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Italian Pages 244 [211] Year 1998
Cari Gustav Jung
L'associazione verbale negli individui normali
Bollati Boringhieri
Prima edizione nella collana «Opere di C.G. Jung» 1984 Prima edizione nella collana «Gli Archi» marzo 1998 © 1984 e 1998 Bollati Boringhieri editore s.r.l., Torino, corso Vittorio Emanuele 86 I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione c di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati Stampato in Italia dalla Stampatre di Torino ISBN 88-339-1078-4 Titolo originale Experimentelle Untersuchungen. I: Experimentelle Untersuchungen ùber Assoziationen Gesunder © 1979 Walter-Verlag, Olten Traduzione di Irene Bernardini con la collaborazione di Ermanno Sagittario Copertina di Luisa Conte
Indice
Premessa di Luigi Aurigemma, 7 Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali (1904) Prefazione, 13
PARTE PRIMA:
[CLASSIFICAZIONE ADOTTATA]
Capitolo 1. Impostazione generale deH’esperimento, 17 Capitolo 2. Criteri generali della classificazione, 22 Capitolo 3. Classificazione particolare, 27 1. Associazioni interne, 27 a. Coordinamento, 27 b. Predicato, 32 c. Dipendenza causale, 37 2. Associazioni esterne, 37 a. Coesistenza, 37 b. Identità, 38 c. Forma verbo-motoria, 38 3. Reazioni fonetiche, 40 a. Integrazione verbale, 41 b. Assonanza, 41 c. Rima, 41 4. Altre reazioni, 41 a. Associazione mediata, 42 b. Reazione insensata, 47 c. Reazione mancata, 47 d. Ripetizione della parola stimolo, 47 5. Reazione egocentrica, 47 6. Perseverazione, 48 7.
Ripetizione della reazione, 49
8.
Legame linguistico, 49
Riepilogo, 51
PARTE SECONDA:
RISULTATI
Capitolo 4. Risultati dei singoli soggetti, 57 1. Donne istruite, 57 Soggetto 1, 57 Soggetto 2, 61 Soggetti 3-;, 66 Soggetti 6-8, 73 Soggetti 9-14, 78 Riepilogo, 85 2. Uomini istruiti, 86 Soggetto 1, 86 Soggetti 2 e 3, 90 Soggetti 4 e 5, 93 Soggetto 6, 105 Soggetto 7, 108 Soggetto 8, 111 Soggetto 9, 113 Considerazioni generali, 115 3. Donne non istruite, 116 Soggetto 1 ,1 1 6 Soggetto 2, 1 23 Soggetto 3, 127 Soggetti 4 e 5 ,1 3 4 Soggetti 6 e 7, 136 Soggetto 8, 139 Riepilogo, 141 4. Uomini non istruiti, 142 Soggetti 1 -6 ,1 4 2 Soggetto 7 , 1 4 6 Riepilogo, 148 Capitolo 5. Calcolo delle medie, 151 1. Prova normale, 151 A. Tipo neutro, 166 B. Atteggiamento egocentrico : a. Tipo a costellazione semplice, 172 b. Tipo a costellazione complessuale, 176 c. Tipo predicativo, 179 2. Differenze tra i sessi nella prova normale, 180 3. Medie delle prove di distrazione, 181 4. Media del tipo predicativo nelle prove normale e di distrazione, 198 5. Effetto esercitato sulla reazione dalla forma grammaticale della parola stimolo, 202 Riepilogo, 207 Grafici, 209
Bibliografia, 217 Indice analitico, 221 Cronologia degli scritti di C. G. Jung, 225 Elenco degli scritti secondo la data di pubblicazione, 233 Opere di C. G. Jung, 2 39
Premessa di Luigi
Aurigemma
Nella genesi della psicologia analitica la pratica dell’esperimento di associazione e gli studi ad esso dedicati da Jung rivestono un’importanza non trascurabile. Nell’impostazione che a tale tecnica d’indagine psicologica avevano dato infatti Wilhelm Wundt, che ne fu l’inventore, Gustav Aschaffenburg, Emil Kraepelin e altri ricercatori per lo più tedeschi, il fine perseguito era, sostanzialmente, quello di meglio stabilire il quadro della vita psichica conscia dei pazienti tramite la registrazione della velocità media, del tipo e delle qualità delle reazioni agli stimoli verbali presentati dallo sperimentatore; i disturbi riscontrati durante lo svolgimento dell’esperimento venivano perciò definiti come errori di reazione. L’originalità della concezione junghiana consiste nell’aver preso invece in considerazione il valore diagnostico riconoscibile ai predetti disturbi, in primo luogo quelli del tempo di reazione; più in genera le, di avere interamente mutato la prospettiva, considerando innanzitutto essenziale l’osservazione del modo in cui fattori endopsichici autonomi interferiscono nell’esperimento e ne inflettono il decorso e l’esito. A tali fattori endopsichici autonomi Jung diede il nome di "complessi a tonalità affettiva”; e nessuno ignora a che punto la definizione della genesi e l’esplorazione delle manifestazioni dei complessi costituì e costituisce un elemento cardinale della ricerca psicoanalitica nei suoi diversi indirizzi. In questi primi anni del secolo, fortemente marcati dall’esigenza di sperimentazione, le prove concrete che gli esperimenti junghiani di associazione portavano di una realtà psichica inconscia e attiva costituirono perciò un assai utile contributo al formarsi di una scienza dell’inconscio. E se la lettura di Freud fu per Jung una
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PREMESSA
illuminante verifica dei suoi risultati sperimentali,* Freud per parte sua ben comprese l’interesse che questi rivestivano per la nascente psicoanalisi. E del resto il primo contatto epistolare tra i due scienziati, nel 1906, prese occasione proprio dalla pubblicazione, a Lipsia, del primo volume dei "Diagnostische Assoziationsstudien” usciti a cura di Jung, così come analogamente il comune viaggio negli Stati Uniti, nel 1909, fu determinato, nel caso di Jung, dall’invito a tenere conferenze sulle sue predette ricerche e a ricevere, per l’importanza a queste riconosciuta, una laurea honoris causa della Clark University di Worcester, Massachusetts. Jung del resto non considerò mai un tale strumento d’indagine come soltanto una tappa, del tutto superata nella storia dell’esplorazione dell’inconscio: se anche, infatti, per parte sua vi preferì gradualmente e sempre più l’interpretazione onirica di cui divenne presto maestro, egli non cessò tuttavia di raccomandarlo in particolare agli psicoterapeuti in formazione, in quanto capace di fornire indicazioni diagnostiche di notevole interesse. Nel piano dell’edizione tedesca delle “Opere” di Jung, cui questa edizione italiana si conforma, il complesso degli scritti relativi alfesperimento di associazione, pubblicati da Jung essenzialmente tra il 1904 e il 1910, si trova raccolto nel volume 2: “Ricerche sperimentali”.1 2 Il saggio di maggior ampiezza e di maggiore importanza scientifica (al quale si riferiscono le brevi considerazioni che qui seguono) viene presentato nell’edizione italiana come primo tomo del volume 2, riservato appunto alle Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali, compiute da Jung in collaborazione con Franz Riklin attorno al 1904 presso l’ospedale psichiatrico di Zurigo, il Burghòlzli. Come il titolo stesso indica, l’indagine di Jung definisce e classifica i meccanismi quanto mai complessi dell’associazione verbale quali si osservano nel funzionamento della psiche "oscillante nel1 Vedi per esempio, in Ricordi, sogni, riflessioni di C. G. Jung, a cura di Aniela Jaffé (Rizzoli, Milano 1978) p. 188, quanto Jung scrive dell’importanza che ebbe per lui la rilettura (1903) della Interpretazione dei sogni di Freud per la comprensione dei meccanismi della rimozione, di cui egli verificava l’azione negli esperimenti associativi. 2 Pagine importanti e vive quanto allo svolgimento e al significato dell’esperimento associativo sono tuttavia comprese anche in altri volumi delle “Opere di C. G. Jung", nei seguenti scritti: Psicologia della dementia praecox (1907), voi. 3; Considerazioni generali sulla teoria dei complessi (1934), voi. 8; Fondamenti della psicologia analitica (193;), voi. 18.
PREMESSA
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l’arco della normalità", come Jung si esprime nella Prefazione che si leggerà qui di seguito; meccanismi che rivelano a che punto l’associazione non sia affatto il campo di una “selvaggia casualità", ma si formi piuttosto su basi oggettive e causali, che è possibile e indispensabile indagare. La scelta di un tale campo d’indagine ci pare particolarmente degna di rilievo, come testimonianza giovanile di un tratto che resterà centrale nell’opera di Jung, e cioè l’esigenza, ove si voglia tentare una qualche definizione e cura delle distorsioni psichiche minori e maggiori, di una previa e approfondita esplorazione della costituzione e del funzionamento della psiche cosiddetta normale; in quanto solo una simile previa esplorazione permette di comprendere l’estrema varietà e mobilità naturale della struttura psichica e delle sue manifestazioni; e di conseguenza permette di attenuare se non proprio di evitare il pericolo di diagnosi affrettate o abusive, che nel caso contrario rischiano di isolare, di patologizzare e condannare i portatori di funzionamenti psichici in apparenza più o meno devianti. Nello svolgimento concreto dell’indagine, il concetto di "attenzione" ha funzione, per Jung, di garante della solidità della struttura cosciente; è quindi comprensibile che le valutazioni diagnostiche quanto alle condizioni e alle interferenze dell’inconscio si articolino più particolarmente in rapporto a un tale fattore della realtà psichica totale. Notiamo infine che la traduzione italiana ha dovuto affrontare problemi specifici a questo testo, di non facile soluzione. Tra le modalità dell’associazione, infatti, l’importanza riconosciuta a forme di reazione fonetiche e, più in generale, a fattori linguistici, è senza dubbio alcuno assai grande. Si è ritenuto perciò in qualche caso opportuno di mantenere, accanto alla traduzione, i termini tedeschi cui si riferiscono i fenomeni associativi fonetici in questione.
AVVERTENZA. Le inserzioni e note editoriali sono tra parentesi quadre. Le date posposte ai nomi di autori rinviano alla Bibliografia tinaie.
Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali in collaborazione con Franz Riklin
[Titolo originale: Experimentelle Unteisuchungen tìber Assoziationen Gesunder. Pubblicato dapprima a puntate in: Journal ftir Psychologie und Neurologie (Lipsia), voi. 3, 55-83, 145-64, 193-214, 238-308 (1904); voi. 4, 24-76, 109-23 (1905). Pubblicato poi in apertura dell’opera di vari autori curata da C. G. Jung, "Diagnostische Assoziationstudien. Beitrage zur experimentellen Psychopathologie" (2 voli., Barth, Lipsia 1906 e 1909; edizioni successive 1 91 1 e 1915). All’epoca di queste ricerche Jung era capoassistente al Burghòlzli, la clinica psichiatrica dell’Università di Zurigo che si trovava appunto in quella località. Qui era assistente Frank Riklin (1878-1938), che firmò come coautore questo lavoro.]
Prefazione
Già da tempo nella clinica della nostra città si presta particolare attenzione al processo associativo. Allo scopo di produrre a questo riguardo del materiale utilizzabile a fini scientifici, il professor Bleuler, mio esimio primario, ha compilato un formulario di 156 parole stimolo, sulla base del quale ha poi condotto esperimenti nei più disparati casi di psicosi. Nel corso di questi esperimenti si è tuttavia ben presto presentata una gravissima difficoltà. Non esisteva alcun mezzo per separare con sicurezza e precisione numerica le associazioni dei malati da quelle di tipo normale. Non vi era alcun materiale che informasse sulle oscillazioni nell’arco della normalità e riconducesse a leggi determinate la casualità apparentemente selvaggia delle associazioni. Per rimediare in qualche misura a questa mancanza, e spianare così la strada allo studio sperimentale delle associazioni patologiche, io ho concepito il progetto di raccogliere una certa quantità di materiale sulle associazioni di individui normali e di studiarne al tempo stesso le principali condizioni. Questo progetto è stato da me realizzato insieme all’esimio collega dottor Riklin. L’impostazione generale dei nostri esperimenti è la seguente. Abbiamo iniziato raccogliendo le associazioni di un certo numero di persone normali, con l’intenzione di verificare in primo luogo se nelle reazioni si riscontrava una qualche regolarità e, secondariamente, se si presentavano regolarità individuali, cioè se era possibile scoprire determinati tipi di reazione. A questo esperimento ne abbiamo collegato un secondo di natura psicologica generale. Il processo associativo si svolge nella psiche in modo straordinariamente sfuggente e variabile; è sottoposto all’influsso di innumerevoli eventi psichici, che si sottraggono al controllo oggettivo. Tra i fatti psichici che esercitano un influsso capitale sul processo associativo si trova, in posizione cardinale, l’attenzione. Questa e non altri in primissimo luogo dirige e modifica il processo associativo, pur essendo al tempo stesso quel fattore psichico che più facilmente si lascia assoggettare all’esperimento; essa è anche quel delicato apparato affettivo che reagisce per primo in stati fisici e mentali abnormi e modifica così il risultato dell’associazione.
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PREFAZIONE
L’attenzione è quel meccanismo infinitamente complicato che con fili innumerevoli lega il processo associativo a tutti gli altri fenomeni, di provenienza psichica o fisica, che trovano rappresentanza nella coscienza. Conoscendo gli effetti dell'attenzione sul processo associativo, conosceremo anche, almeno in generale, gli effetti corrispondenti di un qualsiasi evento psichico che sia in grado di fermare l’attenzione. Queste riflessioni ci hanno indotto a indagare sperimentalmente i modi in cui l’attenzione agisce sul processo associativo, nella speranza di poter rispondere con una certa esattezza soprattutto alle seguenti domande: 1) Quali sono le leggi delle oscillazioni associative nell’arco della normalità? 2) Quali sono gli effetti diretti dell’attenzione sul processo associativo? In particolare: la valenza dell’associazione diminuisce con l’allontanamento dal centro focale della coscienza? I nostri esperimenti hanno svelato una serie di fatti che non solo c’incoraggiano a seguire il cammino iniziato fino a inoltrarci in campo patologico ma, così crediamo, ci mettono anche in condizioni di farlo. C. G. JUNG
Parte prima: [Classificazione adottata]
Capitolo 1 Impostazione generale dell’esperimento
Gli esperimenti sono stati eseguiti alternamente da entrambi gli autori, in modo cioè che di volta in volta uno solo di noi rilevava l’intera serie degli esperimenti condotti sul suo soggetto. Hanno preso parte aH’esperimento 38 persone in tutto: 9 uomini e 14 donne istruiti, 7 uomini e 8 donne privi d’istruzione, in età compresa tra i venti e i cinquant’anni. Si è avuto cura di utilizzare negli esperimenti individui per quanto possibile normali, ma questo criterio si è imbattuto in difficoltà inaspettate soprattutto nel caso delle persone istruite, poiché proprio riferendosi ad esse il concetto di ciò che è mediamente normale non può non essere notevolmente elastico. Speriamo ad ogni modo di non esserci troppo allontanati dalla normalità nella scelta dei soggetti da sottoporre all’esperimento. Riportiamo per esteso i valori numerici concernenti ciascun soggetto, collegandoli ogni volta a una breve caratterizzazione della personalità, ciò che permetterà di capire più facilmente le eventuali anomalie. Ovviamente anche i due autori si sono reciprocamente sottoposti agli esperimenti. Nel rilevare le associazioni, ci siamo limitati a provocarle pronunciando la parola stimolo. Abbiamo usato in tutto 400 diverse parole stimolo, la cui composizione e suddivisione grammaticale è la seguente: sostantivi aggettivi verbi avverbi e numerali
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Non si è badato al numero delle sillabe; le parole stimolo hanno da una a tre sillabe. Le parole stimolo non sono neppure state ordinate in categorie determinate, come ha fatto ad esempio Sommer. Si è invece avuto cura per quanto possibile che parole stimolo simili
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CAPITOLO PRIMO
nella forma o nel significato non seguissero l’una all’altra, per evitare che il soggetto dopo due o tre reazioni si orientasse verso un ambito determinato. Per un caso sfortunato si è verificato che tra le prime cento parole stimolo se ne trovassero circa trenta a cui facilmente si può associare per coesistenza temporale e spaziale, mentre ne sono cadute nel secondo centinaio solo circa venti, il che ha causato una notevole differenza delle associazioni per coesistenza tra il primo e il secondo centinaio. Al posto delle parole stimolo della suddetta qualità mancanti, vi sono soprattutto verbi. Massimo impegno è stato messo nell’escludere del tutto parole difficili o rare, al fine di prevenire che reazioni mancate o prolungate sorgessero per mancanza di conoscenze del soggetto. Le parole stimolo sono dunque tratte per quanto possibile dall’ambito del quotidiano. Tale riguardo è stato per noi tanto più opportuno in quanto con gran parte dei soggetti abbiamo dovuto operare in condizioni linguistiche affatto particolari. Com’è noto, nella Svizzera tedesca la lingua corrente è costituita dal dialetto o, meglio, da più dialetti svizzerotedeschi, i quali non solo si distaccano in modo rilevante dal tedesco letterario, ma presentano anche tra loro differenze non di poco conto, perlopiù fonetiche. A scuola il bambino impara il tedesco letterario come fosse, per così dire, una lingua straniera. Negli anni successivi le persone istruite acquisiscono una conoscenza e un esercizio pressoché completi della lingua. La persona priva d’istruzione superiore invece, a meno che non soggiorni per un certo periodo in Germania, ricorda nel migliore dei casi solo quelle frasi tedesche che ha imparato a scuola, e apprende in seguito poco o nulla di più. Ciò nondimeno egli conosce il buon tedesco nella forma stampata o scritta, e capisce altresì la lingua parlata, ma non sempre è in grado di parlare in lingua in modo fluente e senza errori. Abbiamo quindi cercato più volte di pronunciare le parole stimolo nella loro forma dialettale, ma abbiamo ben presto dovuto osservare che per i soggetti non istruiti era più difficile capire e più laborioso elaborare il termine dialettale che la stessa parola in lingua, e che essi perlopiù si sforzavano di reagire non adoperando il dialetto. Questo fenomeno alquanto paradossale si spiega col fatto che lo svizzero-tedesco è una lingua meramente acustico-motoria che molto raramente viene letta o scritta. Tutto ciò che è stampato o scritto è in tedesco letterario. Lo svizzero non è dunque abituato ad avvertire le proprie parole come singole e individuali, ma le conosce solo in connessione acustico-motoria con altre. Se deve pronunciare una
IM POSTAZIONE DELL ESPERIMENTO
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pinola singola senz’articolo, sceglierà perlopiù la forma del tedesco lei (erario. Nei nostri esperimenti abbiamo perciò deciso di prescin» lei c del tutto da parole stimolo dialettali. Nella stragrande maggioian/,a dei casi la reazione è stata espressa correttamente in lingua; le eventuali reazioni in dialetto sono state accettate come pienamente valide. Le reazioni sono ovviamente state trascritte così come venivano pronunciate. 1 soggetti che non avevano mai preso parte a esperimenti del genere sono stati dapprima edotti sul loro significato; sulla scorta di esempi pratici è stato loro dimostrato come avrebbero dovuto reagire. Infatti non pochi tra i soggetti non istruiti credevano che si I la t t a s s e di una sorta di gioco fatto di domande e risposte, nel quale si dovesse trovare una parola composta adeguata alla parola stimolo, ad esempio Haus - Haustier (casa - animale domestico), wild - Wildkutze (selvatico - gatto selvatico). L’esperimento aveva inizio solo quando si era accertato che il soggetto l’avesse capito. Sottolineiamo il fa t t o che non ci sono mai capitati casi di soggetti che non capissero, c che in genere questa deficienza intellettiva esercita un’azione molto meno disturbante che non gli affetti, soprattutto che non una stupidità emotiva alquanto frequente. Circostanza a suo modo imporI m it e ò stata quella che molti tra i soggetti non istruiti si sentivano un po’ tornare a "scuola" e assumevano un certo contegno corretto c compassato. Abbiamo impostato i nostri esperimenti nel modo seguente. Per prima cosa rilevavamo 200 reazioni senza sottoporle ad altre condizioni. Misuravamo i tempi di reazione con il cronometro in quinti di secondo, avviando la lancetta di volta in volta in coincidenza con l’accento della parola stimolo e bloccandola nell’istante in cui veniva pronunciata la reazione.1 Non immaginiamo certo di aver misurato con questo semplice procedimento chi sa quali complicati tempi psicologici. Ci premeva soltanto di ottenere una rappresentazione più generale del tempo di reazione medio e approssimativo, il che in molti casi non è irrilevante ed è utile soprattutto per classificare l’associazione. Dopo 200 reazioni passavamo subito, possibilmente insieme col soggetto, a classificarle. Con le persone istruite ci riuscivamo sempre; con le persone non istruite, che solo in rarissimi casi possiedono 1 1
Sulle misurazioni dei tempi riferiremo in una prossima comunicazione [Comportamento ilei tempo di reazione nell’esperimento associativo (190;)]. I tempi non sono stati misu■ .iti per tutti i soggetti.
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CAPITOLO PRIMO
qualche facoltà introspettiva, far ciò era naturalmente impossibile. Con loro ci siamo dovuti limitare a spiegare la connessione di associazioni particolarmente appariscenti. Il risultato dell’esperimento veniva suddiviso in un primo e un secondo centinaio e trascritto separatamente. Durante l’esperimento lo stato psichico del soggetto era per quanto possibile controllato sia oggettivamente che soggettivamente. Se per un qualsiasi motivo sopravveniva un affaticamento fisiologico, rimandavamo la seconda serie di esperimenti al giorno successivo. Le persone istruite non accusavano quasi mai affaticamento durante il primo esperimento, così che nella maggior parte dei casi poteva essere inserita subito la seconda serie. La seconda serie dell’esperimento consisteva in 100 reazioni, rilevate in condizioni di distrazione interna. Il soggetto veniva sollecitato a concentrare il più possibile la propria attenzione sul cosiddetto "fenomeno A” (Cordes) e, al tempo stesso, a reagire il più rapidamente possibile, vale a dire con la stessa prontezza del primo esperimento. Con fenomeno A intendiamo con Cordes (1901, p. 30) la somma di quei fenomeni psicologici che sono immediatamente suscitati dalla percezione dello stimolo acustico. Per controllare se il soggetto avesse osservato il proprio fenomeno A, gli facevamo descrivere ogni volta, dopo la reazione, ciò che aveva notato della reazione stessa. Al termine dell’esperimento passavamo nuovamente alla classificazione. Naturalmente per questo esperimento potevano essere adoperate solo persone istruite e anche queste purtroppo con discrezione; occorre infatti un certo esercizio psicologico per poter considerare con attenzione i propri fenomeni psichici. La terza serie dell’esperimento veniva sempre rilevata solo il secondo giorno. Consisteva in 100 reazioni e si svolgeva in condizioni di distrazione esterna. La distrazione in questi esperimenti veniva ottenuta nel modo seguente: il soggetto doveva eseguire con la matita tratti di circa 1 centimetro in coincidenza con le battute di un metronomo; la cadenza per le prime 50 reazioni era di 60 battute al minuto, per le seconde 50 reazioni era di 100 battute al minuto. I risultati della classificazione delle prime 50 reazioni e quelli delle altre 50 venivano trascritti separatamente e per renderli più facilmente confrontabili rapportati a 100. In qualche raro caso si è accelerata la cadenza del metronomo in coincidenza della 25 a reazione per escludere un’assuefazione troppo rapida. La cadenza è stata in questi casi elevata da 60 a 72 e da 100 a 108 battute al minuto.
IMPOSTAZIONE DELL ESPERIMENTO
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Il fattore dell’assuefazione ha sempre purtroppo un grande peso in questi esperimenti, ciò che del resto è prevedibile. Molte persone si abituano assai rapidamente all’attività puramente meccanica, durante la quale cambia, nella seconda fase dell’esperimento, soltanto la cadenza. Altri stimoli di disturbo altrettanto continui e regolabili c die non introducano un fattore di rappresentazione verbale non sono facili da realizzare, soprattutto se non devono chiedere troppo .iH’intelligenza e alla forza di volontà di soggetti non istruiti. Nella ricerca di un adeguato stimolo di disturbo ci siamo preoccupati anzitutto di escludere tutto ciò che avrebbe potuto avere un qualsiasi effetto eccitante sulle rappresentazioni verbali. Con l’impostazione da noi adottata crediamo di aver escluso tali effetti. Da questi esperimenti abbiamo mediamente ottenuto da 300 a 400 associazioni per ogni soggetto. Abbiamo inoltre cercato di arricchire il nostro materiale in alcune altre direzioni, per riallacciarci in parte ai risultati ottenuti da Aschaffenburg, e a questo scopo abbiamo rilevato in alcuni soggetti anche associazioni prodotte in stato di palese affaticamento. Abbiamo potuto ottenere reazioni di questo genere da sei soggetti. In un caso sono state rilevate anche associazioni pronunciate dal soggetto nello stato di sonnolenza mattutina che seguiva una notte di sonno ininterrotto, quando il fattore dell’affaticamento era escluso. In un caso sono state rilevate associazioni pronunciate in stato di forte irritazione in assenza di affaticamento. In questo modo abbiamo ottenuto in totale circa 12400 associazioni.
Capitolo 2 Criteri generali della classificazione
Chiunque abbia lavorato praticamente con le associazioni ha avvertito in particolar modo un aspetto difficile e sgradevole nella classificazione dei risultati sperimentali. Noi diamo in generale ragione a Cordes (1901, p. 33) quando dice che nei precedenti esperimenti associativi vige la falsa premessa per cui alla parola stimolo corrisponde il fenomeno psichico di partenza, e il nesso tra parola stimolo e reazione è un’"associazione”. Questa concezione un po’ troppo semplice è al tempo stesso un po’ troppo pretenziosa; afferma infatti che nella connessione tra i due segni verbali sia data anche la connessione psichica (l’associazione). Ovviamente noi non condividiamo questa posizione, bensì vediamo nella parola stimolo soltanto lo stimolo sensu strictiori, nella reazione soltanto un sintomo di processi psichici sulla cui natura ci asteniamo dall’esprimere un giudizio immediato. Non pretendiamo quindi che le reazioni che noi descriviamo siano associazioni in senso stretto; ci domandiamo anzi se non sarebbe addirittura meglio lasciar cadere del tutto il termine “associazione” e parlare piuttosto di "reazione verbale”; infatti il nesso esteriore tra parola stimolo e reazione è troppo grossolano per poter dare un’immagine assolutamente precisa di processi psichici straordinariamente complicati come sono le associazioni vere e proprie. Le reazioni a parole stimolo rendono sensibile solo in modo remoto e incompleto la connessione psichica. Così, quando noi descriviamo e classifichiamo i nessi espressi verbalmente, noi non classifichiamo le vere e proprie associazioni ma soltanto i loro sintomi oggettivi, partendo dai quali solo con cautela è lecito ricostruire connessioni psichiche. La reazione è effettivamente ciò che dovrebbe essere — vale a dire la riproduzione della prima cosa che passa per la mente — solo nei soggetti coltivati psicologicamente; in tutti gli altri si mischia sempre palesemente lo sforzo di costruire qualcosa in aggiunta alla reazione, così che in molti casi alla fine essa è il prodotto di un prò-
CIUTI'.Ul DELLA CLASSIFICAZIONE
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«esso di riflessione, quindi di intere serie di associazioni. Nel nostro esperimento associativo noi procuriamo unilateralmente un eccitamento dell’organismo verbale. Più tale eccitamento è unilaterale, e più massicciamente si presentano nella reazione collegamenti verbali. ( Jome vedremo, ciò avviene principalmente nei soggetti istruiti, dai quali è possibile attendersi a priori una più fine differenziazione dei meccanismi psichici e quindi una maggiore capacità di farne un uso isolato. Da questa circostanza non dobbiamo trarre l’ingannevole conclusione che i collegamenti d’idee esterni siano in generale prerogat i va dei soggetti istruiti più che dei non istruiti.1 La differenza sarà piuttosto psicologica, perché nei non istruiti si verifica una partecipazione degli altri domìni psichici molto maggiore che non negli istruiti. Torneremo a parlare di questa differenza nella parte seconda di questo lavoro. Fintantoché conosciamo così poco l’intreccio degli eventi psichici, dobbiamo rinunciare ad attingere da dati interni, psichici i princìpi per una classificazione dei loro fenomeni esterni. Per questa ragione ci siamo accontentati di una classificazione semplice, in via di massima logica, alla quale a nostro parere dovremo per motivi di cautela attenerci finché non saremo in grado di dedurre leggi empiriche dall'associazione psichica.1 2 I princìpi di classificazione logici devono però adeguarsi alle speciali condizioni dell’esperimento, ossia alla reazione verbale. Dobbiamo perciò, nel classificare le associazioni, tener conto non solo della qualità logica, ma ove possibile anche di tutti quei fattori esterni che entrano in gioco a causa di questa determinata impostazione dell’esperimento. L’impiego del meccanismo cerebrale verbo-acustico ha un suo innegabile effetto sulle associazioni. L’associazione intrapsichica pura non può divenire oggetto di un’altra coscienza se non è trasposta nel simbolismo corrente del linguaggio. Ma così interviene nell’associazione pura un fattore del tutto nuovo, che esercita su di essa un effetto di portata indefinita. In primissimo luogo la reazione sarà determinata nel senso della frequenza verbale, vale a dire: la legge generalmente valida di cui parla James Mill, la law of frequency, agisce in modo ancor più fortemente selettivo in1 Ranschburg (1900) ha costatato che nei soggetti privi d’istruzione prevalgono le assodazioni interne. 2 Anche Aschaffenburg (1896, p. 220) si esprime con cautela a questo riguardo e si limita alla relazione tra stimolo e reazione quale si riflette nel linguaggio. Egli ritiene importante tenere presente che la reazione verbale non sempre coincide con le simultanee associazioni interne.
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CAPITOLO SECONDO
dirizzandola verso ciò che è consueto. Uno dei princìpi fondamentali della nostra classificazione sarà dunque quello della frequenza verbale.3 Abbiamo intrapreso la classificazione delle associazioni seguendo essenzialmente lo schema di Kraepelin-Aschaffenburg. Abbiamo preferito questo sistema rispetto ad altri, perché secondo il nostro parere soggettivo ha il maggior valore euristico. Quando Ziehen definisce “fallito" il tentativo di classificazione di Kraepelin-Aschaffenburg, usa un’espressione un po’ troppo forte. Nessuno sostiene che la classificazione di Aschaffenburg sia esauriente, e anche Ziehen non vorrà dir questo della sua. La classificazione di Ziehen ha sicuramente aperto prospettive preziose, ma neanch’essa è del tutto sufficiente. Soprattutto la distinzione tra "associazione di slancio" e "associazione di giudizio" pare alquanto incerta, se è fatta dipendere solo dall’assenza o dalla presenza della copula, circostanza questa che anche Claparède 4 giudica sfavorevolmente. Che poi lo schema di Aschaffenburg sia del tutto fallito andrebbe in primo luogo dimostrato; ma in effetti non lo è, al contrario i risultati ottenuti con questa classificazione sono affatto incoraggianti, e tanto vale applicarla provvisoriamente ancora per qualche tempo, sempre consapevoli per altro di una certa unilateralità, tipica però in altra maniera anche dei restanti schemi proposti. L’accusa rivolta allo schema di Aschaffenburg di essere unilateralmente logico non coglie il vero, poiché oltre l’aspetto logico esso tiene sufficientemente in considerazione anche intreccio e contiguità intuitivi o sensibili delle cose, nonché il fattore verbale. Verso le reazioni che assumono forma di frase, tuttavia, lo schema è per così dire impotente. D’altra parte va detto che le frasi, nei soggetti sani, sono rarissime. Un fatto di grande importanza pratica merita di essere posto in evidenza: lo schema di Aschaffenburg è stato messo alla prova con un imponente materiale, in parte patologico, e si è dimostrato utilizzabile. La conditio sine qua non dello schema non è l’interrogatorio successivo del soggetto a proposito del fenomeno di reazione, come negli schemi di Ziehen, Mayer e Orth, e Claparède; esso permette una retta classificazione, almeno approssimativa3 Scrive Trautscholdt (1883, p. 221): “Al primissimo posto sotto ogni riguardo vi è l’esercizio o l’abitudine, che rende determinate associazioni così correnti che alla fine esse si compiono del tutto meccanicamente mentre altre non vengono nemmeno prese in considerazione.” 4 Claparède (1903) p. 218. [Vedi inoltre Ziehen (1898) pp. issgg. e 24 sgg.]
CRITERI DELLA CLASSIFICAZIONE
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mente, anche se il soggetto non collabora, il che è di particolare importanza negli esperimenti psicopatologici. Dato che noi consideriamo il nostro lavoro solo come preparatorio .1 ricerche psicopatologiche, non abbiamo esitato a preferire lo schema di Aschaffenburg. Quelli di Miinsterberg e di Bourdon ci appaiono I roppo unilateralmente logici; vale questa volta l’accusa di Ziehen di non essere psicologici, perché astraggono completamente dal contenuto. La raffinatissima e acuta proposta di Claparède (1903, p. 226) pur meritando un’attenta considerazione, dovrebbe forse essere verificata nella sua pratica utilizzabilità ponendola a confronto con materiale di una certa consistenza. Nei tentativi di classificare associazioni acustico-verbali non bisogna mai dimenticare che s’indagano non rappresentazioni, ma simboli verbali di queste. L’indagine delle associazioni è invero indiretta ed esposta a numerose fonti d’errore e possibilità di sbagli, condizionate dall’immensa complessità del processo. Con il nostro esperimento noi indaghiamo i risultati di tutta una serie di processi psichici, della percezione, dell’appercezione, dell’associazione intrapsichica, della formulazione verbale e della manifestazione motoria. Ognuno di questi atti lascia tracce nella reazione. Visto l’elevato significato psichico della motilità, specialmente della funzione linguistica, è necessario anzitutto riconoscere la precipua importanza del linguaggio e del suo esercizio nella formazione della reazione. È dunque questo il fattore di cui si terrà principalmente conto nella classificazione. A questo principio di classificazione può essere rivolta l’accusa d’introdurre nel calcolo una grandezza estremamente variabile e indeterminabile. Ammettiamolo: l’esercizio del linguaggio è una grandezza variabilissima, che nel caso concreto procura spesso difficoltà, e da ciò anche il carattere logico della classificazione subisce un danno non irrilevante. Entra così nella classificazione un che di arbitrario, che preferiremmo evitare. Ma per i motivi sopra esposti abbiamo ugualmente optato, faute de mieux, per questo modello di classificazione, assumendo come filo conduttore alcune regole empiriche di cui parleremo. Con queste limitazioni e con la considerazione più ampia possibile per il soggetto sperimentale, speriamo di aver evitato ogni sospetto d’arbitrarietà nell’applicazione di questo principio. Per quanto riguarda la nomenclatura adottata nelle pagine che seguono (fuga d’idee, associazione ecc.), occorre tener sempre presente che noi indichiamo in primo luogo, coerentemente con quanto è
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CAPITOLO SECONDO
stato detto sopra, fenomeni verbali, a partire dai quali noi ci permettiamo di trarre conclusioni sugli eventi psichici. Nel far questo siamo perfettamente consapevoli d’indagare soltanto un ambito psichico relativamente circoscritto, in special modo associazioni che hanno luogo in gran parte aH’interno del meccanismo verbale. Quando perciò parliamo di fuga d’idee, intendiamo il fenomeno verbale, cioè un rappresentante esterno di processi interni. Ovviamente l’accadere psichico non deve necessariamente svolgersi in foto nella forma di associazioni di parola, bensì si esterna in tali segni verbali solo se fa ricorso al meccanismo verbale. Il pensiero autentico in stato di fuga d’idee offrirebbe naturalmente un’immagine ben diversa se potesse obicttivarsi direttamente. Così, ad esempio, la fuga d’idee in presenza di forti componenti rappresentative visuali è un ambito del tutto particolare, che difficilmente riesce a obicttivarsi verbalmente in maniera in qualche modo bastante, e risulta perciò ben poco accessibile all’indagine esterna; soprattutto negli ammalati affetti da mania esso è di regola precluso all’indagine perché in essi s’instaura l’eccitamento verbale. Avremo occasione di discutere la forma visuale della fuga d’idee in una successiva pubblicazione.5
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[Non risulta che sia mai stata pubblicata.]
Capitolo 3 Classificazione particolare
x. Associazioni interne1 a. Coordinamento
Classifichiamo in questa rubrica tutte le associazioni che sono legate per coordinazione, sovraordinazione, subordinazione o contrasto. La casistica di queste associazioni richiede di procedere alla seguente particolare suddivisione dei coordinamenti. oc. Coordinazione. I due membri sono legati tra loro da somiglianza di contenuto o di sostanza, si basano cioè su un concetto più generale nel quale sono entrambi compresi: (raccolta d’acqua) lago - mare (frutta) ciliegia - mele (misura) lungo - sottile (iniquità o vizio) ingiusto - infedeltà L’associazione per coordinazione non deve necessariamente muoversi nell’ambito di un concetto superiore comune ben definito, ma può avvenire anche per somiglianza più o meno vaga. La somiglianza può essere molto stretta, al punto di distinguersi ben poco dall’iden-
1 Polemizzando contro le "associazioni interne” Zielien (1893. p. 145) ne porta i seguenti esempi: piacere-petto (Lust-Brust), cuore-dolo re, sostenendo che la cosiddetta associazione interna è meramente esteriore, essendo quasi del tutto circoscritta alle rappresentazioni acustiche di parole simili nel suono. Possiamo senz’altro dar ragione a Ziehen, poiché a nessuno verrebbe in mente di designare come associazioni interne gli esempi riportati. Consideriamo peraltro, in accordo con Wundt, l’affinità associativa come principio delle associazioni interne, e l’esercizio come principio di quelle esterne (ovvero: somiglianza = associazione interna, contiguità = associazione esterna).
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tità, come ad esempio clemenza-indulgenza (o cordiale-amabile, capello-filo). Ma la somiglianza può essere anche molto remota, così che l’elemento comune a entrambe le rappresentazioni non sia qualcosa di essenziale, bensì un attributo più o meno accidentale della rappresentazione stimolo. In tali casi la reazione appare legata alla parola stimolo in modo molto tenue, distinguendosi così dalle altre coordinazioni. La distanza di associazione è in qualche misura maggiore. Queste coordinazioni si possono dunque in parte separare da quelle su menzionate. Tra queste a legame tenue possiamo distinguere due categorie: 1) La rappresentazione stimolo è legata alla reazione tramite un attributo significativo ma altrimenti accidentale: padre (ha cura) cura gioco (del bambino?) infanzia guerra (Lega per la pace) Bertha von Suttner2 assassino (impiccare) patibolo frase (contiene qualcosa) contenuto stella (romantica; notte?) romanticismo 2) La rappresentazione stimolo è legata alla reazione tramite un attributo inessenziale, esteriore, pressoché coesistente: matita (lunga) lunghezza cielo (blu) colore lago (profondo) profondità tavola (forma particolare) stile Possiamo definire questi due modelli di coordinazione "coordinazione per affinità interna ed esterna”. La prima categoria contiene senz’altro le coordinazioni più significative rispetto all’altra, ciò che giustifica in qualche misura i termini “interna” e "esterna”. La coesistenza degli attributi della seconda categoria segnala l’origine di queste coordinazioni da associazioni esterne. Come ultima categoria di coordinazioni vorremmo suggerire la "coordinazione come esempio”. Questa categoria contiene in primo luogo reazioni che in sostanza non sono altro che inversioni dei due modelli appena esaminati: cura contenuto colore cruccio
padre (del padre) frase (della frase) cielo (del cielo) 2 [La baronessa von Suttner (1843-1914), e pacifista nel 1905 donnascrittrice anziana (unaaustriaca, donnacheanziana ha dei ottenne il Premio Nobel per la pace.] crucci)
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Vi è ora una serie di reazioni ad aggettivi e verbi che grammaticalmente non sono in rapporto coordinato con la parola stimolo, ma forse possono lo stesso essere opportunamente inserite tra le coordinazioni e in particolare nella categoria degli esempi: cedere fare attenzione disprezzare straniero pregare aiutare
pacifico assennato cattiveria emigrante pio buono
Queste associazioni possono essere definite, se l’espressione è consentita, "analitiche”; sono concetti già dati quasi implicitamente con la parola stimolo, con la quale essi sono in una sorta di rapporto di subordinazione 0 sovraordinazione. Visto però che è difficile, se non impossibile, stabilire nel caso concreto questo rapporto in modo inconfutabile ed essendo inoltre i concetti di “intero” e “parte” inapplicabili ad aggettivi e verbi, annoveriamo anche queste reazioni tra le “coordinazioni come esempi”, dal momento che nella reazione si presentano, tra i possibili sostantivi, sempre alcuni tipi determinati. Inoltre le reazioni stesse sono altamente generiche e dipendono intimamente dalla parola stimolo. La suddivisione in categorie delle coordinazioni sarebbe dunque la seguente: 1) 2) 3) 4) 5)
per concetto superiore comune per somiglianza per affinità interna per affinità esterna come esempio
Esempi di quanto sopra: 1) padre 2) padre 3) padre 4) padre 5) fare attenzione
zio Dio cura la nostra casa assennato
Ora in via di principio è il caso di osservare che con questa suddivisione non abbiamo in alcun modo esaurito la ricca molteplicità delle coordinazioni. Negli individui che associano intensamente attingendo a costellazioni soggettive sono possibili molte altre coordinazioni che non si lasciano piegare ad alcuna definizione in modo proficuo. In questi casi possiamo tranquillamente ammettere la no-
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stra incapacità e accontentarci senz’altro della classificazione per “coordinamento”; consoliamoci considerando che le possibilità individuali sono infinite e che non verrà forse mai trovato uno schema in cui poter classificare tutte le associazioni secondo il tipo e in modo esauriente. Vi è tuttavia un certo numero di coordinazioni che si possono senza particolari forzature inserire in diverse categorie, poiché non hanno alcun carattere evidentemente pronunciato; in questi casi si può lasciare la classificazione in sospeso o, eventualmente, inserire la reazione in quel tipo con il quale essa ha maggior somiglianza. Le definizioni sopra elencate non vogliono significare categorie assolutamente costrittive, bensì solo denominazioni per tipi individuati empiricamente, i quali tuttavia possono occasionalmente passare l’uno nell’altro senza rigidi confini. Di più non è lecito aspettarsi data l’attuale condizione della teoria delle associazioni. 3- Subordinazione. La reazione è pensata come parte 0 sottoconcetto della parola stimolo: albero
faggio
Inseriamo in questo punto anche tutte quelle reazioni che specificano la parola stimolo, cioè presentano casi speciali della rappresentazione stimolo generica: casa la casa in via X cavallo il cavallo del signor X stazione Baden In alcuni casi può sorgere il dubbio se l’associazione debba essere intesa come subordinazione o come predicato: pranzo
(il pranzo) di oggi
y. Sovraordinazione. La reazione è pensata come intero o come concetto generico della parola stimolo: stufa (Ofen) città [Ofen è il nome tedesco di Buda, una delle parti di Budapest] gatto animale Anche qui la distinzione dal predicato è spesso difficile, ad esempio tredici-numero sfortunato. È in questo caso "numero sfortunato" un concetto generico? e include come tale il "tredici" e altri numeri sfortunati? A nostro avviso si tratta di un predicato; inseriremmo invece l’associazione di Aschaffenburg battesimo-usanza antiquata tra le sovraordinazioni, visto che “usanza antiquata” è in
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effetti un concetto generico che include in sé molti altri sottoconcetti. 8. Contrasto. Il concetto di contrasto è senz’altro comprensibile. I li gran lunga più difficili sono invece la suddivisione e la valutazione dei contrasti. I contrasti sono rappresentazioni di solito molto strettamente legate tra loro, intrecciate in mòdo straordinario non solo concettualmente, ma anche intuitivamente e soprattutto linguisticamente. Vi sono addirittura lingue nelle quali esiste un’unica parola, c solo quella, per indicare contrasti tipici. Agli esordi del linguaggio c del pensiero cosciente, discernere linguisticamente e concettualmente i contrasti fu un’operazione psichica non irrilevante. Ma oggigiorno questo frutto del pensiero degli antichi è a nostra disposizione prefigurato nel linguaggio e ci viene insegnato fin dai primi anni con 1 primi concetti linguistici, le prime canzoni e le prime letture. Per questi concetti strettamente collegati siamo dotati di un elevato esercizio linguistico, molto spesso sostenuto anche da reminiscenze di citazioni e da rime: sofferenza dolore buono agro chiaro
gioia piacere cattivo dolce scuro
Agrodolce e chiaroscuro sono anzi parole del linguaggio corrente, l’cr questa ragione abbiamo classificato un gran numero di contrasti abituali come associazioni esterne. Classifichiamo come contrasti solo quelle associazioni che non sono indotte dall’esercizio linguistico, come: cordiale buono animale intelligenza vendetta
adirato vizioso ' pianta stupidità perdonare
A dispetto di questa specifica divisione dei coordinamenti vi sono altre associazioni che, pur appartenendo a questa rubrica, non rientrano in alcuna ulteriore divisione. Per queste non rimane che la definizione generica di “coordinamento”, come ad esempio per l’associazione a Ito - seta. La parola stimolo a Ito è presa per un cognome, chi lo porta ha un negozio di seterie, ecco perché la reazione seta. Non può trattarsi di una semplice coesistenza; la reazione si com-
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pone piuttosto di una specificazione e una coesistenza spaziale ed è quindi una formazione alquanto complicata. La si potrebbe eventualmente inserire nella categoria “coordinazione per affinità esterna" per altro con scarsa evidenza. È perciò più prudente considerare per il momento i coordinamenti di questo genere come non ulteriormente interpretabili. Ciò che si è detto sinora può essere compendiato nel seguente schema: a. Coordinazione 1) per concetto superiore comune 2) per somiglianza 3) per affinità interna 4) per affinità esterna Coordinamento ^ jl. Subordinazione y. Sovraordinazione
1) subordinazione propria 2) specificazione
vera
e
8. Contrasto E. Coordinamento di qualità incerta b. Predicato
Annoveriamo con Aschaffenburg in questa rubrica tutti i giudizi, le proprietà e le attività che per qualche verso si riferiscono alla rappresentazione stimolo come soggetto o oggetto. (Kraepelin li ha raccolti sotto il nome "relazioni predicative"; traggo da Aschaffenburg (1896, p. 222) la notizia.) Vanno qui inseriti in primo luogo i giudizi che, com’è noto, secondo la distinzione di Kant possono essere suddivisi in analitici e sintetici.3 Questo principio logico di classificazione ha per noi valore solo in quanto nel giudizio analitico si produce solo una parte del concetto, ossia un predicato, che è già necessariamente rappresentato insieme al concetto stesso. Viene dunque solo reso esplicito ciò che è già presente implicitamente. Nel giudizio sintetico, invece, si aggiunge qualcosa al concetto, qualcosa che non necessariamente è già pensato insieme ad esso. Per quanto riguarda l’operazione associativa il giudizio sintetico si situa, cum grano salis, al di sopra di 3 Kant, Crìtica della ragione pura, Dottrina trascendentale degli elementi, parte seconda: Logica trascendentale, I. Analitica trascendentale, libro 2, cap. 2, sez. 2: "Nel giudizio analitico, io mi arresto al concetto dato, per stabilire qualcosa riguardo ad esso. Se il giudizio ha da essere affermativo, io attribuisco allora a questo concetto soltanto ciò che era pensato in esso; se ha da essere negativo, io escludo allora da esso soltanto il contrario di ciò che vi era pensato. Nei giudizi sintetici, peraltro, io devo uscir fuori dal concetto dato, per considerare in rapporto con esso un qualcosa del tutto differente da ciò che vi era pensato.”
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(niello analitico. Se ci accostiamo praticamente alla questione, ci accorciamo (per quel tanto che questo modello di classificazione si lascia applicare nella pratica) che nelle reazioni di giudizio semplici il giudizio analitico consiste principalmente nella definizione di una proprietà coesistente, evidente sul piano sensoriale, mentre il giudizio sintetico è perlopiù un giudizio di valore che ha un più o meno forte nfcrimento all’Io. Vediamo qui un rapporto analogo a quello tra "coordinazione per affinità esterna” e "coordinazione per affinità interna”. Nell’associazione matita-lunghezza la lunghezza è qualcosa di necessariamente pensato insieme a matita ovvero coesistente, mentre in padre-cura il concetto di cura aggiunge qualcosa di nuovo provocando così uno spostamento concettuale. Adotteremmo senz'altro la suddivisione delle reazioni di giudizio in analitiche e sinteliche se non vi fosse una notevole difficoltà pratica: non siamo in gì ado di decidere nel singolo caso se il predicato analitico sia o no qualcosa di necessariamente pensato insieme. Possiamo tentare di lisolvere il dilemma solo se, nel singolo caso, siamo in grado di distinguere tra rappresentazione concreta e generica. Com’è noto, ’/iehen ritiene di poterlo fare ricorrendo a domande dirette, persino con i bambini. Noi riteniamo non solo che questo metodo sia estremamente incerto, ma anche che la distinzione tra rappresentazione concreta e generica sia difficilissima. Quando io nomino un’immagine interna, essa consiste in condensazioni di molte immagini mne.1 ielle, il cui modo di apparire, più concreto o più generico, dipende unicamente da differenze minime nella vivacità sensoriale. In molti casi anche persone coltivate psicologicamente sarebbero di certo in imbarazzo dovendo decidere se nell’associazione casa -tetto hanno immaginato un tetto determinato o generico. Siamo naturalmente ben lontani dal negare l’esistenza di rappresentazioni generiche; tuttavia nel caso concreto dell’esperimento acustico-verbale non possiamo trattenere il sospetto che le cosiddette "rappresentazioni generiche" non siano che parole, parole che mancano del contenuto individuale proprio perché sono non tanto concetti generici quanto perlopiù formazioni verbo-motorie, nelle quali le componenti del significato risuonano con intensità assai ridotta. Per rispondere al quesito se il giudizio sia analitico o sintetico, dovremmo poter apprendere con esattezza se il soggetto ha pensato in modo concreto o generico. Ad esempio: serpente-verde è oggettivamente un giudizio pienamente sintetico; visto però che non è detto che pensando a un serpente si debba necessariamente pensare
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anche al verde, solo nel caso della rappresentazione di un determinato serpente il verde deve essere implicitamente già presente: si tratterebbe allora di un giudizio analitico. A prescindere da queste considerazioni vi sono altre difficoltà, soprattutto pratiche, che vietano questo modello di classificazione. Al fine di giungere a una particolare divisione dei predicati, dobbiamo tenere presenti le loro diverse possibilità: 1) la parola stimolo è un sostantivo, la reazione un aggettivo; 2) la parola stimolo è un aggettivo, la reazione un sostantivo. Non abbiamo motivo di separare questi due casi, e lo stesso vale per le altre forme di relazione predicativa: 3) la parola stimolo è il soggetto, la reazione è l’attività attiva o passiva dello stesso; 4) la parola stimolo è l’oggetto, la reazione è l’attività che ad esso si riferisce; 5) la parola stimolo è un’attività, la reazione è l’oggetto della stessa. Consideriamo le prime due forme: il legame predicativo tra sostantivo e aggettivo. Occorre distinguere principalmente tra due possibilità: a. L’aggettivo designa una proprietà essenziale e intimamente significativa della rappresentazione stimolo. Possiamo definire "interni” questo genere di predicati e, senza particolari forzature, suddividerli in due gruppi. 1) Giudizio neutro: serpente velenoso guerra sanguinosa vetro fragile nonna vecchia mite primavera inverno rigido sete forte Questi predicati designano determinati attributi essenziali e significativi della rappresentazione stimolo. Il tono meramente neutro li differenzia dal secondo gruppo. 2) Giudizio di valore: padre puzzare cavalcare montagna libro
buono sgradevole pericoloso bella interessante
scolaro soldato legno assassino acqua
bravo coraggioso utile vile rinfrescant e In queste reazioni si manifesta in modo più o meno pronunciato il fattore personale; dove però il riferimento all’Io si manifesta chiaramente
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in forma di desiderio o di ripulsa in termini del tutto soggettivi, si può senz’altro parlare di "predicati egocentrici”. Ciononostante noi vorremmo non separare reazioni siffatte dai giudizi di valore facendone un gruppo a sé stante, per motivi di cui parleremo più avanti. Annoveriamo tra i giudizi di valore anche reazioni come: ferro acqua pezzente I giudizi di valore che esempio: fumo mela
metallo utile uno dei più interessanti corpi chimici vergogna si esprimono sotto forma di attività, ad puzza è buona
si inseriscono opportunamente tra i predicati. Annoveriamo tra i giudizi di valore anche quelle reazioni in cui il valore non viene affermato ma auspicato: buono diligente minacciare
dovremmo esserlo dovrebbe esserlo lo scolaro non si deve
Reazioni come queste non sono invero frequenti tra gli individui normali; le riportiamo solo per amore di compiutezza. 3. L’aggettivo significa una proprietà esterna, poco significativa, eventualmente coesistente e sensorialmente evidente, della rappresentazione stimolo. Vorremmo designare come “esterni” i predicati di questo genere: dente acqua albero quaderno sale
sporgente ondosa marrone blu granulare
Valutiamo la relazione predicativa tra aggettivo, come parola stimolo, e sostantivo, come reazione, in base ai princìpi sopra esposti. Ai fini della classificazione giudichiamo quindi verde-prato e pratoverde come pressoché equivalenti. Le interiezioni, che Aschaffenburg attribuisce, in parte a ragione, ai predicati, noi le abbiamo considerate in modo diverso (vedi oltre). L’altra divisione dei predicati si compone delle "relazioni tra sostantivo e verbo”.
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a. Rapporto soggettivo. Il sostantivo, come parola stimolo o come reazione, è soggetto di una determinata attività: resina appiccica cacciatore sparare cucinare madre p. Rapporto oggettivo. Il sostantivo, come parola stimolo o come reazione, è oggetto di una determinata attività: porte reclutare pulire gola
aprire soldati ottone serrare
I predicati sinora esaminati sono spesso difficilmente separabili, quando la parte attributiva fa da parola stimolo, dalle sopra citate “coordinazioni come esempio”. Propendiamo decisamente per quest’ultima diagnosi quando è evidente lo sforzo del soggetto di reagire con una parola ovvero un sostantivo che sia il più possibile adeguato al significato della parola stimolo e valido in generale, come in: pregare pio disprezzare cattiveria arrendersi pacifico/a Attribuiamo dunque pulire-ottone al gruppo "rapporto oggettivo", pulire-metalli opachi invece alle "coordinazioni come esempio”. In connessione più tenue con la rubrica dei predicati si situano invece le determinazioni di luogo, tempo, mezzo c scopo (1’"associazione determinante lo scopo”, come Ranschburg (1900, p. 715) la chiama). luogo: andare in città tempo: mangiare a mezzogiorno mezzo: battere con il bastone scopo: legna da ardere Dinanzi a queste reazioni si può talvolta dubitare se esse non siano piuttosto da considerare specificazioni c facciano quindi parte delle subordinazioni. Ma nella stragrande maggioranza dei casi la scelta sarà facile così che l'errore non sarà eccessivo. Le definizioni o spiegazioni della parola stimolo, che capitano in genere piuttosto raramente, sono in certo modo connesse al gruppo appena esaminato, le abbiamo perciò collocate anch’cssc nel raggruppamento delle relazioni predicative:
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porte azzurro stella
sostantiv o aggettivo astro Le relazioni predicativeceleste si compongono dunque nel modo seguente:
Relazioni predicative
IC l cl u I. Sostantivo e aggettivo/“a-pPredicato “! ' ^ interno scrivere
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le annoveriamo anch’esse in questa rubrica; in particolare, le associazioni con scrivere sono complessi legati a ricordi scolastici, il cui collegamento è condizionato essenzialmente dalla simultaneità; gli altri esempi riguardano rappresentazioni reattive collegate alla rappresentazione stimolo da sostanziale coesistenza. b. Identità
La reazione non significa spostamento o ulteriore sviluppo del significato, ma è un’espressione più o meno sinonima della parola stimolo. a. L’espressione sinonima proviene dalla medesima lingua della parola stimolo: grandioso aufpassen
sfarzoso aufmerken ("fare attenzione”, sinonimo di aufpassen nell’uso svizzero-tedesco) bisticciare litigio 0. L’espressione sinonima proviene da lingua diversa dalla parola stimolo, si tratta cioè di una traduzione: francobollo domenica c.
timbre dimanche
Forma verbo-motoria
Ziehen (1898, pp. 28 sg.): “integrazioni verbali associative” e "collegamenti verbali correnti". Kraepelin-Aschaffenburg (Aschaffenburg, 1896, p. 223): "reminiscenze linguistiche". Trautscholdt (1883, pp. 242 sg.): "associazione verbale". In questa rubrica delle associazioni esterne raccogliamo tutti quei collegamenti tra rappresentazioni che l’esercizio linguistico ha reso più o meno meccanici, sebbene logicamente e storicamente abbiano forse un altro significato e andrebbero quindi attribuiti a uno qualsiasi dei tipi sopra menzionati. Già parlando dei contrasti abbiamo menzionato una serie di reazioni che consideriamo indotte dall’esercizio linguistico e quindi meccaniche. Le dividiamo in: a. Collegamenti indotti dall’esercizio linguistico 1) Contrasti semplici: scuro dolce bianco uguale
chiaro aspro nero disuguale
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2) Frasi d’uso corrente: fame fondo maggiorenne bambino grazie galante cruccio mondo vecchio bene venire spazio un po’ forza pane capo uccello acqua nuotare tram passeggio disgusto gatto avere riguardo 3. Proverbi e detti famosi: ovunque libertà ovunque occhio prosperità guerra più uccello fare
soffrire e podere diventare birillo rendere essere cura e gli uomini decrepito fare andare tempo di più usare guadagnare chinare struzzo bere sapere andare in andare a suscitare topo comunicare (con riguardo)
in nessun luogo eguaglianza sono a casa mia dente vana e pace luce pesce lasciar(e)
y. Parole composte: 1) La reazione completa la parola stimolo dando così luogo a parola composta: Tisch Nadel Matte Klavier Rache
bein (Tischbein = gamba della tavola) halter (Nadelhalter = portaaghi) Hange... (Hangematte = amaca) spieler (Klavierspieler = pianista) durst (Rachedurst = sete di vendetta)
una
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Frosch rana) Buch Kopf Zahn Verein
blut (Froschblut = sangue freddo, lett. sangue di
Tranen klopfen hòren (udire) Spiel Stern
Tranensack ( = sacco lacrimale) anklopfen ( = bussare) aufhóren ( = smettere) Spielball ( = pallone) Stemenglanz ( = luccichio delle stelle) Siissholz ( = legno dolce)
zeichen (Buchzeichcn = segnalibro) tuch (Kopftuch = fazzoletto per il capo) weh (Zahnweh = maldidcnti) Frauen... (Frauenverein = associazione femminile)
La reazione può avvenire anche in modo tale che la parola stimolo viene ripetuta nella reazione:
siiss
2) La reazione è essenzialmente solo una modificazione sintattica della parola stimolo (Wreschner (1900, p. 241): "associazione di tipo flessivo”): morto accendere martello scolaro
morire accendino martellare scuola
trovare amore cocchio assassino
trovava amare cocchiere assassinare
5. Menzioniamo ancora un piccolo gruppo di reazioni che si po-
trebbero definire precoci:
dunkelrot ( = rosso scuro; dunkel = scuro) langsam ( = lento; lang = lungo) grossartig ( = grandioso; gross = grande)
hcll (chiaro) kurz (corto) klein (piccolo)
E.
Abbiamo collocato le rare interiezioni nella rubrica dei "collegamenti verbo-motori”, sebbene invero significhino, come sottolinea Aschaffenburg, un predicato. Giustifichiamo la nostra opinione rimandando all’estrema incompiutezza della reazione, la quale contiene inoltre un forte fattore motorio: grandioso puzzare amare
ah! puah! oh!
3. Reazioni fonetiche Il contenuto di questa sezione corrisponde al gruppo definito da Aschaffenburg (1896, p. 231) "parole stimolo che agiscono solo attraverso il suono”.
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CLASSIFICAZIONE a. Integrazione verbale
Consideriamo queste parole allo stesso modo di Aschaffenburg, annoverando in questa rubrica solo reazioni che integrano la parola stimolo dando luogo a un’altra parola non scomponibile: prodigio Herz (cuore) bescheiden (modesto) Freund (amico)
-so -ig (grazioso) -heit (modestia) -beh L’integrazione della parola stimolo (amichevole) che dà luogo a un nome (per esempio di città) è da noi considerata anch’essa un’integrazione verbale: laufen (correre) -burg Winter (inverno) -thur b. Assonanza
La reazione è condizionata esclusivamente dal suono o dell’intera parola stimolo o della sua parte iniziale: Schlauch (tubo) eckig (angolare) Gesetz (legge) rosten (arrugginire) Absicht (intenzione)
Schlaufe (cappio) Ekkehart (è un cognome) Gesang (canto) roastbeef Apfel (mela)
c. Rima
Schaum Traum (sogno) (schiuma) cuore dolore scheiden meiden (evitare) (separare) heiser (rauco) Kaiser Schrank krank (malato) Non vale la pena di procedere a un’ulteriore (armadio) divisione delle assonanze e delle rime in "sensate e insensate” secondo l’esempio di Aschaffenburg, visto che quelle “insensate” sono molto rare. 4. Altre reazioni In questa sezione numericamente esigua abbiamo riunito alcune modalità di reazione, che non si lasciano collocare nelle altre sezioni, ma che sono connesse le une alle altre solo in modo molto ridotto.
CAPITOLO TERZO
42 a. Associazione mediata
Com’è noto Aschaffenburg contrappone la modaltà mediata di reazione a tutte le altre reazioni, considerate "immediate". Noi abbiamo respinto questa equiparazione quantitativamente affatto sproporzionata, perché soprattutto quando si tratta di soggetti non istruiti non si può mai sapere quanti diversi contenuti della coscienza si pongano tra parola stimolo c reazione. Noi stessi spesso non siamo in grado di dire quante costellazioni consce, semiconsce o inconsce agiscano sulla nostra reazione. Non vogliamo qui addentrarci nella controversia accademica sull’associazione mediata (se cioè il termine mediano sia conscio o inconscio), ma ci limitiamo a costatare il fenomeno della modalità mediata di reazione nel quadro della nostra casistica. Chiamiamo "associazione mediata" quella maniera di reagire che risulta comprensibile solo presupponendo un termine mediano diverso sia dalla parola stimolo sia dalla parola della reazione. Distinguiamo cinque forme: a. Collegamento attraverso un concetto mediano comune: bianco vvasto
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campo di neve
™11 la signorina X è falsa e bionda pentimento nero ■ “V lutto chiudere rotondo '--------------------------- Tv ------------------------------ girare disgustare inodore '
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puzzare veloce fischiare locomotive fieno verde
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torbido basso S --------------V ------------- ' acqua
falso biondo V
1
1
rosso profumo fiore bicicletta rotondo ' ----------- ----------- ' ruota passeggiare pera V. “^ sotto 1 peri volgere terra girare 1
ricco moneta da cinque franchi
------------V*v ------------rotolo di denaro
erba È da notare che in queste associazioni il termine mediano è ogni volta chiaramente cosciente. Reazioni come queste sono in genere piuttosto rare e si presentano quasi sempre in individui di tipo spiccatamente visivo.
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3. Spostamento fonetico centrifugo (detto da Aschaffenburg “associazione mediata da parafasia”). Internamente si verifica una reazione più o meno chiara e sensata, la quale però al momento di essere pronunciata è stata sostituita da un’associazione indotta dall’uso, simile nel suono. Diamo perciò a questa divisione delle associazioni mediate la denominazione di "spostamento fonetico centrifugo”: Entschluss (decisione) schliessen (chiudere) entschliessen (decidere) trotzig (caparbio) leichtsinnig (sventato) eigensinnig (ostinato) zanken (bisticciare) spotten (deridere) Disput (disputa) Haar (capelli) blau (blu) blond (biondo) Opfer (sacrificio) kastrieren (castrare) Kasten (cassetta), Sakristei (sacrestia) Ohren (orecchie) Typhus (tifo) Tuben (tube) kleiden (vestire) iibermassig (eccessivo) Oberrock (soprabito) Verein (associazione) Umgebung (ambiente) Union Erde (terra) Haus (casa) Haufen (mucchio) Portrat (ritratto) Festung (fortezza) befestigt (appeso) Liebe (amore) Fass (recipiente) Hass (odio) Paar (paio) Hut (cappello) Schuh (scarpa) Cordes, con una certa ragione dal suo punto di vista, preferisce escludere queste dalle reazioni mediate; si direbbe infatti che l’associazione interna immediata sia giusta ovvero non sia un’assonanza; vi è dunque un’intenzione pienamente corrispondente e immediata, ma al momento dell’espressione si sposta a scapito del senso su una somiglianza fonetica. Siffatti spostamenti possono presentarsi soltanto quando l’immagine interna da esprimere non possiede l’intensità d’attenzione necessaria a innescare l’adeguato meccanismo verbale. Deviazioni su sbocchi secondari compaiono soltanto quando
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CAPITOLO TERZO
ciò che dev’essere espresso è troppo poco accentuato. Un’accentuazione troppo debole equivale a divenire cosciente in modo troppo oscuro. Noi supponiamo perciò che il termine mediano, nonostante la giusta intenzione, sia rimasto anormalmente in ombra, e ciò concorda pienamente con quanto riferiscono i soggetti capaci di osservarsi. Alcuni avevano solo la sensazione di non aver detto la cosa giusta, senza essere dapprincipio in grado di indicare il termine mediano. Ora ci sembra del tutto inessenziale ai fini della valutazione della reazione stabilire se lo spostamento sulla somiglianza fonetica, quando vi è troppo oscura coscienza di un termine dell’associazione, avvenga alla stazione di consegna o di ricevimento. y. Spostamento fonetico centripeto. La parola stimolo viene internamente sostituita da una somiglianza fonetica, la quale a sua volta condiziona la reazione. Solitamente il termine mediano è qui semiconscio o inconscio. Occorre osservare che in tutti i casi di questa divisione la parola stimolo era stata rettamente capita, e non si tratta dunque di un semplice malinteso: reiten (cavalcare) arm (povero) reich (ricco) walzen (rotolare) Ratsel (enigma) Welt (mondo) starle (forte) Baum (albero) Schlag (colpo) Glas (vetro) Himmel (cielo) klar (chiaro) Malz (malto) Miiller (mugnaio) mahlen (macinare) Politik gross (grosso) Polizist (poliziotto) Strich (tratto) Nadel (ago) Strick (maglia) Ehre (onore) beissen (mordere) bar-beissig (scontroso) Malz (malto) Essig (aceto) Salz (sale) tràge (indolente) Last (peso) Trager (portatore) rosten (arrugginire) Pferd (cavallo) Ross (destriero)
CLASSIFICAZIONE
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Raum (spazio) Kamin Rauch (fumo) Stridi (tratto) kònnen (esser capace) stricken (lavorare a maglia) walzen (rotolare) Geschichte (storia) Welt (mondo) lieben (amare) sterben (morire) stieben (esalare) Mappe (cartella) Landkarte (carta geografica) Mass (misura) L’esperienza ci dice che gran parte delle associazioni mediate sono spostamenti secondo il suono. Ciò che abbiamo detto al punto precedente circa la coscienza dei termini mediani vale anche qui. Il verificarsi delle assonanze indica un carente tono emotivo (o di attenzione) della parola stimolo. La reazione al termine fonetico mediano è anch’essa una conseguenza deH’insufficiente tono emotivo della parola stimolo. In questo caso l’associazione fonetica è, come dimostra l’esperienza, tanto vaga quanto la parola stimolo, e in un primo momento il soggetto è addirittura incerto sulla qualità della parola stimolo che ha udito. La reazione c innervata prima che l’atto appercettivo sia compiuto.4 8. Spostamento centrifugo o centripeto per integrazione verbale o associazione verbo-motoria: Normal Filter (filtro) -lòsung (soluzione normale) falsch (falso) Treuheit (fedeltà) treu (fedele) Ratten (ratti) giftig (velenoso) Gift (veleno) entsetzlich (terrificante) grau (grigio) grauen (inorridire) Anstand (decenza) Streik (sciopero) Ausstand (sciopero) Kopf (testa) Stock (bastone) Haubenstock (reggicuffia)
4 Miinsterberg (1892, p. 7) non ritiene che l’eccitamento esterno evochi associazioni solo dopo essersi trasposto in un processo cosciente, bensì che vi sia, tra stimolazione esterna ed eccitamento centrale cosciente, un gradino intermedio non cosciente, nel quale ha luogo un’attività associativa non rischiarata dalla coscienza. Miinsterberg (ivi, p. 9) tuttavia nega, incautamente, l’esistenza di associazioni mediate da termini intermedi inconsci.
46
CAPITOLO TERZO
Engel (angelo) Herz (cuore) -hard (è un cognome) reinlich (pulito) Floh (pulce) unreinlich (sporco) kochen (cucinare) Kutscher (cocchiere) Kòchin (cuoca) Geiz (avarizia) Kranker (malato) krankhaft (morboso) Àrmel (manica) Fuss (piede) Arm (braccio) Maler (pittore) schon (bene) malt (dipinge) miindig (maggiorenne) Zahne (denti) Mund (bocca) dauernd (continuamente) Gutachten (perizia) geisteskrank (malato di mente) walzen (rotolare) rund (rotondo) Walze (rullo) Lòwe (leone) beissen (mordere) -nzahn (dente di leone) e. Spostamento con più termini mediani. I termini mediani possono essere associazioni meccaniche ma anche ad alta valenza. Le reazioni che appartengono a questo gruppo sono piuttosto rare e perlopiù di provenienza abnorme. Tra queste reazioni possono naturalmente mescolarsi tutti i tipi sopra descritti: Tinte (inchiostro) sauer (aspro) rot (rosso), Lakmus (passata) Vogel (uccello) Maus (topo) flattert (svolazza), Fleder- (pipistrello) leise (piano) gross (grande) Lause (pidocchi), klein (piccolo) Rache (vendetta) Richter (giudice) recht (giusto), richtig (equo) zahe (duro) Kopfweh (mal di testa) Zahn (dente), weh (male) Reiz (stimolo) ling -end (seducente), Fruh- (Friihling = primavera) Non ci addentreremo qui in una teoria delle associazioni mediate nell’esperimento acustico-verbale. Per il momento basti dire che esse sono strettamente connesse con le modificazioni dell’attenzione.
CLASSIFICAZIONE b.
47
Reazione insensata
In momenti di emozione o d’imbarazzo vengono occasionalmente fornite reazioni che o non esistono come parole o non sono associazioni. Dai semplici suoni distinguiamo naturalmente le assonanze, ossia le associazioni fonetiche. Tra le risposte non associate non se ne trova, per così dire, alcuna la cui provenienza non sia spiegabile. Si tratta perlopiù di denominazioni di oggetti circostanti o di rappresentazioni accidentali non connesse con la parola stimolo. Esempi a sé stanti di reazioni prive di senso sono le perseverazioni del tipo b (vedi oltre). c.
Reazione mancata
Definiamo reazione mancata l’assenza di reazione. La causa è perlopiù emotiva. d.
Ripetizione della parola stimolo
È questa una rubrica quantitativamente esigua, che in realtà si potrebbe altrettanto propriamente inserire tra le reazioni mancate. Ma vi sono individui normali che non possono fare a meno di ripetere rapidamente tra sé la parola stimolo prima di pronunciare la vera e propria reazione, ed è un fenomeno osservabile anche al di fuori dell’esperimento, in una qualsiasi conversazione. Ovviamente questa modalità di reazione non è stata inserita nella rubrica precedente. Anche la ripetizione della parola stimolo, per altro, è un fenomeno emotivo (anche Wreschner, 1900, è di quest’avviso). Terminerebbe qui la classificazione particolare delle associazioni. Rimangono alcuni punti di vista generali che contribuiscono a qualificare l’associazione. 5
5. Reazione egocentrica È facile osservare come determinati individui rivelino nell’esperimento una spiccata propensione a costruire riferimenti all’Io ovvero a esprimere giudizi altamente soggettivi, chiaramente condizionati dal desiderio o dal timore. Siffatte reazioni hanno qualcosa di individualmente caratteristico e sono tipiche di certe personalità.
48
CAPITOLO TERZO
a. Diretto riferimento all’Io: nonna ballare ingiusto lode calcolare b.
io non mi piace non lo ero per me non lo so fare
Giudizi di valore soggettivi: poltrire calcolare sangue pianoforte amore
piacevole faticoso orribile orrendo stupido
6. Perseverazione5 Intendiamo con perseverazione un fenomeno di persistenza: l’associazione precedente condiziona anche la reazione successiva. 5 6 Per principio abbiamo tenuto conto solo dell’effetto sulla reazione immediatamente successiva. Abbiamo quindi tralasciato ogni effetto che ricade più oltre saltando una reazione, poiché preferiamo far rientrare questo modo d’agire nel concetto generale di costellazione. Non vogliamo anticipare qui alcun giudizio sulla natura del fenomeno di perseverazione. Da notare invece è il fatto che la perseverazione può essere condizionata sia da cause psicofìsiche temporaneamente sconosciute, sia da particolari costellazioni emotive. Nella pratica occorre distinguere tra due casi di perseverazione: a. La reazione condizionata è un’associazione attinente alla parola stimolo: inverno . pattini lago —* ghiaccio fondere , caldo adagio — c o n fuoco acqua , cascata ballare —^ 5 Aschaffenburg (1896, p. 231): "Associazioni a parole già presentatesi in precedenza." 6 Impieghiamo il nomecascare "perseverazione” nel senso adottato da Mùller e Pilzecker [deve forse leggersi Miiller e Schumann, e il rimando sarebbe a Miiller e Scliumann (1894)] e definiamo con esso solo il persistere della rappresentazione precedente quando ciò si manifesta nella qualità della reazione successiva. Se la perseverazione sia un processo (nutritivo) corticale o cellulare (come dice Gross [citazione non identificata]), oppure la
CLASSIFICAZIONE
49
b. La reazione condizionata non è un’associazione attinente alla parola stimolo: coperchio cassa ratti —cesto adagio—.lei si avvicina galante—*su per le scale Se al momento dell’esperimento la coscienza è dominata da un complesso a forte tonalità affettiva, sequenze anche lunghe di parole stimolo eterogenee vengono assorbite nel complesso, essendo ogni reazione condizionata a un tempo dalla parola stimolo e dalla costellazione complessuale. Più quest’ultima è potente, e più la rappresentazione stimolo soggiace al fenomeno dell’assimilazione (Wundt); non viene cioè afferrata secondo il suo senso proprio e abituale, bensì in un senso speciale adeguato al complesso.
7. Ripetizione della reazione In ogni esperimento sono state contate le reazioni uguali; il primo e il secondo centinaio di associazioni in stato normale sono stati conteggiati separatamente. Si potrebbe eventualmente distinguere tra ripetizione del contenuto e ripetizione della particolare forma stilistica. Poiché tuttavia nei soggetti normali sono molto rare le reazioni stereotipate costruite con parole ausiliarie, abbiamo rinunciato del tutto al conteggio delle ripetizioni di forma.
8. Legame linguistico È un dato di fatto evidente che le associazioni sono legate tra loro non solo dal significato o dalle leggi fondamentali dell’associazione, contiguità e somiglianza, ma anche da determinati princìpi acusticomotori meramente esteriori. Che io sappia Bourdon per primo affrontò la questione sperimentalmente. Nel suo notevole lavoro Recheiches sui la succession des phénomènes psychologiques (1893) egli conseguenza di una particolare costellazione associativa, è una questione che preferiamo lasciare in sospeso. Ad ogni modo vorremmo sottolineare che il nostro concetto non ha alcuna affinità con la "perseverazione" che ha luogo nei processi cerebrali organici, tanto meno con queiripotetica "funzione secondaria delle cellule cerebrali" che dovrebbe spiegare l’effetto psicologico della rappresentazione direttiva.
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CAPITOLO TERZO
riferisce su ricerche condotte in special modo sul legame fonetico dell’associazione. Prendendo, in libri qualsiasi, l’alto di ogni pagina, Bourdon estrasse il primo sostantivo, aggettivo o verbo, giungendo così a confrontare 500 coppie di parole. Il totale di quelle foneticamente simili era di 112 coppie, tenendo presente che egli ammette somiglianza fonetica ove le parole hanno uno o più elementi fonetici in comune. Occorre peraltro notare che Bourdon ha preso questa somiglianza piuttosto alla larga: in toi e jouer, ad esempio, per via del suono W (!). Bourdon ha indagato in special modo la "somiglianza fonetica”, "grafica” (una o più lettere in comune) e "sillabica” (una sillaba in comune), ottenendo i seguenti rapporti: somiglianza fonetica 0,629 somiglianza grafica 0,888 somiglianza sillabica 0,063 Bourdon afferma (1893, p. 238): "Resta purtuttavia vero che le parole si associano tra loro più per il loro significato che per la loro somiglianza fonetica." Con riferimento a queste ricerche abbiamo formato una sezione composta di fattori linguistici esteriori. a. Stessa forma grammaticale. Abbiamo semplicemente contato quante volte la forma verbale della parola stimolo e della reazione era la stessa, quante volte cioè si presentavano insieme sostantivo con sostantivo, aggettivo con aggettivo. Siamo giunti a porre la questione in questi termini osservando che esistono a questo riguardo oscillazioni individuali molto ampie. b. Stesso numero di sillabe. Abbiamo contato quante volte parola stimolo e reazione hanno lo stesso numero di sillabe, con l’intento di apprendere qualcosa di più sull’influsso del ritmo. c. Concordanza fonetica: 1) Consonanza. Abbiamo contato quante volte la prima sillaba della parola stimolo concordava almeno nella vocale con quella della reazione. 2) Allitterazione. Qui si è contato quante volte la reazione, nella prima vocale 0 consonante, era un’allitterazione della parola stimolo. 3) Stessa terminazione. Qui si è indagato l’influsso fonetico della terminazione della parola stimolo su quella della reazione, ovvero la tendenza alla rima. Si sono contati dunque solo i casi di concordanza nella sillaba finale.
CLASSIFICAZIONE
Riepilogo
i. Associazioni interne Coordinamento a. Coordinazione 1) per concetto superiore comune 2) per somiglianza 3) per affinità interna 4) per affinità esterna 5) come esempio 3. Subordinazione 1) subordinazione vera e propria 2) specificazione y. Sovraordinazione 8. Contrasto £. Coordinamenti di qualità incerta
a.
b.
Relazione predicativa I. Sostantivo e aggettivo a. Predicato interno 1) Giudizio neutro 2) Giudizio di valore 3. Predicato esterno II. Sostantivo e verbo Rapporto a. soggettivo 3. Rapporto oggettivo scopo III. Determinazioni di luogo, tempo, mezzo e IV. Definizione o spiegazione
c.
Dipendenza causale 2. Associazioni esterne a. Coesistenza b. Identità c Forma verbo-motoria Collegamenti indotti dall’uso linguistico a. 1) Contrasti semplici 2) Frasi ricorrenti 3. Proverbi e detti famosi y. Composizione e modificazione di parola 8. Reazione precoce e. Interiezione 3. Reazioni fonetiche a. Integrazione verbale b. Assonanza c. Rima
CAPITOLO TERZO
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4. Altre reazioni a. Associazione mediata a- Collegamento attraverso un concetto mediano comune 3. Spostamento fonetico 1) centrifugo 2) centripeto y. Spostamento per integrazione verbale o forma verbomotoria 6. Spostamento con più termini mediani b. Reazione insensata c. Reazione mancata d. Ripetizione della parola stimolo 5. Reazione egocentrica a. Riferimento diretto all’Io b. Giudizi di valore soggettivi 6. Perseverazione a. Attinente alla parola stimolo b. Non attinente alla parola stimolo 7. Ripetizione della reazione a. b. c. d. e.
8. Legame linguistico Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
Abbiamo classificato il nostro materiale secondo i princìpi esposti in questo schema. Ora, per non complicare senza motivo l’esposizione dei risultati accumulando numeri, le tabelle pubblicate nella parte seconda presenteranno solo i valori delle rubriche complessive, e in questo modo sarà più facile avere una visione d’insieme del nostro voluminoso materiale, più che se avessimo riportato per esteso i dati per tutte le suddivisioni. Tuttavia per ragioni di scrupolo ci sentimmo in dovere di spiegare con precisione e minuzia le considerazioni che ci avevano indotto a classificare le associazioni in questo o quel sottogruppo. Ci parve inoltre d’interesse generale illustrare, per quanto ne sappiamo, le diverse possibilità empiriche delle associazioni.
53
CLASSIFICAZIONE
Le cifre riportate si riferiscono dunque soltanto alle seguenti ru liriche:
ì. Associazioni interne a. Coordinamento b. Relazione predicativa c. Dipendenza causale 2. Associazioni esterne a. Coesistenza
b. Identità c. Forma verbo-motoria
3.
Reazioni fonetiche
a. Integrazione verbale b. Assonanza c. Rima 4. Altre reazioni
a. Associazione mediata b. Reazione insensata c. Reazione mancata d. Ripetizione della parola stimolo A. Perseverazione B. Reazione egocentrica C. Ripetizione della reazione D. Legame linguistico
a. b. c. d. e.
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza
Stessa terminazione.7
Parte seconda: Risultati
Capitolo 4 Risultati dei singoli soggetti
I soggetti hanno reagito in modo molto differente agli stimoli di disturbo. La cosa più difficile, come già abbiamo osservato, era di ottenere la distrazione interna, cosa non sempre possibile nemmeno con i soggetti istruiti. Un po’ meglio ci è riuscita la distrazione esterna ottenuta mediante i battiti del metronomo. Anche qui tuttavia si sono mostrate notevoli differenze tra i singoli soggetti. Di conseguenza ci è parso opportuno comunicare per esteso i valori percentuali di ciascun soggetto. Nel far questo non abbiamo potuto purtroppo evitare l’accumularsi delle tabelle. I valori sono tutti in percentuale. ì. Donne istruite: 14 soggetti sperimentali con 4046 reazioni Soggetto 1
In generale il carattere delle associazioni di costei è molto oggettivo, quasi per nulla influenzato da costellazioni soggettive. In condizione normale le associazioni esterne prevalgono su quelle interne. Tra il primo e il secondo centinaio di reazioni normali si mostra una netta differenza, poiché il gruppo delle reazioni fonetiche aumenta del 9 per cento. Questa variazione è per noi riconducibile alla comparsa, durante la rilevazione del secondo centinaio, di una certa “stanchezza”, che psicologicamente non significa altro che un allentarsi dell’attenzione.1 In questo 1 Scrive Aschaffenburg (1896, p. 217): “La nostra attenzione è così smisuratamente labile, le incontrollabili e inevitabili modificazioni della nostra vita psichica sono così grandi che non possiamo fare uso di sequenze sperimentali brevi... D'altra parte non dobbiamo dimenticare che nel corso di esperimenti prolungati compaiono fenomeni di affaticamento, così che, ad esempio, non è consentito confrontare, senza tener conto di questo fatto, le prime 25 associazioni di una serie di 200 associazioni con le ultime 25.” Aschaffenburg ha dunque osservato il medesimo fenomeno, ma a nostro avviso non l’ha interpretato rettamente.
5»
CAPITOLO QUARTO
Soggetto 1
22 anni circa, molto intelligente Associazioni
Normale
Distrazione
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale Coesistenza Identità Forma verbo-motoria Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
26 14
21 14
16 2
2 20 1
1 10
1
1 8 1
6 6-
-
-
-
2
1 15
-
-
8
-
2 2
58 41
64 56
36 -
67 43
7 36
-
10 4 54
-
10 12 10
12 15
6
12 16 10
Associazioni interne
42
36
18
Associazioni esterne
57
53
1 100
10 100
68 12
Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
1 o1OCo
Interna
Secondo centinaio
Rubrica
Primo centinaio
Esterna
50
\0 r-« 4 4 -
2 8 20 8
12 2 2
38
2
34
38 -
4 4 -
-
6
6
6 -
-
-
6 0
6
56
60. 42 52 14
4
54 42 48 52
6
8
16
30
38
48 50
40 50
caso non si può certo parlare di affaticamento fisiologico, benché anche questo, come ha mostrato Aschaffenburg, faccia aumentare le assonanze. Qui però lo sforzo psichico precedente è troppo modesto. Quest’allentamento dell’interesse si può invece
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
59
molto bene modificare con la stanchezza nel senso di Kraepelin. 2 Nella tabella le colonne successive allo stato normale illustrano il variare dell’associazione sotto l’influsso di un disturbo artificiale dell’attenzione. Ragionando in termini meramente dinamici si potrebbe forse dire che 1’“energia associativa” (Ranschburg, 1897) è stata in questo modo deviata in un determinato altro campo; che solo una frazione di essa è ancora utilizzabile per formare la reazione; e che per questo il soggetto reagisce con un’associazione relativamente scontata o semplice, ovvero notevolmente facilitata; questo perché l’eccitamento di meccanismi cerebrali preparati ed esercitati richiede una minor somma d’energia di quanta ne occorra per facilitare collegamenti relativamente nuovi e inconsueti. L’incremento del 18 per cento delle forme verbo-motorie nella distrazione interna è ben spiegato da questa concezione;3 più difficile invece è capire la provenienza delle numerose reazioni fonetiche nella distrazione esterna. Aschaffenburg ritiene di poter attribuire la comparsa di reazioni fonetiche all’eccitamento motorio, il quale si verifica nella mania, nell’esaurimento e nell’intossicazione da alcool.4 5 Tuttavia è dimostrato che la fuga d’idee o altre modalità associative analoghe possono presentarsi anche senza eccitamento motorio, ad esempio nell’epilessia, nella catatonia e nello stupore maniacale.® Nel nostro esperimento l’eccitamento motorio è sostanzialmente escluso. (Il movimento della scrittura, che si potrebbe anche interpretare come "eccitamento motorio”, è escluso nella distrazione interna, i cui risultati concordano con quelli della distrazione esterna.) Le reazioni fonetiche non hanno dunque alcuna connessione dimostrabile con l’eccitamento motorio, ne è causa piuttosto secondo noi 2 Kraepelin (1896, p. 53). Com’è noto Kraepelin distingue tra “stanchezza" e "affaticamento". La stanchezza è da lui considerata una sorta di segno d’avvertimento, una sensa1 3 zione soggettiva che si sviluppa più delle volte, masorge non Aschaffenburg (1896, p. 239).ilNell’istante in cui sempre, in caso di effettivo l’associazione esterna prevale affaticamento. l’abitudine verbale, mentre più tardi, con la riflessione, 4 sopravviene Aschaffenburg (1899, spesso p. 69): "Come la fattore essenziale tendenza secondaria per il a coordinare. realizzarsi di un numero superiore alla norma di associazioni fonetiche dobbiamo considerare la maggior facilità con cui trovano sfogo impulsi motori.” E ibid., p. 47: "Con l’espressione ‘esaurimento’ do5 vrebbe essere all’epilessia designato solamente un grado(1903). superiore Riguardo vedi Heilbronner Per di le danneggiamento delle che manie è da osservare vi nostre sono energie mentali e fisiche." Suglisoprattutto effetti dell’alcool vedi peraltro anche manie pure che, nello stadio anche cui i lavori Smith, Fiirer moe in vanno di dileguandosi, Riidin, ancora in E. Kraepelin (a la cura di),d’idee, “Psychologische strano chiaramente fuga mentre il Arbeiten” (9 voli., Lipsia 1896-1928). comportamento motorio è in stato di quiete.
6o
CAPITOLO QUARTO
la diminuzione dell’attenzione. La distrazione agisce in primo luogo in senso inibitorio sullo sviluppo dell’associazione interna (“ad alta valenza”) e favorisce sia l’attuarsi di quella esterna, osisa delle forme associative più meccaniche, sia in misura preponderante la reazione fonetica. Nel corso della nostra esposizione avremo ancora occasione di segnalare lo spostamento della forma associativa in direzione delle associazioni esterne o divenute meccaniche. Possiamo dire che, quando l’esperimento riusciva, questo spostamento avveniva eccezionalmente. Certo è curioso che in presenza di questa palese tendenza alle reazioni meccaniche sia chiaramente favorita anche l’assonanza. Eppure le assonanze, stando all’esperienza fatta sinora, non sono meccaniche, non sembrano essere associazioni indotte dall’uso. Secondo il nostro modo di vedere le assonanze sono le più primitive associazioni di somiglianza, situate poco al di sopra della mera imitazione verbale. Non sono più esercitate dai tempi dell’infanzia, ma nell’atto linguistico vengono sempre leggermente stimolate, si fanno avanti insistenti (lapsus verbale, fraintendimento) non appena un disturbo qualsiasi sottrae i gradi d’associazione immediatamente superiori. A causa della loro inadeguatezza ai fini del normale atto di pensiero le assonanze sono costantemente rimosse ed esistono solitamente al di fuori della coscienza. Definiamo l’aumento delle forme verbo-motorie e delle reazioni fonetiche "appiattimento del tipo di reazione”. L’associazione attenta, che ha luogo nel centro focale della coscienza, non è un’assonanza (a meno che una tale associazione non sia intenzionalmente ricercata); se però si riesce a deviare l’attenzione su un’altra attività, ovvero a scostare la reazione psichica dal centro focale della coscienza, ecco che compaiono tutte quelle associazioni che nell'atto reattivo chiaramente cosciente erano rimosse. Torneremo più avanti in modo approfondito sul significato di quest’ipotesi per la patologia dell’associazione. Quando l’attenzione è scarsa, la rappresentazione stimolo non perviene a piena chiarezza ovvero, in altre parole, si ferma in un’area periferica del campo della coscienza e viene afferrata solo in virtù della sua apparenza esterna, fonetica. È afferrata incompiutamente per via della debolezza del suo tono affettivo, il quale da parte sua dipende dal disturbo dell’attenzione. Nel primo gradino di ogni processo di appercezione, lo stimolo acustico è afferrato soltanto foneticamente. Ciascun gradino può dar luogo ad associazioni se i
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RISULTATI / DONNE ISTRUITE
centri del linguaggio sono in quell’istante pronti a scaricarsi. Se ciò normalmente non accade, è perché la direzione dell’attenzione inibisce tutte le forme associative inferiori e prive di direzione, ovvero innalza la soglia dello stimolo. Notevole in questo caso è la forte comparsa, fino al 6 per cento, di reazioni insensate nella distrazione esterna. Esse dipendono in parte da forti perseverazioni, come ad esempio volontà—.raggela (“senti la volontà” ecc.) salvare—arte (arte poetica)6 forte—.potente odio —splendido c in parte dalla distrazione prodotta dall’inconsueto rumore del metronomo, ad esempio parvenza—ritmo Questa reazione mostra in qualche misura con quanta forza lo stimolo di disturbo ha agito su questo soggetto. Questa intensa diminuzione dell’attenzione spiega anche il numero insolitamente elevato di reazioni fonetiche. Il progressivo prevalere degli aspetti acustico-verbali viene illustrato anche dalla netta progressione dei valori percentuali nelle rubriche dell’allitterazione e della consonanza; anche la concordanza nel numero di sillabe mostra in generale un netto aumento. L’aumento delle perseverazioni nella distrazione non è facile da spiegarsi, forse è da ricondurre alla carenza di associazioni dovuta alla distrazione. Degna di nota è la circostanza che la distrazione esterna di questo caso è progressiva. Per illustrare la progressione serviamoci dei suoni. Suddividiamo i due esperimenti di distrazione esterna ciascuno in tre parti e contiamo in ogni parte le assonanze. La progressione [dei numeri, non in percentuale] è la seguente: primo esperimento secondo esperimento
Soggetto 2
5, 7 5, 6, 8
Il carattere generale delle associazioni è oggettivo. Le associazioni esterne prevalgono solo di pochissimo su quelle interne. Più intensamente sembra agire, in questo caso, la distrazione interna. Le reazioni fonetiche sono in costante aumento dopo il primo centinaio. 6
[Si desta il ricordo delle parole del Tasso neH’omonima tragedia di Goethe (atto 2, scena 1): "Senti la volontà, che ti raggela."]
62
CAPITOLO QUARTO
Soggetto 2 24 anni circa, intelligente, colta Associazioni
Normale
Distrazione
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale Coesistenza Identità Forma verbo-motoria
27 18
'1
14 26 3
24
16
2 21
Integrazione verbale Assonanza Rima
-
Associazione mediata
3
Reazione insensata Reazione mancata
4 -
Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione Stessa forma grammaticale
-
1
o '•O «
16 18
16 20
18
8 12
11
1 1-
2 1-
1
2
1
1 1
-
o O
18 -
36
-
1t
10
4 50
-
2 22 16 2
-
2 2 2
-
-
36
6 2-
1 1-
1 14
2-
55
47
63
76
64
31
29
36
40
Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
12 12 4
24 15 17 9
Associazioni interne
46
43
Associazioni esterne
47
53
Reazioni fonètiche Totale delle associazioni
Interna
Secondo centinaio
Rubrica
Primo centinaio
Esterna
-
100
-
10
2 2
-
4 -
2 8 6
6 12
28 65
36
8 36
56
56
3 2 100 100
4 50
50
17 14
8
Paragonato al caso precedente il gruppo del legame linguistico mostra alcune diversità nella distrazione. La concordanza della forma grammaticale mostra un netto aumento, così come si accresce in generale la concordanza nel numero di sillabe. La consonanza e l’al-
63
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
li II orazione tendono piuttosto a diminuire. Le cause individuali di i|iicsta diversità si sottraggono ovviamente alla nostra conoscenza. Colpiscono le reazioni mancate relativamente numerose, che toccano il massimo nel primo centinaio. Delle quattro mancanze del primo centinaio, tre cadono su parole stimolo a tonalità emotiva. Nel secondo centinaio si trova una sola reazione mancata; compaiono qui anche numerosi predicati, più propriamente giudizi di valore. SJuesta circostanza sembra indicare che le reazioni mancate sono essenzialmente un fenomeno emotivo, quasi inibizioni dovute all’emozione le quali poi, nel secondo centinaio, con l’agevole e familiare comparsa dei giudizi soggettivi scompaiono. La perseverazione, analogamente al caso precedente, mostra un netto aumento. Richiamiamo l’attenzione sul fatto che in questo caso il massimo delle associazioni mediate coincide con il minimo delle reazioni fonetiche e, all’inverso, il massimo delle reazioni fonetiche coincide con il minimo delle associazioni mediate. Verosimilmente questa coincidenza, come risulterà più avanti, non è casuale. La natura della distrazione interna, che con questo soggetto è riuscita in generale meglio che con quello precedente, merita alcuni commenti. Abbiamo intenzionalmente indirizzato l’attenzione dei soggetti soprattutto su rappresentazioni visive, essendo queste ultime, secondo la nostra esperienza, i fenomeni sensoriali che più di frequente si accompagnano all’esperimento associativo e che si presentano in gran parte dei soggetti con vivacità relativamente intensa. Molto più rara è invece la capacità di osservare questi fenomeni rettamente e di riferirli. Il soggetto 1, ad esempio, ha fornito a questo proposito informazioni alquanto insoddisfacenti, mentre il soggetto 2 ha saputo perlopiù osservare in modo molto acuto e fornire informazioni chiare. L’esperimento sarà chiarito meglio da alcuni esempi: canto
lirica
immediatamente dopo aver afferrato la parola stimolo il soggetto vede una scena del Tannhàuser su un determinato palcoscenico; camino fuoco vede una certa immagine mnestica di una scena con camino a Londra; tegola vede tetti rossi; viaggio
tetto progetto di viaggio
64
CAPITOLO QUARTO
vede un viaggiatore inglese; mela
albero
vede un’immagine: Èva con la mela; onore sentimento vede l’immagine mnestica recente di una scena della commedia L’onore di Sudermann; vela
tela
vede una barca a vela; creanza regola vede l’immagine mnestica recente del fratello più giovane che apprende la danza e la buona creanza; modesto
modestia
vede Fimmagine di una certa giovane donna; piante
regno
vede un certo libro illustrato con illustrazioni di piante; strada
indicatore stradale
vede un incrocio; placido
riposa in pace
vede un certo gattino; musica godimento vede l’interno di una certa sala per concerti (immagine mnestica recente). Gli esempi riportati mostrano che si tratta di reazioni piuttosto semplici, perlopiù di forme verbo-motorie. Le immagini interne hanno un certo nesso associativo con la reazione. A detta del soggetto esse compaiono tutte, se non prima della reazione, simultaneamente ad essa. A nostro avviso queste reazioni sono in gran parte associazioni accessorie meccaniche che sono state in certo qual modo attivate sulla via da una stazione intermedia verso una reazione superiore. La rappresentazione stimolo non ha raggiunto il grado di piena chiarezza, poiché le è mancata l’energia necessaria per innalzatisi; oppure, per non parlare come Herbart, diciamo che le rea-
lUSULTATI / DONNE ISTRUITE
65
/.ioni si sono fermate nella periferia del campo della coscienza a (ausa dell’inibizione proveniente dalla chiara immagine visiva. L’ar1 cstarsi della reazione in presenza di un’immagine visiva perfettamente chiara è illustrato ancor più efficacemente dagli esempi seguenti: lode
lode del cantore
il soggetto vede un certo insegnante che la loda; usanze buone usanze vede l’immagine del raduno all’aperto di un comune rurale svizzero, un’antica "usanza”; uguale ogni uguale ama il suo uguale vede il calcolo scritto 2x2 = 4; stirare
stiragatti (detti così per scherno gli abitanti di Lucerna)
vede un filo disteso; stretto
gretto
vede una canna di piombo; pietra
pomice
vede una raccolta di minerali; cambio
tempo
vede una cambiale; moda
signora allamoda
vede un giovane elegante; cupo occhi vede un cupo paesaggio piovoso (costellazione del giorno dell’esperimento); specchio liscio vede l’esposizione di un certo negozio di specchi; avanti
in marcia!
vede un numero del "Vorwàrts” (il giornale "Avanti"); basso
bassezza
vede un basso sgabello in un certo salotto.
66
CAPITOLO QUARTO
In queste reazioni il nesso tra reazione e immagine interna è, per così dire, del tutto sciolto. La reazione segue perlopiù in modo del tutto meccanico da un gradino inferiore del processo ideativo, mentre l’immagine interna rappresenta una maniera del tutto diversa di afferrare la parola stimolo. L’immagine visiva, all’inverso, può essere sollecitata anche da uno stato ideativo inferiore, come mostrano gli esempi seguenti: numero (Zaffi)
numero, quantità
vede un dente (Zahn) appena estratto; volere (wollen)
tu devi
vede una pelle di pecora ricoperta di lana (Wolle). Soggetti 3, 4 e S
Il carattere delle associazioni del soggetto 3 è oggettivo. Prevalgono nettamente le associazioni esterne, tra cui soprattutto le forme verbomotorie. Entrambi gli esperimenti di distrazione hanno avuto grande successo, in particolare la distrazione interna, che ha prodotto la comparsa di reazioni fonetiche pari al 29 per cento. Interessanti sono alcune reazioni pronunciate nella prova di distrazione interna: Deckel (coperchio)
Beckel (rima senza senso)
il soggetto vede un boccale di birra con il coperchio; Halle (padiglione)
Hals (gola)
vede il padiglione di una certa stazione; Fall (cascata)
staff [Falstaff]
vede una cascata d’acqua; Stein (pietra) Bein (gamba) vede l’immagine della cittadina Stein am Rhein. Il fatto che il numero delle associazioni interne nella distrazione interna e nella prima metà della distrazione esterna sia nondimeno rimasto al di sopra del livello normale si spiega considerando che l’abbassamento artificiale dell’attenzione non era uniforme e persistente, ma di quando in quando si allentava, consentendo così reazioni normali. Un quadro più uniforme di appiattimento associativo è fornito dalle associazioni prodotte dal medesimo soggetto in stato di grave affaticamento fisico e mentale. Da ciò abbiamo dedotto che
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
67
Soggetto 3
21 anni circa, intelligente, colta
Affaticamento
1
Interna
Secondo centinaio
Primo centinaio
*1
60/min ^ t/i ET
Rubrica
B
Distrazione s
Normale
100/min
Associazioni
lo
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale Coesistenza Identità i’orma verbo-motoria Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
8 16
-
22
9
22 -
7
3 46
12
1
3
1
4
-
14 4 -
4
2 6
10
1
-
44
26
10 32
54
40
2
5 15 9
10 6
10 6
-
-
6
—
1 3
1
-
1 2 12
7
2
14
22
6
— -
1
19 13
-
1
-
-
2
1
25
— -
2 2
— -
12
-
— —
— —
54 50
70 73 18 47 44
—
1 6 62 60 16
2 8 52 44 14
8
3
— -
8
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione
63 52
50 46 4
Consonanza Stessa terminazione
24 13
7
20
22
20
30 16
Associazioni inteme
24
31
34
36
18
5
Associazioni esterne Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
71 4
63 3
36 29
42
62
52
16
16
26
50
100
6
35
100 100 100
lo stato di affaticamento significa per l’esperimento null’altro che un abbassamento uniforme dell’attenzione, il cui effetto sull’associazione in nulla si distingue dai risultati degli esperimenti di distrazione. Non si nota alcuna differenza neppure nella più fine qualità, che non
18
50
12
CAPITOLO QUARTO
68
si lascia né contare né misurare, della singola associazione, ad eccezione di poche reazioni il cui contenuto è condizionato dalla particolare costellazione delFaffatieamento. Come risulta da altre nostre osservazioni a questo proposito e anche dalle ricerche di Aschaffenburg, neU’affaticamento non si riscontra alcuna modificazione specifica oltre all’appiattimento. L’appiattimento del tipo di reazione nell’affaticamento si spiega facilmente con l’abbassamento dell’attenzione. Abbiamo inoltre buoni motivi per supporre che l’appiattimento, costatato dalla scuola di Kraepelin, del tipo di reazione che si verifica in stato d’intossicazione da alcool e di eccitazione maniacale non sia altro che un sintomo del disturbo dell’attenzione. Il nesso, ipotizzato da Aschaffenburg, con l’eccitamento motorio è a nostro avviso soltanto indiretto: l’eccitamento motorio abbassa l’intensità dell’attenzione, provocando così l’appiattimento delle associazioni. Il disturbo dell’attenzione ad opera dell’eccitamento motorio è un dato confermato dall’esperienza e, nelle condizioni descritte, noto da tempo come “ distraibili ”. Visto che l’attenzione come stato affettivo è legata anche a determinati processi somatici, in special modo muscolari, è comprensibile che l’eccitamento motorio ne abbassi o riduca la stabilità. Aschaffenburg perciò non ha ragione quando ritiene che l’eccitamento motorio sia la causa diretta dell’appiattimento della reazione; infatti l’eccitamento motorio è assente in tutta una serie di tipi di reazione anormalmente piatti. Queste situazioni sono però tutte accomunate da un disturbo dell’attenzione, che verosimilmente è in tutte le circostanze la causa immediata di tutti i tipi di associazione simili alla fuga d’idee. 7 Il disturbo dell’attenzione ha naturalmente provenienza molto diversa, ovvero specifica per ogni singolo evento; può basarsi sull’eccitamento motorio, sulla caduta o la diminuzione della sensibilità cinestetica, sull’innalzamento della soglia dello stimolo muscolare, su uno stato d’animo eccitato o su una scissione psicologica, come nei nostri esperimenti. Il fatto che l’intensità d’attenzione sia una grandezza estremamente variabile induce in tutti gli esperimenti associativi con alcool e affaticamento un margine d’errore imponente e diffìcilmente valutabile, tanto che basandosi sulle esperienze attuali è addirittura impossibile 7
È uno sbaglio ritenere, come fa ad esempio Aschaffenburg (i8gg, nota a p. 52), che le descrizioni di Nordau si riferiscano a soggetti ipomaniaci; si riferiscono piuttosto al gruppo ben più comune degli individui incapaci di concentrazione, caratterizzati da un tipo di associazione piatto.
KISULTATI / DONNE ISTRUITE
69
affermare qualcosa di definitivo sulla portata del disturbo associativo c ausato, ad esempio, dall’alcool. A giudicare dai rapporti percentuali 1 isultanti dalla suddetta prova di affaticamento, il soggetto si sarebbe liovato in uno stato addirittura psicotico. Una persona con solo il per cento di associazioni interne e il 26 per cento di reazioni lonetiche corrisponde a uno stato di grave ubriachezza o di grave mania o, secondo la teoria di Aschaffenburg, a uno stato di esaurimento del tutto abnorme. L’intensità di quest’appiattimento si spiega però facilmente con l’evidente sonnolenza che s’accompagnava al forte, normale affaticamento. Propria di questo stato è la diminuzione dell’attenzione con innalzamento sistematico delle soglie esterne dello stimolo (in analogia agli esperimenti di distrazione), c dobbiamo considerare il fenomeno come una delle cause principali dell’appiattimento (vedi anche l’esperimento in stato di sonnolenza con il soggetto 1 degli uomini istruiti). L’intensità della sonnolenza è una grandezza non misurabile; quanta sonnolenza si è mescolata agli stati di affaticamento esaminati da Aschaffenburg? La sonnolenza non è un fenomeno meramente somatico e fisiologico, bensì fino a un certo grado un fenomeno psicologico, cui si potrebbe dare il nome di “autoipnosi”. È innanzitutto un evento psicologico che si svolge nel campo dell’attenzione e perlopiù viene sollecitato da comuni sensazioni corporee, ma può essere prodotto anche mediante la pura suggestione. La stessa cosa vale anche per gli effetti dell’alcool, che sembrerebbero essere in buona parte, specie all’inizio della narcosi, di natura meramente suggestiva; a questo si deve certo ricondurre il fatto che gli effetti dell’alcool possono essere molto diversi a seconda delle diverse disposizioni. È possibile nell’esperimento con l’alcool escluderne 0 misurarne gli effetti suggestivi? A nostro avviso non è possibile. Gli esperimenti psicologici con l’alcool raccomandano quindi massima cautela. Il disturbo dell’attenzione nell’esperimento con affaticamento e alcool non ha dunque necessariamente le sue radici nell’eccitamento motorio, ma può essere dedotto altresì da cause di natura suggestiva. Torniamo ora al nostro esperimento. Il netto prevalere di associazioni esterne può essere ricondotto a un momentaneo abbassamento dell’attenzione. Ma può essere che la causa del tipo di reazione piatto sia più profonda. Non è impensabile che vi siano individui che, in seguito a un’anomalia innata o acquisita, abbiano una modalità associativa più superficiale; quest’anomalia può eventualmente risiedere anche nel campo dell’attenzione, vale a dire che in questi
3 7
Coesistenza Identità Forma verbo-motoria
8 2 67
-
4
Integrazione verbale Assonanza Rima
3 2
Associazione mediata
2 1 1 -
Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
1 9 61 48
13 14
11
-
Distr. Interna
Secondo centinaio
Soggetto 4 Normale
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
8 8
16 8 1
-
5
6
0
56
8 6 46
8 13 45
8 5 1
14 9 2
3 -
4 3 -
3
5 1
1 1
2
1
1
-
— _
—
— _
—
51
-
-
-
53.
82 51 5
38
35
13 24
14
—
5
4
19
11
1
-
1 9
7
47
-
2
10
16
Associazioni esterne
77
66
43
100
17 7
10 1
3 1 39
25
9
24
4
Associazioni interne
Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
Soggetto Normale
3
Primo centinaio
Associazioni Rubrica
QUARTO
Secondo centinaio
Sorella
CAPITOLO
Soggetti 4 e 5 e madre del soggetto
Primo centinaio
7°
16 7
14
25
100
100
18
12
17 10
35
24
60
66
3
7
100
100
individui la stanchezza sopravviene più rapidamente. In vista della psicologia familiare, è interessante osservare a questo riguardo i dati relativi alla sorella e alla madre del soggetto 3, illustrati dalla tabella che comprende i soggetti 4 0 5 .
2 66
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
71
Il soggetto 4, di circa vent’anni, è la sorella del soggetto 3. Le sue associazioni hanno carattere generalmente oggettivo; quelle esterne prevalgono in modo rilevante, in particolare le forme verbo-motorie. Sono in proporzione numerose anche le reazioni fonetiche, così che il tipo risultante dalla prova normale appare simile a quello risultante da una prova di distrazione. Nella prova di distrazione interna si trova un inatteso aumento delle associazioni interne accanto a un netto incremento delle reazioni fonetiche. La superficialità risconIrata nella prova normale è, secondo le nostre esperienze, abnorme; dobbiamo quindi supporre che vi sia stato un disturbo dell’attenzione. Il soggetto è spiccatamente un type mote UT: dagli esiti di esperimenti psicologici condotti su altri soggetti possiamo dedurre c he in lei le componenti rappresentative motorie prevalgono in modo rilevante sulle altre componenti sensoriali.8 La disposizione motoria si rivela anche esteriormente nella grande vivacità dei movimenti e in una capacità d’espressione motoria molto sviluppata. A questo proposito va sottolineato che la motilità attiva oltrepassa in modo rilevante i confini dell’innervazione cosciente e si manifesta in automatismi motori innervati da complessi psicologici inconsci. Tra le reazioni prodotte in condizioni normali si trovano due automatismi verbali che con ogni probabilità si riferiscono a un complesso inconscio, complesso intimamente connesso con l’affetto provocato da una contemporanea vicenda di fidanzamento. Abbiamo quindi due probabili ragioni che spiegano il tipo di reazione vistosamente piatto: la disposizione motoria pronunciata e anormalmente autonoma, e un affetto in parte rimosso nell’inconscio. A quest’ultimo sembra spettare il maggior peso nel determinare l’appiattimento. (Addentrarci ulteriormente nella psicologia individuale di questo caso ci porterebbe troppo lontano. Lo faremo prevedibilmente in altra sede.) L’aumento delle associazioni interne nella prova di distrazione è un fenomeno che ritroveremo in un altro soggetto (il N. 2 degli uomini istruiti) caratterologicamente diverso, che in condizioni normali mostra anch’esso un tipo di reazione anormalmente piatto. Per spiegare il miglioramento del tipo di reazione nel caso presente, possiamo solo supporre che l’attenzione, legata in condizioni normali al 8
Con ciò non è detto che necessariamente un qualche eccitamento motorio sia il responsabile del tipo di reazione piatto. Nelle personalità con predisposizione motoria le componenti motorie della combinazione parola-immagine hanno forse una parte autonoma, nel senso che facilitano in una certa misura la disposizione a parlare.
CAPITOLO QUARTO
72
complesso affettivo, se ne sia distaccata grazie alle nuove condizioni introdotte nell’esperimento e abbia così potuto essere utilizzata. Si sono nondimeno verificate forti oscillazioni dell’attenzione, come indica il gran numero di reazioni fonetiche accanto alle pur relativamente numerose associazioni interne (vedi i soggetti 1 e 2 degli uomini istruiti). Particolare caratteristica di questo soggetto è l’occasicnale comparsa di forti sinestesie (audition coloiée) che influenzano la reazione. Esempi dalla prova normale: baciare (kiissen)
giallo
il suono ii per il soggetto è giallo; miseria (Elend)
qualcosa di rosso
e è rosso; indolente (tràge)
blu
à è blu. Esempi dalla prova di distrazione: orgia
orgia
il soggetto vede una massa gialla; pio
beato
vede qualcosa di giallo. Stranamente il soggetto 3, che presenta un tipo di reazione uguale a quello del soggetto 4, è anch’esso spiccatamente un moteur e ha vivaci sinestesie, che tuttavia per puro caso non compaiono nelle reazioni. Degni di menzione sono i seguenti fenomeni tratti dalla prova di distrazione: Stordì (cicogna)
enbein (Storchenbein = gambalunga)
il soggetto vede il campanile di una chiesa; hemmen (inibire)
Jet (Hamlet)
vede un pattino a rotelle; Fall (caduta)
zbein (Falzbein = stecca piegacarte)
vede alte mura da cui si potrebbe precipitare; rosso vede una sfera rossa;
vino
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
Fass (botte)
73
ter (Vater = padre)
vede una certa cantina. A detta del soggetto, l’immagine visiva riempie la coscienza in modo completo ed esclusivo, mentre la reazione verbale si svolge i piasi involontariamente sfiorando solo molto superficialmente la coscienza. Gli esempi sopra riportati mostrano ancora una volta chiaramente il carattere puramente meccanico della reazione verbale. 11 soggetto 5 è la madre dei soggetti 3 e 4. Il tipo di reazione mostra nei suoi rapporti quantitativi molta somiglianza con quello dei soggetti 3 e 4. Grande è anche la somiglianza qualitativa relativamente al carattere oggettivo delle reazioni. In queste tre persone compaiono in modo particolarmente pronunciato le forme verbomotorie. Caratteristica di questo tipo familiare, che lo distingue da altri, è la comparsa di reazioni fonetiche in condizioni normali. Per facilitare il confronto riportiamo i principali valori dei tre soggetti nella condizione normale: Percentuali
Associazioni interne
Madre 29,5 Figlia maggiore 27,5 Figlia minore 13,0
esterneReazioni fonetiche
63,0 67,0 71,5
5.0 3.5 ii.5
Notiamo come il grado d’appiattimento aumenti in direzione della figlia minore. Se i dati provenissero dal medesimo individuo farebbero pensare a una prova con distrazione. Forse questo comportamento è casuale, ma forse ha anche motivi psicologici profondi. Rinviamo a un’osservazione analoga riferita più oltre. Ranschburg (1900, p. 689) ha riscontrato tra i suoi anziani l’ir,8 per cento di associazioni interne in più rispetto a soggetti giovani. Soggetti 6, 7 e S
Nello stato normale del soggetto 6 prevalgono le associazioni esterne. Il secondo centinaio mostra un lieve incremento delle associazioni esterne e un netto aumento delle reazioni fonetiche. La qualità delle associazioni si distacca notevolmente dal tipo oggettivo finora descritto; in questo soggetto compaiono infatti reazioni individuali a carattere fortemente soggettivo. Si tratta in parte di giudizi di valore di tono vivace: scolaro padre libro
noioso buono interessante
scuola rana pianoforte
bella carina orribile
CAPITOLO QUARTO
74 Soggetto 6
35 anni circa, intelligente, molto colta, talento poetico
Associazioni
Normale
Distrazione
Rubrica Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale Coesistenza Identità Forma verbo-motoria Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione Associazioni interne Associazioni esterne Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
Interna
Secondo centinaio
Primo centinaio
Esterna
c *p 6 \ O VO
•§. O O
9 32
14 14
30
24
36
12 2
18
14
39
40
16 6
34
10 2
1
4
2
2
-
4 2
2
2
2
2
-
1
39
-
-
4
1 -
10
-
15 43 50
-
6
-
4 5
26
52 33 13 28
42 53
28 63
11
8
4
100
8 -
2
-
2 2 6 -
4 48 36
6 12
8 -
-
8 2
4 46 42 8
6 -
42
-
2
4 4 4 40 42
2
10
38
12 2
32
42
56 -
56
7
8
54 4
100
50
50
50
10
6
8
Le altre reazioni soggettive sono predicati che designano proprietà — più o meno sensorialmente evidenti — delle cose. Nel secondo centinaio notiamo un aumento dei coordinamenti da 9 a 14 e una diminuzione delle relazioni predicative da 32 a 14. Di conseguenza è
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
75
mutata anche la qualità delle reazioni, che ora assumono un carattere noI cvolmente più oggettivo e propendono per collegamenti indifferenti, spesso un po’ retorici. La diminuzione delle relazioni predicative è da licondurre innanzitutto a un calo nei giudizi di valore soggettivi. Anche la qualità intrinseca delle reazioni rivela dunque un notevole calo (lelFinteresse. L’allentamento dell’attenzione è segnalato molto chiaramente dalla diminuzione della reazioni egocentriche da io a 4. A giudicare dal risultato, le prove con distrazione debbono essere considerate non riuscite. Oggettivamente ciò è indicato anche dall’incapacità del soggetto di seguire la cadenza del metronomo e, a un tempo, di reagire: al momento della reazione il movimento della scrittura cessava, oppure il tempo di reazione si prolungava fino a uno dei successivi intervalli della cadenza; a quel punto, raccolta l’attenzione, veniva pronunciata la reazione. L’effetto di disturbo si è imposto solo nei fenomeni di perseverazione, comparsi significativamente solo nella distrazione esterna. L’interesse personale, rimasto quasi intatto durante la distrazione esterna, è ben illustrato dal numero relativamente elevato di reazioni egocentriche. Ci asteniamo dal giudicare in quale misura la comparsa relativamente massiccia, in condizioni normali, del legame linguistico per consonanza sia dovuta alla costellazione di un’attiva attitudine poetica. Molte tra le reazioni di questo soggetto rivelano una disposizione spiccatamente visiva. Secondo quanto questa donna riferisce, ogni rappresentazione stimolo le appare immediatamente come immagine ben definita. Il carattere del tutto individuale delle sue reazioni la distingue da altri soggetti e in special modo da quelli finora esaminati. Sarebbe interessante appurare se questo tipo è più o meno accidentale o se subisce un condizionamento familiare. Fortunatamente, siamo in grado di rispondere almeno in parte a questo quesito [vedi soggetti 7 e 8]. Nel soggetto 7 le associazioni interne sono considerevolmente più numerose di quelle esterne. Altissimo è il numero delle relazioni predicative: sono perlopiù giudizi di valore soggettivi a forte tonalità emotiva, come ad esempio: faticoso cucinare acqua magnifica splendida stella pericoloso cavalcare prigione raccapricciant e Circa il 40 per cento delle reazioni ha carattere egocentrico, che tradisce direttamente desiderio o ripulsa.
7Ó
CAPITOLO QUARTO
Soggetto 7 Madre del soggetto 6, più di 50 anni, istruita Associazioni
Normale
Primo centinaio
Rubrica
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
9 61 8
Coesistenza Identità Forma verbo-motoria
12 3 4
Integrazione verbale Assonanza Rima
-
Associazione mediata
-
Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo
1 ~
Reazione egocentrica Persevcrazione Ripetizione della reazione
40 3 25
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
45 22 9
Associazioni interne Associazioni esterne
78 19
Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
76
-
[Le reazioni di questo soggetto sono riportate per esteso nel capitolo 5, Jj 1B]
Nel soggetto 8 le associazioni interne sono più numerose di quelle esterne. Anche questa donna mostra un tipo di reazione molto soggettivo, come risulta dal gran numero di relazioni predicative e spe-
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
77
Soggetto 8 Sorella maggiore de! soggetto 6, 38 anni circa, istruita Associazioni
Normale
Primo centinaio
Rubrica
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
6 49 I
Coesistenza Identità
18 1 20
Forma verbo motoria Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
-
1 1 1 —
15 —
14 29 33 10 10 1
Associazioni interne
56
Associazioni esterne Reazioni fonetiche
39
Totale delle associazioni
78
1
cialmente dai numerosi giudizi di valore soggettivi. Anche il numero delle reazioni egocentriche è piuttosto elevato. Da questi dati numerici e dalla qualità individuale delle reazioni emerge chiaramente l’affinità familiare. Possiamo quindi dedurne
CAPITOLO QUARTO
78
che, con ogni probabilità, il tipo di reazione soggettivo del soggetto 6 non è dovuto al caso, ma si fonda su un presupposto familiare. Sarà poi interessante vedere come si comportano i rapporti quantitativi aH’interno di questa famiglia, ovvero se è possibile riscontrare un’analogia con quello della famiglia dei soggetti 3, 4 e 5, in cui il fenomeno di appiattimento aumentava in direzione del membro più giovane. A questo scopo riepiloghiamo i principali valori dei nostri soggetti nella condizione normale: Percentuali Associazioni interne esterne Reazioni fonetiche egocentriche
Madre Figlia maggiore Figlia minore
78 56 35
19
39 58
O 1
5,5
40 15 7
Questi dati mostrano un comportamento del tutto analogo a quello dei soggetti 3, 4 e 5. Anche qui il quadro complessivo appare simile a una prova di distrazione che giunga fino a invertire il rapporto tra associazioni interne ed esterne. Aumentano conformemente anche le reazioni fonetiche, così come diminuiscono le reazioni egocentriche che, com’è stato mostrato nel soggetto 6, esprimono in certa misura il grado dell’interesse personale. Ma questa curiosa analogia tra i due tipi familiari sembra essere qualcosa di più che non un puro caso. Purtroppo il nostro materiale non è sufficiente a chiarire queste osservazioni. Definire e interpretare questo dato di fatto palese sarà compito di una ricerca ora in corso di elaborazione, che sarà basata su materiale appositamente raccolto. Il tipo di reazione presentato dagli ultimi tre soggetti è molto caratteristico e diffuso. Ciò che lo distingue da altri tipi, meno definiti, è la presenza di numerosi predicati, tra cui un numero considerevole di giudizi di valore soggettivi. Lo chiameremo perciò tipo predicativo. I tre soggetti che seguono sono ulteriori esempi di questo tipo. Soggetti dal 9 al 14
Nel soggetto 9 il prevalere delle relazioni predicative è netto durante tutte le fasi dell’esperimento. La distrazione interna non ha potuto compiersi perché il soggetto non era in grado di scindere la propria attenzione. La prova di distrazione esterna è completamente fallita perché il soggetto, proprio come il soggetto 6, non era in grado di eseguire due attività contemporaneamente e quindi si comportava durante la prova esattamente come il soggetto 6. Forse solo le più elevate percentuali nella sezione del legame linguistico, per stesso
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
79
Soggetto 9
20 anni circa, coita, piuttosto intelligente Associazioni
Normale
Distrazione
Rubrica
1
Secondo centinaio
Primo centinaio
Esterna .5 e\ < oo
o
VO —t
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
4 37 5
19 37 2
18 38 2
22 34 -
Coesistenza Identità Forma verbo-motoria
26 1 25
14 3 23
14 4 20
14 12 18
Integrazione verbale Assonanza Rima
-
-
2 -
-
Associazione mediata
—
—
—
—
-
-
-
2 -
2 -
2 — -
Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo
-
-
Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
3
4
2 13
1 10
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe
29 38
Allitterazione Consonanza
10 15
Stessa terminazione Associazioni interne Associazioni esterne Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
-
-
6
4
33 34
20 56
46 54
3 46
6 12 8 58
8 10 8 58
16 20 16 56
52 -
40 -
38
2
44 -
100
100
50
50
numero di sillabe, allitterazione e consonanza, consentono di rilevare un certo spostamento della reazione verso una maggiore meccanicità. Tre delle quattro reazioni mancate in condizioni normali coincidono con parole stimolo a tonalità emotiva (ingiusto, ricco, stupido).
8o
CAPITOLO QUARTO
È cosa degna di nota che in un soggetto istruito prevalessero in media le associazioni interne su quelle esterne. Il tipo di reazione è misto e mostra un carattere di gran lunga meno soggettivo di quello rilevato nei soggetti 6, 7 e 8. Nel soggetto 10 le relazioni predicative sono in media più del doppio dei coordinamenti. Quanto al fallimento della distrazione, vale ciò che si è detto a proposito dei soggetti 6 e 9. Il tipo di reazione, soprattutto nel primo centinaio della condizione normale, è alquanto soggettivo, il che si esprime tra l’altro anche nel 9 per cento di reazioni egocentriche. Le perseverazioni compaiono esclusivamente nella prova di distrazione. Come per il soggetto 9, si verifica un aumento nelle rubriche delle "sillabe” e "consonanza", il che forse può essere attribuito a una leggera dissociazione. Notevole è il gran numero di reazioni mancate in tutte le fasi deH’esperimento. Delle 14 mancanze della prova normale, 10 coincidono con parole stimolo a tonalità emotiva (dovere, ingiusto, violenza, minacciare, soffrire ecc.); nel caso di altre due reazioni mancate la tonalità emotiva dalla parola stimolo rispetto al soggetto è solo verosimile. Qui occorre far presente che il soggetto è lievemente isterico, essendo i suoi sogni accompagnati da sonnambulismo. Questa anormalità spiega a nostro avviso l’elevato numero di reazioni mancate, un’ipotesi che verificheremo in una successiva pubblicazione sulle anomalie associative nell’isteria.9 Il soggetto 11 è un tipo eminentemente predicativo a carattere soggettivo con numerosi giudizi di valore. Notevole è la fiacchezza con cui reagisce nel secondo centinaio, fiacchezza da ricondurre a noia evidente costatabile anche oggettivamente. Il secondo centinaio quindi non si conforma più allo stato normale, bensì piuttosto a una prova di distrazione. Se nonostante tutto confrontiamo il tipo di reazione di questa donna con quello della figlia, il soggetto 10, riscontriamo il medesimo fenomeno già visto in precedenza: il tipo di reazione della figlia è più piatto di quello della madre. Percentuali
Madre Figlia
Associazioni interne esterne
51 36,5
43,5 53,5
5 Tra i soggetti sottoposti da Aschaffenburg (1904, p. 243) alla prova normale solo uno presentava un numero notevole di reazioni mancate; si trattava di un giovane dall’aria trasognata e dai pensieri confusi, che amava comporre versi. [Il rimando del testo si riferisce a Jung, Associazione, sogno e sintomo isterico (1906).]
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
Soggetto io
20 anni circa, intelligente, molto colta
Affaticamento
Distrazione
Secondo centinaio
Normale
Primo centinaio
Associazioni
Esterna
00 1. 1* sG
Rubrica Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
8 31 1
16 17 -
6 38 -
10 34 -
12 30 -
Coesistenza Identità
14 3 31
10 18 18
4 14
Forma verbo-motoria
13 11 35
20
12 6 30
-
-
-
1 -
-
2
4 -
1 1
1 -
1 -
-
-
-
4
Ripetizione della parola stimolo
8 -
6 -
6 2
10 -
2 2 3
Reazione egocentrica Perseverazione
9 -
2 -
4
Ripetizione della reazione
16
5
18
4 2 14
3 2 18
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
48 36 IO 7 5
51 33 3 9
44 46
42 40
48 41
8
13
Associazioni interne
40
44
10 12 16
44
Associazioni esterne Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
48
59 -
46
38
48
100
100
2 50
50
Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata
1
8 33
14 18
4
1
8
18 42
2 100
Cogliamo l’occasione per ribadire che, nonostante questa concordanza, il fenomeno può essere puramente accidentale e va perciò verificato quanto prima. Riportiamo ora i dati relativi ad altri tre soggetti. Il soggetto 12 è
82
CAPITOLO QUARTO
Soggetto 11
Madre del soggetto 10, 56 anni circa, molto intelligente, istruita, colta Associazioni
Secondo centinai o
Primo centinai o
Rubrica
Normale
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
5 56
Coesistenza Identità
4 -
Forma verbo-motoria
28
Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
2
3
4
35
-
4
1
50
-
4 -
1
_
-
-
-
1
-
6 l 5
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
27 37 li
Associazioni interne
63
Associazioni esterne Reazioni fonetiche
32 3
Totale delle associazioni
%
8 1
-
5 -
4 34 41 3
14 10
39
55 4
96
una signora della Germania settentrionale. Particolarmente notevole è l’alto numero di frasi d’uso corrente. La distrazione interna è fallita. La distrazione esterna mostra un evidente disturbo dell’attenzione. Il tipo di reazione è oggettivo.
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
83
Soggetto 1 2
40 anni circa, mólto intelligente, colta Distrazione
1
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
23 1 1
12
Coesistenza
34
Identità Forma verbo-motoria
Esterna
Interna
Secondo centinaio
Rubrica
Normale
Primo _ centinaio
Associazioni
\ O \o
1
O O
1
15 19 -
12 6 -
2 8 -
7 34
18 6 56
18 9 34
22 4 52
6 10 70
Integrazione verbale Assonanza Rima
-
-
-
-
1
Associazione mediata
—
-
-
-
-
-
Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione
6
-
-
-
1
2
2
—
-
-
4 -
-
-
2 -
-
-
2 -
2 56 38 4
-
Ripetizione della reazione
1 6
5
5
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione
57 50 5
92 52 4
82 56 -
Consonanza
18 16
20
12
Stessa terminazione
16 25
64 57 10 12 12
18
20
Associazioni interne
25
19
34
18
10
Associazioni esterne
75
80
61
78
86
Reazioni fonetiche Totale delle associazioni
-
100
1
1
100
100
2
50
2
50
Il soggetto 13 era molto confuso, il che spiega il gran numero di ripetizioni della parola stimolo. Solo la distrazione con il metronomo regolato su 100 battute al minuto è riuscita in parte. I movimenti di scrittura, conformemente a quanto detto sopra, erano maldestri.
CAPITOLO QUARTO
84
Soggetto 13 22 anni circa, intelligente, istruzione generica Associazioni
Normale
Distrazione
60/min
Secondo centinaio
Primo centinaio
Esterna
Rubrica
0
C3
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
11 18 5
21 19
Coesistenza
1
2
10 14 -
10 3 46
10 12 31
16 16 14
20 16 34
—
1
—
_
-
—
—
—
-
1
-
-
— -
— -
—
Identità Forma verbo-motoria Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
6 -
4
-
—
—
-
-
—
11 60 43 3
Consonanza Stessa terminazione
61 43 8 10 11
Associazioni inteme Associazioni esterne Reazioni fonetiche
Stesso numero di sillabe Allitterazione
Totale delle associazioni
-
—
6 4
9
Stessa forma grammaticale
22 20
1
—
6 _ —
4 56
2
14 12
42 8 8 18
68 42 6 14 16
34
41
44.
24
59 -
53
46
2
-
70 -
IOO
100
50
50
Riportiamo i valori del soggetto 14 solo per ragione di completezza. Il tipo di reazione è oggettivo. La distrazione interna è riuscita solo parzialmente, con effetto incerto poiché non sappiamo nulla sulle oscillazioni nell’arco della normalità; mancava infatti il
RISULTATI / DONNE ISTRUITE
85
Soggetto 14 22 anni circa, intelligenza media, istruita
Associazioni
Normale
Distrazione
Interna
Primo centinaio
Rubrica
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale
29 1 -
9 10
Coesistenza Identità Forma verbo-motoria
31 2 34
12 12 51
Integrazione verbale Assonanza Rima Associazione mediata Reazione insensata Reazione mancata
-
2 1 — -
1
X -
2
_ -
Ripetizione della parola stimolo
-
2 -
Reazione egocentrica Perseverazione Ripetizione della reazione
-
—
-
-
14
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe
95 59
69 40
Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
10 15 24
22 7
Associazioni interne
30
20
Associazioni esterne Reazioni fonetiche
67 3
75
100
100
Totale delle associazioni
—
1
9
3
secondo centinaio di reazioni normali, che, per motivi esterni, non abbiamo potuto rilevare. Riepilogo del gruppo delle donne istruite
Purtroppo il materiale raccolto in questo gruppo è alquanto diso-
86
CAPITOLO QUARTO
mogeneo per ciò che riguarda i rapporti quantitativi. I rapporti linguistici sono al contrario molto omogenei, poiché su 14 soggetti sperimentali solo uno è una tedesca del nord; tutte le altre sono svizzere che parlano abitualmente il dialetto. Il grado d’istruzione è in generale piuttosto elevato, due dei soggetti hanno formazione universitaria. Sei soggetti padroneggiano oltre alla lingua madre una o due lingue straniere. Dieci soggetti vantano letture relativamente vaste. Con dieci soggetti sono state eseguite prove di distrazione: in cinque casi con distrazione esterna e interna, in due casi solo interna e in altri tre solo esterna. La distrazione esterna ha avuto esito positivo in quattro casi, quella interna in tre casi. Nelle prove con distrazione interna ed esterna hanno avuto esito parzialmente positivo un caso dell’una e dell’altra. La distrazione è fallita in quattro casi, tre dei quali sono tipi spiccatamente predicativi. (Complessivamente i tipi predicativi che hanno preso parte alle prove di distrazione hanno mostrato un fenomeno di distrazione molto ridotto rispetto a quello degli altri soggetti.) Dei sei soggetti di età superiore a trentanni, tre hanno mostrato prevalenza media delle associazioni interne su quelle esterne; degli otto soggetti di età inferiore a trent’anni solo un soggetto ha mostrato tale prevalenza.
2. Uomini istruiti: 9 soggetti sperimentali con 3793 associazioni Soggetto
1
Da questo soggetto abbiamo ottenuto reazioni prodotte in quattro diversi stati di attenzione disturbata: distrazione interna ed esterna, affaticamento e sonnolenza mattutina subito dopo il risveglio. Il tipo di reazione è molto piatto, come indica il rapporto tra associazioni interne ed esterne (15:78 e 29:65). Le reazioni hanno carattere molto oggettivo, quasi esclusivamente verbale. Gli esperimenti di distrazione non modificano di molto il rapporto tra associazioni interne ed esterne, mentre la progressione delle reazioni fonetiche illustra il crescente disturbo dell’attenzione, che raggiunge il culmine nella seconda prova di distrazione esterna. L’affaticamento, che peraltro in questo caso non era molto marcato, non produce alcuna modificazione del tipo. Lo stato di sonnolenza, invece, dà un quadro di disturbo dell’attenzione molto più esteso dell’effetto ottenuto con
RISULTATI / UOMINI ISTRUITI
87
Soggetto 1
28 anni, intelligente, molto istruito Associazioni
Normale Distrazione
Sonnolenza
Coordinamento Relazione predicativa Dipendenza causale Coesistenza Identità Forma -verbo-motoria Integrazione verbale
13 16
9 6 -
18 5 6 8 5452
Assonanza Rima
1 4
Associazione mediata
2
Reazione insensata Reazione mancata Ripetizione della parola stimolo
-
—
4
2 5 -
_ 2
6 5 56
8 10 46
4 14,1 2 2,5 54 53,8
14 5 40
6 2 51
8 2
4
2,5
6
12 2
2 4
2 5
20
21
2
2
2
8
2
4
-
3
-
2 2
-
Ripetizione della reazione
5
5
Stessa forma grammaticale Stesso numero di sillabe Allitterazione Consonanza Stessa terminazione
73 53 7 15 19
47 45 6 23 15
Associazioni interne
15
Associazioni esterne Reazioni fonetiche
78 5
Prima parte
12 4 10,2 - -
1
-
100100
10,2
10 10 -
1
1 -
O E .2 t£ .