Pro e contro Franco

Il più giovane generale d'Europa a soli 33 anni, di idee monarchiche e conservatrici, si oppose con un colpo di sta

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Pro e contro Franco

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PRO E CONTRO

FRANCO a cura di Gianni Rizzoni

Di prossima pubblicazione:

MARX GANDHI LENIN

Sono già usciti

STAUN D KENNEDY D MAO D HITLER CHURCHILL D GIOVANNI XXIII

ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.p.A. PRESIDENTE

Giorgio Mondadori VICE PRESIDENTE

Mario Formenton DIRETTORE GENERALE PBRIODICI

Adolfo Senn

VICE DIRETTORI GENERALI PBRIODICI

Gianfranco Cantini, Nando Sampietro AMMINISTRATORB EDITORIALE DEI DOSSIER

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I DOSSIER MONDADORI DIRETTORE

Enzo Orlandi REDAZIONE

Marisa Paltrinieri Gianni Rizzoni, Emilio Barbaglia Se�rreteria: Maristella Bodino IMPAGINAZIONE

Bruno Acqualagna, Giovanni Melada ICONOGRAFIA VOLUME FRANCO

Giovanni Melada

C Arnoldo Mondadori Editore 1972 Pubblicazione mensile, registrata al Tribunale di Milano N. 301 del 3.9.71 Spedizione in abbonamento a tariffa editoriale ridotta autorizz. N. 15278/2 del 25.6.1971 Direzione P.T. Verona Direttore Responsabile: Enzo Orlandi

FRANCO

MONDADORI

FRANCISCO, PAULINO, HERMENEGILDO, TEODULO FRANCO Y BAHAMONDE nasce a �l Ferrol ( attualmente El Ferrol-del-Caudillo in Galizia) alle ore 0.30 della notte tra il 3 e il 4 dicembre 1 892 . Suo padre : don Nicolas Franco, contador ( ufficiale pagatore ) della regia Marina spagnola . Sua madre : dofia Pilar Bahamonde y Pardo . La Galizia è una regione molto diversa dal resto della Spagna : ha una sua lingua particolare - piu affine al portoghese che non al castigliano - e una raffinata tradizione letteraria. Una ca­ ratteristica : la malinconia. Addossata con le spalle a una

l d ue volti di Franco

EROE O MOSTRO? Ci sono due miti di Franco che . si contrappongono, ma che da soli non possono a i u t a r c i a capire l'uomo Franco. Il mito dell'eroe, che impre­ gna le biografie "approvate" e la stampa ufficiale « di uno sgradevole profumo di adulazione: Franco è il Salvatore del mondo occidentale, il Difensore della fede e della civiltà cristiana, il Crociato contro l'ateismo bolscevico. L'uomo che ha dato alla Spagna oltre trent'anni di Paz Espa­ nola. Di contro c'è il mito del "mo­ stro": Franco generale fascista che assassinò la Repubblica e la demo­ crazia, che collaborò con Hitler e Mussolini, l'usurpatore che grazie alle potenze fasciste ha annegato la Spa­ gna in un mare di sangue, pesa co­ me una cappa di piombo sulla co­ scienza dell'Occidente» (Brian Cro­ zier, Franco, Eyre & Spottiswoode, Londra 1967).

L'i nviato del la Provvidenza «Fin dalla nascita, la vita di Franco è stata guidata dalla mano di Dio

con speciali segni di elezione. Perché sin dai primi anni della sua infanzia, Franco è stato Io strumento di un di­ segno provvidenziale... La sua vita in­ fatti è stata fin dall'inizio consacrata al servizio della Grande Spagna» (Luis de Galinsoga e Franco Salga­ do, Centinela del Occidente, Editoria! AHR, Barcellona 1956 ).

Un

uomo come

tutti gli altri

« Secondo i biografi ufficiali, la con­ dizione di figlio di Dio ha conferito alla intera esistenza di Franco un a­ Ione talmente sovrannaturale e ha rivelato in tante maniere i tratti ca­ ratteristici dell'azione divina, da po­ ter affermare che per una fortunata simbiosi quest'uomo ha raccolto in sé i piu alti valori naturali e sovran­ naturali. l:. stato anche chiamato san­ to. Lo vedremo presto sugli altari? Era la domanda che poneva una ri­ vista cattolica nel 1952 ... In verità la sua nascita non fu accompagnata da eventi atmosferici particolari, né se­ gnalata da speciali suoni di campane, anche se, senza dubbio, dal seno di una buona e semplice donna galiziana era sorto alla luce del mondo un no­ me chiave della storia spagnola» (L. Ramirez, Franco, Della Volpe 1966 ). 5

catena di montagne che le mangiano la poca terra coltivabi­ le, è come ripiegata su se stessa. Respira solo verso il mare ; al mare è. destinata la sua gioventu e dal mare le vengono .molti lutti e poco benessere. Nel 1 892, El Ferro!, la piu galiziana delle cittadine galiziane, conta circa 20.000 ani­ me. Pochi i ricchi che vivono isolati nei loro palazzi e mol­ ti i poveri che campano alla giornata. Molti anche gli appar­ tenenti al " terzo stato " , « che fan le viste di vivere come i ricchi ma penano come i poveri ». Sono in genere funzionari statali e militari, tra i quali vanno annoverati i Franco. Il

Un vero galiziano " La Galizia guarda il mare e una cre­ sta di montagne la isola dal resto della terra di Spagna. La geografia .e un clima piovoso hanno dato al gali­ ziano un temperamento molto diver­ so dalla vivace volubilità dell'asturia­ no e dalla grave austerità del casti· gliano. Il galiziano è astuto e sospet­ toso e rifugge dalle decisioni impul­ sive. Se sogna una uniforme, è quel­ la del marinaio. Per nascita e per tut­ te queste caratteristiche, Francisco Franco è un galiziano. Anzi, è la quin­ tessenza del galiziano in quanto è nato a El Ferrol, un tranquillo porto dove l'impulso al mare è potenziato dalla difficoltà di rivolgersi verso la terraferma ,. (Crozier, op. cit.).

Paziente e slrnulatore

' Quasi tutti i biografi sono concordi nel ritenere che la Galizia abbia for­ temente improntato del suo caratte­ re ostinato. e insieme femmineo e sfuggente, il futuro Caudillo di Spa­ gna. Del galiziano Franco ha tutto : la tipica retranca (flemma, riserva­ tezza ), la silenziosa ostinazione, un 6

lato se non proprio effeminato, ai­ meno ombrosamente femminile del carattere, e infine uno sconfinato a­ more per il mare. A nessuno meglio che a lui si adatta il vecchio detto secondo il quale il galiziano è paso de buey, piel de lobo, hacerse el lobo cioè lentezza e pazienza ( il passo del bue), astuzia (pelle di lupo), simula­ zione e diffidenza.

La "retranca": furbizia e riservatezza Anche Luis Ramirez afferma che per comprendere Franco sono importanti le caratteristiche piu profonde della gente galiziana. c Una di queste è l'orrore per l'assoluto. Il galiziano si tiene a debita distanza dal si come dal no, le sue risposte suonano di preferenza : " Chi lo sa?" " Può essere" " Be', vedremo". E c'è soprattutto il suo celebre " Usted cree?", dice dav­ vero? La caratteristica etnica piu si­ gnificativa della Galizia è Ja mancan­ za di dogmatismo, una sorta di prag­ matismo nebuloso indicato, in loco, con il termine retranca (riservatez­ za ), quella che alcuni definiscono " la flemma grazie alla quale il galiziano si tiene sulle sue o dissimula le pro­ prie intenzioni •. ,.

primo della famiglia a installarsi a El Ferrol è stato un Ma­ nuel Franco, arrivato da Madrid nel 1 737. Faceva il mae­ stro de vela, responsabile delle vele su una nave . Dopo di lui i Franco saranno tutti uomini di mare . Il nonno del futuro generalissimo, don Francisco Franco Vietti, ha nelle vene qualche goccia di sangue italiano. Al culmine della carriera, raggiunse il grado di Ordenador de 14 Clase (equivalente a generale di brigata ) . Stipendio annuo : 1 5 .000 pesetas . � una discreta cifra, che gli permette di comperare una casa in Calle de Maria e di allevare bene i suoi nume-

Franco parla

della

sua città

NATA PER SERVIRE LI SPIBII « El Ferrol non nasce dalla iniziativa privata, né dal cumularsi di attività agricole e industriali: è nata per ma­ no dello Stato, per sfruttare una lo­ calità privilegiata a vantaggio della Marina da guerra della nazione. Fin da allora è il paese che nasce per lo Stato, che vive dello Stato, che pati­ sce con lo Stato e soffre còn lui tutte le vicissitudini, tutte le povertà e tut­ te le miserie della mala politica. I vostri vecchi sanno tutto della storia di El Ferrol. delle sue aspirazioni de­ fraudate, della paralisi delle sue atti­ vità, delle inutili peregrinazioni a Ma­ drid a elemosinare navi e lavorQ, e le tristi ore delle rinunce! ,. (discorso di Franco a El Ferrol, 15-9-'53, da Discursos y Mensajes del Jefe del Estado, 1951-54, Direcci6n Generai de Informaci6n, Publicaciones Espaiio­ las, Madrid 1955 ).

La "dinastia" Franco MANUEL FRANCO. Professione: mae­ stro de vela. Nato a Madrid il 17 ago­ sto 1717 da famiglia di origine anda-

lusa. Trasferitosi a El Ferro! nel 1737 , sposa nel 1738 do:iia Maria de Vi:iia s y Andrade. JUAN FRANCO DE VI AAS. Profes­ sione : funcionario del Cuerpo Admi­ nistrativo ·de la Marina. Nato nel 1739 ; sposa do:iia Josefa Sanchez Frei­ re de Andrade. NICOLAS M A N U E L T E ODORO FRANCO Y SANCHEZ. Professione: ufficiale commissario del corpo am­ ministrativo della Armada ( equivalen­ te a tenente-colonnello ). Si sposa tre volte ed ha 15 figli. La terza moglie è di origine genovese : Maria Josefa Vietti Bernabé. DON FRANCISCO FRANCO VIETTI. Professione : ordenador de Marina de 1• Clase ( generale di brigata). Nato nel 1830, decimo figlio di Nicolas e primo del matrimonio con la Vietti. Sposa Hermenegilda Salgado Araujo y Pérez, dalla quale avrà sette figli. NICOLAS Jos:g SATURNINO ANTO­ NIO FRANCISCO FRANCO Y SAL­ GAOO ARAUJO. Professione: conta­ dar de Marina. Nato il 22 novembre 1855, sposa nel 1890 M aria del Pilar Teresa Bahamonde y Pardo de An­ drade, figlia di don Ladislao Baha­ monde y Ortega, intendente generale de1l'Armada. Nicolas morirà nel 1942 con il grado di intendente generale o vicealmirante. 7

rosi figli . Il maggiore, Nicolas ( 1 85 5 ) , lo segue nella carrie­ ra navale, ma non sulla strada della virtu. Da scapolo prefe­ risce le serate al caffè e le avventure galanti al rosario che suo padre recita con la famiglia accanto al focolare. E con­ tinuerà cosi anche dopo il matrimonio ( 1 890) con Pilar Ba­ hamonde y Pardo de Andrade, figlia di don Ladislao, un altro ordenador di Marina. La sposa è una donna seria, re­ ligiosa, modesta e caritàtevole. Di lei parleranno bene tutti i biografi del figlio, anche quelli asprame1;1té contrari a Fran­ co, come il Ramirez. Pilar si occupa della casa e la sera dà

Italiani ed ebrei fra i suoi antenati " Don Nicolas era di stirpe ferrolana da parecchie generazioni, ma che ave­ va subito vari innesti. Uno di questi era un innesto italiano: Vietti, il cui nome faceva coppia, fino a qualche anno fa, con quello di Franco. La propaganda antifranchista ha detto che di innesti ce ne sono anche altri, ebrei. Ma questo non è di Franco sol­ tanto, in Spagna: è del 90% degli spagnoli» (lndro Montanelli, Padri della patria, Mondadori 1949). Un padre scomodo Nelle biografie ufficiali del generale Franco non si parla molto del padre. A volte viene addirittura ignorato. Perché? Ramirez dice che la vita scio­ perata del padre ha sempre costitui­ to " una spina confitta nello spirito del figlio». Anche Montanelli è dello stesso parere: « Nicolas Franco tradi abbondantemente la moglie e, quan­ do fu morta, la sostitui con una ser­ va. Francìsco, che ha della famiglia una concezione austera, non glielo perdonò. In compenso, Nicolas non volle mai ticonoscere la grandezza di Paquito, e quand.o qualcuno in sua 8

presenza parlava di lui come del Cau­ dillo, insorgeva gridando: "Chi? Pa­ quito sarebbe Caudillo? Ma non fa­ temi ridere! • Mori nel 1942, in una casa di appuntamento. Ma il gover­ no riusci a soffocare lo scandalo tra­ sportandolo con tutta urgen.za in o­ spedale e comunicando che era stato colto da malore per strada».

Il tradimento di don Nicolas Alla fine del 1907, quattro anni dopo la morte della figlia Pacita, Nicolas Franco abbandona la moglie e la fa­ miglia. « Venne trasferito a Madrid, e alla partenza da El Ferrol diede or­ dine alla moglie di non seguirlo. Una volta nella capitale, e con grande scandalo di tutti, formò una nuova famiglia. I parenti allora cercarono di ccnvincere doiia Pilar ·a disobbe­ din:: al marito e ad andare a Madrid a fare una scenata a Nicolas e alla sua amante. Ma la donna non era di questo parere, e insistette sempre che il figlio Francisco, ogni volta che pas­ sava da Madrid, si recasse a presen­ tare i suoi rispetti al padre" (Geor­ ge Hills, Franco, Robert Hale Limi­ ted, Londra 1967).

lezioni ai poveri della scuola operaia : aiuta come può il magro· bilancio familiare . Lo stipendio del contador Nico­ las arriva a malapena alle 5000 pesetas annue, che non sempre bastano per tirar su i cinque figli nati in rapida successione : Nicolas , Francisco, Pilar, Ram6n e Pacita. In casa Franco le liti si alternano alle sempre piu frequenti assenze del padre . Alla fine, i due coniugi si separano. Pilar resta sola al timone della famiglia e si rinchiude ancora di piu nella sua religione . Tra i figli, chi soffre maggiormente di questa situazione è Francisco , detto " Paquito " . Le la-

Dona Pilar: soave, malinconica e religiosissima Per Joaquin Arranis (Franco, Edicio­ nes Atlas, Madrid 1937 ), la madre di Franco « possedeva quella bellezza soave e diafana che costituisce il fa­ scino e il patrimonio delle bellezze galiziane: un bell'ovale perfetto, gli occhi pensosi e malinconici. Sempre padrona di sé, fortificata da una in­ tensa vita spirituale, dofia Pilar sa­ peva accogliere le prove della vita con una serenità e una saldezza che avrebbero potuto essere dette stoiche se non si fosse dovuto definirle piu esattamente cristiane ». Anche il Ra­ mirez elogia dofia Pilar, definendola poeticamente « donna soave come il paesaggio della sua terra, melanco­ nica come i lunghi periodi di tempo piovoso che lo impregnano di dolce umidità». Pilar era sempre vestita in maniera antiquata « come chi vive ai margini degli avvenimenti di que­ sto mondo». Era una donna che sep­ pe sempre sopportare con rassegna­ zione tutte le avversità della vita.

l

fratelli di Franco

NICOLAS, il primogenito, « non è in­ telligente, ma dissimula le sue defi-

cienze con la disinvoltura. Nicolas sarà sempre, sia dal punto di vista fisico che mentale, un individuo dai tratti alquanto pesanti e dalle idee terra ..terra,. (Ramirez). RAMON " è il piu vivace e il piu brillante. Ram6n è pieno di immagi­ nazione, audace, vanitoso, meno in­ telligente di quanto non si creda, e tuttavi!l piu di quanto non lo siano i suoi fratelli» (Ramirez). PILAR « se fosse nata uomo, sarebbe stata un generale o un capo stupen­ do: aveva un forte_carattere, e molto temperamento,. (G. Hills). Sposerà un ingegnere asturiano di nome Ja­ reiz e resterà vedova, con numerosa prole, durante la guerra civile. PACITA: morta a cinque anni.

Un'infanzia pacifica « L'infanzia di Franco non ebbe gravi scosse. Egli crebbe nell'ambiente un po' ristretto di una buona famiglia provinciale della fine del XIX secolo ... La vita si svolgeva pacifica nella casa bianca dalle imposte verdi di Calle de Maria dove abitavano i Franco, animata dalle grida e dai giochi dei ragazzi,. (Claude Martin, Franco sol­ dato e capo di Stato, edizione AGIES, Milano 1965).

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crime, il dignitoso coraggio della madre e la leggerezza del padre influiranno molto sul suo carattere, gli daran­ no quel rigorismo morale che sarà uno dei tratti caratte­ ristici della sua personalità. Tutti e tre i maschi di casa Franco sono destinati alla tradizionale carriera familiare : faranno la Escuela de Administracion Naval . Quanto a car­ riere civili, come quella della avvocatura o dell'insegna­ mento, neanche da pensarci : studi troppo lunghi e costosi . Francisco comincia a studiare nel collegio del Sagrado Co­ razon, con don Manuel Comellas Coimbra, il cui credo edu-

No! triste e difficile Secondo Ramirez, invece, la situazio­ ne familiare di casa Franco non era né facile né pacifica. « Mantenere il prestigio quando i quattrini sono po­ chi, obbliga a sforzi noti soltanto a coloro che hanno avuto modo di at­ tingere al cupo pozzo di tristezza in cui bruciano le illusioni e inacidi­ scono i caratteri. La casa dalle pare­ ti bianche e dalle stuoie verdi alle fi­ nestre, dove i Franco abitano, in Ca l­ le de Maria, nasconde accuratamen­ te questo segreto; ma se non parla la casa, forniscono pretesto a chiac­ chiere la domestica che non sempre riceve il salario, la donna che lava i panni di tanti bambini, i bottegai i cui conti non vengono saldati. » l suoi giochi preferiti

Calcio, pirati e pesca Come era Franco da ragazzo? Quasi tutti i biografi concordano sulla sua timidezza e riservatezza. " Era preda di frequenti accessi di malinconia. Prendeva parte ai giochi e agli sva­ ghi degli altri ragazzi, ma non lo fa­ ceva con la loro stessa spensieratez­ za • dice il Ramirez. « Per quanto tiIO

mido e solitario - rincara il Cro­ zier - sembra che Francisco Fran­ co abbia preso parte ai giochi e agli scherzi dei ragazzi della sua età, gio­ cando al football nei prati, usando le passerelle delle navi per giocare ai �pirati " e cadendo con troppa fre­ quenza nelle acque del porto. Però quello che preferiva veramente era di passare le ore a pescare. "

Fin da piccolo coraggioso e impassibi le Un giorno, quando Paquito aveva set­ te anni, Pilar applicò un ago incan­ descente al polso del fratello. " A ve­ dere come si bruciava la pelle, si rese conto di che cosa aveva combinato e scoppiò in un pianto dirotto. Paqui­ to. strinse i denti e rimase impassi­ bile e disse : " Perbacco, senti come puzza la pelle bruciata! " » (episodio riportato da Francisco Salva Migu.el y Juan Vicente in Francisco Franco, Barcellona 1959). Il suo torntento; una voce da bantblna « I bambini, si sa, sono crudeli, e Francisco ha una voce soave, poco

cativo è «la tetra, con sangre entra ». In pratica, il bastone insegna a scrivere . A dodici anni, passa alla Academ ia Na­ val Preparatoria del capitano di corvetta Satumino Suan­ ces . E quando si prepara a diventare un cadetto di Marina, ha la sgradita sorpresa di trovare tutte le porte chiuse . La perdita delle colonie ( Cuba e Filippine), conseguenza della sconfitta nella guerra del 1 898 contro gli Stati Uniti, ha co-. stretto il governo spagnolo a chiudere le iscrizioni all 'Aca­ demia Naval. A Francisco non resta aperta che una stra­ da : l 'Accademia di Fanteria di Toledo. •

maschile, dai toni flautati che, al mo­ mento della pubertà, tende a rom· persi sovente in gracchii un tantino ridicoli. E questa voce è fatta di con­ tinuo oggetto di schemi e di burle­ sche imitazioni da parte dei compa­ gni di classe. Senza dubbio, la voce di Francisco non ha nulla a che vedere con alterazioni biologiche, tant'è che, nonostante le asserzioni sistematiche dei suoi detrattori, mai si sono potu­ te riscontrare in lui caratteristiche aberranti di qualsivoglia specie, an­ che se a volte il fisico sembrerebbe confermarle : si tratta di un caso di deficienza, non già di inversione » ( Ramirez, op. cit.).

La passione per il disegno c Francisco cominciò gli studi in un buon collegio all'antica, dove maestri colti e zelanti insegnavano le nozioni basilari, senza dimenticare la dottri­ na della Chiesa cattolica secondo' me­ todi tradizionali » (Martin, op. cit.). c Paco fu sempre molto normale da ragazzo... Disegnava molto bene, era veramente abile in questo... Non si distingueva né per applicazione, né per svogliatezza... Quando c'era da giocare . e da scherzare era allegro,

però fin da piccolo fu molto equili­ brato » ( ricordi dei familiari di Fran­ co raccolti da George Hills, op. cit.).

Il destino sceglie per Franco •

Il ragazzo non immaginò certo che proprio la iscrizione all'Accademia di Fanteria costituiva il primo, indi­ spensabile passo della sua eccezio­ nale carriera. Le altre armi erano chiamate dotte, Cavalleria compresa, avevano Accademie per conto pro­ prio e coloro che vi conquistavano le spalline dovevano giurare di non ac­ cettare promozioni se non per anzia­ nità, proprio per evitare ogni favori­ tismo di carattere politico o reale. So­ lo agli ufficiali di Fanteria erano per­ messe promozioni extra, per esempio sul campo. E questo doveva permet­ tere· a Franco di diventare generale a 33 anni » ( F. Bellotti, "Oggi", marzo '57 ). c Cosi rimase frustrata la voca­ zione per il mare di Francisco » scri­ ve il Martin c ed è probabile che·dò sia avvenuto senza rimpianti, poiché ancora oggi. divenuto Capo d�llo Sta­ to spagnolo, Franco non ha piacere piu grande che quello di fare lunghe crociere sul suo panfilo Azor. " 11

IL 29 AGOSTO 1 907, Francisco Franco viene incorporato nel primo corso della Scuola di Fanteria dell'Alcazar di Toledo. Nei tre anni di Accademia si dimostra un cadetto esemplare : studioso, rispettoso e disciplinato. :E. un solita­ rio, un introverso ; i compagni lo chiamano " signorina " per via della voce fessa e della piccola statura, ma anche " pri­ mo della classe " per il suo impegno. Nel luglio del 1 9 1 0, esce dall'Accademia con buone note caratteristiche e con il grado di sottotenente. Viene destinato all 'So Rgt . Fante­ ria " Zamora " , di guarnigione a El Ferro!. Il ritorno a casa

L'ALCAZAR DI TOLEDO

Una scuola di virtli, disciplina e sacrificio « Nella vecchia fortezza dell'Alcazar ,. scrive Claude Martin « gli ufficiali in­ caricati di fonnare i cadetti si preoc­ cupavano di temprare il carattere dei loro allievi. Essi credevano nella Pa­ tria, nella Spagna cattolica e nel do­ vere di combattere e di morire per essa. Essi insegnavano la mòrale ri­ gida del sacrificio. Dinanzi agli allie­ vi, esaltavano le virtu della disciplina militare. Può darsi che, fedeli alle tradizioni della loro casta, affennas­ sero che l'Esercito era la "colonna vertebrale della nazione-e che doveva servire a difendere la monarchia e la società contro la sovversione•. »

SI, ma anche un vivaio di Ignoranza Uno dei futuri nemici di Franco nel­ la guerra civile, Alvarez del Vayo, ha egualmente frequentato l'Accademia di Toledo. Ecco un brano dei suoi

Francisco Franco nel 1907 con il fratello Nicolas (seduto)

·

ricordi: « Si entrava in Accademia a 14 anni e se ne usciva a 17, con il grado di sottotenente di fanteria. In­ terrompere a quell'età gli studi degli ufficiali, voleva dire ridurre tutto l'E­ sercito a un livello culturale estrema­ mente basso ... La tradizione dell'Ac­ cademia voleva che si inchiodasse al muro il libro dell'ultima materia d'e­ �ame, e questo significava che il neo diplomato non avrebbe piu aperto per tutto il resto della sua vita un libro decente. Cosi si spiega la man­ canza di c u l t ur a dell'ufficiale spa­ gnolo. L'ufficiale medio non conosce niente di niente, e non ha alcun in­ teresse nella vita al di là della car­ riera. Avere il rispet to del proprio rango, ottenere avanzamenti, preser­ vare la grandezza dell'Esercito: que­ sti sono i suoi scopi supremi. l! sem­ pre pronto a seguire il primo ditta­ tore che riduce di · metà il bilancio dell'Educazione per aumentare quel­ lo dell'Esercito ,. (Alvarez del Vayo, Les batailles de la liberté, Ed. Ma­ spero, Parigi 1963 ).

Per .. Franquito" un fucile piu piccolo L'arrivo di Franco all'Accademia non fu dei piu promettenti : con il suo fi13

non deve risultare molto gradi to a " Paquito " , che chiede insistentemente di essere mandato in Marocco : laggiu c'è la possibilità di conquistare qualche promozione sul cam­ po ; e poi viene data una paga superiore a quella - decisa­ mente scarsa - che si riceve in madrepatria. Perché la sua domanda venga accolta ci vuole piu di un anno di atte­ sa e la raccomandazione del suo ex direttore di Toledo, il colonnello José Villalba, che adesso comanda il 68° Rgt . d'Africa. Finalmente, nel febbraio del 1 9 1 2 , Franco può partire in compagnia di altri due sottotenenti, suo cugino

sico minuto e con la sua aria infan­ tile « apparve un po' debole per quel­ la rude scuola ,. scrive il Martin. « Gli si volle dare un moschetto in luogo del pesante fucile regolamentare. Si raddrizzò in tutta la sua altezza per rispondere : • Jo posso fare q1,1anto fa il piu forte della mia sezione! • ,. E George Hills afferma : « Inevitabil­ mente fu soprannominato • Franqui­ to " ed altrettanto inevitabilmente un ragazzo cosi piccolo, studioso, intro­ verso e per mente disposto a seguire i compagni nelle loro baldorie sessua­ li o alcooliche non poteva non tra­ sformarsi in un soggetto di scherzi maliziosi e di tiri mancini ».

Tira un candelabro in testa a un anziano

« Pochi giorni dopo il suo arrivo alla Accademia di Toledo, un anziano fa uno scherzo a Franco : gli nasconde i libri e i quaderni sotto il letto. Ciò provoca una punizione al giovane, che tuttavia non reagisce ;. ma quan­ do l'altro ripete lo scherzo, perde la pazienza e lancia un candelabro con­ tro di lui. Nel dormitorio si scatena un parapiglia. Chiamato a rapporto dai superiori, Franco· spiega : • La mia

14

dignità mi ha impedito di sopporta­ re il ripetersi dello scherzo •. Rifiuta però di dare il nome del provocatore. Il comandante dell'Accademia senten­ zia che la matricola si è comportata lealmente, che, in fondo, un cadetto deve farsi rispettare, e non prende nessun .provvedimento disciplinare a suo carico ,. ( Susmel, ·successo• , gen­ naio 1962).

Allegro, vivace, amante degli scherzi « Franco era asciutto e sottile, con grandi occhi, brillanti e curiosi. Deci­ so e sempre pronto a compiere, per penosi che fossero, i doveri che im· poneva la disciplina dell'Accademia ; era però al tempo stesso irrequieto, con ·uno spirito vivace e allegro che lo spingeva ad associarsi alle beffe e alle avventure che sono il profumo degli anni fiorenti della vita di un ca­ detto ,. ( Arraras, op. cit.).

Da generale proibisce gli scherzi alle matricole Sembra che Franco non abbia gradi­ to molto gli scherzi degli anziani, e abbia serbato un profondo rancore

- e futuro " secondo " - Franco Salgado e Alonso Vega . Tanta è la fretta di lasciare El Ferrol, che i tre si imbar­ cano sul cargo Paulina che salpa nonostante il cattivo tem­ po. Il 24 febbraio, Franco sbarca a Melilla, dove le truppe spagnole stanno combattendo la ribellione del santone El Mizzian, l'uomo che solo " una pallottola d'oro " può ucci­ dere . Il giovane sottotenente riceve il battesimo del fuoco proprio contro El Mizzian, nell'attacco del 4 maggio all'a­ duar (villaggio) di Haddu-Allal-u-Kaddur. In quella occasio­ ne, il caporale Gonzalo Sauco della sua compagnia riesce

contro quell'uso di • festeggiare• l'in­ gresso dei nuovi nella vita militare. Appena diventato capo dell'Accade­ mia militare di Saragozza si affrettò ad abolire « quel vecchio e funesto uso del noviziato » scrivono Galinso­ ga e Salgado, che riportano le precise parole pronunciate da Franco nel di­ scorso ai suoi cadetti : « Voglio sra­ dicare per sempre quel vizioso e tur­ pe costume degli scherzi alle matri­ cole tanto in voga in centri come il nostro ». Franco istituf una sorta di •tutore-protettore • per ogni matrico­ la, un anziano che doveva seguirla negli studi e consacrarsi alla sua for­ mazione morale.

cesso nella sua città natale; lo scri­ ve G. Hills : « Per le donne di El Fer­ ro! Francisco Franco, il figlio di un ufficiale della amministrazione navale che ha abbandonato sua moglie, non era un gran partito, e nessuna ragaz-· za fu spinta a restituire l'occhiata ammirativa lanciata in sua direzione dal giovane ufficiale. Sotto nessun a­ spetto El Ferro! offriva a Franco un glorioso avvenire ».

Dal Marocco arriva un rumore di guerra

•••

NOTE C A R A T T E R I S T ICH E DEL SOTTOTENENTE FRANCO ALLA USCITA DALLA ACCADEM IA DI TO­ LEDO, 1910 : « Allievo zelantissimo, dotato di un senso austero del dove­ re che surroga le deficienti risorse fisiche, scarsa comunicativa, alte do­ ti· di comando " ·

« La giovinezza di Franco si ribella contro l'immobilità che presuppone la vita di guarnigione ferrolana. Dal Marocco sale un rumore di guerra che passa come un tuono sulla Spa­ gna. Franco lo ascolta con attenzio­ ne. Per un ufficiale della sua età, que­ sta curiosità per le cose d'Africa, in quel tempo, era cosa insolita e stra­ na ,. (Arraras, op. cit.).

Le donne di El Ferrai non lo degnano di uno sguardo

...e fa prospettiva di promozioni e guadaiJni

Anche se indossava una uniforme da ufficiale, che in genere attirava le donne, Franco non ottenne alcun sue-

Per Ramirez, Franco guardava al Ma­ rocco come a un luogo pericoloso ma "promettente•. Un luogo dove si po15

addirittura a uccidere il santone. Con una banalissima pal­ lottola di piombo. Due mesi dopo, Franco viene promosso tenente : la sua unica promozione per anzianità. E dopo al­ tri due mesi, riceve la prima decorazione : la Croce rossa di r classe al valor militare. A fine anno, Franco fa richie­ sta di essere trasferito alle truppe indigene, i Regulares, istituite dal generale Damaso Berenguer sull'esempio del­ l'A rmée d'Afrique francese . Viene accontentato nell 'aprile del 191 3 . La morte di El Mizzian ha riportato la pace nella zona di Melilla, ma la guerriglia continua nel distretto di

tevano realizzare certi sogni di glo­ ria « che assumono la forma degli onori e degli scatti di grado, dell'au­ mento della stima di cui si gode e dei benefici economici che ci si aspet­ ta. Non si deve dimenticare che una ra�one determinante agli occhi di piu di un uffiCiale in partenza per l'Mrica, è il soprassoldo in oro che si riceve. Dopotutto, quello delle ar­ mi non è forse un mestiere ? ».

Dopo "el Desastre" del 1898

Marocco, ultiiDa tronllera Il Marocco rappresentava in quegli anni per la Spagna - e soprattutto per l'esercito spagnolo - l'ultima frontiera coloniale, l'estremo residuo di quell'impero di dimensioni mon­ diali che nel giro di poco piu di due secoli era completamente franato, la­ sciando la madrepatria in una situa­ zione economica, politica e sociale disastrosa. Per centinaia di anni la Spagna era vissuta sulle ricchezze delle colonie, e non aveva mai svi­ luppato in patria né una agricoltura efficiente (enormi latifondi incolti nelle mani della Chiesa e di pochi proprietari terrieri) né una industria moderna (tranne che nella Catalogna 16

e nei Paesi Baschi). Il tracollo finale era arrivato con la perdita di Cuba, Portorico e le Filippine, nella guerra del 1898 contro gli Stati Uniti. Era el Desastre del '98. Una sconfitta che traumatizzò l'intera vita del paese e andò molto al di là della sua reale importanza storica ed economica: fe­ ce entrare tutta la nazione in una grave crisi spirituale, latente già da diversi decenni; la costrinse a ripie­ garsi su se stessa, a riesaminare il suo ruolo di nazione nel mondo mo­ derno. El Desastre diede una frusta­ ta alle energie a lungo sopite; provo­ cò una salutare reazione contro la " degenerazione spagnola" e un viva­ cissimo rinnovamento filosofico e let­ terario che andò sotto il nome di " Generazione del '98 " : Joaquin Costa, José Ortega y Gasset, Angel Ganivet, Miguel de Unamuno ecc.

FRANCO GIORNALISTA

Tutta colpa della massoneria internazionale La colpa del Desastre del '98, secon­ do Juan de la Cosa (pseudonimo gior­ nalistico del generale Franco), non fu assolutamente dell'Esercito o della Marina spagnoli, ma di oscure poten-

Tetuan, occupata militarmente nel febbraio del 1 9 1 3 dal.ge­ nerale Alfau . I marocchini di El Raisuni, signore di Beni­ Ar6s , hanno replicato al colpo di mano cingendo d'assedio la città. Per salvare gli assediati è necessario l'intervento dei Regulares, che a marce forzate si trasferiscono da Me-· lilla a Ceuta, e da qui a Tetuan . La città viene liberata, ma la lotta non si placa . Tutto il 1 9 1 4 e il 1 9 1 5 sono un con­ tinuo stillicidio di aggressioni, attacchi e contrattacchi . Dei 42 ufficiali dei Regulares ben 36 cadono morti o feriti . Fran­ co non è fra questi . Eppure è sempre in prima linea, sprez-

ze

massoniche internazionali ( che da tempo tramavano la perdita della Soagna) e dell'impotente regime de­ mocratico del tempo... « L'Esercito chiedeva di combattere, ritenendo di essere in grado di farlo. E invece il governo spagnolo abbandonò l'isola di Cuba essendo incapace, nella sua miseria morale, di riconoscere persi­ no quello che lo stesso nemico rico­ nosceva : l'alto valore dei soldati spa­ gnoli. I delegati spagnoli alla .confe­ renza di pace di Parigi non ebbero altre istruzioni da quel misero Parla­ mento, che di trattare la resa dell'i­ sola di Cuba. Però a Parigi, quei tra­ ditori della Patria, obbedendo a ordi­ ni della massoneria internazionale, consegnarono anche l'arcipelago fi­ lippino ! » (Espana ant e el mundo, Ediciones Idea, Madrid 1950 ).

L'Europa si spartisce il Marocco « Ridotto in pieno sfacelo politico ed economico, l'Impero sceriffiano - co­ me usava allora designarsi il Ma­ rocco - era diventato, ·per la impor­ tanza della sua posizione strategica e per la straordinaria fertilità del suo suolo, il principale obiettivo del colo-

nialismo francese; vi si opponeva tut­ tavia la Germania al culmine della sua potenza economica e militare. Questa rivalità venne composta con una serie di elaboratissimi negoziati svoltis i fra il 1905 ed il 1912 in base ai quali la fetta piu grossa, piu ricca del Marocco (quella di fronte all'A­ tlantico ) fu riconosciuta " zona di in­ fluenza" e successivamente "protetto­ rato" francese, mentre la parte set­ tentrionale, povera e montagnosa, lungo la costa mediterranea, passò con gli stessi titoli sotto controllo della Spagna. Contemporaneamente lo stretto di Gibilterra, e cioè la città di Tangeri e il suo entroterra, a ca­ vallo fra il Mediterraneo e l'Atlantico, diventò "zona sotto controllo inter­ nazionale " » (Michele Lanza, " Storia illustrata " . Mondadori, lu�lio 1 971 ).

l tre distretti spagnoli La parte del Marocco assegnata alla Spagna comprendeva tre distretti. A ovest - affacciato sull'Oceano quello relativamente pianeggiante e fertile di Larache, sul quale faceva duramente sentire la propria autori­ tà un signorotto locale : Muley Ah­ med el Raisuni. Al centro, il distret­ to di Tetuan, che comprendeva la 17

zante del pericolo. I suoi moros parlano di baraka, la forza misteriosa che rende l 'uomo invulnerabile . Comincia a na­ scere il mito guerresco di Franco. A tutto il 1 9 1 4, ha già col­ lezionato tre medaglie al valor militare . E nell 'aprile del 1 9 1 5 arriva anche la promozione sul campo : capitano. Fran­ co ha ventidue anni . � il piu giovane capitano dell 'Esercito spagnolo. Poco prima di lui sono stati promossi altri tre " eroi " della guerra marocchina : Emilio Mola a maggiore , Sanjurj o e Queipo de Llano a tenenti colonnelli . La promo­ zione toglie Franco dalle prime linee : nei Regulares non c 'è

città santa di Xauen vietata ai non musulmani. Fra Tetuan e il capoluo­ go del terzo distretto, Melilla, si erge per olt·re duecento chilometri la ca­ tena del Rif, pittoresco intrico mon­ tagnoso, le cui cime raggiungono i 2500 metri di altezza, ammantato di foreste di cedri e di abeti, collegato da stretti passaggi con la grande pia­ nura di Fez. Al centro di quella in­ terminabile catena si apre la splen­ dida baia di Alhucemas, cerniera stra­ tegica dell'intera regione.

"Finalmente si combatte" Sino al 1909, la Spagna non dimostra eccessiva fretta di prendere possesso della sua "fetta" di Marocco, e si li­ mita a tenere guarnigioni in sette lo­ calità ( tra cui Ceuta, Tetuan, Melil­ la). II ricordo del Desastre del '98 non favorisce gli avventurismi coloniali, anche se l'Esercito freme nella sua inazione. Le uniche avanzate in Ma­ rocco sono dovute piu che altro a in­ teressi economici privati. . Nel luglio del 1909 un distaccamento di operai impegnati a costruire una ferrovia che da MeliiJa. porta a una miniera di ferro spagnola, viene attaccata da guerrieri marocchini : cinque morti e numerosi feriti. « Era il tanto at18

teso atto di guerra. La notizia ralle­ grò i burocrati militari : finalmente si presentava una scusa per la pene­ trazione militare della zona » ( Hills). Ma le prime operazioni belliche non sono favorevoli agli spagnoli che de­ vono chiamare urgenti rinforzi dalla madrepatria.

I proletari insorgono contro l'impresa coloniale Se gli ambienti militari, liberali e ca­ pitalistici erano favorevoli alla nuo­ va avventura coloniale in Marocco, i movimenti proletari - socialisti e a­ narchici - erano assolutamente con­ trari, e organizzarono imponenti ma­ nifestazioni pacifiste. E quando il mi­ nistro della Guerra richiamò alle ar­ mi le riserve catalane ( quasi tutti operai poveri, in quanto i ricchi po­ tevano esentarsi dagli obblighi mili­ tari ), a Barcellona scoppiò una vio­ lentissima sommossa. « Scene penose si svolsero alla stazione, alla parten­ za delle truppe, e il giorno seguente l'intera città insorse. Per cinque gior­ ni la plebe ebbe la meglio, i capi sin­ dacalisti ·persero il controllo dei loro uomini e ventidue chiese e trenta­ quattro conventi furono dati alle

vacante alcun posto di capitano, quindi deve accontentarsi di fare l 'ufficiale pagatore nel I I I Tabor (battaglione) di Ceu­ ta. Per poco : una fucilata marocchina gli libera il comando della prima compagnia del I Tabor. Il 28 giugno 1 9 1 6 , alla testa della sua compagnia, Franco parte all'assalto di alcune alture nei pressi di Biutz. Stavolta non c'è la baraka a pro­ teggerlo : una pallottola gli trafigge il ventre . Immediato trasporto all 'ospedale da campo dove i medici militari lo danno per spacciato e fanno venire dalla Spagna i suoi fa­ miliari . I superiori elogiano il coraggio del capitano Franco,

fiamme. Vennero trucidati monaci e profanate tombe. La rivolta fu dura­ mente repressa. Centosettantacinque operai vennero fucilati nelle strade e altre esecuzioni seguirono. Tra le vit­ time cadde Francisco Ferrer, un teo­ rico dell'anarchismo, fondatore della Escuela moderna, in cui si impartiva un insegnamento antireligioso. Non esistevano prove che egli fosse impli­ cato nella sommossa » ( Gerald Bre­ nan, Storia della Spagna, 1874-1936, Einaudi 1970).

El Raisuni scende in campo «

El Raisuni è deciso a provocare la guerra per vendicarsi dei torti che ri­ tiene di aver subito da noi », telegrafa il generale Alfau al governo, subito dopo l'occupazione della città di Te­ twin. In verità, come dichiarerà in seguito L6pez Ferrer, alto commis­ sario per il Marocco, i marocchini erano convinti che le truppe spagno­ le sarebbero state ritirate dalla città una volta compiuto l'atto di presen­ za necessario per l'istituzione del pro­ tettorato. E invece le truppe rimase­ ro a Tetuan. Non solo, ma « le Mili­ cias voluntarias, e i soldati della guar­ nigione del Serrano e di Ceuta, avvez­ zi per la loro residenza nelle suddet-

te località alle relazioni con la popo­ lazione marocchina, furono sostituiti, poco dopo, dalla brigata dei Caccia­ tori di Madrid, comandati dal gene­ rale Primo de Rivera. In conseguen­ za di ciò, si veri.ficarono vari inciden­ ti, non gravi, ma non per questo me­ no incresciosi; poi venne il malcon­ tento della popolazione indigena... Il disgraziato combattimento di Lua­ sién, provocato dal generale Alfau, diede poi inizio alla guerra ».

La mano di Dio promuove Franco « Il 16 gennaio 1915, in seguito alla presa di Beni Hosmar, Franco riceve una citazione al merito per la parte avuta nel combattimento. Son passa­ ti ·tre anni da quando Franco passa giorno dopo giorno a combattere in prima linea, e finalmente gli viene concesso, come premio, l'avanzamen­ to a capitano. Ha 22 anni. Ricordia­ moci della mano di Dio che lo gui­ da : Franco è sempre precoce in tut­ to ,. ( Galinsoga e Salgado).

Militare a tempo pieno Quasi tutti . i biografi di Franco ri­ prendono dai libri di Galinsoga e 19

lo propongono per la Cruz Laureada de San Fernando, una delle piu alte onorificenze militari spagnole, e per l 'avan­ zamento a maggiore. Una promozione in articulo mort'is, pensano. E invece Franco si rimette, la pallottola non ha leso alcun organo vitale. Lo premiano con una semplice Crut. de Maria Cristina. Immediata protesta del capitano Franco che invia addirittura una petizione a re Alfonso XIII. La ri­ sposta non si fa attendere : Franco è nominato maggiore e il 4 marzo 1 9 1 7 viene trasferito.al Rgt . di Fanteria Principe di stanza a Oviedo, capitale delle Asturie . •

Arranis il racconto degli exploits mi­ litari del futuro Generalissimo. Ma secondo il Ramirez la bravura di Franco consisteva invece « nel fatto di essere totalmente "impegnato " in questa vita e in questa professione, di non nutrire alcun interesse per le attività del tempo libero... nel fatto che la sua esistenza comincia e fini­ sce con le attività belliche e il cortile in cui si fanno le esercitazioni. Fran­ co è un uomo che avanzerà nella car­ riera a velocità doppia degli altri, perché vi dedica doppio tempo e dop­ pie energie ». ORDINE DEL GIORNO DELLA BAT­ TAGLIA DI BIUTZ : " Capitano dei Regulares d on Francisco Franco Ba­ hamonde, citato per l'esemplare co­ raggio, l'insuperabile valore, le doti di comando e l'energia dimostrata nel corso del duro combattimento du­ rante il quale fu gravemente ferito ».

U na pallottola guidata dalla Provvidenza «

Durante .quella battaglia stava per perdere la vita colui che era stato eletto a salvare la Spagna. A quell'e­ poca, il 99% dei feriti al ventre mo­ rivano. Ma la pallottola trapassò in 20

modo tanto provvidenziale il corpo di Franco, che non lese alcun organo vitale. I medici erano stupitissimi per quel caso. Ma potevano sapere i medici che la mano di Dio aveva tracciato la traiettoria di quella pal­ lottola parallelamente alla vita di Franco? ,. (Galinsoga e Salgado).

Il sindacato dell'Esercito "boccia" Franco Il Ramirez dice che appena si rimise dalla ferita ricevuta a Biutz, Franco richiese ufficialmente la nomina al grado superiore. Ma la sua richiesta venne respinta per le pressioni delle " Giunte di Difesa dell'Arma di Fante­ ria ", una specie di sindacato dell'E­ sercito che era sorto in Spagna pro­ prio per « limitare gli avanzamenti per meriti di guerra, e propenso a costituire un esercito coloniale se­ parato dall'esercito metropolitano; i militari delle Giunte non si fidavano di questi giovani eroi dall'animo di avventurieri che volevano a ogni co­ sto far carriera in Africa ».

Franco in divisa da. cadetto

1 9 1 7 : DA TRE ANNI la guerra mondiale imperversa su tut­ ti i fronti d'Europa. La Spagna - neutrale - si trova nella posizione privilegiata di poter riempire i vuoti lasciati dai belligeranti sui mercati mondiali, e nel giro di pochi anni conosce un boom economico e industriale di notevolissime proporzioni. La bilancia commerciale, tradizionalmente pas­ siva, diventa attiva ; le riserve auree del Banco de Espafia salgono dai 674 miUoni di pesetas del 1 9 1 3 ai 2506 del 1 9 1 9 . Ma anche i prezzi all'ingrosso e al minuto registrano au­ menti paurosi. Dal 1 9 1 5 al 1 917 il grano aumenta del 62%,

Il boom economico del 1915

EIPIOIIB la lODa di Classe « L'evidente squilibrio tra i profitti - che crescevano con la velocità di un'automobile moderna - e i salari - che andavano al passo di una vec­ chia carretta - era destinato a pro­ vocare in un tempo abbastanza bre­ ve non solo un aumento del numero dei lavoratori addetti all'industria, ma soprattutto uno sviluppo della loro coscienza di classe. ,. La presen­ za delle masse come protagoniste del­ la lotta politica diventa ormai un fat­ to quasi quotidiano in Spagna ; e di fronte a questo fenomeno lo Stato, che è 'dominato dai gruppi che bene­ ficiano di utili cosi elevati, decide di far ricorso alla violenza « il che pro­ vocava al tempo stesso il logoramen­ to delle istituzioni e sempre piu fre­ quenti urti tra le classi che si divide­ vano il potere ,. (Manuel Tuiion de Lara, Storia della Repubblica e della guerra civile in Spagna, Editori Riu­ niti, Roma 1 966 ).

Contadini a pane e acqua « Il massimo della retribuzione di un contadino è 1 5()().1600 reales all'anno,

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cioè 4 reales e 10 centesimi o 4 rea­ les e 38 centesimi al giorno. Questo per i capisquadra. Gli altri percepi­ scono ancora di meno. E quasi tutti hanno famiglia. Alcuni tre figli, altri di piu. Hanno bisogno di almeno due pagnotte al giorno. A 40 centesimi l'�a (a Toledo si vendono a 48 ) fan­ no 80 centesimi ;. piu mezza libbra di c eèi che costano 0,15 : fanno 95 cen­ tesimi. Che cosa rimane per colazio­ ne? E per cena ? Il lavoratore non ha consumato per i pasti né lardo, -né carne, né zucchero, né latte, né vino. Però gli rimangono ancora 15 cente­ simi. forse anche qualcosa di piu, 30 o 45 centesimi ! ,. ( da • Espaiia •, 23 aprile 1915). IL RINCARO DEI PREZZI al minu­ to è aggravato dalla crescente pe­ nuria dei generi alimentari che gli speculatori preferiscono vendere a prezzi astronomici sui mercati esteri. A Parigi si mangia carne spagnola, a Londra e a Berlino si mangia car­ ne spagnola, solo in Spagna non si trova carne spagnola! Eppure mai come in quegli anni i raccolti sono abbondanti e gli allevamenti floridi. Nei primi mesi .del 1915 scoppia una serie di violente proteste popolari ; tarme di donne con i bambini in brac-

mentre i salari e le paghe aumentano al massimo del 1 0% . Sanguinose sommosse provocate dalla miseria e dalla fame esplodono in varie località del paese . Il malcontento dilaga anche tra i 1 5 .000 malpagati ufficiali dell'Esercito. Stanchi della passività e della corruzione degli alti comandi e dei politicanti, nel ' 1 7 gli ufficiali costituiscono dei sindacati, le Juntas de Defensa. Inizialmente le Juntas non presenta­ no un carattere reazionario, e si affiancano alle forze che lottano per un rinnovamento della vita pubblica spagnola. Ma la possibilità di una alleanza tra Esercito e forze pro-

cio manifestano davanti alle prefet­ ture e vengono disperse dalle cariche della Guardia Civil.

FRIICO A OVIEDO RI81DO E MICRIBIOSO " Come già all'Accademia, anche al reggimento Franco incusse piu stima e rispetto che simpatia. Era zelante e pignolo, un tipico ufficiale dalle ve­ dute, sembrava, ristrette, incapace di interessarsi a qualcosa che non fosse­ ro il regolamento di disciplina, la tat­ tica e la strategia. Camila Alonso Ve­ ga, che fu suo commilitone in quel periodo, giura che Franco arrivò a Oviedo vergine e vergine ne riparti. Non so se sia vero. :e certamente ve­ ro però che costantemente rifiutò di prendere parte a feste che non fos­ sero quelle - rigide, sussiegose e mi­ cragnose - del Circolo militare ,. ( Montanelli, op. cit.).

L'ondata rivoluzionaria del 1917

Il destino storico di Francisco Franco " Trascinati dalla grande ondata ri­ voluzionaria che scuote l'Europa, da

Pietroburgo a Torino, da Kiel alla Francia, i minatori delle Asturie ob­ bediscono alla parola d'ordine di scio­ pero generale che investe tutta la Spagna. Franco è incaricato di rista­ bilire l'ordine, di spezzare questo sciopero illegale. E lo fa da soldato abituato ad obbedire, da membro della casta militare, convinto di in­ carnare la legittimità e la verità della Spagna. Si manifesta cosi chiaramen­ te la vocazione dell'Esercito a con­ tenere con le armi l'altra Spagna, come si manifesta, quando non ha ancora 25 anni, il destino storico del maggiore Francisco Franco » (Max Gallo, Histoire de l'Espagne franqui­ ste, Ed. Laffont, Parigi 1969). ·

Come nasce un salvatore della patria « In quei tranquilli mesi trascorsi da Franco a Oviedo, forse un domani la Storia potrà scoprire l'arcano segre­ to embrionale di questa personalità di cosi colossale importanza nella di­ plomazia mondiale. Perché proprio 0viedo, culla dei suoi amori nuziali, do­ veva essere egualmente la fonte dal­ la quale sarebbe scaturito il suo con­ gemto sentimento di difesa della Spa­ gna contro le forze del male ... La pie-

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gressiste " salta " quasi immediatamente di fronte allo scio­ pero generale proclamato per il 1 0 agosto 1 9 1 7 dai dirigenti della UGT, il sindacato socialista, e della CNT, il sindacato anarchico (particolarmente forte a Barcellona) . Il governo dichiara illegale lo sciopero e chiede all'Esercito di stron­ carlo . Le Juntas fanno sparare sui dimostranti . Si contano dai se�tanta ai cento morti e piu di 2000 arrestati , fra i qua­ li il giovane dirigente socialista Largo Caballero, il futuro " Lenin spagnolo " . L'Esercito ha fatto la sua scelta. Tra la rivoluzione dei partiti di sinistra e l 'inerzia della classe

cola colonna guidata da Franco con­ tro gli insorti era la cellula embrio­ nale di quello che doveva essere ven­ t'anni dopo tutta una nazione in armi contro gli stessi nemici che da den­ tro o da fuori della Spagna congiu­ ravano per la perdita della nostra pa­ tria » ( Galinsoga e Salgado, op. cit.).

La repressione del 1917 Caccia al m inatore

La futura dirigente comunista, Dolo­ res Ibarruri, la " Pasionaria " . ha scrit­ to nelle sue Memorie di una rivolu­ zionaria ( Editori Riuniti, 1963 ) che lo sciopero del 1917 assunse un « carat­ tere insurrezionale specialmente nel la zona mineraria asturiana. Contro i lavoratori fu incitato l'Esercito al comando del generale Burguete, che nei suoi bellicosi messaggi dichiara­ va di essere disposto a sterminare gli scioperanti come animali selvati­ ci. Lo sciopero del '17 costò centinaia di morti e migliaia di arrestati ».

Franco fu uno strumento freddo e spietato « Il passaggio della colonna Franco resterà a lungo nella memoria delle

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Asturie. I suoi uomini danno addos­ so ai minatori come se si trattasse di una caccia all'uomo. La repressio­ ne di Franco non si basa sul furore ma sulla freddezza. Franco è al di sopra del problema sul tappeto : non prende posizione, non lo capisce, non lo interessa minimamente. Lui non si pone la domanda se lo scio­ pero sia giustificato, se gli operai non hanno da mangiare. Franco distrug­ ge i nuclei di scioperanti, apre il fuo­ co al minimo cenno di resistenza. t:. tale la sua decisione che un alto mi­ litare dirà, quando gli sarà noto il solco di sangue e di violenza lasciato dal comandantin nella carne dei mi­ natori affamati : " Franco è andato a dare la caccia ai minatori come fos­ sero belve " » ( Ramirez, op. cit.).

Non è vero : si interessò ai problemi dei lavoratori Secondo l'inglese Brian Crozier, Ra­ mirez sarebbe colpevole di deforma­ zione ideologica quando pretende che Franco si sia dimostrato indifferente ai diritti e ai bisogni dei minatori : « In verità sembra che all'epoca del­ lo sciopero Franco abbia consacrato tutto il suo tempo li:bero a documen­ tarsi sulle rivendicazioni dei minato-

dominante ha lanciato una terza alternativa : i militari al potere. Il neo-maggiore Franco prende servizio in Oviedo, nel cuore delle Asturie, il 3 1 maggio 1 9 1 7 , e subito si trova nell 'epicentro delle agitazioni . Il generale Burguete, capo della guarnigione di Oviedo, gli ordina .di domare lo sciope­ ro dei minatori della regione, gli unici in tutta la Spagna · che non hanno ripreso il lavoro dopo l 'intervento dell'Eser­ cito . Alla testa di una compagnia del Regimento del Rey e di una formazione della Guardia Civil (carabinieri ), Franco affronta gli scioperanti . Ordina di fare fuoco contro chiun-

ri, sulle loro condizioni di vita, sul sindacalismo nelle Asturie e sul pro­ blema dell'esoso comportamento dei padroni. Una cosa è certa : in occa­ sioAe della crisi di Oviedo, Franco prese una decisione fondamentale : qualsiasi cosa fosse successa, o� i volta che ne avesse avuto la possibi­ lità, avrebbe combattuto il disordine rivoluzionario in Spagna. La rivolu­ zione bolscevica in Russia e la vio­ lenza che essa propagò nel mondo fe­ cero nascere in lui un odio definitivo per il comunismo ».

Quanti furono i morti P

HILLS: « Le cifre ufficiali dichiarate dal ministro degli Interni alle Cortes sulle perdite inflitte dagli scioperan­ ti all'esercito furono di 7 ufficiali, 36 sottufficiali e 180 soldati tra morti e feriti. Si disse che le perdite civili furono molto inferiori. Dovrebbero essere state circa 70 in tutta la na­ zione, e quasi tutte a Barcellona ». TUNON DE LARA: « I dibattiti par­ lamentari posteriori provarono che le vittime della polizia a Bilbao supera­ .rono le due dozzine, e che nelle Astu­ rie il numero delle vittime era incal­ colabile. I morti tra gli scioperanti furono piu di cento ».

CROZIER: « Lo sciopero, durato tre giorni, costò la vita a 70 lavoratori, provocò varie centinaia di feriti e l'arresto di oltre 2000 persone ». RAMIREZ: « La classe operaia per­ derà piu di 100 morti, avrà centinaia di feriti, migliaia di arrestati ».

Entusiasmo in Spagna per la rivoluzione d'ottobre « La notizia della rivoluzione bolsce­ vica d'ottobre agi come un esplosivo tra i militanti del proletariato spa­ gnolo, in particolar modo tra i sin­ dacalisti e gli anarchici. I dirigenti del movimento operaio spagnolo, mol­ to scoraggiati in quel periodo dalla sconfitta di agosto e dalla repressio­ ne che ne era seguita, si ributtarono neHa lotta con rinnovato entusiasmo » (Diaz Del Moral, Historia de las agi­ taciones campesinas andaluzas, Alian­ za Editoria!, Madrid 1 9 17 ).

Il popolo spagnolo sostiene la lotta dei soviet Nonostante la dura repressione del­ l'agosto 1917, « il proletariato spagno­ lo dimostrò fraterna solidarietà nei confronti della Russia sovietica. In 25

que opponga resistenza. Per lui non c'è alcuna differenza tra " ribelli " asturiani e " ribelli " marocchini . In due giorni, lo sciopero è stroncato. Franco rientra ad Oviedo e riprende la tranquilla vita di guarnigione . Proprio in quei giorni el comandanti n (piccolo maggiore ) fa la conoscenza della sua prima e ultima donna : una bella ragazza bruna, giovanis­ sima, di nome Carmen Polo y Martinez Valdés . Se ne in­ namora, viene corrisposto. Tra i due comincia una corri­ spondenza segreta, fatta di mille intrighi e sotterfugi : i ge­ nitori di Carmen sono tutt'altro che favorevoli all 'idillio .

affollate dimostrazioni e riunioni i la­ voratori salutarono la nascita del po­ tere sovietico in Russia, dimostrando caldamente la loro volontà di difen­ dere lo stato sovietico dalla pressio­ ne dell'imperialismo mondiale » (Sto­ ria Universale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, Edizioni del Ca­ lendario, Milano 1968).

Con Carmen arriva l'amore « In un paese dové il coraggio è la qualità umana piu apprezzata, il gio­ vane Franco, che si era guadagnato i galloni sotto il fuoco del nemico , suscitava ammirazione e simpatia. Carmen Polo, una fanciulla discen­ dente da antica famiglia, non doveva restargli insensibile. Cominciò cosi un fidanzamento che, secondo l'uso spa­ gnolo, durò a lungo. La famiglia del­ la fanciulla muoveva obiezioni ; con sorridente pazienza Carmen convinse i genitori delle ottime qualità del · suo pretendente » (Martin, op. cit.).

La freddezza di Franco va in fumo " Carmen è una ragazza alta, dai ca­ pelli neri, con un volto chiaro e dol-

ce; non si può dire una gran bellezza, anche se è molto attraente : ha un'a­ ria molto decisa e soprattutto una gran distinzione... Tutta l'immaturità sessuale di Franco, vergine e timido, trova espressione qui, in presenza di una fanciulla quindicenne di cui si innamora nella forma piu focosa, da­ ta la qualità delle emozioni umane di Franco. La sua freddezza se ne va in fumo in questo abbozzo di relazione con Carmen, anche se questa è un poco aduggiata dalla persistente op­ posizione della famiglia di lei » (Luis Ramirez, op. cit.).

Era il cugino a scrivergl i le lettere d'amore P

« Se qualcosa trapelò dell'idillio che subito nacque tra Cannen e Franco, ciò fu colpa delle indiscrezioni di lei, non di lui. El comandantin fu un cor­ teggiatore prudente e rispettoso. Si servi del " sereno " per far recapitare le sue lettere alla bella Carmen . e le male lingue dicono che queste let­ tere gliele scriveva Francisco Salga­ do e che questo spiega la sua at­ tuale fortuna presso il Caudillo. Ma

Il signor Polo è un ricco liberale, e un pacifista per giunta . Tutto il contrario di Franco. Ma i due innamorati tengono duro, e alla fine riescono a spuntarla. Si fidanzano e fissano le nozze per il 1 920. È quasi tutto pronto ma, all'ultimo mo­ mento, si fa avanti il èolonnello Millan Astray, che chiama Franco in Marocco, a far parte della sua nascente Legion Extranjera. Si tratta di un nuovo corpo di truppe di prima linea, ricalcato sulla celebre Légion Etrangère francese . Franco deve essere il " secondo " di Astray. Non esita un istante : rinvia le nozze e si imbarca per il Marocco. •

non è credibile : prima di tutto per- . ché Franco sa scrivere con notevole maestria, come dimostrano certi suoi articoli su Arriba"; secondariamen­ te perché ciò avrebbe contravvenuto alla sua abituale e strettissima riser­ vatezza ,. (Montanelli, op. cit.). •

La Legione chiama:

Franco rinvia le nozze

Perché Millan Astray scelse Franco come suo lugarteniente, se l'aveva in­ contrato due sole volte ? Montanelli scrive che « secondo qualcuno, il si­ gnor Polo y Valdés non fu del tutto estraneo all'invito di Millan Astray : il ricco iodustriale considerava la pa­ rentela col maggiore Franco una mé­ salliance e pensò di evitarla allonta­ nandolo ». Millan Astray, nel suo li­ bro · Franco el Caudillo ( Salamanca 1939) scrive invece : « Appena ebbi la fortuna di incontrare Franco, intuii subito le sue straordinarie qualità. A quell'epoca mi stavo occupando della creazione della Legion e ritenevo ne­ cessari, per compiere la mia impre­ sa, uomini fuori dall'ordinario e, so­ prattutto, un " secondo" in possesso di tutte le qualità che a me manca­ vano. Dopo aver fatto la conoscenza di Franco, non pensai che a lui ».

Un moscone poco gradito al signori Polo La sua battaglia piu difficile Franco non l'ha combattuta in Marocco, ma in casa Polo : « Carmen è figlia di un ricco commerciante di Oviedo, che non è niente affatto d'accordo con l'idea di vedere la sua Carmen sposa­ re un sia pur giovanissimo maggiore senza altro bene che la sua carriera militare. Cosi il ricco commerciante Polo prende il treno, va a Madrid, si fa ricevere dal ministro della Guerra e lo prega di " levargli d'attorno • quel­ l'uffi.cialetto che faceva il moscone a sua figlia. E Francisco Franco viene trasferito a Madrid, poi nuovamente in Marocco. Nessuno sa quali siano stati i pensieri di quel giovane ufficia­ le di fronte allo smacco; ma è certo che questo non fece che rafforzare in lui la volontà di emergere, di dimo­ strarsi piu che degno dell'amore della sua prescelta. E Carmen gli rimane fedele, ama quel brillante uffi.cialetto che ha conosciuto durante una rome­ ria (processione) e che forse aveva adocchiato per la prima volta nella Casa d i Dio. Lo aspetterà per cinque anni » (F. Bellotti, " Oggi ", art. cit. ).

AL GRIDO D I " VIVA LA MUERTE ! " il tenente colonnello Milhi.n Astray accoglie a Ceuta i primi volontari che sbar­ cano dal vecchio piroscafo Fe rn·andez Silvestre . Tra di loro c'è anche il maggiore Franco « che rimandò le nozze per andare a combattere » , come canteranno presto i suoi sol­ dati. A lui tocca subito il duro compito di inquadrare i pri­ mi 550 caballeros legionarios arruolati dal Tercio de Ex­ tranjeros. Tercio è il nome imposto dai burocrati del mini­ stero della Guerra, ma Astray e Franco preferiranno sem­ pre La Legion. Dopo sette mesi di duro addestramento, i

Il comandante Millan Astray

"SIETE QUI PER MOIRE l"

« Viva la Morte ! Caballeros legiona­ rios, sapete perché siete qui ? Siete qui per morire! Si, per morire ! Ades­ so che avete varcato lo stretto, avete definitivamente perso madre, moglie e famiglia. Ormai una sola cosa con­ ta per voi : la Legion. Il servizio pas­ sa davanti a tutto, e il vostro onore sarà di servire la Spagna e la Le­ gia n ! ,. (citato da Carlos de Silva, Ge­ neral Milld.n Astray, ed. AHR, Bar­ cellona 1957 ).

Franco esalta l'orgoglio dei legionari Francisco Franco ha raccolto in un libro (Diario de una Bandera, Madrid 1956) le sue esperienze di " legiona­ rio •. Ecco come commenta l'ar.ringa di benvenuto di Millan Astray : « Con parole eloquenti ha illustrato ai vo­ lontari l'impegno che si sono assunti.

Francisco Franco in Marocco nel 1922

La Le.gion apre loro le porte, offren­

do oblio, onori e gloria. Devono sen­ tirsi orgogliosi di essere legionari ; ma in cambio i sacrifici dovranno essere illimitati: per loro ci saranno i posti di combattimento piu duri e piu pericolosi, combatteranno di con­ tinuo. Molti di loro, forse tutti, ca­ dranno ».

L'organizzazione del Tercio Come era organizzata la iegione stra­ niera spagnola? L'unità tattica ( ban­ dera) era la seguente : tre compagnie di fucilieri-granatieri e una di mitra­ glieri con sei armi. « Il 7 ottobre 1920 è già pronta la J• Bandera. La coman­ da Francisco Franco. Ha per insegna le armi della Casa di Borgogna (un ceppo azzannato da due cinghiali su fondo · nero). La :Z. Bandera, pronta il 22 ottobre, avrà per insegna l'aqui­ la bicipite rossa di Carlo V. Quella della 3• Bandera, pronta il 23 · otto­ bre, la sceglieranno i legionari stes­ si : una tigre rampante in campo az­ zurro. L'insegna della 4•, formata piu tardi, è identica a quella spiegata dal­ la galea di don Giovanni d'Austria alla battaglia di Lepanto. A quelle prime Banderas se ne aggiungeranno presto altre quattro, niu uno squa29

legionarios entrano in campagna contro il fiero ribelle El Raisuni . Aggregati alle truppe dei generali Berenguer e Sanj urjo, conquistano il massiccio del Gomara e la città santa di Xauen . Non fanno neanche in tempo ad assaporare i piaceri della vittoria, che dal distretto di Melilla arriva una disperata invocazione di soccorso. Durante una scrite­ riata avanzata verso la baia di Alhucemas , il generale Sil­ vestre si è fatto intercettare vicino ad Annua! dalle tribu del Rif, guidate da Abd el-Krim. La sua colonna è stata completamente distrutta. Silvestre stesso è misteriosamen-

drone di lancieri. Tutte avranno in comune il celebre grido di guerra : " Viva la muerte! " (Lanza, art. cit.). Franco ll bu�crate c Anche se è vero che nella scelta di Franco segui piu l'avviso del signor Polo che non · quello proprio, Millan Astray non ebbe da pentirsene. Nel lavoro di organizzazione del Tercio, il giovane lugarteniente diede intera la misura delle sue qualità : quelle qualità che ancora oggi fanno di lui non l'invincibile guerriero che dicono i suoi apologeti, ma un hombre de cabinete paziente, ordinato, metodi­ co, senza nervi, calcolatore ,. (Monta­ nelli, op. cit.).

Il codice d'onore della Legione Ispirandosi al Bushido, il codice d'o­ nore dei Samurai giapponesi ( altri dicono alle regole della Compagnia di Gesu ) , Millan Astray e Franco ela­ borarono una serie di massime per il Tercio. Ecco le principali : Lo spirito del Legionario: il compito unico e sostanziale è quello di cieca 30

e feroce aggressività: accorciare sem­ pre la distanza dal nemico per attac­ carlo alla ba.ionetta. Lo spirito del Cameratismo: giurate di non abbandonare mai un legiona­ rio sul campo, a costo di morire tutti. Lo spirito dell'Unione e del Soccorso: al richiamo "A mi la Legion! ", tutti accorreranno a prestare aiuto al le­ gionario che a torto o a ragione si trovi in pericolo. Lo spirito della Marda: un legionario non dirà mai d'essere stanco, piutto­ sto cadrà morto. Lo s lrlto del Dolore e della Resisten­ za: i legionario non si lamenterà del­ la stanchezza, né del dolore, né della fame, né della sete, né del sonno. Lo spirito della Disciplina: il legiona­ rio compirà il suo dovere fino alla morte. Lo spirito del Combattimento: la Legion chiederà sempre, sempre, di combattere senza sosta, senza conta­ re giorni, mesi o anni. Lo spirito della Morte: morire in combattimento è l'onore piu grande. La morte libera da ogni dolore e non è terribile quanto sembra. Ben piu terribile è vivere da codardo. La bandiera della Legione sarà la piu gloriosa, perché tinta del sangue del legionario ( da Luis Bolin, Spain, the Vital Years, Cassel 1967 ).

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te scomparso . Un migliaio di Regulares hanno disertato e minacciano da vicino Melilla. Il Tercio tampona le falle piu gravi : riesce a salvare Melilla e a bloccare le truppe di Abd el-Krim pronte a piombare su Tetuan ; ma la situazione per­ mane gravissima . In Marocco vengono mandate tutte le truppe disponibili in patria, però solo alla fine dell 'anno il generale Sanjurj o può passare al contrattacco . La campa­ gna dura fino all'aprile 1 923 e consente agli spagnoli di ri­ conquistare i territori perduti dopo Annua!, ma non di sot­ tomettere Abd el-Krim . Franco è sempre in prima fila ; per

La disfatta di Annual

TUTTA COLPA DI ALFONSO Xlii Il Brenan sostiene che la tragedia di Annual fu tutta colpa di Alfonso XIII, desideroso di un grande succes­ so militare in Marocco che gli per­ mettesse di sbarazzarsi con un colpo di forza del parlamento spagnolo. Se­ condo gli ordini segreti del re, Silve­ stre « doveva guidare la sua colonna attraverso il Rif, da Melilla ad Alhu­ cemas, per drca 70 chilometri. La da­ ta del suo arrivo doveva coincidere con un discorso del re durante la so­ lenne traslazione dei resti del Cid al­ la cattedrale di Burgos e inoltre con la festa di san Giacomo Matamoros, antico patrono della Spagna. Ma due giorni prima della data prevista (il 23 giugno 1921 ) la colonna di Silve­ stre, cht si era spinta innanzi senza le necessarie precauzioni , cadde nel­ l'imboscata tesale ad Annua}' dalle forze, numericamente inferiori, di Abd el-Krim. Tra gli spagnoli vi fu­ rono 1 0.000 morti, 4000 prigionieri. Quasi nessuno trovò scampo. Lo stes­ so Silvestre si suicidò. Una o due set­ timane piu tardi il forte di Monte Arruit fu costretto ad arrendersi. Gli uomini della guarnigione, circa sette­ mila, furono massacrati; sugli ufficia-

li, portati via in catene, fu imposta una taglia "·

Il misterioso "suicidio" del generale Silvestre La notte della disfatta di Annual, gli ufficiali di Silvestre sopravvissuti al mass-acro tennero un Consiglio di guerra nel quale decisero di non ac­ cettare piu ordini dal generale. « E­ sistono varie versioni contraddittorie su quello che successe in seguito � scrive George Hills. « Secondo il co­ dice d'onore non scritto dell'Esercito spagnolo, quando il disastro fu evi­ dente, Silvestre avrebbe dovuto cor­ rere sul campo di battaglia ed espor­ si al fuoco nemico fino a rimanere ucciso. Non l'aveva fatto. Secondo lo stesso codice d'onore, quindi, quel Consiglio di guerra non fu un atto di ammutinamento, ma un processo per incompetenza, nel quale il ver­ detto fu " morte per suicidio". S i è molto discusso se Silvestre abbia messo o meno in esecuzione perso­ nalmente la sentenza, talmente con­ traria alla sua religione. » LO STORICO FERNANDEZ ALMA­ GRO nella sua Historia del reinado de Alfonso XIII ( Barcellona 1933) 31

alcuni mesi sostituisce al comando della Legion Millan Astray, rimasto gravemente ferito . Ai primi del 1 923 , la lotta comincia a languire . Milhin Astray viene sostituito al comando del Tercio · dal tenente colonnello Valenzuela. An­ che Franco lascia la Legion e rientra in patria . Si reca a El Ferrol , a salutare la madre . Con lei sale al santuario di Chamorro a ringraziare la Madonna che ha protetto lui e il fratello Ram6n, aviatore in Marocco, dai pericoli della guer­ ra. Poi va a Oviedo. La paziente Carmen Polo tira fuori dal­ l 'armadio il velo bianco e si prepara alle nozze . Ma non è

scrive testualmente : « Fermindez Sii· ves tre morf ad Annual : suicidio, an­ che se lo ammazzarono ».

IL MÌNISTRO DELLA GUERRA SMENTISCE TUTTO Il ministro della Guerra in carica nel 192 1 , il visconte di Eza, sostenne nel suo libro Mi Responsabilidad en el Desastre como Ministro de la Guerra ( Madrid 1923 ) che la sconfitta di An­ nual fu dovuta all'uccisione in batta­ glia di Silvestre, morte che disorien­ tò e sconvolse le truppe spagnole.

ABD ei·KRIM eterno ri belle

el-KRIM, famoso nazionalista arabo, nato nel 1882, battutosi per l'indipendenza del Marocco. Discen­ deva dalla tribu dei Beni Uriaghel, assai bellicosa e insofferente della do­ minaZione spagnola nel Rif. Nel 1919, ritiratosi tra le impervie montagne del paese, Abd el-Krim riusci a orga­ nizzare una tenace resistenza che co­ strinse le forze di occupazione ad at­ testarsi su alcune zone costiere at­ torno a Tetuan. Nel 1 92 1 sconfisse clamorosamente il generale Silvestre

ABD

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ad Annual. L'intervento armato della Francia a fianco della Spagna fu de­ cisivo e costrinse i l capo marocchino ad arrendersi nel 1926. Esiliato nel­ l'isola della Réunion, nell'Oceano In­ diano, vi rimase fino al 1947, quando venne deciso di trasferirlo via mare in Francia. Elusa la sorveglianza del­ la polizia a Porto Said, Abd el-Krim riparò al Cairo dove mori il 6 feb­ braio 1963 (Enciclopedia dei perso­ naggi storici, Mondadori 197 1 ).

Franco comandante su premo del lercio Proclama ai legionari « Serbate sempre puro lo spirito del­ la Legion; abbiate una fiducia cieca nel vostro coraggio, conservate la fe­ de nel Credo della Legion, meravi­ gliosa eredità del vostro primo capo legionario, Millan Astray, e conserva­ te nel vostro cuore il ricordo del piu glorioso dei combattenti, del miglior legionario, il tenente colonnello Va­ lenzuela, che mori con la testa e il cuore alti per la nostra Legion. Vi­ va la Spagna! Viva il Re! Viva la Le­ gion i Il vostro tenente colonnello : Francisco Franco. »

ancora la volta buona. Il 5 giugno Valenzuela cade in com­ battimento. A sostituirlo, Alfonso XI II sceglie proprio Fran­ co, promosso per l'occasione tenente colonnello . Franco par­ te subito. Carmen Polo rimette il velo nell 'armadio . Ma la sua attesa è destinata a finire p resto. In ottobre Franco ot­ tiene una licenza e torna ad Oviedo a sposarsi. Alfonso XIII si fa rappresentare alle nozze dal generale Losada. Mentre Franco è in Marocco, in Spagna avviene un pronun­ ciamiento (colpo di stato) militare . Per impedire che le Cortes, il parlamento spagnolo, discutano pubblicamente il

"Franco? un pignolo della miseria" Come era Franco con i suoi uommt in Marocco? Duro e inflessibile, ma giusto : « Con lui, puoi essere sicuro di avere tutto ciò a cui hai diritto " scrive Arturo Barea nel suo The For­ ging of a Rebel ( ed. Reynald and Hitchcock, New York 1946 ). « Certo che in quanto a maniera di trattare... Fissa un tizio, serio e severo, e dice : " Fucilatelo! " , si volta e se ne va tran­ quillamente. Ho visto assas�ini im­ pallidire perché una volta Franco li ha guardati di sbieco ! " Il " difetto " principale di Franco ? « t!. un pignolo della miseria : Dio ti salvi se hai il fucil� sporco o batti la fiacca! Io cre­ do che anche i suoi colleghi lo odi­ no : li tratta come i soldati e non fa amicizia con nessuno. Mentre gli al­ tri se ne vanno a divertirsi e a ubria­ carsi - come ogni cristiano dopo due mesi di corso - lui rimane solo nel­ la tenda o in caserma. "

"Tutti lo detestavano, anche il fratello" Il futuro capo dell'Aviazione repub­ blicana, Hidalgo de Cisneros, conob-

be Franco in Marocco nel 1 924; nelle sue memorie scrive: « Feci pure pa­ recchi viaggi con Francisco Franco, appena promosso tenente colonnello e per il quale non ebbi mai la mini­ ma simpatia. Nella base di Mar Chi­ ca lo detestavano tutti, a cominciare da suo f.ratello Ram6n. con cui qua­ si non parlava. Quando veniva chie­ sto un idroplano per il tenente colon­ nello Franco, si faceva in modo di evitare il servizio, poiché il suo atteg­ giamento dava fastidio. Giungeva se­ rissimo e puntuale, attillato per sem­ brare piu alto e per dissimulare la pancetta incipiente. Secondo quanto riferiva il fratello, aveva il complesso di esser piccolo e grasso. Ci salutava nel modo regolamentare e se l'appa­ recchio non era ancor pronto faceva una smorfia. Si sedeva a fianco del pilota e non diceva parola fino a quando, una volta arrivati, salutava in modo regolamentare, senza aver abbandonato, nemmeno un minuto, il suo aspetto antipatico di persona perfetta. Non ricordo di averlo mai visto sorridere o avere un gesto cor­ diale e gentile. Con i suoi colleghi della Legione straniera era forse an­ che piu secco : lo rispettavano e lo temevano, come militare aveva pa­ recchio prestigio, ma senza amicizia e affetto. Franco è un antipatico fin 33

rapporto del generale Picasso sul disastro di Annual ( che - sembra - chiama in causa la responsabilità diretta di Alfonso XII I ) , nella notte tra il 1 2 e il 1 3 settembre il ge­ nerale Miguel Primo de Rivera si è impadronito del potere. La prima mossa del " Mussolini spagnolo " è, ovviamente, quella di far sparire tutte le inchieste su Annual . In Maroc­ co, il colpo di stato di don Miguel viene accolto con una certa preoccupazione. Tutti sanno che Primo de Rivera pro­ pende per un progressivo disimpegno dal Marocco. I qua­ dri superiori dell'Esercito di occupazione sono inquieti . Ed

dalla nascita » (Cielo Rosso di Spa­ gna, Editori Riuniti, Roma 1966 ).

Un con�andante duro n�a anche giusto «

Franco non beve, non fuma e guar­ da le donne con un misto di timore e indifferenza. Le scorribande dei suoi compagni avverranno sempre senza di lui. Franco è un timido ses­ suale, la cui capacità di imporsi re­ strizioni e le cui inibizioni si rivele­ ranno con chiarezza piu tardi, quan­ do si troverà immerso in un clima di tensioni ed emozioni. In compenso Franco ha un vantaggio sopra gli al­ tri ufficiali. � piu duro, piu freddo e meno sensibile, ma anche piu giusto. Non ci sono, per lui, sbalzi di umo­ re, giorni migliori o peggiori, né fa­ voritismi " ( Ramirez, op. ci t.).

Il futuro suocero: "Non è un Napoleone''

• Nel 1923, quando stava per dargli in sposa la figlia Carmen, il signor Polo y Martinez Valdés disse: " Mia fi_ glia Pilar ha fatto un gran bel ma­ trimonio : ha sposato un avvocato di Madrid, Serrano-Suii.er, un uomo di

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qualità ". " E Carmen?" "Ah, Carmen, purtroppo, si vuole accasare con un colonnello di fanteria, un certo Fran­ co, che non mi sembra un Napoleo­ ne. Comunque, contenta lei. .. " » ( da Montanelli, op. cit.).

Le avventure amorose di Ramon Franco Ram6n P.ranco era tutto l'opposto di Francisco, e rappresentava in quegli anni un serio problema per la fami­ glia. Stando alle parole del cugino Franco Salgado, fedele cronista dei Franco, il giovane Ram6n, « scape­ strato e debole di fede religiosa, si lasciò traviare dalla licenziosa vita africana... Un giorno si presentò a El Ferrol con una donna di nome Carmen Diaz, molto conosciuta nei cabaret di Melilla "· Salgado afferma che Ram6n non era sposato con la Diaz o che, se anche lo era, tra lo­ ro ci poteva e ssere al massimo un matrimonio civile, che pochi spagno­ li consideravano valido. Comunque, scrive lo Hills, in casa la presentò come sua moglie « e persuase la sua religiosa madre che il matrimonio era regolare. In capo a due anni, Ram6n si era già scordato dell'esi­ stenza di Carmen Diaz ». ·

è proprio Franco a farsi interprete dello stato d'animo dei co�leghi quando, nel luglio 1 924, dichiara al dittatore in visita al fronte marocch ino : « Questa che calpestiamo è terra di Spagna, perché è stata acquistata al prezzo piu alto che sia dato pagare : il sangue spagnolo. Noi respingiamo l 'idea di indietreggiare ». E invece è proprio costretto a in­ dietreggiare. Di fronte all'incalzare dell'esercito di Abd el­ Krim, de Rivera ordina un ripiegamento verso la costa di tutte le guarnigioni spagnole . Sono giol"I!i infausti per le truppe iberiche, ma per Franco e la Legion sono giorni di

1 923 - La d ittatu ra monarchico-m i l itare « Nel 1923 la lotta operaia spagnola divenne ancor piu attiva. Gli scioperi erano stati 487 nel 1920, con la par­ tecipazione di 120 mila operai, e 458 nei soli primi nove mesi del 1 923, con la partecipazione di ben 218 mila ope­ rai. La classe operaia però non aveva una guida rivoluzionaria. I riformisti e gli anarchici allontanavano gli ope­ rai dalla lotta rivoluzionaria. 11 par­ tito comunista era ancora poco nu­ meroso e debole. In questa situazio­ ne la grande borghesia, l'aristocrazia terriera, gli alti comandi militari e la Chiesa decisero di passare a forme di dominio apertamente terroristiche. Il 13 settembre 1 923, auspici re Alfonso XIII e tutte le altre forze reaziona­ rie, il generale Primo de Rivera attuò un colpo di stato. In Spagna si sta­ biliva la dittatura monarca-milita­ re " (Storia Universale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, op. cit.).

"La Naci6n " di Buenos Aires, scrive a proposito del colpo di stato di Pri­ mo de Rivera : « Avendo contro di sé il parlamento e siccome nessuno dei politici era pronto a protegger­ lo contro le conseguenze del Rap­ porto Picasso ( sulle responsabilità d i Annual ), Alfonso si rivolse a un generale. Dall'arrivo al J)otere di Mus­ solini, Alfonso XIII aveva accarezzato la speranza che un "uomo .forte " magari lui stesso - riducesse all'im­ potenza i vecchi partiti e restaurasse il prestigio della monarchia. Ma gli affari pubblici si conducevano in una atmosfera quanto mai frivola. Per­ sino i piani militari del Marocco fu­ rono concepiti tra due scappatelle galanti... Contrariamente al re italia­ no, però, Alfonso non aveva alcun ci­ vile a sua disposizione, e siccome si era alienato tutti i dirigenti · politici, offri il potere al primo generale play­ boy che lo voleva. Il potere fu accet­ tato da Primo de Rivera, che divenne dittatore di Spagna. Ma non aveva niente del Mussolini ! "

Il generale play-boy

Primo de Rivera contro l'avventura marocchina

Alvarez del Vayo, che nel 1 924 era corrispondente a Madrid del giornale

In un discorso a Cadice del 1917, ·Primo de Rivera sostenne : « Né il

Il re galante e

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esaltazione e di gloria. Sempre in prima linea, ad aprire la strada alle truppe regolari , a salvare le guarnigioni asse­ diate, a proteggere il ripiegamento di tutto l 'esercito . Se la ritirata di Xauen non si risolve in un nuovo disastro di Annua! , buona parte del merito va attribuita al tenente colonnello Franco, dichiarano i supremi capi dell 'Esercito spagnolo. E lo promuovono colonnello (7 febbraio 1 925 ) . Sull 'onda della vittoriosa campagna antispagnola del 1 924, Abd el-Krim commette l 'errore di attaccare anche il Protet­ torato francese : vuole conquistare Fez. � una imprudenza

Marocco, né qualsiasi altro territorio africano si identificano con la Spa­ gna. Il sangue generoso e abbondan­ te versato in Mrica non potrà mai darci frutto piu onorevole e piu uti­ le di qualcosa che ci serva a recupe­ rare Gibilterra "· De Rivera prose­ guiva sostenendo che sarebbe stato molto piu utile per la Spagna scam­ biare Gibilterra con Ceuta e abban­ donare il Ma.rocco « non in cambio di pesetas, ma per ottenere vantaggi e­ conomici precisi, che rappresentereb­ bero non solo un notevole e durevo­ le introito di valuta, ma anche la vita e lo sviluppo dell'industria e della produttività nazionale » ( riportato da Claude Martin , op. cit.).

Il Ma rocco d i ssangua la Spagna Dal 1909 al 1927, il Marocco è costato alla Spagna decine e decine di mi­ gliaia di vite umane. Il suo costo in denaro risulta difficile da determina­ re, se non in termini molto relativi. Hills afferma che nel solo 1923, per esempio, furono investiti nell'Esercito 500 milioni di pesetas ; 127 milioni nella Marina e un supplemento di 320 milioni per gli impegni marocchini. 36

Sempre nel 1923 il bilancio dell'Edu­ cazione era di 160 milioni di pesetas.

L'Esercito coloniale

"Midollo e vertebra della nuova Spagna" Tra le aspre montagne del Rif sor­ ge una nuova generazione di ufficia­ li « ben diversi dagli ufficiali del vecchio Esercito, che continuavano a complottare intrighi politici nelle guarnigioni della Penisola. Nella tre­ menda lotta piu che decennale per la sottomissione e la pacificazione dell'Mrica spagnola, la .fiamma del sacrificio aveva acquistato un abba­ gliante splendore. Il nuovo Esercito sorto nel Marocco si avviava rapida­ mente a divenire il midollo e la ver­ tebra della vita nazionale spagnola » ( Roberto Farinacci, prefazione a Il Generalissimo Franco di Arranis, e­ dizione Bompiani 1 937).

Alfonso XUI manda a Franco una medaglietta della Vergine 1• maggio 1 925 : « Ti mando una me­ daglia della Vergine. Ti prego di te­ nerla con te, poiché essa, cosi mili-

che gli costa cara. Francesi e spagnoli s 'affrettano ad allear­ si : il maresciallo Pétain , il vincitore di Verdun, scende in Marocco e progetta con Primo de Rivera un'operazione con­ giunta contro i " ribelli " . L'8 settembre 1 925 , sotto la prote­ zione della flotta francese , gli spagnoli sbarcano nella baia di Alhucemas . Franco comanda l'avanguardia. In poco piu d 'un mese Abd el-Krim è sconfitto. Solo il 1 0 luglio '27 , pe­ rò, Sanjurj o può proclamare che il Marocco Spagnolo è pa­ cificato. Ma Franco non è piu in Marocco. Il 3-2-1 926 è sta­ to nominato generale di brigata e trasferito a Madrid. •

tare e cosi spagnola, sicuramente ti proteggerà. Ricevi le mie felicitazioni e la mia gratitudine per il tuo com­ portamento. Già sai quanto ti ama e ti stima il tuo amico affezionato che ti abbraccia, Alfonso "·

Il re faceva regal i n i a tutti Per tenersi buono l'Esercito, scrive Hidalgo de Cisneros, Il\ segreteria di Alfonso XIII venne organizzata in mo­ do da consentire al re di essere ge­ neroso " nelle manifestazioni di af­ fetto verso i militari, con l'invio di telegrammi, foto con dedica, letteri­ ne e medagliette. Le persone oggetto delle attenzioni reali pensavano che il sovrano si preoccupasse effettiva­ mente della loro salute , della loro carriera e degli avvenimenti tristi e lieti della loro famiglia "·

Le perdite del lercio Fu il fondatore della Legion, Mill{m Astray, a recuperare il comando del corpo dalle mani di Franco quando questi venne nominato generale e tra­ sferito a Madrid. Secondo i dati for­ niti da Hills, il Tercio contava allora

5000 uomini tra ufficiali e truppa. Dal­ la sua fondazione, la formazione ave­ va avuto le seguenti perdite : 1 16 uffi­ ciali morti e 3 1 9 feriti; 1871 soldati morti e 5775 feriti. Millan Astray era stato ferito 4 volte e aveva perso un braccio e un occhio; Franco Saljpl do due volte; Francisco· Franco max.

Ramon Franco eroe dell'Aviazione Lo stesso giorno in cui veniva annun­ ciata la promozione di Francisco Franco a generale, tutti i giornali era­ no pieni di notizie di un Franco al­ lora assai piu famoso: Ram6n, il fra­ tello minore del futuro · caudillo" . A bordo di un idroplano Domier, bat­ tezzato Plus Ultra, Ram6n aveva at­ traversato l'Atlantico. Scrive Hills : « Francisco rimase eclissato. L'avve­ nimento cancellò quasi completamen­ te qualsiasi altra notizia : il mare­ sciallo Pétain era arrivato a Madrid per ricevere la Medaglia militare spa­ gnola. Quella notte il francese cena­ va con il re. Tra gli invitati figurava il nuovo generale Franco. Ma quello di cui tutta la nazione parlava era del maggiore Franco, che aveva eroica­ mente dimostrato che cosa valevano gli aviatori spagnoli •. 37

A MADRID, FRANCO DIVENTA il " generale favorito " di Sua Maestà Alfonso XII I . Tocca infatti a hli l'onore di ac­ compagnare , nell'ottobre del '27, il re e la regina in Maroc­ co, a consegnare la bandiera di combattimento al Tercio. Quattro mesi dopo, Franco viene incaricato da Primo de Ri­ vera di dirigere la nuova Accademia Militare generale di Sa­ ragazza. Una Accademia che esiste solo sulla carta, ma che in pochi mesi Franco riesce a mettere realmente in piedi . 11 5 ottobre 1 928, 285 cadetti sfilano davanti a Primo de Ri­ vera, e Franco tiene il discorso inaugurale. Parla della di-

L'ACCADEMIA DI SARABOUA Nell'Accademia di Saragozza doveva- · no passare tutti gli aspiranti al gra­ do di ufficiale, prima di completare la loro preparazione nelle singole Ac­ cademie delle varie armi dell'Eser­ cito. Primo de Rivera voleva creare un corpo di ufficiali omogeneo, pri­ vo di quelle divisioni regionalistiche che tanto complicavano la vita del­ la nazione. Per Franco, dirigere l'Ac­ cademia significava la possibilità di controllare la formazione di tutti i giovani quadri dell'Esercito e, quin­ di, di legarli a sé. Quando il dittatore gli fece la proposta, il giovane gene­ rale obiettò che quell'onore sarebbe dovuto toccare a Millan Astray ; ma, affermano Galinsoga e Salgado, De Rivera rispose testualmente : c Nes­ suno ammira piu di me il generale Astray; ma il mio candidato a diri­ gere l'Accademia è lei , Franco. E la avverto che è anche il candidato del re •· Franco accettò. Compi un rapi­ do viaggio di studio nei centri mili­ tari tedeschi di Berlino e Dresda, e-

Franco entra in Burgos il 1• ottobre '36 tra i generali Mola e Cavalcanti

saminò l'organizzazione delle piu ce­ lebri Accademie straniere, compilò un . ferreo regolamento interno e ar­ ruolò il corpo insegnante, quasi tutto scelto tra i fidi colleghi • africani•. Tra gli altri, due fedelissimi compa­ gni di El Ferrol : suo cugino Franco Salgado e Alonso Vega.

l dieci comandamenti del generale Franco Franco compilò un decalogo, al qua­ le tutti i cadetti dovevano attenersi : I : ama il tuo paese e sii fedele al re. Il: coltiva un grande spirito militare. III : abbi spirito cavalleresco. IV : esegui sempre fedelmente e scru­ polosamente i tuoi doveri. V : non protestare mai e non permet­ tere che altri lo facciano. VI : fatti amare dai subordinati e ap. prezzare dai superiori. VII : sii pronto a presentarti volonta­ rio per tutti i sacrifici c}liedendo o sperando - di essere utilizzato quando il rischio e la fatica sono piu grandi. VIII : sii un buon camerata. IX : coltiva l'amore delle responsabi­ lità e delle decisioni. X: dài sempre prova di coraggio e di grande abnegazione. 39

sciplina, del lavoro e del sacrificio : « Non dimenticate che è colui che soffre che conquista la vittoria ». Quello stesso anno 1 928 , Franco conosce una delle piu grandi gioie della sua vita familiare : la nascita della figlia Carmencita . Im­ merso nel suo compito di " forgiatore di uomini " , Franco as­ siste impassibile allo sgretolarsi della dittatura di Primo de Rivera, minata dalla crisi economica mondiale, attac­ cata da tutte le forze politiche del paese e abbandonata an­ che dal re e dall 'Esercito. Il 28 gennaio 1 930, de Rivera è costretto a rassegnare le dimissioni . Si esilia a Parigi , dove

Era un comandante moderno Nonostante il tradizionalismo morale di Franco, chiaramente espresso nel " decalogo per i cadetti •. i suoi meto­ di di insegnamento figuravano a quel­ l'epoca Era i piu moderni. � Brian Crozier che lo afferma : « Franco ri­ teneva che far imparare a memoria parola per parola i manuali militari, era una forma di insegnamento sen­ za valore, che non poteva ottenere al­ tro risultato che di costrui.re ufficiali indifferenti e privi di spirito di ini­ ziativa. Mise perciò l'accento su ab­ bondanti lavori pratici, lezioni illu� strate con immagini e manovre nelle condizioni che i suoi legionari aveva­ no dovuto sormontare nelle monta­ gne marocchine "·

No : un fanatico militarista A Saragozza, scrive il Ramirez, Fran­ co ha costruito un mondo militare a suo esclusivo capriccio. Dopo aver in­ staurato una disciplina ferrea e bru­ tale, che non conosce favoritismi, ha abolito i libri di testo « perché non è una scienza quella che vuole inculCa­ re agli alunni », L'istruzione è pura­ mente militare, e sempre « tale da escludere ogni altra materia piu for40

mativa dello spirito. Molte manovre, molta pratica. Nulla che si possa ap­ prendere sui libri. Obbliga gli alunni a una alimentazione parca, a un re­ gime di vita spartano "·

Franco si interessa di politica e di economia Ali'epoca in cui dirige l'Accademia di Saragozza, avviene un profondo cam­ biamento in Franco. Adesso che è pa­ dre di famiglia si trasforma da com­ battente di prima linea, abituato a « cercare la gloria fin sulla bocca dei cannoni " per ispirare ai suoi uomini corag�o con l'esempio personale, in orgamzzatore di retrovia. « Conside­ ra come sua responsabilità quella di formare e preparare i giovani alla battaglia che già sente approssimar­ si " scrive G. Hills. « Adesso che è generale comincia a interessarsi mag­ giormente di politica, economia e pro­ blemi sociali. ,.

La moglie lo comanda con lo sguardo Accanto alla divisa, l'unico grande a­ more di Francisco Franco è Carmen­ cita. Nell'affetto della bambina, Fran-

muore poche settimane dopo . Franco non viene danneggia­ to dal crollo 4el suo protettore . Anzi, è piu che mai nelle grazie del re, che in giugno si reca a visitare ufficialmente la sua Accademia accompagnato dal suo nuovo capo del gover­ no, il generale Berenguer. Un mese dopo, il giovane gene­ rale riceve la visita del ministro della Guerra francese, An­ dré Maginot, che viene a portargli la Legion d'Onore asse­ gnatagli per lo sbarco di Alhucemas del 1 925 . Maginot ha parole di elogio per l 'Accademia che definisce « organizza­ zione modello », il « centro piu moderno del mondo » . In

co vede « l'unico lato umano del­ la propria esistenza » come scrive Luis Ramirez. Nonostante il successo, Franco « continua ad essere un caso piu unico che raro di timidezza di fronte alla vita extraprofessionale : di timidezza o di enorme indifferen­ za ». Gli stessi rapporti di Franco con la moglie sono improntati· dalla fred­ dezza. « E la femminilità di Carmen finirà per inaridirsi in quest'esistenza alquanto monotona, in cui essa si sa­ crificherà sempre piu all'ambizione. A completamento della propL"ia am­ bizione, Franco avrà H pungolo della moglie da cui in privato è dominato, al punto che Carmen lo comanda let­ teralmente con lo sguardo. "

Franco scopre il pericolo rosso Molti dei biografi di Franco, fra cui Crozier, Hills e Salgado, ritengono che l'odio di Franco per il comuni· smo risalga al 1 928-29. Infatti in que­ gli anni il generale si abbonò al bol­ lettino dell'EIA, l'associazione inter­ nazionale anticomunista, con sede a Ginevra, che descriveva tutte le tec­ niche, le strategie e i " misfatti" del comunismo mondiale. « Mi fu cosi possibile » dichiarò Franco in una

intervista a Hills « avere una visione dall'interno del comunismo interna­ zionale. Mi fu possibile vedere il co­ munismo già al lavoro in Spagna, per corrodere la morale del nostro paese come aveva già fatto in Francia. »

Percha cadde Primo de Rlvera Primo de Rivera avrebbe dovuto ri­ tirarsi nel 1927, sull'onda dei suoi principali successi : la pacificazione del Marocco, una ripresa economica, una lunga serie di lavori pubblici ( strade , ferrovie, ecc.). Infatti a par­ tire dal 1 928 la sua situazione diven­ ta critica : ha contro di sé - da sem­ pre - le università e gli intellettuali � e q.u;:mdo la crisi economica mondia­ le mveste la Spagna, si trova contro anche tutta l'oligarchia che « aveva fretta di restaurare una normalità che permettesse di continuare la tran­ quilla vita di sempre. L'alta finanza era irritata per i suoi errori ; i mili­ tari erano in rotta con il gruppetto che aveva in mano il potere reale, mentre la paralisi dei lavori pubblici accresceva il malcontento dei lavo­ ratori ... » ( Tufion de Lara, op. cit.). ·

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novembre, Franco restituisce la visita ai francesi ; si reca alla Scuola Militare di Saint..Cyr a seguire un corso di stra­ tegia riservato agli ufficiale stranieri, e si incontra a Parigi col maresciallo Pétain. Al rientro in Spagna, Franco trova la monarchia in agonia. I repubblicani ormai agiscono al­ lo scoperto. Uomini di tutte le tendenze politiche ( dal libe­ rale di destra Alcala Zamora al socialista Prieto, ai rappre­ sentanti dei movimenti autonomisti catalani, galiziani e · baschi) si riuniscono il 1 7 agosto 1 930 a San Sebastiano, e costituiscono un Comitato Esecutivo col compito di pre-

Il dittatore si è rovinato con le sue mani c Chiedo a tutti gli ufficiali superiori spagnoli che mi dicano chiaramente se la dittatura continua a meritare la fiducia · dell'Esercito e della Mari­ na. Se questa fiducia manca, entro dieci minuti dal momento in cui sarò venuto a saperlo, rimetterò nelle ma­ ni del re i poteri di capo della ditta­ tura e del governo, poiché dal re li ho ricevuti. » Questo il messaggio che Primo de Rivera inviò ai colleghi ge­ nerali, dai EJ.Uali sperava un appog­ �io che gli permettesse di ripetere 11 putsch del 1923. Le risposte furo­ no negative. I generali proclamavano fedeltà alla monarchia e al re, ma non al dittatore. De Rivera rassegnò le sue dimissioni. Disse: c E ora, un po' di riposo dopo 2326 giorrii di fa­ stidi, responsabilità e fatiche! ».

No : è stato tradito dal re Per Roberto Farinacci, l'esperimento di Primo de Rivera fallf perché il dit­ tatore dovette servirsi di uomini vec­ chi per realizzare un programma troppo nuovo che non era ancora compreso. « Tutti mancarono al suo 42

appello : la monarchia stessa vilmen­ te lo abbandonò nel momento deci­ sivo senza accorgersi che cosi decide­ va la propria decadenza. »

Il patto di San Sebastiano: "Abbattiamo la monarchial" « Il 17 agosto 1 930, numerosi perso­ naggi politici firmarono, a San Seba­ stiano, il patto politico che doveva aprire la via alla 2• Repubblica. Es­ si s'accordarono per instaurare la Re­ pubblica, se necessario con la forza, per garantire la libertà politica e re­ ligiosa, per procedere all'elezione di Cortes costituenti e consentire alle regioni che lo desiderassero di trac­ ciare statuti autonomi, da sottoporre all'approvazione delle Cortes » ( Ga­ briel Jackson, La Repubblica spagno­ la e la guerra civile, edizione Il Sag­ giatore 1967).

Rarnon Franco Ira l cospiratori Tra i militari che avevano aderito al­ la congiura repubblicana organizzata dai firmatari del Patto di San Seba­ stiano c'era anche il maggiore del­ l'Aviazione Ramon Franco. Il capo

parare un colpo di stato. Al movimento aderiscono anche dei militari, come il generale Gonzalo Queipo de Llano e il maggiore Ram6n Franco che, diversamente dal fratello Francisco, è antimonarchico e socialistegghinte . A metà ot­ tobre il " cospiratore " Ram6n viene arrestato, ma riesce a fuggire dal carcere . Il 1 2 dicembre scoppia la sommossa antimonarchica : i capitani Galan e Hernandez si sollevano con i loro uomini a Jaca (Aragona ) . Appena saputa la noti­ zia, Francisco Franco telefona al governatore militare d'A­ ragona, generale Heredia, e si mette a sua disposizione : è

della polizia del governo Berenguer, il generale Mola, chiese a Francisco Franco, suo vecchio amico, di " con­ vertire " Io scapestrato fratello. Fran­ co, scrive il Martin, « provvide subi­ to a incontrarsi con il fratello, desi­ nò con lui e gli riferf l'avvertimento di Mola. Ram6n pensò che qualcuno Io tradisse. � molto improbabile che l'avvertimento di suo fratello avesse su di lui l'effetto sperato ... comunque Mola decise di arrestarlo ». Secondo Tuiion de Lara il governo, « ogni gior­ no piu innervosito dalla piega presa dagli avvenimenti, procedette a una serie di arresti, fra cui qu�llo del maggiore Ram6n Franco, che fu ar­ restato poche ore dopo aver cenato con suo fratello Francisco ».

Ramon a Francisco : "Sei un fascista reazionario"

« Il prestigio di Ram6n Fcanco ave­ va raggiunto a quell'epoca vette in­ credibili con la sua ultima avventu­ ra : l'evasione dal carcere militare » scrive Hidalgo de Cisneros. « Tutta la Spagna parlava del celebre aviato­ re, si ricordava la sua trasvolata a­ tlantica. Il suo atteggiamento di aper­ ta avversione alla dittatura e alla monarchia, il coraggio e la decisio-

ne nel proclamare pubblicamente le sue idee, la lettera aperta a suo fra­ tello Francisco in cui aveva preso po­ sizione contro il suo atteggiamento politico e Io aveva qualificato di fa­ scista e reazionario; tutto questo ave­ va fatto di lui l'uomo del giorno, un personaggio attorniato da un ambien­ te romantico, popolare tra la gente di idee avanzate e odiato a morte dalla reazione. »

LA RIVOLTA DI JICA l protomartlrl della RepubbHca

Anticipando inspiegabilmente di tre giorni la data fissata dal Comitato Esecutivo per la rivolta antimonarchica, i capitani Galan e Hernandez insorgono con le loro trul)pe a J aca. La loro azione viene soffocata nel giro di 24 ore. I due ufficiali, che si sono volontariamente consegnati pri­ gionieri, vengono processati e fucila­ ti. « Due martiri per la causa repub­ blicana ,. scrive Jackson. Per Crozier, l'esecuzione fu un grave errore, per­ ché fece dei due uomini dei martiri, mentre « Alfonso XII I ci faceva la fi­ gura del tiranno crudele ». Anche per Brenan l'esecuzione fu un errore. Ga43

·

pronto a domare l 'insurrezione. Ma non c'è bisogno del suo non richiesto intervento : i rivoltosi vengono dispersi prima che arrivino a Huesca. Nonostante l 'insuccesso di Jaca, il l S la rivolta scoppia anche a Madrid. Ram6n Franco, Queipo de Llano e il maggiore Hidalgo de Cisneros occupano l 'aero­ porto di Cuatro Vientos, ma il mancato intervento dell 'ar­ tiglieria e dei movimenti operai stronca sul nascere l 'in­ surrezione . I ribelli di Cuatro Vientos riescono a riparare all 'estero ; quasi tutto il Comitato viene incarcerato . Ga­ lan e Hernandez fucilati . Per la monarchia, però, è una vit-

linsoga e Salgado difendono invece · il sovrano e ,sostengono che quei primi " tuoni della conflagrazione antimo­ narchica » facevano parte di un dise­ gno dei " rossi " di attentare all'ordine e all'unità degli spagnoli. Quanto poi ai motivi della rivolta di Gahin , non sarebbero stati ideali, ma « volgari passioni personali, livore per non es­ sere stato decorato durante la guer­ ra marocchina ».

Franco persegue il trionfo personale

Le iniziative di Franco contro i ri­ voltosi di Jaca sono strettamente au­ tonome. Avvertendo una occasione di trionfo personale, Franco vuole ap­ profittarne. « Non si è ancora accor­ to che la monarchia ha i giorni con­ tati e, una volta ancora, vuole gioca­ re la carta della sua assoluta lealtà al re. ,. Non la giocherà piu dopo le elezioni dell'aprile 193 1 : allora « non muove neanche un dito per impedi­ re il rovesciamento della monarchia. Lui, il leale ad oltranza alla persona del re, si astiene dall'intervenire » (Luis Ramirez, op. cit.).

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Le elezioni del 1Z aprile 1931

MONARCHIA O REPUBBLICA?

Le elezioni che si svolsero il 12 apri­ le erano unicamente amministrative e, a stretto rigore di logica non po­ tevano mettere in discussione il regi­ me politico della Spagna; ma per tut­ ti era chiaro, scrive G. Hills, che la alternativa era una sola : monarchia o repubblica. Nelle città i repubblica­ ni trionfano sui monarchici, « ma quando si conoscono i risultati delle popolazioni rurali, la bilancia si ab­ bassa contro la Repubblica. In termi­ ni assoluti sono stati eletti 41 .224 mo­ narchici contro 39.248 repubblicani " · Però i repubblicani sono disposti a prendere le armi se il re non se ne va. L'Esercito è diviso. Il re decide di ritirarsi « per non fare spargere sangue spagnolo " ·

I DATI DEFINITIVI delle elezioni del 193 1 non sono mai stati pubblica­ ti. Hugh :rhomas nella sua Storia del­ la guerra civile spagnola ( Einaudi 1963 ) scrive che probabilmente non si fecero mai i calcoli definitivi : « Al­ le due pomeridiane del 13 aprile ri­ sultavano eletti 22. 150 monarchici

toria di Pirro : neanche quattro mesi dopo crolla. Le ele­ zioni municipali del 1 2 aprile 1 93 1 segnano una netta vit­ toria dei repubblicani in tutti i grossi centri , mentre i monarchici trionfano nelle campagne . I repubblicani scen­ dono in piazza a esigere la Repubblica. Alfonso XIII non tenta nemmeno di reagire : « Il popolo di Spagna non mi vuole piu, sono fuori moda » . E si affretta ad espatriare . Dichiara solo : « Non rinuncio a d alcuno dei miei diritti » . Il 1 4 aprile viene proclamata l a z a Repubblica della storia spagnola. La chiamano Niiia bonita, bella ragazza . •

contro 5875 rappresentanti dei partiti repubblicani ». Questi sono anche i dati accettati dai maggiori storici.

Ha vi nto la Repubbl ica

TUNON DE LARA: « Invano si può cercare di speculare sul fatto che so­ no stati eletti 22. 150 consiglieri mo­ narchici contro 5875 repubblicani, da­ to che questi ultimi, essendo stati eletti in capoluoghi e città importan­ ti nelle quali un consigliere rappre­ senta un numero di elettori molto maggiore, rappresentano molti piu voti dei ventiduemila consiglieri mo­ narchici "· BRENAN: « Tutti i capoluoghi di pro­ vincia, tranne quattro, votarono per i repubblicani. Il fatto che le circoscri­ zioni rurali avessero votato per il re non significava nulla : né sovrani, né dittatori potevano sperare di tenere in pugno la Spagna contro il volere delle città "· GALINSOGA E SALGADO: « Enorme e storica soperchieria quella della sconfitta dei candidati monarchici in Spagna, perché persero solo nelle principali città ! Con altri uomini al

governo e nei posti strategici dell'E­ sercito, non sarebbe stato altro che un incidente ! Il potere pubblico ab­ bandonato in mezzo alla strada, e i conciliaboli vergognosi che stavano trattando affrettatamente la cacciata del re, dovevano produrre nell'animo del generale Franco una profonda impressione d i amarezza e di pessi­ mismo ».

Franco : " L' ultima tragedia di un secolo di tragedie" Discorso di Franco alle Cortes del 14 maggio 1946 : « In meno di un seco­ lo, dalla morte di Ferdinando VII al 14 aprile 1 93 1 , la Spagna ha avuto quattrocento governi. · tre guerre ci­ vili, quasi trenta sollevamenti ( pro­ nunciamientos ) militari, numerose ri­ bellioni repubblicane, tre regimi, una repubblica, cinque costituzioni, una regina detronizzata, un re straniero (Amedeo di Savoia, 1870.1873 ), una mezza dozzina di presidenti del go­ verno assassinati, innumerevoli stra­ gi, saccheggi di conventi, assassinii in massa di religiosi, attentati contro il re e alla fine il tragico rovesciamento del re e il crollo della nostra monar­ chia secolare » ( da Discursos y Men­ sajes, op. çit.). 45

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FRANCO NON INSORGE in difesa della monarchia come non giubila alla proclamazione della Repubblica. In un laco­ nico ordine del giorno ai suoi cadetti afferma : « Oggi l 'E­ sercito deve sacrificare ogni pensiero e ogni ideologia al bene della nazione e alla tranquillità della Patria » . Pochi giorni dopo, in risposta a una insinuazione del giornale mo­ narchico " ABC " , secondo il quale il nuovo regime starebbe per nominarlo Alto commissario in Marocco, Franco smen­ tisce la notizia con una abile lettera in cui si dichiara dispo­ sto a servire la Repubblica pur riconfermando la sua lealtà

SPI&NA 1831 « 503 .061 chilometri quadrati; 24 mi­ lioni di abitanti. Almeno la metà del­ la popolazione, 12 milioni di �rson:e, è analfabeta. Ci sono otto mllioni di poveri, due milioni di contadini sen­ za terra, mentre 20.000 persone pos­ seggono buona metà della Spagna. In­ tere province nelle mani di una sola persona. Salario medio dei lavorato­ ri : da l a 3 pesetas al giorno. Un chi­ lo di pane costa una peseta. Ci sono 20.000 frati, 31.000 preti, 60.000 mo­ nache e 5000 conventi ; 15.000 ufficiali, di cui 800 generali : uil ufficiale ogni sei uomini, un generale ogni cento soldati » (testo di Madeleine Chapsal per il film di Rossif Mourir à Ma­ drid, Ed. Seghers, Parigi 1963 ).

La smentita di Franco al monarchlcl di ABC

« Il governo provvisorio che dirige oggi la nazione non può aver pensato

Vinaroz, 30 maggio 1938, Franco tiene un discorso alla Marina

a una cosa del genere; e d'altronde io non avrei accettato una nomina non obbligatoria che chiunque avreb­ be potuto interpretare come una mia precedente connivenza con il regime testé instaurato, o come una conse­ guenza di tiepidezza o di reticenza nel compimento dei miei doveri e . nella lealtà che dovevo ed ho dimo­ strato a coloro che ieri ancora incar­ navano e rappresentavano il regbne monarchico. D'altronde, sono ferma­ mente deciso a rispettare e ad accet­ tare, come l'ho fatto sinora, la sovra­ nità nazionale, ed è mio ardente de­ siderio che essa possa esprimersi at­ traverso le appropriate vie giuridi­ che » (testo da Arraras, Historia de la Segunda Republica Espanola, Ma­ drid 1964).

Il commento degli storici CROZIER : « Se dovessi - scegliere il testo piu rappresentativo del tono e­ vasivo tipicamente galiziano e natu­ ralmente prudente di Franco - in altre parole, il testo che spieghi la sua eccezionale facoltà di sopravvi­ venza - sceglierei questo ». HILLS : c Franco affermava che la sua principale lealtà era per la Spa­ gna. Nel passato era stato fedele al47

alla monarchia ; un vero capolavoro di retranca galiziana. Meno abile si dimostra quando il governo decide di proces­ sare il generale monarchico Berenguer, per l� sue respon­ sabilità nei disastri marocchini e nella fucilazione degli in­ sorti di Jaca, e lui si offre di difenderlo . Ne viene impedito perché non risiede nella regione dove si istruisce il proces­ so. Sono tutti fatti che lo rendono sospetto agli occhi del nuovo regime, anche se non prestano il fianco ad azioni di­ sciplinari . Ma per il momento il governo provvisorio, for­ mato dai membri del vecchio Comitato Esecutivo e domi-

l'ordine costituito; e altrettanto sa­ rebbe stato fedele all'ordine che si sarebbe costituito in futuro. Era tut­ ta questione di onore e di dovere "· RAMIREZ : « La cosa piu chiara di questa lettera, è la sua mancanza di chiarezza. Una volta di piu Franco ha fatto ricorso alla retranca propria della sua terra, accendendo candele sui due altari oggetto di culto ... "·

L'addio di Franco ai cadetti di Saragozza " Caballeros cadetes, nella presente ora in cui disposizioni ministeriali impongono la chiusura di questa Ac­ cademia, noi dobbiamo tenerci saldi e superare in silenzio la nostra im­ mensa tristezza nel veder sparire la nostra opera. Ma voi restate, voi; la nostra opera, i 720 ufficiali che doma­ ni sarete in contatto col soldato, che lo dirigerete, voi che dovrete senza debolezze essere i paladini della leal­ tà, dell'onore, della disciplina, del do­ vere compiuto e dello spirito di sa­ crificio per la patria, tutte qualità proprie del vero soldato, tra le quali primeggia la disciplina, questa virtu sublime, indispensabile alla vita de­ gli eserciti, che deve essere conside­ rata come l'aspetto piu prezioso del48

le vostre uniformi. Oggi, prendendo congedo da voi, noi proviamo la sod­ disfazione del dovere compiuto. U­ niamo i nostri sentimenti per la pa­ tria gridando tutti insieme " Lunga vita alla Spagna ! " » ("ABC " 1-10-'66 ).

Monito o m inaccia? ARRARAS :

« Un discorso commoven­ te, che produsse una grande emozio­ ne in tutta la Spagna... Un discorso che era monito, protesta e grido d'al­ larme. Franco vedeva attenebrarsi gli orizzonti di Spagna e vedeva in­ gigantirsi la decomposizione sociale, per colpa di una politica cancrenosa la cui azione corruttrice si dimostra­ va rapida e fatale "·

RAMJREZ : « In questo discorso si ritrovano tutte le componenti intel­ lettuali e ideologiche di Franco. Vi sono frasi altisonanti, c'è la sua stra­ ordinaria ignoranza e la sua vanità paternalistica "· CROZIER : « Se le parole di Franco non erano sovversive in sé, dissimu­ lavano a malapena la sua scontentez­ za nei confronti della politica gover­ nativa, e le sue allusioni alla disci­ plina suggerivano chiaramente che un atto di volontà era necessario •per

nato dal repubblicano ateo Man u el Aza:iia , ministro della Guerra, · ha ben altro da fare che pensare ai vari Franco. Deve trasformare in breve tempo la Spagna arretrata e feu­ dale lasciata dal Borbone in un paese moderno e civile. Tre le direttive : riforma agraria, industrializzazione del paese, introduzione dell 'istruzione obbligatoria. I principali osta­ coli : l 'Esercito e la Guardia Civil, tradizionali " armature " della vecchia Spagna, la Chiesa, e la " Spagna nera " , quella dei grandi proprietari terrieri . Coi Decreti del 26 maggio 1931 Aza:ii a avvia subito la ristrutturazione dell 'Esercito :

obbedire ad ordini contro i quali qualsiasi ufficiale si sentiva istintiva­ mente rivoltare ».

Le nuove Cortes

Le elezioni per le nuove Cortes co­ stituenti si svolgono il 28 giugno 193 1 , e confermano l a netta vittoria dei re­ pubblicani: un solo monarchico "pu­ ro ", il Romanones, risulta eletto. I votanti sono 4.348.69 1 (maschi dai 23 anni in su ) e alla coalizione, forma­ ta da repubblicani delle varie cor­ renti e socialisti, va una larga mag­ gioranza, rispettivamente 191 e 1 16 seggi. Il Partito comunista di Spa­ gna, nato ufficialmente nel novembre 1921 dalla fusione di alcuni piccoli gruppi usciti dalle file socialiste e da quelle anarchiche, « raccoglie 190.605 voti, cioè il 4,4% dei votanti, ma non ottiene alcun seggio » ( Guy Hermet, Les Communistes en Espagne, Ed. Armand Colin, Parigi 197 1 ).

IL GOVERNO DI CENTROSINISTRA Contrariamente al governo provviso­ rio (il vecchio Comitato Esecutivo), entrato in funzione il 14 aprile, che comprendeva anche uomini della de­ stra liberale o cattolica come Alcala Zamora e Maura, il governo approva-

to dalle nuove Cortes nel dicembre 1 93 1 è essenzialmente un governo di centrosinistra. Alcala Zamora diventa presidente della Repubblica, carica onorifica e priva di peso politico ; Azafia assume la carica di capo del Governo e ministro della Guerra. Ai socialisti Prieto e Largo Caballero vanno i Lavori pubblici e il ministe­ ro del Lavoro.

lE RIFORME DELLA REPUBBLICA Un esercito di generali " L'Esercito spagnolo è un corpo pa­ rassitario, gravato com'è da. una mas­ sa inutile di ufficiali sempre pronti a tuffarsi nell'intrigo politico. Piu col­ leziona disfatte - come a Cuba e in Marocco - piu si accentua il suo spi­ rito di casta » scrive Arthur London nel suo Espagne ( Les Editeurs Fran­ çais Réunis, Parigi 1966). Nel 1931 si contavano " 2 1 .000 ufficiali per 130.000 uomini. Un generale ogni 150 soldati, cioè 866 generali di cui 120 in servi­ zio attivo. L'Esercito assorbe il 30% del bilancio nazionale. La Guardia Civil conta inoltre dai 30 ai 40.000 uomini ». L'Annuario militare spagna49

riduzione a 8 delle 1 6 divisioni esistenti , sfoltimento dei quadri ufficiali, soppressione delle cariche di governatore militare e di tenente generale del regno . Un decreto del 29 giugno ordina la chiusura dell 'Accademia di Saragozza. Franco congeda i suoi cadetti con un ambiguo discorso : « La macchina è rotta, ma l 'opera resta : siete voi », e insi­ ste sul dovere della disciplina « anche quando un ordine è manifestamente arbitrario o erroneo » . Conclude con Viva E spana ! senza una parola per la Repubblica. Pur nei limi ti della sua consueta prudenza, questa volta Franco si è spin-

lo del 1931 registra : « In servizio at­ tivo : 18 tenenti generali, 34 generali di divisione e 96 generali di brigata. Totale 1 48 ,._

stificata quando gli abusi di potere provocano vessazioni e obbrobri che portano il paese alla rovina ».

DOPO LA RIFORMA AZANA Dall'Annuario militare 1932 : « 20 ge­ nerali di divisione, 64 generali di bri­ gata. Esercito in Spagna : 766 1 ufficia­ fi, 105.367 uomini di truppa. Esercito d'Africa : 1156 ufficiali, 41 .774 uomini di truppa, inclusi 9080 marocchini ».

Un d u ro col po per le sinistre

La

dignità offesa

L'offerta di Azaiia agli ufficiali di ri­ tirarsi a vita privata con lo stipen­ dio era molto generosa ma, scrive il Crozier, " il denaro non è tutto per un ufficiale spagnolo. La nozione di dignitad conta enormemente. Ed es­ sere pensionato da un ministro anti­ militarista parve a tutti una offesa alla dignitad, in particolare a Mola e a Franco • . IL GENERALE MOLA scrisse piu tardi nelle sue memorie (Emilio Mo­ la y Vidal, Obras completas , Vallado­ lid 1940 ) che quelle iniziative erano state prese « con spirito distruttore e vendicativo, per distruggere moral­ mente e materialmente l'Esercito ... Ritengo che la indisciplina sia giuso

La decisione del governo Azafia di sfoltire i quadri degli ufficiali dell'E­ sercito offrendo la paga intera a quel­ li che chiedèvano il congedo antici­ pato fu un duro colpo alla Repubbli­ ca. Lo affermano Broué e Témime in La rivoluzione e la guerra di Spagna ( Sugar 1962) : « Molti ufficiali di sini­ stra colsero questa occasione per la­ sciare un Esercito dove l'atmosfera stava diventando, per essi, irrespira­ bile. L'assoluta maggioranza dei qua­ dri militari, e la totalità delle alte gerarchie, rimasero decisamente mo­ narchiche, partigiane dell'oligarchia, avversarie di ogni evoluzione, morta­ li nemiche della rivoluzione ».

"Azaiìa è un reazionario" Il governo di Azafia era un governo reazionario, secondo lo statunitense Felix Morrow (L'opposizione di sini­ stra nella guerra civile spagnola, Sa­ monà e Savelli 1970). Infatti « rifiu-

to un poco troppo oltre . Azaiia gli invia una nota di biasimo : Si attenga alle esigenze elementari della disciplina alle quali non si è certo conformato con il suo discorso » . Il 1 2 settembre, tutte le promozioni militati per merito di guer­ ra vengono abolite . Da generale di brigata di l a classe in procinto di essere nominato generale di divisione, Franco viene retrocesso a 3a classe e destinato al comando di una brigata di stanza a La Coruiia. Un fiero colpo per il suo orgo­ glio. Il governo prosegue nella sua opera riformatrice : non potendo dissolvere la odiatissima Guardia Civil, le affianca «

tò il sussidio di disoccupazione ai la­ voratori e non toccò la casta degli ufficiali reazionari dell'Esercito. Co­ me Primo ministro, Azafia lasciò in­ tatto il potere e la crescente ricchez­ za della gerarchia ecclesiastica " ·

La · RBPUbblica contro la Chiesa I torti dei laici della I I Repubblica nei confronti della Chiesa cattolica furono molti, scrive don Isidoro Mar­ tin Martinez, professore di diritto ca­ nonico all'università di Madrid : « Se­ colarizzazione della vita pubblica, di­ sconoscimento della santità e della stabilità del matrimonio, sostenimen­ to dell'insegnamento laico e opposi­ zione a quello religioso, dissolvimen­ to della Compagnia di Gesu, chiusu­ ra di Ordini e Congregazioni religio­ se, incameramento di numerosi beni ecclesiastici, distruzione di molti tem­ pli, "vulnerazione " al Concordato del 1851 , vessazione alla gerarchia eccle­ siastica ... " ( lsidoro Martin, El de­ sarrollo de la /glesia y sus relaciones con el Estado Espanol desde 1936, in El Nuevo Estado Espanol, Instituto

de Estudios Politicos, Editora Nacio­ nal, Madrid \963 ).

I. 'Encicfica ''Dilectissima nobis"

Il papa protesta « Vogliamo riaffermare la Nostra vi­ va fiducia che i Nostri diletti figliuoli della Spagna si varranno di tutti i mezzi legittimi che per diritto di na­ tura e per disposizione di legge re­ stano in loro potere, in modo da in­ durre �li stessi legislatori a riformare disposizioni cosi ostili alla Chiesa. La nuova legislazione spagnola con la de­ leteria introduzione del divorzio, osa profanare il santuario della famiglia, ponendo cosi i germi delle piu dolo­ rose rovine per il civile consorzio. Dinanzi alla minaccia di cosi enormi danni raccomandiamo vivamente ai cattolici tutti di Spagna che subordi­ nando al bene comune della patria e della religione ogni altro ideale, si uniscano tutti disciplinati per la di­ fesa della fede e per allontanare i pericoli che minacciano lo stesso ci­ vile consorzio " ( Pio XI, lettera enci­ clica Dilectissima nobis alla Spagna, "L'Osservatore Romano ", 4-6-1933 ). 51

un corpo di carabinieri repubblicani , gli Asaltos . Poi attacca l 'altro bastione della tradizione spagnola : la Chiesa . La Co­ stituzione approvata in dicembre dalle nuove Co rtes (elette in giugno) sancisce che la Spagna è una Repubblica laica, e che la Chiesa deve essere separata dallo Stato. Vengono introdotti il matrimonio civile e il divorzio . L'articolo 3 annulla il concordato del 1 85 1 con la Santa Sede ; l 'artico­ lo 26 stabilisce la chiusura delle scuole confessionali, l'abo­ lizione dell 'insegnamento religioso obbligatorio, la soppres­ sione delle sovvenzioni di stato al culto, l'espulsione dei

" Il denaro è buon cattoHco"

La Chiesa di Spagna è la Chiesa dei ricchi « Dal 1 874 al 1931 le ricchezze della Chiesa continuarono ad aumentare, mentre diminuiva di anno in anno la sua influenza fra i poveri. ,. La politi­ ca della Chiesa fu sempre quella di cattivarsi i ricchi e i potenti, e il mo­ do migliore era il denaro : un prover­ bio spagnolo dice: El dinero es muy catolico, il denaro è buon cattolico. L'influenza fondamentale della Chie­ sa si manifestava nel campo dell'in­ segnamento : « L'istruzione religiosa e l'insegnamento del catechismo erano obbligatori, e i parroci avevano il di­ ritto di esercitare un controllo su di essi. Ma l'ingerenza era cosi spinta che sovente i genitori si lamentavano perché nelle scuole pubbliche i figli dedicavano · metà del tempo alla reci­ tazione del rosario e all'apprendimen­ to della storia sacra, senza impa.rare a leggere e scrivere ,. ( Brenan).

Pio X l :

"Si vuoi cancellare l'insegnamento religioso" « Con la recente legge si è voluto da­ re un gravissimo colp� a tutti gli Or52

dini religiosi col proibire ad essi l'in­ segnamento. Si è compiuta cosi un'o­ pera di deplorevole ingratitudine e di palese ingiustizia. Eppure l'esperien­ za sta a dimostrare con quanta cura e con quanta competenza i .religiosi abbiano sempre compiuto il loro do­ vere, quali magnifici risultati per l'i­ struzione dell'intelletto, nonché per l'educazione dei · cuore abbiano coro­ nato il loro paziente lavoro " ( dal­ l'Enciclica Dilectissima nobis, cit.).

De Madariaga :

"t un insegnamento intollerante e ottuso" " L'istruzione dello Stato è tolleran­ te e, in materia non dogmatica, in­ tellettualmente neutrale, mentre la Chiesa insegna con una tendenza e informa il suo insegnamento a idee preconcette e a una intolleranza no­ toria. L'educazione clericale è difetto­ sa non proprio come clericale, ma co­ me educazione in sé. Nelle sue scuo­ le la Chiesa, invece di correggere la tendenza verso la superstizione, la stimola, la sviluppa. Peggio ancora: la Chiesa cattolica in Spagna è tanto intollerante che, se potesse, impedi­ rebbe ogni evoluzione del pensiero o-

gesuiti . Il primate di Spagna, cardinale Segura, protesta vio­ lentemente, e in una lettera pastorale tesse gli elogi di Al­ fonso XII I « difensore della fede ». E. costretto a riparare all'estero, mentre in tutto il paese scoppiano violente dimo­ strazioni antireligiose . Conventi e chiese vengono devasta­ ti e bruciati . I cattolici e i tradizionalisti sono sul piede di guerra. A loro si aggiungono i proprietari terrieri minac­ ciati dagli espropri della riforma agraria. Il generale Sanj u­ rj o organizza un pronunciamiento per rovesciare la Repub­ blica. Molti militari vi aderiscono. Franco si incontra a Ma-

biettivo e indipendente nel paese ,. ( Salvador de Madariaga, Spagna, edi­ zione Laterza 1933 ).

La riforma agraria La situazione dell'agricoltura spagno­ la all'inizio degli anni Trenta : gran­ di proprietà (con piu di 100 etta­ ri ) 43,72 % , ossia 9.807.956 ettari. Proprietà medie ( da 10 a 100 etta­ 20,36% , 4.6 1 1 .709 ettari. Picco­ ri ) le proprietà ( meno di 10 ettari) 35,72 % , 8.014.7 15 ettari. Le riserve di caccia di 38 grandi signori occupava­ no piu di mezzo milione di ettari : 79. 146 il duca di Medinaceli ; 5 1 .015 il duca di Peiiaranda ; 47.202 il duca di Villahermosa ecc. Di fronte a circa 200.000 proprietari ricchi stanno 3 mi­ lioni di piccoli e medi proprietari e 2 milioni di braccianti ( London, op. cit . ) . .... rlfonna impostata dal governo re­ pubblicano darà questi visibili risul­ tati: a tutto il 1934, solo 12.260 con­ tadini sono installati in proprio su 1 16.857 ettari : « La riforma agraria non ha intaccato le posizioni econo­ miche e politiche dei proprietari ter­ rieri, e ha lasciato loro la possibilità di sabotare le misure adottate dal governo » (London, op. cit.). =

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La Catalogna indipendente

IL PROBLEMI DELLE NIZIONILITA' Il 14 aprile 1931 il colonnello Macia, capo del partito della Esquerra, o Sinistra catalana, il partito che ave­ va ottenuto un clamoroso successo nelle elezioni amministrative ( mentre il partito autonomista di destra, la Lliga di Camb6, si era fatto battere perché schierato a favore del re ), pro­ clamava la Repubblica autonoma e indipendente di Catalogna (o Gene­ ralitat ). Lo statuto autonomo della Catalogna veniva approvato prima da un referendum popolare ( agosto 1 931 : 592.621 si, 3276 no ) e poi dalle Cortes nel settembre del 1932.

Anche i baschi vogliono l 'autonomia In base alla nuova costituzione spa­ gnola, che prevedeva una possibilità federale, i baschi richiesero al gover­ no centrale una autonomia sul tipo di quella catalana. Nel 1932 i delegati delle quattro province basche: Bisca­ glia ( Bilbao ), Guiplizcoa ( San Seba­ stiano), Alava ( Vitoria), Navarra ( Pam53

drid con i cospiratori, ma decide di non compromettersi in una azione che ritiene troppo male organizzata. Ha ragio­ ne : la sollevazione viene schiacciata senza affanno. Sanju­ rjo, arrestato, è condannato a morte . Poi la pena viene commutata in carcere a vita. Azaiia è soddisfatto del com­ portamento di Franco : per ricompensarlo di non essersi unito alla rivolta - e anche per allontanarlo dalla penisola, dove può diventare pericoloso - lo promuove comandante in capo delle forze armate di stanza alle Baleari. A metà marzo del 1 933, Franco sbarca a Palma di Maiorca. •

plana) si riunirono a Pamplona per approvare lo Statuto dell'Autonomia Basca ;. solo i rappresentanti della Na­ varra lo respinsero. , Da quel momen­ to le vie dei navarrini e dei baschi si divisero » (H. Thomas, op. cit. ).

Le Ire nazionalità CATALOGNA: comprende le provin­ ce di Barcellona, Gerona, Lerida e Tarragona ; 13% della popolazione spagnola. Lingua: la maggJ.or parte parla catalano ( lingua ufficiale dal 1931 al 1939). Movimento nazionali­ sta a predominante laica. PAESI BASCHI : comprendono tre province (Biscaglia, Guip'llzcoa e Ala­ va); 4,8% della popolazione spagnola. Lingua: una forte minoranza . utilizza il basco - lingua pre-indoeuropea e molto difficile. Movimento nazionali­ sta cattolico e conservatore. GALIZIA: comprende le province di La Corufia, Lugo, Vigo e Pontevedra; 8,3% della popolazione spagnola; lin­ gua vicina al portoghese. Movimento nazionalista debole. La Catalogna e i Paesi Baschi sono le regioni piu industrializzate e a piu alto tenore di vita di tutta la Spagna (notizie da Hermet, La politique dans l'Espagne franquiste, Colin 1971 ) : 54

La ribellione di Sanj urjo Claude Martin: « Alcuni generali mo­ narchici ed altri generali che avevano aderito alla Repubblica, ma ne erano rimasti delusi, prepararono un pro­ nunciamiento, diretto da Sanjurjo, contro il governo ... Franco, messo al corrente della cospirazione, non volle immischiarsi. Secondo lui la situazio­ ne non era favorevole perché le mas­ se che avevano votato per la Repub­ blica non avevano ancora perso il lo­ ro entusiasmo •. Aveva ragione: l'in­ surrezione venne subito schiacciata ; Sanjurjo « costituitosi prigioniero » venne _condannato a morte, graziato e spedito al penitenziario del Dueso « con i condannati per reati comuni ». Ramlrez: « Franco non solo non in­ terviene nella congiura, ma mina il terreno sotto i piedi dei cospiratori non consentendo a molti dei suoi uffi­ ciali di partecipare al moto. La " re­ pressione" della Repubblica consiste nel chiudere per breve tempo Sanju­ rjo nel carcere del Dueso; conceden­ dogli che venga a trovarlo una amica molto intima e molto giovane »,

Colloquio Hitler-Franco a Hendaye (23-10-1940)

LE ELEZIONI DEL NOVEMBRE 1 933 per il rinnovo delle Cortes, sciolte da Alcala Zamora dopo una lunga serie di crisi di governo, segnano una svolta nella vita del paese . I partiti della destra, guidati dalla CEDA di Gil Robles (nata dalla fusione della cattolica Accion Popular con una pletora di piccoli partiti cattolici) e dai radicali centristi di Ler­ roux, conquistano una larga maggioranza, grazie soprattut­ to alla legge elettorale che favorisce le coalizioni a detri­ mento dei singoli partiti. Le sinistre hanno commesso l 'er­ rore di presentarsi divise e in polemica tra di loro ; inoltre,

La caduta del uoverno Azana " La recessione della situazione eco­ nomica e sociale diviene tale da su­ scitare una reazione contro le misure "passionali " prese durante i primi mesi del regime. Il tempo delle illu­ sioni è passato » scrive lo storico francese di parte franchista Georges­ Roux (La guerra civile di Spagna, ed. Sansoni 1966). Per questo il 12 set­ tembre Azaii.a è costretto a dimetter­ si. Viene sostituito da Lerroux « assai piu prudente », che dà le dimissioni il 2 ottobre. Lo sostituisce Martinez Barrio « un caporione della masso­ neria, ma democratico serio e accor­ to ». Barrio decide di « tastare il pol­ so al paese ,. con nuove elezioni gene­ rali. Secondo Tuii.on de Lara, invece, lo scioglimento delle Cortes « era l'o­ biettivo sul quale avevano puntato concordi Alcahi Zamora, le destre e i radicali ,. per bloccare le riforme sociali e l'avanzata delle sinistre.

Le elezioni del 1933

Una batosta per le sinistre La sconfitta delle forze della sinistra fu una batosta inattesa. I partiti che 56

avevano appoggiato il governo negli ultimi tempi ebbero solo 99 seggi, tra cui 8 all'Accion republicana di Azafia, 58 ai socialisti e l al Partito comuni­ sta; il centro, con alla testa i radicali di Lerroux, conquistò 167 seggi ( 104 ai radicali e 25 alla Lliga catalana). Le destre ne conquistarono 200 ( 43 ai monarchici e ai tradizionalisti loro alleati; 36 agli agrari, il resto alla CEDA, che risultava cosi il gruppo piu forte) » (notizie e dati da Hugh Thomas e Tufion de Lara).

La sinistra dà il voto alle donne, le donne votano a destra Alle elezioni del 1 933 parteciparono per la prima volta le donne, grazie a una legge presentata. sostenuta e vo­ luta dalle sinistre. In gran parte il voto femminile andò a destra, e que­ sto aggravò la sconfitta dei partiti di sinistra. I votanti furono in tutto 8.71 1 . 136, cioè il 67,40% degli iscritti alle liste elettorali. Nelle Cortes del 1 934 entrarono i primi due rappresen­ tanti dei due partiti che avrebbero in seguito monopolizzato l'arengo poli­ tico spagnolo dal 1 936 in poi : il co­ munista Bolivar e il fondatore della Falange, José Antonio Primo de Ri­ vera. il figlio del dittatore.

le potentissime centrali anarco-sindacaliste ( CNT-FAI ) han­ no deciso l 'astensione dalle votazioni . Il Partito comunista, fondato nel 1 92 1 e ancora numericamente irrilevante, rie­ sce a conquistare solo un seggio . Con la ascesa al potere del­ la destra comincia quello che andrà alla storia sotto il no­ me di Bienio Negro . Al governo sale Lerroux, con l'appog­ gio esterno della CEDA. Tutto l 'orientamento della prece­ dente legislatura è rovesciato . I decreti contro la Chiesa re­ stano lettera morta ; gli espropri ritirati e i proprietari ri­ sarciti ; l 'Esercito rafforzato ; i capi della rivolta del '32 am�

M uore la mad re d i Franco Subito dopo le elezioni, i cui risultati sono accç>lti con gioia in casa Fran­ co, arriva una triste notizia: la mor­ te di mamma Pilar. « Nel mese di feb­ braio del 1934 la madre di Franco de­ cise di effettuare un pellegrinaggio a Roma. Sicuramente Franco fece un salto a Madrid per accompagnarla fino alla costa. Ma doiia Pilar fu vit­ tima d� un brusco cambiamento di temperatura nella capitale, si buscò una polmonite e mori » ( Hills, op. cit.). « Quella donna retta, che sape­ va mostrare una cristiana serenità, aveva sempre avuto un grande ascen­ dente sulle concezioni morali di Fran­ cisco. Essa moriva proprio mentre la vecchia Spagna, alla quale appartene­ va, minacciava di estinguersi » (Clau­ de Martin, op. cit. ).

ASTURIE 1834: primo atto della guerra civile Per il Brenan, il fatto piu notevole della sommossa del 1 934 è che per la prima volta « vennero diramate in Spagna chiare istruzioni in vista di

una rivoluzione sociale ». Dopo il fal­ limento delle azioni rivoluzionarie di Barcellona e di Madrid, in lotta ri­ masero solo i minatori asturiani la cui epopea « atterri la borghesia e infiammò tutte le classi lavoratrici spagnole. La si può considerare la prima battaglia della guerra civile ». Sempre secondo il Brenan, alla Fivol­ ta p arteciparono circa 70.000 lavora­ tori ; 40.000. appartenevano alla UGT socialista, 20.000 alla CNT anarchica e 9000 al Partito comunista.

"L'armata rossa insorge" Manlio Gabrielli, addetto militare ita­ liano in Spagna dall'aprile 1 936, scri­ ve nel suo libro Una guerra civile per la libertà ( Ed. Volpe, Roma 1966) che i moti scatenati nelle Asturie da for­ ze anarchich�. comuniste e socialiste, assunsero presto il carattere « di una tremenda e sanguinosa rivoluzione. Tutti i lavoratori delle Asturie, dai 18 ai 40 anni, furono invitati ad ar­ ruolarsi nella • armata rossa·. I co­ munisti costituirono in quella regio­ ne un • soviet rivoluzionario ". Furono trucidati preti, esponenti della bor­ ghesia ed anche guardie civili accu­ sate di non aver usato violenza con­ tro coloro che si rifiutavano di com57

nistiati ( Sanjurjo va in Portogallo ) . La reazione delle sini­ stre è immediata. I piu ascoltati capi socialisti, dal mode­ rato Prieto al piu acceso Largo Caballero, pre dicano la rivo­ luzione armata. E quando tre membri della CEDA, accusata di essere un raggruppamento parafascista, entrano al gover­ no, esplode in tutta la Spagna uno sciopero generale rivolu­ zionario. A Barcellona, sotto la guida di Luis Companys, gli autonomisti proclamano la definitiva indipendenza della Generalitat catalana. Proprio in quei giorni, il generale Franco si trova a Madrid, dopo aver accompagnato il mini-

piere atti rivoluzionari. Il Governo chiamò a dirigere le operazioni con­ tro i ribelli il generale Franco, coper­ tosi di gloria nel Marocco " ·

Il ministro del la Guerra elogia Franco " Conobbi Franco nel febbraio 1934, ed ebbi subito modo di convincermi che la sua fama non era usurpata. Totalmente dedito alla sua carriera, possiede al piu alto grado tutte le virtu militari : ponderatezza nell'esa­ minare, analizzare, approfondire e ri­ solvere i problemi ; minuziosità nei particolari, esattezza nel servizio. � concreto nell'osservazione, duro nel comando, esigente, ma anche com­ prensivo, tranquillo e deciso: non di­ vaga mai ,. ( Diego Hidalgo, (.Por qué fui lanzada del Ministerio de la Guer­ ra ?, Ed. Espasa-Calpe, Madrid 1934 ).

Le atrocità dei rivoltosi Scrive Claude Martin che passando per i villaggi conquistati, le colonne del Tercio vedevano spettacoli di ag­ ghiacciante crudeltà: " Gli insorti a­ vevano massacrato le guardie civili, gli ingegneri, i capi officina, i preti, 58

tutti coloro insomma che incarnava­ no ai loro occhi quella società di cui si consideravano i paria. Perfino i morti erano stati profanati: i cadave­ ri di alcuni preti furono appesi a dei ganci da macellaio con cartelli di un'ironia macabra: " Carne di maiale in vendita •. La stampa di destra pub. blicò molti di questi racconti ; parlò di monache violentate e d i bambini a cui erano stati cavati gli occhi ».

Tutte i nvenzioni della destra JACKSON: " Una commissione par­ lamentare d'inchiesta si recò a Ovie­ do, dove accertò la falsità dei raccon­ ti sulle monache e i bambini. Contem­ poraneamente la commissione accu­ mulò le piu gravi prove di torture ai minatori nelle prigioni e raccolse le testimonianze di molti borghesi di Oviedo che elogiavano la nobiltà d'a. nimo dei minatori per aver sempre rigidamente rispettato i non combat­ tenti. Alla delegazione delle Cortes si uni un gruppo di parlamentari ingle­ �i, i quali confermarono in blocco le prove fomite dai colleghi spagnoli ». BRENAN: " Le inchieste piu accura­ te di giornalisti indipendenti e di de­ putati radicali - membri del partito

stro della Guerra Diego Hidalgo alle manovre militari che si sono svolte nella provincia di Le6n . Hidalgo ha una gran­ de stima del giovane generale, e decide di affidare a lui il compito di ristabilire l 'ordine . Franco si installa al mini­ stero della Guerra anche a dormire. Per quindici giorni , al­ meno ufficiosamente, il capo di Stato Maggiore dell 'Eserci­ to è lui . Lo sciopero viene rapidamente soffocato in tutta la Spagna ; gli autonomisti catalani costretti a espatriare o imprigionati . Solo nelle' Asturie la rivoluzione continua : ai minatori socialisti si sono affiancati gli anarchici , che in

al governo - non scoprirono alcuna traccia di questi orrori. In verità si voleva creare un'atmosfera che giu­ stificasse le terribili rappresaglie " · THOMAS: « I Comitati locali ( rivolu­ zionari ) fecero di tutto per mante­ nere l'ordine e la disciplina nelle aree sotto il loro controllo ;. e per lo piu ci riuscirono. Ma alcuni eccessi furo­ no egualmente compiuti ».

I L V ERO VO LTO DEL TERRORE ALVAREZ DEL VAYO, membro so­ cialista della commissione di inchie­ sta delle Cortes : « Le tru.epe maroc­ chine, le altre forze militari e la Guardia Civil si abbandonarono a una delle piu selvagge repressioni del­ la lunga storia delle repressioni ope­ raie. Questa repressione ha costituito un record di crudeltà nelle pratiche della reazione spagnola ». ALFREDO MENDIZABAL, cattolico, professore di diritto ( The Martyrdom of Spain: origins of a Civil War, The Centenary Press, Londra 1938 ) : « Do­ po duri combattimenti, i centri di ri­ volta furono conquistati con brutale violenza e senza alcun rispetto per le leggi di guerra. Subito dopo la pa­ cificazione i prigionieri furono giusti-

ziati, molti senza processo, e in nu­ mero infinitamente superiore a quel­ lo dei caduti in battaglia ». RAMIREZ: " Piu di 4000 i morti, piu di 30.000 i prigionieri eolitici, e una sequela di torture, fucilazioni e ves­ sazioni contro gli operai, oltre all'as­ sassinio del giornalista Sirval, che aveva denunciato i fatti, ad opera di tre ufficiali della Legione: tre disce­ poli di Franco, tre degli uomini da lui forgiati con tanta pazienza '"·

CADUTI E FERITI Le cifre ufficiali... Le cifre delle perdite dell'Esercito di­ chiarate dalle fonti ufficiali e riporta­ te da Hills (op. cit. ) sono le seguen­ ti: morti 22 ufficiali, 25 sottufficiali, 173 soldati; feriti 743 (complessiva­ mente) ; dispersi 46. « II calcolo dei morti dei civili varia dagli 855 delle fonti governative ai 1 4.000, cifra chia­ ramente esagerata, degli insorti. » Le cifre pubblicate dal ministero de­ gli Interni per tutta la Spagna sono le seguenti : 1335 morti, 295 1 feriti, 730 edifici distrutti. Sequestrati ai ri­ voltosi : 90.000 fucili, 33 .000 pistole, 10.000 casse di dinamite, 30.000 gra­ nate e 330.000 cartucce. 59

Catalogna non sono scesi in campo a sostenere gli autono­ misti . I rivoltosi sono padroni di Oviedo. Per combatterli, Franco fa venire dal Marocco il Te rcio e i mori dell 'Eserci­ to d'Africa . Non si fida dell 'esercito di leva : teme che i sol­ dati possano fraternizzare con gli insorti . Al comando del corpo di spedizione chiama un vecchio camerata, il tenente colonnello Juan Yagiie. In quindici giorni, la rivolta è sof­ focata. Il 24 ottobre, Franco accompagna i ministri della Guerra, della Giustizia e del Lavoro a visitare Oviedo " pa­ cificata " . Francisco Franco è l 'eroe del giorno, il " salvatore

. . . e quelle della sinistra ARTHUR LONDON : « Le vittime dei combattimenti in Asturia sarebbero state 3000 e 7000 i feriti. Inoltre le prigioni della Spagna « si riempiono di piu di 30.000 persone, sottoposte al­ la tortura e ai maltrattamenti ... La Legione Straniera e i Mori si accani­ scono contro la popolazione : per il governo tutti i mezzi sono buoni '"· Per HUGH THOMAS è esagerata la cifra di 5000 morti indicata dalle fon­ ti di sinistra e dà queste cifre : 1300 morti, di cui 100 della Guardia Civil, 98 soldati e 86 Asaltos e Carabineros; 3000 i feriti e 30.000 i prigionieri. DOLORES IBARRURI : « La repres­ sione fu piu che violenta, feroce. Piu di 4000 morti furono il bilancio della lotta e della repressione del 1 934 '"·

La Spagna acclama Franco

"Salvatore della patria" Il 24 ottobre Franco si reca ad Ovie­ do con il ministro Diego Hidalgo. La popolazione « acclamò il generale, che era dei suoi e che l'aveva sal­ vata. Franco guardava le rovine degli edifici e delle strade : ecco dove por­ tava la demagogia nutrita d'odio con cui alcuni politicanti avevano avve60

lenato il popolo ! '"· Piu tardi, Franco dichiara ai suoi interlocutori che « la guerra in Marocco aveva qualcosa di romantico ma questa è una guerra di frontiera; i fronti sono il socialismo, il comunismo e le altre sovversioni che attaccano la civiltà per sostituir­ la con la barbarie ! ,. (Claude Martin ).

" U n mucchio d i cadaveri per salire piu in a lto" Durissimo il Ramirez nei confronti di Franco sul problema della repres­ sione nelle Asturie. Il generale si comporta come nel 1917, ma su sca­ la maggiore : « Questa volta non è la macchina diretta della repressione : dirige le altre macchine, guida la re­ pressione nel suo insieme '"· Per lui, gli op�rai devono essere massacrati, gli uomini e le donne che osano pro­ testare, vessati e stuprati, costretti alle piu ripugnanti umiliazioni. Fran­ co deve salvare un'altra volta gli in­ teressi della borghesia, che gli riser­ va il proprio plauso. Agli occhi dei suoi mandanti « è un uomo capace di aizzare la Legion come un cane feroce, destinato a saltare alla gola di uomini che si sono già arresi, di donne angosciate '"· Ramirez afferma però che Franco non è un sadico, ma

della patria " . Gli viene assegnata la Gran Croce al merito militare . Nel febbraio del '35 arriva una importante promo­ zione : comandante in capo delle forze armate del Marocco . E neanche tre mesi dopo, grazie a Gil Robles , che è entrato nel governo quale ministro della Guerra, diventa il Capo di Stato Maggiore generale dell'Esercito. È il coronamento di una rapidissima carriera. Oltre a Franco, Robles chiama al­ tri ufficiali antirepubblicani a occupare posti chiave, come Fanjul al sottosegretariato della Guerra, e Goded al coman­ do dell'Aviazione . Le riforme dell 'Esercito effettuate da A-

solo un ambizioso. I minatori astu­ riani non gli sono né odiosi né sim­ patici : li toglie di mezzo perché « ser­ vendosi dei loro cadaveri salirà lun­ go la scala che lo porta in alto " ·

Dolores lbarruri: gli insegnamenti del

'34

Dolores lbarruri sostiene che il mo­ vimento insurrezionale dell'ottobre 1 934 « ebbe un enorme valore educa­ tivo per le masse, che provarono in pratica tre metodi, tre condotte, tre orientamenti. Quello socialista, esclu­ sivo, che pretendeva di monopolizza­ re la direzione di un movimento ri­ voluzionario insufficientemente prepa­ rato, e fallf nell'impresa. Quello anar­ chico, che per interessi di gruppo si rifiutò a una lotta che poteva essere decisiva... E quello comunista, che partecipò apertamente al movimen­ to, dirigendolo in alcuni luoghi e as­ sumendosi pubblicamente la respon­ sabilità dell'insurrezione "· Il Com i ntern lancia

l • • tro nt l popolari ••

« La nuova tattica del Comintern ten­ de alla formazione non solo di un

fronte comune socialcomunista, ma di un fronte piu ampio della lotta antifascista che comprende tutti i partiti, anche quelli borghesi, che si richiamano alle libertà democrati­ che ... " Non si tratta piu di combat­ tere la democrazia borghese " ha di­ chiarato Dimitrov (bulgaro, segreta­ rio generale del Comintern). " In que­ sto momento non si tratta di sceglie­ re tra la democrazia borghese e la dittatura del proletariato, ma solo tra la democrazia borghese e il fasci­ smo. • " ( G. Luciani in Six ans à Mo­ scou, Picart, Parigi 1937).

EL FRENTE POPOLAR Il patto del Fronte Popolare spagno­ lo venne firmato il 15 gennaio 1936. I punti programmatici dell'accordo ·erano i seguenti: amnistia per i 30.000 prigionieri politici ; revisione delle condanne inflitte per i fatti del 1934; riammissione in servizio dei militari, dei funzionari e degli operai licenzia­ ti per lo stesso motivo; indennizzo delle vittime delle persecuzioni ; ri­ stabilimento integrale della Costitu­ zione del 193 1 e riconoscimento del­ l'autonomia catalana. Firmatari: Par­ tito comunista ( José Diaz), Partito so61

zafia nel 1 93 1 vengono revisionate da Franco : tutti i mili­ tari di provata fede repubblicana - come i generali Miaj a e Riquelme - sono allontanati, mentre i monarchici come Mola e gli ufficiali che hanno partecipato alla rivolta del '32 vengono definitivamente reinseriti nelle loro funzioni, se non addirittura promossi . ·Come Varela, che diventa gene­ rale. Il bilancio militare viene raddoppiato. Franco istitui­ sce anche un " servizio di informazione " con il compito di saggiare n morale e l'orientamento politico delle truppe : scop.re che il 25-30% dei soldati è guadagnato dalla propa-

cialista (Largo Caballero e Indalecio Prieto), UGT ( sindacato socialista ), Sinistra repubblicana (Manuel Aza­ ii.a ), Unione rep'Jlbblicana (Martinez Barrio), FederaziOni nazionali della Gioventu socialista e comunista, Par­ tito sindacalista, Esquerra ( sinistra catalana, Luis Companyl! ). Appoggio esterno della maggioranza degli anar­ chici del CNT e FAI (Bonaventura Durruti, Angel Pestaii.a) e del POUM (Joaquin Maurin), partito comunista inizialmente d'ispirazione trotzkista.

Spagna, terra di anarchici Perché gli anarchici sono cosi im­ portanti in Spagna? Perché contra­ riamente agli altri paesi europei « la Spagna è stata piu sensibile all'in­ fluenza di Bakunin che non a quella di Marx: fino al 1936 la forza dell'a­ narchismo contrastà singolarmente con la debolezza del comunismo. In Spagna l'anarchismo è un vero e pro­ prio movimento di massa che allun­ ga profonde radici sotto forma di or­ ganizzazioni operaie, culturali, econo­ miche, movimenti giovanili » (Geor­ gel, Le franquisme, Du Seuil 1970 ). Nella sua storia dell'anarchismo spa­ gnolo (Les anarchistes espagnoles et l e pouvoir, Du Seuil 1969), César Lo. 62

renzo afferma che la diffusione delle idee anarchiche in Spagna risale al 1868 e che fu dovuta alla "predica­ zione • dell'italiano Giuseppe Fanelli.

LA DESTRA SPA&IOLA La destra spagnola si divideva fon­ damentalmente in 7 raggruppamenti: CEDA ( Confederazione spagnola del­ le destre autonome) - Gil Robles CARLISTI E TRADIZIONALISTI Manuel Fal Condç_ FALANGE ESPANOLA - José An­ tonio Primo de Rivera RENOVACI O N ESPAiil:OLA ( monar­ chici legittimisti) - Calvo Sotelo LLIGA CATALANA - Camb6 AGRARI - Martinez de Velasco INDIPENDENTI - nei quali si rag­ gruppano indipendenti di destra, mo­ narchici dissidenti, nazionalisti, ecc. Con la destra, si schierarono anche i resti del Partito radicale di Lerroux, il Partito conservatore di Maura e i Liberaldemocratici di Alvarez.

Sette teste sotto il cappel lo del fascismo Secondo Georgel, i sette gruppi della destra avevano idee spesso divergen-

ganda " sovversiva comunista " , come ormai si definiscono tutti i partiti dell'opposizione . La vasta operazione di Fran­ co viene improvvisamente interrotta dalla caduta del gover­ no Lerroux ( dicembre 1 93 5 ) . Il 7 gennaio 1 936, di fronte alla impossibilità di fornn a re un nuovo .governo, il presiden­ te della Repubblica Alcaici Zamora è costretto a proclamare lo scioglimento delle Cortes e a fissare per il 1 6 febbraio le nuove elezioni generali. Questa volta la campagna elettorale è durissima, costellata di scontri e sparatorie tra gruppi ri­ vali. Alle elezioni di febbraio succede il contrario di quanto

ti, ma con un fondo ideologico comu­ ne: il totalitarismo praticato in quel­ l'epoca dall'Italia di Mussolini, dal Portogallo di Salazar e dalla Germa­ nia di Hitler. La destra vuole « rom­ pere con la Spag�a parlamentare e ricollegarsi con la Spagna tradiziona­ nale passandoci sopra uno strato di fascistizzazione. Lo Stato liberale per lei non crede a niente . ha favorito lo smembramento del paese e ha ascoltato le · rivendicazioni autonomi­ stiche di baschi e catalani. Bisogna distruggere lo Stato liberale che si la­ scia assorbire dall'Anti Spagna, e sosti­ tuirgli lo Stato nazionalsindacalista ».

Le elezioni del 1 936 LA VANGUARDIA - moderato. « 1 8-2-'36. Le elezioni che si sono appe­ na svolte in Spagna presentano due caratteristiche principali : sono la ma­ nifestazione finale della coscienza po­ polare, e si sono svolte in condizioni di disciplina e di perfetta regolarità. Il popolo di Spagna ha detto quello che voleva, l'ha detto chiaramente e con straordinaria calma. » EL DEBATE - estrema destra. « Si tratta di una rivoluzione contro il diritto e l'ordine, in quanto il so­ cialismo è il nostro vero nemico. »

La VIDOrla del Fronte Popolare Riportiamo le cifre - spesso contra­ stanti - citate dai vari storici : TUNON DE IARA: « Votanti 9.300.000 ; sinistra: 4.838.449 ; destra: 3.996.93 1 ; centro 3 19.320; nazionalisti baschi 1 39.000 ». CROZIER: « Destra e centro : 4.464.600 (214 seggi poi scalati a 164 dopo la revisione ) ; sinistra: 4.206.156 ( seggi 258 e dopo la revisione Tl7 ) ,._ MARTIN: « 4.570.000 per la destra ( 152 seggi ); 340.000 per il centro (62 seggi) ; 4.356.000 per il Fronte Popola­ re ( 258 seggi ) ». HIU.S: « Le cifre iniziali furono: 4.206.000 per il Fronte Popolare e 4.464.000 per gli altri. In seguito alla ripetizione delle elezioni in alcune province alla sinistra vennero attri­ buiti 4.540.000 voti contro i 4.200.000 degli avversari. Le cifre ufficiali pro­ clamate dal governo furono: FTonte Popolare: 4.700.000, altri 4.446.000 ». JACKSON E BRENAN adottano le cifre riportate da José Venegas ( Las elecciones del Frente Popular, PHAC, Buenos Aires 1 942 ), che si riferisco­ no ai primi dati diffusi dalle giunte elettorali : « Sinistra: 4.700.000 ; de63

è successo nel 1 93 3 . Contro le destre disunite, le sinistre si presentano compatte nel Fronte Popolare (Frente Popular) lanciato l 'anno precedente dal Comintern per arrestare l 'a­ vanzata del nazi-fascismo nel mondo. Al Fronte Popolare assicurano il loro appoggio anche gli anarchici ( CNT-FAI ) e il partito comunista dissidente di ispirazione trotzkista ( POUM).Grazie alla legge elettorale in vigòre, il Fronte Po­ polare conquista una schiacciante vittoria parlamentare . I dati definitivi : 286 seggi alla sinistra, 1 32 alla destra , 42 al centro e 1 0 ai nazionalisti baschi . •

stra : 3.997.000 ; centro 449.000 ; nazio­ nalisti baschi : 130.000 ».

Fu una frode della sinistra I risultati delle elezioni del febbraio 1936 sono sempre stati aspramente contestati dalla destra spagnola che basandosi sulle cifre globali dei voti ritiene di essere stata vittima · di una ingiusta prevaricazione. Ancora nel 1 963 il ministro della Informazione e Turismo, Manuel Fraga Irribame, scrive che quella . del '36 c fu una fro . de elettorale senza precedenti, che si completò con una scandalosa revisio­ ne dei verbali... » ( da El Nuevo: Esta­ do Espaftol, op. cit.).

No, la sinistra

venne danneggiata · Secondo lo storico inglese Hugh Tho­ mas fu invece la sinistra a essere danneggiata: grazie alla legge eletto­ rale (che nel 1933 aveva favorito la coalizione di destra) il Fronte Popo­ lare avrebbe dovuto avere nel '36 un numero di gran lunga superiore di seggi. c Piu tardi ,. prosegue il Tho­ mas c si fecero con queste cifre i piu 64

straordinari giochi di prestigio, per dimostrare che il Fronte Popolare si era impadronito del potere illegal­ mente. Le possibilità di giocare con le cifre sono infinite, dato che vaTi rappresentanti del Centro potrebbe­ ro essere considerati piu di sinistra che di destra, o viceversa. ,.

Come funzionava la legge elettorale « In ciascun collegio 1'80% dei seggi andava alla lista · che otteneva piu del 50% dei voti. Cosi, molti dei seg­ gi conquistati dalla destra nel 1933 contro l'opposizione divisa di repub­ blicani e socialisti, toccarono ora al candidato del Fronte Popolare, sen­ za che fosse avvenuto nessun muta­ mento di rilievo nei sentimenti poli­ tici dei singoli elettori. E, natural­ mente, in tutti i collegi in cui il Fronte Popolare ottenne piu del 50% dei voti, gli fu assegnato 1'80% dei seggi ,. (Jackson, op. cit.).

Madrid, 1941 : il generalissimo . Franco saluta la folla

APPENA COMINCIA A DELINEARSI la vittoria del Fronte Popolare, Franco ordina all'amico Mola, in Marocco, di te­ nersi pronto a intervenire nella penisola con il Te rcio e i mori . Telefona al generale Pozas , comandante della Guar­ dia Civil, di intervenire contro i " sediziosi " che sono scesi in piazza a festeggiare la vittoria elettorale del Frente . Poias si rifiuta. Allora Franco si precipita dal generale Molero e da Portela Valladares, rispettivamente ministro della Guer­ ra e capo del Governo ad interim, perché dichiarino lo stato d'assedio e la legge marziale nel paese, onde riportarlo sul-

..La spaana e in piano caos !" I l paese è i n mano agli estremisti. Sembra che stia per avverarsi la pro­ fezia di Lenin del 1920; « Io affermo, e la storia mi darà ragione, che il secondo paese a instaurare la ditta­ tura del proletariato sarà la Spagna ». Al trionfo del Fronte Popolare, cor­ rispondono nel campo avverso moti di panico. La peseta precipita. I di­ sordini si moltiplicano. Questo il qua­ dro che dà Georges-Roux della situa­ zione spagnola all'inizio del 1936 : « Dalla tribuna delle Cortes, Calvo Sotelo denuncia lo spaventoso accu­ mularsi di calamità: in un mese e mezzo 199 saccheggi, 178 incidenti, 169 sommosse, 39 sparatorie, 85 ag­ JUessioni con 74 morti e 345 feriti. Siamo in pieno caos ! "·

Franco e Gil Robles vogliono la dittatura Un anno dopo l'inizio della insurre­ zione, il capo del governo provviso­ rio incaricato delle elezioni del 1 936, Portela Valladares, dichiarò alle Cor­ tes riunite a Valenza che il giorno seguente le elezioni , « alle quattro del mattino, ricevetti la visita del signor 66

Gil Robles, che mi propose di pren­ dere il potere dittatoriale e mi offri l'appoggio di tutti i gruppi sconfitti alle elezioni. La sera stessa, alle ore sette, una identica proposta mi. ven­ ne avanzata dal generale Franco in persona ».

Fu un estremo tentativo per salvare la patria Claude Martin ammette che Franco ebbe dei colloqui con Pozas, Molero e Portela Valladares, ma sostiene che il giovane generale era mosso unica­ mente dal desiderio di salvare la pa­ tria dalla rivoluzione. In merito al trasferimento alle Canarie, Martin scrive che Franco era amareggiato: aveva servito lealmente la Repubbli­ ca e domato la riyoluzione del '34; " ma gli uomini politici avevano reso inutile quella vittoria. Aveva tentato di riorganizzare l'esercito, ma gli in­ trighi dei politicanti avevano inter­ rotto la sua opera. Ed ora, dopo aver offerto i suoi servigi alla Repubblica per fermare la minaccia di una rivo­ luzione, era caduto in disgrazia e ve­ niva trasferito in una lontana sede. Come poteva pensare _che servire quel regime nefasto fosse servire la Spagna ? ».

le vie della " legalità " . Si dichiara anche disposto a sostene­ re con le armi un " governo d'ordine " . Ma nessuno vuole prendersi una simile responsabilità : se la assumano lui , Franco, e l'Esercito, se proprio vogliono. Ma Franco non è il tipo da avventure. � pronto ad annullare il verdetto delle urne, ma solo con un'azione " legale " . Almeno formal­ mente. Di fronte all 'insuccesso dei suoi sforzi, il generale si riunisce con i colleghi Goded e Fanjul , per esaminare la situazione . Vengono subito accusati di preparare un colpo di stato. Il nuovo capo del governo, Aza:iia , non perde tem-

No, era un piano preordinato « l documenti che sono venuti alla luce provano che, da parte degli av­ versari del Fronte Popolare, e parti­ colarmente dei militari e della estre­ ma destra monarchica, la decisione di opporsi con la forza all'avvento del Fronte Popolare era presa già al­ la vigilia delle elezioni, ma che l'e­ ventualità della vittoria elettorale del Fronte non era stata ritenuta proba­ bile. Naturalmente, l'animo che indu­ ceva a questa cosi grave decisione era insoddisfazione per il " disordi­ ne •, negli altri :e ra fede rnonarchica ;. in altri, come i militari, una mesco­ lanza di fede tradizionalista e di com­ plesse ambizioni, un senso quasi di umiliazione professionale di fronte al nuovo atteggiamento dell'autorità ci­ vile ; in altri infine la paura della ri­ voluzione sociale o del comunismo o i l rancore per alcune disposizioni an­ ticlericali prese dalla Repubblica ,. (Aldo Garosci, " Storia Illustrata•, ot­ tobre t%6, ed. Mondadori ). ·

" l ro$si preparavano

la rivoluzione"

« Nel marzo del t936 un forte gruppo di rivoluzionari era giunto da Mosca

a Barcellona e due navi russe ave­ vano sbarcato in Andalusia armi e munizioni. Furono redatti piani, in accordo con il Comintern, per assi­ curare al comunismo solide posizio­ ni nella Penisola Iberica. Il capo del comunismo italiano, Togliatti, con­ corse alla elaborazione di questi pia­ ni; il suo nome di battaglia era Er­ coli. l rossi fissarono al t• giugno del t936 la data d'inizio della rivoluzione, che fu poi rinviata, su suggerimento dei comunisti francesi, al t• agosto. D i fronte a questa grave minaccia )ler i Paesi bagnati dalle acque del Mediterraneo, l'Italia e la Germania decisero di dare appoggio all'azione che le forze nazionaliste stavano per ingaggiare, senza peraltro formulare con esse piani concreti ,. (Gabrielli).

La rivolta dei generali "fel loni" « Già da vari anni sulla Spagna tira­ va un vento di tempesta, e un vento assassino: agli scioperi succedevano le repressioni spietate, alle insurre­ zioni dei minatori le spedizioni puni­ tive, alle chiare conquiste del popolo le tortuose manovre dei vescovi, dei militari, dei terr.atenientes. La vitto67

po a indagare : allontana da Madrid gli elementi " p ericolo­ si " : Goded alle Baleari e Franco alle Canarie. Contempo­ raneamente, Mola viene trasferito dal Marocco a Pamplo­ na. Prima di partire per la sua nuova destinazione , Franco assiste a una riunione in casa dell'agente di cambio José Delgado. Vi partecipano : Mola, Varela, Fanj ul , Saliquet, Villegas , Orgaz, Galarza e, forse, Goded . Appartengono alle tendenze piu disparate : cadisti, monarchici , e anche repub­ blicani . Ma prima di tutto sono militari . Si sentono investi­ ti della missione di mantenere l 'ordine , di difendere la

ria schiacciante del Fronte Popolare, alle elezioni del 16 febbraio 1936, pa­ reva aver risolto per sempre il pro­ blema della Spagna moderna : non c'era che da mettersi al lavoro. Que­ sta volta, se la vecchia Spagna vole­ va riprendere il sopravvento, non ave­ va che una risorsa: le armi e gli eser­ citi stranieri. Maggior tradimento non si sarebbe potuto immaginare. Eppu­ re, favoriti dai facili trionfi del fa­ scismo internazionale, a quella risor­ sa attinsero i pochi generali felloni che organizzarono la rivolta del Ma­ rocco il 18 luglio di quel triste 1936. e cosi venne la guerra ,. ( Dario Puc­ cini in Romancero della resistenza spagnola, Ed. Laterza, Bari 1 970 ).

L'Esercito vuole il potere Il mlUtare politicante

L'illustre storico Salvador de Mada­ riaga ha compiuto una sottile analisi del militare spagnolo che si trasfor­ ma in politico : non giunge alla vita pubblica per le vie intellettuali del­ l'università e in gioventu « arriva tar­ di, quando già si è formato nell'Eser­ cito. Il suo primo atteggiarsi è quel­ lo . di un osservatore che si leva con­ tro "i ciarlatani della politica " senten68

dosi piu capace di loro di metter tut­ to a posto sol che lo lascino appli­ care i metodi semplici, rapidi e pratici della milizia ». ·

Ignorante e reazionario " Corroborano questo suo atteggia­ mento la sua ignoranza e la sua ten­ denza a pensare per categorie sem­ plici, segno tipico di molti soldati. Sia egli liberale o reazionario d'idee, il militare-politico spagnolo è sem­ pre reazionario per temperamento. Vuole imporre la sua volontà, non portar delle idee. La prima delle co­ se esteriori che richiama la sua atten­ zione è l'ordine. Tutti i politici-mili­ tari spagnoli sono stati ossessionati da quest'idea dell'ordine esterno sen­ za rendersi conto che il caso piu fla­ grante di disordine che si possa dare per un paese è quello di porre alla testa del suo governo civile un ge­ nerale. ,.

Manganello e tieni duro «

Siccome la loro idea dell'ordine è puramente materiale, materiali sono i metodi che· mettono in pratica per ottenerlo. Il piu rapido e pratico sta in quattro parole: Palo y tente tieso, cioè : " manganello e tieni duro". »

" Spagna eterna " minacciata dall'" orda rossa " . Franco non partecipa attivamente al dibattito ; si limita ad ascoltare, non assume alcun impegno preciso. Al meno nei primi tem­ pi, Franco non figura tra i partecipanti attivi della congiura . Al suo arrivo alle Canarie, Franco viene accolto da violente manifestazioni popolari . « Abbasso il boia delle Asturie » grida la gente . � costretto a istituire una rigorosa guardia intorno alla sua casa . Anche se lontano dalla penisola, il ge­ nerale è costantemente tenuto al corrente dei preparativi dell 'alzamiento ( sollevazione ) militare, al quale però non

La nascita della Falange Le dONS nazi-fasciste Il 14 aprile 193 1 Ramiro Ledesma Ra­ mos e Gimenez Caballero pubblicano a Madrid il giornale "La Conquista del Estado " di ispirazione hitleriana. Il 13 giugno dello stesso anno com­ pare a Valladolid il giornale " Uber­ tad " di ispirazione nazionalsindacali­ sta, fondato da Onesimo Redondo. Il 10 ottobre 1931 , i due gruppi ope­ rano una fusione e creano le Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista (JONS ) : « I simboli del raggruppa­ mento sono il giogo e le frecce dei Re Cattolici ; Ledesma lancia le paro­ le d'ordine che diventeranno quelle di tutta la Spagna nazionalista: Arri­ ba Espafia! e anche Espafia, Una, Grande y Libre. Il programma, anti­ marxista, antisemita, insiste sulla " Spagna eterna " , la tradizione e le rivendicazioni di Gibilterra e Tange­ ri » ( Max Gallo, op. cit. ).

José Antonio: "Non siamo né di destra né di sinistra"

La Falange Espafiola nasce nei primi mesi del 1933 intorno alla pubblica-

zione della rivista " El Fascio " ( 1 6 marzo 1 933) fondata da José Antonio Primo de Rivera. � un movimento di tipica ispirazione fascista. In una lettera al giornale "ABC ", José Anto­ nio spiegava: « L'ideale fascista non è né un ideale di destra ( perché la de­ stra pretende di conservare tutto, an­ che quello che è cattivo ) né un ideale di sinistra ( perché la sinistra preten­ de di distruggere tutto, anche quello che è buono ), ma un ideale valido per l'insieme della nazione ,. (ripor­ tato da Stanley G. Payne, Falange, a History of Spanish Fascism, Oxford University Press, 1962 ). ·

Il 18 febbraio 1934 la Falange si fon­ de con le JONS. Il nuovo movimento ( FE de las JONS) viene diretto dal triunvirato José Antonio, Ruiz de Al­ da, Ledesma Ramos. Il primo consi­ glio nazionale dell'ottobre 1934 nomi­ na uniCo capo politico José Antonio. All'inizio del 1 935 la Falange com­ prende circa 5000 membri .attivi. Agli inizi del 1936 sono circa 10.000. Il "libretto verde" di Franco

IL SALUTO IBERICO Durante un viaggio in Spagna ( t954 ) , lo scrittore Richard Wright ' (Spagna 69

ha ancora dato la sua adesione. La mente direttiva della congiura è il generale Mola ; il capo nominale Sanjurj o. Al­ l'alzamiento aderiscono un gran numero di ufficiali e tutti i partiti della destra, dai carlisti ( Fai Conde) ai monarchici ( Calvo Sotelo), dai cattolici ( Gil Robles ) ai falangisti . Que,. sti ultimi sono guidati da José Antonio Primo de Rivera, figlio del defunto dittatore, e si ispirano alla dottrina cor­ porativa fascista. Il governo ha sentore della sommossa e ai primi di giugno apre una inchiesta. Preoccupazione e ti­ mori tra i cospiratoti. Franco si fa portavoce delle inquie-

pagana, Mondadori 1957) riusci a far­ si regalare da una ragazza un libret­ to verde dal titolo -Lecciones para las Flechas. Il volumetto esponeva gli scopi e i principi del regime di Fran­ co sotto forma di domande e rispo­ ste. Era una specie di catechismo politico che tutte le ragazze, dai nove anni in su, dovevano studiare. • Cos'è la Falange? Un movimento politico fondato da José Antonio per salvare la Spagna. Perché bisognava salvare la Spagna? Perché gli spagno­ li avevano perduto la coscienza del loro destino storico. Com'è il saluto falangista? Braccio teso in avanti e m alto. Da dove proviene questo sa­ luto? Dagli iberici, da cui lo ripre­ sero i romani adottandolo come sa­ luto imperiale. Dunque è un saluto spagnolo? Si, e Mussolini lo restaurò in Italia proprio J?erché era il saluto della Roma impenale. •

REQU ETÉS E CARLISTI tradizione e fanatismo « Mola in Navarra può contare sui tradizionalisti e la loro organizzazio­ ne militare, i Requetés, difensori ar­ mati della tradizione monarchica che prendono il nome dai soldati di Don Carlos nelle due guerre carliste ( 1 833-

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1839 e 1872-76 ) " (L. Ramir�. op. cit.). CARLISMO: c o r r e n t e monarchica spagnola che rivendica la legittimità del ramo dei Borboni che discende da Carlo !sidro, competitore di Isa­ bella II nelle guerre dinastiche ini­ ziatesi nel 1833. Politicamente il mo­ vimento si distingue per il richiamo alle tradizioni dell'austerità cattolica e per la rivalutazione degli usi regio­ nali. Principale localizzazione regio­ nale : Navarra ( dal Dizionario dei ter­ mini politici, Mondadori 197 1 ).

FRANCO TENTENNA FINO ALL'HLTIMO JACKSON: « I generali Franco e Mo­ la erano presenti agli incontri di Ma­ drid, ma Franco adottò un atteggia­ mento del tutto neutrale... Anche in seguito Franco rimase indeciso, e gli altri erano intenzionati ad andare avanti anche senza di lui "· ANSALDO: l'aviatore monarchico che partecipò all'organizzazione della con­ giura, scrive nel suo libro (.Para qué... ? ( Editoria! Vasca Ekin, Buenos Aires 1 951 ) che nell'estate del 1 936 Franco non si decideva mai a pren-

tudini dell'istituzione " Esercito " di fronte allo scatenarsi della sovversione e all 'atteggiamento ostile assunto dal go­ verno nei confronti delle forze armate, e scrive una lettera al nuovo capo del governo, Casares Quiroga (Azafia è di­ ventato presidente della Repubblica). Afferma : « Coloro che vogliono vedere segni di cospirazione nel patriottismo de­ gli ufficiali rendono un ben misero servizio alla Patria » . ·Lettera molto abile, e dalle molte interpretazioni . M a ormai tutto è pronto. L'insurrezione, fissata inizialmente per il 20 luglio, viene anticipata « alle · t 7 del 1 7 » in seguito alla mor-

dere una chiara posizione in seno al­ la congiura, e che infine il generale Sanjurjo, capo designato dell'alza­ miento, decise : « Con o senza " Fran­ quito•, salveremo la Spagna ! ».

te, passò dalle Canarie al Marocco. Questo non vuoi dire che Franco non cospirasse già da tempo contro la Repubblica ».

RAMIREZ: « Franco continua a ten­

Ghi a il vero capo dell'insurrezione militare?

tennare e certi cospiratori ormai di­ sperano del suo intervento. Franco non vuole prendere abbagli. non vuo­ le correre rischi. Le sue esitazioni fi. n o all'ultima ora, i continui dubbi, l'indecisione a intervenire conferisco­ no un ultimo tocco alla personalità di Franco. Franco mantiene i contat­ ti; almeno in tre occasioni, quando tutto era pronto alla sollevazione, ha già avuto dubbi e resipiscenze... Ma quando i dubbi di Franco terminano, termina con essi la sua biografia. Ha inizio la guerra civile. la drammatica lotta per il J!Ote're. E a questo punto, la sua biogràfia è all'improvviso sO­ stituita dalla sua agiografia ».

ENRIQUE USTER, . nel suo libro di memorie Con il 5• Reggimento ( Nuo­ ve Ed.izioni Romane, 1968 ) : « Franco, come sempre, "fu molto cauto e non aderi alla congiura fino a quando non vide che c'erano probabilità di successo. · Egli assicurò soltanto in giugno la sua partecipazione alla ri­ bellione ; dopo, molto furbescamen-

·

Era veramente importante Franco al momento dell'insurrezione? I suoi a­ giografi lo presentano come il piu ce­ lebre. e ascoltato capo militare esi­ stente : tutti pendevano dalle sue labbra, secondo Galinsoga e Salgado. Appena succedeva qualcosa in Spa­ gna, amici e nemici si chiedevano su­ bito: « Franco cosa fa ? Da che parte sta? » e si regolavano sul suo com­ portamento. Gli storici piu moderni ( Brenan, Jackson, Thomas, Broué-Té. mime) , sottolineano invece il suo ruo. lo secondario: il vero capo della co­ spirazione era Mola e a .Franco - se aderiva alla congiura - toccava il ruolo di tenere sotto controllo il Ma­ rocco. La presa di Madrid era com­ pito delle guarnigioni della Penisola. Il ministro italiano Cantalupo, invia­ to da Mussolini in Spagna nel feb­ braio 1 937, scrive nel suo libro di me­ morie Fu la Spagna (Mondadori 1948 ) : « Se nella storia ci fosse una 71

te di Calvo Sotelo, assassinato all 'alba del 1 3 da alcuni Asaltos repubblicani per vendicare la morte del tenente Castillo, abbattuto dai falangisti la sera · precedente a Ma­ drid. Proprio all 'ultima ora, Franco si schiera con gli in­ sorti , ormai decisi ad agire anche senza di lui . 11 1 6 Franco può lasciare Tenerife per la Gran Canaria a bordo di un battello postale . A Las Palmas lo raggiunge la notizia del­ l 'insurrezione in Marocco . Alle 5 . 1 5 del mattino del 1 8 luglio, Radio Tenerife trasmette un suo messaggio alla na­ zione : l 'Esercito si è assunto il « glorioso compito di sal-

logica il capo della Spagna nuova avrebbe potuto essere il generale Mo­ la, fondatore del Movimiento salvador quando Franco era ancora in Maroc­ co dal quale doveva arrivare soltanto nel luglio, due mesi dopo che Mola aveva sostenuto il primo grave urto con il comunismo madrileno e aveva organizza t o la resistenza militare. Questa era poi passata in eredità a Franco, per una serie di circostanze delle quali, forse, la principale fu che egli aveva portato con sé da Tetmin le migliori truppe, quelle coloniali ».

Franco scrive al governo:

" L'Esercito non complotta" Lettera di Franco dalle Canarie a Ca­ sares Quiroga : « 23 giugno 1936. Egre­ gio ministro. Il disagio provocato in seno al corpo ufficiali dalle recenti misure militari è cosi serio , che man­ cherei gravemente alle mie respon­ sabilità e alla lealtà che le devo se non le esprimessi le mie impressioni. Le recenti disposizioni che reintegra­ no nell'Esercito i comandanti e gli ufficiali condannati nel '34, come le recenti promozioni ( nota: di ufficiali di sentimenti repubblicani come Ma­ squelet e Miaja) in sostituzione di 72

ufficiali superiori che erano l'onore dell'Esercito costretti a cedere il loro posto a uomini che, secondo l'opinio­ ne del 90% dei loro colleghi, sono di valore molto inferiore ai loro prede­ cessori, fanno pensare che le infor­ mazioni che le hanno motivate con­ traddicano gli interessi patriottici e spingano il ministero ad attribuire all'Esercito caratteristiche e vizi con­ trari alla realtà. Coloro che rappre­ sentano l'Esercito come staccato dal­ la Repubblica falsano la verità. Co­ loro che immaginano complotti che e sistono solo nella loro fantasia, men­ tono. Non le nascondo perciò il pe­ ricolo che rappresenta lo stato d'ani­ mo attuale, nel quale le inquietudini professionali dell'Esercito si congiun­ gono a quelle di tutti i buoni spa­ gnoli davanti ai gravissimi pericoli che minacciano la madrepatria » .

Avvertimento leale o duplicità inaannevole? MARTIN: « Il tono ( della lettera ), di

apparente franchezza, mirava ad av­ valorare la smentita che Franco op­ poneva alle accuse di slealtà lanciate contro di lui e i suoi compagni d'ar­ me. Ciò forse sarebbe servito a ras-

vare la Spagna dalla sovversione e dall 'anarchia » . Quello stesso pomeriggio, Franco , a bordo del " Dragon Rapide " , un biplano inglese privato noleggiato per lui dai congiurati , vola verso i l Marocco. Viaggia sotto falso nome, con i l pas­ saporto del diplomatico Sangroniz, uno dei principali agenti di collegamento dei cospiratori . Il 19 luglio atterra a Te­ tuan e assume il comando dell 'Esercito d'Africa . Poche ore prima, i ribelli hanno fucilato Lapuente, il comandante del locale campo d'aviazione. Era un lontano cugino di Franco . La guerra civile è cominciata . •

sicurare per qualche tempo Casares Quiroga. Ed era quello che importa­ va di piu ,.,

CROZIER: " Ingannatrice o meno, questa lettera era l 'ultimo appello al­ la Repubblica di fare intervenire l'E­ sercito finché si era ancora in tempo "· GALINSOGA E SALGADO: " Era l'ultimo e definitivo avvertimento che la lealtà di Franco dava al governo del suo paese perché si impegnasse a rimediare ai gravissimi mali del presente e alle inevitabili catastrofi che si approssimavano. Credette che fosse il caso di avvertire proprio il Fronte Popolare, dando l'allarme in tempo. Ma il Fronte Popolare era il comunismo, e non lo ascoltò ». GEORGES-ROUX: « Non ricevendo la risposta di Quiroga, Franco, fino ad allora reticente, si risolve a inviare al gruppo Mola la sua definitiva ade­ sione. In seguito potrà dire che " pri­ ma di pronunziarsi, aveva voluto of­ frire al governo la sua ultima possi­ bilità " ». ARRARAS : « Il generale Franco scris­ se quella lettera con la segreta in­ tenzione di frenare la pericolosa cor­ sa alle destituzioni e alle rimozioni,

che metteva in evidente pericolo il successo dell'Alzamiento militare in alcuni capoluoghi e in alcune regioni. Franco ottenne quello che voleva per­ ché l'arrivo della sua lettera fece sbollire le furie del ministro "·

ALVAREZ DEL VAYO: " l futuri ge­ nerali ribelli avevano un talento in­ discutibile per la dissimulazione, e ingannarono il ministro della Guerra in modo deplorevole, come fecero Mola, Franco (con la sua lettera ) e il generale Cabanellas ». LONOON: « Un modello di duplicità questa lettera di Franco ».

FRANCO, FRANCO TRADITORE « Franco, Franco traditore l la tua ora è già suonata ! l Se il tuo nome fosse Franco l ti salirebbe al viso l accendendolo di sangue. l Il tuo no­ me è la maggior vergogna ch'ebbe mai la Spagna l Il tuo nome non è ' piu un nome l e nel tuo sangue non si specchia l traditore dei traditori l figlio spurio del tuo ceppo: l non sei Franco, non sei nome, l non sei uomo, non sei nulla » (José Berga­ min in Romancero, op. cit.).

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SU TUTTA LA SPAGNA il cielo è senza nubi. » Questa fras.e in codice, trasmessa da Radio Ceuta la mattina del 1 8 luglio 1 936, è il segnale dell'alzamiento nelle guarnigioni della penisola. Gli ufficiali che non si schierano immediata­ mente dalla parte dei nazionalisti vengono passati per le armi, come i gen���li Batet, Salcedo, Caridad Pita, Rome­ rales, Nuiiez de Prado e Molero. Dove non ci sono soldati, entrano in azione i Comitati di Agitazione, formati da fa­ langisti, elementi della Gua rdia Civil o dei partiti di destra. In breve, gli insorti si impadroniscono di intere regioni : «

di Las Palmas FPanco: ••s.Jvlanto · la SP.gna•• Il manifesto

« Spagnoli ! Voi tutti che possedete il santo amore per la Spagna, voi tutti che avete fatto il sacro .puramento di difenderla contro i suo1 nemici fi. no alla morte, la Nazione vi chiama a difenderla! Possiamo noi accettare che la Spagna offra ancora questo vergognoso spettaco1o al mondo? Possiamo consegnare la Spagna nel­ le mani dei nemici della Patria?. No! Non possiamo! In questo momento è tutta la Spagna che si solleva con noi in nome della Pace, della Frater­ nità e della Giustizia. Noi offriamo la giustizia e l'eguaglianza davanti alla legge, la pace e l'amore tra spagnoli. La libertà e la fraternità senza li­ cenza né tirannia. Lavoro per tuttL Una giustizia sociale realizzata · senza violenza né acrimonia, e una distri­ buzione equa e progressiva delle ric­ chezze senza scuotere o mettere . in pericolo l'economia del paese. Spa­ gnoli, lunga vita alla Spagna! ,.

Incontro di Ventimiglia ( 12-2-1941) fra Mussolin.i e Franco

Proclama del presidente Azaiia c SJJagnoH, combattiamo per la causa uruversale della libertà. Il popolo spa­ gnolo si è levato in massa per difen­ dere la Repubblica. Esso l'aveva con­ quistata pacificamente, coi suoi voti, esso la mantiene con le armi. L'al­ leanza del popolo e della Repubblica è ormai sigillata dal sangue. • ·

Churchill: " U na tragedia dell'odio" «

10 agosto 1936. Noi dobbiamo con­ siderare la guerra civile spagnola cO­ me una pietra miliare che sorge lun­ go il declinante cammino dell'Euro­ pa: una pietra di minaccioso aspetto forse fatale per i nostri destini. Da · un lato ci troviamo di fronte alla collera di un proletariato retrogrado, oppresso dalla miseria, il quale esi­ ge la distruzione della Chiesa, dello Stato e della proprietà e l'instaura­ zione del comunismo. Dall'altro lato le forze patriottiche, religiose e bor­ ghesi, sotto la guida dell'Esercito so­ no in marcia per ristabilire l'ordine mediante l'istituzione d'uria dittatura . militare. Le crudeltà e le spietate esecuzioni eseguite sotto la dispera­ ta reazione delle parti in lotta, gli 75

Vecchia Castiglia, Alava, Le6n, Galizia e gran parte della Navarra. In altre zone cadono nelle mani dei ribelli le città piu importanti : Siviglia (conquistata da Queipo de Llano con soli 1 30 uomini ), Cadice, Cordova, Granada, mentre la regione circostante resta nelle mani dei governativi . Ma per il momento i successi de.i nazionalisti si fermano qui. A Ma­ dri d e a Barcellona, le due città che " contano " , l 'insurre­ zione dei generali Fanj ul e Goded vien� schiacciata non solo dalle forze dell 'ordine , Asaltos e Guardia Civil rimasti fe­ deli al governo , ma soprattutto dal popolo armato dal nuovo

spaventosi odi scatenati, il conflitto tra la fede e l'interesse, tutti questi elementi ci danno quasi la certezza che la vittoria sarà seguita dallo sterminio crudele di tutti gli elemen­ ti del partito perdente e da un lun­ go periodo di Governo dittatoriale » (Winston Churchill, Passo a passo, Mondadori 1947).

Il bluff di Quelpo de Llano

Finti mori e valangh e d'insulti Uno dei piu inattesi e clamorosi col­ pi dell'alzamiento venne effettuato dall'ex-repubblicano Queipo de Llano a Siviglia, una città da tutti reputata un feudo " rosso ". Con soli 1 30 uomi­ ni, il generale arrestò l'intera guar­ nigione della città ; poi fece diffon­ dere la voce che i moros di Franco erano arrivati dal Marocco. Fece s.fi­ lare piu volte per le vie cittadine i pochi moros che erano riusciti a su­ perare lo stretto, accompagnati da soldati spagnoli ai quali - si dice aveva fatto tingere faccia e mani di nero. Subito dopo diede inizio a una clamorosa campagna propagandistica dai microfoni di Radio S i v i g l i a . « Lanciò una serie di appelli traboc76

canti di invettive e di sarcasmo per i nemici e di infiammati incitamenti alla lotta, che dovevano avere un grande effetto psicologico sul popolo spagnolo. Con questo bluff radiofoni­ co il movimento nazionalista ottenne vantaggi insperati » (Martin, op. cit.).

Rad io Sivlglla:

''Il generale raglia" Attenzione ! Radio Siviglia. l È Quei­ po de Llano che abbaia, l che mug­ gisce, che sputacchia, l che a quat­ tro zampe raglia. l Parla un paladino di Spagna. l Viva il vino, viva il vo­ mito ! l Che si chiudano le scuole l e s'aprano le osterie ! l Scorra pure il vino incontro l a chi libera la Spa­ gna ! l - Attenzione! Radio Siviglia. l Il generale della piazza, l scemo pezzato da idiota, l Queipo de Llano, s'azzitta. l (Rafael Alberti in Roman­ cero, op. cit.)

La morte di sanJurJo Vanità o sabotaggio? A Lisbona, a Siviglia e negli ambien­ ti diplomatici europei, scrive il Rami­ rez, giravano tre ipotesi sulla morte

governo. Casares Quiroga, che si è rifiutato di dare le armi agli operai madrileni per schiacciare la rivolta fascista, è stato costretto a rassegnare le dimissioni . Dopo l 'inutile tentativo di Martinez Barrio che è durato un solo giorno, il governo è stato costituito da J osé Girai, della sinistra repubblicana. Il 20 luglio l' alzamiento perde il suo capo : Sanjurjo muore in un misterioso incidente aereo. Ma la notizia peggiore per i ribelli arriva dalla defezione di Avia­ zione e Marina, che nella grande maggioranza si dichiarano per la Repubblica . Sulle navi , i marinai trucidano gli uffi-

di Sanjurjo . . Prima : l'eccessivo ca­ rico dei bagagli, conseguenza della vanità del generale. Seconda: un at­ tentato repubblicano nell'intento di decapitare il movimento nazionali­ sta. Terza: un attentato compiuto da amici o agenti di Franco. « Non si deve dimenticare che Nicolas Fran­ co, grosso profittatore della congiu­ ra, si era istallato a Lisbona. ,. Può quindi essere stato Nicolas a incari­ carsi della soppressione di un supe­ riore tanto ingombrante per il fra­ tello Francisco, « lasciando a Mola e a Franco di disputarsi la tappa fina­ le per la conquista del potere ». JUAN DE ITURRALDE nella sua o­ pera in 3 volumi El Catolicismo y la Cruzada de Franco ( Editoria! Egui­ lndarra, Tolosa 1 955 ) suggerisce l'i­ dea di un sabotaggio all'aereo di Sa­ njurjo, e fa il nome di Franco come del possibile mandante. ANSALDO, il pilota dell'aereo, che si salvò dall'incidente, ha descritto minutamente la disgrazia nel suo (Para qué . ? (op. cit.). Dopo aver par­ lato dell'eccessivo peso del bagaglio di Sanjurjo, Ansaldo dice di essere stato costretto al decollo da terra a velocità ancora bassa per colpa del­ la rottura d'una ruota dell'aereo. In

aria poi provò la " terribile sensazio­ ne che non solo il motore non aumen­ tava di giTi, ma, anzi, ne perdeva; inoltre il tremito che scuoteva il veli­ volo era tanto forte che pensai : "Mi si è rotta l'elica ! " ».

In Marocco i legionari mordono i l freno « La flotta, dominata dai marinai che assassinarono o costrinsero all'impo­ tenza tutti gli ufficiali, si schierò dal­ la parte dei nemici della Spagna. Le acque dello stretto si agitavano col furore della belva comunista asseta­ ta di sangue. Nella metropoli si ten­ devano angosciosamente le braccia verso i tanto desiderati rinforzi, men­ tre sulla costa africana i legionari, i Regulares e i soldati ruggivano, im­ prigionati dalle acque, protestando per la passività a cui erano condan­ nati ,. ( Bernabé Copado, capellano militare, in Con la columna Redon­ do, Siviglia 1937).

·

. .

Hitler e Mussollni soccorrono Franco

Bloccato in Africa dalla defezione della Marina e dell'Aviazione. Franco 77

ciali insorti e vanno a gettare l'ancora nel porto interna­ zionale di Tangeri , da dove tengono sotto controllo lo stret­ to di Gibilterra. � un duro colpo . Soprattutto per Franco , che ha bisogno di quelle navi per trasportare in Spagna il suo efficientissimo Esercito d'Africa ( circa 35 .000 uomini ) : finora è riuscito a far passare soltanto 3000 moros . Sem­ bra una difficoltà insormontabile, ma ancora una volta la fortuna e la tenacia di Franco hanno la meglio. I suoi in­ viati riescono ad ottenere da Mussolini e da Hitler un im­ mediato aiuto " tecnico " : una decina di aerei Savoia-Mar-

è costretto a chiede\"e aiuti all'Italia e alla Germania. Il 24 luglio si rivol­ ge. all'addetto militare italiano a Tan­ geri, maggiore Luccardi. La richiesta arriva sul tavolo di Mussolini il gior­ no stesso, ma il Duce « vi - oppone un vistoso "no" in matita azzurra ». No­ nostante le insistenze di Ciano, che fa presente le promesse di aiuto del governo francese di Blum ai repub­ blicani, Mussolini persiste nel suo ri­ fiuto. Cambia opinione solo quando viene a sapere che gli inviati di Franco si sono recati anche da Hi­ tler. Immediatamente dà ordine di intervenire ( in " Storia Illustrata ", ot­ tobre 1 966, edizione Mondadori ).

La Santa Vergine o l'Arcangelo Gabriele P

La pietra commemorativa eretta a Ceuta attribuisce il successo delle traversate all' « Intercessione della Santissima Vergine d'Africa che aiu­ tò le forze del glorioso generalissimo Franco contro i rossi ». Secondo J o­ sé Maria Peman (Poema de la bestia y del dngel, Saragozza 1938) fu inve­ ce l'Arcangelo Gabriele che interven­ ne in aiuto ai « nuovi crociati », al­ lontanando dallo stretto di Gibilterra le navi « dell'anticristo rosso ». 78

Passato sotto silenzio l'aiuto nazi-tascista Il giornalista francese Jean Creach nel suo libro Le coeur et l'epée ( Plon, Parigi 1 958 ) scrive che « i do­ cumenti dello Stato Maggiore spa­ gnolo permettono di stabilire l'ordi­ ne cronologico di ingresso in campo dei vari contingenti stranieri », però ignora completamente l'aiuto nazifa­ scista che permise all'Esercito d'Afri­ ca di raggiun�ere la Spagna. Anche lo storico ufficiale di Franco, Manuel Aznar, incorre nella stessa " dimenti­ canza ". Nella sua monumentale Bi­ storia militar de la Guerra de Espa­ na (Madrid, Editora NaciOnal 1 958) dice che i nove Savoia-Marchetti 8 1 atterrati i n Marocco i l 30 luglio « e­ rano il risultato di un gesto gènero­ so •. Non dice di chi.

LA STRAGE DI BADAJOZ

« I miliziani e i sospetti arrestati dai rivoltosi sono stati subito passa­ ti per le arini. Fino ad ora circa 1200 sono stati fucilati sotto l'accusa di resistenza a mano armata ... Gli arre­ sti e le esecuzioni in massa conti­ nuano ; attualmente superano le 1 500.

chetti 8 1 e una cinquantina di Junker 52, che a partire dal l o agosto effettuano un vero e proprio ponte aereo, tra­ sportando in Spagna oltre 500 uomini al giorno e tonnel­ late di materiale bellico. Contemporaneamente, Franco rie­ sce a fare espellere dal porto di Tangeri le navi repubbli­ cane, liberandosi cosi il passaggio dello stretto. Il 1 5 ago­ sto, il primo convoglio franchista, scortato dai trimotori italiani che mettono in fuga l'incrociatore governativo Alcald Zamora, trasporta ad Algeciras 4000 uomini e 4 bat­ terie di cannoni . Appena sbarcate, le truppe di Franco -

I civili che hanno la spalla destra della giacca lucida perché vi è stato appoggiato il fucile, vengono passati per le armi ,. ( Claude Bowers, amba­ sciatore americano, My Mission tv Spain, ed. Simon and Schuster, New York 1 954-Milano 1957 ). JACQUES BERTHET, corrisponden­ te di " Le Temps ", entrato a. Badajoz il giorno dopo la conquista: c I mili­ ziani e i sospetti arrestati sono stati passati per le armi. Circa 1200 sono stati fucilati. Gli arresti e le esecu­ zioni in massa continuano " ·

È tutta un'invenzione dei rossi c Il mito di Badajoz è stato smasche­ rato: il piu popolare di tutti i miti rossi, il famoso massacro di Badajoz, lo pseudo massacro nazionalista, è pura invenzione » (Lunn, Spain: the Unpopular Front, Catholic Truth So­ ciety, Londra 1937). « Si è scoperto che non c'è stato al­ cun massacro a Badajoz: è solo una stupida fandonia » (Code, The Spa­ nish War and the Lying Propaganda, Paulist Press, Nèw York 1938 ). « Per giustificare la loro fuga dall'E­ stremadura, i miliziani inventarono leggende di ferocia e di terrore, per

spingere gli spiriti a cercare una fa­ cile compensazione ai disastri mili­ tari " (Historia de la Cruzada Espa­ fiala, Ed. Espaiiolas, Madrid 1940-44 ).

Un testimone oculare

"Orribili scene di massacro " Uno dei pochissimi giornalisti stra­ nieri entrati in Badajoz, il portoghe­ se Mario Neves del " Diario de Li­ sboa", intervistò il colonnello Yagiie: « Avete fatto molti prigionieri? » « Si. » « Abbiamo sentito parlare di duemila fucilazioni, è vero?. » « Non mi pare che siano così tante. » Nel terzo di­ spaccio inviato al giornale (e mai pub­ blicato) Mario Neves cosi scriveva : « Voglio andarmene da Badajoz, il piu presto possibile, a qualsiasi co­ sto. Basta avere una formazione mo­ rale media per essere incapaci di as­ sistere ' a sangue freddo alle orribili scene di questa guerra civile che mi­ naccia di divorare la Spagna distrug­ gendo per sempre l'amore e semi­ nando odi profondi ».

La morte di Garcia Lorca «

.;Que pasa? » ( Che succede ?) « Pasa que te vamos a matar, hijo. » « .;Hay 79

l 'Esercito del Sud guidato da Yagiie - puntano su Madrid, obiettivo verso il quale sta già convergendo l 'Esercito del Nord comandato da Mola. 11 1 0 agosto, Yagiie espugna Mé­ rida. Subito dopo distrugge il concentramento di oltre 5000 governativi rinchiusi in Badaj oz. La città viene messa a ferro e fuoco « per dare un esempio a tutti i ribelli rossi » . Il 5 settembre, l 'Esercito del Sud e quello del Nord s i con­ giungono ad Arena de San Pedras . Pochi giorni prima, a Granada, nelle retrovie franchiste , durante una delle ope­ razioni di limpieza (epurazione ) è stato ucciso il poeta e

el cura? " ( C'è un prete ?) « No hay curas para los diablos. " Queste, se­ condo la leggenda, le ultime parole di Garda Lorca prima di essere uc­ ciso in un boschetto di pinastri sel­ vaggi nella località detta Fuentegran­ de, a 1 5-20 km da Granada.

Machado: "D delitto fu a Granada" « Fu visto camminare tra i fucili l per una lunga strada, l e uscire alla cam­ pagna fredda, l ancora con le stelle, al primo albore. l Hanno ucciso Fe­ derico l quando la luce spuntava. l Cadde morto Federico l - sangue in fronte e piombo nel ventre l ... Sap­ piate che a Granada fu il delitto l povera Granada ! - nella sua Gra­ nada ... " ( da Romancero, op. cit.).

Quattro versioni della traged ia Il compositore Manuel De Falla, nel 1946, confidò al poeta Rafael Alberti che Garda Lorca, appena arrestato, venne ucciso a percosse nella " Capi­ tania" e il suo cadavere trasportato a Viznar assieme alle salme di due fucilati. Jean Louis Schonberg (F. Garcia Lorca, Plon, Parigi 1956) affer80

ma che fu un affare tra uomini lega­ ti all'ambiente delle • amicizie parti­ colari •. Altri autori, come Brenan e Vazquez Ocaiia, lo negano, e sostengo. no che il poeta fu ucciso dai falangi­ sti per rappresaglia. Nella prefazione a Garcia Lorca Poe­ ta en Nueva York ( Ed. Séneca, Me­ xico 1 940) José Bergamin scrive : « L'ordine di esecuzione venne dato dall'autorità di Granada che in quel momento rappresentava formalmen­ te la Giunta di Burgos, il governo di Franco. Che lo si sappia : gli istiga­ tori del crimine furono i giovani membri dell'Acci6n Popular, cioè dei giovani cattolici spinti a loro volta alla violenza criminale, alla "crocia­ ta", dalle autorità ecclesiastiche "·

Oggi si sa chi è l'assassino di Lorca « Per anni e anni il silenzio e il mi­ stero hanno soffocato l'ultima vicen­ da del drammaturgo di Yerma. Ades­ so, si sa che non fu portato via dalla Guardia Civil o dai nazionalisti, o dai repubblicani. Il nome di chi volle la sua morte è stato scritto, il suo volto e il suo aspetto sono conosciuti. Era un seguace dell'avvocato Gil Robles : Ruiz Alonso, e x tipografo, e x deputa-

commediografo Garda Lorca, cognato del sindaco sociali­ sta della città. Il 2 1 settembre, le truppe nazionaliste sono a Maqueda . Madrid è a 72 km. A 38 km però c'è Toledo. La città è in mano ai governativi , ma nell 'Alcazar resistono asserragliati da oltre un mese il colonnello Moscard6 con 1 300 uomini . Contro il parere dei suoi colleghi generali, Franco fa interrompere l 'offensiva su Madrid per correre in loro soccorso. Il giorno 27, le sue truppe, guidate dal ge­ nerale Varela, liberano l 'Alcazar. :E. una mossa che costa ai nazionalisti l'immediata conquista di Madrid. •

to della CEDA . . Il destino di Lorca è legato alla vendetta di Ruiz Alonso, che tenta, durante un colloquio con un camerata, di dare una spiegazio­ ne del suo delitto : " Ha fatto piu dan­ no coi suoi libri che gli altri con le rivoltelle " ,. (Enzo Biagi, Testimone del tempo, SEI, Torino 1 970).

l'anima a Dio , grida Viva Espafta! e muori da eroe. Addio, figlio mio. Un abbraccio. ,. « Addio, papà. Un grande abbraccio. ,. Quando Cabello riprese il telefono, MQscard6 disse : « Potete ri­ sparmiarvi i !lieci minuti che m'avete offerto. L'Alcazar non s'arrenderà mai ! ,. Luis venne fucilato ( Eby, L'as­ sedio dell'Alcazar, Mondadori, 1967).

,

"L'ALCAZAR NON SI ARRENDE"

È un mito inventato dai nazionalisti

« Colonnello, le dò dieci minuti per arrendersi. Se l'Alcazar non si arren­ de, farò fucilare suo figlio Luis, che è qui accanto a me ,. cosi sarebbe co­ minciata, secondo tutte le fonti na­ zionaliste ( in particolar modo Manuel Aznar, El Alcazar no se rinde, Ed. Ograma, Madrid 1957 ), la conversazio­ ne telefonica tra il colonnello Mo­ scard6 e Candido Cabello, uno dei ca­ pi degl i assedianti dell'Alcazar. « Ma nerché lei ne sia ancor piu sicuro ,. continuò Cabello " la farò parlare con lui. ,. Il ricevitore fu passato a Luis. « Papà ! ,. disse il giovanotto. « Che succede, ragazzo mio? ,. « Niente » ri­ spose Luis. « Dicono che mi fucileran­ no se l'Alcazar non si arrende. Ma tu non preoccuparti di me. » « Se è co­ si ,. rispose Moscard6 « raccomanda

Lo studioso Herbert Southworth af­ ferma che la leggenda dell'Alcazar è solo « una frode, una invenzione propagandistica ». La storia della te­ lefonata a Moscard6 è poco verosi­ mile, visto che le comunicazioni tele­ foniche erano interrotte ;. Luis Mo­ scard6 venne fucilato solo 32 giorni dopo, con altri ostaggi; aveva 24 an­ ni, e non 1 7 come tutti scrissero. Ma perché venne " montata" la leg­ genda dell'Alcazar? « Perché la presa di Toledo era costata a Franco la con­ quista di Madrid, ed era necessario difendere quella manovra sbagliata e combattere la pubblicità negativa provocata dal massacro di Badajoz e delle atrocità perpetrate dall'armata d'Africa ,. ( da Le Mythe de la Croisade de Franco, Ed. Ruedo lbérico 1 964). 81

MENTRE IN SPAGNA i due campi opposti si combattono senza esclusione di colpi, in Europa le diplomazie si com­ battono non meno aspramente. Germania, Italia e Porto­ gallo sostengono con truppe e materiali il movimiento sal-. vador dei generali ; Francia e Russia vendono materiale bellico alla · Repubblica, svolgono una intensa propaganda antifascista e permettono l 'arruolamento dei volontari che vanno a combattere nelle Brigate internazionali. L'Inghil­ terra si dichiara per la Repubblica, ma fondamentalmente mantiene un atteggiamento di disimpegno. Dietro suggeri-

"In Spagna si combatte

per salvare Il mondo dal bolscevismo"

" La questione spagnola è uscita pron­ tamente dal piano nazionale per as­ surgere a grande questione non solo internazionale ma ideologica. Oggi non si lotta e non si lotterà soltanto per salvare la Spagna dal bolscevi­ smo, ma per salvare il Mediterraneo e forse tutta l'Europa dalla espansio­ ne della ideologia asiatica : le due for. ze opposte che si contendono l'avve­ nire, fascismo e comunismo, schiera­ no colà direttamente e indirettamen­ te le loro forze politiche, diplomati· che e militari ,. (Farinacci, op. cit.).

l democratici invocano:

"A yudar a Espaiia" c

Centinaia di centri di raccolta di aiuti e di arruolamento erano sorti in diversi Paesi. •Ayudar a Espaiia era la parola d'ordine che mobilitava mi­ lioni e milioni di uomi:rl, dalle phi •

Oviedo, ottobre 1942. Franco riceve la Croce della Vittoria

diverse tendenze, in Europa e in altri continenti. Comunisti, socialisti, so­ cialdemocratici, la Lega dei Diritti dell'Uomo, numerose Chiese prote­ stanti, oltre a personalità altamen­ te rappresentative, risultarono forte­ mente impegnate nell'opera di aiuto e di solidarietà. In lndià, Gandhi, Nehru e Krishna Menon si schieraro­ no con entusiasmo per la causa della libertà in Spagna; in Messico fu il presidente della Repubblica, Lazaro Cardenas, a rifi.utarsi di aderire alla politica del "non intervento " ,. ( da 30 Anni di Spagna, Anpi, Roma 1968 ).

IL ..101 IITEIIEITO"

uccide la Repubblica

Per Georgel ( op. cit.), l'adozione da parte delle potenze europee del pia­ no di "non intervento" internazionale presentato dal francese Léon Blum privò i repubblicani delle consegne di materiale bellico e di personale militare straniero, c mentre i loro av­ versari continuarono ad essere ali­ mentati dalle dittature tedesca, ita­ liana e portoghese, che non si cura­ vano affatto dei grandi principi de­ mocratici e delle regole del diritto internazionale •. Le uniche nazioni 83

mento inglese, già nel 1 936 il governo francese di Léon Blum propone la politica del " Non intervento " straniero in Spagna : niente materiale bellico e niente uomini ai due campi. Tutti i paesi interessati vi aderiscono, ma solo for­ malmente . In verità la posizione internazionale di neutra­ lità è già un successo per il campo nazionalista, che si vede in pratica riconoscere lo status di belligerante e non quello - molto piu scomodo - di ribelle. Mentre in Europa i " grandi " discutono, in Spagna Franco si avvia a conquista­ re la leadership del suo campo, battendo la concorrenza di

che continuarono a rifornire la Re­ pubblica furono l'URSS (ma l'aiuto sovietico era ostacolato « dalla di­ stanza e dalle difficoltà del comuni­ smo in Spagna - Stalin non aveva alcun interesse a fare dei regali in perdita ") e il Messico. Anche secondo Jacques Delperrie de Bayac (Les Brigades Internationales, Ed. Fayard, Parigi 1968 ) l'intervento · nazifascista ha squilibrato il conflit­ to a vantaggio della destra, mentre l'intervento dell'URSS ha permesso alla Repubblica d i resistere per 29 mesi, ma non di vincere la guerra.

No: danneggia Franco Tra gli stati che riconobbero il go­ verno di Burgos nel primo anno di guerra c'erano solo due grandi po­ tenze : Italia e Germania. " Non fu la Spagna a sceglierle " scrivono Nuii.o Aguirre de Cacer e Gonzalo Fernan­ dez de la Mora (La Politica Exterior de Espaiia, in El nuevo Estado Espa­ iiol, op. cit.). « Si presentarono da so­ le. Il segno delle nostre amicizie in­ ternazionali ci venne dato dalla real­ tà. Se il nuovo Stato non fu presen­ tato al mondo da Francia e Inghilter­ ra fu solo perché quei governi pre­ ferirono lasciare i loro ambasciatori 84

a Madrid e malgrado il fittizio Comi­ tato di " non intervento " costituito a Londra il 9 settembre 1 936, prestarono il loro appoggio morale e materiale al governo repubblicano. ,. Senza . il loro intervento i nazionalisti avreb­ bero vinto facilmente la guerra.

È un tradimento degli stati democratici « Con la politica di " non intervento " adottata su proposta del governo francese presieduto da Léon Blum, si proibiva la vendita di materiale da guerra ai due contendenti: il gover­ no legittimo, da . una parte, e i gene­ rali ribelli dall'altra. Dal punto di vi­ sta del diritto era una aberrazione ; l'applicazione, poi, divenne una tragi­ ca fa rsa. Germania, Italia e Portogal­ lo continuavano tranquillamente a in­ viare materiale bellico e intere unità militari, mentre gli Stati " democra­ tici • rifiutavano di vendere o lasciare anche solo transitare materiale da guerra per il governo della Repubbli­ ca. Gli Stati Uniti, con il pretesto della " neutralità •. continuavano a for­ nire benzina ai generali fascisti e ri­ fiutarono la vendita di materiale da guerra alla Repubblica ,. ( Hidalgo de Cisneros, op. cit.).

Mola. Forte dei successi delle sue truppe marocchine e del­ l 'aureola che gli ha dato la liberazione dell'Alcazar, soste­ nuto da una brillante équipe personale - suo fratello Ni­ colas , Millan Astray, Yagiie, Varela, il generale monarchico Kindelan - Franco riesce a imporsi quale capo supremo dell'esercito nazionalista nel giro di due mesi. Già il 1 6-81 936 entra nella Giunta di Difesa nazionale istituita a Bur­ gos il 26 luglio sotto la presidenza del generale piu anziano, Cabanellas , un repubblicano che si è inaspettatamente schie­ rato con l'alzamiento. Il 1 2 settembre Kindelan e un altro

È

una ipocrisia che maschera gli aiuti ai rossi "Corriere della Sera•, 8 marzo 1939: Schiacciante documentazione sugli aiuti · ai rossi: oltre centomila uomi­ ni, migliaia di cannoni e di aeropla­ ni, intere flotte mercantili furono in­ viati in Spagna per combattere il fa­ scismo. Molto si è scritto, all'estero, sull'intervento italo-tedesco - che se­ gui, come ormai tutti sanno, quello dell'Internazionale rossa - e il farlo, in verità, non era difficile, ché esso si compi alla luce del sole. Non cosi fecero gli altri, che i loro ben piu in­ genti aiuti ai rossi sempre ipocrita­ mente celarono dietro il sipario del "non intervento• e la bandiera della neutralità. Tutto il mondo fu mobili­ tato per combattere, attraverso Fran­ co , l'Italia fascista e la Germania hitleriana, intere flotte solcarono i mari dirette verso i porti marxisti, centinaia e centinaia di fabbriche, in Europa e in America, lavorarono sen­ za sosta a preparar armi e proiettili per sterminare "los facciosos", ban­ chieri israeliti allentarono allo stesso scopo i cordoni delle loro borse, die­ cine e diecine di migliaia di disoccu­ pati, fanatici o illusi, morirono nelle trincee dei fronti iberici. Eppure tut«

to fu invano. E questo dimostra an­ cora una volta come, piu della forza bruta e del denaro, contino il valore dei soldati e la loro fede nell'ideale per il quale combattono ».

HUGH THOMAS: le cifre dell'Intervento straniero in spagna PER I NAZIONALISTI

Gennania Il massimo degli effettivi

fu di 10.000 , cifra raggiunta nell'au­ tunno del 1936. « Complessivamente, quelli che andarono ad aiutare i na­ zionalisti dovettero ess�re circa 16 mila, ma molti erano civili e istrut­ tori. La Legione Condor contò sem­ pre 6000 uomini, ed era integrata da 30 compagnie anticarro. Il colonnello von Thoma, che comandava le for­ mazioni di carri armati, dichiarò nel 1945 agli americani che i suoi soldati avevano preso parte a 192 azioni •. Caduti circa 300. Volume degli aiuti finanziari 500 milioni di marchi. Nes­ sun dato sul materiale inviato. Italia La forza massima superò di poco le 50.000 unità. Caduti: 6000 cir­ ca. Debito di Franco verso l'Italia: tra i 14 miliardi di lire dichiarati da Ciano nel 1 940 e i 1 miliardi della fat­ tura presentata a Franco nel 194 1 . 85

generale monarchico, Orgaz, convinti che Franco desideri come loro una pronta restaurazione monarchica, riescono a farlo nominare comandante unico delle truppe di mare, terra e aria. Il 29 settembre, nuova riunione della Giunta. Kindelan legge il testo del decreto che nomina Franco non solo generalissimo, ma anche « capo dello Stato per tutta la durata della guerra ». � stato Nicolas Franco ad aggiungere quest'ultima frase . Sorpresi, irritati per questa attribuzio­ ne non prevista, i generali protestano, Mola e Orgaz in testa. Ma l 'opera di persuasione di Kindelan piega tutte le resi-

Forniture belliche: 763 aeroplani, 141 motori di aereo, 1672 tonnellate di bombe, 9.250.000 cartucce, 1 930 can­ noni, 10. 135 fucili automatici, 240.747 armi leggere, 7.514.537 proiettili da cannone e 7663 automezzi. Portogallo e altre nazioni: 20.000 vo­ lontari portoghesi inquadrati nella Legione di Viriato ( 8000 caduti ) ; 600 irlandesi agli ordini di O'Duffy; circa 10 inglesi ; un centinaio di francesi della Bandera Jeanne d'Are; una com­ pagnia di russi bianchi ; un gruppo parafascista dell'Europa orientale.

dinavi. Gli altri 5000 volontari ven­ nero, si dice, da cinquantatré nazio­ ni diverse. Circa 3000 "internaziona­ li • erano di origine ebraica. La storia sovietica ufficiale della seconda guer­ ra mondiale afferma che i •volontari • sovietici furono 557. Valore complessivo degli aiuti forniti dall'URSS e dal Comintern: 81 mi­ lioni di sterline ( 63 dei quali pagati dall'oro spagnolo inviato in Russia ) . Aiuti del Messico: 2 milioni di dol­ lari. Collette : USA 2 milioni di dol­ lari ; URSS 47 milioni di rubli.

PER LA REPUBBUCA Gli stranieri che combatterono nel· le Brigate internazionali furono in totale circa 40.000, benché in nessun momento gli effettivi superassero i 18.000 . Probabilmente altri 5000 uo­ mini combatterono in altre unità del­ l'esercito repubblicano. I piu nume­ rosi furono i francesi : 10.000 ; ne cad­ dero 3000. La Germania e l'Austria contribuirono con circa 5000 uomini, di cui 2000 morirono. Al terzo posto figura l'Italia1 con 3350 v o l o n t a r i ( 1813 comunisti). Dagli Stati Uniti ne vennero circa 2800, di cui circa 900 caddero. Gli inglesi, circa 2000, ebbe­ ro oltre 500 morti e 1200 feriti. Ci furono poi circa 1000 canadesi, 1200 jugoslavi, 1000 ungheresi e 1000 scan-

LA GUERRA CIVILE NELL'OPINIONE MONDIALE

86

GIORNALISTI PRO REPUBBLICA DIPLOMATICI PRO FRANCO Lo studioso inglese Southworth (op. cit.) scrive che durante la guerra ci­ vile ci furono in Spagna due classi di reporter stranieri: « Quelli che informavano il popolo attraverso la stampa e quelli che informavano i governi attraverso la valigia diplo­ matica. I primi erano generalmente favorevol i ai repubblicani, i secondi al generale · Franco, con la onorevole eccezione dell'ambasciatore america­ no Bowers nominato da Roosevelt ».

stenze : verso sera viene approvato un decreto nel quale si nomina don Francisco Franco « Capo del governo dello Sta­ to spagnolo » oltre che generalissimo . Primo ottobre. Nella sala della Capitaneria di Burgos si celebra la solenne inve­ stitura di Franco. Dalla lettura del decreto risulta che il ge­ neralissimo è nominato « Capo dello Stato spagnolo » . Fran­ co ringrazia Cabanellas e gli altri generali : « Ave te rice­ vuto una Spagna in frantumi e me la consegnate unita in un ideale unico e grandioso. Io la condurrò al suo glorioso destino » . Franco - 43 anni - ha preso il potere e non lo

L'ambasciatore britannico in Spagna Sir Henry Chilton dichiarò a Bowers di sperare che Hitler « avrebbe pre­ sto spedito in Spagna abbastanza te­ deschi da finire la guerra ,. {citato in Foreign Relations of the United S tates: Diplomatic papers 1937, vol. I, Washington, GPO, 1 954).

Il governatore di Gibilterra

"IBUIIO Franco: Cl lascia andare a caccia" Uno degli elogi piu vistosi a Franco lo rivolse il generale inglese Harring­ ton, governatore di Gibilterra: « Non ho mai avuto il privilegio di incon­ trare Franco, ma ho avuto molti rap­ porti con lui e gli sarò sempre rico­ noscente per l'attenzione che ha sem· pre rivolto ai problemi concernenti Gibilterra e specialmente per la sua considerazione su tutto quello che ri­ guardava la caccia. Naturalmente, durante il primo inverno di guerra, e prima della caduta di Malaga, noi non chiedemmo il permesso di cac­ ciare in territorio spagnolo, ma· du­ rante le mie due ultime stagioni il generale Franco ebbe la squisita cor-

tesia di accordarci questo privilegio, e questo è un ricordo che sarà sem­ pre conservato con gratitudine a Gi­ bilterra. ,. { Sir Charles Harrington, Tim Harrington Looks Back, Ed. Murray, Londra 1 940).

Gravi contrasti in Francia e Inghilterra

Durante la guerra civile spagnola, l'atteggiamento dei governi inglese e francese venne variamente interpre­ tato dall'opinione pubblica interna. Ecco un florilegio di opinioni : l " Il costante appoggio del Primo mi­ nistro Chamberlain al Patto di " non­ intervento ", e la sua politica di con­ discendenza nei confronti di Musso­ lini rappresentano la Realpolitik, e l'unico modo di scongiurare la guer. ra e di dar tempo alle democrazie di riarmarsi ,. { Viscount Templewood, Nine Troubled Years, Collins, Lon­ dra 1 954; e Duncan Keith-Shaw, Pri­ me Ministre Neville Chamberlain, Wells Gardner, Durton and Co. Ltd . . Londra 1939). 2 - " Quello che tutti devono condannare, è la nostra {in­ glese) incapacità di raggiungere una qualsiasi decisione nei confronti del conflitto spagnolo e di agire di con87

lascerà piu. Adesso che è il capo supremo, Franco vuole la consacrazione di Madrid. La città è circondata da tre lati : Avila, Segovia e Toledo . Il 4 novembre le truppe nazionali­ ste occupano l 'aeroporto di Cuatros Vientos , il giorno dopo il Cerro de los Angeles . Il giorno 6, il governo repubblicano presieduto da Largo Caballero si trasferisce a Valencia . Ma­ drid rimane affidata al comandante militare della piazza, generale Miaj a. Il giorno 7, alle ore 1 2 .30 si scatena il gran­ de attacco . I nazionalisti, sostenuti dall 'aviazione italiana e tedesca, nonché da una compagnia di carri armati italiani

seguenza ,. ( Douglas Jerrold, B ritain and Europe 1900-1940, Collins, Lon­ dra 1 94 1 ). 3 ....;. :e giusto che le demo. crazie rimangano al di fuori, perché un interv:ento " contrasterebbe con la nostra ferma decisione di non lasciar­ ci trascinare in nessun blocco ag­ gressivo, fascista o comunista, che si fondi su " ideologie " belliciste, che noi respingiamo quasi come egual­ mente false e riprovevoli ». Insomma : che se la sbrighino da soli ( Robert­ William Seton-Watson, Britain and the Dictators, The Macmillan Co., New York 1 938). 4 - L'opinione pub­ blica in Inghilterra e in Francia è troppo profondamente divisa sulla questione spagnola, perché si possa pensare ad un intervento in favore di una delle sue parti contendenti. In Francia c'è persino pericolo di una guerra civile. 5 - Bisogna incorag­ giare Franco e i suoi alleati fascisti nella loro lotta contro il comunismo in Spagna ( generale A.l. Denikin, World Events and the Russian Pro­ blem, lmpr. Rapide, C.T., Parigi 1 939 ). 6 - Chamberlain è un ottuso e un pazzo, e la sua politica di appease­ ment in Spagna e altrove porterà le democrazie sull'orlo della rovina ( ci­ tati da David T. Cattell in La diplo­ mazia sovietica e la guerra civile spa­ gnola, Feltrinelli 1963). 88

Gli intellettuali e la guerra di Spagna Lunghissimo l 'elenco degli intellet­ tuali di tutto il mondo che hanno parteggiato per i repubblicani : Jac­ ques Maritain, François Mauriac, Georges Bernanos, Romain Rolland e Bernard Shaw, Pablo Neruda e He­ mingway, André Malraux e André Gi­ de, Dos Passos e Aragon, Pearl Buck, John Steinbeck, Upton Sinclair, An­ derson Nexo, Faulkner, Caldwell, Bromfield, Ehrenburg, Kaminski, Or­ well, Auden. Fra gli scienziati, Ein­ stein, Joliot-Curie, Langevin, Haldane, Huxley; fra i pittori e gli scultori Siqueiros e Rivera, Matisse e Leger, Orozco e Moore; i cantanti Léo Ferré e Paul Robeson ... MOLTO POCHI i nomi di spicco fra i sostenitori dei nazionalisti. Per am­ missione stessa di due autori fran­ chisti ( Rafael Calvo Serer, La litera­ tura Universal sobre la guerra de Espafia, Ateneo. Madri!i 1962 e Vi­ cente Marrero, La guerra espanola y el trust de cerebros, Ediciones Pun­ ta Europa, Madrid 1 961 ) sono : Camp­ bell, Kemp, Lum, Belloc, Claudel, Maurras, Massis, Bruce Marshall, Brasillac, Bardèche.

sbarcati a Vigo il 29 settembre , attaccano su quattro diret­ trici : il Ponte dei Francesi sul Manz.anarre, Casa del Cam­ po, la città universitaria e la caserma Montana . Intorno a questi obiettivi si combatte furiosamente per giorni e gior­ ni . Madrid barcolla ma non cade . La difendono i miliziani, le prime Brigate internazionali - tra le quali spicca il Bat­ taglione Garibaldi formato da esuli politici italiani -, gli anarchici catalani di Durruti , il V Regimiento di Lister, gli uomini di Valentin Gonzales detto El Campesino e gran parte della popolazione di Madrid che ha lanciato lo slogan

LA BATTABLIA DI MADRID

Aldo Garosci: "Una esperienza universale"

Franco : "Perché non ho sfondato"

Secondo Garosci (Gli intellettuali e la Guerra di Spagna, Einaudi 1959 ), l'ampiezza dell'adesione dell'intellet­ tualità mondiale conferisce alla guer­ ra civile spagnola un carattere di esperienza universale : c Non solo le dimensioni materiali della tragedia diedero alla guerra di Spagna que­ sto rilievo, ma anche le forze spiri­ tual i impegnate in essa... La guerra spagnola fu come il lampo della not­ te che sveglia coloro che quietamen­ te fino allora avevano dormito » .

In una intervista rilasciata al " Diario de Noticias " di Lisbona del 30 dicem­ bre 1937, il generale Franco dichiara che la responsabile della guerra civi­ le spagnola è la massoneria francese. Spiegando poi le ragioni della man­ cata presa di Madrid, afferma che la città si poteva conquistare « solo di­ struggendola, perché gli elementi in­ ternazionali accorsi avevano fatto di ogni casa trincea " · E infatti quasi tutti internazionali sarebbero gli ol­ tre 100.000 difensori di Madrid, men­ tre solo tremila sarebbero gli stra­ nieri arruolati nell'esercito nazionali­ sta : c Si tratta veramente di volon­ tari, e non di mercenari pagati con l'oro rubato alla Banca di Spagna " ·

Vittorini:

"La scoperta dell'antifascismo italiano"

Quale fu l'importanza della guerra civile spagnola per gl i intellettuali italiani rimasti in patria? Elio Vitto­ rini scrive nel suo Diario in pubblico ( B ompiani 1957 ) che c fu scuola per la massa di noi... ogni operaio che non fosse un ubriacone e ogni intel­ lettuale che avesse le scarpe rotte, passarono curvi sulla radio a galena ogni loro sera "· E conclude : « Il vec­ chio antifascismo italiano non lo tro­ vammo che dopo... Fu per la guerra civile di Spagna che lo trovammo " ·

Il giuramento del mil iziano " Io, figlio del popolo, cittadino ddla Repubblica spagnola, accetto libera­ IJlente la condizione di milite del po­ polo. Giuro, davanti a .tutto il popolo spagnolo e al Governo sorto dalla vittoria del Fronte Popolare, di difen­ dere fino alla morte le libertà demo­ cratiche e la causa del progresso e 89

« No pasaran ! » . La deputatessa comunista Dolores Ibarru­ ri, la Pasionaria (fiore della passione), spinge anche le don­ ne al combattimento : « Meglio essere vedove di eroi che mogli di vigliacchi ! » E ancora : « Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio » . Ai bombardamenti degli aerei della Legione Condo r tedesca e dei cannoni italiani, i go­ vernativi rispondono con gli aerei, i carri armati e le mi­ tragliatrici inviati dalla Russia e dal Messico. Madrid non cade . Il 24 novembre Franco è costretto a interrompere l'offensiva. Madrid cadrà solo alla fine della guerra. •

della pace ; di sterminare definitiva­ ' mente il fascismo e di meritare con onore il titolo di milite. Giuro di non commettere mai degli atti diso­ noranti, di prevenire quelli che i miei compagni potrebbero commettere, di avere in ogni circostanza un atteggia­ mento degno e corretto. Giuro di mettere al servizio della Repubblica e del.. suo Governo tutte le mie forze. »

l russi salvano Madrid

Dos Passos: ''Questa è Madrid assediata"

La sconfitta del "4 generali"

c Vi sono trincee fatte con sacchetti di sabbia nella grande e appena com­ piuta Plaza de Espaiia. Le grandi e Irre!Jolari statue di bronzo raffigu­ ranti Don Chisciotte e Sancio Pancia guardano stranamente verso la posi­ zione nemica di Carabanchel. Nelle baracche di muratura all'angolo, un gruppo della Brigata internazionale aspetta il rancio. Volti francesi, bel­ gi, italiani settentrionali, esuli tede­ schi, uomini barbuti scuriti dal sole, ragazzi; emanano un senso · di ener­ gia e di disperazione. I dittatori han­ no rubato loro il mondo; hanno perso la casa, le famiglie, le speranze di vita o di carriera; combattono per aprirsi una strada » (John Dos Pas­ sos, Introdut.ione alla Guerra civile).

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• Mentre Franco liberava Toledo, i tecnici russi col loro materiale bel­ lico sono sbarcati a Barcellona e han­ no raggiunto Madrid. E, come nel lu­ glio l'aviazione italiana aveva salvato gli insorti, cosf in novembre i carri armati moscoviti salveranno i gover­ nativi » ( Georges-Roux).

Una delle piu celebri canzoni popo­ lari della guerra di Spagna canta la sconfitta dei Quatros generales - Mo­ la, Queipo de Uano, Varela e Fran­ co - alle porte di Madrid: « I quattro generali l che si sono ribel­ lati l per la notte di Natale l saranno impiccati. - Ponte dei Francesi l nes­ suno ti oltrepassa l perché i tuoi mili­ ziani l ti fan buona guardia. - Madrid, come resisti bene l ai bombardieri. l Delle bombe se ne ridono l i madrileni. - Per la Casa de Campo l e il Manza­ narre l vogliono passare i mori l ma di U non passa nessuno. - Marciate legio­ nari, l marciate hitleriani. l tornate in­ vasori l tornate alla vostra terra. - Per­ ché il proletariato l ha vinto la guerra •.

Il J{eJleralissimo Franco assiste con la moglie a una cerimonia religiosa

A PARTIRE DAL 1 937, Franco si trova a dover combattere tre battaglie contemporaneamente : quella militare contro i " rossi " governativi ; quella diplomatica contro gli amici internazionali della Repubblica e i suoi stessi scomodi al­ leati Hitler e Mussolini , che vogliono " farsi pagare " l 'inter­ vento in Spagna con intromissioni che il gene ralissimo non sempre può respingere ; e infine la battaglia politica tra le fazioni del suo campo - monarchici legittimisti, monarchi­ ci carlisti, esponenti della CEDA e falangisti ( anti-monar­ chici ) - che trovano modo di polemizzare e scontrarsi con-

La situazione In campo nadonallsta

Franco �on è un capo assol uto Nota dell'ambasciatore Cantalupo al governo italiano sui rapporti di for­ za in campo nazionalista. « Franco è primo inter pares ... Mola e Queipo de Llano, pur rendendogli formale ossequio, fanno sforzi per mantenere il piu possibUe intatte le proprie po­ sizioni, sostenuto ciascuno dalla for­ za militare di cui dispone. Franco è in sostanza il capo eletto non perché unico, ma perché piu forte degli al­ tri due. Questo equilibrio, dapprima instabile, si è poi rafforzato a favore di Franco con gli avvenimenti mili­ tari, per il suo spirito democratico, per la necessità di tutti di restar so­ lidali con lui di fronte ai rossi, per l'urgenza di vincere a qualunque co­ sto la guerra civile, e anche per il patriottismo di Queipo de Llano e Mola, i quali sanno che l'Europa ami­ ca e nemica li guarda. »

Queipo de Llano: "Una iuerra di sterminio" " Noi spagnoli siamo ora divisi da un abisso impossibile a riempire, una 92

distanza grande come quella che c'è tra la Terra e la Luna. Questa guer­ ra è una guerra di sterminio. Biso­ gna sterminare i marxisti o loro ster­ mineranno noi » (Radio Siviglia, 1 8 luglio 1936 ).

Ci siam o scan nati con gran gusto « La guerra civile non è mai stata molto penosa. Molti sono rimasti im­ pressionati dalla ferocia che abbiamo dimostrato allora... In verità, ci sia­ mo scannati tra noi e con gran gu­ sto. Gli spagnoli ci si trovavano a me­ raviglia in quella guerra... E· aspet­ tiamo solo di ricominciare a scan­ narci alla prima occasione buona. Nella storia moderna gli spagnoli non si sono divertiti mai tanto come in quella guerra » ( dichiarazione di un giornalista madrileno a R. Wright ).

BERNANOS condanna i massacri fascisti Il romanziere cattolico francese Ber­ nanos si è scagliato contro i massa­ cri che ha visto perpetrare a Palma di Maiorca dai franchisti. Prima si fucilarono i " nemici • prelevati di not-

tinuamente tra loro. Per quest'ultima battaglia Franco si avvale molto di suo cognato, l'avvocato Serrano-Sufier, un brillante allievo dei gesuiti che è appena uscito dalle carceri repubblicane in seguito a uno scambio di prigionieri . Serra­ no-Sufier è il marito di una sorella di Carmen Franco ; ha sempre frequentato gli ambienti di estrema destra ed è sta­ to uno dei trami ti tra la Falange e Franco, quando il genera­ le era confinato nel " semi-esilio " delle Canarie . È riuscito a soppiantare Nicolas Franco nel ruolo di consigliere perso­ nale del generalissimo. Ed è in parte a lui che Franco deve

te nelle loro case. Poi « cominciò la seconda fase, quella della epurazione delle carceri, perché un gran numero di sospetti, uomini e donne, sfuggiva­ no alla legge marziale per non aver commesso il piU piccolo crimine giu­ dicabile in consiglio di guerra. Si co­ minciò allora a rilasciarli a gruppi, secondo i loro luoghi di origine. A metà strada i camion si fermavano a vuotare in un fosso il • carico ". Quan­ ti morti? Cinquanta? Cento? Cinque­ cento ? La cifra che riporto è stata fornita da uno dei capi della repres­ sione a Maiorca. La valutazione po­ polare è molto piu alta. Non impor­ ta. Ai primi di marzo del 1937, dopo sette mesi di guerra civile, si conta­ vano tremila di quegli assassinii, cioè una media di quindici esecuzioni al giorno » (G. Bernanos, Les grands ci­ metières sous la lune, ed. Plon, 1938).

né per il prossimo, né per Dio; essen­ do imbevuti delle piu spinte teorie rivoluzionarie, si mostravano insoffe­ renti alla disciplina; avevano capi de­ signati da fazioni politiche, incapaci e violenti ; mancavano di addestra­ mento ; erano in continua discordia tra loro ; difendevano gli interessi dell'Internazionale socialista e non del loro Paese. b) Le truppe naziona­ liste, in generale, avevano invece amo­ re per la Patria, per il prossimo e per Dio ;. si mantenevano nell'ordine e nella disciplina ; erano ben inqua­ drate, comandate ed addestrate; ope­ ravano alle dipendenze del piu ap­ prezzato Capo militare del loro Pae­ se; difendevano gli interessi della lo­ r:o Patria » (Gabrielli, op. cit. ).

LA FEROCIA DEl ROSSI

MASSACRO BIANCO. « Come fu che fucilarono i tuoi ? " " Niente di specia­ le. I miei erano di sinistra come tan­ ti altri a Valladolid. Quando i fasci­ sti ripulirono la città, fucilarono per primo mio padre perché aveva vota­ to per i socialisti. Poi fucilarono mia madre. Aveva votato anche lei, era la prima volta che votava in vita sua. Dopo di questo fucilarono il marito

« Mentre le forze del Fronte Popola­ re dettero prove di inaudita ferocia, quelle agli ordini del Generale Fran­ co si distinsero per cosciente ardi­ mento. � mia convinzione che il con­ trasto ci fu, per le seguenti ragioni: a ) i miliziani del Fronte Popolare non sentivano amore per la Patria,

ERN EST H EM I N GWAY: "Come si muore in Spagna"

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quella abilissima politica che ancora oggi lo mantiene al � tere : « Neutralizzare a suo profitto i gruppi contrastanti » come dice lo storico francese Max Gallo. Franco si pone co­ me chiave di volta delle varie forze, e, appoggiando ora l 'una ora l 'altra, riesce ad annullare la pericolosità di tutte . 11 1 9 aprile i l generalissimo annuncia solennemente alla radio la dissoluzione di tutti i gruppi politici e la costituzione del partito unico, il Movimiento. Si chiamerà ufficialmente Fa­ lange Espanola Tradicionalista y de las JONS e avrà come unico e indiscusso capo Franco il Caudillo , sinonimo del-

· di una delle mie sorelle, che era iscritto al sindacato dei tranvieri. Ma non si mischiava affatto di politica. Io lo conoscevo bene ; non credo nem­ meno che fosse un buon compagno. Poi ci fu che il marito dell'altra mia sorella, tranviere anche lui, era venu­ to con me sui monti. I fascisti crede­ vano che mia sorella sapesse dov'era. Non lo sapeva, e la fucilarono perché non voleva dire dov'era suo marito". ,.

MASSACRO R.OSSO. « Vidi la sala piena di uomini che battevano alla cieca con randelli e correggiati, e in­ filavano e pestavano e urtavano e brandivano i forconi bianchi di le­ gno, che ora erano rossi, e i rebbi erano spezzati. Urlavano e bastona­ vano e infilavano senza fermarsi, e si udivano uomini nitrire come cavalli in un incendio. E vidi il parroco, con la veste rialzata, arrampicarsi sopra una panca, e i suoi inseguitori lo col­ pivano, tagliuzzandolo con falci e col­ tellacci, e a un tratto qualcuno gli afferrò l'abito e udii un altro grido, e un altro ancora, e vidi due uomini che gli affondavano le falci nella schiena mentre un terzo lo teneva fermo per l'orlo della veste; e il par­ roco alzò le braccia e s'aggrappò allo schienale d'una sedia .. » ( da Per chi suona la campana, Mondadori 1945 ). .

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Terrori a confronto Lo studioso inglese G. Brenan fa una netta distinzione tra " terrore rosso " e " terrore bianco ". c � impossibile conoscere il numero delle vittime dei plotoni d'esecuzione da entrambe le parti, ma i resoconti dei testimoni oculari - che hanno sottolineato il carattere prolungato e sistematico della purga - inducono a supporre che durante i primi sei mesi di guerra per ogni giustiziato in campo repub­ blicano, ve ne fossero due o tre in campo ribelle. Esecuzioni sommarie avvenivano quotidianamente nelle pri­ gioni franchiste; le carceri si vuo­ tarono e riempirono varie volte. Se ciò non accadde su larga scala in campo avverso fu perché le autorità repubblicane si erano tenacemente opposte al terrorismo, stroncandolo non appena possibile, mentre da par­ te nazionalista gli stessi terroristi, os­ sia i falangisti e i carlisti, furono e ri­ masero responsabili del fronte interno per tutta la durata del conflitto. ,.

La Chiesa dalla crociata « Dopo aver combattuto, succes s iva­ mente, nel corso della sua storia, i

l 'italiano Duce e del tedesco Fiihrer. Non tutti sono d'accor­ do sull'unificazione, ma la folgore di Franco si abbatte sui dissidenti. Già nel dicembre '36 ha mandato in esilio H piu attivo leader carlista, Fai Conde, per « attentato alla sua autorità » . E il 25 aprile non esita a fare arrestare e condan­ nare a morte per alto tradimento Manuel Hedilla, l'uomo che ha preso il posto di José Antonio, fud.Iato dai repubbli­ cani , alla testa della Falange . Per intercessione del console tedesco, di Yagtie e di Serrano-Sufier la condanna viene commutata in carcere a vita . Nel corso del 1 937, Franco

musulmani, i protestanti, i francesi e il proletariato, la Chiesa spagnola affronta la Repubblica. Nessuno oggi osa piu contestare che in certe regio­ ni essa abbia preso parte attiva alla p�:eparazione e alla esecuzione del colpo di Stato » scrive Georgel nel suo Le Franquisme. Georgel ricorda che il vescovo di Cartagena disse al­ l'annuncio dell'alzamiento: « Benedet­ ti siano i cannoni se nelle brecce che aprono fiorisce il Vangelo "·

La violenza è santa

« Crociata, com'è noto, viene dal ter­ mine croce, ed è un movimento di massa che prende come giustificazio­ ne la croce di Gesu Cristo. Ciò che è caratteristico del concetto di cro­ ciata è il ricorso alla violenza per imporsi, sia come legittima difesa, sia come reazione giusta, sia co�e conquista necessaria ... " (V. Marrero, La guerra esvanola y el trust de ce­ rebros, Madrid 1961 ). La "Divini Redemptorls" di Pio Xl

Pio Xl : "Gli orrori del comunismo in Spagna" « Anche là, nella Nostra carissima Spagna, il flagello comunista si è sca-

tenato purtroppo con una violenza furibonda. Non si è abbattuta l'una o l'altra chiesa, questo o quel chio­ stro, ma quando fu possibile si di­ strusse ogni chiesa e ogni chiostro e qualsiasi traccia di religione cristia­ na, anche se legata ai piu insignì mo­ numenti d'arte e di scienza! Il furore comunista non si è limitato ad ucci­ dere vescovi e migliaia di sacerdoti, di religiosi e religiose, cercando in modo particolare quelli e quelle che proprio si occupavano con maggior impegno degli operai e dei poveri; ma fece un numero molto maggiore di vittime tra i laici di ogni ceto, che vengono ogni giorno trucidati a schie­ re per il fatto di essere buoni cristia­ ni o almeno contrari all'ateismo co­ munista. E una tale spaventevole di­ struzione viene eseguita con un odio, una barbarie e una efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo ,. ( dall'Enciclica Divini Redemptoris, 19 marzo 1937 ).

l contadini contro la Chiesa dell'ingiustizia « I contadini rimproveravano alla Chiesa di aver sempre sostenuto i si­ gnori, approvato la repressione che tenne dietro alla rivolta delle Astu95

conquista definitivamente il suo pm prezioso alleato : la Chiesa . cattolica. L'investitura ufficiale gliela dà la Lettera collettiva dei Vescovi spagnoli diramata il l o luglio 1 937 dal primate di Spagna, cardinal Goma. La Lettera collettiva fa della guerra dei nazionalisti una " Crociata " per la salvezza della Spagna, della religione e della Chiesa perseguitate dal­ l 'anticristo " rosso " . In verità, fin dai primi giorni del solle­ vamento i cattolici si sono schierati compatti dalla parte dei nazionalisti, con la piena approvazione del Vaticano e della gerarchia ecclesiastica. Unica eccezione , i cattolici baschi :

rie, approvato la spogliazione dei ca­ talani, insegnato sempre ai poveri la sottomissione all'ingiustizia, mentre ora predicava la guerra santa contro di loro. Tutti gli spagnoli le rimpro­ veravano di aver segnalato ai fasci­ sti, nei paesi conquistati da loro, i nomi dei " malpensanti ", non ignoran­ do che li mandavano alla fucilazio­ ne » (André Malraux, La speranza, Mondadori 1956). LA LEtTERA COLLETTIVA DEI VESCOVI SPAGNOLI

Franco, patriottismo, rel ig ione 1-7-1 937 « Malgrado il suo spirito di pace e il suo desiderio di evitare la guerra e di non prendervi parte, la Chiesa di Spagna non poteva . assiste­ re indifferente alla lotta. Da \IDa par­ te si sopprimeva Dio, del quale la Chiesa deve realizzare l'opera in Ter­ ra, e si causava alla stessa Chiesa un torto immenso, nelle persone, nelle cose e nei diritti, forse piu di quanto non sia mai successo nella storia. Dall'altra parte si ergeva lo sforzo cosciente di chi combatteva per la 96

conservazione del vecchio spirito spa­ gnolo e cristiano. Affermiamo che il sollevamento civil-militare ha una du­ plice radice : il sentimento patriotti­ co, che ha visto nella sollevazione l'unica maniera di risollevare la Spa­ gna ed evitare la sua definitiva rovi­ na ; e il sentimento religioso che lo considerò come la · forza che doveva ridurre all'impotenza i n e m i c i di Dio " ( Goma y Tomas, arcivescovo di Toledo, Por Dios y por Espafta, 193639, Barcellona 1940). Non firmarono la lettera mons. Mugica, vescovo di Vitoria, e mons. Vidal y Barraquer, arcivescovo di Tarragona.

JACQUES MARITAIN : " Cristo non è un capo di guerra" " Che si invochi pure, se lo si ritiene giusto, la giustizia della guerra che si fa. Ma che non si invochi la sua santità. Che si uccida, se si crede di dover uccidere in nome dell'ordine sociale o della nazione, questo è già abbastanza orribile. Ma che non si uccida in nome di Cristo Re, che non è un capo di guerra, ma un re di gra­ zia e di carità, morto per tutti gli uomini, e il cui regno non è di que­ sto mondo » ("La Nouvelle Revue Française", 2 luglio 1937 ).

sono rimasti fedeli alla Repubblica perché riconosce i dirit­ ti delle minoranze etniche e le autonomie locali, mentre il Movimiento salvador nazionalista combatte aspramente i separatismi , soprattutto quelli basco e catalano. Il 1° otto­ bre, il nunzio apostolico Antoniutti presenta a Franco le sue credenziali . La Santa Sede è uno dei primissimi stati a rico­ noscere il governo Franco ( 28-8-'37 ). L'hanno preceduta solo Guatemala e El Salvador ( 8-1 1-'36), Italia e Germania ( 81 1-'36). Seguirà il Portogallo ( 1 93 8 ) . Franco ricompensa su­ bito, e generosamente, l 'aiuto della Chiesa : revoca della se-

EMMANUEL MOUNIER:

"Dai conventi si s parava contro i re p ubblicani" Dalla parte dei nazionalisti - scrive E. Mounier su " Esprit • del 1-10-'36 si è schierata non la Chiesa, ma il potere temporale della Chiesa. c Ma da questa parte, ci sono anche il ge­ nerale Queipo de Llano che procla­ ma: " Per ogni nazionalista ucciso, fu­ cilerò dieci marxisti ". C'è il generale Mola che proclama: " Conquisterò la vittoria anche se metà della Spagna dovesse cadere ". C'è il vergognoso ri­ torno dei mercenari mori. C'è soprat­ tutto una rivolta di soldataglia che si vuol far passare per un movimento popolare. Di fronte a tutto questo c'è il governo legale. Oimè, per i cattoli­ ci questo governo significa un sussul­ to di violenza contro la Chiesa di Spagna, un terrore rosso simmetrico al terrore bianco. Ma il governo le­ gale conosce fin troppo bene la situa­ zione del clero spagnolo, il piu arre­ trato di tutti i cleri, per non com­ prendere o addirittura scusare quel furore popolare. A Barcellona le pri­ me sparatorie sono partite dai con­ venti ; una chiesa bruciata è stata quasi sempre un luogo di· agguato preparato con l'aiuto del curato che -

sparava dal pulpito o dal campanile contro i soldati repubblicani. Tra una Chiesa riparata all'ombra della spa­ da di cosi pericolosi protettori e una Chiesa sofferente, un pugno di catto­ lici ha scelto la seconda. Altri avreb­ bero preferito l'astensione. Ma in Spagna non _ci si può astenere. » La persecuzione rossa

7000 RELIGIOSI UCCISI A . Montero nella sua Historia d e la persecucion religiosa en EsTJ(lna. 193639 ( Biblioteca de autores cristianos, Madrid 1 96 1 ) , ha registrato 1 15 pagi­ ne a doppia colonna, fittissime, con i nomi esatti di vescovi, sacerdoti, re­ ligiosi, seminaristi e monache assas­ sinati nella zona rossa. Questo il tra­ gico bilancio: clero secolare, 4184 ; frati 2365 � monache 283. In totale, 6832 persone consacrate a Dio.

l difensori della fede fucilano i preti baschi · Ma anche i nazionalisti fucilano sen­ za scrupolo i preti che li combattono, dice il Georgel; il 16 novembre 1 936 hanno passato per le armi 16 preti baschi. La cifra è evidentemente in-

parazione tra Stato e Chiesa ; abolizione del matrimonio ci­ vile e del divorzio ; istruzione religiosa obbligatoria ; educa­ zione nazionale e ufficio di censura sottoposti al controllo della Chiesa. Il 3-5- 1 93 8 , i gesuiti vengono riammessi in Spagna. Ma anche per le altre forze che lo sostengono Fran­ co ha pronte delle ricompense . Ai monarchici promette ­ in termini abbastanza vaghi - la restaurazione della mo­ narchia e affida loro tre dicasteri nel suo Primo Governo nazionale ( 30-1-1 938 ) . Per i carlisti - tradizionalisti e ul­ tracattolici - c'è un dicastero, il richiamo ufficiale alle

fima rispetto alle esecuzioni della parte repubblicana, « ma il problema qui è di principio non di cifre. I re­ pubblicani fucilano i religiosi ma non pretendono di combattere per difen­ dere la fede; mentre i nazionalisti fanno lo stesso pretendendo di difen­ derla. Chi combatte per il Cristo non uccide i suoi ministri, anche se li ri­ tiene " pecorelle smarrite "... E poi, quanto è sorprendente questa difesa del Cattolicesimo che chiama in aiu­ to, come " crociati " di prima fila, dei mori musulmani, addobbati per la circostanza con un Sacro-Cuore cuci­ to sui burnus ! » SOLO INCARCERATI. In seguito a un intervento della Chiesa, i preti ba­ schi vennero " risparmiati " : un docu­ mento nazionalista riporta che dopo la caduta dei Paesi Baschi ci furono « 283 preti e 1 3 1 religiosi incarcerati, condannati ai lavori forzati o esilia­ ti. » Non si parla di fucilazioni.

FRANCO, MODERNO CROCIATO «

� una fortuna, lo dico chiaro e ton­ do, avere di fronte a noi [francesi ] i l generale Franco. � uno spirito es­ senzialmente religioso, calmo e me­ ditativo. La sua forza è di essere let98

teralmente posseduto dall'ideale della civiltà cristiana. Dal punto di vista cristiano gli rimproverano Guernica, o il bombardamento di Barcellona, o l'esecuzione di molti preti baschi. Ma questi fatti, o altri ancora, anche se possono essere posti al passivo del nazionalismo spagnolo, non inficiano minimamente la causa incarnata da Franco. Rileggetevi la storia delle Cro­ ciate e vedrete che non era sempre comodo per i nemici cadere nelle ma­ ni dei crociati. Ma questo fatto può forse sporcare l'ammirevole ideale che esaltò la Cristianità e la spinse, con un epico itinerario, alla conquista del Santo Sepolcro? » ( Bernouville , "La France Catholique ", 9-5-1938 ).

Mauriac: .. Non confondiamo Franco con Dio" Lo scrittore francese François Mau­

riac ha piu volte criticato duramente l'incondizionato appoggio della Chie­ sa al franchismo : « Purtroppo, resta questa spaventosa sciagura, che per milioni di spagnoli cristianesimo e fa­ scismo si confondono, e che non po­ tranno piu odiare l'uno senza odiare l'altro... Quanti anni o secoli ci vor­ ranno alla Chiesa di Spagna per li­ berarsi dal terribile equivoco e per-

tradizioni spagnole e l'appoggio dato alla Chiesa. Per i falan­ gisti c'è la Carta del Lavoro del 9 marzo '38 , che introduce la concezione dello stato nazionalsindacalista e del sinda­ cato verticale propugnati dai " 26 punti della Falange " , an­ che se molti dei principi anticapitalistici della Falange ven­ gono svuotati del loro contenuto. In piu, Franco istituisce il " culto di José Antonio " , che diventa cosi il nume tutelare e il proto-martire della " Nuova Spagna " . 11 20 novembre ­ data della esecuzione del fondatore della Falange - diven­ • ta giornata di lutto nazionale .

ché i figli delle donne assassinate a Guemica, a Durango, a Barcellona e in tutta la Spagna imparino a non confondere piu la causa del loro Dio crocefisso con quella del generale Francisco Franco " ( r i p o r t a t o da Georgel nell'op. cit.).

1971, l'autocritica del cattollcl

La Chiesa di Spagna chiede perdono « Reconocemos humildemente y pe­ dimos perdon, riconosciamo umil­ mente e chiediamo perdono di non aver · saputo, a suo tempo, compor­ tarci come avremmo dovuto, da veri ministri di Dio, mentre il nostro po­ polo era diviso da una guerra tra fra­ telli. " Questa è la mozione n. 34 ap­ provata dalla prima Assemblea con­ giunta di vescovi e sacerdoti svoltasi a Madrid tra il 13 e il 17 settembre 1 97 1 . L'esito della votazione è stato il seguente : 137 si; 1 9 si con riserva, 10 schede bianche e 78 voti contrari. L'UNITA, 18-9-'71 . · « Anche se redatto in termini moderati, tale manifesto sembra essere una pietra miliare nel­ la politica di disimpegno della Chie­ sa cattolica dal regime di . Franco. " LA STAMPA, 25-9-'71 : « Ammettendo

che il suo atteggiamento durante la guerra civile fu fazioso e tutt'altro che : cristiano, affermando che schie­ rarsi con i generali -ribelli fu un er­ rorei la Chiesa toglie . al franchismo una· delle patenti sulle quali esso a­ veva fondato prima la sua legittimi­ tà, e poi il suo potere assoluto : la patente della Crociata, il ruolo di di­ fensore della cristianità. "

Il padre della Falange era un agente di Mussolini Dall'inizio del 1934 José Antonio, il fondatore della Falange, era « nel senso piu stretto un agente stipendia­ to dall'ambasciata italiana di Parigi. Era il n. 2 della lista dei pagameJ!ti e percepiva 50.000 lire al mese, ridot­ te poi a 25.000 a partire dalla fine del 1 935 " La sensazionale rivelazio­ ne è dello storico francese Max Gal­ lo, che si basa su documenti segre­ ti fotografati dagli americani a Ro­ ma nel 1 944, e depositati attualmen­ te negli Archivi Nazionali di Washing­ ton. .In un " rapporto" a Roma del 24-8"1 935, José Antonio a ff e r m a v a : « Se un governo di sinistra arriva al potere, tutto l'Esercito seguirà il pri­ mo che lancia la parola d'ordine del­ la ribellione nazionale " · ·

99

MENO FACILE PER FRANCO trovare un accordo con gli alleati italiani e tedeschi . I nazisti , che criticano aperta­ mente lo scacco di Madrid e il modo con cui sono state con­ dotte le operazioni, esigono che la loro Legione Condor resti indipendente, al comando di ufficiali tedeschi e re­ sponsabile solo davanti al Caudillo. Gli italiani poi, arrivati in forze in Spagna nel gennaio del 1 937, hanno addirittura un loro piano di azione : sfondare sul fronte sud, conquista­ re Malaga, risalire a nord e , all'altezza di Guadalajara, ta­ gliare le direttrici che congiungono Madrid con Saragozza

PERCHE FRIICO Hl CHIESTO L'liUTO DELL'ASSE « L'arrivo a Madrid delle famose Bri­ gate internazionali rosse, 1'8 novem­ bre 1936, il giorno stesso in cui l'e­ sercito di Franco raggiungeva la peri­ feria di Madrid, e l'acquisto di mate­ riale bellico straniero da parte del governo rosso che disponeva di - alti mezzi finanziari - riserve d'oro della Banca di Spagna e le città industria­ li - obbligarono Franco a chiamare in aiuto coloro che volevano opporsi al comunismo ,. ( Sixty-Four Questions on Spain : The Spanish Controversy, Oficina de Informaci6n Diplomatica, Madrid 1953 ).

Hitler : "Dovevamo salvare la Spagna e la Germania" « Nell'estate del 1936 · la Spagna sem- . brò perduta. Forze internazionali at­ tizzarono colà il fuoco di una rivo­ luzione che mirava a ridurre in cene-

Francisco Franco alla sua scrivania

re non solo la Spagna, ma anche l'Eu­ ropa. Le potenze cristiano-democra­ tiche hanno fornito armi e munizioni ai cosiddetti volontari. Una terribile sorte pesava sul nostro continente e la civiltà europea sembrava perduta. In questo frangente comparve un uomo, Franco, che, seguendo l'impe, rativo della propria coscienza, iniziò la lotta per salvare la Spagna. Con­ tro di lui si scatenò una congiura mondiale. Nel luglio 1936 decisi di ac­ - cogliere la domanda di aiuto del ge­ nerale Franco e di dargli tutto il ne­ cessario soccorso fino a quando lo stesso aiuto veniva dato ai rossi. Ho preso questa decisione riconoscendo che non si trattava di salvate soltan­ to l'Europa, ma anche la nostra Pa­ tria ,. (dal "Volkischer Beobachte:r", giugno '39).

L'i ntervento italiano « L'Italia vide dal primo giorno della guerra spagnola la civiltà cristiana minacciata e una masnada brutale calare dai Pirenei sulla nostra Patria. Mussolini avvertf il mondo intero del­ la sua irrevocabile decisione di affian­ carsi a noi, fino alla vittoria finale, e mantenne tutte le sue promesse. L'Italia agf verso di noi con lealtà e

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e Barcellona. Dopodiché, isol�ta dal resto del paese, Ma­ drid cadrà . E toccherà ai legionari italiani la gloria di en­ trare per primi nella capitale . Franco è contrario : dal suo quartier generale di Salamanca ha progettato una campa­ gna al nord, che dovrebbe assicurargli le Asturie e i Paesi Baschi , regioni industrializzate e ricche di materie prime di cui c'è tanto bisogno per sostenere lo sforzo bellico. Ciono­ nostante, deve cedere ai " desiderata " fascisti . Il l O febbraio , dopo una rapida e travolgente avanzata, le truppe italiane di Roatta, coadiuvate dai reparti spagnoli di Queipo de Lla-

generosità " ( "Arriba", 6 luglio 1939). « Il Duce ha piu volte affermato pub­ blicamente che stava a fianco della Spagna autentica, che desiderava la vittoria di Franco e che sarebbe ri­ masto al SUO fianco fino al pieno COn· seguimento di essa. Nessuno in Spa· gna dimenticherà mai questo atteg­ giamento " ("Madrid ", 7-7-'39 ).

Ingannati i legionari italiani

��credevamo di andare In Africa Orientale"

"Siamo andati in Spagna con la testa nel sacco" L'ambasciatore C a n t a l u p o afferma che in Spagna l'Italia c'era andata « con la testa nel sacco, senza impe· gnare in alcun modo Franco a una politica definitiva, senza calcolare i rischi bellici e internazionali che cor­ reva '"· L'impressione di Cantalupo era che Mussolini si fosse lasciato sugge· stionare da Ciano. « Si era lasciato immergere nell'impresa fino alla testa e non poteva ritirarsene senza rinun· ciare al trionfo ideologico che se ne riprometteva. Quindi era costretto a intervenire ancora; ma piu interveni­ va, piu affondava nell'impresa... La verità è che la nostra partecipazione militare si . ingrandiva sempre di piu, divorava sempre di piu i pochi mezzi militari moderni di cui le nostre for­ ze armate disponevano. ,. 1 02

·

Erano proprio tutti "volontari" gli ita­ liani incorporati nelle truppe franchi­ ste? O molti soldati salparono senza sapere che andavano in Spagna? Do­ po la sconfitta di Guadalaj ara vari prigionieri italiani confermarono « il carattere regolare, obbligatorio e for­ zato della loro spedizione in Spagna, la piena assenza di qualsivoglia ele­ mento volontario, cioè a dire proprio il contrario di quello che si sforza di dimostrare la stampa italiana colta in flagrante ,. scrive Mikhail Kotsov, corrispondente della " Pravda " in Spa. gna nel suo Diario della guerra di Spagna ( Schwarz, Milano 1966). An­ che il libro 30 anni di Spagna edito dall'ANPI ( 1 969) conferma questa te­ si. « Non tutti avevano scelto di ve­ nire a combattere in Spagna. Molti avevano chiesto di andare in Africa Orientale coi Battaglioni lavoratori ed erano stati inviati in Spagna a lo­ ro insaputa. Quasi nessuno aveva idea di quale guerra e per che cosa com­ batteva. L'ignoranza della verità del­ la guerra era completa. »

no, entrano in Malaga. Nella città conquistata i nazionalisti si abbandonano ad " atti di giustizia " cosi violenti , che l 'am­ basciatore italiano Cantalupo protesta presso Franco per incarico dello stesso governo italiano. Risposta : non è col­ pa del generalissimo, ma degli elementi locali incontrolla­ bili . Mentre gli italiani entrano in Malaga, nella valle del J arama è in corso un ennesimo attacco nazionalista contro Madrid, condotto dal generale Varela e patrocinato da Mo­ la ( che ci tiene a entrare in Madrid prima di Franco : è la sua ultima speranza di riconquistare il potere ) . Dopo venti

Non è vero : combattemmo per i nostri ideali «

La tradizione eroica del volontaria­ to, fiamma superbamente ricorrente nella nostra storia militare e politi­ ca, su tutti i fronti di battaglia d'Eu­ ropa e d'oltremare, ovunque si com­ batté per il trionfo di una grande idea·, consacrò ancora, in terra spa­ gnola, la sua continuità fascinatrice » ( Volontari dell'Esercito nella guerra d i Spagna, Ministero della Guerra, Roma, maggio 1 939). " All'appello ri­ sposero tutti, con una sola voce, an­ ziani e giovanissimi, dalle grandi cit· tà, dagli umili borghi alpestri, dai campi, dalle officine, dalle scuole, da­ gl i uffici, dalle caserme... Contadini, operai, professionisti, ufficiali accor­ sero con tale irresistibile slancio che fu necessario contenere l'aftlusso del­ le domande e . moderare l'impeto dei richiedenti. » Uno di questi "volonta­ ri ", il sottotenente Renzo Lodoli, ha scritto nel suo libro I Legionari ( Ed. del Borghese 1 970 ), che molti, per giustificarsi di fronte alle famiglie, avevano detto che partivano per l'A· frica e poi avevano telegrafato che « la nave ha cambiato la rotta e che si sono trovati in Spagna. Una balla. Tanti hanno fatto cosi ».

Le stragi d i Malaga Uno dei principali incarichi di Can· talupo presso Franco era quello di « appurare la verità sulle sinistre vo­ ci circa le " fucilazioni ". Sotto quella parola si celava male l'azione pre­ ventiva e repressiva che la gente di Franco veniva svolgendo nella Spagna bianca ». Il compito, doveva rivelarsi quanto mai arduo, come riferisce l'ambasciatore, perché l'argomento irritava sia Franco sia i falangisti. DA MALAGA, il rappresentante uffi­ cioso italiano Bianchi telegrafa il 5 marzo 1937 a Roma: « Le repres­ sioni effettuate dai nazionalisti sono tuttora tanto impressionanti, che lo stato d'animo della popolazione è preoccupante, e con vivo rammari­ co vedo ricadere sull'onore dei no­ stri volontari l'ombra di gravi re­ sponsabilità ». COlLOQUIO FRANCO-CANTALUPO. Incaricato dal governo italiano di re­ carsi a Malaga, l'ambasciatore chie­ de l'autorizzazione a Franco. Il Gene­ ralissimo « consentiva, per dimostrar­ mi la sua fiducia; ma se io cercavo un suo consiglio, non avrebbe mai suggerito una mia inchiesta sul po­ sto, che avrebbe potuto avere effetti 103

giorni di furiosi combattimenti, l 'attacco viene re�pinto dal­ le Brigate internazionali comandate dal generale Kléber. Sfruttando l 'immobilizzazione delle truppe repubblicane sul fronte del Jarama, gli italiani di Roatta, sostenuti da una brigata spagnola agli ordini del generale Moscard6 ( quello dell'Alcazar di Toledo), avanzano facilmente verso Guada­ laj ara. L'otto marzo la resistenza diventa piu forte . Appro­ fittando della vittoria sul fronte del Jarama, il generale " rosso " Miaj a ha trasferito alcune Brigate internazionali a Guadalaj ara. Fino al 1 8 , la situazione si frantuma in una

peggio che negativi. Lui stesso agiva con molto tatto: i locali cercavano rabbiosamente il loro sfogo, e guai ad andarli a irritare ».

&UIDALAJARA prima sconfitta del fascismo 7 MARZO, G� ROATrA: " Domani a Guadalajara, dopodoma­ ni ad Alcala de Henares, fra tre gior­ ni a Madrid! » (ordine del giorno ). 13 MARZO, MUSSOLINI, telegram­ ma al corpo di spedizione italiano : « A bordo del Pola in rotta verso la Libia, ho ricevuto le informazioni sulla grande battaglia che si svilup­ pa di fronte a Guadalaj ara. Con fidu­ cia nel cuore, seguo questa battaglia, profondamente convinto che il valo­ re e lo spirito dei nostri legionari spezzerà la resistenza dell'aggresso­ re. La distruzione delle forze inter­ nazionali sarà un successo di immen­ sa portata e sarà specialmente un successo politico. Comunicate ai le­ gionari che seguo di ora in ora le loro azioni che saranno coronate dal­ la vittoria ». 18 MARZO, GIOVANNI PESCE , del­ la Garibaldi : " Le nostre avanguar104

die penetrarono nello schieramento fascista minacciandone i fianchi e le spalle. Terribile giornata. L'offensiva del 18 marzo si concluse a sera. Rac­ cogliemmo centinaia di prigionieri spauriti; molti, costretti ad alzare le mani davanti alle armi spianate, pian­ gevano. Dalle alture ci apparve in tut­ to il suo sconvolgimento il teatro di battaglia: nei fossati lungo la stra­ da c'erano fascisti feriti, moribondi, i prati erano disseminati di cadave­ ri, armi, zaini, cassette di munizioni g iacevano sparpagliate tutt'attorno » . ( Senza tregua, ed. Feltrinelli 1 967 ). 18 MARZO, VOLONTARI DELL'E­ SERCITO: " Un nuovo e piu violento urto dei " rossi " sulla sinistra, soste­ nuto da 60 carri armati e da 80 aero­ plani, dimostrava l'opportunità di li­ mitare alquanto la fronte di combat­ timento. Rotto pertanto il contatto, vennero occupate posizioni che me­ glio consentivano la resistenza. Posi­ zioni distanti ben 20 km da quelle dalle quali era partita l'offen5Wa. La speculazione antifascista, con la vio­ lenta campagna di menzogne subito impegnate a sminuire l'entità dei ri­ sultati conseguiti, che presentava sot­ to veste di insuccesso, non valse Ad. ingannare alcuno. Le perdite: uffidl­ li, 1 1 morti e 55 feriti ; soldati, 103 morti e 440 feriti ».

serie di scontri locali , che vedono per la prima volta alle prese gli italiani della Garibaldi - tra i quali Luigi Lon­ ga e il " Comandante Carlos " alias Vittorio Vi dali - con gli italiani della legione fascista. All'improvviso, le truppe re­ pubblicane contrattaccano violentemente, appoggiate dagli aerei del colonnello Hidalgo de Cisneros . Gli italiani di Roatta, Coppi, Rossi, Nuvolari e Bergonzoli vengono re­ spinti, indietreggiano disordinatamente ; ma i repubblicani, spossati e priyi di truppe di rinforzo, non possono approfit­ tare a fondo della vittoria. Il 23 il fronte si stabilizza; La

MARZO, HENRY BUCKLEY, cor­ rispondente di guerra: « Totale scon­ fitta e fuga degli italiani : lasciano mi­ gliaia di morti e circa 600 prigionie­ ri ,. ( "Actualidad Espaiiola ", 6-11-'69). OIAO CONFORTI, in Guadalajara, la prima sconfitta del fascismo ( ed. Mursia 1 967), sostiene che lo schiera­ mento legionario venne " travolto" e · chiama in causa le " responsabilità gravissime" del generale Edmondo Rossi, del console Mario Pittau e del colonnello Salvi. Solo il generale Ber­ gonzoli riusci a effettuare un ordinato ripiegamento (citato da F. Martinelli, Guadalajara, " Tempo " 1967 ). L'AMBASCIATORE C A N T A L U P O : « Nel quartier · generale franchista, al vivo rincrescimento per il mancato accerchiamento di Madrid è suben­ trato un senso di assurda soddisfa­ zione per l'insuccesso degli italiani ... CTV, la targa degli autoveicoli del corpo di spedizione italiano, veniva trasformata dai nazionalisti in Cuan­ do Te Vas?, quando te ne vai? OOLORES IBARRURI : « A Guada­ laj ara i fascisti si spezzarono i denti. Lasciarono migliaia di morti sul cam­ po di battaglia. Piu che una ritirata fu . una fuga, frenetica, disordinata. Cosi fini il progetto delle Camicie ne­ re di entrare a Madrid ... CANZONE POPOLARE: Los de Mus20

solini fueron los primeros de entrar en Madrid, però prisioneros.

I "garibaldini" alle Camicie nere

••Lasciate le fi le del vostro nem ico"" " Italiani, fratelli! Quelli per cui vi si manda forse· alla morte, sono ne­ mici vostri come sono nemici del po­ polo spagnolo. Sono i figli e i seguaci dei Borboni contro i quali hanno lot­ tato e sono morti i vostri padri ; sono dei capitalisti egoisti, dei parassiti che non esitano a mettere a fuoco e a sangue il proprio paese, a farlo invadere dagli stranieri, pur di man­ tenere o di riconquistare i loro igno­ bili privilegi. Perché volete continua­ re a combattere per costoro ? · Non gettate l'onta sul nome di italiani. Disertate le file del nemico del po­ polo spagnolo e vostro. Passate dalla nostra parte, venite con noi nelle file dei soldati della libertà! Sarete da noi accolti come fratelli quali siete ! I volontari del batt. " Garibaldi". ,. Anche gli internazionali tedeschi dif­ fusero un manifesto redatto da Hein­ rich Mano, che cominciava cosi: « Deutsche Soldaten, un miserabile vi ha mandato a morire in Spagna ». ...

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grande battaglia è finita. Da una parte si grida alla « Capo­ retto del fascismo » ; dall 'altra si sostiene di aver « conqui­ stato 20 km di fronte » . Mussolini però è furioso· e minac­ cia sanzioni contro i " disfattisti " , mentre negli ambienti mi­ litari spagnoli e tedeschi si accoglie con malcelata soddi­ sfazione la " disavventura " degli scomodi alleati italiani. Franco è finalmente libero di dare avvio alla conquista del nord . La campagna inizia il 3 1 marzo nel settore di Vitoria, ed è guidata dal generale Mola. Il 26 aprile , durante una incursione della Legione Condor viene rasa al suolo la cit-

Guadalajara fu un tranello dei rossi Secondo il Gabrielli, i 50.000 italiani di Franco portarono a termine, con successo, tutte le operazioni ad essi affidate. In un solo settore subirono uno " scacco " : a Guadalaj ara, dove " le forze rosse riuscirono a travol­ gere i nostri · connazionali che erano stati vittime di un tranello : gli ita­ liani del battaglione rosso Garibal­ di che avevano di fronte, fingendosi non appartenenti a forze avverse, fornirono notizie errate che li fecero cadere in una imboscata ».

Nel furore della battaglia Miguel Hernandez compone versi Durante la battaglia di Guadalaj ara, scrive Enrique Lister (op. cit.), « a due passi dalle prime linee il teatro "La Barraca• rappresentava per i sol­ dati opere di Cervantes e Lope de Vega. La banda militare diretta da Oropesa aiutava a tener alto il mora­ le. Durante una visita al fronte di delegazioni operaie, Miguel Hernan­ dez lesse una poesia scritta nel pieno della battaglia, dal titolo Mussolini il sanguinario » . 1 06

GUADALAdARA nel l'interpretazione del Duce : "Una vittoria ! " I n u n articolo sul "Popolo d'Italia" del 1 7-6-'37, Mussolini " spiega • agli ita. liani che i legionari hanno dovuto combattere non solo contro le ingen­ ti forze mobilitate dai rossi, ma con­ tro un nemico ben piu terribile : l'av­ versità degli elementi. Malgrado il cattivo tempo, la neve, il fango, nelle prime giornate essi « travolsero ... tut­ te le difese rosse, presero d'assalto una posizione dopo l'altra, fecero let­ teralmente " rotolare " reparti e batta­ glioni di miliziani ». Poi fu necessa­ ria una stasi. Ne approfittò il coman­ do franco-russo per ammassare le Brigate internazionali con una forza valutata sui 15 mila uomini potente­ mente armati e lanciarli al contrat­ tacco. Continui erano poi i bombar­ damenti dell'aviazione russa che po­ teva utilizzare i vicini campi di Ma­ drid, mentre quelli nei quali si po­ tevano rifornire i nazionali erano lon­ tani. Arrivò infine l'ordine di ritirar­ si. Fu un errore. I rossi non avan­ zarono, ma per la stampa estera quel­ lo che fu solo " lo scacco " di un bat­ taglione diventò una disfatta. Gua-

tadina di Guernica ( 1 654 morti, 889 feriti) , la città santa delle autonomie basche. L'episodio diventa famoso in tutto il mondo anche per l 'omonimo dipinto di Pablo Picasso, so­ vrintendente af musei della Repubblica. In piena campagna del nord, muore in un incidente aereo il generale Mola ( 3 giugno ) . Per Franco piu che una perdita è un vantaggio : scompare l 'ultima personalità in grado di contestargli il po­ tere . Il generalissimo nomina al posto di Mola il generale Davila e trasferisce il suo quartier generale da Salamanca a Burgos , per seguire piu da vicino la campagna. Il 1 9 giu-

dalaj ara non fu un insuccesso, ma una vittoria italiana che gli eventi non permisero di sfruttare a fondo. CANTALUPO : « MUSSOLINI MEN­ TE. L'articolo di Mussolini costitui­ sce una deliberata, vigorosa e propa­ gandistica attenuazione della verità dei fatti. La battaglia era fallita per ben oiu gravi ragioni di quelle citate da Mussolini "

notte, ma non dubitate, o rossi di tutte le tinte, o anarchici di tutte le scuole ... le vostre ingiurie le abbiamo raccolte non per ricambiarle, ma per spegnerle con la lama del nostro fer­ ro implacabile " 2-9 : « Siamo in Spagna pronti a tut­ to. Il Duce e Franco ci guidano. Sot­ to il loro sguardo tutto ci è possibi­ le osare e sfidare, anche la morte " ·

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Chi ha d istrutto

Le lettere dei legionari al " Po p olo d ' Italia"

GUERNICA ?

20-6 : « Gli antifascisti italiani sono colpevoli di aver rinnegato la patria e di non conoscere a fondo l'animo del legionario, che è in possesso di una fede tanto forte, di una volontà tanto ferrea, che nessuno può piegar­ la. E tu, rosso, col tuo insulto hai potuto pensare che il legionario si sarebbe dato alla fuga, o peggio, si sarebbe dato nelle tue mani ! " 23-6 : « Mamma, devi dire a tutti che i volontari italiani si batton da eroi " 27-7 : « Maria, non stare in pensiero se per qualche giorno non riceverai posta, perché partiamo per il fronte di Madrid. Andiamo a vendicare i nostri fratelli di Guadalajara " 27-8 : « Ci siamo ritirati quella triste ·

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COLPA DEI TEDESCHI. « In questa incomprensibile atrocità gli spagnoli non hanno nulla a che vedere, anzi, non nascondono la loro indignazione. L'operazione è stata effettuata da una squadriglia tedesca che agiva senza alcun ordine dell'Al i o comando. Gli hitleriani volevano semplicemente sperimentare gli effetti di una di­ struzione senza difesa sul morale dei civili •. Insomma, un esperimento di vivisezione, praticato su esseri urna· ni. Una piccola prefazione agli orrori di cui si macchieranno nel futuro » (Georges-Roux ). COLPA DEI ROSSI� « Il 30 aprile, ac­ compagnato dal generale Mola, Fran­ co visita il fronte di Biscaglia. Il giorno prima era stata occupata •

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gno cade Bilbao. I nazionalisti puntano subito verso San­ tander. A Madrid si cerca di ritardare la caduta della città. Il 6 luglio, per creare un diversivo , il generale Miaj a scate­ na una offensiva su Brunete e rompe le linee nazionaliste . Franco è costretto a interrompere l 'operazione Santander per concentrare le truppe sul nuovo fronte . 11 24 , i repubbli­ cani vengono respinti . Il 26 agosto cade anche Santander. Le Asturie sono ormai circondate. Per creare un nuovo di­ versivo, i repubblicani attaccano Belchite ( 24-25 agosto) in direzione di Saragozza . Riescono a infrangere le .linee na-

Guernica, completamente distrutta dai rossi, che prima di abbandonarla usarono questo stratagemma per at­ tribuire la distruzione alle bombe dei nazionalisti ,. (Galinsoga e Salgado ). UNA CIITA CAVIA. « Guernica fu cinicamente prescelta come città-ca­ via per valutare gli effetti di una nuova tecnica di bombardamento : l'attacco detto a tappeto, detto anche d i saturazione. Nel 1946, prima di sui­ cidarsi a Norimberga, il maresciallo dell'aria Goring dichiarò ai giudici delle Nazioni Unite : "Guernica fu per la Luftwaffe un terreno di prova. Un fatto spiacevole, d'accordo, ma non conoscevamo un luogo migliore per far compiere un test ai nostri bom­ bardieri " ,. ( Bonacina, " Storia Illu­ strata ", marzo 1 970). SONO STATI l BASCHI. A Guerni­ ca, i 12 battaglioni di difensori baschi « non oppongono alcuna resistenza, preferendo abbandonare le loro po­ sizioni dopo avere incendiato e di­ strutto sistematicamente la cittadina. 2 a proposito di Guernica che la stampa antifascista inglese e france­ se ha pubblicato le condanne piu vio­ lente, accusando l'aviazione tedesca d'aver distrutto la città. Basta una visita alla città per rendersi conto che essa è stata soprattutto bruciata prima dell'evacuazione ,. (Brasillach 108

e Bardèche, Histoire de la guerre d'E­ spagne, Plon, Parigi 1939 e 1 958).

P l CASSO:

''Non tornerò in Spagna finché ci sarà Franco" Nel 1936 il governo della Repubblica affida a Pablo Picasso la direzione del Museo del Prado. Nel 1 937 il pit­ tore scrive un violento pamphlet. an­ tifranchista, Sueno y mentira de Franco, e lo illustra con 18 acque­ forti. Sempre nel 1937 dipinge su commissione del governo repubbli­ cano il quadro Guernica per l'Espo­ sizione internazionale di Parigi. Il celebre quadro attualmente si trova al Museo d'Arte moderna di New York come " deposito d'autore ". Nel 1939 Picasso proclama che non rimet­ terà .piu piede in Spagna fino a quan­ do « la mala pianta del franchismo non sarà estirpata ... COME PICASSO, molti altri artisti spagnoli si sono volontariamente esi­ liati e si sono rifiutati di mettere piede in Spagna vivente Franco: i poeti Rafael Alberti e Machado (mor­ to in Francia nel 1939) . il composito­ re Manuel De Falla ( 1876-1946) , il vio­ loncellista Pablo Casals, il chitarri­ sta Segovia, lo storico De Madariaga.

zionaliste ma non a conquistare la città. In ottobre, anche le Asturie cadono . Il 2 1 viene occupata Gij6n . La guerra al nord è finita . Piu dei tentativi di Brunete e Belchite, i re­ pubblicani non sono stati in grado di fare per soccorrere il nord, completamente circondato da territorio nazionalista e con le coste bloccate dalla marina franchista. In verità è mancata anche la volontà politica - soprattutto comunista - di sostenere i baschi, cattolici e autonomisti . La sconfit­ ta accentua ulteriormente le divisioni interne che dilacera­ no il campo repubblicano . Già in maggio, a Barcellona, si è

Rafael Al berti : "Il grido di Guernica" « Nel suo Guernica, Picasso ha " inci­ so � la Spagna calpestata, assassinata, in preda alle convulsioni della nostra guerra civile. Quei denti feroci, quel­ le niani che si tendono e ricadono come artigli di pietra, quelle gole che si allungano, quei profili deliranti e primari, tutto questo intorno a un ca­ vallo spaventato e sotto lo sguardo stupefatto di un toro hanno rivelato al mondo, piu di qualsiasi testimo­ nianza . fotografica, tutto il terribile sacrificio di un popolo che lotta per la sua libertà e per la sua indipen­ denza » (Rafael Alberti in " Europe"· n. 492-493, Parigi 1970).

Franco vuole Picasso e "Guemica" a Madrid "Le Monde", 30-6-'69: « Il direttore del nuovo Museo d'Arte contemporanea di Madrid, Robles, ha dichiarato che il generale Franco in persona ha e­ spresso il desiderio di vedere in Spa­ gna alcune opere di Picasso, e in par­ ticolar modo il quadro che rievoca il bombardamento del villaggio basco di Guernica. " Certo " ha continuato

Robles " Guernica era una protesta politica_ Ma è anche un capolavoro" •. "The Tlmes", 23-10-'69 : c Il generale Franco ha personalmente approvato i negoziati per il ritorno . di Pablo Pi­ casso in Spagna e per l'acquisto del­ la sua celebre opera antiregime Guer­ nica ».

Ma Picasso si rifiuta « Guernica rimarrà al Museo d'Arte moderna di New York. Picasso ha fatto rispondere a Franco che il qua­ dro appartiene al governo repubbli­ cano ti quale può disporne come vuo­ le, ma lui non è in grado di farlo » (" Stampa Sera", 1 1 novembre 1969)_

LI MORTE DI MOLI

Sabotaggi o o incidente P GEORGES-ROUX: « Il 3 giugno, Mo­ la perisce in un incidente aereo_ Im­ mediatamente, come è già accaduto per Sanjurjo, si sparge la voce di un sabotaggio, ma nulla confermerà ta­ le supposizione, e nessun postumo documento verrà a convalidarla •. HUGH THOMAS: « Le circostanze della sua morte sono un grosso pun­ to interrogativo. Forse a bordo del109

scatenata una furiosa guerra civile che ha contrapposto gli anarchici e i comunisti dissidenti del POUM ai comunisti staliniani e alla Esque rra di Companys . Dopo quattro giorni di combattimenti di strada, i comunisti e la Esquerra han­ no avuto partita vinta . La guerra civile di Barcellona pro­ voca un terremoto anche nel governo centrale installato a Valencia : Largo Caballero, attaccato dai comunisti, accu­ sato di debolezza · e di indecisione, viene costretto a dare le dimissioni e al suo posto sale il ministro delle Finanze Juan Negrin, con l 'appoggio diretto dei _ comunisti . •

l'aeroplano era stata sistemata una bomba ad orologeria? Certo è che molti potevano desiderare la morte di Mola, e tra questi Franco », Tho­ ma!! ricorda che il padre del pilota di Mola, egualmente perito nell'inci­ dente, era convinto che si trattasse di sabotaggio. e tenne sempre a por­ tata di mano due pistole cariche per uccidere l'assassino. FAUPEL ( ambasciatore tedesco pres­ so Franco) : « I l . Generalissimo ri­ mase indubbiamente sollevato dalla morte di Mola. Pochi giorni fa mi diceva che Mola è un gran testardo, e che qiumdo gli dà delle disposizio­ ni otere i partiti di sinistra. Alla conferenza di Potsdam i

" tre grandi " (USA, URSS e GB ) stabiliscono di non acco­ gliere H governo franchista nelle Nazioni Unite ·perché « fon­ dato con l'appoggio delle potenze dell'Asse » . Tutti gli op­ positori - interni ed esterni - di Franco, rialzano la testa. I fuorusciti repubblicani , che hanno combattuto nelle file partigiane in tutta Europa, si addensano alla frontiera fran­ cese, penetrano in Spagna ; nelle Astu'rie e nei Paesi Baschi si riaccende la guerriglia. Anche il partito monarchico si agita : varie personalità insistono con Franco perché restau-

GLI ALLEATI: "IL CAUDILLO LASCI IL POTERE" .. Parigi, l marzo 1946. t:. stato cono­ sciuto oggi il .. testo della proposta americana per una dichiarazione col­ lettiva nei confronti del regime di Franco. Secondo quanto è stato di­ chiarato a Washington da un porta­ voce del Dipartimento di Stato, la di­ chiarazione collettiva inviterà il dit­ tatore spagnolo ad abbandonare il suo posto e indicherà le condizioni che dovranno essere osservate dal Govetilo provvisorio che raccoglierà la successione del Generalissimo. Ta­ li condizioni sono: un'ampia amnistia politica, il riaccoglimento in patria di tqtti gli esuli spagnoli, libertà di riunione ed associazione politica e convocazione delle elezioni generali ,. ( Leon Pearson dell'INS-PRESS). ·

Il proclama di don J ua n Losanna, 1 9 marzo 1945. « Sei anni dopo la guerra civile il regime instau­ rato dal generale Franco, ispirato sin dalle suè origini ai sistemi totalitari delle potenze dell'Asse, cosi contrari al carattere e alle tradizioni del no­ stro popolo, è profondamente incom­ patibile con le circostanze che la ·

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guerra mondiale ha creato nel mon­ do. La Spagna corre il rischio di J!re­ cipitare in una nuova lotta fratricida e di trovarsi completamente isolata . Io non inalbero lo stendardo della rivolta; non invito nessuno alla se­ dizione. Chiedo solo al generale Fran­ co di riconoscere lo scacco del suo tentativo totalitario e di rinunciare al potere e di rmettere cosi la re­ staurazione de regime tradizionale in Spagna, l'unico capace di garanti­ re la Religione, l'Ordine e la Liber­ tà! ,. Franco non rispose ufficialmen­ te al proclama di don Juan.

r

Vi nce il trasformismo

Per sopravvivere, Franco, l'uomo del trasformismo, si affretta a " democra­ tizzare" la Spagna. « Il 16-7-'45 promul­ ga il Fuero, la parola fuero evoca li­ bertà e diritti... In verità, questo Fue­ ro riconosce, si, tutti i diritti - e in questo senso rappresenta una tappa importante, risultante dalla pressione internazionale - ma non ne garanti­ sce alcuno. E, cosa ancora piu grave, il Fuero . non modifica in niente la pratica quotidiana della polizia e del regime. Cosi, su una realtà appena modificata, e severamente controlla­ ta, il Caudillo appicca una nuova fac-

ri la monarchia ; il pretendente al trono, don Juan conte di Barcellona, al quale Alfonso XIII (morto nel 1 94 1 ) ha tra­ smesso i diritti al trono, invita con un duro manifesto la Spagna a tornare nella legalità monarchica ( Losanna, 1 9 marzo 1 945 ) . Questo " sgarbo " al Caudillo gli costerà i l tro­ no per sempre . Il Generalissimo sembra alle corde, ma an­ cora una volta la sua abilità di manipolatore di uomini e di situazioni ha la meglio. Per i " rossi , ci sono l 'Esercito, la Guardia Civil, e i processi. E, soprattutto, la disunione in campo repubblicano - che inutilmente il leader comunista

ciata. Questo doppio gioco risulta chiarissimo nella amnistia generale del 7 luglio 1945, in quanto la legge precisa che ne sono esclusi "coloro che hanno commesso azioni ripu­ gnanti ", inoltre si applica alle pene accessorie che si sono aggiunte alle pene principali. Il che vuol dire che è lasciata, come al solito, a totale discre. zione del Caudillo • (Gallo, op. cit.).

Il "Fuero" degH spagnoH

Franco : "È la costituzione pili aperta del mondo" «

I testi di diritto politico parlano di Costituzioni fisse e chiuse e di Costi­ "tuzioni aperte e flessibili. Ma c'è al mondo Costituzione piu aperta e fles­ sibile di quella spagnola? Recente­ mente siamo stati accusati dai nemi­ ci di sempre di evolverci solo nella facciata, con il fine di adattarci alla moda imperante. Ma se la evoluzione non ci fosse stata, saremmo stati at­ taccati per il nostro immobilismo. La verità è molto piu semplice. La Spagna, come tutti gli organismi po­ litici sani, avanza verso il progresso e si preoccupa di adattare il suo sche­ ma giuridico costituzionale alla real­ tà di ogni momento storico, momen-

to che, evidentemente, viene impron­ tato dalle nostre necessità interne e dalla evoluzione del pensiero univer­ sale che, in quanto tale, è anche spa­ gnolo. Non per nulla noi abbiamo sa­ puto scoprire con 25 anni di anticipo la rotta che il mondo doveva adotta­ re • (Discursos y Mensajes, op. cit.).

U na mano di gesso battezzata democrazia Per fronteggiare la difficile situazio­ ne del 1945, scrive Jacques Georgel ( op. cit.), Franco sacrifica la Falange alla Chiesa. « Fa appello alla gerar­ chia e ai 350.000 militanti dell'Azione Cattolica il cui presidente, Artajo, di­ venta ministro degli Esteri. La Chie­ sa prende apertamente le difese del padrone della Spagna, il capo catto­ lico che combatte il materialismo ateo. La Falange invece viene larga­ mente sacrificata alle necessità poli­ tiche del momento. L'appoggio cat­ tolico passa sul regime una mano di gesso battezzata " democrazia". ,.

l veri alleati del la S pagna « Gli alleati naturali della Spagna nazionale · sono i conservatori e i cat-

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Santiago Carrillo tenta di comporre - unita al mancato intervento degli alleati . Per far fronte alla difficile situa­ zione internazionale poi, Franco prende l'iniziativa di tra­ sformare la facciata del suo regime . Il 1 6-7- 1 945 promulga il Fuero de los Espaiioles, « testo fondamentale delle liber­ tà, dei diritti e dei doveri del cittadino spagnolo » ; il 1 7 concede una amnistia generale e il 25 luglio s i libera dei mi­ nistri piu " compromessi " e cambia il governo . L'uomo gui­ da della nuova compagine è il ministro degli Esteri Martin Artaj o, ex presidente della Accion Cat6lica. Un altro cattoli-

tolici di tutto il mondo. L'aiuto na­ zista e fascista fu un appoggio di pura circostanza » (Rafael Calvo Se­ rer, in Southworth, op. cit. ).

l guerriglieri va rca no i Pirenei Durante tutto il conflitto mondiale , migliaia di antifranchisti ( definiti ban­ doleros, banditi, dal governo ) tenne­ ro viva la guerra sulle montagne spa­ gnole. Decine di migliaia di esuli re­ pubblicani continuarono la loro lotta antifascista su tutti i fronti europei: 40.000 combatterono con il maquis, i partigiani francesi; Rubén lbarruri, il figlio della • Pasionaria •, mori a Stalingrado combattendo contro i na­ zisti. Nei lager nazisti perirono oltre 14.000 repubblicani. Altri vennero ar­ restati dalla Gestapo e consegnati a Franco, che li fece fucilare, come l'ex capo della Generalitat di Barcellona, Luis Companys. « La fine della guerra antifascista riaccende dentro e fuori dalla Spagna la speranza di una ra­ pida liquidazione della dittatura fran­ chista. Le eroiche guerriglie ricevono adesso aiuti . dall'esterno e accrescono la loro combattività. Nell'estate '45 guerriglieri del maquis francese pas1 32

sano i Pirenei, nella valle di Aran. Il tentativo si conclude sfavorevolmen­ te. Mentre la persecuzione franchista si accanisce contro gli oppositori e i guerriglieri, le potenze occidentali mantengono un atteggiamento ambi­ guo ». � questo che salva Franco ( da 30 anni di Spagna, op. cit.).

Ma i l popolo li respinge « Nel loro sogno di "liberare" la Spa­ gna dove pensavano che il popolo li attendesse con impazienza » scrive il Martin, gli esuli spagnoli trovarono « incondizionato appoggio nel comu­ nismo internazionale " per il quale quella sarebbe stata un'ottima occa­ sione di vendicarsi della bruciante sconfitta inflittagli da Franco nel 1 933. . « L'ora della rivincita e delle vendet­ te era suonata. Le intenzioni di quel­ la gente vissuta per anni al bando, si sintetizzavano nella frase brutale det­ ta da uno di loro : "L'altra volta il sangue arrivava ai gomiti, la prossi­ ma ci arriverà alle spalle ! • Ma anda­ rono incontro a una grave delusio­ ne. » Non solo trovarono la truppa pronta a respingerli nel loro tentati­ vo di invasione, ma il " popolo, che

co, Ibanez Martin, molto legato alla organizzazione del­ l 'OPUS DEI, detiene il portafoglio della Pubblica Istruzione . Ancora una volta è la -Chiesa la piu fedele e sicura alleata di Franco, con l 'Esercito : la Chiesa che gode di grande influen­ za negli Stati Uniti e sui vari partiti democristiani europei . Sotto il suo scudo, Franco può piegare la testa e aspettare che la bufera delle sanzioni internazionali contro di lui si plachi . Il l o marzo 1 946 la Francia rompe le relazioni diplo­ matiche con la Spagna e chiude la frontiera pirenaica. 11 1 2 diceii].-bre, l 'Assemblea dell 'ONU approva una mozione d i

nella grande maggioranza aspirava alla pace, spesso si uni spontanea­ mente alle truppe per respingere i contingenti repubblicani » .

LA CONDANNA DELL'ONO

Risoluzione approvata il 12 dicembre 1946. « L'Assemblea generale, convin­ ta che il governo fascista di Franco in Spagna, regime imposto con la forza al popolo, con l'appoggio delle potenze dell'Asse, non rappresenta il popolo spagnolo e rende impossibile, finché resterà al potere in Spagna, la partecipazione del popolo spagno­ lo agli affari internazionali con gli altri popoli delle Nazioni Unite ; Raccomanda di impedire al governo franchista di aderire a istituzioni in­ ternazionali e di partecipare a con­ ferenze e altre attività organizzate dalle Nazioni Unite ; Raccomanda che se in _un ragionevo­ le lasso di tempo non sarà instau­ rato un governo che riceva la sua au­ torità dal consenso dei cittadini ... il Consiglio di Sicurezza studi le misure adeguate da adottare per rimediare a questa situazione ; Raccomanda a tutti i membri delle Nazioni Unite di richiamare imme­ diatamente da Madrid gli ambascia-

tori e i ministri plenipotenziari che vi hanno accreditato » ( Hermet).

Adunata oceanica Intorno a Franco « L'ONU ha tramato una indimenti­ cabile congiura di iniquità contro la Spagna » scrivono Galinsoga e Sal­ gado. Crozier afferma che una delle « -piu vaste folle che si sia mai vista nella storia della Spagna si radunò per manifest are il suo appoggio a Franco e il disprezzo per l'intervento straniero ... » L'entusiasmo della folla ( piu di mezzo milione secondo Cro­ zier, non piu di 2000 secondo Her­ manos che vi assistette ) « fu folle­ mente e quasi terribilmente sincero ». Franco fece un discorso : « Noi spa­ gnoli non dobbiamo sorprenderei di quello che è successo all'ONU, per­ ché una ondata di terrore comunista sta dilagando sull'Europa. Se la no­ stra libertà e la nostra sovranità fos­ sero in pericolo, noi proteggeremo e difenderemo la nostra vittoria ! »,

Gli antifranchisti : "L'ONU ci ha pugnalati alla schiena" Le decisioni dell'ONU, scrive Juan Hermanos, « erano i rintocchi a mor133

censura contro la Spagna e invita i suoi m.embri a rompere le relazioni diplomatiche con il regime " fascista " . Parados­ salmente, quella mozione salva Franco. Si tratta infatti di una censura unicamente morale, che non prevede un inter­ vento diretto dèlle Nazioni Unite in Spagna. Gli antifran­ chisti vengono travolti dalla delusione : moltissimi si riti­ rano dalla lotta attiva. Franco invece . approfitta della cen­ sura per costringere tutte le forze del suo regime a mettere in sordina le loro rivendicazioni e a fare quadrato con lui contro le " inique sanzioni " internazionali. •

te della nostra speranza... Le demo­ crazie hanno fatto qualcosa di anco­ ra peggio che abbandonarci. Ci han­ no colati a picco con armi e bagagli. Hanno abbattuto il nostro morale per sempre. Noi antifranchisti ci trovava­ mo m una crisi '""d i depressione incre­ dibile. Si squagliaY.�no tutti. Gli al­ leati ritirarono simbolicamente gli ambasçiatori ;. però continuarono a mandare ferro, lana e cotone. In cambio di concessioni irrisorie, buo­ ne solo per conservare la vita al fa­ scismo, si comprò la coscienza delle Nazioni con tonnellate di olio, con tonnellate di arance ...

Il calvario della Spasna « Comi nciano cosi i quattro memora­

bili anni di alta mostruosità giuridi­

ca commessa contro un paese ,. scri­ vono Galinsoga e Salgado. c Anni che costituiscono ttno scherno al Diritto delle Genti. Il Calvario della Spagna diventa da quel momento sempre pii). pericoloso e irto di supplizi. ,. ·

Iitica, economica e persino morale della Spa� . )I"Oluta principalmente dagli Stati Unìli, nonché dalle anghe­ rie, sgarbi e articoli di giornali che da un capo all'altro della Terra lo dipingevano come un mostro sangui­ nario ». Perciò era deciso a sacrificar­ si per " sua madre, la Spagna", riti­ randosi e cedendo il potere a don Juan. Chi o che cosa lo trattenne? « Don Francisco Franco aspettava, forse, l'ispirazione divina... E proba­ bilmente fu nella messa del matti­ no che alle 7 per lui si offida nella · cappella del suo palazzo, El Pardo, ch'egli ricevette da Dio il suggerimen­ to di non affrettare le decisioni, di pazientare; e attendere. "Qualcosa di nuovo succederà • gli dissero le voci che dall'azzurrissimo cielo della Spa­ gna arrivano a lui soltanto. E soprat­ tutto lo decise un'altra voce, piu inti­ ma e decisiva, di sua Madre, la Spa­ gna, che lo trattenne per il gomito: • Aspetta ancora un po' ". E quel qual­ cosa successe: l'amicizia con gli Sta­ ti Uniti, che " salvò la Spagna• ,. (Lam­ berti Sorreiitino ).

La voci celasti parlano a Franco Nel 194748, Franco era amareggiato per la c quarantena diplomatica, po134

Il Generalissimo a Ciudad Real nel gennaio 1969

" NOCHE NEGRA " DELLA SPAGNA, esclusa dàlla co­ munità internazionale, dura pochi anni . In verità, già dal­ l 'anno successivo alla condanna dell'ONU , Franco ha inizia­ to una abile manovra di avvicinamento agli Stati Uniti, nei quali - piu ancora che nell'Inghilterra - ravvisa la nazio­ ne pilota del blocco occidentale che ormai si contrappone al blocco " rosso " � E il progressivo deteriorarsi dei rapporti tra i due blocchi - la guerra fredda - segna la rinascita internazionale della Spagna. Nel 1 9 4 8-49, l 'offensiva mon­ diale del comunismo (colpo di Praga, blocco di Berlino, vitLA

Gli USA rivalutano Il "geniale .. Franco « La crescente diffidenza degli Stati Uniti nei riguardi deUa Russia li spin­ geva ad ammorbidire i loro rapporti con Franco_ .Nel suo ritiro del Pardo , il Generalissimo poteva sorridere. Il tempo lavorava per lui... La cosa tut­ tavia poteva andare per le lunghe se la crisi della Corea non avesse indi­ rizzato gli USA verso una politica decisamente antisovietica. Il buon "zio Joe • sovietico degli anni . della guerra si era trasformato di colpo, per Washington, in un sanguinario tiranno asiatico, e Franco, che in tut­ to questo tempo non aveva cessato di denunciare il pericolo rosso, as­ sunse ai loro occhi l'aspetto di un ge­ niale uomo politico ingiustamente perseguitato per l'istigazione dei rus­ si ,. ( Claude Martin, op. cit.).

È stato salvato dalla Corea ... Felipe Miera scrive in Horizonte espa­ nol 1966 : « Nel 1945 il governo ame· ricano pubblicò un libro bianco sul­ le nefandezze del regime Franco du­ rante il conflitto mondiale, basato sui documenti segreti degli archivi tede136

schi, e tutto lasciava pensare che a­ vrebbe fatto di tutto per abbatter­ lo ... ». Invece nel 1948 la guerra fredda convinse gli USA a « salvare Franco il quale, astutamente, allo scoppio delle ostilità in Corea pubblicò un comunicato in cui affermava che " la Spagna desidera aiutare gli Stati Uni­ ti a contenere il pericolo comunista, inviando forze armate in Corea•. Una ripetizione della spedizione della Di­ visione Azzurra a fianco dei nazisti contro i russi ».

... e dalla crociata antisovietica TOGLIATTI : " Alla fine della guerra esistevano le condizioni per spazzar­ lo via, e se ciò non venne fatto è perché la grande coalizione democra­ tica e antifascista, che aveva schiac­ ciato Hitl�r e Mussolini, venne rotta, e all'obiettivo della distruzione di ogni residuo fascista venne sostituito quello di combattere contro l'Unione Sovietica e contro i comunisti. In questo nuovo quadro anche Franco oensò, e con ragione, che spettava pure a lui un posticino e difatti fini per trovarselo, con la mediazione de­ gli Stati Uniti, e tuttora lo mantiene ,. ( Togliatti editorialista 1962-64, Edito­ ri Riuniti 1971 ).

toria di Mao in Cina) affretta la nascita del Patto Atlantico e della NATO . La Spagna non viene accolta in questi orga­ nismi, ma la sua posizione strategica è di importanza trop­ po vitale perché gli Stati Uniti possano ignorarla. E farsi " adottare " dagli Stati Uniti significa la fine dell 'ostracismo mondiale. Sbandierando la sua fede antibolscevica, Franco è riuscito facilmente a far breccia in certi settori americani e a conquistarsi un buon numero di sostenitori , come l 'am­ miraglio Sherman . Nel marzo 1 948, deve addirittura in­ tervenire il presidente Truman per impedire che il Congres-

11 concordato del 1858 l vescovi devono giurare fedeltà a Franco « La Chiesa ottiene grandi vantaggi :. il cattolicesimo è religione di Stato; il matrimonio canonico ha valore ci­ vile; l'insegnamento deve adattarsi al dogma; la censura è rimessa nelle mani dei vescovi che possono proi­ bire qualsiasi opera "contraria alla fede" ; l'insegnamento della religione diventa obbligatorio a tutti i livelli ; lo Stato si impegna a propagandare la fede con tutti i suoi organi di pro­ paganda; lo Stato mantiene il clero. Lo Stato, da parte sua, ottiene il di­ ritto di proporre ( e anche di respin­ gere) le nomine dei vescovi spagnoli. I vescovi dovranno prestare giura­ mento al generale Franco: " Davanti a Dio e ai Santi Vangeli prometto e giuro di rispettare e di fare in modo che il mio clero rispetti il Capo del­ lo Stato e il governo secondo le leggi spagnole" » (Max Gallo, op. cit.).

Un successo per Madrid Uno dei piu importanti giornali d'in­ formazione religiosa, il francese " In-

formations catholiques intemationa­ les ", scrive nel suo numero del 1• febbraio 197 1 che « quando fu firma­ to il Concordato del '53, molti pro­ clamarono che si trattava del miglior concordato possibile. Un cardinale [Ottaviani] non esitava a presentarlo come un modello che tutti i paesi del mondo dovrebbero sforzarsi di copiare. Nel resto del mondo lo si considerò soprattutto come un im­ portante successo politico per il Cau­ dillo : firmandolo, il Vaticano si alli­ neava con gli Stati Uniti, che stavano concludendo i loro accordi con Ma­ drid, e contribuiva cosi a rafforzare il regime uscito dalla guerra civile " ·

LI BERTA DI FEDE (ma solo in privato) Spagna, anno 1 954. « Stando rigoro­ samente alla lettera della legge, in Spagna esiste la libertà di religione. L'articolo sesto della Costituzione af. ferma: " Nessuno sarà perseguito a motivo della sua fede religiosa o del· l'esercizio privato del suo culto". A prima vista parrebbe una dichiara­ zione magnifica, ma se esaminiamo come viene applicata praticamente, scopriamo che nasconde due traboc­ chetti, che sono rinchiusi in due in137

so USA approvi una mozione che include la Spagna negli aiuti del piano Marshall . In compenso, però, Trurnim non impedisce ad alcune banche private di concedere prestiti al governo spagnolo. Ma anche in Europa la situazione si sta " scorigelando " . Il 9-2-'48 la Francia decide unilateralmen­ te di riaprire l a frontiera ; in maggio firma un importante accordo commerciale con la Spagna, subito imitata dall'In­ ghilterra . Nel frattempo i prestiti dell 'Argentina di Per6n hanno permesso a Franco di sopravvivere : 350 milioni di pesos nel 1 945 e un milione e mezzo di tonnellate di grano,

nocentissime parole della dichiarazio­ ne: fede e privato. In Spagna ognuno può avere la fede che vuole ( al di fuori di quella cattolica), ma non de­ ve parlarne. Può adorare il Dio che vuole, ma solo privatamente. t:. una legge a due facce: proclama la liber­ tà religiosa ma in realtà è uno stru· mento di terrore... A un protestante è quasi impossibile sposarsi, intra­ prendere molte professioni, ottenere cariche nel governo eccetera... Ma perché tutto questo? Perché il pro­ testantesimo è eresia, è peccato mor­ tale, dichiara la Chiesa ,. (Richard Wright, op. cit.).

LA REVISIONE DEL CONCORDATO Paolo VI a Franco: "Cl LASCI NO­ MINARE I VESCOVI SENZA TENER CONTO DEI TESTI IN VIGORE ". « Eccellenza, stimolati dal desiderio espresso dai Padri del Concilio e con­ vinti di interpretare i veri interessi della Spagna non meno di quelli del­ la Chiesa cattolica, preghiamo Vostra Eccellenza e il governo spagnolo di dare un luminoso esempio di piena conformità con gli insegnamenti e le esigellEe della Chiesa, riBunciando,

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prima ancora di una possibile revi­ sione del Concordato, a dei privilegi che furono concessi in ragione dei grandi meriti religiosi di questa na­ zione, rp.a che non corrispondono piu né allo spirito, né alle esigenze di questo tempo, e lasciando alla Santa Sede la libertà di procedere alla ele­ zione e alla nomina dei vescovi spa­ gnoli senza tener conto dei vincoli attualmente in vigore. Una decisione cosf nobile sarebbe senza dubbio un nuovo e grande merito per Vostra Eccellenza. Paulus P.P. VI, Città del Vaticano, 28 aprile 1968. ,. La risposta del Caudillo : " IL MIO GOVERNO t:. DISPOSTO A DISCU­ TERE TUTTI I PRIVILEGI DI CUI GODONO LE DUE POTENZE ". «

Santo Padre, la Sua lettera è stata da me accolta con la piu filiale e rac­ colta attenzione ... Il sistema di " Pre­ sentazione" dei vescovi, secondo la no. stra opinione, si è mostrato compa­ tibile con la libertà della Chiesa, non solo a livello di regolamenti, ma an­ che nell'applicazione pratica di que­ sti regolamenti. Non si può d'altron­ de dimenticare che, costituendo que­ sta procedura un termine fondamen­ tale di un solenne trattato tra Santa Sede e Stato spagnolo, qualsiasi sua

mezzo milione di tonnellate di mais nel 1 948. Nei primi me­ si del '50 il governo americano decide di ignorare la mozio­ ne ONU e di riallacciare rapporti diplomatici con la Spa­ gna ; il 24 agosto il Congresso vota un prestito di 62 milioni e mezzo di dollari al governo Franco. Il 4 novembre 1 950, l 'Assemblea dell'ONU am:Ìulla, con 38 voti favorevoli, 1 0 contrari e 1 2 astensioni, la mozione del 1 946 . L'apertura delle ostilità in Corea ha affrettato la decisione degli Stati Uniti di appoggiare ufficialmente Franco. Sotto il patrocinio degli USA, la Spagna può onnai normalizzare le sue relazio-

modifica necessiterebbe, oltre che del­ l'approvazione del governo, anche del concorso delle Cortes, in virtu del­ l'ordine giuridico spagnolo. Deside­ roso di acconsentire alla richiesta di Sua Santità, il mio governo è dispo­ sto a iniziare una revisione di tutti i privilegi di cui godono le due po­ tenze. Suo figlio devotissimo, Franco. Palazzo del Pardo, 12 giugno 1968. ,.

l p rinci pali punti del nuovo p rogetto La religione cattolica è confermata

come religione unica della nazione spagnola ( articolo 1 ). Il progetto ri­ conosce inoltre alla Chiesa un grosso pacchetto di privilegi e obbliga lo Stato a finanziare la Chiesa in misura cospicua; riconosce gli effetti civili al matrimonio canonico ; stabilisce che « in tutti i centri di insegnamen­ to di qualsiasi ordine e grado, sia statali sia non statali, l'insegnamen­ to sarà conforme ai principi del dog­ ma e della morale della Chiesa catto­ lica ,. ( art. 24). Con l'articolo Zl lo Stato si obbliga a concedere nei pro­ grammi radiofonici e televisivi « un posto conveniente all'esposizione e alla difesa della verità religiosa ». So-

lo l'articolo relativo alla nomina dei vescovi ha subito una trasformazio­ ne apparentemente profonda: si abo­ lisce il " diritto di Presentazione" ma si attribuisce al capo dello Stato un diritto di veto che può bloccare qua­ lunque nomina sgradita.

l vescovi spagnoli lo bocciano L'assemblea plenaria dei vescovi spa­ gnoli, riunita dal 15 al 21 febbraio 197 1 , ha esaminato, per incarico del Papa, il progetto di Concordato e lo ha respinto con il 90% dei suffragi. Questo voto, scrive il " Corriere della Sera" del 16-7-'71 , ha determinato « una situazione nuova, carica di in­ cognite per il futuro. Con una ten­ sione in atto fra governo spagnolo e Santa Sede, con i vescovi " concilia­ ri" in aumento, con un numero cospi­ cuo di preti progressisti che si uni­ scono agli operai in sciopero, che simpatizzano con gli studenti, che aiu­ tano . i separatisti baschi e catalani e vanno in galera, con l'incognita in­ combente del dopo-Franco, le tratta­ tive per il Conoordato non potevano non fare la fine che hanno fatto: fal­ lire clamorosamente ». 139

ni con quasi tutti gli stati del mondo : nel corso del 1 95 1 presentano le loro credenziali a Franco gli ambasciatori di Italia, Francia, Stati · uniti, Inghilterra, Belgio e Olanda . Il 27 agosto 1 953 viene firmato il Concordato fra Spagna e Santa Sede . Franco si assicura il diritto di proporre e di rifiutare le nomine dei vescovi spagnoli ( un controllo poli­ tico sulla gerarchia ), mentre la Chiesa si assicura una se­ rie di vantaggi materiali (mantenimento del clero da parte dello stato) e morali : censura nazionale, controllo dell 'i­ struzione pubblica, riconoscimento ufficiale della Accion Ca-

Gli spagnoli criticano Paolo VI « Se il Papa venisse in Spagna e par­ lasse a quattr'occhi con Franco, cre­ do che ogni controversia sarebbe ri­ solta. L'opinione è diffusa. Sento ri­ petere da molti questa previsione. Nella voce dei miei interlocutori vi­ bra spesso la nota della sensibilità offesa, dell'orgoglio ferito. " Ha stret­ to la mano a Podgorni, a Tito, a Mar­ cos, a Suharto. Possibile che a Paolo VI la Spagna, la cattolicissima Spa­ gna, sembri tanto lontana ? ". Gli spa­ gnoli favorevoli al regime non per­ donano a Montini certi suoi atteggia­ menti antifranchisti assunti quand'e­ ra cardinale ; non gli perdonano di aver accostato, da Papa, gli avveni­ menti di Spagna a quelli del Vietnam e dell'Africa portoghese " ( F. De San­ tis, "Corriere della Sera ", 16-7-'7 1 ).

1953 - Gli accordi segreti

con gli Stati Uniti

« La parte del testo dell'accordo del 1953 resa pubblica, prevedeva che gli Stati Uniti potevano stabilire basi aeree "comuni " a Torrej6n, vicino a Madrid, a Mor6n, nei pressi di Sivi­ glia, a Saragozza, e in vari altri pun-

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ti del territorio spagnolo. M a u n alle­ gato segreto concedeva inoltre a Wa­ shington anche i diritti di sorvolo con bombardieri nucleari, l'autorizza­ zione a servirsi delle nuove basi per gli aerei d'attacco del SAC [Strategie Air Command] e per gli aerei cister­ na e il permesso di rifornire i bom­ bardieri in volo sopra il territorio spagnolo. Questa parte dell'accordo allora non fu resa pubblica . in base al principio che tutte quelle opera­ zioni dovevano rimanere segretissi­ me " (Tad Szulc, Le atomiche di Pa­ lomares, Mondadori 1967).

IL DISASTRO DI PILOMDES ATOMICA A BORDO SI SCONTRA IN VOLO CON UN AEREO CISTERNA B-52 AMERICANO CON

"La Stampa • 18-1-'66 : " Due aerei del­ l'aviazione militare americana (un B52 e un aereo cisterna KC-135 ) si so­ no scontrati in volo nei pressi di Al­ meda. I comandi americani non han. no precisato se a bordo del B-52 si trovasse un ordigno nucleare "· "La Stampa", 21-1-'66 : « Il comunicato del governo spagnolo afferma : " Il ve­ livolo trasportava armamento nuclea. re non innescato. Non vi è alcun pe-

tolica quale strumento di apostolato . Un mese dopo, si con­ cludono anche le trattative per l a cessione di basi militari spagnole agli Stati Uniti . Una trattativa che durava da ol­ tre due anni e che solo l 'arrivo al potere dei -repubblicani di Eisenhower ( 1 952) ha definitivamente sbloccato. La Spagna cede agli USA basi aeree, :p.avali e installazioni radar ; gli Stati Uniti ricambiano con un " aiuto difensivo " di 85 milio­ ni di dollari e un prestito militare di altri 1 9 1 milioni. So­ stenuta dalle nazioni sudamericane, dagli Stati Uniti e dai paesi arabi - nei confronti dei quali Franco ha adottato fin

ricolo per la popo�azione ". Le bombe erano quattro: recuperate tre. Forse la quarta è caduta in mare "· " L'Unità", 24-1-'66: « Le autorità spa­ gnole mantengono un atteggiamento riservato e tengono a sdrammatizza­ re la vicenda dicendo che "incidenti del genere s_9no rischi calcolati nel contrarre un'alleanza militare ". Non cosi evidentemente la pensano le po­ polazioni minacci a te dal grave perico­ lo della contaminazione radioattiva "· " Epoca", 30-1-'66 : « Sono 13 volte che i bombardieri americani perdono in volo un ordigno nucleare "· " Espresso ", febbraio 1966. STRANA­ MORE IN ANDALUSIA: « In Spagna s'è persa una bomba atomica. Il B-52 veniva dalla Carolina del Nord e fa­ ceva parte di quella pattuglia aerea atomicamente armata che il SAC tie­ ne costantemente in volo "· " Daily Telegraph", 9-2-'66 : « Una del­ le quattro bombe dell'aereo si è in­ crinata per l'esplosione dell'innesco. La costa spagnola è radioattiva "·

la Provvidenza ha voluto che questo accadesse in un periodo di maturità e di comprensione, in un momento in cui i nostri due paesi sono allineati sullo stesso fronte di difesa della pa­ ce e della libertà. � un momento di gran soddisfazione per noi che negli Accordi del 1 953 vedemmo non solo uno strumento occasionate di coope­ razione politica limitata, ma un pas­ so avanti sulla strada dell'amicizia dei nostri due paesi che per ragioni storiche piu che evidenti erano chia­ mati a saldarsi in un incontro di so­ lidarietà. La Spagna ripone grandis­ sime speranze nella Sua nobile ener­ �a e generosità e a quelle del Suo popolo dobbiamo la pace che ora go­ diamo e il fatto che l'Europa sia ri­ masta libera senza cadere sotto il giogo comunista. Il nostro paese co­ nosce per dolorosa esperienza la cru­ deltà della guerra e per questo è fer­ mamente deciso a difendere il suo ordine attuale e la sua pace » ( Discur­ sos y mensajes, op. cit. ).

FRANCO A EISEN H OWER

lke : "Il Generalissimo è un grande uomo di Stato"

" Combattiamo sullo stesso fronte" « � la prima volta che il presidente degli Stati Uniti viene in Spagna, e

c

Al mio arrivo in Spagna, potei final ­ mente incentrarmi col generalissimo Franco, come desideravo fare da tem141

dal 1 948 una politica di decolonizzazione - la Spagna può entrare anche nei piu qualificati organismi internazionali : UNESCO nel 1 952 e ONU nel dicembre 1 95 5 . E il riconosci­ mento mondiale della vittoria dell 'Alzamiento del 1 936. Il 21 dicembre 1 959 il presidente americano Eisenhower si incontra all 'aeroporto di Madrid con Francisco Franco. I due generali si abbracciano a lungo, suggellando dieci anni di fedele amicizia dei due paesi. Anche i successori di Eisen­ hower, Kennedy, Johnson e Nixon, adottano un atteggia­ mento di benevola comprensione per i problemi economici

po. Quello che mi colpi era l'atteggia­ mento e il modo di fare del Caudillo che non avrebbe mai fatto supporre a un ospite di trovarsi di fronte a un dittatore. Franco è piuttosto bas­ so di statura, di fattezze regolari e ha un modo di fare modesto. Qua­ lunque siano state le ragioni della rivoluzione spa.çnola, era chiaro che Franco si era nvelato un governante di tempra notevole... Mi diede l'im­ pressione di essere saldo nella sua pO­ sizione e lieto della presenza in Spa. gna di grosse basi aeree americane ,. (La pace incerta, Mondadori 1969 ).

••Perché lke

IQ. h a

abbracciato?••

II giornalista italiano Angelo del Bo­ ca (L'altra Spagna, Bompiani 1961 ) ha chiesto a vari oppositori di Fran­ co, durante un viaggio in Spagna, qua­ le fosse stato l'avvenimento che piu li aveva amareggiati dopo la fine del­ la guerra civile: « 60 su 72 hanno ri­ sposto che è stato l'abbraccio di Ei­ senhower a Franco. Un giovane uni­ versitario mi ha detto: " Ho pianto per la rabbia. :e stato il giorno piu brutto della mia vita ". Un avvocato: " Per Franco è . stato un rafforzamen­ to del regime ". Un operaio: · :e stato 142

un gesto gratuito, inutile ". Un impie­ gato : " Nessun leader europeo ha mai osato venire in visita a Franco. Perché Eisenhower l'ha fatto ?". Uno scrit­ tore ha dichiarato: " Chi ha valutato di piu il gesto, in termini politici, è stato Franco. Se ai tempi dell'Asse teneva in ufficio i ritratti di Hitler e Mussolini, oggi li ha sostituiti con quelli del Papa e di Eisenhower• •.

Franco sposa l'Europa di De Gaulle Intervistato nel maggio 1964 dal gior­ nalista Studnitz, inviato del settima­ nale protestante tedesco "Christ und Welt", Franco ha dichiarato di spo­ sare senza riserve la concezione di de Gaulle di una Europa delle Patrie « molto piu realistica di quella che propone la creazione di un parlamen­ to comune e di un governo centrale che prima o poi entrerebbero in urto con le tradizioni nazionali dei singoli popoli •.

Il sogno segreto del generale francese De Gaulle e Franco si sono incontra­ ti nel giugno del '70. « :e un sogno

spagnoli. Nel 1 970 un altro " grande " contemporaneo, il ge­ nerale de Gaulle, si reca a far visita· a Franco subito dopo il suo ritiro dall'Eliseo. I rapporti tra Francia e Spagna c� noscono un grande sviluppo sotto la presidenza Pompidou, solo momentaneamente offuscati dalla polemica scatenata dagli intellettuali francesi sul processo di Burgos ( 1 970) . Nel 197 1 , i l governo d i Parigi espelle dalla Francia i l capo del Partito comu:Q.ista spagnolo, Santiago Carrillo. A partire dal 1 967 anche i rapp o rti tra Spagna e paesi comunisti del­ l 'Est migliorano sensibilmente. Dopo la Romania, anche

nascosto . . De Gaulle ha sempre spe­ rato di incontrare Franco, dittatore di Spagna da piu di 30 anni ,. scrive Jacques Chapus in Mourir à Colom­ bey ( Ed. La Table Ronde, Parigi 1971 ). c A 78 anni Franco è un vec­ chio tranquillo, che vive in un palaz­ zo dove giOCa con i suoi nipotini, fa lunghe passeggiate, caccia ; d'aspetto rotondetto, amabile, parla poco ;. di­ rige la Spagna come un piccolo pro­ prietario il suo pezzettino di terra . . H discorso tra i due statisti, compre­ se le traduzioni, dura mezz'ora ... In­ somma, de Gaulle e Franco non si dicono un bel niente. ,. .

DE GAULLE : "Franco è un vecchio disidratato" Ci si stupisce, in Francia, che de Gaulle sia andato a salir sa grandeur, insozzare la sua grandezza, lui, il ce­ lebre capo della resistenza francese, nella Spagna del " dittatore• Franco, vecchio amico del suo grande nemico Pétain. Frédéric Barreyre, nel suo Les derniers mots du général (Gras­ set, Parigi 1971 ), riporta questi com­ menti di de Gaulle su Franco: c Quel­ l'uomo non è piu niente... un vegliar­ do disidratato, un'ombra, il niente ... Si continua a vedere del sangue sulle

mani di quel vecchio. Be' . io le ho guardate bene quelle mani, e posso dirvi che sono bianche, livide... come la morte, che si è installata già da tempo in quel corpo •.

MADRID TUTTI CDI l COMUIISTI

LE MONDE, 5-2-1971 APERTURA ALL'EST c Lopez Bravo [ministro degli Esteri dal 1969] ha sostenuto la politica di apertura al­ l'Est del cancelliere tedesco Brandt. Ritiene inoltre che si imponga una " revisione dell'atteggiamento s pagno­ lo nei confronti della Germama del­ l'Est se non nel campo politico, al­ meno in quello economico. • ,. PANORAMA, 29-4-1971 UNIONE SOVIETICA: IN DISGRA­ ZIA CHI GRIDA ABBASSO FRANCO! c La ripresa dei rapporti diplomatici fra Mosca e Madrid, tanto temuta dai comunisti spagnoli esuli a Mosca, sembra ormai solo questione di tem­ po. La grande paura degli esuli è quella di venir sacrificati alla nuova amicizia fra l'URSS e la Spagna. Per il momento sperano ancora che le af­ finità ideologiche finiscano per pre143

Bulgaria, Ungheria e Polonia scambiano rappresentanze di­ plomatiche col governo .di Madrid. Accordi di cooperazione ecçmomica vengono firmati dalla Spagna con Jugoslavia e Repubblica Democratica Tedesca. Persino con l'URSS, dove pure esiste una folta colonia di esuli spagnoli ferocemente antffranchisti (la " Pasionaria " , Lister, Modesto), la Spagna ha allacciato nel l 970-7 1 trattative economiche. Unico scac­ co diplomatico · del governo franchista, l 'opposizione di Ita­ lia e Benelux alla sua domanda di adesione alla Comunità Economica Europea presentata fin dal 1 962. •

valere. In un incontro fra diplomati­ ci russi e spagnoli svoltosi nell'amba. sciata sovietica di Bonn, gli inviati di Franco hanno chiesto intanto la smo­ bilitazione dell'apparato propagandi­ stico contro la, Spagna falangista " ·

La Spagn• bussa alla porta del MEC 1 962

-

c Madrid, 9-2-1962. Il ministro degli Esteri spagnolo, Castiella, ha scritto a Couve de Mourville: " Ho l'onore di sollecitare, a nome del mio gover­ no, l'apertura di negoziati al fine di esaminare l'eventu(lle associazione del mio paese alla Comunità Economica Europea. La vocazione europea della Spagna trova nuovamente occasione di manifestarsi nel momento in cui il cammino verso l'integrazione dà realtà all'ideale della solidarietà eu­ ropea" " (" Prensa Espaiiola " 1 1-2-'62).

Il no dei marxisti " La ·domanda di associazione della Spagna ebbe l'appoggio dei governi francese e tedesco, ma i paesi piu soggetti alla pressione dei partiti mar­ xisti avanzarono delle riserve. I • Sei • hanno posto la loro associazione sot144

to il segno della democrazia parla­ mentare, benché in Francia il regime costituzionale sia stato modificato dal prestigio del presidente de Gaulle .. Ora, agli occhi degli schieramenti di sinistra · dei parlamenti europei e so­ prattutto dei partiti socialisti, Fran­ co rimaneva il generale fazioso che aveva affossato in Spagna la Repub­ blica e la libertà. La Spagna di Fran­ co doveva dunque es$ere esclusa dall'organismo economico europeo " (Claude Martin, op. cit.).

1970

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Si apre lo spiraglio

" La Spagna franchista bussa alla por­ ta del MEC dal '62. La Spagna non era · allora, come non lo è oggi, un P. aese con le carte in regola, secondo il Trattato di Roma, e la sua richie­ sta non poteva essere esaudita pie­ namente. Dopo una serie di trattati­ ve il governo spagnolo è riuscito a sfondare il cartello del no comunita­ rio e a firmare ( giugno 1970) un accor. do commerciale preferenziale coi pae­ si del MEC " ("Avanti ", 27-3-7 1 ) .

1970. Franco GSsiste a una parata militare

145

F INE DELLA GUERRA MONDIALE , il maggior peri­ colo che Franco corre sul piano interno è quello di un pos­ sibile accordo tra monarchici in esilio - don Juan e Gil Robles - ed elementi moderati del Fronte Popolare, come Prieto. Robles e l 'esponente socialista si incontrano segre­ tamente a Londra e a Parigi : appena ne viene a conoscenza, Franco si affretta a " sabotare " il nascente accordo assicu­ rando una pronta restaurazione monarchica. Nel giugno '47 pubblica a questo scopo la Legge di Success�one che, inte­ grata nella Legge Organica del 1 967, resta tutt'oggi il pila.:. ALLA

Il tranchls�no è leglttl�no Questi i motivi della legittimità del franchismo secondo Fraga ' Tribarne, ministro delle Informazioni dal '62 al '69 : « l ) La legittimità originaria, ba­ sata sull'illegittimità della Seconda Repubblica spagnola. La Repubblica venne proclamata con un colpo di stato, il 14 aprile 193 1 , dopo le ele­ zioni municipali nelle quali i candi­ dati monarchici avevano riportato la gran maggioranza... Le elezioni del '36, poi, instaurarono nel paese una situazione di anarchia e di disordine. Non restava quindi altro· ricorso che la legittima difesa contro un potere pubblico che aveva perduto ogni om� bra di legittimità. 2) La legittimità di fatto : un quarto di secolo di pace civile, ordine, progresso economico e sociale ,. (El Orden politico en los principios del movimiento nacional, in El nuevo Estado Espanol, op. cit.).

Cinque motivi di ille_gittimità Secondo Herbert Southworth, l'attua­ le regime e illegittimo, e la Storia condannerà Franco e i ribelli del '36 146

basandosi sulle seguenti cinque ac­ cilse: l ) I disordini del 16 febbraio17 luglio non giustificarono in alcun modo la guerra civile e il prezzo e­ sorbitante in vite umane e materiale che è costata. 2) I generali mal giu­ dicarono il carattere del popolo. I loro · preparativi erano basati su pre­ messe erronee ; inoltre non avevano pl-evisto le conseguenze di un falli­ mento della rivolta. 3) Quando il pro­ nunciamiento falli, chiesero imme­ diatamente aiuto a Hitler, Mussolini e Salazar, trasformando cosi la guer­ ra in conflitto europeo. 4) Privi del­ l'approvazione popolare, " sistemati­ camente. freddamente, i generali han­ no ucciso tutti i membri dell'oppo­ sizione per • ripulire" le loro retrovie ed eliminare il _liberalismo dalla vita spagnola ,._ 5) Franco « ha imposto un governo totalitario come base politica e militare dalla quale sarebbe scat­ tata la marcia verso l'impero ».

COME Fl FRIICO l RE&&ERSI IL POTERE? . UNA SO'ITILE INERZIA

Per Crozier, l'arte del governo di Franco consiste da sempre in una • sc;»ttile inerzia •, quella che Franco

stro legislativo che regge la vita del paese . La Spagna è una monarchia momentaneamente senza re e Franco ne è il ca­ po supremo a tempo indeterminato. Il Caudillo ha il diritto di designare a piacimento (e anche di revocare) il suo suc­ cessore, il futuro re, scelta che verrà ratificata dalle Cor­ tes . � un colpo basso per i monarchie-i che - vivente Fran­ co - si veaono sfuggire le possibilità di una effettiva re­ staurazione . Le loro proteste si preannunciano violentissi­ me, ma il Generalissimo li anticipa facendo plebiscitare la legge (e se stesso) da un referendum popolare : 1 4 milioni

chiama hdbil prudencia, intendendo con ciò " una combinazione di abilità, prudenza e opportunismo. Sul piano interno la sottile inerzia di Franco consiste nel sapere in quale momento conviene accordare qualcosa a uno dei gruppi per obbligarlo a inchinar­ si, pur evitando di dargli intera sod­ disfazione, il che potrebbe provocare la rivolta degl i altri " ·

MANOVRA UNO CONTRO L'ALTRO " Franco è un uomo che ha molto co­ raggio personale. Ma non ha la mini­ ma idea di che cos'è una nazione, uno stato o una società. Si tiene in piedi manovrando la Chiesa contro la Falange, la Falange contro l'Eser­ cito e l'Esercito contro il popolo " ( Richard Wright, op. cit.). :1!:· IL CAPO DI TUTI'O

. Franco non è solo l'arbitro tra le varie forze: ma domina e dirige cia­ scuna di esse. Non si accontenta di essere Capo dello Stato e Capo del Governo; è anche Capo supremo del· l'Esercito. il Patrono della Chiesa di Spagna, il Caudillo del movimiento " (Jean Meyriat in • Revue de Défense Nationale ", 25-1-'69). :1!: UN MITO INCONSISTENTE

Secondo Ramirez, Franco non è affat-

to l'eccezionale equilibratore di forze di cui si parla: è solo un " mito vuo­ to" montato e diretto dal grande ca­ pitale spagnolo per equilibrare le for­ ze interne, le pressioni esterne e far paura al popolo.

UN DIITATORE MODERNO " Il potere di Franco è quasi illimi­ tato; ma Questo non vuoi dire che la Spagna sia un paese totalitario in senso comunista o fascista. :e un pae­ se autoritario. Franco dispone di un potere supremo quando desidera e­ sercitarlo. A . questo fine, come tutti i dittatori moderni, non permette ad alcun individuo o gruppo di diven­ tare forte e di minacciare il suo po­ tere " ( Herbert Matthews, The Yoke and the Arrows : a report on Spain, Braziller Inc., New York 1957). NON AGISCE: REAGISCE " Mentre in genere lo spagnolo è chiacchierone e caloroso, vivace e gre­ gario, Franco è sempre padrone di sé, taciturno, distante. Contrariamen­ te ai suoi compatrioti, pronti a ma­ neggiare discorsi e idee brillanti, Franco resta di ghiaccio... Diffidente e cauto, preferisce reagire piuttosto che agire: è maestro nell'arte di la­ sciar lavorare il tempo per lui. Nel­ la vita, Franco combina lo stile spar1 47

favorevoli, 700 .000 contrari . Ormai Franco dispone dell'ar­ ma adatta a mettere al passo le contestazioni monarchiche - quella alfonsina di don Juan _e quella carlista dei Bor­ bone Parma - che solo dalle sue buone grazie possono spe­ rare di ricevere il trono. Dopo venti anni di sterile lotta contro le decisioni del Generalissimo, lo stesso don Juan do­ vrà piegarsi e rinunciare al trono in favore di suo figlio Juan Carlos , " prescelto " da Franco ed educato in Spagna dal 1 954 per volontà e sotto diretto controllo del Caudillo. Ma anche la investitura di Juan Carlos , sempre preannuncia-

tano alla pompa reale ,. ( Benj amin Welles, Spain, the gentle anarchy, Ed. Praeger, New York 1965 ).

PRI N C I PE CERCASI per la figlia di Franco Quando la bruna Carmencita Franco arriva in età da marito, scrive José de Villalonga su "Gente " ( 4-12-'7 1 ) , il padre si dedica un'altra volta al suo sport preferito : la caccia. Solo che questa volta è la caccia al genero. « Un timido tentativo viene fatto con il conte di Barcellona, nell'intento di organizzare un matrimonio tra Car­ mencita e il figlio maggiore del con­ te, l'Infante don Juan Carlos. Il con­ te di Barcellona non si degna nem­ meno di rispondere. Franco gliene vorrà per tutta la vita. Si cerca ra­ pidamente altrove, ma nessuno dei principi reali spagnoli o stranieri sembra disposto a prendere sul serio la strana proposta. I Franco ripiega­ no sui grandi nomi dell'aristocrazia. Stesso risultato: educatamente, ma fermamente, vengono respinti. I Franco cominciano a disperare. Stan­ no già pensando di sondare l'am­ biente dei grandi industriali, quando avviene il miracolo. Ad una caccia offerta nelle terre di Floridablanca, 148

il Generalissimo incontra un giova­ notto di bell'aspetto, che conosce a fondo l'arte del complimento sottile, dell'adulazione spinta all'estremo. E, inoltre , è un ottimo cacciatore, cosa che, agli occhi di Franco, conta pa­ recchio. Si chiama Cristobal Marti­ nez, è marchese di Villaverde. ,.

Cannencita sposa un marchese Nel 1950 Carmencita sposa il mar­ chese di Villaverde, dal quale avrà ben sette figli (quattro femmine e tre maschi ). Il terzo figlio otterrà da uno speciale decreto delle Cortes il privilegio di chiamarsi Francisco Franco come il celebre nonno. l!. la nascita d i una dinastia. La famiglia del genero di Franco non figura, al­ l'epoca delle nozze, nell'elenco del­ l'aristocrazia del sangue, né in quel­ la del denaro; ma in pochi anni com­ pie una scalata sociale ed economica rilevantissima. La stessa scalata è stata compiuta da altri parenti del Caudillo, come suo fratello Nicolas e il cognato Serrano-Sufier, i quali si sono consolati della loro sfortuna po­ litica ( sono stati " silurati " da Franco nel 1938 e nel 1 942 ) con una grande fortuna economica (notizie da Hori­ zonte Espafiol 1966, Parigi 1966).

ta e mai decisa, si farà attendere fino al 23 luglio 1 969 . A partire dal 1 95 1 prende corpo in Spagna una duplice op­ posizione al franchismo, oltre a quella delle organizzazioni clandestine dei partiti di sinistra : la contestazione studen­ tesca e quella operaia. Gli studenti rivendicano libertà di associazione e di pensiero ; gli operai le libertà sindacali. Praticamente, lungo tutto H · corso degli anni Cinquanta e Sessanta la Spagna viene agitata da una serie di scioperi , sempre stroncati dal governo con particolare severità. Le punte piu alte di queste agitazioni si registrano nel febbraio

La nipote di Franco diventerà regina di Spagna P 1 972



Madrid, 8 marzo 1972. Maria del Car­ men di Villaverde, la nipote predi­ letta di Francisco Franco, si è sposa­ ta con Alfonso di Borbone Dampier­ re. Valendosi delle sue prerogative, Franco potrebbe annullare l'investi­ tura a principe ereditario concessa a Juan Carlos nel luglio del 1969 e trasferirla ad Alfonso. Cosi sua ni­ pote diventerebbe regina di Sp�gna. L'ipotesi viene categoricamente smen­ tita dalle font i uffi.cjali. Alfonso è fi­ glio di don Jaime, duca di Segovia, secondogenito di Alfonso XIII. Il pri­ mogenito era morto appena trenten­ ne, per emofilia. Jaime era quindi di­ ventato l'erede della corona, ma es­ sendo sordomuto di nascita rinunciò ai suoi diritti in favore del fratello minore Juan. il padre dell'attuale principe ereditario Juan Carlos.

La spirale dell •antlfranchlsrno " Il 1 956 è un anno-chiave per l'op­ posizione, in quanto la generazione della II Repubblica si unisce a livello di massa con le nuove generazioni di

democratici. Gli ambienti universita­ ri che si erano opposti alla dittatura per quindici anni, riescono a produr­ re nel '56 un forte movimento di pro­ testa studentesca. Un altro fatto da p_rendere in considerazione è che i "progressisti • del regime ( quelli che volevano farlo cambiare " dall'inter­ no�) . cominctano a convincersi dell'i­ nutilità della loro impresa e iniziano gr.adualmente a operare " dal di fuo­ ri ", cioè dall'opposizione. In seguito, dopo quello che può essere conside­ rato il punto di partenza del nuovo sviluppo delle forze democratiche, è nel 1958 che si produce un altro mo­ vimento di sciopero davvero impor­ tante; questo movimento pone le ba­ si per le diffuse manifestazioni ope. raie del 1961 e del 1962. Da questi anni in poi, le proteste di massa si succederanno a ritmo c r e s c e n t e " ( Sergio Vilar, Contro Franco, Feltri­ nelli 1 970).

L'impero dei i'Opus Dei Associazione di laici cattolici con fi. nalità spirituali e apostoliche, l'Opus Dei fu fondata da padre José Maria Escriva de Balaguer. « Ha filiali in 73 paesi, ma è potente soprattutto in Spagna : nonostante l'autonomia no1 49

1 956 e nel febbraio-marzo 1 962, quando scoppiano i pm imponenti scioperi dal tempo della guerra civile. Nel 1 962 il franchismo sembra cadere in grave crisi : vecchi e nuo­ vi oppositori del regime si incontrano a Monaco di Baviera e stilano un documento nel quale invitano i paesi del MEC a non accogliere la domanda di adesione della Spagna fin­ ché nel paese non sarà instaurata un'autentica democrazia. La reazione di Franco è fulminea : i partecipanti alla riu­ nione residenti in Spagna vengono fermati, al rientro, al­ l 'aeroporto di Madrid e " invitati " a scegliere tra l 'esilio o il

minale che l'Associazione riconosce ai suoi membri nell'azione politica e civile è considerata un gruppo di pressione all'interno del regime fran­ chista, come portavoce degli ambien­ ti liberali-tecnocratici » (Diz. termini politici, op. cit.). Yvon le Vaillant nel suo libro sull'Opus Dei intitolato Sainte Maffia (Mercure de France 1971 ) tira il consuntivo dell'« impero economico e finanziario dell'Opus nel­ la sola Spagna : società finanziarie, banche e assicurazioni : 18; case edi­ trici: 14; giornali: 14; soc. immobilia­ ri : 22; soc. commerciali: 4; soc. cine­ matografiche: 8; soc. di pubblicità e turismo : 7; prodotti chimici: 4 ».

LA SCALATA AL POTERE " La penetrazione degli associati del­ l'Opus Dei nell'apparato statale spa­ gnolo si è realizzata a tappe succes­ sive: prima del 1951 nel campo del­ l'educazione e della ricerca scientifi­ ca ha monopolizzato quasi tutte le cattedre universitarie; dopo di allora gli " associati" hanno fatto la loro comparsa nelle direzioni generali di illcuni ministeri... poi, a partire dal 1957 hanno avuto dei ministri ( se> prattutto all'economia ) ; fino a che, nel 1969, la costituzione di un gover150

no "omogeneo" non ha fatto appari­ re nella sua impressionante realtà il monopolio politico dell Opus Dei in Spagna ,. ( Jesus Ynfante, La prodigio­ sa avventura dell'Opus Dei, ed. Rue­ do lbérico, Parigi 1970 ). '

Il cardinal Montini invoca clemenza per l'anarchico Nel 1962 il tribunale militare giudica tre giovani anarchici per una serie di attentati dinamitardi avvenuti a Barcellona alla fine -di giugno. Uno degli arrestati è Jorge Conill Valls, per il quale viene chiesta la pena di morte. In tutto il mondo avvengono manifestazioni di protesta. Soprattut­ to in Italia. A Milano, per esempio, viene sequestrato il viceconsole spa­ gnolo Issu Elfas (rilasciato dopo due giorni). Il Cardinal Montini invia un telegramma al generale Franco: « In nome degli studenti cattolici milanesi e mio proprio, prego Sua Eccellenza di accordare clemenza per la vita de­ gli studenti e dei lavoratori condan­ nati, al fine di salvare vite umane e dimostrare che in un paese cattolico l'ordine può essere difeso in modo diverso e nel rispetto dei principi cri­ stiani » (notizie tratte da Espaiia hoy,

confino immediato. Contemporaneamente, il regime orga­ nizza imponenti manifestazioni di . solidarietà al Caudillo. Franco si affretta à richiamare la Spagna all 'ordine, ricor­ dando che i nemici di sempre - i " rossi " - continuano a tramare nell'ombra. E infatti, nel giro di pochi mesi, la po­ lizia smantella varie organizzazioni rivoluzionarie . Gli ar­ restati vengono condannati dai tribunali militari a pene se­ verissime. Il 7-1 1-1 962 viene preso Julian Grimau, membro del Partito comunista spagnolo . Processato per fatti com­ piuti durante la guerra · civile, Grimau è condannato a

edizioni Ruedo lbérico, Parigi 1963 ). LA RISPOSTA SPAGNOLA « t!. da la­ mentare che una campagna scandali­ stica, iniziata proprio a Milano con un episodio inqualificabile, abbia po­ tuto sorprendere Sua Eminenza che io ricordo sempre con ammirazione e affetto. Bacio rispettosamente la Sua sacra porpora. Fernando Castiel­ la, ministro degli Esteri. ,.

11 caso &rimau "La caccia al lupo rosso" Nel 1963, per far fronte alla marcia della contestazione che sale dall'in­ temo, Franco decide di inasprire la repressione, e fa ricorso al " richiamo della foresta ", scrive Ludovico Gar­ ruccio in Spagnll senza miti (Mursia 1 968). « Ma . il richiamo della foresta poteva funzionare solo se si poteva esibire il lupo aborrito. E il lupo non poteva che essere il lupo rosso, il lu­ po delle nevi sovietiche, il vecchio spauracchio della borghesia spagno­ la... Vennero cosi decisi il proces­ so e la morte di Julian Grimau, rap­ presentante del comitato centrale del Partito CGIIlunista di Spagna. L'Euro­ pa si indignò, si indignò la Santa Se-

de, Kruscev scongiurò invano il Cau­ dillo. Ma la Spagna della vittoria si strinse ancora una volta intorno a Franco, mentre il mondo proletario spagnolo tacque. ,.

L'intervento di Kruscev condanna Julian Grimau George Hills : « La questione della commutazione o no della pena di Grimau era ancora indecisa, quando Kruscev fece appello direttamente al Caudillo in favore di Grimau. Que­ sto fu il fattore decisivo. Franco con­ fermò la condanna •. Hills non pren­ de posizione né sulla qq.estione delle torture a Grimau, né sulle accuse a lui rivolte di avere torturato e assas­ sinato vari nazionalisti durante la guerra civile, ma è fondamentalmen­ te sfavorevole al condannato. Anche per Crozier la richiesta di clemenza di Kruscev avrebbe fatto precipita­ re la decisione del Caudillo: « Perso­ nalmente non credo che Kruscev vo­ lesse realmente salvare la vita di Gri­ mau. Forse pensava che il suo tele­ gramma avrebbe obbli�ato Franco a rifiutare la clemenza e l esecuzione gli sarebbe servita per una campagna di propaganda contro il " fascismo " • · 151

morte e fucilato il 20 aprile 1 963 , nonostante l 'imponen­ te mobilitazione dell 'opinio­ ne pubblica mondiale. Quat­ tro mesi dopo ( 1 7 ago­ sto), vengono garrotati due giovani anarchici, Granados Gata e Delgado Martinez, accusati di un attentato che • ha provocato 33 feriti .

La condanna a morte ABC, Spagna. ·· È stata confermata la sentenza contro Grimau. Quest'uomo non combatté da soldato sui fron­ ti di battaglia. Le inchieste hanno stabilito che operò nella retroguar­ dia, alla direzione della Brigada de Investigaci6n Criminal, e che su sua denuncia vennero assassinate quasi cento persone " · LE MONDE, Fran­ cia: c Il capitolo della guerra civile non è ancora chiuso. A 25 anni dal trionfo di Franco, si continua a mo­ rire » . IL CORRIERE DELLA SERA, Italia: c Dal punto di vista politico, la fucilazione di Grimau è inutile. Da quello umano è deplorevole .. ,. PRAV­ DA, URSS: « Franco e i suoi protet­ tori si immaginano che questo sel­ vaggio crimine seminerà il panico fra i patrioti. Si sbagliano. Migliaia di combattenti prenderanno il posto di Grimau ». SUNDAY TIMES, Gran Bretagna: c Le pallottole che hanno stroncato la vita di Grimau hanno fatto rivivere lo spettro della vendet­ ta dei vincitori della guerra civile " ·

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�7-1969 : Juan Carlos di Borbone durante il giuramento di fedeltà 152

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FRANCO GOVERNA ANCORA ? E fino a quando ? E. dall'ini­ zio degli anni Cinquanta che gli osservatori politici si pongo­ no queste domande. Periodicamente -si diffonde la voce di una ormai p rossima fine del franchismo (vittoria di una qualche opposizione interna, rivoluzione operaia, ritiro del Caudillo, sua grave malattia o morte), ma altrettanto perio­ dicamente le fonti ufficiali smentiscono qualsiasi illazione in merito. Nell'ottobre 1 97 1 Franco ha dichiarato alla na­ zione di non avere alcuna intenzione di abbandonare il po­ tere. Ha detto : « Ci sono e ci resto » . Un'affermazione, quella

Attentato o Incidente?

U n fucile esplode nelle mani di Franco Dal 1936, quando era alle Canarie, Franco è stato preso di mira da vari attentati, anche se mai di nessuno si sono avute conferme ufficiali. Il piu " misterioso" e chiacchierato è quello del 1 961 quando durante una battuta di caccia gli esplose tra le mani il fucile Purdy fabbricato apposta per lui in Inghilterra. c Francisco Franco si rimise male e lentamente dallo strano incidente, al quale nessuno aveva creduto sul serio ,. scrive Luis de Villalonga (art. cit.). c Ogni cac­ ciatore sa che un Purdy non esplo­ de mai tra le mani di chi lo usa. Mai. Su questo punto, la direzionç della fabbrica non aveva il minimo dubbio. Bisognava dunque concludere che si era trattato di un attentato. L'effi­ ciente polizia politica madrilena arre. stò e interrogò molte persone, ma non chiari il mistero. ,.

Il Caud illo d ipinge paesaggi alpini « Nel càstello del Pardo, esiste proprio come nelle favole - una por-

ta sempre chiusa che nessuno può aprire se non il Caudillo stesso. Tut­ ti i giorni, lui entra in quel suo stu­ dio segreto, e subito una luce rossa si accende sopra la porta, perché nessuno osi disturbare. Non si era mai saputo finora cosa facesse il vec­ 'chio uomo di Stato là dentro, difeso da un simile apparato tipo Barbablu. Ma un estraneo è finalmente riuscito a dare una occhiata al di là della porta segreta, e ha fatto una scoper­ ta quasi commovente. Il padrone del­ la Spagna ha il debole della pittura ... Dipinge delle scene alpine, piene di picchi nevosi, abeti, cascate, camosci e stambecchi con la stessa minuziosa pedanteria delle vecchie figuripe Lie­ big ,. ( " Il Giorno", 5-2-1961 ).

Tiene sul comodino la mano di Santa Teresa c Franco è un uomo segreto, e d'al­ tra parte troppo semplice, privo di caratteri eroici che colpiscano l'im­ maginazione. Non ispira amore, né odio, se non in minoranze. "Tutti ne parlano male" dicono. "La sera, però, le stesse persone pregano Dio che glielo conservi. • Franco è un genera­ le rispettoso di Dio, con la spada in una mano e la reliquia della mano

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del Caudillo, rivolta non solo alla tradizionale opposizione al regime, ma anche a quelle forze " amiche " che da tempo cercano di convincerlo a " passare la mano " : il clan J uan Carlos (monarchici e Opus Dei), i liberali dell'Esercito, gli sparuti resti delle Camisas viejas falangiste e, soprattut­ to, i gruppi .della sinistra cattolica, che dopo il Concilio Va­ ticano II si sono progressivamente staccati dal regime e hanno appoggiato le rivendicazioni degli studenti e delle Comisiones Obreras ormai diffuse in tutta la Spagna. Tra le opposizioni al regime hanno assunto ancora una volta

di Santa Teresa sul comodino. Ma è un generale in senso assai classico e ristretto... Ha una mentalità sempli­ ce... pronuncia discorsi pedestri e so­ poriferi, e negli incontri privati è tutt'altro che comunicativo. Il suo grande vantaggio, ciò che paralizza amici e oppositori, è il fatto che egli offre una garanzia di ordine e di pa­ ce ,. (A. Pieroni, · corriere della Sera · , agosto 1969).

NON ABBANDONERÀ MAl IL POTERE

c Franco ha tutto il potere e non in­ tende rinunciarne alla benché mini­ ma parte finché avrà un soffio di vi­ tfl. Nell'interesse del popolo spagno­ lo - egli pensa - è la sua personale crociata che deve proseguire immu· tata, contro avversari che disprezza, con sostenitori che raramente apprez­ za (peggio per loro se i falangisti non contano piu niente, se gli infidi monarchici sono ridotti a giocare fra loro, se la Chiesa stessa soffre una crisi che potrà avere conseguenze tre­ mende). Cosa pensi per il domani del Paese, nessuno sa: per ora, gli basta la polizia a tenere a bada intellettua­ li chiacchieroni, studenti chiassosi, operai indisciplinati, tutta quella co-

1.54

siddetta opposxz10ne ancora alla ri­ cerca faticosa di se stessa, e di un'al­ tra Spagna, ancora lontana • (G. Gio­ vannini, • La Stampa ", 3-2-'68).

Le Comisiones Obreras lottano per una società socialista ••• . c Sono state le Commissioni Operaie a guidare gli scioperi delle Asturie nel 1962, a dirigere le iotte operaie negli anni seguenti, a organizzare le grandi azioni del '67 e del '68, a coor­ dinare le lotte del 70, a realizzare la giornata nazionale di lotta per l'am­ nistia del 3 novembre 1970 e gli scio­ peri del 1 97 1 . Ma l'importanza delle C.O. non si limita a questo. Nate sul­ le ceneri del vecchio sindacalismo so­ cialista e anarchico, esse sonò venute alla luce come espressione diretta e unitaria dei lavoratori, non calate dall'alto da uno o piu partiti politici ma frutto naturale della lotta ope­ raia all'interno delle fabbriche in con­ trapposizione alle strutture del sinda­ cato verticale fascista. Sono andate quindi consolidandos i e coordinando­ si a livello provinciale e nazionale, trasformandosi in un movimento so­ ciale e politico, allargando i loro obiettivi dalla difesa delle condizioni

particolare importanza i tradizionali movimenti autonomi­ stici, in particolar modo quello dei Paesi Baschi . L'orga­ nizzazione clandestina della ETA ( Euzkadi Ta Azkatasu­ na = il Paese Basco e la sua Libertà), fondata nel 1 959, ha abbracciato una ideologia rivoluzionaria marx.ista e ha co­ minciato a mettere in pratica sistemi di lotta diretta : atten­ tati e formazione di un eSercito di liberazione. Di fronte al gonfiarsi delle attività " sovversive " in tutta la Spagna, nel gennaio del 1 969 il governo di Madrid ha proclamato, per la prima volta dalla fine della guerra civile, lo stato di emer-

immediate dei lavoratori alla lotta contro la dittatura franchista nel quadro della lotta piu generale per la trasformazione in senso socialista della società capitalistica ,. (Marco Calamai, La lotta di classe sotto il franchismo, De Donato 1971 ).

ma molti operai pensano solo allo sport

•••

L'inviato de ·n Mondo " (28-11-'71 ), Michele Dzieduszycki, ha chiesto a un membro di una commissione ope­ raia di Madrid: In che modo la mag­ giore prosperità ha influito sugli ope­ rai spagnoli? « Certo, con molti com­ pagni è difficile parlare; la radio e la televisione· li hanno tanto imbot­ titi di sport che non hanno altri in­ teressi. Oggi, a differenza di 15 anni fa, un operaio può anche vivere de­ centemente; a condizione però che accetti di fare del lavoro straordina­ rio ( si arriva fino a 10-12 ore al �ior­ no ). Molti miei compagni prefensco­ no un secondo impiego; restano otto ore in fabbrica e poi fanno gli elet­ tricisti, gli stagnini, i rappresentanti. Alcuni sono anche convinti di essere molto furbi; non capiscono che in questo modo si fanno sfruttare due volte. ,.

Un documento dell'Azione cattolica

••condizioni di vita disumane" I due « piani d i sviluppo economico e sociale ,. del governo franchista han­ no rafforzato le diseguaglianze socia­ li in Spagna. Lo afferma un documen­ to della HOAC ( fraternità operaia del­ l'Azione cattolica) del maggio 197 1 . Esaminando l e statistiche ufficiali, la HOAC fa rilevare che i salari sono in­ sufficienti e non sono cresciuti con lo stesso ritmo della produzione, au­ mentata dal 1961 al 1968 del 99,25% mentre i salari solo del 60,14%, Il mi­ nimo vitale per una famiglia compo­ sta da padre, madre e due figli do­ vrebbe essere di 1 19.650 pesetas · an­ nue, mentre il reddito medio di un manovale raggiunge le 65.000 pesetas per otto ore di lavoro al giorno. Ec­ co perché il 54% degli operai madri­ leni è costretto a fare una giornata di 10 ore di lavoro che, assommate a quelle passate su trasporti pubblici, riduce l'uomo " a condizioni di vita disumane, senza altri orizzonti che non siano il lavoro, il viaggio e il sonno ». Nel 1968, 619.980 figli di ope­ rai non hanno studiato per mancan­ za di scuole ("Le Monde " 7-5-'71 ). 155

genza, con la sospensione dei diritti fondamentali del citta­ dino. Nel dicembre 1 970 il regime decide di dare una dura lezione a tutte le opposizioni interne. A Burgos viene isti­ tuito un processo militare contro 1 6 patrioti dell'ETA, ac­ cusati d'aver assassinato ( o " giustiziato " ) il commissario Manzanas ( 2-8-'68 ) . Franco lascia che sia il tribunale milita­ re (e quindi l 'Esercito ) a " compromettersi " nella sentenza (9 condanne a morte per 6 imputati ) e poi interviene dal­ l'alto a concedere la grazia. Anc�ora una volta riesce cosi a coalizzare intorno a sé, contro la " campagna internazionale

11 processo di Burgos " Bisogna castigare i delinquenti" Esiste senza alcun dubbio un'azione sovversiva che ha calcato i sentieri della violenza illegale: il risultato di quest'azione sono stati i morti, i dan· ni alle persone e alle cose. Questi so­ no fatti indiscutibili. Su di loro si pronuncerà la giustizia. Castigare i de. linquenti, dopo giusto giudizio, è tri­ ste ma necessario ,. ("ABC ", 26-12-'70). •

"Due piccioni con una fava" L'avvocatessa Gisèle Halimi ha rac­ colto in un libro pubblicato a Parigi da Gallimard ( Le procès de Burgos, 197 1 ) tutti i dibattiti del tribunale militare. Dopo aver tratteggiato la figura della "vittima •, il commissario Manzanas, descritto come un feroce torturatore di baschi, la Halimi af­ ferma che il governo spagnolo « de­ cise di prendere due piccioni con una fava : celebrare un processo in me­ moria di Manzanas e sbarazzarsi dei piu attivi responsabili dell'ETA. An­ che se non c'entravano affatto con l'esecuzione di Manzanas », come Izco, assente dalla Spagna quel giorno. 1 56

LA SENTENZA Madrid, 28 dicembre: « La corte mar- . ziale di Burgos ha deciso. Dopo 20 giorni di permanenza in camera di 't:onsiglio, alle 16.10 di oggi il presi­ dente colonnello Ordovan ha comu-· nicato la sentenza : 9 condanne a mor­ te per 6 imputati [ tre doppie] e 668 anni di carcere per gli altri ».

La grazia di Franco « Le clamorose manifestazioni di ade­ sione alla mia persona, all'Esercito e alle istituzioni hanno rafforzato la nostra autorità in modo tale che ci consente in pieno accordo con il Con­ siglio de{ Regno, di far uso della pre­ rogativa dell'indulto, nonostante la gravità dei delitti giudicati a Burgos. ,.

l &IUDIZI DELLA STAMPI MONDIALE Belgrado 10-12-'70 : « Franco cerca di presentare le reazioni del mondo al processo di Burgos come una • cospirazione internazionale " ». Asahl Shlmbùn, Tokio 2 1-12-70: « Que­ sto processo ha scatenato un'ondata Polltlka,

di denigrazione " , tutte le forze del regime . Franco ha volu­ to cosi dimostrare agli spagnoli e al mondo la sua " necessi­ tà " . Senza di lui - afferma implicitamente - in Spagna non può esserci né pace né sicurezza sociale . La tregua poli­ tico-sindacale inaugurata dalla " grazia " di Franco dura ben poco . La fine del 1 97 1 segna l 'estendersi a tutto il paese di una ondata di scioperi senza precedenti nella Spagna fran­ chista, che ha per epicentro il blocco della FIAT spagno­ la, la SEAT di Barcellona. Nei Paesi Baschi l'ETA ha sca­ tenato una nuova ondata di attentati, dimostrazioni e ra-

di movimenti antigovernativi che han­ no fatto barcollare le basi del regime di Franco ». Haaretz, Tel Aviv 29-12'70: « Le sentenze di Burgos testimo­ niano il risorgere di metodi crudeli in un regime che non ha dimenticato niente dopo i bagni di sangue de­ gli anni Trenta ». Izvestija, Mosca 30-12-70: « Vergogna ai boia! Gli in­ quisitori del XX secolo si sono co­ perti d'un incancellabile manto di vergogna ». Quotidiano del Popolo, Pe­ chino 31-12-70: « Piu i reazionari mas­ sacrano piu le forze rivoluzionarie crescono •. ABC, Madrid, 30-12-70: « La Storia, la Grande Storia nella quale un giorno sarà iscritto il nome di Francisco Franco, interpreterà le sue misure di clemenza come un segno di fermezza e non come un'approva­ zione dei delitti che tutta la Spagna condanna •. Stem, Amburgo 10-1-'7 1 : « :e i l " crepuscolo degli dei " del fran­ chismo ». Al Ahram, Il Cairo, 18-1-'1 1 : « Franco h a preso una decisione uma­ nitaria •· Ubro-Glornale N. l, Torino 1-6-'71 : « Mentre si celebra la " clemen­ za• e la " saggezza " di Franco, in tutta la Spagna scatta una pesante e spie­ tata �repressione agevolata dalla so­ spensione per sei mesi dell'art. 18 del­ la Costituzione. Si parla di oltre 15 mila militanti buttati nelle galere fasciste ». ·

Franco lavora per il postfranchismo « Franco ha fatto il suo mestiere co­ si bene da essere riuscito a impedi­ re il formarsi di un serio spirito di insofferenza nel suo paese. Mentre al­ l'estero si domandano cosa accadrà · dopo la sua morte, lui, in Spagna, la­ vora a preparare il postfranchismo, ossia la sua successione senza rivo­ luzione, senza scosse, senza concede­ re troppo al popolo della pericolosa droga chiamata democrazia, consen­ tita in piccole dosi piu per moda che per necessità » ( Bertoldi, " Oggi ", 1969 ) . 30 aDDl d i pace: « Le critiche filoso­ fiche e dottrinali non possono far di­ menticare l'essenziale dell'opera di Franco: ha dato alla Spagna 30 anni di stabilità e di progresso economi­ co • ( Crozier, op. cit . ) .

11 crepuscolo

del tranchlsn1o Max Gallo: « Trent'anni di pace co­ struita su un ossario hanno permes­ so al regime franchista di durare ... Un regime stabile forse perché cen­ tinaia di migliaia di uomini sono 157

pimenti. Anche gli studenti hanno radicalizzato la loro lot­ ta : dopo quelli di Barcellona, nel gennaio 1 972 sono gli uni­ versitari di Madrid a scendere in piazza per contestare il regime . Dal canto loro, il governo e i principali organi di stampa denunciano questa situazione come opera di una minoranza sovversiva : lo spagnolo medio ·pensa solo a go­ dersi il benessere economico faticosamente raggiunto in trent'anni di " pace franchista " , non si cura di politica e teme che la scomparsa del Caudillo faccia ripiombare il paese nel caos degli anni Trenta. •

morti, e un salasso cosf profondo e cosf prolungato ha lasciato in ogni spagnolo una ferita e una paura an­ cora aperte ». Santlago Carrlllo: « Og­ gi la questione decisiva è la lotta sempre piu energica contro il regime franchista che deve essere liquidato oon una lotta intelligente e decisa ,. ( Democrazia e Rivoluzione in Spagna, Editori Riuniti 1968 ) . Quarta Interna­ donale: c Qualsiasi evoluzione del re­ gime lavora in favore di un rovescia­ mento rivoluzionario della dittatura. Si può già parlare di "crepuscolo del franchismo• ,. ( Edizioni Sapere 1971 ) .

Riuscirà a vincere anche dalla tomba? " Potrà il Caudillo, come il Cid dell,a leggenda, vincere ancora le battaglie dopo la sua morte e imporre la sua volontà dalla tomba? La risposta di­ pende in gran parte dalla coscienza civica delle nuove generazioni. Fran­ co ha guidato un popolo ammaestra­ to dagli errori della politica e dagli orrori della guerra civile... Ma ora lo spagnolo del dopoguerra aspira sol­ tanto a vivere nelle migliori condi­ zioni possibili... La lotta di classe ha perso · il suo fascino per il proleta­ riato. Franco non è solo un rude sol158

dato ... è anche un sincero cristiano e come tale ritiene suo dovere evitare che le vecchie passioni, risvegliando­ si, gettino di nuovo gli spagnoli gli uni contro gli altri ,. ( Martin, op. cit . ) .

Un futuro carico di i ncognite

« La Spagna è condannata a un regi­ me tecnocratico-militare postfranchi­ sta? Se la risposta è affermativa, il paese potrebbe tJrecipitare verso una di quelle esplosiOni di cui ha cono­ sciuto tanti esempi durante la sua storia. Le scosse che agitano la Spa­ gna dal 1962, il progredire del mal­ contento, l'espressione sempre piu netta e frequente di opposizioni mal­ destre mostrano che sarà molto dif­ ficile mantenere la nazione sotto il precetto del " principio di autorità", tanto caro a Franco... L'instaurazio­ ne della monarchia non è una solu­ zione ai problemi che si pongono alla Spagna di domani. La Chiesa è in crisi; le libertà pubbliche inesistenti; l'agitazione sociale continua... Biso­ gna concludere che la Spagna è in­ governabile, o piu semplicemente che la dittatura non è una forma valida di governo? ,. ( Georgel, op. cit.).

Cronologia 189Z - 4 di�mbre: Fran. co nasce a El Ferrol, in Galizia. 1907 - Entra nell'Acca­ demia di Fanteria di To­ ledo. 1910 - Terminati i corsi all'Accademia viene de­ stinato all'8• Rgt. Fante­ ria "Zamora" a El Ferrol. 191Z - Parte volontario per il Marocco. 1913 - Si arruola nei Re­ gulares marocchini. 1914-1916 - Prima cam­ pagna marocchina: Fran­ co viene gravemente fe­ rito al ventre ( 1916). 1917· - Promosso mag­ giore, è trasferito a Ovie­ do. In agosto è incaricato di reprimere gli scioperi dei minatori. Conosce la futura moglie, Carmen Polo y Martinez Valdés. 19ZO - Chiamato a far parte della Legion Extra­ njera, ritorna in Maroc­ co, dove è ip corso la campagna contro El Rai­ suni e Abd el-Krim (2• cainpagna marocchina). 19%3 - Diventa tenente coionnello e Comandarite in capo della Legi6n. Set­ tembre, colpo di stato del generale M1guel Primo de Riv�. Ottobre: Franco sposa Carmen Polo. 19ZS ...... Nel febbraio è promosso colonnello. Set. tenibre: sconfitta del ri­ belle Abd el-Krim. 19%6 - Il 3 febbraio re Alfonso XIII lo nomina generale di brigata e lo trasferisce a Madrid. 1m - Franco viene in­ caricato di organizzare e dirigere la nuova Acca­ demia Militare di Sara­

gozza.

19%8 - Nascita della fi. glia Carmencita. 1930 - Gennaio: fine del­ la dittatura di M. Primo de Rivera. Febbraio: il ministro francese della Guerra, Maginot, conse­ gna a Franco la Legion d'Onore. 1931 - 12-14 aprile: ca­ duta della monarchia e proclamazione della 2• Repubblica spagnola. Lu­ glio: chiusura dell'Acca­ demia Militare di Sara­ gozza e trasferimento di Franco a La Corui'ia. 193Z - Dopo il tentativo del colpo di stato del gen. SanjurJ o, Franco viene trasfento alle Baleari. 1933 - Nelle elezioni del. le seconde Cortes la de­ stra conquista la maggio­ ranza. 1934 - Sollevazioni " ros­ se" in Catalogna e nelle Asturie. Franco è incari­ cato di dirigere la re­ pressione. 1935 - Diventa coman­ dante in capo delle For­ ze Armate in Marocco, poi Capo di Stato Mag­ giore dell'Esercito. 1936 - 16 febbraio: nuo­ ve elezioni generali e vit­ toria del Fronte Popolare. Il nuovo governo relega Franco alle Canarie. 13 luglio: assassinio di Cal­ vo Sotelo. 18 luglio: Fran. co raggiunge l'Esercito d'Africa insorto nel Ma­ rocco. Comincia la guer­ ra civile. 20 luglio: muo­ re in un incidente aereo il capo dell'insurrezione, Sanjurjo. In ottobre, a Burgos, la Giunta di Di­ fesa nazionale nomina Franco "capo del governo dello Stato spagnolo" e generalissimo. 1936-1939 - Guerra civile.

1939 - Allo scoppio della seconda guerra mondiale, il Caudillo proclama la neutralità e poi la non belligeranza della Spagna. 1940 - 23 ottobre: incon. tro Franco-Hitler a Hen­ daye. 1941 - 12 febbraio: in­ contro Franco-Mussolini a Bordighera. Luglio: par­ ténza dei •volontari • del­ la Division Azul per la Russia. 1943 - Franco richiama la Division Azul. 1945 - Il Caudillo pro­ mulga il Fuero ( 16 luglio). 1946 - Dicembre: mozio­ ne di censura all'ONU nei confronti della Spagna. 1947 - Legge di successio­ ne: la Spagna è una mo­ narchia di cui Franco è il capo supremo a tempo indeterminato. 1950 - L'ONU revoca la mozione del 1946. 1953 - 27 agosto: Con­ cordato Spagna-Santa Se­ de. Accordo con gli USA. 1955 - Dicembre: la Spa­ gna è ammessa all'ONU. 196% - Scioperi nelle Asturie. 1963 - Fucilazione di Gri­ mau. 1965 - Ancora . scioperi nelle Asturie. La prote­ sta si estende alle univer­ sità. . 1969 - Per l'accen.tuars1 delle attività " sovve,rsive: viene indetto lo stato d'e­ mergenza. 23 luglio: i1 Caudillo nomina ere"de al trono di Spagna Juan Carlos di Borbone. 1970 - Processo di Bur­ gos contro gli indipenden­ tisti baschi ( ETA). 1971-197Z - Franco di­ chiara di non volere la­ sciare il potere. L'opposi­ zione intensifica l'attività. ·

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QUESTO VOLUME 8 STATO IMPRESSO NEL MESE DI APRILE DELL'ANNO MCMLXXI I NELLE OFFICINE GRAFICHE VERONESI DELLA ARNOLDO MONDADORI EDITORE PRINTED IN ITALY