Italiano Modernum - Nuova lingua italiana nel 2050

Breve trattazione linguistica sulla prospettiva di sviluppo e cambiamento della lingua italiana nel 2050. In seguito a u

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Italiano Modernum Nuova lingua italiana nel 2050

© Carlo Ancidei 2022 Wikimedia Commons

San Pietroburgo, 2022

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Sommario Introduzione ................................................................................................................................................. 3 1. Omissione del apostrofo .......................................................................................................................... 4 2. Omissione di articoli partitivi ................................................................................................................... 4 3. Ridimensionamento del ruolo del articolo ............................................................................................... 5 Un po di storia .......................................................................................................................................... 5 Regole d uso di articoli determinativi e indeterminativi in italiano standard e …………………………………… 5 neo-standard .............................................................................................................................................. 4. Innovazione in preposizioni articolate ..................................................................................................... 9 5. Massima semplificazione del sistema verbale .......................................................................................11 5.1. Rinominazione di tempi verbali .......................................................................................................11 5.2. Estensione della funzione pro futuro per Praesens ........................................................................11 5.3. Omissione del modo congiuntivo.....................................................................................................11 5.4. Estensione della funzione del passato remoto per Perfectum ................................................. …….13 5.5. Diminuzione del uso di Futurum simplex e Futurum exactum ........................................................13 5.6. Sostituzione del Condizionale passato con Imperfectum ...............................................................13 Riflessioni finali ...........................................................................................................................................15 Bibliografia: .................................................................................................................................................15

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Introduzione Si parla di revisione e rinnovamento del sistema informatico, fiscale, amministrativo, e non si parla mai di revisione e rinnovamento del sistema linguistico, strumento di comunicazione che regola rapporti sociali e trasmette informazioni, creato per esternare pensiero mentale. È evidente che c è bisogno di luce nuova che trasmette cambiamento. Per questo motivo, ho intenzione di dare una scossa a questo sistema, quindi è con grande piacere che voglio presentare Italiano Modernum – in riferimento alla lingua latina, lingua di grandi letterati, filosofi e scienziati come Galilei, Cartesius e Newton. Lingua della conoscenza e della logica. Proprio per questo è una lingua da riscoprire e rivalutare, che ci sfida a entrare in dialogo con nostro passato per meglio interpretare futuro che ci attende. È possibile un rinnovamento della lingua italiana? Puὸ diventare una grande lingua internazionale del futuro? È possibile modificare struttura grammaticale per farla diventare una lingua più accessibile, più agile per comunicazione e comprensione per italiani e stranieri nel mondo digitale? Potranno nostri discendenti respirare aria di cambiamento? Cioè comunicare con chiarezza, con pochi articoli e tempi verbali? In qualità di insegnante di italiano per studenti russi e interprete professionale italianorusso da venticinque anni a San Pietroburgo, autore di manuali di lingua italiana e studioso di lingue indoeuropee, mi permetto di trovare risposte a queste domande e di guardare verso nuovi orizzonti. “Nulla si distrugge, tutto si trasforma” parafrasando una citazione del grande scienziato Lavoisier. Quindi, immagina in cosa consiste questa innovazione, come è strutturato questo sentiero da percorrere, questa lingua rinnovata che si adatta perfettamente al nostro stile di vita attuale, e si appresta a essere usata senza fatica nella comunicazione informale scritta e parlata. Risultati della mia breve trattazione linguistica sono espressi in cinque punti: 1. Omissione del apostrofo 2. Omissione di articoli partitivi 3. Ridimensionamento del ruolo del articolo 4. Innovazione in preposizioni articolate 5. Massima semplificazione del sistema verbale

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1. Omissione del apostrofo (Piccolo passo per grandi cambiamenti) In casi di elisione, troncamento, forma abbreviata di date e formule fisse. Per fare un paragone con altre lingue, apostrofo non è usato in spagnolo, portoghese, russo e molte altre lingue. In tedesco è usato solo come segno di omissione, in inglese in contrazioni, abbreviazioni e genitivo sassone. In spagnolo scriviamo senza apostrofo: el agua (acqua); el aire (aria). Ricordiamo singolarità della lingua italiana nella parola “Qual è” senza apostrofo, quindi tagliamo la testa al toro e scriviamo: un amica. Quest estate. Un po. Va be. Il 98. Colore del acqua. T ho visto. Al ombra. C erano. Nient affatto. D amore e d accordo e anche: M illumino d immenso, famosa poesia di Giuseppe Ungaretti. Per formare imperativo della seconda persona singolare di verbi andare, dare, fare e stare, usiamo: vai, dai, fai e stai al posto di forme apostrofate. Oltretutto, verbo apostrofare in senso figurato significa insultare, quindi togliamo questo “insulto” dalla lingua italiana moderna.

2. Omissione di articoli partitivi (Togliamo polvere dal tappeto) In spagnolo, tedesco, inglese e lingue slave non ci sono. Questione del uso o omissione del partitivo è stata discussa a lungo da diversi linguisti in ultimi decenni. Fra le innovazioni del italiano del uso medio parlato e scritto (di media formalità) secondo definizione di Francesco Sabatini e *italiano neo-standard, definizione di Gaetano Berruto, è molto frequente l uso del articolo partitivo in frasi come “Sono uscito con degli amici”, ma nel registro formale e regionale si tende a eliminarlo o sostituirlo con altre forme come: (un po) per singolare, (alcuni, alcune) per plurale, perché risulta più preciso riguardo alla quantità. “Esco con alcuni amici” è preferito rispetto a “Esco con degli amici”. Un altra opzione riguarda eliminazione del articolo, per esempio “Esco con amici” – opzione preferita per italiano Modernum. Quindi, invece di dire “Ho mangiato del miele” Ho comprato dei libri, diciamo “Ho mangiato un po di miele” oppure “Ho mangiato miele”. “Ho comprato un po di libri” oppure “Ho comprato libri”. Leggiamo un estratto del libro del famoso linguista Miklós Fogarasi “Grammatica italiana del Novecento” (1969) …”L uso più elegante può però cercare di fare a meno del articolo partitivo e di sostituirlo con altri espedienti”. Ultima considerazione è del professor Nicola Grandi il quale afferma nel 2010 che omissione del articolo partitivo, definita dalla moderna linguistica “articolo zero” è stato equiparato al partitivo, in quanto condivide la funzione di esprimere indeterminatezza e quantità. Espressione articolo zero compare nella tradizione linguistica italiana solo alla fine del Novecento; tuttavia, quasi tutti i grammatici che, nel corso di secoli, hanno trattato articolo si sono anche soffermati sulla sua omissione. *italiano neo-standard = lingua usata nella scrittura e conversazione informale Italiano standard = lingua usata nella scrittura e conversazione formale 4

3. Ridimensionamento del ruolo del articolo (Andiamo oltre i confini del immaginazione) Riduzione di articoli determinativi e indeterminativi. Vengono omessi articoli determinativi LO, GLI e indeterminativi UNO, UN’. Conseguentemente, vengono omessi alcuni pronomi come: quegli, quell’, ad eccezione di pronomi dimostrativi: quello, quella, quelli, quelle. In italiano Modernum si usano articoli indeterminativi UN (maschile davanti a qualsiasi consonante e davanti a vocale per sostantivi maschili o femminili); UNA (femminile davanti a consonante e vocale). Articoli determinativi maschili usati sono: IL (singolare davanti a qualsiasi consonante); I (plurale davanti a qualsiasi consonante). Invariati articoli determinativi femminili LA - LE e articolo L (davanti a vocale). Un po di storia Articoli determinativi derivano dal latino ille, illa, che significano quel e quella, mentre articoli indeterminativi derivano dal numerale unus. In italiano e altre lingue romanze sono nati nel tardo latino volgare (V secolo). Per esempio, nel Itineratium Egeriae (IV secolo) leggiamo: montes illi, inter quos ibamus (i monti fra cui andavamo). Nel 1357 il testo più interessante in ambito storiografico è “Cronica” scritta in volgare romanesco da un anonimo autore romano che ha attirato a lungo attenzione di studiosi per grande efficacia stilistica (omissione di articolo, accusativo con infinito, verbo in posizione finale). “Anche questa cronica scrivo in vulgare, perché de essa pozza trare utilitate onne iente la quale simplicimente leiere sao, como soco vulgari mercatanti e aitra moita bona iente la quale per lettera non intenne” (“Scrivo inoltre questa opera in volgare, perché da essa puὸ trarre utilità ogni persona che sa leggere solo cose semplici, come sono mercanti e molta altra buona gente che non comprende latino”). In italiano Modernum articoli determinativi spesso sono omessi. Vengono usati solo in *casi particolari. Per esempio, in espressioni cristallizzate: ne vale la pena; per formare un superlativo: il più grande, il migliore, il peggiore ecc.; per esprimere un aggettivo sostantivato: il buono; per formare un verbo sostantivato: il sapere; oppure con pronomi: il quale, la quale, i quali, le quali, tutto il, tutta la, tutti i, tutte le; per distinguere un sostantivo da un verbo, pronome, avverbio o aggettivo: l uso, la cosa, l ora, l italiano, il sole (senza articolo è un aggettivo al plurale); fare + professione: fa il traduttore; l un l altro; il già citato, il fatto che, (durante, oltre, sopra, sotto, dentro, dietro) + articolo, fra l altro, il + secolo – per esempio il Settecento, e in altri casi. Questa è la situazione nel italiano standard e neo-standard. Regole d uso di articoli determinativi e indeterminativi in italiano standard e neo-standard: In teoria, articolo determinativo viene usato per distinguere concetto di determinatezza, cioè di livello determinato, mentre quello indeterminativo esprime concetto di indeterminatezza, cioè di livello generico, vago. Ma vediamo meglio nella pratica 5

soffermandoci su queste frasi “Prendo il caffè”; “Prendo un caffè”; “Prendo caffè”. “Ha il cervello poco elastico”; “Ha un cervello poco elastico”; “Ha cervello poco elastico”. Questa frase in inglese è senza articolo, ma esprime determinatezza ** “Doctor will see her soon” – “Il dottore la vede presto” – in italiano Modernum “Dottore la vede presto”. “My parents” – “I miei genitori” – in italiano Modernum “Miei genitori”. Da questi esempi si deduce che è possibile creare effetto di determinatezza anche in assenza di articolo determinativo. Nel italiano standard e neo-standard è già possibile omettere articolo determinativo in alcuni casi. Questo è quello che facciamo in italiano Modernum – andiamo oltre, diamo una “spallata” al concetto confuso di determinatezza e conseguentemente al articolo determinativo, quindi lo omettiamo in altri 10 casi: (eccetto in *casi particolari). 1. Quando nella frase il sostantivo si trova dopo un verbo transitivo, cioè un verbo che implica azione diretta su qualcuno o qualcosa. Una sorta di caso accusativo senza desinenza che esprime complemento oggetto. Esempi. Ascolto musica. Apro finestra. Indosso maglione nero. Canto canzone di Jovanotti. Compro pane. Vedo documentario. Mangio pizza. Chiudo finestra. Parlo italiano. Studio inglese. Leggo romanzo di Moravia. Bevo vino. Faccio pranzo. 2. Prima di un possessivo: mia vita; mia casa; mio paese. 3. Al inizio della frase, in questo caso LE: “Funzioni di articoli sono eseguite da diverse strutture”. 4. Con nomi non numerabili: c è carne in frigo? Hai acqua minerale? 5. Con titoli e gradi: Sig. Bianchi/ Principessa Anna. 6. Con nomi di pasti, colori, malattie: Pranzo è servito al una. Rosso è mio colore preferito. Penso che hai raffreddore. 7. Con nomi di parchi, aeroporti, stazioni, università, castelli, residenze. 8. con parole internazionali della tecnologia come: televisione, computer, Smart tv ecc. 9. con espressioni che descrivono uno stato fisico come: mal di testa, mal di denti ecc. 10. con nomi di continenti, nazioni, regioni, isole, monti e laghi. Europa, Italia, Marche, Veneto, Sardegna, Monte Bianco, Lago di Garda. In conclusione, a volte capita di trovarsi ad affrontare situazioni complesse: concetto di “determinatezza” e “indeterminatezza” che si cerca invano di spiegare tramite la presenza di articoli determinativi e indeterminativi, è nebuloso, è come arrampicarsi su specchi, perché non è un concetto universale. Infatti, nel sistema linguistico di lingue slave e molte altre lingue, non è previsto il criterio di determinatezza, non si adottano strategie per codificare questo concetto, eccetto alcuni casi – per esempio in 6

lingua russa è possibile esprimere determinatezza attraverso pronomi dimostrativi, aggettivi possessivi e intonazione. Ora un invito alla riflessione. Devo dire, personalmente, che traduzione dal russo (lingua senza articoli) in italiano standard (lingua con articoli) e viceversa, non presenta nessuna difficoltà, perché qualsiasi testo in russo, puὸ essere tradotto mantenendo significato e stile della lingua di partenza, nonostante assenza o presenza di articoli. Professor Christopher Lyons del università di Cambridge afferma nel libro “Definiteness” (1999), che categoria della determinatezza non esiste in tutte le lingue, ma solo in quelle che hanno un sistema di articoli, e che determinatezza sembra essere un concetto approssimativo (cioè che non è basato su una legge o teoria generale) e un fenomeno non unificato, cioè ogni lingua ha un suo modo di rappresentare questo concetto, per esempio in **frasi precedentemente citate in inglese, in italiano standard e italiano Modernum. Perciὸ, famoso oratore romano Quintiliano afferma duemila anni fa: “Nostra lingua (latina) non usa articoli, perché questi sono confusi con altre parti del discorso”. In linea di principio, concetto di “indeterminatezza” è espresso da articoli indeterminativi un, una. Per esempio: “È una mia amica”, mentre concetto di “determinatezza” è espresso dalla presenza di pronomi dimostrativi (questo, quello ecc.), preposizioni articolate, possessivi, pronomi, dalla omissione del articolo determinativo. Per esempio: “È mia amica”, e anche dalla presenza di articoli determinativi in *casi particolari precedentemente citati. Amor che move il sole e altre stelle (Dante Alighieri)

M IL

Articoli determinativi in italiano Modernum Singolare Plurale F M LA I L (davanti a vocale)

F LE

Articoli indeterminativi in italiano Modernum Singolare Plurale M UN

F UNA

M -

F -

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4. Innovazione in preposizioni articolate (Oltre l esoterismo nella grammatica) Riduzione di preposizioni articolate al singolare derivate da preposizioni di, a, da, in, su, e omissione di preposizioni articolate al plurale. Per indicare l ora rimangono invariate le preposizioni “dalle” “alle”. Per mantenere musicalità della lingua usiamo preposizioni del, al, dal, nel, sul – davanti a sostantivo maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), e pronunciamo lettera L come consonante doppia davanti a vocale. Invariate preposizioni articolate femminili: della, alla, dalla, nella, sulla (davanti a consonante e vocale). Preposizione DI – al singolare usiamo DEL per maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), DELLA per femminile; al plurale DI. Appartamento del amica. Preposizione A – al singolare usiamo AL per maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), ALLA per femminile; al plurale A. Vado al estero. Preposizione DA – al singolare usiamo DAL per maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), DALLA per femminile; al plurale DA. Deve andare dal assistente. Preposizione IN – al singolare usiamo NEL per maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), NELLA per femminile; al plurale IN. Cane è miglior amico del uomo. Preposizione SU – al singolare usiamo SUL per maschile e davanti a vocale (sostantivo maschile e femminile), SULLA per femminile; al plurale SU. Riflettere sul uomo. Riflettiamo su queste due frasi “Cosa piace a ragazze” e “Cosa piace alle ragazze”. Per raggiungere determinatezza in modo lineare e preciso dobbiamo dire: cosa piace a queste ragazze o quelle ragazze, come universalmente è espresso nella stragrande maggioranza di lingue. Pronomi dimostrativi (e possessivi) sono concetti universali perché presenti in tutte le lingue, a differenza di articoli e preposizioni articolate. In frasi come “Cosa piace a ragazze” e “Cosa piace alle ragazze” è conservata una certa ambiguità sulla presunta determinatezza della seconda frase con preposizione articolata, che non è sufficiente per creare determinatezza, perché al plurale il concetto di determinatezza si scioglie come neve al sole, e diventa ininfluente sul significato della frase. Possiamo quindi affermare, anche in base al opinione del professor Christopher Lyons, che questo concetto di determinatezza e indeterminatezza spiegato con regole grammaticali ed espresso da articoli o preposizioni articolate è un concetto fragile ed esoterico, costruito su un castello di carte. Proprio per questo, esaminiamo altre frasi come “Storie di uomini e di mondi” titolo di un famoso programma televisivo. Oppure “Storie di uomini primitivi” e “Storie degli uomini primitivi” frasi con significato identico senza sfumature. Quindi, se superiamo questi concetti nebulosi che non sono concetti polari, possiamo tranquillamente formulare queste frasi con preposizioni semplici, mantenendo intatto il significato della frase: Didattica di lingue straniere. Storie di uomini. Trovo nomi di luoghi. Cosa piace a uomini. 8

Libro parla di indiani d America. Frasi su italiani. Il Settecento in studi italiani. Pericoli generati da macchine industriali. Vado a cena da amici. In definitiva, buona notizia è che in italiano Modernum non ci sono preposizioni articolate al plurale, ma solamente preposizioni semplici che le possono sostituire ottimamente. Preposizioni articolate in italiano Modernum PREPOSIZIONI

SINGOLARE MASCHILE e davanti a vocale* DI DEL A AL DA DAL IN NEL SU SUL *pronuncia come doppia L

SINGOLARE FEMMINILE

PLURALE

DELLA ALLA DALLA NELLA SULLA

DI A DA IN SU

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5. Massima semplificazione del sistema verbale (Tendenza già avviata nel italiano neo-standard) 5.1 Rinominazione di tempi verbali 5.2. Estensione della funzione pro futuro per Praesens 5.3. Omissione del modo congiuntivo 5.4. Estensione della funzione del passato remoto per Perfectum 5.5. Diminuzione del uso di Futurum simplex e Futurum exactum 5.6. Sostituzione del Condizionale passato con Imperfectum 5.1. Rinominazione di tempi verbali: Praesens (presente), Imperfectum (imperfetto), Perfectum (passato prossimo), Plusquamperfectum (trapassato prossimo), Futurum simplex (futuro semplice), Futurum exactum (futuro anteriore). 5.2. Estensione della funzione pro futuro per Praesens Per indicare azioni che avvengono nel futuro o già programmate. Di solito si usa insieme a complementi o avverbi di tempo come già in uso nel italiano neo-standard. Esempi: domani vado al cinema. Lunedì comincio corso di italiano. Ci vediamo prossima settimana. Nostro treno parte domani alle 14:00. 5.3. Omissione del modo congiuntivo in frasi dipendenti e indipendenti, modo congiuntivo viene sostituito con modo indicativo nella lingua scritta e parlata (escluse espressioni cristallizzate). Vediamo dunque come sostituire congiuntivo, specie linguistica in via di estinzione. Congiuntivo nelle frasi dipendenti: Congiuntivo presente: credo che lui venga. In italiano Modernum: credo che lui viene. Congiuntivo passato: credo che lui sia venuto. In italiano Modernum: credo che lui è venuto. Congiuntivo imperfetto: credevo che lui venisse. In italiano Modernum: credevo che lui veniva. Congiuntivo trapassato: credevo che lui fosse venuto. In italiano Modernum invece diciamo: credevo che lui era venuto. Congiuntivo in frasi indipendenti: “Che tu sia benvenuto!” Diciamo “Sei benvenuto! Fossi matto! – questa è un espressione cristallizzata per dire che non ho intenzione di fare qualcosa. “Che sia venuto anche lui?” Diciamo “È venuto anche lui?”. “Avessimo potuto farlo!” Diciamo “Se potevamo farlo!”. Quindi riscriviamo periodo ipotetico di possibilità e irrealtà confrontandolo con quello attuale. Possibilità – “Se tu scrivessi la lettera stamattina avresti il tempo per uscire stasera”. In italiano Modernum diciamo “Se tu scrivi lettera stamattina avresti tempo per uscire stasera. Irrealtà – “Se tu avessi scritto la lettera stamattina avresti avuto il tempo per uscire stasera”. In italiano Modernum invece diciamo “Se tu scrivevi lettera stamattina avevi tempo per uscire stasera”. 10

Congiuntivo: se lo conosci lo eviti Discussione pubblica sul declino del congiuntivo è attuale. Francesco Sabatini, presidente onorario del Accademia della Crusca (istituzione di studio e conservazione della lingua italiana) nel suo libro, “Lezione di italiano” afferma che lingua si evolve, bisogna rispettarla, ma evitare atteggiamenti aristocratici, e se congiuntivo va in crisi non è un dramma, e aggiunge che in inglese, in spagnolo e in francese, congiuntivo non c è più. Quindi, omissione del congiuntivo è un fatto che appartiene alla normale evoluzione di lingue. È una tendenza già avviata nel italiano neo-standard (definizione del linguista Gaetano Berruto nel 1987) caratterizzato dalla riorganizzazione nel uso di tempi e modi verbali, e in particolare la sostituzione del congiuntivo con indicativo. In inglese diciamo senza congiuntivo “I hope you are happy” – in italiano Modernum – “Spero che tu sei felice”. In frasi come “Non sono sicuro che è così” “Non credo che è così”, già sottolineo insicurezza con “non sono sicuro” “non credo”, quindi è superfluo esprimere un altra insicurezza inserendo verbo al congiuntivo presente, anche perché verbi credere e sperare esprimono realtà in modo soggettivo con insicurezza. Per meglio comprendere origine del congiuntivo bisogna andare a vedere contesto in cui si è sviluppato. Nella lingua latina, il congiuntivo esortativo ha avuto origine dal imperativo per esprimere un idea di comando: Eat! Vada! Infatti, se prendiamo forma del imperativo formale alla terza persona, notiamo che è uguale alla forma del congiuntivo presente “Vada via!” “Voglio che lei vada via”. Poi come un virus si è diffuso in frasi subordinate con congiunzione “che”. Da qui il nome “congiuntivo”. Successivamente, nella lingua Italiana si sono formate anche espressioni cristallizzate con congiuntivo, come il già citato “fossi matto”. A mio modesto parere, è assolutamente inutile usare un modo verbale (quattro tempi verbali) per esprimere un dubbio, un desiderio, un incertezza, una possibilità. In italiano Modernum, quasi senza pensarci, “magicamente”, in questo caso, usiamo presente del verbo essere, o parola “forse”, oppure Futurum simplex, o Condizionale. Invece di dire “Penso che quel libro sia interessante” diciamo “Penso che quel libro è interessante, oppure abbiamo imbarazzo della scelta: 1. Forse quel libro è interessante; 2. Quel libro sarà interessante; 3. Quel libro dovrebbe essere interessante. Ricapitolando, fra queste due frasi “Penso che quel libro sia interessante e “Penso che quel libro è interessante”, non c è nessuna sfumatura di significato, sono due frasi perfettamente intercambiabili, e se grammatici italiani sono convinti del contrario, si tratta di autosuggestione e illusione ottica, come credere che l asino vola. Il fatto che esiste una regola grammaticale nel italiano standard non è sufficiente a provare differenza di sfumatura di significato. Perfino grammatico e scrittore Pietro Bembo (1470-1547) in alcune lettere ha usato imperfetto al posto del congiuntivo (Se me lo dicevi…). Oltretutto, scelta fra congiuntivo e indicativo è come una dottrina esoterica praticamente impossibile da spiegare a studenti stranieri. In definitiva, mi permetto di dissentire da chi afferma che eliminazione del congiuntivo implica un depotenziamento della lingua. Al contrario, un rafforzamento – è come aprire finestra per far entrare aria fresca nella stanza della “lingua italiana”. 11

Congiuntivo non è facile da estirpare, e al momento attuale è un modo verbale utilizzato nel registro linguistico formale e solenne da cariche istituzionali, come per esempio nel discorso del presidente della Repubblica al Parlamento, quindi si usa anche per soddisfare un inutile forma di autocompiacimento, come per dire: vedi come sono bravo? Uso congiuntivo, eh! Spesso rendiamo difficile il facile attraverso l inutile. Ripetiamolo con semplicità: Credo che è così. “Tutti i cambiamenti sono semplici”. Ezra Pound “Semplicità è essenza del universalità”. Mahatma Gandhi “Grandi cose sono spesso più facili di quanto si pensa”. Voltaire 5.4. Estensione della funzione del passato remoto per Perfectum È una tendenza già in uso nel italiano neo-standard. Viene usata anche per indicare fatti avvenuti nel passato, conclusi e senza legami con presente. Invece di dire “Napoleone Bonaparte nacque nel 1769 in Corsica” diciamo “Napoleone Bonaparte è nato nel 1769 in Corsica”. Nella narrativa contemporanea è in aumento la tendenza a usare solo passato prossimo per indicare azioni finite. È anche molto diffuso l uso del presente al posto del passato remoto, perché provoca un maggior coinvolgimento del lettore. Aumenta sensazione di partecipazione a eventi. 5.5. Diminuzione del uso di Futurum simplex e Futurum exactum Premetto che il momento presente, considerato nella sua realtà, è sintesi di un momento passato che scompare e di un futuro che nasce. A questo proposito, ha scritto 1500 anni fa grammatico romano Prisciano che tempo presente contiene e unisce a un certo punto congiunzione del passato e del futuro senza alcuna interruzione intermedia. In italiano Modernum, nella maggioranza di casi, futuro semplice è espresso da Praesens, mentre Futurum exactum è espresso da Perfectum, come già avviene nel italiano neo-standard. Frase nel italiano standard “Fra poco andrὸ al lavoro”. Diventa “Fra poco vado al lavoro”. Per indicare un evento che si verifica nel futuro, ma precedentemente a un altro che si verifica anche nel futuro, invece di usare due tempi futuri nella frase “Andrὸ al ristorante dopo che avrὸ finito di lavorare” usiamo Praesens e Perfectum “Vado al ristorante dopo che ho finito di lavorare”. In caso di supposizione o incertezza usiamo Futurum simplex, Futurum exactum oppure forse + Perfectum. Per esempio “Cosa sarà successo?”, “Per andare da Roma a Milano ci vorranno tre ore”. “Domani a quest ora sarà già ritornato” oppure “Domani a quest ora forse è già ritornato”. “Avrà pensato che…” oppure “Forse ha pensato che…” 5.6. Sostituzione del Condizionale passato con Imperfectum Condizionale passato indica un intenzione, una volontà passata che non è stata possibile realizzare. Abbiamo già visto che nel periodo ipotetico del irrealtà invece di usare condizionale passato usiamo Imperfectum. Per esempio “Se volevo fare una passeggiata, andavo al parco”. Nel discorso indiretto invece di usare condizionale 12

passato a indicare futuro nel passato, usiamo ancora questo tempo verbale “asso pigliatutto”, per esempio “Ha detto che partiva – sostituisce “Ha detto che sarebbe partito”. “Lui ha detto che l aveva fatto” invece di “Lui ha detto che l’avrebbe fatto”. Nel italiano neo-standard diciamo “volevo andare” al posto di “sarei andato” quindi usiamo verbo volere al Imperfetto. Quindi in italiano Modernum invece di dire “Ieri sarei andato al cinema con te, ma non ho potuto” – diciamo – “Ieri volevo andare al cinema con te, ma non ho potuto”. “Avrei dovuto/voluto/potuto” – diventa – “Dovevo/volevo/potevo”. “Forse dovevo farlo” invece di “Forse avrei dovuto farlo”. Modi finiti del verbo Italiano standard Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo

Italiano Modernum Indicativo Condizionale Imperativo Modo Indicativo

Italiano standard Presente Passato prossimo Imperfetto Trapassato prossimo Passato remoto Trapassato remoto Futuro semplice Futuro anteriore Condizionale semplice Condizionale passato

Italiano Modernum Praesens Perfectum Imperfectum Plusquamperfectum Futurum simplex Futurum exactum Condizionale -

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Riflessioni finali Nel mondo globalizzato del XXI secolo è fondamentale velocità di comunicazione e informazione. Risuona voce del XX secolo di Jiddu Krishnamurti: “Vero cambiamento, vera rivoluzione, avviene abbandonando noto per ignoto”. Durante il Rinascimento l italiano era lingua di maggior prestigio in Europa. Oggi è una lingua molto amata in tutto il mondo, ma parole italiane comprese al estero non sembrano in espansione. Per studenti stranieri risulta una lingua facile per quanto riguarda pronuncia, ma ha una grammatica paragonabile a una ragnatela ingarbugliata che impedisce di comunicare con velocità e chiarezza e toglie rapidità a interazione verbale. Leggendo un estratto dal Decameron di Boccaccio del XIV secolo notiamo che struttura morfo-sintattica è cambiata poco rispetto al italiano standard. “Confesso nondimeno le cose di questo mondo non avere stabilità alcuna. Ma sempre essere in mutamento, e così potrebbe della mia lingua esser intervenuto”. Lingua inglese antica aveva tre generi: maschile, femminile e neutro, e come lingua tedesca 4 casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo. Poi progressivamente, eliminando tutti i casi e generi è diventata lingua internazionale più parlata nel mondo. In conseguenza del “restyling” della lingua italiana, e anche grazie al Made in Italy, cucina e turismo, Italiano Modernum ha tutte le risorse necessarie per diventare una lingua di grande importanza internazionale, al fine di permettere comunicazione tra gruppi di persone che parlano lingue differenti. Ho fatto tutto quello che è in mio potere per stimolare spirito di iniziativa, per affrontare questo meraviglioso percorso insieme per “riveder le stelle”, approfondire proprie conoscenze e osservare lingua italiana con occhio più attento. Scientia potentia est. Il progresso è impossibile senza cambiamento; e chi non puὸ cambiare idea non puὸ cambiare nulla. George Bernard Show

Bibliografia: Ferdinand de Saussure Corso di linguistica generale (1967); Gaetano Berruto Sociolinguistica dell’italiano standard (1987); Tullio De Mauro Storia linguistica dell’Italia unita (1991); Lorenzo Renzi Grande grammatica italiana di consultazione (1991); Luca Serianni Storia della Lingua Italiana (1994), Prima lezione di grammatica (2006); Christopher Lyons Definiteness (1999); B. Abbott Definiteness e Indefiniteness (2004); Noam Chomsky Fondamenti di Sociolinguistica (2005), Prima lezione sul linguaggio (2011), La linguistica. Un corso introduttivo (2011), La scienza del linguaggio (2015), Tre lezioni sull’uomo (2017), Il mistero del linguaggio (2018), Guida all’uso delle parole (2019); Francesco Sabatini Lezione di italiano. Grammatica, storia, buon uso. (2016); Vera Gheno Tienilo acceso (2018), Potere alle parole. Perché usarle meglio (2019).

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