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Italian Pages [100] Year 1859
-v^
LA STATICA DEI SISTEMI DI
FORMA INVARIABILE
OPUSCOLO '
.
l'Hor.
DEL DOTT. FRANCESCO BRIOSCm DUO.
til
11
\TJ«*TICA APrtlCATA
XKLI.'
«.
». f:»iyEll.A(TA*
Iti
PAVIA
MILANO Dori'. FK.\NCESCO
VALLAUDI (TIPOGRAKO-EDITOKE)
Contracin S. Margherita N.
1859
j.
LA STATICA DEI SISTEMI DI FOBMil INVARIABILE
LA STATICA io DEI SISTEMI DI
FORMA INVARIABILE
OPUSCOLO
DEL DOTT. FRAKGESCO BRIOSCIII PROF. ORD.
m
MATi£)IATICA APPLICATA NELL'
f.
R.
UNIVERSITÀ' DI PAVIA
MILANO DOrr. FRANCESCO VALLAUDI (TIPOGRAFO-EDITORE) Contrada
S.
Margherita N.
1859
5.
li
presenlc* 0|)usculu è posto sotto la
tutela
delle
veglìaiiti leggi e
convenzioni dei
(roverni d’ Italia, che concorsero a garantire le propricià letterarie.
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ì
INDICE
PemCA. Al Capitoi/)
Dott. Giuseppe Ainbrosoli
—
1.
pan, vir
Compogizione e deeompoeizione delle forze applicate ad un ponto
Cahitou)
—
11-
parallele, e teorica
deUé coppie
— Compoeizione dei sistemi — Della coppia rianltante
Capitoi.» Ili
Caittol» IV.
di
di
forma invariabile
momento minimo,
1
11
.
.
i
20
e della
digtribaaioDe degli aasi delle coppie nello gpagio
Capitolo VI.
— Proprietà — Relazioni
Capitoix) vii.
— Dei
Capitolo V.
a
$
Compoaiaione e deeompoaizione dei sistemi di due forze
.
delle coppie rignltanti fra
i
momenti
«
28
n
.34
delle coppie rigultanti e eoin -
poiienti
Iti
sistemi di forma invariabile riducibili ad
una
ri-
anltante, e del centro delle forze
Capitolo Vili.
— Delle
condizioni per reguMibrio di
applicate ad CAPITOI./J IX.
—
un sistema di
un punto
invariabile, e dell'asse fi equilibrio
XoTA
‘
.
forze .
^
n
64.
e
tiii
a
II
Delle condizioni per requ3ifario di un sistema di forma
1
Dìgìtized
by
Gbogle
Al
Doti. Giuseppe Ambrosoli.
Carissimo Amico.
Protnettendomi l’opera tua nella revisione delle prove di
stampa mi spingesti a publicare questo opuscolo, nel quale ho raccolto
le
mie lezioni
sulla
statica
razionale
dei si-
\
steìni
di forma
invariabile.
A
te
perciò
lo
indirizzo
in
segno di gratitudine.
Settembre 1858
.
Il tuo
Br loschi.
Digilized
by
Coogle
STATICA
LA
TORMA INVARIABILE
DEI SISTEMI DI
CAPITOLO
Composizione
I.
decomposizione delle forze
e
applicate ad
un punto.
1." Considerando due o più forze agenti sopra un medesimo punto, denominasi loro risultante la forza che produce
lo stesso effetto di esse
nome di componenti. Comporre due o più
;
ed
alle forze
medesime
si
dà,
il
forze applicate ad un punto significa
sultante di quelle forze.
necessarj ad individuare la riPer ottenere questi elementi nel
caso particolare in cui
considerino due sole forze agenti
determinare
gli
elementi
si
sopra un pimto incominciamo dal supporre che quelle forze sieno eguali.
È
evidente che in questa ipotesi la direzione
della risultante dividerà per
metà l’angolo compreso
dalle
componenti, per cui non rimarrà a determinarsi che la sua grandezza. Ora 1’ effetto prodotto da direzioni
delle
quelle due
componentr deve manifestamente mutare vadi quelle forze e 1’ angolo compreso
riando la grandezza Hh
oschi.
luì
Stnlicn ree.
1
Dg ì
ì
l
ì
reti'by
Google
.
2
FOKZK CONtOKftENTl.
medesime; quindi indicando con P grandezza comune delle componenti, con 2u l’angolo che le loro direzioni, e con R la grandezza cer-
dalle la
direzioni
delle
comprendono
cata della risultante sarà
:
R=/(P,4 Lnmaginiamo applicate forze di grandezze pure
al
medesimo punto due
eguali fra loro ed
altre
eguali a Q,
con quelle delle prime componenti; sarà /(Q, w) la grandezza della risultante di queste forze, e la direzione della stessa coinciderà con quella della prima risultante. Ma noi possiamo ritenere come agenti sul punto due forze clascima di grandezza P Q e le direzioni delle quali comprendono un angolo 2u e siccome la direzione della risultante di queste coinciderà colla comune alle prime due risultanti, e la grandezza di questa sarà /(P -t- Q, f)
=/(P,
«).
Ora
/(P +
Q, «)
= /(Q,
per cui sostituendo /(P,.>)
-h
P/
+
(Q)
= p/’ (Q)-h-ipv’"
ed osservando che il primo membro dipendente da Q si otterrà
essendo
/(P,
2
avrà
1’
il
che è evidentemente assurdo.
:
R=2P
cos. c
(
= — essendo nullo l’effetto delle componenti dovrà essere R = 0, ed in conseguenza c un numero dis^ pari. Suppongasi c = 2n + 1 ed « = ^ risulterebbe R = 0 e effetto delle due componenti dovrebbe essere ma quando
w
,
1’
eh; è assurdo fuorché nel caso di tic= 0; sarà 1 ed quindi c
nullo;
il
=
(
R=2P
2)
cos.
4j.
Consideriamo ora due forze disuguali di grandezze P, Q, di cui le direzioni comprendano un angolo retto. Si immagini la direzione della risultante A di queste forze ed indicando a l’angolo che essa comprende colla direzione della prima componente, si consideri la forza di grandezza P come la risultante di due forze a, ò, ciascuna di grandezza indeterminata X, la direzione della prima delle quali sia quella della risultante A. Così si consideri la forza di grandezza Q come la risultante di due forze c, d, ciascuna di grandezza indeterminata Y, e la direzione della c coincida colla direzione della risultante A. Evidentemente le forze 6, d avranno la medesima direzione ed agiranno per verso contrario inoltre per la (2) si avranno le 2.°
;
P=2X
cos. a
,
Q=2 Y
sen. a.
Incomincierò dal dimostrare che le grandezze X, Y delle forze a, b\c,d sono eguali. Infatti supponiamo Y > alle ;
X
due forze ò, d potremo sostituire ima sola forza di grandezza Y — X secondo la direzione ed agente pel verso della d. Quindi alle due forze date verremmo a sostituire due altre forze 1’ una di grandezza X. Y di cui la direzione coincide con quella della risultante A, 1’ altra di
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FORZE CONCORRENTI.
grandezza Y — X a seconda della direzione della d. Componendo queste due forze si otterrebbe una risultante la direzione della quale non sarebbe evidentemente quella della risultante A e quindi anche la risultante delle due forze date dovrebbe avere una direzione differente dalla Y e supposta. Dunque dovrà essere X ;
=
P = 2 X cos.
Q = 2 X sen. a
a,
;
6, d è nullo, ne risulta grandezza della risultante delle due forze date. Quindi, se le direzioni di due forze agenti sopra im medesimo punto comprendono un angolo retto, la grandezza di ima qualunque di esse è eguale alla grandezza
e siccome l’effetto delle due forze
essere
2X
la
medesime
della risultante delle
forze, moltiplicata pel co-
seno dell’angolo che la direzione di quella forza comprende colla direzione della risultante. 3.°
Q
Sieno ora P,
zioni delle
quali
le
grandezze
di
due forze,
comprendano rm angolo
si
;
prodotto P.jp può ritenere lo stesso valore
modi
infiniti
coppie,
infinite
di forze
maginiamo due
di
i
,
valori dei fattori
per
differenti
ponno avere
P
e p,
braccio
ne
ri-
e per
momento. Imper Tuna;
lo stesso
queste coppie e sia
M = Pp {
e per
1’
altra:
M=
Qg-
;
=
queste coppie producono il medesimo effetto. Infatti denominando per brevità con A, B gli estremi del braccio della prima coppia, suppongasi il braccio stesso prolungato di una parte B C eguale in lunghezza a q, ed applicate a ciascuno dei punti B, C due forze eguali in grandezza a Q, dirette parellelamente alla direzione delle forze della prima coppia ed agenti per verso contrario. L’ aggiunta di queste quattro forze non altererà l’effetto prodotto dalla prima coppia; ma componendo le forzo di grandezze P e Q applicate ai punti A, C ed agenti pel medesimo verso ottiensi una risultante di grandezza P -I- Q di cui la direzione per essere incontra punto B. L’effetto Pp la retta nel A C Q,q di questa risultante distruggerà in conseguenza quello delle forze di grandezze P, Q applicate al punto B; per cui r effetto di quelle sei forze equivarrà anche a quello delle due forze di grandezza Q applicate ai punti B, C ed agenti per verso contrario, cioò all’ effetto prodotto dalla coppia di braccio q. Dunque due coppie di cui i momenti dimostrasi facilmente che se P/>
,
,
=
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FORZE 1-AHALLKLE E COFIME.
1!)
sieno eguali producono lo stesso effetto
o ponno
,
sosti-
tuirsi r una air altra; cioè il momento di una coppia è la misura della sua intensith.. 3.® Cliiamasi plano di una coppia il piano individuato dalle direzioni delle sue forze. L’ effetto però di ima coppia non cambia se da una posizione venga trasportata in un’ altra nel proprio piano, purché le estremitìi del braccio della coppia nella seconda posizione sieno uniti invariabilmente ai punti del piano che coincidevano colle estremità del braccio della coppia nella prima posizione. Infatti nel piano di una coppia qualunque si immagini dapprima una retta parallela e di lunghezza eguale al suo
B
braccio. Detti A,
per brevità
gli
estremi
della coppia; A|, Bi, quelli della retta,
si
braccio
del
suppongano
uniti
cd i punti Ai B; quindi applicate tanto al punto A| quanto al punto Bi due forze ciascuna di grandezza eguale a quella delle forze della coppia, parallele alle medesime ed agenti per verso con-
invariabilmente
i
punti A, B|
trario. L’effetto di
,
queste quattro forze sarà nullo, e quindi sei forze dirette nel piano
complesso di quelle
l’effetto del
coppia. Ma componendo le due ed agenti pel medue forze analoghe applicate ai punti B, A|, si ottengono due risultanti di cui gli effetti manifestamente si elidono dunque 1’ effetto di quelle sei forze B| equivale anche a quello delle due applicate ai punti A| cioè a parallele eguali ed agenti per verso contrario quello della coppia di cui il braccio è At B|. Immaginiamo ora nel piano di una coppia una retta di lunghezza eguale al suo braccio e situata in modo che il punto di mezzo di essa coincida con quello del braccio; denominate ancora
equivale a quello della
forze parallele applicate ai punti A, Bi
desimo verso e
le
\
;
,
,
,
,
A,
B
,
A|
,
Bi lo estremità del braccio e della retta,
pongano applicate
sup-
si
Bi quattro forze .come sudue forze concorrenti ma 1’ applicate l’una in A altra in Ai c le due applicate in B e B, si ottengono due risultanti di grandezze eguali, co-
periormente.
ai
punti A|
Componendo
,
le
,
,
,
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16
l'ORZU
PARALLELE K COPPIE.
incidenti in direzione ed
adenti per verso contrario. Per
cui l’effetto del complesso delle sei forze equivarrà, a quello della sola coppia
di
cui
braccio è A| B|. Queste due
il
proprietà conducono alla piu generale enunciata sopra; anzi osservando che la dimostrazione della prima di esse vale anche pel caso che la coppia venga trasportata dal
proprio piano in un piano parallelo ad esso, condizione esposta
sotto la
avrà che
si
una coppia può essere
tras-
portata nel proprio piano od in un piano parallelo ad esso in
im modo qualunque.
4.“ Allorquando si consideri il complessivo effetto di molte coppie situate in un piano è necessario distinguere il verso secondo il quale esse agiscono. A ciò si potrà im-
maginare che
i
pia sieno
,
fissi
punti di mezzo dei bracci di ciascuna cop-
ed
verso secondo cui agisce una qua-
il
verso secondo cui la coppia tenderebbe a ruotare intorno quel punto fisso. Si avranno quindi coppie le quali agiscono da destra a sinistra ed altre agenti da sinistra a destra. E nello stesso modo che dietro una stabilita convenzione applichiamo segno positivo ovvero negativo alle grandezze di due forze agenti per verso contrario nella medesima direzione; i momenti di due coppie poste in uno stesso piano ed agenti per verso contrario si riterranno come affetti da segni disuguali. Ciò posto supponiamo si vogliano comporre due coppie situate in im medesimo plano; cioè si voglia detenninare mia coppia che produca lo stesso effetto di quelle. Sieno P, Q le grandezze delle forze per l’una e per l’altra cop-
lunque
di esse
sarà
il
,
pia;
p
e
q
\
rispettivi bracci.
pia di braccio il
medesimo
p
Q5 quindi
che
il
Immaginiamo una terza cop-
grandezza X che produca seconda delle date; dovrà essere:
e di forza di
effetto della
= X2i;
supponga trasportata quest’ultiina coppia in modo suo braccio venga a coincidere col braccio della si
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KORZL l’ARALLELK E rOPI'lK.
prima.
E
17
due coppie date agiscono pel
chiaro che se le
medesimo verso risulteranno applicate a ciascuna
comune due forze medesimo verso, e che
delle
grandezze P,
X
estremità del braccio
di
agenti pure pel
se le coppie date
sono
di
verso contrario ciò avrà anche luogo per quelle
Nel primo caso si avrà quindi una sola coppia di e per la quale la grandezza delle forze è P + X; si otterrà una sola coppia pure di braccio p e per la quale la grandezza della forza è P supposto P > X. I momenti di queste coppie saranno quindi
forze.
braccio
e nel secondo
—X
dati dalla
M = (P+v)2? ossia per l’equazione superiore;
M = Pp ± Q^' cioè sarà
momento
il
coppia risultante eguale
della
alla
somma algebrica dei momenti delle coppie componenti. La composizione di un numero qualunque di coppie tuate in un medesimo piano
si-
opera ripetendo l’operazione anche se le coppie sono situate in piani paralleli, trasportandole prima in uno stesso piano. Quindi il momento della coppia risultante di un mmiero qualsivoglia di coppie poste nello stesso piano od in piani paralleli è eguale alla somma algebrica dei
un
sufficiente
momenti
numero
si
di volte, e cosi
delle coppie componenti.
Si considerino ora
due coppie
pendicolari fra loro; P, rispettive; p, q le la seconda coppia
venga
braccio sia eguale a
determinata
dall’
Q
di cui
p
i
piani sieno per-
sieno le grandezze delle forze
immagini che da un’ altra di cui il grandezza della forza sia X
lunghezze dei bracci;
si
sostituita
e la
equazione
Xp
== Q,q.
Si trasportino
la
prima delle coppie date e quest’ vdtima, ciascuHa nel proprio piano in modo che i bracci delle medesime disponendosi secondo la retta comune intersezione dei piani, vengano a coincidere. Ad ognuna delle estremità del brac,
,
Bkioschi .La Statica
ree,
^
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18
FORZK l'ARALLKLE E COPPIE.
ciò
comune
.saranno così applicate due forze le direzioni
comprendono un
delle quali
queste forze
mune
si
an
coordinate
^0
ai primi,
ed
ai
,
6,
,
C|
origine di questi assi rispetto
dell’
aj
;
6*
,
,
Cj
;
Uj
,
6*
Cs
,
;
i
coseni degli
nuovi assi comprendono cogli assi Oa;, Oy, Oz, rispettivamente. Indico con p, q, r le coordinate del punto di applicazione della forza qualsivoglia di grandezza P reangoli che
i
lativamente
ai
nuovi
e
assi,
con
goli che la direzione di essa
,a,
i
comprende
coseni degli ancoi medesimi.
Se
con X, Yj Zj Mx, My„ Ms„ si rappresentano rispetto ai nuovi assi quantità analoghe alle X, Y, Z; Mx My M* rispetto ai primi; si avranno le equazioni ,
,
;
,
,
,
,
X„=2PX, Y„ = 2P(a, Z„ = ^Py, Mx.=2 P(9 f— r/x), My,=2;P(r/._py), Mzo= 2 P(jp;x- 9
(7)
(8)
Ora
/.).
è noto essere;
p = ai{x — x^)+h{y — y^)+Ci{z -2o q = ai{x-x^)+hi{y — y^) + Ci{z -2o r
^ 03
(
X
—
.T„
3,
fx=a
)
+
63 (
2/
-
2/o )
+
«3 ( s
^0
),
).
))
ed anche: ai
¥^
•/
6i
+/3 6,
-I- •/
6s,
v=a
C| -»-/3 ci
+
ycr,
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,
SISTKUt DI FORMA 1NVAKI AIIILF.
quindi sostituendo questi valori nelle (7) (8) rammentando le denominazioni (1) (2), si otterranno fra le grandezze delle forze le tre relazioni (9) X^=(7|
e fra
i
X -f ffjY+fljZ, Yp=
momenti Mx, I
(
'
lOi
= a, (Mx + «3
i
X+
(ìlr
— —
Z + z, Y) + \ + V/o X)
v/i,
Z+
+i,(M.--a-„Y +
= (Mx —
Tj,
\) + ^4(My
!
- X+ z„
.r„
Z)
— z„X + a-^Z)
v/„X)
C( Z + z„ Y) + +C3 (M._a- Y + v/„X).
f
X+Cj Y-j-CjZ
Z||=C|
(M,;
;y„
/
^
Y^ò; Z,
delle coppie le altre tre
v/o
6's
(My
~ X+
Z)
z„
grandezza della forza risultante e con M„ il momento della coppia risultante, supponendo il sistema riferito ai nuovi assi sostituendo nei valori di R„ Mp per Xp Yp Zp ed Mx, Mzp le espressioni supei-iori, si Inumo le due relazioni Indicliiamo con
K,,
la
;
,
,
4
Rp (11)
,
,
4
4
= X+ Y + Z
4
M*=(iIx-yoZ+z„Y)V(M,-z,X+a-„Z)V(M.-a.pY+X)'
La prima
di
queste equazioni mostra che la grandezza
ha valore costante qualunque sia la si riferisce il sistema, e che la grandezza di una componente qualsivoglia non può superare la grandezza della risultante, ossia che questa quantità è la misura del massimo valore che può assumere la grandezza di una componente. Dalla seconda di quelle equazioni deducesi che il valore del momento della coppia risidtante cambia al variare degli assi cui si riferisce il 0 ottien.si la sistema; ma siccome supponendo x^=^y„
della forza risultante
tenia
d" assi
ortogonali cui
— —
-
ne
risidta
che questo momento ha un valore costante per Iai Stfitiat
or.
I
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2 ()
m
SISTRUI
tutte le
teme
FUKMA INVARI AIIII.E.
di assi ortog^onali
aventi origine comune, e che
questo valore è anche massimo fra
valori dei
i
momenti
componenti corrispondenti a ciascuna di quelle terne. Dunque il valore del momento della coppia risultante muta soltanto al cambiare della posizione dell’ origine degli assi e per (piesta j)roprietà ogni qualvolta dovrà riferirsi un sistema a due o più terne di assi si supporranno paralleli ciascuno a ciascuno; non influendo la loro direzione sui valoià della grandezza della risultante e del momento della coppia risultante. In questa ipotesi delle coppie
;
equazioni
le
(9) (10) si
riducono alle
Xo==X, Y„=
Y,
Z,=
M.„=Mx-y„Z + Myi,
'il-'o
si
chiamei‘à
^ My X+ = Mj — X„ Y 4-
momento
della
spondente al punto di cordinate
componente
di
essa
si
Z,
=„Y,
Z
,
X.
coppia risultante corris„; ed una coppia
dirà pure coppia
componente cor-
rispondente a quel punto. equazioni (9) (10) vengono moltiplicate ordinatamente e quindi sommate, giungesi alla
Se
le
:XMx + YMy + ZM..;
(Ifl)
la quale dimostra che questo trinomio,
mo
con V,
ritiene
il
Sieno
c^
coppia risultante
i
di
il
quale indichere-
medesimo valore qualunque sieno
assi ai quali si riferisce .5.°
fra loro
il
gli
sistema.
coseni degli angoli che
moniento
l’
asse della
comprende cogli
assi
tanto della prima che' della seconda terna; ed o„, Ah,c„ì
coseni degli angoli che di
momento
dinate
a;„, j/„,
N
1’
asse di
corrispondente al fa
con questi
assi.
una coppia componente medesimo punto di coorIndicando con
l’angolo
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,
SISTEMI
compreso dagli equazioni
(5)
ni
si
Tt
FORMi INVARIABILE.
assi di quelle coppie,
((i),
hanno
ed osservimdo
alle
le
+ Co M.„
(14)
N = M„ cos.
(15)
== «n
y
+
+ c„
6„
M.„
:
quindi pei valori (12). se con l, in, n si rappresentano i coseni che l’asse della coppia risultante o di una coppia
componente qualsivoglia corrispondenti dinate
aCp,
(16) /Mj;
I/o,
=0 fiinno
+ mMy
equivarrìi al
per X, Y,
punto
di coor-
-t-nM--)-(i/(,»i-Zom)X-l-(zoroporci la rjuistione determinare quiili debbano essere valori delle mede-
(Iella
nato di
valore
defili assi delle
Mx„
X
Y
Mx„
Ml/„
My„
,
in
,
(11)
ed eguagliando
^ M;„
di tutte le altre
espressione
la
’
M-„ sono 1 valori che acquistano questo caso particolare. Le equazioni ,
superiori dimostrano la principale proprietà della
coppia cioè che 1’ asse di questa ; coppia è parallelo alla direzione della risultante. Il coseno dell’ angolo compreso da queste due rette sarà perciò eguale all’ unità ed in conseguenza, fatto
risultante di
momento minimo
;
M„ si
Mx„ +
-|-
M:„
avrà
X K
]\Ix,
Y
M,„
R
My, •
Z R
M-„ •
àl„,
Digilized bv
Go o^I
COPPIA
m
MOMENTO MINIMO
EOr.
2!»
quale dedurremo
(lalln
(2)
momento Ora se con
si denominerà momento minimo del sistema. z„ rappresentiamo le coordinate del punto dello spazio al quale corrisponde la coppia di momento M„, si avranno tre equazioni analoghe alle (12) Gap. ITI, le quali per le (1) si riducono alle
TI
XV =
— ;y„Z
YV = ZV =
-l-z„Y,
+
.r„Z,
— .t„Y -I-.V™X,
M,
ossia alle
(
— A _y„ — B z„ — C X Y " Z
4)
’
essendo
ZMx-XM,
.YM*-ZV.v „ ®
^,
ip)
.
TAN R*
Ma
’
^
XMy-YMx '
R^
se nelle (4) consideriamo le a;„, ?/„, s„ come coordinate correnti, le equazioni medesime rappresentano una ,
una coppia come è evidente, essendo quella momento minimo. Questa retta
retta ad ogni punto della quale corrisponderà risultante di
momento M„
;
retta l’asse della coppia di
chiamasi asse centrale del sistema. 2.“ Il
trale
,
è
punto di coordinate A, B, C situato sull’asse cenil punto di intersezione del medesimo asse colla
perpendicolare condottagli il
dall’
origine
che provasi facilmente, essendo
le
O
dei primi
equazioni
di
assi ;
questa
pei-pendicolare le
CO
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(•OPPIA
:}o
Ne
DI
MOMKNTO MINIMO
d
deriva che indicando con
e l’asse centrale
si
ha,
per
O
le (5),
W = M’ +
(7)
KIT.
la distanza fra l’origine
R*
per cui, essendo la retta (6) perpendicolare all’asse della coppia di momento ed alla direzione della risultante, la coppia risultante di momento può considerarsi come decomponibile in due poste in piani perpendicolari fra loro ed aventi per momenti M„, RY_.aZ, le
equazioni
(7)
prendono
C
^^
*' ('9')
^
I I
X,
= «aY-/.Y;
.
forma:
la
A + y,B+s,C = E
’
;
il luogo geometrico richiesto sarà una retta. Reciprocamente: i piani delle coppie risultanti
quindi
una
spondenti a punti situati in
corri-
data passano per
retta
Le
(6) sieno le equazioni della retta data, e consideriamo la coppia risultante corrispondente al punto
un’altra retta.
di coordinate Xj, yj, si
hanno
Xs
per
le
Indicando con h una indeterminata
3j.
le
= x„ +
quali
1'
=
/tÀ,
+
equazione del plano
di
coppia
(piella
risul-
tante ])rende la forma
X M,„ + y My„
Quindi
i
+z M,„ -
L
punti situati sulla retta
di
A + B -h = C - E) = 0. »/
passano por cioò questa è
la
la
a
comune medesima alla retta
giunse superiormente.
si
Queste due rette per
una
4 (x
(fi)
intersezione dei piani (9),
quale
-t
piani delle coppie risultanti corrispondenti
esse
contiene
le
i
i
chiamate
rette reciproche.
X
la propri etii,
punti corrispondenti
Rappresentiamo
— a _y — b a
ha luogo
quali passano per
risultanti
piani delle
quali
fi
z
1’
alle
altra,
che
coppie
vengono
colle equazioni
—c y
la retta intersezione dei piani (9) ossia, la retta reciproca
della
(fi).
Essendo identicamente
L'igitized
uy
,
OELLE r01»lME KlSUtTANU.
f'ROrKiKTA
“^1*0 I
^
^
/
'40
»
(),
potranno ritenere:
si
a i
+
aA + /3B + -/C =
^
,
= BM.„-CMy„
quali valori, (13)
r^
= CM.„-AM..
= AM^„-BMx.
y
ponendo
L=
(12)
/.Mxo
+
+
>Msq
,
equiv'algono al seguenti: a I
= /.V-LX,
)3arametrl a,
b,
/3
= aV-LY,
-/
= >V-LZ.
c sodisferanno inoltre le
ftMxj
+
+
cJIjj
=D
aA + 6B + cC = E dalle quali e dalle (11)
si
avranno
,
;
le
_ ay) + My, — by) = — D-/ — by) = — E-/ A {ex — ay) + B
Mx„ (ca
{eli
(c,3
,
e quindi:
—
b-y
efi
= DA — EMx„
:
ed analogamente:
— ay = DB — EMy, = DC-ElL.„.
ex (14)
a,3-òa
Ora
si
ottiene facilmente
EMx„ — DA = LMx + per cui
si
avranno !
by
ex I ,
fl/3
V (3
q
a
—
'Jo'-')
le tre relazioni
-
= V {y„ > _ z, a) _ LMx — ay = V 1 — — LMy — ix = V — _ LM (c„
(.T,i
>)
’J.
/.)
,
,
.
.
D
'"i by
Coogli
40
DELLE
l’ROPRIf.TA’
Se mediante
COI’I'IK
valori (13) (14) dell’ equazione (1), risulta i
“ ma
moltiplicando a*
+
3’
+
7
*
aX + jSY + yZ
le (13)
per
Àa
+
primo membro
•
sommandole
V7
ha
si
:
forma
+ ,u^ + y7 = 0;
od anche, osservando che danno 4- u/3
y e
/3,
(1) prenderà, la
(15)
Xa
a,
il
= V (Xa + u/5 + yy) _ L (aX + jSY + y'L)
dunque l’equazione
la
RISl'LTANTL
formiamo
le (13) moltiplicate
= V(X’ + u» +
y»)
per
_ L(XX + uY + yZ)
u, v
,
seguente:
L
(16)
Le prietà
V(X*
+ fA* +
“XX + ,uY+
y*)
yZ’
equazioni (15) (16) contengono due interessanti prodelle rette reciproche. La (16) essendosi dedotta
dalla (1)
sostituendovi
i
valori di
a,
jS,
7 .... è la condi-
zione che deve verificarsi perclià la retta (10) sia asse di coppia risultante ma la (16) per la sua forma è anche la condizione che deve essere sodisfatta dai parametri X, ;a.... ;
dunque (6) sia asse di coppia risultante se la retta data (6) sarà asse di coppia ri.sultante lo sarà anche la sua reciproca (9). La (15) dimostra che in questo caso quelle rette sono ortogonali. 5.” Dalle equazioni (13) (14) si deducono facilmente le perchè la retta
seguenti
;
:
1
V
V
1
.
\_L.“-l'^’
„
V
Z-l'
1
.
Digitized by
Google
DKLUK coppie KlSUl.TANTI.
l’ROl K11-:TA*
-'I
)
= x; Mj),
,
I\Iii
,
>Ix,
My.=
-
(^0
I
_
2
( „
e
,
»y,) V
z,)
/.
-
-
2 ( „
(.r„
—
_
V I
se
i
((!),
punto
il
sono
nulli;
,)
«
- (« - x,)y
/5
- - yy,)a
I
|
(n
_a,)
(/t
j
|
y
,
primi termini dei secondi
zioni superiori
•/
I
coordinate x
di
nelle espressioni
(c - 2
_i |
Ora
.
_ y,) - (c _ z,yì
(6 I
-i
a-,)
.
le relazioni;
_1
I
M„=|-j(.r„-.r,);x_(y/„_yy,)/.
retta
~
X, Y.
otterranno
si
CiS),
— rty),
(ca
~L
Si sostituiscano questi valori di di
-£-
1
~
-Il
— ^ {h —
per cui la
z
,
è
situato sulla
membri
somma
nelle equadei quadrati
darebbe ì
M,
=
+y
+
i
r.
J-,
essendo
ri
la distanza
coordinate
Z|
e la retta reciproca alla (6). -^'come, indicando con l’analoga distanza per un altro punto, .a ?
a’
•Mi
COSI
avremo
la
i
momenti Ijt
(ì^
•/'*
1 ,
proporzione
.'U
cioè
—+
+
Vi
di
~ r.
’
due coppie risultanti corris|>ondcnii a
Sttttirii ffr.
0
Digitized by
Google
42
l’KOrRlKTA
rol'HK
DKI.l.K
due punti qualunque, stanno
RISI I.TANTI.
come
fra loro
le
questi punti dalla retta reciproca a quella
distanze di
che unisce
i
pimti stessi. 6.°
Siano
:
_ — y„
3
3/
>.i
— sp
fj-i
comune a due rette reciQuesta retta per la proprietà caratteristica
equazioni della perpendicolare
le
proche
(6) (10).
delle rette reciproche sarà situata nel piano della coppia
corrispondente al punto di coordinate
risultante
per cui
;
si
Ài
Mx„
-f-
Ài
/.
-J-
U|
fx -I-
R, V
=0
quali pei valori (13) À|
+
ui Mj/ji
ed essendo perpendicolare ranno
le
À|
.
X+
fxi
Y
:
due rette reciproche sa-
alle
danno
=0
1*1
3t
y.|
/£
4-
i/|
=0
y
— Tg
y
-J-
>1
Z
—
= 0;
-
ZMx„-XMz„ Questa
retta, evidenten''-**'-*^
lo incont'",
trale
;
la
per cui le equazioni della perpendicolare comune rette reciproche risulteranno le
x
,
avrà
alle
due
z —_fo__ «51^7- YJL„
perpendicolare
all
asse cen-
^ dimostrato al Gap. IV,
§
2.°
W| , wj , gli angoli compresi dall’ asse y; jrtaictiino con centrale e da ciascima delle rette reciproche , e con , 0,
,
alle
lunghezze delle porzioni di perpendicolare comune due rette reciproche intercette fra l’asse centrale e stesse. Si hanno evidentemente le
le
le rette
COS. «I
= ÀX-|-aY4-vZ
COS.
'>>i
= «X +
+ '/^ Zìi
,
I'KOI-RIF-Ta’
tlKI.I.K
rOFPIK
Risili
,
45
TANTI.
essendo «
=
[/
(>>
+
,ia’
+
.^
)
àX + uY + vZ si
avranno
)
;
= h,
le
R;t cos. ui
(18)
= [/{a^ +
V
,
posto per brevità
ossia, pei valori (13),
=H
R'j cos.
,
oij
= VH — LR’
-,
dalle quali, osservando essere
= si
deducono
V’ +
(
R?t sen.
'Ji
(19) t
Ru
sen. 1^,
Ora indicando con reciproche, e con 5 si
L*R*-2VLH,
due
le
i la 1’
= / (R*m* — H*) = - Vl/(R* m’ - H‘). 1
minima distanza fra le due rette compreso dalle medesime
angolo
ha Xa COS. 5
+
u/5
+
i/y
. ,
mi dalla quale
uu sen.
= — L J/(R* u* — H*)
5
:
e siccome sostituendo nella (12) per X, Mx-.. si
ha
L* si
i
valori (17)
:
=—
sen. 5
,
otterrà infine
j
,= ^/(RhA*-H*).
Per questa relazione (20)
Rm
sen. wi
=
le (19)
,
diventano
Ru
sen. «j
=—
.
Finalmente la espressione della minima distanza fra la
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,
44
proprietà' UKU.K (OPPIK RISIT.IAMI.
retta
((>)
e
l’
dopo
conduce
asse centrale
alcune ridu-
zioni alla 'J(
u
V
R
sen.
'ìj,
= L — ^ Il
o per la prima delle (20)
(
VH
=
21 )
LR*
)i
ed in conseguenza (
VH
22 )
ER*'
Osservando
7.®
alla
forma
ecjuazioni (17) è
delle
dente che se immaginiamo due forze dirette secondo reciproche
rette
da R)
R^
,
,
evi-
le
due
e di cui le grandezze, indicate
(6) (10),
sieno
=
(23)
prime tre rappresentano le somme delle grandezze, dello componenti di quelle forze parallele agli assi ortogonali; ed i secondi membri delle altre rappresentano le somme dei momenti delle coppie compoi
membri
secondi
de’le
per la composizione dei due forze suddette due forze che al Gap. Ili
nenti, quali risultano dalle leggi
sistemi di
forma
costituiscono
§
E
3.®
ciò
si
ò
invariabile. Quindi le
quel
sistema
di
dimostrato essere equivalente al sistema dato. dalle forinole del paragrafo an-
può anche dedursi
tecedente. Infatti per le (23) e le (18) (20)
HV
R) cos.
LR
'.jj
==
= Ri sen. =
Ri sen. ilalle
si
hanno
LR‘ Ri cos.
oj,
le
_ IIV LR
,
quali:
(24)
R| cos.
'- 0,
éd ha centro
iVx 2P
w~
le espressioni
^ X sono
iPz ip
Considerando la forma dei valori trovati per
dinate del centro di
che
di forze di cui le coordi-
:
le
un sistema
le
di forze parallele, è
coor-
chiaro
:
^ X
F,
X
’
’
coordinate del centro del sistema
di
forze paral-
formato dalle componenti delle forze del sistema dato ad imo degli assi. Osservando alle (11) si avrà quindi che un sistema di forma invariabile ammette centro di forze quando i centri dei tre sistemi lele
dirette parallelamente
,
di forze parallele,
i
quali
si
ottengono decomponendo
il
sistema dato parallelamente a tre assi ortogonali, coinci-
dono ed dato. i
E
il
punto
di
coincidenza è
il
centro
nello stesso centro delle forze
centri di tutti
i
sistemi
«li
del
coincidono
sistema
anche
forzo parallelo formati da eom-
DigitizeiJ
by
Google
AD UNA RISULTANTE
DEI SISTEMI RIDUCIBILI
dato
sistema
ponenti, delle forze del
con
(jualsivogliano. Infatti indicando
,
a>
59
ECC.
parallele
a rette
coseno
dell’ an-
il
golo che la direzione della forza P comprende con una le coordinate del centro del sistema di
retta arbitraria
,
componenti parallele a quella retta sono: 2P
2 P «u y
'D a;
2Po) le quali,
2Pw
’
denominando
retta fa coi tre assi,
a,
c,
6,
danno
i
le
2Puz ’
”'^'2PT’
coseni degli angoli che la
:
a(^X-Ei) + 6(^Y-E,) + c(/Z-E,) = 0 (mX — F|) 6 (»iY — Fj) -f c (mZ — Fj) = 0
a
-1-
a(raX »
- G,)
od eliminando
Se
le
m, n
rappresenta dinate sono
-t-
le a,
si
6(nY c
6,
- G,) + c(nZ - G,) = 0
:
E,
E,
E,
X
Y
Z
F,
F,
F,
X
Y
Z
Gl
Gj
G,
X
Y
Z
1
1
suppongono
1
variabili,
questa equazione
piano che passa pei tre punti di cui le coorE| F| Gl ecc., quindi il luogo geomej-
il
,
,
A.
trico dei centri degli infiniti sistemi di forze parallele si
ottengono nel
modo
suddetto è un piano. Se
sono soddisfatte, tutti questi evidentemente col centro delle forze.
zioni (10)
le
che
equa-
centri coincidono
.5.® I sistemi variati che abbiamo considerati superiormente non erano soggetti ad altra condizione che a quella del conservarsi costante la mutua inclinazione delle forze e le
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Google
.
60
SISTEMI RIDUCIBILI AD UNA RISULTANTE KC
BI
equazioni (10) sono in questo caso le condizioni per la sussistenza del centro delle forze. Ma se assumiamo qualche al-
modo
tra ipotesi intorno al
quale
nel
direzioni
le
delle
loro punti di applicazione
forze ruotano intorno ai
ver-
,
ranno evidentemente a cambiarsi le condizioni per la esistenza del centro delle forze; il quale denomineremo centro relativo delle forze. Supponiamo che i sistemi variati si
ottengano facendo ruotare
direzioni
le
delle
forze del
sistema dato intorno a rette condotte pei punti di applicazione e parallele fra loro, in
modo che
mutue
le
incli-
nazioni delle direzioni delle forze rimangano costanti. Ope-
rando come
al
pei valori di «i
L|
[
-|-
+
^
Nj
/a'*
Osserviamo che
ma
in
).
-f
(N.
-p
- L,)
questo caso le
indicando con
a,
(7) (8) ossia
:
(Li 4- M|)
-|-
- Ni)
equazioni
le
la (9) e la
ò|
,
Mi
Ni) u ^ 4- (M,
indipendenti,
otterranno
2.“ si
§
«A
(a,
b,
c,
i
(N| 4- Lj)
4-
y,
(Li
>
/.
4-
- M.) = 0. V
non sono più
coseni degli an-
abbiamo immaginato condotte pei punti di applicazione delle forze comprende coi tre assi, e con k una quantità arbitraria si hanno le (Vedi goli che ciascuna delle rette che
la nota)
:
À
=
A'
o
Se questi valori si
a
,
si
eguagliano a zero
gono a(L,a (
le
=kb
V ,
— kc.
sostituiscono nella equazione coefficienti
i
di A*
e di k
si
(
9
M,Ì 4-N|C) 4- 6(Li«4-Ms64-Nic) 4-c(L 3a 4- M3A4- N5C)
14 )
)
e
otten-
:
a (Ni
- M3) 4
-
b (L3
- N|) 4
-
c (M,
=0
- Li) = 0
saranno le condizioni che debbono verificarsi perchè un sistema variato qualunque sia riducibile a risultante le quali
unica. Siccome poi la equazione (13) nella quale si pongano per À, lA, K i valori superiori dà origine alle stesse due equazioni (14), ne deduciamo che anche in questo caso, se un sistema variato qualunque è riducibile ad una risultante, il sistema dato ammette centro relativo di forze.
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ah
UBI SISTEMI Riiimim.i
Le equazioni
itsa
riseitante kcc.
+
insieme alla
(14),
a determinare nei casi particolari quali individuano la direzione le quali
ottenere
debbono
si
+ r’ =
/i’
valori
i
comune
n,
delle
ò, e,
i
rette intorno
far ruotare le direzioni delle forze per
sistemi variati.
i
Consideriamo per esempio un sistema
un piano, se
in
Gl
serviranno
1
di
direzioni delle forze
le
variato saranno situate in quel piano,
di
forze
dirette
di
ogni
sistema
condotte
rette
le
pel loro punti di applicazione ed intorno alle quali
pongono ruotare potrà scriversi
per cui
;
sup-
medesimo
equazione del
1’
si
saranno perpen-
le direzioni delle forze,
dicolari a quel piano :
ax + b y + c z == d. Ora
le forze
ponendo 3-j
“s
t/ 5
,
,
|3s
del sistema dato essendo dirette in questo
saranno
piano
,
)
Zs
;
•
'/li
•
le equazioni che equazione del piano stesso in luogo delle x, y, z ed invece delle «, /3, / nella
indentiche
nella
•
queste ultime
deducono
si
cEj (Ib)
«G| e le prime i
(i«)
o E,
-t-
ìGs
danno -I-
6F,
a't et,
yi
,
(3,
,
z,
,
/,
,
;
;
:
= 0.
ffla-t-6/3-(-C7
Da
ottengono
si
-t-
le:
= 0,
cG; = 0
« F(
-I-
/iFj-t-cFj^^O,
X
4-
6
u
Y
e
óFa
-I-
Z
==•
0
;
:
-t-
!
cGi
= f/X,
oEs
4-
rt
ftFs
-I-
r
4-
e
Es
Gj
-I-
cG = c/ Y, 5
= dZ
I
dalli ilalle
quali:
u L|
4"
b
c
1I| 4-
X
0
I
L5
,
(17) €L
Da
L3
4-
b AI3
un piano
“t"
c
X5
0
,
.
1."
che un sistema di forze
una sola risultante 2.“ hanno
che ha centro relativo facilmente le due:
oMj
è M5
ò riducibile ad
queste relazioni deducesi
dirette in
4"
—0
:
di forze. Infatti dalle (15) si
= iM|
,
cX(
= aX's
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,
AD UNA RISUI.TANTE
DKI SISTEMI RIDUCIBIU
62
per
le
quali la
prima delle
+ Mj + N
L,
nota equazione
ECO.
(17) si riduce alla; 3
=0
condizione. Inoltre la prima delle equa-
di
zioni (14) è identica a cagione delle
medesime
vasi facilmente esserlo anche la seconda
(17), e
potendosi
prootte-
primo membro di essa moltiplicando la quarta delle (15) per Ei - - Fj -I- Gj e sottraendovi le altre tre moltiplicate ordinatamente per X, Y, Z. nerij
il
1
Le
coordinate m,
sistema
si
,
w
v,
del centro delle forze di questo
ponno determinare osservando che vZ|
+
u^Y|
0
Mz,
w^X|
^lyi
,
-f-
le
equazioni
Z,
=0
Z4
— uYi + uX| = 0
debbono essere soddisfatte identicamente. Quindi sostituendo nelle medesime per Ci .... i loro valori for6i mati colle quantità k, a, b, c dovranno essere nulli sepa,
,
ratamente i coefficienti delle varie potenze di k. Dalla prima delle superiori si hanno in questo modo le tre equazioni; c aF, 6F, + cFs - KaX 6Y cZ) = éJaGi-l-òGj-t-cGs — w(«X +-6Y-t-cZ) v{bX— aY) — w(aZ — cX) = àE, + òF» +cGi — u(E| +Fj + G3) F3 — tiZ = Gj — wY -1-
-I-
-I-
)
1
j
la
prima delle quali ò identica per
vale alla identica
le (1.5), e la
terza equi-
;
Mx — vZ + wY = 0. Quindi, per le (16), le
v,
w
debbono soddisfare
alle;
- aY) - «i(aZ - cX) = dX- a(E, F, + G,) w(cY - 6Z) - u(bX - aY) = cZY - Ò(E, + F, + Gj) M(aZ - cX) - v(cY -hZ) = dZ- c(E, F, + G F; - vZ = G, - wY G, - wX = E, -uZ
v(bX
-1
-f-
,
E*
3)
,
- mY = F, - vX
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.
.
.
63
DEI SISTEMI RIDUCIBILI AD UNA RISULTANTE EC(
Ora, moltiplicando a,
h,
prime tre equazioni superiori per
le
sommandole
e
c,
ottiensi la
+ vY + wZ
ztX
:
= Ei + F, + Gj w
e sostituendo in quest’ultima per v,
dedurre dalla quinta e sesta
i;R’
«jR»
i
valori che
si
ponnn
:
X + E, Y + Es Z + N, - M,
E,
ed analogamente
ha
si
;
;
- F, X + F, Y + F3 Z + L, - N, = G, X + Gl Y + G, Z + M, - L,
5“ Consideriamo come al § 2.” un secondo sistema di forma invariabile ed indichiamo con Q la grandezza di una forza qualunque; con
a,
c
b,
i
coseni degli angoli che la
direzione di essa fa coi tre assi, e con
le
>7,
coordi-
nate del suo punto di applicazione. Se con L, indichiamo
momento
il
ha oiàgine dal primo sistema direzione della forza di grandezza
della coppia die
e che ha per asse la
Qr
si
avrà per la formola L.
essendo À,
e
—
=
;
IJr C,.
(6) del
Gap.
X
Cf
-t-
—
ponendo
-4-
che
IT.
U.
\
1^,.
:
Z
==
^r
?
r
,
:
= àQn = IQI
Mx, avrà
My
,
X|
si
4- Òf
flf
,
,
Y|=.2ìQ6, My,
= :iQ;a
,
Z,
= àQc
M..
= 2Qv
:
ìLQ = X,
Y,
My +
Quindi, supponendo che
Z, i
-t-
XMx, + YMy. +
due sistemi sieno
mia sola risultante, le direzioni quando sussista la eipiazione:
ìLQ
di
=-0
queste
si
ZM.-,
riducibili
ad
incontreranno
.
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/ (il
r.vi'iTOLO
vrii.
Diilh condizioni per V equilibrio di un sistema di forze
ad un punto.
applicate
1."
Un
sistema
di forze dicesi in equilibrio
gli effetti delle forze
si
denominate le
quelle
E
condizioni d’equilibrio
vengono
relazioni fra gli elementi del sistema,
debbono necessariamente
quali
allorquando
elidono, e quindi l’effetto comples-
sivo del sistema è nullo.
stabilirsi
perchè
il
si-
stema sia in equilibrio, o che reciprocamente hanno luogo quando il sistema è in equilibrio. Si è dimostrato al Gap. 1.° che un sistema di forze applicate ad im punto può ridursi ad una sola forza, e che indicando con R la grandezza della medesima con P quella di una qualunque delle forze del sistema, con a, jS, i coseni degli angoli che la direzione di questa fa con tre assi ortogonali, e ponendo ; ,
•/
X=vPa si
ha
,
Y
= :sPi3,
z
= :ìpy
; i
R5
Ora r
effetto
della
= X‘
-I-
Y*
-1-
.
forza di grandezza
R
è identico a
quello del sistema dato, quindi è evidente che se quest’ul-
timo è
in equilibrio
che se
si
Avremo
avrà
R=
=
dovrà essere R 0, c reciprocamente 0 il sistema dato sarà in equilibrio.
perciò quali condizioni d’equilibrio le tre seguenti: i;Pa
=0
,
IV fi
=0
,
IV-,
=0
DELLE CXJNDUIONI PER
l’
EQUILIBRIO
DI
US SISTEMA
DI FORZE ECC.
65
2° Se il punto al quale sono applicate le forze non fosse libero come si è supposto nel paragrafo precedente, ma fosse obbligato a rimanere sopra una Impenetrabile superficie, nel determinare le condizioni
per requilibrio del
sistema devesi tener conto della resistenza che la super-
opporrebbe al punto la quale sarà diretta secondo normale alla superficie corrispondente alla posizione del
ficie
la
,
punto.
Se quindi consideriamo questa resistenza di grandezza incognita, come un’altra forza agente sul punto potrà medesimo considerarsi come Ubero, e rappresentando con F'(a;, 2/, z) = 0 l’equazione della superficie, si avranno quali condizioni per requilibrio del nuovo sistema le equa-
N
,
il
zioni seguenti:
X-t-N
(1)
posto
:0,
H
Y+N
IM H
Z +N
‘
'
H
=
0
,
:
Le condizioni per requilibrio del sistema dato si otterranno eliminando la N dalle tre superiori (1) per cui saranno le :
nelle (1)
bro
si
i
all’
equazione
della
in
N
nel
Trasportando secondo mem-
ha:
=N
conseguenza:
X
F'(x)
R“ dalle
superficie.
termini che contengono
R ed
F(z)
F(.y)
F(.r)
unitamente
H’
Y
quaU deducesi che che oppone
la resistenza Ln
Statica tee.
F(^)
R~ se
li’ il
Z
R“
F(z)
H
sistema dato è in equilibrio,
la superficie è eguale alla gran0
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66
OKLLE CONDIZIONI PER
EQUILIBRIO DI UN SISTEMA DI FORZE ECC.
t’
dezza della risultante
forze attive, e che le forze
delle
medesime agiscono per verso contrario. 3.® Supponiamo che il punto al quale sono applicate le forze sia costretto a stare sopra una linea a doppia curvatura ; 0 con maggior precisione immaginando i piani dei circoli osculatori corrispondenti ai varj punti della
nea, supponiamo che
li-
punto debba rimanere aderente la avranno così due resistenze opposte dalla linea, l’una diretta secondo la normale or-
uno
linea in
il
di questi piani. Si
dinaria della linea, corrispondente alla posizione del punto,
secondo la perpendicolare
l’altra diretta
al
piano del
colo osculatore nel luogo occupato dal punto.
dicano
grandezze incognite
le
Se
si
cir-
in-
queste resistenze con N,
di
medesime agenti sul punto; avremo quali condizioni d’equilibrio del nuovo sistema le seguenti: Q,
c riteniamo le
X
4-
Néli
+ Quj = 0
Y-|-N6,4-Qò,
Z nelle quali
a-t
,
l>i
-f
Nci
-f-
Qcj
=0 ~0
,
,
angoli che la normale
denotano
i
coseni degli
e la perpendicolare al
ordinaria,
piano del circolo osculatore, corrispondenti al luogo della linea in cui trovasi
Se con
U)
,
6|
,
il
ci
,
punto, fanno coi tre assi ortogonali. si
indicano
la tangente la linea in quel
cando
le
seni e
sommandole (4)
i
coseni degli angoli che
punto fa cogli
assi, moltipli-
equazioni superiori ordinatamente per quei cosi
X«i
ha: -f
Yò|
Zc,
=0
sono le condizioni per La equazione (4) mostra che per r equilibrio del sistema dovrà essere nulla la componente, diretta secondo la tangente della linea, della risultante delle forze attive, cioò che questa risultante deve essere diretta nel piano normale alla curva. la quale e le equazioni della linea
l’equilibrio del sistema dato.
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DELLE CONDIZIONI PER L EQUILIBRIO
Per determinare
i
per «5 Ò3 Si avranno
cj
,
,
e
si
DI
UN SISTEMA
DI
valori delle resistenze
POHZE E,y-e|S)
2P^3
= 0,
= 0,
= 0,
2P-/
>:P(;a-|y)==0,
V P(?/3 ->;»)
=0
prime tre sono vèrificate avendo supposto essere, nella prima posizione, il sistema in equilibrio. Si imm agini il sistema nella seconda posizione riferito ad una nuova terna di assi ortogonali la quale sia quella che otterrebbesi trasportando la prima terna, supposta invariabilmente unita al sistema, insieme al sistema medesimo. delle quali le
,
Se con gine
e,
/, g, si
e con a,
,
,
indicano le coordinate della nuova òi
,
c,
i
coseni
degli
ori-
angoli che le
due terne di assi comprendono rispettivamente le equaavendo riguardo alle (1) si ponno porre sotto la ,
zioni (6)
forma
:
a,
F
a,
2 Vax
«I
G
essendo
-t-
-I-
éj
ò|
E
— «3 G — 6, 2 P(3?/ — Cj E == 0 F — «1 F — 6| E — c, 2 P/z = 0 E — 2Paa; — G — Cj F = 0
c,
2
P-/Z
G
-I-
Cs
2 P/3y
-I-
Ci
-t-
-)-
is
flj
:
E = 2P-/^ = 2Pì3z, F = 2Paz = 2P-/.i-, G = 2P/3a = 2Pa?/. Si sostituiscano nelle tre equazioni superiori in luogo dei
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=
DELLE CONDIZIONI
nove coseni
a\
iP/z
L
-I-
— àL
l’ER
.
.
.
.
l’
EICILIBRIO DI
ISPa-a’-f
,
iP.%
,
-f
:
iPaa:
=N
— (aM + iE) + (àF iaE — vN) = U
(aG
+ vF)
.nG
+ vF) + (àG — iaM
— ).L
-I-
fiG -I-
per
= 5I
^P/z
-t-
a(
73
N SISTEMA ECC.
seguenti;
le tre
— >( — àL
(
I
loro valori formati colle tre in-
i
(Nota) e facendo per brevità
V
fA,
otterranno
si
6i
,
determinate
-I-
y(/.G
-I-
-f
la sussistenza delle quali
-i-
dovranno essere
— X L + G -f > F = 0 XG-aM-f vE = 0 XF E — N = 0. (A
(7)
1/
-t- fA
Dunque
che
la condizione
deve
elementi del sistema affinchè in
-L (
e
il
una seconda posizione sarà
:
verificata
dagli
sia in eqixilibrio
F
=0
G-M E F E-N
8)
da due qualsivogliano
dei rapporti X
G
essere
medesimo la
;
y
i
si dedurranno i valori determinano quella nuova
fra le (7)
quali
Ma
questi valori (Nota) individuano la direzione posizione. di una retta per la quale ha luogo la proprietà, che im-
maginandola condotta dall’origine dei primi assi, questi si ponno far ruotare intorno alla medesima in modo da divenire paralleli rispettivamente agli assi della seconda tema. Dunque effettivamente il sistema può trasportarsi dalla prima nella seconda posizione facendolo motare intorno alla retta determinata dalle equazioni (7). La retta medesima per quésta proprietà viene denominata asse di equilibrio.
la
Notiamo che l’equazione (8) sarebbe anche la condizione quale deve essere soddisfatta perchè un sistema variato Brioschi.
La
Statica tee.
]q
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“4
DEU.E CONDIZIONI PER
ottenuto
come
equazioni
disse
si
l’
EQUILIBRIO DI UN SISTEU* ECC.
Gap. VII sia in equilibrio, e
al
servirebbero a determinare l’asse attorno quale devono ruotare le forze.
le
al
(7)
Supponiamo, per esempio, che sia di forze parallele
E si
==
hanno
y-Py =
:
il sistema che si considera essendo in questo caso
L = iS^Py + ylFz,
fSlPz, ecc.
ecc.
le:
-aL + ^G + -/F = 0
aG-,5M + yE = 0
,
(juindi l’equazione di
condizione
di equilibi’io è parallelo alla
,
aF + iSE--/N = 0
(8) è soddisfatta; e l’asse
direzione delle forze.
I.** Se il sistema dato non fosse libero, ma un punto del medesimo fosse fisso, mediante la introduzione di una forza
agente su quel punto, la
grandezza e direzione incognita,
di
quale supponesi produca sul sistema lo stesso effetto
del punto fìsso, libero.
con
N
si
Indicando con la
un nuovo sistema conqjletamente
otterrà
grandezza
a,
c le coordinate del
b,
di quella forza,
degli angoli che la direzione della
punto i
si- avranno quindi quali condizioni nuovo sistema le equazioni:
coi tre assi; del
(9)
X+X/ = 0,
Mi + N(6/i —
cni)
Y + N»i = 0,
=0
Mj,
,
Mi + N(a»« —
bl)
fisso,
con l, m, n coseni medesima comprende d’equilibrio
Z + Nm =
+ N(c^ — an)
=0
0 ,
= 0.
da queste sei equazioni si eliminano le quantità N^, ìim, Nn, si avranno tre equazioni fra i soli elementi del sistema dato, le quali saranno le condizioni per l’equilibrio del mede.simo. Queste equazioni sono:
C|)
au
c/.
,
— èX =
moltiplicando ordinatamente quantità primi
membri
di
(io,
le
= - (aCi — co
—
— ahi
,)
)
equazioni (10) per le sei
queste equazioni, e sommandole
ottiensi la:
XMx
+ (òp — o/z) X
-1-
(cX
— ok) Y
-1-
(flu
— iX) Z = 0
7G
DELLB CONDIZIONI PER L EQUILIBRIO
la quale equazione
essendo fra
i
DI
soli
UN SISTEMA
ECC.
elementi del sistema
medesimo. Questa equazione, rammentendo la forma (16) del Gap. Ili, equivale al dover esser nullo il momento della coppia (in generale componente), la quale ha per asse la retta che unisce i punti fissi. Se questa retta fosse asse di coppia risultante corrispondente ad uno dei punti fissi, dovendo essere per Tequilibrio nullo il momento di questa coppia il sistema delle due forze N, N| dovrà ridursi ad una sola risultante ili grandezza e direzione eguali a quelle della risultante del sistema delle forze P ed agente per verso contrario. In generale il sistema delle forze attive P dovendo essere equivalente al sistema delle forze passive N, N| varranno pei medesimi le considerazioni esposte al Gap. V. sarà la condizione per
l’
equilibrio del
,
,
77
NOTA. %
Rappresentando con
'
a,
1
-1-
+ Oj + aj
I
*
>
=• 11
+ b] +
= =1
I
b)
come
dalle quali deduconsi, by Cy
dy I dy
by Cy
b|
= bj C| -
b, Cj
by
by C|
by
—
b| Cj
H da queste le sei
Essendo
,
a, a,
-|- fr, fcj -I-
=0 =0
c, Cj ==
0
;
Cj
Uj
Cj
C|
Cj
fi
Ci
c, e,
c, pj
6, 6,
Uj
*
^
Uj bf a, by
0] 6|
f, = a, 6, —
f, 0,
(/, fc,
=0
a, 6,
-1-
8j 6j -H Oj 65
a,
c,
+
a,c,+ a,Cy= 0
b, c,
+
6j c,
a,
,
by e,
-l-
= 0.
by.... legati da sole sei equazioni indi-
potranno esprimere sei di essi in funzione degli altri tre. dovranno essere indipendenti fra loro, quindi po-
coseni
ai
,
di
,
la
6j
,
bs,
sei terne
:
Cs
;
Oy
,
dy
,
bi
,
Cy
,
dy,bi,Cl',
ai
,
by
,
prima terna
,
si
bt
,
Ci
'osservi che dalle
Cs
Ci
.
formolo
(1)
(
2)
si
:
a|=l- 4l-c|,
t!=l-a|-c!,
le quali
dy
Cy
= C, 8, — dy —
-f-
nove
le
+
a, -f 6, 6,
a, Oj
aJ
Scegliendo le
,
bj -h b| -h b|
tranno formare una delle
hanno
i nove cocomprendono fra
:
nove coseni
i
^tendenti, si tre
.
+ aJ-fOj=l =1 c, -r C9I- Cj = 1
Ì
Questi
fli
è noto,
=
di
b,
,
ortogonali
assi
1
cJ
o,
;
di
;
b, -h fi
1
Ci ;
>
>
due terne
le relazioni
danno ( 61
od essendo
= aiby-Cy
;
+ a, = 2 — a* — b| — c| — d ± 2
jier
a,bi
)’
le
(
3)
:
(
Ui
(IS
+ fs )’ — (
( 1
:
c,-A,
;
==
Ci
J/ ((1
+ A,)’ - (fs + a,f
j
= (/{(l + a,)»-(6,+c)s],
per cui {lenendo
= 1 + + Aj + r, m = l — Oi +Aj — n, P
hanno
si
I
(4)
Al
(Il
le forniole
+
(i|
n=l—
n,
/
,
== 1
— 6, — cj — + fj, /ij
:
= f{ |/'/m 4- J/pn
I
oj^yd/Zn + l/pni] (t~
+ [/ pn
f
fi
'i\\/mn-\-\/pl]
\
/«}-= il (ler le
I
Im
==
1 {
^/In
+ (,^pm
quali sono es{iressi in funzione di ai
ht
,
bs~ f{\/mn ~^\/pl\
J
,
c>
i
valori degli altri
sei «.Hiseni. 1
valori dei
nove coseni
quantità indeterminate
tre
ì, u, v
A SI
ponno anche esprimere
si
nel
modo
in
funzione di
seguente. Posto {«r brevità
= l+À»+pi+.,».
su|){)ougano
An=4v‘:
/tm=4u», (jer
^
queste posizioni, essendo I
p + H-m+»i=4,
P~f+m— n=4Aj .si
otterrà
dapprima
la
hp
=
4,
+ 1— m— n = 4n, p— /— jn + n=4cj
p ,
ed in conseguenza
Ae,=l->.“-p*+l’,
(ó; inoltre essendo
h[/Tm
= l'kii
à[/np = 4v,
,
h[/ni
— 4).v
fc|.Anp=4u,
,
/i(/mn
hj//p
= 4pi> — 41,
-
,
79
NOTA. si
le ( 4 )
avranno per j
=*2
/lèi
(i
u
^|/ia9=2(X,«*-
Le
seguenti
le
v),
:
flj
— 2 (i V 4* ^),
he,
=2(i»-,«),
+ y),
= 2 (u + /ȏ, = 2(pv->.). /iCa
y
>.),
indeterminate 1 «, v sono suscettibili di una rappresentazione si indichino con a,b,c i coseni degli angoli che
tre
,
geometrica. Infatti
una
rotta
comune
indeterminata
quale supporremo passare per
la
,
due terne
delle
d’assi ortogonali, fa cogli assi di
con k una quantità indeterminata. Essendo zione
n*+h* (
+ f* = l,
— ka,
y
ed osservando che pei valori tre relazioni a, 1
si
Oj X
,
giungerà
— kb,
= fcc;
-.