Ebla, la città del trono. Archeologia e storia 9788806202583

Il fortunato volume dedicato a Ebla da Paolo Matthiae (Ebla, un impero ritrovato. Dai primi scavi alle ultime scoperte)

601 60 130MB

Italian Pages 624 Year 2010

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Ebla, la città del trono. Archeologia e storia
 9788806202583

Citation preview

Piccola Biblioteca Einaudi

492

Nuova serie

Arte. Architettura. Teatro. Cinema. Musica

© 2010 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino www.einaudi.it ISBN 978-88-06-20258-3

Paolo Matthiae

Ebla. La città del trono Archeologia e storia

Piccola Biblioteca Einaudi Arte. Architettura. Teatro. Cinema. Musica

Indice

p.

VII

XXIX

Elenco delle illustrazioni Premessa

Ebla. La città del trono 3

Introduzione PARTE PRIMA

I I

I.

33

II.

48

III.

64

IV.

94

v.

II8

VI.

52

VII.

I

Le origini e Ebla protosiriana

Da Tell Mardikh a Ebla: l'esplorazione archeologica Ebla e i primi sviluppi dell'urbanizzazione in Siria Ebla, Mari, Akkad: dalle città-stato all'impero Il Palazzo Reale dell'età degli Archivi: spazio e funzione La religione protosiriana, il Tempio Rosso e il Tempio della Roccia Gli Archivi di Stato: economia, cultura, società Espressione artistica e cultura materiale del Periodo Protosiriano maturo

PARTE SECONDA 19I 209

226 2 79

327

359

Ebla paleosiriana e la scomparsa di Ebla

La crisi del mondo protosiriano e la rinascita paleosiriana arcarca IX. Da Ebla a Yamkhad: gli stati territoriali dell'età amorrea x. Urbanistica e architettura della città paleosiriana xr. La cultura artistica paleosiriana: originalità e continuità XII. La cultura materiale paleosiriana: caratteri e sviluppi xnr. Da Ebla a Tell Mardikh: decadenza di un grande centro urbano VIII.

VI

INDICE

Apparati 377

I . Il Palazzo Reale degli Archivi

387

2. Il Tempio della Roccia

392

3· Il Tempio Rosso

396

4· Il Palazzo Arcaico

399

5. La cinta muraria paleosiriana

403

6. Le porte urbiche paleosiriane

409

7. Il Forte Occidentale

4I4

8. Il Forte Settentrionale

4 I9

9· Il Tempio di Ishtar della Cittadella

422

Io. L'Area Sacra di Ishtar della Città Bassa

429

I I. I Templi di Shapash/Shamash, di Rashap e di Hadad ( ?)

435

I 2. Il Santuario degli Antenati Regali

438

I3. Il Palazzo Reale paleosiriano

442

14· Il Palazzo Occidentale I 5. Il Palazzo Meridionale

449 452

I 6. La Necropoli Reale

457

17. Il Palazzo Settentrionale

462

r 8. La Residenza Occidentale

464

19. Quartiere di case private

469

Cronologia e mappe

475

Note bibliografiche

539

Indice analitico

5 44

Indice analitico dei luoghi, dei termini geografici e dei popoli

549

Indice dei nomi di divinità

55 I

Indice dei nomi

Elenco delle illustrazioni

Tavole a colori fuori testo:

m,

1.

Ebla, Acropoli: il Complesso Centrale del Palazzo Reale G protosiriano maturo e, sullo sfondo, il Tempio di Ishtar paleosiriano, da sud, XXIV e XVIII-XVII secolo a.C.

II.

Ebla, Palazzo Reale G: le tavolette cuneiformi in posto nell' Archivio L.2769 del Quartiere Amministrativo, da sud, XXIV secolo a.C.

1.

Ebla, Palazzo Reale G: la sala d'Archivio L.2769 sotto il porticato est della Corte delle Udienze del Quartiere Amministrativo, da sud, XXIV secolo a.C.

m, 2. Ebla, Palazzo Reale G: le tavolette cuneiformi in posto contro la parete est dell'Archivio L. 2769 nel Quartiere Amministrativo, da ovest, XXIV secolo a.C. IV.

Ebla, Area HH: il Tempio della Roccia (Tempio HH) nella Città Bassa Sud-Est, da est, xxiv secolo a.C.

v. Coperchio di vaso faraonico in alabastro con la titolatura di Pepi I d'Egitto in caratteri geroglifici dalla corte L.2913 del Quartiere Amministrativo, XXIV secolo a.C. Idlib, Museo Archeologico di Ebla. VI.

Tavoletta con il trattato tra Ebla e Abarsal, argilla (TM. 75. G. 2420), dall'Archivio L.2769, XXIV secolo a.C. Ibidem.

VII, I.

Tavoletta lessicale sumerica con la redazione canonica di base per le liste lessicali bilingui, argilla (TM.75.G.2422), dall'Archivio L.2769, XXIV secolo a.C. Ibidem.

VII,

2. Tavoletta letteraria sumerica con testi di incantesimi, argilla (TM.75.G.r772), dall'Archivio L.2769, xxiv secolo a.C. Ibidem.

VIII.

Tavoletta economica con rendiconto annuale di metalli al tempo di Ibbi-Zikir, argilla (TM. 75.G.2429), dall'Archivio L. 2769, XXIV secolo a.C. Ibidem.

VIII

ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI

IX, I -3. Capigliatura regale maschile, composta da las trine a rilievo, steatite (TM. 75.G.2oo), vedute laterale, frontale, posteriore, dalla corte L.29I3 del Quartiere Amministrativo, XXIV secolo a.C. Ibidem.

x. Ricostruzione ideale di un settore dello «Stendardo di Ebla», con scene di trionfo e immagini dell'aquila leontocefala sopra due tori androcefali, intarsi di marmo, reimpiegati nel pavimento di L.44 36, dal Complesso Centrale del Palazzo Reale G, XXIV secolo a.C. Ibidem.

xr. Intarsio dello > o/ Ebla, in «Liber Annuus», XXXVIII (1988), pp. 227-46. Lo studio di E. Sollberger, The So-Called Treaty between Ebla and , in «Studi Eblaiti», III (198o), pp. 129-55 ha fornito la prima edizione critica del trattato tra Ebla e Abarsal, che è stato definito il piu antico trattato diplomatico della storia dell'umanità e che è stato poi oggetto di una nuova edizione definitiva da parte di P. Fronzaroli, in Archivi Reali di Ebla. Testi, XIII. Testi di cancelleria: I rapporti con le città (Archivio L.z 769), Università di Roma La Sapienza, Roma 2003, pp. 35-42. Una valutazione di tipo storico-giuridico del testo si trova in B. Kienast, Der Vertrag Ebla-Assur in rechtshistorischer Sicht, in Wirtschaft und Gesellschaft von Ebla [1988] ci t., pp. 231-43, mentre, dopo le osservazioni critiche di W. G. Lambert, The Treaty o/Ebla, in Ebla 1975-r985. Die-

ci anni di studi linguistici e filologici. Atti del Convegno internazionale (Napoli, 9I 1 ottobre I98J), a cura di L. Cagni (Dipartimento di Studi Asiatici, Series Minor, XXVII), Istituto Universitario Orientale, Napoli 1987, pp. 353-64, un'edizione aggiornata e corretta con notevoli miglioramenti di interpretazione è fornita da D. O. Edzard, Der Vertrag von Ebla mit A-bar-QA, in Literature and Literary Language at Ebla, a cura di P. Fronzaroli (Quaderni di Semitistica, XVIII), Università di Firenze, Firenze 1992, pp. I87-217. Il centro antico di Abarsal, la cui lettura è difficile e tuttora controversa, è di non facile identificazione sul terreno, anche se certamente doveva trovarsi nell'area del medio Eufrate o forse del Balikh, suo affluente di sinistra, mentre la sua iniziale identificazione con Assur, proposta da G. Pettinato e accolta da B. Kienast, è del tutto insostenibile: A. Archi, La ville d' Abarsal, in Re/lets des deux fleuves. Volume de mélanges o//erts à A. Finet, a cura di M. Lebeau e Ph. Talon (Akkadica, Supplementum VI), Peeters, Leuven 1989, pp. 15-19. Mentre sono utili, ma devono essere utilizzati con cautela, i contributi di M. Astour, Toponomy and Ethnohistory o/Northern Syria. A Preliminary Survey, in , XCI (1996), coli. 133151; Id., Studies in the Ebla Pantheon II, in «Orientalia», LXVI (1997), pp. 414425; D. Loretz, Eblaitisch : Traditionen der YarihVerehrung in Ugarit, in>, XXX (1998), pp. 489-96; R. R. Stieglitz, Divine Pairs in the Ebla Pantheon, in «Eblaitica», IV (2002), pp. 209-14. Sulla continuità tra il pantheon di Ebla della seconda metà del III millennio a.C. e il pantheon cosiddetto cananeo del II millennio a.C.: Id., Ebla and the Gods o/ Canaan, ivi, II (1990), pp. 79-89. Di grandissi,ma utilità è il notevole repertorio di F. Pomponio e P. Xella, Les dieux d' Ebla. Etude analytique des divinités éblai~ tes à l' époque des Archives Royales du III' millénaire (Alter Orient und Altes Testament, CCXLV), Ugarit-Verlag, Miinster 1997. Sulla figura enigmatica del dio Kura, l'ipotesi, non convincente, che essa sia stata un'antica divinità hurrita è di G. Wilhelm, Zum eb!aitischen Gott Kura, in «Vicino Oriente>>, VIII (1992), pp. 179-88, mentre la recentissima tesi che in essa si debba riconoscere una divinità dei campi, non troppo diversa da Dagan, venerata ancora nel I millennio a.C. in ambito fenicio è stata proposta da K. L. Younger jr, The Deity Kur(r)a in the First Millennium B.C., in «]ournal of the Ancient Near Eastern Religions>>, IX (2009), pp. 1-23. Sui caratte-

NOTE BIBLIOGRAFICHE

495

ri divini di Dagan e di El, ai quali Kura sarebbe da assimilare almeno negli aspetti principali, si vedano l'ancora valido saggio di M. H. Pope, El in the Ugaritic Texts (Vetus Testamentum, Supplement II), Brill, Leiden 1955 e il recente studio, assai comprensivo e informato, di L. Feliu, The God Dagan in Bronze Age Syria (Culture and History of the Ancient Near East, XIX), Brill, LeidenBoston 2003. Su Ishkhara, dea madre molto probabilmente originaria di Ebla stessa: A. Archi, Divinités sémitiques et divinités de substrat: Le cas d' Hbara et d'Htar à Eh/a, in «M.A.R.I.», VII (1993), pp. 71-78; Id., Formation o/ the W est Hurrian Pantheon: The case of Hbara, in Recent Developments in Hittite Archaeology and History. Papers in Memory of H. G. Giiterbock, a cura di K. A. Yener e altri, Eisenbrauns, Winona Lake 2002, pp. 21-33. Ipotesi di lettura e interpretazione del difficile nome divino Idabal/Adabal sono state avanzate da W. von Soden, Itab/pal und Damu: Gotter in den Kulten und in den theophoren Namen nach den Ebla-Texten, in Eh/a 1975-1985 [1987] ci t., pp. 75-90 e soprattutto da P. Xella, The Eblaite God Nidabal, in« Und Moses schrieb dieses Lied auf)). Studien zum Alten Testament und Alten Orient. Festschrift /iir O. Loretz, a cura di M. Dietrich e I. Kottsieper (Alter Orient und Altes Testament, CCL), Ugarit-Verlag, Miinster 1998, pp. 883-95, ma particolarmente convincente è l'interpretazione avanzata da P. Fronzaroli, Les combats de Hadda dans !es textes d'Eh/a, in «M.A.R.I. », VIII (1997), pp. 288-89. Ishkhara è l'oggetto di un'accurata monografia di D. Prechel, Die Gottin ISbara. Ein Beitrag zur altorientalischen Religionsgeschichte (Abhandlungen zur Literatur Alt-Syrien-Palastinas und Mesopotamiens, XI), Ugarit- Verlag, Miinster 1996, dove è considerata anche la documentazione eblaita edita, peraltro certamente incompleta rispetto all'ampiezza delle citazioni della grande dea nei testi degli Archivi Reali. Per le diverse forme assunte dal dio della tempesta nelle varie aree dell'Oriente antico e per le iconografie di Hadad particolarmente nell'area siriana ci si può riferire oggi a A. R. W. Green, The Storm-God in the Ancient Near East (Biblica! and Judaic Studies from the University of California, San Diego, VIII), Eisenbrauns, Winona Lake 2003. [103-4] L'edizione dei testi letterari trovati negli Archivi Reali di Ebla è D. O. Edzard, Archivi Reali di Ebla. Testi, V. Hymnen, Beschworungen und Verwandtes (Aus dem Arehiv L.2 759), Università di Roma La Sapienza, Roma 1984: i testi cosi fatti conoscere alla comunità scientifica sono stati poi oggetto di non poche interpretazioni e tentativi di traduzione, date le notevoli difficoltà linguistiche che questi offrono. Sugli incantesimi, dei quali sono state messe in evidenza non solo le notevolissime affinità con la contemporanea tradizione letteraria mesopotamica tardo-protodinastica, ma anche alcune analogie con pratiche rituali e letterarie del piu tardo mondo semitico di nord-ovest: M. Krebernik, Die Beschworungen aus Fara und Eh/a, Olms, Hildesheim 1984; P. Fronzaroli, Tre scongiuri eblaiti (ARET5. I-J), in«Vicino Oriente», VII (1988), pp. 1-23; C. H. Gordon, The Ebla Incantations and Their A//inities with Northwest Semitic Magie, in «Maarav», VII (1991), pp. 117-29; Id., The Ebla Exorcism, in «Eblaitica>>, III (1992), pp. 105-26; P. Michalowski, The Ear!y Mesopotamian Incantation Tradition, in Literature and Literary Language at Ebla [1992] cit., pp. 305-26; M. Civil e G. Rubio, An Eh/a Incantation against Insomnia and the Semiticization o/ Sumerian, in «Orientalia», LXVIII (1999), pp. 254-66; P. Fronzaroli, The Hai! Incantation (ARET 5, 4), in Festschrift fiir B. Kienast zu seinem 70. Geburtstage, a cura di G. J. Selz e altri (Alter Orient und Altes Testament, CCLXXIV), Ugarit-Verlag,

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Mi.inster 2003, pp. 89-~07; Id., L'incantation des deux haches (TM.75.G. 2302), in Mélanges D. Cohen. Etudes sur les langues, /es dialectes, /es littératures, a cura di J. Lentin e A. Lonnet, Maisonneuve & Larose, Paris 2003, pp. 25-64. Un esempio importante dei riferimenti a miti protosiriani certamente locali nei testi degli incantesimi eblaiti è quello studiato da P. Fronzaroli, Les combats de Hadda [1997] cit., pp. 283-90, in cui sembra essere un'antichissima attestazione del trionfo di Hadad, nel tempo mitico, sul serpente, presente nei poemi ugaritici: .f.. Caquot, M. Sznycer e A. Herdner, Textes ougaritiques, I. Mythes et légendes, Editions du Cerf, Paris 1974, p. 239; D. Pardee, W est Semitic Canonica! Compositions, in The Context o/ Scripture, I. Canonica/ Compositions o/ the Biblica! World, a cura di W. W. Hallo, Brill, Leiden 1997, p. 265; N. Wyatt, Religious Texts/rom Ugarit. The Words o/Ilimilku and His Colleagues, Sheffield Academic Press, Sheffield 1998, p. r 15. Sulla lotta mitica del dio della tempesta con il serpente si veda anche T. F enton, Baal au foudre: 0/ Snakes and Mountains. Myth and Message, in Ugarit, Religion and Culture, a cura di N. Wyatt e altri (UgaritischBiblische Literatur, XIII), Ugarit-Verlag, Mi.inster 1996, pp. 49-64, mentre una disamina sistematica dei riecheggiamenti del mito ugaritico nei testi biblici si trova in J. Day, God's Conf!ict with the Dragon and the Sea. Echoes o/ a Canaanite Myth in the Old Testament, Cambridge University Press, Cambridge 1985. P. Fronzaroli, La lingua e la cultura letteraria di Ebla nel Periodo Protosiriano, in Ebla. Alle origini della civiltà urbana [1995] ci t., pp. 156-63 dà una valutazione della cultura degli scribi della cancelleria eblaita in rapporto agli ambienti mesopotamici contemporanei. I miti sumerici dei testi letterari scoperti a Ebla sono studiati da M. Krebernik, Mesopotamian Myths at Ebla: ARET 5, 6 and ARET 5, 7, in Literature and Literary Language at Ebla [1992] cit., pp. 63-159 e da W. G. Lambert, The Language of ARET V 6 and 7, ibid., pp. 41-62, mentre sul testo letterario in semitico, se non in eblaita (TM.75.G.2421), che è un inno al dio solare Shamash, scoperto nel Grande Archivio del Quartiere Amministrativo e considerato il piu antico testo letterario in una lingua semitica consegnato alla scrittura e pervenuto fino a noi, si è soffermato criticamente W. G. Lambert, Notes on a Work o/ the Most Ancient Semitic Literature, in >, XLXLI (I993l. pp. 39-45; A. Archi, Chronologie relative des Archives d'Ebla, in «Amurru», I (I996), pp. I I-28; Id., Les femmes du roi Irkab-Damu, ivi, pp. roiI24; M. G. Biga, Prosopographie et datation relative des textes d' Ebla, ivi, pp. 2972; Id., Enfants etnourrices à Ebla, in «Ktéma», XXII (1997), pp. 35-44; F. Pomponio, l rendiconti annuali di uscite di argento e le offerte alle divinità nella documentazione di Ebla, «Archiv fi.ir Orientforschung», XLIV-XLV (I997l, pp. ror-7;

NOTE BIBLIOGRAFICHE

A. Archi, Procedures in Publishing the Ebla Texts, ivi, XLIV-XLV (I997-98), pp. Io8-q; M. G. Biga, The Marriage ofEblaite Princess Tagrish-Damu witha Son of Nagar's King [I998] cit., pp. q-22; A. Archi, The «Lords», «lugal-lugal», o/ Ebla:A ProsopographicStudy, in «Vicino Oriente», XII (I999), pp. I9-58; M. G. Biga, W et Nurses at Ebla :A Prosopographic Study, ivi, XII (2ooo), pp. 59-88; Id., Les foires d' après !es Archives d' Ebla, in «Florilegium Marianum», VI (2002), pp. 277-88; A. Archi, Jewels /or the Ladies of Ebla, in «Zeitschrift fiir Assyriologie», XCII (2002), pp. I6I-99i Id., The Role o/Women in the Society of Ebla, in Sex and Gender in the Ancient Near East. Proceedings of the 47' Rencontre Assyriologique Internationale, Helsinki,July 2"d-6•h 200I, Helsinki, Eisenbrauns, Winona Lake 2002, pp. I-9; M. G. Biga, The Reconstruction of a Relative Chronology /or the Ebla Texts, in «Orientalia», LXXII (2003), pp. 345-67; Id., Feste e fiere a Ebla, in Mercanti e politica nel mondo antico [2003] ci t., pp. 55-68; Id., Operatori cultuali a Eb!a, in «Studi Epigrafici e Linguistici», XXIII (2oo6), pp. I7-37· Per il problema dei titoli regali nella Mesopotamia protodinastica e per la tradizione successiva, da ultimo anche in relazione alla documentazione eblaita, si vedano W. W. Hallo, Early Mesopotamian Roya! Titles. A Philological and Historical Analysis, American Orientai Society, New Haven I957i Th. Jacobsen, Early Politica! Development in Mesopotamia, in «Zeitschrift fiir Assyriologie», LII (I957), pp. 9I-qo; I. Seibert, Hirt- Herde-Konig. Zur Herausbi!dung des Konigtums in Mesopotamien, De Gruyter, Berlin I969, pp. 26-35; P. Charvat, Early Ur. War Chiefs and Kings of Early Dynastic III, in «Altorientalische Forschungen», IX (I982), pp. 43-59; Id., The Origins of Sumerian States: A Modest Proposa!, in «Sulmu)). Papers on the Ancient Near East Presented at International Conference o/ Socialist Countries (Prague,Sept. 3o-Oct.3, I986), a cura di P. Vavrous e V. Soucek, Univerzita Karlova, Prague I988, pp. IOI-32; Th. Jacobsen, The Term Ensi, in «Aula Orientalis», IX (I99I), pp. I IJ-2I; ].-]. Glassner, Le roi pretre en Mésopotamie au milieu du 3' millénaire- mythe ou réalité?, in «Studia Orientalia», LXX (I993), pp. 9-I9; D. Schmandt-Besserat, Images of Enship, in Between the Rivers and aver the Mountains [1993] ci t., pp. 20I-19; P. Steinkeller, Early Politica! Development in Mesopotamia and the Origin of the Sargonic Empire, in Akkad. The First W or/d Empire [I993l ci t., pp. I07-29; F. Pomponio, Re di Uruk, >, XVI (I977), pp. I-2 I e Id., Gli intarsi figurativi protosiriani del Palazzo Reale G, in «Studi Eblaiti», II (I98o), pp. I05-28. Diversi degli intarsi appartenenti ai pannelli quasi certamente composti da rilievi in legno rivestiti di lamina d'oro e costumi in pietra si trovano in P. Matthiae, Recherches archéologiques à Ebla, I977 [I9781 cit., pp. 222-26, figg. IO-I6, mentre un'ampia scelta è presentata in Ebla. Alle origini della civiltà urbana [I9951 cit., pp. 301314, 320-24, nn. 67-86,99-105, I07-11. Le due teste di cui sono rimaste le capigliature a placche di steatite di splendida lavorazione sono state pubblicate da P. Matthiae, Some Fragments o/ Early Syrian Sculpture /rom the Royal Palace Go/Te!! Mardikh-Ebla, in «Journal of Near Eastern Studies», XXXIX (I98o), pp. 249-73 e si trovano anche in Ebla. Alle origini della civiltà urbana [19951 cit., pp. 298-99, 3 Io, nn. 63-64, dove alle pp. 317-I9, 322, 329, nn. 95-98, 106, I2I, sono pubblicate alcune delle piu notevoli realizzazioni della plastica miniaturistica a tutto tondo, cosf come alle pp. 32528, nn. I I4-2o si trovano diverse delle piu significative lamine d'oro di rivestimento sia di rilievi che di statuette miniaturistiche; di queste lamine d'oro una serie notevole è stata recuperata nei completamenti recenti degli scavi nei vani meridionali del Quartiere Amministrativo: P. Matthiae, Le Palais Méridional [2004] cit., pp. }IO-q, figg. 8-q. Per una valutazione stilistica delle notevolissime statuette animali miniaturistiche a tutto tondo, di difficile ricostruzione, scoperte nel Palazzo Reale G si veda Id., About the Style o/ a Miniature Anima! Sculpture /rom the Royal Palace Go/ Ebla, in «Studi Eblaiti», III (I98o), pp. 99120. Una rarissima possibile testimonianza di pur assai rovinata scultura pratosiriana matura trovata fuori Ebla, nella non lontana Atareb, è stata pubblicata da Id., Appunti di iconografia eblaita, II. La testa di Atareb, ivi, II (I98o), pp. 4 I4 7, mentre possono essere ad essa connesse le teste di ignota provenienza fatte conoscere da P. Amiet, Antiquités syriennes du Louvre, ivi, VII (I984), pp. I3944· Alcune preliminari, ma comprensive, valutazioni della cultura figurativa protosiriana di Ebla si trovano in P. Matthiae, Ebla [!9891 ci t., pp. 94-IOI; R. Dolce, La produzione artistica e il Palazzo di Ebla nella cultura urbana della Siria del III millennio a.C., in «La Parola del Passato», XLVI (I99I), pp. 237-69; Id., The

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Palatial Ebla Culture in the Context of North Mesopotamian and North Syrian Main Powers, in «Subartu», IV (1998), n. 2, pp. 67-8r; S. Mazzoni, Ebla: Craft and Power in an Emergent State of Third Millennium B.C. Syria, in «]ournal of Mediterranean Archaeology», XVI (2003), pp. 173-91; R. Dolce, Ebla and Akkad: Clues o/an Early Meeting. Another Look at the Artistic Culture o/ Palace G, in « Ina kibriit erbetti» [2oo6] ci t., pp. 173-206; Id., Ebla be/ore the Achievement of Palace G Culture: Some Preliminary Evaluations, in Proceedings o/ the 4'• International Congress on the Archaeology o/ the Ancient Near East, Ber/in 29 March- 3 Apri! 2004, II, a cura di H. Kiihne e altri, Harrassowitz, Wiesbaden 2oo8, pp. 65-80. Sugli intarsi della Mesopotamia del Periodo Protodinastico si veda R. Dolce, Gli intarsi mesopotamici dell'Epoca Protodinastica (Serie Archeologica, XXIII), Università di Roma La Sapienza, Roma 1978, mentre per un inquadramento storicoartistico delle produzioni artistiche della Mesopotamia presargonica si fa riferimento ancora ad A. Moortgat, Die Kunst des Alten Mesopotamien. Die klassische Kunst Vorderasiens, DuMont Schauberg, Koln 1967, pp. 43-50. [r6o-66] Il grande pannello parietale a intarsi scontornati a giorno, inseriti su una base !ignea fatta di lunghe assi giustapposte, che è stato denominato inizialmente lo« Stendardo di Ebla», ad analogia con il tipologicamente del tutto diverso Stendardo di Ur, che era un elemento di mobilio a tarsie di analoga tecnica e di analogo soggetto, e con il cosiddetto Stendardo di Mari, che pure aveva raffigurazioni tecnicamente e iconograficamente assai prossime, è stato preliminarmente pubblicato da P. Matthiae, Masterpieces o/Early and Old Syrian Art. Discoveries o/ the 1988 Ebla Excavations in a Historical Perspective, in «Proceedings of the British Academy>>, LXXV (r989), pp. 25-56; numerosi intarsi del grande pannello si trovano in Ebla. Alle origini della civiltà urbana [1995] ci t., pp. 27479, 304-6, nn. 20-36. Sui cosiddetti Stendardi di Ur e di Mari: C. L. Woolley, Ur Excavations II, The Royal Cemetery. A Report of the Predynastic and Sargonic Graves Excavated between 1926 and I9JI, Oxford University Press, LondonPhiladelphia 1934, tavv. 91-roo; A. Parrot, Mission Archéologique de Mari, I. Le Tempie d' Ishtar (Bibliothèque Archéologique et Historique, LXV), Geuthner, Paris 1956, pp. 134-55, tavv. LV-LVII, mentre per una valutazione critica degli intarsi di Kish si deve vedere P. R. S. Moorey, Kish Excavations I92J-I9JJ, Clarendon Press, Oxford 1978, pp. 58-6r. Alcune riflessioni critiche sulla storia dei monumenti celebrativi del mondo protodinastico tardo della Mesopotamia che erano certo ben conosciuti a Ebla sono, tra l'altro, quelle di I.]. Winter, After the Battle is Over: The Stele ofVultures and the Beginning o/ Historical Narrative in the Art of the Ancient Near East, in Pictorial Narrative in Antiquity and the Middle Ages, a cura di H. L. Kessler e M. Shreve Simpson = «Studies in the History of Art>>, XVI (1985), pp. r r-32; Id., Eannatum and the «King o/Kish,,?: Another Look at the Stele o/ the Vultures and , LXXVI (r986), pp. 105-r 2; R. Dolce, Narrare gli eventi bellici: cronaca e storia di alcuni conflitti eccellenti nella rappresentazione visiva della Mesopotamia e della Siria preclassiche, in Narrare gli eventi. Atti del Convegno degli egittologi e degli orientalisti in margine alla mostra «La Battaglia di Qadesh,,, a cura di F. Pecchioli Daddi e M. C. Guidotti (Studia Asiana, III), Cnr, Roma 2005, pp. 149-61; D. Nadali, Monuments o/War, W aro/ Monuments:Some Considerations on Commemorative War in the Third Mil!ennium B.C., in « Orientalia >>, LXXVI (2007), pp. 336-67; F. Pinnock, The Stele o/ Halawa: A Reappraisal, in Fundstel!en [2oo8] cit., pp. 71-77.

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Sulla tipologia della tiara reale eblaita, rappresentata da un turbante certamente di lana, che compare nella statuaria miniaturistica, negli intagli !ignei, nei fregi della glittica, ma è anche menzionato nei testi si vedano p_ Matthiae, Appunti di iconografia eblaita, I. Il turbante regale(?) eblaita diMardikh I!Br, in «Studi Eblaiti», I (1979), pp. 17-32; F. Pinnock, Le turban royal éblai'te, in «N.A.B.U.», 1992, pp. 15-16; M. G. Biga, Les vetements neufs de l'empereur, ivi, p. 19; R. Dolce, «Royal>> Hairdresses and Turbans at the Court o/ Eb!a: Two Marks of Royalty Compared, in Da Pyrgi a Mozia [2oo8] ci t., pp. 201-1 I; W. Sallaberger, Von der Wollration zum Ehrenk!eid. Textilien a!s Prestigegiiteram Hofvon Ebla, in Der Weg der Dinge. Giite im Prestigediskurs, a cura di B. Hildebrandt e C. Veit, Herbert Utz Verlag, Mi.inchen 2009, pp. 241-78. [I 67-77] I rapporti tra generi artistici pala tini e generi letterari dei testi sono indagati da P. Matthiae, Figurative Themes and Literary Texts, in Literature and Literary Language [1992] ci t., PP- 219-41, mentre osservazioni sulla collocazione delle opere artistiche nell'ambito del Quartiere Amministrativo del Palazzo Reale G si trovano ora in R. Dolce, Committenza, circolazione e tesaurizzazione di manufatti preziosi ad Eb!a protodinastica: Una questione aperta, in Scritti in onore di B. Scarcia Amoretti, II, a cura di D. Bredi e altri, Quasar, Roma 2007, pp. 545-76. Un'ampia selezione degli intagli !ignei del Palazzo Reale G è stata pubblicata da P. Matthiae, I tesori di Ebla, Laterza, Roma-Bari I985, 2'ed. [1984], tavv. 37, 41-43 e Id., Ebla [1989] cit., pp. 105-1 I, tavv. 37-43.·Sulla glittica palatina di corte, nota quasi soltanto da un numero non irrilevante di impronte su cretule, si vedano per ora le considerazioni di Matthiae, ibid., pp. 101-5, mentre su di essa è in preparazione il rapporto definitivo. Per la glittica della Mesopotamia contemporanea delle produzioni eblaite è tuttora un'opera di riferimento quella di P. Amiet, Glyptique mésopotamienne archai'que, Cnrs, Paris I98o, 2' ed. [!961], mentre sono importanti alcuni contributi successivi relativi soprattutto a Mari: Id., La glyptique syrienne archai'que. Notes sur la diffusion de la civilisation mésopotamiem;e en Syrie du nord, in « Syria », XL (I963), pp. 57-72; Id., La glyptique de Mari: Etat de la question, in «M.A.R.I. », IV (1985), pp. 475-85 e soprattutto D. Beyer, Les sceaux de Mari au m• millénaire [2007] ci t., pp. 231-60. Su altre produzioni glittiche contemporanee importanti dell'area nord-orientale si vedano ora, soprattutto, ma non soltanto, per Urkish e Nagar: D. M. Matthews, The Early Glyptic of Te!! Brak. Cylinder Seals o/Third Mil!ennium Syria (Or bis Biblicus et Orientalis, Series Archaeologica, XV), University Press, Vandenhoeck & Ruprecht, Fribourg-Géittingen 1996; N. Marchetti, The Ninevite 5 Glyptic of the Khabur Region and the Chronology o/ the Piedmont Style Motives, in «Baghdader Mitteilungen», XVII (1996), pp. 8I-115; G. Buccellati e M. Kelly-Buccellati, The Seals of the King o/Urkesh: Evidence /rom the Western Wing o/ the Royal Storehouse AK, in« Wiener Zeitschrift fiir die Kunde cles Morgenlandes», LXXXVI (I996 =Scritti in onore di H. Hirsch), pp. 65Ioo; N. Marchetti, The Mature Early Syrian Glyptic /rom the Khabur Region, in , XCIX (2009), pp. 270-312. Sulle impronte della glittica di carattere popolare, di probabile produzione periferica e rustica si vedano il rapporto definitivo di S. Mazzoni, Materiali e Studi Archeologici di Ebla, I. Le impronte su giare eblaite e siriane nel Bronzo Antico, Università di Roma La Sapienza, Roma 1992; Id., CylinderSeal Impressions on ]ars at Ebla: New Evidence, in Aspects o/ Art and Archaeology: Anatolia and Its Neighbors. Studies in Honor of N. Ozgiiç, a cura di M. Mellink e altri, Ti.irk Tarih Kurumu, Ankara 1993, pp. 399-414. Un altro aspetto della cultura materiale per il quale emergono sia rapporti con il mondo mesopotamico protodinastico contemporaneo, sia evidenze di produzioni differenziate tra ambienti di corte e ambienti popolari è quello dei grani di collana, per il quale si veda il rapporto definitivo dei materiali eblaiti curato da F. Pinnock, Materiali e Studi Archeologici di Ebla, Il. Le perle del Palazzo Reale G, Università di Roma La Sapienza, Roma 1993. Si vedano anche Id., Coppe protosiriane in pietra dal Palazzo Reale G, in «Studi Eblaiti», VI (1983), pp. 61-75 e Id., Tipologia di un pugnale rituale del III millennio a.C., in «Contributi e Materiali di Archeologia Orientale», VII (1997), pp. 463-93. [182-87] Sulle produzioni ceramiche di Ebla nel Bronzo Antico IVA si può fare riferimento agli studi di S. Mazzoni, La produzione ceramica del Palazzo Reale G di Ebla e la sua posizione storica nell'orizzonte ceramico siro-mesopotamico del III millennio a.C., in «Studi Eblaiti», V (1982), pp. 77-92; Id., Elements of the Ceramic Culture of Early Syrian Ebla in Comparison with Syro-Palestinian EB IV, in «Bulletin of the American Schools of Orientai Research», CCVII (1985), pp. r-r8; Id., Economie Features of the Pottery Equipment of Palace G, in Wirtschaft und Gesellschaft von Ebla [!988] ci t., pp. 8r ·105; Id., Drinking V esse fs in Syria: Ebla and the Early Bronze Age, in Drinking in Ancient Societies [1994] cit., pp. 245-76; Id., Pots, Peoples and Cultura! Borders in Syria, in Landscapes, Territories, Frontiers and Horizons in the Ancient Near East. Papers Presented to the XLIV Rencontre Assyriologique Internationale, a cura di L. Milano e altri, Sargon, Padova 1999, pp. 139-52; Id., Crafts and Power [2003] cit., n. 2, pp. 173-91. Precisazioni su alcuni elementi di cronologia ceramica tra la fine del Bronzo Antico III e gli inizi del Bronzo Antico IV A sono contenute nei rapporti di scavo di P. Matthiae, L'Aire Sacrée d'Ishtar [1993] cit., pp. 622-25, mentre un quadro complessivo dello sviluppo delle produzioni ceramiche della Siria del Nord è stato abbozzato da S. Mazzoni, The Ancient Bronze Age Pottery Tradition in Northwestern Centra!Syria, in Céramique de l'Age du Bronze en Syrie, l. La Syrie du Sud et la Vallée de l'Oronte, a cura di M. Al-Maqdissi e altri (Bibliothèque Archéologique et Historique, C LXI), lnstitut Français d' Archéologie du Proche-Orient, Beyrouth 2002, pp. 69-96.

VIII. LA CRISI DEL MONDO PROTOSIRIANO E LA RINASCITA PALEOSIRIANA ARCAICA.

[192-97] Sull'iscrizione di Naram-Sin che descrive la presa di Armanum sono rilevanti le interpretazioni di B. J. Foster, The Siege of Armanum, in «Journal of the Ancient Near Eastern Society», XIV (1982), pp. 27-36 e di G. Bueceliati, Through a Tab/et Darkly. A Reconstruction of O/d Akkadian Monuments Described in Old Babylonian Copies, in The Tablet and the Serali. Near Eastern

510

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Studies in Honoro/W.W. Hallo, a cura di M. E. Cohen e altri, Cdl Press, Bethesda 1993, pp. 58-71. L'identificazione di Tell Bazi/Tell Banat con la Armi dei testi di Ebla e con la Armanum delle iscrizioni di Naram-Sin di Akkad è stata proposta, come già ricordato, da A. Otto, Archaeological Perspectives [2oo6] ci t., pp. 1-24. Sui resti archeologici della seconda Ebla del Periodo Protosiriano tardo si vedano, oltre le considerazioni generali di P. Matthiae, Ebla [1989] cit., pp. 125132: Id., Lesfortifications d' Ebla paléosyrienne [1998] ci t., pp. 564-68; Id., Nouvelles fouilles à Ebla (1998-I999) [zooo] ci t., pp. 58o-8r; Id., The Archaic Palace at Ebla: A Royal Building between Early Bronze Age IVB and Middle Bronze Age I, in Confronting the Past. Archaeological and Historical Essays on Ancient Israel in Honor o/ W. G. Dever [2oo6] ci t., pp. 85-103; Id., Nouvelles fouilles à Ebla en 2oo6 [2007] cit., pp. 481-525. Considerazioni generali sulla Ebla protosiriana tarda, non sempre condivisibili, sono state espresse da R. Dolce, The >, in «Aitorientalische Forschungem>, XXIV (I997 =Studi in onore di H. Klengel), pp. 277-93 e di M. B. Bach arava, Relations between God and Man in the Hurro-Hittite «Song o/ Release», in «Journal of the American Orientai Society», CXXV (2005), pp. 45-58. La localizzazione di lgagallish a nord di Urshum è stata giustamente proposta da M. C. Astour, The Geographical and Politica! Structure [I988] ci t., p. 142. Contro l'ipotesi, insostenibile, che la distruzione di Ebla cantata nel poema hurrito-hittita sia quella della seconda Ebla, verso il 2000 a.C., anziché quella da datare at-

NOTE BIBLIOGRAFICHE

torno al 16oo a.C., sostenuta da Id., A Reconstruction o/ the History o/ Ebla (Part 2), in «Eblaitica», IV (2002), pp. 157-64 si possono vedere le argomentazioni di

P. Matthiae, Crisis and Collapse [2oo8-9] cit., pp. 165-204, concernenti anche una serie di precise notazioni relative alla topografia della Ebla della fine del Bronzo Medio II, che non sussistevano nella Ebla del 2ooo a.C. Sulla complessa questione della ricostruzione storica dei ripetuti attacchi dei grandi re paleohittiti al regno di Yamkhad, inizialmente privi di esito e infine coronati dal grande successo di Mursili l, è plausibile l'ipotesi che Aleppo abbia cercato contro l'ultimo micidiale attacco dello stesso Mursili I l'alleanza di Samsuditana di Babilonia, forse in virtu di una tradizionale e ormai secolare alleanza, supposta da H. Klengel, Halab -Mari- Babylon. Aspekte syrisch-mesopotamischer Beziehungen in altbabylonischer Zeit, in De la Babylonie à la Syrie [1990] cit., pp. 183-95; Id., Die Hethiter und Syrien. Aspekte einer Auseinanderset;;ung, in Hittite and Other Anatolian and Near Eastem Studies in Honour o/5. A lp [1992] cit., pp. 341-53· La tesi, qui sostenuta, che la caduta di Aleppo, di Ebla e di Babilonia sia la conseguenza di una rilevantissima alleanza tra Hittiti, Hurriti (d'Oriente) e C assiti è, in parte, nella linea della ricostruzione di un'alleanza tra Mursili I e i Cassiti di Khana contro i Hurriti, avanzata per la prima volta da B. Landsberger, Assyrische Konigslisten und dunkles Zeitalter, in «Journal of Cuneiform Studies», VIII (1954), p. 65 e poi accettata, tra gli altri, da P. Garelli, Le Proche-Orient asiatique des origines aux invasions des Peuples de la Mer (Nouvelle Clio, Il), Presses Universitaires de France, Paris 1969, pp. 142-43, 307: questo spiegava, almeno in parte, l'assai audace raid del re hittita contro Babilonia, ma soprattutto il suo fulmineo successo e la sua altrettanto improvvisa ritirata lasciando nelle mani dei Cassiti la stessa Babilonia. L'ipotesi che sulla base della nuova documentazione scritta qui si prospetta, illustrata in maggiore dettaglio da P. Matthiae, The Destruction o/Old Syrian Ebla [2007] cit., pp. 21-32, è ovviamente piu ampia: l'alleanza di cui prima Hattusili I e poi Mursili I sarebbero stati i promotori era certo piu estesa di quanto B. Landsberger sospettasse e doveva essere piu articolata. Se sono proprio i testi storici dei due grandi re paleohittiti a parlare genericamente di Hurriti, la realtà storica che si cela dietro questa designazione etnica generale deve essere complessa e, comunque, diversamente dall'ipotesi appena accennata del grande assiriologo tedesco, proprio re di stirpe hurrita, come Pizikarra di Ninive e probabilmente Tunip-Teshub di Tikunana, devono esser passati agli Hittiti, alterando l'equilibrio che aveva permesso fino ad allora ad Aleppo, a Ebla e a Babilonia di conservare prestigio e potere.

X. URBANISTICA E ARCHITE1TURA DELLA CITTÀ PALEOSIRIANA.

[226-28] Se, senza dubbio, il perimetro della città paleosiriana arcaica fu condizionato dal tracciato dell'antica cortina muraria delle fortificazioni del Bronzo Antico IVA, ritrovate con sicurezza in diverso stato di conservazione sia all'estremità nord sia nella regione centrale del terrapieno occidentale, che fu all'apparenza fedelmente seguito per erigervi sopra il grande terrapieno degli inizi del Bronzo Medio I, con ogni probabilità senza varianti o con solo piccole correzioni di andamento, ciò che differenzia vistosamente la città protosiriana matura da quella paleosiriana arcaica e classica è certamente la bipartizione tra Città Alta o Cittadella centrale e Città Bassa anulare, separate da un ininterrotto muro di

NOTE BIBLIOGRAFICHE

recinzione -la fortificazione interna della città del Bronzo Medio I-II-, che sicuramente non esisteva in alcuna forma nella città degli Archivi Reali: P. Matthiae, Gli Archivi Reali di Ebla [2oo8] cit., pp. 23-39. Il motivo per cui i costruttori della città paleosiriana arcaica scelsero di isolare la Cittadella, con la residenza reale principale, la sede dell'amministrazione centrale e il o forse i templi di carattere dinastico, dal resto dell'area urbana è probabilmente da individuare in una particolare concezione dell'urbanistica della Siria nell'età amorrea, che potrebbe esser stata condivisa almeno in parte dalle formulazioni urbanistiche della Babilonia contemporanea: L. Battini, Opposition entre acropole et ville basse camme critère de ,définition de la ville mésopotamienne, in «Akkadica», CVIII (r998), pp. 5-29. E possibile, ma da provare, che l'esempio della presumibile città circolare di Mari fin dal Periodo Protodinastico I e di diversi importanti insediamenti «a Kranzhiigel» dell'Alta Mesopotamia almeno dalla metà del III millennio a.C., da Tell Khuera a Tell Beydar, l'antica Nabada, forse dipendente da Nagar, con la partizione tra Cittadella e Città Bassa abbia avuto qualche influenza sul tipo urbanistico di Ebla paleosiriana:] .-C. Margueron, Mari.Métropole [2004] cit., pp. 83-122;].-W. Meyer e R. Hempelmann, Bemerkun-

gen zu Mari aus der Sicht von Te!! Chuera. Ein Beitrag zur Geschichte der ersten Hallte des 3. ]ts. v. Chr., in «Altorientalische Forschungen», XXXIII (2oo6), pp. 224r; J.-W. Meyer, Town Planning in J'J Millennium Te!! Chuera, in Power and Architecture. Monumental Public Architecture in the Bronze Age Near East and Aegean: Proceedings of the International Con/erence on the 2 r" and 2 2"J o/ November a cura di]. Bretschneider e altri (Orientalia Lovaniensia Analecta, CLVI), Peeters, Leuven-Paris-Dudley 2007, pp. r29-42. In una conferenza tenuta all' Akademie der Wissenschaften di Vienna nel novembre 2oo6 e ancora inedita, dal titolo Ebla and the Asiatic Towns during the Middle Kingdom: Elements fora Comparison, ho sostenuto a proposito delle fondazioni urbane di Siria-Palestina del Bronzo Medio I-II che, in primo luogo, pur con condizionamenti storici e naturali le città di quel periodo sono progetti urbanistici spesso originali, in cui sono rielaborare senza pedanti imitazioni le precedenti esperienze dell'urbanizzazione arcaica del Bronzo Antico III e IV A con la morfologia ellissoidale e trapezoidale prevalente e con una non rara bipartizione tra cittadella e città bassa, che, in secondo luogo, si afferma pienamente in questo periodo il modello ideologico e urbanistico della città organica, in cui sono presenti tutte le componenti sociali della struttura urbana, funzionali alla realtà e al progetto urbano, mentre è esclusa l'esistenza di centri abitati caratterizzati esclusivamente da una sola funzione, amministrativa, artigianale o sacrale, e, in terzo luogo, che da un punto di vista sia monumentale che topografico in queste città siro-palestinesi l'elemento centrale ed emergente è senza dubbio il palazzo, che è spesso, se non sempre, affiancato da un tempio dinastico, mentre in Mesopotamia, sia in Babilonia, da Isin a Larsa, che in Assiria, ad Assur, il caso sembra costantemente l'opposto: è il santuario di Gula, a Isin, o di Shamash a Larsa a essere la vera emergenza urbana, mentre il palazzo è secondario, malgrado l'importanza politica di queste città. Per la memoria dell'erezione delle grandi cinte fortificate dei centri urbani della Mesopotamia, nei primissimi anni delle Dinastie di I sin, di Larsa e di Babilonia I si vedano: M. Sigrist, Isin Year Names (Institute of Archaeology Publications. Assyriological Studies, Il), Andrews University Press, Berrien Springs r988, p. I4 (Ishbi-Erra, anno xu) e Id., Larsa Year Names (Institute of Archaeology Publications. Assyriological Studies, III), Andrews University Press, Berrien Springs r990, pp. 9-ro (Gungunum, anno XXI). 2002,

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Fra i tre settori distinti della città paleosiriana arcaica del Bronzo Medio I, l'emergenza netta della Cittadella, che doveva spiccare in maniera sensibile sul resto dell'insediamento urbano, deve esser dipesa dalla concomitanza, non casuale, di due fattori: da un lato, il fatto che, come è provato dai resti, di cui si è detto già nel capitolo n, della città protosiriana arcaica del Bronzo Antico III, è verosimile che già alla metà del m millennio il sito dell'Acropoli fosse sensibilmente emergente sulla piana circostante per l'accumularsi delle sovrapposte rovine dei villaggi antichi, forse dalla metà del IV millennio a.C., che non dovevano aver occupato, invece, neppure limitati settori dell'area della futura Città Bassa paleosiriana; dall'altro, il fatto certo che i diroccati e sconvolti resti delle strutture del Palazzo Reale G, in particolare del Complesso Centrale, ma anche altre rovine a esso contemporanee, come quelle documentate del Tempio Rosso, innalzavano ulteriormente la quota della collinetta dell'Acropoli, creando un dislivello sensibile rispetto anche a quegli edifici monumentali della Città Bassa, come il Palazzo Occidentale, che pure si trovavano su un'elevata sella rocciosa naturale, ma senza sovrapposizioni insediamentali piu antiche. Sulla struttura urbanistica e sulle emergenze architettoniche della Ebla paleosiriana si veda ora F. Pinnock, The Urban Landscape o/ Old Syrian Ebla, in «Journal of Cuneiform Studies», LIII (2002), pp. 13-34. Da aggiornare sulla base di scoperte piu recenti, come quella del Palazzo Meridionale e del completamento dell'adiacente rilevante comprensorio di case private dell'Area B della Città Bassa Sud-Ovest del Bronzo Medio Il, il quadro fornito da P. Matthiae, Architettura e urbanistica di Eh/a paleosiriana, in «La Parola del Passato», XLVI (1991), pp. 304-71. La continuità nei tipi edilizi tra grande centro protosiriano maturo dell'età degli Archivi Reali e rifondata città paleosiriana arcaica si osserva con sicurezza, oltre che per la cinta delle fortificazioni esterne, in maniera provata per almeno alcuni luoghi sacri tradizionali, quali il Tempio della Roccia e il Tempio Rosso, ma probabilmente anche per i T empii di Ishtar e di Shapash/Shamash rispettivamente nelle Aree P e N di scavo della Città Bassa, e certamente, per il Palazzo Reale E del Bronzo Medio I-II costruito sopra le rovine di settori dell'antico Palazzo Reale G e per il Palazzo Settentrionale costruito al di sopra del Palazzo Arcaico e del Palazzo Intermedio (Area P), mentre il Palazzo Occidentale (Area Q) e il Palazzo Meridionale (Area FF) sembrano nuove fondazioni del Bronzo Medio I, forse non iniziale. Una completa copertura attraverso una prospezione geofisica dell'intera area urbana di Tell Mardikh, intrapresa nel 2002 e ancora in corso, sta dando risultati interessanti sul piano della topografia dell'ultimo grande insediamento: M. Ramazzotti, An Integrated Analysis /or the Urban Settlement Reconstruction. The Topographical, Mathematical and Geophysical Frame o/Te!! Mardikh, Ancient Ebla, in Proceedings of the 4'h lntemational Congress of the Archaeology of the Ancient Near East [2oo8] cit., pp. 191-206. [229-35] Il sistema delle fortificazioni paleosiriane di Ebla è illustrato in dettaglio, nel suo insieme, da P. Matthiae, A Preliminary Note on the MB l-II Fortifications System at Ebla, in «Damaszener Mitteilungen», XIII (2oor = Studi in onore di A. Abu Assaf), pp. 29-5 r. Le fortificazioni della Cittadella sono state messe in luce nei settori superiori in sondaggi compiuti nel 1988 in un settore est dell'Acropoli (AreaR) e nei settori inferiori soprattutto nel settore sud-ovest della collina (Aree G e FF), dove oggi sono esposti oltre 30 metri di lunghezza del grande paramento lapideo di base: Id., Nouvellesfouilles à Ebla en r987·I989, in «Académie cles Inscriptions et Belles-Lettres. Comptes Rendus», 1990, pp. 414-

NOTE BIBLIOGRAFICHE

4 q. Un esauriente studio comparato della documentazione archeologica delle imponenti fortificazioni della Siria e della Palestina nel Bronzo Medio I-II, in cui largo spazio è riservato al sistema eblaita, si trova oggi nell'aggiornata monografia di A. A. Burke, « Walled up to Heaven>>. The Evolution o/ Middle Bronze Age Forti/ication Strategies in the Levant (Harvard Semi tic Museum Publications), Eisenbrauns, Winona Lake 2008. Brillante ma inaccettabile è la proposta interpretativa recente di I. Finkelstein, Middle Bronze Fortifications: A Reflection of Social Organization and Politica/ Fonnations, in «Te! Aviv», XIX (1992), pp. 201220 e di S. Bunimovitz, Middle Bronze Age Fortifications in Palestine as a Social Phenomenon, ivi, pp. 221-34, secondo i quali le grandi strutture a terrapieno degli inizi del II millennio a.C. in Siria-Palestina non avrebbero alcuna funzione difensiva, ma sarebbero solo un elemento di esibizione di potere politico, di prestigio delle strutture governative e di organizzazione sociale. Questa ipotesi estrema è contraddetta risolutivamente dalle variazioni nel tracciato dei terrapieni in particolare a Ebla, concepite per ottenere che dalla sommità di essi in certi punti si potesse vigilare, per tratti di 250-300 metri di lunghezza, sulla base degli stessi terrapieni, che erano veri punti deboli del sistema difensivo per la struttura a schiena d'asino degli stessi: P. Matthiae, Les forti/ications d' Ebla [1998] ci t., pp. 574-79 (era il torrione rettangolare denominato Ala Nord-Ovest, che, oltre che di arsenale per armi di difesa, aveva la funzione di controllo del piede dei terrapieni). D'altro lato, le diversificate, ma eloquenti espressioni impiegate in alcune lettere contemporanee di re del Periodo Paleobabilonese in Alta Mesopotamia conservate dagli Archivi Reali di Mari ben illustrano come fosse difficile, anche per forze d'assedio organizzate e numerose, superare l'ostacolo degli enormi terrapieni di quei tempi, per cui il sistema piu spesso utilizzato era quello di realizzare «un terrapieno alto come il terrapieno>> della città assediata, solo mezzo per penetrare in quei centri urbani altrimenti pre~soché imprendibili: G. Dossin, Archives Royales de Mari, l. Correspondance de Samfi-Addu, Imprimerie Nationale, Paris 1950, pp. 28-29 (lettera di Shamshi-Addu I a suo figlio YasmakhAddu, coreggente di Mari, in cui si ricorda che l'altro suo figlio Ishme-Dagan, coreggente di Assur, aveva conquistato la città di Nilimmar quando la terra del terrapieno eretto dalle truppe assedianti aveva raggiunto la stessa altezza del terrapieno della città assediata) e piu in generale, da ultimo, ].-M. Durand, Documents épistolgires du Palais de Mari, II (Littératures anciennes du Proche-Orient, XVII), Les Editions du Cerf, Paris 2009, pp. 294-99. [237-39]

Il Palazzo Arcaico, dopo le indicazioni del rapporto di P. Matthiae,

Les fortifications d' Ebla [1998] cit., pp. 564-68, fig. 5, è stato studiato preliminarmente con identificazione di diverse fasi costruttive da Id., The Archaic Palace at Ebla [2oo6] cit., pp. 85-103. È di particolare interesse, perché certamente da valutare in connessione con gli iniziali tempi concitati della ricostruzione della città, la presenza, apparentemente anomala, di una corte trapezoidale aperta nel settore nord dell'incompiuta fabbrica del Bronzo Antico IVB riadattata proprio agli inizi del Bronzo Medio I e di un chiaro podio con ante laterali, sistemato contro il nuovo muro perimetrale orientale: era questo certo un ottimo punto di controllo e di coordinamento, all'aperto, dei complessi e intensi lavori di ricostruzione della città. Le particolarità urbanistico-strutturali della Ebla rievocata nel «Poema della Liberazione>> sono messe in corrispondenza con la realtà archeologica della Ebla paleosiriana rivelata dagli scavi in particolare da P. Matthiae, The Destruc-

520

NOTE BIBLIOGRAFICHE

tion ofO!d Syrian Ebla [2007] cit., pp. 5-32. Nell'ambito delle identificazioni dei termini per «città alta», «città bassa» e «focolare» compiute, nell'ambito degli studi lessicali sulla bilingue del «Poema della Liberazione», da V. Haas e l. Wegner, Stadtverfluchungen in den Texten von Boghazkoy sowie die hurrische Termini fiir «Oberstadt», « Unterstadt» un d