Il ritorno dei filosofi antichi [1 ed.]
 9788870883619

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DI STUDI SUPERIORI IN NAPOLI

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EUGENIO GARI N

11 ritorno dei tilosofi antichi Ristarnpa accresciuta del saggio Gli umanisti e la scienza

BIBLIOPOLIS

EUGENIO GARIN

II ritorno dei £ilosofi antichi Ristampa accresciuta del saggio Gli umanisti e la scienza

BIBLIOPOLIS

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L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

a Eugenio Garin

in occasione dei suoi ottantacinque anni

Napoli, 9 maggio 1994

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Il ISBN 88-7088-361-2

Copyright © 1994

by Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Napoli, via Monte di Dio 14

INDICE

Avvertenza Per una nuova 'biblioteca' I. II. Nuovi testi e nuove traduzioni III. Per una 'storia' della filosofia antica: Ie vite dei filosofi IV. La sapienza antichissima e I'ermetismo V. Platonismo e aristotelismo: dalla comparatio alia concordia VI. Stoicismo, epicureismo e scetncisrno: verso la nuova fondazione della scienza

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Appendice

Gli umanisti e la scienza

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AVVERTENZA

It testo che qui si pubblica riproduce jedelmente un gruppo di lezioni tenute dal 10 al 14 maggio 1982 all'Istituto Italiano per gli Studi Filosojici di Napoli. Questo spieghi il tono e L'andamento di un discorso che di proposito intendeva soprattutto 'introdurre' in jorma semplice e colloquiale a un importanie campo di ricerche, e dare a un tempo un primo ragguaglio di discussioni e indagini in corso, Gli stessi riferimenti bibliografici, che non aspirano ad alcuna completerra, inten­ dono solo offrire qualche indicaeione preliminare. Mancano purtroppo i vivaci contributi degli interventi che inte­ grano e arricchiscono l'esposieione e che costituiscono il jascino di una scuola e di un ambiente di ecceeione. Mi sia concesso rivolgere, con un grazie sincere a quei miei intetiocutori, un feroido augurio a Gerardo Marotta che l'Istituto presiede, e a Tullio Gregory che dirige la Scuola, perche il lora impegno appassionato raccolga i frutti che merita.

Firenze, gennaio 1983 EUGENIO GARIN

La ristampa delle lezioni del 1982 riproduce Jedelmente non solo il testa ma anche le note, che richiamavano le basi su cui quelle lezioni erano costruite. Il saggio aggiunto in appendice riprende sostanzialmente un testa pubblicato nel 1991 sui" Giornale critico della JilosoJia italiana» (Pp. 341-356). Sono pagine che vogliono richiamare l 'attenzione su un aspetto Jondamentale della rinascita del pensiero antico, ma spesso non suJficientemente messo a Juoco dagli storici.

Firenze, marzo 1994

E.G.

I.

PER UNA NUOVA 'BIBLIOTECA'

1. Nella premessa al corso tenuto alla Sorbona nel 1967, 'Abdurrahman Badawi sottolineava come, nonostante il di­ battito COS! vivo nel mondo musulmano fra il no no e il de­ cimo secolo circa il primato delle varie culture, unanime fu costantemente tra gli Arabi il riconoscimento della superiorita dei Greci nella scienza e nella filosofia. «II flusso delle tradu­ zioni in arabo di opere greche - osservava Badawi - fu COS! massiccio da imporre tale verita, e i paradigmi della cultura greca ebbero c1amorosamente partita vinta. La penetrazione del pensiero greco fu immensa, anche Ja dove fu pill viva la resistenza: nella filologia, nella giurisprudenza, nella teologia. II miracolo greco e stato riconosciuto da tutti [gli Arabi]» I. Quanto al mondo occidentale, in esso il patrimonio della cultura antica greco-romana fu costantemente presente, supe­ rando gravi momenti di erisi e sconvolgimenti profondi ­ anche se alia sua presenza, varia nei tempi, nella misura e nelle forme, contribui in pill casi, e non poco, la mediazione

1 La transmission de la philosophie grecque au monde arabe, Paris, Vrin, 1968, p. 13; efr. F. E. PETERS, Aristoteles Arabus. The oriental translations and commenta­ ries on the Aristotelian 'corpus', Leiden, Brill, 1968.

II

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araba. Ha scritto una volta, e con grande efficacia, M.-D. Chenu che, come il linguaggio tecnico della Scuola e in buona parte una lingua tradotta (un langage de traduction), cosi «ogni soprassalto [sursaut] del pensiero speculativo e stato determi­ nato dall'affiusso di traduzioni dal greco 0 dall'arabo, la cui storia occupa un posto importante nel sottosuolo filosofico e teologico. Si vedano i fenomeni di rinascita del nono, dodice­ simo e tredicesimo secolo; rna si badi [anche] che e sempre Aristotele che viene tradotto, non Platone»2. II rilievo energico di Chenu sottolinea tuttavia, magari indirettamente, la necessita di distinguere i tempi e i modi di quei 'soprassalti", e se anche in forma paradossale - e per certa parte troppo tendenziosa per essere esatta - richiama all'urgenza di mettere in primo piano un carattere essenziale di quel grande soprassalto che fu l'umanesimo rinascimentale. Non si tratto infatti, allora, di un autore - Platone 0 Aristo­ tele - e neppure di una cultura, greca 0 romana. Si tratto di un mondo e di un tempo, di un universo: tutta l'antichita, non solo greca e romana, rna egizia e caldaica, ebraica e persiana. Si tratto di riconquistare in una dimensione del tempo ­ I' ant i co - l'intera umanita operante: poesia e teologia, scienza e filosofia, ed anche la grande prosa storica e il diritto, i monumenti architettonici e Ie macchine, le statue e i quadri, le tecniche e i costumi, fino agli oggetti domestici ­ le coppe e i gioielli. Non ritornano solo Platone a Epicuro a Platina 0 Ermete; ritornano, a almeno si rievocano, tutti, anche Aristotele con i suoi tratti rirnasti ncll'ombra, a falsati, can i suoi antichi discepoli e commentatori, can il suo Ales­ sandro, can i suoi viaggi e Ie sue vicende umane. Ne importa che quel sapere antico includa falsi e mistifi­ cazioni, e la nuova 'biblioteca' sia piena di apocrifi, e l'an­

2 Introduction 1950, p. 95.

a l'etude

de Saint Thomas d'Aquin, Paris-Montreal, Vrin,

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tico rievocato contenga tanto Medioevo - e tanti miti sin­ treccino di continuo alIa storia ', Nel grande mito del 'rina­ scere' gli apocrifi acquisteranno una loro autenticita, i miti si faranno storia e muoveranno la storia. Quello che invece importa davvero, se si vogliano cogliere i tratti distintivi e il carattere innovatore di un'epoca, e sottolineare, di questa diverso ritorno degli 'antichi', la scansione nei vari momenti, nelle forme proprie, nelle interne tensioni, nelle conseguenze profonde e lontane. Importa, giova ripeterlo, distinguere e periodizzare: rendersi conto che ci si trova di fronte, non a un caotico e indiscriminato atTollarsi di opere ammucchiate alIa rinfusa, rna a un dialogo ben articolato. Cosi, per fare solo un esempio, a un progressivo approfondimento di Platone 'poli­ tico' fanno riscontro un ripensamento di Aristotele 'morale' e una progressiva riscoperta di Epicuro, mentre al recupero degli scettici e quasi contemporanea una lettura di Euclide e di Archimede 'platonici'. Pili tardi una nuova riflessione su Aristotele 'logico' condurra alIa 'scoperta' della Poetica che alimentera un nuovo dibattito sulla narrazione storica e la produzione artistica, mentre la filosofia dell'amore del Simposio platonico andra a vivificare una concezione della natura in cui la materia reca in se immanente una forza vitale anima­ trice non priva di echi del poema di Lucrezio. D'altra parte proprio perche non rinascevano solo Platone, a Epicuro, 0 Lucrezio, rna un intero universo di cultura, in cui I'artista, il filosofo, 10 scienziato, l'oratore sana anche cittadini e uomini politici, proprio per questa muta insieme l'immagine del filosofo e della scienziato. Si ama ritrovare in Senofonte 0 in Cicerone l'elogio di Socrate, che non scrive trattati rna discorre nell' agora, e combatte a Potidea, cosi come in Cicerone si celebra colui - e Leonardo Bruni a dirlo

3 Cfr. in proposito Ie giuste osservazioni che fa it BADAWI, op. cit., pp. 7-12, a proposito dei tanti apocrifi che affollano la letteratura araba.

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nel Cicero novus - che «solus hominum duo maxima munera et difficillima adimplevit: ut et in re publica orbis terrarum moderatrice occupatissimus plura scriberet, quam philosophi in otio studioque viventes; et rursus studiis librisque scriben­ dis maxime occupatus plura negotia obierit, quam ii, qui vacui sunt ab omni cura litterarum», La filosofia e, insieme, scuola politica e superiore conoscenza teorica; «ex eodem philosophiae sacrario et facta ad rem publicam gubernandam et dicta ad scribendum praecipiendumque aliis depro­ mebao-". In realta cia che caratterizza il nuovo emergere di testi antichi in una diversa coscienza dell"antico' non e tanto una loro costante quantita eccezionale, 0 la scoperta - che pur si da - di testi prima del tutto ignoti: e il modo dell'approccio e il tipo di interessi a cui rispondono. A domande nuove si cercano risposte nuove, che si chiedono paradossalmente al passato proprio perche viene mutando il senso del presente e del futuro, e quindi il modo di rapportarsi al passato e di considerare la storia. Domande nuove suscitano echi impen­ sati in testi esistenti, rna rimasti muti, che ritrovano ora una loro voce decisiva - che vengono cercati perche in qua1che misura erano gia stati trovati. Nulla di pill erroneo, infatti, della vecchia opinione, dura a morire, di un recupero di classici stimolato da mere curiosita erudite, grammaticali e filologiche: recupero che nel tempo lungo avrebbe avuto con­ seguenze profonde anche suI terreno filosofico e scientifico. Onde la tesi, riproposta tuttora da studiosi egregi, degli uma­ nisti come 'retori' e 'filologi' letterati, che con le lora trascri­

zioni, traduzioni e chiose, con i loro studi di ortografia, mito­ logia, epigrafia e altre scienze dell'antichita, avrebbero inciso alla fine anche sullo sviluppo del pensiero. Quasiche un cosi largo e quasi ossessivo recupero dell'antico eretto a modello di condotta, e contemporaneamente 'imitato' in tutte le opere pill appariscenti del vivere e dell'operare - e insieme consacrato nelle grandi forme architettoniche - non presup­ ponga un nuovo modo di intendere l'uomo e il tempo in cui vive, e l'opera sua. E l'immagine stessa dell'antico che cam­ bia perche sono diversi il senso della storia, il concetto del sapere e della ricerca, della filosofia e della scienza, della verita e della conoscenza della verita, Ed e assurdo ritenere che un fenomeno cosi ampio, destinato a diffondersi in tutta Europa, con profonde e sottili ripercussioni sui piano politico e religioso non meno che sugli 'ideali' educativi dei gruppi dirigenti, possa essere nato senza radici ben pill profonde di mere esigenze 'grammaticali' ed 'erudite's. D'altra parte in un processo durato circa tre secoli, una riconquista del passato provocata da esigenze del presente ­ innestata cioe su motivi urgenti e su bisogni precisi - reagi­ see di continuo sui presente, e quindi trasforma via via, non solo Ie forme dell'approccio e dell'acquisizione, rna Ie imma­ gini stesse dell'antichita riconquistata (e da riconquistare), e I'intero rapporto fra presente e passato. Di qui I'intreccio costante, sui piano della scienza, di adorazione di una sa­ pienza antichissima e di coscienza che la verita e figlia del tempo, di esaltazione di una verita totale contemplata alle origini e di consapevolezza che il sapere e conquista faticosa al termine di una lunga caccia. Alia fine i due miti, della visione donata all'inizio e dell'inseguimento estenuante di una

4 Leonardo Bruni Aretino humanistisch-philosophische Schriften mit einer Chrono­ logie seiner Werke und Briefe, herausgegeben und erlautert von Dr. H. Baron,

Leipzig, Teubner, 1928, p. 115; rna efr., a proposito di Soerate, la vita di Giannozzo Manetti nell'edizione di M. MONTUORI U. MANETTUS, Vita Socratis, Firenze, Sansoni, 1974), e in quella del DE PETRIS (Vita Socratis et Senecae, Firenze, Olsehki, 1979).

5 Cfr. P. O. KRISTELLER, The Classics and Renaissance Thought, Cam­ bridge Mass., Harvard University Press, 1955 (tr. it. Firenze, La Nuova Italia, 1965).

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IS

ricerca mai del tutto appagata, sembreranno convergere nella splendida quanto ambigua conclusione del De gli eroici furori del Bruno con 'Ia sua Diana' (