Testimonianze e Frammenti
 8876947981

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Hellenica Testi e strumenti di letteratura greca antica, medievale e umanistica

Collana diretta da Enrico V. Ma/tese 14

Volume stampato con il concorso di fondi Miur (Prin 2003) e del Dipartimento di Filolo­ gia, Linguistica e Tradizione classica "A. Rostagni" deff'Università degli Studi di Torino

In copertina: Eracle lotta contro Anteo (cfr. qui Ferecide, FF 66 [= 17], 67 [= 75] e 68 [= 76]). Cratere a calice a figure rosse Oato A) di Eufronio, datato intorno al510500 a.C. circa, proveniente da Cerveteri (Parigi, Museo del Louvre, G 103 ).

Ferecide di Atene

Testimonianze e frammenti

introduzione, testo, traduzione e commento a cura di

Paola Dolcetti

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Edizioni dell'Orso Alessandria

©2004

Copyright by Edizioni dell'Orso s.r.l. 15100 Alessandria, via Rattazzi 47 Tel. 0131.252}49- Fax 0131.257567 E-mail: [email protected] http: l/www.ediorso.it Impaginazione a cura di Francesca Canina

� vi�tata 14 riproduzione, anche par:i4le, non autoriUJZta, con qualsiasi m�uo effelluata, com· presa 14 fotocopia, anche a uso interno e ditullico. L'illecito sarà p�nalm�nte perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 6JJ del22 .04.1941

ISBN 88-7694-798-1

Introduzione

l. Ferecide di Atene

«Mostriamo ora la stirpe da cui ha avuto origine il popolo degli Enotri, offrendo come testimone un altro degli antichi scrittori di prosa, Fereci­ de di Atene, inferiore a nessuno dei genealogisti» . 1 Le parole di Dionigi di Alicarnasso (Ant. Rom. l, 1 3 , l) introducono uno dei più lunghi fram­ menti ferecidei conservati:2 mentre discute infatti delle più antiche popo­ lazioni dell'Italia e in particolare delle figure mitiche di Enotro e di Peu­ cezio, l'autore si sofferma dapprima sulle testimonianze di Sofocle' e di Antioco di Siracusa,4 e poi su quella di Ferecide, che viene introdotta per presentare l'origine della stirpe dei due personaggi. Questa testimonian­ za lascia trasparire numerose questioni: Dionigi di Alicarnasso cita Fere­ cide in quanto «testimone», ed è questo uno dei possibili usi dd testo fe­ recideo da parte di autori di epoca successiva; lo definisce come uno de­ gli apxa'iot cruyypacjiE'ic;, come 'A9r]va'ioc; e come yEvEaì..Oyoc;, specifican­ done quindi sia la città d 'origine sia il genere letterario; infine, ne riporta due citazioni letterali di tipo genealogico, segnalandone anche il contesto originale. Se a tutto questo si aggiunge il fatto che l'opera da cui sono tratte le parole citate non viene indicata in alcun modo, il quadro dei problemi che pone lo studio dei frammenti ferecidei risulta quasi com­ pleto: la figura di Ferecide infatti ha suscitato e suscita numerose discus­ sioni, che concernono non soltanto l'epoca in cui visse e l'attribuzione di una o più opere, ma anche l'esistenza stessa dell'autore rispetto a quella di altri suoi omonimi, Ferecide di Siro e Ferecide di Lero. Una notevole importanza riveste, all' in terno di questo quadro, la testi-

l �pE 61'1 ICOÌ tò yévoç o9Ev �v tò t>. 11 Secondo [Luc.] Makr. 22 (= F 8 Schibli), Ferecide di Siro sarebbe infatti vissuto 85 anni. 6

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Èan oc ii�tavta iì auvÉypaljiE miim· 'E�ttci�m;coç i\tOt 9EoKpaaia i\ 8EOyovla.

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Introduzione

che indica il numero dei libri- dieci- è con tutta probabilità Il dovuta a una confusione con Ferecide di Atene, mentre i titoli sono tutti possibi­ lità alternative per indicare un'opera di contenuto teogonico. La voce dedicata invece all'Ateniese14 colloca questo autore in un'epo­ ca anteriore al suo omonimo originario di Siro e gli attribuisce gli Autoc­ toni, in dieci libri, sull'lipxatoÀO'yia dell'Attica,15 e le Esortazioni, in ver­ si. Sono due opere per lo più ritenute spurie: come vedremo, l'unica ope­ ra dell'Ateniese è da ritenersi quella che presenta una certa oscillazione nel titolo, 16 attribuitole con ogni verisimiglianza in età ellenistica, ma che è sicuramente di carattere genealogico e che era unica,17 come dimostra il fatto che molti autori la citano con il numero del libro da cui traggono il passo, ma senza indicazione specifica dell'opera cui facevano riferi­ mento. D'altra parte, l'esistenza di un Ferecide di Atene è sostenuta anche dal­ le testimonianze di Dionigi di Alicarnasso, alla quale si è già accennato,18 di Diogene Laerzio19 e di Strabone:20 mentre la prima è l'unica a nomina-

éan 6è llEoÀ.Oyia E: v �t�>..i ou; 6èKa éxoooa Bt:còv yÉVEcn v Kai lhalìoxaç (T l [ l ]) . 11 Cfr. ]ACOBY 1 947, p. 14 n. 6, in cui lo studioso differenzia la sua posizione rispetto a quanto sostenuto in FGrHist (cfr. ]ACOBY 1 923 [ 1 995], p. 386) riguardo all'ulti· ma parte della T l ( 1 ) : «What the Suda has is a title and two variants which are taken from the contents and are rather superfluous as they are followed one of the explanations, frequent in the Suda and mostly correct . . I was wrong in referring the whole explanation to the Historiai of the Athenian genealogist . . . lt is merely the number of books which crept in from the next artide about the Athenian Phereky­ des». Anche le edizioni di Diels-Kranz e di Schibli (cfr. DIEl.s-KRANZ 1 95 1 [ 1 966] p. 44 e ScHJBLl 1 990, p. 140) non considerano il numero dei libri un dato riferibile a Ferecide di Siro. 1 4 Cfr. T 6 ( 2 ) . 1 ' Per i frammenti da attribuire a quest'opera, cfr. FGrHist 3 3 3 , i n cui Jacoby identi· fica un autore diverso, e in/ra, p. IO n. 57. 16 Per la questione dei titoli che la tradizione attribuisce al lavoro di Ferecide di Ate­ ne, cfr. in/ra, pp. 8 s. 1 7 O almeno era tale per gli autori che ci hanno conservato i frammenti; è d'altra parte assai probabile che Ferecide di Atene avesse concepito il suo lavoro come una serie di >..Oym dedicati a diverse stirpi mitologiche e che dalla loro unione nascessero poi le Storie, cosl come gli autori di età ellenistica le leggevano: cfr. in/ra, pp. 28 s. 18 Cfr. T 1 1 ( 7 ) ( DION. HAL. Ant. Rom. l , 1 3 , 1 ). 19 Cfr. T 8 ( 4) ( DIOG. LAERT. l , 1 1 9). Questa testimonianza riporta anche l'opi­ nione di Androne di Efeso, secondo il quale i 'Ferecidi' originari di Siro sarebbero stati due; per la discussione sui motivi che possono aver causato questa duplicazio­ ne, cfr. ]ACOBY 1 947, p. 24 s. e FoWLER 1 999, p. 7 s . 20 Cfr. T 9 ( 5) ( STRAB. l O , 5, 8 ) . =

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re Ferecide di Atene in correlazione con un vero e proprio frammento, il 27 ( 1 56 ) , la seconda, citando Eratostene, presenta Ferecide di Atene come yEvEaA.Oyoç; la terza offre infine una datazione relativa fra i due 'Ferecidi' che, come si vedrà,21 è da preferire a quella del lessico Suida. A queste testimonianze si aggiungono naturalmente quelle che accompa­ gnano la citazione di Ferecide:22 diversi autori , tra i quali spicca per il nu­ mero delle attestazioni Filodemo, introducono la testimonianza di Fere­ cide designandolo come EpEKOO,ç ò 'Afu!va'ioç. Ferecide di Lero, invece, come si è accennato, è nominato soltanto dal lessico bizantino,21 che offre una datazione per la sua nascita alla 75' Olimpiade (480-7 7 ) e i titoli di tre opere: Su Lero, Su Ifigenia, Sulle feste di Dioniso. La data di nascita si situerebbe quindi in pieno V secolo, ma molti studiosi, sulla base dei titoli delle opere a lui attribuite, collocano questo autore in età ellenistica;2 4 la 75" Olimpiade è pettanto talora con­ siderata come una data da riferire invece a Ferecide di Atene.2� =

21 Cfr. ln/ra, pp. 9 s. 22 Su questo, cfr. FoWLER 1 999, pp. 2 s.: si tratta dei FF 1 62 ( = 3 5 c ) , 99 ( = 90d ) , 1 02 (= 9 1), 1 63 (= 1 3 0 ) , 2 1 9 (= 1 62), 1 80 (= 1 65), 22 1 (= 1 66), 223 ( = 1 69). A questi si possono aggiungere (così anche nell'edizione di FoWLER 2000) i FF 1 1 3 ( = 99) e 56 ( = 83) (cfr. commento ad locum p. 1 3 4 n. I). Il totale delle citazioni di Ferecide di Atene, se si considerano anche le TI 6 ( = 2), 8 ( = 4), 9 ( = 5 ) , 1 1 ( = 7) (corrispon­ dente al F 27 [ = 1 56]) e i passi paralleli del F 99 ( = 90d ) , risulta quindi di 1 5. Diver­ samente ToY� 1 99 1 , pp. l s. (e ToYE 1 997 , p. 5 3 2 n. 5) che ne individua soltanto no­ ve. Inoltre nella T lO ( = 6) Ferecide di Atene è definito secundus. 23 Cfr. T 7 (= 3 ) . 24 Cfr. ln/ra, p. 7 n. 40. Per opere ellenistiche dal titolo analogo, cfr. ]ACOBY 1 947 , p . 4 9 n. 95. 2} Cfr. per es . ]ACOBY 1923 ( = 1 995 ) , p . 3 86: è da attribuirsi parimenti a Ferecide di Atene anche la definizione di iotopucòç che il lessico Sulda attribuisce a Ferecide di Lero. Interessanti sono del resto le espressioni con cui alcuni autori antichi si riferi­ scono a Ferecide: per Eratostene, secondo la testimonianza di Diogene Laerzio (T 8 [ = 4]) , è un yEvEaÀÒyoç; per Eusebio (T IO [ = 6 ] ) è un hlstorlarum scrlptor; per Dionigi d'Alicamasso (T 1 1 [= 7 ] ) è un tciìv apxairov ouyypa$t:rov ... YEVEOÀi>yoç où&:vòç ÒEUtEpoç. Queste testimonianze, pur accennando a Ferecide come a uno scrittore di Storte, mettono l'accento piuttosto sul fatto che l'Ateniese era sentito co­ me un autore di genealogie e il termine yEVEaì..Oyoç sembra individuarlo chiaramen­ te rispetto al suo omonimo originario di Siro. In altri casi invece il quadro risulta meno chiaro: altre testimonianze infatti sembrano riferirsi con tutta evidenza a Fere­ cide di Siro o confondono i due personaggi; infatti nella T 2 (= l A a F) un Ferecide datato al 544-l è definito hzston'cus, nella T 3 (= l Ab f) il Ferecide maestro di Pita­ gora è definito Ìatopucòç; un Ferecide iotoptaypci�ç è di nuovo riportato all a 59' Olimpiade ( = 544- 1 ) nella T 4 (= lAc F), mentre nella T 5 ( = lB Fl Ferecide di Siro è definito come ò n'tv yEVEaì..oyiav ouyypciljlaç.

Introduzione

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Gli scarsi e confusi dati delle testimonianze antiche e il modo diverso in cui sono stati valutati gli indizi interni ai frammenti riconducibili all ' u­

no o all'altro dei 'Ferecidi' hanno condotto gli studiosi a formulare ipote­ si anche molto discordi fra loro. Soprattutto nella critica tedesca della fi­ ne dell'Ottocento, era piuttosto diffusa l'idea di identificare il Ferecide di Lero con l'Ateniese: per lo più si presumevano per questo autore una nascita nell'isola e un arrivo ad Atene in età matura;26 in questo modo ve­ niva giustificata la presenza di due voci nel lessico Suida, e nello stesso tempo si cercava di corroborare l'ipotesi con tentativi di datazione e di spiegazione di alcuni particolari presenti nei frammenti ferecidei.27 Un'ipotesi su basi del tutto diverse fu formulata da Wilamowitz,28 che suppose l'esistenza di un Ferecide di Siro, la cui opera avrebbe un ' im­ pronta personale, e di una miscellanea di materiale mitografico raccolta in età prealessandrina sotto il nome di Ferecide; successivamente questo ma­ teriale sarebbe stato diviso in dieci libri e Eratostene li avrebbe assegnati a un Ferecide, definito 'A9Tlva'ioc; per l'abbondanza di materiale mitologi co attico, per distinguerli chiaramente rispetto all'opera di Ferecide di Siro.29 26 Cfr. per esempio BERTSCH 1 898, p. I: «Pherekydes von Leros , auch der Athener genannt . . . » e p . 24: «Pherekydes von Leros, wie sein Name zu verraten scheint, ein Mann adeligen Geschlechts, verliess, vielleicht infolge der auf seiner Heimatinsel er­ zeugten Wirren zur Zeit der Perserkriege, vielleicht auch infolge von Kriinkungen durch die Gegenpartei - das Volk war als boshaft geradezu verschrieen (Strab. X 487) - sein Vaterland und begab sich nach dem miichtig aufstrebenden Athen». L'i­ potesi è talora ancora oggi accettata, cfr. per es. CAVALU I 998, p. XVII. 27 Tali tentativi sono stati già ampiamente confutati da Jacoby (cfr. ]ACOBY 1 947, in partic. pp. 63 s . ) , per il quale non vi è alcun motivo per giustificare l'idea di un Fere­ cide che da Lero si reca ad Atene: «This explanation [= cioè di ritenere Ferecide di Lero un autore diverso dall'Ateniese] . . . I much prefer t o flights of imagination, such as a Lerian writer leaving his native island for A thens when the Milesian 'colo­ nised' the island, or (the fonner date seerns much too early) after the suppression of the Ionian revolt and being granted citizenship perhaps as a reward for introducing Athen into the domain of heroic myth , in which she had hitherto played a rather unimportant part» (p. 63). 28 Cfr. W ILAM OWJTZ 1 926 ( = 1 97 1 ) . Anche questa ipotesi , presa in considerazione da GEFFCKEN I 926 (cfr. p. 98: «Er [ = Pherekydes von Syros] ist ein einfacher Erziihler, der in denkbar prirnitiver Redeweise 'Genalogien ' und eine 'Theologie' gesch rieben ha t» e I h, p . 1 02 n . 1 06: «Wir haben hier vielmehr den Geist des 6. Jahrhunderts in einer der ersten Prosaschriften der Periode [ . . . ] vor uns, jenen Geist, der so man­ nigfache Wundergeschichten auch von Ph. zu erziihlen weili [. . . ], und der auch in niichster Beriihrung mit der Orphik [ . . . ] hervortritt » ) , è stata confutata da ]ACOBY 1 947; cfr. anche Fowt.ER 1 999 . 2'1 Ferecide di Atene n o n sarebbe quindi c h e il nome dato a un insieme di scritti i n

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Benché questa opinione non sia stata più ripresa, a essa può essere per certi versi ricollegata quella di Toye,3 0 che sostiene l'ipotesi dell 'esistenza di un solo Ferecide, cui devono essere ricondotti sia i framme nti solita­ mente attribuiti all ' autore originario di Siro, sia quelli dell'Ateniese.3 1 Questa ipotesi si fonda sull'esiguità delle fonti che testimoniano due di­ versi 'Ferecidi ' , a fronte del gran numero di frammenti che non ricorda­ no il luogo di nascita;32 da qui prende origine la tesi che molti autori anti­ chi non avrebbero specificato l'autore in questione, perché non vi era nulla da chiarire: il Ferecide di cui riportavano un concetto o una citazio­ ne era sempre il medesimo.33 Una notevole importanza viene poi data da Toye al fatto che di Ferecide di Atene non sia rimasta alcuna notizia bio­ grafica;34 inoltre sarebbe riscontrabile tra i due 'Ferecidi ' un approccio simile al mito, poiché, per esempio, entrambi introducono innovazioni rispetto alla visione esiodea.3' dialetto ionico di carattere genealogico, così come i trattati medici venivano attribui­ ti a lppocrate (cfr. WILAMOWm 1 926 ( 1 97 1 ) , p. 127: «Mehrfach habe ich ausge· sprochen, daB ich den N amen Pherekydes nur in dem Sinne gelten !asse, wie Hip­ pokrates Verfasser aller ionischen Biicher iiber Medizin ist»l o l'epica a Omero. lO Cfr. ToYE 1 99 1 e 1 997 . Per una completa confutazione di questa teoria, cfr. Fow­ LER 1 999. li La datazione della sua opera, secondo Toye, sarebbe da collocarsi intorno al 500 (cfr. ToYE 1 997 , p. 559). l2 Per la diversa valutazione anche soltanto del numero dei frammenti che riportano una specificazione dell'autore cui si fa riferimento, cfr. FowLER 1 999, pp. 2 s. ll Q uesto però avviene per molti casi di omonimia di autori antichi: cfr. , per nume­ rosi esempi, FowLER 1 999, p. 3. Particolarmente importante mi sembra porre l'ac· cento sulla testimonianza di Eratostene riportata da Diogene Laerzio (T 8 [ 4): «Androne di Efeso dice che ci sono stati due 'Ferecidi' siri, l'astrologo e il teologo figlio di Babi, (di cui fu allievo anche Pitagora.} Eratostene invece uno soltanto, e un altro ateniese, il genealogista>> ) . Mi sembra evidente che in Diogene Laerzio non ri­ mane l'eco di una polemica tra Eratostene e autori a lui contemporanei o successivi (come vorrebbe Toye), ma semmai quella tra un autore precedente ed Eratostene (cfr. FowLER 1 999, p. 7 ) : in altre parole, la testimonianza di Eratostene non suggeri­ sce che altri pensavano esistesse un unico Ferecide, ma afferma semplicemente che Eratostene riteneva ci fosse un solo Ferecide originario dell'isola di Siro (e non due) e inoltre un altro ateniese. l< Cosa che vale del resto per la maggior parte dei mitografi antichi: cfr. FowLER 1 999 , pp. 9 s. e n. 14 . ll In realtà molto diversa è la profondità e la ragione del differenziarsi dal quadro esiodeo dei due 'Ferecidi': cfr. FoWLER 1 999, p. 10: «The Syrian's alterations, howe­ ver, assumed quite different proportions. His theogony was a radica! overhaul of Hesiod's, with enormous philosophical implications. [ . . . ) There is nothing in the fragments ascribed to the Athenian to suggest a thinker anything like this». =

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A prescindere dai recenti contributi di Toye, è ormai opinione comune quella di supporre l'esistenza di tre autori di nome Ferecide:36 fondando­ si principalmente sul saggio diJacoby7 e sulla sua edizione dei frammen­ ti di Ferecide ateniese38 (e su quella di Diels per Ferecide di Siro39), la critica ritiene senz'altro individuabile con sicurezza, pur nella difficoltà che l'analisi di un 'opera frammentaria implica, la personalità di Ferecide di Atene;40 è anzi possibile lo studio di aspetti diversi d eli' opera, quali la datazione, lo stile, la struttura, ecc.4 1

2.

'Imopiat

I frammenti attribuiti a Ferecide di Atene sono per diversi aspetti ete­ rogenei e conservati da autori più o meno accurati nel citare le loro fonti e distanti fra loro per epoca, intenti, cultura42; alcuni frammenti trovano corrispondenza in passi di più autori che fanno riferimento al medesimo luogo ferecideo, mentre altri sono, come vedremo, di dubbia autenticità. È pertanto difficile giungere a conclusioni sicure riguardo non soltanto all a datazione, ma anche alla struttura, all a lingua o allo stile di un 'opera conservata sempre in modo indiretto e in uno stato così frammentario: anche le citazioni letterali, che possono comunque essere riconosciute con un margine di incertezza,43 offrono indicazioni poco affidabili. 3" Cosl già MoMIGLIANO 1 932: cfr. per es. p. 346: «il Ferecide di Siro teologo, il Fere· cide di Atene genealogo, il Ferecide di Lero antiquario, mitografo e storico locale>> . 37 Cfr.]ACOBY 1 947. 38 Cfr. ]ACOBY 1 923 (= 1 995 ) , cui si affianca ora quella di FoWLER 2000. ' 9 Cfr. Dm.s-KRANZ 1 95 1 (= 1966) e, più recentemente, Scms u 1990. 40 Minore rilievo viene ormai dato alla questione dell'esistenza del Ferecide di Lero: cfr. per esempio FoWLER 1 999, p. l n. 3: «Pherecydes the Lerian, whose exsistence is attested by the Suda alone, is very shadowy; he is dated to before the Persian Wars, but two of his three book titles sound Hellenistic (m:pì Atpou, m:pì "l,tyE­ VEiaç, !tEpÌ tciìv .&tovi>aou E:optciìv; even the fìrst has a Hellenistic form , but might disguise a fifth-century local history) . Scholars have been tempted from time to time to ascribe this or that fragment to him. He will be largely ignored in the following discussion». 4 1 Cfr. per es. LILJA 1 968, HuXLEY 1 97 3 , DRAGER 1 995 . 42 I principali testimoni sono gli scolii ad Apollonia Rodio, seguiti da quelli a Ome­ ro, a Euripide, a Pindaro, da passi della Bib/ioteCIJ dello Pseudo Apollodoro, da Fi· lodemo, da Stefano di Bisanzio, da Strabone, ecc. 4' I frammenti che conservano probabilmente una citazione letterale sono, com­ prendendo anche quelli assai brevi, 27: sette provengono da scolii a Euripide (FF I O [ = 63] = 1 3 5A F ) , 1 1 [ = 64a). 3 9 [ = 66) , 1 07 [= 95 ) , 1 60 [= 3 5 a = 3 5 Fl, 1 90 [=

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Rispetto al numero complessivo, assai pochi sono i framme nti che con­ servano un possibile titolo dell'opera di Ferecide di Atene:44 Aùrox9oVEç nella T 6 (= 2) e nel F 227 ( = 176 ) ; 8Eoyovia nel F 224 ( = 54 ) ; 'lcrtopiat nella T 13 (= 7 Ab F)4� e nei FF 72 (= 1 8a) e 160 (= 35a) .46 Confrontando questa situazione con quella tramandata per autori di opere simili, pos­ siamo osservare, per esempio, che l'opera genealogica di Ecateo, in quat­ tro libri, viene citata come feveaÀ.Oyim, 'lcrtopiat, 'HpwÀ.Oyia;47 quella di Acusilao di Argo come feveaÀ.Oyiat, ma a essa si fa riferimento anche come i.a-ropia.48 Naturalmente, la questione del titolo riguarda soltanto 1 3 6a], 202 [= 1 3 5 a = 1 35 F]) , cinque da scolii ad Apollonio Rodio (FF 42 [= 8], 86 [= 2 1 ], 87 [ = 86], 92 [= 22a], 1 83 [ = 3 9]) , quattro da scolii all'Iltade (FF 85 [ = 1 68], 150 [= 1 1 5a], 1 88 [= 20], 2 1 4 [= 3 8 ) ) e uno da quelli all'Odisseo ( F 1 87 [= 1 3 2 ) ) , t re da quelli a Pindaro ( FF 6 [ = l a], 1 1 7 [ = 1 0 1 ], 1 2 4 [ = 1 05 ) ) , tre da quelli a Sofo­ cle ( FF 15 [= 1 46 ) , 74 [= 82a), 1 86 [= 37b ) ) , e uno rispettivamente da Marcellino (F 13 [ = 2 ) ) , da Dionigi di Alicamasso ( F 27 [= 1 56] ) , da Ateneo ( F 72 [ = !Ba] ) e dagli ·o�npou È1tt�EPt011o i (F 157 [ = 1 75 ] ) . 44 Come s i è accennato (cfr. supra, p. 3 ) , s i ammette comunemente che l 'opera d i Fe­ recide sia soltanto una, dal momento che la maggior parte degli autori e dei com­ mentatori introduce la testimonianza ferecidea senza indicare alcun titolo, compresi coloro che riportano citazioni letterali o indicano il numero del libro da cui traggo­ no la citazione stessa (per i quali, cfr. in/ra, p. 16 n. 95 ) . Oltre a quelli indicati nel te­ sto, vi sono poi termini come icnopia, avyy pa�t\. ecc. con i quali autori diversi si ri­ feriscono all'opera di Ferecide o, anche, più in generale ai racconti mitici di cui stanno trattando. Il termine iatopia, che compare in nurnerosissimi casi alla conclu ­ sione di un frammento (nell'espressione n iatopia ltapà > } . ).Eyooç 1t0ÀE11iouç iivtaç EùAallouvto. 1 4 1 Cfr. UHL 1 963 , p. 70a. 1 42 Cfr. ]ACOBY 1 923 ( = 1 995 ) , p. 405 . 1 43 Questo frammento pare riportare con certezza le cause della fortificazione di Te­ be e sembra unire in un tutto unico e coerente la discendenza di Antiope da Asopo (poiché si afferma che esistevano due 'Antiopi'); inoltre la conoscenza che gli scolii ad Apollonia Rodio hanno del testo ferecideo è senz'altro migliore di quella di molti altri testimoni. 1 44 Anche nel F 3 5 [= 5] viene nominata Antiope come figlia di Nitteo, ma anche in

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Introduzione

La questione è discussa piuttosto brevemente da Uhl, 14' che si limita a inserire Antiope come figlia di Nitteo sulla base del F 2 1 1 (= 1 24 ) e a so­ stenere di averla considerata tale non a causa di quanto attestato nell ' ulti­ ma frase del frammento (ci)ç Wt EpEKUSllç), 1 4 6 ma per poter inserire anche questa genealogia nella stirpe degli Atlantidi. 147 D'altro lato, per quanto riguarda gli Asopidi, dover supporre undici generazioni per collegare Metope ai discendenti di Foroneo pare piutto­ sto artificioso, dal momento che nei frammenti pervenuti non si fa alcun cenno nemmeno a Metope stessa. Inoltre, i personaggi che Uhl identifica come discendenti di Atlante148 sembrano a una p rima impressione ramificarsi in numerose famiglie, ma, a uno sguardo più accurato ·e con un esame attento dei pochi eroi sicura­ men te citati da Ferecide, si riducono a un numero piuttosto esiguo: escludendo il ramo di Antiope, non resta che il breve ramo di Locro (che può essere stato citato insieme con Anfione e Zeto, dal momento che partecipa con loro alla fortificazione di Tebe) e di Ifianass a (che nel F 14 9 [= 1 1 4 ] è moglie di Melampo e trova così una sua collocazione nel ­ l'ambito degli Eolidi ) , quello d i Tantalo e quello di Enomao, che possono essere stati collegati con quello di Antiope mediante il matrimonio tra Anfione e Niobe, e infine quello di Lacedemone, che (a pane una men­ zione di Euridice figlia di Lacedemone nel F 43 [= 1 0] , in quanto moglie di Acrisio, e una di Egesandra nel F 1 87 [= 1 3 2 ] , in quanto moglie di Ar­ geo figlio di Pelope) è rappresentato dal ramo di Periere, che può essere però non soltanto figlio di Cinorta, 149 ma anche di Eolo . 1 '0 A questo punquesto caso la testimonianza di Ferecide mi sembra riguardare un punto abbastanza specifico; il testo completo della voce Taia in Stefano di Bisanzio è infatti il seguen­ te: T aia, ltOÀtç Bmroti.aç, Kai ÉvtKciiç Kai 1tÀ119uvnKciiç , !tEp i �� 9ouKulii5t]ç "tpi tU· OltOlKOç Tptt'rov, KTiCJ)la NuK"tiroç tOU 'AvnVoç tOU Mt)..n aoou l:Kupiouç 7tOtiJcravtoç avacrtatouç - SiKTIV S'li tOU 9r]cri:roç 9avawu - Kaì tà òcmi KO!!icravtoç i:ç 'A9i]vaç. Sulle decorazioni che ornavano il 9r]CJE'iov, cfr. PAUS . l, 1 7 , 2 ss.; B ARRON 1 972, sul loro ruolo panellenico CATALDI

1 98 1 , p. 123 e p. 145 n. 346 con ulteriore bibliografia. Sull ' uso politico che Cimone fece del ritrovamento delle ossa dell'eroe, cfr. per es. BIRASCH1 1 989, pp. 59 ss. , VI­ VIERS 1995, e GoucHIN 1 999, in partic. p. 1 74. 1 64 Cfr. nuovamente PA US . l , 1 7 , 6, PLVT. Cim. 8, 7 e Thes. 36, 1 ·4 e in parti c. 3 , dove vengono descritti i festeggiamenti organizzati dagli Ateniesi per l'occasione: ICO!Il­ cr9Évtrov lìÈ to\rtrov intò Ki!!rovoç É1tÌ 'tiiç tpn]pouç, i)cr9Evteç oi 'Aih]va'iot 7tO!I7ta'iç te )..a !lnpa'iç EllÉ�avto Kai lhxriatç cilmtEp a\rtòv E7taVEpl(0!1EVOV Eiç m iicrru . Plu· tarco indica in questo passo (36, l) l'arcontato di Fedone, cioè il 476-5 , come data dell'oracolo con cui la Pizia ordinava agli Ateniesi di riportare in patria le ossa di Teseo. Sulla data in cui gli Ateniesi portarono a termine la conquista di Sciro e tra­ sferirono le ossa di Teseo, cfr. AMPow 1 988, p. 259: «La logica del racconto di Plu­ tarco esige che tra gli eventi ricordati ci fosse una correlazione, tale da implicare tra di loro un intervallo di tempo non troppo grande. Pertanto il trasferimento va posto qualche anno dopo il 476»; questa datazione conferma quella evidenziata dagli altri indizi interni all'opera di Ferecide. Per questo stesso episodio, ma attribuito generi· camente agli Ateniesi e non in particolare a Cimone, cfr. anche l: Eur. Hipp. I l ( ARISTOT. fr. 6) 'AptcrtotÉ)..llç icrtope'i iin i:)..9òw eiç l:K\Jpov i:nì KatacrKoJt1Ìv EtlCÒ­ =

troç Sta ti)v AiyÉroç cruyyÉ VEtav, i:te)..e irtl'I CJEv !009E iç Katà 7tEtpòìv �Pr!9i:vtoç tou AuKo!liJOO uç tou JXxm)..e oo vmç **· 'Aih]va'iot lìÈ !!Em ta M11StKà Katà !iaVteiav àVEMVteç m òma a\rtou E9aljlll v . Pausania (3 , 3, 7 tci> XP111J!I ci> lìÈ tci> YEVOI!ÈVfll AaKeoowoviotç i:ç tOU 'OpÉcrtOU m ÒcrtiÌ ICQl 'Aih]vaiotç ootepov EOtlCÒta EXP'li-

30

Introduzione

dal momento della conquista di Sciro infatti nella propaganda cimoniana prende il sopravvento il legame con il personaggio di Teseo. 16' D'altro canto, se è vero che Cimone imitò il tipo di politica di Pisistrato ( in particolare nei modi usati per acquistare il favore dei cittadini 1 66 ) , egli potrebbe anche aver appoggiato la composizione dell ' opera di Ferecide, così come i Pisistratidi avevano fatto per la scrittura dei poemi omerici: al più evidente indizio del cambiamento del contesto storico e culturale - al fatto cioè che si tratti di un'opera in prosa167 - si accompagnano conte­ nuti decisamente diversi. D'altra parte la relazione tra l'opera di Ferecide

cnn, 1Catciyoumv Eç 'A!h\vaç ElC l1CUpO\J 8TjaÉa, aUroç

OÈ 0'\JlC Elvai �un v EÀE.lV lK\Jpov· ÒVEUpE OÈ tà òm:à tou 8TjaÉwç Kij.lwv ò MtÀnàòou, aoq,i� XIJllOcij.IEvoç !COl omoç, lCOÌ j.!Et' où ltOÀÙ EÌÀE. tijv lK\Jpov) testimonia inoltre che gli Ateniesi ri­

cevettero da un oracolo l 'ordine di riportare in patria le ossa dell'eroe: è possibile che la versione di Plutarco rifletta in qualche modo l'interpretazione della vicenda della conquista di Sciro che fu data ad Atene da Cimone (cfr. PicciRJLU I 990 , p. 228), per giustificare con un mandato divino la propria impresa militare. Sulla que­ stione, cfr. MILLS 1 997 , pp. 35 s. e GIULIANI 200 1 , pp. 81 s. con ampia bibliografia. 16' Cfr. P ICCIRJLU 1 987 , pp. 2 1 s. e 1 990, pp. 225 s. Sul legame tra la figura mitica di Teseo e la politica cimoniana, cfr. anche BERTELU-GIANOTn 1 987 , pp. 5 1 ss. 166 Cfr. ArnEN. 12, 44, p. 5 3 3 a e, per l'interpretazione del passo, FERRETO T 1 984, pp. 277 ss. Ateneo riporta un frammento di Teopompo in cui si afferma che Cimone la­ sciava incustoditi i propri campi in modo che i cittadini potessero prendervi ciò di cui avevano bisogno, offriva ogni giorno un pasto nella propria casa, ecc. Analoga, ma di impronta differente, è la testimonianza di Aristotele (Ath. 27, 3 'O yàp Ktj.IWV,

atE rupavvtlCJÌV E;(WV oùaiav, ltpcòtov j.LÈV tàç lCOtvàç À.Utoupyi.aç EÀ.UtOUp"(El À.aj.l­ ltp>, seguendone con cura la realizzazione edi­ toriale.

Il testo delle testimonianze e dei frammenti edito da FoWLER 2000 viene sostan· zialmente riprodotto con lievi modifiche segnalate volta per volta in nota; non sono né riportate né tradotte, s alvo casi particolari, le parti di testo che già Fowler espun­ ge indicandole tra parentesi quadre. Le integrazioni sono tradotte e, eccetto alcuni casi, non più segnalate nella traduzione. È mantenuto invece anche nella traduzione italiana il segno < > quando non vi è integrazione, ma soltanto la segnalazione del­ la lacuna. Quando < > comprende sia un'integrazione sia una lacuna, esso compa· re anche nella traduzione. Sono riportate tra parentesi doppie uncinate (>) parti di testo che non sono presenti in FOWLER 2000, ma che possono offrire un con­ t ributo alla comprensione del b rano. Il segno O collocato a margine indica la presen­ za di una citazione letterale. Nel corso di tutto il lavoro i frammenti sono citati, quando non diversamente in­ dicato, con la nuova numerazione, a cui segue, tra parentesi, quella di ]ACOBY 1 923 ( = 1 995 ) ; n e l caso di citazione tratta da u n altro studio in c u i è segnalato un fram­ mento secondo l'ordine di FGrHist o di FoWLER 2000, è indicato anche il numero del presente ordinamento, t ra parentesi e preceduto dal segno > . N e l caso di frammenti tratti da scolii, le parole del testo antico c h e lo scoliasta commenta sono rese con traduzioni moderne già esistenti, riportate in corsivo ed elencate nell ' ultima parte della bibliografia. I nomi dei personaggi mitologici, delle località, ecc. sono italianizzati secondo l'u· so corrente, tranne quelli privi di una tradizione consolidata, che sono traslitterati. Le abbreviazioni degli autori antichi e delle loro opere (eccetto quelle presenti nelle indicazioni relative alle testimonianze e ai frammenti, in cui riproduco, dove non diversamente indicato, quelle di Fowler) sono quelle che compaiono in LSJ per gli autori greci e in OI.D per gli autori latini, con alcune variazioni tendenti a una maggiore chiarezza; le abbreviazioni delle riviste sono quelle dell ' «Année philolo­ gique».

Testimonianze

Suda !P 214 ( 4 .7 1 3 . 1 1 Adler)

=

l (= l ) Vorsokr. 7 A 2

=

PHER. SYR. fr. 2 Schibli

Cl>EpE KUOT]ç, Ba �uoç, I.uptoç· . . . yÉyovE OÈ Katà tòv Auociìv �acnÀ.Éa 'A­ J..u attl]v, cix; olViterov 01tOICPutPa �l�À.ia. xpciìtov OÈ auyypa�Pi\v ÉI;EvqteEiv ltEçcii À.OYC!l nvÈç i. atopo'ii cn , ÈtÉprov toiito Ei.ç Kao�ov tòv MtJ..t\ cnov �PEpovtrov, teaì. xpciìtov tòv ltEpi. tliç �EtE�'I'\JXcOOE Cilç J..Oyov ElCJT]yt\CJaCJ9at. ÈçT]À.OtUltEl OÈ t1ÌV 8aÀ.T]tOç oo!;av. Kaì. tEÀ.E\JtQ Ù1tÒ IPSEtpciìv. ECJtl OÈ axavta a CJ\JVÉypaljiE ta'iit a· 'E1tta�uxoç iitot 9Eotepaaia li 9Eoyovia. ean OÈ 9EoJ..o yia8 Èv �l�À.iOtç Oétea EXO\JCJa 9Eciìv yÉvEcn V teaÌ. OtaOOXaç.

A Cfr. FowLER 2000, p. 272 , apparato ad locum: «�9' Rohde, Kl. Schr. 1 . 1 62 ( 1 87 8 ) coli. Diog. Laert. 1 . 1 2 1 : IlE' cod d . p raeter G (vE') = 600/5 96; 11' G utschmid = 620/ 1 6 ; t raditum tuetur Wilamowitz' 1 29». La correzione del testo tràdito si basa sul passo di Diogene Laerzio che tramanda come f/oruit di Ferecide di Siro la 59" Olimpiade (da cui una nascita nella 49" Olimpiade ) : per una discussione più ampia, cfr. supra, Int rod . , p . 2. B Questo termine in FGrHist è in maiuscolo e indicherebbe un altro titolo alternati· vo per l 'opera di Ferecide di Siro, ma lo stesso Jacoby non lo ha più in seguito rite· nuto tale (cfr. ]ACOBY 1 94 7 , p . 14 n . 6). Cosl anche ScHIBLI 1 990, p . 14 1 , che tradu­ ce: « . . . Birth o/ the Gods; i t is a theology (in ten books ) containing the b irth and successions of gods»; cfr. anche FowLER 2000, p. 272.

l (= l )

Suda ' 2 1 4 (4.7 1 3 . 1 1 Adler) = Vorsokr. 7 A 2 = PHER. SYR. fr. 2 Schibli

Ferecide figlio di Babi di Siro: . . . visse al tempo dd re dei Lidi Aliatte, 1 co­ sicché fu contemporaneo dei sette sapienti ,2 e nacque nella 491 Olimpiade.3 Si tramanda che Pitagora sia stato suo allievo; e che egli non abbia avuto un maestro, ma si sia istruito autonomamente, dopo aver acquistato libri segreti fenici. Alcuni riferiscono che per primo abbia composto un'opera in prosa,4 benché altri attribuiscano ciò a Cadmo di Mileto' e che per primo abbia esposto la dottrina della metempsicosi. Era invidioso della fama di Talete. E muore di ftiriasi.6 Tutte le cose che scrisse sono queste: I.: antro a selle an/rat­ ti ovvero Unione degli dèi o Teogonia.7 È una trattazione sugli dèi in dieci li­ bri che contiene la loro generazione e le loro successioni.8

1 Per il regno di Aliatte ( che andò dal 617 - o dal 605 - al 560 a . C . ) , cfr. per es. PEDLEY 1 972, pp. 22 ss. 2 Questo dato cronologico è tradizionalmente fatto corrispondere al 585-4: cfr. ]A· COBY 1 947, p . 2 1 , ScHJBU 1 990, p. l n. 3: «HeUenistic ch ronologists used oi bttà at:pEKufutç Ò latO­ plOypaciKJç Kaì. ll>roKuÀilìTJç Kaì. EEvo4KiVTJç tpayq>l)tciiv !tOlTJtaì. yEyovacnv.

5 ( l BF) HELLADIUS apud PHOT. Bib/. 279 p. 533a 2 ( 8 . 1 7 9 Henry) = PHER. SvR. fragmentis addendum p. 179 Schibli =

iitt tpE'i ç i.mopo'iìvtat 1!19Etptat:peKU­ IìTJç, ò tT,v YEVEaÀoyiav cnryy pavaç, OV KaÌ. À.Éyoucn YEVVlKciiç tT,v owc!K>­ pàv ÈVEYKEtV.

6 ( 2) Suda � 2 1 6 (4.7 1 3 .23 Adler) = Vorsokr. 7 A 2 =

=

PHER. SYR. fr. 2 Schibli

ll>EpEKooT]ç 'AOT]va'ioç, !tpEa�utEpoç to'ii I:upiou, ov Àéyoç tà 'Op�roç auvc

Cfr. FowLER 2000, p. 273 , apparato ad locum: ç. E:yvropiçe�o. n Per un contesto più ampio, cfr. in/ra F 27 (= 1 56). Per l'analisi di questa testimo­ nianza, di un altro passo di Dionigi di Alicamasso (De Thuc. 5 , in cui l ' autore forni­ sce una ampia lista di predecessori di Tucidide, che però non com prende il nome di Ferecide) e della T 1 6 ( = 8 ) , tratta dal De oratore ciceroniano, cfr. ]ACOBY 1 947, pp. 26 s . , che pensa a una fonte comune e Gozzou 1 970-7 1 , in partic. pp. 1 63 ss . , che ritiene invece che Dionigi e Cicerone scrivessero su basi ind ipendenti. 28 Cfr. p . 1 82 Schmidt.

56

Ferecide di Atene

13 ( 7AhF) 2 ( 10.15 Piccirilli ) =

MARcELUNUS, Vita Thuc.

Kaì. toirrmç �i�oç l.lllj)tUilt:'i , CI»EpeKOOT,v F.v tft ltj)CÒ'q! tciiv lmoptciiv +0(Jl((J)V OUt!Oç À.É"fElV" G . . .

14 ( 7 AcF ) ad I/. 6.378 p. 648.35 (2.335.3 =

EusT.

van

der Valk)

on llè 9Eia À.É!;tç tò 6ae tpa, lìfiÀ.Ol ò EÌ.Jtcòv· «.6aetpav «>: Pdeo secondo Ferecide viene purificato da Eurito9 figlio di Attore, di cui sposa la figlia Antigone.10 Dopo che Antigone si impiccò1 1

re d i essere autoctoni i n quan to discendenti d a un antico re attico (HUXLEY 1 9 7 3 , p . 1 3 9 ) . P e r il significato di questa particolare genealogia di Telamone, cfr. supra, I n ­ trod . , pp. 1 2 s. Cicreo, figlio di Posidone e di Salamina figlia di Asopo, secondo al­ cune t111 d izioni, fu p roclamato re dell ' isola che prende il nome da sua madre, dopo aver ucciso un serpente che la devastava (cfr. TzETZ. I: Lyc. 1 7 5 ) , mentre, secondo altre, la sua regalità non derivò dalla sua opera purificatrice del territorio, in quanto e111 stato proprio lui ad aver allevato il serpente (cfr. HES. F 226 M . - W. ) . Lo Pseudo Apollodoro ( 3 , 1 6 1 ) p resenta un testo incerto, i cui problemi sembrano derivare da un tentativo mal riuscito di fondere le due t radizioni (cfr. ScARPI 1 996, p . 590). Cfr. anche Purr . Thes. 1 0 , 3 per una testimonianza sugli onori tributati a Cicreo ( Ku­ XPÉa nj!àç llt:cliv EXElV "AO!iVlJapoaÀ.On KaÌ. EV 9En&irot, o KaÀ.El tat altÒ tiìc; eén&lc; il ltÒA.tc;».8

3 ( 6 1 a) =

ScHOL. (A) Il. 1 6 . 17 5 b (4.206.67 Erbse) l ov tÉKE nTJA.iioç 9\ryatTjp, KaAJÌ noA.u&ipTJ, l I:!tEpXEt cjl «MEVÉa9toç OKOJ.LaVtt»" on Cl>EpEKUOlJc; tlÌV noA.u&ipav �TJOÌ.V a&�v 'Axtutroc;. OÙK ean OÈ Ka9' "OJ.LTJPOV Ota!Jetmtcòaaa9at. 1tt9avcinEpov ouv ÒJ.Lro�iav Elvat (se. tcjl nTJì..El ), cOO!tE p KaÌ. E!t' ciUrov, E!tEÌ. ltj>OaÉ9TjKEV civ (se. "OJ.LTJ­ poç) tEKJ.Lfu>tov tiìc; 1tpòç 'Axtuta 0'\l"fYEVEiac;. . . .

4 ( 6 1 bJ, =

=

6 1 cF)

ScHOL. (A (4 .207 . 1 Erbse) , D codd. CHVLa) Il. 16. 1 752. ÈK

tivoç nTJÀ.Eùç noÀ.UOcOpTJV ÈCJlEV; !ix; J.LÈV I:t04!UA.0ç 4'TJ at V ÈV ''( 9Ecr0'0-

A Cfr. FowLER 2000, p . 276, apparato ad locum: «toirtwv [ . . . ] om. Tzetzes una cum ayroY»; il testo dell'edizione di ScHEER 1 958 è ciiXEtO EÌ9iav KQl 9Énv ay(JJY Èlrl tciiv "i1t1tmv o i KEl È v cl>apatiì.cp KaÌ. St:n&iq>, KtÀ. 8 Cfr. F 6 ( l a = 1 F ) . =

12 Probabilmente si tratta di Balio e Xanto, doni di Posidone per le nozze. Cfr. [APOLLOD . ] 3 , 1 7 0 Kat liilì8iat»' EOllCE ot ò n i v oap oç �VTUIOVEUElV tOU SEn-

o SEiou, 7tEpÌ. où tv !tpCÒ'tcp lkpEKOOllç OUt(J) ypaiPEt' >.

7 (= l e = lf) SC H OL. (MO+) EuR. A ndr. 17 (2.25 1 . 1 3 Schwartz) ««1>8iaç 5E �cr& Kaì. Jt61..E wç «apcraì..i aç l miyxopta vai w 7tESi,' 'i v' lÌ 8a­ ì..a craia l n,�..E1 !;uvqiKEt xwpì.ç àv8pcòn:wv 9énç l �PE\ryooo' O�tÀOV' 9Ecr­ craÀÒç Sé VlV ÀECÌlç l 9Eti&tov ai>OQ 8Eaç xaptv V\Jil.IPEWOt(J)V»' tOUtO àn6 Ì.crtopiaç ElÀ1'14IEV. a'Ùto9t yàp a'ÙtU cr\JVqllCTlcrEV n111..E \Jç · KaÌ. �V int' 'AXtÀ­ ÀÉa tò 9Eti6Etov· 07tEp tcrti n61..tç 8Ecrcraì..i aç ci)ç 4'11>: Ferecide invece (se. afferma che Polidora nacque) da Antigone figlia di Eurizione, Suida2° da Laodamia figlia di Alcmeone, Stafi.lo21 da Euridice figlia di Attore. Zenodoto22 la chiama Oeodora, mentre Esiodo2l e gli altri la chiamano Polidora.

6 (= l a = l F) ScHOL. (BDP) PlND. Nem . 4 . 8 1 c ( 3 .78 . 1 Drachmann)

«Teti domina su Ftia>>: Pindaro sembra ricordare la città di Teti, riguardo alla quale nd primo libro Ferecide scrive cosl: «e poi Pdeo andava verso Ftia, () conducendo Teti su questi cavalli, e abita a Farsalo e a Tetideio, come è chia­ mata dal nome di Teti la città>>.

7 ( = l e = I F) ScHOL. (MO+) EuR. Andr. 17 (2 .25 1 . 1 3 Schwartz) «abito nelle pianure di questa città, Ftia, e di Farsa/o, che confinano, dove Te­ tide, la dea del mare, visse con Peleo in solitudine, lontano dagli uomini. Que­ sto luogo i Tessa/i lo chiamano Tetideo, a ricordo delle no:a:e divine>>: ha preso questo dal racconto mitico.24 Proprio ll infatti Pdeo visse con lei, e Tetideio era sotto l'autorità di Achille;2' è una città ddla Tessaglia, come dicono Fe­ recide e Suida.26

19 Cfr. FGrHist 602 F 8. Cfr. FGrHisl 602 F 8. Cfr. FGrHist 269 F 5 . 22 Cfr. FGrHist 1 9 F 5 . 2 1 Cfr. F 2 1 3 M . - W. 24 Per il termine iatopia, cfr. supra, Introd . , p . 8 n. 44. 2 ' Cfr. STRAB. 9, 5 , 6 e supra n. 1 3 . 2 6 Cfr. FGrHist 602 F 6.

20 21

70

Ferecide di Atene

8 ( 62 ) ScHOL. (BDP) PIND. Nem. 3 .57 ( 3 .5 1 . 10 Draclunann ) «flT]ÀE"Ùç . . . l oç lC(Jt 'laOÀlCÒV ELÀE I!Òvoç civeu cnpanaçEpEKulìT]ç i.atopEL ' Ott OÈ VEKpòç ÉÀ.91Ìlv Ei.ç 9iav 7tOÀ.tV Ei.ç &:�ùç É7tÉJ.1�, lìtÉijiEU>:

che Neot­ tolemo è stato seppellito a Delfi, lo racconta anche Ferecide; ma sul fatto che, giunto morto a Ftia, sia stato mandato di nuovo a Delfi, si è sbagliato (se. Euripide).39

" Ma cfr. CARRJ à!E - MAssoNIE 1 99 1 , p. 285 («t­ Àaiaç: per l'origine della correzione in cl>tm'ioç, cfr. FoWLER 2000 , p . 276, apparato ad locum) , è l'eponimo della stirpe dei FUaidi ed era noto come figlio di Aiace e di Lisidice, figlia di Corono; cfr. STEPH. Bvz. s. v. «2>ù..at oot, lifuioç tii ç Ai:yTJiooç �uÀ.iìç.

a1tò cl>tÀ.Oiou toù A'iavtOç utoù Kaì. Auatlii�CTJç tiic; Kopcòvou toù Aam9ou. 6 Cfr. HDT. 6, 35 . . . «l>tmiou toù A'iavtOç ltOtooç, yEvoi!Évou !tpcbtou tiic; oiKiTJc; mim)c; 'A&!Jvaiou. Per la dipendenza d i questo passo erodoteo da Fe reci de , cfr. Ru­

SCHENBUSCH 1 985 p. 142 s. 1 Anche il nome di Acestore, come quello di Ulio (cfr. in/ra) , è un epiteto di Apollo: cfr. CAPOD!CASA 1 997, p . 180 e n. IO.

78

Ferecide di Atene

A\nc11 ç · tou OÈ tT6�v- G tou OÈ �tÀai.oç· tou OÈ AyaJ!l]atrop · tou OÈ TEi­ oavlìpoç éq,' où c'ipxovtoç Év 'A!hivatç < . . . > ' tou lìÉ MtÀ.tuilìllç · tou Oè 'llt­ ltOKÀE ilìl]ç, éq,' où i:ipxovtoç rlava!hivata ÉtÉST]' tOU lìÉ MtÀ.nalìl]ç. oç Wl !Cl­ ere XEpp6VT]oov». (4) J!aptupEi. to\rtOtç Kaì. 'EUavtKoç Év tf1 Élttypa�l!évu 'Ao(J)lttlìt. '

1 4 ( = 145) ScHOL. (L+) AP. RHon. 1 .2 1 1 c (26.9 Wendel) H ZiJtllç aù KaÀaiç tE Bopi]'iot 'UtEç lKÉa6T]v. l ouç ltot' 'EpExST]tç Bopéu tÉKEV 'ilpEi6'Ula l Épamlltilì11ç; 3, 2 1 4 �ailìaÀ.Oç ò E\maMii!OU na'ìç tOU Ml]tiovoç Kai. 'Aì..K i7t7tl]ç; Sum. s . v. nÉplìtKoç iE­ pòv: . . . EooaÀc:il!(!l yc:ip ÈyÉvovto na'i&ç �ailiaÀ.Oç Kai nÉplhl;) , forse per ragioni di

81

Fnurunenù

alla roccia di Sarpedone in Tracia17 Ferecide, raccontando dd rapimento di Orizia, 18 affe rma che si trova presso il monte Emo. 19

15 (

=

146)

ScHOL. (LRM) SoPH. OC 472 (29. 1 de Marco) «vi sono là dei craten; opera di un abile arte/ice»:20 il riferimento è a Dedalo, riguardo al quale Ferecide dice così: cv . . . iivra MepÒ1rllç tf!ç 'Epex9éroç . . . ). Anche Melione, oltre che di Erettco (cfr. As1os F 1 1 Bemabé I:ucOOiva lìÈ où Mapa9ciìvoç tou 'Enoméwç, M11rio­ voç lìÈ elvm tou 'Epex9éwç �ai v [re. oi. I:ucooivtol ] . ÒlloÀOyEt lìÈ acjllOl lcai. "Amoç e [Arou.oo. ] 3 , 1 96 'Epex9eùç . . . ÉOXE !tatoo KtlcpO!tQ llavlìropov M11riova, 9uya­ 'lipaç lìÈ npo1CplV KpÉouaav X9oviav 'ilpeiBlll a v), è talora figlio di Eupalamo e quindi soltanto nipote di Ereueo (cfr. D1oo. S1c. 4, 76 t\aiooM>ç �v tò IIÈV yÉvoç 'AS,vaioç, dç tliìv 'Epex9ellìliìv òvo11aço11Evoç· �v yàp ui.oç M11riovoç tou EintaMI­ IIOU tou 'Epex9éroç) . 22 Al demo dei Dcdalidi si fa riferimento anche in Diodoro Siculo (4, 76): quando Dedalo viene accusato di aver ucciso il nipote Taio, si rifugia dapprima in un villag­ gio dell'Attica, per poi recarsi a Creta (KatTIYope9eì.ç lìÈ lCOÌ. 1Catalìl1Caa9eì.ç Ù!tÒ uiiv 'ApEO!tOYl t!ÒV cjiÒYOU, tÒ IIÈV !tpcOtOV ÉcjluyEY etç EVO t!ÒV 1Catà 'tÌjY 'AtnlClÌV m'ui(I)Y, Èv

iÀ.O>v. Eatt 8è J.1Etaçù AapiaOTJç Tiìç KpeJ.laa"tiìç Kai 'Exivou. «OeutÉpa É>30

18 ( 148) ScHOL. (MVamou+ ) Od. 1 1 .322 =

«Fedra e Procri vidi, e la bella A riadne, l la figlia di Minosse funesto, che un giorno Teseo l da Creta al colle d'Atene sacra portava, l ma non ne godette; A rtemide prima l'uccise, l in Dia coronata dal mare, per le accuse di Diòniso»: Teseo figlio di Egeo, viene sorteggiato e naviga verso Creta con i compagni per essere offerto al Minotauro per l ' uccisione.3 1 Quando giunse là, la figlia

TI Per Alope, cfr. anche HscH. s. v. ·AÀ6111] (m)À.tç È v AjryE t 1cal. JCPtiVll È v 'Eù:ooi vt, ftnç I!IJ.À.6Tll ç È JCa À.E"i-ro ) ; HYG. Fab. 187, 238 e 252; PAus. l, 5, 2 (dove si ricorda lp­ potoonte figlio di Alope e di Posidone come uno degli eponimi delle tribù ateniesi). All a vicenda di Alope e Cercione avevano dedicato d rammi Euripide (l'argomento è conservato in HYG. Fab. 187) e Cherilo ( per il quale, cfr. PAUS. l , 14, 3 [= F l SneliJ •

XotpiÀql liÈ 'A9r]vaif!1 lipiijJ.a ltOttioavn 'AM)Itll v ECTt EÌplliiÉ va KEpJCoova Elvat JCal. TptlttOÀ.EIJ.OV à&�Uç tEJCE"iv liÈ o�ç 9vyatèpa 'AjJ.q,tJCruovoç, Eivat liÈ !ta"!Épa TptlttOÀÉIJ.f!l 'Pàpov, KEpJCoovt liÈ nooEtliciiva ) . Cfr. anche Purr . Thes. I l e 29 per l 'uccisione di Cercione da parte di Teseo: sia in Plutarco sia nello Pseudo Apollodoro (ep. l, 3 ) questa è una delle imprese giovanili dell'eroe. 28 Cfr. FGrHist 790 F 24. 29 Si t ratta quindi di una località della Tess a glia meridionale. 3 0 Alope figlia di Cercione fu tramutata da Posidone in una fonte vicina ad Eleusi e dovrebbe quindi aver dato il nome alla città dell'Attica ( alla quale è plausibile faces­ se riferimento Ferecide) e non ddla Tess aglia: probabilmente si tratta di una confu­ sione da parte di Stefano di Bisanzio o di qualche sua fonte, ma è anche possibile che Ferecide collocasse l'episodio di Cercione proprio in Tessaglia. l i l particolari che spiegano la partenza di Teseo per Creta possono talora riflettere la posizione di una determinata versione del mito nei riguardi dell'eroe; l'inizio del­ l ' impresa del Minotauro infatti presenta tre principali varianti: in alcuni casi Minos­ se sceglie personalmente i giovani che devono seguirlo a C reta e, venuto a conoscen-

84

Ferecide di Atene

é p om. K &ç ltpò ç airtòv litau:9e1aa it toil Mi vcooç 9urlitTIP 'AptliliVTl lii&ool v aya9ioo �itou ÀalkJooa ltapà aaioo1..o v tOU tÉ!Ctovoç, KaÌ. !itOOOICEl oùtOv, é�tetoov daÉÀ.eu, nìv àpxiJv tiiç àyo9i&x; éK!ifiam �tepì. tòv çvyòv livr.o tiiç 9Upoç !COl aveÀ.iaaovto i.ÉVOl I'ÉXPl'i IÌV a41tiCTital dc; tÒV �\JXOV, !COl éav oirtòv Ko8t:uoo vto �lip'lflll < >,L Kpon\aovto tciìv tptxciìv tiic; Ke�iiç tep noaetOciìVt 900ot, ICOl Q1t1XVOl ÒltlOC.O aVEÀ.l" EV 'A9tivatç �ai v eilp;;­ a6at ti] v naA.at u 9rtotmç· ttvf.ç 6E touvavtiov 9ftaÉa IJ.Èv 7tap' 'A&r\vàç ti]v ruiì..11 v �ta9E1v, cJ>6p !kJvta 6E 1tapà e,otmç. «EpEKOOllç Sè i]vioxov tòv cJ)Op!kJvta �m e,otmç, ailv Q> Kaì. ti]v 'A�taçova apnaçet . qìwv c!IOpllavtoç, òç �v i]vioxoç 91]otox;; HESYCH. s. v. c!IOpllaç· 'At­ n��:òç ijpox;. Il nome di Forbante è forse quello di uno degli ostaggi mandati a Creta (cfr. }ACOBY 1 923 [ = 1 995 ) , p. 426, che si basa su SERV. Verg. A en . 6, 2 1 , il cui testo è

però molto incerto) .

" ll particolare del rapimento dell'Amazzone come impresa comune d i Teseo e For­

bante sembra confermare che per Ferecide l ' impresa di Teseo era distinta da quella di Eracle, come testimoniato dal frammento p recedente. Forbante è così anche in Ferecide attratto nell'orbita di Teseo: secondo Jacoby (cfr. }ACOBY 1 954, p. 645 s . ) , originariamente Forbante era u n eroe indipendente, oggetto di u n culto n e l Phor­ banteion, mentre i tratti che ne fann o un compagno di Teseo sono posteriori; l'in­ venzione della lotta dovrebbe essere un tratto originario di questo eroe, ma quando egli divenne un personaggio secondario legato alle vicende di Teseo, quest'ultimo imparò la nuova arte da Atena e a sua volta la trasmise a Forbante, che non poteva ess e re escluso dall'episodio perché i suoi legami con la lotta erano preesistenti e molto antichi. Viviers invece, dando un' interessante spiegazione del particolare fere­ cideo secondo cui Forbante era l 'auriga di Teseo, vede in questo frammento un'allu­ sione a Milziade il Vecchio, vincitore olimpico con la corsa dei carri (cfr. VIVIERS 1 985, p. 346). Il motivo della lotta tra Forbante e le Amazzoni compare su diversi vasi datati intorno al 450 a.C. (cfr. UMC suppl. , s. v. Phorbas, 13 ss. ) . '2 Cfr. FHG I I I p. 1 3 2 F 55. " Cfr. FGrHist 334 F 3 1 .

Ferecide di Atene

92

24 ( 1 5 3 ) Arn. 1 3 .4 p. 5 5 7 a (3 .228.3 Kaibel) =

9r!m:ùç oè 'FUVll v cipnaaaç èi;Tiç 1caì. 'ApuiOVllV �pnam:v. "latpoç 'YOiìv èv 'tij tEaaapE01CatOEICtlt1J tCÒV 'AtnlCCÒV KataÀ.É'YroV tàç toiì 6tjaÉroç 'YEVO�­ vaç 'YUVatlCaç ""'CJlV tàç J,lèv aUtCÒV è!; { Eprotoç} >. EltEtta toùc; ÉK tomrov YEVV119ÉVtac; lite!;u:òv Kal. tivaç EKacrtot O t61touc; ci>KTIO"av, Oi.vrotpoiì Kal. IleuKuiou ���vTJO"lCEtat ÀÉ.yrov 00&· «Kai Oi.vrotp6ç, à�- où Oi.vrotpol. KaÀÉ.ovtat oi. F.v "hai.. i 'lt oi.KéovtEç, Kal. IlEUKÉ­ ttOc;, à�- où IleuKÉttot KaÀÉ.ovtm o i. Év trot "lovirot KÒÀ.!trot».

( 7). La genealogia di Pelasgo nella leggenda arcade è duplice: secondo alcuni è il figlio di N iobe e di Zeus (cfr. [ AroLLOD . ] 3 , 96, che attribuisce questa genealogia ad Acu­ silao) , mentre secondo altri è loro discendente soltanto alla quarta generazione; nel primo caso, avrebbe avuto Licaone da Deianira o dalla ninfa Cillene (che in questo frammento è invece la nuora) e una figlia, Callisto (cfr. F 28 [ = 1 57 ] ) ; per la seconda genealogia cfr. per es. l: Eur. Or. 932. Secondo Esiodo invece Pelasgo era un au­ toctono (cfr. F 1 60 M . - W. ; in Eschilo, Suppl. 249 s., il Pelasgo argivo è f�glio di un autoctono, Palectone) . Come moglie di Pelasgo, oltre a Deianira e Cillene, è anche ricordata Melibea (cfr. [AroLLOD . ] 3 , 96), figlia di Oceano. In ogni caso Pelasgo vie­ ne ricondotto alla stirpe di Inaco, padre di Foroneo; la discendenza prevista da Fe­ recide sembrerebbe quella che considera Pelasgo figlio di Niobe e di Zeus e quindi fratello di Argo (per il quale, cfr. F 39 [ 66 ] ) . 3 È concordemente ammesso d a tutti coloro che ricordano Licaone che questi aves­ se avuto molti figli: solitamente sono cinquanta, ma non vi è accordo fra i mitografi né sul numero né tanto meno sui nomi : lo Pseudo Apollodoro, 3 , 96 s . , ne dichiara cinquanta, ma ne elenca quarantanove (li considera nati da diverse mogli e li carat­ terizza come empi e complici del padre nello sfidare gli dèi: dalla punizione divina si salvò soltanto Nittimo, che è nella Biblioteca il più giovane dei figli di Licaone, e che ereditò il regno); Pausania, 8, 3, 1 -5 , ne elenca ventisei (o ventotto, perché nel testo sono presenti delle lacune) e si tratta di un elenco che si differenzia da quello della Biblioteca non soltanto per il numero; secondo Dionigi d'Alicamasso, l , I l , 3, erano 1 Cfr. T I l

=

2

=

97

Frammenti

tre città dell'Arcadia (lsia, Diope, Frissa) - che sono state collocate in questa sezione poiché è possibile che in quei luoghi Ferecide avesse ambientato al­ cune delle vicende degli eroi della regione (il F 35 [ 5] conserva inoltre un'indicazione di numero di libro, il primo) - e su Dozio, città della Tessa­ glia, che, secondo Ferecide, deve il suo nome a Dotis, discendente di Ftio, un personaggio ricollegabile alla stirpe di Licaone. =

27 ( 156) DION. HAL. Ant. Rom. 1 . 1 3 . 1 ( 1 .20. 1 1 Jacoby) =

Mostriamo ora la stirpe da cui ha avuto origine il popolo degli Enotrii , of­ frendo come testimone un altro degli antichi scrittori di prosa, Ferecide di Atene, inferiore a nessuno dei genealogisti. 1 Da lui infatti è stato fatto questo discorso riguardo a coloro che regnavano in Arcadia: 29), Jacoby inserisce un F 3b che è costituito da una parte del F 1 60 ( = 35a, ScHOL. EuR. Aie. 1 ) , in cui si parla del servizio di Apollo presso Admeto:

il dio si era vendicato sui figli dei Ciclopi, in seguito alla morte di Asclepio dovuta alla collera di Zeus; per il commento a questo frammento, che a mio parere può es· sere collocato nell'ambito del racconto delle vicende di Admeto e Alcesti, cfr. in/ra pp. 260 ss. nn. 1 0 ss.

6

Cfr. F 1 4 Bernabé.

7 Callisto, compagna di A rtemide nella caccia, ha da Zeus ( che si unisce a lei sotto le

sembianze di Apollo o della stessa Artemide, dal momento che Callisto sfugg i va gli uomini) il figlio Arcade. Quando la dea la scopre incinta, la uccide (e Zeus la tra­ sporta in cielo come costellazione deii'Orsa Maggiore) o la trasforma in orsa (altre versioni raccontano invece che la metamorfosi è dovuta alla gelosia di Era o alla prudenza di Zeus ) : cfr. per es. ERATOSrn. Cat. l ss. , 8; [APOLLOD . ] 3, 99 ss.; CALUM. ]ov. 40 s.; CATUL. 66, 66; THEOC. l , 125 (che la identifica con Elice); HYG. Fab. 1 5 5 , 1 7 6 e 1 7 7 ; Ov. Met. 2 , 40 9 s s . ; Fast. 2 , 1 5 3 ss . ; PAUS. l , 25 , l ; 8, 3 , 6; 4 , l ; I O , 9, 5 . 8 Cfr. F 163 M . -W. 9 Cfr. F 9 Bernabé. 10 Per Ceteo, cfr. l: Eur. Or. 1646 ( Kl]tEùç lìè EK l:ti.À.JITJç ÈCJXE KaUtcnoi) , dove vie· ne proposta una lunga genealogia che fa di Ceteo un discendente di Dorieo, re del­ l 'Arcadia dopo il diluvio, avvenuto durante il regno di Nittimo figlio di Licaone. Di· versa è invece la genealogia testimoniata da Ar(i)eto (cfr. FGrHist 3 1 6 F 2a A riaethus autem Tegeates, histonarum scnptor, non Callisto sed Megisto dia/ appella· tam, et non Lycaonis sed Cetei/tltam, Lycaonis neptem e F 2b Anaethus autem, ut an· te diximus, bune Cetea Lycaonis filium, Megistus patrem, dicit, qui videtur, ut /amen·

Frammenti

99

28 ( = 1 5 7 ) AroLWD. Bibl. 3 .8.2 ( 3 . 100, p. 1 3 5 Wagner)

Eumelo6 e alcuni altri dicono che Licaone ebbe anche una figlia, Calli s to;7 mentre infatti Esiodo8 dice che era una delle ninfe, Asio9 afferma che era fi­ glia di Nineo, Ferecide di Ceteo.10

29 ( 3 a 3 f)A ScHOL. ( BDEFGQ+) PINo. Pyth. 3 .59 (2.7 1 . 1 8 Drachmann) =

=

«e allora saputo l'alieno connubio con l'Ilàtide Ischi e l'illecito inganno, mandò a l.Acerìa la sorella furente d'indomito rabbia, poiché sulle sponde scoscese del­ la palude Bebtàde la giovine aveva dimorfi>>: che Coronide1 1 abiti a Laceria, lo riferisce Ferecide nel primo libro: presso le fonti dell'AmiroY E racconta ri­

guardo al corvo, 13 e narra che Apollo mandò Artemide che uccise molte don­ ne nello stesso tempo,14 mentre Apollo uccide Ischi" e affida Asclepio16 a

tans filiam in ursae figuram conversa m, genus nixus palmas diversas tendere ad coe· lum, ut eam sibi dii restituant), che più semplicemente fa di Ceteo un figlio di Licao· ne e quindi di Callisto una nipote dello stesso Licaone. 11 Coronide, figlia di Flegia, è sedotta da A pollo da cui ha Asclepio (per la sua sto­ ria, cfr. per es., oltre alla terza Pitica di Pindaro, [ APOLLOD . ] 3, 1 1 8 s.; HES. FF 50, 59 e 60 M.- W. ; D100. S1c. 4, 7 1 e 5, 74; Ov. Met. 2 , 535 ss . ; SERV. Verg. Aen. 6, 6 1 8 ( i n c u i viene narrata la versione secondo c u i Flegia, padre d i Coronide, incendia il tempio di Apollo) e 7 , 76 1 ; HYG. Fab. 202; PAUS. 2, 26, 3 ss.; 4, 3 , 2; 3 1 , 1 2 ; ANT. Lm. Met. 20, 7; ecc. ) . Questa genealogia può essere ricondotta a Inaco attraverso A rca­ de: Elato padre di lschi è infatti nipote dell'eroe eponimo dell 'Arcadia ( cfr. U H L 1 963, pp. 74 s . ) . 12 Le indicazioni geografiche di Laceria, delle fonti deii'Amiro e del lago Boibias (per il quale, cfr. anche HES. F 59 M.- W. ) connotano la vicenda di Coronide come prettamente tessalica. Il Si tratta del corvo che awisò Apollo dell 'infedeltà di Coronide, ricordato dalla m aggior parte di coloro che narrano questo mito (cfr. , soltanto a titolo di esempio, [AroLLOD.] 3 , 1 1 9 'Arc6Urov lit tòv IIÈV arcaY'fEiÀ.avto x:òpmm x:ompàtot, òv tiroç >.Eux:òv ovta trcoill yvo'Jitov rct&iY, rcavto iaavn vòq>) . 14 Cfr. PIND. Pyth. 3 , 34 s. lioij.irov lì' EtEpoç l tç x:ox:òv tpE'I'Ill ç EOOj.iliaaot6 vtv, x:ol. yettòvrov l rcoUol. Èrcaiipov, Oj.ià l lì' è�pEv. " In altre t radizioni, lschi moriva fulminato da Zeus (cfr. per es. HYG. Fab. 202 ) . 16 Per i discendenti di Asclepio, cfr. F 3 1 ( = 59) sulla genealogia di Ippocrate.

1 00

Ferecidc di Atene

liilioxn XeipCllv t.

  • ICUpÒQl KeÀàOoV'tl llOXOVtO l àypOI!EVOl nu.­ Àtoi te Kaì. 'ApKàoeç txem11ropot, l Clle uiç 1tàp teixeamv, 'Iapoovou à!l•ì.

    KopuVJjtTiç ò tf1 Kopuvu 11U)(ÒI!Evoç, touttcrn ponaÀ.ql. Ecrn 6È EniOetov 'A­ P'ltOou· o\rtroç 6È 'Ap11tOooç ò Bouim.oç, liptcrtoç tliiv Kat' aùtòv àvSpcillt ro v, litallàç eiç nìv 'Ap�eaOa, �v yàp !Ìijltl1axia toiç Pe�trov BOlrotliiv ltOÀitatç, �eai toiç 'Ap­ Kacn 1tEpÌ yf]ç oprov, ltÀElpÒV1)mV OÉ llE­ yaÀ'lV autoiì Ej!IXJÀÒvtoç 'ApiCacn , AuKoiìpyoç ò tliiv EVtaiì9a Kp. ÀÒ­ )(OV no t iJcraç , EltEtcre Oeg. Ecretcre) nìv noUJiv toiì 'Ap11'i0òou �Àa'Y'Ya. àveiÀE tE aùtòv, Kai linowjXì>v niv ÀEiav En npòç li11uvav navteuxiav, j!Età Kai tiiç KO­ puV'lç. il icrtopia napà 3 7 ) gehort dorthin».

    Ferecide di Atene

    1 06

    38 ( 1 7 2 ) STEPH. Bvz. cod. S (256. 1 4 Meineke) s. v . �cònovE =

    m)Àtç eeaaaHaç. O!tO\J J.1.Etq'l1Cf10QV o i. K VlOlOl, rov lÌ ;cci>pa K vtoia . . . ÈK:Àli9!1 OÈ anò �cotiaç tftç 'EMitou. CkpetcOOT]ç OÈ a!tÒ �c.imoç tou 'Aatepiou tcai. 'Ailil>tKtOOVll ç tiiç CZ>Oiou. c0ç OÈ 'Ap;c"ivoç a!tÒ �còtou tou Nerovou tou "EU.,voç. MvaaÉaç OÈ a!tÒ �OOtO\J tOU neÀaE p e KOO, ç lìÈ à1tò �o'moç to\ì ' Aate p iou 1caì 'A!l4>ttcnxiVIlç tii ç CZ>Oiou. 1 7 Ftio è talora figlio di Licaone, talora di Posidone e della ninfa tessala Larissa, ed è

    allora fratello d'Acheo e di Pelasgo; talora invece è figlio di Acheo ed è sposato a C risippe figlia di Iro da cui ha Elleno, che fonda la città di Ellade in Tessaglia. Ja· coby, che colloca questo frammento nella sezione 'Verschiedenes ' , propone in via ipotetica di ricollegarlo al F 2 9 ( = 3 a = 3 F ) (cfr. ]ACOBY 1 923 [ = 1 995 ] , p . 429 ) ; per la stirpe di Ftio, cfr. [ APOLWD . ] 3, 97 ; Tzrrz. l: Lyc. 481 (o\rro ç [= AuKarov] Kataatàç jklmÀ.E1Ìç t!ÌÌY 'ApKalirov ltOÀ.Ào'iç yaj.IOtç liÈiif:tKtO ltEvtfllCOvtOltQlç. àU' ÙCJEj!Èç IJÀ.Iiatflj.IO t!ÌÌY tÉlCVCJJY È4>u IDY nv . . . CZ>Oioç); DroN. H AL. l ' 1 7 ( . . . 'Axat� KaÌ �oç Kaì nEwayòç oì. AapiOflç KaÌ nom:tOOìvoç uì.oi ) ; EuST. Il. 2 , 683 (CZ>Oia lìÈ ltÒÀ.tç ICOÌ j.IOtpa 8EttaÀ.l10J, ÙltÒ CZ>Oiaç yuvat KÒç iì ÙltÒ CZ>Oiouv UÌ.OU noaEt!Kiìvoç Kaì AapiaOflç); e anche STEPH. Bvz. r. v. CZ>Oia e r. v. "Ell.a ç C"Ell.a ç, ltOÀ.tç 8Eaao­ >..i aç . . . EKtia9T] intò "EU.1)voç. ou tou AEuKaÀ.irovoç, àÀ.Mi toU CZ>Oiou Kaì Xpu-

    1 07

    Frammenti

    3 8 ( 172) STEPH. Bvz. cod. S (256. 14 Meineke) s. v. LlornovE =

    Città della Tessaglia, dove migrarono gli Cnidi, la cui regione è chiamata Cnidia . . . Prese il nome da Dozia figlia di Elato. Ferecide sostiene che prese il nome da Dotis figlio di Asteria e di Anfiziona figlia di Ftio.H Come invece affe rma Archino,'8 da Doto figlio di Neone figlio di Elleno. Mnasea,39 da Doto figlio di Pelasgo. La pianura ha una sua propria cerchia di montagne.

    collega l'Argo figlio di Zeus e di Niobe al suo omonimo, figlio, per Ferecide, di Arestore; il F 40 ( 67 ) presenta nuovamente il nome di Arestore come padre del nav67t't'llç e accenna indirettamente al mito di Io. =

    39 ( 66) ScHOL. ( MTAB) EuR. Phoen . 1 1 1 6 ( 1 .365 .2 1 Schwartz) =

    «A rgo l'onniveggente, costellato di occhi che si aprivano, in parte, al sorgere del sole e in parte si chiudevano al tramonto»: in modo peculiare Euripide af­

    ferma che alcuni degli occhi di Argo sorgevano insieme con gli astri e vede­ vano, mentre altri si chiudevano al tramonto . 1 Ferecide affe rma infatti che

    H DT. 2, 98 ( iJ liÈ ÈlÉPll rtOÌ.. t ç li01cÉEt IJ.Ot tò OUVOIJ.a EXEtV artò to\i liavao\i ya!J.�OU, 'Apxavlipou to\i tò alii).1 a oì..o v �atciia9a t . ò OE tòv Ai.yiJ.LlOV rtot ti aaç �aì. - «Kai oi. É1tÌ. OIC O rtòv •Apyov 'i et Kpatepòv te ).1Éyav te l 'tt t p a m adposui/); per A restore, cfr. anche PAUS. 2 , 1 6, 4 (Are­ store è il marito di Micene, figlia di Inaco) e AroLL. RHoo. l , 325 ( dove è citato un Argo, il partecipante alla spedizione degli Argonauti, che è definito 'ApEtatopilì1]ç) . 1 Cfr. DIONYS. SAM. FGrHisl 15 F l . Sul valore che assume nel mito la straordinaria capacità visiva di Argo, cfr. PETIAZZO NI 1 9 5 5 , pp. 223 ss.; in particolare, il numero di occhi attribuito ad Argo da Ferecide, seppure minore di quello attestato in altri autori (cfr. per es. Ov. Mel. l , 62 5 : cento; AESCHYL. Prom. 569, dove Argo è definito •

    1 09

    Frammenti

    egli aveva un occhio sulla nuca, dichiarando contemporaneamente che esi­ stevano due Argo. E scrive cosi: «Argo figlio di Zeus sposa Peito figlia di O Oceano. Da lui nasce Criaso; e da questi Ereutalione, da cui prende il nome in Argolide la città di Ereutalia, e Forbante. Da lui nasce Arestore; e da questi Argo,2 a cui Era pone un occhio sulla nuca3 e toglie il sonno, e lo pone come custode a lo. In seguito Ermes lo uccide».4 Dionisio' nel primo libro del Ciclo afferma che era rivestito di pelle e che il suo intero corpo era fornito di occhi tutt'intorno. Invece colui che ha composto l'Egimio6 affe rma: «E a lei come custode pone Argo, vigoroso e potente, che con quattro occhi ve­ de qua e là, a lui la dea fece nascere forza incessante, né a lui scendeva il son­ no sulle palpebre, ma la sua vigilanza era sempre continua».

    40 ( 67 ) APoLLOD. Bib/. 2 . 1 .3 (2.6, p. 52 Wagner) =

    Era, richiesta a Zeus la vacca, stabili come suo custode Argo onniveggente, che Ferecide dice figlio di Arestore, Asclepiade7 di Inaco, Cercope8 di Argo e di lsmene figlia di Asopo; Acusilao9 afferma invece che era nato dall a ter­ ra.

    j.luplwmic;, ecc . ) , indica comunque la capacità di guardare, ed esercitare la sorve­ glianza, in ogni direzione: cfr. p. 225 : cE-

    0 pEKUiiT'Iç liÉ Év teP W �PT�aì. v on «llOÀOOWpT'Il ti; t àavaoù J.llO"fEtat llTIVEtòç ò 1 Cfr. UHL 1 963 , p. 32 a.

    2 Nel F 44 ( = I l ) , dove comincia a essere narrata n e i particolari la loro vicenda, è

    p recisato che Ditti e Polidette sono fratelli solo per parte di madre; questo fram­ mento invece, che ha un carattere genealogico per cosl dire ' riassuntivo ' , come an­ che il F 39 ( = 66 ) , potrebbe essere stato tratto da un punto dell'opera in cui Fereci­ de presentava in modo succinto le discendenze di A rgo, che vengono poi t rattate anche nei libri successivi. Ditti e Polidette in altre t radizioni sono figli di Magnete discendente di Eolo e di una naiade: cfr. [ A POLLOD . ] l , 88 May\lll(; lìÈ ya�'i �v VTjlOO, ICUl yivovtat a\rtqì Jtat&ç noÀuliÉK'tT]ç KQl ç 'AKpi­ cnoç yaJ.lE'i. Eùpulii"TT v tJÌv AaKeliaiJ.lovoç· tciìv Oè yiVEtat �ava11. xp�vcp OÈ atrtc\l ltEpÌ. aprom ICUÌ. Ì.ICEteÙOUO"l tòv ò�a4òv Kaì. tòv òoovta a1tooouvm · i:vì. yç �TlO"lV aùtòç EXElV ICaÌ. a1tOIICÒOEtV, éàv aùtqì ù7tOiìeU;oxn taç Nu11�ç. cii i:xoum 'tlÌV A"iooç KUVÉTlv Kaì ta ltélìtÀa tà ù­ Tt67tt11 P a JCaÌ 'tlÌV ICt�lO"lV. aÌ IIÈ: aÙtqì �açoum , JCaÌ Ò nepcrei>ç 01tOiìt&xn. JCaÌ aneÀ9Ò>v 7tpÒç taç Nu11�ç O"ÙV 'Epf.lfj, ai. tJ1craç te JCaÌ ÀafXì>v Ù1t01ìe­ O"f.!Eltat tà Ù1tÒ7tt11Pa ltélìtÀa Kaì 'tlÌV Ki.�tm v neptf}ov o i. Eltl X >, ma anche «Vasi da not· te», di Meineke: cfr. F 1 1 Kassel -Austin (VII, p. 567 ) , a ppar a t o ad locum. l4 Cfr. F 242 Kassel -Austin. " Il termine >.

    Frammenti

    1 25

    47 ( 1 3 a ) Arn. 1 1 .474f (3 .43 . 1 3 Kaibel) unde MACROB. Sat. 5 .2 1 .3 ( 3 3 7 . 1 Willi s)A =

    Antichissima coppa è il carchesio,10 se è vero che Zeus quando si

    UIÙ ad Aie­ mena glido diede come dono dell'unione, come raccontano Ferecide nd se­ condo libro ed Erodoro di Eraclea. 1 1

    4 8 ( 13b) ScHOL. (CMVamoux) Od. 1 1 .266 =

    Teleboi12 combattono contro gli Argivi e uccidono i figli di Elettrione che lottavano per il bestiame. E Anfitrione, dopo aver uc­ ciso involontariamente Elettrione, fugge a Tebe. n Alcmena figlia di Elettrio­ ne non volle sposarsi prima che Anfitrione punisse i Teleboi per la morte dei suoi fratelli. Anfitrione glielo promette e dopo averla condotta a Tebe fa una spedizione contro i Teleboi < > Zeus in quella notte giunge alla casa di An­ fitrione con un carchesio sotto le sembianze di Anfitrione,14 e Alcmena pen­ sando che il suo < > stesse entrando1' nella camera nuziale16 si informa riV 'Hì..E ICtpOOVo Jk>rov Ò�4Jtcrltr\tiJO"Eroç :x,ciptv È/; "Apyouç È4JU'"fEV dç eiJJXxç, O"ÙV o\rr cjì ot JCol 'AJ.. JC �tiVTl- \m:o&:x,9évtrov ot ÒOJ.IÉvroç \m:ò trov Jkxm.ÀEoovtrov tiiç ltÒÀ.Eroç, Kpéovtoç JCoÌ. ' HvtÒXT\ç. n�fiç È ruy:x,ovov IU''YtO"tT\ç. o li J}o u À.O­ �VT\ç lìÉ 'Ah�iJVTlç '"fO�T\9fiVat d �lÌ oi. cjKJvei.ç trov OlìE�V outiiç àvatpE9rom TTiì..E Jk>m, JCotl'lrrovicroto a\rro ùç 'A�4Jttpurov, 1tpoaÀ.aJ30�evoç ��a­ xouç Botrotouç JCaÌ. AoKpouç, Etl llè cllroJCEi.ç, ÈVtoutÒV 1tpOOEiìpeoooç. cOç M im:oatpévoç à1tò tiiç atpau:iaç frrE toùç ycij.louç Èoutoii u: JCoÌ. 'AJ..JC �tiVTlç. tf1 o\rtù vuK tì. épaa9€ì.ç a\rrfiç ò ZEùç Kaì. Ei.JCaa9€ì.ç 'A�41ttpoo­ Vl é�i'YTI JCaÌ. ui.òv ÉltOtT\O"EV, ò�oiroç M JCaÌ. ·�4Jttp\xov tf1 a\rtù vuJCtì.. �lìTI M EICElVTlç lìEJCO�T\Vtai.ov xpovov tiiç �il;eroç É:X,OUO"T\ç. yewàtol 'HpoKÀ.fiç �v ÉJC �toç, 'I4Jtdfiç IlE él; 'A�41t tpurovoç. 4Jaat �io O"U'"fiCOl�!ÒI!EVOV 'AÀ.IC�i}yU ltf:lO"at tÒV ""HÀ.tOV �JÌ àvou:i.À.at Èltl tpei.ç �Époç, o9t:v Eltl tpEi.ç vUJCtoç O"U'"fiCO l�TI9Elç outfl ò Zt:ùç tòv tptÉ­ O"ltf:pov ' HpoJCÀÉo ÉltOtT\O"EV. JÌ i.atopio 1topà «l>€peKU&t.E E

    Cfr. ]ACOBY 1 92 3 ( = 1 995 ) , p. 64 , apparato a d locum: « TJ iat. lt. Ep . om A B add cod Vratislav».

    1 7 Per questo particolare del mito, cfr. HES. Se. 48 ss. iì BÈ 9Eqi B!!1]9Eiaa ICOÌ avÉpt ltOÀ.À.ÒV apicrtq> l ei]pl] Év Eltt0lt1JÀ!p BtB\JI!aOVE yEi voto ltai & , l OÙICEt' Ò!!a �­ VÉOVtE ' ICOmyvTJtCJl 'YE !!ÈV E atl] \1 ' l tòv I!ÈV J(EtpÒtEpov, tÒ\1 a· aù I!Èr' lii!Eivova �a l &tvòv tE Kpatepov tE , Pi11v ' Hpad.l)Eil]v, l tòv l!è v intoB!!l]9Eiaa KEÀOtVE­ � t Kpoviwvt , l aùtàp '14!tKÀija oopuaaoq> 'AI!41ttp\Jwvt. Nel mito, i gemelli sono

    spess o considerati figli di padri diversi: cfr. BETilNI 1 998, pp. 7 ss. Analogamente, per esempio, Leda ha due coppie di gemelli, Castore e Polluce ed Elena e Clitemne­ stra, di cui Castore e Clitemnestra sono attribuiti a 1indaro, mentre Polluce ed Ele· na hanno come padre Zeus. 18 Anfitrione riesce cioè a oltenere l'appoggio dei Tebani nella guerra contro i Tele·

    1 27

    Fram menti

    guardo ai Tdeboi, se li avesse uccisi. Zeus, dicendole tutto quanto era acca­ duto, le dà anche il carchesio, sostenendo di averlo ricevuto dai soldati come premio di valore: ed dia lo prende volentieri. Poi, dopo essersi unito a lei, Zeus se ne va: e, arrivato qudla medesima notte, le si unisce anche Anfitrio­ ne. E Alcmena panorisce da Zeus Eracle e da Anfitrione lficle. 1 7 Il racconto si trova in Ferecide. 49 ( 1 3 c ) Schol. ( A , *B (4.62.9 Dindorf) , D codd. CHVLa, Ge I ( 1 . 1 75 . 1 9 Nicole), T (3 .642 .87 Erbse) + ) Il. 1 4 .323 =

    «.A lcmena . . . l che Eracle mi diede, . . . saldo cuore»: di Alcmena figlia di Elet­ trione e di Anasso figlia di Alceo si innamorò Anfitrione, che dopo aver uc­ ciso Elettrione per la contesa dd bestiame fuggì da Argo a Tebe; con lui c'e­ ra anche Alcmena. Dopo essere stati accolti amichevolmente da coloro che regnavano sull a città, Creonte ed Enioche, 1 8 ottennero grandissimo onore. Poiché Alcmena non voleva sposarsi se i Tdeboi assassini dei suoi fratelli non fossero stati uccisi, Anfitrione li vinse, avendo come alleati i Beoti e i Locresi, e anche i Focesi, dopo un assedio di un anno.19 Quando, tornato d.all a spedizione, cdebrò le nozze con Alcmena, qudla me­ desima notte, Zeus, preso d'amore per lei, dopo aver assunto le sembianze di Anfitrione le si uni e generò un figlio. Lo stesso fece anche Anfitrione quella stessa notte. Quando furono trascorsi dieci mesi, nascono Eracle da Zeus e Ificle da Anfitrione. Dicono che Zeus mentre era nd letto con Alcmena convinse Helios a non sorgere per tre giorni; perciò Zeus unitosi a lei per tre notti generò Eracle, detto 'Generato in tre notti' .20 Il racconto si trova in Ferecide.

    boi: in cambio Anfitrione avrebbe liberato Tebe da una volpe feroce, facendosi aiu­ tare da Cefalo e dal cane che la moglie di quest'ultimo, Procri, aveva portato da Creta (cfr. [APOLLOD . ) 2 , 57 ss. ) . 19 Anche lo Pseudo Apollodoro ricorda numerosi alleati: cfr. 2 , 59 'A).l�t�p\xov 5È

    EXO'JY ÈIC J.IÈV 8opucoii Tfìç 'A�nlCT,ç KÉ�ÀOV 0\l).IJ.IOXOU�a. El( 5È !l>mlCÉffiV navo­ ltÉa, h 5È "FJ..o uç Tfìç 'ApyEiaç "EM:wv �òv nepatmç, EIC 5È 9nfXiìv KpÉov�a. mç T�imv vtjaouç btòpllEt. Tuttavia, in questo racconto, Anfitrione non riesce a impa­

    dronirsi di Tafo finché Pterelao è in vita, e quindi deve attendere che Cometo, figlia di Pterelao, si innamori di lui e tagli il capello d'oro che garantiva al padre l'immor­ talità: di questa parte del mito non c'è traccia nei frammenti pervenutici, in cui ap­ punto si accenna soltanto a un «assedio di un anno». 20 Per questo particolare cfr. anche TZETZ. l: Lyc. 3 3 �ptEmtÉpou Uovmç· *Uo�a ).ltv ICOÀ.El �ÒV 'HpalCÀÉO lità �Ò avl)pE'iov iì lità t!ÌV ì..E o vniv, �ptÉam:pov 5È, on �-

    1 28

    Ferecide di Atene 5 0 ( = 68) ScHOL. (A) l/. 1 9 . 1 1 6a 1 (4 .602.72 Erbse)

    «"Hpll . . . l . . . 'iK:et' Apyoç 'Axat'iK6v, Èv9' èipa �611 l i�tllllV OÀ.OXOV lllE ­ VÉÀ.OU nepmfia6ao. l ti 6' EKUet �iÀ.Ov ui6v, ò 6' E �jloç EcmiKEt jlE iç· l EK 6' èiyaye 1tpò �coo& Kai i]ì.. t tÒilllVOv e6vta, l 'Aì.. K ilTtVT)ç 6' ciJtt Tt auç EpeKUO,ç �criv, èvtaooiatç oùcnv iiB11· Kaì. ò I!ÈV 'llj)tKÀ.ijç ci)ç lj)am, 4IEUyEt, ò & È1tÌ. tiìç E\wiìç I!Eivaç Oll�tÈ­ pouç Òn:È7tVt!;E.

    53 (= 14) ScHOL. (BD) PIND. lsthm . 4 . 1 04g ( 3 . 23 7 . 1 6 Drachmann )

    «ÒICt!Ò eavòvtrov, l toùç Meyapa "tt iCE Ol Kpeovtìç \Jtoùç»· ltEpÌ. tci>v 'Hpa­ KÀ.Èouç ÈK Meyapaç 1taiBrov Aucrillaxoç �cri nvaç imopeì.v lllÌ intò 'Hpa­ KÀ.Èouç aU' \m6 'tlV(J)V OOÀ041oVll 9iì Vat !;èvrov· oi. & AUICOV tÒV fMlmÀ.Èa lj)a­ oì.v aùtoùç �VEoom· l:coKpli'tllç BE intò A\ryèou 41llav lCOtOOCOUKÉVOl !!U&À.OyoÙeperilfujç oè Kaì. �t6;l..t v c!lllcri v· o i. &è È1ti ve w v Apyouç, i\ vùv Kaì..t:'i tm Aa!lrtEta. •

    55 (= 7 1 ) ScHOL. PIND. Ol. 3 .50h ( 1 . 1 1 9 . 1 9 Drachmann )

    Aatoùç i.1t1t0a6a 9\JylitTlP l Mçat' . . . l eÙtÉ v t v àyye;l..i mç Eup\Xrl!É­ oç Evro' àvayKa 7tatp6&v l xpuooKÉprov EMc!lov l 9tiM:mv &çove·. iiv 1totE Ta'iiyÉ ta l àvn9e'icr' 'Op9rocriaç Eypawev i.epaV»· 9tiM:tav &È etl'tE Kal xru­ croKÉprov a7tÒ Ì.crtopiaç· Ò yàp 9flm;i0a ypàljlaç tOlOlrtllV Oi>tlÌV Uç , à'' rov tÒ 6otàVtelOV Kai 'AKI!OVlOV UÀ.OTI) e l: Il. 3, 1 89 ( . . . iiç [ 'A11açovaçl È1ti 7rupmvowv 'i�t�twv IIDXOI!Èvaç Àrjt1;Ea9at tàç 7tEptxoipouç KatalìpaJ.Iii v 't€ ootepov nìv cl>puyiav À.Eiaç EVEKEV Èltl M\ryoovoç tOÙ "AKI!OVoç). " Per Deante cfr. supra n. precedente. •

    =

    Ferecide di Atene

    1 38

    61 ( 1 6a) ScHOL. (L+) AP. RHon. 4 . 1 3 96-9b (3 1 5 . 1 8 Wendel) =

    «t�OV i.epòv ltÉOOV, � EVl Aaorov l «ElaÉ'tl ltO\J xetçòv» lta'YXPUOEQ p\IE­ 'tO lliìMx l XcOp

    TJalV. èq,uì..aoaev lìè amà Òcj)tç ò Tu+O>voç K:aì. 'Ex.ilìVT]ç, exoov K:ecl>aMìç p' K:aì. q,oovàç ltaV"toiaç.

    63 ( 1 6c ) [ERArosrn. ] Ca t . 3 (60. 1 2 Robert , 3 . 1 6 Olivieri ) unde ScHOL. ( SQ ) ARAr. Phaen . 45 (9 1 .5 , 1 04 . 1 0 Martin) ,0 SCHOL. (AP, SG) GERMA N . A ra i . (60.9, 1 1 6 . 1 , 1 9 Breysig) , P HYG . A s t r. 2 . 3 (p. 1 9 Viré) ,O ARAr. LATINUS (p. 1 88 Maass)R =

    «J>e peK: Uiì l]ç yap ci>TJm v ote èyall€1to it "Hpa 'imò �toç, cj)epoV"trov a'Ù'tfl trov 9erov &ipa tftV rlìv È.À.9e'iv q,èpouaav tà X,puaea !!TtÀ.a VtEooat Eiç tòv tii'lV 9Eciìv riptov, òç T,v napà tlji "AtÀavn. intò lìÈ tciìv EKEivou !tap9Évrov ad Uc!>atpOUj!.ÉVOlV tciìv l!iJÀrov ICQ'tÉ\lÀaK:a tòv O.tv Ù1tE PI!E YÉihl o vta.

    0

    P Dicunl [ ] cum /uno Iovi nuberel, auclore Pherecyde, deos omnis ei munera al/u/is­ se el Terram mala aurea cum ramu/is suis al/u/isse munen� quae in hortis suis insen· iusseril. Cum a /iliis Atlantis saepe vexarenlur, custodem horli draconem adposuisse, quem Hercu/es occiden·l (60, 9 Breysig ) ; inter ambas ergo arctos maximus adiacens dracon, qui utramque arc/urum f/exuoso corpore semicingit, Helices supervoluil capud, Phoenicem cinrcumcingil cauda. Hunc Pherecydes dici/ co//ocalum beneficio lunonis eo quod, cum nuberetur a Iove /uno, deis o/lerentibus munera Terra quoque obtuleral aurea mala cum ramis, quae [uno in horlis suis, qui eranl apud Atlantem, insen' iussil el Hespendas, Atlantis filias, custodes posuil. Quae cum a filiabus Atlantis mala sub­ lraherenlur el saepe vexarenlur, Iuno custodem horli draconem pervigi/em arbon· im­ plicuil. Quem Hercu/es occidit el il/a aslns intuii/ ( 1 1 6, l B reysig ) ; inler ambas ergo arclurus maximus adiacel serpens, qui utramque arclurum f/exuoso corpore semicingil. H une Ferecides dici/ inler astro conlocatum eo quod, eu m nuberelur a love luno, diis . . .

    Frammenti

    141

    62 (

    =

    1 6b)

    ScHoL. (L+) AP . RHon. 4 . 1 3 96-9c ( 3 1 7 . 1 Wendd)

    Ferecide nd secondo libro afferma che Gea aveva prodotto come doni per Zeus che sposava Era mde d'oro presso l 'Oceano. Le custodiva un serpen­ te,M figlio di Tifone e di Echidna , che aveva cento teste e molteplici voci.

    63 ( 1 6c ) [ERATOSTI-1 . ] Cat. 3 (60. 1 2 Robert, 3 . 1 6 Olivieri) unde ScHoL. (SQ) ARAT. Phaen . 45 ( 9 1 . 5 , 1 04 . 1 0 Martin ) ,0 ScHOL. (AP, SG) GERMAN. A rat. (60.9, 1 1 6. 1 , 19 Breysig) , P HYG . Astr. 2 . 3 ( p . 1 9 Viré ) ,O ARAT. LATINUS (p. 1 88 Maass)R =

    Ferecide afferma infatti che, quando Era sposò Zeus e gli dèi le portavano doni , Gea andò da lei e le portò le mde d'oro insieme con i rami. Era, ve­ dendole, si meravigliò e disse di trapiantarle nd giardino degli dèi , che si

    offN"entibus munera Terra quoque obtulerit aurea ma/a cum ramis, quibus in deorum borio, qui era/ apud Atlantem, plantatis, ut bis cotidie virgines laetarent, custos consti­ lutus est ob magnitudinem sui ad prae/ata ma/a custodienda ( 1 1 6, 19 B reysig). Q A it [ . . . ] Pberecydes, lunonem cum duceret luppiter uxorem, Terram venisse /eren­ tem aurea ma/a cum ramis; quae lunonem admiratam petisse a Terra ut in suis bortis sN"eret, qui erant usque ad Atlantem montem. Cuius fi/iae cum saepius de arbon'bus ma/a decerperent, l uno dicitur bune ibi custodem posuisse. R Pherecydis [ . . . ] ait, quando nubebatur dea luna a love, adferentes ei dii munN"a, Terram venire adducentem aurea ma/a cum ramis. Vidente autem mirare etiam et dice­ re piantare ea in deorum hortum qui erat apud Atlantem, ab ipsa autem ma/a vrrgines, qui ibi erant, cottidie laetan·. Constituit quidem custodem bune serpentem, eo quod sa­ tis magnus. 5 Per questa imegrazione, cfr. FoWLER 2000 , p. 286. bJ Jacoby (cfr. ]ACOBY 1 923 [= 1 995 ] , p . 65 ) scrive -�tç, maiuscolo, considerandolo un nome p roprio, p robabilmente perché, in caso contrario, qualche elemento avrebbe reso esplicitamente indefinito i l termine.

    1 42

    Ferecide di Atene

    lrerov ICiì1tOV, oç �v 1tapà tcii . AtÀ.aVtl. intò &: trov Ék:Eivou 1tap9évrov ÒEÌ Ti l3aç ii'iE otà trov òprov dç ti]v e!;oo At�liT\v. ftç ÈV to'ì.ç Èpl\f.imç 1toMà trov 9Tlpioov to!;euoov àvmpe'ì.. Ka9àpaç lìi: ti]v At�liT\v �ea­ tÉ� È!tÌ. ti]v 9àÀ.acrcrav ti]v e!;oo KElf.IÉVT\V, ì..a lkòv XPUv tà IJ.ijÀ.a, xaipEtV EÌ.!t!ÌlV tcji "'AtÀavtt a!tÉpXEtat EÌ.ç MuKi]vaç 1tap' Eupuo6Éa KaÌ. &tKVUEl airtcji taùta.A outroç ò autòç E­ pEKUiìT]ç ÈV W Ì.crtOpEt. •





    A

    Questo frammento, purtroppo riportato in modo probabilmente indiretto, pre· senta un continuo alternarsi di presenti storici e di aoristi che sembra caratteristico anche delle citazioni letterali di Ferecide ( cfr. supra, Introd. , p. 4 0 ) .

    73

    Cfr. FF 70 ( 7 ) e 7 1 ( 7 b ) : l ' aquila c h e rodeva il fegato d i Prometeo e r a p e r Fe· recide figlia di Tifone e di Echidna, a sua volta figlia di Forcide. 74 I frammenti che narrano dell'impresa volta alla ricerca delle mele d'oro offrono lo spunto per qualche considerazione sui gruppi di fanciulle che Eracle incontra e, più in generale, sul ruolo dell'eroe in questa vicenda. Le Esperidi, infatti, potrebbero es· sere a tutti gli effetti identificabili con le ninfe dell'Elidano: questa identità è in qualche modo supportata dal fatto che c'è una confusione tra le Eliadi (che chiara· mente non sono le figlie di Zeus e di Temi , ma le sorelle di Fetonte che piansero il fratello tanto da essere trasfo rmate in pioppi, mentre le loro lacrime divennero goc· ce d'ambra) e le Esperidi per quanto riguarda appunto la t rasformazione in alberi e la produzione di ambra (cfr. ad es. APOLL. fumo. 4, 1 427 s. "Emtipl] a'iyEtpoç, lt"tE­ ì..É l] li" 'Epu91]iç ÈyEvto l A'iyKl] li" iu:i11ç iEpòv aTim:oç: Espera divenne un pioppo, Eriteide un olmo, Egle il sacro tronco di un salice e PuN . N. h. 37, 38: Theomenes =

    =

    Syrtim iuxta magnam hortum Hesperidon esse et stagnum Electrum, ibi arbores popu· los, qutJrum e cacuminibus in stagnum cadtJt; colligi autem ab virginibus Hesperidum) .

    N on stupisce che i miti riguardanti due gruppi di fanciulle, che abitano entrambi in un luogo lontano situato a Occidente, vengano a contatto e siano confusi. Tuttavia

    Frammenti

    1 47

    lui scorto, prova compassione per lui che lo supplica e uccide l'aquila73 che gli mangiava il fegato, colpendola con una freccia mentre volava. In cambio Prometeo gli consiglia di non partire per andare a prendere le mele, ma, ar­ rivato da Atlante, di chiedergli di portargliele, e di sostenere il cielo al posto di Atlante, finché non gli avesse portato le mele da parte delle Esperidi. Era­ cle, ascoltatolo, si reca da Atlante, e gli chiede di portargli tre mele facendo­ sele dare dall e Esperidi, dopo avergli raccontato l'impresa. Atlante, dopo aver appoggiato sulle spalle di Eracle il cielo ed essersi recato dalle Esperidi, e dopo aver ottenuto da loro le mele ed essere ritornato da Eracle, dice che avrebbe portato egli stesso le mele a Euristeo, e gli chiese di sostenere il cie­ lo in sua vece. Eracle, pur impegnandosi, lo restittù con l'inganno ad Atlan­ te. Infatti Prometeo gli aveva suggerito di chiedergli di sorreggere il cielo, finché non si fosse fatto un cercine per la testa. Ed egli, posate le mele a ter­ ra, si fa carico del cielo. Eracle, prese le mele, dice addio ad Atlante e torna a Micene da Euristeo e gli mostra le mele. Cosl racconta il medesimo Ferecide nel secondo libro.74

    questo non pare avvenuto già in Ferecide: sarebbe difficile trovare un motivo per cui le une sono disposte a fornire indicazioni a Eracle per raggiungere le mele d'oro, mentre le altre si t rovano in un altro luogo, p robabilmente a custodirle (come testi ­ monia lo Pseudo Apollodoro, che pot rebbe avere come fonte per tutta questa sezio­ ne Ferecide). Se i F 61 (= 1 6a) e 64 ( 1 6d ) fossero incongruenti (ma dato lo stato frammentario del testo di Ferecide, non si può escludere che l'autore stesso si con­ traddicesse o che riportasse versioni diverse del medesimo mito ) , parrebbe più logi­ co mettere in dubbio l'affermazione di 64s ( = 16d): le Esperidi, che custodiscono le mele d'oro, sembrano avere più rapporti con il mondo di Era; potrebbero quindi anche in Ferecide essere sorelle del serpente, o comunque figlie di esseri mostruosi che hanno a che fare più con Era e con la Terra (che ha donato a Era le mele d'oro) che non con Zeus (e Temi ) ; con questi sembrano intrattenere maggiori rapporti co­ loro che cercano di impossessarsi delle mele, come le ninfe deii'Eridano o Eracle. Si può d ' altra parte pensare che in Ferecide non si parlasse del serpente e che la ver­ sione che vede Atlante ingannato da Eracle (per la quale cfr. anche [ APOLWD.] 2 , 120 s. e PAUS. 5 , 10, 9 che afferma che i n una delle metope del tempio d i Zeus a Olimpia era raffigurato Eracle · A'tÀav�oç u: 'tÒ �pru.m EJCIÌÉ;\:Ea9m l!éUrov) sia del tutto alternativa a quella di Eracle che uccide il serpente. La testimonianza di Fere­ cide in 62 ( 1 6b ) si arresterebbe quindi al primo periodo, mentre in 63 ( 16c) - e nelle relative testimonianze parallele - si potrebbe limitare ali' origine delle mele d'oro (cioè alle nozze di Zeus e di Era e ai doni portati dalla Terra) . =

    =

    =

    1 48

    Ferecide di Atene

    67 (= 7 5 ) ScHOL. ( BDEGQ) PIND. Pyth . 9. 1 85 a (2 .237 . 1 9 Drachmann )

    «olm At �ooaaç Ofli!>Ì. yuvaucòç e�v l "lpaaa npòç 7tÒÀ.tv, 'Avtaiou jlEtà ICQMliCOflOV l jlYnt'Tt'i'\pEç ayaiCÀ.Éa ICOUpav»" Otl ò Ù7tÒ 'HpaiCÀ..é ouç ICatayro­ vtmkl.ç 'Avta'ioç 'IpaaCJE'Ùç �v èntò 'Ipaaaciìv tciìv Èv tfl Tpttoov il h À.lflyU, còç EpEICUOTlç I!>Tlm. Ò SÈ ni vaapoç intÈp tOU xapiaaaSat tcji Èltnl VO\Jil.ÉVq> lta­ patpÉijlaç tJÌv i.atopiav ii>TlmY 'Aì.k:çiaaflOV 7tpòyovov toii È7tmvoujlÉvou yE­ véaSat llYll t'J'ti'I Pa tiìç 'Avtaiou 9uyatp6ç· OVOjlQ ai: autfl 'Ai..ICltl ç. òX; .,m nEiaavapoç ò KajltpE\Jç' EtEpOl ai: BapiCTlY. 68 ( 76) Etym. Gen . AB ( Etym. Magn. 67 9.498) ScHOL. (ss. 1 , TZETZES) LYCOPH. Alex. 663 (220. 1 3 Scheer) c =

    =

    naÀ.atflOOV' Ò 'HpaiCÀ.ijç ata tÒ 7tnÀ.a'iaat autòv0 'Avtaiq> i\ 'AXEÀ.. E­ pEICUallç ai: i...é yEt, on jlEtà tò 1tai..ai. am a\nòv 'Avtaiq> Kaì. altOKtEi.vm >: da lui la Ma­ cedonia è chiamata Emazia. Ferecide affe rma che Emazione fu ucciso da «a

    Eracle, mentre quest'ultimo era in cammino verso le mele d'oro.80

    76 I l legame dell'impresa delle mele d 'oro con l 'uccisione di Anteo (che t alora è inve­

    ce collocata nell'ambito dell'impresa dei buoi di Gerione) è esplicito nel F 66 (= 1 7 ) . Per la figura di Anteo, cfr. anche PINo Isth. 4, 87 ss. ; Dzoo. Szc. 4 , 1 7 , 4; PAUS . 9, I l , 6; [ APOLWD . ] 2 , 1 1 5 ; Luc. Phars. 4, 590 ss.; HYG. Fab. 1 3 1 , ecc. 77 Cfr. F 6 Bemabé. 78 Cfr. anche HESYCH. s. v. naÀ.atllOlV ' ò 'Hpmcì..ii ç. 79 Il figlio avrebbe così un nome (il «Lottatore») che ricorda le imprese del padre: cfr. SULZBERGER 1 926, pp. 40 l ss. e S v EMBRO 1 988 ( = 1 99 1 ) , pp. 69 ss. Un Palemone frglio di Eracle compare anche in [ APOLWD. ] 2 , 1 66 , dove però ha per madre Auto­ noe figlia di Pireo. Anche Plutarco (Seri. 9 ) riporta una tradizione secondo cui Era­ cle avrebbe avuto un figlio dalla moglie di Anteo, il cui nome però non è Palemone: Ttyyitat liÈ llullo ì..oy oixnv 'Avtaiou tEÀEU'ti\aavtoç nìv yuvai1ea TiYYTJV Hp aJCÀEi OUVEÀ.I!Eiv, �!Ca B' Él; a\rt!Ov YEVOJ.UòVOV fXJOl.À.Euom tiiç xcilpaç ICQÌ. ltOÀ.lV É1t­ VUJ10V tiiç llTJtpòç àltoliEil;at . 80 P e r Emazione, cfr. anche [ AroLWD. ] 2 , 1 1 9 e 3 , 1 47 e Dzoo. Szc. 4 , 2 7 , 3 ; talora l'episodio dell'uccisione di Emazione è collegato con l ' impresa dei buoi di Gerione: cfr. l: Ptnd. 0/. 2, 148. '

    1 50

    Ferecide di Atene

    70 ( 7 ) ScHoL. ( L + ) AP. fumo. 2 . 1248-50a (2 1 2 . 1 2 Wendd) =

    «t69t . . . l npoJ.1f19E\Jç l aÌEtÒV ilJ.Ian �PilE»' ICQÌ. 'Hp6&lpoç !;évooç !tEpÌ. tciìv lìEOJ.lciìV tOÙ npOJ.Ifl9éooç taùta· EtVat yàp a\Jtòv :Eru9ciìv jktcnÀ.Éa .,ai, 1cai J.IIÌ lìuvaJ.IEvov !tapéxetv toi.ç umvc ò otç tà E!tttl\&: ta lìtà tò tòv KaM>U­ J.IEvov "Aetòv !tOtaJ.IÒV E!ttKì.. u çetv tà JtEOia, &:9iìvat U!tò tciìv :I:Ku9ciìv, E!tt­ �vévta Oé 'HpaKÀÉa tòv �v !tOtaJ.IÒV IÌ!tO»' "l$ttoç Euputou �v rta'iç. Oi.xaÀlEùç oc tò yÉvoç, U7tOÀO�V(l)V amQ> tciìv 't7t7t(l)V !tEpr(lEl tliç TtÉptl; Épeuvciìv 7tOÀEtç, Ei 7t0\l $UVEÌEV. noÀ\llOO\l OÈ tOU �avtECllç Ei7t6vtoç autQ} �lÌ rtapayiVEcrtlal Eiç Tipuvea xaplV çf\ti)OEroç, ou yap EÌvat cru�$èpov, ÀiyEtat 7tapaKoil­ aavta rtapayevÈa6at. tòv oc 'HpaKÀia �T\XavU nvt Kaì atpa'tf\'YiQ cruVE­ $Ehuaa�evov autòv ayElV Ei.ç É7t l.KPT\�VO V te'ixoç KaÌ. KataatpÉwm. OlÒ tò rtpòç autòv EXElV EYKÀ�a KaÌ. 'tÒV rta'tÉpa, Otl tEÀ.Écra vn amcf> tÒV a8ÀOv t1ÌV 'IOÀT\V ya�'iv OUK EOroKav àU' à n �a cra vteç ÒrtÉ!tE!l'l'aV. ÀÉ"(E­ tal OÈ Wç ayavaK'ti)craç ò ZEùç É7tÌ tiì I;EVOKtOVlQ 7tpOaÉtai;Ev 'Ep�iì ÀCIJX>v­ ta tòv 'HpaKÀ.Éa 7tCllÀfìaat OtKf\V tou I!Kivou· tòv oÈ Eiç Aulìiav àyayovta tiì tciìv t07tCllV fXJmÀEOOV01J 'O�$ÒÀ'0 OoUVat, tptciìV tl�f\6ÉVta tllÀrivtCllV . JÌ OÈ i.atopia rtapà cJ>epEKUOEt.

    97 Si tratta di lole, che verrà poi rapita da Eracle, quando tornerà ad Ecalia per ven­

    dicarsi di Eurito. I l fatto che Eracle chieda lole come moglie non per sé, ma per Illo, è un elemento che pare presente soltanto in F erecide e che può forse essere conside­ rato un tentativo di mettere l 'eroe in una luce più favorevole (cfr. VALK 1 95 8 , p. 1 5 1 ) . La vicenda è narrata anche nel frammento successivo (75 [= 82b] ) , che non ri­ porta le parole di Ferecide, ma dal quale sembra emergere che Eracle desiderava lo­ le come moglie per sé: l 'eroe uccide I fito, adirato «per il fatto che, terminata l ' im­ p resa, non gli avevano dato in moglie Iole>> tEÀÉaav-n aù-rqì tòv à9wv nìv '1 6À.11V yai)E'iv oÙJC i:lìwKav. È però forse possibile anche un'altra traduz ione di questo pas­ so: cfr. in/ra, n. 1 0 3 . 98 Oltre a Iole, Eurito h a , nella versione più comune d e l mito, quattro figli: Deione (o Molione), Clizio, Tosseo e I fito: cfr. per es. HF.S. F 29 M . - W. e D I OD . S1c. 4 , 3 7 , 5 . 99 In altre versioni, E u ri t o viene ucciso: cfr. [ APOLLOD. ] 2 , 1 56. 100 Di I fito, il mito ricorda altri due episodi, non legati al ciclo di Eracle: l a sua par­ tecipazione alla spedizione degli A rgonauti (cfr. per es. AroLL. fumo. l , 86 ss. ) e l 'incontro con Odisseo, con il quale scambia il suo arco ( che verrà poi usato per la strage dei pretendenti) ricevendone una spada e una lancia: cfr. appunto Od. 2 1 , I l ss. ) . 101 Talora sono cavalle ( cosl per es . in Od. 2 1 , 22 ) , talora mandrie di buoi (cfr. per es . [ APOLLOD. ] 2 , 1 2 9 ) : cfr. supra, n . 94 .

    Frammenti

    1 57

    impadronl di Ecalia, e uccise i figli,98 Eurito si rifugiò in Eubea>> . 99

    75 ( = 82b) ScHOL. (CMvamoux) Od. 2 1 .22 «ifito invece vi andò a cercar le cavalle . . l e queste in seguito strazio e morte gli furono l quando arrivò a casa de/figlio di Zeus . l il quale l'uccise, benché fosse un ospite, nel suo palauo>>: Ifito, figlio di Eurito, 100 ecalio per stirpe, poiché le sue cavalle1 0 1 erano sparite, girava ed esplorava le città vicine per vedere se apparivano da qualche parte. Benché l ' indovino Poliido1 02 gli avesse derto di non arrivare a Tirinto per la ricerca - non era infatti una cosa vantaggiosa - si dice che non lo ascoltò e vi arrivò. E che Eracle, avendo tra­ scinato Ifito con sé con un espediente e con astuzia, lo condusse a un muro scosceso e lo fece precipitare, perché accusava lui e il padre, per il fatto che, terminata l'impresa, non gli avevano dato in moglie Iole, 1 03 ma disprezzan­ dolo lo avevano m andato vi a . 1 04 E si dice che Zeus , sdegnato per l 'uccisione di un ospite, ordinò a Ermes che, catturato Eracle, lo vendesse come pena per l'assassinio. E , dopo averlo condotto in Lidi a , Ermes lo consegnò a On­ fale , che regnava su quei luoghi , al prezzo di tre talenti. 10' Il racconto si tro­ va in Ferecide. .

    . .

    102 Per Poliido, indovino originario di Corinto, la cui stirpe è solitamente connessa con quella di Melanto, cfr. in partic. F ! 5 0 ( = 1 1 5 a ) , e anche, per diversi episodi del mito che lo coinvolgono, Il. 1 3 , 663 ss.; HYG. Fab. 1 2 8 , 1 3 6 e 25 1 ; I. Il. 5, 1 4 8 ; PAUS. l, 43, 5; PlND. 0/. 1 3 , 73 ss.; [ APOLL.OD . ] 3, 1 7 ss. 101 O ppure «non gli avevano dato lole come sposa l per fame una sposa>>: in questo modo si potrebbe pensare che anche in questo frammento ci si riferisca a Iole come eventuale moglie per Ilio. 1 04 In questa occasione, secondo Ferecide, Eracle non è in preda alla follia, ma, co­ me nell'episodio delle mele d'oro (cfr. F 66 = 1 7 ] ) e come in quello dell'uccisione dei Molionidi ( cfr. FF 78 [= 79a] e 79 [= 79b ] ) , usa l'astuzia (qui la 1-lllXOviJ e la cnpatlJYia, mentre nei frammenti in cui compaiono i Molionidi compare il verbo wxaro «tendo un agg u ato») piuttosto che la forza. 10l La schiavitù di Eracle p resso O nfale è legata all'uccisione di I fìto anche nello Pseudo Apollodoro (2, 130 ss. ) , dove però viene spiegato che, in seguito all'omicidio, l'eroe è colpito da una malattia e che per questo motivo si reca a Delfì; la Pizia non gli vuole dare alcun responso ed Eracle tenta di saccheggiare il tempio ingaggiando una lotta con Apollo stesso; i due sono divisi da Zeus con un fulmine e l'oracolo profe· tizza che Eracle guarirà se verrà venduto e sexvirà per tre anni un padrone (di even· tuali accenni anche in Ferecide a un ruolo dell'oracolo delfico nella vicenda non è ri·

    Ferecide di Atene

    ! 58

    76 ( 7 7 ) =

    ScHoL. (BC, W . D) Luc. A lex. 4 ( 1 80.28 Rabe)

    «intÈp toùç KépK(I)ltaç»· o "Ùtot EV Bot(J)ttr;t lltÉtptflov Oi.X.aÀ.tfiç ovocç yF.voç l:iUoç Kaì. TptfXxÀ.Òç òvollaçòf.!Evot, É7tiopKot Kaì. àpyoi, OOç Kpanvoç 'Ap­ X. tÀi> X.O t ç Kaì. �tòttl!oç· ' 'HpaKÀiiç avaKOI!tçòf.!EvOç flE'tÒ tò 1tOpGilcrat Tpoiav, YEVOflEVOç OÈ Katà tò Ai.yai.ov 1tÉÀayoç, j3o uÀi] CJE t " Hpaç crc!K>Opcj) cruvecrxélhl XEtl!oPiliicrat, npòç lloo lìÈ où Suv>: Duride 1 1 J racconta così lo spunto di questo (se. proverbio) : afferma infatti che Eracle, dopo aver dedi­ cato un altare presso l'Alfeo, abbia istituito una gara di pugilato, e che, dopo averla vinta, ai giochi olimpici successivi, gareggiando di nuovo, fu sopraf­ fatto da Elato e da Ferandro nella lotta; e da ciò divenne proverbiale l'e­ spressione «contro due n emm eno Eracle>>. Echefillida1 14 affe rma che egli fu sconfitto dai Molionidi Cteato e Eurito, w durante la spedizione contro Au­ gia; 1 16 dopo essere stato inseguito fino a Bupraside e aver osservato che nes­ suno dei nemici lo raggiungeva, si riposò, bevve dal fiume che scorreva vici­ no e chiamò quell'acqua «acqua dolce». E questa viene most rata anche ades­ so , quando si va da Dirne a Elide, ed è chiamata dagli abitanti dd luogo «Acqua Dolce». 1 17 Le medesime cose raccontano Ferecide,1 18 Comarco1 19 e lstro negli Eliakà. 1 2 0 E che per questo Eracle, appostatosi in agguato presso Oeone, uccise i Molionidi che andavano come 9t:ropoi a Corinto; e che per­ ciò agli Elci è proibito gareggiare nei giochi istrnici, perché Eracle, dopo aver ucciso i Molionidi mandati come 9t:ropoi all ' Istmo, fu accolto dai Co­ rinzi. Erodoro1 2 1 e Ellanico1 22 dicono che, quando Eracle uccise l'Idra, Era spinse contro di lui un granchio, e che l'eroe, non potendo combattere con­ tro tutti e due, chiamò come alleato Iolao, e che da questo fatto nacque il proverbio.

    >. K:Ul 'Hcrioooç lìÈ 'AcrtulìliJ.!EtaV aùn\v clnlm. Cl>epeKùlì1]ç lìÈ ' A crtlJYÉVEt av · [�v & Cl>ùÀavtoç 6uyat1]p} nvèç & è!; 'Avtty6V1]ç aùtci> Tì..1]1t OÀEJlOV clla mv. ùÀavtoç 6uyat1]p> · Évtaù6a & 'AJl'livtopoç aùn\v clnlmv ò nivlìapoç. 'Hcrioooç & Kai l:tJ.1rovilì1]ç 'OpJ.!Évou.

    82 ( 8 1 ) ScHOL. (T ) Il. 1 0.266 (3 .55 .3 1 Erbse) =

    «n'lv (se. K:UVÉ1]V) pti 7tot' è!; 'E)..e ci>voç 'A)l'livtopoç 'Op).!Evilìao l é l;é )..e t Aù­ tOÀUK:oç 1tlJK:lVÒV OOJlOV tivtttop1Jcra9>' 7tp0El1tCÒV èv eecrcraÀiQ. K:atouceiv tòv 'AJluvtopa, lil' rov «oivtl; «clle ùy ov E1tEtt' ci1ttiVE u6e ot' 'F.U.Oiìo9>, èv6ti& 1tci>ç èv 'E)..e ci> vt tiìç Botrotiaç a\Jt6v clnlmv oiKeiv; � & ÀUmç pQ.oia· �v ).!Èv yàp ÒJ.!OlVUJ.tia te!> Cl>oivtK:oç . Cl>epeKU01]ç & Botrotòv tòv 'AJ.LUVtopa cllll crtV' K:Ul yàp Ò 1t0l1]t1Ìç OÙK: Ò1tÒ tiìç 'EJ..Ml oo ç clnlcri clle UyElV tÒV Cl>oivtK:a. lì'livatat lìè K:al èv 'EJ..Ml lì t omro ttç 7tpocrayopeùecr6at t67toç 'E)..e ro v. '

    nendo in cambio quello di Amaltea. Per la figura di Amaltea, con riferimenti anche alla versione del mito che ne fa la nutrice di Zeus, cfr. per es. HYG. Fab. 1 3 9; Ov. Fast. 5, 1 1 5 ss. ; CALLIM. ]ov. 46 ss . ; Droo. Src. 4, 3 5 , 4 e 5, 70, 2 s . ; STRAB. 8, 7, 5 . 127 Cfr. Il. 2, 657 s. TI.T]ltoÀEJloç . . . , l òv tÉKEv 'AatOO X Eta �iu 'HpaKÀTIEill. 128 Cfr. F 232 M . - W. 129 In questo frammento è difficile stabilire se altri elementi - oltre al nome della fan­ ciulla, Astigenia - siano attribuibili a Ferecide; è forse possibile che gli possa essere riferito anche il fatto che fosse figlia di Filante (si dovrebbe t rattare del re di Efira, presso i Tesproti: cfr. [APOLLOD. ] 2 , 1 49, in cui però il nome della fanciulla è Astio­ che, come in Omero, e Droo. Src. 4 , 3 1 , in cui il nome della madre di Tiepolemo è ta­ ciuto, mentre quello del re dei Tesproti è Fileo ) ; in tal caso, la spedizione contro i Te­ s p roti dovrebbe seguire l'episodio della lotta contro Acheloo per Deianira. no Per la figura di Tiepolemo, cfr. per es . l: Il. 2 , 653 ; Il. 5 , 627 ss.; [ APOLLOD. ] 2 , 149, 1 66, 1 7 0 ; Ep. 3 , 1 3 e 6, 1 5b; HYG. Fab. 97 , 1 62 ; Droo. Src. 4, 36 e 57 ss. ; PAUS. 3, 19, 1 0 . ll1 Cfr. nuovamente F 232 M . -W 1'2 Cfr. F 49 Page ( PMG 554 ) .

    Frammenti

    1 65

    8 1 ( = 80) ScHOL. (A) PiND. 01. 7 .42b ( 1 .2 10.24 Drachmann) «dalla prima radice, da Tlepolemo, quale n unzio ad essi l voglio raddrizzare una pubblica storia per la stirpe l possente l di Eracle. In linea l paterna si vantano scesi da Zeus, A mintoridi l per via materna da Astidamiti>>: Omero127

    affe rma che costei era Astioche e non Astidamia. È verisimile che Pindaro abbia incontrato questa variante «che Astidamia partorì al prode Eracle>>. Anche Esiodo128 dice che era Astidamia, Ferecide invece Astigenia;129 alcuni affermano che Tiepolemo1'0 gli nacque da Antigone. Era figlia di Filante; qui Pindaro affe rma che era figlia di Amintore. Esiodo 1 ' 1 e Simonide1 '2 di Ormeno. 82 ( 8 1 ) ScHOL. (T) Il. 1 0.266 ( 3 . 5 5 . 3 1 Erbse) =

    «in E/eone una volta ad A m intore Ormenide I lo (se. il casco) rubò A utolico, avendo forzato la solida casa>>: mentre in precedenza ha detto che Aminto­ re1 " abitava in Tessaglia, per cui Fenice afferma 'e poi fuggii lontano, per l'Ellade', 1l4 come mai qua dice che egli abitava a Eleone di Beozia? 1" La

    spiegazione è semplice: perché era omonimo dd di Fenice. Ma Fe­ recide affe rma che Amintore era beota: infatti anche il poeta afferma che Fe­ nice fuggl non 'dall'Ellade'Y6 Un qualche luogo poi può essere chiamato cosl, Eleone, anche in Ellade. 1 '7 I l l La collocazione di questo frammento non è sicura: può anche non appartenere al mito di Eracle (all'interno del quale, per es . lo Pseudo Apollodoro cita Amintore, che tentò di impedire il passagg i o all'eroe, quando questi volle tornare a Ecalia per vendicarsi di Eurito: cfr. 2, 1 55 ) . Cfr. anche il commento d i J acoby (cfr. ]ACOBY 1 923 [= 1 995 ] , p . 4 1 4 ) . I J4 Cfr. Il. 9, 478. m Cfr. anche Il. 2 , 494 ss. Bot(l)'tòiv . . . l . . . l o'i �· 'EAEòiv' dxov. ll6 Lo scoliasta intende forse affermare che il verso omerico andrebbe inteso nel senso che Fenice sarebbe fuggito 'attraverso' I'Eilade. lJ7 Per l ' identificazione di Eleone, cfr. STRAB. 9 , 5 , 18 KpciTII ç lìÈ. «l>oo11:Éa rtotEt tòv «l>oivtKa, �u�mp6�evoç ÈK �oiì 11:pavouç �oiì MÈ"fll �oç, civa!;· toiì & O'ituì..o ç, à�P' où i, !tOÀ.tç i, Èv l:ncip'tl]t KaÀ.Ettat>>.

    °

    Cfr. }ACOBY 1 92 3 ( 1 995 ) , p . 84, apparato ad /ocum e p . *26, PAPATHOMOPOULOS 1 968 , p. 56 ( che espunge nel testo le parole f.v tù àyopQ e segnala in apparato «tv tù àyopQ secl. Pap. l : f.v tù !tpoi-ru cOpQ con i . Wachsmuth post àyopQ suppl. On9ìiam taiç aùtoiv 0'\Jii� paiç, nìv li" Ù!!EtÉpav Ì.ICOVJÌV VO!li çovu:ç EtVat !lÒVT]V ÙltOOOUVOl ;(ciptv inrÈp OOV Ò ltO"t"JÌp aùtoiv iiltOvtaç àv9poiltouç EÙEPYÉtnO"EV e anche ARISTOPH . Plul. 3 85 e l: ad locum. 1�3 Per una diversa versione di questo particolare del mito, cfr. [ A PO LWD . ] 2 , 70 EYTillE 1ìE �eaì "Aì.. K !lftVT]V !!Età tÒv "A!loll ttpOO!voç 9civatov .1-tòç 1taiç " Paoollav9uç.

    1 69

    Frammenti

    tempo anche Alcmena muore per vecchiaia, e gli E raclidi la trasportarono in patria. Dimoravano presso le porte Elettre dove appunto anche Eracle aveva abitato. Zeus manda Ermes ordinandogli di rapire Alcmena e di condurla nelle isole dei beati e di darla in moglie a Radamanto. 14J Ermes, ubbidendo, rapisce Alcmena, e pone una pietra al posto di lei nella bara. (4) Gli Eracli­ di, poiché, portando la bara, la trovavano pesante, la depongono e, dopo averla scoperta, t rovarono una pietra al posto di Alcmena, la presero e la collocarono nel bosco sacro,144 dove si trova il sacrario di Alcmena nell 'ciyo­

    pa.

    85 ( 1 68 ) ScHOL. ( A ) Il. 2 . 5 85 ( 1 .3 09. 1 3 Erbse) =

    «{quelli) che avevano LAa e che abitavano Etilo»: O'i tuì..o v come dattilo. In­ fatti il nome comincia con il dittongo o t . Sba glia Tirannione, 14' credendo che ot sia un articolo e errando sia contro l'uso del poeta sia contro il rac­ conto mitico, 1 46 se è vero che cosi afferma anche Ferecide: «da lui nasce An­ fianatte; da questi Etilo, dal quale prende il nome la città presso Spa rta » . 1 4 7

    KatqiKEl Oè: E: v llKaÀimç tii ç Botomaç m:cjiEuyciJç. Secondo altri, Alcmena viene se· polta a Megara (cfr. per es. PAUS. l , 4 1 , l e 9, 16, 7 ) . 144 O forse «nel recinto sacro»; per la collocazione della ' pietra di Alcmena' , proba· bilmente interna al santuario di Dioniso, cfr. PAPATHOMOPOULOS 1 968, p. 146 n . 1 7 . 14' Cfr. F l O Haas ( 8 Pi. ) e commento HAAS 1 977 p p . 1 1 0 s . 146 P e r il termine icrtopia, cfr. rupra , Introd . p . 8 n . 44. 1 4 7 Il contesto di questo frammento potrebbe riguardare le vicende e le fondazioni degl i Eraclidi ( cfr. }ACOBY 1 923 [= 1 995 ] , p. 428): Etilo, figlio di Anfianatte, discen· de da Antimaco figlio di Eracle e di N icippe una delle cinquanta figlie di Tespio (cfr. per es. [ APOLLOD . ] 2 , 1 64 'AvnJ.mxoç NtKi7tm]ç); per Ferecide Antimaco è inve· ce uno dei figli di Megara (cfr. F 5 3 [ = 1 4 ] ) . Cfr. anche PA u s . 3, 25, 10 . . . E!ti Olru­ ).ov· ò Oè: iiproç aq,· où tiì ltÒÀ.El tò òvo�a EYÉVEtO , 'ApyE'ioç tò avÉKasEV, ·�q,la· vaKtoç uiòç iàv toù 'Avn�axou; 2, 19, l Tfua:voç . . . �llt�v-ru tvoç yaJiEi ÒaJiV · 'AriJvopoç yàp 1ta'iç È­ crnv, E­ pEKUOllç. KaÌ. o' ò AJXxvtoç, où J.l.Vll J.l OVEUEl 'Apicrtt1t1t0ç È v 'ApKaOtKo1ç. •

    90 ( = 5 2 ) APoLLOD. Bibl. 1 .4.3 ( 1 .25 , p . 1 2 Wagner)

    1lpi0lva Oè: • Ap'tEJ.ltç ÒltÉK'tEtVEV È v �i]À.ql. to\rtov 'Yll'YE viì Atyoumv intt: p ­ J.l.E'YÉ!h'! tò crciìJ.la. ll>EpEKUOllç Oè: amòv DoOEtorovoç Kaì. E\Jpwì..Tlç Ài"YEt. «Èooopi]crato Oè: a'Ù'tcp DoOEtorov otaJXxiVEtv 'tJÌv 90À.acrcrav>>.

    " È questo il Deucalione più famoso, ai cui discendenti Ferecide dedica una ampia sezione ( libri V-V I I I ; cfr. per es. F 1 1 0 [ 2 3 ] ) . 1 6 Cfr. FGrHist 4 F 1 1 4 ( 30 Ambaglio) . 17 I l personaggio di Minosse, che p e r l o p i ù è ritenuto Hglio d i Europa e di Zeus, n­ congiunge l'argomento di questi frammenti ai precedenti. I l Deucalione di cui do­ vrebbe aver parlato Ferecide è appunto Hglio di Minosse e di Pasifae, e ha come fra­ telli Cat reo, Glauco e Androgeo (cfr. per es . [ APOLLOD . ] 3, 7 Mivwç . . . yiulaç nam­ =

    =

    $1lllV . . . �ta'i oo ç !!È v È tÉ Kv..a t o 9rjpiov aUo , l VllOOU àvappi]aa ).!Èaaç ÈICO'!Ep9E ICOÀoJvaç, l OICOpl!iOv, oç pa ).!lV OlrrU ICUÌ ÈICtUVE !tOÀ.ÀÒV Èovta l !tÀElOtt:poç !tpEpEKUOT]ç !;iellE t.

    92 ( 22a) ScHOL. ( L + ) AP. RJ.mn. 3 . 1 1 7 7 -87 b (25 1 . 1 5 Wendd) =

    > cf>E0 pE1C1JOllç 1ìÈ Èv tiì E'8 ovno lllll cri.V' «ÈltEÌ 1ìÈ KaO!lOç KatOOliCia9T\ ÈV 81il3rlt­ mv, .Ap,ç OtOo'i autciìt KaÌ. 'AS,vai, tOU Ol!ltOç toUç iJiliaEtç ooovtaç, toùç 1ìÈ tlll l CJEt ç Ai.t1tll t . Kai. ò KaO!lOç amiKa mteipEt autoùç Eiç t1ÌV cipoupav ApEroç KEÀ.Eooavtoç, KaÌ. amciìt àvacj>oovtat 1tOÀ.À.OÌ. iivopEç OmÀ.lCJ!lÉVOl. ò OÈ K a O!! o ç &iaaç fkiU,Et amoùç )..i 8otmv. oi. OE OoKÉOvtEç ile!>' Eautciìv jXiÀÀE> Ferecide nel quinto libro dice cosi: «Dopo che Cadmo si stabili a Tebe, Ares e Atena danno a lui la O metà dei denti del serpente e l'altra metà a Eeta. 1 1 E Ca dm o subito li sparge nell a terra arata su ordine di Ares e gli spuntano molti uomini armati. Cad­ mo, impaurito, li colpisce con delle pietre. E quelli, pensando di essere col­ piti dai loro stessi compagni, si uccidono reciprocamente e muoiono tutti ec­ cetto cinque uomini, cioè Udeo Ctonio Echione Peloro e lperenore. E Cad­ mo li rende citta dini» . 1 2

    93 ( 22 b) ( BD) PIND. lsthm. 7 . 1 3 ( 3 .262 . 1 1 Drachmann ) =

    ScHoL. EpEKOOT]ç nìv l:E�Al] V "l"l]V ÀÉyEt ICOÌ. tàç �tovOOO U t po�'Ùç 'Y'aliaç. 'AptcrtO�Vl]ç liÈ >, poiché il io· ro l'apparire in cielo era considerato annuncio di tempo piovoso: cfr. per es. HYG. Fab. 1 92 quidam aiunt in modum Y literae positas inde Hyades diai nonnulli quod cum oriantur pluvias ef/iciant, est autem Graece hyin pluere. ' Cfr. HESYCH. s. v. Til · il l:E �Àll a1tÒ tf]ç (ii) t 7tpooc!mro ai. 'l'a&ç Kaì..o \Jj.le vat TtE­ p tÉX.o\J�tqM:It X ap itecrmv ò�to'im, l $a tEiv f.IEYG� ) . Cfr. anche ibid. vv. 1 08 ss. e [ APOLLOD . ) 3 , 3 0 per la punizione d i Atteone c h e aveva visto n u d a Artemide. =

    Ferecide di Atene

    1 92

    f: !Xi�llçev. «(7 1 ) "Hcrioooç & �mv on 9Eaaa1J.Evoç !tEpì. KuUt\VTIV EpEKOOllç ioovta nìv "A6T)viìv À.o\JO�VTIV Év tciì < > 7tap6évov Ù!tapxouaav Kaì. Kopeu9E"iaav ùx" "A�tòUwvoç Ei.ç tò < > Kaiea6at �ÉÀ.À.ElV Ù!tÒ Eùt\pou to\ì 7tatpòç < > Ei.ç avlipa �Etaj3ai..é a9m "YV�tl to\ì 9eo\ì KaÌ. �iav tTÌV < > "'(EVÉcrlla t. KaÌ. jJ.Età ta\ìta ""Hpav epiaaaav jJ.Età òtòç Kaì. !tEpÌ. tii ç i"tooviiç < > 8 7tap" Ò 7totépq> tò 7tÀ.Ei.ov Éan Tetpecriav É­ pÉcrll m . tòv & EÌ.JtEi.v on j.IÌÌÀ.À.Ov il&tat yuvt\. litò KaÌ. 1t11 P weiìvat Ù7tÒ "'Hpaç· ò liE ZE\x; liwpe"itm nìv �avteiav. c 1 05 ( (L) SoPH. OT 775

    =

    ScHOL.

    93 ) ( 1 93 . 1 9

    Papageorgiou)

    «É�oì. 7tatTÌp J.IEV nòi..u fkl ç �v Kopiv9l0ç, / J.ItitllP

    liE

    Mepò ltll �wpi9> " ct>E-

    B Si trana di una lacuna ipotizzata da Fowler (cfr. FowLER 2000, p . 326, apparato ad

    /ocum).

    c

    P e r le d i fficoltà p os t e da questo brano, cfr. D I N DO RF 1 85 5 ( 1 962 ) , p . 782 : «Scho­ lion locis plurimis corruptum et defectum , ut vel ex illis verbis appare! nap9Évov U-­ ncipxouaav Ka\ KOpEu6Eicrav \m:ò "AnòU rovoç, quae nunc ita collocata sunt ut ad "Aih]viiv referri videantur, quod absurdum est. Post f.v tqi fluvii nomen et alia plur-a excidisse videntur; nihil lucis affert Apollodori narratio, licei ipsa quoque ex eodem Pherecydis loco sumpta, 3 , 6, 7 . >>. =

    ..

    . .

    4 l..' e lenco dei doni di Atena a Tiresia p resentato da Callimaco (Lav. Pali. 1 1 9 ss. ) è molto più ampio e comprende anche una vita lunghissima ( per cui cfr. HES. F 276 M . W. ) e la possibilità di rimanere cosciente nel regno dei morti ( per cui cfr. Od. 10, 494 s . ) . ' Cfr. F 275 M . - W. 6 L'edizione di Jacoby non riporta per ragioni di brevità alcune righe in cui lo Pseu­ do Apollodoro racconta la discussione tra Zeus ed Er-a e la risposta d i 1ì resia. 7 Per le ragioni della cecità di 1ì resia riportate dalla Biblioteca, cfr. SCARPI 1 996, p. 565. -

    1 93

    Frammenti

    che hanno la vista.4 « (7 1 ) Esiodo' afferma che Tiresia, dopo aver visto nei dintorni del monte Cill ene dei serpenti che si accoppiavano e dopo averli colpiti, divenne da uomo donna6 . . . (72 ) . . . in seguito a ciò Era lo rese cieco, mentre Zeus gli concesse la divinazione>>.7

    1 04 ( 92b) ScHOL. (1Vo) Od. 1 0 .493 =

    «11 interrogare l'anima del tebano Tiresia, il cieco indovino»: Ferecide afferma che era stato reso cieco perché aveva visto Atena che si lavava nel < > ,8 che era vergine e che aveva perso la verginità ad opera di Apollo verso < > sta­ va per essere bruciata d al padre Evere9 < > si t rasformò in uomo per volere del dio e la sola < > divenne. E che, dopo questi fatti , Era, discutendo con Zeus anche riguardo al piacere < >, chiese a Ti resia quale dei due ne avesse la maggior parte. Ed egli disse che p rova più piacere la donna. Per questo fu reso cieco da Era; e Zeus gli dona la divinazione . 1 0

    1 05 ( 93 ) OT 775 ( 1 93 . 1 9 Papageorgiou) =

    ScHOL. (L)

    SoPH.

    «mio padre era Polibo di Corinto, mia madre Merope dorica»: Ferecide affer-

    8 Carida e Atena si lavano nella fonte lppocrene sul monte Elicona per es. in CAL­

    UM. Lav. Pali. 7 1 . 9 Il testo, molto lacunoso, non permette d i stabilire con certezza a quale elem ento del

    mito facciano riferimento queste parole; è possibile che venisse riportata una versio­ ne, p robabilmente di origine ellenistica, in cui Ttresia era una fanciulla violata da Apollo: cfr. VALK 1 95 8 , p. 1 65 n . 235: 'AMlE to\>. oi. Bè 'Avttoxioo nìv Xaì.. K rovoç.

    1 06 ( 94 ) ScHOL. ( M si=TB marg ) EuR. Phoen. 39 ( 1 .2 5 4 . 3 Schwartz) =

    «Kai vtv (se. tòv Oilìirtouv) KEÀEUEt Aaiou tpOXTJÀ.titT]ç l 'ro !;éve, rupawotç É!Crto&ì>v j.1E6tatUCJO' »" Ò lJVlO X Oç. noÀ.\$ltT]V BÈ tÒV ICTjpUICU < > tOlrcOV ci>EpEICU5TJç noÀ.'U!tOt tT]V �ai V.

    1 07 ( 95 ) ScHoL. ( MTAB) EuR. Phoen. 53 ( 1 .257 . 1 4 Schwartz) =

    «yaj.lEt Oè nìv tE Koi>aav ouK ei.òcòç taì..a ç l > tl!Ct(J) BÈ rtatòaç rtatÒÌ. ÒOO j.lÈV apCJEvaç l 'EtEOICÀ.ÈO ICÀ.EtvTjv tE noJ..uvEiKouç �iav, l ICOpaç tE òtaaaç· nìv j.lÈV 'ICJj.lTjVTJV rta'flÌp l rovoj.laCJE , nìv Bè rtp6a6ev 'AvttyÒVTJV Èy>: ci>EpEKUiìTJç tà Katà toùç Oilìi0 rtoOoç rta11)aç ICUÌ. tàç 'YTJj.lUj.lÉvaç outroç tatOpEt" > dice «Creonte concede il re- O gno e la moglie di Laio, nonché sua madre, Giocasta, dalla quale gli nascono Frastore e Laolito, che muoiono per mano dei Minii e di Ergino. l l Trascorso un anno,14 Edipo sposa Eurigania figlia di Perifanto , u dall a quale gli nasco23, 826 ss . ; DIOD. S1c. 4 , 63 ; [ APOLLOD . ] 3, 1 3 0 e Ep. 3, 14; HYG . Fab. 81 e 97 ) e un figlio di Odisseo e della regina dei Tesp roti Callidice (cfr. CLEM. AL Strom. 6, 25 Ep. 7, 34 s . ) . Il nome del l ' a raldo di Laio è noÀ�V"rllc; in [ APOLLOD . ) 3 , 5 1 (che è invece il nome di un guerriero tebano in Il. 4, 3 9 5 ) . Il Per la guerra t ra Ergino re dei Mini e Tebe, cfr. per es . [ APOLLOD . ] 2 , 67 ss. e ]A· COBY 1 92 3 (= 1 995 ) , p. 4 1 7 . Per un con fronto tra questo frammento, Il. 2 3 , 677 ss. e HES. Op. 1 6 1 ss. , cfr. C I N G A N O 1 992 . In p a rticolare lo studioso nota come la versio­ ne ferecidea implichi una datazione per la guerra tra i Mini e Tebe piuttosto bassa; cfr. p . IO: «Since from the other sou rces one infers that Erginus died before Oedi­ pus' marriage to Jocasta, Pherecydes' version also implies a different ch ronology for these events, whereby Erginus is neither slain nor compelled by Heracles to make peace wi th the Thebans, but is stili al ive and at war with Thebes at the time of Oed i ­ p u s ' reign». 14 Cfr. ]ACOBY 1 923 (= 1 995 ) , p. 4 1 6: «der scholiast hat beim exzerpieren aus Ph nur die siitze ausgehoben, d ie sich auf ehe und nachkommenshaft beziehen. so fehlt lei· der, was er iiber die lokastes tod und Oedi pus' verhalten danach berichtete. aber E­ Vlavt En,fXxucci) TtOÀii!Cfl Tuoca tproeévta 1mò MEwvi7t7tou toiì 'Aatmcoiì a�­ opa ayavaKtf]am . 'AI!�lapEpil;oç Otà TIÌV f.111tputàv Èpaa&:"icrav amou KaÌ. È!t€fk>uM:ue,. Wcru: q,vye"iv. mUt,v & 6 1.1èv nivoopoç èv '"l' f.lvotç 611J.io· oiKav· 'l!t!tiaç lìÈ ropyCÒ!ttv" Lo$QKÀÌÌTlatv ÉE, 'A!ki­ �aVToç IC(Jl 8E�tatoUç YEvÉaeat ltatliaç I.xmvÉa "Epuepov AE\JIC(J)V(J npotov, VEOI­ tatouç liÈ pil;ov lìtaKO!!iaaç Kai ttìv "EU.11v · ii�ttoç lìÈ rov èoo!h! airtoiç intò NefiiÉ ÀTiç tiìç I!TitpOç. elx.e lìÈ X.PucrTJV oopav, ci>ç 'Hoi.oooç Kai IJ>epEKUiìTJç Ò 'A9rJvaloç EÌ.pt'JKaaaa· � XaÀKto1tT], cOç t�tTJm E pEKuliT]ç.

    117 (

    =

    101)

    ScHOL. PINO. Pyth. 4.221c (2.128.13 Drachmann)

    «Kaì. Ka ai yvt'l toi at�>tmv à�J.4>0tepot l il)..u 6ov KEivou ye (se. to\ì 'Iaaovoç)

    Ka-

    F Cfr. FOWLER 2000, p. 3 3 0 , apparato ad locum: «Paulo aliter L (249. 1 0 Wendel): 'Alai11ç vi]aouç'· nM:ovaçEt li m cruÀ.Àa�fl· i:an yàp Ai11ç vi]aou, Ala Oè llETPOitO­ Àtç Ko1..x rov. vi]aou OÈ I!ÉI!VTJml Év tep l!>amlh, Év ù tò ocpaç, cilç 4>11m EpEK�9'·

    11 Come già accennato dal frammento precedente, quando Frisso giung e p resso Ee. ta, l ' ariete viene sacrificato: per le varie versioni riguardo a questo particolare dd mito, cfr. ScARPI 1 996, p . 465 . Il nome di Ferecide pare riguardare la localizzazione del vello e questo frammento potrebbe essere quindi strettamente legato a q uello p recedente. Per una descrizione precisa del luogo in cui venne posto il vello, cfr. [APOI.LOD.] I , 83 ò oc [l!>pi�oç] tòv XPUO'ÒI!aÀÀOv Kptòv �ti I!Ut:t 4>�iq>, tò OÈ toU­ tou ocpaç Aili't'(lliili(I)O'lV' ÉKEtvoç liÉ aùtò !tEpì.lipiìv Év. Apeoç IÌÀO'El Ka9JlÀWO'Ev. A un bosco sacro accenna anche Apollonia Rodio ( 4 , 1 23 ) , mentre Igino (Fab. 3 , 2) afferma che Frisso, dopo il sacrificio del l ' ariete, pellem . . . eius inauratam in tempio

    Martis posuit.

    207

    Frammenti

    114 (

    =

    100)

    ScHOL. (P+) AP. RHOD. 3.1093 (p. 258 Schaefer)

    «dell'isola Eea»: si deve sapere che Ala è la città principale dei Colchi; AiaiT) invece è un'isola dd Fasi, dove si trovava il vello, come afferma Ferecide,11 e che viene ora ricordata da Apollonia. È detta AiaiT) dall'aggettivo possessi­ vo formato su Ala, con ripetizione dd dittongo at.

    115 (

    =

    25a)

    ScHOL. (L+) AP. RHon. 2.1149 (207.23 Wendd)

    «Eeta accolse Frisso nella sua casa e gli diede in moglie l la figlia Calciope»: Ferecide nd sesto libro12 afferma che si chiamava Evenia; suoi soprannomi erano Calciope e Iofossa.13

    116 ( 25b) t 764 (2.368 Latte) =

    HscH.

    Iofossa: Calciope, come afferma Ferecide.14

    117 (

    =

    101)

    ScHOL. PIND. Pyth. 4.221c (2.128.13 Drachmann) «E ven nero entrambi i fratelli l alla notizia del suo (se. di Giasone) am'vo: da

    12 Abbiamo qui un'indicazione di numero di libro che ci permette di collocare con una certa sicurezza questa sezione all'interno dell'opera ferecidea; è chiaro però che non è possibile stabili re con certezza l 'ordine con il quale, nell ' ambito del libro, era­ no p resentate le varie discendenza dei figli di Eolo. 11 Per i nomi della figlia di Eeta, cfr. [APOLLOD.) l , 83 (Calciope, da cui nascono "Apyoç Mtwç povnç Kmioropoç) ; TzETZ. l: Lyc. 22 (Calciope, da cui nascono "Apyoç Md.iaç Kanç cllp ovnç l:!ilpoç "Ell.T)); HERODOR. 3 1 F 39 (Calciope ) ; HYG. Fab. 3 , 3 -4 (Calciope, da cui nascono A rgus, PhroniiS, Melas, Cylindrus); AroLL. RHoo. 2 , 1 149 ss. ( Calciope, da cui nascono K'll'tiooropoç pOvnç MÉÀ.aç "Apyoç). EPIMEN. FdV 3 B 12 D.-K. e PAUS. 9, 34, 8 conservano anche il nome di Presbone come uno dei figli ; HES. F 255 M.-W. e Acus. FGrHisl 2 F 38 chiamano la figlia di Eeta Iofossa ; secondo alcune tradizioni le nozze sarebbero state volute da Zeus: cfr. l: Apoll. Rhod. 3, 5 87 ( = HES. F 299 M . -W.). 14 In questa b reve testimonianza, l 'ultima affermazione del frammento precedente­ cioè il fatto che la figlia di Eeta avesse diversi soprannomi - è un elemento collegato

    Ferecide di Atene

    208

    0

    t à K Àioç · F:yyùç IJ.ÈV ÉpT\ç Kpiivav 'Y1tEpiioa A.t7tcÒV»' ''l'm!peta ot KPilVTI È v taiç cl>epaiç. �ai OÈ evtot a1tò "fm!pT\toç aùt..;v A.aj3eiv toiivoJ.la, Wç cl>epe KU OT\ç . �ai yàp o furo· «MéA.aç ò cl> p iço u yaJ.tE'i EùpuKA.etav· tcòv ot yive­ tat 'l'ltÉpT\ç, oç OOllCEt É1tÌ tlit KPiJVTit tlit à7t' aùtou KAT\9t:t0Tit 'l'7tEpelT\l». Kaì Kat' Èviouç OÈ EICOOEpEKUOet JCaÌ tOUVOJ.lO tliç 'lroVtKiìç 7tÒAEroç, Ài"(CO OÈ tliç Téro, KEtJ!Evov Eupov . . . àltÒ tou téroç. ò yàp 'A9àJ.taç, �ai. v, àvaxroprov èJC tiìç xpaç, E'Ùprov ApEav nìv lhryatépa à9upo"OOa v JCaÌ A.i9ouç >. à$' OU àvaKtVT\9t:Ì.ç t1ÌV ltÒAtV >. JCaì. lìta tomo� �tòì..tç oiitooç oovof!aa!h]); PAus. 7, 3, 6 (TÉ(J)V oc ciitJCouv f!EV Opxof!Évtot Mtv\Jat mìv 'A91if!avn E:ç a\rrTJv E:ì..96vtEç· ÀÉyEtat oc ò 'A9Iif!aç o\n:oç a116yovoç 'A9rif!avtoç dvm toii Aiòì..ou) e an­ che STRAB. 1 4, l, 3 (TÉro & 'A9riflaç f!Èv 11p6u:pov... Karo OÈ nìv 'lrovtJCi!v altot­ Kiav NaiiKì..oç uiòç Kollpou v69oç, JCaì. f!Eta tofrtov AllotKoç Kaì. �af!aaoç 'A!h]­ vaiot JCai rÈpllc; ÈK Bot(J)'tciìv: si tratta di un passo che segue di poco il b rano che co­ stituisce il F 26 [= 155]). Jacoby accenna anche all'ipotesi che questo frammento appartenga in realtà a Ferecide di Lero (cfr. ]ACOBY 1923 [= 1 995], p. 4 1 8: «das F ist nicht wortlich und macht, wenn es wi rklich dem alten Ph gehort und nicht dem Le· rier, benutzung des Ilecataios wahrscheinlich»). •

    O

    Ferecide d i Atene

    210

    Stirpe di Creteo ( FF 119-151) Non s i è conseiVato alcun frammento rdativo alle prime generazioni di­ scendenti da Creteo figlio di Eolo; è probabile comunque che da lui sia nato Esone, il padre di Giasone.

    Imprese degli Argonauti (FF 119-147) Le imprese degli Argonauti dovevano essere narrate tra il sesto e il setti­ mo libro,1 come attestano le sette indicazioni numeriche conseiVate, rutte provenienti da scolli ad Apollonio Rodio.2 Si tratta di un cospicuo gruppo di frammenti, ventinove in tutto, tra i quali è possibile notare una rilevante pre­ ponderanza numerica, dovuta all'argomento stesso della sezione, proprio degli scolii ad Apollonio Rodio, da cui sono tratti ventuno frammenti. In modo analogo a quanto notato per altri episodi del mito Oe imprese di Eracle, la caccia al cinghiale Calidonio, la guerra di Troia), l'impresa degli Argonauti è inserita all'interno di una precisa stirpe, quella di Creteo (secon­ do la linea genealogica Creteo - Esone - Giasone), la cui trattazione prose­ gue nd libro settimo (con frammenti su Amitaone, fratello di Esone, e i suoi figli; sui discendenti di Mdampo Hno a Euchenore; su Teoclimeno, discen­ dente di Mantio). Inoltre, prima dell'impresa degli Argonauti, sempre nell'ambito del libro VI , era presentata la stirpe di Atamante, in cui venivano narrate le vicende di Frisso e del vello d'oro, che costituiscono una sorta di antefatto alla spedi­ zione di Giasone. È possibile suddividere i frammenti di questa sezione in questo modo:

    A rgomento Genitori di Giasone Antecedenti dell'impres a Catalogo degli Argonauti Episodi avvenuti durante il viaggio

    Conquista del vello presso Eeta e fuga Dopo il ritorno (?): ringiovanimento d i G i asone

    Frammenti

    FF con ind. num. libro

    1 1 9-23 1 2 4- 1 25 1 26- 30 1 3 1-136 1 37 - 145

    1 30 1 3 4 , 1 35, 1 3 6 1 3 8 - 1 40

    1 4 6- 1 47

    Dai primi cinque frammenti veniamo a sapere che da Esone, padre di

    1 Anche l ' ultima parte della discendenza di Creteo si doveva t rovare nel l ibro setti­ mo ( cfr. FF 1 4 8 - 1 5 1 ). 2 Si tratta dei FF 1 3 0 ( = 2 6 ) , 1 3 4 ( = 2 7 ) , 1 3 5 ( = 2 8 ) , 1 3 6 (= 2 9 ) , 1 3 8 (= 3 0 ) , 1 42 (= 3 1 ) , 1 4 3 ( = 3 2 a ) , 1 44 (= 32 b ) .

    Frammenti

    21 1

    Giasone, deriva il nome di una città della Tessaglia ( FF 1 1 9 [ 1 03 a] e 120 [ 1 03b] ) , e che la madre dell'eroe è , secondo la versione ferecidea, Alcime­ de, figlia di Filaco (FF 1 2 1 [= 1 04a], 122 [= 1 04b] e 123 [ 1 04 c]). n F 124 ( 105) conserva invece una lunga citazione letterale riguardante =

    =

    =

    =

    gli antefatti e la causa dell'impresa degli Argonauti: Giasone si reca al ban­ chetto di un sacrificio offerto da Pella a Posidone, ma dimentica un sandalo

    dopo aver attraversato il fiume Anauro; Pelia comprende che è proprio Gia­ sone colui che -secondo la predizione di un oracolo -lo ucciderà, e decide quindi di allontanarlo; in realtà, la motivazione di tutta la vicenda è l'ira di Era: la dea mette in moto tutto il corso degli eventi affinché Medea giunga da Pelia. n F 125 ( 1 06) è invece relativo alla costruzione della nave Argo, che, secondo Ferecide, prende il nome da Argo figlio di Frisso. A partire dal F 126 (= 1 07 ) , abbiamo un piccolo gruppo di frammenti relativi ai partecipan­ ti alla spedizione: Tifi, originario-secondo Ferecide-di Potnie, ldmone, fi­ glio di Asteria e di Apollo (F 127 [ 1 08] ) , Etalide, l'eroe a cui era concesso di non dover restare, una volta morto, perennemente nell'Ade (F 128 [ 1 09 ] ) . n contesto del F 1 29 ( 1 1 0) è meno chiaro , perché vi si afferma sol­ tanto che Ferecide non nomina Ificlo tra i partecipanti alla spedizione. Que­ sti frammenti possono trovare la propria collocazione anche in contesti di­ versi, in cui, per un motivo o per l ' altro, venivano trattati gli eroi citati , ma dal F 130 (= 26) , che è esplicitamente tratto dal sesto libro, possiamo dedur­ re che in Ferecide erano con tutta probabilità citati i principali eroi protago­ nisti della saga: in particolare questo frammento ricorda che per Ferecide Orfeo non partecipa all a spedizione , ma che vi interviene invece, verisimil­ mente con analoghe funzioni di cantore e di indovino, Filamrnone. Veniva poi con ogni probabilità narrato il viaggio degli Argonauti, lungo il quale erano inseriti numerosi episodi; il F 1 3 1 ( 47 ) accenna all a genealo­ gia e all e funzioni dei Dattili Idei: si tratta di un frammento di cui è incerta persino l'attribuzione a Ferecide di Atene, che può, comunque, aver citato questi personaggi nell 'ambito dell 'impresa degli Argonauti;' i FF 132 ( 1 1 1 a ) e 1 3 3 ( 1 1 1 b ) vertono invece sulla partecipazione di Eracle all 'impre­ sa: secondo Ferecide, l'eroe vi prende parte, ma viene abbandonato dai compagni ad Mete in Tessaglia, perché la nave Argo sostiene di non poter sopportare il peso dell 'eroe;4 il frammento 1 34 ( 27 ) conserva un'indicazio=

    =

    =

    =

    =

    =

    =

    =

    1

    Si tratta anche in questo caso di uno scolio ad Apollonio Rodio ( 1 , 1 1 2 9 ) : cfr. in/ra, commento ad locum, p. 223 n. 40. 4 TI secondo dei frammenti citati sembra contraddire il p rimo e offrire una spiega­ zione diversa per l'allontanamento di Eracle, ma si tratta di una contraddizione ap­ parente, probabilmente causata da una lacuna nel testo: cfr. in/ra, commento ad lo­ cum, p. 226 n. 57.

    212

    Ferecide di Atene

    ne di numero di libro e presenta la genealogia di Fineo, che ebbe come figli Tino e Mariandino, e l 'ubicazione del suo regno ( era re dei Traci dell 'Asia fi­ no al Bosforo) . I FF 1 3 5 (= 2 8 ) , 136 (= 29), anch'essi tratti sicuramente dal sesto libro, si collegano al precedente e riguardano l'episodio delle Arpie, dal cui tormento Fineo viene liberato grazie all'intervento dei figli di Borea. n frammento 1 37 ( 1 1 2 ) è invece probabilmente tratto dalla descrizione dei tori di Eeta che Giasone doveva aggiogare: anche per Ferecide, così co­ me nella versione seguita da Apollonia Radio, essi hanno i piedi di b ronw e soffiano fuoco; così anche il F 138 (= 30) , che conserva un'indicazione di li­ bro (ancora il sesto) , descrive l'ampiezza del campo che l'eroe doveva arare ( cinquanta iugeri ) . Sono forse attribuibili a l contesto dell'incontro e dell 'intervento magico di Medea anche i FF 1 3 9 (= 44 ) ,' 140 ( = 57 ) e 1 4 1 (= 58) : l 'argomento del primo è Ecate, che per Ferecide è figlia di Aristeo figlio di Peone; il secondo concerne invece la figura di lpseo, che, secondo la versione ferecidea, è fi­ glio della naiade Creusa e di Peneo,6 mentre il terzo ricorda la vicenda di Ci­ rene, trasportata su dei cigni per volere di Apollo fino al luogo che da lei prenderà il nome. n frammento 142 (= 31) è invece particolarmente importante perché conserva un' altra indicazione di numero di libro, ma in questo caso lo sco=

    1 1 9 (= 103a) ScHoL. ( L + ) AP. RHoo. 1 .4 1 1 (38.3 Wendel )

    «Kì.. ù 9t ava!; nayamiç -oc 7tOÀtv t' Ai.crrovilìa vairov l T,,.u:ttpota toriìoc; Ai.crrovi.c; 7tOÀtç tiìc; MayVTicri.ac; à1tò toù 7tatpòc; 'Iacrovoc;, cix; Kaì ni v&xp6ç q,llcrt KaÌ EpEICUOll> '

    STEPH. Bvz.

    120 (= 1 03b) Ai.croiv (54 . 1 6 Meinek.e)

    s. v .

    7tOÀtç 9ecrcraì.. i ac;· Ai.crrovwc;. Kaì EpEKUiìllc; tJÌv 7tOÀtv Ai.crroviav �civ. 5

    tò E9vt1CÒV

    Per il legame della figura d i Ecate con l ' impresa degli Argonaut i , cfr. U H L 1 963 , p p . 1 5 ss. e in/ra, commento ad locum, p. 23 1 n. 7 3 . 6 Cfr. nuovamente U HL 1 963 , p p . 1 5 s s . e in/ra, commento a d locum, p . 2 3 0 n . L : è possibile che esistesse un collegamento genealogico lpseo - Cirene -A risteo -Ecate. 7 S u questo, cfr. supra, pp. 9 e 28 ss. 8 Il F 145 (= 3 2 c ) offre soltanto una testimonianza su una variante del nome del fra­ tello di Medea, che Ferecide chiamava 'AI;uptoç, con la lettera 1;.

    213

    Frammenti

    liasta ad Apollonio Rodio (4, 156-66) affenna che si tratta dd libro settimo: poiché l'argomento è l'uccisione del serpente da parte di Giasone, è possibi­ le affennare che l'interruzione tra il sesto e il settimo libro cadeva in un pun­ to centrale della saga degli Argonauti e che doveva quindi essere posteriore a Ferecide e compiuta in modo meccanico? Analogamente, i FF 143 (= 32a) e 144 ( = 32b) conservano l'esplicita indicazione del settimo libro e concer­ nono la fuga di Medea e di Giasone, che, secondo Ferecide, rapiscono Apsirto, che è ancora un bambino , lo sgozzano e lo gettano a pezzi nel fiu­ me.8 I FF 146 ( = 1 13a) e 147 (= 1 13 b ) riguardano le capacità magiche di Me­ dea e, in particolare, quell a di ringiovanire animali ed esseri umani : secondo la versione ferecidea questa capacità viene usata proprio nei riguardi di Gia­ sone. Le varianti del mito in cui Medea tenta, con buone o cattive intenzio­ ni, di ringiovanire Esone, le nutrici di Dioniso, Pelia, ecc . si collocano nor­ malmente dopo il ritorno di Giasone in patria, ment re la versione in cui è Giasone che deve ritornare giovane situa l'episodio in Colchide, nel momen­ to in cui l 'eroe ha bisogno di tutte le sue forze per affrontare le prove che Eeta gli ha proposto;9 questi due frammenti pertanto possono essere collo­ cati o in questo punto dell a narrazione, oppure precedentemente, tra la fine dd libro sesto e l'inizio dd settimo. 10

    1 1 9 ( = 1 03a) ScHOL. ( L + ) AP. lùm n . 1 .4 1 1 (38.3 Wendel ) «Ascolta, signore che abiti Pagase ed Esonide, città che porta l il nome di mio padre>>: Esonide è una città della Magnesia , dal nome del padre di Giasone,

    come affennano anche Pindaro 1 1 e Ferecide.

    STEPH . Bvz. s.

    120 (= 1 03b) v . Aicrrov (54 . 1 6 Meineke)

    Città della Tessaglia; . . . L'aggettivo indi­ cante nazionalità è Aicrrovwç. Anche Ferecide chiam a la città Esonia . 1 2

    9 Su questa versione, cfr. in/ra, commento a d locum, p . 2 3 8 n . 20. 10 Ess i infatti non p resentano alcuna indicazione di numero di libro. 11 Cfr. F 2 7 3 Maehler. 12 La patria di Esone è per lo più lolco: cfr. per es . [ APOLWD. ] l , 96 Kpll'!Eùç oc Kti­ aaç 'lwÀ.KÒv ya� Tupcò nìv I.a�wvÉwç, È/; �ç airtqi yivovtat lta'iOEç Aicrwv 'Ajlu­ Otlwv lliÉ P T'Iç.

    Ferecide d i Atene

    214

    121 (

    =

    1 04 a )

    ScHOL. ( L + ) AP. RHOD. 1 .45-7a ( 1 0 . 1 7 Wendel)

    toÀUKOU 41TJmv 'Iàcrovoç El va t �TJ"tÉpa . • Avoprov OÈ EV tfl "E7ttto�u tciìv l:uyyEVEtciìv A"iaovoç Kaì. 8EoyvfttTJç tfiç AaoOiKou ç iì..9 ot iJ Mti&ta tcilt neì.. iTtt 1Ca1COV». ·

    8 tò & ltÀcitoç 'tiiç iatopiaç 1Catà v �lCOOOEV UltÒ J.10VOitEiìiì..o u * q,uì..Q a aEa9at * , ICUeciltEp ICUl ni vlìapoç ÀÉy E t ( . . . ]. Ì.lìCÌlV OUV Ò nEì.. i aç OVtÒV 1!0voltt lì tÀOV �pEto · aù ti iìv ÉltOi'laaç, E'i 1troç �v X P 'l tlll Ò ç intò nvoç àvatpE9iìvai OE; ò lìÉ IXJuì..fl " Hpaç Cll'l aiv· Éltl tÒ a y a y Ei v tò XP\JCJÒilUÀÀOV &paç EOtEtÀa iìv a \rtò v . . . c Per le ricorrenze d i questo termine e per i sinonimi con cui è ind icato il vello d'o­ ro, cfr. D RAGER 1 995 , pp. 68 s . L'es p ressione tò K!iìaç tò XP\JCJÒilaÀÀOv semb ra avere in Ferecide quasi il valore di un termine tecnico per ind icare il vello d ' o ro che gli A rgonauti devono conquistare: cfr. supra, Introd . p p . 37 s. D Cfr. FowLER 2000, p . 332, apparato ad locum: «iìv] Oìv E; min dub. Drachmann; del. Wilamowitz».

    18 Lo Pseudo Apol lodoro racconta l 'episodio in termini leggermente diversi ( 1 , 1 08 lìta jXJi v rov [= 'l aarov ] & ltotaj.lÒv "Avaupov É�iìì..9 E j.lOvoaavlìaì..oç , tò EtEpov alto­ ÀÉaaç Év tqi pEi9pcp ltt lì tì..o v . Il fatto d i calzare un solo sandalo, oltre a essere atte­ s ta t o come un costume proprio dei guerrieri etoli ( c fr. MACR. Sal. 5, 18, 19, e per un analogo comportamento dei Pla t ees i , THUC. 3, 22, 2 ) , può forse essere collegato alle

    deformità fisiche, quali ad esempio la zoppìa, caratteristiche delle figure eroiche: cfr. SCARPI 1 996, p . 474.

    Framment i

    217

    124 (

    =

    105 )

    ScHOL. (BDEGQ) PlND. Pyth. 4 . 1 33 a (2 . 1 1 7 .7 Drachmann) (hinc TZETZES ad �coph. Alex. 175 8 ) «eolui che ha un solo calzare>>: il racconto si trova in Ferecide: «Pella» dice ' ò JlEV 'AJtOu.c.>vtOç KOÀ.et 'tlÌV 'Apyro altÒ Apyou to\ì KataCJKeuaaavtoç, EpEKUOT]ç SE a1tò • Apyou to\ì I!Jpi!;ou ui.o\ì. •

    126 ( 1 07 ) Schol. (L+) AP. lù10o. 1 . 1 05 -8a ( 1 6.6 Wendd) =

    «Tiq,uç o' 'AyvtOOT]ç .I:t$> " ai. l:i.41at tfJç Botrotiaç 7tÒÀ.tç, .I:tq,aeùç SE OTJJJ.Oç 0ECJ1ttérov, 9ÉCJltE ta OÈ < Kai.> 7tÒÀ.tç 9eo­ oaÀ.iaç. I!JepE KUOT]ç SE notvtéa i.atope'ì tòv Tiq,uv, ò SE Ai.OX,UÀ.Oç EV tiì 'Apyo'ì tòv Tiq,uv "I q,uv KaÀe'ì.

    127 ( 1 08) Schol . (L+) AP. Iùmo. 1 . 1 3 9- 144 ( 1 9.4 Wendd) =

    « " IOJJ.OlV o' Uatattoç J.1EtE Kia8ev . l ou JJ.ÈV oy' �EV AjXlvtoç E't1ÌtllJ.1 0V' OÀ.­ À.Ii JllV autòç l yeivato . . ./ AT]tOlOT]ç>>" XaJJ.atÀ.É(l)V �aì. tòv 9Éatopa "I OJJ.OVa 7tapà to'ìç apxaiotç KaÀeta8at Otà tò EJ.lltElpOV dvat. aÀ.À.Ot q,aai. Kai. 0éatopa CJ\JJ.17tÀ.Eooat to'ìç 'Apyovamatç. tòv 'AJJ.q,tapaov SE �m 01lJ.1 7tÀ.E\ìoat .1T]toxoç. ò SE "loJJ.rov, ci:lç i.atope'ì l!lepeKuOT]ç, f.yéveto 1ta'ìç 'Aate­ p iaç tljç Koprovou Kai. 'A�t6Urovoç, où Kaì. AaoSOT]ç eéatrop · to\ì SE KliÀ. .



    21

    Per i figli d i Frisso, cfr. supra, n . 16. Per la cos truzione della nave, eseguita con l ' aiuto di Atena, cfr. [APOLLOD. ) l , I l O (Eltl �o\n:o 1tEil1t>: Ferecide afferma che Etalide aveva ottenuto in dono da Ermes che la sua anima fosse talora nell'Ade, t alora nelle regioni sopra la terra .J2

    do sotto la te"a, quando ai raggi del sole,

    129 ( l IO)E ScHoL. (L+) AP. RHoo. 1 .45 ( 1 0 . 1 7 Wendel ) =

    : né Omero né EsiodoJJ né Ferecide dicono che Ificlo partecipò alla spedizione degli Argo­ nauti.34

    Schibli ( c fr. ScHIBLI 1 990, p . 80) propende per l ' a n ri buzione all'Ateniese: «As this is the piace to give to Pherecydes of Athens his d ue, FGrH 3 F 1 09 [ . . . ] has been p ro­ perly assigned by Jacoby. [ . . . ] Diels considered the scholium to be referred to Phe­ recydes of Syros, whence it appears as 7 88 in DK. But the story as reported in the scholium reminds one more of the Dioskouroi than of Pythagorean metempsychosis [ . . . ]. The fragment probably appeared in the genealogy of Pherecydes of Athens, describing the descent of Aithalides from Herrnes and Eupolemeia, daughter of Myrrnidon, etc. And it is after ali Pherecydes the genealogist, not Pherecydes of Sy­ ros, whom the scholia to Apollonios regularly quote». ll Cfr. F 63 M. -W. 14 !fido compare per es . t ra gli Argonauti in HYG. Fab. 1 4 , 2 ([phiclus Phylaci filius, mal re Clymene Minyae /ilia, ex Thessalia, avunculus Iasonis) e in VAL . FL. A rg . l , 4 7 3 ss . , ma n o n nell 'elenco d i [ APOLLOD. ] l, 1 1 1 ss. Talora compare come partecipante alla spedizione degli A rgonauti un altro ! fido, figlio di Testio e fratello d i Altea: cfr. per es. APOLL. RHoD. 1 , 1 99 ss . ; e l:. ad l , 20 1 ; [ APOLLOD . ] 1 , 1 1 3 ; HYG. Fab. 1 4 , 1 7 . Per il personagg i o d i Ifìclo figlio di Filaco, cfr. anche F 1 4 8 ( = 3 3 ) .

    Ferecide di Atene

    222

    130 ( = 26) ScHOL . (L+ ) Ar. Rr1oD . 1 .2 3 -5 a ( 8 .22 Wendel)

    «nptina YUY 'Qptjlfìoç j.IYT\C1�E8a»· ' Hp6oropoç 000 EtVaL 'Optjleiç �crtY, WY 1Òv E1Epov cruj.lnÀ.t\icrm 1o'iç 'Aprovaumtç· EpEKOOTlç Èv 1ii ç· ù..aj.l!lWYa �m KaÌ. OÙK 'Optjl€a cr1Jj.l1tE1tÀ.EUKÉYat. ç,1El1at OÉ, Otà n 'Op�ùç acrSEviJç ciìv cr1JYÉ1tÀ.Et w'iç T\pwcrtv' an j.lUYnç ciìv ò XEipwv EXPTlcrE ouvacr8m KaÌ. 1àç Utpf]vaç 1tapEÀ.8EtY amoùç 'Qptjl€wç cr1Jj.l1tÀ.ÉOV10ç. > . É 1ca'tt p ouç 1tÉY1E q,acrì. 1ou1ouç EÌvm, &!;wùç !lÉY wùç apcrEvaç, aptmEpoùç OÈ •aç S,ÀEiaç. EpEKUOTlç & wùç j.IEY &!;wùç l( À.É"(Et, Wùç OÈ EÙWvU!lO'Vç À.w. "f0111Eç OÈ � crav KOÌ. tjlapj.!OKEtç, KOÌ. 011!lt01lp­ "f0l crtOftpOU À.É"fOY1at 1tpùn:Ot KOÌ. j.IE10À.À.Etç "fEVÉcrSat ' aptmEpoÌ. !lÉY, ciìç tjl,m EpEKOOTlç. oi. "f0111Eç amciìv, oi. & avaÀ.oov1Eç OE!;tOi. cOYOj.laffih1crav OÈ anò TI,ç ll111PÒç "Io,ç. ciJç < OÈ > 'EM.avtK6ç tjl,m , 'Ioa'iot MKruÀ.Ot ÈKÀ.TtS,­ crav, an ev 'tfl "lotl cr1JY1UXOY1Eç 'tf1 'Pé� É&l;toXmY10 't1ÌY 8Eòv KaÌ. nov 00KWÀ.Wv a\>n,ç T\ljiOY10. ciJç & Mvacrtaç Év •J . H ·�poç Bi: év 'tfj e· "'aì.v oirtov ÉKo'IXriooc; altOÀk:Àri�at 1tpòç 'OJ.1c!Kiì..11 v ti]v Au&iìv �mÀk:ooooov. i.Biooc; Bi: 'AvnKÀk:iB..,ç év 'tfj W tciiv &11ì..t aKciiv '"l'ÀÀ.Ov 4»11al. tòv Hp oK ì.i o uç ui.òv ci1t0jXivto é+' U&op J.llÌ into­ crtpévm. '

    '

    134 ( 27 ) ScHOL. ( L + ) AP. RHon. 2 . 1 7 8-82 c ( 1 4 1 . 1 0 Wendel) =

    «Èv9a 'ti]v ooov éJ.IiJvu­ ;" anche Posidippo, il poe­ ta epigrammatico,'6 lo seguì e Ferecide.'7 Eforo nd quinto libro'8 afferma che se ne andò volontariam ente per recarsi presso Onfale che regnava sui Lidi. In modo peculiare Anticlide'9 nd secondo libro dei Deliakà racconta che fu TI­ lo, figlio di Eracle, che sbarcò per cercare acqua e non tornò indietro.

    1 3 4 (= 27 )

    ScHOL. ( L + ) AP. RHoo. 2 . 1 7 8-82c ( 14 1 . 1 0 Wendd) V Oljl . . . l l:tp6�0ac; & j.!EtaK)..e i oucr' iiv9p(J)1tOL l viJcrouc; to'i6 "( E Klltl, ncipoc; m..(J)tàc; ICOA.ÉOVtEc;>>' Otl OLà toù Aiyaiou !tOVtO\J KaÌ. tOÙ l:LKEÀ.lKOÙ a\rtàc; ÉOl(J)KOV, «l>EpEKOOllc; ÉV c;' �cri.

    136 (

    =

    29)

    ScHoL. (LP+) AP. RHon. 2 .299 ( 150. 1 4 Wendel)

    «ai jlèv eliucrav l 1CEU9f.IOOVa Kp�tll c; M tV(J)tOoc;>>' KOlÀ.ciOa tiic; Kp�tllc; Katé­ oooav. toùto & cllll O'L KaÌ. NEO!ttQ)..e j.l oc;. ò < liÉ > tà NmntaKttKà !tOL�O'ac; KOÌ «l>EpEKUOllc; ÉV c;· I �criv Etc; tÒ O'ltéoc; a\rtàc; cll\JYElV tiic; Kp�tll c; tÒ \mò t4ì À.Òcll qJ t4ì 'Apytvoùvn. 137 ( 1 1 2 ) ScHOL. ( Lm•rg+) AP. RHon. 3 .230 (225 . 1 0 Wendel) =

    «KaÌ. oi. xaÀ.KO!tOOac; taupouc; KOj.!E ( se. " H�tcrtoc;) , ;(OÀ.KEa & O'�(J)V l �v crtÒj.!at', ÉK & nupòc; &tvòv crii.ac; Of.11tv EiEO'KOV>>' on ;(aÀ.Kono&c; oi. tair p0t KOÌ. 1tÙp !tVÉOVtEç KaÌ. «l>EpEKUiillc; cllll crlV.

    1 Alcuni manoscri tti presentano la lezione F. v y·, ma per il contesto sembra preferibi­ le attribuire questo frammento al sesto libro ; cfr. ]ACOBY 1 923 ( 1 995 ) , 69, WENDEL 1 935 (= 1958), p . 1 5 0 , apparato ad locum e FowLER 2000, p. 293 , apparato ad locum. =

    6'

    Per il percorso delle A rpie, cfr. per es . [APOLLOD. ) 1 , 122 s. Cfr. FGrHist 702 F 4a. 67 Cfr. F 3 Bernabé. Secondo MATIHEWS 1 977, p . 1 93 , Ferecide potrebbe appunto aver seguito la versione dei Naupaktikà: «Con cerning the cave in C rete, under the h ili Arginous , the Naupaktia gives the same version as Pherecyd es . The coincidence 66

    between the two sou rces on the destination perhaps indicates that Pherecydes was d rawning on the Naupaktia, and his description of the route ( 3 F28) may also have been d erived from the epic poem». Lo studioso int ravede anche una duplice t radi­ zione mitica per quanto riguarda l 'episodio di Fineo: in un caso le Arpie non sareb-

    Frammenti

    229

    1 3 5 ( 28) ScHOL. AP. RHoo. 2 .27 1 b ( 147 .20 Wendel) =

    «ma quelle (se. le A rp ie), sempre stn'dendo, l . . volarono oltre il mare . . . l l I due figli di Borea . . . allora . . / le inseguirono . . l . . . l Certo le avrebbero /atte a pev.i, contro il volere divino, l se non li avesse visti la rapida I ride . . . l . . . l Ed essi cedettero al giuramento e si volsero indietro veloci l . . . ; perciò gli uomini diedero il nome di Stro/adz; l Isole della Svolta, a quelle che p rima chiamavano E"anti»: che (i Boreadi) le inseguivano attraverso il mare Egeo e quello di Sicilia lo affe rma Ferecide nel sesto libro.6' .

    .

    .

    1 3 6 ( 29) ScHOL. ( LP+) AP. RHoo. 2 .299 ( 1 50. 1 4 Wendel ) =

    «le une verso il profondo l d'una caverna di Creta»: scesero in un dirupo di C reta. Questo lo afferma anche Neottolemo.66 L'autore dei NaupaktikiP e Ferecide nel sesto libro affe rm ano che esse (se. le Arpie) si rifugiarono nella grotta di Creta, quella che si trova sotto il colle Arginunte.

    137 ( 1 1 2 ) ScHOL. ( Lm•rs+) AP. RHoo. 3 .230 (225 . 1 0 Wendel) =

    aveva anche forgiato (se. E/esto) l per lui dei tori dai piedi di bronzo, e con le bocche l di bronzo soffiavano un fuoco terribile»: che i tori avevano i piedi di bronzo e soffiavano fuoco lo afferma anche Ferecide.68

    «e

    bero state uccise (Esiodo, Antimaco e Apollonia Rodio), nel l ' altro, forse, avrebbero t rovato la morte nella grolla di Creta ( l 'autore dei Naupaktikà e Ferecide ) : cfr. MAITHEWS 1 97 7 , p. 194. Q uesta ipotesi però dovrebbe trovare un qualche sostegno nel F 1 80 (= 1 65 ) , che tu!!avia potrebbe trauare un argomento del tutto diverso (cfr. FoWLER 2000 , p. 3 4 3 e in/ra, n. pp. 286 s . ) : secondo Matthews, infatti, in tale fram ­ mento Filodemo potrebbe aver delineato una l inea di demarcazione tra coloro che sostenevano che la morte delle A rpie fosse avvenuta per mano dei Boreadi e coloro che la attribuivano ad altri, per esempio a Zeus. 68 Cfr. per es . PI N O. Pyth. 4 , 225 ss. (. . . fX\aç, oi �M>y' Ù1tÒ l é,aveàv yEv\xov ltVÉov

    ICOlO�VOlO m>poç, l ;(OÀ.ICEatç l)' OltÀ.alç àpaaOEmcov xMv' IÌI!El iX'li.IEVOl); ANTIM. Pind. Pyth. 4, 3 98d toùç 7tupiltvouç tatipouç 'Avti­ I.IO;(Oç tv Aoou 'H4KJtatotEuKtouç À.éyE t ) ; [ APOLWD. ] l, 128 ( �aav & èiyptot 11ap' aùtcji taiipot l)oo, 1.1EYE9Et lìta�povtEç, OOipov 'H4KJiatO\l, oi ;cahoùç �v d;cov F 7 2 Matthews ( = 62 Wyss = l

    116&Jç, !tUp & h atol.latrov é�oorov ) .

    ferecide di Atene

    230

    1 3 8 (= 30) ScHoL . ( L + ) AP. RHoo. 3 .4 1 1 - 12b (23 1 .23 Wendd)

    «taupro x_aÀ.Kono& . . . l toùç ÉÀtilv 9uyatépa· «'EKata oo'ioo�pe NuKtòç �yaÀ.OKoÀ.ltou 9\>yatep>>. Moucra'ioç Oé 'ACJ"tEpiaç Kaì. AtOç, E­ pEKUOllç OÉ 'Aptiì..TJ v ICEJCì..i\ cr9at àKomv. 1 i\ lì' intoKooaf.IÉVTJ 'EKatlJv tt JCE l . Questo frammento è collocato d a J acoby nella sezione dedicata alla Teogonia;

    tuttavia un accenno alla genealogia di Ecate poteva t rovare spazio anche in Ferecide nel l ' ambito delle im p rese degli A rgonauti (cfr. anche UHL 1 963 , pp. 15 ss . , in partic. pp. 1 6 s . : «Hekate aber, die G ottin der Zauberei, m uB wohl mit der Argonautensa­ ge verkniip ft werden. Denn als solche ruft sie Medea im Kontext zum Schol. A poli. Rhod. III 467 ( = F 44) an . Auch spielt sie in den schauerlichen Zauberszenen der Argonautensage eine wichtige Rolle» ) . 7 4 Cfr. FGrHùt 469 F 2 .

    Ferecide di Atene

    232

    1 4 1 (= 58) ScHOL. (L+) AP. RHoo. 2 .498-527a ( 1 68 . 1 3 Wendd)

    «KUPTJVTI 1tÉ�tai nç EÀ.Oç 1tapà TillVEto'io l !li\Àa vÉ!J.Et V»' 7tEpt Oè tfJç K uptiVll ç Tii voopoç i.crtopE'i È v Tiu9tovh:mç cix; 7tap9Èvoç o ooa Ili lP t 1t0À· À.Ou cruveKuvfryet 'tfl 'Ap"tt � not. litaTtaÀ.aio\JOa oc 7tOtE À.Éovn irfa1tti 911 intò 'A7t6Urovoç· oç lCOÌ. apmicraç a\mìv OlEICO!J.laEV Eiç 't'ÌlV vUV à7t' airri;ç !Ca­ À.OU!J.ÉVTIV Kupt1Vll v tiìç Atj3\rrt ç . Kaì. lllYEÌç 'Apt>: in qu es t i versi e in qudli se g u en t i dice che Medea spruzzando un far­ . . .

    . .

    maco con un ramo di ginepro fece addormentare col canto il serpente, e così portò via il vello, e che entrambi, mentre la bdva dormiva, si ritirarono sulla

    80

    Il testo completo ( cfr. WENDEL 1 93 5 [= 1 95 8 ] , p. 1 69) è: UovtOç OÈ 't'ÌlV x_epEKUOllç $11crìv f.v ç· c!K> VEueiì v a t tòv OpaKovta

    1 43 ( 32a) =

    ScHoL. (L+) AP. lùmn. 4 .223-30a (27 1 .25 Wendel)

    Kai «ll . Wilamowitz 1 ; «ll .

    lìÈ

    Bl

    P».

    Cfr. F 73 Matthews (= 63 Wyss ) . L a divisione di libro sembra dividere la narrazione delle imprese degli Argonauti in un momento cruciale: cfr. supra, Introd . pp. 9 e 28 ss. 8' Le due differenti tradizioni, l ' una che p revede l'uccisione del serpente da parte di Giasone, l ' altra l'intervento magico di Medea, sono forse riunite da Pindaro (cfr. GIANNINI 1 99 5 , p . 495 e MAITHEWS 1 996, p. 2 1 9 ) , secondo il quale fu l 'eroe a ucci­ dere il lìpciKwv, ma mediante delle ttxvat: cfr. Pyth. 4, 44 3 K'tEiVE J.IÈV yì..a u Kcmm ttxvatç rtOllC!Wvrotov �tv. La vicenda è anche narrata da Erodoro, per il quale, come per Ferecide, fu Giasone a uccidere il serpente (cfr. FGrHist 3 1 F 52 . . . ò OÈ 'Hpòlìwpoç . . . tÒV OÈ 7t0pEu9Évta $QVEOOal 'tE tÒV OpalCOvtll !COl tÒ lCWaç a7tE­ VEY1CElV npòç AiiJ't'Tlv) e dallo Pseudo Apollodoro (l, 1 3 2 Mi]&ta . . . tòv �uÀ.ciaaov­ ta lìpciKovta KotalCOtJ.Iiaaaa to'iç $QpJ.IciKOlç), che invece riporta la versione in cui Medea lo addormenta grazie ai suoi filtri magici. Per le rappresentazioni iconografi84

    235

    Frammenti

    nave, in accordo con Antimaco.83 E Ferecide afferma nel settimo libro84 che il serpente fu ucciso da Giasone.8'

    143 ( 3 2 a ) ScHOL. ( L + ) AP. RHoo. 4 .223 -30a (27 1 .25 Wendel) =

    : Apollonio afferma che Eeta tornò,

    senza aver concluso nulla, col carro guidato da Apsirto; Dionisio di Mileto86 afferma che Eeta, raggiunta la nave e schierati a battaglia gli eroi, uccise Ifi argivo, fratello di Euristeo , ed egli stesso ne perse molti . Ferecide nel setti­ mo libro dice che Medea portò via Apsirto, che era piccolo, dal letto,87 per­ ché Giasone le aveva detto di condurlo dagli Argonauti;88 poiché furono in­ seguiti , lo sgozzarono e, fattolo a pezzi, lo gettarono nel fiume. Negli Sciti, Sofocle89 dice che Apsirto era figlio di una madre diversa da Medea.

    144 ( 32b) ScHoL. (L+) AP. RHoo. 4 .223 -30d (272 . 1 6 Wendel) =

    Apollonio afferma in questi versi ce Eeta tornò senza aver concluso nulla, in­ vece in quelli successivi che Apsirto, che era giovane, guidava il carro proce­ dendo a fianco del padre; Dionisio di Mileto90 racconta che Eeta li seglÙ: e

    che dell'episodio, cfr. L/MC V l , pp. 63 3 ss. , nn. 37 ss. ( LIMC V 2 , p p . 429 ss. ) , s . lason. 86 Cfr. FGrllist 32 F ! Ob ( DION. Scrr. F 29b Rusten) . 8 7 Per Ferecide i l fratello di Medea è u n bambino e non u n guerriero i n grado d i guidare u n carro. Nello Pseudo Apollodoro si afferma che Apsirto «Segue» Medea e che viene da lei ucciso e gettato in mare: l , 1 3 2 s. auvEim:to oc aùtfl KaÌ. ò a&�ç "A'IfUP•oç . [ . ] AÌlitTJç oc È myvoùç 'ta tii Ml]&i� �•OÌ41TJ1.1Éva ciip � l]OE tÌ]v vaùv lhlllK ElV. iooiiaa oc a\rrò v 1tÌ..l]aiov OV'ta M�OEla 'tÒV a&�v $0VEOCl Kai �ì..i cra­ cra Ka'ta 'tOÙ Pu9où pi1t�l. Per l'inganno ordito da Medea e Giasone ai danni di Apsirto in Apollonia Radio, cfr. 4, 303 -48 1 . 88 Da questa notizia e d a quella del frammento precedente, in cui s i afferma che per Ferecide fu Giasone ad uccidere il serpente, si può evincere che nella sua ven;ione del mito il ruolo dell'eroe fosse diven;o e fon;e più ampio di quello che successiva­ mente gli concede Apollonia. 89 Cfr. F 546 Radt où yap EK �uiç l !COi 'tllç epì..a a tov, aì..ì.. ' ò � ÈV N Tt PlllOOç l tÈKVOV iipn PMia�CJICE , nìv li' l Eiliu"ia 1tpiv 1tot' 'ilKmvou nK�l KÒP Tt · 90 Cfr. FGrHist 32 F l Oa ( DloN. Scrr. F 29a Rusten) . =

    11 .

    =

    .

    .

    =

    Ferecide di Atene

    236

    crret ç �yc.oviçovto aKovtiçovtEç, oi. 6è nepi tòv AiiJtTiv 'i7t7tEoov· èvea Kaì Tl�tv u:A.Eu'ri;cmt tòv I:St:vtM>u· KataJXxwvta yàp 5oo trov nepi Ai.iJtTiv br­ l'tic.ov neptKataÀ.T)7ttov yEvÉaSm imò to'iì Ai.T]tou, neptcmaaeévta tciì flpO:xcp. È v oc to'iç Èl;iiç �m v, cbç oi. KòÀ.:XOl Eiç �\J"flÌv ÈtpUltT]crav. EpEK'il5T]ç 5È È v ç· lltc.oKo�vouç ava�t fkicrat È7tt nìv va'iìv tÒY Aljf\JptOY KaÌ J,U:: À icravtaç ptljlat Eiç tòv 7tOtOJ.iÒY. I:o�KÀ.fiç liÈ Èv KoÀ.:xim �cri Katà tòv olKov toii Ai.T]tou tòv 7tal.5a cr�yfivat. •

    145 (

    =

    32c)

    ScHOL. (B) EUR. Med. 1 67 (2 . 153 .5 Schwartz)

    «ai.cr:xpci)ç tòv ÈJ.iÒY Ku:ivacra Kav KÒpov iJJkòovta, l 'Yii p aç à7to!;ucracr' Eì.5ui"O titv j.là;(atpav uiJa'YJ.lÈVll v En Ka9ÉçEto, &iaavtoç st tou 7tatooç Kaì q,uyovtoç aùatç Katà Ti;ç iEpàç òpuòç aùtitv f.ltl]I;E. Cfr. ScARPI 1 996, p . 47 I : «L' in· capacità d i I fido d i avere figli è molto p robabilmente una impotentia coeundi pro· dotta d a un trauma infantile (vt:oyvoç è infatti Ifìclo in Ferecide, FGrHist 3 F 3 3 ), a

    cui la Biblioteca allude ricordando il coltello insanguinato con cui Filaco castrava i montoni. La causa è invece resa esplicita d allo scolio a Teocrito, 3 , 4 3 , dove il padre ("Iq,tdov) È ICltÀf]l;at 9ÈÀ.rov . . . , iìv dxE llà;(atpav, dç tò 7tÀ110iov lìÉvOpov ÈIJMiì!;at

    ci\piJTIOE, ICUÌ auvÉ Pll È1tEVE-yiCEtV aùtitv to'iç IJOpimç tOU ltatOOç». 1 14 Così anche in [ A POLLOD. ) l , 1 02 . Per la figura di Podarce, che si reca a Troia do· ve viene ucciso d a Pentesilea , cfr. per es . Il. 2, 704 e Il. 1 3 , 693 , HYG. Fab. 97 , 1 2 (si t ratta dell 'elenco dei p a rtecipan t i alla guerra d i Troia ) ; QutNT. SMYRN. l, 233 ss . e an che 8 1 5 ss. m Esiste anche una variante del mito in cui Neleo , anche dopo aver ottenuto ciò che desiderava, non concede com unque la figlia in sposa a Biante: cfr. EusT. Od. I l ,

    Fram menti

    243

    no, perché lo aveva visto fare qualcosa di sconveniente. Poi Filaco, poiché non lo raggiungeva, aveva piantato la spada in un pero selvatico, e intorno ad essa era ricresciuta la corteccia, e Ificlo per la paura non aveva ancora avuto figli. L'avvoltoio dunque ordinò di ricupera re la spada che si trovava nel pero, e dopo aver lavato via la ruggine, di darla da bere nel vino a Ificlo per dieci giorni; in seguito a ciò infatti gli sarebbero nati dei figli . 1 D Ificlo, fatto ciò, raffo rza il sem e , e ha un fìglio di nome Podarce . 1 1 4 E dà le vacche a Melampo; egli, dopo averle prese e condotte a Pilo, le dà a N eleo come rega­ li di nozze per Pero. E la prende come sposa per il fratello Biante, m e gli na­ scono come figli Perialce, Areto e Alfesibea. 1 16 n racconto si trova in Fereci­ de nel settimo libro. 1 17

    1 49 ( = 1 1 4 ) ScHOL. (CHMMaVPaQV•mouX) Od. 1 5 .225

    «e per nascita nipote (se. Teoclimeno) a Melampode>>: Melampo figlio di Ami­ taone 1 1 8 compiva molti altri prodigi mediante la profezia, e in particolare gli capitò anche questa famosissima impresa: poiché infatti le figlie di Preto re degli Argivi, Lisippa e Ifianassa, a causa della loro sconsideratezza fin da giovani si erano rese colpevoli nei riguardi di Era - giunte infatti al tempio

    2 92 �m lìÈ KaÌ on J.1€tà tÒ ÈVEX9ii va l tàç JX)aç OÙIC ÈOtOOU tÌJv KÒ P TIV Ò NEhEùç, ola �tì jX>uÀ.OJ.1€voç Biavn cruvolKicral a\m\v. �tixu M VliCTI9EÌç intò tciiv ltEpì 'Ajlu9tiova EOroKEv aKwv. 1 16 Da Biante e da Pero in altre tradizioni nasce Talao: cfr. HES. F 37 M . - W. e [ APOL­ LOD. ] l , 1 03 . Più vicina a Ferecide la testimonianza di EuST. Od. 1 1 , 292 nEpltiÀ.lCll ç . • Ap1Jtoç, Kaì 'Ai.. K Eaì.jX>w, il quale però in Il. 2, 5 66 ss. riporta come unico figlio di Biante Talao. La versione di Ferecide risulta quindi peculiare: è possibile che rite­ nesse Talao figlio di Perialce (sulle diverse ipotesi, cfr. CINGANO 1 989, pp. 36 ss. ) . 1 17 Q uesto frammento presenta l'indicazione del numero d i libro, che permette d i collocarlo probabilmente i n u n punto dell'opera in cui, dopo l e imprese degli A rgo­ nauti , Ferecide proseguiva la narrazione delle vicende della stirpe di Creteo ( cfr. su­ pra p . 2 3 8 ) . 1 18 Protagonista di questo frammento è di nuovo Melampo, di cui viene narrato l'e­ pisodio della guarigione delle Pretidi e del suo matrimonio con Ifìanassa; cfr. per es . [ AroLLOD. ] 2 , 26 s s . , dove l'autore riporta d u e diverse cause per la foll ia delle figlie di P reto: per Esiodo [ = F 1 3 1 M . -W. ] esse non hanno accettato i riti dionisiaci, mentre per Acusilao non hanno onorato la statua di Era [ = FGrHist 2 F 28]; in [ APO LLOD . ] l , 1 02 , come anche in Thoo. S1c. 4 , 68, 4 , invece la follia Oa cui causa è in questo caso il dio Dioniso) e la rel ativa cura sono riferite genericamente alle don­ ne d i Argo (cfr. anche in/ra n . 1 1 9 ) .

    Ferecide di Atene

    244

    YEVOilEVat yàp Eiç tÒV tiìç 9EOU verov E) �J..u 6Ev avT,p l tl)À.Eoo1t6ç, � \ryrov è!; . Ap­ yeoç èivopa lW'talct' noJ... ionç ò Mavtiou aapwooavT 'Ytl­ j.laç AtXIJ.TlV nìv A'i iJ.ovoç Èv 'EÀ.Eooivt qiKE t ' yivovtat & a\n:c!> �tai.&ç 'Ap­ IJ.OVilìnç KaÌ. 9EOKÀ.UIJ.EVOç, oç KtEivaç Èj.l�UÀ.lOV avlìpa �UyEl EÌ.ç 't1ÌV 0\J­ À.OV. auvwxrov & 900 V'tt TnÀEIJ.UXaat autov eì.ç nìv 'HkiKTlV. Ò OÈ aì.&a6Eì.ç 't1ÌV 'tOU avl\pòç �\JYJÌV KaÌ. KatEÀ.Eftaaç tÒV ÒIJ.tlJ.. l lm oùv Èautc!> toii'tov ayetat Eiç nìv '18aKnv. e'm ovta lìÈ aùtòv tà !tEp i. tou lta­ tpòç OÀ.T18Et j.laVtElQ ltOÀ.Ù IJ.OÀ.À.OV ÈtliJ.TlaEV. o8EV KaÌ. 8EOKÀ\Jt,LEVOç �lÀ.O­ �pOVO\Jt,LEVOç Ùltò tciiv ltEpÌ. tòv '01\uaata &iipo tòv piov KataatpÉ�t. lÌ lìÈ i.atopia ltapà «EpEKOOEt.

    T

    Cfr. FowLER 2 00 0 , p . 3 3 7 , apparato ad locum: «Mavtiou] j.�livnç CMaPaQ aapwu in fine versus yo spatio fere triwn linerarum relicto, tum aav in versu p roximo; laa­ pwooav} ritll a ç lliptaaav tl':oov Wilamowitz Kl. Sch. 1 . 1 3 9 ( 1 883 )». Cfr. ]ACOBY 1 923 (= 1 995 ) , p. 7 1 , apparato ad locum, FowLER 2000, p. 2 96, appara· to ad locum, e FoWLER 1 993 , pp. 3 0 ss. , in partic. p . 3 1 : «A manuscript I found in Corpus Christi College, Cambridge (CCC 8 1 ) , which I have labelled " Z " , has E:m

    V\l!l�voç, a t the b rida! chamber. This is also what Eustathios says in his paraphrase [ . . . ] . This Camb ridge MS, a lthough quite late ( 1 5 t h cen t u ry ) , is I b e l e i v e a good witness to the version of the scholia upon which Eustathios d rew; a t fi rs t I th o ugh t the MS was dependent upon Eustathios, but closer examination proved this impos· sible. In this passage, editors have ali read Èn vU!14111V, which at fi rst sight appears to be triumphantly vindicated by the paprirus. Yet I believe E7tÌ. V\l!l�voç to be right. The termination in my MS Z is abbreviated in the usual way as a sin gl e slash descen· ding to the right. Although this is a minuscule symbol, similar ones were in use in antiquity. Loss through abbreviation accounts for the reaing of ali three V- MSS, which as i t stand is nonsense (compare also the arrangement in M). The reading È n VU!14111 V is a variant , either by someone who wrote what comes to the same thing in· stead of copying what was in front of him, or by someone confronted with the non· sensical E7tÌ V\l!I�V. The papyrus merely shows that the variant was ancient».

    249

    Frammenti

    A questa sezione possono essere forse attribuiti anche i FF 155 ( 5 1 a ) , 156 ( 5 1 b ) e 1 5 7 ( 1 7 5 ) ,2 che concernono la figu ra d i Issione, di cui ven­ gono narrati in particolare il matrimonio con Dia , figlia di Eioneo ( che può forse essere il medesimo personaggio chiamato alt rimenti Deioneo) ,3 il suo delitto, la purificazione, la tentata violenza nei confronti di Era e la punizio­ ne da parte di Zeus. =

    =

    =

    152 ( 3 4 34a F ) ScHOL. (CMVamou+) Od. 1 1 .3 2 1 =

    =

    Procn· vidi»: Cefalo figlio di Deioneo, dopo aver sposato Procri figlia di Eretteo, viveva nel territorio degli abitanti di Torico .4 Si dice che, volendo mettere alla prova la moglie, se ne andò in terra straniera per otto anni !a­ sciandola presso la camera nuziale.' In seguito, adornatosi e travestitosi, si reca a casa con un regalo, e convince Procri ad accettarlo e a unirsi a lui. Procri getta gli occhi sul regalo, vede che Cefalo era assai bello e giace con lui.6 Cefalo si rivela e accusa Procri. Riconciliatosi non di meno con lei, va a caccia. Poiché lo faceva frequentemente, Procri sospettò che si unisse a un 'altra donna. Dunque, mandato a chiamare il servo, gli chiese se ne fosse a

    «e

    1

    Tali vicende sono oggetto anche del F 1 5 3 ( 34bF) . =

    2 Il contesto da cui è tratto quest'ultimo frammento (che conserva due epiteti d i Ze u s , c h e possono essere forse collegati c o n la vicenda di lssione) è ancor meno

    chiaro: cfr. in/ra, commento ad locum, p. 256 n. E. 1 Cfr. in/ra, commento ad locum, p. 254 n. D. 4 Per questa località, cfr. SoPH. O. C. 1 595 , dove viene ricordata tra i punti di riferi­ mento per individuare il lu ogo della scomparsa d i Edipo. È possibile dunque che gl i spettatori del dramma di Sofocle ricordassero Torico come patria di Cefalo (cfr. an­ che [ APOLWD . ] 2 , 5 9 ) ; del resto in alcune tradizioni (cfr. per es. EuR. Hipp. 454 ss . ) anche quest'ultimo personaggio era andato incontro, grazie all'intervento di "'Eroe;, a una sorta di trasfigurazione. ' Cfr. FoWLER 1 993 , in partic. p. 32: «Textual criticism thus points independently to the reading èlrì VUIJ.�voç. Now the idea that Kephalos left his bride at the brida! chamber itself is a suspiciously particular detail. The possibility presents itself that the myth is aetiological . The detail is there not because the narrative suggests or requires it, but because it was a part of a ritual. Like the Rharian plain and other landmarks mentioned in the frankly aetiological Hymn o/Demeter, this chamber may well have existed. Of course, the detail may have been invented by a d ramatical vivid imagina­

    tion: not just " left her as a new bride" but " left her right at the brida) chamber"». 6 Il tema del regalo nuziale compare anche nella vicenda di Alcmena e di Zeus: cfr. FF 47 ( = 1 3 a ) e 48 ( = 1 3 b ) .

    Ferecide di Atene

    250

    8epa1tlllV E� 'tÒV KÉ�V i&'iv Èrti nvoç opouç KOP'*'ÌV KaÌ À.Èyt:LV cruxvcòç ro VE �)..aC rtapayEvoù, KaÌ. 'tOVtO �ovov cnJVELOÉVat. ,; /)È O poKpLç aKoooacra EPX.Etat Eiç talm,v 'tJÌv Kopl$lv Kaì. KataKpim:'tEtat. Kaì tò aU­ tò À.Èyovtoç airtoù 1ttl6o � VT1 rtpompÈX,EL rtpòç a'Ùtov. ò Oè KÉ�ì..oç i&òv a'Ù'tJÌV at,VlOtroç E!;ro È O V'tOÙ yi VE'tOL, KOÌ !iXmep El x_E �À.À.El �tà X.E'ipaç àKovti

    epeKuoct.

    10 Per la figura di Filammone, cfr. F 1 3 0 ( = 2 6 ) , che allesta l ' inserimento d ell 'eroe in Ferecide tra i partecipanti alla spedizione degli Argonauti; Ov. Met. 1 1 , 3 0 1 s s . (do­ ve, oltre alla nascita dei due gemelli da Chione, e non da Filonide, viene narrata an­ che la vendeua com piuta su d i lei da Dian a ) ; HYG . Fab. 1 6 1 ( è elencato t ra i figli di Apollo, ma ex Leuconoe Luci/eri/ilia ) , 200 (dove il racconto è più ampio: Cum Chio­

    ne sive u/ a/ii poetae dicunt Phi/onide Daeda/ionis filia Apollo et Mercurius una nocte concuibuisse dicitur. Ea peperit ex Apo//ine Philammonem, ex Mercurio A uto/ycum) ;

    PAUS . 2 , 3 7 , 2 (viene ri portata la notizia secondo c u i fu il fondatore d e i m is t e ri di Lema ) ; 4, 3 3 , 3 (è padre di Tam i ri ) , ecc. 1 1 Compare anche qui il tema - che si è visto nei FF 48 ( = 1 3 b ) e 49 ( = 1 3 c ) per il ca­ so di Eracle e di !fiele - della nascita di due gemelli da padri d iversi e con caratteri­ stiche che rispecchiano quelle paterne: cfr. supra p . 1 2 6 n . 17 e B ETTINI 1 998, pp. 7 ss.

    Frammenti

    253

    lo, vedendola all 'improvviso, perde il controllo e, dal momento che lo aveva in mano, lancia un giavellotto contro Procri e la uccide. Mandato a chiamare Eretteo . . .

    154 ( = 120) SCHOL. (CMVamouX) Od. 1 9.432 Tpayq>Oo\J!.�Évrov oircro ypal!lEl" } ltpomcrtopo\ìcn OÈ evtot, ott Kaì. 11avEill ò 'Içirov, OOç «O Ù'toç E'"(TUU: �iav TIJV 'HiovÈroç !hryattpa . . . » .

    156 (= 5 1b) ScHOL . (L+) AP. lùmo. 3 .62 (2 1 8.2 1 Wendel )

    «EÌ. Kai ltEp Èç A t &x vavtiÀÀll"tat / À.\JCJO�!EVOç ;(OÀ.KÈrov 'Içiova VEtÒ8t OC­ �Ò>V>>' «A.Eyoou & uiòç 'Içirov, OOç Kaì. EùpmiBllç· ««A.Eyoovtoç vii , &­ CJltot' 'IçiroV>>. «EpEKUOllç & 'Avtiovoç. �crì. &, OOç yal!l\­ craç �i.av TI!v 'HiovÈroç !hrya'tÉpa 1t0A.A.à imÈOXEto &.'> 'lçiovt ÈVÉltECJE otà "tOU"tO, KOÌ. OÙOCÌ.ç aÙtÒV f!8EAEV àyvicrat, 01YtE 8EÒ>V OUtE àv8pCÒltrov· ltpÒ>toç yàp È�i4!1UAlOV avopa ÒltÉK"tEtVEV. ÈAEl\craç BÈ a\n:òv Ò ZEùç àyviçEl. KaÌ. ayvt8Eiç 1\pacr8'1 ti;ç 'Hpaç· Ò & ZEùç VEq,ÉATIV Ò"

    D La collocazione di questo frammento e del successivo è molto incerta: è forse pos­ sibile identificare Deioneo (o Deione: cfr. RoscHER 1 884 - 1 9 3 7 , s. v. De"ion n. l ) con Eioneo: cfr. RoscHER 1 884 - 1 93 7 , s. v. Eioneus n. 4 ( Eioneo è il padre di Dia, oltre che nel frammento ferecideo 1 52 ( = 5 1 b), anche in Droo. Src. 4 , 69 ) . UHL 1 96 3 , p . 1 7 , ri tiene invece c h e es s i siano due dei frammenti p e r cui è impossibile trovare una collocazione sicura: «Nicht mehr klar erkennb ar wird der Zusammenhang, in dem Poseidon Aigaios (F 4 3 ) , Daeira ( F 45 ) , die Kabiren und Korybanten (F 4 8 ) , die lbrien (F 49), I xion (F 5 1 ) und Triptolemos (F 5 3 ) vorgekommen sind. Sie m iissen unter die Varia eingereiht werden». Da questo frammento pare possibile ricondurre a Ferecide il fatto che Issione fosse figlio di Pisione e il particolare della follia. D rac­ conto delle vicende d i lssione, così come doveva essere narrato nelle genealogie fe­ recidee, è presentato nelle sue linee essenziali nel frammento successivo. Il

    C fr. F * 89 R a d t .

    Frammenti

    255

    1 5 5 ( 5 1 a) ScHOL. ( EFGQ + ) PIND. Pyth. 2 .40b ( 2 . 3 8.22 Drachmann) 0 =

    c>.

    Libro VII J I Stirpe d i Salmoneo (FF 15 8-164)

    La stirpe di Salmoneo era probabilmente trattata nell'ambito del libro ot­ tavo , come testimoniato dal F 1 60 ( 3 5 a 3 5 F ) , un frammento relativo al servizio di Apollo presso Admeto.2 il F 1 5 8 (= 1 1 7 ) appartiene alla sezione dedicata ai discendenti di Tiro, fi=

    =

    E Per la collocazione di questo frammento, che rimane molto incert a anche per i problemi testuali che esso p resenta, cfr. ]ACOBY 1 92 3 ( = 1 995 ) , p. 540: «dem Athe· ner . . . bleiben nur F 1 7 5 und 1 80 . . . , und sie reiht man dann besser unter die 'Frag· mente ohne Buchzahl' (42 ff. ) ein. F 175 gehort vielleicht in die lxiongeschichte ( F 5 1 ; sonst ist es unter 1 62 · 1 72 zu stellen)».

    18 Cfr. per es. SOPH. Phil. 676 ss. (Ài>YC!l �v È�lJICO\XJ, 07t(J)It(J o· où !!UÀa , l tòv 71EÀLi­ tav Àtnpov 110tÈ Atòç l Kat" ii1!7nlKa Iii] lìpolluoo l 5Écrl!tOV ciJç EjXJÀ.Ev 11ayKpati]ç Kpòvou 11a"iç) ; [ A POLLOD . ] Ep. l , 2 0 ( ò "I�irov ""Hpaç ÈpaaSt:ìç È7tE;(EipEl �tuçecr9at, IC(JÌ 7tpocrayyEtÀiiOT]ç tiìç ""Hpaç yvwvm 9ÈÀ.O>V ò Zeùç, EÌ outroç EXEl tò 11piiyl!a, VE�ÀfiV È�EtKUcraç "Hpçt 7tapÈKÀtVEV amcii · ICllÌ ICauxoljlevov ciJç "Hpçt l!t­ yÈvta ÈvÈOflcrE tpoxcii . ùcll " ou �PÒ!!Evoç lìtà 71VEWUtrov Èv ai9Èpt taÙtl]v tivet lìiKfiV ) ; Luc. Deorum dtal. 9 ( 6 ) . C fr. inoltre I: Aeschyl. Eum. 439 ss. e 7 1 7 s . ; AE­ SCHYL. FF 89-93 Radt; I: Il. l, 268; EuR. FF 424-427 Nauck; Dioo. S1c. 4, 69; HYG . Fab. 62 ; VERG . Georg. 4, 484 ; STRAB. 9, 5 , 1 9 , ecc. 19 «Sono indignato>>, «Sono adirato>>.

    257

    Frammenti

    dopo aver cost ruito una ruota a quattro raggi e averlo incatenato strettamen­ te, si vendica. 18

    157 ( 1 7 5 ) a 2 84 (p. 175 Dyck ) E =

    EP!M. HoM .

    Sull a base dd verbo awmciì , 1 9 Zeus è aÀ. . 2 4

    glia di Salmoneo , dei quali viene in particolare citato N eleo. Si accenna inol ­ t re alla fondazione da parte dell 'eroe di Pilo in Messenia e al suo matrimo­ nio con Cloride figlia di Anfione. Nel framm e nto successivo, 159 (= 1 1 8 ) , viene narrata l a spedizione d i Nestore, i l più giovane dei figli d i Neleo , in Elide, per riprendere i cavalli che Augia aveva sottratto ai Pilii , dopo una ga­ ra in cui questi ultimi erano risultati vincitori .

    20

    «Vendicatore». Da quello che segue sembrerebbe che il testo voglia mettere in evidenza come à­ Àri, KaÌ. yivetal e'ÙOepe!Cù&t.

    ' liro è figlia di Salmoneo (cfr. per es. [APOLLOD. ] l, 90: Tup!Ò lìÈ iJ lÀlÀ.jHOVÉwç 9u­ ytatoç lìÈ NÉ­ crtrop ò É1tÌ. Tpoiav crtpateooaç) ; PA U S . 9, 3 6 , 8 ( NT)À.Eùç Kp118Éroç IXJatÀ.Eurov nu­ À.Ou yuvaiKa Ètllt �ill OÉ I!Ot Ell�tt: Oo ç EtTI l cix; 6n0t' ·�ioun Kaì. tilli.v vEi.Koç èrux6'11 l lillq,ì. �JlÀ.acri'!J. Ot' Èy!Ìl Ktavov 'l't1JI.lovii a . l Èa6Ài>v 'T�tt: t ­ poxiO,V» · NllÀ.E'Ùç 6 nom:t&òvoç, Ì.7t7ttK!Ìl'tatoç 'tcOV Ka6' airtòv 'YEVOI!EYOç, Eltt: ll 'lfE Eì.ç · w.. t v 'innouç Eì.ç 'tÒV \m' Aùyéou KElcrE cr\JV'tEÀ.OUI!EYOV ayoova. V l KT]CIOVt(JJV OÈ tOUtOOV 4J6ovljoaç A Ù'yÉaç ciJtécmacrE 'tOU'tO\Jç KUÌ. 'tO'Ùç iJvto­ XOtx; a4JiìKEV anpaKtouç. NllÀ.E'Ùç M yvoùç iJcruxiav lÌ'YE , Né>, che è una p roposta di Jacoby (cfr. ]ACOBY 1 92 3 [ 1 995 ] , p. 7 2 , apparato ad locum: « A ] ac A Schoi», ma anche p . *25 [ corrigenda ] , do ve lo stu­ dioso propone invece di scrivere «ii ( ? ) �ciìv» ) ; cfr. ]ACOBY 1 92 3 ( 1 995 ) , p . 402 , per le motivazioni che inducono lo studioso a collocare il frammento nell ' ambito del p rimo libro e in part icolare nel settore che a suo parere doveva essere dedicato alle discendenze divine. Contra, cfr. UHL 1 963 , p . 49: «Die Admetosgeschichte ist frei­ lich erst rur das achte Buch (F 3 5 ) bezeugt. Diese Stellung in Buch VIII aber deutet darauf hin, daB Admetos erst im Zusammenhang mit der Alkestissage, also unter dem Salmonidenstemma eingehend erortert wurde. Dieser Zusammenhang wu rde schon von Bertsch [ BERTSCH 18 9 8 , p. 2 1 ] richtig erkannt und damit wohl richtig erkl ii rt , daB Ad metos in der Alkestissage nicht die Zentralgestalt ist, sondem eben Alkestis». La vicenda narrata in questo frammento può anche a mio parere esse re collocata nell'ambito della t rattazione della stirpe di Salmoneo, in quanto Alcesti è figlia di Peli a, il quale, attraverso la madre liro, è per l ' appunto suo nipote. Così an­ che FoWLER 2000, p . 298, apparato ad locum: «Libri numeru m pro corrupto habuit · Jacoby; a corrigere voluit [ . . . ) , et hanc iterationem mortis Aesculapii in septimo li­ bro locare, quo aliae fabulae de Crethei progenie narratae sunt; sed de Alcestide narratur fab ula, non Admeto, a Salmoneo oriunda, u t in novo libro locum habere possit». · a ,

    =

    =

    =

    1 2 Ri guardo alla nascita e all 'educazione di Asclepio, cfr. F 2 9 ( = 3 a = 3 F ) ; n e l F 31 ( = 5 9 ) inol tre viene ricordato che la genealogia di lppocrate era da Ferecide ricon­

    dotta ad Asclepio. Il I l particolare della resurrezione dei morti è presente anche nello Pseudo Apollo­ doro ( 3 , 1 2 0 ) , che racconta come Asclepio riceva da Atena il sangue delle vene d ella Gorgone: usando quello uscito d alle vene di sinistra fa mori re gli uomini, con quello uscito dalle vene di destra può sia curare i malati sia far risorgere i defunt i . Pausania colloca il racconto della guarigione dei malati e della resurrezione dei morti nel Pe-

    Frammenti

    263

    su ordine di Zeus, perché ha ucciso i figli di Bronte, Sterope e Arge. Apollo li uccide adirato con Zeus , perché Zeus ha ucciso suo figlio Asclepio con un fulmine a Pito . 1 2 Watti resuscitava i morti curandoli>> . 1 3 Anassandrida di Delfi1 4 dice che lo serviva perché aveva ucciso il serpente di Pito. Riano '' di­ ce che lo servi di sua volontà poiché era inn amorato di Admeto. E queste so­ no le cose che riguardano il servizio di Apollo. Apollodoro 1 6 poi dice che Asclepio venne fulminato per il fatto che aveva resuscitato lppolito; Amele­ sagora1 7 perché aveva resuscitato Glauco; Paniassi 1 8 Tindaro; gli Orfici 1 9 Imeneo; Stesicoro20 per Capaneo e Licurgo; Ferecide nell'ottavo2 1 libro del­ le Storie afferma che egli faceva ritornare in vita coloro che morivano a Del­ fi.22 Filarco,23 a causa dei figli di Fineo; Telesarco/4 a causa di O rione; Po­ liarco di Cirenel' dice che venne fulminato per aver curato le figlie di Pre­ to.26

    loponneso ( cfr. PAus. 2 , 26, 4-5: Asclepio bambino viene esposto nella reg ione di Epidauro, un pastore lo trova ma non osa prenderlo con sé a causa dell ' evidente na­ tura divina del neonato e avntca Èm yii v tcai 9aì..a aaav 1tiiaav irrf È wto ta u:

    aÀ.À.a ÒltOOa IXJuMlt'tO EUpiatc:E\V ÈltÌ to'iç ICUIJVO\XJ\ tcai on aviO'tTJat u:9vEromç) . Per il commento di questo passo e più in generale dei poteri tradizionalmente attri­ buiti ad Asclepio, cfr. ScARPI 1 996, pp. 580 s . , e in partic. pp. 581 s.: «Asclepio, [ . . . ] insegnando agli uomini a su perare la morte attraverso una 'tÉXVTI rivela tratti ' p ro­ meteici' [ . . . ] . analogo in ciò a Sisifo [ . . . ] , allo stesso Tt resia [ . . . ] e a Tantalo». 1 4 Cfr. FGrHùt 404 F 5. 1 5 Cfr. FGrHist 265 F 5 6 . 6 1 Cfr. FGrHùt 244 F 1 3 9 . 1 7 Cfr. FGrHùt 3 3 0 F 3 . 18 Cfr. F 26 Bemabé. 19 Cfr. F 40 Kem. 20 Cfr. F 1 7 Page ( PMG 1 94 ) = PMGF 1 94 ( i ) . 21 Cfr. supra, n. A . 22 Anche in questa seconda parte del frammento viene ribadita la presenza in Fere­ cide d i un chiaro collegamento t ra le vicende d i Asclepio e Delfi (si tratta di un par­ ticolare ripetuto anche nel F 1 6 1 l= 3 5 b ] ) , dove sarebbero state esercitate le capa­ cità curative d i Asclepio stesso. 2 1 Cfr. FGrHùt 8 1 F 1 8 . 2 4 Cfr. FGrHùt 309 F 2 . 2 ' Cfr. FGrHist 3 7 F l . 26 U n elenco di testimonianze sui personaggi resuscitati da Asclepio è presente a n ­ c h e nello Pseudo Apollodoro ( 3 , 1 2 1 EÙjlov IIÉ nvaç i.Eyo�Jivouç avaa'tf]vm int' aU­

    'tOÙ, Kmmvta tcaì. Autcoùpyov, cix; l:TIJOixopoç �m v 'Epl�uì..u . 'lltltOÀ\J'tOv, cix; ò 'tci Na\Jltatcntccì auyy p a11faç ì..é y El, TuvoopErov, OOç � Oav\Jaaalç, TIJivmov, cix; oi '(}Miltcoì. ì..é y oum, IA.aùtcov tòv MivCJJO ç , cix; MEÀ'lcrayopaç ì..éy El ) ; cfr. inoltre i

    FF successivi .

    Ferecide di Atene

    264

    1 6 1 ( 35b) ScHOL. PIND. Pyth. 3 .96 (2.75 . 1 7 Drachmann ) =

    ÀtyEtat 8f: Ò 'AmcÀ.Tt7ttÒç XPOOci) &J..e a mleì.ç àvacrriì om 'hrnoÀ.utOV U: 6vTtKota · oi. Si: Tuvoapewv, eu:pot Kanavta, oi. Si: lì..aU KO V , oi. Si: 'Op­ l!lt KOÌ. "f�vmov, I.tTt> . . .

    B

    I l testo di questo frammento è riportato nell'edizione di FoWLER 2000 là dove compare il F 1 8 di Acusilao ( p p . 12 ss. ) . Riporto qui soltanto la parte che riguarda Ferecide, che è citato anche in PHLD. lt . EOO. N 242 IVb ( cfr. F 56 [ = 83 ] ) , mentre Schober p ropone di integrare il nome di Ferecide anche in PHLD. lt. EOO. N 242 !Va (cfr. FowLER 2000 p. 1 3 , apparato ad locum, e anche p. 3 64 ) . c Per l e possibili integrazioni, cfr. FowLER 2000, p. 1 3 , apparato a d locum.

    27 Cfr. per es. APOLLOD. FGrHISt 2 4 4 F 1 3 9 . 28 Cfr. per es. PANYASS. F 26 Bemabé. 29 Cfr. per es. STESICH. Cfr. F 17 P a g e ( PMG 1 94 )

    =

    PMGF 1 940-v) .

    Frammenti

    265

    1 6 1 ( 35b) ScHOL. PINo. Pyth. 3 .96 (2.75 . 1 7 Drachmann ) =

    Si racconta che Asclepio, al lettato dall'oro , abbia fatto res uscitare lppolito che era morto;27 A ltri28 Tindaro, a lt ri29 Capaneo , alt ri30 Gla uco, gli Orfici3 1 Imeneo , Stesicoro32 afferma che venne fulminato per Capaneo e Lic urgo; al­ triJJ per aver c urato le Preti di , alt ri34 per aver c urato Orione; Filarcon per­ ché c urò le Fineidi , Ferecide perché faceva si che coloro che morivano a Delfi res uscitassero . 36

    1 62 ( 3 5 c ) IVb (p. 80 Schober, 1 7 , 6-7 Gomperz)8 =

    PHLDM . n . E OO . N 247

    . . . Che Asclepio sia stato ucciso da Ze us lo hanno scritto Esiodo37 e [ . . . llpoç38 e Ferecide di Atene e Paniassi39 e Androne4° e Acusilao.4 1 Anche E u­ ripide nei versi in c ui afferm a : «Ze us infatti avendo ucciso mio figlio>> . . . 42

    es. AMELES. FGrHist 3 3 0 F 3 . Cfr. F 40 Kern. 3 2 Cfr. F 17 Page. ll Cfr. per es. P o L . CvR. FGrHist 37 F l . 34 Cfr. per es . TELES. FGrHist 3 09 F 2 . " Cfr. FGrHist 8 1 F 1 8 . 3 6 Nella terza Pitica Zeus uccide s i a Asclepio s i a l 'anonimo personaggio che e r a stato resuscitato: cfr. vv. 100 ss. XEPt]véa Eupooì..o v 'Y1tépì..aov 'Avrioxov EuJ.LTilìllv I:tépvo7ta :=:av6t7t7tov I:eevéì..a ov, Wc; oc IJ>epeKU!ìllç �­ ai. v 'QJ..E v iav àlìeÀ�V 'ilìwv. 'Aypiou OC !ìiKaç È7tayovtoç autcj} �uy>" Tu&Uç ò Oi.véroç Ai.troM!ç ).lèv �v tò yÉ­ voç· àv6petòtatoç oc trov Ka9' Éamòv yevÒJ.LEvoç en véoç ciìv È9eaaato tòv

    9 Cfr. 1 0 1ì

    FGrHirt 457 F 1 2 . deo discende da Endimione attraverso i l padre Eneo ( m a per l e diverse versioni sulla paternità di lìdeo, cfr. [ A POLLOD . ] l , 7 5 s. e ScARPI 1 996, pp. 462 s . ) , secondo una linea genealogica Endimione - Etolo - Pleurone - Agenore - Portaone - Eneo Tideo: cfr. per es. [ APOLLOD . ] l , 57 ss. È citato da Ferecide anche nella sezione de­ dicata alla guerra tebana: cfr. FF 1 07 ( 95 ) , dove viene raccontato l 'episodio che diede origine al nome della fonte Ismene, e 1 04 (= 97 ) , in cui viene ricordata la cru­ deltà e l a morte di Tideo. 11 ScARPI 1 996, p. 463 propone «adulto» e quindi pronto per il matrimonio; tuttavia il concetto del valore dell'eroe è presente anche nel F 1 67 ( 1 2 2 b ) , dove si afferma che Tideo era avl)peui-ta�oç �rov Ka9" Èau-tOv. 12 1ìdeo si allontana da Calidone, di cui suo padre Eneo era re: cfr. per es. Il. 2, 638 ss. ; Il. 9, 529 ss.; [ A POLLOD . ] l , 64; DIOD. S1c. 4 , 34 ss. , ecc. 11 Cfr. F 4 Bemabé. 14 Melas è uno dei figli di Portaone (o Porteo) e perciò fratello di Eneo e zio di Ti­ deo: cfr. per es. Il. 1 4 , 1 1 5 ss . ( n op9e"i yap �pe"iç 1ta"i1ieç >. La collocazione nel l ' ambito del secondo libro porterebbe invece, secondo Jacoby, a una sistemazione di questo frammento nel­ l ' ambito della sezione dedicata alle discendenze teogoniche (cfr. ]ACOBY 1 92 3 [= 1 995 ) , p . 3 9 1 : «Wenn buchzahl richtig, [ . . . ], aus lbeogonie. Leda ist tochter des Aressohnes Thestios ( Schol . Apoll. Rh. I 1 46 . s . zu 4 F 1 1 9 ) und mutter der Diosku­ ren »l . Cfr. inoltre UHL 1 963 , che p ropende per la collocazione di questo frammento nel l ' ambito del secondo libro (cfr. pp. 19 ss. e in partic. p . 22: «Es ist nun nicht unmoglich, dali Pherekydes im zweiten Buch schon in der Weise auf en Stoff des achten und neunten Buches vorausverwiesen hat, dali er von Gorgophone aus­ gehend die Knotenpunkte zwischen dem a rgivischen, dem spartanischen und dem aitolischen Geschlecht kurz aufgezeigt hat» ) . A mio parere è però p referibile segui­ re la proposta di Jacoby, corregere �· in r(, e considerare questo frammento p rove­ niente dalla sezione dedicata ai discendenti di Pleurone, nipote di Endimione: se­ condo Ferecide infatti Leda e Altea discendono da Pleurone per via materna, m a anche il loro padre, Testio, è talora riconducibile alla medesima stirpe. =

    =

    273

    Frammenti

    servò che il padre per la vecchiaia veniva scacciato dal regno dai figli di Agrio. Perciò uccide i cugini, e con loro involontariamente lo zio paterno. Rifugiatosi ad Argo presso Adrasto re della regione, ottiene purificazione da lui , e ne sposa la figlia Deipile.20 li racconto si trova in Ferecide.2 1

    168 ( 9) ScHOL. AP. RHon. 1 . 1 46-9a ( 1 9. 1 9 Wendel) =

    «l'Etoltde Leda»:

    giustamente l'ha definita Etolide, perché Testio è etolo. E l'ha indicata dal nome della regione, come se uno chiamasse l'abitante di Si­ racusa siceliota o l'abitante di Roma italico. lbicd2 la chiama pleuronia, El­ lanico23 calidonia. Leda era figlia di Testio re dell'Etolia, figlio di Ares e di Demodice, e dicono che sua madre fosse Deidamia. Eurneld4 nei Korin­ thiakà afferma che suo padre era Glauco figlio di Sisifo e sua madre Panti­ dia, e racconta che, dopo aver perso i cavalli, Glauco arrivò a Lacedemone e là si wù a Pantidia; e che in seguito ella sposò Testio, e che perciò Leda, pur essendo figlia naturale di Glauco, fu detta figlia di Testio. Fereci­ de, invece, nell'ottavo libro dice che da Laofone figlia di Pleurone2' nacque-

    20 In questo frammento è esplicita anche la purificazione di Tideo da parte di Adra­ sto. 2 1 Questo frammento presenta qualche problema testuale che ne rende incerta l'in­ terpretazione; si può comunque affermare che siano elementi coerenti con quanto affermato dal frammento precedente la purificazione di Tideo da parte di Adrasto e il matrimonio con Deipile; i FF 1 66 ( 122a) e 1 67 (= 122b) si contraddicono però per quanto riguarda l'identità delle persone uccise da lìdeo: nel primo caso il pro­ p rio fratello Olenia, nel secondo i cugini, che desideravano il regno di Eneo, e so­ prattutto - involontariamente - lo zio paterno. In ogni caso lìdeo deve allontanarsi d alla propria città a causa dell'omicidio di un consanguineo. 22 Cfr. F 2 3 Page ( PMG 3 04 ) = PMGF 304. 23 Cfr. FGrHisl 4 F 1 1 9 (= 47 Ambaglio). 24 Cfr. FGrHist 45 1 F 6. 2' Laofonte ( Laofone è una correzione d i Wilamowitz: cfr. Wn.AMOWITZ 1 926 [= 1 97 1 ] , p. 1 37 : «Aa" KaÌ. «EpeKUOTlç Èv 'tf1 , �aì. tòv 'AYKa"iov intò tou viou auòç 1tÀ.TlYÉvta tòv llTlPÒV tÌ7to9aVE"i v. .

    Kaì..u&o­

    17 1 (= 123 )

    ScHOL. (b codd. BCPE\ T) 1/. 2 .2 1 2 b ( 1 .228.6.'5 Erbse)

    «9epaì. tll ç S' e n j.lOuvoç tlj.lEtpoemìç ÉKoMjxx » · «EpeKUO,ç lìt KaÌ. toi>tov eva trov È7tÌ. tòv KaÀu&òvtov lC07tpov atpatE"OOOVt(l)V �aì.v. ÉKKÀivovta 'Ayaj.ii]Oouç tou l:ruj.I�­ À.Ou) ; [ A POLLOD . ] l , 67 ('AyKa'ioç Kl]$Eùç AuKoùpyou ÉE, 'ApKaOiaç) e 70 ('TI..E ùç [ . . . ] KaÌ 'AyKa'ioç \mò 10u lhjpòç OtE�9cipl]aav) ; Ov. Mel. 8 , 3 1 5 ss., in par­ tic. v. 401 s.: Concidit Ancaeus, glomerataque sanguine multo l viscera lapsa fluunt, made/actaque te"a cruore est; Anceo è anche rappresentato ormai morto sul Vaso François. Per i problemi posti dalla figura di Anceo in Ferecide, cfr. F 26 (= 1 5 5 ) e p. 94 n. 62 . l l Anche Tersite è pertanto legato sia all'episodio della caccia al cingh i ale calidonio, vicenda che in Ferecide spiegherebbe l ' aspetto sgraziato di Tersite (che potrebbe forse appartenere alla generazione precedente rispetto a quella degli eroi che si re­ carono a Troia ) , sia ai discendenti di Endimione. Tersite partecipa alla caccia al cin­ ghiale calidonio anche per Euforione: cfr. F 1 3 1 De Cuenca ( 1 06 Powell = l: 1/. 2, 2 1 2 ) j.iE9' 00\1 �V lC(Jt Ò 8Epai ll]ç, Òç OEtÀ.Clro9EÌç lC!l'tÉÀt:lljiE li]v lt(Jpall!UÀ.alCi]v, É�· �ç �. Kaì à1rijì..9E v Ém nva 101tov U'lfTIÀÒV li]v a(l)ll] p iav lh]p!Òj.IEvoç. ÒVEtOtçoj.IEvoç li€ U!tò MEAEciypou ÉOuilKHO Kaì KaOov Oe napÉOCJJlC E KaÌ. 'tÒV eava'tOV 'tciìv Oev, ÈvtÉÀÀE'tat 'tf1 yuvatlCÌ. Mep67t'\l 'tà •

    2 Si tratta quindi di un frammento che pot rebbe essere legato anche all a t ra t t azione della s t i rp e di Asopo ( cfr. in/ra, n. 5 ) . 3 Il F 1 7 5 ( 1 7 0 a ) , molto b reve, è tratto dal medesimo scolio del p recedente ( a Od. I l , 326) e non fa che ripetere i nomi dei genitori di Locro. 4 Cfr. in/ra, commento ad /ocum, p . 281 n . 1 3 . l P e r i discendenti d i Egina, che h a d a Zeus il figlio Esco, cfr. supra, FF 1 - 12 . Come si è accennato, questo frammento, dato il riferimento a Egina, potrebbe trovare la =

    sua collocazione, oltre che nel l ' ambito delle vicende di Sisifo, anche nella sezione dedicata alle figlie di Asopo (libro primo). 6 Da q u es t o frammento sembra possibile dedu rre c h e per Ferecide Asopo fosse non il fiume della Beozi a , ma quello che scorreva in Sicionia, vicino a Fliunte ( c fr. ToYE 1 99 1 , p. 1 9 1 e anche PAUS. 2, 1 2 , 4 e STRAB. 8, 382) , anche se il nome dell'Ateniese è citato soltanto come testimone dell ' i n tero racconto ed è quindi d i fficile attribuirgli con sicurezza ogni singola notizia. 7 Si tratta dell'isola che prenderà il nome di Egina proprio d a l l ' a r rivo della figlia di Asopo. 8 Sisifo è il fondatore di Corinto, che allora s i chiamava Efira ( d al nome di una delle figlie di Oceano: cfr. PAUS. 2 , l , l É1tEÌ EU!J.TJÌiil ç "(E ò 'A!t�tì..utou tciìv Baqilìrov 1Ca­

    Ì..O U1J. Évrov, oç KaÌ tà ÉltTJ ÀÉ"(Etat ltOtiicrm , �v è:v -rU KoptveiepEKU8Et.

    174 (

    =

    1 7 0cF)

    PSI X 1 1 73 ( saec . iii p . C.) fr. 3• ed. Coppola. Mythographus Homericus

    i]youJ.IÉ ] YT'I 8 (è] JWp [ì. TtÀEiovoç tilv Ttap6e ] viav e'ine:m tù 'Ap [ tÉJ.Lt8t È:Tt] ì tàç K\JVTIYEaia ç . ta [ u­ tT'Içl èpa[aeen s Zeùç à41tKve [i­ tatl cix; a[ i>ltilv Kai Àa6pTJ8É vta 1tai.lia T t nxiv OOEPIIEYÉ9TJ EÌç $0ìç àvilYayEv.

    Ferecide d i Atene

    284

    177 ( = 5 6 ) ScHOL. ( BDEGQ) PINO. Pyth. 4 . 1 60b (2 . 1 2 1 . 1 9 Drachmann)

    «Kat !làv Tt ruòv �À.Oç 'Ap'tt ll t&>ç eijp nxre Kpat7tVOV>>' ou & \mò 'AxoÀ­ ì..wv oç Kaì. 'Ap'tÉ!ltOoç ÈtEÀ.E\rnjE­ pEKUiìT\ç TIÌV llT\tÉpa trov 1tEpÌ. "llìav "ApiJVTJV �cri v, a�· �ç i] rulÀtç· nEiaav­ lìpoç noì..u &Opav, 0EOKpl"toç AaoKO(OOO V. O lrtOl llè 0\lvll lC ilOOOV toi.ç &w­ OICOUpotç. tvEt] Kaì. Ei�u[ 1coç Kaì. TE ] ÀÉatl]ç [KotoUatv] 'tàç 'Aprt [ uiaç !lvr]taK] oooaç \m(ò tclìv BopÉou rtai] owv) mette in relazione il nome di Ferecide con la vicenda dei Boreadi e delle Arpie. 8 Cfr. FowLER 2000, p. 343 : «Ka'ITI( t} l-[ Kovt]iaSat Bi.icheler fo rt . spatio longius; Ka'IT!d [ XJ.L ] iiaSat Luppe, GGA 239 ( 1 987 ) 3 0 n . 4». c Cfr. FowLER 2000, p. 343: « [ tà KU!tpw Schober ( unde Kupriaka; Obbink, spatio congruentius) praeeunte Dietze, Neue ]ahrb. 1 5 3 ( 1 896) 224 ( fr. 14 Davies , 1 5 test. V Bemabé ) ; tà Na\llt a Kna Bi.ichler ( fr. 3 8 Davies)». 4 Per la figura di Ida, cfr. , oltre a AroLL. RHOD. l , 1 5 1 ss . , anche 2 , 817 ss. , e I/. 9, 5 5 3 ss. e 1: ad locum; PlND. Nem. 1 0 , 60 ss. e 1: ad locum; B ACCHYL. Dit. 20; SiMON. F 58 Page ( PMG 563 ) ; PAUS. 3 , 1 3 , l e 4 , 2, 6 ss . ; (APOLLOD. ] l , 60 s . , 67 , 69, 1 1 1 ; 3 , 1 1 7 ; 1 3 5 ss . ; HYG. Fab. 1 4 ; 8 0 e 1 00 ; Ov. Mel. 8 , 3 0 5 ; Fast. 5 , 699 ss. ; PROP. l , 2 , 1 7 ;

    ecc.

    287

    Frammenti

    179 (

    =

    127 )

    ScHoL. (L+) AP. RHon. 1 . 152 (20. 12 Wendel) «l figli di A/areo, il tracotante Ida e Linceo, l giunsero dalla te"a di A rena»:

    Ferecide affe rma che la madre di Ida4 era Arena, da cui prende il nome la città;' Pisandro6 Polidora, Teocrito7 Laocoosa. Costoro furono contempora­ nei dei Dioscuri.8 >:

    À.li1tl')ç 'Aou:polìia, ci & � i lìÈ lloÀ.UIIT'IÌ..O EpEIIIIEÀ.iaç. llepimoç, lhrya 'tÉ peç lìt lleVEÀ.Iilt11 Kai MiJò11 TÌ TljltltUÀ.T'I TÌ Aaolìci��Eta l .

    1 ' Questo frammento potrebbe far parte i n alternativa d i u n a sezione dedicata a i di­ scendenti di Deione (attraverso Laerte, che è solitamente nipote di Cefalo, a sua vol­ ta figlio di Deione) . 16 Esistono diverse tradizioni riguardo al modo in cui si giunse al matrimonio t ra Odisseo e Penelope (cfr. per es. [APOLWD . ) 3 , 1 3 2 , dove Odisseo ottiene Penelope in moglie grazie all'aiuto di 1ìndaro, che ricambia così il consiglio avuto da Odisseo riguardo al matrimonio della figlia Elena, PAUS. 3, 1 2 , l dove si narra di una corsa organizzata da l cario, che viene vinta da Odisseo ) : da questo frammento sembra di poter evincere che l 'iniziativa era stata di Laerte. 17 La contrapposizione tradizionale tra la bellezza di Elena e la virtù di Penelope e ra in questo frammento forse attenuata dalla precisazione che comunque la futura mo­ glie di Odisseo possedeva entrambe le qualità in modo eccezionale: purtroppo il di­ scorso dello scoliasta non è affatto chiaro e il testo p resenta qualche incertezza (dr. n. F). 18 Cfr. FHG III , p. 34 F 3 8 .

    290

    Ferecide di Atene

    0 È v 'tfl ll'G �crì.v O'tl 9ì..a crllt vtoç aùtou VliCl'\craç nèÀ.Oijl Mi� aùnìv ltpòç YUJ.IOV. EpEICUiiTJç liÈ Èv 11' �ai v, i:in O'ÙIC evÈSTJKEV EV tep al;ovt tòv Ell!k>À.Ov, KaÌ. oihwç EKK\JÀlcrllÉ vt oç toU tpoxou EK1tEcrE"iv tòv OivòJ.laov. a\. SE toù OivoJ.!aou 'iltltOt 'Pùlla Kaì. "Ap­ ltt vva. ò liÈ MuptiÀ.Oç 'EpJ.!oÙ ui.òç EK J.ltciç tciìv t.avaoiì 9uyatpciìv cllat: 9o U­ OTJv nìv 'lltltOOOJ.!Etav U1tÉatpE$Ev ÈltÌ. 't'IÌV nEÀ.OltOVVll O OV J.!EtÒ tciìv \m:olttÉprov 't1tlt(J)V KaÌ. tOU MuptiÀou· 1Ca9' òliòv liÈ ICataì..a Jkì>v autòv 1tpo"i 6vta Jtpòç tò $tÀiìcrm aùnìv EpptljiEV Eiç 9aÀacrcraw. .

    . .

    Sti rpe di Pelope ( FF 1 87 - 1 89) u

    Tre frammenti sono probabilmente riconducibili al contesto della narra­ zione delle vicende dei Pelopidi: il F 1 87 (= 1 3 2 ) accenna, con una citazione 8 Cfr. FowLER 2000, p. 299, apparato ad locum: «del. Wendel, Die Oberlie/erung der Scholien zu Apollonios von Rhodos ( 1 93 2 ) 53 (om . P ) ; in editione sua his retentis la­ cunam ante OKEoocravta ( I l ) statuit, quam Jacoby ex Apollod . Epit. 2.7 ita exple­ bat: JlaV'toç Kaì. Eùe611ç v\Jj.l�!lç. cìx; ll>EpEKUiìllb · 'A9t]vairov lìÈ KtcrO"Écoç Kaì. T!lÀ.EKÀ.Ei­ a ç Ei. IllÌ apa Òj.lOj.lTJtptaç a\Ìtfl ò .. A cn o ç . ,

    1 92 ( 1 3 6c) TZETZ. Il. 3 8 . 1 1 Hennann =

    npiaJloç ò Aaoj.léooV'toç Kai. ÀE\JICl1t7t11 ç ui.òç Katà lkpEKUiìTIV tÒV l:\Jpov i.­ atoptiCÒV Yi111aç 'E�eafhlv nìv �UJlavtoç tali 'Hiovt':c:oc; 1t0À.À.O\Ìç J.!Èv ui.oUç. rtoMàç lìÉ ()vyatÉpaç ÈOXTJICE t.

    2 Questa testimonianza, che costituisce probabilmente una citazione letterale, è con·

    fermata dai due frammenti successivi, dove tuttavia il discorso è incentrato su parti· colari diversi. Sembra comunque certo che Ferecide, facendo di Ecuba la figlia di Dimante, ne attestasse un'ascendenza frigia e non tracia, come è invece per le ver· sioni del mito che la considerano figlia di Cisseo. La questione della genealogia di Ecuba era considerata complessa già nell'antichità ed era uno dei p roblemi proposti dall' imperatore liberia ai suoi grammatici: cfr. S u ET . Tib. 70. Per il personaggio di Evagora, cfr. H ES . Theog. 257 e [ APOLWD . ] l , 1 1 , dove è il nome di una delle figlie di Nereo e Doride. ' Cfr. F 62 Schn. 4 Per Ferecide d unque Dimante avrebbe avuto Asio da Eutoe e Ecuba da Evagora. ' Cfr. FGrHist 546 F 2 . 6 Fowler ( cfr. FowLER 2000 , p . 3 4 8 ) propone i l confronto con i l commento di Eusta·

    Frammenti

    30 1

    1 90 (

    =

    1 3 6a)

    ScHOL. (M) Eu R. Hec. 3 ( 1 . 1 1 .9 Schwartz)

    «Polidoro figlio nato da Ecuba figlia di Cisseo»: Ferecide scrive così: «Pria- O mo figlio di Laomedonte sposa Ecuba figlia di Dimante figlio di Eioneo fi­ glio di Proteo e di una ninfa naiade, Evagora».2 Alcuni invece tramandarono come madre di Ecuba Glaucippe figlia di Xanto. Nicandrd in accordo con Euripide affe rma che Ecuba era figlia di Cisseo.

    1 9 1 (= 1 3 6b) ScHOL. (T) Il. 16.7 1 8b (4 .293 . 3 2 Erbse) «a

    . l Asia, ch 'era lo zio materno di Ettore domator di cavalli, l fratello d'E­ cuba, figliuolo di Dimante, l e in Frigia abitava, sul Sangario sco"ente»: di . .

    Dimante e della ninfa Eutoe, come afferma Ferecide.4 Atenione' invece, di Cisseo e di Tdeclia, se è vero che Asio non era nato dalla stessa madre di lei.6

    1 92 (= 1 3 6c)

    TzETZ. Il. 3 8 . 1 1 Hermann

    Priamo figlio di Laomedonte e di Leucippe, secondo lo storico Ferecide di Siro/ sposata Ecuba figlia di Dimante figlio di Eioneo, aveva avuto molti fi­ gli e molte figlie. 8

    zio (I/. 1 082 , 63 ) , che avanza l ' i potesi che Asio ed Ecuba fossero fratelli soltanto per parte di madre ( Ei>purifu)ç lìÉ, 4KJcri., 1mi "A9t]virov Kai T11ÀUÀl:ill11ç KlaaÉroç o"ioo­ mv a\mìv ÉlC""f t: vÉaeal. t:i llÉ yt: "iaroç Ò!!OI!tltpwç !!Òvov ò "Amoç tfl "EKafiu. ou 111Ìv Kai Ò!!01tcitpwç, tòtt: oilllÉ v KWÀUEl tòv IJÈv Amov �wavtoç dvm, KlaaÉroç lìÉ ti]v "EKalill v ) . 7 Si tratta evidentemente di una svista da parte dell'autore (cfr. FoWLER 2000 , p. 3 4 8 , apparato ad /ocum: «tÒv l:i>pov add. Tzetzes perperam»): l 'argomento genealogico ri porta sicuramente a Ferecide ateniese. 8 Il numero dei figli di Priamo è tradizionalmente cinquanta, ma nessun autore ne riporta tutti i nomi: la lista più l unga è quella dello Pseudo Apollodoro ( 3 , 1 47 ss. ) , c h e ne elenca quarantase!te. Quelli avuti da Ecuba sono cinquanta p e r Euripide (Hec. 42 1 ) , quattordici per lo Pseudo Apollodoro ( 3 , 148 ss. ) , diciannove in Il. 24, 496 e l: Eur. llec. 42 1 , ecc. •

    Ferecide d i Atene

    302

    1 93 (

    ScHoL.

    =

    137)

    ( T ) Il. 24 .25 1 b

    va crtÒÀ.OV>>' tò èl;f)ç \nteplxnòv 1tpòç ffiva · ,; yàp 7tpòç tcatro9E ÀEiltn, èàv ffiva �crO>va moÀ.Ov ypai!IYJtat · ei & ypa1jiOJ.Lf:V ei va$, tcat ta\rtrJv �v É1tfi:JVUI!OV Étcei vou yevÉcr8at, tàç oc 7tOÀ.Etç tciìv 1tai&ov aùtou. ·muta llÉ oùx 'OJ.LTJpttca· oi. �v yàp Ke�!�aUT]veç Ù1tÒ 'O!loocrei. tcaì. AaipTU. ti !lÈ Tài!K>ç ÙTtÒ tcii MÉVTU . . . où!l' 'EUavttcoç 'OJ.LTJ­ pttcciìç, �ouì.iX,toV n'Jv Ke$aMT]viav ÀÉyO>v. tò J.LÈv yàp Ù1tò MÉ"(ll'tt e'ipT]tat tcaì. ai À.Ot1taì. 'Ex.tva!leç, o'i u: Évottcouvu:ç 'ETtEtoì. { u:} Él; "ID..t !loç àl!ltYJ.LÈ­ vot · !lt67tEp tcaì. tòv •ntov tòv KuUtivtov «cJ)uÀ.Ei&O> hapov J.LeyalhJJ.LO>V

    Per questo personaggio, cfr. anche HYG. Fab. 90, l . Anche in Ferecide doveva quindi essere presente il motivo del g ran numero dei figli di Priamo, di cui alcuni nati da Ecuba, altri da altre donne. 10 La considerazione dello scoliasta è volta a far comprendere come non si debba vi­ ceversa intendere Oioç come aggettivo e 'Ayaooç come nome p roprio; un problema analogo è presente nel F 223 (= 1 69 ) . 1 1 Lo scoliasta sta commentando un'altra possibile lezione; il termine 9i.ç, 9tv6ç, «>, ( Si va �aOlVa ) non sarebbe adatto al contesto in quanto non coe· rente con quanto segue. Invece la lettura dva (�arova ) si spiegherebbe con l ' allu­ sione alla versione del mito - ferecidea - secondo la quale Paride avrebbe avuto una flotta di nove navi. 9

    303

    Frammenti

    1 93 ( = 1 3 7 ) ScHoL. ( T ) Il. 24 .25 1 b «Dezfobo e Ippotoo e il nobile Dior>>: Ferecide afferma che Dio era figlio ille­ gittimo di Priamo.9 Dunque il termine ayaooç sarà un aggettivo. 10

    1 94 (

    =

    138)

    SCHOL. (ss.3+ ) LYCOPHR. A lex. 1 00 (54 . 1 8 Scheer) «fermerai la /lotta dalle nove vele>>: l'iperbato che segue riguarda 9i.va ; 1 1 in­

    fatti questo termine, «spiaggia>>, fa difficoltà rispetto a quanto segue, qualo­ ra si scriva 9i.va �arova12 a-t6ì..o v ; se invece scriveremo Eivac!Kòaarova , sarà, come afferma Ferecide, perché Alessandro navigò con nove navi . n

    1 95 ( = 1 3 9 ) STRAB. 10.2 . 1 4 p. 4 5 5 (2.354.20 Kramer)

    Alcuni non esitarono ad affermare che Cefalonia deve essere identificata con Dulichio; altri con Tafo, e che i Cefalleni sono Tafi ed anche Tdeboi, e che Anfitrione condusse qui una spedizione con Cefalo figlio di Deioneo, che era stato da lui accolto quando si trovava in esilio da Atene, e che conquistò l'isola e la affi dò a Cefalo, e l'isola prese il nome da lui, e le città dai suoi fi­ gli. Ma tutto ciò non è presente nd racconto america: i Cefalleni infani era­ no sotto il comando di Odisseo e di Laerte, m entre Tafo sotto quello di Mente14 Neppure Ellanico1' segue la versione america, affermando che Cefalonia è Dulichio. Infatti quest'ultima è detta sotto l'autorità di Megete, così come le altre Echinadi e gli Epei giunti dall 'Elide che vi abitavano: per­ ciò chiama anche il cill enio Oto «compagno del Fileide, capo dei magnanimi • • •

    v. 26. Per la costruzione delle navi con le quali Paride si reca a Sparta, cfr. Il. 5, 59 ss.; [AroLWD. ] Ep. 3 , 2 ; Cypria F 37 Bernabé e A rg. p . 3 9 Be rnabé, passi in cui però

    1 2 ll termine �aCilV, «Vela», ricorre nel l 'A lessandra al Il

    non si accenna al numero delle navi; il numero nove ritorna tuttavia nel numero di giorni che Paride avrebbe trascorso presso Menelao prima di rapire Elena: cfr. per es . [ AroLLOD. ] Ep. 3, 3, nonché negli anni che avrebbe avuto Ermione in quel mo­ mento (ibid. ) . Cfr. inoltre F 1 96 ( 140) per i nove anni durante i quali i G reci ri­ m angono presso Anio, prima di poter conquistare, al decimo, Troia. 1 4 C fr. Od. l, 1 80 s. 1' Cfr. HELLAN. FGrHist 4 F 1 44 ( = 83 Ambaglio) e relativo commento AM BAGLIO 1 980, p . 127. =

    Ferecide di Atene

    304

    Ùp;(ÒV 'E!tetciiV» ICOÀ.t:l.' «a'Ùtàp 'OihJO'OE'Ùç �'YE KE�Uiìvaç 11E'Y09UI!Ouç». oiYt' où v �O UÀ i;( l OV n KE�ÀÀT)via ICa6' O ill] P OV oùu: tiìç KE�Unviaç tò �ouUx w v, cix; "Avoprov �cri· tò �v yàp 'EltEtoì. ICau:'ix.ov, n,v OÈ KE�­ À.J1vtàv OÀ.TIV KE�Uiìveç, ICOÌ. int' 'Ooucrm::'i , oi o' imò MÉ'Yll 'tl . OÙOÈ naì..t:'iç �O UÀ.t ;( l O V iJctl' 'OiliJPOU À.Éyovtat, ciJç ypa�l «J>EpEIC\JOnç. I!OÀ.lO'tll 8' Évav­ 'tlOU'tat 'O!ltiPt:t> ò n,v KE�Unviav n,v a\mìv tcii �ouÀ. t ;( i q> À.Éyrov, EiltEp troV 11VJ1CJ'tti p rov ÉIC �V �O U À.l;( t OlO 000 ICOÌ. ltEVtTtiCOV'tll � O'O V , ÉIC OC llii!TJC; 7ticrupEç u: IC a Ì EliCOm. où yàp to\rt' àv Ei11 À.Éyrov, Él; iiì..11 ç I!ÈV tòcrouç, ÉIC OÈ llliÌç trov U:ttaprov 1tapà 000 toùç nlliOEtç. EÌ. o' èi p a tomo 8cixret nç, É pl]O'Ò J.1E6 a tiç !ÌV Etl] n lliJ.IT), o t av OVt(J) �· v È'tci>v, cOç ' Hpòlìropoç Év neÀ.OTtEi�.

    A Il nome di Ferecide in questo frammento non è t ramandato dai codici, ma è frutto di una congettura (cfr. FoWLER 2 0 00 , p. 3 5 1 , apparato ad locum: EpEKPci"lç H X» ) ; Eustazio ( 1 72 1 , 32 ss. 'I8 el; Eùpuav. Il contenuto del frammento potrebbe riferirsi al contesto del libro ottavo (una confusione tra T] e t non è certo insolit a ) , là dove veniva introdotta la fi ­ gura di Pelope. Volendo conservare la correzione di Schwartz, si potrebbe pensare a un punto dell 'opera conclusivo delle vicende dei Pelopidi, in cui veniva ricordata l'origine della stirpe. 8 Cfr. FowLER 2000, p. 3 0 1 , apparato ad locum: «i.otopci] i.otopcimkn M È i.otopo\xnv?». In ef· fetti la proposta di Fowler risolverebbe sia il problema dell' incerta indicazione di Ji. bro sia quello del soggetto del verbo icnopÉro. =

    11 Per il possibile contenuto del decimo libro Oa genealogia di Antiope, figlia di Asopo) , cfr. pp. 3 14 ss. Per il F 204 ( 40), cfr. supra , p . 3 1 1 . 12 Come ricorda Jacoby (cfr. ]ACOBY 1 923 [ = 1 995 ] , p. 405 ) , il nome di Anfidamanro può ricorrere nelle vicende di Panda reo ( per le quali cfr. F 2 1 1 [ 1 2 4 ] ) , poiché se· =

    =

    Frammenti

    315

    Libro X 1 1

    204 ( 40) ScHOL. ( MTB) EuR. Or. 1 1 ( 1 .97 . 1 2 Schwartz) =

    « Tanta/o generò Pelope»: da Euritemiste figlia di Xanto, o da Clizia figlia di Anfidamanto, 1 2 come racconta Ferecide nel decimo lib ro ; come invece affer­ ma < > da Eurianassa figlia di P a tt olo 1 3 .

    Zeto, infatti , la città viene da loro conquistata sotto la guida dd re Eurima­ co, e rimane abbandonata fino all ' arrivo di Cadmo ( FF 208 e 209 ) ; i Flegiei però vengono uccisi da Apollo per volere di Zeus, anche perché hanno osato incendiare il tempio di Delfi ( F 2 09 ) . TI F 2 1 1 ( 124) concerne invece il matrimonio di Zeto con Aedona figlia di Pandareo e la nascita dei loro figli Itilo e Naiade: Aedona, invidiosa di N io­ be, uccide Itilo pensando che sia uno dei figli di Anfione e di Niobe stessa, e viene trasformata in usignolo da Zeus. Nd F 2 12 ( 1 2 5 ) viene nuovamente ricordata Naiade figlia di Zeto, che dà il suo nome a una ddle sette porte di =

    =

    condo lo scolio a Od. 20, 66, una 'ApJ.la96n figlia di Anfidamanto è moglie appunto di Pandareo; il nome di Clizia ricorre invece nel F 2 1 3 ( = 1 2 6 ) , dove è una delle fi­ glie di Niobe. Cfr. anche PAUS. I O , 30, 2, passo in cui si afferma che una Clizia figlia di Pandareo fu rapp resentata da Polignoto a Delfi: noÀ.VyVOl'tOç lìÈ Kopaç 'tE ÈO'tE­ +aviJJI!É vn ç iiv9€crt KaÌ ltmçoooaç eypalj!EV aatpayaÀ.Otç, OVOJ.la BÈ a\rm'iç Ka­ J.l.Etpro "tE Kaì Kì..u-ri n. Il Il Pattolo colloca l 'origine di Pelope in Asia, cosl come lo Xanto. Come moglie di Tantalo è ricordato, oltre a quelli qui citati dallo scoliasta, anche il nome di Dione ( cfr. per es. Ov. Mel. 6, 172 ss. ; HYG. Fab. 9, 82 e 83; ecc . ) o quello di Sterope (cfr. per es. Myth. Va t. l , 204 1àntalus de Sterope genuit Nioben et Pelopem ) , entrambe fi­ glie di Atlante. Per la forma Eurianassa, cfr. per es. I: Eur. Or. 4 Tavtciì..o u OÈ Kaì Eùpuavaaanç nÉì..o 1j1 , Bpo'tÉaç, Nto�n: TzETZ. I: Lyc. 52 e I: Pind. 01. l , 72a. Cfr. inoltre EuR. Jph. A ul. 1 1 48 ss., dove Clitemnestra afferma di essere stata sposata con Tantalo (probabilmente un d iscendente del fondatore della stirpe, figlio di lìeste: cfr. [ AroLLOD . ] Ep. 2 , 1 5 ) prima che Agamennone lo uccidesse. 1 Per i problemi presentati da questa sezione dell'opera, cfr. supra, pp. 25 ss. 2 Sulla questione dell'identità del padre di Antiope, cfr. supra, pp. 25 s. 3 A questi si aggiunge il F 2 1 0 ( = 4 l dF ) (cfr. FowLER 2000, p. 3 02 ) .

    Ferecide di Atene

    3 16

    Tebe, mentre nel F 2 1 3 (= 126) sono menzionati i nomi dei sei figli e delle sei figlie di Niobe. lnfine, nel F 2 1 4 (= 3 8 ) , che presenta una citazione letterale e

    205 (= 4 l a) ScHOL. (L+) AP. RHon. 1 .740- 1 a (62 . 1 1 Wendel) pllirov, 'Aj.l,irov 5È 1Cl9apcplìiav f]mcn. liOv'toç a\rt� ì..\Jpav 'Ep!!oÙ.

    9 Per la devastazione compiuta da Eurimaco, cfr. anche l: Od. I l , 262 (on oi !tEpÌ.

    'Aj.l,iova E'tEi;x:umv tàç ei)!XJç lità tò M:yooç. !!Età lìE -rEM:univ a\rtrov 1Catacnca�icrll ç tiìç 1t6M:roç intò E\Jpu1Hixou toù ll>M:yurov !XJmUroç, Kci&­ !!Oç Ucm:pov EÀ.9cÌlv àvÉKnOE 'flÌv 911 1\rt v) - immediatamente precedente a quello che ci riporta la testimonianza di Ferecide - e EusT. Il. 1 3 , 301 s . (ÒI!oiroç 5È lCOÌ. oi. ll>M:yi>al, O!!OPOl to"iç ·�Upolç Òv'tEç iì lCatOllCOl tiìç EV ll>rolCirolCiOoç, àOEI\E'iç àv>. Ferecide ci trasmette anche la causa, perché prendevano precauzioni contro i Flegiei, che erano nemici . 1 4

    208 ( = 4 1 d) SCHOL. ( T ) Il. 1 3 3 02a ( 3 457 .26 Erbse) .

    .

    Anche Ferecide racconta dei Flegiei: che Tebe stessa fu fortificata da Anfio­ ne e Zeta per questo motivo, per timore dei Flegiei. 11 E che, dopo questi av­ venimenti, Tebe fu da loro conquistata quando era re Eurimaco, e la città ri­ mase abbandonata fino all'arrivo di Cadmo.16

    209 ( 4 1 e 4 1 cF) ScHOL. ( A , D codd. CHRVLa, Ge. II ( 2 . 127 .8 Nicole)) Il. 1 3 .30.2 =

    =

    I Flegiei che abitavano Gortina conducevano una vita da predoni, del tutto W. [ = PALAEPH. 4 1 (42 } p. 62 Festa] ltf:pÌ Z�9ou rmì "Av.c!>iovoç iatopofxnv Ullo t tE 1COÌ "Haioooç, on 1Ct9cipat tò tEl;(Oç tii ç 9TilhJç ÈtEt;(taav) e da Eumelo di Corinto (cfr. F 13 E\Jpcbma Bemabé [ = PAUS. 9, 5 , 8 ] ò ÒÈ tà E7ITI Èç E\JpWm,v 7tOtl\aaç c!lrlaìv "Av.c!>iova XJll\aaaSm ÀUpat 7tpò">tov " Ep!!oii òtoo!;avtoç. ltf:1tOt'11CE ÒÈ Kaì Ullrov 1COÌ lhjpirov, on 1COÌ taUro (itòrov fryE ) . 1 4 Cfr. F F 1 7 3 (= 1 70b), 1 74 (= 1 7 0cf) e 1 75 ( = 1 7 0a ) , dove s i racconta che anche Locro partecipa alla fortificazione di Tebe insieme con Anfione e Zeto. 1' Pare riportabile direttamente a Ferecide soltanto la prima parte del frammento, ma in base alle altre testimonianze parallele (cfr. in part icolare FF 206 [ = 4 1 b ] e 209 [ = 4 1 e = 4 1 cf] ) , possiamo concludere che anche la conquista di Tebe da parte del re Eurimaco fosse narrata nell'opera ferecidea. 16 Per gli eventi legati all' arrivo di Cadmo a Tebe in Ferecide, cfr. FF 9 1 -95 . La fort i ­ ficazione di Tebe da parte di Anfione e Ze t o è spesso legata all ' esilio di Laio: p e r es. nello Pseudo Apollodoro ( 3 , 40 ss. ) Laio viene cacciato da Tebe dai due gemelli, do­ po l 'uccisione di Lico. In questa versione del mito la vicenda è situata quindi crono­ logicamente in un periodo posteriore al regno di Cadmo, mentre nel frammento fe­ recideo si afferma che, dopo la devastazione compiuta da Eurimaco, Tebe rimase abbandonata fino all'arrivo dell'eroe. Riguardo alla conciliazione del mito di Cadmo e di quello di Anfione e Zeto nella narrazione delle origini di Tebe, cfr. VIAN 1 963 , p. 7 3 e SoRDI 1 966, p. 1 8 , in partic. n. 30: la versione ferecidea costituisce un tentati­ vo di conservare e di conciliare cronologicamente due diversi miti di fondazione.

    Ferecide d i Atene

    320

    �iov· tmÌ. KatatpÉJ(OYtEç toùç !OCptOlKO\Jç J(OÀ.E!tci>ç JÌOÌ.KOUV. Sr!�tOl lìt JtÀ.llmÒJ(ropat iivteç è&lioiKeaav Kaì. �J(pt !tOÀ.À.OÙ, e\. lllÌ 'Ajl.�irov KaÌ. Zf]6oç oì. .1tòç Kaì. 'Avtt61tll ç Ètei)(taav tàç E>Ti �ç. et)(E yàp 'Ajl.�irov À.upav !tapà Moumii v a\rr qi OEOo1J.ÉV11 Y , ot' �ç KatÉ6EÀ.yE KOÌ. toùç À.i6ouç, cOOtE KUÌ. 1tpÒç tJÌV tElJ(OOOIJ.lOV aÙtOjl.àtroç È1tÉpJ(Ea6at. tOVt(J)Y IJ.ÈV OÙV çcilvtrov oùoèv oi. À.qum toùç 9T]Jkxiouç KaKòv i]ouvavto ota6e"ivm, 9a­ v6vtrov oè aùtcii v ÈJOCÀ.66vteç aùv EùpUIJ.OJ(Ql tqi �mì..E"i tàç 61iJXxç EÌÀ.Ov· xì..E i ova Oè toÀ.IJ.ciivteç àotKi!IJ.ata Katà .1tòç xpoaipemv \mò 'A!tOUrovoç lite�6àp11aav. i] i.atopia xapà EpeKu&t .

    2 1 0 ( 4 1 dF) XLII 3003 (saec. ii p . C . ) i ed. Parsons. Mythographus Homericus =

    P Oxy.

    ± 8] «·il[è 11e hà ì..E y ooç IJ.E"f [aÀ.i!to] paç.» ì..E y\Jm oì.K] c;>ùvu:: ç .�.ep9.vtavD ÈÀ.llt [ çovho touç JOCptaitcouç] · 9T]Jkxirov ilè EÙÀ.a�UIJ.� [ vro] y a\rr o ùç oi. JOCpì. Zf]6]ov Kaì. 'A11�iova tEtJ(i'ç'oum ti]v JtÒÀ.tv · dJ(E yàp 'A11l �irov àxò tciiv Mouaciiv ì..u pav JCPOOÌÌ Y ot' � ç toùç] ì..i 6ouç EJOCt6Ev < >o OÙKÉtl �À.6ov oi. ì..E y u­ at . ] �;:ç eroç àxo6av6vtrov tciiv JOCpì. �� [6o]v aùv EùpUIJ.OJ(Ql tqi �mì..E'i èJti!pxovto Ka.�;::rc;> . [ ± 7] a\rr o ùç 'Ax6Urov Katetapt[ap](J)(JEv. .

    .

    2 1 1 ( = 124) SCHOL. ( CMVamou) Od. 1 9.5 1 8 « v, roç �m c!IE­ pE!CUST]ç.

    2 12 (

    =

    125 )

    ScHOL. EuR. Phoen . 1 1 04 ( 1 .363 .23 Schwartz)

    «NTJhatç n\Jwt9>· � ànò NTJiOoç 'tijç ·��iovoç Kaì Ntòi}T]ç. � È7tEÌ. VÉa'tai Eimv. ò Si: c!IE pEKi>liTJç ànò NTJtooç 'tii ç Zi]8ou fhry a'tpò ç.

    2 1 3 ( 126) ScHOL. EuR. Phoen. 1 5 9 ( 1 .27 1 . 1 4 Schwartz) =

    «É7t'tà 7tap9ivrov 'tO�\J 7tÉÀ.aç l Ntò !nlç» ' cl>EpE!COOTJç & �m v EXE tV auniv naiOaç eç, 'AWÀ.lCO�VÉa cl>T]pÉa Eii&>pov A.Um7t7tOV ::: a veov "Apyeiov, eu19 Per il termine À.E\JK07tWMJç, cfr. EuR. Herc. F 26 ss (yÉpwv SÈ Sti ne; t'cm Ka51.1Eiwv AOyoç l Wc; �v 1tapoc; �iPICTIÒç KaÌ. 'tÒ 1tEV9ep6ç. omro KaÌ. Ìl y!V..roç KaÌ. Ìl eì.­ VO'tElp . . . < > e Ei.va-retp

    «cognata>> . . . 2 . . . che Daira sia un 'espressione relativa a una divinità, lo dimostra colui che ha detto:> «Ferecide racconta che D ai ra era sorella di Stige.4 E sembra>> affe rma «che sia così: infatti gli antichi collegano Daira a una so­ stanza umida>>.

    I!OUVoyÉvEtav] tò �aipav ICat' V..À.Etljllv Èan to\J r: lità tÒ I!Ètp o v · �ciEtpav yàp È­ an . ÀÉ"fEl Oè TÌJV nEpaE�VTJV, ciJç MlÀ.Oi tò I!OUVO"fÉVEtav); TzFrZ. Lyc. 7 1 0 ( �a Et ­

    pa Tt nEpaE�VlJ !tapà 'Aihjvaiotç !tapà TÌ]v �00 ÈltE lOft I!Età OQOWV È!tltEÀ.Ettal airrf!ç tà 1!\XJ'TÌJPla iì on �oo $éa t ò yévoç àvayou­ mv aÙ'rou ( se. 'OJ.il'Jpou) . Maiova yap c�Kim tòv 'OJ.il'Jpou 1tatépa Kaì 1\i.ov tòv 'Hmòlìou yevéaem 'A7tEUilìoç tou MeÀ.avCÒltou tou 'Eltt�a&oç tou Xapt�J.iou tou cl>ti..o tépltEoç tou 'llìJ.iovilìa tou EuKì..é ouç tou 1\(l)j)ioovoç tou 'Op4léooç.

    223 (= 1 69) ScHOL. (A) Il. 2.592b ( 1 .3 1 0.29 Erbse) «Kaì 9poov, 'A�wi.o 1tòpov, Kaì éiiKntov Ai.!t'li»· E 'Api01:apxoç OOç «òl;'li». cnryKatati9etm lìÈ amci) Kai. 'A�toUOiìropoç. cl>EpeK'Iilì11ç Iii: ò 'A91"1vai.oç tò J.IÈV EuKntov Kupwv OVOJ.Ia 7tapÈÀ.af3e, tò lìÈ ai!t'li È7ti9Etov. l.ÀtrtrttKo'iç [ = 3 , 3 1 ] . Éopti] nç 'AihiVllO t V oiitro Kawu!!EVT'I. �v �at tMxopoç Év W VE V OI!i a9a t , Ka9' �v �!!Epav "Imv ò EoU9ou tl}ori9Eae arro ulìiit rroUiit rtOÀEI!O'IJI!Évmç 'A9r]vaimç intò EW,òÀltE­ pEKVIillç Kal J.IEt' ÈKElVOV 'Avtioxoç ÀÉyovu:ç KQl lita tOUtO KEKÀfJCJ6at dtovuaov ç ÈK .1tòç Èç v\Jaaç pÉovta. v\Joaç yap, q,mv, ÈKawuv tà Oèv­ lipa. d t' ÈltEçiam q,uotKOOu:pov tqì Àoyq> ÀÉyovtEç " Jmv J.1EtWVOJ.lao9at tTÌV YllV OltÒ t1Ìç ltEpl tTÌV 9ÉtEwç 9u­ yatp6ç) e TzETZ . r Lyc. 1 206 ( dove sono presentate anche le numerose varianti che collegano l'eroe Ogigo con Tebe in Beoz i a ) . Per Ogigo, cfr. inoltre PAUS. l , 38, 7 ( per la tradizione secondo la quale un Ogigo fu padre di Eleusi ) ; 9, 5 , l ; 3 3 , 5 .

    Frammenti

    345

    Zeus e che scorre verso la terra;l2 Oro figlio di tBronte tapwvH dai dolci frutti. Dicono queste cose riguardo a34 Ogigo e alla moglie di questi Tebe:" dicono cioè sia che, dopo l'arrivo degli Attici autoctoni in Egitto, per la p ri­ ma volta istituirono i misteri di Iside, sia che chiamarono così questi dèi , do­ po che Ogigo ebbe fondato la città di Tebe in Egitto.

    230 ( 1 7 9 ) SCHOL. in Alusno. Panathenaicum (320. 1 Dindorf) L =

    Dice statue a motivo dd Palladio, quello che giunse da Troia.J6 Infatti De­ mofild7 lo prese a Diomede e lo ponò in città, come racconta Lisia nd di­ scorso Per Socrate contro Policrate. JB Racconta anche di molti alt ri Pall adi . Di quello dd tempo di Alalcomeno autoctond9 e di quelli chiamati dagli Ateniesi yEijlupa"iot, 40 come narrano Ferecide e Antioco;41 e di quelli portati sulla terra durante la battaglia dei giganti, come afferma Filarco negli Agrapha.42 Chiamavano Palladio, secondo quanto afferma Ferecide, le sta16

    Per il Palladio, cfr. SoPH. FF 3 67 - 3 69 Radt; [ EuR. ] Rhes. 5 0 1 ss . ; [APOLLOD. ) 3 , ss . e d Ep. 5 , l O ss. ; DION. HAL . l , 6 8 s s . ; CoN. FGrHist 2 6 F l XXXIV; CLEM. ALESS. Pro/r. 4 , 4 7 ; V E RG . Aen. 2 , 1 62 ss . ; SERV. Verg. Aen. 2 , 1 66 ; Ov. Mel. 1 3 , l ss . ; I: Il. 6 , 3 1 1 ; Sum. s . IJ . EltÌ naUaòiq> e s . IJ. �\OilftÒ€lOç àvriyKTJ. 1 7 Poiché esiste una versione del mito secondo la quale Demofonte figlio di Teseo era riuscito a impadronirsi della statua (cfr. per es. Sum. s. v. E:m naUaòiq>) , è stato propongono d i correggere �TJilOcjltÀ.Oç - personaggio non altrimenti noto - in �TJ­ Il oljlciiv (cfr. ]ACOBY 1 92 3 [ = 1 995 ] , p . 1 0 3 , apparato ad locum). 18 Cfr. CXIII Thalheim. 19 Cfr. ]ACOBY 1 92 3 (= 1 9 95 ) , p. 1 03 apparato ad locum: «Kat" ·AÀ.aÀ.lCOI!EVOV O Mueller Kamhol!f:vov ( KataÀ.uOI!EVOV D) S c hol K a tà tò À.EYÒI!Evov a\mix8ovoç C Mueller». Per un Alalcomeneo autoctono, cfr. PAUS. 9, 3 3 , 5 ( "AÀ.aÀ.lCOI!Evaì ÒE KCÒI!TJ l!f:v E:an où I!EyOÀ.TJ [ . . . ] yEVÉa9at òE a\niì tÒ ovolla I!EV à1tò ·AÀ.aÀ.lCO­ I!EVÉmç àvòpòç aùtòx8ovoç, \mò toùtou òE: "AOTJviìv tpacjlii vm ì..E y oumv · oì òE Elvm Kaì tJiv ·AÀ.!IÀ.KOI!Eviav trov l}yU'(ou 8uya"tÉprov $tVOUV"tl tftç lll p uyiaç.

    232° TZETZIS Schol. ad Posthomerica 5 12 ed. post F. Jacobs (ed. Posthomen·ca 1 793 ) M. Papathomopoulos , Nouveaux /ragments d'auteurs anciens (loannina 1 980) 55 sq. tò naU.OBtov "tiìç .A9t]vciç �v ÈKM(llj.l a çuÀ.tVOV. JXxmaçov oopu Kal. it­ À.aK01:fiV, tpl!tfiXU tqi j.lE"(É9et . KOÌ. ll>EpEKlXìflç j.lÈV nciv j.lO�a ax_Etpo1t0lf11: 0 V KOÌ. nciv eç OU p OVOU !tpÒç yiìv fXxUOj.tEVOV naÀÀ auyy É vEta natpòç Èj.tou . . . l 'Ayaj.lÈj.lVOV» ' P napoaov ò I:tpò�wç 'Avaçt­ �iav > 40, 1 985 , pp. 3 38-348. D. VIVIERS, 1 /iston.ographie el propagande politique au

    V' siècle avanl no/re ère; /es Philaides el la Chersonèse de 1hrace, «RFIC>> 1 1 5 , 1 987 , pp. 2 88 - 3 1 3 . D . VIVIERS, Démocratie athénienne et symbolisme thé­ séen , 1 3 , 1 995 , pp. 67 -80. H . T. WADE-G ERY, The Poet o/ Iliad, Cambridge 1 952 . H . ] . WALKER, Theseus and Athens, Oxford 1 995 . Scholia in Apollonium Rhodium, ree. C. WENDEL, edi­

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    360

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    a1tÉ8aVE a1to8avciv O!tOIC'tElVal 'A!toUwv 'Apal3ou apéitat 'ApyEioç "ApyEw

    'Apyt01tl]V "Apyoç "Apyoç "Apyn 'ApÉcrtwp " Ap n ç " ApE wç àptcrttp6v 'ApKaliiaç OpiCtOV CÌpotpEUwV apoupav Aptt� t ç 'AptÉ�tlioç 'ApxEmMiou apxovtoç acra�l3aÀoç 'Am;À.Tj!ttov 'Acrn�lioucrav 'AtpÉwç "AruiJvoç •

    1 07 ( = 95 ) 2 1 4 (= 3 8 ) 124 (= 1 0 5 ) 92 ( = 22a) 2 1 4 ( = 38) 92 (= 22a) 92 (= 22a) 160 (= 3 5 a = 3 5 F ) 72 ( = 1 8a ) 72 (= 1 8a ) 1 07 (= 95 ) 2 (= ! b ) , 6 (= l a ) , 1 2 4 ( = 1 05 ) , 202 ( = 1 3 5 a = 1 3 5 F) 1 07 (= 95 ) , 1 1 7 (= 1 0 1 ) 15 ( = 1 4 6 ) , 27 ( = 1 5 6 ) ' , 39 ( = 66 ) , 42 ( = 8 ) , 85 ( = 168), 1 83 ( = 3 9 ) I O ( = 63 = 1 35AF) 124 ( = 1 05 ) 202 ( = 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 160 (= 3 5 a = 35F)2 87 ( = 86) 2 1 4 (= 3 8 ) 1 87 (= 1 3 2 ) 160 (= 3 5 a = 3 5 F l 86 ( = 2 1 ) 39 (= 66) 39 ( = 66) 39 (= 66) 3 9 (= 66) 92 ( = 22a) 92 (= 22a) 124 ( = 1 0 5 ) 74 ( = 82a ) 2 1 4 (= 1 3 8 ) 124 (= 1 0 5 ) 92 (= 22a) 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 74 (= 82a ) 13 (= 2 )2 124 (= 1 05 ) 1 60 (= 35a = 3 5 F ) 1 07 (= 95 ) 1 88 (= 20) 87 ( = 86)2

    389

    G lossario

    AùyÉaç aim.Ka a\m)ç

    AùyÉou aim.Ka amoù a\rriìç aùtt:ii t aùt6v

    aùtJiv amoùç à�tpÉro à'tKVÉOI.IDl à x oç JIQ Uro

    ama ç à�tpE'itat à'tKVEltDl IÌ XEoç JIQ>J.E t JIQ>J.Ea9a l

    iXflll 6ç yal.léro

    Jla ì..aiv Jla mÀT'IiT'Iv BljÀOu Bol1 96ç Bp6vtt: ro iXflll t:iìt YDI.IEl

    yap

    yap

    ytVOI.Iat

    yivnat

    JlamÀT'ItT'I Bfl Àoç Bol1 90ç

    Bp6vnjç

    yuvlj

    &�tooÀilìT'Iç

    yivovmt Éyivovto YEVÉa9at "(\lvalKD <ooÀioot

    1 5 0 ( = 1 1 5a) 92 ( = 22 a ) 72 ( = 1 8a ) , 1 07 ( = 95 ) , 1 1 7 ( = 1 0 1 ) , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) 1 07 (= 95 )2, 2 1 4 ( = 3 8 ) I l ( = 64a), 72 ( = 1 8a ) , 92 ( = 22a)2, 1 07 (= 95 ) 3 , 124 ( = 105) 1 1 ( = 64 a ) , 39 ( = 66)2, 72 ( = 1 8a)4, 1 2 4 ( = 1 05 )2, 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 86 ( = 3 7 b ) , 202 ( = 1 35 a = 1 3 5 F ) IO ( = 63 = 1 3 5 A F ) , 1 86 ( = 37b) 1 1 ( = 64 a ) , 92 ( = 22a)', 1 60 (= 35a = 35F) 202 ( = 1 3 5 a = 1 3 5F) 1 1 ( = 64a) 74 ( = 82a ) 2 14 (= 38) 92 ( = 22a), 124 ( = 1 05 ) 92 (= 22a) 72 (= 1 8a) 1 07 ( = 95 ) 86 ( = 2 1 ) 1 87 (= 1 3 2 ) 1 60 ( = 3 5 a = 35F) 202 ( = 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 1 1 ( = 64 a ) , 27 ( = 1 5 6 ) , 39 ( = 66 ) , 86 ( = 2 1 ) , 1 07 ( = 95 )2, 1 1 7 (= 1 0 1 ) , 150 (= 1 1 5a), 1 83 ( = 3 9 ) , 1 87 ( = 1 3 2 ) , 1 90 ( = 1 3 6a) 1 1 (= 64 a ) , 124 ( = 1 05 ) , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 62 ( = 35c) I O ( = 63 = 1 3 5AF), 13 ( = 2 ) , 1 5 ( = 146), 27 ( = 1 5 6 ) , 3 9 ( = 66)2, 42 ( = 8 ) , 85 ( = 1 68 ) , 86 ( = 2 1 ) , 87 ( = 86)2, 1 1 7 ( = 1 0 1 ) , 1 5 0 ( = 1 1 5a), 1 83 ( = 3 9 ) , 1 87 ( = 1 3 2 ) , 1 88 ( = 2 0 ) 86 ( = 2 1 ) , 1 07 ( = 95)2 1 1 ( = 64a) 2 1 4 ( = 38) 74 ( = 82a ) , 1 07 (= 95) 15 ( = 146)

    Glossario

    390

    �ailiaÀ.Oç oo�epuov �a�am�ewç �a�vro �avaoç lìÉ

    �ailiawç oo�epua �a�aoi" À.Ou �a�vro �avaoç �avao'iì lìÉ

    lì' /ìii lt VOV �� ç &!;toç lìÉ1taç �1]lOVEipa lìfuJ,oç lìtci lìta!krivoo

    lìtapltaçoo lìilì�l

    * lìioo lìtroKoo OOKÉOl �opuKÀ.Oç �ooltEç � Uo lfl �u�aç lìuvoo Éamou É yy\lç

    lìElltVOV � �Uç lìE!;tov OÉ1taç lìÉltat �1]lUVEipaç lìfuJ.oç lìtci OlÉ!krtvE lìtaflciç lìtapltaçovtaç lìilìoom lìilìoomv lìtlìo'i lìOvtoç lìEiaaç OloliCOOOlV lìoKÉOvtEç MpuKÀ.Oç �ooltEç �poo lfl �u�anoç lìUVTJl Éamov Éamciiv É yyUç

    15 (= 1 46 ) 2 1 4 (= 3 B l IB3 (= 3 9 ) B6 (= 2 1 ) B6 ( = 2 1 ) 42 ( = B ) I O (= 63 = 1 3 5AFl, I l ( = 64 a ) 2 , 1 3 ( = 2 ) 14, 1 5 ( = 1 46 ) , 3 9 ( = 66) 1 , 4 2 ( = B)2, 72 ( = 1 Ba)4, 74 ( = B2a)4, B5 ( = 1 68 )2 , B 6 ( = 2 1 )1 , B 7 ( = 86)2, 92 ( = 22a)4, 1 07 ( = 95 ) 1 , 1 1 7 (= 1 0 1 ) , 124 (= 1 05 )1 , 1 5 0 ( = 1 1 5 a ) , 1 5 7 ( = 1 7 5 ) , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 B3 ( = 3 9 ) , 1 86 ( = 3 7 b ) , 1 B7 ( = 1 3 2 ) 1 , 1 88 ( = 2 0 ) 1 , 1 90 ( = 1 3 6a ) , 2 0 2 ( = 1 3 5a = 1 3 5 F)2, 2 1 4 ( = 3 B )1 3 9 ( = 66) , 72 ( = ! Ba ) , 1 07 (= 95 ) , 124 ( = 105) 1 2 4 (= 1 05 ) I l (= 64a)2 124 (= 1 05 ) 72 (= 1 Ba)2 72 (= 1 Ba ) 27 (= 1 56) 15 (= 1 46) 72 (= 1 Ba ) 124 (= 1 0 5 ) 124 (= 1 05 ) I l ( = 64a) 1 07 (= 95 ) 72 (= 1 Ba ) 92 (= 22a) 74 (= B2a ) 72 (= 1 Ba)2, 92 ( = 2 2 a ) 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 92 (= 22a) B7 (= B6) 42 ( = B ) 42 ( = B ) 1 90 ( = 1 3 6a) 72 ( = !Ba) I l (= 64a) 92 (= 22a) 124 (= 1 0 5 )

    Glossario

    El Elj.ll Etj.ll Elpoj.IQl E\.ç

    39 1 Ei

    �v ijumv ijpEtO Eiç

    Èç

    'EKalh! "EAato ç EÀICOj.IQl Èv

    'EKa�'lV "EAato ç EÀKEtQl Èv

    ÈvlaU'té ç

    ÈVLam)l $1] v Wl( 'lO ò

    190 (= 1 3 6a) 1 07 ( = 95 ) 2 1 4 (= 38) 2 1 4 (= 38) 92 ( = 22a) 1 83 (= 3 9 ) 27 (= 1 56 ) 1 3 (= 2 ) 124 (= 1 0 5 ) 1 1 ( = 64a ) 1 87 (= 1 3 2 ) 74 (= 82a ) 1 17 (= 1 0 1 ) 86 (= 2 1 ) 72 (= 1 8a ) 1 60 ( = 35a = 3 5 F ) 1 2 4 ( = 1 05 )2 , 1 5 0 ( = 1 1 5 a ) I l ( = 64a ) 74 (= 82a ) , 1 86 (= 3 7 b ) 124 (= 1 0 5 ) 74 (= 82a ) 1 24 ( = 1 05 ) 1 07 (= 95 ) 15 (= 1 46) 1 3 (= 2 )2 1 07 (= 95 ) 42 ( = 8) 1 86 ( = 3 7 b ) 27 (= 1 56) 1 90 (= 1 3 6a) 86 (= 2 1 ) 1 1 ( = 64a) 10 (= 63 = 1 3 5AFl I l (= 64a ) 1 86 (= 3 7 b ) 2 1 4 ( = 3 8) 1 2 4 (= 1 05 ) 1 90 ( = 1 3 6a) 27 (= 1 56) 72 (= 1 8a ) l i (= 64 a ) , 1 3 (= 2 ) , 1 5 ( = 1 46) , 3 9 ( = 66 ) , 42 ( = 8 ) , 7 2 ( = 1 8a) l , 86 ( = 2 1 ) , 92 ( = 22a )2, 1 07 ( = 9 5 ) 2 , 1 1 7 ( = 1 0 1 ) , 1 2 4 ( = 1 05 )4 , 1 57 ( = 1 7 5 ) , 1 83 (= 3 9 ) 2 , 1 87 ( =

    Glossario

    396

    ,

    to toii

    Tij ç ton

    Tiìt tov

    ti] v

    Ot

    ai

    tci

    tciìv

    to'i ç

    1 3 2 ) , 1 88 (= 2 0 ) , 1 90 ( = 1 3 6a ) , 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 2 (= l b ) , 6 (= l a ) , 85 ( = 1 68 ) 2 , 1 07 ( = 95 ) , 1 24 ( = 1 05 ) , 1 83 ( = 3 9 ) 2, 202 ( = 1 35 a = 1 3 5 F)2, 2 1 4 (= 3 8 ) 1 1 ( = 64a), 27 ( = 1 56 ) , 72 ( = 1 8a)4, 1 2 4 ( = 1 0 5 ) 3 , 1 86 ( = 3 7 b ) , 202 ( = 1 3 5 a = 1 3 5F ) 1 1 (= 64a), 1 3 (= 2 )2, 39 ( = 66)4, 5 3 ( = 1 4 ) , 72 ( = 1 8 a ) , 7 4 ( = 8 2 a)2, 8 5 ( = 1 68 )2 , 86 ( = 2 1 ) , 92 (= 22a), 124 ( = 1 05 ) , 1 5 0 ( = 1 1 5 a ) , 1 85 ( = 3 7 a ) , 1 86 ( = 3 7 b ) , 1 87 ( = 1 32 )2, 1 88 (= 20)2, 1 90 ( = 1 3 6a)2 , 2 1 4 ( = 38) 2 (= l b ) , 6 (= l a ) , 74 ( = 82a ) , 87 ( = 86), 2 0 2 ( = 1 3 5 a = 1 35F) 15 (= 146), 27 ( = 1 56 ) , 39 ( = 66 ) , 4 2 ( = 8 ) , 7 2 ( = 1 8a)2, 124 ( = 105)3, 1 5 0 ( = 1 1 5a ) , 202 (= 135a = 135F), 214 (= 38) 3 9 ( = 66 ) , 42 ( = 8 ) , 1 1 7 ( = 1 0 1 )2, 124 (= 1 05 ) 1 1 (= 64 a ) , 39 (= 66), 74 ( = 82 a)2, 1 2 4 (= 1 0 5 ) 3 , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 86 ( = 3 7 b ) , 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F ) 1 1 ( = 64a), 39 ( = 66 ) , 7 2 ( = 1 8a)2, 74 (= 82 a ) 3 , 86 ( = 2 1 )2 , 9 2 ( = 22a), 1 07 ( = 95)4, 1 5 0 ( = 1 1 5 a ) , 1 83 ( = 3 9 ) , 1 86 ( = 3 7 b ) 2 , 1 90 ( = 1 36a), 2 14 (= 38) 27 (= 1 56)2, 92 ( = 2 2 a ) , 124 ( = 1 0 5 )2 202 (= 1 3 5 a = 1 3 5 F J2 1 1 (= 64a) 2 ( = ! b ) , 6 ( = l a ) , I O ( = 63 = 1 3 5AF), 42 (= 8 ) , 86 (= 2 1 )2 , 1 1 7 ( = 1 0 1 ) , 1 2 4 ( = 1 05 ) , 1 8 3 ( = 3 9 ) , 1 86 ( = 3 7 b ) ! 50 ( = 1 1 5 a )

    Glossario

    397

    mtç toUç ooo ç òOOUç Oilliltouç oÌlcÉoo

    Oivootpoç Oivootpol Oiru).oç OixaÀia OtXOJ.Ial

    ÒltÀ.içoo òpci ro

    'OpÉlipaaÀOc; � Vy lll 4> 9i. a ll>tw'ioc; o!ltì.tro ll>tVE\Jc; ll>o'ivtç 4>6p Jla ç o!lo pÉro ll>paatrop ll>p'içoc; o�� uwç

    ll>uAE Uc;

    XEppOVTJOOç X96vtoç XJXiro XPTJOtftplOV XPOOEOç XPUOOIJalloç '!lKEav6ç

    Wc;

    G lossario

    Tu& Uç

    uioi uioUç "Tllrot 'T!tEpEtTJl ' T!tEptivopoc; ' TitÉpn c; intvov \nt6

    �·

    im:o&:'i�at \nton'tiprov intÉatpE"'V oo�pai n t �vtaç6�voc; ll>apaaì..rot Eo!luyEv 4>9i.TJV

    ll>tw'ioç o!ltÀijaat ll>tVE\Jc; ll>o'ivtç ll>oivun 4>6p Jlac; Éo!IQpEl ll>paatrop ll>piçou o!IUÀaKa ll>uì.troc; XEppOVTJOOV X9oviou XP TI OOIJEVOç XPll a9EiTJ XPTJOtftplOV XPUaEOV XPUOOIJOÀÀOV '!llCEaVOç '!l!CEOVOÙ

    Wc;

    1 07 ( = 95 ) 1 07 (= 95 ) 74 (= 82a ) 74 (= 82a ) 1 17 (= 101) 92 (= 22a) 1 1 7 (= 1 0 1 ) 39 (= 66) I l (= 64a), 1 07 (= 95 ) , 124 (= 1 05 ) , 150 ( = 1 1 5 a ) , 2 1 4 ( = 38) 92 (= 22a) 124 (= 1 0 5 ) 1 86 ( = 3 7 b ) 1 86 (= 3 7 b ) 1 2 4 (= 1 0 5 ) 72 (= 1 8a) 2 (= ! b ) , 6 (= l a ) 74 (= 82a ) 2 (= ! b ) , 6 (= l a ) 1 3 (= 2)2 186 (= 37b) 87 (= 86) 86 (= 2 1 ) 87 ( = 86) 39 (= 66) 72 (= 1 8a ) 1 07 (= 95 ) 1 1 7 (= 1 0 1 ) 39 (= 66 ) 1 50 (= 1 1 5 a ) 13 ( = 2 ) 92 (= 22a) 1 1 (= 64a ) 124 ( = 1 0 5 ) I l ( = 64a) 72 ( = 1 8a ) 124 (= 1 0 5 ) 72 (= 1 8a)2 39 (= 66), 72 ( = 1 8a ) I l ( = 64 a ) , 72 (= 1 8a ) , 124 ( = 105)

    Indice dei nomi*

    Abante, padre di Deucalione Abante, padre di ldmone Acestore Achei Acheloo AchiUe Acmone, fratello di Deante Acmone, uno dei Dattili Acrisia Ade Ad meto Ad rastea Ad casto Aedona Afa reo Afrodite Agamennone Agamestore Agenore, figlio di Acestore Agenore, figlio di Posidone Agenore, padre d i Fineo Agnia Agri o Aiace, figlio di Alcimache Aiace, figlio di Meli bea Aiace, padre di Fileo Alalcomeneo Alalcomeno Alcatoo Alceide Alceidi Alceo

    89 ( = 85) 1 2 7 ( = 1 08 ) 13 (= 2 ) 1 99 ( = 1 4 3 ) , 220 ( = 1 63 ) 68 (= 7 6 ) 3 ( = 6 1 a ) , 7 ( = l e ) , I O ( = 63J = 1 3 5 A F ) , 1 2 ( = 64 b ) , 187 ( = 1 32 ) , 1 99 ( = 1 4 3 ) , 228 ( = 177 ) 5 8 ( = 1 5 a ) , 59 ( = 1 5b ) 1 3 1 (= 47 ) 43 (= 1 0 ) , 45 ( = 1 2 ) 44 ( = I l ) , 172 ( = 1 1 9) 1 1 1 ( = 24), 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 64 ( = 1 3 1 ) 1 3 1 ( = 47) 1 08 ( = 96) , 1 66 ( = 1 2 2 a ) , 1 67 ( = 1 22 b ) 2 1 1 (= 124) 1 7 9 ( = 1 27 ) , 1 80 ( = 1 65 = 127 A F ) 1 8 ( = 1 4 8 ) , 1 9 ( = 148bF), 9 5 ( = 89) , 1 08 ( = 96 ) 1 5 0 (= 1 1 5 a ) , 1 97 (= 14 1 ) , 199 ( = 1 4 3 ) , 2 3 3 ( = 1 80 ) 1 3 (= 2) 13 (= 2) 8 6 ( = 2 1 ) , 8 7 ( = 8 6 ) , 88 ( = 87 ) 1 34 (= 2 7 ) 126 ( = 1 0 7 ) 1 66 ( = 1 2 2 a ) , 1 67 ( = 1 22 b ) , 1 7 1 ( = 1 2 3 ) 1 1 1 ( = 24) 24 ( = 1 5 3 ) 13 (= 2) 2 1 3 ( = 126) 230 ( = 179) 1 66 ( = 122a) 67 ( = 75) 53 ( = 1 4 ) 4 9 ( = 1 3 c)

    • Sono qui elencati i nomi dei personaggi e dei popoli che comp aiono nei frammenti di Ferecide. I numeri si riferiscono ai frammenti.

    402 Alcimache Alcimede

    Indice dei nom i

    1 1 1 ( = 24) 12 1 (= 1 04 a ) , 122 ( = ! 04 b ) , 123 ( = 1 04 c ) , 129 ( = 1 1 0) Alcione 98 (= 90c) 47 ( = 1 3 a ) , 48 ( = 1 3 b ) , 49 ( = 1 3 c ) , 50 ( = 68 ) , 5 1 Alcmena ( = 69a ) , 84 ( = 84 ) Alcmeone 4 (= 6 ! bJ , = 6 1 cF ) , 5 ( = 6 1 b F ) 178 (= 1 7 1 ) Alea Alessandro 32 (= 1 58 ) , 1 5 0 (= 1 1 5 a ) , 1 94 (= 1 3 8 ) 67 ( = 7 5 ) Alessidamo 1 87 ( = 1 3 2 ) Alettare 1 05 (= 93 ) Alfeo 148 (= 3 3 ) Alfesibea 17 ( = 1 4 7 ) Alope 1 68 (= 9 ) Altea 80 ( = 4 2 ) Amaltea Amazzoni 22 (= 1 5 1 ) , 58 ( = 1 5 a ) , 60 ( = 1 5 c ) , 1 85 (= 3 7 a ) 97 ( = 90b ) , 99 (= 90d = 90D2 F ) Ambrosia 1 87 ( = 1 32 ) Amicla Amimone 41 (= 4 = IO F) Amintore 81 ( = 80 ) , 82 (= 8 1 ) 81 (= 80) Amintoridi Amitaone 123 ( = 1 04c ) , l 4 8 (= 3 3 ) , 1 49 ( = 1 1 4 ) 233 (= 1 80 ) Anassibia Anasso 24 ( = 1 5 3 ) , 49 ( = 1 3 c) 26 ( = 1 5 5 ) Anceo di Samo 170 ( = 36) Anceo figlio di Posidone 200 ( = 1 4 4 ) Anchimo Anchise 1 88 (= 20) 26 (= 1 5 5 ) Androclo Andromeda 45 ( = 1 2 ) Androtoe 4 1 ( = 4 = JOF) 1 7 3 ( = 1 70b) Anfianatte, padre di Antea 85 ( = 1 68 ) Anfianatte, padre di Etilo 109 (= 97 ) , 127 ( = 1 08 ) , 1 98 ( = 1 42 ) Anfiarao 50 ( = 68 ) Anfibia Anfidamante, padre di Antibia 50 ( = 68) Anfidamante, padre di Clisonimo 9 ( = 65 ) Anfidamante, padre di Clizia 204 ( = 40) 1 98 (= 142) Anfiloco 200 (= 1 44 ) Anfinomo 158 ( = 1 1 7 ) Anfione, figlio d i lasa Anfione, figlio d i Zeus 1 7 3 (= 1 70b ) , 174 (= 1 7 0cF) , 205 (= 4 l a) , 206 ( = 4 l b) , 2 0 7 ( = 4 l c) , 2 0 8 ( = 4 l d ) , 2 0 9 ( = 4 l e = 4 l cF), 2 1 0 (= 4 l dF ) , 2 1 1 (= 1 2 4 ) , 2 1 2 ( = 1 2 5 ) Anfi t rione 48 (= 1 3 b ) , 5 1 ( = 69a ) , 52 ( = 69b ) , 1 95 (= 1 3 9)

    Indice dei nom i Anf12iona Aniceto Ani o Antea Antenore Anteo Antibia Antigone, figlia di Edipo Antigone, figlia di Eurito (o di Eurizione) Antigone, madre di Tiepolemo Antimaco Antiochide Antioco, figlio di Melas Antioco, pastore An tione Antiope, amazzone Antiope, figlia di Asopo Antiope, figlia di N ineo Apellide Apollo

    Apsirto Arabo Arcagora Arcesilao Archenore Area Arei o Areito Areitoo Arena Ares Arestore Areto, figlio di Biante Arge Argeo, figlio di N iobe Argeo, figlio di Pelope Argia Argiope Argo, figlio di Arestore Argo, figlio di Frisso

    403 38 (= 1 7 2 ) 53 ( = 1 4 ) 1 96 ( = 1 40) 1 7 3 ( = 1 70b) 1 97 ( = 1 4 1 ) 66 ( = 1 7 ) , 6 7 ( = 7 5 ) , 68 ( = 76) 50 ( = 68) 1 07 ( = 95 ) 2 (= 1 b ) , 4 (= 6 1 bJ , = 6 1 cF ) , 5 ( = 6 1 bF l 8 1 ( = 80) 53 (= 14) 1 05 ( = 93 ) 166 (= 1 22 a ) 1 89 ( = 1 3 3 ) 155 (= 5 1 a), 1 5 6 ( = 5 1b ) 22 (= 1 5 1 ) 207 ( = 4 1 c) , 209 ( = 4 1 e = 4 1 cF ) , 2 1 1 ( = 1 24 ) 3 5 ( = 5 ) , 207 ( = 4 1 c ) , 2 1 1 ( = 1 2 4 ) 2 2 2 ( = 1 67 ) 20 (= 1 4 9 ) , 29 ( = 3a = 3 F ) , 127 (= 1 0 8 ) , 1 4 1 ( = 5 8 ) , 1 54 ( = 1 2 0 ) , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 64 ( = 1 3 1 ) , 1 7 7 ( = 5 6 ) , 1 96 ( = 1 4 0 ) , 1 98 ( = 1 4 2 ) , 2 1 0 ( = 4 1 dF ) , 2 1 6 ( = 4 8 ) , 227 ( = 176) 143(= 3 2 a ) , 1 44 ( = 3 2 b ) , 145 ( = 32c) 87 ( = 86) 2 1 3 ( = 126) 74 ( = 82 a ) 2 1 3 ( = 126) 1 1 8 ( = 1 02 ) 1 84 ( = 6 = 1 72AF) 1 84 ( = 6 = 172AF) 32 ( = 158), 3 4 ( = 159) 1 7 9 ( = 127 ) 58 (= 1 5 a ) , 60 (= 1 5 c ) , 92 (= 2 2 a ) , 93 (= 22b ) , 95 (= 89 ) , 98 (= 90c) , 1 3 8 (= 3 0 ) , 1 5 5 (= 5 1 a) , 1 68 (= 9 ) , 1 7 8 (= 1 7 1 ) , 1 85 (= 3 7 a ) , 1 99 (= 143 ) 39 (= 66 ) , 40 (= 67) 1 48 (= 3 3 ) 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) 2 1 3 ( = 126) 1 87 ( = 1 3 2 ) 1 0 8 ( = 96) 86 ( = 2 1 ) 3 9 ( = 66 ) , 4 0 ( = 67 ) 125 ( = 1 06)

    404

    Argo, figlio di Zeus Argo, il costruttore della nave Argo, la nave Argonauti A rianna A ripi Aristeo Aristodemo Armonia, ninfa naiade Armonia, sposa di Cadmo Armonide Arpie A rpina Arpinna Arsinoe Artemide

    Asclepio Asi o Asopo Astaco Asteria, figlia di Corono Asteria, madre di Ecate Asterio Asterodia Asticratea Astidamia Astigenia Astimedusa Astioche Atamante Atena

    Atimno Atlante Atlanti di A t reo Atteo

    Indice dei nomi 39 (= 66), 4 0 (= 67 ) 1 2 5 (= 1 06 ) 132 (= 1 1 1a) 127 ( = 1 08 ) , 129 ( = 1 1 0), 130 ( = 26), 1 3 2 ( = 1 1 1 a ) , 1 3 3 ( = 1 1 1 b ) , 1 4 3 ( = 32a) , 1 4 5 ( = 32c), 1 7 8 (= 1 7 1 ) 1 8 ( = 1 4 8 ) , 1 9 ( = 1 48bF) , 2 1 ( = 1 5 0 ) , 2 4 ( = 1 5 3 ) 220 ( = 1 63 ) 1 3 9 ( = 44 ) , 1 4 1 ( = 58) 53 (= 14) 58 ( = 1 5 a ) , 60 (= 15c) 95 ( = 89) , 1 08 ( = 96) 1 5 1 ( = 1 1 6) 135 ( = 28), 136 ( = 29), 1 63 ( = 1 3 0) 1 85 ( = 37a) 1 85 ( = 37a) 2 0 1 ( = 1 34 ) 1 8 ( = 1 4 8 ) , 20 ( = 1 4 9 ) , 29 ( = 3 a = 3 F ) , 90 ( = 5 2 ) , 1 4 1 ( = 5 8 ) , 1 7 3 ( = 1 7 0 b ) , 1 7 4 ( = 170cF), 1 77 ( = 5 6 ) , 1 89 (= 1 3 3 ) , 202 ( = 1 3 5 a = 1 35 F ) , 2 0 3 ( = 1 3 5b) 29 ( = 3 a = 3 F ) , 31 ( = 5 9 ) , 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) , 1 6 1 ( = 3 5 b ) , 1 62 ( = 35c) 191 ( = 1 36b) 40 ( = 67 ) , 140 ( = 5 7 ) , 172 ( = 1 1 9 ) , 1 85 ( = 3 7 a ) , 2 0 7 ( = 4 1 c) 1 09 (= 97) 1 2 7 ( = 1 08 ) 1 3 9 ( = 44) 38 (= 172) 181 (= 128) 213 (= 126) 8 1 (= 80) 81 ( = 80) 1 07 ( = 95) 81 ( = 80) 1 1 8 ( = 1 02 ) 1 8 ( = 1 4 8 ) , 1 9 ( = 1 48bF), 23 ( = 1 5 2 ) , 44 ( = 1 1 ) , 92 ( = 22a), 9 3 ( = 22b), 9 5 ( = 89 ) , 1 03 ( = 92a ) , 1 04 ( = 92 b ) , 1 08 ( = 9 6 ) , 1 09 ( = 97 ) , 2 2 8 ( = 1 7 7 ) , 23 1 , 232 87 ( = 86) 6 1 ( = 1 6a), 63 ( = 1 6c ) , 66 ( = 17), 98 ( = 90c) 64 ( = 1 6 d ) 1 88 ( = 2 0 ) , 1 89 ( = 1 3 3 ) , 2 3 3 ( = 1 80) l ( = 60)

    Indice dei nomi

    Attore, padre dei Molioni Attore, padre di Alope Attore, padre di Eurito elo di Euridice Augia

    Aurora Autolico Barce Belo Biante Boeto Boibeis Borea Borea di

    Bronte, uno dei Ciclopi Busi ride Cabiri Cabiridi Cabiro Cadmo C alais C albe Cal c an t e

    Calciope, figlia di Eeta Calciope, figlia di Euripilo Calcone Ca lic e

    Callisto Camillo

    Capaneo Cariclo Carifemo Ca ri ti Cassiopea Castore

    Cecrope Cefalo

    C elmi Cerano Cerbero Cercione Cerco p i

    Ceteo

    Chersibio

    405

    79 (= 79b) 1 7 ( = 1 47 ) 2 ( = ! b ) , 4 ( = 6 ! bJ , = 6 ! cf ) , 5 ( = 6 ! bf) 53 ( = 1 4 ) , 7 8 ( = 79a), 79 ( = 79b) , 150 ( = 1 1 5 a ) , 159 (= 1 18) 69 (= 73) 82 ( = 8 1 ) , 1 2 1 ( = 1 04 a ) , 1 54 ( = 1 2 0 ) 67 (= 75) 86 ( = 2 1 ) 148 (= 3 3 ) 1 87 ( = 1 32 ) 29 ( = 3 a = 3 F ) 1 4 ( = 1 4 5 ) , 1 3 5 (= 28) 135 ( = 28) 1 60 (= 3 5 a = 35F) 66 ( = 1 7 )

    2 1 6 (= 48)

    2 1 6 (= 4 8 ) 2 1 6 (= 48) 86 ( = 2 1 ) , 9 1 ( = 88 ) , 92 (= 22a ) , 93 ( = 22b ) , 94 (= 22c), 101 ( = 90e) , 208 ( = 4 1 d ) 14 (= 145) 66 ( = 1 7 ) 1 2 7 ( = 1 0 8) , 1 98 ( = 1 4 2 ) 1 1 5 ( = 25a), 1 1 6 ( = 25b) 77 (= 78) 1 05 ( = 93 ) 1 65 (= 1 2 1 ) 28 ( = 1 5 7 ) 2 1 6 ( = 48) 1 60 ( = 3 5 a = 35f), 161 ( = 3 5b) 103 (= 92a) 222 ( = 1 67 ) 1 0 1 ( = 90e) 87 ( = 86) 1 80 ( = 1 65 = 1 27 Afl 14 (= 145) 152 ( = 34 = 3 4 a F ) , 1 5 3 ( = 3 4 b F l , 1 95 ( = 1 3 9 ) 131 (= 47) 150 (= 1 1 5a) 71 (= 7b) 1 7 ( = 1 4 7 ) , 24 ( = ! 5 3 ) 76 (= 77) 28 ( = 1 57 ) 53 ( = 1 4 )

    406 Chione Chirone Ciclopi 'costruttori' Ciclopi 'uran i ' C i creo Cidragora Ciii ce Cill ene Cinone Ci rene Cisseo Cl eia Cleodora Cleonimo Climene, madre di Alcimede Climene, madre di Mirtilo Climeno Clisonimo Clitemnestra Clito, figlio d i Augia Clito, figlio d i Mantio Clizia, figlia di Anfidamanto Clizia, figlia di Niobe Cloride Codro Colchi Coone Coribanti Coronide, madre di Asclepio Coronide , nut rice di Dioniso Corono Creonte Creontiade Creteo Creusa Criaso C riso Crono Cteato Ctonio Da i ra Damasiclo Damasippe Damastore Damnameneo Damno

    Indice dei nomi 2 1 3 (= 1 26 ) 29 ( = 3 a = 3 F ) , 3 0 ( = 5 0 ) , 56 ( = 8 3 ) , 1 3 0 ( = 2 6 ) 45 ( = 1 2 ) , 46 ( = 4 6 ) 1 60 ( = 3 5 a = 3 5 F ) l ( = 60 ) 2 3 3 ( = 1 80) 87 ( = 86), 88 ( = 87 ) 27 (= 1 56) 1 97 ( = 1 4 1 ) 1 4 1 (= 58) 1 90 ( = 1 36a), 1 9 1 ( = 1 3 6b) 1 0 1 ( = 90e) 5 ( = 6 i bF ) 1 88 ( = 20) 122 ( = 104b), 1 7 5 ( = 1 7 0a) 185 ( = 3 7 a ) 53 ( = 1 4 ) 9 ( = 65 ) 2 0 1 (= 1 34 ) 150 (= 1 15a) 150 (= 1 1 5a) 204 ( = 4 0 ) 213 (= 126) 148 ( = 3 3 ) , 1 5 8 ( = 1 1 7 ) 2 5 ( = 1 5 4 ) , 26 ( = 1 5 5 ) 1 3 2 ( = l l l a ) , 1 3 3 ( = 1 l l b ) , 1 44 ( = 32b) 1 97 ( = 1 4 1 ) 2 1 6 ( = 48) 29 ( = 3 a = 3 F ) 9 7 ( = 90b ) , 99 ( = 9 0 d = 90 D2 F J , 1 0 1 ( = 90 e ) 127 ( = 1 08 ) 49 ( = 1 3 c ) , 1 07 ( = 9 5 ) 53 (= 14) 123 ( = 1 04c ) 140 ( = 5 7 ) 3 9 ( = 66) 2 3 3 ( = 1 80) 30 ( = 5 0 ) , 224 ( = 5 4 ) 78 ( = 79a ) , 79 ( = 79b) 92 ( = 22a), 94 ( = 22c) 2 1 5 ( = 45) 1 83 ( = 39) 2 1 3 (= 126) 41 ( = 4 = IOF) 1 3 1 ( = 47 ) 86 (= 2 1 )

    Indice dei nomi Danae Danao Dardano Dattili Dattilo Deante Decoonte Dedalo Deianira Dei d arnia Deifobo De ione Deioneo Dei pile Demetra Demodice Demo filo Demofonte Deo Deone Deucalione, di cui parla Ellanico Deucalione, figlio di Abante Deucalione, figlio di Minosse Deucalione, figlio di Prometeo Dia, figlia di Eioneo Dia, figlia di Portaone Dimante Dino Dio, figlio di Priamo Dio, padre di Esiodo Diomede Dione Dioniso

    Di oscuri Ditti Dodonidi Dorici o Do rione Dorippa Dorodoche Dotis Doto

    40 7 43 (= 1 0 ) , 44 (= 1 1 ) , 45 (= 1 2 ) 42 (= 8 ) , 86 (= 2 1 ) , 1 85 (= 3 7 a ) 98 (= 90c) 1 3 1 (= 47) 1 3 1 (= 47) 59 ( = 1 5 b ) 53 ( = 1 4 ) 1 5 ( = 1 4 6 ) , 1 8 ( = 148) 27 ( = 1 5 6 ) 1 68 ( = 9 ) 1 93 ( = 1 3 7 ) 1 54 ( = 1 2 0 ) 1 5 2 ( = 3 4 = 34aF), 1 5 3 ( = 34bF l , 1 95 ( = 1 3 9 ) 1 66 ( = 1 2 2 a ) , 1 67 ( = 1 2 2 b ) 26 ( = 1 5 5 ) , 1 39 ( = 44 ) , 2 1 8 ( = 5 3 ) 1 1 2 ( = 9 8 ) , 1 68 ( = 9 ) 2 3 0 (= 179) 84 ( = 84 ) 139 (= 44) 53 ( = 1 4 ) 89 ( = 85 ) 89 (= 8 5 ) 89 ( = 85 ) 89 ( = 85 ) , I l O ( = 2 3 ) 1 5 5 ( = 5 1 a ) , ! 56 ( = 5 1 b ) 171 (= 123) 1 90 ( = 1 3 6a), 1 9 1 ( = 1 3 6 b ) , 1 92 ( = 1 3 6c) 44 ( = 1 1 ) 1 93 ( = 1 3 7 ) 222 ( = 1 67 ) 1 66 ( = 1 2 2 a ) , 1 7 1 ( = 123 ) , 2 3 0 ( = 1 7 9 ) 9 7 ( = 90b ) , 99 ( = 90d = 90D2 F l 1 8 ( = 1 4 8 ) , 1 9 ( = 1 48bFJ , 9 6 ( = 90 a ) , 9 7 ( = 90 b ) , 9 8 ( = 90c ) , 1 00 ( = 90d ! F) , 1 0 1 ( = 90e ) , 1 02 ( = 9 1 ) , 1 46 ( 1 1 3 a = 1 1 3 F ) , 1 4 7 ( = 1 1 3 b ) , 1 96 ( = 140), 229 ( = 178) 179 (= 127) 4 1 ( = 4 = ! O F J , 43 ( = I O ) , 4 4 ( = I l ) , 45 ( = 1 2 ) 9 7 ( = 90b ) , 9 8 ( = 90c ) , 9 9 ( = 90d = 9002 F ) , 1 00 ( = 90d ! Fl 87 (= 86) 222 ( = 1 67 ) 1 96 ( = 140) 181 ( = 1 2 8 ) 38 ( = 1 7 2 ) 38 ( = 1 7 2 )

    408

    Dozia Driope Driopi Eaco Ebalo Ecate Echepolo Echidna Echione Ed o Ecme Ecuba Edipo Eeta Efesto Egeo Egesandra Egina Egisto Egitto Egle Eioneo, pad re di Dia Eioneo, padre di Dimante El ai de El ara Elato, avversario di Eracle Elato, figlio di !cario Elato, padre di Dozia Elena Elettra Elettrione Eleusi Elle Elleno Emazione Emone Emonio Endeide Endimione Eneo Enio Enioche E no Enomao Enotrii

    Indice dei nomi 38 ( = 1 7 2 ) 42 (= 8) 4 2 ( = 8 ) , 83 ( = 1 9 ) l ( = 60 ) , 1 3 ( = 2 ) 181 (= 128) 139 (= 44) 1 88 ( = 20) 62 ( = 1 6b ) , 70 ( = 7), 71 ( = 7b) 92 ( = 22a), 94 ( = 22c) 1 3 ( = 2) 1 5 1 ( = 1 1 6) 1 90 (= 1 36a), 1 9 1 (= 1 3 6b ) , 1 92 (= 1 36c) 1 06 ( = 94 ) 92 (= 22a), 93 (= 22b ) , 1 1 3 (= 99), 1 1 5 (= 25a), 124 ( = 1 05 ) , 143(= 32a), 1 44 ( = 32b) 95 ( = 89 ) , 1 3 1 ( = 4 7 ) , 137 ( = 1 1 2 ) , 2 1 6 ( = 48) 1 6 ( = 43 ) , 18 ( = 148) 1 87 ( = 1 32 ) 1 7 2 ( = 1 19) 20 1 ( = 1 3 4 ) 86 ( = 2 1 ) 24 ( = 1 5 3 ) !55 (= 5 1 a), ! 5 6 (= 5 1 b ) 1 90 ( = 1 36a), 1 92 ( = 1 3 6c ) 1 96 (= 1 40) 176 (= 55) 78 ( = 79a) 183 ( = 39) 3 8 ( = 172) 24 ( = 1 5 3 ) , 182 ( = 129) 98 ( = 90c) 48 ( = 1 3 b ) , 49 ( = 1 3 c) 2 1 8 (= 53) 1 1 3 ( = 99) 38 ( = 1 7 2 ) 69 ( = 7 3 ) 1 5 1 ( = 1 1 6) 80 ( = 42) l ( = 60 ) 1 65 ( = 1 2 1 ) 1 66 ( = 122a), 1 67 ( = 122b) 44 ( = 1 1 ) 49 ( = 1 3 c ) 1 96 ( = 140) 98 ( = 90c ), 1 85 ( = 3 7 a ) , 1 99 ( = 1 4 3 ) 2 7 ( = 1 56)

    409

    Indice dei nom i Enotro Epifrade Epigoni Epiluco Era

    Eracle

    Eraclide Eraclidi Eretteo Ereutalione Ergino, figlio di Posidone Ergino, re dei Mini Eridano Eri file Erimede Erinni Eriope Ermes Erm ione Eros Esone Esperidi Estia Et alide Eteocle, antenato di Minia e di Orcomeno Eteocle, figlio di Edipo Eteoclimene Eteoneo Etilo Etlio Etra Ettore

    27 (= 1 56) 222 ( = 1 67 ) 1 5 0 ( = 1 1 5a) n > - F. Fusco, Giuliano d'Egitto: un epigrammista di età giustinianea - M. G . Bianco, Poesia, teologia e vita in Gregorio Nazianzeno: carm. 2, 1, l - C. More­ schini, Dottrine ciniche ed etica cn"stiana nella poesia di Greg.on·o Na­ zianzeno - R. Pall a , Quello che avremmo dovuto sapere sull'edizione al­ dina dei «Carmi» di Gregorio Nazianzeno -

    ISBN 88·7694-555·5

    2 . La poesia tardoantica e medievale. A tti del II Convegno internazio­

    nale di studi. Perugia,

    Taragna .

    1 5- 1 6

    novembre

    200 1 , a cura di Ann a M .

    R. Pall a , Parole scritte sull'acqua, parole scritte nel vento. Le promesse dell'amante e altro - A. V. Nazzaro, L'A nnunzio dell'angelo a Mana (Le. 1, 26-38) nelle nscn·tture metriche di Giovenco (l, 52- 79) e Paolina di Nola (Carm. 6, 1 08- 1 38) - M. Kamptner, Tra classicismo e cn"stiane­ simo: i generi letterari nel carme 1 8 di Paolina da Nola - K . Smolak, La cultura letterana dei n"tmi longobardi - C. Crimi, I componimenti poeti­ ci bizantini in onore di Gregorio Nazianzeno - M. G. Moroni, La "via di mezzo " in Gregono Nazianzeno M. Corsano, Sul secondo combatti­ mento della «Psychomachia» di Prudenzio - M. Donnini, L'inno V del «Peristephanon liber» di Prudenzto ed i « Versus de s. Vincentio» di Ilde­ berta di Lavardin: analogie e va nazioni - A. Bruzzone, Il concilium dea­ rum nella poesia panegin"stica latina da Claudia no a Sidonio Apollinare -

    M. G. Bianco, Autopresentazione e autocomprensione del poeta: la figu­ ra e il ruolo del poeta mstiano nei prologhi, secc. IV- V - A. M. Taragna, Riso e scherno in Giorgio di Pisidia. Il carme «In A lypium» - E. V. Mal­ tese, Osseroazioni sul carme «Contro il Sabbaita» di Michele Psello - J. Diethart, W. Horandner, The poetica/ work o/ Constantine Stilbes. So­ me remarks on his rhetoncal practice - Indici

    ISBN 88-7694 -762 -0

    Finito d i stampare n e l novembre da Copy Card Center s .r.l . in

    San

    2004

    Donato M i lanese ( M i )

    per conto d e l l e Ed izioni del l ' Orso