L'ambiente storico-culturale delle Scritture Ebraiche 8810402685

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L'ambiente storico-culturale delle Scritture Ebraiche
 8810402685

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Il volume documenta il contesto culturale in cui si inserisce la rivela­ zione biblica; coglie le tracce che la cultura del medioriente antico ha lasciato nella Bibbia, allo scopo di meglio comprendere il contesto da cui la Bibbia è nata. Si tratta di un itinerario concreto, costruito seguendo i testi canonici dell'Antico Testamento. Viene proposto il testo biblico di riferimen­ to, seguìto subito dai brani della letteratura extrabiblica ad esso im­ parentata. L'accostamento permette al testo della Bibbia di uscire dal suo isolamento culturale e al lettore di percepirne la complessità. Non si tratta di proporre un comparativismo fine a se stesso, ma di ri­ flettere sull'assimilazione vitale delle culture da parte di Israele, che è poi un modo per comprendere l'incarnarsi della divina rivelazione. La successione cronologico-tematica è la seguente: i racconti delle origini; le storie patriarcali; le tradizioni dell'esodo e del deserto; Le­ vitico; Numeri; Deuteronomio; eredità cananaica e origini di Israele; Giosuè; Giudici; l'epoca della monarchia; profetismo biblico e profe­ tismo mesopotamico; l'esilio in Babilonia; ritorno dall'esilio; Salmi e preghiere del Vicino Oriente; preghiera di Israele; Sapienza biblica, mesopotamica ed egiziana. Un'appendice sulle letterature mediorientali antiche propone un quadro sintetico di riferimento. «Il mio pluriennale insegnamento dell'AT mi ha convinto dell'ur­ genza di preparare un manuale che permetterà di accostare subito alcune fonti extrabibliche che hanno in qualche modo influenzato i diversi libri dell'ATe hanno condotto Israele "dal rifiuto illusorio all'assimilazione vitale" delle culture ad esso contemporanee». MARIO CIMOSA è professore di scienze bibliche nell'Università Pontificia Sa­ lesiana di Roma. Tra le sue opere ricordiamo: Genesi 1-11. Alle origini del­ l'uomo, Brescia 51995; Isaia, l'evangelista dell'Emmanuele, Roma 21988; Te­ mi di Sapienza Biblica, Roma 1989; La preghiera nella Bibbia Greca, Roma

1992; La letteratura intertestamentaria, Bologna 1992; Con te non temo alcun male (Salmi 1-25), Roma 1995; Nelle tue mani la mia vita (Salmi 26-50), Ro­ ma 1996; Se avessi le ali di una colomba (Salmi 51-75), Roma 1997; Guida al­ lo studio della Bibbia greca (LXX). Storia, lingua, testi, Roma 1995; numero­ si articoli scientifici sulla Bibbia greca (LXX); Dio e l'uomo: la storia di un incontro, Torino, 1998. Ha collaborato alla Traduzione 1nterconfessionale in Lingua Corrente, Torino 1985; al Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Ro­ ma 1988; al Dizionario di Pastorale Giovanile, Torino 21992. Collabora rego­ larmente al Dizionario di Spiritualità Biblico-Patristica, Roma 1992.

ISBN 88-10-40268-5

collana LA BIBBIA NELLA STORIA diretta da Giuseppe Barbaglio La collana si caratterizza per una lettura rigorosamente storica delle Scritture sacre, ebraiche e cristiane. A questo scopo, i libri biblici, oltre che come docu­ menti di fede, saranno presentati come espressione di determinati ambienti stori­ co-culturali, punti di arrivo di un lungo cammino di esperienze significative e di vive tradizioni, testi incessantemente riletti e reinterpretati da ebrei e da cristiani. Si presuppone che la religione biblica sia essenzialmente legata a una storia e che i suoi libri sacri ne siano, per definizione, le testimonianze scritte. Più da vi­ cino, ci sembra fecondo criterio interpretativo la comprensione, criticamente va­ gliata, della Bibbia intesa come frutto della storia di Israele e delle primissime comunità cristiane suscitate dalla fede in Gesù di Nazaret e, insieme, parola sem­ pre di nuovo ascoltata e proclamata dalle generazioni cristiane ed ebraiche dei secoli post-biblici. Il direttore della collana, i collaboratori e la casa editrice si assumono il preci­ so impegno di offrire volumi capaci di abbinare alla serietà scientifica un dettato piano e accessibile a un vasto pubblico. Questi i titoli programmati: l. L'ambiente storico-culturale delle Scritture Ebraiche (M. Cimosa: 2000) 2. Da Mosè a Esdra. I libri storici dell'antico Israele (E. Cortese: 1985) 3. I profeti d'Israele: voce del Dio vivente (G. Savoca: 1 985) 4. l sapienti di Israele 5. I canti di Israele. Preghiera e vita di un popolo (G. Ravasi: 1 986) 6. La letteratura intertestamentaria (M. Cimosa: 1992) 7. L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane. Una documentazione ragionata (R. Penna: 3199 1 ) 8. Le prime comunità cristiane. Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini (V. Fusco: 1 997) 9. La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (G. Barbaglio: 1 999) 10. Evangelo e Vangeli. Quattro evangelisti, quattro vangeli, quattro destinatari (G. Segalla: 1 993) 11. Gesù di Nazaret

(G. Barbaglio)

1 2. La tradizione paolina (R. Fabris: 1995) 1 3. Omelie e catechesi cristiane nel I secolo. Lettera agli Ebrei- Lettera di Gia­ como. Prima lettera di Pietro - Lettera di Giuda - Seconda lettera di Pietro

(G. Marconi: 1994) 14. L'Apocalisse e l'apocalittica del Nuovo Testamento (B . Corsani: 1997)

15. La Bibbia nell'antichità cristiana (a cura di E. Norelli) L Da Gesù a Origene II. Dagli scolari di Origene al V secolo 1 6. La Bibbia nel Medioevo (a cura di G. Cremascoli - C. Leonardi: 1 996) 1 7. La Bibbia nell'epoca moderna e contemporanea (a cura di R. Fabris: 1992) 1 8. La lettura ebraica delle Scritture (a cura di S.J. Sierra: 21996) 1 9. La Bibbia dei pagani. I. Quadro storico (G. Rinaldi: 1998) 20. La Bibbia dei pagani. Il. Testi e Documenti (G. Rinaldi: 1 998)

MARIO CIMOSA

L'AMBIENTE STORICO-CULTURALE DELLE SCRITTURE EBRAICHE

EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA

©

2000

Centro editoriale dehoniano via Nosadella, 6- 40 123 Bologna

ISBN 88-1 0-40268-5 Stampa: Grafiche D�honiane, Bologna 2000

Introduzione generale Nel 1991 è apparso in USA un volume dal titolo Old Testament Parallels che tentava, seguendo l 'ordine canonico dei libri biblici, di

proporre per ogni testo biblico un testo delle culture orientali cor­ rispondente, indicandone il parallelo soprattutto contenutistico. Lo scopo didattico è quello di offrire un concreto contesto culturale e religioso delle Scritture ebraiche a coloro che studiano l 'AT. 1 Le opportune osservazioni del biblista e orientalista italiano G. Prato2 circa il metodo dei due autori di questo volume, «accostare in modo minuzioso e particolareggiato brani biblici e testi orientali, in qual­ che modo relazionabili, il loro presupporre, come sembrafanno cre­ dere al lettore, una correlazione cronologica l inimmaginabile tra i due prodotti letterari]», non si possono che condividere. Ma nono­ stante queste riserve di Prato, ho accolto volentieri questo volume. Mi è parso un tentativo utile di offrire agli studenti o ai lettori della Bibbia un accostamento ai testi delle culture confinanti con Israele. Chi insegna l 'AT sa quale urgenza ci sia oggi di simili strumenti facilmente accessibili: forse non sono ancora sufficienti delle sem­ plici antologie di testi orientali, che pure non mancano. È anche vero che sull 'orizzonte internazionale esistono opere di questo genere. Pubblicazioni di questo tipo diventano sempre più numerose sia sul piano comparativo che antologico. Per esemplifi­ care, vorrei ricordare il volume di un altro americano, J.H. Walton, 3 che offre un 'eccellente panoramica della letteratura extra-biblica divisa per argomenti e con buoni suggerimenti bibliografici. Seguendo le diverse culture e civiltà contemporanee a Israele per quanto riguarda la documentazione assira, abbiamo oggi l 'otti­ mo sussidio di H.-P. Muller, che presenta una raccolta ordinata cro­ nologicamente degli studi compiuti finora sull 'argomento. 4 Mi è parso inoltre particolarmente illuminante un articolo 1 V.H. MAITHEWS D.C. BENJAMIN, Old Testament Paralie/s. Laws and Stories from the Ancient Near East, New York-Mahwah (NJ) 199 1 . 2 Cf. recensione i n Gregorianum 75( 1994), 1 60- 1 6 1 . 3 J.H. WALTON, Ancient lsraelite Literature in lts Cultural Context. A Survey o fParal­ lels between Biblica! and Near Eastem Texts, Grand Rapids (Michigan) 1989. 4 Babylonien und Israel. Historische, religiose und sprachliche Beziehungen, hrsg. -

H.-P. MDLLER, Dannstadt 199 1 .

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recente apparso sulla rivista Concilium di O. Keel, che da anni si occupa di questi temi, specialmente dal punto di vista iconografico. Impressiona infatti l 'attualità del suo metodo.5 In questo articolo a carattere piuttosto divulgativo egli si pone il problema se sia giusto o meno considerare i libri biblici come una porta per entrare nei valori culturali di antiche civiltà e porre la Bibbia accanto alle altre, come una delle tante culture medio-orientali antiche, o meglio nel più ampio orizzonte delle culture del vicino oriente antico. 6 Penso forse sia meglio fare il procedimento inverso: prescin­ dendo da eccessive precisazioni cronologiche, descrivere il contesto culturale in cui si inserisce la rivelazione biblica e quindi cogliere le tracce della comune cultura "Vicino-orientale che, come si sa, si trasmetteva per via orale, con il sussidio di testi orientali e di mate­ riale iconografico, specie egiziano, che Keel con la scuola di Fri­ burgo continua a decifrare e a studiare. L'antico Israele, del resto, se lo si studia nell 'ambito della sto­ ria globale dell 'antico oriente, non è che una realtà molto modesta rispetto alle grandi civiltà che si sono avvicendate in tutta quell 'a­ rea nel corso (almeno) del li e del l millennio a. C. La sfida, che le scoperte del XIX e dell 'inizio del XX secolo hanno significato per una più o meno decisa fede nella rivelazione biblica, ha toccato in maniera drammatica il suo punto culminante nel dibattito sulla questione dei rapporti tra mondo biblico e «babi­ lonese». Esso è stato provocato da una relazione documentata foto­ graficamente che l 'assiriologo F. Delitzsch tenne il 13 gennaio 1902 a Berlino alla presenza dell 'imperatore Guglielmo Il. Tale relazione conteneva, in realtà, ben poco che dagli addetti ai lavori già non fosse risaputo. Ma, proprio grazie alla presenza dell 'imperatore, essa ebbe un 'enorme risonanza e raggiunse così un pubblico assai vasto, ma ancora fortemente legato alla fede di rivelazione, il quale fu colto completamente impreparato dal pesan­ te fardello d'informazioni da parte di Delitzsch. Sentitasi offesa, l 'opinione pubblica accusò Delitzsch di voler negare la rivelazione, lo criticò aspramente e credette così di aver eliminato il problema. 5 Cf. O. KEEL, «"In mezzo alle genti." La Bibbia come porta d'accesso alle culture dell'antico Medioriente», in Concilìum 3 1 ( 1 995)1 , 16-31. Si tratta di un articolo di divul­ gazione; più importanti sono le sue opere riguardanti lo studio delle relazioni tra le figure letterarie dell'AT e le arti figurative dell'antico oriente, in particolare degli amuleti-sigillo. 6 KEEL , «"In mezzo alle genti.">>.

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Tuttavia, alcune personalità più acute, come ad esempio H. Gunkel nella sua opera del 1895 Schopfung und Caos [Creazione e caos], già prima del dibattito sulla questione dei rapporti tra mondo biblico e mondo babilonese, avevano fatto notare che il nodo cen­ trale del problema non consisteva nella domanda se nella Bibbia fossero stati elaborati materiali più antichi, bensì come essi fossero stati usati ed elaborati. Nel 1874, C. W. Goodwin fece vedere come le poesie del Canti­ co dei Cantici avessero paralleli nella più antica poesia d'amore egiziana. Nel 1876 G. Smith mostrò nella SJ-la Narrazione caldea della Genesi i modelli babilonesi dei racconti biblici della creazio­ ne. Nell 'inverno tra il 1901 e il 1 902 alcuni archeologi francesi sco­ prirono la stele con le leggi del re babilonese Hammurabi (XVIII sec. a. C.) che avevano tanta somiglianza con le leggi rivelate a Mosè sul monte Sinai. Nel 1924 A. Erman dimostrò che il testo di Pr 22, 1 7-23, 11 offriva strane affinità con le istruzioni di Amenemo­ pe, un saggio egiziano. Tutti questi fatti registrati hanno permesso al testo biblico di uscire dal suo splendido isolamento culturale e porre tanti proble­ mi agli studiosi e ai cultori dell 'AT.7 La concezione di un umanesimo ebraico inteso come la più antica testimonianza scritta di una cultura umana fu presto messa in discussione, come fa notare O. Keel, dalle attività dei ricercatori e degli archeologi del XIX secolo. Gli sforzi per conoscere e descri­ vere usi e costumi di altri popoli e stirpi hanno permesso di com­ prendere anche le culture del passato. Così, dal 1837 al 1841

7 Cf. KEEL , «"In mezzo alle genti."», 20-23. Oggi abbiamo a disposizione tanti mate­ riali facilmente accessibili, anche in lingua italiana. Certamente ANEI' (Ancient Near Eastem Texts Relating to the Old Testament, ed. J.B. PRITCHARD, Princeton (NJ) 31969) assieme ai molti volumi, in continua pubblicazione, curati da O. KA:ISER, Texte aus der Umwelt des Alten Testaments, Giitersloh 1982ss. restano un riferimento obbligato. Inoltre i volumi di W. BEYERLIN, Religionsgeschichtlìches Textbuch zum Alten Testament, Gottingen 1985 (trad. it.: Testi religiosi per lo studio dell 'Antico Testamento, a cura di E. Jucci, B re­ scia 1992); A. BARUCQ- A. CAQUOT- J.M. DURANO- A. LEMAIRE MASSON, Écrits de l 'Orient ancien et sources bibliques (trad. it.: Scritti dell 'Antico Vìcino Oriente e fonti bibli­ che, a cura di G. BoRGONOVO, Roma 1988); Cahiers Evangile (suppl. 27.34.38.40.46.56) curato in italiano da G. RAVASI, L 'Antico Testamento e le culture del tempo, Roma 1990. Pre­ ziosa inoltre la serie di Littératures anciennes du Proche-Orient (LAPO) di cui darò indica­ zioni più dettagliate nella Bibliografia sommaria. Si tratta di introduzioni o antologie di testi che, pur facendo riferimento alle fonti bibliche, non li ordinano seguendo la linea canonica. In ogni caso in questo volume spesso useremo liberamente i materiali raccolti da questi autori. Tenendo conto delle esigenze del presente volume, talora accorceremo alcuni testi; siamo sicuri che il nostro lettore li troverà integralmente nei succitati volumi.

E.

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apparve l 'opera in sei volumi di

l. G. Wilkinson, Manners and Customs of the Ancient Egyptians [ ... ] Derived from a Comparison

of the [... ] Monuments stili Existing with the Accounts of Ancient Authors [Usi e costumi degli antichi Egizi [ ... ] edotti dal confronto dei [ . . ] monumenti ancora esistenti con i resoconti degli antichi .

stesso fece A.H. Layard per gli Assiri. Solo che i monu­ menti di questi ultimi non erano più accessibili e dovettero, per prima cosa, essere dissepolti. Niniveh and its Remains [Ninive e i suoi resti] fu la famosa relazione di Layard sulle sue imprese archeologiche del 1849 rivolte a tale scopo, che presenta nella seconda parte anche la relazione dal titolo «An Enquiry into the autori]. Lo

Manners and Arts of the Ancient Assyrians» [«Un'indagine sui

Presto fu chiaro che non soltanto quella egizia, ma anche la cultura mesopotamica era notevolmente più antica di quella biblica. 8 E cominciò la paziente e valida opera di comparativismo lettera­ rio seguita poi da quella del comparativismo delle immagini. 9 11 can­ tiere è aperto: può essere di grande utilità guardare quanto ci offrono sigilli, stampe, bassorilievi egiziani e mesopotamici per cogliere somi­ glianze e differenze e per «guardare» meglio nel testo biblico. 10 Il momento culturale che viviamo e che predilige la civiltà delle immagini è propizio a un 'operazione di questo tipo per acco­ starci ali 'ambiente culturale della Bibbia. Per l 'area mesopotami­ ca in Italia abbiamo oggi gli studi di G. Furlani, 1 1 di G.R. Castel­ lino, 12 di L. Cagni, 1 3 di F. Pomponio14 e di altri. Per l 'area egiziacostumi e le forme artistiche degli antichi Assiri»].

Cf. KEEL, «"In mezzo alle genti.">>, 20-21. Ricordo l'opera colossale The Ancient Near East in Pictures Relating to the Old Testament (ANEP), ed. J.B . PR:rrcHARD, Princeton (NJ) 1954, di cui si è pubblicato un sup­ plemento nel 1969, e quelle di H. GRESSMANN, Altorientalische Bilder zum Alten Testament, Tiibingen 21927, e di B. MAzAR, Views of the Biblica/ World, 1958-1961. 1° Cf. O. KEEL - M. SHlNAL - CH. UEHLINGER, Studien zu den Stempelsiegeln aus Paliistina/Israe/, 4 voli., Fribourg-Gottingen 1985, 1989, 1990, 1994. 11 G. F'ulu.ANI, La religione babilonese e assira, Bologna 1928-1929; lo., «Storia della Mesopotamia e dell' Asia Minore>>, in Civiltà dell 'Oriente 1(1956), 93-167; ID., «Letteratu­ re della Mesopotamia e dell'Asia Minore>>, in Civiltà dell'Oriente 2(1957), 59-148; lo., «Religioni della Mesopotamia e dell'Asia Minore», in Civiltà dell'Oriente 3(1958), 53-134. 12 G.R. CASTELLINO, Le civiltà mesopotamiche, Venezia 1962; lo., Sapienza babilo­ nese. Raccolta di testi sapienziali tradotti dagli originali, Torino 1962; ID. , Mitologia sume­ rico-accadica, Torino 1967; Io., , in Storia delle religioni, Torino 1969; ID., «Letterature cuneiformi», in O. Borro , Storia delle letterature d'Oriente, Mila­ no 1969, l, 93-377; Testi sumerici e accadici, Torino 1977. 1 3 L. CAGNT , «La religione accadica>>, in Storia delle religioni; lo., Le profezie di Mari, Brescia 1995. 14 F. PoMPONTO, Formule di maledizione della Mesopotamia prec/assica, Brescia 1990. 8

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na in Italia ricordiamo le opere di S. Donadoni, E. Bresciani, A. Roccati, M. Liverani 1 5 e di altri. H. Gunkel, nel suo Commentario ai Salmi del 1 929, scoprì la stretta relazione esistente tra le immagini regali dei cosiddetti salmi messianici e le rappresentazioni regali egizie, togliendo a questi salmi il loro supposto carattere profetico. Inoltre, l'unico e singola­ re canto della creazione del Salmo 104 dipende parzialmente da alcuni inni egiziani al sole, come mostreremo più avanti. La scoperta dei testi di Ugarit ha dimostrato, per esempio, che il potente canto del Salmo 29 è l 'adattamento di un inno a Baal. 16 Inoltre, un numero sempre maggiore di lettere da Mari sul corso medio dell'Eufrate, luogo natale di Balaam, offre la testimo­ nianza di una vivace attività profetica già molto tempo prima dei profeti biblici.17 Il Deuteronomio, quanto al suo aspetto formale di contratto, ha come modello i trattati di vassallaggio di epoca ittita e neo-assira. A tutto ciò si aggiunge l 'influsso delle arti figurative dell 'anti­ co oriente sull 'universo concettuale israelitico (i cherubini, i sera­ fini, il «Signore degli animali» in Gb 39, il re inteso come il trion­ fatore, ecc. ) e tutto il ricchissimo materiale iconografico a cui ho accennato prima. 18 Ormai, sembra quasi non esserci più un libro o un tema bibli­ co per i quali non sia possibile determinare, con maggiori o minori ragioni, o un parallelo o un modello originario nelle culture del­ l' antico oriente e dell 'antico Egitto. Tenerne conto è lo scopo del volume che ci accingiamo a redigere. Israele ha certamente accolto impulsi e stimoli, qualunque fosse la loro provenienza, passando da un rifiuto illusorio a un ' as15 S. DONADONI, Storia della letteratura egiziana antica, Milano 1957, 8-34; lo., La religione dell 'antico Egitto, Bari 1959; In., Testi religiosi egizi, Torino 1970; E. BRESCIANI, Letteratura e poesia dell'Antico Egitto, Torino 1969, 21990; A. RoccATI, Sapienza egizia, Brescia 1 994; M. LIVERANI, Le lettere di el-Amanw, 1 : Le lettere dei «Piccoli Re», Brescia 1998; 2: Le lettere dei «Grandi Re», Brescia 1 999. Di questo stesso autore cf. il recente inter­ vento su Biblica, >.

Cf. Dt 28,23; Lv 26, 19. D.J. McCARTIIY - G.E. MENDENHAlL R. SMEND, Per u na teologia del Patto nell 'AT, Torino 1 972, 75- 1 1 9. 15 Per Abramo cf. Gen 15, per Davide 2Sarn 7,8- 10. 1 6 Cf. ls 34, 1 1 - 1 7. 17 Tavolette di Nuzi, in HSS IX, 22; V, 60. 13

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Era costume a Nuzi in mancanza di figli adottare un erede. I diritti dell' erede finivano o almeno diminuivano se più tardi appari­ va un vero erede. Forse la relazione di Eliezer con Abramo era pro­ prio di questo tipo. 30. Trattato internazionale fra Katk e Arpad18 GENESI 1 5,9- 1 8 (9) Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione». ( l O) Andò a prendere tutti que­ sti animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all 'altra; non divi­ se però gli uccelli. ( 1 1 ) Gli uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li scacciava. ( 1 2) Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assalì. ( 1 3) Allora il Signore disse ad Abram: «Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in un paese non loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. (14) Ma la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi usciranno con grandi ricchezze. ( 1 5 ) Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. ( 1 6) Alla quarta genera­ zione torneranno qui, perché l' iniquità degli Amorrei non ha ancora rag­ giunto il colmo». ( 1 7) Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli ani­ mali divisi. ( 1 8) In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d' Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».

[Stele l]

(A. l) Il trattato di Bar-Gaja, re di Katk, con Mati-El, figlio di Attar-sumki, re di A[ rpad, e il trat-l (2) -tato tra i figli di Bar-Gaja e i figli di Mati-El, e il trattato dei figli dei figli di Bar-Ga[ja e] della sua [discendenza] (3) con la discendenza dei cittadini di Katk con il trattato dei cittadini di Arpad, e il trattato di Katk con il [trattato di] (4) Arpad, e il trattato di un alle[ato con l 'altro] (5) e con l 'intero Aram e con Misr e con i suoi figli, che verranno al [suo] posto, e [con i re di] (6) tutto l 'Aram superiore e inferiore e con chi sale o se[en]de dalla fortezza del re. [Su di ques]ta stele hanno messo [cioè iscritto] questo trattato; e questo è il trattato 18 L' edizione è stata pubblicata da: S. RONZEVALLE, in MUSJ 1 5 ( 1 930-3 1 ), 237ss (stele l); A. DUPONT-SOMMER - J. STARCKY, in BMB 1 3 ( 1 956), 23ss, tavv. I-VI (stele ill) . Cf. BEYERLIN, Testi religiosi, 327-337. Ho riportato qualche brano capace di illuminare i testi biblici.

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che Bar-Ga[ja] ha concluso di fronte [ad Assur] (8) e Mullish davanti a Marduk e Sarpanitu e davanti a Nabu e Ta[shmetu e davanti a Erra e Nus-]g-kul [. . . ] e davanti a tutti gli dèi della step­ pa e [ ... ] davanti alla semplice divinità e davanti a El ed Eljanl19 e davanti al ciel[o e alla terra20 davanti al profondo] mare e alle fonti e davanti al giorno e notte. Tutti [questi] d[èi] sono testimoni! Oh, dèi tutti, aprite i vostri occhi per vedere se [Mati-El, re di Arpad, osserva] il trattato di Bar-Gaja [ . . (21) .. e (possa avvenire che), se sette montoni coprirannol una pecora, essa non si ingraviderà, e se sette [balie da l]atte unge[ranno il loro seno ( ?) e] (22) allat­ teranno un .bimbo, 21 non sarà mai sazio; e se sette giumente allat­ teranno un cavallo appena nato, [... ] E se sarà spergiuro Mati-[El contro] (25) suo figlio e contro la sua discendenza, il suo regno possa essere come un regno di sabbia, come il regno di un sogno, e Assur lo domini; [allora Ha-] (26) -dad [riverserà] ogni male sulla terra e ogni disgrazia nel cielo!22 E riverserà su Arpad [pie­ tre come gra-] (2 7) -ndinef23 E per sette anni le cavallette divore­ ranno (tutto)! E per sette anni il verme divorerà! E il (28) ragno per sette [anni inva]derà la superficie del paese! Nessuna pianta spunterà tanto che non si vedrà nulla di verde, tanto che non [si vedrà] più erba! (29) In Arpad non si ascolterà più la cetra, fra la sua popolazione ci sarà solo il sospiro dei malati, il risuo[nare di gr]ida (30) e lamentosi richiami! Possano gli dèi far giungere ad Arpad ogni animale vorace, e i suoi abitanti saranno [divorati dalle fau]ci (31) del serpente, dalle pinze dello scorpione, dalle mascelle dell 'orsa, 24 dalle fauci della pantera (femmina), dalle pulci, le tarme e le ve[spe]. Un distruttore [spez-1 (32) -zerà le loro case! A deserto [sarà] ridot­ ta la sua verde (terra)! Arpad diverrà un mucchio di rovine, [rico­ vero di cervi], (33) di gazzelle, di volpi, di lepri, di gatti selvatici, di gufi e [di civette], e di gazzef25 E non sarà più nominata [quella] città... .

.

1 9 s i possono confrontare con E l Eljon dell' AT («il dio eccelso>>). Cf. Gen 14, 1 8-20; Nm 24, 16; Sal 57,3; 77, 10; 78,35; 107, 1 1 . 2° Cf. Dt 3 1 ,28; 32, 1 ; Is 1 ,2; Sal 50,4. 21 Per il motivo in sé cf. anche Os 9, 14; Lam 4,3-4; Gen 9,25 . 22 Cf. Dt 28,23-24. 23 Cf. Is 30,30; Ez 1 3, 1 1 . 1 3 ; 38,22. 24 Cf. Lam 3, 10; Pr 28, 1 5 ; 2Sam 1 7,8; Os 13 ,8; Pr 1 7 , 1 2. Cf. anche per questa sezio­ ne Lv 26,22 ed Ez 14, 15. 25 Cf. ad esempio Sof 2, 1 3-14 o Is 1 3 ,2 1 -22; 34, 10- 1 2 .

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(B. l) [Il trattato di Bar-Gaja, del re di Katk, con Mati-El, il figlio di Atta]-r-sumki, re di [Ar]pad, e il trattato dei figli di Bar-Gaja con i figli di Mati-El, e il trattato dei [(2) figli dei figli di Bar-]Gaja con la discendenza di Mati-El, e con la discendenza di ogni re che (3) [in Arpad verràl al suo posto, e con i figli di Gush e con la casa di Silul e con [l 'intero] Ar- (4) [-am e il trat]tato di Katk con il tratta­ to di Arpad, e il trattato dei cittadini di Katk con il trat- (5) [-tato dei cittadini di A]rpad, e con il suo popolo e il trattato degli dèi di Katk con il trattato degli [(6) dèi di Arpad] questo è il trattato degli dèi, che gli dèi hanno fissato! [. . . ] [Custodiranno tutti gli dèi la ca]sa di Gush il suo e il popolo con i loro luoghi di culto!26 Que[stol trattato (l 2) osserverà Arpad, nell 'eventualità che la sua [c]asa resti senza di[scen]denti, o sia smar[rita] in angustie o in questioni. [Stele Il]

(A) [. . . e se sette giumente allatteranno un cavallo appena nato, non sa rà mai sazio; e se sette vacche allatteranno un vitello, non sarà] mai sazio; e se sette (2) [pecore allatteranno un agnello, non sarà mai sazio; e se sette capre allatte]ranno un capretto, non sarà mai sa- (3) [-zio; e se sette ragazze andranno intorno durante la care­ stia, nessuno le desidererà! E se sarà sper]giuro contro Bar-Gaja e contro (4) [suo figlio e contro la sua discendenza, il suo regno possa essere come un regno di sabbia, e il suo nome sarà dimenti]cato, e [la sua t]omba sarà (5) [. . . e per set]te anni le sterpa- (6) [-glie soppianteranno il frumento... ; e per set]te anni [. . . (7) . ] fra tutti i magnati di [ . (8) . ] e la sua terra. . .

..

. .

(B. l) [. .. sono] (2) il trattato e l 'amicizia, cui gli dèi si sono impegnati in [Katk e Arpad. E se Mati-El non obbedisce] e se i suoi figli non obbediscono, (3) se i suoi magnati non obbediscono e se il suo popo­ lo non obbedisce e se non ob[bediscono tutti i re di Arpad, insorgano gli dèi dello sgom-] (4) -ento, poiché devono testimoniarlo. Se tu però obbedisci, allora [ci sarà] la pace della [tua] b[ara ... E] (5) se tu parli con la tua bocca e pensi nel [tuo] cuore: «{lo sono un uomo del patto e voglio servire Bar-Gaja] (6) e suo figlio e la sua

26 Lo stesso nell' AT, per esempio Gdc 6,25 ; Es 34, 1 3 ; Dt 7,5 ; 1 2,3; 16,2 1 ; 2Re 18,4; 23 , 1 4- 1 5 ; 2Cr 14,2; 3 1 , 1 ; Mi 5 , 1 3 ; IRe 14, 1 5 .23; 1 5 , 1 3 ; 16,33 ; 2Re 1 3,6; 14,23 ; 17, 10. 16; 2 1 ,3.7; 23,6-7; 2Cr 1 5 , 16; 1 9,3; 24, 18; 33,3-5.7- 19.

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discendenza», allora [non] potrò sollevare la ma[no contro di te, né mio figlio contro tuo figlio, né il mio seguito contro il tuo seguito], (7) né colpirli, né annientare il loro nome. E se [dalla gola di mio figlio uscissero le parole: «Io voglio subentrare al posto] (8) di mio padre ed egli deve andarsene (? ), poiché è invecchiato», e mio figlio vuol [avere la mia testa, per uccidermi, e tu dici con la tua bocca: «Chel (9) lo uccida, se vuoi uccide rio», allora sarete spergiuri verso tutti gli dè[i del trattato, che è in questa iscrizione. E gli dèi ( 10) ti abbat]teranno, e la casa di Gush e la casa di Silul, e [. (11) . l del mio [assas]sino e al cadavere di tuo figlio e al cadavere [. . (12) ... ] mio. ..

. .

.

(C. l) . [... e colui che] dia (2) il comando di allontanare [ques]ta iscrizione dalle case (3) degli dèi, 27 dove devono continuare a esser cu[st]odite, e (4) [d]ice: «lo voglio annientare le iscrizi[on]i, e voglio annientare dalle fondame[n- l (5) -ta Katk e il suo re!» (6) anche se avesse paura di togliere (egli stesso) le iscrizi[oni] (7) dalle case degli dèi, e dicesse a (8) uno, che non capisce: «lo ti prendo in servizio» e gli (9) comandasse: «Allontana queste [iscri]zioni dalle ( 10) case degl[i dèi]!» - egli mo[rirà] nel più ter­ ribile dei tormenti [lui] (11) e suo figlio! (12) [... , non (13) toglie­ ranno via] tutti gli dè[i del trat]tato, che è in questa iscrizione, (14) Mati-El e suo figlio e il figlio di suo figlio (15) e la sua discenden­ za e tutti i re di Arpad e tutti i suoi magnati ( 16) e il suo popolo dalle loro case e dai ( 1 7) giorni della loro vita! -

[Stele III] [. . . e chi viene sempre da tel (l) o da tuo figlio o dalla tua discen­

denza o dai re di Arpad e par[l]a [co]ntro di me o contro mio figlio o contro il figlio di mio figlio o contro la mia discendenza, e così chiunque (2) gonfi di fiato le narici del suo naso28 e pronunci mal­ dicenze nei miei riguardi, [da lui non dovrai] accogliere nessuna delle parole che ti porgono le sue mani. Tu dovrai invece conse­ gnarlo nelle mie mani, e tuo (3) figlio dovrà consegnarlo a mio figlio, e la tua discendenza dovrà consegnarlo alla mia discenden­ .za, e la discendenza [di tutti i re] di Arpad lo consegnerà a me. Quanto è buono per il mio occhio, lo farò per loro. (4) Altrimenti 27 Cf. Gs 24,25-27; Gdc 9,6.

28

Per questo linguaggio cf. anche Is 64, l ; Pr 1 ,23; Sir 1 6,25.

1 07

sarete spergiuri difronte a tutti gli dèi del trattato, che è in [questa] iscrizione. E se mi sfugge un profugo, uno dei miei alti funzionari, o uno dei miei fratelli o uno dei (5) miei eunuchi o un qualunque cit­ tadino, che sia mio suddito, e si rechi ad Aleppo, (allora) nonforni­ rai loro il pane e non diranno loro: «Resta in pace nel nostro paese!» e non ecciterai la loro (6) gola contro di me. [. . . ] E quando gli dèi avranno abbattuto la casa [di mio padre], lappa]rterrà a un altro. Ora però gli dèi hanno restaurato il prestigio29 (25) della ca[sa di mio padre], e la [casa] di mio padre [ha vinto], e Talajim è ritorna­ ta per sempre in potere di [Bar-Gaj]a e di suo figlio e delfiglio di suo figlio e della sua discendenza. E (26) [se un re contesta il diritto di mio figlio e il diritto del figliol di mio l.fi]glio e il diritto della mia discendenza su Talajim e sui suoi villaggi e sui suoi cittadini, colui che sempre solleva (27) [... dovranno i r]e di Arpad [... ; ma se tu] lo [. .. ], sarai considerato spergiuro nei confronti di questo trattato. E se (28) [... ] ed essi regaleranno a qualche re, che (29) [. . . tutto ciò che è] bello e tutto ciò che è bu[ono... ]. Sono frammenti di tre stele di basalto, ritrovate a partire dal 1 930 a Sfir (22 km a sud-est di Aleppo). La I e II stele hanno la forma di una piramide tronca, e sono entrambe alte circa m l ,30; tre lati portano iscrizioni (A, B, C). La III stele era un blocco, alto circa m 0,82 e largo m 1 ,25 . Esse presentano un trattato internazionale della metà del secolo VIII a.C. (prima della conquista di Arpad da parte di Tiglatpileser III) tra il re Bar-Gaja di Katk e Mati-El di Arpad (circa 30 km a nord di Aleppo). La III stele fu forse compo­ sta antecedentemente alla I e alla Il, poiché qui il re di Arpad sem­ bra aver raggiunto una posizione di forza e di indipendenza ancora maggiore. Non è escluso che la III stele sia precedente al 754 a.C. , quando Muti-El fu costretto ad accettare u n trattato internazionale, impostogli dal re assiro Assurnirari V. Le stele I e II sono invece posteriori al 754 a.C. Nel loro caso, anche se non si trattasse di un patto che regolava le condizioni di vassallaggio di Mati-El di fronte a Bar-Gaj a, sarebbe pur sempre un trattato fra contraenti di dise­ guale forza; il re di Arpad, più debole, concedeva al più forte re di Katk maggiori diritti, per assumere egli stesso più gravosi impegni. Sullo sfondo sta certamente l' impegno a partecipare a una coalizio-

29

108

Cf. Ger 32,44; 33,7. 1 1 ; 49,6; Ez 39,25; Sal l4,7; 1 26, 1 .

ne anti-assira per proteggere politicamente e militarmente il regno di Arpad dalla minaccia dell' impero neo-assiro. Le iscrizioni di Sfire costituiscono finora l' unico esempio di trattato internazionale redatto in una lingua del gruppo semitico nord-occidentale. Sono perciò rilevanti per la focalizzazione della tematica biblica dell' «alleanza» e dei «formulari di alleanza» . In particolare invita al confronto il modo in cui sono formulate le minacce di sanzione in caso di inadempienza del trattato: cf. stele I A,2 1 ss e stele II A, 1 ss con Lv 26,26; Dt 28,38-40; Os 4, 10; 9, 1 2. 1 6; Am 5, 1 1 ; Mie 6, 1 4s; Sof 1 , 1 3 ; Ag 1 ,6 ecc. 31. Una seconda moglie in caso di sterilità30

GENESI 1 6,2 Sarai disse ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; uni­ sciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli». Abram ascoltò la voce di Sarai.

L' episodio di Sara che offre ad Abramo la schiava Agar perché abbia un figlio da lei e continui così la sua discendenza troverebbe riscontro nei contratti matrimoniali di Nuzi, che nel caso di sterilità della moglie permettevano al marito di prendere un' altra donna per avere figli da lei. L' iniziativa di cercarsi una «sostituta» era presa dalla moglie stessa. Il bambino che nasceva era considerato l' erede a tutti gli effetti. Il confronto anche se non è accettato da tutti gli stu­ diosi mostra almeno che il modo di comportarsi di Sara e Abramo non è poi tanto strano nel vicino oriente antico.

32. Iscrizioni votive puniche3 1 GENESI 22 ( l ) Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo !». Rispose : «Eccomi !». (2) Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo

Tavolette di Nuzi, in HSS V,67 , 1 9-21 (E. CinERA, 1 929). Le prime due iscrizioni furono pubblicate da J.-G. Février e sono fra le più antiche iscrizioni puniche finora conosciute (intorno al 600 a.C.). La terza iscrizione fu pubblicata da R. Dussaud. Le altre iscrizioni furono pubblicate da A. BERTHIER - R. CHARLIER, Le sanc­ tuaire punique d 'El-Hofra à Constantine, 1 955: nn. 28, 35, 47, 55 ; tavv. IlA, IVA, VA, VIIA (nn. 106- 109). Risalgono al III-II sec. a.C. Cf. BEYERLIN, Testi religiosi, 30 1 -303. 30

31

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unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olo­ causto su di un monte che io ti indicherò». (3) Abramo si alzò di buon mat­ tino, sellò l' asino, prese con sé due servi e il figlio !sacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indi­ cato. (4) Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. (5) Allora Abramo disse ai suoi servi : «Fermatevi qui con l' asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voh}. (6) Abramo prese la legna dell ' olocausto e la caricò sul figlio !sacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. (7) !sac­ co si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio ! » . Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov' è l' agnello per l' olocausto?». (8) Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l' agnello per l' olocausto, figlio mio ! }} . Proseguirono tutt'e due insieme; (9) così arriva­ rono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costrul l' altare, col­ locò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull' altare, sopra la legna. ( 1 0) Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. ( 1 1 ) Ma l' angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo !». Rispose: «Eccomi !». ( 1 2) L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male ! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». ( 1 3 ) Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l' ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. ( 1 4) Abra­ mo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede>>. ( 1 5) Poi l' angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta ( 1 6) e disse: «Giuro per me stesso, ora­ colo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, ( 1 7) io ti benedirò con ogni benedizione e ren­ derò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. ( 1 8) Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». ( 1 9) Poi Abra­ mo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

(l) Stele di offerta votiva dei donatori, che eresse Bodisi, figlio di Melqart-gad, al signore Baal-Hammon. (2) Stele di offerta votiva del donatore, che diede Magon, figlio di Hanno, a Baal-Hammon. (3) Alla signora, Tinnit che sta di fronte a Baal, e al signore, Baal­ Hammon. Che promise in voto Kenemi, servitore di Eshmun-amos figlio di Baal-jaton, suo benefattore, possano benedirlo. E chiunque allonta­ ni questa pietra senza la mia approvazione, o senza l 'approvazione di un uomo che (agisca) in nome mio, a quest 'uomo Tinnit che sta di fronte a Baal tolga il respiro. (4) Al signore, a Baal-Hammon. Offerta votiva di un uomo in piena 1 10

indipendenza, che promise in voto Apishshihar, poiché lui ascoltò la sua voce, beneditelo. (5) Al signore, a Baal-Hammon, voto, a cui si impegnò Adoni-Baal, figlio di Abd-Eshmun. Offerta votiva di un uomo in piena indipen­ denza. Ascolti lui la sua voce, benedicilo! (6) Al signore, a Baal-Hammon. Voto, a cui si impegnò Shapotfiglio di Apollonios, che la offerse in piena indipendenza. Possa tu ascol­ tare la sua voce, benedicilo! (7) Al signore, a Baal-Hammon. Offerta votiva di chi l 'aveva pro­ messa. Un voto, cui si impegnò Akborat, figlia di [. . . ]. Nell' interpretazione di diversi testi veterotestamentarP2 s1 e pensato che esistesse anche in Israele un dio Moloch, al quale veni­ vano offerti bambini . 33 Invece questa radice mlk non deve esser compresa diversamente dal contemporaneo termine punico mlk, il cui uso a Cartagine doveva corrispondere a quello della Fenicia. Anche il dio Baal-Hammon «signore del braciere» (?) o «dell' alta­ re del fuoco» (?), a cui veniva dedicata l' offerta molk in Africa, aveva la sua origine in Fenicia. Sembra che anche in Israele si cono­ scesse un' offerta molk per Baal . Fra le parecchie migliaia di iscrizioni votive su stele del regno punico di Cartagine, ho riportato alcune testimonianze dell' offerta molk. Le prime due iscrizioni furono trovate nel 1945 e nel 1950 sul cosiddetto tophet Salambo, un terreno ricoperto di stele e urne con resti di offerte, per lo più di bambini. Quattro iscrizioni, più tardive, sono state trovate a Ngaus (l' an­ tica Nicivibus) in Algeria. Si trattava di un' offerta notturna certa­ mente dedicata a una divinità ctonia. La stele con l ' iscrizione dove­ va servire alla divinità come promemoria dell' offerta ricevuta. Le espressioni usate indicavano l' offerta votiva come esclusivo dono di chi l' aveva promessa in voto e dedicata e voleva onorare generosa­ mente e rappacificare dio a proprie spese. Il molk era spesso un' of­ ferta di bambini, ma ciò può essere dedotto solo dai reperti archeo­ logici e dalle notizie dell' AT, non esplicitamente dalle iscrizioni.

32 Lv 18,2 1 , 20,2-5; 2Re 23,10; lSarn 30,33; Ger 32,35. 33 Cf. Gen 22; Gdc 1 1 ,30-40; 2Re 3,27; 1 6,3; 2 1 ; 2Cr 28,3 ; 33,6; Ger 7,3 l ss; 19,4ss; Ez 16,20s.

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33. Testi ugaritici sulla morte

GENESI 25,8. 17 (8) Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati. [ . . . ] ( 1 7) La durata della vita di Ismaele fu di cen­ totrentasette anni; poi morì e si riunì ai suoi antenati. «Anche nella Bibbia "morire" è espresso, come a U garit, con il verbo mwt e nei confronti di chi moriva viene usata l ' espressione "si riunì al suo clan l ai suoi antenati", caratteristica della redazione sacerdotaleY La frase, anche se non sembra direttamente riferibile alla pratica della sepoltura, indica comunque la riunione dei defunti appartenenti alla stessa famiglia - qualora non si tratti del concetto di famiglia allargata - nella tomba, che potrebbe essere definita in questo caso ancestrale (cf. l' espressione bet 'Elo-him, letteralmente "casa dei divinizzati", di Gen 28, 17 - 1 8), quella stessa tomba cioè che spesso è testimonianza anche del possesso della terra raggiunto da un determinato clan35 e che la Bibbia indica come uno dei luoghi preferenziali per la sepoltura dei Giudici (Gdc 8,32: Gedeone; 1 6,3 1 : Sansone). Alla base dell' espressione biblica si trova lo stesso concetto di riunione indicato dalla frase rituale ugaritica riferita ai defunti : "Siete invocati, o assemblea di Ditanu !" (CAT 1 . 1 6 1 : 3) o di quello presente nell' incombenza degli atti di culto che il figlio ideale com­ pie per l' insieme dei defunti della sua famiglia nel poema ugaritico di Aqhatu : "Uno che eriga la stele degli antenati sacralizzati, l nel santuario l' emblema della sua famiglia" (CAT 1 . 1 7.1: 27-28). Sia il rituale ugaritico che la frase biblica, di cui la variante fre­ quentissima nel libro dei Re è "addormentarsi insieme ai propri padri",36 confermano non solo un' attiva partecipazione degli eredi negli atti del culto, ma anche una mancanza di ostilità o di proibi­ zioni da parte di normative scaturite da una religione monoteista: l' uso che viene fatto in contesti funerari del termine elohim, usual­ mente riservato - almeno in Israele - alla divinità e adattato invece allo spettro di Saul in 1 S am 28, 1 3 o agli spiriti degli antenati in Is 8 , 1 9 .2 1 , conferma non solo la credenza nelle prerogative pretema-

34 Cf. oltre questo testo anche Gen 35,29.49; 29.33; Nm 20,24. 6; 27, 1 3 ; 3 1 ,2; 32,50; Gdc 2, 1 0. 35 Cf. Gdc 2,9; Gs 24,30; ISam 10,2. 36 Ad esempio Dt 3 1 16; I Re 1 ,2 1 ; 2, 10. ,

1 12

Dt

turali dei defunti, talora utilizzate tramite la necromanzia, come appunto rivela il caso della necromante di En-Dor, ma anche la tra­ sparente presenza di un attivo culto dei morti, ben radicato nella religiosità popolare. Al determinarsi di questo stato di cose contri­ buì in modo significativo il fatto che la nascita e lo sviluppo del monoteismo in Israele ebbe luogo nel corso di un lungo arco di tempo ali' interno di un contesto religioso - quello della religione di Israele - che includeva sia genti già monoteiste (e quindi jahwiste}, sia genti politeiste anche se con JHWH riconosciuto come divinità principale» . 37

34. Passaggio della primogenitura38 GENESI 25,33 Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.

Nel testo della tavoletta di Nuzi si tratta di un certo Tupkitilla che scambia un boschetto ereditato con tre pecore. Le pecore sono messe in commercio da . suo fratello Kurpazah. Viene visto come simile alla storia di Esaù che cede a Giacobbe la sua primogenitura in cambio di un po ' di cibo. Ma qualcuno vi vede una somiglianza molto lontana.

35. Formula introduttiva con le parole prima di morire39 GENESI 27,2 Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte».

Sono le parole testamentarie di un uomo prima di morire intro­ dotte da «sono vecchio e non conosco il giorno della mia morte» che sono le stesse a Nuzi e nella Genesi.

37 BALDACCI, /l Libro dei morti, 150- 1 52. 38 Documenti di Nuzi: E. C HIERA, Joint Expedition with the Iraq Mus e um at Nuzi, 6 voli. (JEN: l-III, Philade1phia 1 927- 193 1 ; IV-V, Philadelphia 1 934; VI, New Haven

1939), 204.

39 Tavolette di Nuzi: BASOR XVI.

1 13

36. Formulario epistolare dell'era Ramesside

GENESI 28, 1 5.20 ( 1 5) «Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t'ho detto» [ ] (20) Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi» . . . .

Le lettere egiziane intorno al lOOO a.C. iniziano con u n formula­ rio religioso abbastanza costante. N(! presento qui due conservate rispettivamente nel papiro Leiden I 369 e nel papiro del British Museum 1 0.4 1 7.40

A

A a B. (3) lo dico a Harsaphes, il signore di Eliopoli, a Thot, il signore di Ennopoli e a ogni dio, a ogni dea, (4) ai quali io sono passato, che possano darvi vita, forza e salute, lunga vita e una magnifica vecchiaia; e che vi possano ottenere favore (5) dagli dèi e dagli uomini. Come state ? Come sta la vostra gente ? Io sono ancor vivo, (6) l 'indomani è nelle mani di dio. Sono qui che sospiro desiderando vedervi ogni giorno e sentire delle vostre condizioni. Che (7) cosa può esser capitato ? Io vi ho mandato parecchie lette­ re, senza che voi me ne abbiate fatta avere una. Che cosa (8) vi ho fatto ? Come se io mi fossi comportato un milione di volte ingiusta­ mente, e non avessi mai fatto qualcosa di buono neanche una volta, così da venir dimenticato. Io sono buono (9) con voi, non sono cat­ tivo. Pregate Amun del Trono dei due paesi e Meresger, egli possa riportanni indietro vivo da Yar di Na-mechai... B [. . ] Io (3) dico: Amun, il re degli dèi, possa concederti il favore del generale, il tuo signore. Vo. (l) Amun possa portarti indietro .

sano e salvo, e io ti possa finalmente abbracciare, Vo. (2) quando tutti i pericoli siano passati e Amun dal trono dei due paesi ti abbia salvato. Tu sei il suo salvatore...

40

1 8 .46s.

1 14

Una traduzione i n

E.F.

WENTE, ,

in

SAOC 33( 1 967),

La prima lettera è diretta da un padre, che dimora lontano, agli amati familiari e collaboratori, a casa, a Tebe. La seconda è una delle lettere a lui diretta dai suoi. In A le affermazioni dell'introduzione della lettera interessano in relazione alle preghiere che gli israeliti usavano rivolgere in favore gli uni degli altri, individualmente (Sal 3 5 , 1 3s), del re (Sal 20,2-6; 6 1 ,7-8; 72 ecc.), di Gerusalemme (Sal 1 22,6-9), del popo­ lo di Dio (Sal 28,9), ma anche di gente estranea alla fede jahwista (Ger 29,7). In B si deve confrontare per l' idea del re degli dèi Sal 5,3 e, per il rapporto fra questi e i singoli uomini, anche Sal 5 , 3 . Inoltre si veda Gen 28, 1 5 .20. 37. Keret41

(35) Ma nel suo sogno (36) apparve El, nella sua visione il Padre degli uomini, che s i accostò a Keret chiedendogli: «Che ha da piangere Keret, (40) da versar lacrime Naaman [lett. il favorito] [il servitore di El (?)]

Forse egli desidera la regalità del Toro, suo padre

forse un potere (43) pari a quello del Padre degli uomini?» Keret esprime il suo desiderio di una numerosa discendenza, El gli fa conoscere i suoi ordini (XELLA, Gli antenati di Dio, 1 60). (62) «Ora lavati e indossa gli addobbi rituali ( ?),

lava le tue mani .fino all 'avambraccio, [le tue] dita fino alla spalla; (65) entra [nell 'ombra della tenda] prendi un agnello [nella tua mano], un agnello sacrificate nella destra,

Non si conosce la data di composizione. Le copie rimanenti sarebbero del periodo di tre tavolette (CTA, 14- 1 6) di sei colonne trovate a Ugarit nel 1930- 193 1 e ora conservate nel Museo Nazionale di Aleppo. L'edizione è di J. GRAY, The Krt Text in the Literature of Ras Shamra, London 21964; e di M.D. COOGAN, Stories from Ancient Canaan, Philadelphia 1978, 52-74; ANET, 142- 149. La traduzione italiana è di XELLA, Gli antenati di Dio, 1 59. 41

di regno di Niqmadu m, 1360 a . C . circa. Il testo consta

1 15

un capretto [con entrambe le mani], tutto il tuo [pane] del migliore; (70) prendi [le viscere] di un uccello sacrificale; versa del vino [in una coppa] d'argento, del miele in una coppa [d'oro]. Sali quindi sulla sommità della torre, monta sul parapetto (75) delle mura: solleva le tue mani al cielo, sacrifica al Toro, El, tuo padre! Fa ' discendere Baal col tuo sacrificio, il figlio di Dagan (79) con la tua offerta alimentare. Quindi discenda (80) Keret dalla terrazza [ . ]». .

.

Seguono le indicazioni per la preparazione di una grande spe­ dizione militare, per conquistare una fidanzata per Keret. Si noti che il successore al trono non agisce su indicazione divina. I suoi piani sono autonomi : «E gli suggerì il suo cuore . . ». In particolare rivolge al padre il rimprovero che, durante la sua malattia, i suoi compiti di re verso la società non sono stati eseguiti, perciò egli non è più in grado di rivestire quell' ufficio.42 .

(45) «Non hai giudicato la causa della vedova, non hai reso giustizia ali 'oppresso, né hai cacciato chi depreda il povero! In tua presenza non hai sfamato l 'orfano, dimenticata alle tue (50) spalle è la vedova! Come una sorella ti è il letto del dolore, tua compagna è il letto della malattia! Abdica dalla regalità, (53) che io possa regnare [. . . ]». Le tre tavolette raccontano le tre crisi vissute durante il regno di Keret, la mancanza di un erede, la malattia, e la sfida del figlio.

42

1 16

XELLA, Gli antenati di Dio, 179.

38. Primo amuleto da Arslan Tash43

GENESI 3 5 , 4 Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dei stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi; Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem. (l) Scongiuro per il giusto attimo. Patto di (2) Sasm, figlio di Pidri.

(3) Parla così e (4) alla strangolatrice (5) dì: «Nella casa in cui io vengo, (6) voi non verrete, (7) e nell 'atrio in cui entro, (8) non entre­ rete! (Sasm) ha concluso (9) un patto con noi (lO) per sempre. Ha pre­ parato un documento (11) per noi, (lui) e tutti i figli degli dèi (12) e il superiore del consesso di tutti i santi, (un documento) ( 13) con il patto .del cielo e della terra, ( 14) degli eterni testimoni, con il patto di Baal, (15) [il signore dell'in]tera terra, con [il suo (di Sasm)] patt[o]». [Sui lati e sopra]

(l) [Scon]giuro di Havron, che (alla strangolatrice) ha legato la bocca a lui, (2) e alle sue sette concubine e alle ot- (3) -to mogli del santo Baal. [Sulla sfinge alata]

(l) A colei che vola: «Lungo l 'oscura camera (2) sono andati gli esseri notturni, a passo a passo!». [Sulla leonessa con coda di scorpione]

«Dalla casa se ne sono andate».

[Sulla figura maschile e a fianco] (l) Ha raggiunto la (2) mia porta, (3) e ha il- (4) -luminato (5) i bat­

tenti, s 'è levato il sole! (6) Esse fra gemiti (7) se ne andarono per sempre (8) se ne volarono via.

La tavoletta, come amuleto, doveva proteggere la casa dai demoni della notte. Potrebbe essere datata al VII secolo a.C. Gli scongiuri sono diretti contro i due demoni femminili raffigurati. «Due dee strangolatrici» ricordate anche a Ugarit (CTA, n. 34 , r. 1 8). 43 Tavoletta in pietra calcarea con scongiuri, composta in un dialetto aramaico-feni­

cio, trovata ad Arslan Tash, l' antica Hadattu (fra Karkemish e Harran) nel 1933. Edizione princ ipale: R. Du MEsNIL Du BUISSON, Mélanges syriens, 1939, l, 42 1 ss; F.M. CROSS - R.J. SALEY, in BASOR 197( 1970), 42ss; A. CAQUOT, Fs. Gaster, Paris 1973, 45 ss.

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Questo documento è interessante in relazione all' AT, dove amuleti e scongiuri hanno pure la loro parte.44 39. Secondo amuleto da Arslan Tash45

(A. l) Scongiuro per l 'innaffiatore. «Baal (2) ha attaccato il suo carro, e una fonte straboccante (3) è lui. Il Cipriota ha (4) sparso il suo fuoco sul campo, e l 'onda della fonte (5) sul campo. Dov 'è il Cip- (6) -riota ? Egli è atteso!».

(B. l) lo ho sprangato con spranghe (2) il tuo occhio! (3) Lui ha preso la fuga, colui che getta il malocchio (4) sul corpo della madre, sul capo di colui che comprende completamente (5) la sapienza, sul campo del sognatore, poiché (6) io ho accecato comp letamente l 'occhio, il suo occhio! (7) Il mio [i miei] scongiuro [-i] è [sono] come nel rotolo. Questa tavoletta in pietra calcarea con due scongiuri in fenicio fu comprata come la precedente nel 1 933 ad Arslan Tash. Un lato della tavoletta mostra un essere dall' aspetto umano, con grandi occhi e piedi di scorpione. Il mostro, che stringe un uomo, proba­ bilmente intende così rappresentare la qualità del malocchio . Si tratta ancora di un amuleto il cui scongiuro doveva difendere la casa dal malocchio. Neli' altro lato vi è il testo di uno scongiuro per la pioggia. Chi utilizzava lo scongiuro doveva innaffiare il campo, recitando contemporaneamente una formula di magia simpatetica. Questo documento è significativo in relazione a quei passi biblici che presuppongono la presenza di amuleti e scongiuri.46 Illu­ stra inoltre quel timore del malocchio che si intravede sullo sfondo anche nell' AT. Anche l Sam 7,6. 1 0b presenta un rito di innaffia­ mento per provocare la pioggia e potrebbe esser preso in considera­ zione come un parallelo. In ogni caso è interessante il contrasto con 44 Cf. Zac 14,20; Ct 4,9 e le prese di posizione in Gen 35,4; Es 32,3; Gdc 8,21 .26; Is 3 , 1 8 .20. Per lo scongiuro cf. ls 19,3; 47,9. 1 2; Ger 8,17; Dn 1 ,20; 2,2 e la proibizione di Dt 1 8, 1 1 (cf. 2Re 23,24). 45 Edizione principale: A. CAQUOT R. Du MESNIL Du BwssoN, in Syr. 48( 1 97 1 ), 391ss. Cf. gli studi di TH.H. GASTER, in BASOR 209( 1973), 1 8ss; M. LIVERANI, in RSF 2(1974), 35ss; E. LIPINSKI, in RSF 2( 1 974), 50ss. 46 Cf. per gli uni Gen 35,4; Es 32,3; Gdc 8,2 1 .2{); 1 5.3- 1 8.20; Zc 14,20; Ct 4,9, per gli altri Dt 1 8, 1 1 ; 2Re 23,24; Is 1 9,3; 47,9. 1 2; Ger 8, 1 7 ; Dn 1 ,20; 2,2. -

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la convinzione biblica secondo la quale JHWH dà la benedizione

della pioggia solo in caso di adempimento dei suoi comandamenti.47 40. Iscrizione di Karatepe48

Molte di queste iscrizioni ricordano la storia di Giuseppe: Gen 37-50 (cf. Gen 1 - 1 1 ). 41. L'adozione di un erede49 GENESI 29, 14 Allora Làbano gli disse: «Davvero tu sei nùo osso e mia carne !». Così (timorò presso di lui per un mese.

Molti contratti di adozione trovati a Nuzi dimostrano una prati­ ca abbastanza comune di adottare un erede quando una famiglia non aveva figli. L' erede adottato spesso sposava la figlia del suo bene­ fattore e si impegnava a provvedere per lui in età avanzata. Quando Giacobbe si accordò la prima volta con Làbano, si nota che nessun figlio di Làbano viene menzionato. L' accordo tra Làbano e Giacob­ be dà a Giacobbe il diritto di sposare una figlia di Làbano e include (liverse clausole che sono state interpretate come l' indicazione che ha avuto luogo un' adozione.

42. Una schiava per la figlia novella sposa50 GENESI 29,24.29 (24) Làbano diede la propria schiava Zilpa alla figlia Li a, come schiava [ . . . ] (29) Làbano diede alla figlia Rachele la propria schiava Bila, come schiava.

Dalle tavolette di Nuzi risulta l' usanza di dare alla nuova sposa una schiava: un uso attestato in tutto il vicino oriente anche se in

periodi diversi.

47 Così L v 26,4; D t l l , l l ss; 28, 1 - 1 2. 48 Cf. n. 22. In BEYERLIN, Testi religiosi, 3 1 8-3 1 9. 49 Tavolette di Nuzi: G 5 1 e molti testi di adozione. 50 Documenti di Nuzi (in HSS V 67,35-36, E. CHIERA, 1 929).

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Non risulta un rapporto diretto con il racconto patriarcale. Per­ ciò non serve a confermare l' autenticità cronologica del racconto dei patriarchi. L'usanza di dare una schiava alla propria figlia nel momento del matrimonio è attestata a Nuzi come nei diversi casi della Bibbia: Rebecca, Rachele e Lia. 43. Contratto tra pastori51

GENESI 3 1 , 1-7 Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano dicevano: «Giacobbe si è preso quanto era di nostro padre e con quanto era di nostro padre si è fatta tutta questa fortuna» . Giacobbe osservò anche la faccia di Làbano e si accorse che non era più verso di lui come prima. Il Signore disse a Gia­ cobbe: «Torna al paese dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te» . Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in campagna presso il suo gregge, e disse loro: «>. ( 1 9) Il Signore disse a Mosè: «Comanda ad Aronne: Prendi il tuo bastone e stendi la mano sulle acque degli Egiziani, sui loro fiumi, canali, stagni, e su tutte le loro raccolte di acqua; diventino sangue, e ci sia sangue in tutto il paese d'Egitto, perfino nei recipienti di legno e di pietrab>. (20) Mosè e Aronne eseguirono quanto aveva ordinato il Signore: Aronne alzò il bastone e percosse le acque che erano nel Nilo sotto gli occhi del faraone e dei suoi servi. Tutte le acque che erano nel Nilo si mutarono in sangue. (2 1 ) I pesci che erano nel Nilo morirono e il Nilo ne divenne feti­ do, così che gli Egiziani non poterono più berne le acque. Vi fu sangue in tutto il paese d' Egitto. (22) Ma i maghi dell 'Egitto, con le loro magie, ope­ rarono la stessa cosa. Il cuore del faraone si ostinò e non diede loro ascol­ to, secondo quanto aveva predetto il Signore. (23) Il faraone voltò le spal­ le e rientrò nella sua casa e non tenne conto neppure di questo fatto. (24) Tutti gli Egiziani scavarono allora nei dintorni del Nilo per attingervi acqua da bere, perché non potevano bere le acque del Nilo. (25) Sette giorni tra­ scorsero dopo che il Signore aveva colpito il Nilo.

Quale sciagura procurò la signora a causa del suo grembo! /nanna - cosa mi fece essa a causa del suo grembo! Tutte le fontane del paese le riempì di sangue, Tutti i boschetti e i giardini li riempì di sangue. Gli schiavi che raccolgono la legna non bevono Le schiave che vengono a prender acqua, trovano sangue. «lo devo trovare chi si è approfittato di me in qualunque paese egli sia» diceva lei, ma lui non lo trovò [. . ] .

Il testo appartiene al ciclo mitico di Inanna, parla del lavoro del giardiniere Shukallituda, il primo che dispose in maniera ben

40

146

Cf. n. 59.

ordinata una piantagione ombrosa, incorrendo però, poi, in una grave colpa: quando !nanna (la dea sumerica della fertilità e del­ l ' amore, la babilonese Ishtar), stanca per un lungo viaggio, vista la sua installazione si pose a riposare all ' ombra delle sue piante, egli si approfittò di lei che era profondamente addormentata. Temendo poi giustamente l ' ira della dea, si nascose, su consiglio di suo padre, «nelle città delle teste-nere suoi fratelli». Inanna cercò il colpevole e pu nì gli uomini con tre piaghe, che colpirono la terra, ma non poté trovare Shukallituda. Dapprima tutte le acque si tra­ sformarono in sangue, poi vennero tempeste distruttive, l' ultimo intervento ci resta sconosciuto, a causa dell' improvvisa interruzio­ ne del testo. Qui per la prima volta incontriamo, nella letteratura orientale antica, il motivo delle piaghe, che conosciamo da Esodo 7,14-25 .

66. La lettera pasquale di Elefantina4 1 EsoDO 1 2, 1 -20 (l) Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d' Egitto: (2) «Questo mese sarà per voi l' inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell' anno. (3) Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese cia­ scuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. (4) Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; cal­ colerete come dovrà essere l' agnello, secondo quanto ciascuno può man­ giarne. (5) Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell' anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre (6) e lo serberete fino al quat­ tordici di questo mese: allora tutta l' assemblea della comunità d' Israele lo immolerà al tramonto. (7) Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull' architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. (8) In quel­ la notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con

41 Si tratta di un frammento papiraceo aramaico scritto su entrambi i lati, proveniente da Elefantina, trovato nel 1 906- 1907. Edito da E. SACHAU, Aramiiische Papyrus und Ostraka aus einer jiidischer Militiirkolonie zu Elephantine, 1 9 1 1 , tav. 6; A. CoWLEY, Ara­ maic Papyri of the Fifth Century B. C. , Oxford 1923, n. 2 1 ; A. VINCENT, La réligion des Judéo-araméens d 'Eléphantine, Paris 1 937, 234ss; P. GRELOT, Documents araméens d'Egypte, Paris 1 972, 95ss. Per quanto riguarda i documenti aramaici dell' Egitto persiano e tolemaico, cf. R. CoNTINI, in RivBibl ( 1 986)34, 73- 109 (nello stesso fascicolo della rivista sono contenute le altre relazioni di un convegno dell'Associazione Biblica Italiana, tenuto a Bocca di Magra, il 2-4 settembre 1985, particolarmente interessante a riguardo degli obiet­ tivi di questo lavoro: «> ; in particolare sulla >, in AfO, BII, 1958. In BEYER-

Testi religiosi, 1 8 1 - 1 83. 58 Cf. Es 20, 1 6 (Dt 5,20); Es 23,2. 59 Cf. Dt 19,14; 27, 1 7 ; Pr 22,28. 6° Cf. Es 20, 14. 1 7 (Dt 5 , 1 8. 2 1 ) .

versò il sangue del vicino. 61 (55s) La sua bocca è franca, (ma) nel cuore non tiene fede,62 (se) le sue labbra dicono "sì ", il suo cuore dice "no ".63 (60-64) Che accusa, calunnia e diffama, fa quanto è ingiusto, depreda, istiga al furto, ha la sua mano (impegnata) a far qualcosa di male. La sua bocca [. . . ] è menzognera, le sue labbra sono false e violente, accondiscende all 'ingiustizia, sa quanto è sconveniente, (65) ha il suo posto fra i malvagi, 64 calpesta i confini del diritto, si dà a pratiche illegittime, si è dedicato alla magia e alla stregoneria. 65 A causa dei cibi vietati, che egli mangiò, (70) per le innumerevoli colpe di cui si è ricoperto, per l 'adunanza che riuscì a scompigliare, per la comunità dai forti legami che riuscì a distruggere, per tutte le azioni sgradite al dio e alla dea, poiché egli aveva promesso col cuore e con la mano, ma poi non diede nulla. (93-98) Egli si spinse a versar sangue, era là dove il sangue scorreva, odiava quanto nella città era sotto bando, tradì gli interessi della sua città, procurò alla sua città una cattiva nomea, s 'impegolò apertamente con un dannato. (129) Possa venir prosciolto, oh Shamash, tu giudice, (134) prosciogli/o, tu il capace mago fra gli dèi, pietoso signore, Marduk! Incontriamo le leggi dell ' oriente antico nella formulazione negativa di cataloghi di colpe, che vengono raccolte negli scongiu­ ri. Sono elenchi quasi interminabili e spesso molto dettagliati di possibili trasgressioni. Erano declamati dal sacerdote addetto alle purificazioni prima o durante il rituale, nella presunzione che l ' una

6 1 Cf. Es 20, 1 3 (Dt 5, 17); Es 2 1 , 1 2ss. 62 Cf. Sal l5,2b. 63 Oltre che nel decalogo si trova in Lv 19, 1 2; Nm 30,3; Dt 23,24; Sal 50, 1 6ss; nel

NT, Mt 5,37. 64

Cf. Sal 26,4-5.

65 Cf. Es 22, 1 7 ; Dt 18,10- 1 1 .

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o l' altra certamente sarebbe andata bene per il caso di colui che richiedeva l' assoluzione, non richiedono altro che esser lette per fornire interessanti paralleli ai comandamenti e alle leggi etiche dell ' AT che spesso sono anche formulate nello stile proibitivo: «non farai» , «non devi>>. È la seconda tavola della serie assira di scongiuri shurpu (com­ bustione, cioè rituale di purificazione): sono nell' insieme nove tavo­ le, conservate specialmente in copie ritrovate a Ninive o ad Assur. Il periodo di composizione di tutte le opere di questo genere è diffici­ le da determinare, ma si potrebbe risalire perlomeno in parte al II millennio a.C. Lo scongiuro qui viene riportato solo in parte, e viene elencata, anche se complicata da diverse clausole, la maggior parte dei comandamenti del decalogo (Es 20,2- 1 7 ; Dt 5,6-21 ). Comprende sotto la dizione generica «venga prosciolto» innumerevoli colpe e delitti di ogni genere. 77. Insegnamenti per Merikare66 Esono 22, 1 5-27; 23, 1 -9 ( 1 5) Quando un uomo seduce una vergine non ancora fidanzata e pecca con lei, ne pagherà la dote nuziale ed essa diverrà sua moglie. ( 1 6) Se il padre di lei si rifiuta di dargliela, egli dovrà versare una somma di denaro pari alla dote nuziale delle vergini. ( 1 7) Non lascerai vivere colei che pratica la magia. ( 1 8) Chiunque si abbrutisce con una bestia sia messo a morte. ( 1 9) Colui che offre un sacrificio agli dei, oltre al solo Signore, sarà vota­ to allo sterminio. (20) Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d' Egitto. (2 1 ) Non maltratterai la vedova o l' orfano. (22) Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l' aiuto, io ascolterò il suo grido, (23) la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. (24) Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all ' indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.

66 Tre papiri della XVill dinastia (nuovoregno): uno conservato a San Pietroburgo, due frammentari a Copenhagen e a Mosca. Alcune traduzioni: ANET, 414-418; M. LICHTHEIM, Ancient Egyptian Literature, Berkeley 1 979, I, 97- 109; BRESCIANI, Letteratura e poesia dell 'antico Egitto, 90- 1 0 1 . Cf. ROCCATI, Sapienza egizia, 57-7 1 .

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(25) Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tra­ monto del sole, (26) perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l' aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso. (27) Non bestemmierai Dio e non maledirai il principe del tuo popolo» (Es 22, 1 5-27). ( 1 ) Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un' ingiustizia. (2) Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia. (3) Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo. (4) Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. (5) Quando vedrai l' asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo. (6) Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo pro­ cesso. (7) Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l' innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole. (8) Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e per­ verte anche le parole dei giusti. (9) Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d' Egitto (Es 23 , 1 -9). [Principio dell' insegnamento che fece il re X] per suo figlio Merikara ( . . . ] a) Il principe (l) Se domini la situazione, [non] esser clemente,

quando punisci. [ . ] per ogni parola, perché ciò è il principio della [rivolta]. .

.

(2) [Ma se trovi una città la cui ribellione è già] avvenuta, (se) persegui i ribelli, moltiplichi i perversi. [ . ] come le loro cospirazioni contro di te [... ] Se si fa un rapporto [... ] Se, dopo che è avvenuta la tua parola [ ] parziale [. . . ] ..

...

[ .. ] dividono con gli appartenenti alla gente servi/e. Non esser clemente ( ?) per lui. Devi uccidere per questo quelli che pensano a lui, quando sai che la sua gente servile lo ama. .

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(3) Se trovi uno dei cittadini signore di una tribù, lo devi tollerare, affinché non [... ] i tuoi molti [... ] Non danneggiare un uomo in una nonna, non [. . . ] [... ] i grandi tribunali [... ] pane [. . . ] [Si lamenta] alla tribù. Bada che [. . . ] [Imprigionalo] senza (togliergli) la vita. Dopo che è passato il mese spontaneamente, e dirà ciò che ha pensato, ricorderà: «Non ero forte sulla terra fisicamente ?», mentre è incatenato. [Colpisci] gli uomini che tramano [. .. ] Dopo averlo pacificato, il tuo cuore sarà tranquillo. Tutti [. .. ] di nuovo, facendolo nascere, in modo che sono rappacijicati. (4) Se trovi [. .. ] come il dio. Se trovi uno senza parenti, che (non) conoscono i cittadini, la cui gente è numerosa, che è amato per la sua causa, che penetra nei cuori, - [si sa] che il tribuno piace ai suoi servi, facendo l 'agitatore ­ abbattilo, uccidi la sua prole, cancella il suo nome, annienta i suoi familiari, abbatti il suo ricordo, la sua gente che lo amava, perché il turbolento è un provocatore dei cittadini, che si procura la gente, tra i giovani. (5) Se trovi poi uno che appartiene ai cittadini, la cui attività ti sfugge, umilia/o davanti ai cortigiani, abbattilo, poiché è un ribelle anche lui. È un infame dei cittadini il tribuno che soggioga la turba. Abbatti chi si infiamma contro di essa. Chi abbatte il ribelle però non deve farsi trascinare contro un infame che suo padre aveva incitato alla ribellione. Se l 'uomo comune è in agitazione, l 'esercito [. . . ], si fa la sua fine disturbando i suoi progetti. Quando la moltitudine è furiosa, perché è mandata nel campo di lavoro, sii clemente [. . . ] quando punisci, 160

(e) cambierai l 'atteggiamento dei cittadini in giubilo, in modo che ti rendi giusto presso il dio, parli il popolo conforme al tuo pensiero, quando punisci secondo la sua colpa se interviene. E il cielo di un uomo la (sua) figura benigna, ma è terribile la maledizione di un cuore insultato. b) Il «buon pastore»

(6) Sii esperto nella parola, cosicché tu vinca. Se la lingua è la spada del re, la parola vale più di ogni arma. Non si può circuire chi è abile. Tu siedi sulla stuoia, perché il saggio è una scuola per gli uomini importanti. Non lo aggrediscono quelli che conoscono la sua conoscenza, non avviene disgrazia vicino a lui, a lui viene la verità distillata, secondo il modo di ciò che hanno detto gli antenati. (7) Emula i tuoi padri, tuoi antenati, sì che si lavori secondo il sapere (tradizionale). Ecco, le loro parole rimangono negli scritti, apri, leggi ed emula il sapere (tradizionale). Un artista diventa chi vuole imparare. Non esser cattivo, buona è la docilità. Rendi durevole il tuo monumento con l 'amore che ispiri. Arricchisci i contadini e gli abitanti della città. La generosità vale al dio la venerazione. Parteggerà per il tuo nome chi è grato per la tua bontà, impetrando la tua salute [. . ] .

(8) Onora gli uomini importanti, rendi prospero il tuo popolo, rafforza le tue frontiere e le tue regioni di confine, è bene agire per il futuro. Si rispetta la vita del circospetto; colui che ispira fiducia patirà dolore. Fa ' che si parteggi (per il tuo nome) con la tua buona indole. È vile chi si lega terra (con prevaricazione), è stolto chi invidia quando altri possiedono. 161

(La vita) passa sulla terra, senza durare, ma felice è colui di cui ci si ricorda. Un uomo non è nel giusto, se milioni sono per il Signore delle Due Terre. C'è forse uno che vive in perpetuo ? Si allontanerà chi viene con Colui che l 'ha creata (la giustizia, come si diparte chi se la passava bene). (9) Eleva i tuoi uomini importanti; sì che eseguano le tue leggi, non è parziale chi è ricco della sua proprietà, un possidente non è nel bisogno, ma il povero non parla secondo la sua verità, e non può esser giusto chi dice «Se avessi!»: egli è parziale per chi predilige, e propende per chi ha da remunerarlo. Grande è un grande i cui grandi son grandi. Valente è un re signore di cortigiani, e nobile è uno che è ricco di uomini importanti. Devi attuare la giustizia nella tua casa, cosicché ti temano gli uomini importanti che son sulla terra. Chi è corretto nel cuore, sarà giusto per il suo signore. Il vestibolo (di una casa) ispira rispetto per la parte interna. ( 10) Compi la giustizia, sì che tu duri sulla terra, consola chi piange, non affliggere la vedova, non privare nessuno dei beni di suo padre, non danneggiare gli uomini importanti nella loro proprietà. Bada di non punire iniquamente, non colpire (con la morte) perché non ti sarà utile, ma punisci con il battere e l 'imprigionare. Questa terra sarà in ordine con questo, eccetto il ribelle, i cui progetti sono stati scoperti. Il dio conosce i perversi, e il dio colpisce il suo torto fino al sangue. Il clemente [però prolunga] l 'esistenza. Non uccidere un uomo, la cui intelligenza conosci, con cui hai cantato gli scritti, che è stato educato per [... ] presso il dio, che aveva libero accesso all 'appartamento privato. Quando l 'anima giunge a/ luogo che conosce, non può deviare dai cammini di ieri, 1 62

nessuna magia può respingerla da colui che dà acqua. ( 11) Il tribunale che giudica i rei, sai che (i giudici) non sono miti il giorno in cui si giudicano i colpevoli, nell 'ora di eseguire il dovere. È duro un accusatore che è savio. Non fidare nella lunghezza degli anni: essi vedono l 'esistenza come un 'ora. Quando si è superstiti dopo l'approdo, sono poste le sue [dell' uomo] colpe accanto a lui in un mucchio. L'eternità è invero che è là. Stolto è chi fa opposizione a ciò, ma quanto a chi li raggiunge senza avere commesso crimini, sarà là come un dio, movendo liberamente come i signori dell 'eternità. ( 12) Recluta i tuoi soldati, sì che ti ami il Palazzo, aumenta la tua gente con la progenie ( ? ), ecco, i tuoi cittadini sono pieni di nuovi accrescimenti. A venti anni i giovani si rallegrano a seguire la propria inclinazione, (così) una generazione esce da un 'altra, i rimpatriati hanno accesso a lui con i figli sono i vecchi che hanno combattuto per noi, da cui mi elevai al momento della mia ascesa al trono. Magnifica i tuoi uomini importanti, fa ' avanzare i tuoi [giovani (?)], accresci il numero dei soldati del tuo seguito, rendendo/i dotati di liste (di proprietà), muniti provveduti di bestiame (domestico). ( 13) Non distinguere il figlio di un notabile da un piccolo, prendi un uomo per la sua capacità, cosicché siano eseguite tutte le arti. [Il paese prospera] per il signore di braccio. Proteggi la tua frontiera. Eleva la tua fondazione (fortezza). È utile la truppa per il suo padrone. Fa ' la tua fondazione per il dio: (questo) è far vivere il nome di chi lo fa. ma

1 63

Un uomo fa ciò che è utile alla sua anima, eseguire il servizio sacerdotale mensile, prendere sandali bianchi. Raggiungi il tempio, scopri il segreto, entra nel santuario, mangia il pane nella dimora divina. (14) Rendi prospero l 'altare, aumenta gli alimenti, fa ' più (abbondante) la dotazione permanente. È utile per chi lo fa. Arricchisci la tua fondazione secondo la tua possibilità un giorno solo contribuisce ali ' eternità, un 'ora concorre al futuro, il dio conosce chi agisce per lui, persino in un paese lontano. Chi non dà la lista relativa delle offerte, soffre e perisce la proprietà del nemico, non si calma la guerra (neanche) all 'interno dell 'Egitto. c) Sezione storica

(15) Giovani opprimeranno giovani, come predissero gli antenati. La lotta dell 'Egitto sarà (persino) nella necropoli, Non distruggere tombe, non distruggerle, non distruggerle! Io ho fatto così ed è avvenuto altrettanto, come io agii, altrettanto fu opposto da parte del dio. Non essere in cattivi rapporti con la parte meridionale. Conosci la profezia del Palazzo, e come successe quello succederà questo. Non avevano potuto assalire come pensavano, quando io mi avvicinai a Ttni e Maqi, la sua frontiera meridionale del nomo tinita, e la presi come una bufera. Non lo fece il defunto re Merira ( ?), e me ne rattristo per sempre. Stringi (pace con lui) e rinnova i patti. Non c 'è fiume ( ?) che riesca a nascondersi. È meglio agire per il futuro. I 6. Sii in buoni rapporti con la parte meridionale, 1 64

viene a te con tasse e con tributi. Io ho fatto lo stesso degli antenati: (anche se il sud) non ha orzo da dare, sii amichevole affinché ti siano sottomessi, saziati del tuo pane e della tua birra. Viene a te granito senza impedimento, non danneggiare il monumento di un altro. Cava pietra a Tura, non costruire la tua tomba con una demolizione. Una cosa fatta (conta) più di una cosa da fare. Ecco un re sia signore di letizia, se sei preoccupato, dormi con il tuo braccio, rassicurati con ciò che ho fatto, non c 'è nemico entro la tua frontiera. ( 1 7) Allora mi sono levato come signore della città il cui cuore era oppresso per il Delta. Hutshenu fino a Sembaq, la sua frontiera meridionale fino al canale dei Due Pesci. ho pacificato l 'occidente intero, fino alle paludi settentrionali. Essi sono sottoposti a tasse e danno legname-mrw e si vede il legname-wcn che ci danno. L'oriente è ricco di stranieri, le loro tasse (ci mancano). Ritornano ( ?) le isole del mezzo (del Delta) e ognuno all 'interno, i templi sono grandi, e sei venerato più di me. ( 18) Ecco (la terra) che hanno devastato e divisa in province, e ogni città è grande [ .. ] Il dominio di uno solo è in mano a dieci. Soggioga con imposizioni, facendo elenchi per ogni tassa, quando quelli che prestano servizio ricevono l'assegnazione di campi, lavorano per te come una sola schiera, senza che (nessuno) divenga ribelle tra loro. Non sarà malata per te l'inondazione, in modo da non venire, e in mano tua saranno le tasse del Delta. Ecco, è piantato il palo (d'ormeggio) nel distretto che io ho fatto nell 'oriente, da Hebenu fino alla Via di Horo, .

1 65

sistemato con città e pieno di uomini del meglio di tutta la terra, per respingere da sé l 'aggressione. possa io vedere un valoroso che eguagli ciò, dopo avere fatto più di quel che ho fatto io, poiché c 'è vergogna in un erede vile. ( 19) Inoltre dico questo degli stranieri.

Quanto al perfido Asiatico, è un luogo difficile eh ' egli abita scarso di acqua, impervio per i molti alberi (i boschi), le cui vie son difficili a causa dei monti. Non risiede in un solo posto, perché per la penuria vaga con i suoi piedi. È in guerra dal tempo di Horo, non può vincere e non può esser vinto. Non annuncia il giorno della battaglia, come un predone che rifugge dalla banda. (20) Ma io vivo e sono vivo, gli stranieri erano nelle mura di un fortilizio. aprirono i suoi abitanti, fu aperta la fortificazione. Feci che colpissero il Delta, depredai i loro sudditi, presi il loro nutrimento intero e uccisi [molti] in modo che gli Asiatici aborrono l 'Egitto. Non ti preoccupare di lui, l 'Asiatico è un coccodrillo sulla riva. Deruba su una via isolata, ma non assale un villaggio con molti abitanti. (21) È stato scavato uno sbarramento fino a [. . . ] il cui lato è sommerso fino al nomo di Atribi. Ecco esso è un baluardo contro gli stranieri, le sue mura sono resistenti (all 'assalto), i suoi soli soldati son numerosi. Vi è gente là che sa prendere le armi, oltre ai liberi del palazzo. Il distretto di Menfi raggiunge 10.000 uomini, come piccoli, che sono liberi e senza imposizioni. Vi sono uomini importanti dal tempo del Palazzo, i confini sono stabiliti, e le sue fortezze sono valenti. Molti settentrionali lo irrigano fino al Delta, 1 66

essendo soggetti a imposta di orzo nella condizione libera. Verrà a lui secondo il suo comportamento ( ?) Ecco, esso è la porta del Delta, dopo che essi hanno fatto uno sbarramento contro Eracleopoli. È l 'accortezza di numerosi cittadini, per non esser circondati da genti ostili. La cautela rende giovani gli anni. (22) (Se) il tuo confine verso il distretto meridionale è minacciato, gli stranieri cingeranno la divisa (militare). Costruisci dimore nel Delta, non sarà piccolo il nome di un uomo con ciò che ha fatto. Non si può devastare una città bene ordinata. Costruisci un tempio per la tua statua, il nemico desidera la rovina, ma il suo successo è scarso. Kheti, giusto di voce, ha preconizzato come insegnamento: chi tace si impadronirà di chi devasta gli altari, il dio afferra chi si rivolta contro i templi. d) Considerazioni morali

(23) Capiterà a lui secondo le sue azioni sarà sazio di ciò perché ha deciso di colpirlo, non è portato sull 'acqua il giorno del venire. Arricchisci gli altari e onora il dio, non pensare che sia debolezza, e non infiacchire le tue braccia. Invero chi agisce per ribellarsi a te, è devastare il cielo. Bada (?) che i tuoi monumenti siano in buono stato, in modo che il nemico sappia che non li potrà devastare. Non c 'è alcuno privo di nemici, ma è un savio il (signore) delle due rive, e non può essere stolto il re signore di cortigiani. Egli è (già) sapiente nella sua uscita dal ventre, e il dio lo ha distinto davanti a innumerevoli uomini. (24) È un bell 'ufficio la regalità. (Anche se il re) non ha figlio né fratello che rendano durevoli i suoi monumenti, (tuttavia) l 'uno perfeziona l 'altro. Un uomo agisce per il suo predecessore 1 67

affinché sia perfezionato ciò che ha fatto da uno che venga dopo di lui. Ecco un triste evento si è prodotto nel mio tempo, fu devastata la necropoli di Tini, ma non perché avvenisse per opera mia lo seppi a fatto compiuto, ecco la mia pena per ciò che commisi. È doloroso invero il devastare, e non gli giova rimettere a posto quel che ha guastato, ricostruire quel che ha distrutto, migliorare quel che ha ridotto male. Guardati da ciò, un colpo è ripagato con un altro, c 'è un contrappasso per tutto ciò che è fatto. (25) Una generazione di uomini passa oltre un 'altra generazione, il dio che conosce le indoli si è nascosto, non vi è alcuno che possa respingere il colpo del signore della mano, è uno che afferra ciò che gli occhi vedono. (26) Si onori il dio sulla sua via fatto di pietre preziose e fabbricato di metallo (prezioso). Un canale è ostruito dal fango, ma non c 'è fiume che si possa nascondere, perché si scioglie la diga con cui si celava. Quando l 'anima va al luogo che già conosce, non devia dal suo cammino di ieri. Abbellisci la tua dimora dell 'occidente, perfeziona la tua sede della necropoli, in qualità di giusto e che compie l 'equità. È ciò su cui può fidare il proprio cuore, è più accetta la pagnotta del giusto che il bove dell 'iniquo. Agisci per il dio, perché egli ti faccia lo stesso, con offerte che rendono prosperi gli altari, e con l 'incisione (di iscrizioni). È guidare il tuo nome, e il dio riconosce chi opera per lui. (27) Prosperano gli uomini, il bestiame di dio, egli ha creato il cielo e la terra per il loro piacere, 1 68

ha scacciato per loro il mostro acquatico.

Ha creato l 'aria affinché vivano i loro nasi. Sono la sua immagine, usciti dal suo corpo. Sorge in cielo per il loro piacere, hafatto per loro le erbe, il bestiame (selvatico), gli uccelli e i pesci li nutrono. Ha ucciso i suoi nemici, ha annientato la loro progenie, perché progettavano di compiere una ribellione. (28) Fa la luce per il loro piacere, e viaggia perché vedano. Ha elevato una cappella attorno a loro, e quando piangono, sente. Ha fatto per loro, principi nell 'uovo, condottieri per sostenere la schiena del debole. Ha fatto per loro la magia come arma, per respingere il colpo degli accidenti, e sogni (premonitori) di notte e di giorno. Bada dunque di uccidere i malvagi che ci siano, come un uomo colpisce suo figlio per suo fratello. Il dio conosce ogni nome. (29) Non fare nulla di male contro di me, che ho dato ogni norma riguardo al re. Ti ho ammaestrato, perché ti elevi quale uomo, cosicché tu mi raggiunga senza avere accusatore. Non uccidere alcuno che ti è vicino, si avvicinerà a te il dio che lo conosce. È uno di loro chi è prospero sulla terra, poiché sono gli dèi che accompagnano il re. Poni il tuo amore presso tutti, è ricordato un buon carattere. Quando gli anni sono consumati, i tuoi detti cancellano il tempo della miseria ( ? ). Quelli che stanno nell 'intimo della casa di Kheti, giusto di voce, concordano con chi venga oggi ( ?). Ecco, ti ho detto il meglio del mio intimo, eseguilo come fondamento delle tue intenzioni.

1 69

78. Scongiuri accadici della serie Shurpu67 EsoDo 2 1 , 1 2- 1 7 ; 22, 1 7

( 1 2) Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà messo a morte. ( 1 3) Però per colui che non ha teso insidia, ma che Dio gli ha fatto incon­ trare, io ti fisserò un luogo dove potrà rifugiarsi. ( 14) Ma, quando un uomo attenta al suo prossimo per ucciderlo con inganno, allora lo strapperai anche dal mio altare, perché sia messo a morte. ( 1 5) Colui che percuote suo padre o sua madre sarà messo a morte. ( 1 6) Colui che rapisce un uomo e lo vende, se lo si trova ancora in mano a lui, sarà messo a morte. ( 1 7) Colui che maledice suo padre o sua madre sarà messo a morte (Es 2 1 , 1 217). Non lascerai vivere colei che pratica la magia (Es 22, 17).

79. Insegnamento di Amenemope (stanza XXVIII)68 ESODO 22,20-23

(20) Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d' Egitto. (2 1 ) Non maltratterai la vedova o l' orfano. (22) Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l' aiuto, io ascolterò il suo grido, (23) la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedov� e i vostri figli orfani.

Non perseguitare una vedova quando la cogli nei campi, e non essere intollerante verso la sua risposta. Non rifiutare allo straniero il tuo vaso d'olio, (ma) raddoppiato davanti ai tuoi fratelli. Il dio preferisce chi onora il povero a chi venera il ricco. 80. La leggenda di Keret69 (35) Ma

nel suo sogno (36) apparve Er0 nella sua visione il Padre degli uomini, 67 Cf. n. 76. 68 Cf. n. 298. 69 Cf. anche n. 37. Il testo in CTA 14; J.

GRAY, The Krt Text in the Literature of Ras Shamra, Leiden 2 1 964, una recente edizione con la trascrizione, traduzione e conunento. Inoltre J.C. DE MOOR, An Anthology ofReligious Textsfrom Ugarit, Leiden 1 987, 191-223. Cf. BEYERLIN, Testi religiosi, 288-29 1 . 7° Cf. Gen 28, 1 0-22. 170

che si accostò a Keret chiedendogli: «Che ha da piangere Keret, (40) da versar lacrime Naaman [lett. il favorito], il servitore di El? Forse egli desidera la regalità del Toro, suo padre, o forse un potere (43) pari a quello del Padre degli uomini?». Keret esprime il suo desiderio di una numerosa discendenza, El gli fa conoscere i suoi ordini .71

(62) «Ora lavati e indossa gli addobbi rituali (? ), lava le tue mani fino all 'avambraccio, [le tue] dita fino alla spalla; (65) entra [nell 'ombra della tenda], prendi un agnello [nella tua mano], un agnello sacrifica/e nella destra, un capretto [con entrambe le mani], tutto il tuo [pane] del migliore; (70) prendi [le viscere] di un uccello sacrificale; versa del vino [in una coppa] d'argento, del miele in una coppa [d'oro]. Sali quindi sulla sommità della torre, monta sul parapetto (75) delle mura: solleva le tue mani al cielo, sacrifica al Toro, El, tuo padre! Fa ' discendere Baal col tuo sacrificio, il figlio di Dagan (79) con la tua offerta alimentare. Quindi discenda (80) Keret dalla terrazza [... ]». 12 Seguono le indicazioni per la preparazione di una grande spe­ d,izione militare, per conquistare una fidanzata per Keret. Si noti che il successore al trono non agisce su indicazione divina. I suoi piani sono autonomi: «E gli suggerì il suo cuore [ . . ] » . In particolare rivol­ ge al padre il rimprovero che, durante la sua malattia, i suoi compi.

71 XELLA, Gli antenati, 1 60. 72 Una caratteristica dei templi siriani (cf. il tempio di Baal a Ugarit) è la presenza di una scala che conduce al tetto (cf. l' interessante uso di migdal in Gdc 9,46ss). Il fine del­ l'offerta sul tetto è una maggiore vicinanza alla divinità che non può non accorgersi di un'offerta avvenuta in un luogo così esposto.

17 1

ti di re verso la società non sono stati eseguiti, perciò egli non è più in grado di rivestire quell' ufficio.73

(45) «Non hai giudicato la causa della vedova, non hai reso giustizia all 'oppresso, né hai cacciato chi depreda il povero! In tua presenza non hai sfamato l'orfano, dimenticata alle tue (50) spalle è la vedova! come una sorella ti è il letto del dolore, tua compagna è il letto della malattia! Abdica dalla regalità, (53) che io possa regnare [ . ]». . .

Nel testo di Keret si tratta delle vicende di una dinastia, secon­ do ogni verosimiglianza la dinastia di Ugarit. Tuttavia l'epos ci riconduce a un tempo leggendario. La trama è costruita molto sem­ plicemente. Come il biblico Giobbe, Keret perde l' intera famiglia, moglie e figli, per via di malattie, incidenti o eventi bellici. Una volta risposatosi, la nuova moglie gli dà un gran numero di figli e figlie. Poi Keret si ammala. Guarito con l' aiuto di El, viene infor­ mato della ribellione del figlio più anziano, che intende divenire re egli stesso. Qui incomincia la parte del poema pervenutaci. Il testo di Keret ci consente di volgere uno sguardo sul carattere sacrale di un piccolo regno antico-cananaico, ma anche sulla posizio­ ne sociale del suo sovrano. In particolare, perciò, l'epos è significati­ vo per la comprensione del primo periodo della vita statale di Israele e per la concezione veterotestamentaria della monarchia. Il legame fra Keret e il mondo degli dèi è stretto. Egli stesso è di origine divina e intrattiene stretti rapporti con gli dèi. La comunicazione di disposizio­ ni divine per mezzo dei sogni riveste una funzione molto importante. Tutti gli eventi essenziali vengono dapprima comunicati, fin nei particolari, come messaggi onirici, con una concordanza letterale con la descrizione della successiva realizzazione. I sogni pertanto non sono solo ordini o ammaestramenti per il futuro; piuttosto lo stesso re che cerca la rivelazione nel sogno è attivo e comunica al dio la sua richiesta. Nell' AT il re Salomone ha esperienza di rivela­ zione nel sogno in I Re 3,4- 1 5 . Una volta che Keret ha manifestato il desiderio di una discendenza, si addormenta. 74

73 XELLA, Gli antenati, 1 79.

74 La traduzione che seguo è sempre quella

1 72

di XELLA, Gli antenati, 1 59.

81. Scongiuri accadici della serie Shurpu 75 Esooo 23,2 Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.

82. Vittoria di Baal su Mut76 Esooo 30, 1 .27

( l ) Farai poi un altare sul quale bruciare l' incenso: lo farai di legno di aca­ cia. [ ] (27) La tavola e tutti i suoi accessori, il candelabro con i suoi accessori, l' altare del profumo. . . .

83. L'altare dei profumi a Lachish77

(l) Chi si addormenta metta (2) di nuovo incenso per (3) piacere delfuo[co]. Si tratta di un piccolo altare trovato fuori dell ' area sacra di Lachish, con tre righe di iscrizione sul lato anteriore. L' iscrizione aramaica sembra una prescrizione cultuale. La combustione di incensi sembra aver fatto parte della pratica cultua­ le privata e pubblica fin dai tempi antichi . Nell' AT, Lv 1 6, 1 2- 1 3 testimonia, nell' importante giorno dell' e­ spiazione, la pratica di bruciare incensi. L' altare dei profumi è ricor­ dato in Es 30, 1 .27 (forse anche in 1Re 7,48). L' offerta d' incenso ha rivestito una funzione simile (Lv 2, 1 . 1 5 ; 24,7 ; Dt 33, 10; 1 Sam 2,28; Ger 6,20; cf. anche Sal 1 4 1 ,2). Con Neemia la pratica fu reintrodotta nel culto del tempio post­ esilico (Ne 1 3 ,9).

75 Cf. n. 76. 76 Cf. n. 6 1 . 77 Edito da A .

DUPONT-SOMMER, i n O . TuFNELL, Lachish III. The /ron Age, London LEMAIRE, in RB 8 1 ( 1 974), 63ss, tav. I; E. LIPINSKI, Studies in Aramaic lnscriptions and Onomastic, Leuven 1 975, l, l43ss. Traduzione e completezza dell' iscri­ zione restano incerte ! Cf. BEYERLIN, Testi religiosi, 320. 1953, I, 358ss;

A.

173

84. Vittoria di Baal su Mut78 Esooo 3 1 , 1 7

Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché i l Signore in sei gior­ ni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato.

85. Insegnamenti per Merikare79 Esooo 32, 1 -5 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: «Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l' uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto». (2) Aronne rispose loro: «Togliete i pen­ denti d' oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e por­ tateli a me». (3) Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. (4) Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora disse­ ro: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d' Egit­ to !)) . (5) Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e pro­ clamò: «Domani sarà festa in onore del Signore)>.

86. Primo amuleto da Arslan Tash80 87. Secondo amuleto da Arslan Tash8 1 88. El riceve Anat82

89. Dalla letteratura ugaritica

La presenza della dea Anat nel testo biblico non è casuale: altro­ ve il suo nome è legato ai nomi di luogo Bet-Anat (Gs 19,38; 1 5,59; Gdc 1 ,33) e Anatot (es. Is 1 0,30; Ger 1 1 ,2 1 .23), alla menzione della 78 Cf. n. 6 1 . 79 Cf. n . 77. 8° Cf. n. 38. 8 1 Cf. n. 39. 82 Cf. n. 1 4.

174

«Regina del cielo» di Ger 7, 1 8 e Ger 44 e forse è anche presente nella narrazione dell' Esodo relativa al vitello d' oro, in cui il contesto mili­ tare e orgiastico bene si adatterebbe a descrivere il culto della dea cananea, il cui nome potrebbe essere stato celato sotto la sua voca­ lizzazione settentrionale, 'anat, con un sapiente gioco di parole: Esooo 32, 1 8 Non è la voce di chi canta ( 'anwt): Vittoria! Non è la voce di chi canta ( 'anwt) : Disfatta! È la voce di Anat ( 'anwt) che io sento».

90. Vittoria di Baal su Mut83

Esooo 33,3 Va' pure verso la terra dove scorre latte e miele ... Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice.

91. Preghiera e donazione di Simut, detto Kiki84 ESODO 34, 1 9

Ogni essere che nasce per primo dal seno materno è mio: ogni tuo capo di bestiame maschio, primogenito del bestiame grosso e minuto.

92. Sentenze e massime di carattere religioso85 Esooo 34, l 0. 1 2- 1 5 . 1 9-26 (10) Il Signore disse: «Ecco io stabilisco un' alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessun paese e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l' opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te.

(. . .] (12) Guardati bene dal far alleanza con gli abitanti del paese nel quale stai

per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te. ( 1 3) Anzi

distruggerete i loro altari, spezzerete le loro stele e taglierete i loro pali sacri.

83 Cf. n. 84. 84 Cf. n. 56. 85 La traduzione italiana dei nn. 1 .3.5.6. 1 1 . 1 3 che seguo si trova in DONADONI, La refi·

gione dell'antico Egitto, 395-396.

1 75

(14) Tu non devi prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso. ( 1 5) Non fare alleanza con gli abitanti di quel paese, altrimenti, quando si prostituiranno ai loro dei e faranno sacrifici ai loro dei, inviteranno anche te: tu allora mangeresti le loro vittime sacrificati. [. ] ( 1 9) Ogni essere che nasce per primo dal seno materno è mio: ogni tuo capo di bestiame maschio, primogenito del bestiame grosso e minuto. (20) Il primogenito dell' asino riscatterai con un altro capo di bestiame e, se non lo vorrai riscattare, gli spaccherai la nuca. Ogni primogenito dei tuoi figli lo dovrai riscattare. Nessuno venga davanti a me a mani vuote. (2 1 ) Per sei giorni lavorerai, ma nel settimo riposerai; dovrai riposare anche nel tempo dell' aratura e della mietitura. (22) Celebrerai anche la festa della settimana, la festa cioè delle primizie della mietitura del frumento e la festa del raccolto al volgere dell' anno. (23) Tre volte all ' anno ogni tuo maschio compaia alla presenza del Signo­ re Dio, Dio d'Israele. (24) Perché io scaccerò le nazioni davanti a te e allar­ gherò i tuoi confini; così quando tu, tre volte all' anno, salirai per compa­ rire alla presenza del Signore tuo Dio, nessuno potrà desiderare di invade­ re il tuo paese. (25) Non sacrificherai con pane lievitato il sangue della mia vittima sacri­ ficale; la vittima sacrificate della festa di pasqua non dovrà rimanere fino alla mattina. (26) Porterai alla casa del Signore, tuo Dio, la primizia dei primi prodotti della tua terra [ . . . ]». . .

(l) Dio ama chi lo ama. 86

(2) Ptah ama tutti coloro che lo amano e che lo pregano. (3) Tutte le opere buone, Ptah ne paga generosamente il prezzo. 87 (4) Amun il protettore della mia vita. 88 (5) Se Amun è dietro di me [cioè: mi protegge], io non temo nulla, poiché Amun è forte. 89 (6) Non esiste vero rifugio per il mio cuore se non Amun. (7) Quanto protegge la mia vita è: servire Amun. (8) La mia gloria è: servire Amun. (9) La mia gioia è nel tempio del vivente.90 ( 10) Il mio luogo prediletto è il tuo tempio, Onnofri. 86 Cf. I Sam 2,30; Sal 1 45 ,20; Pr 8,17a (con un esatto parallelo pronunciato dalla «Sapienza>>). Ma cf. anche la conclusione del Cantico di Debora in Gdc 5,3 1 e Gen 1 2,3. 87 Cf. l Sam 24,20; Pr 1 9 , 1 7 ; Rt 2, 1 2 ; e inoltre Ne 5, 1 9; 1 3 ,3 1 . 88 Cf. Sal 46,8 . 1 2; 59, 10. 1 7ss; 1 44,2 ecc. 89 Cf. fra l' altro Sal 3 ,4-7 ; 23,4; 27, I ss; 1 1 8,6; inoltre Gen 1 5, 1 ; 26,4; Dt 3 1 ,6ss; Gs 1 ,5; Is 4 1 , 10. 1 3 ; ma anche Mc 3 , 1 1 . 90 Cf. Sal 46; 48; 76; 84; 87; 1 22, per es. Sal 84,3-6. 1 1 ; 27,4; 65,5 ; 1 37. «Il vivente>> è il più frequente epiteto della divinità. Cf. l Sam 17 ,26; Ger 10, I O ; Sal 42,3; 84,3.

1 76

( 11) Amun è la forza del sole. (12) Dio è colui che conduce sulla via della vita. ( 13) Il favorito di dio è colui che ama la giustizia. (14) Felice colui che vede, ogni giorno, Amun. (15) Meglio la soddisfazione che l 'ira. Un numero notevole di scarabei egiziani contiene come iscri­ zione delle massime e sentenze. Risalgono tutte alla XIX-XX dina­ stia (XIV-XII sec. ·a.C.). Sugli scarabei, portati sull' anello o al collo, si leggono testi pregnanti, per lo più in scrittura cifrata, per stimola­ re la curiosità. Sono testimonianze di un legame personale alla divi­ nità e il tipo di questo legame, ovvero le regole di vita, è vicino a espressioni veterotestamentarie del Pentateuco, ma specialmente dei Salmi e dei Proverbi. 93. Trattato internazionale fra Katk e Arpad91 94. La creazione secondo il Testo della teologia menfita92 Esooo 35,5; 36,2

Prelevate su quanto possedete un contributo per il Signore. Quanti hanno cuore generoso, portino questo contributo volontario per il Signore: oro, argento e rame (Es 35,5). Mosè chiamò Bezaleel, Ooliab e tutti gli artisti, nel cuore dei quali il Signo­ re aveva messo saggezza, quanti erano portati a prestarsi per l'esecuzione dei lavori (Es 36,2) .

LEVITICO 95. L'altare dei profumi a Lachish93 LEVITICO 2, 1 . 1 5

( l ) Se qualcuno presenterà al Signore un' ablazione, la sua offerta sarà di fior di farina, sulla quale verserà olio e porrà incenso [ . . . ] ( 1 5) Verserai olio sopra di essa, vi metterai incenso: è un' ablazione.

91 Cf. n. 92 Cf. n. 93 Cf. n.

30. 3. 83.

1 77

96. Istruzioni per gli addetti al culto e il personale del tempio94

[A 1,14ss]

Inoltre coloro che preparano il pane (delle offerte) giornaliere devono essere puri. (15) Devono essersi lavati e rasati i loro peli e le loro unghie dovranno esser tagliati. Vestiranno abiti puri. Non devono preparar/o [nel caso siano in condizioni di impurità (?)]. Prepareranno questi pani solo coloro il cui animo e il cui corpo sono [bene accetti] agli dèi! I forni in cui essi li prepareranno saranno spazzati e serrati. (20) Né cani né porci dovranno affac­ ciarsi alla porta della stanza in cui si spezzano i pani. Forse che la sensibilità degli uomini e quella degli dèi è differente ? No, assolu­ tamente! La loro sensibilità è identica. Un servo prima di avvici­ narsi al suo padrone deve lavarsi e vestirsi con abiti puliti, e solo così offrirgli cibi e bevande. (25) E mentre il padrone mangia o beve, si distenderà il suo animo e si aprirà al servo. E dunque se si tratta di un dio non proverà anche lui ribrezzo ( ?). Perché mai dovrebbe avere U1Ja diversa sensibilità ? Quando un servo suscita in qualche maniera la collera del padrone, lo si giustizia oppure gli si tolgono il naso, o gli occhi, (30) o le orecchie, oppure vien preso e «chiamato dall 'altra parte» lui, sua moglie, i suoi figli, suo fratel­ lo, sua sorella, i suoi parenti acquisiti, la sua famiglia, sia uno schiavo o una schiava, oppure non gli si fa niente del tutto. Se muore, non muore solo, tutta la famiglia se ne va con lui. Se qual­ cuno allora suscita la collera di un dio, ( 35) dovrebbe il dio pu[nire] lui soltanto ? Non colpirà insieme a lui anche la moglie, [i figli] la sua [di]scendenza, la sua famiglia, la sua schiava e la sua serva, la sua mandria, le sue pecore, e il prodotto dei suoi campi, per mandar/o così completamente in rovina ? Dunque siate attenti nel trattare le faccende degli dèi, per il vostro stesso bene! Inoltre: la festa mensile, quella annuale, la festa dei cervi, la festa autunnale, (40) quelle primaverili, la festa del tuono. Si enumerano i nomi di altre dodici feste, solo parzialmente conosciute, e non più identificabili.

94 Il testo è di E. STURTEVANT, in JAOS 54( 1 934), 363ss; lo., A Hittite Chresto­ mathy, Philadelphia 1 935, 1 27ss; A. GoETZE, in ANET, 207ss. Cf. BEYERLIN, Testi reli­ giosi, 239-244.

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(45) E qualunque altra festa (venga celebrata) in Hattusa: se voi non la rifornite con tutto (quanto è prescritto): vitelli, pecore, pane, birra e vino, ma invece voi, funzionari del tempio, vi impelagate in qualche affare con coloro che dovrebbero fornire tutto quanto, in tal caso offendete gli dèi.95 (50) O se prendete in consegna qualcosa che appartiene all 'allesti­ mento (delle offerte), e invece di venir presentato agli dèi lo allon­ tanate da loro e lo portate nelle vostre case dove lo consumano le vostre mogli, i vostri figli, i vostri servi; o se un parente acquisito, o un amico, o un cittadino protetto viene da voi e gliene (55) offrite sottraendo/o al dio e non presentandoglielo, anche se fosse soltan­ to una parte, e solo una parte portaste via, sarete ·responsabili per questa offesa. Voi non dovete portare offesa ali 'offerta. Chi le porta offesa, morirà! Non sarà per lui nessuna possibilità di ricorso! (60) Voi porterete nel tempio tutto il pane, la birra e il vino. Nessu­ no si conceda il pane di dio o il pane schiacciato! Nessuno versi 'birra dal bicchiere! Farete pervenire tutto quanto al dio cui spetta. Perciò voi direte davanti al dio queste parole: «Chi ha sottratto il tuo pane (65) o il tuo vino, possa il dio, mio signore [punir]lo e fer­ marsi alla sua casa!». [B II,6-33 completato con C II e A Il]

[Inoltre]: Se in quel giorno intendete mangiare e ber[e ( ?)], man­ giate e bevetef96 Ma se non lo fate, [allora] mangiate al terzo gior­ no. [Ma ... ] le vostre mogli, i vostri figli, i vostri servi, (10) non potranno in nessun caso [varcare] la soglia degli dèi. Ma se un cit­ tadino protetto vuoi andare da qualcuno (di voi), allora [potrà] entrare nel tempio. Allora potrà varcare la soglia degli dèi e del re. Lo si accompagnerà dentro ( ?) e mangerà e berrà. Ma se è ( 15) uno [stra]niero, se non è cittadino di Hattusa, [non potrà entrare] dagli dèi. [Chi lo] introduce incorre nella pena di morte! La sezione seguente proibisce lo scambio di animali di buona qualità destinati al sacrificio, o della loro carne, con animali o carne di minore qualità, o comunque l' asportazione di animali o carne delle offerte allo scopo di venderli, o per uso personale o per qual95 Cf. Lev 2, 10; 3 , 1 6b- 1 7 ; 5 , 1 3 ecc. 96 n passo si riferisce a un pasto cultuale in presenza degli dèi. I pasti cultuali, anche fra gli ittiti, appartengono alla normale celebrazione cultuale delle feste. Cf. Dt 1 6, 1 1 . 14; 26, 1 1 ; 1 Sam. 1 ,3ss dove il pasto cultuale trova spazio nelle famiglie, nel senso più ampio.

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siasi altro motivo. Infine c'è una presa di posizione nei confronti delle scettiche argomentazioni degli infedeli.

(27) [. . ] «Poiché egli è un dio, non dirà nulla, e nulla farà». Guar­ date come reagisce un uomo, se gli sottraggono davanti agli occhi il suo nutrimento! (30) La volontà degli dèi è potente. Se non si affretta subito a vendicarsi, quando lo decide non lascia più scam­ po. Dunque state bene attenti a rispettare la volontà degli dèi! .

[A 11,25]

Inoltre: l 'argento e l 'oro degli dèi, le vesti e gli addobbi di rame, che voi maneggiate [oppure: che voi avete], abbiatene soltanto cura. Non ci sia da parte vostra la pretesa di possedere l 'argento, l'oro, le vesti o gli addobbi bronzei degli dèi, o qualunque altro oggetto che sia nella casa degli dèi: qualunque cosa sia, appartie­ ne solo al dio (cui spetta). State dunque molto attenti! A un funzio­ nario del tempio non dovranno mai appartenere argento e oro. (30) Non dovrà neanche portarne sul suo corpo, e la moglie o il figlio non dovranno farsene un ornamento. Se poi riceve in dono dal palazzo argento, oro, vesti o addobbi bronzei, egli deve venir così segnalato: «(Proprietario:) di questo o quest 'altro; il re glielo ha dato». Anche il peso deve venir segnalato, e infine si deve registra­ re: «Gli è stato dato in questa o quest 'altra festa», e sotto saranno elencati i nomi dei testimoni: «Quando gli fu consegnato, erano pre­ senti il tale e il fa/altro». Inoltre non lo farà entrare in casa sua. Piuttosto lo venderà. (40) Ma se lo vende, non potrà vender/o in forma privata. Dovranno essere presenti a controllare i signori di Hatti, poi si dovrà registrare quanto egli ha venduto su una tavola, che verrà sigillata. Quando poi il re ritornerà in Hattusa, quel tale depositerà la tavo­ la nel palazzo, dove verrà sigillata. Ma se lui vende in forma priva­ ta, incorre nella pena di morte. Chi non vende il dono regale, che è stato registrato con il nome del re - cioè non vende nella maniera consentita argento, oro, vesti, arredi di bronzo - e chi li riceve e non li presenta alla porta del re, sono tutt 'e due passibili di pena capi­ tale. Sì, moriranno entrambi! Per gli dèi sono [ } Per loro non ci sarà nessuna possibilità d'appello. . . .

Nei paragrafi seguenti si descrive il preciso cerimoniale delle feste, il compito di sorveglianza attribuito ai funzionari del tem­ pio in servizio notturno, altre prescrizioni relative alla vita del 1 80

tempio, a eventuali turbative del culto, allo spegnimento serale di fuochi nel tempio . [A III,55]

Inoltre: voi che costituite il personale delle cucine degli dèi, cop­ pieri, camerieri, cuochi, fornai, cantinieri, siate molto attenti nel servizio degli dèi! Prendetevi cura timorosamente del pane e del vino degli dèi! La stanza in cui viene spezzato il pane (60) sarà spazzata e sprangata, né cani né porci dovranno varcarne la soglia! Voi vi laverete e indosserete abiti puri. Peli e unghie saranno taglia­ ti e l 'animo degli dèi non dovrà provare ( ?) disgusto ( ?) per voi. Se un cane o un porco tocca in qualche modo i recipienti di legno o di terra ( 65) che voi utilizzate, e l 'addetto alle cucine non li getta via, ma invece li utilizza per offrire agli dèi cibi contaminati, dovrà offri­ re il cibo e le bevande agli dèi Kot e Urin. (95) E se qualcuno vuoi dormire con una donna, dovrà andare con la donna proprio come provvede al servizio degli dèi, o come offre loro cibo (70) e bevan­ de. Inoltre: [. . . l quando il sole sorge ( ?) [deve lavarsil e se è chia­ ro, quando gli dèi pranzano, deve prepararsi veloce. Ma se lo tra­ $cura sarà considerata una colpa. Se qualcuno dorme con una donna (75) e il suo superiore o il suo capo lo chiama (per qualche attività cultuale) dovrà dirglielo. Se invece tace per pudore, (96) lo dirà ai suoi colleghi e si laverà. Ma se invece lo tace di proposito e senza essersi lavato si avvicina, in stato di impurità, al pane e al (80) vino degli dèi, o se un suo collega lo sa e ti (sic!) fa del male, � [lo] nasconde, ma più tardi lo si scopre, [sono entrambi] incorsi (in un reato degno della) pena di morte. Moriranno entrambi. I paragrafi seguenti trattano dei doveri dei funzionari del tem­ pio che ne amministrano le terre. L' argomento principale è la rego­ lare consegna degli animali sacrificali e dei profitti agricoli utilizza­ ti nel culto, e la proibizione di appropriazioni indebite. Alcune istruzioni di servizio rilasciate dal re o dalla regina sono un importante genere della letteratura ittita. Poste dagli ittiti nella stessa categoria dei trattati internazionali, le istruzioni, rivolte ai funzionari esigono lealtà e una coscienziosa esecuzione, special­ mente nelle attività d' interesse pubblico. Riguardano impiegati amministrativi e militari, soldati, sindaci, dipendenti del palazzo e funzionari cultuali, nel senso più ampio. Il testo, abbreviato, prevede precise disposizioni e verifiche per evitare abusi di potere, infedeltà, trascuratezza. Poi stabilisce che 181

dell' adempimento della normativa si debba rispondere di fronte alla divinità, e contemporaneamente si richiede il rispetto della purità rituale. Per quanto riguarda il tema del «puro/impuro» si possono confrontare nell' AT le prescrizioni relative al servizio cultuale e all' ufficio sacerdotale, anche se subordinate al principio della san­ tità, e con ampie conseguenze sul piano etico.97 97. Il banchetto divino in onore di Baal98 LEVITICO 3 , 1 . 1 6

Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione e se offre un capo di bestiame grosso, sarà un maschio o una femmina, senza difetto; l' offrirà davanti al Signore [ . . ] Il sacerdote li brucerà sull 'altare: è un cibo consu­ mato dal fuoco per il Signore. Ogni parte grassa appartiene al Signore. .

(2) [... ] Il servitore del potente Baal, il cameriere del Principe, Signore della terra, si levò a imbandire (5) e ad approntargli il cibo. Affettò un tenero petto dinanzi a lui, con un coltello affilato, una porzione di bestia pasciuta, si affrettò a versargli da bere e a dissetarlo [. . . ]. (l O) Gli porse una coppa nella sua mano. Un boccale in entrambe le mani; un capace bicchiere, magnifico alla vista, un recipiente dell 'arredo celeste; un sacra coppa, che donna non può contemplare, un boccale ( 15) su cui neppur dea può posare gli occhi; mille giare portò di liquore, diecimila si diede a mescerne nel suo cratere. Si levò a intonare un canto con i cimbali in mano, l 'aedo; (20) cantò il giovane dalla voce soave in onore di Baal, sui recessi del Safon. Volse lo sguardo Baal alle sue figlie, contemplò Pidraj, figlia della luce, e insieme Talaj, (25) figlia della pioggia [... ] 97 Si possono confrontare le regole sacerdotali in Lv 1 0; 12-22 o Ez 44, 1 6ss ma anche la critica espressa in 1 S am 2, 1 2- 1 7.22.29-30 e in Ml 1 ,6ss. 98 Testo: CTA 3,1. La traduzione italiana è sempre di XELLA, Gli antenati, 97.

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Questo testo deve esser visto nel contesto della festività. Il suo promotore sembra essere il dio supremo El. È poco verosimile che il ciclo di Baal incominciasse con questa scena di festa, tuttavia, fra le tavole finora scoperte, non ce n'è nessuna che possa con qualche sicurezza venir anteposta a questa. La scena ricorda molto le descrizioni dei banchetti degli dèi e dei rituali d'offerta in Omero.99 L' AT conosce l ' immagine di un gran banchetto che Dio appresta per i popoli (Ger 25 ,6ss). C ' è anche l' immagine della coppa dell' ira che Dio offre da bere ai re delle nazioni vicine e lontane (Ger 25 , 1 5 ss). Nella religione mono­ teistica di JHWH mancano naturalmente le immagini di un ban­ chetto degli dèi. L' offerta viene definita come un pasto per Dio (Lev 3 , 1 . 1 6 ; Nm 28 ,24). L' immagine del «vino che rallegra gli dèi • .gli uomini» (Gdc 9,3) richiama alla mente antiche concezioni cananee. ' ,• '

98. Da un rituale di sostituzione100 LEvmco 4-5 Talvolta la morte di un animale offerto in sacrificio veniva vista come se )'.animale prendesse il posto della persona che l' offriva. Una colpa grave . non poteva essere espiata dalla sola offerta della vittima, ma una persona 'esprimeva il pentimento del suo peccato offrendo a Dio un sacrificio come .segno del suo dolore. 1 0 1 '[C 1, 14-23 completato con A 1, 1 2ss]

Nel giorno in cui il prigioniero mandò via il re, proprio in quel gior­ no il re disse di lui: «Questo prigioniero è il mio vivente sostituto sovra(terreno). Questo simulacro è invece il mio sostituto infero. Se 'voi dèi superni mi affliggete con qualcosa di male e accorciate i mìei giorni, i miei mesi, i miei anni, allora questo vivente sostituto 'prend[erà] il mio posto, (20) e voi dèi superni prendetene nota! Se iu dea solare della terra e voi dèi inferi intendete affliggermi con qualche male, questo simulacro sostitutivo prende[rà] il mio posto, {e (tu), dea solare della terra] e voi dèi inferi, prendetene nota!». 99 Cf. lliade I, vv. 458-474.595-604; Il, vv. 42 1 -43 1 . 1 00 Un' edizione completa dei rituali di sostituzione è stata pubblicata da H.M. KOM­ )IEL, Ersatzrituale fiir hethischen Konig, Wiesbaden 1967. Cf. Iliade II, vv. 233-237. 101 Per una descrizione dei sacrifici nel libro del Levitico cf. M. CIMOSA, Levitico, :'•' Numeri, Brescia 2 1999, 1 3 - 1 8 .

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Segue A 1,22-36, un brano molto mutilato, ove il prigioniero esilia il re dal palazzo e si siede sul trono. Poi il re interroga gli dèi per conoscere quale colpa avrebbe commesso da meritare d' essere allontanato dal trono. La preghiera prosegue:

Pos[sano (?)] allontanare definitivamente ogni male dal trono [... ], dalla terra [... ], dalla casa, dall 'esercito, [dalle truppe annate di carri da guerra e dalla ser]vitù! A me possano [... ] la mia anima, le città di Hattusa, Katapa, [Nerik ( ?)], Arinna, Zippalanda, donne e bambini, [... l vitelli ( ?), terra, casa, esercito, truppe annate di carri da guerra [... ] Segue (rr. 7- 1 7) una lista di dèi superni e inferi, introdotti dal dio celeste del sole, dal dio celeste della tempesta e da altri dèi della tempesta.

[. . . ] lunghi anni, futuro, vita, [sa]lute e forza (20) benignamente elargire!». [Qua]ndo il dio del sole ebbe finito di pronunciare queste parole, egli [... ] esce [... ] dal palazzo (24) nessuno più lo [chiama con il suo nome ( ?)] [... ] B I, 1 -7 parla della vita ritirata del vero re (r. 3: «nessuno più lo chiama "re"»). Le rr. 5-7 fanno intravedere un rigido divieto di mostrarsi in pubblico.

(8) Inoltre: se qualcuno entra in città, non gli si dice: «) . 1 09 103. Il mito della scomparsa di Telipinu"0

LEVITICO 26, 1 4-39 (14) Ma se non mi ascolterete e se non metterete in pratica tutti questi comandi, ( 1 5) se disprezzerete le mie leggi e rigetterete le mie prescrizio­ ni, non mettendo in pratica tutti i miei comandi e infrangendo la mia allean­ za, ( 1 6) ecco che cosa farò a voi a mia volta: manderò contro di voi il ter­ rore, la consunzione e la febbre, che vi faranno languire gli occhi e vi con­ sumeranno la vita. Seminerete invano il vostro seme: se lo mangeranno i vostri nemici. ( 1 7) Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici; quelli che vi odiano vi opprimeranno e vi darete alla fuga, senza che alcuno vi insegua. ( 1 8) Se nemmeno dopo questo mi ascolterete, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. ( 1 9) Spezzerò la vostra forza superba, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame. (20) Le vostre energie si consumeranno invano, poiché la vostra terra non darà prodotti e gli albe­ ri della campagna non daranno frutti. (2 1 ) Se vi opporrete a me e non mi ascolterete, io vi colpirò sette volte di più, secondo i vostri peccati. (22) Manderò contro di voi le bestie selvati­ che, che vi rapiranno i figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurran­ no a un piccolo numero e le vostre strade diventeranno deserte. (23) Se, nonostante questi castighi, non vorrete correggervi per tornare a me, ma vi opporrete a me, anch' io mi opporrò a voi (24) e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati. (25) Manderò contro di voi la spada, vin­ dice della mia alleanza; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io man-

Cf. Lv 23, 14 (in seguito verrà utilizzato qorban da solo. Cf. Mc 7, 1 1 ; Mt 1 5,5). ANET, 1 26ss. H. OTIEN, Die Uberlieferungen des Telipinu-Mythus, Leipzig 1942. La traduzione italiana è tratta da Dal Nilo all 'Eufrate, a cura di A. DI NOLA, 1 61 - 1 64. Cf. T.H. GASTER, Le più antiche storie, 1 1 7 - 1 29; PECCHIOLI DADO! - POLVANI, La mitologia itti­ ta, 7 1 -87. 109 110

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derò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico. (26) Quando io avrò spezzato le riserve del pane, dieci donne faranno cuocere il vostro pane in uno stesso forno, ve lo riporteranno a peso e mangerete, ma non vi sazierete. (27) Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporre­ te a me, (28) anch' io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. (29) Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie. (30) Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari per l'incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e io vi avrò in abominio. (3 1 ) Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e non aspirerò più il profumo dei vostri incensi. (32) Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi prenderanno dimora, ne saranno stupefatti. (33) Quanto a voi, vi disper­ derò fra le nazioni e vi inseguirò con la spada sguainata; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte. (34) Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà deso­ lata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; allora la terra si riposerà e si compenserà dei suoi sabati. (35) Finché rimarrà desolata, avrà il riposo che non le fu concesso da voi con i sabati, quando l' abitavate. (36) A quelli che fra di voi saranno superstiti infonderò nel cuore costerna­ zione, nel paese dei loro nemici: il fruscìo di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge di fronte alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua. (37) Precipiteranno uno sopra l' altro come di fronte alla spada, senza che alcuno li insegua. Non potrete resistere dinanzi ai vostri nemici. (38) Perirete fra le nazioni: il paese dei vostri nemici vi divorerà. (39) Quelli che tra di voi saranno superstiti nei paesi dei loro nemici, si consumeranno a causa delle proprie iniquità; anche a causa delle iniquità dei loro padri periranno.

(5) La nebbia invase le finestre,

Il vapore circondò la casa. Nel focolare i ciocchi erano soffocati, Le pecore ali 'addiaccio soffocavano, Nella stalla le mucche soffocavano, La pecora trascurava l 'agnello, La vacca trascurava il vitello. ( 10) Telipinu si allontanò e portò via il grano, la fertile brezza (? ), (Sottrasse) la fertilità alle campagne ( ? ), al prato, alle steppe. Telipinu andò via e sparì nella steppa. Stanchezza ( ?) lo prese ( ?) : E così grano e spelta non più prosperavano. Così bestiame, greggi e uomini ( 15) non si riproducevano più. E anche chi aveva parti recenti Più non voleva alimentarli. Inaridirono le verzure (le montagne),

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Seccarono gli alberi, più non diedero germogli. Inaridirono i pascoli, Si asciugarono le sorgenti. Nel paese venne la carestia; Uomini e dèi morivano di fame. Il grande dio del sole approntò un festino e invitò i mille dèi. Mangiarono, (20) ma non furono sazi nella loro fame, Bevvero, ma non placarono la loro sete. Il dio della tempesta si angustiava per Telipinu, suo figlio, «Telipinu, il mio figlio» diceva «non è qui! La collera lo prese ed egli portò via con sé ogni cosa buona». I grandi dèi e gli dèi minori cominciarono a cercare Telipinu. Il dio del sole inviò fuori l 'aquila veloce, dicen­ dole: «Va '! Cerca su (25) ogni monte elevato! Cerca per le vallate profonde! Cerca negli abissi delle acque!». L'aquila andò, ma non riuscì a trovar/o. Al dio del sole portò questo messaggio: «Lui, Teli­ pinu, il nobile dio, non ho potuto trovar/o!». Il dio della tempesta disse ad Hannahanna: (26) «Che facciamo ? Ci rassegneremo (30) a morire di fame ?». Hannahanna disse al dio della tempesta: «Fa ' qualche cosa, o Dio della tempesta! Va '! Cerca tu stesso Telipinu». Il dio della tempesta cerca inutilmente Telipinu nella sua città cultuale, ma scoraggiato abbandona la ricerca, dopo aver abbattuto la serrata torre della città (Dal Nilo all 'Eufrate, a cura di A. DI NOLA, 1 62).

Hannahanna mandò fuori (35) [l 'ape]: « Va '! Cerca Telipinu!» Il dio della tempesta disse ad Hannahanna: «l grandi dèi e gli dèi minori lo hanno cercato ma [non l 'hanno trovato]. Che forse quest '[ape] uscirà e lo troverà ? Piccole sono le sue ali, piccola è essa stessa. Ammetteranno gli dei che è più grande di loro ?». La lacuna seguente può essere integrata con i frammenti delle cosiddette seconda e terza versione del mito, KUB XXXIII 5 ; 8- 10.

Hannahanna disse al dio della tempesta: «Basta! Andrà e lo tro­ verà!». Hannahanna mandò fuori (disse al-) (35) [-la piccola ape]: « Va ' l Cerca Telipinu! Quando lo avrai trovato, pungi/o alle mani e ai piedi. Portali ai suoi piedi (e fallo saltar su), prendi la cera e stro­ fina/a sui suoi occhi e suoi suoi piedi (mani) e purifica/o, e porta­ melo dinanzi!». L'ape [andò] e cercò (negli alti monti) (nei) fiumi 190

impetuosi, cercò [nelle mormoranti sorgenti]. Il miele (la cera) che aveva dentro lo mise fuori. Infine lo trovò su un prato, nel bosco di [Lihz]ina. Lo punse alle mani e ai piedi, prese la cera e gliela stro­ finò [sopra gli occhi e i piedi, lo purificò . . . ]. Telipinu [dice]: «In quanto a me andai in collera e mi allontanai. Come osi svegliarmi dal mio sonno ? Come osi spingermi a parlare mentre sono in collera ?». [Telipinu] infuriò ancora di più. Il testo lacunoso consente di capire che Telipinu nella sua col­ lera causa un' alluvione, che distrugge case e città, sommergendo uomini e bestiame. Gli dèi sbalorditi si chiedono incerti che cosa fare [questo brano manca nella traduzione citata] .

[Parlò] allora (un dio): «Chiamiamo l '(uomo) mortale! [Lui può (.?)} [. .. ] prendere dal monte Ammuna e portar qui (Telipinu)! Con le ali dell 'aquila lo porterà qui! Proprio l 'uomo mortale lo porterà qui, con le ali dell 'aquila lo porterà qui!». Dagli scarsi frammenti si può dedurre che gli dèi fanno inter­ venire gli uomini. Non è chiaro quale sia la reazione di Telipinu, poiché il testo viene a mancare. Invece la II colonna ci riporta un rituale di pacificazione o di purificazione, che viene celebrato non da uomini, ma dalla dea della magia e delle arti mediche, Kamruse­ pa (cioè «spirito del fumo»). Resta aperta la questione se qui ci sia una differenza fra le due versioni del rito o se gli scongiuri di Kam­ rusepa e quelli umani possano considerarsi successivi . Resta comunque interessante l' intrecciarsi del rituale con lo svolgimento del mito. In A II, 1 -32 leggiamo l'invocazione rivolta a Telipinu [fino a ID, l prosegue Dal Nilo all 'Eufrate, a cura di A. DI NOLA, 1 63].

(9) Qui ho la linfa che spinge in alto (lO) quella con cui posso puri­ ficarti. [Fa ' ch 'essa ridia vigore ( ?)] al tuo cuore e [al tuo soffio], o Telipinu! Verso il re favorevolmente [volgiti]! [. . .]. [Che il tuo cuore e il tuo soffio ( ?)] (13) siano scelti come esso! (16) Qui sono ifichi, come i [fichi] sono dolci, così fa, o Telipinu, che [il tuo cuore e il tuo soffio] divengano dolci! Come l'oliva [trattiene] in sé l 'olio, [come il grappolo] (20) trattiene in sé il vino, così, o Telipinu, trat­ tieni nel tuo cuore e nel tuo soffio buoni sentimenti [verso il re] (per gli uomini)! Questa è l 'unzione ( ?). Unga il [cuore e soffio] di Teli­ pinu. Come il malto e le focacce di malto sono armoniosamente fuse, così sia il tuo soffio in armonia con gli affari degli uomini! 191

[Come la spetta] (25) è pulita, così divenga, Telipinu, il tuo soffio pulito! Come il miele è dolce e la panna soffice. Così divenga dolce il soffio di Telipinu, così divenga soffice! Vedi Telipinu, ho asperso i tuoi sentieri di fine olio. Avanza, o Telipinu, su questi sentieri che ho spruzzato (30) di fine olio [. . . ] Come la canna si lascia piegare, così possa tu adattarti, Telipinu! Telipinu venne nella sua furia. Balenarono i lampi, egli tuonò, (31) mentre la scura terra era in tumulto. (35) Kamrusepa lo vide, fece muovere [da] lì l 'ala dell 'aquila, tolse (/l/, 1) via da lui la rabbia, tolse via [la collera] tolse via la furia. Kamrusepa disse agli dèi: « Ve[nite] dèi, il dio Hapantalli pasco­ la ( ?) le pecore del sole! (5) Ora cerca dodici arieti! [. . . ] di Teli­ pinu (31) io voglio sottoporre [a un incantesimo]. Ho preso con me una [. . . ] con "mille occhi " e la [. . . ] (33) dell 'ariete di Kam­ rusepa (!) ho versato. Io l 'ho bruciato qua e là per Telipinu, per prendere (10) il male dal suo corpo: il suo malumore l 'ho preso, il suo furore l 'ho preso, la sua ira l 'ho presa, la sua rabbia l 'ho presa, il suo rancore l 'ho preso. Telipinu è adirato, il suo cuore e le [sue] viscere sono legate come una fascina. Come brucia que­ sta fascina (15) arderanno anche il malumore, l 'ira, il furore, il rancore di Telipinu! Come [l 'orzo] è secco e non lo si po[rta] sui campi, per utilizzar/o come semente, né lo si prepara per farne il pane, ma lo si ripone nel magazzino, così anche [deve] dissec­ carsi il malumore, [l 'ira], il furore, (20) il rancore di Telipinu! Telipinu è adirato, il suo cuore e le sue viscere erano come fuoco fiammeggiante. Come si spegne questo fuoco, così devono pla­ carsi ira, furore, rancore (di Telipinu)! Telipinu, lascia che la tua collera se ne vada, (25) che se ne vada il rancore. Come l 'acqua non rifluisce nella grondaia, così non rifluiscano [furore, ira] e rancore! Gli dèi [si seggono ( ?) per] l 'assem[blea] sotto l 'albero hatalkesna E sotto l 'albe ro hatalkesna [. . . ] [ho ( ?) l è ( ?)] per lunghi [anni mantenuto il benessere]. (30) E tutti gli dèi son là, (fra loro) [è apai a, Isdustaia], la dea-Guls, la dea madre, (34) il dio Halki (frumento), Mia[tanzipa] (dio della crescita), Telipinu, (35) il dio protettore Hapantall[i... ]. Ho procurato benessere agli dèi per molti anni e ho purificato lui (Telipinu). [C 9] [.. ] [Ho estratto] il male [dal] c[orpo] di Telipinu, ho preso la sua [ira], [ho preso] il suo furore, [ho preso] il suo [malumore, ho preso] il suo rancore, ho preso la sua "[cattiva] lingua ", [ho preso il] cat[tivo]. -

.

1 92

Dopo una lacuna di circa 15 righe riprende il testo di A IV, l ss. Qui è già incominciato il rituale di pacificazione dell ' «uomo» (com­ pletamento dello scongiuro di Kamru sepa o delle sue parole, a con­ clusione della crisi cosmica) [Dal Nilo all 'Eufrate, a cura di A. DI NoLA, da IV,20] : «[... ] tu, albero-hatalkesna, a primavera ti rivesti di bianco, ma in autunno ti rivesti di rosso. Il vitello corre sotto di te (36, l) e tu gli

strappi i capelli sul capo (? ). La pecOra corre sotto di te e tu le strappi la lana. Strappa allora anche l 'ira, il furore, il malanimo, il rancore di Telipinu! Viene improvvisamente il dio della tempe­ sta, adirato, (5) lo fa fermare "l 'uomo del dio della tempesta ". ( 7) Minaccia di straboccare il vaso di crema, il cucchiaio fa fermare la (crema). Anche le mie parole - dell 'uomo -fermeranno il furo­ re di Telipinu, l 'ira, il rancore! Se ne devono andare furore, mala­ nimo, rancore! La casa li farà partire, li farà partire. Il pilone cen­ trale ( ?) (l O) li farà partire! La finestra li farà partire! Similmen­ te il cardine, la corte, la porta della città, il complesso edilizio della porta, la strada militare. Non dovranno andarsene sul ferti­ le campo, nel giardino, nel bosco! Se ne vadano invece per la stra­ da che conduce al paese del dio del sole! (38) Il portiere ha aper­ to le sette porte, (9) ha tirato i sette catenacci. (15) Sotto nell 'o­ scura terra stanno le casse di bronzo, il loro coperchio è di piom­ bo, i loro anelli ( ?) di ferro. Quanto vi entra non ne riesce più, scompare lì dentro. Conteranno furore, malanimo, rancore, e que­ sti non ne ritorneranno più!». (20) Telipinu tornò alla sua casa, di nuovo ebbe cura del paese suo. La nebbia si allontanò dalle finestre, il vapore andò via dalla casa. Gli altari furono innalzati agli dèi, il focolare ebbe il ceppo acceso. Egli fece andare le pecore all 'addiaccio, fece andare i bovini al parco. La madre vegliò sul suo bambino, la pecora vegliò sul suo agnello, (25) la vacca vegliò sul suo vitello. Anche Telipinu vegliò sul re e sulla regina e li provvide di durevole vita e vigore. Telipi­ nu ebbe cura del re. Una pertica fu eretta dinanzi a Telipinu e alla pertica fu appeso un vello di pecora. Esso significa grasso di pecore, significa spighe di grano (30) e vino, significa buoi e pecore, significa lunghi anni e progenie. Significa pronostico favorevole (delle interiora) di agnello [. . ] Significa benessere e felicità. .

193

Il testo si fa lacunoso e si interrompe. 1 1 1 Telipinu ( o Telepinu), appartiene al pantheon degli ittiti. Il nostro testo descrive come egli, adirato, si fosse ritirato dalla vita attiva riducendo il mondo a uno sterile deserto in cui piante, anima­ li, uomini e dèi rischiavano ormai di scomparire. Gli dèi, accortisi della sua assenza per i morsi della fame, aven­ dolo cercato invano, infine inviano in missione un' aquila perché lo trovi. Quando anch' essa torna indietro senz' esito, la dea-madre manda alla ricerca un'ape la quale, poi, trovatolo addormentato in un suo nascondiglio, lo risveglia facendogli provare il suo pungi­ glione. Il risveglio non fa che accrescere la furia di Telipinu, che però stavolta si manifesta in una violenta inondazione. Gli dèi terrorizzati cercano salvezza nella magia. La dea della salute Kamru sepa procede alla rituale invocazione del dio furente e, mentre lo attira con leccornie e cibi appetitosi, recita intanto una serie di massime che dovrebbero pacificarlo. Dopo che Telipinu si è avvicinato in forma di temporale, incomincia la parte principale dello scongiuro. Kamrusepa agisce sul corpo di Telipinu, agitando e bruciando pezzi di montone. In un' operazione di magia simpatetica, vengono distrutti o descritti nella loro innocuità o temporaneità materiali ed elementi d'ogni genere, vengono presentati e paragonati all'inquie­ to carattere di Telipinu per ridurlo alla calma. Il pantheon, che nel pericolo aveva deciso di ricorrere allo scongiuro, si riunisce nel compiacimento della ritrovata pace. Telipinu viene dichiarato final­ mente libero da ogni malvagità. m All'inizio del testo eteo mancano circa 1 2 righe; in esse si spie­ gava probabilmente il motivo della terribile irritazione di Telipinu, le cui conseguenze leggiamo nelle righe seguenti (A 1 5 ss).

111

BEYERLIN, Testi religiosi, 214-22 1 . Si trova invece l'affermazione che l'ira divina si manifesta in catastrofi d' ogni genere, come nelle lamentazioni collettive di Sa1 44, 10ss, 74,79; brani narrativi come 2Sam 2 1 ; 24; I Re 1 7 ; 1 8; testi profetici come Os 4, 10; 9,14; Am 1 ,2; Mie 6, 14s; maledizioni in Lv 26; Dt 28, e non ultima la concezione che sottostà alla struttura del libro dei Giudici: in 2,14s; 3,8 ecc. 112

1 94

NUMERI 104. La cosiddetta seconda preghiera per la peste di Mursili 11 1 1 3 NUMERI 3, 1 0.28 (lO) «Tu stabilirai Aronne e i suoi figli, perché custodiscano le funzioni del loro sacerdozio; l' estraneo che vi si accosterà sarà messo a morte». [ ] . . .

(28) Contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano ottomilasei­ cento, che avevano la custodia del santuario.

[§ l ] Dio hattico delle tempeste, mio signore, [e voi dèi di Ha che

siete miei sig]nori! [Il re] Murs[ili], vostro servo, mi ha inviato. «Va '. Al [dio della tempesta] di Hatti, agli dèi, miei signori dì: "Che cosa mai avete fatto ? Avete fatto sorgere una pestilenza nella terra di Hatti, e la terra di Hatti è stata violentemente oppressa dalla peste che ha colpito la sua gente. Sono vent'anni che i decessi con­ tinuano, dal tempo di mio padre e dal tempo di mio fratello, e i decessi continuano ancora adesso che io sono sacerdote degli dèi. Da allora continuano i decessi nella terra di Hatti, e tuttavia la peste non accenna ad abbandonare la terra di Hatti. Ma io non rie­ sco a soffocare più a lungo l'ansia nel mio cuore, io non riesco a soffocare più a lungo l 'angoscia nel mio corpo "». [§ 2 (molto danneggiato) Mursili ricorda il suo esemplare compor­ tamento nei confronti degli dèi e la sua attenzione verso i santuari e d'altra parte sottolinea come finora siano stati incomprensibilmente inutili tutti i suoi sforzi di allontanare la sciagura con offerte e pre­ ghiere di riparazione, o anche solo di conoscere, con oracoli, sogni o presagi profetici, i motivi che hanno causato tale disgrazia] . [§ 3] [E] anche le poche offerte di pane [e di vino] che [ancora erano rimas]te decli[navano]. E di nuovo mi si poneva la cosa ( ?) [con... ] premendo [. .. ], e [di nuovo interrogai l 'oracolo riguardo al modo di placare l 'ira] divina. [Allora mi accorsi] di due antiche tavole. Una tavola riguarda [il rito per il fiume Mala]. Gli antichi ·re [avevano] presentato [in ogni tem]po una particolare offerta per il fiume Mala. [Ora], (cioè) da quando fin dai giorni di mio padre

m n testo è conservato in ANET, 394ss. Dovrebbe essere del XIV secolo a.C. La tra­ duzione italiana si trova in C. W. CERAM, ll libro delle rupi, Torino 1 955, 1 85ss. Cf. BEYER­ LIN, Testi religiosi, 228-233.

195

ha [imperversato] la m[orte] nella terra di Hatti, non abbiamo più celebrato il rito dedicato al fiume Mala. [§ 4 La seconda tavola riguarda invece Kurustama] Come il dio della tempesta ha portato la gente della città di Kurustama dalla terra d'Egitto, e come il dio della tempesta di Hatti ha stabilito un trattato fra loro e la gente di Hatti, e come essi abbiano prestato giuramento di fronte al dio di Hatti. Ma dopo che la gente di Hatti e gli Egizi hanno giurato di fronte al dio della tempesta, la gente di Hatti ha infranto il giuramento. La gente di Hatti ha improvvisa­ mente rotto il giuramento. Mio padre infatti inviò truppe di fanteria e truppe armate di carri da guerra, che fecero irruzione nella terra di Amqa, nella regione dell'Alto Egitto. Poi inviò altre (truppe) che fecero un 'altra irruzione. Quando però gli Egizi furono presi dal­ l 'angoscia chiesero subito a mio padre uno dei suoi figli per dargli la sovranità. Ma quando mio padre assegnò a loro uno dei suoi figli, ed essi lo ebbero a disposizione, subito lo assassinarono. Mio padre allora s 'infuriò, preparò una spedizione contro l 'Egitto e vi fece irruzione. In tale occasione il dio della tempesta di Hatti, il mio signore, permise a mio padre di avere la meglio nella controversia, concedendogli di sconfiggere la fanteria e le truppe armate di carri da guerra degli Egizi e di massacrar/i. Quando poi condusse nella terra di Hatti i prigionieri che aveva catturato, fra di loro sorse la peste ed essi com[inciarono l a morirne. [§ 5] Dunque quando egli condusse i prigionieri in terra di Hatti i prigionieri introdussero la peste nella terra di Hatti, e da quel gior­ no si continua a morire nella terra di Hatti. Dopo che mi accorsi della suddetta tavola riguardante gli Egizi, ho subito interrogato al suo riguardo l 'oracolo divino: «L'accordo ricordato, che è stato patrocinato dal dio della tempesta della terra di Haui; che è stato sottoscritto con giuramento di fronte al dio della tempesta di Ratti dagli Egizi e dalla gente di Ratti e al quale assistevano le divinità Damnassara nel tempio del dio della tempesta di Hatti, mio signo­ re, ma che la gente di Ratti improvvisamente ruppe è proprio que­ sto (patto) che fu (all 'origine dell ')ira del dio della tempesta di Ratti, mio signore ?». E (proprio) ciò fu confermato (dall 'oracolo). -

[§ 6] Ho interrogato l'oracolo anche per (sapere se) la peste era in relazione all 'offerta per il fiume Mala. E risultò anche questo, che

io (al riguardo) devo esser sincero di fronte al dio della tempesta di 1 96

Ratti, mio signore. Ve[di], ora ho riconosciuto [il mio err]ore di fronte [al dio della tempesta di Batti]: è cosi; [lo] abbiamo fatto. [Ma non] è avvenuto al mio tempo; è accaduto al tempo di mio padre [... ] conosco bene [... ] l 'occasione, e per [questa circostan­ za] il dio della tempesta [di Ratti, mio signore si è] incolleri[to... ]. Nella terra di Ratti si continua a morire, ve[di ( ?) anche per ques]to io levo la [mia preghiera al] dio della tempesta di Batti, mio signo­ re! Mi inginocchio di fronte a te e im[plorol la grazia! Ascoltami dunque, dio della tempesta di Batti, mio signore, e la peste [venga] infine allontanata dalla terra di Hatti! [§ 7] Le cause primarie della peste, che furono chiarite quando inter­

rogai l'oracolo su tali circostanze, ora le rimuovo espiando per ognuna di esse. Per quanto riguarda l'inadempienza del gi[uramen­ to], accertata come causa primaria della peste, ho presentato il sacrificio per (l 'inadempienza del) giuramento al dio della tempesta di Hatti, [mio signore... ]. [Anche agli altri dèi] ho sacrificato [... ] per te, dio della tempesta di Hatti si ( ?) [è compiuto il rito ( ?)] e per loro [si è compiutoI il rito. In quanto, poi, ali 'offerta omessa per il fiume Mala, che mi fu assicurato [(essere concausa) della pe]ste, vedete, poiché ora sacrifico al fiume Mala, perdonatemi, dio della tempesta di Batti, mio signore, e voi dèi, miei signori, il sacrifiCio (dimenticato) al fiume Mala! Io compirò ed eseguirò ora attenta­ mente il rito per il fiume [Mala]. Ora dunque, in considerazione di quanto io compio per (allontanare) la peste, siate benevolmente disposti verso di me e la terra di Batti sia liberata dalla peste! (§ 8] Dio hattico della tempesta, mio signore, e voi dèi, che siete

miei signori, è così: si è in peccato. E anche mio padre era in pec­ cato e trasgredì la parola del dio hattico della tempesta, mio signo­ re. Ma io non ho in nulla peccato. È così: la colpa del padre si river­ �a sul figlio. (70) Anche su di me si è riversata la colpa di mio padre. Io l 'ho onnai confessata al dio hattico della tempesta, mio signore, agli dèi, che sono miei signori: è cos� noi lo abbiamo fatto. E poiché io ora ho confessato le colpe di mio padre: al dio hattico della tempesta, mio signore, e agli dèi, che sono i miei signori, la mente deve di nuovo placarsi. Siatemi di nuovo benevoli e ricaccia­ te la peste fuori dalla terra di Batti. (§ 9] Vedete, pregherò il dio della tempesta, mio signore, per la peste. Ascoltami dunque dio della tempesta di Ratti, mio signore, e 1 97

salvami! [lo vorrei( ?)] ricor[darti( ?)]: l 'uccello trova rifugio nel nido( ?), e il nido( ?) lo sa[lva]. Oppure se qualcosa diviene troppo duro per un servo, egli rivolge una preghiera al suo signore e il suo signore [si dimostra amichevolel nei suoi confronti e gli risparmia quanto era troppo duro per lui. Oppure: quando un servo ha sba­ gliato, ma confessa il proprio errore al suo signore, il suo signore può comportarsi con lui a suo gradimento ma, poiché lui ha con­ fessato il suo errore al proprio padrone, si placa l 'animo del suo padrone, (il padrone) non lo punirà. Ed io [ho confes]sato la colpa di mio padre. Proprio così; l 'ho fatto. Se si tratta di un 'espiazione, è assodato che per quel[la pes]te si sono già pagate abbastanza pene ( ?) [. . . ] - per i [pri]gionieri, che si sono condotti dall 'Egitto, e per i coloni che si [sono inviati] - per tutto quello per cui Rattu­ sa è stata colpita dalla peste, ha già [scontato] venti volte [la pena]. E tuttavia l 'anima del dio della tempesta, mio signore, e degli dèi, miei signori non si è ancora placato. Qualsiasi pena mi vogliate ancora far scontare, ditemelo in sogno e io la sconterò. [§ lO] Vedi, io ti rivolgo la mia preghiera, o dio della tempesta di Ratti; salvami dunque! [E se] la moria infuria per questo motivo una volta che io abbia [ri]messo ordine nella (faccenda), le poche offerte di pane e di vino che sono avanzate possano non mancarmi più! Ma se invece la moria continua per un qualsiasi altro motivo, possa almeno scoprir[lo] in un sogno, o mi venga [comunicatol in un oracolo, o me lo comunichi qualcuno invasato dallo spirito divi­ no o, come ho richiesto a tutti i sacerdoti, possano loro sognare in luogo puro. Dio della tempesta di Ratti, mio signore, salvami! E voi dèi, miei signori, mostrate la vostra potenza divina! Possa qualcu­ no comparire in un sogno. E qualunque sia la causa che determina l 'infuriare della peste, possa finalmente uscire allo scoperto! Fac­ ciamo appendere ( ?) gli aghi bronzei ( ?) di legno-sarpa. Salvami dunque, dio della tempesta di Ratti, mio signore! E la peste possa di nuovo allont[an]arsi dal paese di Ratti! Una grave e lunga epidemia, interpretata come castigo da parte degli dèi, spinge il re Mursili II a rivolgere ripetutamente la sua pre­ ghiera alla divinità per spingerla a intervenire. In primo piano c'è la confessione di una colpa, che un oracolo ha indicato come causa principale della sciagura. A questa si aggiunge la preghiera di far conoscere qualsiasi altra causa della punizione divina, per poterse­ ne liberare. 1 98

Sono rimaste quattro preghiere per la peste. La prima indica la causa delle sciagure per una grave infrazione a un giuramento, di cui si era reso colpevole Suppiluliuma I, padre di Mursili. Una seconda preghiera mette in relazione la cessazione della sciagura con la spe­ dizione in Egitto di Suppiluliuma. Una terza pone invece un nesso causale fra questi due eventi. E l' ultima preghiera riportata ricorda, oltre al colpevole infrangimento del patto con la spedizione in Egit­ to, anche una mancanza cultuale. 1 14 105. Benedizione sacerdotale1 15

6,24-26 (24) Ti benedica JHWH e ti protegga, (25) JHWH faccia risplendere su di te il suo volto e ti sia propizio. (26) JHWH rivolga su di te il suo volto e ti dia la pace. NUMERI

È la benedizione sacerdotale o di Aronne. Un'uguale preghiera, con chiaro valore apotropaico nei confronti di un defunto, è incisa su due piccoli amuleti in argento a forma di rotolo ritrovati nel 1 979 nella tomba numero 25 del sito di Ketef Hinnom, presso Gerusa­ lemme, ma resi noti solo nel 1986, e databili al VII secolo a.C.

«Benedica l te YHWH e l ti protegga. Fac- l -eia risplendere YHWH (7) il suo volto su di te e sia clemente verso di te». «1i benedica l YHWH e l ti protegga. l Faccia risplendere YH- l- WH il suo volto l su di te e ti dia la p- l -ace». 106. Iscrizione funeraria

Uno stesso valore apotropaico per il defunto ha un' altra iscri­ Jione funeraria paleo-ebraica scoperta nel 1 967 in una tomba ricca-

1 1 4 C'è un esempio nella Bibbia in 1Sam 2 1 , 1-14; il perdurare della carestia da tre anni induce Davide a cercare il . Viene così a conoscenza del grave delitto com­ piuto da Saul infrangendo il trattato dei tempi di Giosuè con la gente di Gibeon (Gs 9,3ss). I Gibeoniti offesi stabiliscono come riparazione l'esecuzione di sette discendenti di sesso maschile di Saul. Ne consegue la purificazione della terra e la pacificazione con JHWH. 1 1 5 BALDACCI, Il Libro dei morti, 1 54.

1 99

mente dotata di materiale ceramico, scavata a Hirbet el-Qom, un sito a dieci chilometri a sud-est di Lakish e risalente all'ultimo quar­ to dell'VIII secolo a.C. Anche quest' epigrafe ha un carattere tipica­ mente benedizionale, rivestendo inoltre una grandissima importan­ za per la ricostruzione della religiosità popolare del primo Israele dal momento che testimonia anch' essa la presenza di un culto atti­ vo - anche se non ufficiale - della maggiore dea cananea, Asherah, l' ugaritica Astarte.

Uriyahu l 'ha fatto scrivere. Sia benedetto Uriyahu tramite YHWH e dai suoi nemici tramite la sua Asherah possa Egli liberarlo. A mezzo di Oniyahu e tramite la sua Asherah [. . . ] e tramite la sua Asherah. 1 16 107. Il profeta Balaam

NUMERI 22,2-6 (2) Or Balak, figlio di Zippor, vide quanto Israele aveva fatto agli Amorrei (3) e Moab ebbe grande paura di questo popolo, che era così numeroso; Moab fu preso da spavento di fronte agli Israeliti. (4) Quindi Moab disse agli anziani di Madian: «Ora questa moltitudine divorerà quanto è intorno a noi, come il bue divora l' erba dei campi». Balak, figlio di Zippor, era in quel tempo re di Moab. (5) Egli mandò mes­ saggeri a Balaam, figlio di Beor, a Petor che sta sul fiume, nel paese dei figli di Arnau, per chiamarlo e dirgli: «Ecco un popolo è uscito dall'Egitto; ricopre la terra e si è stabilito di fronte a me; (6) ora dunque, vieni e male­ dicimi questo popolo; poiché è troppo potente per me; forse così riuscire­ mo a sconfiggerlo e potrò scacciarlo dal paese; so infatti che chi tu bene­ dici è benedetto e chi tu maledici è maledetto)) . L'entrata in scena dell'indovino pagano Balaam è curiosa per la nostra mentalità occidentale. Gli israeliti, dopo il lungo peregrinare nel deserto sinaitico, avanzavano ormai decisamente verso la terra promessa. Essendo fallito il tentativo di penetrazione dal sud, non restava loro che cercare di penetrarvi dalla parte orientale, dopo aver aggirato il Mar Morto. Si accamparono nelle steppe di Moab, di 116

200

Cf. BALDACCI, Il Libro dei morti, 1 54.

fronte a Gerico. C' era però il re di Moab, di nome Balak, che era deciso a contrastare loro il passo. Che in questo tempo la regione di Moab fosse organizzata in forma di regno con il suo re, ci è stato documentato dall' esplorazio­ ne archeologica della Transgiordania. Il re di Moab inviò un famo­ so indovino perché venisse ad arrestare l' invasione degli israeliti con la sua maledizione magica. Non è la prima volta che un re orientale, a corto di mezzi difen­ sivi, faccia ricorso alla maledizione magica per eliminare gli avver­ sari. Gli egiziani hanno impiegato questi mezzi ben sei secoli prima, come appare dai famosi testi di esecrazione. Il mago, capace di compiere questi determinati riti magici, fu fatto venire da una regione straniera, che doveva godere grande reputazione in fatto di arte magica. Il testo ebraico (Nm 22,5) ci informa che il nome di questa regio­ ne era Amau. Dal 1 949 pochi sono quelli che manifestano dei dubbi sull' attendibilità dell'informazione topografica fornitaci dal testo ebraico per la pubblicazione di una lunga iscrizione in lingua accadi­ ca che ci rivela le drammatiche avventure del re Idrimi di Alalakh. Da questa iscrizione è risultato che questo re governava sulla regione di Amau, situata nella valle di Sajur, tra Aleppo e Carchemis. È proprio questa la regione che il testo biblico presenta come patria dell' indovino Balaam. Da questa lunga iscrizione risulta che questa regione doveva godere particolare fama in tutto l' oriente in fatto di arte divinatoria: difatti, quando il re ldrimi, nel secolo XV a.C., fu cacciato in esilio e fu costretto a rifugiarsi nel Canaan, non trovò di meglio che esercitare la divinazione per poter continuare a vivere: per ben sette anni non fece che interpretare il volo degli uccelli e i movimenti degli intestini degli agnelli. Nessuna meraviglia se, due secoli dopo, anche il re moabitico si sia rivolto a questa regione dell' alta Siria. Sia i testi di Mari che quelli di Ras Shamra ce lo hanno recentemente confermato. Anzi i testi di Mari assegnano a questi sacerdoti lo stesso nome di «veg­ gente» (barum) riservato anche dalla Bibbia all' indovino Balaam. Gli indovini barum sono collaboratori dei «profeti» . Nella letteratu­ ra profetica di Mari è testimoniata due volte la categoria dei barum, incaricata di verificare l' autenticità di certi segni divini. 1 17

1 1 7 Cf.

ROLLA, La Bibbia difronte alle ultime scoperte, 200-202.

20 1

108. Lettera di Mari 37,15 Nella lettera 37, 1 5 di Mari si legge che il mittente, il cui nome è andato perduto, ha convocato i dumu mes mas.su.su.su (si tratta di indovini barum), per far loro interpretare un sogno inquietante avuto da Zimri-Lim. Il secondo caso è quello della lettera 5 1 , 1 0, nella quale la figlia di Zimri-Lim, Simatum, invita il padre a fare lo stes­ so, cioè a rivolgersi a un indovino (dumu mes mas.su.su. su), sempre per chiarire un sogno. Come però si vede, questi barum hanno a che fare con i sogni profetici, ma non sono essi stessi «profeti» . Fanno da collaboratori dei profeti, ma la loro funzione è quella di indovini («divinatori», «devins», «Opferschau(priest)er», ecc.), anche se, nel caso, sono chiamati a individuare l' autenticità dei sogni profetici. Non abbiamo difficoltà alcuna ad ammettere che anche que­ st' ultimo fosse sacerdote, come lo erano gli altri «veggenti» orien­ tali. Anzi il testo sacro ce ne offre indizi preziosi perché, a più ripre­ se, parla di sacrifici da lui offerti. 1 18

DEUTERONOMIO 109. Mito sumerico Enki e l'ordine universale 1 19 DEUTERONOMIO 7, 1 1 - 1 5 ; 8,6- 1 6 ; 1 1 ,8- 1 7 ( 1 1 ) Osserverai dunque i comandi, l e leggi e le norme che oggi ti do, met­ tendole in pratica. ( 1 2) Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l' alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri. ( 1 3) Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vac­ che e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti. ( 1 4) Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame. ( 1 5) Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d'Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano (Dt 7, 1 1 - 1 5).

118 1 19

Cf. il capitolo su > , da parte della dea Anat, come è pre­ sentata in un testo mitologico di Ugarit: «Ella prende il divino Mot, lo taglia con la spada, lo vaglia con il vaglio, lo brucia con il fuoco, lo macina con le mole, lo disperde nel campo» ( «Baal e Mot», in KTU 1.6, 1 1 ,3 1 -34); qui le azioni rituali si alternano con quelle a cui viene sottoposto il grano, dalla mietitura alla semina. Ucciso come una vittima sacrificale, Sisara è atteso invano dalla madre, Rhea, sorella di Astarte, secondo Filone di Biblo. Se teniamo presente che tutta la storia di Sisara è raccontata da un' a­ pe (Debora), il quadro di riferimento al mito cretese è completo; l' autore del Cantico di Debora conosceva non solo il nome origi­ nario, cretese, del dio filisteo, ma anche tutti i particolari del mito; 45 Gdc 4,2 1 .

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non è da escludere che alcuni dettagli relativi all' uccisione di Sisa­ ra riflettano, magari in una prospettiva deformata, le stesse vicende rievocate nei misteri cretesi che Diodoro (o la sua fonte) non volle riferire.46 Garbini ricorda che il fatto che i filistei venerassero un dio che moriva viene confermato anche dall' archeologia. Da A:shdod, una delle sedi del culto di Dagon, e da altri siti filistei, come Teti Aitun sulle colline di Giuda e Azor presso Giaffa , provengono diverse figurine di terrac otta, rozze come al solito, raffiguranti donne con le braccia alzate nell' atteggiamento tipico della lamentazione funebre. La loro stretta affinità con analoghi reperti micenei consente a Gar­ bini di affermare che tali statuette ornavano l' orlo di grossi vasi di evidente destinazione rituale e funeraria; il relativo pregio di questa suppellettile fa supporre che i crateri in questione dovevano essere destinati specialmente al culto nei templi, dove evidentemente si svolgevano cerimonie di lamentazione funebre e di libagione per una divinità. « Questa documentazione archeologica di tradizione micenea si arre sta verso la fine dell'XI secolo a.C., ma è difficile pensare che con essa siano venuti meno anche i riti relativi; come per molte altre manifestazioni della cultura filistea, l' assimilazione all' ambiente cananeo dovette comportare anche il cambiamento degli arredi cultuali e forse di qualche aspetto della liturgia. Le numerose e rozzissime statuette raffiguranti musici, che da sole o in gruppo (come in un vaso da Asdod) sono state rinvenute in alcuni scavi, ci possono far ricordare che nel rituale per la morte di Adone la musica svolgeva un ruolo importante; è dunque possibile che, sempre nell' ambito delle cerimonie per la morte del dio, nel corso del tempo si sia preferita alla rappresentazione del lamento femmi­ nile quella della musica maschile. Uno strano vaso rinvenuto a Tell Qasde, costituito da un lungo e stretto cilindro dalla cui parte infe­ riore si dipartono diversi globi (comunicanti con il cilindro) a forma di mammella, potrebbe far pensare a libagioni di latte in rapporto o alla capra Amaltea o a qualche cerimonia parodiata dall a vicenda di Giaele. La frequente presenza, nei diversi centri filistei, di vasi a forma di testa leonina potrebbe non essere dovuta a una semplice scelta di stile, ma avere qualche rapporto con le cerimonie religiose 46 Questa interpretazione potrebbe anche non essere condivisa ma indubbiamente è suggestiva e conferma la comune appartenenza delle vicende di Israele ai popoli del vicino oriente antico di cui, per un credente, Dio si è semplicemente servito per entrare nella sto­ ria umana. Cf. GARBINI, I Filistei, 1 8 1 .

248

in cui tali vasi venivano impiegati; ma supporre che Zeus-Sisara sia

stato ucciso da un leone, come Adone lo fu da un cinghiale, sarebbe certamente eccessivoY Lo Zeus cretese-Sisara-Dagon era dunque il grande dio dei fili­ stei; venerato in tutte le città, egli era di fatto il loro dio nazionale; tale infatti lo consideravano gli ebrei48 e anche i fenici: il re Esh­ munazor di Sidone definiva "terre di Dagon" il territorio di Giaffa e Dor».49 134. Dalle lettere di Tell el-Amarna: Lettera D: lettera di Biridiya di Meghiddo al faraone 5 0 . GIUDICI 9 , 6

Tutti i signori di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e andarono a pro­ damare re Abimèlech presso la Quercia della Stele che si trova a Sichem.

re, mio Signore e mio Sole, di ': così parla Biridiya, il servitore fedele del re. Mi sono prostrato sette volte e sette volte ai piedi del re, mio Signore e mio Sole. Che il re mio Signore sappia che dalla partenza della truppa Labayu mi ha mosso guerra, che non possia­ mo fare la tosatura né possiamo uscire per la grande porta a causa di Labayu. E ora che egli ha saputo che tu non hai dato una truppa, ha intenzione di prendere Magiddo. Allora, che il re salvi la città perché Labayu non se ne impadronisca! Ora, la città è allo stremo a causa di decessi, epidemia e [... ]. Allora che il re conceda cento uomini di guarnigione per custodire la sua città perché Labayu non se ne impadronisca. In Labayu non c 'è altra intenzione: cerca di distruggere Megiddo!51 Al

Questo Labayu che nutre intenzioni ostili nei riguardi di Meghiddo è colui che governa la città di Sichem, situata nei pressi di Nablus. Diverse lettere di el-Amama mostrano che Labayu e i

47

GARBINI, l

Filistei, 1 8 1 - 1 82.

48 Per Garbini è significativa a questo proposito la variante di l Cr 10, 10 (}, in Royal Ontario Museum, Occasionai Paper 23( 1 972), 1 1 -24 MALAMAT A., Assyriological Studies, Chicago 1 965, XVI, 3 7 1 -372 MoRENZ S., «Die Erwahlung zwischen Gott und Konig in Agypten>}, in Sino­ Japonica, hs. A. Weidemeyer, 1 956, 1 23- 1 27 NoTH N., Storia d 'Israele, Brescia 1 975 PRrrCHARD J . B . , Ancient Near Eastern Texts relating to the Old Testament, Princeton 2 1955 (ANEn ,.-,- The Ancient Near Eastern Texts in Pictures, Princeton 2 1 969 (ANEP) RAVASI G., L 'Antico Testamento e le culture del tempo, Roma 1 990 ROLLA A., La Bibbia di fronte alle ultime scoperte, Roma 1 959 SCHRAMM W., Einleitung in die assyrischen Konigsinschriften, zweiter Teil, Lei­ den 1 97 3 SoooiN A., Storia d 'Israele, Brescia 1 984 WAFI..ER M . , Nicht-Assyrer neuassyrischen Darstellungen, Neukirchen-Vluy 1 975

255

INIZIO DELLA MONARCHIA (Libri di Samuele) Per tutto il periodo che va dal 1 1 00 al 900 a.C. nessun testo extra-biblico offre delle indicazioni su questa storia decisiva per le tribù d'Israele. Un silenzio sorprendente che trova una sua spiega­ zione nell' esame della situazione storica del vicino oriente antico. 1 137. Situazione storica in Egitto

La morte di Ramses III, vincitore dei popoli del mare, apre un periodo di progressivo indebolimento e di divisioni interne. I successori di Ramses III ( 1 1 98 - 1 1 66 a.C.) fanno parlare poco di sé. Solo la scoperta di un tempio egiziano a Timna, nella Arabah, ha fornito indizi di una presenza egiziana sotto i faraoni Ramses IV e Ramses V, ma la posizione di Timna viene abbandonata verso il 1 1 50 a.C. L'Egitto conosce allora un periodo di lotte tra i diversi rami della famiglia reale. Alla fine della XX dinastia, il potere effettivo si trova diviso tra i sacerdoti di Amon a Tebe e i principi di Tanis. Que­ sta è la situazione in Egitto. 138. Le disavventure di Wen-amon (1080 a.C. circa) PRIMO LIBRO DEI RE 5 , 1 5 - 26 ( 1 5) Chiram, re di Tiro, mandò i suoi ministri da Salomone, perché aveva sentito che era stato consacrato re al posto di suo padre; ora Chiram era sempre stato amico di Davide. ( 1 6) Salomone mandò a dire a Chiram: ( 1 7) «Tu sai che Davide mio padre non ha potuto edificare un tempio al nome del Signore suo Dio a causa delle guerre che i nemici gli mossero da tutte le parti, finché il Signore non li prostrò sotto la pianta dei suoi piedi. ( 1 8) Ora il Signore mio Dio mi ha dato pace da ogni parte e non ho né avversa­ ri né particolari difficoltà. ( 1 9) Ecco, ho deciso di edificare un tempio al nome del Signore mio Dio, come ha detto il Signore a Davide mio padre: Tuo figlio, che io porrò al tuo posto sul tuo trono, edificherà un tempio al mio nome. (20) Ordina, dunque, che si taglino per me cedri del Libano; i miei servi saranno con i tuoi servi; io ti darò come salario per i tuoi servi

1 Per le notizie che seguono cf. RAVASI, L'Antico Testamento e le culture del tempo,

1 63- 1 67 .

256

quanto fisserai. Tu sai bene, infatti, che fra di noi nessuno è capace di tagliare il legname come sanno fare quelli di Sidone». (2 1 ) Quando Chiram udì le parole di Salomone, gioì molto e disse: «Sia benedetto, oggi, il Signore che ha dato a Davide un figlio saggio per gover­ nare questo gran popolo». (22) Chiram mandò a dire a Salomone: «Ho ascoltato il tuo messaggio; farò quanto desideri riguardo al legname di cedro e al legname di abete. (23) I miei servi lo caleranno dal Libano al mare; io lo metterò in mare su zattere fino al punto che mi indicherai. Là lo scaricherò e tu lo prenderai. Quanto a provvedere al mantenimento della mia famiglia, tu soddìsferai il mio desiderio». (24) Chiram fornì a Salo­ mone legname di cedro e legname dì abete, quanto ne volle. (25) Salomo­ ne diede a Chiram ventimila kor di grano, per il mantenimento della sua famiglia, e venti kor di olio d' olive schiacciate; questo dava Salomone a Chiram ogni anno. (26) Il Signore concesse a Salomone la saggezza come gli aveva promes­ so. Fra Chiram e Salomone regnò la pace e i due conclusero un' alleanza.

[ ] Nel 3° mese dell'estate furono trascinati in riva al mare. Allo­ ra il principe uscì verso di me; mi mandò a cercare per farmi dire: «Vieni». Quando mi fui avvicinato a lui, l 'ombra del suo parasole cadde su di me. Pen-amon, un suo servo, si collocò tra noi e disse: «L'ombra de/faraone, tuo signore, è caduta su di te». Allora il prin­ çipe si adirò con lui e disse: . ( 1 7) Natan parlò a Davide con tutte queste parole e secondo questa visione.

28 Il testo citato in breve è conservato solo in una trascrizione ieratica dell'originale geroglifico, in un rotolo in pergamena del Museo di Berlino (P 3029); la migliore riprodu­ zione in geroglifici e una traduzione si trovano in A. DE BucK, «The Building Inscription of the Berlin Leather Roll», in AnOr 17(1938), 48ss. La traduzione anche in LICHTHEIM, Ancient Egyptian Literature ( 1 973), I, 1 1 5ss e in BRESCIANI, Letteratura e poesia dell 'anti­

co Egitto, 11.

268

(5) [. .. ] Egli (Harakhte) mi ha creato (6) per fare ciò che egli ha fatto, per eseguire ciò che ha comandato di fare. Egli mi fece pasto­ re di questa terra, perché egli conosceva chi l 'avrebbe difeso, (7) e mi ha concesso ciò che egli protegge e ciò che illumina l 'occhio che è in lui. Agirò dunque come egli desidera, avendomi [manifestato] ciò che ha deciso sia conosciuto. (8) Sono un re nel carattere, un sovrano a cui non [si è data (la corona)]: io conquistai da quando ero un bambino, fui (9) potente già nell 'uovo [... ]; egli mi fece signore delle Due Regioni, quando ero ancora un bimbo, ( 10) prima che mi fossero sciolte le fasce; mi fece signore dell 'umanità, [fui eletto ( ?)} ( 11) alla presenza del popolo. Mi fece occupare ( ?) il palazzo, essendo un embrione, prima che uscissi dalle cosce (di mia madre) [. . . ]. Sesostris I dichiara in una seduta del trono la sua volontà di costruire un tempio, ponendo così a base della propria legittimità e della legittimità del proprio sapere la volontà di Dio. Ho riportato soltanto qualche brano dell'intero testo. 29 145. Iscrizione votiva di Ramses II ad Abydos30 PRIMo LIBRO DEI RE 3,7 Ora, Signore mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide mio padre. Ebbene io sono un ragazzo; non so come regolarrni .

[. . . ] (43) Io sono il discendente di Re, colui che gli dice «si mantie­ ne l 'ordine di Rb>. Era lo stesso signore del mondo, (44) colui che mi attese e mi allevò, da quando ero ancora bimbo al momento in cui assursi al regno. Lui mi aveva consegnato il paese mentre ero ancora nell 'uovo [. . .].

29 Oltre a 2Sam 7 ( ICr 17) per quanto riguarda la costruzione del tempio cf. anche IRe 3,4- 15 (2Cr 1 , 1 - 1 2). Altri esempi nell'AT riguardanti un'elezione prima della nascita possono essere considerati Gdc 1 3 ,5. 7 e Ger l ,5 ma non sono riferiti al re bensì ad altri per­ sonaggi . Circa l'idea che al re sia attribuito il compito di fare la volontà di Dio cf. Pr 2 1 , l , e per la sua allusione ai «pastori>> cf. 2Sarn 5,2 ( l Cr 1 1 ,2); Ger 3, 1 ; Ez 34,2.23 ; Sal 78,7 1 s. Cf. BEYERUN, Testi religiosi, 57-58. 30 Il testo, geroglifico, sta sulla parete orientale esterna della grande sala del tempio di Seti I ad Abydos. La traduzione è di G. RoEDER, Kulte und Orakel in Agypten (Bibliothek der Alten Welt), 1 960, 37ss.

269

Il re informa sul proprio piano di costruire parecchi nuovi templi, e di portarne a compimento altri che suo padre, Seti, aveva iniziato. Egli si rivolge al proprio seguito e allude alla propria legittimazione. 3 1 146. Stele del re Pi (o Pianchi) a Gebel BarkaP2

SAMUELE 7 , 1 4 ( l CR 1 7 , 1 3) Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio. Se farà il male, lo castigherò con verga d' uomo e con i colpi che danno i figli d' uomo.

(l) Amun-Re, il signore di Napata, che può dichiarare uno puro, dice al (2) suo amato figlio, il re Pi: «lo dicevo di te, mentre (3) tu eri ancora nel ventre di tua madre, che saresti divenuto il signore dell 'Egitto, (4) poiché io sapevo di te, già nel seme, mentre eri anco­ ra (5) nell 'uovo, che tu (6) saresti divenuto signore [... ]». Il brano riportato è sulla stele di pietra calcarea di Gebel Barkal in Nubia. Del testo si sono conservate solamente le frasi iniziali del discorso della divinità. I testi veterotestamentari sono specialmente 2Sam 7, 1 4 (l Cr 1 7, 1 3) riportato sopra; e I Re 3,7; inoltre Sal 2,7; 89,27s; 1 1 0,3.

147. Inno e preghiera di Mursili a Telibinu

2SAMUELE 7 ( l CR 17) [I, l ] Lo scriba legge ogni giorno questa tavoletta al suo dio e lo glo­ rifica. [*Indirizzo]

(3) O Telibinu, dio onnipotente e venerabile! Mursili, il re, tuo servo, mi ha fatto venire, e la regina, tua serva, mi ha fatto venire: "Va ': Telibinu, nostro signore, nostro dio personale, chiamalo».

31 32

270

Cf. IRe 3,7. BEYERLIN, Testi religiosi, 58-59. Cf. BEYERLIN, Testi religiosi, 59.

[*Invocazione del dio] (8) Che Telibinu sia lassù, in cielo, tra gli dei, che sia nel mare o che

faccia un giro tra le montagne, che sia partito in guerra in un paese nemico, ( 11) adesso ti invitano gli aromi deliziosi, l 'essenza del cedro e il profumo dell 'olio: su, vieni nel tuo tempio! Vedi, io t'in­ voco con pane di offerte e libagioni, saziati abbondantemente e, alle parole che ti rivolgo, o dio, presta un orecchio attento, ascoltami. [*Quanto il re ha fatto per il suo dio] (18) Tu, Telibinu, sei un dio venerabile. Dei templi ben costruiti, li

possiedi solo nel paese hittita, in nessun altro paese ne hai. Feste, cerimonie sacre e sante, ti vengono offerte solo nel paese hittita: in nessun altro paese ti vengono offerte. (19) Solo nel paese hittita tu hai dei templi santi ornati d'oro e d'ar­ gento; in nessun altro paese ne hai! Dei vasi, dei rhytà d'oro, d'ar­ gento, ornati di pietre preziose, soltanto nel paese hittita!

[ll,3] Delle feste, delle feste mensili, feste dell 'anno e in corso, feste

invernali, primaverili, autunnali, feste dell 'invocazione, soltanto nel paese hittita e in nessun altro paese ti vengono celebrate. La tua divinità e i tuoi idoli, o Telibinu, vengono venerati solo nel paese hittita; davanti a te, Mursili, il re tuo servo e la regina, tua serva, e i principi, tuoi servi, solo nel paese hittita sono pieni di rispetto; essi non cessano di celebrare le tue cerimonie, o Telibinu, i tuoi rituali, le tue feste, tutto quello che essi ti offrono è sacro e santo il tuo tempio, i tuoi rhytà, i tuoi vasi, tutti gli oggetti (del tuo culto) sono oggetto di religioso timore, se ne tiene conto e nessuno osa accostarsi a quanto ti appartiene. (20) Tu, Telibinu, sei un dio venerabile! Venerabile è il tuo nome, tra tutti i nomi, e venerabili sono i tuoi idoli tra (quelli) degli dei. [*Preghiera per la prosperità all'interno del paese] [lll, l ] Volgiti con bontà verso il paese hittita! o Telibinu, dio poten­

te, (2) conserva in vita il re, la regina e i principi, concedi loro per il futuro vita, salute, lunghi anni, forza, e deponi luce e gioia nella loro anima. (9) Concedi loro figli, figlie, nipoti e pronipoti, concedi loro pro­ sperità e obbedienza (dei loro sudditi), concedi loro prosperità di grano, di viti, di greggi e di popolazioni, accorda loro l 'arma vitto­ riosa del guerriero, brandita in avanti, e metti sotto i loro piedi i paesi nemici. 27 1

( 16) Dal paese hittita scaccia febbre cattiva, peste, carestia e caval­

lette.

[*Preghiera contro i nemici esterni e per il paese]

( 18) E i paesi nemici, che si agitano e si rivoltano, che non rispetta­ no te, o Telibinu, né gli dei del paese hittita, che vogliono incendiare i vostri templi, che cercano di impadronirsi dei vostri rhytà, dei vostri vasi, dei vostri oggetti d'argento e d'oro, che cercano di devastare i vostri campi, le vostre vigne, i vostri giardini, le vostre foreste, [. ] [IV,5] che cercano di portar via i vostri aratori, i vostri vignaioli, i vostri giardinieri e i vostri mugnai, a essi, a questi paesi nemici bisogna dare la febbre cattiva, la peste, la carestia e le cavallette! (9) Mentre al re, alla regina, ai principi e al paese hittita, concedi vita, salute, forza, lunghi anni, avvenire e gioia. Concedi loro per l'avvenire prosperità di vigne e di alberi fruttiferi, di buoi, di mon­ toni, di capre, di porci, di muli e di cavalli, così come della selvag­ gina e della popolazione; che tutto cresca! (Concedi) le piogge e che vengano i venti della pace. Al paese hittita, prosperità e pace! E l 'assemblea esclama: «Così sia!». . .

[*Etichetta della tavoletta]

Tavoletta terminata. Quando lo scriba, a nome del re, presenta ogni giorno davanti a Telibinu la sua difesa. In questa preghiera Mursili II invoca Telibinu in quanto egli è il suo dio personale. Si tratta di scuotere il dio, di commuoverlo, di farlo uscire dalla sua inattività per mezzo di tecniche appropriate. L' accento viene posto sul fatto che un dio esiste per il suo tempio, i suoi idoli, i suoi mobili, che egli è nazionale, regna sul territorio pre­ ciso del paese ittita, al di fuori del quale non è più niente. All ' inizio della storia d'Israele Dio appariva come un dio nazionale, legato al piedistallo sul quale si reggeva l' arca dell' al­ leanza, e in seguito legato al suo tempio. Ma fin dall'inizio, il pro­ feta N atan esprime la libertà di questo Dio in rapporto al tempio che gli si vuole costruire.33 Voler mettere il proprio Dio al suo servizio con offerte sarà la perenne tentazione dei fedeli; ma i profeti ricor­ deranno loro continuamente la libertà di Dio. 33 2Sam 7. 272

Del resto, se gli idoli possono anche dormire, 34 Dio, il guardia­ no di Israele, «non dorme né prende sonno» (Sa1 1 2 1 ,4). Infine la concezione della regalità è molto diversa. Qui si tratta di rinnovare il contratto del re, responsabile del suo popolo, e degli dèi, responsabili del paese ittita. In Israele, l'unico re è Dio e il re umano non è che il suo luogotenente. 35 148. Campagna di Tiglat-Pileser I d'Assiria (1115-1077 a.C.) contro gli aramei (1111 a.C. circa) 2SAMUELE 8,3- 1 2 Davide sconfisse anche Hadad-Ezer, figlio di Recòb, re di Zobà, mentre egli andava a estendere il dominio sul fiume Eufrate. (4) Davide gli prese millesettecento combattenti sui carri e ventimila fanti: tagliò i garretti a tutte le pariglie di cavalli, riservandone soltanto cento. (5) Quando gli Ara­ mei di Dàmasco vennero per soccorrere Hadad-Ezer, re di Zobà, Davide ne uccise ventiduernila. (6) Poi Davide stabilì guarnigioni nell' Aram di Damasco e gli Aramei divennero sudditi di Davide e a lui tributari. Il Signore rendeva vittorioso Davide dovunque egli andava. (7) Davide tolse ai servitori di Hadad-Ezer i loro scudi d' oro e li portò a Gerusalemme. (8) Il re Davide prese anche grande quantità di rame a Bètach e a Berotài, città di Hadad-Ezer. (9) Quando Toù, re di Amat, seppe che Davide aveva scon­ fitto tutto l' esercito di Hadad-Ezer, ( 1 0) mandò al re Davide suo figlio Adduràm per salutarlo e per benedirlo perché aveva mosso guerra a Hadad­ Ezer e l' aveva sconfitto; infatti Hadad-Ezer era sempre in guerra con Toù. Adduràm gli portò vasi d' argento, vasi d'oro e vasi di rame. ( 1 1 ) Il re Davi­ de consacrò anche quelli al Signore, come già aveva consacrato l' argento e l' oro tolto alle nazioni che aveva soggiogate, ( 1 2) agli Aramei, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei, agli Amaleciti, e come aveva fatto del bottino di Hadad-Ezer figlio di Recòb, re di Zobà.

Confidando in Assur mio Signore presi i miei carri e i miei guerrie­ ri e mi impegnai nel deserto. Andai presso gli Ahlamu Armayu, nemici di Assur mio Signore. In un sol giorno razziai dal paese di Suhu alla città di Karkemish del paese di Hattil; inflissi loro una sconfitta; riportai prigionieri, beni e possedimenti senza numero. Il

Cf. IRe 1 8,27. Questa preghiera è ittita e risale all'epoca della monarchia (seconda metà del XN secolo), prima che gli dèi mesopotarnici e siriani si mescolassero con gli dèi ittiti, sotto Hat­ tusil III e Tudhaliya IV, nel XIII secolo. Cf. RAYASI, L'Antico Testamento e le culture del 34

35

tempo, 51-60.

273

resto delle loro truppe era fuggito davanti agli eserciti furiosi di Assur mio Signore e aveva attraversato l 'Eufrate; io attraversai l 'Eufrate dietro di loro su galleggianti di pelle; distrussi e demolii sei delle loro città situate ai piedi del monte Bishri; condussi via prigionieri, beni e possedimenti nella mia città di Assur. Il sovrano assiro Tiglat-Pileser I ( 1 1 1 5 - 1 077 a.C.) dovette com­ battere a più riprese i nomadi ahlamu che, per la prima volta nei testi assiri, vedono il loro nome accoppiato con quello di armayu (ara­ mei). I nomadi attraversarono l' Eufrate, come testimonia questo testo che risale al IV anno di Tiglat-Pileser l, e fecero incursioni fino alle porte dell' Assiria. Questa penetrazione di nomadi provenienti dal deserto si accentuò nel corso dell' XI secolo. Dopo gli sconvolgimenti provo­ cati dai popoli del mare, le invasioni degli aramei contribuirono all' instabilità del medio oriente. Finalmente, nel X secolo troviamo in Siria alcuni stati aramei, il più importante dei quali è quello di Damasco che Davide sotto­ mise al tributo (2Sam 8,3- 1 2).36

PRIMO LIBRO DEI RE 149. Brevi citazioni da altri testP7 DEI RE 3 , 1 2- 1 5 ( 1 2) Ecco faccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te non ci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te. ( 1 3) Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e glo­ ria come nessun re ebbe mai. ( 1 4) Se poi camminerai nelle mie vie osser­ vando i miei decreti e i miei comandi, come ha fatto Davide tuo padre, prolungherò anche la tua vita» . ( 1 5) Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno. Andò in Gerusalemme; davanti all' arca dell' alleanza del Signore offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un ban­ chetto per tutti i suoi servi. PRIMO LIBRO

36 Un prisma d' argilla trovato ad Assur. Cf. J.-R. KUPPER, Les nomades en Mésopota­ mie au temps des rois de Mari, Paris 1957, 107- 137; A. KINO, The Annals of the Kings of Assyria, London 1 902, 72-74, rr. 44-63 ; ANET, 274-275, a (1 -29).

37 Cf. MoRENz, . Il re di Israele si travestì ed entrò in bat­ taglia. (3 1 ) Il re di Aram aveva ordinato ai capi dei suoi carri - erano tren­ tadue -: «Non combattete contro nessuno, piccolo o grande, se non contro il re di Israele». (32) Appena videro Giòsafat, i capi dei carri dissero: 280

«Certo, questi è il re di Israele». Si volsero contro di lui per investirlo. Giò­ safat lanciò un grido (33) e allora i capi dei carri si accorsero che egli non era il re di Israele e si allontanarono da lui. (34) Ma un uomo tese a caso l' arco e colpì il re di Israele fra le maglie del­ l' armatura e la corazza. Il re disse al suo cocchiere: «Gira, portami fuori della mischia, perché sono ferito». (35) La battaglia infuriò per tutto quel giorno; il re se ne stava sul suo carro di fronte agli Aramei. Alla sera morì; il sangue della sua ferita era colato sul fondo del carro. (36) Al tramonto un grido si diffuse per l' accampamento: «Ognuno alla sua città e ognuno alla sua tenda! (37) Il re è morto !». Lo portarono in Samaria e là lo seppelliro­ no. (38) Il carro fu lavato nella piscina di Samaria dove si lavavano le pro­ stitute e i cani leccarono il suo sangue, secondo la parola pronunziata dal Signore ( l Re 22, 1 -4.29 - 38).

Partii dali 'Eufrate e arrivai ad Aleppo; essi ebbero paura della mia offensiva e afferrarono i miei piedi; ricevetti da essi come tributo argento e oro; offrii sacrifici davanti al dio Hadad di Halman. Par­ tii da Halman e raggiunsi le due città di Irhuleni del paese di Hamatt; conquistai le città di Adennu, Parga e Argana, sue città reali; presi da esse dei prigionieri, i suoi beni, i beni dei suoi palaz­ zi e diedifuoco ai suoi palazzi. Partii da Argana e arrivai a Qarqar; distrussi, demolii e diedi alle fiamme Qarqar, sua città reale. 1200 carri, 200 cavalli da sella e 20. 000 di Hadadezer del paese di Aram, 700 carri, 7. 000 cavalli da sella e 10.000 fanti di Irhuleni del paese di Hamat, 2. 000 carri e 10.000 fanti di Achab re d'Israele, 500 fanti del re del paese di Gu, 1.000 fanti del re del paese di Musur, 10 carri e 1. 000 fanti del paese d'Irqata, 200 fanti di Marti­ nubali della città di Arvad, 200 fanti del re del paese di Usanatu, 30 carri e 10. 000 fanti di Adunubali del paese di Shianu, 1.000 cam­ melli di Gindibu del paese degli Arabi [. . . ] e 1.000 fanti di Basa, figlio di Ruhubu, del paese di Anama: egli ricevette l 'aiuto di que­ sti dodici re. Si levarono contro di me per fanni battaglia. Con le forze superiori che Assur mio Signore mi ha concesso e con le forti anni che mi ha dato il dio Nergal che va davanti a me, combattei contro di essi e inflissi loro una sconfitta tra Qarqar e Gilzau. Abbattei con le anni 14.000 loro combattenti; come dal dio Adad, feci piovere su di essi un 'inondazione; sparsi i loro cadaveri e riem­ pii la supeificie della pianura con i loro grandi eserciti; con le anni feci scorrere il sangue [. . ]; la vasta campagna non fu sufficiente per sotterrarli. Con i loro corpi sbarrai il fiume Oronte come con una diga. Nel corso di questa b!Jttaglia presi i loro carri, i loro cavalli da sella e i loro cavalli da traino. .

28 1

Acab, re d' Israele, fu un potente alleato degli aramei nella loro battaglia contro Salmanasar III a Qarqar (853 a.C.). Il testo assiro offre un buon fondamento per la cronologia biblica. Acab interviene con 2.000 carri e 1 0.000 soldati. Il numero dei carri sembra eccessivo se paragonato a quello dei carri ( 1 200) impiegati da Hadadezer. Il posto di Acab in terza posizione nella lista degli alleati, il prezzo dei cavalli in quel tempo, il fatto che un carro esigeva tre o quattro cavalli, tutto ciò rende sospetta la cifra di 2.000. Questa cifra può essere portata a 200 nella misura in cui l'i­ scrizione assira contenga diversi errori da parte dello scriba. Alleato degli aramei nell' 853, Acab muore nello stesso anno. È necessario perciò rileggere i testi biblici che presentano Acab che ha combattuto gli aramei ( I Re 20) e la morte di Acab in occasione di una battaglia contro gli aramei, a Ramot di Galaad ( l Re 22). In realtà questi racconti non hanno niente a che vedere con Acab dal punto di vista storico; il nome del re vi appare poco ( I Re 20,2. 1 3 . 14; 22,20) ; al contrario i racconti usano continuamente l'e­ spressione «il re d'Israele». Storicamente questi racconti hanno di mira un' epoca diversa da quella del re Acab, cioè quella dei re d'I­ sraele Joachaz (820-803 a.C.) e Joash (803-787 a.C.) che vennero alle armi con gli aramei. I racconti di IRe 20 e 22 sono stati attri­ buiti ad Acab perché la tradizione lo considerava un re empio (cf. I Re 2 1 ), la cui morte doveva in qualche modo riflettere il giudizio divino a suo riguardo. 153. Stele di Zakkur, re di Hamath e di Laash43 (805 a.C. circa)

PRIMO LIBRO DEI RE 2Q44 [A, l ] La [stele] che ha innalzato Zakkur, il re di [Hamat}ie Luhash, per Ilu-Wer, [il suo dio. (2) lo] sono Zakkur, il re di Hamat e Luha­ sh. Un superiore di Anat io ero, e mi chiamò ( ?) (3) il signore del

43 È una stele in basalto trovata nel 1 903 ad Afish, a nord-ovest di Damasco, e ora con­ servata al Museo del Louvre. Deve essere stata scritta in aramaico in caratteri fenici all'ini­ zio del sec. VIII a . C . Editio princeps: H. PooNON, Inscriptions sémitiques de la Syrie, de la Mésopotamie et de la région de Mossoul, Pari s 1907-1908, 1 56ss, tavv. IX-X, XXXV e XXXVI. La traduzione italiana che seguo è in RoLI.A, La Bibbia di fronte alle ultime sco­ pene, 69 . 44 Il testo di l Re 20 è stato già riportato al n. 152 . Cf. anche 2Re 6,24ss. 282

cielo e si elevò con me, e il signore del cielo mi fece re [di (4)] Haz­ rak. 45 Là Bar-Hadad, il figlio di Hazael, re di A ram, condusse con­ tro di me [se- (5) -d]ici re: Bar-Hadad e il suo esercito, BarGush46 e il suo esercito, il [re] (6) di Quwe47 e il suo esercito, il re di Umq e il suo esercito, il re di Gurgum e (7) il suo esercito. Il re di Sam 'al e il suo eser[cito], il re di Milid [e il suo eser]ci[to, il re (8) di ... ]; sedi[ci (9) erano es]si e i loro eserciti. E tutti questi re costruirono un muro d'assediQ contro Hazra[k], (10) costruirono muro più alto del muro di Hazrak, e scavarono una fossa più profonda della [sua] fossa. ( 11) Ma io sollevai le mani al signore del c[ie]lo e il signore [del] cielo mi ascoltò. [E] (12) mi [parlò] (allora) il si[gno]re del cielo per il tramite di veggenti e attraverso messaggeri. [E mi parlò allora] (13) il signore del cielo: «Non temere,48 poiché io [ti] ho ffatto] re, [e ( 14) non mi] allontanerò da te, e ti salverò da tutti [questi re, che] ( 15) hanno costruito solidamente un muro di asse­ dio contro di te!». Così [mi] parlò [il signore del cielo], e respinse nelle onde ( ?)] (16) tutti questi re, che [hanno costruito un saldo] muro [d 'assedio contro . . (1 7) . . . ] e questa fossa, ch[e] essi [... ]. .

[B, l ] [... ] Hazrak [. .. (2) ... ] con macchine da guerra [e] con carri (3) [... ] con il suo re al centro. Io (4) [ho restaur]ato Hazrak e [le ho a]ggiunto (5) l 'intera cerchia di (6) [... ] e l'ho eretta a regi[na] delle città (7) sue [figlie].49 [Ho] costruito queste fortificazioni in (8) tutta la regio[ne]. (9) Ho {edi]ficato i templi degli dèi in (10) tutta la mia [regione]. E ho costruito [.. (11) ... ] Apish e [... (12) . . ] casa [... (13) ... ]. Io ho offerto questa stele [a Ilu- (14) -Wer] e ho scri[tto (15) su] di essa l 'opera delle mie mani [. . ( 16) ... Chi] vorrà cancellare l 'opera ( 1 7) {delle mani di] Zakkur, il re di Ham[at e Lu-] (18) -hash, da questa {ste]le ch[i] (19) sottrarrà questa stele (20) a Ilu-Wer e la trasci­ nerà via da[l] (21) suo [po]sto o chi allungherà la {sua mano, (22) per ... (23) . . . sollevarel il signore del cie[lol re Ilu- (24) [-Wer e . . l .

.

.

.

45 Per quanto riguarda l'usanza e l'espressione «essere fatto re» nella Bibbia, cf. 2Sam 15,10; IRe 22,52; 2Re 1 3, 1 ; 14,23 ; Mie 4,7. 46 Gush era il re di Arpad, nella Siria settentrionale, spesso nominata nella Bibbia, per es. 2Re 1 8,34; 19, 1 3 ; Is 1 0,9; Ger 49,23. 47 Citata in l Re 10,28. 48 Cf. ad esempio ls 4 1 , 1 3ss; 43, 1 ss; 54,4ss; Ger 30, 1 0s. 49 Per l'espressione delle città «figlie>> della capitale che è considerata «madre>> cf. Nm 21 ,25.32; 32,42 ecc.

283

e Shamsh e Sehr (25) [e ... ] e gli dèi del cie[lo (26) e gli dèi] della terra e il Baal di (27) [. .. suo cadavere al puzzo] e (28) [. .. e sradi]chino le sue radi[ci] e [le sue . . . ]. Si tratta di un' iscrizione votiva del re Zakkur per Ilu-Wer («Dio Wer» ), che veniva venerato nella regione del medio Eufrate fin dal III millennio. Zakkur divenne re, verso 1' 800 a.C., del regno unito di Hamat e Laash nella Siria settentrionale. Il testo è abbastanza mutilo e parla della costruzione di fortifi­ cazioni, di città e di templi in tutto il distretto di Hazrak. Termina, secondo l'uso, con delle maledizioni contro chiunque osi mutilare o rimuovere la stele. Zakkur che è molto probabilmente un usurpato­ re è re di un duplice regno, il che mostra la persistenza del regime d'unione personale come era stato quello di Davide e Salomone, re di Giuda e d'Israele. Gli eventi riferiti devono aver avuto luogo intorno all' 80S a.C. Si può supporre che fu l' intervento di Adad-Nirari III a permettere a Zak:kur di sfuggire alla potente coalizione organizzata contro di lui. L' assedio della capitale di Hazrak (di cui parla l'iscrizione) ricorda l' evento parallelo dell' assedio di Samaria da parte dello stesso Bar-Hadad II. La vittoria sarebbe stata assicurata dal dio Baal-Shamim «il signore del cielo», il quale ne avrebbe dato garan­ zia al re per mezzo dei veggenti, prima che si realizzasse. Da un punto di vista storico-religioso l' iscrizione di Zakkur interessa anzitutto per la storia del profetismo e per quella del gene­ re letterario dell' oracolo profetico di salvezza. Con il regno di Geroboamo II (787-747 a.C.) il regno d' Israele conosce un periodo favorevole tanto sul piano politico che econo­ mico, ma si tratta della quiete prima della tempesta. Riprendendo l' opera di suo padre Joash, Geroboamo II intraprende la riconquista del territorio della Transgiordania a detrimento degli aramei (2Re 1 4,25a; Am 6, 1 3- 1 4). In effetti, durante il regno di Geroboamo II gli assiri non intervengono: alla morte di Adad-Nirari III i suoi tre figli gli succederanno a turno tra il 782 e il 745 a.C. e non intervengono in Siria che in modo limitato. Tra il 753 e il 747 a.C. gli Annali assi­ ri non segnalano alcuna campagna militare. Durante questo tempo il regno di Giuda, dopo il regno catastrofico di Amasias (2Re 1 4, 1 20), conosce anch' esso un periodo di prosperità e di potenza milita­ re sotto il regno di Azarias-Ozias, aiutato da suo figlio Yotam (2Re 1 5,5; 2Cr 26,9- 1 5). Nel 747 a.C. Zaccaria, figlio di Geroboamo Il, diventa re in 284

Israele, ma viene assassinato dopo sei mesi. È la fine della dinastia di Jehu (cf. Os 1 ,3). S ' impadronisce del potere Shallum in Samaria, organizzatore della rivolta, ma egli viene a sua volta messo a morte da Menahem (746-737 a.C.) che diventa re d ' Israele. È il periodo in cui in Assiria una rivolta militare porta al potere un uomo che darà all'impero assiro tutto il suo splendore: Tiglat-Pileser III (745-727 a.C.), temibile conquistatore, avente al suo servizio un esercito per­ fettamente organizzato. Il tempo delle razzie senza conseguenze è terminato: si tratta d' ora in poi di conquistare l' Asia in modo dura­ turo. Occupato dapprima a nord del suo regno, Tiglat-Pileser III si rivolgerà verso la Siria-Palestina a partire dal 738 a.C. In quest' an­ no Menahem d' Israele si trova tra i tributari dell' Assiria.

SECONDO LIBRO DEI RE 154. Tempio di Baal-Zebul

SECONDO LIBRO DEI RE l ,2- 1 6 (2) Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase feri­ to. Allora inviò messaggeri con quest' ordine: «Andate e interrogate Baal­ Zebub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità». (3) Ora l' angelo del Signore disse a Elia, il Tisbita: «Su, va' incontro ai messagge­ ri del re di Samaria. Di' loro: Non c'è forse un Dio in Israele, perché andia­ te a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? (4) Pertanto cosi dice il Signo­ re: Dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai>> . Ed Elia se ne andò. (5) I messaggeri ritornarono dal re, che domandò loro: «Perché siete torna­ ti?». (6) Gli dissero: «Ci è venuto incontro un uomo, che ci ha detto: Su, tornate dal re che vi ha inviati e ditegli : Cosi dice il Signore: Non c'è forse un Dio in Israele, perché tu mandi a interrogare Baal-Zebub, dio di Ekròn? Pertanto, dal letto, in cui sei salito, non scenderai, ma di certo morirai». (7) Domandò loro: «Com' era l' uomo che vi è venuto incontro e vi ha detto simili parole?». (8) Risposero: «Era un uomo peloso; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi» . Egli disse: «Quello è Elia, il Tisbita!». (9) Allora gli mandò il capo di una cinquantina con i suoi cinquanta uomi­ ni. Questi andò da lui, che era seduto sulla cima del monte, e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di scendere !». ( l O) Elia rispose al capo della cinquantina: «Se sono uomo di Dio, scenda il fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta» . Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cin­ quanta. ( 1 1 ) Il re mandò da lui ancora un altro capo di una cinquantina con i suoi cinquanta uomini. Questi andò da lui e gli disse: «Uomo di Dio, il re ti ordina di scendere subito». ( 1 2) Elia rispose: «Se sono uomo di Dio, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta». Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta. ( 1 3) Il re mandò ancora un terzo 285

capo con i suoi cinquanta uomini. Questo terzo capo di una cinquantina andò, si inginocchiò davanti a Elia e supplicò: «Uomo di Dio, valgano qualche cosa ai tuoi occhi la mia vita e la vita di questi tuoi cinquanta servi. (14) Ecco è sceso il fuoco dal cielo e ha divorato i due altri capi di cin­ quantina con i loro uomini. Ora la mia vita valga qualche cosa ai tuoi occhi>>. ( 1 5) L'angelo del Signore disse a Elia: «Scendi con lui e non aver paura di lui». Si alzò e scese con lui dal re ( 1 6) e gli disse: «Così dice il Signore: Poiché hai mandato messaggeri a consultare Baal-Zebub, dio di Ekròn, come se in Israele ci fosse, fuori di me, un Dio da interrogare, per questo, dal letto, su cui sei salito, non scenderai, ma certamente morirai».

A Ekròn esisteva un tempio del dio Baal-Zebul, spregiativa­ mente indicato dagli ebrei come Baal-Zebub «Signore della mosca» (2Re 1 ,2- 1 6), famoso come centro religioso in cui veniva praticata la divinazione. Se è esatta l'identificazione con Ekròn di Tel Miqne, due iscrizioni trovate ultimamente nella città documentano nel VII secolo a.C. l' esistenza di un tempio della dea Asherah.50 155. Iscrizione di Mesha, re di Moab

SECONDO LIBRO DEI RE 3,4-27 (4) Mesa re di Moab era un allevatore di pecore. Egli inviava al re di Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti. (5) Ma alla morte di Acab, Mesa si ribellò al re di Israele. (6) Allora il re Iorarn uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele. (7) Si mosse e mandò a dire a Giòsafat re di Giuda: «> . I figli del re erano settanta; vive­ vano con i grandi della città, che li allevavano. (7) Ricevuta la lettera, quelli presero i figli del re e li uccisero - erano settanta -; quindi posero le loro teste in panieri e le mandarono da lui in Izreèl. (8) Si presentò un messaggero che riferì a Ieu : «Hanno portato le teste dei figli del re>> . Egli disse: «Ponetele in due mucchi alla porta della città e ci restino fino a domani mattina» . (9) Il mattino dopo uscì, si fermò e disse a tutto il popo­ lo: «Voi siete innocenti ; ecco io ho congiurato contro il mio signore e l'ho ucciso. Ma chi ha colpito tutti questi ? ( 1 0) Constatate come neppure una parola che il Signore ha annunziato per mezzo del suo servo Elia sia venu­ ta meno; il Signore ha attuato quanto aveva predetto per mezzo di Elia, suo servo» . ( 1 1 ) l eu uccise poi tutti i superstiti della famiglia di Acab in Izreèl, tutti i suoi grandi, i suoi amici e i suoi sacerdoti, fino a non lasciar­ ne neppure uno.

Nel diciottesimo anno del mio regno raggiunsi l 'Eufrate per la sedi­ cesima volta. Hazaele di Damasco confidò nelle sue numerose trup­ pe e mobilitò le sue truppe in gran numero. Costituì come sua for­ tezza il monte Saniru, una montagna che è di fronte al monte Liba­ no. Combattei contro di lui e gli inflissi una sconfitta. Abbattei con le armi 16. 000 suoi soldati; presi 1. 121 carri, 470 cavalli da sella e il suo campo. Per salvare la vita egli scomparve. Lo inseguii, lo bloccai in Damasco, sua città reale; tagliai gli alberi dei suoi giar­ dini; abbandonai alle fiamme il suo retroterra. Andai fino al monte Hauran; distrussi, demolii e abbandonai alle fiamme innumerevoli città; vi feci prigionieri senza numero. Arrivai fino a Balirasi che è di fronte al mare e che è di fronte al paese di Tiro; vi eressi la mia effigie reale. Ricevetti in quel tempo il tributo dalla popolazione di Tiro, di Sidone e di Jehu, figlio di Omri. Al mio ritorno salii sul monte Libano; eressi la mia effigie reale accanto a quella di Tiglat­ Pileser, il re, un principe che mi ha preceduto. In questo testo Jehu viene qualificato come «figlio di Omri»; è il punto di vista assiro che differisce da quello dei testi biblici . Il tri­ buto versato da Jehu a Salmanasar III non viene menzionato nel

292

libro dei Re, tributo che fa del re d' Israele un vassallo del re assiro. Tagliare gli alberi dei frutteti di una città assediata o di un paese che aveva resistito era un procedimento corrente per gli eserciti assiri.72 158. D tributo di Jehu (841 a.C.) 7 3 SECONDO LIDRO DEI RE 10,28-36 (28) Ieu fece scomparire Baal da Israele. (29) Ma Ieu non si allontanò dai pec­ cati che Geroboamo figlio di Nebàt aveva fatto commettere a Israele e non abbandonò i vitelli d' oro che erano a Betel e in Dan. (30) li Signore disse a Ieu: «Perché ti sei compiaciuto di fare ciò che è giusto ai miei occhi e hai com­ piuto per la casa di Acab quanto era nella mia intenzione, i tuoi figli - fmo alla quarta generazione - siederanno sul trono di Israele». (3 1 ) Ma Ieu non si preoccupò di seguire la legge del Signore Dio di Israele con tutto il cuore; non si allontanò dai peccati che Geroboamo aveva fatto commettere a Israele. (32) In quel tempo il Signore cominciò a ridurre il territorio di Israele; Cazaèl sconfisse gli Israeliti in tutti i loro confini: (33) dal Giordano, verso oriente, occupò tutta la regione di Gàlaad, dei Gaditi, dei Rubeniti e dei Manassiti, da Aroer, che è presso il torrente Arnon, a Gàlaad e a Basan. (34) Le altre gesta di Ieu, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descrit­ te nel libro delle Cronache dei re di Israele. (35) Ieu si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Ioacaz. (36) La durata del regno di Ieu su Israele, in Samaria, fu di ventotto anni.

Tributo di Jehu, figlio di Omri: Ho ricevuto da lui argento, oro, una scodella d'oro, un recipiente zuqutu d'oro, coppe d'oro, vasi per attin­ gere d'oro, stagno, un bastone per la mano del re e degli spiedi ( ?). Durante il regno di Jehu (84 1 - 8 1 4 a.C.) gli aramei condussero un' offensiva contro gli israeliti che persero il controllo di tutto il loro territorio in Transgiordania. Hazael continuò a fare la guerra a Israele durante il regno di Joachaz (820-803 a.C.) imponendo al re d' Israele un trattato di vassallaggio.

72

Cf. Dt 20, 1 9-20

che proibisce questa pratica agli eserciti d' Israele, lasciando la

libertà per >. ( 1 3) Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide ! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? ( 1 4) Per­ tanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e par­ torirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. ( 1 5) Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. ( 1 6) Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, 78 I l brano che segue più un altro che non riporto è quel che resta degli Annali riguar­ danti l'anno XIII di regno (733 a.C.). ANET, 283 (205-240), le prime dieci linee. Cf. ScH­ RAMM, Einleitung, 1 30, § 7 .

296

sarà abbandonato il paese di cui temi i due re. ( 1 7) Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Efraim si staccò da Giuda: manderà il re di Assiria» (ls 7, l 0- 1 7).

[... ] M'impadronii di mia mano dei suoi combattenti, arcieri, porta­ tori di scudo e di lancia, e ruppi i loro dispositivi di combattimento. Quanto a lui, per salvare la vita se ne fuggì da solo ed entrò come una mangusta per la grande porta della città. Catturai vivi i suoi dignitari, li impalai e li esposi alla vista del suo paese. Stabilii il mio campo per (45) giorni tutt'intorno alla città e la rinchiusi come un uccello in gabbia; tagliai i suoi giardini, gli alberi ( ?) senza numero dei suoi frutteti non fasciandone nemmeno uno. Assediai e conquistai la città di Hadara, residenza familiare di Razon del paese di Damasco, il luogo dove era nato. Deportai 800 persone insieme ai loro beni [... ] i loro buoi e il loro bestiame minuto, depor­ tai 750 prigionieri della città di Kuruza [. . . ] della città di Irma, 550 prigionieri della città di Metuna. Distrussi come un tell di diluvio 591 città [... ] dei 16 distretti del paese di Damasco. Nel 733 a.C. Tiglat-Pileser m interviene contro Damasco e pone fine così alla coalizione siro-efraimita di cui parla il profeta Isaia (7 ,49; cf. 2Re 1 6,5). Questa coalizione, formatasi nel 735 a.C., riuniva Razon, re di Damasco, e Peqah, figlio di Remalyahu, re d' Israele (cf. 2Re 1 5,27-29) . È in questo contesto storico che Isaia annuncia la scon­ fitta dei due re e invita Achaz, re di Giuda, alla fiducia (Is 7 , l 0- 1 7). 163. Annessione del paese di Damasco da parte di Tiglat-Pileser III e rovesciamento di Peqah7 9

SECONDO LIBRO DEI RE 1 5 ,30 Contro Pekach figlio di Romelia ordì una congiura Osea figlio di Eia, che lo assalì e lo uccise, divenendo re al suo posto, nell' anno venti di Iotam figlio di Ozia.

Dalla città di Hadrak8° sul monte Saue, assoggettai le città di [... ] Gubla, Cimirra, Arqà, Zimarra, [... ] Usnu, Siannu, Rirab, Risizu

79 ANET, 283b ( l -34); GALLINO, Textbuch zur Geschichte Israels, 27; ScHRAMM, Ein­ leitung, 1 32, § 3.

80 Zc 9, 1 .

297

[ .. ] città sul mare al nord; alla loro testa misi sei miei alti funzio­ nari come governatori. Della città di Kashpuna che è sul mare al sud alle città di [... ] Gala­ za e Abilakka ai confini del paese della casa di Omri, annettei il vasto paese della casa di Hazael nella sua totalità al territorio dell 'Assiria; misi alla loro testa i miei alti funzionari come governatori. Il paese della casa di Omri [... ] condussi in Assiria l 'insieme ( ?) della sua gente [. . . ] Essi rovesciarono Peqah loro re e io costituii re sopra di loro Osea. Ricevetti da essi 10 talenti d'oro e 100 ( ?) talen­ ti d'argento come loro consegna annuale. .

Nel 732 a.C. il paese di Damasco diviene un possedimento assi­ ro; il regno d'I sraele continua a esistere, sebbene ridotto in supertì­ cie, come testimonia l ' insediamento di Osea che sarà l' ultimo re d'I­ sraele (2Re 1 5 ,30). 164. Achaz di Giuda in una lista di tributari di Tiglat-Pileser ill8 1 SECONDO LffiRO DEI RE 1 6,7- 1 8 (7) Acaz mandò messaggeri a Tiglat-Pilèzer re di Assiria, per dirgli: «lo sono tuo servo e tuo figlio; vieni, liberami dalla mano del re di Aram e dalla mano del re di Israele, che sono insorti contro di me». (8) Acaz, preso l' ar­ gento e l' oro che si trovava nel tempio e nei tesori della reggia, lo mandò in dono al re di Assiria. (9) Il re di Assur lo ascoltò e assalì Damasco e la prese, ne deportò la popolazione a Kir e uccise Rezin. ( l O) Il re Acaz andò incontro a Tiglat-Pilèzer re di Assiria in Damasco e, visto l' altare che si trovava in Damasco, il re Acaz mandò al sacerdote Uria il disegno dell' altare e il suo piano secondo il lavoro. ( I l ) Il sacer­ dote Uria costruì l' altare, prima che il re Acaz tornasse da Damasco, facendolo proprio identico a quello che il re Acaz gli aveva mandato da Damasco. ( 1 2) Tornato da Damasco, il re vide l' altare, vi si avvicinò, vi salì, ( 1 3) vi bruciò l' olocausto e l' offerta, vi versò la libazione e vi sparse il sangue dei sacrifici di comunione collocati sull' altare. ( 1 4) Separò l ' al­ tare di bronzo, che era di fronte al Signore, dalla fronte del tempio, ossia dal punto fra l' altare e il tempio, e lo pose al fianco del nuovo altare verso settentrione. ( 1 5) Il re Acaz ordinò al sacerdote Uria: «Sull' altare grande brucerai l' olocausto del mattino, l' offerta della sera, l ' olocausto del re e la sua offerta, l' olocausto di tutto il popolo del paese, la sua offerta e le sue libazioni, vi verserai sopra tutto il sangue dell' olocausto e tutto il sangue

81 RAMM ,

298

ANET, 282 (56-63) e (66); GALLINO, Textbuch zur Geschichte Israels, 28; Einleitung, 1 3 3 - 1 35, § e, l .

ScH­

dei sacrifici di comunione; circa l' altare di bronzo io deciderò». ( 1 6) Il sacerdote Uria eseguì a puntino l'ordine di Acaz. ( 1 7) Il re Acaz smontò le basi, da cui rimosse le daghe e tolse i bacini. Fece scendere il grande bacino dai buoi di bronzo che lo sostenevano e lo col­ locò sul pavimento di pietre. ( 1 8) In considerazione del re d' Assiria egli eliminò anche il portico del sabato, che era stato costruito nel tempio, e l' ingresso esterno del re.

Ricevetti il tributo di Kushtashpi di Kumuhu, di Urik di Que, di Sibitti-beel di Gubla [. . . ] di Eni-ilu di Hamat, di Panammu di Sama­ la, di Tarhulara di Gurgumu, di Sulumal di Miliddu, [. . . ] di Uassur­ me di Tabal, di Ushhitti di Tuna, di Urpalla di Tuhana, di Tuhamme di Ishtundi, [. . . ] di Matanbeel d'Arvad, di Sanipu della casa di Ammon, di Salamanu di Moab, [. . . ] di Mitinti di AshqelOn, di Achaz di Giuda, di Qashmalaka di Edom, [. . . ] di Hanunu di Gaza: oro, argento, stagno, ferro, piombo, vestiti con passamaneria multicolo­ re e di lino, vestiti de/ loro paese, porpora rossa [. . . ] ogni sorta di cose preziose, di prodotti di mare e di terraferma, cose desiderabili del loro paese per un tesoro reale, cavalli, muli da traino. La lista, che risale probabilmente al 729 a.C., contiene altri tri­ butari oltre quelli della lista del 738 a.C. Non segue un ordine cro­ nologico. Achaz di Giuda essendo divenuto vassallo dell' Assiria può chiedere l' intervento di Tiglat-Pileser TII. 82 165. Salmanasar V d'Assiria (726-722 a.C.)

e

Samaria83

SECONDO LIBRO DEI RE 20, 1 2- 1 3 ; ISAIA 39, 1 -2 ( 1 2) In quel tempo Merodak-Baladan figlio di Baladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva saputo che Ezechia era stato malato. ( 1 3) Ezechia gioì al loro arrivo. Egli mostrò agli inviati tutta la camera del suo tesoro, l' argento e l'oro, gli aromi e l' olio fino, il suo arse­ nale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse nella reggia e in tutto il suo regno (2Re 20, 1 2- 1 3).

( l ) In quel tempo Merodach-Bàladan figlio di Bàladan, re di Babilonia, mandò lettere e doni a Ezechia, perché aveva udito che era stato malato ed era guarito. (2) Ezechia se ne rallegrò e mostrò agli inviati la stanza del 82

Cf. 2Re 1 6,7- 1 8. 83 Cronaca babilonese tardiva. Cf.

GRAYSON,

GALLINO, Textbuch zur Geschichte Israels, Assyrian and Babylonian Chronicles, 73, rr. 27-32.

29;

299

tesoro, l'argento e l'oro, gli aromi e gli unguenti preziosi, tutto il suo arse­ nale e quanto si trovava nei suoi magazzini; non ci fu nulla che Ezechia non mostrasse loro nella reggia e in tutto il regno (ls 39, 1 -2).

Nel mese di tebet [dicembre 727-gennaio 726 a.C.], il 25° giorno, Salmanasar si assise sul trono d 'Assiria e di Akkad [Babilonia]. Egli distrusse Samaria. Nel cinquantesimo anno, Salmanasar seguì il suo destino nel mese di tebet Salmanasar esercitò il potere su Akkad e sull 'Assiria per cinque anni. Nel mese di tebet [dicembre 722-gennaio 726 a.C.], il no giorno, Sargon si assise sul trono dell 'Assiria. Nel mese di nisan [marzo­ aprile], Merodach-Baladan si assise sul trono di Babilonia. Salmanasar V84 pone l' assedio a Samaria e se ne impadronisce nel 722 a.C.85 La deportazione degli abitanti forse è avvenuta nel 720 a.C. sotto Sargon II succedutogli come re d'Assiria mentre Merodach­ Baladan diventa re di Babilonia dal 72 1 al 7 10 a.C. Questo re di Babi­ lonia è quello che farà visita a Ezechia, re di Giuda, verso il 703 a.C.86 166. Campagna di Sargon II contro Hamat87

Yaubidi di Hamat, un plebeo senza diritti al trono, un malvagio hitti­ ta, 88 premeditò nel suo cuore di accedere al potere sul paese di Hamat; sollevò contro di me le città di Harpad, di Cimirra, di Dama­ sco e di Samaria, le mise d 'accordo e preparò la battaglia. Io mobi­ litai il massiccio esercito di Assur, lo assediai, lui e i suoi soldati, in Qarqar, sua città favorita, e lo catturai; diedi alle fiamme Qarqar, quanto a lui, lo scuoiai. Nelle stesse città uccisi i colpevoli e imposi un trattato di pace. Presi 200 carri e 600 cavalli da sella dalla popo­ lazione del paese di Hamat e li aggiunsi al mio contingente reale. Secondo questo testo, il principe di Hamat si mette a capo della rivolta alla quale partecipano gli abitanti di Samaria. 84 ss

Cf. 2Re 17,3.

2Re 17,5-6; 18,9- 1 0. 2Re 20, 12- 1 3 ; Is 39, 1-2. 8 7 ANET, 285b (33-37). Questa iscrizione detta corrisponde a quel passo degli Annali, quasi completamente perduto, che segue immediatamente le parole: «Nel mio XII anno di regno » (720 a.C.). 88 Ittita, nel senso di proveniente dalla Siria. 86

...

300

167. Campagna di Sargon II contro Samaria e Hanunu di Gaza89

Dall 'inizio del mio regno al mio quindicesimo anno di regno inflis­ si una sconfitta a Humbanigash di Elam sul territorio di Der. Asse­ diai e conquistai la città di Samaria; deportai 27.290 suoi abitanti; presi da essi 50 carri e applicai il resto al loro mestiere; misi alla loro testa un mio alto funzionario e imposi loro la stessa tassa del precedente re. Hanunu di Gaza e Ree, generale in capo del paese d'Egitto, si levarono contro di me a Raphia per impegnare battaglia e combattimento; inflissi loro una sconfitta. Ree ebbe paura del fra­ stùono delle mie armi e fuggì in un luogo introvabile. M 'impadronii di Hanunu, re di Gaza, di mia propria mano. Anche questo passo è chiamato «dei fasti». Non segue un ordi­ ne cronologico, ma ci dà delle informazioni sulla fine di Samaria. Sargon II si vanta di aver assediato la città, ma il testo ricorda la deportazione di una parte della popolazione e l' organizzazione della provincia di Samaria, cosa che Salmanasar V non ebbe il tempo di realizzare, e conviene confrontarlo col testo seguente che non parla dell' assedio (720 a.C.). Gli scribi di Sargon attribuiscono a questo re ciò che era stato intrapreso da Salmanasar V. 168. Sargon II

e

Samaria90

SECONDO LIBRO DEI RE 17,6 (18,11) Nell'anno nono di Osea il re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeli­ ti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e alle città della Media (l Re 17 ,6). La popolazione di Samaria si era messa d 'accordo con un re, mio nemico ( ?), per non fare atto di vassallaggio e non consegnare il tri­ buto e mossero guerra; io combattei contro di essi con la forza dei grandi dei, miei Signori; contai 2 7.280 prigionieri con i loro carri e gli dei nei quali avevano confidato. Presi tra essi 200 carri per il mio contingente reale e installai il resto in Assiria stessa. Accrebbi la città di Samaria e la resi più grande di prima; vi feci venire gente 89

90

ANET, 284-285 (23-26); GALLING, Te xtbuch zur Geschichte ls raels, 32. Cfr. Iraq 16(1 954), 179- 1 80 e tavole, rr. 25-4 1; GALLING, Textbuch zur Geschichte

lsraels, 30.

301

dai paesi che le mie mani avevano conquistato; posi alla loro testa un mio alto funzionario come governatore e le annoverai tra la gente d'Assiria. Il testo non datato di un prisma trovato a Nimrud (Prisma di Nimrud) corrisponde a un passo degli Annali, in gran parte perduto, che viene subito dopo il ricordo: «All' inizio del mio regno [ ... ]». Il libro dei Re fa allusione a questa deportazione,91 ma senza ricorda­ re Sargon. Morto nel 722 a.C., Salmanasar V non può essere l' auto­ re di questa deportazione che ebbe luogo nel 720 a.C. quando Sar­ gon aveva già affermato il suo potere. 92

169. Sargon n e Giuda (720 a.C.) SECONDO LIBRO

DEI

RE 18 ,7

Il Signore fu con Ezechia e questi riuscì in tutte le iniziative. Egli si ribel­ lò al re d'Assiria e non gli fu sottomesso.

Palazzo di Sargon: re forte, re dell'universo, re d'Assiria, re delle quattro contrade del mondo [ .. ] che incontrò Humbanigash, re di Elam, sul territorio di Der e gli inflisse una sconfitta; che sottomi­ se il paese di Giuda sito in un luogo lontano; che deportò il paese di Hamat; che ne catturò Yaubidi, il principe, di sua propria mano; che fece fare voltafaccia al paese di Kakme, un nemico malvagio; che organizzò i Mannei in disordine; che accontentò il cuore del suo paese; che estese il territorio dell 'Assiria. .

Questa sottomissione del paese di Giuda a Sargon non viene indi­ cata nei testi biblici, ma è certa (cf. 174), come si può dedurre da 2Re 18,7 che parla di Ezechia che si ribellò all'Assiria sotto Sennacherib.

170. Sargon n e Shilkanni d 'Egitto93 Lo

splendore terribile di Assur mio Signore sconvolse Shil. kanni, re 91

92

2Re 17,6; 18,11.

Iscrizione di Nimrud, in ANET, 287a (8); BASOR 214(1974), 32. È il frammento di un prisma trovato in Assur. ANET, 286b; GALLINO, Textbu ch zur Geschichte lsraels, 33. 93

302

del paese d'Egitto sito in un luogo lontano, ed egli mi portò come dono dodici grandi cavalli d'Egitto senza pari nel paese di Assur. Le prime linee, molto danneggiate, hanno come oggetto la con­ quista di una città o di un paese il cui nome è scomparso e la depor­ tazione della popolazione nella città del «torrente d'Egitto» che era il wadi el 'Arish, al nord della penisola sinaitica. L'attività di Sargon in questa regione può essere datata al 7 16 a.C. e il re d'Egitto che ha qui il nome di Shilkanni è stato identifi­ cato con Osorkon IV; in altri testi assiri egli viene chiamato sem­ plicemente Pir'u «Faraone». L'identificazione con Osorkon non è sicura.

171. Sargon II e gli arabi deportati in Samaria94 SECONDO LIBRO DEI RE 17,24-33 (24) Il re d' Assiria mandò gente da B abilonia, da Cuta, da Avva, da Amat e da Sefarvàim e la sistemò nelle città della Samaria invece degli Israeliti. E quelli presero possesso della Samaria e si stabilirono nelle sue città. (25) All' inizio del loro insediamento non temevano il Signore ed egli inviò con­ tro di loro dei leoni, che ne fecero strage. (26) Allora dissero al re d' Assi­ ria: «Le genti che tu hai trasferito e insediato nelle città della Samaria non conoscono la religione del Dio del paese ed egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono la religione del Dio del paese». (27) Il re d' Assiria ordinò: «Mandatevi qualcuno dei sacerdoti che avete deportati di lì: vada, vi si stabilisca e insegni la religio­ ne del Dio del paese». (28) Venne uno dei sacerdoti deportati da Samaria che si stabilì a Betel e insegnò loro come temere il Signore. (29) Tuttavia ciascuna nazione si fabbricò i suoi dèi e li mise nei templi delle alture costruite dai Samaritani, ognuna nella città ove dimorava. (30) Gli uomini di Babilonia si fabbricarono Succot-Benòt; gli uomini di Cuta si fabbricarono Nergal; gli uomini di Amat si fabbricarono Asima. (3 1 ) Quel­ li di Avva si fabbricarono Nibcaz e Tartach; quelli di Sefarvàim bruciavano nel fuoco i propri figli in onore di Adram-Mèlech e di Anam-Mèlech, dèi di Sefarvàim. (32) Venerarono anche il Signore; si scelsero i sacerdoti delle alture, presi qua e là, e li collocavano nei templi delle alture. (33) Temeva­ no il Signore e servivano i loro dèi secondo gli usi delle popolazioni, dalle quali provenivano i deportati.

94 Il brano che segue appartiene alla parte degli Annali del VII anno del regno di Sar­ gon II che corrisponde al 7 1 5 a.C. ANET, 286a (1 20-125); GALLING, Textbuch zur Geschi­ chte /sraels, 33.

303

I Tamudi, gli Ibadidi, i Marsimani, gli Hayapa, Arabi lontani che abitano nel deserto, che non conoscono né capo né governatore e non versano il loro tributo ad alcun re, io li abbattei affidandomi ad Assur mio Signore; deportai coloro che restavano e li feci abitare nella città di Samaria. Dal Faraone, re d'Egitto, da Samsi, regina del paese degli Arabi, dn Itamra del paese di Sabaa, re della spon­ da del mare e del deserto, ricevetti come tributo oro in pepite di montagna, pietre preziose, avorio, semi di ebano, ogni sorta di aromi, cavalli e dromedari. n testo di 2Re 17,24-33 parla di alcuni dei popoli deportati da Sargon II in Samaria. Alcuni nonù non sono identificati. A modo suo il testo assiro conferma questi spostamenti di popolazione, ma men­ ziona delle tribù arabe che il testo biblico sembra ignorare. Dal punto di vista religioso questo arrivo in Samaria di popoli molto diversi comportò un sincretismo giudicato molto severamente. Questo giudi­ zio si basa sugli effetti della politica dei re assiri costatati dai redatto­ ri all' epoca dell'esilio, o addirittura dopo. Si vede apparire qui l'osti­ lità dei Giudei di Gerusalemme nei riguardi degli abitanti di Samaria.

172. Sargon II e Ashdod 95

ISAIA 14,28-32

(28) Nell' anno in cui morì il re Acaz fu comunicato questo oracolo: (29) «Non gioire, Filistea tutta, perché si è spezzata la verga di chi ti percuoteva. Poiché dalla radice del serpe uscirà una vipera e il suo frutto sarà un drago alato. (30) I poveri pascoleranno sui miei prati e i miseri vi riposeranno tranquilli; ma farò morire di fame la tua stirpe e ucciderò il tuo resto. (3 1 ) Urla, porta; grida, città; trema, Filistea tutta, perché dal settentrione si alza il fumo e nessuno si sbanda dalle sue schiere>>. (32) Che si risponderà ai messaggeri delle nazioni? «Il Signore ha fondato Sion e in essa si rifugiano gli oppressi del suo popolo». 95

Testo detto . ANET, 286 (90· 1 1 2); GALLINO, Textbuch

/sraels, 35.

304

zur

Geschichte

Azuri, re di Ashdod, premeditò nel suo cuore di non versare il tri­ buto e inviò ai re del suo vicinato messaggi ostili all 'Assiria. Poiché si era comportato male, lo allontanai dal potere sulla gente del suo paese; insediai alla loro testa Ahimiti suo fratello e pari ( ?) come re. Gli Hittiti, che sono capaci solo di doppiezza, furono ostili alla sua autorità ed elevarono alla loro testa Yamani, personaggio senza diritto al trono, che come loro non conosceva il rispetto del/ 'auto­ rità. Nel sussulto del mio cuore, non radunai nemmeno la massa dell 'esercito né organizzai un corpo di spedizione; andai ad Ashdod soltanto con i miei guerrieri che non abbandonano il mio fianco là dove ci sono dei nemici. Egli, Yamani, appresa la notizia dell 'arri­ vo della mia spedizione mentre ero ancora lontano, si diede alla fuga verso la frontiera del paese d'Egitto ai confini del paese di Meluhha in un luogo introvabile. Assediai e conquistai le città di Ashdod, di Gath ( ?) e di Ashdod sul mare annoverai tra il bottino i suoi dèi, la sua sposa, i suoi figli e le sue figlie, i suoi beni e i suoi possedimenti, il tesoro del suo palazzo con la gente del suo paese; riorganizzai le stesse città; vi feci risiedere della gente dei paesi conquistati di mia mano sulla montagna del sorgere del sole; misi alla loro testa un mio alto funzionario come governatore, li anno­ verai tra la popolazione dell 'Assiria e li sottomisi al mio giogo. Il re di Meluhha che [. . . ] in mezzo a [. . . ] un luogo inaccessibile, un cammino [. . . ] i cui padri, dai giorni lontani fino a ora, non aveva­ no inviato messaggeri ai re miei padri per chiedere loro notizie, apprese da lontano la forza degli dèi Assur, Nabf e Marduk; il mio terribile splendore regale lo ricoprì e lo spavento si riversò su di lui; lo fece incatenare, con anelli e legami di ferro e fu condotto fino in Assiria - un lungo viaggio - fino alla mia presenza. Dal 7 16 a.C. il principe di Ashdod pensò di suscitare una coa­ lizione contro l' Assiria.96 Il profeta Isaia consigliò a Ezechia, re di Giuda, di non intervenire. Qualche anno dopo, Sargon II intervenne contro le città filistee.97 Nel 713 a.C . il re Azuri di Ashdod viene deposto a beneficio di Ahimiti, ma costui, insediato come re dagli assiri, cade vittima di un complotto che pone alla testa della città un certo Yamani, donde l ' intervento di Sargon che riduce il territorio di Ashdod in provincia assira (7 12 a.C .).

96 C f. ls 14,28-32. w Cf. ls 20, 16.

305

173. Tributo di Giuda a Sargon98

I dignitari d'Egitto, di Gaza, di Giuda, di Moab, di Ben-Ammon sono arrivati il 12 a Nimrud con i loro tributi in mano, quello di Gaza con 24 cavalli nella sua mano. Sono arrivati quelli di Edom, di Ashdod e di Eqron [. . ]. .

Da questo testo, che non è datato, apprendiamo che il re di Giuda era tributario dell'Assiria sotto il regno di Sargon Il, cosa che il testo biblico non dice.

174. Iscrizione funeraria di un funzionario giudeo99

ISAIA 22, 1 5- 1 8

Così dice i l Signore, Dio degli eserciti: «Recati da questo ministro, presso Sebnà, il maggiordomo, (l6b) che si taglia in alto il sepolcro e si scava nella rupe la tomba: ( 1 6a) Che cosa possiedi tu qui e chi hai tu qui, che ti stai scavando qui un sepolcro? ( 17) Ecco, il Signore ti scaglierà giù a precipizio, o uomo, ti afferrerà saldamente, ( 18) ti rotolerà ben bene a rotoli come palla, verso un esteso paese. Là morirai e là finiranno i tuoi carri superbi, o ignominia del palazzo del tuo padrone ! » .

Questa è la tomba di [. . . ] yahu, il padrone del palazzo. Qui non c 'è né argento né oro, ma solo le sue ossa e le ossa della sua concubi­ na con lui. Maledetto sia l 'uomo che aprirà questa tomba. Si tratta dell'iscrizione funeraria di un funzionario della corte al servizio di uno degli ultimi re di Giuda. Dato che il nome non 98

Lettera di un funzionario di Nimrud a Sargon. GALLING, Textbuch zur Geschichte

Israels, 36a.

99 All'ingresso del villaggio di Siloe, che sta di fronte alla collina deli'Ofel, nella valle del Cedron, sono state ritrovate delle camere scavate nella roccia e vi sono state rilevate iscrizioni funerarie. È stato possibile leggere in gran parte una di esse, trovata al di sopra di una porta, che è certamente pre-esilica (VII secolo a.C.). Cf. GALLING, Textbuch zur Geschi­ chte /sraels, 37; N. AVIGAD, «The Epitaph of a Royal Steward from Siloam Village», in /El

3(1953), 1 37-1 52.

306

è totalmente leggibile, si può solo congetturare l' identità di que­

sto personaggio dal nome jahwista. Si sarebbe tentati di vedervi Sebna, il maggiordomo sotto il regno di Ezechia. 100 Ma è solo un' ipotesi.

175. Iscrizione del tunnel di Siloe 101 SECONDO LIDRO DEI RE 20,20 Le altre gesta di Ezechia, tutte le sue prodezze, la costruzione della piscina

e del canale, con cui portò l' acqua nella città, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda.

Ecco ( ?) lo scavo e questa fu la storia dello scavo. Quando i mina­ tori ( ?) alzavano il piccone l 'uno verso l 'altro e allorché non c 'era­ no più di tre cubiti da scavare, si senti la voce di uno che chiamava l 'altro, c 'era infatti la risonanza nella roccia proveniente dal sud e dal nord. Nel giorno della traforazione, i minatori colpirono l 'uno verso l 'altro, piccone contro piccone. Allora le acque scorsero dalla sorgente fino al serbatoio su milleduecento cubiti e duecento cubiti era l 'altezza della roccia sopra la testa dei minatori. Diversi testi biblici parlano di questa impresa tecnica.102 Sulla base di un cubito equivalente a 0,45 m, il tunnel aveva una lun­ ghezza di 540 m e aveva lo scopo di portare l' acqua in un serba­ toio. Quest' opera fu realizzata sotto il regno di Ezechia re di Giuda (716-687 a.C.), che preparava in tal modo Gerusalemme a subire l' assalto delle armate assire. L' opera dovette essere realiz­ zata prima del 701 a.C . , anno in cui Ezechia pagò il tributo a Sen­ nacherib.

100

Cf. ls 22, 1 5 - 1 8. Cf. GALLING, Textbuch zur Geschichte lsraels, 38; E. PuEcH, «L'inscription du tunnel de Siloé>>, in RB 8 1 ( 1 974), 196-2 14. Nell880 fu trovata per caso un'iscrizione che è collocata all'estremità sud del canale che portava l'acqua nella piscina detta «di Siloe>> e situata nella valle del Cedron a Gerusalemme. Nel 1 890 l'iscrizione fu tolta, il che provocò la rottura in diversi pezzi, ma i diversi calchi fatti in precedenza permettono di farne una lettura quasi completa. L'iscrizione si trova oggi nel Museo delle antichità di Istanbul, ma il museo del Louvre ne possiede un calco. In base alla scrittura, il testo risale alla fine del­ l'VIII secolo a.C. ed è il più antico documento dell'ebraico antico. 102 2Re 20,20; 2Cr 32,30; Sir 48, 17. 101

307

176. Sennacherib in Palestina e assedio di Gerusalemme103 S ECONDO LIBRO DEI RE 18,13-16

( 1 3) Nell'anno quattordici del re Ezechia, Sennàcherib re di Assiria assalì e prese tutte le fortezze di Giuda. ( 1 4) Ezechia, re di Giuda, mandò a dire al re d'Assiria in Lachis: «Ho peccato; allontanati da me e io sopporterò quan­ to mi imporrai» . Il re di Assiria impose a Ezechia re di Giuda trecento talen­ ti d' argento e trenta talenti d' oro. ( 1 5) Ezechia consegnò tutto il denaro che si trovava nel tempio e nei tesori della reggia. ( 1 6) In quel tempo Ezechia staccò dalle porte del tempio del Signore e dagli stipiti r oro, di cui egli stes­ so re di Giuda li aveva rivestiti, e lo diede al re d'Assiria.

Nella mia terza campagna mi recai in Hatti. La mia terribile fama di sovrano sconvolse Luli, il re della città di Sidone, che fuggi lon­ tano, in mare aperto, e giunse alla sua montagna. Lo splendore dell 'esercito di Assur, mio Signore, oppresse le città di Sidone la Grande, di Sidone la Piccola, di Bit-Zitti, di Sarepta, di Mahalliba, di Ushu, di Achzib, di Akko, sue città ben fortificate in cui si trova­ va foraggio e acqua, suoi punti d 'appoggio, ed esse si sottomisero ai miei piedi. Feci sedere Tubaalu alla loro testa sul trono regale e gli imposi per ogni anno e per una durata illimitata le imposte e il tributo dovuto alla mia sovranità. Quanto a Minhimmu di Samsi­ muruna, Tubaalu di Sidone, Abdiliti di A rvad Urumilki di Gubla, Mininti di Ashdod, Pudullu del paese della Casa di Ammon, Kamu­ sunabdi del paese di Moab, Ayarammu del paese di Edom, tutti re del paese di Amurru, essi portarono quattro volte davanti a me grandi doni, i loro pesanti regali e baciarono i miei piedi. Quanto a Sidqa, re di Asqe!On, che non si era sottomesso al mio giogo, mi impadronii delle statue degli dèi della sua casa paterna, di lui stes­ so, della sua sposa, dei suoi figli e delle sue figlie, della discen­ denza della sua casa paterna, conducendoli in Assiria. Misi alla testa della gente di Ashqelon Sharruludari, figlio di Rukibtu, loro precedente re, e, come offerta dovuta alla mia sovranità, gli impo­ si di versare un tributo perché tirasse il mio giogo. Nel corso della mia campagna assediai e conquistai le città di Bet­ Dagan, di Beney-Barqa, di Giaffa e di Azar, città di Cidqa che non si erano sottomesse prontamente ai miei piedi e vi feci dei prigio-

103 Dall'edizione finale degli Annali di Sennacherib. ANET, 287-288; GAlliNO, Text· buch zur Geschichte lsraels, 39; LUCKENBILL, The Annals of Sennacherib (OIP, v. Il), 2934; II,37-III,49.

308

nieri. I governatori, i nobili e la gente di Eqron, che avevano messo ai ferri il loro re Padi che era legato all 'Assiria con accordo e con giuramento e l 'avevano consegnato per inimicizia a Ezechia del paese di Giuda, il loro cuore fu preso dallo spavento a causa della bassezza che avevano commesso; fecero appello ai re del paese d'E­ gitto e agli arcieri, ai carri e ai cavalli del re di Meluhha, forze senza numero, e costoro vennero in loro aiuto. Avendo stabilito il loro ordine di battaglia davanti a me nella pianura di Elteqe, si pre­ pararono alla guerra. Confidando in Assur, mio Signore, combattei contro di essi e inflissi loro una sconfitta; catturai vivi con le mie stesse mani, in pieno combattimento, gli aurighi e i figli reali d 'E­ gitto come pure gli aurighi del re di Meluhha. Assediai e conquistai Elteqe e vi feci dei prigionieri. Arrivato a Eqron, uccisi i governatori e i nobili responsabili del cri­ mine e appesi i loro cadaveri alle torri della periferia della città; annoverai tra i miei prigionieri i cittadini responsabili di colpa e di misfatti, mentre ordinai di lasciar andare quelli restanti che non avevano commesso crimine né misfatto e non erano colpevoli. Feci uscire Padi loro re da Gerusalemme e lo feci sedere alla loro testa sul trono signorile e gli imposi il tributo dovuto alla mia sovranità. Quanto a Ezechia del paese di Giuda, che non si era sottomesso al mio giogo, assediai e conquistai 46 forti città cinte di mura appar­ tenenti a lui e le innumerevoli piccole città dei loro dintorni per mezzo di sovrapposizioni di solide torri, di accostamento di arieti, di attacchi di fanti, di peiforazioni e di brecce e l 'utilizzazione di macchine d 'assedio. Feci uscire e contai come bottino 200.150 per­ sone, piccoli e grandi, uomini e donne, cavalli, muli, asini, cam­ melli, buoi e piccolo bestiame senza numero. Quanto a lui, lo rin­ chiusi in Gerusalemme, sua città regale, come un uccello in gabbia; eressi contro di lui delle fortificazioni impedendogli di uscire dalla grande porta della sua città. Tolsi dal suo paese le città che avevo saccheggiato e le diedi a Mitinti, re di Ashdod, a Padi, re di Eqron e a Cilbel, re di Gaza, riducendo così il suo paese. Imposi loro come offerta dovuta alla mia sovranità un tributo che aggiunsi all 'impo­ sta precedente che essi consegnavano annualmente. Quanto a lui, Ezechia, fu sopraffatto dal mio terribile splendore di sovrano e inviò dietro di me a Ninive, mia città signorile, gli irregolari e i soldati scelti che egli aveva introdotto a Gerusalemme, sua città regale, per rinforzar/a e che aveva avuto come truppe ausiliarie, con 30 talen­ ti d'oro, 800 talenti d'argento, antimonio scelto, grandi blocchi di cornalina ( ?), letti d'avorio, poltrone d 'avorio, pelli d'elefante, 309

avorio, ebano, bosso (? ), ogni sorta di cose, un pesante tesoro e le sue figlie, delle donne del suo palazzo, dei cantori maschi e femmi­ ne; e inviò un suo messaggero a cavallo per consegnare il tributo e fare atto di sottomissione. Senza ritornare sui dettagli di questo testo si può osservare che esso non segue un ordine cronologico. Lo scriba dice prima di tutto quanto ha da dire a proposito di una città o di un re e passa poi a un altro punto. Questa tecnica di redazione non permette di ricostruire lo sviluppo della campagna condotta da Sennacherib secondo una sequenza storica. Il tributo versato da Ezechia corrisponde, fatta eccezione della cifra dei talenti d'argento, a quanto indicato in 2Re 18, 14. Ciò che sorprende è che questo tributo venga versato a Ninive: Sennacherib ha quindi lasciato Gerusalemme. Il testo assiro, non parlando di una conquista di Gerusalemme, riconosce implicitamente che la città non fu presa d'assalto (70 1 a.C.).

177. Sennacherib a Lakish104 SECONDO LIBRO DEI RE 18, 17

Il re d'Assiria mandò il tartan, il capo delle guardie e il gran coppiere da Lachis a Gerusalemme, al re Ezechia, con un grande esercito. Costoro sali­ rono e giunsero a Gerusalemme; si fermarono al canale della piscina supe­ riore, sulla strada del campo del lavandaio.

Sennacherib, re dell 'universo, re d 'Assiria, assiso su un seggio e i prigionieri di Lakish passano davanti a lui. La presa di Lakish (Tell ed-Duweir) non viene ricordata espli­ citamente negli Annali di Sennacherib, ma, secondo il testo di 2Re 18, 17, fu da Lakish che il re assiro inviò le sue truppe ad assediare Gerusalemme. 105

104 Un'iscrizione incisa su un bassorilievo di Ninive. Cf. PARROT, Assur, P aris 196 1, 41 , 366, n. 49; ANEP, fig. 371; LucKENBn..L, The Annals ofSennach erib (OIP, vol. Il), 1 56, XXV; ANET, 288b (al centro). IOS

310

2Re 19,37.

178. La morte di

Sennacherib106

SEC ONDO LIDRO DEI RE 19,37; ISAIA 37,38 Mentre pregava nel tempio di Nisroch suo dio, Adrarn-Mèlech e Sarèzer suoi figli l'uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ara­ rat. Al suo posto divenne re suo figlio Assarhàddon (2Re 19,37).

Ora, mentre egli era prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adrarn-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quin­ di al sicuro nel paese di Ararat. Assarhàddon suo figlio regnò al suo posto (ls 37,38).

Nel mese di tebet [dicembre 681-gennaio 680 a.C.], il ventesimo giorno, quanto a Sennacherib, re d 'Assiria, suo figlio lo uccise nel corso di un 'insurrezione. Sennacherib esercitò il potere sull 'Assiria per 24 anni. L'insurrezione durò dal ventesimo giorno del mese di tebet al secondo giorno del mese di Addar. Nel mese di Addar [feb­ braio-marzo], il diciottesimo ( ?)lventottesimo ( ?) giorno, suo figlio Asarhàddon si assise sul trono d 'Assiria. In 2Re 19,37 = Is 37,38 si ricorda il nome di due suoi figli che lo assassinarono. Siccome in un'iscrizione di Asarhàddon si fa allu­ sione al ruolo dei fratelli che complottarono contro di lui e voleva­ no impadronirsi del regno, è interessante l' indicazione biblica. Il testo riportato si legge nella Cronaca babilonese.

179. Asarhàddon (680-669 a. C .)

e

la presa di Sidone (677 a. C .) 107

Quanto ad Abdimilkutti, re di Sidone, che non temeva la mia auto­ rità, che non prestava ascolto ali 'ordine uscito dalle mie labbra, che si fidava del mare mosso ( ?) e aveva rigettato il giogo d 'Assur, io livellai come avrebbe fatto un diluvio la città di Sidone, suo punto d'appoggio che è situato in pieno mare; smantellai e gettai nel mare la muraglia e le abitazioni e ne distrussi il luogo. Abdi-

106 Cf. GALLINO, Textbuch zu r Geschichte /sra els, 40; GRAYSON, Assyrian and Baby ­ lonian Chronicles, 81 -82, rr. 34-38; ANET, 288b con bibliografia. 107 Questo testo proviene da due cronache che coincidono parola per parola: la crona­ ca babilonese di cui due altri testi ho presentato nei nn. 165 e 178 e un'altra cronaca dedi­ cata quasi tutta al regno di Asarhàddon. Cf. ANET, 302b (N) e GRAYSON, Assyrian and Babylonian Chronicles, 83,1.3-7; 126,II. l 2- 14.

311

milkutti suo re, che era fuggito in mare aperto davanti ai miei eser­ citi, lo catturai come un pesce e gli tagliai la testa. Presi come bot­ tino sua moglie, i suoi figli e le sue figlie, la gente del suo palazzo, oro, argento, beni e possedimenti, pietre preziose, vestiti con pas­ samaneria multicolore e di lino, pelli d 'elefante, avorio, ebano, bosso ( ?), ogni sorta di cose che formavano il tesoro del suo palaz­ zo, in gran quantità; condussi in Assiria anche una folla innumere­ vole della sua gente, di buoi, di piccolo bestiame e di asini in gran quantità. Allora, radunai tutti i re di Batti e della riva del mare e feci costruire una città in un altro luogo e gli diedi il nome di «Molo Asarhàddon». Sidone e la sua regione diventano provincia assira; alcune città del circondario di Sidone vengono affidate al re di Tiro. Tutti i re della Siria-Palestina devono sottomettersi, compreso il re di Giuda, come appare dal testo seguente.

180. Il re di Giuda, vassallo di Asarhàddon 108 SECONDO LIBRO DEI RE 2 1 , 1 - 1 8 (l) Quando divenne re, Manàsse aveva dodici anni; regnò cinquantacinque anni in Gerusalemme; sua madre si chiamava Chefziba. (2) Fece ciò che è male agli occhi del Signore, imitando gli abomini delle popolazioni ster­ minate già dal Signore all'arrivo degli lsraeliti. (3) Ricostruì le alture demolite dal padre Ezechia, eresse altari a Baal, innalzò un palo sacro, come l' aveva fatto Acab, re di Israele. Si prostrò davanti a tutta la milizia del cielo e la servì. (4) Costruì altari nel tempio riguardo al quale il Signo­ re aveva detto: «In Gerusalemme porrò il mio nome». (5) Costruì altari a tutta la milizia del cielo nei due cortili del tempio. (6) Fece passare suo figlio per il fuoco, praticò la divinazione e la magia, istituì i negromanti e gli indovini. Compì in tante maniere ciò che è male agli occhi del Signore, da provocare il suo sdegno. (7) Collocò l'immagine di Asera, da lui fatta fare, nel tempio, riguardo al quale il Signore aveva detto a Davide e al figlio Salomone: «In questo tempio e in Gerusalemme, che mi sono scelta fra tutte le tribù di Israele, porrò il mio nome per sempre. (8) Non soppor­ terò più che il piede degli lsraeliti vada errando lontano dal paese che io ho dato ai loro padri, purché procurino di eseguire quanto ho comandato loro e tutta la legge che ha imposto loro il mio servo Mosè». (9) Ma essi non

108 Cf. il bassorilievo in PARROT, Assu r, Paris 196 1 , 40, 216; e in A NEP, fig. 107. Per il testo cf. ANET, 291 (V,54-VI,1); GALLING, Textbuch zur Geschichte /sraels, 41; BoRGER, A sa rhàddon, 60-61, dalla r. 54.

312

ascoltarono. Manàsse li spinse ad agire peggio delle popolazioni stermina­ te dal Signore alla venuta degli Israeliti. (lO) Allora il Signore disse per mezzo dei suoi servi i profeti: ( 1 1 ) «Poiché Manàsse re di Giuda ha compiuto tali abomini, peggiori di tutti quelli com­ messi dagli Amorrei prima di lui, e ha indotto a peccare anche Giuda per mezzo dei suoi idoli, ( 1 2) per questo dice il Signore Dio di Israele: Ecco­ mi, mando su Gerusalemme e su Giuda una tale sventura da far rintronare gli orecchi di chi l'udrà. ( 1 3) Stenderò su Gerusalemme la cordicella di Samaria e il piombino della casa di Acab; asciugherò Gerusalemme come si asciuga un piatto, che si asciuga e si rovescia. ( 14) Rigetterò il resto della mia eredità; li metterò nelle mani dei loro nemici; diventeranno preda e bottino di tutti i loro nemici, ( 1 5) perché hanno fatto ciò che è male ai miei ·occhi e mi hanno provocato a sdegno da quando i loro padri uscirono dal­ l' Egitto fino a oggh>. ( 1 6) Manàsse versò anche sangue innocente in grande quantità fino a riem­ pirne Gerusalemme da un' estremità all' altra, oltre i peccati che aveva fatto commettere a Giuda, facendo ciò che è male agli occhi del Signore. ( 1 7) Le altre gesta di Manàsse, tutte le sue azioni e le colpe commesse, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. ( 1 8) Manàsse si addormentò con i suoi padri; fu sepolto nel giardino di casa sua, nel giar­ dino di Uzza. Al suo posto divenne re suo figlio Amon.

Allora chiamai i re del paese di Hatti e della regione al di là del fiume: Baalu re della città di Tiro, Manàsse re della città di Giuda, Qaush-gabri re della città di Edom, Musuri re della città di Moab, Cilbel re della città di Gaza, Metinti della città di AshqelOn, Ikausu re della città di Eqron, Milkiashapa re della città di Gubla, Matan­ baal re della città di Arvad, Abzbali re della città di Samsimurruna, Puduilu re della città di Beth-Ammon, Ahimilki re della città di Ash­ dod, 12 re della riva del mare [seguono i nomi di 10 re di Cipro], in totale 22 re, quanti essi erano, della regione in riva al mare e in mare aperto. Secondo quanto ordinai, essi fecero trasportare con grande fatica, dalle montagne, da dove provenivano, a Ninive, mia città di comando, grandi tronchi, eccellenti colonne, lunghe travi di cedro e di cipresso, prodotti del monte di Sirara e del monte Liba­ no, che col passar del tempo erano cresciuti in altezza e in spesso­ re, dei colossi di granito, geni, sfingi, lapidi, blocchi d'alabastro, di granito, di breccia fine e di pietra alallu e di pietra girimhilibf per i bisogni del mio palazzo. Manàsse, re di Giuda, è dunque vassallo dell' Assiria sotto il regno di Asarhàddon, ma il libro dei Re non fornisce alcun dettaglio preciso sul regno del re giudeo (cf. 2Re 2 1 , 1 - 1 8), interessandosi sol­ tanto della sua attività religiosa 313

181. Campagna di Asarhàddon in Egitto (671 a.C.)109 SECONDO LIBRO DEI RE 24,7 Il re d' Egitto non uscì più dal suo paese, perché il re di Babilonia, dal tor­ rente di Egitto sino al fiume Eufrate, aveva conquistato quanto una volta apparteneva al re d'Egitto.

Nel mese di nisan [marzo-aprile}, il primo mese, partii dalla città di Assur. Attraversai il Tigri e l 'Eufrate quando erano in piena; percor­ si come un toro selvaggio ardue nwntagne. Nel corso della mia cam­ pagna eressi delle fortificazioni contro Baalu re del paese di Tiro, che aveva posto la sua fiducia in Taharqa, re del paese di Nubia, suo amico, e aveva rigettato il giogo di Assur mio Signore e non cessava di rispondere con aggressività; tagliai loro i viveri e l 'acqua necessa­ ria per sopravvivere. Dal paese d'Egitto levai l 'accampamento e andai dritto verso il paese di Meluhha. Durante un percorso di 30 leghe, dalla città di Afeq che apparteneva al territorio del paese di [... ] alla città di Raphia nelle vicinanze del torrente del paese d'Egit­ to, dove non c 'è fiume dissetai il mio esercito con acqua di pozzo. Nella primavera del 67 1 a.C. Asarhàddon intraprese la campa­ gna d' Egitto che lo avrebbe condotto fino a Memphis. Il torrente del paese d'Egitto di cui parla questo testo non è altro che il «torrente d'Egitto» di cui parlano i testi biblici (Nm 34,5 ; Gs 1 5 ,4.47; lRe 8,65 ; 2Re 24,7) e lo si può identificare col Nahal Besor a sud di Gaza e non col wadi el-Arish come avviene di solito. 182. Giuda vassallo di Assurbanipal (668-627 a.C.)110

Nella mia prima campagna mi recai verso il paese di Magan e il paese di Meluhha. Taharqa, re del paese d 'Egitto e del paese di Nubia, ai quali Asarhàddon re d'Assiria, il padre che mi ha gene­ rato, aveva inflitto una sconfitta e di cui aveva soggiogato il paese, egli dunque, Taharqa, dimenticò la forza di Assur, di Ishtar e dei grandi dèi miei signori e confidò nelle sue proprie forze {. . ]. Il mio cuore divenne furioso e il mio stato d'animo s 'infiammò a .

109 Tavoletta danneggiata che riporta solo la campagna d'Egitto mentre originaria­ mente doveva contenere anche il racconto della conquista di Tiro. Cf. SORGER, Asarhàddon, 111 -1 12, § 76, recto, rr. 10- 1 8. 110 ANET, 294, § lO(a).

314

causa di questi fatti; alzai le mani e implorai Assur e /shtar l 'Assi­ mobilitai le forze migliori che Assur e /shtar avevano posto nelle mie mani e marciai dritto verso il paese d 'Egitto e il paese di Nubia. Nel corso della mia campagna, Baalu re del paese di Tiro, Manàs­ se re del paese di Giuda, Qaush-gabri re del paese di Edom, Musu­ ri re del paese di Moab, Cilbel re del paese di Gaza, Mitinti, re del paese di AshqelOn, lkausu, re del paese di Eqron, Milkiashapa re del paese di Gubla, Yakinlu re del paese di Arvad, Abibaal re del paese di Samsimuruna, Aminabdi re del paese di Beth-Ammon, Ahmilki re del paese di Ashdod [.. ] portarono davanti a me i loro pesanti doni e baciarono i miei piedi. ra;

.

Nelle iscrizioni di Assurbanipal, l' uso della prima persona non significa che il re abbia condotto personalmente una spedizione. Si tratta di un genere letterario usato dagli scribi per glorificare un re attribuendogli ciò che era stata opera di un generale. 183. Richiesta di un lavoratore giudeo (630 a.C. circa)111 S ECONDO LIBRO DEI RE 22, l Quando divenne re, Giosia aveva otto anni ; regnò trentun anni in Gerusa­ lemme. Sua madre, di Boscat, si chiamava Iedida figlia di Adaia. (2) Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, imitando in tutto la condotta di Davi­ de, suo antenato, senza deviare né a destra né a sinistra.

Che il mio Signore l 'ufficiale ascolti la faccenda del suo servo. Il tuo servo è un mietitore. Il tuo servo era a Hazor-Asam. Il tuo servo aveva mietuto e aveva terminato e riponeva nel granaio in quei giorni prima del sabato. Avendo il tuo servo terminato la mietitura e mentre stava riponendo nel granaio, in quei giorni, Hosbayahu, figlio di Shobay, venne e prese il vestito del tuo servo allorché aveva terminato la mia mietitura. Sono passati vari giorni che egli ha preso il vestito del tuo servo e tutti i miei fratelli parleranno in mio favore, essi che mietevano con me nel calore del giorno. I miei fra111 Durante gli scavi di una fortezza del VII secolo a.C., a 1,5 km a sud di Yavne-Yam sulla costa tra Giaffa e Ashdod, sono stati scoperti alcuni ostraka di cui uno, il più impor­ tante, contiene 15 righe abbastanza ben conservate, eccetto alla fine. Questo documento risale probabilmente al regno di Giosia (640-609 a.C.). Cf. J. NAVEH, , in IEJ 10(1960), 129- 1 39; A. LEMAIRE, «lnscriptions hébralques>>, l: «Les Ostraca», in LAPO 9(1977), Paris, 259-268.

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telti parleranno in mio favore! In verità io sono esente da ogni colpa: Fammi rendere il vestito e se non è compito di un ufficiale far rendere il vestito del tuo servo, tu gli mostrerai la tua bontà e ascol­ terai l 'affare del tuo servo e non resterai muto. Questo testo è scritto da uno scriba in seguito alla richiesta di un lavoratore rivolta a un funzionario. Egli esige che gli si renda il suo vestito in coerenza con quanto prescrive il Codice dell 'alleanza (Es 22,25-26; cf. Dt 24, 1 2- 1 3) . Dal punto di vista storico il testo conferma che il re Giosia esercitava la sua autorità su parte della pianura costiera. 184. La fine dell'Assiria (609 a.C.) 1 1 2 SECONDO LIBRO DEI RE

23-24

(28) Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. (29) Durante il suo regno, il faraone Necao re di Egitto si mosse per soc­ correre il re d'Assiria sul fiume Eufrate. Il re Giosia gli andò incontro, ma Necao l' uccise in Meghiddo al primo urto. (30) I suoi ufficiali portarono su un carro il morto da Meghiddo a Gerusalemme e lo seppellirono nel suo sepolcro. Il popolo del paese prese Ioacaz figlio di Giosia, lo unse e lo pro­ clamò re al posto di suo padre. (3 1 ) Quando divenne re, Ioacaz aveva ventitré anni; regnò tre mesi in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl, figlia di Gere­ mia. (32) Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo quanto avevano fatto i suoi padri. (33) Il faraone Necao l'imprigionò a Ribla, nel paese di Amat, per non farlo regnare in Gerusalemme; al paese egli impose un gravame di cento talenti d'argento e di un talento d' oro. (34) Il faraone Necao nominò re Eliakìm figlio di Giosia, al posto di Giosia suo padre, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quindi prese Ioacaz e lo deportò in Egitto, ove morì. (35) loiakìm consegnò l' argento e l' oro al faraone, avendo tassato il paese per pagare il denaro secondo la disposizione del faraone. Con una tassa individuale, pro­ porzionata ai beni, egli riscosse l' argento e l' oro dal popolo del paese per consegnarlo al faraone Necao (2Re 23,28-35).

(l) Durante il suo regno, Nabucodònosor re di Babilonia gli mosse guerra; loiakìm gli fu sottomesso per tre anni, poi gli si ribellò. [ ] . . .

112

Appartiene alla Cronaca babilon es e. Cf. ANET, 305a, dalla metà; GRAYSON, Assy­ rr. 58-75.

rian and Babylonian Chronicles, 95-96,

3 16

(6) Ioiakìm si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Ioiachìn. [. . ] ( 1 7) Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa. ( 1 8) Quando divenne re, Sedecìa aveva ventun anni ; regnò undici anni in Gerusalemme. Sua madre, di Libna, si chiamava Camutàl, figlia di Geremia [ ] (2Re 24, 1.6. 1 7� 1 8). .

. ..

Nel sedicesimo anno (di Nabopolassar), nel mese di ayyar [8 mag­ gio-6 giugno 6 1 0 a.C.], il re di Babilonia mobilitò le sue truppe e marciò verso l 'Assiria. Dal mese di [. . . ] al mese di arahsamnu [novembre 6 1 0 a.C.] egli attraversò vittoriosamente l 'Assiria. Nel mese di arahsamnu i Medi vennero in aiuto del re di Babilonia; essi unirono le loro truppe e marciarono verso Harran contro Assur­ uballit che si era assiso sul trono d'Assiria. Quanto ad Assur-ubal­ lit e alle truppe d 'Egitto che erano venute in suo aiuto, il terrore del nemico piombò su di loro; abbandonarono la mia città e attraver­ sarono [. .. ] Il re di Babilonia arrivò a Harran e [. . . ] prese la città; egli prese un copioso bottino nella città e nel tempio. Nel mese di addar [27 febbraio-27 marzo 609 a.C.] il re di Babilonia lasciò i loro [. .. ]; egli ritornò nel suo paese e i Medi che erano venuti in aiuto del re di Babilonia si ritirarono. Nel diciassettesimo anno, nel mese di duuzu [25 giugno-23 luglio 609 a.C.], Assur-uballit, re d'Assiria [. . . ] un esercito numeroso d'Egitto [. . . ]; attraversò il fiume e mar­ ciò contro Harran per conquistarla; presero [. . . ]; sopraffecero la guarnigione che il re di Babilonia vi aveva installato; quando l 'eb­ bero sopraffatta si stabilirono davanti a Harran; egli diede batta­ glia alla città fino al mese di ululu [23 agosto-20 settembre 609 a.C.], non concluse niente, ma non si ritirarono. Il re di Babilonia venne in aiuto delle sue truppe [. ]. ..

Questa cronaca ci trasmette, dal punto di vista babilonese, i ten­ tativi dell' ultimo re assiro, Assur-uballit (6 1 2-609 a.C.), di salvare il suo regno. L' Egitto, alleato dell' Assiria dal 6 1 6 a.C., viene in aiuto del re assiro, ma è troppo tardi. La città di Harran non può essere riconquistata. L' impero neo-assiro ha avuto la meglio. La morte di Giosia nel 609 a.C. mette fine a un regno carico di speranze. ·n suo successore Joachaz (2Re 23,30), che non è il figlio maggiore di Giosia, viene molto presto destituito da Nechao II al suo ritorno dall' Assiria. Trattato come un prigioniero, loa­ chaz fu portato in Egitto dove morì (2Re 23,34; Ger 22, 1 0- 1 2). Avendo eliminato Ioachaz che poteva opporsi alla sua politica, 3 17

Nechao impone come re su Giuda Elyaqim, figlio di Giosia e fra­ tello maggiore di Ioachaz. Il nuovo re di Giuda, che prende il nome di Ioiaqim, diventa vassallo dell ' Egitto e paga un tributo (2Re 23 ,33.35). Questa situazione non doveva durare . Nel 605 a.C., Nabucodònosor attaccò gli egiziani che effettuavano incur­ sioni lungo l' Eufrate e ottenne un' importante vittoria a Karkemi­ sh. Alla fine di questo stesso anno Nabopolassar muore e Nabu­ codònosor diventa re di Babilonia. Fin dal 604 a.C. il giovane re ritorna in Siria-Palestina e ottiene la sottomissione dei principi della regione, tra cui quella di Ioiaqim (2Re 24, 1 ) . Nel 60 1 a.C. l' Egitto spinge i suoi antichi vassalli alla rivolta e Nabucodònosor decide di prendersela direttamente con il faraone Nechao. La bat­ taglia ebbe luogo a Migdol, fortezza egiziana sulla strada che col­ legava l' Egitto a Gaza; la vittoria fu egiziana e la Cronaca babi­ lonese, benché non parli di sconfitta, riconosce le pesanti perdite subite. Il faraone s ' impadronisce di Gaza e a Gerusalemme si spera che l' Egitto allarghi la sua influenza verso il nord. In ogni caso Ioiaqim cessa di versare il tributo annuale dovuto a Nabu­ codònosor e deve perciò far affidamento sull' aiuto egiziano. Ma verso la fine dell' anno 598 a.C. Nabucodònosor ritorna in Palesti­ na e assedia Gerusalemme che sarà presa il 1 6 marzo 597 a.C. Nel frattempo Ioiaqim era morto (dicembre 598 a.C .) e Ioiakin era diventato re di Giuda (2Re 24,6) qualche settimana prima dell ' as­ sedio di Gerusalemme da parte dei babilonesi. Una volta presa la città, il re viene condotto con la sua famiglia a Babilonia. Al suo posto Nabucodònosor pone come re Sedecia, un fratello di Ioa­ chaz (2Re 24, 1 7- 1 8) . Vassallo del re di Babilonia, Sedecia s i trova alla testa di un piccolo regno. Una parte del territorio è perduta; gli edomiti fanno pressione sui giudei nel Neghev. Per uscire da questa difficile situa­ zione era necessario che il «regno restasse modesto e senza ambi­ zioni» (Ez 17, 14). Ora fin dal 593 a.C. Sedecia accetta di discutere di un piano di rivolta contro Babilonia (Ger 27,2-3); l' aiuto dell' E­ gitto si fa attendere, ma l' avvento di Hofra (589-568 a.C.) sembra dover facilitare le cose. La reazione babilonese a tutti questi intri­ ghi non si farà attendere. Un nuovo assedio inizia per Gerusalemme alla fine del 589 a.C. e la città verrà conquistata nel 587 a.C., suben­ do la sorte delle città ribelli. È la fine del regno di Giuda e l' inizio dell' esilio.

318

185. Nabucodònosor ll (605-562 a.C.) e il regno di Giuda11 3 SECONDO LIBRO DEI RE

24, l 0- 1 7

In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor re di Babilonia marciarono contro Gerusalemme; la città subì l' assedio. ( 1 1 ) Nabucodònosor re di Babi­ lonia giunse presso la città, mentre i suoi ufficiali l' assediavano. ( 1 2) Ioia­ chìn re di Giuda si presentò con sua madre, i suoi ministri, i suoi capi e i suoi eunuchi, al re di Babilonia; questi, nell' anno ottavo del suo regno, lo fece prigioniero. ( 1 3) D re di Babilonia portò via di là tutti i tesori del tem­ pio e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d' oro, che Salomone re di Israele aveva posti nel tempio. Così si adempì la parola del Signore. ( 1 4) Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i capi, tutti i prodi, in numero di diecimila, tutti i falegnami e i fabbri; rimase solo la gente povera del paese. ( 1 5) Deportò in Babilonia Ioiachìn, la madre del re, le mogli del re, i suoi eunuchi e le guide del paese, conducendoli in esilio da Gerusalemme in Babilonia. ( 1 6) Tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegna­ mi e i fabbri, in numero di mille, e tutti i guerrieri più prodi furono condot­ ti in esilio a Babilonia dal re di Babilonia. ( 1 7) Il re di Babilonia nominò re, al posto di loiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.

Nel ventesimo anno (di Nabopolassar) le truppe d 'Egitto marciaro­ no verso Kimuhu [sulla riva ovest dell' Eufrate] contro la guarnigio­ ne che il re di Babilonia aveva insediato; diedero battaglia contro le città per quattro anni e presero la città; abbatterono la guarni­ gione del re di Babilonia. Nel mese di tashritu [ 1 9 settembre- 1 7 ottobre 606 a.C .], il re di Babilonia mobilitò le sue truppe, marciò lungo l 'Eufrate e stabilì l 'accampamento a Quramatu che è sulla riva dell 'Eufrate. Fece attraversare l 'Eufrate dalle sue truppe che presero le città di Shunadiru, Elammu e Dahammu, città della regione al di là del fiume e le misero a sacco. Nel mese di shabatu [ 1 5 gennaio- 1 2 febbraio 605 a.C.) il re di Babilonia fece ritorno nel suo paese. Le truppe d'Egitto che erano a Karkemish attraversaro­ IW l 'Eufrate, marciarono contro le truppe di Babilonia che si trova­ vano a Quramatu e respinsero le truppe di Babilonia costringendo­ le a ritornarsene verso casa. Nel ventunesimo anno, il re di Babilonia restò nel suo paese. Nabu­ codònosor, suo figlio maggiore, il principe della cancelleria, mobi­ litò le truppe di Babilonia, si mise alla testa delle sue truppe e mar­ ciò verso Karkemish che è sulla riva dell 'Eufrate. Attraversò il fiume contro le truppe ( ?) egiziane che erano stabilite a Karkemish l l 3 C f. ANET, Supplemento, 1 28a (= ANET, 564a); GALLINO, Textbuch zur Geschi­ chte lsra els, 44; GRAYSON, Assyrian and Babylonian Chronicles, 98, rr. 16- 1 02, r. 1 3 .

319

e combatterono [. .. ] l 'uno contro l 'altro. Le truppe egiziane fecero dietro front davanti a lui; egli inflisse loro una sconfitta e le annientò. Il resto delle truppe egiziane che era sfuggito alla scon­ fitta ed era rimasto indenne fu raggiunto dalla truppe di Babilonia nella provincia di Hamat e subì una sconfitta; nessuno poté far ritorno nel proprio paese. Nello stesso periodo Nabucodònosor conquistò il paese di Hamat nella sua totalità. Nabopolassar eser­ citò il potere regale su Babilonia per 21 anni. Se ne andò al suo destino nel mese di abu, l 'ottavo giorno [ 1 5 agosto 605 a.C.]. Nabu­ codònosor fece ritorno a Babilonia nel primo giorno del mese di ululu [7 settembre 605 a.C.]. Appena all 'inizio del suo regno, Nabu­ codònosor ritornò in Hattu e attraversò vittoriosamente l 'Hattufino al mese di shabatu [2 febbraio-2 marzo 604 a.C.]. Nel mese di sha­ batu egli portò a Babilonia il pesante tributo di Hattu. Nel mese di nisannu [2 aprile-30 aprile 604 a.C.] prese la mano di Bel e delfiglio di Bel e celebrò la festa dell 'Akitu [Nuovo anno]. Nel primo anno, nel mese di simanu [30 maggio-28 giugno 604 a.C.], Nabucodònosor mobilitò le sue truppe, marciò verso l 'Hattu e attraversò vittoriosamente l 'Hattu fino al mese di kislimu [24 novembre-23 dicembre 604 a.C.]. Tutti i re di Hattu vennero alla sua presenza ed egli ricevette il loro pesante tributo. Marciò poi verso Ashqelon e la prese nel mese di kislimu, catturò il suo re, la mise a sacco e vi fece dei prigionieri; la trasformò in tell e in un cumulo di rovine. Nel mese di shabatu [23 gennaio-20 febbraio 604 a.C. ] partì e fece ritorno a Babilonia. [Il testo del secondo e del terzo anno, abbastanza danneggiato, ricor­ da nuove campagne in Hattu] Nel quarto anno, il re di Babilonia mobilitò le sue truppe e marciò verso l 'Hattu; attraversò vittoriosamente l 'Hattu. Nel mese di kisli­ mu [2 1 novembre- 1 9 dicembre 60 1 a.C.] egli si mise alla testa delle sue truppe e marciò verso il paese d'Egitto. Avendolo saputo, il re d'Egitto mobilitò le sue truppe. Essi combatterono l 'uno contro l 'al­ tro secondo un piano preordinato e s 'inflissero reciprocamente pesanti perdite. Il re di Babilonia e il suo esercito si ritirarono e fecero ritorno a Babilonia. Nel quinto anno, il re di Babilonia restò nel suo paese; raccolse i suoi carri e i suoi cavalli in gran numero. Nel sesto anno, nel mese di kislimu [29 novembre-27 dicembre 599 a.C.] il re di Babilonia mobilitò le sue truppe e marciò verso l 'Hat­ tu. Dall 'Hattufece avanzare le sue truppe nel deserto dove esse s 'im320

padronirono di numerosi Arabi, dei loro beni, del loro piccolo bestia­ me e delle statue dei loro dèi in gran quantità. Nel mese di addaru [25 febbraio-26 marzo 598 a.C.] il re fece ritorno nel suo paese. Nel settimo anno, nel mese di kislimu [ 1 8 dicembre 598- 1 5 gennaio 597 a.C.] il re di Babilonia mobilitò le sue truppe e marciò verso l 'Hattu. Si stabilì nella città di Giuda e nel mese di addar nel secondo giorno [ 1 6 marzo 597 a.C.] prese la città; catturò il re e vi insediò un re di sua scelta; vi prelevò un pesante tributo che portò a Babilonia. Il testo della Cronaca babilonese permette di seguire, quasi anno per anno la marcia degli eserciti babilonesi. L' assedio di Geru­ salemme si trova raccontato in 2Re 24, 1 0- 1 7 (cf. 2Cr 36, 10). Il re Ioiakin viene fatto prigioniero e poi deportato a Babilonia con tutta la sua famiglia. Viene rimpiazzato sul trono di Giuda da suo zio Mattania al quale Nabucodònosor impone il nome di Sedecia. Se 2Re 24, 1 2 fissa il primo assedio di Gerusalemme nell' ottavo anno di Nabucodònosor, Ger 52,28 parla del settimo anno, il che è confor­ me alla Cronaca e merita di essere ritenuto. 186. Pressione edomita sul regno di Giuda (598 a.C. circa)1 14

SECONDO LffiRO DEI RE 24,2; GEREMIA 35, 1 1 Il Signore mandò contro di lui bande armate di Caldei, di Aramei [col TM Edomiti] , di Moabiti e di Ammoniti; le mandò in Giuda per annientarlo, secondo la parola che il Signore aveva pronunziata per mezzo dei suoi servi, i profeti (2Re 24,2). Quando Nabucodònosor re di Babilonia è venuto contro il paese, ci siamo detti: Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire all ' esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei [col TM Edomiti] . Così siamo venuti ad abitare in Gerusalemme (Ger 35, 1 1 ).

Prenderete da Arad 50 ( ?) e da Qinah [ ... ] e li invierete a Ramat Neghev per mezzo di Malkiyahu, figlio di Qerobur, che li metterà sotto la responsabilità di Elyasha, figlio di Yirmiyahu, per paura che accada qualche cosa alla città. L'ordine del re incombe sulle vostre vite. Ecco, ho inviato per voi oggi questi uomini per paura che Edom venga laggiù. 114 È un ostrakon scoperto nel 1967 a Tell Arad. Cf. Y. AHARONI, Arad lnscriptions, Jérusalem 1 975 (in ebraico), n. 24, 48-5 1 ; A. LEMAIRE, «L' ostracon Ramat-Neguev et la topographie historique du NegueV>>, in Semitica 23( 1 973), 1 1 -26.

321

L'astrakan mostra che la parte meridionale del regno di Giuda era stata attaccata dagli edomiti. Se si legge Edom al posto di Aram nel testo masoretico, è possibile ritrovare il ricordo di questa pres­ sione edomita nell' AT. 11 5 Edom aveva approfittato della caduta di Gerusalemme per occupare una parte del territorio di Giuda, 116 il che spiega probabilmente la violenza di tono dei testi biblici che accen­ nano a Edom durante e dopo l'esilio. 187. Gli ostraka di Lakish (588 a.C. circa)1 1 7 GEREMIA 34,7 Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e Azekà, poiché solo queste fortezze erano rimaste fra le città di Giuda. [ Ostrakon n. 2] Al mio signore Yaosh. Che JHWH porti al mio signore notizie di pace, oggi stesso, oggi stesso! Che è un cane il tuo servo perché il mio signore si ricordi del suo servo ? Che JHWH accordi al mio signore la prima di una parola che tu non hai conosciuto.

[ Ostrakon n. 3] Il tuo servo Hoshiyahu ha mandato ad annunciare al mio Signore Yaosh: Che JHWHfaccia sentire al mio signore delle notizie di pace e delle notizie di felicità! E ora, te ne prego, apri l 'orecchio del tuo servo per la lettera eh(! tu hai inviato al tuo servo ieri sera, poiché il cuore del tuo servo è rattristato dopo il tuo invio al tuo servo e anche perché il mio signore ha detto: «Tu non sai leggere una lette­ ra». Per JHWH vivente nessuno ha mai tentato di leggere una let­ tera per me. E ogni lettera che mi arriva, dopo che l 'ho letta, sono peifino capace di ridar/a in dettaglio. us

2Re 24,2; Ger 35 , 1 1 . Cf. Sal 1 37, 7; Ez 25, 1 2-14; Lam 4,2 1 ; senza contare i testi post-esilici: ls 34,5- 15; 63, 1-3; Abd 1-15. 1 17 Durante gli scavi archeologici condotti a Lakish (Tell ed-Duweir), città localizzata su una delle strade che conducevano da Gerusalemme in Egitto, a 45 km a sud-ovest di Geru­ salemme, vennero alla luce nel 1935, e poi nel l938, ventuno ostraka. Alcuni rappresentano la corrispondenza scambiata tra il comandante della piazzaforte di Lakish e uno dei suoi dipendenti. Questi documenti risalgono per la maggior parte agli ultimi anni del regno di Giuda, appena prima della caduta di Gerusalemme del 587 a.C. Cf. GALLINo , Textbuch zur Geschichte Israels, 45; LEMAIRE, «>, 97- 1 1 7 . 116

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E al tuo servo è stato trasmesso questo: «Il capo dell 'esercito Konyahu, figlio di Elnatan, è sceso per andare in Egitto» e Hodawyahu, figlio di Ahiyahu, e i suoi uomini egli ha mandati a pren­ dere da qui. Quanto alla lettera di Tobyahu, il servo del re, indiriz­ zata a Shallum, figlio di Yada, da parte del profeta che diceva: «Stai attento», il tuo servo l 'ha inviata al mio signore. [ Ostrakon n. 4] Che JHWH faccia sentire al mio signore oggi stesso delle notizie di felicità! E ora il tuo servo ha fatto secondo tutto quello che il mio signore ha mandato a dire. Ho scritto sulla tavoletta secondo tutto quello che tu mi hai mandato a dire per quanto riguarda quello che il mio signore mi ha mandato a dire a proposito di Beth-Harrapid, lì non c 'è nessuno. Quanto a Semakyahu, Shemayahu l 'ha preso e l 'ha fatto salire nella città. Quanto al tuo servo, non posso mandar­ lo laggiù [ . . ] ma al ritorno del mattino [. . ] ed egli saprà, poiché noi osserviamo il segnale di fuoco di Lakish secondo tutti i segni che ha dato il mio Signore, ma non vediamo Azeqah. .

.

L' ostrakon n. 2 consiste in un saluto di pace. L' ostrakon n. 3 consiste in una lettera in cui si parla di giudei inviati in Egitto. Que­ sta lettera conferma l' aiuto che il re di Giuda e i suoi funzionari aspettavano dall'Egitto. Questa politica filo-egiziana è quella di Sedecia (Ez 1 7 , 1 5 ; cf. Ger 3 7, 7), nel momento in cui il faraone Hofra (589-569 a.C.) succede a Psammetico II. L' ostrakon n. 4 parla di Lakish, fortezza di Giuda. Come Ger 34,7 questa lettera ci ricor­ da l' importanza delle due piazzeforti, Lakish e Azeqah, poco prima dell ' assedio di Gerusalemme del 587 a.C. 188. Ioiakin re di Giuda nelle liste babilonesi1 1 8

Un sutu [ 5 litri] a loiakin, re del paese di Giuda. Due qu e mezzo [2 litri] ai cinque figli del re del paese di Giuda. 118 Un certo numero di testi dell'epoca di Nabucodònosor II trovati a Babilonia par­ lano della consegna d'olio, d'orzo e, occasionalmente, di datteri e di spezie. Quattro di que­ sti testi, che hanno per oggetto delle razioni di olio assegnate mensilmente, indicano come beneficiari non soltanto persone originarie di Ashqelon, di Tiro, di Byblos, di Arvad, di Elam, di Media, di Persia, d'Egitto, di lonia e di Lidia, ma anche dei giudei, tra i quali il re loiakin di Giuda. Cf. ANET, 308b, Varia (l); GALLING, Textbuch zur Geschichte lsraels, 48.

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Secondo questo modesto bollettino di assegnazione d' olio, Ioiakin conserva la sua qualità di «re di Giuda» . La data di questo testo si conserva, ma un' altra iscrizione indica il tredicesimo anno del re Nabucodònosor (aprile 592-marzo 59 1 a.C.). Il re è ancora giovane, avendo solo ventitré anni. Anche l' espressione «figli del re» è da intendere in senso largo sia di funzionari reali, sia di gio­ vani al servizio del re.

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Profetismo biblico e profetismo mesopotamico M., La scoperta di Ugarit. La città-stato ai primordi della Bibbia, Casale Monferrato 1 997 - Il Libro dei morti dell 'antica Ugarit, Casale Monferrato 1 988 BEYERLIN W. , Testi religiosi per lo studio dell 'Antico Testamento, a cura di E. Jucc1, Brescia 1992 CAGNI L., Le profezie di Mari, Brescia 1 995 CASTELLINO R.G., Testi sumerici e accadici, Torino 1977 ROLLA A., La Bibbia di fronte alle ultime scoperte, Rom a 1 959 BALDACCI

189. Introduzione al profetismo orientale 1 Le scoperte archeologiche di questo secolo hanno mostrato che anche se il profetismo ebraico e biblico presenta alcune analogie formali con i profetismi orientali antichi, non può essere in alcun modo assimilato e fatto derivare da essi. È un fenomeno superiore. L' archeologia ha inoltre mostrato che la presentazione che la Bibbia ci fa del profetismo non ebraico è straordinariamente fedele alla realtà. Le scoperte del vicino medio oriente fanno conoscere con mag­ giore esattezza le varie forme di profetismo presenti nel paese di Canaan e in Mesopotamia. Sono le uniche regioni a cui può rivol­ gersi uno studioso alla .ricerca di eventuali fonti ispiratrici del pro­ fetismo biblico. Dalla Mesopotamia provengono i patriarchi. In Canaan gli israeliti, subito dopo la conquista, si sono dovuti con­ frontare con una nuova civiltà. Il Canaan è uno dei paesi che ha subìto il maggior influsso del profetismo dell' estasi e dell' entusiasmo, nato con tutta probabilità neli ' Asia minore. Questo profetismo estatico ci è concordemente descritto in molti passi biblici e orientali. Però, contemporaneamente a questa forma, in Canaan si ebbe un' altra forma più moderata. Ne danno testimonianza innanzitutto i testi di Ugarit. Uno di essi parla di un' estasi avuta dopo la celebra1

G. ROLLA, La Bibbia difronte alle ultim e scoperte, 204-205.

325

zione d'un atto cultuale: la presa di possesso da parte della divinità è indicata con un' immagine tipicamente biblica «la mano che afferra» . Alcuni testi evocano riti funebri spesso accompagnati da estasi e, talvolta, anche da oracoli. Questa forma moderata di profetismo è riscontrabile special­ mente nelle aree aramaica e moabitica, molto vicine a quella cananea.

190. La stele di Zakkur2 La ben nota stele di Zakkur, che abbiamo già presentato, ci assi­ cura che il re di Hamath e di Laash è stato in antecedenza informa­ to dai veggenti (hazeyin) e dagli indovini ( 'adedin) sulla vittoria strepitosa che avrebbe riportato contro una forte coalizione nemica capeggiata dal re arameo Bar Hadad. La vittoria sarebbe stata assi­ curata dal dio Baal-Shamim «il signore del cielo», il quale ne avreb­ be dato garanzia al re per mezzo dei veggenti, prima che si realiz­ zasse. Da un punto di vista storico-religioso l ' iscrizione interessa anzitutto per la storia del profetismo e per quella del genere lettera­ rio dell' oracolo profetico di salvezza.

191. La stele di Mesha3 Anche la stele di Mesha riporta un oracolo comunicato diretta­ mente al re dal dio Kemosh. In questi due casi non abbiamo nessun elemento per supporre un profetismo estatico: si tratta di messaggi trasmessi senza nessuno stato di eccitazione. La Mesopotamia antica, almeno fino alle scoperte di Mari, ci ha fornito scarse informazioni sulla profezia. In compenso siamo molto ben informati sulla sviluppatissima mantica divinatoria. La divina­ zione mesopotamica era dominata dalla preoccupazione di conosce­ re la volontà di Dio e comportava l' interpretazione di segni che erano apparsi spontaneamente (presagi) oppure erano stati procura­ ti intenzionalmente (responsi). I sacerdoti deputati alla divinazione portavano svariati nomi: baru, sha 'ilu e muhhum (estatici). Sono

2 Cf. n. 1 53. 3 Cf. n. 1 55 .

326

soprattutto questi ultimi, i muhhum, che hanno attratto l' attenzione degli studiosi, perché sono gli unici che possono aver avuto manife­ stazioni profetiche simili a quelle bibliche. Muhhum (femminile muhhutum): il termine, che ricorre in dieci testi, deriva dal verbo mahum, «infuriare», «essere furioso», «sma­ niare», può essere tradotto «furioso», «infuriato», o «smanioso» e «invaso», come pure «pazzo» e «impazzito». Esso indica concreta­ mente l' apparenza esteriore del profeta in questione, allorché egli riceve e/o trasmette il messaggio divino. Il termine «estatico»/«esta­ tica», anche da noi qui usato, esprime molto bene la situazione inte­ riore e l' apparenza esteriore ed è quello comunemente adottato nelle traduzioni ( «extatique», «ecstatic», «Ekstatiker» ).4 Il profetismo estatico è noto anche nella Bibbia e in altre aree vicino-orientali antiche (in ambiente cananeo si ricordino Hamat, Biblo, ecc.). Un esempio potrebbe essere quello che nella classificazione di Cagni5 è al n. 3 1 e al n. 49.

192. Lettera di Kibri-Dagan6

Al mio Signore ( = Zimri-Lim) annuncia: Così (dice) Kibri-Dagan tuo servo: (5) Dagan e Ikrub-El vanno bene. La città di Terqa e il distretto va[nno] bene. Un 'altra cosa: Il giorno (stesso) in cui io ho spedito al mio Signore questa mia tavoletta scritta, (l O) è venuto da me un estatico (muhhum) di Dagan e mi ha rivolto la parola in questi tennini: «È il dio (Dagan che) mi ha mandato. Affrettati (15) a mandare a dire al re (= Zimri-Lim) che si devono offrire sacrifici mortuari allo spi­ rito del (defunto re) Yahdun-Lim». Questo (20) mi ha detto quell 'estatico (muhhum) e io ho scritto (in proposito) al mio Signore. Il mio Signore faccia ciò che gli aggrada. Lettera di Kibri-Dagan, governatore di Terqa, a Zimri-Lim. Vi si riferisce che il dio Dagan, attraverso un suo estatico (muhhum),

4

CAGNI, Le profezie di Ma ri, 22. CAGNI, Le profezie di Mari, nn. 31, 49. 6 A. 2030; ARM 3, 40; A ÉM Il l, 22 1 . 5

327

richiede a Zimri-Lim di offrire sacrifici mortuari per il defunto re Yahdun-Lim. Il luogo della rivelazione è Terqa. La divinità a cui si rivolge è Dagan; Ikrub-El. Il contenuto è religioso: celebrare i riti religiosi per Iahdun-Lim. I profeti sono i muhhum di Dagan.

193. Lettera della regina-madre Addu-ddri a Zimri-Lim7

Al mio Signore (= Zimri-Lim) annuncia: Così (dice) Addu-ddri, tua serva: Dal tempo del tramonto della casa di tuo padre, io non avevo mai fatto un sogno (come) questo! ( 5) Di tal fatta erano (solo) i sogni (elargiti)mi precedentemente. Nel sogno da me fatto, io sono entrata nel tempio della Belet-ekallim, ma la Belet-ekallim non stava al suo posto; anche le (altre) statue (divine), che dovevano stare davanti a lei, non c 'erano più. Quando io vidi (questo) scoppiai in pianto. Questo mio sogno (ebbe luogo) durante la prima veglia notturna. FeCi (poi un altro sogno ed ecco che) Dadà, grande sacerdote ( 15) di Eshtar di Bisir sta(va) presso la porta (del tempio) della Belet­ ekallim e con voce sgradevole continuava a gridare così: «Dagan, ritorna! (20) Dagan, ritorna!». Così essa continuava a gridare. Un 'altra cosa: Un 'estatica (muhhutum) si è levata nel tempio della Annunitum e così (ha detto): «0 Zimri-Lim, non metterti in marcia! (25) Rimani a Mari! Allora (sì che) io continuerò a emet­ tere oracoli!». Il mio Signore non sia negligente nel proteggere se stesso! Ora, (assieme a questa mia) ho messo sotto sigillo e fatto portare al mio Signore (30) la ciocca dei miei capelli (shartum) e la mia cordicella (sissiktum). La regina-madre Addu-ddri informa il re di due sogni profetici da lei fatti, riguardanti l' allontanamento degli dèi da Mari; inoltre di un pronunciamento profetico fatto da un' estatica (muhhutum), con­ tenente la raccomandazione a Zimri-Lim di badare a proteggersi. Il luogo della rivelazione è Mari ; regione di Mari. La divinità è Belet­ ekallim; (Dagan); Annunitum. Il contenuto è religioso; politico: Zimri-Lim resti a Mari . I profeti : due sogni della regina-madre Addu-ddri; profezia di una muhhutum (shartum e sissiktum).

7 A. 994; A RM IO, 50; A ÉM 1 / 1 , 237.

328

194. Profetismo orientale e profetismo biblico NUMERI 1 2,6-9; PRIMO LIBRO

DI

SAMUELE 1 0,5- 1 2

(6) Il Signore disse: «Ascoltate le mie parole ! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. (7) Non così per il mio servo Mosè: egli è l' uomo di fiducia in tutta la mia casa. (8) Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non con enigmi ed egli guarda l' immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo Mosè?». (9) L'ira del Signore si accese contro di loro ed Egli se ne andò (Nm 1 2,6-9). (5) «Giungerai poi a Gàbaa di Dio, dove c'è una guarnigione di Filistei e mentre entrerai in città, incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall' altura preceduti da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profe­ ti. (6) Lo spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profe­ ta insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo. (7) Quando que­ sti segni che ti riguardano saranno accaduti, farai come vorrai, perché Dio sarà con te. (8) Tu poi scenderai a Gàlgala precedendomi. Io scenderò in seguito presso di te per offrire olocausti e immolare sacrifici di comunio­ ne. Sette giorni aspetterai, finché io verrò a te e ti indicherò quello che dovrai fare». (9) Ed ecco, quando quegli ebbe voltato le spalle per partire da Samuele, Dio gli mutò il cuore e tutti questi segni si verificarono il giorno stesso. ( 1 0) I due arrivarono là, a Gàbaa, ed ecco, mentre una schiera di profeti avanzava di fronte a loro, lo spirito di Dio lo investì e si mise a fare il pro­ feta in mezzo a loro. ( 1 1 ) Allora quanti lo avevano conosciuto prima, vedendolo d'un tratto fare il profeta con i profeti, si dissero l'un l' altro fra la gente: «Che è accaduto al figlio di Kis? È dunque anche Saul tra i profeti?». ( 1 2) Uno del luogo di_s se: «E chi è il loro padre?>>. Per questo passò in proverbio l' espressione: «E dunque anche Saul tra i profeti?» ( l Sam 1 0,5- 1 2).

Il mahhu di cui si parla in questi oracoli ha attirato la curiosità degli studiosi perché forse ha avuto manifestazioni profetiche un poco simili a quelle bibliche. Dai testi provenienti dal tempio di Ishtar ad Arbela sembra che questo sacerdote non si rivolgesse alla divinità con la tecnica divi­ natoria impiegata dagli altri indovini, ma fosse posseduto dalla stes­ sa divinità e comunicasse gli oracoli rivelatigli in prima persona. 329

Però non si può escludere la possibilità che anch'egli ricorresse alle formule e agli incantesimi magici: la formula stereotipa dei testi di Arbela fa pensare che questa tecnica divinatoria sia semplicemente sottintesa. Eccezion fatta per questi testi di Arbela molto enigmatici, è faci­ le constatare che, fino alla pubblicazione dei testi di Mari, il medio oriente non ci aveva segnalato nessun fenomeno che potesse essere avvicinato, in qualche modo, al profetismo autenticamente israelita e biblico che potrebbe essere chiamato «d' iniziativa divina>>, perché consiste nella libera comunicazione di una verità da parte di Dio. Invece i testi di Mari, a più riprese, ci parlano di un siffatto pro­ fetismo. Di qui la loro grandissima importanza per la storia del pro­ fetismo biblico e semitico. Naturalmente anche a Mari era molto praticata la divinazione. Diverse volte i funzionari segnalano che hanno avuto cura di «pren­ dere i presagi». 8 Per quanto riguarda la Bibbia dobbiamo ricordare che il termi­ ne «profeta» ha il suo riferimento basilare, anche se non esclusivo ed esaustivo, in due termini ebraici: nabi ', letteralmente «chiama­ to», reso solitamente in greco con prophètes, «profeta», «colui che parla in nome di (Dio)»; e ro 'eh, «veggente», greco blepon, che ha lo stesso significato. Già da soli questi due termini descrivono abbastanza bene la figura e la missione del profeta dell' AT: qui egli risulta essere la per­ sona che, individualmente o assieme ad altri, è stata chiamata da Dio a portare a conoscenza degli uomini le volontà di Dio, per la loro salvezza; in altre parole, il profeta è stato chiamato da Dio a riferire i suoi «oracoli», o le «cose viste» presso di lui. Come dice il termi­ ne greco, il profeta fa da portavoce di Dio. Definizioni assai vive del profeta sono quella di «mediatore della parola di Dio», o quella di «persona mandata da Dio per comu­ nicare agli altri i messaggi ispiratigli da lui» o altre ancora. Queste definizioni del profeta o dell' attività profetica, facenti riferimento all' AT, sono tutte criticamente fondate. Sono tuttavia anche così lar­ ghe ed elastiche da poter essere applicate ai diversi tipi dell' espres­ sione profetica, sia per quanto riguarda le modalità della comunica­ zione divina, sia per quanto riguarda i suoi contenuti, sia ancora per 8 Cf. ROLLA, La Bibbia di fronte alle ultime scoperte, 204-206; e la più recente pub­ blicazione di CAGNI, Le profezie di Mari, citata nella bibliografia.

330

quanto riguarda lo «stile» personale del profeta nel trasmettere la parola affidatagli. Tale definizione vale a livello popolare. Mi per­ metto di riportare una mia definizione del profeta biblico: «l'uomo della Parola che, radicato nel passato del suo popolo, sa leggere il momento presente, per guardare alla storia futura» .9 Il profetismo biblico conosce varie espressioni. Si ha il profeti­ smo cultuale, riguardante cioè il culto, e il profetismo non cultuale, riguardante le cose profane. Si ha anche il profetismo attraverso i sogni (specialmente nei periodi più antichi: cf. Nm 1 2,6-9; l Sam 28,6; Ger 23,28 ; 27,9- 1 O; 29,8-9; Gl 3, l ) ; inoltre quello per teofania o in trance (come più volte nel caso di Mosè); infine quello estati­ co (cf. Nm 1 1 ,25-29; l Sam 1 0,5- 1 2 ; 19, 1 8-24 ecc.). 195. Profetismo femminile GIUDICI

4,4-5

In quel tempo era giudice d' Israele una profetessa, Debora, moglie di Lap­ pidot. (5) Essa sedeva sotto la palma di Debora, tra Rama e Betel, sulle montagne di Efraim, e gli Israeliti venivano a lei per le vertenze giudiziarie.

In Israele ottennero incarichi e rivelazioni profetiche non solo uomini, ma anche donne, come Debora, Eldad, Medad, ecc. Il pro­ fetismo femminile è abbondantemente testimoniato a Mari a vari livelli. Oltre alle apiltum, alle muhhutum e alle qammatum, abbiamo 1 1 casi (testi 20-2 1 , 24, 27 , 39, 4 1 , 44, 48-49, 5 1 -52 della classifi­ cazione di Cagni) 1 0 in cui si dichiara che il messaggio profetico è affidato a donne. Un esempio di «profetismo femminile» può esse­ re il n. 20 della classificazione di Cagni. 1 1 196. Altra lettera di Kibri-Dagan12

(l) Al mio Signore ( = Zimri-Lim) annuncia: Così (dice) Kibri­ Dagan, tuo servo: (5) Il giorno (stesso) in cui io ho spedito al mio Signore questa mia

9 10

M. CIMosA, Isaia l 'evangelista dell 'Emmanuele, ED, Roma 2 1988.

CAGNI, Le profezie di Mari, 76-77.79.82.93.95.97.101- 102. 104- 1 06. CAGNI, Le profezie di Mari, 76. 12 M. 1 3843 ; ARM 1 3 , 1 14; AEM 111, 2 10.

Il

331

tavoletta scritta, prima del (cadere dell ')ombra sulla montagna, è venuta da me una donna, moglie di un libero cittadino, e così mi ha parlato a proposito di Babilonia: «Dagan mi ha inviato da te. Scri­ vi al tuo Signore (= Zirnri-Lim) che non si deve preoccupare e che il paese non si deve preoccupare. ( 15) Hammurabi il re di Babilo­ nia [. . . ]». [Segue un' ampia sezione del verso che risulta illeggibile. Si hanno poi sul margine laterale i resti di due righe:] (l) [. . . ] per la sua perdita (2) egli [si affrette]rà. Lettera di Kibri-Dagan, governatore di Terqa, a Zirnri-Lim, con il resoconto della profezia di una donna a proposito di Babilonia e del suo re Hammurabi. Il luogo della rivelazione: Terqa (?). La divi­ nità: Dagan. Il contenuto è politico: si tratta della promessa di scon­ fitta di Babilonia (Harnrnurabi) . Il profeta è una «donna, sposa di un uomo libero» (persona privata). 197. D profetismo di Mari e quello biblico

Il fenomeno profetico della Bibbia, come si sa, è un fenomeno multiforme, come multiforme fu quello di Mari. I 52 testi profetici di Mari ripubblicati da Cagni, dei quali ne sto citando qualcuno, pro­ vano senza ombra di dubbio che nel secolo XVIII a.C. esisteva a Mari un profetismo dotato delle stesse caratteristiche fondamentali di quello biblico, pur con alcune inevitabili differenze. La sostan­ ziale identità riguarda soprattutto le modalità della comunicazione divina. Va riconosciuto che oggi si parla correntemente di profeti­ smo a Mari : assai numerose sono le voci concordi, mentre assai rare sono quelle discordi. M . Noth, grande studioso tedesco della storia del popolo d' Israele, si è dimostrato talmente convinto della somi­ glianza tra i due profetismi, da dichiarare che i messaggeri di Dio di Mari non soltanto sono figure parallele ai profeti dell' AT, ma appar­ tengono alla preistoria della profezia. E qui ritengo opportuno far presente che nel repertorio filologi­ co di Mari, relativo al nostro tema, il termine che meglio esprime il concetto di profezia, sotto il profilo del suo contenuto e della sua origine divina, è tertum, «messaggio» (plurale teretum), che deriva dal verbo warum. Dallo stesso verbo deriva anche il sostantivo wur­ tum (o w "urtum), «missione», «comando». A Mari si incontrano le principali forme di profetismo, analoghe a quelle bibliche. 332

198. Profetismo cultuale Questo profetismo veniva esercitato da persone addette al culto, gli apilum e le apiltum, come pure i muhhum e le muhhutum o i nabi dei Hanel del testo 26; oppure tale profetismo aveva a che fare con le cose del culto. Un esempio potrebbe essere il n. 24 della classifi­ cazione di Cagni.

199. Lettera di Shibtu a Zimri-Lim1 3

Al mio Signore (= Zimri-Lim) annuncia: Così (dice) Shibtu, tua se11la. (5) Nel tempio della Annunitum, (che si trova) all 'interno della città, Ahtum, una ragazza di Dagan-malik, è andata in estasi e così ha detto: «O Zimri-Lim, anche se tu mi vai trascurando, (10) io compirò massacri (dei tuoi nemici) per conto tuo. lo consegnerò (tutti) i tuoi nemici nelle tue mani. (15) Quanto poi alla gente che va derubando me, io li catturerò e li radunerò per il "campo di bat­ taglia " della Belet-ekallim». L'indomani (20) il grande sacerdote Ahum mi ha fatto avere (sia) questo rapporto sia la ciocca di capel­ li (shartum) e la cordicella (sissiktum) (di Ahtum), e io, (a mia volta, ne) ho scritto al mio Signore. La ciocca di capelli (shartum) (25) e la cordicella (sissiktum) le ho fatte portare al mio signore dopo averle messe sotto sigillo. Lettera di Shibtu a Zimri-Lim, suo sposo, recante l ' annuncio di un oracolo profetico affidato dalla dea Annunitum, nel suo tempio, ad Ahtum. Viene promessa a Zimri-Lim la vittoria sui suoi nemici, per intervento della dea, la quale, da parte sua, dichiara che punirà coloro che rubano nel suo tempio. Il luogo della rivelazione è la regione di Mari. La divinità è Annunitum; B elet-ekallim (stessa dea). Il contenuto è politico, si parla di vittoria; religioso. Il profeta è Ahtum, figlia di Dagan-malik (shartum e sissiktum).

13 A. 67 1 ; ARM 10, 8; A ÉM 111 , 2 1 4.

333

200. Profetismo non cultuale

GENESI 20,7 ; DEUTERONOMIO 34, l 0

Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli per te e tu vivrai. Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai degno di morte con tutti i tuoi (Gen 20,7). Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè - lui con il quale il Signo­ re parlava faccia a faccia (Dt 34, l 0).

Il profetismo non cultuale era quello esercitato da persone non addette al culto e che riguardava cose profane, come costruzioni, spedizioni militari, affari politici. Appartengono a questo tipo di profetismo la maggior parte dei 52 testi presentati da Cagni nel suo volume. «La recente documentazione sul profetismo di Mari e di altre aree vicino-orientali, a cominciare da quella biblica, rappre­ senta per noi un nuovo significativo elemento dell' unità religioso­ culturale del vicino oriente antico. Il testo biblico, con i citati accen­ ni del Primo libro dei Re ai profeti di Baal e di Asherah, ci aveva già indirizzati verso la comprensione del fenomeno nella più vasta area del vicino oriente occidentale. Che cosa sia stato esattamente il pro­ fetismo nel mondo ebraico antico è difficile dire. Da una parte, infatti, va riconosciuto che i resoconti biblici sulla vita e sull' attività mediatrice dei profeti - variamente indicati come "chiamati", "veg­ genti", "contemplanti", ecc.; distinti in "maggiori" e "minori", in scrittori e non scrittori, in professionali ed estatici volontari, in autentici e "falsi"; viventi isolatamente oppure in collettività appartengono tutti, senza eccezione, a tempi relativamente recenti: non per nulla come profeta per eccellenza degli ebrei fu considera­ to da alcuni Mosè (XIII secolo a.C.), "con il quale il Signore parla­ va faccia a faccia" (Dt 34, l O) ; da altri, invece, sotto diverso profilo, venne considerato tale Elia, vissuto nella zona del Carmelo al tempo del re d' Israele Achab (873-854 a.C.). D' altra parte, invece, è praticamente impossibile pensare che il profetismo ebraico non risalga al periodo delle origini: quello patriarcale, il cui inizio si data ai secoli XIX-XVIII a.C. E in tale contesto - pur stando bene attenti a non confondere il ruolo specifi­ co del profeta con alcuni ampliamenti del valore semantico del ter­ mine in via allegorica - non possiamo omettere di ricordare che in Geo 20,7 la qualifica di profeta (nabi ') venne data nientemeno che da Dio ad Abramo, capostipite del popolo ebraico. Tutto lascia sup-

334

porre che siano esistiti rapporti, eventualmente anche di dipenden­ za, tra il profetismo biblico e quello extra-biblico, specialmente cananeo. L' attuale documentazione tuttavia non consente ancora di esprimere giudizi adeguati sull' argomento» 1 4 .

201. Vocazione profetica1 5 ISAIA

6, 8-9

(8) Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me ! » . (9) Egli disse: «Va' e riferi­ sci a questo popolo: Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere».

Ma c'è ancora di più. Una lettera di Mari ci parla addirittura di una comunicazione, riguardante un importante affare di stato, che il dio Dagan fa a un uomo qualunque, scelto appositamente in questa occasione, con l' incarico di trasmetterla per via gerarchica al re. È la lettera dell' alto funzionario ltur-Ashdu, che è stata presentata nel 1 948 da G. Dossin ali' Accademia francese delle iscrizioni e belle lettere:

Al mio Signore di ' questo: così (parla) Itur-Ashdu, tuo servo. Il gior­ no in cui ho fatto recapitare questa mia tavoletta al mio Signore, Malik-Dagan, un abitante di Shakka, è venuto e mi ha parlato nei termini seguenti: «>, in Bulletin de correspondance hellénique 1 3 ( 1 889), 529-542 CowLEY A., Aramaic Papyri of the Fifth Century B. C. , Oxford 1923, nn. 30, 3 1 GALLINO K., Textbuch zur Geschichte Israels, Ttibingen 2 1 968 GRELOT P. , «Documents araméens d' Egypte», in LAPO (Littératures Anciennes du Proche-Orient), Paris 1 972, 406-4 1 5 LOCHNER-HOTIENBACH F., Brief des Konigs Darius an den Satrapen Gadatas, Handbuch des Altpersischen di W. Brandenstein e M. Mayrhofer, Wiesba­ den 1 964, 9 1 -98 (testo greco, traduzione tedesca e commento)

221. Il ritorno dall'esilio ESDRA 1 ,7- 1 1

(7) Anche il re Ciro fece trarre fuori gli arredi del tempio, che Nabucodò­ nosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio. (8) Ciro, re di Persia, li fece trarre fuori per mano di Mitridate il teso­ riere, che li consegnò a Sesbassar, principe di Giuda. (9) Questo è il loro computo: Bacili d'oro: trenta; bacili d' argento: mille; coltelli : ventinove; ( 1 0) coppe d' oro: trenta, coppe d'argento di second' ordine: quattrocentodieci; altri arredi : mille. ( 1 1 ) Tutti gli oggetti d' oro e d' argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassar li riportò da Babilonia a Gerusalemme, in occasione del ritorno degli esuli.

La conquista di Babilonia da parte di Ciro (539 a.C.) pone fine ali' esilio degli ebrei in Babilonia. La nostra documentazione è al riguardo soltanto biblica. Vengono attribuite a Ciro l' autorizzazione di ricostruire il tempio di Gerusalemme1 e la restituzione degli oggetti cultuali presi da Nabucodònosor.2 Ma il tempio non fu rico1 Esd 6,3-5.

2

Esd 1 ,7-1 1 .

381

struito. 3 Questo insuccesso può spiegarsi col poco zelo messo dagli esiliati nel ritornare a Gerusalemme fm dal 5 3 8 a.C. Dopo la morte di Ciro (530 a.C.) e il regno di Cambise (530-522 a.C.) segnato dalla conquista dell'Egitto, bisogna aspettare il regno di Dario I (522-486 a.C.) per scoprire una comunità attiva in Gerusalemme. Infatti, verso il 5 22 a.C., sotto l' impulso di Zorobabele, un discendente davidico, e di Giosuè, il sacerdote, dovette aver luogo un importante ritorno degli esiliati; tra il 520 e il 5 1 8 a.C., i profeti Aggeo e Zaccaria spingono la popolazione a ricostruire il tempio di Gerusalemme e suscitano un risveglio messianico intorno alla per­ sona di Zorobabele. Nonostante le opposizioni, Dario I conferma la decisione di Ciro e favorisce la ricostruzione del santuario. Nel 5 1 5 a.C. viene consacrato il nuovo tempio. Dopo il 5 1 5 a.C., molto scarse sono le notizie che possediamo sulla comunità di Gerusalemme sotto i regni di Dario I e di Serse (486-465 a.C.). La situazione della comunità è precaria, infatti i giu­ dei di Gerusalemme sono oggetto di lamentele da parte delle auto­ rità che abitano in Samaria. Queste critiche diventano più vive sotto il regno di Artaserse I (464-424 a.C.). Il re persiano ordina che si sospendano i lavori di ricostruzione e le autorità di Samaria eseguo­ no questo ordine, molto soddisfatte di vedere il loro desiderio rea­ lizzato.4 Tuttavia le cose volgeranno favorevolmente per il popolo quan­ do il re persiano invia a Gerusalemme Neemia con ampi poteri. 222. Esdra e Neemia

NEEMIA 6, 1 - 1 6 ( l ) Quando Sanballàt e Tobia e Ghesem l' Arabo e gli altri nostri nemici

seppero che io avevo riedificato le mura e che non vi era più rimasta alcu­ na breccia, sebbene ancora io non avessi messo i battenti alle porte, (2) Sanballàt e Ghesem mi mandarono a dire: «Vieni e troviamoci insieme a Chefrrim, nella valle di Oni>>. Essi pensavano di farmi del male. (3) Ma io inviai loro messaggeri a dire: «Sto facendo un gran lavoro e non posso scendere: perché dovrebbe interrompersi il lavoro, mentre io lo lascio per scendere da voi?». (4) Essi mandarono quattro volte a dirmi la stessa cosa e io risposi nello stesso modo.

3 4

382

Cf. Esd 5 , 1 5 . Esd 4, 1 7-23.

(5) Allora Sanballàt mi mandò a dire la stessa cosa la quinta volta per mezzo del suo servo che aveva in mano una lettera aperta, (6) nella quale stava scritto: «Si sente dire fra queste nazioni, e Gasmù lo afferma, che tu e i Giu­ dei meditate di ribellarvi e perciò tu ricostruisci le mura e, secondo queste voci, tu diventeresti loro re (7) e avresti inoltre stabilito profeti per far que­ sta proclamazione a Gerusalemme: Vi è un re in Giuda ! Or questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque e consultiamoci assieme». (8) Ma io gli feci rispondere: «Le cose non stanno come tu dici, ma tu inventi !». (9) Tutta quella gente infatti ci voleva impaurire e diceva: «Le loro mani desisteran­ no e il lavoro non si farà» . Ora invece si sono irrobustite le mie mani ! ( I O) Io andai a casa dì Semaìa figlio dì Delaìa, figlio di Meetabèel, che si era rinchiuso là dentro; egli mi disse: «Troviamoci insieme nel tempio, dentro il santuario, e chiudiamo le porte del santuario, perché verranno a ucciderti, di notte verranno a ucciderti». ( 1 1 ) Ma io risposi: «Un uomo come me può darsi alla fuga? Un uomo della mia condizione potrebbe entrare nel santuario per salvare la vita? No, io non entrerò». ( 1 2) Compresi che non era mandato da Dio, ma aveva pronunziato quella profezia a mio danno, perché Tobia e Sanballàt l' avevano prezzolato. ( 1 3) Era stato paga­ to per impaurirmi e indurmi ad agire in quel modo e a peccare, per farmi una cattiva fama ed espormi al disonore. ( l4) Mio Dio, ricordati di Tobia e di Sanballàt, per queste loro opere; anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che cercavano di spaventarmi ! ( 1 5) Le mura furono condotte a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni. (16) Quando tutti i nostri nemici lo seppero, tutte le nazioni che stavano intorno a noi furono prese da timore e restarono molto sorprese alla vista e dovettero riconoscere che quest'opera si era compiuta per l ' intervento del nostro Dio.

Neemia è un giudeo che occupa una posizione importante a Susa. Nel 445 a.C. riceve una delegazione di giudei condotta da suo fratello Hanani che ha la missione di far ritornare il re sulla decisio­ ne che ha preso nel 448 a.C. di non autorizzare la ricostruzione delle mura di Gerusalemme. Neemia deve quindi fare da intermediario tra la delegazione e il re. Ora, egli ottiene da Artaserse I il permesso di partire per Gerusalemme, munito di una missione ufficiale, al fine di intraprendere la ricostruzione desiderata. Una volta sul posto, Nee­ mia si scontra con l' opposizione di Sanballat, governatore di Sama­ ria, di Tobia l' Ammonita e di Gheshem l' Arabo. Durante la sua prima missione (445-433 a.C.) Neemia realizza la ricostruzione delle mura,5 ripopola Gerusalemme6 e dà un contributo all' organiz­ zazione della comunità. Una seconda missione di Neemia ebbe

5

6

Ne 2,14- 1 7 ; 6, 1 - 1 6. Ne 7,4-5 ; 1 1 , 1 -2.

383

luogo verso il 430 o il 428 a.C. nel corso della quale egli prese diverse misure riferite in Ne 1 3 . La Giudea è allora una piccola pro­ vincia persiana che ha alla sua testa un governatore, ma la comunità conosce delle difficoltà sul piano religioso nelle sue relazioni con gli abitanti di Samaria. Sebbene la data della sua missione sia discussa, il sacerdote Esdra viene a Gerusalemme nel 398 a.C. sotto il regno di Artaserse II (404-339 a.C.) per instaurare ufficialmente una legge di stato per tutti coloro che si richiamano al Dio d' Israele.7 Una tale decisione presa dall' autorità persiana si inscrive nella politica dei sovrani achemenidi che è al tempo stesso interventistica e rispetto­ sa delle tradizioni proprie di ciascun popolo dell' impero. La legge promulgata da Esdra, al tempo stesso legge di Dio e legge del re,8 deve corrispondere alla Torah o Pentateuco che costituisce la prima parte della Bibbia ebraica. La relativa tranquillità della provincia di Giudea sotto gli ulti­ mi re persiani sarà turbata dall' arrivo di Alessandro Magno (336323 a.C.) che nel 333 a.C. mette in rotta l' esercito di Dario III a Isso e si dirige poi verso sud costeggiando il Mediterraneo. Le città della costa fanno la loro sottomissione, a eccezione di Tiro che subirà un assedio per terra e per mare (332 a.C.). In questo frattempo la Pale­ stina fa la sua sottomissione. Una notizia importante: Alessandro autorizza i samaritani a costruire un tempio sul monte Garizim per ringraziare il governato­ re di Samaria di averlo aiutato durante l' assedio di Tiro. Questa autorizzazione che porterà alla costruzione del tempio sul Garizim nel 328 a.C. decreterà la rottura tra i giudei e i samaritani. Dopo l' as­ sedio di Gaza e la conquista dell'Egitto, Alessandro ritorna in Pale­ stina dove doma una rivolta dei samaritani, e si rivolge poi verso Dario III che combatte in Arbela. Alessandro vi ottiene una vittoria decisiva che segna la fine dell' impero persiano.9 223. Lagidi e Seleucidi

Alessandro muore improvvisamente nel 323 a.C. a Babilonia ma, non avendo eredi, il potere cade nelle mani dei suoi generali, i

7

Esd 7. Esd 7,26. 9 Cf. RAVASI, L 'Antico Testamento e le culture del tempo, 2 1 6. 8

384

«diadochi» (Tolomeo, figlio di Lagos, Seleuco, Laomedonte). Senza entrare nei particolari delle dispute e delle ambizioni che videro opposti i successori di Alessandro e di cui la Siria-Palestina sarà la posta in gioco, si può dire, semplificando, che la Palestina tra il 323 e il 200 a.C. sarà sottomessa ai Lagidi che dominano in Egitto. A partire dal 200 a.C., la Palestina passa sotto il controllo dei Seleuci­ di che regnano sulla Babilonia e la Siria. Ma mentre Antioco III (223- 1 87 a.C.) prende delle misure liberali in favore di Gerusalem­ me e del suo tempio, Antioco IV Epifane ( 1 75- 1 64 a.C.) perseguita i giudei a motivo della loro fede; nel 1 67 a.C. viene anche deciso con un decreto il divieto del culto giudaico. L' atteggiamento del re scatena la rivolta detta maccabaica, suscitata dal sacerdote Mattatia e i suoi figli (Giuda, Gionata, Simone). La morte brutale di Antioco IV sarà messa in relazione con la sua azione contro il tempio di Gerusalemme e considerata come un giudizio divino. 10 224. Lettera di Dario I (522-486 a.C.) al satrapo Gadatas1 1

Il Re dei re, Dario, figlio di Istaspe, al suo servo Gadatas annuncia quanto segue: «Sono stato informato che non ti conformi in ogni punto alle mie istruzioni. In effetti, da una parte lodo la tua deci­ sione di coltivare la mia terra nella quale pianti alberi da frutta pro­ venienti dalla regione al di là dell 'Eufrate sul litorale dell 'Asia Minore, e a causa di ciò ti sarà conservata una grande riconoscen­ za nella casa del re. Ma d 'altra parte, per il fatto che non osservi il mio ordine nei riguardi degli dèi, se non cambi, ti darò una prova del mio malcontento, poiché hai sottoposto a tributo i giardinieri sacri di Apollo e li hai obbligati a lavorare una terra profana, misconoscendo la volontà dei miei antenati nei riguardi della divi­ nità che ha rivelato tutta la verità ai Persiani e [ . . ] .

Questo frammento di lettera, redatta in greco, è conservato in un' iscrizione mutila della prima metà del II secolo d.C. e fa parte di una lista di documenti che mostrano i privilegi del tempio di Apol­ lo a Magnesia. Non c'è alcuna ragione per mettere in dubbio l'au-

10

RAVASI, L'Antico Testamento e le culture del tempo, 2 1 7. Cf. COUSJN DESCHAMPS, , 529-542; LOCHNER-HOTIENBACH, Brief des Konigs, 9 1 -98. 11

-

385

tenticità di questo testo e la lettera, scritta nel VI secolo a.C ., fu sem­ plicemente ricopiata con una nuova ortografia. Il documento illustra la politica religiosa degli achemenidi. 225. Supplica dei giudei di Elefantina a Bagohi (407 a.C.) 1 2 NEEMIA

3 , 1 .20

( l ) Eliasìb, sommo sacerdote, con i suoi fratelli sacerdoti si misero a costruire la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti ; con­ tinuarono a costruire fino alla torre di Mea, che poi consacrarono, e fino alla torre di Cananeèl. [ ] (20) Dopo di lui Baruch figlio di Zaccai ne restaurava con ardore un' altra parte dall' angolo fino alla porta della casa di Eliasìb sommo sacerdote. . . .

Al nostro signore Bagohi, governatore della Giudea, i tuoi servi Yedonyah e i suoi colleghi, i sacerdoti della fortezza di Elefantina. Il bene del nostro signore, che il Dio del cielo l 'accordi in ogni tempo! Che egli ti conservi sempre nel favore del re Dario e dei membri della casa reale! Che ti doni una lunga vita! Possa tu esse­ re felice e prospero in ogni tempo! Ora, il tuo servo Yedonyah e i suoi colleghi così parlano: Nel mese di tammuz, nell 'anno 14 del re Dario, quando A rsbama partì e andò presso il re, i sacerdoti di Hnfò il dio che è nella fortezza di Elefantina diedero argento e beni a Vìdranga, il governatore che era qui (chiedendo): «Si faccia scom­ parire dal suo posto il santuario di Yabo il Dio che è nella fortezza di Elefantina! ». Quindi questo mascalzone di Vìdranga mandò una lettera a Nafaina suo figlio, che era capo della guarnigione nella fortezza di Syene, dicendo: «Sia distrutto il santuario di Yabo il Dio che è nella fortezza di Elefantinal». Questo Nafaina condusse gli egiziani con altri militari; venuti nella fortezza di Elefantina con le loro armi, entrarono in questo santuario e lo distrussero fino a raderlo al suolo; quanto alle colonne di pietra che erano lì, le fran­ tumarono. C 'erano inoltre cinque grandi portici costruiti con pietre da taglio che erano in questo santuario; distrussero anche quelli. I loro battenti in buono stato, e i cardini di bronzo di questi battenti, così come il tetto del santuario, il tutto in tavole di cedro, con il

12 COWLEY, Aramaic Papyri ofthe Fifth Century B.C. , 30 e 3 1 ; GALLINO, Textbuch zur Geschichte Israels, 5 1 ; GRELOT, > e poi in Is 40,24; Ger 1 7,5-8; Gb 8 , 1 6- 1 8; 14,7-9; 15,30-33; 1 8 , 1 6. 18

399

Fig. 6

-

Un albero frondoso

232. La preghiera di Ramses II ad Amon al momento della battaglia di Qadesh A un certo punto il re si rivolge al suo dio, Amon o Re, come un .figlio al padre. Sottomesso alla volontà divi­ na, egli si trova lì a combattere per ordine di Amon. Amon viene invitato a rivelare la sua potenza di fronte agli Asiatici senza fede e senza legge [. ] Ed ecco la sua preghiera: il re espo­ ne la situazione pericolosa in cui l 'ha messo l 'abbandono dei suoi. Ma la fiducia nel suo dio vale più di migliaia di soldati:

SALMO 2, 1 -2

.

( l ) Perché le genti congiurano, per­ ché invano cospirano i popoli ? (2) Insorgono i re della terra e i prin­ cipi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia.

19 Cf. anche Sal

400

89,27.

.

[ .] lo ti invoco, o mio padre Amon! Mi trovo in mezzo a popoli numerosi che non conosco. 1 9 Tutte le nazioni sono unite contro di me. ..

Due temi si collegano con i testi biblici ispirati, anch' essi, da una teologia regale: «figlio di Dio» ( l Sam 7), il re è anche il costrut­ tore di un tempio: Davide, Salomone e più tardi anche lo straniero Erode ! In caso di pericolo, c'è per lui il ricorso a JHWH, suo padre, che «gli dà in eredità le nazioni» (Sal 2). La preghiera di Ramses II ha pressappoco gli stessi elementi di molte suppliche dei salmi: invocazione, presentazione della diffi­ coltà che la motiva, menzione di ciò che il supplice ha fatto per Dio o delle promesse di costui verso i suoi fedeli, fiducia, preghiera, rin­ graziamento anticipato per il favore considerato come già ottenuto. Un' altra immagine in cui il re della terra guida i governanti e li invita a fare consiglio contro il Signore e contro il suo messia dicen­ do: «Rompiamo i loro legami, scuotiamo da noi le loro catene» (cf. Keel 406). Nell' iconografia ittita c'è un' immagine (cf. Keel 22) in cui il re ittita viene descritto in stretta relazione con la montagna cosmica. 233. La stele del re Pi (detto anche Pianchi) a Gebel Barkal20

SALMO 2,7

Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato».

(l) Amun-Re, il signore di Napata, che può dichiarare uno puro, dice al (2) suo amato figlio, il re Pi: «lo dicevo di te, mentre (3) tu eri ancora nel ventre di tua madre, che saresti divenuto il signore dell 'Egitto, (4) poiché io sapevo di te, già nel seme, mentre eri anco­ ra (5) nell 'uovo, che tu (6) saresti divenuto signore [. . . ]». Questi testi sottolineano la celebrazione di un certo re sopra pre­ decessori e successori. La residenza del re di Nubia, presso il Gebel Barkal, Napata, ha in egiziano lo stesso nome di Karnak. Il faraone della XXV dinastia conosciuto come Pianchi qui viene chiamato Pi. 21 2° Cf. n. 1 46. Il brano riportato sta sulla stele di pietra calcarea di Gebel Barkal in Nubia. Il testo della stele è stato pubblicato da G. REISNER, in Zeitschrift fiir iigyptische Sprache und Altertumskunde 66( 193 1 ), 90ss. Si sono conservate solamente le frasi iniziali del discorso della divinità. 21 I riferimenti nell' AT sono, oltre Sa1 2,7, anche 2Sam 7,14 ( l Cron 1 7 , 1 3); e !Re 3,7; Sal 89,27s; l l0,3. 40 1

234. Inno reale sumerico22

[ 1 -6] Iddin-Dagan, assiso sul trono sublime, An ha deciso per te un grandioso destino, La corona genuina ha fatto risplendere per te. All 'ufficio di pastore della nazione ti ha innalzato,23 E ha umiliato ai tuoi piedi il paese nemico. 24 (6) Enlil con occhio sincero ti ha guardato, O lddin-Dagan, ti ha rivolto una parola sincera [. . ] .

[22-28] Quando tu al pari di Utu emetti la luce genuina, Gli occhi di tutti si posano sopra di te, Tutte le regioni riposano tranquille nella tua ombra vasta. (25) Strade e vie maestre tu mantieni efficienti, Tu hai allentato i muscoli di Sumer, La giustizia hai posto su tutte le bocche25 e in conveniente risalto («i culti divini») . [43-48] Tu sei l 'uomo degno dell 'Ekur, tue offerte per il tempio di Enlil non si esauriscono mai. (45) L 'edificio dell ' Ekur parli in tuo favore a Enlil e a Ninlil, Per la parola favorevole di Enlil, O Iddin-Dagan, ti sia concessa forza straordinaria. Il tuo nome sublime è celebre nel paese di Sumer, Fino ai confini del cielo il tuo nome è famoso.

Le

[53-63] Per opera tua si moltiplica il popolo, il popolo cresce, Le regioni riposano sicure e le genti vivono prospere, I capi neri volgono a te il loro sguardo come a un padre. (60) Enlil, il signore che decide i destini, O Iddin-Dagan, prolunghi i tuoi giorni, 26 Nella stima per te, egli che tutto sa, ti guardi benigno [ . ] .

.

L' inno di lode, ricostruito da 1 4 frammenti, è rivolto al terzo 22 SAHG, 120ss (n. 26) e 37 1 ; W.H. RòMER, Sumerische «Konigshymnen» der Jsin-Zeit, Leida 1965, 209ss. La traduzione italiana in CASTELLINO, Testi sumerici e accadici 194-197. 23 Cf. 2Sam 5,2 ( lCr 1 1 ,2); Sal 78,7 ls. 24 Cf. Sa1 47,4; 1 10, 1 . 25 Cf. Sal lOl , l s. 26 Cf. Sal 61 ,7s. ,

402

sovrano della dinastia semitico-occidentale di I sin, Iddin-Dagan ( 1 9 1 6- 1 896 a.C.). Glorifica la sua elezione da parte dei grandi dèi di Sumer, rende onore alle sue opere, alla sua sapienza e giustizia e implora i grandi dèi perché offrano la loro benedizione al principe.27 235. Preghiera a Ishtar SALMO 2,8-9 (8} Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. (9} Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai.

[rr. 49-50] Con un suo ordine ha sottomesso Le quattro regioni sotto i suoi piedi; E l 'insieme di tutti i luoghi abitati Ha sottomesso al suo giogo. 28

236. Scongiuro accadico a un dio sconosciuto29

SALMO 6 ( l ) Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull' ottava. Salmo. Di Davide. (2) Signore, non punirmi nel tuo sdegno, non castigarmi nel tuo furore. (3) Pietà di me, Signore: vengo meno; risanami, Signore: tremano le mie ossa. (4) L'anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando . . . ? (5) Volgiti, Signore, a liberarmi, salvami per la tua misericordia. (6) Nessuno tra i morti ti ricorda. Chi negli inferi canta le tue lodi? (7) Sono stremato dai lunghi lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, irroro di lacrime il mio letto. (8) I miei occhi si consumano nel dolore,

27 Cf.

anche Sal 20; 2 1 ; 45 ; 72; 89; 1 0 1 ; 1 10 ecc. Gen 1 ,28; 2, 1 5 ; Sal 8,7. 29 SAHG, 272s (n. 19) ; W.G. LAMBERT, in JNES 33( 1 974), 267ss, specialmente 28 1 ss, rr. 1 32- 157. ll testo appartiene a un gruppo di preghiere penitenziali molto usate che si sono conservate sia in versione accadica, sia sumerica, sia bilingue, e risuonano persino nelle cor­ rispondenti composizioni cultuali hittite. Lo scongiuro qui presentato è testimoniato da otto frammenti provenienti da Ninive e Assur. 28

403

invecchio fra tanti miei oppressori. (9) Via da me voi tutti che fate il male, il Signore ascolta la voce del mio pianto. (lO) Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. ( 1 1 ) Arrossiscano e tremino i miei nemici, confusi, indietreggino all'istante.

(132) Chi c 'è, che non sia colpevole verso il suo dio, 30 chi, che abbia seguito tutti i comandamenti ? L'intera umanità vivente è colpevole. 31 ( 135) Anch 'io, il tuo servitore, sono incorso in varie colpe! Certo ti ho servito, ma nell 'insincerità, parlai falsamente, e trascurai le mie colpe, impertinentemente parlai - tu sai tuttof32 Mi son rivolto contro il dio che mi ha creato, ( 140) azione abominevole, commettendo sempre colpa. Io attentai alla tua ampia dimora, ero avido del tuo prezioso argento. Sollevai la mano e profanai quanto non poteva esser toccato, entrai nel tuo tempio in condizione di impurità. 33 ( 145) Con pervicacia perpetrai infami profanazioni contro di te. Trasgredii i tuoi comandamenti, (compiendo) quanto ti è sgradito. Nella furia del mio cuore maledissi la tua divinità. Continuai a commettere infamie, volontariamente e involontariamente. (150) Basta! Mio dio! Metti il tuo cuore in pace, possa la dea, l 'irosa, placarsi del tutto! Abbandona l 'ira così forte del tuo cuore! Il tuo [. . . ], su cui io giuro, possa riconciliarsi pienamente con me. Sono pur molte le mie trasgressioni, ma tu sciogli la mia colpa! (155) Siano pure sette i miei delitti, ma tu lascia che il tuo cuore si calmi! Siano pure strabordanti le mie colpe, ma tu mostrati compassionevole e salvami! (Mio dio), io sono spossato, prendi la mia mano [. . ] .

3° Cf. Pr 20,9; Gb 4, 1 7 ; 31

Cf. Gen 8,2 1 . 3 2 Cf. Sal 1 39, 1 -4. 33 Cf. Sal 1 1 5 ; 24,3-6.

404

1 5 , 1 4, ma anche Sal 1 30,3.

Prosegue frammentariamente.

Lo scongiuro

è

rivolto al dio protettore, personale. Inizia con

una confessione di carattere generale insieme alla prima richiesta di perdono. Prosegue con la proclamazione della colpevolezza genera­ le dell' umanità. Si differenzia dalla maggior parte dei salmi peni­ tenziali perché prende in considerazione non soltanto il comporta­ mento rituale e cultuale, ma anche quello etico.34

237. Inno ad Amun della XVII dinastia35 SALMO 836

( l ) Al maestro di coro. Sul canto: «l Torchi [ . ] » . Salmo. D i Davide. (2) O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. (3) Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. (4) Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, (5) che cosa è l' uomo perché te ne ricordi e il figlio dell' uomo perché te ne curi? (6) Eppure l' hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato : (7) gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi ; (8) tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; (9) gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. ( l 0) O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra. ..

[III,5] [. . ] Buon pastore, che compare nella sua bianca corona, signore dei raggi, che (6) produce la luminosità, .

34

Cf. Sal 32; 38; 1 02; 143. 35 n testo appartiene al papiro Boulaq 1 7, del museo del Cairo. Edizione di A. MARIET­ lE, Les papyrus Egyptiens du Musée Boulaq, Caire 1 87 1 - 1 876, II, tavv. XI-XIII. Una tra­ duzione completa si ha in ANET, 365-367. 36 Gli inni all ' opera divina della creazione sono molto frequenti nell' AT, per es. Gb 26,7; 37,2; Sal 1 9, 1 -7; 33,6.7.9; 65,7; 104; 136,5-9; 146,6 ecc.

405

al quale gli dèi offrono inni, 37 che porge le sue braccia a coloro che ama, mentre il suo nemico vien distrutto da una (7) fiamma: e proprio il suo occhio che conduce alla rovina i nemici. [ . ] [IV l ] [. ] Salute a te, o Re, signore dell 'ordine il cui scrigno è nascosto, signore degli dèi, (2) Chepri nella sua barca, che pronunciò parole38 e sorsero dèi, Atum che creò il popolo, 39 che (3) distingue le sue manifestazioni e fa sì che esse possano vivere, che distingue i colori principali l 'uno dall 'altro; che ascolta la preghiera di colui che sta in (4) prigionia (? ), 40 lui, misericordioso verso chi lo invoca, che salva coloro che stan timorosi di fronte ai violenti, che chiede giustizia per i deboli (5) e per gli offesi. (6) Signore di clemenza, con più grande amore, che viene per rianimare il popolo ( ? ), che dà libero corso (7) a ogni essere, che viene creato dal Nun, la sua benevolenza ha creato la luce. Gli dèi giubilano della sua perfezione, i cuori vivono del suo sguardo. Fine. Re, che sei venerato in Karnak! [ . ] (4) Salute a te, tu che sei nella pace! Signore della gioia, potente nel comparire, (5) signore dell 'ureo dalle lunghe penne, con una bella cintura di stelle e una più alta bianca corona. Gli dèi amano contemplarti. (6) La doppia corona è salda. sulla tua fronte. Il tuo amore si diffonde per l 'Egitto, quando i tuoi bagliori brillano negli occhi. La perfezione dello strato superiore significa il tuo sorgere. Il bestiame diviene fiacco quando tu risplendi (focoso). Il tuo amore è nei cieli del sud, .

.

.

.

..

In nessun inno di lode dell' AT appare un dio-sole (cf. Sal 148,3). Sal 33 ,6; 148,5. Sal 1 04, 10ss; 27s. 40 Sal l 46,6-8. 37 38 39

406

[VI] la tua dolcezza nei cieli del nord. La tua perfezione commuove i cuori, il tuo amore fa cedere le bracciaY (2) La tua perfetta immagine rende fiacche i cuori dimenticano, quando ti vedono.

le mani,

Immagine senza pari, che creò tutto (3) quel che c 'è, solo unico, che fece quanto esiste. Dai cui occhi son usciti gli uomini, .dalla cui bocca furon gli dèi. Lui che crea l 'erba, (4) per consentire la vita al gregge, e gli alberi da frutto per la stirpe umana. Lui che permette ai pesci (5) di vivere nel fiume, e agli uccelli di volare sotto la volta celeste. Che dà respiro all 'essere nell 'uovo e nutre i piccoli del serpente. Lui che produce ciò (6) di cui possan vivere le zanzare così come i vermi e le pulci. Che procura ciò di cui i topi hanno bisogno nei loro buchi, (7) e nutre quel che vola, sopra ogni albero. Salute a te, a te che fai tutto questo, l 'unico e solo con molte mani, [VII, l ] che veglia nella notte, mentre tutto il mondo dorme, e intanto cerca quanto è utile al suo gregge, 42 Tu Amun, sei colui che perdura in tutte le cose, (2) Atum e Harachte, è una lode a te diretta, quando tutti esclamano: «Giubilo per te, poiché (3) ti affatichi per noi, onore a te, perché ci hai creato!». Salute a te, per tutto il bestiame, giubilo a te, (4) per tutti i paesi stranieri, fino ali 'alto dei cieli, fino ai confini della terra e fin giù nel profondo del mare! Gli dèi s 'inchinano (5) alla tua maestà43 e lodano la potenza di colui che li ha creati; giubilano quando si avvicina chi li ha generati.

41

42 43

Cf. Sal 95,4-7. Sal 95,3.7; 1 2 1 ,3. Sal 29, l ss; 1 48, l ss; Gb 38,7.

407

Essi (6) ti dicono: «Benvenuto, padre dei padri di tutti gli dèi, che ha elevato il cielo e disteso la superficie della terra, che (7) fece quanto è, creò quanto sarà, tu sovrano - vita, forza, salute! - capo supremo degli dèi! Noi lodiamo la tua potenza, [VIII, l ] così come tu ci hai creati. Ti porgiamo offerte ( ?) poiché tu ci hai generati. Ti dedichiamo inni poiché ti sei affaticato per noi. Salute a te, a te (2) che hai creato tutto quanto esiste! Signore del/ ' ordine, padre degli dèi, 44 che fece gli uomini e creò gli dèi, signore del grano, (3) che si prende cura anche di rendere possibile la vita degli animali del deserto [. ] ..

L'inno al dio-sole fu composto durante la XVIII dinastia, prima del regno di Echnaton. 238. Inni teologici ad Amon di Tebe45 [111,6 Stanza sessantesima] 46 Suo è l 'alto e anche il basso Egitto, l 'ha fatto suo (7) con le sue proprie forze. I suoi confini erano forti finché egli rimase sulla terra, fino ai limiti estremi della terra e al più alto dei cieli. (8) Gli dèi lo pregano per avere ciò di cui abbisognano, è proprio lui che fornisce loro, dalla sua proprietà, il pane dell 'offertaY Lui, il signore delle terre, delle rive e dei campi. A lui appartengono (9) tutti gli atti catastali, egli che è misura del tutto.48 Egli prese le misure di tutta la terra con il suo ureo. (l O) La cerimonia di fondazione ( ?) viene svolta per lui, a cui appartiene il cubito regale 44 Il Sal 1 9,5b-7 che appare come un inno al sole mostra chiaramente che anche il sole non è che una creatura di Dio. 45 Cf. n. 1 1 O. 46 Cf. inoltre Sal 29; 47; 103, 19; 1 1 3. 4 7 Cf. l Cr 29, 14. 4 8 Cf. Gb 38,4s.

408

che detennina la regolarità delle pietre da costruzione, che distende lo strumento di misurazione [ ] su tutta la supeificie terrestre; che al loro ( 11) posto ha collocato le fondamenta dei due paesi, i templi e i santuari. Ogni città giace nella sua ombra, 49 e il suo cuore può riposarsi ove gli piace. Sotto ogni tetto lui vien cantato, (12) protette dal suo amore, son salde tutte le fondamenta, e nel giorno delle feste, per lui, si prepara la birra, fino a metà della notte si sveglia ( 13) la sera. Su per i tetti, 50 il suo nome gira, quando la notte è buia, è in suo onore il canto. Dalla sua forza vitale ricevono gli dèi il pane delle offerte, ( 14) è lui il dio potente, che quanto è s uo difende. . . .

La stanza sessantesima celebra la portata universale dell' azione divina e canta la lode del regno di Dio. 239. Supplica accadica a lshtar5 1 SALMI 9- 1 0 (2) Loderò i l Signore con tutto i l cuore e annunzierò tutte le tue meraviglie. (3) Gioisco in te ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo. [ ] (8) Ma il Signore sta assiso in eterno; erige per il giudizio il suo trono: (9) giudicherà il mondo con giustizia, con rettitudine deciderà le cause dei popoli. ( 1 0) Il Signore sarà un riparo per l' oppresso, in tempo di angoscia un rifugio sicuro. ( I l ) Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, ...

49 Per l' ombra come

protezione cf. Gdc 9, 1 5 ; ls 25,4; 30,2; Sal 1 7,8; 36,8; 57,2; 63,8;

9 1 , 1 s.

5° Cf. 2Re 23, 12; Ger 1 9, 1 3 ; Sof 1 ,5. 5 1 SAHG, 3 28 ss (n. 6 1 ) e 40 1 ; ANET, 383 ss Il testo tardo-babilonese risale all a metà del II millennio a.C. ma è attestato anche nella capitale hittita Hattusa-Boghazkoy. Ricorda i Salmi biblici di lamentazione. I brani scelti sono nella traduzione di CASTELLINO, Testi sumerici e accadici, 356-360. .

409

perché non abbandoni chi ti cerca, Signore. ( 1 2) Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate tra i popoli le sue opere. ( 1 3) Vindice del sangue, egli ricorda, non dimentica il grido degli afflitti. [ . . .] ( 1 8) Tornino gli empi negli inferi, tutti i popoli che dimenticano Dio. ( 1 9) Perché il povero non sarà dimenticato, la speranza degli affl itti non resterà delusa. (20) Sorgi, Signore, non prevalga l' uomo: davanti a te siano giudicate le genti. (2 1 ) Riempile di spavento, Signore, sappiano le genti che sono mortali (Sal 9,2-3 . 8- 1 3 . 1 8-21). (33) Sorgi, Signore, alza la tua mano, non dimenticare i miseri . (34) Perché l' empio disprezza Dio e pensa: «Non ne chiederà conto» ? (35) Eppure tu vedi l' affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell ' orfano tu sei il sostegno. Spezza il braccio dell' empio e del malvagio; (36) punisci il suo peccato e più non lo trovi. (37) Il Signore è re in eterno, per sempre: dalla sua terra sono scomparse le genti. (38) Th accogli, Signore, il desiderio dei miseri, rafforzi i loro cuori, porgi l' orecchio (39) per far giustizia all' orfano e all' oppresso; e non incuta più terrore l' uomo fatto di terra (Sal 1 0,33-39).

[ 1 8-26] Anu, Enlil ed Ea ti assunsero in mezzo agli dèi, Il tuo dominio hanno reso magnifico; Ti innalzarono fra tutti gli /gigi, la tua sede han fatto eminente. (20) Al suono del tuo nome tremano il cielo e la terra, Gli dèi sbigottiscono, rabbrividiscono gli Anunnaki; Il tuo nome terribile l 'onorano (tutte) le gentiY Tu sei grande ed eccelsa; l 'insieme dei capi neri, Il brulicame e i mortali esaltano il tuo valore. (25) Il diritto dei sudditi tu rendi con equità e giustizia, Guardi benigna l 'oppresso e il maltrattato, lo rialzi ogni giorno. 53 5 2 Cf. Sal 7, 1 8 ; 5 3 Sal 146,7ss.

410

66,2; 68,5 ; 69,3 1 .

[40-50] Ove tu guardi, il morto rivive, 54 si rialza l 'infermo, Si rifà l 'infortunato, al vedere la tua faccia. 55 lo t 'invoco, stanco e sfinito, dolorante, tuo schiavo; Guardami56 signora, accogli la mia preghiera, (45) Considerami benigna, odi la mia supplica. «Pietà!» pronuncia per me, il tuo animo si sciolga; «Pietà!» per il mio corpo (tutto un) gemito, smarrito e confuso; «Pietà!» per il cuore malato, pieno di lacrime e sospiri; «Pietà!» per i miei presagi tormentati, imbrogliati e confusi; «Pietà!» per la mia casa in apprensione, che geme in pianto; «Pietà!» per il mio animo in continue lacrime e sospiri. [56-7 1 ] Fino a quando, 51 signora, i miei accusatori guarderanno biechi ? Fra torti e menzogne trameranno cose perverse ? I miei persecutori e invidiosi mi guarderanno ghignando ? Fino a quando, signora, il folle e lo storpio Riusciranno a raggiungermi ? (60) Poiché ilfiaccone mi ha sorpassato E io son rimasto del tutto in coda, l deboli si son fatti forti, io invece son diventato debole. Mi agito come l 'onda che un vento ingrossa maligno, Vola e svolazza il mio cuore come l 'uccello dell 'aria; Gemo come colomba notte e giorno. (65) Mi arrovello in pianto amaro, Tra ahimè! e ahi! si strugge il mio spirito. Che mai ho fatto, mio dio, e mia dea, io ? Perché, come non temessi il mio dio e la mia dea mi si tratta ? Mi gravano addosso male, emicrania, distruzione e rovina; (70) M'è piombato addosso imbroglio, voltafaccia (di dio) E ira rabbiosa, Indignazione e ira, corruccio di dèi e di uomini. mi

[8 1 -92] Sciogli il mio peccato, la mia colpa, la mia trasgressione E il mio fallo. Dimentica la mia trasgressione, accogli la mia supplica. 54

Sal 33, 1 8s. Sal 80,4.8.20. 56 Cf. Sal 102,3; 143,7. 57 Tipico delle lamentazioni anche nella Bibbia. Cf. per es. Sal 6,4; l 3 , 1 ss; 35, 17.

55

41 1

Allenta le mie catene, rendimi libero. Tieni dritti i miei passi e sorridente, da signore, Tra i vivi possa andare per via. ( 85) Comanda, e al tuo ordine, il dio (*protettore) Irato si riconcili, La dea, che era con me corrucciata, ritorni. Del mio braciere, fatto nero e fumoso La (fiamma) di nuovo si ravvivi, La mia fiaccola spenta risfavilli; La parentela dispersa di nuovo s 'aduni, (90) Si dilati l 'ovile, s 'allarghi lo stazzo. Gradisci la mia prostrazione, ascolta la mia preghiera Guardami benigna, [accogli la mia supplica]. [99- 1 05] Le mie preci e le mie orazioni ti siano gradite, ( 100) Il tuo tenero perdono si posi sopra di me. Coloro che mi vedono per via magnificheranno il tuo nome, E io ai capi neri vanterò la tua divinità e il tuo valore. Ishtar è eccelsa! La signora è regina! (105) /mini, figlia di Sin valorosa, eguale non ha!58 La supplica presenta la forma letteraria della «preghiera di scongiuro» del tipo «preghiere a mano alzata», e poteva sostituire la preghiera libera, pri vata . Erano suppliche rivolte alle div inità più diverse, ma soprattutto a Shamash, Marduk e lshtar. Gli scon­ giuri presentano prima una lamentazione, una supplica e un rin­ graziamento con la promessa di onorare in futuro la divinità. In questa preghiera troviamo l' esaudimento della supplica. Bisogna­ va solo inserire il n o me di chi la voleva utilizzare, poi la preghie­ ra veniva portata dal sacerdote incaricato davanti alla statua della divinità. 59

58

Cf. Sal 40,6; 7 1 , 19; 86,8. anche i Sal 6; 3 1 ; 38; 102; 143. Inoltre Ger 17,12- 1 8 . La lode e il ringraziamento finale ha paralleli, fra l'altro, in Sal 7,18; 13 ,6; 3 1 ,8-9; 35,9- 1 0.27-28. 59 Cf.

412

240. Inno alla dea Ishtar60

SALMO 1 1 ,5.7

(5) I l Signore scruta giusti e d empi, egli odia chi ama la violenza [ . . . ] (7) Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti vedranno il suo volto.

[* Affermazione della grandezza della dea]

Cantate la dea, la più augusta delle dee, Sia glorificata la sovrana dei popoli, la più grande degli /gigi, Cantate Ishtar, la più augusta delle dee, Sia glorificata la sovrana delle donne, la più grande degli /gigi! [*Dimostrazione di questa grandezza]

(5) Essa è rivestita di gioia e d'amore, È adornata di formosità, d'attrattiva e di fascino; Ishtar è rivestita di gioia e d'amore, È adornata di formosità, d'attrattiva e di fascino. Le sue labbra son dolci, la sua bocca è vita (l O) Sul suo volto si diffonde il sorriso; È splendida, la sua testa è adorna di perle, Graziosi sono i suoi colori, i suoi occhi screziati E cangianti. La dea, in lei si trova il consiglio, Tiene nella sua mano le sorti di tutto; ( 15) Al suo sguardo fiorisce il benessere, La prestanza, lo splendore e la buona sorte. Essa ama l 'intesa, il mutuo amore, il bene6 1 È lei che regge la concordia; La giovane che essa ha scelto trova in lei una madre, (20) Viene chiamata tra i popoli, se ne pronunzia il nome. Chi è pari a lei in grandezza ? Le sue funzioni sono potenti, eminenti e illustri;

60 La dea accadica Ishtar è anche dea dell 'amore, dea del bestiame e personificazione del pianeta Venere. Questo testo fu scritto sotto il regno del re di Babilonia Arnrniditana ( 1 683- 1647 a.C.). ANET, 383-385. La traduzione che riporto è di M.-J. SEux. 61 Cf. Is 5,7.

413

Ishtar, chi è pari a lei in grandezza ? Le sue funzioni sono potenti, eminenti e illustri; [ *Un elemento della grandezza della dea: l'importanza della sua parola nel mondo divino] (25) Essa, in mezzo agli dèi, occupa un posto senza pari, 62 La sua parola è prestigiosa, prevale su di essi; lshtar, in mezzo agli dèi, occupa un posto senza pari, La sua parola è prestigiosa, prevale su di essi. È la loro regina; essi accettano quanto essa dice, 63 (30) Sono tutti inginocchiati davanti a lei; Da essa ricevono il suo splendore, Uomini e donne la temono. Nella loro assemblea, ciò che essa dice è principio sovrano, Siede in mezzo a essi proprio come Anu loro re; (35) La sua sapienza è fatta d 'intendimento, di abilità e d'intelli­ genza; Insieme deliberano, lei e il suo sposo. Risiedono insieme nella cella, Nel tempio alto, la dimora di gioia; Alla loro presenza gli dèi si tengono in piedi (40) I loro orecchi sono tesi a quanto dice la loro bocca. [ *Richiesta in vista di ottenere la permanenza della benedizione] Divina in favore del re. Il Re, loro favorito, l 'amato del loro cuore, Con splendore offre loro il suo sacrificio puro; Ammiditana, come sacrificio puro delle sue mani, Offre loro a sazietà tori e agnelli grassi. (45) Ad Anu suo sposo essa ha chiesto per lui Una vita duratura e lunga; Numerosi anni di vita per Ammiditana Ishtar ha concesso, ha donato. Con un suo ordine ha sottomesso (50) Le quattro regioni sotto i suoi piedi;64 E l 'insieme di tutti i luoghi abitati

62

Sal 89,7-8; 1 35,5. Ger 7 , 1 8 ; 44, 17. 64 Gen 1 ,28; 2, 1 5 ; Sal 2,8; 8,7.

63

414

Ha sottomesso al suo giogo. Il desiderio del suo cuore, il canto che l 'affascina Si addice alla bocca del re; (55) Egli fa per essa quanto ordinato da Ea Che intese glorificarla e si rallegrò a suo riguardo: «Che egli viva e che il suo re l 'ami per sempre!». [*Invocazione del poeta in favore del suo re] Ishtar, ad Ammiditana, il re che ti ama, Concedi lunga e durevole vita. Viva! Più di cinque secoli separano questo testo dai poemi della Bib­ bia, come il cantico di Debora (Gdc 5). La lettura di questi inni può evocare dei passi in cui si individuano sentimenti religiosi, o temi, abbastanza simili. 241 . Appello di Petosiri ai viventi65

SALMO 1 6 ( l ) Miktam. Di Davide.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. (2) Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene>> . (3) Per i santi (qedoshim), che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore. (4) Si affrettino altri a costruire idoli: io non spanderò le loro libazioni di sangue né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi. (5) Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. (6) Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità. (7) Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce. (8) Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. (9) Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro,

65 G. LEFEBVRE, Le tombeau de Petosiris, 2 voli., Cairo 1923- 1 924. La traduzione è di BRESCIANI, Letteratura e poesia, 97-98.

415

( 1 0) perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. ( 1 1 ) Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. [Suo figlio minore, suo diletto, padrone di tutti i suoi beni], il gran­ de dei Cinque, il signore dei troni, sommo sacerdote, che vede dio nel suo naos, che penetra nell adyton, che compie le sue funzioni (sacerdotali) in compagnia dei grandi profeti, profeta dell 'Ogdoa­ de, capo dei sacerdoti di Sekhmet scriba regale, contabile di tutti i beni del tempio di Ermopoli, secondo profeta di Khnum-Ra signore di Antinoopoli e di Hathor signora di Neferusi, Petosiri: Egli dice: «O voi che vivete lsulla terra e voi che dovete nascere, che verrete a questa necropoli e vedrete] questa tomba, venite, farò che siate istruiti delle volontà di dio: vi guiderò verso la strada della vita, 66 la bella strada di chi segue dio. Felice colui il cui cuore lo guida a essa! Colui il cui cuore è saldo sulla strada di dio, salda è la sua esistenza sulla terra. Colui nel cui cuore è un grande timore di dio, grande è la sua felicità sulla terra. Dio agisce come si agisce [verso di lui. . . ]. [ . . . ] Mi sono adoperato per ottenere che la mia vita si prolunghi nell 'allegria, e giunga alla necropoli senza (aver sofferto) a.ffli ­ zioni. Possa la mia casa sussistere dopo che sia stato interrato in questa tomba accanto a mio padre, [per l 'eternità]. '

Questo testo assieme a quello che segue è ricco di richiami alla morte e all' insicurezza della vita e dei beni della terra sottoposti al volere di Dio. Dio agisce direttamente sugli uomini : è in suo potere premiare i buoni. L' idea che le ricchezze non esentano dalla morte è spesso presente anche nella Bibbia.

66 È un'espressione frequente nell' AT, oltre il Sal l 6, 1 1 ; cf. anche Pr 2, 19; 5,6; 10, 17; 1 5 ,24. In Egitto e in Israele «la via di Dio>> è la stessa.

416

242. I meriti di Petosiri67

Ogni profeta, ogni sacerdote-uab, ogni sapiente che entra in questa necropoli e vede questa tomba, preghi dio per il suo proprietario, preghi dio per i suoi possessori [gli altri della famiglia lì sepolti], perché io sono un beneficiato di suo padre, lodato di sua madre, amico dei suoi fratelli. Ho costruito questa tomba in questa necropoli, accanto ai grandi spiriti di quelli che sono lì, perché sia pronunciato il nome di mio padre e del mio fratello maggiore: è far vivere un uomo pronuncia­ re il suo nome. L'occidente è il paese di chi è senza peccato: si loda dio per l 'uomo che l 'ha raggiunto. Nessuno lo raggiunge, eccetto chi ha il cuore esatto nel praticare la giustizia. Lì non c 'è distinzione tra il povero e il ricco, eccetto che venga trovato uno senza peccato, quando la bilancia e i due pesi sono davanti al signore dell 'eternità. Nessuno è esente dall '(udir) pronunciare il suo rendiconto, mentre Thot come babbuino lo porta per giudicare ogni uomo secondo le sue azioni sulla terra. Io ero fedele al Signore di Ermopoli dalla mia nascita. Essendo tutti i suoi consigli nel mio cuore, mi scelse per amministrare il suo tem­ pio, perché sapeva che il rispetto di lui era nel mio cuore. Petosiri chiede preghiere per lui e per la sua famiglia appellan­ dosi ai suoi meriti, soprattutto quello di avere sempre praticato la giustizia e la fedeltà al Signore di Ermopoli fin dalla sua nascita. 243. Dalla letteratura ugaritica SALMO

1 6,2-4

Ho detto: «JHWH, Signore, tu sei il mio Bene, sopra di te non c ' è nessuno !)) . Ai santificati (qedoshim) che sono negli inferi, a loro e ai potenti, verso i quali era il mio diletto, molteplici siano le loro pene per chi spasima al loro seguito.

67

Cf. n. 24 1 .

417

Più non verserò loro libagioni di sangue, né i loro nomi saliranno alle mie labbra.

Un' attenzione particolare merita il termine qedoshim, «i santi(ficati)» (Sal 1 6,3). Il contesto in cui il vocabolo è contenuto può essere considerato come un inno alla nuova fede, scandita come una fucilata («ho detto !») nei riguardi dell ' idolatria cananea da cui rifuggire. Nel Salmo 1 6, forse incentrato sul culto cananeo dei defunti e su una possibile visione beatifica dell' oltretomba per il fedele di JHWH (Sal 1 6, l 0: «Tu infatti non abbandonerai la mia anima allo sheol, l né lascerai che il tuo fedele scorga la fossa»), uno dei punti maggiormente discussi dalla critica testuale è quello relativo ai qedoshim, «santi». La netta contrapposizione con JHWH li inseri­ sce in un chiaro contesto cananeo: a Biblos nel X secolo a.C. l'i­ scrizione fenicia di Yehimilk chiama «santi» gli dèi del pantheon cittadino; qui tuttavia la menzione dello sheol, «I' aldilà della Bib­ bia», consente di avallare l' ipotesi avanzata già nel 1 950 di consi­ derare il termine in senso funerario: i «sacralizzati», quindi i defun­ ti che nel culto familiare erano assurti a un ruolo semidivino e il cui possibile intervento nei rituali necromantici - in quanto yidde 'o­ nim, «coloro che sanno» (cf. Is 8 , 1 9) - li rendeva 'addirim, appun­ to «possenti» come qui.68 244 . Dalla letteratura ugaritica

SALMO 1 8 ,47-5 1

(47) Viva il Signore e benedetta la mia rupe, sia esaltato il Dio della mia salvezza. (48) Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, (49) mi scampi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall' uomo violento. (50) Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli e canterò inni di gioia al tuo nome. (5 1 ) Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre.

68 Cf. BALDACCI, /l Libro dei morti, 145- 146.

418

Nell' arcaica espressione di fede del salmista contenuta nel Salmo 1 8,47a «Possa JHWH vivere ! » (hy JHWH), è possibile forse riconoscere l' antica preghiera ugaritica, espressa con le stesse paro­ le riguardo a Ba'lu (hy aliyn b 'l) nel citato brano CAT 1 .6: III.8 e, al femminile, nella formula di saluto rivolta da Ba'lu alla sorella 'Anatu: «Possa tu vivere, sorella mia, e prolungare (i tuoi giorni)» ( CAT 1 . 10: II.20). 245. Inno accadico al dio sole Shamash69

SALMO 19

( l ) Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. (2) I cieli narrano la gloria di Dio, e l 'opera delle sue mani annunzia il firmamento. (3) Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. (4) Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono. (5) Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. ( 6) Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. (7) Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l' altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. (8) La legge del Signore è perfetta, rinfranca l' anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. (9) Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. ( 1 0) Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, ( 1 1 ) più preziosi dell' oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. ( 1 2) Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto.

69 W.G. LAMBERT, Babylonian Wisdom Literature, London 1 960, 1 2 l ss; 1 24 con bibliografia; SAHG, 240ss (n. 4) e 38ls. La traduzione è di CASTELLINO, Testi sumerici e accadici, 385ss.

419

( 1 3) Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. ( 14) Anche dall' orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. ( 1 5 ) Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore.

[ 1 - 1 2] O illustra[tor della terra, giudice] dei cieli, Illuminator delle tenebre10 [ ] in alto e in basso. Shamash, illustra[tor della terra. . . giudice] dei cieli Illuminator delle tenebre [. .. ] in alto e in basso. (5) Il tuo splendore, come una rete, si stende [su tutte le contrade], Tu rischiari le tenebre delle montagne remote. Al mirarti gioiscono gli dèi consiglieri (Anunnaki), Si rallegrano in te tutti gli /gigi. I tuoi raggi di continuo arrivano a (regioni) segrete, 7 1 (10) Nel chiarore della tua luce i loro sentieri si fanno visibili. La tua aura terrifica ricerca di continuo Le quattro regioni come il (dio) fuoco [.. l Spalanchi le porte di tutte le abitazioni, [Accogli] le offerte di tutti gli /gigi. Shamash, al tuo sorgere si prostrano le genti, [. . l tutte le contrade. •••

.

.

[ 1 7-38] Illustri, apri le tenebre, (sciogli) la corda (della serratura) del cielo, Puntualmente azioni la chiudenda della luce, Le culture di grano, vita del paese. Il tuo splendore ricopre monti lontani, (20) Il tuo chiarore riempie la distesa delle contrade. Ti chini sui monti e ispezioni la terra, Liberi la cerchia delle contrade nel mezzo dei cieli. Le genti dei paesi tutte le sorvegli, Quando Ea re, consigliere, creò, tutto ti è affidato. (25) Le creature viventi tutte insieme tu pasci,

70 Cf. Sal 1 1 2,4, e inoltre Sal 36, 10 e ls 9, 1 . 7 1 Cf. Sal l 9,7b.

420

Tu sei loro pastore in alto e in basso. 72 Attraversi i cieli con legge costante, Per l 'ampia terra trascorri giorno per giorno. Rigonfio del mare, i monti, la terra, i cieli, (30) Come [... } con legge costante trascorri giorno per giorno. 73 Negli inferi sorvegli i (demoni) principi, Kubu, gli Anunnaki, In alto dirigi tutti gli abitati. Pastore delle regioni inferne, custode delle superne, Rettore, luce dell 'universo, Shamash, tu sei. Sempre traversi il mare che si stende vasto, Che (nemmeno) gli /gigi ne conoscono l 'interno. [Shamash}, il tuo barbaglio discende fino all 'abisso, Sicché i mostri del mare ne vedon la luce. [47-52] Appena ti levi, s 'adunano gli dèi delle regioni, La tua aura terri.fica ammanta la terra. Di tutti i paesi, per quanto varie le lingue, (50) Tu conosci i piani, ne scruti i pensieri. Si prostrano a te tutte le genti [Shamash}, alla tua luce aspira ansioso l 'universo. [95 - 1 0 1 ] A chi trama abominio ( ?) gli rompi le corna, A chi studia astuzie gli vien Sottratto il terreno. Al giudice iniquo fai vedere le catene, A chi accetta regali e non è giusto, fai portare la pena. Chi non accetta denaro e protegge il debole, (l 00) Piace a Shamash, prolunga la vita. 14 Il giudice prudente, che di sentenze giuste Controlla [porta a termine (?)] il palazzo, sua casa è la dimora di principi. [ 1 1 2- 1 2 1 ] Chi impresta con la misura media, Ma si fa restituire secondo la grande, In giorno non di (suo) destino la maledizione della gente lo coglie. ( 115) Chi esige prima della scadenza, riscuote il tributo,

72 Cf. Sal 95,7. 73 Cf. Sal 1 9,6-7. 74 Cf. Sal 1 46,7-9.

42 1

Il suo patrimonio non lo godrà il suo erede, Nella sua casa non entreranno i suoi fratelli. Il creditore onesto che di frumento secondo la misura grande, Moltiplica il bene, piace a Shamash, prolunga la vita, ( 120) Dilata la famiglia, acquista ricchezza. [ 1 63- 1 65] Quelli che si umiliano, ne sciogli il peccato, Quelli che sempre t 'onorano, ne Accogli la prece. ( 165) Essi ti temono, venerano il tuo nome, Celebrano per sempre la tua grandezza. ( 1 76) Illuminator delle tenebre, l 'oscurità rischiari Apritore della caligine, Illustratore dell 'ampia terra, Illustratore del giorno, appartatore del calore meridiano, Che come fuoco incendia la terra vasta, ( 180) Accorcia i giorni, allunga le notti, Adduce freddo, brina, gelo, neve. Il testo verso la fine è sempre più danneggiato. Il Grande inno a Shamash, della biblioteca di Assurbanipal, più antico perché risale alla fine del II millennio a.C., è uno degli inni più belli dedicati in Mesopotamia a una divinità. Si compone di più di 200 righe. 246. Inni teologici ad Amon di Tebe75

[11, 1 5 Stanza ventesima] Come bene navighi, ( 1 6) o Harakhte, compiendo il tuo proposito di ieri, nel corso di ogni giorno: tu che fai gli anni, secondo la cui marcia ( 1 7) sono i giorni e le notti. Tu rinnovi oggi più che ieri [... ] Sentinella unica, il cui abominio è il dormire:

75 Cf.

422

n. 1 1 O. La traduzione di questa strofa è di Bresciani.

(18) donnono gli uccelli, ma i suoi occhi sono svegli, aprendo milioni presso la sua bella faccia. 76 Nessuna strada è priva di lui sulla terra. Stella veloce di passo, ( 19) nella sua costellazione, che traversa la terra in un istante, davanti alla quale non ci sono miseri, che attraversa il cielo in barca, passando attraverso all 'aldilà. Il dio del sole è su ogni strada, compiendo il suo circuito davanti (agli uomini): [(20) e tutti co/ loro sguardo a lui rivolto], uomini e dèi dicono: «Benvenuto!». 247. Preghiera alla dea solare della terra77

(l) Si sacrifica alla dea Sole della Terra e agli dèi, ed ecco [cosa si recita:] (3) «0 Sole della Terra, ecco! Il re ti rivolge un 'invocazione e [. .. ] o dio, egli ti sacrifichi [... 1 si inginocchi. (6) Se suo padre l 'ha calunniato, tu non ascoltarlo, se sua madre l 'ha calunniato, tu non ascoltarla! Se suo fratello l 'ha calunniato, tu non ascoltarlo, se un parente l 'ha calunniato, tu non ascoltarlo! ( 11) Con bontà volgi i tuoi occhi; le mille ciglia sollevate e [.. ] getta uno sguardo favorevole verso il re, volgi i tuoi occhi, ascolta la buona parola, e sii la guida dei suoi anni. Liberato dal male, installalo in un luogo buono, e alle nazioni [accorda] la prosperità. Il paese prosperi e sia in pace, e per gli dei ci si curi dei pani e delle libagioni di vino. (1 7) Pietà! O protettore divino del Sole della Terra, sia questo anche affare tuo! Tu, mangia ·

.

16

Cf. Gen 1 , 14. È una preghiera d' intercessione pronunciata dal re e risale ali' antico impero ittita (XVI-XV secolo a.C.). È scritta in vecchio ittita. Il fondo è un adattamento, se non una tra­ duzione a fronte, di un testo hatti, lingua della popolazione che occupava la regione prima degli ittiti. 11

423

e bevi a sazietà e davanti al Sole della Terra pronuncia bene il nome del re! Se suo padre, sua madre, suo fratello, sua so,rella, un suo parente, un suo amico lo calunniano, tu non lasciar circolare queste calunnie. (22) Pietà, o visir del Sole della Terra, sia questo anche affare tuo! Mangia e bevi a sazietà! E si continua a parlare così. (24) Pietà! O servitori del Sole della Terra! Voi che la fa addor­ mentare, voi che la preparate, sia questo anche affar vostro! Mangiate e bevete! E si continua a par­ lare così. [. . . ] (37) Pietà! O divin capo degli araldi, sia questo anche affar tuo! E si ripete. (38) Pietà! O divin capo degli assistenti religiosi, sia questo anche affar tuo! E si ripete. (39) Pietà! O divin portinaio, sia questo anche affar tuo! E si ripete. (40) E quando verrete, il bene, fatelo salire! Che il paese sia pro­ spero e sia in pace! Che in futuro si compia la parola degli dèi! Come il re ha soddisfatto il Sole della Terra e nello stesso tempo ha soddisfatto voi, nel futuro soddisfate il re e, per i giorni [futuri, accordate la durata].

È rivolta al Sole della Terra, dea signora del mondo sotterraneo. Nel cielo il Sole è un dio. Ci si rivolge prima di tutto a lui, e poi a tutte le persone che costituiscono la sua corte celeste, proiezione nel mondo divino della corte di una regina ittita. Si può notare l' interie­ zione «Pietà! » che ricorre costantemente nei testi d' intercessione. Si vuole così attirare l' attenzione di un personaggio divino di rango inferiore perché si incarichi lui dell' intercessione. 248. Inno al dio luna Sin78

SALMO 23 ( l ) Salmo. Di Davide.

78 La traduzione di questo antico inno sumerico è di J.-M. Durand.

424

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; (2) su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. (3) Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. (4) Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. n tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. (5) Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. (6) Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

(l) Come sono numerose, le vacche, come sono molto numerose! Le giovenche di Sin, come sono molto numerose! (5) Quelle che sono nere, sono simili al lapislazzuli, Le vacche che sono bianche, rassomigliano al chiarore della luna che sorge. Le giovani, (10) le definireste grano che si versa, Le grandi le definireste tori selvatici, vista la loro mole! Delle sue vacche, delle sue giovenche numerose, Colui che è la gloria del cielo ( 15) ne ha preso la cavezza. Il latte bianco delle vacche, egli l 'ha versato nella zangola, Con mano esperta, ha prodotto il formaggio. Il mio re passa la sua vita al lavoro. (20) Sin, una volta che ha condotto al pascolo le vacche, egli il pastore dalla cavezza di lapislazzuli, Delle vacche che se ne vanno ai campi, delle vacche che restano nella stalla, sulle vacche (25) Egli vigila da pastore. 425

È un canto che rappresenta il dio nella sua attività di dio pasto­ re. Anche i testi biblici si radicano in una civiltà pastorale.79 Il latte, alimento fondamentale in questa civiltà, diventa simbolo dei beni promessi dal Signore.80 La Bibbia usa spesso l' immagine del pastore per descrivere le relazioni tra Dio e il suo popolo. 8 1 249. Amun in qualità di pastore82

(6) Amun, pastore, che già all 'alba si prende cura della terra, che conduce gli affamati alle erbe. Al! ' erba il pastore conduce il vitel­ lo; Amun, tu conduci (7) me, l 'affamato, al pranzo. Sì, Amun è un pastore, un pastore che non resta inoperoso. 83 Il testo dell' ostrakon, conservato solo parzialmente, contiene parecchie strofe di una preghiera ionica ad Amun. Di queste abbia­ mo riportato solo la quarta; poiché le altre strofe contengono allu­ sioni alla sorte di Echnaton, il nostro testo sarà stato scritto non molto dopo la sua caduta (dopo il 1 348 a.C.). 250-251. Dalla letteratura ugaritica

SALMO 29 ( l ) Salmo. Di Davide. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. (2) Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore in santi ornamenti. (3) Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono, il Signore, sull' immensità delle acque. (4) Il Signore tuona con forza,

79

Gen 24,35; Gb 1 ,3. 10. Es 3,8; Dt 6,3; Ger 1 1 ,5; Ez 20,6; Gl 4, 1 8; Is 60, 1 6. 81 Gen 49,24; Sal 78,52-53; 80,2; 95,7. 82 Preghiera scritta in caratteri ieratici sopra un ostrakon in pietra calcarea del British Museum, n. 5656a. Sulla figura del buon pastore in Egitto cf. D. MOLLER, «Der gute Hirte>>, in zAS 86( 1 96 1 ), 1 26- 144, la nostra strofa a p. 1 39. 8 3 Di Dio come pastore del suo popolo parlano ls 40, 1 1 ; Ger 3 1 , 10; Sal 28,9; 74, 1 ; 79, 1 3 ; 80,2; 95,7. 80

426

tuona il Signore con potenza. (5) Il tuono del Signore schianta i cedri, il Signore schianta i cedri del Libano. (6) Fa balzare come un vitello il Libano e il Sirion come un giovane bufalo. (7) Il tuono saetta fiamme di fuoco, (8) il tuono scuote la steppa, il Signore scuote il deserto di Kades. (9) Il tuono fa partorire le cerve e spoglia le foreste. Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria !». ( 1 0) Il Signore è assiso sulla tempesta, il Signore siede re per sempre. ( I l ) Il Signore darà forza al suo popolo benedirà il suo popolo con la pace.

Un messaggio divino, affidato dal dio Baal alla dea Anat. Que­ sto passo di un testo mitologico è un esempio del discorso religio­ so poetico che gli abitanti di Ugarit attribuivano alle loro divinità. Vi si può vedere un ricalco delle loro concezioni teologiche. Non è una preghiera, ma una promessa di «rivelazione» di un segreto divino. La pietà popolare attribuiva agli dèi i segreti della natura e del destino. Il segreto riguarda l' attività di Baal, dio della tempesta: il lampo e il tuono, ovvero fenomeni naturali che incutevano tanta paura negli antichi, e di cui essi ignoravano i meccanismi: « [ . ] il lampo che i cieli ignorano, una parola [= tuono] che gli uomini non conoscono, non comprendono», dice il testo. Il culto e le preghiere avevano lo scopo di conciliarsi i favori delle divinità che possedevano questi segreti. ..

[Alla dea Anat] Fai presto, affrettati, sbrigati! I tuoi passi corrano verso di me, si allunghi il tuo passo verso di me, poiché ho qualcosa da dirti, una parola da comunicarti, la parola dell 'albero e il bisbiglio della pie­ tra, il mormorio dei cieli alla terra, degli abissi alle stelle. Io conosco il lampo che i cieli ignorano, una parola che gli uomini non conoscono, che le moltitudini della terra non comprendono. Vieni, ti svelerò sulla mia montagna il divin Sapon, nel mio santua­ rio, sulla montagna del mio patrimonio, nel luogo piacevole, sul­ l 'altezza maestosa.

427

252. Inni teologici ad Amon di Tebe84 [ 1 2 Stanza sesta]85 Ogni regione è piena del terrore di te, gli abitanti (3) [sono curvati] davanti alla tua gloria. Alto e forte e potente è il tuo nome. 86 Le acque di Pekher-ur e di Scen-ur sono piene del timore di te. [. . . ] (4) Le zone collinose vengono a te piene di meraviglia, [ogni] contrada [ribelle] è piena del terrore di te, e a te vengono gli abitanti di Punt, (5) la terra di Dio verdeggia per amor tuo. (Navi) sono portate (6) a te da acque, [cariche] di resina, per festeggiare il tuo tempio con fragranza festiva. Alberi d'incenso stillano (per te) (7) incenso; il profumo del suo aroma penetra nel tuo naso. (Le api) preparano il prodotto del miele: [. . . ] (9) Cresce per te il cedro. ( 10) [... ] La montagna ti manda blocchi di pietre per far grandi le porte (del tuo tempio). ( 11) Navi sono sul mare e vascelli sulle rive sono caricati e fatti navigare alla tua presenza. (12) [... ] Il fiume scorre verso nord. Il vento del nord soffia verso sud, portano offerte al tuo ka di tutto ciò che esiste.

Un altro inno ad Amon di Tebe in cui si esprime nella preghie­ ra il timore per la potenza e grandezza di questo dio di cui si vedo­ no tracce in tutto il creato 253. Inni teologici ad Amon di Tebe87

SALMO 33 , 1 2- 1 7 ( 1 2) Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che si è scelto come erede. 84 Cf. n. 1 1 O, n. 238 e n. 246. La traduzione di questa «stanza» è di Bresciani. 85 Cf. Sal 65,8; 93. 86 Cf. anche Dt 28,58. 87 Cf. n. 1 10, n. 246, n. 252. La traduzione di questa «stanza>> è di Bresciani.

428

( 1 3) Il Signore guarda dal cielo, egli vede tutti gli uomini. ( 1 4) Dal luogo della sua dimora scruta tutti gli abitanti della terra, ( 1 5) lui che, solo, ha plasmato il loro cuore e comprende tutte le loro opere. ( 1 6) Il re non si salva per un forte esercito né il prode per il suo grande vigore. ( 17) Il cavallo non giova per la vittoria, con tutta la sua forza non potrà salvare.

[III, 14 Stanza settantesima]88 Colui che purga ogni male, e allontana le malattie, il medico che risana l 'occhio senza aver nessuna medicina, (15) che apre gli occhi e previene lo strabismo [. . ], 89 che libera chi vuole, anche se è ali ' altro mondo, (16) che libera dal destino secondo il suo desiderio. 90 Egli possiede occhi e orecchi, (viene) su ogni sua strada per chi egli ama.91 Che ode ( 1 7) le suppliche di chi a lui grida, e viene da lontano nello stesso spazio di un momento per colui che a lui grida. Egli prolunga l 'esistenza e (18) l 'abbrevia, concede più del suo destino a chi egli ama. Un incantesimo d'acqua è Ammone, quando il suo nome è sulla corrente: ( 19) il coccodrillo non ha potere, quando il suo nome è pronunciato. 92 I venti respingono, soffia indietro il vento contrario: il felice di faccia ( ?) lo placa pensando a lui. (20) E un beneficio di bocca nel momento della lotta, una dolce brezza per colui che grida a lui, uno che salva il debole, dio astuto ( ?) (21) eccellente di consigli, appartiene all 'uomo che poggia su di lui la sua schiena, .

88

Cf. Sal 30,4; 1 1 6,8. 89 Per l' immagine di dio come medico cf. per esempio Sal 103,3; inoltre Es 1 5,26; Ger 33,6. 90 Cf 2Re 20,6, e per altro verso Is 38, 10 ss; Sal 102,24s. 91 Cf. IRe 8,52; 2Re 1 9 , 1 6; Sal 33, 18; 34, 16 ecc . 92 Es 20,7 (Dt 5 , 1 1).

429

essendo nel suo tempo. E meglio di milioni per chi lo pone nel suo cuore: un uomo (22) solo è più forte che centinaia di migliaia93 in virtù del suo nome. Buon protettore, in verità, peifetto, che afferra la sua opportunità senza esser respinto. [III,27 Stanza novantesima] [. ] [IV,6] Egli cominciò a parlare in mezzo al silenzio; aprì tutti gli occhi (7) e fece che vedessero, egli cominciò a gridare, mentre la terra era inerte. Il suo urlo si diffuse, quando non c 'era altri che lui. Mise al mondo (8) ciò che esiste e fece che vivesse, fece che tutti gli uomini conoscessero una strada per camminare, sicché vivono i loro cuori quando lo vedono [ ] ..

. . .

La stanza settantesima canta l'esaltazione di Dio che dà ascol­ to alle preghiere a lui rivolte e la stanza novantesima il riconosci­ mento del potere creatore della parola di Dio. 254. Dalla letteratura ugaritica

SALMO 33, 1 8- 19; 2 1 ,3-5

( 1 8) Ecco, l'occhio di JHWH è su coloro che lo temono, su coloro che si affidano alla sua bontà, ( 1 9) per risparmiarli dalla morte e preservare le loro vite dall' affamato (Sal 33, 1 8 - 1 9). (3) Il desiderio del suo cuore tu hai esaudito, la richiesta delle sue labbra non hai respinto. (4) Tu infatti gli vai incontro con benedizioni scelte, una corona d' oro puro gli poni sul capo. (5) Gli hai dato la vita che ti ha chiesto, lunghezza di giorni, eternità, per sempre (Sal 2 1 ,3-5).

Continuiamo il commento al Salmo 33 con dati offerti dalla let­ teratura ugaritica. 93 Sal 54,3; 44,6.

430

Alla luce di alcune recenti analisi del materiale biblico vetero­ testamentario, effettuate in base a uno studio comparativo con le teologie confinanti, è possibile trovare anche nella Bibbia accenni a una concezione immortalistica. L' idea teologica di base, inoltre, venendo a contatto con il monoteismo jahwista, sembra essersi addi­ rittura migliorata, facendosi maggiormente sofisticata rispetto ai precedenti tentativi: non si tratta più dei defunti, ma di risurrezione e di intima ed eterna comunione con Dio, anche se tutto appare sof­ fuso in quell' alone di voluta imprecisione, quasi di reticenza, pro­ pria del pensiero appena in formazione. Alcune caratteristiche della teologia jahwista possono essere considerate come determinanti nell' evoluzione di questo concetto, prima tra tutte l' innovazione teologica dell' indiscussa onnipotenza di JHWH in grado di dominare, differentemente da quanto avveni­ va nelle teologie politeiste in cui gli stessi dèi soccombevano al potere della morte, anche sullo stesso sheol94 e il proprio potere perché Non sei tu da sempre, o JHWH? Il mio santo Dio, il vincitore della morte (Ab 1 , 1 2).

Questa nuova convinzione è alla base dell'immagine del cosid­ detto banchetto escatologico: Egli sconfiggerà per sempre la morte e il Signore JHWH asciugherà le lacrime su tutti i volti (ls 25,8).

Un secondo motivo che contribuì alla formulazione e allo svi­ luppo di una teoria dell' immortalità in un periodo storico antece­ dente all' epoca post-esilica, considerata come punto di avvio per un certo tipo di riflessioni sull' aldilà,95 fu la consapevolezza di poter usufruire appieno della gioia data dalla vicinanza con Dio, godendo magari dello stesso privilegio accordato a Enoc96 e a Elia,97 di esse­ re cioè chiamati direttamente al suo cospetto, anche se la fraseolo­ gia è ancora immatura:

94

Cf. Os 4,16; Am 9,2; Sal 23,4; 94,4; 1 39,8; Gb 26,6; Pr 1 5 , 1 1 . Dn 1 2,2; 2Mac 7,9. 1 1 . 14.23 ; 2Esd 7,32; 1Enoc 5 1 , 1 ; 6 1 ,5. 96 Gen 5,24; Sir 44,16. 97 2Re 2, 1 - 1 8; Sir 48,9. 95

43 1

Poiché tu non porrai la mia vita nello sheol né lascerai che il tuo fedele veda l ' abisso. Mi indicherai il sentiero della vita: gioia piena al tuo cospetto, delizie alla tua destra, senza fine (Sal 16, 1 0- 1 1 ) . Dio sicuramente mi riscatterà, dalle mani dello sheol certo mi strapperà (Sal 49, 1 6) .

«Persino dopo che la mia pelle sarà distrutta, l ricostituito nella mia carne da lui, scorgerò Dio» dirà Giobbe (Gb 1 9,26) in un ver­ setto molto difficile nel testo ebraico e variamente interpretato, in cui già i Padri della Chiesa vi hanno visto un riferimento alla vita futura. I testi della spiritualità cananea, emersi in seguito a campagne di scavi effettuate in vari punti di Canaan, hanno infatti permesso di intravedere alcuni possibili motivi iniziali di riflessione sull' aldilà e sulla vita futura attestati già durante l' età del bronzo, un'epoca quin­ di antecedente alla vicenda biblica. Ciò dimostra che il pensiero del­ l' immortalità presente nella Bibbia, più che a influenze iraniche (durante l'esilio in Babilonia) o greche (immortalità dell' anima), deve essere fatto risalire a processi interni di maturazione di un pen­ siero che nelle sue fasi iniziali può essere collocato, nell' ambito della stessa cultura cananea, già nell' età del bronzo. Un esempio può aiutare meglio a capire la stretta identità di pensiero, di immagini e di linguaggio esistenti alla base della visio­ ne dell' immortalità: Della tua vita eterna, o padre nostro, noi gioivamo, della tua immortalità esultavamo [CAT 1 . 1 6 : 1. 1 4- 1 5], dice un testo in poesia di U garit in cui il termine «immortalità» è dato dall' unione di due parole, bl-mt: «non-morte»; la stessa unione ( 'al-mawet: «non-morte») e lo stesso concetto di base sono presen­ ti, ancora in poesia, nel libro dei Proverbi : Sulla strada della giustizia è la vita eterna il camminare sul suo sentiero è l'immortalità (Pr 1 2,28).

e

Nello sviluppo del pensiero religioso ebraico, JHWH non solo era in grado di dominare sulla morte in quanto più forte della morte 432

stessa,98 ma il testo biblico testimonia anche la sua capacità di influi­ re indifferentemente sulla vita e sulla morte. L' arcaico Cantico di Mosè (XI sec. a.C.) dice infatti : Ora vedete che io, io sono Lui: nessun altro dio è accanto a me. Io tolgo la vita ed io rivifico; io percuoto e io guarisco. Non c ' è chi possa liberarsi dal mio potere (Dt 32,39).

cui fa eco, ancora in epoca pre-mosaica, l' esaltazione del potere cosmico di JHWH inserito in un altro esempio arcaico di poesia biblica, il Cantico di Anna (XI sec. a.C.): Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire ( l Sam 2,6).

«Anche senza arrivare agli estremi di chi, tra gli studiosi della Bibbia,99 ha ritenuto di vedere motivi di immortalità e risurrezione un po' dovunque nei testi in poesia, senza arri vare d' altra parte agli estremi opposti di chi nega qualsiasi credenza nell' aldilà sulla base di una altrettanto aprioristica negazione di un comune substrato cul­ turale di cui Ugarit e la Bibbia sono le punte emergenti, va detto che soprattutto nei salmi cosiddetti "reali" vi sono effettive tradizioni sull'immortalità. Esse sono da collocare probabilmente nel quadro dei culti cananei, tesi a costruire un' aura di immortalità intorno alla figura del sovrano defunto: 1 00 tradizioni che risalgono al III millen­ nio a.C., agli archivi amministrativi di Ebla, e che Israele fece pro­ prie demitologizzandole da qualsiasi elemento politeista cananeo, nelle prime fasi dell 'età del ferro, per poi elaborarle secondo la pro­ pria teologia e, successivamente, farne un concetto dalla validità universale (per esempio, Sal 1 03 , 1 7) . È i n questo senso dell' immortalità che deve essere valutata la disponibilità di JHWH a conferire potere e vittoria, nei passi aventi a che fare con la cosiddetta "regalità sacra". Anche l ' iscrizione aramaica di Panammu è chiara in tal senso: il re si trova a godere di una felice vita ultraterrena perché mangia e 98 Is 25,8; Os 1 3 , 14; 1 4,2. 99 Cf. la lunga, documentata nota 50 di p. 1 76 in BALDACCI, Il Libro dei morti. 100 Cf. i testi di Ugarit e per la Bibbia Sal 16; 2 1 ; 23 ; 30; 36; 49; 56; 6 1 ; 72; 9 1 ; 1 1 6; 1 42.

433

beve alla mensa celeste, al cospetto quindi del suo dio, in stretta comunione con lui» . Diversamente da quanto capita ai malvagi o a chi disobbedisce alle leggi divine (Sal 73, 1 8-20) provocando l' intervento di JHWH e il suo duro giudizio: Egli [cioè Manasse, 686-642 a.C.] fece passare suo figlio per il fuoco, pra­ ticò la divinazione, interpretò gli oracoli, consultò gli spiriti dei morti. Fece ciò che è male agli occhi di JHWH, provocando la sua ira (2Re 2 1 ,6),

colui che si affida al Signore facendosi condurre da lui per mano, percorrendo così nella fede della rinuncia la sua parte di strada ter­ rena, riceverà come premio finale il proprio futuro, la beatitudine dell' immortalità, cioè la piena comunione con Dio: Io sarò sempre con te: tu hai preso la mia mano destra, mi hai condotto nella tua assemblea e nella gloria mi hai tirato a te ! Chi altri avrò per me in cielo? Con te nulla desidero della terra! (Sal 73,23-25). 1 0 1

255. Stele votiva del pittore Neb-Re per Amun-Re1 02

SALMO 40 ( l ) Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

(2) Ho sperato: ho sperato nel Signore ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. (3) Mi ha tratto dalla fossa della morte, dal fango della palude; i miei piedi ha stabilito sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. (4) Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. (5) Beato l' uomo che spera nel Signore e non si mette dalla parte dei superbi,

101

BALDACCI, Il Libro dei morti, 1 70- 1 72; 174- 175; 1 76- 1 78. L'iscrizione è stata tradotta, tra gli altri, da ANET, 3 80ss. La traduzione da me usata è quella di Barucq . 102

434

né si volge a chi segue la menzogna. (6) Quanti prodigi tu hai fatto, Signore Dio mio, quali disegni in nostro favore: nessuno a te si può paragonare. Se li voglio annunziare e proclamare sono troppi per essere contati. (7) Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. (8) Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, (9) che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore». ( 1 0) Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. ( 1 1 ) Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea. ( 1 2) Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia, la tua fedeltà e la tua grazia mi proteggano sempre, ( 1 3) poiché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non posso più vedere. Sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. ( 1 4) Degnati, Signore, di liberarmi ; accorri, Signore, in mio aiuto. ( 1 5) Vergogna e confusione per quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano coperti d' infamia quelli che godono della mia sventura. ( 1 6) Siano presi da tremore e da vergogna quelli che mi scherniscono. ( 1 7) Esultino e gioiscano in te quanti ti cercano, dicano sempre: «> della Bibbia. 256. Inno di Nech-Atum [o Chu-Atum (?)] al divinizzato1 04

re

Amenophis I

SALM0 45 ( l ) Al maestro del coro. Su «l gigli [ . . . ]». Dei figli di Core.

Maskil. Canto d' amore. (2) Effonde il mio cuore liete parole, io canto al re il mio poema. La mia lingua è stilo di scriba veloce. (3) Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre. (4) Cingi, prode, la spada al tuo fianco, nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte, (5) avanza per la verità, la mitezza e la giustizia. (6) La tua destra ti mostri prodigi: le tue frecce acute colpiscono al cuore i nemici del re; sotto di te cadono i popoli. (7) Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno. (8) Ami la giustizia e l' empietà detesti: Dio, il tuo Dio ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi eguali. (9) Le tue vesti son tutte mirra, aloè e cassia, dai palazzi d' avorio ti allietano le cetre. ( 1 0) Figlie di re stanno tra le tue predilette; alla tua destra la regina in ori di Ofir. ( 1 1 ) Ascolta, figlia, guarda, porgi l 'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; ( 1 2) al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui. ( 1 3) Da Tiro vengono portando doni,

104 M. Tosi - A. ROCCATI, Stele e altri epigrafi di Deir el Medina, Torino 1 972, 28 1 .83s. Periodo di composizione: XIX dinastia (XIII sec. a.C.). L'iscrizione si trova collo­ cata sopra una statua cultuale del re Amenophis l, morto 200 o 300 anni prima. La tradu­ zione del testo è quella di Tosi - Roccati.

438

più ricchi del popolo cercano il tuo volto. (14) La figlia del re è tutta splendore, ge�e e tessuto d' oro è il suo vestito. ( 1 5) E presentata al re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte; ( 1 6) guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel palazzo del re. ( 17) Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai capi di tutta la terra. ( 1 8) Farò ricordare il tuo nome per tutte le generazioni, e i popoli ti loderanno in eterno, per sempre. i

(l) Sia lode al signore dei due paesi, Amenophis l, che dia la vita, e a Thutmosis N (2) il grande dio vivente, che ama la Maat, che salva chi è nel mondo sotterraneo, e dà (3) aria a chi lo ama. Chi entra da te con cuore afflitto, (4) ben presto se ne esce in giubilo. I gran­ di vengono a te, (5) a causa del tuo nome, da quando si sa che il tuo nome (6) è grande. Si allieta chi confida in te, ma guai a chi (7) ti irrita [. . . ] (8) di un leone selvaggio, (9) spinge la mano in un buco, dove s 'intana un grosso serpente: allora vedrete (I O) la potenza di Amenophis, quando opera meraviglie per la sua città. 105 Gli egiziani attribuivano a un re defunto gli stessi attributi che spettavano agli dèi. La divinizzazione di un re non esiste nell' AT ma il linguaggio può trovare qualche corrispondenza, per esempio nel Salmo 45 . 257. Dalla letteratura ugaritica 1 06

SALMO 48 , 2 - 3 ; 82 , 1 -7

(2) Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. (3) n suo monte santo, altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, dimora divina [= è il cuore dello Zaphon] , è la città del grande Sovrano (Sal 48,2-3).

105 Cf. 2Sam 14, 1 7 .20; Zc 1 2,8; per la liberazione dal mondo sotterraneo cf. per esem­ pio Sal 9,14; 30,4; 49, 16; 7 1 ,20; 86, 1 3 ; 1 1 6,8. Cf. anche Sal 25,3. 1 06 BALDACCI, La scoperta di Ugarit, 47-49.

439

( l ) Dio si alza nell' assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi. (2) «Fino a quando giudicherete iniquamente e sosterrete la parte degli empi? (3) Difendete il debole e l' orfano, al misero e al povero fate giustizia. (4) Salvate il debole e l' indigente, liberatelo dalla mano degli empi». (5) Non capiscono, non vogliono intendere, avanzano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. (6) Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell' Altissimo>>. (7) Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti (Sal 82, 1 -7).

Alcune montagne come il Sinai (Es 24, 1 3), l ' Horeb (Es 3 , 1 ) e il Basan (Sal 68, 1 6) nella Bibbia sono definite «montagne di Dio>>, mentre lo stesso Sinai (Nm 1 0,33) insieme col monte Sion (Sal 24,3) è considerato «la montagna di JHWH». L' arcaico Salmo 48 testimonia, attraverso la teologia del monte Sion, l' av­ venuta sostituzione delle tradizioni di Canaan con quelle israelite - e del baalismo quindi con il nuovo movimento jahwista - attra­ verso l' unione, sotto un unico Dio, della massima montagna sacra di Canaan, Zaphon, con la massima montagna sacra di Israele, Sion. La lettura della Bibbia conferma che il Dio d' Israele non era solo: una schiera di «altri dèi» - si veda ad esempio l' espressione, sicuramente idiomatica, del deuteronomista, elohim al]erim, gli «altri dèi» appunto - lo circondava (Ger 2, 1 3) . Geremia, un con­ temporaneo del deuteronomista, ne nota la presenza e al tempo stesso la totale nullità, definendoli «non-dèi» (lo elohim, v. 1 1 ) senza tuttavia poter sperare di competere con lui . Si vedano anche i concetti espressi da Sal 77, 1 4b: «Quale dio è più grande di te, o Dio?» Altrove, il salmista non ha utilizzato gli stessi toni, la pole­ mica con il politeismo è anzi quasi del tutto inesistente nell' im­ magine degli dèi pagani che inneggiano a JHWH in Sal 29, 1 -2; 47 ,7; 68,33 e in: '

Cantate o dèi, cantate o suoi cieli, spianate la strada al Cavalcatore delle nubi . In Yah abbiate timore ed esultate davanti a lui (Sal 68,5).

440

Nei cieli lodano le tue meraviglie, JHWH, e la tua bontà nella congregazione dei santi. Poiché, chi tra le nuvole può paragonarsi a JHWH? Chi tra gli dèi somiglia a JHWH? El è temibile nel concilio dei santi: grande e potente è Lui su chiunque lo circonda (Sal 89,6-8).

Nel versetto riecheggia la professione di fede cananea che nei testi di Ugarit è tributata nei confronti di Ba'lu: «> è di Bresciani.

Cf.

(7) Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza. (8) Tu fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, tu plachi il tumulto dei popoli. (9) Gli abitanti degli estremi confini stupiscono davanti ai tuoi prodigi: di gioia fai gridare la terra, le soglie dell' oriente e dell' occidente. ( 1 0) Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze. ll fiume di Dio è gonfio di acque� tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: ( 1 1 ) ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. ( 1 2) Coroni l' anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l ' abbondanza. ( 1 3) Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. ( 14) I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di grano; tutto canta e grida di gioia. [111,6 Stanza sessantesima] 112 Suo è l 'alto e anche il basso Egitto, l 'ha fatto suo (7) con le sue proprie forze. l suoi confini erano forti finché egli rimase sulla terra, fino ai limiti estremi della terra e al più alto dei cieli. (8) Gli dèi lo pregano per avere ciò di cui abbisognano, è proprio lui che fornisce loro, dalla sua proprietà, il pane dell ' offerta. 113 Lui, il signore delle terre, delle rive e dei campi. A lui appartengono (9) tutti gli atti catastali, egli che è misura del tutto. 11 4 Egli prese le misure di tutta la terra con il suo ureo. (10) La cerimonia di fondazione ( ?) viene svolta per lui, a cui appartiene il cubito regale che determina la regolarità delle pietre da costruzione, 112 m Il4

Cf. Sal 145; 146; 147. Cf. lCr 29, 14. Cf. Gb 38,4s.

445

che distende lo strumento di misurazione [. . . ] su tutta la superficie terrestre; che al loro posto ha collocato le fondamenta dei due paesi, i templi e i santuari. Ogni città giace nella sua ombra, u s e il suo cuore può riposarsi ove gli piace. Sotto ogni tetto lui vien cantato, (12) protette dal suo amore, son salde tutte le fondamenta, e nel giorno delle feste, per lui, si prepara la birra, fino a metà della notte si sveglia ( 13) la sera. Su per i tetti, 1 1 6 il suo nome gira, quando la notte è buia, è in suo onore il canto. Dalla sua forza vitale ricevono gli dèi il pane delle offerte, ( 14) è lui il dio potente, che quanto è suo difende. 261. Dalla letteratura ugaritica117

SALMO 68,5

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, spianate la strada a chi cavalca le nubi: «Signore» è il suo nome, gioite davanti a lui.

Nell' arcaico Sal 68 il salmista adopera le stesse parole della mitologia cananea (rkb 'rbt): Cantate, o dèi, cantate, o suoi cieli, pavimentate la strada per il Cavalcatore delle nubi (Sal 68,5).

Il concetto è ancora ripreso da Isaia nella satira contro il re di Babilonia che si paragona, nella sua ascesa, ali' Altissimo: Monterò sul dorso delle nubi, diverrò come l'Altissimo (ls 1 4, 14).

1 15

9 1 , 1 s.

446

Per l'ombra come protezione cf. Gdc 9, 1 5 ; Is 25,4; 30,2; Sal 17,8; 36,8; 57,2; 63,8;

116 Cf. 2Re 23 , 1 2; Ger 1 9, 1 3; Sof 1 ,5. 1 1 7 BALDACCI, La scoperta di Ugarit, 32-34.

Il termine reso con «Altissimo» in ebraico suona 'eli [ 'Iy, e nella sua forma lunga e più tardiva, 'elyon ( 'Iywn)] , lo stesso titolo che è conferito a Ba'lu nei testi ugaritici (CAT 1 . 1 6 : lll.5-6): Sulla terra ha fatto piovere Ba 'lu e sui campi ha fatto piovere l 'Altissimo [ Iy] '

.

Sembra anzi presente un gioco di parole, a ulteriore diversifi­ cazione tra i due dèi: 'Elyon (con 'ayin) riferito a YHWH e 'Aliyan (con 'alej) riferito JHWH invece a Ba'lu, anche se i loro significati naturalmente differiscono: «Altissimo» il primo, «Vincitore» il secondo. L' immagine fornita dal versetto di Isaia (si veda anche Is 1 9, 1 e Sal 68,4) è ancora presente in Dt 33 ,26: Colui che cavalca i cieli con possanza, che cavalca sul dorso delle nubi.

Analogamente, nella Bibbia, questa regalità divina è in più occasioni attribuita a JHWH: non è più Ba'lu il re degli dèi, ma lo stesso Dio di Israele: Fate musiche, voi dèi, fate musiche, fate musiche per il nostro re, fate musiche. Poiché lui è il re di tutta la terra (Sal 47,7-Sa).

La devozione del culto tributato dagli abitanti di Ugarit a Ba'lu e l'importanza del dio all' interno dello stesso pantheon cittadino sono ampiamente valutabili dalla lettura di alcune linee del mito che descri­ ve la lotta tra Ba'lu e Motu, il dio della morte e dell' oltretomba. Alla scomparsa del dio, vinto dai suoi nemici e quindi costretto a scendere per un certo periodo di tempo nell' aldilà, c'è chi (forse lo stesso Ilu, padre degli dèi) si interroga con apprensione sulla sua sorte: [ CAT 1 .6: III.S-9] Possa io sapere se il Vincitore Ba ' lu è vivo, se esiste il Principe signore della terra. Alla notizia che Ba' lu non era morto come gli era stato detto, Ilu gioisce: ·

[CAT 1 .6: Ill. l 4-2 1 ] Si rallegrò i l benevolo Ilu, il misericordioso, [ ] ...

447

Alzò la sua voce e disse: «Mi siederò e mi rilasserò e riposerà l 'anima nel mio petto poiché è vivo il Vincitore Ba ' lu, poiché esiste il Principe signore della terra». Ancora una volta le stesse immagini fanno la loro comparsa nella Bibbia. Nella risposta di Giobbe a Bildad si legge, a proposito di JHWH: Io so che il mio Redentore è vivo e che il mio Garante si ergerà sulla Polvere (Gb 1 9,25).

Nell' arcaica espressione di fede del salmista contenuta nel Salmo 1 8,47a «Possa YHWH vivere ! (hy YHWH)», è possibile rico­ noscere l' antica preghiera ugaritica, espressa con le stesse parole riguardo a Ba'lu (hy aliyn b 'l) nel citato brano CAT 1 .6: 111.8 e, al femminile, nella formula di saluto rivolta da Ba'lu alla sorella 'Anatu: [CAT 1 . 10: 11.20] Possa tu vivere, sorella mia, e prolungare (i tuoi giorni). In altri casi è solo l' immagine alla base di un certo tipo di fra­ seologia a trovare impiego nella Bibbia, probabilmente in quanto divenuta elemento ormai stereotipato per descrivere una determina­ ta situazione. Ancora nel mito relativo alla costruzione del palazzo di Ba' lu, il dio si lamenta con la dea madre della situazione indeco­ rosa in cui verrebbe a trovarsi se favorisse una certa tipologia di culti dediti a sacrifici non legittimati e a pratiche orgiastiche: [CAT 1 .4: 111. 1 7- 1 8] Due sono i sacrifici che Ba ' lu odia, tre (quelli che aborrisce) il Cavalcatore delle nubi. Il libro dei Proverbi riprende la stessa immagine: Sei sono le cose che odia il Signore, sette quelle che la sua anima aborrisce (Pr 6, 1 6).

44 8

262. Preghiera innica ad Amun 1 1 8

SALMO 7 1 , 1 -9 . 1 4-24 ( l ) In te nù rifugio, Signore, ch' io non resti confuso in eterno. (2) Liberami, difendinù per la tua giustizia, porgimi ascolto e salvanù . (3) Sii per me rupe di difesa, baluardo inaccessibile, poiché tu sei nùo rifugio e nùa fortezza. (4) Mio Dio, salvanù dalle mani dell'empio, dalle mani dell' iniquo e dell' oppressore. (5) Sei tu, Signore, la nùa speranza, la nùa fiducia fin dalla mia giovinezza. (6) Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno; a te la nùa lode senza fine. (7) Sono parso a molti quasi un prodigio: eri tu il mio rifugio sicuro. (8) Della tua lode è piena la mia bocca, della tua gloria, tutto il giorno. (9) Non nù respingere nel tempo della vecchiaia, non abbandonanni quando declinano le mie forze. [ ] ( 1 4) lo, invece, non cesso di sperare, moltiplicherò le tue lodi. ( 1 5) La nùa bocca annunzierà la tua giustizia, proclamerà sempre la tua salvezza, che non so misurare. ( 1 6) Dirò le meraviglie del Signore, ricorderò che tu solo sei giusto. ( 17) Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi. ( 1 8) E ora, nella vecchiaia e nella canizie, Dio, non abbandonanni , finché io annunzi la tua potenza, a tutte le generazioni le tue meraviglie. ( 1 9) La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo, tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio? (20) Mi hai fatto provare molte angosce e sventure: mi darai ancora vita, ...

118 Si tratta dell'iscrizione geroglifica posta sul lato posteriore di un gruppo !igneo della coppia composta da Amenemopet e da sua moglie Hathor (Berlin 6910). Pubblicata in Agyptische lnschriften aus den Staatlichen Museen zu Berlin, Berlin 1924, Il, 70s.

449

mi farai risalire dagli abissi della terra, (2 1 ) accrescerai la mia grandezza e tornerai a consolarmi. (22) Allora ti renderò grazie sull' arpa, per la tua fedeltà, o mio Dio; ti canterò sulla cetra, o santo d' Israele. (23) Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra e la mia vita, che tu hai riscattato. (24) Anche la mia lingua tutto il giorno proclamerà la tua giustizia, quando saranno confusi e umiliati quelli che cercano la mia rovina.

(H 5) Salute a colui che è ben seduto sulla mano di Amun, che guida il timido, che salva il povero, 11 9 che dona il soffio vitale a chi ama, e gli assegna una bella vecchiaia a occidente di Tebe [ . ] (H 6) Oh mio dio, signore degli dèi, Amon-Re, signore di Karnak: tendimi la mano e salvami! Impegnati per me, fai in modo che io possa restare in vita! Tu sei il solo dio, (H 7) senza eguali. Re tu sei, che sale al cielo, Atum che creò gli uomini. Che ascolta le preghiere di chi lo chiama, 120 che salva un uomo dalla mano del potente, 1 2 1 che conduce il Nilo per colo­ ro che sono in lui, la guida benvenuta (H 8) per ognuno. Quando egli sale, gli uomini vivono, e i loro cuori rivivono quando essi lo vedono. Egli dona loro il soffio vitale, lui che è nell 'uovo, mantiene in vita uomini e uccelli, crea quanto necessita al mantenimento dei topi nelle tane, (H 9) dei venni e delle pulci. - E possa concedere una buona sepoltura dopo la vecchiaia, mentre io sono salvo in sua mano [ ] .

.

...

263. La morte degli dèi a Ugarit

Il testo, riunendo elementi tratti dagli inni di lode con elementi della preghiera in stato di necessità, ha paralleli formali con le lamentazioni individuali e con le preghiere in forma innica, come alcuni salmi (Sal 7 1 e 86). SALMO 82 (l) Dio si alza nell' assemblea divina,

119 Cf. Ger 20, 1 3 ; Sal 22,25; 69,34. 1 20 Sal 65,3. 1 2 1 Ger 15,2 1 ; Sal 7 1 ,4 ; (86, 14); 140,2.5.

450

giudica in mezzo agli dèi. (2) «Fino a quando giudicherete iniquamente e sosterrete la parte degli empi? (3) Difendete il debole e l' orfano, al misero e al povero fate giustizia. (4) Salvate il debole e l ' indigente, liberatelo dalla mano degli empi>>. (5) Non capiscono, non vogliono intendere, avanzano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. (6) Io ho detto: «Voi siete dèi, siete tutti figli dell' Altissimo». (7) Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti. (8) Sorgi, Dio, a giudicare la terra, perché a te appartengono tutte le genti.

Non c ' è unifonnità tra il dato della B ibbia e quello di Ugarit circa la morte del dio. Gli dèi cananei morivano, come i testi di Ugarit riportano in modo inconfutabile e lo stesso avverrà anche nella Bibbia. Non sarà tuttavia JHWH, il Dio della vita (Os 2, 1 lo chiama 'el hay, «Dio vivente»), a morire ma ancora loro, gli dèi di Canaan. Nella Bibbia troviamo i bene 'elohim, gli dèi di Ugarit, i «figli di dio» ; solo lo stesso nome. Il salmista scriverà infatti bene (bene 'elohim, «figli di Dio»), nel Sal 29, l , ma il significato teologico è diverso perché essi fanno da contorno nella teofania di Dio (cf. Gen 6,2.4; Zc 3, 1 ; Sal 7,8; 1 03,20; Gb 1 ,6; 2, 1 ; 38,7). Anche «l' assem­ blea degli dèi» di Canaan, demitologizzata e storicizzata, diventerà l' assemblea di El in Sal 82, l e l' assemblea di JHWH in Nm 27, 1 7 e Gs 22, 1 6, non più costituita da dèi ma dallo stesso Israele, il popo­ lo di Dio. 1 22 Così, alimentando quel naturale bisogno di simbologia presente nel lessico e nella mentalità biblica, la Bibbia evidenzia queste perenni antinomie che le servono per dimostrare la superio­ rità di JHWH: dèi/Dio, politeismo/monoteismo, caducità degli dèilgloria di Dio; fino ad arrivare alla più estrema, mortalità degli dèilimmortalità di Dio. 123

122 Cf. anche M. CIMOSA, «Angeli e demoni nella letteratura apocalittica intertesta­ mentaria», in ID., Angeli e denwni nella Bibbia, L'Aquila 1 998, 37-78. 123 Cf. BALDACCI, Il Libro dei nwni, 1 6 1 .

45 1

264. Inni teologici ad Amon di Tebe124

SALMO 87

( l ) Dei figli di Core. Salmo. Canto. Le sue fondamenta sono sui monti santi; (2) il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. (3) Di te si dicono cose stupende, città di Dio. (4) Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono; ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: tutti là sono nati. (5) Si dirà di Sion: «L' uno e l' altro è nato in essa e l 'Altissimo la tiene salda». (6) Il Signore scriverà nel libro dei popoli: «Là costui è nato>> . (7) E danzando canteranno : «Sono i n te tutte l e rrù e sorgenti>> .

[Stanza 1 0] Tebe è il modello di ogni città. Acqua e terra erano in essa la prima volta. Quando vi arrivò la sabbia per formare i terreni e i campi, per far venire ali ' esistenza il suo suolo sulla collina, allora il paese venne ali 'esistenza e gli uomini vennero all 'esistenza in essa per fondare ogni città nel suo nome autentico. Esse furono chiamate «Città» dal suo nome, 125 poste com 'erano sotto l 'autorità di Tebe, Occhio di Re. «Quanto è forte!», si diceva di essa, 126 nel suo nome di Tebe, la Città che deve esistere, prospera nel suo nome d'Occhio- Udjat: «l 'Occhio destro che è nel suo disco», 1 27 «quella che è davanti al suo Signore», quando essa appare gloriosa e viene assegnata al suo posto, nel suo nome di Karnak che non ha pari. Ogni città è sotto la sua ombra per magnificarsi in Tebe che è suo modello. nn. 1 1 1 , 244, 246, 252, 253 ecc. La traduzione di questa «Stanza>> è di Barucq. Sal 122 3 Sal 125 : 1 -2. Sal 48, 1 3-14.

124 Cf. 1 25

1 26 127

452

Questo canto esalta la città di Tebe, «la città di Amon». Ne ricorda l'origine: una collina di sabbia emersa dal N un, l' oceano pri­ mordiale, avrebbe portato un uovo da cui sarebbe uscita tutta la creazione: dèi e uomini. 265 . Preghiera per un malato1 28 S ALMO

88,2- 1 0. 1 3- 1 9

(2) Signore, Dio della mi a salvezza, davanti a te grido giorno e notte. (3) Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l' orecchio al mio lamento. (4) Io sono colmo di sventure, la mia vita è vicina alla tomba. (5) Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai privo di forza. (6) È tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo e che la tua mano ha abbandonato. (7) Mi hai gettato nella fossa profonda, nelle tenebre e nell'ombra di morte. (8) Pesa su di me il tuo sdegno e con tutti i tuoi flutti mi sommergi. (9) Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. Sono prigioniero senza scampo; ( 1 0) si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. ( 1 3) Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, la tua giustizia nel paese dell'oblio? ( 1 4) Ma io a te, Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a te la mia preghiera. ( 1 5) Perché, Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto? ( 1 6) Sono infelice e morente dall'infanzia, sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori. ( 1 7) Sopra di me è passata la tua ira, i tuoi spaventi mi hanno annientato,

1 2 8 Questa preghiera è scritta su una stele ex voto della XIX dinastia (verso il 1 250 a.C.) conservata al Museo di Berlino. Il testo della stele è stato già riportato al n. 255 a com­ mento del Sal 40.

453

( 1 8) mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. ( 19) Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi sono compagne solo le tenebre.

Alcuni fedeli deponevano talvolta simili stele nella parte dei templi accessibile al pubblico, il cortile grande, come testimonian­ za di fiducia o di riconoscenza. Questa stele è originale: al di sopra di essa, infatti, Amon viene presentato assiso davanti alla porta monumentale del suo tempio, il pilone. Abitualmente le statue degli dèi erano accessibili ai soli officianti, nella parte più interna del santuario. Qui Amon-Re dà udienza. Un'iscrizione lo presenta: «Amon-Re, Signore di Tebe, grande dio di Karnak, che ascolta la preghiera, che accorre alla voce dell' umile afflitto, dona il soffio a chi ne è privo». 266. Dalla letteratura ugaritica

SALMO 88, 1 1 - 1 2

( 1 1 ) Compi forse prodigi per i morti? O sorgono le ombre (rephaim) a darti lode? ( 1 2) Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi (abaddon)?

L' idea di ombre inconsistenti1 29 nei Rephaim, avendo perso le caratteristiche positive (taumaturgiche) che forse avevano a Ugarit, è presente nel lamento dell' arante abbandonato dal suo Dio e quin­ di ormai sul ciglio della tomba che è il Salmo 88. L'epicentro dell' angoscia del salmista è estrinsecata con quel lamah, perché? (Sal 88, 1 5). È la dimensione dell' assenza totale: è assente Dio a cui, per un certo tipo di escatologia anticotestamentaria, i defunti non interes­ sano più e sono assenti anche gli stessi defunti, esclusi dalla possi­ bilità di una salvezza strettamente connessa con il concetto di vita. «La maturazione della religiosità dell' antico Israele giungerà a modificare questa dicotomia legata ancora ali' altra maggiore dico­ tomia, quella cosmica relativa alla bipartizione "cielo/inferi"; per il 129

morti).

454

Cf. anche Sal 94, l 7 ; 1 1 5 , 1 7 e Qo 1 , 1 1 ; 2, 16; 9,5-6 (anche i vivi si dimenticano dei

momento al salmista non rimane che esternare il proprio lamento al suo Dio, responsabilizzato anche per la fine dell'esistenza umana ( l Sam 2,6), nella speranza che egli si accorga di lui salvandolo dal­ l' abisso» . 1 30 267. Inno al dio Marduk1 3 1

SALMO 89,6- 1 5

(6) I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell' assemblea dei santi. (7) Chi sulle nubi è uguale al Signore, chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio? (8) Dio è tremendo nell' assemblea dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. (9) Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona. (l O) Tu domini l'orgoglio del mare, tu plachi il tumulto dei suoi flutti. ( l l) Tu hai calpestato Raab come un vinto, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. ( 1 2) Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; ( 1 3) il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l' Ennon cantano il tuo nome. ( 1 4) È potente il tuo braccio, forte la tua mano, alta la tua destra. ( 1 5) Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, grazia e fedeltà precedono il tuo volto.

Sin è la tua natura divina, Anu il tuo carattere principesco, Dagan il tuo carattere signorile, Enlil il tuo carattere regale, (5) Adad la tua potenza, Ea il saggio la tua intelligenza, Colui che tiene lo stilo, Nabu, il tuo talento. 130 Cf. BALDACCI, /l libro dei rrwrti, 149- 1 50, il quale fa anche giustamente osservare che il termine abaddon che di per sé significa «distruzione>>, assieme ad halaqot che significa «perdizione>> (Sal 73, 1 8), appartiene al campo semantico di sheol / «il regno degli inferi>> . 131 Il testo più completo fu trovato a Babilonia ricostruito con frammenti rinvenuti a Ninive. In ANET, 390.

455

Il tuo primato è Ninurta, La tua forza Nergal, Il consiglio del tuo cuore è Nusku, Tuo eminente ministro, (l O) La tua qualità di giudice è lo splendente Shamash, Che non suscita dispute. Il tuo nome più importante, o Marduk, è: Il più esperto degli dei; ( 15) La tua freccia furiosa è un leone senza pietà. Signore dei pesi, Che schiacci tutti i nemici, Che fai cedere nella battaglia, La tua scorta è la Criniera. 1 32 (20) Giudice giusto e leale degli dèi e delle dee, La tua grandezza sono gli /gigi, La tua [... ] è la guerriera /mini. Vostro bacino è l 'Abisso, Vostro bruciaprofumi i cieli di Anu, Vostro piedistallo. . . la terra immensa. 133 [Seguono la menzione delle offerte e la richiesta di essere assolto da un' infrazione] Per un babilonese, il dio Marduk, dio nazionale, era il più gran­ de degli dèi, ma non era il solo. Alcuni fecero molto cammino sulla strada del monoteismo come testimonia questo testo. Esso tende «a circoscrivere, a differenziare in Marduk delle nozioni astratte e pri­ marie, come quella della sovranità, dell' onnipotenza, della regalità o della giustizia e, soprattutto, quella dell' essenza divina» (Labat). 1 34 268. Dal Codice di Hammurabi

SALMO 1 0 1 ,5-8

(5) Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo farò perire; chi ha occhi altezzosi e cuore superbo non lo potrò sopportare.

132

Cf.

Es 15,2-7. Cf. Is 66, 1 ; At 7,49. 134 Cf. bibliografia sommaria, l. Testi letterari. 1 33

456

(6) I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perché restino a me vicino: chi cammina per la via integra sarà mio servitore. (7) Non abiterà nella mia casa, chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza. (8) Sterminerò ogni mattino tutti gli empi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male.

Questo modulo elogiativo è diffuso anche in tutta la «mezzalu­ na fertile» ed è a questo serbatoio letterario che può aver attinto anche la Bibbia, mantenendo sempre una sua originalità soprattutto nell' accento morale. Nel Codice di Hammurabi, ad esempio, è costante la preoccu­ pazione del sovrano nel mostrare il suo desiderio di «estirpare dal suo paese tutti i malvagi e i malfattori» per «promuovere la felicità del suo popolo» (XXV,94-95 ; ANET, 1 78). 269. Dal Discorso di Merneptah135

Abbi gioia nel cuore, o terra tutta! l tempi felici sono venuti [... ] Voi tutti, o giusti, venite a vedere! Il diritto ha bandito l 'iniquità. I malfattori sono caduti a terra sulla loro faccia. Tutti i rapaci spariscono. L'acqua è abbondante: il Nilo sale alto. l giorni sono lunghi, le notti sono piene e la luna segue il suo corso normale. l giusti hanno completa soddisfazione. Ciascuno vive gioiosamente e meravigliosamente. Il faraone probabile dell' esodo di Israele dall' Egitto, Memep­ tah ( 1 234- 1 222 a.C.), il giorno della sua intronizzazione pronunzia­ va questo discorso della corona.

135

British Museum 1 0. 1 85; ANET, 378; così anche Ramses IV in ANET, 379.

457

270. Dalla iscrizione di Karatepe 1 36

Ho spezzato il malvagio, ho rimosso tutto il male che c 'era nel paese. Nei miei giorni in tutta la distesa della pianura di Adana dal levare del sole al suo tramonto è accaduto questo: là dove regnava la paura al punto che un uomo non percorreva più una strada senza tremare, ora invece, nei miei giorni, una donna può filare col fuso in mano [ .] Sì, nei miei giorni, per i Danaiti e per tutta la pianura di Adana c 'è abbondanza, c 'è benessere, vita piacevole e tranquillità di cuore. . .

li re fenicio Azitawadda, nella famosa iscrizione di Karatepe, proclama di «essere un padre e una madre per i suoi sudditi a causa della sua sapienza, della sua giustizia e della sua bontà di cuore [ . . . ]».

271. Dal Libro dei morti 137

Io non ho commesso colpe contro gli uomini. Io non ho maltrattato i bovini. lo non ho bestemmiato Dio. Non ho colpito il misero. Non ho accusato malattie. Non ho affamato. Non ho ucciso. Non ho commesso pederastia. Non ho commesso atti impuri. Non ho falsificato la misura del campo. Una forma particolare «profana» che può aver lasciato tracce anche nell' impostazione del nostro salmo è «la confessione negati­ va» presente nel c. 1 25 del Libro dei morti egiziano, un testo colle­ gato alla famosa «psicostasia». Secondo questa visione «si immagi­ nava che, dopo la morte, il defunto era accompagnato davanti a Osiri e Thot per pesame su una bilancia il cuore contro la verità. Mentre sui due piatti erano i simboli, il defunto recitava una lunga "confes-

136 Cf. nn. 22.40; ANET, 499-500. 137 Cf. n. 267.

458

sione negativa" con la quale negava di aver commesso peccati in vita. Se cuore e verità restavano in equilibrio sui piatti della bilancia, il defunto aveva diritto all'aldilà. Se no, un mostro, la "Divoratrice", era pronta a divorarlo e ad annullarlo così per sempre». 272. Dalla letteratura ugaritica

SALMO 1 02 (l) Preghiera di un afflitto che è stanco

e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia. (2) Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido. (3) Non nascondermi il tuo volto; nel giorno della mia angoscia piega verso di me l'orecchio. Quando ti invoco: presto, rispondimi. (4) Si dissolvono in fumo i miei giorni e come brace ardono le mie ossa. (5) Il mio cuore abbattuto come erba inaridisce, dimentico di mangiare il mio pane. (6) Per il lungo mio gemere aderisce la mia pelle alle mie ossa. (7) Sono simile al pellicano del deserto, sono come un gufo tra le rovine. (8) Veglio e gemo come uccello solitario sopra un tetto. (9) Tutto il giorno mi insultano i miei nemici, furenti imprecano contro il mio nome. ( lO) Di cenere mi nutro come di pane, alla mia bevanda mescolo il pianto, ( 1 1 ) davanti alla tua collera e al tuo sdegno, perché mi sollevi e mi scagli lontano. ( 1 2) I miei giorni sono come ombra che declina, e io come erba inaridisco. ( 1 3) Ma tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo per ogni generazione. ( 14) Tu sorgerai, avrai pietà di Sion, perché è tempo di usarle misericordia: l'ora è giunta. ( 1 5) Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua rovina. ( 1 6) I popoli temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, ( 17) quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore.

459

( 1 8) Egli si volge alla preghiera del misero e non disprezza la sua supplica. ( 1 9) Questo si scriva per la generazione futura e un popolo nuovo darà lode al Signore. (20) Il Signore si è affacciato dall' alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, (2 1 ) per ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte; (22) perché sia annunziato in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme, (23) quando si aduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore. (24) Ha fiaccato per via la mia forza, ha abbreviato i miei giorni. (25) lo dico: Mio Dio, non rapirrni a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano per ogni generazione. (26) In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani. (27) Essi periranno, ma tu rimani, tutti si logorano come veste, come un abito tu li muterai ed essi passeranno. (28) Ma tu resti lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. (29) I figli dei tuoi servi avranno una dimora, resterà salda davanti a te la loro discendenza.

Le immagini usate con tanta ampiezza nel Salmo l 02 sono note anche alla letteratura cananea. La dea Anat in UgT, 62:1: 1 0 «beve lacrime come vino» e del re Kirta con più fantasia in UgT, Krt: 2829 si dichiara che «le sue lacrime si effondono come sicli dispersi per terra». Il parallelo più vivo col nostro v. 1 0 resta comunque il Salmo 80,6: «Li hai nutriti con pane di lacrime, li hai abbeverati di lacrime in abbondanza [letteralmente: con una triplice misura di lacrime] ». Davanti al piatto di cenere e al calice di lacrime appare ora il nemico per eccellenza, misterioso e implacabile: Dio. La sua collera è, però, secondo la sottintesa teoria della retribuzione, desti­ nata a liberare e a far espiare il male compiuto, ma non cessa di esse­ re per certi aspetti misteriosa e incomprensibile. Un parallelo perfetto ai nostri vv. 1 1 - 1 2 è in Sal 90,7-9 : «Sì, siamo consumati dalla tua ira, siamo atterriti dal tuo furore. Davan­ ti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. Sì, tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo tutti i nostri anni come un soffio» . Dio è rappresentato nel v. 1 1 come una 460

tempesta, è un uragano che strappa un albero o un uomo da terra e lo scaraventa lontano (Sal 1 8,43 ; Gb 27,2 1 ; 30, 1 9.22; cf. Sal 1 09,23). L'esistenza serena e tranquilla è scardinata dall' irruzione della tragedia (Sal 69,27 ; Is 22, 1 8 ; 54,6). I lettori dell'epoca rabbinica intravedevano qui, in armonia col secondo movimento del salmo, un' allusione alla dispersione dell 'e­ silio (Ez 5 ,2). 273. Grande Inno di Akhenaton al dio Aton 1 3 8

Anche se vengono presentati sotto forma di tabella sinottica l'Inno di Akhenaton, il Salmo 104 e qualche altro testo biblico, non si intendono mostrare veri e propri paralleli tra i due testi ma sol­ tanto notevole somiglianza di motivi e di immagini. GRANDE INNO DI AKHENATON AD ATON

SALMO 104 [non si notano corrispondenze]

[Presentazione del dio universale]

Tu appari perfetto, all 'orizzonte del cielo, Disco vivente che sei all 'origine della vita. Quando ti alzi all 'orizzonte orientale

Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande ! Rivestito di maestà e di splendore, (2) avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda,

1 3 8 Nel 1 9 1 0 A. Weigall pubblicò la prima monografia su Echnaton e ivi lo celebrò come il fondatore di un' autentica fede in Dio e come precursore di Cristo. Si tratta di un inno iscritto sulla parete della tomba di Ay, nell' attuale villaggio di Tell ei-Amarna (Medio Egitto). Dopo essere stato ufficiale presso la corte di Amenofis IV, che dopo la sua riforma religiosa prese il nome di Akhenaton (verso il 1 350 a.C.), Ay successe a Tutankhamon che era succeduto allo stesso Akhenaton come faraone d' Egitto. Questo inno fu probabilmente composto dallo stesso Akhenaton in onore del dio-sole Aton (il Disco) di cui aveva imposto il culto esclusivo in Egitto dopo aver abbandonato Tebe, i suoi templi, i suoi dèi (tra cui Amon) e il suo clero. Si è parlato, a questo proposito, di > 301 1 68. Sargon II e Samaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 302 1 69. Sargon II e Giuda (720 a.C .) . . . .. . . . 1 70. Sargon I I e Shilkanni d' Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 302 » 303 1 71 . Sargon II e gli arabi deportati in Samaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 304 1 72. Sargon II e Ashdod . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 306 1 73. Tributo di Giuda a Sargon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 307 1 74. Iscrizione funeraria di un funzionario giudeo . . . . . . . . . . . . . . . . » 308 1 75. Iscrizione del tunnel d i Siloe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3 10 1 76. Sennacherib in Palestina e assedio di Gerusalemme . . . . . . » 311 1 77. Sennacherib a Lakish . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 311 1 78. La morte di Sennacheribv . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 79. Asarhàddon (680-669 a.C.) e la presa di Sidone » 311 (677 a.C.) » 312 1 80. Il re di Giuda, vassallo di Asarhàddon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3 14 181. Campagna di Asarhàddon in Egitto (67 1 a.C.) . . . . . . . . . . . . . . . » 3 14 1 82. Giuda vassallo di Assurbanipal (668-627 a.C.) . . . . . . . . . . . . . . . » 315 183. Richiesta di un lavoratore giudeo (630 a.C. circa) . . . . . . . . . 184. La fine dell ' Assiria (609 a.C. ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3 1 6 » 319 1 85. Nabucodònosor I I (605-562 a.C.) e i l regno di Giuda . » 32 1 1 86. Pressione edomita sul regno di Giuda (598 a.C. circa) . . » 322 187. Gli ostraka di Lakish (588 a.C. circa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 323 188. Ioiakin re di Giuda nelle liste babilonesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..

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PROFETISMO BIBLICO E PROFETISMO MESOPOTAMICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 89. Introduzione al profetismo orientale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190. L a stele d i Zakkur . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191. La stele di Mes ha . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 92. Lettera d i Kibri-Dagan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 93. Lettera della regina-madre Addu-ddri a Zimri-Lim . . . . . . . . . 1 94. Profetismo orientale e profetismo biblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 95. Profetismo femminile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 96. Altra lettera di Kibri-Dagan . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 197. Il profetismo di Mari e quello biblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 98. Profetismo cultuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 99. Lettera di Shibtu a Zimri-Lim . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200. Profetismo non cultuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201. Vocazione profetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..

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PROFETISMO BIBLICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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202. 203. 204. 205.

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Discorso profetico di Marduk . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nozze del dio Yarikh con la dea Nikkal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Preghiera alla dea solare Shapash . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I Refaim nella Bibbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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325 325 326 326 327 328 329 33 1 33 1 332 333 333 334 335 336 336 338 300 340

206. L' istituzione della Marzeah . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag 343 » 207. Sofonia 346 .

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L' ESILIO IN BABILONIA (Geremia - Deutero-Isaia - Ezechiele) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208. L' esilio in Babilonia (587-538 a.C.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209. La caduta di B abilonia (539 a.C.) . . . . . 210. Ciro a B abilonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 211. Inno sumerico a Enlil . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 212. Il culto per i defunti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 213. JHWH e le divinità cananee . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214. Iscrizione di un fedele di Kemosh . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 215. JHWH e le altre divinità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216. Preghiera di Mursili II riguardo alla peste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 1 7. Glorificazione di Amon creatore e provvidenza . . . . . . . . . . . . . 218. Invettiva contro l ' Egitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 219. Lamentazione sumerica sulla distruzione di Ur. . . . . . . . . . . . . . 220. «Hadrak» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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RITORNO DALL' ESILIO (Esdra - Neemia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221 . Il ritorno dall ' esilio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222. Esdra e Neemia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223. Lagidi e Seleucidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224. Lettera di Dario I (522-486 a.C.) al satrapo Gadatas . . . . . 225. Supplica dei giudei di Elefantina a Bagohi (407 a.C.) 226. Il decreto di Antioco III a proposito di Gerusalemme ( 1 97 a.C. circa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 7. L a morte di Antioco I V a Tabae ( 1 64 a.C.) . .

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SALMI E PREGHIERE DEL VICINO ORIENTE E DELLA BIBBIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228. Salmi e preghiere orientali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 229. Sapienza di Amenemope . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 230. Dalla letteratura egiziana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231. La leggenda di Aqhat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 232. La preghiera di Ramses II ad Amon al momento della battaglia di Qadesh . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233. La stele dei re Pi (detto anche Pianchi) a Gebel Barkal . . 234. Inno reale sumerico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 235. Preghiera a Ishtar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 236. Scongiuro accadi co a un dio sconosciuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237. Inno ad Amun della XVII dinastia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238. Inni teologici ad Amon di Tebe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 239. Supplica accadica a Ishtar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 240. Inno alla dea Ishtar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241 . Appello di Petosiri ai viventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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400 40 1 402 403 403 405 408 409 413 415 64 1

242. I meriti di Peto siri ........................................................... 243. Dalla letteratura ugaritica ................................................. . 244. Dalla letteratura ugaritica ...................... . . . . . . . . . . . . . ............. 245. Inno accadic o al dio sole Shamash .................. ............... 246. Inni teologici ad Amon di Tebe ........................... ............ 247. Preghiera alla dea solare della terra .................. ............... . 248. Inno al dio luna Sin ........................................... ............. . 249. Amun in qualità di pastore ....................... . . . . . . . . . . .............. 250-251. Dalla letteratura ugaritica ........................................ 252. Inni teologici ad Amon di Tebe ...................................... . . 253. Inni teologici ad Amon di Tebe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 254. Dalla letteratura ugaritica ................ ................................. 255. Stele votiva del pittore Neb-Re per Amun-Re ................ . 256. Inno di Nech-Atum [o Chu-Atum (?) ] al re Ameophis I divinizzato .......................................... . . 257. Dalla letteratura ugaritica ................................................ . 258. Dalla letteratura ugaritica ................................................ 259. Preghiera d a un'iscrizione di fondazione .

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di Nabucodonosor II .......................... ............... .............. Inni teologici ad Amon di Tebe ...................................... . . Dalla letteratura ugaritica ................. ............................... Preghiera innica ad Amun ............... .................... ........... . . La morte degli dèi a Ugarit ............................................ Inni teologici ad Amon di Tebe ............ . . . . . . . . . . . . . . ............. Preghiera per un malato ................................................... Dalla letteratura ugaritica ................................................ Inno al dio Marduk ........................................................ Dal Codice di Hammurabi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Dal Discorso di Memeptah ................................. ........... . Dalla iscrizione di Karatepe ............................................. Dal Libro dei morti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla letteratura ugaritica ................................................. . Grande Inno di Akhenaton al dio Aton ........................... . Inno a Enlil ........... . .......................... .................... ............. Stele di Neb-Rè .............. ................................................ . Inni teologici ad Amon di Tebe ...................................... . Preghiera sumerica «a mano alzata» al dio lunare Nanna-Suen (Sin) ...... ....................................................... 2 78. Inno a Shamash . . . . . ..........................................................

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SAPIENZA BIBLICA, MESOPOTAMICA ED EGIZIANA ..

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GIOBBE

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260. 261 . 262. 263. 264. 265. 266. 267. 268. 269. 270. 2 71. 272. 273. 274. 275. 2 76. 2 77.

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Teodicea babilonese ......................................................... . «Voglio lodare il signore della sapienza» ....................... . Lamentazione da un inno di Assumasirpal I a Ishtar .... . .

443

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282. 283. 284. 285.

Giobbe sumerico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dialogo di un disperato con la sua anima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla preghiera a Shamash . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Giobbe a Ugarit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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QoÈLET 286. 287. 288. 289. 290. 291. 292. 293. 294.

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Il canto dell ' arpista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le lamentazioni di Ipu-ur . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le lamentazioni di Kha-Kheper-Ra-Seneb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La profezia di Neferti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Gilgamesh e il paese del vivente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dialogo tra un padrone e il servo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il poema di Keret . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il poema di Aqhat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla letteratura greco-ellenistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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CANTICO DEI CANTICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Inno babilonese in onore di Ishtar . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dal palazzo reale di Mari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla letteratura egiziana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Papiro Chester Beatty I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Papiro Harris 500 .............. .................... ........................... Papiro di Torino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le parole d'incantesimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Altri testi egiziani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . «Senti ! È il mio diletto ! » . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La malattia dell' amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cantico dei Cantici, che è di Salomone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L'amore, con l a «A » maiuscola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La complementarità dell ' amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La natura come luogo dell' amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I l cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il linguaggio dell' amore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla letteratura cananea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Dalla letteratura greca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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LIBRO DI DANIELE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318. Soggiorno di Nabonide in Arabia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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LIBRO DEI PROVERBI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

295. 296. 297. 298. 299.

300. 301 . 302. 303. 304. 305. 306. 307. 308. 309. 310. 311. 312. 313. 314. 315. 316. 31 7.

Insegnamento di un uomo al figlio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I Insegnamento di Ani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I I Insegnamento d i Ani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . III Insegnamento di Ani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Proverbi 22, 17-23, 1 1 e la sapienza di Amenemope . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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319. 320.

«Un principe verrà » . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. pag. 572 La profezia di Shulgi ...................... ....................... ......... .. » 574 ...

APPENDICI l. Profilo della letteratura del vicino oriente antico (visione globale) ................................................................. . 2. Profilo della storia della Mesopotarnia ................ ............... 3. Profilo della storia dell'Egitto ............................................ 4. Un breve profilo degli ittiti .................................... ............ 5. Profilo della letteratura ugaritica ............................. ............ 6. Testi nord-semitici (del I millennio a.C.) . . . . .. . 7. Profilo della storia d' Israele ............................................... 8. Quadro cronologico comparato ........................................... .................. ............ ................ ........ ............. ...........

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BmLIOGRAFIA soMMARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Testi letterari ............................................................ ................. Testi egiziani ............................................ ................................. Testi mesopotamici ................................................................... Testi ittiti (etei) .......... . . . . . ......................................................... . . Testi ugaritici ............... .............................................................. .

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INDICE DELLE FONTI CITATE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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INDICE DELLE FIGURE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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