Le dottrine di Democrito d’Abdera: testi e commenti 8898926707, 9788898926701

Democrito di Abdera, con lo sviluppo che ha dato alla dottrina atomistica del suo maestro Leucippo, segna il punto più a

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Le dottrine di Democrito d’Abdera: testi e commenti
 8898926707,  9788898926701

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Federigo Ellri Manlio Mazzio

Le dottrine Democrito

Federigo Enriques Manlio Mazziotti

Le dottrine di Democrito d'Abdera Testi e commenti Cura e saggio introduttivo di Melania Anna Duca Prefazione di Giovanni Sgro'

EDIZION[:CMMANENZA

© 2016 Edizioni Immanenza Largo s. Erasmo 16 80142 - Napoli [email protected] www.immanenza.it ISBN 978-88-9892-670-1 Le dottrine di Democrito d'Abdera. Testi e commenti, 1948. A cura eli Melania Anna Duca. Prefazione di Giovanni Sgro'.

Indice

Proles sine matre creata. L'importanza della stona del pensiero, non esclusivamente scientifico di Melania A. Duca 11 ((Democrito che 'I mondo a caso pone))? Ennques interprete di Democrito e dell'atomismo antico di Giovanni Sgro' 19 LE D01TRINE DI DEMOCRITO D'ABDERA. TESTI E COMMENTI 23 Introduzione 25 Avvertenza 30 Le dottrine di Democrito d'Abdera 31 I Vite di Leucippo e di Democrito 33 Testi 37 I Vita di Leucippo 37 II Vita di Democrito 39 46 III N otizie di carattere romanzesco sulla vita di Democrito II Costituzione della materia 53 I Evoluzione della teoria della materia da Talete ai primi Pitagorici 53 II Unità e pluralità nella fùosofia eleatica 54 III Conseguenze assurde della dottrina eleatica 57 IV Atomismo 58 V Confutazione della critica del Frank 60 VI L'atomismo antico e la scienza moderna 62 Testi 67 67 Dottrina degli atomisti I II Indivisibilità degli atomi 69 III Costituzione della materia 72 IV Forma e grandezza degli atomi 75 V Precursori e successori degli atomisti 82 III Il principio d'inerzia e la spiegazione cinetica del mondo 85 I Il principio d'inerzia 85 II Moto assoluto 88 III Sistema cinetico del mondo 88 IV Peso e gravitazione 90 Testi 93 I Il principio d'inerzia 93 II 98 Polemica di Aristotele sul moto 99 III Testi moderni sul principio d'inerzia

IV Moto assoluto e relativo. Pannenide e Zenone V Testi moderni sul modo assoluto e relativo VI Spiegazione cinetica del mondo fisico VII Testi moderni sulla spiegazione cinetica del mondo fisico VIII Peso e attrazione dei simili entro un mondo IX N ozio ne del tempo IV Fonna e posizione della Terra I La cosiddetta scoperta della sfericità della Terra II La Terra isolata nello spazio senza cadere III La sfericità della Terra nella veduta dei primi pitagorici IV La critica del Frank V La Terra piatta e la misura della distanza del Sole VI Conclusione Testi I Talete II Anassimandro: argomento di simmetria e forma della Terra III Anassimene IV Pannenide e Democrito: argomento di simmetria V Empedocle VI Anassagora VII Pitagorici anonimi VIII Diogene di Apollonia IX Leucippo X Democrito XI Platone V Astronomia Testi I Anassagora II Democrito: natura degli astri III Riflessione della luce IV Ordine e moto degli astri V Solstizi VI Moto della Terra e inclinazione dell'ecclittica VII Comete VIII Via lattea IX Come si conserva il Sole VI Determinismo Testi VII Logica e teoria della conoscenza

100 103 105 111 112 116 117 117 118 119 120 121 122 125 125 127 128 130 131 132 134 135 136 137 138 139 143 143 144 145 146 148 149 150 151 152 153 155 159

Sensibili e intelligibili 159 Qualità primarie e secondarie 159 Ragion sufficiente: il pensiero criterio dell'esistenza 160 N 161 La scienza opinione vera V Logica 165 VI Giustificazione dei principi dalle conseguenze che ne derivano 166 Testi 167 I Sensibili e intelligibili 167 II Qualità primarie e secondarie 169 III Testi moderni sulla distinzione tra qualità primarie e secondarie 172 N Principio di ragion sufficiente 173 V Testi moderni sul principio di ragion sufficiente 174 175 VI La scienza opinione vera accompagnata da ragione VII Logica 177 VIII Giustificazione dei principi dalle conseguenze che ne derivano: testi moderni 179 VIII L'anima e il problema religioso 181 I L'anima principio del movimento 181 II L'anima di fronte alla morte 183 III Possibili interpretazioni religiose dell'immortalità fisica dell'anima 183 N Il divino e gli dèi in Democrito 184 Testi 187 I L'anima 187 193 II Il problema religioso IX Analisi delle sensazioni 197 Testi 199 A) Teofrasto - De sensu 199 I Vista 199 II Udito 201 202 III Pensiero N Qualità sensibili 202 203 V Qualità primarie e secondarie VI Sapori 204 VII Critica di Teofrasto della teoria democritea sulle qualità sensibili 205 207 VIII Colori I

II III

B) Altre testimonianze e frammenti 211 I Generalità 211 II Colori 213 III Vista 214 IV Freddo e caldo 216 217 V Sapori VI Udito 219 VII Sonno e sogni 220 x Contributi alle scienze speciali: Geometria 221 221 I Democrito matematico 222 II Il volume della piramide e del cono III Empirismo geometrico 224 IV Critica del Luria 225 V L'angolo di contingenza e l'infinitesÌffio attuale 225 VI Atomismo geometrico? 228 231 Testi I Libri matematici 231 II Testimonianze e frammenti vari: volume della piramide e del cono 232 III Atomismo geometrico 234 XI Fisica, Geografia, Meteorologia 237 I Ottica, statica, acustica 237 II Magnetismo ed elettricità; chimica e geografia 238 III Meteorologia 239 241 Testi I Ottica: riflessione della luce 241 242 II Acustica: sulla natura della voce 243 III Calore IV Magnetismo 244 V Geografia 245 VI Meteorologia 248 VII Resti del calendario astronomico dell'opera «Astronomia» 250 VIII Agricoltura 254 XII Biologia 255 I Contributi democritei 255 II L'evoluzione della specie e l'origine dell'uomo 256 III Vitalismo e meccanicismo 257 IV Problemi della generazione e dell'eredità 258 V Progresso della civiltà umana 258

Testi 261 I Problemi dell'evoluzione e della riproduzione 261 II Testi vari 266 III Origine del mondo e degli animali; storia della civiltà umana 272 XIII Linguaggio e critica poetica 279 281 Testi I Dei nomi 281 II Musica 283 III Poesia 284 N Osservazioni grammaticali e linguistiche 286 291 XIV Etica Testi 295 I Testi dossografici vari 295 II Frammenti vari 297 III Detti di Democrate 302 311 N Frammenti tratti dalle Eclogae e dal Florilegium di Stobeo XV Opere di Democrito 329 341 Bibliografia Indici di confronto della collocazione dei testi nei Vorsokratiker e nel presente volume 343

Proles sine matre creata L'importanza della storia del pensiero, non esclusivamente scientifico

La cita:?jone proles sine matre creata, da cui il titolo di questo breve saggio introduttivo all'opera di Federigo Enriques, ricorre ben due volte nel Democrito in altrettanti punti cruciali della sua arg,omenta:?jone. Il Democrito di Enriques non è un libro qualunque, né la figura del filosofo di Abdera fu scelta a caso dall'autore de Il significato della storia del pensiero scientifico (1936). La riedi:?jone del volume in questione, perciò, ancor più di quella del testo appena citato, nasce da un progetto comune alla sottoscritta e all'editore che, perprimo, lo ha proposto; e da un lato soddisfa l'esigenza di riproporre al pubblico, più o meno esperto, la lettura di un "classico ", poco o affatto considerato; mentre dall'altro, apre idealmente una voragine nel cuore della storiografia della scienza, specialmente italiana. Non perché Enriques fosse di na:?jonalità italiana, ma perché la storiografia cui ci rapportiamo in questo Paese, soffre di un 'arretratezza via via più preoccupante, a mano a mano che si procede con la riforma dell'ordinamento universitario. I colleghi anglosassoni hanno già da tempo accolto l'idea di una storia del pensiero scientifico, l'idea dell'esistenza di un pensiero scientifico, l'idea che la scienza sia pensiero prima che azione, prima che pratica, esperimento, tecnologia; perciò hanno consolidato una tradi:?jone storiografica assente in Italia, tanto più quanto sordo è divenuto il corpo accademico alla necessità di un confronto, perlomeno europeo. Da un lustro a questa parte, i giovani ricercatori sono stati spinti alla corsa affrettata verso pubblicazioni in lingua inglese su riviste internazionali, poco importa se contributi qualitativamente significativi o meno, nel sempre più ristretto '~mbuto" delle procedure selettive e di reclutamento del personale docente, tra blocchi e boicottaggi vari. Una storiogrcifìa della scienza accettabile, in Italia, manca del tutto. Perché mancano i presupposti, manca il metodo scientifico (in verità la serenità di svilupparne uno) e, se non quello, secondo Enriques (decisamente attuale in questo; ed il fatto che lo sia, a distanza di così tanti anni, è ancora più allarmante~, una riforma, radicale, dello stesso metodo. Il Democrito è un esempio, ilprimo tassello, ideato da Enriques, per il mosaico della storia della scienza futura. E la storia della scienza edifica la scienza stessa nella misura in cui il mosaico èparte integrante, distintiva, caratteristica, significativa, della cattedrale cui appartiene. Le metafore sono sempre molto care allo stile narrativo di questo particolare autore, che va perciò letto e compreso, utilizzando una chiave interpretativa nuova, il più vicina possibile al suo immaginario. Nel far ciò, il pro[ Mario Castellana dell'Oniversità del Salento, ripubblicò, oramai nel 2007, Il significato della storia del pen-

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siero scientifico del nostro autore, e contestualmente, nell'ambito di un progetto portato avanti con il medesimo editore, due anni dopo, le consideraifoni di Hélène Meti[,er su Il metodo filosofico nella storia delle scienze. Spesso, però, edizioni come queste rischiano di non rendere giustiifa ad opere così importanti e rivoluifonarie, se non comprese nel contesto di uno studio univoco, se pur labirintico, ma con un filo di Arianna. Proles sine matte creata, appunto: c'è sempre una ragione, dietro a ogni cosa. C'è una ragione per ogni scoperta scientifica, che non è una scoperta ma un logico necessario prodotto, quasi determinato, quasi prevedibile, a propri; petjìno "movibile '; attraverso il tempo, attraverso lo spaifo, anticipabile, posticipabile, annullabile. È coraggiosa l'operaifone di Enriques ed altrettanto profonda è la sua riflessione. Molto più di quello che può apparire. La storia è una scienza seria. Potente, teoricamente capace di dare all'uomo accorto, il pieno controllo del proprio ed altrui divenire. Lo scarto sta certamente nello .rguardo retroattivo, da cui non si può prescindere. Ma vi sono delle logiche che, se ben individuate' possono dir molto del pensiero scientifico e di quello umano, più in generale, nonché della natura stessa del mondo o della rappresentazione che noi ne produciamo. L'evoluzione storica della teoria della materia, cui Enriques si da tanta pena di scandire ogni passaggio, attraverso le parole e perciò l'espressione del pensiero stesso degli autori antichi (con così tanta attenifone alla giusta traduifone e interpretaifone del greco, difficile quanto poetica lingua), ne è un esempio peifetto. Nel collegamento che Enriques istituisce tra i paradossi del moto, del vuoto ecc. e le idee circa la costituifone della materia. Perciò tra l'atomismo ed il meccanicismo di molto postm'ore, con riferimento istituifonale al genio cartesiano. Mostra, Enriques, come non vi sia discontinuità logica tra le teorie scientifiche ed anif siano queste tutte peifettamente concatenate in termini di prosegui o reaifoni opposte, quasi come fosse la Scienza stessa un flusso ininterrotto, ''panspermico" (p. 258 di quest'edizjone), specchio stesso del reale. L'importanza dell'opera di Enriques per la storia della scienza sta certamente nel suo contributo pratico; eppure, è la visione, sua personalissima, dell'accadere scientifico, a costituirne la parte più attraente, sebbene oscura. Oscura perché troppo poco è stato detto su questo autore, in ragione del vuoto storiografico summenifonato. La pretesa di questo saggio e di questa riediifone non sarà certo quella di esaurire in poche righe l'apporto, per chi scrive straordinario, di Federigo Enriques alla storia della scienza. Tuttavia, si spera possa smuovere l'interesse di chi legge ad apprqfondirne lo studio.

Il "Ricostruttore"

Analogamente, ricostmttore, è una parola cui Enriques riconosce una certa importanza: él senso poetico-razionale del ricostmttore deve accordarsi coi dati della critica filologica)),' interpretazione a priori e confronto della letteratura sono gli stmmenti dello storico, ricostmttore. (04 questa critica (nel senso kantiano del termine) ... giova sottomettere il ragionamento del ricostmttore delle teorie, a quel modo che, nella fisica, si sottomettono le ipotesi alla verzfica sperimentale. Il criterio del vero sarà nella rispondenza dei testi letterarii alle aspettative; ani!' si potrà dire di questa conferma filologica ciò che Galileo diceva dell'esperùnza: che è un cimento a cui la vera dottrina va incontro, sicura di poter pdare la natura (e qui la storia1 a rispondere diversamente da ciò che la ragione fa attendere; un modo insomma di far brillare quella verità che ben strano sarebbe se potesse avere sì poco di luce da non apparire fra le tenebre dei falsi, e che tanto maggiormente cava la maschera a una falsa oPinione quanto più si cerca questa di far apparir vera)) (p. 28). Per senso poetico-razionale, dello storico, Enriques intende una certa "artigianalità" del "mestiere': cui molti storici stessi, non solo della scienZfl, si sono riferiti; nella misura in cui il sapere, prodotto specificamente umano, per la sua componente soggettiva, ha un che di "artistico': di ''intuitivo': È l'intuizione divinatrice (p. 27) che Enriques ravvisa nel processo di genesi di una teoria scientijìca, nel pensiero stesso degli scienziati; ed in quanto scienza, la storia, ha la medesima prerogativa: ((Occorre per ciò lo stesso senso poetico che dalle pietre minate di antichi templi spicca il volo alla ricostmi!'one fantastica del monumento. C'è insomma un 'intuizione divinatrice, cui invano si vorrebbe supplire con regole metodologiche: l'intuizione che ha indotto i primifisici dei tempi moderni (in ispecie Galileo) a riconoscere nelle teorie dei naturalisti ionici, e particolarmente di Democrito, i principi fondamentali della ricerca scientijìcaJ) (p. 27). Lo storico, perciò, è un artigiano di talento che fa della sua bottega un laboratorio scientifico, non meno "artistico ': nel senso "poetico" inteso da Enriques. La storia cui Ennques aspira non è morta erudizione ma cosa viva (p. 29) e solo l'artista può cavare l'anima dalla statua. Il programma di Enriques è in vero molto chiaro, sin dall'inizio. Lo è in tutte le sue opere, non solo nel Democrito. L'attenzione alle date, la questione della nascita del personaggio di Democrito, la sua collocazione spazio-temporale, il più attendibile possibile, al vaglio delle fonti; la scelta di non includere scritti pseudo-democritei (fatta eccezione per il passo autobiografico, per ragioni per altro ben spiegate). Eppure, al tempo stesso, il discutere di ''intuizioni più o meno consapevoli': "sentire l'impossibilità': "riduzione all'assurdo': valore immanente nella storia del pensiero (p. 55). Espressioni come questa farebbero rabbrividire gli storici

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odierni. Per questo il contributo di Enriques non è ancora stato del tutto riconosciuto. Non se ne comprende la portata, rivoluzionaria, non solo del modo di fare storia della scienza. 0, se la si comprende, la si nega. La tendenza è infatti quella di credere che proles sine mater creata, appunto e ancora una volta; che esista una Scienza, eperciò anche una storia come scienza (o disciplina scientifica), figlia di nessuno, se non di astratte regole, quasi realtà assolute. Ma l'uomo non èfiglio di nessuno. Non lo è la scienza. Nessuna delle idee o teorie scientifiche. Non lo è la storia.

Il "Valore immanente"

Immanenza è il nome della casa editrice che, come detto, mi ha offerto di prendere parte a questo progetto, cui sono felice di collaborare. Immanenza è, altrest~ un concetto filosofico con una storia ed una tradizjone molto particolari. Per valore immanente Enriques intende una "sottostruttura ': come él disegno di una spiegazjone meccanica del mondo)) ravvisata nello stesso razjonalismo democriteo (p. 159);forse él disegno di una mente divina)) (p. 250). La scelta dei passi citati non è mai casuale in Enriques. NelDemocrito, quando Enriques parla di valore immanente nella storia del pensiero (p. 55), il riferimento è a Zenone, il quale lungi dal dire abbia anticipato Archimede (Enriques non accetta, come nessun altro storico, iprecorrimenti in storia della scienza), ha però colto il fotto geometrico O'impossibilità di inserire entro una linea fInita infIniti punti, se questi hanno tutti una certa estensione minima, non nulla), attraverso un pensiero intuitivo (p. 55). A questo punto, anche il lettore meno esperto, potrà comprendere quanto rischiosa potesse essere l'adozjone di una simile categoria storiografica. In breve, non è che si possa fare la storia delle intuizjoni fantastiche. Ed Enriques ne è ben consapevole ed anzj oppone a questo rischio, l'irrigidimento massimo del metodo filologico e critico, quasi come a costruire un ponte sulprecipizio dell'ignoto. Eppure, quello che si dirà poi essere, nel vano tentativo di definirlo, il pensiero (filosofico) spontaneo degli scienziati, della cui teorizzazjone fu massimo esponente il francese Louis Althusser (1918-1990; Philosophie et philosophie spontanée des savants, 1967), che così tanta fortuna ebbe in Italia, non è lontano dalle tesi di Enriques. Ne è parte integrante. Quasi come l'inferenza ampliativa è l'ovvia ragione del metodo sperimentale, falsamente attribuito al genio operativo galileiano. La Jìlosofia spontanea" non può che essere una stortura di quel pensiero intuitivo cui invece faceva cenno Enriques. La definizjone stessa di spontaneità presupporrebbe l'esistenza di qualcosa che spontaneo non è. Che cosa si intende per filosofia non spontanea? Pensiero non spontaneo? Può, l'intuizjone, essere definita un pensiero spontaneo? Enriques mostra, con molta fatica e impegno, quanto piuttosto, proprio l'intuizjone, spontanea, non lo sia affatto. 1

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C'è un vii}o, nell'idea di )ìlosofia spontanea ':. l'estraniamento del concetto stesso di filosofia, il dubbio su che cosa )ìlosofia" sia realmente; se una disciplina, opiuttosto un insieme di pensieri, di inferenze intuitive, connaturate. (Spontanea filosofia, che altro non è che ilfrutto della rif/essionm, (ànerente all'uomo in tutt'i gradi d'incivilimento ed anche prima di entrare in questo stadiOJ) (ifr. L Elanch, in C. T. Mamiani della Rovere, Del rinnovamento della filosofia antica italiana, v. I, Ricordi e Compagno, 1836, Appendice, p. 513 e n. l): il riferimento, in questo testo, è a Vico, secondo cui: é segni seguono, e non precedono le idee ch 'esprimono))

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LI non spontaneità dell'intui:done ed al tempo stesso la sua esiJtenza e determinanza nella genesi delle teorie scientifiche e del progresso, se così vogliamo chiamarlo con retaggio positivista, è la chiave di volta dell'edificio storico. Se volessimo poi dire che l'intento di Enriques è quello di sostituire la storia della scienza tradi:donale ovvero la storia delle iJtitu:doni scientifiche, con la storia delle idee, non sarebbe comtto: le idee cambiano, il modo in cui le si genera invece è e sarà sempre lo stesso. In nuce, è questo il suo messaggio. Una pietra filosofale che Enriques crede di avere trovato nel suo personaliJsimo cammino verso la ricerca della verità. E vambbe la pena, a mio avviJo, il tentativo di riperCOffeme le tracce.

(cfr. Ib.); insieme a Machiavelli, secondo Luigi Blanch, Vico stesso rappresenta ((il modo di applicare la filosofia all'istoria)) (lfr. Id, p. 516). Si veda anche: M. Castellana, Gaston Bachelard e il concetto di filosofia spontanea, in F. Bonicalzj e C. Vinti (a c. di), Ri-cominciare: percorsi e attualità dell'opera di Gaston Bachelard, laca book, 2004, pp. 23343. Castellana mette in guardia contro l'abuso del concetto bachelardiano di filosofia spontanea dello scienziato o di filosofia implicita con riferimento a La Philosophie du Non (cfr. Id., p. 234). E, tuttavia, il paragone con Enriques (cfr. Ib.) e l'accostamento dei due pensatori, risulta inappropriato così come il successivo con Moritz S chlick ed Hélène Metzger. Enriques merita, decisamente, di uscire dal coro, in quanto propositore di un metodo, scientifico, non di suggestioni. La polemica circa l'esistenza di una Jìlosofia spontanea" è antica, ma fa l'effetto, oggi, di una teoria degli elementi contro la cena esistenza di una realtà subquantica; né era contemplata nelprogetto enriquesiano. Ciò di cui Enriques discute è di tutt'altra natura.

Federigo Enriques

Chi era Federigo Enriques? Questo forse sarebbe dovuto essere l'incipit del nostro breve saggio. Eppure, Enriques insegna, la lettura del classico, del prodotto del pensiero di un autore, scevra da filtri pre-concettuali, è l'opera:done preliminare da farsi, nell'indagine storica, così come l'archeologo osserva e studia il reperto nel sito prima di procedere con le analisi di laboratorio; così come il medico-legale dalla scena del crimine, al tavolo autoptico. Una comprensione profonda dell'Enriques, del significato della sua storia del pensiero scientifico, così come della genesi del Democrito che qui presentiamo, non può che passare - pena un sostanziale vi:do di forma - dal vestire gli abiti dello storico enriquesiano stesso. Una letteratura piuttosto vasta si è occupata della vita e delle opere di questo autore, molto più puntualmente di quanto potremmo fare noi in questa sede. D'altra parte, il senso di un saggio introduttivo, alla riedi:done di un classico, dovrebbe aver il compito di fornire al lettore chiavi intetpretative altrimenti non accessibili perché questi possa, da sé, trarre il proprio personale punto di vista sulla sostanza del contributo dell'autore. Circa quattro mesi fa, lo scorso 25 settembre 2015, mori Giorgio Israel, matematico, noto studioso di Enriques, ai cui saggi (editi in tre lingue) sul pensiero del Nostro rimandiamo il lettore curioso. È sua, per esempio, la voce del Dizionario Biografico degli Italiani, più volte poi rivista. Scrive Israel.· (Si è detto come per l'E. [Enriques) la forma dell'acquisizione psicologica dei concetti scientifici sia altrettanto importante della loro verifica formale, in quanto i concetti scientifici sarebbero determinati dalla via psicologica della loro acquisizione. Il lato formale è quindi un aspetto, e neppure il più importante, del processo di formazione di una teoria scientifica. La psicogenesi dei concetti scientifici è, al contrario, fondamentale. Per l'E. [Enriques}, fra i vari procedimenti mentali, '~e ne distinguono alcuni, in cui vengono volontariamente soddisfatte certe condizioni di coerenza, i quali si denominano appunto procedimenti logici. In questo senso la logica può riguardarsi come una parte della psicologia ': Si comprende come, in questa ottica, un 'importanza speciale venga attribuita alla storia della scienza, in quanto ausilio alla ricostru:done della genesi delle teorie scientifiche. f. ..} Emblematica è l'ostilità che l'E. [Enriques} nutriva nei confronti dell'ideale "antistorico" deln·du:donismo fisico-matematico classico, nel suo esasperato e dogmatico oggettivismo che nega ogni ruolo ali"'attività dello spirito" [proles sine matte creata dirà infatti Enriques nel Democrito} f. ..} Alla critica del ridu:donismo l'E. [Enriques} aggiunge una rivalutazione del ruolo della me tafisica. In definitiva, il tratto fondamentale del pensiero dell'E. [Enriques} è l'adesione ad un

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punto di vista sintetico e qualitativo f. ..] e la proposi::jone dell'analisi psicologica della genesi dei concetti scientifici)). 2 L'analisi di Giorgio Israel è acuta; tuttavia, riteniamo vi sia un aspetto na scosto, ancora inesplorato del pensiero, non necessariamente consapevole, di Enriques. E, forse, è ciò che Enriques stesso avrebbe voluto fosse letto, tra le righe, dai posteri. Sul Democrito possiamo ancora aggiungere essersi trattata, come detto, di una scelta affatto casuale e per il fascino esercitato sull'Enriques dal mondo matematico e per la ferma convinzione che vi si trovi la spiegazione del mondo, oper/ameno uno specchio che la rifletta, e per l'aver individuato nel filosofo di Abdera l'avvento di una scienza bambina (p. 26), fotogramma di quella attuale. E così il Democrito diventa un album dei ricordi, nello stile squisito - sebbene a tratti non di facile lettura, dello storico Enriques. Dall'atomismo democriteo, la scienza, prima peifettamente aderente al piano empirico, il piano dell'E)l1tElpia od esperienza, s'innalza in volo verso quella progressiva astra::jone che gli è propria e che, passando per Galilei, Einstein e via discorrendo, ci ha portati al livello di generalizza::jone attuale. Un livello in cui siamo in grado di prevedere molte più conseguenze, molti più effetti, da una sola causa, una sola legge, ma non tutti. Il volo fantastico di Pindaro, l'astrazione teorica scientifica ed il conseguente suo pratico progresso, non paiono altro che le ali di un Icaro tendente a un sole divino. Melania A. Duca

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Cfr. G. Israel (a c. di), Enriques Federigo, Dizionario Biografico degli Italiani, v. XUI, ottobre 1993, Istituto della Enciclopedia Italiana, pp. 777-83. Si veda anche: O. Pompeo Faracovi e F. Speranza, Federigo Enriques, Filosofia e storia del pensiero scientifico, Belforte, 1998.

«Democrito che '1 mondo a caso pone»? Enriques interprete di Democrito e dell' atomismo antico

(reli uomini si sono plasmato l'idolo del caso come scusa della loro stupidità. Solo di rado il caso lotta con la saggezza: la vista acuta dell'intelligenza din'ge, per la massima parte, gli avvenimenti della vita;) (p. 299).

L'edizione dei testi (frammenti e testimonianze) di Democrito di Abdera (460-370 a. C.) curata dal grande matematico Federigo Enriques (1871-1946) in collaborazione con Manlio MaZZiotti, testimonia della sua indefessa e prolifica attività di ((ricostmttore delle teorie)) scientifiche (p. 27), la quale, valutata da una prospettiva odierna, risulta essere ancora più pregevole e lodevole, se si considera che è stata condotta nel periodo di massimo splendore e fervore del neoidealismo, notoriamente e programmaticamente ostile alle teorie "positivistiche" e "scientiste ': Nella sua accurata edizione, che cerca di accordare le esigenze dell'(dnterpretazione razjonale)) con quelle della ((critica filologica;) (p. 27), Democrito viene presentato come (di punto più alto)) toccato dalla filosofia dei naturalisti greci, in cui è da ravvisare, per la prima volta nella storia della filosofia (e della scienza), quella peculiare è stato supposto dal Diels in base al testo n. 11 del cap. I, ove si parla di un'opera di Democrito dal titolo 1tEpì