L'immagine del mondo

Table of contents :
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In un passo di questo libro Schrodinger descrive la vita dello scienziato, che "la mattina dalla cat­ tedra parla bensf unicamente o quasi della sua disciplina", ma poi... "si leggono romanzi e poesie, si va a teatro, si fa musica, si viaggia, si contem­ plano quadri, sculture, capolavori di architettura; e soprattutto si legge e si parla molto di queste e di altre cose. In poche parole, noi tutti faccia­ mo parte del nostro ambiente culturale". Questo ambiente culturale è quello raffinato della Vienna

a cavallo del 1900, aperto a mille influenze; è la

Vienna dei filosofi naturali (da Mach a Boltzmann

fino al Circolo di Vienna), di Freud, dei grandi musicisti e scrittori;

dove gli artisti mostrano

molto piu che altrove nella loro opera l'influenza della civiltà scientifica (si pensi alla musica dode­ cafonica o a un Musil) e gli scienziati studiano il greco e suonano il violino. In questo spirito Schro­

dinger è alla ricerca di una visione filosofica com­

plessiva, basilL .p3:!!S!lg&.L_�LJ!!l.!!t�. §paventallo. Basti ricor­ ..

dare il noto paradosso di AchiIIe e la tartaruga. La definizione di

Dedekind del numero irrazionale non avrebbe soddisfatto troppo il

Greco, con tutto che l'irrazionale gli fosse perfettamente tangibile nella

forma concreta, intuitiva della diagonale del quadrato o del cubo. Il

dramma greco, specialmente il piu antico, è in confronto al nostro deci­ samente statico, con un'azione scarsa. Esso ci presenta situazioni tragi­ che, l'azione si limita spesso a un'unica decisione che un uomo prende di fronte a una determinata situazione. Cosi nella fisica manca la dina­ mica. AI Greco non viene in mente di scomporre il movimento nelle sue singole fasi e di cercare in ogni istante le cause della fase immedia­ tamente successiva, come fece Newton. Egli avrebbe trovato ciò me­ schino, incompatibile col suo senso estetico. Egli considera la traiettoria come un tutto, non come qualche cosa che stia succedendo, che si stia formando, ma come qualche cosa che già esiste. Nella ricerca della

SCIENZA E AMBIENTE

47

traiettoria piu semplice è esclusa allora la retta, perché essa come traiet­ toria totale non è affatto concepibile, non si chiude mai, non è mai compiutamente tracciabile. L'osservazione ingenua del cielo stellato viene in aiuto, e conduce alla traiettoria circolare percorsa uniforme­ mente come al movimento " naturale " piu perfetto d'ogni corpo, movi­ mento determinato in qualche modo da un maggior corpo centrale. Abbiamo noi diritto di sorridere oggi di quest'ingenuità, se è passato ben poco tempo da quando ci dovevamo contentare, nella teoria quan­ tistica dell'atomo, faute de mieux, di analoghe ingenuità? Tanto piu che i progressi che abbiamo fatto da allora in questo campo hanno piuttosto aggravato che sanato l'insuccesso dell'analisi differenziale di Newton. Forse mai nessuna idea avrà un'influenza tanto grande sull'indirizzo di tutti i rami della scienza e della vita qua nto il concetto di evoluzione, sia nella sua forma del tutto generale, sia nella formulazione speciale di Charles Darwin : adattamento automatico per mezzo della selezione del piu atto, il quale si conserva come capace di vivere, mentre il meno

atto si elimina da sé. Si ricordi che il concetto di evoluzione fu ancora affatto inaccessibile alla mente acuta d'uno Schopenhauer, che lo re­ spinse anzi sdegnosamente, perché gli sembrava in contrasto con la sua concezione (senza dubbio ancora piu profonda) dell' '' adesso '' sempre uno e lo stesso istante e dell' " io " sempre una e la stessa persona. Si

ricordi che l'accettazione del concetto di evoluzione permise alla filo­ sofia di Hegel di conservare fino a oggi una parvenza di solidità. Si pensi quanto quest'idea ci abbia compenetrati oggi, tanto che non pos­ siamo formulare nessun pensiero senza di essa e ce ne accorgiamo ap­ pena quando la appli c hiamo a qualunque argomento, come qualche cosa che si sottintende. Mach l'ha applicata allo stesso processo scien­ tifico, che egli considera come un adattamento progressivo dei pensieri ai fatti, mediante selezione dei concetti utili e la scomparsa di quelli inadatti, che non ci fanno progredire. Nell'astrofisica abbiamo imparato a considerare i differenti tipi di stelle unicamente come fasi piu o meno

avanzate d'uno stesso sviluppo stellare. Anzi l'anno scorso ( 1 93 1 ) ab­ biamo visto perfino spuntare l'idea che forse l'universo, nella sua tota-

CAPITOLO TERZO

lità, si trova in uno stato non stazionario, che è passato, in un'epoca " relativamente " non molto lontana da noi, da uno stato d'una specie del tutto diversa a quello stadio d'espansione permanente che si desume ora dalle notevolissime osservazioni di Hubble. (Le righe spettrali delle nebulose lontanissime sono deviate assai fortemente verso le lunghezze d'onda maggiori, e precisamente tanto piu quanto piu le nebulose sono lontane da noi, come se tutto l'universo fosse in procinto di dila­ tarsi.)

A

noi, che siamo assuefatti in ogni caso all'idea dell'evoluzione,

questi tentativi di spiegazione non sembrano vuoti e fantastici, come sarebbe accaduto in passato, quando l'interesse scientifico era orientato in modo diverso. Ora mi voglio occupare della scienza contemporanea, specialmente della fisica moderna, e tenterò di farne risaltare alcuni lineamenti carat­ teristici, dipendenti dall'ambiente, comuni a tutte le manifestazioni della cultura. Mi rendo conto che il tentativo sarà quasi necessaria­ mente incompleto e dilettantistico, e prego di volermene scusare in anticipo. Di fronte alla propria epoca il compito è, come ho detto, par­ ticolarmente difficile, perché qui, dove ci troviamo noi stessi, l'elemento comune si scorge meno di quello distintivo. Dopo avere osservato a hII?-89_ !t !ll o nd() che ci circon4a_ attraye�0 1l un vetro giallo, non ci. ac:ç_.!!� , .��1J� cose. .

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5 . Biofisica

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