Lo Spirito senza volto e senza voce. Breve storia della teologia dello Spirito Santo 882156861X, 9788821568619

Come può il credente raffigurarsi lo Spirito Santo nel concerto della Trinità? Lo Spirito non è che il partner di una pr

455 76 14MB

Italian Pages 78/75 [75] Year 2010

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Lo Spirito senza volto e senza voce. Breve storia della teologia dello Spirito Santo
 882156861X, 9788821568619

  • Commentary
  • Versione migliorata
Citation preview

Bernard Sesboiié

LO SPIRITO SENZA VOLTO E SENZA VOCE Breve storia della teologia dello Spirito Santo

~

SAN PAOLO

Titolo originale dell'opera:

VEsprit Ylns visage et sans voix.

BrètJe histoire de la théologie du Saint-Esprit

© Desclée de Brouwer, Paris 2009 Edizione italiana

a cura della redazione delle

Edizioni San Paolo

©EDIZIONI SAN PAOLO s.rJ., 2010 Piazza Soncino, 5 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ·

www.edizionisanpaolo.it

Distribuzione: Diffusione San Paolo s.d. Corso Regina Margherita, 2 10153 Torino -

ISBN 978-88-215-6861-9

INTRODUZIONE

Nel1938 padre Victor Dillard sj, che sarebbe morto nel campo di concentramento di Dachau, scrisse un libro di spi­ ritualità che aveva come titolo: Au Dieu inconnu1. Come in­ troduzione portava questa preghiera:

«Signore, fate che io veda.. , Non so neppure come chiamarVi, come dire: Spirito San­ to; o Santo Spirito ... Cerco di afferrarVi, di isolarVi nel divino in cui sono im­ merso. Ma la mano tesa non incontra nulla, e senza accorger­ mene scivolo in ginocchio davanti al Padre, o mi chino sul mio Cristo interiore, più familiare.

D mio corpo si ferma. I sensi vogliono la loro razione di im­ magini per permettere all'anima di volare verso di Voi. E Voi date loro solo strani cibi materiali: colomba, lingue di fuoco , soffio. Nulla che pennetta la cald a intimità di una preghiera a due, urnana, familiare. È perché siete troppo vicino a me. Avrei bisogno di indie­ treggiare un po' per guardarVi, delimitarVi e delimitare anche me stesso nei Vostri confronti, soddisfare il mio bisogno di trat­ ti precisi e poter così comprendere la nostra unione [. ..]». 1

Au Dieu inconnu, Beauchesne, Paris. 5

Questa meditazione esprime bene la difficoltà del ere� dente nel rappresentarsi r originalità della persona dello Spi­ rito, nel concerto della Trinità. Solo a fatica questi può es­ sere l'interlocutore eli una preghiera liturgica, che ricondu­ ce tutto al P adre , pur con l'eccezione di qualche preghiera indirizzata al Figlio. Le preghiere della Chies a rivolte cliret­ tamente allo Spirito Santo sono relativamente tardive e siri­ d ucono praticamente a una parola: Veni, Sancte Spiritus! (IX secolo), Venz� Creator Spiritus! (XII secolo ) . Ma, nelle ora­ zioni di epiclesi2 sacramentale tale doman da viene rivolta al Padre , perché m an d i il suo Spi rito sui doni. Tale difficoltà della vita ecclesiale nei rapporti con lo Spi­ rito è s intom at ica di un problema propriamente teologico. Lo Spirito Santo è stato rivelato e viene insegnato com e la terza " p ersona " della Trinità; tuttavia, anche se noi com­ prendiamo bene in che cosa il P ad re e il Figlio posson o es­ sere " person e ", perché sono in terlocutori viventi della no­ stra fede e della nostra preghiera , nei confronti dello Spiri­ to siamo senza risorse. La difficoltà è radicat a nella testimonianza scritturistica e in tutta la tradizione dogm a tica e teologi ca , e si ripropo­ ne oggi nelle diverse teologie dello Spirito Santo. Che cosa si dice qua ndo si afferma che lo Spirito è una persona? In che senso si può affermare questo di lui? Le p agin e che seguono presentan o un breve excursus sto­ rico sugli sviluppi della t e ol ogi a dello Spirito Santo nella Chiesa. Cercheranno di far cogli ere la grande originalità del­

la persona dello Spirito Santo , non solamente in rapp orto a noi, ma anche in rapporto al Pa dre e al Figlio. Lo Spirito Santo non è qualcuno che si pon e di fronte a noi con cui

2 L'epiclesi è l'invocazione rivolta al Padre perché invii lo Spirito a compiere la presenza o il dono sacramentale (ossia, usando il termine tradizionale, la «tran­ sustanziazione», ndr].

6

possiamo intrattenerci. La sua persona è a noi interiore più di quanto lo siamo noi stessi. Essa abita l'intimo della no­ stra persona. È allo Spirito che si applicano con più preci­ sione le parole di sane Agostino: 7. G. Haya·Prats mostra che negli Atti degli Apostoli egli appare anche come Wla forza divi­ na, che "si effonde" sui dis cepoli e sui pagani in modo im­ provviso, come accadeva per i profeti dell'Antico Testa­ mento. L'espressione privilegiata di Spirito Santo fissa «in modo definitivo questo termine come il nome proprio di una serie omogenea di interventi di Dio»8• Ques to autore estende il giudizio all'intera opera di Luca: «Noi non

possiamo

affermare che Luca abbia pensato a il fatto che attribuisca allo Spirito una serie determinata eli interventi divini supera la sem plice personificazione letteraria. L'importanza data da Luca al­ lo Spirito Santo, come principio in sé ben caratterizzato, ci la­ scia già l'impressione che siano tre i principi che concorrono una terza persona divina; tuttavia

·

' M.-A. Chevallier, nel suo libro Souf/le de Dìeu. Le Saint Esprit J4,s le Nou­ veau Testament, Beauchesne, Paris 1978, voL l, conserva sempre la traduzione di pneumtl con soffio, «per evitare le insidie della distorsione semantica» (p. 15). 6]. de Goitia, L4 Fuerza del Espiritu. Pneutn4-Dynamis, Universitad de Deu­ sto/Mensajero, Bilbao 1974, capitolo VI. 7 H.U. von Baltbasar, La Tbéologique! m. L'Esprit de vért.ìé, Bruxelles, Cul­ ture et Vérité, 1996, p. 101 (vers. it. Theo/ogi(ll: m. Lo Spirito della venìà, Jaca Book, Milano 1987, p. 91). 8 G. Haya-Prats, L 'Esprit force de I'Église. Sa nature el son aclivité d'aptès Jes Actes des Apotres, Cerf, Paris 1975, p. 197. lO

alla realizzazione della salvezza: Dio accorda la salvezza Ge­ e lo Spirito attualizza nella storia il piano sal­ ...

sù la conferisce vifico di Dio»9•

...

J. de Goitia arriva ad affermare che non si può invocare la testimonianza di Paolo a favore della personalità dello Spirito, perché il suo stile usa spesso il procedimento della personificazione. A suo avviso soltanto la testimonianza di Giovanni esplicita formalmente la personalità dello Spirito. b.

«Sed contra»

Tuttavia, Balthasar parla di una «quasi personificazione dello Spirito nell'Antico Testamento tardo e in seno al giu· daismo»10• W. Kasper ricorda che la letteratura sapienziale «concepisce delle ipostasi, che sono relativamente indipen­ denti da Dio. È il caso soprattutto della sapienza e del pneu­

(Sap 1,6s; 7,7.22.25). Nel giudaismo postbiblico accade che dello Spirito si dica, con ca­ tegorie personali, che egli parla, grida, esorta, si affligge, pian· ge, gioisce, consola; lo si rappresenta persino mentre parla a ma

che in gran parte

le è identico

Dio»11•

Molte testimonianze del Nuovo Testamento vanno nel senso dell'affermazione di uno Spirito·soggetto. In primo luogo dobbiamo considerare le diverse menzioni dei tre no· mi divini: il Padre, il Figlio e lo Spirito, uniti in trilogia (lCor 12A-6; 2Cor 13,13; Ef 4.4-6 e Mt 28,19-20). Certa­ mente in questo caso non si tratta di affermazioni formali

9 111

Ibidem, p. 202. H.U. von Balthasar, op. cit., p. 101 (vers. it., p. 91). 11 W. Kasper, Le Dieù des chrétiens, Cerf, Paris, 1985, p. 307. 11

dello Spirito come soggetto , ma l'enumerazione dello Spi­ rito insieme al Padre e al Figlio è una forte indicazione del loro isolamento in una sfera speciale, in cui agiscono in co­ mune. Essa suggerisce l'autonomia dello Spirito nei con­ fronti del Padre e del Figlio. I termini di Padre e di Figlio sono eminentemente "personali", in quanto poggiano sul­ la metafora di una relazione familiare fondamentalmente "personalizzante": il fatto che Spirito sia un nome divino, radicalmente associato agli altri due, fa sì che si possa pre­ supporre che anch 'egli sia soggetto allo stesso modo degli altri due12• Balthasar sottolinea inoltre che Dio è Spirito e che lo Spirito, anche se si separa dal Padre e dal Figlio, «non può immediatamente cadere nelrimpersonale», ma, per tenere conto del fatto che il Nuovo Testamento «non afferma chia­ ramente una personalità dello stesso tipo di quella del Pa­ dre e del Figlio», propone di chiamarlo «essere di tipo per­ sonale»13. Le testimonianze di Paolo e di Giovanni sono tali da at­ tribuire allo Spirito il carattere di soggetto; per ciò che ri­ guarda Paolo, difficilmente si può accettare la tesi di J. de Goitia. A questo proposito si possono riprendere valida­ mente, per mostrare la sua personalità, le grandi argomen­ tazioni di Atanasio e di Basilio di Cesarea sui nomi e sulle attività dello Spirito, utili a mostrare la sua divinità. In Paolo, è lo Spirito che grida nei nostri cuori: «Abba! Padre>) (Gal4,6; Rm 8, 15); che emette gemiti inesprimibili (Rm 8,26); che attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio (Rm 8,16); che distribuisce i doni come vuole (lCor 12,11), che è uno Spirito di libertà (2Cor 3,17) e cosl fonda la li-

12 In questo senso I>, secondo la giusta espres­ sione di M. -0. Bm.ùnois·U , egli è la «qualità stessa di Dio».

18

Ibidem, 133 : cfr. L. Doutreleau, SCh 3 86, p. 98. lbidem, 74: SCb, p. 213. 40 M.-0. Boulnois, Le paradoxe triniiarie chn. Cyrille d'Alexandrie, lnstitut d'Ètudes Augustiniennes, Pn 1994 , pp. 150- 155, al quale io qui mi ispiro, ma senza entrare ndla questione dell11 prcx:essione. 41 Ibidem, pp. 429s. 19

35

E questo gli dà un 44 carattere anonimo": >

Ritorniamo ancora una volta al concetto di persona, ter­ mine particolarmente misterioso. È infatti paradossale: è l'u­ nico concetto usato al plurale per indicare la Trinità intera. Ora, tutto ciò che è comune ai tre è sottomesso alla legge dd singolare. Se i tre hanno in comune di essere persona, allora si dovrebbe dire di norma che non vi è che una sola persona in Dio. Solo che ciò che è proprio a ciascuna per­ sona è incomunkabile e non può essere applicato alle altre due, ma il concetto di persona supera tale distinzione radi­ cale. Se il modo di essere persona è originale in ciascuno, il fatto di esserlo è loro comune.

l. Tommaso d'Aquino e le appropriazioni trioitarie Quando san Tonunaso riflette sulla persona dello Spiri­ to Santo, tratta soltanto del suo nome e della sua proces­ sione a panire dal Padre e dal Figlio43 • Non si pone la do­ manda sull ' "essere persona" dello Spirito in quanto tale, ••

Tommaso d'Aquino, Summa

Theologi4e (== STh), l, q. 36. 39

nella sua differenza con il Padre e con il Figlio. Nel Com­ pendium Theologiae44 riconosce che la natura della relazio­ ne del Padre e del Figlio con lo Spirito - e viceversa - ci è sconosciuta. Nella Summa Theologiae45 osserva una caren­ za di vocaboli ( «vocabulorum inopia») per ciò che riguarda l'atto per cui lo Spirito Santo procede per via di volon t à e di amore, che è la via specifica della sua processione. Per questo , il termine di am o re è il nome proprio dello Spirito. Per discernere l'originalità della proprietà personale del­ lo Spirito, nell e considerazioni medievali, bisogna interro­ gare la dottrina delle appropriazioni trinitarie, cioè tattri­ buzione a una persona in modo privilegiato di una qualità comune alle tre, ma maggiormente manifestata da una di es­ se. Queste attribuzioni hanno un fondamento nel linguag­ gio scritturistico. Così Paolo chiama Cristo «potenza di Dio e sapienza di Dio>> ( l Cor 1,24; cfr. Ap 1 , 8 ; 4 , 8 ; ecc. ), men ­ tre la potenza e la sapienza sono attributi comuni alle tre persone. Ugualmente il termine di Spirito è un termine pro­ priamente divino e che vale per i tre, e tuttavia nella stessa Scrittura uno solo dei tre è chiamato Spirito. TI suo nome è dovuto a una attribuzione privilegiata. Queste attribuzioni nell a loro intenzione originale avevano una portata reale: >52•

Evdokimov non ha diffi coltà a valorizzare i dati scrittu­ ristici che vanno nd senso di uno Spirituque: facendo vale­ re il grande principio per il quale solo le missioni econo­ miche permettono di intravedere le relazioni eterne, egli

49 P. Evdokimov, L:Espni Saint danr la 1'radition nrthodoxe, Ced, Paris 1969, p. 70, 50 In termini tecnici, si parla di circumìnsesrìone o di pericoreri, che è il termi· ne greco ·corrispondente, cioè di un movimento di circola.rità totale fra le tre di­ vine persone. ' 1 Spirare è il tennine tecnico che designa l'attività del Padre nella processio­ ne

46

dello Spirito.

S2Jbidem. pp. 71-72.

mostra, seguen do d'altronde Ambrogio e Agostino, che «il P adre con lo Spirito inviano il Figl io; allo stess o modo, il P adre con il Figlio inviano lo �pirito»53 • Questi dati prin­ cipali no n possono non rinviare all a realtà dell a Trinità im­ manente.

La questione dd Filioque è stata oggetto nel 1 979 di un dialogo m ult ilaterale molto f ru tt uoso per iniziativa di L. Vi­ scher e della commis sione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese54• ll memorandum che introduce l'o­ pera sottolinea «la costante reciprocità del Verbo incarna­ to e dello Spirito Santo», in quanto «lo Spirito precede la ve­ nuta di Gesù, agisce attraverso la sua vita, la sua morte e la sua ri surrezione ed è anch'egli inviato come Para dito ai cre­ denti»55 . Ma d'altra p arte si afferm a che «lo Spirito Santo ,

,

non procede dal Padre se non in quanto t'l Padre è anche Pa­ dre del Figlio. [. . . ] La generazione del Figlio da parte dd Pa­ dre permette così di dire che lo Spirito Santo procede dal Pa­ dre del Figlio>>56 o anche, riprendendo il linguaggio antico; «lo Spirito procede dal Padre e riceve dal Figlio>? . D col­ loquio, cui partecipavano rappresentanti dell 'ortodossia e di diverse confessioni occidentali, ha dato luogo a un gran numero di contributi, che esprimevano, almeno in gran par­ te, una dinamica di convergenza capace di riconciliare il punto di vista greco e quello latino . Nel 1 972 la commissione ecumenica che era pervenuta alla traduzione comune del Padre nostro aveva lavòrato an­ che sul Simbolo degli Apostoli e sul Credo di Nicea - Co­ stantinopoli. Le sue proposte erano fallite a motivo del ri­ fiuto della traduzione di tre espressioni particolarmente de53



55

Ibidem, p. 78.

Conseil oecwnéniqué cles Eglises, LA Thiologie du Saint-Esprit, eit. •

Ibidem, p. 14. 56 Jbidem, p. 19. � Ibidem, p. 2 1 .

47

licate, il consustanziale, il Filioque e la Chies a cattolica. Nel 1 992, una nuova commissione ricevette il m an da to dal Con­ siglio delle (di) Chiese cristiane in Francia di rimettere in cantiere la traduzione del Simbolo degli Ap ostoli e dd Cre­ do di Nicea-Costantinopoli. Per quanto con cerne il Filio­ que la commissione propose, in spirito di pa cifi cazion e e di riconciliazione, di ritirarlo dal Credo, in quanto non ap­ p a rten eva all a sua redazione primitiva. La parte riguardan­ te lo Spirito Santo diveniva: «Credo nello Spirito santo

che è Signore e dà la vita; dal Padre egli ha la sua origine.

con il Padre e il Figlio riceve la stessa adorazione gloria; egli ha parlato per mezzo dei profeti>>.

e la stessa

Si sarà notato che il termine «procede>> è sostituito da 1>

39

l. Tornmaso

d'Aquino e le appropriazioni trinitarie 2. La discussione del «Filioque» e la personalità

»

39

dello Spirito

>>

»

42 45 49

»

53

ill . LA RIFLESSIONE MEDIEVALE: LA DISCUSSIONE SULLA PROCESSIONE

DELLO SPIRITO: «DAL PADRE E DAL FIGLIO»

a.

Un procedimento ecumenico

sul «Filioque>>?

b. Lo Spirito come persona

»

IV. LA PERSONA DELLO SPIRITO NELLA TEOLOGIA RECENTE

l . Heribert Miihlen: Lo Spirito Santo come persona. «Una persona in numerose persone» » » 2. Yves Congar: lo Spirito Santo come Dono » 3 . Louis Bouyer: il Consolatore 4. K. Rahner: la presenza