Studi su codici e papiri filosofici. Platone, Aristotele, Ierocle
 8822240057

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STIJDI E TESTI PER IL

CORPUS DEI PAPIRI FILOSOFICI GRECI E LATINI 6

ACCADEMIA TOSCANA DI SCIENZE E LETTERE «LA COLOMBARIA»

«STUDI,. C XXIX

STUDI SU CODICI E PAPIRI FILOSOFICI PLATONE, ARISTOTELE, IEROCLE

FIRENZE LEO

S.

OLSCHKI MCMXCII

EDITORE

a

Volume pubblicato con il contributo del CNR e con il contributo del Ministero per l'Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica seguito di finanziamento di progetto di interesse nazionale (Fondi 40%) ISBN 88 222 4005 7

Siamo lieti di presentare il VI volume degli Studi e testi per il Corpus dei Papiri Filosofici. Il volume si divide in due parti: la prima (Il Lobcoviciano di Platone sotto analisi paleografica e filologica) dedicata al codice L di Platone appartenuto alla boema famiglia baronale De Lobkovitz la cui datazione riconsiderata viene sottoposta ad analisi in tutte le sue implicazioni codicologiche e filologiche. Si pubblicano qui i risultati di un seminario sull'argomento tenuto a Pisa con la guida di Antonio Carlini. Il lavoro nel suo complesso è fondamentale ai fini dell'indagine globale sulla tradizione manoscritta platonica in relazione alla consistenza delle testimo­ nianze papiracee dei testi platonici. La seconda parte (Frammenti filosofici) è dedicata a testi su papiro di Platone, a due nuove attribuzioni a opere dell' 'Aristotele perduto', ad una discussione su una proposta attribuzione di un frammento ad Epicuro, a precisazioni, correzioni e integrazioni al testo di Ieroe/e pubblicato nel vol. I. l** del Corpus dei papiri filosofici. Ringraziamo gli autori e chi ha curato e reso possibile con impegno e intelligenza l'edizione del volume, in particolare Fernanda Dee/eva Caizzi e Maria Serena Funghi. fRANCESCO ADORNO

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I L LOBCOVICIANO DI PLATONE SOTIO ANALISI PALEOGRAFICA E FILOLOGICA

Nei giorni 9 e 10 Marzo 1992 si è tenuto a Pisa presso il Dipartimento di Filologia classica un incontro seminariale con la partecipazion e di Pau! Canart (Biblioteca Apostolica Vaticana), Lidia Perria (Università di Roma 'La Sapienza'), Ernesto Berti (Università di Udine). Il tema dell'incontro era la collocazion e n el quadro tradizionale platonico di un manoscritto (Praha, Lobkovicka Roudnicka Knihovna VI Fa 1, Lobcovicianus L) che secondo una recente analisi paleografica poteva essere riscattato dalla sua condizione, mai prima con testata, di 'recen tior, deterior'. Lo stimolo alla discussione era venuto precisamente dall'articolo di Lidia Perria [Rivista di studi bizan tini e neoellenici, n. s. 22-23 (1985-86), pp. 65-92] in cui si iden tzficava la mano del Lobcoviciano con quella del Vindob. SuppL Gr. 7 (W), che è una fonte primaria per la costituzione del testo di Platone, e da altri contributi che portavano in luce nuove testimonianze dello stesso copista. Nel seminario sono state messe a confronto, in un dibattito franco, senza alcuna chiusura disciplinare di fronte alla realtà del problema da aggredire, le 'ragioni' della filologia che sembrano militare a favore della dipendenza di L da W (e anche dalle parti recenti di W) e le 'ragioni' paleografiche che sostengono con forza la retrodatazione. Le relazioni qui presentate sono ampliate rispetto a quelle effettivamente tenute. Sul versante filolo� ico, è sembrato opportuno far seguire una _ serie di 'collazioni' che offrono utile materiale. I risultati finali ottenuti con l'analisi filologica sono divergenti rispetto a quelli ottenuti con l'analisi paleografica: li proponiamo qui agli studiosi, n ella speranza che nuovi dati, risolutivi, vengano portati alla luce per risolvere l'aporia. ANTONIO CARLINI

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ANTONIO CARLINI

LE VICENDE STORICO-TRADIZIONAL I DEL VIND. W E I SUOI RAPPORTI CON IL LOBCOVICIANO E IL VEN. GR. Z 1 85

Il terzo tomo della prima parte del Corpus dei papiri filosofici ora in preparazione sarà dominato dai 76 frammenti di esemplari antichi di Platone finora pubblicati. Se quella di Aristotele nel primo tomo del Corpus era stata una presenza discreta (consi­ derando a p arte il famoso esemplare della 'A!h,vaiwv 7tOAt-reia, solo sette frammenti sono venuti alla luce fino ad oggi, delle opere essoteriche ed esoteriche, in un arco di tempo stretto dal sec. IP al sec. VP), la straordinaria fortuna di Platone in Egitto è un segnale preciso della sua penetrazione in ambienti culturali diversi dalla prima età ellenistica fino alla tarda antichità. L'arco cronologico dei papiri platonici abbraccia nove secoli: non c'è praticamente soluzione di continuità tra il sec. III a.C. (con i due più antichi rotoli del Fedone e del Lachete1) e il sec. V !VI d.C. con i manufatti in forma di codice del Parmenide e del Teeteto.2 I siti di provenienza dei vari pezzi non sono solo capitali di distretti come Ossirinco ma anche un avamposto del deserto

1 PPetrie I 5-8 e PPetrie Il 5 0 . U n a nuova descrizione d i PPetrie I 5-8 con tentativo di identificazione d i fra mmenti rimasti finora inediti è contenuta i n qu esto stesso volume. Entrambi i papiri saranno riproposti nel vol. l. I ••• d e l C PF.

2 Per la datazione di PDuke inv. G 5 (Parmenide), cfr. G. CAVALLO, Conside­ razioni di un paleografo per la data e l 'origine della • Iliade A mbrosiana •, Dialoghi d i Arc heologia 7 ( 1 973), pp. 78-8 5 . E.G. TURNER, The Typology of the Early Codex:, University of Pennsylvania Press 1 977, p. 1 1 4 , esclude decisamente il sec. II pro­ posto dal primo editore Wi l l i s , ma pensa al sec. III/IV. Secondo G . CAVALLO, Libri, editori e pubblico nel mondo an tico. Guida storica e critica, Bari, Laterza 1 96 5 , p . 90, si può r i t e n e r e che c e n t r o di p r o d u z i o n e s i a d i P D u k e inv. G 5 sia di P A n t 78 ( Teeteto) sia stata Alessand ria.

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ANTONIO C A R L I N I

come Socnopaei Nesu s . 3 Il livello qualitativo della testi­ monianza testuale resa è molto vario: si va dalle copie accurate solo nella presentazione esteriore alle vere e proprie editiones variorum come quella rappresentata da POxy 1 0 1 7 che registra sistematicamente nell'interlineo e nell'intercolunnio le varianti di altro esemplare diligentemente collazionato. Ripresentare ora i papiri platonici, in qualche caso a distanza di cent'anni dall' editio princeps, richiede naturalmente un nuovo confronto con la tradizione manoscritta medievale nel suo complesso; ma per poter procedere a questo confronto si è obbligati a riconsiderare i fondamenti critici di questa tradizione manoscritta, a rivedere i rapporti genealogici tra le fonti mano­ scritte che sono portatrici d i varianti. Nella selva dei manoscritti platonici (in totale 260, solo un quarto di quelli aristotelici; qui il rapporto è inverso4) è stato fatto da tempo ordine, ma Burnet ha operato una semplificazione troppo drastica del quadro tradizionale e abbiamo ragione di ritenere che questa imposta­ zione, già sottoposta a revisione in edizioni di singoli dialoghi apparse negli ultimi anni, sarà corretta nella nuova complessiva edizione oxoniense in preparazione.5 In attesa di vedere gli esiti di questa retractatio e senza voler discutere qui nei particolari le scelte editoriali già fatte in tempi recenti da editori di singoli l Da Soknopaei N e s u s viene P B e rol i n v . 1 329 1 + 21 2 1 0 (Apologia 40b - 4 1 c ) dd sec. 1111. Il testo è molto scorrello e si può p ensare che sia stato copiato d a un esemplare in corsiva: dr. E. G. TURNER, Gruk Manuscripts of the A n cien t Wor/d, Second Edition Revised and Enlarged, Edited by P.J. Parsons, London, lnstitute of Classica! Studies 1 98 7 ( • B ulletin Supplemen t • , 46), p. 1 7 n. 97.

' Cfr. J. IRIGOI N , Dtux traditions dissymétriques: Platon et A ristate, Annuaire d u Collège de F r a n c e 1 98 5 - 86, p p . 6 8 3 -684.

5 Come mi informa cortesemente W . S.M. Nicoll, il p rimo tomo d d nuovo Platone oxoniense è già stato consegnato alla stampa. D i abusi nell'eliminazione di manoscritti platonici si era reso respons abile anche M. Schanz (che sacrificò, p. es., W, P, f), ma non si possono disconoscere i meriti di questo filologo che disboscò la selva, cercando sempre tenacemente le 'prove materiali' della d ipendenza dei presunti apografi e sarebbe ingeneroso sia considerare i l suo lavoro come una " g randiose �ataw�ovia" [l'espressione è di G. ]ACHMANN, Dtr Platontext, N G G Phil. -Hist. Kl. 1 94 1 . 1 1 , p. 3 79 = Textgeschicht/iche Studien Hrsg. von Chr. Gnilka, Kònigsteinrfs . , Hain 1 98 2 ( • B eitrage zur k l assischen Philologie • , 143), p. 7 3 5] sia anche limitarsi a condannare gli eccessi O(i quali è caduto. Per una giusta rivaluuzione dell 'opera di Schanz s u l testo di Platone, cfr. M. D. REEVE, Elimintttio codicum dtscriptorum: A Methodological Problem, in Editing Greek and Ltttin Texts: Paptrs given ttt the Twenty- Third Annua/ Conferena an Editoria/ Probltms, Uni v. of Toronto, 6 - 7 Nov. 1 987, ed. J.N. G rani, New York, AMS Press 1 989, pp. 9- 1 0. - 12 -

LE VICENDE DE! COD I C I W D L DI PLATONE

dialoghi o gruppi di dialoghi, si può dire che l'indipendenza e anche il forte valore testimoniale di un manoscritto come il Vindobonensis Suppl . Gr. 7 (W) sono dati acquisiti.6 Ma l'e­ dizione di Burnet resta per ora l'edizione di riferimento, in particolare per quei dialoghi che non hanno avuto altre cure critiche; ebbene, l'informazione testuale che del Vindobonense dà Burnet (il quale del resto dipendeva da altri filologi per la � ollazic:m e del manoscritto') è decisamente incompleta e spesso 1mprec1sa. W è un manoscritto interessante sotto vari aspetti.8 Una datazione della parte più antica (che sola vale come fonte primaria per la ricostruzione del testo; possiamo usare la sigla W l ) al sec. X/XI (95 0 - 1 050) è stata proposta da Pau! Maas apud Dodds;9 ma questa datazione alta che farebbe W l pressappoco contemporaneo del Veneto T, vergato, come è stato ora dimo­ strato persuasivamente da B. L. Fonkic e da A. Diller, dalla stessa mano che ha sottoscritto e datato (A.D. 954) il Ven. Gr. Z 2 0 1 (Aristotele, Organon), quella cioè d e l monaco Efrem,10 non h a incontrato i l consenso d egli studiosi. Resta senza dubbio più valida l'attribuzione di Wl al sec. Xl, già p roposta da Diels e poi ripresa da Post, Hunger, Wilson, Cavallo e ora da Lidia Perria.1 1 Proprio al giudizio di Lidia Perria, che con Pau! Canart ha 6

Per la d i mostrazione, si veda p iù avanti, n. 1 5.

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Si veda la messa a punto di W . L . LORIMER [CQ 44 { 1 950), p. 1 06) dopo la pubblicazione d i H . KLOs - L . MtNIO-PALUELLO, The Text of the Phaedo in W an d in HenricNs A ristippus' Translation, CQ 43 ( 1 949), pp. 1 26- 129 (= L. MtNIO-PALUELLO, Op�ç W : 1tiì>ç LR. c . 3 6 7r Prt. 3 5 7d6 KaÌ �ç 'tÒ] KaÌ � I J'tÒ W : KaÌ 'tO L : KaÌ 'tO R; 3 5 7e2 O p60tKoç] 7tiiOtKoç W : 7t p00tKoç U ( - p6- ex em.), hab. R; 3 5 7e5 'toÙç 'tOU'trov] 'toiJ'tou'trov W : 'tÒ . 'tOU'trov L : wùç 'tOU'trov R; 3 5 7e6 Wç où OtOaK'tOU] Wç1J8tOaK'tOU W : Wc; OtOaK'tou LR; 3 5 8 a2 OÈ 81, IJ.E'tà] OÈIJIJ.E'tà w : OÈ KaÌ IJ.E'tà LR; 3 5 8 a 8 El'tE xap'tÒV Et'tE] Et'tE xaiiEl''tE w : Et'tE xapàv Et'tE LR; 3 5 8b2 o'Òv ò] oliò W : o'Òv ò U (-uv ex em.), ha b. R. c. 3 6 7v 3 5 8b6 'tÒ i]Où àya96v] 'tÒI Iùù àya96v W : 'tÒ àya96v L prim. (i]Où add. s.I. LavT\ et R ] -VT\V L; 1 8 9d8 npiìnov et R ] npoo'ta WL; 1 90d5 8ÉÀ.(I)()"tV] è80..oucrtv WL : è8ÉÀ.(I)()"tv R (cum T); 1 90e4 au'tOu] aùmu WL: l9 L . A . PosT ( c i t . sopra, a l l a n o r a 8 ) , p . 3 3 . Platon, CE14vres complètes, t . IV, 2 � p artie: Le Banquet, n o t i c c d e L R o B I N , t e x t e é t a b l i et trad u i t p a r P. Y I C A I R E. a v e c l e concou rs d e ] . L o\ B O R D E R I E , P a r i s , Les Bclles Lettrcs 1 98 9 . ' 1 t: solo o p p o r t u n o p r e c i s a r e : 1 7 5 c l '{v ' ] '{va R ; 1 94 a l 1Òv v o iJ v R . -40

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C I N Q U E MANOSCRITfl D I PLATONE

Éamou R; 1 93c5 -ruxot et R) -ruxn t W, -ruxn L; 200e6 àvo­ IJ.OÀ.oyrtcrooiJ.EOa et R) -cro1J.E0a WL; 204c5 a�pòv et R) à- BD WL; 207b5 KaÌ. et WR) Kav (sic) L; 209d8 nap' tliJ.tV et WL ] nap ' fJIJ.tV R (cum BD et ut vid. pap . ) ; 209el KaÌ. Èv �ap�O:potç et WL] KaÌ. �ap�O:potç R (cum Clem.); 2 1 0a9 -rò È1tÌ. et R) 'tep È1tÌ. WL (-iìn W); 2 1 2a6 OEOqnM:'i et R) -qnÀ:iì BD T WL; 2 1 2e9 Ka-rayeÀ.O:crmOÉ R) -crmOai WL ;4 2 2 1 8b2 ocrot aU ot et WR) ocrot o i aÀ.À.ot L; 22 1 b4 tCÌ>tp0aAIJ.Ò> et R) -r' Ò!p0aAIJ.Ò> WL; 22 1 b5 !ptAiouç) !ptÀ.ouç R (cum •.

Coisl. 1 55 pap. Stephan. ) . I l vezzo ingannevole di far apparire delle correzioni come se fossero delle varianti derivate da un esemplare diverso dal modello si ripresenta nel Simposio a p . 2 2 3 d 9 Ènivouç et L) -rou-rouç in t., yp. ÈKdvouç a d d . in mg. R. Un lettore di R (sigla: r) ha introdotto qua e là nel Simposio delle minute correzioni. Il loro carattere e la stessa loro disper­ sione inducono a pensare che non siano derivate per collazione con un altro esemplare. Né è possibile essere sicuri, specialmente quando l ' intervento è minimo o si esaurisce in una rasura, che tutti questi interventi vadano attribuiti alla stessa mano. Ad es.: 1 72c7 npò -rou ÒÈ et RP·c.] npò wuÒE WL, R prim.; 1 73 b t àU' ocrnep W2 L, R prim.) aÀ.À.oç napa ex em. r; 1 76b5 ' E pu/;illaxov et L ex em.] E'Ù p- W, LR prim. : -ròv Èp- r (-ròv s . I . , -u- eras .);43 1 76b5 ÙKOUIJ.EVOU D, RP·c·] ÙKOUIJ.Évou BT WL, R prim.; 1 78b4 !j)T\O"Ì. et r (-n- in ras . ) ] !pacri WL, ut v id. R prim.; 1 78 e l -rou-ro et Rp.c. (-v eras . ) ] 'tOU'tOV L, R prim.; 1 82d7 Èpiiv et r ex em. ] ò piiv L et prim. R; 1 85 a6 Kav et r ex em.) KaÌ. WL, R prim.; 1 93 a4 ÒtacrxtcrOncroiJ.EOa et W, L prim., Rp.c. ( - o - in ras .)] -WIJ.EOa B D, Lp . c., R prim.; 1 97c6 t ' ÈvÌ. Ki]òn et RP·c·] 'tE vtK'i]òn W : -r' ÈvtK'i]òn L, R prim.; 203c7 ÒEt et r ex em.] &ì, WL, R prim.; 2 1 3 c 8 ò tou-rou et r ex em.) où tou-rou WL, R prim., def. pap. Un' isolata corre­ zione marginale permette invece un confronto significativo: 1 89b6 pnEh]crecrOat WLR) IJfTI!ptçmOat corr. in mg. r (cum D). Ma è tempo di tornare all'argomento principale, da cui avevamo preso le mosse, la di mostrazione che L è apografo di W, e che è una copia realiz zata dopo che W aveva subito alcune modificazioni materiali del suo stato originario. Verso la fin e del

41 I n questo punto l ' apparato critico del Vicaire è sfigurato da u n salto nella S[ampa. 43 La registrazione di W nel l ' apparato di Vicaire è errata; a stare al Bu rnet tÒv ' E pué,i�axov è lezione di B .

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ERN ESTO B E RTI

Cratilo44 troviamo un'altra situazione significativa. Lo scriba di

Wl era incorso in un incidente non raro ai copisti, e a lui in

particolare, i l salto du meme au meme di alcune parole a causa del ricorrere di yvwcrBEin a breve distanza: (c. 1 03 r) 439e7 yE 440a2 yvwcrBEin . Ma è utile riportare per esteso la porzione di testo omessa: "-YE int ' où8evòç. "Alla yàp iiv È!ttovtoç tou yYv] 8ta�aÀ.À.wv W• '·, B 2 t : 8ta�aÀ.òw WP '·, L BT; 3e2 ÙtayayE'iv et L] 8tayE'iv pr. W (-ya- s . I . ); 6d3 crù om. pr. W (sed add. s . I . ), habet L; 8a3 outw om. pr. W (sed add. s . I . ) , habet L; 8dl àU' - 5 Ùt!C11 V om. W, add. in mg. W', habet L (in particolare si osservi che L condivide con la correzione di W una lezione che non è tramandata uniformemente: d4 ÈKEtvo T W'L Arm. Stobaeus : ÈKE'ivm B); 8d8 aùta B L, au ta WP·'· (ras . ) : muta B 2 T ( ta\J'ta w prim. ?); 9b7 ÈKetVotc; et WP·'·, L] 6 7 N o n tutte l e varianti e le corre z i o n i d i W s i trovano registrate n e l l 'apparato critico d e l B u r n e t . 6 8 H o già osservato nel Crati/o q u e s t o atteggi amento d e l l o scriba d i L : c f r . sop ra, a p. 56-57.

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C I N Q U E MANOSCR!Tfl DI PLATO N E

ÈlJ..La "toç pr. W (-J..L - add. s.v.); 1 4d9 où 16 ye] o-ihw W a. c · : où 1Ò WP·0·, L (cum B Arm.); 1 5c5 Èvvoeiç et L) Èvoe'iç p r. W (-v ad d. s . I . W). 69 ut vid.

L 'unica difficoltà che forse si incontra nel definire il rapporto di derivazione di L da W è rappresentata da una lezione genuina non presente in W, che in L è annotata nel margine inferiore della carta (nel testo L offre la lezione erronea di W): 1 4c 3 Èpiòvm B t , yp. Èpiòvm in mg. U : ÈpW"tiÌlV"ta T WL A r m . M i pare però, per quanto posso giudicare senza l 'ispezione d iretta del codice, che l a variante in L non sia dello stesso scriba del testo. Essa deve essere stata registrata comunque in epoca assai pre­ coce, perché ricompare anche in R, e questa volta della stessa mano del testo oltre che nella stessa posizione del margine inferiore della carta. Due minuti interventi sul testo di L, invece, debbono essere p osteriori all 'epoca in cui fu copiato R: 4d7 È7tei;ÉpXOJ..L a t] èl;epxoJ..La t W R et pr. L (È7t- add. in l . Ll); S a4 J..La 9rtTiìt criòt W R et p r. L ( -Tiì LR) : J..L a 9rt"tl)v cròv ex e m. Ll. Nell'apparato di Burnet viene fornita l ' informazione che � vocativo di Eutifrone è testimoniato nel modo seguente: « Eùe-Dcppov B 2 ,. . A d un controllo in W di tutti i passi si constata p e r ò una situazione che merita di essere riferita con maggiore precisione: in tutte le occorrenze dall'inizio del dialogo fino a p . 1 1 a6, in W era scritto originariamente eùe-Dcppwv, a partire invece dalla successiva oc­ correnza di p . 1 1 b9 e fino alla fine è scritto sempre eùe-Dcppov. Sorge spontanea l ' i mp ressione di un ripensamento da parte dello scriba, e che egli dopo essersi deciso per la forma con l'omicron sia tornato a correggere sistematicamente anche le occorrenze precedenti. A stare a quest'osservazione si dovrebbe pensare che i l modello di W scriveva i l vocativo con l 'omega, secondo la medesima grafia che in BT. Se ciò è valido, allora un indizio positivo della dipendenza di L da W si può ricavare anche dalla circostanza che L scrive sempre 6> eùe-Dcppov con l 'omicron. Tale conclusione però non rappresenta che un indizio. La situazione

" Fa eccezione 9 d 2 o vuv rnavop9m) �rea B , U t v id. W•·' ' L : vuv È�avop9m)�rea T, WP·'· (ra.s.). In questo p asso è possibile pensare c he la rasura i n W s i a recenziore.

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E R N ESTO B ERTI

di L, infatti, potrebbe corrispondere ad una scelta autonoma d i applicare la dottrina grammaticale regolare.70 Alla cautela invita anche B2, una correzione di B che notoriamente rappresenta un testimone della stessa famiglia di W ma di esso più antico. In effetti B aveva scritto sempre c1 EÙ9Uq>pwv, e sempre ora si leg g e c1 Eùfluq>pov, corretto a volte a mezzo di rasura di uno degli anelli dell'omega, più spesso invece con la riscrittura di omicron sulla rasura. Dalla riproduzione che controllo71 non mi sento auto­ rizzato a negare o ad affermare che tali minute correzioni vadano o non vadano attribuite alla stessa mano che introdusse in B molte e importanti lezioni della terza famiglia. Tutte le lezioni di L che sono state citate finora sono condivise anche dalla prima mano di R,72 il quale aggiunge an­ cora qualche nuovo errore e soprattutto delle false congetture: 3 a8 ÈmxElp&v à8tKEtv] à8tK:rov R; 3b9 'tÙ wtaùm] 'taùm R; 3e3 01tT1 (-ll WL)] 01tll> n t., sed-ot supra -ll add. R; 4e2 'tÒ _fiEtOV roç ExEl om. R; 6c4 dvat om. R; 7b l �01c& om. R;73 7b2 ro om. R; 1 0e7 q>tÀ.Etcrflat] q>tÀ.Et'tal R; 1 2d9 O'tl om. R; 1 3 b l Nai om. R. Certo non è da giudicare congiuntivo 1 4b l ExEl et R (cum BT)] (xot WL; e che anche l Oc l � n] � d n R (cum T) sia poligenetico è confermato dal fatto che dopo c2 nacrxEl travasi inserito in T, ma non in R, anche un altro n. Nel codice R diversi passi dell' Eutifrone si p resentano alterati 70 U n caso p e r alcuni versi parago nabilc è quello d e l nome d e l l ' accusatore di Socrat�. c h e è sempre �ÉÀfltoç i n W , è invece sempre �O... ttoç in L: ma a l l a prima occorrenza, p . 2b9, L l ' aveva s c r i tto c o n eta, subito sostituito d a l l o iota. Anche q uesti comportamenti contribuiscono ad i l l u m i n a re l 'atteggiamento c o n cui lo scriba di L ha condotto l 'operazione d e l l a copia. 7 1 ?lato, Codex Oxon iensis Clarkzanus 39 phototypice editus, praefatus est T H . G . A L L E N , Leiden, Sij thoff 1 89 8 . 72 B ù 1 0 g n a a n c o ra s o l t a n t o precisare: 6a6 oil EvEKa R; a p . Sd4 R n o n h a l a variante margi n a l e )' p . érvoat6tllta ( u n a mano recente h a restaurato àvocn6tf1ta aggiungendo à v - s . I . ) ; a p . 1 5 a9 i n R n o n si legge l a variante margi n a l e yp. Kul ì!pyu. 7} Quest'omissione corrisponde al tentativo dello s c r i ba di R d i restituire un senso e riord inare l e battute del dial ogo i n u n testo altrimenti i l leggibile. La situazione è l a seguente: i n W era risultato u nito i n u n ' u n i c a stonata battuta 7 a 1 0 1 1 •oiltro IJ È V o D v · KaÌ E {J yE cpaivEtal E l p�cr9a t • (così); L ha peggiorato la situazione: h a i n t rodotto divisione d i battuta dopo a I O ouv, ma l ' h a tolta dopo a l i E i piicr9ut, cioè u n a nuova battuta s i ffatta: • KaÌ. Ei:J yE 'll a i v Etat E i p�aBat OoKW Kpauç : Ei'pfl tat yà p • (cosi R).

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C I N Q U E M A N OSCRITil DI PLATONE

da interventi posteriori (sigla: r). Che non si tratti soltanto di correzioni congettu rali di un qualche lettore è provato dai passi in cui il correttore ha introdotto delle lezioni riconoscibili di tradizione testuale diversa: ad es., Sb6 iì ex Tìv (sic WL RP·m·) refecit r (v eras .); 8c9 n ii v ye ex navw; (si c WL RP·m-) ref. r; 1 1 e3 ckiC,at add. s.I. r (om. WL RP·m-); 1 3 c6 oiìv] où WL RP m·: -v add. in l. r; 1 3c6 � (om. WL RP m ) add. s . I . r; 1 3 c l 2 àv11 POJl11V] JÌ poJl11V WL RP·m·: àv- add. s.I. r. Da alcune lezioni si riconosce che la fonte doveva essere un manoscritto della seconda famiglia: è indicativa in tal senso una situazione come quella a p. 6d7 -8, dove il correttore ha annullato il Kat yap Èpa in t. WL R p rim. Forse potrà essere di aiuto per riconoscere la fonte delle correzioni di R l'integrazione a p. 1 2c6 JlOpwv yàp ai8ooç 8Éouç om. LR : JlOpwv yàp 8Éouç ai8Wç add. in mg. r. Ma in diversi casi è più probabile un'origine congetturale: ad es., 4d2 Kat] roç in ras . r; 5d_4 JlÉM"[l ] JlÉÀll RP m·: À. add. r ; 1 2 b2 w\Ì'to e x 'tOU'tWt r ; 1 3 a3 eivat post Seouç add. s.I. r; 1 4c l roç ante np69uJl6ç add. s.I. r. Tutte le lezioni della prima mano di R ricompaiono anche nel Laur.g, non si riscontra nessuna lezione separativa di R contro i l Laur.g e si osservano delle ulteriori innovazioni del Laur. g, specialmente omissioni. Il Laur. g pertanto, nell'Eutifrone, deve essere considerato apografo di R. Sono innovazioni caratteristi­ che del Laur.g contro R, ad es., 2b 1 2 8� 'ttva] 'ttva 8� Laur.g; 4a1 8tooKwv] 8tooKw Laur. g/4 5c8 vuv8� (vuv 8� WLR)] 8� vuv Laur.g; 7d2 KaÀ.Òv] rò KaÀ.Òv Laur.g; 8b 1 0 i1811 om. Laur.g; 9a7 -

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74 Dalle collazioni dello Schanz nelle Studien (cfr. sopra, nota 62), p. 69, apprendo che anche il Var. 225 legge l hroKw; si tratterebbe di u n a convergenza isolata.

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ER NESTO B E RTI

81] om. Laur.g; l l c l Èyro om. Laur.g; 1 3 b4 'tE om. Laur.g; 1 4b3 'tOtç 9Eotç om. Laur.g; 1 4e3 OwpO Kpl'tWV Èmcr1CÉijlacr8m LR; 47e6 ap' i],J.ltV l �J.llV UP ] IIT! PlWl w : IIT! P lW L 1 97 a 1 oç] oloç WL 1 98d3 h:'ti']cr6m] KEIC't- WP·' L 1 99c7 ai..A.o 1tapaq>a(vtcr6m] alli 1:1 q>aivtcr6a( W L 200a9 'tE9T] pEUK!Òç] 'tE9T] paK!Òç WL 200b2 bncr'tf]�flv] E1tlO'tfl�OcrUVflV WL 2 0 1 b8 iMvtt] EtOO'tt WL 204d2 7t pocrayopd>O�Ev ] -EUÒ�Evov WL 208d2 aJtoOÉ!;acrflm] \moOÉ!;acr6at WL 208d8 crot] '{crwç WL 208d8 c1v ] ijJ WL 208e4 aÀ.Àwv l OV't(J)V WL 209e5 EÌ1tÉ oi] ] d "(E 01] WL : yp. Et!!È oi] i n marg. w OmiSSIOni: 1 63b 1 0 )((l ì •o xpw�a om. WL 1 69b2 �iii..A.o v om. WL 1 69d4 iì où K ò p6wç om. WL 1 78d5 ecro�Évou om. WL (manca in Diès) 191 c l O KaÌ crKÀ.fl po'tÉpou o m. WL 1 96b3 �ÉÀÀEtv om. WL trasposizioni: 1 45a 1 1 aù•iì> ii!;wv ] ii!;wv aù•(ì> WL 1 50e7 ì!oo!;av a�a6t'iç] a�a6t'iç eoo!;av - 77 -

WL

MARIELLA MENCHELLI

1 5 5c6-7 oÙK iilm poç tiòv tolOutwv l tiòv tolOutwv oÙK iirrEL poç WL 1 5 5d6 tpallÈV ÀtyEtvl ÀtyELv q>allÈV WL 1 5 8 d l urrap � ovapl ovap � urrap WL 1 60e2 tpWilEV to'ùto l to'ùto outw CjlWilEV WL 1 62a4 vuvò� d rreçl d rreç vuv WL 1 62c3-4 i:l;aicpvT]ç outox;l outox; i:l;aicpvT]ç WL 1 6 7d4 Èv toutotç ò ì..Oy oç o{ì wçl ò ì..Oyoç o{ì wç Èv toutotç WL 1 80d4 aùtiòv �v aoq>iav l �v aoq>iav aùtiòv WL (manca in Diès) 1 82 c l iiM.wç EltE outwç] OU'tù>atvo- L ! 8 8a7 àvayKT] om. L ! 98c4 �OOilEV l Cjl�OOilEV L 209b ! O EXOV'ta ] EOXUtOV L 2 ! 0d3 M eMwul llEÀitou L Accanto a corruttele più banali il Lobcoviciano presenta vere e proprie sostituzioni, come a 209b l O, o a 1 9 8c4, che hanno valore separativo. Al contrario gli errori di W contro L sono rari e di scarso significato: 1 50a5 KaÌ iter. W ( KaÌ tÒ Diès perperam). I l Viennese ha scritto KaÌ per intero e poi lo ha ripetuto con il segno di abbreviazione, il

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C O L L A Z I O N E D E L TEE TE TO

Lobcoviciano copia soltanto il primo IWt (cfr. supra, Carlini p . 2 7) 1 56e6 otououv l otouoilv W ( otou o il v W Diès) 1 5 8e8 TI,v aùri,v liçEtl liçEt TI,v 8 ' aùri,v L : liçn TI,v 8 ' aùri,v W 1 62c5 1tp=ay6 petov l -y6p tov W: non è chiaro se anche il Lobcoviciano abbia lo iota (manca in Diès) 1 70a3 q>T\Otl q>T\Oel W 1 79b3 omoo n ouv l -nvouv L : -n v' oilv W 1 96d 1 auà 1 aÀ.Àa w : aUà L 1 99b8 � lttl EtpEtl -jì W : -ELV L (il ny è quasi evanido) 208d9 n l ilv W : il ut vid. L Gli errori comuni a L e altri testimoni sono rari e tali da su ggerire la poligenesi : 1 42a4 � l � v L (p.c. ?) : � ' v ys L 1 50e2 iì aùto\ iì W : iì aùto\ BTYL I noltre in un 'ultima integrazione marginale, al f. 1 4 1 , questa volta più probabilmente di mano antica, W riaggiunge una parte, Tht. 205c9d l , omessa per omoteleuto, che L presenta di prima mano nel testo; anche qui L condivide gli errori di W 205c9-d l habet in ma rg. W : 205c9 aÀ.oyov l uì-..6ywv WL 205c9 ltOtotl ltotEL WP·'L 205d l i] om. WL Anche a 205d l oilv l oilv W ut v id. : y ( 8 ' ? ) WP·'· ut v id. : youv L, è facile supporre che L abbia copiato il testo di WP·'·, correggendo inter scribendum .

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FABIO VENDRUSCOLO C O L LAZIONE D E L SIMPOSIO

Il Lobcoviciano è stato collazionato in fotografia (cc. 424-474) sulla base dell'edizione Vicaire;' per tutte le lezioni pertinenti (comunque per tutte quelle citate) si è controllato, sempre in fotografia, anche W (ff. 25Sr-283v). Le informazioni sulle altre fonti testuali sono messe insieme confrontando, oltre a quella citata, anche le edizioni di Schanz, Burnet e Robin. Solo eccezionalmente è citata la testimonianza di apografi, attingendo al ricchissimo apparato di Bekker.2 Per i l Simposio, come per gli altri dialoghi investigati, l 'ipotesi che L sia copia - e forse diretta - di W pare quella meglio atta a dar conto delle caratteristiche testuali . Innanzitutto L concorda regolarmente con W, anche negli errori peculiari, come mostrano i pochi esempi seguenti, relativi a lezioni di W non menzionate nell'apparato di Vicaire (alcune sono registrate da Robin): 1 8Sa6 Kav d nç) mì Ei ·nç WL (Hirschig); 200c8 Èmlh>)J.éiì) bnlh>)J.éiìv WL; 2 0 1 b l È pav] Èpal WL; 20 1 e5 8ft ] M WL (8 ex corr. ut vid.); 202b7 fì mì 1:éiìv ) fì 1:éiìv WL; 203a4 ÈypT]yop6crl] Èypmopoucr\ W (ace. ex acut. corr. ut vid.) L; 203e4 1tOplçOJ.!EVov) 1tOÀlçOJ.!EVOV WL; 2 1 7c6 È"f!CeXEl PTt lCT] ) È"flCEXEl PTtKE\ WL (alii); 2 1 9c2 Ka'tEKElJ.!T]V ] 1Ca'tE1CElVT]V W (et Vat. 227) : ICU't ' ÈKElVT]V L; 220c8 f(J'tT]ICEV . ) Ècr'tft 1CE ICUÌ wa.c. : Ècr'tftKE ' 1CUÌ WP·'· : Ècr'tftKn KaÌ L (punto in alto frainteso come 1 ?). Benché seguace all'apparenza assai fedele, L presenta, rispetto a W, diversi errori e innovazioni propri. Nel Simposio se ne contano una quarantina; eccone pochi esemp i :

1 P i aton, CEuvres complètes, rome IV - 2e parti e , Le banquet, notice dc LtoN RoB I N , texte é t a b l i et traduit par PAUL V I C A I R E (avec le concours de J . LABORDERIE), •Collection cles Universités de Fra.nc e • , Paris, Les Belles Lettres 1 98 9 . 2 M a si tralascia d i sottolineare il regolare accordo con L del Vaticanus graecus 1 029 (R), pure collazionato da Bekker; vd. Berti, supra, p. 5 4 - 5 5 .

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C O L L AZ I O N E DEL SIMPOSIO

1 79d3 OÈ (habet et W) om. L; 1 92e2 Ero '>!;)

l

32E2

3 2 02

Fig.

3 3 E2d

2 - Tipi d i rigatura u t i l i zzati n e i c o d i c i L, Vat. gr. 407, W, R.

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V OOC l

V OOA l Fig.

3 - T i p i di rigatura u t i l i z z ati n e l Vat. gr. 1 1 1 6 1 73 ( P ) .

e n e l Palat. g r .

- 1 40 -

+ V a t . gr.

2646

+ Cremon.

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