucidi Antioco II e Mileto Antioco II liberatore della Caria Nuove fondazioni seleucidiche. Antiochia dei Crisaorei lisa sul Meandro Fonti C. La guerra rodo-egiziana La Perea rodia La Caria tra i Lagidi e i Seleucidi

81 81 82 83 86 88 90 92 93 94 97 102 103

CAPITOLO V: Seleuco II e Antioco Ierace (246-226) La crisi di successione. La guerra laodicea Antioco Ierace Le operazioni in Asia minore. Telmesso e Smirne Priene ed Efeso L'apertura della guerra fraterna

107 107 109 110 112 114

INDICE GENERALE

Le fonti della guerra fraterna. La battaglia di Ancira Antioco ad Efeso Le battaglie di Pergamo e di Magnesia. Tolemeo figlio, Tolemeo Evergete e Antioco Ierace Le epigrafi di Labraunda Stratonicea e í Rodi Antioco Ierace fra Seleuco II e Attalo La fine di Tolemeo figlio La controversia fra Milasa e Labraunda La liberazione di Milasa Tentativo di ricostruzione cronologica Laodice II L'esilio di Antioco Ierace. Efeso e Magnesia sul Meandro Mileto e Miunte Configurazione politica della Caria alla fine della guerra fraterna Appendice: II testo di Eusebio (Porfirio)

265

115 117 119 122 123 125 127 128 130 132 133 135 137 138 140

CAPITOLO VI: Dalla spedizione di Antigono III a quella di Filippo V (227-200) Antigono Dosone in Caria Le ragioni della spedizione del Dosone Carattere e cronologia della spedizione I destini dell'Asia minore seleucidica Olimpico cede Petra a Milasa Milasa, Labraunda e Filippo V Antioco III e Tolemeo IV. La quarta siriaca. Le gesta di Antioco Mileto, Seleucia-Tralles e Milasa Magnesia sul Meandro e Artemide Leucofriene La prima spedizione di Antioco III in Caria. Eriza Antioco e Amyzon Antioco, Milasa e Alinda Antioco e Antiochia-Alabanda, Seleucia-Tralles e Teo Gli accordi segreti fra Antioco III e Filippo V. Il ruolo di Rodi

143 143 145 146 148 149 150 152 153 154 156 158 159 161 162

266

LA CARIA E LA l ΟΝΙΑ MERIDIONALE IN EPOCA ELLENISTICA

Gl~~ attacchi di Podilo a baso Filippo, í Rod"( e la situazione mondiale. Le prime fasi della spedizione in Caria Filippo nelle acque di Cos. La battaglia di Chio Filippo assale il regno di Pergamo Filippo in Caria Filippo a Bargilia Conclusioni

163 165 166 168 170 171 173

CAPITOLO VII: Dal Bellum Phi/ippicum al Bellum Antiochicum (201-188) La guerra nella Perea La terza spedizione microasiatica di Antioco III Antioco e í Rodi La battaglia di Alabanda Antioco III in Caria. Stratonicea, baso, Efeso I decreti di Isso La guerra fra Míleto e Magnesia L'epoca della «guerra fredda» Le prime fasi della guerra I Rodi entrano in guerra L'ora degli Scipioni. La sconfitta rodia a Sari Le ultime operazioni di Livio Salinature Isso, fra Antioco e Emilio Regillo Sulla politica sociale di Antioco III Proposte di pace di Antioco. Le sconfitte siriache sul mare Gl~~ Scipioni in Asia. Nuove proposte siriane di pace La battaglia di Magnesia Le condizioni della pace Eumene e í Rodi in Senato. Due opposte teorie politiche Il Senato decide sulla libertà delle poleis La spedizione di Manlio Vulsone Manlio Vulsone in Caria Dalla Caria verso la Pisidia, la Licia e la Pamfilia. La campagna galatica La pace di Apamea e il destino delle città greche

175 175 176 177 178 179 180 182 183 184 185 186 187 188 189 190 192 192 193 194 195 197 198 199 201

INDICE GENERALE

Le città di Caria Il caso di Apollonia Le città soggette Conclusione

267 202 203 204 205

CAPITOLO VIII: Crisaore e la Caria ellenizzata L'ellenízzazione della Caria Gli eredi di Antigono Monoftalmo. Lisimaco, i Seleucidi e í Tolemei I villaggi nei regni ellenistici Villaggi e città in Caria Dalla kome alla polis. Forza centripeta e forza centrifuga I villaggi crisaorei. L'organizzazione urbanistica e culturale delle città carie Il sistema crisaoreo Stratonicea e Mílasa capitali dei Crisaorei. Un conflitto politico-culturale Crisaore La cultura caria e la nascita del sistema crisaoreo. La storiografia «pre-caria» La storiografia caria La letteratura aitiologica Omero e la Caria La cultura crisaorea

226 228 231 232 234

Bibliografia

237

Indice analitico

241

Indice generale

263

Carta geografica della regione Caria, fuori testo.

209 209 210 212 214 216 218 220 222 225

Phocaea

Hermu

o ~y ag e Sipylu Smyrna ,ν etus

E rY(hrα e

Sardes

Smyrna

Castollus

Clazomenae Corycus Μ .

oColopho dus

Corycum 1 'r.

olophon nov ` ~~um)

Ant iocheia

sa ~δ yc

ale Mityle

‚e 1 . σ

a q1. Μ yus s

Q

idym

~~

°Am y z~

ηοη~• Chalketor

oEu

Hyllari οΑροΙΙοπ ~ α

ο1ma'branda

ο ° Olymus

lasus

β

Colis sae

.,

, Aóabndá

He M lea Alinda

iletu

Μ

~ds

ζ5 1, λi

acu s

1

OTa bac oLagi

hlylasa

α

ο O

Themisoniurn

Eriza

° Strátonicea

Sinuril Ρ



0

Cibyra

Caryanda Pedaasa oTheangela . Ceramu Halicarnassus o . _. — -

Mindus ~

l%argilia

0 Calímna

Chersones u

l'hyseus

Caunus

Érine °

ybassus

Cab•nd

Daedala ο

Cnidus tssae

Telmes sus

Nisyrus~ οο ο

Rhodus lalysu s OXanihus

0

~

C ami r u s

Patara

ο "i! ~ e

Lin dus