Dizionario Moderno

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A.

FANZINI

SUPPLEMENTO

Al

DIZIONARI ITALIANI

PAROLE SCIENTIFICHE, TECNICHE, MEDICHE, FILOSOFICHE, ETC. — NEOLOGISMI E PAROLE STRANIERE ENTRATE NELLUSO LINGUAGGIO DELLA POLITICA, CURIALE, GIORNALISTICO, ETC. — PAROLE DELLO SPORT, DELLA MODA, DEL TEATRO, DELLA CUCINA, ETC. GERGO FAMIGLIARE E DIALETTALE VOCI INTERNAZIONALI MODI LATINI E GRECI CURIOSITÀ DEL LINGUAGGIO — FOLKLORE VOCI OMESSE — NOTE GRAMMATICALI.













Storia,

etimologia e filosofia delle parole.

ULRICO HOEPLI -MILANO

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Dizionario Moderno

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AJ.FREDO FANZINI

DiziDNAKTo Moderno Supplemento ai Dizionari Italiani

PAROLE SCIENTIFICHE, TECNICHE, MEDICHE, FILOSOFICHE, ETC. * NEOLOGISMI E PAROLE STRANIERE, ENTRATE NELL'USO * LINGUAaaiO DELLA POLITICA, CURIALE, GIORNALISTICO, ETC. PAROLE DELLO SPORT, DELLA MODA, DEL TEATRO, DELLA CUCINA, ETC. ^ G-ERGO FAMILIARE E DIALETTALE ^ VOCI INTERNAZIONALI ^ MODI LATINI E GRECI ^ CURIOSITI DEL LINGUAGGIO * FOLKLORE * VOCI OMESSE i^ NOTE GRAMMATICALI Storia, etimologìa e filosofìa delle parole.

'

llLRKX) HOEPLI

EDITORE LIBRAIO DELLA REAL GASA

MILANO 1905

PROPRIETÀ LETTERARIA

Tipografia

Umberto

Allegretti



Milano, Via Orti,

2.

MIO PADRE

EMILIO FANZINI MEDICO

1831-1885.

RAGIONE E NATURA DELL'OPERA CONSIDERANDO

LO STATO PRESENTE DELLA LINGUA ITALIANA

Era costume

e formula delle antiche prefazioni

raccomandarsi

alla

benevolenza del lettore: qui sarebbe cosa necessaria, giacché molte parole saranno cercate

ma non

superflue, e da ciò nascerà

Yero è che gono da guida

trovate,

altre

nelle consuete compilazioni e

appunto perchè

si

segue che anche

(i).

essere

precedenti dizionari valoltre

se

il

giusto

non

trattava di notare ciò che

da questa ragione,

è notato:

i

porgono aiuto (spesso anzi

qui invece tale sussidio non ci poteva parte,

appariranno spiegate male

malanimo contro PAutore

limite!);

piccolissima

in

comunemente non

ed anche da deliberato proposito,

la spiegazione

non

ricalca le parole altrui

;

con-

anzi queste

ed altre cose pensando, benché sia di vita ed animo modestissimi, Autore e

non Compilatore vuol essere chiamato chi sostenne

questo

quale é nato così: leggendo

Il

ecc.,

nifesti,

di tanto era

e

la

lunga fatica

di

libro.

udendo

altri parlare,

libri nostri

maggiore quanto più viva era

modi nuovi,

di cui moltissimi

e giornali, scritte,

mi imbattevo con frequenza la

mia attenzione





la

maquale

in parole

prettamente stranieri o travestiti alFi-

taliana.

Che

i

dizionari italiani dell'uso

non registrino queste voci pretta-

mente straniere è troppo giusto; che omettano nuove,

(')

si

Il

la

più parte delle voci

può o approvare o scusare o rimproverare secondo

i

vari

modi

numero dolio parole che mi sono sfuggite potrebbe sembrare soverchio al nuovo di talo genere di lavori. Cho diro poi di quelle, o che egli può

lettore che ò

suggerire, o che nacquero nel frattempo?

Alfredo Panxini

con cui

si

pensa e

giudica. Certe sono le tre cose seguenti

si

queste voci sono dell'uso (buono o cattivo non è ora seconda, nei dizionari desiderata

è

istruita: giacché se

ad esempio aigrette^

il

il

comunemente mancano

« giovin signore »

il

vocabolo steeple-chase,

medico toracentesi,

cuoco supreme

di pollo,

filosofo

il

l'avvocato preterintenzionalità,

pili

la

stessa

se

agnosticismo^

il

geologo

il

trias,

giornalista

leader,

l'archeologo ter-

etc, la cosa probabilmente

etc.

il

non

proviamo a spostare questi termini. Yero è

ci

che per quanto s'attiene

per la persona

di chi gli spieghi

fisiologo involuzione^ la crestaia

il

fisico radioattività,

il

ramara^ l'economista plus valore sarà

non ha bisogno

geografo Thalweg,

il

prima, che

terza, la loro spiegazione

;

questa spiegazione non è facile anche

e

:

caso di vedere);

il

alla parte filologica e storica delle parole, la

spiegazione potrebbe essere desiderata anche da quelli che sono versati nella disciplina di cui la verità, le

il

vocabolo è proprio

persone tecniche e

parte poco curano e la curiosità e

vocabolo

secondo

di lettere e di

il

perchè, a voler dire tutta

;

gli scienziati



— questa

almeno da noi

piacere di conoscere

il

valore del

grammatica, lasciano a quelli che fanno professione

grammatica.

Dunque da prima

io

poco capivo

mente ricorrendo ad opere

di queste

nuove

parole,

sola-

e

speciali e rare, specie straniere, riuscivo a

scoprirne qualcosa. Quanto alle parole tecniche e scientifiche, spesso la

spiegazione era tale che solo

bene intendere, non

il

peregrine, vaganti nell'uso,

Adunque occorreva a

il

profano.

ma

tecnico e lo scienziato avrebbero potuto Spesso, poi,

non

« il

trattava di voci

nuove

fissate in alcun dizionario speciale.

moderne magquale non ha il tempo

se questa difficoltà dell'intendere parole di cose

me

che negli studi

filologici

avevo alcun

giore grado doveva accadere al gran publico,



si

buon tempo »



come dicono

il

a Milano



sussidio, in

di fare ricerche in

opere rare o strologare su di una parola, e tuttavia può desiderare di sapere.

Un

libro,

dunque, che raccogliesse queste parole e questi modi e

poi ne desse spiegazione,

non potrebbe

riuscire nuovo,

utile,

anzi ne-

cessario ?

Così é nato questo libro.

Dunque, chiederà

il

lettore,

qui, oltre al resto, si

contengono tutte

Prefazione

le

Per amor

voci tecniche e scientifiche?

A

discrezione.

fare

mi

Dio!

di

spoglio e dar ragione di tutti

lo

sola disciplina scientifica,

si

intenda con

si

termini di una

i

forma un dizionario speciale: e queste sono

opere tecniche di cui, chi desidera, può trovarne molte, e alcune ottime,

modo

in particolar

nelle letterature straniere

:

della scienza soltanto quelle che entrarono e

meno

frequente, nel parlare

alle cose

della vita. Criterio

comune

aggirano, con orbita più

o d'onde

scelta molto

di

no, io accolsi fra le parole si

traggono sensi estesi

si

soggettivo, in

e

difficile

ma come

cui Terrore è tanto facile quanto compatibile, convengo;

fare

altrimenti?

Fermato

così

come

parti di questi vocaboli,

Ecco

fosse stato

altere

capricciose,

le

un affluire da aperto un asilo.

pensiero dell'opera, è stato

il

petulanti parole

e

come

eleganze, delle mondanità, posate

tutte le

moda,

della

delle

iridate farfalle sui fiori del gior-

nalismo, prediletto loro veicolo, per giunger dall'estero in questa troppo ospitale

(importazione

d'Italia

terra

sistema

a

non paga dazio); ecco con superbo incedere una role, il

di

formazione dottrinale, che

mondo

ecco, travestita all'italiana, un'altra numerosa

parole straniere, prepotentissime, che

ed hanno dato il

lo

che sono belle e

forti e

abbandona

e

misti

bislenche

;

parole

mano

estetiche

e incedere

goffi

nuova

della

ritmo

retorica

pienza, voci palliate e togate, le

di chi in patria le

deformi costrutti

e

;



curialesche

locuzioni

a

parole nostre;

gentili

e

mummificatori del libero e gentil nostro idioma; col giglio in

di

sono sovraposte insolentemente

che muoiono solo per viltà ecco

schiera

morte o combattenti invano, e dicono

ferite a

bislacche

e

si

ad altrettante belle

sfratto

pianger di queste,

tradisce

a

pa-

folta schiera di

gloriano di rappresentare in tutto

si

ultime conquiste del pensiero e portano luminosi stendardi

le

di vittorie;

ecco

che

cioè

libertà,

di

— e

,

veri

vergini o cortigiane? quali

quali dicendo

eredi

che

in

fram-

micròbi

mezzo ad

in

e

voci,

e

esse,



le

antica

sa-

ogni libro

era

di

dato loro onorevole luogo, tale pretendevano anche in questo; ecco le parole speciali della medicina, dell'ingegneria, della meccanica, dell'elettrotecnica, dell'economia politica, del giornalismo, dello sport, etc. etc.

linguaggi minori nel gran linguaggio, parole. io

Insomma queste

ne ebbi

la casa,

o,

ospiti

piccoli moti nel gran

moto

delle

erano tante e di tante generazioni che

per dir proprio, la testa in confusione e peggio fu

quando mi posi ad interrogare quelle che meno conoscevo: chi siete? d'onde venite? quali documenti recate con voi? siete

figlie legittime o

bastarde? quanti anni avete? con casa e tetto, oppure vagabonde parole

?

Alfredo Fanzini

Ma

ecco dopo tutte costoro, sopraggiungere un'altra innumerabile

schiera di altre parole chiedenti

con

'pili

ricovero ed asilo,

delle altre: erano le parole e

diritto

i

quali dicevano

«

:

Ma

;

erano

le parole

domandavano

lo

modi nuovi, germinati

cresciuti in casa, sul ceppo italico, indizio della

questa mirabile favella nostra

e

forza

e

riproduttrice di

vernacole e dialettali

le

se accogliete tante sorelle voci forastiere, perchè

chiudete la porta a noi? Noi siamo la mirabile forza alimentatrice e conservatrice dell'italianità; siamo

ben ricerca, ben trova



dei puristi di

noi

siamo

i

gli

l'humus

e l'umore profondo: chi in noi

documenti dell'unità della favella; noi umili e forti reagenti contro la barbarie



;

piti

molte

potremmo arditamente uscir del bosco e gir infra la gente

perchè abbiamo antico ed alto diploma rozze e plebee siamo, rozze siamo

non

raffinò.

come

di il

e se molte fra noi

nobiltà,

diamante che

l'arte dell'orafo

Dall'umile vita del popolo, parte la gran forza onde le voci

cittadine e letterarie sono alimentate e

aumentate

»

.

Così dissero, e per

buone ragioni dovetti accogliere molte voci dei vari

queste

dialetti,

specialmente quelle o che più sono tipiche o tendono ad entrare nel par-

non mai (non mi gettino via il libro i puritani della scuola detta manzoniana) così mi persuasi della libera unità dell'italiano

lare dell'uso

e

(1);

come in questo studio della varietà dialettale. Con tanta gente in casa^ cioè con tante parole in testa, io fui sul punto di perdere la medesima e, per mia salute, abbandonare l'impresa, tanto più che mi persuasi che un lavoro di tal genere non sarebbe mai, per sua insita natura, stato condotto a compiuto termine.

nuto nell'aspra via da quel misterioso fascino che esercita

un fenomeno naturale per sentiero, quanto in

questo

d'arte e

(fiore, insetto, parola), si

voglia umile,

fui soste-

la ricerca di

dal piacere dell'addentrarmi

ma non

calcato da

altrui piede:

caso l'erudizione e la ricerca dilettano al pari di un'opera

porgono da sole bastevole premio ed alimento

Mirabile, invero, è la vita che cioè le parole,

uno

Ma

alla volontà.

anima questi minuscoli organismi,

ombre seguaci, segni di idee e di cose: recano in sé paiono nuove e sono antiche, risorgono come Fenice

spirito di vita,

(^)

L'essere

io,

autore, da molto

questa città esercita su

tempo

le altre città italiane,

in Milano, l'egemonia (quale essa sia) che

l'importanza storica e letteraria del dialetto

milanese, spiegano o scusano una certa maggior parte, fatta alle voci di questo dialetto.

Prefazione

xiii

dalla loro morte, nascono per connubio e per

gono

hanno percorso strano

farfalle,

lontane ovvero fiorirono al nostro sole,

ad una varia necessità

sofica legge e

gemme, da bruchi diven-

ma

tutte rispondono ad

hanno un

;

son peregrine

viaggio,

e tortuoso

loro

una

filo-

movimento, quasi

una loro vita, o molte volte secolare od effimera, vita solitaria mondana; si combattono o si sorreggono insieme. E al modo medesimo che un bicchiere d'acqua appare diverso, pure essendo lo stesso, a chi ne usa per dissetarsi e a chi ne fa argomento di studio orbita di moto,

naturale, così altro appare

linguaggio per chi se ne vale, inconscio,

il

per le necessità della vita e per chi lo indaga dottrinalmente

ed uno,

io tutte accolsi

ma come

purista,

Quanto poi venite?

queste parole con benevolenza,

filosofo.

alle risposte a tutte quelle

domande «chi

in altri termini, quanto alle spiegazioni

etc. »,

mi

definizione variano d'ampiezza secondo che la parola e

siete? d'onde

delle parole,

molte disuguaglianze, giacché l'etimologia, la

lettore troverà

mutevole

ogni altro fenomeno del vivere.

al pari di

Per queste ragioni

non come

:

notevole, ovvero scarsamente

o

malamente

trattata

storia,

è parsa

ed incerta, o diedi mologiche.

Il

discutere ragioni filologiche avrebbe

alla necessaria e

L'etidifficile

rimandai ad opere speciali

la piìi probabile o

tolto

determinata mole del lavoro, tanto

piìi

spazio voUi serbare per me, indulgendo al genio e con

troppo

la

nuova

altrove.

mologia l'ho messa dove mi parve necessaria e sicura, dove era

il

eti-

spazio

che un poco di

qualche espres-

sione della mia anima confortando di tratto in tratto la grave fatica.

Di

ciò

mi

si

faccia pur torto, ed io ne

Ancora: molte volte

la storia e la

riuscì impenetrabile,

e....

me

domando venia

anticipata.

ragione della parola o del motto mi

son cavata come meglio ho potato: se

la

alcuno mi vorrà erudire, mi farà favore e già lo ringrazio.

Di due intenti mi il

voglia però tener conto:

si

l'uno di aver fatto

chiaramente, non parafrasando

possibile per ispiegare

dando incertissima definizione,

il

vocabolo

o

come mi non farmi colpa se delle

e questo a costo di sbagliare,

è occorso qualche volta (veda però

il

lettore di

non trova quella spiegazione che deve invece cercare nei comuni: non dimentichi che questo è un supplemento)', l'altra

parole note dizionari

è la seguente: di solito

direbbe che

i

dimentichino

scienza, anche verso

il

nostri scienziati e tecnici

come

patrio

esista

idioma;

un dovere, alla

lor

nei oltre

volta

grammatici hanno davanti agli occhi troppi esempi

i

loro

scritti

che verso letterati

letterari,

ed

si

la i

troppa fa-

vella fiorentina e toscana, troppa filologia morta: per molti di essi en-

.

Alfredo

trare nella letteratura

non vuol dire entrare più nobilmente ed utilmente un museo tutto è antiquaria, e chi non è

nella vita,

ma

entrare in

antiquario

non

è pregiato.

Roma:

Pamini

:

Di

ciò

si

doleva

il

Leopardi quando, gio-

un paradosso o medesimo fenomeno dovuto a persistenti tenebre d'anima. Comunque sia, ho cercato di togliere in questo lavoro tale dissidio così del pari ho evitato il troppo e il vano dell'erudizione, presentando non la troppo onorata selva selvaggia delle ricerche, ma il frutto della ricerca. Da ciò non mi verrà lode da parte di molti, ma vane,

recò a

si

ripetere oggi la stessa cosa sembrerà

una malignità, eppure

è

il

;

spero di aver fatto cosa utile a chi legge.

Ora conviene rispondere ad alcune osservazioni che mi potranno essere fatte. «

Tutte queste parole, e specialmente intendiamo dire quelle pret-

tamente straniere hanno implicita sanzione, avendole voi registrate Questa è domanda legga

pagine che seguono, nelle quali

le

della lingua italiajia^ e troverà, se

una

risposta conforme a quelle

Chi vuol saperne

risposta.

di difficile

non

? » piii,

Dello stato presente

tratta

si

la

di

risposta,

alcuni

per

criteri

due leggi supreme che sono la necessità

e l'evidenza.

Per conto mio personale, tranne che a quelle parole che merei universali o internazionali, soggetto,

ma

libero,

e per ciò è

il

mio pensiero ama

veramente

è troppo soggettivo per avere valore. Io



come

incontrano,

si

già ho detto dinanzi



chia-

io

non essere

libero; e nell'idioma dei padri

trova pieno moto di espressione e se ne compiace.

fatto

di

Ma

questo

criterio

mi sono specialmente curato

del

che queste parole straniere

leggono con maggiore o minor frequenza,

e

perciò

si

qui

sono notate quasi a memoria di ciò che oggi è l'italiano dell'uso.

La

risposta è diffìcile

anche per quelle parole che, pur

di prove-

meno bene assimilate, tanto che l'universale non ne riconosce quasi più l'impura origine; che si sono

nienza straniera^ sono più o del

publico

sovraposte a belle e buone voci nostrane, corrotta italianità

La ed

il

e

dai

vanno passando nei dizionari

stessa Crusca,

il

lessici

speciali

gran dizionario che dovrebbe essere

regolatore della lingua, nella sua

della

dell'uso.

nuova ristampa,

il

codice

che è giunta

.

xv

Prefaxione

molte di queste parole di

alla lettera iV, colto,

anche senza esempi

torità dell'uso,

appunto

di provenienza,

hanno forza

Ma

anche

ma

di autore,

;

e valore le radici che le parole

i

signori

compilatori della

quante

parole

quante accolte, che forse

che

si

La

?

Ma

la gravità della

può dire?

non

o

chi

sentirebbe

si

difficoltà è nella

compilatori agio di confessare le

dibattono, giacché al si

hanno messe.

potevano accogliere!

si

dovevano omettere!

si

e tutt'al pili si potrebbe dolerci ai

si

si dice

?,

non

difficoltà

demagogie

fenomeno minimo

autoritarie, che

anche nelle parole per quanto breve

riprovano,

é

e secondo

l'uso sancisce,

valida, o consunta,

i

della

civiltà

grammaticali pesa con

ho creduto bene

io ;

si

oppone

quel moto fatale verso le

di

carattere

il

e nelle dispute

Per queste parole

cui

in

dire?, questione che

che trasporta la causa del vocabolo all'istanza

si dice ?

del giudizio popolare:

sé,

grande opera uf-

tristi

può

cosa in

facilmente sarebbe risolvibile con autorità dei buoni scrittori, il

L'au-

quante contradizioni

Crusca in

omesse che forse

rimprovero a quei dotti signori

ficiale tolga

ha ac-

giacché più delle ragioni di analogia, di logica,

sono caduti,

di far

corrotta italianità »

«

su l'autorità dell'uso.

meno;

la

come moneta fuori di

la

poco così

parola italiana corso,

che

e

sua bilancia.

alcuna distinzione o

di fare

casi è detto press'a

pili o

odierna,

:

i

critica,

puristi

è questa,

o

ovvero indegnamente

usurpata dall'altra voce forastiera, che con essa forma doppione (questo è

il

caso più frequente)

;

la tale

metafora o estensione di vocabolo

è

più

meno eoìiforme alla natura della lingua italiana, etc. : ma tutto ciò, dico, con somma parsimonia, anzi molte volte restringendomi a porre accanto alla parola italiana la parola francese o inglese

parve generata:

criterio del lettore

al

il

da cui

mi

la nostra è o

giudicare.

Altra obbiezione: «

Ma

voi avete reso

un pessimo

servizio alla lingua nazionale, regi-

strando tutte queste barbare voci, non escluse le effimere e stravaganti

Kispondo il

:

A

come

il

il

numero

delle

voci

Petrarca esclamava:

mi venne

la voglia di

le registra.

Certo, io

straniere fosse tanto grande, e

che fan qui tante pellegrine spade?

COSÌ

»

vero dire io crederei cosa più utile e giusta rivolgere

rimprovero a chi usa queste parole, non a chi

non credevo che

!

esclamare:

che fan qui tante pellegrine

voci"?

Alfredo Fanzini

Ma

«

dovevate usare spietatamente

nei loro libri

poi,

Ma

io

chi

mi diede

sdegnarmi per verte non

uomo

sono

si

ciò

non vi sono

Un

male che non

che

al sudicio

av-

si

una

sudicium.e è

il

una

lavarsi invece è

il

e

debba addolorarmi o

io

sofferenza; e in-

in Italia le Autorità tutorie del bello italo idioma, le

hanno

quali per ciò

che

che la nazione non cura?

può chiamar male. Dite

puristi

i

i}).

gabelliere io delle parole;

tale ufficio? ed è giusto

sofferenza e vi risponderà che fine

non sono

privato,

come fanno

la frusta

rimproverandomi

dirà alcuno

»

ufficio,

onori e stipendio?

P ironia andò

talvolta nel corso dell'opera

Mi duole

piii in

anzi molto perchè

là dell'intenzione,

ma

per mia giustificazione devo dire che ciò mi avvenne in quei casi speciali in cui la

ma

sofica,

E

voce straniera non cadeva sotto nessuna tenue scusa

anche in questi

mancanza

di meglio,

ho avuto alcuna materia

casi

può essere conforto a

chi,

di conforto;

la più

:

gran parte

e,

in

con sincero animo, mi

rivolge queste obbiezioni, cioè ai sinceri amatori della

ecco

filo-

era manifesta prova di dedizione vile o di contradizione palese.

di queste parole, levandosi la

nostra;

favella

maschera francese

od inglese etc, apparivano generate da quella gran nostra lingua latina la

quale mi pare bestemmia chiamare

quando

morta,

tanta forza e tanta vita che non pur le lingue

vivono,

ma

le stesse

pensiero della

madre

rabile

E

della logica, delle scienze, a

domandano

così dire, di voci straniere, chi

le

latino

i

segni ed

i

lei,

nn fenomeno

molte vite»

nuovo

a questa

ammi-

suoni.

può assicurare che non rappresenti una

di evoluzione

di cui ciò

complessa

di

questa

che appare nel linguaggio è

itala

«

denza ?

{^)

E

a

piii

dell'

infima

fu di

non sembrare ne meno

e corrotta italianità del

e cattivi del Rigutini, spesso citati; e

supplire quelli, e benché anche qui

tenza grammaticale su detto, parte

da

gli errori

altri principi

loro posto nella letteratura

opere che

degli

altri

con l'unità e l'indipen-

diretto contatto

fosse alcunché di vero nell'opinione che l'Italia, fatta Italia^

Mia preoccupazione

Lessico

buoni

venimmo

gente

fatto parziale?

Chi può non tener conto del premere delle altre civiltà e popoli con cui

il

essa

di il

infine questa invasione, questo permeare, questa endosmosi, per

necessità,

da

tipo

lingue di tipo germanico, per esprimere

filosofia,

antica,

di

essa rimane

in

muovano

:

il

di fare un'altra

Fanfani ed Arlia, come

benché

il

mio

i

opera come Neologismi

libro possa nell'uso pratico

lettore possa trovare qualche chiosa o avver-

più comuni, questa è opera distinta, la quale, come ho

quelli sono lavori degni di persone degne,

né possono né debbono essere

dagli stessi criteri da cui mossero

i

sostituiti se

detti autori.

i

quali

hanno

non da

altre

.

xvii

PrefaX'ìone

Ma

perdette italianità, che farci?

meglio

di ciò

ragiona nelle pagine

si

che seguono.

Più grave infine sarebbe

rimprovero di chi mi osservasse che io

il

raccattai queste parole nei giornali o nelP immondezzaio dei particolari

linguaggi. Certo se avessi cercato nelle ponderate prose accademiche o negli scrittori nostri

fioriti,

o nelle lodate rime dei molti e nuovi poeti^

Ma

avrei raccolto altra materia di parole.

non potevo non tener conto

viva,

per un libro di filologia

io

di questa

forma viva

che è rappresentata dal Giornale, dalla Rivista^

un osservatore

il

quale giudicasse

il

nevale e non desse importanza

Esposte così

le

ragioni e

che per una preghiera, ed

Può si

dica:

che

modo

al

si

letteratura

direbbe di

un popolo osservando

di

di vestire

festivi o nel car-

quotidiano?

qui non rimane posto

criteri dell'opera,

è la seguente.

darsi che a taluno « Yoi,

i

costume

che sfoggia nei dì

di preferenza le stoffe e gli orpelli

di

Che

etc.

otteneste

non giunga nuovo

il

mio nome, onde mi

alcuna lode pel lepore e

la sincerità di

alcune novelle e simiglianti scritture, vi siete dato al grave mestiere e

non vostro delPerudito

? »

Ecco, io credo che anche l'erudizione, quando parta da vero amore del

sapere,

contenga in sé stupendi elementi di arte e che la rigida

partizione, che in Italia è soverchia fra artisti ed eruditi, se fosse ponibile, sarebbe gran bene: del resto se a

me

requieta cornacchia che fu respinta tanto dal

come

dal formoso genere dei pavoni^

non l'ho

com-

accadrà la sorte dell'ir-

gregge delle cornacchie

non mi dorrò

nella coscienza perchè

fatto a posta.

II.

Ora rimane da

grave tema: ragionare cioè dello stato

afi'rontare piia

presente della lingua italiana, perchè fu per l'appunto considerando questo stato che

nacque

il

L'argomento è

libro odierno. di tale

natura che, a volerne dire compiutamente,

sarebbe necessaria non una prefazione, possibile e sono

tracciando

mal grado mio

a larghe

linee

piuttosto

A. Fanzini, Supplemento ai Dixionan

ma un

costrelto ad

italiani.

Ciò non è qui cosa

libro.

usare

la

che descrivendo

forma il

sintetica,

tutto in

modo b

Alfredo Fan^^ini

XVIII

finito

con compiuta

e

E

analisi.

perchè questo argomento non poteva

per sua natura non rivestire forma polemica, e perchè su di esso chie-

devo

non mi nascosi l'obbiezione che

giudizio di persone dotte,

il

che pensano diversamente dal mio pensare, potranno

quelli

cioè questa:

affermate senza documentare, voi mascherate con lo sforzo dell'e-

« A^oi

mancanza

spressione (ironia, comparazioni) la

di

un fondamento scien-

quale può essere dato dalla minuta analisi». Questa obbiezione

tifico,

che

fare,

primo,

io,

feci

a

me

ha risposta nel

stesso,

che

fatto

l'analisi è con-

tenuta nel Dizionario stesso! Inoltre la necessità di una diagnosi, cioè di

esaminare se questa odierna enorme produzione

rappresenti

normale

il

fiorire

dell'albero delle

di parola e di

parole, o

non



la

non

si

rappresenti una speciale forma di evoluzione della lingua italiana

quale evoluzione se

si

fosse studiata

un cinquant'anni

sarebbe trovata di così grande estensione e con necessità di

una

tale diagnosi

mi

si

addietro,

tali caratteri

modi

piuttosto



questa

impose, e perciò senza timore scrissi

e sottopongo al giudizio del lettore benevolo le cose seguenti.

popolo italiano, dalla quiete

Il

ormai

di

una servitù

ultimi anni, per forza di eventi e di e potente della vita



che per

dando fondo



non più dolorosa

è trovato in questi

balzato nel moto multiforme

si

giudichi e quale sia l'avvenire d'Italia, sarà

futuro oggetto di meraviglia e di ammirazione

lo storico

popolo

fati,

si

moderna.

In qualunque modo per

e dall'abitudine,

politica, tre volte secolare,



lunga

età, a

come questo

guisa di nobile decaduto, era campato

capitale e spiritualmente nutrendosi di imbelli

al

canzoni

abbia saputo diventare produttore di nuova ricchezza e camminare, (i),

ben spedito e geniale, su la strada maestra di quel moto evolutivo che è noto col nome di progresso. Presso la torre treegli disusato

centista l'antico

rono

sorse il camino dell'alta officina; l'aratro a vapore sostituì vomere a foggia di chiodo i templi, le badie, i castelli stupinuovo moto delle aumentate genti. perchè la parola segue la vita, come l'ombra la materia, era ;

al

Ma

naturale che in questo trapasso

(^)

mancò

il

Del resto popolo,

l'italianità

il

popolo italiano

:

i

viva e gloriosa non ebbe soluzione dì continuità. Se

non mancarono individui.

universali ed italici

dovesse rinnovare

inutile dire esempi.

Essi, nella divina sapienza, seppero essere

PrefarÀone

suoi vocaboli; plasmarne di nuovi; adattarne di antichi;

come

e

tolse

molte forme della sua nuova vita dalle nazioni che in questo moto lo precedettero e con le quali venne in diretto contatto, così

— vera legge

minimo

piìi

sforzo



ne togliesse anche

questo

le parole:

da quella nobile Francia da cui da

assai

tempo ebbe

e

del

specialmente

molta

prese

parte del lievito fermentatore della sua resurrezione; a cui somiglianza

improntò

comune

i

suoi istituti politici, amministrativi, militari, etc; mentre la

linguaggio rendeva facile

origine latina del

naturale

e

l'en-

dosmosi^ per così dire, e l'adattamento del vocabolo. Anzi, come nel trasformare di un'antica officina manuale in altra

meccanica,

officina

avviene,

quell'acre

in

mutamento,

del

solerzia

di

rovinare e gettar via senza troppo discernere ciò che potrebbe ancora essere buono e in

avvenire forse

mento

vennero messe in riposo molte voci belle ed

pur

delle parole

di far posto alle

rimpianto,

in

così

questo rinnovaefficaci

nuove.

Dette queste cose,

presenta naturale la deduzione

si

seguente: se

questo evolversi di vita nuova è stata cosa ottima, del che ninno dubita,

cosa buona del pari deve ritenersi questa rapidissima

conseguenza necessaria.

del linguaggio, che ne è

può aggiungere: adunque ogni restrizione

lario si

parole,

è mera pedanteria

di coloro

della tradizione, vorrebbero mettere pari in insipienza ad infantili grazie del

una madre

la

suo pargoletto,

quali

i

un freno

E

allora

al

evoluzione

come uso

libero

coroldelle

per amore all'immobilità al

progresso ed al sapere

:

quale per male inteso amore delle

gli

impedisse, con pressioni e fasce,

di crescere.

Questa opinione, cioè dir galleggiante nell'uso,

esso

sia,

opinione

di accogliere

modo

stesso che

difesa da

non pochi

nel

il

vocabolo prevalente,

si

ama

e

spende

dell'esiguo

la

numero

riflettono sui vocaboli e su le locuzioni di cui

moneta

e

vita,

ma

in

di coloro

fanno uso.

grandissimo numero degli Italiani a cui è necessaria

merci della

vorrei

senza troppo, anzi senza affatto discernere quale

la

corso, è

che talora

Ed anche

il

parola pei com-

che non hanno mai pensato esistere una

filosofia

una scienza del linguaggio, non farebbero diverso ragionamento nel

caso che su questa materia credessero di dover perder tempo a ragionare. Questa,

coloro che

E

insomma,

è,

non distinguono

o meglio sarebbe, l'opinione più distinta fra in fatto di parole.

può aggiungere da chi volesse meglio sostenere tale opinione: una grande letteratura non è mai stata legata allo questioncelle di lingua: si

informi la letteratura ellenica fra le antiche, liberissima e pure insupe-

Alfredo Panzini

rato modello di eleganza e di forza; la letteratura anglo-americana fra le

moderne,

così ardita nel crear voci

e

nell'evolversi. Il

disputare di

voci pure ed impure, nostrane e barbare, è antico ozio accademico degli

E

italiani.

fra

i

— volendo

far sfoggio di citazioni autorevoli



Giulio Cesare,

che pur tanto disputarono di voci pure ed impure, non

latini

avverte di fuggire siccome scoglio ogni parola fuor del comune

Leopardi

che furono eredi dei

fra gli italiani

a disputare di lingua, a proposito del

« si

latini di

può

non

o

(^),

ci

ed

il

questa passione si

può usare un

dato vocabolo», non dice con quell'umore che gli era proprio: Se gli

non l'hanno

antichi

non

si

possa dire

Yero

è

il

detto ìioìi

hanno però

lasciato

per testamento che

[?] (^).

principio fondamentale ora enunciato e dedotto dalla realtà

e dalla necessità, vere,

almeno

in astratto, sono

queste deduzioni;

ma

vero è pure che non è sempre bastevole un sicuro principio per ispiegare tutti gli aspetti di

una questione. Piace un'unica legge, perchè

ad intendere; piace sotto parole ben

si

può

di essa raccogliere tutti

fare questo

:

la necessità del distinguere frequente

gli antichi logici;

mi

e

tutta è in se e per sé,

dell'idea preconcetta.



ciò soltanto;

astronomica di un fiume e sul

male

il

conceda, onde la necessità

si

del raddolcire la mente, giacché nel risolvere

non sempre ne

facile

fenomeni, e conio

nella realtà e nella verità molti fenomeni

sfuggono a questa costrizione, onde

come ammonivano

i

una questione

ma molta ma come

reale suo corso

;

la

difficoltà

parte è nella passione

diversa é la direzione

come diversa

è la teoria

un principio assoluto ed unico buona per schiudere tutto il contenuto dei fatti; vale quando altri come forse nel caso presente

e l'applicazione sul malato, così

non sempre

è chiave

e ciò tanto piti





principi urtano in conflitto col principio fondamentale a

minori contro altri principi

modo

di correnti

grande corrente, e bisogna pure tener conto se pur

si

ama

di

andare

alla ricerca del

di

questi

vero e non sol-

tanto di fare eleganti e lodate dimostrazioni.

(*)

Habe semper in memoria atque in

pectore ut

tanquam seopolum

inaudituìii atque insolens verhum. (Ex libris de Analogia).

Q

Epistolario^

Volume

I,

pag. 393.

sic fugias

xxi

Prefazione

Quali siano

con

flitto

il

distinzioni, quali gli altri principi

le

che urtano in con-

principio fondamentale e magnifico, è argomento di ciò che

segue.

Intanto ecco un ben curioso contrasto si

trova in periodo felice di evoluzione

per alcuni la lingua italiana

:

e

rinnovamento,

di

per

siamo a mal punto, e l'organismo risultante da tante voci e modi arbitrari, barbarici, etc,

buono

non

altri

strani,

un prodotto

è (usiamo un'espressione mite)

di selezione e di evoluzione.

Qui alcuno può dire che non ha più autorità

sciamo

il

megho

negare, fare

Anzi

», e

pochi puristi, gente

di

qualche malevolo può aggiungere:

mezzuccio

vecchio

vostro giuoco! il

Questa è l'opinione

«

:

«Cono-

concedere per

di retorica,

liberale affinchè le catene sappian di odor di rosa».

tutto io dico di essere in

buona

fede:

opinione di pochi puristi, ed è pur vero che

sì,

è

puristi

i

questa è

vero:

non hanno

piìi

grande autorità. Però posso assicurare che vi è un certo numero

di

persone, non grammatici, non puristi, non pedanti, che la pensano in

questo

modo

si

«E

pessimista.

voi siete fra costoro! ». Io? Io noto

come opinione personale credo una

trasto, tutt'al pili

con-

scriva poco bene l'italiano, e forse, male. Qui è lecito supporre questa

«Come?

obbiezione da parte di molti:

ad

il

cosa, che in Italia

esempio,

ci

prosa degli esteti

Anche

la

stamente e dal

più bella

fu ? »

.

Non

dico di no

Si scrive di

fiorita

voci

e

male?

Ma

quando mai, che nella

imagini

di

è questione di gusti e di

;

tempo.

prosa di Daniello Bartoli apparve ed è magnifica, eppure giusi

reagì contro quella scuola e quell'arte di scrivere dal Leopardi

Manzoni

in

nome

di quella schiettezza e sanità che, se

pregio nella vita, non sono

che non fosse bagno

meno

di melassa,

nelle lettere;

ma arma nuda

taglia delle idee. Molta di questa prosa piace, e specialmente quella a l'arte floreale in architettura

chiamata

in e

nome

di

vibrante

estetica,

nella

la prediletta dei

bat-

che tanto oggi

buon mercato, va diventando



sono un

una prosa



come

bottegai arricchiti.

E

nuova retorica i gonfiori della scrofola: afferratela e stringerete adipe: nuova retorica, giacché noi «come quei e' ha mala luce», vediamo i vizi della retorica lontana, cioè del passato, quella che è vicina a noi, non vediamo. « Ma, di grazia, come fate a giudicare se una prosa è bella o brutta? pesate col bilanprosa che nasconde sotto

cino le parole e le frasi

il

belletto della

come fanno

i

puristi?»

mi

si

può domandare.

.

Alfredo Pancini

me

una scrittura di prosa io mi una persona, non letterata, ma di buon senso quando capisco proprio bene e quando mi godo a leggere e piii a rileggere; quando tocco, sento, respiro nella pagina, allora dico che è Dio

ne

ecco, nel giudicare

liberi:

sforzo di mettermi nello stato di :

bella prosa, sia fatterello per bimbi,

ma

alta trattazione;

sia

ciò nelle

prose nostre moderne mi accade di rado, ed ho sentito che anche ad

accade

Qui devo supporre che alcun

E

e scintilla».

che

mi osservi

altro

«

:

Ma

vi sono in

spuma

fuor degli esteti, molti scrittori pieni di brio, la cui prosa

Italia,

nega? Se non che, osservando bene, m'accorgo

chi lo

spuma

di solito si tratta di

tal

caso, potendo,

ad

altri di

vado

ammirare

la

libri

stranieri

:

i

e scintillio di derivazione francese

sorgente

alla

infatti,

librai

raffronto con lo

in

:

lasciando

francesi

libri

italiani.

fa proprio così, cioè legge di

Il

pre-

possono informare su tale proposito, e una

importazione dei

statistica su la

e leggo

ben nota virtù assimilatrice degli

publico aristocratico,

nostro

ferenza

altri

stesso.

lo

dei giornali

e

libri

Francia e un

di

scarso smercio dei troppi libri italiani potrebbe riuscire

istruttivo. «

dirà

Ma

questo è affare di

lettore

il

stile,

non

di

funzione reciproca; non

so,

come

il

cuore e

della parola e della frase straniera porta

anche

parole, 0,

piii

il

(stile)

frequente, a darci

un pensiero conforme

al

ma

distinti,

polmone.

Il

forte

con uso

pensiero ad amalgamare

il

secondo una struttura

italiane,

quel che è peggio e

contrario

hngua, due cose ben distinte»,

che sa di retorica. Yero, due organismi

che non è

un prodotto

le

la nostra,

bastardo: per

sentimento italiano reagisce su

la pa-

rola e su la frase, le domina, le seleziona, cioè o le espelle, o le fonde in

modo armonico

:

ma

ciò

avviene spontaneamente, per impeto e forza

di calore naturale; in tal caso le parole straniere, la veste o desinenza italiana, non sono

Tutto

il

«

nodo della questione

Secondo

Sì,

a

anche crude senza

mio riguardo



paurose.

in fondo è qui.

dunque, di buoni

scrittori ce

ne sono pochi

»

pochi che congiungano quella vivacità e lucidezza che fanno la

prosa dilettosa

anche

voi,



(e

ciò è tanto necessario

alla francese

dell'italianità: fra

i

ma

si

che se uno scrittore mi scrive

faccia gustare, gli dico bravo

letterati eruditi

non mancano alcuni

che scrivono mirabilmente, e sono semplici, di questi letterati eruditi trascura

lucidi, facili.

con

!)

di

il

sapore

fama assodata

Ma

la

più parte

troppo l'arte dello scrivere, e ciò per

molte cause, non ultima questa che

io

credo erronea

scientifica indipendente dalla genialità della forma.

:

essere la gravità

Prefaxione

Fra

difesa

in

battenti

nomi né

faccio

amene lettere non mancano prosatori di forte non mancano forze nuove di buoni e animosi com-

scrittori di

gli

originalità italiana, e

una prosa

di

esempi perchè sembrerebbe che

cito

Non

quale sia sopratutto italiana.

la

volessi lodai'e

io

opere ed autori poco noti od ignoti.

Ma

pur troppo^ accanto a questi buoni e coscienti

numero

il

degli

improvvisatori, degli spensierati, dei dilettanti di letteratura è presso di

un

noi soverchiante. Il publico pone, oimè, tutti in tutti i

anche

re,

i

publico ha troppi ciceroni

il

quali gli impediscono di conoscere

manca, per complesse ragioni,

Una si

vero; e infine

il

il

nostro publico

elementi di giudizio proprio.

di

cosa è certa, e questa è detta

improvvisa: scrivere è arte

come

fascio e poi,

e cortigiani ai fianchi,

ai

facili dilettanti

domanda genio

e

:

non

in arte

e pazienza, cioè pre-

parazione.

vedono

Tutti

ed

gli oggetti

ma

colori,

i

solo

pittore sa

il

come

devono disporre questi oggetti per esprimere l'anima del colore cose. Queste leggi

ammiriamo

ben curano

dell'arte

la facilità e la

dere con la virtuosità, con

con

simi,

gli

artifici

di

di

cui noi

ha nulla a ve-

lambiccature, con la biacca, con gli spa-

prosa

certa

che

edifici di tela dipinta

le

prosatori francesi

i

Quest'arte non

semplicità.

si

delle

e

può anche improvvisare in alcuni

moda: coreografia di parole, mi correggo: si

alla

mascherano

vuoto. Cioè,

il

rari e speciahssimi

casi;

ma

allora

una segreta e potente preparazione dell'anima.

esiste

Yero è che questo argomento posso nascondere



lo

scotta e poi è troppo soggettivo, ne

confesso con aperta sincerità



di

non portarci

alcuna passione. Giudichi dunque ognuno a suo piacimento.

Ma

oltre a questa prosa artistica e dotta v'è la prosa dell'uso

tidiano, la lettera, bollettino,

il

il

resoconto, l'opuscolo,

programma,

l'istanza,

il

il

manuale,

progetto,

e di

una

(')

non richiedono

legge, quale essa

Ho

fatto un'osservazione

arte, si usi

sia

si

(i),

Che un linguaggio

discorso,

un manifesto, uno

luche puristi, spulciano le i;ilo?

Può

quando

stare a capo di un'amministrazione chi

manifesti?» e simili

frasi.

in queste scritfuori del decoro

si

:

nella nostra vita politico-

vuole combattere a fondo un

un avversario, nostri sono capaci di diventare «Oh, dove ha messo la grammatica il signor

scritto di

parole:

il

commer-

credo che tutti quelli che hanno

che mi paro importante

giornalista, così ricca di piccolo inimicizie,

manifesto,

la nota, la scritta

ciale della curia, degli uffici dei ministeri, etc, etc. ture, le quali

il

quo-

i

spedisco

tali

dispacci? chi fa

tuli

.

Alfredo

sano giudizio convengano.

Pamini

ad esempio, ho inteso dei tecnici, gente

Io,

solitamente aliena da ogni pensiero

dolersi

letterario,

perchè in certe

scritture italiane di carattere tecnico nelle quali la precisione e la chia-

rezza sono necessarissime^

non accade dare giudizio di condanna

luto dire

così

:

capisce a stento che cosa in esse

si

piii

si

Non

e vo-

si

può

spicciolo, capisco,

non

in scritture consimili, straniere.

semplice e terribile di questo.

Tale miserevole stato dell'italiano

dell'uso

tocca molto chi specula in alto, o chi occupa le grandi gerarchie lette-

accademiche.

rarie, ufficiali

Qui provero:

sento ancora, e più forte, sibilare

io

«È

all'orecchio

questo rim-

inutile che voi vi camuffiate: in voi si scorge la chierica:

vói siete un pedante e un purista

»

Bene, vediamo! e scagionandomi

di

questa imputazione di purista,

anzi notando alcuni errori di giudizio dei puristi,

mi

conceda l'op-

si

portunità di meglio entrare nel vivo dell'argomento. confine tra

Il

purista appassionato ed

il

formano esìgua schiera,

certo

una

battaglia, lo confesso,

rare

il

male che con

mi induce

la loro

pedante non è

facile

:

a benevolenza anche nel conside-

intransigenza possono aver

intende dei puristi e pedanti sinceri, lettere

il

e questo essere essi in pochi a sostener

perchè

i

cagionato.

Si

mercenari delle umane

che a simiglianza del giudice iniquo osservano

le leggi in pre-

non entrano nel mio conto. Per i puristi questa nuova italianità è una perdita di italianità: gli stessi vocaboli forastieri, ma necessari perchè dovuti al fatale preponderare di un pentorio e fuori le

dilaniano,

siero più evoluto del nostro, senza dei quali

aperta tera,

come

nel giuoco del jyerchè in cui

si

dovremmo rimanere

a bocca

deve sfuggire una data

let-

sono tacitamente condannati.

Che di voci,

dire poi dell'avversione per tutta quella meravigliosa fioritura

espressione del nuovo pensiero e della nuova scienza, comuni

a tutte le nazioni dotte, vero piccolo vocabolario universale?

tendole distruggere, scienze: fanciulli che ripa magniiico nel

E

poi



greco-latina,

vorrebbero ristrette

le



come non

Non

rigido linguaggio

illudono di potere arginare

si

comune

ripeto

al

un fiume che

po-

delle stra-

parlare!

per noi italiani

sentire

un fremito

che deriviamo di

orgoglio

dalla

coltura

vedendo che

i

I

Prefazione

superbi popoli angli e germanici, creando

due lingue che

costretti a ricorrere alle

latina e greca, in cui sembra, tificato nei secoli

anima

culta

Ancora:

prendono

ha

(')

come entro miniera profonda,

grandissima parte delle parole e modi che

la

sono

sola voce a vari

provenienza francese:

di

si

ma

estende meno,

«

puristi ri-

i



cosa nota

può adattare una

con

ipertrofica »

cambio ha

in



francese

agevolezza e

ricca e

più.

il

sorprendente, cioè

passa con

sensi;

senso proprio alla metafora liano invece

essersi stra-

della parola!

sua parola di un'elasticità

la

non oso chiamare morte,

dell'umano pensiero? Meravigliosa potenza, oc-

fiore

il

voci dottrinali, sono

queste io

predilezione

dal

vocabolo

ita-

il

:

gradazione o scala

la

dei sinonimi; l'enfasi metaforica non gli è naturale:

il

francese ha, in

pronta azione un numero stupendo di modi di dire, veri pezzi

istato di

di costruzione, precisi, incisivi, ben selezionati, pronti per esser

messi

in opera, parlando o scrivendo.

«E

l'italiano

non ne ha?

linguaggio: una lingua

durre nuovi modi in

si

Ma

».

lingua viva: essi costituiscono

gli

quando questa funzione

dice morta

la locuzione o

cessa:

lei

ne ha un numero enorme come ogni

elementi fecondatori e animatori del

modo

di dire è

di pro-

un ag-

gregato fisso di poche parole, talvolta senza senso se prese alla lettera, o di senso bislacco,

tamente intesa da

ma

che esprimono l'idea in modo preciso, subi-

Sono come pezzi

tutti.

tucce in deposito pronte per

Ma

la

differenza

che moltissimi modi lettali

;

scoppio

lo

l'italiano

fra

e

di dire italiani o

di pensiero

(^). il

francese

in

:

per

il

ricercatore

questo,

rudi, caustici, saette

e dialetto poi si riscontrano somiglianze

fra dialetto

mano un godimento

consiste

sono troppo letterari o sono dia-

ogni dialetto ne ha un patrimonio stupendo

da getto:

già formato, car-

(•^)

e

che

for-

persuadono della enorme

(') Vedi Fanfani od Arlia, Lessico dell'infima e corrotta italianità; Riqutini, Neologismi buoni e cattivi^ opero da mo specialmonte citate nel corso dell'opera. (-)

I sostenitori della

lingua artificiale (Volapiik, Esperanto, etc.) come intendono

supplire a questi microrganismi vitali? Io posso creare

un vocabolo

ma

funziono necessaria, e in cui

il

modo

è tutto (*)

il

di dire di cui

non appare a prima vista

nervo del discorso, chi

Quanto gemme del

lo

la

di convenzione,

forma?

diro che passano per toscane ed

accesso nel parlar letterario e della scuola, sono comuni agli

hanno per

altri dialetti

!

E

ciò onorato

ohe dire

di

quelle che non sono toscane, e pur sono tanto bolle od efficaci che por la loro bollozza e forza sono entrato nel parlar

comune,

se

non letterario? Io ne ho raccolto parecchio

Alfredo Pancini

favella italiana,

vitalità della

una ricchezza che non esce

Oimè! è

genialmente una e varia.

così

dalla regione e dal parlar dialettale, e molti

come ad andar fuori di casa senza cravatta. JSTe consegue che il modo francese come più urbano, pili mondano, più diffuso, è spesso usato a danno del modo nostro che lo potrebbe sostituire. E ciò che accade pel modo di dire^ a maggior scrittori

avrebbero riguardo ad usarli

ragione accade per la parola: adoperare la voce unica alla francese è più

ricercare la voce precisa fra le sfumature dei sinonimi è più

facile,

questa, anzi, del trovare

difficile;

una

dei sinonimi, forma

il

giusto colore nella gran tavolozza

delle difficoltà dell'italiano: lingua per altre ra-

gioni, facile.

Qual meraviglia se cioè se noi

in

ciò

si

manifesta la legge del minimo sforzo,

usiamo estensioni, metafore, locuzioni

alla francese?

In quanta misura poi concorra una certa nostra indolenza e la preponderanza di un pensiero più maturo od evoluto nella modernità che non sia il nostro, non è qui il caso di dire. Oltre a ciò vi sono voci e locuzioni alla francese così fuse e

connaturate oramai, in cui

il

pensiero cade così

come dente in dentiera, che converrebbe, per evitarli, avere sempre un purista ai lati o fare un tale studio di scelta, incompatibile con la comune coltura e col tempo di cui uno può disporre. spontaneo come ruota entro rotaia,

ebbero torto di non tenere nel dovuto conto queste cose

I puristi

di fatto e questa

legge di necessità, e di nutrire troppa fede nella pre-

dicazione della buona italianità e nell'opera della scuola.

Quasi quasi avrei più fede in una specie che moltissime belle

parole

italiane

di

«

lotta per la vita »

combattono per non

essere

sof-

focate Q).

Yi sono parole danno

italiane così belle, alate, luminose, che qualche volta

delle feroci stoccate alle loro consorelle

in questo

mio dizionario

o

me

franco o anglo-italiane:

ne compiaccio come di cosa da

altri negletta,

da

me

in-

vece amorosamente curata. Ammirevole pure e degnissima di studio sarebbe la comparazione fra naturale

!

i

modi

Anche

di dire delle varie lingue.

ciò è

buon argomento

Quante somiglianze

!

Quanta

di considerazione per chi sostiene

le

filosofia

lingue

artificiali. (')

La

scuola estetica, intendi specialmente

il

D'Annunzio,

merito e azione reale richiamando in onore nobilissime

maggior decoro

l'arte dello scrivere dalla

eratici dello stile^

come

il

in questo

ebbe alcun

parole nostre ed elevando a

paludosa bassezza e monotonia dei

Carducci chiama con frase troppo scultoria

(da non confondere col Manzoni, la cui prosa è

un miracolo

i

de7)io-

manzoniani

d'arte e di forza).

Prefaxione

voglio dire che se

come

se

ma

vuole,

si

d'amore,

po'

immediate

piìi

Queste nobili parole

italica.

un

scrive con

si

tanee su la penna,

ci

ricorrono spon-

esse

e proprie espressioni dell'anima

porgono un

un

altro conforto,

che vale meglio di niente. Quando

po'

gli italiani si

magro

vestono

proprio dalla festa, cioè, fuor di metafora, nelle scritture solenni, allora

queste parole sono cercate, allora ricorre la richiesta:

pensa sul come

in

buon

di

ruggine a questi vocaboli,

italiano ?»

e si

provarli nelle

di

«0 come

si

dice

cerca di levare un po'

si dice e si

congiunture;

giacche

mancanza

di eser-

anche nelle parole, come negli organi del corpo,

la

cizio atrofizza e toglie la funzione.

E con

già che

entrammo

in

argomento trattando

proseguiamo

di puristi,

essi.

Yi sono larga,

fra

quali

i

un tantino

si

di'

puristi

i

alcuni di bocca

buona

piti

e

di

manica

pili

accontenterebbero della voce straniera purché avesse

ageggio italiano, cioè

bariche con un paio di mutandine

si

coprisse

o

una

almeno

foglia

di

pudende bar-

le

italiano,

fico

cioè

fossero assimilate.

E

vada pure per l'assimilazione: certo

Quattrocento e

l'Italia del

del Cinquecento poteva accoghere la barbarie d'Europa nel suo e penetrarla dell'ardente

relativamente poche,

si

sua vita.

A

quel tempo

le parole

grembo

straniere,

dissolvevano, fondevano, assimilavano per virtù

del calore organico del nostro linguaggio.

Ma

allora l'Italia

aveva

il

monopolio

della intellettualità; lettera-

tura italiana voleva dire letteratura europea, e tale onore

vato

per impulso o tradizione fino

anche quando non ne era bari,

cose

ma

quasi

tutto

ai

puristi,

prese

in

valore

idee che noi togliemmo per forza da altri popoli

almeno sinora

derle

come « Ma Ma il « Ma



non

si

adattano

:

fa

un

cioè

giro di voci

!

»

i

non

storico

o

rappresentano quali andarono

all'assimilazione, bisogna spen-

un purista può dirmi: popolo non le usa! »

popolo ha un vocabolario più si

conser-

molte di queste parole

sono. Qui il

le fu

Settecento,

reale, farebbero sorridere. Questi barbarismi

avanti nel tempo che noi restammo fermi. Bene



il

degna: oggi queste voci «barbarie, bar-

piìi

barbarismi», così care

filologico,

a

ristretto.

Alfredo Fanzini

Questo potrà fare

purista,

il

no: chi trova un ponte, non gira

letterato,

il

gli

seguente legge, cioè che non

la

può sacrificare una parte anche minima

guaggio, tanto è vero che la reale bellezza di un linguaggio è

vedere

sua legge violata, e nessuna cosa è

la

La

norme che ben

si

meno

goffa ed imbelle che

piìi

parole sono

nel

accolte

bene del francese ad inserire e fondere nel suo di

questa difficoltà è prova

fatto

il

hanno verso queste parole una specie

trasandati

Capisco:

fatto.

cagione della compiutezza vocale delle sue parole

:

pen-

insegna la legge, la quale è buona appunto perchè

necessità

di altre lingue

il

dovrebbe adattare a

si

sa che saranno infrante.

necessaria. Già tant'è: queste l'italiano a

si

di pensiero alla purità del lin-

siero che vi risplende. Chi diversamente stabilisse,

stabilire

altri

corso del fiume per trovare un guado.

il

L'evidenza porta ad accogliere



grammatico,

il

si

presta

organismo voci

che

gli scrittori

di riguardo

più

istintivo,

e le ricoprono col carattere corsivo, così che se le parole fossero toppe,

molte pagine

Dunque

io penso che è inutile

opporsi

all'accettazione

tanto

dei

così

barbarismi e gallicismi come delle nude voci straniere, giacché

detti

la loro forza è

maggiore.

E

né meno penso che per questo soltanto

lingua italiana vada in rovina.

Ma

«

le

Dunque?

prosa darebbero sembianze di abiti rattoppati.

di

voci

Questo



domanderà alcuno

prettamente io

non

so,

possa ciò stabilire.

ma

necessità, l'uso,

quando

straniere,

accogliendo e barbarismi e anche

entro

quali limiti

mi sembra che alcun



La



discrezione e

la

il

ci

comporteremo?».

areopago di

grammatici

limite potrebbero essere dati dalla

più da un nobile senso individuale di italianità, per cui è inutile,

di

parole

ad una persona pulita ributta è sola e non vista.

«

il

straniere

dovrebbe ripugnare come

compiere un atto sudicio, anche se essa

Termini incertissimi

!

Lo

»

so,

non ne conosco. « E l'opera potrebbe domandare alcuno l'omettete? » Un sentimento di riserbo mi consiglia sicuri





ma

di

più veramente

della scuola perchè di tacere le ragioni

per cui io non ho fede nell'azione della scuola italiana in difesa dell'italianità.

Ma

che dico

?

Che bisogno

ci

conoscere ed amare questa italianità

sarebbe di difesa? Basterebbe far mirabile, e la miglior difesa sta-

rebbe in quella conoscenza e in quell'amore!

La

nostra scuola

poche eccezioni dovute esclusivamente all'opera spontanea insegnante



qualche

svolge dei variabili programmi ministeriali, caleidoscopio

di imparaticci, ut teraria, ridotta

— tranne

di

impleatur scriptura.

E

l'

insegnamento della

ad una specie di catechismo

:

che

storia let-

l'arte sicula è

proven-

Prefaxione

zaleggiante^

che

prosa

la

Fioretti

dei

scuola del Guinizelli è dottrinale: che

metodo storico

il

è

di

aurea semplicità: che

la

due

il

Boiardo fonde

deve guidare severamente

scientifico

quando a queste parole non corrispondano

i

che

etc, etc.y

proprio utile?

nozioni, è

le

cicli:

le ricerche,

Alla sincerità delle lettere e della vita meglio giova saperne di meno^

compenso ottenere che

e per

il

giovane conosca un poco di logica e

Del resto

decoro nel comporre!

rispondono a questa

giovani stessi

i

punto interrogativo praticamente: oramai

essi

non sentono

non curano

e

che quegli insegnamenti che hanno un diretto rapporto pratico con

E

loro futura professione.

Tornando

al

tema

fenomeni,

altri

i

« fisiologico »

patologia

«

»

,

quali per quanto benevolo giudizio

almeno a

me sembra

;

per così dire,

complica e

si

non possono non giudicarsi gravemente. Dalla alla

anche questa

e concludendo, credo doversi ritenere

evoluzione del linguaggio. Se non che esso

con

«

si

si

principio maggiore.

Yedrò

fisiologia »

passiamo

ed a questi fenomeni io allu-

si

la cor-

di essere breve.

Ecco: qualsiasi parola straniera, senza distinzione

non necessaria,

somma

voglia dare,

devo in principio parlando di correnti in urto e contrasto con rente

la

detto questo è detto anche troppo.

uso delle voci straniere un fatto normale, di

di

di necessaria

a

innesta nel parlare e nello scrivere nostro senza tro-

vare opposizione o difesa

;

anzi quanto

liamo alle persone di media coltura, tanto

piacimento nelPusare

piìi

noi dal popolo incolto risa-

piìi

chiaro appare

un vero com-

vocabolo e la frase forastiera. Si direbbe che

il

il

poter giungere al buon uso di una parola non italiana rappresenti una

conquista di intellettualità!

Yi sono poi alcuni che in questa predileuna spietata sincerità non si nascon-

zione del suono straniero sono di

dono,

ma

:

credono anzi di operare a fine di bene e di affrettare per tale

mezzo l'avvento di un linguaggio unico, universale. Che dire? Io da vero non so. Che sia un male guaggi

E come

fra gli

la varietà dei lin-

umani, è verità troppo antica per qui tornare a ripeterla.

corollario fu detto:

«Se

linguaggio, la fratellanza fra gli

gli

uomini parlassero

tutti

uno stesso

umani avverrebbe piii facilmente e le Argomento troppo ideale,

discordie e le dissenzioni scomparirebbero».

troppo fallace o troppo tribunizio per discuterlo soltanto. Caino

Abele pur favellando nel linguaggio del paradiso

terrestre, e la

uccise

forxa

delVinsano leone che Prometeo infuse nell'uomo è un micròbio che, per

quanto attenuato dalla cora nell'anima. Esso

civiltà, si

il

sincero fisiologo dell'anima scopre an-

manifesta

all'

infuori

di

umanitario. Io non credo che per questa strada

ci

un

qualsiasi volapiik

avvieremo ad un

lin-

Alfredo Pancini

giiaggio unico

«umanitario»^ credo che

natio, favoriremo

mente dominatore

il

deformare

oltre a

il

linguaggio

prevalere del linguaggio di alcun popolo più ampia-

mondo; questo popolo impone

e diffuso pel vasto

sue parole, non riceve

C'è poi un numero anche maggiore di persone e coniarne a capriccio,

fluire di voci straniere,

le

altrui.

le

quali questo

alle

torcere

e

il

senso alle

antiche, e non ammettere alcuna legge nell'arte dello scrivere, sembra

un

di

riflesso

quel moto intellettuale che tutto indaga, infrange, abbatte,

apre tabernacoli, smuove cardini venerandi.

E

materiale, la società presente può ricordare

un'immane opera

richiamando un'imagine

lizione: gente col piccone, invasa dalla febbre

della

di

demo-

distruzione. Io in

come osservatore molto solitario, trovo questo spettacolo interessante, e come artista mi dolgo di qualche dolce memoria, di qualche elegante opera degli uomini che la moderna furia demolitrice non risparmia, ma spezza barbaricamente e accumula con le macerie. Ma quanto al resto, per questa distruzione della antica Gerusalemme non mi sento di piangere. È la città del Sole che si vuole edificare? Ebbene, anch'io domando un piccone demolitore. Ma, oimè I nuovi edifici che vanno sorgendo, hanno sugli antichi tuffai più il vantaggio del nuovo intonaco; ai vecchi tabernacoli se ne sostituiscono dei nuovi; veiità

!

le

vecchie esecrate catene,

il

ferraccio dei vecchi

rifuso ancora e si fabbricano catene

Insomma il materiale umano è immutabile. Da

perfezionati.

l'impasto

l'impeto demolitore è stupendo,

delle

è lo stesso:

si

il

gridare è assordante,

viene

quando

al fatto,

un bosco maligno che aduggia ognuno su questo imprecato bosco sua ipotQca che esso serve come diritto di asilo, di ricovero ai

tratta di metter le radici al sole ad

nuove piante,

malfattori,

che

allora si nota che

ofPre

gli

stecchi morti alla povera gente; che è

bosco rimane. Inoltre come la materia

immutabili leggi, così la parola

si

si

non intenderci

più.

E

poi

si

?

evolve per logica. Può

badi: fare

i

ma

riottosi,

si i

come

eroica.

A

un

essere

corre

il

faziosi,

rischio

gli

insu-

bordinati, è molto facile: essere veramente ribelli è cosa altrettanto fìcile

dif-

dispetto delle apparenze, rimane nell'uomo la sua

essenza servile. Soltanto la divina eroica tente a dichiarare l'uomo,

non più servo,

sapienza è tribunale

ma

libero

compe-

veramente. Molti-

plicate leggi, istituti, fate pure operazioni radicali sul corpo sociale,

male

si

il

svolge per organi soggetti ad

piacere anche questo di andare contro la logica, di

è

nuove costruzioni

ma quando

si

la

chiavistelli

nuovamente

noi in Italia

le

ha

odiati

e chiavistelli

moderne

il

rinnoverà sempre. Occorre l'asepsi^ oltre che in medicina, anche

PrefaMone

in sociologia. Credere poi di far della ribellione

anche per mezzo delle

innocenti parole italiane, è esercizio belligero di bimbi in ricreazione.

Capisco: queste sono cose che se anche vero. Io però

non temo

non ho nessuna azione

di manifestare

pensano, non

accademici, poeti, letterati,

come vien

proprio due diversi tipi di linguaggio^ l'uno

solenni

decorazioni

tutte le

del

da parata). Che dire mondano? È una specie

quali

i

hanno

viene, per l'uso

vocabolario

poi

l'abito



da

categoria di persone è quella formata

di studi;

spiccio (è l'abito sudicetto per casa), l'altro adorno dei più lustri e

mati vocaboli con

È

dicono.

si

banco del credito popolare e

mio pensiero.

il

Un'altra e ben curiosa

gente di scienza e

si

al

per

le

gem-

scritte

parlato

dell'italiano

dal

un curiosissimo impasto, dal cui studio si possono ricavare effetti comicissimi. Che dire di certi scrittori che pure hanno autorità e buon nome, a cui l'arme dello scrivere sembra senza punta se non è temperata di quando in quando nel vocabolo forastiero? e si è osservato come di due parole

ceto signorile e

che indicano

la

di gergo,

cosa stessa, di uguale fornia, etimologia,

ma

l'una italiana

Taltra francese, la prima includa senso plebeo, la seconda grazia e gen-

Non

tilezza ?

vi

aggiungo corredo

di

naturale sta

la

conservatrice

forza

impadronirsi di una voce forastiera,

E

esempi, chi ne vuol trovare sfogli

Ma

Dizionario, e ne troverà moltissimi.

con cui

la straordinaria facilità

il

del si

appena riesce ad

linguaggio,

è osservato

come gode

voci effìmere

le

il

popolo stesso in cui per legge

passano nel nostro? Anche per codesto non cito

di usarla?

gergo francese

del

esempi:

si

sfogli

il

Dizionario.

Dopo

ciò è, io

non

so se

piii

moltissimi fanno e sul serio:

Non

si

sicuri.

sa

comica od ingenua, l'osservazione che

Ma, scrivere in italiano è molto

mai quale parola, parolina, preposizione usare

Invece in francese

cardini delle detto, fu

«

da

parole

me

!

Sfido io

»

!

Anche

traballano! Tutto questo,

trattato

!

le paroline, si

noti

Non cioè

difficile! si i

è

mai

piccoli

bene e già l'ho

oggettivamente nel dizionario: ho notato cioè

fenomeno, come un notaio

fa

un inventario.

Ma

qui,

come

italiano,

il

non

posso nascondere che ciò porge la brutta imagine di una servitù, ricercata e volontaria. « Il

quadro è pessimista e voi l'avete specialmente dedotto dalla

lettura dei giornali e simili

un

libro

vivo



stampe».

torno a ripetere



È

in parte cosa vera:

questa forma viva, popolare dominante di letteratura, che ò

La lingua

usata

dal

giornale

ò

di

ma

io

non potevo non tener conto solito

deplorevole,

il

per di

giornale.

convengo;

ma

Alfredo Pancini

intanto

giornale, per

il

comprato, inteso, mettere in pratica

il

stessa sua necessità di vivere, cioè di essere

la

deve essere chiaro e

letto,

chiarezza. Certo

alla prosa:

modi

questo riguardo stranieri.

il

lettori!

giornalismo è uno dei

una parola

Ma

un numero esage-

nel

snobismo

di

difetto, e sotto

poderosi veicoli di voci e

piìi

tempo

ad

straniera, posta

stampata a migliaia

scritto,

di

stranieri: la fretta, la conoscenza, spesso incompleta

Molte volte, anzi, ho pensato quale enorme forza

netrazione, abbia

uno

sMmbeve

etc.

nuove, aumentano considerevolmente tale

di affettare voci

a

ogni retorica, quanto

da cui traducono e della propria, una specie

e della lingua

modi

di

giornalismo italiano subendo PinHusso del

il

grande giornalismo francese ed inglese, rato di voci e di

facile; è costretto cioè

primo degli ammaestramenti

di copie, letta

da

esempio per

di

migliaia di nostri

piìi

ammirevole ricchezza

stesso quale

di pe-

titolo

di

lingua viva,,

quale dovizioso fiorire di germogli nostrani, quale stupendo contributo di forze attinte dalle inesauribili miniere della tradizione letteraria

un verso

e dal popolo per l'altra, contiene

il

giornale

Fenomeno

!

per

bello

e consolante! Q).

Ancora

:

«

Quadro pessimista

è

il

vostro giacché la letteratura ita-

liana contemporanea vanta pagine di prosa d'arte, di trina, per cesellatura e martellatura, squisita

comune non regge

romanzo

anche

la

e di dot-

prosa nostra

al confronto della chiarezza e freschezza della fran-

cese, dell'incisione e

finezza

godiamo del conforto

di versi di bellezza

si

;

e se

filosofica

per compensa

dell'inglese, noi

grandissima

»

.

A

queste cose

ed argutamente rispondere, se non che nelle

potrebbe variamente

pagine che precedono ho detto della prosa moderna oltre l'intenzione e forse, l'opportunità.

Quanto ad affermare un sicuro giudizio su

lezza della prosa e poesia contemporanea, è prudente attendere del tempo, giudice ultimo sicuro e inappellabile pei molti

concorso dell'immortalità letteraria;

ed

molte pagine giudicate stupende oggi,

io

di

dissoluzione

o

la bel-

responso

candidati al

nell'affermare

che

contengano quegli aromi e bal-

sami misteriosi della conservazione contro in vece germi

dubiterei

il

il

tempo, e non contengano

putrefazione.

Quante pagine antiche

della negletta classicità sono tuttora freschissime, e da quante pagine di

prose e poesie, giudicate

ieri

bellissime, sentiamo venir fuori

un tenue

lezzo di stantio; e quanti fiori stupendi di poesia piuttosto che di fresca e

rugiadosa corolla, sotto

(^)

role,

Non

piii

sottile

esame

ci

appaiono

fatti di fine stoffa.

per questo dimentico l'altro lato della medaglia: cioè molte vacue pa-

segni di vacuo pensiero, che

il

giornale ci insegna.

.

Prefaxione

Vecchia cognizione è pur questa che Peperà poetica nella tura italiana fin da antico

vince quella prosastica:

sembra con maggior agio muoversi nell'elemento del ritmo, dendo dalla forma

lirica,

un tesoro non

v'è

Ma

romanzesca

che a fatica cercheremmo negli esempi di prosa

{}).

astraendo da ogni giudizio su la prosa letteraria, è deplorevo-



lissimo

nella poesia didattica, narrativa e

e prescin-

del tutto a tutti noto ed esplorato, di semplicità, fa-

di grazia

e

cilità

lettera-

l'ingegno italiano

ripeto



il

decadimento della prosa comune presso

perchè essa è l'arma viva e lucida con cui combatte

ma

Questa cosa nessuno oserebbe negare, ragioni vere,

si

pensiero moderno.

il

invece

di

confessare le

una

preferiscono le ragioni speciose fra le quali

«Noi

più celebri e note è questa: della qual cosa ci

non abbiamo unità

italiani

di noi,

di

delle

lingua »,

siamo specialmente accorti dopo che fu compiuta la

unità politica della Nazione, dopo che l'affermazione

una d'arme, di

memorie,

di lingua, d'altare,

di

sangue e

uno dei

costituì presso le altre genti

reclamare indipendenza, unità e

di cor,

importanti diplomi storici per

piìi

libertà.

Ecco, per esempio, come una notissima scrittrice i

«

In Francia voi avete una lingua

piscono tutti

i

essere al

si giustifica

presso

francesi:

una lingua limpida,

è

;

vostri letti

nostro

scrittori

sono compresi,

e capiti in tutta la Francia. stile

media che

chiara, pieghevole. tutti

i

tutti

parlano e ca-

Tranne alcuni

vostri

giornali

stilisti,

possono

Invece noi dobbiamo togliere

ornamento; noi dobbiamo essere eccessivamente

ogni

semplici per essere sicuri che tutti possano capirci

»

Porto un documento per dimostrare come questa vieta querimonia sia ripetuta ancora.

E

fin

a quando ?

Una

piccola particella di vero con

gran contorno di specioso, un fenomeno in fine poi non spiacente per-

chè frutto naturale, cioè frutto di condizioni storiche, geografiche, etniche, le quali pur contribuirono a far



che

l'Italia,

prima del suo periodo

servile, piccola fra le nazioni, fosse per molteplicità di vita

raviglioso

essa stessa, è elevato a causa prima,

un mondo me-

ineluttabile.

Essi do-

mandano: «Perchè non si scrive bene? Perchè i nostri libri valgono meno etc? Perchè la diffusione delle opere letterarie nostre è così li-

(') il

La Divina Commedia^

Furioso^

'L''

Orlando Innamorato^ nella prima originale forma,

etc.

A. Fanzini, Sitppkìiicnio ai Dixionaii

italiani.

e

.

Alfredo Panxini

mitata «

? etc. »

mai

ecco letterati ed

nuovi pedanti, cioè

elaborano

«

Perchè non abbiamo unità

chiedeva quella lavandaia



Perchè non ho ancora trovata

puliti?

Ed i

E rispondono:

.



Perchè

artisti

si

sia fìsso in testa di

ecco s'affanna, s'adopra;

ma

ma

come uno scrupoloso

giardi-

dall'altra

un mantello

un

fatto

:

manca, e berretto;

!

ma

troppo tempo sacrifico

siccome non passione, non malo

muovono

semplice amore di verità

Da

chiamerei

che è presa dalla fissazione

da una parte cresce,

Questo paragone è offensivo: ramente.

».

cimare e far geometrica una gran selva

da una bella fìumana un ruscello

ma

io

bene

questa ribelle lingua italiana, che la vuole pareg-

pota, e taglia, e riduci! oimè, ecco da

animo,

sbatterli

Gente egregia, che ha grande au-

giare questa rigogliosa lingua italiana! fanno

niere che

dove

d'accordo con quelli che

torità nelle scuole e fuori delle scuole, di stuccare, lucidare

la pietra

seguaci della così detta scuola manzoniana che

i

tipo unico delPitaliano.

il

di linguaggio! »

miei panni non mi riescono

i

il

pensiero, cosi dico libe-

l'utile alla verità

per emendarmi ora;

ed in ciò ebbi un grande Maestro.

Non

creda,

il

lettore

benevolo che a questo punto

voglia entrare

io

in quell'inestricabile ed antico ginepraio che è la questione della lingua italiana.

ma

bili,

Sono questioni che non

si

risolvono,

non perchè siano

Ecco tuttavia qualche parola in brevità Per quali ragioni cioè

il

e

l'esemplare



si

sempio dei

tre

sommi

si

Sottile e

modi

italici



di sintesi:

procedimento questi due termini, italici,

che è

raffinato, purgato,

venissero accostando sempre

chiamò lingua

buon manuale quali

per quale

più perfetto esemplare dei dialetti

prodotto dei vari dialetti

che

irresolu-

per la pervicacia delle menti.

piìi,

il

toscano, ed

il

emendato su quel-

e ciò sin

dopo

l'e-

Trecentisti, e per tale fusione si formasse quella italiana o

anche toscana, è cosa spiegata in ogni

letterario.

beUissima questione letteraria sarebbe poi

e proporzioni

il

toscano influì sui

lo

dialetti, e se

studiare in

non

vi influì

Prefazione

chiamando

piuttosto animando,

fuori,

rinvigorendo innumerevoli e stupende

forze unitarie che sono occulte nei dialetti. Gli esempi del Tasso, del

Bembo,

del Boiardo, del Castiglione, dell'Ariosto, del Leopardi, scrittori

non

scani, e

Che

il

Manzoni, unitario in

politica, abbia

questo sentimento tras-

momento

portato alla lingua, può giudicarsi cosa benefica ed ottima nel storico del

Manzoni;

ma

largamente e liberalmente

sempre. Vero è che

la inflessibile logica spinse

come

e

inteso, principio ottimo il

to-

pur mirabilmente vivaci, potrebbero provare qualche cosa.

principio,

grande Lombardo negli anni suoi tardi a sottigliezze estreme in

di lingua

italiana:

persecuzione

la

della

rigida gli

teoria

fatto

fece forse

perdere di vista la realtà. Ora questo difetto del Manzoni diventò poi

nuova scuola:

fu smarrito

senso della realtà;

la

pietra angolare della

lo

studio di minuzie, di parole, suoni, segni, diventò dominante e do-

mina.

La grande

miopi che tonachi.

si

linea e la conservazione dell'edificio sfugge agli occhi

affannano intorno

Esso è

ai particolari,

fenomeno pedantesco,

il

segue costante quella imitazione che Si pensi: l'unità politica e



i

lo

guistico: voci di dialetto

asperità

e

alle

decorazioni, agli in-

che

scrupolo superstizioso

minori hanno di un grande.

vogliamo credere

portano per fenomeno di naturale evoluzione

nazionale,

il

al

— morale

non toscano entrano nel patrimonio

peculiarità fonetiche

d'Italia

fenomeno unitario

dialettali

smorzano

si

lin-

della lingua

nel

parlare civile; e se in fine qualche traccia di questa varietà dialettale

rimane nei suoni e nelle voci,

La

varia vita

scrittori viventi

di

io

non mi sento

questa mirabile varie

di

regioni,

patria

in

porta

animo così!

di

E

condannarla. infine

buoni

non toscane, tendono per naturale

impulso ed attrazione ad un tipo unitario, pur conservando un certo

aroma regionale che a me non

spiace. Se

perseguitare nello scrivere e nel parlare, quant'anni. Poche e sicure

un po' d'amore e

l'

uno scrupolo continuo ci deve italiano l' impareremo a cin-

norme grammaticali, fede

conoscenza della tradizione

di

nella parlata natia,

letteraria,

e

il

resto

affidatelo alla divina natura!

Concludiamo.

Fu

mondo, umanissimo

ed è

il

popolo italiano, fra quanti sono popoli al

e civilissimo,

ma

della facoltà di disporre della sua

propria, individuale, tangibile libertà fu così singolare amatore, da far

getto per essa della libertà collettiva e ideale: da venire a taciti patti

con

la tirannide e la

dominazione straniera purché questa libertà fosse

Alfredo Fanzini

Questo particolare stato d'animo degli Italiani

rispettata.

dalla sapienza di quel lontanissimo popolo di

improntò legge il

queste terre beate,

di se

per potere essere

libe?'o (^)

il



così discorde

Roma, che pure

abitò e

quale scrisse volere essere servo della



come buona chiave, spiegare

può,

segreto di molta parte della storia nostra nelPevo medio e moderno.

Tale amore di individuale libertà insieme ad una ereditaria filosofica

sapienza è cagione di bene e di male insieme

stupenda

una geniale inerzia a

indifferenza,

ma

azione ed opinione,

di ogni

:

genera una tolleranza

genera una tipica e singolare

resistere al male.

osservi

Si

come

ogni intelligente e facondo ciarlatano trovi presso di noi via aperta primi posti;

come

osservi

si

il

popolo con diletto attico ascolti

le

ai

ma-

ravigliose parole, pur sapendole, per intuitiva saggezza, inani e fallaci si

come

osservi

ma

non denuncino,



Ora

buoni,

i

i

pensosi,

;

laboriosi sorridano filosoficamente,

i

tollerino e lascino passare e trionfare.

derivando queste considerazioni generiche

al fatto preciso

del linguaggio



credere che nel popolo italiano sorga quando che sia

un sentimento

di

difesa del linguaggio, patrimonio

soggiunge

« di'

:

tissimo, ed è

insieme

al

ma



che

me

ideale e collettivo,

« fa come ti piace», come ti pare » Di una cosa però sono convinche questo umano ed ingegnosissimo popolo nostro che

è convincimento in

un

assai scarso. Il popolo nostro al

po'

popolo ellenico fu

.

!

somma

mentre quello imbizantì

:

nel

parte e

spense

si

degli uomini,

destino



resistette, visse nei

nuova giovanezza vestendosi, pur conservando se stesso pur germinando sempre inesausto, non perirà. Conforta il cuore il vedere come dicevo in principio, con quale

secoli rinnovandosi e di

impeto sorse e sorge a modernità molte vite

»

.

di vita

questa varia

Ora questo pensiero domina ogni

anzi fiorendo ed aumentando, conserverà, e rinnovarsi, quella

parola

necessaria

« itala

altro, cioè

comunque

gente da

le

che non perendo

sia

per modificarsi

impronta dell'essere che è

la

propria

{^).

Bellaria^ Agosto^ 1904.

ALFREDO FANZINI. (^)

Gluent., (2)

Legum....

omnes

servi surnus^

ut

liberi

esse

ijossimiis^

Cicerone

{Pro

LUI, 146).

Veda

il

lettore in fine del

volume

sultate su questo importante argomento.

i

giudizi dati da autorevoH persone con-

AVVERTIMENTO AL LETTORE

La

presente opera non

dei pochi errori



ha errata-corrige.

inevitabili in

cura, e spesso casuali



alla

tali

lavori,

Si

affida

benevolenza ed

al

e

Outsider ove è dato sui book-makers un giudizio erroneo,

Molte locuzioni vanno

cercate dall'articolo, es.

capitale morale: di altre parole

Dovendo

il

libro poter

si

correre per le

mani

di

tutti,

commento o vennero omesse, come modo da non offendere il decoro, o più spesso

wn'' Appendice

che vedrà

la

non

sull'i;

etc.

gran

Il

lettore.

rifiuto,

cerchi la doppia scrittura.

delicata definizione e

gate in

:

maggior

la

del

criterio

Vedi ad esempio Alibi, ove va detto con l'accento sulVa

La

correzione

la

pure usando

le

parole di

cocotte^ si

o spie-

rimanda ad

luce in seguito.

Togliendo passi da altre opere o valendomi di spiegazioni di dotti e gentili amici, sono citati

il

nome ed

il

luogo.

Delle parole e degli emendamenti che

suggerire

nella

ringrazia,

ma

supposizione

di

prega di essere a

il

lettore potesse e volesse

una ristampa, l'Autore non soltanto lui per tal

modo

cortese.

Dizionario Moderno

.^^

A non è qui il luogo di ripetere diffugramsamente ciò che i lessicografi e matici hanno scritto sull'uso di questa preposizione, oggi invadente e che distrugge :

i

molti

altri

a (francese à) e sono diventati oramai i

costrutti. L'

l'jN (francese en)

due perni su cui posano

parole nella

le

accanto

orefice

traits

à

alla scritta

era scritto

secret,

Gache-por-

:

«monete bre-

a segreto per due ritratti » (Giacche nell'uso degli avvisi commerciali, in città italiane, accanto all'avviso italiano si trova talora la scritta in francese. E vettate

si

.

parla delle tabelle bilingui dell'Austria!

più parte dei costrutti; inutile altresì l'in-

E né meno

deformazione che l'organismo delicatissimo della nostra lingua ne riceve. Così ad es. si dice: «Gelato alla crema,

nifesti di

lano é cosa frequente). Così un dottore in

uova

parla agli Stati

sistere sulla

al

burro, pasta al sugo, etc. »

vece della preposizione

co'/^,

la

in-

quale indica

appunto « compagnia, unione, mistione, » e di cui

Cosi

un

i

dialetti

oste di

serbano l'uso tuttavia.

campagna

vi

domanderà

se la frittata vi piace coli' olio, o con lo

non

L'uso dell'a in simili costrutti si è venuto radicando per modo che l'espellerlo non mi pare più possibile. strutto, e

all'olio.

Gli stessi scrittori, posti noli' alternativa di

comune

scegliere tra l'uso

e l'uso let-

non sempre si accordano né d'altronde riesce sempre agevole il determinare in molte e sottili locuzioni con 1' a quando trattasi di vero errore oppure quando l'uso col suo impero assoluto e le

terario,

;

autorevoli eccezioni giustificano l'orrore. In via generale

si

può però affermare

la

tendenza ad usare questa preposizione a alla maniera de' francesi; se non che il francese è sicuro nell'uso dello sue proposizioni, noi vaghiamo incerti e con tanta libertà da insinuare confusione e ingenolai'o

indisciplinatezza alla jìorspicuità ed

alla facilità dell'apprendere.

esempio

in proposito

A. Pan/in

I

:

In

Kcco qualche

una vetrina da

é raro il caso di leggero mavendita in francese. Anzi a Mi-

filologia intitola

un suo

scritto

:

«

Come

si

Uniti » invece che dire

« negli Stati Uniti » generando una vera confusione di senso. Ecco altre eleganze :

« Forchettone

zuppa, a

riso,

a servizio, cucchiaione a a salsa. » Trattasi di catalo-

ghi e scritte volgari

da vetrina, quindi senza pretese letterarie, altri obbietterà. p] vero. Tuttavia si noti l'importanza che nella vita moderna hanno le scritte publiche. Esse fissano l'uso più che l'opera di molte scuole. Ma di ciò vedasi nella prefazione. I puristi riprendono queste maniere avverbiali poco a poco., due a due., mano a mano e anche man mano., corpo a corpo invece di a corpo a corpo., a poco



:

a poco etc, a mano a mano che rispondono all'uso classico di nostra lingua: a capo in scambio di da capo. À per ha\ V. Avere. Abbacchio: voce romanesca passata neli

l'uso della lingua:

vane, 1

indica l'agnello gio-

vissuto libero,

in

pasture

aperte.

romani lo sanno cucinalo squisitamente. Abbaìno: per questa parola si intendo

quella finestra o lucernario sopra

che dà luce a stanze od a

soffitte.

il

A

tetto

Mi-



Abb

chiamano Abbaìni quelle stanze mi-

laiio

serabili che ]\cllo spazio dei grandi casa-

menti si adattano tra i due spioventi e il primo piano della casa soffitta. Abbiatico voce usata in Lombardia per :

:

dire

i

nepoti, cioè

i

figli

dei figli, e

non

dei fratelli.

Abbinare mettere insieme due cose (dal numerale distributivo lat. bini-ae-a = a due a due). Voce dell'uso ma generalmente non registrata. Abbordaggio: terni, mar., l'accostarsi a bordo a bordo di due navi per combat:

Arrembaggio invece

tersi.

alle

è dar l'assalto

rombate per combattere a corpo a corpo.

Collisione è l'urto casuale,

più o

meno

ha significato pari ad investimento., se non che questo può essere volontario, o per offendere una nave nemica per salvare da male maggiore il violento, ed

naviglio spingendolo nelle secche o nella spiaggia.

Il

Petrocchi spiega alquanto

li-

=

beramente abbordaggio l'urto di due navi. Arrembaggio dar l'assalto a un bastimento dopo averlo abbandonato. Abbordare: è la versione del francese aborder. Y. bordo. I dizionari registrano questa parola nel senso marinaresco nel senso di avvicinare qualcuno, prendere di sorpresa^ affrontare, fermare è en:

=

:

trata

nella lingua soltanto negli ultimi anni, del secolo XVII. Ora è d' uso co-

mune

ma

specialmente nel senso di fermare uno con una certa risolutezza a fine di parlare con lui» (Carducci, Antologia). «

riprendono come « metafora sproporzionatissima che presenta la vera

I puristi la

impronta del gallicismo » (Rigutinij. Questo verbo è pur usato nella locuzione aò6ordare mi argomento. E seguendo la stessa metafora, dicesi anche persona di facile abbordo per persona di facile accesso. Abbordo: V. Abbordare. Abbottonato per estensione facile e lepida del vocabolo così si dice familiarmente di persona chiusa, riservata., ed è :

modo

neologico contrario di sbottonarsi

=

aprirsi, palesarsi.

A

oppure à nous revoir si dice talora in Italia per assumere più fine garbatezza ovvero per celia; ma avvertasi che sono storpiature del modo franbien revoir:

Abo

2

cese à revoir, o meglio, au revoir, au plaisir de vous revoir. Sarà spiacevole e incomodo per noi, ma è il fatto che i Francesi ci

tengono moltissimo alla proprietà

della loro lingua.

Ab

ìmis fundamentis

:

e

compiutamente

instauratio facienda ab imis fundamentis, Leggesi nell'introduzione dell' Opera

Instaurano magna

di F. Bacone da Verulamio (1561-1627) e più esattamente: ^at scientiarum et artium, atque omnis humanaedùctrinae., in universum instau-

a debitis excitata fundamentis. Questo motto si ripete a proposito ed a sproposito per dire che di alcun istituto, azione, condotta etc. conviene riformare rinnovando sin dalle fondamenta. Ab irato: motto latino: con animo irato. Es. « Prese questa risoluzione ab irato » cioè non lasciando che, con la calma, subentrasse miglior ragione. Abortire nel senso figurato di non riuscire., andare a vuoto, detto d' impresa, ratio,

:

progetto

simile,

(Rigutini).

Lo

è

sconcio

gallicismo

registra tuttavia

Petroc-

il

Nel linguaggio medico dicesi abortito di alcun male quando ne apparvero sintomi non il decorso. Ab ovo: dicesi cominciare ab ovo per dire cominciar dal principio, dalle più lemote origini. Tale locuzione è antichissima nec gemino bellum Troianum orditur ab ovo (Orazio. Art. Poet. 147) cioè non cominciare a raccontar la storia della guerra di Troia {cominciando) dal doppio uovo di Leda. La quale fu fecondata da Giove sotto forma di cigno, onde ella generò due uova da uno dei quali uscirono Castore e Polluce, dall'altro Elena e Clitomnestra. Arrivati ad Elena ognuno può andare avanti da se essendo nota L'istoria. Come ognun vede, se il motto cherchi in tale senso.

i

:

:

la

cheX'

femme

è francese e recente, la

cosa risale ai più remoti tempi.

Ab ovo usque ad mala: alle mele,

cioè dal principio alla fine. stichi di Orazio {Satire, Jii

mani

di

tempo

I,

Sono due emiIII,

6,

7) dii

Ro-

Orazio solevano

dar

cosa nota che

venuti popolari. del

uova

dalle

cioè dall'antipasto alle frutta,

principio ai loro banchetti dal non troppo IVO cibo

delle

uova

sode.

A ce

A l'I

Abracadabra:

i)arola

aiitiea scienza occulta,

termine puramente fonetico

Ahrasax^ cui

medica

cabalisti attribuivano virtù

i

della

iiìistcriosa

formata da Abraxas

:

come amuleto. Oggi Abracadabra una specie di indo-

incidevasi sulle pietre, dicesi

giuoco

vinello

di

parole.

Abrégé: sunto, compendio. Voce fre(juente, e cosi pure la locuzione en abregé per dire a sommi capi. Abrégé, dal verbo fr. abréger è nel suo valore etimologico uguale alla parola breviario {breriariimi), che per noi ha specialmente senso chiesastico. V assenzio, Absinthe

il noto liquore verde opale, principe degli inebrianti stu:

coir infuso

pefacenti, fatto

dell'

assenzio

chiamare alla francese forse in omaggio all'abuso che ne fa la Francia, ove in gergo è detto verte (verde). L'uso dell'assenzio in Francia ha creato le due voci absinthisme ed essencisme nel linguaggio medico per indicare l'intossicazione mercè l'assenzio. lungi Absit (invidia) injuria verbo ^sia r offesa dalla parola (Livio, IX. 19). Motto che si ripete press'a poco nel medesimo senso con cui il Petrarca scrisse (àcpivdiov). Si suole

:

:

Io parlo per ver diro

non per odio

Àbstine,

sùstine:

cioè sopporta stoica.

;

d'altrui.

sostienti!

astienti.,

motto dell'antica

filosofìa

V. Manuale di Epitteto.

Abulia: malattia dello spirito, che conuna inerzia e impotenza della volontà. Questo neologismo scientifico è tolto siste in

dal greco abulia, formato cioè da

vativo e buie

\

.

-=.

a

pri-

volontà., consiglio.

Abulico: termine medico, da abulia. questa parola. Dicesi di chi, per effetto

verità e natura la colpa

:

«

il

male chiama

male,

il

ama

vuole altra colpa, l'abisso

l'abisso ».

Acagiù o, come scrivesi in francese. acajou ; grande albero dell'America centrale (dal Messico all' Honduras) e delle Antille. Il legno che se ne trae, duro, venato e di colore rosso mattone è pregiato :

nei lavori di ebanisteria. II tifico è

nome

Swietenia Mahagoni., onde

volgare di Acalefì

scienil

nome

mògano

dato al legno. acalephac, termine zoologico.

:

il gruppo delle grandi meduse ad ombrello., animali appartenenti al tipo dei (?e/ew^erasto assennate osservazioni del Petrocchi: « Inconvenienti dello scrivere il casato do])o 1.^' Come s'è visto, si va contro il nome. po' prima,

alla storia

un

po'

in

e all'uso del

mondo

civile del

E a.rac-" care, baraccone {bar acon).,

goditore tiere

il

buon compagno,

e crapulone, che dissipa volensuo in feste e bagordi. Tale senso

è pure nel dialetto

lombardo

e nel veneto.

Baracca., in Lombardia, nel Veneto e nelr Emilia dicesi altresì in senso proprio e figurato di

cosa malandata, che tende a

ruina.

Barba

:

voce dialettale veneto-lombarda,

Viva tuttavia

e

comune

è

questa voce specialmente a Venezia. Barba e più comunemente barbe, sono :

i

filamenti e le frange naturali della

carta, che solitamente

si

raffilano nelF arte

libraria, fatta eccezione però delle

a

mano

Bas

sua gran

lirica

perchè rinnovando, con

perfetta e insuperata fusione e di suono,

i

di

pensiero

metri dei greci e dei romani,

pensò che, se potessero rivivere, a quei grandi la sua lirica sarebbe parsa barbarica. E ciò per questa considerazione che per gli antichi la metrica si fondava su la si

quantità,

cioè su la maggiore o minore estensione dei suoni sillabici ed avea in

se e per sé compiutezza armonica di

mu-

metrica italiana invece posa su l'accento ritmico. Dunque apparenza antica, sostanza italica, onde \ìOQ^m barbara. Barbe-bleue nome del principale personaggio di un racconto del famoso poeta sica

:

la

:

burlesco Pe'rrault (n. 1628, m. 1703). Barbe-bleue è un marito feroce e sanguinario, specie di orco, che scannò

quando stava per sgozzar

mogli

e,

la settima,

fu

sei

ucciso dai fratelli di costei. Dicesi tuttora

per celia per indicare una, persona che fa paura senza essere paurosa. Barbèra: vino piemontese da pasto e da bottiglia. Pregiatissimo, robusto, ricco di colore,

(Govone,

di àlcole e di acidità

Magliano d'Alba, Priocca). Bàrberi (corsa dei): così in

chiamato

Roma

era

uno spettacolo carnascialesco, non sempre innocuo, carissimo

crudele e

a quella popolazione.

Consisteva nel la-

sciar sciolti alcuni poliedri (barberi), cresciuti selvaggi

nella

campagna: i quali avevano sul dorso,

stimolati da flagelli che

significa zio.

detti



40

Bar

e di valore

ove

le

barbe

carte

hanno

pregio.

Barba d'uomo: uomo di valore, locuzione nostra viva nella frase familiare non barba d'uomo che... per dire non c'è alcuno per quanto forte che..., etc. Barbagliata: milanese barbajada, bec'è

precipitavano da Piazza del Popolo a Piazza

Venezia

densa ala

fra

di popolo. Tale spet-

tacolo fu abolito pochi anni dopo

di

poesia è

neologismo dovuto al sommo lirico della seconda metà del secolo XIX e del secolo XX, G. Carducci. Egli chiamò bàrbara la

nuovo

Barbetta:

(fr.

barbette) terni, mar. che

indica quella specie di elevazione o piat-

taforma che è su le navi corazzate ove pongonsi i cannoni affinchè possano tirare al di sopra del parapetto. Onde dicesi cannone messo in barbetta e in fr. camion monte en barbette: e in tedesco barbetteaufstellug Dicesi barbette, parce que le camion fait la barbe, rase l'épaule?nent (Littré). Barbetta indica altresì il cavo che pende a prua delle imbarcazioni mercè il quale si legano a terra o a bordo. Barbeta de la lanza, in dialetto veneto. milanese barbis baffi, baBarbigi sette. « Fortiguerra nel Ricciardetto e Pa:

.

I

vanda di latte e cioccolata. Bàrbara: come attributo

il

Regno.

:

=

.



Bas

41

Bas

B)

Baròlo vino pregiatissimo del Piemonte,

usarono anche Barbigi. Un poeta pisano disse pure Io me la rido sotto i barbigi » Così scrive il Cherubini con molta soddisfazione di trovare una voce toscana equivalente alla lombarda, egli che in tutto il suo ottimo e peifetto dizionario ha pure l'ingenuo torto di non voler vedere e intendere simiglianza alcuna tra il milanese e il toscano, mentre ve ne sono moltissime. Barbigi scherzosamente per baffi è notato voce del resto registrata dal Petrocchi anche noi vecchi diz. italiani. barba, Barbouillage: (rad. barbula

del circondario d'Alba. Si ottiene con l'uva

rini

11(^1

Discorso sulle Caricature

(III.

:

=

pennello) dicesi in

francese di pitture o

di scritti, per indicare sgorbio^ searaboe-

:

detta Nebbiolo. Colore rosso

rubino, generoso, austero, fragrante, eminentemente asciutto. i

Raggiunge^ la sua perfezione dopo

tre anni di età.

Baronetto tuito

i

:

:

=

plicata la risultante delle forze molecolari di gravità

Termine

che tendono a far cadere

i

corpi.

di fisica.

Barnum iiome proprio del signor Phineas :

Tayloj- Barnum, americano, un museo di cose e persone

il

quale con

strane e cu-

vini

Il

baro-

privilegi politici del barone

Premette al nome di famiglia voce sir e la moglie è designata col titolo di lady (dama) invece di mistress che si dà a donna non nobile. Barcarola: « canzone modulata dai pee del lord. la

scatori in barca.

:

ottimi

da re Giacomo I nel 1611.

netto non ha

(lei

Barcarizzo: terni, mar.: posto ove si tengono le imbarcazioni a bordo; ed anche la porta della murata a capo della scala per la quale si entra a bordo. Barco termine regionale romagnolo il cumulo del grano preparato in covoni, pronto per la battitura. Bica. Bardolino nome del luogo presso il lago di Garda onde proviene un noto e buon vino da pasto, conosciuto con tal nome. Bari bai: o orso nero è il più noto e comune orso americano, lungo circa due metri e alto uno, più mite dell'orso grigio^ detto Grixxly, pure americano, e dell'orso bruno d'Europa. centro di gravità dei Baricèntro: corpi^ ossia punto in cui si suppone ap-

gli

(baronet) titolo ereditario di

:

Barcaccia quella specie di palco grande, di solito in sul proscenio, che prendesi in affìtto comunemente da compagnie ed amici nella stagione teatrale. Voce proveniente per estensione di significato da barca.

fra

nobiltà inglese, di carattere medio, insti-

chio, spegàsc lombardo, spegàxo veneto. :

È

d'arrosto. Tipo di vino alla francese.

Sono celebri ha

gondolieri veneziani. Yi

lieta,

come quella

lo

così graziosa

dina in gondoletta come l'altra famosa

vi

e

barcarole

la barcarola

ha

:

La

bion-

mesta,

la

noli' 0^e//o del RosA. Galli, op. cit. Barra: terni, mar., banco che si forma alla foce dei fiumi per efi'etto dei detriti sini. »

Manovella del timone. Basare: nel senso figurato ài fondare, fondarsi^ detto delle opinioni, dei giudizi etc. è voce ueologica tolta dal frandella corrente.

|

cese baser.

Base: parola comune sì alla chimica organica che all'inorganica per indicare una classe di corpi composti le cui proprietà sono opposte a quelle dei corpi acidi la caratteristica di una base è di rendere azzurra la tintura di tornasole. Se ne forma :

anche l'aggettivo basico. V. Base. Basico Bas-bleu letteralmente in francese vuol dire calxa azzurra e dicesi di ogni donna saccente, inframettente, che la pretende :

:

a letterata. Quanto all'origine assai incerta di questa parola, ecco quanto se ne legge. Verso il 1781 oravi in Londra un circolo che si accoglieva in casa della signora Monchiamavasi della calza azzurra tagne

rioso,

cui diede il proprio nomo, fondato Nuova-Jork nel 1840, con altri spettacoli teatrali e con l'aiuto di una grande

[blue stoclcingclub\. lì sìg. Stili ingtleot,

in

più autorevole di detta compagnia, aveva

e a que' tempi originale strombazzatura,

sente, dicoasi per motto

guadagnò molto

richezze. Questo

si

ventò sinonimo neria.

di

nomo

di

ciarlatano e ciarlata-

costume

può

di portare calzo

azzurro :

«

;

e, lui as-

«tasserà nulla

fare sonza le calze azzurre

ciò indicavasi detto signore.

del Circolo.

V.

Reme

dcs

il

Quindi

Dcux

»

e con

il

nomo

Moììdvs.

.

-

Bas

42

aprile 1860. p. 778. Secondo altri il nome provenne dal fatto che un poeta arrivato da un viaggio, ricusando per il disordine del«uo vestito di entrare, la dama gli disse che egli poteva presentarsi anche con cal%e

Insomma questa sig.*^ Montagne con Lady Montagne

turchine.

(da non confondersi

autrice delle famose

della fine del '600,

che fece polemica col Voltaire in difesa dello Shakespeare, che si doleva di non essere nata aomo, che viaggiò per l'Europa e dovea essere un serpentello intero, c'entra, a quel che pare, nella creazione di questo vocabolo. Ancora un'altra opinione questa dama, nella sua dimora a Venezia, fu introdotta in un' accademia di letterati che avea nome della « Calza lettere)

:

Azzurra » e perciò la sig.^ Montagne divenne una bas-bleu e trasportò questo nome a Londra ove fondò la sua Accademia, tra-

mandando

il

Ma

venture.

nome

alle colleghe delle età

esisteva

nel '700 quest'Ac-

cademia in Venezia? Non mi riuscì d'accertare. Secondo invece, l'opinione del letterato francese Filarete Chasles (1799-1874),

r assurdo sopranome sarebbe

stato sfogo

bizzoso del gran poeta inglese A. Pope (1688

-1744) contro

Lady Montagne (1690-1762)

respingeva la sua corte. Messo alla porta, s'avvide il Pope di due cose, che le mani della dama non erano un esemplare di nettezza e che ella portava le calze azzurre, onde dettò quest' epi-

Bas

Bascule: voce tradotta letteralmente in basculla o barculla, nota specie di bilancia a piano. Beriya bascule dall'antico voca-

bolo francese bacule^

cui

^

tavola che bai le

«

cioè di cui un'estremità tocca terra

,

quando

l'altra si leva:

altalena. L's del

puramente eufonico. Italianamente bilaìicia a bilico. Ma basculla è voce oramai popolare e comunissima. NB. L'etimologia qui data non è però troppo certa. V. Scheler, op. cit. Addi-

prefìsso bas è :

tions

retifications

et

Basedow

(malattia di)

volta (1840) dal B. è

.

:

di

.

prima Merseburg: essa

descritta la

da una ipertrofia della

caratterizzata

glandola tiroide, specie di gozzo, dallo sporgere delle pupille, (esoftalmia) dall' alterarsi

da

della voce e dell'azione cardiaca e

altri

sintomi

,di

cronico e

carattere

una recente e ingegnosa questo male mediante uno speciale

grave. Lessi di

cura di

processo

sieroterapeutico

curando cioè

gli

ed

allopatico,

infermi col latte di capre

cui fu invece asportata la glandola tiroide.

Basse -cour: parola

cortile

francese

rustico.,

pollaio^

non comune, ma dalle persone a modo.

certo

usata dai signori e

Per costoro certe parole

italiane^ sanno di

la quale

plebeo.

gramma

Basso: nel napoletano sono chiamati bassi certe stanze, come dice il nome stesso, a piano terreno, che servono di alloggio all'intera famiglia non che agli vero è che quivi la animali domestici

:

;

Moii adorée a Tart de charmer les humains Mais elle n'a pas celui de se laver les mains.

Indi la chiamò

la

dama

dalle calze

sopranome dovunque

zurre^

accolto

azed

usato, specialmente per indicare le donne sapienti

o

saccenti, quelle

che

Molière

una sua commedia femmes savantes. In argomento così lieve è però lecito fare una supposizione, cioè che l'appellativo dato dal Pope a Lady Montagne acquistasse poi universale celebrità dalla seconda e posteriore Montagne che lo aveva assunto e che pare fosse pili meritevole di tale nome. aveva chiamato

Basci-bouzuk dicare fra

in

:

voce turca usata per in-

una specie

di

fanteria,

arruolata

popolazioni selvagge e belligere del-

l'oriente.

vita facendosi

un basso

all'

aperto,

non di proprietario anche della è,

se

Bassofondo:

1)

1'

affittuario di

diritto,

di

fatto,

via.

luogo di poca acqua

spetto ai luoghi circostanti, dove la

ri-

nave

2) Gli strati umani che sono alla base della piramide sociale, dove miseria e delitto spesso fan nozze. Fr. Bas fonds. Basso impero: sotto questo indeterminato nome è spesso indicato il periodo in

non passa.

cui r impero Eomano per le invasioni barbariche venne decadendo. Questo periodo va dalla divisione di Costantino in Impero d'occidente e d'oriente, 396, alla presa di Costantinopoli,

1453.

Bastagio facchino. Bastingaggio:ter.mar.,dalfr.6as^m^a5re. Indica il parapetto che si metteva intorno :



Bar

al

ponte superiore delle navi per proteg-

gerle dal fuoco nemico. Bastingaggio risponde alla voce italiana pavesata. Ba-

stingage deriva da bastingue -sz difesa mobile^ voce tolta dall'italiano classico antico, fortificaanzi morto, bastìa o bastita zione, riparo fatto con legname. Bastin-

=

gaggio non noi la voce

è nei diz. alla

parola vedi conservato

stida

demmo

il

ricordo in

Ba-

Bastida dei Dozxi, Po, tra Pavia e Casale,

Pancarana

luoghi presso

e

italiani,

Francia! Di questa antica

il

e

ove in antico erano arginature

forti

contro

la forza del fiume.

Batata: ter. botan. eagric. ricana.

È

edulis

dell'

:

patata ame-

Jpomoea Batatas o Batatas America tropicale, dove è spontanea e anche coltivata pei tuberi farinacei e zuccherini. N.B. Da non confondersi con la Igname o Batata della China {Dioscorea Batatas), a rizomi farinosi che pure si mangiano cotti come le patate. Entrambe si coltivano anche in Italia.

43

Bat

in sestine, poi tirico

da G. Leopardi. Usasi ,'questa sesquipedale parola per indicare una battaglia o contesa fùtile e degna di riso. Bàttere nel ling. mar. batter bandiera vuol diro portarla spiegata arriva. Onde :

le

aggiunto di tela finissima, fr. batiste. Da un Baptiste di Cambrai che ne fu inventore. Bàtonnier: così in Francia è chiamato :

capo dell'Ordine degli avvocati, rispondente al nostro Presidente del Consiglio dell'Ordine: ed è eletto dagli stessi avvocati di cui sorveglia e giudica la disciplina e la condotta. Questo titolo è dato

il

perchè in antico i sigg. avvocati formavano in Francia una confraternita sotto

locuzioni batter bandiera italiana, batter battere insegna di comando.

fiamma,

Battere il ferro fincliè è caido: estensione dell'arte del fabbro dicesi

per effi-

cacemente per significare che il miglior riuscire in qualche impresa è

modo per

quello di insistere approfittando delle disposizioni favorevoli e delle circostanze. Battèri e derivati: V. Bacteri.

la

Batista

ampiamente con senso sain ottava rima

moderno, parafrasato

Batterìa: in marina il

corridoio delle

stanno

navi

da guerra

indica

sotto coperta

ove

le artiglierie.

Batteria di cucina: è locuzione non in-

frequente a cui anzi

si

annette un senso

grandiosità per indicare

di efficacia è di

i rami e gli utensili della cucina. È francese batterie de cuisine, les ustensiles qui servent à la cuisine.

tutti il

Batteriologia

:

V. Bacteriologia.

Battersela: modonostrofamiliare, accolto ne' maggiori lessici, nel senso di

andar-

sene in fretta o di -furto, spesso con scorno e vergogna. Sinonimi: battere il tacco, battere in ritirata. Squagliarsi è

anche

parola che ha quasi lo stesso significato e vuol dire precisamente battersela in

forma clandestina.

nelle ceri-

Batteur: nel linguaggio della caccia vale

capo dell'ordine portava per contrassegno il bastone del Santo. italianamente di Bàtons rompus (à) palo in frasca, a sbalzi. L'uso di corte frasi non richieste, poco intose, meno ne-

hoiume employé à battreles bois pour en faire sortir le gibier. Tale voce francese non è nuova da noi, sì nel senso proprio come nel senso traslato, come d..i esempio si può argomentare « dal trat-

la protezione di S.

monie

Nicola,

e

il

:

cessarie,

è

vizio

grave.

Eppure

si

di-

cono e scrivono Bàtraco: plurale bàtraci (dal greco bàtrakos z^rdivd) animale dell'ordine degli anfibi, detti anche anuri o saltatori, do' quali la rana è l'individuo più noto. Altri legge anche batràcio. parola composta Batracomiomachìa ba traco-mio-machia zz. battadal greco !

:

:

glia delle

nme

e

dei topi.

J^J

il

titolo di

un poemetto che la tradizione erroneamente attribuisco ad Omero: fu tradotto

battitore,

:

tato di

Berlino alla

guerra

greco-turca

compito dell'Austria nei Balcani era stato di dar la caccia, sui monti sul Pindo, sulle Alpi transilvaRodope niche sui Balcani, all'Orso Bianco, per del 1897

il

conto dell'Europa occidentale.

I

suoi bat-

teur s più abili furono, appunto noi paesi slavi più facilmente russofili, StambulofP in

Bulgaria e re Milano, quando Monte-

carlo glielo permetteva, in Serbia. »

^dXi^MTò'. battitori. Qo^\ nel linguaggio dei cotonieri ò chiamata con vooo francese



Bat

la

prima macchina nella quale passa

44

il

Bec

colo XVIII, desiderarono

una bevanda

così

Cherubini. Bavarese oggi

cotone, compresso ancora, per essere se-

fatta. » Così

parato dalla polvere e formare degli strati

Milano di latte caldo, ma è voce che va perdendosi. Bavette bavaglio lo o bavaglino, eppure si ode e legge talora la parola francese che per nulla è diversa dalla nostra. Bazar: per emporio di merci varie e dell'uso, è vocabolo accolto da tempo nella lingua italiana. Deriva dall'arabo. La desinenza in bazzarre è meno frequente.

che vanno su

la carda.

nome proprio di un delegato quale al tempo del Ministero

Battirelli:

di P. S.

il

non riuscì a frenare gli eccessi una dimostrazione politica la quale era stata permessa. Questo ufficiale pagò con Crispi

di

punizione

grave

l'

errore

dei

superiori.



in Ebbe però la soddisfazione di dare un certo gergo politico senso estensivo al suo nome, e significare generalmente



quegli

ufficiali

inferiori

le responsabilità

degli

su

cui ricadono

errori

dicesi a

:

Beamìng Machine: nome inglese di una macchina orditrice. Non esce dal linguaggio de' tessitori e meccanici.

Ciò

altrui.

non è proprio il sistema voluto dal conte di Cavour, ma è molto comodo. Es. « i soliti Battirelli ». La radice del verbo battere nel nome molto deve esser valsa alla misera fortuna della parola. Battòsta da battere, è parola registrata nei dizionari dialettali veneto, lombardo, emiliano (nella forma dialettale batosta) :

Beati

si nel senso proprio di percossa^ sì nel senso traslato di danno^ pregiudizio^ ef-

fetto, di

una

sconfitta malattia, etc. Dicesi

anche nel parlare familiare in italiano ma i lessici non registrano tale voce. Baty voce inglese, non letteraria, usata talora da quei tecnici italiani che non sanno l'italiano o non vogliono usarlo: :

:

significa castello^

cioè

la struttura

fissa

della macchina, la parte che sostiene gli

organi in moto. V. Incastellatura.

Bau-bau o babau: nome di spauracchio fantasma del quale le donnicciuole si servono per impaurire e far star cheti i fanciulli. Forse dal suono che si fa per imitare la voce del preteso fantasma. Yoce usata in Eomagna e nelle Marche. Nel veneto si dice babao. Bavarder fr. ciarlare^ chiacchierare^ cicalare. Eppure bavarder e bavardage sono talora parole dell'uso elegante. :

Bavarese: « sorta di bevanda eh' è fior di latte con giulebbe per lo più riscal-

monoculi

caecorum

beati

:

regione o in terra che hanno un

in

quelli

occhio solo in terra di ciechi. Beati possidentes

!

:

il

:

beati i possidenti!

La ricchezza accumulata curamente

di

padre in

e

figlio

trasmessa siporgendo no-

bile ozio e sicurezza di vita, creò nel pas-

affermazione

esclamativa e stregua dei tempi e delle idee odierne, va sempre più acquistando un significato molto relativo. Erroneamente questo motto è ricavato da Orazio Od. IV, IX, 25. Vuoisi piuttosto ricercare in un antico aforisma che dice beati qui in iure censentur jjossidentes. Bebé: « Oh che bel bebé/ come sta il suo bebé? Mi faccia vedere un abito da bebé/ » si ode spesso. Frequentatissima voce francese che racchiude nella felicità di quelle due sillabe uguali la grazia e la sato cotesta

desiderativa;

quale,

la

alla

ingenuità del bambino, insieme a non so quale amabile petulanza e vezzosissima

balordaggine signorile. Più tu pronuncerai con le labbra strette e voce di flauto le

due

sillabe bebé., e più sarai volentie]?i

udito. V.

Baby.

Beccafòrbice uccello. È il nome dialettale pisano e d'altri paesi del Crociere {Loxia curvirostra) o Becco in croce o :

Becco

storto.

Beccheggio:

da

becco.,

quasi

dar

becco: nel linguaggio de' marinai indica

di il

Histoire de la vie privée de Francois I, che fa così nominata perchè .1 Principi Reali di Baviera

da prora a poppa come intorno ad un asse trasversale. I meccanici dicono beccheggio o serpeggiamento anche delle locomotive. Beccofrosone ugggììo (Bomby e illa gar-

trovatisi a Parigi ne' primi anni

rula): bell'uccello cantatore dei paesi set-

Anche i francesi dicono une bavaroise au lait; e Grand d'Aussy (nella dato.

toni. Ili, p.. 118j dice

del se-

moto

oscillatorio

:

45

150

rontrionali,

«lualo però

il

durante

Italia

1'

inverno.

migra anche in E anche detto

Gamilo. Bécero: parola fiorentina che nari,

i

dizio-

omaggio a quel massimo

in

registrano

dialetti,

dell'infima

plebe,

dicesi

:

i

persona

di

insolente

fra

sfrontata.

e

Becero è da pecoro, lat. pecus. Béchamel: salsa bianca di farina rosolata nel burro, e panna. Questo nome vuoisi derivato dal marchese B.^chameil,

maggiordomo di Luigi XIV. Becher è la parola tedesca da cui già :

provenne

Ma

la nostra bicchiere.

in

molte

un becher

Bel

mente in Eoma la notte della Befana. Ne Veneto si uhiama appunto la Vecieta. Béguin: capriccio amoroso, dalla parola francese béguin cappuccio che por-

=

tano

les ììéguines,

ghine.

specie di religiose: be-

Anche presso qualche nostro

dialetto

una

dice prendere

scuffia per significare innamorarsi: allusione simile a quella si

che fa chiamare in francese coiffée una persona presa da alcunapassione. Béguin è vocabolo recente e del gergo. Notevole come alcune voci del gergo francese facciano rapidamente il loro passaggio nella lingua nostra, e tendano poi a scomparire.

e

Beige: sorta di panno di grossa lana. Confronta la parola viva francese con la

Béchique: questa parola francese è ado-

parola morta italiana bigello^ panno bigio

birrerie

si

ordina di solito

non un bicchiere

Così l'uso.

di birra.

perata qualche volta invece della italiana

pasticca^

per indicare

quei

facili e co-

muni rimedi a base di gomma contro la tosse. La parola béchique è fatta derivare dal greco bex

= tosse.

(Littré).

Beef-steack: secondo l'ortogr. inglese, e vuol dire pexzo di bue hifteck in francese seguendo la pronuncia inglese, e ;

bistecca da noi.

Voce

La

dell'uso.

steack è la forma sotto cui

il

beef-

bue è

piii

pregiato nella cucina inglese ed è giusta-

mente vantata come modo semplice e sano di allestire la carne. I francesi

ne dispu-

vanto agli inglesi, e in alcuni della cucina si osserva che quella che nel continente è chiamata

tano

il

trattati

dell'arte

beef-steack all'inglese, in Inghilterra chia-

masi

alla

francese.

beef-steack non

costata

è

Comunque

sia,

da confordersi con

(entre-cóte).

La

la

la

beef-steack è di

(generalmente di bue) e anche di da un filetto ne devono sortire dodici circa, ben sgrassate e spelate, ne troppo grosse: si arrotondiscono, si battono, si spolverizzano di sale, si spalmano di burro quindi si cociono a fuoco vivo su la graticola. Befana: corruzione dialettale di Epifania (che in greco vuol dire Apparizione) la quale così popolarmente è chiamata in

di

grossa lana.

Beìgnet:

mente

fr.

frittella^

e

si

dice special-

pesche o mele. Bei-ami: titolo di un notissimo romanzo di Guido di Maupassant, Bei-ami ne è il protagonista: personaggio scaltro, senza coltura e senza coscienza, il quale da povero stato col favore delle donne e valendi

dosi di espedienti disonesti, ottiene infine alti

gradi ed onore. Questo

nome

è stato

usato talvolta con senso antonomastico. canto: canto

Bel

di singole

persone,

da canto corale, onde maestro.,

distinto

accademia di

bel canto.

Bel gesto: V. Gesto.

Belle-mère: voce francese usata talora in luogo della corrispondente suocera. dal ceto signorile

ricorda

Bello spirito: esprit.,

il

francese

bel

locuzione che dal senso buono venne

una faQon prétende s'exprimer: con tale senso è usata presso di noi. Le forme

filetto

poi scadendo ed indicò

culatta:

sieuse de parler

et

schiette dialettali

vengono a

hanno molti vocaboli che

significare lo stesso, specie dal

valore del contesto, es. far il lepido,

il

graxioso., etc.

multorum oapitum:

Belua

acutissimo filosofo e poeta

così Orazio, latino,

nella

giù pel camino a portar balocchi e dolci ai bimbi buoni. Con gran frastuono di

prima dello suo Epistole, vs. .76, chiama il popolo: belva dalle molte teste., e un antico chiosatore vi aggiungo come postilla che sarà bone nò tradurre nò lodare: Velut Hìjdra. Egregia populi dc-

trombe e trombette celebrasi tradizional-

scriptio

Roma

e nell'Italia centralo.

anche

la

vecchia che viene

Befana è pur

in

quella notte

!

.

Bel

46

Bes

Belvedére: term. mar., vela di velacmezzana. Belvedere (o Bellavista o Bellosguardo) è bella nostra parola antica che fu data a nobilissime ville, poste in altura onde scopresi molto e bel paese.

Benportante: V. Bien portant. Benzbe: {asa dulcis) resina balsamica che cola da un albero dell' India, detto Styrax benxoin.

Voce trasportata anche

è

cio di

|

in francese in signi-

poco consimile, o di terrazza o di edifìcio staccato in più bella postura. Bempensante: letteralmente dicesi di persona che pensa bene, rettamente, secondo la legge e talora vi è aggiunto un lieve f^enso ironico, quasi a significare bempensante perchè le condizioni fortunate e fortuite della vita tolsero l'occasione di pensar male. ficato press' a

;

Bénédictin: significare

fi\

benedettino, che oltre a

frate dell'ordine di S.

il

detto, indica ancora

un

Bene-

rosolio o liquore

in origine fabbricato nel convento dei Be-

a

nedettini

Fécamp, antica industria e

conforto di que' monaci.

Benefìcio d'inventario: locuzione giuridica

che significa la condizione posta

dall'erede alla sua accettazione della ere-

non essere tenuto ne' debiti erel'ammontare dell'attivo quale da diligente inventario. Da ciò la

dità di

una roccia molto afformata com'esso di quarzo, feldspato e mica, ma schistosa, cioè sfaldabile pili facilmente in una direzione. A Milano si adopera tale pietra specialmente per fare i gradini delle scale, i piani dei (dal tedesco

locuzione

:

accettare idee, affermazioni,

Gneiss),

fine al granito,

pogginoli,

Bèrberi

etc.

nome

:

dato alle antichissime

])opolazioni (aborìgeni) delle coste settentrionali dell'Africa.

Beroeau: pergolato, voce francese di molto uso: incerta etimologia.

Berceuse in fr. ninna nanna, l'aria musicale della ninna nanna. Specie di componimento musicale. Bergamina: mandra di mucche; term.. lombardo, così detta dalle Alpi bergamasche e della Valsassina onde calano al piano, al tempo di verno, per la pastura. :

ditari oltre

risulta

Bèola, Bèvola =:: gneiss. Bèola o Serixxo appunto il nome dialettale del gneiss

e

Berretto frigio: berretto de' Giacobini de' Sanculotti al tempo della grande

rivoluzione. In francese, bonnet phrygien,

cucuzzolo è ripiegato innanzi. il berretto onde è effigiata la Libertà. Berretto frigio diventò poi sinonimo delle idee di cui fu simbolo e

cose, etc. col beneficio d'inventario cioè

di cui

condizionatamente e dopo ponderato esame

Così è pur chiamato

del prò e del contro.

Benemerita

(la): così è

dei Beali Carabinieri,

chiamata l'arma

un

po' sul serio

un

il

segno.

po' per celia, per le

benemerenze acquistate con l'opera sua. Termine popolare e molto comune.

Bertoldo nome proprio nel popolare racconto di Bertoldo, Bertoldino di G.C. Dalla ted. Berthold : usasi Croce 1550-1620

Beneviso e benviso: e così maleviso, per benveduto e malveduto sono parole

estensivamente e familiarmente per uomo sciocco e da poco. bésigue: è francesemente detto, Bésy il giuoco della bàzzica. La quale è una specie di briscola, benché più complessa

riprovate dal Rigutini. Certo formano

doppione inutile. Bengalino: o fr. bengali, specie di guello delle

regioni

tropicali, così

un

frin-

detto

:

:

e difficile.

V.

le

norme

e

le

specie

nel

dal Bengala, regione onde prima provennero. Bengali è anche detto l'idio-

Golii,

ma

chiamano occhiali a stanghetta. Parola due volte e francese, dal latino bis

I

del Bengala (India) derivato dal san-

scritto.

Benignarsi: per degnarsi, compiacersi è dal Bigutini definita « una ridicola lezio-

saggine

»

Ben inteso: nel senso che, se, etc, è difeso

il

di

purché, a patto

francese bien entendu:

dal Yiani, riprovato dal Rigutini.

op. cit.

Besicles: sono quelli che in italiano

si



oculus

=

occhio.

Bestia: nome di un conosciuto giuoco d'azzardo, d'origine francese: b&te, che si giucca in quattro o in cinque distribuendo

cinque carte a ciascuno e levando scola.

la bri-

.

47

Bét

Bete noire: dicono in Francia figuratamente e' est la bete noire^ e est ma bète noire per indicare una persona malvista e

BiG

bimbo, bambino:

così si

chiamano

in fran-

minuterie da chincagliere il cui pregio piia che nel valore intrinseco

cese quelle

malefica che ricorre spesso nel fatto o nel-

nell'arto, consiste nella curiosità e nella

l'imaginazione, e così diciamo noi pure,

novità, e servono da sopramobili. Minuterie,

anteponendo

come sopra

la

forma francese

alla locu-

è detto, è la voce che meglio

zione tradotta od allo equivalenti- italiane.

vi corrisponde

Beton voce francese usata in voce di eaìecsfruxxo (cemento, sabbia e ghiaia). Betonata: grande costruzione in calcestruzzo. Neologismo abusivo. dal verbo inglese to bet, scomBetting mettere. Indica il valore e l'insieme di co-

il

:

:

che scommettono nelle corse. Voce dello Sport. Usasi pure in francese. Bettònioa: erba perenne, già reputata di molta virtii medicinale, lat. betonica, loro

che Plinio trae dal nome dei Yettoni, gente di Spagna. Essendo erba notissima, ne venne il modo di diro essere noto come la bettònìca. Beva: sost. fem., voce toscanissima, con valore tecnico nel linguaggio degli enologi per indicare la condizione ed il tempo in cui un vino è maturo, fatto, buono a be«;cre, onde la locuzione entrare in beva per dire essere buono a bere, di pronta beva., etc. Usasi anche in senso traslato: esser nella sua beva, per dire essere in affare di suo genio. Ma è modo regionale e molto familiare. vetonica^

Bévue

tettonica.,

voce francese, spesso usata nel linguaggio mondano e vuol dire topica (?) sbadataggine., inavvertenza di chi per distrazione o per storditaggine commette qualche errore, come sarebbe ricordare cosa che non deve essere mentovata, non ricordare nomi o fatti che si suppongono :

insomma nella prammatica delle conmondane commettere qualche

noti,

venienze

disattenzione.

bolo

si

gaffe.

Bey

A

questo

già usato

voca-

sostituisce talvolta la voce

nuova

V. questa parola.

voce turca beig r= signore ed è che non sempre ha senso preciso. Spesso è dato al governatore d' una provincia d'una città. Es. Bey di Tripoli. :

;

titolo

Bianco-segno: por firma in bianco è voce comune noi linguaggio degli uffici e ricorda il blane-saing do' francesi. Bibelot: da blmbelot, giuoco da bimbi, dalla stossa radico bimb o bamb da cui

ninnoli, anche

:

e avrebbe

;

medesimo valore etimologico che

bibelot.

Biberon: dal latino bibere, bere. Voce francese di frequente uso.

Non manca

la

nostrana 'poppatoio. Molti del pocui r ignoranza salva dal guastare

l)arola

polo

l'idioma natio, dicono bottiglietta. «Questo

bambino fu

bombone di orribile

in cui lo

biberone

«

[6o?^6o?^]

ehon\ etc,

con la bottiglia » come dicono »

su

tirato

dicono

Molti

,

tirabusone

[tire-bou-

quali sono voci, oltre

le

il

resto,

suono il che non è in francese, sfumato accento e la desinenza :

tronca danno snellezza. Bibliografìa: scienza del bibliografo; la quale distinguesi in materiale, e in letscientifica. La prima intende a conoscere materialmente i libri per mezzo dei cataloghi, nei quali se ne fa

teraria far

una minuta descrizione rarità e

il

prezzo

:

e indicandone la

e questa è propriamente

la parte

dell'istruito

libraio,

librària.

La seconda

tratta

e

dell'arte

criticamente

del merito dei libri.

Bibliomanzia superstizione che consiste :

neir aprire a caso la Bibbia (o qualche altro libro) e leggere il capo che cade sotto gli occhi,

dando ad esso una speciale

in-

terpretazione.

Bicicletta: termine molto pi" usato che

non velocipede; eppure cotosta parola

at-

tende di essere registrata nei dizionari. Essa,

come

è noto, è l'antica

draisienne (Y. que-

sta parola) perfezionata nel secolo

XTX

e

giunta a tale grado di compiutezza meccanica che non pare più suscettibile di altre modificazioni. La bicicletta delizia e cura di ogni sesso e di ogni età, fu cantata in italiano ed in latino, nella qual lingua Ludovico Graziani compose

un leggiadrissimo

poemetto intitolato Bicyclula (che tale è

buona versione altri s(;risse,

di

bicicletta, e non,

birota velocissima) e questo

])oemotto fu preniiato nella gara

annua

di

la

come

Amsterdam (anno

poetica

1000). Alcuni,

tanto per variare, scrivono anche bicicletta.

,

-

Bic

sarebbo

Biciclo:

il

velocipede,

due ruote

della bicicletta a

padre

di vario dia-

metro, senza moltiplicazione.

nome

Bidet:

di cosa assai nota:

-

48

è pa-

biffa, usata dagli agrimensori per indicare quella pertica o canna piantata in terra

con sopra un segno per traguardare. Nel contado di Romagna è voce viva ed usata.

rola di origine celtica che diede nel basso latino 'veredettus,

Bigattiera: temi, lombardo (bigattèra):

diminutivo di veredus,

l'edificio

cavalluccio,

tità,

cavallo,

quindi

ma non

è dell'uso. Il bidet

«

Bij

bidetto

»

non corre ben-

in

dove

si

allevano, in molta quan-

gran numero è Lombardia, appunto perchè quivi è molto i

big'atti.De' quali edifici

tuttavia conché posi su quattro piedi viene specialmente non esclusivamente alle donne inforcarlo per servirsene per

tare questa parola: infatti

gli usi intimi.

registra.

Bidone: (dal fr. bidon, corruzione di bedon grosso ventre) indica un grosso recipiente di latta. Voce popolare e dia-

Biga: V. Capra. torm. lombardo (bigat) esteso Bigatto anche fuori di Lombardia con voce italiana, filugello, baco da seta. Bigat e bi-

:

=

lettale in

alcune regioni d'Italia.

Biella: (Ir. bielle) termine meccanico che indica quell'asta rigida di una macchina che serve a comunicare e trasfor-

mare

estesa la coltura del prezioso baco. Il Rigutini, a ragione,

non

è alieno dall' accetil

Petrocchi la

:

:

gatera sono altresì voci dialettali romagnole per baco, baco da seta. Dicesi anche in romagnolo cavalir bigat, vermicelli.

m

movimento. Voce comune. In buon italiano asta. Vero è che un valente professore di meccanica mi osservava essere

del gergo scolastico che indica

asta voce generica e che per indicare quel

me, del greco

«

Bigino: term. esclusivamente lombardo

il

membro

manovellismo (che parole!)

del

di spinta rotativa, articolato colla testa a si deve che non fu accettato dalla pratica l'equivalente braccio (braccio d'accoppiamento; braccio motore, proposto dagli scrittori di cose ferroviarie) ne fu accettato il termine accoppiatore ». Bien-portant: nella lingua d'uso è voce abbastanza comune traducesi talora in ben portante. Vi corrisponde benissimo la parola prosperoso. Ma essendo essa poco frequente, perde del suo valore, come ognuno può di leggieri intendere. I lombardi hanno

di traduzioni, letterali

libretto

e del latino: delizia degli

scolari che rispai'mia loro studio e,

il

pessime ed anoni-

dopo otto anni

latino

di

e fatica,

e cinque di

croce (o pattino) e colla manovella,

greco, contribuisce all'effetto di uscire dal

dire biella

liceo vergini di oiuiiia

lina volta dicevasi formato diamante. Noi abbiamo ancora viva la bella

hijow.

parola galanteria. Es.

come

è graziosa!

Una

«

.

La

bigiii,

bi-

galanteria!

»

bigiotteria, e anche registrata.

Bilancella: sul lido tirreno così è chia-

mata una specie

ad una sola

di feluca

latina con flocco,

N'ela

Birraria: è modo comunemente riprovato per birreria: mescita di birra.

Bisatro

di piccolo tonnel-

laggio e serve per lo più di tras])orto tra

corruzione dialettale

:

parola bisoiaito, da biscia

:

nome

di

una

dato dai

pescatori dell'Adriatico (litorale veneto e

romagnolo)

alle piccole anguille.

Bischero: V. Appendice.

quella giovanetta

parola francese fu tradotta in ;/iotfier(\

Bit

Biscuit: letteralmente biscotto {bis coc:::= due volte cotto) e così i francesi chiamano oltre al biscotto, pane, una pasta di porcellana due volte cotta e lasciata

tus

nel suo bianco naturale senza pittura, né

vernice, nò

smalto. Es. una statuetta di

biscuit.

vicini (piccolo cabotaggio). 11 trabàc-

Bis dat qui cito dat: motto latino che

romagnolo è a due vele al terzo e di maggior portata può arrivare sino alle 200 tonnellate o 250. La bilancella dicesi anche Paranxella. Bill: voce parlamentare inglese e vuol

chi paga subito è come pagasse due volte. Cosa vera dai tempi romani ad oggi due volte e Bisecare: (dal lat. bis

di legge. Deve esser letto approvato dalle due Camere, sancito dalla regina o dal re e allora diviene legge. Per la etimologia cfr. il la-

nel linguaggio geometrico della retta

liti

colo

:

dire progetto volte,

tre

significa

:

!

=

secare -- tagliare,



bisettrice

cfr.

segare, sega) dicesi



che divide un angolo in due

uguali.

altri

Bisettrice

V. Bisecare.

:

francese

Bis in idem: motto latino che significa

billet,

da bullet. Più frequentemente quevoce ricorre nella locuzione bill di indennità, la quale dal parlamento inglese provenne al linguaggio parlamentare di Europa e si dice della sanatoria che la Camera concede ai ministri per qualche

due

sta

cialmente di chi cade nello stesso errore. Bissare dal lat. bis, due volte, quindi ripetere una seconda volta, e nel linguaggio teatrale è voce non solo usatissima ma

bulla,

tino

italiano

loro atto illegale,

ma

bulletta,

richiesto dalle neces-

francesi notano

questa voce. Bio: forma dialettale veneta usata nelle esclamazioni per non dire con intero suono I diz.

sità.

nomo che

il

le

Sacre Carte avvertono non

doversi pronunciare invano.

il

= di-

rapporti che

organismi e il luogo modo in cui vivono fra gli uomini

intercedono fra e

i

gli

;

della presente e quelli dello passate età.

Bipede implume: dicesi facetamente dell'

uoiìio.

v.d

è

Ma

la dellniziono è

attribuita

a Diogene,

antichissima il

(juale



avendo Platone definito l'uomo animai bipes sine pennis arrecò nella scuola del gran filosofo un pollastro spennato, dicendo «questo ò l'uomo di Platone». Ciò leggcsi in Diogene Laerzio (De dar, pliilosoph. vitis^ dogmatibus^ etc.,lib. VI.



13,

necessaria. I dizionari non la registrano,

Fanfani la riprova. Certo non è parola germogliata dalla lingua italiana ma tolta il

dal francese

bisser.

Ma

(juante

sono

le

parole che noi usiamo e che hanno questa

origine? Infinite. Se

le

dovessimo espellere

sarebbe un affar serio farsi inten-

dere anche fra noi!

Bissóna

:

gondola bella e grande di Ve-

nezia, in uso allo regate e nelle cerimonie tradizionali di tale,

estosa

al

quella

città.

detta, forse, perchè era in

Naviga

di bisso.

A^oce dialet-

comune linguaggio;

così

antico ornata

a molti remi.

Bistecca: V. Beef-steak. Bitta: terni, mar., sistema di due colonne di legno o di ferro, i)iantato a

prua dello

navi, spesso rafforzato con traverse: seragli

ormeggi delle an-

sostegno del

molinello por sal-

vono a dar volta core,

a

l)are,

otc.

Bitter: voce generica di liquore, di ori-

40). A.

:

tutte,

Biologia: gr. bios z= vita e logos scorso, scienza che studia

volte nella istessa cosa. Si dice spe-

I'an/.ini,

Supplemento ai Dixioìuiri italiani.



Biv

50



Bla

gine olandese che vuol dire amaro. Così si chiamano vari stomatici, dal più al

vanteria., spacconata.,

nieno fabbricati con infusioni di scorze e

è d'uso familiare nella lingua francese, e

amare

radici

(arancio, genziana, rabarbaro,

ginepro) nello spirito. In

bitter.

fr.

Bivacco: neologismo, dal francese bìbivac. La parola Q, forma antiq. francese, a sua volta, deriva dal tedesco, bei vicino e ivaeht :~ guardia., quindi significa campo a ciel sereno ove l'esercito s'accampa. La grande storia militare e belligera di Francia legittimò e diffuse questa parola anche presso di noi, popolo non

vouac

=

belligero. I dizionari la registrano;

combatte, e vuole

fani la

parole

alto.,

e

anche

sono

facili

tutta l'età

sostituirvi le

.,

Bizantino, Bizantinerìa,

Bizantineggiare: e

Fan-

accampaìnento attendaìnento.

Bizantinismo,

moderno

il

parole di uso

non così facili a spiegare come ad intendere. Bisanzio fu per di mezzo, cioè, per un periodo

più che millenario, la capitalo dell'impero

romano

d'oriente, erede, dunque, di Gre-

Eoma, ma

col processo del tempo sempre più isolando dal vivo occidente d'Europa, perdendo di valore politico e assumendo certi speciali carat-

cia e di

si

venne

immopuò intendere il senso di queste parole ove ben si comprendano questi due versi che G. Carducci scrisse teri

di

bilità.

cerimonie, di rigidità, di

Benissimo

si

a proposito della terza Impronta

Italia

Eoma

:

domandava Roma, han dato.

\xio essi le

l'affinità frale cose

nabili.

le cose enfiate,

menzogna. Del

resto

da noi sovente si traduce in hlaga. Il Carducci nel suo bellissimo scritto Mosca cocchiere usa questo francesismo dicendo che esso è brutto anche in Francia, ma che « oggigiorno non se ne può fare a meno » Se non di blaga così si potrebbe .

^

dire di molti gallicismi.

Quando una paun idioma,

rola straniera è penetrata in

essa vi acquista giusto diritto di cittadi-

nanza.

Fuori

«

barbari

i

»

si

potrà diro

ri-

ma

quanto ai barbarismi bisogna evitare che entrino, e a

ferendosi alle persone, ciò

vana

all'

uopo, se non vi provvede con senso

d'amore

è l'opera delle autorità deputate

nazione stessa. V. la discus-

la

sione che avvenne nel Parlamento italiano I. Giugno 1902. Blagueur: vedi blague. Parola usata invece delle moltissime nostre gradasso, spaccamonti., chiacchierone., etc. Il d'An-

intorno al Bilancio della P.

:

nunzio, stilista di gusto assai dubbio,

ma

conoscitore egregio e cultore della lingua i moderni, assai puro, usò voce blagueur: prova evidente della forza che la consuetudine imprime a certe

italiana e, fra la

« La mia casa è la casa rispettaun buon lavoratore e io deploro di avervi ricevuto ingenuamente un blagueur di quella specie ».

parole

:

bile di

Blanc-bec

:

becco bianco e e giovane,

Questioni bix,antine, è locuzione che vale questioni sottili.^ ma inutili., intermi-

vane e

ma

letteralmente si

in

francese

dice di persona inesperta

che della sua inesperienza

non si rende conto, anzi sembra presumere di sé sbarbatello. Blanc-manger: voce francese già da :

-palla

fr. che vuol dire dar nera nelle votazioni politiche. Sarà parola rarissima da noi, ma avendola tro-

mangiare, piatto dolce da credenza. Manuzzi e il Tommaseo la riportano,

vata ed udita in speciali casi nel senso di dare voto contrario, così la noto a mag-

Yiani la difende, il Fanfaui ci fa una delle sue solite chiacchierate. Il Pe-

gior conferma del mio asserto: cioè che molti per iscrivere e parlare effìcacemente,

fra le voci antiquate. Blasé voce francese frequente e felice la quale indica la persona divenuta scet-

Blacl^bouler: neol.

argutamente, hanno bisogno oramai delle locuzioni straniere. Blackbouler è fra i neo-

antico fatta italiana e classica in bianco-

zitti.

e

Il

trocchi la registra

:

:

tica,

non per abuso

logismi francesi, derivato dall' ingl. blackball palla nera e, come verbo, bocciare.

danità

Blaga: Y. la parola francese Blague. Blague: propriamente borsa di pelle entro la quale ponesi il tabacco, e per

cesso dell'uso

=

Il

il

di filosofia

di piaceri.

ma

di

mon-

Nel suo primo senso

verbo Maser vuol dire alterare per ecil

senso del gusto. Es. l'u-

sage des liqueurs fortes lui a blasé le gout. Poi figuratamente si dice di tutto



Ble

51

che a hm^o andare rende l'uomo incapace di emozione e di affetti: indiff'eoWo«) rullo,

liano

rischia di

si

cilindro^ spianatorio per terreni e strado.

Borione, i

la

spazzola cilindrica che usano

voce estesa anche ad

brutta

barbieri:

Boll

La voce è di origine tedesca {bozen noli antico tedesco spinger fuori Nella frenologia indicò i lobi del cranio noi boxxa.

si credettero e credono rispondere determinate attitudini. Quindi volgarmente dicesi: avoir la bosse de quelque chose.

dato a molti cappelli

del fabbricatore di tal

nome

in

del Piemonte. Giacche con Monza, Alessandria, Cai-pi, l'Italia, dalla

nobile

all' ultimo Giappone, capo a molta umanità. Pur troppo la nostra merce ci ritorna spesso in casa con suggelli stranieri e come tale noi la

Inghilterra

il

riacquistiamo,

lieti,

a

maggior prezzo.

Borsista: neol., dicesi di colui che giucca e

si)Ocula alla Borsa.

Bosinata:

poesia

milanese in dialetto

(contadinesco, per lo più tirico.

E

la bosse de la musiqtie.

noi imi-

tiamo a tutt' andare il modo francese, laddove abbiamo belle voci come inclinazione, disposizione, o se piace la voce v'è beimoccolo corrispondente

francese,

La manìa

di ser

:

Imbroglia

Che

nel cranio ti gorgoglia, Ti rialza fuor di squadro

bernoccolo del ladro,

Il

Giusti

(G.

Gingilliiio).

Bossolà: voce dialettale che indica uno speciale dolce di pasta lievitata, propria di Brescia.

Boston

Cfr.

buccellato.

specie di valzer moderno, stri-

:

sciato e figurato, così detto della città di

Boston.

Bouchon

tappo,

:

tire-bouchon

z:z

e nell'Emilia,

e

così

cavatappi

:

composto

il

in

Lombardia

per non dire altrove, sono

voci costanti anche nel dialetto. estesa e nota nel

di

carattere sa-

Bottina

:

hire cui contrasta

il

carattere,

sempre più

cosmopolita, di Milano.

Bosse: voce francese che indica p/'o/j/beronza, bernoccolo, enfiagione come da

:

e significa

:

in-

diminutivo

di botte, francese,

una specie

di scarpe di cuoio

che

elegante

chiude parte della gamba. ma usata talvolta in

Voce non frequente,

italiano invece di stivaletto.

Boud in volgarizzato in bodino e budino. voce dell'uso: difesa dal Viani, migliaccio sanguinaccio, in italiano. Il Fanfani non la nota fra le voci guaste. La registrano :

fra

gli

altri

il

Rigutini e

il

francese è

in

il

Petrocchi.

come suono.

Certo è voce non bella, anche

Boudin

V. Bosino.

termine dialettale lombardo: Bosino indica il contadino dell'alto milanese. Chiamasi anche bosino colui che va per la città, cantando o recitando bosinate. Carlo Tanzi nelle sue rimo fa grande encomio di questa specie di componimento e no cita i primi scrittori. Forma d'arte popo-

comune linguaggio Roma.

dica la vettura publica in

Alessandria

copre

a

Il

Botte: voce propria del dialetto romano,

nome

Borsalino:

nomo

)

cui

altre regioni.

dal

=

'

,

budello riem])it()

sangue di porco, condito con droghe. La sua etimologia è incerta da boiider di

:

gonfiare

V

(Diez) dal basso latino botulus,

ondo budello in italiano e boyau in francese? probabilmente. Da noi bodino indica specialmente una torta dolce, cotta entro stam])o che mangiasi col cucchiaio. Boudoir salottino appartato per le signoro o adibito ad intimi ricevimenti cosi d(^tto dal verbo bouder {ù\v il broncio) parce quc Ics dames se rctirent dans :

:

-

Boll

leuì's

boudoirs quand

veulent etre

elles

Bou

58

culazione

consiste

gratuita-

nell' offrire

seules. (Littré).

mente ad alcuna persona un determinato

Bouffant aggettivo francese, usato noi linguaggio della moda in vece della pa-

oggetto a patto che presso amici o cono-

a sbuffi^ ornamenti di stotì'a rigonfia. V. Manteau. Bouìlle-abaisse: o anche bouìUe-à-bais-

di acquisto. Alla loro volta questi amici,

:

rola nostra

se: piatto marsigliese di

pesce

cotto in

poco d'acqua con cipolla^ olio, zafferano, etc. Specie di brodetto romagnolo o cacciucco livornese. Letteralmente boiiille à baisse vuol dire brodo abbassato^ ridotto por l'evaporazione. Fig. guazzabuglio.

un

scenti collochi

numero

certo

lusingati dal dono che

devono cercare procede

altri

di

buoni

pure loro spetta,

compratori. Così

indefinitamente.

contratto nullo perchè

Trattasi

si

un

di

fatto sotto condi-

zione di assurdo, giacché per non esservi

converrebbe che il numero delle persone fosse infinito. Frode certo inge-

frode,

gnosa come quella che

è fondata sull'in-

elegante,

gordigia od egoismo altrui. Questo sistema

con sotto la lampadina: e serve a far bollire l'acqua, o pel tè o pel caffè od altra bevanda: uso nuovo nome nuovo. Si devo dire bricchetto., cuccuma., caffettiera? Una signora mondana che così dicesse, o non sarebbe intesa o paiTobbe affettata. Così In un negozio ho trovato acè da noi canto a codesti bricchi la parola bollitori., onesto quanto umile tentativo di far ita-

usasi anche nelle vendite per beneficenza

specie

Bouilloire: di

di anfora

metallo fine

recasi su la

mensa

!

liana la parola bouilloire.

Bouillon: da bouillir, òroc^o, cioè tratove può limitarsi la spesa ad un fU;,

or

non sono molti anni, certo nome Duval che

macellaio parigino, per

ebbe la

felice idea

non troppo adatte

delle carni

di valersi

alla

vendita per farne

luogo ove si vendeva insieme al lesso fu detto Bouillon. Questa parola è oggidì usata in Parigi per indidel brodo, e

il

care certe grandi trattorie

a

buon mer-

cato e a prezzo fisso.

comunemente di forma d'acqua bollente. Boule., palla, è parola usata altresì in

bolla, scaldamani.,

sferica e ripieno

altri e speciali significati. Es. corte palle

di latta contenenti

una specie

conserva sono chiamate

di

boules.,

brodo in ancorché

fabbricate in Italia.

Boule de neige: letterdìmento palla di cioè voluta o valanga che cresce con r andare. Si dà per estensione figurata questo nome ad una specie di speculazione commerciale di vendita cooperativa,

neve.,

la

quale,

se

neve.

Boulevard

non erro nel

ricordarmi,

venne esercitata a proposito degli orologi svizzeri, poi di altri oggetti.

Cotesta spe-

:

(anticamente boulevart., in

italiano, baluardo^ parola d'origine tedesca,

boll-iverk per bohl-werk.,

era

terrapieno,

il

il

Per estensione poi seggiata

si

riparo

disse

di

circonvallazione

di

-di tavole)

bastione fortificato.

una pas-

piantata

a

come ad es. i Bastioni di Milano, i Rampari di Parma (da rempart ^n riparo., bastione)., oppure di un luogo dove sorgevano una volta bastioni. Oggi per una nuova estensione, ogni via larga, arborata, signorile, che attraversa una alberi,

città

meglio la

Parigi,

si

città

chiama

delle

città,

cioè

in francese boulevard.

Boulevardier: colui che frequenta, che il boulevard., quindi che ne ritiene

batte i

caratteri,

abitudini.

le

Voce francese

dato che abbia tanto valore da meritare il cambio. Parigino al sommo grado. Bouquet: voce entrata nell' uso popolare invece di mazzo., mazzolino. Bouspesso

Botile: voce francese, dal latino bulla :=

invece di

Boule de neige è altresì chiamato il fiodi una specie di viburno, pallon di

begli

toria

brodo, e

I

re

riportata

ed

inconvertibile,

quet è una variazione di bosquet., boschetto^ unione di piante., e poi di fiori. Bouquet: è voce quasi tecnica nel commercio per indicare il profumo., V aroma del vino,

così

detto

per

somiglianza

al

profumo di un bouquet, mazzo di fiori. Bouquin: dicesi in Francia di libro vecchio ed usato, ma generalmente di scarso valore.

buch

La

derivazione è certo del tedesco

= libro.

Bouquiniste: così chiamasi in francese colui che

compra e vende

libri usati.

Questa

,

.

59

liou

parola è stata aiicho tradotta

in italiano

con bochinista (parola che sarà bene non usare). L'Arlia così no ragiona: « Da poco tempo in qua ho letto questa voce francese (bouquiniste) italianizzata in

bochi-



Box

ciamo ragaxxo^ i gar^on i francesi. Box: V. Boxing.

Box per

:

nista nel significato di Kicercatore di libri

rivestito

nobile

me

parola

se

non

ci

di

di

si

avesse

voci

le

Amatore

anche, occorrendo,

e

quella

Bibliomane. Quando si lascierà il vezzo abboccare gallicismi a tutto spiano?»

Bourrée: specie di ballo francese, originario dell' Al vernia. È nella misura ^/^ con un tempo in levare e frequenti sincopi sul secondo e terzo tempo. Bourrette:

fr.,

:

^

:

:

significa in francese farsi

strare

il

scoprire.,

mo-

giuoco, lasciar comprendere i

propri disegni. Es. « qui, in questo affare delle classi, la politica mostra le bout de l'oreille. »

ché

Riporto questa locuzione ancor-

di rarissimo

uso, per dimostrare

ri-

una mia opinione spesso qui ripetuta, cioè che molti da noi quando vogliono esprimere efficacemente un concetto, senbadire

r istintivo

tono

modo

bisogno

di

ricorrere

La qual

al

parola inglese e significa

stalla

4

rispetto stallo., dai di legno,

ai

5 metri,

accuratissimo,

destriero sta

e

solo

ove

sciolto.

il

La

anche accettata in Francia in o box n. ni. Ho inteso dire eziandio da un egregio padre che la sua è

boxe n.

f.

prole è allevata in

un

collegio svizzero,

box con entro

nel quale vi sono tanti

i

lotti.

Boxer

voce inglese che vuol dire pu-

:

gnatore., lottatore, da box (V. questa voce).

Con

in italiano bavella.

voce francese che vuol dire (/ìiiribi:^Ao, levata di testa frullo^ eapriecio talvolta conviene volger tutta la frase italianamente. Il pretendere di poter tradurre sempre motto a motto è un assurdo da pedanti o da ignoranti esiste fra idioma ed idioma uno speciale modo di afferrare e rendere un uguale concetto, differenza dovuta a cause del tutto estranee alla grammatica. Bout de l'oreille (le) mostrare le bout de l'oreille « la punta delle orecchie *

Boutade

pucr,

pii^i

antichi, o vecchi, per farne collezione, co-

e Bibliofilo,

diceano

latini

nome

tale

gli

chiamarono i Cina

inglesi

settari fanatici di alcuno società della

che avevano per iscopo

lo sterminio degli

europei invasori della loro patria, impositori di civiltà

forzosa, e dei missionari

ne fecero in fatto orribili stragi, almeno a quel che risultò dai giornali. Tale nome, universalmente accettato, venne di moda con la guerra cinoeuropea dell'anno 1900 (se guerra si può chiamare il macello umano che incoronò il secolo XDL). Ancora: questa parola, dal senso feroce, ebbe in Italia per qualche tempo nuovo significato pieno del livore politico che ci è caratteristico, e servì ad additare al dispregio coloro i quali opinavano doversi estendere anche alla propaganda socialista la responsabicristiani

:

e

Umberto I. Ciò per una parola già fuor d'uso.

lità del regicidio di

storia di

Boxing:

l'atto del

verbo inglese to box, quindi il pugilato,

pugilato,

battersi

al

noto

sanguinoso

e

la

spettacolo barbarico,

cosa è

assai caro alla civiltà anglosassone, S})ecio

segno grave, non per la voce o locuzione altra lingua usata e inframessa, ma perchè la cosa viene a dire: «non c'è parola e modo italiano che mi paia corrispon-

d'America. Box, che propriamente vuol

di dire

straniero.

di

se c'è, non mi piace e non l'uso. » Bovolo (molle a): chiamano i meccanici le molle a spiralo conica, con seziono rettangolare e spire impegnantisi l'una nell'altra, come quelle ad es. de' repul-

dere,

sori

dei vagoni.

Boy: voce inglese che vuol diro ragaxxo, usata anche nel senso familiare di domestico, apjìunto come talvolta noi di-

dire

scatola

della stossa

,

cassetta

(

filologicamente

famiglia delle voci

bossolo,

bussola e busta in italiano, botte in francese, pyxida in greco, conservato in pisil vasetto dell'ostia consacrata) è side

=

armatura della mano, rompere testo o nostri buoni costole come il cesto presso padri greci e latini, tanto per non perdere le buone usanze. Il nomo boxe -r.

una nota specie

di

e serve a sfondare petti,

i

e boxer - battersi sono parole altresì francesi

])ugilato

al

pugilato,

Boz

60

Bozzello: term. mar., piccolo arnese o cassa di legno o di ferro con pertugi in cui sono adattate una o più pulegge,

circondato da uno stroppo per fissarlo ove occorra. Il bozzello serve, in generale, ad

aumentare

la forza della paleggia.

Brachetto

:

vino

Piemonte

del

rosso

(Alessandria) che per lo

più

rente

di cui

il

cranio offre

antere -posteriore dal

ghezza

trasversale.

di detti

=

breve e dato dal Retzius alle

brachìs

= capo. Nome

umane

metro

Bravare: per sfidare è notato come uso tutto francese » dal Rigutini. Vero è che esso è gallicismo che va perden«

dosi.

Breacic

:

cocchio grande, aperto, a quat-

tro ruote, con alto sedile per

Brachicèfalo: gr. razze

senza lembo, che sta presso il fiore; rapil passaggio fra la forma sviluppata della foglia e gli organi del fiore.

presenta

prepara

si

spumante. chefalè

Rre

un

poco

di

La maggior

crani non

diadiffe-

lun-

oltrepassa

un'ottava parte la larghezza.

Il

di

contrario

due

fronte

di

sedili

quarto alto sedile

per

La

di dietro.

glese, estesa poi in Francia.

cocchiere,

il

signori e

i

Pronuncia òrèA;.

Bref: breve, in breve. Spesso ho trovato questo avverbio francese in principiodi periodo. Es. risolve

si

«Bref

un

in

l'eroismo boero...

mito. » Bisogna proprio

moun fascino imperativo numeroso nostro idioma non lo

di dolicocèfalo.

dire che la parola straniera, tronca,

Bragozzo: sorta di barca peschereccia chioggiotta, dalla prua sottile, poppa quasi quadra, con ponte, due alberi piccoli e bombresso. Voce dialettale. Bramire e bramito: parola di frequente uso, dal francese bramer^ (gr. bremein fremere?) indicano il suono ed il lamento di alcuni animali selvaggi. Branle: (lett. osculazione) specie di ballo giocoso, press' a poco come il cotillon in cui uno o due danzatori guidano gli altri a far ciò che essi fanno. erano anche dei branles seri come quelli che si ballavano alla corte di Luigi XIV, descritti dal Eameau nel suo libro Maitre à danser. Codesto ballo facevasi sopra un'arietta breve e a rondeau^ cioè con un ritornello che ripete vasi sempre uguale alla fine di ciascuna parte della danza. Branzino: nome volgare veneziano e lombardo di quello squisito pesce di mare che in francese è Bar^ in genovese Luasso^ lupo di mare, Varolo (cioè vaiolato) in Romagna, Ragno in Toscana. Il nome scientifico è Labrax Lupus o Perca. Brasato detto di alcune vivande con ispeoiale cottura, è voce del dialetto lombardo, brasa quasi abragiato^ da brage. Brasserie in francese birreria^ da brassage^ una delle molte operazioni che subisce l'orzo, cioè lo smuovere e temprare (brasser) il malto nell'acqua. Brasser deriva dal celtico 6ra%., lat. brace specie

nosillabica, eserciti

=

V

:

:

=

di

orzo.

Bràttea:

foglia

assai

ridotta,

spesso

un

parola è in-

su noi. Il sentiamo più nel cuore. Si avverte poi che in breve vuol dire in breve tempo e

non ha valore conclusivo, come neologismo che

Brefotrofio:

ricovero

dei

ove

ospizio

bréfos

trovatelli, si

in fran-

insomma.

cese. Si dirà alle corte,

nutrono

indica

lettei-almente,

i

neonati (greco

= neonato, e trefo = nutro). non

fani lo riprende:

tutti

che dice

il

e

i

Il

Fan-

lessici lo re-

hanno voci pro-

gistrano. I vari dialetti prie, efficaci

il

e

per indicare ciò

gentili,

disarmonico vocabolo greco.

Breloque: ciondolo. Voce francese di etimologia incerta. Brenta: termine lombardo: recipiente di legno fatto a conoide rovesciato pel trasporto del vino e dei liquidi in genere :

capacità

della

di

mezzo

circa

ettolitro.

Brentatori, portatori di vino (Mantova). Bretella: più gli

diz.

comunemente

straccali che tengono su

al plurale, i

calzoni.

I

non hanno publico invece non ne usa

nostri maggiori e migliori

voce il Dal francese bretelle. Breva voce dialettale lombarda che indica il vento periodico che spira da libeccio verso mezzodì e domina il lago di Como ed il Verbano. Il Cherubini ne cerca le più occulte etimologie da Brivio, paese

tale

:

altra.

:

:

onde spira

alle colline briantee, dal greco,

=

infans perchè è e persino da BQé(pos vento che spira in genere da levante unde quotide oritur sol infans : fra tnnte sup-

Bio

61

può trovar posto anche

posizioni

= di

»Moò da breve

Breve

Papa

lettera del

:

la

mia,

breve durata. a sovrani o

a

persone cui accorda tale distinzione. Breve perchè brevis non ha preambolo, ma solo :

il

nome

K

sigillato

È

stracchino.

così detto dal

fr.

brillanter

liano sfaccettare., cioè faccetto, splendenti

dalla Bolla.

tolto dal francese.

Breve avverbio,

in

:

luogo

di brevemeiite,

insomma. V. Bref. Brevi marni: modo avv. latino

alle carie,

detto di

cosa e più spesso di pecunia

consegnata a mano, personalmente, senza ricevuta. Bric-à-brac: voce usata in francese nolvolgare ìtiarehand de bric]' espressione à-brac, (brocanteur) che vende roba usata ,

mobili vecchi, rigat-

ferraglia, ciarpami,

insomma,

tiere,

hanno sede

fissa.

mercati o

girano pei

e

Romagna ho

In

inteso

spesso dire da rivenduglioli della piazza: «

Noi siamo brie-à-hrae.^ abbiamo sempre

fatto

il

iieti-ata

bric-à-brac

parola,

»

zione francese.

E

si

vede, pe-

dominaanche figurata-

con

da tempo, forse usata

la

mente.

nome

fiammiacciarino. fero, ed è il francese briquet Bricic: è nostra voce italiana, brigan-

chiamato con

tal

il

=

tino,

:

buon

in

come

ita-

metalli a

tagliare

brillante.

il

Brillare e brillante: l'uso traslato che si

fa di

queste due

un'esistenza,

voci è senza

Una

un'idea,

festa,

un

un

dubbio

discorso, etc.

ufficiale,

possono ricevere 1' aggiunta di brillante. Il predominio di questa parola toglie l'uso e l'agilità dei sinonimi italiani equivalenti. Il Petrocchi registra questo nuovo sens'o

La

della parola brillante.

locuzione bril-

lare jter l'assenx a è pur essa condannata

dai puristi. Certo non è di conio italiano,

benché secondo alcuni deriverebbe da Ta{Ann. III. cap. ultimo) che narrando

cito i

funerali di Giunia, scrive sed perfulge-

bant Gassius atque Brutus eo ipso quod effìgies eorum non visebantur. Lo Chénier nel suo Tiberio (atto I) introducendo questo episodio, dà la tipica forma moderna Brutus et Cassius brillaient par leur :

absence.

Bricchetto: in alcune regioni dell'alta Italia è

della re-

:

Brillantare:

Papa e la concessione fatta. con cera rossa dall'anello del Pescatore, cioè di S. Pietro. Altra cosa del

nome

gione la Brie., in cui si fabbrica. Brigantino V. Brick.

nazioni straniere

ricevuta dalle

e

rimandata a casa mutilata in brick.^ brig o bric, e così noi 1' accettammo.

poi

Brigantino dal sec. XVII in giù fu detta quella specie di bastimento quadro a due alberi a coffa, coi loro

alberetti guarniti

maniera, il bompresso e la randa: capace di due o trecento tonnellate. Armato, portava da dieci a venti cannoni in barbetta. Dicesi brigantino a palo quello a tre alberi, il trinchetto e il maestro quadri, il mezzano aurico: brigantino goletta., quello a due

Brillare per l'assenza: V. Brillare.

Brindare

verbo oramai consacrato dal-

:

l'uso benché spiaccia ai puristi per la sua

provenienza francese salute è

modo

il

Bere alla

brinde.

:

nostro.

Ve inoltre

antico e disusato propinare che

il

verbo

può

far

ridere molti, eppure così efficacemente

Carducci rinnova questa parola

il

:

E propinando

i vin bianchi e leggieri, ballano con gli ulani e con le scorte (fa Ira).

e attrezzati alla stessa

alberi,

il

trinchetto

quadro e

il

maestro

ma

gente

la

mondana

invece di nastro usa talora con più elegante e corrente scioltezza (così loro pare) la parola francese,

voce di

:

noi

una pasta dolce

des brioches Bristol

:



origine in

come

:

les

brides della

capote.

Brie: nome di una reputata specie di formaggio francese, mollo e del sapore dello

incerta (V.

Francia che da

uova. Faire una cantonata. chiama un cartoncino

di lievito e

= prendere

così

si

bianco e rasato con cui l'annosi biglietti, scritte eleganti,

partecipazioni, etc: evi-

dentemente dal nome della

aurico.

Bride: briglia;

Brioche

Scheler) ed indica

città d'Inghil-

terra Bristol.

Britanni!^: lega formata con 00 parti di stagno (Sn) e 10 parti di antimonio (Sb). Più nota col nome di metallo inglese. Brocco: cavallo in mal essere, nel gergo de' soldati. È voce piemontese, bróch che

vale roxxa, ronxino.

.



r,i-o

Bròccolo: V. Verxa. Brocchini: così da'calzolai intesi in Milano chiamare le scarpette con gli elastici

:

evidentemente

la parola è dal fran-

cese brodequin^ la cui

etimologia non è

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Bill

volgare della gente di commercio per indicare lo scartafaccio ove

si prendono prime note del dare e dell'avere.

Brokendown

letteralmente

:

E una

giù, azzoppato.

spezzato zoppicatura pro-

improbabile che provenga dalla nostra morta voce borxacchino. Noto queste parole più per bizzaria che per altro giacche nel lin-

pria dei cavalli da corsa,

guaggio delle scarpe, oh ironia, abbiamo

delle corse.

conservato l'italianità dei termini. Broche: letteralmente ed etimologica-

bile,

mente è la nostra umile brocca che è rimasta lì a fermar le suole delle scarpe, mentre la sua sorella francese è salita sul petto delle dame ed ha usurpato il posto delle nostre voci spillone^ fermaglio.

Broché

:

broceare,

broccato part. del verbo antico cioè

Ma

a brocche.

stoffa

trapunta o tessuta

per indicare quelle

stoffe

che hanno un ricamo in rilievo e servono per vario uso, abiti da signoi'a, cravatte, tappezzerie, etc.

si

dice altresì alla fran-

e

:

consiste in

una distensione dei tendini flessori del nodetto. Termine inglese del linguaggio Brosse:

ma

fr.

per spazzola pare incredi-

dice e

si

si

scrive presso di noi

talvolta, e così brosserie.

Brouhaha: voce onomatopeica francese iin rumore sordo, indistinto, specie delle folle. Es. « E mentre pei vani immensi di San Pietro risuonava come vasto clamore di fiumana il brouhaha dei mille,

per indicare

mille pellegrini acclamanti alPapa-re, etc.

»

conto di dire che avremmo parole nostre da sostituire a questa voce stra-

Yale

il

niera?

Brown-Sèquard (cura o metodo di) sinun medico francese di tal nome, che consiste nel somministrare in caso di atrofìa della funzione di un organo, lo stesso organo tolto da un animale in :

goiar cura di

cese broché.

Brochure

le

:

cucitura cioè l'atto semplice

del brocher che è a dire

del

riunire in-

sieme col filo i fogli piegati, e poi coprirli con una copertina, il che si fa di ogni libro quando passa dalla stamperia al legatore. Perciò il distinguere come fanno i librai libro in brochure da libro legato con cartone con cuoio, mi pare inutile, visto che i libri co' fogli sciolti come escono dalla stamperia, non si vendono. Il Fanfani, notando la voce francese, consiglia alla rustica; meglio forse grexxo. Brochure è altresì usato in senso di opuscolo. Broder: ricamare^ voce fr. metatesi (forse) border, appunto perchè i ricami fannosi di solito sull'orlo. Y. la parola bord. Brodetto nome dialettale del litorale di Eomagna, dato ad una specie di umido di pesci di varia ragione, come seppie, torpedini, triglie etc. Con poco olio, qualche stilla :

di aceto nell'acqua,

droghe ed

aglio,

i

pe-

scatori allestiscono in breve sui loro barchetti questo tradizionale piatto eccellente

che ha qualche parentela

col pacciucco livornese e col bouille-abaisse marsigliese. Il brodetto deve essere piatto antichissimo se in Eomagna per dir cosa antica e trita dicesi « vecchia come il brodetto » Brogliazzo e anche brogliasso : voce :

forma di estratto. Bru-bru term. volgari ssimo del dialetto lombardo per indicare que' procaccianti avidi, volgari e noiosi, che avendo alcuna nozione di procedura e di leggi, si :

prestano

a'

servigi altrui presso le preture.

Faccendiere,

imbroglione.

Usasi

anche

come spregiativo di avvocato: press' a poco come paglietta nel napoletano. Bruciare o bruciarsi le cervella: ucuccidere con colpo di arma da fuoco alla testa locuzione forte che ricidersi

;

corda

brilter la cervelle de' francesi.

il

Bruciare suoi vascelli: locuzione figurata che vuol dire togliersi spontaneamente la via del ritorno cioè la tentazione del tornare indietro, obbligarsi quindi ad avanzare ad ogni costo, compiere l'impresa disperatamente. I francesi hanno appunto bruler ses vaisseaux. Brughiera: così in Lombardia chiamasi quel terreno incolto e deserto ove cresce i

l'erica e la scopa {brugk).

Brulé participio del verbo fr. bruler n: bruciare, usatissimo in « vino 6n