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Italian Pages 306 Year 1971
Richard Neville
PLAY POWER
MILANO LIBRI EDIZIONI VIA. DELLA SPIGk 1 MILANO
© 1970 by Richard Nevi1le Milano Libri Edizioni, 1971
L'autore desidera qui ringraziare i seguenti editori musicali per aver consentito l'uso di estratti da queste canzoni: 'Elusive Butterfly' by Bob Lind-Metric Music 'My Boyfriend's Back' by Robert Feldman, Gerald Goldstein and Richard Gotteherer-April Music Ltd., London 'A Whiter Shade of Pale' by Keith Reid and Bary Booker-Essex Music International 'Get A Job' by the Silhouettes-Essex Music Ltd. 'Summertime Blues' by Eddie Cochran and Jerry Capehart-Cin~ phonic Music Company Ltd. 'Wild One' by Johnny O'Keefe-Festival Records 'We're Not Gonna Take lt' by Peter Townshend-Fabulous Music Ltd. 'School Day' by Chuck Berry-Jewel Music Pub. Co. Ltd.
traduzione dall'.inglese di V~NCENZO MANTOVANI copertina di MARTIN SHlARP
Indice PROLOGO AVANTI FIGLI DI PUTTANA
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Mr. Chips ha le spalle al muro · Una poiana da Macy • Verniciatelo di nero Per un tempo migliore votate Provo · Dal love-in al cash-in · Un brutto viaggio per tutti · Yippee! · Il diavolo deve pagare · La nuova Riva Sinistra · Gli autonomi di Zurigo · « Ma che può fare un povero ragazzo ... ? » · Cecago · Provate oggi stesso una Rivoluzione · Paradise Now. GROUP GROPE
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E DIO SCELSE LA MUSICA POP
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GIOVANNINO SEMEDISTREPPA PORTA SANDALI DORATI E UNA BOMBETTA NERA
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LA STAMPA PARTIGIANA
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Che cosa è · Dove è · Perché esiste · Che cosa significa · Un'esauriente panoramica mondiale dell'alternativa di informazione underground. SULLA STRADA CHE PORTA A KATMANDU
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La pista della droga · Come sopravvivere: appunti · Braccio di Ferro a Panama · I caduti sulla pista della droga · Rapporto da Marrakesh Otis Cook: odissea hippie. LA POLITICA DEL GIOCO
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APPENDICI
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Prima: Farlo in piazza · Seconda: Annuario internazionale della stampa underground · Terza: In viaggio: trasporti erba alloggi · Quarta: Londra gratis.
Ringraziamenti
L'idea di Play Power è del mio editore Ed Victor che non solo mi ha aiutato· a risolvere i numerosi problemi incontrati per via, ma ha anche molto insistito perché abbandonassi ogni pretesa di accademica neutralità e facessi invece udire la mia voce. Molta gente mi ha aiutato a completare questo libro. Peter Buckman, Germaine Greer, Martin Sharp, Deborah Rogers, Mohamed e Lee, hanno permesso che mi rifugiassi in casa loro, mi hanno messo a disposizione libri e documenti che altrimenti non sarei mai riuscito a consultare e mi hanno aiutato in un'infinità di altri modi. Grazie a J ane de Mendelsohn di BIT e a Harvey Matusow per i dati sulle vittime della via della droga turca. Grazie a Rosemary Pettit per l'aiuto prestatomi nelle prime fasi delle ricerche e i coscienziosi dispacci dal fronte asiatico. Grazie a tutti quelli di OZ: Andrew Fisher, Felix Dennis, Jon Goodchild, Brigid Harrison e Bridget Murphy, che hanno tollerato tanto a lungo un direttore così confusionario. Grazie a Ian Stocks, Tina Liber, Tina Date, Michelene Victor e Andrew che mi hanno aiutato a correggere le bozze. Play Power non avrebbe mai visto la luce senza la fedele assistenza di Louise Ferrier, con la quale avrò sempre un debito di riconoscenza. Questo libro non sarebbe mai finito sui tavoli degli editori senza la perseveranza e l'incoraggiamento di Jim Anderson, che ha dato un aiuto prezioso in ogni fase della preparazione del manoscritto, svolgendo dal principio alla fine le funzioni tipiche dell'editor. E' stato lui a comporre lo specchietto sulla stampa underground di pagina 151 a raccogliere gran parte del materiale per i capitoli sulla stampa underground, sulla droga e sulla guida delle pubblicazioni. Non vedo l'ora che esca il suo primo libro, Gay Power.
Ai miei genitori
PROLOGO
Power Flower
E' pane che vogliono? ... Oh, di quello ne hanno in abbondanza, disse Timothy, si vestano di fiori. Vaffanculo te e i tuoi fiori, disse Stokeley, noi vogliamo ... La rivoluzione? proposero i fratelli Marx, Danny, Rudi e Tariq. No! cantarono i Beatles in tre orecchiabili versioni. Nessuna delle quali, rispose l'uomo col gilè borgogna, eguaglierà il successo dei cigarillos: la rivoluzione nel piacere di fumare.
* « Ogni volta che mi telefoni » disse, « chiedi di Pete il Coyote ». E ogni volta che lo facevo, nessuno aveva mai sentito parlare di lui. Era il 1968, la settimana prima di Natale, e Pete il Coyote, con altri Angeli dell'Inferno di San Francisco, era volato a Londra insieme alla sua moto, immensa e appariscente, perché dessero un'occhiata alla trazione. Quando li incontrai, se ne stavano ammassati in una bella stanzetta del quartier generale dei Beatles, in Savile Row, resi più prudenti dagli sforzi di George Harrison di sfrattarli (« Dice che siamo dei maleducati » ). Ken Kesey aveva viaggiato con gli Angeli e, nella stanza, stava registrando un'intervista col mago olandese Simon Vinkenoog che, ospite di Londra, ciarlava con melliflua stravaganza. Intanto Pete il Coyote teneva banco: « L'era della cibernetica, cari miei, comporta un cambiamento nel quadro di tutti i nostri principi e presupposti. I concetti spazio-temporali tradizionali non bastano più ... il computer ci sta dolcemente introducendo nell'era elettronica-automobilistica cosi come la locomotiva a vapore ci ha scaraventato nella rivoluzione industriale. Allora era il gin. Scorreva come acqua. Col gin si allattavano i bambini, contro il gin si battevano le società per la temperanza Oggi è la droga. L'LSD è per noi quel che il gin fu per i vittoriani. Lubrifica e rende più scorrevole la nostra accettazione di una nuova era ... ». Un Angelo dell'Inferno? Con le sue lenti affumicate, il cuoio stagionato e i frusti blue jeans, avrebbe dovuto parlare dei pezzi da sostituire nella sua Harley Davidson o di cavare i denti a una ragazza con un paio di pinze arrugginite.
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* Non tutti i fiori si possono lanciare da un aereo. Alcuni si disintegrano toccando terra, altri si allontanano, portati dal vento, e svaniscono nell'infinito. Ecco perché bisogna collaudarli. A un'affollata riunione yippie nella parte bassa di Manhattan, Abbie Hoffman lamentava che i suoi esperimenti sulla caduta libera dei fiori da un tetto vicino fossero stati interrotti da sospettose correnti d'aria; ciò nonostante, raccomandava le robuste margherite. L'indomani, sopra il be-in del Centrai Park, i puntolini vomitati da un piccolo aereo da turismo si sparsero nel cielo solo per sparire dolcemente, sospinti dalla brezza, oltre i tetti della Quinta Avenue. Dovevano aver usato quelle smorfiose delle primule.
* Arrivai in ritardo a casa dell'uomo che sta dietro The Black Dwarf. Era senz'altro una grande occasione. La stanza di soggiorno era zeppa di militanti londinesi di prima scelta. L'uomo in poltrona parlava con accento tedesco un pesante Marx. Era il (mortalmente) Ernesto signor Mandel, direttore dell'organo della sinistra belga Le Gauche e stimato economista socialista. In tono misurato, minimizzò accuratamente il contributo degli« elementi libertari » all'insurrezione di Parigi e parlò del successivo afflusso di nuove reclute nel « partito »; della serietà della rivoluzione e dell'importanza di avere un'ideologia. Era venuto a lodare Marx, e procedette a seppellirlo. Nella discussione che seguì, tesa per chi vi prese parte, si passarono tre ore a cavillare sulla definizione di « neocapitalismo ». Ken Tynan fu il primo ad andarsene, disperato. La rivoluzione di un uomo è il purgatorio di un altro.
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AVANTI FIGLI DI PUTTANA
Mr Chips ha
le spalle
al muro
Il direttore di Eton ha dato le dimissioni. « I problemi e le difficoltà di un direttore scolastico sono decisamente aumentati » ha detto. Nessuno ha trovato niente da dire sui problemi e sulle difficoltà di essere uno scolaro. Sembra ché certi alunni avessero maneggiato armi e fumato marijuana. Lo stesso mese il vicedirettore di Rugby dichiarava al Daily Telegraph che negli ultimi due anni quindici ragazzi erano stati temporaneamente sospesi per aver fatto uso di droga. Secondo un'altra notizia di cronaca, più di trenta scolari erano stati sospesi perché erano « ribelli hippi ». Dopo che la scuola di St Paul ebbe espulso vari ragazzi per colpa della marijuana, ne conobbi uno negli uffici di Release, l'organizzazione londinese che cerca di aiutare i drogati a cambiar vita (« chiamate il 229-8654 di giorno o di notte con amore » ). Aveva quindici anni. A quindici anni io andavo a scuola in maglietta e calzoncini cachi, facevo il tifo per la squadra di football, venivo rimandato in latino e, durante le esercitazioni nel cortile, canterellavo Memories Are Made of This. Questo giovanotto, col suo fazzoletto rosso e una fredda amabilità, parlava affabilmente di sradicare dalle scuole i corsi obbligatori di ginnastica e di religione, di abolire i prefetti e le punizioni, di porre fine all'arbitrario autoritarismo dei direttori ... e io ascoltavo, con la spiacevole sensazione di essere uno della generazione di mezzo, nato morto in un limbo di relazioni presidenziali, vicari alla televisione e inviti a fare il ferrò'viere per avere una vita di goduria, di viaggi e avventure, a dodici sterline la settimana. La mia generazione quasi trent'anni - aveva già raggiunto la pubertà prima dell'avvento di Carl Perkins, della marijuana e di una comoda vita sessuale alla portata di tutti. Il nostro Dio era ancora in affari, il nostro Elvis sotto le armi, il nostro avvenire nelle colonne delle offerte di lavoro. Dovevamo imparare a ballare il valzer prima d'imparare a non farlo più.
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r Don't be concerned, it will not harm you, It's only me pursuing something I'm not sure of, Across my dream, with nets of wonder, I chase the bright, elusive butterfly of ... 1
Anche se ci siamo affrancati solo a metà - e gustiamo in segreto il profumo della birra scura, del lucido da scarpe e del Brylcreem - la nostra sottocultura, un tempo furtiva, è uscita dall'ombra per passare alle hit parades, nei titoli dei giornali e all'Odeon del quartiere. L'elusiva farfalla dai vivaci colori s'è posata sulle spalle dei quindicenni.
Una sera d'estate, passeggiando, raggiungo due sbarbine che mi precedono. Il sacco a pelo in spalla, una giacca di cuoio con le frange, gioielli come quelli degli aztechi e una borsa da viaggio a tracolla, all'orientale. « Ciao » fa una, sorridendo, « non è una buona idea salutare chi non si conosce? Non ci pensa mai nessuno. Abbiamo appena detto buonasera a un bigio e s'è sciolto come un pezzo di ghiaccio ». Facciamo due passi insieme. Una ha sedici anni, l'altra uno di più. Sono appena arrivate da Yarmouth, con l'autostop, e vanno in Cornovaglia. « Non potrete più dormire nei bunker della costa » le informo. « Il municipio li ha fatti riempire di petrolio ». « Fa niente » dice la più giovane, « scroccheremo una branda a qualche gnocco ». Ci auguriamo la buonanotte, e una delle due chiede, retoricamente: « Fumi? », mentre mi fa scivolare in mano una pallottolina di hascisc. Un incontro casuale. Due scimmiette. Nulla di straordinario; a parte il fatto che queste ragazze sono dappertutto e quando saranno grandi non sposeranno un direttore di banca. « Uno degli spettacoli più straordinari della rivoluzione di maggio fu quello di migliaia di scolari che marciavano scandendo lo slogan 'Il potere è nelle strade, non in parlamento' »2• Il 10 maggio 1968 i ginnasi francesi proclamavano uno sciopero na1 « Non preoccuparti, non ti farà male, / Sono soltanto io, che inseguo una cosa di cui non sono sicuro, / Attraverso il mio sogno, con retine di stupore, / Caccio l'elusiva farfalla dai vivaci colori ... ». Bob Lind, « Elusive Butterfly ». Fontana TL 5340. 2 Patrick Seale & Maureen McConville. French Revolution, 1968. Penguin 1968.
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zionale di solidarietà con i loro fratelli maggiori della Sorbonne: e quasi in novemila partecipavano alle dimostrazioni, difendendo le barricate e insanguinando le ambulanze. Ora i lycées francesi sono autentici campi d'addestramento dove ci si prepara al bis. Nelle scuole americane si dice che Che Guevara ha tredici anni e non fa i compiti a casa. Si sono già avuti vari scioperi scolastici efficacemente coordinati tra loro e i più feroci dei giornali underground sono spesso soci dello HIPS: lo High School lndependent Press Service. Secondo una relazione letta nel 1969 a un'associazione d'insegnanti londinesi, l'anarchia che regna nelle scuole sta allontanando i professori. Ecco i sintomi del crollo disciplinare: cattiva condotta cronica, infrazioni ai regolamenti scolastici, sfide all'autorità degli insegnanti, disturbo delle lezioni, ritardi, abbigliamento poco corretto, vandalismi e generale deterioramento nel tono della scuola. In altre parole, è un addio ad Addio Mr Chips. « Questo sembra dovuto soprattutto a un aumento nel numero dei bambini nevrotici » è il commento della re~azione3 • Bambini nevrotici. Dipende dalla prospettiva. Magari questi bambini hanno visto cosa voleva dire essere normali, nel telegiornale della sera: e non sono rimasti soddisfatti.
Una poiana
da Macy « Il mondo era diviso in due campi, armati fino ai denti e reciprocamente ostili » salmodiavano i professori di storia spiegandoci le cause della prima guerra mondiale: una visione del mondo, quella suggerita dal libro di testo, che potrebbe benissimo adattarsi a quello attuale. I due campi sono diventati generazionali: la semplificazione è forse un po' eccessiva, ma chi fa veramente parte dell'uno o dell'altro capirà che cosa si vuol dire. Oggi le armi sono più raffinate. Da una parte e dall'altra la Grossa Bertha è la cultura: qui ereditata, là fatevela-da-voi. ' Relazione preparata da· una rappresentanza della branca londinese dell'Association of Assistant Masters e presentata all'assemblea annuale dell'associazione nel gennaio del '69.
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Guardando dall'esterno verso l'interno, il Movimento giovanile radicale sembra deciso a distruggere la civiltà come la conosciamo noi. Guardando dall'interno verso l'esterno, è la civiltà che distrugge se stessa. La caratteristica forse più straordinaria dello Youthquake di oggi - cioè del terremoto prodotto dai giovani, come una volta l'ha battezzato Vague - è il suo intenso, spontaneo internazionalismo. Da Berlino a Berkeley, da Zurigo a Notting Hill, i membri del Movimento mostrano una viscerale affinità: e hanno aspirazioni, ispirazioni, una strategia, uno stile, uno stato d'animo e un vocabolario comuni. I capelli lunghi sono la loro dichiarazione d'indipendenza, la musica pop il loro esperanto; e nella loro pipa della pace fumano la marijuana. Anche le divisioni all'interno del Movimento sono in genere coerenti. I termini Nuova Sinistra, Underground e « poveri militanti » sono applicabili, seppure vagamente, a tutto l'immenso e sparso dominio dell'insurrezione giovanile. A volte queste categorie si sovrappongono generosamente l'una all'altra; in altre occasioni, meno generosamente, contrastano. La Nuova Sinistra è formata in gran parte dal « brodo alfabetico » della protesta studentesca (SDS, SNCC, NACLA, RSA, BLF, RSSF, ecc.): con appena una goccia, ogni tanto, di LSD. L'Underground, quell'etichetta così poco simpatica, abbraccia hippies, beats, mistici, pazzi, drogati, yippies, fricchi, suonati, membri delle comuni e tutti quelli che rifiutano una rigida ideologia politica ( « è una malattia mentale ») e sono fermamente convinti di una cosa: che quando ti sarai fatto saltare le cervella - in senso figurato, s'intende - la Bastiglia salterà in aria da sola. I poveri militanti, infine, sulle lotte dei quali si dovrebbe scrivere un altro libro, comprendono i giovani lavoratori radicali europei, i negri e le varie comunità etniche che stanno affiorando negli Stati Uniti. In zone diverse, in diverse occasioni, una diversa combinazione di queste categorie diviene l'agente di disgregazione della società. Dei gesti della Nuova Sinistra si dice che sono « politici ». Alle trovate dell'Underground si appiccica un'altra etichetta: « culturali ». In realtà, ambedue le manifestazioni sociologiche sono riconducibili allo schema comportamentale di un singolo organismo malcontento. I giorni del « radicalismo dalle nove alla diciassette » sono finiti. Lo hippie che fa colazione con un pugno di riso scuro e lo studente che brucia la sua pro-
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va d'esame stanno imparando, tutt'e due, a vivere la stessa rivoluzione. C'è una cosa che anima entrambe le denominazioni, politica e culturale, della protesta giovanile; che ne costituisce l'innovazione più importante; che ha la massima importanza per il futuro; che insomma è la più singolare, la più bizzarra e la più efficace. Ed è l'elemento del gioco, che esamineremo in modo più specifico nell'ultimo capitolo. A parte la fulminea evoluzione di una controcultura, il Grande Unificatore della Gioventù è stato il Vietnam. Sia in America che nel Regno Unito l'indignazione per la guerra è nata e cresciuta in seno al CND e ai movimenti per i diritti civili, propagandosi al resto della popolazione: premurosamente nutrita da una balorda impostazione politica e da una direzione militare di un'inettitudine addirittura incredibile. Sarebbe ingenuo, però, ipotizzare che il ritiro degli Stati Uniti dal Vietnam anestetizzerebbe la protesta giovanile. I simboli sono di facile sostituzione. Di ogni cosa si può fare un problema: una fastidiosa cerimonia ufficiale, la presenza imbarazzante di una macchina della polizia, l'inopportuno licenziamento di un professore universitario. Tutto può dare ai giovani il pretesto per una prova di forza. Una legge della dinamica del Movimento è che il Movimento non viene .mai frenato dagli avvenimenti politici, bensì ne riceve un impulso. · Un'altra legge della dinamica del Movimento è che da cosa nasce cosa: in progressione geometrica. La fantasia non conosce confini. Caratteristiche nazionali specifiche impongono un certo colore all'attività insurrezionale, ma le differenze .vanno facendosi meno ovvie delle similarità. Per esempio: La prima cartolina precetto venne bruciata nel 1965. Questo singolo atto assume rapidamente le proporzioni di un incendio in una foresta, consumando anche i corpi di tre americani, che nello stesso anno si diedero fuoco sulla gradinata del Pentagono. Alcuni anni dopo uno studente céco, Jan Palach, divenne un eroe nazionale quando adottò la stessa forma di protesta contro i russi. Persino a Lund, nella placida Svezia, gli studenti furono accusati di profanazione durante una rappresentazione di Fucknam, di Tuli Kupferberg, in cui gli attori appiccavano il fuoco alle bandiere americane che adornavano i 19
mostruosi peni di cartapesta dentro i quali sfilavano, Le stelle e le strisce ardono in tutta l'Europa e forse, in vita nostra,' non le vedremo estinguersi mai più. Nel 1969, quando si celebravano tutti questi primi gesti incendiari cantando e ballando sui palcoscenici di Broadway e del West End nella commedia musicale Hair, gli scolari di Berlino dimostravano di non aver dimenticato la lezione delle cartoline precetto ridotte in cenere dando fuoco alle pagelle. Gli strumenti per la comunicazione di massa, i cosiddetti mass media, sono parzialmente responsabili della straordinaria presa di coscienza generazionale di oggi. Ne consegue che il Movimento giudica regolarmente biasimevoli i mass media: Amsterdam 1966: Masse di provos e di lavoratori edili assediano gli uffici del giornale ex fascista De T elegraaf. Londra 1967: Centinaia di hippies tentano d'impedire la distribuzione del News of the W orld. Furenti locandine scritte a mano rivelano l'indirizzo privato del direttore e invitano i dimostranti a spedirgli per posta un po' di marijuana. (Qualche settimana dopo la squadra narcotici perquisisce la sua residenza). Germania 1968: Studenti devastano l'ufficio stampa di Springer a Monaco e attaccano le agenzie distributrici di tutte le città chiave. Per difenderle la polizia è costretta a erigere barricate. New York 1968: Trenta hippies irrompono in uno studio televisivo durante un dibattito in presa diretta. In un primo momento si dà all'intrusione il valore di uno happening, considerandola una parte dello spettacolo, « ... ma quando un capellone gridò che allargava il cuore sentire alla televisione una certa parola di quattro lettere, e la disse, sorse qualche dubbio sull'opportunità della cosa »4 • New York 1969: Dimostrazioni davanti agli uffici del New · York Times in segno di protesta per il suo silenzio sulle attività del Movimento. Un'eccezione sorprendente: Non ci furono dimostrazioni contro i mass media durante l'in_surrezione parigina del 1968. La cosa ha destato rincrescimento, e i fratelli Cohn-Bendit si sono affrettati a sottolineare che questo « è un punto da tener presente in avvenire e del quale non mancheremo di occuparci »5• • The Times, 27 giugno 1%8. ' Obsolete Communism, The Left Wing Alternative, André Deutsch, 1968. Estremismo, rimedio alla malattia senile del comunismo Einaudi.
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Alla vigilia della celebre dimostrazione londinese per il Vietnam dell'ottobre 1968, la stampa gridò al lupo tanto spesso che finl per assomigliare a una vecchia signora che strilla: « Vogliono violentarmi! ... Prego ». In prima pagina, il Times avvertiva i lettori che i dimostranti si proponevano di occupare alcuni dei palazzi più importanti della città, comprese le sedi dei giornali. L'Evening News fece eco alla notizia svelando un piano per l'occupazione della BBC. Inviò persino i suoi uomini più brillanti, opportunamente camuffati, perché dimostrassero la debolezza delle difese ·allestite dalla Zietta. La BBC, per rappresaglia, invase con la stessa facilità i gabinetti dell'Evening News, mostrando il tutto alla televisione. Pur avendo sotto gli occhi questi due piani bell'e pronti, i dimostranti non fecero alcun tentativo di occupare le due sedi. Tra gli altri simboli dell'oppressione sui quali i radicali del Movimento hanno aperto il fuoco ci sono i grandi magazzini: non letteralmente, tuttavia, come insinua questo titolo di uno dei giornali tedeschi di Springer: NEGOZIO DI MOBILI IN FIAM6 ME: È COSÌ CHE SI PROTESTA? È COSÌ CHE SI DISCUTE? Co- . me poi risultò, l'incendio era conseguenza di un furto con scasso - mal fatto - da parte di un p1ccolo criminale. Se questo travisamento delle notizie è tipico della politica di Springer, bisogna riconoscere che il direttore del giornale aveva giustamente avvertito le connotazioni emozionali dell'incendio. Alcunimembri della Comune K di Berlino, il nucleo della quale ha organizzato le più vistose manifestazioni berlinesi, distribuirono al pubblico dei volantini che proponevano filosoficamente di provocare, a Berlino, molti altri incendi del genere, e nel rosseggiare della vampa vedevano « la scoppiettante immagine del Vietnam ». L'elenco era formato da quindici edifici (più uno spazio in bianco per eventuali suggerimenti) tra i quali, ovviamente, l'America House e gli uffici di Springer. Otto membri della comune furono denunciati per istigazione all'incendio doloso, e approfittarono del processo per schiamazzare, tenere discorsi e coprire di ridicolo i loro accusatori. A New York, più o meno nello stesso periodo, cioè nell'aprile del 1968, presi personalmente parte a un'assemblea yippie in Union Park durante la quale si progettò un loot-in in un grande magazzino. « Sceglieremo quello giusto. Entreremo in • Bild, aprile 1968.
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una ventina, prender€mo quello che ci serve, regaleremo un fiore alla cassiera e ci dirigeremo verso l'uscita ... ». Un gruppo di militanti del Lower East Side, la Black Mask, un giorno organizzò un mili-in da Macy in piena ressa natalizia. Travestiti da clienti, commessi e ispettori, i dimostranti invasero il grande magazzino. Le merci esposte furono rovinate, rubate, scambiate o regalate. Cani e gatti affamati furono sguinzagliati nel settore degli alimentari. Una poiana inferocita si avventò sui casalinghi, fracassando piatti e bicchieri e riempiendo di terrore le commesse. Alcuni complici, sparsi tra il pubblico, fecero sì che rispettabili clienti di mezza età fossero maltrattati per errore dalla polizia e tratti in arresto7 • Ispirato da questo caos, un gruppo londinese entrò da Selfridges durante le vacanze natalizie col suo capo vestito da Santa Claus. Mani sorprese, ma non per questo meno avide, si strinsero sugli « omaggi » distribuiti gratuitamente. Non molto tempo dopo i clienti poterono assistere al triste spettacolo della polizia che confiscava giocattoli ai bambini e traeva in arresto Babbo Natale.
Verniciatelo
di nero Sugli scaffali di più di un sedicente e già anziano drop-out, tra i volumi fruscianti di McLuhan, Cleaver e Marcuse, giace una copia ingiallita di Protesi, ricordo imbarazzato dei giovani arrabbiati sulle due sponde dell'Atlantico. « I soli logici portavoce del nostro tempo ... » proclama la fascetta, che « ... si sono ribellati ai falsi conformismi, alle blande ipocrisie e alle comode presunzioni della società moderna ». La squadra inglese era formata da Kingsley Amis, John Osborne e Colin Wilson (che oggigiorno non mancano né di agi né di presunzione). Tra i divi americani c'erano Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Protest uscì nel 1958, lo stesso anno in cui in Inghilterra si varò ufficialmente la campagna per il disarmo nucleare, e si udirono i primi mugugni nelle università americane, che fino ad allora si erano occupate di questioni come queste: « Dio è morto? », op7
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Da un articolo del londinese King Mob Echo.
pure: « Eisenhower è vivo? »8 • Quando si rievoca l'era dei Beat, è d'uso riesumare un brano del saggio di Norman Mailer intitolato Il negro bianco, la cosiddetta « ulti'ma parola » sull'argO" mento, per infilarvi significativamente una fettina di psichiatri~ tolta da Rebel Without Cause di Robert Linder. Con l'abuso che se n'è fatto, Il negro bianco è invecchiato assai meglio del suo autore, che allora lucidamente previde l'importanza dei beats, da lui descritti come un sociologico « ménage-à-trois ... [ in cui] il bohémi!en e il delinquente giovaniie venivano a trovarsi faccia a faccia col negro, e lo hipster era una realtà nella vita americana». Non solo nella vita americana. La cultificazione dei media stava entrando nella sua impetuosa nuova fase. I beatniks apparivano altrove: persino in Australia, dove non c'erano nemmeno gli aborigeni coi quali venire a trovarsi faccia a faccia (essendo tutti ben chiusi nelle loro riserve punitive). E' appena il caso di ricordare, qui, che a onta, o forse a causa, della remota e poco eccitante immagine dell'Australia, la terra di You Beaut è in necessaria sintonia col resto del mondo, di cui assorbe avidamente i prodotti pop della cultura e della sociologia: un mercato a metà strada tra l'Inghilterra e l'America. Una minoranza di « matti » - ingrandita in modo allettante dallo specchio dei media - aveva rotto il silenzio dei loro fratelloni col jazz e l'anarchia, con la droga e col misticismo, con la povertà e la promi!scuità. I Beats dimostrarono che era possibile, affascinante addirittura, gettare il guanto di sfida al modo di vivere reclamizzato dall'IBM. Si disse che Hampstead era il Greenwich Village di Londra, che era la Montmartre di New York, che era la Tangeri di Parigi. Jack Kerouac e Kingsley Amis parteciparono insieme a convegni universitari sul tema: Esiste una Beat generation? Jack Newfield scriveva: « Più di ogni altra cosa, la Beat generation fu un prodigio, il primo alito di vento di una nuova tempesta, il segnale cifrato che la gioventù americana cominciava a mettere in berlina il conformismo, il materialismo e il silenzio »9 • Intanto, in Trafalgar Square, John Osborne entrava a far parte del Direct Action Committee che organizzò la prima delle marce di Aldermaston, poi sostituito dalla Campagna per il Di' La risposta era « sl ». Fece 85 punti giocando a golf il 10 marzo 1959. ' A Prophetic Minortty, Anthony Blond, 1967.
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sarmo Nucleare, che nel 1961 fece coricare cinquemila persone davanti al ministero della difesa. In Bomb Culture Jeff Nuttall fa la cronaca, ampia benché inesatta, dell'ascesa e del crollo dell'Obiezione di Coscienza britannica, con la sua alcoolica, barbuta atmosfera alla Jelly Roll Morton: dove i personaggi corrono qua e là « tutti presi dall'ansia della bomba », fondando vertiginosamente Comitati di Golders Green per l'Abolizione delle Armi Nucleari. Ripensando ai bellicosi Mods e Rockers degli anni immediatamente successivi al 1960 ( « ogni ospedale di Londra era pieno fino a scoppiare di centauri appiedati ») Nuttall afferma di essere convinto che la violenza di questo modo di vivere essenzialmente edonistico fosse la conseguenza di una vita vissuta con la prospettiva di un olocausto nucleare. I poeti davano la colpa alla Bomba, ma la gente se ne frega di morire se il mondo intero perirà con lei. Montgomery e distintivi della CDN simboleggiavano una nuova identità generazionale. Per i giovani, dolersi della Bomba era divertente. Fu all'inizio degli anni sessanta, mentre il signor Saturday Evening Post e signora assistevano elettrizzati all'elezione di JFK - il primo presidente televisivo - che i loro figli e le loro figlie, né isterici né nudi né affamati, si resero conto che « gli spiriti migliori della [sua] generazione » venivano distrutti da iniquità più immediate di un miraggio nucleare. Nel febbraio 1960 quattro studenti neri sedettero alla tavola calda segregazionista di un Woolworth di Greensboro, nella Carolina del Nord, e ordinarono un caffè. Il caffè non arrivò mai, ma il giorno dopo altri sedici studenti sedettero al loro fianco e da allora le tavole Cl!lde non sono state più le stesse Entro il mese di maggio dell'anno seguente il primo gruppo di Combattenti per la Libertà aveva lasciato Washington DC per New Orleans su autobus integrati. « Vinceremo » echeggiava dalle strade maestre del Sud a Tin Pan Alley; un bianco, John Howard Griffin, si annerl la pelle e rivelò agli scettici superstiti cosa voleva dire essere « gettato nel mucchio della spazzatura della cittadinanza di seconda categoria». Nell'ottobre del 1962 James Meredith veniva ammesso all'università del Mississippi. Nel marzo del 1964 LBJ annunciava una Guerra alla Povertà (combattuta con un successo ancora inferiore a quello della sua Guerra contro l' Aggressione Comunista). A onta del furore nazionale provocato dalle prime maniftstazioni dell'attivismo radicale, i dimostranti erano gentili, pa24
triottici e religiosi: partecipavano a1 s1t-m con la bibbia in una mano e la Costituzione nell'altra, entrambe bagnate di lacrime. Ricordando la parte sostenuta dai neri in quei primi tempi, Dick Gregory disse a Londra nel 1968: « Marciavamo per le strade e ci sparavano addosso perché eravamo neri. E, chissà perché, ci vergognavamo di aggravare la situazione costringendo i bianchi a sparare addosso ai neri. Presi dai rimorsi, andavamo alla stazione di polizia a pregare per lo sceriffo ... » 10 • Una cosa era chiara: se si voleva sopravvivere, bisognava attaccare. Nel dicembre del 1964 dal campus di Berkeley dell'università di California eruppe il Movimento per la Libertà di Parola. Per l'impotente paradosso del liberalismo fu il principio della fine. Il MLP fece esplodere la contraddizione tra la retorica della democrazia e la realtà del Pentagono. Era venuto il momento di chiudere il gap dell'ipocrisia 11 • Per un
tempo migliore votate Provo
Ad Amsterdam, verso la metà degli anni sessanta, ebbe luogo una rivolta di nuovo genere. Chiamata Provo, generò imitatori in tutta Europa, e ispirò l'Underground che già emergeva in Gran Bretagna e negli Stati Uniti attraverso la poesia, la droga e la musica pop. Quella Provo era una ribellione senza causa evidente. Nessun soldato olandese moriva nel Vietnam. Non c'erano gruppi etnici o sociali trattati ingiustamente. « In realtà » notava un commentatore locale, « c'era la mancanza di ogni concreto incentivo a protestare contro l'ordine costituito »12 • 0 ' Nella stessa occasione Gregory spiegò che il loro primo grosso sbaglio era stato d'integrare anzitutto i cessi. L'integrazione dei cessi tolse ai negri il loro più grande elemento di prestigio: il mito del cazzo gigantesco. 11 « Viene il momento in cui le operazioni della macchina diventano cosi odiose, e ti fanno venire un tale voltastomaco, che non puoi più partecipare, nemmeno tacitamente. Allora devi gettarti col corpo sulle ruote e sugli ingranaggi, sulle leve, su tutto l'apparato, per farlo fermare». Dal famoso discorso pre-sit-in di Mario Savio. 12 A.A.D. Nuis, in Delta, autunno 1967. Pubblicato trimestralmente dalla Delta lnternational Publication Foundation J.J. Viottastraat 41, Amsterdam ZI.
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Tranne, si capisce, la stessa esistenza dell'ordine costituito. L'idea di Provo era di provocare - spontaneamente, flessibilmente, incessantemente - il che significava scegliere situazioni che offrissero la possibilità di rappresaglie e sfruttarne le conseguenze, anche se si fossero dimostrate di natura politica. Il Provotariato si formò nei circoli antifumo di Robert Jasper Grootveld, il quale cominciò col dipingere nna K (per Kancer = cancro) su tutti i manifesti pubblicitari di sigari e sigarette che vedeva (per nulla scoraggiato da una condanna a sessanta giorni di carcere) e poi, nel suo « tempio del fumo », celebrò contro il tabacco messe nere disinvoltamente blasfeme. Quindi si dileggiò la polizia con un gioco, chiamato Marijhu, consistente nell'imbottire le macchinette distributrici di sigarette di finte sigarette alla marijuana in pacchetti di Day-Glo. Grootvelt fissò la sede dei suoi happening davanti alla statua di Liverdje (« Il monello ») sullo Spui, donata alla città proprio da una società produttrice di sigarette. Fu qui, il sabato sera, tra i gruppi irriverenti di dissidenti seccati e giovani estwversi, che venne distribuito, e subito sequestrato, il primo numero di Provo. Provo rendeva omaggio all'anarchia come alla « fonte ispiratrice della resistenza », pubblicava istruzioni sul modo. di confezionare bombe e scatenava un'energica campagna contro le nozze imminenti della principessa Beatrice con l'ex nazista Claus von Amsberg. (Per l'occasione il sindaco, con molto tatto, requisì la casa di Anna Frank onde adibirla, temporaneamente, a stazione di polizia). Per il giorno delle nozze i piani dei Provos anticipavano la strategia del ridicolo applicata tre anni dopo dagli yippies alla convenzione democratica di Chicago: - Durante i Salmi l'organo della chiesa avrebbe emesso gas esilarante. - Altoparlanti nascosti avrebbero diffuso un crepitio di mitra e mitragliatrici, spingendo la polizia a rispondere al fuoco. - L'odore dello sterco di leone fa scappare i cavalli. Si sarebbe andati a prenderlo al giardino zoologico per spargerlo lungo il percorso del corteo. Oh che spasso vedere la carrozza dorata in piena fuga, con Beatrice e Claus disperatamente avvinti l'uno all'altra! Il forte contingente di poliziotti richiamato sul posto da
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questi piani ne impedì l'esecuzione. Ma i Provos non si lasciarono intimidire. Un telespettatore ricorda: « Allora tutt'a un tratto l'immagine divenne sempre p1u confusa finchè lo schermo non fu tutto bianco. Un'interruzione del programma: mica male come idea. Ma improvvisamente la carrozza con i novelli sposi emerse dalla foschia, e quando mi resi conto dell'accaduto mi sentii soverchiare dall'emozione. Altre persone, più coraggiose di me, avevano salvato la manifestazione: stavano tirando candelotti fumogeni nelle stanze di soggiorno di tutta Europa, dell'Unione Sovietica, degli Stati Uniti, del Giappone, e venivano inseguite lungo i cmali e picchiate negli androni da poliziotti che per raggiungerle cadevano l'uno addosso all'altro. Altri venivano fatti schierare contro le spallette di un ponte dalla polizia a cavallo, immobilizzati dalle redini passate intorno al collo e presi a calci, con quegli stivali da cavallerizzo muniti di speroni. fino a cadere a terra privi di sensi » 13 •
Ma in sostanza il movimento Provo era contro la violenza. La sua originalità consisteva nel precoce apprezzamento delle conseguenze disumanizzanti della tecnologia, e i suoi « Piani bianchi » furono un disperato tentativo di arginare la marea dell'automazione. Biciclette bianche: Trenta provos dipinsero di bianco le loro biciclette e annunciarono che appartenevano a tutti. Si bandisse il traffico dal centro della città. Altri erano invitati a portare le loro biciclette sabato a mezzanotte sullo Spui, dove sarebbero state dipinte gratis. Istigata dalle società di assicurazione e dai fabbricanti, la polizia sequestrò le biciclette con la scusa che potevano rubarle. Camini bianchi: Zone obbligatorie senza fumo. Polli bianchi: (pollo = kip = gergo olandese per poliziotti). Il poliziotto doveva diventare l'assistente sociale disarmato del futuro. « Sarà munito di fiammiferi e mezzi anticoncezionali, oltre che di Royal Dutch Oranges e di cosce di pollo per gli affamati ... » 14. 13 Harry Mulisch, Delta, op. cit. " Provo 9.
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Case bianche: Studenti e giovani famiglie dovevano occupare gli stabili condannati e apportarvi migliorie. Mogli bianche: Non un piano parallelo a quello della bicicletta bianca di proprietà comune, ma una proposta di mezzi anticoncezionali e aborti legalizzati per tutti. Cadaveri bianchi: Un piano antiautomobilistico per drammatizzare gli incidenti stradali. « Come l'ambulanza avrà rimosso i poveri resti l'assassino, usando martello e scalpello, scaverà nell'asfalto, sorto la supervisione della polizia, la. silhouette della vittima, fino a due o tre centimetri di profondità. Quindi riempirà la cavità di calce bianca ». Il primo numero di Provo aveva previsto la « sconfitta finale » del movimento. Il direttore, Roel van Duyn, scrisse che il sole sarebbe sorto a ponente prima che in Olanda scoppiasse la rivoluzione, e la Prima Convenzione Internazionale Provo tenuta al castello di Borghaven nel novembre del 1966 fu anche l'ultima. Ma le immediate ripercussioni di questa curiosa esplosione anarchica, dalla vita cosi breve, furono degne di nota. Sia il sindaco della città che il capo della polizia persero il posto. Alle elezioni municipali del giugno 1966 i Provos, con tredicimila voti, ottennero un seggio in seno al consiglio comunale, anche se la maggior parte dei loro aderenti non avevano ancora l'età per votare. Prima del maggio dell'anno dopo la parola Provo fu considerata un cliché, e il movimento venne sciolto ufficialmente. « Lo scioglimento di Provo significa totale decentralizzazione » disse il loro secondo eletto al consiglio comunale, Luud Schimmelpenninck, « ora tutti potranno presentarsi candidati a titolo personale ». Amsterdam è sempre una città ricca di possibilità. Fin dalla nascita del movimento Provo ha mostrato una disarmante compiacenza verso le richieste dei suoi giovani. Nel momento in cui lo hippiedom aveva raggiunto il suo massimo splendore c'era un love-in ogni domenica alle due del pomeriggio nel Vondelpark, e i progetti dei giovani più azzardati e precari hanno ricevuto generose sovvenzioni dal consiglio comunale. L'Olanda è il primo paese occidentale che, nei limitati ambienti dei due circoli Paradiso e Fantasia, abbia legalizzato la marijuana. Quando si entra in uno di questi circoli si è accolti da simpatici giovanotti muniti di bei sacchetti di plastica pieni d' « erba » che offrono un prodotto fresco e a buon mercato, e condizioni generose. Televisione a colori, un grande spettacolo di varietà,
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musica rock in continuazione, separé che invitano alla meditazione e, per i sociologi in visita, alcool in quantità.
Dal love-in al cash-in
Rievocare la genesi dell'Underground nel Regno Unito non significa scrivere una storia di idee ma far rivivere una serie di pubblici avvenimenti. Questo perché la politica culturale della Sinistra Psichedelica, nelle sue fasi formative, fu molto simile a quei giochi « per conoscersi » che una volta si facevano alle feste per distendere e amalgamare gli invitati prima di dedicarsi seriamente alla difficile impresa di spassarsela. Il primo dovere era quello di varare un'esperienza comune, abolire la solitudine, sradicare finalmente l'etica del virtuoso sacrificio della Depressione Vittoriana e ricordare al mondo che - come dice Paolo Lionni - « l'amore non deve rimanere un vuoto cliché ma è e dev'essere un verbo costantemente originale e divino ». A Londra, nel 196 7, ogni venerdì sera fino all'alba, luccicanti figli dei fiori, coperti di Day-Glo, adorni di marcassite, avvolti in diafani negligées trovati chissà dove, vecchie giubbe dei granatieri, stracci e orpelli provenienti dai mercati dell'Asia e dalle bancarelle di Portobello Road, in tutto ciò che fosse tanto lungo quanto bello, entravano incespicando in un mostruoso seminterrato o facevano la coda fuori, tra lo stupore dei passanti. Quel posto era l'UFO, Unidentified Flying Object o Underground Freak Out, in Tottenham Court Road, dove Arthur Brown cantava appeso al soffitto, con la capigliatura fiammeggiante, dondolando sopra la testa della gente come uno strano pendolo umano. O dove i giovani saltellavano allegramente ai ritmi di Pink Floyd, dei Procul Harum, della Soft Machine e della Bonzo Dog Doo Dah Band, o assistevano come paralizzati alla proiezione di diapositive fuse « high » e alla rappresentazione di spettacoli teatrali. Ogni tanto la pulsante atmosfera psichedelica veniva punteggiata da malinconici, ritorni a una eredità beatnik: lo stanco trio jazzistico che « improvvisava » sotto un cinegiornale della Pathé o gli uomini in maglietta dolce vita nera che inveivano contro « il sistema » in uno stile che
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avrebbe dovuto essere pinteresco ed era invece solo pedestre. I semi del primo circo psichedelico di Londra erano stati piantati, fin dal giugno 1965, in occasione della celebre« Cosmic Poetry Visitation Accidentally Happening Carnally » dell'Albert Hall, dove gli hippies che incubavano a Londra si sintonizzarono sulla lunghezza d'onda di Allen Ginsberg, Simon Vinkenoog, Christopher Logue, Lawrence Ferlinghetti, ecc., e scoprirono, con enorme sorpresa, che in uno stato analogo di gestazione ce n'erano altri settemila. « Hippie » era una parola nuova, usata allora in via sperimentale dal San Francisco Chronicle per informare i suoi lettori dell'ondata neo-beatnik per le strade di Haight-Ashbury. Ispirato dall'esperienza Provo e nutrito da una nuova esotica boheme sviluppatasi sull'altra sponda dell'Atlantico, IT (« Il primo vera tentativo di creare una comunità londinese» - Miles, direttore della libreria Indica) fu fondato nell'ottobre 1966. Nei due o tre mesi successivi i direttori e gli amici del giornale, una mafia hippie, organizzarono i più spettacolari tra gli happenings dell'Underground londinese Quando scoppiava qualche grana tutti correvano a fare uno home-in all'UFO che era, per l'Underground, qualcosa di simile alla rubrica del Times delle lettere al direttore. Quando IT subì un'incursione della polizia, i lettori riempirono questo psichedelico seminterrato e si strinsero con molta simpatia intorno al direttore, che lesse ad alta voce alcune bozze del numero seguente. I progressisti di Hampstead, preoccupati da quella nuova minaccia alla libertà di stampa, si unirono alla folla. Aspettandosi una moderazione alla Oxbridge Union e spiritose mozioni dal seggio della presidenza, voltarono subito le spalle all'assemblea, confusi dai lustrini. dai giochi di luce e da una orgasmica Suzy Creamcheese. Tornammo tutti all'UFO quando il suo cofondatore, John « Hoppy » Hopkins, venne incarcerato per detenzione di cannabis. « L'uomo che dirige i'UFO è in mano al nemico » ruggì IT, « pensate che quelli bevono, vanno su di giri e si sentono come dei pascià, e voi fate altre cose, andate su di giri e loro vi cagano addosso ». L'indomani i passeggeri della Circle Line assistettero alla proclamazione, stile Provo, della morte e della resurrezione di IT, che nella persona di un poeta volontario fu portato in una bara dal c~notafio di Whitehall a Portobello Road, con la metropolitana. Quando Mick Jagger fu condannato a tre mesi di carcere per il possesso di quattro compresse di amfetamina a basso potere eccitante, 30
la collera si trasmise da Tottenham Court Road ai meeting organizzati nelle strade alla luce dei lampioni. I primi giorni dell'UFO furono un « viaggio con l'acido » esteriorizzato - traumatico, intimo, euforico - ma i giornalisti dovevano ben presto definirlo « la risposta di Londra a Haight-Ashbury », e la clientela più sensibile svani nella scia delle troupes cinematografiche tedesche, dei ragazzi con la croce di ferro e dei marinai ubriachi in libera uscita, che scambiavano la libertà e l'ardore delle ragazze per un invito a strapparle con la forza ai loro amici. « Forse questa è la sera dei baci. Stasera non
baciate solo il vostro amore, baciate i vostri amici ».
Pubblico annuncio aU'UFO Qualche mese dopo il successo dell'UFO i sudati scaricatori del mercato ortofrutticolo del Covent Garden poterono assistere al notturno spettacolo di aerei figli dei fiori che passavano silenziosamente tra le rape, camminando in punta di piedi, in cerca dell'Electric Garden, il Giardino Elettrico: uno dei più stravaganti e meno riusciti tra i ritrovi psichedelici spuntati come funghi dappertutto. Anche se potevi vedere un'indimenticabile versione in celluloide dell'Inferno dantesco e Metropolis di Fritz Lang, Eric Burdon, più uno spettacolo di varietà orientale - il tutto la stessa sera - l'Electric Garden fu messo in corto circuito dalle « cattive vibrazioni » avvertite da Yoko Ono la sera dell'inaugurazione. Queste vibrazioni venivano da entrepreneurs dell'Underground rivali. Successivamente l'Electric Garden fu rilevato da « elementi meno commerciali », ribattezzato Middle Earth e tenuto ben chiuso le sere in cui era aperto l'UFO. Quelli che rimasero mondanamente sul lastrico in seguito alla morte dell'UFO (ottobre 196 7) furono assorbiti dall'Arts Laboratory di Jim Haynes e da un revitalizzato Middle Earth. Love-ins sensazionalizzati dalla stampa eruppero da ritrovi cosi diversi come l'Alexandra Palace 15 e la Woburn Abbey 15
Il più famoso di tutti fu quello organizzato a beneficio della rivista IT,
« Ventiquattr'ore di sogni in technicolor». Settemila candidati all'estasi a una
ghinea a testa vennero a esporre la loro nuovissima spontaneità agli obiettivi delle telecamere della BBC, ma solo mille sterline finirono nelle casse di IT. Con la tipica flemma dei « sotterranei», nessuno chiese mai che fine avessero fatto le altre, ma le settimane che seguirono videro spuntare dal sottobosco una straordinaria quantità di nuove imprese commerciali.
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Estate del duca di Bedford. In tutte le occasioni il padrone dello spaccio di hot-dog si creò subito il suo circo hippie e fece rapidamente una fortuna. Ma né i membri dell'aristocrazia né gli impresari attirati dalle possibilità commerciali del fenomeno potevano - per quanti sforzi di fantasia facessero i giornalisti essere considerati degni anfitrioni underground. Le pubbliche friccate iniziate e promosse proprio dall'Underground erano genuinamente permissive e non meno vive e significative furono giudicate da coloro che vi parteciparono. « I tre giorni del Festival dei Figli dei Fiori sono terminati ieri a Woburn Abbey, dimora del duca di Bedford, al tintinnio delle collane di campanelle e allo squillo dei registratori di cassa, che hanno totalizzato un profitto superiore alle 20.000 sterline ». Daily Telegraph, 29.8.67 « La credevo una mostra floreale, con gare, premi e tanti tanti fiori ». Duchessa di Bedford, The People.
« E' stato il pop festival dell'anno. E' stato magnifico ». Sig. Cyril « Flower » Power, direttore
generale della società che promosse la manifestazione. Daily Sketch. « Questo non è un love-in. E' un cash-in. Un hot-dog costa uno scellino e nove ... Siamo disgustati ». Ospite in tunica a fiori. Sunday Mirror.
Un
1:
brutto viaggio per tutti
Allen Ginsberg era stato uno dei cospiratori nella promozione della lettura di poesia all'Albert Hall, e due anni dopo, nel gennaio 1967, essendosi nel frattempo immerso nel Gange, contribuì a lasciare un altro cataclismico viaggio di umana scoperta:
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il primo Human B~-in del mondo. Un manifestino,