Mito e concetto
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LA NUOVA ITALIA

Ernst Cassirer Mito e concetto a cura di Riccardo Lazzari

Titolo originale: Die Begriffsform in mythischen Denken Der Begriff der symbolischen Form im Aufbau der Geisteswissenschaften

© Copyright 1956 by Yale University Press, New Haven, Ct. Tutti i diritti riservati Traduzione di Riccardo Lazzarì Proprietà letteraria riservata Printed in Italy © Copyright 1992 by La Nuova Italia Editrice, Scandicci (Firenze) Prima edizione: settembre 1992 Progetto grafico e coperta: C.D.& V., Firenze Fotocomposizione: Saffe S.r.l., Firenze Stampa: SAT, San Giustino (Perugia)

Cassirer, Ernst Mito e concetto. - (Lezioni 1. Conoscenza - Filosofia I. Tit. II. Lazzari, Riccardo 121

2). -

ISBN 88-221-1127-3

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INDICE

Introduzione di Riccardo Lazzari

p.

La forma del concetto nel pensiero mitico

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1

Appendici

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Il concetto di forma simbolica nella costruzione delle scienze ·dello spirito

95

Riferimenti bibliografici

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Indice dei nomi

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INTRODUZIONE

D I due studi che presentiamo qui per la prima volta in traduzione italiana 1 furono scritti da Ernst Cassirer tra il 1921 e il 1922, dopo la sua chiamata ad Amburgo come professore presso l'Università di recente fondazione e all'inizio della sua intensa e feconda collaborazione con la Biblioteca Warburg. «Die Begriffsform im mythischen Denken» ("La forma del concetto nel pensiero mitico'') costituiva in origine il conte_nuto di una conferenza tenuta nel luglio del 1921 presso la «Società di scienze religiose» di Amburgo e inaugurò, l'anno successivo, la prestigiosa serie delle Studien der Bibliothek Warburg, dedicata ad argomenti n:ionografici; «Der Begriff der symbolischen

1 «Die Begriffsform im mythischen Denken», Studien der Bibliothek Warburg, I, Leipzig-Berli11 1922; «Der Begriff der symbolischen Form im Aufbau der Geisteswissenschaften», Vortrage der Bibliothek Warburg, I (1921-1922),

Leipzig-Berlin 1923, pp. 11-39. Entrambi i saggi sono stati ristampati dalla Wissenschaftliche Buchgesellschaft nella raccolta cassireriana Wesen und Wirkung des Symbolbegrifj, Darmstadt 1983, pp. 1-70, 169-200.

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INTRODUZIONE

Form im Aufbau der Geistesgewissenschafen» (''Il concetto di forma simbolica nella costruzione delle scienze dello spirito") apparve invece sul primo volume dei Vortrage der Bibliothek Warburg (1921-1922), dopo una presentazione nella quale Fritz Saxl,. il bibliotecario, illustrava gli scopi generali di quella che definiva una Problembz"bliothek, rivolta alla testimonianza e allo stu dio dell'ampiezza dell'influsso dell'antichità sulle culture successive, e segnatamente sulla cultura rinascimentale, secondo il compito stabilito da Aby W arburg. Proprio nel 1921, per iniziativa preminente di Saxl, la Biblioteca diventava da collezione di libri ancora privata, legata alla tenace opera del suo fondatore, un istituto di ricerca collegato con la giovane Università anseatìca e si apriva, con il ciclo delle conferenze e~con le pubblicazioni, al contributo di studiosi di varie discipline, mirando così a favorire una unificazione di differenti ambiti culturali 2 • Grazie anche a questa istituzione Amburgo conoscerà, negl(anni venti, un clima culturale per molti aspetti innovativo rispetto a quello di altri e tradizionali centri accademici in Germania. Ed è a contatto con colleghi come Carl Mein- · hof, Erwin Panofsky, Karl Reinhardt e lo stesso Fritz Saxl che Cassirer si dedica alla composizione della sua opera sistematica: ai tre volumi, pubblicati fra il 1923 e il 1929, di quella Philosophie der symbolischen Formen 3 , di cui il secondo dei saggi qui pubblicati anticipa originalmente il progetto d'insieme.

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Cfr. la "memoria" di Fritz Saxl «La storia della Biblioteca Warburg», in E.H. Gombrich, Aby Warburg, trad. it. Milano 1983, p. 284. Per un primo orientamento generale sui temi e sulle indagini promosse dalla Biblioteca Warburg cfr. !'«Introduzione» di E. Garin a F. Saxl, La storia delle immagini, trad. it. Bari 1965. Per quanto segue cfr. M. Ferrari, «Ernst Cassirer e la Bibliothek Warburg», in Giornale critico della filosofia italiana, LXV; 1986, pp. 91-130, e, con riguardo ai due saggi qui presentati, cfr. dello stesso autore Das Problem der Geisteswissenschajten in den Schriflen Cassirers jur die Bibliothek Warburg (1921-1923), in AA. VV., Uber Ernst Cassirers Philosophie der symbolischen Formen, a cura di H.-J. Braun, H. Holzhey e E. W. Orth, Frankfurt a.M. 1988, pp. 114-133. 3 E. Cassirer, Philosophie der symbolischen Formen, 3 voll.: vol. I (Die Spra-

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Per Cassirer la Biblioteca non rappresentò soltanto, grazie anche alla «guida sempre premurosa e competente» di Fritz Saxl, la possibilità di disporre di un «ricco materiale, quasi incomparabile nella sua abbondanza e nella sua natura», soprattutto «per quanto concerne lo studio del mito e la storia gene. rale delle religioni» 4 , ma costituì pure il «centro spirituale» di una «comunità di studiosi», incarnando l'idea stessa dell' «unità metodica» fra tutte le sfere della storia e della cultura spirituali 5 • Ne sono appunto testimonianza i numerosi volumi delle Studien e dei Vortrage, cui contribuirono studiosi di provenienza diversa aprendo nuovi indirizzi di ricerca ed in cui il nome di Cassirer compare altre cinque volte: sul vol. II dei Vortrage (1922-23), con la-conferenza «Eidos und Eidolon. Das Problem des Schonen und der Kunst in Platons Dialogen», e ancora sul vol. IX ( 1930-31), con la conferenza «Shaftesbury tmd die Renaissance des Platonismus in England»; sulle Studien con «Sprache und Mythos» (1925), con «IndiY-iduum und Kosmos ·in der Philosophie der Renaissance» (1927) e, infine, con «Die Platonische Renaissance in England und die Schule von Cambridge» 6 • Quest'ultimo studio appare nel 1932 e segna la fine del p~:dodo di collaborazione di Cassirer con la Biblioteca: sull'onda degli eventi che travolgeranno la repubblica di Weimar, l'istituzione voluta da Warburg (nel frattempo deceduto) verrà trasferita a Londra e nel maggio del 1933 Cassirer lascerà

che), Berlin 1923, vol. II (Das Mythische Denken), Berlin 1925, yoL III (Phanomenologie der Erkenntnis), Berlin 1929; per le citazioni ci riferiremo alla trad. it. di E. Arnaùd, Filosofia delle fòrme simboliche, 3 voll. (il vol. III in due to-

mi), Firenze 1_961-1964-1966. 4 Id., «Prefazione» a Filosofia delle forme simboliche, cit., II, p. XVIII. 5 Cfr. la dedica di Cassirer ad Aby Warburg, datata 13 giugno 1926, in «Individuum und Kosmos in der Philosophie der Renaissance», Studien der Bibliothek Warburg, X, Leipzig 1927; trad. it. di F. Federici, Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, Firenze 1935 (rist. an. 1974), p. 5. 6 Sono stati tradotti in italiano Linguaggio e mito, a c. di V.E. Alfieri, Milano 1961; Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, cit.; La Rinascenza platonica in Inghilterra e la Scuola di Cambridge, a c. di R. Salvini, Firenze 1947.

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l'Università di Amburgo, di cui era stato anche rettore per l'anno accademic:o 1929-30 («il solo e unico rettore ebreo che la Germania abbia conosciuto» 7), per intraprendere la strada dell'esilio, ch_e lo porterà dapprima in Inghilterra, poi in Svezia e negli Stati U!]-iti. Ma nel periodo che si lasciava alle· spalle, se da un lato Cassirer aveva notevolmente in11uito sull'ambiente culturale circostante con le sue ricerche storiche e con la sua teoria delle forme e dei simboli, che si intrecciarono in particolare con le indagini svolte da Panofsky 8 , dall'altro aveva recepito in modo originale lo spirito di interdisciplinarità che animava la comunità dLstudiosi raccolti intorno alla biblioteca amburghese, aprendosi allo studio delle interconnessioni tra fenomeni e fra interi ambiti culturali differenti (come il linguagg~io-ed il mito), ed aveva rinnovato il suo interesse per la ricostruzione storiografica della filosofia rinascimentale nei suoi vari aspetti, sulla scia degli importanti stimoli che gli provenivano dalla stessa lezione di Aby W arburg ( ma anche in reazione ad essa).

7 Eva Cassirer, «La vie d'Ernst Cassirer. Remarques et témoignage», in AA. VV., Ernst Cassirer. De Marbourg a New York. L 'itinéraire philosophique, a c. di J. Seidengart, Paris 1990. 8 Lo studio di E. Panofsky «Idea. Ein Betrag zur Begriffgeschichte der alteren -Kunsttheorie» apparso sulle Studien der Biblz"othek Warburg, V, Leipzig 1924 si riallaccia esplicitamente a I'a che costituisce «l'autentica forza e l'autentica grandezza storica» di Kant il fatto che egli pensasse- il problema dell'esperienza come il problema della scienza matematica della natura e assumesse la fisica di Newton come il Faktum stabile cui riferire l'analisi trascendentale, perché solo così egli poteva scoprire, nell'esperienza stessa, la necessità logica della sua struttura. Tuttavia, aggiungeva Cassirer, «questo punto di partenza storico del problema critico non può essere scambiato con il suo contenuto metodico duraturo» 43 • Tale «contenuto metodico» Cassirer lo aveva già individuato in quella «rivoluzione del modo di pensare» che egli pres> che, oltrepassando quello della teoria della conoscenza, consente di liberare l'immagine del mondo da ogni unilateralità di prospettiva: si tratta del compito di abbracciare «il tutto delle forme simboliche» e di assegnare a ciascuna di esse il suo posto all'interno di una «totalità sistematica», la quale soltanto potrebbe valere come espressione della «verità» e della «realtà» 56 •

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Id., Sulla teoria della relatività di Einstein, cit., p. 604. Ivi, p. 599: Ivi, pp. 600-601.

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Il primo dei saggi cassireriani qui pubblicati, che nel suo nucleo originario risale ad una conferenza del 1921, non impiega ancora (se non nella Prefazione dell'anno successivo) quel concetto di symbolische Form che era già abbozzato nel capitolo conclusivo del saggio su Einstein e in Idee und Gestalt. Nello studio sulla «forma del concetto» nel pensiero mitico, infatti, il nuovo compito sistematico della ricerca cassireriana è prospettato più come un approfondimento e un ampliamento del concetto di ''logica'' in una «dottrina del pensiero in generale», piuttosto che come una teoria delle forme simboliche; predomina in particolare il tentativo di rendere feconda per lo studio delle stesse «formazioni non scientifiche» (il linguaggio, il mito, la religione) quella concezione della Begriffsbildung, della formazione dei concetti o concettualizzazione, che Cassirer aveva elaborato oltre un decennio prima in Substan:zbegriff und Funktionsbegrijf (1910) in rapporto al problema della fondazione delle scienze esatte. Si tratta ora di mostrare come esistano diversi tipi di concettualizzazione, tanti quanti sono i punti di vista sotto cui si effettua la «sintesi del molteplice»: ogni formazione dei concetti, infatti, è contraddistinta dal fatto di racchiudere in ·sé un «principio determinato di collegamento e di '' ordinamento in serie"» della molteplicità degli elementi sensibili 57 • È noto che in Substanzbegriff und Funktionsbegrijf C assirer opponeva alla teoria tradizionale del concetto come concettogenere (ottenuto per astrazione dall'esperienza ed inteso come omologo a un dominio di sostanze) la logica della· formazione matematica dei concetti, cui riconosceva la peculiarità di non tendere alla «riproduzione di certi tratti effettivamente esistenti nella realtà delle cose», ma di consistere in una «libera produzione di determinati nessi di relazioni» 58 . Alla Begriffsbildung matematica Cassirer assegnava peraltro un valore esemplare anche per la scienza della natura nel suo complesso e per la

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Cfr. infra, pp. 11-13. Cfr. Id., Sostanza e funzione, cit., p. 21.

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stessa rappresentazione prescientifica del mondo. La matrice del concetto, non solo matematico, ma di ogni grado, risultava infatti essere lafunzione, intesa come l'invariante relazione generatrice che connette gli elementi di una molteplicità: gli elementi si dispongono in un ordine seriale, al cui interno il valore di ciascun membro dipende dalla sua relazione con gli altri e rinvia al principio di ordinamento della serie stessa. Mentre la tradizionale dottrina logica del concetto presuppone implicitamente un ordine fisso della realtà, in base a cui non vi può essere che un solo tipo di concetto, speculare alle somiglianze oggettive riconosciute nelle cose, l'impostazione perseguita da Cassirer consente di concepire molteplici modalità funzionali della formazione dei concetti, non solo relative all"ambito teoretico-conoscitivo, ma anche al di là di esso. Cassirer può così sostenere, nella prima parte del saggio «Die Begriffsform im mytischen Denken», che vi sono distinte «direzioni dell'oggettivazione» e della «sintesi del molteplice», diversi «punti di vista» e «linee direttrici» della concettualizzazione, in virtù delle quali il concetto fisico presenta certe differenze caratteristiche da quello chimico e biologico e; globalmente considerati, i concetti scientifico-naturali si distinguono da quelli storici. Ma le differenze si accentuano ulteriormente quando si passi dalla sfera dei concetti conoscitivi (na-:turali e storici) ad ambiti e modalità di pensiero completamente diversi, per ritrovare anche all'interno del linguaggio e del mito una «specifica legalità intellettuale» che domina la formazione dei rispettivi concetti. In tal senso sono proprio «un motivo ed un interesse genuinamente logici» 59 che invitano ad oltrepassare, secondo Cassirer, i confini della logica stricto se~su: quei confini per cui essa è storicamente pervenuta alla cÒnsapevolezza dei suoi. compiti orientandosi verso l'ambito della conoscenza scientifica, secondo quella linea di sviluppo che ha avuto le sue tappe principali in Platone, Cusano, Cartesio, Leibniz

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Cfr. infra, pp. 12 e 15.

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e Kant. Nel disegnare questo per:corso storico e ideale, Cassirer si richiama esplicitamente all'autorità di Cohen, il quale a sua volta traeva la conclusione che la logica, come «logica della conoscenza pura», non può essere altro che «logica della scienza matematica della natura». Ma accanto a questo percorso Cassirer è ora attento a disegnarne un altro, che ha come punto di partenza il pensiero di Vico, cui risale il compito di una «logica generale delle scienze dello spirito», e che dopo la crisi del tentativo hegeliano di abbracciare in una prospettiva sia storica che sistematica la «concreta totalità della vita spirituale», tende a rifluire in una «molteplicità di questioni solo metodologiche» 60 • La breve puntualizzazione storica costituisce soprattut!o l'occasione, per Cassirer, per ridefinire la sua posizione circa il problema delle '' scienze dello spirito'', a distanza di circa vent'anni da una prima apertura a questo tema in un capitolo del Leibniz' System, che si intrecciava peraltro con la prospettiva ·coheniana rivolta a cercare la fondazione di tali scienze nell' etica. Cassirer si riferisce ora alla distinzione metodologica, risalente a Windelband, fra il procedimento «idiografico» della conoscenza storica e quello «nomotetico» della scienza naturale, per sottolineare però come una riflessione soltanto metodologico-formale sulla conoscenza storica, una «pura logica della storia», condivicla _con la logica deUa scienza matematica della natura la stessa dimensione intellettuale, quella della conoscenza scientifica, e risulti pertanto inadeguata aricostruire le forme di pensiero che egli definisce prescientifiche. Si tratta invece di pervenire, «al di là delle pure forme del sapere», a una logica che diriga il suo sguardo sulla «totalità delle for:me spirituali della concezione del mondo», e di mettere in luce, per ciascuna di esse, l' «interno principio spirituale», la «peculiare' 'modalità'' del concepir