Dizionario manuale italiano-greco [Second ed.]

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DIZIONARIO MANUALE

ITALIAN 0-GRECO CO:dPiιATO

COLLASCORTA DELLEM!GLIORI OPERE DAL PROF.

FEDERICO ΑΒ. BRUNETTI SECONDA EDIZIONE

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e notabilmente

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accresciuta

TORINO FIRENZE

ERMANNO

LOESCHΈR

1878

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Γ PREFAZIONE

PROPRIETA.

Torίno

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Vίncenzo

LETTERAH.IA

Bona., Tip.



S.

Μ.

e RR.

Prίncίpi.

Nel conclίldere le poche pagine che mandai innanzi alla prima edizione di questo dizionario, esprimeva il desiderio, che lo studio del greco progredisse tanto da far sentire il bisogno di un lavoro piu ampio di quello che pubblicava allora: e poi, che non rni mancassero critici cortesi e intelligenti da suggerirmi dove e come avessi errato, protestando, che sarei stato riconoscente a quelli che mi avessero dato il mezzo di far meglio un'altra volta. L'uno e l'altro desiderio fu soddisfatto. Quella prima edizione, benche avesse di molte taccole, fu rapidamente smaltita, restandomi provato, che veramente le nostre scuole classiche aveano bisogno di un dizionario italiano-greco di qualche ampiezza; e sebbene la tiratura sia stata forte, pure non bastό a soddisfare le domande che se ne fecero da ogni parte. Di questa benevole accoglienza superiore di molto al mio merito, rimasi sgomento, perche conosceva essermi imposto qualche nuovo dovere; cioe, di rimaneggiare l'opera in guisa da soddisfare i giusti desiderii di coloro che, lodando la povera mia fatica, largheg·giarono meco di utili consigli e mi misero in sull'avviso dei miglioramenti che vi si potevano introdurre. Varie e gravissime circostanze, e altre cure che non mi lasciarono disporre di tutto il mio tempo, fecero che questa seconda edizione si facesse aspettare, a dir vero, un po' troppo, abusando della longanimita dei professori e degli studenti, ai quali dovea rispondere, che pazientassero e pazientassero. Ed eccoli soddisfatti. Che io non intendessi di fare una semplice ristampa si parra evidente a chi confronti questa colla prima edizione. Νοη verrό significando troppo minuto in che le due edizioni si differiscano; bastera accennare soωmariamente: che fu aumentata di un buon terzo la ricchezza delle parole e delle frasi; che si ebbe molto pii:ι riguardo alla diversita dei costrutti greci dai corrispondenti italiani; che si troveranno piί:ι sviluppati gli usi e gli atteggiamenti delle particelle, cosa tanto importante e delle piί:ι di:fficili in una lingua; che si stabilirono con piί:ι precisione le corrispondenze etimologiche, e si distribuirono con ordine pii:ι logico i sensi varii di cui un vocabolo era capace; che si spesseggiό in esempi special-

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VI -

mente quando cadeva il destro di illustrare praticamente qualche difficolta sintattica; che molto di fι·equente (e vorrei averlo fatto sempre) gli studenti furono messi in grado di conoscere qualί pa1·ole ο frasi appartengano al ternpo classico e al dialetto attico, sia con avvertire che la parola e frase era de' ternpi posteι·iori, sia col metterle a fianco il nume dell'autore da cui il vocabolo eι·a derivato. Un gran numero di inesattezze fu certamente tolto via, e per quelle che restarono, assicuro, che non ho fatto apposta, e che restarono proprio invίto dornino. Ecco, presso a poco, quello che si fece per questa seconda edizione, la quale, senza ostentazίone, puό essere.chiamata lavoro nuovo, e, ci aggiungerebbe un ricer• catore di eleganze, nuovo di sana pianta. Eppure non era contento ancora: voleva miglioι·ata l' opera anche per la esecuzione ωateriale, dandole apparenza un poco piiι vistosetta, e perciό feci cap_o all'operoso ed intellig~nte edito~e sig-nor Ermanno Loescher 11 quale accolse senza esιtare la m1a offerta. Ed ecco che il libro ricompare in sesto piu elegante, con carta migliore, con tipi pii:ι cl1iari e piiι scrupolosamente corretto. Questa seconda edizione si pι·esenta sotto buoni anspicii, e se viene a battere nn 'altra volta alla porta dei ginnasii e licei d'Italia, spera che non solo le sia fatto il buon viso di prima, ωa perche s'e piu rimpolpata e rimpannucciata, e ha studiato cli farsi piiι piacente, Ia pretende (vedete superbia ! ), cl1e le sia fatto an?ora un pochino di festa. Gia si sa, ognun loda il sno Santo, dice 11 proverbio; e nel caso dei casi, la mίa buona volonta l'avrό mostrata di certo. Voglio dare anche nn'altra buona notizίa; cioe, che il ch. professore cav. Giuseppe JVlίiller, norne ben conosciuto ai nostri studiosi del greco, si e data la pena di rivedere diligentemente le bozze di questa seconda edizione, suggerendo all'uopo delle utili correzioni. Questa cortese cooperazione e, da sola, nna buona commendatizia per il mio lavoro, e rni e caro, rendergliene pnbbliche grazie. Nell'inteι·vallo di tempo corso fra la prima e questa seconda edizione videro la luce due altri dizionarii italiano-greci, uno a Torino del sig. Teologo Marco Pechenino e u:p. secondo ιι Prato, del Professore Tommaso Sanesi, coi tipi di F. Alberghetti. Sono stato lungamente in forse se del primo di questi dne dizionarii dovessi fare una rivista a fondo, anche dopo che il Sanesi gli avea ben bene rivedute le buccie; ma, perche non paresse gelosia di mestiere, mi decisi di dirne sole poche cose di passata. Se il mio lavoro e quello del Pechenino si ragguag·liassero a peso ed a mole, non v'e che ridire, potrei andarmi a riporre. Ma sarebbe mal capitato lo studioso che in lavori cosiffatti si lasciasse illndeι·e dalle apparenze. Certo chi si iaccia a sYolg;erea caso le pag·ine del dizionaι·io del ch. Teologo Pechenino, dιιrera fatica a capacitaι·si che cosa il paziente autore si volesse annaspare, sobbarcandosi all'infruttuosa (e bastasse) fatica di razzolare e ospitare tutti ί vecchiuιni e il ciaι·pame della vecchia Crusca, buon'anima, e del ponderoso Tramater, non avendo cuore di serrar l'uscio in faccia,

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VII -

come si merita\·ano, a voci ancl1e corrotte e fracide qnanto c'entra; e vi trovi questa robettina a garbo: uncico, vaccίo, scιιrίtά,

.sipa, scrizione, prolago, quale (=eguale), gruva (=grua), caιiido per cand'ldo, guagιielista per evangelista. Ε se ami qualcl1e altι·o leccl1ezzo archeologico, cerca e vi tro,τeι·ai: busberίa per inganno, buscacchiare per bu.ςcare, calibe per acciaio e poi buscia per bugίa e disdot to per diporto e calcatrippa e calcide e coiifrediglia e cottula e dabbuda e .... io ne ho abbastanza, e tu discreto

· Iettore? La mole del libro e cosi cresciuta sformatamente, senza nessnn -utile, anzi con fastidio di chi deve usarne; e non bisogna tacere dei freqnenti rimandi da Erode a Pilato, come si dice tra. noi, ossia piu sul serio, da una voce all'altra: in ιιna sola pagina ne contai sessant'uno. Discrezione se ce n'e ! EpJ!ure il sig. teologo Pechenino, il quale ha pubblicato altri Javorι per aintare lo studio del greco, e clιe conta piu anni di lodevole inseg·namento, non e a dire che di greco non si conosca: e sebbene non apparisca che egli tenga in qualche conto l'indirizzo che hanno preso da pochi anni gli studii del grecυ e lasci scorρ;ere che ηοη vuole avere cosa alcuna di comnne coi filolog·i ,lella Sprea ο di Bonρa, pure e certo che studii Innghi deve aver fatto, e che possiede buona parte del tesoro della grecita. Cosl :avesse volnto farne buono e discreto ιιsο nel suo dizionaι·io. Perche, quantunque sia in generale esatto nella corrispondenza delle voci e copioso, non si. pηό tacere che i vocaboli sono pίuttosto affastellati che ordinati, che non se ne distinguono le eta, e ηοη si tien conto delle loro gradazioni e sfumature, e che l Όrdine lascia spesso -q~alche cosa a desiderare. Non dico di piu perche non vorrei essere nmbeccato, che mi do de!la scopa su' piedi; ma, accetti il chiaro Jessicografo l'invito di ritornare sopra ίl sιιο lavoro, di accomodarlo meglio agli usi della scuola, di mettere in n1ig·Iio1·assetto il non ispregevole materiale che ha studiosamente raccolto, di lasciare senza pieta tutte qnelle antίcaglie onde e infarcito. Ora come ora, ai giovani parmi che non possa essere di vantaggio; e ·che giovare se ne possano solo persone che, bene ο 1nale, abbiano fatto le loro prime armi nel gι·eco: qιιalche profitto ne ho cavato :anch'io, e, giustizia vnole, che ne lo avverta e ringrazii, come desidero cl1e ne ricatti le spese; e tutti pari. Il manoscritto della 2a edizione del mio lavoro era gia tntto in mano al tipografo, quando fu pubblicato e potei esaminare il nnovo dizionario italiano-greco compilato dall'egregio professore Tommaso Sanesi. Ε prima di tutto io devo professarnιi obbligato al valente professore della bonta con cui giudicό il mio lavoro, che per allora 11011 potea essere che un sRggio, e della cortese critica con cni ne rilevό i difetti. Ιο avea gia preveduto nella ristampa per toglieι·li di mezzo, e spero che non sara · gι1ari malcontento ιlella nuova forma che ho dato adesso a questa mia tenue fatica.

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Ιο dovea subito farmi, e mi feci una dimanda: sara fatica sprecata la mia dopo la pubblicazione del prof. Sanesi? Cercai di spogliarmi di ogni preoccupazione e devo confessare che mi sentii soddisfatto, quando la coscienza mi rispose: che, ancl1e dopo questa nuova pubblicazione, potea lusingarmi che il mio lavoro non sarebbe trovato un fuor d'opera. Ι1 dire per filo e per segno quali ragioni mi condussero a questofa vorevole giudizio non parmi che convenga, perche sarebbe iattanza, e poi l'amor di babbo fa chiudere gli occhi, anche controvoglia, a certe imperfezioni che ad altro sguardo si palesano subito. Meglio sara rimettersi all'esame comparativo che ne faranno, i critici, che, spogli di qualsivoglia sentimento il quale possa turbare la serenita e la imparzialita della sentenza, ne diranno il pro e il contra. Ε la prova delle prove sara infine la pratica delle scuole; perche i maestri termineranno collo scegliere quello dei lavori che avranno riconosciuto rispondere meglio ai bisogni dell'insegnamento. Ε io brameret che l'esame cornparativo da farsi prendesse di qua appunto le mosse, essendoche, per mia parte almeno, nella c01npilazione del dizionario ho avuto se1npre e p/ecipuamente di mira la scuola. Perche credo che in cosl fatti lavori chi non abbia ben definito lo scopo a cui tende, sia trascinato ο spinto ora a poggia ora ad orza con scapito non leggiero dell'opera a cui ha posto mano. Ε se dovessi proprio dir il vero, nel dizionario del Sanesi parmi che non sempre si possa scorgere il filo direttivo della compilazione. Certo che l'opera del prof. Sanesi si raccomanda per molti numeri, e, considerando lo stato attuale dello studio del greco in Italia., potra essere con profitto consultata e adoperata, ma e anche vero che. lascia dei desiderii, e che miglioramenti parecchi vi possono e devono essere successivamente introdotti. Ιο non mi stimo abbastanza bnon giudice per indicarli, tanto piu che a vrό ίο stesso a badare (e chi sa quan to !) ai casi miei ; posso dire tuttavia, che in certe parti parmi avere piu compiutamente provveduto allo scopo a cui un dizionario italiano-greco · da mettersi in mano non agli uomini di scienza, ma agli studenti dei nostri corsi classici, dee provvedere. Ma perche non seιnbri che io abbia gettate la queste parole senza fondato motivo, non dispiaccia al ch. pl'Of. Sanesi se mi permetto qualche osservazione alla spicciolata, sfogliando qua e la il suo libro. Non intendo con questo fargli alcun torto, ne sottrargli punto della lode che si merita per la sua onesta e diligente fatica, perche, chi ha qnalche pratica di lavori lessicografici sa, pur troppor che, a mettervi ogni diligenza, non si puό fare che non si lascino scorrere omissioni spesso gravissime, e che non si prendano degli abbagli qualche volta solenni. Sono lavori questi che non si conducono a buon termine se non col passarvi e ripassarvi sopra piu volte e lavorarvi intorno con una pazienza da disgradare i trappisti.

Ε omissioni ho riscontrate parecchie e invano vi si cercano voci anche molto comuni, che credo inutile notare, sicuro che in seguito l'antore vi pι·ovvedera da se certamente; come reputo che farebbe bene a liberarsi di tanti vocaboli di nso rarissimo, e che assai di rado e forse mai entreranno negli esercizii di scuole peι· cui aiuto i nostri dizionarii sono composti. Per restringermi alla sola ~. nessuno avrebbe rimproverato al ch. prof. Sanesi se avesse lasciato da parte: αcchiocciolαrsi, αccodαrsi, αffαrdellαre, α(fittire, affrit-

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teιlare, αggraticciαrsi, αllucignolare, ammαzzolαre, αppinzαre,

e simili; ct1e troveranno invece il loro luogo quando si mettera mano a un dizionario piu vasto e di uso piίι esteso che non per i bisogni di una scuola. Ε cosi non parmi da approvare che il Sanesi abbia ι1ato posto a molte voci inutili allo scopo suddetto. Se infatti ora, e chi sa per quanto tempo ancora? non possiamo esigere dalle nostre scuole che esercizi di retroversioni, perche allogare nel dizionario, il cui fondo deve essere formato dal dialetto attico, parole come c,·esimα, con{essione, cqmpieta, ceppo di Natαle ed altre siffatte? Α questo rigua~do mι so1;10I?ermesso rarissime eccezioni', ma usandomi qualche v10lenza e ιndιcando sempre con ιin segno speciale che erano voci tolte a scrittori cristiani. Per la stessa ragione non ho, come il Sanesi, accolto vocabolί d'invenzioni modP.rne belle ο brutte che sieno, come carta-rnonetα, cart·a dα giuoco, dispaccio telegrafico, {otogrα{ia e altre tali. Ε l'esclusione dovea essere fatta senza pieta, perche la traduzione in vece di essere un esercizio per ribadire in mente le forme classiche, non si tι·asformi ο in ιιn fraseggio capriccioso ιlove diamo per modo g_reco _legittimo q:uello che non e, ovvero, ed e peggio, 1η un .m~sa~co d~ gr~co, ant1co e moderno intollerabile: quando peresempιo ιl Sanesι mι da la frase: il ministero lια αvuto lα maggiorαnza col greco τό όπουρτεϊοv εvίκησε chi non sente la sconvenienza che si presenti ag·li studiosi della grecita classica una frase in cui s'incontra un vocabolo di conio moderno, e che inchiude un concetto che all'antichita era sconosciuto? • Forse ίο m'inganno; ma, ο bisognava determinarsi, come sarebbe stato meglio, ad escludere tutto questo fraseggio creato per le irlee moderne e per le quali mancano nel greco classico le forme adatte per esprimerle, ο bisognava essere conseguente e non dare lo sfratto a tanti confratelli ο consorelle che invece non hanno trovata grazia. Per altre ragioni avrei escluse altre frasi, p. e., αver α carte quαrαnt'otto , che appartengono al · linguaggio famigliarissimo e foι:se esclusivamente toscano, anche per non correre pericolo che ιl vocabolo corrispondente non renda preciso il senso, come peι· 13: frase indicata, dove trovo· il verbo μισέω, che non e approprιato.

Al contrario, parecchie frasi di gran uso nell'italiano non si trovano accennate nel dizionario del Sanesi, per cui nno poco pratico

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facilmente sarebbe inclotto a tradurre dei solecismi. Prendiamo ad esempio la sola voce acqua; pare cl1e anc11e nelle proporzioni c11e il ch. 8anesi ha creduto bene di dare al suo dizionario, ηοη avrebberυ dovuto mancaι·e queste frasi: abbondanza d'acqua, penuria

-χι

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acq';lista . singola_re vivacita e precisione lo stile. Egli e certo, a e affatto insufficiente peι· tradnrre i moltissirni atteggiarnenti in ~ui questo pronoωe si presenta 1;ella nostra favella, e che non bastano i modi ricordati sotto Ι_ο: e scarso conforto a chi deve usare del dizionario, trovare d'acqιιa, getto d'acqua, coιivertir in acqua, di:;far.rezzr, , ,Μ_.ie!arsι, dλλοίομαι ίpass.) Η adiι·~rsi, , /j alta voce, μετάλη φωνή ή fi alto i ορyιtομαι (pass.) ..... peι-q.c., bιατι; mare, πέλατοι;, ους τό; πόντος ό; i ~ο'iJ!-φθεiρω ({. ερώ, p(. έφθαρκα).

χαλεπαίνw (f. ανώ) τινί.

Alterazione, άλλοίwσ,ς, εwς ή; μεταe«ιλή ή •••••di mente, μανία ή. Altercare, φιλονεικέw {(. ·ήσw). AJterco, φ:λονεικία ή. ' A!terigia, ύπερηφάνεια ή; τύφος δ. Alternamento, παράλλαΕις, εwς ή; άμοιβή ή.

Alten~amente, εν μερει.

παραλλάΕ; άμοιβαίwς;



τέwρος

prendeι· l'alto, άν-οίyνuμι• Π notte aA=:

, ta, mattino alto, βαθεία νύΞ; βαθύς 1 ορθρος δ Π peι·indicare la elevazione di un luogo, άνώτερος 3 p. es.- l'alto 1 Egitto, ή άνwτέρα Αίγυπτος II faι·si . da alto (in un discorso', άρχομαι (f. FΞομαι) ανweεν. -Quando l'altezza era 1 espressa da quantita numeriche, si al nome della misuι·a τό 1 aggiungeva ι υψος, p. es. il muι·o e alto 12 orgie,

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Alternaι-e, παρ-αλλάσσω {f. Ξω, a.f.p. ι

ηλλάyην); άμείβομαι ((. q;ομαι}. Ι άμοιβαί αί; αϊρεσις, εwς ή; ; esse1·nell'alteιnativa, άπορέw ιf. ήσω). i : Alternativamente, παραλλά1:.

Alte1·nativa,

μετεώρου,

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ALT .

· · τό τείχος οκτώ όργuίας εχει• τό υψος. · - Si forma\·ano nuroerosi composti · con ύψι ed ύψηλός p. es. con alto collo, ύψαύχην; con alte to1Ti, ύψί- · πuρ·rος; con alta voce, ύψηλόφwνος, ecc., ecc. - in alto grado, πάνu σφόbρα, e come arιgett. πλείστος 3, uέrι- 1. στος,3- posse'deι·e q. in alto gι:ado, . bια-φέρω•τινί τών lίλλwν - aver rag- • giunto il piiι alto gι·ado di q. c., • έπί τό εσχατοy άφϊχθαί"" (da rlφικνέ- ομαι) τινος - un fiume alto πλήρης

Alternativo, V. Alterno. . : Alterno," παρ.ά1λακτος 2; άμοιβαΊος 3. ; Altero, ύπερηφανος 2. · Altezza, υψος, ους τό Ο anche βάθος, Ι ους τό, p. es. l'altez.za dell'acqua, τό: βάθος τοϋ υ~~:rος, V: Alto 11~n se~~o : fig. lίκρον το ιί nel l1uguaggio mil1- • ta1·e βάθος, ους τό p. es. coll'altezza · ποταμός δ. ' , di dodici uomini (= p1·ofondo dodici Alto, αι,v., ύψηλώς - in alto, lίνω - ~ uomini), εις bώbεκα od tπί bώbεκα • piii in alto, άνώτερον - dall'alto δ τό pάeος p. _es. ~r~inare_ !' es~rci~o : iίψοθεν; έΞ ύψηλοίί - faι· alto, έφ:ίσ: 1 coll altezza dι dod1c1 uomιn1 (cιoe ιn . ταuαι; κατα-λύω ((. σω), sε....... - ς dodici file), τό β~θος τάττειν τάΞιν · sollevaι·e in alto, μετεωρίΖ:ω ((. σω) ί εις δώδεκα, SEN. ι: nel linguaggio di ; - 11 concetto di i,t alto si esprin1e ... ma1-e: allΊιltezz_a di un luogu, ύτrέρ peι· lo pίiι con composti da άνά Ρ· 1 col gen. p. es. 1ucι·ociare all'altezza ~s. saltaι·e, πηδάω; saltaι·e in alω, e di Salamina, ύπέρ Σαλαμίνος περι-