Pascal. Vita, pensiero, opere scelte [Vol. 9]

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GRANDI FILOSOFI

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Opere scelte da Armando Massarenti

l GRANDI FILOSOFI

Opere scelte da Armando Massarenti

9 - Pascal © 2006 Il Sole 24 ORE S.p.A Edizione speciale per Il Sole 24 ORE 2006 Il Sole 24 ORE Cultura Direttore responsabile: Ferruccio

De Bortoli

Il Sole 24 ORE S.p.A Via Monterosa, 91 - 20149 Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 542 del 08-07-2005 Settimanale - n.4/2007

A cura di: Armando Massarenti Per

"La vita",il glossario,le schede di approfondimento, la cronologia

Testi di: Alessandro Ravera Per "Il pensiero" e

"La storia della critica"

Testi di: Adriano Bausola,Introduzione a Montaigne

& Figli Spa, Roma-Bari & Figli Spa, Roma-Bari

© 1973, 1986,2003,Gius. Laterza Su licenza di Gius. Laterza Per

"l testi"

Blaise Pasca! - Pensieri Giovanni Raboni e Carlo Carena (a cura di) ©Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino 2004 Su licenza di Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino Progetto grafico copertine: Marco Pennisi

& C.

Opera realizzata da ANIMABIT S.r.l. Coordinamento editoriale: Elena Frau, Paolo Parla vecchia Coordinamento redazione: Lorenzo Doretti, Bruno Facciola Redazione: Giulio Belzer, Cinzia Emanuelli Progetto grafico: Serena Ghiglino, M arcella Paladino Impaginazione: Marcella Paladino Ricerca iconografica,fotolito: Alessandro Ravera Richiesta arretrati: i numeri arretrati possono essere richiesti direttamente al proprio ediullumqoc GEL 1 V �� Gr.:cavoxcfi • VAN crull'l • klfl .uc , t .1_ Eutebuu,l 1. c n V t m'"nh> o cloco te, funucur qux vfurp:ltiO hul f.lurianuz­ . � Proq Jr:lt Eulngcl. c::�p l: ......... fnl:rc.t d.1utr.:r ,cmns\lm-

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Frontespizio dei commentari evangelici di Giansenio. Le do ttrine giansenis te si diffusero in Francia grazie all'opera di laici e religiosi che facevano capo all'abbazia di Port-Royal.

talmente ad una coscia. Profittando della lunga convalescenza, i due gen­ tiluomini normanni introducono i Pasca) alla dottrina e ai testi di Gian­ senio. In quegli ann i , la famiglia Pasca) occupa una posizione del tutto particolare a Rouen, e non meraviglia che i Deschamps abbiano cerca­ to di far opera di proselitismo: Etienne svolge un ruolo rispettabile­ e temuto - e i suoi due figli (Gilberte , la primogenita, si è accasata pres­ so un cugino di Etienne , Florin Périer, consigliere alla corte delle imposte di Clermont) passano per essere geni rinomati in tutta l a Fran­ cia. Mentre B l aise richiama su di sé l' attenzione dei circoli parigini , i l talento di Jacqueline suscita nientemeno che l ' interesse di Comeille ­ originario di Rouen - che rende personalmente visita alla famiglia per informarsi dei suoi progressi poetici (all'apice della fama , l'autore del

Cid non è immune dal clima religioso che si

è

diffuso in Normandia;

di lì a poco , dopo un clamoroso scacco sulle scene parigine, si allon­ tanerà dalla capitale per c urare la traduzione in Francese dell' /mitatio

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Natura morta con orologio (tela di Sebastien Stoskopff, XVII secolo). Il simbolismo implicito nelle na ture morte seicen tesche (la caducità del tempo, gli azzardi dell'esis tenza , le cor­ rispondenze tra scienza e armonia . . .) trova pun tuale eco nelle riflessioni di Pasca/.

Christi e passerà diversi anni in una sorta di "ritiro spirituale" prima di tornare alla drammaturgia). Blaise, e ancor più Jacqueline, rimangono colpiti dalle argomentazioni con­ tenute nei testi di devozione di matrice giansenista che i Deschamps pre­ stano loro: se Jacqueline, probabilmente, inizia ad accarezzare fin da questo momento l 'idea di prendere i voti , Blaise, da parte sua, comincia una significativa polemica religiosa contro il signore di Saint-Ange, un ex cappuccino che, in un libro intitolato Conduite du jugement nature/, tenta un'interpretazione schiettamente razionalista dei misteri rei igiosi. Secondo Pasca!, voler spiegare attraverso la ragione secolare i misteri della fede è una cosa blasfema, e per ottenere la condanna delle tesi di Saint­ Ange si rivolge dapprima al vescovato di Rouen, poi direttamente a Pari­ gi. Tanto zelo in una controversia religiosa, che in certi termini sembra pre­ annunciare le teorizzazioni future sull'Esprit de Géometrie e l'Esprit de

Finesse, è la spia di un cambiamento nei suoi orizzonti speculativi che, dalla scienza, si stanno lentamente rivolgendo verso la teologia.

TOCCARE IL VUOTO Comunque, non sono certo le controversie scientifiche che mancano a Blaise. Nell'ottobre del 1 646 , un membro dell'accademia di Mersen­ ne di passaggio a Rouen , Pierre Pinon, lo informa dell'esperienza di Torricelli con il mercurio e chiede a Pasca! di collaborare con lui alla ripetizione del l ' esperimento. Per la scienza dell'epoca, l ' esperimen­ to di Torricelli scatena una ridda di interpretazioni controverse: quan-

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do il mercurio contenuto nella canna di vetro scende in parte nella baci­ nella, ciò che rimane tra il mercurio e il fondo della canna non può che essere "vuoto": tuttav ia, questa considerazione contraddice apertamen­ te l'horror vacui che gran parte degli scienziati (compreso Cartesio) indicano come caratteristica intrinseca della natura. Pasca) , che già con la Pascaline ha dato prova di preferire gli esperi­ menti "empirici" alle speculazioni teoriche, si getta anima e corpo nel ripetere più volte l'esperimento , variando la natura dei liquidi e la forma dei contenitori: nei primi mesi del 1 647 pubblica i risultati delle sue ricerche in un'opera dal titolo provocatorio: Experience nouvelle tou­

chant le vide, dando il vuoto non solo come dimostrato , ma addirittu­ ra quasi "toccato con mano". A sette anni dall'Essai sur le conique, il titolo del nuovo saggio fa imbe­ stialire Cartesio, che scrive piccato a Costantin Huyghens: "Mi sem­ bra che il giovanetto autore di questo libretto abbia un po' troppo il

Il puy de Dome vicino Clermont. Sulla sommità del puy de DOme (1465 m.}, PasG31 poté ripetf!re l'esperienza di Torrice/li valutando le differenze nei risultati dovute alla pressione atmosferica.

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vuoto in testa. Vorrei che il volume che promette fosse già pubblica­ to, in modo da poter vedere le sue ragioni che saranno, se non m ' in­ ganno, così poco solide come ciò che ha intrapreso a provare " . I l primo a replicare a Pascal è il Pére Noel , u n padre gesuita che, forte di dogmi risalenti ad Aristotele , prova a dimostrare l'impossibilità teo­ rica del vuoto. La risposta di Pascal è i mportante perché propone una metodologia personale in cu i , alla razionalità cartesiana , si affianca significativamente, un' apertura ai "misteri della fede" cui è riservata "quella sottomissione intellettuale che ci porta a credere in ess i , che sono nascosti ai sensi e alla ragione" (la polemica con Saint-Ange avvie­ ne nello stesso anno) . La coincidenza tra misticismo ed empirismo di Pascal può apparire a prima vista paradossale, eppure non si discosta da una tradizione scientifica che ha origine nella fisica del mondo greco; tuttavia il seguito della controversia contribuirà a raffreddare l ' entu­ siasmo di Blaise nei confronti della scienza. Diversi anni più tardi, Pascal scriverà "non sarà difficile far ridiscendere la scienza di un altro gradino e farla apparire vieppiù ridicola": il tono della polemiche e le ragioni esposte dai suoi oppositori gli erano parse fin troppo misere.

CARTESIO E PASCAL Nel 1 647 , Cartesio e Pascal si incontrano . Blaise è stato costretto a lasciare Rouen a causa dell 'acuirsi della malattia, e Cartesio approfitta di un viaggio a Parigi per fargli visita. Da quell' incontro nasce l ' idea di mettere in relazione l 'esperienza di Torricelli con la pressione atmosfe­ rica; comicamente entrambi i filosofi si attribuiranno il merito dell'in­ tuizione, anche se la scienza - probabilmente a ragione - darà il merito a Blaise chiamando "pascal" l' unità di misura della pressione .

È difficile, oggi , valutare l ' incidenza del pensiero di Cartesio su quello di Pascal; certo il Discours sur la méthode ha influenzato tutto il XVII secolo, e la replica al Pére Noel contiene accenti che sono certamente debi­ tori alle regole cartesiane; neppure va dimenticato che l'adozione del car­ tesianismo era uno dei capisaldi della cerchia di Port-Royal, cui Pascal sarebbe in seguito stato molto vicino. Eppure, i due più grandi pensato­ n del Seicento francese non si sarebbero mai intesi . Pascal non perdo-

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nerà a Cartesio di aver elaborato una concezione del mondo in cui è costret­ to a postulare l'esistenza di un Dio che "dà un buffetto al mondo per met­ terlo in movimento" e poi non sa più che farsene. Secondo il filosofo americano Allan Bloom. Cartesio e Pasca! rappresen­ tano una stupefacente dicotomia che incarna l'opposizione. all'interno

Ritratto di nobile (tela di Sebastien Bourdon, XVII secolo). La precaria autorita della monarchia prima che Luigi XIV raggiungesse la maggiore eta, spinse tanto i nobili quanto i borghesi a sollevarsi contro Mazarino.

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della cultura francese- ma si potrebbe facilmente estendere il paragone alla totalità del pensiero occidentale -, "tra ragione e rivelazione così come tra scienza e pietà"; in realtà, è facile vedere nei due una forma di ripro­ posizione del dualismo tra razionalità e misticismo che già veniva rintrac­ ciato tra Aristotele e Platone , venato da venti secoli di vicissitudini filo­ sofiche che avevano reso empirico il mistico e teorico il razionale.

LA FRONDA Lontano dalla famiglia, malato. Pasca! sembra dedicarsi soprattutto alla scienza. Invita il cognato, Florin Périer a ripetere gli esperimenti sulla pres­ sione più volte in uno stesso giorno e lui stesso si ingegna ad interpre­ tare i differenti risultati dati dal tubo di Torricelli sulle torri di Nòtre Dame e di Saint Jacques de la Boucherie.

Scena di borseggio al mercato (tela di Louise Moillon, XVII secolo). A causa delle guerre e delle rivolte contro il potere centrale, le condizioni di vita nella Francia della prima metà de/ Seicento divennero particolarmente difficili.

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Ma ancora una volta, le vicende della storia si intrecciano con la vita della famiglia: a maggio il parlamento di Parigi aveva iniziato un estenuante braccio di ferro contro il cardinale Mazarino , intendente della reggente Anna d ' Austria e successore di Richelieu alla testa del vorace apparato fiscale. La Guerra dei Trent'Anni stava per concludersi - nello stesso anno sarebbero stati siglati i Trattati di Westfalia - eppure la macchina della imposte continuava ad accumulare somme gigantesche per sostenere altrettanto giganteschi eserciti: Enrico IV aveva conquistato Parigi con una messa e un tesoro di 20.000.000 di lire tomesi; Richelieu aveva innal­ zato le spese annue ad una media di 8 2 .000.000 di tomesi annui, ma con Mazarino la cifra era arrivata ali ' incredibile ammontare di 1 23 .000.000 senza che ci fossero state svalutazioni. Le opportunità che questo proces­ so di accumulazione metteva a disposizione del regno - e degli uomini che lo gestivano- erano impensabili appena cinquant'anni prima: da solo, Mazarino poteva contare su un patrimonio personale la cui liquidità superava quella dell'intera Borsa di Amsterdam. Lo splendore del regno del Re Sole - in quel momento poco più che un ragazzo - si baserà in fondo proprio su questa disponibilità di denaro quasi illimitata. Alla radice di questo processo c 'era l 'interminabile guerra che opponeva la Casa di Borbone a quella di Asburgo , autorizzando continuamente spese straordinarie: quando si avvicina la prospettiva della pace, persino la noblesse de robe - che pure è tra le parti più favorite da questa situazio­ ne- si solleva contro il potere centrale: nel maggio del 1 648 la corte delle imposte di Parigi vota l ' unione di tutte le corti in una sorta di parlamento chiamato "Camera di San Luigi": è l ' inizio della "Fronda parlamentare". Nel luglio di quell' anno, Etienne Pascal liquida ancora una volta il pro­ prio incarico e raggiunge Blaise a Parigi , accompagnato da Jacqueline . Se B laise non ha smesso di meditare sulla dottrina giansenista, la sorel­ la esprime il desiderio - osteggiato dal padre - di prendere i voti a Port­ Royal , l'abbazia ormai divenuta centro riconosciuto del giansenismo. Blai­ se e Jacqueline cominciano comunque a frequentare regolarmente Port-Royal , dove vengono in contatto con Antoine Arnauld e Pierre Nicole, gli animatori del circolo culturale legato all ' abbazia che sta lavorando a quella che diventerà la più celebre grammatica del Seicen­ to, la Logique de Port-Royal.

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Nel frattempo, la situazione a Parigi precipita: nella capitale si sono svolti i primi scontri tra le milizie parlamentari e quelle regie, e la corte è costretta più volte ad abbandonare la città. Mentre in Inghilterra, Carlo

I viene giudicato dal parlamento inglese, nei quartieri popolari vengono erette le prime barricate e numerosi miliziani percorrono la città inneg­ giando al re - ancora minorenne - e invocando la fine della "tirannia" di Mazarino. Non appena la firma della pace di Westfalia permette al car­ dinale di stornare parte delle truppe dai fronti esterni , Parigi viene cir­ condata dall'esercito regio che blocca l'afflusso di merci e viveri. In breve tempo, la capitale è alla fame . I Pascal lasciano la città e tornano nella più tranquilla Clermont, insedian­ dosi presso la famiglia di Gilberte. Blaise può finalmente provare l'espe­ rimento di Torricelli ad un'altitudine elevata sul vicino Puy-de-Dòme: i risultati che ottiene saranno fondamentali per la definizione del concet­ to di pressione atmosferica. Nel 1 650, Blaise, Jacqueline ed Etienne fanno ritorno nella capitale, apparentemente pacificata.

GUERRA E PACE Nel 1 65 1 , Etienne Pasca! muore. Blaise cerca di reagire al dolore per la perdita del padre scrivendo una ponderosa lettera alla sorella G ilberte: "non abbiamo perduto nostro padre al momento della sua morte; lo abbiamo perduto , per così dire , sin da quando , per il battesimo , è entrato nella Chiesa, da quando apparteneva a Dio"; parole ambigue anche se cariche di dolore, forse un modo - come ha detto un critico - per " innalzarsi verso lo stile di Port-Roy al" , ma forse anche un espediente per esor­ cizzarlo. Da parte sua, Jacqueline torna ad esprimere l ' intenzione di entrare nel monastero. Forse per rispetto alla volontà del padre , forse per i dubbi che sembra­ no trasparire dalla lettera scritta a Gilberte , o semplicemente per la paura di perdere anche l 'ultimo legame familiare , Blaise fa di tutto per dis­ suadere la sorella, arrivando a farle firmare un contratto che v i ncola­ va il godimento del i ' eredità patema al momento in cui fosse entrata a Port- Royal . Tutto inutile: "Non ostacolatemi se non avete il corag-

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Battaglia tra soldati e cavalieri (tela di Pieter Meulener, XVII secolo). Nel 1651, le schermaglie tra gli f!Serciti regi e le milizie della fronda nobiliare isolarono Parigi dal resto della Francia.

gio di segu irmi " , scrive la ragazza che, da bambin a , aveva saputo tener testa a Richelieu . Il 26 maggio 1 65 2 , a ventidue ann i , Jacqueli­ ne prende il velo con il nome di Soeur Jacqueline de Sainte Euphemie. Mentre Jacqueline riesce a coronare il sogno di entrare nel ritiro spi­ rituale di Port-Royal , Parigi sprofonda di nuovo nel caos. Un'altra fron­ da, questa volta guidata dalla più alta nobiltà del regno, sta mettendo in seria difficoltà il governo di Mazarino, e - nonostante Luigi XIV sia stato frettolosamente nominato maggiorenne nel 1 65 1 (ha tredici anni) - l 'autorità regia è ai minimi termini . Questa volta, contro Maza­ rino è schierato l'eroe di Rocroi , il principe di Condé che, appena due anni prima, aveva schiacciato con il suo esercito le forze parlamenta­ ri . Questa volta, le milizie del Condé entrano a Parigi da ribelli e vi rimangano asserragli ate mentre le forze reali assediano nuovamente la città. Ancora una volta, per la capitale sono tempi duri : l'esercito regio e le truppe di Condé si battono attorno al Faubourg Saint-Antoi­ ne; durante la ritirata, i miliziani frondisti saccheggiano la città. Quan­ do le baionette dei mercenari assoldati da Mazarino riescono a ripor­ tare la famiglia reale nel palazzo del Louvre, i parigini tirano un sospiro di sollievo. Appena giunto a palazzo, Luigi X I V convoca un

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Suore in meditazione nel parco di Port-Royal (disegno di Louise-Madelaine Cochin, fine del XVII secolo).

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Dopo aver più volte manifestato l'intenzione di prendere i voti, la sorella di Pasca/, Jacqueline, riuscì ad entrare nel monastero di Port-Royal un anno dopo morte del padre Etienne.

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Busto del Gran Condé (scultura di Antoine Coysevox, XVII secolo). Passato dalla parte dei rivo/tosi, il vincitore di Rocroi comandò le milizie frondiste tra i/ 1650 e i/ 1652, prima di rifugiarsi in Spagna dopo la vittoria delle truppe regie.

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/ir de justice che , in un' atmosfera trionfale, proibisce ai magistrati di "interessarsi in alcun modo agli affari di Stato" , rendendo così il pote­ re di Mazarino praticamente assoluto . G l i stremati parigini accolgo­ no con grida di giubilo il cardinale che , due anni prima, avevano cer­ cato di scacciare . Nel l ' anno in cu i , oltremanica , Thomas Hobbes pubblica la definitiva giustificazione dell 'assolutismo nel Leviathan, la Fronda è definitivamente terminata. In realtà, il paese è ancora coinvolto in una guerra contro la Spagna, che si trascina nonostante la Pace di Wesfal ia; le "spese straordinarie" per l 'esercito continuano ad essere astronomiche , ma le battaglie sono combattute lontano, oltre i confini del regno , e il "bel mondo" del la capitale può tornare al fasto dei decenni precedenti . Blaise, ormai ri masto solo, sembra volercisi buttare a capofitto.

Al mercato (tela di Louise Moillon, XVII secolo). Dopo la fame provocata dagli scontri tra eserciti e milizie, la popolazione parigina accolse in trionfo il ritorno di Mazarino e di Luigi XIV anche perché la capitale tornò ad essere rifornita regolarmente.

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IL PERIODO MONDANO A

detta della sorella Gilberte , a partire dal 1 652 B laise "frequentò

spesso la corte, dove persone di consumata esperienza notarono che ne aveva preso l ' aria e i modi con tanta facil ità che pareva che vi fosse stato allevato ( . . . ) Fu il tempo più mal adoprato di tutta la sua vita" è

il tranciante giudizio conclusivo.

Non deve destare meraviglia la faci lità con cui B laise ha iniziato a muoversi a corte; fin da bambino era abituato ad avere a che fare con le migliori menti d ' Europa e, dopo la morte del padre, non trova par­ ticolari problemi ad inserirsi nei circoli intellettual i . I n questo periodo , Pascal stringe legami con l e persone p i ù dispara­ te: il cavalier De Méré - singolare figura di filosofo appassionato del gioco d ' azzardo -, Damien Mitton - spirito scettico venato di agno­ sticismo- e persino un ateo libertino come il conte Des Bareaux. Ma è

soprattutto quella con il duca di Roannez, suo amico di infanzia e

governatore del Poitou , e con la sorella di lui, Charlotte , a rivelarsi un ' amicizia importante per Bl aise: i tre condividono un interesse empirico per la scienza venato di moralità giansenista, del tutto sin­ gol are in un mondo culturale ormai dominato - a cominciare dalla stessa Port-Royal - dal cartesianismo. Di pari passo all ' aumento del rango delle sue conoscenze, Pascal comincia a condurre uno stile di vita assai costoso, arrivando a pos­ sedere una carrozza con un tiro da sei cavalli (solo il re aveva il dirit­ to di averne di più) , anche se il perdurare dei suoi malanni lo costrin­ ge ad una dieta spartana. Per mantenersi , pur potendo contare sulla discreta rendita derivante dal patrimonio ereditato , prova a com­ mercializzare nuovamente la Pasca line, forte della patente regia rilasciatagli otto anni prima, e a questo scopo acquista un negozio presso la Halle au Blé; spinto da Roannez, presenta la sua invenzio­ ne anche alla regina di Svezia Cristina, la donna che, fino a due anni prima, aveva ospitato Cartesio nel suo palazzo di Stoccolma: la let­ tera che accompagna il progetto sarebbe poi di ventata famosa per il tono con cui Blaise , orgogliosamente, paragona la grandezza dei sovrani a quella dei sagg i , giudicando la seconda forse superiore alla

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pri ma . Roannez lo coin volge anche in un progetto di bonifi­ ca delle paludi del Poitou , con­ fidando sulle sue conoscenze idrau li che, e Pasca) . di buon grado. si getta in un ambizio­ s o p rog ramma d e s t i nato a rimanere sulla carta . La vita mondana, infatti, non lo ha per n u l l a d i s t o l to d a l l a ricerca scientifica: continua la corri­ spondenza con il Padre Noel che - abbandonati i toni pole­ mici - è diventata una serena d i s p u t a s u l l e meto d o l o g i e scientifiche , e s i mette in con­ tatto con il magistrato tolosa­ no Pierre Fermat - uno dei più grandi matematici del tempo - per di scutere un curioso pro­ blema di calcolo. L' orig ine d i questo problema, che - a tutti gli effetti - intro­ duce il calcolo delle probabili­

Incisione seicentesca raffigurante Pierre de Fermat. Fermat era uno dei maggiori matematici del tempo, in rapporti con Huygens, Cartesio e Mersenne.

tà nel campo della matematica, sembra sia da ricercare nella passione per il gioco del cavalier de Méré: se due giocatori interrompono una partita, come deve essere spartita la posta? La risposta di Fermat e di Pasca) è la stessa: ogni giocatore prenderà la vincita minima corrispondente ai propri punti e il resto dovrà essere suddiv iso in ugual misura tra i due; Fermat dimostra l' affermazione servendosi dell'analisi combinatoria e Pasca) attraverso un ragionamento aritmetico fondato sulle ricorrenze . Pasca) si rallegra con Fermat della possibilità che ha avuto di con­ frontarsi con lui: in una lettera gli scrive " Vorrei aprirvi il mio cuore. se fosse possibile, tanta è la gioia di vedere come ci incontriamo. Vedo

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giocatori di backgammon (tela di Louis le Nain, 1 640 ca.).

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Durante il cosiddetto periodo mondano •, Pasca/ si interessò ai problemi del gioco, guardandoli M

come a una forma di calcolo probabilistico.

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bene che la verità è la stessa a To l osa e a Parig i ! " Potrebbe sembrare un'esagerazione reto­ rica, eppure Pasca) scorge una vena particolare che attraversa i problemi che riguardano le probab i l i tà; in un trattato di quel periodo scrive: "In realtà, gli avvenimenti che dipendono da una sorte ambigua sono giu­ stamente attribuiti più alla con­ ti n g e n z a fort u i t a c h e a l l a necessità naturale; per questo l a conoscenza che possiamo averne ha errato incerta sino ad ogg i ; ma ora, tal i fatti , che si sono ribellati ad ogni espe­ rienza, non possono più sfug­ gire al dominio della ragione;

Un'udienza a corte (tela di François Flameng, XIX secolo). A detta della sorella Gilberte, Pasca/ riuscì ad abituarsi abbastanza presto all'etichetta di corte.

e , graz i e a l l a geometri a , l i abbiamo ridotti a un'arte esat­ ta, tanto che partecipano della

sua sicurezza e come essa sono suscettibili al progresso . Così , con­ giungendo il rigore della di mostrazione matematica all ' incertezza della sorte e conciliando queste cose in apparenza contrarie , la nuova scienza può giustamente attribuirsi il titolo meravigl ioso di geome­ tria del caso". Per un lettore contemporaneo, la prefigurazione di moderne discipli­ ne quali lo studio dei sistemi caotici o la geometria frattale è impres­ sionante; nel contesto seicentesco stupisce il piglio "cartesiano" con cui Pasca) espone il problema, esaltando il "dominio della ragione" e quasi annunciando il trionfo dell Esp rit de geometrie. '

Invece , sono proprio le "ragioni del cuore" che stanno per avere la meglio su di lui.

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NON OBLIVISCA R SERMONES TUOS Genio della matematica a dodici anni, della geometria a tredici; invento­ re della prima macchina calcolatrice a diciannove e innovatore della fisi­ ca a ventitrè, senza contare i contributi al calcolo probabilistico e alla teo­ ria dei giochi dati a ventotto anni; a trent'anni , Blaise Pascal si accinge a diventare una delle menti filosofiche più originali del suo tempo. Mentre il saggista Jacques Attali sottolinea l'incredibile quanto totale mancanza di pianificazione in questo percorso costellato di exploits geniali , i critici di estrazione religiosa interpretano queste vicissitudini alla stregua di un percorso di ascesi progressiva culminata con la "seconda conversione". La notte del 23 novembre 1 654, Blaise afferra una penna e scrive una pagi­ na che porterà con sé, cucita nel giustacuore , per tutta la vita (sarà infat­ ti ritrovata per caso solo dopo la sua morte): L'anno di grazia 1 654 Lunedì 23 novembre , giorno di S. Clemente papa e martire e di altri nel martirologio. Vigilia di S. Crisogono martire e d'altri . Dalle ore dieci e mezzo circa della sera, fino a circa mezzanotte e mezza. Fuoco «Dio d' Abramo, Dio d' Isacco, Dio di Giacobbe», e non dei filosofi e dei sapienti. Certezza, certezza, sentimento, gioia, pace Dio di Gesu Cristo.

Deum meum et Deum vestrum. «Il Dio tuo sarà il mio Dio» . Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio. Non si trova che per le vie insegnate dal Vangelo. Grandezza dell' anima umana. «Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciutO>> . Gioia, gioia, gioia, pianti d i gioia. Io me ne sono separato.

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Dereliquerunt me fontem acquae vivae . «Mio Dio, mi abbandonerete voi? )) Che io non sia mai separato da lui per l 'eternità. «Questa è la via eterna, che riconoscano te solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesu Cristo)) . Gesu Cristo Gesu Cristo. Io me ne sono separato, l 'ho fuggito, rinnegato, crocefisso. Che io non sia mai separato da Lui . Non si conserva se non per le vie insegnate dal Vangelo. Rinunzia totale e dolce. Completa sottomissione a Gesù Cristo e al mio direttore . La gioia in eterno per un giorno di prova sulla terra.

Non obliviscar sermones tuos . Amen Parole degne di un inno medievale, scritte da una delle più brillanti menti scientifiche del XV III secolo. Una persona che, fino a quel momento , aveva scritto trattati sui più disparati argomenti scientifici , dimostra ­ quasi all ' improvviso - una consumata dimestichezza con il linguaggio mistico dei profeti : "fuoco", ad esempio, rimanda al roveto ardente e prelude all'invocazione al Dio "d'Abramo, d'Isacco e di Giacobbe" di seguito presentato come antitetico al "motore immobile" postulato dai filosofi . . . L'Illuminismo vivrà con un certo imbarazzo questo "memoriale" attri­ buendolo a quello che oggi definiremmo un "collasso nervoso" . Voltai­ re - che parlerà apertamente di "pazzia" di Pasca) , stigmatizzandone )'"ossessione" giansenista verso il peccato originale - lega la seconda con­ versione ad un incidente (la cui veridicità è peraltro molto contestata) che avrebbe coinvolto Pasca) mentre attraversava con la sua carrozza il Pont de Neuilly: la pariglia di cavalli sarebbe finita nel fiume mentre la car­ rozza rimaneva in bilico sul ciglio del ponte; la paura dell'inferno avreb­ be sconvolto lo scienziato spingendolo ad abbracciare la dottrina gian­ senista. Si tratta certamente di una spiegazione razionale, ma - forse proprio per questo - appare incongrua per il filosofo che avrebbe poi scrit­ to: "il cuore conosce ragioni che la ragione ignora"; anzi, sembra proprio

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Ritratto di Blaise Pascal (tela di Philippe de Champaigne, XVII secolo). Champaigne. pittore vicino all'ambiente giansenista, è l'autore di quello che è considerato il più significativo tra i ritratti di Pasca/.

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Natura morta con bugia e libri (tela di Lubin Baugin, XVII secolo).

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La spiritualità e l'attenzione allo studio sono evidenti in questo dipinto di Baugin, pittore che sarà maestro del giansenista Phi/ippe de Champaigne.

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uno di quegli espedienti fittizi ideati per confermare i precetti della teo­ ria che Pasca! , nei panni dello scienziato, aveva deriso tante volte. Nei mesi precedenti , Blaise si era recato più volte a Port-Royal esprimendo alla sorella una certa forma di "disgusto" per la vita "mondana": se la "gra­ zia" di Jacqueline era un segno di benevolenza del cielo, la sua assenza - agostinianamente - doveva sembrare a Blaise una chiara disapprova­ zione; ed è questa, forse, la "paura dell'inferno" che tanti critici hanno ravvisato. Sia come sia, sta di fatto che, a partire dal 1 654, la vita di Pasca) si orienta decisamente verso la teologia.

UN PROVINCIALE A PARIGI Nel gennaio del 1 65 5 , B laise si reca a Port-Royal per un periodo di riti­ ro; la sorella Jacqueline vorrebbe che diventasse un "solitario", uno dei tanti laici che si sono ritirati nelle vicinanze del monastero per medita­ re, alla stregua dei primi monaci, ma Blaise preferisce tornare nel mondo senza rinnegare le sue vecchie amicizie: De Méré, Mitton, e il duca De Roannez, cercando di persuaderli della bontà della propria scelta di vita. Se Jacqueline aveva scelto la via del totale ritiro, Pasca) è pur sempre un filosofo e uno scienziato, e non può rinunciare completamente a quel mondo che è l 'oggetto del suo studio. De Roannez finisce rapidamente contagiato dall 'entusiasmo di Pasca) , anzi, suggestionato dall' ascetismo dell ' amico, rinuncia a sposare Made­ moiselle de Mesmes, che considerava "il miglior partito del regno per nascita, ricchezze e persona", per potersi dedicare con più attenzione agli studi teologici. La tradizione vuole che il conte di Harcourt, parente di De Roannez, furioso per aver visto sfumare un matrimonio così impor­ tante , abbia cercato di pugnalare Pascal. In realtà, sulla comunità di Port-Royal si stanno accumulando nubi ben più dense di quelle provocate dallo stralcio di un contratto matrimonia­ le tra due famiglie dell' alta nobiltà. Negli anni di Richelieu, il regno di Francia aveva attraversato un periodo di relativa tolleranza religiosa, anche perché la repressione del cardinale si svolgeva solo su un campo politi­ co. Con Mazarino la situazione era destinata a cambiare . Il cardinale ita­ liano era riuscito a salvare il "si stema" del suo predecessore solo a fati-

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Ritratto di Blaise Pascal (tela anonima del Xli secolo}. Gli attacchi al giansenismo provenienti dafl'ambiente accademico della Sorbona, spinsero Pasca( a pubblicare una serie di lettere sotto pseudonimo che replicavano decisamente alle accuse.

ca e le rivolte scatenatesi in successione tra il 1 648 e il 1 652 erano state assai più radicali delle jacqueries affrontate da Richelieu e, non a caso. alla Fronda dei parlamentari e a quella dei nobili era seguita una "fron­ da dei curati" meno sanguinosa ma più difficile da domare . Ben difficil­ mente Mazarino si sarebbe potuto permettere posizioni di aperto dissen­ so religioso all ' interno del regno , meno che mai quelle gianseniste che osteggiavano le pretese gallicane di sottomissione della religione agli inte­ ressi dello stato . La "campagna" contro il giansenismo aveva raggiunto il culmine nel gen­ naio del 1 656, quando il vicario di Saint Sulpice aveva rifiutato l ' asso­ luzione ad una delle più alte personalità del regno , il duca di Liancourt, accusandolo di essere troppo vicino alle idee di Port-Royal . Ne era nato uno scandalo: da Port-Royal, Antoine Amauld pubblica due lettere per protestare le regioni gianseniste, ma i teologi "ufficiali" della Sorbona

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profittano di questi testi per rilevarvi proposizioni eretiche in materia di grazia e predestinazione . Mentre si profila una condanna del giansenismo da parte dell' ateneo pari­ gino, Pasca! si ritira alla grangia di Port-Royal, dove i membri della cer­ chia di Amauld gli chiedono di "fare qualcosa" per la loro causa. Il 23 gennaio

1 656 appare una Lettera scritta a un provinciale da un suo

amico sulle dispute che si stanno svolgendo alla Sorbona; si tratta di un libretto sarcastico, firmato da un tal Louis de Montalte , che demolisce la prosopopea dei dottori in teologia del i ' università con l ' arma dell' iro­ nia. "Fino a ieri avevo pensato che l'argomento delle dispute della Sor­ bona fosse importantissimo e di estrema conseguenza per la religione ( . . . ) Tuttavia resterete molto meravigliato quando apprenderete, da questo mio scritto, dove vada a parare tanto fracasso; ve lo dirò in poche parole . . . " . Montalte, che altri non è che Pasca) sotto pseudonimo, prosegue con una spietata disanima delle ragioni opportunistiche che muovono gli avver­ sari del giansenismo, "questioni di teologi , non di teologia"; con abilità retorica sottile, minimiz­ za i temi del contendere e sotto­ linea le contraddizioni che attra­ versano il fronte avversario, fino a ridicolizzarlo quando fa il verso alla vuota pomposità delle dispu­ te viste con gli occhi di un "pro­ vinciale" ingenuo ma sincero . A questa prima lettera, ne seguono altre diciassette, in cui il "provin­ ciale" Montalte passa da una posizione difensiva all' attacco diretto nei confronti della mora­ le gesuita, vista come un "sov­ Antoine Arnauld in un'incisione seicentesca. Animatore della cerchia di Port-Royal, Amauld frequentò l'abate di Saint-Cyran, diventando uno dei maggiori apologeti dell'agostinismo giansenista.

vertimento della legge di Dio" che riduce la religione a precet­ to. Il successo delle Provinciali suscita uno scandalo enorme: i

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curati di Parigi e di Rouen chiedono la condanna del lassismo gesuita, mentre il Parlamento di Aix - significativamente un organo civile condanna le lettere ad essere bruciate; subito dopo, l'inserimento delle

Provinciali nell Indice del Sant' Uffizio ne blocca la libera circolazione '

all ' interno del clero . Mentre gran parte della Francia si diverte nel vedere i potenti gesuiti messi alla berlina, la polizia perquisisce Port-Royal alla ricerca di una pressa tipografica. In breve tempo, Arnauld viene espulso dalla Sorbona, le Peti­

tes Eco/es gestite dai giansenisti sono chiuse e la cerchia dei "solitari" di Port-Royal dispersa con la forza. Tutti si chiedono chi si nasconda die­ tro al paravento "provinciale" di Louis de Montalte e lo scrittore Gom­ berville allestisce addirittura una sorta di "pubblica smentita" scrivendo al padre gesuita Ducastillon. La pressione su Port-Royal è tale che Pasca! è costretto ad entrare in clandestinità: lascia la casa dei De Roannez dove si era stabilito e, con una certa dose di ironia, va ad alloggiare all ' alber­ go Roi David - proprio di fronte ad un collegio gesuita - identificando­ si come Monsieur de Mons.

UN M IRACOLO Le Provinciali sono considerate uno dei maggiori testi della letteratura francese, sia per il linguaggio chiaro - piuttosto raro nel secolo del barocco - sia per l ' inventiva che ne anima l'esposizione. Nel Settecen­ to, perfino Voltaire - che pure non fu mai troppo tenero con Pascal - scris­ se che "le migliori commedie di Molière non contengono più sale ed argu­ zia delle prime Provinciali; Bossuet non ha niente che vinca in sublimità le ultime". Il Montalte delle prime provinciali , dotto ignorante discen­ dente di Socrate e Cusano, oggi appare piuttosto come i l legittimo pre­ cursore dell ' ingenuo Urone voltairiano; il Montalte delle ultime è inve­ ce un sublime telogo che si interroga sul tema della grazia. In realtà, il Pasca) degli ultimi mesi del l 656 è diverso dall'uomo che aveva inizial­ mente intrapreso la difesa di Port-Royal nel gennaio di quell'anno: tra la prima e l' ultima delle Provinciali, infatti, si era verificato un miraco­ lo. Un miracolo che lo toccava da vicino. La nipote di Pascal, Margherite Périer, figlia di Gilberte, soffriva da più

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La cappella di Port-Royal (disegno di Louise-Madelaine Cochin, fine del XVII secolo).

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È in questo luogo che awenne il cosiddetto ·miracolo della Santa Spina ·.

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di tre anni anni di una fistola Jacrimale che, all'inizio del 1 656, era note­ volmente peggiorata, finendo per andare in cancrena. La piccola Marghe­ rite, oltre al dolore , doveva subire anche l 'ostracismo delle amiche a causa del fetore emanato dalla suppurazione nel setto nasale. Il 24 giugno madre e zia avevano portato la bambina a Port-Royal e, poco dopo aver­ le fatto appoggiare l'occhio sinistro ad una teca che proteggeva una reliquia (la "Santa Spina" di Port-Royal) si erano rese conto della sua gua­ rigione; più tardi i medici non saranno in grado di spiegare il fenomeno: è il "Miracolo della Santa Spina", la cui notizia - nonostante una certa ritrosia da parte dei port-royalisti - si diffonde presto in tutta Parigi . Pasca! ne rimane profondamente scosso: per i libertini i m iracoli sono solamen­ te uno dei tanti eventi inspiegabili che costellano l'esistenza, ma per un credente sono un avvenimento mistico, ma anche sconcertante; come dirà nel secolo successivo Pierre Bayle - agnostico dichiarato - un miraco­ lo è "Dio che cambia idea". Ancor più sconvolgente per Pasca) è la vici­ nanza personale ai protagonisti del fatto: in questo clima comincia a matu­ rare le idee per i Pensieri, la sua opera filosofica più famosa che, tuttavia, rimarranno alla stadio di appunti sparsi fino al momento della sua morte , rendendo estremamente difficoltoso il lavoro di ricostruzione ai compi­ latori successivi.

SCOMMETTERE SU DIO La scommessa ("Le pari") è forse il più noto tra i pensieri pascaliani: "dovunque vi sia l ' infinito e non vi sia un' infinità di rischi di perdita con­ tro quello di vincita, non c'è da ponderare minimamente: bisogna dare tutto"; ovvero l'esistenza di Dio dà la possibilità di una vincita infinita (la vita eter­ na) e vale la pena di scommetterei una posta finita (la vita terrena). Dato lo stato frammentario in cui questi brani ci sono pervenuti non siamo in grado di valutare in modo attendibile quanta parte dovesse avere questo concet­ to in vista dell'apologia della fede cristiana che Pasca) intendeva portare a termine. In realtà, la notorietà della "scommessa" è forse solo dovuta al fasci­ no con cui un argomento tanto dibattuto come quello dell'esistenza di Dio veniva trattato alla stregua di un calcolo probabilistico, o meglio, di un gioco d'azzardo . "L'uomo non è altro che una canna, ma una canna che pensa"

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Natura morta con un piatto di prugne e un pane (tela di Jacques Linard, XVII secolo). Il significato iconografico del quadro (le prugne, che simboleggiano il peccato, sono affiancate dal pane, figurazione dell'eucarestia) si rifà a tematiche vicine alla morale giansenista.

recita l'altro celebre aforisma dei Pensieri: non è da escludere che l'equi­ parazione fede-scommessa nascesse da una voluta svalutazione delle cose terrene, da cui il filosofo sembra salvare solo l'attività della mente. Si trat­ ta di un momento particolarmente drammatico della sua vita, caratterizza­ to da un acuirsi della malattia e dalle continue dispute teologiche scatena­ te con le Provinciali (il cui autore continuava a restare anonimo al di fuori della cerchia di Port-Royal) , appena mitigate dal rispetto popolare che l'abbazia si era guadagnata dopo l'episodio della Santa Spina. L' interesse per la scienza, che sembrava essersi eclissato rispetto ai dubbi di carattere religioso, ritorna improvvisamente a causa di un fortuito mal di denti . In una notte del 1658 passata insonne a causa di terribili dolori (in real­ tà, spia del definitivo peggioramento generale delle sue condizioni genera­ li) , Pascal si dedica alla soluzione di un difficile problema geometrico; all'in­ domani, mitigatosi temporaneamente il dolore, dà notizia della soluzione al duca di Roanne z, riferendo le condizioni non del tutto ortodosse in cui

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L'ingresso di Port-Royal des Champs (disegno di Louise-Madelaine Cochin, fine del XVII secolo).

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Tra le occupazioni dei giansenisti c'era anche la distribuzione di pasti gratuiti ai poveri.

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aveva lavorato al problema e dicendosi perciò non del tutto convinto della soluzione trovata. Roannez gli suggerisce di bandire un concorso pubbli­ co per verificare se altri matematici confermeranno o smentiranno la sua ipo­ tesi. e Pascal- che evidentemente apprezza il sottofondo giocoso della pro­ posta- accetta. "La geometria è spesso così seriosa che ben vengano le occasioni per render! a un po' più divertente". Significativamente, la sfida lanciata a tutti i geometri d'Europa porta il nome di A(mos) Dettonville, ana­ gramma di Louis de Montalte.

C H E DIO NON MI ABBANDONI MAl La giuria del concorso. presieduta dal matematico Carcavy, giudica la soluzione presentata da Pascal superiore a tutte le altre. Ma il filo-

Dettaglio dello Jubé della chiesa di Saint-Etienne du Mont. La chiesa di Saint-Etienne du Mont, dove venne inumato Pasca/, è considerata uno dei capolavori del Seicento francese.

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sofo è ormai tornato a dedif/ J T 1\ P J H :

carsi alla speculazione teologi­ ca. Comunica ag l i amici che

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intende scrivere un"' Apologia della fede cristiana" , ed è pro­ babil mente in v i sta di que­ st' opera che scrive parte dei

Pensieri . Ma la malattia conti­

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> 2 ; solo il cristianesimo, si dice nell' Entretien avec M.

de Sacy , supera il conflitto in cui le filosofie (quella stoica, impersona­ ta da Epitteto, e quella pirroniana, impersonata da Montaigne) cadono ine­ vitabilmente , quando vogliono spiegare la realtà dell'uomo. La fonte degli errori di quelle due sette - si dice nell' Entretien - è di non aver saputo che la condizione presente dell'uomo è di versa da quella in cui esso fu creato: dimodoché l 'una, osservando alcuni segni della sua ori­ ginaria grandezza e ignorandone la corruzione , ha considerato la natura umana come sana e senza bisogno di riparatore, il che la conduce al colmo della superbia; mentre l'altra, osservando la miseria presente e igno­ rando la dignità originaria, considera la natura come necessariamente inferma e irreparabile, il che la fa cadere nella disperazione di arrivare a un vero bene e di lì in un'estrema ignavia [ ...] . A causa di questi lumi imper­ fetti, l ' uno , conoscendo i doveri dell'uomo, e ignorandone l' impotenza, si perde nella presunzione; e l 'altro, conoscendone l ' impotenza e non i doveri, si abbatte nell 'accidia: dimodoché sembrerebbe che, essendo l 'uno nella verità dove l 'altro è nell'errore, unendoli insieme si costitui­ rebbe una morale perfetta . Ma, invece di questa pace , dalla loro unione nascerebbero una guerra e una distruzione generale; perché, affermando l 'uno la certezza e l 'altro il dubbio, l ' uno la grandezza e l'altro la debo­ lezza dell'uomo, essi rovinano la verità altrettanto che le falsità l 'uno del­ l' altro. S icché non possono né sussistere da soli a causa dei loro difetti, né unirsi a causa delle loro opposizioni e, quindi , vanno in frantumi e si annientano per far posto alla verità del Vangelo. Solo questa concilia le contrarietà con un'arte affatto divina e, unendo tutto quanto è vero e scacciando tutto quanto è falso, ne fa una saggezza veramente celeste, in cui si conciliano quegli opposti, incompatibili in quelle dottrine umane. E la ragione di ciò è che quei saggi del mondo pongono gli opposti nel medesimo soggetto: l 'uno attribuendo la grandezza alla natura e l' altro la debolezza a questa stessa natura, il che non può essere. Mentre la fede ci insegna a situarle in oggetti differenti: tutto quanto c'è di infermo appar­ tenendo alla natura, tutto quanto c'è di valido appartenendo alla grazia. Ecco l 'unione stupefacente e nuova che soltanto Dio poteva insegnare3 .

Pascal Il pensiero

Il cristianesimo è la religione che spiega l ' uomo; il cristianesimo è quin­ di la vera religione. Così , partendo dall'analisi dell'uomo, Pascal arriva alla verità del cristia­ nesimo, semplicemente esaminando il contenuto della dottrina cristiana, e vedendone la rispondenza - in esclusiva - con la realtà più profonda dell'uomo. Inutile allora proseguire nell 'opera apologetica? O, forse, utile semmai solo per rafforzare la convinzione già guadagnata con la sem­ plice riflessione prima esposta?

È

un fatto che Pascal svolge poi molte altre considerazioni apologe­

tiche, di tipo diverso - ed autonomo - rispetto a quella che passa attraverso il peccato originale. Come le considera Pascal? lntegrazio­ ni non necessarie di quella poggiante sul peccato originale , o neces­ sario compimento di essa? Difficile rispondere: frammenti come il 433 e il 430 sembrerebbero sostenere che il cristianesimo risulta essere vero già solo perché esso è l'unico che spiega l'uomo così come esso è effet­ tivamente. Ma la cosa non è sicurissima: «perché una religione sia vera, è necessario ecc.» del fr. 433 già da noi citato, può infatti significare sia: l ) se c ' è una religione vera, perché una religione sia vera è neces­ sario ecc ., sia: 2) una religione vera non ci può non essere; ma perché una religione sia vera, è necessario . . . Ora, Pascal non fa esplicitamente l a seconda affermazione, n é l a dimo­ stra in alcun luogo; ma è anche vero che neppure risulta che non la con­ divida; d 'altro canto, non risulta che compia la prima affermazione. L'insistenza sugli altri motivi apologetici, e soprattutto il fatto che nello stesso fr. 430 - che, non lo si dimentichi, è un appunto per la confe­ renza a Port-Royal del 1 65 8 - Pascal, dopo aver esposto l' argomen­ to apologetico partente dalla grandezza e miseria del l 'uomo, conclu­ da con un invito a considerare «prove convincenti alcuni segni divini>>, e «meraviglie e prove>> che «non possiate respingere>> a favore del cri­ stianesimo, indurrebbe peraltro a propendere per l ' interpretazione della ulteriore apologetica come di una integrazione necessaria di quella prima riflessione . Se questo è il pensiero di Pascal , diventerebbe fra l' altro più facile allo stesso Pascal rispondere alle obbiezioni4 di chi ribatte: non è vero che il cristianesimo sia l 'unica religione che parli di caduta del l ' uomo, di dua-

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lità radicale della sua natura, di vocazione ad un trascendimento dell 'at­ tuale stato; il fatto che il cristianesimo spieghi il paradosso dell'uomo non basta quindi a dare una prova della verità del cristianesimo; occorrono ulteriori considerazioni. Di fatto , l'apologetica di Pasca! (il quale pur ritie­ ne, lo si è visto, che solo il cristianesimo dia tale spiegazione) porta ulte­ riori considerazioni. Le riflessioni sul paradosso dell'uomo mantengono peraltro la loro uti­ lità, perché servono per eliminare le religioni false per restringere il campo delle religioni che possono essere vere - tra le quali sta il cristia­ nesimo - e per mostrare, insieme, la ragionevolezza e l 'interesse umano del cristianesimo . 2. Inizieremo ora una breve esposizione delle prove storiche del cristia­ nesimo addotte da Pasca!, incominciando dai miracoli , i quali sono per il nostro una delle prove più forti (anche se non rigorosamente certe) del cristianesimo stesso Pascal è ben consapevole del fatto che i miracoli ven­ gono addotti anche dai seguaci di altre religioni , e cerca di far fronte alla difficoltà che ne deriva, per chi voglia porre i miracoli a prova apologe­ tica del solo cristianesimo. Appare qui in tutto il suo vigore un tipico modo di procedere di Pasca!: il rovesciamento del contro nel pro, l 'utilizzazio­ ne cioè delle stesse difficoltà operanti contro il cristianesimo, come ele­ menti apologetici, paradossalmente, dello stesso cristianesimo. In questi abili rovesciamenti sta indubbiamente una delle peculiarità dell' apologetica di Pasca! , per altri aspetti certo piuttosto tradizionale. Nel fr. 8 1 7 (e considerazioni analoghe sono svolte anche nel fr. 8 1 8), Pasca] affronta la difficoltà che abbiamo ricordato, da un punto di vista ancora generale, preliminare: egli cerca di far vedere che, intanto e comunque, il fatto di tali molteplici adduzioni non deve scoraggiare dal ricercare quali siano i miracoli veri . Egli osserva, in proposito, che se la gente presta fede a molti pretesi gua­ ritori , a pretesi medici, è perché qualche volta qualcuno di essi ha vera­ mente guarito; altrimenti, neppure sarebbe sorta l' idea del medico; ana­ logamente, per i miracoli, e per le molteplici religioni , proprio il fatto della molteplicità delle religioni e dei relativi miracoli (ecco il contro) dice che almeno una religione (e i relativi miracoli) deve essere vera (ecco il pro) .

Pascal Il pensiero

In secondo luogo, Pascal fa intervenire, nella considerazione dei mira­ coli, anche il peso della dottrina: non si possono considerare veri mira­ coli fatti che vadano contro una vera dottrina. E converso, egli aggiun­ ge, una vera dottrina è riconoscibile dai miracoli che avvengono in suo nome: > (1. Laporte, art . cit., p. 295; cfr. anche p. 296). Il

Sully-Prudhomme, La vrai réligion selon Pasca[, Paris 1905.

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Pascal Il pensiero 1 2 Se il sentimento ha la portata affettiva e teoretica insieme che sopra si è illu­ strata, appare chiaro che non lo intendeva bene Voltaire, quando obbiettava (Remarque XLVIII, 1734): . Il sentimento pascaliano non è in real­ tà solo , e De l 'esprit, il quale dice che la ragione non riesce a dimostrare i principi primi. Ma le posizioni sono diverse: nel fr. 72 si descrive un comporta­ mento pragmatico (noi decidiamo di chiamare principi ultimi quelli estremi ai quali noi siamo capaci di arrivare); in De l 'esprit si ha evidenza - anche se non dimo­ strativa - di tali principi. De l 'esprit non può essere giudicato alla luce del fr. 72. 1 7 Fr. 4. Seguo qui l'interpretazione del passo: «La morale du jugement se moque de la morale de l'esprit - qui est sans règles>> proposta dal Laporte. Il Brunschvicg (nota a p. 32 1 , in Pasca), Pensées el Opuscules, Paris, ultima ed. 1 968) sostiene il collegamento di «qui est sans règles>> con «la morale du jugement>> . Ma il Lapor­ te ritiene, con validi argomenti , che il collegamento vada effettuato con la mora­ le dell'intelletto. Ciò per due motivi: che questo è il senso suggerito più natural­ mente dall'ordine della frase; che, inoltre, questo è «le sens le plus conforme aux vues générales de Pascal, lequel n' admettrait certainement pas que la 'vraie morale' fOt 'sans règles' . Au reste, dans le texte meme dont nous discutons, la 'vraie morale' est rapprochée de la 'vraie éloquence' . Or la 'vraie éloquence', celle qui se fonde sur le sentiment, et qui revient à I '"Art d'agréer" , a sans contredit des règles selon Pascal>> (J . Laporte, art. cii., pp. 266-7). 1 8 Cfr. Discours sur /es passions de l 'amour, O.C., pp. 538-9. 1 9 I testi del de Méré sopra riportati sono citati sulla scorta del Brunschvicg (nota a p. 3 1 9 di Pascal, Pensées et Opuscules, a cura di L. Brunschvicg, ci t.). 20 J. Laporte, op. cit., p. 26 1 . 2 1 Anche il fr. 3, che pur non nomina apertamente i due esprits, sembra confer­ mare - contro, ad es ., il Brunschvicg, il quale insiste sull'uso del termine vue nel fr. 3 per interpretare l'esprit de finesse come intuizione (Brunschvicg, nota a p . 32 1 , in Pascal, Pensées e t Opuscules, cit.) - l 'interpretazione dell 'esprit de fines­ se come sentimento (si, Pascal parla anche di vue, ma precisa: «on les sent plu­ tot qu'on ne les voi t>>). Il Laporte adduce anche, a rincalzo dell'interpretazione del-

Pascal Il pensiero 1 'esprit de finesse

come sentimento, il fr. 276: «Il signor di Gouffier mi diceva:

"le ragioni mi vengono in mente dopo: sulle prime, una cosa mi piace o mi spia­ ce senza che ne sappia il motivo; eppure, mi spiace per il motivo che scopro più tardi". Ma io credo che non la cosa spiaccia per le ragioni che si trovano in un secon­ do tempo, bensì che queste ragioni vengano trovate solo perché la cosa spiace». In realtà, questo frammento non sembra qui indicativo: esso si riferisce alle valu­ tazioni, e non ad ogni tipo di jugement de finesse: questo jugement de finesse può anche avere ad oggetto il carattere di una persona, senza interventi dell'amore o dell'avversione. Nei casi in cui si valuta, il sentimento è spesso originario, e i moti­ vi si scoprono dopo, dice il fr. 276; il sentimento è autosufficiente, si presenta come una spontaneità originaria: sì; ma non è detto - contro il Laporte - che questo valga anche per l 'esprit de finesse. VI. LA RAGIONE E L'ESISTENZA DI DIO l Cfr. fr. 242, 547, 556, e, pur senza riferimento diretto a Gesù, fr. 243, 244. 2 Tra gli altri, ricorderemo V. Cousin, Du scepticisme de Pasca[, «Revue des deux

mondes>> , 1 5 dic. 1 844, pp. 1 027-8; A. Gory, Les Pensées de Pasca[ considérées comme apologie du Christianisme et les conditions actuelles de l 'apologétique, Paris 1 883, pp. 24-5; 1. Laporte, art. cit., pp . 106-9; 1. Russier, op. cit., vol. I , pp. 72-83; 1. Mesnard, op. cit., p. 1 59. 3 «Sento che era possibile ch'io non fossi: infatti, l'io consiste nel pensiero; quin­ di, io che penso non sarei esistito, se mia madre fosse stata uccisa prima che venis­

si animato; dunque, non sono un essere necessario. Non sono neppure eterno, né infinito; ma vedo chiaramente che nella natura c'è un essere necessario, eterno, infinito>> . 4 1 . B . Flottes, Etudes sur Pasca[,

Montpellier 1 846, p. 1 10; A. Vinet, Etudes sur

Pasca[, Lausanne 1 936, pp. 1 25-8; E. Baudin, La philosophie de Pasca[, Neuchli­ tel 1 946, vol. I, Pasca[ et Descartes, pp. 99 sgg. e passim; G. Desgrippes, Etudes sur Pasca[. De l'automatisme à lafoi cit., pp. 82-4; P. Serini, Pasca[, Torino 1 943 2 , p. 259; 1 . Chevalier, La méthode de connaitre d'après Pasca[, «Revue de Méta­ physique et de Morale>>, 1923,

p.

197 , e Pasca[, cit., p . 207 .

5 1. E. d' Angers , op. cit., pp. 95-6, 1 70- 1 . 6 «Quando considero la breve durata della mia vita, sommersa neli' eternità che la precede e la segue, il piccolo spazio che occupo e financo che vedo, inabissa­ to nell 'infinita immensità degli spazi che ignoro e che mi ignorano, io mi spaven­ to e stupisco di trovarrni qui piuttosto che là, non essendoci nessuna ragione per­ ché sia qui piuttosto che là, oggi piuttosto che domani. Chi mi ci ha messo? Per ordine e per opera di chi questo luogo e questo tempo furono destinati a me? "Memoria hospitis unius dici praetereuntis">> (fr. 205). Sembra qui rintracciabi­ le un abbozzo di prova de li'esistenza di Dio: l'assenza di ragioni immanenti al fini-

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to, dell 'esser cosl e non altrimenti del finito stesso, pone il problema di una ragione trascendente di tale esser così: è la traiettoria, qui non compiuta (per que­ sto si parla di abbozzo di prova) dell 'argomento detto a contingentia (non c'è nes­ suna ragione che io sia qui piuttosto che là; eppure, io sono qui; chi mi ci ha messo? - e cioè: qualcuno mi deve aver messo qui; e cioè: vi deve essere una ragione per cui io sono qui). Riportiamo anche i fr. 580 e 559: «La natura ha perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e difetti per mostrare che ne è soltanto l 'im­ magine>> . . 7 È l a tesi d i P. Bayle, Diclionnaire Historique el Critique, Amsterdam 1 7304 , vol. lll, voce Pascal,di F!ottes, loc. cii., di Malvy, Pasca[ el le problème de la cro­ yance, Paris 1 923 , p. 34, e di altri ancora. Tale idea viene sostenuta, fra l'altro, osservando che il fr. 233 ha carattere dialogico (tra Pasca! e l 'incredulo), e con­ tiene tesi tra di loro contraddittorie, non attribuibili dunque tutte in proprio a Pascal. 8 Cfr. J. Laporte, op . cit., p. 108. 9 Cfr. R . E. Lacombe, op. cit., p. 203. I O lvi , p. 204. VII. FEDE E RAGIONE

1 B. de Schloezer, Introduzione a L. Chestov, Les révélations de la mort, Paris 1 923, pp. III-IV. 2 Cfr. anche fr. 256. 3 «Il supremo passo della ragione sta nel riconoscere che c'è un'infinità di cose che la sorpassano. È ben debole, se non giunge a riconoscerlo. Se le cose natura­ li la trascendono, che dire di quelle soprannaturali?>> (fr. 267; cfr. anche 253, 259, 268, 269, 270, 273, 345). 4 Cfr. fr. 265.

5 Cfr. fr. 286 e cfr. anche fr. 284 e 287. 6 E il Maritain ha osservato: «I'on peut se demander si son idée meme de la foi , dont nous avons noté plus haut l'essentielle orthodoxie, ne fléchit pas u n peu sous ce besoin de sentir ("Dieu sensible au creur": s'agit-il du pur assentiment de la foi , ou d'un goOt expérimental qui peut manquer, et qui n'est nullement essentiel à la foi?). Si grand qu'il soit, Pascal reste très loin des souveraines altitudes où vit la contemplation des saints. Cum dilatasti cor meum. Il lui a manqué un coeur dilaté>> (J. Maritain , Pasca[ apologiste ci t., p. 1 97).

Pascal Il pensiero

7 .

8 Non affrontiamo, qui, la questione delle fonti di Pasca], per il pari; su questo tema esiste ormai una abbondante letteratura, che ha indicato in parecchi autori, a partire da Amobio, ed arrivando ad alcuni contemporanei di Pasca], anticipi più o meno lontani di vari elementi della proposta pascaliana. L'argomento di Pasca!, in ogni caso, per l'introduzione delle varie ipotesi matematiche sulle chances favo­ revoli e contrarie all'esistenza di Dio, per il collegamento con le considerazioni sull' inconoscibilità razionale-dimostrativa di Dio, per il motivo dell'aberisse­ ment e del rinvio successivo alle prove storiche del cristianesimo, per l'afflato reli­ gioso che progressivamente viene assumendo la pagina, è innegabilmente ben per­ sonalmente sviluppato. Per la letteratura sulle fonti del pari, si rinvia alla bibliografia finale. IX. GLI ARGOMENTI APOLOGETICI l La ragione, per giunta, riconosce che l'uomo, essendo in drammatico conflit­ to con se stesso, deve odiare se stesso, e cercare «Un essere veramente degno di

essere amato>> (fr. 468; cfr. anche fr. 492). 2 Fr. 606. «Perché una religione sia vera, è necessario che abbia conosciuto la nostra natura. Bisogna che ne abbia conosciuto la grandezza e la miseria, e le cause dell'una e dell'altra. Chi, tranne la religione cristiana, l'ha conosciuta?>> (fr. 433); cfr. anche tutto il fr. 430.

3 Entretien avec M. de Sacy, trad. it. di P. Serini (Torino 1 962; poi Milano 1 968 , da cui si cita), pp. 483-4.

4 Tali obbiezioni furono mosse a Pascal .fin dal secolo XVIII. Voltaire, nella Remarque I ( 1 734), già scriveva: . Cfr. anche Remar­ que LXXIX ( 1 778). Considerazioni analoghe si trovano, tra gli studiosi del nostro secolo, in Ch. Joumet, Vérité de Pasca/, Fribourg 195 1 , pp. l l9-3 1 , ed in Bayet, op. cit., pp. 1 27-34.

5 A proposito della difesa pascaliana delle prove del cristianesimo va fatto un rilievo preliminare, che riguarda la determinazione dei bersagli polemici del-

Pasca! Il pensiero l'apologetica di Pascal . È un fatto, ben rilevato, per es., da R . Pintard (Pasca/ et /es libertins , ci t.) che Pasca) non sottopone a minuta analisi le concrete critiche del libertinage érudit alla religione cristiana, e tratta in modo piuttosto generico, senza seguirle nella loro determinatezza, le varie prospettive deistiche, o comun­ que critiche di precisi punti della religione cristiana. Qual è la ragione di questo atteggiamento? Probabilmente, essa sta nel fano che queste prospettive lo inte­ ressano meno di quelle del libertinismo degli honnetes hommes, degli indifferen­ ti in fatto di religione, verso i quali si rivolge la sua attenzione, e per i quali egli elabora i suoi più sentiti argomenti apologetici. Dovettero peraltro cooperare a pro­ durre questo atteggiamento, in gioventù, anche il forte ed assorbente impegno nei lavori scientifici, e la convinzione, instillatagli dal padre, che le cose di fede si sot­ traggono alla ragione; in seguito, comunque, divenne prevalente la convinzione che la fede non è solo e soprattutto questione di ragione, ma anzitutto di volontà e di amore , e, quindi, l'apologetica deve rivolgersi piuttosto all 'uomo concreto, che non all'uomo astrattamente ragionante. 6 L. Brunschvicg, nota l a p. 72 1 di Pasca), Pensées et Opuscules, cit.

7 Cfr. fr. 840, 846, 847, 849, 852, 854. 8 Fr. 706. La centralità delle profezie risulta anche dal fr. 693 . 9 Cfr. fr. 706, 708, 709, 7 10 , 7 1 1 , 7 14 , 722, 723 , 727, 736, 783, 792, 793, 80 1 , 802. IO Ci

riferiamo ai fr. 57 1 , 64 1 , 642, 659, 675, 68 1 , 683 , 684, 685 , 689, 690, 69 1 ,

692, 749, 750, 758, 760; si veda anche la lettera a Mlle de Roannez della fine d'ot­ tobre 1 656 (O.C., pp. 5 10- l ) . Il

Nelle promesse del V.T., scrive Pasca), «ognuno trova quel che ha in fondo

al cuore: i beni temporali o i beni spirituali , Dio o le creature. Ma con questa dif­ ferenza: che quanti vi cercano le creature, ve le trovano, ma con molte contrad­ dizioni e il divieto di amarle e il comando di adorare soltanto Dio e di non amare se non lui, che poi è la stessa cosa, e che, infine, per loro non è venuto nessun Mes­ sia; laddove coloro che cercano Dio ve lo trovano senza nessuna contraddizione, con il comando di amare lui solo, e vi trovano che nel tempo predetto è venuto un Messia per dar loro i beni che chiedono (fr. 675) . Pascal esemplifica, a propo­ sito del Vecchio Testamento (e documenta), nei fr. 57 1 , 685 , 692.

1 2 Fr. 614 Cfr. anche fr. 6 1 0 , 6 1 3 , 956. 13 Per Pascal - che segue s. Agostino - la religione cristiana esistette già, sia pure

non esplicitata, negli Ebrei, che credettero nel Messia venturo. «Nel Messia si è creduto sempre. La tradizione di Adamo era ancora fresca in Noè e in Mosè. Più tardi , fu predetto dai Profeti, annunzianti sempre anche altre cose, il cui avverar­ si, di tempo in tempo, comprovava agli uomini la verità della loro missione, e, quin­ di, quella delle loro promesse concernenti il Messia>> (fr. 6 1 6). Si tenga presente il fr. 6 1 0 , nel quale Pasca) vuoi mostrare che la religione degli Ebrei ha il mede­ simo nucleo centrale di quella cristiana.

1 97

1 98

Pascal Il pensiero I 4 cfr. rr. 226, 349, 430, 559, 564, 566, 574, 577, 58 1 , 585, 586, 862.

1 5 Cfr. J . Lhermet, Pasca/ et la Bible, Paris 1 93 1 , pp. 426 sgg. 1 6 R. E. Lacombe, op. cit., p. 2 1 6 . 1 7 Per u n caso analogo, Voltaire osservava che noi non considereremmo certo molto sensato un avvocato che dicesse: la mia parte si contraddice; ma per chi sa intendere le cose, questa debolezza è una forza (Remarque XVI, 1 734).

1 8 Finisce per riconoscere questa possibilità di risposta da parte di Pasca) anche il Lacombe, il quale, peraltro, aveva mostrato di condividere, pur non citandola, l 'abbiezione del tipo voltairiano prima esposta (cfr. R. E. Lacombe, op . cit., pp. 2 1 7-8).

19 L. Laberthonnière, L'apologétique et la méthode de Pasca/, 1 90 1 , poi in Essais de philosophie religieuse, Paris 1 903, pp. 1 93-229; a questo saggio sono ispira­ te le considerazioni che seguono. 20 Si veda, per questo confronto, L. Laberthonnière, op. cit., pp. 2 1 4-5 e 2 1 8 .

X . MORALE E DIRITIO D I NATURA NELLE E NEGLI SCRIT­ TI MINORI l

L'influsso dei port-royalisti su Pasca! in proposito (in funzione delle dottrine di s . Agostino e di Giansenio) è messo in vista dal Laporte (art. cit., pp. 1 1 2-6). 2 >

l Cfr. C. Constantin, art. Pasca{ cit., col. 2 1 04 . 2 Un frammento delle Pensées sintetizza in modo scultoreo l 'atteggiamento cri­

tico, legato al giansenismo, di Pasca! nei confronti dei gesuiti; nel fr.

884,

Pasca!

scrive, riferendosi chiaramente alle concezioni di questi ultimi: «Peccatori puri­ ficati senza penitenza, giusti giustificati senza carità, tutti i cristiani senza la gra­ zia di Gesù Cristo, Dio senza potere sulla volontà degli uomini, una predestina­ zione senza mistero, una redenzione senza certezza>> .

3 Le prime dieci lettere portavano ciascuna il titolo Lettre écrite à un provincia{ par un de ses amis sur les luttes presentes en Sorbonne; le sei successive aveva­ no il titolo Lettre écrite par l 'auteur des Lettres provincia/es aux Révérends Pères Jésuites; le ultime due erano dirette al p. Annat, gesuita. Pasca! ne prepa­ rò anche una diciannovesima, rimasta però allo stato di frammento. 4 9) ,

Basti pensare alla lettera a Mme Périer del

5

novembre

1 648

a Sur la conversion du pécheur (probabilmente della fine del

55 1 -2), alle

1 65 3 ,

O .C., pp.

prime battute di De l'esprit géométrique e ali'Abrégé de la vie de Jésus­

Christ (fine

1 654;

O.C., pp. 625-6). Del periodo delle Provinciali sono indicati­

ve le lettere a Mlle de Roannez del settembre (o ottobre) novembre 5 Cfr. fr.

(O.C., pp. 488-

1 656

1 656

(O.C., p. 509) e del

(O.C., p. 5 1 3) .

1 52 , 495, 496, 497, 498, 500, 5 1 1 , 524, 584, 589, 804, 805 , 806.

6 Cfr. Chevalier, Introduzione agli Ecrits sur la grace, in O.C., p. 948. 7 Il carattere giansenistico degli scritti teologici pascaliani sembra difficilmen­ te contestabile. Ritorneremo, sia pure brevemente, su li 'argomento, quando espor­ remo la letteratura su Pasca!.

8 J. Mesnard, op. cit., p. 87.

1 99

200

Pascal

Il pensiero 9 C. Constantin, art. Pasca/ cit., col. 2089. I O Cfr. ad es. H. Brémond, Histoire littéraire du sentiment religieux en France, Paris 1 92 1 , vol. IV, e E. Jovy, Pasca/ inédit, vol. Il, Les derniers sentiments de Blaise Pasca/, Vitry-le-François 1910. I l J. Laporte, Le jansénisme de Pasca/, , 1923, pp. 264-5; cfr. anche J. Mesnard, op. cit., pp. 94-5. Pasca! prosegue, dopo il marzo 1 657, la battaglia contro la morale dei gesuiti , collaborando con i cura­ ti di Parigi , che si erano mossi , in particolare, contro l'Apologie pour /es casui­ stes del p. Pirot ( 1 657), scrivendo nel 1 658 un Factum pour /es curés de Paris , cui fecero seguire altrifactum due o forse tre dei quali furono stesi da Pasca!. La ,

Sorbona condannò, nel 1 658, l'Apologie del p. Pirot; nel 1 659 venne una condan­ na di essa da parte di Alessandro VII. Ma nel 1 657 erano state messe all' indice le Provinciali (perché uscite senza approvazione, non scritte nella lingua latina, la lingua riservata dei teologi, come spiegò l' Amauld, o per le tesi dogmatiche in esse difese? Il punto è controverso). 12 Pasca! lesse per intero, delle opere di teologia morale da lui citate, solo il Liber theologiae moralis (Lione 1 644) del p. Escobar y Mendoza; utilizzò ampiamen­ te l'opera di Amauld, Théologie morale des jésuites ( 1 643), cui aggiunse le cita­ zioni dei moralisti le cui opere erano posteriori al 1643 (Diana, Caramuel Lob­ kowitz, ecc .).

13 J . Mesnard, op. cit., p. 96; per lo stile, cfr. pp. 82-3.

14 A gran parte, non a tutti. Pasca! riconosce che esistono anche dei moralisti gesuiti non tassisti; ma egli vede anche in questo un disegno della Compagnia di Gesù, volta al dominio delle coscienze di ogni tipo, ed in ogni ambiente. L'esi­ stenza di molti gesuiti !assisti , e di alcuni (pochi) severi , si domanda Pasca!, dipende forse dal fatto che la Compagnia rispetta la libertà di tutti? No, egli risponde; un ordine così potente ed efficiente non potrebbe svilupparsi senza una direttiva unitaria; se, perciò, in esso c'è divergenza (e radicale), anche que­ sta deve rientrare in una direttiva unitaria: quale? Quella di far fronte alle esigen­ ze di ogni tipo di uomini: severità con le anime austere; (fr. 908); «L'ardore dei santi nel cercare il vero sareb­ be inutile se quel che è probabile fosse sicuro. Timore dei santi i quali avevan sem­ pre seguito la via più sicura (s. Teresa che segui sempre il proprio confessore)» (fr. 9 1 7) . Va però rilevato che un altro frammento, che per il linguaggio e la tema­ tica appare rientrare nello stesso giro di pensieri, sembra dire il contrario: «Pro­ babilità. Alcuni dei loro [se.: dei gesuiti] principi sono veri, ma essi ne abusano. Ora, l'abuso della verità deve essere punito altrettanto dell'introduzione della men­ zogna. Come se ci fossero due inferni: uno per i peccatori contro la carità, l ' altro per i peccati contro la giustizia!>> (fr. 9 1 6). Qui, a proposito delle probabilità, si ammette che qualcosa di vero, in rapporto alle probabilità, pur c'è. S i può uscire da questa difficoltà interpretativa osservando come la probabilità esclusa nei frammenti 908 e 9 1 7 potrebbe essere quella soggettiva (è probabile quanto è soste­ nuto da un dottore grave), ma non quella oggettiva; e il vero potrebbe compren­ dere anche il probabile oggettivo. Una considerazione analoga dovrebbe valere per la V lettera, ove Pasca! dice sl > (Laporte, art. cit., p. 269). In realtà, Pasca! appellandosi di fatto alle leggi delle Scritture, ai Canoni , non sem­ bra lasciare poi molto spazio alle ispirazioni della coscienza. 25 Come osserva giustamente il Constantin (art. Pasca[, cit., col . 2 1 55), per Pasca! > . Il richiamo rigido alla tradizione risulta chiaramente anche nelle Pensées (fr. 844 e 867). 26 Certo, c'erano gesuiti - Pasca! cita i padri Sirmond, Pintereau e le Moyne - i quali sostenevano la tesi per cui l'amore affectif di Dio non era indispen­ sabile all 'uomo: bastava l 'amore effectif, e cioè la volontà di operare secondo la legge di Dio; volere ciò che Dio vuole è già implicite amare Dio, anche se non si prova un sentimento diretto di amore. Pasca) protesta osservando che è orribile dimenticare quello che costituisce lo spirito stesso del cristianesimo, e cioè l ' amore per Dio (cfr. X lettera, vol . V, Br M, pp. 27 1 -2; cfr. anche XVII lettera, vol. VI Br M , p. 345 ) . 27 J . Mesnard, op. cit., p. 1 04 . 2 8 Su questo punto cfr. A . Brou , Les jésuites de la légende. Première partie. Les origines jusqu 'à Pasca/, Paris 1 906. Va in ogni caso rilevato che la criti­ ca contro i gesuiti era già viva quando Pasca! scatenò la sua, né quella di Pasca! fu la più violenta (cfr. J. Mesnard, op . cit., p. 1 04). 29 Secondo il Degert, le Provinciali provocarono un nuovo tipo di teologia «morale>> , prevalso per due secoli, tutto fondato sull' autorità (cfr. Degert, Réac­ tion des Provincia/es sur la théologie en France, , novembre 1 9 1 3) . Questo giudizio è parso a molti ecces­ sivo; in effetti , mancano precisi studi in proposito. Non si può d ' altro canto negare, sia pure restando anche qui su di un piano generico, che la polemi­ ca di Pasca! contribuì ad impedire ulteriori sviluppi delle degenerazioni las­ sistiche. 3 0 M . V. Maynard, Les Provincia/es publiées sur la dernière édition, 2 voli . , Paris 1 85 1 . 3 1 Non potendo qui sviluppare questo punto, rinviamo allo Chevalier, Pasca[, Paris 1 922, pp. 1 23-7 , e al Constantin, Pasca/, cit., coli. 2 1 07 - 8 . 32 Cfr. Brucker, La Compagnie de Jésus en France, Paris 1 9 1 9 . 33 C . Constantin, Pasca/, cit., col . 2 1 09 (di Voltaire viene citato il Siècle de Louis XIV).

Pascal Il pensiero

XII. TRA MORALE E POLITICA I

Qui, relativamente alla concezione pascaliana dell'etica e della politica, ha ragio­ ne il Goldmann, quando osserva: se l'uomo non può conoscere la verità e la giu­ stizia (se ne ha un'idea vuota), anche la vita sociale non sarà fondata su alcuna legge umana giusta e valida. Ma l'uomo non può non vivere in società: l'uomo deve vivere dunque in una società per la quale non possiede criteri di valutazio­ ne, cui pure aspira: ecco la tragicità della condizione umana. Secondo Goldmann, questa tragicità non risulterebbe peraltro solo di qui; qui avremmo solo una ulte­ riore specificazione del carattere tragico di tutto il pensiero di Pascal (L. Goldmann, op. cit., pp.

7 1 -94

e

304- 14).

Senza entrare a questo punto in discussione con il

Goldmann per la sua tesi complessiva, riconosciamo peraltro che una tragicità «zonale>> (che non riguarda tutte le dimensioni dell'esistenza) è ravvisabile nel pen­ siero pascaliano su li' etica e sulla politica. 2 Cfr. fr. 29 1 , 292, 293, 294, 295, 296, 297 , 298, 299, 300, 30 1 , 302, 303, 3 1 1 . Cfr. anche Sur la condition des grands, Premier discours, O.C., p. 6 1 7 . 3 Fr. 299; cfr. anche i fr. 298, 3 1 1 , 325 . 4 5

Cfr. anche i fr. 327, 328 , 335, 337. Cfr. fr. 304, 3 1 5 , 3 1 8 , 3 1 9 , 320 . Il Goldmann (op . cit., pp.

308- 1 4)

mette

in vista il carattere dialettico dei pensieri sopra esposti; le tre tappe della coscienza della vera natura dei rapporti sociali sono presentabi l i come tesi, antitesi e sintesi di un movimento dialettico - e Goldmann propone proprio la traduzione in tale schema dei due frammenti. Attraverso questo movimen­ to dialettico - osserva giustamente Goldmann - Pascal mette in vista anche l 'aspetto positivo del negativo derivante dal non dominio del giusto e del vero. Egli svolge una analisi realistica dell'ordine sociale e, per Goldmann, lega insieme (come del resto Kant) un'analisi critica e progressista con una posi­ zione conservatrice. Solo, aggiunge Goldmann , Pascal presenta come condi­ zione dell' uomo in quanto tale ciò che per Hegel e per Marx è vero, ma sto­ rico. E si capisce: per Goldmann Pascal è tragico, e non dialettico; egli non ha fede in una comunità fondata sul superamento dell'egoismo. L'analisi del­ l ' uomo borghese, utilitarista, egoista, e la scienza relativa, per un dialettico è valida, ma da superare in futuro: la lotta deli 'uomo contro l 'uomo è per H egei la lotta del padrone e del servo, e per Marx lotta di classe; ma il dialettico con­ cepisce un trascendimento di tale situazione (ha fede in esso), epperciò con­ sidera non assoluta, non insuperabile tale condizione, a differenza di Pascal . 6 L. Goldmann, op. cit., p. 307 .

7 Più in generale, Goldmann ritiene che il conservatorismo di Pascal deri­ vi dalla sua concezione tragica; la concezione tragica, atemporale, che rico­ nosce solo il presente e l ' eterno, implica il conservatorismo: è inutile impe-

203

204

Pascal Il pensiero gnarsi a rinnovare, là dove nessun miglioramento è possibile (op. cit., p . 307). Non sembra però - va obbiettato - che il conservatorismo derivi logicamen­ te come un corollario che non possa non seguire dalla situazione di impasse nei confronti della giustizia. Non si può sapere cos'è giusto; di fatto, preva­ le la forza; discende di qui che si deve necessariamente accettare lo status quo? Di per sé, non sembra; un individuo può optare per esso, ma può optare anche per un rinnovamento; questo rinnovamento non costruirà valori essenziali; ma neppure il conservatorismo vi riesce! L'innovazione - si dirà - per Pasca! com­ porta guerra civile. È vero, si deve rispondere; ma è anche vero che la prova di questo ipotizzato nesso tra innovazione e guerra civile non deriva certo dalla concezione tragica.

8 La vie de M. Pasca/ par Mme Périer, O.C., p. 9 lvi, p. 23 . IO A .

Bayet, op. cit., pp.

66-9.

27.

Pascal

La sto ri a d e l l a criti ca l . È difficile dare un quadro anche sommario della ricchissima lettera­ tura su Pasca!. Pasca! non è infatti stato solo l 'oggetto di indagini eru­ dite, di ricostruzioni storiche distaccate. Il suo pensiero ha anche susci­ tato entusiasmi , e ha conosciuto adesioni numerose già a partire dal tardo Seicento, così come ha provocato reazioni negative violente. È rispet­ to allo apologista singolare del cristianesimo, soprattutto. che tali reazio­ ni sono sorte; ed è, anche, in relazione al Pasca! polemista delle Provin­ ciali. con i problemi sulla morale e sulla grazia che la lotta antigesuitica comportava, che le discussioni si sono accese . Pasca! non è stato solo stu­ diato; è stato anche utilizzato, da parte di molti apologisti cattolici (e anche protestanti), talora con un dichiarato richiamo, talora senza di esso; lo stu­ dio della letteratura pascaliana non può quindi ignorare anche questi col­ legamenti indiretti a Pascal ' . Ma questo, è chiaro, allarga enormemente il campo di indagine. Pasca! , va aggiunto, ha lasciato inedite le Pensées e molti altri scrit­ ti; la prima edizione di Port-Royal delle Pensées , con i suoi arbitri . ha complicato, e non sempl ificato le cose. La storia della letteratu­ ra su Pasca! deve quindi tener conto delle modificazioni del pano­ rama pascaliano che le successive edizioni chiave delle Pensées hanno determinato. Il quadro complessivo su Pasca) ci offre, in conclusione, scritti pascaliz­ zanti (che riprendono tesi pascaliane) , anche se non su Pasca!; scritti su Pasca! che sono in realtà solo pascalizzanti; scritti antipascaliani che rive­ lano eminenti preoccupazioni teoretiche. e sono perciò più interessanti per lo studio del pensiero del loro autore, che non di Pasca!; scritti su Pasca!, infine, in cui la preoccupazione storica è tutto, o è almeno pre­ minente.

205

206

Pascal w storia della critica

2. In un primo periodo - dalla morte di Pasca) fino a tutto il secolo XVIII

- si ebbero saggi rientranti nei primi tipi da noi descritti . Pasca) fu molto lodato , nel sec . XVII , ma anche , poi, poco studiato; Bossuet e Fénelon, peraltro - ecco un esempio di rapporto indiretto, di utilizzazione senza studio tematico de li' autore utilizzato - dovettero ben attingere a Pasca12. L'oratoriano Mauduit, nel 1 677 (Traité de religion, 3 voli.) riprese ampia­ mente il pari, mettendolo al centro dell 'apologetica. Tra i protestanti, I' Abbadie, nei suoi trattati apologetici ( 1 684-89) utiliz­ zò molto Pascal . Una riflessione su Pasca) , sia pure non storicamente molto agguerrita, ma pur attenta a chiarire anzitutto che cosa Pasca) avesse detto, non si ebbe che a partire dal secolo XVIII , anche se dietro alcune stimolazioni del tardo Seicento . Fu l'Abate de Villars , nel 1 67 1 , nel suo Traité de la délicates­ se, a provocare un nuovo movimento di riflessioni. Il de Villars attacca­ va Pasca) da un punto di vista tradizionale: perché abbandonare le soli­ de, secolari vie apologetiche per sostituirle con strane considerazioni sulla impotenza dell' uomo e con le intenibili proposte di rischiare per la fede, con il pari? Bayle, da un punto di vista diverso, nell'articolo Pasca/ dal suo Diction­ naire, riprese fra l 'altro le osservazioni del de Villars (mescolandole ad altre, e ad alcuni elogi). Gli fece eco, di lì a qualche anno, Voltaire, la cui critica peraltro si sviluppò molto più ampiamente, in funzione di una con­ cezione antitetica a quella pascaliana. Voltaire fu l'avversario per eccel­ lenza di Pasca) nel secolo XVIII. «De tant de disputeurs étemels, Pascal est seui resté, parce que seui il était un homme de génie; il est encore debout sur les ruines de son siècle». Così , nel 1778 , al termine della sua vita, Voltaire scriveva di Pascal: era un giu­ dizio ammirato , che non aveva però alle spalle un'adesione alla prospet­ tiva pascaliana; il medesimo Voltaire che, nel 1 778, avrebbe scritto le paro­ le sopra riportare, pochi anni prima, nel 1 775, aveva potuto qualificare Pasca) come una imagination ma/ade et un homme de mauvaise foi. Questi due giudizi non sono - come potrebbe sembrare - in contraddi­ zione tra di loro. Pascal rappresentò sempre , agli occhi di Voltaire, il mag­ giore apologista - il più vivo, il più abile, il più geniale - del cattolice­ simo; ma Pasca) per Voltaire fu, proprio per ciò, l ' avversario da battere,

Pasc.al

La storia della critica

se si voleva battere il cattolicesimo - come fede, e come prospettiva che, di fatto, in Francia sorreggeva l'assolutismo monarchico, e difendeva l'in­ tolleranza. Pascal, filosofo del trascendimento del finito, dell' apertura ad un divino che irrompe nella storia e la salva, rappresentava la più netta antitesi della concezione voltairiana, che nel finito (pur riconosciuto creato da Dio) voleva rinchiudere l'uomo, per un impegno nel mondo da affrontare con le sole forze umane. La sottolineatura della finitezza dell'uomo, della sua miseria, compiuta da Pascal , non venne rifiutata da Voltaire, ma diversamente interpreta­ ta, e diversamente considerata, ai fini della condotta umana: tale finitez­ za non rappresentava la conseguenza di una caduta originaria umana, e di una punizione divina (con il corollario della concezione di un Dio irato, e di un uomo che, salva la libera elezione divina di alcuni , era oramai desti­ nato alla perdizione - onde l'accusa a Pascal di un pessimismo patolo­ gico, degno di una fantasia malata); la finitezza appariva, agli occhi di Voltaire, l 'inevitabile limite della creatura - che non è Dio. La polemi­ ca voltairiana contro Pascal fu quindi una polemica volta a sottolineare la naturalità - per una creatura - del limite, e l ' inevitabilità, per Dio stes­ so, di creare l ' uomo limitato, con una certa dose di sofferenze: il limite, il male, hanno la loro radice nella creazione stessa, non sono qualcosa di accidentale, di storico, che una iniziativa storica - nel tempo - del Dio­ uomo possa riscattare. L'uomo di Pascal deve ritornare in se stesso per riconoscere lo squilibrio del proprio essere, ed aprirsi al trascendimento di sé , attraverso Cristo, verso il divino, onde colmare tale squilibrio. L'uomo di Voltaire ricono­ scerà la propria autosufficienza (pur nella dipendenza creativa da Dio) e si impegnerà, nel finito, per circoscrivere il più possibile i l male: rico­ noscendo Dio, adorandolo, ma non invocandolo come il Salvatore . Dalla delineazione della antitesi risulta chiaramente l' importanza che ebbe, per Voltaire, la riflessione su Pasca) , espressa nella XXV Lettre philoso­

phique (le prime cinquantasette Remarques) del 1 734, nelle successive sedici Remarques pubblicate nel 1 742, e nelle 1 28 Dernières Remarques del 1 778, ed in altri scritti . Non stupirà - visto quanto sopra - che Voltaire avesse in animo di difen­ dere i gesuiti, più «umani», più aperti al mondo, contro gli attacchi d i

207

208

Pascal

La storia della critica

Pasca! (la difesa non fu però poi stesa; rimangono solo accenni). Condorcet, nella sua nuova edizione delle Pensées ( 1 776), e nel suo Eloge de Pasca/, riprese Voltaire, sia pure con qualche attenuazione; quale fosse il suo animus, risulta però soprattutto dai criteri con i quali egli pub­ blicò le Pensées: tagliando, aggiungendo, egli cercò di fare delle Pensé­ es un 'opera anticristiana3 (sotto il titolo: Preuves du Christianisme , egli raccolse i frammenti sull'oscurità della fede, sull ' incertezza dei miraco­ li e delle profezie, sulla potenza del costume). Per Condorcet, Pasca! si era buttato ciecamente nella fede: dopo l' inciden­ te al ponte di Neuilly, egli non era più normale, psicologicamente, e il Mémo­ rial che portava sempre con sé, cucito negli abiti, era il suo amulette . Nel 1 74 1 il Boullier, protestante, pubblicò una Défense des Pensées con­ tre les critiques de M. de Voltaire; ma la sua opera non suscitò molta eco. 3. Un rilancio di interesse per Pasca! si ebbe con il romanticismo: la ripre­

sa di attenzione al problema religioso; l'aspirazione ali' infinitizzazione dell'uomo, la valorizzazione dei fattori extrarazionali dell'uomo, favo­ rirono un ritorno a Pasca!. Prescindendo dagli influssi esercitati su Jaco­ bi e su Maine de Biran (si veda la bibliografia, per gli studi su questo punto), deve essere ricordato anzitutto Chateaubriand, il quale lanciò l'im­ magine del Pasca! tormentato, diviso tra le esigenze del cuore, che lo spin­ gevano alla fede , e quelle della riflessione, che lo portavano ad uno scetticismo radicale. Incapace di credere, ma pur bisognoso di credere, Pascal per Chateaubriand si fece cristiano en enrageant, e mori à la peine. Chateaubriand peraltro non esitò, in Génie du Christianisme, a richiamar­ si esplicitamente a Pasca! , per l' apologetica - anche se poi tutto si limi­ tò alle considerazioni sulla convenienza del cristianesimo con le esigen­ ze umane - (ma l'idea di un Pasca! credente e scettico insieme, si era già diffusa nel sec. XVII, come mostra J . Ehrard, Pasca[ au siècle des lumiè­ res, 1 963) . Fu però Vittore Cousin colui che diffuse l 'immagine del Pasca! scettico, credente per disperazione. Abbiamo già accennato , nel corso del libro, a questa interpretazione. Aggiungeremo qui , soltanto, che la sua diffu­ sione fu favorita dalla pubblicazione, da parte del Faugère, nel 1 844, delle Pensées in una nuova edizione, che teneva conto, dietro indicazione del

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Cousin, delle copies originarie: con tale edizione, il Pascal un poco edulcorato della prima edizione curata dai port-royalisti - ove le punte più pessimistiche sulla natura umana (epperciò anche sulle capacità conoscitive dell'uomo) erano state tagliate - veniva presentato in una nuova luce: più polemico contro le capacità umane; più vicino al gian­ senismo (pessimista, sull 'uomo «naturale») di quanto i port-royalisti, pre­ occupati di togliere ogni ombra di eterodossia da Pascal , non avessero lasciato trasparire. L'interpretazione del pensiero pascaliano in termini scettici ha avuto una notevole fortuna nel secolo XIX, ed ha trovato ancora qualche difen­ sore nel nostro secolo. Ricorderemo il Saisset, da noi già citato, il Franck (articolo Pasca/ nel Dictionnaire des sciences philosophiques) e, nel nostro secolo, Sully­ Prudhomme (articolo Le pyrrhonisme, le dogmatisme et la foi dans Pasca[, 1 890) e Miguel de Unamuno, per il quale ultimo Pascal fu un pirroniano che «aveva bisogno del dogma e lo cercava en s ' abétissant, e che trovò pace solo con la morte (si veda l ' articolo La foi pascalien­ ne, 1 923). L' interpretazione di un Pascal che non ha fiducia nella ragione è arriva­ ta fino ai nostri giorni, con P. Magnard (Pasca[ dialecticien, 1 963), il quale vede Pasca! nominalista, critico verso le pretese della ragione (e della meta­ fisica), negatore di ogni struttura sostanziale, anche se non proprio in tutto scettico (Pasca! riconosce il meccanicismo e la ragione analitica). Contro la tesi per la quale Pascal negherebbe una natura umana sostan­ ziale si è posta però validamente, di recente ( 1963), C . Gallicet Calvet­ ti (Le strutture della persona umana in Blaise Pasca[; della Calvetti segna­ liamo anche Il fenomenismo religioso di Blaise Pasca/, 1 950). Nel complesso, la prospettiva cousiniana sul Pascal scenico non è pre­ valsa: già nel secolo scorso essa fu combattuta con efficaci considerazio­ ni dal Droz (Etudes sur le scepticisme de Pasca/, 1 886) , al quale biso­ gna aggiungere tra gli altri il Flottes (Etudes sur Pasca/, 1 844), il Vmet (Etudes sur Blaise Pasca/, 1 848), e lo Havet (Etudes sur les Pensées, in Pascal , Pensées, vol. l), i quali tutti hanno ben mostrato come Pascal sia sempre, senza alcuna soluzione di continuità, vissuto nella fede cristia­ na, e non abbia mai veramente ceduto allo scetticismo.

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4. Tra i negatori dello scetticismo di Pasca!, il Vinet si opponeva all'inter­

pretazione scetticheggiante, in quanto vedeva in Pasca! una fede viva, vici­ na a quella protestante, che non passa attraverso ragioni e dimostrazioni. Pasca!, osservava il Vinet, non è scettico, non arriva al cristianesimo per disperazione dallo scetticismo (e dall'ateismo) . Pasca! crede (il coeur ci porta a Dio); arrivato alla fede, egli guarda indietro, e, in funzione della fede, vede quante illusioni, errori, ci siano nell'uomo non credente: arri ­ va ad un (relativo, non assoluto) scetticismo per quanto riguarda ciò che l 'uomo può acquisire con la sola ragione, proprio partendo dalla fede (esat­ tamente l' opposto di quanto sostiene il Cousin). Nel criticare la ragione, che pur ritiene capace di approdare aliqualiter a Dio, egli forse esagera; ma certo non pensa in termini scettici rigoro­ si; e neppure egli è ateo: solo, ritiene che la conoscenza razionale di Dio sia inadeguata; e se anche pervenisse al cristianesimo dalla disperazio­ ne dell'ateismo, aggiungeva il Vinet, il passaggio sarebbe legittimo (non è illegittimo desiderare che il cristianesimo sia vero, e poi cercare le prove). La fede di Pasca! fu - per il Vinet - fede che giunge attraverso lo Spiri­ to Santo, certezza interiore che si ha nel cuore, che si produce in noi in quanto ci si sente consolati soprannaturalmente (il cristianesimo è sen­ tito vero perché risponde alle esigenze della nostra coscienza) . Certo, Pasca! accetta una chiesa visibile, accetta i sacramenti; ma si tratta di un'accettazione passiva; il fondo di Pasca! non è nelle conside­ razioni apologetiche tradizionali che anche in lui residuano, ma nella reli­ gion du coeur; l'accettazione della chiesa, del papa, non è senza riser­ ve, in Pasca!. Questa prospettiva fu ripresa da un discepolo di Vinet, Astié, nella sua edizione delle Pensées ( 1 857), e seguita anche da altri (ad. es. dal Bertrand, Evangile et liberté, 1923). 5 . Non protestante, ma giansenista, appare Pasca! a parecchi studiosi: già J . de Maistre (De l' Eglise gallicane, 1 82 1 , vol . l) fortemente critico nei

confronti di Pasca!, vide quest'ultimo andare oltre gli stessi giansenisti, nella polemica antimolinistica ed antigesuitica; il Souriau vide nelle Pensées semplicemente il prolungamento della polemica antigesuitica delle Provinciali, in nome di un giansenismo oltranzista, sempre più accentua­ to (Pasca/, 1 897).

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Senza approdare a questi risultati piuttosto riduttivi (e un poco meschi­ ni), per i quali Pasca) sarebbe stato in fondo solo un settario arrabbiato, il Laporte (Pasca/ et la doctrine de Port-Royal, 1 923; Le coeur et la rai­

son selon Pasca/, 1927) ha ben mostrato quanto siano stretti i legami di Pasca) con Port-Royal: attraverso un confronto puntuale, il Laporte, forte dei suoi fondamentali studi sul giansenismo, ha messo in vista la dipendenza di Pasca), per molte delle sue tesi, e non solo nelle Provin­

ciali, da Arnauld, Nicole, Saint-Cyran (è a Saint-Cyran soprattutto, sia detto en passant, che un altro grande studioso di Pasca) , il Mesnard , nel suo Pasca/, ritiene da collegare il filosofo di Clermont) . Questa dipendenza, questo legame stretto, almeno, con il giansenismo, è stato però negato da altri studiosi; così, M . Bionde) (art. Le jansénisme et

l'antijansénisme de Pasca/, 1 923) ha riconosciuto, sì, un giansenismo di superficie in Pascal; ma ha sostenuto che, nel suo fondo, Pascal non è gian­ senista, ma cattolico ortodosso; o, almeno, Pascal si sarebbe venuto spo­ stando sempre più verso una posizione sicuramente cattolica. Altro sono le Provinciali, ove il legame con i giansenisti è innegabile, altro sono le Pen­

sées, nelle quali rimangono sì motivi giansenistici (la dipendenza della volon­ tà dalla concupiscenza, ad es.), ma superati in senso cattolico. Pasca) morì da perfetto cattolico; e d' altro canto , come avrebbe potuto un giansenista, persuaso della totale passività dell' uomo, della onnipo­ tenza della grazia, che sola dà la fede che salva, concepire il disegno di una apologia, cercare un'arte della conversione? Questi motivi compaiono anche, talora con maggiore documentazione, in altri studiosi: nello Chevalier, nel Jovy, nello Strowski , nel Blanchet, ad es., per i cui scritti rinviamo alla bibliografia. Ma contro l' affermazione secondo la quale Pascal non poté essere, alme­ no al momento delle Pensées, giansenista, perché un giansenista non può concepire una apologetica del cristianesimo, va ricordato che il Lapor­ te ribatté: anche le prove possono essere strumenti di cui la grazia si serve per portare alcuni uomini alla fede; anche il giansenista credente nella grazia salvifica non può quindi escludere le prove; non è detto che la ragio­ ne porti tutti a credere senza prove .

A chi non crede, si possono portare le prove; forse , quella è la via alla fede che Dio ha voluto per lui.

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6. Per i motivi giansenistici indubbiamente presenti nel suo pensiero, ma

soprattutto per le sue affermazioni sulla indimostrabilità razionale di Dio, Pasca! è stato da taluni giudicato inaccettabile come apologista del cattoli­ cesimo (Lavigerie, nel 1 860, Exposition des erreurs doctrinales du Jansé­ nisme, ed altri); più equilibratamente, il Constantin (voce Pasca/, citata) ha rilevato che Pasca!, liberato da alcune punte polemiche, può in realtà esse­ re

considerato un valido apologista (Pasca! dice certo che l 'uomo ha un pro­

fondo bisogno della soprannatura, ma non dice che la soprannatura gli è dovu­ ta; egli non nega in ogni senso le dimostrazioni razionali di Dio). Piena utilizzazione di Pasca! ai fini della difesa del cattolicesimo si ha neli' opera di Adrien Gory, Les Pensées de Pasca/ considérées camme apo­ logie du Christianisme et les conditions actuelles de l 'apologétique ( 1 883); questo libro è un buon esempio di un certo tipo di opere su

Pasca l; di quelle volte piuttosto a proporre l'apologetica del cristianesi­ mo attraverso Pasca! , che non uno studio storico su Pasca!. Apologista del cattolicesimo, sì, hanno detto taluni; ma del cattolicesi­ mo interpretato secondo le indicazioni del modemismo: è la prospetti­ va di P. Stapfer, ripresa anche dal Bourdeau (articolo Pasca/ précurseur des modernistes, 1 908) e, sia pure con minore precisione nel riferimen­ to al modemismo, da Emile Boutroux (Pasca/, 1 900 ; «que l 'homme cher­ che en lui-meme, et non dans quelque révélation purement extérieure, les principes de son science, de sa morale et de sa religion»; «il s'agirait de démeler, dans la nature meme, l'exigence du sumaturel», scriveva il Bou­ troux, parlando di Pasca!) . Pasca!, osservava lo Stapfer, distinse tra «la fede, principio d'azione, dispo­ sizione morale e religiosa, e le credenze, idee intellettuali e indifferenti alla salvezza»; egli pose così le premesse per un'apologetica che non pog­ giasse su argomenti esterni alle esigenze immediate della coscienza, al sentimento religioso, quale il modemismo avrebbe poi sviluppato. Certo, Pasca! addusse anche argomenti apologetici di tipo tradizionale, poggian­ ti sui miracoli, le profezie, e via; ma furono incoerenze, rispetto al suo atteggiamento di fondo (incoerenze, si potrebbe osservare in sede criti­ ca, che coprono una parte molto ampia delle Pensées ...). Della posizione di L. Laberthonnière si è già parlato , e qui perciò non vi si insiste.

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Non è mancata l'attenzione alle considerazioni pascaliane sui miracoli , sulle profezie, sulla continuità e stabilità della chiesa. Due lavori debbo­ no essere segnalati, almeno: quello del p. Lagrange, Pasca/ et /es pro­ phéties messianiques ( 1906) , piuttosto critico nei confronti delle prospet­ tive pascaliane sulle profezie, e quello di J. Lhermet (Pasca/ et la Bible, 1 93 1 ) , che ha messo in luce la profonda conoscenza pascaliana del Vec­

chio e del Nuovo Testamento. Il rapporto profondo di Pascal con la Bibbia, ha mostrato parecchi anni

dopo Philippe Sellier (Pasca/ et la liturgie, 1966), si istituisce soprattut­ to per la mediazione della liturgia. 7 . Con le notizie sugli studi riguardanti il rapporto di Pascal con il gian­

senismo e il protestantesimo ci siamo, in parte , allontanati dal sec. XIX. Dobbiamo ora ritomarvi, prima di parlare della fioritura delle ricerche storiche avutasi a partire dalla fine del secolo scorso, per riferire di alcu­ ne opere importanti comparse nell'800. Ricorderemo anzitutto Sainte-Beuve, il quale dedicò a Pasca) un intero volume (il III, apparso nel 1 848) della sua monumentale opera su Port­ Royal (6 volumi), alcuni capitoli del II volume della stessa opera ( 1 842), e vari altri scritti e lezioni tra il 1 837 e il 1 867 . Sainte-Beuve seppe vedere i pericoli delle interpretazioni romantiche di Pasca), che trovavano in quest'ultimo quelli che in realtà erano gli atteg­ giamenti e le prospettive degli interpreti, e riconobbe in particolare la distanza tra Chateaubriand e Pasca! . Per evitare il pericolo di interpre­ tazioni troppo soggettive, Sainte-Beuve si propose di procedere come un naturaliste des esprits, cercando di sostituire alla presentazione roman­ tica di Pasca) una spiegazione psicologica e positiva. Di fano, un certo afflato poetico tempera l ' impegno quasi positivistico del programma , ed il risultato è un ritratto vivente di Pascal . Ritratto che viene disegnato dopo lo studio, nei primi due volumi di Port-Royal, dell' ambiente portoreali­ sta. Sainte-Beuve si oppone al De Maistre, il quale, in De l'Eglise gal­ licane, aveva negato l'esistenza di un vero circolo giansenista, unitario e strettamente cooperante, a Port-Royal. Port-Royal fu - per Sainte-Beuve - un vero centro spirituale, con un orien­ tamento preciso, enucleabile in tre punti: la fede nel Cristo redentore; la

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fede nella onnipotenza della grazia; l'amore per la povertà. Pasca! si col­ lega strettamente a questa prospettiva (anche qui contro De Maistre, per il quale semmai Pasca! esasperò le prospettive dei giansenisti, senza essere stato giansenista) , pur andando poi per vie proprie. Il cuore della personalità pascaliana sta, per Sainte-Beuve, nel rapporto intimo con Gesù, e con il Gesù del Gethsemani: proprio nel 1 844 era stato pubblicato dal Faugère l' inedito frammento Le Mystère de Jésus; ed è al Pasca! mistico (e lirico), che tale frammento in misura particolare rive­ la, che va la simpatia di Sainte-Beuve, più che al filosofo. Deve anche essere ricordata l'opera del Maynard, Les Provincia/es publiés sur la dernière édition revue par Pasca/ avec les variantes des éditions précédentes et leur réfutation .. ( 1 85 1 , 2 voli.), nella quale, .

riprendendo in fondo le lmpostures dei p. Nouet, le accuse rivolte da Pascal ai gesuiti nelle Provinciali vengono sottoposte a puntiglioso esame, con l ' impegno di mostrare quelle che, secondo Maynard , sono le deforma­ zioni delle tesi dei gesuiti compiute da Pasca!. Il lavoro, molto attento e documentato, riesce però a provare solo in pic­ cola parte la sua tesi . Ricordiamo , sul tema del rapporto Pascal-gesuiti in campo morale, anche le pagine di Remy de Gourmont in Le chemin de velours ( 1 902), nelle quali i gesuiti - più aperti al mondo moderno, più umanisti - sono dife­ si, e contrapposti a Pascal, uomo di scienza deviato verso direzioni di cupo antiumanismo da Port-Royal . Lo scritto di Remy de Gourmont non è però molto documentato . Un attacco al Pasca! moralista è stato portato, molti anni dopo, dal Bau­ din, nel quarto volume della sua ampia opera (4 volumi) La philosophie de Pasca/ ( 1 946-47). Abbiamo già ricordato i temi centrali di tale criti­ ca, viziata purtroppo dal fatto che il Baudin assume termini come 'casi­ stica probabilismo' in un senso che non era quello dell'epoca di Pasca! , ma in uno successivamente sviluppatosi , e pretende di leggere Pascal come se questi avesse attaccato probabilismo e casistica nel senso inteso dal Baudin. L'opera del Baudin è però ricca di motivi, alcuni dei quali interessanti; già in precedenza il Baud.in aveva scritto cose pregevoli su Pascal (in Chro­ nique d 'histoire de la philosophie moderne, 1924) sulle eventuali lettu,

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re pascaliane (in realtà escluse) degli scolastici medioevali e degli ago­ stiniani antichi; e successivamente , nel 1925, a proposito del cosiddet­ to pragmatismo di Pasca! : «l'utilità per lui [Pasca!] non è il criterio logi­ co della verità, ma semplicemente il criterio morale di selezione delle verità)). A proposito di La philosophie de Pasca/ va segnalata - nel I volu­ me - la sottolineatura del legame - molto stretto , anche se non di pedis­ sequa ripetizione - di Pasca! con Descartes. 8 . Con gli studi del Baudin siamo ritornati al nostro secolo. La lette­

ratura pascaliana del '900 si caratterizza, in notevole misura, per lo svi­ luppo degli studi di tipo più direttamente storico, sul milieu pascalia­ no, sulla cultura del primo 600 francese, sulla vita di Pasca! , sull'ordine '

delle Pensées . L'impulso a questo tipo di indagini si era avuto già alla fine del secolo XIX, con la pubblicazione dell'edizione Michaut delle Pensées ( 1 896), fondata sul manoscritto originale, e della monumentale edizione Brun­ schvicg, Gazier, Boutroux ( 1 904 e sgg). Le ricerche sulle fonti pascaliane, sul milieu dal quale Pasca! è emerso,

hanno ricevuto un impulso, se non proprio un avvio - a parte Sainte-Beuve - con gli studi di Fortunat Strowski e di Emest Jovy. Del primo, sotto il titolo generale Histoire du sentiment religieux en Fran­ ce au XVIle siècle, comparvero tre volumi dedicati a Pasca l et son temps. Nel primo di essi (De Montaigne à Pasca/) venivano delineati gli orientamenti scetticheggianti e libertini, tra fine '500 e primi 600 e, sia '

,

pure sommariamente, !' opera di San Vincenzo de Paoli , dei gesuiti e dei giansenisti . Pasca! veniva poi esaminato, nel II e nel III volume, con una sottolinea­ tura (Il vol ., L'histoire de Pascal) dell 'importanza delle sue opere scien­ tifiche (lo spirito scientifico è «la maitresse forme du génie de Pascal>> ). Nel III volume ( 1 9 1 3) Les Provincia/es et les Pensées , lo Strowski pren­ deva fra l' altro partito nella controversia sull' ultimo periodo della vita di Pasca!, sul problema dell' abbandono o meno del giansenismo da parte del Pasca! prossimo alla morte . Lo Jovy (Pasca/ inédit, vol. II, Les vfritables derniers sentiments de Pasca/, 19 10, ma soprattutto Pascal iné­ dit, vol. III , Les contemporains de Pasca/ et leurs sentiments religieux

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d 'après les Mémoires inédites du p. Beurrier, son demier confesserr, 1 9 1 1 ) aveva reso note le memorie del p. Beurrier, che aveva assistito Pascal nella sua ultima malattia: da tali memorie risultava che Pasca! era morto pie­ namente sottomesso alla chiesa e al papa; lo Jovy, e dopo di lui altri (Bré­ mond, Mombrun) avevano accettato la testimonianza di p. Beurrier. Contro, si erano però levati il p. Petitot ed il Gazier. Lo Strowski prende posizione in proposito sostenendo che Pascal, sei mesi

prima della morte, fu assai vicino allo scisma, ma poi cambiò orientamen­ to, e mori come le plus soumis des catholiques. Le ricerche dello Strowski erano solo un avvio di un tipo di indagine che avrebbe trovato poi altri agguerriti prosecutori . Allo Jovy non si devono solo gli studi or ora ricordati, ma anche numerose altre ricer­ che pascaliane, iniziate nel 1 895 e sviluppate fino agli anni ' 30. Ricor­ deremo qui , perché più innovatrice, quella dedicata a Pasca/ et Silhon (Il vol . degli Etudes pascaliennes), nella quale viene presentata, nel

collegamento che Pasca! stabilì con essa, l'opera apologetica di Jean de Silhon . Soprattutto lo scritto di Silhon De l 'immortalité de l 'ame ( 1 634) fu meditato, e di fatto utilizzato da Pasca! nelle Pensées (per

l'accomunamento di ateismo e di deismo, per il motivo della chiarez­ za ed oscurità del cristianesimo, per la preoccupazione di presentare la religione cristiana come aimable) . Non deve essere dimenticata, nel quadro di queste ricerche storiche, l'opera monumentale di p. Henri Brémond, Histoire littéraire du senti­ ment religieux en France ( 1 2 voli., 1 9 1 6-39) , la quale è uno strumento cospicuo per la conoscenza della cultura e della spiritualità alle quali Pascal si collega (in particolare, va tenuto presente il vol . IV, L'Eco/e de Port­ Royal, 1 92 1 ) . Molto ricca, e chiaramente ordinata, è la ricostruzione della Pensée reli­ gieuse française de Charron à Pasca[ ( 1 933) di Henri Busson. Sempre nella direzione della ricerca delle fonti deil' apologetica di Pasca! sta lo studio del Dedieu, già citato, il quale ha indicato nel p . Boucher una fonte importante di Pascal. Su di un piano più generale, il Dedieu osserva come Pasca! abbia rinnovato l'apologetica cristiana, introducen­ do l ' apologetica morale, oltre quella poggiata sulle prove esterne. Certo, molti motivi correvano già, nell'epoca: una forte corrente agostiniana pro-

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poneva motivi sulla radicale corruzione dell'uomo, sull'opportunità del­ l'analisi psicologica per portare al cristianesimo, che anche Pasca) difen­ de; tra il p. Senault, il Bérulle e Pasca) è possibile trovare motivi comu­ ni; ma chi opera una sintesi dei temi negli altri autori dispersi è solo Pasca! . Per sua parte , il Blanchet, in un ampio saggio su L'attitude re/igieuse des jésuites et /es sources du pari de Pasca[ ( 1 9 1 9), metteva in vista la dipendenza di Pasca), almeno per il tema del pari, dal padre gesuita Antoi­ ne Sirmond, e proprio in una direzione che la polemica delle Provincia­ li rende sorprendente. Pasca) condividerebbe di fatto la convinzione dei gesuiti , e del p. Sirmond in particolare, per la quale l'uomo può fare qual­ cosa per la propria salvezza anche fuori della grazia, perfino agendo per il bene in modo estrinseco. Poiché non a tutti Dio dà il dono dell'amour affectif(verso Dio stesso), basta, almeno inizialmente, comportarsi come se si amasse «affettivamente)) Dio; in realtà, basta l'amour effectif. Poi verrà, per dono di Dio, l'amore pieno. Queste tesi gesuitiche, molinistiche, nascevano da un riconoscimento uma­ nistico delle capacità autonome dell'uomo; Pasca) risulta di fatto condi­ viderle quando propone all'incredulo, con il pari, di provare a vi vere come se si credesse, come se si amasse Dio. In questo punto, Pascal abbando­ na il rigido giansenismo, per il quale solo la grazia salva (perché solo con la grazia si ha l'amore affectif, l' unico che conta) e riconosce che l'uo­ mo può prendere, in parte, l ' iniziativa per la salvezza. Ora, il Blanchet mostra come Pasca) debba avere conosciuto l'opera del p. Sirmond Démonstration de l 'immortalité de l' ame, nella quale il pari è in buona parte anticipato, entro il quadro in certo senso umanistico che si è ricordato. Il saggio del Blanchet ha suscitato alcune critiche, le quali però non sono riuscite veramente a smentire quanto il Blanchet ha sostenuto , con una ricca documentazione. Allo studio del milieu pascaliano sono dedicati anche gli importanti lavori del p. Julien-Eymard d' Angers, Pasca[ et ses précurseurs ( 1 954 )

,

e, anche, Le p . l'Ves de Paris et son temps (2 voli., 1 946, pubblicati sotto il nome da laico di C . Chesneau). Il d' Angers ricostruisce le diverse correnti apologetiche dell'ultimo ' 500 e del primo ' 600 , facendo emergere un quadro nel quale operano non solo

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scolastici e agostiniani, ma anche apologisti a tendenza umanistica, come ad es. il p. Yves de Paris, la cui opera probabilmente Pascal conob­ be. Pascal - e questa è cosa ben nota - si collega alla corrente agostinia­ na: attraverso i giansenisti, Saint-Cyran in particolare, si risale a Bérul­ le, e oltre fino a s. Agostino. Anche Pascal è persuaso che il rapporto con Dio si istituisca attraverso un amore che è anche conoscenza (un sentir Dio che è attivo amore per lui e, insieme , saperlo) . Solo dopo, per Pascal, ci si apre alle prove, e alla conoscenza dispiegata di Dio (attraverso le scritture); ma come si arri­ va a tale amore? Per quanto dipende dali 'uomo, attraverso anzitutto una scommessa. Ecco la decisività, per Pascal , del pari, la sua centralità (per gli agosti­ niani, si deve partire dall' autorità; ma Pascal , uomo di scienza, non accetta questo punto di partenza). Certo , al pari non ci si ferma, come invece vorrà il Goldmann , ma il pari è pur importantissimo, e conferisce originalità all'opera pascaliana (anche se alcuni motivi del pari, a sé presi, erano già stati addotti da vari autori) . Le ricerche del d' Angers sono indubbiamente tra le più utili, per l a com­ prensione della problematica pascaliana: esse affrontano la questione della peculiarità del pensiero pascaliano fuori dallo spirito esaltatorio indiscri­ minato, e da quello volto a negare per partito preso ogni originalità a Pascal , e fanno parlare i testi . A Jean Mesnard dobbiamo, fra l'altro , importanti studi sulle «fonti» di Pascal . In un saggio su Pasca l et Port-Royal ( 1 963), ed in uno su L 'in­ vention chez Pasca/ ( 1 963) , il Mesnard mette in vista l 'unione profon­ da di Pascal con Port-Royal , fino alla morte (le divergenze, anche a pro­ posito della firma del formulario, non ebbero carattere dottrinale). Il Mesnard ha grandi meriti come studioso della biografia di Pascal (Pasca/ et les Roannez, 1965; importante anche la prima parte del volumetto, prezioso, originale, misurato nelle valutazioni , B. Pasca/, l 'homme et l 'oeuvre, 1 95 1 ) , e come editore dei testi pascaliani (abbia­ mo finora due volumi dell' Edition du tricentenaire progettata dal Mesnard; il primo - 1 964 - comprende i documenti sulla vita di Pascal , con una ricchezza eccezionale, ed una collocazione storica di ognuno di essi mirabi le; il secondo - 1970 - comprende gli scritti dal 1 623 al

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1 654, anche qui con un'introduzione ad ogni scritto di alto interesse) .

Con prefazione di Jean Mesnard è uscito nel 1970 un grosso volume di Poi Emst, Approches pascaliennes. L'unité et le mouvement, le sens et la fonction de chacune des vingt-sept liasses titrés , dedicato allo studio accurato delle 27 liasses in cui una parte delle Pensées è ordinata, nella prima copie. Emst cerca di mostrare l' unità che lega tra di loro i frammenti di ciascu­ na liasse, e ritiene di poter confermare la prospettiva di Toumeur e di Lafu­ ma, secondo la quale l'ordine delle liasses esprime l 'effettivo disegno pascaliano per l'apologia. Il libro - minuzioso e documentato - è peral­ tro un po' prolisso e dispersivo. Dobbiamo al Pintard, maestro degli studi sul pensiero libertino , un lavo­ ro su Pasca/ et /es libertins ( 1 963) di notevole interesse: il Pintard fa vede­ re molto bene come Pasca! trascuri , nelle Pensées, di esaminare deter­ minatamente le prospettive teoriche dei libertini, le loro obbiezioni al cristianesimo: lo scetticismo è concentrato in Montaigne, ed è invece igno­ rato il contemporaneo La Mothe le Vayer; il deismo è visto nei suoi ter­ mini più generali , e via. Può sembrare strano che Pascal , la cui apologe­ tica è rivolta ai libertins, li ignori poi nei loro determinati argomenti . Il Pintard cerca di dare ragione di questo comportamento, ricordando come Pasca! sia persuaso che, per l'accesso alla fede, decisiva è la volontà, non la ragione: per questo, la sua apologetica preferisce puntare sulla consi­ derazione concreta dell'uomo, anziché su teoriche obbiezioni intellettua­ listiche; i suoi > religione ((amabile>> . 4 . Siamo così ancora ricondotti - e non potremmo non esserlo - alle que­

stioni dell' apologetica e della ragione in Pasca! . Aveva osservato un tempo ( 1 963) Ferdinand Alquié che sarebbe paradossale riconoscere

Pascal lA storia della critica

del genio a Pascal senza seguirlo lungo le vie della > , dal punto di vista del «terzo ordine>>, delle tesi (genericamente) cartesiane che tanto Pascal quan­ to molti dei suoi interlocutori riconoscerebbero valide nel «secondo ordine>>; ma non sembrano mancare rinati problemi: che cosa è e che cosa comporta, ci si domanda, il non-pensato «ordine della carità>>? Nell' opera di Vincent Carraud, Pasca[ et la philosophie, molti di quegli spunti e problemi trovano una più sistematica calibrazione: e se la piena restituzione di Pasca) al suo secolo si rivela feconda per illuminare orientamenti o frammenti di difficile lettura (è il caso, ad esempio, del­ l' attenta analisi del Liber proemialis dell' Augustinus affiancata alla Pré-

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face pascaliana sur le traité de vide), su più di un punto le impegnative conclusioni di Ca.rraud non mancano di efficacia: a proposito dei rappor­ ti tra Pasca! e Cartesio, presentati attraverso riscontri sempre puntuali tra le Meditazioni cartesiane e i non pochi giri di discorso delle Pensées che lasciano intendere il riguardo pascaliano nel far di Descartes un è in Pasca! appena abbozzata (p. 457). A meno che se ne possa trovare una chiave: e la chiave sembra essere la teologia.

È annunciata ormai la pubblicazione della thèse di Denise Leduc-Fayet­

te, w clef de Job . Pasca!: la liberté/le mal (un rapido riassunto nella , del gioco come forma estrema di serietà - per quanto è possibile (Emilio Rossi, La politica come fol­ lia, 1984) - delle «regole del gioco>>, e soprattutto della presa d'atto della peculiarità (e autonomia) della politica pascaliana. Paradigmatico per il primo tipo di interessi può risultare l'illuminante con­ tributo di Mesnard, Pasca! et la contestation (ora riproposto in La cul­ ture du XVIIe siècle, 1 992), che calibra con maestria il dato biografico e la specifica ottica pascaliana sulla politica utilizzando la categoria della «contestazione>>; un modo particolarmente efficace per ambienta­ re la riflessione pascaliana dentro i contesti politici dell'età manierista e dentro le impegnative battaglie (allora effettivamente «politiche>>) di Port-Royal , ma non privo di suggestioni per aprire su quegli stessi terni di «politica e mistica>> (è il titolo di un emblematico testo di Miche) de Certeau , 1975) che meriterebbero ben più di una fugace segnalazione agli effetti di una più precisa comprensione dell'ottica pascaliana. Ma, più in generale, non sarà difficile apprezzare per la puntualità e la ricchezza di annotazioni Laurent Thirouin (Le hazard et les règles. Le modèle de jeu dans la pensée de Pasca!) che, in un'opera ben centrata sulla polivalente tematizzazione delle «regole>> , si accosta al problema politico mostrando un Pasca) ben più secentesco e - a ragione di ciò più «vero>> del Pascal vestito dei panni dell'estrinseco giansenismo del Goldmann . E il percorso che dali' «ordine penale>> porta a un sia pur fra-

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gile «Un si bel ordre» non manca di indirizzarci verso frammenti non privi di sottintesi (o di nuances, ha scritto Domenico Bosco, Una politica non senza nuances, «Philo-logica» , 1 994 ); frammenti che non trascurano di interrogarsi su giustizia e forza, su autorità, su fondamento mistico e «ragione degli effetti», su legami d' immaginazione e corde della neces­ sità ... Analisi che sembrano rimandare a più di una disamina contempo­ ranea della politica (la Bibliographia politica di Naudé, ad esempio). Quanto infatti alla «politica>> pascaliana concorrano tematiche del tempo, preoccupazioni realistiche dei tempi della Fronda, convincimenti religio­ si e lucidità di analisi antropologiche appare con facilità grazie a inda­ gini che, nel confronto con ascendenti (Montaigne) o con autori auten­ ticamente «politici» per ispirazione (Hobbes) , hanno potuto far meglio apprezzare l 'unità dell' ispirazione pascaliana sulla politica (Hélène Bou­ chilloux, La politique pascalienne: contre Montaigne et Hobbes, «Revue philosophique» , 1 993); unità che si viene sempre meglio configurando grazie a due studi d' insieme, modulato il primo sui terni dell' , 1 96 1 , pp . 1 69-97 . Morra G. F., Studi pascaliani in Italia, «Archivio di filosofia>> , 1 962, pp. 1 83-95 . Alberti A., Pascaliana, «Rivista di filosofia neoscolastica>>, 1966, pp. 189-209.

ld., Ancora su Pasca/, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1969, pp. 94- 1 1 3. Labourdette M., Etudes pascaliennes, «Revue thomiste>> , 1 972, pp. 500-7.

I l . EDIZIONI DELLE OPERE IN LINGUA ORIGINALE Opere complete. L'edizione complessiva più importante degli scritti di Pascal rimane, a tutt'oggi , quella a cura di Léon Brunschvicg, Pierre Boutroux e Félix Gazier (Oeuvres de Blaise Pasca/, 14 voli ., Paris 1 904- 14, collezione Les

grands écrivains de France; Gazier collabora a partire dal IV volume). Questa edizione è arricchita da numerosi documenti e testi sulla vita di Pascal , da un'ampia serie di scritti - talora interi , talora per stralcio aventi rapporto con le pagine di Pasca! (ad es.: i contesti dei passi cita­ ti da Pasca! nelle Provinciali delle opere di teologia morale, e degli altri scritti polemici aventi rapporto con le Provinciali stesse). Importanti sono anche le note ai singoli testi. Altre edizioni complessive sono quelle a cura di Bossut (la più antica risa­ le al l 779, ed è in 5 voli .), di H. Massis, 6 voll., Paris 1 926-27, di F. Strow­ ski , 2 voli ., Paris 1927-30, di J. Hytier, Paris 1 928-29, di J. Chevalier, Paris 1 954 (edizione precedente , meno ricca, Paris 1 936) , di L . Lafuma, Paris 1 963. Jean Mesnard ha iniziato una nuova edizione degli scritti pascaliani, di cui sono usciti due volumi: Oeuvres complètes (édition du tricentenai-

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re), vol. I, Paris 1 964 (questo volume contiene documenti sulla vita di Pascal , ma non scritti di Pascal; esso contiene anche una importante Intro­ duzione generale su La tradition pascalienne: notizie sulle grandi rac­ colte pascaliane, sull'iconografia pascaliana, ecc .); vol. II, Paris 1970 (Oeu­ vres diverses, 1 623-54). Noi riporteremo i titoli degli scritti di Pasca!, ivi compresi quelli degli scritti rimasti inediti , vivente Pasca!, e le lettere, dividendo l 'elenco in tre parti . Nella prima parte staranno alcuni scritti biografici su Pascal e gli scrit­ ti «minori» (opuscoli, lettere, prefazioni); nella seconda le Provinciali, e gli scritti connessi; nella terza le Pensées. Scritti «minori» e scritti biografici. Verrà indicata, di ogni saggio, la data della prima pubblicazione, viven­ te Pascal; là dove si tratta di scritti pubblicati postumi , si indicherà (tra parentesi) la data della loro stesura (data che però talora è soltanto pro­ babile) e quella della prima edizione; anche questi scritti si trovano nel­ l'edizione Brunschvicg-Boutroux-Gazier (oltre che, in genere, nelle altre edizioni complessive): di tutti si indicherà la collocazione in tale edizio­ ne, limitatamente al numero del volume (sigla Br M = Brunschvicg edi­ zione maggiore; ad essa seguirà il numero del volume). Di alcuni scritti esistono importanti edizioni recenti; anche di esse verrà data notizia, dopo Br M . La vie de Monsieur Pasca/, écrite par Mm e Périer, sa soeur, Amsterdam 1684, Br M I; Mémoire sur la vie de Mr Pasca/ écrite par Marguerite Périer, sa nièce, Br M I (con integrazioni in Oeuvres complètes, a cura di J . Chevalier, ci t.). Altri documenti riguardanti Biagio Pascal , suo padre Etienne, la sorella Jacqueline e altri parenti, in Br M I e II, e in Oeuvres complètes, a cura di Mesnard, ci t.; Lettre de Florin Périer à Blaise Pasca/ avec la relation de l' expérience du Puy-de-D6me (22 settembre 1 648), Br M Il; Lettre de Jacqueline à Mme Périer (25 gennaio 1653), Br M IV; Lettres etfrag-

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ments de lettres de Jacqueline Pasca/ à Mme Périer (29 e 3 1 marzo 1656), Br M IV.

Essai pour les coniques, s. I., 1640 , Br M l. Lettre dédicatoire à Msgr. le Chancellier sur le sujet de la machine nou­ vellement inventée par le sieur B. P. pourfaire toutes sortes d' opérations arithmétiques, s .I., 1645 , Br M l . Expériences nouvelles touchant le vide, dédié à M. Pasca[, conseiller du roi, par le sieur Blaise Pasca[, sonfils, le tout réduit en abrégé et par avan­ ce d'un plus grand traité sur le meme sujet, Paris 1 647 , Br M Il. Réponse de B. Pasca[ au très bon reverend père Noel, Recteur de la Socié­ té de Paris, à Paris ( 1 647), Br M II (la lettera a Pasca! del p. Noel è del medesimo 1647, e sta in Br M Il) .

Fragment de préface du Traité sur le vide ( 1 647), Paris 1 844, Br M Il. Lettre de M. Pasca[ à M. Périer (15 novembre 1 647), Br M II. Récit de la grande expérience de l'équilibre des liqueurs, Paris 1648, Br M D. Lettre de Pasca/ à Mme Périer (del 31 gennaio 1643, Br M I; del 26 gennaio 1648, Br M D; del I aprile 1648, Br M O; del 5 novembre 1648, Br M m.

Lettre de Pasca/ à M. Le Pailleur au sujet du P. Noe·t,jésuite ( 1648), Br M O. Lettre d'Etienne Pasca[ au R. P. Noet ( 1 648) , Br M Il. Abrégé de la vie de Jésus-Christ (data incerta; forse tra il 1 646 e il 1 649), a cura di P. Faugère, Paris 1 846, Br M XI; ed . a cura di G. Michaut, Paris 1 942.

Lettre de M. Pasca/, le fils, adressante à M. le Premier président de la cour des aides de Clermont Ferrand [e cioè Ribeyre ] ( 1 2 luglio 1 65 1 ) , Br M Il.

Lettre à M. et à Mme Périer sur la mort de leur père del 1 1 ottobre 165 1 , ,

B r M II; del 6 giugno 1653, B r M III .

Lettre de M. Pasca[ à la Sérénissime Reine de Suède ( 1 652) , Paris 1 738 , Amsterdam 1 761 2 , Br M II.

Discours sur les passions de l'amour (attribuzione a Pasca) molto discus­ sa; v. indietro, pp . 1 5-8; anno di composizione incerto), ed. a cura di V. Cousin, Paris 1 843; ed. L. Lafuma, Paris 1947 e 1950; ed. Saulnier, Paris 1947; ed. Brunet, Paris 1959 ( Un prétendu traité de Pasca/), Br M III .

De numeris multiciplibus ( 1 653), Paris 1 665 , Br M III .

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La storia della critica

Traités de l 'équilibre des liqueurs et de la pesanteur de la masse de l 'air ( 1 653), Paris 1 663 , Br M III.

Mémorial (23 novembre 1654) , Br M IV. Lettres de Pasca/ à Fermat (tre lettere, luglio, agosto, ottobre 1 654), Br M I.

Traité du triangle arithmétique avec quelques autres petits traités, 1 654, pubblicato solo dopo la morte di Pasca) , Paris 1 665 (per le ragioni del ritardo, v. J. Mesnard, lntroduction générale alle Oeuvres complètes, cit., vol. I, pp. 33-7), Br M III .

De l 'esprit géométrique (titolo dato dal Faugère; o Réflexions sur la géo­ métrie en général, secondo il Bossut, editore integrale dello scritto nel 1779; il titolo è oggi condiviso da Mesnard, Introduzione cit., pp. 67-72; questo saggio contiene anche un breve frammento lntroduction à la

géométrie . De l 'esprit géométrique consta di due frammenti ; il secondo porta il titolo De l 'art de persuader, ed era già stato pubblicato dal Desmolets nel 1 728), Br M IX.

Sur la conversion du pécheur (attribuzione a Pascal incerta); a cura di Bos­ sut, La Haye (ma in realtà Paris) 1 779, Br M X .

Comparaison des chrétiens des premiers temps avec ceux d 'aujour­ d 'hui ( 1 65 5 , probabilmente) , a cura di Bossut, La Haye (ma Paris) 1 779, Br M X .

Entretien avec M. de Sacy, sur la lecture d 'Epictète et de Montaigne ( 1 655), Paris 1728, Br M IV; ed . J .Guitton , Aix-en-Provence 19462 ; ed. P. Courcelle, Paris 1960 (L'Entretien de Pasca/ et Sacy, ses sources et ses

enigmes). Lettres à Mr et à MIle de Roannez, settembre 1656, Br M V; ottobre-dicem­ bre 1 656, Br M VI.

Lettre d'A . Dettonville [pseudonimo di B. Pascal] à M. de Carcavi, seguita da alcuni Traités de géométrie, Paris 1 658, Br M VIII (questa let­ tera, con i trattati, e altre due lettere a Carcavi, e una a Hugguens [sic] de Zullichem, furono poi pubblicate insieme, a Parigi, nel 1 659).

Histoire de la roulette ( 1 658), Br M VIII. Suite de l'histoire de la roulette ( 1658), B r M VUI. Prière pour demander à Dieu le bon usage des maladies ( 1 659); pubbli­ cato la prima volta a Colonia ( 1 666), Br M IX .

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Trois traités sur la condition des grands ( 1 659), Paris 1 670, Br M IX. Ecrits sur la gràce (probabilmente del 1 658), Br M XI. Trois pensées inédites de Pasca/, extraites du manuscrit de l'abbé Périer, a cura di L. Lafuma, Paris 1945 .

Deux pièces imparfaites sur la gràce et le conci/e de Trente (dal Ms del­ l 'ab. Périer), a cura di L. Lafuma, Paris 1947.

Textes inédits, a cura di J. Mesnard , Paris 1 962 . Per gli Opuscoli e le Lettere , è importante anche l'edizione Lafuma, Paris 1 955 (Opuscules et Lettres, avec biographie et notes de L. Lafuma). Scelte di scritti pascaliani: Textes choisis et présentés par A. Béguin, Paris 1 947; Pensées et oeuvres choisies, a cura di J . Dedieu , Paris 1 948; Opu­

scules philosophiques, a cura di J. Texier, Paris 1948; L'oeuvre de Pasca/, extraits, a cura di G. Michaut, Paris 1950. Le > , 1 950, pp. 95- 1 36 .

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erri, Ziirich 1950, pp. 33-49, poi in «Revue de théologie et de philoso­ phie» , gennaio 1963. Moussalli U., Le vrai visage de Blaise Pasca/, Paris 1 952. Blanchet A., La nuit de feu de Blaise Pasca/, > , 1 923 , pp. 233-55, 328-57, 508-37. Benda J . , Pasca[ et le libertin , «Revue hebdomadaire>> , 1923, pp. 10712 (numero del tricentenario della nascita di Pasca!) . Bionde! M . , Le jansénisme et l 'antijansénisme de Pasca/, «Revue de méta­ physique et de morale>> , 1923 , pp. 1 29-63 (poi in Dialogues avec [es phi­

losophes, a cura di H . Gouhier, Paris 1966, pp. 9 1 - 1 28). Domergue P., Jean Calvin prédécesseur de Pasca!, , 1 - 1 6 ago­ sto 1923 . Jolivet R., L'anticartésianisme de Pasca[, «Archives de phi1osophie>> , 1923 , pp . 54-7 . Laporte J . , Pasca/ et la doctrine de Port-Royal, «Revue de métaphysi­ que et de morale>> , 1923 , pp. 247-306. Jovy E., Pasca[ et Saint lgnace, Paris 1923 . Viguié P., Pasca/ et les mondains, «Mercure de France>> , 1 923 , pp. 85-96. Baudin E., Pasca/ et les jansénistes, «Revue des sciences religieuses>> , 1 924, pp. 587-600. Loria G., Il periodo di storia delle scienze dalla morte di Galileo a

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l 'homme et l 'oeuvre, pp. l l -30 (e discussione, pp. 3 1 -45).

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nitésimale, Paris 1 869. Nourrisson J. F., Pasca[ physicien et philosophe, Paris 1 885 . Tannery P., Pasca[ et Lalouère. Mémoires de la société des sciences

physiques, Bordeaux 1 890-94 . Stuyvaert M., Sur l'auteur de l'Histoire de la roulette publiée par Blaise

Pasca[, ((Bibliotheca mathematica>>, Leipzig 1907-8, vol. VIII, pp. 1 70-2. Thirion P. J., Pasca[. L'horreur du vide et la pression atmosphérique, ((Revue des questions scientifiques>>, 1907 , pp. 383-450; 1908, pp. 1 4925 1 ; 1909, pp. 149-20 1 .

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fora: raggruppando e sistemando per blocchi tematicamente «omoge­ nei», come si è fatto tante volte in passato , i folgoranti e spesso impre­ vedibili scatti del pensiero e della scrittura pascaliani si produce ine­ vitabilmente, accanto all'effetto ambiguamente positivo di una maggiore «leggibilità» , quello sicuramente negativo di neutralizzare o, nella migliore delle ipotesi, di rendere meno vibrante la loro straordinaria capa­ cità di sorprenderei e quasi di aggredirci quando meno ce l 'aspettiamo, moltiplicando così il loro impatto emotivo e di senso. Prerogative per­ fettamente preservate, invece, dalla limpidissima soluzione alla quale. mettendo a frutto i precedenti più attendibili, è approdato il curatore di questa edizione. Lui stesso, nelle pagine della sua Storia di un testo, ne espone e spiega con estrema chiarezza le buone, anzi, per quanto posso giudicarne, inoppugnabili ragioni, e a esse rimando dunque senz'altro i lettori , avvertendo che la regola aurea secondo la quale gli scritti intro­ duttivi vanno letti prima del testo cui si riferiscono è da seguire. in que­ sto caso , con particolare scrupolo. Non è uno scherzo intraprendere un simile viaggio, meglio averne qualche nozione, munirsi di qualche strumento . Per quanto mi riguarda, approfitto di quest'ultima sosta per ricordare come la bontà della scelta di Carena relativa alla succes­ sione dei frammenti risulti non solo sorretta, ma potenziata e starei per dire esaltata dalla presenza di un apparato critico che fornisce per la prima volta (la prima in assoluto) una vera e propria radiografia del manoscritto originale. Ciò che è sempre prezioso per la comprensione e lo studio di un grande testo del passato assume, nel caso d'un testo così vertiginosamente problematico, una funzione addirittura decisiva; e mi sia concesso annotare, senza trionfalismi e senza iperboli, che il fatto che un'impresa di questa novità e di questo rilievo sia stata con­ cepita e realizzata proprio qui e con un tale impiego di passione, d' in­ telligenza e di dottrina può costituire un motivo d'orgoglio, davvero. per la nostra cultura .

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STORIA DI UN TESTO La presente edizione delle Pensées è nata da una frequentazione semi­ secolare e non da alcuna competenza speciale; dal semplice desiderio e piacere di tradurre un testo d'obbligo per chi parta dalle Confessioni e dalla Città di Dio di sant' Agostino e poi passi per l'Elogio della Follia e per Il disprezzo del mondo dell'agostiniano di Rotterdam. Pascal lo si incontra di solito e si comincia a frequentarlo da giovani , e difficilmen­ te da allora lo si lascia, a tratti o regolarmente ci si ritorna, pur malinco­ nico com'è. Il suo stile è asciutto, piace perché senza enfasi, senza sen­ timenti . E la sua mente ha degli artigli prensili e irresistibili. Può anche nascere il desiderio di andare più addentro a quei foglietti in cui anno­ tava i suoi pensieri, come faceva l'altro cristiano crocifisso Clemente Rebo­ ra; di vedere all 'opera il meccanismo da cui uscivano con un semplice scatto o con un tortuoso giro di ruote, limpidi o contorti , a volte addirit­ tura incomprensibili . Così è intervenuta la fantasia di andare a fondo ai problemi filologici, non meno importanti e appassionanti , esemplari di un classico di cui si pos­ siede per rara fortuna l'autografo e che ha una storia editoriale e ideolo­ gica alla quale si mescolano momenti, discussioni, diatribe intorno ad alcu­ ni fattori fondanti dell'Europa moderna. Le Pensées infatti hanno subito vicende appassionate, passionali e con­

troverse su tutti i piani, del contenuto e della forma, dell' intenzione, della gestazione, della composizione e della pubblicazione, della trasmissione e della ricezione; sono state segno di contraddizione ancor più profondo e duraturo delle Provincia/es, perché più universali. Ci giungono dalle notti oscure del loro Autore conservandone le tenebre, e dalle sue estasi comu­ nicandone il lume; s' affondano nel passato biblico e fondano la prosa moderna. Hanno stupefatto i primi che si sono trovati davanti centinaia di fogli vergati con mano febbrile o posata, e poi affascinato o provoca­ to, persuaso o respinto grandi e piccoli uomini. Hanno fatto sorridere atei, chissà se ne hanno convertiti , e hanno insospettito cristiani , oppure ne hanno mandati in visibilio. Che le abbia respinte Valéry può non stupire, ma le ha respinte anche Claudel. Valéry chiama quest'uomo «uno spirito pro­ fondo dalle vedute piccine, [ . . . ] sublime a buon mercato» . Claudel dice

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che è violento e gretto, drammatico e commovente, e che un cattolico non stenta a trovare maestri più sereni ' · Ma Pierre Bayle nel suo Dictionnai­ re lo etichetta come «l'un des plus sublimes Esprits du monde>>, e Cha­ teaubriand vi costruisce sopra una delle sue pagine più celebri, prenden­ done l 'attacco addirittura da san Giovanni, in questi termini 2 : Ci fu un uomo che, a dodici anni , con alcune aste e cerchi , aveva crea­ to le matematiche; che, a sedici, aveva fatto il più dono trattato sulle coniche mai visto dall'antichità in poi; [ . ] che, all'età in cui gli altri . .

uomini cominciano appena a nascere, finito di percorrere il cerchio delle scienze umane, si accorse del loro nulla e volse i suoi pensie­ ri verso la religione; che da quel momento fino alla morte, soprag­ giunta nel suo trentanovesimo anno, sempre infermo e sofferente, fissò la lingua che parlarono Bossuet e Racine, diede il modello dello scherno più perfetto come del ragionamento più forte; infine, che nei brevi intervalli del suo male risolse, per astrazione, uno dei più astrusi problemi della geometria, e gettò sulla carta dei pensieri presi tanto da Dio quanto dall 'uomo: questo genio sgomentante si chiamava Pascal . Per concludere con l ' altrettanto mirabile, e sgomentante metafora: C'è un monumento curioso della filosofia cristiana, e della filoso­ fia del nostro tempo: i Pensieri di Pascal , commentati dagli editori . Sembra di vedere le rovine di Palmira, resti superbi del genio e del tempo, ai cui piedi l ' Arabo del deserto ha costruito la sua misera­ bile capanna. Ecco dunque le vicende essenziali di quelle «rovine» e di quegli «Arabi». l . La composizione. B laise Pascal morì sabato 19 agosto 1 662 ali' età di 39 anni e fu sepolto nella chiesa parrocchiale di Saint-Étienne-du-Mont, dietro al coro, davan­ ti al Sepolcro di Nostro Signore .

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Fu compianto - aggiunge il curato Beurrier nelle sue Memorie - da tutti i letterati suoi amici. Aveva pregato Monsieur Perrier suo cognato e sua sorella che lo si seppellisse senza cerimonie e senza pompa come un povero, e che non si mettesse alcun epitaffio sulla sua fossa, volendo essere ignoto agli uomini anche dopo morto , come aveva cercato di esserlo durante gli ultimi anni di vita, dopo il riti­ ro, per principio di umiltà3. Si sa che invece Blaise ebbe una tomba onorata nella stessa chiesa di quel curato, con epitaffio ove si dice che «sebbene si sia sempre nascosto al mondo, tutto il mondo lo conosce e lo ammira». Lasciava infatti una vasta e sorprendente messe di opere scientifiche e teologiche, oltre ai testi di una recente e clamorosa polemica coi Gesuiti; e fra le molte carte ine­ dite, i frammenti di un' altra opera avviata ma non affatto conclusa, a cui sarà ancor più che alle precedenti affidata appunto la sua notorietà, l'am­ mirazione, l'amore, o il dispetto dei posteri . Sebbene si fosse distinto nelle scienze [scritturali e religiose] non meno che nelle altre - si legge infatti in un racconto impor­ tante4 - [ . . . ] si può dire tuttavia che se Dio avesse permesso che lavorasse per un po' di tempo a ciò che aveva immaginato di fare sulla religione, e per cui intendeva impiegare tutto il resto della sua vita, quest'opera avrebbe superato di molto tutte le altre che si sono viste di lui , poiché invero le idee che aveva su questo sog­ getto erano infinitamente superiori a quelle che aveva su tutte le altre cose. [ . . . ] Monsieur Pasca! concepì il disegno di quest' opera parecchi anni prima della sua morte; non bisogna tuttavia stupirsi se per molto tempo rimase senza metteme nulla per iscritto, poiché ebbe sempre l' abitudine di pensare molto alle cose e di disporle nella sua mente prima di esprimerle, per considerare ed esaminare accuratamente quelle che bisognava mettere per prime o per ultime in iscritto, e l'or­ dine che conveniva dare a tutte affinché potessero fare l'effetto da lui voluto. E possedendo una memoria eccellente, diciamo pure

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prodigiosa, [ . . . ] non temeva che i pensieri che gli erano venuti potessero mai sfuggirgli. Perciò molto spesso rinviava il momento di metterli per iscritto, o perché non avesse tempo o perché le sue condizioni di salute, quasi sempre languenti e malsane, non fosse­ ro abbastanza salde per permettergli di applicarsi al lavoro. Perciò alla sua morte si è perduta la maggior parte di ciò che aveva già concepito del suo disegno. Infatti non ha scritto quasi nulla delle ragioni principali di cui si voleva servire, dei fondamenti su cui voleva appoggiare la sua opera e deli' ordine che voleva seguire: che era cosa certamente molto importante. Tutto ciò stava talmente impresso nella sua mente e nella sua memoria, che trascurò di scri­ verlo quando avrebbe potuto farlo, e quando avrebbe ben voluto era nell' impossibilità di fare qualsiasi cosa. Étienne Périer aggiunge tuttavia che una decina di anni prima (nel 1 658), sollecitato dagli amici, Pascal espose loro sinteticamente a viva voce il piano di tutta l'opera, il soggetto e l 'argomento, le ragioni e i principi, l'ordine e la successione delle cose che voleva trattare: e quelle persone, le più capaci di giudicare in tali materie, ammet­ tono di non aver mai udito nulla di più bello, di più vigoroso , di più commovente, e di più convincente5 . Il succo di quel discorso che, dice il Périer con un termine pascaliano poi ripreso anche da Racine, fu «comrne l'abrégé du grand ouvrage qu' il médi­ tait» , consisteva in questo: Dopo aver fatto loro vedere quali sono le prove più impressionanti per lo spirito umano e le più atte a persuaderlo, intraprese a mostra­ re che la religione cristiana aveva tanti segni di certezza e di eviden­ za quanto le cose accolte nel mondo come le più indubitabiJi6 . Dopo quel disegno del ' 5 8 Pascal subì una prostrazione del suo stato fisico che gli rendeva impossibile uscire dalla stanza e difficile scri­ vere; pure,

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è proprio durante questi quattro anni di abbattimento e di malattia ch'egli ha fatto e scritto tutto ciò che si ha di lui dell 'opera che medi­ tava. Poiché [ . . . ] quando gli sopravveniva un nuovo pensiero, un'opinione, un' idea o anche un modo e un'espressione che preve­ deva gli potesse un giorno servire per il suo progetto , [ . . . ] preferi­ va metterli per iscritto al fine di non dimenticarli; per questo pren­ deva il primo pezzo di carta che trovava sotto mano, e vi metteva il suo pensiero in poche parole, spesso addirittura solo a mezze parole, poiché non scriveva che per se stesso, e perciò si contenta­ va di farlo in fretta, per non affaticarsi la mente, e di metter giù solo le cose necessarie per ricordarsi delle opinioni e delle idee che aveva. Così compose la maggior parte dei frammenti che si troverà in que­ sta raccolta; quindi non ci si deve stupire se ve ne sono alcuni che paiono incompiuti, troppo brevi , troppo poco sviluppati, e in cui si possono trovare termini ed espressioni improprie e poco eleganti, [ . . . ] mentre altri sono più estesi e meglio scritti, e alcuni capitoli sono più regolari e compiuti di altri . A sua volta la sorella Gi lberte nella Vie de Monsieur Pasca! scrive7 che quando, grazie a una reliquia della Corona di spine del Salvatore, avven­ ne vicino a lui un miracolo, il 24 marzo del 1 6568 mio fratello fu profondamente toccato da questa grazia, che con­ siderava come fatta a se stesso essendo accaduta a una persona [la nipote Margherita] non solo sua parente ma anche sua figlia spi­ rituale nel battesimo; e la sua consolazione fu somma nel vedere che Dio si manifestava chiaramente in un tempo in cui la fede sem­ brava come estinta nei cuori della maggior parte della gente . La gioia che ne ebbe fu tanto grande, che ne fu penetrato; sicché, aven­ done la mente tutta presa, Dio gli ispirò un'infinità di mirabili pen­ sieri sui miracoli; essi, dandogli nuovi lumi sulla religione, raddop­ piarono il rispetto e l' amore che aveva sempre avuto verso di quella. Fu l 'occasione che fece nascere questo sommo desiderio di lavorare alla confutazione dei principali e più forti ragionamen-

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ti degli atei . Li aveva studiati molto accuratamente e aveva impie­ gato tutta la sua mente nella ricerca dei mezzi per convincerli. Vi si era dedicato interamente, e l' ultimo anno del suo lavoro era stato tutto impiegato a raccogliere i diversi pensieri su questo argomen­ to . Ma Dio, che gli aveva ispirato questo proposito e tutti questi pensieri , non ha permesso che lo portasse a compimento, per ragioni a noi sconosciute. Ovvero, sempre nelle parole della stessa Gilberte9: Quando doveva trattenersi con qualche ateo, non cominciava mai a disputare bensì fissando i principi su cui parlare; [ . . . ] si comporta­ va così con loro o per aiutarli a trovare il lume che non possedeva­ no, [ . . . ] o per disporli a cercarlo [ . . . ] prima di istruirli, se voleva­ no che la sua istruzione fosse utile. Furono le sue infermità che gl 'impedirono di lavorare oltre nel suo progetto. Aveva circa 34 anni [ 1 657] quando cominciò ad applicarsi. Impiegò un anno intero a pre­ pararsi come le sue altre occupazioni glielo permettevano, ossia a raccogliere i diversi pensieri che gli venivano a quel riguardo; e alla fine dell'anno, ossia nel suo trentacinquesimo, quinto del suo riti­ ro, ricadde nelle sue indisposizioni in modo così prostrante che non riuscì a fare più nulla nei quattro che visse ancora, se si può chia­ mare vivere la prostrazione miseranda in cui li trascorse. Dunque un ' opera degli estremi aneliti e nemmeno continui , tormentati interiormente e fisicamente, di una breve vita: un paio d'anni di prepa­ razione e di annotazione e poi , fissata la trama, lo stendervi l'ordito e siste­ mare e raggruppare pele-mile il materiale finora febbrilmente ma non ordi­ natamente accumulato. Il lavoro non poté essere condotto a compimento; molti frammenti rimasero ancora in stato disperso al momento della morte . Alcuni erano distesi con chiarezza e in stile finito su fogli interi , senza cancellature, leggibili e a volte tali da far pensare a belle copie messe in pulito; altri presentano cancellature e pentimenti a non finire, corro­ no lungo le pagine o su frammenti di fogli lacerati, frettolosamente e tor­ tamente come riflessioni in svolgimento e annullate nel loro corso; altri

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infine non sono che forme di appunto d'un'idea o di una parola; anche la scrittura è ora chiara e piena, ora confusa e sintetica. I dati rintracciabili su quelle carte, distribuite da Pascal in 27 quaderni , assieme ad altri dati e a elementi interni, permettono anche di delineare uno sviluppo fra le Pensées, porvi alcune date a volte precise oppure approssimative, a volte sicure oppure congetturali IO, a volte su singoli passaggi oppure estese o estendibili genericamente a intere sezioni I I . Al punto di partenza del miracolo della Spina si congiunse, come s'è visto, l'inevitabile riflessione generale sui miracoli (fascicoli XXX-XXXll) , posti a sostegno dell'autenticità dei Libri Mosaici (nella Seconda Copia) subi­ to dopo i frammenti «Contro la favola di Esdra» (XXIX): poca cosa, a detta di Gilberte i 2, rispetto a quanto meditò, ma integrabile con quel Discours sur les preuves des livres de Moyse di Filleau de la Chaise 1 3 . Dopo di che il passaggio fu come segnato verso un progetto più grandio­ so, apostolico e salvifico. Esso era già delineato nel 1 658 1 4 , dopo l' in­ tervallo provocato dalle Provinciales (gennaio 1 656 marzo 1 657), come si può desumere da Étienne Périer, il cui citato racconto, e il rac­ -

conto del Discours sur les Pensées di Filleau de la Chaise, tracciano un percorso parallelo a quello dei 27 fascicoli adunati dali' Autore con un ordine e con titoli, nella cui organicità e coerenza, pur nella varietà del­ l'estensione, del tono e del livello di rifinitura, si può ravvisare la strut­ tura o un primo stadio della progettata Apologie du christianisme1 5 . Il con­ tenere, alcuni frammenti iniziali, un appunto per varie «lettere» ortatorie alla ricerca di Dio e per indicare gli ostacoli che vi possono insorgere , costituisce un riflesso e un collegamento anche formale con quell'altra raccolta di Lettere a un provinciale dal successo tanto clamoroso l 6 . Nella successiva sezione di Pensieri non classificati si possono datare , ad esempio, sicuramente il 624, posteriore di certo alla morte di Crom­ well (3 settembre 1 658) e anche alla ricostituzione della monarchia inglese (maggio 1660); e il 6 1 8 , scritto da Gilberte sul verso di una let­ tera datata 19 febbraio 1 660: se ne può desumere che il fascicolo di cui entrambi fanno parte venne composto dopo il ' 60 1 7. L'esecuzione del progetto si venne dunque compiendo con la stesura e ripulitura dei Pensieri (talora dettati alle due sorelle e a scrivani) . Dai fogli così riempiti vennero sezionati i singoli testi , o gruppi unitari di

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testi , riuniti poi in fascicoli, legati da funicelle nei bordi interni, tema­ tici e titolati e ulteriormente integrati da aggiunte; o in altri senza tito­ li né ordine1 8 . 2 . /l lascito . Così , alla morte di Blaise i familiari e gli amici si trovarono di fronte ad alcune centinaia di pagine in stato di minute raramente ben composte, più spesso in fase esecutiva o addirittura embrionale, fra cancellature, ripre­ se, spostamenti: «un ammasso di pensieri staccati per un 'opera che meditava» 1 9 , le particelle di un monumento che voleva elevare al cristia­ nesimo. È quello che si chiama il Recueil originai, manoscritto 9202, riserva del fondo francese, della Bibliothèque Nationale di Parigi, lì pervenuto dalla biblioteca dell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés quando nel 1 794 fu sop­ pressa; essa l'aveva a sua volta ricevuto il 25 settembre del 1 7 1 1 (l'an­ no della distruzione di Port-Royal des Champs), insieme ad altri mano­ scritti pascaliani, da Louis Périer secondo figlio di Gilberte e canonico della cattedrale di Clermont-Ferrand, dove, nel castello di Bienassis, il manoscritto era stato portato dalla famiglia quando ritornò nella città d'ori­ gine (nel 1 664). Sul dorso della copertina in cartone rivestita di perga­ mena colorata in verde, un'etichetta con Originai des Pensées de Pascal20; all' interno sul foglio di guardia si legge poi che il volume si compone di 492 pagine seguite da altre 6, oltre ai fogli preliminari A-E e un 388bis; parecchi dei fogli sono bianchi2 1 . Il corpo del - solido - volume22 si compone di 42 quaderni, di 2- 1 O fogli ciascuno; nei cinque fogli preliminari si trova (f. A) l' attestato del Périer sull' autenticità del manoscritto, attestato ripetuto anche successivamen­ te; sui fogli D e E compaiono l 'autografo su carta e la copia su pergame­ na del Mémorial (fr. 758); altri fogli sono stati aggiunti in fine più tardi. La confezione avvenne in data imprecisabile probabilmente per mano dello

stesso Périer prima o forse posteriormente al deposito nella biblioteca di Saint-Germain, riunendo e incollando i fogli e i frammenti del testo , dap­ prima i più ampi poi i più piccoli negli spazi rimasti vuoti, talvolta con qualche lieve scapito di parti scritte, e nel caso di scritti sul recto e sul verso

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tagliando il foglio di supporto in modo da lasciame visibili le due faccia­ te. Senza però un criterio e nemmeno attenzione23 ; per cui , oltre alla forma sparsa di frammenti minori o alla presenza sul medesimo foglio di fram­ menti d'argomento diverso, porzioni di quelli ampi possono viceversa tro­ varsi su altri fogli (il «saggio)) sulla Distrazione, n. 1 68 , è disposto su sei fogli anche distanti fra loro24) . Molti frammenti e fogli portano tracce dei fori per il filo con cui furono legati dall'Autore stesso. Questi infatti, diver­ samente dal resoconto di Étienne Périer nella Prefazione di Port-Royal, per gli sviluppi più ampi scriveva su fogli di 35

x

23,5 cm, distesi o pie­

gati in due, apponendo in alto all'inizio di ciascuno una piccola croce, sepa­ rando i pensieri o loro porzioni con tratti di penna orizzontali sulla sini­ stra, e lasciando abbondanti margini per eventuali aggiunte e ripensamenti; oppure su foglietti e frammenti di carta più piccoli quando gli occorreva meno spazio, anche per più pensieri, e addirittura, per rapidi appunti, su cartigli di fortuna, che poi tutti infilava nei margini estremi di sinistra. La confezione di questo volume non rappresenta dunque il manoscritto delle Pensées quale fu lasciato dali' Autore mezzo secolo prima, docu­ mentato piuttosto dalle Copies (documenta se mai il suo stato, disordi­ nato, in quel momento), mentre ha il merito enorme di averlo comunque fissato evitandone la dispersione. La prima preoccupazione dei familia­ ri di fronte a quei testi quali lasciati da Blaise era stata di sbrogliarli e deci­ frarli immediatamente25, continui o rotti , nella loro scrittura minuta, talora distesa e leggibile, più spesso difficile da interpretare, eppure da loro interpretata con straordinaria capacità: con intelletto d'amore. Rac­ conta Étienne Périer nella prefazione dell'edizione di Port-Royal26 : La prima cosa che si fece fu di far copiare [quegli scritti] tali quali erano e nella medesima confusione in cui erano stati trovati . Ma allor­ ché li si vide in questa forma e si ebbe maggior agio di Ieggerli e di esaminarli che non negli originali, essi apparvero dapprima così infor­ mi e poco coerenti , perlopiù poco sviluppati , che si restò per molto tempo senza pensare affatto a farli stampare. È quella che si chiama la Première Copie, manoscritto 9203 della Biblio­ thèque Nationale, lì giunta anch'essa dalla biblioteca di Saint-Germain-

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des-Prés, dov'era stata depositata nel l 73 1 , alla morte e per volere di dom Jean Guenier, cui l'aveva legata come cugino otto anni prima l'ultima dei figli Périer, Marguerite, la miracolata della santa Spina27. Vi si rico­ noscono due parti ben distinte: una prima di frammenti secondo la clas­ sificazione già disposta sostanzialmente, come si è visto, dall'Autore stes­ so, in 27 fascicoli di pp. 1 - 1 88 , con una successione logica e altrettanti titoli28; una seconda parte (pp. 1 9 1 -472) di frammenti non classificati , senza titoli né ordine preciso, ma riconducibili a 33 o 34 serie separate dal copista con segni o spazi bianchi . Alcune pagine portano correzioni di altre mani, che si ritroveranno nell'edizione a stampa di Port-Royal . Ma accanto a quella «Première>> Copie, di straordinaria bravura interpre­ tati va, se ne realizza contemporaneamente ( 1 662-63, assai prima della con­ fezione del Recueil origina[) e di stessa mano , sulla stesso tipo di carta, una , con uguale numero di fascicoli titolati o non titolati: non però in ordine uguale per i non titolati , e con la Tavola dei «capitoli>> in testa assieme al gruppo «Ordre» , ove sono delineati per contenuti e a volte per titoli i temi indicati dalla Tavola e sviluppati nei fascicoli successi­ vi29. I quali nella Première Copie non sono di filata bensì ciascuno sepa­ rato (e come tale dapprima usato) e dunque in una successione non immutabile, mentre nella Seconde si succedono connessi ·senza interval­ li e così stabiliti inizialmente e definitivamente30; né porta alcuna cor­ rezione se non di sviste materiali, per mano di Étienne Périer. Anch'es­ sa, nello stesso momento in cui la Prima era donata a Jean Guerrier, passava all 'Oratorio di Clermont-Ferrand insieme ad altre carte riguar­ danti Pascal ; qualche anno dopo il padre Pierre Guenier, nipote di Jean, oratoriano residente a Clermont, la faceva rilegare con altre copie di ine­ diti pascaliani in un grosso vol urne, poi donato esso pure, nel 1 779, dal nipote del padre Pierre Guerrier, Guenier de Bezance , alla Biblioteca Reale, poi Nazionale (lì ms 1 2499 del fondo francese) . Trasferito, come si è visto, l ' autografo a Clermont-Ferrand nel '64, è la prima di queste due copie che servirà alla prima edizione delle Pensées. A queste tre fonti fondamentali si devono aggiungere alcuni Pensieri tra­ scritti in altre , affiorate anche in tempi recenti , e precisamente: - il cosiddetto Manuscrit Périer: Louis Périer, che alla morte della madre Gilberte nel 1 687 custodisce la biblioteca e le carte dello zio, oltre alle due

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Copie delle Pensées si è fatto copiare altri opuscoli e alcuni Pensieri sepa­ rati non trascritti nelle Copie. Il manoscritto viene utilizzato nel 1 728 dal padre Pierre-Nicolas Desmolets, oratoriano parigino, che nella sua Conti­ nuation des mémoires de littérature et d'histoire de M. de Sallengre, tomo V, parte II, Simart, Paris 1 728 riproduce fra l 'altro sotto il titolo di (Euvres posthumes, ou Suite des Pensées de M. Pasca[, Extraites du Manuscrits de M. l 'Abbé Perrier son neveu, pp. 296-302 il Pensiero suii'Amor proprio (n. 784), assieme ad altri altrimenti noti; lo stesso Pensiero è anche ricopiato da dom Charles Clémencet nella sua Histoire littéraire de Port-Royal (edi­ zione solo parziale [tomo l] nel l 868). Nel 1945 Louis Lafuma pubblica uno studio, Trois pensées inédites de Pasca[, Éditions Littéraires de France, Paris , e il testo delle Pensées retranchées de Pasca[. Publiées d'après un manu­ scrit inédit (di L. Pèrier) scomparso a più riprese, posseduto a suo tempo da Sainte-Beuve e da lui messo nelle mani di Faugère (ora presso il signor Léon Parcé3 1 ), con alcune Pensées détachées (frr. 759-787) a seguito di quel­ lo sull'Amor proprio, e lo identifica col manoscritto di Louis Périer; iden­ tificazione da molti accettata ma contestata vivacemente e persuasivamen­ te da J. Mesnard32: per cui si deve parlare piuttosto di una copia anziché dell'originale dello scomparso manoscritto dell'abate Périer; - l 'edizione di Port-Royal del 1 678 per due Pensieri (frr. 789 sg.), cap. XXVIII, 78 e XXXI, 42; - il manoscritto della collezione dell'abate settecentesco Joseph-Omer Joly de Fleury alla Bibliothèque Nationale, ms 2466, pubblicato da J . Mesnard, in B . Pasca), Textes inédits, Desclée de Brouwer, Paris 1 962, pp. 30-33: per i frr. 79 1 -803; - i quaderni dei Cahiers de M. Pasca[ e Pensées de M. Pasca[ nei Por­ tefeuilles Vallant, carte le più varie adunate da un maniaco colleziona­ tore, medico di famiglia Périer e di altre famiglie nobili, manoscritte alla Bibliothèque Nationale, ms 1 7049: per il fr. 804; - il manoscritto Guerrier, di Pierre Guerrier, ora anch'esso alla Biblio­ thèque Nationale, ms 12988: per i frr. 805-8 1 5 ; - infine, una copia dell'opuscolo Réponse d'un ecclésiastique de Lou­ vain à l 'avis qui lui a été donné sur le sujet de la bulle prétendu du pape Urbain VIII . . . , Louvain 16503 della Bibliothèque Mazarine di Parigi, lmprimés n. 6 1 298, p. 25 : fr. 8 J 633 .

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3 . Le edizioni. I problemi posti dalle condizioni del testo così trascritto e poi confezio­ nato, e dai suoi contenuti ne ritardarono la pubblicazione, da parte di un comitato editoriale presieduto dal duca di Roannez, grande amico di Pascal, e composto da Antoine Arnauld, Pierre Nicole, Loménie de Brienne, Phi­ lippe du Bois, Filleau de la Chaise, Tréville, ed Étienne Périer. Del loro impegno si ha buona traccia in una lettera di Brienne del 7 dicembre 1668 a Gilberte34, in cui per tranquillizzarla l 'assicura che si cerca solo di «abbellire e chiarire leggerrnente» 3 5 i pensieri del suo illustre fratello, secondo il suo spirito, migliorandoli ma non alterandoli né di senso né di espressione. Questo lavoro, le discussioni e i timori di non spiacere anche ai familiari, con Roannez che soprattutto legge e decifra, Arnauld e Nicole che rivedono e correggono36 , richiedono parecchi mesi. Dei timo­ ri e degli ostacoli possibili si fa monitore ed eco Arnauld scrivendo al Périer il 20 novembre dell'anno seguente37 : Spero che tutto si aggiusterà e che, tranne qualche punto che conver­ rà certamente cambiare , si riuscirà a mettere tutti d'accordo nel lasciare gli altri come sono; ma permettetemi, Monsieur, di dirVi che non si dev'essere così difficili né così scrupolosi da lasciare un'ope­ ra qual è uscita dalle mani dell'autore, quando la si vuole esporre alla censura pubblica. [ . . . ] Molto meglio prevenire i litigi con qualche lieve cambiamento, che solo addolcisce un'espressione. [ . . . ] Perciò non dovete stupirVi , Monsieur, se dopo aver lasciato passare qualche cosa senza esserne disturbati, adesso troviamo che bisogna cambiarle facendovi più attenzione dopo che altri l'hanno notato38 . Altra difficoltà venne dalla stesura della prefazione. Da una lettera di Gil­ berte Périer al medico di Madame de Sablé, il Vallant, del l o aprile 1670, si apprende che in un primo momento ne aveva stesa una Filleau de la Chaise39 , certamente molto bella ma, poiché non ce ne aveva comunicalo nulla, fummo molto sorpresi , al veder la, del fano che non conteneva nes-

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suna di tutte le cose che volevamo dire, mentre ne conteneva molte che non volevamo dire; perciò lo stesso Étienne Périer fu incaricato di sostituirla con una scrit­ ta da lui stesso ma non firmata40, e in cui la conferenza pascaliana del ' 58 è pur ampiamente esposta. Si giunge così alla stampa. Una prima tiratura limitata, forse di solo una trentina di esemplari di cui oggi si conoscono sicuramente due soli (Bibliothèque Nationale, Bibliothèque de Troyes) , destinata ai personag­ gi di cui si cercava l 'approvazione, ai membri del comitato editoriale e ai familiari, esce neli' estate del 1 669, in- 1 2°, dalla stamperia di Guillaume Desprez di rue Saint-Jacques, stampatore in capo di Port-Royal, che già si era fatto carico delle Provincia/es: PENSÉES l DE l M. PASCAL l SUR LA

RELIGION , l ET SUR QUELQUES l AUTRE SUJETS, l Qui ont esté trouvées aprés sa mort l parmy ses papiers. l a paris, l Chez Guillaume Desprez, l rue Saint Jacques à Saint Prosper. l M DC. LXIX. l Avec Privilege & Approbation . Contiene la prefazione di É . Périer (3 1 pp. non numerate), il testo (pp. 1 365 , di 27-28 righe a pagina con una media di una trentina di lettere per riga) e - segno di fretta - solo l' inizio di una Table des matières (lettere A-C), non tavole dei capitoli né errata. Fra le Pensées, ripartite in 32 capi­ toli, si trovano inseriti altri testi, quali alcuni passaggi della Lettera di Pasca! a Fiorin e Gilberte sulla morte del padre del 1 7 ottobre 1 65 1 e l 'intera Priè­

re pour demander à Dieu le bon usage des maladies. Poco dopo, all'inizio di gennaio del '70, esce quella che è considerata la vera prima edizione4 I . Essa porta le approvazioni ecclesiastiche (((de Nos­ seigneurs les Prélats))) e un Extrait du Privilege du Roy (ottenuto fin dal 27 dicembre del '66 e qui datato 7 gennaio 1 667) , e un Achevé d'impri­

mer del 2 gennaio 1 697; cui seguono la Prefazione, le 365 pagine del testo e una Table des matières di I O fogli non numerati. A marzo usciva già una nuova edizione, con la dicitura di seconde e 358 pagine, ed entro la fine dell'anno un' altra di 348 , sempre come secon­

de. E così si prosegue, anche presso altri editori (Demen, Lyon 1675; Ber­ thelin, Rouen 1 675), fino al 1 679, quando ancora presso Guillaume Desprez esce una ((nouvelle édition)) Augmentée de plusieures pensées

du mesme Autheur (una quarantina, quasi tutti tratti dalla Prima Copia,

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su cui si rilevano le annotazioni preparatorie di mano d' Amauld o Nico­ le). È il testo fissato ormai per un secolo, sia nelle successive edizioni Desprez sia in quelle prodotte altrove, pur ripetendovisi ogni volta la dici­ tura di Nouvelle édition augmentée . . Nell'edizione di Wolfganck, .

Amsterdam 1 683 compaiono per la prima volta i Discours sur les Pen­ sées de Pasca/ e sur les preuves des livres de Moyse di Filleau de la Chai­ se; in quella del 1684 dello stesso editore , la Vie de Monsieur Pasca/ della sorella Gilberte (in Francia, nell'edizione Desprez 1 686: i Desprez godo­ no e si servono di un privilegio reale fino al 1 767). Ma nessuno aggior­ na il testo inserendo i nuovi frammenti che vengono frattanto alla luce, grazie alla Continuation des mémoires d'histoire et de littérature del Desmolets, come all' «Annexe», con tredici nuovi frammenti sui Mira­ coli, della Troisième lettre de l 'éveque de Montpellier, à l 'éveque de Sois­ sons di Colbert de Croissy ( 1 727) . Persino il Mémorial comunicato da Pierre Guerrier e pubblicato nel Recueil d' Utrecht nel 1 740 rimane anco­ ra inedito. Entra invece, nell 'edizione dell'87 , la Vie de M. Pasca/, écri­ te par Mme Périer sa sceur. Il grande numero delle edizioni pirata e contraffatte dimostra il succes­ so dell'opera, che si spiega anche, nella forma che vi assume, con la voga contemporanea di libri di edificazione, di morale, di letteratura spiritua­ le, spesso nella forma aforistica, e non raramente di alta caratura lette­ raria: il 1 678 è anche la data dell'edizione definitiva delle Maximes di La Rochefoucauld e della pubblicazione delle Maximes di Madame de Sablé42. I mutamenti più caratteristici rispetto all'originale sono stati i seguenti43: scioglimento e completamento delle allusioni, soppressione di ripetizioni, di titoli interrompenti , della forma dialogica nelle discus­ sioni, aggregazione di frammenti diversi e introduzione di glosse, omis­ sioni (molte ampie e numerose, talora di interi gruppi44), mutamenti (gli «abbellimenti») stilistici o di gusto. È spesso citato45 un passaggio del fr. 1 64: Quel chimère est-ce donc que l'homme, quelle nouveauté, quel monstre, quel chaos, quel sujet de contradictions, quel prodige, juge de toutes choses, imbécile ver de terre, dépositaire du vrai, cloa­ que d'incertitude et d'erreur, gioire et rebut de l ' univers

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che in XXI.4 di Port-Royal suona: Quelle chimere est-donc que l ' homme? Quelle nouveauté, quel chaos, quel sujet de contradiction? Juge de toutes choses, imbecil­ le ver de terre; dépositaire du vray, amas d'incertitude; gioire, & rebut de l' univers. S'il se vante , je l 'abbaisse; s'il s' abbaisse , je le vante, & le contredis toùjours , jusqu'à ceu qu'il comprenne, qu'il est un monstre incompréhensible. Ma si rilevi anche cosa diventava, per altre ragioni, nell'edizione del '69, p. 49 il frammento sull' Eucaristia poi eliminato46: C'est une impiété de ne pas croire l'Eucharistie, parce qu'on y n'y voit pas Jesus-Christ, car on ne l 'y doit pas voir, quoiqu 'il y soit. Mais quand il s'agit d'une chose qui tombe sous les sens, c'est une super­ stion de la croire si on ne la voit; parce qu'on doit la voir si elle est per (fr. 2 1 2): «lmpiété de ne pas croire l ' Eucharistie sur ce qu' on ne la voit pas».

È interessante riflettere come le Pensées siano state lette in questa forma

epurata47, in questo numero, in questa disposizione da tanta gente, da gran­ di scrittori , da alti o da stizziti lettori per un secolo e mezzo: Alessandro Manzoni possedette nella sua biblioteca della casa di via Morone l'edi­ zione di Amsterdam, par la Compagnie del 1 784 con 295 pagine di

Pensées, i soliti contorni , i due Discours di Filleau de la Chaise e la Défen­ se des Pensées de Pasca/ contre la critique de M. de Voltaire di David Boullier, e le CEuvres edite da Lefèvre nel 1 8 1 9; tardi vi entra l 'edizio­ ne Havet del '5248. Nel 1776 appare (a Londra, a Parigi, ad Avignone?) une Nouvelle édi­

tion, corrigée et augmentée, in-8° , 5 1 2 pp . (fra le pp . 502-3 per la prima volta il Mémorial, definito «amulette>>) curata anonimamente da Condor­ cet. Vi è premesso un «Éloge de Pasca!>> pure anonimo ma dello stesso Condorcet (pp. 1 -90) , e numerose note appartengono a Voltaire (altre , altrettanto e forse ancora più pesanti , alcune livide, a Condorcet stesso). Una seconda edizione si ha a Parigi nel '78, col ritratto di Voltaire a fron-

Pascal

l testi - Pensieri

te di quello pascaliano, e in due volumi a Ginevra lo stesso anno. La scel­ ta e i tagli che vi si fanno dei frammenti e la loro presentazione si può immaginare quali siano; con essi, secondo la metafora di Sainte-Beuve49, più che un assedio in piena regola si realizza una >. Ma per quanta fosse la perizia del curatore e le sue buone intenzioni , il testo e l'apparato in nota lasciano a desiderare e hanno avuto varia for­ tuna: si veda ad esempio alla fine del fr. 737: Molinier sottolinea (vol. l, p. 304) il suo «importante>> intervento di je me donnais per ilj'ordonnais di Faugère , che però scompare da tutti gli editori subito dopo Michaut e Brunschvicg, per ridare posto alla lezione di Faugère . La sua insomma non è che la prima tappa di un lavoro assai più complesso e difficile di quanto egli non creda e non affermi , ma di cui ha avvertito l'esigenza e capito l ' importanza.

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Pascal l testi - Pensieri

II seguito alle idee filologiche di Molinier si ha vent'anni dopo, con l'edi­ zione Michaut65 . Gusta ve Michaut, cultore di questo tipo di testi (tradur­ rà nel

1 90 l l ricordi di Marco Aurelio) e interprete giansenisticamente rigo­

roso delle Pensées quale opera di uno scrittore cristianissimo, indifferente ormai non solo alla scienza ma persino alla filosofia, si è proposto di dame un'edizione nel modo come si pubblicano gli autori greci e latini (come aveva già detto Cousin): in una parola una «edizione critica))66; e un'edi­ zione «completa)), ossia l ' insieme delle note ch'egli [Pasca!] aveva preso, sia per comporre

l'Apologia del/n religione, sia per difendere il giansenismo e Port-Royal contro i loro nemici, sia per conservare a proprio uso le riflessioni per­ sonali che gli avevano ispirato le sue letture, le sue conversazioni o i diversi avvenimenti della sua vita. Quanto ali 'assetto di questo materiale, il classificarlo, mescolarlo e coor­ dinarlo come fin lì si è fatto , da Port-Royal a Bossut ma anche oltre, in modi diversi e tutti arbitrari , ne altera la fisionomia, ne dissimula il disordine, inganna il lettore; se ne confeziona un libro alla Caratteri di La Bruyère. Perciò Michaut si rifiuta di cercare qualsiasi piano e ordi­ namento, per riprodurre invece l'ordine, o il «disordine)), del Recueil ori­

ginai, col suo carattere proprio «di note confuse, di materiali accatasta­ ti))67 . C'è dunque dell'ulteriore coerenza quando il curatore correda il suo testo delle varianti che fanno parte essenziale di un tal manoscritto, oltre a mostrare i suoi processi di scrittore e di pensatore . Cui aggiunge le varie lezioni degli altri editori . TI procedimento non è né sistematico né felicissimo; si colgono a ogni passo, ma quasi ovviamente, lacune e abbagli. E parte dal presupposto, errato come si è visto, che quella del Recueil arginai sia una sistemazione o un' asiste­ maticità pascaliane, mentre lo è di altri e di cinquant'anni dopo la scom­ parsa dell' Autore. Pure, anche così , il volume ha un suo interesse, di documentare appunto perlomeno uno stadio, e il più vicino ali' origine, della storia delle Pensées. L'impostazione michautiana del problema e dell'edizione non ha trovato seguaci. Il nuovo secolo si presenta anzi da un lato ancora con spinti sov-

Pascal l testi - Pensieri

vertimenti del Recueil, dall'altro con la considerazione e il sostegno edi­ lizio delle due Copie. Léon Brunschvicg, probo professore parigino, dà fra il 1 897 e il 1904 la sua edizione «collazionata sul manoscritto autografo» ma organizzata secondo una «continuità logica» che raggruppa i frammenti, fatti ascen­ dere a quasi un migliaio, in 14 Sezioni ispirate dai piani annunciati da Pascal e dagli appunti disponibili interni ed esterni , e che nella Tavola sommaria figurano con i seguenti titoli68 : Spirito di geometria e spirito di finezza; La conoscenza dell'uomo; Contro gli increduli; l > 6 Oltre alle pagine del Périer ci resta un Discours sur /es Pensées de M. Pasca/, où l 'on essaye defaire voir quel estoit son dessein, Desprez, Paris 1672 di Nico­ las Filleau de la Chaise (1 631 -93), segretario del duca di Roannez. La valutazio­ ne del suo valore e della sua attendibilità è difficile e discussa, visto anche che quel Discours , concepito come prefazione ali 'edizione di Port-Royal e scritto nel '67, venne poi respinto dal comitato editoriale e fu pubblicato a parte, dapprima nel '72, poi spesso unito alle edizioni delle Pensées. Si veda A. McKenna, Filleau de la Chaise et la réception des «Pensées», in «Cahiers de l' Association intematio­ nale des études françaises>> , 40 (1988), pp. 297-314. 7 G. Pasca), Vie de M. Pasca/, in CEuvres complètes cit., I, pp. 583 sg. 8 Cfr. fr. 419, nota l . 9 G . Pascal, Vie de M. Pasca/ cit., pp. 622 sg. È chiaro che i momenti di piu acuta debilitazione corrispondono a quell i in cui i testi di vari Pensieri non sono nem­ meno piu vergati di suo pugno, ma dalle sorelle o da qualche segretario (un arvergnate, a giudicare da certe ortografie). 1 0 La datazione della stesura dell'opera e dei suoi momenti non è concorde negli studiosi, ma le variazioni non sono molto divaricate. Lafuma anticipa alla fine del '56, e fino all'inizio del '59, e Sellier similmente fra il 1657 e la metà del '58, la composizione e la classificazione della maggior parte dell'opera, ripresa a metà o fine '60; Mesnard ne fa partire la redazione dalla fine del '57, ponendone lo svol­ gimento durante il '58, lavoro rallentato a metà anno e poi interrotto dalla malat-

Pascal l testi -

Pensieri

tia, finché dall 'autunno del '60 avviene la classificazione e l'aggiunta di altro mate­ riale, che continua oltre (cfr. nota 1 7). I l II tentativo piu recente e originale di organizzazione e raggruppamento inter­ no è quello di P. Ernst, Les >; si veda anche la testimonianza di P. Beurrier, secondo cui (par. 3 , in B . Pasca), lEuvres complètes cit., I, p . 868), Pascal aveva deciso da due anni prima della morte di dedicarsi unicamente «a combattere gli empi e gli atei [ . . . ] e i veri eretici; e aveva già radunato strumenti molto efficaci per convincerli della veri­ tà della religione cattolica; [ . . . ] e questi materiali erano diverse pensées, argomen­ ti e ragioni che aveva messo per iscritto in poche parole, in tempi diversi, e senza ordine, bensf come li era venuti formando nella sua mente, secondo il suo proget­ to di comporne un libro per intero, esponendoli ordinatamente e spiegandoli in modo piu chiaro, dando loro tutta la forza che avrebbe potuto». 1 8 Cfr. É. Périer, pref. all'ed. di Port-Royal cit., p. I uu , 2 v. 19 F. Périer, pref. ai Traités sur l'équilibre des liqueurs cit., p. 689. 20 Questa rilegatura risulta posteriore di almeno vent'anni al deposito del mano­ scritto a Saint-Germain. 2 1 Sul Recueil vedi Z. Toumeur, Pensées de Blaise Pasca/. Édition paléogra­ phique, Vrin, Paris 1942, pp. 7- 1 3; L. Lafuma, Recherches pascaliennes, Delmas, Paris 1 949, pp. 30-45 .

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Pascal l testi - Pensieri 22 Facilmente

consultabile nelle riproduzioni fotostatiche di Originai des Pen­ Brunschvicg, Hachette, Paris 1905; Rinsen, Kyoto 1 9862 ; e a cura di L. Lafuma, secondo l'ordine della sua edi­ zione, Les Libraires Associés, Paris 1962. 23 Secondo L. Lafuma, Recherches pascaliennes cit., pp. 33-36 autore del­ l' operazione fu Io stesso Louis Périer; per F. Strowski (Introduzione generale alle Pensées, p. Xl) la classificazione e l'incollatura dei frammenti nell'album sono tal­ mente sconcertanti, . 28 Vedi fr. l . 29 La Seconda Copia contiene peraltro essa sola un gruppo di frammenti > (cfr. fr. 301 ) «La misère porte au désespoir...>> (cfr. fr. 384), >, 6 ( 1 98 1 ) , p. 1 33; C. Carena, «Le soir mon mari nous lit un peu». Letture e libri giansenisti in casa Manzoni, in aa.vv., Manzoni Scrittore e Lettore Europeo, De Luca, Milano 2000 , pp. 43-48. 49 Sainte-Beuve, Port-Roya/ 3 .20, II, p. 37 1 Pléiade. Chateaubriand, Génù du Christianisme, nota xxv (al libro III , parte U, cap. VI, p. 1 164 Pléiade) condensa: «Si forzano le idee di Pascal per farlo passare per ateo>>; e Sainte-Beuve, ibid nota: '

.

• • •

.•

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Pascal l testi - Pensieri > (p. 74).

56 Pensées fragments et lettres de Blaise Pasca/ publiées [ . . . ] par M . Prosper Faugère, I, Andrieux, Paris 1 844, pp. XLVIIJ sg.

57 Jbid., p. LVIII. 5 8 Faugère , Il, p. 389, dov'è indicato anche fr. p . 1 57 (qui 707): > , è quello, di poco anteriore a Faugère (Lagier, Dijon 1 835; rist. a Parigi nel 1 870) di J .-M.­ F. Frantin, anch'esso in due parti , di Preuves de la religion e di Doctrine et mora­

le chrétienne, seguite da Pensées diverses de morale et de littérature e da Discours divers de philosophie.

Pascal l testi - Pensieri 60 Nel

l 897 ne appariva una seconda edizione (ed. Leroux), approntata - revue

et corrigée - ma non ultimata, da Faugère stesso in vista dell'edizione delle CEuvres di Pascal per la collezione Hachette dei Grands Écrivains de France: quel­ la che darà Léon Brunschvicg. 61 Da segnalare anche la «Table analytique et lexique>> , di quasi cento pagine

in corpo 8. 62 Cfr. Préface, I, pp. LXV, nota LXXI. 63 /bid., p. LXXX. 64 Jbid., p. LXXXI. Qualche variante si trova pure, ma rarissimamente e spora­ dicamente, in Faugère. 65 Les Pensées de Pasca/ disposées suivant l' ordre du cahiers autographe. Texte critique établi d'après le rru:muscrit arginai et /es dewc copies de la Bibliothèque Nationale avec /es variantes des principales éditions par G. Michaut, Collecta­

nea Friburgensia, VI, Fribourg 1 896. 66 Vedi I 'Avertissement, I, p. LXXV. 67 /bid., p. LXXXI. 68 Vedi anche ed. Grands Écrivains de France, Hachette , Paris 1 9253 , l, p. LXIV.

69 /bid., pp. LVII sg. 70 Ancora nei Classiques Hachette, B. Pascal, Pensées et opuscules, Paris s.d., con correzioni e aggiornamenti a cura di G. Lewis; e Pensées, presentazione di D. Descotes, Aammarion, Paris 1976, 1 997 . 7 1 B. Pascal, CEuvres complètes, a cura di J. Chevalier, Pléiade 1 960 , pp. 10841086. Per il Discours di Filleau de la Chaise vedi qui sopra, nota 6. 12 Jbid., p. 1088. 73 Chevalier sgombra anche il terreno dagli appunti e noterelle che si riferi­ scono alle Provincia/es, trasferendole con loro numerazione come «Notes pour les Provincia/es>> in un capitolo di «Fragments divers>> . Appare chiaro da ciò che in realtà non tutti i frammenti pascaliani si riferiscono alla sola Apologia, e che anche il piano di questa quale possiamo formularlo non sembra poter compren­ derli tutti. 74 B. Pascal, CEuvres complètes, a cura di F. Strowski , Ollendorf, Paris 193 1 , ID , pp. xx sg. 75 Toumeur ha calcolato che Brunschvigc contiene piu di 300 luoghi emll:i e circa 500 omissioni di varianti, Strowski ha corretto circa 90 errori ma ne ha commes­ si circa 470 nuovi, dando tuttavia il doppio di testi nel suo apparato (cfr. B . Pascal, Pensées, a cura di Z. Tourneur, Édition de Cluny cit., I , p . L). Questi dati , e questo tono, appaiono fin negli articoli sul «Mercure de France» del ' 34 con cui Zacharie Toumeur entra nell'arena. 76 Nel l 960 apparirà un B. Pascal , Pensées a cura di Z. Toumeur e D. Anzieu, Librairie Arrnand Colin, assai piu annotato, con aggiornamenti e modifiche. ,

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Pascal l testi - Pensieri 77 Ed. di Cluny cit ., I, Introduzione, p. XXXIII. 78 Pensées de Blaise Pasca/. Édition paléographique ci t., pp. 13 sg. 79 La struttura della Copie è tuttavia mutata in questa forma, quasi in una suc­ cessione preparatoria: testi non conservati dai copisti; ultima sezione della Copie, con note riguardanti le Provincia/es e pensieri diversi; i Pensieri sui miracoli; infi­ ne la parte iniziale della Copie, ossia i testi destinati all' Apologia della Religio­ ne, ordinati o rimasti in disordine. I frammenti conosciuti solo mediante la Copie e non presenti nel Recueil rimangono esclusi.

80 Ed. 1 952, I, p. 1 5 . L'obiezione che Lafuma muove ripetutamente a Tour­ neur non è sull'edizione in se stessa, di cui riconosce i grandi meriti e il gran­ de valore , quanto sulla sua chiarezza (esagerandone le - necessarie - compli­ cazion i ) .

8 1 I fatti e le idee che hanno mosso e guidato l' Autore nella redazione del suo lavoro sono riepilogati in L. Lafuma, Histoire des Pensées de Pasca/ cit., pp. 83 sg .: Una suc­ cessiva edizione, del solo testo, per le Éditions de Seui!, nel 1962, porta qualche .

correzione e aggiunta, rese possibili e necessarie anche da ulteriori ricerche di Lafu­ ma stesso e degli altri . Segue i criteri Toumeur-Lafuma, con un 'ombra di varian­ ti, anche 1. Steineman, Éditions du Rocher, Monaco 196 1 .

82 B . Pasca! , (Euvres complètes, a cura d i M . Le Guem, II, Pléiade, Paris 2000 , p. 1 309.

83 Sarebbero solo da aggiungere il testo di F. Kaplan, Les Éditions du Cerf, Paris 1 982, el aborato secondo linee, anzi secondo dell'Apologia fondato su quanto si può rica­ vare dal l ' i nterno dei testi stessi di Pasca! (p. 72); e quello dal titolo B. Pasca!,

Discours sur la religion et sur quelques autres sujets di E. Martineau , Fayard­ Armand Colin, Paris 1 992, che tende anch'esso alla leggibilità e all' intelligi­ bilità di un'opera (p. 10): dove i - diciannove - (De la certitude, Du mystère de

la pénitence, des trois ordres des choses, qu 'est que le «moi», lnfini, rien , De la grilce ecc.) si susseguono, con un titolo, secondo ordine cronologico .

84 B . Pasca! , Pensées, a cura di Ph . Sellier, Classiques Gamier, Paris 1 99 1 , pp. 27 sg.; vedi ancora in Moralistes du xvtt! siècles, Laffont, Paris 1 992, pp. 289 sg. Gérard Ferreyrolles ha arricchito di un solido commento l'edizione Sel­ lier nel 2000 per la collezione Livres de Poches; e lo stesso Sellier ha ripub­ blicato il suo testo in forma continua, senza divisione netta e numerazione dei frammenti , e nell'ordine che > non corrispon­ de poi ad alcun contenuto (ma vedi frr. 35, 40, 738). l Pensieri 2-36, privi di un loro titolo e ordine, contengono temi indicati nel Prospetto e sviluppati nei fascicoli ordi­ nati (cfr. frr. 6, 9 , I l , 21 sg., 30, 33) e successivi, ne riportano i titoli o vi rinviano (cfr. 3,4, 25, 27, 32). La redazione di questo Prospetto è posta nel giugno del l658 (J. Mesnard, I..es «Pensées» de Pasca/, Sedes, Paris 19933, p. 49) o nell'ottobre (Lafuma, in piu luo­ ghi); esso è, dice Sellier (L'ouverture de l'Apologie pascalienne, in «XVUC: siècle» 44 [ 1992], p. 437 e nota l ) «un autentico Pensiero>>, «una ricapitolazione dei dossiers, uno strumento comodo che permetteva allo scrittore di trovare facilmente il fascicolo che gli occorreva, nel dispositivo di una procedura abbastanza complicata>>.

[2** .] IC 1 9 1 2C l

l M 895 8 197 L 383 S 2 LG 363

Cfr. frr. 526, 688 med.

[3** .] IC 1 9 1 2C l M 896 8 630 L 384 S 3 LG 363 l Cfr. frr. 325, 328, 738 in.

2 L'insieme delle notazioni critiche costituitesi sul testo dell'Antico Testamen­ to a opera delle scuole rabbiniche nel corso della seconda metà del I millennio d. C . La dinastia dei Maccabei guidò la lotta di liberazione dai Siriani del

n

secolo

a. C., narrata nei due omonimi libri biblici. Cfr. fr. 738 in. [4.] R0 489 1 C 1 9 1 2C l M 87 1 8 707 T 299 L 385 S 4 LG 364 r. l LES CC M S ces

8TL

LG ** r. 4 ET AFIN

• . .

PRÉDIT a . l PRtr CC M 8 S pren­

ne (prit 1 ) T L LG l TOUT CELA CC T LG l' avènement L S ce concen Mo M 8 Stt ** r. 7 OUTRE QUE. . . RÉSERVÉS a.

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526

Pascal l testi - Pensieri

l Annuncianti neli' Antico Testamento la venuta del Messia. 2 Cfr. fr. 358. 3 Gli Ebrei . [5.] RO 489 l C 191 2C l M 872 B 203 T 300 L 386 S 5 LG 365 scritto da Pasca/ a matita e ripassato da altri a penna r. 2 FAISONS faisant su fais2 RO ** r. 3 DE VIE de reste l s. un a di mano del copista l «> (Sapienza, 4.12: «L'ensorcellement des vanités obscurcit le bien, et les passions volages de la concupiscence renversent l'esprit meme éloigné du mal>>, trad. Lemaitre de Sacy). 2 Cfr. frr. 191 , 324, 358. [6.] RO 485 IC 1 9 1 2C l M 854 B 241 T 300 L 387 S 6 LG 366 r. l 0RDRE a. [7 .] R0 485 1C 191 2C 2 M 849 B 740 T 300 L 388 S 7 LG 367 r. l QUE s. l'ancie c.

[8.] RO 485 !C 191 2C 2 M 852 B 794 T 300 L 389 S 8 LG 368 l II «perché>> a fr. 1 82 fin. 2 II «perché>> a fr. 740. [9.] RO 77 IC 192 2C 2 M 213 B 617 T 300 L 390 S 9 LG 369 r. 3 L'AITENTE . . . SANS INTERRUPTION a. sopra /a riga l OU d< . . . > l ** r. 4 QU'IL iJ I ** r. 7 QU'IL s. nai­ trait de c. ** r. 8 QUE qu'iJ l ** r. I l QU' que l ** r. 14 Qu' Que l l ou et l ** r. 1 5 DONT ELLE qui l dont elle2 ** r. 1 6 QU'ENFIN s . Je Messie c. ** r. 1 8 CELA EST ADMIRABLE a.

l Genesi, 17.15-20 [?] . 2 Genesi, 49.10. [ IO.] RO 487 IC 1 92 2C 3 M 864 B 749 T 301 L 39 1 S IO LG 370 r. l COMMENT s. )es Jui c. ** r. 2 PAS CC M B S point T L LG ** r. 3 EXTER­ MINÉS punis 1 ** r. 4 JE RÉPONDS a. Primièrement C l l Cfr. fr. 493.

Pascal l testi - Pensieri

[ I l .] R0 77 1C 193 2C 3 M 214 8 644 T 301 L 392 S I l LG 37 1 r. l FIGURES a. ** r. 2 VOULANT s. faire paraitre qu'il avait le pouvoir de c. ** r. 4 REPOS s. pour mon c. ** r. 5 A PRÉDIT dit i ** r. 7 ÉLUS s. il qui éta l en attendant2 1 DANS de l l IL LEUR EN A il a l ** r. 8 SANS LES LAISSER . . . LA FEMME a . ** r. I O L'HOMME s . ayant c . l EN ÉTAIT n'en pouvait qu'étre 1 ** r. I l LE d l ** r. l 2 QUJ d< . . .> I I LORSQUE LES ies l ** r. I4 CHI.Tilò. chute., RO ** r. 16 2ET par i ** r. 20 PROMIS s. des [dès [?]] c. ** r. 21 CE MIRACLE . . . DES a . ** r. 22 HOMMES integrazione CC M B S élus TCI (p. 243, nota 2 ) L LG ** r. 23 ÉTANT ENCORE était encore l l SI FRAICHE fort i l PARMIS LES parmis les i ** r. 24 NoE. VIVAIT ceux qui avaient vu Sem vivaient 1 ** r. 26 DIEU s. envoya Molse et c. l Cfr. Genesi, 7.15. [ 1 2.] RO 487 IC 193 2C 4 M 863 B 442 T 302 L 393 S 12 LG 372 scritto da Pasca/ a matita e ripassato da altri a penTUJ r. l ET LA M B T L LG la cc s

[13.] RO 481 IC 1 93 2C 4 M 842 B 388 T 302 L 394 S 1 3 LG 373 r. 3 DE CE a. sopra la r. ** r. 4 SAGES aut(«Lecture douteuse» TJ l ** r. 6 CONNAISSENT )e l ** r. 8 DÉGRÉ D' ESPRIT QU' esprit que l l Da Matteo, 1 1 .25; Luca, 10.21 . 2 Cfr. Salmi, 50. 19.

l DE )e l

[ 14* .] RO 48 1 IC 194 2C 4 M 844 B 478 T 302 L 395 S 14 LG 374 dettato al segreta­ rio r. 2 QUI s. ne c. l NOUS VOUS RQ [ 1 5* .] RO 244 IC 194 2C 5 M 5 14 B 47 1 L 396 S 1 5 LG 375 r. 9 SI JE ME FAIS CC e in G. Pasca/, Vie de Pascal , pp . 593, 631 -33 ffiuvres com­ plètes, J MesTUJrd (RO in calce a questofr.: «Mad.lle Périer a l 'originai de ce bil­ let») S LG de me faire RO M B TCI L l AIMER. ET . . . À MOI , JE 8 TCI L airner et. . . à moi. Je M S LG Mesnard ** r. I O LES des Mesnard l Cfr. Apparato: G. Périer, Vie de Pasca/ (in CEuvres complètes, ed. J. Mesnard. Desclée de Brouwer, I, Paris 1964, pp. 63 l -633): «Non solo non aveva attacca­ mento agli altri: non voleva nemmeno che gli altri ne avessero per lui. [ ...] Parlo delle amicizie piu innocenti , il cui piacere fa la dolcezza abituale della società umana. Era una cosa su cui si sorvegliava piu sistematicamente, per non provar-

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Pascal I testi - Pensieri

la e bloccarla appena ne vedeva qualche sintomo. [ ... ] Abbiamo avuto ancora dopo la sua morte una prova che questo principio era ben penetrato nel suo cuore: affin­ ché gli fosse sempre presente, l'aveva messo per iscritto di suo pugno su un fogliet­ to a parte, che gli abbiamo trovato indosso e che si capiva che aveva letto soven­ te. Diceva: "È ingiusto che ci si attacchi a me [ ... anziché] piacere a Dio o cercarlo">> . Vedi fr. 758, nota l . [1 6** .] IC 194 2C 5 M 897 B 426 L 397 S 16 LG 376 l All'uomo, col peccato originale. [17.] RO 481 IC 195 2C 5 M 840 B 525 T 302 L 398 S 17 LG 377 r. 7 IL FAUT s. une c. l NON DE NATURE a. sopra la r. ** r. 8 PÉNITENCE s. et c. l NON POUR . . . MAIS a. sopra la r. ** r. 9 IL FAUT s. aller c. l GRANDEUR s. mais ( « Lectu ­ re douteuse» T) c. ** r. IO GRÀCE s. non c. l APRÈS p< . . . > l l Della purezza originaria, la «grandeur passée>> di cui rimane nell'uomo un , e della > ). Pirro111 di Elide (ca 360 - ca 270 a. C.) affermò l'impossibilità di avere una conoscenza sicura: tra un e un non vi è nessuna differenza; è perciò con­ siderato il fondatore della scuola scettica. Vedi anche fr. 38, nota 5 . [26.] RO 48 1 1C 196 2C 8 M 841 B 465 T 304 L 407 S 26 LG 386 r. l STOIQUES uns i ** r. 4 DEHORS et («Lecture douteuse. Peut-etrefaut-il lire au» T) l ** r. 5 VOUS DIVERTISSANT F Mo M B Str vos divertissements CC un diver­ tissement T L S LG ** r. 8 l ET ni l s. n'est ni c. l ET DANS de l l Cfr. piu avanti , fascicolo IX, e fr. 1 76. [27.] RO 487 !C 197 2C 8 M 859 B 74 T 305 L 408 S 27 LG 387 r. l UNE LETTRE DE De l l FOLlE «Peut-etre Pasca/ avait-il comrnencé par écrire Science» T ** r. 6 280 . . . MONTAIONE a.

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Pasca! I testi - Pensieri l Pasca! progettava di scrivere alcune lettere su tematiche delle Pensées; cfr. ai frr. 38 sg., 4 1 , 43 , 45; per questa, 44. 2 Fascicolo IX.

3 (Virgilio, Georgica 2.490). Nihil admirari prope res est una [ ... ] quae possitfacere et servare beatum : vedi fr. 39, nota 2; per il valore delle prove da essa prodot­ te, mediante l'automatismo indotto dalla ripetizione, dall' abitudine, fr. 663. 3 «Il giusto vive di fede>> (Romani, 1 . 17; Galati, 3 . 1 1 ; Abacuc, 2.4); fr. 783: u juste agit par foi.

4 «Fede dall'ascolto» (Romani, 10.17). 5 «SO>> . [42.] RO 27 !C 2 2C 1 5 M 64 8 602 T 168 L 8 S 42 LG 6 r. l 0RDRE a .

[43.) RO 25 !C 2 2C 1 5 M 59 r.

l

8

29 1 T 1 68 L 9 S 43 LG 7

DANS . . . VENIR a. (quindi 2

la con iniziale maiuscola RO) ** r. 3

JUSTE QUE faut que l l DONC IUSTE juste l

l Vedi fr. 27, nota l . Per questo spunto in particolare, fr. 94 in. 2 11 fr. continua ne11'84.

EST

DONC

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Pascal l testi - Pensieri

[44.) RO 27 !C 2 2C 1 5 M 65 B 167 T 1 68 L IO S 44 LG 8 r. l FRONDÉ CC S LG Mesnard, in «XVII e siècle» 44 (1992), p. 537 fondé M B Str TL l Cfr. fr. 27 . [45 .) RO 25 !C 2 2C 1 5 M 62 B 246 T 168 L I l S 45 LG 9 r. l 0RDRE a . ** r. 3 l MACHlNE Machine RO 2C l 2 MACHINE Machine 2C l Vedi fr. 27, nota l . 2 Nel fr. 682 med. si leggerà: l ** r. 7 EST fiìt l ** r. 9 AIMABLE et l l PROMET ensei l [III. VANITÀ] [47.) RO 83

!C 5 2C 17 M 232 B

133 T 168 L 1 3 S 47 LG I l

il titolo del fascicolo è riportato in CC

[48.) RO 81 !C 5 2C 1 7 M 227 B 338 T 168 L 14 S 48 LG 1 2 r. l VRAJS CHRÉTIENS sages l s . néanmoins y c. l AUX FOLIES a . sopra la r. ** r. 6 AINSI. . . LA RELIGION a. l POUR CC T L S sur Mo M 8 LG l «Tutta la creazione fu sottoposta alla vanità. Sarà liberata>> (Romani, 8 .20 sg.). 2 Cfr. Giacomo, 2.2-4: «Se entrerà in una vostra riunione un uomo con un anel­ lo d'oro al dito e in bianche vesti, e poi un povero in miseri panni, e vi rivolge­ rete a colui che indossa quella bella veste e gli direte: Tu siedi qui comodamen­ te, e direte al povero: Tu sta' li, o siedi sotto lo sgabello dei miei piedi: non giudicate da voi stessi e non vi fate giudici di cattivi pensieri?>>; san Tommaso, Expositio in beatum Jacobum 2.1 (a senso); Logique de Port-Roya/ 1 . 10: «San Tommaso

Pascal

I testi - Pensieri crede che è [il] riguardo di stima e ammirazione per i ricchi ad essere condanna­ to cosi severamente dali ' apostolo san Giacomo quando vieta di dare ai ricchi un posto piu elevato che ai poveri nelle assemblee ecclesiastiche: poiché questo passo non si può intendere alla lettera, come un divieto di tributare certi obblighi esteriori ai ricchi anziché ai poveri, in quanto l'ordine del mondo, che la religio­ ne non sovverte, ammette queste preferenze e i santi stessi le hanno attuate, sem­ bra doversi intendere la preferenza interiore, che fa guardare i poveri come sotto i piedi dei ricchi, e i ricchi come infinitamente elevati al di sopra dei poveri»; cfr. Summa theologica Ila Ilae, quaest. 63, artic. 8 . [49.] RO 83 IC 5 2C 17 M 233 B 410 T 169 L 15 S 49 LG 1 3 l Perseo re d i Macedonia fu vinto dal console Paolo Emilio a Pidna nel 1 69 a. C. e fatto prigioniero. Secondo Plutarco, Emilio Paolo 34.2 Perseo chiese di essere esentato dal seguire in catene il trionfo del vincitore, al che questi rispose che ciò era già prima in potere del re stesso, e anche allora, se lo voleva, poteva evitarlo, «intendendo dire con la morte invece de li' onta, di cui quel vile non aveva il coraggio>>; Montaigne, Essais 1 .20, p. 85 Pléiade: «Paolo Emilio, a colui che gli inviava lo sventurato re di Macedonia suo prigioniero, per pregarlo di non con­ durlo al suo trionfo, rispose: "Lo chieda a se stesso">> . Cfr. fr. 149. [50.] RO 79 IC 5 2C 1 7 M 222 B 161 T 169 L 16 S 50 LG 14 r. l VANITÉ a. ** r. 4 CHERCHER rechercher l l Cfr. fr. 70. [5 1 .] R0 79 1 C 5 2C 17 M 225 B 1 1 3 T 169 L 17 S 5 1 LG 15 r. l lNCONSTANCE ET BIZARRERIE a. ** r. 2 NE VNRE p. Gagner sa vie et c. l REGNER etre l 1 Viaggiatori dell'epoca riferivano che alcuni sultani amavano eseguire picco­ li lavori di precisione.

[52.] RO 79 l C 5 2C 1 8 M 220 B 955 T 1 69 L l8 S 52 LG 16 r. l 75 1 . a. «Au-dessus de ce 1Wmbre se trouve un mot effacé: peut-étre le début de pirrhonien ou pirrhonisme» T 1 «75 1 » (per 752) è il numero della pagina degli Essais di Montaigne (3.10) nel­ l'edizione usata da Pascal (Augustin Courbet, Paris 1652); vi si legge (p. 989 Plé­ iade): «La maggior parte delle nostre occupazioni è farsesca: Muntb.ts universus exercet histrioniam. Bisogna interpretare a dovere il proprio ruolo, ma come di

535

536

Pascal I testi - Pensieri un personaggio preso a prestito. Non bisogna fare, di una maschera e di una par­ venza, un'essenza reale, né di una cosa estranea una cosa nostra. Non sappiamo distinguere la pelle dalla camicia. Basta già infarinarsi il viso, senza infarinarsi il petto. Vedo alcuni che si trasformano e tramutano in altrettante figure ed esse­ ri nuovi, quante sono le cariche che assumono, e fanno i preti fino al fegato e agli intestini e si portano la loro carica fin nel cessO>>.

2 Disputa per la forma e lunghezza del cappuccio tra i Francescani. [53.) R0 79 1C 5 2C 1 8 M 2 1 8 B 3 1 S T 1 69 L 1 9 S 53 LG 1 7

l Cfr. fr. 1 23; 1 66, Apparato, r. 9.

[54.] RO 79 !C 5 2C 1 8 M 22 1 B 292 T 1 69 L 20 S 54 LG 1 8

l

Cfr. fr. 94 med.; 1 66, Apparato, r. 9.

[55.] RO 83 l C 5 2C 1 8 M 237 B 3 8 1 T 1 69 L 21 S 55 LG 19 r. l VIEIL S corr. in vieux ** r. 9

ET a . l INDIVISIBLE a. sopra la r.

l Cfr. Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p. 484 Pléiade: ; p. 585: .

2 Cfr. fr. 466. [56.) RO 83 l C 6 2C 18 M 239 B 367 T 1 69 L 22 S 56 LG 20 r. 2 MANGENT mange RO

1

Cfr. Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p. 454 Pléiade: .

2 Cfr. fr. 8 1 . [57.) RO 81 l C 6 2C 1 9 M 226 B 67 T 170 L 23 S 57 LG 21 r. l VA NITÉ DES SCIENCES a . ** r. 2 ME nous LG ** r. 3 L' a.

1

Cfr. fr . 568.

Pascal l testi - Pensieri [58.] RO 79 l C 6 2C 1 9 M 2 1 7 8 1 27 T 1 70 L 24 S 5 8

LG 22

r. l CONDITION DE L'HOMME a .

[59*.] RO 81 l C 6 2C 19 M 229 8 308 T 1 70 L 25 S 59 LG 23 1 r. 4 ET m< . . . > l SES CC T L LG ces M 8 S ** r. 5 IMPRIME s. en ceux qui ont c.

** r. 7 LEURS sutTES . . . JOINTES RO CC Mo M T L LG leur suite . . . jointe F S ** r.

I O MOTS : maux. RO l C corr. 2C M 8 L S LG l Cfr. fr. 78 med. 2 Vedi

fr. 39, nota 2.

[60.] RO 79 l C 7 2C 19 M 223 8 330 T 1 70 L 26 S 60 LG 24 r. 2 BIEN p l ** r. 3 MONDE s. est la plus faib c. ** r. 5 PLUS RQ T L LG integrano con sOr CC M 8 S ** r. 6 SEULE CC S saine M 8 T L LG

[6 1 .] RO 83 l C 7 2C 20 M 236 8 354 T 1 70 L 27 S 6 1 LG 25 r. 3 ARDEURS s . le flux et le reflux c. ** r. 9 PLERUMQUE . . . VJCES a . l Cfr. fr. 638; Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p . 549 Pléiade: «Non faccio che andare e venire; il mio giudizio non procede sempre in avanti, ondeggia e oscilla». Per questo fr., cfr. anche fr. 638 .

2 Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p.

552 Pléiade: «Le febbri sono calde o fredde; dagli

effetti di una passione ardente ricadiamo in quelli di una passione frigida».

3 «l mutamenti sono perlopiu graditi ai potenti>> (Orazio, CarminD 329.1 3); cfr. Montaigne , Essais 1 .4 1 , p. 256 Pléiade , con la variante principibus per divitibu.s di Orazio.

[62.] RO 244

l C 7 2C 20 M 5 1 3 8 436 T 1 7 1

L 28 S 62 LG 26

r. l fAJBLESSE a. ** r. 3 ET i l l MONTRER le i ** r. 4 rusnCE s. sin< . . . > T (•Lec­

ture douteuse») sur LG c. ** Nt FORCE . . . sOREMENT a. ** r. 8 Nou s p . Et donc nous n'avons ni le vrai c. l Concetto aristotelico: cfr. Etica nicomachea 1 .4, 1 059a . l 4; e fr . 445 med.

2 L'immaginazione del

fr. 78.

[63.] R0 83 1 C 8

1

2C 20 M 240 8 1 56 T 1 7 1 L 29 S 63 LG 27

r. 4 DONT L' AMOUR . . . NATUREL a.

1 «Stirpe feroce, che non considerava vita quella senza

anni» (Livio. 34. 1 7 .6).

537

538

Pascal l testi - Pensieri 2 Gli

Spagnoli : cfr. Montaigne, Essais 1 . 1 4 , p. 61 Pléiade: «Catone console, per

assicurasi alcune città in Spagna, proibf semplicemente ai loro abitanti di porta­ re le armi; per cui un grande numero si uccise : ferox genus nullam vitam rari sine

armis esse>> .

3 Cfr. Montaigne, Essais

1 . 1 4, p. 52 Pléiade: «Qualsiasi opinione è abbastanza

forte per farsi sposare a prezzo della vita>> .

[64.) RO 83 IC 8 1 2C 2 1 M 234 B 320 T 1 7 1 L 30 S 64 LG 28 l Cfr. fr. 804; Platone, Repubblica 8.7, 55 l c 3 (e ampiamente come metafora a 6.4).

[65.] R0 83 I C 8 1 2C 21 M 238 B 1 49 T 1 7 1 L 3 1 S 65 LG 29

[66.) RO 83 IC 8 1 2C 21 M 235 B 3 1 7bis T 1 7 1 L 32 S 66 LG 30 r. l VANITÉ a . 1 Cfr. fr. 1 1 5. [67 * .] R0 8 I I C 8 1 2C 2 I M 228 8 374 T I 7 1 L 33 S 67 LG 3 1

scrittura somigliante a quella di Jacqueline Pasca[ r. 3 NON PAS . . . MAIS a. nel m . da Pasca[ ** r. 6 DEçu desceu l c . deceu da Pasca[ ** r. 8 L'ART l ' acte l ** r. I l DU PYRRHONISME de Pyrrhon l ** r. 1 4 DE CROIRE a . sopra la r. da Pasca[ l A essere scettici . [68.*) RO 83 I C 9 1 2C 22 M 24 1 B 376 T 1 72 L 34 S 68 LG 3 1 l Dei pirroniani. [69.) 1 R0 8 1 I C 9 2C 22 M 23 1 B l l 7 T I 72 L 35 S 69 LG 32 r. l SOULIER slr RO ** r. 4 QUE CELUI-LÀ Qu'iJ I l Cfr. frr. 1 62 , 7 1 . [70.) RO 23 IC 9 1 2C 23 M 47 B 164 T 1 72 L 36 S 70 LG 33 r. 4 BRUIT s. et c. ** r. 7 D ' de RO ** r. 8 SANS LE CONNAITRE qu' ils ne connaiss 1 ** r. 9 MALHEUREUX dans le néant que d'etre en [telle l ] une con­ l l dition [que c.] si malheureuse l UNE la demière l Cfr. fr. 1 68 med.

Pascal l testi - Pensieri [7 1 .]

RO 21 ! C 9 1 2C 23 M 45 B ! 58 T 1 7 2 L 37 S 7 1 LG 34 r. l MrnERS a. ** r. 2 LA DOUCEUR Le prix l l QU'A qu'en l ** r. 3 1 L' a. l L'Al­

ME s. ce qui y tient c. [72.] 1 RO 23 !C 9 2C 23 M 51 B 7 1 T 1 72 L 38 S 72 LG 35 r. 2 NE LUI EN DONNEZ PAS Donnez lui du l ** r. 2 DE MÉME etc. l I «Si tratta delle "spezie" che le parti in causa, nel Seicento, avevano la consue­ tudine di dare al giudice del processo: Racine nei Plaideurs parlerà di "un certo quartino di vino" (25, v. 567)» (Le Guem): grazie a quel «quartino» il giudice muta parere a favore del donatore .

[73.] RO 23 l C 9 1 2C 23 M 48 B 1 4 1 T 1 73 L 39 S 73 LG 36 r. l s' occuPENT c. e riscritto sopra ** r. 2 LE m l

I Cfr. fr. 1 68 med . , fin. 2 Cfr. fr. 1 68 med. [74.] 2 RO 21 l C 8 2C 23 M 44 B 1 34 T 1 73 L40 S 74 LG 37 r. 2 PAR CC F Mo M B Str TCI L S pour TA LG pr RO ** r. 3 POINT M B T L LG pas CC S l Cfr. Aristotele, Poetica 4, 1448b 9: «Esseri la cui vista ci è spiacevole, contem­ plati nelle loro riproduzioni pittoriche, anche le piu esatte, ci dilettano:

ad esempio

le forme degli animali spregiati e dei cadaveri>> ; cfr. anche Retorica 1 . 1 1 , 1 37 l b 5 . [75.*] RO 23 l C 8

2

2C 23 M 53 B 69 T 173 L 41 S 75 LG 38

cfr.fr. 603 r. l QUAND . . . ou inizio scritto da Pasca[ poi ripetuto d'alrra mmw B LG (e M lnfmi milieu)fanno precedere il titolo delfr. 603 2 infinis. Milieu l EN1llND RO T n' entend CC F Mo M B L S LG (comefr. 603) [76.*] 2 RO 23 l C 8 2C 23 M 54 B 207 T 1 73 L 42 S 76 LG 39

[77.*] 2 RO 23 l C 8 2C 23 M 55 B 1 36 T 1 73 L 43 S 77 LG 40 [78.] RO 36 1 , 362, 369, 370 !C 8

2

2C 24 M 60 1 B 82, 8 3 T 173 L 44, 45 S 7 8 LG 4 1

539

5 40

Pasca l I testi -

Pensieri

a fianco del titolo un A (cfr. r. 76) r. 2 DOMINANTE CC T L S LG decevante F Mo M B Str l DANS L'HOMME s. cause de tous les déportements c. ** r. 3 MAITRESSE

s. pièce c.; nel m. a fianco Elle n'est pas l Encore l FAUSSETÉ s. si insigne fourbe c. l D ' AUTANT PLUS FOURBE en cela plus insigne l ** r. 4 EST es RO l INFAILLIBLE a. sopra la r. ** r. 5 L' é l I INFAILLIBLE infaille RO a. sopra la r. ** r. 6 ELLE s. est queJquef c. ** MARQUANT . . . ET LE FAUX imprimant avec )a meme marque Ies opinions vraies et fausses. C'est elle qui l ** r. 9 QUE que que RO ** r. I l NE PEUT METTRE met l l AUX [au RO] CHOSES s. Elle juge souverai­ nement du bien, du vrai , dujuste c. ** r. 1 6 SES SAINS . . . SES FOUS ET SES a . l SAINS m l l MALADES sages l 1 3sES ces RO ** r. 1 7 RAJSON s. Elle fait [agir les 2 sens i ] sentir aux sens. [Elle les i ] C'est l c . l SUSPEND s. au co< . . . > 1 à son c. **

r. 18 SAGES

s.

ses fous c. ** r. 19 vorR s. que ceux qui ne sont c. ** r. 20 H6TES

sectateurs l l SATISFACTION joy l l AUTREMENT s. que c. ** r. 22 M�MES meme RO ** r. 23 PLAIRE a . sopra la r. ** r. 24 DISPUTENT s. et extravaguent c. ** r. 25

LES AUTRES . . . DÉAANCE a. nel m. ** r. 27 FAVEUR AUPRÈS DES sympathie avec les i

l DES M B T L LG de leurs CC S des les RO (residuo della cancellazione di sym­ pathie avec les) ** r. 29 ELLE Si i p. [Car i E< . . . �] On s' aperçoit ordinai l c. ** r. 30 RENDRE SES AMIS QUE que )es rendre ** r. 3 1 L'UNE p. par c. l LES )e RO l COUVRANT couvre l ** r. 34 LOIS s . aux religions c. ** r. 35 IMAGINANTE?

s. Quel pouvoir exerce-t-elle sur les àmes, sur les corps! Combien [de maladies guéries, combien de santés altérées! l ] de malades lui sont redevables de leur santé, et combien de sains de leurs maladies! c. l TOUTES LES B T L LG Combien tou­ tes CC M Str S Combien de l ** r. 36 INSUFASANTES SANS SON CONSENTEMENT inutiles à celui qui s' imagine n'en avoir pas assez l ** r. 38 NE DIRJEZ-vous PAS

p. Je n'ai [T L sais Mo ne sais M B om. LG] d'où vient que le plus grave [RO T L grand Mo M 8 LG] hom c. l MAGISTRAT sénateur l l VIEILLESSE VÉNÉRA­ BLE mine a une gravité qui l ** r. 40 UNE a . sopra la r. l QU'IL a. sopra la r. ** r. 4 1 PAR LEUR NATURE SANS dans le fond sans l l PAR CC T L S dans M 8 Str LG l CES de l ** r. 43 DANS UN SERMON dans une égli l dans [un i ] une église2 ** r. 44 DÉVOT s . joi< . . . > [?] sopra la r., c. l LA SOLIDITÉ l[a l ] 'égalité l ** r. 45 L' AR­

DEUR a. sopra la r. l DE manca in RO l CHARITÉ s. de sa foi c.; probabilmente par l la charité de sa foi 1 ** r. 46 UN tout Je l EXEMPLAIRE dont il est capabJe l plein 2 2 l et sincère l VIENNE À PARAITRE ait la barbe mal faite monte en ** r. 47 SI CC l F T L S LG [que T L LG] que Mo M B Str ** r. 48 QUE SON . . . RASÉ a. sopra la r. ** r. 50 VÉRJTÉS choses l

l ANNONCE prononce l

** r. 53 QU'IL NE FAUT que le

chemin qu'il occupe en marchant à son ordinaire l s. quelque surement soutenue qu'elle soit c. ** r. 54 DE SA SURIITÉ a . sopra la r.; s . je mets en fait que c. ** r. 55 SAURAIENT S. sans pa c. ** r. 56 PÀLIR ET SUER suer et pàlir l ** r. 57 1 NE a. sopra la r. l Qui NE SAlT. . . À rous SENS a. nel m . * * r. 59 ETC. le [son d' une l l vis/vie< . . . > ] son que fait l GONDS? s. Un son fait grincer les dents c. ** r. 64 1 MEILLEURE pl ** r. 66 ET s. secoue c., ripetuto e c. ** r. 67 QUI NE BRAN-

Pascal l testi - Pensieri qui n'agissent presque que 1 ** r. 69 ET s. subito prend pour ses principes c. ** r. 7 1 LIEU s. Qui voudrait ne suivre que la raison, serait fou prou­ vé [. Il faut, puisque au jugement de la plus grande partie [du monde 1 l des hom­ mes) au jugement du cornrnun des ho c. l IL FAUT . . . MAhllEssE DV MONDE b. ** r. 72 LE JOUR s. [a l ] et se fatiguer c. l RECONNUS POUR a . sopra la r. ** r. 73 IMAGINAIRES s. quoiqu'imaginaires c. l LE SOMMEIL la rais [8 T nuit M L) 1 la nature 2 ** r. 74 FATIGUES impressions l l RAISON s. imaginaire et mis dans une calme admirable c. l INCONTINENT s. I'inter< . . . > ' le détruire et2 ** r. 76 ESSUYER LE PRESQUE QUE

suivre l («Lecture douteuse» T) l ou MONDE s. [Un i l Voilà un des principes d'er­ reur. Mais ce n'est pas le seui. L'hornrne a eu bien raison d'allier ses deux puis­ sances c., e quoique dans celte paix l'imagination ait bien amplement l'avanta­ ge, car dans la guerre elle l'a bien plus entier. Jamais [a. sopra la r.] la raison b. [ne sourrnonte jamais tant l'imagination, au lieu que l'imagination demonte sou­ vent tout-à-fait [a . sopra la r.) la raison de son siège l ) totalle­ ment l 'imagination, contraire est ordinaire nel m. poi c. e di incena lettura2 ; in RO segue incollata qui (ff. 365 sg.) ed evidenziata dci una linea verticale late­ rale e dalla lettera 8, la seconda parte delfr. 94 (dci en avait rencontré . . . ) ** r. 77 CE MYSTÈRE ceJa l ** r. 78 HERMINES s. toute leur chaforrure c. ** r. 79 CHAFOURRÉS s. font trembler le peuple, en qui l'imagination abonde. Ils ne peu­ vent pas croire qu'un hornrne qui n'a pas de soutane soit [s. aussi c.] grand méde­ cin. Les crocheteurs sont en habit court c . l LES PALAJS . . . AUTHENTJQUE a. con richia­ mo sul m. d., poi sul sin. ** r. 85 S'n.s AVAJENT . . . LE RESPECT Pasca[ ha completalo questo punto quando già aveva fatto altrettanto piu sotto nel m . d. con Les seuls gents de guerre . . . ces déguisements, che bloccava lo spazio per contiTIUQre diret­ tamente ** r. 80 SI a . sopra la r. ** r. 84 SI a . sopra la r. ** r. 85 LA VÉRITABLE JUSTICE RO CC M Str L S LG la vérité et la justice 8 T ** r. 87 DE des l rimasto RO ** r. 9 1 s'ATTIRENT RO CC M 8 T L LG attirent S ** r. 92 RESPECT s. Mais la pompe [8 Str T L LG pourpre Mo M] des roi est encore plus [éclatante l ) étonnante C. ** r. 93 LES SEULS GENS . . . DÉGUJSEMENTS a. ne[ m. ** r. 94 PART force 1 l ESSENTIELLE s. que l et2 c. ** r. 96 ROIS roi RO ** r. 97 MASQUÉS cou­ verts 1 ** r. 98 MAIS iJs l l SONT ACCOMPAGNÉS CC M 8 T L l 952 S LG font accompagner L 1 962 ** r. 99 2oE de de RO l BALOURDS [LG hal1ebardes CC M 8 Str T S balafrés [!] L) troupes l s. de forc l de troupes2 c. l CEs [de l ] trou­ pes 1 l TROUPES CC 8 T L S trognes M Str LG ** r. 100 ARMÉES a. sopra la r.; assolutamente non convincente, oltreché poco spiritoso, E. Marti1U!au in B. Pasca[, Discours sur la religion, Fayard - Annand Colin, Paris 1992, pp. 17 sg. Ces troupes armées de hallebardes ** r. 102 ENVIRONNENT sui l ** r. 103 L'HABIT, SEULEMENT TC1 L LG I'habit seulement, M 8 S ** r. 104 RAJSON ima­ gination 1 ** r. 105 SEIGNEUR Turc l l ENVIRONtffi dans l au milieu de2 ** r. 106

c. ** r. 108 AVOCAT s . Je bonnet c. ** r. 109 prévent 1 s. de science 1 de2 c . ** r. 1 1 1 DISPOSE fait l ** r. 1 1 2 ET

SUPERBE a. sopra la r. l S�RAIL s. et OPINION

541

542

Pascal l testi - Pensieri a. bonheur bien l l l LE a. sopra la r. ** r.

1 1 4 qui VAUT. . . DES LIVRES a . sopra

r. 1 1 5 DEL d' [eJe l ]el RO] I J'y p. Il f< . . . > c. ** r. 1 1 7 LES EFFETS la natu l ** r. 1 1 9 EN a. sopra [a r. ** r. 1 22 LES CHARMES DE LA NOUVEAliTÉ p. La nouvauté a s l ** r. 1 23 VIENNENT [vient l l C] TOUTES LES DISPU­

[a r. **

TES CC M

s.

HOMMES

B S vieni toute la dispute L LG viennent toute la dispute RO ** les uns reprenants les autres l exposés 2

c. l M�ME DEPUIS L'ENFANCE a. sopra qu'on RO

**

ne

c. **

r. 1 28 fhRE

c. e non restituito ** r.

r. 1 3 1 DÈS L'ENFANCE . . . ÉTAIT voir des coffres l

**

r.

s.

r. 1 24

qu 'on ne

1 29 DE des

1 32 VIDE

vides T

corr. vide TCl l VOYIEZ T L S LG voyez CC M B ** r. 1 34 QU'IL FAUT . . . CORRI­ GE a. ** r. 1 39 À à la l ** r. 1 40 LES SENS c. e riscrino sopra ** r. 141 LES c< . . . > 1 l ** r. 144 PROPORTION S. si J ' epl< . . . > [?) C. ** r. 145 INSTRUMENT intéret ** r. l 146 CREVER LES YEUX ave * * r. ! 50 SÙR a. ** 1 54 S ' n.s . . . ILS EN lls [atteind l ] brisent l * * r. 1 55 LA cette l * * r. ! 57 L'HOMME ... ET LA RAISON

b. **

r. ! 58 AUCUN PRINCIPE [pr RO] CC

touche l

l EXCELLENTS CC B L S

1 62 N'EST GRÀCE

s.

s.

donc

c. l

B TLS

1 60 SES c l ** r. r. 1 63 I LA a . sopra la r. l

* * r.

s. et d'ignorance c. ** c., e non restituito; poi sopra la r. Il

D'ERREUR

Tout l Rien ne2

LG aucune M aucune

LG excellentes M T

n'a point de prise

c. ** r. 1 64 ToUT C< . . .> l ** s'EN RÉVANCHE a . ne[ m. ** r. 1 67 APPARENCES s. Elle

pour saisir la verité quand elle viendrait à lui mais r. 1 66 LES SENS ABUSENT . . .

ne peut les croire et les suivre c.

**

r. 1 68 APPORTENT font l i L' ÀME RO T («Peut­

etrejaut-il lire, avec le copiste , ! ' autre » ) 1 70 TROUBLENT LES SENS CC Mo M

con una cancellatura accennata su

L S LG l' autre CC la raison M B ** r. 2 S troublent !es sens l !es troublent L LG l (es, e 2(es rimasto non c. dopo il ripristino

8

del testo primitivo ** r. 1 7 1 FAUSSES s. Et cette meme piperie [qu'i(s l ] que !es sens c. ** r. 1 75 IL FAUT . . . TROMPEUSES frase nel m., cerchiata, di fronte a L'homme n'est qu'un sujet. . . ; qui in M T; anteposto a L'homme n'est. . . e inizio di un altrofr. (n. 83) in B; inizio di un altrofr. (n. 45) a L'homme n'est. . . con Il l faut. . . tra parentesi in chiusa L; dopo Tout l ' abuse S; om. LG l LE ce l Cfr. Montaigne, Essais 1 . 14, p. 62 Pléiade: . 2 Cfr. Montaigne , Essais

3.8, p. 9 1 7

Pléiade: .

3 Cfr. Montaigne, Essais 3.8, p. 9 1 1

Pléiade, detto però della fortuna: . 5 «Questo predicatore finisce per somigliare a un personaggio della farsa (cfr. La jalousie du Barbouillé di Molière, dove il protagonista agiva col volto infari­ nato o con macchie di color vino)>> (Ferreyrolles). 6 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 578 Pléiade: «Si metta un filosofo in una gab­ bia di fil di ferro sottile e rado, sospesa in cima alla torre di Notre-Dame di Pari­ gi: vedrà che per ragioni evidenti è impossibile che cada, eppure, a meno che pra­ tichi il mestiere dei conciatetti, non potrà evitare che la vista di queU 'altezza enonne non Io spaventi e lo raggeli. [ ...] Si getti una trave fra quelle due torri, grossa abba­ stanza perché si possa camminarvi sopra: non c'è sapienza filosofica cosi sicura che ci possa dare il coraggio di procedere come faremmo se fosse a terra>> . 7 Cfr. Montaigne, Essais 1 .2 1 , p. 95 Pléiade: «Noi sudiamo, tremiamo, divenia­ mo pallidi e rossi alle scosse della nostra immaginazione>> . 8 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 577 Plèiade: > . 15 Cfr. frr. 463, 548.

543

544

Pascal I testi - Pensieri 1 6 Cfr. Descartes, Les principes de la philosophie l .7 1 , in CEuvres et lettres, ed. A. Bridoux, Pléiade , Paris 1 966, p. 478: >.

18 Secondo l ' insegnamento aristotel ico

(Fisica 4.6-9) e poi

scolastico e anco­

ra cartesiano (vedi nota 1 7), il vuoto non esiste - conclusione non solo di fisica ma con piu vaste implicazioni filosofiche e teologiche. - Pasca) a sua volta con­ clude, dopo studi sull'esperimento di Torricelli, divulgato in Francia dal padre Mer­ senne, (Expériences nouvelles touchant le vide CEuvres complètes cit., Il, Paris 1 970, p. 499 Mesnard).

[ 1 647] , > , in

Vedi anche la ricapitolazione e le obiezioni nella lettera a Aorin Périer del 15 novem­ bre del medesimo anno,

ibid., pp.

678 sg ., e qui, fr. 749, nota l .

19 Cfr. Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p. 547 Pléiade: .

20 Cfr. Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p .

535 Pléiade: .

2 1 Cfr. Montaigne, Essais 2 . 1 2 , p. 580 Pléiade:

. [79.) RO 79 IC 13 2C 30 M 2 1 9 B 1 63 T 1 78 L 46 S 79 LG 42 r. 3 CLÉOPATRE a.

l

Cfr. frr. 32, 229.

[80.] R0 2I I C 1 3 2C 30 M 42 B 1 72 T l 78 L 47 S 80 LG 43 r. l

Nous . . . altro inizio posteriore, poi c. Le temps qui nous a porté jusqu'ici par [Ja l ]

Pascal l testi - Pensieri sa succession continuelle nous a si bien [T L LG plus Mo M] accoutumés au branle que l PRÉSENT s. Nous rappelons [l'avenirl ] le passé c. ** r. 2 ANTICIPONS s. l' avenir et voyons [M voya T voy< .. > L en voyant LG] [errants l ] errons (cfr. r. 5) c.; s. ou rappelo c. ** r. 5 ERRONS errants l (cfr. r. 2) l LES RO CC M S LG des 8 T L ** r. 6 lroooT LS LG pas CC M 8 l NÒ"mES s. [et qui so l nous2 et sJJ et sornrnes si imprudents que c. ** r. 7 ET SI VAINS QUE a. sopra la r. l À CEUX QUI NE soNT [sont sont RO] 8 T L S LG à ceux qui meme ne sont IC à ceux qui mémes ne sont 2C à celui qui n'est plus Mo M à ceux qui ne sont plus Str ** r. I l EST AGRÉA­ BLE plai l ** r. 1 3 DISPOSER dispser RO ** r. !7 10l.TfFS touj l l À l> (Havet). [84.] RO 23 r. l

lC

14 2C 32 M 52 B 293 T 179 L 5 1 S 84 LG 47

TUEZ-vous s. a. sopra la r. e poi c. à votre avantage l je n'ai point d'armes2 1 ET

QUOI , NE Parce que vous l demeure2 s. de I'autre c. ** 3 ASSASSIN

CELA SERAIT INJUSTE a. l Riprende il fr. 43; cfr. anche 54, 94 in.

s.

ma c. l ET

Pascal l testi - Pensieri

[85.] RO 23 l C 14 2C 32 M 50 B 388 T 1 80 L 52 S 85 LG 48 r. 5 UN une RO l HOMME r l ** r. 7 s' AMUSE PAS À DIRE di pas l ** r. 8 MAIS i l l I dogmatici, che nella loro certezza della verità si oppongono all'argomento dei pirroniani relativisti e dubbiosi (fr. 164 in.): «Nessuno è certo, fuorché per fede, di esse­ re sveglio o dormire, poiché durante il sonno si crede fermamente di essere svegli come quando lo si è»: di fronte a cui > , p. 3 1 7 Pléiade: est RO) ** r. 47 LA les l ** r. 49 OBÉIT p. ne leur c. ** r. 51 RAMASSÉE a. sopra la r. ** r. 52 MOTIF s. ad c. ** r. 56 FRONDER a. a .fine r. les états s. est et de fronder2 c. l o'ÉBRANLER de [reprendre'l rechercherl ** r. 57 LES COtm.JMES ÉTABUS les lois fondamenI l EN SONDAJIIT pour en sonderl ** r. 58 POUR MARQUER leur marquel l ruSTICE s. Elles n< . . . > c. ** r. 59 IL FAur. . . ABOLIES a.fino nel m. ** r. 60 L'ÉTAT s. pour voir c. ** r. 63 IL> (Cice­ rone, Definibus bononun et malorwn 5 21 .60, come citato da Montaigne, Essais, 2.12, p. 565 Pléaide). (Seneca, Epistulae 95.30, citato in Montaigne, ibid. 3.1 , p. 774, e qui frr. 677, 750 in.; in Seneca plebis-que scitis saeva exercentur). (Tacito, Anno/es 3.25, ancora in Essais 3.13, p. 1042). 9 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 564 Pléiade: > (Dictionnaire historique de la languefrançaise ci t., U, s . v.) 1 2 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 4 1 6 Pléiade: c. l RENDU . . . DIVINITÉ a. nel m. ** r. 146 LA sal ** r. 147 L'ÉfAT l'état del l DE restituito l ET DU PécHÉ a. ** r. 148 EST a été1 ** r. 149 ÉGALEMENT aussi l ** r. 1 5 1 LES CC 8 T L S LG le Mo M ** r. 154 Do ESTIS a. sopra la r. ** r. 1 56 Eccli.siASTE, 3 a. nel m. ** r. 1 58 PAR LA GRÀCE EST RENDU en ce qu'il est capable de la grace est i< . . . >1 ** r. 159 RENDU COMME capable

est fait pour lui, et lui pour Dieu , et l'aut l ** r. création a été l ** r.

d'etrel l Cfr. Pasca! ,

Entretien avec M. de Sacy, in (Euvres complètes cit., m, p. 142

Mesnard: >. Osserva Havet: «Quando Pasca! dirà dopo: "Dubiterà di dubitare?" si vede bene che ha in mente l'argomento famo­ so: Dubito, dunque penso; penso, dunque sono>> . 8 Il mostro mitico con tre teste e tre corpi di leone, capra e serpente. Havet rileva che gli editori di Port-Royal hanno cancellato le parole quel monstre e quel prodige e sostituito cloaque d'incenitude con amas d'incertitude, sopprimendo poi et d'erreur. 9 Cfr. Giobbe, 25.6; Ecclesiastico, 19.3. IO Cfr. Montaigne, Essais 3.8, p. 906 Pléiade: . I l Cfr. Montaigne, ESsais 2.12, p. 523: «La ragione vera ed essenziale, di cui ci appro­ priamo il nome a falso titolo, risiede nel grembo di Dio; là è la sua dimora e il suo riti­ ro, di là viene quando piace a Dio di mostrarcene qualche raggio>> . 1 2 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 482 Pléiade: «Chiunque cerca qualcosa, arriva a questo punto: o dire di averla trovata, o che è introvabile, o che la sta ancora cercan­ do. Tutta la filosofia si suddivide in queste tre [cosi anche Pasca! in prima istanza: vedi Apparato, r. 84] specie>> . 13 «Est-ce raisonner de dire: L'homme est inconcevable sans ce mystère inconce­ vab/e?>> (Voltaire, Lettres philosophiques 25 [«Sur les Pensées de Pascal>>].3, in Mé/anges, p. 106 Pléiade). 14 «Stare con i figli degli uomini è la mia delizia>> (Proverbi, 8.3 1 ). «Effonderò il mio spirito su ogni carne>> (Isaia,44.3: super semen tuum). «Siete dèi>> (Salmi, 8 1 .6). 1 5 «Ogni carne è fieno>> (Isaia, 40.6). «L'uomo si è fatto simile alle bestie irragio­ nevoli ed è divenuto simile ad esse>> (Salrni,48 . 1 3 , 21). «Mi dissi in cuor mio dei figli degli uomini che Dio li prova e mostra che sono simili a bestie>> (Ecclesiaste, 3 . 1 8). 16 Notevole la prima formulazione di questo passo (vedi Apparato): « ... l'uomo in quanto capace della grazia è reso capace di essere simile a Dio ...>>

Pascal l testi - Pensieri [IX. DISTRAZIONE] [ 165** .] IC 53 2C 75 M 886 B 170 L 1 32 S 165 LG 123 anche il titolo delfascicolo è riportato in CC [ 1 66.] RO 1 2 1 IC 53 2C 75 M 3 10, 3 1 1 B 168, 1 69 T 205 L 133, 1 34 166 LG 124 r. l Divertissement a. ** r. 2 LES HOMMES ... N'v POINT PENSER CC S fanno precede­ re Nonobstant... d'y penser (cfr. rr. 5-9) che inizia nel m . d. accanto a Divertissement p. Les hommes pour se rend c. ** r. 3 POUR SE RENDRE HEUREUX a. sopra la r.

** r. 5 NONOBSTANT... PENSER a. nel m. ** r. 9 Pfl'ISER S. n a quatre Iaquais - n demeu­ re au dela de l 'eau - Si l'homme c., per cui cfr.frr. 53, 54, 165 [167*.] RO 125 !C 53 2C 75 M 321 B 469 T 205 L 135 S 167 LG 1 25 dettato al segretario r. 5 ÉTERNEL Nl INFINI infini l ** r. 6 NÉCÉSSAIRE éter 1 l n cogito ergo sum cartesiano; cfr. Principes de la philosophie 1 .8, p. 436 Pléiade: «Noi siamo, solo in quanto pensiamo>>; Méditations 2, p. 1 69 Pléiade: «lo sono, esi­ sto: questo è certo; ma per quanto tempo? Ecco: per quanto tempo penso>>. [168.] RO 1 39, 210, 209, 217, 133, 217 IC 53 2C 76 M 335 B 1 39 T 205 L 136 S 168 LG 1 26 r. l

DIVERTISSEMENT Misère de l'homme l

** r. 3 ET LES PEINES a. sopra la r. ** r. 4

DANS LA GUERRE s. sur la mer et c. l D'Où NAISSENT. . .

EfC. a. ** r. 7 D'UNE SEULE OiOSE, QUI EST a. ** r. 8 DEMEURER vivre l ** r. IO DEMEURER p. y c. ** r. I l SUR LA MER s. voir une ville étrangère, ou aller chercherdu poivre c. l ON ou l ** r. 12 N' a. l ACHÈ­ TERAIT T L LG achètera Mo M B Str achète CC S n'irait pas l ne laisserait2 n'irait pas3 s. pas c. l SI CHÈRE s. pour aller tous les ans à la g [a. sopra la r.] se faire bles­ ser et assommer c. ** r. 16 PLAISIR s. C'est pour éviter ce mal insupportable qu' oo achète des charges pour c. l ETC. s. Mais q (cfr. r. 1 7) c. e Toutes [c l ] 1es peines qu'on souffre ne viennent donc que de cela seu1ement, qu'on ne sait pas demeurer chez soi en repos et [en l ] avec plaisir b. ** r. 1 7 Pfl'ISÉ pl bieo2 l DE a. sopra la r. l PLUS PRÈS s. j'ai trouvé c. ** r. 18 MALHEURS ennu l ** r. 19 LES 1a 1 1 LES RAISONs TCI L LG 1es raison RO 1a raison CC M B S I Qu' que l l BIEN a . sopra la r. ** r. 20 QUI et que l et qui C C S l NATIJREL a . sopra la r. ** r . 21 l ET qui

est l ** r. 22 PRÈS s. au lieu c. ** r. 23 où [sl] CC T L l 952 S LG si Mo M B Str L 1 962 ** r. 24 LA ROYAUTÉ EST . . . S'EN IMAGINE qu'on s' imagioe UD roi, car [enco l ] soit [car avec son LG] I T L ** r. 26 UN manca in RO ** r. 29 CEJ"ffi . . . POINT a. ** r. 3 1

VUES s . des

maladies c. ** r. 35 SUJETS . . .

DIVER1IT officiers, quel-

569

570

Pasca.l l testi - Pensieri que peu de fortune qu'il ait, s'il est [au l ] à la chasse [ou s'il joue avec quelque bon­ heur l ] ou aujeul l ET oul ** r. 36 DE LÀ VJENT p. L'unique bien des hornrnes consi­ ste donc à etre divertis de penser à leur condition ou par une occupation qui les en detour­ ne, ou par quelque pa�sion agréable [qui l ] et nouvelle qui les occupe, ou [le 1 ] par le jeu, la [dance l ] chasse, quelque spectacle attachant , et enfin par ce qu'on appelle diver­ tissement. Et de là vient b. e/o c. l LA les i ** r. 40 JEU s . on n' aurait pas. c. l DANS LE LIÈVRE dans le cerfl ** r. 4 1 CE N'EST PAS . . . PAISIBLE Ce n 'est pas cene possession Ianguissante l ** r.

44 TRACAS s. et 1< . . > a.

e c. ** r. 45 RA.ISON . . . LA PRISE a. nel

m. ** r. 48 PRISON S. et )a so)itu c. l

UN si h l

** r. 49 LE PLAISIR DE LA SOLITU­

DE )a soll ** r. 50 INCOMPRÉHENSIBLE incompréhensib

RQ ** r. 5 1

FÉLICI­

TÉ bon l ** r. 52 CE manca in RQ ** r. 53 mUTES SORTES DE lesi l LE ROI. . .

s'IL Y PENSE a. nel m . poco sotto ** r. 59 CROIENT QUE méprisent l

** r. 64 EN GARAN­

TIT empè l ** r. 65 PRENDRE LE vivre en l ** inizio di una parte di testo tor­ mentata e variamente edita .

A .fine

r. nel basso del f.

210 s.

Et ainsi superstite di un

brano c., e affiancato dalla lettera A; entrambi ripresi a metà delf. 209 (cfr. r. 68) con A Et ainsi , quand on leur . . . Fra questi due estremi si trova on philosophe souvent en disant que les rois ne sont pas heureux parce que les choses qu'ils possèdent ne c. Le conseil. . . (vivre en l j prendre le . . . bien de difficultés non c. Et ne fut pas dig c. Dire à un homme qu'il vive [soit soprascritto e c.] en repos , c'est lui dire qu'il vive heureux; [dire à un i ] c'est lui conseiller [s. , al termine del f.

210 e all'inizio di 209,

due A c. e sostituiti da quellopiti sopra, dopo Et ainsi; anche conseiller ripetuto all'ini­ zio di 209] d'avoir une condition toute heureuse et [qu'iJ I ] Jaquelle puisse considé­ rer à loisir [a. sopra la r.] , sans y trouver sujet d'affliction b. [C'est lui conseil ] Ce n'est donc pas entendre la nature c. Aussi les hornrnes [sentl ] qui sentent natu­ rellement leur condition, n'évitent rien tant que le repos. Il n'y a rien qu'ils ne fassent pour chercher le trouble. b. Ce n'est pas qu'ils aient un instinct, [qui les i ] qui leur fait connaitre que la vraie béatitude c.; s. di mano del segretario Ainsi on se prend mal pour les blamer [mais on a quelque raison

en

ce que les hommes, eux 1 ] . Leur faute

n'est pas en ce qu'ils cherchent [. Le divertissement empeche et l ] Je tumulte, s'ils ne le cherchaient que comme un divertissement, mais le mal est qu'ils [ne l ] Je recher­ chent cornrne si la possession des choses qu' ils recherchent les devait rendre vérita­ blement heureux. Est c'est en quoi on a raison d' accuser leur recherche de vanité. De sorte qu'en tout cela et ceux qui blarnent et ceux qui sont blamés n'entendent la véri­ table nature de l' hornrne b.; nel m. sin . a .fianco di Aussi les hornrnes . . . chercher le trouble cerchiato e non c. La vanité , le plaisir de la montrer aux autres ** r. 69 ARDEUR violl ** r. 75 LA DANCE. . . LES PIEDS nel m., cerchiato ** r. 77 MAIS s. en cro­ yant cornrne ils font qu'ils seront en suite dans un heureux repos, ils donnent [àl ] beau à se faire battre. Mais dans la vérité on ne combat que l [es [ill l ] irnaginations2]' objet qu 'ils s 'irnaginent [et non pas leurl avoif2) et non pas celui qu 'ils ont en effet et qui se cache et se dérobe à leur vue dans le fond de leur creur c. I JLS NE

Pascal l testi - Pensieri RÉPONDENT ils ne so 1 1 PARCE QU'Illi s. sont trompés eux mémes et qu' ils ont d 'au­ tres pensées. lls croient en effet que ce qu 'ils chen:hent est capable de les satisfaire, et c. ** r. 80 LE GENTILHOME .. . CE SENfiMENT-LÀ nel m., cerchiato ** r. 84 NE SEN­ TENT PAS s. que c. ** r. 85 LEUR CC Mo M

B Str LG la T L S ** r. 88 AU-DEHORS s.

et comme ils ont c. ** r. 89 CONTINUEI.l.ES s. de la nature corrompue a. sopra la r. e

c. ** r. 90 QUI RESTE . . . NATIJRE a. sopra la r. l GRANDEUR ... PREMIÈRE a. sopra la r. ** r. 91 NOTRE leurl l NATIJRE s. saine c. ** r. 92 E!N EfFET a. sopra la r. ** r. 93 LE

TUMULTE la recherche l l IL ils RO ** r. 94 UN le l l QUI SE CACHE . . . LEUR ÀME a. sopra la r. ** r. 95 DE d RO ** r. 97 EN SURMONTANT après avoir surmonté l ** r. 103 LE TUMULTE s. [Nous l] Nulle condition n'est heureuse sans bruit et sans divertissement. Et toute condition est heureuse sans bruit tandis qu'on [a1 ] jouit de quelque divertis­ sement. Mais qu 'on juge quel est ce bonheur qui consiste à etre diverti de penser à soi

c. ** r. 109 AINSI L'HOMME . . . LE DIVERTIR serino do.l segretario piu avanti, richia­ mato con un B e corr. do. Pasca/ ** r. 1 10 PAR L'ÉTAT PROPRE DE SA [par sa propre 1 ] . . . COMPLEXION a. sopra la r. do. Pasca/ ** r. 1 1 2 ESSENTIELLES a. ** r. 1 1 3 UN BIL­ LARD ET corr. do. Pasca/ su un chienl l QU'IL POUSSE corr. do. Pascal su un lièvre 1 **

r. 1 14 DIVERTIR s. di mano di Pasca/ D'où vient que cet homme qui a perdu son fils unique depuis peu de mois et qui é[tait dansl ]st accablé de procès, [et c.] de querel­ les et de tant d'affaires importantes qui le rendaient tantot si chagrin, n'y pense plus à présent ? Ne vous en étonnez pas, il est occupé à savoir par où passera ce sanglier que ses chiens pursuivent. n n' en faut pas davantage pour chasser tant de pensées [de l ] tristes. Voilà l'esprit de ce maJ"tre du monde, tout rempli de ce seui souci [ll n'en faut pas . . . seui souci a.] b. ** r. 1 15 MAis, DIREZ vous . . . CEI..UJ Car quel objet a celui-ci, qui se tue aujourd'hui [aujourd'hui a. sopra la r.] à la chasse, si non i ** r. 1 16 DE CE . . . QU'UN AliTRE dece sanglier qu'il aura prisl ** r. 1 1 7 AINSI LES AliTRES . . . AUSSI Et un autre sue dans son cabinet pour montrer aux savants une question de eh< . . . > [chiffres B Str Chevalier choses Mo M] [qu'il aura resolue c.]. Et tant d'autres [qui c.] se font blesser en une campagne pour se vanter l'hiver des dangers qu 'il COIDU, aussi l ** r. 1 1 9 QU ' ON N ' AURAIT . . . JUSQU'ICI insurmontable à tout autre l ** r. 1 22 ENF1N

a. sopra la r. l LES AliTRES s. qui c. ** r. 126 PUJSQU' Illi LE SONT p. [Cari ] puisqu'ils ne laissent c. l AU LIEU s. que les autres c. ** r. 127 LE se RO ** r. 1 28 AVAIENT CETTE

CONNAISSANCE [te l ] savaient qu'ils le sontl ** r. I29 SANS ENNUi p. heureusel avecl c. ** r. 1 32 ON DIRA 0 dirai ** r. 1 33 L'AMUSEMENT l'excl ** r. 136 UN AMUSE!MENT . . . L' ENNUIERA a. sopra la r. l UN une l ** r. 1 3 8 PIPE pique CC * * r . 141 SUR CELA . . . BARBOUILLÉ ses passions sur cela pour ne point sentir passer le temps, pour empecher l' ennui de se repandre et [la l] sa misère de paralÙ'e à sa penséel ** r. 142 DÉSIR

s. et c. l COLÈRE s. [sur l ] pour ce faux c. l L'OBJET Mo M B S LG cet objet T L ** r. 145 D'où VIENT p. L'homme sans divertissement, quel­

que heureux qu' on l' imagine, sèchera de chagrin et d' ennui, [les condl ] et l'homme, quelque [a. sopra la r.] plein de tristesse qu'il soit, si on peut gagner sur lui de le divertir, le voilà heureux c. ** r. 1 46 ACCABLÉ qui était ce matin si

571

572

Pasca l l testi -

Pensieri

troub)él ** r. 1 47 CE si l ** r. 1 48 PAS CC T L S LG point M B l EST p. pe< . . . > c. ** r. 149 LES CC M S ses 8 T L l CHIENS limiers l ** r. 1 50 AVEC TANT . . . SIX HEURES a. ** r. 1 5 1 DAVANTAGE s. pour rempl c. ** r. 1 56 QUI EMP�CHE ... MALHEUREUX sera chagrin et malheureux l ** r. 163 PRENEz-v GARDE . . . À EUX scrit­ to dal segretario e corr. da Pasca/ l PRENEZ-Y GARDE . . . o'�TRE Car, pour parler selon la vérité des diverses conditions des homrnes, ceux que nous appelons de grande qualité, comme un i ** r. 1 64 CHANCELIER p. un c. l PREMIER p. un c. l PRÉ­ SIDENT . . . ON A ne sont autre choses [sic] que des personnes qui ont des 1 ** r. 166 QUI VIENNENT . . POUR chez eux pour les entretenir de diverses affaires [dès 1 ] à leur .

reveil et l l EUX c. in RO dalla prima stesura ** r. 1 67 où pour 1 ** r. 1 69 QU' l ' l ** r. 1 70 BIENS s. pour leur nourriture et leurs logements c. ** r. 1 73 SON­ GER À EUX s. sempre scritto dal segretario e con correzioni di Pasca/ Le divertis­ sement est une chose si nécessaire aux gens du monde, qu'ils sont misérables [en 1 ] sans cela car [quand meme ils ne penseraient pas l ou ils pensent aux misères de Ieurs conditions, ou ce qui les porte dans l 'ennui 2] . tantòt un accident leur arri­ ve, tantòt ils pensent [aux l] à ceux qui leur peuvent arriver; ou meme quand ils n'y penseraient pas et qu'ils n'auraient aucun sujet de chagrin, l'ennui, de son auto­ rité privée, ne laisse pas de sortir du fond du cceur, où il a une racine naturelle, et remplir tout [a. sopra la r.] l'esprit de son venin b. l Port-Royal attenua genericamente e dirotta: comincia il capoverso con: «Si scel­ ga qualsivoglia condizione e vi si riuniscano tutti i beni e tutte le soddisfazioni che sem­ brano poter soddisfare un uomo. Se colui che è stato messo in tale stato . . . » e poi, anzi­ ché le pone: «le visioni dolorose dell'avvenire>>. 2 Ed. di Port-Royal: «Da qui deriva che tante persone godono del gioco, della cac­ cia e degli altri divertimenti che occupano tutto il loro animo>>. 3 Cfr. frr. 1 34,e 164, nota IO; Montaigne, Essais 2.12, p . 490 Pléiade: «Non si deve trovare strano che gente la quale non sperava nella preda non abbia cessato di gode­ re della caccia>>. 4 L'episodio risale a Plutarco, Vìta di Pirro 14: Cinea, suo consigliere, chiese a Pirro quali fossero i suoi progetti, e quando il re gli rispose che intendeva conquistare l' Ita­ lia, e poi la Sicilia, e poi la Libia e Cartagine ecc., per poi godersi la vita, Cinea osser­ vò che fin da allora nulla impediva loro di farlo, senza dover affrontare pericoli e subi­ re e infliggere sventure. Cfr. Montaigne, Essais 1 .42, p. 259 Pléiade. 5 Port-Royal riassume, e sfuma, con la moindre bagatelle suffit pour le divertir. 6 Pasca! sembra non risparmiare nemmeno se stesso. 7 Cfr. frr. 1 1 2, 521 . 8 Cfr. Montaigne, Essais 2.12, p. 5 1 1 Pléiade: «È pietoso che ci facciamo inganna­ re dalle nostre stesse smortie e invenzioni: Quodfinxere, timent: come i bambini che

si spaventano a quella stessa faccia del loro compagno che hanno impiastricciato e anne­ rito>>; e fr. 645.

9 Cfr. fr. 453 med.: «Quest'uomo fa benissimo; la dissipazione è un rimedio piu sicu-

Pascal l testi - Pensieri ro contro il dolore che non il chinino contro la febbre: non biasimiamo in questo natura, sempre pronta a soccorrerei>> (Voltaire,

la

Lettres phiwsophiques 25.27, in

Mélanges cit., p. 1 2 1 Pléiade).

[169* .] RO 146 l C 58 2C 82 M 365 B 142 T 212 L 1 37 S 169 LG 1 27 scritto ckll segretario r. 15 EN REPOS a. sopra la r. ** r. 19 COMPAGNIES RO Mo T L LG compagnie l C 2C

(?) B M S s. et sans divertissements c.

** r. 20

VERRA s. si ce

c. l ROIS s. pour c. ** r. 23 VEILLENT l'aitl ** r. 24 AFFAIRES s. pour remplir c * * r. .

26 EN SORTE en so l

pour faire2 ** r.

blement soigné l ** r.

28 QUI ONT UN SOIN MERV�UX admira­

30 SERA s. bien c.

[170.] RO 142 IC 59 2C 82 M 354 8 1 66 T 2 13

L

1 38 S 170 LG 128

[ 17 1 .] RO 217 l C 59 2C 82 M 460 B 143 T 21 3

L

1 39 S 1 7 1 LG 1 29

r. l DIVERriSSEMENT a. ** r. 4 o 'AFFAIRES

s. afin qu'il soit tellement occupés à tou­

tes ces pensées, qu'ils ne songent point c. ** r. 7 SANS a. sopra

la r. l CEU..ES CC Mo

Str T L S LG celle M B ** r. 8 ET a. sopra la r. ** r. I l JOUR s. et s'ils ont quelque relii c. ** r. ce q c. ** r. r.

15 SOINS CC Mo M 8 Str S LG soucis T L l ALORS s. la pensée de 16 PENSERAIENT s. d'où ils c. l VIENNENT sontl ** r. 19 o' del **

21 TOUJOURS a. sopra la r. l rous CC T tout M B L S LG ** r. 22 QUE LE CXEUR

•••

D'ORDURE nel m. l

Cfr. Montaigne, Essais 1 .39, p. 236 Pléiade:

«l nostri

affari non ci davano abba­

stanza fastidio, mettiamoci anche a tormentarci e a romperei la testa per quelli dei nostri vicini e amici».

[X. Fll..OSOFI] [172.] RO 197 IC 6 1 2C 85 M 428 B 466 T 2 1 3 L 140 S 172 LG 130 il titolo delfascicolo è riportalo in CC r. l AURAIT vu voitl l LE [la RO] OiEMIN la lumiè­ re1 ** r.

3

EN

EST est l

** r. 4

C ' EST p. ma («Lecture douteuse» T) c . ** r. 5

SEUL Y y l l

Cfr. Giovanni, 14.6: 1] on ne c. l NE om. RO (cfr. prima on ne c.) ** r. IO LA MOINDRE aucune I

** r. 14 SANS LA R>I a. ** r. 15 Tous SE PlAIGNENT a. sopra w

r. ** r. 17 MALADES s. vicieux, vertueux, fous, sages, br< . . .> («Lecture doureuse. PeuJ­ etre début du mot braves» T 8 L car TCI) c. ** r. 18 LES TEMPS; DE lOUS ÀGE agesi

** r. 19 LONGUE s. et c. l UNIR>RME s. de l'impuissance d'etre heureu c. ** r. 20 BIEN a. sopra w r. ** r. 21

EFFOIUS s. mais quoi, voici

[?] l'occasion d'où nous l'attendons

à présent, qui, bien que très conforme à cene autre qui n'a point satisfait celui à qui

I

elle a reussi à son gré c. ** r. 22 PARFAITEMENT exactement ** r. 23 DEl.JCAlC peti­ te' ** r. 25 2EN elle l'a été dans' l AINSI s. l'expéri c. ** r. 26 L'EXI'BUENcE 2C M T L S LG l' espérance I l C2 («de man de Nicole » F) PR H ( «avec raison peuJ­

I l r. 32 2ET qu< . . .>I ** r. 34 LE qu< . . >I ** r. 36 CE 8 T L S LG le CC Mo M l INA­

etre» M) ** r. 27 MÈNE CC M B T L LG conduit S ** r. 29 AVIDITÉ irnpuissance de .

NI étemel et l ** r. 39 LUI SEUL EST SON C'est lei l SON )el l ET Mais l ** r. 40 QUIT-

575

576

Pascal . l testi - Pensieri TÉ perdu l ** r. 43 INSEcrES, VEAUX b ' ve2 breufs 3 ** r. 43 PESTE

g l ** r. 45 VRAI a. sopra /a r. l ÉGALEMENT PEUT LUI lui en peut l l TEL S . [guerre ' l trouble, paix , richesse, pauvreté, science, ignorance, olsiveté, travail, esti­ me, obscurité et c. ** r. 47 ENSEMBLE s. Aussi le verita c. e Toutes les [cho­ ses ' l sujets où ils recherchent leur bien, sont [aussi bien d< . . . > c.] contre les prin­ cipes de la raison meme, car il est bien évident que rien n'est plus visible nel m., b. ** r. 48 L' AUTORITÉ la d< . . . > 1 les grandeurs, dans 2 ** r. 50 VOLUPTÉS s. les autres suivant [B Str T L suivent M o M LG] [l'un2] ces trois principes de leur [la M] corruption , ou deux à la fois ou tous trois ensemble c. ** r. 51 1 EN a. sopra la r. ** r. 52 QU'IL. . . CE que ce l l CE T L S LG le CC M B Str ** r. 53 NE SOIT ne peut etre dans les i n'est 2 ** r. 57 QUI LUI APPARTIENT su un testo c. e varia­ mente letto: avec ce défaut B à la q tiennent [?] T L om. M o M Str (che ha qu'elles lui apportent) LG l QUI qu'ils RO ** r. 58 ILS Et ' ** r. 62 EST . . . À L'HOM­ ME [vient l ] est que la nature n' aurait pas donné ce désir à l' hom l ** r. 62 PUISQU 'IL EST . . . ET QU'IL puisqu'iJ I l NÉCESSAIREMENT da l ** r. 63 ! NE de l l EN CONCLUENT est certa in l l Cfr. sant'Agostino, Confessiones 1 0 .20.29; 2 1 .3 1 ; De magistro 1 4 .46; De

moribus Ecclesiae catholicae 3 .4 .

2 Cfr. sant'Agostino, Sermones 1 06.2.3 . 3 Cfr. sant' Agostino, De libero arbitrio 3 .8; e qui , fr. 1 80. 4 Cfr. Montagne, Essais 3 . 1 3 , p. 1042 Pléiade: . 5 Sono le divinità naturali e mitologiche di cui parla sant' Agostino in De civi­ tate Dei , libri 4, 6 . Qualche elenco analogo nella disquisizione di Montaigne, Essais 2 . 1 2 , pp. 495-97 Pléiade. 6 Cfr. fr. 178, e nota l . 7 Cfr. sant'Agostino, De moribus Ecc/esiae catho/icae 26.49: Non enim eum [sci/. proximum] diligis tamquam te ipsum, si non ad id bonum ad quod ipse tendis, addu­ cere satagis . Illud est enim. unum bonum, quod omnibus tecum tendentibus non sit angustum . [ . . .] Agendum autem in primis est, ut benivoli simus, id est, ut nulla malitia, nullo dolo malo adversus hominem utamur; 3 .5: Hoc igitur si est [sum­ mum bonum], tale esse debet quod [homo] non amirrat invirus. Quippe nemo potest confidere de tali bono, quod sibi eripi posse sentir, etiamsi retinere id amplecti­ que voluerit. Quisquis autem de bono quo fruirur non confidit, in tanto timore amit­ tendi beatus esse qui potest?

Pasc.al l testi -

Pensieri

[XII. A PORT-ROYAL] [ 1 82.] RO 3 1 7, 3 1 8, 32 1 , 322, 325, 326, 57 IC 69, 121 2C 95, 147 M 1 47 B 430 T 219 L 149 S 1 82 LG 1 39 r. l À P.-R.A P R RO A. P. R . CC l À P.-R ... INCOMPRÉHENSIBILITÉ a. ** r. 7 UN une 1 ** r. 9 ENCORE a. sopra w r. ** r. I l QUE qu'elle l ** r. 12 MO!IITRE apprenne 1 l L' le RO ** r. 15 DE TÉNÈBRFS d'igno l ** r. 16 L' le RO l QU' qu'elles 1 ** r. 22 Qu oN p. Il faut l Et c'est a< .. _>2 c. ** r. 23 RELIGIONS s. et les sectes c. ** r. 25 SERA-CE Ce s< .. >I l QUI s. saulv< . . . > c. ** r. 26 NOUS s. sera ceux l ont2 c. ** r. 27 '

0NT-ILS TROlNÉ Est-ce apporterl ** r. 30 LES MAHOMÉTANS, QUI a. sopra w r. l DONNÉ . . . L'ÉTERNITÉ déclaré incapables de toute communication divine 1 ** r. 33 L' notre l ** r. 34 LA notre l ** r. 37 o ' de RO ** r. 38 TolJI'ES Et l ** r. 39 SAGESSE DE DIEU notre sagesse l ** r. 40 POINT T L S LG pas CC M 8 l ò HOMMES (a. sopra la r., c., ripetuto eforse ancora c.) T L S LG om. CC M B s. d'ailleurs q< .. > c. l NI s. votre c. ** r. 44 MAis a. l PLUS point l l MAINTENANT a. sopra w r. ** r. 45 J'AI CRÉÉ L'HOMME SAINT Je vous ai créés saints l ** r. 48 DIEu s. mais il n'a pu supporterd< . . . > c. ** r. 49 LES Ja l l NJ d l ** r. 55 RÉVOLTANT a. ** r. 56 SOUMISES s. elle s< . . . > c. ** r. 59 MOI s. qu'il c. l RFSTE reste l ** r. 61 RAISON s. lui c. ** r. 63 L' AFA..IGENT s. par c. ** r. 64 LUI s. ou par leur force, ou par l c. l LES RO T le CC M B L S LG ** r. 65 LES RO T le CC M B L S LG ** r. 67 Vo!LÀ Voilà non a capo1 ** r. 72 CE PRINCIPE cette lu l ** r. 74 SI DIVERS SENTIMENTS tant de divisions l ** r. 75 0BSERVEZ Suivez l ** r. 76 DE GLOIRE d'ambition l ** r. 77 NE FAUT PAS en peutl ** r. 79 À POIU-ROYALPoUR DEMAIN a. l À P.-R . A P R ROA. P. R. CC ** r. 82 MISÈ­ RFS. s. Vous n'y trouverez qu< . . . > l Cene vérité [ne peut l vous est2] doit vous servir2 c. ** r. 84 DANS de l ** r. 85 ni qu< . . . >I l BIEN s. et qu'ainsi c. ** r. 86 VOUS ne l l PROMIS prop< . . . > l ** r. 88 QUEL EST qu'es l ** r. 89 VOTRE VÉRITABUi ÉTAT c. a inizio r. insieme a qUilnto seguiva (da rapponare a r. 104 Je puis seule): ni d< .. >. Je suis la seule qui puis vous apprendre ces choses et quel est votre véritable bien, et [et quel. . . , et a. sopra w r.] je les enseigne à ceux qui m'écoutent; et les livres que j'ai mis entre les mains des hommes les découvrent bien nenernent. Mais je n'ai pas voulu que cene connaissance ffit si ouverte. J'apprends aux hommes ce qui les peut rendre heureux: pourquoi refusez-vous de m' oui"r? Ne cherchez point [T L pas M Str LG] de satisfaction dans la terre, n' espérez rien des hommes. Votre bien n'est qu' en Dieu [Ne cherchez. . . qu'en Dieu soltanto b .] . et la souveraine félicité consiste à connai"tre Dieu, à s'unir à lui [pour jarnais l ] dans l'éternité. Votre devoir est à l'aimer de tout votre ca:ur. [VO l ] U vous a créé e c. e b. ** r. 91 QU' ILS s. les c. ** r. 92 ORGUFJL s. et la concupiscence c. ** r 93 DlEI.J l'obéissaI la dépendence de 1I Les remèdes à ces maux sont l'humilité et2 L'orgueil est3 c. ** r. 94 AU MOINS ... MALADIES ces m l ** r. 98 ET CEUX QUI Et ceux qui I Mais2 ** r. 99 JÉTÉS jété RO ** r. l O l alhcs s. Les uns [oI] vous ont égalé

577

5 7 8 Pasca l l testi

- Pensieri

à Dieu par nature [par nature a. sopra la r.], les autres vous ont associé aux betes par nature, et c. l PORTÉS porté RO ** r. 104 INJUSTICES . s. Vous devez bien l Moi seule puis vous [annoncer l ] apprendre [que vos maux l ] que ces m c. ** r. 106 Ce T («Peut-etrefaut-il lire un A, qui .verait /'ébauche du mot Adam, repris plus bas») L LO Etc . CC S à Mo B om. M Str nel m . Je [vous 1 ] ne demande pas de vous une ere­ ance aveugle b. (vedi rr. 154 sgg.) ** r. 108 2pAR pas RO ** r. 1 1 4 CES C'est RO l oUVERTS s. cons< . . . > c.

** r.

125 NOTRE v l

** r. 1 26 SI s. nous somrnes inca­ s. l'on prend l'assurance c. l DROIT p< .. > 1 ** r. l 33 1L sArr . . . LUI �ME II ne sait cequ'il est lui-meme l ** r. l 35 rour tous RO s. dans i c. ** r. 1 36 DE SA COMMUNICATION de s'unir à lui l ** r. 1 37 SI DIEU . . . NATIJ­

pables de Dieu et si c. ** r.

1 3 1 D'où

.

REU.EMENT s'il n'est pas l ** r. 1 38 CONNAISSE connaissance RO (coincide, al di sopra, con connaissance di r. 140) en le connaissant Mo M l IL s. s'en c. ** r. 1 4 1 D'AMOUR 143 QUELQUE des i i CHOSE choses RO s.

de l'a l l IL S'i l Puisqu'il2 ** r.

si peu aimables , pourquoi il ne pourrait [pourra Mo M B] pas connaitre que Dieu, qui est la [le Mo M 8] c. ** r. 145 LUI DÉCOUVRE se d l l QUELQUE RAYON M B T L LO quelques rayons CC S («On serait tenté de lire rayons; mais il me semble que Pasca/ a repris la.finale de ce mot pour fil rendre plus nette» T) ** r. 147 LE CON­ NAITRE l'aim l ** r. ! 52 QUE s. nous c. l SACHANT s. rien c. ** r. 1 53 QUI NOUS SOMMES

a. sopra la r. l L' rien l ** r. ! 55 PAS CC M B T L LO point S ** r. ! 57 PAS

CC M B T L point S LO ** r.

que vous c. ** r. 1 6 1 DE CE a. sopra Cf e< .. > l afin2 1 QU'ENSUITE que l (rimasto) v l CROYIEZ s. sans r< . . . > c. ** r. 167 A ayant l l OUVRJR produire l ** r. 1 68 CHERCHERAIENT s. n'a pas c. ** r. 169 SI INDIGNES s . et si incap [ini­ ques Mo M injustes B] c. l EST y l l DlEU s. leur c. ** r. 173 S'IL EÙT VOULU p. n n'était [pas l ] donc pas juste l Il a2 C'est pour cene raison qu' il a voulu que sa vérité ne fOt p3 1 DES PLUS de t I ** r. 174 L' EOT le p< . . . > 1 ** r. 176 COMME Mais l fil r. l

Cf

! 59 CLAJREMENT s.

M'ATIIRER . . . RERJSER a.

nel m. ** r. 163

** r. 1 77 cr s. de troub c. ** r. 178 MOIUS plus av 1 ** r. 179 PARAI ­ TRE s. C'est dans une ma c. ** r. 180 TANTd< .. > l les2 ** r. 182 DANS LA PRJ­ VA110N s. d< .. > l entière2 c. ** r. 1 83 PAS s. rechercher c. ** r. 1 84 MANIÈRE s. capa­ ble d'induire c. ** r.

191 TEMPÉRÉ testo qui interrotto in RO: il seguito (fine delf. 326)

è stato ritagliato e si trova incollato alf. 57, dove Pasca/ ha ripetuto all 'inizio nel m. sin. tempéré e in alto al centro À P.-R. con il numero 2: cfr.fr. 274. /n CC si legge qui (pp. 75 e 102) nel m. l'annotazione Cene suite s'est trouvée dans le chapitre > (Ferreyrolles). IO Cfr. fr. 682 in. [XIll . INIZIO] [ 1 83.] RO 25 IC 77 2C 102 M 57 8 226 T 224 L 150 S 1 83 LG 140 OONC? a. in testa ** r. 9 CElA 10UT CELA? nel m. ** r. I l Ivous nous RO ** r. 15 ET CEPENDANT. . . L' AP­

il rito/o delfascicolo è riportato in CC r. l w IMPIFS EST-IL . • .

PRENDRA nel m.; anche prima C'en serait. . .

. . •

va de tout sembra aggiunto al/a.fine del testo

l Cfr. Ecclesiaste, 3 . 1 8 sg. [ 1 84.] RO 63 IC 77 2C 103 M 179 8 21 1 T 225 L 1 5 1 S 1 84 LG 141

r. 2 COMME NOUS s. on mourra seui c. ** r. 3 0N MOURRA SEUL a. ** r. 4 ET ALORS ... SANS HÉSITER a. ** r. 6 BÀTIRAIT ach l ** r. 8 RECHERCHE vérl [ 1 85.] RO 63 IC 77 2C 103 M 176 8 2 1 3 T 225 L 152 S 1 85 LG 142 [ 186 *.] RO 63 IC 78 2C 103 M 178 8 238 T 225 L 1 53 S 1 86 LG 143 r. l CAR DIX ANS

• • •

SINON sinon dix ansi

I Cfr. frr. 358; 682, nota 8.

car dix ans

c'est le parti infine CC

579

5 80

Pascal l testi - Pensieri [ 1 87 .] R0 63 1C 78 2C 103 M 1 69, 170 8 237 , 281 T 226 L 154, 155 S 1 87 LG 144 r. 4 SI ON POUVAIT 10UJOURS S'il est sOr qu'on y sera toujours 1 s. 2 S'il est incertain si on y sera toujours ou non. (a capo) 3 S'il est sOr qu'on n'y sera pas toujours [s. mais • . .

qu'on soit assuré d'y etre longtemps c.] (a capo)4 S'il estcertain qu'on n'y sera pas tou­ jours et incertain [qu n'y sera pasl ] si on y sera longtemps b.;fra la supposition 2 e 3, ma rigULJrdante tutta la parte b., wr faux a. in grande ** r. 5 2 5 RO rimasto anche dopo la cancellatura precedente l ET mais! ** r. 7 CErrn Ce l ** rr. 8-10 OEUR. INSI1Ncr. PRINCIPES . a. nel m. verticalmente, su tre linee, ajjiancate dLl uno zigzag verticale

[188.] RO 63 !C 78 2C 104 M 173 B 190 T 226 L !56 S 1 88 LG 145 r. l CAR MALHEREUX a. sopra la r. l CAR Ne l • . .

[189.] RO 61 IC 78 !C 104 M 166 B 225 T 226 L ! 57 S 1 89 LG 146 r. 2 MAIS a. [190.] RO 65 !C 78 2C 104 M 1 80 B 236 T 227 L 1 58 S 190 LG 147 r. 6 CHERCHEZ Cherchez o Écoutez l l Vedi poi il fr. 682, e nota 8. 2 Cfr. fr.

182 fin.

[191 * .] R0 63 1C 78 2C 104 M 175 B 204 T 227 L t59 S 191 LG 148 dettato al segretario l

Cfr. frr. 5, 324, 358.

[192.] RO 61 !C 78 2C 104 M 167 B 257 T 227 L 160 S 192 LG 149 r. l A QUE PllRSONNES a que deux sortes de personnes raisonnables l a que non ripre­ . • .

so dopo c. RO ** r. 4 LES s. deux c. l Cfr. sant'Agostino, De utilitate credendi 1 1 .25: «In fatto di religione vi sono

due generi di persone apprezzabili: la prima, di chi ha già trovato, e bisogna giu­ dicarli ben felici; la seconda, di chi cerca con grande ardore e nel modo piu giu­ sto. l primi infatti ne sono già nel pieno possesso, gli altri sulla strada che vi porta certissimamente. Vi sono poi tre altri generi di persone da riprovare e aborrire asso­ lutamente. Il primo, di chi suppone, ossia di coloro che pensano di sapere ciò che non sanno; poi di coloro che sono consapevoli di non sapere ma non cercano in modo da trovare; infine di coloro che né pensano di sapere né vogliono cercare». Anche

Pascal l testi - Pensieri nel seguito del paragrafo si può raccogliere qualche altra analogia. Cfr. fr. 683 mcd. [ 1 93.) RO 63 l C 79 2C 104 M 172 8 221 T 226 L 161 S 193 LG 1 50 r. 2 OR Mais 1 [ 1 94.] RO 25 IC 79 2C 104 M 56 8 1 89 T 226 L 1 62 S 194 LG 1 5 1 [ 195 .] RO 6 1 1C 79 2C 105 M 165 8 200 T 227 L 1 63 S 195 LG 1 52 r. l UN Cet i ** r. 5 NON à l l MAIS et l ** r. 7 C'I'Sf UN DE DIEu a. ** r. I O PROU­ VE m l ** r. I l PAS (o point) fTUUICa in RO per il taglio delfoglieno l Cfr. fr. 683 med.: «C'est une chose monstrueuse de voir dans un meme ca:ur et en meme temps celte sensibilité pour les moindres choses et celte étrange insensibi­ lité pour les plus grandes. C'est [ . . . ] un assoupissement surnaturel». • • .

[ 1 96.] R0 27 IC 79 2C 105 M 67 8 2 1 8 T 228 L 1 64 S 196 LG 1 53 r. l COMMENCEMENT CC, edd. fTUUICa (ritagliato?) in RO l Vedi il titolo della sezione. 2 La rivoluzionaria teoria eliocentrica enunciata da Niccolò Copernico ( 1473-1543 ). Sulla posizione di Pascal in merito, Lenera a padre Noiil (29.10.1647; in CEuvres com­ plètes cit., ll, p. 524 Mesnard): «Quando si discorre umanamente del movimento o della fissità della terra, tutti i fenomeni dei movimenti e delle retrogradazioni dei pia­ neti conseguono perfettamente alle ipotesi di Tolomeo, di 'fYcho, di Copernico e a molte altre che si possono fare, di cui solo una può essere vera. Ma chi oserà fare una cosi grande scelta e chi potrà senza rischio di errore sostenere l'una a scapito delle altre?» Pascal come altri scienziati del suo tempo, rileva Mesnard, non considerava il siste­ ma copernicano come dimostrato. 3 Cfr. frr. 506, 683 in. [ 1 97.] R0 63 IC 80 2C 105 M 1 7 1 8 210 T 228 L 165 S 1 97 LG 1 54 r. l sorr ait l ** r. 2 DE s l ** r. 3 JAMAJS l'éternité l 1 Metafora non rara. Si rinvia da vicino a Montaigne, Essais l . 1 9. p. 78 Pléia­ de. Sulla chiusa di questo formidabile fr. Havet ne sottolinea la bellezza, di una qualità ben rara, familiare e fone nella sua eloquenza tutta francese. ma con un accento cupo, una poesia sorda e penetrante: «Pascal ha riportato senza dubbio da un cimitero>> questo pensiero «classico e shakespeariano: il rumore delle pala­ te che cadono sulla bara gli era rimasto nel cuore».

581

582

Pascal l testi - Pensieri [198.) RO 27 IC 80 2C 105 M 66 8 1 83 T 228 L 1 66 S 198 LG 1 55 r. l APRÈS QUE . . . MIS pourvu qu' il y ait l ** r. 2 POUR qui l ** r. 3 EMPOCHER empé­ che [?] RO («Finale ftlée mais qui ne saurait etre un r» T; cfr. pour > qui) l VOIR s. Et si c. [XIV.] SOTTOMISSIONE E USO DELLA RAGIONE, ESSENZA DEL VERO CRISTIANESIMO

[ 199.) RO 402 IC 8 1 2C 107 M 638 8 224 T 228 L 168 S 199 LG 1 57 il titolo che precede, per esteso rispetto alla forma sintetica della XIV sezione nel Prospetto (cfr.fr. l), e in evidenza in CC (pp. 81, 107; in RO 247 con grossa gra­ fia della prima parte, equivalente al titolo del Prospetto, e con aggiunta del resto piufrettolosa in corpo minore), è dato qualefr. da M (520) 8 (269) L ( 167)

LG (156) [200*.) RO 270 IC 8 1 2C 107 M 556 8 8 1 2 T 228 L 1 69 S 200 LG 158 l I miracoli sono un forte sostegno della fede anche in sant'Agostino, che però non fa dichiarazioni cosi esplicite. In De civitate Dei 22.7 il santo scrive: ; e altrove (ln Johannis Evange­ lium 49 . I l ): . [20 1 .) RO 161 I C 8 1 2C 107 M 388 8 268 T 228 L 170 S 201 LG 1 59 r l SOUMISSION p. Miscell< . . . > c. ** r. 2 SAVOIR DOUTER avoir ces trois qualités: pyrrhonien, géomètre, chrétien [s. sournis c.]. [Douter. l ] Et elles s'accordent [en d l ] et se tempèrent en doutant l l ASSURER en assurant l ** r. 3 en et l ** r. 4 EN CC, edd.; manca in RO ** r. 6 MANQUE s. encore c. [202.] R0 401 IC 81 2C 107 M 634 8 696 T 229 L 1 7 1 S 202 LG 160 l (Atti degli Apostoli, 17 . I l ).

Pascal l testi - Pensieri [203.] RO 409 IC 82 2C 107 M 652 8 1 85 T 229 L 172 S 203 LG 161 r. J CONDUITE religi l l QUI DISPOSE . . . DOUCEUR a. sopra la r. ** r. 2 RELIGION vérité l I Cfr. il primo passo di sant'Agostino citato nel fr. 491 .

[204.] RO 2 1 3 I C 82 2C 108 M 453 8 273 T 229 L 173 S 204 LG 1 62 «Fragmenr collé sur la page 203 [sic] du Recueil, après avoir éré dirachi d'un autre donr on voir ou devine les demiers mors barrés: que font les impies ne puissent ab» T r. l RAISON s. ce se c. ** r. 3 SI s. notre reli c.

[205 .] RO 406 IC 82 2C 108 M 646 8 270 T 229 L 174 S 205 LG 163 l Cfr. sant'Agostino, Sermones 1 90 . 1 .2: .

[21 2.] RO 398 IC 83 2C I lO M 628 B 255 T 230 L 1 8 1 S 2 1 2 LG 170 1 Cfr. Sedicesima Provinciale, in B. Pa.scal, CEuvres complètes, I, Pléiade, Paris 1998, pp. 770 sg. Le Guem, dove si ribadisce la dottrina del Concilio di Trento per cui Gesti Cristo è realmente nell'Eucaristia come in cielo, «mais voilé>> . 2 Tra i molti interventi (soprattutto aggiunte) di Pierre Nicole in queste pagine (8284) della Première Copie, qui si legge questa correzione: «Superstition de croire que des propositions sont dans un livre, quoiqu'on ne les voit pas, parce qu 'on les y doit voire, si elles y soni>> . Si allude alla famosa questione delle cinque proposizioni con­ dannate dalla bolla di Innocenzo X Cum occasione ( 1653) e successivamente indica­ te espressamente come di Giansenio neii Augustinus: vedi frr. 44 1 , nota 7; 443, nota 2. Questo fr. non è stato incluso nell'ed. di Port-Royal. '

[2 13.] RO 214 IC 84 2C I lO M 457 B 272 T 23 1 L 1 82 S 2 1 3 LG 1 7 1 [214.] RO 169 !C 84 2C I lO M 4 1 6 B 253 T 23 1 L 1 83 S 214 LG 172 [21 5 .] RO 169 ! C 84 2C 1 1 0 M 4 1 7 B 8 1 1 T 23 1 L 1 84 S 2 1 5 LG 1 73 l Cfr. fr. 429. [2 16**.] !C 84 2C 1 1 1 M 4 1 7 , nota B 8 1 1 L 1 84 S 2 1 6 LG 173 l (Giobbe, 628).

Pascal

l testi - Pensieri [217.] R0 409 IC 84 2C I I I M 650 B 265 T 23 1 L 1 85 S 217 LG 1 74 [218.] RO 4 1 1 IC 84 2C I I I M 655 B 947 T 23 1 L 1 86 S 2 1 8 LG 1 75 l Sulle Cinque proposizioni («Voi>>, i Gesuiti). Completa infatti Nicole nella Pre­ mière Copie: «[Gli date a intendere] che questa credenza li obbliga ad essere convin­ ti che certe proposizioni si trovano in un libro. lo cercherò di disingannarlo». Anche questo fr. non appare nell'ed. di Port-Royal. [219.] RO 163 IC 84 2C I I I M 395 8 254 T 23 1 L 1 87 S 219 LG 176 r. I CE N'EST PAS UNE C 'est donc une l ** r. 2 C EST p. Et néanmoins c. '

[220.] RO 247 l C 84 2C I I I M 521 8 267 T 232 L 188 S 220 LG 177 r. 2 SURPASSENT s. meme dans les choses c. l ELLE N'EST QUE s. faible, si elle ne va là c. [XV. SUPERIORITÀ DI QUESTO MODO DI PROVARE DIO]

[22 1 .] RO 1 5 1 IC 85 2C I I I M 369 8 547 T 232 L 1 89 S 22 1 LG 1 78 il titolo de/fascicolo è riponato nelle CC r. l DIEu PAR Jésus-CHRJST a . ** r. 2 Nous On l ** r. 8 SONT s. puis c. l ET s. Jésus-Christ p< . . . > c. ** r. IO MARQUENT pro l ** r. 14 NE s. fait que s 'égarer à nou c. ** r. 1 7 ON ENSEJ­ GNE a . sopra lo r. i DOCTRINE doctine RO ** r. 1 8 HOMMES s. et il n'y en a point d'au­ tre c. ** r. 19 MAis NOUS . . . SALVOS FACERE ne[ m ** r. 21 NOUS nous l nous2 ** r. 22 Aussi a . ** r. 24 COGNOVIT placuit l . l Questo paragrafo sintetizza tutta l 'ideologia e il ragionamento pascaiiani nella sua «Apologie du christianisme>>; cfr. anche 3 1 3 in. 2 Anziché rendere gloria a Dio dalla propria miseria, si sono equiparati a lui. 3 «Poiché [il mondo] non lo conobbe mediante la sua sapienza, piacque a Dio di sal­ vario mediante la follia della predicazione>> ( l Corinti, 1 21 ). .

[222.] RO 265 IC 85 2C 1 1 2 M 544 B 543 T 233 L 190 S 222 LG 179 r. l PRÉFACE a. nel m. ** r. 4 QUELQUES-UNS, CELA NE cela ne l ** r. 8 COGNOVERUNT 8 S LG (Agostino, Semxmes 14122 invenerunt) cognoverit ROT LI952 (1962; cognD­ verunt 195 1 ) cognoverint CC cognoverit M 1 Allusione a Descartes e alla pretesa dell'efficacia della prova filosofica anziché teo­ logica di Dio.

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Pascal l testi - Pensieri 2

(sant'Agostino, Ser­

mones 141 .2.2). Cfr. fr. 221 .

[223.) RO 265 l C 85 2C 1 1 2 M 544 B 543 T 233 L 190 S 223 LG 1 79 r. 2 SANS MÉDIATEUR a. sopra la r. ** r. 4 MÉDIATEUR médiation [?] 1 l Quanto detto alla fine del fr. precedente. [224.) RO 374 l C 86 2C 1 1 3 M 604 B 549 T 233 L 191 S 224 LG 1 80 r. 3 IL NE . . . ABAISSÉS MAIS a. l Anziché considerare la propria miseria, si sono fatti orgogliosamente simili a Dio. Cfr. fr. 22 1 , e nota 2. 2 «Tanto piu si è buoni, tanto piu si è cattivi, se si attribuisce a se stessi la propria bontà>> (san Bernardo, Sermones in Cantica 84.2). [225.] R0 4 1 6 l C 86 2C 1 1 3 M 674 B 527 T 233 L 1 92 S 225 LG 1 8 1 r. 5 FAIT forme l [XVI. PASSAGGIO DALLA CONOSCENZA DELL'UOMO A DIO] [226.) RO 61 l C 89 2C 1 1 5 M 164 B 98 T 234 L 193 S 226 LG 1 82 il tito/o de/fascicolo è riportato nelle CC r. l LA PRÉVENTION . . . ERREUR a. La préven­ tion Prév [? Piec< . . . > l Prev< . . > T] l s. qui c. ** r. 3 NE s. point c. l ET a. ** r. 5 2te la l ** r. 9 PAR CETTE . . . ETC . a. ** r. IO QUI qu'il l .

l Cfr. fr. 528, ma anche 1 62, 663.

Montaigne, Essais 1 .23, p. 1458 (aggiunta dell'ed. del 1 595) Pléiade: «È ad opera della consuetudine che ognuno è attaccato al luogo dove la natura lo ha messo. l selvaggi deUa Scozia non sanno che farsi della Threnna, e cosf della Tessaglia gli Sciti». 2 Cfr.

[227.] R0 49 IC 89 2C 1 1 5 M 1 25 B 208 T 234 L 194 S 227 LG 1 83 r. 5 IL• a. [228.) RO 49 l C 89 2C 1 1 5 M 1 26, 1 27, 888 B 37, 86, 1 63bis T 234 L 1 95, 196, 1 97 S 228 LG 1 83 r. l Pu!sQu'oN . . . RÉSISTERONS RO b.; p. Peu de tout c. ** r. 4 CETTE UNIVERSALITÉ . . . SOUVENT a. ** r. 9 UN COASSEUR T L S LG un croasseur M B («Conjecture ingénieu-

Pascal l testi - Pensieri se et vraisemblable de M. Salomon Reinach») om. CC (dove tutto ilfr. è b.) F Mo **

r. 1 3 MAIS s. nous y c. l Y n'y M ** r. 1 6 RIEN NE l Cfr. frr. 487 fin., 534.

• • •

Cl.ÉOPA1RE CC,

monca in RO

2 Sulle vivande, per raffreddarle. 3 Cfr. Montaigne. Essais 2 . 1 2, p. 580 Pléiade: «Nel sentir masticare vicino a noi, o nel sentir parlare qualcuno che abbia il passaggio della gola o del naso ostruito, molti si turbano fino alla collera e all'odio». 4 Cfr. frr. 32, 79.

[229.] RO l IC 90 2C 1 16 M 3 B 693 T 235 L 198 S 229 LG 1 84 r. l H. 5 a. ** r. 7 HOMME enfant l l UNE ILE D& l ** r. 5 UNE un RO ** r. 8 QUE s. de passer outre et c. ** r. I l ET CONNAISSANT IL Y A et qu'il [a.] juge s'il y a quelque proportion avec elle, parla comparaison qu' il fera de ces deux objets l ** r. 12 COtorreMI'U considère l ** r. 14 ENVIRONNENT s. qu'il [l[es] I ] J'étende à ces feux innombrables qui roulent si fiè­ rement sur lui,que cette [immense étendue de l'univers i ] vaste route que le solcil décrit en son tour [lui paresse i ] Jui fasse consi c. l QU' que RO ** r. 1 5 MISE s. au C. ** r. )6 POUR ÉCLAIRER au centre de l l QUE LA TERRE AU PRIX DU que )e l ** r. 17 CET ASTRE DOCRJT elle d l ** r. )8 ET QU' IL s'É10NNE. . . TRÈS OOJCAn: lui fasse regarder la terre comme un point [autourl dans s.2], et que oe vaste tour Iui-mème [ne 1 ] soit considéré comme un point l ** r. 19 N'EST . . . DWCATE [n'est l ] passe pour une pointe très délicate 1 ** r. 20 CES T L S LG !es CC M B ** r. 2 1 SI N011tE VUE s'� LÀ, QU ' IL arretera-t-il là sa vue que son l n' arretons point là notre vue2 p. s'i} l iJ2 c. ** r. 22 CONCEVOIR s. des [non c.] irnmensités d'espaoe c. ** r. 23 DE d'en l .•.

• . .

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Pascal l testi - Pensieri ** r. 24 TRAIT IMPERCEPTIBLE point [M 8 Str LG petit Mo T L {ma cfr. a rr. 18, 35] 1 2 atome 1 L'AMPLE le va ' I'irnrnense2 J 'arnplitude3 1 AMPLE ampli RO (residuo di arnplitude c.) ** r. 25 NULLE Nous l l N'EN n'y 1 l APPROCHE s. Nous n'irnagi

c. ** r. 26 AU-DELÀ . . . IMAGINABLES a. sopra la r. l IMAGINABLES imaginaires 1 ** r. 28 DES CHOSES de cene [i l ] vastitude infinie l i iNANIE étonnante l ** r. 29

ENFIN . . . CEITE PENSÉ a. ** r. 30 CARAC1ÈRE SENSIBLE CC M 8 Str L LG des [c. RO] caractères sensibles T S à soi

** r. 32 PENSÉE s. incomprehensi. Mais pour revenir

c. ** r. 33 REVENU s. d'un cer< . . . > c. ** r. 35 DANS CE CANTON . . . J ' ENTENDS

L'UNIVERS dans l' immense étendue des choses [et logé dans ce petit cachot qui ne lui découvre la vue que de l 'univers seulement l ] etqu'il s'étonne de ce que dans ce petit cachot où il se trouve logé il n' aperçoive autre chose qu 'univers seulernent, qui lui parais­ sait [si ' l d'une grandeur si étonnante, [lui q< . . . > l ] au lieu [qu'il 1 ) que ce n'est qu'un [point ' J atome insensible dans l 'imrnensité réelle des choses. Par là il apprendra 1 l DE LA NATURE nel m., c. etonné que l'univers qu' il [ apercevait ' l admirait de ce cachot où il se trouve logé et trouve trouve [ripresa non c.] [égar 1 ) Iogé l DÉTOURNÉ DE LA NATURE de la na l ** r. 37 LA TERRE la terre entière l [cet l ] J'univers qu'il décou­ vre2 1

LES VJLLES s. les maisons c. ** r. 38 SON j l ** r. 39 L'INANI la nature l

** r. 40 PRÉSENTER faire l ** r. 42 DÉLICATES imperceptibles l ** r. 44 VEINES nerfs l ** r. 45 DU s< .. > l l VEINES nerfs l l HUMEURS g l ** r. 46 GOUTIES d< .. > l l DES VAPEURS DANS [ces humeurs l j ... CES GOUTIES a. ** r. 47 QUE DIVISANT et [qu' 1 ) s'il divise l

l DERNIÈRES CHOSES

gouttes l

** r. 48 Er a. ** r. 50 IL PENSERA ... DE LA

NATURE a.; s. Je veux lui en montrer l' infinie grandeur a. e c. ** r. 52 ABlME au< . . > l

l NOUVEAU de grandeur l ** r. 54 QU'ON PElTf CONCEVOIR inconcevabJe l ** r. 55 ATOME CC cet abime imperceptible 2C2 l Qu'n.. Y VOIE a. sopra la r. **

abtome RO abime

r. 56 o'UNIVERS . . . SON ARMAMENT, SES de mondes, dans chacun [une infinité de f 1 ) un fumarnent, [une 1 ) des 1 ** r. 56 o ' UNJVERS de mondes 2C l DONT dans 1 ** r. 57 SA une l l EN LA �- - · VISIBLE a. sopra la r. l LE n l ** r. 58 Er ENAN a. ** r. 59 DANS LESQUELS . . . SANS REPOS et dans ces cirons [une l ] une infi­ nité d' univers semblables à ceux qu' il vieni d' entendre, et toujours des [divis l duis< . . . > T] profondeurs pareilles sans fin et sans repos l s. Voilà une idée imparfai­ te de la vérité des choses , laquelle quiconque aura conçue, [aura pour la nature [de ' l du respect [qu'il doit et l )] aura [un l ] Je respect pour la nature, et pour soi [un l ] Je rnépris, [tel 1 ) à peu près qu'il doit avoir b. l n.. on l ** r. 61 CHOSE s. il se perdra c. l Qu'n.. qu'iJ I qui ne2 1 PERORA perde 1 T L perde CC M 8 Str S (cfr. perdra c. dopo chose) LG **

r. 62 CES s . petites c. ** r. 63 ÉTENDU va l l CAR a. sopra la r. l QUE quel al

l NOTRE c l ** r. 65 ou de l ** r. 66 cowssE s. mais plutot c. ** r. 68

SOl-� s. il aura pour la nature c. ** r. 70 DEL'INFINi du néant l ** r. 74 LES r l

** r. 75 QUE qu'un l ** r. 79 UN Ie ' I IMPÉNÉTRABLE s . Que pourra [d l ]

-t-il donc concevoir? Sera-ce l' infini [. II I ] , lui qui est bomé? Sera-ce le néant? D est un (en RO) etre également c. ** r. 80 VOIR s. d'O c. l ll.. EST TIRÉ tout est tiré l

**

r. 81 n.. EST ENGLOun tout est poussé l ** r. 82 Q UE I l l o' APERCEVOIR concevoir l

Pascal l testi - Pensieri l QUELQUE c. con concevoir RO ** r. 83 DANS UN DÉSFSPOIR ÉTERNEL sam espéran­ ce l ** r. 86 QUI SUNRA . . . DÉMARCHES a. sopra la r. ** r. 87 FAIRE s. De ces deux infinis de nature [s. en grandeur et en petitesse c .] 1 'homme en conçoit plus aisement celui de grandeur que celui de petitesse b. ** r. 88 MANQUEp. L'homme peu in< . . > c. l LfS HOMMFS SE SONT I'homme s'est! ** r. 89 PORTÉS porté RO (residuo della cor­ retione l 'homme > Jes hommes) ** r. 92 DE lÀ ARRIVFR meme arriverl jusqu' à co l ** r. IOI INFtNIES étendues1 ** r. 102 QUE s. pour les c. ** r. I lO MAls p. Mais comme nous appelons dans la phy­ sique c. l FAISONS p. en c.; s. comme c. l QUI s. nous c. ** r. 1 1 5 2oE CC Mo M B Str S des T L LG ** r. 1 1 7 CONNAh"RE CC Mo M Str L S LG à traitter T (paleografica­ mente impossibile: anche connaiàe [connoistre] è qui corr., e serino in modo insoli­ to; l'espressione conmuùe les choses ricorrepoco avanti: (cfr. a r. 24 l) ** r. 1 18 MAis O!ITRE . . . DE � b. ** r. l l 9 PEU s. de gloire c. ** r. l 23 0 ' 0ù iL PARA1T... 0E OMNJ SCIBILI b. e c. ** r. 1 24 VAIN ET IGNORANT a. ** r. 1 26 ON VOIT p. Mais l 'infmité de petitesse est bien c. in testa a questo f. di RO (355) si trova una + e ripetuto, con la medesima correzione, il titolo dato a f. 347 e anche il 9 cerchiato a sin.; a d., un 2; cfr. qui a rr. l e 2 ** r. 1 30 LFS Et l ** r. 1 3 1 ONT ACHOPPÉ se sont achoppés 1 s. avec le succès qu'on [peut voir l ] saitc. I C'FSTCE. . . ETCEPENDANTa.nel m . ** r. 132 rrnu:s s. au c. l SI ORDINAIRFS a. sopra la r. ** r. 1 35 AUTRE s. qu'on ne c. ** l CRÈVE LfS YEUX blesse la vuel ** r. 1 36 o' ARRJVER AU CENTRE de diviser jusqu'au boutl ** r. 137 LEUR CIRCONFÉRENCE toutes choses l leur circonférl l LFS QUAUIÉS EXCESSIVES ils l ** r. 172 NOUS SONT fJoiNEMIES nous blessent plus que nous l sentl ** r. 173 NE LFS SENIONS PLUS les souffrons l .••

l LfS SOUFFRONS ne les sentons plusl ** r. 174 EMI'tcHE ga.tel ** r. 1 76 POUR

[pour1] 1 NOUS s. insensibles c. l ET ,l ** r. 180 CERTAINEMENT absol certai 1 l EST TOUJOURS DÉçUE déçue tant de fois l l L'INCOSTANCE

]es promesses l ** r. 195 NE PEUT AXER en effet de (per ne] peut afferrnir 1 ** r. 196 QUI L'ENFERMENT que nous cons< . . . > 1 l L' nous l l ET LE A.JIENT a. ** r. 197 sembra da collocare qui di seguito il brano Celà étant bien compris . . . fait peine serino nel m . senza segni di rinvio ** r. 198 CHACUN a. sopra la r. ** r. 200 UN [on l ] autre T («Mot confus; lecture douteuse») L S LG on n'en CC un homme Mo M 8 Str ** r. 201 A, IL CC M 8 LG a et s'il (poi haut,) T («Tout se passage est extremement con­ }Us») LStr S l A s. n'est il c. ** r. 204 ÉGALEMENT INF!ME T («Peut-etrefaut-il lire infi­ nie») L S LG toujours infiniment eloignée CC 8 également infiniment F Mo M Str l DE LG ** r. 209 PEINE s. et c ** r. 210 s ' ÉTUDIAIT s. plOto c. l IL s. y c. l COMB IEN IL EST INCAPABLE [bien des l ] tant de ces causes de [son 1 ] 1' im­ puissance où il est l ** r. 21 1 OUTRE s. qu'il y bomerait sa curiosité, mais il ne la rem­ plir [T la remplit Mo M LG l'a remplie Str] c . l CoMMENT . . . coNNOT Je crois qu'on voit assez par là que l'homme [ne peut l ], étant une partie, ne peut connal'tre l ** r. 2 1 3 À au l ** r. 215 TOUTES «Pasca/ avait écrit d'abord tous ou peut-etre touj, debut de toujours» T ** r. 219 BESOIN s. d'aliment pour [le i ] se nourrir, d'air pour respirer c . l TEMPS mou l ** r. 221 CHALEUR feu, de [cha l ] lurnière l ** r. 223 saN ALLIANCE ses recherches l sa dépendence2 ** r. 224 SAVOIR s. ce qui c. ** r. 226 PAR OÙ IL A CE que] l ** r. 228 L'UN ]a flarnme l l AUTRE air l ** r. 229 ET OU l ** r. 230 l ET ou l l MÉDIATEMENT ET IMMÉDIATEMENT CC 8 T S LG médiates et immédia­ tes Mo M Str L 1 2ET ou l ** r. 232 PLUS ÉLOIGNÉES extrèmes l ** r. 233 DE d'en l l CONNAITRE s. aucune seule sans toutes les autres, c'est à dire impossible purement et absolurnent c . l CONNAtnui LE TOUT les connaltre toutes, ni de sa l ** r. 234 lcoN­ NAITRE les i ** r. 236 L'ÉTERNITÉ . . .

EFFET b . ** r. 238 L' La ** r. 240 NOUS s. est d c. ** r. 24 1 À CONNAITRE . . . SE CONNAITRAIT est la simplicité des choses com­ parée avec notre état double et composé . ll y a des absurdités invincibles à combat­ tre ce point. Car [a.] il est aussi absurde qu'impie de nier que l'homme est composé de deux parties de différente nature, d'fune et de corps. Cela nous rend impuissants à conna.J"tre toutes choses. Que si on nie celte composition et qu'on [entre l ] pretende que nous sommes tous corporels ,je laisse à juger combien la matière est incapable de con­ na.\tre la matière [et ce que peut de la boue, pourcon s. [Jes i s>: immagine ripetuta, anonimamente, nel V libro, cap. 47 (>. 8 Secondo la lettura di

Montaigne, Essais 2.12, p. 469 Pléiade di Cicerone, Acade­

mica 2.23.73 haec loquor de universis: cfr. B 68 1 65 Diels-Kranz.

9 Nel titolo delle novecento Conclusiones di Pico della Mirandola ( 1484) si legge Conclusiones nongentae de omni genere scientiarum. 1 0 I Principia philosophiae di Cartesio (in latino, Amsterdam 1 644; in francese, Pari­ gi 1 647). 1 1 Cfr. Triangulus arithmeticus, De numeris multiplicibus, in lEuvres complètes, U, p. 1283 Mesnard: Ex 00 aufer 4, superest semper O.

Pascal l testi - Pensieri 1 2 > (Ferreyrolles). 1 8 «ll nesso degli spiriti con i corpi è incomprensibile per l 'uomo; eppure quesiO esse­ re è l 'uomo>> (sant'Agostino, De civitate Dei 21 .10, citato in Montaigne, Essais 2 . 1 2, p. 520 Pléiade). [23 1 .] RO 63 l C 100 2C 129 M 174 8 347 T 245 L 200 S 23 1 LG 1 86 r. l H. 3 a. ** r. 6 NOBLE s. puisqu c. ** r. PUISQU' Str T L S LG parce qu' CC F Mo M 8 l QU ' n.. MEURT... SUR LUI. L'UNIVERS edd. qu'il meurt; et I'avantage que l'uni­ vers a sur lui, l'univers F l Vedi fr. 229, nota l . 2 Cfr. fr. 145. Claudel osserva su questa frase famosa: «Supponiamo che Pascal avesse scritto: L'homme n 'est qu'un roseau, mais c 'est un roseau pensant, la voce non trova nessun appoggio sicuro e lo spirito resta in una sospensione faticosa; invece ha scritto: L'homme n 'est qu'un roseau, LE PLUS FAJBLE DE LA NATURE, mais c 'est un roseau pensant - e la frase vibra tutta intera con un'ampiezza magnifi­ ca» (P. Claudel , Positions et propositions, «Sur le vers français>>, in CEuvres en prose, p. 39, nota, Pléiade). 3 Cfr. Montaigne, ESsais 2.12, p. 454 Pléiade: «Una voce, un segno, una nebbia mat­ tutina bastano ad abbattere [anche l ' uomo piu potente] e a buttarlo in terra». 4 La frase rammenta irresistibilmente, e nonostante tutto, Orazio, Carmina 3 3.8: Si fractus illllbatur orbis, l impavidum [virum] ferient ruinae.

[232** .] l C 101 2C 1 29 M 174 8 347 L 200 S 232 LG 1 86 1 Cfr. fr. 143; e Descartes, Les principes de la philosophie 1 53, p. 457 Pléiade: «>.

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Pascal l testi - Pensieri [233** .] l C 101 2C 1 29 M 889 B 206 L 201 S 233 LG 1 87 l Cosi dice di sé anche l'uomo spensierato: cfr. fr. 683 med. Come si rileva dalla nume­ rnzione più sopra, questo fr. non si trova nel manoscritto originale ma solo nelle Copie; e non è riportato nell'ed. di Port-Royal. [234.) RO 63 I C 10 l 2C 1 29 M 177 B 5 1 7 T 245 L 202 S 234 LG 1 88 r. 2 N' ATIENDANT a l l (Ferreyrolles). [XVII. FALSITÀ DELLE ALTRE RELIGIONI] [235.) RO 467 IC 105 2C 129 M 835 B 595 T 245 L 203 S 235 LG 1 89 manca, qui, il testo indicato nelprospeno (/r. l) col titolo La nature est corrompue; in l C Faussété des autres religions appare in capo a/fascicolo r. l intito/azione a. d'altra mano l AlJJ'RES autre RQ l REUGIONS religi RQ co/finale reciso ** r. 4 N'AYANT . . . FORCE a . l E mancando invece delle profezie e dei miracoli, che ha i l Cristo (cfr. frr. 241 , 352). [236.] R0 467 I C 105 2C 130 M 832 B 59 T 245 L 204 S 236 LG 1 90 r. 2 1Ls N'ONT . . . EN ONT a . [237.] R0 457 1C 1 05 2C 1 30 M 808 B 489 T 246 L 205 S 237 LG 1 9 1 r. l S'IL Y A a. l UNE U n RO ** r. 5 o'ADORER s . [ce l ] et d'airner c. ** r. 7 QUI INS'ffi.UIT nous instruise l l Cfr. Romani, 5. [238.] RO 467 l C 105 2C 1 30 M 829 B 235 T 246 L 206 S 238 LG 192 r. l 2viDERUNT sci l 1 «Videro la nostra realtà ma non ne videro la causa>> (sant'Agostino, Contra Iulia­ num 4.1 2.60: Rem vidit, causam nescivit).

[239.) R0 457 I C 105 2C 1 30 M 809 B 597 T 246 L 207 S 239 LG 193 r. 4 MtME RO L 1952 S corr. memes CC Mo M B Str L 1963 LG ** r. 5 JAMAIS pasl ** r. 6 L'ALcoRAN DIT Or I'Alcoran dit i ** r. 7 DoNc s . ou c. l EN s. les c. l GENS DE a . sopra la r.

Pascal l testi

- Pensieri

l Due famosi neoplatonici, avversari del cristianesimo (secc . u, m). 2 In generale, vi sono accolti i Vangeli. [240 .] RO 373, 374

l C 106 2C 131 M 602 B 435 T 203 L 208 S 240 LG 194 r. l SANs cES DJVJNES p. Nous pouvons marcher sfirement à la clarté de ces lumières et après avoir b. ** r. 3 QUI LEUR RESTE a. ** r. 4 CAR NE VOYANT . . . DANS u; DÉSE­ SPOIR [Que pouvaient-ils si non suivre une de ces routes, égarer [égarés M] et ne voyant jamais l ] Dans cene impuissance de voir la vérité entière [ou connailre l l , s' ils connais­ saient la dignité de notre condition, [et l l ils en [ignorer l ] ignoraient [l'infi< . . .> 1 ] 1a corruption, ou [re l l s 'ils en [re l connaitre2 ] connais­ saient l'infrrmité, et ils [a. sopra la r.] en [ignorerl] ignoraient l'exceUence, et suivant l'une ou l'autre de ces routes, qui leur faisait voir la nature ou comme incorrompue ou comme irréparable [qui leur. . . irréparable a. sopra la r.] ils se perdaient ou dans la superbe ou dans le désespoir, selon qu'ils consideraient; et ainsi [ce qu'ils voyaient de vérité était l ] ne voyant de vérité que confondue avec l'erreur, il n'avaient de vertu. Ansi s'iJs l b. [selon . . . Ainsi s'ils b. e c.] ** r. 5 A UNE PARFAJTI: à la 1 ** r. 9 PUJSQU'IL . . . PAR L'ORGUEIL a. nel m. l IL NE PEUT RO Mo L LG ils ne peuvent CC M B TCI S ** r. IO PAR LACHETÉ lach l l EN s I I 2PAR avec l ** r. 1 1 I L· Jal ** r. 1 2 PARESSE Jachetél ** r. 1 3 LA SUPERBE J'orgueiJ I ** r. 15 LA vANJrt l'or­ gueiJI ** r. 16 LE DÉSESPOIR l'abattement l ** r. 20 PU s< . . .> l s. enseignerdes c. ** r. 2 1 EN CHASSANT de chasser l l PAR LA SAGESSE comme Jes sages l ** r. 22 EN de1 l CHASSANT chasser RO (residuo) l ET par i ** r. 23 SIMPUCITÉ sagesse l s. év c. ** r. 24 JUSQU' a. sopra la r. ** r. 25 ENCORE s. toute leur c. ** r. 26 m� LA Jeur l l DURANT to l ** r. 27 SUJETS esclaves l ** r. 29 AINSI Et l l DONNANT A faisant l l À CEUX . . . CAPACITÉ les uns et espérer aux autres, elle tempère toutes cho­ ses avec tant de justesse, par cene capacité commune à tous et de la grnce et du péché, qu'eUe intimide [la grandeur d l sainteté des justes2 l'élévati�l ceux qu'el­ le élève, et qu 'eUe console [l'humiliation des autrI ] ceux qu 'elle hurnilie par cette double [a. sopra la r.] capacité l ** r. 30 JUSTIFIE élèvel l CONDAMNE, ELLE hurnilie. ellel ** r. 31 JUSTESSE s. pare. ** r. 33 Péclffi. s. C'est donc elle seule qui [apprend i ] donne les vérités [épurées d'erreurs et qui donne les vertus purgées de vices l ] et les vertus pures c. l QU' qui RO (residuo di qui humilie) l ABAJSSE. . . SANS � humi­ lie sans [abanre l ] désespérer l ** r. 34 LA sEuu; RAISON la raison l ** r. 35 QU' qui RO (residuo di qui élève) l tNFtNIMENf . . . MAJS a. sopra la r. l tNFtNlMENf p. mais c . ** r. 36 FAJSANT. . . LES HOMMES et [qu' ell ] qui donc peut seule nous instruire et nous corriger en vérité l l VOIR s. qu c. ** r. 38 ELLE s. seule c. ** r. 39 CES CÉl..ESTES LUMIÈRES ces [lumi l ] celestes lumi l ** r. 40 CROIRE voirl ** r. 43 LES EFFEfS la véritél ** r. 45 CONDmON i< . . .> l ** r. 46 AVOC ... RÉSISIB a. l AVFC avecl d' 2 ** r. 47 RÉSISTER s. et que leur c., e a capo Car en c. l Gli argomenti di questo fr. sonO stati rapportati aU'E'nlrerien aver M. de Sacy( l655); ,

595

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Pasçal l testi - Pensieri per questo passo in particolare vedi (Euvres complètes cit., III, p. 152 Mesnard: ; e fr. 685 in. [24 1 .] RO 467 l C 107 2C 1 33 M 8 10 B 599 T 246 L 209 S 24 1 LG 195 r. 2 MAHOMET J l ** r. 3 EN TUANT par armes l l Si indica come fonte Grotius, De veritate religionis Christianae, Seb. Crarnoisy, Parigi 1640: vedi 6.2, p. 198: ; e d'altra parte vedi Galati , 4.2 1 ; l Timoteo, 4.13. [242.] RO 457 l C 108 2C 1 33 M 8 10 B 599 T 246 L 209 S 242 LG 195 r. l QUE SI que si l qu 'au lieu de conclure2 [243*.] RO 467 l C 108 2C 1 33 M 833 B 451 T 247 L 210 S 243 LG 196 dettato al segretario r. l SE HAISSENT naissent l l L'UN L' AUTRE les uns des autres l RO corr. da Pascal l'uns l ' autres ** r. 3 POUR voulant l l Cfr. frr. 108, 1 38, 150. 2 Cfr. fr. 150. [244.] R0 465 l C 108 2C 1 33 M 828 B 453 T 247 L 2 1 1 S 244 LG 197 r. l fONDÉ ET TIRÉ fait l ** r. 2 POLICE s. et c. l Vedi al fr. precedente. 2 (Genesi, 8.21 secondo Vatable, che spiega in nota la cogitatio humani cordis [malum est ab adalescentia sua] della Vulgata come figmentum vel desiderium. l ** r. 6 LES REMÈDE.S. s. La

notre l ' a fait. Les couvents des religieuses, cette foule de pénitents, Philon Juif c .

l Cfr. Deuteronomio, 6.5; Matteo, 22.37; Marco, 12.30; Luca, 1 0 27 .

[248.) RO 465 !C 109 2C 1 34 M 823 r. 2 FAUT p. en c.;

s.

B 433 T 248 L 2 1 5 S 248 LG 20 1

trouver la raison c. ** r. 3 ELLE DOIT . . . LA CHRÉTIENNE? a. **

r. 4 UNE un RO [249 .) RO 465 !C 109 2C 1 34 M 822

B 493 T 248 L 2 1 6 S 249 LG 202

r. 2 ORGUEIL ET CONCUPISCENCE a. sopra la r. l HUMILITÉ, MORTIACATION a. [250.) RO 459 !C 109 2C 1 34 M 8 1 1 r.

B 650 T 248 L 2 1 7 S 250 LG 203 l IL Y A DE.S FIGURE.S . . . D' AUTRE.S D y a des figurées l ** r. 3 ET mais l ** r. 4 CEl..­

LES-LÀ . . . APOCALYPTIQUE.S a. nel m. sin. e inteso probabilmente per qui C'est comme ceux entre lesquels il y a un certain langage obscur. Ceux qui [entendraientl ] n' en enten­ draient pas cela [diraient l ] n'y comprendraientqu'un sot sens b. ** r. 5 c'ESr CC Mo T L

S

LG est M

B **

r.

IO

LA PAJUIE . . . LE.S OBSCURITÉS a. ** r. 13 CLARTÉS

figul l QUAND ELLES SONT DIVINES a. sopra

la r.

l Visionari , che si fondano sulle immagini e predizioni dell'Apocalisse. [25 1 .] RO 465 !C 1 09 2C 1 35 M 827

B

598 T 248 L 2 1 8

S 25 1

LG 204

r. l sotto il testo seguente, scritto a matiw il titolo Fausseté des autres religions 1 3 MÉRITE méritel

l Cfr. fr. 1 82 in. [252.] R0 45 1

I C I lO 2C

1 35 M 792 B 25 1 T 249 L 2 1 9

S 252 LG 205

** r.

597

598

Pascal l testi - Pensieri r. l COMME LES PAlENNEs a. sopra la r. ** r 2 CAR . . . EN EXTÉRIEUR a. sopra la r. l EN exl ** r. 6 o ' i l

[253.] RO 465 !C l IO 2C 1 36 M 825 B 468 T 249 L 220 S 253 LG 206 r. 3 ET QUI CHERCHENT et qui cherchent hors d'eux l ** r. 4 ET Ma l No< . . _-;,). l s'ILS N ' AVAIENT n'ayant l l Cfr. Matteo, 10.39; Luca, 14.26; Giovanni, 12.25; fr. 405. 2 Cfr. Filippesi, 2.8, e fr. 285. [XYffi. RENDERE AMABILE LA RELIGIONE] [254.] RO 227 IC 1 1 3 2C 1 39 M 482 B 774 T 249 L 221 S 254 LG 207 il titolo delfascicolo è riportato in CC r. 2 PEUPLE s. Toutes natio c. ** r. 4 Tou­ TES Toustes RO l Genesi, 1 2.3; 22.18. 2 «È poco che ...» (Isaia, 49.6: Parum est ut sis mihi servus ad suscitandos tribus lacob etfaeces /srael convertendas); cfr. frr. 354, 377. 3 (Luca, 2.32). 4 «Non fece cosi a tutte le nazioni>> (Salmi, 147 .20). 5 Cfr. fr. 45 1 fin. [255* .] R0 227 JC 1 1 3 2C 139 M 483 B 747 T 250 L 222 S 255 LG 208 denaro al segretario r. 3 N ' EN en RO ** r. 6 VoYEZ PERPffiJITÉ tracciato da Pasca[ sul retro delfoglieno

l Termine tipicamente paolino: mondani, contrapposto a spirituali (Non potui vobis loqui quasi spiritalibus, sed quasi carnalibus. [ . . . ] Carnales estis et secundum homi­

l Corinti, 3.1, 3). Cfr. frr. 318 sg., 321 . 2 Fascicolo XXll

nem ambulatis:

.

[XIX. FONDAMENTI DELLA RELIGIONE E RISPOSTA ALLE OBIEZIONI] [256.] R045 IC 1 17 2C 143 M 1 10 B 570 T 250 L 223 S 256 LG 209 il titolo delfascicolo è riportato in CC l Cfr. piu avanti, fascicolo XXll 2 Cfr. piu avanti, fascicolo XX, frr. 287, 30 l med. .

Pascal l testi - Pensieri

[257* .] RO 47 IC 1 17 2C 143 M 1 14 B 816 T 250 L 224 S 257 LG 210 «Note dicrée au sécréraire donr l'écriture rappelle la main de Jacqueline Pascal" T

r. 2 CEUX cel1 l Cfr. Tacito, Hisroriae 4.8 1 : Vespasiano guari ad Alessandria un cieco e uno stor­ pio bagnando all'uno gli occhi con la propria saliva e premendo all'altro la mano col piede; e Montaigne, Essaù 3.8, p. 921 Pléiade per il primo dei due miracoli («guérit à Aiexandrie une femme [sic] aveugle>>). [258.] R0 45 IC 1 1 7 2C 143 M 106, 107 B 789, 523 T 250 L 225, 226 S 258 LG 2 1 1 r. 3 À a. ** r. 5 ET TOliTE ... EN LA GRÀCE a. [259.] R0 45 !C 1 1 7 2C 143 M I I I B 223 T 250 L 227 S 259 LG 212 r. 2 Qu'EST-!L Serai l ** r. 5 LA a. sopra la r. l Cfr. fr. 444 . [260.] R0 47 IC 1 1 7 2C 143 M 1 1 5 B 75 1 T 25 1 L 228 S 260 LG 213 r. 5 ETC.p. qu'il c. ** r. 7 EN a. sopra la r. l MAIS . . . EXCAECA a. l Cfr. Isaia, 45.15: Vere tu es Deus absconditus, Deus /srael salvaror; frr. 275, 646 fin., 766. Citando la frase nella terza lettera a Mlle de Roannez (1656), Pascal spie­ ga: «ll velo della natura che copre Dio è stato penetrato da molti infedeli, che, come dice san Paolo, hanno conosciuto un Dio invisibile per mezzo della natura visibile. I cristiani eretici lo hanno conosciuto attraverso la sua umanità e adorano Gesu Cristo Dio e uomo. Ma riconoscer!o sotto specie di pane è proprio soltanto dei cattolici. [ . . . ] Si può aggiungere a queste considerazioni il segreto dello spirito di Dio, pure nasco­ sto nella Scrittura>> (CEuvres complètes cit., m, p. 1036 Mesnard). Ma varie sono le interpretazioni della formula: cfr. H . Michon, Deus absconditus, in «.xviJI! siècle>>. 44 ( 1 992), pp. 485-506. 2 Cfr. Isaia, 53.2 sg.; 8.14 sg.; frr. 736 med., 737 in. 3 (Isaia, 6. 10). [26 1 .] RO 45 IC 1 18 2C 144 M 1 1 3 B 444 T 251 L 229 S 261 LG 214 1 Cfr. fr. 370. [262.] R0 47 1C 1 18 2C 144 M 1 16 8 430bis T 25 1 L 230 S 262 LG 215 l Cfr. fr. 1 82 med.

5 99

600

Pasca l I testi - Pensieri [263.) RO 47 I C 1 1 8 2C 144 M 1 1 7 B 5 1 1 T 25 1 L 231 S 263 LG 216 tutto b . («mais par u n trait postérieur, qui ne parait pas avoir étéfait par Pasca/» M)

r. 2 COMMUNICATION compagnie et J'amitié l l Cfr. fr. 182 med. [264.) R0 45 IC 1 1 8 2C 144 M 1 1 2 B 566 T 25 1 L 232 S 264 LG 217 r. l O N Si on l T [?] [265 .) RO 59 I C 1 1 8 2C 144 M 152 B 796 T 252 L 233 S 265 LG 2 1 8 l Cfr. Giovanni, 7 .52; Matteo, 1 3 .55 sg.; Marco, 6.3. [266.) RO 45 I C 1 1 8 2C 145 M 108 B 581 T 252 L 234 S 266 LG 219 «Note écrite d'abord en crayon, [ . . .] puis repassée à l'encre par Pascal lui-meme, sem­ ble-t-il» T r. 3 LA SUPERBE l' orgueui) l C2

[267.] RO 57 I C 1 1 8 2C 145 M 148 B 77 1 T 252 L 235 S 267 LG 220 r. 3 APPELER p. justifier et dan< .. > («Lecture douteuse» T dam?) c. ** r. 4 PÉCHÉS ini 1 l Cfr. Luca, 1 .63. [268.) R0 57 1C 1 1 9 2C 145 M 145 B 578 T 252 L 236 S 268 LG 221 r. l in testa Aveugler. Éclaircir CC l SAINT AUGUSTIN . . . SEBONDE a. nel m. l MONTAIONE Montag RO ** r. 3 A a. sopra la r. l o'OBSCURITÉ POUR de clarté pour l ** r. 1 3 crc. s. Si les Évangélistes se sont contredits c'est c. ** r. 23 TRÈS sopra una parola c..forse pres T l Frase della Città di Dio di sant'Agostino ( I l .22) citata con grande approvazione da Montaigne in Essais 2, cap. 1 2 (che prende il titolo di «Apologia di Raimond Sebond>> , teologo catalano quattrocentesco), p. 535 Pléiade: «Anche l'occultamento della verità fa esercitare l 'umiltà o diminuire la presunzione>> . 2 Nel Pentateuco. 3 Tharnar genera Fares da Giuda (Genesi, 38), e da Fares discende Davide (Rut, 4.1822), da cui discenderà Gesu Cristo (Matteo, 1 .3-5; Luca, 3.3 1 -33). 4 1 sacrifici cruenti della Legge mosaica, per cui cfr. soprattutto frr. 289-29 1 , 298, 737 fin., 738 med., 739. 5 Vedi nota 3. Le due genealogie sono nei due evangelisti impostate in modo e con dati diversi.

Pascal l testi - Pensieri

[269.) R0 27 1C 1 1 9 2C 146 M 70 8 795 T 253 L 237 S 269 LG 222 r. l TOUTE TENDRAIENT ET a. sopra la r. l «per santificazione e scandalo» (Isaia, 8.14: in sanctijicatioru?m r ...] et in petrcun scaruklli [d'inciampo)); cfr. fr. 260. • . .

[270.) RO 59 IC 120 2C 146 M 153 B 645 T 253 L 238 S 270 LG 223 r. 2 VOULANT p. ordonne («Lecture douteuse» T) c. l Ricco di beni materiali: cfr. frr. 301 in., 306 in. [271 .) R0 27 lC 120 2C 147 M 68 B 5 10 T 253 L 239 S 271 LG 224 r. 4 MAIS non i [272.) RO 53 IC 120 2C 147 M 140 B 705 T 253 L 240 S 272 LG 225 [273.) RO 49 IC 120 2C 147 M 1 3 1 B 765 T 254 L 241 S 273 LG 226 fr. di tre rr., in cui o la prima (Un Dieu humilié . . . de la croix) e la terzti (Un Messie . . . par sa mort) a. alla secorukl (2 natures . . . de l'hornme) T L S LG, oppure la secorukl a. alle altre due CC F Mo M (ma vedi anche la nota p. 47) B ** r. 3 2 deu 1 l ÉTATS n l ** r. 4 UN MESSIE La mort i l UN L l l Cfr. Filippesi, 2.8. 2 Cfr. frr. 285, 291 fin., 292, 305 fin. [274.) RO 57 l C 121 2C 147 M 147 B 430 L 149 S 274 LG 1 39 sono qui ripetute in CC le rr.jinali delfr. 182, staccate da/f. 326 e collocate nel 57 con ripetuto in testa À P.-R. pour Demain (a 182, r. 79 Pour demain) e con la numerazione 2; 2C annota nuovamente a.fianco Ceci est une suite de la fin du chap. commençant A P. R.; cfr. fr. 182 a r. 191 , e S p. 233, nota 7 r. l À P.-R. A. P R RO A . P. R. CC ** r. 2 VOULANT... DIEU A integrate per il senso dalfr. 182 l Cfr. fr. 182, e nota l . [275.) RO 55 l C 121 2C 148 M 143 B 585 T 254 L 242 S 275 LG 227 r. l QUE a. ** r. 2 Y a. sopra la r. ** r. 6 CAC!ffi s. et RO (residuo di et qui n'en c.) l (Giovanni, 1 .29 e Canone della Messa, secondo l'Itala, da sant'Agostino, Opus imperfectum 2.84: peccata per peccatum Vulgata). [282.) RO 39 IC 125 2C 1 5 1 M 93 8 667 T 256 L 250 S 282 LG 234 r. l FìGURATIVES CC S LG Figuratifs 8 Figura!. RO M L l «[Cingi la spada sopra il femore,] o potentissimo>> (Salmi , 44.4; ma (sant'Agostino, De Genesi contra Manichaeos 17 .27; vedi anche De doctrina Christiana 3.26.37). [283* .] RO 19 1C 125 2C 152 M 38 8 900 T 257 L 25 1 S 283 LG 235 l Cfr. sant'Agostino, De doctrina Christiana 3.28.39; 1 .37 .41 . Le parole letterali di Pasca! sono individuate da Le Guem, p. 1412 in J. 8oucher, Triomphes de la religion chrétienne 1 .7: Qui dat sensum scripturae, et non capit sensum a scriptura hostis est scripturae. Aug. de doctr. Chr.

[284*.) R0 3 1 1C 1 25 2C 1 52 M 78 8 648 T 257 L 252 S 284 LG 236 dettato al segretario r. l PRENDRE lnterpreter l T Comprendre l M [285.] RO 15 IC 1 26 2C 152 M 28 8 679 T 257 L 253 S 285 LG 237 r. 4 VERE ISRAELITA . . . DU CIEL a . ** r. 6 UN DIEU . . . À LA CROIX a. sopra la r. ** r. 7 LE CHRIST Jésus-Christ l l Qu'IL . . . SA MORT a. sopra la r.

60 3

604

Pascal l testi - Pensieri l Luca 24.45.

2 I Corinti, IO. I I . 3 Giovanni, 1 .47; 8.36; cfr. 6.32; e frr. 299, 423, 662, 740 fin. 4 Cfr. Filippesi, 2.8.

5 Cfr. Luca, 24.26; cfr. fr. 299. 6 Cfr. Ebrei, 2.14; prefazio del Tempo pasquale (mortem nostram moriendo destru­ xit: cfr. Ph. Sellier, Pasca/ et la liturgie, Presses Universitaires de France, Paris 1966, rist.

1998, p. 75).

7 Vedi fr. 273, nota 2.

[286.] RO 1 5 IC 126 2C 1 52 M 29 B 649 T 257 L 254 S 286 LG 238 [287.] RO 17 IC 126 2C 1 52 M 32 B 758 T 257 L 255 S 287 LG 239 r. I DIEU . . primo inizio, poi abbandonoto Les prophéties qui ont prédit le temps sont .

claires, celles qui ont prédit la qualité [sont l ] du Messie sont obscures, parce que si celles du te [du te T LG du B dont M] b. e c. l DIEU . . .SOIUE a. ** r. 3 u. MANIÈ­ RE p. le temps et c. l EOT eussent l l PRÉDITE prédits l (residui di le temps et la maniè­ re) ** r. 4 OBSCURITÉ. s. Si le temps et la manière eussent c. ** r. 5 LE TEMPS s. et la manière c. l EOT eussent l l PRÉDIT prédits RO (residui) ** r. 6 LES BONS s. car la bonté de leur creur ne leur eOt pas fait entendre que s sign a. sopra la r. e c., poi nel

m. ne leur. . . 600 ans l CAR . . . C c. l

Cfr. Maneo, 22.45.

2 Cfr. Giovanni , 858. 3 cfr. Giovanni,

12.34.

[289* .] RO 255 IC 127 2C 153 M 533 B 684 T 258 L 257 S 289 LG 241 denato a/ segretario r. 2 0N p . Comme c . ** r. 3 ILqu'iJ l ** r. 5 PoUR p. Et comme c. ** r. 8 CONTRAIRES a. sopra la r. ** r. 22 JACOB s. parce qu'ils prenaient c. l Cfr. Osea, 3.4; Genesi , 49.10. 2 Cfr. Ezechiele, 20.1 1 , 25.

Pascal l testi - Pensieri

[290*.) RO 253 IC 128 2C 154 M 53 1 , 532 B 728, 68 T 259 L 258, 259 S 290 LG 242 dettato al segretario r. 5 OsÉE Que l ** r. 6 IDOLE M B T idoles l e CC L S LG (ma vedi p. 1415, nota 4) ** r. IO SI LA Lol ET LES SACRIACES Si Jérusalem et JsraeJ l ** r. 14 LA Loi ie sa l ** r. 25 MARQUENT-ILS p. Mais c. ** r. 28 Tous CES PAS­ SAGES . . . JUGE SACRIACIUM scritto da Pasca/

l Cfr. Osea, 3.4. 2 Cfr. fr. 294. 3 «L'agnello fu ucciso fin dall'origine del mondo» (Apocalisse,

13.8). «Sacrificio

perenne>> (Daniele, 1 2. 1 1 ) . [29 1 .) RO 15 IC 129 2C 156 M 30 B 678 T 260 L 260 S 291 LG 243 r. l UN PORTIWT. . . DÉPLAISIR a. in testa ** rr. 2-3 ET DÉPLAISIR. FIGURES et figure déplai­ sir. CC ** r. 8 ELLES AJSSENT CC T S elle ffit M B L LG ** r. IO DISENT s. et s'ils la prennent non c. ** r. 12 L'ALLIANCE la Loi l ** r. 14 LE CHifFRE p. Quand on voit un [discoursl] chif c. l QuAND ON SURPREND N'est-ce pas un grand avantage quand on trouve l ** r. 15 où L'ON TROVE UN SENS où l'on trouve un sens i ** r. 16 QUE LE SENS qu'ellel ** r. 17 VERRA p . la c . ** r. 19 ET o'AlJfANf Et combi l ** r. 21 LES PROPHÈIES . . . ÉrAIT VOILÉ nel m . senw segni di rinvw; qui M B L S pùi sopra, dopo à double sens? T om. LG ** r. 33 QU ' IL p. et non c . l Cfr. fr. 273, nota 2. [292.) RO 35 IC 130 2C 157 M 82 B 757 T 260 L 261 S 292 LG 244 r. l LE TEMPS Les marques l l EST PRÉDIT CC, edd. sont prédites RO (residuo di Les marques) l LE TEMPS les marques l ** r. 2 L'ESf le sont l l Cfr. fr. 273, nota 2. [293.) RO 37 IC 1 3 1 2C 158 M 88 B 762 T 26 1 L 262 S 293 LG 245 r. l POUVAIENT peuventl ** r. 2 2ILS c' était l l PROUVENT prouver RO (residuo di c·était) l PAR LEUR RÉCEPTION a. sopra la r. ** r. 4 ET a. l Cfr. fr. 736 fin. [294.] RO 39 IC 1 3 1 2C 158 M 92 B 686 T 261 L 263 S 294 LG 246 r. 2 S ANS Point de l l NI PRINCE a. ** r. 5 ÉzEcHIEL, 20 a. l Cfr. fr. 289, per comprendere il senso di quanto segue. 2 Genesi, 49.10; e Osea, 3.4. 3 Cfr. fr. 695 fin.

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Pascal l testi -

4 Cfr. Genesi, 17.7 (fr. 653); 5 Ezechiele, 20.25.

Pensieri

e Geremia, 3 1 .3 1 ; Ebrei, 8. 8.

[295.] RO 39 IC 131 2C 158 M 89 B 746 T 261 L 264 S 295 LG 247 r. 2 LES GRANDS COUPS DE a. sopra la r. [296.] RO 35 IC 131 2C 1 58 M 83 B 677 T 261 L 265 S 296 LG 248 r. l PORTE a. sopra la r. l PLAISIR ET DÉPLAISIR a. [297.] R0 39 1C 1 3 1 2C 159 M 91 B 71 9 T 261 L 266 S 297 LG 249 r. 3 IL AURAJENT p. l'événement l il se seraient2 ** r. 8 0SÉE a. l Cfr. Genesi, 49.10 (e fr. 294, nota 2). 2 Erode il Grande (ca 73-4 a. C.) era idumeo, e imposto come re dai Romani; cfr. frr. 369, 648 fin.; e sant'Agostino, De civitate Dei 18.45: . 3 Cfr. a frr . 290, 294. [298.] RO 37 IC 132 2C 159 M 87 B 680 T 262 L 267 S 298 LG 250 r. l F!GURES a. ** r. 4 LES le l ** r. 5 VRAIS vrai RO ** r. l 0 AGURES s. ou que c'éta­ ient des nia c. ** r. 12 CLAIRES sovrapposto a tro

l ** r. 14 SAVOIR ... D'AliTRES CHOSES a. nel m .

l Cfr. frr. 30 l med., e nota 2; 695 in. [299.] RO 29 IC 132 2C 159 M 74 B 683 T 262 L 268 S 299 LG 251 r. 2 Vo!LÀ . . . DONNE posto dopo Un Dieu humilié CC T («Cetre addition se trouve écri­ te audessus du texte. C'est peut-étre là qu 'i/faudrait la laisser») L S LG dopo Tout arrivait en figures M B ** r. 4 ToUT ARRIVAIT... soUFFRtr a. ** r. 7 VRAI TEMPLE a . ** r. IO POINT. s., con segno di a capo Afin que vous sachiez c. ** r. 12 LIBERTÉ a. sopra la r. 1 2 Corinti, 3.6.

2 1 Corinti, 10. 1 1 ; e cfr. fr. 285. 3 Luca, 24.26 (cfr. fr. 285); Atti degli Apostoli, 17 .3. 4 Cfr. Filippesi, 2.8, e fr. 285. 5 Cfr. fr. 695. 6 Cfr. Giovanni, 621.

Pascal l testi Pensieri -

7 Giovanni , 8.36; cfr. frr. 285 , 423, 662, 740 fin.

8 Giovanni, 6.33. [300.)

RO 33 !C 1 33 2C 1 60 M 80 B 692 T 263 L 269 S 300 LG 252 r. l IL Y EN A . . . MAIS NON DES ENNEMJS traspongono al/a fine T S , come se cosi indi­ casse una graffa al centro nel m. sin. ** r. 3 ET NON PAS DES a. sopra la r. om. CC integrano ennemis L LG années S leggono (impossibilmente) et non pas Dieu

FH

Mo M B Str Chevalier l PASSIONS cfr.fr. sg., rr. 21 sg. e apparato, r. 22 (e TCI, l , p.

147, nota 3) ** r. 5 LA la CC M B LG sa T L S ** r. 6 QU'ILS s ' EN SOÙUNT ET QU'IL'i Y MEURENT qu'il s'en soOie etqu'il y meure RO corr. CC, edd. ** r. 9 N'ONT DE DÉSIR veul I demand l ** r. 30 o'INIQUITÉS s. Car les ennemis peuvent bien signifier les iniquités, mais les iniquités ne peuvent p l S'il y avait dans les2 c. ** r. 31 ENNE­ MIS ennemi RO ** r. 34 USAIENT avaient l l DE CC T («Peut-etrefaut-il lire des») L S LG des M B ** r. 39 DANIEL IX . . . L'ÉTERNELLE a. l Cfr. Genesi, 27.28; fr. 303 .

2 Cfr. Deuteronomio, 65; Matteo, 22.37; Marco , 12.30. 3 cfr. SaJmi, I7.4; 1 8 .48. 4 Cfr. Salmi, 1 29.8; Isaia, 43.25; 44.22; Michea, 7 . 1 9 .

5 Daniele, 9.24 (vedi fr . 722 med .). [30 1 .)

RO 35 !C 1 34 2C 162 M 8 1 B 670 T 264 L 270 S 301 LG 253 nel m . in alto a sin. di RO sono scritte in bella grafia tre operazioni aritmetiche: 896 + 1 1 79

=

2075 e 2 1 77 - 1 1 79

l AVAIENT avait RO (residuo di

=

998 e + 464

=

1 462 ** r. 2 LES JUIP.> Le monde l

Le monde) ** r. 3 SA CHAIR p. et c. * * r. 6 QUE

QUAND qu• l ** r. IO OFFRIR DES B�TES . . . PURIAÉS etre adoré l ** r. ) ) ET a. ** r. 14 ET IL A PRÉDIT . . . SA VENUE a . ** r. 16 JÉSUS-CHRIST EST VENU Jésus-Christ est venu l l VENU la< .. > ' ** r. 1 8 APRÈS SA MORT p. Et saint Pau! est venu c. ** r. 22 LES BABYLONIENS leurs pass l ** r. 27 CES cel I ** r. 29 PRo­ DUIRE T L S prédire CC F Mo M B LG l EN A )es a l ** r. 30 CLAIREMENT s. et )es manières en figure c., e fra parentesi l 'annotazione Je ne dis pas bien (in nota M B dopo figurantes CC dopo clairement LG dopo s' y arretassent [sonostante] S om. L) l ET LES A . . . OÙ ILS TENDENT a . ** r. 31 ABONDAMMENT abondam l * * r. 3 5 L'UNIQUE Tout 1 l CHARITÉ s . Tout c. * * r. 3 6 BIEN T L S L G but CC M B * * r. 3 8 AGURE CC F L S L G figuré Mo M B ** r. 40 CURIOSITÉ p. unique nécessai­ re par c. ** r. 44 figures l C M B

À CE CC S au M B T L LG ** r. 49 AGURE 2C Mo T L S LG

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Pascal l testi - Pensieri I Cfr. I Corinti, 10.1-6, I l ; Romani, 8.1-17; Atti degli Apostoli, 17.26; Ebrei, 9.24; Romani, 2.28 sg. 2 Cfr. fr. 298; sant'Agostino, De cathechizandis rudibus 2650: «[D catecumeno] deve credere che, quanto ascolta dai libri canonici senza poterlo collegare all'amore del­ l'eternità, della verità e della santità e all'amore del prossimo, fu detto o fatto in modo figurato>>. 3 Sant'Agostino, De doctrina Christiana 10.15: Non autem praecipit Scriptura nisi caritatem, nel contesto di una discussione su testo-figura. 4 Luca, IO. 42. 5 Cfr. Cantico, 4.5.

[302.] RO 29 IC 1 36 2C 164 M 75 B 545 T 265 L 271 S 302 LG 254 [303.] RO 31 IC 1 37 2C 164 M 76 B 687 T 265 L 272 S 303 LG 255 r. 6 EXPRESSIONS mo l ** r. 16 PARCE en voyant l ** r. 17 LUI M�ME LG Ju meme L luna («On lirait plutot lu, ébauche de lui» T) meme RO lui la meme M B S Dieu la meme CC ** r. 19 AINSI. . . SERAS ETC. a . * * r. 23 o' de RO ** r. 26 MYSTÈRES mysteteres RO ** r. 27 IL Mais il i I «Siedi alla mia destra>> (Salmi, 109.1). 2 La frase richiama quella di Joseph de Voisin nella Prefazione al Pugiofidei di Rai­ mondo Martin (per cui vedi fr. 308, nota 2): > . t 4 cfr. Salmi, 15 (16 ebr.).IO: «Poiché non abbandonerai la mia anima nell'abisso, né darai a vedere al tuo santo la corruzione». [3 10** .] JC 144 2C 174 M 546 8 446 , nota L 278 S 310 LG 261 solo in CC, in coda alfr. Precedente [XXII . PERPETUITÀ) [3 1 1 .] RO 247 IC 145 2C 175 M 519 8 690 T 270 L 279 S 3 1 1 LG 262 il titolo delfascicolo è riportato in CC r. 2 LEUR OEUR T L S LG les creurs CC F Mo M Str le creur 8 ** r. 3 OOliTEUX sus< . . .>t ** r. 7 APRÈS s. Or, tous les livres que ces gents là ont reçus pour con [recisione nella costituzione di RO] sont donc aussi dans le mo c. l Il «Dio circonciderà il loro cuore>> di Deuteronomio, 30. 6 (Circumcidet Dominus Deus tuus cor tuum) col suo senso di rendere capaci di amarlo (cfr. frr. 301 med., 320, 695 med.) caratterizza il cristiano, cosfcome l'orgoglio intellettuale caratterizza il filo­ sofo, in particolare lo stoico (cfr. frr. 1 33, 172). [312.] RO 283 IC 145 2C 175 M 579 8 614 T 271 L 280 S 312 LG 263 r. J FAISAIT PLOYER ployait l ** r. 6 ENCORE néanmoins l ** r. 8 TOUJOURS a . sopra la r.

[3 13.) R0 2 1 8 1C 145 2C 175 M 461 8 6 13 T 271 L 281 S 3 13 LG 264 r. l À CROIRE . . . SUR LA TERRE en l'adoration du Messie a toujours été sur la terre i ** r. 5 NOUS SERONS M o M 8 Str T ( «Peut-etre faut-il lire: on serait rétabli») L LG on serait CC T S ** r. 14 DE SAUVER p. d'éviter la colère de Dieu sur tout le genre humain [et l ] c. ** r. 1 5 OONT p. , par laquelle il a sau c. * * r. 16 ÉTAIT , lsaac ont l ** r. 18 Au TEMPS . . . DE JACOB [lsal ] Jacob a vu les i ** r. 1 8 ABOMINATION aboninations RO (residuo di les) s . des Égyptiens et [d l ] qui c. ** r. 19 ÉTAIT étaient l l REPANDUE repandues l (residui) ** r. 20 VTVAIENT res< . . . > 1 ** r. 25 LEUR EXEMPLE L S LG leurs exemples CC M 8 ** r. 28 PRÉ­ PARAIT s. depuis la Jud c. ** r. 30 CENT mille l ** r. 3 1 MILLE centl ** r.

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Pascal I testi - Pensieri

39 SUBSISTÉ s. seule et pure [de l ] sans interruption, de sorte que de tous les états, de toutes c. ** r. 41 QUI A rouJOURS a to l ** r. 44 PUISSANCE s. Les autres a capo, c. ** r. 45 CAR [Et c'est T) CE QUI EST ÉlUNNANT EST T L S LG C'est ce qui est étonnant et CC M 8 Str l Cfr. fr. 221 , e nota l . 2 Di Enoch dice l a Bibbia (Genesi, 5.22,24) che ambulavit cwn Deo; Lamech, padre di Noè, ne profetizza l'opera salvatrice (ibid., 28). 3 Cfr. sant'Agostino, Contra Faustum 12.22. 4cfr. Ebrei, 1 1 .13. Richiami e paralleli per questi passi in A. Dubarle, Quelques allu­ sions scripturaires des Pensées de Pasca/, in , 1941-42, pp. 88 sg. 5 Genesi, 49.18. 6 Cfr. Ebrei, 1 1 .25-27. 7 Cfr. Galati, 4.4. 8 Il passo di Montaigne contrassegnato da Pascal nella sua copia con un cerchietto; probabilmente Essais, 1 .23, p. 121 Pléiade (vedi anche l'inizio del fr. 3 12): . [314* .] RO 237 l C 147 2C 177 M 5 ll 8 616 T 272 L 282 S 314 LG 265 denaro al segretario r. l LE MEssJE p. La tradition d' A c. ** r. 7 CELLE a. sopra la r. da Pasca/ ** r. 9 ET a. [3 15*.) RO 442 IC 147 2C 177 M 768 8 655 T 273 L 283 S 3 1 5 LG 266 denaro al segretario

l Nel De Genesi contra Manichaeos 1 .23 sant'Agostino delinea sullo schema delle sei giornate in cui si compirono i prodigi della Creazione, e rispondenti alle sei età dell'uomo, le sei età della storia, ognuna presidiata, tranne la quinta, da un padre (Adamo, Noè, Abramo, Davide, poi la cattività babilonese, infine l'appa­ rizione di Gesu Cristo «nell'ultimo mattino>>). Cfr. fr. 490. [3 16.) RO 265 l C 147 2C 178 M 545 8 605 T 273 L 284 S 3 1 6 LG 267 l Cfr. fr. 682 fin. [317] R0 214 1C 147 2C 178 M 459 8 867 T 273 L 285 S 317 LG 268 r. 4 CRÉANCE CC T L S LG main F Mo M 8 Str

Pascal l testi - Pensieri

[3 18.] RO 277 l C 148 2C 178 M 566 8 609 T 273 L 286 S 3 1 8 LG 2HJ r. 6 DE LA LOI ANCIENNE d'alors, 11 ** r. 7 CHRÉTIENS g< . . . > l l Cfr. fr. 288. 2 . [319.] RO 151 l C 148 2C 179 M 372 8 607 T 273 L 287 S 319 LG 270 r. 8 LE MEsSIE Jésus-Christ l ** r. IO ET NOUS . . . SANS NOUS a . ** r. 12 ** r. 13 LES VRAIS . . . LEURS ENNEMIS a. l Della loro : cfr. fr. 300 med.

NI

JUIVE a.

[320* .] RO 213 l C 149 2C 179 M 449 8 689 T 274 L 288 S 320 LG 27 1 dettato al segretario

l Vedi fr. 3 1 1 , nota l . [321 * .] R0 255 1C 149 2C 179 M 534 8 608 T 274 L 289 S 321 LG 272 dettato al segretario r. l CHARNELS a. sopra kl r. ** r. 8 LES JUIFS Les Juifs charnels l [XXIII . PROVE DI MOSÈ] [322*.] RO 491 IC 153 2C 183 M 878 8 626 L 290 S 322 LG 273 il titolo de/fascicolo è riportato in CC «Ceci est écrit de kl main de M. Constanl [Nico­ le]» l C r. 5 EST M 8 TCI L LG c'est CC S ** r. 7 MORTS mort RO ** r. 1 3 N'AVA­ IENT POINT avaient l l NI et l l SCIENCES s. qui occupent c. 1 Cfr. fr. 313 fm.,e nota 8; qui probabilmente per Essais 2.18,p. 647 Pléiade: «Che soddisfazione sarebbe per me ascoltare qualcuno che mi raccontasse i modi, la fisio­ nomia, il comportamento, i discorsi abibJali e le peripezie dei miei antenati! Come sta­ rei attento!>> 2 Cfr. Genesi, 5; 10.10-32. [323.] RO 491 l C 153 2C 183 M 879 8 587 T 274 L 29 1 S 323 LG 274 r. l SAJNTS . . . ou SANG a. l PURS CC 8 T L S Pères F Mo (, saints Pères irréprochablesj

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Pascal l testi - Pensieri

M ( ,saints, Pères irréprochables;) pieux Str livres LG (, saints livres irréprocha­ bles) ** r. 2 GRANDS t l ** r. 5 N'A s. sc c. ** r. 7 CAR . . . QUI y PRÉPARE a. ** r. 1 2 SIGNE CC T L S LG signes M B Str l POINT NON RO T L S non point M B LG non CC om. F (point è a m.) ** r. 13 EFFICACE B T L S LG effective CC F Mo M Str l Cfr. Colossesi, 1 .22; l Timoteo, 3.2. 2 «Isaia fu figlio di Amos, [ . . . ] e questo Amos fu di sangue reale. [ . . . ) Gli Ebrei cre­ dono che questo Amos era fratello di Amasia re di Giuda» (Comelius a Lapide, Com­ mentaria in quatuor prophetas maiores, apud Martinum Nutium, Anteverpire 1634, p. 43). 3 Cfr. l Corinti , l .18, 23; 2.14. 4 Efficiente, attiva. [324.) RO 491 l C 153 2C 184 M 873, 874 B 624, 204bis T 275 L 292, 293 S 324 LG 275 r. l PREUVES DE MoiSE a. nel m. a metà testo e ripetuto in calce da altra mano a mati­ ta om. CC; Preuv. (Preuves in calce) RO ** r. 4 CAR Q< . . .> l ** r. 9 SE a. sopra la r. l Cfr. fr. 327. 2 Cfr. frr. 5, 191, 358. [325.] RO 491 IC 154 2C 184 M 875 B 703 T 275 L 294 S 325 LG 276 r. 3 A est1 [326.] RO 491 l C 154 2C 184 M 877 B 629 T 275 L 295 S 326 LG 277 r. l DE a. sopra [a r. ** r. 3 QUIS MIHI .. DU PEUPLE a. 1 Lo storico ebreo Giuseppe Aavio (l sec . d. C.), autore, in greco, deUe Antichità giudaiche e della Guerra giudaica; cfr. fr. 348. 2 . . . quella della sua nazione: cfr. Deuteronomio, 32. 3 (Numeri, 1 1 .29; lat. di Vatable). 4 cfr. Numeri, l l .l4; Deuteronomio, l .IO, l2. .

[327*.) RO 489 IC 154 2C 184 M 870 B 625 T 275 L 2% S 327 LG 278 dettato al segretario r. l !QUI a. sopra la r. ** r. 2 DONC dont RO corr. CC, edd. ** r. 3 CELA. . . BIEN a. da Pasca/ 1 Cfr. fr. 791 . [328.] RO 491 l C 1 54 2C 1 85 M 876 B 702 T 275 L 297 S 328 LG 279

Pascal l testi - Pensieri r. l JUIF a. sopra la r. l Cfr. fr. 348. [XXlV. PROVE DI GESU CRISTO] [329.] RO 59 l C 1 57 2C 1 87 M 1 56 B 283 T 276 L 298 S 329 LG 280 il titolo delfascicolo è riportato in CC r. l CoN"ffiE . . . D'ORDRE a. ** r. 5 oorr ÉI1tE AlMÉ aime l ** r. 8 CAR i l l VOULAJEJIIT pr< . . . >l I IOcHAUFFER rabaisser L ** r. 1O CHAQUE 1l l QUI A RAPPORT CC F T L S LG qu' on rapporte Mo M B Str l Cfr. Montaigne, Essais 3.5, p. 874 Pléiade: >. Su questo fr. «dei Tre Ordini», «uno dei vertici della letteratura francese>> (A. Mativa, in «l..es études classiques>>. 28 [ 1960], p. 423) esiste una notevole letteratura esegetica: vedi «Revue de métaphysi­ que et de morale>>, numero speciale, mano (l ) 1997. 2 Formula liturgica nel canone della messa. Havet rileva come l'ed. di Port-Royal abbia sfigurato questo : la : «Ò qu'il a éclaté aux esprits>> diviene: c . [343.] R0 59 IC l62 2C 192 M 154 B 697 T 280 L 31 2 S 343 LG 294 1 (cfr. sant'Agostino, Epistola.e 137.4.16:

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Pascal l testi - Pensieri Haec omnia sicut leguntur praedicta, ila cemuntur impleta, atque ex his iam tot et tan­ tis quae restani, expectantur implenda (). [344.) RO 59 I C 1 62 2C 1 92 M 1 55 B 569 T 280 L 3 1 3 S 344 LG 294 l La legittimità e verità dei libri riconosciuti e messi nel canone biblico della Chie­ sa cattolica come ispirati divinamente. [345.] R0 53 1 C 1 63 2C 1 92 M 1 39 B 639 T 280 L 3 1 4 S 345 LG 295 r. 3 Qu ' n.s combien l ** r. 7 PROMESSE proph l ** r. 8 ROI, SANS a. sopra la r. l Cfr. fr. 336.

2 Del tempio e di Gerusalemme a opera dei Romani nel 70 d. C., inizio di un'altra diaspora ebraica dopo quella di Nabucodonosor nel 587 a. C. Nabucodonosor aveva allora distrutto anche il tempio di Gerusalemme, poi ricostruito, dopo il ritorno dalla prigionia babilonese, durante il regno di Dario. [346.) R0 5 I I C 163 2C 193 M 1 37 B 752 T 280 L 3 1 5 S 346 LG 296 r. l MolsE. . . LE MESSIE a . ** r. 3 TÉMOIN CC Mo 8 T L S LG témoignage F M Str tem RO l Usando il plurale in Genesi , 1 .26: Faciamus hominem ad imaginem et similitudi­

nem nostram, cosi inteso già dagli antichi Padri (vedi ad es. sant'Agostino, De civi­ tate Dei 16.6 in.).

2 li Messia dei Salmi . 3 Cfr. l Re, 16. 1 1 - 1 3 . 4 Giovanni Battista: cfr. Luca, 1 . 1 1 - 1 7 . [347.] RO 49 1C 163 2C 1 93 M 1 32 B 800 T 280 L 3 1 6 S 347 LG 297 r. 7 CRAINTE douleur l ** r. IO ET Car i l Cfr. Luca, 22.4 1 -44.

2 Cfr. Atti degli Apostoli, 7.58 sg. 3 Cfr. Giovanni, 1 1 .33. [348.) RO 485 l C 1 63 2C 1 93 M 851 B 701 T 28 1 L 3 1 7 S 348 LG 298 r. l LE ZÈI...E

• • •

MONARCHIE a. in testa; segue il titolo Figures c. ** r. 2 JUJF CC, edd.

RO piuttosto Juius (indotto già dal sg. Caium?)

Pascal l testi - Pensieri l Cfr. fr. 328.

2 Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche 1 8 .2 sg. e piu ampiamente Filone Alessan ­

drino (filosofo di origine ebraica, ca 30 a. C. - 45 d. C.) nel resoconto della sua amba­ sceria presso Caligola (capp. 20-23, 3 1 -33) descrivono la strenua opposizione degli Ebrei a che si ponesse, com'egli voleva, una statua dell'imperatore romano nel loro tempio a Gerusalemme. 3 Per preservare intatto e integrale il testo biblico. 4 cfr. Genesi , 49. 10: «Non sarà tolto lo scettro a Giuda né il principe dal suo femo­ re [eufemismo: cfr. san Gerolamo, Epistolae 22.1 1] finché venga chi deve essere invia­ to; e questi sarà l'attesa dei popoli>>. 5 Cfr. Daniele, 2 .40 (e frr. 370 in., 722 in.); per la «quarta monarchia», fr. 367. nota l . [349.] RO 61 IC 1 63 2C 194 M 1 59 B 755 T 28 1 L 3 1 8 S 349 LG 299

r. .J

APPARENTE a. sopra la r.

l Cfr .. fr. 268

fin.

[350.) RO 59 IC 1 63 2C 195 M 157 B 699 T 28 1 L 3 19 S 350 LG 300

r. l CHRÉTIENS p l ** r. 2 SAINT JEAN, JÉSus-CHRJST «Peut-etre ces quaJre derniers mots sont-ils une addition» T [35 1 .] RO 49 I C 164 2C 1 94 M 1 30 B 178 T 28 1 L 320 S 35 1 LG 301

l Cfr. fr. 625. [352* .] R0 57 1C 164 2C 195 M 146 B 600 T 28 1 L 321 S 352 LG 302

denato al seg;etario r.

l

CAR s.

ni c. ** r. 2 MIRACLES s. ni non c.

1 Cfr. fr. 276. [353.) RO 489 IC 164 2C 195 M 869 B 802 T 282 L 322 S 353 LG 303 r. l ET ou 1

** r. 2 PAS rossmLE DE pas possible de l (pas non c .) ** r. 6 QUI qui l

[XXV. PROFEZIE] [354**.) lC 165 2C 197 M 890 B 773 L 323 S 354 LG 304

il titolo delfascicolo è riportato in CC r.

l

nel m.

619

620

Pascal l testi - Pensieri l «Tutte le genti verranno e lo adoreranno>> (Salmi, 85.9: Omnes gentes [ . .. ] venient et adorabunt coram te). « È poco che . . .>> (Isaia, 49.6; cfr. frr. 254, 377). «Chiedimi>> (Salmi, 2.8: Postula a me, et dabo tibi gentes haereditatem tuam).

> (ibid., 7 1 . 1 1 ) . «Testimoni ingiusti» (ibid., 34. 1 1 ). «Offrirà la guancia a chi lo percuote>> (Lamentazioni, 3 .30). «Diedero fiele come cibo>> (Salmi, 68.22). [355.] RO 232 1 C 1 65 2C 197 M 504 B 730 T 283 L 324 S 355 LG 305 2 ABATIRAIT f l (cfr. più avanti) I I LES d l ** r. 5 cr lu l ** r. 6 POINT

r.

T L S LG pas CC M B l l Cfr. Isaia, 2 . 1 8 , 2.

ANIMAU

X s. qui sont tous à lui (eco di Salmi, 49.10) c.

2 Gesu Cristo, nel sacrificio della messa; cfr. Malachia, 1 . 1 1 . [356.] RO 1 97 l C 165 2C 1 97 M 430 B 733 T 283 L 325 S 356 LG 306 r. 3 AlT a. sopra la r. l Cfr. fr. 736 in. [357 .] RO 232 IC 1 65 2C 1 97 M 504 B 730 T 283 L 324 S 357 LG 305 r. l l oES et l ** r. 5 QUI CENTRE a. l Cfr. fr. 461 med. . . •

[358.] RO 232 IC 165 2C 1 98 M 503 B 694 T 283 L 326 S 358 LG 307 r. 3 PLUS a. sopra la r. l TROUVERA croir l ** r. 5 PR completa un coup de hazard , aurait entièrement perdu l 'esprit l Cfr. fr. 682 med ., e nota 8 .

2 Cfr. fr. 1 86. [359.) RO 232 l C 166 2C 198 M 505 B 770 T 283 L 327 S 359 LG 308 r. 2 TEMPS s. où les Juifs vont c. ** r. 7 DIEu s. et enfin les c. e cene non c. l CEI..sus

s'EN MOQUAIT a. nel m. senza segni di richiamo ** r. 1 2 EST ARRIVÉ CC F T L S LG arrive MO M B Str l Cfr. Matteo , 23.37 sg.; Luca, 1 3 .34 sg.; 2 1 .20-24 .

2 Cfr. fr. 737 med . 3 Cfr. fr. 239, e nota l . 4 Cfr. Matteo , 2 1 .33-39; Marco, 1 2 . 1 -8; Luca, 20.9- 1 5 .

Pascal l testi - Pensieri

[360.) RO 221 1C 166 2C 199 M 464 8 732 T 284 L 328 S 360 LG 309 r. 2 LE ce l l SENTIR conna.J"tre l ** r. 4 CCEUR s. Tout (non a capo) c. ** r. 7 ou CC M 8 S de T L LG l Geremia, 3 1 .34. 2 Gioele, 2.28. 3 Levitico, 26.36; Geremia, 32.40. [361 .) RO 398 l C 166 2C 199 M 629 8 734 T 284 L 329 S 361 LG 3 10 r. 3 SI JE N'AVAJS . . . NÉANMOINS a. l ou CC T L S LG de M 8 ** r. 6 ET s.je1 je2 c. ** r. 9 VENU s. et m'en im< . . > c. l Cfr. Daniele, 2.34 sg.; fr. 722 in. 2 Cfr. frr. 345, 367. .

[362.] RO 157 l C 167 2C 199 M 383 8 725 T 284 L 330 S 362 LG 3 1 1 [363.) RO 249 l C 167 2C 200 M 523 8 748 T 284 L 331 S 363 LG 3 1 2 r. l CE T L S LG l e CC M 8 l CE PEUPLE SE PARTAGE parmi ce peuple les un étaient spi­ rituels, [etl qui ont2] Jes autres grossiers l [364.) RO 167 l C 167 2C 200 M 408 8 7IO T 285 L 332 S 364 LG 3 1 3 r. 2 QUAND UN FAIT Ce n'est pas seulement un homrne qui aurait préd l ** r. I l ET DONT. . . LEUR FASSE a . . . •

[365.) RO 405 l C 168 2C 200 M 640 8 708 T 285 L 333 S 365 LG 314 l Cfr. frr. 367, 370 in. [366.) RO 409 l C 1 68 2C 201 M 65 1 8 716 T 285 L 334 S 366 LG 315 r. l 3. s. 4 c. ** r. 2 42 44 1 44 421 T 42 F Mo M 8 S 44 CC LG 4(2) L ** r. 3 sùr ne crl sO� 1 54 etl l 6l , CC M S om. F et T (61 1 ) L LG 61 et 8 l Cfr. frr. 290 in., 297, 736 fm. 2 Soprattutto versetto 5 (cfr. fr. 737 med.). 3 Racconta Giuseppe Aavio, Antichità giudiJiche 1 1 .8.5 che Alessandro Magno entrò col suo esercito a Gerusalemme e, accolto dal sommo sacerdote laddo, si prostrò davan­ ti al suo Dio.

621

622

Pascal l testi - Pensieri [367.] RO 405 IC 168 2C 201 M 642 B 709 T 285 L 336 S 367 LG 3 1 7 r. l IL FAUT . . . MANIÈRES a. ** r. 3 LES les i )a 2 RO I IDOLÀTRES OU PAIENNES a. ** r. 5 EN MilME TEMPS . . . FÙT DÉTRUIT a . l Nell'A ntico Testamento si predice che i l Messia verrà durante l a quarta monarchia (Daniele, 2 .40-44; cfr. fr. 348, e nota 5); alla fine del regno giudai­ co (Genesi , 49 . 1 0; cfr. fr. 720 fin .) ; dopo le settanta settimane indicate da Daniele, 9.25-27 (cfr. fr. 722 med .); prima della distruzione del secondo tem­ pio di Gerusalemme (a opera dei Romani, nel 70 d. C.: cfr. fr. 345 , e nota 2; Aggeo, 2.3- 10, e fr. 720 med . ) . Per la «quarta monarchia» vedi san Gerolamo,

In Danielem 2.38-40: . . . primum regnum Babylonium; [ . . . aliud] Medorum atque Persarum ; [ . . . aliud] regnum Macedonum, successorumque Alexandri; [ . . .] regnum autem quartum, quod perspicue pertinet ad Romanos (cfr. anche In Zachariam 1 . 1 . 1 8 sg.). [368* .] RO 1 67 !C 168 2C 201 M 409 B 706 T 285 L 335 S 368 LG 3 1 6

dettato al segretario r. 2 POURVU s . c'est c. ** r. 3 C AR . . . EST a . sopra la r. da Pasca[ ** r. 7 PROPHÉTIES s. qui C . [369.) RO 167 IC 169 2C 202 M 406 B 753 T 286 L 337 S 369 LG 3 1 8 r. 4 ET BARCOSBA . . . JOSÈPHE a . ne[ m. ** r. 8 ET s. qu' i c. ** r. I O POUR FAIRE Afin l ** r. 13 JUIFS Grecs RO CC (l 'inverso accade in fr. 417, corretto da

Pasca[) corr. S LG l les F Mo M T («Peut-etrefaut-il lire 3») L S trois CC B LG l Vedi fr. 297 , nota 2. Come straniero, pose fme al regno giudaico, opera che avreb­

be dovuto compiere il Messia (cfr. fr. 367, e nota 1 ) .

2 Di Barcosba parlano l e cronache ebraiche come d i u n ebreo che proclaman­ dosi Messia si pose a capo di un 'insurrezione religiosa sotto Traiano e Adriano. Come fonte di questi appunti pascaliani si indica Grotius, De veritate religionis

Christianae ci t.: vedi 5 . 1 7 , p. 1 77: Nulli nun c suni aut Herodis, aut ludae Gau­ lanitae, aut qui Adriani temporibus Messiam se dixit, et doctissimis quibusdam imposuit, Barchochebae sectatores se profitentur; Giuda il Gaulanita, altro ribel­ le e visionario, visse ai tempi di Quirino governatore della Siria negli anni della nascita di Gesu (cfr. Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche 1 8 .1 . 1 ; ma se ne parla anche nel Pugio fidei).

3 Le notizie su Gesu: cfr. Svetonio, Claudius 25 .1 1 ; Tacito, Anna/es 1 5 .44.3; Giu­ seppe Aavio, Antichità giudaiche 1 8 .3 .3 . In Grozio, 2.1 , p. 46: Testantur idem [che Gesu esistette] [ . .] Suetonius, Tacitus, Plinius iunior, et post hos multi; cfr. .

anche 2.2, p. 47, e 3.5, pp. 96 sg., e per Giuseppe Aavio, 3.14, p. I l O .

4 Cfr. Isaia, 6.9; Matteo, 1 3 . 1 3 sg.

Pasca! l testi - Pensieri [370.] RO 199 l C 169 2C 202 M 43 1 B 724 T 286 L 338 S 370 LG 3 1 9 r. l inizio integrato di seconda mano in l C con I l est prédit ** r. 4 TEMPlL s . il vien­ drait c. ** r. I l DIEU s. a c. ** r. 12 ALLES vierges l l CONSACRENT se consacrent RO ** r. 14 À QUELQUES PEU o'HOMMES aux homrnes 1 ** r. 1 5 MJLLIERS CC F Mo T L S LG millions M B Str ** r. 17 ENFANTS fi 1 ** r. 20 C ' EST s. l 'esprit de Dieu qui est arrivé sur l [T L selon LG faire M] c. ** r. 21 DEPUlS p . [Le peu 1 ]

Le Saint Esprit [s'est l ] qui n' avait éclairé aucun des pa"iens c. ** r. 22 ET s. il a été c. ** r. 23 CET UNIQUE DIEU Dieu l ** r. 25 LA ces l ** r. 26 REPANDU SUR arrivé sur 1 ** r. 27 NUL PAi'EN . . . L'INliTILE a. nel m. l Cfr. fr. 367, e nota l .

2 n raffronto si trova in sant'Agostino, De vera religione 3.3-5, dove si legge fra l'al­ tro (par. 5): Si tot iuvenum et virginum millia contemnentium nuptias casteque viven­

tium iam nemo miratur, [ . . .]si tam innumerabiles aggrediuntur hanc vitam, ut t:kser­ tis divitiis et honoribus huius mundi ex omni hominum genere uni Deo summo totam vitam dedicare volentium, desertae quondam insulae ac multarum terrarum solitudo compleatur . . .

3 Filone (per cui vedi fr. 348, nota 2) nella sua Vita contemplativa (soprattutto parr. 3-9) descrive la setta ascetica dei Terapeuti, neli' Alto Egitto, come incomparabili con i pagani e li fa piuttosto simili ai monaci per la solitudine, l'ascesi, la contemplazio­ ne, la povertà e la vita in comune . [37 1 * .] RO 165 !C 170 2C 204 M 403 B 738 T 287 L 339 S 371 LG 320

dettato al segretario r. l LES PROPHÈTIS CC T L S LG prophéties M B Str p. Selon les prophéties de Daniel et de Jacob [il fallait l ] qui ont prédit [ce qui arriverait l ] Jes marques à l' advènement du Messie a capo D< . . . > c. ** r. 9 SANS DIFFlCULrt s. mais on la pri< . . . > c. [372.] RO 229 1C 1 7 1 2C 204 M 488 B 720 T 287 L 340 S 372 LG 321 1 (Giovanni, 1 9 . 1 5). [373.] RO 195 1C 1 7 1 2C 204 M 426 B 723 T 287 L 341 S 373 LG 322 r. 2 COMMENCEMENT s. et pour !es diverses c. l TERMES p. dive c.

1 Nel cap. 9 Daniele prega Dio (cfr. qui fr. 722 med.) di mostrargli come mai non si sia adempiuta la profezia di Geremia della fine delle svenrure di Israele dopo set­ tant'anni di prigionia; l'arcangelo Gabriele gli dà una spiegazione da intendere nel sen>. I Cfr. Montaigne, Essais 3.12, p. 1037

[398**.] IC 179 2C 2 1 2 M 894 B 747ter L 366 S 398 LG 347

r. l OEUX . . . PERPÉTIJITÉ l C b. (cfr. !C, p. 82;fr. 209) I Fr. 3 1 8 . [399** .] IC 1 80 2C 2 1 2 M 894 B 747ter L 366 S 399 LG 347 I Cfr. fr. 45 1 in.

[400 .) RO 197 IC 1 80 2C 2 1 2 M 429 B 672 T 292 L 367 S 400 LG 348

rr. 1-5 denate al segretario r. l PoiNf R>RMAUSTES corretione di Pasca/ Miradel RO T Miracles Str Morale LG l R>RMAUSTES B T L S

LG formaliste CC F Mo M ** r. 2

QUAND SAINT PIERRE. . . DES INCIRCONCIS scritto dal segretario ** r. 5 LA RÉCEPI10N DU

SAINT-EsPRIT correzione di Pasca/ le miracle arrivél

** r. 7 APPROUVE CEUX ai.me ceux l sg.; Levitico, 123.

I Cfr. Atti degli Apostoli, 1 5 .7- 1 2; Genesi, 17.10 [40 1 .]

RO 265 ! C 180 2C 2 1 3 M 539, 540 B 474, 6 1 1 T 293 L 368, 369 S 401 LG 349

r. 6 CHAQUE MEMBRE chacun l ** r. I l ET N'ESPÉRAIENf p. ils consideraient c . ** r. l 2 lui quand ils l l Filone, Sulla monarchia l , per la . [402.] RO 199 !C 1 8 1 2C 2 1 3 M 433 B 480 T 293 L 370 S 402 LG 350

627

628

Pascal I testi - Pensieri l Cfr. fr. 406: all' insieme di tutte le membra, il corpo mistico di Cristo, di cui alla Lettera ai Romani, 12.4 sg.; e l Corinti , 6.15- 1 9; 1 2 .27. [403* .] RO 1 67 IC 1 8 1 2C 2 1 3 M 410 B 473 T 293 L 37 1 S 403 LG 351

dettato al segretario [404.] RO 149 !C 1 8 1 2C 2 1 4 M 367 B 483 T 293 L 372 S 404 LG 352 r. 2 L' Je l ** r. 9 SENTANf voyant l ** r. 13 PASSÉS s. et p< . . . > c . ** r. 14 UNE un RO ** r. 15 PARCE QUE mais l ** r. 1 8 QUI ADHAERET . . . LES 3 PERSONNES a . ** r. 22 TOUT AMOUR . . . EST INJUSTE a. nel m. l Cfr. Atti degli Apostoli, 17 .28.2. «Chi aderisce al Signore è uno spirito solo>> ( l Corinti, 6.17, secondo l'Itala, da Prospero, De vocatione omnium gentium 1 .6, e piu sotto con trad. pascaliana dal greco [adhaerens per koll, menoJl). [405.] RO 199 !C 1 82 2C 2 1 5 M 432 B 476 T 294 L 373 S 405 LG 353 r. 2 AVAIT vena l («Lecture douteuse» T) l Cfr. fr. 253, e nota l . [406.] RO 265 !C 1 82 2C 2 1 5 M 542 B 475 T 295 L 374 S 406 LG 354 r. 5 ET a. [407 .] R0 265 1C 1 82 2C 2 1 5 M 541 B 503 T 295 L 375 S 407 LG 355 [408.] RO 4 1 9 !C 1 82 2C 215 M 677 B 484 T 295 L 376 S 408 LG 356 l Cfr. Matteo , 22.37-40: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, e in tutta la tua anima, e in tutta la tua mente: questo è il massimo e primo comandamento . ll secondo poi è simile a questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. In questi due comandamenti consiste tutta la Legge e i Profeti>> ; Marco, 1 2 .29-3 1 . [XX:Vill . CONCLUSIONE] [409.] RO 489 !C 1 85 2C 2 1 7 M 868 B 280 T 296 L 377 S 409 LG 357

il titolo delfascicolo è riportato in CC

Pascal l testi -

Pensieri

[4 10.]

RO 483 !C 1 85 2C 2 1 7 M 846 8 470 T 296 L 378 S 4 1 0 LG 358 r. 5 UN COMMERCE ET a. ** r. 6 s' ANÉANTIR s' hum l ** r. 9 RIEN s 1 l Cfr. fr. 478. [4 1 1 * .]

RO 485 !C 1 85 2C 2 1 7 M 850 8 825 T 296 L 379 S 4 1 1

LG 359

(Ch? Christum crucifi.xum in l Cor., /23)1 ** r. 1 2 CEp. Lac. l FAIT s. croi­ re aux f c . ** r. l 3 LE la1 1 IOHANNES [loh. RO] . . . EX OVIBUS a. ** r. 1 5 CROI­ RE LES FAUX mécroire les vrais l ** r. 1 6 2 THESsALONICIENS p. Saint c. ** r. 21 S'n.. Y A UN DIEu a. in testa ** r. 22 OR, a. ** r. 30 IL N'Y A . . . EN L'AUTRE a. ** r. 33 MOYSE . . . DÉIÀ CONNU a. nel m. ** r. 34 ANfficHRJST s. inc c. .

631

632

Pascal l testi - Pensieri l Giovanni, 1 2.37, 40 sg.: «Sebbene avesse compiuto tanti prodigi, non credevano in lui, affmché si adempissero le parole di Isaia: Accecò [i loro occhi]. Ciò disse Isaia, poiché vide la sua gloria e parlò di lui>>. «l Giudei chiedono prodigi e i Greci cerca­ no sapienza . Noi invece predichiamo Cristo crocifisso>> ( l Corinti , 1 .22 sg.). c.

I

«[Cristo

mi ha inviato per il Vangelo, né con linguaggio sapiente,) affinché non

resti vanificata la croce» ( l Corinti, 1 .1 7 ; vedi a fr. 657, nota 3). 2 Cfr.

l Corinti , 1 .22 sg.

633

634

Pascal l testi - Pensieri [428.] RO 473 , 47 1 !C 446 2C 243 M 839 B 843 T 143 L 840 S 428 LG 684

r. 2 IL FAIT À T («l.ecture douteuse») n faut L S LG n faut lui Mo M con quanto segue pour faire et pour donner (tutto poi c. IC) CC B l CE MOT Venite [?] B ** r. 4 DIEU . . . c. l C ** r. 7 DE n l ** r. 9 SERAIENT soraie RQ l FAISEURS DE premiers l (RQ

E.TC.

om. de dopo la correzione) ** r. IO PARAtr RO 2C parfit2 !C (parOt Mo M B) ** r. 17 ET NON on l ** r. 24 L'INCRÉDULITÉ l 'endurcissement l ** r. 25 L' EFFET D ' UN un 1 ** r. 29 DOCfRINE.S susPECTES RO H doctrine suspecte l c2 2C l (la doctrine suspec­ te 2C2) L LG doctrine [?] M doctrine suspecte S ** r. 31 JF.oius­

CHRJST ÉfAIT SUSPECf a. ** r. 38 SI p. Ainsi c. l POURRA-T-QN p. arri< . . . > C. ** r. 42 MIRACLES s. en certains te c. ** r. 43 ToUT CELA .. . CONTREDIT PAS a. n faut distin­ guer de m l ** r. 44 MAIS a. mais l ** r. 45 CAR p. Mais chacun c. ** r. 47 nel m . La r l Les div2 c. ** r. 5 1 DOCTRINE s. fasse des miracles c. ** r. 53 !NSENSIBLEMENT insensibment RQ ** r. 55 ET ENCORE MO!NS.. . D ' UN TELa. l «Cos'avrei dovuto [fare di piu per l a mia vigna?]>> (Isaia, 5.4; e 1 . 1 8). 2 Cfr. Matteo, 24.24.

3 Per la loro eresia vedi al fr. 616 med., e nota 5 . 4 Cfr. Esodo, 4.2 1 ; 7.3; 14.14; Giovanni, 12.40-42.

5 Un mago e falso profeta, che cerca di dissuadere il proconsole Sergio Paolo dal cercare la vera fede, e viene prodigiosamente ridotto alla cecità da san Paolo, per cui il proconsole credette (Atti degli Apostoli , 1 3 .6- 1 1).

6 Atti degli Apostoli, 1 9 . 1 5 . 7 «Se anche u n angelo [dal cielo vi annunciasse u n Vangelo diverso da quello che

vi abbiamo annunciato noi, sia maledetto]>> (Galati , 1 .8: Licet [ ...} angelus ... ; cfr. fr. 442 in.). 8 Cfr. fr. 421 in.

9 Cfr. fr. 422 fin. 10 n Padre gesuita François Annat, confessore di re Luigi XIV, destinatario delle due ultime Provinciali, autore fra il 1656 e il 1657 di un Guastafeste dei giansenisti a pro­ posito del miracolo della Santa Spina, e di una Difesa della verità cattolica a propo­

sito dei miracoli. 1 1 Cfr. Sapienza, 1 .6. [429.] R0 459 IC 448 2C 245 M 8 1 2 B 808 T 148 L 846 S 429 LG 687 r. l QU' s' 1 l JAMAIS . . . ET TOUJOURS une fois seulement par sa doctrine et cent fois l l jamais peu l ** r. 2 ou LES peu par les l ** r. 6 AUX au RO ** r. 9 QUIA qui RO ** r.

I l IL NE JUGE . . . PAR LES MIRACLES a. ** r. 1 6 ET DE PLUS [de plus a.) . . . À EUX a.

sopra la r. ** r. 1 7 EUX s. dans le do c. l QUE NOUS AVONS qu'ils avaient l

l Cfr. Matteo, 9.5 sg.; Marco, 2.8-1 1 ; Luca 5.23 sg. 2 Luca, 10.20.

Pascal

l testi -

Pensieri

3 Luca, 16.3 1 . 4 «Sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; infatti nessuno può compiere le tue opere, se Dio non è con lui>> (Giovanni, 3.2). 5 Diversamente dai farisei (cfr. frr. 425 med., 437 fm .). 6 cfr. Deuteronomio, I 8.10- l 2; 17.9- 12. 7 «Se non avessi compiuto [fra loro opere non compiute da nessun altro) , non avrebbero colpa» (Giovanni, 15 .24: Si nonfecissem . . .) Cfr. fr. 2 1 5 . 8 Giovanni, 4.54.

[430.) RO 455 IC 449 2C 247 M 805, 806 8 893, 806, 665 T 148 L 847, 848, 849 S 430 LG 688 r. 2 L' Ja l l MJNJSTRES CC Mo M T («Peut-etre ilfaut lire maitres») S maitres 8 L LG ** r. 8 DIRE . . . LES "ffiNÈBRES a. ** r. IO sorr CC T L S LG serait Mo M 8 l Matteo, 6.23. [43 1 .] RO 465 IC 450 2C 248 M 826 8 821 T 149 L 850 S 43 1 LG 689 r. 3 OCCASIONS s. OÙ c . l QUE . . . DE NÉCESSITÉ [néssité RO] a. sopra la r. [432.) R0 469 IC 450 2C 248 M 836 8 842 T 149 L 85 1 S 432 LG 690 r. l SI TIJ NOBIS a. ** r. 5 VOCEM MEAM a. ** r. 6 JEAN, 6.30 a. l Uf VIDEAMUS . . . TIBI a. sopra la r. ** r. 8 SIGNA a. sopra la r. ** r. I O 2 MAccABÉES a. ** r. 1 2 Luc. l l . l6 a.; in RO sottolineato Luc e non eum («Par inadvenance, me sembk-t-il, Pasca/ a souligné ce mot au lieu du précédent» T) ** r. 15 ET INGEMISCENS . . . Qum Quid l l ISTA CC M 8 S (cfr. Marco, 8.12) ipsa T L LG ** r. 16 MARe s. 12 c. ** r. 1 7 ET NÉANMOINS . . . L'INCOMPARABLE a. ** r. 18 LE s. g l plus2 c. • • .

l (Luca, 22.66). «Le opere che io compio in nome del Padre mio, testimoniano di me. Ma voi non credete, poiché non siete delle mie peco­ re. Le mie pecore ascoltano la mia voce» (Giovanni , 536: Opera qlllll! egofacio tesri­ monium perhibent de me, quia Pater misit me; 1026 sg.). 2 Giovanni, 6.30: 1 ** r. 15 Ll:s AlJilU:S a. l POINT T L S LG pas CC M 8 ** r. 18 DICO a. sopra la r. l Giovanni , 6.26: «Non perché avete visto dei segni, ma perché siete sazi», grazie alla moltiplicazione dei pani e dei pesci. 2 Giovanni, 9.16: . 3 Cfr. fr. 44 1 , nota 7. 4 «"Tu che dici?" "Dico che è un profeta. Se non venisse da Dio, non avrebbe potu­ to fare nulla">> (Giovanni, 9.17, 33: parole del cieco nato, guarito da Gesu). ,

[436.] RO 455 IC 453 2C 252 M 807 8 828 T 1 5 1 L 856 S 436 LG 694 r. 2 ABEL p. Caln c. ** r. 7 JÉSUS-CHRIST PHARISIENS a. sopra la r. ** r. 9 APÒ'IRES EXORCISTES s. Jésus-Christ pharisiens c. ** r. I l CATHOUQUES chrétiens l l ET LES CC S LG les M 8 T L ** r. 1 3 MIRACLES. miracles, RO l LES DEUX CROIX a . l Cfr. Genesi,4.1-l6 (Caino contesta Abele); Esodo , 6 .8- 1 3; 7 . 1 1 - 1 3 , 22 sg.; 8.7, 1 8 sg. (i magi egiziani cercano di contrastare i prodigi d i Mosè); 3 Re, 1 8.6-37 (Elia e i sacerdoti di 8aal: cfr. fr. 424 fin.); Geremia, 28 (Geremia sconfiggeAnania: cfr. fr. 424 med.); 4 Re, 22.15-28 (Michea predice la fme di Acab ed è percosso da Sedecia, falso profeta) o Michea, 2 sg. Per Gesu e i farisei cfr. fra i molti passi Luca, 5 2 1 -25, e fr. 425 med. Per Paolo e 8ar Gesu: Atti degli Apostoli, l 3 .6-l l , al fr.428 , e nota 5; aJ1C(r ra in Atti, 19.13-16 la sconfitta degli esorcisti ebrei. Infme, cfr. 4 Re, 2, dove Elia viene rapito in cielo, e Genesi, 521-24, dove pure Encx:h, fedele a Dio, infine scompare. por­ tato via da Dio stesso; per l'Anticristo, l Giovanni, 4.1-3; 2 Giovanni, 7 . 2 La croce autentica di Gesu e quelle dei !adroni, scoperte sul Calvario e distinte mediante un miracolo alla presenza dell'imperatrice sant'Elena, come raccontano parec­ chi scrittori cristiani, o dai prodigi del terremoto succeduto alla morte di Cristo. [437.] RO 463 IC 454 2C 252 M 8 19, 820 8 8 19, 840 T !5 1 L 857, 858 S 437 LG 695 r. l 23 32 1 ** r. 3 MIRACLES RO 2C F T L S miracJe l !C Mo M 8 LG ** r. 7 PoR­ TENTUM VATABLE a. ** r. 9 8 2Q l l sERONT CC 8 M LS LG serait T ** r. l0 MIRA­ CLE 2C T S miracles l C M 8 L LG (Isaia, 8.18 in signum et in portentum) ** r. 1 2 N ' n'en l ** r. 14CESp. Rarernent ils se i ll y a peu de choses2 1 DE DIR'ÉRFJ�m; a. sopra la r. l ADVERSAIRES d'adversaires rinwsto RO ** r. 1 6 CoMME p. Les J c. ** r. 1 8 IL'i ONT TOUS ils ont t l ** r. 1 8 À de l ** r. 22 QUI s. le c. . • •

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Pascal l testi - Pensieri l levitatibus. François Watebled nacque a Gaumaches in Piccardia verso il 1493, fu curato e poi professore di ebraico al Collège Royal; e sotto il suo nome, Robert Estienne pubblicò nel 1 545 un'edizione della Bibbia col testo della Vulgata geroni­ miana e una nuova versione latina dali' ebraico opera di Sante Pagnini , con note rac­ colte da Vatable stesso. Pascal utilizzò l'edizione di Gerolamo Commelin , Heidelberg 1 586 o 1 593, Biblia Polyglotta volgo dieta Vatabli, in cui compaiono su quattro colonne il greco dei Settanta, la Vulgata, la traduzione del Pagnini e il testo ebraico; a fondo pagina, le note di Vatable con molte varianti e le diverse interpretazioni. Dal latino di questa Bibbia assunse otto passi (Genesi , 8 .2 1 : fr. 244; Esodo, 1 2 .8: fr. 655; Numeri, 1 1 .29: fr. 326; Deuteronomio, 28.29: fr. 648; Matteo , 12.39: fr. 432; Marco, 2. 10: fr. 306; 9.36: fr. 647; Luca, 5.24: fr. 306; 1 1 .20: fr. 440), e in due casi (fr. 695) esso è adottato come originale per la traduzione; si ha anche qualche caso di conta­ minazione (vedi J. Lehrmet, Pasca/ et la Bible, Vrin, Paris 193 1 , pp. 187, 194, 2 1 1 17 235-37) . '

2 in ponentum: miracoli menzogneri dei falsi profeti, miracoli come prodigi terri­

ficanti , veri miracoli.

3 Cfr. frr. 425 med ., 429 med . 4 I calvinisti, negatori dei miracoli dei santi della Controriforma cattolica, come ora

i Gesuiti avversi a quelli di Port-Royal . [XLV.] [682.] RO 3 , 4, 7, 8 IC 201 2C 4 1 1 M 6, 7, 9, IO, 14, 12, 1 3 , I l , 8 B 233, 535, 89, 23 1 , 477, 606, 542, 278, 277 , 604 T 307 L 4 1 8 , 422, 419, 420, 42 1 , 426, 424, 423, 425 S 680 LG 397

questo testofanwso è scritto sparsamente, ma con richiami quasi sempre perfettamen­ te perspicui, sul recto e sul verso di duefoglietti incollati di seguito in RO; nella secon­ da parte, piu tormentata, è disposto diversamente e ripanito in piuframmenti da vari edd.; nella pagina iniziale de/fascicolo nella sola 2C appare un titolo generale Preu­ ves de la Religion par le Peuple Juif, Les Prophéties et quelques Discours ( «vraisem­

blablement pas de Pasca/» S) r. 4 PEtrr veut l ** r. 8 AINSI. . . DIVINE - IL N'V A PAS . . . EIT L'INANI - IL FAtrr . . . LES ÉLUS aggiunte successive ** r. 1 2 INFINI indéfmi l ** r. 13 ÉNORME s. que c. ** r. 1 8 NA1URE. CoMME . . . ANI DONC CC M B Str S nature ,

comme . . . soient fini. Donc L LG ** r. 20 SAVONS eo l ** r. 25 AINsi . . . CE QU'IL EST a. ** r. 27 N'v A-T-IL . . . LA VÉRITÉ � [memes RO] a . nel m. **

r.

29 Nous p . Mais c. l ESISTENCE esxistence RO ** r. 30 AN1 s. nous c. ** r. 32 DE L'IN­ ANI s. et de la nature c. ** r. 33 QU'IL . . .

NON PAS DES BORNES que nous avons rapport à lui par l'étendue, et disproportion avec lui par les lirnites l l QU' que rimasto RO ** r. 35 L'EXISTENCE la n l ** r. 37 MAls a. ** r. 38 NOUS CONNAhRONS a. sopra la r. ** r. 39 OR, 1' AI . . . SA NA1URE a.; s. infondo a/foglietto l'avvertimento Toumez

Pascal I testi - Pensieri e un segno di rinvio, ripetuto sul verso davanti a Parlons maintenant . . . ** r. 41 us CC M 8 L S LG nos T ( «Peut-étrefaut-il lire plutot les») ** r. 43 PARTIF5 b 1

** r. 45 INI s. s'il c. ** r.48 QUJ BLÀMERA . . . DIEU EST OU a.; a r. 59 la sutura lascia L'EXTRÉMffÉ DE dans 1 l DJSTANCE p. éno c. ** r. 65 DÉFAIRE 8 T L défendre CC M Str S LG ** r. 67 UN pa< .. > 1 Dieu est, ou ripetuto due volte ** r. 62

À

.. r.68 FAIT Chl •• r. 71 PARIER Choisif2 I C •• r. 72 CELA n 1 •• r. 73 PRFl'I­ DREZ choisissez2 J C ** r. 74 PUISQU'O.. FAUT CHOISIR c. IC l VOYONS votre 1 ** r. 75

PERDRE s. et c. ** r. 76 LE VRAI . . . ET 2 CHOSES À a. sopra la r. l A ripetuto RO ** r. 78 ET VOTRE NATURE . . . LAMlSÈREa. sopra la r. ** r. 79 PUJSQU O.. [quand il 1 ) . . . CHOI­ '

SIR a. sopra la r. ** r. 81 Voo..A UN POINT VIDÉ a. sopra la r. l PESoNs . . . PERDEZ, vous Voyons: si vous prenez croix que Dieu est, et que vous perdiez, que perdez v?I

** r. 82 CROIX QUE DIEU EST le parti de croife2 l C ** r. 83 SI CC M 8 S et si T («Peut­ étre qu 'au lieu de l'abréviation du mot et ne s'agit-i/ que d'une virgule») L LG ** r. 84 GAGEZ DONC QU'O.. EST SANS HÉSITER Croyez donc, si vous le pouvez2 IC l SANS HÉSmR qui terminava inizialmente il testo (ilf 4 ha On a bien d'obligations . . .

à l exem­ '

ption d'un défaut sul verso : vedi qui infine). Quanto segue è un ampio sviluppo suc­

cessivo, svolto a sua volta con rinvii e addizioni interne tra iff. e nei m. ** r. 85 CELA EST. ..

À GAGNER, O.. a. ** r. 86 GAGEZ croire2

JC l JE GAGE je ha.san:Je2 JC l

PUISQU' QuanI ** r. 89 2u.. ripetuto in RO nel raccordare due braniposti su due ff. diversi ** r. 91 IMPRUDENT s. en c. ** r. 92 PAS s. jouer ce je c. ** r. 97 vous s. auriez tort de c. ** r. 97 MAUVAIS très mauvais2 l C ** r. 100 DE s. bien c. ** r. 101 GAGNER s. et autant de hasard de gain que c. ** r. 103 l'ERTE s. cela 0te tout c. ** r. J06 A BALANCER de parti i ** r. 107 AINSI a. sopra la r. l FAUT s. au< . . .>c. («UC­ ture douteuse» T) ** r. 108 GARDER choisirl l LA VIE s. sans sopra la r. c. ** r. 1 1 3 s'EXPOSE hasardel .. r. 1 1 5 EXPOSE hasardell EST [n'estl ] INCERTAIN peut arriverl **

r. 1 19 LE FINI I'infini l l SANS PÉCHER CONTRE LA RAISON a. sopra la r. ** r. 120 CER­ TITUDE il ** r. l21 s' a.[?] ** r. I 22 A LA VÉRITÉ a. sopra la r. I GAGNFR ganer RO ** r. 1 23 PERDRE. s. L' incertitude est ce qui [fait et l ] donne lieu au parti qui détermine exactement ce qui appartient et c. ** r. 126 A s. de c. ** r. 1 27 ALORS ainsil ** r. 1 28 s' a. sopra la r. ** r. 1 3 1 LE FINI A HASARDER l'infini à gagnI l

HASARDER s. autant c. ** r. I 36 JEp. Mais c. ** r. l 39 BOUCHE ferl ** r. l40 NE ME RELÀCHE PAS s. U es t vrai , [mais l ) mais apprenez c. l PAS ripetuto alJ'inizjo de/

seguito, scritto sul verso di altro foglietto ** r. l42 1L EST VRAI s. a. sopra la r. e c. vous ne pouvez croire l MAis APPRENEZ . . . TRAvAII.LEZ T LG ( ... à croire, puisque .. ne .

le pouvez, de vos passions S) Mais apprenez au moins que votre impuissan­ ce à croire vient de vos passions. Puisque la raison vous y porte et que néanmoins vous le pouvez, travaillez L Mais apprenez au moins votre irnpuissance à croire, puisque la raison vous y porte, et que néanmoins vous le pouvez, travaillez L Mais apprenez au moins votre impuissance à croire, puisque la raison vous y porte et que néanmoins ,

vous ne le pouvez; travaillez donc CC M 8 Str ** r. 143 PUISQUE

• . .

DE vos PASSIONS

ne vient pas du défau de vos passions . Vous ne [renverseriezl ] renverseriez pas la

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Pascal l testi - Pensieri raison en croyant, puisqu'étant obligés à croire ou [à nier l ] ne pas cro 1 vient e de vos passions sono inawerritamente c. col resto, ma da una sola linea, che trapas­ sa e li lascia assolutamente in chiaro, a differenza di tutto l 'altro ** r. 144 LA votre 1 ** r. 146 YOUS CONVAINCRE chercher l ** r. 147 MAIS p 1 ** r. 1 50 APPRENFZ s. les c. l CEUX in RO segue un etc., che richiama al testo interrotto (a ne me relache pas, r. 140) per la continuazione su altrofoglietto, e ora prolungato ulteriormente con un'altra aggiunta afianco ** r. 1 5 1 PARIENT MAINfENANT TOUT LEUR BIEN renoncent maintenant à tout2 l C ** r. 1 52 CE soNT . . . GUÉRIR a. l CE un i ** r. 1 54 SUJVEZ Pre I ** r. 1 56 NATURELLEMENT... YOUS ABrnRA a. l NATURELLEMENT s. par là c. ** r. 1 58 MAIS . . . BASSESSE a. ulteriormente in alto sulfoglietto ** r. 1 59 MAIS S i i ** r. 160 DIMINUE CC T L S LG diminuera Mo M 8 Str** r. 1 6 1 OBSTACLES ETC. pongono qui Or, quel mal. . . rien donné M B L LG, e M spiega che «la fin du discours doit nécessairement venir avant la réponse de l 'interlocuteur: oh! ce discours me transporte»; l'ordine qui seguito è quello di CC Str T S ** r. 163 ET vous SEM­ BLE et YOUS par l ** r. 1 70 FIN DE CE DISCOURS . . . RIEN OONNÉ conclusione scritta nel m . del secondofoglietto; CC infine, assieme al brano sg. On a bien d'obli­ gation . . . ** r. 1 79 DU CC M 8 Str LG de T L S ** r. 1 83 ON A BIEN . . . D'UN DÉFAUT collocato sul verso del primofoglietto, dopo Gagez donc qu'il est, sans hésiter e dun­ que prima de/ lungo sviluppo delfr., questo passo è collocato lf da LG, qui da S; da T verso la fine, dopo Je dis . . . vous aimez?, da L dopo Nulle secte . . . que la religion chrétienne e allafine di tutto in Str; M anticipa qui La seule science . . . parmi les hommes ** r. 185 N 'EMP�HENT... POUR L'trRE a. ** r. 189 LA COUTUME . . . M L sepa­ rano come altrifrr. (7-14; 419-426) quanto s. ancora sulf. 8, da quanto p . ** r. 1 90 l ET il i l N E PAS meme J C I l ET NE CROIT AUTRE CHOSE a . ** r. 1 95 CROYEZ-YOUS . . . INDIVISIBLE a . ** r. 197 UNE CHOSE INFINIE une image de Dieu en son immensi tè l l SE MOUVANT remuant l ** r. 1 99 UN a. sopra la r. ** r. 201 SEMBLAIT éta l ** r. 203 NE TIREZ Ne cr l ** r. 207 IL EST FAUX . . . NON À LA RAISON scritto a ripre­ se successive nel m. sin .; M colloca qui Le creur a ses raisons . . . Je dis que le creur . . . vous aimez? . . . Il n'y a que la religion . . . C'est le creur . . . non à la raison l DIGNES p. plus c. ** r. 209 RAISONNABLES raissonables RO ** r. 212 INJUSTES s . a capo Com­ meni se peut c. ** r. 221 L'oN Les hom l («Ces signes sont doutewo> T) ** r. 224 SECTE ph c. ** r. 227 LA cel l («Ces signes sont douteux» T) ** r. 228 IL N'v A . . . ENSEMBLE la disposizione e la struttura grafica di questa frase, nel m. - per non dire del senso - la accosta al brano precedente, da cui pure è sepa­ rata dalla successiva C'est le creur. . . non à la raison; dopo la quale la colloca T come scritta anteriormente; in L si trova infine di tutto, dopo . . . parmi les hommes; qui in LG ** r. 230 0N NE PEUT il faut l ** r. 231 C'EST LE C (Ferreyrolles).

3 Cfr. Descartes, Principes de la philosophie 1 53 , p. 457 Pléiade: «L'estensione in lunghezza, larghezza e profondità costituisce la natura della sostanza corporea»; e vedi fr. 232, nota l . 4 1 Corinti, 1 . 18, 23; 2.14.

5 Ferreyrolles rinvia per questa discussione a quella svolta tra Pascal e Fermat nella loro corrispondenza (giugno-ottobre 1654) su problemi di probabilità nel gioco dei dadi ,