Walter Benjamin e la moralità del moderno
 8870428842, 9788870428841

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ESPERIENZE I

Bruno Moroncini

WALTER BENJM1JN E LA MORALITA DEL MODERNO

GUIDA EDITORI

La realizzazione di questo folume è st11111 resa possibile dai contributi 11sugn11ti, sui fondi per 111 ricerr:11 scientifica, dal Ministero della Pubblica Istruzione, 11d 11n programma direi/o dal prof ·Aldo Masullo presso il Dipartimento di discipline filosofi• che dell'Univerrità di Napoli.

L'opera è la maschera mortuaria della concezione W . Bcnjamin

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© Copyright 1984 Guida editori S.p.A. Napoli Grafica di Sergio Prozzillo ISBN 88-7042-884-2

Prefazione

i!""" q,ustio,,, 11Wrale. Se Goetl,e "'1 miseo11osci1110 HlJldnli11 e Kleist, ðon11 e Jea11 Plllli, cil, 11011 co,rceme "1 J'IIII ;,,. 1,Uige11u dell'arte, ""' la 111a morale. W. Benjamin

LI, criJiu

Nel saggio su Kraus, Benjamin scrive: cli tatto non è - come vorrebbe il pregiudizio - , la capatità di ponderare tutti i rapporti affinché ciascuno abbia ciò che gli è socialmente dovuto. Al contrario, il tatto è la capacità di trattare i rapporti sociali - senza perderli mai di vista - come rapporti naturali, anzi paradisiaci, e cosl di trattare non solo il re come se fosse nato con la corona in testa, ma anche il lacché come se fosse un Adamo in livrea> 1• Si potrebbe pensare qualcosa di affme per il rapporto fra la pratica filosofica da un lato e le scienze natutali ed umane e altri generi di discorsi - ad esempio quello poetico - dall'altro. Di fronte ad una situazione in cui la regola del dialogo sembra essere quella di riconoscere a ciascuno il suo, dichiarando obsolete vecchie pretese di primato - accusa rivolta principalmente alla filosofia - , e il conflitto produttivo esorcizzato nella 'civile conversazione', il nuovo patto dovrebbe basarsi sul principio che se si riconosce ai nuovi re il diritto di fregiarsi della corona recentemente conquistata, a colei che ora occupa il posto del lacché si riconosca quello della primogenitura. Per troppo tempo - il tempo del moderno - , si è pensato che il compito della filosofia fosse quello di far da fondamento epistemologico o di valore - ai discorsi scientifici; tesi che, inevitabilmente, si è rovesciata nel suo esatto contrario: una volta riconosciuta eccessiva anche questa pretesa, la filosofia avrebbe fatto meglio a mettersi in ascolto, pudicamente, di ciò che gli altri avevano da dire. La verità, infatti, in tempi di uguaglianza, era stata equamente distribuita. Nemmeno il ricorso alla poesia ha mutato di un palmo la I) W. BENJAMIN, K,,,/ Kra111, tt. it. di A. Marieui. in Ava11guardi4 e ri11