Un Dio misericordioso. La sfida di un enigma 9788892617568

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Un Dio misericordioso. La sfida di un enigma
 9788892617568

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Alessandro Sacchi

ALESSANDRO SACCHI, presbitero del Pontificio Istituto Missioni Estere, ha conseguito la laurea in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e ha insegnato esegesi biblica nello studentato del suo Istituto. È stato anche docente nel Seminario Regionale di Hyderabad (India) e nell'Università Cattolica del S. Cuore di Milano. Ha curato il volume Lettere paoline e altre lettere (Logos 6), 1995. Inoltre ha pubblicato i seguenti volumi: Una comunità si interroga. Commento alla 1Corinzi (1998); Cos’è la Bibbia (1999); Marco. Un vangelo per i lonta‐ ni (1999; 2014); Lettera ai Romani (2000); Israele racconta la sua sto‐ ria (2000; 2012); Per un mondo senza frontiere. Lettere autentiche di Paolo (2012); Paolo e i non credenti (2008); Alle origini della missione. Atti degli Apostoli (2014); La morte del Messia (2015); Il cattolicesimo nelle lettere postpaoline (2016). Con Sandra Rocchi ha pubblicato la trilogia: La Bibbia. Un percorso di liberazione, 2007-2009.

Alessandro Sacchi Un Dio misericordioso - La s�ida di un enigma

Dio è veramente misericordioso? Come può un Dio misericordioso, che al tempo stesso è onnipotente, assistere indifferente a tante sciagure che colpiscono il più delle volte persone innocenti? Inoltre, come può questo Dio aver permesso che, lungo i secoli, persone appartenenti alle religioni più disparate compissero in nome suo tanti soprusi, violenze e guerre? Nella tradizione biblica, accanto a espressioni toccanti di amore misericordioso da parte di Dio verso Israele, non è difficile imbattersi nei tratti di un Dio geloso e vendicativo, che non perdona se non dopo aver punito severamente non solo le nazioni nemiche ma anche il suo popolo. Gesù di Nazaret, ispirandosi alla tradizione sapienziale, ha assunto su questo tema una posizione alternativa, presentando Dio come un padre che accoglie ogni uomo con tutti i suoi limiti e lo guarisce dai suoi mali. Ma ben presto i cristiani hanno ripreso, attribuendole allo stesso Gesù, alcune caratteristiche problematiche del Dio di Israele. Oggi la visione evoluzionistica del mondo indica vie nuove per confrontarsi con l’enigma della misericordia di Dio.

Un Dio misericordioso La sfida di un enigma

Alessandro Sacchi



UN DIO MISERICORDIOSO LA SFIDA DI UN ENIGMA Milano 2016

Copertina: Pietro Collini (Cambogia)



In ricordo di Angelo Roncari che ci ha insegnato a scoprire il Dio che guarisce. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. (Salmo 103,2-6)





Presentazione

La fede nella misericordia di Dio non è una prerogativa dei cristiani. In modi diversi, infatti, i fedeli di tutte le religioni riconoscono che il loro dio è benevolo verso i suoi fedeli e a lui è possibile rivolgersi in caso di necessità. Questa fede è presente, per esempio, sia nel buddismo che nell’islam e nell’induismo. Senza questa convinzione le religioni non esisterebbero. Purtroppo però sembra che la misericordia divina sia negata dai fatti. Come può un Dio misericordioso, che per definizione è onnipotente, assistere indifferente a tanti cataclismi naturali, guerre, malattie, violenze che procurano sofferenze senza limiti, il più delle volte a persone innocenti? Inoltre, come ha potuto permettere che lungo i secoli persone appartenenti alle religioni più disparate compissero in suo nome soprusi, violenze e guerre senza intervenire? Come escludere che sia stato connivente? Oppure come non dubitare che sia onnipotente? Ma allora sarebbe ancora dio? Infine, è proprio dimostrato che il dio predicato dalle diverse religioni non abbia in sé il germe della violenza? Spesso si ritiene che in questo campo la propria religione sia esente da colpe e da difetti. Ma non è così. Ogni religione ha i suoi limiti e le sue responsabilità. Se si vuole veramente affermare che Dio è misericordioso, bisogna risalire alle origini della propria religione per identificare e neutralizzare quanto in essa si oppone a questo attributo divino. È quanto cercheremo di fare in questo volume.

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UN DIO MISERICORDIOSO

Anzitutto metteremo in luce come, nel Primo Testamento, i profeti attribuiscano a Dio espressioni toccanti di amore verso Israele (cap. I); ma non è difficile imbattersi anche nei tratti di un Dio geloso e vendicativo, che perdona il suo popolo solo se si converte e dopo averlo punito severamente per i suoi peccati (cap. II). Tutta la storia umana viene presentata, a partire dalle origini, come un’alternanza di peccato, castigo e perdono (cap. III). Esiste però un quadro interpretativo diverso, quello offerto dai libri sapienziali, nei quali la misericordia divina appare come universale e gratuita (cap. IV). Dai vangeli appare che Gesù di Nazaret ha assunto su questo tema una posizione alternativa, più vicina agli scritti sapienziali che alla predicazione profetica, presentando Dio come un Padre che accoglie tutti senza porre condizioni (cap. V). Ma ben presto il suo Vangelo della misericordia di Dio è stato neutralizzato dalle prime comunità cristiane che hanno reintrodotto, pur con i dovuti adattamenti, alcune caratteristiche problematiche del Dio di Israele (cap. VI). Oggi la visione mitologica di un Dio creatore e regista della storia ha lasciato il posto a una concezione evoluzionistica in base alla quale ogni essere è il punto di arrivo di una lunga serie di trasformazioni che hanno avuto luogo nel corso di milioni di anni. In questo contesto si può ancora parlare di un Dio misericordioso? E come? È questo un enigma con cui bisogna confrontarsi se si vuole partecipare alla costruzione di un’umanità in cui la dignità di ogni persona umana sia riconosciuta e difesa da tutti (cap. VII).



I IL MOVIMENTO PROFETICO

Alle origini della religione israelitica si intravede un movimento che ha radici molto remote, in parte simili a quelle di gruppi analoghi che fiorirono in altri paesi dell’antico Medio Oriente. Si tratta dei profeti, i quali erano i fedeli adoratori di una divinità il cui nome non è esattamente conosciuto perché a un certo punto non è stato più pronunziato. Di esso sono rimaste quattro consonanti, il sacro Tetragramma: YHWH. Esso è spiegato in Es 3,14 come una forma del verbo essere: «Io sono colui che sono». Di questa espressione sono state date le interpretazioni più disparate, fra cui la più probabile è quella di un «essere con» Israele per liberarlo e guidarlo nel cammino della storia. Secondo i rilievi moderni, questo nome doveva suonare più o meno come Jahweh. Quando gli israeliti, per riverenza, hanno cessato di pronunziarlo, al suo posto hanno usato l’appellativo di «Signore». Noi useremo indistintamente il sacro Tetragramma (YHWH) o il termine Signore. Nella Bibbia sono rimasti numerosi libri che portano il nome di figure rappresentative del movimento profetico. Si tratta però di opere che sono state redatte molto tardi, perciò non è difficile riscontrare in esse brani che hanno un carattere arcaico e altri invece che sono chiaramente più recenti. Inoltre è al movimento profetico che si ispirano anche le altre tradizioni che sono confluite nella Bibbia. Uno dei temi che caratterizzano la visione religiosa dei profeti è quello della misericor

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UN DIO MISERICORDIOSO

dia di YHWH nei confronti di Israele, suo popolo. Questo attributo è molto importante, ma si presta facilmente a malintesi se il suo significato viene esaminato e capito isolatamente e non all’interno del loro messaggio complessivo. Il vocabolario della misericordia La misericordia di YHWH viene espressa mediante un ricco vocabolario col quale vengono messe in luce le diverse sfaccettature di questo concetto. Un elenco dei termini più usati per esprimerlo si trova in un testo riportato non negli scritti profetici propriamente detti ma nel libro dell’Esodo, dove appare due volte, in forma leggermente diversa, nel contesto della rivelazione sinaitica. Nel primo caso YHWH si definisce come un Dio geloso (qanna