La strega di portobello
 9788893443241

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Nessuno infiamma un'animo e la mette in posto nascosto, né abbasso lo staio, bensì sul candelabro, affinché quelli che entrino vedano lo splendore. Lucas, 11, 33 Prima che tutte questi dichiarazioni uscissero dal mio tavolo di lavoro per seguire il destino che io avevo determinato per esse, pensai di trasformarli in un libro tradizionale, nel quale si racconta una storia reale dopo un'esaustiva investigazione. Incominciai a leggere una serie di biografie che potesse aiutarmi a scriverlo, e capii una cosa: l'opinione dell'autore rispetto al personaggio principale finisce per avere influenza sul risultato delle investigazioni. Come la mia intenzione non era esattamente dire quello che penso bensì mostrare come videro la storia della "strega di Portobello" i suoi principali personaggi, finii per abbandonare l'idea del libro; pensai che era migliore limitarmi a trascrivere quello che mi avevano contato Capitolo Primo Heron Ryan, quaranta quattro anni, giornalista Nessuno infiamma un'animo per nasconderla dietro la porta: l'obiettivo della luce è dare più luce, aprire gli occhi, mostrare le meraviglie ad intorno suo. Nessuno offre in sacrificio la cosa più importante che possiede: l'amore. Nessuno mette i suoi sonni in mani di quelli quali possono distruggerli. Eccetto Athena. Molto tempo dopo la sua morte, la sua antica maestra mi chiese che l'accompagnasse fino alla città di Prestopans, in Scozia. Lì, approfittando di una legge feudale che fu abolita al mese seguente, la città concedè il perdono ufficiale ad ottanta ed un persone—ed ai suoi gatti—

eseguite per praticare la stregoneria tra i secoli XVI e XVII. Secondo la portavoce ufficiale dei Baroni di Prestoungrange e Dolphinstoun, "la maggioranza erano stati condannati senza nessuna prova concreta, basandosi solamente sui testimone dell'accusa che dichiaravano sentire la presenza di spiriti maligni." Non vale la pena ricordare di nuovo tutti gli eccessi dell'Inquisizione, coi suoi puledri di tortura ed i suoi falò in fiamme di odio e vendetta. Ma durante il tragitto, Edda ripetè varie volte che c'era qualcosa in quello gesto che non poteva accettare: la città ed il quattordicesimo Barone di Prestoungrange e Dolphinstoun stava "concedendo il perdono" a persone eseguite brutalmente. —Stiamo in pieno secolo XXI, ed i discendenti dei veri criminali, quelli che ammazzarono innocenti, ancora si credono nel diritto di "perdonare." Sa già a che cosa mi riferisco, Heron. Lo sapeva. Una nuova caccia di streghe incomincia a guadagnare terreno; questa volta l'arma non è il ferro ardente, bensì l'ironia o la repressione. Tutto quello che scopre un dono o che per caso osa parlare della sua attitudine passa ad essere visto con sfiducia. E generalmente, il marito, la moglie, il padre, il figlio, o chi sia, invece di inorgoglirsi, egli proibisce qualunque menzione al riguardo, per paura di esporre alla sua famiglia al ridicolo. Prima di conoscere Athena pensava che non era più che una forma disonesta di esplorare la disperazione dell'essere umano. Anche il mio viaggio a Transilvania per il documentario su vampiri era una maniera di dimostrare come si sbaglia facilmente alla gente; certe credenze rimangono nell'immaginario dell'essere umano, per più assurde che possano sembrare, e finisce per usarli gente senza scrupoli. Quando visitai il castello di Drácula, ricostruito solo per dare ai turisti la sensazione di stare in un posto speciale, mi fu avvicinato un funzionario del governo; insinuò che riceverebbe un regalo abbastanza "significativo", secondo le sue parole, quando Lei passasse il film nella BBC. Per questo funzionario, io stavo aiutando a propagare l'importanza del mito, e quello meritava essere ricompensato generosamente. Uno dei guida disse che il numero di visitatori aumentava ogni anno, e che qualunque riferimento al posto sarebbe positivo, perfino quelli che affermavano che

il castello era falso che Vlad Dracul era un personaggio storico senza nessun riferimento al mito, e che tutto era frutto del delirio di un irlandese, N. R.: Bram Stoker che non aveva visitato mai la regione. In quello preciso momento, capii che, per più rigoroso che fosse coi fatti, stava collaborando involontariamente con una bugia; benché l'idea della mia rotta fosse precisamente demistificare il posto, la gente crede in quello che vuole; il guida aveva ragione, in fondo stava collaborando facendo più propaganda. Desistei immediatamente dal progetto, nonostante avere investito una quantità ragionevole nel viaggio e nelle investigazioni. Ma il viaggio a Transilvania finirebbe per avere un enorme impatto nella mia vita: conobbi ad Athena quando ella cercava sua madre. Il destino, questo misterioso, implacabile destino, ci mise ancora di fronte a fronte nell'insignificante accoglienza di un hotel più insignificante. Fui testimone della sua prima conversazione con Deidre, o Edda, come gli piace che la chiamino. Assistei, come se fosse un spettatore di me stesso, alla lotta inutile che intraprese il mio cuore per non lasciarmi sedurre per una donna che non apparteneva al mio mondo. Applaudii quando la ragione perse la battaglia, e l'unica alternativa che mi rimase fu consegnarmi, accettare che era innamorato. E questa passione mi portò a vedere rituali che non immaginai mai che esistesse, due materializzazioni, trance. Credendo che era cieco di amore, dubitai di tutto, ed il dubbio, invece di paralizzarmi, mi spinse verso oceani che non poteva ammettere che esistevano. Fu questa forza quella che mi permise di affrontare il cinismo di altri amici giornalisti nei momenti più difficili, e scrivere su Athena ed il suo lavoro. E come l'amore segue vivo, benché Athena già sia morta, la forza segue presente, ma tutto quello che voglio è dimenticare quello che vidi e quello che imparai. Poteva navigare solo in questo mondo della mano di Athena. Questi erano i suoi giardini, i suoi fiumi, le sue montagne. Ora che ella è andata via, necessito che tutto giri rapidamente ad essere come prima; mi fisso più ai problemi del traffico, nella politica estera della Gran Bretagna, nella forma nella che amministrano le nostre imposte. Voglio tornare a pensare che il mondo della magia non è più che un trucco ben fatto. Che la gente è superstiziosa. Che le cose che la scienza non può spiegare non hanno diritto ad esistere. Quando le riunioni di Portobello incominciarono a descontrolarse, furono innumerabili le discussioni sul suo comportamento, benché oggigiorno mi rallegri che non mi sentisse mai. Se c'è qualche consolazione nella tragedia di perdere qualcuno a chi amiamo tanto, è la speranza, sempre necessaria, che forse sia stato migliore così. Mi sveglio e mi addormento con questa certezza; fu migliore che Athena andasse via prima di scendere agli inferni da questa terra. Non andava mai a tornare ad ottenere la pace di spirito dopo gli eventi che la caratterizzarono come "la strega di Portobello." Il resto della sua vita andava ad essere un confronto amaro tra i suoi sonni personali e la realtà collettiva. Conoscendo la sua natura, andava a lottare fino al fine, a spendere la sua energia e la sua allegria dimostrando qualcosa che nessuno, assolutamente nessuno, è disposto a credere. Chi sa, cercò la morte come un naufrago cerca un'isola. Dovette stare di buon mattino in molte

stazioni di metro, aspettando rapinatori che non venivano. Camminò per i quartieri più pericolosi di Londra alla ricerca di un assassino che non appariva. Provocò l'ira dei forte che non ottennero manifestare la sua rabbia. Fino a che riuscì ad essere brutalmente assassinata. Ma, in fin dei conti, quanti di noi evitiamo vedere come le cose importanti delle nostre vite spariscono da un momento ad un altro? Non mi riferisco alle persone, ma anche ai nostri ideali ed i nostri sonni: possiamo resistere un giorno, una settimana, alcuni anni, ma siamo condannati a perdere. Il nostro corpo segue vivo, ma presto o tardi l'anima finisce per ricevere un colpo mortale. Un crimine perfetto, non sappiamo chi assassinò la nostra allegria, che motivi lo provocarono, né dove stanno i colpevole. E quelli colpevole che non dicono i suoi nomi, saranno coscienti dei suoi gesti? Credo che no, perché anche essi sono vittime della realtà che hanno creato, benché siano depressivi, arroganti, impotenti e poderosi. Non capiscono e non capirebbero mai il mondo di Athena. Meno male che lo dico di questa maniera: il mondo di Athena. Finalmente continuo ad accettare che ella stava qui di passaggio, come un favore, come qualcuno che sta in un bel palazzo, mangiando la cosa migliore, cosciente che non è più che una festa, che il palazzo non è suo, che il cibo non si comprò col suo denaro, e che, in un momento dato, le luci si spengono, i padroni dormono, gli impiegati ritornano alle sue stanze, la porta si chiude, e stiamo un'altra volta per strada, aspettando un taxi o un autobus, di giro alla mediocrità di giorno per giorno il. Sto ritornando. Per meglio dire: una parte di me sta girando a questo mondo nel quale ha solo sentito quello che vediamo, tocchiamo e possiamo spiegare. Voglio un'altra volta le multe per eccesso di velocità, la gente discutendo nella scatola della banca, gli eterni lamenti per il tempo, i film di terrore e le corse di Formula 1. Quello è l'universo nel quale dovrò convivere il resto dei miei giorni; sposo, ho figli, ed il passato sarà un ricordo lontano che alla fine mi farà domandarmi durante il giorno: come potei essere tanto cieco, come potei essere tanto ingenuo? So anche che, durante la notte, una parte di me vagherà nello spazio, in contatto con cose che sono tanto reali come il pacchetto di tabacco o il bicchiere di gin che ho di fronte a me. La mia anima ballerà con l'anima di Athena, starò con lei mentre dormo, mi sveglierò sudando, andrò alla cucina a bere un bicchiere di acqua, capirò che per combattere i fantasmi bisogna usare cose che non facciano parte della realtà. Allora, seguendo i consigli di mia nonna, metterò di notte una forbice aperta nel tavolino per tagliare la continuazione del sonno. Al giorno dopo vedrò la forbice con un certo rimorso. Ma devo adattarmi di nuovo a questo mondo, o finirò per diventare pazzo. Capitolo Secondo Andrea McCain, trenta due anni, attrice di teatro "Nessuno può manipolare nessuno. In una relazione, ambedue sanno quello che fanno, benché uno di essi vada dopo a lamentarsi che è stato utilizzato."

Quello è quello che diceva Athena, ma si comportava in maniera contraria, perché fui utilizzata e manipolata, e non ebbe considerazione alcuna per i miei sentimenti. La cosa è ancora più seria quando parliamo di magia; dopo tutto, era la mia maestra, addetta di trasmettere i misteri sacri, svegliare la forza sconosciuta che tutti noi possediamo. Quando c'avventuriamo in questo mare sconosciuto, ci fidiamo ciecamente di quelli che ci guidano, credendo che sanno più che noi. Perché posso assicurare che no. Né Athena, né Edda, né la gente che conobbi attraverso esse. Ella mi dicevo che imparava man mano che insegnava, e benché all'inizio io mi rifiutassi di crederlo, più tardi mi convinsi che chissà potesse essere verità. Finii per scoprire che era un'altra delle sue molte maniere di fare che abbassasse la guardia e ci consegnasse al suo incantesimo. La gente che sta nella ricerca spirituale non pensa: vuole risultati. Vuole sentirsi poderosa, lontano dalle masse anonime. Vogliono essere speciali. Athena giocava con questi sentimenti altrui in maniera terrificante. Mi sembra che, nel passato, sentì una profonda ammirazione per sacra Teresa di Lisieux. La religione cattolica non mi interessa, ma per quello che ho sentito, Teresa aveva una specie di comunione mistica e fisica con Dio. Athena menzionò una volta che gli piacerebbe che il suo destino Lei sembrasse a quello di lei: in quello caso, sarebbe dovuto entrare in un convento e dedicare la sua vita alla contemplazione ed il servizio dei poveri. Sarebbe molto più utile al mondo, e molto meno pericoloso di indurre la gente, attraverso musica e rituali, ad una specie di intossicazione che può portare ad entrare in contatto con la cosa migliore, ma anche con la cosa peggiore di noi stessi. Io la seguii alla ricerca di una risposta al senso della mia vita, benché lo dissimulasse in nostro primo incontro. Avrebbe dovuto dare mi conta dall'inizio che ad Athena quello non gli interessava molto; voleva vivere, ballare, fare l'amore, viaggiare, riunire gente alla sua periferia per dimostrare la cosa saggia che era, esibire i suoi doni, provocare i vicini, approfittarsi di tutto quello che abbiamo di più profano, benché cercasse di dare una vernice spirituale alla sua ricerca. Ogni volta che ci vedevamo, per cerimonie magiche o per andare ad un bar, io sentivo il suo potere; quasi era capace di toccarlo, data la forza con la quale si manifestava. Al principio rimasi affascinata, voleva essere come ella. Ma un giorno, in un bar, ella incominciò a parlare del "Terzo Rito", relazionato con la sessualità. Lo fece davanti al mio fidanzato. Il suo pretesto era insegnarmi. Il suo obiettivo, secondo la mia opinione, era sedurre l'uomo che io amavo. E chiaro, finì per ottenerlo. Non è buono parlare della gente che ha passato di questa vita al piano astrale. Athena non dovrà rendermi mi conti, bensì a tutte quelli forze che utilizzò solo in beneficio proprio, invece di canalizzarli verso il bene dell'umanità ed il suo proprio superamento spirituale. E quello che è peggiore: tutto quello che incominciamo giunte sarebbe potuto risultare bene, se non fosse stato per il suo esibizionismo compulsivo. Se si fosse comportato in una maniera più

discreta, oggi staremmo compiendo giunte quella missione che ci fu confidata. Ma non poteva controllarsi: si credeva padrona della verità, capace di sorpassare tutte le barriere utilizzando solamente il suo potere di seduzione. Quale fu il risultato? Che rimasi sola. E non posso abbandonare il lavoro alla metà, devo arrivare fino al fine, benché a volte mi sieda debole, e quasi sempre scoraggiata. Non mi sorprende che la sua vita finisse di quella maniera: viveva flirtando col pericolo. Dicono che le persone estroverse sono più infelici delle introverse, e devono compensarlo dimostrandosi a loro stesse che sono contente, allegri, a bene con la vita; almeno, nel suo caso, questo commento è assolutamente corretto. Athena era cosciente del suo carisma, e fece soffrire a tutti quelli che l'amarono. Perfino a me. Capitolo Terzo Deidre O'Neill, trenta sette anni, medico, conoscente come Edda Se un uomo che non conosciamo di niente ci telefona oggi, chiacchieriamo un po', non insinua niente, non dice niente speciale, ma anche cosí ci presta un'attenzione che non riceviamo normalmente, siamo capaci di coricarci con lui quella stessa notte relativamente innamorate. Siamo così, e non c'è niente di brutto in ciò; è proprio della natura femminile aprirsi all'amore con gran facilità. Fu quell'amore quello che mi portò a trovarmi con la Madre quando aveva diciannove anni. Anche Athena aveva quell'età quando entrò per la prima volta in trance attraverso il ballo. Ma quell'era la cosa unica che avevamo in comune: l'età della nostra iniziazione. In tutto il resto eravamo totale e profondamente distinte, principalmente nella nostra maniera di combattere con gli altri. Come la sua maestra, diedi sempre la cosa migliore di me, affinché potesse organizzare la sua ricerca interna. Come amica—benché non abbia la sicurezza che quello sentimento fosse corrisposto—, cercai di allertarla del fatto che ancora il mondo non era preparato per le trasformazioni che ella voleva provocare. Ricordo che persi alcuni notti di sonno fino a che presi la decisione di permettergli di agire con totale libertà, seguendo quello che il suo cuore lo dettava. Il suo gran problema era essere una donna del secolo XXII, vivendo nel secolo XXI, permettendo che tutti lo vedesse. Pagò un prezzo? Senza dubbio. Ma avrebbe pagato un prezzo molto più alto se avesse represso la sua esuberanza. Sarebbe amareggiata, frustrata, sempre preoccupata per "quello che penseranno gli altri", sempre dicendo mi "lasci risolvere questi temi, dopo mi dedico al mio sonno", lamentandosi costantemente di "le condizioni ideali che non si danno mai." Tutti cercano un maestro perfetto; quello che passa è che i maestri esseri umani, benché i suoi insegnamenti possano essere divini, e quello è qualcosa che alla gente gli costa accettare. Non bisogna confondere il professore con la classe, il rituale con l'estasi, il trasmettitore del simbolo

col simbolo stesso. La Tradizione è legata all'incontro con le forze della vita, e non alle persone che lo trasmettono. Ma siamo deboli: chiediamo alla Madre che c'invii guide, ma ella invia solo i segni della strada che dobbiamo percorrere. Ahi di quelli che cercano pastori, invece di desiderare la libertà! L'incontro con l'energia superiore sta a portata di chiunque, ma sta lontano da quelli che trasferiscono la sua responsabilità verso gli altri. Il nostro tempo in questa terra è sacro, e dobbiamo celebrare ogni momento. L'importanza di quello è stata completamente dimenticata: perfino i festivi religiosi si sono trasformati in occasioni per andare alla spiaggia, al parco, alle stazioni di sci. Non ci sono oramai rituali. Non possiamo trasformare oramai le azioni ordinarie in manifestazioni sacre. Cuciniamo lamentandoci della perdita di tempo, quando potremmo stare trasformando amore in cibo. Lavoriamo credendo che è una maledizione divina, quando dovremmo usare le nostre abilità per darci piacere, e per propagare l'energia della Madre. Athena tirò fuori alla superficie il riquísimo mondo che tutti portano nell'anima, senza dare si racconta che ancora la gente non è preparata per accettare i suoi poteri. Noi, le donne, quando cerchiamo un senso alla nostra vita, o quello verso la conoscenza, c'identifichiamo sempre con uno dei quattro archetipi classici. La Vergine, e non parlo di sessualità, è quell'il cui ricerca si dà attraverso l'indipendenza completa, e tutto quello che impara è frutto della sua capacità per affrontare sola le sfide. Il Martire scopre nel dolore, nella consegna e nella sofferenza una maniera di conoscersi a sé stessa. Il Santa trova nell'amore senza limiti, nella capacità di dare senza chiedere niente a cambiamento, la vera ragione della sua vita. Finalmente, la Strega cerca il piacere completo ed illimitato, giustificando così la sua esistenza. Athena fu contemporaneamente le quattro, benché generalmente dobbiamo scegliere solo una di queste tradizioni femminili. Indubbiamente possiamo giustificare il suo comportamento allegando che tutti quelli che entrano

in stato di trance o di estasi perdono il contatto con la realtà. Quello è falso: il mondo fisico ed il mondo spirituale sono la stessa cosa. Possiamo scorgere la cosa Divina in ogni difetto di polvere, ma quello non c'impedisce di pulirlo con una spugna bagnata. La cosa divina non sparisce, ma si trasforma nella superficie pulita. Athena avrebbe dovuto avere più curato. Riflettendo sulla vita e la morte della mia discepola, scopro che sarebbe meglio che cambiasse un po' la mia maniera agire. Capitolo Quarto Lella Zainab, sessanta quattro anni, numeróloga Athena? Che nome tanto interessante! Vediamo… il tuo numero Massimo è il nove. Ottimista, sociale, capace di farsi notare in mezzo ad una moltitudine. La gente a lei si avvicina alla ricerca di comprensione, compassione, generosità, e proprio per quel motivo deve essere molto attenta, perché la tendenza alla popolarità può subírsele alla testa e finire per perdere più di quello che guadagna. Deve fare anche attenzione con la lingua, perché tende a parlare più che quello che consiglia il buon giudizio. In quanto al tuo numero Minimo: l'undici. Credo che aneli un posto di direttivo. Interesse per i temi mistici; attraverso essi cerca di apportare armonia a tutti quelli che stanno intorno a suo. Ma quell'entra direttamente in confronto col numero Nove che è la somma del giorno, il mese e l'anno della sua nascita, ridotti ad un unico algoritmo: sarà sempre soggetta all'invidia, la tristezza, l'introversione e le decisioni temperamentali. Attenzione con le seguenti vibrazioni negative: ambizione eccessiva, intolleranza, abuso di potere, stravaganza. A causa di questo conflitto, gli suggerisco che si dedichi a qualcosa che non implichi un contatto emozionale con la gente, nel settore dell'informatica o l'ingegneria, per esempio. È morta? Scusi. Che cosa faceva? Che cosa faceva Athena? Athena fece un po' di tutto, ma se dovesse riassumere la sua vita,

direbbe che era una sacerdotessa che comprendeva le forze della natura. Per meglio dire, era qualcuno che, per il semplice fatto di non avere molto da perdere né che sperare della vita, si arrischiò più che gli altri, e finì per trasformarsi nelle f uerzas che credeva dominare. Lavorò in un supermercato, fu usata di panca, agente immobiliare, ed in ognuno di questi posti smise mai di manifestarsi la sacerdotessa che portava dentro. Convissi con lei per otto anni, e gli doveva questo: recuperare la sua memoria, la sua identità. La cosa più difficile raccogliendo queste dichiarazioni f ue convincere la gente affinché mi permettesse di utilizzare i suoi nomi veri. Alcuni allegarono che non volevano verta avvolti in questo tipo di storie, altri cercavano di nascondere le sue opinioni ed i suoi sentimenti. Spiegai loro che la mia vera intenzione era fare che tutti quegli implicati la capissero meglio, e che nessuno andava a credere in dichiarazioni anonime. Come ognuno degli intervistati si credeva in possesso dell'unica e definitiva versione di qualunque evento, per più insignificante di questo fosse, finirono per accettare. Nel decorso delle registrazioni, compresi che le cose non sono assolute; esistono in funzione della percezione di ognuno. E molte volte, la migliore maniera di sapere chi siamo è cercare di sapere come ci vedono gli altri. Quello non vuole dire che facciamo quello che sperano, ma almeno ci capiamo meglio. Io dovevo quell'a Athena. Recuperare la sua storia. Scrivere il suo mito. Samira R. Khalil, cinquanta sette anni, casalinga, madre di Athena Non la chiamare Athena, per favore. Il suo vero nome è Sherine. Sherine Khalil, figlia molto cara, molto desiderata, che tanto io come mio marito vorremmo avere avuto per noi stessi! Ma la vita aveva altri piani; quando la generosità del destino è molto grande, c'è sempre un pozzo nel quale possono cadere tutti i sonni. Vivevamo a Beirut, nell'epoca nella che tutto il mondo la considerava come la città più bella di Medio oriente. Mio marito ero un impresario di successo, ci sposiamo per amore, viaggiavamo all'Europa tutti gli anni, avevamo amici, c'invitavano a tutti gli avvenimenti sociali importanti, ed una volta arrivai a ricevere nella mia casa ad un presidente degli Stati Uniti, immaginati! Furono tre giorni indimenticabili: due di essi, nei quali il servizio segreto americano esaminò minuziosamente ciascuno angolo della nostra casa, stavano già nel quartiere da più di un mese, occupando tutte le posizioni strategiche, affittando appartamenti, mascherandosi da mendicanti o di uguali di innamorati,; ed un giorno, per meglio dire, due ore di festa. Non mi sarà dimenticato mai l'invidia negli occhi dei nostri amici, né l'allegria di potere fotografarci con l'uomo più poderoso del pianeta. L'avevamo tutto, meno quello che più desideravamo: un figlio. Cosicché non avevamo niente.

Lo tentiamo di tutte le maniere, facemmo promesse, andammo a posti nei quali ci garantivano un miracolo, consultiamo medici, guaritori, prendiamo rimedi e bevemmo elisir e pozioni magiche. Due volte mi feci l'inseminazione artificiale, ma persi il bebè. La seconda, persi anche la mia ovaia sinistra, e non tornai a trovare un altro medico che volesse arrischiarsi in una nuova avventura di quello tipo. Fino a che uno dei molti amici che conosceva la nostra situazione suggerì l'unica uscita possibile: adottare un bambino. Disse che aveva contatti in Romania, e che il procedimento non andava a prolungare molto. Un mese dopo prendemmo un aeroplano; il nostro amico aveva commerci importanti col dittatore che governava il paese in quell'epoca, e del quale non ricordo il nome, N. R.: Nicolai Ceausescu, in modo che potemmo evitare tutti i tramiti burocratici ed andammo a dare ad un centro di adozione di Sibiu, in Transilvania. Lì, stavano aspettandoci già con caffè, sigarette, acqua minerale, e tutta la pratica preparata, dovevamo solo scegliere il bambino. Ci condussero ad un soggiorno nel quale faceva molto freddo, e mi domandai come potevano avere quelle povere creature in quella situazione. Il mio primo istinto fu adottarli a tutte, portarli al nostro paese, nel quale c'erano sole e libertà, ma ovviamente era un'idea strampalata. Passeggiiamo tra le culle, sentendo pianti, terrorizzati per la decisione che dovevamo prendere. Durante più di un'ora, né io né mio marito scambiamo parola alcuna. Usciamo, prendiamo caffè, fumiamo, ritornammo, e questo si ripetè varie volte. Notai che la donna incaricata dell'adozione incominciava a spazientirsi, doveva decidermi pronto; in quello momento, seguendo un istinto che oserei chiamare materno, come se avesse trovato un figlio che doveva essere mio in questa incarnazione ma che era arrivato a questo mondo attraverso un altro ventre, segnalai ad una bambina. L'addetta suggerì che lo pensasse meglio. Ella che sembravo tanto impaziente col nostro ritardo! Ma io mi ero deciso già. Anche cosí, con tutta l'attenzione, cercando di non ferire i miei sentimenti, ella pensava che avevamo contatti con le più alte sfere del governo rumeno, mi sussurrò in modo che mio marito non sentisse: —So che non riuscirà bene. È la figlia di una gitana. Gli risposi che una cultura non può trasmettersi attraverso i geni; la bambina che non aveva più che tre mesi, sarebbe mia figlia e quella di mio marito, educata secondo le nostre abitudini. Conoscerebbe la chiesa che frequentavamo, le spiagge alle quali andavamo a passeggiare, leggerebbe i suoi libri in francesi, studierebbe nella Scuola Americana di Beirut. Per il resto, non aveva nessuna informazione—e seguo senza averla—sulla cultura gitana. So solo che viaggiano che non si lavano sempre che ingannano gli altri e che portano un pendenza nell'orecchio. Conta la leggenda che sogliono rapire bambini per portarli nelle sue carovane, ma lì stava

succedendo esattamente il contrario: avevano lasciato dietro ad una bambina, affinché io mi incaricassi di lei. Ancora la donna cercò di dissuadermi, ma io stavo firmando già le carte, e chiedendo a mio marito che facesse la stessa cosa. Di ritorno a Beirut, il mondo sembrava differente: Dio mi ero dato una ragione per esistere, per lavorare, per lottare in questa valle di lacrime. Ora avevamo una bambina per giustificare tutti i nostri sforzi. Sherine crebbe in saggezza e bellezza, credo che tutti i genitori dicono la stessa cosa, ma penso che era una bambina realmente eccezionale. Un pomeriggio, quando ella aveva già cinque anni, uno dei miei fratelli mi disse che, se ella voleva lavorare fuori, il suo nome denuncerebbe sempre la sua origine, e suggerì che lo cambiasse con uno che non dicesse assolutamente niente, come Athena. Indubbiamente oggi so che Athena non è solamente un nome simile alla capitale di un paese, ma anche la dea della saggezza, dell'intelligenza e della guerra. E possibilmente mio fratello non sapesse solo questo, ma era cosciente dei problemi che un nome arabo potrebbe causargli nel futuro, era messo in politica, come tutta la nostra famiglia, e voleva proteggere sua nipote dalle nuvole nere che egli, solo egli, poteva scorgere nell'orizzonte. La cosa più sorprendente è che a Sherine gli piacque il suono della parola. In una sola tardi incominciò a riferirsi a sé stessa come Athena, e già nessuno potè togliersilo della testa. Per accontentarla, adottiamo anche quello soprannome, pensando che pronto si dimenticherebbe del tema. Potrà un nome colpire la vita di una persona? Perché il tempo passò, il soprannome resistè, e finiamo per adattarci a lui. A dodici anni, scopriamo che aveva una certa vocazione religiosa: viveva nella chiesa, si sapeva a memoria i vangeli, egli quale era contemporaneamente una benedizione ed una maledizione. In un mondo che incominciava ad essere sempre di più diviso per le credenze religiose, io temevo per la sicurezza di mia figlia. A quelle altezze, Sherine incominciava già a dirci, come se fosse la cosa più normale del mondo che aveva una serie di amici invisibili, angeli e santi i cui immagini normalmente vedevano nella chiesa che frequentavamo. È chiaro che tutti i bambini del mondo hanno visioni, benché sia raro che si ricordino una volta scorsa una determinata età. Normalmente danno anche vita alle cose inanimate, come i polsi o gli orsi di peluche. Ma incominciai a credere che stava esagerando quando un giorno andai a cercarla alla scuola e mi disse che aveva visto "una donna vestita di bianca, simile alla Vergine María." Credo negli angeli, chiaro. Credo perfino che gli angeli parlano coi bambini piccoli, ma quando le apparizioni sono di gente adulta, le cose cambiano. Conosco alcuni storie di pastori e di gente del campo che affermano avere visto una donna di bianca, quello che ha finito per distruggere le sue vite, poiché la gente la ricerca per fare miracoli, i curati si preoccupano, i villaggi si trasformano in centri di peregrinazione, ed i poveri bambini finiscono la sua vita in un convento. Cosicché rimasi molto preoccupata con questa storia; alla sua età sarebbe dovuto essere più

interessata per gli astucci di trucco, per dipingersi le unghie, vedere teleromanzi romantici o programmi infantili nella tele. Qualcosa andava male con mia figlia ed andai a vedere un specialista. —Rilassi Lei—disse. Per il pediatra specializzato in psicologia infantile, come per la maggioranza dei medici che trattano questi temi, gli amici invisibili sono una specie di proiezione dei sonni che aiutano il bambino a scoprire i suoi desideri, esprimere i suoi sentimenti, sentirsi con sé stessi, in una maniera inoffensiva. —Ma una donna di bianco? Mi rispose che forse, Sherine non comprendeva la nostra maniera di vedere o di spiegare il mondo. Suggerì che, a poco a poco, incominciasse a preparare il terreno per dirgli che era stato adottata. Nel linguaggio dello specialista, la cosa peggiore che poteva succedere è che Lei informasse per sé stessa, perché incomincerebbe a dubitare di tutto il mondo. Il suo comportamento potrebbe diventare imprevedibile. A partire da quello momento, cambiamo la nostra maniera dialogare con lei. Non so se l'essere umano può ricordare cose che gli succederono quando ancora era bebè, ma cerchiamo di dimostrargli quanto la volevamo, e che non doveva oramai rifugiarsi in un mondo immaginario. Doveva capire che il suo universo visibile era la cosa più bella che i suoi genitori l'andavano a proteggere da qualunque pericolo, Beirut era bella, le spiagge erano sempre piene di sole e di gente. Senza confrontare direttamente con quella "donna", incominciai a passare più tempo con mia figlia, invitai i suoi amici della scuola a che frequentasse la casa, non perdeva né una sola opportunità per dimostrargli tutto il nostro affetto. La strategia diede risultato. Mio marito viaggiava molto, Sherine lo gettava di meno, ed a nome dell'amore decise di cambiare il suo stile di vita. Le conversazioni solitarie incominciarono ad essere sostituite per giochi tra padre, madre e figlia. Tutto andava bene fino a che una notte ella venne piangendo alla mia stanza, dicendo che aveva paura che l'inferno stava vicino. Io ero solo in casa; mio marito, un'altra volta, aveva dovuto assentarsisi, e pensai che quell'era la ragione della sua disperazione. Ma inferno? Che cosa stavano insegnandogli in quello colai o nella chiesa? Decisi che al giorno dopo parla con l'insegnante. Sherine, tuttavia, non smetteva di piangere. La portai fino alla finestra, gli insegnai il Mediterraneo, là fuori, illuminato per la luna piena. Gli dissi che non c'erano demoni, bensì getti nel cielo e gente camminando per il viale davanti del nostro appartamento. Gli spiegai che non doveva avere paura che stesse tranquilla, ma ella continuava a piangere e tremando. Dopo quasi mezz'ora cercando di calmarla, incominciai a mettere mi nervosa. Gli chiesi che smettesse di comportarsi di quella maniera che non era oramai una bambina. Immaginai che forse avesse avuto la sua prima mestruazione; discretamente, gli domandai se sanguinava. —Molto.

Presi un po' di cotone, gli chiesi che Lei coricasse per potere trattargli la "ferita." Non era niente, domani glielo spiegherebbe. Tuttavia, non gli era arrivato la mestruazione. Ancora pianse un po', ma doveva essere stanca, perché si addormentò subito. Ed al giorno dopo di mattina, corse il sangue. Quattro uomini furono assassinati. Per me, non era più che una delle eterne battaglie tribali alla quale il mio paese era abituato. Per Sherine, non doveva essere niente, perché neanche menzionò il suo incubo della notte anteriore. Tuttavia, a partire da quella data, l'inferno fu arrivando, e fino ad oggi non è tornato ad andare. Lo stesso giorno, ventisei palestinesi morirono in un autobus, come vendetta per l'assassinio. Ventiquattro ore dopo, non poteva camminarsi oramai per le strade, per colpa dei tiri che uscivano da tutte parti. Chiusero le scuole. A Sherine lo portò a gran velocità a casa una delle sue insegnanti e, a partire da lì, tutti persero il controllo della situazione. Mio marito interruppe il suo viaggio e ritornò a casa; passò giorni interi chiamando i suoi amici del governo, ma nessuno gli diceva niente che avesse senso. Sherine sentiva là fuori i tiri, le grida di mio marito dentro casa e, per la mia sorpresa, non diceva né una parola. Io cercavo sempre di dirgli che era passeggero che pronto potremmo ritornare alla spiaggia, ma ella deviava gli occhi e mi chiedevo qualche libro per leggere, o un disco per ascoltare. Mentre l'inferno continuava a stabilirsi a poco a poco, Sherine leggeva ed ascoltava musica. Perdoni, ma non voglio pensare troppo a quello. Non voglio pensare alle minacce che riceviamo, in chi aveva la ragione, in chi i colpevole e gli innocenti erano. Il fatto è che, pochi mesi dopo chi voleva attraversare una determinata strada doveva prendere una barca, andare fino all'isola dalla Cipro, prendere un'altra barca e sbarcare nell'altro lato dalla carreggiata. Rimanemmo praticamente dentro casa durante quasi un anno, sempre sperando che la situazione migliorasse, sempre pensando che tutto quell'era passeggero che il governo controllerebbe la situazione. Una mattina, mentre ascoltava musica nel suo piccolo riproduttore portatile, Sherine provò alcuni passi di ballo, ed incominciò a dire cose come "durerà molto, molto tempo." Volli interromperla, ma mio marito mi prese del braccio: stava prestandogli attenzione, e prendendosi sul serio le parole di una bambina. Non capii mai perché, e fino al giorno di oggi non abbiamo commentato il tema; è un tema tabù tra noi. Al giorno dopo, inaspettatamente, egli incominciò a fare preparativi; dopo due settimane stavamo imbarcando verso Londra. Più tardi sappiamo che, benché non ci sia statistiche concrete al riguardo, in quelli due anni di guerra civile, N. R.: 1974 e 1975, morirono circa quaranta e quattro mille persone, ci furono cento ottanta mille feriti, migliaia di rifugiati. I combattimenti continuarono per altre ragioni, il paese fu occupato per forze straniere, e l'inferno segue ancora oggi.

"Durerà molto tempo", diceva Sherine. Sfortunatamente il mio Dio, aveva ragione. Capitolo Quinto Lukás Jessen-Petersen, trenta due anni, ingegnere, ex marito Athena sapeva già che era stato adottata dai suoi genitori quando la vidi per la prima volta. Aveva diciannove anni e stava per incominciare una lite nella caffetteria dell'università perché qualcuno, pensando che ella era di origine inglese, bianca, capelli lisci, occhi a volte verdi, a volte grigi, aveva fatto un commento sfavorevole su Medio oriente. Era il primo giorno di classe; la gente era nuova, nessuno sapeva niente dei suoi compagni. Ma quella ragazza si alzò, prese all'altra per il collo ed incominciò a gridare come una matta: —Razzista! Vidi lo sguardo terrorizzato della ragazza, lo sguardo eccitato degli altri studenti, assetati di vedere quello che andava a passare. Come era da un anno a quella gente, potei prevedere immediatamente le conseguenze: ufficio del rettore, lamenti, possibilità di espulsione, investigazione poliziesca su razzismo, etc. Tutti avevano qualcosa da perdere. —Taci! —gridai senza sapere quello che diceva. Non conosceva a nessuna delle due. Non sono il salvatore del mondo e, sinceramente, ogni tanto una lite è stimolante per i giovani. Ma il grido e la reazione furono più forti di me. —Già rozza! —gli gridai di nuovo alla ragazza bella che afferrava all'altra, anche bella, per il collo. Mi guardò e mi fulminò con gli occhi. Ed improvvisamente, qualcosa cambiò. Ella sorrise, benché ancora avesse le sue mani nella gola della sua compagna. —Hai dimenticato dire per favore. Tutto il mondo rise. —Per—gli chiesi—. Per favore. Ella liberò la ragazza e cominciò a camminare verso me. Tutte le teste accompagnarono il suo movimento. —Hai educazione. Hai anche una sigaretta? Gli offrii il pacchetto ed andammo a fumare al campus. Aveva passato della rabbia completa al rilassamento totale, e minuti dopo stava ridendo, parlando del tempo, domandandomi se mi piaceva questo o quello gruppo di musica. Sentii la sirena che richiamava a classe e, solennemente, ignorai quello per quello che era stato educato tutta la mia vita: mantenere la disciplina. Continuai lì a chiacchierare, come se l'università non esistesse oramai, né le liti, né la

caffetteria, né il vento, né il freddo, né il sole. Esisteva solo quella donna di occhi grigi che diceva cose poco interessanti ed inutili, capaci di lasciarmi lì il resto della mia vita. Due ore dopo stavamo mangiando insieme. Sette ore dopo stavamo in un bar, cenando e bevendo quello che il nostro presupposto ci permetteva mangiare e bere. Le conversazioni si andarono facendo sempre di più profonde, ed al poco tempo io sapevo già praticamente tutta la sua vita: Athena contava dettagli della sua infanzia, della sua adolescenza, senza che io gli facessi nessuna domanda. Più tardi seppi che ella era così con tutto il mondo; tuttavia, quello giorno, risentii il più speciale di tutti gli uomini sulla faccia della terra. Era arrivato da Londra come rifugiata della guerra civile che era esploso nel Libano. Suo padre, un cristiano maronita, N. R.: Ramo della Chiesa cattolica che, benché sia sommessa all'autorità del Vaticano, non esige il celibato dei sacerdoti ed utilizza riti orientali ed ortodossi, era stato minacciato di morte per lavorare col governo, ed anche cosí non si decideva ad esiliarsi, fino a che Athena sentì di nascosto una conversazione telefonica, decise che era ora di crescere, di assumere le sue responsabilità di figlia, e di proteggere a quelli che tanto amava. Provò una specie di danza, finse che stava in trance, aveva imparato tutto quello nella scuola, quando studiava la vita dei santi, ed incominciò a dire cose. Non so come una bambina può fare che gli adulti prendano decisioni basate nei suoi commenti, ma Athena affermò che era stato esattamente così, suo padre era superstizioso, era assolutamente convinta che aveva salvato la vita della sua famiglia. Arrivarono qui come rifugiati, ma non mangio mendicanti. La comunità libanese è dispersa per tutto il mondo, suo padre trovò subito la maniera di ristabilire i suoi commerci, e la vita seguì. Athena potè studiare in buone scuole, diede classi di ballo—che era la sua passione— e scelse la Facoltà di Ingegneria non appena finì i suoi studi secondari. Già a Londra, i suoi genitori l'invitarono a cenare in uno dei ristoranti più cari della città, e gli contarono, egli più delicatamente possibile che era adottata. Ella finse sorpresa, li abbracciò, e disse loro che niente andava a cambiare la relazione che c'erano tra essi. Ma, in realtà, qualche amico della famiglia, in un momento di odio, gli aveva detto già "orfana ingrata, neanche sei figlia naturale, e non sai come comportarti." Ella gli lanciò una portacenere che gli diede nel viso, pianse di nascosto per due giorni, ma pronto l'assunse. A quello parente gli rimase una cicatrice nel viso che non poteva spiegare a nessuno, ed incominciò a dire che l'avevano aggredito alcuni assalitori per strada. L'invitai ad uscire al giorno dopo. Di maniera assolutamente diretta, mi disse che era vergine che andava a messa tutte le domeniche, e che non gli interessavano i romanzi cavallereschi; gli interessava molto più leggere tutto quello che poteva sulla situazione in Medio oriente. Infine, era occupata. Occupata. —La gente crede che l'unico sonno di una donna sia sposarsi ed avere figli. E, per tutto quello

che ti ho contato, devi credere che abbia sofferto molto nella vita. Non è verità, e mi conosco già quella storia, mi sono stati avvicinati già altri uomini con la scusa di "proteggermi" dalle tragedie. " Dimenticano che, dalla Grecia più antica, la gente che ritornava dei combattimenti oppure veniva morta sul suo scudo, o i più forti, ecceda le sue cicatrici. Migliore così: sto nel campo di battaglia da quando nacqui, seguo evviva, e non necessito che nessuno mi protegga. Fece una pausa. —Vedi come sono colta? —Molto colta, ma quando attacchi qualcuno più debole di te, stai insinuando che realmente hai bisogno di protezione. Avresti potuto rovinare la tua corsa universitaria in quello momento. —Hai ragione. Accetto l'invito. A partire da quello giorno incominciamo ad uscire regolarmente, e vicino stava quanto più di lei, più scopriva la mia propria luce. Perché mi stimolava per dare sempre la cosa migliore di me stesso. Non aveva letto mai nessun libro di magia né di esoterismo: diceva che erano cose del demonio che l'unica salvazione stava in Gesù e punto. Ogni tanto, insinuava cose che non sembravano essere di accordo con gli insegnamenti della Chiesa: —Cristo era circondato di mendicanti, prostitute, esattori di imposte, pescatori. Credo che con quello volesse dire che la scintilla divina sta nell'anima di tutti che non si estingue mai. Quando rimango quieta, o quando sono molto distorta, sento che vibro con l'universo intero. Ed incomincio a conoscere cose che non conosco, come se fosse il proprio Dio quello che guida i miei passi. Ci sono momenti nei quali sento che tutto sta essendomi rivelato. E dopo si correggeva: —È un errore. Athena viveva sempre in due mondi: quello che sentiva come vero e quello che gli era insegnato attraverso la

sua fede. Un giorno, dopo quasi un semestre di equazioni, calcoli e studi di struttura, disse che andava ad abbandonare la facoltà. —Ma non me l'avevi commentato! —Aveva paura inclusa di parlare di questo tema con me stessa. Tuttavia, oggi sono andato dal parrucchiere; la parrucchiera lavorò notte e giorno affinché sua figlia potesse finire la corsa di sociologia. Sua figlia riuscì a finire la facoltà, e dopo avere suonato a molte porte, ottenne un impiego come segretaria di una firma di cemento. Anche cosí, la mia parrucchiera ripeteva oggi, molto orgogliosa: "Mia figlia ha un titolo." La maggioranza degli amici dei miei genitori, e dei figli degli amici dei miei genitori, hanno un titolo. Quello non significa che siano riusciti a lavorare in quello che volevano. Tutto il contrario, entrarono ed uscirono dall'università perché qualcuno, in un'epoca nel quale le università sembrano importanti, disse che una persona, per migliorare nella vita, doveva avere un titolo. Ed il mondo smette di avere eccellenti giardinieri, panettieri, antiquari, muratori, scrittori. Gli chiesi che lo pensasse un po' più, prima di prendere una decisione tanto radicale. Ma ella citò i versi di Robert Frost: "In un bosco si biforcarono due strade ed io…, io presi i meno transitati. Questo segnò tutta la differenza." Al giorno dopo, non apparve per classe. Quando tornai a vederla gli domandai che cosa andava a fare. —Sposarmi. Ed avere un figlio. Non era un ultimatum. Io avevo venti anni, ella diciannove, e pensava che ancora era molto pronto per qualunque compromesso di quella natura. Ma Athena parlava molto sul serio. Ed io dovevo scegliere tra perdere l'unica cosa che realmente occupava il mio pensiero—l'amore per quella donna—o perdere la mia libertà e tutte le possibilità che il futuro si prometteva. Onestamente, la decisione non mi risultò né un pochino difficile. Capitolo Sesto Padre Giancarlo Fontana, settanta due anni

Indubbiamente rimasi molto sorpreso quando quello compagno, troppo giovane, venne alla chiesa affinché organizzasse la cerimonia. Io conoscevo poco a Lukás Jessen-Petersen, e quello stesso giorno seppi che la sua famiglia, di un'oscura nobiltà della Danimarca, si opporsi frontalmente all'unione. Non solo al matrimonio, ma anche alla Chiesa. Suo padre, basandosi su argomenti scientifici relativamente incontestabili, diceva che il Bibbia, nella quale si basava tutta la religione, in realtà non era un libro, bensì un insieme di 66 manoscritti differenti dei che non si conosce né il vero nome, né l'identità dell'autore; tra il primo e l'ultimo libro passarono quasi mille anni, e che perfino fu scritto dopo che Colombo scoprì l'America. E che nessun essere vivo in tutto il pianeta—dalle scimmie agli uccelli—ha bisogno di dieci comandamenti per sapere come comportarsi. La cosa più importante è che seguano le leggi della natura, ed il mondo starà in armonia. Indubbiamente leggo il Bibbia. Indubbiamente so qualcosa della sua storia. Ma gli esseri umani che la scrissero furono strumenti del Potere Divino, e Gesù forgiò un'alleanza molto più forte dei dieci comandamenti: l'amore. Gli uccelli, le scimmie, o qualunque creatura di Dio delle quali parliamo, ubbidiscono ai suoi istinti e seguono solo quello che è programmato. Nel caso dell'essere umano, le cose sono più complicate, perché conosce l'amore e le sue trappole. Buono. Sto sciogliendo già un sermone quando in realtà dovrebbe stare parlando del mio incontro con Athena e Lukás. Mentre parlava col ragazzo—e dico parlare, perché non apparteniamo alla stessa fede, e pertanto non sono sommesso al segreto di confessione—, seppi che, oltre all'anticlericalismo che regnava nella sua casa, c'era una gran diffidenza per il fatto che Athena fosse straniero. Volli chiedergli che ricordasse per lo meno un appuntamento del Bibbia che non contiene nessuna allusione alla fede, bensì un consiglio: Non aborrirai all'idumeo, perché è tuo fratello; neanche all'egiziano riterrai abominevole, perché straniero fosti nella sua terra. Perdono. Un'altra volta incomincio a citare il Bibbia, ma prometto che controllo a partire da ora. Dopo la conversazione col ragazzo, passai per lo meno due ore con Sherine, o Athena, come ella preferiva che la chiamasse. Athena mi intrigò sempre. Da quando incominciò a frequentare la chiesa, mi somigliavo che

avesse un progetto molto chiaro in mente: trasformarsi in santa. Mi disse che, benché il suo fidanzato non lo sapesse, poco prima che esplodesse la guerra civile a Beirut aveva avuto un'esperienza molto simile a quella di sacra Teresa di Lisieux: aveva visto sangue per strade. Possiamo attribuire tutto quell'a un trauma dell'infanzia e l'adolescenza, ma il fatto è che tale esperienza, conosciuta come il possesso creativo per la cosa "sacra", succede a tutti gli esseri umani, in maggiore o minore misura. Improvvisamente, per una frazione di secondo, sentiamo che tutta la nostra vita è giustificata, i nostri peccati sono perdonati, l'amore è sempre più forte, e può trasformarci definitivamente. Ma è anche in quello momento nel quale abbiamo paura. Darsi completamente all'amore, già sia divino o umano, significa rinunciare a tutto, perfino al proprio benessere, o alla propria capacità di prendere decisioni. Significa amare nel senso più profondo della parola. In realtà, non vogliamo essere salvati della maniera che Dio scelse per riscattarci: vogliamo mantenere il controllo assoluto di tutti i nostri passi, essere pienamente coscienti delle nostre decisioni, essere capaci di scegliere l'oggetto della nostra devozione. Con l'amore non è così: arriva, si stabilisce, e passa a controllarlo tutto. Solo alcuni anime molto forti si lasciano portare, ed Athena era un'anima forte. Tanto forte che passava ore in profonda contemplazione. Aveva un Don speciale per la musica; dicevano che ballava molto bene, ma come la chiesa non è un posto appropriato per quello, normalmente portava la sua chitarra tutte le mattine, e rimanere un momento cantando alla Vergine, prima di andare all'università. Ancora mi ricordo di quando la sentii per la prima volta. Aveva celebrato già la messa mattutina per i pochi parrocchiani disposti a svegliarsi presto in inverno, quando ricordai che mi ero dimenticato di raccogliere il denaro depositato nella scatola di elemosine. Ritornai, e sentii una musica che mi fece vederlo tutto in maniera differente, come se l'ambiente fosse stato toccato per la mano di un angelo. In un angolo, in una specie di trance, una giovane di approssimativamente venti anni di età, toccava con la sua chitarra alcuni inni di lode, con gli occhi fissi nell'immagine dell'Immacolata Concezione. Mi avvicinai alla scatola di elemosine. Ella notò la mia presenza ed interruppe quello che faceva, ma io assentii con la testa, incoraggiandola a seguire. Poi mi sedetti in una banca, chiusi gli occhi e rimasi ascoltando. In quello momento, la sensazione del Paradiso, il possesso creativo per la cosa "sacra", sembrò discendere dai cieli. Come se capisse quello che stava passando nel mio cuore, ella incominciò a combinare il canto col silenzio. Nei momenti nei che ella smetteva di toccare, io pregavo un discorso. Dopo, tornava a suonare la musica. Fui cosciente che stava vivendo un momento indimenticabile della mia vita; quelli momenti che non capiamo fino a che sono andati via. Stava lì integramente, senza passato, senza futuro, solo vivendo quella mattina, quella musica, quella dolcezza, il discorso inaspettato. Entrai in una specie di adorazione, di estasi, di gratitudine per stare in questo mondo, contento per avere

seguito la mia vocazione nonostante i confronti con la mia famiglia. Nella semplicità di quella piccola cappella, nella voce della ragazza, nella luce della mattina che tutto l'inondava, capii un'altra volta che la grandezza di Dio si mostra attraverso le cose più semplici. Dopo molte lacrime e di quello che mi sembrò un'eternità, ella fermò. Mi girai, scoprii che era una delle mie parrocchiane. Da allora ci facemmo amici, ed ogni volta che potevamo condividevamo questa adorazione attraverso la musica. Ma l'idea del matrimonio mi sorprese moltissimo. Come ci trattavamo con fiducia, volli sapere come sperava che la ricevesse la famiglia di suo marito. —Male. Molto male. Con molta delicatezza, gli domandai se si vedeva forzata a sposarsi per alcuno ragione. —Sono vergine. Non sono incinta. Volli sapere se l'aveva comunicato già alla sua propria famiglia e mi disse che sì: la reazione fu terribile, accompagnata per le lacrime di sua madre e per le minacce di suo padre. —Quando vengo qui a lodare la Vergine con la mia musica, non penso a quello che dicono gli altri; semplicemente condivido con lei i miei sentimenti. E da quando ho uso di ragione, è stato sempre così; sono un bicchiere nel quale l'Energia Divina può manifestarsi. Ed ora questa energia mi chiede che abbia un figlio, per potere dargli quello che mia madre biologica non mi diede mai: protezione e sicurezza. Nessuno è sicuro in questa "terra", risposi. Ancora aveva un lungo futuro davanti, c'era molto tempo affinché il miracolo della creazione Lei manifestasse. Ma Athena era decisa: —Sacra Teresa non si ribellò contro la malattia che ebbe; tutto il contrario, vide in ciò un segno di Gloria. Sacra Teresa era molto più giovane di me, aveva quindici anni, quando decise di entrare in un convento. Glielo proibirono e non l'accettò, decise di andare a parlare direttamente col Papa. Si immagina quello che è quello? Parlare col Papa! E riuscì il suo obiettivo. "Questa stessa Gloria che sta chiedendomi qualcosa molto più facile e molto più generoso di una malattia: che sia madre. Se spero molto, non potrò essere compagna di mio figlio, la differenza di età sarà grande, e non avremo oramai gli stessi interessi in comuni. Non sarebbe l'unica, insistei. Ma Athena seguì, come se non mi ascoltasse: —Sono solo felice quando penso che Dio esiste e mi ascolta; quello non basta per continuare a vivere, e niente sembra avere senso. Cerco di mostrare un'allegria che non sento, nascondo la mia tristezza affinché non si inquietino quelli che tanto mi amano e si preoccupano per me. Ma recentemente ho considerato la possibilità del suicidio. Di sera, prima di dormire, ho lunghe conversazioni con me stessa, e chiedo che mi sia andato questa idea della testa: sarebbe

un'ingratitudine verso tutti, una fuga, una maniera di espandere tragedia e miseria per la terra. Di mattina vengo qui a parlare col santa, a chiedergli che mi liberi dei demoni coi quali parlo di sera. Mi ha dato risultato fino ad ora, ma incomincio ad indebolire. So che ho una missione che ho respinto per molto tempo, ed ora devo accettarla. "Quella missione è essere madre. Devo compierla, o giro matta. Se non posso vedere la vita crescendo dentro me, non potrò tornare ad accettare la vita che sta fuori. Capitolo Settimo Lukás Jessen-Petersen, ex marito Quando Viorel nacque io avevo appena compiuto ventidue anni. Non era oramai lo studente che si era sposato con un'ex compagna di facoltà, bensì un uomo responsabile del sostentamento della sua famiglia, con un enorme peso sulle mie spalle. I miei genitori, ovviamente, che neanche assisterono al matrimonio, condizionarono qualunque aiuto economico alla separazione e la custodia dal bambino, per meglio dire, fu mio padre quello che lo commentò, perché mia madre normalmente chiamava piangendomi, dicendomi che io ero pazzo, ma che gli piacerebbe moltissimo prendere suo nipote in braccia. Io speravo che man mano che capisse il mio amore per Athena e la mia decisione di seguire con lei, quella resistenza sparirebbe. Ma non spariva. Ed ora doveva alimentare mia moglie e mio figlio. Cancellai la targa nella Facoltà di Ingegneria. Ricevei una chiamata di mio padre, con minacce ed affetto: diceva che, se seguiva così, andava a finire per diseredarmi, ma che se ritornava all'università, considererebbe aiutarmi "provvisoriamente", secondo le sue parole. Io lo respinsi; il romanticismo della gioventù esige che abbiamo sempre posizioni radicali. Gli dissi che poteva risolvere i miei problemi io solito. Fino al giorno in che Viorel nacque, Athena incominciava a lasciarsi a che io la capissi meglio. Tuttavia, quello non era successo attraverso la nostra relazione sessuale—molto timida, devo confessare—, bensì attraverso la musica. La musica è tanto antica come gli esseri umani, mi spiegarono dopo. Il nostro ancestros che viaggiavano di caverna in caverna, non potevano portare molte cose, ma l'archeologia moderna dimostra che, oltre alla cosa poco che dovevano per mangiare, nel suo bagaglio c'era sempre un strumento musicale, generalmente un tamburo. La musica non è semplicemente un po' che ci piace, o che ci distrae, ma oltre a quello, è un'ideologia. Si conosce alla gente per il tipo di musica che ascolta. Vedendo ad Athena ballare mentre era incinta, sentendola suonare la sua chitarra affinché il bebè Lei tranquillizzasse e capisse che era amato, incominciai a lasciare che anche la sua maniera di vedere il mondo contagiasse la mia vita. Quando Viorel nacque, la cosa prima che facemmo arrivando a casa fu ascoltare un adagio di Albinoni. Quando discutevamo, era la forza della

musica—benché non riesca a stabilire una relazione logica tra una cosa e l'altra, eccetto pensare ai hippie— quella che c'aiutava ad affrontare i momenti difficili. Ma tutto quello romanticismo non c'aiutava a guadagnare denaro. Come io non suonavo nessun strumento, e neanche poteva offrirmi per distrarre i clienti in un bar, potei ottenere solo un lavoro di apprendista in un studio di architettura, facendo calcoli strutturali. Pagavano molto poco l'ora, cosicché usciva presto di casa e ritornava tardi. Quasi non poteva vedere mio figlio—che stava sempre dormendo—, e quasi non poteva né parlare né fare l'amore con mia moglie che era esausta. Tutte le notti, io mi domandavo: Quando migliorerà la nostra situazione economica ed avremo la dignità che meritiamo? Benché sia di accordo con Athena quando parla dell'inutilità di un titolo nella maggioranza dei casi, in ingegneria, e diritto, e medicina, per esempio, è fondamentale avere una serie di conoscenze tecniche, o staremmo mettendo in pericolo la vita degli altri. Ma io mi ero visto obbligato ad interrompere la ricerca di una professione che aveva scelto, un sonno che era molto importante per me. Incominciarono le liti. Athena si lamentava che io prestavo poca attenzione al bambino che necessitava un padre che se era stato solo per avere un figlio, ella potrebbe avere la cosa fatta suola, senza necessità di crearmi tanti problemi. Più di una volta attaccai una porta sbattuta ed uscii a camminare, gridando che ella non si capiva che neanche io capivo come aveva accettato quella "pazzia" di avere un figlio a venti anni, prima di essere stato capaci, almeno, di avere alcune minime condizioni economiche. A poco a poco, smettiamo di fare l'amore, fosse già per stanchezza, o perché sempre eravamo arrabbiati l'uno con l'altro. Incominciai a cadere nella depressione, credendo che era stato utilizzato e manipolato per la donna che amava. Athena si rese sempre di più conto del mio stato di coraggio strano, ed invece di aiutarmi, decise di concentrare la sua energia solo in Viorel e nella musica. La mia fuga passò ad essere il lavoro. Ogni tanto parlava coi miei genitori, e sentiva sempre quella storia che "ella ebbe un figlio per averti arricciatura." D'altra parte, la sua religiosità continuava ad aumentare sempre di più. Pronto volle il battesimo, con un nome che lei stessa aveva deciso: Viorel, di origine rumena. Credo che, salvo pochi immigranti, nessuno in Inghilterra si chiama Viorel, ma mi sembrò creativo, e di nuovo pensai che stava facendo una connessione con un passato che neanche era arrivato a vivere: i suoi giorni nell'orfanotrofio di Sibiu. Io cercavo di adattarmi a tutto, ma sentiva che stava perdendo ad Athena a causa di colpa dal bambino. Le nostre liti diventarono più frequenti, ella incominciò a minacciarmi di andare da casa, perché credeva che Viorel stava ricevendo le "energie negative" delle nostre discussioni. Una notte, dopo una minaccia più, quello che andò via di casa io fui, credendo che andava a ritornare non appena mi calmasse un po'. Incominciai a camminare senza rotta per Londra, bestemmiando contro la vita che aveva scelto, il figlio che aveva accettato, la donna che sembrava già non sentire il più minimo interesse per

me. Entrai nel primo bar, vicino ad una stazione di metro, e mi presi quattro whiskys. Quando il bar chiuse, alle undici, andai ad un negozio di quelle che stanno aperte di sera, comprai più whiskey, mi sedetti in una banca della piazza e continuai a bere. Mi furono avvicinati un gruppo di giovane e mi chiesero che condividesse la bottiglia con essi, io mi negai e mi attaccarono. Apparve la polizia e finiamo tutti in commissariato. Mi sciolsero dopo avere deposto. Evidentemente, non accusai nessuno; dissi che era stato una discussione senza importanza, o dovrebbe passare alcuni mesi della mia vita dovendo comparire davanti a tribunali, come vittima di aggressione. Quando mi disporsi ad uscire, il mio stato di ubriachezza era tale che caddi sopra al tavolo da un ispettore di polizia. Si arrabbiò, ma invece di arrestarmi per insolenza all'autorità, mi gettò verso fuori del commissariato. E lì stava uno dei miei aggressori che mi ringraziò non avere portato avanti il caso. Mi disse che era molto sporco di fango e di sangue, e mi suggerì che mi mettessi un altri vestiti prima di ritornare a casa. Invece di seguire la mia strada, gli chiesi che mi facesse un favore: che mi ascoltasse, perché aveva una bisogno immensa di parlare. Per un'ora ascoltò in silenzio i miei lamenti. In realtà, io non stavo parlando con lui, bensì con me stesso, un ragazzo con tutta la vita davanti, una corsa che potrebbe essere brillante, una famiglia che aveva contatti sufficienti per aprire facilmente molte porte, ma che ora sembrava uno dei mendicanti di Hampstead, N. R.: Quartiere di Londra, ubriaco, stanco, depresso, senza denaro. Tutto per colpa di una donna che neanche mi prestavo attenzione. Alla fine della mia storia, scorgeva già meglio la situazione nella quale mi trovavo: una vita che io avevo scelto, credendo che l'amore può salvarlo tutto. E non è verità: a volte finisce per portarci all'abisso, con l'aggravante che generalmente trasciniamo con noi alle persone care. In questo caso, io stavo per distruggere non solo la mia esistenza, ma anche quella di Athena ed a Viorel. In quello momento, mi ripetei un'altra volta a me stesso che io ero un uomo, e non il bambino che era nato in una culla di oro, e doveva affrontare con dignità tutte le sfide che mi fossero presentati. Andai a casa, Athena stava dormendo già col bebè in braccia. Mi diedi un bagno, uscii un'altra volta per tirare i vestiti al cestino della strada, e mi coricai, stranamente sobrio. Al giorno dopo, gli dissi che voleva il divorzio. Ella domandò perché. —Perché ti amo. Amo a Viorel. E tutto quello che ho fatto è incolparvi due a per avere abbandonato il mio sonno di essere ingegnere. Se avesse sperato un po', le cose sarebbero state differenti, ma tu pensasti solo ai tuoi piani; dimenticasti includermi in essi. Athena non reagì, come se glielo aspettasse, o come se, inconsciamente, stesse provocando quell'atteggiamento. Il mio cuore sanguinava, perché sperava che mi chiedesse per favore che mi rimanesse. Ma ella

sembrava tranquilla, rassegnata, preoccupata unicamente per evitare che il bebè sentisse la nostra conversazione. Fu in quello momento nel quale ebbi la sicurezza che non mi ero amato mai, io non ero stato più che un strumento per la realizzazione di quella pazzia di sonno di avere un figlio a diciannove anni. Gli dissi che poteva rimanere con la casa ed i mobili, ma li respinse: andava a casa di sua madre per qualche tempo, cercherebbe un impiego ed affitterebbe il suo proprio appartamento. Mi domandò se poteva aiutarla economicamente con Viorel. Io assentii al momento. Mi alzai, gli diedi un lungo ed ultimo bacio, tornai ad insistere per che Lei si mettesse d'accordo lì, la girò a dire che andava a casa di sua madre non appena raccogliesse tutte le sue cose. Mi sistemai in un hotel economico e rimasi aspettando tutte le notti a che ella mi richiamasse per chiedermi che ritornasse, ricominciare una nuova vita; perfino era disposto a seguire con la stessa vita se era necessario, poiché il fatto di allontanarmi da essi mi ero fatto darmi conta che non c'era nessuno né nient'altro importante nel mondo che mia moglie e mio figlio. Una settimana dopo, finalmente ricevei la sua chiamata. Ma tutto quello che mi disse fu che aveva raccolto già le sue cose e che non pensava di ritornare. Altre due settimane più tardi, seppi che aveva affittato una piccola mansarda in Bassotto Road, dove doveva salire tutti i giorni tre piani di scale col bambino in braccia. Passarono altri due mesi e finiamo per firmare le carte. La mia vera famiglia andava via per sempre. E la famiglia nella quale nacqui mi riceveva con le braccia aperte. Dopo la nostra separazione e dell'immensa sofferenza che la seguì, mi domandai se realmente non era stato una decisione sbagliata, inconseguente, propria di persone che hanno letto molte storie di amore nell'adolescenza, e che volevano ripetere ad ogni costa il mito di Romeo e Julieta. Quando il dolore si calmò—e c'è solo un rimedio per quello, il passo del tempo—, capii che la vita si era permessa di conoscere l'unica donna che sarebbe capace di amare in tutta la mia vita. Ogni secondo passato al suo fianco era valso la pena; quello che era successo, girerebbe nonostante tutto a ripetere ogni passo che aveva dato. Ma il tempo, oltre a curare le ferite, mi insegnò qualcosa di curioso: è possibile amare oltre ad una persona nella vita. Mi sposai un'altra volta, sono felice di fianco a mia nuova moglie, e non posso immaginare come sarebbe vivere senza lei. Quello, tuttavia, non mi obbliga a rinunciare a tutto quello che vissi, purché faccia l'attenzione a non cercare di paragonare entrambe le esperienze; non può misurarsi l'amore come misuriamo una strada o l'altezza di un edificio. Rimase qualcosa di molto importante della mia relazione con Athena: un figlio, il suo gran sonno, che mi fu comunicato apertamente prima di deciderci a sposarci. Ho un altro figlio con la mia seconda moglie, ora sono ben preparato per gli alti e bassi della paternità, non mangio dodici anni fa. Una volta, in una delle occasioni che la vidi andando a cercare a Viorel per passare la fine settimana con me, decisi toccare il tema: gli domandai perché si era mostrato tanto tranquilla quando seppe che io volevo separarmi.

—Perché ho imparato a soffrire in silenzio tutta la mia vita—rispose. Allora mi abbracciò e pianse tutte le lacrime che gli piacerebbe avere rovesciato quello giorno. Capitolo Ottavo Padre Giancarlo Fontana La vidi entrare a messa di domenica, come sempre col bebè in braccia. Sapeva le difficoltà che stavano passando, ma fino a quella stessa settimana non smetteva di essere un malinteso normale nei compagni che io speravo che Lei risolvesse presto o tardi, poiché ambedue erano persone che irradiavano il Bene ad intorno suo. Era da un anno che non veniva a suonare la sua chitarra ed a lodare la Vergine per le mattine; si dedicava a badare a Viorel, al quale io ebbi l'onore di battezzare, benché che io ricordi non c'è nessun santo con quello nome. Ma continuava a frequentare la chiesa tutte le domeniche, e parlavamo sempre alla fine, quando tutti erano andati via già. Diceva che io ero il suo unico amico; insieme condividiamo le adorazioni divine, ma ora doveva condividere con me le necessità terrene. Amava a Lukás più che a qualunque uomo che avrebbe conosciuto; era il padre di suo figlio, la persona che aveva scelto per condividere la sua vita, qualcuno che aveva rinunciato a tutto ed aveva avuto il coraggio di formare una famiglia. Quando incominciarono le crisi, ella cercava di fargli capire che era passeggero, doveva dedicarsi a suo figlio, ma non aveva la minore intenzione di trasformarlo in un bambino viziato; pronto lo lascerebbe affrontare solito certe sfide della vita. A partire da lì, tornerebbe ad essere la moglie e la donna che egli aveva conosciuto nei primi appuntamenti, forse perfino con più intensità, perché ora conosceva meglio i doveri e le responsabilità dell'elezione che aveva fatto. Anche cosí, Lukás si sentiva scartato; ella cercava disperatamente di dividersi tra i due, ma si vedeva sempre obbligata a scegliere, ed in quelli momenti, senza la minore ombra di dubbio, sceglieva a Viorel. Con le mie parce conoscenze psicologiche, gli dissi che non era la prima volta che sentiva quello tipo di storie, e che generalmente gli uomini si sentono scartati in una situazione come quella, ma che è passato loro presto; aveva assistito già prima a quello tipo di problema, parlando coi miei parrocchiani. In una di queste conversazioni, Athena riconobbe che forse si era precipitato un po', il romanticismo di essere una giovane madre non le aveva lasciato vedere con chiarezza le vere sfide che sorgono dietro la nascita da un figlio. Ma ora era troppo tardi per pentimenti. Mi domandò se io potrei parlare con Lukás che non andava mai alla chiesa, già fuori perché non credeva in Dio o perché preferiva sfruttare le mattine di domenica per stare più vicino a suo figlio. Io accedei a farlo, purché venisse per la sua propria volontà. E quando Athena stava per chiedergli quello favore, si prodursi la gran crisi e suo marito andò via di casa. Gli consigliai che avesse pazienza, ma ella era profondamente ferita. Era stato già abbandonata una volta nella sua infanzia, e tutto l'odio che sentiva verso sua madre biologica gli fu trasferito

automaticamente a Lukás, benché più tardi, per quello che so, tornarono ad essere buoni amici. Per Athena, rompere i lacci di famiglia era il peccato più grave di qualcuno magari poteva commettere. Continuò a frequentare la chiesa le domeniche, ma ritornava subito a casa, perché non aveva oramai con chi lasciare a suo figlio, ed il bambino piangeva molto durante la cerimonia, intorpidendo la concentrazione degli altra fedeli. In uno dei pochi momenti nei che potemmo parlare, mi disse che stava lavorando in una banca che aveva affittato un appartamento, e che non mi preoccupassi; il "padre", aveva smesso di pronunciare il nome di suo marito, compiva i suoi obblighi economici. Fino a che arrivò quella domenica fatidica. Io sapevo quello che aveva passato durante la settimana: me l'aveva contato uno dei parrocchiani. Passai alcuni notti chiedendo che qualche angelo mi ispirasse che mi spiegasse se doveva mantenere il mio compromesso con la Chiesa o il mio compromesso con gli uomini. Come l'angelo non apparve, mi misi in contatto col mio superiore e mi disse che la Chiesa sopravvive perché è stato sempre rigida coi suoi dogmi, se incominciava a fare eccezioni, saremmo stati persi dal Medioevo. Sapeva esattamente quello che andava a passare, pensai di richiamare ad Athena, ma non mi ero dato il suo nuovo numero. Quella mattina, le mie mani tremarono quando alzai l'ostia, consacrando il pane. Dissi le parole che la tradizione millenaria si era trasmessa, usando il potere trasmesso di generazione in generazione per gli apostoli. Ma allora il mio pensiero si diresse a quella ragazza col suo bambino in braccia, una specie di Vergine María, il miracolo della maternità e dell'amore manifestati nell'abbandono e la solitudine che si era messo nella fila come faceva sempre, e, a poco a poco, si avvicinava a comunicare. Credo che gran parte della congregazione lì presente sapeva quello che stava passando. Tutti mi guardavano, aspettando la mia reazione. Mi vidi circondato di giusti, peccatori, farisei, sacerdoti del Sinedrio, apostoli, discepoli, gente di buona e di brutta volontà. Athena si fermò davanti a me e ripetè di sempre il gesto: chiuse gli occhi ed aprì la bocca per ricevere il corpo di Cristo. Il corpo di Cristo rimase nelle mie mani. Ella aprì gli occhi, senza capire molto bene quello che stava passando. —Parliamo dopo—gli sussurrai. Ma ella non si muoveva. —C'è dietro gente, nella coda. Parliamo dopo. —Che cosa è quello che passa? —Vicino tutti quelli che stavano poterono sentire la sua domanda.

—Parliamo dopo. —Perché non mi dà la comunione? Non vede che sta umiliandomi davanti a tutto il mondo? Non è sufficiente tutto quello che ho passato? —Athena, la Chiesa prohíbe che le persone divorziato ricevano il sacramento. Hai firmato le carte questa settimana. Parliamo dopo— insistei un'altra volta. Come non si muoveva, indicai alla persona che stava dietro che passasse da una parte. Continuai a dare la comunione fino a che l'ultimo parrocchiano l'aveva ricevuta. Ed allora, prima di ritornare all'altare, sentii quella voce. Non era oramai la voce della ragazza che cantava per adorare la Vergine, quella che parlava dei suoi piani, quella che si commuoveva contando quello che aveva imparato sulla vita dei santi, quella che quasi piangeva condividendo le sue difficoltà del matrimonio. Era la voce di un animale ferito, vilipeso, col cuore pieno di odio. —Perché maledetto sia questo posto! —disse la voce—. Maledetti siano quelli che non hanno ascoltato mai le parole di Cristo, e che hanno trasformato il suo messaggio in una costruzione di pietra. Perché Cristo disse: "Venid a me quelli che siate afflitti che io vi allevierò." Io sono afflitta, ferita, ma non mi lasciate avvicinarmi a Lui. Oggi ho imparato che la Chiesa ha trasformato quelle parole. Venid a me quelli che seguono le nostre regole, e lasciate agli afflitti! Sentii una delle donne della prima fila dirgli che Lei tacesse. Ma io volevo ascoltare, doveva ascoltare. Mi girai e mi misi davanti a lei, con la testa bassa; era la cosa unica che poteva fare. —Giuro che non tornerò mai a mettere i piedi in una chiesa. Un'altra volta più sono abbandonata per una famiglia, ed ora non si tratta di difficoltà economiche, né dell'immaturità di qualcuno che si sposa troppo presto. Maledetti siano quelli che chiudono la porta ad una madre e suo figlio! Siete uguali che quelli che non accolsero alla Sacra Famiglia, uguali che quello che negò a Cristo quando egli più avevo bisogno di un amico! E, dando mezza rovesciata, uscì piangendo, col bambino in braccia. Io finii il mestiere, diedi la benedizione finale ed andai diretto alla sacrestia; quella domenica non andava a c'essere confraternización coi fedeli, né conversazioni inutili. Quella domenica mi trovavo di fronte ad un dilemma filosofico: aveva scelto rispettare l'istituzione, e non le parole nelle quali si basa l'istituzione. Sono già vecchio, Dio può portarmi ottengo in qualunque momento. Continuai ad essere fedele alla mia religione, e credo che, nonostante tutti i suoi errori, si sta sforzando sinceramente per correggersi. Quello gli sarà da decadi, può che secoli, ma un giorno tutto quello che si terrà in conto sarà l'amore, la frase di Cristo: "Venid a me gli afflitti che io vi

allevierò." Ho dedicato tutta la mia vita al sacerdozio, e non mi pento né un secondo della mia decisione. Ma in momenti come quello di quella domenica, benché non dubitasse della mia fede, incominciai a dubitare degli uomini. Ora so quello che passò con Athena, e mi domando: incominciò lì tutto, o stava già nella sua anima? Penso alle molte Athenas e Lukás del mondo che hanno divorziato e che, per colpa di quello, non possono ricevere il sacramento dell'Eucaristia, non rimane loro più che contemplare il Cristo che soffre crocifisso, ed ascoltare le Sue parole che non stanno sempre di accordo con le leggi del Vaticano. In pochi casi, quella gente si allontana, ma la maggioranza seguono andando a messa le domeniche, perché sono abituati a quello, perfino essendo coscienti che il miracolo della trasformazione del pane e del vino nella carne ed il sangue del Sig. è loro proibito. Credo che, uscendo dalla chiesa, può che Athena trovasse Gesù. E, piangendo, si gettò nelle sue braccia, confusa, chiedendolo che gli spiegasse perché l'obbligavano a rimanere andasse via solo per colpa di una carta firmata, qualcosa senza la minore importanza nel piano spirituale, e che interessava solo ad effetti di burocrazia e per la dichiarazione del reddito. E Gesù, guardando ad Athena, probabilmente gli rispose: —Fissati bene, mia figlia, anche io sto fuori. È da molto tempo che non mi lasciano entrare lì. Capitolo Nono Pavel Podbieslki, cinquanta sette anni, proprietario dell'appartamento Athena ed io avevamo una cosa in comune: ambedue eravamo esiliati di guerre, arriviamo dall'Inghilterra essendo bambini, benché la mia fuga della Polonia fosse più di cinquanta anni fa. Noi due sapevamo che, benché ci sia sempre un cambiamento geografico, le tradizioni rimangono nell'esilio: le comunità girano a riunirsi, la lingua e la religione seguono vive, le persone tendono a proteggersi alcune ad altre in un ambiente che sarà per sempre altrui. Così come le tradizioni rimangono, il desiderio di ritornare si va consumando. Deve rimanere vivo nei nostri cuori, una speranza con la quale ci piace ingannarci, ma che non sarà mai portata alla pratica; mi non giro a vivere a Czestochowa, ella e la sua famiglia non ritornerebbero mai a Beirut. Fu in caso contrario questo tipo di solidarietà quella che mi fece affittargli il terzo piano della mia casa di Bassotto Road, avrebbe preferito inquilini senza bambini. Aveva commesso già prima quell'errore, e passava sempre la stessa cosa: da una parte, io mi lamentavo del rumore che essi facevano durante il giorno, e per un altro, essi si lamentavano del rumore che io facevo per le notti. Entrambi i problemi radicavano in elementi sacri—il pianto e la musica— , ma, come appartenevano a due mondi completamente differenti, era difficile che uno tollerasse all'altro.

L'avvisai, ma non mi ascoltò, e mi disse che fosse tranquillo per suo figlio: passava il giorno intero in casa di sua nonna. E l'appartamento aveva il vantaggio che stava vicino al suo lavoro, una banca dei paraggi. Nonostante le mie avvertenze, nonostante mi avere resistito all'inizio con forza, otto giorni dopo suonò il campanello della mia porta. Ella era, col bambino in braccia: —Mio figlio non può dormire. Benché sia solo oggi, potrebbe abbassare la musica…? Tutti nella sala la guardarono. —Che cosa è quello? Il bambino che aveva in braccia smise immediatamente di piangere, come se fosse tanto sorpreso come sua madre al vedere a quello gruppo di gente che all'improvviso aveva smesso di ballare. Premei il bottone di pausa del radioregistratore, gli indicai che entrasse con un gesto della mano e tornai a mettere l'apparato in moto, per non perturbare il rituale. Athena si sedette in un angolo della sala, cullando suo figlio nelle sue braccia, vedendo che si addormentava con facilità nonostante il rumore del tamburo e dei metalli. Assistè a tutta la cerimonia, andò via insieme agli altri invitati e—come io mi immaginavo già— suonò il campanello della mia casa alla mattina seguente, prima di andare a lavorare. —Non devi spiegarmi quello che vidi: gente ballando con gli occhi chiusi, so quello che quello significa, perché molte volte faccio la stessa cosa; sono gli unici momenti di pace e di serenità della mia vita. Prima di essere madre, frequentava le discoteche con mio marito ed i miei amici; lì vedeva anche gente nella pista di ballo con gli occhi chiusi, alcuni solo per impressionare gli altri, altri come se fosse mossi per una forza superiore, più poderosa. E da quando ho uso di ragione, uso la danza per collegarmi più forte con qualcosa, più poderoso di me. Ma mi piacerebbe sapere che musica è quella. —Che cosa fai questa domenica? —Niente speciale. Passeggiare con Viorel per Regent's Park, respirare un po' di aria pura. Avrò già tempo per i miei propri piani: in questo momento della mia vita, ho scelto seguire i piani di mio figlio. —Perché vado con te. I due giorni anteriori alla nostra passeggiata, Athena assistè al rituale. Il bambino si addormentava dopo alcuni minuti, ed ella guardava solo, senza dire niente, il movimento ad intorno suo. Benché rimanesse immobile nel sofà, era sicuro che la sua anima stava ballando. Il pomeriggio della domenica, mentre passeggiavamo per il parco, gli chiesi che prestasse attenzione a tutto quello che vedeva e sentiva: le foglie che si muovevano col vento, le onde dell'acqua del lago, gli uccelli cantando, i cani abbaiando, le grida dei bambini che correvano di

un lato ad un altro, come se ubbidisse alcuno strategia logica, incomprensibile per gli adulti. —Tutto si muove. E tutto si muove con un ritmo. E tutto quello che si muove con un ritmo provoca un suono; quello passa qui ed in qualunque posto del mondo in questo momento. Anche il nostro ancestros lo sentì, quando cercavano di fuggire dal freddo delle caverne: le cose si muovevano e facevano rumore. "Forse i primi umano sentirono spavento, e dopo devozione: capirono che quell'era la maniera in cui un Ente Superiore si comunicava con essi. Incominciarono ad imitare i rumori ed i movimenti di intorno suo, con la speranza di comunicarsi anche con quello Ente: la danza e la musica erano appena nate. Alcuni giorni fa mi dicesti che, ballando, riesci a comunicarti con qualcosa più poderoso di te." —Quando ballo, sono una donna libera. Per meglio dire, sono un spirito libero, che può viaggiare per l'universo, guardare il presente, indovinare il futuro, trasformarsi in energia pura. E quello mi proporziona un immenso piacere, un'allegria che sta molto oltre le esperienze che ho vissuto, e che vivrò durante la mia esistenza. "In un'epoca della mia vita, era determinata a trasformarmi in santa, lodando a Dio attraverso la musica e del movimento del mio corpo. Ma quella strada è definitivamente chiuso." —Che strada è chiuso? Adattò il bambino nel carrello. Vidi che non voleva rispondere alla domanda, insistei: quando le bocche si chiudono, è perché qualcosa di importante è detto. Senza mostrare emozione alcuna, come se dovesse sopportare sempre in silenzio le cose che la vita l'imponeva, mi contò l'episodio della chiesa, quando il curato—forse il suo unico amico—gli aveva impedito di prendere la comunione. E la maledizione che aveva lanciato in quello momento; aveva abbandonato sempre per la Chiesa cattolica. —Santo è quello che dignifica la sua vita—gli spiegai—. Basta capire che tutti stanno qui per una ragione, e basta impegnarsi con lei. Così, possiamo riderci delle nostre grandi o piccole sofferenze, e camminare senza paura, coscienti che ogni passo ha un senso. Possiamo lasciarci guidare per la luce che deriva dal Vertice. —Che cosa è il Vertice? In matematica, è il punto più alto di un triangolo. —Nella vita è anche il punto culminante, la meta di quelli che si sbagliano come tutto il mondo, ma che, perfino nei suoi momenti più difficili, non perdono di vista una luce che deriva dal suo cuore. Quello è quello che cerchiamo di fare nel nostro gruppo. Il Vertice è nascosto dentro noi, e possiamo arrivare fino a lui se c'accettiamo e riconosciamo la sua luce. Gli spiegai che il ballo che aveva visto i giorni anteriori, realizzato per persone di tutte le età, in quello momento eravamo un gruppo di dieci persone, tra i diciannove ed i sessanta cinque anni, era stato battezzato da me come "la ricerca del Vertice." Athena mi domandò dove aveva

scoperto quello. Gli contai che, dopo la seconda guerra mondiale, parte della mia famiglia era riuscito a scappare dal regime comunista che si stava stabilendo in Polonia, e decise di trasferirsi all'Inghilterra. Avevano sentito dire che le cose che dovevano portare erano oggetti di arte e libri antichi, molto stimati in questa parte del mondo. In realtà, i quadri e le sculture si venderono subito, ma i libri rimasero in un angolo, riempendosi di polvere. Come mia madre voleva obbligarmi a leggere ed a parlare polacco, furono utili per la mia educazione. Un bel giorno, dentro un'edizione del secolo XIX di Thomas Malthus, scoprii due foglie di annotazioni di mio nonno, morto in un campo di concentrazione. Incominciai a leggerli, credendo che si tratterebbe di riferimenti dell'eredità, o lettere appassionate ad alcuno amante segreta, poiché correva la leggenda che un giorno si era innamorato di qualcuno in Russia. In realtà, c'era una certa relazione tra la leggenda e la realtà. Era un racconto del suo viaggio a Siberia durante la rivoluzione comunista; lì, nel remoto villaggio di Diedov, si innamorò di un'attrice, N. R.: Fu impossibile localizzare la mappa di quello villaggio; o cambiarono il nome o il posto sparì dopo le immigrazioni forzate da Stalin. Secondo mio nonno, ella faceva parte di una specie di setta che crede che in determinato tipo di danza sta il rimedio per tutti i mali, poiché permette il contatto con la luce del Vertice. Temevano che tutta quella tradizione potesse sparire; gli abitanti andavano ad essere evacuato in breve ad un altro posto, ed il posto andava ad utilizzare per fare prove nucleari. Tanto l'attrice come i suoi amici gli chiesero che scrivesse tutto quello che gli avevano insegnato. Egli lo fece, ma non dovette dare troppa importanza al tema, dimenticò le sue annotazioni dentro un libro che portava, fino a che un giorno io li scoprii. Athena mi interruppe: —Ma non può scriversi sul ballo. Bisogna ballare. —Esatto. In fondo, le annotazioni non dicevano più che quello: ballare fino all'esaurimento, come se fosse alpinisti portando su questa collina, questa montagna sacra. Ballare fino a che, dovuto alla respirazione asfissiante, il nostro organismo possa ricevere ossigeno di una maniera alla quale non è abituato, e quello fa che finiamo per perdere la nostra identità, la relazione con lo spazio ed il tempo. Semplicemente ballare a quello sono della percussione, ripetere il processo tutti i giorni, capire che in un determinato momento gli occhi si chiudono naturalmente, e che vediamo una luce che viene di dentro noi che risponde alle nostre domande che sviluppa i nostri poteri nascosti. —E hai sviluppato già qualche potere? Invece di rispondere, gli suggerii che Lei unisse al nostro gruppo, poiché il bambino sembrava essere comodo, perfino quando il suono dei piatti e degli strumenti era molto alto. Al giorno

dopo, nel momento di incominciare la sessione, ella stava lì. La presentai ai miei compagni, contandoli si trattava ma della vicina dell'appartamento di sopra; nessuno disse niente sulla sua vita, né domandarono che cosa faceva. Arrivando l'ora indicata, misi la musica ed incominciamo a ballare. Ella iniziò i suoi passi col bambino in braccia, ma subito rimase addormentato ed Athena lo mise sul sofà. Prima di chiudere gli occhi ed entrare in trance, vidi che ella aveva capito esattamente quello verso il Vertice. Tutti i giorni, eccetto le domeniche, veniva col bambino. Solamente scambiavamo alcuni saluti, io mettevo la musica che un amico mi aveva ottenuto nella steppa russa, e tutti cominciavamo a ballare fino a rimanere esausti. Dopo un mese, ella mi chiese una copia del nastro. —Mi piacerebbe fare di mattina questo, prima di lasciare a Viorel in casa di mamma per andare al lavoro. Io non volevo: —In primo luogo, penso che un gruppo che è connesso con la stessa energia creda una specie di aura che facilita la trance di tutto il mondo. Inoltre, fare questo prima di andare a lavorare è prepararsi affinché ti licenzino, poiché dopo sarai tutto il giorno stanco. Athena lo pensò un po', ma subito reagì: —Hai ragione in quello dell'energia collettiva. Nel tuo gruppo ci sono quattro compagni e tua moglie. Tutti, assolutamente tutti, hanno trovato l'amore. Per quel motivo possono condividere una vibrazione positiva con me. "Ma io sono sola. Per meglio dire, sto con mio figlio, ma ancora il suo amore non può manifestarsi in modo che possiamo capirlo. Cosicché preferisco accettare la mia solitudine: se cerco di fuggire da lei in questo momento, non tornerò mai a trovare uguale. Se l'accetto, invece

di lottare contro lei, forse le cose cambino. Mi sono reso conto che la solitudine è più forte quando cerchiamo di affrontarci a lei, ma si mostra debole quando semplicemente l'ignoriamo." —Ti unisti al nostro gruppo alla ricerca di amore? —Credo che quello sarebbe un buon motivo, ma la risposta è non. Venni alla ricerca di un senso per la mia vita il cui unica ragione è mio figlio, e per quel motivo temo che finisca per distruggere a Viorel, già sia per una protezione esagerata o perché finisca per proiettare in lui i sonni che non ho potuto realizzare. Uno di questi giorni, mentre ballava, sentii che mi ero curato. Se avesse qualcosa di fisico, so che potremmo chiamarlo miracolo; ma era qualcosa di spirituale che mi disturbavo, e che improvvisamente sparì. Io sapevo a che cosa si riferiva. —Nessuno mi insegnò a ballare a quello sono di questa musica— continuò Athena—. Ma presento che so quello che faccio. —Non bisogna imparare. Ricorda la nostra passeggiata per il parco, e quello che vedemmo: la natura creando il ritmo ed adattandosi continuamente. —Nessuno mi insegnò ad amare. Ma ho amato già a Dio, a mio marito, amo mio figlio e la mia famiglia. Ed anche cosí, mi manca qualcosa. Benché mi stanchi mentre ballo, quando finisco sembra che stia in stato di grazia, in un'estasi profonda. Voglio che quell'estasi si prolunghi durante il giorno. E che mi aiuti a trovare quello che mi manca: l'amore di un uomo. Posso vedere il cuore di quell'uomo mentre ballo, benché non riesca a vedere il suo viso. Sento che egli sta vicino, e ferma quello devo essere attenta. Devo ballare di mattina, per potere passare il resto del giorno prestando attenzione a tutto quello che succede alla mia periferia." —Sai che cosa vuole dire la parola "estasi?" Viene del greco, e significa uscire da uno stesso. Passare tutto il giorno fosse di uno stesso è chiedergli troppo al corpo e l'anima. —Lo tenterò. Mi resi conto che non valeva la pena discutere e gli feci una copia del nastro. Da allora, mi svegliavo tutti i giorni con quello suono nel piano di sopra, poteva sentire i suoi passi, e mi domandavo come era capace di affrontare il suo lavoro in una banca dopo quasi un'ora di trance. In uno dei nostri incontri casuali nel corridoio, gli suggerii che venisse a prendere caffè. Athena mi contò che aveva fatto altre copie del nastro, e che ora nel suo lavoro molta gente stava cercando il Vertice. —C'è qualche problema? È qualcosa segreto? Indubbiamente non; al contrario, si stava aiutando a preservare una tradizione quasi persa. Nelle

annotazioni di mio nonno, una delle donne diceva che un monaco che era andato di visita alla regione affermò che tutti i nostri antenati e tutte le generazioni future sono presenti in noi. Quando ci liberiamo, stiamo facendo la stessa cosa con l'umanità. —Allora, le donne e gli uomini di quell'aldeíta di Siberia devono essere presenti, e contenti. Il suo lavoro sta rinascendo in questo mondo, grazie a tuo nonno. Ma ho una curiosità: perché decidesti di ballare, dopo avere letto il testo? Se avessi letto qualcosa su deporti, avresti deciso di essere giocatore di calcio? Era una domanda che nessuno aveva osato diventare. —Perché era malato in quell'epoca. Aveva una specie di artrite rara, ed i medici mi dicevano che doveva prepararmi per stare in una sedia a rotelle a trenta cinque anni. Mi resi conto che non rimanevo molto tempo, e decisi di dedicarmi a tutto quello che non andava a potere fare più avanti. Mio nonno aveva scritto, in quello pezzo di carta, che gli abitanti di Diedov credevano nei poteri curativi della trance. —Per quello visto, avevano ragione. Io non risposi niente, ma non era tanto sicuro. Forse i medici si sarebbero sbagliati. Forse il fatto di essere emigrato con la mia famiglia, senza potere permettermi il lusso di potere essere malato, avesse influenza con tale forza sul mio inconscio che provocò una reazione naturale dell'organismo. O forse fosse in realtà un miracolo, egli quale starebbe assolutamente contro quello che prega la mia fede cattolica: i balli non curano. Ricordo che, nella mia adolescenza, come non aveva la musica che credeva adeguata, normalmente mi metteva un cappuccio nero nella testa ed immaginare che la realtà del mio ambiente smetteva di esistere: il mio spirito viaggiava a Diedov, con quelle donne ed uomini, con mio nonno e la sua attrice tanto amata. Nel silenzio della stanza io chiedevo loro che mi insegnasse a ballare, ad andare oltre i miei limiti, perché dopo poco tempo sarebbe paralizzato per sempre. Quanto più si muoveva il mio corpo, più luce usciva dal mio cuore, e più imparava, forse con me stesso, forse coi fantasmi del passato. Perfino arrivai ad immaginare la musica che ascoltavano nei suoi rituali, e quando un amico visitò Siberia, gli chiesi che mi portasse alcuni dischi; per la mia sorpresa, uno di essi somigliava molto a quello che io credevo che fosse il ballo di Diedov. Meglio non dire niente ad Athena; era una persona facilmente influenzabile, ed il suo temperamento mi somigliavo instabile. —Forse stia facendo la cosa corretta—fu il mio unico commento. Tornammo a parlare un'altra volta, poco prima del suo viaggio a Medio oriente. Sembrava contenta, come se avesse trovato tutto quello che desiderava: l'amore. —La gente del mio lavoro ha creato un gruppo, e si richiamano a se stessi "i pellegrini del

Vertice." Tutto grazie a tuo nonno. —Grazie a te che hai sentito la necessità di condividerlo con gli altri. So che vai via, e voglio ringraziare per te che abbia dato un'altra dimensione a quello che io ho fatto per anni, cercando di diffondere questa luce tra alcuni pochi interessati, ma sempre in maniera timida, sempre pensando che la gente penserebbe che tutto questo era ridicolo. —Sai quello che ho scoperto? Che benché l'estasi sia la capacità di uscire da uno stesso, il ballo è una maniera di salire allo spazio. Scoprire nuove dimensioni e, anche cosí, seguire in contatto col tuo corpo. Col ballo, il mondo spirituale ed il mondo reale possono vivere senza conflitti. Credo che i ballerini classici si mettono in punta di piedi perché contemporaneamente stanno toccando la terra e raggiungendo il cielo. Che io ricordi, queste furono le sue ultime parole. Durante qualunque ballo al che ci consegniamo con allegria, il cervello perde il suo potere di controllo, ed il cuore prende le redini del corpo. È in quello momento quando appare il Vertice. Pavel Podbieslki,cincuenta e sette anni proprietario dell'appartamento. Atteneva ed io avevamo una cosa in comune: ambedue eravamo esiliati di guerre, arriviamo dall'Inghilterra essendo bambini, benché la mia fuga della Polonia fosse più di cinquanta anni fa. Noi due sapevamo che, benché ci sia sempre un cambiamento geografico, le tradizioni rimangono nell'esilio: le comunità girano a riunirsi, la lingua e la religione seguono vive, le persone tendono a proteggersi alcune ad altre in un ambiente che sarà per sempre altrui. Così come le tradizioni rimangono, il desiderio di ritornare si va consumando. Deve rimanere vivo nei nostri cuori, una speranza con la quale ci piace ingannarci, ma che non sarà mai portata alla pratica; mi non giro a vivere in Czestochowa, ella e la sua famiglia non ritornerebbero mai a Beirut. Fu in caso contrario questo tipo di solidarietà quella che mi fece affittargli il terzo piano della mia casa a Bassotto Road, avrebbe preferito inquilini senza bambini. Aveva commesso già prima quell'errore, e passava sempre la stessa cosa: da una parte, io mi lamentavo del rumore che essi facevano durante il giorno, e per l'altro, essi si lamentavano del rumore che io facevo per le notti. Entrambi i problemi radicavano in elementi sacri-il pianto e la musica -, ma, come appartenevano a due mondi completamente differenti, era difficile che uno tollerasse all'altro. L'avvisai, ma non mi ascoltò, e mi disse che fosse tranquillo per suo figlio: passava il giorno intero in casa di sua nonna. E l'appartamento aveva un vantaggio che stava vicino al suo lavoro, una banca dei paraggi. Nonostante le mie avvertenze, nonostante mi avere resistito all'inizio con forza, otto giorni dopo suonò il campanello della mia porta. Ella era, col bambino in braccia: - Mio figlio non può dormire. Benché sia solo oggi, potrebbe abbassare la musica?...

Tutti nella sala la guardarono. Che cosa è quello? Il bambino che aveva in braccia smise immediatamente di piangere, come se fosse tanto sorpreso come sua madre al vedere a quello gruppo di gente che all'improvviso avevano smesso di ballare. Premei il bottone di pausa del radioregistratore, gli indicai che entrasse con un gesto della mano e tornai a mettere l'apparato in moto, per non perturbare il rituale. Athena si sedette in un angolo della sala, cullando suo figlio in braccia, vedendo che si addormentava con facilità nonostante il rumore del tamburo e dei metalli. Assistè a tutta la cerimonia, andò via insieme agli altri invitati e-come io mi immaginavo giàsuonò il campanello della mia casa alla mattina seguente, prima di andare a lavorare. Non devi spiegarmi quello che vidi: gente ballando con gli occhi chiusi, so quello che quello significa, perché molte volte faccio la stessa cosa; sono gli unici momenti di pace e di serenità della mia vita. Prima di essere madre, frequentava le discoteche con mio marito ed i miei amici; lì vedeva anche gente nella pista di ballo con gli occhi chiusi, alcuni solo per impressionare gli altri, altri come se fosse mossi per una forza superiore, più poderosa. E da quando ho uso di ragione, uso la danza per collegarmi più forte con qualcosa, più poderoso di me. Ma mi piacerebbe sapere che musica è quella. Che cosa fai questa domenica? Niente specialmente. Passeggiare con Viorel per Regentś Park, respirare un po' di aria pura. Avrò già tempo per i miei propri piani: in questo momento della mia vita, ho scelto seguire i piani di mio figlio. Perché vado con te. I due giorni anteriori alla nostra passeggiata. Athena assistè al rituale. Il bambino si addormentava dopo alcuni minuti, ed ella guardava solo, senza dire niente, il movimento ad intorno suo. Benché rimanesse immobile nel sofà, era sicuro che la sua anima stava ballando. Il pomeriggio della domenica, mentre passeggiavamo per il parco, gli chiesi che prestasse attenzione a tutto quello che vedeva e sentiva: le foglie che si muovevano col vento, le onde dell'acqua del lago, gli uccelli cantando, i cani abbaiando, le grida dei bambini che correvano di un lato ad un altro, come se obbedisse a logica, incomprensibile per gli adulti. Tutto si muove. E tutto si muove con un ritmo. E tutto quello che si muove con un ritmo provoca un suono; quello passa qui ed in qualunque posto del mondo in questo momento. Anche il nostro ancestros lo sentì, quando cercavano di fuggire dal freddo delle caverne: le cose si muovevano e facevano rumore. "Forse i primi umano sentirono spavento, e dopo devozione: capirono che quell'era la maniera in cui un Ente Superiore si comunicava con essi.

Incominciarono ad imitare i rumori ed i movimenti di intorno suo, con la speranza di comunicarsi anche con quello Ente: la danza e la musica erano appena nate. Alcuni giorni fa mi dicesti che, ballando, riesci a comunicarti con qualcosa più poderoso di te. Quando ballo, sono una donna libera. Per meglio dire, sono un spirito libero, che può viaggiare per l'universo, guardare il presente, indovinare il futuro, trasformarsi in energia pura. E quello mi proporziona un immenso piacere, un'allegria che sta molto oltre le esperienze che ho vissuto, e che vivrò durante la mia esistenza. "In un'epoca della mia vita, era determinata a trasformarmi in santa, lodando a Dio attraverso la musica e del movimento del mio cuerpo.Pero quella strada è definitivamente chiuso. - Che strada è chiuso? Adattò il bambino nel carrello. Vidi che non voleva rispondere alla domanda, insistei: quando le bocche si chiudono, è perché qualcosa di importante è detto. Senza mostrare emozione alcuna, come se dovesse sopportare sempre in silenzio le cose che la vita l'imponeva, mi contò l'episodio della chiesa, quando il curato-forse il suo unico amico-gli aveva impedito di prendere la comunione. E la maledizione che aveva lanciato in quello momento: aveva abbandonato sempre per la chiesa cattolica. Santo è quello che dignifica la sua vita-gli spieghi -. Basta capire che tutti stanno qui per una ragione, e basta impegnarsi con lei. Così, possiamo riderci delle nostre grandi o piccole sofferenze, e camminare senza paura, coscienti che ogni passo ha un senso. Possiamo lasciarci guidare per la luce che deriva dal Vertice. Che cosa è il Vertice? In matematica è il punto più alto di un triangolo. Nella vita è anche il punto culminante, alla meta di quelli che si sbagliano come tutto il mondo, ma che, perfino nei suoi momenti più difficili, non perdono di vista una luce che deriva dal suo cuore. Quello è quello che cerchiamo di fare nel nostro gruppo. Il Vertice è nascosto dentro noi, e possiamo arrivare fino a é se c'accettiamo e riconosciamo la sua luce. Gli spiegai che il ballo che aveva visto i giorni anteriori realizzato per persone di tutte le età, in quello momento eravamo un gruppo di dieci persone, tra i diciannove ed i sessanta cinque anni, era stato battezzato da me come "la ricerca del Vertice." Athena mi domandò dove aveva scoperto quello. Gli contai che, dopo la seconda guerra mondiale, parte della mia famiglia era riuscito a scappare dal regime comunista che si stava stabilendo in Polonia, e decise di trasferirsi all'Inghilterra. Aveva sentito dire che le cose che dovevano portare erano oggetti di arte e libri antichi, molto stimati in questa parte del mondo. In realtà, i quadri e le sculture si venderono subito, ma i libri rimasero in un angolo, riempendosi di polvere. Come mia madre voleva obbligarmi a leggere ed a parlare polacco, furono utili per la

mia educazione. Un bel giorno, dentro un'edizione del secolo XIX di Thomas Malthus, scoprii due foglie di annotazioni di mio nonno, morto in un campo di concentrazione. Incominciai a leggerli, credendo che si tratterebbe di riferimenti dell'eredità, o lettere d che un giorno si era innamorato di qualcuno in Russia. In realtà, c'era una certa relazione tra la leggenda e la realtà. Era un racconto del suo viaggio alla Liberia durante la rivoluzione comunista; lì, nel remoto villaggio di Diedov, si innamorò di un'attrice, N.R: Fu impossibile localizzare quello villaggio nella mappa; o cambiarono il nome, o il posto sparì dopo le immigrazioni forzate da Stalin. Secondo mio nonno, ella faceva parte di una specie di setta che crede che in determinato tipo di danza sta il rimedio per tutti i mali, poiché permette il contatto con la luce del Vertice. Temevano che tutta quella tradizione potesse sparire; gli abitanti andavano ad essere evacuato in breve ad un altro posto, ed il posto andava ad utilizzare per fare prove nucleari. Tanto l'attrice come i suoi amici gli chiesero che scrivesse tutto quello che gli avevano insegnato. Egli lo fece, ma non dovette dare troppa importanza al tema, dimenticò le sue annotazioni dentro un libro che portava, fino a che un giorno io li scoprii. Athena io interrotto: Ma non può scriversi sul ballo. Bisogna ballare. Esatto. In fondo, le annotazioni non dicevano più che quello: ballare fino all'esaurimento, come se fosse alpinisti portando su questa collina, questa montagna sacra. Ballare fino a che, dovuto alla respirazione asfissiante, il nostro organismo possa ricevere ossigeno di una maniera alla quale non è abituato, e quello fa che finiamo per perdere la nostra identità, la relazione con lo spazio ed il tempo. Semplicemente ballare a quello sono della percussione, ripetere il processo tutti i giorni, capire che, in un determinato momento, gli occhi si chiudono naturalmente e che vediamo una luce che viene di dentro noi che risponde alle nostre domande che sviluppa i nostri poteri nascosti. - E hai sviluppato già qualche potere? Invece di rispondere, gli suggerii che Lei unisse al nostro gruppo, poiché il bambino sembrava essere comodo, perfino quando il suono dei piatti e degli strumenti era molto alto. Al giorno dopo, nel momento di incominciare la sessione, ella stava lì. Lei a presentai ai miei compagni, contandoli si trattava ma della vicina dell'appartamento di sopra; nessuno disse niente sulla sua vita, né domandarono che cosa faceva. Arrivando l'ora indicata, misi la musica ed incominciarono a ballare. Ella iniziò i suoi passi col bambino in braccia, ma subito rimase addormentato ed Athena lo mise sul sofà. Prima di chiudere gli occhi ed entrare in trance, vidi che ella aveva capito esattamente quello verso il Vertice.

Tutti i giorni, eccetto le domeniche, veniva col bambino. Solamente scambiavamo alcuni saluti, io mettevo la musica che un amico mi aveva ottenuto nella steppa russa, e tutti cominciavamo a ballare fino ad essere esausti. Dopo un mese, ella mi chiese una copia del nastro. Mi piacerebbe fare di mattina questo, prima di lasciare a Viorel in casa di mamma per andare al lavoro. Io non volevo. In primo luogo, penso che un gruppo che è connesso con la stessa energia creda una specie di aura che facilita la trance di tutto il mondo. Inoltre fare questo prima di andare a lavorare è prepararsi affinché ti licenzino, poiché dopo sarai tutto il giorno stanco. Athena lo pensò un po', ma subito reagì: Hai ragione in quello dell'energia collettiva. Nel tuo gruppo ci sono quattro compagni e tua moglie. Tutti, assolutamente tutti, hanno trovato l'amore. Per quel motivo possono condividere una vibrazione positiva con me. "Ma io sono sola. Per meglio dire, sto con mio figlio, ma il suo amore ancora noi e può manifestare in modo che possiamo capirlo. Cosicché preferisco accettare la mia solitudine: se cerco di fuggire da lei in questo momento, non tornerò mai a trovare uguale. Se l'accetto, invece di lottare contro lei, forse le cose cambino. Mi sono reso conto che la solitudine è più forte quando cerchiamo di affrontarci a lei, ma si mostra debole quando semplicemente l'ignoriamo. Ti unisti al nostro gruppo alla ricerca di amore? Credo che quello sarebbe un buon motivo, ma la risposta è non. Venni alla ricerca di un senso per la mia vita il cui unica ragione è mio figlio, e per quel motivo temo che finisca per distruggere a Viorel, già sia per una protezione esagerata o perché finisca per proiettare in lui i sonni che non ho potuto realizzare. Uno di questi giorni, mentre ballava, sentii che mi ero curato. Se avesse qualcosa di fisico, so che potremmo chiamarlo miracolo; ma era qualcosa di spirituale che mi disturbavo, e che improvvisamente sparì. Io sapevo a che cosa si riferiva. Nessuno mi insegnò a ballare a quello sono di questa musica-continuò Athena -. Ma presento che so quello che faccio. Non bisogna imparare. Ricorda la nostra passeggiata per il parco e quello che vedemmo: la natura creando il ritmo ed adattandosi continuamente.

Nessuno mi insegnò ad amare. Ma ho amato già a Dio, a mio marito, amo mio figlio e la mia famiglia. Ed anche cosí, mi manca qualcosa. Benché mi stanchi mentre ballo, quando finisco sembra che stia in stato di grazia, in un'estasi profonda. Voglio che quell'estasi si prolunghi durante il giorno. E che mi aiuti a trovare quello che mi manca: l'amore di un uomo. Posso vedere il cuore di quell'uomo mentre ballo, benché non riesca a vedere il suo viso. Sento che egli sta vicino, e ferma quello devo essere attenta. Devo ballare di mattina, per potere passare il resto del giorno prestando attenzione a tutto quello che me succede intorno. Sai che cosa vuole dire la parola "estasi?" Viene del greco e significa uscire da uno stesso. Passare tutto il giorno fosse di uno stesso è chiedergli troppo al corpo e l'anima. Lo tenterò. Mi resi conto che non valeva la pena discutere e gli feci una copia del nastro. Da allora, mi svegliavo tutti i giorni con quello suono nel piano di sopra, poteva sentire i suoi passi, e mi domandavo come era capace di affrontare il suo lavoro in una banca dopo quasi un'ora di trance. In uno dei nostri incontri casuali nel corridoio, resugerí che venisse a prendere caffè. Athena mi contò che aveva fatto altre copie del nastro e che ora nel suo lavoro molta gente stava cercando il Vertice. - C'è qualche problema È qualcosa segreto? Indubbiamente non; al contrario, si stava aiutando a preservare una tradizione quasi persa. Nelle annotazioni di mio nonno, una delle donne diceva che un monaco che era andato di visita alla regione affermò che tutti i nostri antenati e tutte le generazioni future sono presenti in noi. Quando ci liberiamo, stiamo facendo la stessa cosa con l'umanità. Allora, le donne e gli uomini di quell'aldeíta di Siberia devono essere presenti e, contenti. Il suo lavoro sta rinascendo in questo mondo, grazie a tuo nonno. Ma ho una curiosità: Perché decidesti di ballare, dopo avere letto il testo? Se avessi letto qualcosa di sport, avresti deciso di essere giocatore di calcio? Era una domanda che nessuno aveva osato diventare. Perché era malato in quell'epoca. Aveva una specie di artrite rara, ed i medici mi dicevano che doveva prepararmi per stare in una sedia a rotelle a trenta cinque anni. Mi resi conto che non rimanevo molto tempo e decisi di dedicarmi a tutto quello che non andava a potere fare più avanti. Mio nonno aveva scritto, in quello pezzo di carta, che gli abitanti di Diedov credevano nei poteri curativi della trance. Per quello visto, avevano ragione. Io non risposi niente, ma era sicuro. Forse i medici si sarebbero sbagliati. Forse il fatto di essere

emigrato con la mia famiglia, senza potere permettermi il lusso di potere essere malato, avesse influenza con tale forza sul mio inconscio che provocò una reazione naturale dell'organismo. O forse fosse in realtà un miracolo, egli quale starebbe assolutamente contro quello che prega la mia fede cattolica: i balli non curano. Ricordo che, nella mia adolescenza, come non aveva la musica che credeva adeguata, normalmente mi metteva un cappuccio nero nella testa ed immaginare che la realtà del mio ambiente smetteva di esistere: il mio spirito viaggiava a Diedov, con quelle donne ed uomini, con mio nonno e la sua attrice tanto amata. Nel silenzio della stanza, io chiedevo loro che mi insegnasse a ballare, ad andare oltre i miei limiti, perché dopo poco tempo sarebbe paralizzato per sempre. Quanto più si muoveva il mio corpo, più luce usciva dal mio cuore, e più imparava, forse con me stesso, forse coi fantasmi del passato. Perfino arrivai ad immaginare la musica che ascoltava in se rituali, e quando un amico visitò Siberia, gli chiesi che mi portasse alcuni dischi; per la mia sorpresa, uno di essi somigliava molto a quello che io credevo che fosse il ballo di Diedov. Meglio non dire niente ad Athena; era una persona facilmente influenzabile, ed il suo temperamento mi somigliavo instabile. Forse stia facendo la cosa corretta-fu il mio unico commento. Tornammo a parlare un'altra volta, poco prima del suo viaggio a Medio oriente. Sembrava contenta, come se avesse trovato tutto quello che desiderava: l'amore. La gente del mio lavoro ha creato un gruppo, e si richiamano a se stessi "i pellegrini del Vertice." Tutto grazie a tuo nonno. Grazie a te che hai sentito la necessità di condividerlo con gli altri. So che vai via, e voglio ringraziare per te che abbia dato un'altra dimensione a quello che io ho fatto per anni, cercando di diffondere questa luce tra alcuni pochi interessati, ma sempre in maniera timida, sempre pensando che la gente penserebbe che tutto questo era ridicolo. Sai quello che ho scoperto? Che benché l'estasi sia la capacità di uscire da uno stesso, il ballo è una maniera di salire allo spazio. Scoprire nuove dimensioni, ed anche cosí, seguire in contatto col tuo corpo. Col ballo, il mondo spirituale ed il mondo reale possono vivere senza conflitti. Credo che i ballerini classici si mettono in punta di piedi perché contemporaneamente stanno toccando la terra e raggiungendo il cielo. Che io ricordi, queste furono le sue ultime parole. Durante qualunque ballo al che ci consegniamo con allegria, il cervello perde il suo potere di controllo, ed il cuore prende le redini del corpo. È in quello momento quando appare il Vertice. Purché crediamo in lui, chiaro. Peter Sherney,cuarenta e sette anni, direttore generale di una filiale del Bank of, eliminato, in

Holland Park, Londra. Accettai semplicemente ad Athena perché la sua famiglia era una di nostri più importanti; dopo tutto, il mondo gira intorno agli interessi mutui. Come era troppo nervosa, la misi a lavorare in un dipartimento burocratico, col dolce rassicura che finisse per chiedere la dimissione; di questa maniera potrebbe dire a suo padre che aveva cercato di aiutarla, senza successo. La mia esperienza come direttore mi ero abituato a conoscere lo stato di coraggio delle persone benché non dicessero niente. Me l'avevano insegnato in un corso di direzione: se vuoi liberarti di qualcuno, fa' tutto quello che possa affinché finisca per mancare tu al rispetto e così potere licenziarlo per una causa giusta. Feci tutta la cosa possibile per raggiungere il mio obiettivo con Athena; come ella non dipendeva da quello denaro per sopravvivere, finirebbe per scoprire che lo sforzo di svegliarsi presto, lasciare al bambino in casa di sua madre, lavorare tutto il giorno in un impiego ripetitivo, tornare a prendere il bambino, andare al supermercato, badare dal bambino, metterlo a dormire, al giorno dopo tornare a perdere tre ore nel trasporto pubblico, tutto assolutamente non necessario, poiché c'erano altre maniere interessanti di passare il tempo. A poco a poco, era sempre di più irritabile, e risentii orgoglioso della mia strategia: andava ad ottenerlo. Ella incominciò a lamentarsi del posto nel quale viveva, dicendo che, nel suo appartamento, il proprietario soleva mettere la musica alta per le notti e che neanche poteva dormire già bene. Improvvisamente, qualcosa cambiò. In primo luogo, solo in Athena. E dopo in tutto l'ufficio. Come potei notare quello cambiamento? Buono, un gruppo di persone che lavoravano giunte è come una specie di orchestra; un buon direttore è il direttore, e sa che strumento è stonato, quale trasmette più emozione e quale semplicemente segue al resto del gruppo. Athena sembrava suonare il suo strumento senza il minore entusiasmo, sempre distante, senza condividere mai coi suoi compagni le allegrie né le tristezze della sua vita personale, facendo capire che, quando usciva dal lavoro, il resto del tempo si riassumeva in curare suo figlio e nient'altro. Fino a che incominciò a sembrare più riposata, più comunicativa, e gli contava a chi volesse ascoltare che aveva scoperto una tecnica di ringiovanimento. Indubbiamente quella è una parola magica: ringiovanimento. Venendo da qualcuno con solamente ventiún anni di età, suona assolutamente fuori di contesto, ed anche cosí, la gente la credè ed incominciarono a chiedergli il segreto di quella formula. La sua efficienza aumentò, benché la quantità di lavoro continuasse ad essere la stessa. I suoi colleghi che prima si limitavano a dargli i "buon giorno" ed i "buona notte", incominciarono ad invitarla a mangiare. Quando ritornavano, sembravano soddisfatti, e la produttività del dipartimento diede un salto gigantesco.

So che le persone innamorate finiscono per contagiare l'ambiente nel quale vive: dedussi immediatamente che Athena aveva dovuto trovare qualcuno molto importante nella sua vita. Glielo domandai e disse che sì, ed aggiunse che non era uscito mai con un cliente, ma che gli era stato in quello caso impossibile respingere l'invito. In una situazione normale, sarebbe stato licenziata immediatamente: le regole della banca erano chiare, i contatti personali erano completamente proibiti. Ma, per allora, mi ero reso conto che il suo comportamento aveva contagiato praticamente a tutto il mondo; alcuni dei suoi colleghi incominciarono a riunirsi con lei dopo il lavoro, e per quello che so, due o tre di essi erano stati almeno nella sua casa. La situazione mi risultava molto complicata; il giovane apprendista, senza nessuna esperienza lavorativa anteriore, che prima era timida ed a volte aggressiva, si era convertito ed una specie di leader naturale dei miei impiegati. Se la licenziava, crederebbero che fosse per gelosia, e perderebbe il suo rispetto. Se la manteneva, correva il rischio di perdere il controllo del gruppo in pochi mesi. Decisi di sperare un po', nel frattempo, la "energia", detesto questa parola, perché in realtà non vuole dire niente in concreto, non sia che stiamo parlando di elettricità, dell'ufficio incominciò a migliorare. I clienti sembravano più soddisfatti, e cominciarono a raccomandarci ad altri. I lavoratori erano allegri, e benché la quantità di lavoro si fosse piegata, non mi vidi obbligato ad assumere più gente per farlo, poiché tutti assumevano senza problemi i suoi obblighi. Un giorno ricevei una lettera dei miei superiori. Volevano che andasse a Barcellona, dove andava a celebrare una convenzione del gruppo, affinché spiegasse loro il metodo amministrativo che stava usando. Secondo essi, erano riusciti ad aumentare il beneficio senza elevare le spese, e quella è la cosa unica che interessa i dirigenti, in tutto il mondo, detto sia di passaggio. Che metodo? Il mio unico merito era sapere dove aveva incominciato tutto, e decisi di richiamare ad Athena al

mio ufficio. La congratulai per l'eccellente produttività, ella mi ringraziò per lui con un'arrossisce. Agii con attenzione, poiché non voleva che mi interpretasse male: - E come sta il tuo fidanzato? Ho pensato sempre che quello che riceve amore dà più amore. Che cosa fa? - Lavora in Scotland Yard, N.R: Dipartimento di investigazione legato alla polizia metropolitana di Londra. Preferii non entrare in più dettagli. Ma doveva seguire la conversazione ad ogni costa, e non poteva perdere troppo tempo. Ho notato un gran cambiamento in te, e… Ha notato un gran cambiamento nell'ufficio? Come rispondere così ad una domanda? Da una parte, starebbe dandogli più potere di quello che sarebbe consigliabile; per un altro, se non era diretto, non otterrebbe mai le risposte che necessitava. Sì, ho notato un gran cambiamento. E sto pensando di promuoverti. Devo viaggiare. Voglio uscire un po' di Londra, conoscere nuovi orizzonti. Viaggiare? Ora che tutto andava bene nel mio ambiente di lavoro, voleva andare via? Ma, pensando la cosa migliore, non era quello quello che io desideravo? - Posso aiutare alla banca se mi dà più responsabilità-continuò. Intenditore; si stava dando un'eccellente opportunità. Come non aveva pensato prima in è? "Viaggiare" significava separarla, recuperare la mia leadership, senza dovere caricare coi costi della mia dimissione o della ribellione. Ma doveva riflettere sul tema, perché, prima di aiutare alla banca, doveva aiutarmi. Ora che i miei capi avevano notato la crescita della nostra produttività, sapeva che doveva conservarla, col rischio di perdere il prestigio e rimanere in peggiore posizione che prima. A volte capisco perché gran parte dei miei compagni non cercano di fare troppo per migliorare: se non l od ottengono, li chiamano incompetenti. Se l'ottengono, si vedono obbligati a crescere sempre, e finiscono i suoi giorni con un infarto di miocardio. Diedi il seguente passo con attenzione: non è consigliabile spaventare la persona prima che riveli il segreto che vogliamo sapere; meglio fingere che siamo di accordo con quello che chiede. Cercherò di fare arrivare la tua petizione ai miei superiori. Per certo, mi riunisco con essi a Barcellona, e per quel motivo ho deciso di chiamarti.

Starebbe nella cosa certa se dicesse che il nostro ufficio migliorò da quando, diciamo, la gente ha incominciato una migliore relazione con te? Diciamo… una migliore relazione con sé stessi. Lei sa che non si sbaglia. Stai leggendo qualche libro su direzione che io non conosco? Non leggo quello tipo di cose. Ma mi piacerebbe che mi promettessi che realmente considera quello che gli ho chiesto. Pensai al suo fidanzato di Scotland Yard; se glielo prometteva e non lo compiva, andava a soffrire rappresaglie? Gli avrebbe insegnato ad alcuno tecnologia punta per ottenere risultati impossibili? Posso raccontarmelo assolutamente tutto, benché lei non mantenga la sua promessa. Ma non so se darà risultato, se non fa quello che gli insegni. La "tecnica di ringiovanimento?" Quello stesso. E non è sufficiente con conoscere la teoria? Forse. Alla persona che me l'insegnò l'ho attraverso alcuni fogli di carta. Mi rallegro che non mi forzasse a prendere decisioni che stanno oltre la mia portata e dei miei principi. Ma, in fondo, devo confessare che aveva un interesse personale in quella storia, poiché sognava anche un riciclaggio del mio potenziale. Gli promisi che farebbe tutta la cosa possibile, ed Athena incominciò a parlare di una lunga ed esoterica danza alla ricerca di un Vertice, o Asse, non mi ricordo oramai bene. Man mano che continuavamo a parlare, io cercavo di ordinare in maniera obiettiva le sue riflessioni allucinatorie. Un'ora non fu sufficiente, ed insieme prepariamo la relazione per presentare ai dirigenti della banca. In un determinato momento della nostra conversazione, ella mi disse sorridendo: Non tema scrivere qualcosa di troppo simile a quello che stiamo parlando. Credo che perfino i dirigenti di una banca siano gente come noi, in carne ed ossa, e sicuro che stanno interessati in metodi non convenzionali. Athena si sbagliava: in Inghilterra le tradizioni parlano sempre più alto delle innovazioni. Ma che cosa mi costava arrischiarmi un po', purché non mettesse il mio lavoro in pericolo? Come quello mi somigliavo completamente assurdo, doveva riassumerlo ed ordinarlo in modo che tutti potessero capirlo. Quell'era sufficiente.

Prima di incominciare la mia conferenza a Barcellona, mi ripetei durante tutta la mattina: la "mia" strategia sta dando risultato, e quello è quello che importa. Lessi alcuni manuali e scoprii che, per presentare un'idea nuova col maggiore impatto possibile, bisogna anche strutturarla affinché provochi all'udienza, cosicché la cosa prima che dissi ai dirigenti riuniti in un hotel di lusso fu una frase di san Pablo: "Dio nascose le cose più importanti dei saggi, perché non sono capaci di capire la cosa semplice, e decise di rivelarsili ai semplici di cuore", N.R: Impossibile sapere qui se si riferisce ad un appuntamento di Mateo l'Evangelista, 11,25, che dice: Ti ringrazio ", Padre, Sig. del cielo e terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi ed intenditori e li hai rivelate alla gente semplice." O ad una frase di Pablo (cor.1,27): "Al contrario, Dio scelse quello che il mondo ha per ignorante per confondere i saggi; quello che il mondo ritiene debole, per confondere ai forti".) Dicendo quello, tutto l'auditorium, che aveva passato due giorni analizzando grafici e statistiche, rimase in silenzio. Pensai che aveva perso il mio impiego, ma decisi di continuare. In primo luogo, perché aveva investigato sul tema, era sicuro di quello che diceva e meritava il credito. Secondo, perché in determinati momenti mi vedesse obbligato ad omettere la gran influenza di Athena in tutto questo processo, neanche stava mentendo. Ho scoperto che, per motivare oggigiorno i lavoratori, qualcosa è necessario più che un buon allenamento nei nostri centri perfettamente qualificati. Tutti noi abbiamo una parte ignorata che quando esce alla luce può fare miracoli. "Tutti lavoriamo per alcuno ragione: alimentare i nostri figli, guadagnare denaro per vivere, giustificare una vita, ottenere una quota di potere. Ma ci sono tappe tediose durante questo percorso, ed il segreto consiste in trasformare quelle tappe in un incontro con uno stesso. "Per esempio: non sempre la ricerca della bellezza è associata a qualcosa di pratico, ed anche cosí, la cerchiamo come se fosse la cosa più importante di questo mondo. Gli uccelli imparano a cantare, egli quale non significa che quello li aiuti ad ottenere cibo, ad evitare i predatori, né a liberarsi dei parassiti. Gli uccelli cantano, secondo Darwin, perché è l'unica maniera di riuscire ad attrarre il compagno e perpetuare la specie. Mi interruppe un dirigente di Ginevra che insisteva in che facesse una presentazione più obiettiva. Ma il direttore generale mi incoraggiò a proseguire, egli quale mi entusiasmò. Anche secondo Darwin che scrisse un libro capace di cambiare il corso l'umanità, N.R: L'origine delle specie, 1871, nel quale dimostra che l'uomo è un'evoluzione naturale di una specie di scimmia, tutti quelli che sono capaci di svegliare passioni stanno ripetendo qualcosa che succede già dall'epoca delle caverne, nella che i riti per corteggiare a l un altro erano fondamentali affinché la specie umana potesse sopravvivere ed evolvere. Bene, che cosa differenzia c'è tra l'evoluzione della specie umana e l'evoluzione di un ufficio bancario? Nessuna. Le due ubbidiscono alle stesse leggi: sopravvivono solo e si sviluppano i più qualificati. In quello momento, mi vidi obbligato a dire che aveva sviluppato quell'idea grazie alla spontanea collaborazione da una delle mie lavoratrici, Sherien Khalil.

Sherine, alla quale gli piace che la chiamino Athena, portò al suo posto di lavoro un nuovo tipo di comportamento, cioè, la passione. Quello stesso, la passione, qualcosa che non consideriamo mai quando stiamo trattando di prestiti o di suole di spese. I miei lavoratori incominciarono ad utilizzare la musica come stimolo per servire meglio i suoi clienti. Mi interruppe un altro dirigente dicendo che quell'era un'idea antica: i supermercati facevano la stessa cosa, utilizzando melodie che inducevano la gente a comprare. Non ho detto che mettiamo musica nel posto di lavoro. Hanno incominciato a vivere di forma differente, perché Sherine, o Athena, se lo preferiscono, ha insegnato loro a ballare prima di affrontare il suo lavoro giornaliero. Non so esattamente che meccanismo può svegliare quello nella gente; come direttore, sono responsabile dei risultati, non del processo. Io non ho ballato, ma ho compreso che, attraverso quello tipo di ballo, tutti si sentivano più uniti a quello che facevano. "Nasciamo, cresciamo e siamo stati educati con la massima che il tempo è denaro. Sappiamo esattamente che è il denaro, ma sappiamo quale è il significato della parola tempo? Il giorno ha ventiquattro ore ed un'infinità di momenti. Dobbiamo essere coscienti di ogni minuto, sapere approfittare di lui per quello che facciamo o semplicemente per la contemplazione della vita. Se deceleriamo, tutto duro più. Chiaro, può durare più il lavare i piatti, o la somma di saldi, o la raccolta di crediti, o l'elenco delle note provvisorie, ma perché non utilizzarlo in cose gradevoli, rallegrarsi per il fatto di essere vivo? Il principale dirigente della banca mi guardavo con sorpresa. Sono sicuro che voleva che continuasse a spiegare dettagliatamente tutto quello che aveva imparato, ma alcuni dei presenti incominciavano a sentirsi inquieti. Capisco perfettamente quello che vuole dire - commentò. So che i suoi lavoratori lavorano con più entusiasmo, perché ci sono almeno un momenti al giorno nel quale entrano con sé in contatto stessi. Mi piacerebbe congratularlo per essere stato il sufficientemente flessibile come per permettere l'integrazione di insegnamenti non ortodossi che stanno dando tanto eccellenti risultati. "Ma come stiamo in una convenzione, e stiamo parlando di tempo, dispone di cinque minuti per concludere la sua presentazione. Sarebbe possibile cercare di elaborare una lista di punti principali che ci permettano di applicare quelli principi in altri uffici? Aveva ragione. Tutto quello poteva essere buono per il lavoro, ma poteva essere anche molto male per la mia corsa, cosicché decisi di riassumere quello che avevamo scritto insieme. Basandomi su osservazioni personali, ho sviluppato vicino a Sherine Khalil alcuni punti, su quello che sono disposto a dibattere con chi sia interessato. Quelli sono i principali: "A, Tutti abbiamo una capacità ignorata, e che rimarrà sconosciuta per sempre. Anche cosí, può

essere la nostra alleata. Come è impossibile misurarla o dare a questa capacità un valore economico, non è mai tesa in considerazione, ma come sto parlando con esseri umani, sicuro che capiscono a che cosa mi riferisco, almeno in teoria. "B, Nel mio ufficio, tale capacità fu provocata attraverso una danza, basata in un ritmo che, se non mi sbaglio, proviene dai deserti dell'Asia. Ma il posto nel quale sorse è irrilevante, purché la gente possa esprimere col suo corpo quello che vuole dire la sua anima. So che qui la parola "anima" può essere fraintesa, cosicché suggerisco che la cambiamo con "intuizione." E se neanche questa parola è assimilabile, possiamo utilizzare "emozioni primarie", che sembra che abbia una connotazione più scientifica, benché esprima meno forza che le parole anteriori. C", prima di andare a lavorare, incoraggiai i miei lavoratori a che ballasse per lo meno un'ora, invece di fare ginnastica o esercizi di aerobica. Ballare stimola il corpo e la mente, incominciano il giorno esigendosi creatività a se stessi, ed utilizzano quell'energia accumulata nei suoi compiti dell'ufficio. D", I clienti e gli impiegati vivono in un stesso mondo: la realtà sono semplici stimoli elettrici nel nostro cervello. Quello che crediamo che "vediamo" è un impulso di energia in una zona completamente oscura della testa. Cosicché possiamo cercare di modificare questa realtà se entriamo nella stessa sintonia. In qualche modo che non posso capire, l'allegria è contagiosa, come l'entusiasmo e l'amore. O come la tristezza, la depressione, l'odio; cuci che possono percepire "intuitivamente" i clienti e gli altri impiegati. Per migliorare l'efficacia, bisogna creare meccanismi che mantengano questi stimoli positivi presenti. Molto esoterico-commentò una donna che dirigeva i fondi di azioni di un ufficio del Canada. Persi un po' la riparazione: non era riuscito a convincere nessuno. Fingendo ignorare il suo commento, ed utilizzando tutta la mia creatività, cercai un fine tecnico: La banca dovrebbe destinare una partenza del presupposto ad investigare come si prodursi questo contagio, così otterremmo molti più benefici. Quello fine mi somigliavo ragionevolmente soddisfacente, cosicché decisi di non utilizzare i due minuti che ancora mi rimanevano. Quando finì il seminario, alla fine di un giorno spossante, il direttore generale mi chiamò per cenare, davanti a tutti i colleghi, come se cercasse di dimostrare che mi appoggiavo su tutto quello che aveva detto. Non aveva avuto mai prima questa opportunità, e cercai di approfittare di lei la cosa migliore possibile; incominciai a parlare di obiettivi, suole, difficoltà delle borse valori, nuovi mercati. Ma egli mi interruppe: gli interessava più sapere tutto quello che io avevo

imparato con Athena. Alla fine, per la mia sorpresa, portò la conversazione al terreno personale. So a che cosa lei si riferisca nella conferenza quando menzionò tempo. Agli inizi di questo anno, mentre godeva delle ferie durante le feste, decisi di sedermi un momento nel giardino della mia casa. Presi il giornale della buca delle lettere, niente importante, salvo le cose che i giornalisti avevano deciso che dovevamo sapere, seguire, posizionarci al riguardo. "Pensai di richiamare qualcuno della mia squadra, ma sarebbe stato assurdo, poiché tutti stavano con le sue famiglie. Mangiai con mia moglie, coi miei figli ed i miei nipoti, feci un pisolino, quando mi svegliai presi una serie di note ed improvvisamente mi resi conto che ancora erano le due del pomeriggio, mi rimanevano altri tre giorni da lavorare, e per quanto adorasse la convivenza con la mia famiglia, incominciai a sentirmi inutile. "Al giorno dopo, approfittando del tempo libero, andai a diventare una prova dello stomaco il cui risultato, fortunatamente, fu soddisfacente. Andai dal dentista che mi disse che non c'era problema alcuno. Tornai a mangiare con mia moglie, i miei figli ed i miei nipoti, tornai a dormire, mi svegliai di nuovo alle due del pomeriggio e mi resi conto che non aveva assolutamente niente in cui concentrare la mia attenzione. Mi spaventai: non dovrebbe stare facendo qualcosa? Se volesse pensare in qualcosa di fare, non sarebbe un gran sforzo, dobbiamo sempre progetti sviluppare, lampadine che bisogna cambiare, foglie secche che bisogna scopare, ordinare libri, organizzare archivi in lui computer, etc., Come va se affrontava il vuoto totale E fu in quello momento nel quale ricordai qualcosa che mi sembrò molto importante: doveva andare fino alla buca delle lettere che rimane ad un chilometro della mia casa di campo, ed inviare alcuni biglietti di Natale che aveva dimenticato sopra al tavolo. "E mi sorpresi: perché devo inviare oggi quelli biglietti? Per caso è impossibile rimanere come sto ora senza fare niente? "Una serie di pensieri attraversarono la mia testa: amici che si preoccupano per cose che ancora non sono successi, conosciuti che sanno riempire ogni minuto delle sue vite con compiti che mi sembrano assurde, conversazioni insensate, lunghe chiamate per non dire niente importante. Ho visto già ai miei direttori inventando lavoro per giustificare il suo carico, o a lavoratori che sentono paura perché non è stato loro dedito niente importante per fare quello giorno e quello può significare che non sono oramai utili. Mia moglie che si tortura perché mio figlio ha divorziato, mio figlio che si tortura perché mio nipote ha tirato fuori note basse nella scuola, mio nipote che muore di paura per mettere triste ai suoi genitori, benché tutti sappiamo che quelle note non sono tanto importanti… Mi addentrai in una lunga e difficile lotta con me stesso per non alzarmi di lì. A poco a poco,

l'ansietà fu cedendo passo alla contemplazione, ed incominciai ad ascoltare la mia anima, o intuizione, o emozioni primitive, secondo in quello che lei creda. Sia quello che sia, quella parte di me era ansiosa per parlare, ma sempre sono occupato. "In questo caso non fu il ballo, bensì la completa assenza di rumore e di movimento, il silenzio, quello che mi fece entrare in contatto con me stesso. E, mi creda, seppi molte cose sui problemi che mi preoccupavano, benché tutti quelli problemi fossero spariti mentre io ero lì seduto. Non vidi a Dio, ma potei capire con più chiarezza le decisioni che doveva prendere. Prima di pagare il conto, mi suggerì che inviasse a quella lavoratrice al Dubai, dove la banca andava ad aprire un nuovo ufficio ed il rischio era alto. Come un eccellente direttore, sapeva che io avevo imparato già tutto quello che necessitava, e che ora era questione di dargli continuità, la lavoratrice poteva essere più utile in un altro posto. Senza saperlo, si stava aiutando a mantenere la promessa che aveva fatto. Quando girai a Londra, comunicai immediatamente l'invito ad Athena. Ella accettò al momento; disse che parlava arabo con fluidità, io lo sapevo, dovuto alle origini di suo padre. Ma non pretendevamo di fare commerci con gli arabi, bensì con gli stranieri. Ringraziai per lui il suo aiuto, ella non mostrò il minore interesse per la mia conferenza nella convenzione; mi domandò solo quando doveva preparare le valigie. Ancora oggi non Lei se era una fantasia quella storia del fidanzato di Scotland Yard. Credo che, se fosse verità, l'assassino di Athena starebbe già nella prigione, perché non mi credo in assoluto quello che contarono i giornali rispetto al crimine. Infine, posso capire molto di ingegneria finanziaria, posso darmi perfino il lusso di dire che il ballo aiuta gli impiegati di panca a lavorare meglio, ma non riuscirò mai a capire perché la migliore polizia del mondo è capace di cacciare ad alcuni assassini e lasciare ad altri sciolti. Ma quello non ha oramai importanza. Nabil Alaihi, età sconosciuta, beduino. Mi rallegra molto sapere che Athena aveva un mia foto nel posto di onore del suo appartamento, ma non credo che quello che gli insegnai sia di nessuna utilità. Venne qui, in mezzo al deserto, con un bambino di tre anni della mano. Aprì la borsetta, tirò fuori un registratore e si sedette davanti al mio negozio. So che la gente nella città normalmente davano il mio nome agli stranieri che voleva provare la cucina locale, ma gli dissi che ancora era molto presto per cenare. Sono venuto per un'altra ragione-ella disse -. Ho saputo per se nipote Hamid, cliente della banca nel che lavoro quale è lei un saggio. Hamid non è più che un giovane sconsiderato che benché dica che sono saggio, non ha seguito mai i miei consigli. Saggio era Maometto, il Profeta, che Dio lo benedica.

Segnalai la sua automobile. Lei non dovrebbe condurre sola per un terreno al quale non è abituata, né arrischiarsi a venire qui senza una guida. Invece di rispondermi, ella infiammò l'animo. All'improvviso, tutto quello che poteva vedere era a quella donna galleggiando nelle dune, al bambino guardando attonito ed allegro, ed il suono che sembrava inondare tutto il deserto. Quando finì, mi domandò se mi era piaciuto. Gli dissi che sì. Nella nostra religione ci sia una setta che balli per trovarsi con Allah, lodato sia il suo nome! , N.R: La setta in questione è il sufismo.) Perché bene - continuò prestandosi come Athena -. Da bambina sento che devo avvicinarmi a Dio, ma la vita mi allontana da Lui. La musica fu una delle maniere che trovai, ma non è sufficiente. Ogni volta che ballo, vedo una luce, ed ora quella luce mi chiede che prosegua. Non posso continuare ad imparare sola, necessito che qualcuno mi insegni. Qualunque cosa è sufficiente-risposi -. Perché Allah, il misericordioso, sta sempre vicino. Porta una vita degna, con quello rozza. Ma sembrava non essere convinta. Gli dissi che era occupato che doveva preparare la cena per i pochi turisti che andavano a venire. Ella rispose che aspetterebbe quello che fosse necessario. Ed il bambino? Non si preoccupi. Mentre prendeva di sempre le provvidenze, osservava la donna e suo figlio, i due sembravano avere la stessa età; correvano per il deserto, essere ridevano, facevano battaglie di sabbia, si lanciavano per il suolo e rodavano per le dune. Arrivò il guida con tre turisti tedeschi che mangiarono e chiesero birra; dovetti spiegarloro che la mia religione ostacolavo bere e servire avvinazzate alcoliche. L'invitai a lei e suo figlio a cenare, ed uno dei tedeschi si azzardò abbastanza con l'inaspettata presenza femminile. Commentò che stava pensando di comprare terreni, aveva accumulato una gran fortuna, e credeva nel futuro della regione. Molto bene - fu la risposta di lei -. Anche io lo credo. Non starebbe bene che cenasse in un altro posto per potere parlare meglio della possibilità di…? No - ella tagliò, dandogli il biglietto -. Se vuole, può cercare il mio ufficio. Quando i turisti andarono via, ci sediamo di fronte al negozio. Il bambino rimase dormito subito nel suo grembo; presi coperte per i tre e rimaniamo guardando il cielo stellato. Finalmente ella ruppe il silenzio.

Perché Hamid dice che lei è un saggio? Forse perché ho più pazienza che lui. Ci fu un'epoca nella quale cercai di insegnargli la mia arte, ma a Hamid gli interessava più guadagnare denaro. Ora debito di essere convinto che è più saggio di me; ha un appartamento, una barca, mentre io seguo qui, in mezzo al deserto, servendo i pochi turisti che vengono. Non capisce che mi soddisfa quello che faccio. Lo capisce perfettamente, perché parla a tutto il mondo di lei con molto rispetto. E che cosa significa la sua "arte?" Oggi ti ho visto ballando. Io faccio la stessa cosa, ma, invece di muovere il mio corpo, sono le lettere quelle che ballano. Ella sembrò sorpresa. La mia maniera di avvicinarmi ad Allah, se nomini sia lodato!, fu attraverso la calligrafia, la ricerca del senso perfetto di ogni parola. Una semplice lettera richiede che mettiamo in lei tutta la forza che contiene, come se stesse scolpendo il suo significato. Così, scrivendo i testi sacri, sta in essi l'anima dell'uomo che servì da strumento per divulgarli al mondo. "E non solo i testi sacri, bensì ogni cucia che scriviamo in una carta. Perché la mano che traccia le linee riflette l'anima di chi li scrive. Si abituerebbe lei quello che sa? In primo luogo, non credo che una persona tanto piena di energia abbia pazienza per quello. Inoltre, non fa parte del tuo mondo, nel quale le cose si imprimono, senza pensare troppo a quello che si sta pubblicando, se mi permetti il commento. Mi piacerebbe tentarlo. E durante più di sei mesi, quella donna che io credevo nervosa, esuberante, incapace di rimanere si ami né un solo momento, mi visitò il venerdì. Il figlio si sedeva in un angolo, prendeva alcuni carte e pennelli, e si dedicava anche a manifestare nei suoi disegni quello che i cieli determinavano. Io notavo il suo sforzo per mantenersi quieta, con la posizione adeguata, e gli domandava: "Non credi che sia migliore tentare un'altra cosa per distrarrti?" rispondeva Ella: Ho bisogno di "lui, devo calmare la mia anima, ed ancora non ho imparato tutto quello che lei può insegnarmi. La luce del Vertice mi dice che devo proseguire. Non gli domandai mai che cosa il Vertice era; non mi interessavo. La prima lezione, e forse il più difficile fu: - Pazienza!

Scrivere non era solamente l'atto di esprimere un pensiero, bensì riflettere sul significato di ogni parola. Insieme incominciamo a lavorare i testi come un poeta arabo, poiché non credo che il Corano fosse adeguato per una persona educata in un'altra fede. Io gli mi stavo dettando ogni lettera, e così ella si concentrava su quello che stava facendo, invece di volere sapere già il significadote la parola, della frase o del verso. Una volta, qualcuno mi disse che la musica era stata creata per Dio, e che era necessario un movimento rapido affinché le persone entrassero con sé in contatto stessa - mi disse Athena una delle frasi che passiamo insieme -. Per anni ho visto che quell'era verità, ed ora mi vedo forzata a fare la cosa più difficile del mondo: decelerare i miei passi. Perché la pazienza è tanto importante? Perché ci fa prestare attenzione. Ma io posso ballare ubbidendo solamente alla mia anima che mi obbliga a concentrarmi su qualcosa superiore a me stessa, e che mi permette di entrare in contatto con Dio, se posso utilizzare quella parola. Quello mi ha aiutato a trasformare molte cose, perfino il mio lavoro. Non è più importante l'anima? Chiaro. Tuttavia, se la tua anima è capace di comunicarsi col tuo cervello, potrai trasformare ma cucia ancora. Seguiamo insieme il nostro lavoro. Io sapevo che, in un momento o un altro, andava a dovere dirgli qualcosa che ella non era preparata per ascoltare, in modo che approfittai di ogni momento per continuare a disporre il suo spirito. Gli spiegai che prima della parola sta il pensiero. E, prima del pensiero, sta una scintilla divina che lo mise lì. Tutto, assolutamente tutto in questa terra tenia sentito, e le cose più piccole devono essere prese in considerazione. Ho educato il mio corpo affinché possa manifestare totalmente le sensazioni della mia anima ella diceva. Ora educa le tue dita, in modo che possano manifestare totalmente le sensazioni del tuo corpo. Così la tua immensa forza sarà concentrata. È lei un maestro. Che cosa è un maestro? Perché io ti rispondo: non è quello che insegna qualcosa, altro che quello quale ispira l'alunno affinché dia la cosa migliore di sé stesso e scopra quello che sa già. Presentii che Athena l'aveva sperimentato già, benché ancora fosse molto giovane. Come la scrittura rivela la personalità di ogni persona, scoprii che era cosciente che era amata non solo per suo figlio, bensì per la sua famiglia, e può che per un uomo. Scoprii anche che aveva doni misteriosi, ma cercai di non dirsilo mai, poiché quelli doni potevano provocare il suo incontro con Dio, ma anche la sua perdizione. Non mi limitavo ad addestrarla nella tecnica; cercava anche di trasmettergli la filosofia dei

calligrafi. La piuma con la quale ora scrivi questi versi non è più che lo strumento. Non ha coscienza, segue il desiderio del che la soggetta. Ed in quello somiglia molto a quello che chiamiamo "vita." Molte persone stanno semplicemente in questo mondo svolgendo un ruolo, senza capire che c'è una Mano Invisibile che la guida. "In questo momento, nelle tue mani nel pennello che traccia ogni lettera, stanno tutte le intenzioni della tua anima. Cerca di capire l'importanza di quello. Lo capisco, e mi rendo conto che è importante mantenere una certa eleganza. Perché lei mi esige che mi sieda in una determinata posizione che rispetti il materiale che utilizzo e che non incominci fino a che abbia fatto quello. Chiaro. Man mano che rispettava il pennello, scopriva che era necessario avere serenità ed eleganza per imparare a scrivere. E la serenità viene dal cuore. - L'eleganza non è qualcosa di superficiale, bensì la maniera che l'uomo trovò per onorare la vita ed il lavoro. Per quel motivo, quando siedi che la posizione ti è scomoda, non pensare che è falsa o artificiale: è vera perché è difficile. Fa che tanto la carta come la piuma si sentono orgogliosi del tuo sforzo. La carta smette di essere una superficie piana ed incolore, e passa ad avere la profondità delle cose che si mettono in lui. "L'eleganza è la posizione più adeguata affinché la scrittura sia perfetta. Nella vita è anche così: quando si scarta la cosa superflua, l'essere umano scopre la semplicità e la concentrazione: quanto più semplice e più sobria è la posizione, più bella sarà questa, benché all'inizio sembri scomodo. Ogni tanto, ella mi parlava del suo lavoro. Diceva che l'entusiasmava quello che faceva, e che aveva appena ricevuto una proposta di un poderoso emiro. Era andato alla banca a vedere ad un suo amico che era direttivo, gli emiri non vanno mai alla banca a tirare fuori denaro, hanno molti impiegati affinché lo facciano, e, parlando con lei, commentò che stava cercando qualcuno per incaricarsi della vendita di terreni, e gli piacerebbe sapere se era interessata. A chi gli andava ad interessare comprare terreni in mezzo al deserto o in un porto che non stava nel centro del mondo? Decisi di non dire niente; guardando dietro, mi rallegro di essere rimasto in silenzio. Parlò solo dell'amore di un uomo un'unica volta, benché ogni volta che arrivavano i turisti a cenare, e la vedevano lì, cercasse di sedurrla in qualche modo. Normalmente, neanche Athena si disturbava, fino a che un giorno uno di essi insinuò che conosceva il suo fidanzato. Ella diventò pallida, e guardò immediatamente il bambino che non stava prestando attenzione alla conversazione per fortuna.

Di che cosa lo conosce? Sto in vena di scherzi - disse l'uomo -. Voleva solo sapere se era libero. Ella non disse niente, ma capii che l'uomo che stava nella sua vita in quello momento non era il padre dal bambino. Un giorno arrivò più presto che di abitudine. Mi disse che aveva lasciato il suo lavoro nella banca, aveva incominciato a vendere terreni, e così avrebbe più tempo libero. Gli spiegai che non poteva insegnargli prima dell'ora prevista; doveva cose fare. Posso unire le due cose: movimento e quiete; allegria e concentrazione. Andò fino all'automobile, prese il registratore, ed a partire da quello momento, Athena ballava nel deserto prima di incominciare le classi, mentre il bambino correva e sorrideva a se intorno. Quando si sedeva per praticare calligrafia, la sua mano era più sicura che normalmente. Ci sono due tipi di lettere-gli spiegava io -. La prima si impadronisce di precisione, ma senza anima. In questo caso, benché il calligrafo abbia un gran dominio sulla tecnica, si è concentrato esclusivamente sul mestiere e per quel motivo non ha evoluto, è diventato ripetitivo, non è riuscito a crescere e qualche giorno lascerà l'esercizio della scrittura, perché pensa che si è trasformato in una routine. "In secondo tipo è la lettera che si impadronisce di tecnica, ma anche con anima. Per ciò, è necessario che l'intenzione di chi scrive sia di accordo con la parola; in questo caso, i versi più tristi smettono di rivestirsi di tragedia e si trasformano in semplici fatti che si trovavano nella nostra strada. Che cosa fa lei coi suoi disegnini? - domandò il bambino in perfetto arabo. Benché non capisse la nostra conversazione, faceva la cosa possibile per partecipare al lavoro di sua madre. Li vendo. Posso vendere i miei disegni? Devi vendere i tuoi disegni. Un giorno diventerai ricco con essi, ed aiuterai tua madre. Egli diventò contento col mio commento e seguì con quello che stava facendo in quello momento: una farfalla di colori. E che cosa faccio coi miei testi? -domandò Athena. Sai lo sforzo che ti è costato sederti in posizione corretta, tranquillizzare la tua anima, avere chiara la tua intenzione rispettare ogni lettera di ogni parola. Ma, per adesso, continua solo a praticare.

"Dopo molto praticare, non pensiamo oramai a tutti i movimenti necessari: passano a fare parte della nostra propria esistenza. Prima di arrivare a quello stato, tuttavia, bisogna praticare, ripetere. E, per se fosse sufficiente, ripetere e praticare. "Fissati ad un buon fabbro lavorando l'acciaio. Per il che non sa, ripete le stesse martellate. "Ma quello che conosce l'arte della calligrafia sa che, ogni volta che egli alza il martello e lo fa scendere, l'intensità del colpo è differente. La mano ripete lo stesso gesto, ma, man mano che si avvicina al ferro, capisce che deve toccarlo con più durezza o con più soavità. Con la ripetizione succede la stessa cosa: benché sembri uguale, è sempre distinta. "Arriverà un momento nel quale non dovrai pensare a quello che stai facendo. Passerai ad essere la lettera, l'inchiostro, la carta e la parola. Quell'arrivò quasi dopo un anno. In quello momento, Athena era già conosciuto in Dubai, mi destreggiavo clienti a cenare al mio negozio, e per essi potei sapere che la sua corsa andava molto bene: stavo vendendo pezzi di deserto! Una notte, preceduto di un gran seguito, apparve l'emiro in persona. Io mi spaventai; non era preparato per quello, ma egli mi tranquillizzò e ringraziò per me quello che stava facendo per la sua impiegata. È una persona eccellente, ed attribuisce le sue qualità a quello che sta imparando con lei. Sto pensando di dargli una parte di a società. Forse sia buona idea inviare ai miei venditori affinché imparino calligrafia, soprattutto ora che Athena deve andare via un mese di ferie. Non gli andava a servire da niente-risposi -. Semplicemente la calligrafia è una dei metodi che Allah, lodato sia il suo nome!, c'offrì. Insegna obiettività e pazienza, rispetto ed eleganza, ma possiamo imparare tutto quello… … col ballo-completò la frase Athena che stava vicino. O vendendo immobili-suggerii. Quando tutti andarono via, quando il bambino si cacciò in un angolo dal negozio, con gli occhi cerrándosele di sonno, presi il materiale di calligrafia ed e chiesi che scrivesse qualcosa. In mezzo alla parola, quello tolsi la piuma della mano. Era il momento di dire quello che doveva essere detto. Gli suggerii che camminasse un po' per il deserto. Hai imparato già tutto quello che necessitavi-dissi -. La tua calligrafia è sempre di più personale, più spontanea. Non è oramai una semplice ripetizione della bellezza, bensì un gesto di creazione personale. Hai compreso quello che i grandi pittori capiscono che per dimenticare le regole, bisogna conoscerli e rispettarli. Non hai bisogno "oramai degli strumenti coi quali imparasti. Non hai bisogno oramai della carta, né l'inchiostro, né la piuma, perché la strada è più importante di quello che ti portò a camminare. Una volta mi contasti che la persona che ti insegnò a ballare si immaginava musica nella sua testa, ed anche cosí, era capace di ripetere i ritmi necessari e precisi.

Quello stesso. Se le parole stessero tutte unite, non avrebbero senso, o sarebbe molto complicato capirli: deve c'essere spazi tra esse. Athena assistè con la testa. Ma, malgrado domini le parole, ancora non domini gli spazi in bianchi. La tua mano, quando questi concentrata, è perfetta. Quando salta di una parola all'altra, si perde. Come sappia lei quello? Ho ragione? Ha tutta la ragione. Per alcuni frazioni di secondo prima di concentrarmi sulla seguente parola, mi perdo. Cuci in quelle che non voglio pensare insistono nel dominarmi. E sai esattamente che è. Athena lo sapeva, ma non disse niente, fino a che ritornammo al negozio e potè prendere suo figlio addormentato in braccia. I suoi occhi sembravano essere pieni di lacrime, benché facesse la cosa possibile per controllarsi. L'emiro disse che andavi via di ferie. Ella aprì la porta dell'automobile, mise la chiave nel contatto e strappò. Durante qualche momento, solo il rumore del motore rompeva il silenzio del deserto. - So a che cosa ella si riferire-disse alla fine -. Quando scrivo, quando ballo, mi guida la Mano che tutto il creó. Quando vedo a Viorel dormendo, so che sa che è il frutto del mio amore per suo padre, benché non lo veda da più di un anno. Ma io… Rimase in silenzio di nuovo; il silenzio che era lo spazio in bersaglio tra le parole. -… ma io non conosco la mano che mi cullò per la prima volta. La mano che mi iscrisse nel libro di questo mondo. Io assentii solo con la testa. - Creda lei che quello è importante? - Non sempre. Ma nel tuo caso, finché non tocca quella mano, non mejorará…digamos… la tua calligrafia. - Non credo che sia necessario scoprire a chi non si prese mai il disturbo di amarmi.

Chiuse la porta, sorrise ed andò via con l'automobile. Nonostante le sue parole, io sapevo quale il suo seguente passo sarebbe. Samira R. Khalil,madre di Athena Fu come se tutte le sue conquiste professionali, la sua capacità per guadagnare denaro, la sua allegria col nuovo amore, la sua soddisfazione quando giocava con mio nipote, tutto avrebbe passato ad un secondo piano. Rimasi semplicemente terrorizzata quando Sherine mi comunicò la sua decisione di andare alla ricerca di sua madre biologica. Al principio, è chiaro, mi consolavo con l'idea che non esistesse oramai il centro di adozione che si sarebbe perso le schede che i funzionari Lei mostrasse implacabili, il governo era appena caduto ed era impossibile viaggiare, o che il ventre che la portò a questa terra non stesse oramai in questo mondo. Ma fu una consolazione momentanea: mia figlia era capace di tutto, e riusciva a superare situazioni che erano impossibili. Fino a quello momento, il tema era tabù nella famiglia. Sherine sapeva che era stato adottata, poiché il psichiatra di Beirut mi ero consultato che glielo contasse quando avesse l'età sufficiente per comprenderlo. Ma non aveva mostrato mai curiosità per sapere di che regione era venuto; la sua casa era stata Beirut, quando ancora era una casa per tutti noi. Come il figlio adottato di un mia amica finì per suicidarsi quando ebbe una sorella biologica - ed aveva solo sedici anni! -, noi evitiamo di ampliare la nostra famiglia, facemmo tutti i sacrifici necessari affinché capisse che era l'unica ragione delle mie allegrie e delle mie tristezze, dei miei amori e delle mie speranze. Anche cosí, sembrava che niente di quell'importasse. Il mio Dio, come possono essere tanto ingrati i figli! Conoscendo mia figlia, sapeva che non serviva da niente argomentargli tutto quello. Mio marito ed io passiamo una settimana senza dormire, e tutte le mattine, tutti i pomeriggi, ci bombardava con la stessa domanda: In che città della Romania nacqui? Per aggravare la situazione, Viorel piangeva, perché sembrava capire tutto quello che passava. Decisi di consultarlo con un altro psichiatra. Gli domandai perché una ragazza che l'aveva tutto nella vita era sempre tanto insoddisfatta. Tutti vogliamo sapere da dove veniamo-disse -. Quella è la questione fondamentale dell'essere umano nel piano filosofico. Nel caso di tua figlia, credo che è perfettamente giusto che cerchi di conoscere le sue origini, anche lei non sentirebbe quella curiosità? No, non la sentirebbe. Tutto il contrario, penserebbe che è pericoloso andare alla ricerca di qualcuno che mi respinse e che non mi accettò quando ancora non aveva forze per sopravvivere. Ma il psichiatra insistè: - Invece di affrontarla, cerchi di aiutarla. Può che vedendo che quello non è un problema per lei, desista. L'anno che ha passato lontano da tutti il suo amici debito di avergli creato una carenza

emozionale che ora cerca di compensare attraverso provocazioni senza importanza. Solo per essere sicura che è amata. Sarebbe stato migliore che Sherine fosse andato, lei stessa, al psichiatra: così avrebbe compreso le ragioni del suo comportamento. Dimostri fiducia, non veda una minaccia in quello, E se alla fine di lei vuole realmente proseguire, deve solo dargli gli elementi che chiede. Per quello che mi dice, è stato sempre una bambina problematica; chi sa se non uscirà più fortificata con questa ricerca. Domandai al psichiatra se aveva figli. Disse che no, ed allora capii che non era la persona più indicata per consigliarmi. Quella notte, quando stavamo davanti alla televisione, Sherine tirò fuori il tema: Che cosa stai vedendo? Le notizie. Per che motivo? Per sapere le novità del Líbano—respondió io marito. Io mi resi conto della trappola, ma era già tardi. Sherine si approfittò immediatamente della situazione. Infine, sembra che anche voi sentiate curiosità per sapere che cosa sta passando nella terra nella quale nasceste. Siete ben stabiliti in Inghilterra, avete amici, papà guadagna qui molto denaro, vivete con sicurezza. Anche cosí, comprate giornali libanesi. Cambiate canale fino a che esce alcuno notizia relazionata con Beirut. Vi immaginate il futuro come se fosse il passato, senza darvi conta che questa guerra non finisce mai. "Cioè, se non state in contatto con le vostre origini, sentite che avete perso il contatto col mondo. Vi costa tanto capire quello che io sento? Sei nostra figlia. Con molto orgoglio. E sarò vostra figlia per sempre. Per favore, non dubitiate del mio amore e della mia gratitudine per tutto quello che avete fatto per me; non sto chiedendo nient'altro mettere i piedi nel vero posto nel quale nacqui. Forse domandare a mia madre biologica perché mi abbandonò, o forse lasciare il tema quando la guardi agli occhi. Se non lo tento, mi sentirò codardo, e non potrò capire mai gli spazi in bianchi. Gli spazi in bianco? Imparai calligrafia mentre stava in Dubai. Ballo ogni volta che posso. Ma la musica esiste solo perché esistono gli spazi in bianchi. Quando sto facendo qualcosa, mi sento completa; ma

nessuno può vivere in attività le ventiquattro ore del giorno. Nel momento nel che fermo, sento che mi manca qualcosa. Mi avete detto "più di una volta che sono di natura una persona inquieta. Ma io non ho scelto questa forma di vivere: mi piacerebbe potere stare qui, tranquilla, vedendo la televisione. È impossibile la mia testa non ferma. A volte penso che giro matta, devo stare sempre ballando, scrivendo, vendendo terreni, badando a Viorel, leggendo qualunque cosa che passi per le mie mani. Credete che quello è normale? Forse sia il tuo temperamento-disse mio marito. La conversazione finì lì. Così come sempre: Viorel piangendo, Sherine rinchiudendosi nel suo mutismo, e me sicura che i figli non riconoscono mai quello che i genitori fanno per essi. Tuttavia, durante la colazione al giorno dopo, fu mio marito quello che tirò fuori il tema: Fa qualche tempo, quando stavi in Medio oriente, cercai di vedere come stavano le cose per ritornare a casa. Andai alla strada nella quale vivevamo; la casa non esiste oramai, benché stiano ricostruendo il paese, perfino con l'occupazione straniera e le costanti invasioni. Sperimentai una sensazione di euforia: chi sa se non era il momento di tornare ad incominciare tutto di nuovo? E fu giustamente quello, "tornare ad incominciare", quello che mi portò di giro alla realtà. Non è oramai il momento di darsi quello lusso; oggigiorno, voglio seguire con quello che sto facendo, non ho bisogno di nuove avventure. "Cercai la gente con la quale normalmente rimaneva per prendermi alcuni whiskys alla fine del pomeriggio. La maggioranza non stavano oramai, quelli che rimangono si lamentano della costante sensazione di insicurezza. Camminai per i posti per i quali passeggiava, e mi sentii come un estraneo, come se tutto quello non mi appartenesse oramai. La cosa peggiore di tutto è che il sonno di ritornare qualche giorno continuava ad a sparire man mano che mi trovavo con la città nella quale nacqui. "Ancora così, fu necessario. Ancora le canzoni dell'esilio stanno nel mio cuore, ma so che non torno a vivere nel Libano. In qualche modo, i giorni che passai a Beirut mi aiutarono ad intendersi meglio il posto del quale sto ora ed a stimare ogni secondo che passo a Londra. Che cosa vuoi dire, papà? Che hai ragione. Chissà sia migliore capire quelli spazi in bianchi. Possiamo rimanerci con Viorel mentre tu viaggi. Andò alla stanza e ritornò con una cartelletta giallognola.

Erano carte dell'adozione che offrì a Sherine. Gli diede un bacio e disse che era già ora di andare a lavorare. Heron Ryan, giornalista. Durante tutta quella mattina di 1990, tutto quello che poteva vedere dalla finestra del sesto piano di quell'hotel era l'edificio del governo. Avevano appena messo nel soffitto una bandiera del paese che indicava il posto esatto nel quale il dittatore megalomane era fuggito in elicottero, per trovarsi dopo con la morte poche ore, con l'intervento di quegli ai che aveva oppresso per ventidue anni. Le case antiche erano state spianate per Ceausescu, secondo il suo piano per fare una capitale che rivaleggiasse con Washington. Bucarest ostentava il titolo della città che aveva sofferto la maggiore distruzione fosse di una guerra o di una catastrofe naturale. Il giorno del mio arrivo, ancora cercai di camminare un po' per le sue strade col mio interprete, ma non c'era molto da vedere, oltre a miseria, disorientamento, sensazione che non c'era futuro, passato, né presenti: la gente viveva in una specie di limbo, senza sapere esattamente che passava nel suo paese né nel resto del mondo. Dieci anni più tardi, quando ritornai e vidi il paese intero risorgendo delle ceneri, capii che l'essere umano può superare qualunque difficoltà, ed il paese rumeno era un esempio di quello. Ma in quella mattina grigia, in quell'accoglienza di hotel grigio e triste, tutto quello che mi interessavo era sapere se l'interprete andava ad ottenere un'automobile e combustibile sufficienza affinché io potessi fare quell'investigazione finale del documentario per la BBC. Stava tardando, ed incominciai a dubitare: mi vedrei obbligato a girare all'Inghilterra senza ottenere il mio obiettivo? Aveva investito già una quantità significativa di denaro in contratti con storiografi, nell'elaborazione della rotta, nel rodaggio di alcuni interviste, ma la televisione, prima di firmare il compromesso finale, mi esigeva che andasse ad un determinato castello per sapere in che stato si trovava. Il viaggio stava uscendo più caro di quello che aveva immaginato. Cercai di chiamare la mia fidanzata; mi dissero che per ottenere linea che aspettare quasi un'ora. Il mio interprete poteva arrivare in qualunque momento con l'automobile, non c'era tempo da perdere; decisi di non correre il rischio. Tentai di ottenere qualche giornale in inglese, ma non fu possibile. Per ammazzare l'ansietà, incominciai a fissarmi, nella maniera più discreta possibile, nella gente che stava lì prendendo tè, altrui possibilmente a tutto quello che era successo l'anno anteriore: le rivolte popolari, gli assassini di civili a sangue freddo in Timisoara, le sparatorie per strade tra il paese e temuto servizio segreto che cercava disperatamente di mantenere il potere che ero scappato loro dalle mani. Vidi ad un gruppo di tre americani, ad una donna interessante, ma che non separava di moda gli occhi di una rivista, ed un tavolo pieno di uomini che parlavano a voce alta, ma il cui lingua non era capace di identificare. Andava ad alzarmi per ennesima volta, camminare fino alla porta di entrata per vedere se arrivava l'interprete, quando ella entrò. Doveva avere poco più di venti anni, N.R: Athena aveva

ventitre anni quando visitò la Romania. Si sedette, chiese qualcosa per fare colazione, e vidi che parlava inglese. Nessuno degli uomini presenti sembrò notare l'arrivo, ma la donna interruppe di moda la lettura della rivista. Forse per colpa della mia ansietà, o del posto che si stava facendo cadere in una depressione, ebbi coraggio e mi avvicinai. Scusa, non soglio fare questo. Credo che la colazione è il cibo più intimo del giorno. Ella sorrise, mi disse il suo nome, ed immediatamente io mi misi in guardia. Era stato molto facile; poteva essere una prostituta. Ma il suo inglese era perfetto, ed andava discretamente vestita. Decisi di non domandare niente, ed incominciai a parlare compulsivamente di me, dando mi conta che la donna del tavolo di al lato aveva lasciato la rivista e prestava attenzione alla nostra conversazione. Sono un produttore indipendente, lavoro per la BBC di Londra, ed in questo momento sto cercando di scoprire una maniera di arrivare fino a Transilvania… Notai che la lucentezza dei suoi occhi cambiava. -… per completare la mia documentazione sul mito del vampiro. Sperai: il tema svegliava sempre curiosità nella gente, ma ella perse l'interesse non appena menzionai il motivo della mia visita. Devi solo prendere quell'autobus-rispose -. Benché non creda che trovi quello che cerchi. Se vuoi sapere più busta Drácula, legge il libro. L'autore non stette mai in questa regione. E conosci tu Transilvania? Non lo so. Quella non era una risposta; forse fosse un problema con la lingua inglese, nonostante il suo accento britannico. Ma mi dirigo anche lì-continuò -. In autobus, chiaro. Per i suoi vestiti non sembrava essere un'avventuriera che continua per il mondo visitando posti esotici. La teoria della prostituta girò alla mia testa; forse stesse cercando di avvicinarsi. Vuoi che ti porti? Ho comprato già il mio biglietto. Io insistei, credendo che quello primo rifiuto faceva parte del gioco. Ma la girò a negarsi,

dicendo che doveva fare il viaggio suola. Gli domandai di dove era, e notai che dubitava molto prima di rispondermi: Di Transilvania, te l'ho detto già. Non hai detto esattamente quello. Ma, se è verità. Potresti aiutarmi a fare gli esterni per il film e… Il mio inconscio mi dicevo che doveva esplorare un po' più il terreno, ancora aveva l'idea della prostituta nella testa, e mi sarebbe piaciuto molto, moltissimo, che ella mi accompagnasse. Con parole educate, ella respinse la mia offerta. L'altra donna entrò nella conversione come se decidesse di proteggere la ragazza, io pensai che stava essendo impertinente e decisi di separarmi. L'interprete arrivò poco dopo, precipitoso, dicendo che aveva ottenuto tutta la cosa necessaria, ma che andava a costare un po' più caro, me l'aspettava già. Salii alla mia stanza, presi la valigia, che già stava preparata, entrai in un'automobile russa che cadeva a pezzi, attraversai lunghi viali quasi senza traffico, e comprovai che portava la mia piccola macchina fotografica, le mie appartenenze, le mie preoccupazioni, bottiglie di acqua minerale, panini e l'immagine di qualcuno che insisteva nel non uscire dalla mia testa. I giorni dopo, contemporaneamente che cercava di costruire una rotta di sperare - a contadini ed intellettuali rispetto al mito del vampiro, stavo rendendo conto che non cercava oramai solo di fare un documentario per la televisione inglese. Mi sarebbe piaciuto trovarmi di nuovo a quella ragazza arrogante, antipatica, autosufficiente che aveva visto in un caffè, in un hotel di Bucarest, e che in quello momento doveva stare lì, vicino a me; ecceda la quale io non sapevo assolutamente niente a parte il suo nome, ma che, come il mito del vampiro, sembrava succhiare tutta la mia energia. Un assurdo, qualcosa di insensato, qualcosa di inaccettabile per il mio mondo, e per il mondo di quelli che convivevano con me. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Non so che cosa sei venuto a fare qui. Ma, sia quello che sia, devi seguire fino al fine. Ella mi guardò, attonita. Chi sei? Mi misi a parlare della rivista femminile che stava leggendo, e l'uomo, dopo qualche tempo, decise di alzarsi ed uscire. Ora già poteva dire chi era. Se vuoi sapere la mia professione, studiai medicina alcuni anni fa. Ma non credo che quella sia la risposta che vuoi ascoltare. Feci una pausa. Il tuo seguente passo sarà tentare, con domande molto bene elaborata, sapere esattamente che sto

facendo qui, in questo paese che è appena uscito dalla preistoria. Sarò diretta: che cosa sei venuto a fare qui? Poteva dire: Sono venuto al funerale del mio maestro, credo che si meritasse questo omaggio. Ma non sarebbe prudente parlare del tema; benché non avesse dimostrato nessun interesse per i vampiri, la parola "maestro" richiamerebbe la sua attenzione. Come il mio giuramento mi impedisce di mentire, risposi con una "mezza verità." Voleva vedere dove nacque un scrittore chiamato Mircea Eliade di chi possibilmente mai faggi sentito parlare. Ma Eliade che passò gran parte della sua vita in Francia, era specialista en… digamos… miti. Ella guardò l'orologio, fingendo disinteresse. E non mi riferisco a vampiri. Mi riferisco a gente…digamos… che segue la strada che tu segui. Ella andava a bersi il caffè, ma interruppe il suo gesto. Sei del governo? O qualcuno contrattato per i miei genitori affinché mi segua? Io fui quello che dubitò su se seguire la conversazione; la sua aggressività era assolutamente non necessaria. Ma io potevo vedere la sua aura, la sua angoscia. Me somigliava molto a quando aveva la sua età: ferite interni ed esterni che mi spinsero a curare persone nel piano fisico ed ad aiutarli a trovare la strada nel piano spirituale. Volli dirgli le "tue ferite ti aiutano, ragazza", prendere la mia rivista ed andare via. Se l'avesse fatto, forse quello verso Athena sarebbe stato completamente differente, ed ancora sarebbe viva, vicino all'uomo che amava, badando a suo figlio, vedendolo crescere, sposarsi, riempirla di nipoti. Sarebbe ricca, probabilmente proprietaria di una compagnia di vendita di immobili. L'aveva tutto, assolutamente tutto per avere successo; aveva sofferto quanto basta come per sapere utilizzare le sue cicatrici al suo favore, e non era più che una questione di tempo il riuscire a diminuire la sua ansietà e proseguire. Ma che cosa fu quello che mi mantenne lì, cercando di seguire la conversazione? La risposta è molto semplice: curiosità. Non poteva capire perché quella luce brillante stava lì, nella fredda accoglienza dell'un hotel. Seguii: - Mircea Eliade scrisse libri con titoli strani: Occultismo, stregoneria e mode culturali, per esempio. O Nascita e rinascimento. Al mio maestro-lo dissi senza volere, ma ella non lo sentì o finse non l'avere sentito-gli piaceva molto il suo lavoro. E qualcosa mi dice, intuitivamente, che si interessa il tema a te.

La girò a guardare l'orologio. Vado a Sibiu-ella disse -. il Mio autobus esce tra un'ora, cerco mia madre, se è quello quello che vuoi sapere. Lavoro come venditrice di immobili in Medio oriente, ho un figlio di quasi quattro anni, sono divorziato, ed i miei genitori vivono a Londra. I miei genitori adottivi, chiaro, perché fui abbandonata nell'infanzia. Ella stava realmente in un stato molto avanzato di percezione; si era identificato con me, benché ancora non fosse cosciente di ciò. Sì, era quello quello che voleva sapere. Dovevi venire tanto lontano per investigare un scrittore? Non ci sono biblioteche nel posto nel quale vivi? In realtà, quello scrittore visse in Romania solo fino a finire l'università. Cosicché, se io volessi sapere più busta il suo lavoro, dovrebbe andare a Parigi, a Londra o Chicago, dove morì. Cosicché quella che sto facendo non è un'investigazione nel senso classico: voglio vedere dove mise i suoi piedi. Voglio sentire quello che l'ispirò per scrivere su cose che colpiscono la mia vita e la vita delle persone che rispetto. Scrisse anche su medicina? Meglio non rispondere. Mi resi conto che aveva riflesso sulla parola "maestro", ma pensava che era relazionata con la mia professione. Ella si alzò. Credo che presentì dove voleva arrivare io, poteva vedere che la sua luce brillava con più intensità. Sono solo capace di entrare in questo stato di percezione quando sto vicino a qualcuno molto simile a me. - Ti importerebbe accompagnarmi fino alla stazione? -domandò. In assoluto. Il mio aeroplano non usciva fino ad ultima ora dalla notte, ed un giorno intero, noioso, interminabile, mi presentavo Lei davanti. Per lo meno, aveva qualcuno con chi parlare un po'. Ella salì, ritornò con le sue valigie nelle mani e con una serie di domande nella testa. Incominciò il suo interrogatorio non appena usciamo dal hotel. Forse non torni a vederti nella vita-disse -, ma credo che abbiamo qualcosa in comune. Cosicché, come può che questa sia l'ultima volta che parliamo in questa reincarnazione, ti importerebbero essere diretta nelle tue risposte? Io assentii con la testa.

Poiché hai letto quelli libri, credi che il ballo può portarci alla trance e farci vedere una luce? E che quella luce non ci dice assolutamente niente, salvo se siamo contenti o tristi? Domanda corretta! Senza dubbio. Ma non solo il ballo; tutto quell'in quello che siamo capaci di centrare la nostra attenzione e ci permetta di separare il corpo dallo spirito. Come lo yoga, il discorso o la meditazione dei buddisti. O la calligrafia. Non aveva pensato a quello, ma è possibile. In quelli momenti nei che il corpo libera l'anima, questa sale ai cieli o scende in inferni, dipendendo dallo stato di coraggio della persona. In entrambi i posti, impara cose che deve sapere: già sia distruggere il prossimo, o curarlo. Ma non mi interessano oramai quelle strade individuali; nella mia tradizione ho bisogno dell'aiuto di… stai prestando attenzione a quello che dico? No. Vidi che si era fermato in mezzo alla strada e guardava una bambina che sembrava abbandonata. In quello momento mise la mano nella sua borsetta. Non gli fare dissi. Mira all'altro lato della strada: c'è lì una donna piena di malvagità. Ella mise lì a quella bambina per… Non mi importa. Ella tirò fuori alcuni monete. Io gli afferrai la mano. L'inviteremo a mangiare qualcosa. È più utile. Invitai la bambina ad andare ad un bar; gli comprai un panino e glielo diedi. La bambina sorrise e ringraziò per lui; gli occhi della donna che stava all'altro lato della strada sembrava brillare di odio. Ma le pupille grige della ragazza che camminava al mio fianco, per la prima volta, dimostravano rispetto per quello che io avevo appena fatto. Che cosa mi dicevi? Non importa. Sai quello che passò alcuni minuti fa? Entrasti nella stessa trance che quello che provoca il ballo. Ti sbagli. Sono sicura. Qualcosa toccò tuo inconscio; forse faggi si visto a te stessa, se non fossi stato adottata, mendicando per strada. In quello momento, il tuo cervello smise di reagire. Il tuo spirito uscì, viaggiò all'inferno, si trovò coi demoni del tuo passato. Per quel motivo non vestì la donna

che stava all'altro lato della strada: stavi in trance. Una trance disorganizzata, caotica che ti spingeva a fare teoricamente qualcosa buono, ma praticamente inutile. Come se stessi… … in un spazio in bersaglio tra le lettere. Nel momento nel che una nota musicale finisce ed ancora l'altra non ha incominciato. Esattamente. Ed una trance provocata di questa maniera può essere pericolosa. Quasi gli dissi: "Questo è il tipo di trance provocata per la paura: paralizza la persona, la lascia senza reazione, il suo corpo non risponde, la sua anima non sta oramai lì. Ti terrorizzò pensare a tutto quello che sarebbe potuto succedere nel caso in cui il destino non avesse messo ai tuoi genitori nella tua strada." Ma ella aveva lasciato le valigie nel suolo e si stava guardando fissamente. Chi sei tu? Perché stai dicendomi tutto questo? Come medico, mi chiamano Deidre OŃeill. Molto gusto. Come ti chiami? Athena. Ma nel passaporto mette Sherine Khalil. Chi ti mise quello nome? Nessuno importante. Ma non ti ho domandato il tuo nome, bensì chi sei. E perché a me ti sei avvicinato. E perché io ho sentito la stessa necessità di parlare con te. Sarà stato per il fatto che eravamo le due uniche donne del bar? Non credo: e stai dicendomi cose che danno senso alla mia vita. Tornò a prendere le valigie, e continuiamo a camminare verso la stazione di autobus. Anche io ho un secondo nome: Edda. Ma non fu scelto a caso. Come neanche credo che il caso c'abbia uniti. Davanti a noi stava la porta della stazione di autobus, dove varie persone entravano ed uscivano, militari con le sue uniformi, contadini, donne belle, ma vestite come si faceva dietro cinquanta anni. Se non fu il caso Che credi che fosse? Ancora mancava mezz'ora affinché uscisse il suo autobus, ed io avrei potuto rispondere egli: fu la Madre. Alcuni spiriti scelti emettono una luce speciale, devono trovarsi, e tu, Sherine o Athena, sei uno di quelli spiriti, ma devi lavorare molto per usare quell'energia nel tuo favore. L'avrebbe potuto contare che stava seguendo la strada classica di una maga che cerca attraverso l'individualità il suo contatto col mondo superiore ed inferiore, ma che finisce distruggendo la

sua propria vita; serve, dà energia, ma non la riceve mai di giro. L'avrebbe potuto spiegare che, benché le strade siano individuali, c'è sempre una tappa nella quale le persone si uniscono, celebrano cerimonie, parlano delle sue difficoltà, e si preparano per rinascere della Madre. Che il contatto con la Luce Divina è la migliore realtà che un essere umano può sperimentare, ed anche cosí, la mia tradizione, questo contatto non si poteva fare in maniera solitaria, perché avevamo alle nostre spalle anni, secoli di persecuzione, che c'avevano insegnato molte cose. Non vuoi entrare a prendere un caffè mentre aspetto l'autobus? No, io non volevo. Andava a finire per dire cose che, in quello momento, andavano ad essere fraintese. Certe persone sono state molto importanti nella mia vita - ella continuò -. Il proprietario del mio appartamento, per esempio. O un calligrafo che conobbi nel deserto vicino al Dubai. Può che mi dica cose che io possa condividere con essi, e pagarloro tutto quello che mi hanno insegnato. Allora, aveva avuto già maestri nella sua vita: perfetto! Il suo spirito era maturo. Tutto quello che doveva fare era continuare il suo allenamento; in caso contrario, andava a finire per perdere quello che aveva conquistato. Ma ero io la persona indicata? In una frazione di secondo, chiesi che la Madre mi ispirasse che mi dicesse qualcosa. Non ottenni risposta, egli quale non mi sorprese, perché Ella mi facevo sempre la stessa cosa quando si tentava di accettare la responsabilità di una decisione. Gli diedi il mio biglietto da visita e gli chiesi la sua. Ella mi diede una direzione in Dubai che io non avevo né da dove la minore idea rimaneva. Decisi di giocare un po', e provare un po' più. Non è una coincidenza che tre inglesi si trovino in un bar di Bucarest? Per quello che vedo nel tuo biglietto, tu sei scozzese, Quello nome disse che lavorava in Inghilterra, ma non so niente di lui. Ed io soy…rumana. Gli spiegai che doveva girare correndo al hotel a fare le mie valigie. Ora ella sapeva dove trovarmi, e se era scritto, ci vedremmo di nuovo; è importante permettere che il destino interferisca nelle nostre vite e decida quello che è migliore per tutti. VOSHO "BUSHALO”,SESENTA E CINQUE ANNI, PADRONE DI UN

RISTORANTE. Quegli europei arrivano qui pensando che lo sanno tutto che meritano un migliore trattamento che hanno diritto ad inondarci di domande, e che siamo obbligati a risponderli. D'altra parte, si credono che cambiandoci il nome con qualcosa di più complicato, come "paese nomade", o "i nomadi", possono correggere gli errori che commisero nel passato. Perché non continuano a chiamarci gitani e cercano di finire con le leggende che ci hanno fatto sempre sembrare maledetti davanti agli occhi del mondo? C'accusano di essere il frutto di un'unione illecita tra una donna ed il proprio demonio. Dicono che fu uno di noi quello che forgiò i chiodi che fissarono Cristo alla croce, e che le madri devono avere molto curato quando si avvicinano alle nostre carovane, perché sogliamo rubare ai bambini ed a trasformarli in schiavi. E per colpa di quell'hanno permesso massacri durante la storia: fummo cacciati come le streghe del Medioevo; per secoli i tribunali tedeschi non accettano la nostra attestazione. Quando il vento nazi scopò l'Europa, io ero nato già, e vidi come deportavano mio padre ad un campo di concentrazione della Polonia, con l'umiliante simbolo di un triangolo nero cucito nei suoi vestiti. Dei cinquecento mille gitani inviati per lavorare come schiavi, sopravvissero solo cinque mille per raccontare la storia. E nessuno assolutamente nessuno, vuole ascoltare così qualcosa. In questa regione dimenticata della Terra, nella quale decisero di stabilirsi la maggior parte delle tribù, fino all'anno scorso la nostra cultura, la nostra religione e la nostra lingua erano proibite. Se domandano a qualunque persona della città che pensa dei gitani, dirà senza pensare molto la cosa: "Sono" tutti alcuni ladri. Per quanto cerchiamo di portare una vita normale, lasciando l'eterna peregrinazione e vivendo in posti nei quali potremo essere facilmente concordi, il razzismo segue. I miei figli sono obbligati a sedersi nelle file di dietro nella sua classe, e non passa una settimana senza che qualcuno li insulti. Poi si lamentano che non rispondiamo direttamente alle domande, che cerchiamo di mascherarci, che non commentiamo mai apertamente le nostre origini. Per che motivo? Tutto il mondo distingue un gitano, e tutto il mondo sa come "proteggersi" dalle nostre "malvagità." Quando appare una bambina messa ad intellettuale, sorridendo, dicendo che fa parte della nostra cultura e della nostra razza, subito io mi metto in guardia. Può essere uno degli inviati della Securitate, la polizia segreta di questo dittatore, il Conducator, il Genio dei Cárpatos, il Leader. Dicono che fu giudicato e fucilato, ma io non me lo credo; ancora suo figlio ha potere in questa regione, benché stia desparecido in questo momento. Ella insiste; sorridere-come se fosse molto spiritoso quello che dice -, afferma che sua madre è gitana e che gli piacerebbe trovarla. Ha il suo nome completo; come potè ottenere tale informazione senza l'aiuto della Securitate? Meglio non irritare la gente che ha contatti nel governo. Gli dico che non so niente che

semplicemente sono un gitano che ha deciso di stabilirsi e portare una vita onesta, ma ella continua ad insistere; vuole vedere sua madre. Io so chi è, so anche che più di venti anni fa ella ebbe un bebè e che lo lasciò in un orfanotrofio, e non si seppe nient'altro. Ci vedemmo forzati ad accettarla nel nostro circolo per colpa di quello fabbro che si credeva padrone del mondo. Ma chi garantisce che la ragazza intellettuale che sta di fronte a me è la figlia di Lilliana? Prima di cercare di cercare sua madre, dovrebbe rispettare per lo meno alcune delle nostre abitudini, e non apparire vestita di rosso, perché non è il giorno del suo matrimonio. Dovrebbe usare gonne più lunghe, per evitare la lussuria degli uomini. E non mi avrebbe dovuto dirigere mai la parola della maniera in cui lo fece. Se io parlo al presente di lei, è perché per quelli che viaggiano il tempo non esiste; solo lo spazio. Veniamo di molto lontano, ci dicono che dell'India, altri affermano che la nostra origine sta in Egitto, il fatto è che carichiamo col passato come se fosse successo ora. Ed ancora le persecuzioni seguono. Ella cerca di essere simpatica, dimostra che conosce la nostra cultura, quando quello non ha la minore importanza; quello che dovrebbe conoscere sono le nostre tradizioni. Ho saputo nella città che è lei un Rom Baro, un capo di tribù. Prima di venire qui ho imparato molto nostra busta storia… Non è "nostra", per favore. È la mia, quella di mia moglie, dei miei figli, della mia tribù. Lei è una Europa. Lei non è stato mai lapidato per strada, come io quando aveva cinque anni. Credo che le cose stanno migliorando. Hanno migliorato sempre, per peggiorare dopo. Ma ella non smette di sorridere. Mi chiede un whiskey; le nostre donne non farebbero mai così qualcosa. Se fosse entrato solo qui per bere, o per cercare compagnia, sarebbe trattata come una consumatrice. Ho imparato ad essere simpatico, attento, elegante, perché il mio commercio dipende da quello. Quando quelli che frequentano il mio ristorante vogliono sapere più busta i gitani, telecronaca alcune cose curiose, dico loro che ascoltino al gruppo che tocca dentro un momento, telecronaca due o tre dettagli sulla nostra cultura, ed escono di qui con la sensazione che lo sanno tutto su noi. Ma la ragazza non viene qui alla ricerca di turismo, ma afferma che fa parte della razza. Mi tende di nuovo il certificato che ha ottenuto del governo. Penso che il governo ammazza, ruba, mente, peggiore non si arrischia a dare certificati falsi, e che allora ella deve essere la figlia di Liliana, perché è scritto il nome completo ed il posto nei quali viveva. Seppi per la televisione che il Genio dei Cárpatos, il Padre del Paese, il Conducator di tutti noi, quello che ci fece soffrire la fame mentre l'esportava tutto allo straniero, quello che aveva i palazzi con la posateria

ricoperta in oro mentre il paese moriva di inanizione, quell'uomo e sua maledetta moglie normalmente chiedevano alla Securite che percorresse gli orfanotrofi prendendo bebè per essere allenato come assassini per lo Stato. Prendevano solo bambini, lasciavano alle bambine. Può essere verità che sia sua figlia. Guardo di nuovo il certificato e rimango pensando se dirgli dove si trova sua madre o no. Liliana si merita vedere questa intellettuale che dice che è "uno" dei nostri. Liliana si merita guardare questa donna di fronte a fronte; credo che ha sofferto già tutto quello che doveva soffrire dopo avere tradito al suo paese, si coricò con la gratifica, N.R: Straniero, svergognò i suoi genitori. Forse sia il momento di finire col suo inferno che veda che sua figlia a sopravvissuto che ha guadagnato denaro, e perfino può aiutarla ad uscire dalla miseria nella quale si trova. Forse io possa riscuotere qualcosa per l'informazione. E, nel futuro, la nostra tribù ottenga alcuni favori, perché viviamo tempo confusi, nei che tutti dicono che il Genio dei Cárpatos è morto, perfino si esibiscono scene della sua esecuzione, ma può risorgere domani, come se tutto si trattasse di un eccellente colpo per vedere chi stava del suo lato e chi era disposto a tradirlo. I musicisti toccano dentro un momento, meglio parlare di commerci. So dove questa donna sta. Posso portarla fino a lei. Il mio tono di conversazione è ora più simpatico. Tuttavia, credo che quell'informazione ha un valore. Era già preparata per quello - risponde, tendendolo molto più denaro del quale io pensavo chiedere. Quello non dà né per pagare il taxi fino a lì. Avrà un'altra quantità uguale quando io sia arrivato al mio destino. E sento che, per la prima volta, ella vacilla. Sembra che abbia paura di proseguire. Prendo il denaro che ha messo nel banco. - Domani la porto fino a Liliana. Le sue mani tremano. Chiede un altro whiskey, ma improvvisamente un uomo entra nel bar, cambia colore e va immediatamente verso lei; capisco che dovettero conoscersi ieri ed oggi stanno parlando già come se fosse vecchi amici. I suoi occhi la desiderano. Ella è pienamente cosciente di ciò, e lo provoca ancora più. L'uomo chiede una bottiglia di vino, ambedue si sentono ad un tavolo, e sembra che si sia dimenticato completamente della storia di sua madre. Ma io voglio l'altra metà del denaro. Quando porto la bibita, gli domando in che hotel si sistema, e gli dico che starò lì alle 10 della mattina.

HERON RYAN, GIORNALISTA Già col primo bicchiere di vino, commentò-senza che io gli domandassi niente, chiaro-che aveva fidanzato, polizia di Scotland Yard. Evidentemente era bugia; dovette leggere i miei occhi, e stava cercando di dirigermi. Gli risposi che aveva una fidanzata, ed arriviamo ad un pareggio tecnico. Dieci minuti dopo avere incominciato la musica, ella si alzò. Avevamo parlato molto poco; niente di domande sulle mie investigazioni su vampiri, solo cose generali, impressioni sulla città, lamenti sulle strade. Ma quello che vidi a partire da lì-per meglio dire, quello che vide tutto il mondo nel ristorante-fu una dea che si mostrava in tutta la sua gloria, una sacerdotessa che evocava gli angeli ed i demoni. I suoi occhi erano chiusi, e sembrava che non era oramai cosciente di chi era, da dove stava, di quello che cercava nel mondo; era come se galleggiasse invocando il suo passato, rivelando il suo presente, scoprendo e profetizzando il futuro. Mescolava contemporaneamente erotismo e castità, pornografia e rivelazione, adorazione a Dio e la natura. Tutto il mondo smise di mangiare, e si mise a guardare quello che stava succedendo. Ella non seguii oramai la musica, erano i musicisti quelli che cercavano di accompagnare i suoi passi, e quello ristorante nel pianterreno di un antico edificio nella città di Sibiu si trasformò in un tempio egiziano, nel che le veneratrici di Iside normalmente riunivano si ferma i suoi riti di fertilità. L'odore della carne arrosta e del vino si cambiò per un incenso che c'elevava a tutti alla stessa trance, alla stessa esperienza uscire dal mondo ed entrare in una dimensione sconosciuta. Gli strumenti di saggia ed a fiato non suonavano oramai, seguì solo la percussione. Athena ballava come se non stesse oramai lì, il sudore gli cadeva per il viso, i piedi scalzi battevano con forza il suolo di legno. Una donna si alzò e, gentilmente, gli legò un fazzoletto coprendo il suo collo ed i suoi seni, poiché la sua blusa minacciava in ogni momento di scivolare della spalla. Ma ella sembrò non notarlo, stava in altre sfere, sperimentava le frontiere di mondi che toccano quasi il nostro, ma che non si lasciano mai rivelare. La gente del ristorante incominciò a dare palme per accompagnare la musica, ed Athena ballava con più velocità, captando l'energia di quelle palme, girando su sé stessa, equilibrandosi nel vuoto, strappando tutto quello che noi, poveri mortali, dovevamo offrire alla divinità suprema. E, improvvisamente, fermò. Tutti fermarono, perfino i musicisti che toccavano la percussione. I suoi occhi seguivano chiusi, ma le lacrime rodavano per il suo viso. Alzò le braccia verso il cielo, e gridò: - Quando moriremi, seppellitemi in piedi, perché ho vissuto di ginocchia tutta la mia vita!

Nessuno disse niente. Ella aprì gli occhi come se risvegliasse da un profondo sonno, e camminò verso il tavolo, come se non avesse passato niente. L'orchestra girò a toccare, alcuni compagni occuparono la pista cercando di divertirsi, ma l'ambiente del locale si sembrava essersi trasformato completamente; dopo la gente pagò il suo conto ed incominciarono ad andare via da' ristorante. Va bene tutto? - gli domandai, quando vidi che era già recuperata dello sforzo fisico. Ho paura. Ho scoperto come arrivare a dove non voleva. vuoi che ti accompagni? Ella negò con la testa. Ma mi domandò in che hotel stava. Gli diedi la direzione. Nei due giorni seguenti, finii le mie investigazioni per il documentario, comandai al mio interprete di giro a Bucarest con l'automobile affittata e, a partire da quello momento, rimasi in Sibiu solo perché voleva vederla un'altra volta. Benché sia stato sempre qualcuno che si orienti con la logica, capace di capire che l'amore può essere costruito e non semplicemente scoperto, sapeva che se non tornava a vederla starebbe lasciando per sempre in Transilvania una parte importante della mia vita, benché non lo scoprisse fino a molto più tardi. Lottai contro la monotonia di quelle ore senza fine, più di una volta andai fino alla stazione di autobus per vedere gli orari per Bucarest, spesi in chiamate alla BBC e la mia fidanzata più di quello che il mio piccolo presupposto di produttore indipendente si permetteva. Spiegava loro che il materiale ancora non era pronto che mi mancavano alcuni cose, forse un giorno più, forse una settimana, i rumeni erano molto complicati, si arrabbiavano sempre ogni volta che qualcuno associava la bel Transilvania con l'orribile storia di Drácula. Sembra che alla fine i produttori si convincessero, e mi lasciarono rimanere più tempo del necessario. Eravamo ospitati nell'unico hotel della città, ed un giorno ella apparve, mi vide di nuovo nell'accoglienza, nostro primo incontro sembrò ritornare alla sua testa; questa volta mi invitò ad uscire, e cercai di contenere la mia allegria. Io ero forse anche importante nella sua vita. Più tardi scoprii che la frase che aveva detto alla fine del suo ballo era un antico proverbio gitano. LILIANA, SARTA, ETÀ E SOPRANNOME SCONOSCIUTO. Parlo di lei in presente perché per noi non esiste il tempo, solo lo spazio. Perché sembra ieri. L'unica abitudine tribale che non seguii fu quella di avere al mio fianco al mio compagno nel momento di nascere Athena. Ma le levatrici vennero, pure sapendo che io mi ero coricato con una gratifica, un straniero. Mi sciolsero i capelli, tagliarono il cordone ombelicale, fecero vari nodi, e me lo diedero. In quello momento, secondo la tradizione, il bebè doveva essere avvolto in un capo d'abbigliamento di suo padre.

Egli aveva lasciato un fazzoletto che mi ricordavo il suo profumo che ogni tanto io avvicinavo al mio naso per sentirlo vicino, ed ora quello profumo andava a sparire per sempre. Io l'avvolsi nel fazzoletto e la misi nel suolo affinché ricevesse l'energia della Terra. Rimasi lì da sapere che cosa sentire, né che cosa pensare; la mia decisione era presa. Mi dissero che scegliesse un nome, e che non lo dicesse a nessuno; poteva essere solo pronunciato dopo che la bambina fosse battezzata. Mi diedero olio devoto, e gli amuleti che doveva mettergli due settimane dopo. Una di esse mi disse che non mi preoccupasse che la tribù intera era responsabile di lei, e che doveva abituarmi alle critiche che pronto finirebbero. Mi consigliarono anche di non uscire tra l'imbrunire e l'autrice, perché i tsinvari, N.R: Spiriti maligni, potevano attaccarci o possederci, ed allora la nostra vita sarebbe una tragedia. Una settimana dopo, non appena uscì il sole, andai fino ad un centro di adozione di Sibiu per lasciarla nell'entrata, sperando che una mano caritatevole venisse e la raccogliesse. Quando stava facendolo, mi sorprese un'infermiera e mi portò dentro. Mi offese quanto potè, disse che erano già preparati per quello tipo di comportamento: c'era sempre qualcuno vigilando, non poteva scappare facilmente dalla responsabilità di portare ad un bambino al mondo. Chiaro, non può aspettare un'altra cosa di una gitana: abbandonare suo figlio! Mi obbligarono a riempire una scheda con tutti i miei dati, e come non sapeva scrivere, tornò a ripetere un'altra volta: "Chiaro, una gitana. E non cercare di ingannarci dandoci dati falsi, o puoi finire nella prigione." Per Paura, finii per raccontare la verità. La vidi per ultima volta, e tutto quello che potei pensare fu: "Bambina senza nome che trovi amore, molto amore nella tua vita." Uscii e stavo camminando per il bosco per ore. Mi ricordavo delle molte notti della gravidanza, nelle quali amava ed odiava il bebè e l'uomo che lo mise dentro me. Come ogni donna, vissi col sonno di trovare il principe azzurro, sposarmi, riempire la mia casa di bambini e colmare alla mia famiglia di attenzioni. Come gran parte delle donne, finii per innamorarmi di un uomo che non poteva darmi quello, ma col che condivisi momenti che non dimenticherò mai. Momenti che io non potrei fargli comprendere la bambina, ella sarebbe sempre stigmatizzata nel seno della nostra tribù, una gratifica, una bambina senza padre. Io potevo sopportarlo, ma non voleva che ella passasse per la stessa sofferenza che io stavo passando da quando scoprii che era incinta.

Piangeva e mi graffiava, pensando che forse il dolore mi farei pensare meno, ritornare alla vita, alla vergogna della tribù; qualcuno si farebbe carico dalla bambina, ed io vivrei sempre con l'idea di tornare a vederla qualche giorno, quando fosse maggiore. Mi sedetti nel suolo, mi aggrappai ad un albero senza potere smettere di piangere. Ma quando le mie lacrime ed il sangue delle mie ferite toccarono il suo tronco, una strana tranquillità si impadronì di me. Mi somigliavo sentire una voce che diceva che non mi preoccupasse che il mio sangue e le mie lacrime avevano purificato quello verso la bambina e rarefatto la mia sofferenza. Da allora, ogni volta che mi dispero, ricordo quella voce, e mi calmo. Per quel motivo, non è una sorpresa vederla arrivare col Rom Baro della nostra tribù che prende caffè, chiede di bere, sorride con ironia e va via. La voce mi ero detto che ella andava a ritornare, ed ora sta qui, forse odio per l'avere abbandonata un giorno. Non devo spiegare perché lo feci; nessuno nel mondo potrebbe comprenderlo. Rimaniamo un'eternità guardandoci l'una all'altra, senza dire niente, solo guardandoci, senza sorridere, senza piangere, senza niente. Un germoglio di amore esce dal fondo dell'anima, non so se gli interessa quello che sento. Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa? L'istinto. Sempre l'istinto in primo luogo. Ella dice che sì con la testa. Entriamo nella piccola stanza nella quale vivo

e che contemporaneamente le volte di sala fa, camera da letto, cucina, ed officina di cucitura. Lo guarda tutto, è attonita, ma fingo che non mi rendo conto: mi avvicino al focolare, ritorno con due piatti della spessa zuppa di verdure e grasso animale. Preparo forte un caffè, e quando gli getto lo zucchero, sento la sua prima frase: Assolo, per favore. Non sapeva che parlava in inglese. Andava a dirgli mi insegnò "" tuo padre, ma mi controllo. Mangiamo in silenzio, e man mano che continua a passare il tempo, tutto incomincia a sembrarmi familiare; sto lì con mia figlia, ella camminò per il mondo ma è ritornato già, ha conosciuto altre strade e ritorna a casa. So che è un'illusione, ma la vita mi ha dato tanti momenti di dura realtà che mi risulta facile sognare un po'. chi è quello santa? -segnala un quadro della parete. Sacra Sara, la patrona dei gitani. Ho voluto sempre visitare la sua chiesa, in Francia, ma non possiamo uscire di qui. Non otterrebbe mai il passaporto, né permesso, né… Andava a dire: "Benché l'ottenesse, non avrebbe denaro" ma interrompo la mia frase. Ella potrebbe pensare che sto chiedendogli qualcosa. …. E ho molto lavoro. Gira il silenzio. Ella finisce la zuppa, infiamma un'animo, il suo sguardo non dice niente, né un sentimento. Pensasti che torneresti a vedermi? Gli rispondo che sì. Lo seppi ieri, per la donna del Rom Baro che stava nel ristorante. Si avvicina un temporale. Non vuoi dormire un po'? Non sento nessun rumore. Né il vento soffia più forte, né neanche meno che prima. Preferisco chiacchierare. Credimi. Ho tutto il tempo che voglia, ho tutta la vita che mi rimane per stare al tuo fianco. Non dire ora quello. … ma sei stanca - seguo, fingendo che non ho sentito il suo commento. Vedo che il temporale si avvicina. Come tutte le tempeste, porta distruzione; ma contemporaneamente bagna i campi, e la saggezza del cielo scende con la pioggia. Come ogni

tempesta, deve passare. Quanto più violenta, più rapida. Grazie a Dio ho imparato ad affrontare le tempeste. E, come se le sacri Marías del Mare mi ascoltasse, incominciano a cadere le prime gocce sul tetto di zinco. Ella finisce la sua sigaretta, io gli prendo le mani, la porto fino al mio letto. Ella si corica e chiude gli occhi. Non so quanto tempo dorme; ed io la contemplo senza pensare a niente, e la voce che un giorno aveva sentito nel bosco mi dice che tutto sta bene che non devo preoccuparmi che i cambiamenti che il destino provoca nelle persone sono favorevole so sappiamo decifrare il suo contenuto. Non so chi l'aveva raccolta dell'orfanotrofio, l'aveva educata, l'aveva trasformata nella donna indipendente qua sembra essere. Prego una razione per la famiglia che aveva permesso a mia figlia di sopravvivere e cambiare vita. In mezzo al discorso, sento gelosia, disperazione, pentimento, e smetto di conversare con sacra Sara; era realmente importante che ritornasse? Qui stava tutto quello che persi e non potrò mai recuperare. Ma qui sta anche la manifestazione fisica del mio amore. Io non so niente, ma contemporaneamente tutto mi è rivelato, girano le scene nelle quali penso al suicidio, considero l'aborto, mi immagino lasciando quell'angolo del mondo seguendo a piedi fino a dove le forze me lo permettono, il momento nel quale vedo correre il sangue e le mie lacrime per l'albero, la conversazione con la natura che si intensifica a partire da quello momento e non mi ha lasciato mai da allora, benché poca gente della mia tribù lo sappia. Il mio protettore che mi trovò vagando per il bosco, era capace di capire tutto quello, ma egli è appena morto. La luce è instabile, si spegne col vento, si accende col raggio, non sta mai lì, brillando come il sole, ma vale la pena lottare per lei", diceva. L'unico che mi aveva accettato, e convinto alla tribù che mi potevo girare a fare parte di quello mondo. L'unico con autorità morale sufficienza per evitare che io fossi espulso. E, infelicemente, l'unico che non andava a conoscere mai mia figlia. Pianse per lui, mentre ella rimane immobile nel mio letto, ella, che deve stare abituata a tutte le comodità del mondo. Migliaia di domande girano: chi i suoi genitori adottivi sono, dove vide, se era andato all'università, se ama qualcuno, quali i suoi piani sono. Tuttavia, io non sono quello che ho percorso il mondo cercandola, tutto il contrario; cosicché io non sto qui per fare domande, bensì per risponderli. Ella apre gli occhi. Penso di toccare il suo capello, in dargli l'affetto che aveva conservato durante tutti questi anni, ma rimango da sapere la sua reazione, penso che è meglio che mi controlli. Sei venuto fino a qui per sapere il motivo… No. Non voglio sapere perché una madre abbandona sua figlia; non c'è motivo per quello.

Le sue parole mi rompono il cuore, ma non so come rispondergli. Chi sono io? Che sangue corre per le mie vene? Ieri, dopo avere saputo che potrebbe trovarti, sperimentai un stato completo di terrore. Per dove incomincio? Tu come tutte le gitane, debiti di sapere leggere il futuro con le lettere, no? - Non è verità. Facciamo solo quello con le gratifiche, gli stranieri, come mezzo per guadagnarci la vita. Non leggiamo mai le lettere, né le mani, né cerchiamo di prevedere il futuro quando stiamo con la nostra tribù. E tu… … sono parte della tribù. Benché la donna che mi portò al mondo mi abbia inviato lontano. Sì. Allora, che cosa faccio qui? Ti ho visto già il viso, posso girare a Londra, le mie ferie stanno finendo. Vuoi sapere cose di tuo padre? Non ho il minore interesse. Ed improvvisamente capisco in che cosa posso aiutarla. È come se una voce altrui uscisse dalla mia bocca: - Comprende il sangue che corre per le mie vene e per il tuo cuore. È il mio maestro quello che parlava attraverso me. La gira a chiudere gli occhi e dorme quasi dodici ore seguite. Al giorno dopo la porto ai paraggi di Sibiu, dove hanno fatto un museo con case di tutta la regione. Per la prima volta ho il piacere di prepararlo la colazione. È più riposata, meno tesa, e mi domanda cose sulla cultura gitana, benché non cerchi mai di sapere cose di me. Parlami anche un po' di sua vita; so che sono nonna! Non parla di suo marito né dei suoi genitori adottivi. Dice che vendeva terreni in un posto molto lontano, e che pronto dovrebbe ritornare al suo lavoro. Gli spiego che posso insegnargli a fare amuleti per prevenire male il, ma non mi mostra il minore interesse. Ma quando gli parlo di erbe che curano, mi chiede che gli insegni a riconoscerli. Nel giardino per lui che portiamo a spasso tentativo trasmettergli tutta la mia conoscenza, benché sia sicura che lo dimenticherà tutto non appena ritorni alla sua terra nativa che ora so già che è Londra. Non possediamo la terra: ella è quella che ci possiede. Come anticamente viaggiavamo senza fermare, tutto quello che ci circondava era nostro: le piante, l'acqua, i paesaggi per i quali passavano le nostre carovane. Le nostre leggi erano le leggi della natura: i più forti

sopravvivono, e noi, i deboli, gli eterni esiliati, impariamo a nascondere la nostra forza, per usarla solamente nel momento necessario. "Crediamo che Dio non creó l'universo; Dio è l'universo, noi stiamo in Lui, ed Egli sta in noi. Benché… Disoccupazione. Ma decido di continuare, perché questo è una maniera di omaggiare il mio protettore. … nella mia opinione, dovremmo chiamarlo Dea. Madre. Non della donna che abbandona sua figlia in un orfanotrofio, bensì di Quella che sta in noi e ci protegge quando stiamo in pericolo. Starà sempre con noi finché facciamo i nostri compiti con amore, allegria, capendo che niente è sofferenza, tutta è una maniera di lodare la Creazione. Athena-io so ora già il suo nome - devia lo sguardo verso una delle case che stanno nel giardino. Che cosa è quello? Una chiesa? Le ore che c'era passo al suo fianco mi permettono di recuperare forze; gli domando se vuole cambiare tema. Ella riflette per un momento, prima di rispondere. Voglio continuare ad ascoltare quello che debba dirmi. Benché, per quello che capii dopo tutto quello che lessi prima di venire qui, quello che mi dici non incastra con la tradizione dei gitani. Fu il mio protettore che me l'insegnò. Perché sapeva cose che i gitani non sanno, obbligò a quelli della tribù ad accettarmi di nuovo nel suo circolo. E, man mano che imparava con lui, continuava a dare mi conta del potere della Madre; io che aveva respinto questa benedizione. Afferro un piccolo arbusto con le mani. - Se qualche giorno tuo figlio ha febbre, mettilo vicino ad una pianta giovane e scuote le sue foglie: la febbre passerà alla pianta. Se ti senti angosciata, fa' la stessa cosa. - Preferisco che mi segua parlando del tuo protettore. - Egli mi dicevo che all'inizio la Creazione era profondamente solitaria. Allora creó a qualcuno con chi parlare. Questi due, in un atto di amore, fecero una terza persona, ed a partire da lì, tutto si moltiplicò per migliaia, milioni. Mi hai domandato sulla chiesa che abbiamo appena visto: non so la sua origine, e non mi interessa, il mio tempio è il giardino, il cielo, l'acqua del lago e del ruscello che l'alimenta. Il mio paese sono persone che condividono la stessa idea con me, e non quegli a chi sono legata per i lacci di sangue. Il mio rituale è stare con quella gente celebrando tutto quello che sta intorno a mio. Quando pretendi di ritornare a casa? - Forse domani. Purché non ti disturbi.

Un'altra ferita nel mio cuore che voglia. Te l'ho domandato solo perché voleva celebrare il tuo arrivo con gli altri. Posso farlo oggi di sera se sei di accordo. Ella non dice niente, e capisco che è un "sé." Ritorniamo a casa, l'alimento di nuovo, ella mi spiega che deve andare fino al hotel di Sibiu per prendere alcuno vestiti, quando ritorna, l'ho già tutto organizzato. Andiamo ad una collina al sud dalla città, ci sediamo attorno al falò che è appena stato accesa, suoniamo strumenti, cantiamo, balliamo, raccontiamo storie. Ella assistesti a tutto senza partecipare a niente, benché il Rom Baro abbia detto che era un'eccellente ballerina. Per la prima volta in tutti questi anni, sono allegro, per potere preparare un rituale per mia figlia e celebrare con lei il miracolo di essere vive, con salute, sommerse nell'amore della Gran Madre. Alla fine, dice che quella notte dorme al hotel. Gli domando se è un addio, ella dice che no. Ritornerà domani. Durante tutta una settimana, mia figlia e me condividiamo l'adorazione dell'Universo. Una di quelle notti, ella porta ad un amico, ma mi spiegò che non è un fidanzato, né il padre di suo figlio. L'uomo che deve avere dieci anni più che ella, domanda a chi stiamo adorando nei nostri rituali. Gli spiego che adorare qualcuno significa-secondo il mio protettore-mettere a quella persona fosse del nostro mondo. Non stiamo adorando niente, solo comunicando con la Creazione. Ma pregate? Personalmente, io prego sacra Sara. Ma qui siamo parte di tutto, celebriamo invece di pregare. Penso che Athena si sente orgoglioso con la mia risposta. In realtà, io stavo ripetendo le parole del mio protettore. E perché lo fate giunte se possiamo celebrare soli il nostro contatto con l'Universo? Perché gli altri sono io. Ed io sono l'altro. In quello momento, Athena mi guarda, ed io sento che quella volta io sono quello che gli rompo il cuore. Vado via domani - disse. Prima di andarti, vedono a licenziarti di tua madre. È la prima volta, durante tutti quelli giorni, che uso quello termine. La mia voce non trema, il mio sguardo si mantiene fermo, ed io so che, nonostante tutto, lì sta il sangue del mio sangue, il frutto del mio ventre. In quello momento mi comporto come una bambina che ha appena compreso che il mondo non è pieno di fantasmi e di maledizioni, come ci hanno insegnato gli adulti; è pieno di amore,

indipendentemente di come si manifesti. Un amore che perdona gli errori e che redime i tuoi peccati. Ella mi abbraccia per un momento lungo. Dopo, mi sistema il velo che porto per coprirmi i capelli, benché non abbia un marito, la tradizione gitana dice che devo usarlo, perché non sono oramai vergine. Che cosa mi prenota il domani, oltre alla partenza di un essere al che ho amato sempre e temuto nella distanza? Io sono tutti, e tutte sono io e la mia solitudine. Al giorno dopo, Athena appare con un mazzo di fiori, ordina la mia stanza, mi dice che devo usare occhiali perché i miei occhi si esauriscono con la cucitura. Mi domanda se gli amici coi quali celebro non finiscono per avere problemi con la tribù, e gli dico che non che il mio protettore era un uomo rispettato, aveva imparato cose che gli altri non sapeva, aveva discepoli in tutto il mondo. Gli spiego che è morto poco prima che ella arrivasse. Un giorno, gli fu avvicinato un gatto e lo toccò col suo corpo. Per noi, quello significava morte, e ci preoccupiamo; ma c'è un rituale per tagliare il maleficio. "Tuttavia, il mio protettore disse che era già il momento di partire, doveva viaggiare per i mondi che egli sapeva che esistevano, tornare a nascere come bambino, e prima riposare un po' in braccia della Madre. La sua funzione funebre fu semplice, in un bosco qui vicino, ma assistè gente di tutto il mondo. - Tra essi, una donna di capelli neri, di circa trenta cinque anni? - Non mi ricordo bene, ma è possibile che sì. Perché vuoi saperlo? - Conobbi qualcuno in un hotel di Bucarest che mi disse che era venuto alla funzione funebre di un amico. Credo che dicesse qualcosa come il "suo maestro." Mi chiede che gli parli più dei gitani, ma non c'è molto che non sappia. Soprattutto perché, oltre alle abitudini e le tradizioni, quasi non conosciamo la nostra storia. Gli suggerisco che un giorno vada fino alla Francia, e porti nel mio nome una gonna per immagine di Sara al villaggio francese di Saintes - Maries-di - il-Mer. Venni fino a qui perché mi mancava qualcosa nella vita. Doveva riempire gli spazi in bianchi, e credei che solo con vederti il viso fosse sufficiente. Ma non; doveva anche capire che… era stato amata. Sei amata. Faccio una pausa lunga: finalmente posso mettere in parole quello che mi sarebbe piaciuto dire da quando le lasciai andare. Per evitare che rimanga commossa, seguo:

Mi piacerebbe chiederti una cosa. Quello che voglia. Voglio chiederti perdono. Ella si morde le labbra. Sono stato sempre una persona molto nervosa. Lavoro molto, curo mio figlio, ballo come una matta, ho imparato calligrafia, frequento corsi di perfezionamento di vendite, leggo un libro dietro un altro. Tutto per evitare quelli momenti nei quali non passa niente, perché quelli spazi in bianco mi davano la sensazione di un vuoto assoluto, nel che non c'è né una briciola di amore. I miei genitori l'hanno fatto sempre tutto per me, e credo che non smetta di deluderli. "Ma qui, mentre stavamo giunte, nei momenti nei che celebrai la natura ed alla Gran Madre con te, capii che quelli spazi in bersaglio incominciavano a riempirsi. Si trasformarono in pause: il momento nel quale l'uomo alza la mano del tamburo, prima di toccarlo di nuovo con forza. Credo che possa andare via; non dico che vada in pace, perché la mia vita ha bisogno di un ritmo al quale sono abituata. Ma neanche vado via amareggiata. Credono tutti i gitani nella Gran Madre? Se glielo domandi, nessuno ti dirà che sì. Hanno adottato le credenze e le abitudini dei posti nei quali si sono andati installando. Tuttavia, la cosa unica che c'unisce nella religione è adorare sacra Sara e peregrinare per lo meno una volta nella vita alla sua tomba, in Saintes Maries-di-il-Mer. Alcuni tribù la chiamano Sarah-Kali, Sara la Sfortuna. O Vergine dei Gitani, come quella si conosce in Lourdes. Ho che andare-disse Athena dopo un momento -. L'amico che conoscesti l'altro giorno accompagno. Sembra un buon uomo. Parli come una madre. Sono tua madre. Sono tua figlia. Mi abbracciò, questa volta con lacrime negli occhi. Tagliai i suoi capelli, mentre l'aveva tra le mie braccia come aveva sognato sempre, da quando un giorno, il destino-o la mia paura - ci separò. Gli chiesi che Lei curasse, ed ella mi rispose che aveva imparato molto. Impari più ancora perché, benché oggi tutti stiamo soggetti a casa, città, impieghi, ancora mi corre per il sangue il tempo delle carovane, i viaggi e gli insegnamenti che la Gran Madre metteva nella nostra strada affinché potessimo sopravvivere. Impara, ma impara sempre con

gente al tuo fianco. Non andare sola in questa ricerca: se cedi un passo sbagliato, non avrai nessuno per aiutarti a correggerlo. Ella continua a piangere, abbracciata a me, quasi chiedendomi rimanere. Implorai al mio protettore che non mi lasciasse versare né una lacrima, perché voleva la cosa migliore per Athena, ed il suo destino era proseguire. Qui, in Transilvania, a parte del mio amore, non andava a trovare nient'altro. E benché io creda che l'amore è sufficiente per giustificare tutta un'esistenza, ho l'assoluta certezza che non posso chiedergli che sacrifichi il suo futuro per rimanere al mio fianco. Athena mi dà un bacio nella fronte e va via senza dire addio, pensando che un giorno forse ritornerebbe. Tutte le navidades mi inviava il sufficiente denaro per passare tutto l'anno senza dovere cucire; non andai mai alla banca per riscuotere i suoi assegni, benché tutti quelli della tribù pensassero che mi comportavo come un ignorante. Sei mesi fa, smise di comandare denaro. Dovette capire che ho bisogno della cucitura per riempire quello che ella chiamava i "spazi in bianchi." Per quanto desiderasse vederla un'altra volta, so che non ritorna mai; in questo momento deve essere una gran dirigente, sposata con un uomo al che ama, devo avere molti nipoti, ed il mio sangue perdurerà in questa terra, ed i miei errori saranno perdonati. SAMIRA R. KHALIL, CASALINGA. Non appena Sherine entrò in casa gridando ed abbracciando ad un spaventato Viorel, capii che tutto era andato meglio di quello che mi immaginavo. Sentii che Dio aveva ascoltato i miei discorsi, ed ora non aveva oramai nient'altro da scoprire su sé stessa. Finalmente poteva adattarsi ad una vita normale, allevare suo figlio, sposarsi un'altra volta, ed allontanarsi contemporaneamente da tutta quell'ansietà che la metteva euforica e depressiva. Ti voglio, mamma. Fu il mio turno per afferrarla e stringerla nelle mie braccia. Durante alcune di quelle notti nelle che stette fuori, confesso che mi spaventavo l'idea che comandasse a qualcuno a cercare a Viorel, e che non ritornasse mai più. Dopo avere mangiato, lavarsi, contarmi il suo incontro su sua madre biologica, descrivermi i paesaggi di Transilvania, io non mi ricordavo bene, poiché fui solo alla ricerca di un orfanotrofio, gli domandai quando ritornava al Dubai. La settimana che viene. Prima devo andare in Scozia a vedere una persona. Un uomo! Una donna - ella continuò, notando possibilmente il mio sorriso di complicità -. Sento che ho una

missione. Ho scoperto cose che non credeva che esistesse mentre celebrava la vita e la natura. Quello che credei che poteva trovare solo nel ballo sta da tutte le parti. E ha viso di donna: io la vidi in… Mi spaventai. Gli dissi che la sua missione era curare suo figlio, cercare di essere migliore nel suo lavoro, guadagnare più denaro, sposarsi di nuovo, rispettare a Dio tale e come lo conosciamo. Ma Sherine si non stava ascoltando. Fu una notte nella quale eravamo seduti attorno al falò, bevendo, ridendo con storie, ascoltando musica. Salvo una volta nel ristorante, tutti i giorni che passai lì non sentii la necessità di ballare, come se stesse accumulando energia per qualcosa di differente. Improvvisamente sentii che tutto alla mia periferia era vivo, battendo; la Creazione ed io eravamo una sola cosa. Piansi di allegria quando le fiamme del falò sembrarono trasformarsi nel viso di una donna, piena di compassione che mi sorridevo. Sentii un brivido; stregoneria gitana, sicuro. E contemporaneamente mi girò l'immagine della bambina nella scuola che diceva che aveva visto "una donna di bianca." Non ti lasciare portare per quelle cose che sono del demonio. Hai avuto sempre un buon esempio nella nostra famiglia, è che non puoi portare una vita normale? Per quello visto, mi ero precipitato credendo che il viaggio alla ricerca di sua madre biologica l'aveva fatto bene. Ma, invece di reagire di sempre con l'aggressività, ella continuò sorridendo: Che cosa è normale? Perché papà vive sovraccarico di lavoro, se abbiamo già denaro sufficiente come per mantenere a tre generazioni? È un uomo onesto, si merita quello che guadagna, ma dice sempre, con un certo orgoglio, che ha troppo lavoro.. Per che motivo? Dove vuole arrivare? È un uomo che dignifica la sua vita. Quando viveva con voi, ogni volta che arrivava a casa mi chiedevo dei doveri, mi davo alcuni esempi della cosa necessaria che era il suo lavoro per il mondo, accendeva la televisione, faceva commenti sulla situazione politica nel Libano, prima di addormentarsi leggeva uno o un altro libro tecnico, era sempre occupato. "E con te, la stessa cosa; io ero migliore vestita nella scuola, mi portavi a feste, badavi alle cose di casa, sei stato sempre buona, affettuosa, e mi hai dato un'educazione impeccabile. Ma ora che si avvicina la vecchiaia: che cosa pensate di fare nella vita, ora che sono cresciuto già

e sono indipendente? viaggiamo. Percorrere il mondo, godere del nostro castigo riposo. Perché non lo fate già, mentre ancora avete salute? Mi ero domandato già la stessa cosa. Ma sentiva che mio marito aveva bisogno del suo lavoro; non per il denaro, bensì per la necessità di essere utile, di dimostrare che un esiliato compie i suoi compromessi. Quando prendeva ferie e rimaneva nella città, faceva sempre la cosa possibile per andare all'ufficio, parlare coi suoi amici, prendere un o un'altra decisione che potrebbe sperare. Cercava di forzarlo ad andare al teatro, al cinema, ai musei, faceva tutto quello che io gli chiedevo, ma sentii che si annoiava; la cosa unica che gli interessava era la firma, il lavoro, i commerci. Per la prima volta parlai con lei come se fosse un'amica, e non mia figlia, ma usando un linguaggio che non mi compromettesse, e che ella potesse capire facilmente. Credi che anche tuo padre cerca di riempire quello che tu chiami "spazi in bianchi?" Il giorno che si ritiri, benché io creda che quello giorno non arriva mai, puoi essere sicura che deprime. Che cosa fare tanto arduamente con quella libertà conquistata? Tutti lo congratuleranno per la sua brillante corsa, per l'eredità che ci lasciò, per l'integrità con la che ha diretto la sua firma. Ma nessuno avrà tempo per lui: la vita segue il suo corso, e tutti sono immersi in lei. Papà si sentirà un esiliato di nuovo, ma questa volta non avrà un paese per rifugiarsi. Hai alcuno idea migliore? Ho solo una: non voglio che quello mi passi. Sono troppo nervosa, e non mi capire male, non sto gettando la colpa all'esempio che mi avete dato. Ma devo cambiare. "Cambiare rapido. DEIDRE OŃEILL, CONOSCENTE COME EDDA. Seduta in completa oscurità. Il bambino, è chiaro, uscì immediatamente dalla sala - la notte è il regno del terrore, dei mostri del passato, dell'epoca nella che camminavamo come i gitani, come mio antico maestro-,que la Madre abbia compassione della sua anima e stia essendo badato affettuosamente fino al momento a ritornare. Athena non sa che fare da quando spensi la luce. Domanda per suo figlio, gli dico che non si preoccupi che lo lasci del mio conto. Esco, infiammo l'animo, metto un canale di cartoni animati, lo tolgo il suono; il bambino rimane ipnotizzate, e subito il problema è risoluto. Mi metto a

pensare come sarebbe nel passato, perché le donne andavano allo stesso rituale che Athena, portavano ai suoi figli, ma non c'era televisione. Che cosa faceva dalla gente che stava lì per insegnare? Buono, non è il mio problema. Quello che il bambino sta sperimentando di fronte alla televisione - una porta ad una realtà differente-è la stessa cosa che provoco in Athena. È tutto tanto semplice, e contemporaneamente, tanto complicato! Semplice, perché nausea con cambiare atteggiamento. Non cerco più la felicità. A partire da ora sono indipendente, vedo la vita coi miei propri occhi, e non con quelli degli altri. Cerco l'avventura di essere viva. E complicato: perché non cerco la felicità se la gente mi ha insegnato che è l'unico obiettivo che vale la pena? Perché arrischio a prendere una strada che altri non si arrischiarono a prendere? Dopo tutto, che cosa è la felicità? Amore, rispondono. Ma l'amore non dà, e non ha dato mai felicità. Tutta il contrario, è sempre un'angoscia, un campo di battaglia, molte notti in candela, domandandoci se stiamo facendo la cosa corretta. Il vero amore è fatto di estasi ed agonia. Pace, allora. Pace? Se guardiamo la Madre, ella non sta mai in pace. L'inverno lotta con l'estate, il sole e la luna non si vedono mai, la tigre persegue l'uomo che ha paura del cane che perdigue al gatto che persegue il topo che spaventa l'uomo. Il denaro dà la felicità. Molto Bene: allora tutte le persone che hanno il denaro sufficiente per vivere con un alto tenore di vita potrebbero smettere di lavorare. Ma seguono più nervose che prima, come se temessero perderlo tutto. Il denaro dà più denaro, quella è verità. La povertà può provocare l'infelicità, ma al contrario non è certo. Ho cercato la felicità per molto tempo della mia vita; ora quella che voglio è allegria. L'allegria è come il sesso: incomincia e finisce. Io voglio piacere. Voglio essere contenta, ma felicità? Non cado oramai in quella trappola. Quando sto con un gruppo di persone e decido di provocarli mediante una delle questioni più importanti della nostra esistenza, tutte dicono: "Sono felice." Seguo: "Ma non vuoi avere più, non vuoi continuare a crescere?" Tutti rispondono: "Chiaro."

Insisto: "Allora" non sei felice. Tutti cambiano tema. È meglio che ritorni alla sala nella quale sta ora Athena. Oscura. Ella ascolta i miei passi, il cerino che si gratta ed infiamma un'animo. Tutto quello che ci circonda è il Desiderio Universale. Non è la felicità; è un desiderio. Ed i desideri sono sempre incompleti: quando si realizzano, smettono di essere desideri, no? Dove sta mio figlio? Tuo figlio sta bene, vedendo la tele. Voglio solo che guardi questa candela che non parli che non dica niente. Crede solo. Credere che… Ti ho chiesto che non dicessi niente. Sei viva, e questa candela è l'unico punto del tuo universo, devi credere in quello. Dimentica sempre per quell'idea che la strada è una maniera di arrivare ad un destino: in realtà, stiamo arrivando sempre, ad ogni passo. Ripetilo tutte le mattine: Sono arrivato. Vedrai che è molto più facile stare in contatto con ogni secondo del giorno. Feci una pausa. La fiamma della candela sta illuminando il tuo mondo. Domandagli: Chi sono io? Sperai un po' più. E seguii: Immagino la tua risposta: sono tizia di tale, ho vissuto questo e quelle esperienze. Ho un figlio, lavoro in Dubai. Ora torna a domandare alla candela: Chi non sono io? Sperai di nuovo. E di nuovo seguii: Debiti di avere risposto: non sono una persona allegra. Non sono una tipica madre di famiglia che si preoccupa solo di suo figlio, di suo marito, di avere una casa con giardino ed un posto nel che passare le ferie tutta l'estate. Ho indovinato? Puoi parlare. Hai indovinato. Allora siamo durante il tragitto corretto. Sei, come io, una persona insoddisfatta. La tua "realtà" non incastra con la "realtà" degli altri. E si fa paura che tuo figlio segua lo stesso cammino non? Sì. Ancora così sai che non puoi fermare. Lotte, ma non sei capace di controllare i tuoi dubbi. Guarda bene questa candela: in questo momento, è il tuo universo; concentra la tua attenzione, illumina un po'

ad intorno tuo. Respira profondo, picchetto l'aria nei polmoni il massimo tempo possibile, e spira. Ripetilo cinque volte. Ella ubbidì. Questo esercizio avrebbe dovuto calmare la tua anima. Ora ricorda quello che ti ho detto. Devi credere. Devi credere che sei capace che sei arrivato già a dove volevi. In un determinato momento della tua vita, come mi contasti questo pomeriggio mentre prendevamo tè, dicesti che aveva cambiato il comportamento la gente della banca nella quale lavoravi, perché avevi insegnato loro a ballare. Non è verità. Lo cambiasti "tutto, perché cambiasti la tua realtà col ballo. Credesti in quella storia del Vertice che mi sembra interessante, benché non abbia sentito mai parlare di lei. Ti piaceva ballare, credevi in quello che stavi facendo. Non può credersi in qualcosa che non ci piace, capisci? Athena assentì con la testa, mantenendo loso occhi fissi nella fiamma della candela. La fede non è un desiderio. La fede è una Volontà. I desideri sono sempre cose che si riempiono, la Volontà è una forza. La Volontà cambia lo spazio che sta intorno a nostro, come facesti col tuo lavoro nella banca. Ma, per ciò, è necessario il Desiderio. Per favore, concentrati sulla candela! "Tuo figlio uscì di qui ed andò a vedere la tele perché l'oscurità gli fa paura. Perché motivo? Nell'oscurità possiamo proiettare qualunque cosa, e proiettiamo generalmente solo i nostri fantasmi. Quello vaglia per i bambini e per gli adulti. Alza lentamente il braccio destro. Il braccio si mosse verso la cosa alta. Gli chiesi che facesse la stessa cosa col sinistro. Potei vedere bene i suoi seni, molto più begli dei miei. Puoi abbassarli, ma anche lentamente. Chiude gli occhi, respira profondo, infiammo l'animo. Sta già: finì il rituale. Andiamo alla sala. Si alzò con difficoltà; le gambe gli erano state dormite da colpa della posizione che gli aveva fatto adottare. Viorel si era addormentato già; io spensi la tele, andammo alla cucina. Per che motivo ha servito tutto quello? - domandò. Solo per tirarti fuori dalla realtà quotidiana. Sarebbe potuto essere qualunque cosa nella quale potesse fissare la tua attenzione, ma a me mi piace l'oscurità e la fiamma di una candela. Buono, ti riferisci dove voglio arrivare non? Athena mi commentò che aveva viaggiato quasi tre ore nel treno, con suo figlio in braccia, quando doveva stare facendo la valigia per ritornare al lavoro; sarebbe potuto rimanere

guardando una candela nella sua stanza, non era necessario venire fino alla Scozia. Sé che era necessario - risposi. Per sapere che non sei sola che ci sono altre persone che stanno in contatto con la stessa cosa che tu. Il semplice fatto di capire quello si permette di credere. Credere in che cosa? Che sei durante il tragitto corretto. E come ti ho detto prima, arrivando ad ogni passo. Che strada? Pensai che, andando a cercare mia madre alla Romania, finalmente troverebbe la pace di spirito di che tanto aveva bisogno, ma non fu così. Di che strada stai parlando? Di quello non ho la minima idea. Non lo scoprirai fino a che incominci ad insegnare. Quando ritorni al Dubai, cerca un discepolo o una discepola. Insegnare ballo o calligrafia? Di quello sai già. Devi insegnare quello che non sai. Quello che la Madre desidera rivelare attraverso te. Ella mi guardò come se io mi avessi girato matta. Quello stesso - insistei - perché ti chiesi che alzasse le braccia e che respirassi profondo? Affinché pensassi che sapeva qualcosa più che tu. Ma non è certo; non era più che una maniera di tirarti fuori dal mondo al quale sei abituata. Non ti chiesi che gli dessi i grazie alla Madre che dicessi la cosa meravigliosa che è, né che il suo viso brilla nelle fiamme di un falò. Ti chiesi solo il gesto assurdo ed inutile di alzare le braccia, e che concentrasse la tua attenzione su una candela. Quello è sufficiente, tentare purché sia possibile, fare qualcosa che non incastra con la realtà che ci circonda. "Quando incominci a creare rituali affinché faccia loro il tuo discepolo, sarai guidata. Lì è dove comincia l'apprendistato, quello è quello che diceva il mio protettore. Se vuoi ascoltare le mie parole, molto bene. Se non vuoi, segue la tua vita come fino a questo momento, e finirai per trovare una parete chiamata "insoddisfazione." Richiamai ad un taxi, parliamo un po' di moda e di uomini, ed Athena andò via. Era sicura che mi ascolterei, soprattutto perché faceva parte di quello tipo di persone che non rinunciano mai ad una sfida. Insegna alla gente ad essere differente. Solo quello! - gli gridai mentre il taxi si allontanava. Quella è l'allegria. La felicità sarebbe essere soddisfatta con tutto quello che aveva; un amore, un amore, un figlio, un impiego. Ed Athena, come io, non era nato per quello tipo di vita. HERON RYAN, GIORNALISTA.

Indubbiamente io non ammettevo essere innamorato; aveva una fidanzata che mi amavo che mi completavo che condivideva con me i momenti difficili e le ore di allegria. Tutti gli appuntamenti e gli avvenimenti di Sibiu facevano parte di un viaggio; non era la prima volta che succedeva quando stava fuori di casa. La gente, quando si allontana dal suo mondo, normalmente è più avventurosa, poiché le barriere ed i pregiudizi sono lontano. Girando all'Inghilterra, la cosa prima che feci fu dire che il documentario sul Drácula storico era una sciocchezza; un semplice libro di un irlandese pazzo era stato capace di dare un'immagine pessima di Transilvania, uno dei posti più begli del pianeta. Evidentemente, i produttori non stavano soddisfatti in assoluto, ma in quello momento non mi importava la sua opinione: lasciai la televisione, ed andai a lavorare ad uno dei giornali più importanti del mondo. Fu allora quando mi resi conto che mi piacerebbe vedere di nuovo ad Athena. La chiamai, rimaniamo per fare una passeggiata prima che ella ritornasse al Dubai. Ella accettò, ma mi disse che gli piacerebbe essere la mia guida per Londra. Entriamo nel primo autobus che arrivò alla fermata, senza domandare in che direzione andava, scegliemmo una signora che stava lì per caso, e dicemmo che ci scenderemmo nello stesso posto da lei. Scendiamo in Tempera, passiamo vicino ad un mendicante che ci chiese elemosina, ma non gliela demmo, e proseguiamo mentre sentivamo i suoi insulti, capendo che non era più che una forma di comunicarsi con noi. Vedemmo qualcuno che cercava di spezzare una cabina telefonica; pensai di richiamare alla polizia, ma Athena me l'ostacolò; aveva appena finito forse una relazione con l'amore della sua vita e doveva scaricare tutto quello che sentiva. O, chi sa, può che non avesse con chi parlare, e non poteva permettere che gli altri l'umiliasse, utilizzando quello telefono per parlare di commerci o di amore. Mi fece chiudere gli occhi e che gli descrivesse esattamente i vestiti che portavamo messa; per la mia sorpresa, indovinai solo alcuni dettagli. Mi domandò che cosa ricordava del mio tavolo di lavoro; gli dissi che ella ecceda c'erano carte che mi davo pigrizia ordinare. - Hai pensato già che quelle carte hanno vita, sentimento, petizioni, storie che contare? Credo che non presti alla vita l'attenzione che si merita. Gli promisi che li rivedrebbe uno alla volta quando ritornasse al giornale al giorno dopo. Un compagno di stranieri, con una mappa, ci chiese informazione su un monumento turistico. Athena diede loro indicazioni precise ma completamente sbagliate. Hai dato loro una direzione differente! Non importa. Si perderanno, e non c'è niente meglio per scoprire posti interessanti. Fa' un sforzo

per riempire di nuovo la tua vita con un po' di fantasia; ecceda le nostre teste c'è un cielo al che tutta l'umanità, in migliaia di anni di osservazione, gli ha dato una serie di spiegazioni ragionevoli. Dimentica quello che imparasti delle stelle, e torneranno a trasformarsi in angeli, o in bambini, o in qualunque cosa che voglia credere in questo momento. Quello non ti farà più stupido: non è più che un gioco, ma può arricchire la tua vita. Al giorno dopo, quando ritornai al giornale, mi incaricai di ogni carta come se fosse un messaggio direttamente diretto a me, e non ad istituzione a quello che rappresento. A mezzogiorno, andai a parlare col segretario di redazione, e gli suggeriva fare un reportage sul tema da una Dea alla quale venerano i gitani. Pensarono che era un'idea eccellente, e mi nominarono andare alle feste alla meca dei gitani, Saintes-Maries-di-il-Mer. Per incredibile che sembri, Athena non mostrò interesse alcuno per accompagnarmi. Diceva che al suo fidanzato - il poliziotto fittizio che usava per mantenermi a distanza-non gli piacerebbe sapere che faceva un viaggio con un altro uomo. Ma non promettesti a tua madre portare un manto al santa? Glielo promisi, nel caso in cui la città rimanesse di passaggio. Ma non è così. Se qualche giorno passo per di lì, mantengo la promessa. Come andava a ritornare al Dubai alla domenica seguente, andò con suo figlio in Scozia, a vedere una donna che ambedue avevano conosciuto in Bucarest. Io non ricordavo a nessuno, ma, come c'era un "fidanzato fantasma", può che il "donna fantasma" fosse un'altra scusa, e decisi di non pressarla molto. Tuttavia, sentii gelosia, come se preferisse stare con un'altra gente. Mi rimpianse quello sentimento. E decisi che, se era necessario andare fino a Medio oriente per fare un reportage sul boom immobiliare che qualcuno della sezione di economia del giornale diceva che stava succedendo, mi metterei a studiarlo ogni busta terreni, economia, politica e petrolio purché quello mi avvicinasse ad Athena. Saintes - Maries-di-il-Mer diede per un eccellente articolo. Secondo la tradizione, Sara era una gitana che viveva nella piccola città costiera, quando la zia di Gesù, María Salomé, insieme ad altri rifugiati, arrivò lì scappando dalle persecuzioni romane. Sara li aiutò e finì per convertirsi al cristianesimo. Nella festa alla che potei assistere, le parti dello scheletro di due donne che sono sepolte abbassa l'altare sono estratte del reliquario ed alzate per benedire la moltitudine di carovane che arrivano di tutti gli angoli dell'Europa coi suoi vestiti di colori, la sua musica ed i suoi strumenti. Dopo, l'immagine di Sara, con begli manti, si tira fuori di un posto vicino alla chiesa, poiché il Vaticano non la canonizzò mai, e è portata in processione fino al mare attraverso le stradine coperte di rose. Quattro gitani, coi vestiti tradizionali, mettono le reliquie in una barca piena di fiori, entrano nell'acqua, e ripetono l'arrivo delle fuggiasche e l'incontro con Sara. A partire da lì, tutta è musica, feste, canti e dimostrazioni di valore davanti ad un toro.

Un storiografo, Antoine Locadour, mi aiutò a contemplare il reportage con informazione interessante rispetto alla Divinità Femminile. Mandai in Dubai le due pagine scritte per la sezione di turismo del giornale. Tutto quella che ricevei fu una risposta gentile, ringraziando per me l'intenzione, senza nessun altro commento. Per lo meno, aveva confermato che la sua direzione esisteva. ANTOINE LOCADOUR, SESSANTA QUATTRO ANNI, STORIOGRAFO, I.C.P, FRANCIA. È facile identificare Sara come una più delle molte vergini nere che c'è nel mondo. Sarah-Kali, dice la tradizione, procedeva di un nobile lignaggio e conosceva i segreti del mondo. Era, a mio capire, una più delle molte manifestazioni di quello che chiamano la Gran Madre, la Dea della Creazione. E non mi sorprende che sempre di più la gente si informi sulle tradizioni pagane. Perché? Perché il Dio Padre è sempre associato col rigore e la disciplina del culto. Il fenomeno non è una novità: ogni volta che la religione incrudisce le sue forme, un gruppo significativo di gente tende ad andare alla ricerca di più libertà nel contatto spirituale. Succedè nel Medioevo, quando la chiesa cattolica si confinava a mettere imposto già costruire conventi pieni di lusso; come reazione, assistiamo alla nascita di una magnifica chiamata "stregoneria" che, nonostante essere represso per colpa del suo carattere rivoluzionario, lasciò radici e tradizioni che sono riusciti a sopravvivere durante tutti questi secoli. Nelle tradizioni pagane, il culto alla natura è più importante della riverenza ai libri sacri; la Dea sta in tutto, e tutto fa parte della Dea. Il mondo è un'espressione della sua bontà. Esistono molte dottrine filosofiche-come il taoismo o il Buddismo - che eliminano l'idea della distinzione tra il creatore e la creatura. La gente non cerca oramai di decifrare il mistero della vita, bensì fare parte di lui; nel taoismo e nel Buddismo, perfino senza la figura femminile, anche il principio centrale afferma che "tutta è la stessa cosa." Nel culto alla Gran Madre, quello che chiamiamo "peccato", generalmente una trasgresión di codici morali arbitrari, non esiste; il sesso e le abitudini sono più libere, perché fanno parte della natura, e non possono considerarsi frutti del male. Il nuovo paganesimo dimostra che l'uomo è capace di vivere senza una religione istituita, e contemporaneamente continuare la ricerca spirituale per giustificare la sua esistenza. Se Dio è madre, allora tutto quello che bisogna fare è unirsi ed adorarla attraverso i riti che cercano di soddisfare la sua anima femminile, come la danza, il fuoco, l'acqua, la terra, i canti, la musica, i fiori, la bellezza. La tendenza ha continuato a crescere a passi ingigantiti negli ultimi anni. Forse stare davanti ad un momento molto importante della storia del mondo, nel che finalmente lo Spirito si integra nella Materia, si unificano e si trasformano. Allo stesso tempo, credo che si prodursi una reazione molto violenta da parte delle istituzioni religiose organizzate che incominciano a perdere fedeli. Il fondamentalismo crescerà e si stabilirà da tutte le parti.

Come storiografo, mi accontento con raccogliere dati ed analizzare questo confronto tra la libertà di adorare e l'obbligo di ubbidire. Tra il Dio che controlla il mondo e la dea che è parte del mondo. Tra la gente che si unisce in gruppi nei quali la celebrazione si fa di modo spontaneo e quelli che si vanno chiudendo in circoli nei quali imparano quello che si deve e quello che non si deve fare. Mi piacerebbe essere ottimista, credere che finalmente l'essere umano non ha trovato la sua strada verso il muta spirituale. Ma i segni non sono così positivi: come già una nuova persecuzione conservatrice, succedè molte volte nel passato, può soffocare di nuovo il culto alla Madre. Andrea McCain, attrice di teatro. È molto difficile cercare di essere imparziale, raccontare una storia che incominciò con ammirazione e che finì con rancore. Ma lo tento, faccio un sforzo sincero per descrivere all'Athena che vidi la prima volta del Dubai, con denaro e con voglia di condividere tutto quello che sapeva sui misteri della magia. Questa volta, era rimasto solo quattro mesi in Medio oriente: vendè terreni per la costruzione di due supermercati, guadagnò un'enorme commissione, disse che aveva guadagnato il denaro sufficiente per vivere ella e suo figlio i tre anni seguenti, e che potrebbe tornare a lavorare purché volesse,; ora era il momento di approfittare del presente, di vivere quello che gli rimaneva di gioventù e di insegnare tutto quello che aveva imparato. Mi ricevè senza molto entusiasmo: Che cosa vuoi? Faccio teatro e rappresentiamo un'opera sul lato femminile di Dio. Seppi per un amico giornalista che eri stato nel deserto e nelle montagne dei Balcani, coi gitani, e che hai informazione al riguardo. Sei venuto fino a qui per imparare sulla Madre solo perché fai un'opera? E tu perché ragione imparasti? Athena fermò, mi guardò dall'alto in basso e sorrise: Hai ragione. Quella fu la mia prima lezione come maestra: insegna che ami imparare. Il motivo non importa. Come? Niente. L'origine del teatro è sacra. Incominciò in Grecia, con inni a Dionisio, il dio del vino, del rinascimento e della fertilità. Ma si crede che da epoche remote gli esseri umani facessero il rituale nel quale fingevano essere altre persone, e di quella maniera tentavano la comunicazione con la cosa sacra. Seconda lezione, grazie.

Non capisco. Sono venuto qui ad impara, non ad insegnare. Quella donna stava incominciando ad irritarmi. Può che stesse essendo ironica. La mia protettrice… Protettrice? … un altro giorno te lo spiego. La mia protettrice mi disse che imparerò solo quello che necessito se mi provocano. E, da quando tornai dal Dubai, tu sei stato la prima persona che me l'ha dimostrato. Ha sentito quello che ella mi disse. Gli spiegai che nel processo di investigazione per l'opera teatrale era andato di un maestro ad un altro. Ma non c'era niente eccezionale nei suoi insegnamenti, salvo il fatto che la mia curiosità continuava ad aumentare man mano che progrediva nella questione. Gli dissi anche che la gente che trattava il tema sembrava confusa, e non sapeva esattamente quello che voleva. Come per esempio? Il sesso, per esempio. In alcuni posti ai quali fui, stava completamente proibito. In altri, non era solo completamente libero, ma a volte si organizzavano orge. Mi chiese più dettagli, e non capii se lo faceva per mettermi a prova o se non sapeva niente di quello che stava passando. Athena seguì prima che io potessi rispondere alla sua domanda. - Quando balli senti desiderio? Senti che stai provocando un'energia superiore? Quando balli, ci sono momenti in quello che smetti di essere tu? Rimasi da sapere che cosa dire. In realtà, nelle discoteche e nelle feste di amici, la sensualità stava sempre presente nel ballo. Io incominciavo provocando, mi piaceva vedere lo sguardo di desiderio degli uomini, ma man mano che la notte avanzava, sembrava entrare più in contatto con me, il fatto di stare seducendo qualcuno o non smetteva di importarmi… Athena seguì: - Se il teatro è anche un rituale, il ballo. Inoltre, è una maniera ancestrale di avvicinarsi al compagno. Come se i fili che ci collegano col resto del mondo rimanessero al verde di pregiudizi e di paure. Quando balli, puoi permetterti il lusso di essere tu stesso. Incominciai ad ascoltarla con rispetto. Dopo, torniamo ad essere quello che eravamo prima; persone spaventate che tentano essere più importanti di quello che credono che siano.

Esattamente come io mi sentivo. O è che tutto il mondo sperimenta la stessa cosa? - Hai fidanzato? Ricordai che, in uno dei posti a quello che era andato per imparare la "Tradizione di Gaia", uno dei "druidas" mi ero chiesto che facesse l'amore davanti a lui. Ridicolo e di temere, come quella gente osava utilizzare la ricerca spirituale per i suoi propositi più sinistri? - Hai fidanzato? -ripetè. - Sé. Athena non disse nient'altro. Si mise solo la mano nelle labbra, chiedendomi che stesse in silenzio. Ed improvvisamente mi resi conto che risultava tremendamente difficile stare in silenzio davanti a qualcuno a chi hai appena conosciuto. La tendenza è parlare di qualunque cosa: il tempo, i problemi di traffico, il migliore ristorante. Stavamo le due sedute nel sofà della sua sala completamente bianca, con un riproduttore di CD ed una piccola libreria nella quale erano conservati i dischi. Non vedeva libri per nessuna parte, né quadri nelle pareti. Come aveva viaggiato, sperava di trovarmi oggetti e ricordi di Medio oriente. Ma era vuoto, ed ora il silenzio. I suoi occhi grigi erano fissi nei miei, ma rimasi fermo e non separai lo sguardo. Istinto, forse. Maniere di dire che siamo spaventati, bensì affrontando la sfida. Ma, col silenzio e la sala bianca, il rumore del traffico là fuori, tutto incominciò a sembrare irreale. Quanto tempo andavamo a stare lì, senza dire niente? Incominciai ad accompagnare i miei pensieri; era andato lì alla ricerca di materiale per la mia opera, o voleva la conoscenza, la saggezza, los…poderes? Non era capace di definire quello che mi ero portato ad un… Ad un che? Una strega? I miei sonni di adolescente girarono alla superficie: chi non gli piacerebbe trovarsi in realtà con una strega, imparare magia, essere vista con rispetto e paura per le sue amiche? Chi, essendo giovane, non ha sentito l'ingiustizia dei segni di repressione della donna, e sentiva che quell'era la migliore maniera di riscattare l'identità persa? Benché avesse passato già questa fase, era indipendente, faceva quello che mi piaceva in un terreno tanto competitivo come il teatro, perché non era mai contenta, aveva petitivo come il teatro, perché non era mai contenta, doveva mettere sempre a prova io… curiosità?

Dovevamo avere più o meno la stessa età… o era maggiore? Avrebbe ella anche un fidanzato? Athena si diresse verso me. Ora eravamo separate per meno di un braccio, ed incominciai a sentire paura. Sarebbe lesbica? Senza deviare gli occhi, sapeva dove la porta stava e poteva uscire nel momento che volesse. Nessuno mi ero impegnato ad andare a quella casa, a cercare qualcuno che non aveva visto nella mia vita, e rimanere lì perdendo il tempo, senza dire niente, senza imparare assolutamente niente. Dove voleva arrivare? Al silenzio, forse. I miei muscoli incominciarono a diventare tesi. Era sola, desprotegida. Doveva disperatamente parlare, o fare che la mia mente smettesse di dirmi che tutto stava minacciandomi. Come poteva sapere chi sono? Siamo quello che diciamo! Non mi fece domande sulla mia vita? Volle sapere se aveva fidanzato, no? Io cercai di parlare più di teatro, ma non fui capace. E le storie che sentii, della sua ascendenza gitana, del suo incontro in Transilvania, la terra dei vampiri? La mia testa non fermava: quanto andavo a costare quella consultazione? Mi entrò la trepidazione, avrebbe dovuto domandare prima. Una fortuna? E se non pagava, andavo a lanciare un incantesimo che finirebbe per distruggermi? Sentii l'impulso di alzarmi, ringraziargli e dirgli che non era andato lì per rimanere in silenzio. Se vai dal psichiatra devi parlare. Se vai ad una chiesa, senti un sermone. Se cerchi la magia, trovi un maestro che vuole spiegarti il mondo e ti fa una serie di rituali. Ma taccio? E perché mi facevo sentire tanto scomoda? Era una domanda dietro un'altra, ed io non ero capace di smettere di dire niente. Improvvisamente, forse dopo alcuni lunghi cinque o dieci minuti senza che niente Lei muovesse, ella sorrise. Anche io sorrisi e mi rilassai. Cerca di essere differente. Solo quello. Solo quello? Rimanere in silenzio è essere differente? Ora che stai parlando e riorganizzando l'universo, finirai per convincerti che hai ragione e che io mi sbaglio. Ma l'hai visto: rimanere in silenzio è differente. È spiacevole. Non impara niente. A lei sembrò non importargli la mia reazione.

- In che teatro lavori? Finalmente la mia vita sembravo interessargli! Mi giravo alla condizione di essere umano, con professione e tutto! L'invitai ad andare a vedere l'opera che stavamo rappresentando in quello momento; fu l'unica maniera che trovai di vendicarmi, dimostrandolo che era capace di fare cose che Athena non sapeva fare. Quello silenzio mi ero lasciato un sapore ad umiliazione nella bocca. Mi domandò se poteva portare a suo figlio, e gli risposi che no: era per adulti. Bene, posso lasciarlo con mia madre; è da molto tempo che non vado al teatro. Non mi riscosse niente per la consultazione. Quando mi vidi con gli altri membri della mia squadra, contai loro il mio incontro sulla misteriosa creatura; avevano curiosità per conoscere qualcuno che, nel primo contatto, tutto quello che si chiede è che stia in silenzio. Athena apparve il giorno indicato. Vide l'opera, andò al camerino a congratularmi, non disse se gli era piaciuto o no. I miei compagni suggerirono che l'invitasse al bar al quale normalmente andavamo dopo lo spettacolo. Lì, invece di rimanere silenziosa, incominciò a parlare di una domanda che era rimasto da rispondere in nostro primo incontro: - Nessuno, né la Madre, desidererebbe perfino mai che l'attività sessuale si praticasse solo per celebrazione; l'amore deve essere presente. Dicesti che avevi conosciuto gente di questa classe, no? Fa' attenzione. I miei amici non capirono niente, ma piacque loro il tema, ed incominciarono a bombardarla a domande. Qualcosa mi facevo sentire scomoda: le sue risposte erano molto tecniche, come se non avesse molta esperienza nel tema. Parlò del gioco della seduzione, dei riti di fertilità, e finì con una leggenda greca; sicuro che perché in nostro primo incontro io gli avevo detto che in Grecia stavano le origini del teatro. Aveva dovuto passare tutta la settimana leggendo sul tema. Dopo millenni di dominazione maschile, stiamo ritornando al culto della Gran Madre. I greci la chiamano Gaia, e conta il mito che ella nacque dal caos, il vuoto che imperava prima dell'universo. Con lei, venne Eros, il dio dall'amore, e dopo creó il Mare ed il Cielo. Chi fu il padre? - domandò uno dei miei amici. Nessuno. C'è un termine tecnico, chiamato partenogénesis che significa essere capace di dare a luce senza l'interferenza maschile. C'è anche un tecnico mistico, al quale siamo più abituati: l'Immacolata Concezione. "Di Gaia vennero tutti i dei che popolerebbero più tardi i Campi Elisi della Grecia, compreso il nostro caro Dionisio, il vostro idolo. Ma, man mano che l'uomo si andava affermando come il principale elemento politico nelle città, Gaia fu cadendo nella dimenticanza, essendo sostituita

per Giove, Marte, Apollo, Saturno, tutti molto competenti, ma senza lo stesso incantesimo che la Madre che tutto il creó. Dopo, fece un vero questionario rispetto al nostro lavoro. Il direttore gli domandò se gli piacerebbe darci alcuni classi. - Ecceda che cosa? - Su quello che tu sai. - A dire il vero, sto studiando sulle origini del teatro durante questa settimana. L'imparo tutto man mano che ho bisogno di lui, quello fu quello che mi disse Edda. Confermato! Ma posso condividere con voi altre cose che la vita mi ha insegnato. Tutti stettero ed accordo. Nessuno domandò chi Edda era. Deidre OŃeill, conoscente come Edda. Io dicevo ad Athena: Non devi venire qui continuamente solo per domandarmi sciocchezze. Se un gruppo ha deciso di accettarti come insegnante, perché non approfitti dell'opportunità per trasformarti in maestra? Fa' quello che io ho fatto sempre. Cerca di sentirti bene quando pensi che sei l'ultima delle creature. Non credere che stia male: lascia che la Madre possieda il tuo corpo e la tua anima, arrenditi attraverso il ballo o del silenzio, o delle cose comuni della vita, come portare a tuo figlio alla scuola, preparare la cena, vedere se la casa è ordinata. Tutta è adorazione, se hai la mente concentrata nel momento presente. Non cercare di convincere nessuno rispetto a niente. Quando non sappia, domanda o investiga. Ma, man mano che agisca, devi essere come il fiume che fluisce, silenzioso, dandosi ad un'energia maggiore. Devi credere, fu la cosa prima che ti dissi in nostro primo incontro. Devi essere capace. Al principio ti sentirai confusa, insicura. Dopo, penserai che tutti credono che stai ingannandoli. Non è niente di quello: lo sai, devi solo essere cosciente di ciò. Tutte le menti del pianeta sono facilmente suggestionabili per la cosa peggiore, temono la malattia, l'invasione, l'assalto, la morte: cerca di darloro l'allegria persa. Devi essere chiara.

Riprogrammati ogni minuto del giorno con pensieri che ti facciano crescere. Quando sia arrabbiata, confusa, cerca di riderti di te stessa. Ridi alto, ridi molto di quella donna che si preoccupa che si angoscia perché crede che i suoi problemi sono i più importanti del mondo. Ridi di quella situazione patetica, perché sei la manifestazione della Madre, e devi anche credere che Dio è uomo, pieno di regole. In fondo, la maggioranza dei nostri problemi si diminuiscono a quello: seguire regole. Concentrati. Se non trovi niente in cui centrare il tuo interesse, concentrati sulla respirazione. Per di là, per il tuo naso, mette il fiume di luce della Madre. Ascolta i battiti del tuo cuore, segue i pensieri che non sei capace di controllare, controlla la voglia di alzarti immediatamente e fare qualcosa di "utile." Rimaniti seduta alcuni minuti tutti i giorni senza fare niente, approfitta della cosa massima che possa. Quando stia lavando termini, prega. Ringrazia per dovere piatti lavare; quello significa che in essi aveva mangiato che alimentò qualcuno che curò di un o più persone affettuosamente; cucinasti, apparecchiasti la tavola. Pensa quanti milioni di persone a questo momento non hanno niente da lavare o a nessuno a chi prepararlo il tavolo. Evidentemente, altre donne dicono: Io non lavo i piatti che li lavino gli uomini. Perché che li lavino se vogliono, ma non vedere in ciò un'uguaglianza di condizioni. Non c'è niente di brutto in fare cose semplici, benché se domani io pubblico un articolo con tutto quello che penso, dicessero che sto contro la causa femminile. Che sciocchezza! Come se lavare i piatti, usare reggiseno o aprire e chiudere porte fossero qualcosa che umiliasse la mia condizione di donna. In realtà, mi piace quando un uomo mi apre la porta: nell'etichetta è scritto "Ella necessita che io lo faccia, perché è fragile", ma nella mia anima è scritto: Mi tratta "come una dea, sono una regina." Io non sto qui per lavorare per la causa femminile, perché tanto gli uomini come le donne sono una manifestazione della Madre, l'Unità Divina. Nessuno può essere più che quello. Mi piacerei potere vederti dando classi su quello che stai imparando; quello è l'obiettivo della vita, la rivelazione! Ti trasformi in un canale, ti ascolti a te stesso, si sorprende di quello che sei capace. Ricordi il lavoro nella banca? Può che non l'abbia capito, ma era l'energia che fluiva per il tuo corpo, per i tuoi occhi, per le tue mani. Dirai. "Non era esattamente quello, era il ballo." Il ballo funziona semplicemente come un rituale Che è un rituale? È trasformare quello che è monotono in qualcosa che sia differente, ritmico che possa canalizzare

l'Unità. Per quel motivo insisto: devi perfino essere differente lavando piatti. Muove le mani in modo che non ripetano mai lo stesso gesto, benché mantengano la cadenza. Se credi che si aiuta, cerca di visualizzare immagini: fiori, uccelli, alberi di un bosco. Non pensare a cose isolate, come la candela nella quale concentrasti la tua attenzione la prima volta che venisti qui. Cerca di pensare a qualcosa che sia collettivo. E sai quello che noti? Che non decidesti il tuo pensiero. Ti faccio un esempio con gli uccelli: immagina un stormo di uccelli volando. Quanti uccelli vedi? Undici, diciannove, cinque? Hai un'idea, ma non sai il numero esatto. Allora, da dove uscì quello pensiero? Qualcuno l'ha messo lì. Qualcuno che sa il numero esatto degli uccelli, alberi, pietre, fiori. Qualcuno che, in queste frazioni di secondo, si impadronisce di te e mostra il Suo potere. Sei quello che credi essere. Non ti ripetere. Come quella gente che crede nel "pensiero positivo" che sei amata, forte, né capace. Non devi dirlo, perché lo sai già. E quando dubiti - e credo che debba passarti con molta frequenza in questa fase dell'evoluzione -, fa' quello che ti ho suggerito. Invece di cercare di dimostrare che sei migliore di quello che credi, semplicemente ridi. Ridi delle tue preoccupazioni, della tua insicurezza. Tómate con umore la tua angoscia.. Al principio è difficile, ma a poco a poco ti abituerai. Ora ritorna e cerca tutta quella gente che crede che lo sai tutto. Convinciti che hai ragione, perché tutti noi lo sappiamo tutto, è questione di crederlo. Devi credere. I gruppi sono molto importanti, ti commentai in Bucarest la prima volta che ci vedemmo. Perché c'obbligano a migliorare; se sei sola, la cosa unica che puoi fare è riderti di te stessa, ma se stai con altri, riderai ed agirai subito. I gruppi ci sfidano. I gruppi ci permettono di selezionare le nostre affinità. I gruppi provocano un'energia collettiva nella quale l'estasi è molto più facile, perché alcuni contagiano ad altri. Evidentemente, anche i gruppi possono distruggerci. Ma quello fa parte della vita, è la condizione umana: vivere con gli altri. E se una persona non è stata capace di sviluppare bene il suo istinto di sopravvivenza, allora è che non ha capito niente di quello che dice la Madre. Hai fortuna, ragazza. Un gruppo ti appena ha chiesto che gli insegni qualcosa, e quello ti trasforma in maestra. VOSHO "BUSHALO”,SESENTA E CINQUE ANNI, PADRONE DI UN

RISTORANTE. Quegli europei arrivano qui pensando che lo sanno tutto che meritano un migliore trattamento che hanno diritto ad inondarci di domande, e che siamo obbligati a risponderli. D'altra parte, si credono che cambiandoci il nome con qualcosa di più complicato, come "paese nomade", o "i nomadi", possono correggere gli errori che commisero nel passato. Perché non continuano a chiamarci gitani e cercano di finire con le leggende che ci hanno fatto sempre sembrare maledetti davanti agli occhi del mondo? C'accusano di essere il frutto di un'unione illecita tra una donna ed il proprio demonio. Dicono che fu uno di noi quello che forgiò i chiodi che fissarono Cristo alla croce, e che le madri devono avere molto curato quando si avvicinano alle nostre carovane, perché sogliamo rubare ai bambini ed a trasformarli in schiavi. E per colpa di quell'hanno permesso massacri durante la storia: fummo cacciati come le streghe del Medioevo; per secoli i tribunali tedeschi non accettano la nostra attestazione. Quando il vento nazi scopò l'Europa, io ero nato già, e vidi come deportavano mio padre ad un campo di concentrazione della Polonia, con l'umiliante simbolo di un triangolo nero cucito nei suoi vestiti. Dei cinquecento mille gitani inviati per lavorare come schiavi, sopravvissero solo cinque mille per raccontare la storia. E nessuno assolutamente nessuno, vuole ascoltare così qualcosa. In questa regione dimenticata della Terra, nella quale decisero di stabilirsi la maggior parte delle tribù, fino all'anno scorso la nostra cultura, la nostra religione e la nostra lingua erano proibite. Se domandano a qualunque persona della città che pensa dei gitani, dirà senza pensare molto la cosa: "Sono" tutti alcuni ladri. Per quanto cerchiamo di portare una vita normale, lasciando l'eterna peregrinazione e vivendo in posti nei quali potremo essere facilmente concordi, il razzismo segue. I miei figli sono obbligati a sedersi nelle file di dietro nella sua classe, e non passa una settimana senza che qualcuno li insulti. Poi si lamentano che non rispondiamo direttamente alle domande, che cerchiamo di mascherarci, che non commentiamo mai apertamente le nostre origini. Per che motivo? Tutto il mondo distingue un gitano, e tutto il mondo sa come "proteggersi" dalle nostre "malvagità." Quando appare una bambina messa ad intellettuale, sorridendo, dicendo che fa parte della nostra cultura e della nostra razza, subito io mi metto in guardia. Può essere uno degli inviati della Securitate, la polizia segreta di questo dittatore, il Conducator, il Genio dei Cárpatos, il Leader. Dicono che fu giudicato e fucilato, ma io non me lo credo; ancora suo figlio ha potere in questa regione, benché stia desparecido in questo momento. Ella insiste; sorridere-come se fosse molto spiritoso quello che dice -, afferma che sua madre è gitana e che gli piacerebbe trovarla. Ha il suo nome completo; come potè ottenere tale informazione senza l'aiuto della Securitate? Meglio non irritare la gente che ha contatti nel governo. Gli dico che non so niente che

semplicemente sono un gitano che ha deciso di stabilirsi e portare una vita onesta, ma ella continua ad insistere; vuole vedere sua madre. Io so chi è, so anche che più di venti anni fa ella ebbe un bebè e che lo lasciò in un orfanotrofio, e non si seppe nient'altro. Ci vedemmo forzati ad accettarla nel nostro circolo per colpa di quello fabbro che si credeva padrone del mondo. Ma chi garantisce che la ragazza intellettuale che sta di fronte a me è la figlia di Lilliana? Prima di cercare di cercare sua madre, dovrebbe rispettare per lo meno alcune delle nostre abitudini, e non apparire vestita di rosso, perché non è il giorno del suo matrimonio. Dovrebbe usare gonne più lunghe, per evitare la lussuria degli uomini. E non mi avrebbe dovuto dirigere mai la parola della maniera in cui lo fece. Se io parlo al presente di lei, è perché per quelli che viaggiano il tempo non esiste; solo lo spazio. Veniamo di molto lontano, ci dicono che dell'India, altri affermano che la nostra origine sta in Egitto, il fatto è che carichiamo col passato come se fosse successo ora. Ed ancora le persecuzioni seguono. Ella cerca di essere simpatica, dimostra che conosce la nostra cultura, quando quello non ha la minore importanza; quello che dovrebbe conoscere sono le nostre tradizioni. Ho saputo nella città che è lei un Rom Baro, un capo di tribù. Prima di venire qui ho imparato molto nostra busta storia… Non è "nostra", per favore. È la mia, quella di mia moglie, dei miei figli, della mia tribù. Lei è una Europa. Lei non è stato mai lapidato per strada, come io quando aveva cinque anni. Credo che le cose stanno migliorando. Hanno migliorato sempre, per peggiorare dopo. Ma ella non smette di sorridere. Mi chiede un whiskey; le nostre donne non farebbero mai così qualcosa. Se fosse entrato solo qui per bere, o per cercare compagnia, sarebbe trattata come una consumatrice. Ho imparato ad essere simpatico, attento, elegante, perché il mio commercio dipende da quello. Quando quelli che frequentano il mio ristorante vogliono sapere più busta i gitani, telecronaca alcune cose curiose, dico loro che ascoltino al gruppo che tocca dentro un momento, telecronaca due o tre dettagli sulla nostra cultura, ed escono di qui con la sensazione che lo sanno tutto su noi. Ma la ragazza non viene qui alla ricerca di turismo, ma afferma che fa parte della razza. Mi tende di nuovo il certificato che ha ottenuto del governo. Penso che il governo ammazza, ruba, mente, peggiore non si arrischia a dare certificati falsi, e che allora ella deve essere la figlia di Liliana, perché è scritto il nome completo ed il posto nei quali viveva. Seppi per la televisione che il Genio dei Cárpatos, il Padre del Paese, il Conducator di tutti noi, quello che ci fece soffrire la fame mentre l'esportava tutto allo straniero, quello che aveva i palazzi con la posateria

ricoperta in oro mentre il paese moriva di inanizione, quell'uomo e sua maledetta moglie normalmente chiedevano alla Securite che percorresse gli orfanotrofi prendendo bebè per essere allenato come assassini per lo Stato. Prendevano solo bambini, lasciavano alle bambine. Può essere verità che sia sua figlia. Guardo di nuovo il certificato e rimango pensando se dirgli dove si trova sua madre o no. Liliana si merita vedere questa intellettuale che dice che è "uno" dei nostri. Liliana si merita guardare questa donna di fronte a fronte; credo che ha sofferto già tutto quello che doveva soffrire dopo avere tradito al suo paese, si coricò con la gratifica, N.R: Straniero, svergognò i suoi genitori. Forse sia il momento di finire col suo inferno che veda che sua figlia a sopravvissuto che ha guadagnato denaro, e perfino può aiutarla ad uscire dalla miseria nella quale si trova. Forse io possa riscuotere qualcosa per l'informazione. E, nel futuro, la nostra tribù ottenga alcuni favori, perché viviamo tempo confusi, nei che tutti dicono che il Genio dei Cárpatos è morto, perfino si esibiscono scene della sua esecuzione, ma può risorgere domani, come se tutto si trattasse di un eccellente colpo per vedere chi stava del suo lato e chi era disposto a tradirlo. I musicisti toccano dentro un momento, meglio parlare di commerci. So dove questa donna sta. Posso portarla fino a lei. Il mio tono di conversazione è ora più simpatico. Tuttavia, credo che quell'informazione ha un valore. Era già preparata per quello - risponde, tendendolo molto più denaro del quale io pensavo chiedere. Quello non dà né per pagare il taxi fino a lì. Avrà un'altra quantità uguale quando io sia arrivato al mio destino. E sento che, per la prima volta, ella vacilla. Sembra che abbia paura di proseguire. Prendo il denaro che ha messo nel banco. - Domani la porto fino a Liliana. Le sue mani tremano. Chiede un altro whiskey, ma improvvisamente un uomo entra nel bar, cambia colore e va immediatamente verso lei; capisco che dovettero conoscersi ieri ed oggi stanno parlando già come se fosse vecchi amici. I suoi occhi la desiderano. Ella è pienamente cosciente di ciò, e lo provoca ancora più. L'uomo chiede una bottiglia di vino, ambedue si sentono ad un tavolo, e sembra che si sia dimenticato completamente della storia di sua madre. Ma io voglio l'altra metà del denaro. Quando porto la bibita, gli domando in che hotel si sistema, e gli dico che starò lì alle 10 della mattina.

HERON RYAN, GIORNALISTA Già col primo bicchiere di vino, commentò-senza che io gli domandassi niente, chiaro-che aveva fidanzato, polizia di Scotland Yard. Evidentemente era bugia; dovette leggere i miei occhi, e stava cercando di dirigermi. Gli risposi che aveva una fidanzata, ed arriviamo ad un pareggio tecnico. Dieci minuti dopo avere incominciato la musica, ella si alzò. Avevamo parlato molto poco; niente di domande sulle mie investigazioni su vampiri, solo cose generali, impressioni sulla città, lamenti sulle strade. Ma quello che vidi a partire da lì-per meglio dire, quello che vide tutto il mondo nel ristorante-fu una dea che si mostrava in tutta la sua gloria, una sacerdotessa che evocava gli angeli ed i demoni. I suoi occhi erano chiusi, e sembrava che non era oramai cosciente di chi era, da dove stava, di quello che cercava nel mondo; era come se galleggiasse invocando il suo passato, rivelando il suo presente, scoprendo e profetizzando il futuro. Mescolava contemporaneamente erotismo e castità, pornografia e rivelazione, adorazione a Dio e la natura. Tutto il mondo smise di mangiare, e si mise a guardare quello che stava succedendo. Ella non seguii oramai la musica, erano i musicisti quelli che cercavano di accompagnare i suoi passi, e quello ristorante nel pianterreno di un antico edificio nella città di Sibiu si trasformò in un tempio egiziano, nel che le veneratrici di Iside normalmente riunivano si ferma i suoi riti di fertilità. L'odore della carne arrosta e del vino si cambiò per un incenso che c'elevava a tutti alla stessa trance, alla stessa esperienza uscire dal mondo ed entrare in una dimensione sconosciuta. Gli strumenti di saggia ed a fiato non suonavano oramai, seguì solo la percussione. Athena ballava come se non stesse oramai lì, il sudore gli cadeva per il viso, i piedi scalzi battevano con forza il suolo di legno. Una donna si alzò e, gentilmente, gli legò un fazzoletto coprendo il suo collo ed i suoi seni, poiché la sua blusa minacciava in ogni momento di scivolare della spalla. Ma ella sembrò non notarlo, stava in altre sfere, sperimentava le frontiere di mondi che toccano quasi il nostro, ma che non si lasciano mai rivelare. La gente del ristorante incominciò a dare palme per accompagnare la musica, ed Athena ballava con più velocità, captando l'energia di quelle palme, girando su sé stessa, equilibrandosi nel vuoto, strappando tutto quello che noi, poveri mortali, dovevamo offrire alla divinità suprema. E, improvvisamente, fermò. Tutti fermarono, perfino i musicisti che toccavano la percussione. I suoi occhi seguivano chiusi, ma le lacrime rodavano per il suo viso. Alzò le braccia verso il cielo, e gridò: - Quando moriremi, seppellitemi in piedi, perché ho vissuto di ginocchia tutta la mia vita!

Nessuno disse niente. Ella aprì gli occhi come se risvegliasse da un profondo sonno, e camminò verso il tavolo, come se non avesse passato niente. L'orchestra girò a toccare, alcuni compagni occuparono la pista cercando di divertirsi, ma l'ambiente del locale si sembrava essersi trasformato completamente; dopo la gente pagò il suo conto ed incominciarono ad andare via da' ristorante. Va bene tutto? - gli domandai, quando vidi che era già recuperata dello sforzo fisico. Ho paura. Ho scoperto come arrivare a dove non voleva. vuoi che ti accompagni? Ella negò con la testa. Ma mi domandò in che hotel stava. Gli diedi la direzione. Nei due giorni seguenti, finii le mie investigazioni per il documentario, comandai al mio interprete di giro a Bucarest con l'automobile affittata e, a partire da quello momento, rimasi in Sibiu solo perché voleva vederla un'altra volta. Benché sia stato sempre qualcuno che si orienti con la logica, capace di capire che l'amore può essere costruito e non semplicemente scoperto, sapeva che se non tornava a vederla starebbe lasciando per sempre in Transilvania una parte importante della mia vita, benché non lo scoprisse fino a molto più tardi. Lottai contro la monotonia di quelle ore senza fine, più di una volta andai fino alla stazione di autobus per vedere gli orari per Bucarest, spesi in chiamate alla BBC e la mia fidanzata più di quello che il mio piccolo presupposto di produttore indipendente si permetteva. Spiegava loro che il materiale ancora non era pronto che mi mancavano alcuni cose, forse un giorno più, forse una settimana, i rumeni erano molto complicati, si arrabbiavano sempre ogni volta che qualcuno associava la bel Transilvania con l'orribile storia di Drácula. Sembra che alla fine i produttori si convincessero, e mi lasciarono rimanere più tempo del necessario. Eravamo ospitati nell'unico hotel della città, ed un giorno ella apparve, mi vide di nuovo nell'accoglienza, nostro primo incontro sembrò ritornare alla sua testa; questa volta mi invitò ad uscire, e cercai di contenere la mia allegria. Io ero forse anche importante nella sua vita. Più tardi scoprii che la frase che aveva detto alla fine del suo ballo era un antico proverbio gitano. LILIANA, SARTA, ETÀ E SOPRANNOME SCONOSCIUTO. Parlo di lei in presente perché per noi non esiste il tempo, solo lo spazio. Perché sembra ieri. L'unica abitudine tribale che non seguii fu quella di avere al mio fianco al mio compagno nel momento di nascere Athena. Ma le levatrici vennero, pure sapendo che io mi ero coricato con una gratifica, un straniero. Mi sciolsero i capelli, tagliarono il cordone ombelicale, fecero vari nodi, e me lo diedero. In quello momento, secondo la tradizione, il bebè doveva essere avvolto in un capo d'abbigliamento di suo padre.

Egli aveva lasciato un fazzoletto che mi ricordavo il suo profumo che ogni tanto io avvicinavo al mio naso per sentirlo vicino, ed ora quello profumo andava a sparire per sempre. Io l'avvolsi nel fazzoletto e la misi nel suolo affinché ricevesse l'energia della Terra. Rimasi lì da sapere che cosa sentire, né che cosa pensare; la mia decisione era presa. Mi dissero che scegliesse un nome, e che non lo dicesse a nessuno; poteva essere solo pronunciato dopo che la bambina fosse battezzata. Mi diedero olio devoto, e gli amuleti che doveva mettergli due settimane dopo. Una di esse mi disse che non mi preoccupasse che la tribù intera era responsabile di lei, e che doveva abituarmi alle critiche che pronto finirebbero. Mi consigliarono anche di non uscire tra l'imbrunire e l'autrice, perché i tsinvari, N.R: Spiriti maligni, potevano attaccarci o possederci, ed allora la nostra vita sarebbe una tragedia. Una settimana dopo, non appena uscì il sole, andai fino ad un centro di adozione di Sibiu per lasciarla nell'entrata, sperando che una mano caritatevole venisse e la raccogliesse. Quando stava facendolo, mi sorprese un'infermiera e mi portò dentro. Mi offese quanto potè, disse che erano già preparati per quello tipo di comportamento: c'era sempre qualcuno vigilando, non poteva scappare facilmente dalla responsabilità di portare ad un bambino al mondo. Chiaro, non può aspettare un'altra cosa di una gitana: abbandonare suo figlio! Mi obbligarono a riempire una scheda con tutti i miei dati, e come non sapeva scrivere, tornò a ripetere un'altra volta: "Chiaro, una gitana. E non cercare di ingannarci dandoci dati falsi, o puoi finire nella prigione." Per Paura, finii per raccontare la verità. La vidi per ultima volta, e tutto quello che potei pensare fu: "Bambina senza nome che trovi amore, molto amore nella tua vita." Uscii e stavo camminando per il bosco per ore. Mi ricordavo delle molte notti della gravidanza, nelle quali amava ed odiava il bebè e l'uomo che lo mise dentro me. Come ogni donna, vissi col sonno di trovare il principe azzurro, sposarmi, riempire la mia casa di bambini e colmare alla mia famiglia di attenzioni. Come gran parte delle donne, finii per innamorarmi di un uomo che non poteva darmi quello, ma col che condivisi momenti che non dimenticherò mai. Momenti che io non potrei fargli comprendere la bambina, ella sarebbe sempre stigmatizzata nel seno della nostra tribù, una gratifica, una bambina senza padre. Io potevo sopportarlo, ma non voleva che ella passasse per la stessa sofferenza che io stavo passando da quando scoprii che era incinta.

Piangeva e mi graffiava, pensando che forse il dolore mi farei pensare meno, ritornare alla vita, alla vergogna della tribù; qualcuno si farebbe carico dalla bambina, ed io vivrei sempre con l'idea di tornare a vederla qualche giorno, quando fosse maggiore. Mi sedetti nel suolo, mi aggrappai ad un albero senza potere smettere di piangere. Ma quando le mie lacrime ed il sangue delle mie ferite toccarono il suo tronco, una strana tranquillità si impadronì di me. Mi somigliavo sentire una voce che diceva che non mi preoccupasse che il mio sangue e le mie lacrime avevano purificato quello verso la bambina e rarefatto la mia sofferenza. Da allora, ogni volta che mi dispero, ricordo quella voce, e mi calmo. Per quel motivo, non è una sorpresa vederla arrivare col Rom Baro della nostra tribù che prende caffè, chiede di bere, sorride con ironia e va via. La voce mi ero detto che ella andava a ritornare, ed ora sta qui, forse odio per l'avere abbandonata un giorno. Non devo spiegare perché lo feci; nessuno nel mondo potrebbe comprenderlo. Rimaniamo un'eternità guardandoci l'una all'altra, senza dire niente, solo guardandoci, senza sorridere, senza piangere, senza niente. Un germoglio di amore esce dal fondo dell'anima, non so se gli interessa quello che sento. Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa? L'istinto. Sempre l'istinto in primo luogo. Ella dice che sì con la testa. Entriamo nella piccola stanza nella quale vivo e che contemporaneamente le volte di sala fa, camera da letto, cucina, ed officina di cucitura. Lo guarda tutto, è attonita, ma fingo che non mi rendo conto: mi avvicino al focolare, ritorno con due piatti della spessa zuppa di verdure e grasso animale. Preparo forte un caffè, e quando gli getto lo zucchero, sento la sua prima frase:

Assolo, per favore. Non sapeva che parlava in inglese. Andava a dirgli mi insegnò "" tuo padre, ma mi controllo. Mangiamo in silenzio, e man mano che continua a passare il tempo, tutto incomincia a sembrarmi familiare; sto lì con mia figlia, ella camminò per il mondo ma è ritornato già, ha conosciuto altre strade e ritorna a casa. So che è un'illusione, ma la vita mi ha dato tanti momenti di dura realtà che mi risulta facile sognare un po'. chi è quello santa? -segnala un quadro della parete. Sacra Sara, la patrona dei gitani. Ho voluto sempre visitare la sua chiesa, in Francia, ma non possiamo uscire di qui. Non otterrebbe mai il passaporto, né permesso, né… Andava a dire: "Benché l'ottenesse, non avrebbe denaro" ma interrompo la mia frase. Ella potrebbe pensare che sto chiedendogli qualcosa. …. E ho molto lavoro. Gira il silenzio. Ella finisce la zuppa, infiamma un'animo, il suo sguardo non dice niente, né un sentimento. Pensasti che torneresti a vedermi? Gli rispondo che sì. Lo seppi ieri, per la donna del Rom Baro che stava nel ristorante. Si avvicina un temporale. Non vuoi dormire un po'? Non sento nessun rumore. Né il vento soffia più forte, né neanche meno che prima. Preferisco chiacchierare. Credimi. Ho tutto il tempo che voglia, ho tutta la vita che mi rimane per stare al tuo fianco. Non dire ora quello. … ma sei stanca - seguo, fingendo che non ho sentito il suo commento. Vedo che il temporale si avvicina. Come tutte le tempeste, porta distruzione; ma contemporaneamente bagna i campi, e la saggezza del cielo scende con la pioggia. Come ogni tempesta, deve passare. Quanto più violenta, più rapida. Grazie a Dio ho imparato ad affrontare le tempeste. E, come se le sacri Marías del Mare mi ascoltasse, incominciano a cadere le prime gocce sul tetto di zinco. Ella finisce la sua sigaretta, io gli prendo le mani, la porto fino al mio letto. Ella si corica e chiude gli occhi. Non so quanto tempo dorme; ed io la contemplo senza pensare a niente, e la voce che un giorno

aveva sentito nel bosco mi dice che tutto sta bene che non devo preoccuparmi che i cambiamenti che il destino provoca nelle persone sono favorevole so sappiamo decifrare il suo contenuto. Non so chi l'aveva raccolta dell'orfanotrofio, l'aveva educata, l'aveva trasformata nella donna indipendente qua sembra essere. Prego una razione per la famiglia che aveva permesso a mia figlia di sopravvivere e cambiare vita. In mezzo al discorso, sento gelosia, disperazione, pentimento, e smetto di conversare con sacra Sara; era realmente importante che ritornasse? Qui stava tutto quello che persi e non potrò mai recuperare. Ma qui sta anche la manifestazione fisica del mio amore. Io non so niente, ma contemporaneamente tutto mi è rivelato, girano le scene nelle quali penso al suicidio, considero l'aborto, mi immagino lasciando quell'angolo del mondo seguendo a piedi fino a dove le forze me lo permettono, il momento nel quale vedo correre il sangue e le mie lacrime per l'albero, la conversazione con la natura che si intensifica a partire da quello momento e non mi ha lasciato mai da allora, benché poca gente della mia tribù lo sappia. Il mio protettore che mi trovò vagando per il bosco, era capace di capire tutto quello, ma egli è appena morto. La luce è instabile, si spegne col vento, si accende col raggio, non sta mai lì, brillando come il sole, ma vale la pena lottare per lei", diceva. L'unico che mi aveva accettato, e convinto alla tribù che mi potevo girare a fare parte di quello mondo. L'unico con autorità morale sufficienza per evitare che io fossi espulso. E, infelicemente, l'unico che non andava a conoscere mai mia figlia. Pianse per lui, mentre ella rimane immobile nel mio letto, ella, che deve stare abituata a tutte le comodità del mondo. Migliaia di domande girano: chi i suoi genitori adottivi sono, dove vide, se era andato all'università, se ama qualcuno, quali i suoi piani sono. Tuttavia, io non sono quello che ho percorso il mondo cercandola, tutto il contrario; cosicché io non sto qui per fare domande, bensì per risponderli. Ella apre gli occhi. Penso di toccare il suo capello, in dargli l'affetto che aveva conservato durante tutti questi anni, ma rimango da sapere la sua reazione, penso che è meglio che mi controlli. Sei venuto fino a qui per sapere il motivo… No. Non voglio sapere perché una madre abbandona sua figlia; non c'è motivo per quello. Le sue parole mi rompono il cuore, ma non so come rispondergli. Chi sono io? Che sangue corre per le mie vene? Ieri, dopo avere saputo che potrebbe trovarti, sperimentai un stato completo di terrore. Per dove incomincio? Tu come tutte le gitane, debiti di sapere leggere il futuro con le lettere, no? - Non è verità. Facciamo solo quello con le gratifiche, gli stranieri, come mezzo per guadagnarci la vita. Non leggiamo mai le lettere, né le mani, né cerchiamo di prevedere il futuro quando

stiamo con la nostra tribù. E tu… … sono parte della tribù. Benché la donna che mi portò al mondo mi abbia inviato lontano. Sì. Allora, che cosa faccio qui? Ti ho visto già il viso, posso girare a Londra, le mie ferie stanno finendo. Vuoi sapere cose di tuo padre? Non ho il minore interesse. Ed improvvisamente capisco in che cosa posso aiutarla. È come se una voce altrui uscisse dalla mia bocca: - Comprende il sangue che corre per le mie vene e per il tuo cuore. È il mio maestro quello che parlava attraverso me. La gira a chiudere gli occhi e dorme quasi dodici ore seguite. Al giorno dopo la porto ai paraggi di Sibiu, dove hanno fatto un museo con case di tutta la regione. Per la prima volta ho il piacere di prepararlo la colazione. È più riposata, meno tesa, e mi domanda cose sulla cultura gitana, benché non cerchi mai di sapere cose di me. Parlami anche un po' di sua vita; so che sono nonna! Non parla di suo marito né dei suoi genitori adottivi. Dice che vendeva terreni in un posto molto lontano, e che pronto dovrebbe ritornare al suo lavoro. Gli spiego che posso insegnargli a fare amuleti per prevenire male il, ma non mi mostra il minore interesse. Ma quando gli parlo di erbe che curano, mi chiede che gli insegni a riconoscerli. Nel giardino per lui che portiamo a spasso tentativo trasmettergli tutta la mia conoscenza, benché sia sicura che lo dimenticherà tutto non appena ritorni alla sua terra nativa che ora so già che è Londra. Non possediamo la terra: ella è quella che ci possiede. Come anticamente viaggiavamo senza fermare, tutto quello che ci circondava era nostro: le piante, l'acqua, i paesaggi per i quali passavano le nostre carovane. Le nostre leggi erano le leggi della natura: i più forti sopravvivono, e noi, i deboli, gli eterni esiliati, impariamo a nascondere la nostra forza, per usarla solamente nel momento necessario. "Crediamo che Dio non creó l'universo; Dio è l'universo, noi stiamo in Lui, ed Egli sta in noi. Benché… Disoccupazione. Ma decido di continuare, perché questo è una maniera di omaggiare il mio protettore.

… nella mia opinione, dovremmo chiamarlo Dea. Madre. Non della donna che abbandona sua figlia in un orfanotrofio, bensì di Quella che sta in noi e ci protegge quando stiamo in pericolo. Starà sempre con noi finché facciamo i nostri compiti con amore, allegria, capendo che niente è sofferenza, tutta è una maniera di lodare la Creazione. Athena-io so ora già il suo nome - devia lo sguardo verso una delle case che stanno nel giardino. Che cosa è quello? Una chiesa? Le ore che c'era passo al suo fianco mi permettono di recuperare forze; gli domando se vuole cambiare tema. Ella riflette per un momento, prima di rispondere. Voglio continuare ad ascoltare quello che debba dirmi. Benché, per quello che capii dopo tutto quello che lessi prima di venire qui, quello che mi dici non incastra con la tradizione dei gitani. Fu il mio protettore che me l'insegnò. Perché sapeva cose che i gitani non sanno, obbligò a quelli della tribù ad accettarmi di nuovo nel suo circolo. E, man mano che imparava con lui, continuava a dare mi conta del potere della Madre; io che aveva respinto questa benedizione. Afferro un piccolo arbusto con le mani. - Se qualche giorno tuo figlio ha febbre, mettilo vicino ad una pianta giovane e scuote le sue foglie: la febbre passerà alla pianta. Se ti senti angosciata, fa' la stessa cosa. - Preferisco che mi segua parlando del tuo protettore. - Egli mi dicevo che all'inizio la Creazione era profondamente solitaria. Allora creó a qualcuno con chi parlare. Questi due, in un atto di amore, fecero una terza persona, ed a partire da lì, tutto si moltiplicò per migliaia, milioni. Mi hai domandato sulla chiesa che abbiamo appena visto: non so la sua origine, e non mi interessa, il mio tempio è il giardino, il cielo, l'acqua del lago e del ruscello che l'alimenta. Il mio paese sono persone che condividono la stessa idea con me, e non quegli a chi sono legata per i lacci di sangue. Il mio rituale è stare con quella gente celebrando tutto quello che sta intorno a mio. Quando pretendi di ritornare a casa? - Forse domani. Purché non ti disturbi. Un'altra ferita nel mio cuore che voglia. Te l'ho domandato solo perché voleva celebrare il tuo arrivo con gli altri. Posso farlo oggi di sera se sei di accordo. Ella non dice niente, e capisco che è un "sé." Ritorniamo a casa, l'alimento di nuovo, ella mi spiega che deve andare fino al hotel di Sibiu per prendere alcuno vestiti, quando ritorna, l'ho già tutto organizzato. Andiamo ad una collina al sud dalla città, ci sediamo attorno al falò che è appena stato accesa, suoniamo strumenti, cantiamo, balliamo, raccontiamo storie. Ella assistesti a tutto senza

partecipare a niente, benché il Rom Baro abbia detto che era un'eccellente ballerina. Per la prima volta in tutti questi anni, sono allegro, per potere preparare un rituale per mia figlia e celebrare con lei il miracolo di essere vive, con salute, sommerse nell'amore della Gran Madre. Alla fine, dice che quella notte dorme al hotel. Gli domando se è un addio, ella dice che no. Ritornerà domani. Durante tutta una settimana, mia figlia e me condividiamo l'adorazione dell'Universo. Una di quelle notti, ella porta ad un amico, ma mi spiegò che non è un fidanzato, né il padre di suo figlio. L'uomo che deve avere dieci anni più che ella, domanda a chi stiamo adorando nei nostri rituali. Gli spiego che adorare qualcuno significa-secondo il mio protettore-mettere a quella persona fosse del nostro mondo. Non stiamo adorando niente, solo comunicando con la Creazione. Ma pregate? Personalmente, io prego sacra Sara. Ma qui siamo parte di tutto, celebriamo invece di pregare. Penso che Athena si sente orgoglioso con la mia risposta. In realtà, io stavo ripetendo le parole del mio protettore. E perché lo fate giunte se possiamo celebrare soli il nostro contatto con l'Universo? Perché gli altri sono io. Ed io sono l'altro. In quello momento, Athena mi guarda, ed io sento che quella volta io sono quello che gli rompo il cuore. Vado via domani - disse. Prima di andarti, vedono a licenziarti di tua madre. È la prima volta, durante tutti quelli giorni, che uso quello termine. La mia voce non trema, il mio sguardo si mantiene fermo, ed io so che, nonostante tutto, lì sta il sangue del mio sangue, il frutto del mio ventre. In quello momento mi comporto come una bambina che ha appena compreso che il mondo non è pieno di fantasmi e di maledizioni, come ci hanno insegnato gli adulti; è pieno di amore, indipendentemente di come si manifesti. Un amore che perdona gli errori e che redime i tuoi peccati. Ella mi abbraccia per un momento lungo. Dopo, mi sistema il velo che porto per coprirmi i capelli, benché non abbia un marito, la tradizione gitana dice che devo usarlo, perché non sono oramai vergine. Che cosa mi prenota il domani, oltre alla partenza di un essere al che ho amato sempre e temuto nella distanza? Io sono tutti, e tutte sono io e la mia solitudine. Al giorno dopo, Athena appare con un mazzo di fiori, ordina la mia stanza, mi dice che devo

usare occhiali perché i miei occhi si esauriscono con la cucitura. Mi domanda se gli amici coi quali celebro non finiscono per avere problemi con la tribù, e gli dico che non che il mio protettore era un uomo rispettato, aveva imparato cose che gli altri non sapeva, aveva discepoli in tutto il mondo. Gli spiego che è morto poco prima che ella arrivasse. Un giorno, gli fu avvicinato un gatto e lo toccò col suo corpo. Per noi, quello significava morte, e ci preoccupiamo; ma c'è un rituale per tagliare il maleficio. "Tuttavia, il mio protettore disse che era già il momento di partire, doveva viaggiare per i mondi che egli sapeva che esistevano, tornare a nascere come bambino, e prima riposare un po' in braccia della Madre. La sua funzione funebre fu semplice, in un bosco qui vicino, ma assistè gente di tutto il mondo. - Tra essi, una donna di capelli neri, di circa trenta cinque anni? - Non mi ricordo bene, ma è possibile che sì. Perché vuoi saperlo? - Conobbi qualcuno in un hotel di Bucarest che mi disse che era venuto alla funzione funebre di un amico. Credo che dicesse qualcosa come il "suo maestro." Mi chiede che gli parli più dei gitani, ma non c'è molto che non sappia. Soprattutto perché, oltre alle abitudini e le tradizioni, quasi non conosciamo la nostra storia. Gli suggerisco che un giorno vada fino alla Francia, e porti nel mio nome una gonna per immagine di Sara al villaggio francese di Saintes - Maries-di - il-Mer. Venni fino a qui perché mi mancava qualcosa nella vita. Doveva riempire gli spazi in bianchi, e credei che solo con vederti il viso fosse sufficiente. Ma non; doveva anche capire che… era stato amata. Sei amata. Faccio una pausa lunga: finalmente posso mettere in parole quello che mi sarebbe piaciuto dire da quando le lasciai andare. Per evitare che rimanga commossa, seguo: Mi piacerebbe chiederti una cosa. Quello che voglia. Voglio chiederti perdono. Ella si morde le labbra. Sono stato sempre una persona molto nervosa. Lavoro molto, curo mio figlio, ballo come una

matta, ho imparato calligrafia, frequento corsi di perfezionamento di vendite, leggo un libro dietro un altro. Tutto per evitare quelli momenti nei quali non passa niente, perché quelli spazi in bianco mi davano la sensazione di un vuoto assoluto, nel che non c'è né una briciola di amore. I miei genitori l'hanno fatto sempre tutto per me, e credo che non smetta di deluderli. "Ma qui, mentre stavamo giunte, nei momenti nei che celebrai la natura ed alla Gran Madre con te, capii che quelli spazi in bersaglio incominciavano a riempirsi. Si trasformarono in pause: il momento nel quale l'uomo alza la mano del tamburo, prima di toccarlo di nuovo con forza. Credo che possa andare via; non dico che vada in pace, perché la mia vita ha bisogno di un ritmo al quale sono abituata. Ma neanche vado via amareggiata. Credono tutti i gitani nella Gran Madre? Se glielo domandi, nessuno ti dirà che sì. Hanno adottato le credenze e le abitudini dei posti nei quali si sono andati installando. Tuttavia, la cosa unica che c'unisce nella religione è adorare sacra Sara e peregrinare per lo meno una volta nella vita alla sua tomba, in Saintes Maries-di-il-Mer. Alcuni tribù la chiamano Sarah-Kali, Sara la Sfortuna. O Vergine dei Gitani, come quella si conosce in Lourdes. Ho che andare-disse Athena dopo un momento -. L'amico che conoscesti l'altro giorno accompagno. Sembra un buon uomo. Parli come una madre. Sono tua madre. Sono tua figlia. Mi abbracciò, questa volta con lacrime negli occhi. Tagliai i suoi capelli, mentre l'aveva tra le mie braccia come aveva sognato sempre, da quando un giorno, il destino-o la mia paura - ci separò. Gli chiesi che Lei curasse, ed ella mi rispose che aveva imparato molto. Impari più ancora perché, benché oggi tutti stiamo soggetti a casa, città, impieghi, ancora mi corre per il sangue il tempo delle carovane, i viaggi e gli insegnamenti che la Gran Madre metteva nella nostra strada affinché potessimo sopravvivere. Impara, ma impara sempre con gente al tuo fianco. Non andare sola in questa ricerca: se cedi un passo sbagliato, non avrai nessuno per aiutarti a correggerlo. Ella continua a piangere, abbracciata a me, quasi chiedendomi rimanere. Implorai al mio protettore che non mi lasciasse versare né una lacrima, perché voleva la cosa migliore per Athena, ed il suo destino era proseguire. Qui, in Transilvania, a parte del mio amore, non andava a trovare nient'altro. E benché io creda che l'amore è sufficiente per giustificare tutta

un'esistenza, ho l'assoluta certezza che non posso chiedergli che sacrifichi il suo futuro per rimanere al mio fianco. Athena mi dà un bacio nella fronte e va via senza dire addio, pensando che un giorno forse ritornerebbe. Tutte le navidades mi inviava il sufficiente denaro per passare tutto l'anno senza dovere cucire; non andai mai alla banca per riscuotere i suoi assegni, benché tutti quelli della tribù pensassero che mi comportavo come un ignorante. Sei mesi fa, smise di comandare denaro. Dovette capire che ho bisogno della cucitura per riempire quello che ella chiamava i "spazi in bianchi." Per quanto desiderasse vederla un'altra volta, so che non ritorna mai; in questo momento deve essere una gran dirigente, sposata con un uomo al che ama, devo avere molti nipoti, ed il mio sangue perdurerà in questa terra, ed i miei errori saranno perdonati. SAMIRA R. KHALIL, CASALINGA. Non appena Sherine entrò in casa gridando ed abbracciando ad un spaventato Viorel, capii che tutto era andato meglio di quello che mi immaginavo. Sentii che Dio aveva ascoltato i miei discorsi, ed ora non aveva oramai nient'altro da scoprire su sé stessa. Finalmente poteva adattarsi ad una vita normale, allevare suo figlio, sposarsi un'altra volta, ed allontanarsi contemporaneamente da tutta quell'ansietà che la metteva euforica e depressiva. Ti voglio, mamma. Fu il mio turno per afferrarla e stringerla nelle mie braccia. Durante alcune di quelle notti nelle che stette fuori, confesso che mi spaventavo l'idea che comandasse a qualcuno a cercare a Viorel, e che non ritornasse mai più. Dopo avere mangiato, lavarsi, contarmi il suo incontro su sua madre biologica, descrivermi i paesaggi di Transilvania, io non mi ricordavo bene, poiché fui solo alla ricerca di un orfanotrofio, gli domandai quando ritornava al Dubai. La settimana che viene. Prima devo andare in Scozia a vedere una persona. Un uomo! Una donna - ella continuò, notando possibilmente il mio sorriso di complicità -. Sento che ho una missione. Ho scoperto cose che non credeva che esistesse mentre celebrava la vita e la natura. Quello che credei che poteva trovare solo nel ballo sta da tutte le parti. E ha viso di donna: io la vidi in… Mi spaventai. Gli dissi che la sua missione era curare suo figlio, cercare di essere migliore nel suo lavoro, guadagnare più denaro, sposarsi di nuovo, rispettare a Dio tale e come lo conosciamo. Ma Sherine si non stava ascoltando.

Fu una notte nella quale eravamo seduti attorno al falò, bevendo, ridendo con storie, ascoltando musica. Salvo una volta nel ristorante, tutti i giorni che passai lì non sentii la necessità di ballare, come se stesse accumulando energia per qualcosa di differente. Improvvisamente sentii che tutto alla mia periferia era vivo, battendo; la Creazione ed io eravamo una sola cosa. Piansi di allegria quando le fiamme del falò sembrarono trasformarsi nel viso di una donna, piena di compassione che mi sorridevo. Sentii un brivido; stregoneria gitana, sicuro. E contemporaneamente mi girò l'immagine della bambina nella scuola che diceva che aveva visto "una donna di bianca." Non ti lasciare portare per quelle cose che sono del demonio. Hai avuto sempre un buon esempio nella nostra famiglia, è che non puoi portare una vita normale? Per quello visto, mi ero precipitato credendo che il viaggio alla ricerca di sua madre biologica l'aveva fatto bene. Ma, invece di reagire di sempre con l'aggressività, ella continuò sorridendo: Che cosa è normale? Perché papà vive sovraccarico di lavoro, se abbiamo già denaro sufficiente come per mantenere a tre generazioni? È un uomo onesto, si merita quello che guadagna, ma dice sempre, con un certo orgoglio, che ha troppo lavoro.. Per che motivo? Dove vuole arrivare? È un uomo che dignifica la sua vita. Quando viveva con voi, ogni volta che arrivava a casa mi chiedevo dei doveri, mi davo alcuni esempi della cosa necessaria che era il suo lavoro per il mondo, accendeva la televisione, faceva commenti sulla situazione politica nel Libano, prima di addormentarsi leggeva uno o un altro libro tecnico, era sempre occupato. "E con te, la stessa cosa; io ero migliore vestita nella scuola, mi portavi a feste, badavi alle cose di casa, sei stato sempre buona, affettuosa, e mi hai dato un'educazione impeccabile. Ma ora che si avvicina la vecchiaia: che cosa pensate di fare nella vita, ora che sono cresciuto già e sono indipendente? viaggiamo. Percorrere il mondo, godere del nostro castigo riposo. Perché non lo fate già, mentre ancora avete salute? Mi ero domandato già la stessa cosa. Ma sentiva che mio marito aveva bisogno del suo lavoro; non per il denaro, bensì per la necessità di essere utile, di dimostrare che un esiliato compie i suoi compromessi.

Quando prendeva ferie e rimaneva nella città, faceva sempre la cosa possibile per andare all'ufficio, parlare coi suoi amici, prendere un o un'altra decisione che potrebbe sperare. Cercava di forzarlo ad andare al teatro, al cinema, ai musei, faceva tutto quello che io gli chiedevo, ma sentii che si annoiava; la cosa unica che gli interessava era la firma, il lavoro, i commerci. Per la prima volta parlai con lei come se fosse un'amica, e non mia figlia, ma usando un linguaggio che non mi compromettesse, e che ella potesse capire facilmente. Credi che anche tuo padre cerca di riempire quello che tu chiami "spazi in bianchi?" Il giorno che si ritiri, benché io creda che quello giorno non arriva mai, puoi essere sicura che deprime. Che cosa fare tanto arduamente con quella libertà conquistata? Tutti lo congratuleranno per la sua brillante corsa, per l'eredità che ci lasciò, per l'integrità con la che ha diretto la sua firma. Ma nessuno avrà tempo per lui: la vita segue il suo corso, e tutti sono immersi in lei. Papà si sentirà un esiliato di nuovo, ma questa volta non avrà un paese per rifugiarsi. Hai alcuno idea migliore? Ho solo una: non voglio che quello mi passi. Sono troppo nervosa, e non mi capire male, non sto gettando la colpa all'esempio che mi avete dato. Ma devo cambiare. "Cambiare rapido. DEIDRE OŃEILL, CONOSCENTE COME EDDA. Seduta in completa oscurità. Il bambino, è chiaro, uscì immediatamente dalla sala - la notte è il regno del terrore, dei mostri del passato, dell'epoca nella che camminavamo come i gitani, come mio antico maestro-,que la Madre abbia compassione della sua anima e stia essendo badato affettuosamente fino al momento a ritornare. Athena non sa che fare da quando spensi la luce. Domanda per suo figlio, gli dico che non si preoccupi che lo lasci del mio conto. Esco, infiammo l'animo, metto un canale di cartoni animati, lo tolgo il suono; il bambino rimane ipnotizzate, e subito il problema è risoluto. Mi metto a pensare come sarebbe nel passato, perché le donne andavano allo stesso rituale che Athena, portavano ai suoi figli, ma non c'era televisione. Che cosa faceva dalla gente che stava lì per insegnare? Buono, non è il mio problema. Quello che il bambino sta sperimentando di fronte alla televisione - una porta ad una realtà differente-è la stessa cosa che provoco in Athena. È tutto tanto semplice, e contemporaneamente, tanto complicato!

Semplice, perché nausea con cambiare atteggiamento. Non cerco più la felicità. A partire da ora sono indipendente, vedo la vita coi miei propri occhi, e non con quelli degli altri. Cerco l'avventura di essere viva. E complicato: perché non cerco la felicità se la gente mi ha insegnato che è l'unico obiettivo che vale la pena? Perché arrischio a prendere una strada che altri non si arrischiarono a prendere? Dopo tutto, che cosa è la felicità? Amore, rispondono. Ma l'amore non dà, e non ha dato mai felicità. Tutta il contrario, è sempre un'angoscia, un campo di battaglia, molte notti in candela, domandandoci se stiamo facendo la cosa corretta. Il vero amore è fatto di estasi ed agonia. Pace, allora. Pace? Se guardiamo la Madre, ella non sta mai in pace. L'inverno lotta con l'estate, il sole e la luna non si vedono mai, la tigre persegue l'uomo che ha paura del cane che perdigue al gatto che persegue il topo che spaventa l'uomo. Il denaro dà la felicità. Molto Bene: allora tutte le persone che hanno il denaro sufficiente per vivere con un alto tenore di vita potrebbero smettere di lavorare. Ma seguono più nervose che prima, come se temessero perderlo tutto. Il denaro dà più denaro, quella è verità. La povertà può provocare l'infelicità, ma al contrario non è certo. Ho cercato la felicità per molto tempo della mia vita; ora quella che voglio è allegria. L'allegria è come il sesso: incomincia e finisce. Io voglio piacere. Voglio essere contenta, ma felicità? Non cado oramai in quella trappola. Quando sto con un gruppo di persone e decido di provocarli mediante una delle questioni più importanti della nostra esistenza, tutte dicono: "Sono felice." Seguo: "Ma non vuoi avere più, non vuoi continuare a crescere?" Tutti rispondono: "Chiaro." Insisto: "Allora" non sei felice. Tutti cambiano tema. È meglio che ritorni alla sala nella quale sta ora Athena. Oscura. Ella ascolta i miei passi, il cerino che si gratta ed infiamma un'animo. Tutto quello che ci circonda è il Desiderio Universale. Non è la felicità; è un desiderio. Ed i desideri sono sempre incompleti: quando si realizzano, smettono di essere desideri, no? Dove sta mio figlio?

Tuo figlio sta bene, vedendo la tele. Voglio solo che guardi questa candela che non parli che non dica niente. Crede solo. Credere che… Ti ho chiesto che non dicessi niente. Sei viva, e questa candela è l'unico punto del tuo universo, devi credere in quello. Dimentica sempre per quell'idea che la strada è una maniera di arrivare ad un destino: in realtà, stiamo arrivando sempre, ad ogni passo. Ripetilo tutte le mattine: Sono arrivato. Vedrai che è molto più facile stare in contatto con ogni secondo del giorno. Feci una pausa. La fiamma della candela sta illuminando il tuo mondo. Domandagli: Chi sono io? Sperai un po' più. E seguii: Immagino la tua risposta: sono tizia di tale, ho vissuto questo e quelle esperienze. Ho un figlio, lavoro in Dubai. Ora torna a domandare alla candela: Chi non sono io? Sperai di nuovo. E di nuovo seguii: Debiti di avere risposto: non sono una persona allegra. Non sono una tipica madre di famiglia che si preoccupa solo di suo figlio, di suo marito, di avere una casa con giardino ed un posto nel che passare le ferie tutta l'estate. Ho indovinato? Puoi parlare. Hai indovinato. Allora siamo durante il tragitto corretto. Sei, come io, una persona insoddisfatta. La tua "realtà" non incastra con la "realtà" degli altri. E si fa paura che tuo figlio segua lo stesso cammino non? Sì. Ancora così sai che non puoi fermare. Lotte, ma non sei capace di controllare i tuoi dubbi. Guarda bene questa candela: in questo momento, è il tuo universo; concentra la tua attenzione, illumina un po' ad intorno tuo. Respira profondo, picchetto l'aria nei polmoni il massimo tempo possibile, e spira. Ripetilo cinque volte. Ella ubbidì. Questo esercizio avrebbe dovuto calmare la tua anima. Ora ricorda quello che ti ho detto. Devi credere. Devi credere che sei capace che sei arrivato già a dove volevi. In un determinato momento della tua vita, come mi contasti questo pomeriggio mentre prendevamo tè, dicesti che aveva cambiato il comportamento la gente della banca nella quale lavoravi, perché avevi

insegnato loro a ballare. Non è verità. Lo cambiasti "tutto, perché cambiasti la tua realtà col ballo. Credesti in quella storia del Vertice che mi sembra interessante, benché non abbia sentito mai parlare di lei. Ti piaceva ballare, credevi in quello che stavi facendo. Non può credersi in qualcosa che non ci piace, capisci? Athena assentì con la testa, mantenendo loso occhi fissi nella fiamma della candela. La fede non è un desiderio. La fede è una Volontà. I desideri sono sempre cose che si riempiono, la Volontà è una forza. La Volontà cambia lo spazio che sta intorno a nostro, come facesti col tuo lavoro nella banca. Ma, per ciò, è necessario il Desiderio. Per favore, concentrati sulla candela! "Tuo figlio uscì di qui ed andò a vedere la tele perché l'oscurità gli fa paura. Perché motivo? Nell'oscurità possiamo proiettare qualunque cosa, e proiettiamo generalmente solo i nostri fantasmi. Quello vaglia per i bambini e per gli adulti. Alza lentamente il braccio destro. Il braccio si mosse verso la cosa alta. Gli chiesi che facesse la stessa cosa col sinistro. Potei vedere bene i suoi seni, molto più begli dei miei. Puoi abbassarli, ma anche lentamente. Chiude gli occhi, respira profondo, infiammo l'animo. Sta già: finì il rituale. Andiamo alla sala. Si alzò con difficoltà; le gambe gli erano state dormite da colpa della posizione che gli aveva fatto adottare. Viorel si era addormentato già; io spensi la tele, andammo alla cucina. Per che motivo ha servito tutto quello? - domandò. Solo per tirarti fuori dalla realtà quotidiana. Sarebbe potuto essere qualunque cosa nella quale potesse fissare la tua attenzione, ma a me mi piace l'oscurità e la fiamma di una candela. Buono, ti riferisci dove voglio arrivare non? Athena mi commentò che aveva viaggiato quasi tre ore nel treno, con suo figlio in braccia, quando doveva stare facendo la valigia per ritornare al lavoro; sarebbe potuto rimanere guardando una candela nella sua stanza, non era necessario venire fino alla Scozia. Sé che era necessario - risposi. Per sapere che non sei sola che ci sono altre persone che stanno in contatto con la stessa cosa che tu. Il semplice fatto di capire quello si permette di credere. Credere in che cosa? Che sei durante il tragitto corretto. E come ti ho detto prima, arrivando ad ogni passo. Che strada? Pensai che, andando a cercare mia madre alla Romania, finalmente troverebbe la

pace di spirito di che tanto aveva bisogno, ma non fu così. Di che strada stai parlando? Di quello non ho la minima idea. Non lo scoprirai fino a che incominci ad insegnare. Quando ritorni al Dubai, cerca un discepolo o una discepola. Insegnare ballo o calligrafia? Di quello sai già. Devi insegnare quello che non sai. Quello che la Madre desidera rivelare attraverso te. Ella mi guardò come se io mi avessi girato matta. Quello stesso - insistei - perché ti chiesi che alzasse le braccia e che respirassi profondo? Affinché pensassi che sapeva qualcosa più che tu. Ma non è certo; non era più che una maniera di tirarti fuori dal mondo al quale sei abituata. Non ti chiesi che gli dessi i grazie alla Madre che dicessi la cosa meravigliosa che è, né che il suo viso brilla nelle fiamme di un falò. Ti chiesi solo il gesto assurdo ed inutile di alzare le braccia, e che concentrasse la tua attenzione su una candela. Quello è sufficiente, tentare purché sia possibile, fare qualcosa che non incastra con la realtà che ci circonda. "Quando incominci a creare rituali affinché faccia loro il tuo discepolo, sarai guidata. Lì è dove comincia l'apprendistato, quello è quello che diceva il mio protettore. Se vuoi ascoltare le mie parole, molto bene. Se non vuoi, segue la tua vita come fino a questo momento, e finirai per trovare una parete chiamata "insoddisfazione." Richiamai ad un taxi, parliamo un po' di moda e di uomini, ed Athena andò via. Era sicura che mi ascolterei, soprattutto perché faceva parte di quello tipo di persone che non rinunciano mai ad una sfida. Insegna alla gente ad essere differente. Solo quello! - gli gridai mentre il taxi si allontanava. Quella è l'allegria. La felicità sarebbe essere soddisfatta con tutto quello che aveva; un amore, un amore, un figlio, un impiego. Ed Athena, come io, non era nato per quello tipo di vita. HERON RYAN, GIORNALISTA. Indubbiamente io non ammettevo essere innamorato; aveva una fidanzata che mi amavo che mi completavo che condivideva con me i momenti difficili e le ore di allegria. Tutti gli appuntamenti e gli avvenimenti di Sibiu facevano parte di un viaggio; non era la prima volta che succedeva quando stava fuori di casa. La gente, quando si allontana dal suo mondo, normalmente è più avventurosa, poiché le barriere ed i pregiudizi sono lontano. Girando all'Inghilterra, la cosa prima che feci fu dire che il documentario sul Drácula storico era una sciocchezza; un semplice libro di un irlandese pazzo era stato capace di dare un'immagine

pessima di Transilvania, uno dei posti più begli del pianeta. Evidentemente, i produttori non stavano soddisfatti in assoluto, ma in quello momento non mi importava la sua opinione: lasciai la televisione, ed andai a lavorare ad uno dei giornali più importanti del mondo. Fu allora quando mi resi conto che mi piacerebbe vedere di nuovo ad Athena. La chiamai, rimaniamo per fare una passeggiata prima che ella ritornasse al Dubai. Ella accettò, ma mi disse che gli piacerebbe essere la mia guida per Londra. Entriamo nel primo autobus che arrivò alla fermata, senza domandare in che direzione andava, scegliemmo una signora che stava lì per caso, e dicemmo che ci scenderemmo nello stesso posto da lei. Scendiamo in Tempera, passiamo vicino ad un mendicante che ci chiese elemosina, ma non gliela demmo, e proseguiamo mentre sentivamo i suoi insulti, capendo che non era più che una forma di comunicarsi con noi. Vedemmo qualcuno che cercava di spezzare una cabina telefonica; pensai di richiamare alla polizia, ma Athena me l'ostacolò; aveva appena finito forse una relazione con l'amore della sua vita e doveva scaricare tutto quello che sentiva. O, chi sa, può che non avesse con chi parlare, e non poteva permettere che gli altri l'umiliasse, utilizzando quello telefono per parlare di commerci o di amore. Mi fece chiudere gli occhi e che gli descrivesse esattamente i vestiti che portavamo messa; per la mia sorpresa, indovinai solo alcuni dettagli. Mi domandò che cosa ricordava del mio tavolo di lavoro; gli dissi che ella ecceda c'erano carte che mi davo pigrizia ordinare. - Hai pensato già che quelle carte hanno vita, sentimento, petizioni, storie che contare? Credo che non presti alla vita l'attenzione che si merita. Gli promisi che li rivedrebbe uno alla volta quando ritornasse al giornale al giorno dopo. Un compagno di stranieri, con una mappa, ci chiese informazione su un monumento turistico. Athena diede loro indicazioni precise ma completamente sbagliate. Hai dato loro una direzione differente! Non importa. Si perderanno, e non c'è niente meglio per scoprire posti interessanti. Fa' un sforzo per riempire di nuovo la tua vita con un po' di fantasia; ecceda le nostre teste c'è un cielo al che tutta l'umanità, in migliaia di anni di osservazione, gli ha dato una serie di spiegazioni ragionevoli. Dimentica quello che imparasti delle stelle, e torneranno a trasformarsi in angeli, o in bambini, o in qualunque cosa che voglia credere in questo momento. Quello non ti farà più stupido: non è più che un gioco, ma può arricchire la tua vita. Al giorno dopo, quando ritornai al giornale, mi incaricai di ogni carta come se fosse un messaggio direttamente diretto a me, e non ad istituzione a quello che rappresento. A mezzogiorno, andai a parlare col segretario di redazione, e gli suggeriva fare un reportage sul

tema da una Dea alla quale venerano i gitani. Pensarono che era un'idea eccellente, e mi nominarono andare alle feste alla meca dei gitani, Saintes-Maries-di-il-Mer. Per incredibile che sembri, Athena non mostrò interesse alcuno per accompagnarmi. Diceva che al suo fidanzato - il poliziotto fittizio che usava per mantenermi a distanza-non gli piacerebbe sapere che faceva un viaggio con un altro uomo. Ma non promettesti a tua madre portare un manto al santa? Glielo promisi, nel caso in cui la città rimanesse di passaggio. Ma non è così. Se qualche giorno passo per di lì, mantengo la promessa. Come andava a ritornare al Dubai alla domenica seguente, andò con suo figlio in Scozia, a vedere una donna che ambedue avevano conosciuto in Bucarest. Io non ricordavo a nessuno, ma, come c'era un "fidanzato fantasma", può che il "donna fantasma" fosse un'altra scusa, e decisi di non pressarla molto. Tuttavia, sentii gelosia, come se preferisse stare con un'altra gente. Mi rimpianse quello sentimento. E decisi che, se era necessario andare fino a Medio oriente per fare un reportage sul boom immobiliare che qualcuno della sezione di economia del giornale diceva che stava succedendo, mi metterei a studiarlo ogni busta terreni, economia, politica e petrolio purché quello mi avvicinasse ad Athena. Saintes - Maries-di-il-Mer diede per un eccellente articolo. Secondo la tradizione, Sara era una gitana che viveva nella piccola città costiera, quando la zia di Gesù, María Salomé, insieme ad altri rifugiati, arrivò lì scappando dalle persecuzioni romane. Sara li aiutò e finì per convertirsi al cristianesimo. Nella festa alla che potei assistere, le parti dello scheletro di due donne che sono sepolte abbassa l'altare sono estratte del reliquario ed alzate per benedire la moltitudine di carovane che arrivano di tutti gli angoli dell'Europa coi suoi vestiti di colori, la sua musica ed i suoi strumenti. Dopo, l'immagine di Sara, con begli manti, si tira fuori di un posto vicino alla chiesa, poiché il Vaticano non la canonizzò mai, e è portata in processione fino al mare attraverso le stradine coperte di rose. Quattro gitani, coi vestiti tradizionali, mettono le reliquie in una barca piena di fiori, entrano nell'acqua, e ripetono l'arrivo delle fuggiasche e l'incontro con Sara. A partire da lì, tutta è musica, feste, canti e dimostrazioni di valore davanti ad un toro. Un storiografo, Antoine Locadour, mi aiutò a contemplare il reportage con informazione interessante rispetto alla Divinità Femminile. Mandai in Dubai le due pagine scritte per la sezione di turismo del giornale. Tutto quella che ricevei fu una risposta gentile, ringraziando per me l'intenzione, senza nessun altro commento. Per lo meno, aveva confermato che la sua direzione esisteva. ANTOINE LOCADOUR, SESSANTA QUATTRO ANNI, STORIOGRAFO, I.C.P, FRANCIA. È facile identificare Sara come una più delle molte vergini nere che c'è nel mondo. Sarah-Kali,

dice la tradizione, procedeva di un nobile lignaggio e conosceva i segreti del mondo. Era, a mio capire, una più delle molte manifestazioni di quello che chiamano la Gran Madre, la Dea della Creazione. E non mi sorprende che sempre di più la gente si informi sulle tradizioni pagane. Perché? Perché il Dio Padre è sempre associato col rigore e la disciplina del culto. Il fenomeno non è una novità: ogni volta che la religione incrudisce le sue forme, un gruppo significativo di gente tende ad andare alla ricerca di più libertà nel contatto spirituale. Succedè nel Medioevo, quando la chiesa cattolica si confinava a mettere imposto già costruire conventi pieni di lusso; come reazione, assistiamo alla nascita di una magnifica chiamata "stregoneria" che, nonostante essere represso per colpa del suo carattere rivoluzionario, lasciò radici e tradizioni che sono riusciti a sopravvivere durante tutti questi secoli. Nelle tradizioni pagane, il culto alla natura è più importante della riverenza ai libri sacri; la Dea sta in tutto, e tutto fa parte della Dea. Il mondo è un'espressione della sua bontà. Esistono molte dottrine filosofiche-come il taoismo o il Buddismo - che eliminano l'idea della distinzione tra il creatore e la creatura. La gente non cerca oramai di decifrare il mistero della vita, bensì fare parte di lui; nel taoismo e nel Buddismo, perfino senza la figura femminile, anche il principio centrale afferma che "tutta è la stessa cosa." Nel culto alla Gran Madre, quello che chiamiamo "peccato", generalmente una trasgresión di codici morali arbitrari, non esiste; il sesso e le abitudini sono più libere, perché fanno parte della natura, e non possono considerarsi frutti del male. Il nuovo paganesimo dimostra che l'uomo è capace di vivere senza una religione istituita, e contemporaneamente continuare la ricerca spirituale per giustificare la sua esistenza. Se Dio è madre, allora tutto quello che bisogna fare è unirsi ed adorarla attraverso i riti che cercano di soddisfare la sua anima femminile, come la danza, il fuoco, l'acqua, la terra, i canti, la musica, i fiori, la bellezza. La tendenza ha continuato a crescere a passi ingigantiti negli ultimi anni. Forse stare davanti ad un momento molto importante della storia del mondo, nel che finalmente lo Spirito si integra nella Materia, si unificano e si trasformano. Allo stesso tempo, credo che si prodursi una reazione molto violenta da parte delle istituzioni religiose organizzate che incominciano a perdere fedeli. Il fondamentalismo crescerà e si stabilirà da tutte le parti. Come storiografo, mi accontento con raccogliere dati ed analizzare questo confronto tra la libertà di adorare e l'obbligo di ubbidire. Tra il Dio che controlla il mondo e la dea che è parte del mondo. Tra la gente che si unisce in gruppi nei quali la celebrazione si fa di modo spontaneo e quelli che si vanno chiudendo in circoli nei quali imparano quello che si deve e quello che non si deve fare. Mi piacerebbe essere ottimista, credere che finalmente l'essere umano non ha trovato la sua strada verso il muta spirituale. Ma i segni non sono così positivi: come già una nuova persecuzione conservatrice, succedè molte volte nel passato, può soffocare di nuovo il culto alla

Madre. Andrea McCain, attrice di teatro. È molto difficile cercare di essere imparziale, raccontare una storia che incominciò con ammirazione e che finì con rancore. Ma lo tento, faccio un sforzo sincero per descrivere all'Athena che vidi la prima volta del Dubai, con denaro e con voglia di condividere tutto quello che sapeva sui misteri della magia. Questa volta, era rimasto solo quattro mesi in Medio oriente: vendè terreni per la costruzione di due supermercati, guadagnò un'enorme commissione, disse che aveva guadagnato il denaro sufficiente per vivere ella e suo figlio i tre anni seguenti, e che potrebbe tornare a lavorare purché volesse,; ora era il momento di approfittare del presente, di vivere quello che gli rimaneva di gioventù e di insegnare tutto quello che aveva imparato. Mi ricevè senza molto entusiasmo: Che cosa vuoi? Faccio teatro e rappresentiamo un'opera sul lato femminile di Dio. Seppi per un amico giornalista che eri stato nel deserto e nelle montagne dei Balcani, coi gitani, e che hai informazione al riguardo. Sei venuto fino a qui per imparare sulla Madre solo perché fai un'opera? E tu perché ragione imparasti? Athena fermò, mi guardò dall'alto in basso e sorrise: Hai ragione. Quella fu la mia prima lezione come maestra: insegna che ami imparare. Il motivo non importa. Come? Niente. L'origine del teatro è sacra. Incominciò in Grecia, con inni a Dionisio, il dio del vino, del rinascimento e della fertilità. Ma si crede che da epoche remote gli esseri umani facessero il rituale nel quale fingevano essere altre persone, e di quella maniera tentavano la comunicazione con la cosa sacra. Seconda lezione, grazie. Non capisco. Sono venuto qui ad impara, non ad insegnare. Quella donna stava incominciando ad irritarmi. Può che stesse essendo ironica. La mia protettrice… Protettrice?

… un altro giorno te lo spiego. La mia protettrice mi disse che imparerò solo quello che necessito se mi provocano. E, da quando tornai dal Dubai, tu sei stato la prima persona che me l'ha dimostrato. Ha sentito quello che ella mi disse. Gli spiegai che nel processo di investigazione per l'opera teatrale era andato di un maestro ad un altro. Ma non c'era niente eccezionale nei suoi insegnamenti, salvo il fatto che la mia curiosità continuava ad aumentare man mano che progrediva nella questione. Gli dissi anche che la gente che trattava il tema sembrava confusa, e non sapeva esattamente quello che voleva. Come per esempio? Il sesso, per esempio. In alcuni posti ai quali fui, stava completamente proibito. In altri, non era solo completamente libero, ma a volte si organizzavano orge. Mi chiese più dettagli, e non capii se lo faceva per mettermi a prova o se non sapeva niente di quello che stava passando. Athena seguì prima che io potessi rispondere alla sua domanda. - Quando balli senti desiderio? Senti che stai provocando un'energia superiore? Quando balli, ci sono momenti in quello che smetti di essere tu? Rimasi da sapere che cosa dire. In realtà, nelle discoteche e nelle feste di amici, la sensualità stava sempre presente nel ballo. Io incominciavo provocando, mi piaceva vedere lo sguardo di desiderio degli uomini, ma man mano che la notte avanzava, sembrava entrare più in contatto con me, il fatto di stare seducendo qualcuno o non smetteva di importarmi… Athena seguì: - Se il teatro è anche un rituale, il ballo. Inoltre, è una maniera ancestrale di avvicinarsi al compagno. Come se i fili che ci collegano col resto del mondo rimanessero al verde di pregiudizi e di paure. Quando balli, puoi permetterti il lusso di essere tu stesso. Incominciai ad ascoltarla con rispetto. Dopo, torniamo ad essere quello che eravamo prima; persone spaventate che tentano essere più importanti di quello che credono che siano. Esattamente come io mi sentivo. O è che tutto il mondo sperimenta la stessa cosa? - Hai fidanzato? Ricordai che, in uno dei posti a quello che era andato per imparare la "Tradizione di Gaia", uno dei "druidas" mi ero chiesto che facesse l'amore davanti a lui. Ridicolo

e di temere, come quella gente osava utilizzare la ricerca spirituale per i suoi propositi più sinistri? - Hai fidanzato? -ripetè. - Sé. Athena non disse nient'altro. Si mise solo la mano nelle labbra, chiedendomi che stesse in silenzio. Ed improvvisamente mi resi conto che risultava tremendamente difficile stare in silenzio davanti a qualcuno a chi hai appena conosciuto. La tendenza è parlare di qualunque cosa: il tempo, i problemi di traffico, il migliore ristorante. Stavamo le due sedute nel sofà della sua sala completamente bianca, con un riproduttore di CD ed una piccola libreria nella quale erano conservati i dischi. Non vedeva libri per nessuna parte, né quadri nelle pareti. Come aveva viaggiato, sperava di trovarmi oggetti e ricordi di Medio oriente. Ma era vuoto, ed ora il silenzio. I suoi occhi grigi erano fissi nei miei, ma rimasi fermo e non separai lo sguardo. Istinto, forse. Maniere di dire che siamo spaventati, bensì affrontando la sfida. Ma, col silenzio e la sala bianca, il rumore del traffico là fuori, tutto incominciò a sembrare irreale. Quanto tempo andavamo a stare lì, senza dire niente? Incominciai ad accompagnare i miei pensieri; era andato lì alla ricerca di materiale per la mia opera, o voleva la conoscenza, la saggezza, los…poderes? Non era capace di definire quello che mi ero portato ad un… Ad un che? Una strega? I miei sonni di adolescente girarono alla superficie: chi non gli piacerebbe trovarsi in realtà con una strega, imparare magia, essere vista con rispetto e paura per le sue amiche? Chi, essendo giovane, non ha sentito l'ingiustizia dei segni di repressione della donna, e sentiva che quell'era la migliore maniera di riscattare l'identità persa? Benché avesse passato già questa fase, era indipendente, faceva quello che mi piaceva in un terreno tanto competitivo come il teatro, perché non era mai contenta, aveva petitivo come il teatro, perché non era mai contenta, doveva mettere sempre a prova io… curiosità? Dovevamo avere più o meno la stessa età… o era maggiore? Avrebbe ella anche un fidanzato? Athena si diresse verso me. Ora eravamo separate per meno di un braccio, ed incominciai a sentire paura. Sarebbe lesbica? Senza deviare gli occhi, sapeva dove la porta stava e poteva uscire nel momento che volesse. Nessuno mi ero impegnato ad andare a quella casa, a cercare qualcuno che non aveva visto nella

mia vita, e rimanere lì perdendo il tempo, senza dire niente, senza imparare assolutamente niente. Dove voleva arrivare? Al silenzio, forse. I miei muscoli incominciarono a diventare tesi. Era sola, desprotegida. Doveva disperatamente parlare, o fare che la mia mente smettesse di dirmi che tutto stava minacciandomi. Come poteva sapere chi sono? Siamo quello che diciamo! Non mi fece domande sulla mia vita? Volle sapere se aveva fidanzato, no? Io cercai di parlare più di teatro, ma non fui capace. E le storie che sentii, della sua ascendenza gitana, del suo incontro in Transilvania, la terra dei vampiri? La mia testa non fermava: quanto andavo a costare quella consultazione? Mi entrò la trepidazione, avrebbe dovuto domandare prima. Una fortuna? E se non pagava, andavo a lanciare un incantesimo che finirebbe per distruggermi? Sentii l'impulso di alzarmi, ringraziargli e dirgli che non era andato lì per rimanere in silenzio. Se vai dal psichiatra devi parlare. Se vai ad una chiesa, senti un sermone. Se cerchi la magia, trovi un maestro che vuole spiegarti il mondo e ti fa una serie di rituali. Ma taccio? E perché mi facevo sentire tanto scomoda? Era una domanda dietro un'altra, ed io non ero capace di smettere di dire niente. Improvvisamente, forse dopo alcuni lunghi cinque o dieci minuti senza che niente Lei muovesse, ella sorrise. Anche io sorrisi e mi rilassai. Cerca di essere differente. Solo quello. Solo quello? Rimanere in silenzio è essere differente? Ora che stai parlando e riorganizzando l'universo, finirai per convincerti che hai ragione e che io mi sbaglio. Ma l'hai visto: rimanere in silenzio è differente. È spiacevole. Non impara niente. A lei sembrò non importargli la mia reazione. - In che teatro lavori? Finalmente la mia vita sembravo interessargli! Mi giravo alla condizione di essere umano, con professione e tutto! L'invitai ad andare a vedere l'opera che stavamo rappresentando in quello momento; fu l'unica maniera che trovai di vendicarmi, dimostrandolo che era capace di fare cose che Athena non sapeva fare. Quello silenzio mi ero lasciato un sapore ad umiliazione nella bocca.

Mi domandò se poteva portare a suo figlio, e gli risposi che no: era per adulti. Bene, posso lasciarlo con mia madre; è da molto tempo che non vado al teatro. Non mi riscosse niente per la consultazione. Quando mi vidi con gli altri membri della mia squadra, contai loro il mio incontro sulla misteriosa creatura; avevano curiosità per conoscere qualcuno che, nel primo contatto, tutto quello che si chiede è che stia in silenzio. Athena apparve il giorno indicato. Vide l'opera, andò al camerino a congratularmi, non disse se gli era piaciuto o no. I miei compagni suggerirono che l'invitasse al bar al quale normalmente andavamo dopo lo spettacolo. Lì, invece di rimanere silenziosa, incominciò a parlare di una domanda che era rimasto da rispondere in nostro primo incontro: - Nessuno, né la Madre, desidererebbe perfino mai che l'attività sessuale si praticasse solo per celebrazione; l'amore deve essere presente. Dicesti che avevi conosciuto gente di questa classe, no? Fa' attenzione. I miei amici non capirono niente, ma piacque loro il tema, ed incominciarono a bombardarla a domande. Qualcosa mi facevo sentire scomoda: le sue risposte erano molto tecniche, come se non avesse molta esperienza nel tema. Parlò del gioco della seduzione, dei riti di fertilità, e finì con una leggenda greca; sicuro che perché in nostro primo incontro io gli avevo detto che in Grecia stavano le origini del teatro. Aveva dovuto passare tutta la settimana leggendo sul tema. Dopo millenni di dominazione maschile, stiamo ritornando al culto della Gran Madre. I greci la chiamano Gaia, e conta il mito che ella nacque dal caos, il vuoto che imperava prima dell'universo. Con lei, venne Eros, il dio dall'amore, e dopo creó il Mare ed il Cielo. Chi fu il padre? - domandò uno dei miei amici. Nessuno. C'è un termine tecnico, chiamato partenogénesis che significa essere capace di dare a luce senza l'interferenza maschile. C'è anche un tecnico mistico, al quale siamo più abituati: l'Immacolata Concezione. "Di Gaia vennero tutti i dei che popolerebbero più tardi i Campi Elisi della Grecia, compreso il nostro caro Dionisio, il vostro idolo. Ma, man mano che l'uomo si andava affermando come il principale elemento politico nelle città, Gaia fu cadendo nella dimenticanza, essendo sostituita per Giove, Marte, Apollo, Saturno, tutti molto competenti, ma senza lo stesso incantesimo che la Madre che tutto il creó. Dopo, fece un vero questionario rispetto al nostro lavoro. Il direttore gli domandò se gli piacerebbe darci alcuni classi. - Ecceda che cosa?

- Su quello che tu sai. - A dire il vero, sto studiando sulle origini del teatro durante questa settimana. L'imparo tutto man mano che ho bisogno di lui, quello fu quello che mi disse Edda. Confermato! Ma posso condividere con voi altre cose che la vita mi ha insegnato. Tutti stettero ed accordo. Nessuno domandò chi Edda era. Deidre OŃeill, conoscente come Edda. Io dicevo ad Athena: Non devi venire qui continuamente solo per domandarmi sciocchezze. Se un gruppo ha deciso di accettarti come insegnante, perché non approfitti dell'opportunità per trasformarti in maestra? Fa' quello che io ho fatto sempre. Cerca di sentirti bene quando pensi che sei l'ultima delle creature. Non credere che stia male: lascia che la Madre possieda il tuo corpo e la tua anima, arrenditi attraverso il ballo o del silenzio, o delle cose comuni della vita, come portare a tuo figlio alla scuola, preparare la cena, vedere se la casa è ordinata. Tutta è adorazione, se hai la mente concentrata nel momento presente. Non cercare di convincere nessuno rispetto a niente. Quando non sappia, domanda o investiga. Ma, man mano che agisca, devi essere come il fiume che fluisce, silenzioso, dandosi ad un'energia maggiore. Devi credere, fu la cosa prima che ti dissi in nostro primo incontro. Devi essere capace. Al principio ti sentirai confusa, insicura. Dopo, penserai che tutti credono che stai ingannandoli. Non è niente di quello: lo sai, devi solo essere cosciente di ciò. Tutte le menti del pianeta sono facilmente suggestionabili per la cosa peggiore, temono la malattia, l'invasione, l'assalto, la morte: cerca di darloro l'allegria persa. Devi essere chiara. Riprogrammati ogni minuto del giorno con pensieri che ti facciano crescere. Quando sia arrabbiata, confusa, cerca di riderti di te stessa. Ridi alto, ridi molto di quella donna che si preoccupa che si angoscia perché crede che i suoi problemi sono i più importanti del mondo. Ridi di quella situazione patetica, perché sei la manifestazione della Madre, e devi anche credere che Dio è uomo, pieno di regole. In fondo, la maggioranza dei nostri problemi si diminuiscono a quello: seguire regole.

Concentrati. Se non trovi niente in cui centrare il tuo interesse, concentrati sulla respirazione. Per di là, per il tuo naso, mette il fiume di luce della Madre. Ascolta i battiti del tuo cuore, segue i pensieri che non sei capace di controllare, controlla la voglia di alzarti immediatamente e fare qualcosa di "utile." Rimaniti seduta alcuni minuti tutti i giorni senza fare niente, approfitta della cosa massima che possa. Quando stia lavando termini, prega. Ringrazia per dovere piatti lavare; quello significa che in essi aveva mangiato che alimentò qualcuno che curò di un o più persone affettuosamente; cucinasti, apparecchiasti la tavola. Pensa quanti milioni di persone a questo momento non hanno niente da lavare o a nessuno a chi prepararlo il tavolo. Evidentemente, altre donne dicono: Io non lavo i piatti che li lavino gli uomini. Perché che li lavino se vogliono, ma non vedere in ciò un'uguaglianza di condizioni. Non c'è niente di brutto in fare cose semplici, benché se domani io pubblico un articolo con tutto quello che penso, dicessero che sto contro la causa femminile. Che sciocchezza! Come se lavare i piatti, usare reggiseno o aprire e chiudere porte fossero qualcosa che umiliasse la mia condizione di donna. In realtà, mi piace quando un uomo mi apre la porta: nell'etichetta è scritto "Ella necessita che io lo faccia, perché è fragile", ma nella mia anima è scritto: Mi tratta "come una dea, sono una regina." Io non sto qui per lavorare per la causa femminile, perché tanto gli uomini come le donne sono una manifestazione della Madre, l'Unità Divina. Nessuno può essere più che quello. Mi piacerei potere vederti dando classi su quello che stai imparando; quello è l'obiettivo della vita, la rivelazione! Ti trasformi in un canale, ti ascolti a te stesso, si sorprende di quello che sei capace. Ricordi il lavoro nella banca? Può che non l'abbia capito, ma era l'energia che fluiva per il tuo corpo, per i tuoi occhi, per le tue mani. Dirai. "Non era esattamente quello, era il ballo." Il ballo funziona semplicemente come un rituale Che è un rituale? È trasformare quello che è monotono in qualcosa che sia differente, ritmico che possa canalizzare l'Unità. Per quel motivo insisto: devi perfino essere differente lavando piatti. Muove le mani in modo che non ripetano mai lo stesso gesto, benché mantengano la cadenza. Se credi che si aiuta, cerca di visualizzare immagini: fiori, uccelli, alberi di un bosco. Non pensare a cose isolate, come la candela nella quale concentrasti la tua attenzione la prima volta che venisti qui. Cerca di pensare a qualcosa che sia collettivo. E sai quello che noti? Che non decidesti il tuo pensiero.

Ti faccio un esempio con gli uccelli: immagina un stormo di uccelli volando. Quanti uccelli vedi? Undici, diciannove, cinque? Hai un'idea, ma non sai il numero esatto. Allora, da dove uscì quello pensiero? Qualcuno l'ha messo lì. Qualcuno che sa il numero esatto degli uccelli, alberi, pietre, fiori. Qualcuno che, in queste frazioni di secondo, si impadronisce di te e mostra il Suo potere. Sei quello che credi essere. Non ti ripetere. Come quella gente che crede nel "pensiero positivo" che sei amata, forte, né capace. Non devi dirlo, perché lo sai già. E quando dubiti - e credo che debba passarti con molta frequenza in questa fase dell'evoluzione -, fa' quello che ti ho suggerito. Invece di cercare di dimostrare che sei migliore di quello che credi, semplicemente ridi. Ridi delle tue preoccupazioni, della tua insicurezza. Tómate con umore la tua angoscia.. Al principio è difficile, ma a poco a poco ti abituerai. Ora ritorna e cerca tutta quella gente che crede che lo sai tutto. Convinciti che hai ragione, perché tutti noi lo sappiamo tutto, è questione di crederlo. Devi credere. I gruppi sono molto importanti, ti commentai in Bucarest la prima volta che ci vedemmo. Perché c'obbligano a migliorare; se sei sola, la cosa unica che puoi fare è riderti di te stessa, ma se stai con altri, riderai ed agirai subito. I gruppi ci sfidano. I gruppi ci permettono di selezionare le nostre affinità. I gruppi provocano un'energia collettiva nella quale l'estasi è molto più facile, perché alcuni contagiano ad altri. Evidentemente, anche i gruppi possono distruggerci. Ma quello fa parte della vita, è la condizione umana: vivere con gli altri. E se una persona non è stata capace di sviluppare bene il suo istinto di sopravvivenza, allora è che non ha capito niente di quello che dice la Madre. Hai fortuna, ragazza. Un gruppo ti appena ha chiesto che gli insegni qualcosa, e quello ti trasforma in maestra. Heron Ryan, giornalista. Prima della prima classe con gli attori, Athena venne a casa mia. Da quando aveva pubblicato l'articolo su Sara, era convinta che capiva il suo mondo, egli quale non è in assoluto verità. Il mio unico interesse era richiamare la sua attenzione. Benché io cercassi di accettare che poteva avere una realtà invisibile capace di interferire nelle nostre vite, l'unico motivo che mi portavo a quell'era un amore che io non accettavo, ma che seguiva evolvendo in maniera sottile e

devastatrice. Ed io ero soddisfatto col mio universo, non voleva cambiare la cosa sotto nessun concetto, benché mi vedesse sospinto a ciò. - Ho paura-mi disse non appena entrò -. Ma devo proseguire, fare quello che mi chiedono. Devo credere. - Hai una gran esperienza di vita. Hai imparato coi gitani, coi dervisci nel deserto, con… - In primo luogo, non è esattamente così. Che cosa significa imparare: accumulare conoscenza? O trasformarlo in vita? Gli suggerii che uscisse quella notte a cenare ed a ballare un po'. Accettò la cena, ma respinse il ballo. Rispondimi - insistè, guardando il mio appartamento -. Imparare è collocare le cose nella libreria o disfarsi di tutto quello che non serve e seguire la strada più facile? Lì stavano le opere che mi era costato tanto comprare, leggere, sottolineare. Lì stava la mia personalità, la mia formazione, i miei veri maestri. Quanti libri hai? Più di mille, immagino. E, tuttavia, la maggioranza di essi non li apri mai più. Conservi tutto questo perché non credi. Non credo? Non credi, e punto. Quello che crede leggerà su teatro come io feci quando Andrea mi domandò al riguardo. Ma dopo, è questione di lasciare che la Madre parli per te, e man mano che parli, scopri. E, man mano che scopre, puoi completare gli spazi in bersaglio che lasciarono gli scrittori a proposito, per provocare l'immaginazione del lettore. E, quando completi quelli spazi, incominci a credere nella tua propria capacità. Leggere i libri che hai qui piacerebbe "a quanta gente ma non hanno denaro per comprarli? Nel frattempo, tu rimani con questa energia stagnante, per impressionare gli amici che ti visitano. O perché non credi che abbia imparato niente con essi e vai dovere consultarli di nuovo. Pensai che stava essendo dura con me. E quello mi affascinava. Credi che non abbia bisogno di questa biblioteca? Credo che debba leggere, ma non devi conservare tutto questo. Sarebbe molto chiedere che usciamo ora, e prima di andare al ristorante, ripartisse la maggioranza di essi tra la gente che c'attraversiamo per la strada? Non stanno nella mia automobile.

Affittiamo un camion. In quello momento, non arriveremmo mai in tempo al ristorante per cenare. Inoltre, sei venuto qui perché ti senti insicura, e non ferma dirmi quello che devo fare coi miei libri. Senza essi, mi sentirei nudo. Ignorante, vuoi dire. Allora, la tua cultura non sta nel tuo cuore, bensì nelle librerie della tua casa. È già sufficiente. Presi il telefono, prenotai il tavolo, dissi che arriverebbe dopo quindici minuti. Athena voleva fuggire dal tema che l'aveva portata lì: la sua profonda insicurezza le faceva mettersi alla difensiva, invece di guardarsi a sé stessa. Aveva bisogno di un uomo al suo fianco, e chi sa se non stava soppesandomi per vedere fino a dove io potevo arrivare, usando quegli artifici femminili per scoprire che era disposto a fare qualunque cosa per lei. Ogni volta che stava con Athena, la mia esistenza sembrava giustificata. Era quello quello che ella voleva sentire? Perché bene, parlerebbe con lei durante la cena. Potrebbe fare qualunque cosa, perfino lasciare alla donna con la quale stava ora, ma, ovviamente, non andava a non ripartire mai i miei libri. Ritornammo al tema del gruppo di teatro nel taxi, benché in quello momento io fossi disposto a dire quello che non aveva detto mai: parlare di amore, un tema che per me era molto più complicato di Marx, Jung, il Partito Laburista dell'Inghilterra o i problemi quotidiani delle redazioni dei giornali. Non hai che gli dissi, sentendo voglia di prendergli la mano -. Tutto andrà bene. Parlaloro di calligrafia. Parlaloro del ballo. Parlaloro di cose che tu sai. Se lo faccio, non scoprirò mai quello che non so. Quando stia lì, devo lasciare che la mia mente sia silenziosa e che il mio cuore incominci a parlare. Ma è la prima volta che lo faccio, e ho paura. Ti piacerebbe che fosse con te? Ella accettò al momento. Arriviamo al ristorante, chiediamo vino ed incominciamo a bere. Io, perché aveva bisogno di coraggio per dire quello che pensava che stava sentendo, benché mi sembrasse assurdo amare qualcuno a chi non conosceva bene. Ella, perché aveva paura di dire quello che non sapeva. Al secondo bicchiere, mi resi conto che i suoi nervi stavano a fiore di pelle. Cercai di prendere la sua mano, ma ella la ritirò delicatamente. - Non posso avere paura. - Indubbiamente puoi, Athena. Molte volte sento paura. Ed anche cosí, quando è necessario, proseguo ed affronto tutto.

Notai che anche i miei nervi stavano a fiore di pelle. Riempii i nostri bicchieri di nuovi; il cameriere veniva continuamente a chiedere del cibo, ed io gli dicevo che sceglieremmo già più tardi. Parlava compulsivamente di qualunque tema che mi venisse alla testa, Athena ascoltava con educazione, ma sembrava stare lontano, è un universo oscuro, pieno di fantasmi. In un determinato momento mi parlò di nuovo della donna della Scozia, e mi contò quello che ella gli aveva detto. Gli domandai se aveva senso insegnare quello che non si sa. Qualcuno stava leggendo i miei pensieri? Ed anche cosí, come qualunque essere umano, sai farlo. Come imparasti? Non imparasti: credi. Credi, pertanto, padrone. Athena… Vacillai, ma riuscii a finire la frase, benché la mia intenzione fosse dire qualcosa di differente. … forse sia ora di chiedere il cibo. Mi resi conto che ancora non era preparato per parlare di cose che perturbassero il mio mondo. Chiamai il cameriere, gli feci portare gli entranti, più entranti, piatto principale, prostri ed un'altra bottiglia di vino. Quanto più tempo, meglio. Sei raro. È per il mio commento sui tuoi libri? Fa' quello che voglia, non sto qui per cambiare il tuo mondo. Mi metto sempre dove non mi chiamano. Io avevo pensato a quella storia di "cambiare prima il mondo" circa secondi. Athena, sempre io dices…mejor, devo dirti qualcosa che succedè in quello bar di Sibiu, con la musica gitana… Nel ristorante, vuoi dire. Sì, nel ristorante. Prima stavamo parlando di libri, cose che si accumulano e che occupano spazio. Forse abbi ragione. C'è qualcosa che desidero darti da quando ti vidi ballando quello giorno. Diventa sempre di più pesante nel mio cuore. Non so che cosa ti riferisci. Indubbiamente lo sai. Parlo di un amore che sto scoprendo ora e facendo tutta la cosa possibile per distruggerlo prima che si manifesti. Mi piacerebbe che lo ricevesse; è poco la cosa che ho di me stesso, ma che non possiedo. Non è esclusivamente tuo, perché c'è qualcuno nella mia vita, ma diventerei felice se l'accettasse, ad

ogni modo. "Dice un poeta arabo della tua terra, Khalil Gibran: "È buono dare quando qualcuno chiede, ma è migliore ancora potere darsilo tutto al quale niente chiese." Se non dico tutto quello che sto dicendo questa notte, continuerò ad essere quello che semplicemente è testimone di quello che passa, non sarò quello che vive. Respirai profondo: il vino mi ero aiutato a liberarmi. Ella finì il bicchiere ed io feci la stessa cosa. Il cameriere apparve col cibo, facendo alcuni commenti rispetto ai piatti, dicendoci gli ingredienti e la maniera di cucinarli. Noi due mantenevamo gli occhi fissi l'uno nell'altro, Andrea mi aveva commentato che Athena si era comportato così la prima volta che si erano visti, ed era convinta che era una maniera di intimorire gli altri. Il silenzio era orribile. Io l'immaginavo alzandosi dal tavolo, parlando del suo famoso ed invisibile fidanzato di Scotland Yard, o commentando che si sentiva molto lusingata, ma che stava molto preoccupata per le classi del giorno dopo. "E c'è qualcosa che possa conservarsi? Tutto quello che possediamo un giorno sarà dato. Gli alberi danno il suo frutto per continuare a vivere, perché conservarlo è mettere fine alle sue esistenze." La sua voce, benché bassa ed un po' pausata per colpa del vino, lo traforava tutto ad intorno nostro. "Ed il maggiore merito non è quello del quale offre, bensì quello del quale riceve senza sentirsi debitore. L'uomo dà poco quando dispone solo dei beni materiali che possiede; ma dà molto quando si dà a sé stesso." Diceva tutto quello senza sorridere. Mi somigliavo stare parlando con una sfinge. È dello stesso poeta che hai appena citato; l'imparai nella scuola, ma non ho bisogno del libro nel quale lo scrisse; mantenni le sue parole nel mio cuore. Bevve un po' più. Io feci la stessa cosa. Ora oramai non credei opportuno domandargli se l'aveva accettato o non; mi sentivo meglio. Può che abbia ragione; dono i miei libri ad una biblioteca pubblica, conserverò solo alcuni che realmente giro a rileggere. Vuoi parlare ora di quello? No. Non so come seguire la conversazione. Perché allora ceniamo e degustiamo il cibo. Si somiglia una buona idea?

No, non mi somigliavo buona idea; io volevo sentire qualcosa di differente. Ma mi facevo paura domandare, in modo che continuai a parlare di biblioteche, di libri, di poeti, parlando compulsivamente, pentito di avere chiesto tanti piatti; io ero quello che desiderava uscire correndo, perché non sapeva come seguire quell'appuntamento. Alla fine, mi fece promettergli che andrebbe al teatro per assistere alla sua prima classe, e quello fu per me un segno. Ella aveva bisogno di me, aveva accettato quello che inconsciamente io sognavo di offrirgli da quando la vidi ballando in ristorante in Transilvania, ma non l'aveva compreso fino a quella notte. O credere, come diceva Athena. Andrea McCain,actriz Indubbiamente sono colpevole. Se non fosse stato per colpa mia, Athena non sarebbe andato mai al teatro quella mattina, né avrebbe riunito al gruppo, né c'avrebbe chiesto che ci coricasse tutti nel suolo dello scenario per incominciare un rilassamento completo che includeva respirazione e coscienza di ogni parte del corpo. "Ora rilassate le gambe…" Tutti ubbidivamo, come se stesse davanti ad una Dea, qualcuno che sapeva più che tutti noi insieme, benché avesse fatto già quell'esercizio cientos di volte. "Ora rilassate il viso, respirate profundamente”,etc. Credeva che stesse insegnandoci qualcosa di nuovo? Aspettavamo una conferenza, una chiacchierata! Devo controllarmi, ritorniamo al passato; ci rilassiamo, ed arrivò quello silenzio che ci disorientò completamente. Parlando dopo con alcuni compagni, tutti avemmo la sensazione che l'esercizio aveva finito; era ora di sedersi, di guardare intorno a nostro, ma nessuno lo fece. Rimanemmo distesi, in una specie di meditazione forzata, per quindici interminabili minuti. Allora la sua voce si fece sentire di nuova: Avete avuto tempo di dubitare di me. Alcuno si è mostrato impaziente. Ma ora vi chiedo solo una cosa: quando conti fino a tre, alzavi e sete differente. "Non dico: sete un'altra persona, un animale, una casa. Evitate di fare tutto quello che avete imparato nei corsi di teatro; non sto chiedendovi che siate attori e che dimostriate le vostre qualità. Sto ordinandovi che lasciate di esseri umani e che vi trasformiate in qualcosa che non conoscete.

Stavamo con gli occhi chiusi, sdraiati nel suolo, senza sapere come stavano reagendo gli altri. Athena giocava con quell'insicurezza. Dico alcuni parole, ed associate immagini ad esse. Ricordate che siete intossicati per concetti, e se io dico "destino", forse incominciate ad immaginare le vostre vite nel futuro. Se io dico "rosso", farete un'interpretazione psicoanalitica. Non è quello quello che voglio. Voglio che siate differenti, come ho detto. Neanche era capace di spiegare bene quello che voleva. Come nessuno protestò, ebbi la certezza che stavano cercando di essere educati, ma, quando finisse la "conferenza", non tornerebbero ad inventarla. E mi direbbero la cosa ingenua che era stato per l'avere cercata. La prima parola è: sacro. Per non morire di noia, decisi di fare parte del gioco: immaginai mia madre, al mio fidanzato, ai miei futuri figli, una corsa brillante. Fate un gesto che significhi "sacro." Attraversai le mie braccia nel petto, come se stesse abbracciando tutti gli esseri cari. Seppi più tardi che la maggioranza aveva aperto le braccia in croce, ed una delle ragazze aprì le gambe, come se stesse facendo l'amore. Tornate a rilassarvi. Dimenticatelo un'altra volta tutto e mantenete gli occhi chiusi. La mia intenzione non è criticarvi, ma, per i gesti che ho visto, state dando una forma a quello che considerate sacro. E non voglio quello: vi chiedo che la prossima parola non tentiate definirla come si manifesta in questo mondo. Aprite i vostri canali, lasciate che quell'intossicazione di realtà si allontani. Sete astratti e così starete entrando nel mondo al quale sto guidandovi. L'ultima frase suonò con tale autorità che sentii come cambiava l'energia il posto. Ora la voce sapeva a che posto desiderava condurrci. Una maestra, invece di un'oratrice. Terra-disse. Improvvisamente, capii a che cosa si riferiva. Non era oramai la mia immaginazione, bensì il mio corpo in contatto col suolo. Io ero la Terra. Fate un gesto che rappresenti la Terra. Non mi mossi; io ero il suolo di quello scenario. Ella perfetto-disse -. Nessuno si è mosso. Tutti, per la prima volta, avete sperimentato lo stesso sentimento; invece di descrivere qualcosa, vi siete trasformati nell'idea.

Rimase di nuovo in silenzio durante quello che io immaginai che sarebbero alcuni lunghi cinque minuti. Il silenzio ci lasciava persi, incapaci di distinguere se ella non sapeva come continuare o se non conosceva il nostro intenso ritmo di lavoro. Dico una terza parola. Fece una pausa. Centro. Io sentii-e quello fu un movimento incosciente-che tutta la mia energia vitale andava all'ombelico, e lì brillava come se fosse una luce gialla. Quello mi fece paura: se qualcuno lo toccava, potrebbe morire. Gesto di centro! La frase arrivò come un'ordine. Immediatamente, misi le mani nel ventre, per proteggermi. - Perfetto-disse Athena -. Potete sedervi. Aprii gli occhi e notai lassù le luci dello scenario, distanti, spente. Mi sfregai il viso, mi alzai dal suolo, notando che i miei compagni erano sorpresi. - È questo le conferencia?-disse il direttore. - Puoi chiamarlo delibera. - Grazie per essere venuto. Ora, se non ti importa, dobbiamo incominciare la prova della prossima opera. - Ma ancora non ho finito. - Lo lasciamo per un altro momento. Tutti sembravano confusi con la reazione del direttore. Dopo il dubbio iniziale, credo che a tutti stesse piacendoci: era qualcosa di differente, niente di rappresentare persone o cose, niente di immaginare immagini come mele o candele. Niente di sedersi in circolo, della mano che si sta praticando un rituale sacro. Era semplicemente un po' assurdo, e volevamo sapere dove andava a finire. Athena, senza mostrare nessuna emozione si chinò per prendere la sua borsetta. In quello momento, sentiamo una voce e la platea: Che cosa meraviglia! Heron era venuto con lei. Ed il direttore lo temeva, perché conosceva i critichi di teatro del giornale nel quale lavorava, ed aveva eccellenti relazioni nei mezzi.

- Avete smesso di essere individui per essere idee! Che cosa pena che siate tanto occupati, ma non ti preoccupare, Athena, troveremo un altro gruppo nel quale io possa vedere come finisce la tua conferenza. Ho i miei contatti. Io mi ricordavo ancora della luce viaggiando per tutto il mio corpo e concentrandosi sul mio ombelico. Chi era quella donna? Avrebbero sperimentato i miei compagni la stessa cosa? Un momento-disse il direttore, vedendo il viso di sorpresa di tutti quelli che stavano lì -. Forse possiamo ritardare le prove di oggi e… Non potete. Perché io devo tornare ora al giornale per scrivere su questa donna. Continuate a fare quello che sempre habáis fatto: rifinitura di scoprire un'eccellente storia. Se Athena era confuso in mezzo alla discussione dei due uomini, non lo dimostrò. Scese dallo scenario ed accompagnò a Heron. Ci girammo verso il direttore, domandandolo perché aveva reagito così. Con tutti i miei rispetti per Andrea, credo che la nostra conversazione sul sesso nel ristorante fosse molto più arricchitore di tutte questi sciocchezze che abbiamo appena fatto. Vi siete resi conto di come rimanevano in silenzio? Non avevo né la minore idea di come seguire! Ma io ho sentito qualcosa strano-disse uno degli attori maggiori -. Nel momento nel che disse "centro", mi sembrò che tutta la mia forza si concentrasse sul mio ombelico. Non aveva sperimentato mai così qualcosa.

Stai… seguro?-era un'attrice che, per il tono delle sue parole, aveva sentito la stessa cosa. Quella donna sembra una strega-disse il direttore, interrompendo la conversazione -. Ritorniamo al lavoro. Incominciamo con stiramenti, riscaldamento, meditazione, tutto secondo il manuale. Dopo, alcuni improvvisazioni, e dopo ci mettemmo a leggere il nuovo testo. A poco a poco, la presenza di Athena sembrava continuare a dissolversi tutto tornava ad essere quello che era: un teatro, un rituale creato dai greci faceva migliaia di anni, nel quale normalmente fingevamo che eravamo gente differente. Ma non era più che una rappresentazione. Athena era differente, ed io ero disposto a tornare a vederla, soprattutto dopo quello che il direttore aveva detto di lei. Heron Ryan, giornalista Senza che lo sapesse, io avevo seguito gli stessi passi che ella aveva suggerito agli attori, ubbidendo a tutto quello che aveva comandato, con l'unica differenza che manteneva gli occhi aperti per seguire quello che succedeva nello scenario. Nel momento in cui aveva detto "gesto di centro", io misi la mano nel mio ombelico e, per la mia sorpresa, vidi che tutti, perfino il direttore, avevano fatto la stessa cosa. Che cosa era quello? Quello pomeriggio doveva scrivere un articolo noioso sulla visita di un capo di Stato ad Inghilterra, una vera prova di pazienza. Nell'intervallo delle chiamate, per distrarrmi, decisi di domandare ai miei colleghi di redazione che gesto farebbero se chiedesse loro che designasse il "centro." La maggior parte scherzarono, facendo commenti su partiti politici. Uno segnalò verso il "centro" del pianeta. Un altro mise la mano nel cuore. Nessuno, assolutamente nessuno, capiva l'ombelico come il centro del niente. Finalmente, una delle persone con la quale potei parlare quello pomeriggio mi contò qualcosa di interessante. Ritornando a casa, Andrea si era lavato già, aveva apparecchiato la tavola e mi speravo di cenare. Aprì una bottiglia di vino caro, riempì due bicchieri e mi offrì una. Allora, come fu la cena di ieri sera? Per quanto tempo può vivere un uomo con una bugia? Non voleva perdere la donna che aveva di fronte a me che mi facevo compagnia nelle ore difficili che stava sempre al mio fianco quando mi sentivo incapace di dare un senso alla mia vita. Io l'amavo, ma, nella pazzia di mondo nel che era sommerso senza saperlo, il mio cuore era distante, cercando di adattarsi a qualcosa che forse conoscesse, ma

che non poteva accettare: essere il sufficientemente grande per due persone. Come io non mi arrischierei mai a lasciare la cosa sicura per il dubbio, cercai di minimizzare quello che aveva passato nel ristorante. Soprattutto perché non aveva passato assolutamente niente, a parte gli scambi di versi di un poeta che aveva sofferto molto per amore. Athena è una persona difficile da portare. Andrea rise. E giustamente per quel motivo deve essere molto interessante per gli uomini; sveglia quell'istinto di protezione che avete voi e che ogni volta usate meno. Meglio cambiare tema. Ho avuto sempre la sicurezza che le donne hanno una capacità soprannaturale per sapere quello che passa nell'anima di un uomo. Sono tutte maghe. Sto facendo alcuni verifiche su quello che succedè oggi nel teatro. Tu non lo sai, ma io avevo gli occhi aperti durante gli esercizi. Tu hai sempre gli occhi aperti; credo che faccia parte della tua professione. E mi parli dei momenti nei quali tutti si comportano allo stesso modo. Parliamo molto di quello nel bar, dopo essere uscito dalle prove. Un storiografo mi disse che, nel tempio della Grecia nel che si profetizzava il futuro, N.R: Delfos, affezionato ad Apollo, c'era una pietra di marmo, proprio chiamato "ombelico." I racconti dell'epoca contano che lì stava il centro del pianeta. Andai agli archivi del giornale per fare alcuni verifiche: in Petra, in Giordania, c'è un altro "ombelico conico", che non simbolizza solo il centro del pianeta, bensì di tutto l'universo. Tanto quello di Delfos come quello di Petra tentano mostrare l'asse per il quale transita l'energia del mondo, segnando in maniera visibile qualcosa che si manifesta solo nel piano, diciamo," invisibile." Anche Gerusalemme è chiamato ombelico del mondo, come un'isola nell'oceano

Pacifico, ed un altro posto che ho dimenticato, perché non ho associato mai una cosa con un'altra. Il ballo! Che cosa dici? Niente. So a che ti riferisci: le danze orientali del ventre, le più antiche dei che si tiene notizia e nelle quali tutto gira intorno all'ombelico. Volesti evitare il tema, perché ti contai che in Transilvania aveva visto ballare ad Athena. Ella era vestita, benché… … benché il movimento incominciasse nell'ombelico, per dopo estendersi per il resto del corpo. Aveva ragione. Meglio cambiare tema di nuovo, parlare di teatro, sulle cose noiose del giornalismo, bere un po', finire nel letto per fare l'amore mentre si mette a piovere là fuori. Mi resi conto che, nel momento dell'orgasmo, il corpo di Andrea girava intorno all'ombelico: l'aveva visto già cientos di volte, ma non gli aveva prestato mai attenzione. Antoine Locadour, storiografo. Heron incominciò a spendere una fortuna in chiamate alla Francia, chiedendomi che l'ottenesse tutto il materiale possibile fino a quella fine settimana, insistendo in quella storia dell'ombelico che mi somigliavo la cosa meno interessante e meno romantica del mondo. Ma, infine, gli inglesi non sogliono vedere la stessa cosa che i francesi, ed invece di fare domande, cercai di investigare quello che la scienza diceva al riguardo. Poi mi resi conto che gli avvenimenti storici non erano sufficienti: poteva localizzare qui un monumento, un dolmen là, ma la cosa curiosa è che le culture antiche sembravano concordare intorno allo stesso tema ed usare la stessa parola per definire i posti che consideravano sacri. Non aveva prestato mai attenzione a quello, ed il tema incominciò ad interessarmi. Quando vidi l'eccesso di coincidenze, fui alla ricerca di qualcosa di complementare: il comportamento umano e le sue credenze. Subito la prima spiegazione, più logica, fu scartata: c'alimentiamo attraverso il cordone ombelicale, è il centro della vita. Poi un psicologo mi disse che questa teoria non aveva sentito alcuno: l'idea centrale dell'uomo è" sempre tagliare" il cordone, ed a partire da lì, il cervello o il cuore si trasformano in simboli più importanti. Quando c'interessa un tema, tutto alla nostra periferia sembra riferirsi a ciò, i mistico lo chiamano "segni", la scettica "coincidenza" ed i psicologi "faretto concentrato", benché io debba

ancora definire come devono riferirsi al tema gli storiografi. Una notte, mia figlia adolescente apparve in casa con un piercing nell'ombelico. - Perché l'hai fatto? - Perché mi ha dato la voglia. Spiegazione assolutamente naturale e vera, perfino per un storiografo che deve trovare un motivo per tutto. Quando entrai nella sua stanza, vidi un poster del suo cantante favorito: aveva il ventre scoperto, e l'ombelico; anche quella foto della parete sembrava essere il centro del mondo. Richiamai a Heron e gli domandai perché era interessato. Mi contò per la prima volta quello che era successo nel teatro, come le persone avevano reagito in maniera spontanea, ma inaspettata, ad un ordine. Impossibile tirare fuori più informazione a mia figlia, in modo che decisi di consultare con specialisti. Nessuno sembrava prestare molta attenzione al tema, fino a che conobbi a François Shepka, un psicologo indio, N.R: Nomini e nazionalità cambiati per espresso desiderio dello scienziato che stava incominciando a rivoluzionare le terapie utilizzate attualmente: secondo lui, questa storia di tornare all'infanzia per risolvere i traumi non aveva portato mai all'essere umano a nessun posto, molti problemi che erano stati già superati per la vita finiscono per ritornare, e la gente adulta tornava ad incolpare i suoi genitori per i fallimenti e le sconfitte. Shepka stava in piena guerra con le società psicoanalitice francesi, ed una conversazione su temi assurdi-come quell'ombelicosembrò rilassarlo. Si entusiasmò col tema, ma non l'abbordò immediatamente. Disse che ferma uno dei più rispettati psicoanalisti della storia, lo svizzero Carl Gustav Jung, tutti beviamo della stessa fonte. Si chiama "anima" del mondo; benché cerchiamo sempre di essere individui indipendenti, una parte della nostra memoria è la stessa. Tutti cercano l'ideale della bellezza, della danza, della divinità, della musica. La società, tuttavia, si incarica di definire come manifestano queste idee nel piano reale. Così, per esempio, oggigiorno l'ideale di bellezza è essere magro, mentre fa migliaia di anni le immagini dalle dee erano grasse. La stessa cosa succede con la felicità: c'è una serie di regole che, se non li segui, tuo inconscio non accetterà l'idea che è felice. Jung normalmente classificava il progresso individuale in quattro tappe: la prima era la Persona, maschera che usiamo tutti i giorni, fingendo quello che siamo. Crediamo che il mondo dipende da noi che siamo eccellenti genitori e che i nostri figli non ci comprendono che i capi sono ingiusti che il sonno dell'essere umano è non lavorare mai e passare la vita intera viaggiando. Molta gente si rende conto che c'è un errore in questa storia, ma come non vogliono cambiare niente, finiscono per allontanare rapidamente il tema dalle sue teste. Poche cercano di capire quale l'errore è, e finiscono per trovare l'Ombra.

L'Ombra è il nostro lato nero che ci dice come dobbiamo reagire e comportarci. Quando cerchiamo di liberarci della Persona, infiammiamo un'animo dentro noi, e vediamo i tessuti di ragno, la vigliaccheria, la meschinità. L'Ombra sta lì per ostacolare il nostro progresso, e generalmente l'ottiene, torniamo immediatamente ad essere chi eravamo prima di dubitare. Tuttavia, alcuni sopravvivono a questo combattimento coi suoi tessuti di ragno, dicendo: "Sì, ho una serie di difetti, ma sono degno e voglio proseguire. In quello momento, Jung non sta definendo niente religioso; parla di un ritorno a quella Anima del Mondo, fonte di conoscenza. Gli istinti incominciano ad acutizzarsi, le emozioni sono radicali, i segni di vita sono più importanti della logica, la percezione della realtà non è oramai tanto rigida. Incominciamo ad affrontarci a cose alle quali non siamo abituati, reagiamo in maniera inaspettata per noi stessi. E scopriamo che, se siamo capaci di canalizzare tutto quello getto di energia continua, l'organizzeremo in un centro molto solido che Jung chiama il Vecchio Saggio per gli uomini o la Gran Madre per le donne. Permettere questa manifestazione è qualcosa di pericoloso. Generalmente, lì quello che arriva ha tendenza a considerarsi santo, domatore di spiriti, profeta. È necessario molta maturità per entrare in contatto con l'energia del Vecchio Saggio o della Gran Madre. Jung impazzire-disse il mio amico, dopo avermi spiegato le quattro tappe descritte per il psicoanalista svizzero -. Quando entrò in contatto col suo Vecchio Saggio, incominciò a dire che lo guidava un spirito chiamato Philemon. E finalmente… … arriviamo al simbolo dell'ombelico. Non solo le persone, ma anche le società sono costituite per questi quattro passi. La civiltà occidentale ha una Persona, idee che ci guidano. "Nel suo tentativo di adattarsi ai cambiamenti, entra in contatto con l'Ombra. Ci sono grandi manifestazioni di masse nelle che l'energia collettiva può essere manipolate tanto per il bene come per male il. Improvvisamente, per alcuno ragione, né la Persona non l'Ombra soddisfa l'essere umano, ed arriva il momento di un salto, nel quale c'è una connessione incosciente con l'Anima. Incominciano a sorgere nuovi valori. L'ho notato. Mi sono reso conto della rinascita del culto alla parte femminile di Dio. Eccellente esempio. E, alla fine di questo processo, affinché questi nuovi valori si stabiliscano, tutta la razza incomincia ad entrare in contatto coi simboli, il linguaggio cifrato col quale le

generazioni attuali si comunicano con la conoscenza ancestrale. Uno di questi simboli di rinascimento è l'ombelico. Nell'ombelico di Vishnú, divinità indio responsabile della creazione e della distruzione, si siede il dio che dirigerà ogni ciclo. Gli asceti lo considerano come uno dei chacras, punti sacri del corpo umano. Le tribù più primitive normalmente mettevano monumenti nel posto nel quale credevano che si trovava l'ombelico del pianeta. In Sud-America, le persone in trance dicono che la vera forma dell'essere umano è un uovo luminoso che si collega con gli altri attraverso filamenti che germogliano del suo ombelico. "Il comandala, disegno che stimola la meditazione, è una rappresentazione simbolica di quello. Comandai tutta quell'informazione all'Inghilterra prima della data che avevamo segnato. Gli dissi che una donna che è capace di svegliare in un gruppo la stessa reazione assurdo debito di avere un potere enorme, e non mi sorprenderei che fosse una specie di qualcosa di paranormale. Gli suggerii che cercasse di studiarla più di vicino. Non aveva pensato mai al tema, e cercai di dimenticarlo immediatamente; mia figlia mi disse che si stava comportando in maniera strana, pensava solo a me stesso, mi guardavo solo l'ombelico!. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Tutto riuscì male: come hai potuto mettermi nella testa che io saprei insegnare? Perché umiliarmi davanti agli altri? Dovrebbe dimenticare che esisti. Quando mi insegnarono a ballare, ballai. Quando mi insegnarono a scrivere lettere, imparai. Ma tu sei stato perverso: mi hai chiesto che tenti qualcosa che sta oltre i miei limiti. Per quel motivo ho preso un treno, per quel motivo sono venuto fino a qui, affinché potessi vedere il mio odio! Ella non smetteva di piangere. Meno male che aveva lasciato al bambino coi suoi genitori, perché parlava troppo alto, ed il suo alito aveva un…un aromatizza a vino. Gli chiesi che entrasse, montare quello scandalo nella porta della mia casa non andava ad aiutare niente alla mia reputazione, già abbastanza compromessa perché dicevano che io ricevevo uomini, donne, ed organizzava grandi orge sessuali nel nome di Satana. Ma ella seguiva lì: gridando: - La colpa è tua! Mi hai umiliato! Si aprì una finestra, dopo un'altra. Buono chi sta disposta a cambiare l'asse il mondo deve anche essere disposta a sapere che i vicini sempre non saranno contenti. Mi avvicinai ad Athena e feci esattamente quello che ella voleva che facesse: l'abbracciai. Ella continuò a piangere sulla mia spalla. Con molto curato, gli feci portare sui gradini ed entriamo in casa. Preparai un'infusione il cui formula non condivide con nessuno, perché fu il mio protettore quello che me l'insegnò; la misi davanti a lei e se la bevve di un assolo sorso.

Facendolo, mi dimostrò che la sua fiducia in me ancora era intatta. Perché sono así?-confermò. Io sapevo che l'effetto dell'alcool si era tagliato. Ho uomini che mi amano. Ho un figlio che mi adora e che mi vedi come modello di vita. Ho alcuni genitori adottivi ai quali considero la mia vera famiglia, e sarebbero capaci di morire per me. Riempii gli spazi in bianchi del mio passato quando fui alla ricerca di mia madre. Ho il denaro sufficiente come per vivere tre anni senza fare niente, solo godere della vita, e non sono contenta! Mi sento miserabile, colpevole, perché Dio mi benedisse con tragedie che sono riuscito a superare e miracoli che ho onorato, e non sono mai contenta! Voglia sempre più. Non sarei dovuto andare a quello teatro ed aggiungere più una frustrazione alla mia lista di vittorie! Credi che abbia fatto male? Ella fermò e mi guardò, attonita. Perché lo domandi? Semplicemente io aspettai la risposta. Feci la cosa corretta. Stava con un giornalista quando entrai lì, senza avere la minore idea di quello che andava a fare, ed improvvisamente le cose incominciarono a sorgere come se venisse dal niente. Sentiva la presenza della Gran Madre al mio fianco, guidandomi, istruendomi, facendo che la mia voce avesse una sicurezza che, nella cosa più intima, io non possedevo. Allora perché ti lamenti? Perché nessuno lo capì! E quello è importante? Tanto importante che ti fa venire fino alla Scozia ad insultarmi davanti a tutto il mondo? Indubbiamente è importante! Se sei capace di tutto, se sai che stai facendo la cosa corretta, come è che non riesci almeno ad essere amata ed ammirata per quel motivo? Quell'era il problema. La presi della mano e la condussi alla stanza nel che, settimane prima, aveva contemplato la candela. Gli chiesi che Lei sedesse e che cercasse di calmarsi un po', benché fosse sicura che l'infusione stava fornendo effetto. Andai alla mia stanza, presi un specchio circolare e lo misi davanti al suo viso. L'hai tutto, e hai lottato per ogni pollice del tuo territorio. Ora guarda le tue lacrime. Guarda il tuo viso, e l'amarezza che riflette. Cerca di guardare la donna che sta nello specchio; questa volta non rida, cerca di comprenderla.

Gli diedi il tempo sufficiente affinché potesse seguire le mie istruzioni. Quando notai che stava entrando nella trance desiderata, proseguii: - Quale è il segreto della vita? Chiamiamogli "grazia" o "benedizione." Tutto il mondo cerca di essere soddisfatto con quello che ha. Meno io. Meno tu. Meno alcune persone che, disgraziatamente, dovremo sacrificarci un po', a nome di qualcosa di maggiore. La "nostra immaginazione è maggiore che il mondo che ci circonda, andiamo là dei nostri limiti. Anticamente, lo chiamano "bujería", ma meno male che le cose hanno cambiato, od ora staremmo già nel falò. Quando smisero di bruciare le donne, la scienza trovò una spiegazione, normalmente chiamata "isteria femminile"; benché non causi la morte per il fuoco, finisce per provocare una serie di problemi, soprattutto nel lavoro. "Tuttavia, non ti preoccupare, pronto la chiameranno "saggezza." Mantén gli occhi fissi nello specchio: a chi vedi? Ad una donna. E che più, oltre alla donna? Ella vuotò un po'. Io insistei, e finì per rispondere: Ad un'altra donna. Più vera, più intelligente di me. Come se fosse un'anima che non appartiene, ma che forma parte di me. Quello stesso. Ora ti chiedo che pensi ad uno dei simboli più importanti dell'alchimia: un serpente che fa un circolo e divora la sua propria coda. Sei capace di visualizzarlo? Ella assentì con la testa. Così è la vita delle persone come te e come me. Si rovinano e si costruiscono tutto il tempo. Tutto nella tua vita è successo di quella maniera: dell'abbandono all'incontro, del divorzio al nuovo amore, della filiale della banca al deserto. Una cosa rimane solo intatta: tuo figlio. Egli è il filo conduttore di tutto, rispettalo. Incominciò a piangere di nuovo. Ma era un tipo differente di lacrime. Venisti fino a qui perché vestisti un viso femminile nel falò. Quello viso è lo stesso che sta ora nello specchio, cerca di onorarlo. Non ti lamentare opprimere per quello che pensino gli altri, poiché, dentro alcuni anni, o di alcune decade, o di alcuni secoli, quello pensiero cambia. Vive

ora quello che la gente non vivrà fino al futuro. "Che cosa vuoi? Non puoi volere essere felice, perché quello è facile e noioso. Non puoi volere solo amare, perché quello è impossibile. Che cosa vuoi? Vuoi giustificare la tua vita, viverla nella maniera più intensa possibile. Quella è una trappola e contemporaneamente, produce un stato di estasi. Cerca di essere attenta al pericolo, e vive l'allegria, l'avventura di essere la Donna che sta oltre l'immagine specchiata nello specchio. I suoi occhi si chiusero, ma io sapevo che le mie parole avevano penetrato nella sua anima e rimarrebbero lì. Se vuoi arrischiarti e continuare ad insegnare, fallo. Se non vuoi che sappi che sei arrivato già molto più lontano che la maggioranza della gente. Il suo corpo incominciò a rilassarsi. L'afferrai per le braccia prima che Lei cadesse, e dormì con la sua testa appoggiata nei miei seni. Cercai di sussurrargli alcuni cose, perché io avevo passato già per le stesse tappe, e sapeva così la cosa difficile che era, il mio protettore me l'aveva detto, e così l'aveva sperimentato io nelle mie proprie carni. Ma il fatto di essere difficile non faceva che questa esperienza fosse meno interessante. Che esperienza? Vivere come essere umano e come divinità. Passare della tensione al rilassamento. Del rilassamento alla trance. Della trance, al contatto più intenso con la gente. Di quello contatto, di nuovo alla tensione, e così via, come il serpente che si morde la sua propria coda. Niente facile, soprattutto perché esige un amore incondizionato che non teme la sofferenza, il rifiuto, la perdita. Ma al che beve una volta di questa acqua gli è impossibile tornare ad ammazzare la sua sete in altre fonti. Andrea McCain,actriz L'altro giorno parlasti di Gaia che Lei creó a sé stessa, e che ebbe un figlio senza necessità di un uomo. Dicesti, con tutta la ragione, che la Gran Madre finì cedendo posto ai dei maschili. Ma dimenticasti a Hera, una delle discendente della tua dea favorita. "Hera è più importante, perché è più pratica. Governa i cieli e la terra, le stazioni dell'anno e le tempeste. Secondo gli stessi greci che citasti, la Via lattea che vediamo nel cielo è il latte che uscì dal suo petto. Un bel petto, detto sia di passaggio, perché l'onnipotente Zeus cambiò forma, si trasformò in uccello, solo per potere baciarla senza essere respinto. Camminavamo per un gran centro commerciale di Knightsbridge. La chiamai e gli dissi che mi piacerebbe un po' chiacchierate, ed ella mi invitò ad andare ai ribassi di inverno; sarebbe stato molto più gradevole prendere un tè giunte o mangiare in un ristorante tranquillo.

Tuo figlio può perdersi tra questa moltitudine. Non ti preoccupare. Segue con quello che stavi contandomi. Hera scoprì il trucco, ed obbligò a Zeus a sposarsi. Ma, dopo la cerimonia, il gran re dell'Olimpo ritornò alla sua vita di playboy, seducendo tutte le dee o umane con le che si incrociava. Hera rimase fedele: invece di gettare la colpa a suo marito, diceva che le donne dovrebbero comportarsi meglio. Non è quello quello che facciamo tutte? Non sapeva dove voleva arrivare, cosicché seguii come se non l'avesse sentita: - Fino a che decise di pagargli con la stessa moneta, trovare un dio o un uomo e portarsilo al letto. Non potremmo fermare un momento e prendere un caffè? Ma Athena era appena entrato in un negozio di biancheria intima. Ti piace? - mi domandò, insegnandomi un provocante insieme di mutandina e reggiseno di colore carne, fatto di pizzo. Molto. Quando l'usi, lo vede qualcuno? Chiaro, o per caso credi che sia un santa? Ma segue con quello che stavi contandomi di Hera. Zeus si spaventò col suo comportamento. Ma ora, già indipendente, Hera si preoccupava poco per il suo matrimonio. Hai fidanzato? Ella guardò ad un lato ed un altro. Fino a che vide che il bambino non poteva sentirci, non mi rispose di forma monosillabica: Sì. Non l'ho visto mai. Andò fino alla scatola, pagò la biancheria intima e la mise nella borsetta. Viorel ha fame e sono sicura che non gli interessano le leggende greche. Finisce la storia di Hera. Ha un fine mezzo pazzo: per paura di perdere la sua amata, finse che si sposava di nuovo. Quando Hera lo seppe, si rese conto che le cose stavano andando troppo lontano: accettava amanti, ma il divorzio era impensabile. Niente originale.

Decise di andare fino a nel che andava a celebrare la cerimonia, armare un scandalo, ed allora si rese conto che egli stava chiedendo la mano ad una statua. Che cosa fece Hera? Rise molto. Quello ruppe il filo tra i due, e tornò ad essere la regina dei cieli. Eccellente. Se passa qualche giorno… … il che? Se il tuo compagno va via con un'altra donna, non ti dimenticare di riderti. Io non sono una dea. Sarebbe molto più distruttiva. Perché non ho visto mai il tuo fidanzato? Perché sempre è occupato. Dove lo conoscesti? Ella si trattenne con la borsetta nella mano. Lo conobbi nella banca nella quale lavorava, aveva lì un conto. Ed ora, se mi perdoni, mio figlio sta aspettandomi. Hai ragione, può perdersi tra tutta questa gente se non gli presto l'attenzione necessaria. Ci riuniamo in casa la settimana che viene; ovviamente, sei invitato. So chi l'ha organizzato. Athena mi diede due baci cinici nel viso ed andò via; per lo meno aveva capito il mio messaggio. Quello pomeriggio, nel teatro, il direttore mi disse che era arrabbiato per il mio comportamento: io avevo organizzato un gruppo per andare a vedere quella donna. Gli spiegai che l'idea non era stata mia: Heron era rimasto affascinato con quell'istoriategli ombelico e mi domandò se alcuni attori sarebbero disposti a seguire la conferenza che era stato interrotta. Ma egli non comanda in te. Indubbiamente non, ma quello che meno desiderava in questo mondo era che fosse egli solo a casa di Athena. Gli attori già erano riuniti, ma, invece di un'altra lettura della nuova opera, il direttore decise di cambiare il programma. Oggi facciamo un altro esercizio di psicodramma, N.R: Tecnica nella quale le persone drammatizzano esperienze personali. Non c'era necessità; sapevamo già tutti come andavano a comportare i personaggi nelle situazioni create per l'autore.

Posso suggerire il tema? Tutti girarono verso me. Egli sembrava sorpreso. Che cosa è questo, una ribellione? Ascolto fino al fine: creeremo una situazione nel che un uomo, dopo avere lottato molto, ottiene riunire ad un gruppo di gente per celebrare un rito importante dentro la comunità. Per esempio, qualcosa che abbia a che vedere col raccolto dell'autunno seguente. Tuttavia, arriva una straniera alla città, ed a causa della sua bellezza e delle dicerie che corrono circa lei, dicono che è una dea mascherata, il gruppo che il buon uomo aveva riunito per mantenere le tradizioni del suo villaggio si disperde subito e si riunisce appena con l'arrivo. Ma quello non ha niente a che vedere con l'opera che stiamo provando! -disse una delle attrici. Il direttore, tuttavia, aveva capito il messaggio. È un'idea eccellente, possiamo incominciare. E diventando verso me: - Andrea, tu sarai l'appena arrivo. Così puoi comprendere meglio la situazione del villaggio. Io sarò il buon uomo che cerca di mantenere le abitudini intatte. Ed il gruppo sarà formato per compagni che frequentino la chiesa, si riuniscono i sabati per fare lavori comunitari e si aiutano mutuamente. Ci corichiamo nel suolo, ci rilassiamo, ed incominciamo l'esercizio che è molto semplice in realtà: il personaggio centrale, in questo caso, io stessa, continua a creare situazioni, e gli altri reagiscono man mano che sono provocati. Finendo il rilassamento, mi trasformai in Athena. Nella mia fantasia, ella percorreva il mondo come Satana alla ricerca di sudditi per il suo regno, ma si mascherava da Gaia, la dea che tutto lo sa e tutto il creó. Per quindici minuti, si formarono le "parejas”,se conobbero, inventarono una storia in comune nel quale c'erano figli, case, comprensione ed amicizia. Quando sentii che l'universo era pronto, mi sedetti in un angolo dello scenario ed incominciai a parlare di amore. Stiamo qui, in questo piccolo villaggio, e voi pensate che sono straniera, per quel motivo vi interessa quello che devo contarvi. Non avete fatto un viaggio mai, non sapete quello che passa oltre le montagne, ma posso dirvi che non è necessario lodare alla terra. Ella sarà sempre generosa con questa comunità. La cosa importante è lodare l'essere umano. Dite che volete viaggiare? State usando la parola sbagliata: l'amore è una relazione tra le persone.

Desiderate che il raccolto sia fertile e per quel motivo avete deciso di amare la terra? Un'altra sciocchezza: l'amore non è desiderio, non è conoscenza, non è ammirazione. È una sfida, un fuoco che arde senza che possiamo vederlo. Per quel motivo, pensate che sono un'estranea in questa terra, vi sbagliate: tutto mi è familiare, perché vengo con questa forza, con questa fiamma, e quando mi vada, già nessuno sarà lo stesso. Porto l'amore vero, non quello che insegnano nei libri ed i racconti di fate. Il "marito" di una dei "compagni" incominciò a guardarmi. La donna rimase persa con la sua reazione. Durante il resto dell'esercizio, il direttore-migliore detto, il buon uomo-faceva la cosa possibile per spiegare alla gente l'importanza di mantenere le tradizioni, lodare la terra, chiedergli che fosse generosa come questo anno era stato l'anno anteriore. Semplicemente io parlavo di amore. Dice che la terra vuole riti? Perché io vi garantisco che se c'è l'amore sufficiente tra voi, il raccolto sarà abbondante, perché questo è un sentimento che tutto lo trasforma. Ma che cosa vedo? Amicizia. La passione si è estinta già fa molto tempo, perché vi siete abituati gli alcuni agli altri. È per quel motivo per quello che la terra dà solo né più né meno la stessa cosa che diede l'anno anteriore. E è per quel motivo per quello che, nell'oscurità delle vostre anime, vi lamentate silenziosamente che nelle vostre vite non cambiano niente. Perché? Perché avete cercato di controllare la forza che tutto lo trasforma, affinché le vostre vite potessero continuare senza grandi sfide. Il buon uomo spiegava: La nostra comunità è sopravvissuta sempre per che ha rispettato le leggi, e perfino l'amore è guidato da esse. Quello che si appassiona senza tenere in conto il bene comune vivrà sempre in costante angoscia: per ferire il suo compagno, per irritare alla sua nuova passione, per perdere tutto quello che ha costruito. Una straniera senza lacci e senza storia può dire quello che voglia, ma non sa le difficoltà che abbiamo avuto prima di arrivare fino a dove siamo arrivati. Non sa il sacrificio che facemmo per i nostri figli. Ignora il fatto che lavoriamo senza riposo affinché la terra sia generosa che la pace stia con noi che le provviste possano immagazzinarsi per il giorno di domani. Per un'ora, io difesi la passione che tutto lo divora, mentre il buon uomo parlava del sentimento che porta la pace e la tranquillità. Alla fine, rimasi parlando sola, mentre la comunità intera si riuniva intorno a lui. Aveva rappresentato la mia carta con un entusiasmo ed una fede che non credeva mai che avesse; nonostante tutto, alla straniera partiva dal piccolo villaggio senza avere convinto nessuno. E quello mi mettevo molto, molto contenta. Heron Ryan, giornalista. -

Un mio vecchio normalmente diceva. "Impariamo un 25 percento col maestro, del 25 percento ascoltando, un 25 percento con gli amici e l'altro 25 col tempo." Nella prima riunione in casa di Athena, nella quale ella pretendeva finire la classe interrotta nel teatro, tutti impararono con…no so. C'insegnava nella piccola sala del suo appartamento, con suo figlio. Vidi che il posto era completamente bianco, vuoto, salvo per un mobile sul che c'erano un riproduttore ed un mucchio di CD. Mi rimpianse la presenza dal bambino che doveva annoiarsi con la conferenza; sperava che seguisse nel momento nel quale aveva fermato, ordini attraverso parole. Ma ella aveva altri piani; ci spiegò che andava a mettere musica proveniente dalla Liberia, e semplicemente dovevamo ascoltare. Nient'altro. Io non sono capace di arrivare a nessun posto attraverso la meditazione-disse -. Vedo quella gente seduta con gli occhi chiusi, un sorriso nelle labbra, i suoi visi seri, la posizione arrogante, concentrata in assolutamente niente, convinta che sta in contatto con Dio o con la Dea. Per lo meno, ascolteremo insieme musica. Orta volta, quella sensazione di malessere, come se Athena non sapesse esattamente quello che faceva. Ma quasi tutti gli attori di teatro stavano lì, perfino il direttore che ha ispezionato il campo nemico secondo Andrea. La musica finì. Questa volta, ballate ad un ritmo che non abbia niente, assolutamente niente vedere con la melodia. Athena la mise di nuovo, col volume abbastanza più alto, ed incominciò a muovere il suo corpo senza nessuna armonia. Solo l'uomo più vecchio che rappresentava un re ubriaco nell'opera, fece quello che c'avevano comandato. Nessuno più si mosse; la gente sembrava un po' persa. Una di esse guardò l'orologio: non avevano passato più che dieci minuti. Athena fermò e guardò intorno a suo: Perché siete fermi? Mi sembra… un po' ridicolo fare quello - si sentì la timida voce di un'attrice -. Impariamo armonia, non la cosa opposta. Perché facciate quello che vi dico. Avete bisogno di una spiegazione intellettuale? Ve la do: i cambiamenti si danno solo quando facciamo qualcosa che va in contro, totalmente contro tutto a quello che siamo abituati. E diventando verso il "re ubriaco":

- Perché hai accettato seguire la musica fosse del ritmo? - Molto facile: non ho imparato mai a ballare. Tutti risero, e la nuvola oscura che spiava il posto sembrò sparire. Molto bene, incomincerò di nuovo, e voi potete fare quello che dico, o andarvi; questa volta io sono quello che decide a che ora finisce la conferenza. Una delle cose più aggressive nell'essere umano è andare contro quello che pensa che è bello, e quello è quello che facciamo oggi. Balliamo male. Tutto il mondo. Non era più che un'altra esperienza, e per non fare che la padrona della casa Lei sentisse scomodo, tutto il mondo ballò male. Io lottavo con me stesso, perché la tendenza era seguire quella percussione meravigliosa, misteriosa. Mi sentivo come se stesse aggredendo i musicisti che la toccavano, al compositore che l'immaginò. Il mio corpo voleva lottare contro la mancanza di armonia, ed io l'obbligavo a comportarsi come c'avevano comandato. Anche il bambino ballava, ridendo tutto il tempo, ma in un determinato momento si trattenne e si sedette sul sofà, forse esausto per lo sforzo che stava facendo. Il CD si spense in mezzo ad un accordo. Sperate. Tutti sperarono. Faccio qualcosa che non ho fatto mai. Chiuse gli occhi e mise la testa tra le mani. Non ho ballato mai senza seguire il ritmo… Allora, la prova sembrava essere stato peggiore per lei che ferma chiunque di noi. Sto male… Tanto il direttore io c'alziamo come. Andrea mi guardò con una certa furia, anche cosí mi avvicinai ad Athena. Prima che la toccasse, ci chiese che ritornasse ai nostri posti. Qualcuno vuole dire qualcosa? -la sua voce sembrava fragile, tremante, e non allontanava le mani dal suo viso. Io sé. Era Andrea. Prima, prende mio figlio e digli che sua madre sta bene. Ma devo seguire così mentre sia necessario. Viorel sembrava spaventato; Andrea lo sedette nel suo grembo e l'accarezzò.

Che cosa vuoi dire? Niente. Ho cambiato idea. Il bambino si è fatto cambiare idea. Ma segue. Lentamente, Athena fu scoprendo il suo viso, alzando la testa; la sua fisionomia era quella di un'estranea. Non parlo. Sta bene. Allora, tu-segnalò all'attore vecchio -, vieti domani il medico. Quello di non potere dormire, di andare al bagno tutta la notte, è serio. È un cancro di prostata. L'uomo diventò pallido. E tu-segnalò al direttore -, assume la tua identità sessuale. Non avere paura. Accetta che detesti le donne e che ti piacciono gli uomini. Quello che stai… Non mi interrompere. Non lo dico per colpa di Athena. Mi riferisco semplicemente alla tua sessualità: ti piacciono gli uomini, e non credo che ci sia niente di brutto in quello. Non lo dico per colpa di Athena? Ma se Athena ero ella! E tu-mi segnalò ad io-,ven qui. Inginocchiati davanti a me. Con paura per Andrea, con vergogna per tutti, feci quello che mi chiedevo. Abbassa la testa. Lasciami toccare la tua nuca. Sentii la pressione delle sue dita, nient'altro a parte quello. Rimaniamo così quasi un minuto, dopo mi fece alzare e ritornare al mio posto. Non dovrai oramai prendere più pastiglie per dormire. A partire da oggi, il sonno gira. Guardai Andrea, credeva che andasse a dire qualcosa, ma il suo sguardo sembrava tanto attonito come la mia. Una delle attrici, forse il più giovane, alzò la mano. Voglio parlare. Ma devo sapere a chi mi sto dirigendo.

Sacra Sofía. Voglio sapere se… Era l'attrice più giovane del nostro gruppo. Guardo intorno a suo, imbarazzata, ma il direttore gli fece un segno con la testa, chiedendolo che seguisse. -… se mia madre sta bene. - Sta al tuo fianco. Ieri, quando uscisti di casa, ella fece che ti dimenticassi la borsetta. Tornasti a raccoglierlo e scopristi che la chiave stava dentro casa, non potevi entrare. Perdesti un'ora cercando il fabbro, benché fossi potuto andare al tuo appuntamento, ti avere trovato con l'uomo che ti aspettava ed avere ottenuto l'impiego che volevi. Ma se tutto fosse successo tale e come avevi deciso di mattina di lui, tra sei mesi saresti morto in un incidente di automobile. Ieri, dimenticandoti la borsetta, cambiò la tua vita. La ragazza si mise a piangere. Qualcuno più vuole domandare qualcosa? Alzarono un'altra mano; era il direttore. Mi ama egli? Allora era verità. La storia della madre di quella ragazza aveva provocato un mulinello di emozioni nella sala. La tua domanda è sbagliata. Quello che devi sapere è se stai in condizioni di dargli l'amore di che egli ha bisogno. E quello che venga o non venga sarà uguale di gratificante. Sapersi capace di amare è già abbastanza. "Se egli non è, sarà un altro. Perché hai scoperto una fonte, le lasciasti correre ed ella inonderà il tuo mondo. Non cercare di mantenere una distanza sicura per vedere quello che passa; neanche cerca di essere sicuro prima di cedere il passo. Quello che dia, riceverai, benché a volte venga dal posto di dove meno te l'aspetti. Anche quelle parole valevano per me. Ed Athena-o chi fosse - diventò verso Andrea. Tu! Mi fu gelato il sangue. Devi essere preparata per perdere l'universo che hai creato. Che cosa è il "universo?" È quello che credi che hai già. Hai fatto prigioniero il tuo mondo, ma sai che devi liberarlo. So

che capisci quello che sto dicendo, benché non desiderasse sentirlo. Comprendo. Era sicuro che stavano parlando di me. Sarebbe tutta quell'una rappresentazione di Athena? Finì - disse -. Portami al bambino. Viorel non voleva andare, era spaventato con la trasformazione di sua madre; ma Andrea lo prese affettuosamente della mano e lo portò fino a lei. Athena-o Santa Sofía, o Sherine, non importa chi stesse lì - fece la stessa cosa che aveva fatto con me, toccando con fermezza la nuca dal bambino. Non ti spaventare con le cose che vedi, mio figlio. Non cercare di separarli, perché vanno in qualsiasi caso; approfitta della compagnia degli angeli finché puoi. In questo momento hai paura, ma non hai tanta paura come dovresti, perché sai che siamo molti in questa sala. Smettesti di ridere e di ballare quando vestisti che abbracciava tua madre, e gli chiedeva che mi lasciasse parlare attraverso la sua bocca. Che sappia che ella mi diede permesso, o io non l'avrei fatto. Mi sono apparso sempre in forma di luce, e continuo ad essere quella luce, ma oggi ho deciso di parlare. Il bambino l'abbracciò. Potete uscire. Lasciatemi a sole con lui. Uno ad uno, fummo uscendo dall'appartamento, lasciandola col bambino. Nel taxi che ci portava a casa, cercai di parlare con Andrea, ma ella mi chiese che, se dovevamo parlare di qualcosa, non dovevamo riferirci a quello che era appena successo. Rimasi silenzioso. La mia anima si riempì di tristezza: perdere Andrea era molto difficile. D'altra parte, sentii una pace immensa; gli avvenimenti avevano provocato i cambiamenti, ed io non dovevo sedermi davanti a quella donna alla quale tanto amava e dirgli che era anche innamorato di un'altra. In quello caso, scelsi rimanere silenzioso. Arrivai a casa, accesi la tele, Andrea andò a lavarsi. Chiusi gli occhi, e quando li aprii, alla sala era inondata di luce; già era di giorno, aveva dormito quasi dieci ore seguite. Al mio fianco c'era una nota, nella quale Andrea diceva che non voleva svegliarmi che era andato direttamente al teatro, ma che aveva lasciato il caffè preparato. La nota era romantica, fiorita con la marca del rossetto ed un piccolo cuore. Ella non era disposta né per segno a "sciogliere il suo universo." Andava a lottare. E la mia vita andava a trasformare in un incubo.

Quello pomeriggio, ella chiamò, e la sua voce non lasciava intravedere nessuna emozione speciale. Mi contò che l'attore era andato dal medico, l'avevano esplorato, ed avevano scoperto che la sua prostata era anormalmente infiammata. Il passo seguente fu un'analisi di sangue, col quale scoprirono un aumento significativo di un tipo di proteina chiamato PSA. L'estrassero dimostrazioni di tessuti per una biopsia, ma, per il quadro clinico, le possibilità che avesse un tumore maligno erano grandi. - Il medico gli disse: ha fortuna, benché la situazione si presenti difficile, ancora è possibile operare, e c'è un 99 percento di possibilità che si curi. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Che cosa Santa Sofía, né che niente! Era lei stessa, Athena, ma toccando la parte più profonda del fiume che corre per la sua anima, entrando in contatto con la Madre. Tutto quello che fece fu vedere quello che stava succedendo in un'altra realtà. La madre della ragazza, essendo morta, vive in un posto senza tempo, ma noi, gli esseri umani, saremo sempre limitati a conoscere il presente. Non è poco, detto sia di passaggio: scoprire una malattia covata prima che si aggravi, toccare centri nervosi e sbloccare energie, quello sta alla nostra portata. Indubbiamente molti morirono nel falò, altri si esiliarono e molti finirono per nascondere e sopprimendo la scintilla della Gran Madre nella nostra anima. Io non indussi mai ad Athena ad entrare in contatto col Potere. Lo decise lei stessa, perché la Madre gli aveva fatto già vari segni: era una luce mentre ballava, si trasformò in lettere mentre imparava calligrafia, apparve in un falò o in un specchio. Quello che io discepola non sapeva era come convivere con Lei, fino a che fece qualcosa che provocò tutta quella successione di avvenimenti. Athena che diceva sempre a tutti che dovevano essere differenti che era sempre una persona come il resto dei mortali. Aveva un ritmo, una velocità di crociera. Era più curiosa? Forse. Era riuscito a superare i suoi problemi di credere si unisca vittima? Sicuro. Sentiva necessità di condividere con gli altri, fossero usati di panca o attori, quello che continuava ad imparare? In qualche caos, la risposta è sé; in altri, io cercai di stimolarla, perché non siamo destinati alla solitudine e ci conosciamo quando ci vediamo nello sguardo degli altri. Ma la mia interferenza finisce lì. Perché la Madre voleva manifestarsi quella notte, possibilmente gli sussurrò qualcosa all'udito: "Vedi contro tutto quello che hai imparato fino ad ora; tu che sei una maestra del ritmo, lasci che passi per il tuo corpo, ma "non obbedire a lui." Fu per quel motivo per quello che Athena suggerì l'esercizio: suo inconscio era già preparato per convivere con la Madre, ma ella vibrava sempre nella stessa sintonia, e con quello non permetteva che gli elementi esterni potessero manifestarsi. Con me succedeva la stessa cosa; la migliore maniera di meditare, di entrare in contatto con la luce, era facendo calza lunga, qualcosa che mia madre mi ero abituato quando era bambina. Sapeva contare i punti, muovere gli aghi, fare cose belle attraverso la ripetizione e dell'armonia.

Un giorno, il mio protettore mi chiese che tessesse di una maniera completamente irrazionale!, qualcosa di molto violento per me che aveva imparato affettuosamente il lavoro, pazienza e consacrazione. Anche cosí, insistè affinché facesse un pessimo lavoro. Per due ore pensai che quell'era ridicolo, assurdo, mi pentivo la testa, ma non poteva lasciare che gli aghi guidassero le mie mani. Tutto il mondo è capace di fare male qualcosa, perché mi chiedevo quello? Perché conosceva la mia ossessione per la geometria e le cose perfette. Ed improvvisamente, succedè; fermai gli aghi, sentii un vuoto immenso, che si riempì con una presenza calda, affettuosa, compagna. A me intorno, tutto era differente, aveva voglia di dire cose che non avrei osato mai nel mio stato normale. Ma non persi la coscienza: sapeva che era io stessa, benché-accettiamo il paradosso-non era la persona con la quale era abituata a convivere. Cosicché posso "vedere" quello che succedè, benché non stesse lì; l'anima di Athena seguendo i suoni della musica, ed il suo corpo andando in direzione contraria. Dopo qualche tempo, l'anima si slegò del corpo, si aprì un spazio, e finalmente la Madre potè entrare. Per meglio dire: una scintilla della Madre apparve lì. Vecchia, ma con apparenza di giovane. Sapiente, ma non onnipotente. Speciale, ma senza arroganza. La percezione cambiò, ed incominciò a vedere i vizi cose che quando era bambina, gli universi paralleli che popolano questo mondo. In questo momento possiamo vedere non solo il corpo fisico, bensì le emozioni della gente. Dicono che i gatti hanno lo stesso da potere, ed io lo credo. Tra il mondo fisico e lo spirituale c'è una specie di manto che varia di colore, intensità, luce, e che i mistico chiamano "aura." A partire da lì, tutto è facile: l'aura conta quello che sta passando. Se io fossi presente, ella vedrebbe una colore violetta con alcuni macchie gialle attorno al mio corpo. Quello significa che ancora mi rimane una lunga strada davanti e che la mia missione nella terra ancora non è compiuta. Mischiata con le aure umane, appaiono forme trasparenti, che la gente normalmente chiama "fantasmi." Fu il caso della madre della ragazza, l'unico caso, per certo, nel quale il destino doveva essere invertito. Sono quasi sicura che, perfino prima di domandare, sapeva che sua madre stava al suo fianco, e l'unica sorpresa fu la storia della borsetta. Prima di quella danza senza seguire il ritmo, tutti si sentivano intimoriti. Perché? Perché tutti stiamo abituati a fare le cose "come bisogna farli." Cedere passi sbagliati piace a nessuno, soprattutto quando siamo coscienti di ciò. Perfino Athena: non dovette risultarlo facile suggerire qualcosa che andava contro tutto quello che amava.

Mi rallegra che, in quello momento, la Madre vincesse la battaglia. Che un uomo si sia salvato dal cancro che un altro accettasse la sua sessualità e che un terzo abbia smesso di prendere pastiglie per dormire. Tutto perché Athena ruppe il ritmo, frenando l'automobile, che andava a moltissima velocità, e disordinandolo tutto. Ritornando alla mia calza lunga: utilizzai questo procedimento per qualche tempo, fino a che riuscii a provocare questa presenza senza nessun artificio, poiché la conosceva, ed a lei si stava abituandolei. Con Athena succedè la stessa cosa; una volta che sappiamo dove stanno le Porte della Percezione, è facilísimo aprirli e chiuderli, purché c'abituiamo al nostro comportamento "strano." E può aggiungersi: la mia calza lunga diventò più rapida e meglio, così come Athena incominciò a ballare con molta più anima e ritmo dopo avere osato rompere le barriere. Pavel Podbieslki,cincuenta e sette anni proprietario dell'appartamento. Atteneva ed io avevamo una cosa in comune: ambedue eravamo esiliati di guerre, arriviamo dall'Inghilterra essendo bambini, benché la mia fuga della Polonia fosse più di cinquanta anni fa. Noi due sapevamo che, benché ci sia sempre un cambiamento geografico, le tradizioni rimangono nell'esilio: le comunità girano a riunirsi, la lingua e la religione seguono vive, le persone tendono a proteggersi alcune ad altre in un ambiente che sarà per sempre altrui. Così come le tradizioni rimangono, il desiderio di ritornare si va consumando. Deve rimanere vivo nei nostri cuori, una speranza con la quale ci piace ingannarci, ma che non sarà mai portata alla pratica; mi non giro a vivere in Czestochowa, ella e la sua famiglia non ritornerebbero mai a Beirut. Fu in caso contrario questo tipo di solidarietà quella che mi fece affittargli il terzo piano della mia casa a Bassotto Road, avrebbe preferito inquilini senza bambini. Aveva commesso già prima quell'errore, e passava sempre la stessa cosa: da una parte, io mi lamentavo del rumore che essi facevano durante il giorno, e per l'altro, essi si lamentavano del rumore che io facevo per le notti. Entrambi i problemi radicavano in elementi sacri-il pianto e la musica -, ma, come appartenevano a due mondi completamente differenti, era difficile che uno tollerasse all'altro. L'avvisai, ma non mi ascoltò, e mi disse che fosse tranquillo per suo figlio: passava il giorno intero in casa di sua nonna. E l'appartamento aveva un vantaggio che stava vicino al suo lavoro, una banca dei paraggi. Nonostante le mie avvertenze, nonostante mi avere resistito all'inizio con forza, otto giorni dopo suonò il campanello della mia porta. Ella era, col bambino in braccia: - Mio figlio non può dormire. Benché sia solo oggi, potrebbe abbassare la musica?... Tutti nella sala la guardarono. Che cosa è quello?

Il bambino che aveva in braccia smise immediatamente di piangere, come se fosse tanto sorpreso come sua madre al vedere a quello gruppo di gente che all'improvviso avevano smesso di ballare. Premei il bottone di pausa del radioregistratore, gli indicai che entrasse con un gesto della mano e tornai a mettere l'apparato in moto, per non perturbare il rituale. Athena si sedette in un angolo della sala, cullando suo figlio in braccia, vedendo che si addormentava con facilità nonostante il rumore del tamburo e dei metalli. Assistè a tutta la cerimonia, andò via insieme agli altri invitati e-come io mi immaginavo giàsuonò il campanello della mia casa alla mattina seguente, prima di andare a lavorare. Non devi spiegarmi quello che vidi: gente ballando con gli occhi chiusi, so quello che quello significa, perché molte volte faccio la stessa cosa; sono gli unici momenti di pace e di serenità della mia vita. Prima di essere madre, frequentava le discoteche con mio marito ed i miei amici; lì vedeva anche gente nella pista di ballo con gli occhi chiusi, alcuni solo per impressionare gli altri, altri come se fosse mossi per una forza superiore, più poderosa. E da quando ho uso di ragione, uso la danza per collegarmi più forte con qualcosa, più poderoso di me. Ma mi piacerebbe sapere che musica è quella. Che cosa fai questa domenica? Niente specialmente. Passeggiare con Viorel per Regentś Park, respirare un po' di aria pura. Avrò già tempo per i miei propri piani: in questo momento della mia vita, ho scelto seguire i piani di mio figlio. Perché vado con te. I due giorni anteriori alla nostra passeggiata. Athena assistè al rituale. Il bambino si addormentava dopo alcuni minuti, ed ella guardava solo, senza dire niente, il movimento ad intorno suo. Benché rimanesse immobile nel sofà, era sicuro che la sua anima stava ballando. Il pomeriggio della domenica, mentre passeggiavamo per il parco, gli chiesi che prestasse attenzione a tutto quello che vedeva e sentiva: le foglie che si muovevano col vento, le onde dell'acqua del lago, gli uccelli cantando, i cani abbaiando, le grida dei bambini che correvano di un lato ad un altro, come se obbedisse a logica, incomprensibile per gli adulti. Tutto si muove. E tutto si muove con un ritmo. E tutto quello che si muove con un ritmo provoca un suono; quello passa qui ed in qualunque posto del mondo in questo momento. Anche il nostro ancestros lo sentì, quando cercavano di fuggire dal freddo delle caverne: le cose si muovevano e facevano rumore. "Forse i primi umano sentirono spavento, e dopo devozione: capirono che quell'era la maniera in cui un Ente Superiore si comunicava con essi. Incominciarono ad imitare i rumori ed i movimenti di intorno suo, con la speranza di comunicarsi anche con quello Ente: la danza e la musica erano appena nate. Alcuni giorni fa mi

dicesti che, ballando, riesci a comunicarti con qualcosa più poderoso di te. Quando ballo, sono una donna libera. Per meglio dire, sono un spirito libero, che può viaggiare per l'universo, guardare il presente, indovinare il futuro, trasformarsi in energia pura. E quello mi proporziona un immenso piacere, un'allegria che sta molto oltre le esperienze che ho vissuto, e che vivrò durante la mia esistenza. "In un'epoca della mia vita, era determinata a trasformarmi in santa, lodando a Dio attraverso la musica e del movimento del mio cuerpo.Pero quella strada è definitivamente chiuso. - Che strada è chiuso? Adattò il bambino nel carrello. Vidi che non voleva rispondere alla domanda, insistei: quando le bocche si chiudono, è perché qualcosa di importante è detto. Senza mostrare emozione alcuna, come se dovesse sopportare sempre in silenzio le cose che la vita l'imponeva, mi contò l'episodio della chiesa, quando il curato-forse il suo unico amico-gli aveva impedito di prendere la comunione. E la maledizione che aveva lanciato in quello momento: aveva abbandonato sempre per la chiesa cattolica. Santo è quello che dignifica la sua vita-gli spieghi -. Basta capire che tutti stanno qui per una ragione, e basta impegnarsi con lei. Così, possiamo riderci delle nostre grandi o piccole sofferenze, e camminare senza paura, coscienti che ogni passo ha un senso. Possiamo lasciarci guidare per la luce che deriva dal Vertice. Che cosa è il Vertice? In matematica è il punto più alto di un triangolo. Nella vita è anche il punto culminante, alla meta di quelli che si sbagliano come tutto il mondo, ma che, perfino nei suoi momenti più difficili, non perdono di vista una luce che deriva dal suo cuore. Quello è quello che cerchiamo di fare nel nostro gruppo. Il Vertice è nascosto dentro noi, e possiamo arrivare fino a é se c'accettiamo e riconosciamo la sua luce. Gli spiegai che il ballo che aveva visto i giorni anteriori realizzato per persone di tutte le età, in quello momento eravamo un gruppo di dieci persone, tra i diciannove ed i sessanta cinque anni, era stato battezzato da me come "la ricerca del Vertice." Athena mi domandò dove aveva scoperto quello. Gli contai che, dopo la seconda guerra mondiale, parte della mia famiglia era riuscito a scappare dal regime comunista che si stava stabilendo in Polonia, e decise di trasferirsi all'Inghilterra. Aveva sentito dire che le cose che dovevano portare erano oggetti di arte e libri antichi, molto stimati in questa parte del mondo. In realtà, i quadri e le sculture si venderono subito, ma i libri rimasero in un angolo, riempendosi di polvere. Come mia madre voleva obbligarmi a leggere ed a parlare polacco, furono utili per la mia educazione. Un bel giorno, dentro un'edizione del secolo XIX di Thomas Malthus, scoprii due foglie di annotazioni di mio nonno, morto in un campo di concentrazione. Incominciai a

leggerli, credendo che si tratterebbe di riferimenti dell'eredità, o lettere d che un giorno si era innamorato di qualcuno in Russia. In realtà, c'era una certa relazione tra la leggenda e la realtà. Era un racconto del suo viaggio alla Liberia durante la rivoluzione comunista; lì, nel remoto villaggio di Diedov, si innamorò di un'attrice, N.R: Fu impossibile localizzare quello villaggio nella mappa; o cambiarono il nome, o il posto sparì dopo le immigrazioni forzate da Stalin. Secondo mio nonno, ella faceva parte di una specie di setta che crede che in determinato tipo di danza sta il rimedio per tutti i mali, poiché permette il contatto con la luce del Vertice. Temevano che tutta quella tradizione potesse sparire; gli abitanti andavano ad essere evacuato in breve ad un altro posto, ed il posto andava ad utilizzare per fare prove nucleari. Tanto l'attrice come i suoi amici gli chiesero che scrivesse tutto quello che gli avevano insegnato. Egli lo fece, ma non dovette dare troppa importanza al tema, dimenticò le sue annotazioni dentro un libro che portava, fino a che un giorno io li scoprii. Athena io interrotto: Ma non può scriversi sul ballo. Bisogna ballare. Esatto. In fondo, le annotazioni non dicevano più che quello: ballare fino all'esaurimento, come se fosse alpinisti portando su questa collina, questa montagna sacra. Ballare fino a che, dovuto alla respirazione asfissiante, il nostro organismo possa ricevere ossigeno di una maniera alla quale non è abituato, e quello fa che finiamo per perdere la nostra identità, la relazione con lo spazio ed il tempo. Semplicemente ballare a quello sono della percussione, ripetere il processo tutti i giorni, capire che, in un determinato momento, gli occhi si chiudono naturalmente e che vediamo una luce che viene di dentro noi che risponde alle nostre domande che sviluppa i nostri poteri nascosti. - E hai sviluppato già qualche potere? Invece di rispondere, gli suggerii che Lei unisse al nostro gruppo, poiché il bambino sembrava essere comodo, perfino quando il suono dei piatti e degli strumenti era molto alto. Al giorno dopo, nel momento di incominciare la sessione, ella stava lì. Lei a presentai ai miei compagni, contandoli si trattava ma della vicina dell'appartamento di sopra; nessuno disse niente sulla sua vita, né domandarono che cosa faceva. Arrivando l'ora indicata, misi la musica ed incominciarono a ballare. Ella iniziò i suoi passi col bambino in braccia, ma subito rimase addormentato ed Athena lo mise sul sofà. Prima di chiudere gli occhi ed entrare in trance, vidi che ella aveva capito esattamente quello verso il Vertice. Tutti i giorni, eccetto le domeniche, veniva col bambino. Solamente scambiavamo alcuni saluti, io mettevo la musica che un amico mi aveva ottenuto nella steppa russa, e tutti cominciavamo a

ballare fino ad essere esausti. Dopo un mese, ella mi chiese una copia del nastro. Mi piacerebbe fare di mattina questo, prima di lasciare a Viorel in casa di mamma per andare al lavoro. Io non volevo. In primo luogo, penso che un gruppo che è connesso con la stessa energia creda una specie di aura che facilita la trance di tutto il mondo. Inoltre fare questo prima di andare a lavorare è prepararsi affinché ti licenzino, poiché dopo sarai tutto il giorno stanco. Athena lo pensò un po', ma subito reagì: Hai ragione in quello dell'energia collettiva. Nel tuo gruppo ci sono quattro compagni e tua moglie. Tutti, assolutamente tutti, hanno trovato l'amore. Per quel motivo possono condividere una vibrazione positiva con me. "Ma io sono sola. Per meglio dire, sto con mio figlio, ma il suo amore ancora noi e può manifestare in modo che possiamo capirlo. Cosicché preferisco accettare la mia solitudine: se cerco di fuggire da lei in questo momento, non tornerò mai a trovare uguale. Se l'accetto, invece di lottare contro lei, forse le cose cambino. Mi sono reso conto che la solitudine è più forte quando cerchiamo di affrontarci a lei, ma si mostra debole quando semplicemente l'ignoriamo. Ti unisti al nostro gruppo alla ricerca di amore? Credo che quello sarebbe un buon motivo, ma la risposta è non. Venni alla ricerca di un senso per la mia vita il cui unica ragione è mio figlio, e per quel motivo temo che finisca per distruggere a Viorel, già sia per una protezione esagerata o perché finisca per proiettare in lui i sonni che non ho potuto realizzare. Uno di questi giorni, mentre ballava, sentii che mi ero curato. Se avesse qualcosa di fisico, so che potremmo chiamarlo miracolo; ma era qualcosa di spirituale che mi disturbavo, e che improvvisamente sparì. Io sapevo a che cosa si riferiva. Nessuno mi insegnò a ballare a quello sono di questa musica-continuò Athena -. Ma presento che so quello che faccio. Non bisogna imparare. Ricorda la nostra passeggiata per il parco e quello che vedemmo: la natura creando il ritmo ed adattandosi continuamente. Nessuno mi insegnò ad amare. Ma ho amato già a Dio, a mio marito, amo mio figlio e la mia famiglia. Ed anche cosí, mi manca qualcosa.

Benché mi stanchi mentre ballo, quando finisco sembra che stia in stato di grazia, in un'estasi profonda. Voglio che quell'estasi si prolunghi durante il giorno. E che mi aiuti a trovare quello che mi manca: l'amore di un uomo. Posso vedere il cuore di quell'uomo mentre ballo, benché non riesca a vedere il suo viso. Sento che egli sta vicino, e ferma quello devo essere attenta. Devo ballare di mattina, per potere passare il resto del giorno prestando attenzione a tutto quello che me succede intorno. Sai che cosa vuole dire la parola "estasi?" Viene del greco e significa uscire da uno stesso. Passare tutto il giorno fosse di uno stesso è chiedergli troppo al corpo e l'anima. Lo tenterò. Mi resi conto che non valeva la pena discutere e gli feci una copia del nastro. Da allora, mi svegliavo tutti i giorni con quello suono nel piano di sopra, poteva sentire i suoi passi, e mi domandavo come era capace di affrontare il suo lavoro in una banca dopo quasi un'ora di trance. In uno dei nostri incontri casuali nel corridoio, resugerí che venisse a prendere caffè. Athena mi contò che aveva fatto altre copie del nastro e che ora nel suo lavoro molta gente stava cercando il Vertice. - C'è qualche problema È qualcosa segreto? Indubbiamente non; al contrario, si stava aiutando a preservare una tradizione quasi persa. Nelle annotazioni di mio nonno, una delle donne diceva che un monaco che era andato di visita alla regione affermò che tutti i nostri antenati e tutte le generazioni future sono presenti in noi. Quando ci liberiamo, stiamo facendo la stessa cosa con l'umanità. Allora, le donne e gli uomini di quell'aldeíta di Siberia devono essere presenti e, contenti. Il suo lavoro sta rinascendo in questo mondo, grazie a tuo nonno. Ma ho una curiosità: Perché decidesti di ballare, dopo avere letto il testo? Se avessi letto qualcosa di sport, avresti deciso di essere giocatore di calcio? Era una domanda che nessuno aveva osato diventare. Perché era malato in quell'epoca. Aveva una specie di artrite rara, ed i medici mi dicevano che doveva prepararmi per stare in una sedia a rotelle a trenta cinque anni. Mi resi conto che non rimanevo molto tempo e decisi di dedicarmi a tutto quello che non andava a potere fare più avanti. Mio nonno aveva scritto, in quello pezzo di carta, che gli abitanti di Diedov credevano nei poteri curativi della trance. Per quello visto, avevano ragione. Io non risposi niente, ma era sicuro. Forse i medici si sarebbero sbagliati. Forse il fatto di essere emigrato con la mia famiglia, senza potere permettermi il lusso di potere essere malato, avesse influenza con tale forza sul mio inconscio che provocò una reazione naturale dell'organismo. O forse fosse in realtà un miracolo, egli quale starebbe assolutamente contro quello che prega la

mia fede cattolica: i balli non curano. Ricordo che, nella mia adolescenza, come non aveva la musica che credeva adeguata, normalmente mi metteva un cappuccio nero nella testa ed immaginare che la realtà del mio ambiente smetteva di esistere: il mio spirito viaggiava a Diedov, con quelle donne ed uomini, con mio nonno e la sua attrice tanto amata. Nel silenzio della stanza, io chiedevo loro che mi insegnasse a ballare, ad andare oltre i miei limiti, perché dopo poco tempo sarebbe paralizzato per sempre. Quanto più si muoveva il mio corpo, più luce usciva dal mio cuore, e più imparava, forse con me stesso, forse coi fantasmi del passato. Perfino arrivai ad immaginare la musica che ascoltava in se rituali, e quando un amico visitò Siberia, gli chiesi che mi portasse alcuni dischi; per la mia sorpresa, uno di essi somigliava molto a quello che io credevo che fosse il ballo di Diedov. Meglio non dire niente ad Athena; era una persona facilmente influenzabile, ed il suo temperamento mi somigliavo instabile. Forse stia facendo la cosa corretta-fu il mio unico commento. Tornammo a parlare un'altra volta, poco prima del suo viaggio a Medio oriente. Sembrava contenta, come se avesse trovato tutto quello che desiderava: l'amore. La gente del mio lavoro ha creato un gruppo, e si richiamano a se stessi "i pellegrini del Vertice." Tutto grazie a tuo nonno. Grazie a te che hai sentito la necessità di condividerlo con gli altri. So che vai via, e voglio ringraziare per te che abbia dato un'altra dimensione a quello che io ho fatto per anni, cercando di diffondere questa luce tra alcuni pochi interessati, ma sempre in maniera timida, sempre pensando che la gente penserebbe che tutto questo era ridicolo. Sai quello che ho scoperto? Che benché l'estasi sia la capacità di uscire da uno stesso, il ballo è una maniera di salire allo spazio. Scoprire nuove dimensioni, ed anche cosí, seguire in contatto col tuo corpo. Col ballo, il mondo spirituale ed il mondo reale possono vivere senza conflitti. Credo che i ballerini classici si mettono in punta di piedi perché contemporaneamente stanno toccando la terra e raggiungendo il cielo. Che io ricordi, queste furono le sue ultime parole. Durante qualunque ballo al che ci consegniamo con allegria, il cervello perde il suo potere di controllo, ed il cuore prende le redini del corpo. È in quello momento quando appare il Vertice. Purché crediamo in lui, chiaro. Peter Sherney,cuarenta e sette anni, direttore generale di una filiale del Bank of, eliminato, in Holland Park, Londra. Accettai semplicemente ad Athena perché la sua famiglia era una di nostri più importanti; dopo

tutto, il mondo gira intorno agli interessi mutui. Come era troppo nervosa, la misi a lavorare in un dipartimento burocratico, col dolce rassicura che finisse per chiedere la dimissione; di questa maniera potrebbe dire a suo padre che aveva cercato di aiutarla, senza successo. La mia esperienza come direttore mi ero abituato a conoscere lo stato di coraggio delle persone benché non dicessero niente. Me l'avevano insegnato in un corso di direzione: se vuoi liberarti di qualcuno, fa' tutto quello che possa affinché finisca per mancare tu al rispetto e così potere licenziarlo per una causa giusta. Feci tutta la cosa possibile per raggiungere il mio obiettivo con Athena; come ella non dipendeva da quello denaro per sopravvivere, finirebbe per scoprire che lo sforzo di svegliarsi presto, lasciare al bambino in casa di sua madre, lavorare tutto il giorno in un impiego ripetitivo, tornare a prendere il bambino, andare al supermercato, badare dal bambino, metterlo a dormire, al giorno dopo tornare a perdere tre ore nel trasporto pubblico, tutto assolutamente non necessario, poiché c'erano altre maniere interessanti di passare il tempo. A poco a poco, era sempre di più irritabile, e risentii orgoglioso della mia strategia: andava ad ottenerlo. Ella incominciò a lamentarsi del posto nel quale viveva, dicendo che, nel suo appartamento, il proprietario soleva mettere la musica alta per le notti e che neanche poteva dormire già bene. Improvvisamente, qualcosa cambiò. In primo luogo, solo in Athena. E dopo in tutto l'ufficio. Come potei notare quello cambiamento? Buono, un gruppo di persone che lavoravano giunte è come una specie di orchestra; un buon direttore è il direttore, e sa che strumento è stonato, quale trasmette più emozione e quale semplicemente segue al resto del gruppo. Athena sembrava suonare il suo strumento senza il minore entusiasmo, sempre distante, senza condividere mai coi suoi compagni le allegrie né le tristezze della sua vita personale, facendo capire che, quando usciva dal lavoro, il resto del tempo si riassumeva in curare suo figlio e nient'altro. Fino a che incominciò a sembrare più riposata, più comunicativa, e gli contava a chi volesse ascoltare che aveva scoperto una tecnica di ringiovanimento. Indubbiamente quella è una parola magica: ringiovanimento. Venendo da qualcuno con solamente ventiún anni di età, suona assolutamente fuori di contesto, ed anche cosí, la gente la credè ed incominciarono a chiedergli il segreto di quella formula. La sua efficienza aumentò, benché la quantità di lavoro continuasse ad essere la stessa. I suoi colleghi che prima si limitavano a dargli i "buon giorno" ed i "buona notte", incominciarono ad invitarla a mangiare. Quando ritornavano, sembravano soddisfatti, e la produttività del dipartimento diede un salto gigantesco. So che le persone innamorate finiscono per contagiare l'ambiente nel quale vive: dedussi immediatamente che Athena aveva dovuto trovare qualcuno molto importante nella sua vita.

Glielo domandai e disse che sì, ed aggiunse che non era uscito mai con un cliente, ma che gli era stato in quello caso impossibile respingere l'invito. In una situazione normale, sarebbe stato licenziata immediatamente: le regole della banca erano chiare, i contatti personali erano completamente proibiti. Ma, per allora, mi ero reso conto che il suo comportamento aveva contagiato praticamente a tutto il mondo; alcuni dei suoi colleghi incominciarono a riunirsi con lei dopo il lavoro, e per quello che so, due o tre di essi erano stati almeno nella sua casa. La situazione mi risultava molto complicata; il giovane apprendista, senza nessuna esperienza lavorativa anteriore, che prima era timida ed a volte aggressiva, si era convertito ed una specie di leader naturale dei miei impiegati. Se la licenziava, crederebbero che fosse per gelosia, e perderebbe il suo rispetto. Se la manteneva, correva il rischio di perdere il controllo del gruppo in pochi mesi. Decisi di sperare un po', nel frattempo, la "energia", detesto questa parola, perché in realtà non vuole dire niente in concreto, non sia che stiamo parlando di elettricità, dell'ufficio incominciò a migliorare. I clienti sembravano più soddisfatti, e cominciarono a raccomandarci ad altri. I lavoratori erano allegri, e benché la quantità di lavoro si fosse piegata, non mi vidi obbligato ad assumere più gente per farlo, poiché tutti assumevano senza problemi i suoi obblighi. Un giorno ricevei una lettera dei miei superiori. Volevano che andasse a Barcellona, dove andava a celebrare una convenzione del gruppo, affinché spiegasse loro il metodo amministrativo che stava usando. Secondo essi, erano riusciti ad aumentare il beneficio senza elevare le spese, e quella è la cosa unica che interessa i dirigenti, in tutto il mondo, detto sia di passaggio. Che metodo? Il mio unico merito era sapere dove aveva incominciato tutto, e decisi di richiamare ad Athena al mio ufficio. La congratulai per l'eccellente produttività, ella mi ringraziò per lui con un'arrossisce.

Agii con attenzione, poiché non voleva che mi interpretasse male: - E come sta il tuo fidanzato? Ho pensato sempre che quello che riceve amore dà più amore. Che cosa fa? - Lavora in Scotland Yard, N.R: Dipartimento di investigazione legato alla polizia metropolitana di Londra. Preferii non entrare in più dettagli. Ma doveva seguire la conversazione ad ogni costa, e non poteva perdere troppo tempo. Ho notato un gran cambiamento in te, e… Ha notato un gran cambiamento nell'ufficio? Come rispondere così ad una domanda? Da una parte, starebbe dandogli più potere di quello che sarebbe consigliabile; per un altro, se non era diretto, non otterrebbe mai le risposte che necessitava. Sì, ho notato un gran cambiamento. E sto pensando di promuoverti. Devo viaggiare. Voglio uscire un po' di Londra, conoscere nuovi orizzonti. Viaggiare? Ora che tutto andava bene nel mio ambiente di lavoro, voleva andare via? Ma, pensando la cosa migliore, non era quello quello che io desideravo? - Posso aiutare alla banca se mi dà più responsabilità-continuò. Intenditore; si stava dando un'eccellente opportunità. Come non aveva pensato prima in è? "Viaggiare" significava separarla, recuperare la mia leadership, senza dovere caricare coi costi della mia dimissione o della ribellione. Ma doveva riflettere sul tema, perché, prima di aiutare alla banca, doveva aiutarmi. Ora che i miei capi avevano notato la crescita della nostra produttività, sapeva che doveva conservarla, col rischio di perdere il prestigio e rimanere in peggiore posizione che prima. A volte capisco perché gran parte dei miei compagni non cercano di fare troppo per migliorare: se non l od ottengono, li chiamano incompetenti. Se l'ottengono, si vedono obbligati a crescere sempre, e finiscono i suoi giorni con un infarto di miocardio. Diedi il seguente passo con attenzione: non è consigliabile spaventare la persona prima che riveli il segreto che vogliamo sapere; meglio fingere che siamo di accordo con quello che chiede. Cercherò di fare arrivare la tua petizione ai miei superiori. Per certo, mi riunisco con essi a Barcellona, e per quel motivo ho deciso di chiamarti. Starebbe nella cosa certa se dicesse che il nostro ufficio migliorò da quando, diciamo, la gente ha incominciato una migliore relazione con te?

Diciamo… una migliore relazione con sé stessi. Lei sa che non si sbaglia. Stai leggendo qualche libro su direzione che io non conosco? Non leggo quello tipo di cose. Ma mi piacerebbe che mi promettessi che realmente considera quello che gli ho chiesto. Pensai al suo fidanzato di Scotland Yard; se glielo prometteva e non lo compiva, andava a soffrire rappresaglie? Gli avrebbe insegnato ad alcuno tecnologia punta per ottenere risultati impossibili? Posso raccontarmelo assolutamente tutto, benché lei non mantenga la sua promessa. Ma non so se darà risultato, se non fa quello che gli insegni. La "tecnica di ringiovanimento?" Quello stesso. E non è sufficiente con conoscere la teoria? Forse. Alla persona che me l'insegnò l'ho attraverso alcuni fogli di carta. Mi rallegro che non mi forzasse a prendere decisioni che stanno oltre la mia portata e dei miei principi. Ma, in fondo, devo confessare che aveva un interesse personale in quella storia, poiché sognava anche un riciclaggio del mio potenziale. Gli promisi che farebbe tutta la cosa possibile, ed Athena incominciò a parlare di una lunga ed esoterica danza alla ricerca di un Vertice, o Asse, non mi ricordo oramai bene. Man mano che continuavamo a parlare, io cercavo di ordinare in maniera obiettiva le sue riflessioni allucinatorie. Un'ora non fu sufficiente, ed insieme prepariamo la relazione per presentare ai dirigenti della banca. In un determinato momento della nostra conversazione, ella mi disse sorridendo: Non tema scrivere qualcosa di troppo simile a quello che stiamo parlando. Credo che perfino i dirigenti di una banca siano gente come noi, in carne ed ossa, e sicuro che stanno interessati in metodi non convenzionali. Athena si sbagliava: in Inghilterra le tradizioni parlano sempre più alto delle innovazioni. Ma che cosa mi costava arrischiarmi un po', purché non mettesse il mio lavoro in pericolo? Come quello mi somigliavo completamente assurdo, doveva riassumerlo ed ordinarlo in modo che tutti potessero capirlo. Quell'era sufficiente. Prima di incominciare la mia conferenza a Barcellona, mi ripetei durante tutta la mattina: la "mia" strategia sta dando risultato, e quello è quello che importa. Lessi alcuni manuali e scoprii che, per presentare un'idea nuova col maggiore impatto possibile, bisogna anche strutturarla

affinché provochi all'udienza, cosicché la cosa prima che dissi ai dirigenti riuniti in un hotel di lusso fu una frase di san Pablo: "Dio nascose le cose più importanti dei saggi, perché non sono capaci di capire la cosa semplice, e decise di rivelarsili ai semplici di cuore", N.R: Impossibile sapere qui se si riferisce ad un appuntamento di Mateo l'Evangelista, 11,25, che dice: Ti ringrazio ", Padre, Sig. del cielo e terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi ed intenditori e li hai rivelate alla gente semplice." O ad una frase di Pablo (cor.1,27): "Al contrario, Dio scelse quello che il mondo ha per ignorante per confondere i saggi; quello che il mondo ritiene debole, per confondere ai forti".) Dicendo quello, tutto l'auditorium, che aveva passato due giorni analizzando grafici e statistiche, rimase in silenzio. Pensai che aveva perso il mio impiego, ma decisi di continuare. In primo luogo, perché aveva investigato sul tema, era sicuro di quello che diceva e meritava il credito. Secondo, perché in determinati momenti mi vedesse obbligato ad omettere la gran influenza di Athena in tutto questo processo, neanche stava mentendo. Ho scoperto che, per motivare oggigiorno i lavoratori, qualcosa è necessario più che un buon allenamento nei nostri centri perfettamente qualificati. Tutti noi abbiamo una parte ignorata che quando esce alla luce può fare miracoli. "Tutti lavoriamo per alcuno ragione: alimentare i nostri figli, guadagnare denaro per vivere, giustificare una vita, ottenere una quota di potere. Ma ci sono tappe tediose durante questo percorso, ed il segreto consiste in trasformare quelle tappe in un incontro con uno stesso. "Per esempio: non sempre la ricerca della bellezza è associata a qualcosa di pratico, ed anche cosí, la cerchiamo come se fosse la cosa più importante di questo mondo. Gli uccelli imparano a cantare, egli quale non significa che quello li aiuti ad ottenere cibo, ad evitare i predatori, né a liberarsi dei parassiti. Gli uccelli cantano, secondo Darwin, perché è l'unica maniera di riuscire ad attrarre il compagno e perpetuare la specie. Mi interruppe un dirigente di Ginevra che insisteva in che facesse una presentazione più obiettiva. Ma il direttore generale mi incoraggiò a proseguire, egli quale mi entusiasmò. Anche secondo Darwin che scrisse un libro capace di cambiare il corso l'umanità, N.R: L'origine delle specie, 1871, nel quale dimostra che l'uomo è un'evoluzione naturale di una specie di scimmia, tutti quelli che sono capaci di svegliare passioni stanno ripetendo qualcosa che succede già dall'epoca delle caverne, nella che i riti per corteggiare a l un altro erano fondamentali affinché la specie umana potesse sopravvivere ed evolvere. Bene, che cosa differenzia c'è tra l'evoluzione della specie umana e l'evoluzione di un ufficio bancario? Nessuna. Le due ubbidiscono alle stesse leggi: sopravvivono solo e si sviluppano i più qualificati. In quello momento, mi vidi obbligato a dire che aveva sviluppato quell'idea grazie alla spontanea collaborazione da una delle mie lavoratrici, Sherien Khalil. Sherine, alla quale gli piace che la chiamino Athena, portò al suo posto di lavoro un nuovo tipo di comportamento, cioè, la passione. Quello stesso, la passione, qualcosa che non consideriamo mai quando stiamo trattando di prestiti o di suole di spese. I miei lavoratori incominciarono ad

utilizzare la musica come stimolo per servire meglio i suoi clienti. Mi interruppe un altro dirigente dicendo che quell'era un'idea antica: i supermercati facevano la stessa cosa, utilizzando melodie che inducevano la gente a comprare. Non ho detto che mettiamo musica nel posto di lavoro. Hanno incominciato a vivere di forma differente, perché Sherine, o Athena, se lo preferiscono, ha insegnato loro a ballare prima di affrontare il suo lavoro giornaliero. Non so esattamente che meccanismo può svegliare quello nella gente; come direttore, sono responsabile dei risultati, non del processo. Io non ho ballato, ma ho compreso che, attraverso quello tipo di ballo, tutti si sentivano più uniti a quello che facevano. "Nasciamo, cresciamo e siamo stati educati con la massima che il tempo è denaro. Sappiamo esattamente che è il denaro, ma sappiamo quale è il significato della parola tempo? Il giorno ha ventiquattro ore ed un'infinità di momenti. Dobbiamo essere coscienti di ogni minuto, sapere approfittare di lui per quello che facciamo o semplicemente per la contemplazione della vita. Se deceleriamo, tutto duro più. Chiaro, può durare più il lavare i piatti, o la somma di saldi, o la raccolta di crediti, o l'elenco delle note provvisorie, ma perché non utilizzarlo in cose gradevoli, rallegrarsi per il fatto di essere vivo? Il principale dirigente della banca mi guardavo con sorpresa. Sono sicuro che voleva che continuasse a spiegare dettagliatamente tutto quello che aveva imparato, ma alcuni dei presenti incominciavano a sentirsi inquieti. Capisco perfettamente quello che vuole dire - commentò. So che i suoi lavoratori lavorano con più entusiasmo, perché ci sono almeno un momenti al giorno nel quale entrano con sé in contatto stessi. Mi piacerebbe congratularlo per essere stato il sufficientemente flessibile come per permettere l'integrazione di insegnamenti non ortodossi che stanno dando tanto eccellenti risultati. "Ma come stiamo in una convenzione, e stiamo parlando di tempo, dispone di cinque minuti per concludere la sua presentazione. Sarebbe possibile cercare di elaborare una lista di punti principali che ci permettano di applicare quelli principi in altri uffici? Aveva ragione. Tutto quello poteva essere buono per il lavoro, ma poteva essere anche molto male per la mia corsa, cosicché decisi di riassumere quello che avevamo scritto insieme. Basandomi su osservazioni personali, ho sviluppato vicino a Sherine Khalil alcuni punti, su quello che sono disposto a dibattere con chi sia interessato. Quelli sono i principali: "A, Tutti abbiamo una capacità ignorata, e che rimarrà sconosciuta per sempre. Anche cosí, può essere la nostra alleata. Come è impossibile misurarla o dare a questa capacità un valore economico, non è mai tesa in considerazione, ma come sto parlando con esseri umani, sicuro che capiscono a che cosa mi riferisco, almeno in teoria.

"B, Nel mio ufficio, tale capacità fu provocata attraverso una danza, basata in un ritmo che, se non mi sbaglio, proviene dai deserti dell'Asia. Ma il posto nel quale sorse è irrilevante, purché la gente possa esprimere col suo corpo quello che vuole dire la sua anima. So che qui la parola "anima" può essere fraintesa, cosicché suggerisco che la cambiamo con "intuizione." E se neanche questa parola è assimilabile, possiamo utilizzare "emozioni primarie", che sembra che abbia una connotazione più scientifica, benché esprima meno forza che le parole anteriori. C", prima di andare a lavorare, incoraggiai i miei lavoratori a che ballasse per lo meno un'ora, invece di fare ginnastica o esercizi di aerobica. Ballare stimola il corpo e la mente, incominciano il giorno esigendosi creatività a se stessi, ed utilizzano quell'energia accumulata nei suoi compiti dell'ufficio. D", I clienti e gli impiegati vivono in un stesso mondo: la realtà sono semplici stimoli elettrici nel nostro cervello. Quello che crediamo che "vediamo" è un impulso di energia in una zona completamente oscura della testa. Cosicché possiamo cercare di modificare questa realtà se entriamo nella stessa sintonia. In qualche modo che non posso capire, l'allegria è contagiosa, come l'entusiasmo e l'amore. O come la tristezza, la depressione, l'odio; cuci che possono percepire "intuitivamente" i clienti e gli altri impiegati. Per migliorare l'efficacia, bisogna creare meccanismi che mantengano questi stimoli positivi presenti. Molto esoterico-commentò una donna che dirigeva i fondi di azioni di un ufficio del Canada. Persi un po' la riparazione: non era riuscito a convincere nessuno. Fingendo ignorare il suo commento, ed utilizzando tutta la mia creatività, cercai un fine tecnico: La banca dovrebbe destinare una partenza del presupposto ad investigare come si prodursi questo contagio, così otterremmo molti più benefici. Quello fine mi somigliavo ragionevolmente soddisfacente, cosicché decisi di non utilizzare i due minuti che ancora mi rimanevano. Quando finì il seminario, alla fine di un giorno spossante, il direttore generale mi chiamò per cenare, davanti a tutti i colleghi, come se cercasse di dimostrare che mi appoggiavo su tutto quello che aveva detto. Non aveva avuto mai prima questa opportunità, e cercai di approfittare di lei la cosa migliore possibile; incominciai a parlare di obiettivi, suole, difficoltà delle borse valori, nuovi mercati. Ma egli mi interruppe: gli interessava più sapere tutto quello che io avevo imparato con Athena. Alla fine, per la mia sorpresa, portò la conversazione al terreno personale.

So a che cosa lei si riferisca nella conferenza quando menzionò tempo. Agli inizi di questo anno, mentre godeva delle ferie durante le feste, decisi di sedermi un momento nel giardino della mia casa. Presi il giornale della buca delle lettere, niente importante, salvo le cose che i giornalisti avevano deciso che dovevamo sapere, seguire, posizionarci al riguardo. "Pensai di richiamare qualcuno della mia squadra, ma sarebbe stato assurdo, poiché tutti stavano con le sue famiglie. Mangiai con mia moglie, coi miei figli ed i miei nipoti, feci un pisolino, quando mi svegliai presi una serie di note ed improvvisamente mi resi conto che ancora erano le due del pomeriggio, mi rimanevano altri tre giorni da lavorare, e per quanto adorasse la convivenza con la mia famiglia, incominciai a sentirmi inutile. "Al giorno dopo, approfittando del tempo libero, andai a diventare una prova dello stomaco il cui risultato, fortunatamente, fu soddisfacente. Andai dal dentista che mi disse che non c'era problema alcuno. Tornai a mangiare con mia moglie, i miei figli ed i miei nipoti, tornai a dormire, mi svegliai di nuovo alle due del pomeriggio e mi resi conto che non aveva assolutamente niente in cui concentrare la mia attenzione. Mi spaventai: non dovrebbe stare facendo qualcosa? Se volesse pensare in qualcosa di fare, non sarebbe un gran sforzo, dobbiamo sempre progetti sviluppare, lampadine che bisogna cambiare, foglie secche che bisogna scopare, ordinare libri, organizzare archivi in lui computer, etc., Come va se affrontava il vuoto totale E fu in quello momento nel quale ricordai qualcosa che mi sembrò molto importante: doveva andare fino alla buca delle lettere che rimane ad un chilometro della mia casa di campo, ed inviare alcuni biglietti di Natale che aveva dimenticato sopra al tavolo. "E mi sorpresi: perché devo inviare oggi quelli biglietti? Per caso è impossibile rimanere come sto ora senza fare niente? "Una serie di pensieri attraversarono la mia testa: amici che si preoccupano per cose che ancora non sono successi, conosciuti che sanno riempire ogni minuto delle sue vite con compiti che mi sembrano assurde, conversazioni insensate, lunghe chiamate per non dire niente importante. Ho visto già ai miei direttori inventando lavoro per giustificare il suo carico, o a lavoratori che sentono paura perché non è stato loro dedito niente importante per fare quello giorno e quello può significare che non sono oramai utili. Mia moglie che si tortura perché mio figlio ha divorziato, mio figlio che si tortura perché mio nipote ha tirato fuori note basse nella scuola, mio nipote che muore di paura per mettere triste ai suoi genitori, benché tutti sappiamo che quelle note non sono tanto importanti… Mi addentrai in una lunga e difficile lotta con me stesso per non alzarmi di lì. A poco a poco, l'ansietà fu cedendo passo alla contemplazione, ed incominciai ad ascoltare la mia anima, o intuizione, o emozioni primitive, secondo in quello che lei creda. Sia quello che sia, quella parte di me era ansiosa per parlare, ma sempre sono occupato.

"In questo caso non fu il ballo, bensì la completa assenza di rumore e di movimento, il silenzio, quello che mi fece entrare in contatto con me stesso. E, mi creda, seppi molte cose sui problemi che mi preoccupavano, benché tutti quelli problemi fossero spariti mentre io ero lì seduto. Non vidi a Dio, ma potei capire con più chiarezza le decisioni che doveva prendere. Prima di pagare il conto, mi suggerì che inviasse a quella lavoratrice al Dubai, dove la banca andava ad aprire un nuovo ufficio ed il rischio era alto. Come un eccellente direttore, sapeva che io avevo imparato già tutto quello che necessitava, e che ora era questione di dargli continuità, la lavoratrice poteva essere più utile in un altro posto. Senza saperlo, si stava aiutando a mantenere la promessa che aveva fatto. Quando girai a Londra, comunicai immediatamente l'invito ad Athena. Ella accettò al momento; disse che parlava arabo con fluidità, io lo sapevo, dovuto alle origini di suo padre. Ma non pretendevamo di fare commerci con gli arabi, bensì con gli stranieri. Ringraziai per lui il suo aiuto, ella non mostrò il minore interesse per la mia conferenza nella convenzione; mi domandò solo quando doveva preparare le valigie. Ancora oggi non Lei se era una fantasia quella storia del fidanzato di Scotland Yard. Credo che, se fosse verità, l'assassino di Athena starebbe già nella prigione, perché non mi credo in assoluto quello che contarono i giornali rispetto al crimine. Infine, posso capire molto di ingegneria finanziaria, posso darmi perfino il lusso di dire che il ballo aiuta gli impiegati di panca a lavorare meglio, ma non riuscirò mai a capire perché la migliore polizia del mondo è capace di cacciare ad alcuni assassini e lasciare ad altri sciolti. Ma quello non ha oramai importanza. Nabil Alaihi, età sconosciuta, beduino. Mi rallegra molto sapere che Athena aveva un mia foto nel posto di onore del suo appartamento, ma non credo che quello che gli insegnai sia di nessuna utilità. Venne qui, in mezzo al deserto, con un bambino di tre anni della mano. Aprì la borsetta, tirò fuori un registratore e si sedette davanti al mio negozio. So che la gente nella città normalmente davano il mio nome agli stranieri che voleva provare la cucina locale, ma gli dissi che ancora era molto presto per cenare. Sono venuto per un'altra ragione-ella disse -. Ho saputo per se nipote Hamid, cliente della banca nel che lavoro quale è lei un saggio. Hamid non è più che un giovane sconsiderato che benché dica che sono saggio, non ha seguito mai i miei consigli. Saggio era Maometto, il Profeta, che Dio lo benedica. Segnalai la sua automobile. Lei non dovrebbe condurre sola per un terreno al quale non è abituata, né arrischiarsi a venire qui senza una guida.

Invece di rispondermi, ella infiammò l'animo. All'improvviso, tutto quello che poteva vedere era a quella donna galleggiando nelle dune, al bambino guardando attonito ed allegro, ed il suono che sembrava inondare tutto il deserto. Quando finì, mi domandò se mi era piaciuto. Gli dissi che sì. Nella nostra religione ci sia una setta che balli per trovarsi con Allah, lodato sia il suo nome! , N.R: La setta in questione è il sufismo.) Perché bene - continuò prestandosi come Athena -. Da bambina sento che devo avvicinarmi a Dio, ma la vita mi allontana da Lui. La musica fu una delle maniere che trovai, ma non è sufficiente. Ogni volta che ballo, vedo una luce, ed ora quella luce mi chiede che prosegua. Non posso continuare ad imparare sola, necessito che qualcuno mi insegni. Qualunque cosa è sufficiente-risposi -. Perché Allah, il misericordioso, sta sempre vicino. Porta una vita degna, con quello rozza. Ma sembrava non essere convinta. Gli dissi che era occupato che doveva preparare la cena per i pochi turisti che andavano a venire. Ella rispose che aspetterebbe quello che fosse necessario. Ed il bambino? Non si preoccupi. Mentre prendeva di sempre le provvidenze, osservava la donna e suo figlio, i due sembravano avere la stessa età; correvano per il deserto, essere ridevano, facevano battaglie di sabbia, si lanciavano per il suolo e rodavano per le dune. Arrivò il guida con tre turisti tedeschi che mangiarono e chiesero birra; dovetti spiegarloro che la mia religione ostacolavo bere e servire avvinazzate alcoliche. L'invitai a lei e suo figlio a cenare, ed uno dei tedeschi si azzardò abbastanza con l'inaspettata presenza femminile. Commentò che stava pensando di comprare terreni, aveva accumulato una gran fortuna, e credeva nel futuro della regione. Molto bene - fu la risposta di lei -. Anche io lo credo. Non starebbe bene che cenasse in un altro posto per potere parlare meglio della possibilità di…? No - ella tagliò, dandogli il biglietto -. Se vuole, può cercare il mio ufficio. Quando i turisti andarono via, ci sediamo di fronte al negozio. Il bambino rimase dormito subito nel suo grembo; presi coperte per i tre e rimaniamo guardando il cielo stellato. Finalmente ella ruppe il silenzio. Perché Hamid dice che lei è un saggio? Forse perché ho più pazienza che lui. Ci fu un'epoca nella quale cercai di insegnargli la mia arte,

ma a Hamid gli interessava più guadagnare denaro. Ora debito di essere convinto che è più saggio di me; ha un appartamento, una barca, mentre io seguo qui, in mezzo al deserto, servendo i pochi turisti che vengono. Non capisce che mi soddisfa quello che faccio. Lo capisce perfettamente, perché parla a tutto il mondo di lei con molto rispetto. E che cosa significa la sua "arte?" Oggi ti ho visto ballando. Io faccio la stessa cosa, ma, invece di muovere il mio corpo, sono le lettere quelle che ballano. Ella sembrò sorpresa. La mia maniera di avvicinarmi ad Allah, se nomini sia lodato!, fu attraverso la calligrafia, la ricerca del senso perfetto di ogni parola. Una semplice lettera richiede che mettiamo in lei tutta la forza che contiene, come se stesse scolpendo il suo significato. Così, scrivendo i testi sacri, sta in essi l'anima dell'uomo che servì da strumento per divulgarli al mondo. "E non solo i testi sacri, bensì ogni cucia che scriviamo in una carta. Perché la mano che traccia le linee riflette l'anima di chi li scrive. Si abituerebbe lei quello che sa? In primo luogo, non credo che una persona tanto piena di energia abbia pazienza per quello. Inoltre, non fa parte del tuo mondo, nel quale le cose si imprimono, senza pensare troppo a quello che si sta pubblicando, se mi permetti il commento. Mi piacerebbe tentarlo. E durante più di sei mesi, quella donna che io credevo nervosa, esuberante, incapace di rimanere si ami né un solo momento, mi visitò il venerdì. Il figlio si sedeva in un angolo, prendeva alcuni carte e pennelli, e si dedicava anche a manifestare nei suoi disegni quello che i cieli determinavano. Io notavo il suo sforzo per mantenersi quieta, con la posizione adeguata, e gli domandava: "Non credi che sia migliore tentare un'altra cosa per distrarrti?" rispondeva Ella: Ho bisogno di "lui, devo calmare la mia anima, ed ancora non ho imparato tutto quello che lei può insegnarmi. La luce del Vertice mi dice che devo proseguire. Non gli domandai mai che cosa il Vertice era; non mi interessavo. La prima lezione, e forse il più difficile fu: - Pazienza! Scrivere non era solamente l'atto di esprimere un pensiero, bensì riflettere sul significato di ogni parola. Insieme incominciamo a lavorare i testi come un poeta arabo, poiché non credo che il Corano fosse adeguato per una persona educata in un'altra fede. Io gli mi stavo dettando ogni

lettera, e così ella si concentrava su quello che stava facendo, invece di volere sapere già il significadote la parola, della frase o del verso. Una volta, qualcuno mi disse che la musica era stata creata per Dio, e che era necessario un movimento rapido affinché le persone entrassero con sé in contatto stessa - mi disse Athena una delle frasi che passiamo insieme -. Per anni ho visto che quell'era verità, ed ora mi vedo forzata a fare la cosa più difficile del mondo: decelerare i miei passi. Perché la pazienza è tanto importante? Perché ci fa prestare attenzione. Ma io posso ballare ubbidendo solamente alla mia anima che mi obbliga a concentrarmi su qualcosa superiore a me stessa, e che mi permette di entrare in contatto con Dio, se posso utilizzare quella parola. Quello mi ha aiutato a trasformare molte cose, perfino il mio lavoro. Non è più importante l'anima? Chiaro. Tuttavia, se la tua anima è capace di comunicarsi col tuo cervello, potrai trasformare ma cucia ancora. Seguiamo insieme il nostro lavoro. Io sapevo che, in un momento o un altro, andava a dovere dirgli qualcosa che ella non era preparata per ascoltare, in modo che approfittai di ogni momento per continuare a disporre il suo spirito. Gli spiegai che prima della parola sta il pensiero. E, prima del pensiero, sta una scintilla divina che lo mise lì. Tutto, assolutamente tutto in questa terra tenia sentito, e le cose più piccole devono essere prese in considerazione. Ho educato il mio corpo affinché possa manifestare totalmente le sensazioni della mia anima ella diceva. Ora educa le tue dita, in modo che possano manifestare totalmente le sensazioni del tuo corpo. Così la tua immensa forza sarà concentrata. È lei un maestro. Che cosa è un maestro? Perché io ti rispondo: non è quello che insegna qualcosa, altro che quello quale ispira l'alunno affinché dia la cosa migliore di sé stesso e scopra quello che sa già. Presentii che Athena l'aveva sperimentato già, benché ancora fosse molto giovane. Come la scrittura rivela la personalità di ogni persona, scoprii che era cosciente che era amata non solo per suo figlio, bensì per la sua famiglia, e può che per un uomo. Scoprii anche che aveva doni misteriosi, ma cercai di non dirsilo mai, poiché quelli doni potevano provocare il suo incontro con Dio, ma anche la sua perdizione. Non mi limitavo ad addestrarla nella tecnica; cercava anche di trasmettergli la filosofia dei calligrafi. La piuma con la quale ora scrivi questi versi non è più che lo strumento.

Non ha coscienza, segue il desiderio del che la soggetta. Ed in quello somiglia molto a quello che chiamiamo "vita." Molte persone stanno semplicemente in questo mondo svolgendo un ruolo, senza capire che c'è una Mano Invisibile che la guida. "In questo momento, nelle tue mani nel pennello che traccia ogni lettera, stanno tutte le intenzioni della tua anima. Cerca di capire l'importanza di quello. Lo capisco, e mi rendo conto che è importante mantenere una certa eleganza. Perché lei mi esige che mi sieda in una determinata posizione che rispetti il materiale che utilizzo e che non incominci fino a che abbia fatto quello. Chiaro. Man mano che rispettava il pennello, scopriva che era necessario avere serenità ed eleganza per imparare a scrivere. E la serenità viene dal cuore. - L'eleganza non è qualcosa di superficiale, bensì la maniera che l'uomo trovò per onorare la vita ed il lavoro. Per quel motivo, quando siedi che la posizione ti è scomoda, non pensare che è falsa o artificiale: è vera perché è difficile. Fa che tanto la carta come la piuma si sentono orgogliosi del tuo sforzo. La carta smette di essere una superficie piana ed incolore, e passa ad avere la profondità delle cose che si mettono in lui. "L'eleganza è la posizione più adeguata affinché la scrittura sia perfetta. Nella vita è anche così: quando si scarta la cosa superflua, l'essere umano scopre la semplicità e la concentrazione: quanto più semplice e più sobria è la posizione, più bella sarà questa, benché all'inizio sembri scomodo. Ogni tanto, ella mi parlava del suo lavoro. Diceva che l'entusiasmava quello che faceva, e che aveva appena ricevuto una proposta di un poderoso emiro. Era andato alla banca a vedere ad un suo amico che era direttivo, gli emiri non vanno mai alla banca a tirare fuori denaro, hanno molti impiegati affinché lo facciano, e, parlando con lei, commentò che stava cercando qualcuno per incaricarsi della vendita di terreni, e gli piacerebbe sapere se era interessata. A chi gli andava ad interessare comprare terreni in mezzo al deserto o in un porto che non stava nel centro del mondo? Decisi di non dire niente; guardando dietro, mi rallegro di essere rimasto in silenzio. Parlò solo dell'amore di un uomo un'unica volta, benché ogni volta che arrivavano i turisti a cenare, e la vedevano lì, cercasse di sedurrla in qualche modo. Normalmente, neanche Athena si disturbava, fino a che un giorno uno di essi insinuò che conosceva il suo fidanzato. Ella diventò pallida, e guardò immediatamente il bambino che non stava prestando attenzione alla conversazione per fortuna. Di che cosa lo conosce? Sto in vena di scherzi - disse l'uomo -. Voleva solo sapere se era libero.

Ella non disse niente, ma capii che l'uomo che stava nella sua vita in quello momento non era il padre dal bambino. Un giorno arrivò più presto che di abitudine. Mi disse che aveva lasciato il suo lavoro nella banca, aveva incominciato a vendere terreni, e così avrebbe più tempo libero. Gli spiegai che non poteva insegnargli prima dell'ora prevista; doveva cose fare. Posso unire le due cose: movimento e quiete; allegria e concentrazione. Andò fino all'automobile, prese il registratore, ed a partire da quello momento, Athena ballava nel deserto prima di incominciare le classi, mentre il bambino correva e sorrideva a se intorno. Quando si sedeva per praticare calligrafia, la sua mano era più sicura che normalmente. Ci sono due tipi di lettere-gli spiegava io -. La prima si impadronisce di precisione, ma senza anima. In questo caso, benché il calligrafo abbia un gran dominio sulla tecnica, si è concentrato esclusivamente sul mestiere e per quel motivo non ha evoluto, è diventato ripetitivo, non è riuscito a crescere e qualche giorno lascerà l'esercizio della scrittura, perché pensa che si è trasformato in una routine. "In secondo tipo è la lettera che si impadronisce di tecnica, ma anche con anima. Per ciò, è necessario che l'intenzione di chi scrive sia di accordo con la parola; in questo caso, i versi più tristi smettono di rivestirsi di tragedia e si trasformano in semplici fatti che si trovavano nella nostra strada. Che cosa fa lei coi suoi disegnini? - domandò il bambino in perfetto arabo. Benché non capisse la nostra conversazione, faceva la cosa possibile per partecipare al lavoro di sua madre. Li vendo. Posso vendere i miei disegni? Devi vendere i tuoi disegni. Un giorno diventerai ricco con essi, ed aiuterai tua madre. Egli diventò contento col mio commento e seguì con quello che stava facendo in quello momento: una farfalla di colori. E che cosa faccio coi miei testi? -domandò Athena. Sai lo sforzo che ti è costato sederti in posizione corretta, tranquillizzare la tua anima, avere chiara la tua intenzione rispettare ogni lettera di ogni parola. Ma, per adesso, continua solo a praticare. "Dopo molto praticare, non pensiamo oramai a tutti i movimenti necessari: passano a fare parte della nostra propria esistenza. Prima di arrivare a quello stato, tuttavia, bisogna praticare, ripetere. E, per se fosse sufficiente, ripetere e praticare.

"Fissati ad un buon fabbro lavorando l'acciaio. Per il che non sa, ripete le stesse martellate. "Ma quello che conosce l'arte della calligrafia sa che, ogni volta che egli alza il martello e lo fa scendere, l'intensità del colpo è differente. La mano ripete lo stesso gesto, ma, man mano che si avvicina al ferro, capisce che deve toccarlo con più durezza o con più soavità. Con la ripetizione succede la stessa cosa: benché sembri uguale, è sempre distinta. "Arriverà un momento nel quale non dovrai pensare a quello che stai facendo. Passerai ad essere la lettera, l'inchiostro, la carta e la parola. Quell'arrivò quasi dopo un anno. In quello momento, Athena era già conosciuto in Dubai, mi destreggiavo clienti a cenare al mio negozio, e per essi potei sapere che la sua corsa andava molto bene: stavo vendendo pezzi di deserto! Una notte, preceduto di un gran seguito, apparve l'emiro in persona. Io mi spaventai; non era preparato per quello, ma egli mi tranquillizzò e ringraziò per me quello che stava facendo per la sua impiegata. È una persona eccellente, ed attribuisce le sue qualità a quello che sta imparando con lei. Sto pensando di dargli una parte di a società. Forse sia buona idea inviare ai miei venditori affinché imparino calligrafia, soprattutto ora che Athena deve andare via un mese di ferie. Non gli andava a servire da niente-risposi -. Semplicemente la calligrafia è una dei metodi che Allah, lodato sia il suo nome!, c'offrì. Insegna obiettività e pazienza, rispetto ed eleganza, ma possiamo imparare tutto quello… … col ballo-completò la frase Athena che stava vicino. O vendendo immobili-suggerii. Quando tutti andarono via, quando il bambino si cacciò in un angolo dal negozio, con gli occhi cerrándosele di sonno, presi il materiale di calligrafia ed e chiesi che scrivesse qualcosa. In mezzo alla parola, quello tolsi la piuma della mano. Era il momento di dire quello che doveva essere detto. Gli suggerii che camminasse un po' per il deserto. Hai imparato già tutto quello che necessitavi-dissi -. La tua calligrafia è sempre di più personale, più spontanea. Non è oramai una semplice ripetizione della bellezza, bensì un gesto di creazione personale. Hai compreso quello che i grandi pittori capiscono che per dimenticare le regole, bisogna conoscerli e rispettarli. Non hai bisogno "oramai degli strumenti coi quali imparasti. Non hai bisogno oramai della carta, né l'inchiostro, né la piuma, perché la strada è più importante di quello che ti portò a camminare. Una volta mi contasti che la persona che ti insegnò a ballare si immaginava musica nella sua testa, ed anche cosí, era capace di ripetere i ritmi necessari e precisi. Quello stesso. Se le parole stessero tutte unite, non avrebbero senso, o sarebbe molto complicato capirli: deve c'essere spazi tra esse.

Athena assistè con la testa. Ma, malgrado domini le parole, ancora non domini gli spazi in bianchi. La tua mano, quando questi concentrata, è perfetta. Quando salta di una parola all'altra, si perde. Come sappia lei quello? Ho ragione? Ha tutta la ragione. Per alcuni frazioni di secondo prima di concentrarmi sulla seguente parola, mi perdo. Cuci in quelle che non voglio pensare insistono nel dominarmi. E sai esattamente che è. Athena lo sapeva, ma non disse niente, fino a che ritornammo al negozio e potè prendere suo figlio addormentato in braccia. I suoi occhi sembravano essere pieni di lacrime, benché facesse la cosa possibile per controllarsi. L'emiro disse che andavi via di ferie. Ella aprì la porta dell'automobile, mise la chiave nel contatto e strappò. Durante qualche momento, solo il rumore del motore rompeva il silenzio del deserto. - So a che cosa ella si riferire-disse alla fine -. Quando scrivo, quando ballo, mi guida la Mano che tutto il creó. Quando vedo a Viorel dormendo, so che sa che è il frutto del mio amore per suo padre, benché non lo veda da più di un anno. Ma io… Rimase in silenzio di nuovo; il silenzio che era lo spazio in bersaglio tra le parole. -… ma io non conosco la mano che mi cullò per la prima volta. La mano che mi iscrisse nel libro di questo mondo. Io assentii solo con la testa. - Creda lei che quello è importante? - Non sempre. Ma nel tuo caso, finché non tocca quella mano, non mejorará…digamos… la tua calligrafia. - Non credo che sia necessario scoprire a chi non si prese mai il disturbo di amarmi. Chiuse la porta, sorrise ed andò via con l'automobile. Nonostante le sue parole, io sapevo quale il suo seguente passo sarebbe. Samira R. Khalil,madre di Athena

Fu come se tutte le sue conquiste professionali, la sua capacità per guadagnare denaro, la sua allegria col nuovo amore, la sua soddisfazione quando giocava con mio nipote, tutto avrebbe passato ad un secondo piano. Rimasi semplicemente terrorizzata quando Sherine mi comunicò la sua decisione di andare alla ricerca di sua madre biologica. Al principio, è chiaro, mi consolavo con l'idea che non esistesse oramai il centro di adozione che si sarebbe perso le schede che i funzionari Lei mostrasse implacabili, il governo era appena caduto ed era impossibile viaggiare, o che il ventre che la portò a questa terra non stesse oramai in questo mondo. Ma fu una consolazione momentanea: mia figlia era capace di tutto, e riusciva a superare situazioni che erano impossibili. Fino a quello momento, il tema era tabù nella famiglia. Sherine sapeva che era stato adottata, poiché il psichiatra di Beirut mi ero consultato che glielo contasse quando avesse l'età sufficiente per comprenderlo. Ma non aveva mostrato mai curiosità per sapere di che regione era venuto; la sua casa era stata Beirut, quando ancora era una casa per tutti noi. Come il figlio adottato di un mia amica finì per suicidarsi quando ebbe una sorella biologica - ed aveva solo sedici anni! -, noi evitiamo di ampliare la nostra famiglia, facemmo tutti i sacrifici necessari affinché capisse che era l'unica ragione delle mie allegrie e delle mie tristezze, dei miei amori e delle mie speranze. Anche cosí, sembrava che niente di quell'importasse. Il mio Dio, come possono essere tanto ingrati i figli! Conoscendo mia figlia, sapeva che non serviva da niente argomentargli tutto quello. Mio marito ed io passiamo una settimana senza dormire, e tutte le mattine, tutti i pomeriggi, ci bombardava con la stessa domanda: In che città della Romania nacqui? Per aggravare la situazione, Viorel piangeva, perché sembrava capire tutto quello che passava. Decisi di consultarlo con un altro psichiatra. Gli domandai perché una ragazza che l'aveva tutto nella vita era sempre tanto insoddisfatta. Tutti vogliamo sapere da dove veniamo-disse -. Quella è la questione fondamentale dell'essere umano nel piano filosofico. Nel caso di tua figlia, credo che è perfettamente giusto che cerchi di conoscere le sue origini, anche lei non sentirebbe quella curiosità? No, non la sentirebbe. Tutto il contrario, penserebbe che è pericoloso andare alla ricerca di qualcuno che mi respinse e che non mi accettò quando ancora non aveva forze per sopravvivere. Ma il psichiatra insistè: - Invece di affrontarla, cerchi di aiutarla. Può che vedendo che quello non è un problema per lei, desista. L'anno che ha passato lontano da tutti il suo amici debito di avergli creato una carenza emozionale che ora cerca di compensare attraverso provocazioni senza importanza. Solo per essere sicura che è amata. Sarebbe stato migliore che Sherine fosse andato, lei stessa, al psichiatra: così avrebbe compreso

le ragioni del suo comportamento. Dimostri fiducia, non veda una minaccia in quello, E se alla fine di lei vuole realmente proseguire, deve solo dargli gli elementi che chiede. Per quello che mi dice, è stato sempre una bambina problematica; chi sa se non uscirà più fortificata con questa ricerca. Domandai al psichiatra se aveva figli. Disse che no, ed allora capii che non era la persona più indicata per consigliarmi. Quella notte, quando stavamo davanti alla televisione, Sherine tirò fuori il tema: Che cosa stai vedendo? Le notizie. Per che motivo? Per sapere le novità del Líbano—respondió io marito. Io mi resi conto della trappola, ma era già tardi. Sherine si approfittò immediatamente della situazione. Infine, sembra che anche voi sentiate curiosità per sapere che cosa sta passando nella terra nella quale nasceste. Siete ben stabiliti in Inghilterra, avete amici, papà guadagna qui molto denaro, vivete con sicurezza. Anche cosí, comprate giornali libanesi. Cambiate canale fino a che esce alcuno notizia relazionata con Beirut. Vi immaginate il futuro come se fosse il passato, senza darvi conta che questa guerra non finisce mai. "Cioè, se non state in contatto con le vostre origini, sentite che avete perso il contatto col mondo. Vi costa tanto capire quello che io sento? Sei nostra figlia. Con molto orgoglio. E sarò vostra figlia per sempre. Per favore, non dubitiate del mio amore e della mia gratitudine per tutto quello che avete fatto per me; non sto chiedendo nient'altro mettere i piedi nel vero posto nel quale nacqui. Forse domandare a mia madre biologica perché mi abbandonò, o forse lasciare il tema quando la guardi agli occhi. Se non lo tento, mi sentirò codardo, e non potrò capire mai gli spazi in bianchi. Gli spazi in bianco? Imparai calligrafia mentre stava in Dubai. Ballo ogni volta che posso. Ma la musica esiste solo perché esistono gli spazi in bianchi. Quando sto facendo qualcosa, mi sento completa; ma nessuno può vivere in attività le ventiquattro ore del giorno. Nel momento nel che fermo, sento che mi manca qualcosa.

Mi avete detto "più di una volta che sono di natura una persona inquieta. Ma io non ho scelto questa forma di vivere: mi piacerebbe potere stare qui, tranquilla, vedendo la televisione. È impossibile la mia testa non ferma. A volte penso che giro matta, devo stare sempre ballando, scrivendo, vendendo terreni, badando a Viorel, leggendo qualunque cosa che passi per le mie mani. Credete che quello è normale? Forse sia il tuo temperamento-disse mio marito. La conversazione finì lì. Così come sempre: Viorel piangendo, Sherine rinchiudendosi nel suo mutismo, e me sicura che i figli non riconoscono mai quello che i genitori fanno per essi. Tuttavia, durante la colazione al giorno dopo, fu mio marito quello che tirò fuori il tema: Fa qualche tempo, quando stavi in Medio oriente, cercai di vedere come stavano le cose per ritornare a casa. Andai alla strada nella quale vivevamo; la casa non esiste oramai, benché stiano ricostruendo il paese, perfino con l'occupazione straniera e le costanti invasioni. Sperimentai una sensazione di euforia: chi sa se non era il momento di tornare ad incominciare tutto di nuovo? E fu giustamente quello, "tornare ad incominciare", quello che mi portò di giro alla realtà. Non è oramai il momento di darsi quello lusso; oggigiorno, voglio seguire con quello che sto facendo, non ho bisogno di nuove avventure. "Cercai la gente con la quale normalmente rimaneva per prendermi alcuni whiskys alla fine del pomeriggio. La maggioranza non stavano oramai, quelli che rimangono si lamentano della costante sensazione di insicurezza. Camminai per i posti per i quali passeggiava, e mi sentii come un estraneo, come se tutto quello non mi appartenesse oramai. La cosa peggiore di tutto è che il sonno di ritornare qualche giorno continuava ad a sparire man mano che mi trovavo con la città nella quale nacqui. "Ancora così, fu necessario. Ancora le canzoni dell'esilio stanno nel mio cuore, ma so che non torno a vivere nel Libano. In qualche modo, i giorni che passai a Beirut mi aiutarono ad intendersi meglio il posto del quale sto ora ed a stimare ogni secondo che passo a Londra. Che cosa vuoi dire, papà? Che hai ragione. Chissà sia migliore capire quelli spazi in bianchi. Possiamo rimanerci con Viorel mentre tu viaggi. Andò alla stanza e ritornò con una cartelletta giallognola. Erano carte dell'adozione che offrì a Sherine. Gli diede un bacio e disse che era già ora di andare a lavorare. Heron Ryan, giornalista.

Durante tutta quella mattina di 1990, tutto quello che poteva vedere dalla finestra del sesto piano di quell'hotel era l'edificio del governo. Avevano appena messo nel soffitto una bandiera del paese che indicava il posto esatto nel quale il dittatore megalomane era fuggito in elicottero, per trovarsi dopo con la morte poche ore, con l'intervento di quegli ai che aveva oppresso per ventidue anni. Le case antiche erano state spianate per Ceausescu, secondo il suo piano per fare una capitale che rivaleggiasse con Washington. Bucarest ostentava il titolo della città che aveva sofferto la maggiore distruzione fosse di una guerra o di una catastrofe naturale. Il giorno del mio arrivo, ancora cercai di camminare un po' per le sue strade col mio interprete, ma non c'era molto da vedere, oltre a miseria, disorientamento, sensazione che non c'era futuro, passato, né presenti: la gente viveva in una specie di limbo, senza sapere esattamente che passava nel suo paese né nel resto del mondo. Dieci anni più tardi, quando ritornai e vidi il paese intero risorgendo delle ceneri, capii che l'essere umano può superare qualunque difficoltà, ed il paese rumeno era un esempio di quello. Ma in quella mattina grigia, in quell'accoglienza di hotel grigio e triste, tutto quello che mi interessavo era sapere se l'interprete andava ad ottenere un'automobile e combustibile sufficienza affinché io potessi fare quell'investigazione finale del documentario per la BBC. Stava tardando, ed incominciai a dubitare: mi vedrei obbligato a girare all'Inghilterra senza ottenere il mio obiettivo? Aveva investito già una quantità significativa di denaro in contratti con storiografi, nell'elaborazione della rotta, nel rodaggio di alcuni interviste, ma la televisione, prima di firmare il compromesso finale, mi esigeva che andasse ad un determinato castello per sapere in che stato si trovava. Il viaggio stava uscendo più caro di quello che aveva immaginato. Cercai di chiamare la mia fidanzata; mi dissero che per ottenere linea che aspettare quasi un'ora. Il mio interprete poteva arrivare in qualunque momento con l'automobile, non c'era tempo da perdere; decisi di non correre il rischio. Tentai di ottenere qualche giornale in inglese, ma non fu possibile. Per ammazzare l'ansietà, incominciai a fissarmi, nella maniera più discreta possibile, nella gente che stava lì prendendo tè, altrui possibilmente a tutto quello che era successo l'anno anteriore: le rivolte popolari, gli assassini di civili a sangue freddo in Timisoara, le sparatorie per strade tra il paese e temuto servizio segreto che cercava disperatamente di mantenere il potere che ero scappato loro dalle mani. Vidi ad un gruppo di tre americani, ad una donna interessante, ma che non separava di moda gli occhi di una rivista, ed un tavolo pieno di uomini che parlavano a voce alta, ma il cui lingua non era capace di identificare. Andava ad alzarmi per ennesima volta, camminare fino alla porta di entrata per vedere se arrivava l'interprete, quando ella entrò. Doveva avere poco più di venti anni, N.R: Athena aveva ventitre anni quando visitò la Romania. Si sedette, chiese qualcosa per fare colazione, e vidi che parlava inglese. Nessuno degli uomini presenti sembrò notare l'arrivo, ma la donna interruppe di moda la lettura della rivista. Forse per colpa della mia ansietà, o del posto che si stava facendo cadere in una depressione,

ebbi coraggio e mi avvicinai. Scusa, non soglio fare questo. Credo che la colazione è il cibo più intimo del giorno. Ella sorrise, mi disse il suo nome, ed immediatamente io mi misi in guardia. Era stato molto facile; poteva essere una prostituta. Ma il suo inglese era perfetto, ed andava discretamente vestita. Decisi di non domandare niente, ed incominciai a parlare compulsivamente di me, dando mi conta che la donna del tavolo di al lato aveva lasciato la rivista e prestava attenzione alla nostra conversazione. Sono un produttore indipendente, lavoro per la BBC di Londra, ed in questo momento sto cercando di scoprire una maniera di arrivare fino a Transilvania… Notai che la lucentezza dei suoi occhi cambiava. -… per completare la mia documentazione sul mito del vampiro. Sperai: il tema svegliava sempre curiosità nella gente, ma ella perse l'interesse non appena menzionai il motivo della mia visita. Devi solo prendere quell'autobus-rispose -. Benché non creda che trovi quello che cerchi. Se vuoi sapere più busta Drácula, legge il libro. L'autore non stette mai in questa regione. E conosci tu Transilvania? Non lo so. Quella non era una risposta; forse fosse un problema con la lingua inglese, nonostante il suo accento britannico. Ma mi dirigo anche lì-continuò -. In autobus, chiaro. Per i suoi vestiti non sembrava essere un'avventuriera che continua per il mondo visitando posti esotici. La teoria della prostituta girò alla mia testa; forse stesse cercando di avvicinarsi. Vuoi che ti porti? Ho comprato già il mio biglietto. Io insistei, credendo che quello primo rifiuto faceva parte del gioco. Ma la girò a negarsi, dicendo che doveva fare il viaggio suola. Gli domandai di dove era, e notai che dubitava molto prima di rispondermi: Di Transilvania, te l'ho detto già. Non hai detto esattamente quello. Ma, se è verità. Potresti aiutarmi a fare gli esterni per il film e…

Il mio inconscio mi dicevo che doveva esplorare un po' più il terreno, ancora aveva l'idea della prostituta nella testa, e mi sarebbe piaciuto molto, moltissimo, che ella mi accompagnasse. Con parole educate, ella respinse la mia offerta. L'altra donna entrò nella conversione come se decidesse di proteggere la ragazza, io pensai che stava essendo impertinente e decisi di separarmi. L'interprete arrivò poco dopo, precipitoso, dicendo che aveva ottenuto tutta la cosa necessaria, ma che andava a costare un po' più caro, me l'aspettava già. Salii alla mia stanza, presi la valigia, che già stava preparata, entrai in un'automobile russa che cadeva a pezzi, attraversai lunghi viali quasi senza traffico, e comprovai che portava la mia piccola macchina fotografica, le mie appartenenze, le mie preoccupazioni, bottiglie di acqua minerale, panini e l'immagine di qualcuno che insisteva nel non uscire dalla mia testa. I giorni dopo, contemporaneamente che cercava di costruire una rotta di sperare - a contadini ed intellettuali rispetto al mito del vampiro, stavo rendendo conto che non cercava oramai solo di fare un documentario per la televisione inglese. Mi sarebbe piaciuto trovarmi di nuovo a quella ragazza arrogante, antipatica, autosufficiente che aveva visto in un caffè, in un hotel di Bucarest, e che in quello momento doveva stare lì, vicino a me; ecceda la quale io non sapevo assolutamente niente a parte il suo nome, ma che, come il mito del vampiro, sembrava succhiare tutta la mia energia. Un assurdo, qualcosa di insensato, qualcosa di inaccettabile per il mio mondo, e per il mondo di quelli che convivevano con me. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Non so che cosa sei venuto a fare qui. Ma, sia quello che sia, devi seguire fino al fine. Ella mi guardò, attonita. Chi sei? Mi misi a parlare della rivista femminile che stava leggendo, e l'uomo, dopo qualche tempo, decise di alzarsi ed uscire. Ora già poteva dire chi era. Se vuoi sapere la mia professione, studiai medicina alcuni anni fa. Ma non credo che quella sia la risposta che vuoi ascoltare. Feci una pausa. Il tuo seguente passo sarà tentare, con domande molto bene elaborata, sapere esattamente che sto facendo qui, in questo paese che è appena uscito dalla preistoria. Sarò diretta: che cosa sei venuto a fare qui? Poteva dire: Sono venuto al funerale del mio maestro, credo che si meritasse questo omaggio. Ma non sarebbe prudente parlare del tema; benché non avesse dimostrato nessun interesse per i

vampiri, la parola "maestro" richiamerebbe la sua attenzione. Come il mio giuramento mi impedisce di mentire, risposi con una "mezza verità." Voleva vedere dove nacque un scrittore chiamato Mircea Eliade di chi possibilmente mai faggi sentito parlare. Ma Eliade che passò gran parte della sua vita in Francia, era specialista en… digamos… miti. Ella guardò l'orologio, fingendo disinteresse. E non mi riferisco a vampiri. Mi riferisco a gente…digamos… che segue la strada che tu segui. Ella andava a bersi il caffè, ma interruppe il suo gesto. Sei del governo? O qualcuno contrattato per i miei genitori affinché mi segua? Io fui quello che dubitò su se seguire la conversazione; la sua aggressività era assolutamente non necessaria. Ma io potevo vedere la sua aura, la sua angoscia. Me somigliava molto a quando aveva la sua età: ferite interni ed esterni che mi spinsero a curare persone nel piano fisico ed ad aiutarli a trovare la strada nel piano spirituale. Volli dirgli le "tue ferite ti aiutano, ragazza", prendere la mia rivista ed andare via. Se l'avesse fatto, forse quello verso Athena sarebbe stato completamente differente, ed ancora sarebbe viva, vicino all'uomo che amava, badando a suo figlio, vedendolo crescere, sposarsi, riempirla di nipoti. Sarebbe ricca, probabilmente proprietaria di una compagnia di vendita di immobili. L'aveva tutto, assolutamente tutto per avere successo; aveva sofferto quanto basta come per sapere utilizzare le sue cicatrici al suo favore, e non era più che una questione di tempo il riuscire a diminuire la sua ansietà e proseguire. Ma che cosa fu quello che mi mantenne lì, cercando di seguire la conversazione? La risposta è molto semplice: curiosità. Non poteva capire perché quella luce brillante stava lì, nella fredda accoglienza dell'un hotel. Seguii: - Mircea Eliade scrisse libri con titoli strani: Occultismo, stregoneria e mode culturali, per esempio. O Nascita e rinascimento. Al mio maestro-lo dissi senza volere, ma ella non lo sentì o finse non l'avere sentito-gli piaceva molto il suo lavoro. E qualcosa mi dice, intuitivamente, che si interessa il tema a te. La girò a guardare l'orologio. Vado a Sibiu-ella disse -. il Mio autobus esce tra un'ora, cerco mia madre, se è quello quello che vuoi sapere. Lavoro come venditrice di immobili in Medio oriente, ho un figlio di quasi quattro anni, sono divorziato, ed i miei genitori vivono a Londra. I miei genitori adottivi, chiaro, perché

fui abbandonata nell'infanzia. Ella stava realmente in un stato molto avanzato di percezione; si era identificato con me, benché ancora non fosse cosciente di ciò. Sì, era quello quello che voleva sapere. Dovevi venire tanto lontano per investigare un scrittore? Non ci sono biblioteche nel posto nel quale vivi? In realtà, quello scrittore visse in Romania solo fino a finire l'università. Cosicché, se io volessi sapere più busta il suo lavoro, dovrebbe andare a Parigi, a Londra o Chicago, dove morì. Cosicché quella che sto facendo non è un'investigazione nel senso classico: voglio vedere dove mise i suoi piedi. Voglio sentire quello che l'ispirò per scrivere su cose che colpiscono la mia vita e la vita delle persone che rispetto. Scrisse anche su medicina? Meglio non rispondere. Mi resi conto che aveva riflesso sulla parola "maestro", ma pensava che era relazionata con la mia professione. Ella si alzò. Credo che presentì dove voleva arrivare io, poteva vedere che la sua luce brillava con più intensità. Sono solo capace di entrare in questo stato di percezione quando sto vicino a qualcuno molto simile a me. - Ti importerebbe accompagnarmi fino alla stazione? -domandò. In assoluto. Il mio aeroplano non usciva fino ad ultima ora dalla notte, ed un giorno intero, noioso, interminabile, mi presentavo Lei davanti. Per lo meno, aveva qualcuno con chi parlare un po'. Ella salì, ritornò con le sue valigie nelle mani e con una serie di domande nella testa. Incominciò il suo interrogatorio non appena usciamo dal hotel. Forse non torni a vederti nella vita-disse -, ma credo che abbiamo qualcosa in comune. Cosicché, come può che questa sia l'ultima volta che parliamo in questa reincarnazione, ti importerebbero essere diretta nelle tue risposte? Io assentii con la testa. Poiché hai letto quelli libri, credi che il ballo può portarci alla trance e farci vedere una luce? E che quella luce non ci dice assolutamente niente, salvo se siamo contenti o tristi? Domanda corretta!

Senza dubbio. Ma non solo il ballo; tutto quell'in quello che siamo capaci di centrare la nostra attenzione e ci permetta di separare il corpo dallo spirito. Come lo yoga, il discorso o la meditazione dei buddisti. O la calligrafia. Non aveva pensato a quello, ma è possibile. In quelli momenti nei che il corpo libera l'anima, questa sale ai cieli o scende in inferni, dipendendo dallo stato di coraggio della persona. In entrambi i posti, impara cose che deve sapere: già sia distruggere il prossimo, o curarlo. Ma non mi interessano oramai quelle strade individuali; nella mia tradizione ho bisogno dell'aiuto di… stai prestando attenzione a quello che dico? No. Vidi che si era fermato in mezzo alla strada e guardava una bambina che sembrava abbandonata. In quello momento mise la mano nella sua borsetta. Non gli fare dissi. Mira all'altro lato della strada: c'è lì una donna piena di malvagità. Ella mise lì a quella bambina per… Non mi importa. Ella tirò fuori alcuni monete. Io gli afferrai la mano. L'inviteremo a mangiare qualcosa. È più utile. Invitai la bambina ad andare ad un bar; gli comprai un panino e glielo diedi. La bambina sorrise e ringraziò per lui; gli occhi della donna che stava all'altro lato della strada sembrava brillare di odio. Ma le pupille grige della ragazza che camminava al mio fianco, per la prima volta, dimostravano rispetto per quello che io avevo appena fatto. Che cosa mi dicevi? Non importa. Sai quello che passò alcuni minuti fa? Entrasti nella stessa trance che quello che provoca il ballo. Ti sbagli. Sono sicura. Qualcosa toccò tuo inconscio; forse faggi si visto a te stessa, se non fossi stato adottata, mendicando per strada. In quello momento, il tuo cervello smise di reagire. Il tuo spirito uscì, viaggiò all'inferno, si trovò coi demoni del tuo passato. Per quel motivo non vestì la donna che stava all'altro lato della strada: stavi in trance. Una trance disorganizzata, caotica che ti spingeva a fare teoricamente qualcosa buono, ma praticamente inutile. Come se stessi… … in un spazio in bersaglio tra le lettere. Nel momento nel che una nota musicale finisce ed ancora l'altra non ha incominciato.

Esattamente. Ed una trance provocata di questa maniera può essere pericolosa. Quasi gli dissi: "Questo è il tipo di trance provocata per la paura: paralizza la persona, la lascia senza reazione, il suo corpo non risponde, la sua anima non sta oramai lì. Ti terrorizzò pensare a tutto quello che sarebbe potuto succedere nel caso in cui il destino non avesse messo ai tuoi genitori nella tua strada." Ma ella aveva lasciato le valigie nel suolo e si stava guardando fissamente. Chi sei tu? Perché stai dicendomi tutto questo? Come medico, mi chiamano Deidre OŃeill. Molto gusto. Come ti chiami? Athena. Ma nel passaporto mette Sherine Khalil. Chi ti mise quello nome? Nessuno importante. Ma non ti ho domandato il tuo nome, bensì chi sei. E perché a me ti sei avvicinato. E perché io ho sentito la stessa necessità di parlare con te. Sarà stato per il fatto che eravamo le due uniche donne del bar? Non credo: e stai dicendomi cose che danno senso alla mia vita. Tornò a prendere le valigie, e continuiamo a camminare verso la stazione di autobus. Anche io ho un secondo nome: Edda. Ma non fu scelto a caso. Come neanche credo che il caso c'abbia uniti. Davanti a noi stava la porta della stazione di autobus, dove varie persone entravano ed uscivano, militari con le sue uniformi, contadini, donne belle, ma vestite come si faceva dietro cinquanta anni. Se non fu il caso Che credi che fosse? Ancora mancava mezz'ora affinché uscisse il suo autobus, ed io avrei potuto rispondere egli: fu la Madre. Alcuni spiriti scelti emettono una luce speciale, devono trovarsi, e tu, Sherine o Athena, sei uno di quelli spiriti, ma devi lavorare molto per usare quell'energia nel tuo favore. L'avrebbe potuto contare che stava seguendo la strada classica di una maga che cerca attraverso l'individualità il suo contatto col mondo superiore ed inferiore, ma che finisce distruggendo la sua propria vita; serve, dà energia, ma non la riceve mai di giro. L'avrebbe potuto spiegare che, benché le strade siano individuali, c'è sempre una tappa nella quale le persone si uniscono, celebrano cerimonie, parlano delle sue difficoltà, e si preparano per rinascere della Madre. Che il contatto con la Luce Divina è la migliore realtà che un essere umano può sperimentare, ed anche cosí, la mia tradizione, questo contatto non si poteva fare in

maniera solitaria, perché avevamo alle nostre spalle anni, secoli di persecuzione, che c'avevano insegnato molte cose. Non vuoi entrare a prendere un caffè mentre aspetto l'autobus? No, io non volevo. Andava a finire per dire cose che, in quello momento, andavano ad essere fraintese. Certe persone sono state molto importanti nella mia vita - ella continuò -. Il proprietario del mio appartamento, per esempio. O un calligrafo che conobbi nel deserto vicino al Dubai. Può che mi dica cose che io possa condividere con essi, e pagarloro tutto quello che mi hanno insegnato. Allora, aveva avuto già maestri nella sua vita: perfetto! Il suo spirito era maturo. Tutto quello che doveva fare era continuare il suo allenamento; in caso contrario, andava a finire per perdere quello che aveva conquistato. Ma ero io la persona indicata? In una frazione di secondo, chiesi che la Madre mi ispirasse che mi dicesse qualcosa. Non ottenni risposta, egli quale non mi sorprese, perché Ella mi facevo sempre la stessa cosa quando si tentava di accettare la responsabilità di una decisione. Gli diedi il mio biglietto da visita e gli chiesi la sua. Ella mi diede una direzione in Dubai che io non avevo né da dove la minore idea rimaneva. Decisi di giocare un po', e provare un po' più. Non è una coincidenza che tre inglesi si trovino in un bar di Bucarest? Per quello che vedo nel tuo biglietto, tu sei scozzese, Quello nome disse che lavorava in Inghilterra, ma non so niente di lui. Ed io soy…rumana. Gli spiegai che doveva girare correndo al hotel a fare le mie valigie. Ora ella sapeva dove trovarmi, e se era scritto, ci vedremmo di nuovo; è importante permettere che il destino interferisca nelle nostre vite e decida quello che è migliore per tutti. VOSHO "BUSHALO”,SESENTA E CINQUE ANNI, PADRONE DI UN RISTORANTE. Quegli europei arrivano qui pensando che lo sanno tutto che meritano un migliore trattamento che hanno diritto ad inondarci di domande, e che siamo obbligati a risponderli. D'altra parte, si credono che cambiandoci il nome con qualcosa di più complicato, come "paese nomade", o "i nomadi", possono correggere gli errori che commisero nel passato.

Perché non continuano a chiamarci gitani e cercano di finire con le leggende che ci hanno fatto sempre sembrare maledetti davanti agli occhi del mondo? C'accusano di essere il frutto di un'unione illecita tra una donna ed il proprio demonio. Dicono che fu uno di noi quello che forgiò i chiodi che fissarono Cristo alla croce, e che le madri devono avere molto curato quando si avvicinano alle nostre carovane, perché sogliamo rubare ai bambini ed a trasformarli in schiavi. E per colpa di quell'hanno permesso massacri durante la storia: fummo cacciati come le streghe del Medioevo; per secoli i tribunali tedeschi non accettano la nostra attestazione. Quando il vento nazi scopò l'Europa, io ero nato già, e vidi come deportavano mio padre ad un campo di concentrazione della Polonia, con l'umiliante simbolo di un triangolo nero cucito nei suoi vestiti. Dei cinquecento mille gitani inviati per lavorare come schiavi, sopravvissero solo cinque mille per raccontare la storia. E nessuno assolutamente nessuno, vuole ascoltare così qualcosa. In questa regione dimenticata della Terra, nella quale decisero di stabilirsi la maggior parte delle tribù, fino all'anno scorso la nostra cultura, la nostra religione e la nostra lingua erano proibite. Se domandano a qualunque persona della città che pensa dei gitani, dirà senza pensare molto la cosa: "Sono" tutti alcuni ladri. Per quanto cerchiamo di portare una vita normale, lasciando l'eterna peregrinazione e vivendo in posti nei quali potremo essere facilmente concordi, il razzismo segue. I miei figli sono obbligati a sedersi nelle file di dietro nella sua classe, e non passa una settimana senza che qualcuno li insulti. Poi si lamentano che non rispondiamo direttamente alle domande, che cerchiamo di mascherarci, che non commentiamo mai apertamente le nostre origini. Per che motivo? Tutto il mondo distingue un gitano, e tutto il mondo sa come "proteggersi" dalle nostre "malvagità." Quando appare una bambina messa ad intellettuale, sorridendo, dicendo che fa parte della nostra cultura e della nostra razza, subito io mi metto in guardia. Può essere uno degli inviati della Securitate, la polizia segreta di questo dittatore, il Conducator, il Genio dei Cárpatos, il Leader. Dicono che fu giudicato e fucilato, ma io non me lo credo; ancora suo figlio ha potere in questa regione, benché stia desparecido in questo momento. Ella insiste; sorridere-come se fosse molto spiritoso quello che dice -, afferma che sua madre è gitana e che gli piacerebbe trovarla. Ha il suo nome completo; come potè ottenere tale informazione senza l'aiuto della Securitate? Meglio non irritare la gente che ha contatti nel governo. Gli dico che non so niente che semplicemente sono un gitano che ha deciso di stabilirsi e portare una vita onesta, ma ella continua ad insistere; vuole vedere sua madre. Io so chi è, so anche che più di venti anni fa ella ebbe un bebè e che lo lasciò in un orfanotrofio, e non si seppe nient'altro. Ci vedemmo forzati ad accettarla nel nostro circolo per colpa di quello fabbro che si credeva padrone del mondo. Ma chi garantisce che la ragazza intellettuale che sta di fronte a me è la figlia di Lilliana? Prima di cercare di cercare sua madre, dovrebbe rispettare per lo meno alcune delle nostre

abitudini, e non apparire vestita di rosso, perché non è il giorno del suo matrimonio. Dovrebbe usare gonne più lunghe, per evitare la lussuria degli uomini. E non mi avrebbe dovuto dirigere mai la parola della maniera in cui lo fece. Se io parlo al presente di lei, è perché per quelli che viaggiano il tempo non esiste; solo lo spazio. Veniamo di molto lontano, ci dicono che dell'India, altri affermano che la nostra origine sta in Egitto, il fatto è che carichiamo col passato come se fosse successo ora. Ed ancora le persecuzioni seguono. Ella cerca di essere simpatica, dimostra che conosce la nostra cultura, quando quello non ha la minore importanza; quello che dovrebbe conoscere sono le nostre tradizioni. Ho saputo nella città che è lei un Rom Baro, un capo di tribù. Prima di venire qui ho imparato molto nostra busta storia… Non è "nostra", per favore. È la mia, quella di mia moglie, dei miei figli, della mia tribù. Lei è una Europa. Lei non è stato mai lapidato per strada, come io quando aveva cinque anni. Credo che le cose stanno migliorando. Hanno migliorato sempre, per peggiorare dopo. Ma ella non smette di sorridere. Mi chiede un whiskey; le nostre donne non farebbero mai così qualcosa. Se fosse entrato solo qui per bere, o per cercare compagnia, sarebbe trattata come una consumatrice. Ho imparato ad essere simpatico, attento, elegante, perché il mio commercio dipende da quello. Quando quelli che frequentano il mio ristorante vogliono sapere più busta i gitani, telecronaca alcune cose curiose, dico loro che ascoltino al gruppo che tocca dentro un momento, telecronaca due o tre dettagli sulla nostra cultura, ed escono di qui con la sensazione che lo sanno tutto su noi. Ma la ragazza non viene qui alla ricerca di turismo, ma afferma che fa parte della razza. Mi tende di nuovo il certificato che ha ottenuto del governo. Penso che il governo ammazza, ruba, mente, peggiore non si arrischia a dare certificati falsi, e che allora ella deve essere la figlia di Liliana, perché è scritto il nome completo ed il posto nei quali viveva. Seppi per la televisione che il Genio dei Cárpatos, il Padre del Paese, il Conducator di tutti noi, quello che ci fece soffrire la fame mentre l'esportava tutto allo straniero, quello che aveva i palazzi con la posateria ricoperta in oro mentre il paese moriva di inanizione, quell'uomo e sua maledetta moglie normalmente chiedevano alla Securite che percorresse gli orfanotrofi prendendo bebè per essere allenato come assassini per lo Stato. Prendevano solo bambini, lasciavano alle bambine. Può essere verità che sia sua figlia. Guardo di nuovo il certificato e rimango pensando se dirgli dove si trova sua madre o no. Liliana si merita vedere questa intellettuale che dice che è "uno" dei nostri. Liliana si merita guardare

questa donna di fronte a fronte; credo che ha sofferto già tutto quello che doveva soffrire dopo avere tradito al suo paese, si coricò con la gratifica, N.R: Straniero, svergognò i suoi genitori. Forse sia il momento di finire col suo inferno che veda che sua figlia a sopravvissuto che ha guadagnato denaro, e perfino può aiutarla ad uscire dalla miseria nella quale si trova. Forse io possa riscuotere qualcosa per l'informazione. E, nel futuro, la nostra tribù ottenga alcuni favori, perché viviamo tempo confusi, nei che tutti dicono che il Genio dei Cárpatos è morto, perfino si esibiscono scene della sua esecuzione, ma può risorgere domani, come se tutto si trattasse di un eccellente colpo per vedere chi stava del suo lato e chi era disposto a tradirlo. I musicisti toccano dentro un momento, meglio parlare di commerci. So dove questa donna sta. Posso portarla fino a lei. Il mio tono di conversazione è ora più simpatico. Tuttavia, credo che quell'informazione ha un valore. Era già preparata per quello - risponde, tendendolo molto più denaro del quale io pensavo chiedere. Quello non dà né per pagare il taxi fino a lì. Avrà un'altra quantità uguale quando io sia arrivato al mio destino. E sento che, per la prima volta, ella vacilla. Sembra che abbia paura di proseguire. Prendo il denaro che ha messo nel banco. - Domani la porto fino a Liliana. Le sue mani tremano. Chiede un altro whiskey, ma improvvisamente un uomo entra nel bar, cambia colore e va immediatamente verso lei; capisco che dovettero conoscersi ieri ed oggi stanno parlando già come se fosse vecchi amici. I suoi occhi la desiderano. Ella è pienamente cosciente di ciò, e lo provoca ancora più. L'uomo chiede una bottiglia di vino, ambedue si sentono ad un tavolo, e sembra che si sia dimenticato completamente della storia di sua madre. Ma io voglio l'altra metà del denaro. Quando porto la bibita, gli domando in che hotel si sistema, e gli dico che starò lì alle 10 della mattina. HERON RYAN, GIORNALISTA Già col primo bicchiere di vino, commentò-senza che io gli domandassi niente, chiaro-che aveva fidanzato, polizia di Scotland Yard. Evidentemente era bugia; dovette leggere i miei occhi, e stava cercando di dirigermi.

Gli risposi che aveva una fidanzata, ed arriviamo ad un pareggio tecnico. Dieci minuti dopo avere incominciato la musica, ella si alzò. Avevamo parlato molto poco; niente di domande sulle mie investigazioni su vampiri, solo cose generali, impressioni sulla città, lamenti sulle strade. Ma quello che vidi a partire da lì-per meglio dire, quello che vide tutto il mondo nel ristorante-fu una dea che si mostrava in tutta la sua gloria, una sacerdotessa che evocava gli angeli ed i demoni. I suoi occhi erano chiusi, e sembrava che non era oramai cosciente di chi era, da dove stava, di quello che cercava nel mondo; era come se galleggiasse invocando il suo passato, rivelando il suo presente, scoprendo e profetizzando il futuro. Mescolava contemporaneamente erotismo e castità, pornografia e rivelazione, adorazione a Dio e la natura. Tutto il mondo smise di mangiare, e si mise a guardare quello che stava succedendo. Ella non seguii oramai la musica, erano i musicisti quelli che cercavano di accompagnare i suoi passi, e quello ristorante nel pianterreno di un antico edificio nella città di Sibiu si trasformò in un tempio egiziano, nel che le veneratrici di Iside normalmente riunivano si ferma i suoi riti di fertilità. L'odore della carne arrosta e del vino si cambiò per un incenso che c'elevava a tutti alla stessa trance, alla stessa esperienza uscire dal mondo ed entrare in una dimensione sconosciuta. Gli strumenti di saggia ed a fiato non suonavano oramai, seguì solo la percussione. Athena ballava come se non stesse oramai lì, il sudore gli cadeva per il viso, i piedi scalzi battevano con forza il suolo di legno. Una donna si alzò e, gentilmente, gli legò un fazzoletto coprendo il suo collo ed i suoi seni, poiché la sua blusa minacciava in ogni momento di scivolare della spalla. Ma ella sembrò non notarlo, stava in altre sfere, sperimentava le frontiere di mondi che toccano quasi il nostro, ma che non si lasciano mai rivelare. La gente del ristorante incominciò a dare palme per accompagnare la musica, ed Athena ballava con più velocità, captando l'energia di quelle palme, girando su sé stessa, equilibrandosi nel vuoto, strappando tutto quello che noi, poveri mortali, dovevamo offrire alla divinità suprema. E, improvvisamente, fermò. Tutti fermarono, perfino i musicisti che toccavano la percussione. I suoi occhi seguivano chiusi, ma le lacrime rodavano per il suo viso. Alzò le braccia verso il cielo, e gridò: - Quando moriremi, seppellitemi in piedi, perché ho vissuto di ginocchia tutta la mia vita! Nessuno disse niente. Ella aprì gli occhi come se risvegliasse da un profondo sonno, e camminò verso il tavolo, come se non avesse passato niente. L'orchestra girò a toccare, alcuni compagni occuparono la pista cercando di divertirsi, ma l'ambiente del locale si sembrava essersi trasformato completamente; dopo la gente pagò il suo conto ed incominciarono ad andare via da' ristorante.

Va bene tutto? - gli domandai, quando vidi che era già recuperata dello sforzo fisico. Ho paura. Ho scoperto come arrivare a dove non voleva. vuoi che ti accompagni? Ella negò con la testa. Ma mi domandò in che hotel stava. Gli diedi la direzione. Nei due giorni seguenti, finii le mie investigazioni per il documentario, comandai al mio interprete di giro a Bucarest con l'automobile affittata e, a partire da quello momento, rimasi in Sibiu solo perché voleva vederla un'altra volta. Benché sia stato sempre qualcuno che si orienti con la logica, capace di capire che l'amore può essere costruito e non semplicemente scoperto, sapeva che se non tornava a vederla starebbe lasciando per sempre in Transilvania una parte importante della mia vita, benché non lo scoprisse fino a molto più tardi. Lottai contro la monotonia di quelle ore senza fine, più di una volta andai fino alla stazione di autobus per vedere gli orari per Bucarest, spesi in chiamate alla BBC e la mia fidanzata più di quello che il mio piccolo presupposto di produttore indipendente si permetteva. Spiegava loro che il materiale ancora non era pronto che mi mancavano alcuni cose, forse un giorno più, forse una settimana, i rumeni erano molto complicati, si arrabbiavano sempre ogni volta che qualcuno associava la bel Transilvania con l'orribile storia di Drácula. Sembra che alla fine i produttori si convincessero, e mi lasciarono rimanere più tempo del necessario. Eravamo ospitati nell'unico hotel della città, ed un giorno ella apparve, mi vide di nuovo nell'accoglienza, nostro primo incontro sembrò ritornare alla sua testa; questa volta mi invitò ad uscire, e cercai di contenere la mia allegria. Io ero forse anche importante nella sua vita. Più tardi scoprii che la frase che aveva detto alla fine del suo ballo era un antico proverbio gitano. LILIANA, SARTA, ETÀ E SOPRANNOME SCONOSCIUTO. Parlo di lei in presente perché per noi non esiste il tempo, solo lo spazio. Perché sembra ieri. L'unica abitudine tribale che non seguii fu quella di avere al mio fianco al mio compagno nel momento di nascere Athena. Ma le levatrici vennero, pure sapendo che io mi ero coricato con una gratifica, un straniero. Mi sciolsero i capelli, tagliarono il cordone ombelicale, fecero vari nodi, e me lo diedero. In quello momento, secondo la tradizione, il bebè doveva essere avvolto in un capo d'abbigliamento di suo padre. Egli aveva lasciato un fazzoletto che mi ricordavo il suo profumo che ogni tanto io avvicinavo al mio naso per sentirlo vicino, ed ora quello profumo andava a sparire per sempre. Io l'avvolsi nel fazzoletto e la misi nel suolo affinché ricevesse l'energia della Terra. Rimasi lì da sapere che cosa sentire, né che cosa pensare; la mia decisione era presa.

Mi dissero che scegliesse un nome, e che non lo dicesse a nessuno; poteva essere solo pronunciato dopo che la bambina fosse battezzata. Mi diedero olio devoto, e gli amuleti che doveva mettergli due settimane dopo. Una di esse mi disse che non mi preoccupasse che la tribù intera era responsabile di lei, e che doveva abituarmi alle critiche che pronto finirebbero. Mi consigliarono anche di non uscire tra l'imbrunire e l'autrice, perché i tsinvari, N.R: Spiriti maligni, potevano attaccarci o possederci, ed allora la nostra vita sarebbe una tragedia. Una settimana dopo, non appena uscì il sole, andai fino ad un centro di adozione di Sibiu per lasciarla nell'entrata, sperando che una mano caritatevole venisse e la raccogliesse. Quando stava facendolo, mi sorprese un'infermiera e mi portò dentro. Mi offese quanto potè, disse che erano già preparati per quello tipo di comportamento: c'era sempre qualcuno vigilando, non poteva scappare facilmente dalla responsabilità di portare ad un bambino al mondo. Chiaro, non può aspettare un'altra cosa di una gitana: abbandonare suo figlio! Mi obbligarono a riempire una scheda con tutti i miei dati, e come non sapeva scrivere, tornò a ripetere un'altra volta: "Chiaro, una gitana. E non cercare di ingannarci dandoci dati falsi, o puoi finire nella prigione." Per Paura, finii per raccontare la verità. La vidi per ultima volta, e tutto quello che potei pensare fu: "Bambina senza nome che trovi amore, molto amore nella tua vita." Uscii e stavo camminando per il bosco per ore. Mi ricordavo delle molte notti della gravidanza, nelle quali amava ed odiava il bebè e l'uomo che lo mise dentro me. Come ogni donna, vissi col sonno di trovare il principe azzurro, sposarmi, riempire la mia casa di bambini e colmare alla mia famiglia di attenzioni. Come gran parte delle donne, finii per innamorarmi di un uomo che non poteva darmi quello, ma col che condivisi momenti che non dimenticherò mai. Momenti che io non potrei fargli comprendere la bambina, ella sarebbe sempre stigmatizzata nel seno della nostra tribù, una gratifica, una bambina senza padre. Io potevo sopportarlo, ma non voleva che ella passasse per la stessa sofferenza che io stavo passando da quando scoprii che era incinta. Piangeva e mi graffiava, pensando che forse il dolore mi farei pensare meno, ritornare alla vita, alla vergogna della tribù; qualcuno si farebbe carico dalla bambina, ed io vivrei sempre con l'idea di tornare a vederla qualche giorno, quando fosse maggiore. Mi sedetti nel suolo, mi aggrappai ad un albero senza potere smettere di piangere. Ma quando le mie lacrime ed il sangue delle mie ferite toccarono il suo tronco, una strana tranquillità si

impadronì di me. Mi somigliavo sentire una voce che diceva che non mi preoccupasse che il mio sangue e le mie lacrime avevano purificato quello verso la bambina e rarefatto la mia sofferenza. Da allora, ogni volta che mi dispero, ricordo quella voce, e mi calmo. Per quel motivo, non è una sorpresa vederla arrivare col Rom Baro della nostra tribù che prende caffè, chiede di bere, sorride con ironia e va via. La voce mi ero detto che ella andava a ritornare, ed ora sta qui, forse odio per l'avere abbandonata un giorno. Non devo spiegare perché lo feci; nessuno nel mondo potrebbe comprenderlo. Rimaniamo un'eternità guardandoci l'una all'altra, senza dire niente, solo guardandoci, senza sorridere, senza piangere, senza niente. Un germoglio di amore esce dal fondo dell'anima, non so se gli interessa quello che sento. Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa? L'istinto. Sempre l'istinto in primo luogo. Ella dice che sì con la testa. Entriamo nella piccola stanza nella quale vivo e che contemporaneamente le volte di sala fa, camera da letto, cucina, ed officina di cucitura. Lo guarda tutto, è attonita, ma fingo che non mi rendo conto: mi avvicino al focolare, ritorno con due piatti della spessa zuppa di verdure e grasso animale. Preparo forte un caffè, e quando gli getto lo zucchero, sento la sua prima frase: Assolo, per favore. Non sapeva che parlava in inglese. Andava a dirgli mi insegnò "" tuo padre, ma mi controllo. Mangiamo in silenzio, e man mano che continua a passare il tempo, tutto incomincia a sembrarmi familiare; sto lì con mia figlia, ella camminò per il mondo ma è ritornato già, ha conosciuto altre strade e ritorna a casa. So che è un'illusione, ma la vita mi ha dato tanti momenti di dura realtà che mi risulta facile sognare un

po'. chi è quello santa? -segnala un quadro della parete. Sacra Sara, la patrona dei gitani. Ho voluto sempre visitare la sua chiesa, in Francia, ma non possiamo uscire di qui. Non otterrebbe mai il passaporto, né permesso, né… Andava a dire: "Benché l'ottenesse, non avrebbe denaro" ma interrompo la mia frase. Ella potrebbe pensare che sto chiedendogli qualcosa. …. E ho molto lavoro. Gira il silenzio. Ella finisce la zuppa, infiamma un'animo, il suo sguardo non dice niente, né un sentimento. Pensasti che torneresti a vedermi? Gli rispondo che sì. Lo seppi ieri, per la donna del Rom Baro che stava nel ristorante. Si avvicina un temporale. Non vuoi dormire un po'? Non sento nessun rumore. Né il vento soffia più forte, né neanche meno che prima. Preferisco chiacchierare. Credimi. Ho tutto il tempo che voglia, ho tutta la vita che mi rimane per stare al tuo fianco. Non dire ora quello. … ma sei stanca - seguo, fingendo che non ho sentito il suo commento. Vedo che il temporale si avvicina. Come tutte le tempeste, porta distruzione; ma contemporaneamente bagna i campi, e la saggezza del cielo scende con la pioggia. Come ogni tempesta, deve passare. Quanto più violenta, più rapida. Grazie a Dio ho imparato ad affrontare le tempeste. E, come se le sacri Marías del Mare mi ascoltasse, incominciano a cadere le prime gocce sul tetto di zinco. Ella finisce la sua sigaretta, io gli prendo le mani, la porto fino al mio letto. Ella si corica e chiude gli occhi. Non so quanto tempo dorme; ed io la contemplo senza pensare a niente, e la voce che un giorno aveva sentito nel bosco mi dice che tutto sta bene che non devo preoccuparmi che i cambiamenti che il destino provoca nelle persone sono favorevole so sappiamo decifrare il suo contenuto. Non so chi l'aveva raccolta dell'orfanotrofio, l'aveva educata, l'aveva trasformata nella donna indipendente qua sembra essere. Prego una razione per la famiglia che aveva permesso a mia figlia di sopravvivere e cambiare vita. In mezzo al discorso, sento gelosia, disperazione, pentimento, e smetto di conversare con sacra Sara; era realmente importante che ritornasse? Qui

stava tutto quello che persi e non potrò mai recuperare. Ma qui sta anche la manifestazione fisica del mio amore. Io non so niente, ma contemporaneamente tutto mi è rivelato, girano le scene nelle quali penso al suicidio, considero l'aborto, mi immagino lasciando quell'angolo del mondo seguendo a piedi fino a dove le forze me lo permettono, il momento nel quale vedo correre il sangue e le mie lacrime per l'albero, la conversazione con la natura che si intensifica a partire da quello momento e non mi ha lasciato mai da allora, benché poca gente della mia tribù lo sappia. Il mio protettore che mi trovò vagando per il bosco, era capace di capire tutto quello, ma egli è appena morto. La luce è instabile, si spegne col vento, si accende col raggio, non sta mai lì, brillando come il sole, ma vale la pena lottare per lei", diceva. L'unico che mi aveva accettato, e convinto alla tribù che mi potevo girare a fare parte di quello mondo. L'unico con autorità morale sufficienza per evitare che io fossi espulso. E, infelicemente, l'unico che non andava a conoscere mai mia figlia. Pianse per lui, mentre ella rimane immobile nel mio letto, ella, che deve stare abituata a tutte le comodità del mondo. Migliaia di domande girano: chi i suoi genitori adottivi sono, dove vide, se era andato all'università, se ama qualcuno, quali i suoi piani sono. Tuttavia, io non sono quello che ho percorso il mondo cercandola, tutto il contrario; cosicché io non sto qui per fare domande, bensì per risponderli. Ella apre gli occhi. Penso di toccare il suo capello, in dargli l'affetto che aveva conservato durante tutti questi anni, ma rimango da sapere la sua reazione, penso che è meglio che mi controlli. Sei venuto fino a qui per sapere il motivo… No. Non voglio sapere perché una madre abbandona sua figlia; non c'è motivo per quello. Le sue parole mi rompono il cuore, ma non so come rispondergli. Chi sono io? Che sangue corre per le mie vene? Ieri, dopo avere saputo che potrebbe trovarti, sperimentai un stato completo di terrore. Per dove incomincio? Tu come tutte le gitane, debiti di sapere leggere il futuro con le lettere, no? - Non è verità. Facciamo solo quello con le gratifiche, gli stranieri, come mezzo per guadagnarci la vita. Non leggiamo mai le lettere, né le mani, né cerchiamo di prevedere il futuro quando stiamo con la nostra tribù. E tu… … sono parte della tribù. Benché la donna che mi portò al mondo mi abbia inviato lontano. Sì.

Allora, che cosa faccio qui? Ti ho visto già il viso, posso girare a Londra, le mie ferie stanno finendo. Vuoi sapere cose di tuo padre? Non ho il minore interesse. Ed improvvisamente capisco in che cosa posso aiutarla. È come se una voce altrui uscisse dalla mia bocca: - Comprende il sangue che corre per le mie vene e per il tuo cuore. È il mio maestro quello che parlava attraverso me. La gira a chiudere gli occhi e dorme quasi dodici ore seguite. Al giorno dopo la porto ai paraggi di Sibiu, dove hanno fatto un museo con case di tutta la regione. Per la prima volta ho il piacere di prepararlo la colazione. È più riposata, meno tesa, e mi domanda cose sulla cultura gitana, benché non cerchi mai di sapere cose di me. Parlami anche un po' di sua vita; so che sono nonna! Non parla di suo marito né dei suoi genitori adottivi. Dice che vendeva terreni in un posto molto lontano, e che pronto dovrebbe ritornare al suo lavoro. Gli spiego che posso insegnargli a fare amuleti per prevenire male il, ma non mi mostra il minore interesse. Ma quando gli parlo di erbe che curano, mi chiede che gli insegni a riconoscerli. Nel giardino per lui che portiamo a spasso tentativo trasmettergli tutta la mia conoscenza, benché sia sicura che lo dimenticherà tutto non appena ritorni alla sua terra nativa che ora so già che è Londra. Non possediamo la terra: ella è quella che ci possiede. Come anticamente viaggiavamo senza fermare, tutto quello che ci circondava era nostro: le piante, l'acqua, i paesaggi per i quali passavano le nostre carovane. Le nostre leggi erano le leggi della natura: i più forti sopravvivono, e noi, i deboli, gli eterni esiliati, impariamo a nascondere la nostra forza, per usarla solamente nel momento necessario. "Crediamo che Dio non creó l'universo; Dio è l'universo, noi stiamo in Lui, ed Egli sta in noi. Benché… Disoccupazione. Ma decido di continuare, perché questo è una maniera di omaggiare il mio protettore. … nella mia opinione, dovremmo chiamarlo Dea. Madre. Non della donna che abbandona sua figlia in un orfanotrofio, bensì di Quella che sta in noi e ci protegge quando stiamo in pericolo. Starà sempre con noi finché facciamo i nostri compiti con amore, allegria, capendo che niente è sofferenza, tutta è una maniera di lodare la Creazione. Athena-io so ora già il suo nome - devia lo sguardo verso una delle case che stanno nel giardino.

Che cosa è quello? Una chiesa? Le ore che c'era passo al suo fianco mi permettono di recuperare forze; gli domando se vuole cambiare tema. Ella riflette per un momento, prima di rispondere. Voglio continuare ad ascoltare quello che debba dirmi. Benché, per quello che capii dopo tutto quello che lessi prima di venire qui, quello che mi dici non incastra con la tradizione dei gitani. Fu il mio protettore che me l'insegnò. Perché sapeva cose che i gitani non sanno, obbligò a quelli della tribù ad accettarmi di nuovo nel suo circolo. E, man mano che imparava con lui, continuava a dare mi conta del potere della Madre; io che aveva respinto questa benedizione. Afferro un piccolo arbusto con le mani. - Se qualche giorno tuo figlio ha febbre, mettilo vicino ad una pianta giovane e scuote le sue foglie: la febbre passerà alla pianta. Se ti senti angosciata, fa' la stessa cosa. - Preferisco che mi segua parlando del tuo protettore. - Egli mi dicevo che all'inizio la Creazione era profondamente solitaria. Allora creó a qualcuno con chi parlare. Questi due, in un atto di amore, fecero una terza persona, ed a partire da lì, tutto si moltiplicò per migliaia, milioni. Mi hai domandato sulla chiesa che abbiamo appena visto: non so la sua origine, e non mi interessa, il mio tempio è il giardino, il cielo, l'acqua del lago e del ruscello che l'alimenta. Il mio paese sono persone che condividono la stessa idea con me, e non quegli a chi sono legata per i lacci di sangue. Il mio rituale è stare con quella gente celebrando tutto quello che sta intorno a mio. Quando pretendi di ritornare a casa? - Forse domani. Purché non ti disturbi. Un'altra ferita nel mio cuore che voglia. Te l'ho domandato solo perché voleva celebrare il tuo arrivo con gli altri. Posso farlo oggi di sera se sei di accordo. Ella non dice niente, e capisco che è un "sé." Ritorniamo a casa, l'alimento di nuovo, ella mi spiega che deve andare fino al hotel di Sibiu per prendere alcuno vestiti, quando ritorna, l'ho già tutto organizzato. Andiamo ad una collina al sud dalla città, ci sediamo attorno al falò che è appena stato accesa, suoniamo strumenti, cantiamo, balliamo, raccontiamo storie. Ella assistesti a tutto senza partecipare a niente, benché il Rom Baro abbia detto che era un'eccellente ballerina. Per la prima volta in tutti questi anni, sono allegro, per potere preparare un rituale per mia figlia e celebrare con lei il miracolo di essere vive, con salute, sommerse nell'amore della Gran Madre. Alla fine, dice che quella notte dorme al hotel. Gli domando se è un addio, ella dice che no. Ritornerà domani. Durante tutta una settimana, mia figlia e me condividiamo l'adorazione dell'Universo. Una di

quelle notti, ella porta ad un amico, ma mi spiegò che non è un fidanzato, né il padre di suo figlio. L'uomo che deve avere dieci anni più che ella, domanda a chi stiamo adorando nei nostri rituali. Gli spiego che adorare qualcuno significa-secondo il mio protettore-mettere a quella persona fosse del nostro mondo. Non stiamo adorando niente, solo comunicando con la Creazione. Ma pregate? Personalmente, io prego sacra Sara. Ma qui siamo parte di tutto, celebriamo invece di pregare. Penso che Athena si sente orgoglioso con la mia risposta. In realtà, io stavo ripetendo le parole del mio protettore. E perché lo fate giunte se possiamo celebrare soli il nostro contatto con l'Universo? Perché gli altri sono io. Ed io sono l'altro. In quello momento, Athena mi guarda, ed io sento che quella volta io sono quello che gli rompo il cuore. Vado via domani - disse. Prima di andarti, vedono a licenziarti di tua madre. È la prima volta, durante tutti quelli giorni, che uso quello termine. La mia voce non trema, il mio sguardo si mantiene fermo, ed io so che, nonostante tutto, lì sta il sangue del mio sangue, il frutto del mio ventre. In quello momento mi comporto come una bambina che ha appena compreso che il mondo non è pieno di fantasmi e di maledizioni, come ci hanno insegnato gli adulti; è pieno di amore, indipendentemente di come si manifesti. Un amore che perdona gli errori e che redime i tuoi peccati. Ella mi abbraccia per un momento lungo. Dopo, mi sistema il velo che porto per coprirmi i capelli, benché non abbia un marito, la tradizione gitana dice che devo usarlo, perché non sono oramai vergine. Che cosa mi prenota il domani, oltre alla partenza di un essere al che ho amato sempre e temuto nella distanza? Io sono tutti, e tutte sono io e la mia solitudine. Al giorno dopo, Athena appare con un mazzo di fiori, ordina la mia stanza, mi dice che devo usare occhiali perché i miei occhi si esauriscono con la cucitura. Mi domanda se gli amici coi quali celebro non finiscono per avere problemi con la tribù, e gli dico che non che il mio protettore era un uomo rispettato, aveva imparato cose che gli altri non sapeva, aveva discepoli in tutto il mondo. Gli spiego che è morto poco prima che ella arrivasse. Un giorno, gli fu avvicinato un gatto e lo toccò col suo corpo. Per noi, quello significava morte, e ci preoccupiamo; ma c'è un rituale per tagliare il maleficio.

"Tuttavia, il mio protettore disse che era già il momento di partire, doveva viaggiare per i mondi che egli sapeva che esistevano, tornare a nascere come bambino, e prima riposare un po' in braccia della Madre. La sua funzione funebre fu semplice, in un bosco qui vicino, ma assistè gente di tutto il mondo. - Tra essi, una donna di capelli neri, di circa trenta cinque anni? - Non mi ricordo bene, ma è possibile che sì. Perché vuoi saperlo? - Conobbi qualcuno in un hotel di Bucarest che mi disse che era venuto alla funzione funebre di un amico. Credo che dicesse qualcosa come il "suo maestro." Mi chiede che gli parli più dei gitani, ma non c'è molto che non sappia. Soprattutto perché, oltre alle abitudini e le tradizioni, quasi non conosciamo la nostra storia. Gli suggerisco che un giorno vada fino alla Francia, e porti nel mio nome una gonna per immagine di Sara al villaggio francese di Saintes - Maries-di - il-Mer. Venni fino a qui perché mi mancava qualcosa nella vita. Doveva riempire gli spazi in bianchi, e credei che solo con vederti il viso fosse sufficiente. Ma non; doveva anche capire che… era stato amata. Sei amata. Faccio una pausa lunga: finalmente posso mettere in parole quello che mi sarebbe piaciuto dire da quando le lasciai andare. Per evitare che rimanga commossa, seguo: Mi piacerebbe chiederti una cosa.

Quello che voglia. Voglio chiederti perdono. Ella si morde le labbra. Sono stato sempre una persona molto nervosa. Lavoro molto, curo mio figlio, ballo come una matta, ho imparato calligrafia, frequento corsi di perfezionamento di vendite, leggo un libro dietro un altro. Tutto per evitare quelli momenti nei quali non passa niente, perché quelli spazi in bianco mi davano la sensazione di un vuoto assoluto, nel che non c'è né una briciola di amore. I miei genitori l'hanno fatto sempre tutto per me, e credo che non smetta di deluderli. "Ma qui, mentre stavamo giunte, nei momenti nei che celebrai la natura ed alla Gran Madre con te, capii che quelli spazi in bersaglio incominciavano a riempirsi. Si trasformarono in pause: il momento nel quale l'uomo alza la mano del tamburo, prima di toccarlo di nuovo con forza. Credo che possa andare via; non dico che vada in pace, perché la mia vita ha bisogno di un ritmo al quale sono abituata. Ma neanche vado via amareggiata. Credono tutti i gitani nella Gran Madre? Se glielo domandi, nessuno ti dirà che sì. Hanno adottato le credenze e le abitudini dei posti nei quali si sono andati installando. Tuttavia, la cosa unica che c'unisce nella religione è adorare sacra Sara e peregrinare per lo meno una volta nella vita alla sua tomba, in Saintes Maries-di-il-Mer. Alcuni tribù la chiamano Sarah-Kali, Sara la Sfortuna. O Vergine dei Gitani, come quella si conosce in Lourdes. Ho che andare-disse Athena dopo un momento -. L'amico che conoscesti l'altro giorno accompagno. Sembra un buon uomo. Parli come una madre. Sono tua madre. Sono tua figlia. Mi abbracciò, questa volta con lacrime negli occhi. Tagliai i suoi capelli, mentre l'aveva tra le mie braccia come aveva sognato sempre, da quando un giorno, il destino-o la mia paura - ci separò. Gli chiesi che Lei curasse, ed ella mi rispose che aveva imparato molto. Impari più ancora perché, benché oggi tutti stiamo soggetti a casa, città, impieghi, ancora mi corre per il sangue il tempo delle carovane, i viaggi e gli insegnamenti che la Gran Madre metteva nella nostra strada affinché potessimo sopravvivere. Impara, ma impara sempre con gente al tuo fianco.

Non andare sola in questa ricerca: se cedi un passo sbagliato, non avrai nessuno per aiutarti a correggerlo. Ella continua a piangere, abbracciata a me, quasi chiedendomi rimanere. Implorai al mio protettore che non mi lasciasse versare né una lacrima, perché voleva la cosa migliore per Athena, ed il suo destino era proseguire. Qui, in Transilvania, a parte del mio amore, non andava a trovare nient'altro. E benché io creda che l'amore è sufficiente per giustificare tutta un'esistenza, ho l'assoluta certezza che non posso chiedergli che sacrifichi il suo futuro per rimanere al mio fianco. Athena mi dà un bacio nella fronte e va via senza dire addio, pensando che un giorno forse ritornerebbe. Tutte le navidades mi inviava il sufficiente denaro per passare tutto l'anno senza dovere cucire; non andai mai alla banca per riscuotere i suoi assegni, benché tutti quelli della tribù pensassero che mi comportavo come un ignorante. Sei mesi fa, smise di comandare denaro. Dovette capire che ho bisogno della cucitura per riempire quello che ella chiamava i "spazi in bianchi." Per quanto desiderasse vederla un'altra volta, so che non ritorna mai; in questo momento deve essere una gran dirigente, sposata con un uomo al che ama, devo avere molti nipoti, ed il mio sangue perdurerà in questa terra, ed i miei errori saranno perdonati. SAMIRA R. KHALIL, CASALINGA. Non appena Sherine entrò in casa gridando ed abbracciando ad un spaventato Viorel, capii che tutto era andato meglio di quello che mi immaginavo. Sentii che Dio aveva ascoltato i miei discorsi, ed ora non aveva oramai nient'altro da scoprire su sé stessa. Finalmente poteva adattarsi ad una vita normale, allevare suo figlio, sposarsi un'altra volta, ed allontanarsi contemporaneamente da tutta quell'ansietà che la metteva euforica e depressiva. Ti voglio, mamma. Fu il mio turno per afferrarla e stringerla nelle mie braccia. Durante alcune di quelle notti nelle che stette fuori, confesso che mi spaventavo l'idea che comandasse a qualcuno a cercare a Viorel, e che non ritornasse mai più. Dopo avere mangiato, lavarsi, contarmi il suo incontro su sua madre biologica, descrivermi i paesaggi di Transilvania, io non mi ricordavo bene, poiché fui solo alla ricerca di un orfanotrofio, gli domandai quando ritornava al Dubai. La settimana che viene. Prima devo andare in Scozia a vedere una persona. Un uomo! Una donna - ella continuò, notando possibilmente il mio sorriso di complicità -. Sento che ho una missione. Ho scoperto cose che non credeva che esistesse mentre celebrava la vita e la natura. Quello che credei che poteva trovare solo nel ballo sta da tutte le parti. E ha viso di donna: io la

vidi in… Mi spaventai. Gli dissi che la sua missione era curare suo figlio, cercare di essere migliore nel suo lavoro, guadagnare più denaro, sposarsi di nuovo, rispettare a Dio tale e come lo conosciamo. Ma Sherine si non stava ascoltando. Fu una notte nella quale eravamo seduti attorno al falò, bevendo, ridendo con storie, ascoltando musica. Salvo una volta nel ristorante, tutti i giorni che passai lì non sentii la necessità di ballare, come se stesse accumulando energia per qualcosa di differente. Improvvisamente sentii che tutto alla mia periferia era vivo, battendo; la Creazione ed io eravamo una sola cosa. Piansi di allegria quando le fiamme del falò sembrarono trasformarsi nel viso di una donna, piena di compassione che mi sorridevo. Sentii un brivido; stregoneria gitana, sicuro. E contemporaneamente mi girò l'immagine della bambina nella scuola che diceva che aveva visto "una donna di bianca." Non ti lasciare portare per quelle cose che sono del demonio. Hai avuto sempre un buon esempio nella nostra famiglia, è che non puoi portare una vita normale? Per quello visto, mi ero precipitato credendo che il viaggio alla ricerca di sua madre biologica l'aveva fatto bene. Ma, invece di reagire di sempre con l'aggressività, ella continuò sorridendo: Che cosa è normale? Perché papà vive sovraccarico di lavoro, se abbiamo già denaro sufficiente come per mantenere a tre generazioni? È un uomo onesto, si merita quello che guadagna, ma dice sempre, con un certo orgoglio, che ha troppo lavoro.. Per che motivo? Dove vuole arrivare? È un uomo che dignifica la sua vita. Quando viveva con voi, ogni volta che arrivava a casa mi chiedevo dei doveri, mi davo alcuni esempi della cosa necessaria che era il suo lavoro per il mondo, accendeva la televisione, faceva commenti sulla situazione politica nel Libano, prima di addormentarsi leggeva uno o un altro libro tecnico, era sempre occupato. "E con te, la stessa cosa; io ero migliore vestita nella scuola, mi portavi a feste, badavi alle cose di casa, sei stato sempre buona, affettuosa, e mi hai dato un'educazione impeccabile. Ma ora che si avvicina la vecchiaia: che cosa pensate di fare nella vita, ora che sono cresciuto già e sono indipendente?

viaggiamo. Percorrere il mondo, godere del nostro castigo riposo. Perché non lo fate già, mentre ancora avete salute? Mi ero domandato già la stessa cosa. Ma sentiva che mio marito aveva bisogno del suo lavoro; non per il denaro, bensì per la necessità di essere utile, di dimostrare che un esiliato compie i suoi compromessi. Quando prendeva ferie e rimaneva nella città, faceva sempre la cosa possibile per andare all'ufficio, parlare coi suoi amici, prendere un o un'altra decisione che potrebbe sperare. Cercava di forzarlo ad andare al teatro, al cinema, ai musei, faceva tutto quello che io gli chiedevo, ma sentii che si annoiava; la cosa unica che gli interessava era la firma, il lavoro, i commerci. Per la prima volta parlai con lei come se fosse un'amica, e non mia figlia, ma usando un linguaggio che non mi compromettesse, e che ella potesse capire facilmente. Credi che anche tuo padre cerca di riempire quello che tu chiami "spazi in bianchi?" Il giorno che si ritiri, benché io creda che quello giorno non arriva mai, puoi essere sicura che deprime. Che cosa fare tanto arduamente con quella libertà conquistata? Tutti lo congratuleranno per la sua brillante corsa, per l'eredità che ci lasciò, per l'integrità con la che ha diretto la sua firma. Ma nessuno avrà tempo per lui: la vita segue il suo corso, e tutti sono immersi in lei. Papà si sentirà un esiliato di nuovo, ma questa volta non avrà un paese per rifugiarsi. Hai alcuno idea migliore? Ho solo una: non voglio che quello mi passi. Sono troppo nervosa, e non mi capire male, non sto gettando la colpa all'esempio che mi avete dato. Ma devo cambiare. "Cambiare rapido. DEIDRE OŃEILL, CONOSCENTE COME EDDA. Seduta in completa oscurità. Il bambino, è chiaro, uscì immediatamente dalla sala - la notte è il regno del terrore, dei mostri del passato, dell'epoca nella che camminavamo come i gitani, come mio antico maestro-,que la Madre abbia compassione della sua anima e stia essendo badato affettuosamente fino al momento a ritornare. Athena non sa che fare da quando spensi la luce. Domanda per suo figlio, gli dico che non si preoccupi che lo lasci del mio conto. Esco, infiammo l'animo, metto un canale di cartoni animati, lo tolgo il suono; il bambino rimane ipnotizzate, e subito il problema è risoluto. Mi metto a pensare come sarebbe nel passato, perché le donne andavano allo stesso rituale che Athena, portavano ai suoi figli, ma non c'era televisione. Che cosa faceva dalla gente che stava lì per

insegnare? Buono, non è il mio problema. Quello che il bambino sta sperimentando di fronte alla televisione - una porta ad una realtà differente-è la stessa cosa che provoco in Athena. È tutto tanto semplice, e contemporaneamente, tanto complicato! Semplice, perché nausea con cambiare atteggiamento. Non cerco più la felicità. A partire da ora sono indipendente, vedo la vita coi miei propri occhi, e non con quelli degli altri. Cerco l'avventura di essere viva. E complicato: perché non cerco la felicità se la gente mi ha insegnato che è l'unico obiettivo che vale la pena? Perché arrischio a prendere una strada che altri non si arrischiarono a prendere? Dopo tutto, che cosa è la felicità? Amore, rispondono. Ma l'amore non dà, e non ha dato mai felicità. Tutta il contrario, è sempre un'angoscia, un campo di battaglia, molte notti in candela, domandandoci se stiamo facendo la cosa corretta. Il vero amore è fatto di estasi ed agonia. Pace, allora. Pace? Se guardiamo la Madre, ella non sta mai in pace. L'inverno lotta con l'estate, il sole e la luna non si vedono mai, la tigre persegue l'uomo che ha paura del cane che perdigue al gatto che persegue il topo che spaventa l'uomo. Il denaro dà la felicità. Molto Bene: allora tutte le persone che hanno il denaro sufficiente per vivere con un alto tenore di vita potrebbero smettere di lavorare. Ma seguono più nervose che prima, come se temessero perderlo tutto. Il denaro dà più denaro, quella è verità. La povertà può provocare l'infelicità, ma al contrario non è certo. Ho cercato la felicità per molto tempo della mia vita; ora quella che voglio è allegria. L'allegria è come il sesso: incomincia e finisce. Io voglio piacere. Voglio essere contenta, ma felicità? Non cado oramai in quella trappola. Quando sto con un gruppo di persone e decido di provocarli mediante una delle questioni più importanti della nostra esistenza, tutte dicono: "Sono felice." Seguo: "Ma non vuoi avere più, non vuoi continuare a crescere?" Tutti rispondono: "Chiaro." Insisto: "Allora" non sei felice. Tutti cambiano tema.

È meglio che ritorni alla sala nella quale sta ora Athena. Oscura. Ella ascolta i miei passi, il cerino che si gratta ed infiamma un'animo. Tutto quello che ci circonda è il Desiderio Universale. Non è la felicità; è un desiderio. Ed i desideri sono sempre incompleti: quando si realizzano, smettono di essere desideri, no? Dove sta mio figlio? Tuo figlio sta bene, vedendo la tele. Voglio solo che guardi questa candela che non parli che non dica niente. Crede solo. Credere che… Ti ho chiesto che non dicessi niente. Sei viva, e questa candela è l'unico punto del tuo universo, devi credere in quello. Dimentica sempre per quell'idea che la strada è una maniera di arrivare ad un destino: in realtà, stiamo arrivando sempre, ad ogni passo. Ripetilo tutte le mattine: Sono arrivato. Vedrai che è molto più facile stare in contatto con ogni secondo del giorno. Feci una pausa. La fiamma della candela sta illuminando il tuo mondo. Domandagli: Chi sono io? Sperai un po' più. E seguii: Immagino la tua risposta: sono tizia di tale, ho vissuto questo e quelle esperienze. Ho un figlio, lavoro in Dubai. Ora torna a domandare alla candela: Chi non sono io? Sperai di nuovo. E di nuovo seguii: Debiti di avere risposto: non sono una persona allegra. Non sono una tipica madre di famiglia che si preoccupa solo di suo figlio, di suo marito, di avere una casa con giardino ed un posto nel che passare le ferie tutta l'estate. Ho indovinato? Puoi parlare. Hai indovinato. Allora siamo durante il tragitto corretto. Sei, come io, una persona insoddisfatta. La tua "realtà" non incastra con la "realtà" degli altri. E si fa paura che tuo figlio segua lo stesso cammino non? Sì. Ancora così sai che non puoi fermare. Lotte, ma non sei capace di controllare i tuoi dubbi. Guarda bene questa candela: in questo momento, è il tuo universo; concentra la tua attenzione, illumina un po' ad intorno tuo. Respira profondo, picchetto l'aria nei polmoni il massimo tempo possibile, e

spira. Ripetilo cinque volte. Ella ubbidì. Questo esercizio avrebbe dovuto calmare la tua anima. Ora ricorda quello che ti ho detto. Devi credere. Devi credere che sei capace che sei arrivato già a dove volevi. In un determinato momento della tua vita, come mi contasti questo pomeriggio mentre prendevamo tè, dicesti che aveva cambiato il comportamento la gente della banca nella quale lavoravi, perché avevi insegnato loro a ballare. Non è verità. Lo cambiasti "tutto, perché cambiasti la tua realtà col ballo. Credesti in quella storia del Vertice che mi sembra interessante, benché non abbia sentito mai parlare di lei. Ti piaceva ballare, credevi in quello che stavi facendo. Non può credersi in qualcosa che non ci piace, capisci? Athena assentì con la testa, mantenendo loso occhi fissi nella fiamma della candela. La fede non è un desiderio. La fede è una Volontà. I desideri sono sempre cose che si riempiono, la Volontà è una forza. La Volontà cambia lo spazio che sta intorno a nostro, come facesti col tuo lavoro nella banca. Ma, per ciò, è necessario il Desiderio. Per favore, concentrati sulla candela! "Tuo figlio uscì di qui ed andò a vedere la tele perché l'oscurità gli fa paura. Perché motivo? Nell'oscurità possiamo proiettare qualunque cosa, e proiettiamo generalmente solo i nostri fantasmi. Quello vaglia per i bambini e per gli adulti. Alza lentamente il braccio destro. Il braccio si mosse verso la cosa alta. Gli chiesi che facesse la stessa cosa col sinistro. Potei vedere bene i suoi seni, molto più begli dei miei. Puoi abbassarli, ma anche lentamente. Chiude gli occhi, respira profondo, infiammo l'animo. Sta già: finì il rituale. Andiamo alla sala. Si alzò con difficoltà; le gambe gli erano state dormite da colpa della posizione che gli aveva fatto adottare. Viorel si era addormentato già; io spensi la tele, andammo alla cucina. Per che motivo ha servito tutto quello? - domandò. Solo per tirarti fuori dalla realtà quotidiana. Sarebbe potuto essere qualunque cosa nella quale potesse fissare la tua attenzione, ma a me mi piace l'oscurità e la fiamma di una candela. Buono, ti riferisci dove voglio arrivare non? Athena mi commentò che aveva viaggiato quasi tre ore nel treno, con suo figlio in braccia, quando doveva stare facendo la valigia per ritornare al lavoro; sarebbe potuto rimanere guardando una candela nella sua stanza, non era necessario venire fino alla Scozia.

Sé che era necessario - risposi. Per sapere che non sei sola che ci sono altre persone che stanno in contatto con la stessa cosa che tu. Il semplice fatto di capire quello si permette di credere. Credere in che cosa? Che sei durante il tragitto corretto. E come ti ho detto prima, arrivando ad ogni passo. Che strada? Pensai che, andando a cercare mia madre alla Romania, finalmente troverebbe la pace di spirito di che tanto aveva bisogno, ma non fu così. Di che strada stai parlando? Di quello non ho la minima idea. Non lo scoprirai fino a che incominci ad insegnare. Quando ritorni al Dubai, cerca un discepolo o una discepola. Insegnare ballo o calligrafia? Di quello sai già. Devi insegnare quello che non sai. Quello che la Madre desidera rivelare attraverso te. Ella mi guardò come se io mi avessi girato matta. Quello stesso - insistei - perché ti chiesi che alzasse le braccia e che respirassi profondo? Affinché pensassi che sapeva qualcosa più che tu. Ma non è certo; non era più che una maniera di tirarti fuori dal mondo al quale sei abituata. Non ti chiesi che gli dessi i grazie alla Madre che dicessi la cosa meravigliosa che è, né che il suo viso brilla nelle fiamme di un falò. Ti chiesi solo il gesto assurdo ed inutile di alzare le braccia, e che concentrasse la tua attenzione su una candela. Quello è sufficiente, tentare purché sia possibile, fare qualcosa che non incastra con la realtà che ci circonda. "Quando incominci a creare rituali affinché faccia loro il tuo discepolo, sarai guidata. Lì è dove comincia l'apprendistato, quello è quello che diceva il mio protettore. Se vuoi ascoltare le mie parole, molto bene. Se non vuoi, segue la tua vita come fino a questo momento, e finirai per trovare una parete chiamata "insoddisfazione." Richiamai ad un taxi, parliamo un po' di moda e di uomini, ed Athena andò via. Era sicura che mi ascolterei, soprattutto perché faceva parte di quello tipo di persone che non rinunciano mai ad una sfida. Insegna alla gente ad essere differente. Solo quello! - gli gridai mentre il taxi si allontanava. Quella è l'allegria. La felicità sarebbe essere soddisfatta con tutto quello che aveva; un amore, un amore, un figlio, un impiego. Ed Athena, come io, non era nato per quello tipo di vita. HERON RYAN, GIORNALISTA. Indubbiamente io non ammettevo essere innamorato; aveva una fidanzata che mi amavo che mi

completavo che condivideva con me i momenti difficili e le ore di allegria. Tutti gli appuntamenti e gli avvenimenti di Sibiu facevano parte di un viaggio; non era la prima volta che succedeva quando stava fuori di casa. La gente, quando si allontana dal suo mondo, normalmente è più avventurosa, poiché le barriere ed i pregiudizi sono lontano. Girando all'Inghilterra, la cosa prima che feci fu dire che il documentario sul Drácula storico era una sciocchezza; un semplice libro di un irlandese pazzo era stato capace di dare un'immagine pessima di Transilvania, uno dei posti più begli del pianeta. Evidentemente, i produttori non stavano soddisfatti in assoluto, ma in quello momento non mi importava la sua opinione: lasciai la televisione, ed andai a lavorare ad uno dei giornali più importanti del mondo. Fu allora quando mi resi conto che mi piacerebbe vedere di nuovo ad Athena. La chiamai, rimaniamo per fare una passeggiata prima che ella ritornasse al Dubai. Ella accettò, ma mi disse che gli piacerebbe essere la mia guida per Londra. Entriamo nel primo autobus che arrivò alla fermata, senza domandare in che direzione andava, scegliemmo una signora che stava lì per caso, e dicemmo che ci scenderemmo nello stesso posto da lei. Scendiamo in Tempera, passiamo vicino ad un mendicante che ci chiese elemosina, ma non gliela demmo, e proseguiamo mentre sentivamo i suoi insulti, capendo che non era più che una forma di comunicarsi con noi. Vedemmo qualcuno che cercava di spezzare una cabina telefonica; pensai di richiamare alla polizia, ma Athena me l'ostacolò; aveva appena finito forse una relazione con l'amore della sua vita e doveva scaricare tutto quello che sentiva. O, chi sa, può che non avesse con chi parlare, e non poteva permettere che gli altri l'umiliasse, utilizzando quello telefono per parlare di commerci o di amore. Mi fece chiudere gli occhi e che gli descrivesse esattamente i vestiti che portavamo messa; per la mia sorpresa, indovinai solo alcuni dettagli. Mi domandò che cosa ricordava del mio tavolo di lavoro; gli dissi che ella ecceda c'erano carte che mi davo pigrizia ordinare. - Hai pensato già che quelle carte hanno vita, sentimento, petizioni, storie che contare? Credo che non presti alla vita l'attenzione che si merita. Gli promisi che li rivedrebbe uno alla volta quando ritornasse al giornale al giorno dopo. Un compagno di stranieri, con una mappa, ci chiese informazione su un monumento turistico. Athena diede loro indicazioni precise ma completamente sbagliate. Hai dato loro una direzione differente! Non importa. Si perderanno, e non c'è niente meglio per scoprire posti interessanti. Fa' un sforzo per riempire di nuovo la tua vita con un po' di fantasia; ecceda le nostre teste c'è un cielo al che

tutta l'umanità, in migliaia di anni di osservazione, gli ha dato una serie di spiegazioni ragionevoli. Dimentica quello che imparasti delle stelle, e torneranno a trasformarsi in angeli, o in bambini, o in qualunque cosa che voglia credere in questo momento. Quello non ti farà più stupido: non è più che un gioco, ma può arricchire la tua vita. Al giorno dopo, quando ritornai al giornale, mi incaricai di ogni carta come se fosse un messaggio direttamente diretto a me, e non ad istituzione a quello che rappresento. A mezzogiorno, andai a parlare col segretario di redazione, e gli suggeriva fare un reportage sul tema da una Dea alla quale venerano i gitani. Pensarono che era un'idea eccellente, e mi nominarono andare alle feste alla meca dei gitani, Saintes-Maries-di-il-Mer. Per incredibile che sembri, Athena non mostrò interesse alcuno per accompagnarmi. Diceva che al suo fidanzato - il poliziotto fittizio che usava per mantenermi a distanza-non gli piacerebbe sapere che faceva un viaggio con un altro uomo. Ma non promettesti a tua madre portare un manto al santa? Glielo promisi, nel caso in cui la città rimanesse di passaggio. Ma non è così. Se qualche giorno passo per di lì, mantengo la promessa. Come andava a ritornare al Dubai alla domenica seguente, andò con suo figlio in Scozia, a vedere una donna che ambedue avevano conosciuto in Bucarest. Io non ricordavo a nessuno, ma, come c'era un "fidanzato fantasma", può che il "donna fantasma" fosse un'altra scusa, e decisi di non pressarla molto. Tuttavia, sentii gelosia, come se preferisse stare con un'altra gente. Mi rimpianse quello sentimento. E decisi che, se era necessario andare fino a Medio oriente per fare un reportage sul boom immobiliare che qualcuno della sezione di economia del giornale diceva che stava succedendo, mi metterei a studiarlo ogni busta terreni, economia, politica e petrolio purché quello mi avvicinasse ad Athena. Saintes - Maries-di-il-Mer diede per un eccellente articolo. Secondo la tradizione, Sara era una gitana che viveva nella piccola città costiera, quando la zia di Gesù, María Salomé, insieme ad altri rifugiati, arrivò lì scappando dalle persecuzioni romane. Sara li aiutò e finì per convertirsi al cristianesimo. Nella festa alla che potei assistere, le parti dello scheletro di due donne che sono sepolte abbassa l'altare sono estratte del reliquario ed alzate per benedire la moltitudine di carovane che arrivano di tutti gli angoli dell'Europa coi suoi vestiti di colori, la sua musica ed i suoi strumenti. Dopo, l'immagine di Sara, con begli manti, si tira fuori di un posto vicino alla chiesa, poiché il Vaticano non la canonizzò mai, e è portata in processione fino al mare attraverso le stradine coperte di rose. Quattro gitani, coi vestiti tradizionali, mettono le reliquie in una barca piena di fiori, entrano nell'acqua, e ripetono l'arrivo delle fuggiasche e l'incontro con Sara. A partire da lì, tutta è musica, feste, canti e dimostrazioni di valore davanti ad un toro. Un storiografo, Antoine Locadour, mi aiutò a contemplare il reportage con informazione

interessante rispetto alla Divinità Femminile. Mandai in Dubai le due pagine scritte per la sezione di turismo del giornale. Tutto quella che ricevei fu una risposta gentile, ringraziando per me l'intenzione, senza nessun altro commento. Per lo meno, aveva confermato che la sua direzione esisteva. ANTOINE LOCADOUR, SESSANTA QUATTRO ANNI, STORIOGRAFO, I.C.P, FRANCIA. È facile identificare Sara come una più delle molte vergini nere che c'è nel mondo. Sarah-Kali, dice la tradizione, procedeva di un nobile lignaggio e conosceva i segreti del mondo. Era, a mio capire, una più delle molte manifestazioni di quello che chiamano la Gran Madre, la Dea della Creazione. E non mi sorprende che sempre di più la gente si informi sulle tradizioni pagane. Perché? Perché il Dio Padre è sempre associato col rigore e la disciplina del culto. Il fenomeno non è una novità: ogni volta che la religione incrudisce le sue forme, un gruppo significativo di gente tende ad andare alla ricerca di più libertà nel contatto spirituale. Succedè nel Medioevo, quando la chiesa cattolica si confinava a mettere imposto già costruire conventi pieni di lusso; come reazione, assistiamo alla nascita di una magnifica chiamata "stregoneria" che, nonostante essere represso per colpa del suo carattere rivoluzionario, lasciò radici e tradizioni che sono riusciti a sopravvivere durante tutti questi secoli. Nelle tradizioni pagane, il culto alla natura è più importante della riverenza ai libri sacri; la Dea sta in tutto, e tutto fa parte della Dea. Il mondo è un'espressione della sua bontà. Esistono molte dottrine filosofiche-come il taoismo o il Buddismo - che eliminano l'idea della distinzione tra il creatore e la creatura. La gente non cerca oramai di decifrare il mistero della vita, bensì fare parte di lui; nel taoismo e nel Buddismo, perfino senza la figura femminile, anche il principio centrale afferma che "tutta è la stessa cosa." Nel culto alla Gran Madre, quello che chiamiamo "peccato", generalmente una trasgresión di codici morali arbitrari, non esiste; il sesso e le abitudini sono più libere, perché fanno parte della natura, e non possono considerarsi frutti del male. Il nuovo paganesimo dimostra che l'uomo è capace di vivere senza una religione istituita, e contemporaneamente continuare la ricerca spirituale per giustificare la sua esistenza. Se Dio è madre, allora tutto quello che bisogna fare è unirsi ed adorarla attraverso i riti che cercano di soddisfare la sua anima femminile, come la danza, il fuoco, l'acqua, la terra, i canti, la musica, i fiori, la bellezza. La tendenza ha continuato a crescere a passi ingigantiti negli ultimi anni. Forse stare davanti ad un momento molto importante della storia del mondo, nel che finalmente lo Spirito si integra nella Materia, si unificano e si trasformano. Allo stesso tempo, credo che si prodursi una reazione molto violenta da parte delle istituzioni religiose organizzate che incominciano a perdere fedeli. Il fondamentalismo crescerà e si stabilirà da tutte le parti.

Come storiografo, mi accontento con raccogliere dati ed analizzare questo confronto tra la libertà di adorare e l'obbligo di ubbidire. Tra il Dio che controlla il mondo e la dea che è parte del mondo. Tra la gente che si unisce in gruppi nei quali la celebrazione si fa di modo spontaneo e quelli che si vanno chiudendo in circoli nei quali imparano quello che si deve e quello che non si deve fare. Mi piacerebbe essere ottimista, credere che finalmente l'essere umano non ha trovato la sua strada verso il muta spirituale. Ma i segni non sono così positivi: come già una nuova persecuzione conservatrice, succedè molte volte nel passato, può soffocare di nuovo il culto alla Madre. Andrea McCain, attrice di teatro. È molto difficile cercare di essere imparziale, raccontare una storia che incominciò con ammirazione e che finì con rancore. Ma lo tento, faccio un sforzo sincero per descrivere all'Athena che vidi la prima volta del Dubai, con denaro e con voglia di condividere tutto quello che sapeva sui misteri della magia. Questa volta, era rimasto solo quattro mesi in Medio oriente: vendè terreni per la costruzione di due supermercati, guadagnò un'enorme commissione, disse che aveva guadagnato il denaro sufficiente per vivere ella e suo figlio i tre anni seguenti, e che potrebbe tornare a lavorare purché volesse,; ora era il momento di approfittare del presente, di vivere quello che gli rimaneva di gioventù e di insegnare tutto quello che aveva imparato. Mi ricevè senza molto entusiasmo: Che cosa vuoi? Faccio teatro e rappresentiamo un'opera sul lato femminile di Dio. Seppi per un amico giornalista che eri stato nel deserto e nelle montagne dei Balcani, coi gitani, e che hai informazione al riguardo. Sei venuto fino a qui per imparare sulla Madre solo perché fai un'opera? E tu perché ragione imparasti? Athena fermò, mi guardò dall'alto in basso e sorrise: Hai ragione. Quella fu la mia prima lezione come maestra: insegna che ami imparare. Il motivo non importa. Come? Niente. L'origine del teatro è sacra. Incominciò in Grecia, con inni a Dionisio, il dio del vino, del rinascimento e della fertilità. Ma si crede che da epoche remote gli esseri umani facessero il rituale nel quale fingevano essere altre persone, e di quella maniera tentavano la comunicazione con la cosa sacra. Seconda lezione, grazie.

Non capisco. Sono venuto qui ad impara, non ad insegnare. Quella donna stava incominciando ad irritarmi. Può che stesse essendo ironica. La mia protettrice… Protettrice? … un altro giorno te lo spiego. La mia protettrice mi disse che imparerò solo quello che necessito se mi provocano. E, da quando tornai dal Dubai, tu sei stato la prima persona che me l'ha dimostrato. Ha sentito quello che ella mi disse. Gli spiegai che nel processo di investigazione per l'opera teatrale era andato di un maestro ad un altro. Ma non c'era niente eccezionale nei suoi insegnamenti, salvo il fatto che la mia curiosità continuava ad aumentare man mano che progrediva nella questione. Gli dissi anche che la gente che trattava il tema sembrava confusa, e non sapeva esattamente quello che voleva. Come per esempio? Il sesso, per esempio. In alcuni posti ai quali fui, stava completamente proibito. In altri, non era solo completamente libero, ma a volte si organizzavano orge. Mi chiese più dettagli, e non capii se lo faceva per mettermi a prova o se non sapeva niente di quello che stava passando. Athena seguì prima che io potessi rispondere alla sua domanda. - Quando balli senti desiderio? Senti che stai provocando un'energia superiore? Quando balli, ci sono momenti in quello che smetti di essere tu? Rimasi da sapere che cosa dire. In realtà, nelle discoteche e nelle feste di amici, la sensualità stava sempre presente nel ballo. Io incominciavo provocando, mi piaceva vedere lo sguardo di desiderio degli uomini, ma man mano che la notte avanzava, sembrava entrare più in contatto con me, il fatto di stare seducendo qualcuno o non smetteva di importarmi… Athena seguì: - Se il teatro è anche un rituale, il ballo. Inoltre, è una maniera ancestrale di avvicinarsi al compagno. Come se i fili che ci collegano col resto del mondo rimanessero al verde di pregiudizi e di paure. Quando balli, puoi permetterti il lusso di essere tu stesso. Incominciai ad ascoltarla con rispetto. Dopo, torniamo ad essere quello che eravamo prima; persone spaventate che tentano essere più importanti di quello che credono che siano.

Esattamente come io mi sentivo. O è che tutto il mondo sperimenta la stessa cosa? - Hai fidanzato? Ricordai che, in uno dei posti a quello che era andato per imparare la "Tradizione di Gaia", uno dei "druidas" mi ero chiesto che facesse l'amore davanti a lui. Ridicolo e di temere, come quella gente osava utilizzare la ricerca spirituale per i suoi propositi più sinistri? - Hai fidanzato? -ripetè. - Sé. Athena non disse nient'altro. Si mise solo la mano nelle labbra, chiedendomi che stesse in silenzio. Ed improvvisamente mi resi conto che risultava tremendamente difficile stare in silenzio davanti a qualcuno a chi hai appena conosciuto. La tendenza è parlare di qualunque cosa: il tempo, i problemi di traffico, il migliore ristorante. Stavamo le due sedute nel sofà della sua sala completamente bianca, con un riproduttore di CD ed una piccola libreria nella quale erano conservati i dischi. Non vedeva libri per nessuna parte, né quadri nelle pareti. Come aveva viaggiato, sperava di trovarmi oggetti e ricordi di Medio oriente. Ma era vuoto, ed ora il silenzio. I suoi occhi grigi erano fissi nei miei, ma rimasi fermo e non separai lo sguardo. Istinto, forse. Maniere di dire che siamo spaventati, bensì affrontando la sfida. Ma, col silenzio e la sala bianca, il rumore del traffico là fuori, tutto incominciò a sembrare irreale. Quanto tempo andavamo a stare lì, senza dire niente? Incominciai ad accompagnare i miei pensieri; era andato lì alla ricerca di materiale per la mia opera, o voleva la conoscenza, la saggezza, los…poderes? Non era capace di definire quello che mi ero portato ad un… Ad un che? Una strega? I miei sonni di adolescente girarono alla superficie: chi non gli piacerebbe trovarsi in realtà con una strega, imparare magia, essere vista con rispetto e paura per le sue amiche? Chi, essendo giovane, non ha sentito l'ingiustizia dei segni di repressione della donna, e sentiva che quell'era la migliore maniera di riscattare l'identità persa? Benché avesse passato già questa fase, era indipendente, faceva quello che mi piaceva in un terreno tanto competitivo come il teatro, perché non era mai contenta, aveva petitivo come il teatro, perché non era mai contenta, doveva mettere sempre a prova io… curiosità?

Dovevamo avere più o meno la stessa età… o era maggiore? Avrebbe ella anche un fidanzato? Athena si diresse verso me. Ora eravamo separate per meno di un braccio, ed incominciai a sentire paura. Sarebbe lesbica? Senza deviare gli occhi, sapeva dove la porta stava e poteva uscire nel momento che volesse. Nessuno mi ero impegnato ad andare a quella casa, a cercare qualcuno che non aveva visto nella mia vita, e rimanere lì perdendo il tempo, senza dire niente, senza imparare assolutamente niente. Dove voleva arrivare? Al silenzio, forse. I miei muscoli incominciarono a diventare tesi. Era sola, desprotegida. Doveva disperatamente parlare, o fare che la mia mente smettesse di dirmi che tutto stava minacciandomi. Come poteva sapere chi sono? Siamo quello che diciamo! Non mi fece domande sulla mia vita? Volle sapere se aveva fidanzato, no? Io cercai di parlare più di teatro, ma non fui capace. E le storie che sentii, della sua ascendenza gitana, del suo incontro in Transilvania, la terra dei vampiri? La mia testa non fermava: quanto andavo a costare quella consultazione? Mi entrò la trepidazione, avrebbe dovuto domandare prima. Una fortuna? E se non pagava, andavo a lanciare un incantesimo che finirebbe per distruggermi? Sentii l'impulso di alzarmi, ringraziargli e dirgli che non era andato lì per rimanere in silenzio. Se vai dal psichiatra devi parlare. Se vai ad una chiesa, senti un sermone. Se cerchi la magia, trovi un maestro che vuole spiegarti il mondo e ti fa una serie di rituali. Ma taccio? E perché mi facevo sentire tanto scomoda? Era una domanda dietro un'altra, ed io non ero capace di smettere di dire niente. Improvvisamente, forse dopo alcuni lunghi cinque o dieci minuti senza che niente Lei muovesse, ella sorrise. Anche io sorrisi e mi rilassai. Cerca di essere differente. Solo quello. Solo quello? Rimanere in silenzio è essere differente? Ora che stai parlando e riorganizzando l'universo, finirai per convincerti che hai ragione e che io mi sbaglio. Ma l'hai visto: rimanere in silenzio è differente. È spiacevole. Non impara niente. A lei sembrò non importargli la mia reazione.

- In che teatro lavori? Finalmente la mia vita sembravo interessargli! Mi giravo alla condizione di essere umano, con professione e tutto! L'invitai ad andare a vedere l'opera che stavamo rappresentando in quello momento; fu l'unica maniera che trovai di vendicarmi, dimostrandolo che era capace di fare cose che Athena non sapeva fare. Quello silenzio mi ero lasciato un sapore ad umiliazione nella bocca. Mi domandò se poteva portare a suo figlio, e gli risposi che no: era per adulti. Bene, posso lasciarlo con mia madre; è da molto tempo che non vado al teatro. Non mi riscosse niente per la consultazione. Quando mi vidi con gli altri membri della mia squadra, contai loro il mio incontro sulla misteriosa creatura; avevano curiosità per conoscere qualcuno che, nel primo contatto, tutto quello che si chiede è che stia in silenzio. Athena apparve il giorno indicato. Vide l'opera, andò al camerino a congratularmi, non disse se gli era piaciuto o no. I miei compagni suggerirono che l'invitasse al bar al quale normalmente andavamo dopo lo spettacolo. Lì, invece di rimanere silenziosa, incominciò a parlare di una domanda che era rimasto da rispondere in nostro primo incontro: - Nessuno, né la Madre, desidererebbe perfino mai che l'attività sessuale si praticasse solo per celebrazione; l'amore deve essere presente. Dicesti che avevi conosciuto gente di questa classe, no? Fa' attenzione. I miei amici non capirono niente, ma piacque loro il tema, ed incominciarono a bombardarla a domande. Qualcosa mi facevo sentire scomoda: le sue risposte erano molto tecniche, come se non avesse molta esperienza nel tema. Parlò del gioco della seduzione, dei riti di fertilità, e finì con una leggenda greca; sicuro che perché in nostro primo incontro io gli avevo detto che in Grecia stavano le origini del teatro. Aveva dovuto passare tutta la settimana leggendo sul tema. Dopo millenni di dominazione maschile, stiamo ritornando al culto della Gran Madre. I greci la chiamano Gaia, e conta il mito che ella nacque dal caos, il vuoto che imperava prima dell'universo. Con lei, venne Eros, il dio dall'amore, e dopo creó il Mare ed il Cielo. Chi fu il padre? - domandò uno dei miei amici. Nessuno. C'è un termine tecnico, chiamato partenogénesis che significa essere capace di dare a luce senza l'interferenza maschile. C'è anche un tecnico mistico, al quale siamo più abituati: l'Immacolata Concezione. "Di Gaia vennero tutti i dei che popolerebbero più tardi i Campi Elisi della Grecia, compreso il nostro caro Dionisio, il vostro idolo. Ma, man mano che l'uomo si andava affermando come il principale elemento politico nelle città, Gaia fu cadendo nella dimenticanza, essendo sostituita

per Giove, Marte, Apollo, Saturno, tutti molto competenti, ma senza lo stesso incantesimo che la Madre che tutto il creó. Dopo, fece un vero questionario rispetto al nostro lavoro. Il direttore gli domandò se gli piacerebbe darci alcuni classi. - Ecceda che cosa? - Su quello che tu sai. - A dire il vero, sto studiando sulle origini del teatro durante questa settimana. L'imparo tutto man mano che ho bisogno di lui, quello fu quello che mi disse Edda. Confermato! Ma posso condividere con voi altre cose che la vita mi ha insegnato. Tutti stettero ed accordo. Nessuno domandò chi Edda era. Deidre OŃeill, conoscente come Edda. Io dicevo ad Athena: Non devi venire qui continuamente solo per domandarmi sciocchezze. Se un gruppo ha deciso di accettarti come insegnante, perché non approfitti dell'opportunità per trasformarti in maestra? Fa' quello che io ho fatto sempre. Cerca di sentirti bene quando pensi che sei l'ultima delle creature. Non credere che stia male: lascia che la Madre possieda il tuo corpo e la tua anima, arrenditi attraverso il ballo o del silenzio, o delle cose comuni della vita, come portare a tuo figlio alla scuola, preparare la cena, vedere se la casa è ordinata. Tutta è adorazione, se hai la mente concentrata nel momento presente. Non cercare di convincere nessuno rispetto a niente. Quando non sappia, domanda o investiga. Ma, man mano che agisca, devi essere come il fiume che fluisce, silenzioso, dandosi ad un'energia maggiore. Devi credere, fu la cosa prima che ti dissi in nostro primo incontro. Devi essere capace. Al principio ti sentirai confusa, insicura. Dopo, penserai che tutti credono che stai ingannandoli. Non è niente di quello: lo sai, devi solo essere cosciente di ciò. Tutte le menti del pianeta sono facilmente suggestionabili per la cosa peggiore, temono la malattia, l'invasione, l'assalto, la morte: cerca di darloro l'allegria persa. Devi essere chiara.

Riprogrammati ogni minuto del giorno con pensieri che ti facciano crescere. Quando sia arrabbiata, confusa, cerca di riderti di te stessa. Ridi alto, ridi molto di quella donna che si preoccupa che si angoscia perché crede che i suoi problemi sono i più importanti del mondo. Ridi di quella situazione patetica, perché sei la manifestazione della Madre, e devi anche credere che Dio è uomo, pieno di regole. In fondo, la maggioranza dei nostri problemi si diminuiscono a quello: seguire regole. Concentrati. Se non trovi niente in cui centrare il tuo interesse, concentrati sulla respirazione. Per di là, per il tuo naso, mette il fiume di luce della Madre. Ascolta i battiti del tuo cuore, segue i pensieri che non sei capace di controllare, controlla la voglia di alzarti immediatamente e fare qualcosa di "utile." Rimaniti seduta alcuni minuti tutti i giorni senza fare niente, approfitta della cosa massima che possa. Quando stia lavando termini, prega. Ringrazia per dovere piatti lavare; quello significa che in essi aveva mangiato che alimentò qualcuno che curò di un o più persone affettuosamente; cucinasti, apparecchiasti la tavola. Pensa quanti milioni di persone a questo momento non hanno niente da lavare o a nessuno a chi prepararlo il tavolo. Evidentemente, altre donne dicono: Io non lavo i piatti che li lavino gli uomini. Perché che li lavino se vogliono, ma non vedere in ciò un'uguaglianza di condizioni. Non c'è niente di brutto in fare cose semplici, benché se domani io pubblico un articolo con tutto quello che penso, dicessero che sto contro la causa femminile. Che sciocchezza! Come se lavare i piatti, usare reggiseno o aprire e chiudere porte fossero qualcosa che umiliasse la mia condizione di donna. In realtà, mi piace quando un uomo mi apre la porta: nell'etichetta è scritto "Ella necessita che io lo faccia, perché è fragile", ma nella mia anima è scritto: Mi tratta "come una dea, sono una regina." Io non sto qui per lavorare per la causa femminile, perché tanto gli uomini come le donne sono una manifestazione della Madre, l'Unità Divina. Nessuno può essere più che quello. Mi piacerei potere vederti dando classi su quello che stai imparando; quello è l'obiettivo della vita, la rivelazione! Ti trasformi in un canale, ti ascolti a te stesso, si sorprende di quello che sei capace. Ricordi il lavoro nella banca? Può che non l'abbia capito, ma era l'energia che fluiva per il tuo corpo, per i tuoi occhi, per le tue mani. Dirai. "Non era esattamente quello, era il ballo." Il ballo funziona semplicemente come un rituale Che è un rituale? È trasformare quello che è monotono in qualcosa che sia differente, ritmico che possa canalizzare

l'Unità. Per quel motivo insisto: devi perfino essere differente lavando piatti. Muove le mani in modo che non ripetano mai lo stesso gesto, benché mantengano la cadenza. Se credi che si aiuta, cerca di visualizzare immagini: fiori, uccelli, alberi di un bosco. Non pensare a cose isolate, come la candela nella quale concentrasti la tua attenzione la prima volta che venisti qui. Cerca di pensare a qualcosa che sia collettivo. E sai quello che noti? Che non decidesti il tuo pensiero. Ti faccio un esempio con gli uccelli: immagina un stormo di uccelli volando. Quanti uccelli vedi? Undici, diciannove, cinque? Hai un'idea, ma non sai il numero esatto. Allora, da dove uscì quello pensiero? Qualcuno l'ha messo lì. Qualcuno che sa il numero esatto degli uccelli, alberi, pietre, fiori. Qualcuno che, in queste frazioni di secondo, si impadronisce di te e mostra il Suo potere. Sei quello che credi essere. Non ti ripetere. Come quella gente che crede nel "pensiero positivo" che sei amata, forte, né capace. Non devi dirlo, perché lo sai già. E quando dubiti - e credo che debba passarti con molta frequenza in questa fase dell'evoluzione -, fa' quello che ti ho suggerito. Invece di cercare di dimostrare che sei migliore di quello che credi, semplicemente ridi. Ridi delle tue preoccupazioni, della tua insicurezza. Tómate con umore la tua angoscia.. Al principio è difficile, ma a poco a poco ti abituerai. Ora ritorna e cerca tutta quella gente che crede che lo sai tutto. Convinciti che hai ragione, perché tutti noi lo sappiamo tutto, è questione di crederlo. Devi credere. I gruppi sono molto importanti, ti commentai in Bucarest la prima volta che ci vedemmo. Perché c'obbligano a migliorare; se sei sola, la cosa unica che puoi fare è riderti di te stessa, ma se stai con altri, riderai ed agirai subito. I gruppi ci sfidano. I gruppi ci permettono di selezionare le nostre affinità. I gruppi provocano un'energia collettiva nella quale l'estasi è molto più facile, perché alcuni contagiano ad altri. Evidentemente, anche i gruppi possono distruggerci. Ma quello fa parte della vita, è la condizione umana: vivere con gli altri. E se una persona non è stata capace di sviluppare bene il suo istinto di sopravvivenza, allora è che non ha capito niente di quello che dice la Madre. Hai fortuna, ragazza. Un gruppo ti appena ha chiesto che gli insegni qualcosa, e quello ti trasforma in maestra. Heron Ryan, giornalista.

Prima della prima classe con gli attori, Athena venne a casa mia. Da quando aveva pubblicato l'articolo su Sara, era convinta che capiva il suo mondo, egli quale non è in assoluto verità. Il mio unico interesse era richiamare la sua attenzione. Benché io cercassi di accettare che poteva avere una realtà invisibile capace di interferire nelle nostre vite, l'unico motivo che mi portavo a quell'era un amore che io non accettavo, ma che seguiva evolvendo in maniera sottile e devastatrice. Ed io ero soddisfatto col mio universo, non voleva cambiare la cosa sotto nessun concetto, benché mi vedesse sospinto a ciò. - Ho paura-mi disse non appena entrò -. Ma devo proseguire, fare quello che mi chiedono. Devo credere. - Hai una gran esperienza di vita. Hai imparato coi gitani, coi dervisci nel deserto, con… - In primo luogo, non è esattamente così. Che cosa significa imparare: accumulare conoscenza? O trasformarlo in vita? Gli suggerii che uscisse quella notte a cenare ed a ballare un po'. Accettò la cena, ma respinse il ballo. Rispondimi - insistè, guardando il mio appartamento -. Imparare è collocare le cose nella libreria o disfarsi di tutto quello che non serve e seguire la strada più facile? Lì stavano le opere che mi era costato tanto comprare, leggere, sottolineare. Lì stava la mia personalità, la mia formazione, i miei veri maestri. Quanti libri hai? Più di mille, immagino. E, tuttavia, la maggioranza di essi non li apri mai più. Conservi tutto questo perché non credi. Non credo? Non credi, e punto. Quello che crede leggerà su teatro come io feci quando Andrea mi domandò al riguardo. Ma dopo, è questione di lasciare che la Madre parli per te, e man mano che parli, scopri. E, man mano che scopre, puoi completare gli spazi in bersaglio che lasciarono gli scrittori a proposito, per provocare l'immaginazione del lettore. E, quando completi quelli spazi, incominci a credere nella tua propria capacità. Leggere i libri che hai qui piacerebbe "a quanta gente ma non hanno denaro per comprarli? Nel frattempo, tu rimani con questa energia stagnante, per impressionare gli amici che ti visitano. O perché non credi che abbia imparato niente con essi e vai dovere consultarli di nuovo. Pensai che stava essendo dura con me. E quello mi affascinava.

Credi che non abbia bisogno di questa biblioteca? Credo che debba leggere, ma non devi conservare tutto questo. Sarebbe molto chiedere che usciamo ora, e prima di andare al ristorante, ripartisse la maggioranza di essi tra la gente che c'attraversiamo per la strada? Non stanno nella mia automobile. Affittiamo un camion. In quello momento, non arriveremmo mai in tempo al ristorante per cenare. Inoltre, sei venuto qui perché ti senti insicura, e non ferma dirmi quello che devo fare coi miei libri. Senza essi, mi sentirei nudo. Ignorante, vuoi dire. Allora, la tua cultura non sta nel tuo cuore, bensì nelle librerie della tua casa. È già sufficiente. Presi il telefono, prenotai il tavolo, dissi che arriverebbe dopo quindici minuti. Athena voleva fuggire dal tema che l'aveva portata lì: la sua profonda insicurezza le faceva mettersi alla difensiva, invece di guardarsi a sé stessa. Aveva bisogno di un uomo al suo fianco, e chi sa se non stava soppesandomi per vedere fino a dove io potevo arrivare, usando quegli artifici femminili per scoprire che era disposto a fare qualunque cosa per lei. Ogni volta che stava con Athena, la mia esistenza sembrava giustificata. Era quello quello che ella voleva sentire? Perché bene, parlerebbe con lei durante la cena. Potrebbe fare qualunque cosa, perfino lasciare alla donna con la quale stava ora, ma, ovviamente, non andava a non ripartire mai i miei libri. Ritornammo al tema del gruppo di teatro nel taxi, benché in quello momento io fossi disposto a dire quello che non aveva detto mai: parlare di amore, un tema che per me era molto più complicato di Marx, Jung, il Partito Laburista dell'Inghilterra o i problemi quotidiani delle redazioni dei giornali. Non hai che gli dissi, sentendo voglia di prendergli la mano -. Tutto andrà bene. Parlaloro di calligrafia. Parlaloro del ballo. Parlaloro di cose che tu sai. Se lo faccio, non scoprirò mai quello che non so. Quando stia lì, devo lasciare che la mia mente sia silenziosa e che il mio cuore incominci a parlare. Ma è la prima volta che lo faccio, e ho paura. Ti piacerebbe che fosse con te? Ella accettò al momento. Arriviamo al ristorante, chiediamo vino ed incominciamo a bere. Io, perché aveva bisogno di coraggio per dire quello che pensava che stava sentendo, benché mi sembrasse assurdo amare qualcuno a chi non conosceva bene. Ella, perché aveva paura di dire quello che non sapeva.

Al secondo bicchiere, mi resi conto che i suoi nervi stavano a fiore di pelle. Cercai di prendere la sua mano, ma ella la ritirò delicatamente. - Non posso avere paura. - Indubbiamente puoi, Athena. Molte volte sento paura. Ed anche cosí, quando è necessario, proseguo ed affronto tutto. Notai che anche i miei nervi stavano a fiore di pelle. Riempii i nostri bicchieri di nuovi; il cameriere veniva continuamente a chiedere del cibo, ed io gli dicevo che sceglieremmo già più tardi. Parlava compulsivamente di qualunque tema che mi venisse alla testa, Athena ascoltava con educazione, ma sembrava stare lontano, è un universo oscuro, pieno di fantasmi. In un determinato momento mi parlò di nuovo della donna della Scozia, e mi contò quello che ella gli aveva detto. Gli domandai se aveva senso insegnare quello che non si sa. Qualcuno stava leggendo i miei pensieri? Ed anche cosí, come qualunque essere umano, sai farlo. Come imparasti? Non imparasti: credi. Credi, pertanto, padrone. Athena… Vacillai, ma riuscii a finire la frase, benché la mia intenzione fosse dire qualcosa di differente. … forse sia ora di chiedere il cibo. Mi resi conto che ancora non era preparato per parlare di cose che perturbassero il mio mondo. Chiamai il cameriere, gli feci portare gli entranti, più entranti, piatto principale, prostri ed un'altra bottiglia di vino. Quanto più tempo, meglio. Sei raro. È per il mio commento sui tuoi libri? Fa' quello che voglia, non sto qui per cambiare il tuo mondo. Mi metto sempre dove non mi chiamano. Io avevo pensato a quella storia di "cambiare prima il mondo" circa secondi. Athena, sempre io dices…mejor, devo dirti qualcosa che succedè in quello bar di Sibiu, con la musica gitana… Nel ristorante, vuoi dire. Sì, nel ristorante. Prima stavamo parlando di libri, cose che si accumulano e che occupano spazio. Forse abbi ragione. C'è qualcosa che desidero darti da quando ti vidi ballando quello giorno. Diventa sempre di più pesante nel mio cuore.

Non so che cosa ti riferisci. Indubbiamente lo sai. Parlo di un amore che sto scoprendo ora e facendo tutta la cosa possibile per distruggerlo prima che si manifesti. Mi piacerebbe che lo ricevesse; è poco la cosa che ho di me stesso, ma che non possiedo. Non è esclusivamente tuo, perché c'è qualcuno nella mia vita, ma diventerei felice se l'accettasse, ad ogni modo. "Dice un poeta arabo della tua terra, Khalil Gibran: "È buono dare quando qualcuno chiede, ma è migliore ancora potere darsilo tutto al quale niente chiese." Se non dico tutto quello che sto dicendo questa notte, continuerò ad essere quello che semplicemente è testimone di quello che passa, non sarò quello che vive. Respirai profondo: il vino mi ero aiutato a liberarmi. Ella finì il bicchiere ed io feci la stessa cosa. Il cameriere apparve col cibo, facendo alcuni commenti rispetto ai piatti, dicendoci gli ingredienti e la maniera di cucinarli. Noi due mantenevamo gli occhi fissi l'uno nell'altro, Andrea mi aveva commentato che Athena si era comportato così la prima volta che si erano visti, ed era convinta che era una maniera di intimorire gli altri. Il silenzio era orribile. Io l'immaginavo alzandosi dal tavolo, parlando del suo famoso ed invisibile fidanzato di Scotland Yard, o commentando che si sentiva molto lusingata, ma che stava molto preoccupata per le classi del giorno dopo. "E c'è qualcosa che possa conservarsi? Tutto quello che possediamo un giorno sarà dato. Gli alberi danno il suo frutto per continuare a vivere, perché conservarlo è mettere fine alle sue esistenze." La sua voce, benché bassa ed un po' pausata per colpa del vino, lo traforava tutto ad intorno nostro. "Ed il maggiore merito non è quello del quale offre, bensì quello del quale riceve senza sentirsi debitore. L'uomo dà poco quando dispone solo dei beni materiali che possiede; ma dà molto quando si dà a sé stesso." Diceva tutto quello senza sorridere. Mi somigliavo stare parlando con una sfinge. È dello stesso poeta che hai appena citato; l'imparai nella scuola, ma non ho bisogno del libro nel quale lo scrisse; mantenni le sue parole nel mio cuore. Bevve un po' più. Io feci la stessa cosa. Ora oramai non credei opportuno domandargli se l'aveva accettato o non; mi sentivo meglio. Può che abbia ragione; dono i miei libri ad una biblioteca pubblica, conserverò solo alcuni che realmente giro a rileggere.

Vuoi parlare ora di quello? No. Non so come seguire la conversazione. Perché allora ceniamo e degustiamo il cibo. Si somiglia una buona idea? No, non mi somigliavo buona idea; io volevo sentire qualcosa di differente. Ma mi facevo paura domandare, in modo che continuai a parlare di biblioteche, di libri, di poeti, parlando compulsivamente, pentito di avere chiesto tanti piatti; io ero quello che desiderava uscire correndo, perché non sapeva come seguire quell'appuntamento. Alla fine, mi fece promettergli che andrebbe al teatro per assistere alla sua prima classe, e quello fu per me un segno. Ella aveva bisogno di me, aveva accettato quello che inconsciamente io sognavo di offrirgli da quando la vidi ballando in ristorante in Transilvania, ma non l'aveva compreso fino a quella notte. O credere, come diceva Athena. Andrea McCain,actriz Indubbiamente sono colpevole. Se non fosse stato per colpa mia, Athena non sarebbe andato mai al teatro quella mattina, né avrebbe riunito al gruppo, né c'avrebbe chiesto che ci coricasse tutti nel suolo dello scenario per incominciare un rilassamento completo che includeva respirazione e coscienza di ogni parte del corpo. "Ora rilassate le gambe…" Tutti ubbidivamo, come se stesse davanti ad una Dea, qualcuno che sapeva più che tutti noi insieme, benché avesse fatto già quell'esercizio cientos di volte. "Ora rilassate il viso, respirate profundamente”,etc. Credeva che stesse insegnandoci qualcosa di nuovo? Aspettavamo una conferenza, una chiacchierata! Devo controllarmi, ritorniamo al passato; ci rilassiamo, ed arrivò quello silenzio che ci disorientò completamente. Parlando dopo con alcuni compagni, tutti avemmo la sensazione che l'esercizio aveva finito; era ora di sedersi, di guardare intorno a nostro, ma nessuno lo fece. Rimanemmo distesi, in una specie di meditazione forzata, per quindici interminabili minuti. Allora la sua voce si fece sentire di nuova: Avete avuto tempo di dubitare di me. Alcuno si è mostrato impaziente. Ma ora vi chiedo solo una cosa: quando conti fino a tre, alzavi e sete differente.

"Non dico: sete un'altra persona, un animale, una casa. Evitate di fare tutto quello che avete imparato nei corsi di teatro; non sto chiedendovi che siate attori e che dimostriate le vostre qualità. Sto ordinandovi che lasciate di esseri umani e che vi trasformiate in qualcosa che non conoscete. Stavamo con gli occhi chiusi, sdraiati nel suolo, senza sapere come stavano reagendo gli altri. Athena giocava con quell'insicurezza. Dico alcuni parole, ed associate immagini ad esse. Ricordate che siete intossicati per concetti, e se io dico "destino", forse incominciate ad immaginare le vostre vite nel futuro. Se io dico "rosso", farete un'interpretazione psicoanalitica. Non è quello quello che voglio. Voglio che siate differenti, come ho detto. Neanche era capace di spiegare bene quello che voleva. Come nessuno protestò, ebbi la certezza che stavano cercando di essere educati, ma, quando finisse la "conferenza", non tornerebbero ad inventarla. E mi direbbero la cosa ingenua che era stato per l'avere cercata. La prima parola è: sacro. Per non morire di noia, decisi di fare parte del gioco: immaginai mia madre, al mio fidanzato, ai miei futuri figli, una corsa brillante. Fate un gesto che significhi "sacro." Attraversai le mie braccia nel petto, come se stesse abbracciando tutti gli esseri cari. Seppi più tardi che la maggioranza aveva aperto le braccia in croce, ed una delle ragazze aprì le gambe, come se stesse facendo l'amore. Tornate a rilassarvi. Dimenticatelo un'altra volta tutto e mantenete gli occhi chiusi. La mia intenzione non è criticarvi, ma, per i gesti che ho visto, state dando una forma a quello che considerate sacro. E non voglio quello: vi chiedo che la prossima parola non tentiate definirla come si manifesta in questo mondo. Aprite i vostri canali, lasciate che quell'intossicazione di realtà si allontani. Sete astratti e così starete entrando nel mondo al quale sto guidandovi. L'ultima frase suonò con tale autorità che sentii come cambiava l'energia il posto. Ora la voce sapeva a che posto desiderava condurrci. Una maestra, invece di un'oratrice. Terra-disse. Improvvisamente, capii a che cosa si riferiva. Non era oramai la mia immaginazione, bensì il mio corpo in contatto col suolo. Io ero la Terra. Fate un gesto che rappresenti la Terra.

Non mi mossi; io ero il suolo di quello scenario. Ella perfetto-disse -. Nessuno si è mosso. Tutti, per la prima volta, avete sperimentato lo stesso sentimento; invece di descrivere qualcosa, vi siete trasformati nell'idea. Rimase di nuovo in silenzio durante quello che io immaginai che sarebbero alcuni lunghi cinque minuti. Il silenzio ci lasciava persi, incapaci di distinguere se ella non sapeva come continuare o se non conosceva il nostro intenso ritmo di lavoro. Dico una terza parola. Fece una pausa. Centro. Io sentii-e quello fu un movimento incosciente-che tutta la mia energia vitale andava all'ombelico, e lì brillava come se fosse una luce gialla. Quello mi fece paura: se qualcuno lo toccava, potrebbe morire. Gesto di centro! La frase arrivò come un'ordine. Immediatamente, misi le mani nel ventre, per proteggermi. - Perfetto-disse Athena -. Potete sedervi. Aprii gli occhi e notai lassù le luci dello scenario, distanti, spente. Mi sfregai il viso, mi alzai dal suolo, notando che i miei compagni erano sorpresi. - È questo le conferencia?-disse il direttore. - Puoi chiamarlo delibera. - Grazie per essere venuto. Ora, se non ti importa, dobbiamo incominciare la prova della prossima opera. - Ma ancora non ho finito. - Lo lasciamo per un altro momento. Tutti sembravano confusi con la reazione del direttore. Dopo il dubbio iniziale, credo che a tutti stesse piacendoci: era qualcosa di differente, niente di rappresentare persone o cose, niente di immaginare immagini come mele o candele. Niente di sedersi in circolo, della mano che si sta praticando un rituale sacro. Era semplicemente un po' assurdo, e volevamo sapere dove andava a finire. Athena, senza mostrare nessuna emozione si chinò per prendere la sua borsetta. In quello

momento, sentiamo una voce e la platea: Che cosa meraviglia! Heron era venuto con lei. Ed il direttore lo temeva, perché conosceva i critichi di teatro del giornale nel quale lavorava, ed aveva eccellenti relazioni nei mezzi. - Avete smesso di essere individui per essere idee! Che cosa pena che siate tanto occupati, ma non ti preoccupare, Athena, troveremo un altro gruppo nel quale io possa vedere come finisce la tua conferenza. Ho i miei contatti. Io mi ricordavo ancora della luce viaggiando per tutto il mio corpo e concentrandosi sul mio ombelico. Chi era quella donna? Avrebbero sperimentato i miei compagni la stessa cosa? Un momento-disse il direttore, vedendo il viso di sorpresa di tutti quelli che stavano lì -. Forse possiamo ritardare le prove di oggi e… Non potete. Perché io devo tornare ora al giornale per scrivere su questa donna. Continuate a fare quello che sempre habáis fatto: rifinitura di scoprire un'eccellente storia. Se Athena era confuso in mezzo alla discussione dei due uomini, non lo dimostrò. Scese dallo scenario ed accompagnò a Heron. Ci girammo verso il direttore, domandandolo perché aveva reagito così. Con tutti i miei rispetti per Andrea, credo che la nostra conversazione sul sesso nel ristorante fosse molto più arricchitore di tutte questi sciocchezze che abbiamo appena fatto. Vi siete resi conto di come rimanevano in silenzio? Non avevo né la minore idea di come seguire! Ma io ho sentito qualcosa strano-disse uno degli attori maggiori -. Nel momento nel che disse "centro", mi sembrò che tutta la mia forza si concentrasse sul mio ombelico. Non aveva sperimentato mai così qualcosa. Stai… seguro?-era un'attrice che, per il tono delle sue parole, aveva sentito la stessa cosa. Quella donna sembra una strega-disse il direttore, interrompendo la conversazione -. Ritorniamo al lavoro. Incominciamo con stiramenti, riscaldamento, meditazione, tutto secondo il manuale. Dopo, alcuni improvvisazioni, e dopo ci mettemmo a leggere il nuovo testo. A poco a poco, la presenza di Athena sembrava continuare a dissolversi tutto tornava ad essere quello che era: un teatro, un rituale creato dai greci faceva migliaia di anni, nel quale normalmente fingevamo che eravamo gente differente. Ma non era più che una rappresentazione. Athena era differente, ed io ero disposto a tornare a vederla, soprattutto dopo quello che il direttore aveva detto di lei. Heron Ryan, giornalista Senza che lo sapesse, io avevo seguito gli stessi passi che ella aveva suggerito agli attori,

ubbidendo a tutto quello che aveva comandato, con l'unica differenza che manteneva gli occhi aperti per seguire quello che succedeva nello scenario. Nel momento in cui aveva detto "gesto di centro", io misi la mano nel mio ombelico e, per la mia sorpresa, vidi che tutti, perfino il direttore, avevano fatto la stessa cosa. Che cosa era quello? Quello pomeriggio doveva scrivere un articolo noioso sulla visita di un capo di Stato ad Inghilterra, una vera prova di pazienza. Nell'intervallo delle chiamate, per distrarrmi, decisi di domandare ai miei colleghi di redazione che gesto farebbero se chiedesse loro che designasse il "centro." La maggior parte scherzarono, facendo commenti su partiti politici. Uno segnalò verso il "centro" del pianeta. Un altro mise la mano nel cuore. Nessuno, assolutamente nessuno, capiva l'ombelico come il centro del niente. Finalmente, una delle persone con la quale potei parlare quello pomeriggio mi contò qualcosa di interessante. Ritornando a casa, Andrea si era lavato già, aveva apparecchiato la tavola e mi speravo di cenare. Aprì una bottiglia di vino caro, riempì due bicchieri e mi offrì una. Allora, come fu la cena di ieri sera? Per quanto tempo può vivere un uomo con una bugia? Non voleva perdere la donna che aveva di fronte a me che mi facevo compagnia nelle ore difficili che stava sempre al mio fianco quando mi sentivo incapace di dare un senso alla mia vita. Io l'amavo, ma, nella pazzia di mondo nel che era sommerso senza saperlo, il mio cuore era distante, cercando di adattarsi a qualcosa che forse conoscesse, ma che non poteva accettare: essere il sufficientemente grande per due persone. Come io non mi arrischierei mai a lasciare la cosa sicura per il dubbio, cercai di minimizzare quello che aveva passato nel ristorante.

Soprattutto perché non aveva passato assolutamente niente, a parte gli scambi di versi di un poeta che aveva sofferto molto per amore. Athena è una persona difficile da portare. Andrea rise. E giustamente per quel motivo deve essere molto interessante per gli uomini; sveglia quell'istinto di protezione che avete voi e che ogni volta usate meno. Meglio cambiare tema. Ho avuto sempre la sicurezza che le donne hanno una capacità soprannaturale per sapere quello che passa nell'anima di un uomo. Sono tutte maghe. Sto facendo alcuni verifiche su quello che succedè oggi nel teatro. Tu non lo sai, ma io avevo gli occhi aperti durante gli esercizi. Tu hai sempre gli occhi aperti; credo che faccia parte della tua professione. E mi parli dei momenti nei quali tutti si comportano allo stesso modo. Parliamo molto di quello nel bar, dopo essere uscito dalle prove. Un storiografo mi disse che, nel tempio della Grecia nel che si profetizzava il futuro, N.R: Delfos, affezionato ad Apollo, c'era una pietra di marmo, proprio chiamato "ombelico." I racconti dell'epoca contano che lì stava il centro del pianeta. Andai agli archivi del giornale per fare alcuni verifiche: in Petra, in Giordania, c'è un altro "ombelico conico", che non simbolizza solo il centro del pianeta, bensì di tutto l'universo. Tanto quello di Delfos come quello di Petra tentano mostrare l'asse per il quale transita l'energia del mondo, segnando in maniera visibile qualcosa che si manifesta solo nel piano, diciamo," invisibile." Anche Gerusalemme è chiamato ombelico del mondo, come un'isola nell'oceano Pacifico, ed un altro posto che ho dimenticato, perché non ho associato mai una cosa con un'altra. Il ballo! Che cosa dici? Niente. So a che ti riferisci: le danze orientali del ventre, le più antiche dei che si tiene notizia e nelle quali tutto gira intorno all'ombelico. Volesti evitare il tema, perché ti contai che in Transilvania aveva visto ballare ad Athena. Ella era vestita, benché… … benché il movimento incominciasse nell'ombelico, per dopo estendersi per il resto del corpo.

Aveva ragione. Meglio cambiare tema di nuovo, parlare di teatro, sulle cose noiose del giornalismo, bere un po', finire nel letto per fare l'amore mentre si mette a piovere là fuori. Mi resi conto che, nel momento dell'orgasmo, il corpo di Andrea girava intorno all'ombelico: l'aveva visto già cientos di volte, ma non gli aveva prestato mai attenzione. Antoine Locadour, storiografo. Heron incominciò a spendere una fortuna in chiamate alla Francia, chiedendomi che l'ottenesse tutto il materiale possibile fino a quella fine settimana, insistendo in quella storia dell'ombelico che mi somigliavo la cosa meno interessante e meno romantica del mondo. Ma, infine, gli inglesi non sogliono vedere la stessa cosa che i francesi, ed invece di fare domande, cercai di investigare quello che la scienza diceva al riguardo. Poi mi resi conto che gli avvenimenti storici non erano sufficienti: poteva localizzare qui un monumento, un dolmen là, ma la cosa curiosa è che le culture antiche sembravano concordare intorno allo stesso tema ed usare la stessa parola per definire i posti che consideravano sacri. Non aveva prestato mai attenzione a quello, ed il tema incominciò ad interessarmi. Quando vidi l'eccesso di coincidenze, fui alla ricerca di qualcosa di complementare: il comportamento umano e le sue credenze. Subito la prima spiegazione, più logica, fu scartata: c'alimentiamo attraverso il cordone ombelicale, è il centro della vita. Poi un psicologo mi disse che questa teoria non aveva sentito alcuno: l'idea centrale dell'uomo è" sempre tagliare" il cordone, ed a partire da lì, il cervello o il cuore si trasformano in simboli più importanti. Quando c'interessa un tema, tutto alla nostra periferia sembra riferirsi a ciò, i mistico lo chiamano "segni", la scettica "coincidenza" ed i psicologi "faretto concentrato", benché io debba ancora definire come devono riferirsi al tema gli storiografi. Una notte, mia figlia adolescente apparve in casa con un piercing nell'ombelico. - Perché l'hai fatto? - Perché mi ha dato la voglia. Spiegazione assolutamente naturale e vera, perfino per un storiografo che deve trovare un motivo per tutto. Quando entrai nella sua stanza, vidi un poster del suo cantante favorito: aveva il ventre scoperto, e l'ombelico; anche quella foto della parete sembrava essere il centro del mondo. Richiamai a Heron e gli domandai perché era interessato. Mi contò per la prima volta quello che era successo nel teatro, come le persone avevano reagito in maniera spontanea, ma inaspettata, ad un ordine. Impossibile tirare fuori più informazione a mia figlia, in modo che decisi di consultare con specialisti.

Nessuno sembrava prestare molta attenzione al tema, fino a che conobbi a François Shepka, un psicologo indio, N.R: Nomini e nazionalità cambiati per espresso desiderio dello scienziato che stava incominciando a rivoluzionare le terapie utilizzate attualmente: secondo lui, questa storia di tornare all'infanzia per risolvere i traumi non aveva portato mai all'essere umano a nessun posto, molti problemi che erano stati già superati per la vita finiscono per ritornare, e la gente adulta tornava ad incolpare i suoi genitori per i fallimenti e le sconfitte. Shepka stava in piena guerra con le società psicoanalitice francesi, ed una conversazione su temi assurdi-come quell'ombelicosembrò rilassarlo. Si entusiasmò col tema, ma non l'abbordò immediatamente. Disse che ferma uno dei più rispettati psicoanalisti della storia, lo svizzero Carl Gustav Jung, tutti beviamo della stessa fonte. Si chiama "anima" del mondo; benché cerchiamo sempre di essere individui indipendenti, una parte della nostra memoria è la stessa. Tutti cercano l'ideale della bellezza, della danza, della divinità, della musica. La società, tuttavia, si incarica di definire come manifestano queste idee nel piano reale. Così, per esempio, oggigiorno l'ideale di bellezza è essere magro, mentre fa migliaia di anni le immagini dalle dee erano grasse. La stessa cosa succede con la felicità: c'è una serie di regole che, se non li segui, tuo inconscio non accetterà l'idea che è felice. Jung normalmente classificava il progresso individuale in quattro tappe: la prima era la Persona, maschera che usiamo tutti i giorni, fingendo quello che siamo. Crediamo che il mondo dipende da noi che siamo eccellenti genitori e che i nostri figli non ci comprendono che i capi sono ingiusti che il sonno dell'essere umano è non lavorare mai e passare la vita intera viaggiando. Molta gente si rende conto che c'è un errore in questa storia, ma come non vogliono cambiare niente, finiscono per allontanare rapidamente il tema dalle sue teste. Poche cercano di capire quale l'errore è, e finiscono per trovare l'Ombra. L'Ombra è il nostro lato nero che ci dice come dobbiamo reagire e comportarci. Quando cerchiamo di liberarci della Persona, infiammiamo un'animo dentro noi, e vediamo i tessuti di ragno, la vigliaccheria, la meschinità. L'Ombra sta lì per ostacolare il nostro progresso, e generalmente l'ottiene, torniamo immediatamente ad essere chi eravamo prima di dubitare. Tuttavia, alcuni sopravvivono a questo combattimento coi suoi tessuti di ragno, dicendo: "Sì, ho una serie di difetti, ma sono degno e voglio proseguire. In quello momento, Jung non sta definendo niente religioso; parla di un ritorno a quella Anima del Mondo, fonte di conoscenza. Gli istinti incominciano ad acutizzarsi, le emozioni sono radicali, i segni di vita sono più importanti della logica, la percezione della realtà non è oramai tanto rigida. Incominciamo ad affrontarci a cose alle quali non siamo abituati, reagiamo in maniera inaspettata per noi stessi. E scopriamo che, se siamo capaci di canalizzare tutto quello getto di energia continua,

l'organizzeremo in un centro molto solido che Jung chiama il Vecchio Saggio per gli uomini o la Gran Madre per le donne. Permettere questa manifestazione è qualcosa di pericoloso. Generalmente, lì quello che arriva ha tendenza a considerarsi santo, domatore di spiriti, profeta. È necessario molta maturità per entrare in contatto con l'energia del Vecchio Saggio o della Gran Madre. Jung impazzire-disse il mio amico, dopo avermi spiegato le quattro tappe descritte per il psicoanalista svizzero -. Quando entrò in contatto col suo Vecchio Saggio, incominciò a dire che lo guidava un spirito chiamato Philemon. E finalmente… … arriviamo al simbolo dell'ombelico. Non solo le persone, ma anche le società sono costituite per questi quattro passi. La civiltà occidentale ha una Persona, idee che ci guidano. "Nel suo tentativo di adattarsi ai cambiamenti, entra in contatto con l'Ombra. Ci sono grandi manifestazioni di masse nelle che l'energia collettiva può essere manipolate tanto per il bene come per male il. Improvvisamente, per alcuno ragione, né la Persona non l'Ombra soddisfa l'essere umano, ed arriva il momento di un salto, nel quale c'è una connessione incosciente con l'Anima. Incominciano a sorgere nuovi valori. L'ho notato. Mi sono reso conto della rinascita del culto alla parte femminile di Dio. Eccellente esempio. E, alla fine di questo processo, affinché questi nuovi valori si stabiliscano, tutta la razza incomincia ad entrare in contatto coi simboli, il linguaggio cifrato col quale le generazioni attuali si comunicano con la conoscenza ancestrale. Uno di questi simboli di rinascimento è l'ombelico. Nell'ombelico di Vishnú, divinità indio responsabile della creazione e della distruzione, si siede il dio che dirigerà ogni ciclo. Gli asceti lo considerano come uno dei chacras, punti sacri del corpo umano. Le tribù più primitive normalmente mettevano monumenti nel posto nel quale credevano che si trovava l'ombelico del pianeta. In Sud-America, le persone in trance dicono che la vera forma dell'essere umano è un uovo luminoso che si collega con gli altri attraverso filamenti che germogliano del suo ombelico. "Il comandala, disegno che stimola la meditazione, è una rappresentazione simbolica di quello. Comandai tutta quell'informazione all'Inghilterra prima della data che avevamo segnato. Gli dissi che una donna che è capace di svegliare in un gruppo la stessa reazione assurdo debito di avere un potere enorme, e non mi sorprenderei che fosse una specie di qualcosa di paranormale. Gli suggerii che cercasse di studiarla più di vicino.

Non aveva pensato mai al tema, e cercai di dimenticarlo immediatamente; mia figlia mi disse che si stava comportando in maniera strana, pensava solo a me stesso, mi guardavo solo l'ombelico!. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Tutto riuscì male: come hai potuto mettermi nella testa che io saprei insegnare? Perché umiliarmi davanti agli altri? Dovrebbe dimenticare che esisti. Quando mi insegnarono a ballare, ballai. Quando mi insegnarono a scrivere lettere, imparai. Ma tu sei stato perverso: mi hai chiesto che tenti qualcosa che sta oltre i miei limiti. Per quel motivo ho preso un treno, per quel motivo sono venuto fino a qui, affinché potessi vedere il mio odio! Ella non smetteva di piangere. Meno male che aveva lasciato al bambino coi suoi genitori, perché parlava troppo alto, ed il suo alito aveva un…un aromatizza a vino. Gli chiesi che entrasse, montare quello scandalo nella porta della mia casa non andava ad aiutare niente alla mia reputazione, già abbastanza compromessa perché dicevano che io ricevevo uomini, donne, ed organizzava grandi orge sessuali nel nome di Satana. Ma ella seguiva lì: gridando: - La colpa è tua! Mi hai umiliato! Si aprì una finestra, dopo un'altra. Buono chi sta disposta a cambiare l'asse il mondo deve anche essere disposta a sapere che i vicini sempre non saranno contenti. Mi avvicinai ad Athena e feci esattamente quello che ella voleva che facesse: l'abbracciai. Ella continuò a piangere sulla mia spalla. Con molto curato, gli feci portare sui gradini ed entriamo in casa. Preparai un'infusione il cui formula non condivide con nessuno, perché fu il mio protettore quello che me l'insegnò; la misi davanti a lei e se la bevve di un assolo sorso. Facendolo, mi dimostrò che la sua fiducia in me ancora era intatta. Perché sono así?-confermò. Io sapevo che l'effetto dell'alcool si era tagliato. Ho uomini che mi amano. Ho un figlio che mi adora e che mi vedi come modello di vita. Ho alcuni genitori adottivi ai quali considero la mia vera famiglia, e sarebbero capaci di morire per me. Riempii gli spazi in bianchi del mio passato quando fui alla ricerca di mia madre. Ho il denaro sufficiente come per vivere tre anni senza fare niente, solo godere della vita, e non sono contenta! Mi sento miserabile, colpevole, perché Dio mi benedisse con tragedie che sono riuscito a superare e miracoli che ho onorato, e non sono mai contenta! Voglia sempre più. Non sarei dovuto andare a quello teatro ed aggiungere più una frustrazione alla mia lista di vittorie!

Credi che abbia fatto male? Ella fermò e mi guardò, attonita. Perché lo domandi? Semplicemente io aspettai la risposta. Feci la cosa corretta. Stava con un giornalista quando entrai lì, senza avere la minore idea di quello che andava a fare, ed improvvisamente le cose incominciarono a sorgere come se venisse dal niente. Sentiva la presenza della Gran Madre al mio fianco, guidandomi, istruendomi, facendo che la mia voce avesse una sicurezza che, nella cosa più intima, io non possedevo. Allora perché ti lamenti? Perché nessuno lo capì! E quello è importante? Tanto importante che ti fa venire fino alla Scozia ad insultarmi davanti a tutto il mondo? Indubbiamente è importante! Se sei capace di tutto, se sai che stai facendo la cosa corretta, come è che non riesci almeno ad essere amata ed ammirata per quel motivo? Quell'era il problema. La presi della mano e la condussi alla stanza nel che, settimane prima, aveva contemplato la candela. Gli chiesi che Lei sedesse e che cercasse di calmarsi un po', benché fosse sicura che l'infusione stava fornendo effetto. Andai alla mia stanza, presi un specchio circolare e lo misi davanti al suo viso. L'hai tutto, e hai lottato per ogni pollice del tuo territorio. Ora guarda le tue lacrime. Guarda il tuo viso, e l'amarezza che riflette. Cerca di guardare la donna che sta nello specchio; questa volta non rida, cerca di comprenderla. Gli diedi il tempo sufficiente affinché potesse seguire le mie istruzioni. Quando notai che stava entrando nella trance desiderata, proseguii: - Quale è il segreto della vita? Chiamiamogli "grazia" o "benedizione." Tutto il mondo cerca di essere soddisfatto con quello che ha. Meno io. Meno tu. Meno alcune persone che, disgraziatamente, dovremo sacrificarci un po', a nome di qualcosa di maggiore. La "nostra immaginazione è maggiore che il mondo che ci circonda, andiamo là dei nostri limiti. Anticamente, lo chiamano "bujería", ma meno male che le cose hanno cambiato, od ora staremmo già nel falò.

Quando smisero di bruciare le donne, la scienza trovò una spiegazione, normalmente chiamata "isteria femminile"; benché non causi la morte per il fuoco, finisce per provocare una serie di problemi, soprattutto nel lavoro. "Tuttavia, non ti preoccupare, pronto la chiameranno "saggezza." Mantén gli occhi fissi nello specchio: a chi vedi? Ad una donna. E che più, oltre alla donna? Ella vuotò un po'. Io insistei, e finì per rispondere: Ad un'altra donna. Più vera, più intelligente di me. Come se fosse un'anima che non appartiene, ma che forma parte di me. Quello stesso. Ora ti chiedo che pensi ad uno dei simboli più importanti dell'alchimia: un serpente che fa un circolo e divora la sua propria coda. Sei capace di visualizzarlo? Ella assentì con la testa. Così è la vita delle persone come te e come me. Si rovinano e si costruiscono tutto il tempo. Tutto nella tua vita è successo di quella maniera: dell'abbandono all'incontro, del divorzio al nuovo amore, della filiale della banca al deserto. Una cosa rimane solo intatta: tuo figlio. Egli è il filo conduttore di tutto, rispettalo. Incominciò a piangere di nuovo. Ma era un tipo differente di lacrime. Venisti fino a qui perché vestisti un viso femminile nel falò. Quello viso è lo stesso che sta ora nello specchio, cerca di onorarlo. Non ti lamentare opprimere per quello che pensino gli altri, poiché, dentro alcuni anni, o di alcune decade, o di alcuni secoli, quello pensiero cambia. Vive ora quello che la gente non vivrà fino al futuro. "Che cosa vuoi? Non puoi volere essere felice, perché quello è facile e noioso. Non puoi volere solo amare, perché quello è impossibile. Che cosa vuoi? Vuoi giustificare la tua vita, viverla nella maniera più intensa possibile. Quella è una trappola e contemporaneamente, produce un stato di estasi. Cerca di essere attenta al pericolo, e vive l'allegria, l'avventura di essere la Donna che sta oltre l'immagine specchiata nello specchio. I suoi occhi si chiusero, ma io sapevo che le mie parole avevano penetrato nella sua anima e rimarrebbero lì. Se vuoi arrischiarti e continuare ad insegnare, fallo. Se non vuoi che sappi che sei arrivato già molto più lontano che la maggioranza della gente.

Il suo corpo incominciò a rilassarsi. L'afferrai per le braccia prima che Lei cadesse, e dormì con la sua testa appoggiata nei miei seni. Cercai di sussurrargli alcuni cose, perché io avevo passato già per le stesse tappe, e sapeva così la cosa difficile che era, il mio protettore me l'aveva detto, e così l'aveva sperimentato io nelle mie proprie carni. Ma il fatto di essere difficile non faceva che questa esperienza fosse meno interessante. Che esperienza? Vivere come essere umano e come divinità. Passare della tensione al rilassamento. Del rilassamento alla trance. Della trance, al contatto più intenso con la gente. Di quello contatto, di nuovo alla tensione, e così via, come il serpente che si morde la sua propria coda. Niente facile, soprattutto perché esige un amore incondizionato che non teme la sofferenza, il rifiuto, la perdita. Ma al che beve una volta di questa acqua gli è impossibile tornare ad ammazzare la sua sete in altre fonti. Andrea McCain,actriz L'altro giorno parlasti di Gaia che Lei creó a sé stessa, e che ebbe un figlio senza necessità di un uomo. Dicesti, con tutta la ragione, che la Gran Madre finì cedendo posto ai dei maschili. Ma dimenticasti a Hera, una delle discendente della tua dea favorita. "Hera è più importante, perché è più pratica. Governa i cieli e la terra, le stazioni dell'anno e le tempeste. Secondo gli stessi greci che citasti, la Via lattea che vediamo nel cielo è il latte che uscì dal suo petto. Un bel petto, detto sia di passaggio, perché l'onnipotente Zeus cambiò forma, si trasformò in uccello, solo per potere baciarla senza essere respinto. Camminavamo per un gran centro commerciale di Knightsbridge. La chiamai e gli dissi che mi piacerebbe un po' chiacchierate, ed ella mi invitò ad andare ai ribassi di inverno; sarebbe stato molto più gradevole prendere un tè giunte o mangiare in un ristorante tranquillo. Tuo figlio può perdersi tra questa moltitudine. Non ti preoccupare. Segue con quello che stavi contandomi. Hera scoprì il trucco, ed obbligò a Zeus a sposarsi. Ma, dopo la cerimonia, il gran re dell'Olimpo ritornò alla sua vita di playboy, seducendo tutte le dee o umane con le che si incrociava. Hera rimase fedele: invece di gettare la colpa a suo marito, diceva che le donne dovrebbero comportarsi meglio. Non è quello quello che facciamo tutte? Non sapeva dove voleva arrivare, cosicché seguii come se non l'avesse sentita:

- Fino a che decise di pagargli con la stessa moneta, trovare un dio o un uomo e portarsilo al letto. Non potremmo fermare un momento e prendere un caffè? Ma Athena era appena entrato in un negozio di biancheria intima. Ti piace? - mi domandò, insegnandomi un provocante insieme di mutandina e reggiseno di colore carne, fatto di pizzo. Molto. Quando l'usi, lo vede qualcuno? Chiaro, o per caso credi che sia un santa? Ma segue con quello che stavi contandomi di Hera. Zeus si spaventò col suo comportamento. Ma ora, già indipendente, Hera si preoccupava poco per il suo matrimonio. Hai fidanzato? Ella guardò ad un lato ed un altro. Fino a che vide che il bambino non poteva sentirci, non mi rispose di forma monosillabica: Sì. Non l'ho visto mai. Andò fino alla scatola, pagò la biancheria intima e la mise nella borsetta. Viorel ha fame e sono sicura che non gli interessano le leggende greche. Finisce la storia di Hera. Ha un fine mezzo pazzo: per paura di perdere la sua amata, finse che si sposava di nuovo. Quando Hera lo seppe, si rese conto che le cose stavano andando troppo lontano: accettava amanti, ma il divorzio era impensabile. Niente originale. Decise di andare fino a nel che andava a celebrare la cerimonia, armare un scandalo, ed allora si rese conto che egli stava chiedendo la mano ad una statua. Che cosa fece Hera? Rise molto. Quello ruppe il filo tra i due, e tornò ad essere la regina dei cieli. Eccellente. Se passa qualche giorno… … il che? Se il tuo compagno va via con un'altra donna, non ti dimenticare di riderti. Io non sono una dea. Sarebbe molto più distruttiva. Perché non ho visto mai il tuo fidanzato?

Perché sempre è occupato. Dove lo conoscesti? Ella si trattenne con la borsetta nella mano. Lo conobbi nella banca nella quale lavorava, aveva lì un conto. Ed ora, se mi perdoni, mio figlio sta aspettandomi. Hai ragione, può perdersi tra tutta questa gente se non gli presto l'attenzione necessaria. Ci riuniamo in casa la settimana che viene; ovviamente, sei invitato. So chi l'ha organizzato. Athena mi diede due baci cinici nel viso ed andò via; per lo meno aveva capito il mio messaggio. Quello pomeriggio, nel teatro, il direttore mi disse che era arrabbiato per il mio comportamento: io avevo organizzato un gruppo per andare a vedere quella donna. Gli spiegai che l'idea non era stata mia: Heron era rimasto affascinato con quell'istoriategli ombelico e mi domandò se alcuni attori sarebbero disposti a seguire la conferenza che era stato interrotta. Ma egli non comanda in te. Indubbiamente non, ma quello che meno desiderava in questo mondo era che fosse egli solo a casa di Athena. Gli attori già erano riuniti, ma, invece di un'altra lettura della nuova opera, il direttore decise di cambiare il programma. Oggi facciamo un altro esercizio di psicodramma, N.R: Tecnica nella quale le persone drammatizzano esperienze personali. Non c'era necessità; sapevamo già tutti come andavano a comportare i personaggi nelle situazioni create per l'autore. Posso suggerire il tema? Tutti girarono verso me. Egli sembrava sorpreso. Che cosa è questo, una ribellione? Ascolto fino al fine: creeremo una situazione nel che un uomo, dopo avere lottato molto, ottiene riunire ad un gruppo di gente per celebrare un rito importante dentro la comunità. Per esempio, qualcosa che abbia a che vedere col raccolto dell'autunno seguente. Tuttavia, arriva una straniera alla città, ed a causa della sua bellezza e delle dicerie che corrono circa lei, dicono che è una dea mascherata, il gruppo che il buon uomo aveva riunito per mantenere le tradizioni del suo villaggio si disperde subito e si riunisce appena con l'arrivo. Ma quello non ha niente a che vedere con l'opera che stiamo provando!

-disse una delle attrici. Il direttore, tuttavia, aveva capito il messaggio. È un'idea eccellente, possiamo incominciare. E diventando verso me: - Andrea, tu sarai l'appena arrivo. Così puoi comprendere meglio la situazione del villaggio. Io sarò il buon uomo che cerca di mantenere le abitudini intatte. Ed il gruppo sarà formato per compagni che frequentino la chiesa, si riuniscono i sabati per fare lavori comunitari e si aiutano mutuamente. Ci corichiamo nel suolo, ci rilassiamo, ed incominciamo l'esercizio che è molto semplice in realtà: il personaggio centrale, in questo caso, io stessa, continua a creare situazioni, e gli altri reagiscono man mano che sono provocati. Finendo il rilassamento, mi trasformai in Athena. Nella mia fantasia, ella percorreva il mondo come Satana alla ricerca di sudditi per il suo regno, ma si mascherava da Gaia, la dea che tutto lo sa e tutto il creó. Per quindici minuti, si formarono le "parejas”,se conobbero, inventarono una storia in comune nel quale c'erano figli, case, comprensione ed amicizia. Quando sentii che l'universo era pronto, mi sedetti in un angolo dello scenario ed incominciai a parlare di amore. Stiamo qui, in questo piccolo villaggio, e voi pensate che sono straniera, per quel motivo vi interessa quello che devo contarvi. Non avete fatto un viaggio mai, non sapete quello che passa oltre le montagne, ma posso dirvi che non è necessario lodare alla terra. Ella sarà sempre generosa con questa comunità. La cosa importante è lodare l'essere umano. Dite che volete viaggiare? State usando la parola sbagliata: l'amore è una relazione tra le persone. Desiderate che il raccolto sia fertile e per quel motivo avete deciso di amare la terra? Un'altra sciocchezza: l'amore non è desiderio, non è conoscenza, non è ammirazione. È una sfida, un fuoco che arde senza che possiamo vederlo. Per quel motivo, pensate che sono un'estranea in questa terra, vi sbagliate: tutto mi è familiare, perché vengo con questa forza, con questa fiamma, e quando mi vada, già nessuno sarà lo stesso. Porto l'amore vero, non quello che insegnano nei libri ed i racconti di fate. Il "marito" di una dei "compagni" incominciò a guardarmi. La donna rimase persa con la sua reazione. Durante il resto dell'esercizio, il direttore-migliore detto, il buon uomo-faceva la cosa possibile per spiegare alla gente l'importanza di mantenere le tradizioni, lodare la terra, chiedergli che fosse generosa come questo anno era stato l'anno anteriore. Semplicemente io parlavo di amore.

Dice che la terra vuole riti? Perché io vi garantisco che se c'è l'amore sufficiente tra voi, il raccolto sarà abbondante, perché questo è un sentimento che tutto lo trasforma. Ma che cosa vedo? Amicizia. La passione si è estinta già fa molto tempo, perché vi siete abituati gli alcuni agli altri. È per quel motivo per quello che la terra dà solo né più né meno la stessa cosa che diede l'anno anteriore. E è per quel motivo per quello che, nell'oscurità delle vostre anime, vi lamentate silenziosamente che nelle vostre vite non cambiano niente. Perché? Perché avete cercato di controllare la forza che tutto lo trasforma, affinché le vostre vite potessero continuare senza grandi sfide. Il buon uomo spiegava: La nostra comunità è sopravvissuta sempre per che ha rispettato le leggi, e perfino l'amore è guidato da esse. Quello che si appassiona senza tenere in conto il bene comune vivrà sempre in costante angoscia: per ferire il suo compagno, per irritare alla sua nuova passione, per perdere tutto quello che ha costruito. Una straniera senza lacci e senza storia può dire quello che voglia, ma non sa le difficoltà che abbiamo avuto prima di arrivare fino a dove siamo arrivati. Non sa il sacrificio che facemmo per i nostri figli. Ignora il fatto che lavoriamo senza riposo affinché la terra sia generosa che la pace stia con noi che le provviste possano immagazzinarsi per il giorno di domani. Per un'ora, io difesi la passione che tutto lo divora, mentre il buon uomo parlava del sentimento che porta la pace e la tranquillità. Alla fine, rimasi parlando sola, mentre la comunità intera si riuniva intorno a lui. Aveva rappresentato la mia carta con un entusiasmo ed una fede che non credeva mai che avesse; nonostante tutto, alla straniera partiva dal piccolo villaggio senza avere convinto nessuno. E quello mi mettevo molto, molto contenta. Heron Ryan, giornalista. Un mio vecchio normalmente diceva. "Impariamo un 25 percento col maestro, del 25 percento ascoltando, un 25 percento con gli amici e l'altro 25 col tempo." Nella prima riunione in casa di Athena, nella quale ella pretendeva finire la classe interrotta nel teatro, tutti impararono con…no so. C'insegnava nella piccola sala del suo appartamento, con suo figlio. Vidi che il posto era completamente bianco, vuoto, salvo per un mobile sul che c'erano un riproduttore ed un mucchio di CD. Mi rimpianse la presenza dal bambino che doveva annoiarsi con la conferenza; sperava che seguisse nel momento nel quale aveva fermato, ordini attraverso parole. Ma ella aveva altri piani; ci spiegò che andava a mettere musica proveniente dalla Liberia, e semplicemente dovevamo ascoltare.

Nient'altro. Io non sono capace di arrivare a nessun posto attraverso la meditazione-disse -. Vedo quella gente seduta con gli occhi chiusi, un sorriso nelle labbra, i suoi visi seri, la posizione arrogante, concentrata in assolutamente niente, convinta che sta in contatto con Dio o con la Dea. Per lo meno, ascolteremo insieme musica. Orta volta, quella sensazione di malessere, come se Athena non sapesse esattamente quello che faceva. Ma quasi tutti gli attori di teatro stavano lì, perfino il direttore che ha ispezionato il campo nemico secondo Andrea. La musica finì. Questa volta, ballate ad un ritmo che non abbia niente, assolutamente niente vedere con la melodia. Athena la mise di nuovo, col volume abbastanza più alto, ed incominciò a muovere il suo corpo senza nessuna armonia. Solo l'uomo più vecchio che rappresentava un re ubriaco nell'opera, fece quello che c'avevano comandato. Nessuno più si mosse; la gente sembrava un po' persa. Una di esse guardò l'orologio: non avevano passato più che dieci minuti. Athena fermò e guardò intorno a suo: Perché siete fermi? Mi sembra… un po' ridicolo fare quello - si sentì la timida voce di un'attrice -. Impariamo armonia, non la cosa opposta. Perché facciate quello che vi dico. Avete bisogno di una spiegazione intellettuale? Ve la do: i cambiamenti si danno solo quando facciamo qualcosa che va in contro, totalmente contro tutto a quello che siamo abituati. E diventando verso il "re ubriaco": - Perché hai accettato seguire la musica fosse del ritmo? - Molto facile: non ho imparato mai a ballare. Tutti risero, e la nuvola oscura che spiava il posto sembrò sparire. Molto bene, incomincerò di nuovo, e voi potete fare quello che dico, o andarvi; questa volta io sono quello che decide a che ora finisce la conferenza. Una delle cose più aggressive nell'essere umano è andare contro quello che pensa che è bello, e quello è quello che facciamo oggi. Balliamo male. Tutto il mondo. Non era più che un'altra esperienza, e per non fare che la padrona della casa Lei sentisse

scomodo, tutto il mondo ballò male. Io lottavo con me stesso, perché la tendenza era seguire quella percussione meravigliosa, misteriosa. Mi sentivo come se stesse aggredendo i musicisti che la toccavano, al compositore che l'immaginò. Il mio corpo voleva lottare contro la mancanza di armonia, ed io l'obbligavo a comportarsi come c'avevano comandato. Anche il bambino ballava, ridendo tutto il tempo, ma in un determinato momento si trattenne e si sedette sul sofà, forse esausto per lo sforzo che stava facendo. Il CD si spense in mezzo ad un accordo. Sperate. Tutti sperarono. Faccio qualcosa che non ho fatto mai. Chiuse gli occhi e mise la testa tra le mani. Non ho ballato mai senza seguire il ritmo… Allora, la prova sembrava essere stato peggiore per lei che ferma chiunque di noi. Sto male… Tanto il direttore io c'alziamo come. Andrea mi guardò con una certa furia, anche cosí mi avvicinai ad Athena. Prima che la toccasse, ci chiese che ritornasse ai nostri posti. Qualcuno vuole dire qualcosa? -la sua voce sembrava fragile, tremante, e non allontanava le mani dal suo viso. Io sé. Era Andrea. Prima, prende mio figlio e digli che sua madre sta bene. Ma devo seguire così mentre sia necessario. Viorel sembrava spaventato; Andrea lo sedette nel suo grembo e l'accarezzò. Che cosa vuoi dire? Niente. Ho cambiato idea. Il bambino si è fatto cambiare idea. Ma segue. Lentamente, Athena fu scoprendo il suo viso, alzando la testa; la sua fisionomia era quella di un'estranea. Non parlo. Sta bene. Allora, tu-segnalò all'attore vecchio -, vieti domani il medico.

Quello di non potere dormire, di andare al bagno tutta la notte, è serio. È un cancro di prostata. L'uomo diventò pallido. E tu-segnalò al direttore -, assume la tua identità sessuale. Non avere paura. Accetta che detesti le donne e che ti piacciono gli uomini. Quello che stai… Non mi interrompere. Non lo dico per colpa di Athena. Mi riferisco semplicemente alla tua sessualità: ti piacciono gli uomini, e non credo che ci sia niente di brutto in quello. Non lo dico per colpa di Athena? Ma se Athena ero ella! E tu-mi segnalò ad io-,ven qui. Inginocchiati davanti a me. Con paura per Andrea, con vergogna per tutti, feci quello che mi chiedevo. Abbassa la testa. Lasciami toccare la tua nuca. Sentii la pressione delle sue dita, nient'altro a parte quello. Rimaniamo così quasi un minuto, dopo mi fece alzare e ritornare al mio posto. Non dovrai oramai prendere più pastiglie per dormire. A partire da oggi, il sonno gira. Guardai Andrea, credeva che andasse a dire qualcosa, ma il suo sguardo sembrava tanto attonito come la mia. Una delle attrici, forse il più giovane, alzò la mano. Voglio parlare. Ma devo sapere a chi mi sto dirigendo. Sacra Sofía. Voglio sapere se… Era l'attrice più giovane del nostro gruppo. Guardo intorno a suo, imbarazzata, ma il direttore gli fece un segno con la testa, chiedendolo che seguisse. -… se mia madre sta bene. - Sta al tuo fianco. Ieri, quando uscisti di casa, ella fece che ti dimenticassi la borsetta. Tornasti a raccoglierlo e scopristi che la chiave stava dentro casa, non potevi entrare. Perdesti un'ora cercando il fabbro, benché fossi potuto andare al tuo appuntamento, ti avere trovato con l'uomo che ti aspettava ed avere ottenuto l'impiego che volevi. Ma se tutto fosse successo tale e come

avevi deciso di mattina di lui, tra sei mesi saresti morto in un incidente di automobile. Ieri, dimenticandoti la borsetta, cambiò la tua vita. La ragazza si mise a piangere. Qualcuno più vuole domandare qualcosa? Alzarono un'altra mano; era il direttore. Mi ama egli? Allora era verità. La storia della madre di quella ragazza aveva provocato un mulinello di emozioni nella sala. La tua domanda è sbagliata. Quello che devi sapere è se stai in condizioni di dargli l'amore di che egli ha bisogno. E quello che venga o non venga sarà uguale di gratificante. Sapersi capace di amare è già abbastanza. "Se egli non è, sarà un altro. Perché hai scoperto una fonte, le lasciasti correre ed ella inonderà il tuo mondo. Non cercare di mantenere una distanza sicura per vedere quello che passa; neanche cerca di essere sicuro prima di cedere il passo. Quello che dia, riceverai, benché a volte venga dal posto di dove meno te l'aspetti. Anche quelle parole valevano per me. Ed Athena-o chi fosse - diventò verso Andrea. Tu! Mi fu gelato il sangue. Devi essere preparata per perdere l'universo che hai creato. Che cosa è il "universo?" È quello che credi che hai già. Hai fatto prigioniero il tuo mondo, ma sai che devi liberarlo. So che capisci quello che sto dicendo, benché non desiderasse sentirlo. Comprendo. Era sicuro che stavano parlando di me. Sarebbe tutta quell'una rappresentazione di Athena? Finì - disse -. Portami al bambino. Viorel non voleva andare, era spaventato con la trasformazione di sua madre; ma Andrea lo prese affettuosamente della mano e lo portò fino a lei. Athena-o Santa Sofía, o Sherine, non importa chi stesse lì - fece la stessa cosa che aveva fatto con me, toccando con fermezza la nuca dal bambino.

Non ti spaventare con le cose che vedi, mio figlio. Non cercare di separarli, perché vanno in qualsiasi caso; approfitta della compagnia degli angeli finché puoi. In questo momento hai paura, ma non hai tanta paura come dovresti, perché sai che siamo molti in questa sala. Smettesti di ridere e di ballare quando vestisti che abbracciava tua madre, e gli chiedeva che mi lasciasse parlare attraverso la sua bocca. Che sappia che ella mi diede permesso, o io non l'avrei fatto. Mi sono apparso sempre in forma di luce, e continuo ad essere quella luce, ma oggi ho deciso di parlare. Il bambino l'abbracciò. Potete uscire. Lasciatemi a sole con lui. Uno ad uno, fummo uscendo dall'appartamento, lasciandola col bambino. Nel taxi che ci portava a casa, cercai di parlare con Andrea, ma ella mi chiese che, se dovevamo parlare di qualcosa, non dovevamo riferirci a quello che era appena successo. Rimasi silenzioso. La mia anima si riempì di tristezza: perdere Andrea era molto difficile. D'altra parte, sentii una pace immensa; gli avvenimenti avevano provocato i cambiamenti, ed io non dovevo sedermi davanti a quella donna alla quale tanto amava e dirgli che era anche innamorato di un'altra. In quello caso, scelsi rimanere silenzioso. Arrivai a casa, accesi la tele, Andrea andò a lavarsi. Chiusi gli occhi, e quando li aprii, alla sala era inondata di luce; già era di giorno, aveva dormito quasi dieci ore seguite. Al mio fianco c'era una nota, nella quale Andrea diceva che non voleva svegliarmi che era andato direttamente al teatro, ma che aveva lasciato il caffè preparato. La nota era romantica, fiorita con la marca del rossetto ed un piccolo cuore. Ella non era disposta né per segno a "sciogliere il suo universo." Andava a lottare. E la mia vita andava a trasformare in un incubo. Quello pomeriggio, ella chiamò, e la sua voce non lasciava intravedere nessuna emozione speciale. Mi contò che l'attore era andato dal medico, l'avevano esplorato, ed avevano scoperto che la sua prostata era anormalmente infiammata. Il passo seguente fu un'analisi di sangue, col quale scoprirono un aumento significativo di un tipo di proteina chiamato PSA. L'estrassero dimostrazioni di tessuti per una biopsia, ma, per il quadro clinico, le possibilità che avesse un tumore maligno erano grandi. - Il medico gli disse: ha fortuna, benché la situazione si presenti difficile, ancora è possibile operare, e c'è un 99 percento di possibilità che si curi. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Che cosa Santa Sofía, né che niente! Era lei stessa, Athena, ma toccando la parte più profonda del fiume che corre per la sua anima, entrando in contatto con la Madre.

Tutto quello che fece fu vedere quello che stava succedendo in un'altra realtà. La madre della ragazza, essendo morta, vive in un posto senza tempo, ma noi, gli esseri umani, saremo sempre limitati a conoscere il presente. Non è poco, detto sia di passaggio: scoprire una malattia covata prima che si aggravi, toccare centri nervosi e sbloccare energie, quello sta alla nostra portata. Indubbiamente molti morirono nel falò, altri si esiliarono e molti finirono per nascondere e sopprimendo la scintilla della Gran Madre nella nostra anima. Io non indussi mai ad Athena ad entrare in contatto col Potere. Lo decise lei stessa, perché la Madre gli aveva fatto già vari segni: era una luce mentre ballava, si trasformò in lettere mentre imparava calligrafia, apparve in un falò o in un specchio. Quello che io discepola non sapeva era come convivere con Lei, fino a che fece qualcosa che provocò tutta quella successione di avvenimenti. Athena che diceva sempre a tutti che dovevano essere differenti che era sempre una persona come il resto dei mortali. Aveva un ritmo, una velocità di crociera. Era più curiosa? Forse. Era riuscito a superare i suoi problemi di credere si unisca vittima? Sicuro. Sentiva necessità di condividere con gli altri, fossero usati di panca o attori, quello che continuava ad imparare? In qualche caos, la risposta è sé; in altri, io cercai di stimolarla, perché non siamo destinati alla solitudine e ci conosciamo quando ci vediamo nello sguardo degli altri. Ma la mia interferenza finisce lì. Perché la Madre voleva manifestarsi quella notte, possibilmente gli sussurrò qualcosa all'udito: "Vedi contro tutto quello che hai imparato fino ad ora; tu che sei una maestra del ritmo, lasci che passi per il tuo corpo, ma "non obbedire a lui." Fu per quel motivo per quello che Athena suggerì l'esercizio: suo inconscio era già preparato per convivere con la Madre, ma ella vibrava sempre nella stessa sintonia, e con quello non permetteva che gli elementi esterni potessero manifestarsi. Con me succedeva la stessa cosa; la migliore maniera di meditare, di entrare in contatto con la luce, era facendo calza lunga, qualcosa che mia madre mi ero abituato quando era bambina. Sapeva contare i punti, muovere gli aghi, fare cose belle attraverso la ripetizione e dell'armonia. Un giorno, il mio protettore mi chiese che tessesse di una maniera completamente irrazionale!, qualcosa di molto violento per me che aveva imparato affettuosamente il lavoro, pazienza e consacrazione. Anche cosí, insistè affinché facesse un pessimo lavoro. Per due ore pensai che quell'era ridicolo, assurdo, mi pentivo la testa, ma non poteva lasciare che gli aghi guidassero le mie mani. Tutto il mondo è capace di fare male qualcosa, perché mi chiedevo quello? Perché conosceva la mia ossessione per la geometria e le cose perfette. Ed improvvisamente, succedè; fermai gli aghi, sentii un vuoto immenso, che si riempì con una presenza calda, affettuosa, compagna.

A me intorno, tutto era differente, aveva voglia di dire cose che non avrei osato mai nel mio stato normale. Ma non persi la coscienza: sapeva che era io stessa, benché-accettiamo il paradosso-non era la persona con la quale era abituata a convivere. Cosicché posso "vedere" quello che succedè, benché non stesse lì; l'anima di Athena seguendo i suoni della musica, ed il suo corpo andando in direzione contraria. Dopo qualche tempo, l'anima si slegò del corpo, si aprì un spazio, e finalmente la Madre potè entrare. Per meglio dire: una scintilla della Madre apparve lì. Vecchia, ma con apparenza di giovane. Sapiente, ma non onnipotente. Speciale, ma senza arroganza. La percezione cambiò, ed incominciò a vedere i vizi cose che quando era bambina, gli universi paralleli che popolano questo mondo. In questo momento possiamo vedere non solo il corpo fisico, bensì le emozioni della gente. Dicono che i gatti hanno lo stesso da potere, ed io lo credo. Tra il mondo fisico e lo spirituale c'è una specie di manto che varia di colore, intensità, luce, e che i mistico chiamano "aura." A partire da lì, tutto è facile: l'aura conta quello che sta passando. Se io fossi presente, ella vedrebbe una colore violetta con alcuni macchie gialle attorno al mio corpo. Quello significa che ancora mi rimane una lunga strada davanti e che la mia missione nella terra ancora non è compiuta. Mischiata con le aure umane, appaiono forme trasparenti, che la gente normalmente chiama "fantasmi." Fu il caso della madre della ragazza, l'unico caso, per certo, nel quale il destino doveva essere invertito. Sono quasi sicura che, perfino prima di domandare, sapeva che sua madre stava al suo fianco, e l'unica sorpresa fu la storia della borsetta. Prima di quella danza senza seguire il ritmo, tutti si sentivano intimoriti. Perché? Perché tutti stiamo abituati a fare le cose "come bisogna farli." Cedere passi sbagliati piace a nessuno, soprattutto quando siamo coscienti di ciò. Perfino Athena: non dovette risultarlo facile suggerire qualcosa che andava contro tutto quello che amava. Mi rallegra che, in quello momento, la Madre vincesse la battaglia. Che un uomo si sia salvato dal cancro che un altro accettasse la sua sessualità e che un terzo abbia smesso di prendere pastiglie per dormire. Tutto perché Athena ruppe il ritmo, frenando l'automobile, che andava a moltissima velocità, e disordinandolo tutto. Ritornando alla mia calza lunga: utilizzai questo procedimento per qualche tempo, fino a che riuscii a provocare questa presenza senza nessun artificio, poiché la conosceva, ed a lei si stava abituandolei. Con Athena succedè la stessa cosa; una volta che sappiamo dove stanno le Porte della Percezione, è facilísimo aprirli e chiuderli, purché c'abituiamo al nostro comportamento "strano." E può aggiungersi: la mia calza lunga diventò più rapida e meglio, così come Athena incominciò a ballare con molta più anima e ritmo dopo avere osato rompere le barriere.

Andrea McCain, attrice. La storia si estese come il fuoco; il lunedì seguente, giorno di riposo nel teatro, la casa di Athena era piena. Tutti noi avevamo portato amici. Ella ripetè la stessa cosa, c'obbligò a ballare senza ritmo, come se avesse bisogno dell'energia collettiva per arrivare all'incontro di Santa Sofía. Il bambino era presente un'altra volta, ed io mi dedicai ad osservarlo. Quando si sedette sul sofà, si fermò la musica ed incominciò la trance. Ed incominciarono le consultazioni. Come era di sperare, le tre primi domande erano relazionate con l'amore: se tizio segue con me, se caio mi ama, se stanno ingannandomi. Athena non diceva niente. La quarta persona che rimase senza risposta decise di reclamare: Allora stanno ingannandomi? Sono Santa Sofía, la saggezza universale. Sono venuto a creare il mondo senza compagnia di nessuno, eccetto dell'Amore. Io sono il principio di tutto, e prima di me stava il caos. "Cosicché se alcuno di voi vuole controllare le forze che dominarono il caos, non domandiate a Santa Sofía. Per me, l'amore la cosa piena tutto. Non può essere desiderate, perché è un fine in sé stesso. Non può ingannare, perché non è relazionato col possesso. Non può essere imprigionato, perché è come un fiume, e strariperà. Quello che cerchi di imprigionare l'amore deve tagliare la fonte che l'alimenta, ed in quello caso, l'acqua che è riuscito ad unire finirà stagnante e marcia. Gli occhi di Sofía percorsero il gruppo - la maggioranza stavano lì per la prima volta -, ed incominciò a segnalare le cose che vedeva: minacce di malattia, problemi nel lavoro, problemi di relazione tra genitori e figli, sessualità, potenziali che esistevano ma che non stavano essendo sfruttati. Ricordo che si diresse ad una donna di approssimativamente trenta anni: Tuo padre ti disse come dovevano essere le cose e come dovrebbe comportarsi una donna. Hai vissuto sempre lottando contro i tuoi sonni, ed il "volere" non si è manifestato mai. Lo sostituivi sempre per il "dovere" o "sperare", o "necessitare." Ma sei una cantante eccellente. Un anno di esperienza e ci sarà una gran differenza nel tuo lavoro. Ho un figlio ed un marito. Anche Athena ha un figlio. All'inizio tuo marito irrita, ma finirà per accettarlo. E non bisogna essere Santa Sofía per sapere quello. Forse già sia troppo maggiore. Ti stai rifiutando di accettare quello che sei. Quello non è oramai il mio problema; ho detto quello che doveva dire.

A poco a poco, tutte le persone che stavano in quella piccola sala senza potere sedersi perché non c'era posto, sudando a mari malgrado ancora stessimo alla fine dell'inverno, sentendosi ridicole per essere andato ad un evento di quelle caratteristiche, furono chiamate per ricevere i consigli di Santa Sofía. L'ultima io fui: Tu rimani, se vuoi smettere di essere due, ed incominciare ad essere una. Questa volta io non avevo suo figlio nel grembo, egli assisteva a tutto, e sembrava che la conversazione che avevano mantenuto finendo la prima sessione fosse stata sufficiente affinché perdesse la paura. Assentii con la testa. Al contrario che nella sessione anteriore, quando la gente era uscita chiedendo che la lasciasse col bambino, questa volta Santa Sofía disse un sermone prima di finire il rituale. Non state qui per ottenere risposte sicure, la mia missione è provocarvi. Nel passato, governanti e governati accorrevano agli oracoli affinché indovinasse il futuro. Il futuro, tuttavia, è capriccioso, perché si orienta con le decisioni prese qui, al presente. Mantenete la bicicletta accelerata perché, se il movimento finisce, cadrete. "Quelli che state nel suolo in questo momento che siete venuti a conoscere Santa Sofía e che volete solo che ella confermi quello che vi piacerebbe che fosse verità, per favore, non torniate ad apparire. O incominciate a ballare e fate che anche quelli che vi circondano si muovano. Il destino sarà implacabile col quale vogliono vivere in un universo che ha terminato già. Il nuovo mondo è della Madre che è venuto con l'Amore a separare i cieli e le acque. Chi creda che è fallito fallirà sempre. Quello che abbia deciso che non può essere in maniera differente, sarà distrutto per la routine. Quello che abbia deciso di ostacolare i cambiamenti, si trasformerà in polvere. Maledetti siano quelli che non ballano ed ostacolano che gli altri balli! I suoi occhi sputavano fuoco. Potete andarvi. Uscirono tutti, io potevo vedere la confusione specchiata nella maggioranza dei visi. Erano venuti alla ricerca di conforto ed avevano trovato provocazione. Erano arrivati perché volevano sentire parlare su come l'amore può essere controllato e sentirono che la fiamma che tutto lo divora non potrà mai smettere di incendiarlo tutto. Volevano avere la sicurezza che le sue decisioni erano indovinate i suoi mariti, le sue donne, i suoi capi, erano soddisfatti -, e la cosa unica che trovarono furono parole di dubbio. Alcuni persone, tuttavia, sorridevano. Avevano capito l'importanza del ballo e sicuro che

andavano a lasciare che i suoi corpi e le sue anime galleggiassero a partire da quella notte, perfino dovendo pagare un prezzo, come sempre succede. Nella sala, rimaniamo solo il bambino, Santa Sofía, Heron ed io. Ho chiesto che ti rimanesse sola. Senza dire niente, egli prese il suo cappotto ed andò via. Sacra Sofía mi guardavo. E, a poco a poco, la vidi trasformarsi in Athena. L'unica maniera di descrivere come succedè questo è cercando di paragonarla con un bambino; quando è contrariato, possiamo vedere la rabbia nei suoi occhi, ma non appena si distrarsi, e quando la rabbia va via, sembra che il bambino non sia oramai lo stesso che stava piangendo. Il "ente", se è che possiamo chiamarlo così, si sembrava c'essere dissipato nell'aria quando il suo strumento perse la concentrazione. Ora stava davanti ad una donna che sembrava esausta. - Preparami un tè. Mi stavo dando un'ordine! Non era oramai la saggezza universale, bensì qualcuno per chi il mio compagno era interessato, o innamorato. Dove andavamo a finire con quella relazione? Ma un'infusione non andava a distruggere il mio amore proprio: andai fino alla cucina, scaldai acqua, misi dentro un po' di camomilla, e ritornai alla sala. Il bambino stava dormendo nel suo grembo. Io non ti piaccio. Non risposi. Neanche tu mi piaci ad io-seguì -. Sei bella, elegante, un'eccellente attrice, con una cultura ed un'educazione che io non ho avuto mai, benché la mia famiglia abbia insistito molto. Ma sei insicura, arrogante, diffidente. Come disse Santa Sofía, tu sei due, quando potresti essere solamente uno. Non sapeva che ricordassi quello che dici mentre stai in trance, perché in quello caso tu sei anche due: Athena e Santa Sofía. Può che abbia due nomi, ma sono solo una, o sono tutte le persone del mondo. E è lì precisamente dove voglio arrivare: perché sono un e tutte, la scintilla che sorge quando entro in trance mi dà istruzioni precise. Indubbiamente sto semiconsciente tutto il tempo, ma dico cose che vengono alimentando nel seno della Madre, di quello latte che corre per tutte le nostre anime e che trasporta la conoscenza per la Terra.

"Dalla settimana scorsa, la prima volta che entrai in contatto con questa nuova forma, la cosa prima che mi disse mi sembrò un assurdo: io dovevo insegnarti. Fece una pausa. È evidente che credei che stava delirando, poiché non sento la minore simpatia per te. Fece un'altra pausa, più lunga della prima. Ma oggi la fonte insistè. E sto dandoti l'opportunità di scegliere. Perché le fiamme Santa Sofía? Io fui chi la battezzò; è il nome di una moschea che vidi in un libro e mi sembrò molto bella. "Se vuoi puoi essere la mia discepola. Fu quello quello che ti portò qui il primo giorno. Tutto questo nuovo momento nella mia vita, perfino la scoperta di Santa Sofía dentro me, fu provocata perché un giorno entrasti per quella porta e dicesti: "Faccio teatro e facciamo un'opera sul lato femminile di Dio. So che stesti nel deserto e nelle montagne dei Balcani, coi gitani, e che hai informazione al riguardo." Insegni tutto quello che sai? Tutto quello che non so. Imparerò man mano che stia in contatto con te. Come ti dissi la prima volta che ci vedemmo, e ti ripeto ora. Dopo avere imparato quello che necessito, seguiremo separate le nostre strade. Puoi insegnare a qualcuno che non ti piace? Posso amare e rispettare qualcuno che non mi piace. Le due volte che stetti in trance, vidi la tua aura; era la più evoluta che ho visto in tutta la mia vita. Puoi fare qualcosa in questo mondo, se accetti la mia proposta. Insegni a vedere aure? Né io stessa sapeva che era capace di quello, fino a che ti vidi per la prima volta. Se stai nella tua strada, finirai per imparare anche quella parte. Capii che poteva amare anche qualcuno che non mi piaceva. Gli dissi che sì. Allora trasformiamo questa accettazione in un rituale. Un rito ci lancia ad un mondo sconosciuto, ma sappiamo che con le cose che è non possiamo giocare lì. Non basta dire che sì; devi mettere la tua vita in gioco. E senza pensarlo molto. Se sei la donna che immagino che sei, non dici: "Devo" riflettere un po'.

Dirai… Sono preparata. Facciamo il rituale. Dove imparasti quello rituale? L'imparo ora. Non devo oramai uscire dal mio ritmo per entrare in contatto con la scintilla della Madre perché, una volta che ella si stabilisce, è facile tornare a trovarsi con lei. So già come è la porta che devo aprire, benché fosse nascosta in mezzo a molte entrate ed uscite. Tutto quello che necessito è un po' di silenzio. Taccio un'altra volta! Rimaniamo lì, con gli occhi ben aperti, fissi, come se incominci un dolore mortale. Rituali! Perfino prima di suonare per la prima volta il campanello della casa di Athena, aveva partecipato già ad alcuni. Tutto quello per, alla fine, sentirmi usata, rarefatta, davanti ad una porta che stava sempre a portata dei miei occhi, ma che non era capace di aprire. Rituali! Tutto quello che Athena fece fu prendere un po' di mia infusione che io avevo preparato. Il rituale è fatto. Ti chiesi che mi facessi qualcosa e lo facesti. Io l'accettai Ora a te si tocca chiedermi qualcosa. Pensai immediatamente a Heron. Ma non era il momento. Togliti i vestiti. Ella non domandò la ragione. Guardò il bambino, comprovò che dormiva, ed incominciò a togliersi il maglione. Non è necessario-l'interruppi -. Non so perché ti ho chiesto quello. Ma ella continuò a denudarsi. La blusa, i jeans, il reggiseno; feci attenzione ai suoi seni, i più begli che aveva visto fino ad allora. Finalmente si tolse le mutande. E lì stava, offrendomi la sua nudità. Bendíceme-disse Athena. Benedire la mia "maestra?" Ma io avevo ceduto già il primo passo, non poteva fermare allora, e bagnando le mie mani nell'infusione, spruzzai un po' della bibita per il suo corpo. Così come questa pianta fu trasformata in bibita, così come stava acqua si mischiò con la pianta, io ti benedico, e chiedo alla Gran Madre che la fonte della quale venne questa acqua non smetta mai di correre, e che la terra della quale venne questa pianta sia sempre fertile e generosa. Mi sorpresero le mie parole; non erano usciti né di dentro, né di fosse di me. Era come se li

conoscesse di sempre ed avrebbe fatto quell'infinità di volte. Queste benedette, puoi vestirti. Ma ella seguì nuda, con un sorriso nelle labbra. Che cosa desiderava? Se Santa Sofía era capace di vedere aure, sapeva che io non avevo il meno desiderio di avere relazioni con una donna. Un momento. Prese il bambino in braccia, lo portò alla sua stanza e ritornò subito. Togliti i vestiti tu anche. Chi me lo chiedeva? Sacra Sofía che mi parlava del mio potenziale e che era la discepola perfetta? O Athena, alla che appena conosceva quale sembrava capace di qualunque cosa, una donna alla quale la vita aveva educato per andare oltre i suoi limiti, per saziare qualunque curiosità? Eravamo entrati in un tipo di confronto che non permetteva retrocessioni. Mi svestii con la stessa disinvoltura, lo stesso sorriso e lo stesso sguardo. Mi prese della mano e ci sediamo sul sofà. Durante il seguente mezz'ora, Athena e Santa Sofía si manifestarono; volevano sapere quali andavano ad essere i miei seguenti passi. Man mano che le due si domandavano, io vedevo che tutto era realmente scritto davanti a me, le porte sempre erano state chiuse perché non capiva che io ero l'unica persona del mondo autorizzata ad aprirli. Heron Ryan, giornalista.. Il segretario di redazione mi consegna un video ed andiamo fino alla sala di proiezione per vederlo.. Fu filmato la mattina del giorno 26 di aprile di 1986, o mostra una vita normale in una città normale. Un uomo seduto prendendo caffè. Una madre che passeggia col suo bebè per la strada. Gente occupata, andando dal lavoro, un o due persone che sperano nella fermata l'autobus. Un uomo leggendo il giornale in una banca di una piazza. Ma la videocassetta sta male. Appaiono varie righe orizzontali, come se bisognasse dare al bottone di tracking. Mi alzo per farlo, il segretario mi interrompe: È così. Continua a guardare. Immagini della piccola città dell'interno continuano a passare, senza assolutamente niente interessante oltre alle scene della vita quotidiana.

È possibile che alcune di quelle persone sappiano che c'è stato un incidente a due chilometri di lì - dice il mio superiore -. È anche possibile che sappiano che ci sono state trenta morti; un gran numero, ma non la sufficienza come per cambiare la routine gli abitanti. Ora si vedono scene di autobus parcheggiando. Rimarranno lì per molti giorni, senza che succeda niente. Le immagini stanno molto male. Non è tracking. È la radiazione. La videocassetta lo filmò il KGB, la polizia segreta nell'Unione Sovietica. "Nella notte del giorno 26 di aprile, alle 1.23 della mattina, il peggiore disastro creato per la mano dell'uomo succedè in Chernóbil, Ucraina. Con l'esplosione di un reattore nucleare, la gente dell'area fu sommessa ad una radiazione novanta volte superiore ala della bomba di Hiroshima. Bisognava evacuare immediatamente la regione, ma nessuno, assolutamente nessuno disse niente; dopo tutto, il governo non commette errori. Fino ad una settimana dopo non apparve nella pagina 32 del giornale locale una piccola nota di cinque linee, parlando della morte dei lavoratori, e senza dare maggiori spiegazioni. In quell'intervallo di tempo, si celebrò il Giorno del Lavoratore in tutta l'ex Unione Sovietica, ed in Kiev, capitale di Ucraina, la gente sfilava senza sapere che la morte invisibile stava nell'aria. E conclude: - Voglio che vada fino a lì a vedere come sta oggi Chernóbil. Sei appena stato asceso a corrispondente, speciale. Avrai un aumento del 20 percento, oltre a potere suggerire che tipo di articolo dobbiamo pubblicare. Avrebbe dovuto dare salti di allegria, ma mi invase una tristezza immensa che doveva dissimulare. Impossibile argomentarsilo, dirgli che in quello momento c'erano due donne nella mia vita; io non volevo uscire da Londra, era la mia vita ed il mio equilibrio mentale quello che stava in gioco. Gli domando quando devo mettersi in viaggio, risponde che più presto possibile, perché corrono dicerie che altri paesi stanno aumentando significativamente la produzione di energia nucleare. Con sé negoziare un'uscita rispettabile, spiegandolo che primo devo ascoltare specialisti, capire bene il tema e, una volta raccolto il materiale necessario, imbarcare senza esitazione. Egli è di accordo, stretta la mia mano e mi congratula. Non ho tempo di parlare con Andrea; quando arrivo a casa ancora non è tornato dal teatro. Rimango addormentato, e di nuovo mi sveglio con una nota che dice che lavorato e che il caffè sta nel tavolo. Vado al lavoro, tentativo piacere al capo che ha migliorato la mia vita, chiamo specialisti in radiazione ed energia. Scopro che in totale furono direttamente nove milioni di persone in tutto il mondo le affettato per il disastro, tre o quattro milioni dei quali erano bambini. Le trenta morti si

convertirono, secondo lo specialista John Gofmans, in 475.000 casi di cancro mortale, ed un numero uguale di cancro non mortale. Un totale di due mille città e villaggi furono semplicemente cancellati della mappa. Secondo il Ministero di Sanità della Bielorussia, l'indice di cancro di tiroide nel paese aumenterà considerevolmente tra 2005 e 2010, come conseguenza della radioattività che continua ancora a fare effetto. Un altro specialista mi spiega che, oltre a questi nove milioni di persone direttamente esposte alla radiazione, altri sessanta cinque milioni furono indirettamente affettati attraverso il consumo di alimenti inquinati, in molti paesi del mondo. È un tema serio che merita essere trattato con rispetto. Alla fine del giorno ritorno alla sala del segretario di redazione e gli suggerisco non andare a visitare la città fino al giorno dell'anniversario dell'incidente; fino ad allora posso investigare più, ascoltare a più specialista e vedere come il governo inglese seguì la tragedia. Egli è di accordo. Richiamo ad Athena; dopo tutto, dice che esce con qualcuno da Scotland Yard, e questo è il momento di chiedergli un favore, poiché Chernóbil non è un tema classificato come secerno e l'Unione Sovietica non esiste oramai. Mi promette che parlerà col suo "fidanzato", ma che non mi garantisce che ottenga le risposte che voglio. Mi dice anche che va in Scozia al giorno dopo e che non ritorna fino al giorno della riunione col gruppo. Che gruppo? Il gruppo, risponde. Allora, trasforma in qualcosa di routinario? Quando possiamo vederci, per parlare, per chiarire le cose? Ma ha appeso già. Ritorno a casa, vedo le notizie, ceno solo, cerco Andrea al teatro. Arrivo in tempo per assistere alla fine dell'opera, e ferma la mia sorpresa, sembra che la persona che sta nello scenario non sia la stessa con la quale ho convissuto quasi per due anni; c'è qualcosa di magico nei suoi gesti, i monologhi ed i dialoghi hanno un'intensità alla quale non sono abituato. Vedo un'estranea, ad una donna che mi piacerebbe avere al mio fianco, e mi rendo conto che l'ho al mio fianco, non è in nessun modo un'estranea per me. Come fu la tua conversazione con Athena? -domandò di passaggio a casa. Fui bene. E come va nel lavoro? Ha cambiato tema. Gli conto che mi sono asceso, gli parlo di Chernóbil, ma ella non mostra molto interesse. Incomincio a credere che sto perdendo l'amore che aveva, ma non ho ottenuto l'amore che sperava. Tuttavia, in racconto arriviamo all'appartamento mi invita a farci insieme una doccia e finiamo tra le lenzuola. Prima, ella mette ad ogni volume la musica quello di percussione, mi spiega che ha ottenuto una copia, e mi dice che non pensi ai vicini: ci preoccupavamo troppo di essi e non

vivevamo mai le nostre vite. Quello che succede, di lì d'ora in poi, è qualcosa che sorpassa la mia comprensione. Per caso la donna che, in questo momento, fa l'amore con me di una maniera assolutamente selvaggia ha scoperto finalmente la sua sessualità, e glielo ha insegnato o se lo è provocato un'altra donna? Perché, mentre non mi aggrappavo mai con una violenza vista, diceva senza fermare: Oggi io sono il tuo uomo, e tu sei mia moglie. E lì stemmo quasi per un'ora, e provai cose che prima non avevo osato mai. In determinati momenti sentii vergogna, ebbi voglia di chiedergli che fermasse, ma ella sembrava dominare totalmente la situazione, mi arresi, perché non aveva elezione. E la cosa peggiore, sentiva molta curiosità. Alla fine, era esausto, ma Andrea sembrava avere più energia che prima. Prima di dormire, voglio che sappia una cosa-disse -. Se prosegui, il sesso ti darà l'opportunità di fare l'amore coi dei e le dee. È quello quello che hai sperimentato oggi. Voglio che ti addormenti sapendo che io ho svegliato la Madre che c'eri in te. Volli domandargli se l'aveva imparato con Athena, ma non ebbi coraggio. Dimmi che ti è piaciuto essere donna per una notte. Mi è piaciuto. Non so se mi piacerebbe sempre, ma è stato qualcosa che mi ha spaventato. Non so se mi piacerebbe sempre, ma è stato qualcosa che mi ha spaventato e mi ha rallegrato contemporaneamente. Dimmi che hai voluto sempre provare quello che hai provato oggi. Una cosa è lasciarsi portare per la situazione ed un'altra è commentare freddamente il tema. Io non dissi niente, benché non avesse dubbi che ella sapeva la risposta. Perché bene-seguì Andrea -, tutto questo stava dentro me e non lo sapeva. E stava dentro me la maschera che cadde oggi quando stava nello scenario: notasti qualcosa di differente? Chiaro. Irradiavi una luce speciale. Carisma: la forza divina che si manifesta nell'uomo e nella donna. Il potere soprannaturale che non dobbiamo dimostrare a nessuno, perché tutto il mondo lo vedi, perfino i meno sensibili. Ma non succede fino a che rimaniamo nudi, moriamo per il mondo e rinasciamo per noi stessi. Ieri sera, io morii. Oggi, quando pestai lo scenario e vidi che faceva esattamente quello che aveva scelto, rinacqui delle mie ceneri. "Perché ho cercato sempre di essere chi era, ma non era capace.

Cercava sempre di impressionare gli altri, aveva conversazioni intelligenti, piaceva ai miei genitori e contemporaneamente utilizzava tutti gli artifici possibili per riuscire a fare le cose che voleva. Io ho fatto sempre la mia strada con sangue, lacrime, forza di volontà, ma ieri mi resi conto che ho scelto il processo sbagliato. Il mio sonno non richiede niente di quello, ma mi consegni a lui, e che stringa i denti se credo che sto soffrendo, perché la sofferenza passa. Perché stai dicendomi questo? Lasciami finire. In questo percorso nel che la sofferenza sembrava essere l'unica regola, lottai per cose per le quali non vale di niente lottare. Come l'amore, per esempio: o lo senti, o non c'è forza nel mondo che riesca a provocarlo. Possiamo fingere che amiamo. Possiamo abituarci all'altro. Possiamo vivere una vita intera di amicizia, complicità, creare una famiglia, praticare il sesso tutte le notti, avere orgasmi, ed anche cosí, sentire che c'è un vuoto patetico in tutto quello, manca qualcosa di importante. A nome di quello che aveva imparato sulle relazioni tra un uomo ed una donna, cercai di lottare per cose che non valevano tanto la pena. E quell'a te si aggiunge, per esempio. "Oggi, mentre facevamo l'amore, mentre io lo davo tutto, e mi rendevo conto che anche tu stavi dando la cosa migliore di te, capii che il tuo "meglio" non mi interessa oramai. Dormo al tuo fianco, e domani andrò via. Il teatro è il mio rituale, in lui posso esprimere e sviluppare quello che voglio. Incominciai a pentirmi di tutto: di essere andato a Transilvania per conoscere una donna che poteva stare distruggendo la mia vita, di avere provocato la prima riunione del "gruppo", di avergli confessato il mio amore in un ristorante. In quello momento odiai ad Athena. So quello che stai pensare-disse Andrea -. Che la tua amica mi ha fatto un lavaggio di cervello; non è niente di quello. Sono un uomo, benché oggi abbia fatto da donna nel letto. Sono una specie in estinzione, perché non vedo intorno molti uomini a me. Poca gente si arrischia quello che io mi arrischio. Sono sicura, e quello fa che ti ammiri. Ma non domandi chi sono, quello che voglio, quello che desidero? Glielo domandai. Lo voglio tutto. Voglio la cosa selvaggia e la tenerezza. Voglio disturbare i vicini e cercare di calmarli. Non voglio donne nel letto, ma voglio uomini, veri uomini, come te, per esempio. Che mi amino o che mi utilizzino, quello non ha importanza; il mio amore è più grande di quello. Voglio amare liberamente, e voglio lasciare che la gente alla mia periferia faccia la stessa cosa. "Per finire: con Athena parlai di cose semplici che svegliano l'energia soffocata. Come fare

l'amore, per esempio. O continuare per la strada ripetendo "sto" qui ed ora. Niente speciale, nessun rituale segreto; la cosa unica che faceva che la nostra riunione non fosse relativamente comune è che le due erano nude. A partire da ora, vediamo tutti i lunedì, e se ho qualcosa da commentare, lo farò dopo la sessione; non ho la minore intenzione di essere la sua amica. "Allo stesso modo, quando ella ha voglia di condividere qualcosa, va in Scozia a parlare con quella tale Edda, al che per quello visto anche tu conosci e non me l'hai contato mai. Ma se non mi ricordo! Sentii che Andrea si stava calmando a poco a poco. Preparò due tazze di caffè e lo prendiamo insieme. La girò a sorridere, mi chiese di nuovo della mia salita, disse che gli preoccupavano le riunioni dei lunedì, perché quella mattina aveva saputo che gli amici degli amici stavano invitando altre persone, ed il posto era piccolo. Io facevo un sforzo enorme per fingere che quello non era stato più che un attacco di nervi, una tensione premestruale, una crisi di gelosia. L'abbracciai, ella si accoccolò nella mia spalla; sperai a che si addormentasse, benché fosse esausto. Quella notte non sognai assolutamente niente, non ebbi nessun presentimento. Ed alla mattina seguente, quando mi svegliai, vidi che i suoi vestiti non stavano oramai lì; la chiave di casa stava sopra al tavolo, senza una nota di addio. Deidre OŃeill, conoscente come Edda.. La gente legge molte storie su streghe, fate, cose paranormali, bambini posseduti per spiriti maligni. Vedono film con rituali nei quali si fanno pentagrammi, spade ed invocazioni. D'accordo, bisogna lasciare che l'immaginazione fluisca, vivere, quelle tappe, e quello che passa per esse senza lasciarsi ingannare finisce per entrare in contratto con la Tradizione. La vera Tradizione è quella: il maestro non dice mai al suo discepolo quello che deve fare. Sono solo compagni di viaggio che condividono la stessa e difficile sensazione di "stranezza" davanti alle percezioni che cambiano senza fermare, gli orizzonti che si aprono, le porte che si chiudono, i fiumi che sembrano a volte intorpidire la strada, ma che non devono essere attraversati in realtà, senza percorsi. La differenza tra il maestro ed il discepolo è solo una: il primo ha un po' meno di paura che il secondo. Allora, quando si sentono attorno ad un tavolo o di un falò per chiacchierare, il più sperimentato suggerisce: "Perché non fai quello?" Mai dice:”Ve per di là ed arriverai a dove io sono arrivato", poiché ogni cammino è unico, ed ogni destino è personale. Il vero maestro provoca nel discepolo la prodezza per squilibrare il suo mondo, benché sospetti anche delle cose che ha trovato, e sospetti ancora più di quello che lo prenota la seguente curva.

Io ero un medico giovane ed entusiasmato che viaggiò all'interno della Romania in un programma di scambio del governo inglese, per cercare di aiutare il prossimo. Stetti portando medicine nel bagaglio, e pregiudizi nella testa: aveva le idee chiare rispetto a come devono comportarsi le persone, a quello che è necessario per essere felice, ai sonni che dobbiamo mantenere accensioni dentro noi, bisogna sviluppare le relazioni umane a come. Sbarcai in Bucarest durante quella sanguinante e delirante dittatura, andai a Transilvania come parte di un programma di vaccinazione in massa degli abitanti del posto. Non capiva che non era più che un altro pezzo in una complicata tavola di scacchi, nel quale mani invisibili manipolavano il mio ideale, e tutto quello che credeva stare facendo per l'umanità aveva secondi fini: stabilizzare il governo del figlio del dittatore, permettere che l'Inghilterra vendesse armi in un mercato dominato per i sovietici. Subito le mie buone intenzioni caddero per terra quando incominciai a vedere che i vaccini non erano sufficienti, c'erano altre malattie che decimavano la regione. Io scrivevo senza fermare chiedendo risorse, ma non li otteneva; dicevano che non mi preoccupassi più che per quello che mi avevano incaricato. Mi sentii impotente, indignata. Conobbi da vicino la miseria, potrebbe fare per lo meno qualcosa il suo qualcuno mi dessi alcune libbre, ma non interessavano loro tanto i risultati. Il nostro governo voleva solo notizie nel giornale, per potere dire ai suoi partiti politici ed i suoi elettori che avevano inviato gruppi a diversi posti del mondo in missione umanitaria. Avevano buono intencione, oltre a vendere armi, chiaro. Mi disperai; che demoni era questo mondo? Una notte, stetti al bosco congelato bestemmiando contro Dio che era ingiusto con tutto e con tutti. Quando era seduta al piede di un rovere, apparve il mio protettore. Mi disse che poteva morire di freddo. Gli risposi che era medica che conosceva i limiti del corpo, e nel momento in che si stesse avvicinando a quelli limiti, ritornerebbe all'accampamento. Gli domandai che cosa faceva lì. - Parlo con una donna che mi ascolta, poiché gli uomini sono rimasti sordi. Credei che a me si riferisse, ma no, la donna era il proprio bosco. Dopo avere visto a quell'uomo camminando per tra gli alberi, facendo gesti strani e dicendo cose che era incapace di comprendere, una certa pace si stabilì nel mio cuore; dopo tutto, io non ero l'unico nel mondo che parlava sola. Quando mi disporsi a ritornare, lo girò ad avvicinarsi a. So chi essere-disse -. Nel villaggio hai fama di buona persona, sempre di buon umore e disposta ad aiutare gli altri, ma io vedo qualcosa di differente: vedo rabbia e frustrazione. Senza sapere se stava davanti ad un spia del governo, decisi di dirgli tutto quello che sentiva:

doveva sfogarmi, nonostante a rischio di andare alla prigione. Camminiamo insieme verso l'ospedale, di campagna nel che io lavoravo; lo portai alla camera da letto che stava vuoto in quello momento, i miei compagni si divertivano in una festa annuale che si celebrava nella città, e l'invitai a prendere qualcosa. Egli tirò fuori una bottiglia da una borsa che portava. Palinka-disse, riferendosi alla bibita tradizionale del paese, con un'alta gradazione alcolica -. Io sono quello che invita. Bevemmo insieme, non mi resi conto che ogni volta era più ubriaca; non lo notai fino a che volli andare al bagno, mi imbattei in qualcosa e caddi a terra. Non ti muovere-disse egli -. Fa' attenzione a quello che sta davanti ai tuoi occhi. Una fila di formiche. Tutto il mondo pensa che sono molto sagge. Hanno memoria, intelligenza, capacità di organizzazione, spirito di sacrificio. Cercano alimento nell'estate, lo conservano per l'inverno, ed ora escono di nuovo, in questa primavera gelata, per lavorare. Se domani il mondo fosse distrutto per una guerra atomica, le formiche sopravvivrebbero. E perché sappia lei tutto quello? Studiai biologia. E perché demoni non lavora per migliorare lo stato del suo paese? Che cosa fa in mezzo al bosco parlando solo con gli alberi? In primo luogo, non era solo; oltre agli alberi, tu stavi ascoltandomi. Ma rispondendo alla tua domanda: lasciai la biologia per dedicarmi al lavoro di fabbro. Mi alzai con molto sforzo. La testa continuava a darmi rovesciate, benché fosse il sufficientemente cosciente per capire la situazione di quello povero infelice. Nonostante essere andato all'università, non era riuscito a trovare impiego. Gli dissi che nel mio paese passava la stessa cosa. Non si tratta di quello; lasciai la biologia perché voleva lavorare come fabbro. Da bambino ho sentito fascino per quegli uomini che martellano l'acciaio che compongono una musica strana, spargendo scintille ad intorno suo, mettendo il ferro al rosso vivo nell'acqua, facendo nuvole di vapore. Io ero un biologo infelice, perché il mio sonno era fare che il metallo rigido adottasse forme soavi. Fino a che un giorno apparve un protettore. Un protettore? Diciamo che, vedendo a queste formiche facendo esattamente quello che sono programmate per fare, tu esclami: Che fantastico! Le guardiane sono geneticamente preparate per sacrificarsi per

la regina, le operaie trasportano foglie dieci volte più pesanti che esse, le ingegneri preparano tunnel che resistono tempeste ed inondazioni. Entrano in battaglie mortali coi suoi nemici; soffrono per la comunità, e non si domandano mai: Che cosa stiamo facendo qui? "Gli uomini cercano di imitare la società perfetta delle formiche, ed io, come biologo stava compiendo la mia carta, fino a che apparve qualcuno e mi fece questa domanda: "- Sei contento con quello che fai? "Io dissi: "Perché chiaro, sono utile per il mio paese." "E quello è sufficiente? "Io non sapevo se era sufficiente, ma gli dissi che mi somigliavo una persona arrogante ed egoista. "Egli rispose: Può essere, ma tutto quello che ottieni è continuare a ripetere quello che si viene facendo da quando l'uomo è uomo: mantenere le cose organizzate." "Ma il mondo ha progredire-risposi. Mi domandò "se sapeva storia. Certo. Fece un'altra domanda: non eravamo già capaci, fa migliaia di anni, di costruire edifici come le piramidi? Non eravamo capaci di adorare a dei, di tessere, di fare fuoco, di ottenere amanti e mogli, di trasportare messaggi scritti? Certo. Peggio, benché attualmente ci siamo organizzati per sostituire gli schiavi gratuiti per schiavi con salario, tutti gli avanzamenti si sono dati solo nel campo della scienza. Ancora gli esseri umani si fanno le stesse domande che il suo ancestros. Cioè, non hanno evoluto assolutamente niente. A partire da quello momento capii che quella persona che mi facevo quelle domande era qualcuna inviata per il cielo, un angelo, un protettore. Perché lo chiama protettivo? Perché mi disse che c'erano due tradizioni: una che ci fa ripetere la stessa cosa durante i secoli, ed un'altra che c'apre la porta dello sconosciuto. Ma questa seconda tradizione è scomoda, spiacevole e pericolosa, perché, se ha molti adepti, finirà per distruggere la società che è costato tanto organizzare prendendo come esempio le formiche. Per quel motivo, quella seconda tradizione diventò segreta, e è riuscito a sopravvivere tanti secoli perché i suoi adepti crearono un linguaggio nascosto, attraverso simboli. Gli domandò più qualcosa? Chiaro, perché, benché io lo negassi, egli sapeva che non era soddisfatto con quello che faceva. Il mio protettore commentò: "Ho paura di cedere passi che non stanno nella mappa, ma, nonostante le mie paure, alla fine del giorno mi sembra molto più interessante."

"Insistei nel tema della tradizione ed egli mi disse qualcosa come "finché Dio continua ad essere un semplice uomo, avremo sempre alimenti ed una casa nel che vivere. Quando finalmente la Madre riconquisti la sua libertà, forse dobbiamo dormire all'intemperie e vivere di amore, o forse siamo capaci di trovare l'equilibrio tra l'emozione ed il lavoro." "L'uomo che andava ad essere il mio protettore mi domandò: "Se non fossi biologo, che serie?" "Io dissi: "Fabbro, ma quello non dà denaro." Egli rispose: "Perché quando ti stanchi di essere quello che non sei, divertiti e celebra la vita, battendo un ferro con un martello. Col tempo scoprirai che quello ti darà più che piacere: ti darà un senso." "Come seguo quella tradizione, per i simboli - egli rispose -. Incomincia per fare quello che vuoi, e tutto il resto ti sarà rivelato. Devi credere che Dio è madre, bada ai tuoi figli, non lasciare mai che passi loro niente brutto. Io lo feci e sopravvissi. Scoprii che ci sono anche altre persone che lo fanno, ma li confondono con pazzi, irresponsabili, superstiziosi. Cercano nella natura l'ispirazione che sta in lei, da quando il mondo è mondo. Costruiamo piramidi, ma sviluppiamo anche simboli. "Una volta detto quello, andò via e non tornai a vederlo, mai più. So "solo che, a partire da quello momento, i simboli incominciarono ad apparire perché i miei occhi si erano aperti grazie a quella conversazione. Mi costò molto, ma un pomeriggio dissi alla mia famiglia che, benché avesse tutto quello che un uomo può sognare, era infelice: in realtà, era nato per essere fabbro. Mia moglie protestò, dicendo: "Tu che nascesti gitano che dovesti affrontarti a tante umiliazioni per arrivare a dove sei arrivato, ora vuoi ritornare dietro?" Mio figlio diventò molto contento, perché gli piaceva anche vedere i fabbri del nostro villaggio e detestava i laboratori delle grandi città. "Incominciai a ripartire il mio tempo tra le investigazioni biologiche ed il trabajote aiutarti di fabbro. Era sempre stanco, ma più allegro che prima. Un giorno, lasciai il mio impiego e montai la mia propria fucina che fu molto male all'inizio; giusto quando io incominciavo a credere nella vita, le cose peggioravano sensibilmente. Un giorno, stava lavorando e notai che lì, davanti a me, c'era un simbolo. "Riceveva l'acciaio senza lavorare e doveva trasformarlo in pezzi per automobili, macchine agricole, utili di cucina. Come si fa? In primo luogo, scaldo la lastra di acciaio in un caldo infernale, fino a che si metta rossa. Dopo, senza pietà, zoppo il martello più pesante e gli do vari colpi, fino a che il pezzo acquisisca la forma desiderata. "Dopo, si immerge in un paiolo di acqua fredda, e tutta l'officina si riempie col rumore del vapore, mentre il pezzo esplode e grida dovuto al subitaneo cambiamento di temperatura. "Devo ripetere questo processo fino ad ottenere il pezzo perfetto: una volta non è solo

sufficiente. Il fabbro fece una lunga pausa, infiammò un animo e seguì: A volte, l'acciaio che viene alle mie mani non può sopportare quello trattamento. Il caldo, le martellate e l'acqua fredda finiscono screpolandolo tutto. E so che non si trasformerà mai in una buona piastra per l'aratro, né nell'asse di un motore. Allora, semplicemente lo metto nel mucchio di ferro vecchio che hai visto all'entrata della mia fucina. Un'altra pausa, il fabbro concluse: So che Dio sta mettendomi a prova. Ho accettato le martellate che mi dà la vita, ed a volte mi sento tanto freddo come l'acqua che fa soffrire all'acciaio. Ma la cosa unica che gli chiedo è: Il Mio "Dio, Mia Madre, non desistere, fino a che riesca ad adottare la forma che speri di me. Tentalo della maniera che creda che è migliore; per il tempo che voglia, ma non mi mettere mai nel mucchio del ferro vecchio delle anime." Quando finii la mia conversazione con quell'uomo, nonostante essere ubriaca, sapeva che la mia vita aveva cambiato. C'è una tradizione dietro tutto quello che impariamo, e quello che io necessitavo era andare alla ricerca di gente che, cosciente o inconsciamente, fosse capace di manifestare quello lato femminile di Dio. Invece di perdere il tempo gettando pesti contro il mio governo e le manipolazioni politiche, decisi di fare quello che realmente mi gradiva: Curare la gente. Il resto non mi interessavo oramai. Come non aveva i ricordi necessari, mi avvicinai a donne ed uomini della regione che mi guidarono per il mondo delle erbe medicinali. Imparai che c'era una tradizione popolare che saliva ad un passato molto lontano: era trasmessa di generazione in generazione attraverso l'esperienza, e non della conoscenza tecnica. Con questo aiuto, potei andare molto oltre quello che le mie possibilità mi permettevano, perché io non stavo lì solo per compiere un compito dell'università, né per aiutare al mio governo a vendere armi, né per fare propaganda subliminale di partiti politici. Io stavo lì perché curare la gente mi facevo felice. Quello mi avvicinò alla natura, alla tradizione orale e le piante. Di giro all'Inghilterra, decisi di parlare con medici, e domandava loro: "Sapete esattamente le medicine che dovete prescrivere o…a volte vi aiutate con l'intuizione?" Quasi tutti, dopo che si rompeva il ghiaccio, dicevano che molte volte erano guidate per una voce, e che quando non rispettavano i suoi consigli, si sbagliavano nel trattamento. Evidentemente utilizzano tutta la tecnica disponibile, ma sanno che c'è un angolo, un angolo oscuro, nel quale sta realmente il senso della cura e la migliore decisione che può prendersi. Il mio protettore squilibrò il mio mondo, benché non fosse più che un fabbro gitano. Io normalmente andavo per lo meno una volta all'anno al suo villaggio, e parlavamo di come la vita

si apre davanti ai nostri occhi quando osiamo vedere le cose di un modo differente. In alcune di queste visite, conobbi altri suoi discepoli, ed insieme commentavamo le nostre paure e le nostre conquiste. Il protettore diceva: Anche "io ho paura, ma in quelli momenti scopro una saggezza che sta oltre me e proseguo. Oggi guadagno una fortuna come medico ad Edimburgo, e guadagnerebbe più denaro se decidesse di lavorare a Londra, ma preferisco approfittare della vita ed avere i miei momenti di riposo. Faccio quello che mi piace: combino i procedimenti curativi degli antichi, la Tradizione Arcana, con le tecniche più moderne e la medicina attuale, la Tradizione di Ippocrate. Sto scrivendo un trattato al riguardo, e molta gente della comunità "scientifica", vedendo il mio testo edito in una rivista specializzata, oserà cedere passi che in fondo hanno voluto sempre dare. Non credo che la testa sia la fonte di tutti i mali; ci sono malattie. Credo che gli antibiotici e gli antivirales sono stati grandi passi per l'umanità. Non pretendo che un mio paziente si curi di appendicite solo con la meditazione; quella che necessita è una chirurgia buona e rapida. Infine, do i miei passi con coraggio e con paura, procuro tecnica ed ispirazione. E sono la cosa abbastanza prudente come per non continuare a parlare per di là di questo, altrimenti mi taccierebbero di guaritrice, e molte delle vite che potrebbe salvare finirebbero per perdersi. Quando ho dubbi, chiedo alla Gran Madre. Non mi ha lasciato mai senza risposta. Ma mi ha consigliato sempre di essere discreta; sicuro che diede lo stesso consiglio ad Athena, per lo meno in due o tre occasioni. Ma ella era troppo affascinata per il mondo che incominciava a scoprire, e non l'ascoltò. Un giornale londinese, 24 agosto di 1994

LA STREGA DI PORTOBELLO Londra (copyright Jeremy Lutton). "Per questi ed altre ragioni, io non credo in Dio. Bisogna solo vedere come si comportano quelli che credono in lui." Così reagì Robert Wilson, uno dei commercianti di Portobello Road. La strada, conoscente in tutto il mondo per i suoi antiquari e per la sua fiera di oggetti usati del sabato, si trasformò ieri sera in una battaglia campale che esigè l'intervento di per lo meno cinquanta poliziotti del Royal Borough of Kensington and Chelsea per calmare i coraggi. Alla fine del tumulto, c'erano cinque feriti, benché nessuno in stato grave. Il motivo della disputa che durò quasi due ore, fu una manifestazione convocata per lo stimabile Ian Buró, contro quello che chiamò "culto satanico nel cuore dell'Inghilterra." Secondo Back, da sei mesi un gruppo di persone sospettose non lasciavano dormire al vicinato in pace le notti dei lunedì, giorno nel quale invocavano il demonio. Le cerimonie erano condotte per la libanese Sherine H. Khalil che Lei autodenominaba Athena, la dea della saggezza. Generalmente riuniva duecento persone nell'antico magazzino di cereali della Compagnia delle Indie, ma la moltitudine continuava ad aumentare come passava il tempo, e le settimane scorse, un gruppo altrettanto numeroso rimaneva fuori aspettando un'opportunità per entrare e partecipare al culto. Vedendo che nessuna dei suoi reclami verbali, sollecita, raccolta di firme, lettere al giornale, aveva dato risultato, il reverendo decise di mobilitare alla comunità, chiedendo ai suoi fedeli che alle sette di ieri Lei personasen fosse del magazzino, per ostacolare l'entrata ai "adoratori di Satana". "Non appena riceviamo la prima denuncia, inviamo a qualcuno ad ispezionare il magazzino, ma non si trovò nessun tipo di droga né indizio di attività illecita-dichiarò un ufficiale di polizia che preferì non identificarsi, poiché hanno appena aperto un'investigazione per chiarire quello successo -. Come la musica finiva sempre alle dieci della notte, non c'era violazione di legge alcuna, e non possiamo fare niente. L'Inghilterra permette la libertà di culto". Lo stimabile Back ha un'altra versione dei fatti: "In realtà, quella strega di Portobello, quella maestra della loquacità, ha contatti nelle alte sfere del governo, di lì la passività di una polizia pagata col denaro del contribuente per mantenere l'ordine e la decenza. Viviamo in un momento nel quale tutto è permesso; la democrazia sta essendo inghiottita e distrutta per colpa della libertà illimitata." Il pastore afferma che all'inizio diffidò già del gruppo; aveva affittato un immobile che cadeva a pezzi, e passavano giorni interi intentato recuperarlo, "in una chiara dimostrazione che apparteneva ad una setta, e che erano stati sommessi ad un lavaggio di cervello perché nessuno

lavora gratis in questo mondo." All'essere domandato se i suoi fedeli non si dedicavano anche a lavori caritatevoli o di appoggio alla comunità, Back allegò che quello che facciamo è a nome di "Gesù." Ieri sera, arrivando al magazzino dove i suoi seguaci l'aspettavano fuori, alcuni dei parrocchiani dello stimabile Back che portavano striscioni ed utilizzavano un megafono per richiamare alla vecindada unirsi a, ostacolarono l'entrata a Sherine Khalil, a suo figlio ed alcuni dei suoi amici. Subito la discussione degenerò in aggressioni fisiche, ed al poco tempo era impossibile controllare ad entrambi i bandi. "Dicono che lottano a nome di Gesù, ma in realtà quello che vogliono è fare che seguiamo senza ascoltare le parole di Cristo che diceva "tutti siamo dei", affermò la conosciuta attrice Andrea McCain, una delle seguaci di Sherine Khalil, Athena. La signorina McCain ricevè un taglio nel sopracciglio destro, fu soddisfatta immediatamente ed abbandonò il posto prima che il giornale potesse scoprire nient'altro sulla sua relazione col culto. Per la signora Khalil che cercava di calmare suo figlio di otto anni dopo che si era ristabilito l'ordine, la cosa unica che succede nell'antico magazzino è un ballo collettivo, seguito dell'invocazione ad un ente conosciuto come Santa Sofía, alla quale gli sono fatti domande. La celebrazione finisce con una specie di sermone ed un discorso collettivo in omaggio alla Gran Madre. L'ufficiale incaricato di inoltrare le prime denunce confermò le sue parole. Per quello che abbiamo verificato, la comunità non ha nome né è registrata come società benefica. Ma, per l'avvocato Sheldon Williams, quello non è necessario: "Stiamo in un paese libero, la gente può riunirsi in recinti chiusi per eventi senza fini lucrose, purché ciò non incentivi la spaccatura di nessuna legge del nostro Codice Civile, come sarebbe l'incitamento al razzismo o il consumo di stupefacenti." La signora Khalil respinse con veemenza qualunque possibilità di interrompere il suo culto per colpa dei tumulti. "Formiamo un gruppo per infonderci valore alcuni ad altri, poiché è molto difficile affrontare soli le pressioni della società-commentò -. Esigo che il suo giornale denunci questa pressione religiosa che veniamo soffrendo durante tutti questi secoli. Ogni volta che non facciamo la cosa secondo le religioni istituite ed approvate per lo Stato, ci reprimono, come hanno cercato di fare oggi. Quello che passa è che prima camminavamo verso il calvario, le prigioni, i falò, l'esilio. Ma ora possiamo reagire, e la forza sarà risposta con la forza, così come anche la compassione sarà pagata con compassione." Quando gli fu chiesto dalle accuse dello stimabile Back, ella lodo accusò di "manipolare i suoi fedeli, usando l'intolleranza cavillo come e come la bugia arma per azioni violente."

Secondo il sociologo Arthaud Lenox, fenomeni come questo tenderanno a ripetersi nei prossimi anni, possibilmente con confronti più seri tra religioni stabilite. "Nel momento nel che l'utopia marxista dimostrò la sua totale incompetenza per canalizzare gli ideali della società, ora il mondo si dirige verso un risveglio religioso, frutto della trepidazione naturale della civiltà alle date rotonde. Tuttavia, credo che, quando arrivi l'anno 2000 ed il mondo continui ad esistere, il buon giudizio prevarrà, e le religioni gireranno ad essere solamente un rifugio per la gente più debole che sta cercando sempre guide." L'opinione è risposta per Don Evaristo Piazza, vescovo ausiliare del Vaticano nel Regno Unito: "Quello che vediamo sorgere non è il risveglio spirituale che tutti desiderano, bensì una propagazione di quello che gli americani chiamano Nuova Era, specie di brodo di cultura nella quale tutto è permesso, i dogmi non si rispettano e le idee più assurde del passato girano a distruggere la mente umana. Persone senza scrupoli come questa signora stanno tentando diffondere le sue idee false in menti deboli e suggestionabili, con l'unico obiettivo del lucro economico ed il potere personale." Lo storiografo tedesco Franz Herbert che attualmente sta facendo una tesi nell'Istituto Goethe di Londra, ha un'idea differente: "Le religioni stabilite hanno smesso di rispondere alle questioni fondamentali dell'uomo, come la sua identità e la sua ragione per vivere. Invece di quello, si sono concentrati solo su una serie di dogmi e norme plasmate per un'organizzazione sociale e politica. Di questa manear, la gente che cerca una spiritualità autentica parte verso nuove rotte; quello significa, senza nessun dubbio, un giro al passato ed i culti primitivi, prima che quelli culti si contagino delle strutture di potere." Nel posto poliziesco nel che registrò l'evento, il sergente William Morton informò che nel caso in cui il gruppo di Sherine Khalil decida di realizzare la sua riunione il prossimo lunedì e si siede minacciato, deve sollecitare per iscritto protezione ufficiale, per evitare che gli incidenti si ripetano. , Nel reportage ha collaborato Andrew Fish. Foto di Mark Guillhem. Heron Ryan, giornalista. Lessi il reportage nell'aeroplano quando tornava da Ucraina fatto un mare di dubbi. Ancora non sapeva se la tragedia di Chernóbil era stata realmente disastrosa o se era stato utilizzata dai grandi produttori di petrolio per inibire l'uso di altre fonti di energia. Mi spaventò l'articolo che aveva nella mano. Nelle foto si vedevano alcuni vetrine rotte, ad un stimabile Back collerico, e-lì stava il pericolo ad una bella donna, con occhi di fuoco, abbracciata a suo figlio. Capii immediatamente quello che potrebbe succedere. Fui direttamente dell'aeroporto a Portobello, convinto che le mie previsioni andavano a fare realtà. Dal lato positivo, la riunione del lunedì seguente fu una degli eventi di maggiore successo nella storia del quartiere: accorse moltissima gente, alcuni con curiosità per vedere all'entità menzionata nell'articolo, altri con striscioni che difendevano la libertà di culto e di espressione. Come non c'era posto più che ferma duecento persone, la moltitudine rimase stretta per strada,

aspettando per lo meno un sguardo di quello quale sembrava la sacerdotessa degli oppressa. Quando ella arrivò, fu ricevuta con applausi, note, petizioni di aiuto; alcuni persone gli tirarono fiori, ed una signora, di età indefinita, gli chiese che continuasse a lottare per la libertà delle donne, per il diritto ad adorare la Madre. I parrocchiani della settimana anteriore dovettero sentirsi intimoriti con la moltitudine e non apparvero, nonostante le minacce che avevano proferito i giorni anteriori. Non ci fu nessuna aggressione, e la cerimonia trascorse come sempre: balli, Santa Sofía manifestandosi, in quello momento io sapevo già che non era più che un lato della proprio Athena, celebrazione, aspetto che era stato aggiunto recentemente, quando il gruppo si cambiò al magazzino ceduto per uno i che primo incominciarono a frequentarlo, e punto finale. Notai che durante il sermone Athena sembrava posseduto; Tutti abbiamo un dovere verso l'amore; permettere che si manifesti della maniera che creda meglio. Non possiamo e non dobbiamo spaventarci quando le forze delle tenebre, quelli che istituirono la parola "peccata" solo per controllare i nostri cuori e le nostre menti, vogliono farsi sentire. Che cosa è il peccato? Gesù Cristo, al che tutti noi conosciamo, diventò verso la donna adultero e disse: "Nessuno si è condannato? Perché neanche io ti condanno." Curò i sabati, permise che una prostituta lo lavasse i piedi, invitò un criminale che era crocifisso al suo fianco a godere delle delizie del Paradiso, mangiò alimenti proibiti, ci disse che ci preoccupasse solo del giorno di oggi, perché gli iris del campo non tessono né filano, ma si vestono di gloria. "Che cosa è il peccato? Peccato è ostacolare che l'Amore si manifesti. E la Madre è amore. Stiamo in un nuovo mondo, possiamo scegliere seguire i nostri propri passi, non quelli che la società c'obbliga dare. Se è necessario, affronteremo di nuovo le forze delle tenebre come facemmo la settimana scorsa. Ma nessuno zittirà la nostra voce né il nostro cuore. Stava assistendo alla trasformazione di una donna in un'icona. Ella diceva tutto quello con convinzione, con dignità, con fede nelle sue parole. Desiderai che le cose fossero realmente così che stesse realmente davanti ad un nuovo mondo del quale io andavo ad essere testimone. La sua uscita del magazzino fu tanto consagradota come la sua entrata, e vedendomi tra la moltitudine, mi richiamò al suo fianco, commentando che mi ero gettato di meno la settimana scorsa. Era allegro, sicura di sé stessa, convinta della correzione dei suoi atti. Quell'era il lato positivo dell'articolo del giornale, e magari le cose finissero lì. Voleva sbagliarsi nella mia analisi, ma, tre giorni dopo, la mia previsione si confermò: il lato negativo sorse con tutta la sua forza. Attraverso uno dei più celebri e conservatori studi di avvocati del Regno Unito i cui direttori avevano contatti nelle alte sfere del governo-essi sé, e non Athena -, ed utilizzando le dichiarazioni che si erano pubblicati, lo stimabile Back convoco una conferenza stampa per dire che andava a portare il caso davanti alla giustizia con una denuncia per diffamazione, calunnia e danni morali.

Il segretario di redazione mi chiamò: sapeva che io avevo amicizia col personaggio centrale di quello scandalo e mi suggerì che facesse un'intervista in esclusiva. La mia prima reazione fu di indignazione: come andava ad utilizzare la mia relazione di amicizia per vendere giornali? Ma, dopo avere parlato un po', incominciai a pensare che forse fosse una buona idea: Athena avrebbe l'opportunità di presentare la sua versione della storia. È più, potrebbe usare l'intervista per promuovere tutto quello per quello che ora stava lottando apertamente. Uscii dalla riunione insieme al segretario di redazione col piano che elaboriamo insieme: una serie di reportage sulle nuove tendenze sociali e le trasformazioni che la ricerca religiosa stava attraversando. In uno di questi reportage, io pubblicherei le parole di Athena. La stessa tardi della riunione col segretario di redazione andai fino alla sua casa, approfittando del fatto che l'invito era partito di lei all'uscita del magazzino. Seppi per i vicini che uno degli ufficiali di giustizia era apparso il giorno anteriore per consegnargli una citazione, ma neanche avevano potuto. Chiamai più tardi senza successo. Lo tentai di nuovo quando si fece di notte, ma nessuno rispondeva al telefono. A partire da lì incominciai a chiamare ogni mezz'ora, e l'ansietà aumentava proporzionalmente alle chiamate. Da quando Santa Sofía mi ero curato l'insonnia, la stanchezza mi spingeva verso il letto alle undici della notte, ma questa volta l'angoscia mi mantenne sveglio. Trovai il numero di sua madre nella guida telefonica. Ma era già tardi, e se ella non stava lì, tutta la famiglia si preoccuperebbe. Che cosa doveva fare? Infiammai l'animo per vedere se aveva passato qualcosa; niente speciale, Londra seguiva ugualmente, con le sue meraviglie ed i suoi pericoli. Decisi di tentarlo un'ultima volta: dopo avere suonato tre volte, qualcuno rispose al telefono. Immediatamente riconobbi la voce di Andrea all'altro lato della linea. Che cosa vuoi? -domandò. Athena mi disse che la chiamasse. Va bene tutto? Indubbiamente va bene tutto, e tutto va male, secondo come vuoilo vedere. Ma credo che possa aiutare. Dove sta? Appese senza dare più dettagli. Deidre OŃeill, conoscente come Edda Athena si sistemò in un hotel vicino alla mia casa. Le notizie di Londra relativi ad eventi locali, soprattutto ai piccoli conflitti nei quartieri della periferia, non arrivano mai dalla Scozia. Non c'interessa troppo come gestiscono gli inglesi i suoi piccoli problemi; abbiamo la nostra

propria bandiera, la nostra squadra di calcio, e pronto avremo il nostro parlamento. È patetico che in questa epoca utilizziamo ancora lo stesso codice telefonico dell'Inghilterra, i suoi francobolli di posta, e che dobbiamo ancora soffrire la sconfitta della nostra regina María Estuardo nella battaglia per il trono. Ella finì decapitata con l'intervento degli inglesi, sotto il pretesto di problemi religiosi, è chiaro. Quella che la mia discepola stava affrontando non era nessuna novità. Lasciai che Athena poggiasse per un giorno intero. Alla mattina seguente, invece di entrare nel piccolo tempio a lavorare utilizzando i rituali che conosco, decisi di portarla a passeggiare con suo figlio per un bosco vicino ad Edimburgo. Lì, mentre il bambino giocava e girovagava tra gli alberi, ella mi contò su dettaglio tutto quello che stava succedendo. Quando finì, incominciai a parlare: È di giorno, il cielo è nuvoloso, ed oltre alle nuvole, gli esseri umani credono che ci sia un Dio Onnipotente che guida il destino degli uomini. Tuttavia, guarda tuo figlio, guarda i suoi piedi, ascolta i suoni che ci te sei intorno: qui sotto sta la Madre, molto più vicina, dando allegria ai bambini ed energia alle quali camminano sul Suo corpo. Perché la gente preferisce credere in qualcosa di differente e dimenticare quello che è visibile, la vera manifestazione del miracolo? Io so la risposta: perché lassù qualcuno di saggezza indiscutibile guida e dà ordini, nascosto dietro le nuvole. Qui sotto noi abbiamo un contatto fisico con la realtà magica, libertà per scegliere dove ci terranno i nostri passi. Parole belle ed esatte. Credi che sia quello quello che desidera l'essere umano? Desidera quella libertà per scegliere i suoi propri passi? Credo che sì. Questa terra sulla quale pesto mi ha tracciato strade molto strane, di un villaggio all'interno di Transilvania ad una città di Medio oriente, di lì ad un'altra città in un'isola, dopo al deserto, a Transilvania di nuovo, etc. Di una banca dei sobborghi ad una compagnia di vendita di immobili nel golfo Pesco. Di un gruppo di ballo ad un beduino. Ed ogni volta che i miei piedi mi spingevano verso davanti, io dicevo "sé" invece di dire "non." Di che cosa si è avvalso? Oggi posso vedere l'aura della gente. Posso svegliare la Madre nella mia anima. Ora la mia vita ha un senso, so perché sto lottando. Ma perché lo domandi? Anche tu hai ottenuto il potere più importante di tutti: il dono di curare. Andrea è capace di profetizzare e di parlare con spiriti; ho seguito passo a passo il suo sviluppo spirituale. Di che cosa più si è avvalso? L'allegria di essere viva. So che sto qui, tutto è un miracolo, una rivelazione.

Il bambino cadde e si fece male nel ginocchio. Istintivamente, Athena corse verso lui, lo pulì la ferita, gli disse che non era niente, ed il bambino tornò a divertirsi per il bosco. Usai quello come un segno. Quello che ha appena passato a tuo figlio mi passò. E sta passandote a verità? Sì. Ma non credo che abbia inciampato e caduto; credo che un'altra volta stia passando una prova che mi mostrerà il seguente passo. In questi momenti, il maestro non deve dire niente; semplicemente benedire il suo discepolo. Perché, per quanto desideri risparmiarlo sofferenza, la strada è tracciato ed i piedi desiderosi di seguirlo. Gli suggeriva che ritornasse di notte al bosco, le due sole. Mi domandò dove poteva lasciare a suo figlio; io mi incaricherei di quello, aveva una vicina che mi dovevo favori ed alla quale gli piacerebbe rimanere con Viorel. Alla fine dell'imbrunire ritornammo allo stesso posto, e per la strada discutevamo su cose che niente avevano a che vedere col rituale che stavamo per realizzare. Athena mi ero visto depilarmi con un nuovo tipo di cera, ed era molto interessata in sapere quali i vantaggi erano rispetto agli altri procedimenti. Parliamo animatamente di trivialità, moda, posti più economici per comprare, comportamento femminili stili di pettinature. In un determinato momento, ella disse qualcosa come "l'anima non ha età, non so perché ci preoccupiamo per quel motivo", ma si rese conto che non passava niente per rilassarsi e parlare di cose assolutamente superficiali. Tutto il contrario: quello tipo di conversazioni era divertente, e curare l'estetica non lasciava di essere qualcosa di molto importante nella vita di una donna, gli uomini fanno la stessa cosa, ma in maniera differente, e non l'assumono tanto quanto noi. Man mano che mi avvicinavo al posto che aveva scelto-o per meglio dire che il bosco stava scegliendo per me -, incominciai a sentire la presenza della Madre. Nel mio caso, quella presenza si manifesta attraverso una misteriosa allegria interna che mi emoziona sempre e che quasi mi porta alle lacrime. Era il momento di fermare e cambiare tema. - Prende alcuni pali - gli chiesi. - Ma se già è oscuro. - La luna piena di abbastanza luce, perfino stando dietro le nuvole. Educa i tuoi occhi: sono stati fatti per vedere oltre quello che credi. Ella si mise a fare quello che gli chiesi, bestemmiando ad ogni momento perché aveva toccato un spiedino. Passò quasi mezz'ora, e per quello tempo non parliamo; io sentivo l'emozione della presenza della Madre, l'euforia di stare lì con quella donna che ancora sembrava una bambina che si fidava di me che mi facevo a volte compagnia in quella ricerca troppo sconsiderato paio la mente umana.

Ancora Athena stava nella fase di rispondere domande, come aveva risposto le mie quello pomeriggio. Io ero stato già così in un'epoca, fino a che mi lasciai trasportare completamente al regno del mistero, solo contemplare, celebrare, adorare, ringraziare e permettere che il dono si manifesti. Vedeva ad Athena prendendo i pali, e vedeva la bambina che un giorno fu, anche cercando segreti velati, di poteri nascosti. La vita mi ero abituato qualcosa di completamente differente: i poteri non erano nascosti, ed i segreti sono stati già rivelati fa molto tempo. Quando vidi che la quantità di pali era sufficiente, gli indicai che fermasse. Cercai, io stessa, alcuni rami più grandi, e li misi sopra ai pali; la vita era così. Affinché prendesse fuoco, prima dovevano consumarsi i pali. Per potere liberare l'energia della cosa forte è necessario che la cosa debole abbia la possibilità di manifestarsi. Per potere capire i poteri che abbiamo ed i segreti qua è stato già rivelato, prima bisogna lasciare che la superficie-le aspettative, le paure, le apparenze - si consumi. Allora entriamo in questa pace che trovava ora nel bosco, col vento soffiando senza troppa violenza, la luce della luna di dietro delle nuvole, i rumori di animali che uscivano di sera a cacciare compiendo il ciclo di nascita e morte della Madre, senza che non fosse mai criticati per seguire i suoi istinti e la sua natura. Infiammai l'animo. Nessuna delle due ebbe voglia di dire niente; semplicemente rimanemmo contemplando la danza del fuoco per un tempo che mi sembrò un'eternità, e sapendo che, in quello momento, cientos di migliaia di persone doveva stare davanti ai suoi camini, in differenti posti del mondo, indipendentemente del fatto di avere nelle sue case moderni sistemi di riscaldamento; lo facevano perché stavano davanti ad un simbolo. Fu necessario un gran sforzo per uscire da quella trance che benché non mi dicessi specialmente niente, non mi facessi vedere dei, né aure, né fantasmi, mi lasciavo nello stato di grazia di che tanto aveva bisogno. Tornai a concentrarmi al presente, nella ragazza che stava al mio fianco, nel rituale che doveva fare. Come sta la tua discepola? -gli domandai. Difficile. Ma suo non fosse così, forse io non imparerei quello che necessito. E che cosa potere sta sviluppando? Ella parla con gli enti del mondo parallelo.

Come tu parli con Santa Sofía? No. Sai che Santa Sofía è la Madre che si manifesta in me. Ella parla con gli esseri invisibili. Io l'avevo capito già. Ma voleva essere sicura. Athena stava più silenziosa che di abitudine. Non so se aveva parlato con Andrea degli avvenimenti di Londra, ma quello non veniva al caso. Mi alzai, aprii la borsa che portava con me, tirai fuori un pugno di erbe specialmente scelte e lo gettai al fuoco. Il legno ha incominciato a parlare-disse Athena come se fosse qualcosa di assolutamente normale, e quell'era buono; ora i miracoli facevano parte della sua vita. Che cosa dice? Per il momento niente, sono solo rumori. Minuti dopo ella ascoltava la canzone che veniva dal falò. È meraviglioso! Lì stava la bambina, oramai non la donna, né la madre. Rimaniti come stai. Non cercare di concentrarti né seguire i miei passi, né neanche capire quello che sto dicendo. Rilassati, sentiti bene. Quello è tutto quello che a volte possiamo sperare della vita. Mi inginocchiai, presi un palo ardendo, tracciai un circolo ad intorno suo, lasciando una piccola apertura per potere entrare. Anche io sentivo la stessa musica che Athena, e ballai intorno a suo, invocando l'unione del fuoco maschile con la terra che ora lo riceveva con le braccia e le gambe aperti che tutto lo purificava che trasformava in energia la forza contenuta dentro quelli pali, tronchi, esseri umani, enti invisibili. Ballai mentre durò la melodia del fuoco e feci gesti di protezione alla creatura che stava dentro il circolo, sorridendo. Quando le fiamme si estìnsero, presi un po' di cenere e la gettai nella testa di Athena; dopo cancellai coi piedi il circolo che aveva fatto attorno a lei. Molte grazie-ella disse -. Mi sono sentito amante, amata, protetta. Non lo dimenticare nei momenti difficili. Ora che ho trovato la mia strada, non ci saranno momenti difficili. Credo che debba una missione compiere, no? Sì, tutti dobbiamo una missione compiere. Ella incominciò a sentirsi insicura.

Non mi hai risposto sui momenti difficili. Non è una domanda intelligente. Ricorda quello che ti ho detto un momento fa: sei amata, amante e protetta. Farò la cosa possibile. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Athena aveva capito la mia risposta. Samira R. Khalil,ama di casa. Mio nipote! Che cosa deve vedere mio nipote con quello? In che mondo viviamo, il mio Dio? Ancora stiamo nel Medioevo cercando streghe? Corsi fino a lui. Il bambino aveva il naso sporco di sangue, ma non sembrava importargli la mia disperazione, e mi spinse: So difendermi. E mi sono difeso. Benché non abbia avuto mai un figlio del mio ventre, conosco il cuore dei bambini; era molto più preoccupata per Athena che per Viorel: quell'era una delle molte liti che andava ad avere nella vita, ed i suoi occhi gonfi non smettevano di mostrare un certo orgoglio. Un gruppo di bambini della scuola disse che mamma era una veneratrice del diavolo! Sherine arrivò poco dopo, in tempo di vedere il bambino insanguinato e di armare un vero scandalo. Voleva uscire, tornare alla scuola per parlare col direttore, ma io l'abbracciai. Lasciai che rovesciasse tutte le sue lacrime che esprimesse tutta la sua frustrazione; in quello momento la cosa unica che poteva fare era rimanere silenziosa, cercando di trasmettergli il mio amore in silenzio. Quando si calmò, gli spiegai con tutta l'attenzione che poteva girare a vivere con noi che c'occuperemmo di tutto; suo padre aveva parlato con alcuni avvocati leggendo nel giornale quello della denuncia che si stava inoltrando contro lei. Faremmo la cosa possibile e la cosa impossibile per tirarla fuori da quella situazione, sopporteremmo i commenti dei vicini, gli sguardi di ironia dei conoscenti, la falsa solidarietà degli amici. Non c'era nient'altro importante nel mondo che la felicità di mia figlia, benché io non potessi comprendere perché sceglieva sempre strade tanto difficili e tanto rassegnate. Ma una madre non deve comprendere niente; solo amare e proteggere. Ed inorgoglirsi. Sapendo che potevamo darcelo quasi tutto, era andato via presto alla ricerca della sua indipendenza. Ebbe i suoi inciampi, le sue sconfitte, cercò di affrontare ella sola le turbolenze. Cercò sua madre cosciente dei rischi che correva, e quello l'avvicinò più alla nostra famiglia. Io mi rendevo conto che non aveva ascoltato mai i miei consigli: ottenere un titolo, sposarsi,

accettare le difficoltà della vita in comune senza lamentarsi, non cercare di andare oltre quello che la società permetteva. E quale era stato il risultato? Accompagnando la storia di mia figlia, mi trasformai in una persona migliore. È evidente che non capiva niente della Dea Madre, quella mania di riunirsi sempre con gente strana, e mai accontentarsi con quello che aveva ottenuto dopo molto lavoro. Ma, in fondo, mi sarebbe piaciuto molto essere come ella, benché fosse già un po' tardi per pensare così. Andava ad alzarmi per prepararli qualcosa di mangiare, ma ella me l'ostacolò. Voglio rimanere qui un po', nel tuo grembo. È tutto quello che necessito. Viorel, vieti un momento alla stanza a vedere la tele, mi piacerebbe parlare con tua nonna. Il bambino ubbidì. Ti ho dovuto causare molta sofferenza. Nessuno. Tutto il contrario, tu e tuo figlio siete la fonte delle nostre allegrie ed il motivo per il quale stiamo vivi. Ma io non feci esattamente… … che bene che sia stato così. Oggi posso confessare: ci furono momenti nei quali ti odiai, nei quali mi pentii di non avere seguito il consiglio dell'infermiera ed adottare un altro bambino. E mi domandavo: "Come una madre può odiare sua propria figlia?" Prendeva pastiglie, andava a giocare al bridge con le mie amiche, comprava compulsivamente, tutto per compensare l'amore che ti aveva dato e che credeva che non stava ricevendo. "Fa alcuni mesi, quando decidesti di lasciare un altro impiego più che stava dandoti denaro e prestigio, mi disperai. Andai alla chiesa che c'è vicino a casa: voleva fare una promessa, chiedere alla Vergine che prendesse coscienza della realtà che cambiasse vita che approfittasse delle opportunità che stavi sprecando. Era disposta a fare qualunque cosa in cambio di quello. Rimasi guardando la Vergine col bambino nel suo grembo. E dissi: "Tu che sei madre, sai per quello che sto passando. Puoi chiedermi qualunque cosa, ma salva mia figlia, perché credo che va cumino della sua autodistruzione." Sentii che le braccia di Sherine mi stringevano. Incominciò a piangere di nuovo, ma era un pianto differente. Io facevo la cosa possibile per controllare la mia emozione.

E sai quello che sentii in quello momento? Che ella parlava con me. E mi dicevo: "Ascolta, Samira, anche io penavo così. Soffrii molti anni perché mio figlio non ascoltava niente di quello che io gli dicevo. Mi preoccupavo per la sua sicurezza, credeva che non sapesse scegliere i suoi amici che non aveva il minore rispetto per le leggi, né per le abitudini, né per la religione, né per i maggiori." Devo contarti il resto? Non è necessario, lo capisco. Ma mi piacerebbe ascoltarlo ad ogni modo. La Vergine finì dicendo: "Ma mio figlio non mi ascoltò. Ed oggi sono molto contenta per ciò." Con tutto l'affetto, ritirai la sua testa della mia spalla e mi alzai. Dovete mangiare. Andai fino alla cucina, preparai una zuppa di cipolla, un piatto di tabulai, scaldai il pane senza fermentare, apparecchiai la tavola e mangiammo insieme. Parliamo di cose senza importanza che c'univano in quelli momenti e giustificavano l'amore di stare lì, tranquilli, benché la tempesta stesse strappando alberi e seminando là fuori la distruzione. Chiaro, alla fine del pomeriggio mia figlia e mio nipote uscirono per quella porta, per affrontare di nuovo il vento, ai temporali, ai raggi, ma quell'era un sua elezione. Mamma, hai detto che faresti qualunque cosa per me, verità? Indubbiamente era verità. Perfino dare la mia vita, se fosse necessario. Non credi che anche io dovrei fare qualcosa per Viorel? Credo che sia l'istinto. Ma oltre all'istinto, quella è la maggiore manifestazione di amore che abbiamo. Ella continuò a mangiare. Sai che hai un giudizio pendente con la giustizia e che tuo padre è pronto per aiutarti, se vuoi. Indubbiamente voglio. È la mia famiglia. Lo pensai due, tre volte, ma non mi contenni: Posso darti un consiglio? So che hai amici importanti. Parlo del giornalista quello. Perché non gli chiedi che pubblichi la tua storia che conti la tua versione dei fatti? La stampa sta dando molta copertura a quello reverendo, e la gente dandogli

ragione. allora, oltre ad accettare quello che faccio, mi vuoi aiutare? Sì, Sherine. Benché non capisca, benché a volte soffra come dovette soffrire la Vergine nella sua vita, benché non sia Gesù Cristo ed abbi un importante messaggio che trasmettere al mondo, io sto del tuo lato e voglio vederti vittoriosa. Heron Ryan, giornalista. Athena entrò quando io stavo cercando di annotare freneticamente quello che immaginava che sarebbe l'intervista ideale sugli avvenimenti di Portobello ed il rinascere di una Dea. Era un tema delicato, delicato. Quella che io vedevo nel magazzino era una donna che diceva: "Voi potete fate quello che la Gran Madre insegna, fidatevi dell'amore ed i miracoli saranno realizzati." E la moltitudine assentiva, ma quello non poteva durare molto, perché stavamo in un'epoca nella quale lo schiavitú era l'unica maniera di trovare la felicità. Il libero arbitrio esige una responsabilità immensa, dà lavoro, e provoca angoscia e sofferenza. Necessito che scriva qualcosa su me - mi chiese. Gli risposi che dovevamo sperare un po', il tema poteva morire alla settimana seguente, ma che aveva preparato alcuni domande sull'Energia Femminile. Per il momento, le liti e gli scandali interessano solo al quartiere ed i giornali sensazionalisti: nessun giornale rispettabile ha pubblicato né una sola linea. A Londra ci sono molti conflitti come questo, e richiamare l'attenzione della gran stampa non è consigliabile. Sarebbe migliore stare due o tre settimane senza riunire al gruppo. "Tuttavia, credo che il tema della Dea, trattato con la serietà che merita, può fare che molta gente si faccia una serie di domande importanti. Per una cena dicesti che mi amavi. Ed ora, oltre a dire che non mi vuoi aiutare, mi chiedi che rinunci alle cose nelle quali credo? Come interpretare quelle parole? Stava accettando finalmente quello che gli aveva offerto quella notte, quello che mi accompagnavo ogni minuto della mia vita? Il poeta libanese aveva detto che era più importante dare che ricevere; benché fossero parole sagge, io facevo parte di quello che chiamano "umanità", con le mie debolezze, i miei momenti di indecisione, il mio desiderio di semplicemente condividere la pace, essere schiavo dei miei sentimenti, consegnarmi senza domandare niente, perfino senza volere sapere se questo amore era corrisposto. Permettermi di amarla era sufficiente, quell'era tutto; sono sicuro che Santa Sofía sarebbe totalmente di accordo con me. Faceva già quasi due anni che Athena stava nella mia vita, ed io avevo paura che seguisse per la sua strada che sparisse nell'orizzonte, senza che io fossi stato

capace di accompagnarla almeno in una parte del suo viaggio. Stai parlando di amore? Sto chiedendoti aiuto. Che cosa fare? Controllarmi, mantenere il sangue freddo, non precipitare le cose e finire per distruggerli? O dare il passo che mancava, abbracciarla e proteggerla da tutti i pericoli? Voglio aiutarti - risposi, benché la mia testa insistesse nel dire non ti preoccupare per niente, credo che ti ami" -. Ti chiedo che ti fidi di me; lo farebbe tutto, assolutamente tutto per te. Perfino dire "non", quando credo che bisogna dirlo, pure correndo il rischio che non lo comprenda. Gli contai che il segretario di redazione del giornale mi ero proporsi una serie di reportage sul risveglio della Dea che includeva un'intervista con lei. Al principio mi ero somigliato un'eccellente idea, ma ora credeva che fosse migliore sperare un po'. O vuoi seguire con la tua missione, o vuoi difenderti. So che sei cosciente che quello che fai è più importante della maniera in come lo vedono gli altri. Sei di accordo? Sto pensando a mio figlio. Ora ha problemi nella scuola tutti i giorni. Passeranno già. Tra una settimana nessuno parlerà già del tema. Allora sarà il momento di reagire; non ferma difendersi da attacchi idioti, bensì per esporre, con sicurezza e saggezza, la dimensione del tuo lavoro. "E se hai dubbi dei miei sentimenti e sei decisa a seguire, andrò con te alla prossima riunione. Vedremo quello che passa. Ed al lunedì seguente l'accompagnai; non era oramai una persona più tra la moltitudine, poteva vedere le scene così come li vedeva ella. Gente che si ammucchiava nel posto; fiori ed applausi, piccole che gridavano "sacerdotessa" della Dea, due o tre signore ben vestite che imploravano un'udienza in privato per una malattia nella famiglia. La moltitudine incominciò a spingerci, affollando l'entrata; non pensiamo mai che sarebbe necessario un piano di sicurezza, e mi spaventai. L'afferrai del braccio, presi a Viorel ed entriamo. Dentro, nella sala che già stava piena, c'aspettava Andrea, molto arrabbiata: Credo che oggi dovessi dire che non faccia miracoli! - gridò ad Athena -. Ti stai lasciando portare per la vanità! Perché Santa Sofía non dice a tutta questa gente che vada via?

Perché ella segnala le malattie - rispose Athena in tono provocatori -. E quanta più gente si avvantaggi, meglio. Andava a seguire la conversazione, ma la moltitudine applaudiva, ed Athena salì all'estemporaneo scenario. Mise in moto il piccolo riproduttore che portava di casa, diede istruzioni affinché nessuno seguisse il ritmo della musica, chiese loro che ballasse ed incominciò il rituale. In un momento determinato, Viorel andò via verso un angolo e si sedette: era il momento che Lei manifestasse Santa Sofía. Athena ripetè quello che aveva visto già tante volte: fermò bruscamente il suono, mise la testa tra le mani e la gente rimase in silenzio obbedendo ad un'ordine invisibile. Il rituale si ripetè senza nessuna variazione: domande su amore erano le respinte, ma accettava parlare di ansietà, malattie, problemi personali. Dalla posizione nella che stava, poteva vedere che alcuni persone avevano lacrime negli occhi, altre sembravano stare davanti ad un santa. Arrivò il momento del sermone finale, prima del rituale collettivo della celebrazione della Madre. Come conosceva già i seguenti passi, incominciai ad immaginare quale la migliore maniera sarebbe di uscire di lì col minimo tumulto possibile. Desiderai che Athena seguisse il consiglio di Andrea e dicesse alla gente che non cercasse lì miracoli; camminai verso Viorel per potere abbandonare il locale non appena sua madre avesse appena parlato. E fu allora quando sentii la voce di Santa Sofía: - Oggi, prima di finire, parliamo di diete. Dimenticate quella storia di fare regime. Diete? Dimenticate quella storia del regime? siamo sopravvissuti tutti questi millenni perché siamo stati capaci di mangiare. Ed oggigiorno quello si sembra aversi rovesciato una maledizione. Perché? Che cosa ci fa cercare di mantenere, a quaranta anni, lo stesso corpo che quando eravamo jóvenes?¿Es possibile fermare questa dimensione del tempo? Indubbiamente non. E perché dobbiamo essere magri? Sentii una specie di mormorio tra il pubblico. Dovevano stare aspettando un messaggio più spirituale. Non deve essere così. Compriamo libri, frequentiamo accademie, spendiamo una parte importante della nostra concentrazione cercando di fermare il tempo, quando dovremmo celebrare il miracolo di camminare per questo mondo. Invece di pensare come vivere meglio, ossessionaci vi nel nostro peso. "Dimenticate quello; potete leggere tutti i libri che vogliate, fare gli esercizi che desideriate due alternative: o smettere di vivere, o ingrassare.

"Mangiate con moderazione, ma mangiate con piacere: la cosa brutta non è quello che entra, altro che quello che esce dalla bocca dell'uomo. Ricordate che per millenni lottiamo per non soffrire la fame. Chi ha inventato quella storia che tutto il mondo deve essere magro durante tutta la sua vita? Rispondo: i vampiri dell'anima, quelli che hanno tanta paura del futuro che credono che è possibile fermare la ruota del tempo. Sacra Sofía vi garantisce: non è possibile. Usate l'energia e lo sforzo una dieta per alimentarvi col pane spirituale. Capite che la Gran Madre trova abbondanza e con saggezza; rispettatelo, e non ingrasserete più della cosa normale per il passo del tempo. "Invece di bruciare artificialmente quelle calorie, cercate di trasformarli nell'energia necessaria per la lotta per i sonni; nessuno è magro molto tempo solo per fare dieta. Il silenzio era totale. Athena diede inizio al rituale di clausura, tutti celebrarono la presenza della Madre. Io presi a Viorel in braccia promettendomi a me stesso che la prossima volta porterebbe con me ad alcuni amici per improvvisare un minimo di sicurezza. Usciamo sentendo le stesse grida ed applausi dell'entrata. Un commerciante mi afferrò del braccio: Quello è assurdo! Se rompono alcuno della mia vetrina, li denuncio! Athena essere rideva e firmava autografi, Viorel sembrava contento. Io desideravo che nessun giornalista stesse lì quella notte. Quando finalmente riusciamo a liberarci della moltitudine, prendemmo un taxi. Domandai loro se piacerebbe loro mangiare qualcosa. Certo, aveva appena parlato di quello, disse Athena. Antoine Locadour, storiografo. In questa successione di errori conosciuta come "La strega di Portobello", quello che più mi sorprende è l'ingenuità di Heron Ryan, un giornalista con anni di corsa ed esperienza internazionale. Quando parliamo, egli era terrorizzato coi titolari dei giornali sensazionalisti: "Il regime della Dea!", diceva uno. "Dimagrisca mentre mangia, dice la Strega di Portobello!", stampava un altro in prima pagina. Oltre a toccare qualcosa di tanto sensibile come la religione, quella tale Athena era andata più

lontano: aveva parlato di diete, un tema di interesse nazionale, più importante che la guerra, gli scioperi o le catastrofi naturali. Non tutto il mondo crede in Dio, ma tutto il mondo vuole dimagrire. I reporter intervistavano i commercianti locali che affermano avere visto candele nere e rosse accese, e rituali con presenza di poca gente i giorni anteriori alle riunioni collettive. Per il resto, il tema non era più che sensazionalismo economico, ma Ryan aveva dovuto prevedere che c'era una denuncia in corso nella giustizia britannica, e che l'accusatore non andava a lasciare scappare né un'opportunità per farloro arrivare dai giudici quello che considerava che non era una semplice calunnia, bensì un attentato contro i valori che mantenevano in piede la società. Quella stessa settimana, uno dei più prestigiosi giornali inglesi pubblicava sulla sua colonna di case editrici un testo dello stimabile Back, ministro della Congregazione Evangelica di Kemsington che diceva in uno dei suoi paragrafi: Come buon cristiano, ho il dovere di mettere l'altra guancia quando mi piacciano ingiustamente o quando mi mancano al rispetto. Tuttavia, non possiamo dimenticare che, così come Gesù mise l'altra guancia, usò anche la frusta per frustare a quelli che pretendevano di trasformare la Casa di Dio in una tana di ladri. È a quell'a quello che stiamo assistendo in Portobello Road in questo momento: persone senza scrupoli che si fanno passare per salvatori di anime, promettendo false speranze e curati per tutti i mali, affermando perfino che rimarranno magre ed eleganti se seguono i suoi insegnamenti. Cosicché non mi rimane un'altra alternativa più che accorrere alla giustizia per ostacolare che detta situazione si prolunghi per molto tempo. I seguaci di quello movimento giurano che sono capaci di svegliare non donare mai visti, e negano l'esistenza di un Dio Onnipotente, cercando di sostituirlo per divinità pagane come Venere o Afrodite. Per essi, tutto è permesso, purché si impadronisca di "amore." Bene, che cosa è l'amore? Una forza senza morale che giustifica qualunque fine? O un compromesso coi veri valori della società, come la famiglia e le tradizioni? Nella seguente riunione, prevedendo che potesse ripetersi la battaglia campale di agosto, la polizia prese dosate ed inviò a mezza dozzina di guardie per evitare confronti. Athena arrivò accompagnato da guardia del corpo estemporanea per Ryan, e questa volta non sentì solo applausi, ma anche fischi ed imprecazioni. Una signora, vedendo che andava accompagnata da un bambino di otto anni, due giorni dopo presentò una denuncia basata nel Children Act di 1989, allegando che la madre stava causando danni irreversibili a suo figlio e che la sua custodia dovrebbe essere trasferita al padre. Un giornale sensazionalista riuscì a localizzare a Lukás Jesen - Petersen che né volle concedere un'intervista, minacciò il reporter, dicendolo che non menzionasse a Viorel nei suoi articoli o sarebbe capace di qualunque pazzia. Al giorno dopo, quello giornale stampava il titolare: "L'ex marito della Strega di Portobello dice

che è capace di ammazzare per suo figlio." Quella stessa tardi, altre denunce basate nel Children Act di 1989 erano presentate nei tribunali, questa volta chiedendo che lo Stato Lei responsabilizzasse del benessere dal bambino. Non ci fu riunione seguente; benché gruppi di gente-a favore ed in contro - stavano davanti alla porta e guardie uniformate cercavano di contenere i coraggi, Athena non apparve. La stessa cosa succedè alla settimana seguente; questa volta, tanto i gruppi come il distaccamento poliziesco erano minori. Alla terza settimana c'erano solo resti di fiori nel locale, ed una persona distribuiva foto di Athena al quale arrivavano. Il tema smise di occupare le pagine dei giornali londinesi. Quando lo stimabile Boccolo decise di annunciare che ritirerebbe la denuncia di calunnia e diffamazione, basandosi sul "spirito cristiano che dobbiamo avere verso quelli che si pentono dei suoi gesti", non trovò nessun gran mezzo di stampa interessata, e potè pubblicare solo il suo testo sulla sezione di lettere di lettori di un giornale di quartiere. Per quello che io so, il tema non raggiunse mai una proiezione nazionale, e fu sempre restretto alle pagine nelle che si pubblicano i temi della città. Un mese dopo che i culti finirono, quando viaggiai a Brighton, cercai di parlare del tema con alcuni amici, ma nessuno di essi aveva sentito parlare di ciò. Ryan l'aveva tutto nelle sue mani per chiarire quello tema; quello che dicesse il suo giornale sarebbe seguito per la maggioranza della stampa. Ma, per la mia sorpresa, non pubblicò mai né una linea su Sherine Khalil. Nella mia opinione, il crimine - per le sue caratteristiche - non ha niente a che vedere con quello che succedè in Portobello. Non fu più che una macabra coincidenza. Heron Ryan, giornalista. Athena mi chiese che infiammasse il mio animo. Ella portava un'altra, un modello che non aveva visto mai, abbastanza sofisticato e di dimensioni minime. In primo luogo, voglio dire che sto ricevendo minacce di morte. In secondo posto, promettimi che, benché io muoia, spererai cinque anni di lasciare che qualcuno ascolti questo nastro. Nel futuro potranno distinguere quello che è falso di quello che è vero. "Dimmi che accetti, perché di questa maniera starai assumendo un compromesso legale. Accetto. Ma credo che…

Non credere niente. Se appaio morta, questo sarà il mio testamento, a condizione che non si dica ora niente. Spensi il registratore. Non c'è niente da temere. Ho amici in tutte le posizioni e carichi del governo, gente che mi deve favori che ha bisogno di me o che avrà bisogno di me in un futuro. Possiamo… Ti ho detto già che ho un fidanzato che lavora in Scotland Yard? Un'altra volta quella conversazione? Se era così, perché non stava lì quando tutti necessitavamo il suo aiuto, quando tanto Athena come Viorel sarebbe potuto essere attaccato dalla moltitudine? Le domande sorgevano una dietro un'altra: si stava mettendo a prova? Che cosa passava nella testa di quella donna? Sarebbe squilibrata, era incostante, c'erano momenti in cui desiderava stare al mio fianco, ed in altri momenti ritornava al tema di un uomo che non esisteva? - Metti un'altra volta il registratore - mi chiese. Io mi sentivo molto male: incominciai a pensare che mi ero usato sempre. In quello momento mi sarebbe piaciuto dire: "Vieti, non apparire mai più nella mia vita, da quando ti conobbi tutto si è trasformato in un inferno, vivo aspettando il giorno che arrivi qui, dammi un abbraccio, dammi un bacio e chiedimi rimanerti al mio fianco. Ma quello non passa mai." Qualcosa succede? Ella sapeva che sì. Per meglio dire, era impossibile che non sapesse quello che sentiva, perché non aveva fatto un'altra cosa in tutto quello tempo che mostrargli i miei sentimenti, benché avesse parlato solo di essi un'unica volta. Ma aggiornava qualunque compromesso per vederla, stava al suo laso ogni volta che me lo chiedeva, cercava di creare qualche tipo di complicità con suo figlio, credendo che un giorno potrebbe chiamarmi papà. Non gli chiesi mai che lasciasse quello che faceva, accettava la sua vita, le sue decisioni, soffriva in silenzio col suo dolore, mi rallegravo con le sue vittorie, risentivo orgoglioso della sua determinazione. Perché hai spento il registratore? Quello secondo stetti tra il cielo e l'inferno, tra l'esplosione e la sottomissione, tra il ragionamento freddo e l'emozione distruttiva. Alla fine, usando tutte le mie forze, riuscii a mantenere il controllo. Strinsi il bottone. Seguiamo.

Diceva che sto ricevendo minacce di morte. Gente che mi telefona, senza dire il suo nome; mi insultano, affermano che sono una minaccia per il mondo che voglio fare che giri il regno di Satana e che non lo permettono. Hai parlato con la polizia? Omisi a proposito menzionare al suo fidanzato, dimostrandolo di quella maniera che non mi credei mai quella storia. Sì. Registrarono le chiamate. Li fanno da cabine telefoniche, ma mi dissero che non mi preoccupasse che stanno vigilando la mia casa. Riuscirono a prendere una di quelle persone: è un squilibrato mentale, crede che sia la reincarnazione di un apostolo che "questa volta bisogna lottare affinché Cristo non sia espulso di nuovo." In questo momento, sta in un ospedale psichiatrico; la polizia mi contò che stette già internato prima per minacciare ad altri per lo stesso motivo. Se è attenta, la nostra polizia è la migliore del mondo. Non c'è realmente perché preoccuparsi. Non ho paura della morte; se i miei giorni finissero oggi, mi porterei con me momenti che poca gente della mia età ha avuto l'opportunità di vivere. Di quello che ho paura, e per quel motivo ti ho chiesto che registrasse la nostra conversazione di oggi, è di ammazzare. Ammazzare? Sai che si sta inoltrando alcune denunce per togliermi la custodia di Viorel. Ho amici, ma nessuno può fare niente; bisogna aspettare il risultato. Secondo essi, dipendendo dal giudice, quelli fanatici possono ottenere quello che vogliono. Per quel motivo ho comprato un'arma. "So quello che è allontanare un figlio da sua madre, perché vissi l'esperienza nelle mie proprie carni. In modo che, nel momento in che mi sia avvicinato il primo ufficiale di giustizia, sparerò. E continuerò a sparare fino a che finiscano le pallottole. Se non mi prendono prima, lotterò coi coltelli della mia casa, userò le mie unghie ed i miei denti. Ma nessuno riuscirà ad allontanare a Viorel dal mio lato, non sia che passino al di sopra del mio cadavere. Sta registrando? - Sé. Ma è mezzi… - Non ci li sono. Mio padre sta seguendo il procedimento. Dice che nei casi di diritto di famiglia, c'è poco da fare. "Ora" spegne il registratore. - Era quell'il tuo testamento? Non rispose. Cono io non facevo niente, ella prese l'iniziativa. Fu fino a dove stava la squadra di musica e mise la famosa musica della tappa che io mi sapevo ora quasi a memoria. Ballò della

maniera come lo faceva nei rituali, senza nessun compasso, ed io sapevo dove pretendeva di arrivare. Il suo registratore seguiva accesa, come testimone silenziosa di tutto quello che stava passando lì. Mentre la luce del pomeriggio soleggiato entrava per le finestre, Athena si immergeva alla ricerca di un'altra luce che stava lì da quando il mondo era stato creato. La scintilla della Madre smise di ballare, interruppe la musica mise la testa tra le mani e rimase taciuta qualche tempo. Quindi alzò gli occhi e mi guardò. Sai chi sta qui, verità? Sì. Athena e la sua parte divina, Santa Sofía. Mi sono abituato a farlo. Non credo che sia necessario, ma fu il metodo che scoprii per trovarla, ed ora si è trasformato in una tradizione nella mia vita. Sai con chi stai parlando: con Athena. Sacra Sofía io sono. Lo so. Quando ballai per la seconda volta nella tua casa scoprii anche che un spirito mi guida: Philemon. Ma non parlo molto con lui, non ascolto quello che mi dice. So che, quando è presente, è come se finalmente nostre due anime Lei trovasse. Quello stesso. Philemon mi capirà, perché vedo che sei stato toccato per il ballo. L'uomo che sta davanti a me soffre per qualcosa che crede che non ha ottenuto mai: il mio amore. "ma l'uomo che c'è oltre te stesso, quello comprende che il dolore, l'ansietà, il sentimento di abbandono sono non necessari ed infantili: io ti amo. Non della maniera che la tua parte umana vuole, bensì della maniera che la scintilla divina volle. Abitiamo un stesso negozio che fu messa nella nostra strada per Lei. Lì capimmo che non siamo i suoi schiavi, bensì i suoi maestri. "serviamo e siamo serviti, apriamo le porte delle nostre stanze, e c'abbracciamo. Forse baciamoci anche, perché tutto quello che succede con intensità nella terra avrà suo corrispondente nel piano invisibile. E sai che non sto provocandoti, né sto giocando coi tuoi sentimenti dicendo quello. Che cosa è l'amore, allora? L'anima, il sangue ed il corpo della Gran Madre. Io ti amo con la stessa forza con la quale si amano le anime esiliate, quando si trovano nel deserto. Ci non sarà mai niente fisico tra noi, ma nessuna passione è inutile, nessun amore è disprezzato. Se la Madre ha svegliato quello nel tuo cuore, lo svegliò anche nel mio, benché tu l'accetti forse meglio. È impossibile che l'energia dell'amore si perda: è più poderosa di qualunque altra cosa, e si manifesta di molte maniere.

Non sono il sufficientemente forte per quello. Quella visione astratta mi lascia depresso e ma solitario che mai. Né io: necessito qualcuno al mio fianco. Ma un nostro giorno occhi si apriranno, le differenti forme di amore potranno manifestarsi, e la sofferenza sparirà dalla faccia della Terra. "Credo che non manchi molto; molti di noi stiamo ritornando di un lungo viaggio, nel quale fummo indotti a cercare cose che non c'interessavano. Ora ci rendiamo conto che erano false. Ma questo ritorno non si fa senza dolore, perché abbiamo passato molto tempo fosse, crediamo che siamo stranieri nella nostra propria terra. Ci porterà "qualche tempo trovare agli amici che andarono via anche, i posti nei quali stavano le nostre radici ed i nostri tesori. Ma finirà per succedere. Non so perché ragione, incominciai a commuovermi. E quello mi spinse verso davanti. Voglio continuare a parlare dell'amore. Stiamo parlando già di quello. Quello è stato sempre l'obiettivo di tutto quello che ho cercato nella mia vita: lasciare che l'amore Lei manifestasse in me senza barriere che riempisse i miei spazi in bianchi che mi facesse ballare, sorridere, giustificare la mia vita, proteggere mio figlio, entrare in contatto coi cieli, con gli uomini e donne, con tutti quelli quali sono stati messi nella mia strada. "Cercai di controllare i miei sentimenti dicendo "quello" merita il mio affetto o "quello" non lo merita, cuci di questo tipo. Fino a che capii il mio destino, quando vidi che poteva perdere quello che più voglio nella mia vita. Tuo figlio. Esatto. La manifestazione più completa di amore. Fu nel momento in cui sorse la possibilità che l'allontanassero da me quando mi trovai in realtà con me stessa, e capii che non potrebbe avere mai niente, perdere niente. Lo compresi dopo avere pianto compulsivamente per ore. Dopo avere sofferto molto, intensamente, la parte di me che chiamo Santa Sofía mi disse: "Che sciocchezza è quella? L'amore rimani sempre! E tuo figlio andrà via presto o tardi!" Io incominciavo a comprendere. L'amore non è un'abitudine, un compromesso, né un debito. Non è quello che ci dicono le canzoni romantiche; l'amore è. È quell'il testamento di Athena, o di Sherine, o di Santa Sofía: l'amore è. Senza definizioni. Ama e non domandare troppo. Solo padrona. È difficile. Sta registrando?

Mi chiedesti che la spegnesse. Perché torna ad infiammarla. Feci quello che ella si destreggiava. Athena seguì: È anche difficile per me. Per quel motivo, a partire da oggi non ritorno oramai a casa. Nascondo; la polizia mi proteggerà dai matti, ma niente mi proteggerà dalla giustizia umana. Anche cosí, non mi pento: ho compiuto il mio destino. Quale era la tua missione? Lo sai già, perché comunicasti dall'inizio: preparare la strada per la Madre. Seguire una tradizione che è stato soffocata per secoli, ma che ora incomincia a risorgere. Forse… Mi interruppi. Ma ella non disse né una parola fino a che avevo finito la mia frase. -… forse era troppo presto. La gente non era preparata per quello. Athena rise. Indubbiamente lo stanno. Di lì i confronti, le aggressioni, l'oscurantismo. Perché le forze delle tenebre stanno agonizzando, ed in questo momento stanno utilizzando le sue ultime risorse. Sembrano più forti, come gli animali prima di morire, ma, dopo quello, non sono oramai capaci di alzarsi dal suolo; sono esausti. Ho seminato molti cuori, ed ognuno di essi manifesterà questo Rinascimento alla sua maniera. Ma c'è uno di quelli cuori che seguirà la tradizione completa: Andrea. Andrea. Che la detestava che l'incolpava del fine della nostra relazione che gli diceva a chi volesse sentire che Athena si era lasciato portare per l'egoismo, per la vanità, e che aveva spezzato un lavoro che era stato molto difficile da mettere in piede. Ella si alzò e prese la sua borsetta; Santa Sofía seguiva con lei. Vedo la tua aura. Si sta curando la sofferenza inutile. Sai evidentemente già che non piaci ad Andrea. Indubbiamente lo so. Abbiamo parlato quasi per mezz'ora dell'amore, no? Piacere non ha niente a che vedere con quello. "Andrea è una persona assolutamente capace di portare avanti la missione. Ha più esperienza e

più carisma che io. Ha imparato dei miei errori; sa che deve mantenere una certa prudenza, perché i tempi nei quali la fiera dia oscurantismo stia agonizzando saranno tempi di confronti. Andrea può odiare mi mangio persona, e per quel motivo sia stato forse capace di sviluppare tanto rapidamente i suoi doni; per dimostrare che era più capace di me. "Quando l'odio fa che qualcuno cresca, questo si trasforma in una delle molte maniere di amare. Prese il suo registratore, la mise nella borsetta ed andò via. Alla fine di quella settimana il tribunale si pronunciava: avevano ascoltato a varie testimoni, e Sherine Khalil, conoscente come Athena, aveva diritto a conservare la custodia di suo figlio. Inoltre, il direttore della scuola nel quale studiava il bambino fu avvisato ufficialmente che qualunque tipo di discriminazione contro il bambino sarebbe punibile per legge. Sapeva che non valeva di niente richiamare alla casa nella quale viveva; aveva lasciato la chiave ad Andrea, si era portato il suo riproduttore di musica, alcuno vestiti, ed aveva detto che non aveva intenzione di ritornare presto. Rimasi aspettando una chiamata per celebrare insieme la vittoria. Ogni giorno che passava, il mio amore per Athena smetteva di essere una sofferenza, e si trasformava in un lago di allegria e serenità. Ed ano mi sentivo tanto solo, in qualche posto del nostre spazio anime le anime di tutti gli esiliati che stavano ritornando - tornavano a celebrare con allegria il ritrovo. Passò la prima settimana, e pensai che chissà stava cercando di rimettersi della tensione degli ultimi tempi. Un mese dopo, immaginai che sarebbe ritornato al Dubai e ritornato al suo impiego; chiamai e mi dissero che non erano tornati a sentire parlare di lei. "Ma se sapesse da dove sta, per favore, segno di correzione un messaggio: le porte erano aperte, ella era necessaria." Decisi di elaborare una serie di articoli sul risveglio della Madre che provocarono alcuni lettere offensive di lettori che mi accusavano di "divulgare il paganesimo", ma che furono un enorme successo tra il pubblico. Due mesi dopo, quando mi preparavo per mangiare, mi chiamò un collega di redazione: il corpo di Sherine Khalil, la Strega di Portobello, era stato contrario. Era stato brutalmente assassinata in Hampstead.

Ora che ho finito di trascrivere tutte le registrazioni, me li do a lei. In questo momento deve stare passeggiando per la Snowdonian Nazionale Park, come normalmente fa tutti i pomeriggi. È il

suo compleanno, per meglio dire, la data che i suoi genitori scelsero quando l'adottarono, e pretendo di consegnargli questo manoscritto. Viorel che arriverà coi suoi nonni per la celebrazione, l'ha preparato anche una sorpresa; ha registrato la sua prima canzone, nello studio di alcuni amici comuni e la canterà durante la cena. Dopo, ella mi domanderà: "Perché l'hai fatto?" Ed io gli risponderò: "Perché" doveva comprenderti. Durante tutti questi anni che stemmo insieme, ascoltava solo quello che credeva che erano leggende, ma ora so che quelle leggende sono realtà. Ogni volta che pensava di accompagnarla, andasse già alle cerimonie dei lunedì nel suo appartamento, o alla Romania, o a riunioni con gli amici, ella mi chiedevo che non lo facesse. Voleva essere libero; un poliziotto intimorisce sempre la gente, diceva. Davanti a qualcuno come me, perfino gli innocenti si sentono colpevoli. Stetti due volte nel magazzino di Portobello senza che ella lo sapesse. Anche senza che ella lo sapesse, inviai ad uomini per proteggerla nei suoi arrivi ed uscite dal locale, e per lo meno una persona, ma tardi concorde come militante di una setta, fu fermata con un pugnale. Diceva che era stato istruito per gli spiriti per ottenere qualcosa di sangue della Strega di Portobello che manifestava la Madre, dovevano usarlo per consacrare certe offerte. Non pretendeva di ammazzarla, solo raccogliere il sangue in una tela. L'investigazione mostrò che non c'era realmente di prova di omicidio; ancora così fu indiziato, e prese sei mesi di prigione. Non fu mio l'idea di assassinarla "" per il mondo—Athena voleva sparire, e mi domandò se quello sarebbe possibile. Spiegai che, se la Giustizia avesse deciso che lo Stato dovrebbe mantenere la guardia di suo figlio, io non potrei contrariare la legge. Ma a partire dal momento in cui il giudice si manifestò al suo favore, eravamo liberi per compiere il suo piano. Athena aveva piena coscienza che, quando gli incontri nel magazzino guadagnarono pubblicità locale, la sua missione era sviata per sempre. Di niente serba andare davanti alla moltitudine e negare che non era una regina, una strega, una manifestazione divina—poiché il paese scelse seguire i poderosi e dare potere a chi desidera. E quell'andrebbe contro tutto che ella predicava—la libertà di scegliere, di consacrare il proprio pane, di svegliare i doni individuali, senza guide o pastori.

Neanche serba sparire: le persone capirebbero tale gesto come un ritiro al deserto, una salita ai cieli, un viaggio all'incontro di maestri segreti che vivono nel Himalaya, e rimarrebbero sempre

aspettando il suo giro. Le leggende crescerebbero intorno a suo, e possibilmente sarebbe formato un culto intorno alla sua persona. Cominciamo a notare quello quando ella smise di frequentare Portobello; i miei informatori dicevano che, al contrario di quello che tutto il mondo pensava, il suo culto stava aumentando in maniera preoccupante: altri gruppi simili cominciarono ad essere creati, persone apparivano come "eredi" di Hagia Sofía, la sua foto edita nel giornale, col bambino nelle braccia, era spacciata in maniera segreta, mostrandola come una vittima, un martire dell'intolleranza. Occultisti cominciarono a parlare di una "Ordine di Athena", dove si otteneva—dopo qualche pagamento—un contatto con la fondatrice. Pertanto, sottraeva solo la morte "." Ma in circostanze assolutamente normali, come qualunque persona che finisce trovando il fine dei suoi giorni nelle mani di un assassino in una gran città. Quello c'obbligava l'una serie di precauzioni: A] il crimine non potrebbe essere associato al martirio per ragioni religiose, perché la situazione che stavamo cercando di evitare sarebbe aggravata; B] la vittima dovrebbe stare nelle condizioni che non potrebbero essere riconoscenti; C] l'assassino non poteva essere imprigionato; D] avremmo bisogno di un cadavere. In una città come Londra, diario noi ha gente defunta, sfigurato, bruciata - ma finiamo normalmente per arrestare il criminale. In modo che fu necessario aspettare quasi due mesi fino a quello successo in Hampstead. Anche in questo caso finiamo per trovare l'assassino, ma egli era morto—aveva viaggiato verso il Portogallo e si era suicidato con un tiro nella bocca. La giustizia era fatta, e tutto che io necessitavo era qualcosa di cooperazione di amici più prossimi. Una mano lava l'altra, essi alle volte mi chiedono cose che sono neanche molto ortodosse, e da quando nessuna legge importante sia rotta, esiste—diciamo—una certa flessibilità di interpretazione. Fu quello che succedè. Cosicché il cadavere fu scoperto, fui designato insieme ad un compagno di molti anni per accompagnare il caso, ed avemmo la notizia—quasi simultanea—che la polizia portoghese aveva scoperto il corpo di un suicida in Guimarães, Paulo, nel paragrafo anteriore aveva detto che il suicida aveva viaggiato per la Spagna-Cambiamo Sopra Il Paragrafo, È il Portogallo insieme ad un biglietto dove confessava un assassinio coi dettagli che corrispondevano al caso che avevamo in mano, diede alle istruzioni per la distribuzione della sua eredità ad istituzioni della carità. Era stato un crimine passionale - infine,

frequentemente l'amore finisce per finire in questo. Nel biglietto che aveva lasciato, il morto diceva benché egli avesse portato la donna di un'exrepubblica dell'Unione Sovietica, fece tutto quello che fosse possibile per aiutarla. Stava presto a

sposarsi con lei in modo che avrebbe tutti i diritti di un cittadino inglese, e finisco scoprendo una lettera che stava presto ad inviarla ad un tedesco che l'invitava a passare alcuni giorni nel suo castello. In questa lettera, diceva che era pazza per partire, e che egli inviasse immediatamente il passaggio di aeroplano, in modo che potessero trovarsilo ma pronto possibile. Si erano conosciuti in un caffè londinese, ed avevano scambiato solo due corrispondenze, nient'altro che quello. Stava davanti al quadro perfetto. Il mio amico vacillò un—A nessuno gli piace avere un crimine non risoluto nella sua scheda—, ma io finii dicendo che assumerebbe la colpa, ed egli concordò. Fui fino a dove Athena si trovava—una simpatica casa ad Oxford. Con una siringa, mietei qualcosa del suo sangue. Tagliai pezzi dei suoi capelli, li bruciai un po', ma non completamente. Di giro alla scena del crimine, sparsi le "prove." Come sapeva che l'esame di DNA sarebbe impossibile, poiché nessuno sapeva chi era sua madre o suo padre veri, ora tutto che necessitava era attraversare le dita, e sperare che la notizia non avesse molta ripercussione nella stampa. Alcuni giornalisti apparvero. Raccontai la storia del suicidio dell'assassino, menzionando solo il paese, senza avere bisogno della città. Dissi che non fosse contraria nessuna ragione per il crimine, ma che stava respinta completamente l'ipotesi di vendetta o di motivi religiosi; in mio capire, finalmente, i poliziotti hanno il diritto di sbagliare, la vittima era stata violentata. Come ha dovuto riconoscere il suo aggressore, finì essendo morta e sfigurata. Se il tedesco tornò a scrivere, le sue lettere sono dovute ritornare col segno di destinatario "assente." La foto di Athena apparirà solo una volta nel giornale, durante il primo confronto in Portobello, in modo che le opportunità di essere riconoscente erano minime. Oltre a me, solo tre persone sanno della storia: i suoi genitori e suo figlio. Tutti noi compariamo alla "esequie" dei suoi resti, e la sepoltura ha una lapide col suo nome. Il bambino viene a visitarla tutti i fini di settimana, e cammina con una brillante corsa nella

scuola. Chiaro, un giorno Athena può stancarsi di questa vita isolata, e decidere di girare Londra. Ancora così, la memoria delle persone è breve, ed eccetto per i suoi amici più intimi, nessuno si ricorderà di lei. A queste altezza, Andrea sarà l'elemento catalizzatore e giustizia—sia fatta—ha più capacità che Athena per continuare la tale missione. Oltre a possedere i doni necessari, è un'attrice—sa come combattere col pubblico. Sentii dire che il suo lavoro è cresciuto significativamente, senza richiamare attenzione non necessaria. Ascolto storie di gente in posizioni importanti nella società che stanno in contatto con lei, e quando fosse necessario, quando raggiungessero una massa critica sufficienza, finiranno per finire con tutta l'ipocrisia degli stimabili Ian Buck della vita. E è quello che Athena desidera; non la sua proiezione personale, come molti pensavano, compreso Andrea, ma che la missione sia compiuta. Nell'inizio delle mie investigazioni che risultarono in questo manoscritto, pensava che stava alzando la sua vita affinché sapesse del suo coraggio ed importanza. Ma, man mano che le conversazioni proseguivano, io continuavo a scoprire anche la mia parte nascosta—benché non creda molto in queste cose. E giungeva alla conclusione che la ragione principale di tutto questo lavoro era rispondere l'una domanda che non seppi mai spiegare: perché Athena mi amavo, se siamo tanto differenti, e non abbiamo la stessa visione di mondo? Ricordo quando gli diedi il primo bacio, in un bar di fianco a Victoria Station. Ella lavorava in una banca, io ero già un detective della Scotland Yard. Dopo alcuni giorni uscendo insieme, mi invitò per ballare nella casa del proprietario del suo appartamento, cosa che non accettai mai— non condice col mio stile. Ed invece di irritarsi, rispose ma rispettava la mia decisione. Rileggendo le attestazioni che mi diedero i suoi amici, rimango realmente orgoglioso; Athena sembrava non rispettare più la decisione di nessuno. Mesi dopo, prima di partire per il Dubai, io gli dissi che l'amava. Ella rispose che sentiva la stessa cosa— benché, aggiunse, dovessimo prepararci per lunghi momenti di separazione. Ognuno lavorerebbe in un paese differente, ma il vero amore può resistere alla distanza. Fu l'unica volta che osai domandargli: "perché mi ama?." Ella respondió:”no so e non ho il minore interesse in sapere". Ora, concludendo tutte questi pagine, credo che trovassi la risposta nella sua conversazione col tale giornalista. L'amore è.