La storia di Bayāḍ e Riyāḍ (Vat. Ar. 368). Una nuova edizione e traduzione 9788821009082

Illustrata dalle precisissime miniature dell'unico manoscritto in cui è conservata, la storia di Bayāḍ e Riyāḍ è un

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La storia di Bayāḍ e Riyāḍ (Vat. Ar. 368). Una nuova edizione e traduzione
 9788821009082

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STUDI E TESTI ———————————— 479 ————————————

Arianna D’Ottone

_ _ LA STORIA DI BAYA D . E RIYA D . (VAT. AR. 368) UNA NUOVA EDIZIONE E TRADUZIONE

C I T T À D E L VAT I C A N O B i B l i o t e c a a p o s t o l i c a V at i c a n a 2013

_ _ LA STORIA DI BAYAD . E RIYAD . (VAT. AR. 368)

STUDI E TESTI ———————————— 479 ————————————

Arianna D’Ottone

_ _ LA STORIA DI BAYA D . E RIYA D . (VAT. AR. 368) UNA NUOVA EDIZIONE E TRADUZIONE

C I T T À D E L VAT I C A N O B i b l i o t e c a A p o s t o l i c a V at i c a n a 2013

La collana “Studi e testi” è curata dalla Commissione per l’editoria della Biblioteca Apostolica Vaticana: Marco Buonocore (Segretario) Eleonora Giampiccolo Timothy Janz Antonio Manfredi Claudia Montuschi Cesare Pasini Ambrogio M. Piazzoni (Presidente) Delio V. Proverbio Adalbert Roth Paolo Vian

Descrizione bibliografica in www.vaticanlibrary.va   

   Stampato con il contributo dell’associazione American Friends of the Vatican Library

—————— Proprietà letteraria riservata © Biblioteca Apostolica Vaticana, 2013 ISBN 978-88-210-0908-2

TIPOGRAFIA VATICANA

per HJR

SOMMARIO

Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11   1.  L’arrivo del codice nella Biblioteca Vaticana e le successive vi­cen­ de . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13   2.  Descrizione codicologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16   3. Tavola di concordanza delle cartulazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19   4.  Il codice nel laboratorio di restauro della Biblioteca Vaticana: os­ ser­vazioni codicologiche e note tecniche (a cura di Ángela Núñez Gaitán) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20   5.  Descrizione paleografica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42   6.  Ipotesi di datazione e localizzazione .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49   7.  Il testo e la sua sequenza .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52   8.  Un testo nel testo: i tituli delle miniature . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53   9.  La tradizione manoscritta della Storia di Bay⬠e Riy⬠. . . . . . . . 55 10.  Una nuova edizione e traduzione del manoscritto Vat. ar. 368 . . . 61 11.  Nota all’edizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 Indice dei manoscritti citati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67 Traduzione italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69

‫ حديث بياض ورياض‬. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ١

RINGRAZIAMENTI

Il progetto di studio del testo e delle immagini del manoscritto Vaticano arabo 368 nacque in occasione della mia tesi di Diploma in Conservatore di manoscritti alla Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università di Roma “La Sapienza”. Desidero oggi esprimere la mia riconoscenza a quanti, colleghi ed amici, mi hanno incoraggiata nel corso del lavoro e hanno contribuito al risultato finale — delle cui imperfezioni resto la sola responsabile — con spunti di riflessione, informazioni preziose, suggerimenti critici, domande inattese. Tengo, dunque, a ringraziare: Antonio Iacobini (Sapienza, Università di Roma), col quale ho iniziato a interessarmi al rapporto tra immagini e testo nei codici medievali; Delio Vania Proverbio (Biblioteca Apostolica Vaticana), per la costante fiducia; Aboubakr Chraïbi e Ibrahim Akel (Parigi, INALCO), rispettivamente per avermi con entusiasmo coinvolta nel progetto MSFIMA – Les Mille et une nuits: Sources et Fonctions dans l’Islam Médiéval Arabe e per la preziosa rilettura del testo arabo; Anna Contadini (Londra, SOAS) per avermi invitato a contribuire al suo Research Seminar in Islamic Art; Luke Treadwell (Oxford, St Cross College), che mi ha dato l’occasione di presentare parte dei risultati delle mie ricerche al Khalili Research Centre for the Art and the Material Culture of the Middle East; Teresa Fitzherbert (Oxford, Ashmolean Museum) per l’interesse e le puntuali domande; Asma Helali (Londra, The Institut of Ismaili Studies) per il generoso aiuto; last but not least Giuseppe Ucciardello (Università di Messina), per la costante apertura al confronto. Questo lavoro vuole essere, infine, un modesto omaggio alla memoria di Giorgio Levi della Vida.

INTRODUZIONE

Presento qui una nuova edizione del testo del manoscritto Vaticano arabo 368, contenente la Storia di Bay⬠e Riy⬠(Üadíõ Bay⬠wa Riyâ¬), e una sua traduzione italiana. Le ragioni che hanno condotto a questa scelta sono molteplici. Motivazioni di carattere testuale — un diverso ordine dei fogli del codice — e filologico — una più attenta presentazione del testo manoscritto — sono alla base della nuova edizione. Quanto alla traduzione, oltre a costituire un ideale complemento al lavoro di edizione, essa fornisce la prima versione italiana del racconto. Nell’introduzione all’importante lavoro dedicato allo studio dei manoscritti illustrati, Kurt Weitzmann scriveva: «Book illumination was invented in order to improve the understanding of a piece of writing by adding […] scenic illustrations in literary texts. It is a visual aid by means of which the reader will be helped to remember certain details or whole situations described in words and in many cases the pictures are responsible for an increased popularity of a given text. […] The illustration of a text begins only after [corsivo mio] it has become sufficiently popular and widespread»1. Mi sembra significativo riprendere qui le parole di Weitzmann poiché il manoscritto Vaticano arabo 368 è noto agli studiosi in virtù del racconto e, più ancora, delle miniature che esso racchiude. La sua fama è dovuta al fatto di essere, sotto più di un aspetto, un testimone unico. Unico in quanto le illustrazioni che lo corredano costituiscono la sola testimonianza di miniatura figurata attribuibile all’Occidente arabo. A lungo ritenuto il solo manoscritto a riportare il testo della novella nota coi nomi dei due giovani innamorati Bay⬠e Riyâ¬, attualmente esso si trova a far parte di un gruppo di tre codici che tramandano una novella animata dai medesimi protagonisti2. Senonché il codice vaticano, conti1 K. Weitzmann, Ancient Book Illumination, Cambridge (Massachussets) 1959, pp. 1-2 (Martin Classical Lectures, XVI) [trad. it.: L’illustrazione del libro nell’antichità, Spoleto 2004 (Medioevo-Traduzioni, 5), pp. 11-12]. Per il mondo arabo-islamico vale la pena ricordare il caso dei manoscritti delle Maqâmât, illustrati solo dopo aver raggiunto un picco di popolarità, cfr. D.S. Rice, The Oldest Illustrated Arabic Manuscript, in Bulletin of the School of Oriental and African Studies XXII,2 (1959), pp. 207-220 e tavole I-VI: p. 214. 2 Sul

rinvenimento di un secondo manoscritto contenente la storia di due innamorati di nome Bay⬠e Riyâ¬, nella Chester Beatty Library di Dublino, vedi ultra. Oltre al codice di

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la storia di bay␠e riyâ



nua ad essere l’unico manoscritto a riportare una tradizione della novella non attestata altrove. La storia conservata nel pur difettoso e lacunoso manoscritto Vaticano arabo 368 (d’ora in poi: Vat. ar. 368), il cui testo è stato edito ormai sessant’anni fa3, tratta delle vicende di Bayâ¬, figlio di un mercante di Damasco (f. 7v) innamoratosi di Riy⬠— bella schiava del Ciambellano (alüâóib) — e delle gesta di un’anziana donna (al-‘aóûz) che briga e intercede presso la figlia del Ciambellano (al-sayyida) per unire i giovani amanti. Le miniature del codice, in particolare quelle in miglior stato di conservazione, sono state spesso riprodotte non mancando, anche di recente, di interessare gli storici dell’arte musulmana4. Nel corso del tempo, però, testo e immagini hanno avuto diversa fortuna: le une, considerate separatamente dalla storia che illustravano, sono progressivamente divenute ‘belle immagini’ il cui senso è stato poco, e talora male, inteso dagli studiosi; l’altro è, invece, caduto a poco a poco nell’oblio. Il frutto delle mie ricerche dedicate al codice e alla sua storia, alla sequenza testuale e alla prima delle sue illustrazioni è stato dettagliato in un precedente contributo5. Appare tuttavia opportuno riprendere qui, ampliare e aggiornare alcuni dei temi già trattati. In questo volume, in cui sono lieta di accogliere il contributo di Ángela Núñez Gaitán – Responsabile del Laboratorio di restauro della Biblioteca Apostolica Vaticana6, sono esaminati nuovi dettagli di carattere codicologico e tecnico, le caratteristiche grafiche del codice vaticano e alcuni aspetti relativi alla tradizione del testo. Dublino – Chester Beatty Library, Ar. 4120 – è stato di recente identificato, in una biblioteca francese, un ulteriore testimone manoscritto con una versione della Storia di Bay⬠e Riyâ¬. Ho presentato un primo lavoro di collazione dei testi dei tre codici (vaticano; dublinese; parigino) nel corso di un colloquio internazionale tenutosi a Copenaghen (31 maggio – 2 giugno 2012) e dedicato al tema: La composante franco-syrienne: Les Mille et une nuits d’Antoine Galland et de Hanna Diyab. Sources, transmissions et influences du premier corpus occidental des Nuits. Nel quadro del progetto internazionale di studio della tradizione manoscritta delle Notti coordinato da Aboubakr Chraibi (Inalco) e finanziato dall’Agence nationale de la recherche (ANR), sarà mia cura preparare l’edizione e la traduzione del testo dei codici di Dublino e Parigi, che riportano una versione della storia differente da quella tràdita dal codice vaticano. 3 Cfr.

A.R. Nykl, Historia de los amores de Bay⬠e Riyâ¬. Una «chantefable» oriental en estilo persa (Vat. ar. 368), New York 1941 (Hispanic Notes and Monographs). 4 Per uno dei più recenti contributi, cfr. C. Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture

in the Mediterranean. Üadíõ Bay⬠wa Riyâ¬, London – New York 2007 (Routledge Studies in Middle Eastern Litteratures, 10). 5 Cfr. A. D’Ottone, Il manoscritto Vaticano arabo 368: Üadíõ Bay⬠wa Riyâ¬. Il codice, il testo, le immagini, in Rivista di Storia della Miniatura 14 (2010), pp. 55-70. 6 Cfr.

infra, pp. xx-xx.



introduzione

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Un futuro volume di commento al testo e di analisi delle sue illustrazioni, sarà destinato a ulteriori, necessari approfondimenti7. Ciò nella prospettiva di aggiungere altri elementi di valutazione per la comprensione di questo prezioso unicum. 1. L’arrivo del codice nella Biblioteca Vaticana e le successive vicende La provenienza del manoscritto Vaticano arabo 368 e le circostanze relative al suo arrivo nella raccolta della Biblioteca Vaticana purtroppo non sono note. Come già rilevava nel 1939 Giorgio Levi della Vida, manca, infatti, ogni indizio sul modo e sul tempo in cui il codice è entrato in biblioteca8. Si deve comunque all’arabista italiano l’ipotesi che esso possa essere giunto a Roma con un gruppo di manoscritti arabo-maghrebini9 per due dei quali è nota l’appartenenza ad altrettante moschee di Tunisi10. Il Vat. ar. 368, secondo la suggestiva ricostruzione proposta da Levi della Vida, avrebbe potuto far parte, insieme agli altri manoscritti, del bottino frutto del sacco di Tunisi del 153511. Tuttavia questa ipotesi non sembra collimare con altri dettagli rilevati nel codice che lo localizzerebbero, forse già in Italia, alla fine del Quattrocento12. Ma lo stesso Levi della Vida non esclude che altre, fortunose strade   7 Il

prossimo lavoro di commento al testo e alle immagini del codice Vat. ar. 368, per il quale ho ricevuto nel maggio 2013 l’Annual Grant of the Islamic Manuscript Association (Cambridge), sarà realizzato in collaborazione con Anna Contadini (Londra – SOAS).   8 Cfr.

G. Levi della Vida, Ricerche sulla formazione del più antico fondo dei manoscritti orientali della Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1939 (Studi e testi, 92), pp. 169-170.   9 Il

gruppo di manoscritti è il seguente: Vat. ar. 210, 211, 214, 219, 234, 257, 321, 368; cfr. Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 190 e nt. 3. 10 I

codici coranici nei quali note di waqf attestano la provenienza tunisina sono il Vat. ar. 214 e Vat. ar. 219; cfr. G. Levi della Vida, Elenco dei manoscritti arabi islamici della Biblioteca Vaticana. Vaticani, Barberiniani, Borgiani, Rossiani, Città del Vaticano 1935 (Studi e testi, 67), p. 3. Per una recente descrizione di questi esemplari, cfr. C.A. Anzuini, I manoscritti coranici della Biblioteca apostolica Vaticana e delle biblioteche romane, Città del Vaticano 2001 (Studi e testi, 401), pp. 58-60 e pp. 67-68. 11 Monneret de Villard accoglie con entusiasmo tale ipotesi successivamente ripresa, con più convinzione, dallo stesso Levi della Vida; cfr. U. Monneret de Villard, Un codice arabo spagnolo con miniature, in La Bibliofilia 43 (1941), pp. 209-223: 211; G. Levi della Vida, Manoscritti arabi di origine spagnola nella Biblioteca Vaticana, in Collectanea Vaticana in honoris Anselmi M. Card. Albareda a Bibliotheca apostolica edita, vol. II, Città del Vaticano 1962, pp. 133-189, in part. pp. 139-141 e p. 189 (Studi e testi, 220) [ristampato in G. Levi della Vida, Note di Storia Letteraria Arabo-Ispanica, a cura di M. Nallino, Roma 1971, pp. 1-54 (Pubblicazioni dell’Istituto per l’Oriente, 65)]. 12 Cfr.

ultra.

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abbiano portato il manoscritto fino a Roma: “Oltre al saccheggio di Tunisi è anche da pensarsi a catture di navi barbaresche per opera di corsari cristiani […]”13. Una prima attestazione della presenza del codice nella raccolta vaticana dovrebbe comunque riconoscersi nel numero 32 dell’antico inventario dei codici orientali della Biblioteca, compilato dai fratelli Marino e Federico Ranaldi intorno agli anni settanta del Cinquecento14. Nel catalogo dei Ranaldi15, al numero 32 — numero che dava inizio alla serie dei codici arabo-islamici distinguendoli così, per la prima volta, dai codici arabocristiani — si fa menzione di un testo descritto come: “Gesta Vetulae”16. Il titolo potrebbe verosimilmente indicare il manoscritto Vat. ar. 368 dal momento che la novella conservataci dal codice è narrata, per l’appunto, da un’anziana donna (al-‘aóûz) che risulta essere, a ben vedere, il personaggio più attivo di tutta la storia contendendo ai giovani Bay⬠e Riy⬠il ruolo di vera protagonista del racconto. Il codice venne in seguito contrassegnato col numero 216 nell’inventario manoscritto di Abramo Ecchellense17. La descrizione del codice: “Item de Amoribus Biadi et Riadi tam soluta, quam ligata oratione, caret principio, et fine”, già registrava le mancanze di testo — purtroppo non uniche — in inizio e in fine18. Il manoscritto compare infine nel catalogo Ecchellense-Naironi del 1686 col numero 17519. I timbri della Bibliothèque nationale, visibili sul recto della prima e sul verso dell’ultima carta del manoscritto, testimoniano una delle successive 13 Cfr.

Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 190.

14 Cfr. Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 190. Non del tutto corrette risulta-

no alcune laconiche indicazioni di provenienza: «Viendrait des frères Ranaldi, 1570, ou d’un lot de livres provenant du sac de Tunis en 1535», L’art du livre arabe. Du manuscrit au livre d’artiste, a cura di M.G. Guesdon – A. Vernay-Noury, Catalogo della mostra (Paris, Bibliothèque nationale, site Richelieu, 9 octobre 2001 – 13 janvier 2002) Paris 2001, p. 136, n. 100. 15 Per la collocazione e il testo dell’Inventario dei codici arabi dei Ranaldi, cfr. Levi della

Vida, Ricerche sulla formazione cit., pp. 147-149, in particolare p. 148: 32, 493. Sui fratelli Federico e Marino Ranaldi, cfr. J. Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI. Recherches sur l’histoire des collections de manuscrits, Città del Vaticano 1973 (Studi e testi, 272), p. 79. 16 Cfr.

Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 169.

17 L’inventario,

composto prima del 1658, elencava in modo completo i manoscritti orientali della Biblioteca Vaticana ma sembra che sia stato allestito per l’uso privato dell’Ecchellense, cfr. Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., pp. 376-377, n. 2. 18 Cfr.

Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 387: 216.

19 Per la tabella di concordanza del Catalogo Ecchellense, Ecchellense-Naironi e i numeri

moderni, cfr. Levi della Vida, Ricerche sulla formazione cit., p. 454.



introduzione

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tappe della storia del codice. Il manoscritto fece infatti parte del primo gruppo di 500 esemplari manoscritti requisiti dai francesi e inviati a Parigi all’indomani dell’occupazione che portò alla costituzione della prima Repubblica Romana (1798-1815). I codici confiscati, tra cui il Vat. ar. 368, rientrarono in possesso della Biblioteca Vaticana nel gennaio 181620. Presente nel catalogo a stampa del 1831 a cura di Angelo Mai21, si deve però attendere fin quasi la metà del secolo scorso perché il manoscritto, segnalato nell’Elenco di Levi della Vida come testis unicus corredato di miniature22, attiri l’interesse degli studiosi: filologi e storici dell’arte. A ciò concorse, probabilmente, l’aver esposto il codice nell’ambito della mostra di manoscritti e carte orientali organizzata dalla Biblioteca Vaticana e dall’Archivio Segreto23 in concomitanza col XIX Congresso Internazionale degli Orientalisti svoltosi a Roma nel 1935. Così, nel 1941, il manoscritto venne edito e tradotto e, nello stesso anno, un primo studio fu dedicato alle miniature che ne illustrano il testo24. Infine, alla metà del secolo scorso, il codice fece parte dei manoscritti selezionati per essere esposti in una mostra permanente nella Biblioteca Vaticana25.

20 Per

la lista dei codici requisiti, cfr. Recensio manuscriptorum codicum qui ex universa Bibliotheca Vaticana selecti iussu domini nostri Pii VI prid. Id. iul. An. 1797 procuratoribus Gallorum iure belli, seu pactarum induciarum ergo, et initiae pacis tardit fuere, Leipzig 1803, p. 33: n. 141. Sulla vicenda della requisizione, cfr. Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane cit., pp. 185-190 e relative note. 21 Cfr.

A. Mai, Catalogus Codicum Bibliothecae Vaticanae: arabicorum, persicorum, turcicorum, aethiopicorum, copticorum, armeniacorum, ibericorum, slavicorum, indicorum, sinesium; item eius hebraicorum et syriacorum quam Assemani in editione pratermiserunt, Romae 1831 2 voll.: I, p. 488, nr. CCCLXVIII; Levi della Vida 1962, p. 140. 22 Cfr.

G. Levi della Vida, Elenco dei manoscritti arabi islamici della Biblioteca Vaticana: Vaticani, Barberiniani, Borgiani, Rossiani, Città del Vaticano 1935 (Studi e testi, 67), p. 39. 23 Cfr.

Catalogo della mostra di manoscritti e documenti orientali, tenuta dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dall’Archivio Segreto nell’occasione del XIX Congresso Internazionale degli Orientalisti (Roma, 23-29 settembre 1935), Città del Vaticano 1935, p. 24. 24 Cfr. Nykl, Historia de los amores cit., e Monneret de Villard, Un codice arabo-spagnolo cit. In precedenza il manoscritto era stato laconicamente menzionato da K. Holter, Die Islamischen Miniaturhandschriften vor 1350, in Zentralblatt für Bibliothekwesen 54 (1937), pp. 1-34, in particolare p. 31, nt. 86. 25 Cfr.

I libri esposti nella Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1964, p. 28, nr. 97.

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2. Descrizione codicologica26 Il manoscritto Vaticano arabo 368 è un codice cartaceo di mm 285 × 213 e consta di ff. I-III, 31, IV-VI (gli ultimi fogli di guardia non sono numerati); il f. 28 — una striscia di carta bianca moderna — è stato aggiunto in occasione di un recente restauro per conservare, sul verso, i dettagli della miniatura del f. 29r; le risguardie sono moderne. I fogli sono stati numerati più volte e in epoche diverse. La moderna cartulazione apposta con numeratore meccanico nell’angolo esterno del margine inferiore sul recto di ogni foglio sarà di riferimento27. È inoltre possibile rilevare almeno tre cartulazioni antiche. Una prima e più completa cartulazione in inchiostro e in cifre arabe, depennata in molti fogli, è posta nel senso contrario a quello di lettura; tale cartulazione presenta un salto di numero, da 17 (f. 14v) a 19 (f. 13v), cosicché i fogli risultano essere complessivamente 31 anziché 3028. Una seconda cartulazione è visibile sul verso di tutti i fogli, nell’angolo esterno del margine superiore, a partire dal f. 4v (numerato però 5, facendo sì, anche in questo caso, che il codice risulti composto da 31 fogli e non 30)29. Una terza cartulazione antica, eseguita in accordo col senso di lettura, in inchiostro marrone e in cifre arabe, compare nell’angolo esterno del margine superiore sul recto dei ff. 1, 2, 3, 26 Mi

limito qui ad alcune note, per una dettagliata descrizione delle caratteristiche materiali del manoscritto e per quel che riguarda lo stato di conservazione del codice e gli interventi di restauro di cui è stato oggetto rimando, ultra, al contributo di Ángela Núñez Gaitán. 27 Per

la tavola di concordanza tra le diverse cartulazioni, cfr. ultra.

28 È

forse a causa di questa erronea cartulazione che A. Mai indicò in 31 i fogli del codice, anziché 30. Levi della Vida indica invece correttamente il numero dei fogli, 30, e delle miniature, 14; cfr. Levi della Vida, Elenco cit., p. 39. Superflua e fuorviante la precisazione di Monneret de Villard circa l’indicazione di Levi della Vida: «Questa descrizione contiene una piccola inesattezza, relativa al numero dei fogli: questi non sono 30, bensì 31, come già a suo tempo era stato segnato nel catalogo del Mai. Un folio contenente la migliore delle miniature è stato tolto dal manoscritto nel sec. XIX, sostituito con un folio di carta bianca moderna, ed esposto sotto vetro nella gran sala d’esposizione di codici e miniature della Biblioteca Vaticana. Sul foglio moderno è stato scritto il numero corrispondente della paginazione 20», Monneret de Villard, Un codice arabo-spagnolo cit., p. 209. Difficile infatti è comprendere come il manoscritto all’epoca del Mai potesse contare inserzioni di fogli di carta moderna. Tra le due eventualità, ovvero che le carte del codice, all’epoca di Angelo Mai, fossero effettivamente 31 (e che quindi una di esse si sia persa nel lasso di tempo trascorso tra il conteggio del Mai e quello di Levi della Vida) e il più banale — ma anche dimostrabile — errore di cartulazione e, poi, di conteggio, propendo per la seconda. 29 In

questo caso è legittimo domandarsi se per caso prima del f. 4, numerato 5, non vi fossero in passato quattro fogli invece degli attuali tre. Tuttavia la presenza di una terza numerazione antica sui fogli 1-4 (cfr. ultra), sembra costituire un elemento che fa pensare più alla volontà di correggere una svista nella numerazione dei fogli che non alla perdita di uno di essi.



introduzione

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430. Tracce di ulteriori cartulazioni antiche si possono notare nell’angolo esterno del margine superiore recto dei ff. 7, 8, 10, 15, 16 (?), 19, 27. Per finire sul recto dei ff. 1, 2, 12, 13, 14, 16, 18, 20, 25, 26, 30, 31, nell’angolo esterno del margine inferiore, v’è traccia, più o meno visibile, di una cartulazione apposta da mano moderna in lapis e in cifre indiane — tranne che su f. 1r dove, invece, è in cifre arabe. Le tracce di quest’ultima cartulazione che si è tentato, sembra, di cancellare, restituirebbero la sequenza dei fogli osservata da Nykl nella sua edizione del testo del manoscritto31. Sul recto del primo foglio di guardia è presente la dicitura: “175 Vat. Nov. CCCLXVIII” che indica rispettivamente il numero — 175 — assegnato al manoscritto nel catalogo seicentesco Ecchellense-Naironi dei manoscritti orientali della Biblioteca Vaticana e il nuovo numero — CCCLXVIII — corrispondente al manoscritto nel catalogo di A. Mai32. Sul verso del f. III è invece incollata una nota manoscritta in francese redatta verosimilmente alla fine del Settecento in concomitanza con l’arrivo del codice alla Bibliothèque nationale di Parigi33. Le 14 miniature che corredano il testo si trovano rispettivamente ai ff. 1r, 2v, 3v, 9r, 13r, 15r, 17r, 19r, 22r, 26v, 29r, 31r. Il foglio 19, contenente quella che Monneret de Villard definì come “la migliore delle miniature”, è stato tolto dal manoscritto nel corso del secolo XIX, esposto in una apposita sala della Biblioteca Vaticana e, successivamente, reintegrato nel corpo del codice34. Sul recto del primo foglio, nel centro della scena miniata, e sul verso dell’ultimo compare il timbro della Bibliothèque nationale. Ciò potrebbe 30 Le

prime tre cifre, non il 4, sono sottolineate.

31 Prova

ne è la corrispondenza tra la cartulazione in lapis e la sequenza del testo proposto da Nykl: l’incipit dell’attuale f. 30r, numerato in lapis 29, corrisponde al f. 29 dell’edizione di Nykl; cfr. Nykl, Historia de los amores cit., p. ٤٩. 32 La

nota: «Nov. CCCLXVIII» è ripetuta anche sul verso dello stesso foglio. Un evidente fraintendimento, frutto di una frettolosa osservazione del codice, è pertanto la notizia fornita da Nykl: «La única fecha que aparece en la encuadernación es de “Nov. 1868”», Nykl, Historia de los amores cit., p. ix.

33 Trascrivo in extenso il testo della nota che fornisce una breve descrizione del contenuto, dello stile e dello stato di conservazione materiale e testuale del manoscritto a fine Settecento: «Manuscrit du Vatican n. 368. Ce manuscrit renferme l’histoire des amoures d’un jeun homme nommé Beïadz et d’une jeune esclave nommée Reïadz, le recit est fait par une vieille. Le styl de cet ouvrage qui est en prose melée de vers est assez agreable et offre quelque fois une naiveté charmante. Il est écrit d’un très [depennato] en beau caractere barbaresque mais il est malheuresement defectuex aux commencement et à la fin et fort maltraité par le temp. Le nom de l’auteur et la datte de la composition sont inconnus, mais il parait fort ancien». 34 Il

verso del f. 19 riporta la segnatura Vaticano arabo 368, utile al ricollocamento del foglio nel manoscritto d’origine.

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suggerire che, se non tutto il corpo dei fogli, almeno la prima e l’ultima carta del manoscritto abbiano mantenuto la stessa posizione nella quale si trovavano alla fine del Settecento. Il testo è vergato in inchiostro marrone e le rubricature sono in rosso35. Lo specchio scrittorio è pari a mm 210 × 165 ma, in presenza di versi, esso si riduce a mm 210 × 140. Le righe di scrittura sono 19 nei fogli che contengono solo testo mentre variano da un numero minimo di 5 a un massimo di 10 nei fogli integri contenenti testo e immagini. L’interlinea è di mm 10. La rigatura è realizzata a secco sul recto di ogni foglio ed è costituita dal tracciato delle sole linea di giustezza dello scritto (due per parte). Le linee rettrici risultano assenti. Il medesimo schema di rigatura è stato eseguito su tutti i fogli a prescindere dal fatto che essi contengano testo o miniature. Il testo è a piena pagina. L’estensione della scrittura, nelle parti in prosa, si distende tra le linee di giustificazione esterne occupando, in presenza di versi, lo spazio delimitato dalle linee di giustificazione interne. Lo spazio risparmiato allo scritto è riempito generalmente da due trattini o da singole lettere che, non corrispondendo alla lettera usata per la rima, venivano dislocate nel limite più esterno dello specchio scrittorio con lo scopo di non interrompere il succedersi ritmico, dal punto di vista grafico, di uno stesso elemento36. I fogli, non più solidali fra loro, sono oggi montati su brachette di carta secondo una sequenza arbitraria. Ciò, insieme al fatto che la sequenza testuale è già di per sé acefala, apoda e lacunosa in più punti, ha compromesso fortemente la struttura fascicolare che, dunque, non è più osservabile. Le segnature dei fascicoli e i richiami sono assenti.

35 L’impiego di inchiostro marrone sembra costituire una caratteristica della produzione manoscritta araba occidentale nella quale l’uso di inchiostro nero è stato fino ad ora riscontrato solo a partire dal secolo XV; cfr. P. Orsatti, Le manuscrit islamique: caractéristiques matérielles et typologie, in Ancient and Medieval Book Materials and Techniques (Erice, 18-25 September 1992), a cura di M. Maniaci – P. Munafò, Città del Vaticano 1993, 2 voll. (Studi e testi, 357-358), vol. II, pp. 269-331, in particolare 307 e 325. 36 Si

veda la mise en page dei ff. 11v, 14v, 25v.



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3. Tavola di concordanza delle cartulazioni Cartulazione moderna di riferimento

C. della edizione Nykl

C. antica I C. antica II (contraria (sul verso al senso di dei fogli, lettura, de- lacunosa pennata) dei nn. 1-4)

C. antica C. antica C. a lapis III (sottoIV (sul in cifre inlineata e recto dei diane parziale: fogli, molto recto dei lacunosa) soli ff. 1-4)

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4. Il codice nel laboratorio di restauro della Biblioteca Vaticana: osservazioni codicologiche e note tecniche di Ángela Núñez Gaitán37 L’oggetto storico “libro” nasce per veicolare un messaggio testuale, ma lo fa ovviamente attraverso la sua materialità, la parte fisica che spesso si presenta come una ricca fonte di informazione storica che correda il testo. L’insieme di messaggi trasmessi da testo e materia sono fondamentali per conoscere non solo il contesto storico in cui il libro è stato creato, ma anche gli sviluppi storici che ha vissuto e, a volte, subito. Il restauratore opera esclusivamente sulla componente materica del libro. Ogni trattamento di restauro comporta una alterazione definitiva o una perdita di informazione storica, perciò l’intervento di restauro deve sempre essere un compromesso, un bilanciamento tra la conservazione della originalità del manufatto, la fruibilità dell’oggetto libro e una sua maggiore e migliore conservazione per il futuro. Per attuare scelte di restauro consapevoli, il restauratore deve avere competenze tecnico-scientifiche e codicologiche. D’altro canto il restauro si presenta come una occasione unica e privilegiata di studio approfondito della materialità del codice per il restauratore in grado di cogliere e interpretare le informazioni storiche che durante l’intervento possono venire alla luce38. L’esperienza pratica delle fasi di produzione del libro maturata dal restauratore permette l’osservazione del manufatto da una prospettiva diversa ma complementare rispetto a quella degli altri specialisti delle discipline del libro. Il Vat. ar. 368 nelle sue rarità e singolarità dimostra come solo l’inter­ disciplinarietà permetta di raggiungere una conoscenza più approfondita del bene librario e delle informazioni storiche che esso trasmette. Descrizione Il Vat. ar. 368 è un volume cartaceo di medie dimensioni (283 × 210 × 17 mm), attualmente composto da 31 fogli. Il volume è privo di una nu37 Questo contributo riprende e sviluppa il testo presentato al I Congreso Internacional: El suporte escriptorio en la Edad Media. El protagonismo de la villa de Xàtiva, 5-7 Mayo, Valencia con il titolo El códice hispanoárabe Vat. ar. 368: aspectos codicológicos y conservativos, in corso di pubblicazione negli Atti del suddetto convegno. 38 Come

ad esempio l’accesso ad alcune parti del libro difficilmente raggiungibili a volume montato. Un caso di scoperta codicologica (indicazioni per il rubricator poste giusto nella piega dei bifogli) da parte del restauratore è illustrato da S. Foschetti, Il Reg. lat. 256: un’insolita scoperta in fase di restauro in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, XVIII, Città del Vaticano 2011 (Studi e testi, 469), pp. 331-341.



introduzione

Tav. I – F. 15v. Zig-zag vicino alla piega.

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Tav. II – F. 22. Ripresa stereomicroscopica in trasparenza.

merazione contemporanea alla trascrizione del testo ma ha ricevuto varie foliazioni nel corso del tempo39. La foliazione meccanica, presente nell’angolo inferiore destro del recto dei fogli, è stata apposta presso la Biblioteca Vaticana e d’ora in avanti faremo riferimento a questa numerazione nel presente contributo. Il supporto scrittorio è costituito da una carta araba occidentale e non è da escludere che possa essere del tipo spagnolo40. Infatti, pur non avendo filigrane di alcun tipo, vi ho invece individuato per la prima volta, e non senza difficoltà41, il caratteristico zig-zag in prossimità della piega di alcuni fogli42 (tav. I). Molte pagine del volume sono state foderate in seta durante pregressi 39 A proposito delle distinte foliazioni che presenta il manoscritto, cfr. D’Ottone, Il codice

Vaticano arabo 368 cit., pp. 56-57, 62 e supra. 40 Su

questo tipo di carta, cfr. P. Canart – S. Di Zio – L. Polistena – D. Scialanga, Une enquête sur le papier de type «arabe occidental» ou «espagnol non filigrané» in Ancient and Medieval Book Materials and Tecniques (Erice, 18-25 september 1992), a cura di M. Maniaci – P. Munafò, Città del Vaticano 1993 (Studi e testi, 357), I, pp. 313-394; J. Irigoin, Les papiers non filigranés. État présent des recherches et perspectives d’avenir in ibid., I, pp. 265-312. Più concretamente sullo zig-zag, cfr. J.-L. Estève, Le zigzag dans les papiers arabes. Essai d’explication, in Gazette du livre medieval 38 (2001), pp. 40-49; id., Observation sur la disposition des vergeures dans les papiers arabo-andalous, in Gazette du livre medieval 39 (2001), pp. 48-50; M.-T. Le Léannec-Bavavéas, A propos du zigzag, in ibid. 39 (2001), pp. 50-51; ead., Zigzag et filigrane sont-ils incompatibles? Enquête dans les manuscrits de la Bibliothèque nationale de France, in Le papier au Moyen Âge: histoire et techniques – Actes du colloque international du Centre National de la Recherche Scientifique, Paris, Institut de France 23-25 Avril 1998, a cura di M. Zerdoun Bat-Yehouda, Turnhout 1999 (Bibliologia. Elementa ad librorum stadium pertinentia, 19), pp. 119-134. Per una bibliografia sull’argomento, cfr. M.-T. Le Léannec-­Bavavéas, Les papiers non filigranés médiévaux de la Perse à l’Espagne. Bibliographie 1950-1995, Paris 1998 (Documents, Études et Répertoires), pp. 68-71. 41 Nelle pieghe dei bifogli si sovrappongono restauri e rinforzi alla carta che rendono difficile l’individuazione di altri segni.  42 Per

esempio i ff. 11, 15 e 17.



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Tav. III – F. 12v. Ripresa in trasparenza; vergelle ondulate nell’angolo superiore destro.

interventi di restauro, il che rende difficile un’analisi dettagliata del supporto scrittorio; per questo motivo ho concentrato il mio studio sui fogli che non hanno ricevuto questo trattamento di rinforzo43. L’osservazione combinata in trasparenza per mezzo di fibre ottiche e attraverso lo stereomicroscopio44 (tav. II) ha permesso di rilevare la presenza di impurità nella polpa della carta. Le vergelle hanno lasciato su alcuni fogli45 la loro impronta che tende a curvarsi verso gli angoli (tav. III); questo dato ci porta a dedurre che la carta fosse prodotta con una forma flessibile46. Inoltre, osservando attentamente la superficie di alcuni fogli47, si percepisce verso gli angoli una specie di “venatura” nella polpa (tav. IV), forse provocata dallo slittamento di quest’ultima dal centro verso le estremità dovuto probabilmente all’eccessiva pressione esercitata durante il posizionamento del foglio per l’asciugatura. La distanza tra i filoni è di 45-50 mm e le vergelle sono alternate due a due (tav. V); lo spazio occupato da 20 vergelle è di 20-30 mm. Se si trat43 Si

tratta dei ff. 5, 8, 9, 11-14, 16, 17, 19-26.

44 Leica

M80©.

45 Per

esempio i margini superiori dei ff. 8 e 12.

46 Cfr.

J. Irigoin, Les papiers non filigranés cit., p. 300.

47 Per

esempio, i ff. 19, 21-23.

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Tav. IV – F. 22r. Venature nell’angolo inferiore sinistro.



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Tav. V – F. 18v. Ripresa in trasparenza; filoni e vergelle.

tasse effettivamente di una carta spagnola la distanza tra i filoni sarebbe significativa ai fini della sua datazione: secondo Irigoin infatti il progressivo aumento della distanza tra 45-60 mm potrebbe datarsi alla seconda metà del XIII secolo48. Lo spessore medio dei fogli è di 0,2 mm mentre la loro misura attuale è di 282 × 211 mm, anche se con molta probabilità sono stati rifilati49. Essi sono di colore bruno e presentano una superficie liscia (tav. VI) dovuta alla collatura con adesivo vegetale a base di amido e alla posteriore brunitura: segni di questa rifinitura nel processo di produzione della carta sono individuabili nelle linee sottili parallele al lato corto del foglio, dovute proprio allo sfregamento. Lo specchio di scrittura, costituito da un’unica colonna, misura in media 220 × 165 mm, mentre i mar- Tav. VI – F. 22r. Ripresa stereomicroscopica gini superiore, inferiore ed esterno in luce radente. 48 Cfr.

J. Irigoin, Les papiers non filigranés cit., p. 305.

49 Per

esempio i ff. 13r, 19r.

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Tav. VII – F. 24r. Linee e punti di giustificazione a secco.

risparmiati risultano variare tra i 30-40 mm. Lo specchio non presenta rigatura, ma solo due linee di giustificazione tra loro parallele sui margini laterali che partono da due punti prodotti a secco sul margine di testa e che proseguono fino a raggiungere e talvolta sorpassare due punti a secco presenti sul margine di piede (tav. VII). Tali linee sono state realizzate a secco sul recto di ogni singolo foglio su tutte le carte, incluse quelle miniate. Le linee parallele sono state realizzate indipendentemente l’una dall’altra, come dimostra l’errore nel tracciato di una sola delle linee al f. 25r (tav. VIII). Sono stati realizzati invece simultaneamente i punti a secco di delimitazione delle linee, molto probabilmente con uno strumento a due punte poste a distanza prefissata. Per la scrittura sono stati utilizzati due tipi di inchiostro50, bruno e 50 Per

la composizione storica degli inchiostri e pigmenti nei codici islamici cfr. F. ­ éroche – A. Berthier – M.-G. Guesdon – B. Guineau – F. Richard – A. Verany-Nouri – J. Vazin D – M. Isa Waley, Les encres noires, in Manuel de codicologie des manuscrits en écriture arabe, Paris 2000 (Études et recherches), pp. 120-125; M. Levey, Mediaeval Arabic Bookmaking and its Relation to Early Chemistry and Pharmacology, in Transactions of the American Philosophical Society, New Series 52/4 (1962); G. Endress, Die Tinte in Geschichte der Arabischen Philologie, I: Sprachwissenschaft, a cura di W. Fischer, Wiesbaden 1982, pp. 271-296: 276; A. Schopen, Tinten und Tuschen des arabisch-islamischen Mittelalters. Dokumentation. Analyse. Rekonstruktion. Ein Beitrag zur materiellen Kultur des Vorderen, Göttingen 2006 (Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften zu Göttingen: Philologisch-Historische Klasse, Dritte Folge, 269); A. Vernay-Nouri, Calames orientaux et maghrébins. Úmaø, gomme arabique, noix de galle, écorce de noyer, fenugrec, in L’art du livre arabe. Du manuscrit au livre d’artiste. Paris, 9 oct. 2001-13 jan. 2002, a cura di M.G. Guesdon – A. Vernay-Nouri, Paris 2001, p. 23, nr. 6;



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Tav. VIII – F. 25r. Errore nel tracciato a secco della linea di giustificazione.

rosso, entrambi traslucidi in alcuni punti. L’inchiostro bruno ha provocato alcuni problemi di corrosione51 del supporto scrittorio, soprattutto sui titoli che introducono i personaggi, facendo pensare che si tratti di un inchiostro di tipo metallo-gallico. Per quanto riguarda le miniature52 esse sono state realizzate a fascicolo chiuso, come dimostra ad esempio la perfetta sovrapposizione nei fogli successivi del foro prodotto dall’ago del compasso per tracciare la ruota del mulino idraulico rappresentata nel f. 19r. Non è stata realizzata alcuna analisi chimica per determinare la composizione dei pigmenti delle miniature53. M. Zerdoun Bat-Yehouda, Les Encres Noires au Moyen Âge (jusqu’à 1600), Paris 1983 (Documents, études et répertoires), pp. 123-141, 237-243. 51 Per

esempio ai ff. 14 e 19.

52 Per

un primo orientamento sulle miniature presenti nel codice cfr. R. Ettinghausen, Manuscript Illumination, in A Survey of Persian Art, a cura di A.U. Pope – Ph. Ackerman, London – New York 1939, pp. 1937-1974. R. Ettinghausen, Le peinture arabe, Genève 1962, pp. 125-131, S. Khemir, Üadíõ Bay⬠wa Riyâ¬. Manuscript, in Al-Andalus: The Art of Islamic Spain, Exhibition Catalog (Alhambra, Granada March 18 – June 7; The Metropolitan Museum of Art, New York, July 1 – September 27, 1992), a cura di J.D. Dodds, New York 1992, pp. 312-313; U. Monneret de Villard, Un codice arabo-spagnolo cit., pp. 209-223. 53 Sui materiali impiegati nelle miniature dei manoscritti arabo-maghrebini, cfr. P. ­Roger

– S. Malika – F. Déroche, Les matériaux de la couleur dans les manuscrits arabes de l’Occident musulman. Recherches sur la collection de la Bibliothèque générale et archives de Rabat et de la Bibliothèque nationale de France (note d’information), in Comptes rendus des séances de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres 148,2 (2004), pp. 799-803.

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Tav. IX – F. 5r. Linee a secco.

Tav. X – F. 13v. Linee a secco.

Un’attenta osservazione a luce radente della superficie dei fogli ha permesso di individuare alcuni interessanti segni a secco (5 linee parallele oblique rispetto al testo) nel margine esterno del f. 5r, al di fuori dalle linee di giustificazione (tav. IX). Ve ne sono poi altri due sul f. 13v, in corrispondenza della riga che contiene una correzione al testo54 (tav. X), e tre sul f. 23v, in corrispondenza della rubrica (tav. XI). L’intenzionalità delle linee risulta evidente e in principio ci ha indotto a pensare che fossero segni legati ai passaggi testuali o indicazioni per le correzioni o per le rubriche, ma nessuna di queste tesi trova conferma nel resto dei fogli. 54 La

correzione è stata realizzata previo raschiamento del supporto scrittorio.



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Tav. XI – F. 23v. Linee a secco.

La presenza di vecchi restauri e di risarcimenti alla piega sui bifogli ostacola lo studio della struttura fascicolare; si potrebbe addirittura pensare che durante i successivi interventi la ricomposizione dei bifogli sia stata fatta in modo del tutto arbitrario, non rispettando quella che doveva essere la struttura originale. Tuttavia solo uno smontaggio del volume potrebbe sciogliere i dubbi in proposito. Per lo stesso motivo non è possibile individuare fori di precedenti cuciture. L’attuale legatura del Vat. ar. 368, di tipo occidentale, è costituita da una cucitura continua su tre fettucce, un’indorsatura continua su tutto il dorso in mussola di cotone, capitelli con cucitura primaria su pelle allumata passanti nella coperta e piatti semi-rigidi con il riutilizzo della coperta membranacea appartenente alla legatura precedente. I tagli sono colorati di giallo. Purtroppo il manoscritto non conserva nessuna traccia della legatura originale, ma i segni sulla coperta riutilizzata ci permettono di ipotizzare con relativa certezza che la precedente legatura fosse in pergamena floscia o semifloscia con capitelli passanti, cucito su tre piccoli nervi singoli evidenziati a secco sul dorso della coperta, sulla quale compare anche il numero “368” dorato. Il primo foglio di guardia antico55 doveva già far parte del volume verso la metà del XVIII secolo; termine ante quem è infatti la nota su di esso ma55 Durante

l’intervento di restauro del 1992 sono stati aggiunti nuovi fogli di guardia anteriori e posteriori in carta vergata a macchina, non numerati.

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Tav. XII – Attuale legatura del Vat. ar. 368 e di altri volumi del fondo Vaticano arabo della Biblioteca Vaticana

noscritta risalente a tale periodo e che fa riferimento al cambio del numero del codice effettuato da Giuseppe Simone Assemani (in Vaticana dal 1710 al 1768): dal 175 del catalogo Ecchellense-Naironi (seconda metà del XVII secolo) passa ad essere il 368. Il secondo e il terzo foglio di guardia anteriori e il primo, il secondo e il terzo posteriori presentano una filigrana con un cervo dentro un cerchio56. Lo stesso tipo di filigrana si trova in altri volumi del fondo Vaticano arabo57 rilegati allo stesso modo58 (tav. XII), e dove compaiono le nota56 Questa

filigrana coincide con quelle trovate in antologie musicali romane della seconda metà del XVII secolo; cfr. A. Ruffatti, “Curiosi e bramosi l’oltramontani cercano con grande diligenza in tutti i luoghi. La cantata romana del Seicento in Europa”, in http://sscm-jscm. press.illinois.edu/v13/no1/ruffatti.html#_edn19, 2008 [consultato il 9 aprile 2011]. 57 Concretamente 58 In

i Vat. ar. 32, 48, 123 e 124.

realtà in questi quattro volumi anche i supporti di cucitura in pelle allumata sono



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zioni dell’orientalista Antonio Assemani, databili al 178459. Dunque si può confermare che la precedente legatura fosse contemporanea o anteriore a questa data. Note manoscritte significative Il codice ha circolato in ambito latino, come dimostrano le annotazioni apposte sui personaggi della miniatura al f. 31r60 (tav. XIII), dove sono rap­presentati la “vecchia” e due personaggi ma­ schili che giocano a scacchi. Più precisamente si può affermare che sia passato per mani italiane e lo Tav. XIII – 31r. Notazioni latine sui personaggi. si può dedurre dall’uso dell’italiano per la descrizione dei nomi dei personaggi: “lena”, apposto al di sopra della Tav. XIIIa – “lena”. Tav. XIIIb – “ilsire”. vecchia mediatrice (tav. XIIIa); “ilsire”, sopra uno dei personaggi maschili seguendo in questo caso il costume dell’italiano antico di unire articolo e sostantivo in un’unica parola (tav. XIIIb); per ultimo, “[Ba] Tav. XIIIc – “[Ba]iad”. iad”, l’amante maschile protagonista della storia sopra il terzo personaggio61 (tav. XIIIc). Appare prudente affermare che il codice sia passato per le mani di una persona che parlava italiano — a passanti nella coperta, mentre nel Vat. ar. 368 solo le anime dei capitelli sono visibili all’esterno della coperta. 59 L’identificazione di queste note si deve a Delio Vania Proverbio, scriptor orientalis della

Biblioteca Vaticana. 60 Cfr. 61 Per

D’Ottone, Il codice Vaticano arabo 368 cit., p. 59.

la lettura delle note è doveroso ringraziare Carmen del Camino per la riuscita lettura del titolo del primo personaggio (“lena”) e per la conferma paleografica dell’ipotesi dell’uso della mercantesca, cfr. D’Ottone, Il codice Vaticano arabo 368 cit., p. 59, come scrittura risalente alla prima metà del XIV secolo; nonché Antonio Manfredi, il cui aiuto è stato

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prescindere del suo passaggio effettivo nella penisola italica, visto e considerato il massiccio movimento di persone, mercanti e non, che esisteva nel basso medioevo e nella prima età moderna. La lena62 o anche mezzana o “vecchia” come nel testo arabo, narratrice di questa storia, è un personaggio che già compariva nelle commedie di Terenzio e che sarà poi protagonista dell’opera dello stesso titolo di Ludovico Ariosto63. Esiste anche un’interessante annotazione nell’angolo inferiore esterno del f. 9r (tav. XIV). La scrittura è etiopica, «ma, certo, di mano assai rigida»64. Sembra di leggere «F ’éùa‘». Al di là di forzate interpretazioni65, la nota ribadisce la circolazione del codice66. Nel margine esterno del f. 13r troviamo infine un esempio (ma non l’unico) Tav. XIV – F. 9r. Notazione etiopica. di probatio calami. Stato di conservazione e interventi di restauro Il testo si presenta, acefalo, frammentario e mutilo. A ciò si aggiunge l’evidente alterazione nell’ordine dei fogli. La proposta di riordino che D’Ottone ha cercato di effettuare seguendo la sequenza logica della narrazione67 e i salti narrativi presenti nel testo vengono confermati da un’osservazione accurata dei danni presenti sul supporto scrittorio: danni determinante per la lettura del titolo del secondo personaggio (“ilsire”), che situa cronologicamente la scrittura al XIV secolo, o al massimo agli inizi del XV. 62 Per

il significato della parola “lena”, cfr. S. Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, VIII, Torino 1973, p. 941. 63 Antonio

Manfredi suggerisce che queste note non fanno altro che confermare la circolazione nell’Europa medievale di questo tipo di testo e l’influenza che esso ha potuto avere sulla letteratura italiana (basta pensare al Decameron de Boccaccio). 64 Per

la lettura e interpretazione di questa nota si ringraziano Alessandro Bausi e Delio Vania Proverbio. La valutazione riportata è di A. Bausi. 65 Ad esempio che la “F” potesse essere l’abbreviazione di un nome, seguita da una forma

erronea e incompleta per suggerire la parola “dipingo”, la quale, collocata sotto la miniatura, ci porterebbe ad immaginare una improbabile firma di autore. 66 Non è possibile localizzare la nota, però si ricorda che in Italia è accertata la presenza di comunità etiopiche (concretamente a Roma) già dagli inizi del XV secolo, cfr. D.V. Proverbio, Santo Stefano degli Abissini. Una breve rivisitazione, in La parola del passato 66 (2011), pp. 50-68: 50. 67 Cfr.

D’Ottone, Il codice Vaticano arabo 368 cit., pp. 61-63.



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meccanici (lacune, strappi, pieghe), entomologici (da insetti) e impronte lasciate dalle miniature68. Il degrado del volume è stato causato principalmente dalle infiltrazioni di umidità attraverso la testa del volume, che hanno provocato la formazione di gore sulle carte; i danni più gravi si trovano nei ff. 2-4, dove l’infiltrazione si è estesa fino al piede delle carte, con un conseguente indebolimento di tutto il supporto cartaceo. Dal taglio di testa in prossimità del dorso si dipana una macchia scura, tendente al marrone, che sembra essere stata provocata da una sostanza oleosa e che irrigidisce il supporto scrittorio. Un attacco entomologico ha interessato lievemente i margini di alcuni fogli provocando delle piccole lacune; la morfologia dei camminamenti dal contorno regolare è tipica degli Anobidi. Questi danni confermano l’ipotesi della perdita di uno o due fogli tra i ff. 6 e 7, perché le misure delle lacune da insetti tra fogli ora adiacenti non coincidono. Tra i ff. 17-18 e i ff. 19-20 troviamo poi un altro fenomeno spiegabile tramite l’osservazione delle gallerie scavate dagli insetti, ma questa volta non per le differenti dimensioni dei fori quanto per la mancanza di una loro precisa coincidenza spaziale. Osservando la disposizione di tali fori su ogni foglio sembra infatti che i fogli non fossero perfettamente allineati in altezza come lo sono adesso, quando subirono l’attacco entomatico. Si potrebbe ipotizzare che il volume fosse privo di legatura o quanto meno con una legatura precaria al momento dell’attacco69. Il fatto che i danni meccanici si concentrino sui primi e sugli ultimi fogli avalla la teoria della mancanza di una coperta che proteggesse efficientemente il corpo delle carte. I danni meccanici presenti nel f. 18 non hanno invece niente a che vedere con i fogli adiacenti, il che fa supporre che il foglio si trovasse in un’altra posizione, meno protetta, quando subì i danni. Il f. 18 poteva quindi essere posizionato all’inizio o alla fine della compagine delle carte. Questa ipotesi potrebbe anche spiegare il disordine dei fogli riproposto durante l’attuale legatura e che già esisteva nella precedente e al momento del trasferimento del manoscritto a Parigi, come si evince dall’apposizione del timbro della Biblioteca Nazionale di Parigi su quelle che risultavano essere il primo ed ultimo foglio del volume70. Lo stato di conservazione delle miniature risulta precario: si notano in68 Serva di esempio il caso del f. 1: né le macchie né i danni da insetti sembrano coincide-

re con i fogli immediatamente adiacenti, sono invece molto simili a quelli presenti nel f. 30. 69 Per legatura si intende tutto ciò che serve a costituire come unità, volume, un insieme di fogli; la coperta ne rappresenta il completamento; è sufficiente infatti la cucitura per poter parlare di legatura. 70 Cfr.

D’Ottone, Il codice Vaticano arabo 368 cit., p. 62.

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Tav. XV – F. 9r. Degrado dei pigmenti.

fatti numerose perdite di pigmenti e il fenomeno della craquelure (tav. XV e XVI); solo il verde scuro sembra invece dar problemi di corrosione al supporto scrittorio e di migrazione recto/verso, probabilmente per la presenza di rame tra i suoi componenti (tav. XVII). Quasi tutte le miniature presenti nel libro hanno lasciato Tav. XVI – F. 22r. Ripresa stereo microscopica un’impronta più o meno estesa del degrado dei pigmenti (craquelure). sulla pagina adiacente71. Il così detto fenomeno offset è così generalizzato che ci porta a considerare la possibilità che i fascicoli venissero chiusi senza aspettare il tempo necessario per l’asciugatura dei pigmenti. Un’altra spiegazione potrebbe essere che a posteriori alti livelli di umidità abbiano provocato l’attivazione del legante dei pigmenti, con il parziale scioglimento dei colori e il loro relativo trasferimento sulle carte adiacenti, generando l’impronta. L’adesivo 71 Le

miniature furono realizzate a fascicolo chiuso (cfr. supra).



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introduzione

Tav. XVII – 26r. Migrazione recto-verso del pigmento verde oscuro.

utilizzato per la velatura, colla di pesce in soluzione acquosa, invece, non sembra aver danneggiato ulteriormente i pigmenti né aver creato aloni, come è successo invece in alcuni tratti manoscritti più carichi di inchiostro, dove le sbavature risultano evidenti (f. 18r). Questi trasferimenti di pigmenti ci consentono di confermare la perdita di almeno cinque pagine miniate, corrispondenti a cinque o sei fogli. Tali impronte non trovano infatti nessun riscontro con le miniature attualmente presenti nel volume. Le prime due illustrazioni scomparse (che potevano corrispondere a un unico foglio con una miniatura per pagina oppure a due fogli

Tav. XVIII – F. 6v.

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Tav. XIX – F. 7r.

Tav. XX – F. 14v.



separati) sarebbero state posizionate tra i ff. 6 e 7; la traccia lasciata nel f. 6v lascia immaginare una cupoletta rossa (tav. XVIII), mentre l’impronta sul f. 7r più chiaramente rappresenta una scena all’aria aperta, sull’erba, con una scenografia di torre con tetto a due spioventi e cornicione (tav. XIX). La successiva miniatura mancante doveva rappresentare una scena dove uno dei personaggi tratta con la vecchia, quest’ultima riconoscibile dalla gobba e dal manto verde, accanto a un elemento dalla forma sferica verde (probabilmente un albero dalla chioma tonda). L’impronta si trova sulla superficie del f. 14v (tav. XX). La quarta miniatura scomparsa ha lasciato la sua traccia sul

Tav. XXI – F. 24r.



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introduzione

Tav. XXII – F. 25r.

f. 24r: si riconosce la vecchia vicino a un padiglione simile a quelli spesso rappresentati nelle altre miniature di scene d’interno (tav. XXI). L’ultima miniatura mancante doveva trovarsi in una carta adiacente al f. 25r e di essa possiamo individuare soltanto dei chiari resti di fogliame (tav. XXII). Tutte queste impronte ci servono anche per confermare ulteriormente l’attuale alterazione nell’ordine dei fogli, così come la proposta di riordino

Tav. XXIII – F. 30v.

Tav. XXIV – F. 27v.

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narrativo di D’Ottone. Sul f. 30v (tav. XXIII) si vedono ad esempio i resti della miniatura del f. 29r; allo stesso modo possiamo vedere l’impronta della miniatura del f. 31r sul f. 27v (tav. XXIV). I fogli hanno subito nel tempo numerose riparazioni, e alcuni interventi di restauro in Vaticana72 per far fronte in particolare alle precarie condizioni di alcuni fogli (ff. 1, 3, 4, 18). Per secoli sono state applicati diversi tipi di carta, con maggiore o minore precisione, per risarcire lacune dovute a danni meccanici o biologici. Uno dei primi interventi si potrebbe far coincidere con il momento in cui il volume è entrato a far parte della collezione vaticana, o quanto meno con il momento in cui si è deciso di dare al manoscritto una legatura occidentale in pergamena (fine XVII – inizi XVIII secolo). A conferma di questa affermazione vi è l’uso della stessa carta utilizzata per i fogli di guardia per fare alcune reintegrazioni alle carte (ff. 1, 18 e 31); in questi casi con una punta di piombo veniva realizzata la sagoma approssimativa della lacuna sulla nuova carta73 (tav. XXV).

Tav. XXV – F. 31r. Linee di piombo per la sagomatura approssimativa della reintegrazione cartacea. 72 Abbiamo 73 Lo

date precise dei restauri solo nel XX secolo.

stato di conservazione del foglio 1 doveva essere così precario ai margini, da spiegare la decisione di rifilare l’intero foglio per poi inserirlo in una cornice di carta. L’eccessiva umidità subita e i continui sfregamenti hanno causato lo sbiadimento dei pigmenti della miniatura posta sul recto.



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Senza dubbio l’integrazione meno rispettosa ai nostri occhi risulta essere quella realizzata sul f. 29r, dove una nuova carta vergata è stata adesa sulla parte inferiore del foglio per risarcire una lacuna. Il f. 29 è perciò ricoperto per circa un terzo da tale carta che occulta la maggior par­te della miniatura pre­­ sente74 (tav. XXVI). Altre cise riparazioni poco pre­ coprivano parte del testo, come si può facilmente osservare dalle im­magini del microfilm75 dei ff. 12, 18 e 30; esse furono eliminate molto probabilmente durante il restauro del 1992. Tre interventi di restauro sono stati documentati e datati nei libri di registro del laboratorio di restauro della Biblioteca Vaticana. Il primo intervento corriTav. XXVI – Ff. 28r e 29r sponde alla ricollocazione, all’interno della compagine dei fogli, del f. 19 (allora 20) dopo essere stato esposto singolarmente nel Salone Sistino, ambiente un tempo destinato alle esposizioni dei volumi più celebri della Biblioteca76; per questo motivo il verso del foglio reca la segnatura del manoscritto sul margine superiore. L’intervento fa parte di un lavoro complessivo che coinvolgeva altri manoscritti e che viene descritto nei registri con la dicitura: «Vat. ar. 388 [sic]. Distaccati ff. bianchi  

74 La

parte mancante corrisponderebbe appena alla 20ª parte della superficie totale del

foglio. 75 Il

microfilm fu realizzato posteriormente al 1984.

76 Cfr.

I libri esposti nella Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano s.d. [ma 1952], pp. 3233 (sub nr. 97) e anche I libri esposti nella Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1964, p. 28 (sub nr. 97).

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Tav. XXVII – Ff. 27v, 28v e 29r.

sostituiti con ff. mss. e pag. che trovavasi esposti al Salone Sistino. 11-16 luglio 1945»77. Il restauratore fu Arbo Magliocchetti. Il secondo intervento venne intrapreso su segnalazione di Giorgio Levi Della Vida, allora collaboratore della Biblioteca Vaticana: sul registro infatti compare il suo nome a matita sotto la segnatura del manoscritto. Il manoscritto è entrato in laboratorio il 2 dicembre 1950; il restauro, per mano di Vittorio Allamprese, iniziò il 14 dello stesso mese78 e si concluse il 9 aprile del 1951. Così viene descritto l’intervento: «Distaccare e spostare alc. frammenti –pag. 4. Togliere carta incollata pagg. 27 [molto probabilmente l’attuale f. 29] e pagg. 3 e 4»79. Questo dato conferma che durante l’intervento è stata rimossa la carta che copriva la miniatura del f. 29r, causando il distacco della maggior parte del pigmento (tav. XXVII). Questo frammento entra a far parte della foliazione del volume come f. 28 con 77 Laboratorio

di Restauro, Libro Archivio 4, p. 202.

78 Nella nota esiste un banale errore: viene indicata come data di inizio il 14 dicembre del

1951 e come data di fine lavoro il 9 aprile 1951; risulta evidente che non si è potuto iniziare dopo la fine del lavoro. La spiegazione dell’errore è molto semplice: la registrazione fu fatta nell’anno 1951, quando ormai si era già abituati a scrivere l’anno corrente. 79 Laboratorio

di Restauro, Libro Archivio 6, p. 23.



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l’operazione di numerazione meccanica del manoscritto, realizzata quindi dopo l’anno 1951. Il terzo e ultimo intervento di restauro registrato è stato svolto dal restauratore Arduino Nuti e si è concluso il 21 marzo 1992, ma in questo caso la descrizione risulta ancora più sommaria: «Restauri parziali testo e legatura»80. Di sicuro durante questo intervento è stata alterata la legatura. I fogli sono stati restaurati anche alla piega e distanziati dal dorso per diminuire la tensione sui fogli al momento dell’apertura del volume. Per favorire ulteriormente l’apertura si è deciso inoltre di cucire su fettucce81. La legatura è stata irrigidita dall’aggiunta di nuovi quadranti in cartone per proteggere il corpo del libro82. La coperta è stata prolungata sul taglio davanti cambiando la piega e reintegrando gli angoli con pergamena. Non troviamo alcun riferimento alla velatura con seta e colla di pesce, che si è dovuta effettuare dopo il distacco del f. 28, cioè dopo il 1951. Nei negativi delle foto in bianco e nero dell’archivio fotografico della Biblioteca Vaticana, datati al 1959, si possono vedere chiaramente i veli di seta così come le reintegrazioni in carta giapponese sul velo nei ff. 4 e 29, mentre nel f. 18 (velato in seta da entrambi i lati) la reintegrazione in carta giapponese è visibile al di sotto del velo di seta. Queste velature potrebbero essere state realizzate durante l’intervento del 1951, ma sembra piuttosto strano che la descrizione nel registro fosse così dettagliata da segnalare i fogli sui quali si era intervenuti e non facesse menzione alcuna della velatura di tredici fogli. Si può anche ipotizzare che le brachette che Nuti aggiunse per facilitare l’apertura del volume fossero un rimedio per ovviare alla rigidità dei fogli di carta precedentemente velati in seta. Si potrebbe in tal senso supporre l’esistenza di un ulteriore intervento di restauro tra 1951 e 1959 che non venne registrato, oppure semplicemente, come detto sopra, che la velatura con seta non sia stata semplicemente descritta nel registro durante l’intervento del 1951. Un altro trattamento, che si osserva in alcuni fogli del manoscritto e del quale non si ha registrazione, risulta essere l’applicazione di celluloide su alcuni strappi, dovuti a danni meccanici oppure provocati dall’inchiostro

80 Laboratorio

di Restauro, Libro Archivio 8, f. 149v.

81 Per

la decisione di cucire su fettuccia in Vaticana, cfr. M. Grimaccia, Conservazione e restauro, in La Biblioteca Apostolica Vaticana luogo di ricerca al servizio degli studi. Atti del convegno, Roma 11-13 novembre 2010, Città del Vaticano 2011 (Studi e testi, 468), pp. 503522: 507. 82 La

larghezza del corpo delle carte era leggermente cambiata dal momento che i fogli erano stati distanziati dal dorso con delle brachette. Bisognava dare una nuova unghiatura al taglio davanti.

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Tav. XXVIII – F. 8v. Strappo restaurato con celluloide.

corrosivo83. Queste applicazioni sono facilmente riconoscibili perché appaiono molto brillanti in superficie84 (tav. XXVIII). L’uso della celluloide nel laboratorio di restauro, soprattutto per chiudere strappi e fessure nella pergamena, avveniva previa diluizione in acetone. 5. Descrizione paleografica Dal punto di vista paleografico la definizione della scrittura del Vat. ar. 368 come «maghrebina spagnola», impiegata da G. Levi della Vida, non è priva di ambiguità e solleva questioni di metodo e terminologia non trascurabili85. Tuttavia nel tentativo di offrire, se possibile, una descrizione delle forme grafiche del manoscritto Vat. ar. 368 è opportuno riconsiderare la questione dell’ampia categoria che la definizione di scrittura maghrebina (alkhaýý al-maøribí) sussume86. 83 Sull’utilizzo di questa tecnica nel laboratorio di restauro della Biblioteca Vaticana, cfr.

Grimaccia, Conservazione e restauro cit., p. 507. 84 Alcuni

esempi di questo trattamento si possono osservare sui ff. 8, 10, 14.

85 Cfr.

Levi della Vida, Elenco dei manoscritti arabi islamici cit., p. 39; Orsatti, Le manuscrit islamique cit., p. 293. 86 L’occasione

si è presentata con l’invito a partecipare alla giornata di studio dedicata al



introduzione

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Il maøribí, grafonimo che raggruppa in modo generico diverse varietà grafiche, sembrerebbe apparire in prima istanza in codici non coranici non più tardi della prima metà del X secolo87. Il più antico testimone datato, in maøribí, è il codice Vat. ar. 31088. Si tratta di un trattato medico tema: Les écritures des manuscrits de l’Occident musulman (Rabat, 29 novembre 2012) organizzata da M. Jaouhari (Université Bordeaux 3 – Centre J. Berque pour les Études en Science Humaines et Sociales au Maroc). La mia comunicazione, intitolata: al-khaýý al-maøribí/al-khaýý al-andalusí et le fragment bilingue latin-arabe Vat. lat. 12900. Quelques observations, sarà pubblicata negli Atti della giornata di studio. Per una bibliografia dei contributi sul maøribí, cfr. A. Gacek, The Arabic Manuscript Tradition: A Glossary of Technical Terms and Bibliography, Leiden 2002 e Supplement, Leiden 2008 (Handbuch for Oriental Studies, I, 58 e I, 95). Qui mi limito a ricordare: O. Houdas, Essai sur l’écriture maghrébine, in Nouveaux mélanges orientaux, II s., XIX (1886), pp. 85-112 e 2 tavole; P. Sj. Van Koningsveld, The Latin-Arabic Glossary of the Leiden University Library. A Contribution to the Study of Mozarabic Manuscripts and Literature, Leiden 1977 (Asfâr. Publikaties van het Documentatiebureau Islam-Christendom van de Rijksuniversiteit te Leiden, 1); N. van den Boogert, Some Notes on Maghribi Script, in Manuscripts of the Middle East 4 (1989), pp. 30-43; F. Déroche, O. Houdas et les écritures maghrebines, in Le manuscript arabe et la codicologie, a cura di A.-Ch. Binebine, Rabat 1994 (Colloques et seminaires, 33), pp. 75-81; id., Tradition et innovation dans la pratique de l’écriture au Maghreb pendant les IVe/Xe et Ve/XIe siècles, in Numismatique, langues, écritures et arts du livre, spécificité des arts figurés. Actes du VIIe colloque International réunis dans le cadre du 121e congrès des Societés historiques et scientifiques (Nice, 21 au 31 octobre 1996), a cura di S. Lancel, Paris 1999, pp. 233-247. Colgo altresì l’occasione per segnalare alcune pubblicazioni recenti: ‘U. Afâ-M. al-Maørâwí, Al-Khaýý al-maøribí. Ta’ríkh wa wâqi‘ wa âfâq¸ al-Dâr al-bay¬â’ 2007; e il numero 31 (2011) della Maóallat kulliyyat al-âdâb wa-l-‘ulûm al-insaniyya – dedicato al tema: fann al-khaýý al-maøribí – ta’ríkhuhu wa taqniyyâtuhu wa asalíbuhu (“L’arte della scrittura maghrebina – Storia, tecniche e stili”) in particolare pp. 9-161. 87 Cfr. F. Déroche, Le livre manuscrit arabe. Préludes à une histoire, Paris 2004 (Conférences Léopold Delisle), in particolare si veda il capitolo dedicato alle Particularités maghrébines, pp. 67-96: 75. 88 Cfr.

E. Tisserant, Specimina codicum orientalium, Bonnae 1914 (Tabulae in usum scholarum editae sub cura Iohannis Lietzmann, 8), p. XXXVII, tab. 51a; G. Levi della Vida, Elenco dei manoscritti arabi islamici della biblioteca Vaticana – Vaticani Barberiniani Borgiani Rossiani, Città del Vaticano 1935 (Studi e testi, 67), p. 26; id., Ricerche sulla formazione del più antico fondo dei manoscritti orientali della Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1939 (Studi e testi, 92), p. 162; id., Manoscritti arabi di origine spagnola nella Biblioteca Vaticana, in Collectanea Vaticana in honorem Anselmi M. Card. Albareda, Città del Vaticano 1962, 2 voll. (Studi e testi, 219-220): II, pp. 133-189, pp. 138-139 [ripubblicato in G. Levi della Vida, Note di Storia Letteraria arabo-Ispanica, M. Nallino (ed.), Roma 1971 (Pubblicazioni dell’Istituto per l’Oriente, 65), pp. 1-54]; P. Orsatti, Le manuscrit islamique. Caractéristiques matérielles et typologie, in Ancient and Medieval Book Materials and Techniques (Erice, 18-25 settembre 1992), a cura di M. Maniaci – P.F. Munafò, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2 voll, (Studi e testi, 357-358): II, pp. 269-331: 294 e 297. Tra i codici arabo-maghrebini di contenuto medico circolati in ambiente ebraico è il manoscritto Roma, Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele”, Orientale 94 — un esemplare contenente il Qânûn fí-l-ýibb in maøribí, con glosse in ebraico; cfr. A. D’Ottone, Catalogo dei manoscritti arabi della Biblioteca nazionale centrale di Roma “Vittorio Emanuele II”, tesi inedita discussa all’Università di Roma “La Sapienza” (12 aprile 2000). Il catalogo dei manoscritti arabi e la storia del Fondo orienta-

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Tav. XXIX – Biblioteca Apostolica Vaticana, ms Vat. ar. 310, f. 500v.

dell’egiziano Isüâq b. Sulaymân al-Isrâ’ílí intitolato Kitâb ma‘rifat al-bawl wa aqsâmihi (Liber de urinis) — che a f. 50v riporta il seguente colophon (tav. XXIX): tamma kitâb al-bawl wa-l-üamd lillâh wa ðâlika fí šahr / rabí‘ al-âkhir sanat sitt wa arba‘ín wa õalâõimi’a (fine del ‘Liber de urinis’, sia lode a Dio, questo nel mese di rabí‘ II dell’anno 346 [2 giugno – 1 luglio 957]). le della Biblioteca nazionale di Roma è un progetto che porterò a termine nei prossimi mesi. Sulla circolazione del sapere medico arabo-islamico all’interno delle comunità ebraiche, in particolare siciliane, nel basso medioevo, cfr. G. Mandalà, Un codice arabo in caratteri ebraici dalla Trapani degli Abbate (Vat. ebr. 358), in Sefarad 71 (2011), pp. 7-24.



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Sebbene un certo numero di codici datati al secolo IV-V H./X-XI d.C. siano già stati indicati come esemplari importanti da prendere in considerazione per analizzare e studiare le forme del maøribí89, vale la pena ricordare qui un frammento membranaceo latino-arabo proveniente dalla biblioteca capitolare di Siguenza (olim ms Seguntinus 150), oggi conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana90. Il II foglio di guardia del ms Vat. lat. 12900 (tavv. XXX-XXXI)91 presenta, su due colonne — a destra l’arabo e a sinistra il latino in scrittura visigotica — un frammento dell’Epistola ai Galati ed è stato attribuito al IX secolo d.C.92. Nella scrittura araba di questo frammento è possibile rilevare: lo sviluppo delle curve in fine di parola; una leggerissima spezzatura del ductus della nûn finale nel punto più basso della curva; la forma, a virgola invertita, della bâ’ finale. È opportuno ricordare che, nel corso del III/IX secolo, sono stati riscontrati dei tratti che, pur in un contesto grafico ancora orientale, annunciano il maøribí. Questo è il caso della scrittura del secondo óuz’ di un codice della Biblioteca Qarawiyyín di Fes contenente il Kitâb al-siyar datato rabí‘ II 270/ottobre 883 e ancora in scrittura ‘abbaside93. Le parti restanti del codice, di un secolo più tarde, sono datate 379/989-990 e mostrano una scrittura maøribí pienamente realizzata. Le caratteristiche di quest’ultimo manoscritto attribuito, al milieux di Cordova, comparate con la produzione manoscritta di carattere giuridico realizzata a Kairouan nei secoli IV-V dell’Egira — produzione che attesta ancora l’uso della scrittura libraria ‘abbaside — ha spinto Déroche a scrivere: «Ce fait, joint à l’emploi du Nouveau Style à Palerme et en Tunisie nous inclinent à penser que l’Ifriqiya et 89 Cfr.

Déroche, Tradition et innovation cit., pp. 329-241.

90 Desidero ringraziare Attilio De Luca, docente di Paleografia latina alla Scuola Speciale

per Archivisti e Bibliotecari, che mi segnalò questo frammento. 91 Cfr. Specimina Codicum Latinorum Vaticanorum, a cura di F. Ehrle S.J. – P. Liebaert,

Berlino – Lipsia 1932, p. XXV, nr. 25. 92 D. De Bruyne – E. Tisserant, Une feuille arabo-latine de l’Épitre aux Galates, in Revue biblique VII (1910), pp. 321-343: 322; cfr. anche P. Cherubini, Le Bibbie spagnole in visigotica, in Forme e modelli della tradizione manoscritta della Bibbia, a cura di P. Cherubini, prefazione di C. M. Card. Martini, introduzione di Alessandro Pratesi, Città del Vaticano 2005 (Littera Antiqua, 13), pp. 109-174: 144 e 151. Il frammento è citato da L. Schiaparelli, Intorno all’origine della scrittura visigotica, in Archivio storico italiano, s. VII, XII (1929), pp. 165-207: 180, e di recente Philippe Roisse ha condotto un’analisi comparata del testo del Vat. lat. 12900 e del codice, Madrid, Biblioteca Nacional, Ar. 4971; cfr. A. Ellwardt – M. López, First International Congress on Eastern Christianity (University of Cordova, 15-17 November 2005), in Collectanea Christiana Orientalia 3 (2006), pp. 365-373: 372. 93 Cfr. Déroche, O. Houdas et les écritures cit., p. 79 — che però non illustra il manoscritto

né fornisce la sua collocazione.

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Tav. XXX – Biblioteca Apostolica Vaticana, ms Vat. lat. 12900, f. IIr.

sa dépendance sicilienne étaient plus attachées à un style qui avait couvert la totalité du monde islamique, alors que l’Espagne musulmane s’engageait dans une voie nouvelle»94. Il frammento seguntino, pur non esplicitamente datato — ma non sembra ci siano dubbi sull’attribuzione al IX secolo della visigotica95 — oltre a 94 Cfr. 95 Non

Déroche, O. Houdas et les écritures cit., p. 80.

sembra ci siano attualmente motivi per datare la scrittura latina a un secolo diverso dal IX — questo secondo P. Cherubini (comunicazione elettronica novembre 2012) al quale ho chiesto conferma della datazione e che ringrazio.



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Tav. XXXI – Biblioteca Apostolica Vaticana, ms Vat. lat. 12900, f. IIv.

costituire una testimonianza antica per la storia grafica del maøribí, offre, a mio avviso, uno spunto di riflessione. È noto che le diverse varietà di maøribí si caratterizzano, rispetto alle varietà arabo-orientali — vergate con un calamo dalla punta dritta o obliqua, per essere realizzate con un calamo appuntito96. Ora, il testo latino e

96 Cfr.

Déroche, Le livre manuscrit cit., pp. 79-80; A. Gacek, Arabic Manuscripts. A Vademecum for Readers, Leiden – Boston 2009 (Handbook of Oriental Studies I, 98), pp. 147-150: 148.

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quello arabo del Vat. lat. 12900 sarebbero stati vergati dalla stessa mano97. Pur non potendo spiegare tutto con un dato tecnico, il fatto che, in aree aperte a tradizione scrittorie differenti, gli stessi copisti potevano usare lo stesso strumento scrittorio per copiare testi in lingue diverse potrebbe costituire un elemento su cui riflettere98. Si tratterebbe, insomma, di una influenza tecnica occidentale sulla scrittura araba. Scrittura araba che — a sua volta — sembrerebbe avere esercitato una qualche azione «diretta o indiretta, grafica oppure figurativa o visiva»99 sulla scrittura visigotica. Nonostante la varietà degli stili riferibili al maøribí è stato possibile individuare delle caratteristiche peculiari di questa famiglia grafica, ovvero: le aste delle lettere ýâ’ e ÿâ’ sono spesso oblique; l’occhiello della úâd/¬âd è simile a quello ýâ’/ÿâ’ e non ha alcuna indentatura; la alif finale è tracciata dal basso verso l’alto100. La grafia del codice Vat. ar. 368, oltre a presentare la peculiare puntazione “occidentale” della fâ’ e della qâf (rispettivamente distinte con un punto sotto l’una e un punto sopra, l’altra)101, si caratterizza per: la resa della üâ’ e della ‘ayn con letterina corrispondente sottoscritta; l’alif che scende leggermente al di sotto del rigo; l’asta della ýâ’ e della ÿâ’ molto obliqua e il punto diacritico di quest’ultima posto dopo l’asta e non prima; la ‘ayn iniziale di grandi dimensioni, il tašdíd a forma di piccola “V/U” –̂ rivolta verso l’alto se vocalizzata fatüa — talora si rileva anche l’uso del tašdíd di forma tradizionale –; oppure una piccola “V/U” –ˇ rivolta verso il basso, e posta sotto la consonante, se vocalizzata kasra o al disopra della consonante, se vocalizzata ¬amma102; il tanwín indicato con la giustappo-

ّ

  97 Cfr. De Bruyne - Tisserant, Une feuille arabo-latine cit.; G. Battelli, Lezioni di Paleogra-

fia, Città del Vaticano 19493, p. 145. Di diverso avviso è Schiaparelli, Intorno all’origine cit., p. 180, che considera le due colonne di mani diverse.   98 Così

F. Déroche: «Les motifs du changement ne sont pas davantage clairs: on peut ce pendant rappeler l’une des brillantes intuitions d’O. Houdas qui supposait qu’un choix technique (l’attachement à un type de calame bien précis) pouvait avoir eu une incidence sur le passage au caractère maghribí […]».Va anche ricordato quanto osservato da M. BeitArié a proposito delle diverse varietà grafiche dell’ebraico: «The salient difference between the Hebrew scripts of the Islamic zone and those of the Christian zone of the Latin West is basically shake by the employment of different writing instrumens», M. Beit-Arié, Hebrew Manuscripts of East and West. Towards a Comparative Codicology, London 1992 (The Panizzi Lectures 1992), p. 52.   99 Schiaparelli,

Intorno all’origine cit., pp. 180-181.

100 Cfr.

O. Houdas, Essai sur l’écriture cit., pp. 105-108; N. van den Boogert, Some Notes on Maghribi Script, in Manuscripts of the Middle East 4 (1989), pp. 30-43. 101 Questa caratteristica puntuazione era già rilevata da Abû ‘Amr al-Dâní (371-444 H/981-1054 d.C.), cfr. M. Binšarífa, Naÿra üawla al-khaýý al-andalusí, in Le manuscript arabe et la codicologie cit., pp. 73-85: 75. 102 Questo

sistema per indicare il tašdíd sarebbe tipico dei manoscritti in maøribí non



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sizione di due ¬amma. Un cerchietto che racchiude tre puntini indica la fine delle principali articolazioni testuali. Per un confronto grafico con codici datati103 si può richiamare qui il manoscritto Parigi, Bnf, Arabe 3926 — datato 611/1214104. Questo suggerirebbe, per il codice vaticano, una possibile datazione ai primissimi anni del secolo XIII. 6. Ipotesi di datazione e localizzazione Il codice non fornisce alcuna indicazione esplicita circa l’epoca della sua copia e coloro che si sono occupati del manoscritto, sotto il profilo letterario o storico-artistico, hanno proposto datazioni non sempre concordi. Sembra pertanto di una qualche utilità tracciare un quadro delle ipotesi di datazione e localizzazione sin qui avanzate dagli studiosi. La prima stima relativa all’antichità del manoscritto è quella contenuta nel catalogo di A. Mai, nel quale si suppone che il codice risalga al secolo XII: «Is codex ad duodecim Christi saeculum videtur referendus»105. Nell’Elenco di Levi della Vida il manoscritto viene invece dubitativamente assegnato al «sec. VIII (?)» dell’Egira (XIV d.C.)106. Ipotesi, questa, che è stata in seguito accolta da più di uno studioso. Monneret de Villard concorda con questa datazione piuttosto che con quella indicata nel catalogo del Mai107 e, più recentamente, P. Orsatti, in continuità col giudizio di Levi della Vida, ha considerato il codice databile al secolo XIV108. Tuttavia lo stesso Levi della Vida è stato propenso, in un secondo momento, ad abbassare la datazione del manoscritto al secolo IX H./XV d.C.109, coranici; cfr. Boogert, Some Notes cit., p. 32. tuttavia sembra comparire già in alcuni manoscritti coranici antichi, Cfr. F. Déroche, Deux fragments coraniques maghrébins anciens au Musée des arts turc et islamique d’Istanbul, in Revue des Études Islamiques 59 (1991), pp. 229-235: p. 231. 103 Vale

la pena citare qui B. Moritz, Arabic Palaeography. A Collection of Arabic Texts from the First Century of the Hidjra till the Year 1000, Cairo 1905 (Publications of the Khedivial Library, Cairo, 16), tavola nr. 178 — datato 597 H./1201 d.C. (purtroppo senza collocazione né dettagli ulteriori relativi al testo). 104 Cfr.

Fichier des Manuscrits Moyen Orientaux datés Nos. 1-300, a cura di F. Déroche – F. Rochard – M.I. Waley – J.J. Witkam, Paris 1992-1999, fiche n. 258. 105 Mai,

Catalogus Codicum Bibliothecae Vaticanae cit., I, p. 488, n. CCCLXVII.

106 Levi della Vida, Elenco cit., p. 39. 107 Cfr. Monneret de Villard, Un codice 108 Cfr. 109 Cfr.

arabo-spagnolo cit., p. 210.

Orsatti, Le manuscrit islamique cit., pp. 295, 307.

Levi della Vida, Manoscritti arabi di origine spagnola cit., p. 141. Purtroppo i fattori che hanno condotto l’arabista ad assegnare il codice prima al secolo XIV e, poi, al XV, non sono noti.

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rigettando l’ipotesi di Nykl, primo editore e traduttore del testo, di datare il codice al secolo VII H./XIII d.C.110. Ritengo congruo ricordare qui quanto affermato da O. Grabar sulla non fortuita circostanza che ben undici dei tredici manoscritti illustrati delle Maqâmât siano datati o databili al XIII secolo: «That mere chance preserved manuscripts from that period only is not very likely. Several earlier manuscripts and hundreds of contemporary and later ones exist without a trace of illustration. Nor is the period entirely fortuitous: it was a time when, fairly suddenly, illustrated, particularly Arabic, manuscripts appear in considerable numbers within the Islamic world and when nearly all the minor art — ceramics, metalwork, glass — are strikingly decorated with representation of all kinds. In other words, the illustration of the Maqamat appear in the thirteenth century, when the whole Muslim world explodes with images [corsivo mio], and disappear by the second half of the forteenth century, when at least the Arab part of the Muslim world moves away from representation […]»111. Riferendomi ora alla Storia di Bay⬠e Riyâ¬, il fatto che il manoscritto di Istanbul112, quello di Dublino e quello di Parigi siano privi di illustrazioni mentre il codice vaticano, nell’ipotesi di una datazione al secolo XIII, sia illustrato, potrebbe non essere una mera coincidenza. Concordi nel datare il codice Vat. ar. 368 al secolo XIII sono, invece, R. Ettinghausen113 e R. Hillenbrand114. Successivamente lo stesso Ettinghausen, insieme a O. Grabar, ha ritenuto possibile, in base ai dettagli architettonici e alle caratteristiche grafiche, datare il manoscritto alla fine del secolo XII o agli inizi del XIII, ovvero in piena età almohade (11301269)115. Sulla base di ulteriori confronti storico-artistici la datazione del manoscritto è stata, poi, ristretta agli inizi del secolo XIII. S. Khemir oltre a proporre confronti con l’architettura almohade del XII secolo istituisce anche un legame tra l’ornato del copricapo della figlia del Ciambellano, a f. 10r, e la decorazione di un codice coranico prodotto a Siviglia nel 1227. 110 Cfr.

Nykl, Historia de los amores cit., p. IX.

111 O.

Grabar, The Illustrations of the Maqamat, Chicago – London 1984, p. 4 (Studies in Medieval Manuscript Illumination). 112 Sul

manoscritto di Istanbul, cfr. D’Ottone, Il manoscritto vaticano arabo 368 cit.

113 Cfr.

R. Ettinghausen, Arab Painting, London 1977.

114 Cfr.

R. Hillenbrand, Medieval Cordoba as a Cultural Centre, in The Legacy of Muslim Spain, a cura di S. Kh. Jayyusi, Leiden 1992 (Handbuch der Orientalistik. Erste Abteilung. Der Nahe und Mittlere Osten, 12), pp. 112-135: 122. 115 Cfr.

R. Ettinghausen – O. Grabar, The Art and Architecture of Islam: 650-1250, Hong Kong 1994, pp. 162-163.



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La studiosa richiama, inoltre, due manoscritti — uno dei quali datato 638 H./1240 d.C. — dai quali trae conferme paleografiche circa la datazione e la possibile località di esecuzione del codice116. L’americana C. Robinson, pur ammettendo una non sistematica comparazione della scrittura del manoscritto vaticano con altri codici andalusi, è anch’essa incline a datare il manoscritto al secolo XIII, esplicitando poi: «I believe it is safe to assume that the manuscript was produced sometime between AD 1175 and 1230»117. Personalmente, in considerazione di elementi cronologici derivanti dai risultati di una analisi paleografica e codicologica del codice — ovvero da confronti con testimoni datati, dall’esame del tipo di supporto scrittorio, dalla presenza di un significativo termine ante-quem costituito dalle note in mercantesca — nonché in considerazione della presenza nel Vat. ar. 368 di un importante ciclo di illustrazioni, ritengo che sia plausibile datare il codice alla prima metà, forse anche al primo quarto, del secolo XIII118. Quanto alla localizzazione del manoscritto, S. Khemir ritiene che esso debba esser stato prodotto «in one of the leading Almohad cities, most likely Seville»119. Robinson condivide l’ipotesi di una provenienza spagnola del codice e, pur proponendo due possibili contesti di produzione iberica, cautamente, non esprime indicazioni per una sua precisa localizzazione120. In un primo

116 Cfr.

S. Khemir, Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠cit. Nella scheda del catalogo, S. Khemir, colloca anche lei i fatti narrati nel f. 31 come antecedenti a quelli del f. 27 non facendo tuttavia menzione di un possibile, diverso arrangiamento delle carte del codice. Va inoltre rilevata l’incongruenza, a causa di una svista tipografica, tra la traduzione e il testo arabo di un verso citato a p. 312b. Qui il verso arabo riportato, e poi ripetuto — correttamente — a p. 312a, è una citazione di Ibn Üazm. Il verso arabo “mancante” è, invece, quello del ms Vat. ar. 368, f. 20v, r.9: wa mâ nimtu kaymâ aüsaba al-nawm râüatan / wa lâkin ‘asà ýayf al-üabíb yazûra (Non ho dormito per riposare / ma nella speranza che l’amato apparisse in sogno). 117 Robinson,

Medieval Andalusian Courtly Culture cit., pp. 107-108 e p. 116.

118 Per

un confronto delle miniature del Vat. ar. 368 con altri materiali illustrati di produzione spagnola attribuiti alla prima metà del XIII secolo — ovvero i tessuti ritrovati nella sepoltura del vescovo Arnaldo de Gurb nella cattedrale di Barcellona, cfr. D. G. Shepherd, A Treasure from a Thriteenth-Century Spanish Tomb, in The Bulletin of the Cleveland Museum of Art (April 1978), pp. 11-134. Desidero ringraziare A. Chraïbi per avermi segnalato questo contributo. 119 Khemir, 120 «It

Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠cit., p. 313a.

is at present not clear whether the manuscript’s specific site of production should be imagined as Seville […] or one of the other Arabic-speaking cultural nuclei throughout the Iberian peninsula. […] although a definitive pronouncement concerning production site will, in the end, not be offered», Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 71.

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momento, inoltre, la studiosa non ha escluso una possibile origine nordafricana del manoscritto vaticano121. Infine il codice è stato dubitativamente attribuito alla Spagna da Anna Contadini122. 7. Il testo e la sua sequenza Sfortunatamente, dal momento che il codice vaticano si presenta acefalo, apodo e lacunoso in più punti, il testo tràdito è incompleto. Nella sua attenta e dotta Review all’edizione di Nykl123, Giorgio Levi della Vida suggeriva, peraltro, una diversa sequenza dei disordinati fogli del manoscritto. Levi della Vida, scrivendo dall’Università della Pennsylvania, rilevava infatti un’incongruenza nello svolgimento del racconto che, così come presentato dal suo primo editore, dava sì ragione della successione dei fogli del Vat. ar. 368, ma non restituiva un conseguente svolgimento dei fatti. Egli suggeriva, dunque, un diverso arrangiamento dei fogli del codice secondo il seguente ordine: f. 1, 29, 30, 28, 2 … Più di recente, anche S. Khemir ha notato che i fatti narrati al f. 31 erano antecedenti a quelli del f. 27124. Tenendo presente l’inserzione nel codice di una carta moderna (f. 28) la sequenza va oggi così intesa: f. 1, 30, 31, 29, 2 … In tal modo lo svolgimento del racconto godrebbe sì di una certa continuità tra i ff. 29v-2r, ma poco convincente risulta essere la posizione del f. 31 (olim 30). Ritengo infatti che il f. 31 possa avere migliore collocazione dopo il f. 27, come la sequenza di didascalia e immagine sembra confermare125. 121 «North

Africa might also be considered as a provenance for BR. No illustrated manuscripts are known to have survived from a Maghrebí Almohad, Üafsûnid, or Merinid context, but one images that they certainly must have been produced», C. Robinson, The Lover, His Lady, Her Lady, and a Thirteenth-Century Celestina: A Receipe for Love Sickness from al-Andalus, in Islamic Art and Literature, a cura di O. Grabar – C. Robinson, Princeton 2001, pp. 79-115, in particolare p. 105, nt. 7. 122 Cfr.

A. Contadini, A World of Beasts: A Thirteenth-Century Illustrated Arabic Book on Animals (the Kitâb Na‘t al-Üayawân) in the Ibn Bakhtíshû‘ Tradition, Leiden – Boston 2012, p. 61 nt. 24. 123 G.

Levi della Vida, Review of book: Historia de los amores de Bay⬠e Riyâ¬. Una «chantefable» oriental en estilo persa (Vat.ar. 368), by A.R. Nykl. New York, The Hispanic Society of America. Hispanic Notes and Monographs, 1941. xii + 50 + ٥٣ pages, with 10 illustrations, in Journal of the American Oriental Society 61 (1941), pp. 303-305, in particolare p. 304 e nt. 3. 124 Cfr. 125 Le

S. Khemir, Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠cit., p. 312b.

ultime due righe del f. 27v contengono la seguente didascalia: úûrat Bay⬠ya‘labu bi-l-šaýranó ma‘a qaríb / al-‘aóûz wa úûrat al-‘aóûz qad daḫalat ‘alayhimâ (immagine di Bayâ¬



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Secondo questa ipotesi l’ordine delle carte del Vat. ar. 368 sarebbe: f. 1, 30, 28 (di restauro, moderno), 29, 2-6 […] 7-14 […] 15-17 […] 18-23 […] 24-27, 31. Da notare che tra il foglio 6 verso e il foglio 7 recto non c’è continuità: probabilmente per mancanza di un foglio. Tale lacuna è indicata, oltre che dal testo che non è continuo, tra f. 6v e f. 7r, anche dalla presenza sul f. 7r di tracce di una miniatura oggi perduta. Altre lacune, l’entità delle quali non è ben definibile, sono ravvisabili: tra f. 14v-f. 15r; f. 17v-f. 18r; f. 23v-f. 24r. Un diverso arrangiamento delle carte del codice non appare trascurabile nell’ottica di un riordino dei fogli del manoscritto Vat. ar. 368 e in vista di una riedizione del suo testo126. 8. Un testo nel testo: i tituli delle miniature Il codice Vat. ar. 368 contiene, come si è detto, un testo illustrato: quattordici miniature accompagnano il racconto dando volti e colori ai vari personaggi. Ciascuna illustrazione è preceduta da una sorta di didascalia/ titulus che descrive, in modo piuttosto dettagliato, la scena illustrata. Appare non inutile presentare qui il contenuto di tali tituli che costituisce una sorta di “testo nel testo” — essendo il codice vaticano l’unico manoscritto della Storia di Bay⬠e Riy⬠ad essere illustrato, le didascalie che accompagnano le miniature non hanno confronto in nessuno dei testimoni manoscritti noti127. Le didascalie del codice Vat. ar. 368, secondo la moderna numerazione di fogli, sono le seguenti: f. 1r: [… úûrat] al-üâóib wa huwa [fí-l-ma] ó[lis] [… wa-l-‘aó]ûz ma‘ahu wa úû[r]at al-óâriya wâqifatan / [… immagine del] ciambellano seduto […] con lui la vecchia e immagine dell’ancella stante; f. 2v: úûrat al-‘aóûz tûúí Bayâ¬an wa tuüaððiruhu/immagine della Vecchia che consiglia Bay⬠e lo mette in guardia; f. 3v: úûrat Riy⬠qad øušiya ‘alayhâ wa-l-khadam yan¬aüna waóhahâ biche gioca a scacchi col parente della Vecchia e immagine della Vecchia che fece loro visita) e l’illustrazione a f. 31r ritrae esattamente la scena descritta dalla didascalia. 126 Robinson nella sua traduzione inglese della novella segue, invece, il testo di Nykl riprendendo una cartulazione del codice non più corrispondente a quella attuale, cfr. Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit. 127 Sull’importanza

di un’analisi dei tituli del codice Vat. ar. 368, come esempio di rapporto tra testo e immagine nei manoscritti arabi di carattere letterario, cfr. B. O’Kane, The Uses of Captions in Medieval Literary Arabic Manuscripts, in A. Contadini (ed.), Arab Painting: Text and Image in Illustrated Arabic Manuscripts, Leiden – Boston 2007 (Handbook of Oriental Studies. Section 1, The Near and Middle East), pp. 135-144: p. 136.

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mâ’ al-ward wa-l-kâfûr wa-l-‘aóûz ma‘ahunna wa úûratal-qaúr / immagine di Riy⬠svenuta, delle ancelle che le aspergono il viso con acqua di rose e canfora, la Vecchia stando con loro, e immagine del palazzo; f. 4v: úûrat Šamûl tuøanní fí-l-‘ûd bayn yaday al-sayyida fí-l-üadíqa wa úûratal-waúâ’if wa-l-‘aóûz ma‘ahunna tasma‘u / immagine di Šamûl che suona il liuto nel giardino al cospetto della sua Signora e immagine delle damigelle e della Vecchia che, insieme a loro, ascolta; f. 9r: úûrat Riy⬠tuøanní fí-l-‘ûd amâma al-sayyida fí-l-bustân wa úûrat Bay⬠wa-l-‘aóûz wa óamí‘ al-waúâ’if / immagine di Riy⬠che suona il liuto nel giardino davanti alla Signora e immagine di Bayâ¬, della Vecchia e di tutte le ancelle; f. 9v: úûrat Bay⬠tuøanní fí-l-‘ûd amâma al-sayyida wa khadamihâ / immagine di Bay⬠che suona il liuto al cospetto della Signora e del suo seguito; f. 13r: úûrat al-sayyida tukallimu al-‘aóûz fí amr Riy⬠wa Riy⬠wâqian fat ‘alà al-úaríó wa damuhâ yasílu ‘alà waóhihâ / immagine della Signora che parla con la Vecchia del caso di Riy⬠e Riy⬠ferma alla vasca col sangue che le scorre sul volto; f. 15r: úûrat al-‘aóûz tu‘âtibu Bayâ¬an / immagine della Vecchia che rimprovera Bayâ¬; f. 17r: úûrat Šamûl tukallimu Bayâ¬an wa huwa bi-qurbi al-üadíqa ‘alà al-nahr wa tarfa‘u ilayhi kitâb Riy⬠/ immagine di Šamûl che parla a Bay⬠che si trova nei pressi del giardino sul fiume e gli porge una lettera di Riyâ¬; ff. 18v-19r: úûrat Bay⬠‘alà waóhihi muøšiyan ‘alayhi // ‘alà šâýi’ al-nahr wa úûrat al-fatà qaríb al-‘aóûz qad waqafa ‘alayhi yarõíhi wa yandubuhu wa humâ bi-izâ’ bustân min basâtín nahr al-Õarõâr / immagine di Bay⬠riverso su se stesso svenuto sulla sponda del fiume e immagine del giovane parente della Vecchia che si ferma accanto a lui compiangendolo e facendogli l’elogio funebre, entrambi si trovano davanti a uno dei giardini del fiume Õarõâr; f. 22r: úûrat Bay⬠ma‘a al-niswa fí-l-dâr wa qad dafa ‘na ilayhi kitâb Riy⬠/ immagine di Bay⬠insieme alle donne, nella casa, mentre gli consegnano la lettera di Riyâ¬; f. 26v: úûrat Riy⬠qad saóadat bayn yaday sayyidatihâ wa wa úûrat al‘aóûz wa-l-waúâ’if yanÿurna ilayhâ / immagine di Riy⬠prostrata al cospetto della sua Signora e immagine della Vecchia e delle ancelle che la osservano; f. 27v: úûrat Bay⬠yal‘abu bi-l-šaýranó ma‘a qaríb al-‘aóûz wa úûrat al-



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‘aóûz qad dakhalat ‘alayhimâ / immagine di Bay⬠che gioca a scacchi col parente della Vecchia e immagine della Vecchia che fa loro visita; f. 28r: úûrat al-‘aóûz qad dakhalat ‘alà Bay⬠fí manzilihâ fa-waóadathu nâ’iman fa-qa‘adat ‘inda ra’sihi tunšiduhu al-abyât / immagine della Vecchia che, in casa sua, entrata da Bayâ¬, lo trova addormentato e, sedutaglisi accanto al capo, gli recita versi. Le didascalie del codice Vat. ar. 368 hanno una struttura formulare nella quale la parola úûra/immagine ricorre regolarmente. Considerando il rapporto tra immagini e didascalie, appare interessante riprendere qui i quesiti formulati da G. Cavallo per i manoscritti classici illustrati: «Se l’immagine funziona come testo, che significato hanno le iscrizioni, i tituli, che talora l’accompagnano? Veniva utilizzato, e in che modo, questo doppio livello di comunicazione?»128. Tentare di rispondere a queste ed altre domande, relative, per esempio all’identità del concepteur dei tituli, a chi fosse destinata la loro lettura nonché alla corrispondenza tra tituli e immagini, costituisce uno degli scopi di un futuro approfondimento di studio e ricerca. 9. La tradizione manoscritta della Storia di Bay␠e Riy␠Nel 1949 Hellmut Ritter dà notizia di un codice, contenente una raccolta di 42 racconti e noto col titolo di al-Üikâyât al-‘aóíba wa-l-akhbâr al-øaríba, conservato presso la biblioteca di Aya Sofia di Istanbul129. Lacunoso, il manoscritto di Istanbul conserva però, nell’indice premesso ai testi dei vari racconti, l’indicazione di una novella, corrispondente al numero 39, intitolata Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠130. Il testo del manoscritto conservato a Istanbul, tuttavia, non è illustrato131 e purtroppo la novella di Bay⬠e Riy⬠non è conservata. 128 G.

Cavallo, Testo e immagine: una frontiera ambigua, in Testo e immagine nell’alto medioevo, Spoleto 1994 (Settimane di studio del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, XLI), vol. I, pp. 31-62: 50. 129 Si

tratta del manoscritto Ayasofia 3397, una copia del quale è consultabile presso la Biblioteca Universitaria di Tubinga (Tübingen, Universität Bibliothek, MA VI 279); Cfr. H. Ritter, 1949: Philologika XIII. Arabische Handschriften in Anatolien und Istanbul, in Oriens 2 (1949), pp. 236-314: 289-295, nt. 60 a. 130 La notizia è segnalata da Levi della Vida; cfr. Levi della Vida G., 1962: Manoscritti arabi di origine spagnola cit., pp. 140-141: n. 16 . Nell’edizione di Nykl il racconto era intitolato: Qiúúat Bay⬠wa Riyâ¬, Nykl 1941; ma è in virtù di questa testimonianza che impiego il termine üadíõ per la storia di Bay⬠e Riyâ¬. 131 Si consideri comunque il fatto che delle centinaia di manoscritti esistenti contenenti il

testo delle Maqâmât di al-Üarírí solo 13 sono illustrati e che dei codici delle Mille e una notte,

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Sembra però non secondario il fatto che nel voluminoso esemplare — ben 274 fogli in naskhí — la storia di Bay⬠e Riy⬠figuri tra altri 42 titoli di Üadíõ, facendo dunque parte di un ampio ciclo di racconti132, quattro dei quali appartenenti alle storie de Le Mille e una notte133. Questo elemento, secondo Levi della Vida, confermerebbe l’ipotesi che il testo del codice vaticano sia “undoubtedly of Eastern origin”134. E recentemente Irwin, a proposito del codice delle Üikâyât, ha scritto: “Anche se il manoscritto superstite sembra di un’età relativamente tarda, il contenuto dei racconti induce a pensare che la raccolta abbia avuto una redazione originale nell’Egitto del X secolo”135. Il testo del Vat. ar. 368 parrebbe, pertanto, poter avere paralleli, con le storie “che la gente racconta” di cui parla al-Qurýí nell’Egitto fatimide degli anni 1160-1170, e che assomigliano, questi sostiene, ai racconti de Le Mille e una notte136. Negli anni Novanta un altro manoscritto di racconti simili alle Mille e una notte ha attirato l’interesse degli studiosi137; si tratta del codice Dublino, Chester Beatty Library (CBL), Arabic 4120138. Il codice contiene, solo alcuni — il ms Manchester, John Rylands Library, 646, databile alla prima metà del XVI secolo — presentano illustrazioni. Per i manoscritti illustrati delle Maqâmât, cfr. Grabar, The Illustrations of the Maqamat cit., p. 7. 132 Per l’edizione del ms di Istanbul, cfr. H. Wehr, al-Üikâyât al-‘aóíba wa-l-akhbâr al-øarí-

ba/Das Buch der wunderbaren Erzaelungen und seltsamen Geschichten, Dimašq – Wiesbaden 1956 (al-Našriyyât al-islamiyya/Bibliotheca Islamica, 18). 133 Cfr.

ibid, p. VI.

134 Levi della

Vida, Review of book cit., p. 304b. L’influsso de Le Mille e una Notte sulla letteratura in lingua spagnola è, peraltro, un ambito ancora poco indagato; cfr. S. Waisman, The Legacy of The Thousand and One Nights in Argentina: Translation, Narrative and Politics in Borges, Puig, and Piglia, in Wine, Women and Song: Hebrew and Arabic Literature of Medieval Iberia, a cura di M.M. Hamilton – S.J. Portnoy – D.A. Wacks, Newark 2004 (Estudios de literature medieval «John E. Keller», 2), pp. 127-139: 130, n. 5. 135 R. Irwin,

The Arabian Nights: A Companion, London 1994, (Penguin Literary Criticism) p. 82 [trad. italiana, La favolosa storia delle mille e una notte. I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione, Roma 2009, p. 71]. 136 Per

il riferimento di al-Qurýí alle Mille e una notte, tramandato da Maqrízí nel suo Kitâb al-Khiýaý, cfr. A. Chraïbi, Les Mille et Une Nuits. Histoire du texte et classificationdes contes, Paris 2008, pp. 45-47. N. Elisséeff, Thèmes et motifs des Milles et une nuits. Essai de Classification, Beyrouth 1949, pp. 22-23 e p. 210; E. Littmann, Alf layla wa-layla, in E.I., n.e. cit., vol. I (1960), p. 358b-364b: 363. 137 Cfr. A. Chraïbi, ‘Abd al-Óalíl et Buhóat al-Óamâl, in Annales Islamologiques de l’Institut Archéologique du Caire 25 (1991), pp. 19-26. 138 Cfr.

C. Robinson, Re-Writing the Genre: the Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠and Mediterranean Courtly Narrative in the Thirtheenth-century, in Le répertoire narrative arabe medieval. Transmission et ouverture, Atti del simposio internazionale (Liège, 15-17 Septembre 2005) a cura di F. Bauden – A. Chraïbi – A. Ghersetti, Liège 2008, pp. 211-230: 211-213.



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infatti, tra i vari racconti, una storia intitolata: Üikâyat al-šâbb Bay⬠b. Üusayn b. Idrís al-Khuzâ‘í ma‘a al-óâriya Riy⬠wa mâ fíhâ min al-‘aóâ‘ib wa-l-øarâ‘ib. Il testo di questa novella, che è completo, consta di 19 fogli (ff. 59v-78r). Rilevante è il fatto che il manoscritto di Dublino, senza illustrazioni, sia scritto, come il Vat. ar. 368, in scrittura maøribí e che almeno due dei racconti che racchiude facciano parte del ciclo delle Notti — in particolare si tratta della Storia della città di rame (Üikâyat madínat al-nuüâs)139 e della Storia di Uns al-Wuóûd e della sua amata al-Ward fí-l-akmâm (Üikâyat Uns al-Wuóûd ma‘a maübûbatihi al-Ward fí-l-akmâm)140. Questa compresenza testuale suggerisce e rafforza il legame della tradizione testuale tra i racconti delle Notti e la Storia di Bay⬠e Riyâ¬. Infine è stato di recente identificato da I. Akel un terzo manoscritto, portato alla mia attenzione da A. Chraïbi, contenente una Storia di Bay⬠e Riyâ¬. Il codice Parigi, Bulac (Inalco), Arabe 482141 è descritto in una nota manoscritta apposta, da mano moderna, sull’ultimo foglio (f. 70v) — nota che riprende il titolo della storia di f. 28r: Üikâya laýîfa wa akhbâr ÿarîfa — come una raccolta di: «diverses historiettes amusantes en prose melée de vers». A f. 1v del manoscritto Bulac, Arabe 482 si trova il racconto intitolato: Üadíõ al-fatà Bay⬠ma‘a al-óâriya Riy⬠wa kayfa dârat baynahuma al-layâlí wa-l-ayâm. Il manoscritto di Parigi non è illustrato ma la storia di Bay⬠e Riy⬠è completa e copre i fogli 1v-23r. Anche questo testimone manoscritto presenta, come il codice vaticano e il dublinese, una caratteristica scrittura maøribí142. Dal punto di vista della tradizione dei testi va inoltre rilevata la presenza in D (Dublino) e P (Parigi) di uno stesso racconto – che ha come protagonisti Hârûn al-Rašíd, la sua schiava Amlaü al-nâs e un giovane innamorato di lei – intitolato rispettivamente: üikâyat al-šâbb al-‘âšiq ma‘a óâriyat 139 Cfr.

ms Dublin, CBL, Ar. 4120, ff. 90r-97r; M. I. Gerhardt, The Art of Story-Telling. A Literary Study of the Thousand and one Nights, Leiden 1963, p. 24, nr. 138; Alf layla wa-layla, Miúr 1305 H./1888, 3 voll.: vol. III, pp. 43-47. 140 Cfr.

ms Dublin, CBL, Ar. 4120, ff. 156r-167v; Gerhardt, The Art of Story-Telling cit., p. 21, nr. 63; Alf layla wa-layla cit., vol II, pp. 179-180. 141 Il manoscritto fu donato alla biblioteca dell’Inalco dai Leclerc, ma faceva parte della biblioteca privata dei Delaporte. Su questi due orientalisti francesi, cfr. Dictionnaire des orientalistes de langue française, a cura di F. Pouillon, Paris 2008, in particolare sulla famiglia Delaporte, pp. 275-276, e su Leclerc pp. 576-577. 142 L’edizione

del testo arabo della storia di Bay⬠e Riy⬠dei codici di Parigi e Dublino apparirà, a mia cura, nel volume a cura di A. Chraïbi, Introduction aux sources manuscrites des Mille et une nuits. Edition critique de quelques textes remarquables (di prossima pubblicazione).

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la storia di bay␠e riyâ



Hârûn al-Rašíd Amlaü al-nâs wa mâ fíhâ min ‘aóâ‘ib al-akhbâr (D, ff. 122v124v); üadíõ al-raóul al-‘âšiq ma‘a Amlaü al-nâs óâriyat amír al-mu’minín Hârûn al-Rašíd (P, ff. 42v-51v). Vale la pena rilevare che tale racconto si ritrova in una raccolta143, senza data ma attribuita al X/XVI secolo, di storie simili a quelle delle Notti — e in particolare riconducibili al ciclo di Baødâd144. Non ultimo, anche il manoscritto contenente questa raccolta, che fa parte della collezione della Biblioteca universitaria di Leida, è, come gli altri, in scrittura maøribí145. Benché i tre testimoni manoscritti della Storia di Bay⬠e Riyâ¬, V (vaticano) D e P, esibiscano tutti una scrittura regionalmente ascrivibile all’Occidente arabo, ognuno di essi fornisce elementi convergenti su una ambientazione orientale della novella. Al f. 19r di V la scena si svolge «davanti a uno dei giardini del fiume (nahr) Õarõâr». Questo dettaglio ci permette di collocare la storia in Iraq cen­trale — essendo il fiume Õarõâr un affluente del Tigri146 — ed in un 143 Avevo

già segnalato l’importanza del codice, Leida, Biblioteca universitaria, Or. 89, cfr. D’Ottone, Il manoscritto Vaticano arabo 368 cit., p. 67, nt. 24. 144 In

particolare la storia intitolata: üadíõ al-raóul al-‘âšiq ma‘a Amlaü al-nâs óâriyat amír al-mu’minín Hârûn al-Rašíd copre i ff. 2v-14v del ms Or. 89 della Biblioteca Universitaria di Leida; cfr. P. Voorhoeve, Handlist of Arabic Manuscripts in the Library of the University of Leiden and Other collections in Netherlands, The Hague – Boston – London 19802 (Codices Manuscripti, 7), p. 10 e J.J. Witkam, Inventory of the Oriental Manuscripts of the Library of the University of Leiden. Vol. 1: manuscripts Or. 1 – Or. 1000. Acquisitions in the period between 1609 and 1665. Mainly the collections of Jacobus Golius (1629), Josephus Justus Scaliger (1609) and part of the collection of Levinus Warner (1665), Leiden 2007, p. 46. Un altro racconto tràdito dal codice di Leida (L) e da quello di Dublino (D) è quello di al-Ma’mûn con la schiava Šaóarat al-durr presente nei due manoscritti rispettivamente col titolo: üikâyat amír al-mu’minín al-Ma’mûn ma‘a al-óariya Šaóarat al-durr wa mâ fíhâ min al-‘aóâ’ib wa-l-øarâ’ib (D, ff. 170r-180v); üikâyat al-Ma’mûn ma‘a Šaóarat al-durr (L, ff. 21v-35r). 145 Questo dato sembra suggerire la circolazione e la successiva permanenza nell’Occidente arabo, fino almeno al XVI secolo, di racconti paragonabili a quelli di cui parla al-Qurýí, cfr. supra. 146 Il

Õarõâr era un grande wâdí che scorreva tra Sinóâr e Tikrít, cfr. Yâqût, Mu‘óam albuldân, a cura di F. Wüstenfeld, Leipzig 1866-73, 6 voll.: vol. I, p. 921. «A hundred miles or more south of Nasîbîn was a dam or weir called Sukayr al-‘Abbas, where in the 4th (10th) century there was a considerable town with a Friday Mosque and markets. This was at the head of the Tharthar river, which, as already stated, flowed to the Tigris», G. Le Strange, The Lands of Eastern Caliphate. Mesopotamia, Persia and Central Asia from the Moslem Conquest to the Time of Timur, Frankfurt am Main 1993 (Islamic Geography, 85), pp. 97-98. Robinson, da parte sua, scrive: «Finally, in a truly memorable touch, BR’s anonymous author has chosen the name “tharthâr” for the river beside which Bay⬠first sees Riy⬠[…]» per poi spiegare in nota: «One of the possible translations of õarõâr is ‘chatterbox’ or ‘platter’», Robinson, The Lover, His Lady, Her Lady cit., p. 97 e p. 113, nt. 43, e ignorando la reale esistenza del Õarõâr afferma: «No geographical indication beside Bay⬒s Syrian origin are actually given in the text. […] The only other possible evocation of “real” place comes in the form of designation



introduzione

59

contesto «urban and mercantile»147. L’inequivocabile riferimento alla città di Sâmarrâ148 in D e P non lascia adito a dubbi sul fatto che il racconto abbia luogo in Iraq149. Inoltre, attraverso il testo di D e P apprendiamo che la storia si svolgerebbe alcuni decenni dopo Hârûn al-Rašíd (170-193/786-809), la Signora (Sayyida) essendo niente altri che la figlia del Ciambellano (üâóib) di alMu‘taúim (218-27/833-842) (D, f. 64v; P, f. 8v). Stabilire una cronologia dei tre testimoni manoscritti oggi noti con la Storia di Bay⬠e Riy⬠non getta luce sulla loro tradizione testuale. Nessuno dei tre codici presenta, d’altra parte, una sottoscrizione datata150. Appare comunque di una certa utilità circoscrivere, per quanto possibile, l’arco temporale relativo alla copia di ciascun codice sulla base degli elementi disponibili. Per quanto riguarda il manoscritto Vat. ar. 368, la presenza di carta araba-occidentale a zig-zag151 permette di indicare se non altro i limiti cronologici, pur ampi, di attestazione di questo tipo di supporto scrittorio. Il più antico codice realizzato su carta con segni di zig-zag, datato 116667, è il manoscritto Parigi, Bibliothèque nationale de France, arabe 6499 — contenente il Kitâb di Sibawayhi152. La più recente attestazione della carta a zig-zag si troverebbe invece in un documento, datato 1370, redatto of the Old Woman as ‘from Babylon’ […]», Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 10. Dunque Robinson ambient la storia in: «[…] an Andalusian city — perhaps Seville», Robinson, Preliminary Considerations cit., p. 285 e, successivamente, in: “an unidentified but almost certainly Andalusian city”, ead., Going Between cit., pp. 204-205, affermazione poi ripresa in Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 1. 147 Robinson,

Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 3. Per la tipologia e le caratteristiche dei racconti delle Notti del ciclo iracheno, così come anche per il tipo di uditorio di questi racconti, appare congruo ricordare qui quanto osservato da N. Elisséeff: “Une nouvelle culture urbaine se développe et apporte aux conteurs thèmes nouveaux […]. L’auditoire s’‘embourgeoise’ et aux tableaux merveilleux, il préfère l’éloge du commerce et la peinture de luxe. Nous avons dès lors des nouvelles […] où, dans un cadre réaliste de vie citadine, se déroulent des histoires amoureuses. Ces sont de contes brefs où fourmillent les allusions à des édifices, les éléments géographiques et chronologiques et les indications sur des personnages connus», Elisséeff, Thèmes et motifs cit., pp. 47-48. 148 Cfr.

A. Northedge, s.v. Sâmarrâ’, in E.I. n.e. cit., VIII (1995), pp. 1039-1041.

149 Questa

chiara ambientazione irachena sembra costituire un ulteriore dettaglio in favore di un’origine “orientale” delle storie di Bay⬠e Riyâ¬. 150 Va

rilevato che il manoscritto CBL Ar. 4120 presenta sul recto del primo foglio una sottoscrizione firmata in cui la data è illeggibile. 151 Cfr. 152 Cfr.

supra.

M.-T. Le Léannec-Bavavéas, Zigzag et filigrane sont-ils incompatibles? Enquête dans les manuscrits de la Bibliothèque nationale de France, in Le papier au Moyen Âge: histoire et techniques. Actes du colloque international du Centre National de la Recherche Scientifique,

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la storia di bay␠e riyâ



a Montserrat153. Sembra pertanto possibile limitare gli estremi cronologici di produzione del codice Vat. ar. 368 tra l’ultimo quarto del XII e la seconda metà del XIV secolo. Quest’arco cronologico può essere ulteriormente ridotto se si considera la presenza di un ciclo figurativo e la comparazione paleografica con materiali datati. Per i manoscritti di Dublino e Parigi, entrambi cartacei, ulteriori ricerche sulle rispettive filigrane potrebbero aiutare a suggerire una datazione plausibile e fondata. Per il momento il codice CBL Ar. 4120 è considerato una copia databile al XIX secolo154, e il codice Bulac (Inalco), Arabe 482 potrebbe risalire al secolo XVIII155. Appare utile, a questo punto, illustrare in modo conciso la collazione del testo di V con gli altri due manoscritti, D e P156. Il testo di V, fatta salva la didascalia della miniatura di f. 1r, inizia a f. 1v con il verso:

‫َاب أَ ْوالْ ُهل ِْك‬ ِ ‫ف اََم يَ ْر[تَجِي] غ رْ ََي الْ َعذ‬

*

‫فَ ُي ْض ِحي َو مُيْ يِس ال َّد ْه ُر يِف َغ َم َراتِ ِه‬

Lo stesso verso si trova in D: f. 67v, r. 14 e in P: f. 12r, r. 14. Da questo punto in poi è possibile seguire la storia, con variazioni nel numero e nel contenuto dei versi nonché con discrepanze lessicali e stilistiche nella prosa, per circa 10 fogli nei tre manoscritti (V f. 12r = D f. 77r = P f. 22r). Dopo di che, D e P hanno un solo foglio rimanente che contiene la fine del racconto, mentre V prosegue per altri 18 fogli terminando mutilo. Uno schema della corrispondenza dei fogli, ovvero dello svolgimento della storia, nei tre esemplari appare non privo di una qualche utilità.

Paris, Institut de france, 23-25 avril 1998, a cura di M. Zerdoun Bat-Yehouda, 1999 (Bibliologia. Elementa ad librorum studia pertinentia, 19), pp. 119-134: 125. 153 Cfr.

ibid, p. 127.

154 Cfr.

Chraïbi, ‘Abd al-Óalíl cit., p. 19. Nell’attesa di riproduzioni con luce radente mi limito qui a segnalare che al centro del f. 109 è possibile osservare una filigrana col nome: “Matador” e nella piegatura di f. 96 si può intravedere la filigrana: “carta di …”, sono inoltre visibili nel resto dei fogli almeno due diverse contromarche. Una moderna nota manoscritta applicata sulla carta di guardia del codice riporta: «31. A Moroccan unpublished collection of stories of the “Arabian Nights” type. Ms. Undated, probably about 350 years old. Price £ 30». 155 Un esame attento della filigrana visibile ai ff. 24-27, tramite delle immagini con luce radente, potrebbe fornire maggiori indicazioni. 156 Ho

presentato questi dati nel corso del congresso di Copenaghen, cfr. supra, in un intervento intitolato: A Western Cousin of the “Orphan Tales”? The Üadíõ Bay⬠wa Riy⬠and Its Relation to the A Thousand and One Night Manuscript Tradition.



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introduzione

V

[…]

1r-12r

12v-27v

D

59v-66v

67r-77r

77r-78r

P

1v-11v

12r-22r

22v-23r

[…]

Il confronto del testo tràdito dai tre codici, permette di affermare che, pur avendo una parte in comune, i manoscritti non si ricollegano ad una medesima tradizione testuale. I codici D e P attestano infatti una tradizione sostanzialmente diversa da V — che condivide con D e P meno di un quarto della trama. Il Vat. ar. 368 rimane, pertanto, un unicum che, per quanto incompleto, si distingue per antichità e correttezza del testo. Per altro verso l’edizione critica di D e P, per la quale si dovrà tenere conto anche di V nei fogli per i quali è possibile effettuare un confronto del testo, costituirà un necessario strumento di comparazione e di comprensione della tradizione letteraria e delle varianti della Storia di Bay⬠e Riyâ¬. 10. Una nuova edizione e traduzione del manoscritto Vat. ar. 368 Il più recente lavoro sul codice vaticano risale al 2007 ed è un volume costituito da una traduzione inglese seguita da tre capitoli di analisi di diversi aspetti del codice157. La qualità — invero deludente – di tale traduzione suggerisce che l’autrice, piuttosto che seguire il testo del manoscritto — ovvero l’edizione fattane da Nykl, anch’essa non priva di imprecisioni — abbia preferito proporre una versione inglese della traduzione spagnola aggiungendo, dove possibile, imprecisioni, errori, invenzioni158. Il testo del Vat. ar. 368 sembra quasi condividere lo stesso destino delle Mille e una notte: «Le traduzioni immediatamente successive furono condotte sul testo di Galland piuttosto che sull’arabo delle Notti»159. Inoltre l’ordine dei fogli del manoscritto è diverso da quello seguito nell’edizione di Nykl e, quindi, della traduzione inglese. 157 Cfr.

C. Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit.

158 Basti

dire che anche la nota di avvertenza, circa la posizione delle immagini all’interno del codice, di questa traduzione inglese è erronea: la figura 1.1 si trova a f. 1r e non a f. 1v; cfr. Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 15. Secondo Robinson la miniatura si dovrebbe collocare dopo i primi due versi di f. 1v, elemento che fa seriamente dubitare del fatto che la studiosa abbia visto il codice. 159 Irwin,

La favolosa storia cit., p. 12 [The Arabian Nights cit., p. 19].

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la storia di bay␠e riyâ



Intendo qui di seguito limitare il mio interesse al testo e alla sua edizione rilevando alcuni esempi significativi che giustificano la necessità di una nuova edizione e traduzione del manoscritto Vat. ar. 368160. Vat. ar. 368, f. 1v

‫وهي تتبخرت يف مشيتها وتنعطف كالخيزران اللّدن يف تثن ّية‬ ‫ولينه يف َصمت وتيه‬

Traduzione

Lei [Riyâ¬] incede altera nel suo andare — inchinandosi come si china e si flette il tenero bambù: in silenzio, con orgoglio

Robinson 2007, p. 16 and she [Riyâ¬] wafted perfume, bending and swaying proudly like bamboo as she walked, flexible and pliant, silent and haughty

Dunque Riy⬠“spandeva profumo”? Difficile a credere. Il verbo quadrilittero bakhtara, con la seconda forma tabakhtara — nel testo è usata una terza persona femminile singolare dell’imperfetto di seconda forma — significa: “incedere tronfio e pettoruto, camminare con sussiego, pavoneggiarsi”161. Probabilmente Robinson deve aver considerato una qualche forma della radice bkhr — la seconda forma, ovvero bakhkhara, significa per l’appunto: “incensare, suffumicare, profumare con incenso”162. Ma si tratta, chiaramente, di un errore. Vat. ar. 368, f. 3r

‫وعليها غاللة خرضاء وقد تنطقت مبنطق من الحرير األحمر عىل‬ ‫خرص يكاد والله ينقطع من رقته‬

Traduzione

indossava una sottoveste trasparente verde e si era cinta in vita con una fascia di seta rossa — e, mio Dio!, poco mancò che si rompesse per quanto era sottile

160 La

traduzione italiana non ha pretese letterarie: lo stato difettoso del codice e la mancanza di continuità testuale in più punti non permettono di restituire uno svolgimento completo di diverse frasi e periodi. La traduzione vuole però riflettere, anche nelle sue mancanze, l’originale arabo, troppo spesso negletto da traduzioni volte a restituirne un senso, pur dove lacunoso. 161 R. Traini, Vocabolario Arabo-Italiano, Roma 1993, p. 55; A. De Biberstein ­Kazimirski, Dictionnaire Arabe-Français, Paris 1860, 2 voll.: I, p. 90; E.W. Lane, An Arabic-English Lexicon, Beirut 1968, 8 voll.: I, p. 158c: “walked in an elegant gait; with an elegant and self-conceived gait”. 162 Traini,

Vocabolario cit., p. 56; Kazimirski, Dictionnaire cit., I, p. 90; Lane, An ArabicEnglish Lexicon cit., I, p. 158c-159a: “fumigates himself with perfume”.



introduzione

63

Nykl 1941, p. ٥

‫وعليها غاللة خرضاء وقد تنطقت مبنطق من الحرير الحمر عىل‬ ‫خرض يكاد والله ينقطع من رقته‬

Nykl 1941, p. 5

vestida de una túnica delgada verde, envuelta en una cubierta de seda colorada sobre verde, tan delgada que casi se rompía

Robinson 2007, p. 18 wearing a thin green tunic and wrapped in a shawl of colored stripes over green, so slender I was afraid she’d break right in two

La chiave per comprendere il passo è la parola khaúr: «cintola, vita (parte del corpo dove uno si cinge)»163 che Nykl legge nel manoscritto con una ¬âd al posto della úâd e traduce come “verde”, ma l’unico modo per leggere la parola sarebbe con la forma del plurale khu¬ar — singolare akh¬ar (verde) — ma “una coperta sopra verdi” non da molto senso, soprattutto se si continua a leggere ciò che viene dopo. Per altro verso la traduzione di Robinson con la sua versione: “a shawl of colored strips over green” introduce un dettaglio che il testo non riporta — ovvero le strisce colorate — e ne elimina un altro — il fatto che si tratti di seta — che invece è presente — senza contare che minýaq significa: «cinta, cintura, fascia»164 e non “scialle”. Vat. ar. 368, f. 5r, riga 5 Traduzione

‫ِب َغيْ َدا ٍء طَفْل ٍة َهيْفَا ِء ُر ْؤ ٍد * تُ ِث ُري ُجفُونُ َها يِف الْ َقل ِْب َح ْربَا‬ Fu a causa di una tenerezza di fanciulla, esile e delicata i cui occhi scatenano nel cuore guerra

Nykl 1941, p. ٧ Nykl 1941, p. 6

‫بعيني طفلة هيفاء رود * تثري جفونها يف القلب حربا‬ Fueron los ojos de la joven (muchacha) fresca y graciosa, Cuyas pestañas encienden el corazón de turbación

Robinson 2007, p. 20 From the eyes of a delicate young girl desperately seeking, Came her deadly lids to stir up turbulent wars in my heart.

In questo caso è una svista nella lettura dell’arabo a causare una incongruenza: la prima parola della riga 5 a f. 5r è, infatti, bi-øaydâ’ — non bi-‘aynay come letto da Nykl. 163 Traini,

Vocabolario cit., p. 292b.

164 Traini,

Vocabolario cit., p. 1523b.

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la storia di bay␠e riyâ



Vat. ar. 368, f. 29v163

‫فقلت له األمر كا[ﺋﻦ إن شاء] الله وأن رياضاً عاشقة الكني ال‬ ‫ﻳﺖ املعشوق واملذكور فانه ّن ال يذكـرن‬ ُ ]…[‫أدري ألك أم لغريك و‬ ]…‫إال غـالماً واح ًد[ا‬

Traduzione

gli risposi: «La faccenda è in evoluzione, a Dio piacendo. Riy⬠è innamorata ma io non so se di te o di un altro [...] l’amato e il ricordato; loro non menzionano che un solo ragazzo […]

Nykl 1941, p. ٤٩

‫رياضا عاشقة الكني‬ ً ‫فقلت له االمر كاﺋﻦ ‹ان شاء› الله وان‬ ‫الادري الك ام لغريك و[اين رأ]ﻳﺖ املشعوق واملذكور فانه ّن ال‬ ‫يذكرن اال غالماً واح ًدا‬

Nykl 1941, p. 46

Le dije: “El asunto irá bien, si Dios quiere. Riy⬠está enamorada, pero no sé si de ti o de otro: hablé con Ma‘šûq y Maðkûr y ellas no mencionaron sino un joven...”

Levi della Vida 1941, […] although the gaps in the text make its understanding impossible, al-Maš‘ûq and al-Maðkûr cannot be names of p. 305b slave girls and must be epithets of the beloved: the supplement is hardly correct

‫رايت‬

Robinson 2007, p. 63 I said to him: “The matter will go well, God willing. Riy⬠is in love, but I don’t know if it’s with you or with another. I spoke with Ma‘shûq and Riy⬠was in love and they only mentioned a young man ….”

Nel lavoro di Nykl, a parte l’incoerenza relativa all’integrazione del testo arabo, v’è poi la questione di al-maš‘ûq e al-maðkûr. Personalmente concordo con Levi della Vida sul valore di questi termini (al-maš‘ûq e almaðkûr) come epiteti dell’amato: a f. 31v, non a caso, Bay⬠è indicato come al-maðkûr.165 Incongrua e difettosa, sul piano testuale è, invece, la versione di Robinson. Va poi considerata l’omissione, pur saltuaria, di alcuni versi e righe di testo. A f. 5v, per esempio, il componimento che inizia che inizia a riga 1:

‫بَ نْ َي الْ َج َوانِ ِح َوالْ َح ىَش تَتَضرََّ ُم‬

*

‫ُوب ِم َن التَّ َبارِي ِح الَّ ِتي‬ ُ ‫َدنِ ٌف يَذ‬

165 Il f. 29v corrisponde a f. 28v nell’edizione e traduzione di Nykl e f. 28r (sic) nella tradu-

zione di Robinson; Cfr. Nykl, Historia de los amores cit., pp. 45-56 e p. ٤٩; Robinson, Medieval Andalusian Courtly Culture cit., p. 63.



introduzione

65

si compone di cinque versi in totale. Nykl riporta correttamente tutti i versi nella sua edizione166 ma in traduzione ne omette uno: il quarto167. E così Robinson riporta in inglese solo quattro versi invece dei cinque attesi168. Altri casi di versi saltati nelle traduzioni, spagnola e inglese, si verificano a: f. 8r, dove dei sei versi arabi ne sono tradotti solo cinque169 e ai ff. 15v-16r, dove dei quindici versi arabi ne sono tradotti solo tredici170. Quanto alla prosa, segnalo la mancanza delle prime quattro righe del f. 30r nella traduzione inglese 171. Sebbene negli intenti la traduzione di Robinson volesse essere “a translation into English of the entire text”, dire che il testo presentato sia completo, non sembra corretto. Alla luce di questi e di altri, possibili esempi, una nuova edizione e traduzione del manoscritto Vat. ar. 368, è parsa, dunque, opportuna. 11. Nota all’edizione Il testo del manoscritto è stato edito tenendo conto di alcune linee guida per l’edizione dei testi arabi172. Il numero di carta è indicato tra parentesi tonde. La grafia è modernizzata. In alcuni casi ricorrenti, nei quali la grafia è stata normalizzata, una ÿâ’ è impiegata al posto di una ¬âd (così ÿulû‘ per ¬ulû‘ — plurale di ¬il‘, costola; ÿanà per ¬anà — logoramento)173. Sporadica è la presenza della dâl laddove una ðâl ­è attesa — caso che si rileva in alcune occorrenze del verbo akhaða174. 166 Cfr. 167 Cfr.

Nykl, Historia de los amores cit., p. ٨.

Nykl, Historia de los amores cit., p. 8.

168 Cfr.

Robinson 2007: p. 22.

169 Cfr.

Nykl, Historia de los amores cit., p. 12; Robinson, Medieval Andalusian cit., pp.

27-28. 170 Cfr.

Nykl, Historia de los amores cit., p. 25; Robinson, Medieval Andalusian cit., p. 41.

171 Il

f. 30 corrisponde al f. 29 nella traduzione inglese che, tra l’altro, non segnala il passaggio di foglio tra f. 28v e f. 29r; cfr. Robinson, Medieval Andalusian cit., p. 66. 172 Cfr. R. Blachère – J. Sauvaget, Règles pour éditions et traductions de textes arabes, Paris

1953; Ú. al-Munajjed, Règles pour l’édition des teste arabes, in Mélanges. Institut dominicain d’études orientales du Caire 3 (1956), pp. 359-374. 173 Per la frequente sostituzione, dovuta ad una analoga articolazione, della ÿâ’ con la ¬âd nei testi manoscritti, cfr. W. Wright, A Grammar of the Arabic Language, Beirut 19963: I, p. 6. 174 Wright a proposito della resa con altra lettera della ðâl nota: «In Egypt it is sometimes

z but oftener d», Wright, A Grammar cit., I, p. 6. Si tratta forse di un indizio, per quanto

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la storia di bay␠e riyâ



I versi sono vocalizzati. Un numero arabo appare ogni cinque versi. Ho ritenuto utile indicare la presenza di rubricature in rosso e del modulo grande — elementi di una scrittura distintiva impiegata nel codice — utilizzando il grassetto. In nota compaiono le forme classiche attese dalle quali il testo devia e la segnalazione di parole aggiunte nei margini o nell’interlinea175. Per quel che riguarda la punteggiatura ho indicato il solo punto fermo, laddove nel manoscritto compare un cerchietto che racchiude tre punti, e la virgola quando, nel manoscritto, compaiono tre punti semplici disposti a triangolo176. Per uniformità ho introdotto un punto fermo laddove nel manoscritto esso è stato omesso, probabilmente per mancanza di spazio, sebbene atteso, oppure laddove parrebbe essere semplicemente evanido. Nel codice, laddove la linea non è riempita per intero dal testo — caso che si verifica in presenza di versi e nella prosa immediatamente precedente — la fine di linea è riempita con due trattini obliqui: // . Non ho tuttavia riportato nell’edizione questo dettaglio. I segni impiegati nell’edizione sono i seguenti: […] = testo mancante dovuto a lacuna materiale [ ]

= integrazione di lacuna materiale

< >

= integrazione di parole o lettere in assenza di lacuna materiale

‫ و‬ ‫ ظ‬

= abbreviazione di waóh/recto = abbreviazione di ÿahr/verso

minimo, relativo alla provenienza dell’antigrafo? D’altra parte potrebbe anche trattarsi di un semplice lapsus calami. 175 Si tratta essenzialmente di omissioni (ar. saqýa), talora accompagnate da úaüü, come a f. 2r, f. 9v, f. 14r, f. 22v; per questo e altri tipi di errori ricorrenti nei manoscritti arabi, cfr. A. Gacek, Taxonomy of Scribal Errors and Corrections in Arabic Manuscripts, in Theoretical Approaches to the Transmission and Edition of Oriental Manuscripts. Procedings of a symposium held in Istanbul, March 28-30, 2001, a cura di J. Pfeiffer – M. Kropp, Beirut 2007 (Beiruter Texte und Studien, 111), pp. 217-235 e fig. 1-7 pp. 313-317. 176 Sulla

punteggiatura nei manoscritti arabi e in particolare sui tre puntini disposti a triangolo, cfr. M. Jaouhari, Notes et documents sur la ponctuation dans les manuscrits arabes, in Arabica 56 (2009), pp. 315-359: 346. Per un codice in maøribí con i tre puntini disposti a triangolo come segno di interpunzione, cfr. Tisserant, Une feuille arabo-latine cit., p. 330.

INDICE DEI MANOSCRITTI CITATI

Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana Vat. ar. 310: pp. 43-44. Vat. ar. 368: passim. Vat. lat. 12900: p. 43, 45-48. Dublino, Chester Beatty Library: Ar. 4120: p. 12, 56, 57, 59-60. Istanbul, Aya Sofia: 3397: p. 55. Leida, Biblioteca Universitaria: Or. 89: p. 58. Manchester, John Rylands Library: 646: p. 56. Parigi, Bulac (Inalco): Ar. 482: p. 57, p. 60. Tubinga, Biblioteca Universitaria: MA VI 279: p. 55.



TRADUZIONE ITALIANA

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la storia di bay␠e riyâ



(f. 1r) [...] immagine del ciambellano seduto [...] con lui la vecchia e immagine dell’ancella stante [...] (fig. 1). (f.1v) [...]

*

[...]

In spasimi il mattino appare e si fa sera

*

Non attendendosi altro che sofferenza o morte

Narra la Vecchia: Quando la giovane ancella terminò di cantare, il ciambellano le disse: «Kâ‘ib1, il tuo cuore è veramente severo col tuo amato» e lei: «Sì, per la tua vita!, mio signore». Quindi il ciambellano rivolgendo a me lo sguardo disse: «Sorella, quest’ancella non è forse graziosa?» ed io a lui: «Si, Dio faccia prosperare il mio signore, il ciambellano», poi questi chiamò: «Lâ‘ib» e si avvicinò un’altra ancella — carnagione chiara e capelli biondi, ugualmente col seno fiorente sul petto come due mele di perla su un vassoio di marmo; osservai le sue gambe ed ecco due cavigliere d’oro tempestate di pietre preziose: quando cammina il suo incedere sapiente rapisce, nonostante la sua giovane età, per eleganza, civetteria, grazia — e lei: «Al tuo servizio, mio signore e padrone» e questi a lei: «Chiama Riy⬻. Narra la Vecchia: dissi tra me e me: «Dio è grande» e poi: «Ci sono molte Riy⬠tra le ancelle». Quando Lâ‘ib andò al cospetto del ciambellano e si inchinò pensai che si sarebbe spezzata a metà, nonostante la grazia e l’agilità della sua giovinezza, per il peso dei glutei, la prominenza del petto, la vita sottile. Il ciambellano vedendomi che la osservavo mi chiese: «Dimmi, è attraente?», gli risposi: «Se non fosse attraente lei, dove altrimenti sarebbero grazia e bellezza?». Così discorrevamo quand’ecco si avvicinò un’ancella con, a destra, quattro damigelle e altrettante a sinistra. Lei, di bellezza indescrivibile e ineffabile, incede altera nel suo andare — inchinandosi come si china e si flette il tenero bambù: in silenzio, con orgoglio. […]2 (f. 30r)3 [… «…] hai rivolto la parola a un ragazzo — noi non lo conosciamo né lui ci conosce […] la gente e li vede [»… il] discorso sicché lei pianse e ciò mi dispiacque [… «…] fino a venerdì [...] affinché egli sia consapevole di questo fatto». Lei si alzò e le promise […] da quel giorno […] cibo, né bevanda, né nulla di nulla. Non tardò a farlo sicché la cosa perdurò e lei divenne debole e si trasformò ed è una cosa che mi addolora. Narra 1 Kâ‘ib:

“dal petto turgido”.

2 Lacuna 3 La

costituita da uno (o più) fogli mancanti.

scena qui riprende con la Signora (al-sayyida) che parla a Riy⬠di un incontro che ha avuto con un ragazzo (Bay�) e la Vecchia partecipa al colloquio.



traduzione ITALIANA

Fig. 1 – Vat. ar. 368, f. 1r.

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la Vecchia: Dissi alla Signora: «Dio mio!, come mi dispiace che la gente parli della vostra conversazione, conosca gli affari vostri e divulghi i vostri segreti. Questa è una faccenda seria». Narra: Quando dissi questo Riyâ¬, che aveva in mano un bicchiere di cristallo pieno di vino, lo gettò a terra, lo ruppe, si graffiò il volto, pianse e principiò dicendo: Per la mia vita! Non ho certo desiderato passeggiare

*

sulla sponda del Õarõâr per turpitudine e dissolutezza

Ma ho solo voluto giocare

*

ed essere spiritosa cosa che loro hanno interpretato in modo falso

Se anche vivessi mille anni e non * avessi

altro sostentamento per me che quella passeggiata

Non la gradirei e ne farei a meno *

la verità è il meglio che si possa dire

Quindi si asciugò gli occhi con la manica della tunica. Narra la Vecchia: Non rimase davvero nessuno senza piangere per le sue lacrime; la Signora si alzò dal suo podio supplicandola4. Io l’ho vista prima che piangesse e, mio Dio!, non avrei immaginato niente più bello di lei al mondo, ma allorché pianse divenne più bella di prima: quando le si accesero le gote e le lacrime vi scorsero su come gioielli, la sua bellezza raddoppiò, e quando lo spirito stava per esalare e la coscienza per venir meno, la sua bellezza e leggiadria ci stupirono. Noi tutte, senza eccezione, ci alzammo per andare da lei e la supplicammo, ma lei piangeva sempre di più. (f. 30v) Disse la Signora […]: «continuerò a stare in piedi fino a che Riy⬠non sarà contenta»; quando [Riy⬠udì] questo sorrise stizzita. Quel sorriso era come una nuvola […] come se il sole sorgesse sul suo volto al suo sorridere. Al che la Signora disse: «Riyâ¬, sia come desideri — a Dio piacendo — quand’anche ne morissi per questo». Narra la Vecchia: Le dissi: «Magari non fossi venuta! Sono io che ho provocato questo a danno vostro». Rispose la Signora: «Dio mi protegga! Al contrario, tu hai alleviato una grande preoccupazione, io ero infatti arrabbiata con lei da quando è stato quel che è stato e ho continuato ad esserlo fino a che non ho dato ordine a tutte le ancelle a corte di prendere […] e di pensare alle cose del divertimento. Ho ordinato di preparare quel che occorre di buon [cibo] e di altro che sarebbe lungo da raccontare; ho ordinato di filtrare le bevande, di […] e i bicchieri di cristallo, di preparare le tovaglie, di dispiegare la 4 Cfr.

l’espressione: raøiba ilayhi «he prayed to him or supplicated him», Lane, An ArabicEnglish Lexicon cit., III, p. 1110c.



traduzione ITALIANA

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seta, i cuscini dorati di lana e seta e di seta e tutto il necessario». Narra la Vecchia: Mi alzai, salutai Riy⬠prima della Signora e presi a dire: Riyâ¬, ti porgo il mio saluto giacché

* ti vorrò bene, fino a che i colombi canteranno su un ramo

Rivolgerò il saluto a te prima che * cui devi il diritto della servitù, se è a colei bene Così facendo non le mancherei di * ho visto che il suo cuore è in pegno rispetto senonché nel palmo della tua mano Starò in guardia, se ritardo la tua * faccenda di un istante 5

A voi il saluto dal Signore dell’umanità

*

morrò e avrò timore di andare a finire nel sudario […] fino a che i colombi si lamenteranno su un ramo

Narra la Vecchia: Mi allontanai e, con me, Riy⬠che mi veniva dietro dicendo: «Mia Signora, che tu sia per me largamente ricompensata!»; mi congedai da lei, mi diressi verso casa mia e ho trovato tuo figlio in piedi5 […] (f. 28r/v)6 (f. 29r) […] accanto alla sua testa e dissi: «Svegliati, addormentato! Colui che pretende [...» … e recitò questi] versi: […] destati, innamorato! Ti offro una chiara evidenza

* L’unione è il più dolce desiderio di chi ama *

ascolta quel che dico, il mio parlare è franco

Immagine della vecchia che, in casa sua, entrata da Bayâ, lo trova addormentato e, sedutaglisi accanto al capo, gli recita versi (fig. 2). (f. 29v) Narra la Vecchia: Allora egli si destò dal sonno asciugandosi la saliva da […]: «Un innamorato che dorme fino a che gli scorre la saliva? Questo […] e lo struggimento». Quando udì le mie parole improvvisò questi versi, dicendo: 5 La

Vecchia si rivolge qui al padre di Bayâ¬, come accade nei codici D e P.

6 Foglio

di restauro moderno.

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la storia di bay␠e riyâ

Fig. 2 – Vat. ar. 368, f. 29r.





traduzione ITALIANA

Non ho dormito ma ho sperato che colei che

*

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mi ha consumato il cuore apparisse in sogno

Ciò che avevo sperato è avvenuto, * ho visto colei che amo ma non le senonché ero vicino. Magari la vedessi da sveglio Questa è colei per l’amore della quale il mio cuore soccombe

*

e poi, subito, morissi!

* e per lei la mia pazienza è apparsa evidente e la mia sopportazione visibile

Narra la Vecchia: Allora dissi: «Trattieniti! Dio ha già aperto una porta attraverso la quale io vedo, se Dio vuole, successo e felicità» e lui: «Qual è? Dio avrà pietà di te», risposi: «Proprio così», gli descrissi come si erano svolti i fatti col racconto di Lâ‘ib e Kâ‘ib e di quel che mi era capitato insieme a tutte le ancelle, col racconto del ciambellano e del suo amore per Riyâ¬, dell’affetto della sua Signora per lei, il suo vezzeggiarla e cercare di compiacerla; ancora, lo informai della promessa7 e a causa di questo perse le staffe. Mi domandò: «Come ho a che fare con questo?», gli risposi: «La faccenda è in evoluzione, a Dio piacendo. Riy⬠è innamorata ma io non so se di te o di un altro [...] l’amato e il ricordato; loro non menzionano che un solo ragazzo […] nelle passeggiate ed io, nel parco, ero nel gruppo con loro e loro sono in collera […] la causa in questo. Dunque è possibile che ciò che era distante si sia avvicinato, ciò che era intenso si sia affievolito e quel che […] e a Dio piacendo, la promessa è per venerdì». Narra la Vecchia: L’ho visto [cambiare] colore, tremare per l’emozione (f. 2r) ed agitarsi sicché mi pentii di ciò che gli avevo detto e pensai che sarebbe potuto impazzire. Non gli parlai fino a che si calmò, poi mi chiese: «Che cosa significa questo?», gli risposi: «Che mai desideri più di questo? Ti ho informato con semplicità e tu sei trasecolato, ti sei turbato e sconvolto. Se avessi riflettuto di più, non l’avresti fatto. Ti trovo sciocco, mio Dio! E la prova della tua scarsa intelligenza è che tu ti sei innamorato nella casa del ciambellano conscio del suo potere e della sua autorità, dell’elevatezza del suo rango, del suo amore per Riy⬠e di ciò che lei rappresenta per lui. A maggior ragione ché tu sei un estraneo e di un altro paese! Questo è assurdo». Narra la Vecchia: Quando udì questo, cadde faccia a terra e il sangue gli colò sul viso. Allorché lo vidi in quello stato, dissi a me stessa: «Que7 La

promessa cui si allude è quella di Riy⬠di non toccare più cibo, vedi supra f. 30r; ma anche il resto dei fatti che la Vecchia riferisce — l’amore del ciambellano e l’affetto della Signora per Riyâ¬, Lâ‘ib e Kâ‘ib, etc... — sono narrati tra il f. 1 e il f. 30.

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sta è una grave colpa da me commessa mio malgrado: ho illuso questo povero straniero e poi l’ho ferito. Magari non l’avessi illuso affatto!». Egli rimase col volto a terra per un po’, poi alzò la testa e il sangue gli colava dalla ferita. Vedendolo così ebbi compassione per il suo stato. Si rivolse a me: «Madre, qual è la soluzione?»; risposi: «Figlio mio, l’amore richiede discrezione, non scandalo. Tutti gli innamorati di cui abbiamo sentito, come Qays, Kuõayyir e ‘Urwa8, e gli amanti — innumerevoli da ricordare — hanno sofferto per aver menzionato l’Amato in poesia, per aver squarciato i veli, per aver perso — per amore — la testa e la reputazione, per essere caduti per le strade, svenendo e perdendo il ritegno. Mentre di chi ha mantenuto il segreto e le apparenze, di lui nulla è noto né se ne ha memoria. Molti hanno amato, ma non li si conosce; solo si conosce chi si è disonorato pubblicamente». Narra la Vecchia: Mi disse: «Madre, perché non dovrei parlarti se tu dici il vero? Eppure l’amore è l’ospite dei nobili, l’ornamento dei cortesi e l’amico degli arguti», ed io a lui: «Che cosa fai? Ho visto Riyâ¬, mio Dio!, innamorata, affettuosa e convinta il doppio di te. La sua Signora desidera organizzare un festino e che tu vi partecipi, affinché la tua presenza rallegri la riunione. Noi siamo d’accordo per venerdì, a Dio piacendo. Quando sarai lì, tieni a freno il tuo animo e controllalo razionalmente; quando guarderai, il tuo sguardo sarà rivolto verso la Signora e verso di me, come se non provassi nulla in te. Le persone migliori sono quelle che prendono le misure prima di tagliare e che riflettono prima di decidere. Se vedi la tua amata Riy⬠pacata, silenziosa, paziente e calma, così come apparirai tu, allora desiderala; ma se la vedessi volubile e impulsiva, non legare a lei la tua anima e allontana da lei il tuo cuore. La ragione è la creazione più bella e il miglior dono che l’uomo possiede. Bayâ¬, ricorda […]».

8 I

nomi citati sono quelli di tre personaggi noti per il loro folle amore: il primo, Qays, è Qays b. al-Mulawwaü ovvero Maónûn Laylà “il pazzo di Layla” — protagonista di una romantica storia d’amore che può essere datata alla seconda metà del I/VII secolo, su Qays/ Maónûn Laylà cfr. Ch. Pellat, Madjnûn Laylâ — In Arabic Literature, in E.I. n.e. cit., V (1986), pp. 1102b-1103b; il secondo, Kuõayyir, è Kuõayyir b. ‘Abd al-Raümân — poeta della scuola ‘uðrita di epoca omayyade, la cui vita ha ispirato molti cantastorie e i cui versi sono stati talora usati per costruire lo stereotipo dell’amante ideale, su Kuõayyir b. ‘Abd al-Raümân cfr. I. ‘Abbâs, Kutayyir b. ‘Abd al-Raümân, in E.I. n.e. cit., V (1986), pp. 551b-553a: 551-553; il terzo, ‘Urwa, ovvero ‘Urwa b. Üizâm, morto per amore, è anch’esso un poeta simbolo dell’amore ‘uðrita della prima epoca omayyade, su ‘Urwa b. Üizâm, cfr. Th. Bauer, ‘Urwa b. Üizâm, in E.I. n.e. cit., X (2000), pp. 908b-909a. Sull‘amore ‘uðrita, cfr. R. Jacobi, ‘Udhrí, in E.I. n.e. cit., X (2000), pp. 774b-776a con bibliografia.



traduzione ITALIANA

Fig. 3 – Vat. ar. 368, f. 2v.

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Immagine della Vecchia che consiglia Bay␠e lo mette in guardia (fig. 3) (f. 3r) Narra la Vecchia: Quando terminai di raccomandarmi egli venne verso di me e baciò la terra davanti a me. Gli dissi: «Figlio mio, non desidero questo da te, piuttosto ciò che desidero da te è che tu sia presente a te stesso, che soppesi e ponderi quel che dirai entrando nel palazzo di una donna aristocratica»; mi rispose: «Se tutto quanto deve essere in questa maniera, allora non potrò mai entrare nella sua dimora» ed io a lui: «Certo che sarà così! Senonché la Signora crede che sia per divertirsi, svagarsi e passeggiare, ma tutto questo è per compiacere Riy⬠col suo affetto per lei: i re amano le feste in giardino». Narra la Vecchia: egli mi disse: «Madre, che tu sia ben ricompensata. Se decidessi di sincerarti della promessa e sapere che cosa è accaduto dopo che te ne sei andata, andresti al palazzo e sapresti verificare la questione?» risposi: «Sì», quindi mi diressi verso il palazzo, domandai permesso e mi fu concesso. Quando fui dentro il palazzo, vidi Riy⬠come una stella splendente nel buio della notte, indossava una sottoveste trasparente verde e si era cinta in vita con una fascia di seta rossa — e, mio Dio!, poco mancò che si rompesse per quanto era sottile — e anche lei era sul punto di spezzarsi tanto era esile e delicata; andava a destra e manca esaminando quel che andava bene per la festa; la servitù le passava davanti con recipienti di bontà, di amuse-bouches da mangiare con il vino9 e ogni specie di dolci. Lei aveva in mano una canna di bambù con la quale batteva la servitù un po’ per scherzo un po’ sul serio. Le presi la mano e la condussi fuori […], le dissi: «Riyâ¬, Bay⬠ti saluta […] per amor tuo. Dimmi: qual è lo stratagemma e come va la questione?»; lei domandò: «Chi è [Bayâ]¬?» risposi: «Il ragazzo cortese e sensibile che tu hai visto dal più alto degli alberi, che stupito ti ha recitato i suoi versi. Il vostro appuntamento era per venerdì». Narra la Vecchia: Allorché le riferii questo (f. 3v) lei svenne. Accorsero le domestiche e dissero: «Come sta la nostra cara Riyâ¬? Oddio!, la nostra esistenza si rattristerebbe e la nostra speranza si spezzerebbe se le fosse accaduto qualcosa», quindi la soccorsero aspergendole il volto con acqua di rose e canfora.

9 Per l’arabo anqâl (plurale, insieme a niqâl, di naql): «7. confitures sèches, sucreries, tout

ce qu’on sert pour manger en buvant du vin», A. De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire ArabeFrançais, Paris 1860, 2 voll.: II, p. 1332.



traduzione ITALIANA

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Immagine di Riy␠svenuta, delle ancelle, e con loro la Vecchia, che le aspergono il volto con acqua di rose e canfora e immagine del palazzo

(fig. 4)

Narra la Vecchia: Quando riprese i sensi disse alle domestiche: «Non dovete riferire (f. 4r) alla Signora ciò che avete visto. Questo avviene solo quando mi agito molto, contrariamente al mio solito». Loro mantennero il segreto e tornarono alle loro occupazioni, mentre io mi appartai con lei una seconda volta. Le chiesi: «Cosa pensi?» e lei rispose: «Sì, quando ci raggiungerà nel parco ci stia dappresso e quando sentirà il nostro movimento egli farà un segnale lieve, udibile per qualcuno che si trova su quel sentiero». Narra la Vecchia: Rassicuratami su di lei, mi congedai e mi recai da lui riferendogli la notizia. Passata quella notte, al mattino ci avviammo verso il luogo convenuto, io camminavo e lo lasciai che andava in direzione del fiume al detto parco. Vidi che aveva portato un bel10 liuto, ma non sapevo che ne possedesse uno. Quando arrivai al parco […] tovaglie, tappeti, sedili, recipienti per cibi e bevande […] con ciò che si addice alle loro pari […]. Mi sedetti un po’, ed ecco avvicinarsi il gruppo e la folla11 con cuscini di seta e portantine [...] dotate di intelligenza e i giovani. Pensai davvero che il parco […] di quel che ho visto della loro bellezza, del loro meraviglioso aspetto e dello splendore della loro leggiadria […], dopo il gioco, la contesa […] e vari tipi di […] il sudore sulle gote […]. Dopo di che la Signora disse loro: «Sedetevi [...]», allora si sedettero e arrivò il buon cibo selezionato […] e fu offerta frutta di ogni specie, tutta meravigliosa. Poi ordinò che tutto quello […] i servitori che stazionavano alla porta (f. 4v) del giardino. Quindi fu la volta del divertimento e della musica e iniziarono i canti. La Signora disse a una sua giovane ancella di nome Šamûl12: «Canta per noi» e lei: «Sì, con piacere»; quindi prese il liuto, lo accordò e si mise a cantare questi versi

10 Cfr.

R. Dozy, Supplément aux dictionnaires arabes, Leyden 1881, 2 voll.: II, p. 696a, s.v.

naÿíf. 11 Cfr. 12 

De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 855b, s.v. kabkaba.

Šamûl: “vino”.

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la storia di bay␠e riyâ

Fig. 4 – Vat. ar. 368, f. 3v.





traduzione ITALIANA

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Immagine di Šamûl che suona il liuto nel giardino al cospetto Signora e immagine delle damigelle e della vecchia che, insieme a loro, ascolta (fig. 5)13

della

(f. 5r) Soggiogato dalla passione sono pazzo d’amore13,

* mi ossessiona e il cuore si strugge d’amore

La passione mi logora e mi si offre * la tristezza mi lacera d’angoscia e una coppa pena Sono stato colpito dalla passione * con strali di morte

5

che non hanno risparmiato illusioni e desiderio

Non ho una ulteriore palpebra rorida

*

che versi copiosamente lacrime sulle gote

Fu a causa di una tenerezza di fanciulla esile e delicata14

*

i cui occhi scatenano nel cuore guerra

Quando lei guarderà con sguardo * la morte si insinuerà nelle viscere compiacente lentamente Narra la Vecchia: Quando la ragazza terminò la sua poesia, la Signora le disse: «Dio mio!, Šamûl, mi sei proprio cara! Continua a cantare per noi» e lei: «Sì, con piacere», quindi accordò il liuto e intonò quei versi dicendo:14 La passione si diverte con chi si ammanta di pazienza

* ma io seppellisco i miei segreti in una tomba

Mi dolgo del dolore che provo

* tra le costole, come un bruciore di brace

Le mie lacrime, vampa di dolore, * errano di qua e di là Mi dolgo di una passione che risiede nell’animo

sopra il petto come rovescio di pioggia

* e il cui amore bruciante si trova tra il cuore e il petto

13 L’aggettivo úabb (innamorato pazzo) è al maschile e così, qui e altrove, tutto il tema dei versi d’amore procede secondo una prospettiva maschile, sebbene declamati da un’ancella. Questo si collega al fatto, richiamato più avanti nel racconto, che le ragazze al seguito della Signora ripetono versi di altri, senza comporne, cfr. ultra f. 10r. Sulle qiyân, cfr. Ch. Pellat, 'ayna, in E. I. n.e. cit., IV (1997), pp. 820b-824a; K. Richardson, Singing Slave Girls (Qiyan) of the ‘Abbasid court in the Ninth and Tenth Centuries, in Children in Slavery Through the Ages, a cura di G. Campbell – S. Miers – J. C. Miller, Athens (Ohio) 2009, pp. 105-118. 14 Cfr.

De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., I, p. 793b, s.v. ru’d.

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la storia di bay␠e riyâ

Fig. 5 – Vat. ar. 368, f. 4v.



5

traduzione ITALIANA

Certo, chi si lamenta sempre come * me

83

non ha scuse, se dorme, tra la gente

La Signora disse: «Brava!» poi chiamò: «Øaydâ’15» e le rispose una giovane ancella simile al sole nell’orizzonte del cielo; le disse: «Ti chiedo di prendere il liuto e di cantarci qualcosa», lei prese il liuto, lo accordò e prese a cantare questi versi dicendo: (f. 5v) Un ammalato grave si consuma per * tra il petto e le viscere, divampano i dolori che, Per un sospiro che, per il calore del * le cortine del cuore, il suo corpo e desiderio, ha dissolto le ossa Ohimè, a causa dell’amore e del suo tormento

* la pazienza è lontana e le viscere straziate

Chi si consola con l’amore ardente? * quando stavo per non pensarci più, Ecco che il mio cuore si ammala 5

Colui che amo ha un cuore tranquillo

*

mentre, a causa sua, io piango lacrime per amore

Quindi il vino girò, fra loro, per un po’. La Signora disse: «Kâ‘ib, ti ordino di cantare» e lei: «Sì, con piacere», così prese il liuto e intonò questi versi dicendo: * un fuoco, non mi lasciare turbato Censore, nel mio animo il e inquieto biasimo è Abbi compassione di un piccolo schiavo d’amore che soffre, ammalato

*

sopporta la tristezza e sostiene angoscia e insonnia

Giorno e notte è immerso in mari * di malinconia

chi aiuterà, dunque, il naufrago nei mari di desiderio?

L’amore è traboccato ed è visibile * sulla superficie delle gote

poi si è scaldato con l’acciarino della passione incendiandosi

Narra la Vecchia: Dopo di che prese il liuto un’altra ragazza di nome ‘Uqar16, lo accordò e prese a intonare questi versi dicendo: 15 Øaydâ’: 16 ‘Uqar:

“a woman soft and tender”, Lane, An Arabic-English Lexicon cit., VI, p. 2314c.

“Wine […] or wine that does not delay to intoxicate: so called because of its taking hold upon the intellect or contending with it for superiority”, Lane, An Arabic-English Lexicon cit., V, p. 2110a.

84

la storia di bay␠e riyâ



Prima di questo non sapevo che cosa fosse l’amore,

*

finché non ne sono stato colpito e sono diventato uno dei suoi prigionieri

A causa dell’amore ho provato privazioni

*

e tormento, desiderio e passione

Ha avvolto il mio corpo in un patente dolore

*

che sempre mi affligge e mi consuma

Non biasimatemi, io sono schiavo * il cuore è afflitto per colui che ama d’amore (f. 6r) La Signora disse: «Malíü17, canta per noi!» e lei rispose: «Sì, con piacere» e prese a cantare dicendo: Mi sono ubriacato d’amore ma, di * vino,

sebbene più frequente, non so ubriacarmi

Il vino circola nelle vene ma la passione

*

non ha avuto, per me, lo stesso scorrere del vino

L’amore è, nel cuore, un fuoco senza scampo

*

non come un vino che inebria

L’ebbrezza passa ma non l’amore *

il vino è allegria, l’amore preoccupazione

Il vino, chi ne beve, lo vedi provar * piacere

il vino dell’amore è davvero insopportabile

La Signora disse: «Dio mi scampi da un amore che, a causa della sua asprezza, non è piacevole e che, per la sua intensità, non si può realizzare. La migliore delle cose è quella che sta in mezzo, la più equilibrata, la meta da preferire» e poi ordinò: «Mudâm18, prendi il ýunbûr19 e canta per noi». La fanciulla prese il ýunbûr, lo accordò e iniziò a intonare questi versi di­ cen­do: Ho raggiunto colui che amo e senza biasimo 17 Malíü:

ho considerato giusto perder il ritegno

“salato, grazioso, attraente, arguto”.

18 Mudâm: 19 Sul

*

“vino”.

ýunbûr, dal collo più lungo e dalla cassa di risonanza più piccola rispetto al liuto (‘ûd), cfr. H. G. Farmer Ýunbûr — History of the Instrument and its Usage, in E.I. n.e. cit., X (2000), pp. 624b-626a.

5



traduzione ITALIANA

Per amore non ho risparmiato sforzi e pazienza Ho unito le mie pene e ho trascorso la notte insonne

5

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* ho rinunciato ai miei piaceri che erano divenuti proibiti *

impedendo al mio occhio di assaporare riposo

Ho reciso la corda della sopportazione per l’ubbidienza all’amore

* e ho reso lo sparger di lacrime un diritto

Non avrò né conforto né ristoro

*

fino a che andrò incontro al destino decretato dal Cielo

La Signora disse: «Dio mi scampi dai sospiri d’amore e dal perdere il senno, chi ne è colto è colpito da una grande disgrazia». Il canto fu interrotto per far parlare la Signora e Riy⬠starnutì (f. 6v) due volte. La Signora disse: «Dio è grande! L’ospite è con noi. Alzati, Riyâ¬, il nostro ospite potrebbe sorprenderci». Mentre noi stavamo così, ecco che sentimmo con chiarezza un singolo schiocco di dita; egli attaccò col metro ýawíl e proseguì col kâmil20, quindi intonò questi versi dicendo: Che ha il censore? Lo brucino i fuochi dell’amore

* e il suo cuore e le sue costole siano scottati dal desiderio

Diventi desideroso dell’amore di un * fino a che veda le lacrime sul suo amante tiranno petto Sarà infelice e, ogni giorno, riceverà in sorte dispiaceri Il cuore, preso dal desiderio, scaglierà improperi contro le viscere 5

*

dal suo destino e dolori dalla malattia

* i suoi occhi piangeranno lacrime di tristezza

Ha rinunciato al sonno e passa la * una stella di cui vede il tramontare notte ad osservare nel cielo e il levarsi La notte è insonnia, egli non trova * e il mattino rende chiaro il suo […] pace, Di giorno desidera mordersi la punta delle dita

20 Per

*

di sera ti manifesterà la sua sottomissione

una tabella sinottica dei metri arabi, cfr. G. Weil, ‘Arû¬, in E.I. n.e. cit., I (1986), pp. 667-677: 670.

86

la storia di bay␠e riyâ



Guardati da un cuore che l’amore * la passione lo ha circondato e lo ha ha reso schiavo! tutto estenuato Narra la Vecchia: Quando Riy⬠udì ciò riconobbe il canto, abbassò lo sguardo, tacendo, vergognosa e timorosa che la sua Signora la osservasse. Iniziò a salire sull’albero, ma le sue vesti si impigliarono ed ebbe timore di cadere a terra. La Signora la sgridò: «Riyâ¬, ti ordino di scendere!» poi si rivolse a un’altra ancella: «Sali, fa scendere Riy⬠e vedi chi è colui che canta». L’ancella salì in cima all’albero, quando ebbe dato un’occhiata e dopo averlo scorto scese e disse: «Signora, l’ho visto: è un ospite davvero piacevole: giovane, di chiaro ingegno e di bell’aspetto. Se tu ritieni lecito che questi stia con noi fino al tardo pomeriggio, noi ne approfitteremo per questa giornata». Egli […]21. (f. 7r) Quindi Bay⬠arrivò davanti a me, lei [i.e. La Signora] fece venire del cibo e mi disse: «Mangialo, sù, cara!», così feci e anche lui mangiò un pasto appetitoso, eccellente, sublime. Il cibo fu poi portato via e lei gli disse: «Bevi qualcosa!» rispose: «Sì» e gli fu dato da bere. Poi la Signora si rivolse a un’ancella di nome Ýarûb22: «Ýarûb, prendi il liuto e canta per il nostro ospite»; rispose: «Sì, con piacere». Quindi prese il liuto, lo accordò e prese a cantare dicendo:23 I dardi dello sguardo hanno spezzato il mio cuore

* la pazienza è svanita e il mio corpo è diventato debole

Il sonno mi rifugge e mi tiene sveglio

*

con il dolore delle pene e della melanconia

Quello che ho è grande ma non vedo

*

nessuno al mondo che mi aiuti

Basta censura! Io vi riscatto23

* poiché quello che ho è il tormento più grande

Narra la Vecchia: Quando l’ancella terminò la sua poesia baciò la terra davanti a Bayâ¬, pose il liuto nel suo grembo e gli disse: «Mio signore, fa onore alla buona opinione che ho di te!», allora Bay⬠lo prese e iniziò a cantare quei versi dove dice: 21 Il

testo non prosegue in modo consequenziale al foglio successivo: manca probabilmente un foglio che doveva contenere una miniatura — come dimostrano le tracce ancora visibili a f. 7r. 22 Ýarûb: 23 Cfr.

“allegro, gaio”.

De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 557a, s.v. fadâ.



traduzione ITALIANA

Ho impedito alle mie palpebre di * gustare la veglia Ho continuato a star sveglio, poi ho detto al mio sospiro

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e ho imposto loro di non incontrare riposo

* Perdi tra le costole l’esca del fuoco

Cuore mio, consumati! Fuoco del * mio respiro

fa sì che l’amore irrompa e lo renda più grande

La passione d’amore mi ha fatto male al cuore

ha incendiato i desideri e ha sciolto le loro catene

*

Narra la Vecchia: poi tacque per un po’. Quindi prese a intonare questi versi: (f. 7v) L’amore e il desiderio mi hanno scagliato addosso strali di morte

5

* e già ve n’era nel mio cuore che di conseguenza si è indebolito

Una malattia mi ha pervaso l’animo, nel mio cuore è la sua dimora

*

la chiave della tristezza è stata un’occhiata

Tu, dal cuore triste e sofferente

*

che va e viene per mari di morte

Non conoscevo l’amore e il suo tormento

* ebbene eccomi innamorato pazzo e questo amore è un compagno fedele

Sono andato verso la passione logoro d’amore

*

il mio cuore è cambiato a causa dei tormenti

Narra la Vecchia: Quando terminò la sua poesia tirò un profondo sospiro e prese a cantare questi versi: A causa del calore dell’amore c’è una fiamma tra le costole

*

a causa della passione nel profondo del cuore c’è un serpeggiare

L’amore ha un potere che vince sull’anima

* davanti a lui la durezza del ferro si scioglie

Ma io l’ho voluto amico e compagno

* anche se a causa sua nel cuore c’è una fiamma

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la storia di bay␠e riyâ

Col desiderio mi dimostra il calore * del suo ardore



a causa sua mi sono abituato a struggimento d’amore e pianto

Quando terminò la nawba24 baciò il liuto e lo pose sul tappeto, poi disse: «Questa è la mia abilità nel canto». La Signora si rivolse a lui: «Bravo, davvero!, ti sei espresso a meraviglia25. Ti chiami proprio Bayâ¬! Raccontami di te e di chi sei figlio». E lui : «Sono Bay⬠b. Üusayn b. Muüammad b. Idrís al-Khuzâ‘í26 della città di Damasco in Siria. Ero partito con mio padre diretto a questo vostro paese per affari, mio padre se ne è andato e mi ha lasciato alcuni beni. Mi stavo riposando e passeggiavo lungo la riva di questo fiume dove mi svagavo ed ero lieto fino a che, dopo alcuni giorni, mi apparve tra gli alberi una fanciulla27. (f. 8r) Non l’ho seguita fin qui tranne oggi». La Signora disse: «Ma ora seguirai noi ogni venerdì, perché noi siamo qui!» e poi gli chiese: «Bayâ¬, se la vedessi, riconosceresti la ragazza che ti ha parlato?», rispose: «Certo, giuro, mia Signora!». La Signora gli disse: «Lei» e accennò a Riyâ¬. Bay⬠la guardò e disse: «Senza dubbio». La Signora domandò: «Bayâ¬, per la tua vita, non è, forse, graziosa?»; lui le rispose: «Mia Signora, la luna e le stelle risplendono della luce del sole e il sole brilla della luce di lei». Gli disse la Signora: «Grazie, il tuo affetto è sincero. Sei di buona stirpe e di intelligenza arguta. Tieni per te tutto ciò che vedi, non rivelarlo e sii cortese», le rispose Bayâ¬: «Mia Signora, su questo è stato detto. Ossia sono tuo servo che si consiglia e impara, Dio e il Suo Profeta mi proteggano». Narra la Vecchia: Poi la Signora ordinò a una sua giovane ancella di cantare, questa prese il liuto, lo accordò e iniziò a intonare questi versi: Ho sellato lo sguardo dell’amore come una cavalcatura L’amore ha ordinato la mia perpetua sottomissione

*

a causa dei desideri ho percorso una strada

* ed io ho reso la mia sottomissione all’amore una corona

24 Per

la nawba, componimento composto da una serie di singoli pezzi organizzati in una sequenza standard, cfr. O. Wright, Nawba, in E.I. n.e. cit., VII (1993), pp. 1042a-1043b pp. 1042a-1043b. 25 Per

il senso del verbo atà (costruito con bi-) per: esprimersi, dire, fare qualcosa, cfr. Lane, An Arabic-English Lexicon cit., I, p. 16a. 26 La catena onomastica di Bay⬠così come appare nel manoscritto vaticano corrisponde a quella del codice di Dublino e di Parigi, vedi infra. 27 In

questo modo è dunque avvenuto il primo incontro di Bay⬠con Riyâ¬.



5

traduzione ITALIANA

89

Ho esposto la mia guancia alla terra per lui

*

che non è bisognoso di dignità

Vedo la mia malattia come un gioiello e una cosa bella

* ne vado molto fiero benché ne sia turbato

Ho voluto ciò che ricevo in sorte

* ma a causa sua incontro ostacoli

Anche se l’amore ha consumato il * il cuore non ha cambiato itinerario mio corpo Quando la ragazza terminò la sua poesia la Signora le disse: «Brava, Dio ti benedica!». (f. 8v) Poi disse: «Surûr28, canta per noi così che il nostro ospite non si faccia beffa di noi», e Bayâ¬: «Signora, e non per cortesia!». Così disse e la giovane ancella prese il liuto, lo accordò e iniziò a cantare questi versi: Ho sciolto i freni e manifesta è la * mia depravazione

ho versato lacrime e il mio buon senso si è dissolto

Sono diventato familiare con * ho sostituito il gusto del sonno con l’amore, essendo noto a causa sua l’insonnia Ignaro, ho afferrato le trepidazioni * le privazioni d’amore hanno ferito della passione il mio cuore Mi hanno colpito dardi provenienti * da occhi malati

si sono scagliati sul mio cuore vincendo il mio comando

Narra la Vecchia: Quando Bay⬠udì le parole della Signora e non appena Surûr ebbe terminato la sua poesia, egli prese il liuto, lo accordò e prese a intonare questi versi: L’amore mi ha chiamato quando * mi ha chiamato e io gli ho risposto Mi ha posto tra i fianchi e le viscere

*

Povero occhio che quando la notte * è scura Povero corpo la cui malattia è lunga 28 Surûr:

“gioia, letizia, allegria”.

*

e mi ha porto un amaro calice un sospiro e un fuoco il cui divampare non affiora osserva il buio fino a che non si secca versando lacrime povero occhio la cui pena deriva dalle privazioni d’amore

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la storia di bay␠e riyâ



Narra la Vecchia: Quando terminò la poesia la Signora disse: «Riyâ¬, non ti ordino altro che di cantare una nawba: amo te e il tuo canto», lei rispose: «Sì, con piacere», quindi prese il liuto, lo accordò e si mise a cantare questi versi: Lo strale delle palpebre è rivolto a * ciò che c’è nel cuore e Chi ha amore nel cuore è tradito

alle lacrime versate a causa sua, sottomesso e oppresso

* dalle lacrime quando traboccano e si spandono

Chi soffre per una separazione che * lo tormenta Di notte è insonne e l’animo è perdutamente innamorato Miei censori, smettete di criticarmi! Sono scomparse

*

è bruciato ardentemente dall’incendio dell’amore sopporta la tristezza, lo strug­ gimento, l’angoscia e la fatica

* le tracce della pazienza ma la pas­ sione d’amore non è andata via

Immagine di Riy␠che suona il liuto davanti alla Signora nel giardino e immagine di Bayâ, della Vecchia e di tutte le ancelle (fig. 6) (f. 9v) La Signora disse: «Brava! Canta ancora per noi» e lei: «Sì» e si mise a cantare: Che cosa ha l’innamorato pazzo se *

(f. 9r)

sulle gote gli scorrono lacrime?

Tra le viscere c’è desiderio ardente * un sospiro è nascosto tra le costole e amore La giornata di colui che ama inizia * triste

di notte il sonno lo fugge

Il suo corpo è pelle e ossa e nel suo * cuore c’è un fuoco

perciò è afflitto e col cuore spezzato

Narra la Vecchia: Quando Riy⬠terminò la sua poesia Bay⬠disse: «Il suo corpo ha diritto di deperire e il suo cuore di rompersi percorrendo l’amore senza tornare». Alle sue parole Riy⬠sorrise, sospirò e iniziò a dire:

5



traduzione ITALIANA

Fig. 6 – Vat. ar. 368, f. 9r.

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la storia di bay␠e riyâ



Il mio cuore accusa il mio occhio e * ognuno è schiavo dell’altro a causa l’occhio accusa lui dell’amore e della passione Questo è ferito a causa dell’uno e * che sparge lacrime sulle gote come quello a causa dell’altro è fiume perle Rivela l’amore occultato e il suo desiderio

*

gridando: […]

Quando Riy⬠terminò di cantare la sua poesia Bay⬠le prese il liuto dalle mani, lo accordò e iniziò a intonare questi versi: Chi è innamorato dovrebbe amare * se quello che lo deve trattare con in modo sincero giustizia è equo Altrimenti non c’è né sincerità, né * se sulla soglia della verità arriccia critica di censore il naso Non c’è amore se non lo si crede puro

* e chi critica nei suoi giudizi non è equo

Innamorato, il cui cuore si consuma

* per le privazioni d’amore e palpita!

Immagine di Bay␠che suona il liuto al cospetto della Signora e della sua servitù (fig. 7) (f. 10r) Quando Bay⬠terminò la sua poesia, Riy⬠gli disse: «Chi tradisce, si allontana e non è equo — nonostante la possibilità di ritrovarsi e l’esistenza di una via per farlo — dovrà fare i conti con Dio», e Bayâ¬: «Le persone fedeli sono poche». Intervenne la Signora: «Bayâ¬, tu sei un poeta di genio e un fine letterato, mentre noi narriamo quello che ci hanno raccontato, che abbiamo imparato a memoria e che abbiamo ascoltato da altri, tu invece racconti in modo spontaneo. Dio ti benedica e ti protegga dal pericolo. Che tu possa ricevere benessere e felicità. Noi tutte ti preghiamo e ti chiediamo con insistenza: (f. 10v) svelaci la profondità del tuo animo, la dolcezza della tua eloquenza e del tuo spirito. Desideriamo che tu ci descriva il nostro giardino, quello in cui ci troviamo. Per te non sarà affatto difficile! Mi ha



traduzione ITALIANA

Fig. 7 – Vat. ar. 368, f. 10r.

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la storia di bay␠e riyâ



spinto a domandarti questo solo la familiarità». Bay⬠le rispose: «Sì, con piacere»; quindi chinò il capo per un momento e improvvisò:29 Ce n’è solo uno rivestito29 col mirto, il tenero narciso

*

la rosa e la rosa canina l’un sull’altra!

Come se il rosseggiare della rosa fosse rossore di fanciulla

*

quando lo spasimante si prende gioco di lei baciandola e mordendola

Come se il giallo del tenero narciso * fosse quello delle monete lavorate quando sboccia d’oro fino Come se il verde del mirto fosse potatura di smeraldo

* sistemato sulla terra dalle mani di giovani ancelle

Come se le gemme del tenero giglio * quando sboccia Come se la purezza della coppa fosse una stella che appare a noi

fossero occhi ‘uðriti30 destati dal sonno

* ora innalzandosi ora abbassandosi

Come se le gote dei bevitori nelle * quali è penetrato

il vino fossero brace che brucia nella calura

la Vecchia: Quando egli terminò la sua poesia, la Signora disse: «Questa è poesia e nient’altro», poi si alzò una fanciulla di nome Hawà31, baciò la terra davanti alla Signora e disse: «Mia Signora, mi permetti di fare sfacciatamente una richiesta a questo letterato?» e la Signora: «Ho paura di angustiare il nostro ospite». In quel mentre Bay⬠intervenne: «Ordinale, Signora, di domandare ciò che vuole. Chi è d’accordo con la sua richiesta e chi vuole domandare al tuo gentile cospetto, Dio innalzi il suo destino!», la Signora allora ordinò: «Domanda pure liberamente al letterato, ti autorizzo!». Lei baciò la terra e disse: «Mio signore, elogia per 30Narra

29 Rendo

qui l’arabo wa-mafrûšatin: il participio passato femminile si deve intendere riferito a raw¬a (giardino) che Bay⬠è chiamato a descrivere. Sulla wâw “rubbata” ovvero la wâw di rubba, cfr. Wright, A Grammar cit., II, 216d e su questo passaggio in particolare, cfr. Levi della Vida, Review cit., p. 305. Da notare che talora rubba può avere significati opposti, indicando un gran numero o un piccolo numero (di giorni, di uomini, etc.), essendo anche usato per denotare unicità: «or rather to denote singleness», Lane, An Arabic-English Lexicon cit., III, pp. 1003c-1004c: 1004b. Questo e i due componimenti poetici che seguono iniziano tutti con la medesima struttura grammaticale per indicare l’unicità dei soggetti cui sono dedicati: il parco, la Signora e Riyâ¬. 30 Sull’amore 31 Hawà:

‘uðrita, cfr. A. ‘A. al-Óawârí, Al-üubb al-‘uðrí, Bayrût 2006.

“amore, affetto”.

5



traduzione ITALIANA

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noi la nostra generosa Signora e padrona» e lui: «Sì, con sommo piacere» e prese a dire: (f. 11r)32 C’è solo una bella che possiede cultura e nobiltà

*

Le sue doti naturali sono i buoni costumi, la raffinatezza, l’intelligenza

* lei ha caratteristiche naturali che fioriscono come la rosa

Una persona il cui destino si innalza sopra il cielo

*

Allorquando appare tra fanciulle32 * belle e formose

e quando appare è più alta delle stelle della buona sorte

non avendo pari nel creato la perla più bella ne invidia la bellezza

Narra la Vecchia: Al termine dei versi le ragazze si alzarono tutte e baciarono la terra davanti alla Signora e Bay⬠e gli dissero: «Bravo! Questo è davvero grazioso, tuttavia manca ancora una cosa»; la Signora domandò: «Ragazze, che mai gli resta?», le risposero: «È necessario che ci descriva, per quanto è possibile, la nostra amica Riyâ¬, lei non è infatti descrivibile secondo verità» e lui: «Così sia, se tu lo permetti, o Signora!» la Signora acconsentì e Bay⬠domandò: «Che cosa potrei dire su questo, mia Signora?» e lei: «Fa come preferisci». Bay⬠si schermì: «Non sono all’altezza e la mia descrizione non raggiungerà la sua grazia», ma la Signora replicò: «Ti trovi tra la giustificazione e un impegno preso» e Bayâ¬: «Come potrei descrivere la vita, l’eleganza, la bellezza, la grazia, la perfezione, la serenità, la pacatezza, le buone qualità, lo sguardo, il pallore, il rossore, il silenzio, il bel corpo, l’amabilità, il buono, il meglio, il seno, il fianco, la civetteria, la bellezza e il fascino?33 Hai ragione, sono confuso, non so a che cosa dare la precedenza», gli domandò la Signora: «Mio signore, perché la poesia rimata dovrebbe essere migliore di quanto hai detto in prosa?» e lui le rispose: «Permettimi di dire ciò a cui è arrivata la mia abilità e che la mia intelligenza, il mio acume e l’eloquenza del mio parlare hanno raggiunto; senza scuse» e la Signora: «Dì ciò che vuoi, ma già sai che non riuscirai a fare ciò che dici» ma lui replicò: «Sì», quindi sospirò profondamente e prese a dire: 32 Per l’arabo khawd (pl. khûd e khawdât) ovvero: «jeune fille délicate et aux formes gracieuses», De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., I, p. 644. 33 Nel

manoscritto i termini, separati in traduzione da una virgola, sono scanditi da tre punti disposti a triangolo.

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la storia di bay␠e riyâ



(f. 11v)3435 Ce n’è solo una dallo sguardo malato, giovane e dalla pelle morbida e delicata

* luna della notte, il sole è al di sotto del suo splendore

Ce n’è solo una snella, dalle gambe * la bellezza è sua veste35 e mantello e gli avambracci pieni34, sottile di vita Bianca, di chiara bellezza, una treccia

*

attira lo sguardo e i suoi occhi fanno strage di uomini

Sulle sue gote la bellezza ha giardini attraenti

* nel suo lungo collo c’è una malìa: quanto è bella!

Se scorgesse il cuore del non innamorato vi lancerebbe

*

gli strali del destino ed egli non amerebbe altre che lei

Se toccasse una roccia ne sgorgherebbe acqua

*

se parlasse ad un morto quello le risponderebbe

La bellezza viene dal risplendere del baleno della sua fronte

*

il suo profumo è di muschio e canfora

Lei ha tolto vigore alla mia resistenza e le auguro

* di guarire a causa del mio amore nascosto salvo che a lei

Narra la Vecchia: quando egli terminò di declamare la poesia, Riyâ¬, la Signora e tutte le ancelle dissero: «Davvero graziosa, Bayâ¬! Ancora!» e lui: «Per questa non comporrò alcuna aggiunta» in quel mentre Riy⬠disse: «‘Itâb36, porgimi il liuto» allora prese il liuto, lo accordò e iniziò a intonare questi versi: Invero il fuoco dell’amore ha incendiato il mio cuore

*

il mio corpo è stato consumato dalla malinconia della tristezza e dall’inquietudine

Sono andata via senza anima e ho * ho trattenuto le lacrime degli occhi passato la notte insonne per lo struggimento d’amore 34 Per

l’arabo khadallaóa, cfr. Lane, An Arabic-English Lexicon cit., II, p. 711b.

35 Per

l’arabo mirý (pl. murûý) ovvero: «1. Sorte d’étoffe de laine ou de soie 2. Robe à manches très courtes et dont on s’enveloppe comme d’un manteau», De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 1092a. 36 ‘Itâb:

“rimprovero, biasimo, rabbuffo”. Termine che indica anche la femmina della iena, cfr. Lane, An Arabic-English Lexicon cit., V, p. 1945.

5



traduzione ITALIANA

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Nel mio animo c’è un amore la cui * ma la resistenza mi ha fiamma non affiora abbandonato e il cedimento mi ha tradito Ho sopportato paure a causa sua, il * calore del sospiro 5

e un amore che alberga tra il fianco e il cuore

Non ho nessuno che mi aiuti nella * salvo l’esprimersi degli occhi che sofferenza della passione scrosciano come le nuvole Quale consolazione o quale rassegnazione c’è nell’amore?

* La malinconia che è nel mio cuore è parte di una cura

Quando colui che amo è lontano e * distante

egli non ha un legame, questo è l’espediente dell’innamorato

(f. 12r) Poi pianse e le si riempirono gli occhi di lacrime. L’assemblea passò sotto silenzio la conclusione, quindi Riy⬠tenne duro, inghiottì le lacrime e iniziò a intonare questi versi: Mi mette alla prova, mi logora e non lascia dormire il mio occhio

* un amato che io vedo da vicino ma che vicino non è

Sono arrivato all’apice dell’amore * la malattia è per me un sudario e gli occhi sono il dolore Non ho pazienza, l’anima si scioglie di passione,

* né freno, piuttosto le lacrime sono diluvio di nuvole

Questo amore si è impossessato di * me e mi logora 5

Prima avevo un sostegno fatto di pazienza

*

il mio corpo è sciupato e la debolezza lo sfianca ma ora si è spezzato e non ho né pazienza né sostegno

Narra la Vecchia: Quando terminò la sua poesia disse: «No, mio Dio!» allora la Signora le fece: «In che cosa non ti ho appoggiato, o Riyâ¬, e che cos’è che hai chiesto e non ho approvato? Ho cercato di farti felice tanto da farti incontrare col tuo amato in un convito al quale sono presente anch’io, e non ho dato peso alla cosa, facendo finta di non sapere dicendo: «Domani decida e giudichi Dio, e Dio solo sa quanto avremo ancora da vivere io e lei». Mio padre ti ha reclamato a me e il mio animo non mi ha aiutato in questo. Tu mi hai venduto facilmente mentre io, mio Dio!, ti venderei vanamente senza prezzo! Poi si strappò le vesti, si alzò furente e montò a cavallo. Le ancelle fuggirono verso l’interno del giardino e

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la storia di bay␠e riyâ



non trovando una via d’uscita temevano lo scandalo. Riy⬠venne da me e disse: «Mia signora, ho sbagliato. Come è possibile cancellare l’errore?». Narra la Vecchia: le risposi: «Non ci hai ricompensato bene. Hai rovinato la riunione e la piacevolezza del giorno», poi presi Bay⬠e lo velai, nascosi il suo liuto sotto le mie vesti e uscii insieme a lui come se fosse una (f. 12v) delle ancelle, mentre i servitori non sapevano che cosa accadeva nel giardino. Riy⬠pianse tristemente, pentita per ciò che aveva fatto. Noi arrivammo a casa senza guadagno e senza riscatto. Bay⬠chiese: «Madre, hai visto cosa è accaduto per decreto di Dio, Potente ed Eccelso?» risposi: «Ho visto» e lui: «E ora?» risposi: «Non so». Passammo male quella notte e quando fu mattina m’incamminai verso la casa della Signora. Allorché entrai in un primo portico37 trovai alcune domestiche in sosta, mi salutarono, mi baciarono le mani e piangevano, tristi, per Riy⬠con la quale la Signora era in collera. Mi chiesero di intercedere presso la Signora ed io risposi loro: «[… Dio …] che cosa mettere prima o mettere dopo nella sua storia: è stata lei a far torto a se stessa commettendo un peccato contro la sua Signora». Ognuna di loro mi disse: «Hai ragione! Ma per favore, fallo per noi!», risposi loro: «Impiegherò l’astuzia, per quel che posso, se troverò l’occasione per parlare; altrimenti abbiate pazienza» e loro: «Sì! Che tu sia ben ricompensata». Mi incamminai e raggiunsi la Signora che si trovava seduta sul bordo di una vasca, Riy⬠davanti a lei, graffiata in volto e con le vesti lacere. Salutai e lei ricambiò il saluto e disse: «Mi ero già proposta di mandarti a chiamare, poi non ho avuto modo a causa di ciò che mi è successo, poiché a causa tua sono andata via dal giardino come nello stato che la nostra signora Riy⬠ci ha indicato. Non le è bastato che io l’abbia fatta incontrare col suo amato in mia presenza e per mio assenso e che abbia sfidato il rischio, pur temendo mio padre, tanto che lei ha rivelato il suo amore davanti a me senza vergogna né di me né di te?». Prese il calamaio d’avorio che aveva fra le mani e lo gettò contro il viso di Riy⬠colpendola in fronte. Il sangue le colò sulle gote, ma lei non si mosse dal suo posto, né disse niente della ferita ricevuta. Quando la vide così, prese la mia mano e venne con me in un altro edificio, chiuse le porte (f. 13r) e mi disse: «Hai visto che cosa è accaduto? La sua storia mi ha esaurito. Certo lei è colpevole nei miei confronti, nondimeno, nonostante tutto questo, il mio animo si preoccupa per lei; ma il mio cuore è stato spezzato, il mio corpo ha sofferto, la morte è vicina e mai più l’amerò!».

37 Per

l’arabo faúíl: «avant-mur […], vestibulum (locus ante fores, idem ante ostium templi), madkhal wa faúíl, L, porticus», Dozy, Supplément cit., II, 272a.



traduzione ITALIANA

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Immagine della Signora che parla con la vecchia del caso di Riy␠e Riy␠ferma alla vasca col sangue che le scorre sul volto (fig. 8). Narra la Vecchia: Le dissi: «Mia Signora, forse Dio cambierà i cuori e disperderà i rancori (f. 13v), noi donne in generale difettiamo di ragione e non abbiamo audacia. Come si può essere audaci? La colpa che si è attirata Riy⬠non è giusta. Infatti sei tu che hai iniziato con la musica e il corteggiamento e senza pensare allo sconveniente e alla prudenza ti sei unita a noi, mentre la povera Riy⬠ha attirato su di sé la colpa di quel che aveva detto Sakrà38, Khamra39, ‘Uqâr, Tizia e Caia quantunque nei loro canti e nelle loro poesie ci fosse molto di più; ma a causa di quello che è stato tu hai attribuito l’errore e il peccato a Riyâ¬. Quello che le altre hanno detto era superficiale, mentre ciò che ha detto lei era profondo: può darsi che tutte loro abbiano cantato di lui come ha fatto lei». Disse la Signora: «Hai ragione, senonché la colpa di cui sono rea l’ho commessa contro me stessa e contro di lei a causa della mia compiacenza nei confronti dei suoi desideri». Così prese a dire: Se non avessi dischiuso l’uscio alla malasorte Il tempo mi ha ingannato allorché l’ho considerato Non mi sono considerata vittima della mia calma Mio Dio!, non mi occuperò mai più di divertimento dopo di lei

*

essa non si sarebbe potuta introdurre in me in alcun modo * sereno e questo, in verità, è grave * a causa del destino il sangue scorre per mano mia * perciò la mia separazione sarà lunga

Narra la Vecchia: Quando Riy⬠l’udì, sospirò, pianse, gemette e iniziò a dire: Il mio cuore, per il mal d’amore, è * arso dal desiderio

e il corpo, per l’eccessiva magrezza, è emaciato

La tristezza ha lasciato scendere * e ho iniziato a correre e scorazzare su di me la sua cortina sotto di essa Il dolore vieta al mio occhio di dormire

38 Sakrà:

“ubriaca”.

39 Khamra:

“vino”.

* e la pena si prolunga a causa della lontananza dell’amore

100

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 8 – Vat. ar. 368, f. 13r.





traduzione ITALIANA

Nel petto c’è una sofferenza che brucia, (f. 14r) 5

*

101

il suo ardere si diffonde dalle palpebre al petto

Le mie lacrime mescolano sangue * dimorano nel cuore e non cessano e amore persistente, Poi si mise le mani tra i capelli, se ne strappò a piene mani e prese a dire: Dio conosce la tristezza che ho nel * può darsi che Colui che mi affligge cuore allevii la mia sofferenza L’amore ha logorato il mio cuore * sotto le vesti ho indossato l’abito che, pur duro, si è rotto della magrezza Certo tu sei la mia Signora e il desiderio del mio cuore

*

il tuo terribile dire è più pesante della più dura delle avversità

Io non posso resistere, l’amore

*

arde e infiamma nelle viscere le mie paure

Narra la Vecchia: La Signora volse lo sguardo verso di lei, arrossì e iniziò a dire: Ti ho giudicata nel modo migliore, * ha fatto difetto, in quanto questa è Riyâ¬, ma la mia opinione una faccenda predestinata Ti sei stabilita nel mio palazzo sot- * così che, di giorno, sguardi non ti to un’elegante cortina vedano – né tu veda loro Sono accaduti fatti che non fui in * questo non è avvenuto se non per grado di contrastare e decreto predestinato da Dio Narra la Vecchia: Quando Riy⬠udì le parole della sua Signora, cadde svenuta, la ferita che aveva sulla sua fronte si scrostò e il sangue colò nuovamente. La Signora si alzò, le asciugò il volto con la mano e prese a dire: Mi eri proprio cara, Riyâ¬

* ma dopo essermi stata vicina ti sei allontanata

Ho errato nel volere guidarti sulla * ma il mio pensiero, Riyâ¬, non era retta via cattivo

102

la storia di bay␠e riyâ



Pensai di non vedere in te alcun fallo

* ma per sfortuna ne è apparso uno

Riyâ¬, eri importante40 per me

*

ma da dove verrebbe, fra le vie dell’amore, un aiuto?

(f. 14v)

Quando Riy⬠udì questo, si levò, mentre lei, piangendo, le toglieva il sangue dal volto, e prese a dire:40 Sono stata cara quando il mio cuore L’amore e la passione mi hanno resa schiava sicché

*

era libero, ignaro di cosa fosse l’amore

* a causa del desiderio ho sostato ad ogni porta

Struggimento d’amore e afflizione * che dispiacere per il lungo ardere! eccitano il mio desiderio Sono stata io la chiave della porta * per la mia infelicità

per questo, mia Signora, il mio castigo è legittimo

Perdonami o rimproverami, invero * la mia anima

è tormentata da ogni tipo di tormento

Non so più essere paziente dal momento che

*

copiose lacrime annegano il mio occhio

Ignara ho colto l’amore

*

e la consunzione mi ha avvolto sotto i vestiti

Prendimi per mano e raffredda il * Per la grandezza del tuo potere, ciò fuoco del mio desiderio che patisco è immenso Narra la Vecchia: La Signora la osservò e, lei in lacrime, prese a dire: Come […] l’uomo se c’è una decisione

40 Per

*

su di lui di Colui che decide le questioni col Suo sapere?

Felice o infelice

* Questa è la decisione di Colui che lo ha stabilito e ordinato

Che si voglia o no

* È ineluttabile l’adempimento della volontà di Dio

l’arabo makína: «4. Autorité, pouvoir, influence dont on jouit auprès du prince, etc.», De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 1140a.

5



traduzione ITALIANA

103

Ho fatto il possibile per metterti al * contrastare il destino che Egli ha sicuro, o Riyâ¬, ma non posso deciso Narra la Vecchia: Le dissi: «Mia Signora, Riy⬠è sotto il tuo favore e nel tuo palazzo, lei ignorava sia la tua grazia sia il tuo potere su di lei: lasciala col suo punto di vista e con la sua storia» poi mi alzai e la salutai. [...]41 (f. 15r) Dissi a lui: «Non so, ma è sperabile che Dio causi un pretesto, poiché non posso perorare la causa ogni giorno; temo, infatti, di seccare e parlare troppo»; quando egli udì le mie parole si staccò da me come furente, mi avvicinai a lui rimproverandolo e lo redarguii dicendogli: «Abbiamo puntato a un successo ed è accaduto un misfatto, abbiamo aspirato a una cosa retta ed onesta ed è accaduta un’infamia e una menzogna. Ciò che ho fatto con te non l’ho fatto per le tue disgrazie, né per niente che io sperassi da te, così come fanno i puri, i generosi, i nobili e coloro che nutrono amore paterno; ma tu non ringrazi, né vedi in tutto questo un senso». Egli si allontanò da me in lacrime declamando:

Immagine della Vecchia che rimprovera Bay␠(fig. 9)

(f. 15v)

5

La passione mi ha consumato e e * rivoli di lacrime scendono giù

come torrenti che sgorgano da nuvole piovose

Ha fomentato la mia inquietudine * e la mia disgrazia è stata infinita

i dardi dell’amore mi hanno lacerato le costole

A causa tua ho passato la notte osservando le stelle

*

desideroso che le stelle che salivano tramontassero

Mi aiuta una volontà sostenuta dalla tristezza

*

e le mie membra si sono già allontanate dal letto

Il mio cuore è triste e le ferite sono * dolorose

Il mio occhio a causa del lungo pianto non dorme

Se sapessi! Il mio occhio vedrà per * un amato a causa del quale sono un momento diventato oggetto delle sventure?

41 Lacuna

costituita da uno (o più) fogli mancanti.

104

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 9 – Vat. ar. 368, f. 15r.





traduzione ITALIANA

Sono afflitto e non posso aspettare * un istante

105

Chi verrà in aiuto di un cuore sempre tormentato?

Esso palpita ogni momento a causa * come foglia di ramo al vento che dei tormenti soffia Come sopravvivrò dal momento che il mio cuore è dolente

*

e la mia pazienza mi ha abbandonato e non tornerà?

Narra la Vecchia: Gli dissi: «Figlio mio, trattieniti e non sbandierare i tuoi sentimenti perché nel dissimulare v’è un gran vantaggio! Se tu fai così avrai un destino sventurato e non otterrai nulla di quanto sperato. Riyâ¬, comunque vadano le cose, sarà informata su di te e sul tuo comportamento. Se a partire da questo vediamo qualcosa, ci baseremo su quella, e se la situazione è alle strette, andrò a palazzo e ti indirizzerò su una strada sulla quale contare. Se la Signora mi chiede di te, dirò quel che potrò. Può darsi che Dio addolcisca il suo cuore nei confronti di Riyâ¬, considerato l’amore che nutre per lei, e che voi due abbiate un altro incontro. Gli innamorati si accontentano delle lettere e anche di meno, che dire allora dell’amore e del ricordo che lei ha di te?» Narra: Egli si allontanò e aspettò la sera, poi venne da me con in mano una lettera con questi versi: Dio svergogni un amante infedele e * bugiardo

(f. 16r)

5

e conservi un amante fedele e affettuoso!

Per la tua vita! Più nobile e alto degli uomini

*

Colui il quale amerei, anche se fosse il mio carnefice,

* come il destino più desiderato, la sorte più cara!

Colui al quale il Misericordioso renda possibile una visita

*

Il sonno è svanito e la notte osservo * le stelle

colui che solo desidero come medico

per alleviare la pena costante dell’amore e il palpitare del cuore tra le viscere un amore provoca una fiamma

La mia notte è il giorno e il giorno * col quale curerò malattie e angosce è un tormento Il cuore straripa in un mare d’amore

* e ha messo un palpito tra le costole

Che dire allora della mia esistenza, * e a causa del tuo amore continuo a dal momento che il mio cuore è essere afflitto? dolente

106

la storia di bay␠e riyâ

Per questo mi meraviglio di vivere: *



un’esistenza afflitta dalle preoccupazioni è una cosa sorprendente!

Vittima in mano delle sventure

*

a causa delle quali soffrirò pene per volontà di Dio

Prima non conoscevo l’avversità del destino

*

né avevo provato i soffi della brezza delle disgrazie

Ora la pazzia d’amore mi è divenuta compagna e non vedo

*

il sole della passione, ma solo gemiti al tramonto

Tu eri la mia anima e il tuo ricordo * è diventato

un mio dolce compagno e un medico per il mal di cuore

Perciò quando vedi un mio messaggio Con ciò curerò un amore che le viscere racchiudono

10

* ti prego, per quanto c’è nel creato, di rispondere *

nel cuore come uno straniero, tranquillamente e gentilmente

15

Narra la Vecchia: Gli domandai: «Come ne sei venuto in possesso?» e lui pianse a dirotto fino a che io, a mia volta, piansi per compassione. Poi mi avvicinai e gli chiesi: «Ti ha forse visto qualcuno?» rispose: «No, ero solo, seduto sul prato, all’ombra, ripetendo questi versi: L’amore ha paure e in esso vi sono * la più piccola delle quali è il cuore inquietudini del pazzo d’amore che arde Forse Colui che ordina le cose con * ordinerà che ci uniremo e non ci lasceremo la Sua sapienza Ritrovandoci sotto una piacevole * ombra Beato l’occhio che ha visto le persone che ama

*

ci distrarremo, stando insieme, con racconti e abbracci Beato l’innamorato cui la sorte accorda l’amato»

Disse: «Mentre ripetevo questi versi ecco che si avvicina a me una dolce, giovane ancella, dalla pelle morbida e delicata. Camminava pian piano fino a che si arrestò davanti a me, mi salutò ed io ricambiai il saluto. Poi si scoprì il volto ed era come la luna piena. Mi disse: «Non mi riconosci?» ed io: «Certo che no! Dove ti avrei potuta conoscere? Sono uno straniero, senza legami» e lei: «Sono Šamûl, tua compagna di festini in questo giardino» dissi: «Dove sono stato tuo compagno di baldoria?» rispose: «Dio sia loda-

(f. 16v)



traduzione ITALIANA

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to! In questo giardino! Ecco, tu eri con noi: il liuto vibrava, la coppa girava, tu declamavi versi su Riy⬠— colei che le parole non possono descrivere — e insieme a noi nel giardino c’era la Signora e la Vecchia babilonese: “Ce n’è solo una dallo sguardo malato, giovane e dalla pelle morbida e delicata

* luna della notte, il sole è al di sotto del suo splendore”

E così fino alla fine della poesia» Dissi: «Sì, certamente! E tu come stai? E come sta la nobile Signora e Riyâ¬?» rispose: «Stanno tutte bene e in salute. Quanto a come sta Riyâ¬, lei tribola per amore, è afflitta, sta in ansia, è preoccupata, amareggiata e risentita. Il caso di Riy⬠è più spiacevole di ogni altro per la sua Signora. Riy⬠si è compromessa per amore tuo, è dimagrita tanto da assomigliare a uno spettro. Se tu vedessi Riyâ¬: la porpora delle sue gote è divenuta pallore, era florida e si è smagrita, il carminio delle sue labbra è diventato biancore, l’antimonio dei suoi occhi un’ulcera, la canfora delle sue gote curcuma, la sua risata pianto. Mio Dio!, anche se il tuo cuore fosse di pietra si intenerirebbe e se esso fosse d’acciaio si scioglierebbe! La sua Signora è in pena42 a causa sua e l’ha minacciata in ogni modo, ma lei non vuole altro che amare. Ha ordinato di liberare per lei una residenza all’interno del palazzo dove può piangere fino a morire — e così fa — e non vi può entrare altri che me. (f. 17r) Lei sta nella residenza insieme a una domestica giudiziosa e alla portinaia sull’uscio mentre la Signora non apre bocca se non per preoccuparsi e dolersi dicendo: «Se la faccenda arriva all’orecchio del ciambellano, questi non mi perdonerà, poiché io ho commesso una colpa che nessuno al mondo, né prima né dopo di me, commetterà».

Immagine di Šamûl che parlando a Bayâ, che si trova nei pressi del giardino sul fiume, gli porge una lettera di Riy␠(fig. 10) (f. 17v) Disse la giovane ancella: «Ieri sono passata a far visita a Riy⬠con un vassoio di frutta inviatole dalla Signora, perché Riy⬠non mangiava nulla fino a che lei non le inviava qualcosa. La trovai seduta, la mano sulla guancia, e le dissi: «Mia signora, che cos’hai? Sembra che nessun altro oltre te abbia sofferto per amore. Come se tu sola abbia sofferto per la causa che ti ha portato a questa dimora. Se il ciambellano sentisse parlare di questo, accadrebbe qualcosa d’intollerabile e d’insopportabile perché 42 Per

la quarta forma del verbo karaba: «Jeter quelqu’un dans l’embarras, dans la peine, l’affliger», De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 880.

108

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 10 – Vat. ar. 368, f. 17r.





traduzione ITALIANA

109

tu non troverai mai la strada per arrivare dal tuo amato: sei in massicce catene e in forte potere. Se tu resistessi e portassi pazienza, sarebbe per te la cosa migliore per concludere la faccenda, perché i re sono molto gelosi!» Mi disse: «Ma io non chiedo di più che vedere una sua lettera o una risposta! Se avessi chi facesse questo per me, sarei sua schiava per l’eternità», le dissi: «Lo farò io e metterò in gioco me stessa» e lei: «Dio ti ripaghi per me con la ricompensa migliore! Prendi questa lettera e va da lui, guardati bene intorno e sii circospetta» ed io a lei: «Ma non so dove vive, né dove abita!» rispose: «Domanda della casa della Vecchia babilonese, lo troverai da lei, oppure avrai da lei un’indicazione o un’informazione». Uscii di casa e giunsi al vicolo ed ecco ti ho trovato lì. Questa è la sua lettera per te e, se le rispondi, ritorna qui — io, infatti, non ho il permesso di uscire, né mi è possibile farlo in ogni momento». Le consegnai il mio biglietto e le dissi: «Portale questo biglietto per amore di Colui che non affligge te come ha afflitto noi. Comportati bene e sii degna della mia fiducia. Dio lo sa: non ti avrei rivelato il mio segreto senza fidarmi». Disse: «Oddio!, se non le volessi bene non rischierei la pelle in questa faccenda». L’ancella mi salutò e si allontanò, ed io ho fatto svelto per paura di occhi traditori e poi sono arrivato da te, come vedi». Narra la Vecchia: Gli dissi: «Bayâ¬, non rinunciare, lei era già disposta […]43. (f. 18r) le lacrime scorrono alleviando l’occhio e il sollievo scende insieme alla rassegnazione». Prese a dire: Mi diede da bere […] la morte pura * Si affrettò […] e si è diffusa Mi diede da bere […] […] sospiri 5

con coppe di struggimento e ho trovato la morte

* aggiungendo alla vampa collera e rammarico *

smagrito, e le mie lacrime non sono nascoste

* non un gemito, a causa dell’amore ardente, affiora

A Dio […] non mi sono lamentato * che ho e che non si può soddisfare della sete d’amore Narra la Vecchia: Gli dissi: «Adagio! Mio Dio! Andrò venerdì, a Dio piacendo […], è possibile che accada qualcosa che ti rallegrerà». Egli andava 43  Lacuna:

mancano uno o più fogli.

110

la storia di bay␠e riyâ



via la mattina e tornava la sera senza che io sapessi che cosa avveniva nel frattempo. Allora dissi al mio parente: «Figlio mio, se questo straniero esce, tu segui le sue orme di modo che noi si veda ciò che fa». Egli fece quanto gli avevo ordinato. Al suo ritorno, la sera, chiesi al mio parente: «Allora, che cosa hai visto?» rispose: «Ho seguito le sue orme, lui ha camminato ed io ho camminato, si è fermato e mi sono fermato, stando nascosto, fino a che è giunto al Õarõâr, si è piegato e si è appoggiato alla parete. Io sono sgattaiolato furtivamente da dietro, lui essendo di me ignaro e inconsapevole. Così mi avvicinai a lui e lo sentii recitare questi versi: Che dolore ha nel cuore, a causa dell’amore e della

*

passione, i suoi timori hanno guastato il cuore!

Che afflizione a causa dell’amore e * la tristezza ha consumato il corpo del suo tormento con le sue paure L’amore ha reciso le corde della consolazione ed è arrivata l’afflizione

*

Che tormento a causa dell’amore e * delle sue pene

come il fuoco nel petto a causa delle sue preoccupazioni […]

La malattia ha raggiunto il mio petto quando

*

[...]

Ha sguainato una spada affilata per la morte

*

[...]

Mio Destino! Quando vedrò la morte

* mentre il tempo ci intrattiene con le sue attività?

Sono diventato debole a causa * dell’amore, sconvolto di afflizione

prigioniero che non si libera [...]

Disse: «Continuò a ripetere questi versi fino a che io lo vidi cadere svenuto a faccia avanti, immobile e pallido. Non ho avuto dubbi […] fosse morto. Mi sono dunque alzato per andare da lui, fermandomi meravigliato per ciò che era accaduto, […] e l’ho compianto con questi versi: Uno straniero è stato colpito * non lo ha lasciato fino a che è stato dalla sorte con la separazione e la vinto dall’amore lontananza

(f. 18v)

5



traduzione ITALIANA

111

Ha avuto a che fare con questa * quando se ne doleva, un medico, faccenda contro la sua volontà, né né medicina ha trovato, Eccolo, emaciato, caduto al suolo * il fuoco dell’amore ha bruciato nel petto

5

Se la sua famiglia sapesse cosa lo * ha colto

— ma il cuore era malato d’amore —

Lo inonderebbe di gemiti e pianto *

— costernandosi a causa del suo tormento e della sua passione —

Per la perdita di uno straniero che * lontano dai familiari, lontano da è morto in terra straniera casa

Immagine di Bay␠riverso su se stesso svenuto (f. 19r)

sulla sponda del fiume e immagine del giovane parente della Vecchia che si ferma accanto a lui compiangendolo e facendogli l’elogio funebre entrambi si trovano davanti a uno dei giardini del fiume Õarõâr

(fig. 11)

Disse: Continuai in questo modo fino a che egli non aprì gli occhi e si alzò, vergognandosi di me. Accarezzai il suo volto e gli dissi: «Non avere alcun timore, Dio è benigno con te. Quel che hai fatto, anche altri l’hanno fatto: tu sei uno tra infinite migliaia». Egli, quando udì questo, mi disse: «Scusa» (f. 19v) e prese a dire: Per amor del cielo! Arbiter elegantiarum,

*

fiore dei diletti e degli eletti,

Migliore degli uomini, non hai forse compassione del mio tormento

*

della mia prolungata malattia e del venir meno della mia rassegnazione?

Io, per il Misericordioso!, sono innamorato pazzo e tormentato

* vittima delle passioni e del lungo piangere

Narra: Gli dissi: «No, certo, e senza ossequio! Ma tu sei mio amico, compagno e familiare!» gli chiesi: «Tu sai chi sono?» e lui: «No, magari ti conoscessi!» gli spiegai: «Sono il parente della Vecchia. Lei mi ha inviato

112

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 11 – Vat. ar. 368, f. 19r.





113

traduzione ITALIANA

sulle tue tracce per vedere che cosa facessi». Quando udì ciò ebbe piacere della mia compagnia e mi raccontò della pena d’amore che lo aveva colto. Allora lo consolai e lo confortai, fino a che sono tornato con lui — come vedi. Narra la Vecchia: Mi avvicinai a lui, sola, e lo trovai che recitava questi versi: La passione ha divulgato l’amore * che io nascondevo

ma le mie palpebre non hanno rivelato il segreto nascosto nel petto

Ho nascosto la mia faccenda e non * ho tradito il suo segreto

l’ha tradita però la malattia sul mio corpo

Se sul mio cuore non vi fossero gemiti e fuochi

*

la gente non saprebbe del mio male e dei miei affanni

Narra la Vecchia: Lo salutai ed egli ricambiò il saluto: «Dio ti ricompensi bene per aver inviato il tuo parente. Mi ha fatto piacere stare con lui e desideravo, se lui non ha da fare, svagarmi con lui». Gli risposi: «Lui non ha nulla da fare e, se ne avesse, lascerebbe perdere» e lui: «Dio ti ricompensi con il meglio di ciò con cui si ricambiano i benefattori come te!». I due, dunque, uscivano di casa la mattina e tornavano la sera ed io ogni notte chiedevo al mio parente che cosa aveva fatto. Una volta rispondeva: «si è svagato», un’altra: «si è lamentato», un’altra ancora: «si è tormentato», e poi un’altra: «ha pianto. Io lo rallegro per quel che posso e sono in grado di fare». Stavamo insieme a lui ogni sera (f. 20r) e gli raccontavamo di questo e di quello e lui faceva altrettanto raccontandoci del suo paese, della sua casa e della sua famiglia, del suo lavoro, di ciò che faceva con i suoi amici. Proseguimmo così fino a che credemmo che si fosse consolato, e così sembrava, tanto che sospettai che il suo cuore si fosse raffreddato da circa due mesi. Una sera, insonne, mi alzai nel cuore della notte per una necessità e mi incamminai verso il luogo in cui lui aveva il letto per occuparmi di lui e vedere cosa facesse. Dissi: «Se lo trovassi addormentato, sarei rassicurata che si è consolato e, se così non fosse, lo saprei». Avanzai piano piano e lo sentii gemere sommessamente e sospirare in modo eccessivo. Questo fu per me spia di un forte dolore. Recitava: La sensibilità dei cuori è svanita ed * io non ho Se non le lacrime prodotte dalla tristezza

un aiuto in amore

* e da un tormento nel petto che mi fa soffrire

114

la storia di bay␠e riyâ



Una vampa nelle viscere che un amore infiamma

* per la lunga malattia che non mi lascia dormire

Mi sono interessato all’amore quando ne sono stato afflitto

* e per la veemenza della tristezza il mio corpo si è dissolto

Magari fossi morto prima di conoscerlo

* e non avessi conosciuto la miseria della mestizia!

Né avessi visto una deliziosa ragazza!

*

5

Magari fossi già avvolto nel mio sudario!

Narra la Vecchia: Quando terminò la sua poesia iniziò a sospirare profondamente, quindi prese a dire: Se sapessi! Vedrò alcuni dei miei * desideri realizzati Se sapessi! Il mio occhio avrà un po’ di sonno?

*

dal tempo oppure tra breve m’imbatterò nella morte? Potrò assaporare la dolcezza del sogno?

Il malessere è grande, e se vedessi * qualcuno che accoglie le preghiere, mi lamenterei della mia afflizione e delle mie pene Riyâ¬, tu mi hai colpito il cuore con uno struggimento d’amore

* ma io non ho chi mi protegga dal dolore della mia malattia

Tu, Riyâ¬, se fossi a conoscenza del mio amore ardente

*

piangeresti per la mia umile condizione e situazione

Narra la Vecchia: Quando terminò di recitare la sua poesia si sdraiò un po’, quindi tacque. Dissi: “È svenuto mentre io stavo ascoltando il suo lamento ed i suoi gemiti”, allora mi avvicinai delicatamente a lui, ecco che dormiva, russando leggermente. Lodai molto Dio per questo, poi, svelta, tornai indietro affinché non si accorgesse di me. Ma non tardai a sentirlo: si era alzato ed era uscito di casa. Mi misi ad ascoltare quel che diceva, ed ecco, si lamentava molto: Non ho dormito per riposare

*

ma nella speranza che l’amata apparisse in sogno

Quando il sonno mi ha avvolto mi * ha visitato timoroso

ma tornò in fretta e la visita fu piacevole

(f. 20v)

5



traduzione ITALIANA

Se sapessi! Dal destino avrò un momento

115

* in cui la vedrò e i vincoli del tempo cambieranno?

Narra la Vecchia: Poi fece l’abluzione rituale prima della preghiera, tornò a casa e si sedette nel luogo dove pregava nominando l’Altissimo, quindi prese a dire: Dio mio, vedi il mio stato: Tu l’hai * e non ho nessuna protesta da fare deciso Il mio spirito ha oltrepassato le viscere

* e le ferite delle mie viscere hanno rattristato il cuore rendendolo infermo

Ti ho invocato, Tu del Trono!, disperatamente

*

ché le mie pene non fossero estenuate dal dolore

Il fuoco della passione si è già affezionato al mio cuore

*

se Tu volessi, mio Signore, ne avresti pietà!

Narra la Vecchia: Me ne andai a letto senza sapere che cosa fece il resto della notte. Quando fu mattina lo andai a trovare, lo salutai ed egli ricambiò il saluto accogliendomi col benvenuto e disse: «Quanto desideravo (f. 21r) vederti!», risposi: «Non mi vedi, forse, tutti i giorni?» e lui: «Certo, ma desideravo parlarti» risposi: «Sono pronta, dì ciò che vuoi». Disse: «Mia signora, tu vedi come io sono innamorato e spazientito. Non ho che te che mi consigli nel giudicare, né altri con cui condividere questa mia faccenda e non posso rivelare il mio segreto se non a te. Se non fosse stato per te, che ti sei gentilmente occupata di me, non sarei certo sopravvissuto sino a oggi! Come giudichi la questione di Riyâ¬, il cui amore mi ha turbato e la cui lontananza mi ricopre di struggimento? Ero contento delle sue lettere e dei biglietti, ma il mio cuore è mutevole e la mia pazienza mi ha lasciato, perciò sono scombussolato. Magari morissi!». Narra la Vecchia: gli dissi: «Figlio mio, allora?» e lui: «Non so, il tuo giudizio è più ampio e più raffinato». Narra: gli dissi: «Ciò che ritengo giusto è che tu vada da solo al Õarõâr. Se andrai da solo il messaggero ti raggiungerà, altrimenti, se ti vedesse con qualcuno, si allontanerebbe» e lui: «Sarà come dici, anche se — mio Dio! — ho trovato nel tuo parente un amico affezionato e un ristoro, egli mi è diventato caro e familiare». Gli dissi: «Che ti accompagni, ma a distanza: se accadesse qualcosa e il messaggero andasse via, egli verrebbe da te e ti terrebbe compagnia» e lui fece: «Sì, dici il vero e il bene. Credo che questa sia la soluzione». I due uscirono da casa mia con quel proposito e passarono la notte fuori, poi tornò il mio parente da solo e gli

116

la storia di bay␠e riyâ



domandai: «Figlio mio, dov’è il nostro ospite e che cosa ne ha fatto Dio di lui?» rispose: «Non so proprio dov’è! Ho supposto che mi avesse preceduto» replicai: «Come piace a Dio! C’è uno straniero che dipende da noi; Oddio!, come m’infastidisce questo! Non sei andato forse con lui?» disse: «Sì, ho camminato con lui fino al Õarõâr e mi sono seduto a una certa distanza da lui in modo che lo vedessi. Mentre lui si trovava vicino al giardino, ecco avanzare due giovani ancelle fino a che scesero al fiume. Dietro di loro c’era un’ancella con in testa un fagotto di vestiti; si mise a lavare vestito dopo vestito nel fiume mentre le altre due stavano accovacciate insieme a lei. Quando egli vide le due ragazze si diresse (f. 21v) verso di loro. Quando quelle due lo scorsero gli si fecero incontro ed ebbero con lui una ininterrotta, lunga conversazione. Poi si alzarono, l’una lo prese per mano, l’altra sottobraccio e camminarono con lui fino a che sparirono dalla mia vista. La cosa andava per le lunghe così camminai fino a che raggiunsi il luogo in cui si erano seduti, ma non trovai nessuno. Come vedi sono tornato indietro». Narra la Vecchia: dissi: «Sono davvero dispiaciuta per quel che è accaduto a questo straniero. Non credo altro che sia stato ingannato per ucciderlo e far perdere le sue tracce. Apparteniamo a Dio e a Lui torniamo, se questo è avvenuto». Mentre noi parlavamo della vicenda, ecco che egli ci fece visita: aveva in mano una lettera, si asciugava le lacrime mostrando rassegnazione. Quando lo vidi mi avvicinai a lui, gli presi la mano e lo feci sedere. Gli dissi: «Figlio mio, com’è andata? Ci hai fatto preoccupare!» rispose: «Bene» ed io: «Chi erano le tre donne con cui stavi? Dove ti hanno portato? Dove sei andato insieme a loro? Ho temuto ti volessero imbrogliare, tu sei un giovane, inesperto». Lo rimproverai per bene e, allorché rincarai la dose, lui mi guardò, pianse a lungo e iniziò a dire: «Non mi rimproverare, io non riesco a

* non pensare più all’amore, né mi sono rassegnato

La passione ha sottratto il mio raziocinio e la tristezza mi ha pervaso l’animo

*

lacrime piovono dai miei occhi come dalle nuvole la pioggia

Se tu conoscessi il mio amore * ardente, avresti compassione di me

Dio è Clemente con chi vuole e perdona».

Narra la Vecchia: Gli dissi: «Mio Dio!, se non ti avessi perdonato non avrei affrontato con te una questione in cui c’è da aver paura; ma ho avuto timore che le donne ti volessero imbrogliare. Ma raccontami come è andata la storia di modo che io la conosca tutta», rispose: «Sì. Quando arrivai al giardino recitai poesia semplice e, mentre così facevo, ecco arrivare



traduzione ITALIANA

117

delle donne velate avvolte in un abito a mo’ di mantello, una di loro con un fascio di vestiti sulla testa. (f. 22r) Scesero al fiume e, dopo avermi osservato un po’, mi additarono facendomi cenno di avvicinarmi. M’incamminai verso di loro e loro mi si fecero incontro scoprendosi il viso. Una di loro mi chiese: «Non mi riconosci?» ed io: «Proprio no! Chi sei?» e lei: «Colei da cui hai preso la lettera». Allora la riconobbi e la salutai, poi domandai: «Chi è quella?» e rispose: «Lei è una nostra cara amica e a te non deve importare di lei», ancora domandai: «E l’altra?» replicò: «È la sua ancella». Chiesi: «Dov’è la casa di quella donna, Dio la protegga?» e lei: «Qui vicino, ma vieni con noi cosicché tu veda la sua dimora e la conosca. La casa è meglio della piazza e più riservata per le nostre questioni». Così andai via insieme a loro verso la casa che si trovava vicino al fiume in un luogo grazioso. Entrai insieme a loro che mi dettero notizie di Riy⬠e mi consegnarono questa lettera. Magari non avessi saputo che cosa c’era scritto!

Immagine di Bay␠assieme alle donne nella casa Riy␠(fig. 12)

mentre gli consegnano la lettera di

(f. 22v) Quindi aprì la lettera e la lesse. Conteneva questi versi: Bayâ¬, il mio cuore è pazzo d’amore

*

e la misura del pensiero lo sminuisce

Bayâ¬, quanti sospiri

*

nel petto divampano

Bayâ¬, in amore non ho Bayâ¬, grande è il mio dolore

* pazienza, ma la pazienza non mi cura *

Bayâ¬, l’amore mi ha consumato * 5

Bayâ¬, tutto questo è Bayâ¬, se tu mi avessi vista

*

tanto che le lacrime se lo sono conteso e lacrime sono scese una faccenda che era già decisa per noi

* una volta disceso il buio della notte

Avresti avuto compassione e pietà * di me

fosse stato di pietra il tuo cuore

118

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 12 – Vat. ar. 368, f. 22r.





10

119

traduzione ITALIANA

Non si manifesta, a causa dello struggimento,

*

il mio corpo e nel mio cuore c’è brace

La magrezza del mio corpo si è rivelata

* e già è apparso il pallore delle mie gote

Il mio struggimento e la mia pena * sono abbondanti e il mio cuore è spezzato

15

Osservo le stelle e non ho

*

un amico prediletto per la notte

Se non le lacrime che scorrono

*

sopra le mie gote come pioggia

Mio signore, mio sostegno

*

tu sei il medico dell’infermità

Tu sei il diletto nonostante la lontananza

*

tu sei l’amato, se ti ricordi di me

Fino a quando, signor mio,

* spererò di incontrarti e attenderò?

Tu eri per me il frutto del desiderio * Se avessi avuto qualcuno in cui confidare (f. 23r)

*

Sarei stata contenta di questo, se * un espediente non c’è,

e mi è stato precluso di cogliere quel frutto che mi portasse notizia di te fino alla tomba

Narra la Vecchia: Quando terminò i versi gli dissi: «Rispondile e appagati del sollievo che trovi in questa lettera. Tanti spiriti raffinati e innamorati si contentano delle lettere e dei messaggi e considerano questo molto bene. Un certo poeta dice: Mi basta una terra in cui vivere insieme

* ogniqualvolta all’orizzonte inizi il plenilunio tra le nubi

Ogniqualvolta inizia un plenilunio * i nostri occhi lo guarderanno

insieme e questo, mio Dio!, è il miglior dovere!

Se spira il vento del Sud o spira lo * Zefiro

vi respiro di te una guarigione dalla malattia

O come dice un altro: Ti basti che il sole irradi la sua luce *

su di noi. Questo non finirà

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la storia di bay␠e riyâ

Se anche vi fosse tra me e lei uno * spazio infinito



direi a me stesso: «Lei è vicina!»

Felice ogniqualvolta che il nostro * Esser separati da chi si desidera è ritrovarsi è possibile difficile per tutti Non ti basta, figlio mio, che essa ti porti la grafia della sua mano, la sua poesia e che tu senta il profumo di un messaggio che è bagnato dalle sue lacrime e dalla sua saliva: questo, per molti, significa tanto. La vita continua e la felicità è vicina. Il destino cambia, come Dio ti ha condotto qui dal tuo paese e dalla tua terra, senza che tu sapessi di lei né lei di te e vi siete incontrati su uno stesso tappeto al cospetto della Signora e delle sue ancelle, sotto la protezione della sua autorità — che può renderti felice, se Dio vuole. Corrispondi con lei, ma tieni nascosto ciò che puoi. È scritto negli üadíõ: “Chiedete aiuto secondo le vostre necessità con discrezione” e i saggi dicono: “Chi ha tenuto nascosto il suo segreto, ha avuto le cose migliori e subito”». Mi domandò: «Madre, che cosa te ne pare? Mi reco con la lettera al solito posto? Oppure che cosa suggerisci?» gli risposi: «Figlio mio, fa così solo se avessi visto (f. 23v) qualcosa che denoti amore fraterno, onestà e affetto; altrimenti no»; chiese: «Per quale motivo?» ed io risposi: «L’essere guardinghi è bene» e lui: «Certo! Ma è la necessità che mi ha portato a questo. È inevitabile che il destino sia eseguito come Dio lo ha predestinato, sia morte o fortuna»; gli dissi: «Dici il vero, figlio mio, Dio ti sostenga, ti aiuti, ti conceda di nuovo la Sua grazia e ti accordi assistenza». Egli prese un pezzo di carta e vi scrisse questi versi: Ho visto una lettera alla cui vista * sarebbe stata la cosa desiderata se ero pazzo d’amore il suo artefice mi avesse visto Sarebbe spettato al mio cuore il più piacevole dei desideri

*

Mio rifugio, io sono pazzo d’amore * per te

che ha un innamorato perso cui mancano vie di scampo La tristezza mi è compagna e amica a causa tua

Ho scorto una grafia nella lettera e * dalle mie palpebre lacrime come sono sgorgate d’alluvione Mia mèta, io sono preso dal desiderio, pazzo d’amore

*

non ho più la ragione ed è il tuo amore che l’ha sottratta

Mi è giunta una tua lettera che ha * Il tuo amore è bello e non lo nego dimostrato sincerità

5



traduzione ITALIANA

Se sei in fiamme, anch’io lo sono * Se sei in pena io sono disperato

*

121

nel mio animo combatte un esercito cui io faccio guerra la mia resistenza è vinta e il mio amore è l’autore della sua disfatta

L’amore che tormenta le viscere è * non per interrompere il mio dolore stato ordinato e chi l’ha scritto è disperso 10

Ho passato la notte a guardare le * stelle e non ho assaporato il sonno

nell’oscurità di una notte le cui stelle non tramontano

Per la mia vita! Quanta distanza tra di noi! Io

* temo di incontrare la rovina e ne ho paura

Non credo che ci riuniremo, per quanto vi abbia sperato

* sono familiare con la morte e con lei ho dimestichezza

Narra la Vecchia: Quando ebbe terminato gli dissi: «Bravo davvero! Sei proprio un poeta di talento e dal bel dire. Anche Riy⬠è così. Ma mio Dio!, figlio mio, perché non hai condotto la faccenda come l’avrebbero condotta le persone ragionevoli? […»]

[…]44 (f. 24r) ha rivolto a me il suo bel volto e mi ha domandato come stessi e come stai tu. Le ho risposto: «La mia condizione è collegata alla tua, io sto bene fintanto che tu stai bene». Disse: «Madre, io non sto bene a causa della faccenda di quella ragazza che ha sofferto per amore nonostante la sua giovane età: io sono stata la causa della sua afflizione e la chiave del suo dolore. Oddio!, devi andare da lei e parlarle, il mio linguaggio con lei è duro», le risposi: «Mia Signora, lasciami fuori da questa faccenda, non fa per me, e poi io sono vecchia e non desidero insistere» e la Signora: «[...]». Narra: Allora mi avviai verso la casa in cui si trovava Riyâ¬, sulla porta c’era un’ancella adatta alla porta del Paradiso, giovane, dai movimenti graziosi, corretta di linguaggio, sulla testa un velo45 di seta gialla. Si alzò in piedi e mi salutò; le dissi: «Siedi, affinché io sappia che cosa ha Riy⬠e come sta». L’ancella tirò un profondo sospiro così che credetti che il suo spirito esalasse dolore. Le domandai: «Figlia mia, cosa significa?» e lei: «Sì, la Signora è adirata con Riy⬠senza motivo ed è stata dura con 44 Lacuna 45 Per

per mancanza di uno o più fogli.

l’arabo miqna‘: «voile de la tête long et descendant jusqu’à terre», De Biberstein Kazimirski, Dictionnaire cit., II, p. 824.

122

la storia di bay␠e riyâ



lei», le dissi: «Non fare così, lei non ha fatto male a nessuno, né desidera farlo» e quella: «Certo Riy⬠non ha errato né è corrotta». Narra la Vecchia: Le dissi: «Non so, ma il buonsenso fa divieto di realizzare l’irrealizzabile e conseguire cose futili è interdetto. Giocoforza che chi è dotato di ragione ricorre alla verità e alla pazienza nel momento della disperazione, come dice il poeta: Il disperare è il più gran conforto * del saggio; chi

spera e desidera non lo possiede

È chiamato sciocco anche se le sue * speranze sono

in ciò che è lecito, mentre chi ha cervello lo segue

A quel proposito la portinaia disse: «Chi è colpito da disgrazia improvvisa, o chi è stretto dalla miseria, si prende la pena; chi non può sopportare di consolarsi deve per forza essere paziente». Narra la Vecchia: Le domandai: «Come sta Riyâ¬?» e la portinaia rispose: (f. 24v) «Sta male, mio Dio!, come dice il poeta: L’avversario si è rallegrato e lo ha * sicché quando vide il mio stato ne manifestato con gioia feroce ha avuto compassione Lacrime sono apparse sulle sue gote

*

si sono versate allorché sopra il petto è scorso sangue

Divenendo pallido e magro e uno * apparendo su un corpo già pieno struggimento di malattia Ha pianto per me ed è sufficiente * la condizione di un uomo

che il nemico compiange [..] ?»

Narra la Vecchia: Le dissi: «Andiamo a vedere la poverina» e lei: «Sì», quindi mi precedette ed io seguii i suoi passi. Quando arrivammo al centro della casa udimmo che Riy⬠gemeva, si lamentava e recitava questi versi: Una passione, un amore, una salda * tristezza e una cupa malinconia Sospiro, desiderio permanente, amore

si trovano tra il petto e le viscere che sono in fiamme

* e struggimento: e intanto il cuore è turbato e pazzo d’amore

Il mio sangue si è trasformato per * il fuoco del desiderio

Lacrime hanno iniziato a spandersi sulle vesti



traduzione ITALIANA

La separazione mi ha causato un forte dolore di viscere e le ha incendiate 5

* Come resisterà chi ha le viscere in fiamme?

La separazione mi ha ridotto pelle * e ossa, la separazione mi fa soffrire Desidero la morte e non la vita. Nella mia esistenza,

123

*

La separazione mi assottiglia e questo non è bene per la mia vita!, qualsiasi cosa finisce in modo strano

Narra la Vecchia: Quando la udimmo ci fermammo fin quando terminò di declamare e abbassò la testa, tacendo un istante. Allora andai da lei. Quando mi vide cercò di alzarsi ma non ci riuscì: non poté alzarsi e cadde faccia avanti. Mi gettai su di lei, l’abbracciai ed ebbi l’impressione che nei suoi abiti non ci fosse un corpo. Lei era come dice il poeta: (f. 25r) La mia carne si è separata dalle ossa che sono diventate

*

nude senza carne su di loro, né sangue

Rotte e ferite, l’amore le ha stritolate

*

Vedi l’infermità nei loro tendini che si frantumano

Ogniqualvolta soffia la brezza del * vento, essi si stringono

Scioglierli è indescrivibilmente difficile

Quando la vidi così, la strinsi, mi misi seduta accanto a lei e le baciai le gote che erano quelle di un morto. Mio Dio!, la magrezza l’aveva abbellita come un gioiello. Le baciai la bocca e v’era un profumo più intenso del muschio. I suoi baci erano squisiti, l’anima aveva misericordia di lei. Mi accostai a lei e le chiesi: «Figlia mia, come stai?» rispose: «Mia signora, come sta chi l’amore ha ridotto pelle e ossa, chi la passione ha dissipato, chi la tristezza ha radicata in lui, chi il desiderio ha reso schiavo e la tristezza gli è compagna, colui la cui infelicità ha raggiunto la disperazione, la mestizia e l’afflizione che vedi. La mia notte è insonne e il mio giorno langue per il desiderio; i miei respiri sono addolorati, i miei gesti agitati, la mia tranquillità è astenia, le mie ossa sono a pezzi, il mio nutrimento è il dolore e la mia bevanda la malattia. Conosci tu la separazione, la disperazione, l’insoddisfazione e l’abbandono? Soffro molto del fatto che la mia Signora non abbia avuto compassione di me e non abbia provato pietà per il mio stato. In sua compagnia e alla vista del suo volto e della sua contentezza, ero tranquilla, ma lei ha spezzato la mia fiducia, la mia

124

la storia di bay␠e riyâ



speranza e i miei giorni. Mia signora, se tu lo stimassi giusto, chiedile di venirmi a trovare, anche solo una volta al mese: la sua visita sarebbe un sollievo per il mio spirito». Le dissi: «Sì, certamente, ben volentieri. Forse il suo cuore si è intenerito: mio Dio!, Riyâ¬, non c’è sulla terra nessuno di più triste, afflitto, addolorato, angustiato, né qualcuno che pianga più forte di quanto lei faccia per te. Senza di te non vive e non dorme. Nonostante tutto questo, teme il Ciambellano: lei sa che questi in passato ti ricercava». Rispose: «So tutto questo, ma la freccia si è rigirata nell’arco e la faccenda mi è sfuggita di mano, mia signora; che cosa è meglio per me? La salute oppure la malattia, il tormento, la tristezza, l’amore, i lamenti, l’amore folle, la reputazione, il malanno oppure la baldanza, il benessere, (f. 25v) la prosperità, la felicità e la beatitudine che furono?», le dissi: «È come tu dici. Ah se ti fossi consolata come ha fatto il tuo amato! Che è davvero tanto innamorato di te ed è pazzo d’amore a causa tua, egli ti ricorda ed è impaziente di raggiungerti, ma lui cammina, si distrae, pensa. Facessi lo stesso anche tu!» e lei: «Se lui fa così è perché non è incarcerato come me. Ma come trascorre il tempo? Come sta? Che cosa fa?» le risposi: «Davvero è come te l’ho descritto. Lui mi ha inviato per informarmi di come tu stessi e ti trovassi» e lei: «Dio!» ed io a lei: «Dio!». Lei impallidì, tremò, sospirò profondamente, le sgorgarono [le lacrime …]. Non dubitai che piangesse la sua morte. Dissi: «È morta, sicuramente!» — e la schiava che era con me disse: «Le accade così la sera e la mattina» — ma nonostante questo è senza dubbio morta. Dopo questo non l’ho più vista singhiozzare». Mentre parlavamo in questo modo ecco che Riy⬠aprì gli occhi e lacrime le scesero sulle gote. Prese a dire:46 Dov’è l’amore mio e dove il mio prediletto e il mio amante? Dov’è colui il cui amore ha consumato il mio cuore

* Dov’è la mia anima e dove la mia vita e la mia morte46? *

e che mi ha gettato in un fuoco di inquietudine e di desiderio struggente?

L’amore mi ha estenuato e ha fatto * mi ha rivestito di abiti di malattia deperire il mio corpo e debolezza Mi sono consumata così che avevo * timore degli sguardi

essendo magra in modo indescrivibile

L’amore e il forte deperimento non * null’altro che la mia lingua e il mio hanno risparmiato occhio 46 Per

l’arabo üatf: «mort, trépas», De Biberstein Kazimirski 1860: I, p. 375.

5



traduzione ITALIANA

La passione mi si è presentata a destra e a sinistra

*

e l’amore si è stabilito davanti e dietro di me

Sono stata luna e mi sono nascosta * sotto le nuvole

sono stata sole e la mia luce si è ritirata per un’eclissi

Non ho potuto difendermi dall’amore

*

Sono evidentemente in suo potere * (f. 26r) 10

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Perdonami! La mia discolpa è chiara

chi mi aiuterà con uno stratagemma o con benevolenza? per malasorte non si fermò sul palmo di qualcun altro

* Biasimami a lungo oppure smetti di farlo!

Narra la Vecchia: Quando terminò la sua poesia le domandai: «Che cosa desideri che dica di te?» rispose: «Dì ciò che vuoi, vedi bene il mio stato». Uscii da casa sua e andai dalla Signora che mi chiese: «Che cosa hai visto? Dio ti ha mostrato il meglio?» le risposi: «Mia Signora, cosa potrei dire di aver visto? Mio Dio!, una ragazza senza artificio, stando come sta, non c’è spazio in lei per la vita» rispose: «Mio Dio!, no, in lei non c’è artificio!» poi pianse molto e disse: «Apparteniamo a Dio e a Dio torneremo». Narra la Vecchia: Le dissi: «Pazienta! Farlo è segno di forza, e tu lo sei» e lei: «Devo davvero riunire lei e il suo amato, sia come sia. È possibile che Dio la rianimi o decida ciò che vuole. Non trovo nel mio cuore un motivo per lasciarla nello stato in cui è. Ho pazientato sino a che il coltello ha raggiunto l’osso ma, mio Dio!, lei è innamorata del suo amato ed io le voglio bene. Non voglio vederla in quello stato che da morta. Torna da lei, per favore e dille: “La tua Signora si compiace di te” e ancora: “Rincuorati perché lei ha deciso di riunire te e il tuo amato”». Narra: Tornai da lei e le riferii questo. Lei si agitò molto, si spogliò dei suoi abiti e ne indossò di nuovi, rise, pianse, comportandosi come i matti. Le dissi: «Mio Dio!, questo è peggio di come stavamo prima». Rimase a lungo perplessa ed io mi alzai per sottrarmi a lei ma mi apostrofò: «Signora, che cos’hai?» ed io: «Venirti a trovare è peccato. Io desidero la rettitudine e tu la corruzione morale! Questo è insopportabile», rispose: «Mia signora, ti ho già detto che la faccenda non è in mano mia» ed io a lei: «Se puoi alzarti per andare dalla tua Signora, allora fallo! Spero che quando lei ti vedrà, risolva la tua faccenda in accordo coi tuoi desideri, a Dio piacendo». Allora si diresse verso una cassa e ne estrasse (f. 26v) abiti belli, si pettinò i capelli, si profumò col miglior profumo, mi prese per mano e ci recammo dalla Signora. Quando

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la storia di bay␠e riyâ



entrammo in casa della Signora un’ancella di nome Lu‘ba47 annunciò la notizia, riferendo alla Signora degli abiti che Riy⬠indossava. Poi le ancelle si avvicinarono e felicitarono Riy⬠che disse loro: «Dio renda felice la vostra vita» quindi andammo a far visita alla Signora che era come imbronciata. Riy⬠si prostrò davanti a lei adorante.

Immagine di Riy␠prostrata al cospetto della sua Signora e immagine della Vecchia e delle schiave che la osservano (fig. 13) (f. 27r) La Signora disse: «Alza la testa, Riy⬻ e lei: «Mio Dio, no! Non alzerò la testa fino a che tu sarai completamente soddisfatta di me prima di morire» e la Signora: «Alza la testa, è un ordine! Sono contenta di te e farò per te tutto quello che desideri, quand’anche morire per questo». Rispose Riyâ¬: «Non per tuo ordine. Non la alzerò sino a che tu ti alzerai e la solleverai». La Signora si alzò tra il riso e il pianto, si gettò ai piedi di Riy⬠e le sollevò la testa dicendole: «Sollievo del mio occhio, diletto del mio cuore, tu, […] sei innamorata. Mi sei proprio cara! Dov’è la prosperità e l’abbondanza e dove la bellezza e lo splendore, dove i glutei e i fianchi e il seno fiorito, dove sono i capelli neri e le gote di porpora e dov’è la bellezza del sole levante?». Riy⬠prese a dire: Il desiderio ha colto la mia anima e * mettendo per ornamento del mio mi ha consumato vestito una cintura di magrezza Non mi ha lasciato di ricchezza e * che le mie lacrime e il mio parlare di bellezza Il mio giorno è triste, indolente

*

e le lacrime traboccano dalle palpebre

Quando la notte è buia non incontro

*

il dolce amico che speravo di vedere

I sospiri d’amore riscaldano il petto *

la fiamma della passione ha già consumato il cuore

Quanto ho sospirato a causa della * per un amato al cui amore mi sono sofferenza e del lungo piangere abbandonata! Narra la Vecchia: Allora la Signora le disse: «Trattieniti! Hai già rattristato la tua Signora» e lei si trattenne. Quindi la Signora fece venire le be47 Lu‘ba:

“bambola”.

5



traduzione ITALIANA

Fig. 13 – Vat. ar. 368, f. 26v.

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la storia di bay␠e riyâ



vande, il cibo e tutti i presenti mangiarono, tranne Riyâ¬, che non mangiò nulla al di là di quel po’ che la Signora le metteva in bocca e diceva: «Mia Signora, non sopporto il cibo se non nel modo che vedi». Narra la Vecchia: Poi tutti coloro che si trovavano al banchetto bevvero (f. 27v) tranne Riyâ¬. La Signora la implorò e quindi bevve un poco, ma si ubriacò a causa della sua debolezza e si distese sul grembo della Signora. Di quando in quando la Signora le scostava i capelli dalle tempie e le baciava la fronte, il torace, il petto e le gote dicendo: «Mio Dio!, quanto è penoso per me quello che ti è capitato, mia prediletta!». Quindi prese a dire: Il mio cuore si è spezzato quando * ho visto deperire Ho detto al mio occhio: “non provare il piacere del sonno, Eri per me un’amicizia che c’era sempre Quando ti ho vista in lacrime

e avvizzirsi persistentemente il corpo di Riyâ¬

* ma gonfio di pianto versa sangue dopo le lacrime!” *

E io non vedevo al mondo un sostituto pari a te

* mi sono sciolta per la prima volta in un pianto ininterrotto e in lamenti

Ho indossato la veste della malattia * e dello struggimento

e ho nascosto ferite nelle viscere [...]

Narra la Vecchia: Quando terminò la sua poesia prese Riy⬠tra le braccia, la mise a letto e le stese sopra una coperta, poi tornò […] e si asciugò le lacrime. Le ancelle si alzarono, baciarono la terra davanti a lei e le baciarono le mani e i piedi dicendole: «Buon pro ti faccia!» e lei rispondeva loro: «Che Dio rallegri la vostra vita!». Così si fece sera, ma Riy⬠non si riprendeva dall’ubriacatura. La Signora di quando in quando andava da lei e la lasciava riposare. Narra la Vecchia: Le dissi: «Mia Signora, che cosa ti pare di questa faccenda? Com’è?» rispose: «Non dirai nulla fino a che, a Dio piacendo, ti giungerà il mio messo». Dunque mi avviai verso casa e trovai Bay⬠insieme al parente che giocavano a scacchi tal quali li avevo lasciati.

5



traduzione ITALIANA

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Immagine di Bay␠che gioca a scacchi col parente della Vecchia e immagine della Vecchia che fa loro visita (fig. 14) (f. 31r) Narra la Vecchia: quando egli mi vide mi venne incontro e chiese: «Madre, che nuove porti?» risposi: «Te ne porto tante e buone» ma invero ero più timorosa […]. Egli pianse e disse: «Mio Dio!, non conosco una risposta per questo e non spero altro che quel che è lecito e chi come me […] ma Dio ha favori segreti e ampio potere [...]» dissi: «Proprio così». Gli raccontai tutto l’accaduto e gli dissi: «[...] tu la vedi e lei ti vede […] che tu sei l’amato» e lui: «[...] la Signora [...] (f. 31v) a Dio piacendo». Narra la Vecchia: Non abbiamo visto arrivare alcun messaggero per conto di lei per circa due mesi, tanto che pensai male e una volta dicevo: «Ecco, si è presa gioco di me!» e un’altra: «Riy⬠è morta e non si è più rivolta a me per questo motivo». Bay⬠in quel suo struggimento entrava e usciva, si alzava e si sedeva, come la serpe, dicendo: «Mi meraviglio da dove questa […] ma so, per la mia malasorte, che non avverrà». Narra la Vecchia: […] fino a che venne a farci visita una fanciulla giovane e snella, che recava una lettera sigillata. Disse: «Salve, tu, che sei ricordato nella solitudine e sei speciale per doti uniche […] mi rivolsi a lei: «Lo hai ucciso. Cosa intendevi fare con quel discorso?» e lei: «Certo non ero a conoscenza […] la sensibilità». Quando riprese i sensi gli chiesi: «Che ti è successo?» e lui: «Le sue parole mi hanno sorpreso, il mio cuore si è profondamente commosso e il turbamento si è impadronito di me», poi feci alla fanciulla: «Questo tienilo nascosto alla tua Signora». Quindi la ragazza andò via ed io presi la lettera e la aprii. V’era scritto: «Mia signora, solo il Ciambellano — Dio lo fortifichi — mi ha potuto trattenere dall’inviarti un messo. Egli ci ha tenute occupate con la supervisione, per suo conto, di un viaggio che ha intrapreso. Ci ha impegnate in questo, fino a che è partito nella custodia di Dio l’Altissimo. Domani te ne invierò dieci di damigelle di modo che il Ricordato, velato, entri nel loro gruppo e, a Dio piacendo, venga insieme a loro». Quando ci svegliammo, ci preparammo e ci sedemmo in attesa fino a che vedemmo le ancelle e la fanciulla che era venuta il giorno prima che le guidava verso casa. Entrarono, mi baciarono le mani […] e si rivolsero a lui: «Alzati! Il destino è arrivato, è giunto il tempo dell’incontro». Narra la Vecchia: Lo velai e lo feci entrare […] una principessa tra loro, fino a che entrammo nel palazzo e trovammo la servitù e le guardie […] la reverenza come era stato loro comandato. Quando arrivammo nella sala d’udienza […] e prendemmo […] la Signora era come il sole quando spunta da sotto le nuvole […].

130

la storia di bay␠e riyâ

Fig. 14 – Vat. ar. 368, f. 31r.



‫‪56‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫من أين هذه […] وأنا أعرف من شوم ج ّدي أنه ال يكون هذا قالت العجوز‬ ‫ثم […] يس ًريا حتى دخلت علينا صبية رشيقة الق ّد صغرية الس ّن وبيدها [كتاب‬ ‫مطبو]ع وقالت السالم عليك يا مذكور يف الخلوات ويا مخصوص باألفرادات‬ ‫[…] عليه فقلت لها قتلتيه فام أردت هذا الكالم قالت وﷲ ما علمت أن […]‬ ‫القصة وطار قلبي فاعرتاين الريب‬ ‫فلم أفاق قلت له ما هذا قال ابهتتني ّ‬ ‫الرقّة اّ‬ ‫وأخذت الكتاب‬ ‫فقلت للصبية اكتم هذا عن السيدة ثم انرصفت الصبية‬ ‫ُ‬ ‫وفككته فإذا فيه يا سيديت ما منعني من اإلرسال إليك إلاّ أن الحاجب أع ّزه ﷲ‬ ‫شغلنا بالنظر له يف أمر سفر تو ّجه إليه فاشتغلنا فيه حتى مىش يف ودائع ﷲ‬ ‫تعاىل فإذا كان من الغد أرسلت إليك عرشة من الوصائف فليدخل املذكور يف‬ ‫فلم أصبحنا أخذنا عىل أنفسنا وقعدنا‬ ‫جملتهن من ّق ًبا ويأيت معه ّن إن شاء ﷲ اّ‬ ‫ننتظر حتى رأينا الوصائف والصبية التي جاءت باألمس وهي تقودهن إىل‬ ‫بلغت املنى وحان وقت اللقاء‬ ‫الدار فدخلن وق ّبلن يدي […] وقلن له قم قد َ‬ ‫قالت العجوز فنقبتُه وأدخلته […] أمرية منه ّن حتى دخلنا القرص فوجدنا‬ ‫فلم وصلنا إىل [اﻤﻟﺠﻠ]ﺲ وأخذنا [‪]...‬‬ ‫الخدم والرواشد […] التبجيل كام أمرن اّ‬ ‫علينا السيدة كأنّها الشمس إذا بدت من تحت السحاب […]‬ ‫‪122‬‬

‫اكتمي‬

‫‪122 Per‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪5‬‬

‫َسأَبْكيِ ل اََّم أَبْصرَ ْ ُت ِف ِ‬ ‫يك ِب َد ْم َع ٍة‬ ‫الض َنى‬ ‫السق ِْم َو َّ‬ ‫َوأَلْ َب ُس ِجلْ َبابًا ِم َن ُّ‬

‫*‬ ‫*‬

‫ ‪55‬‬

‫َوأُبْ ِدي نَ ِحي ًبا َدائمِ ًا َو َعوِيل‬ ‫َوأُطْوِي كُلُو ًما فيِ الْ َح ىَش َو[‪]...‬يل‬

‫فلم متّت من شعرها أخذتها يف ذراعيها ثم وضعتها عىل الفراش‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وأرخت عليها س ًرتا ورجعت [‪ ]...‬متسح دموعها وقام الوصائف يق ّبلن األرض بني‬ ‫يديها ويق ّبلن يديها وقدميها ويق ّبلن لها هنيئًا مريئًا وهي تقول له ّن ه ّناك ّن‬ ‫ﷲ عيشكن فك ّنا كذلك إىل األصيل ورياض ال تستفيق من سكرتها والسيدة‬ ‫تقوم اليها حي ًنا بعد حني وتروح عليها قالت العجوز فقلت لها يا سيديت ما‬ ‫ترى يف هذا األمر أم كيف يكون قالت ال تح ّديث شيئًا حتى يردك رسويل إن‬ ‫بياضا مع قريبي يلعبان الشطرنج كالذي‬ ‫شاء ﷲ‬ ‫فانرصفت إىل منزيل فألفيت ً‬ ‫ُ‬ ‫تركتهام‪.‬‬ ‫صورة بياض يلعب بالشطرنج مع قريب‬ ‫العجوز وصورة العجوز قد دخلت عليهام‬ ‫فلم رآين قام إ ّيل وقال يا ا[ماه ومبا] ِ‬ ‫جئت قلت له جئتك‬ ‫(‪٣١‬و) قالت العجوز اّ‬ ‫وﷲ بخري كثري وإين ألخىش إين قد ﻟﺠ[‪ ]...‬ﻴ[‪]...‬ر[‪]...‬اه لله فبىك وقال وﷲ ما‬ ‫أدري لهذا جوابًا ووﷲ ما أميل سوى الحالل و َمن ملثيل [‪ ]...‬ولكن لله لطائف‬ ‫خفية وقدرة واسعة فام خرب[‪ ]...‬كذا وكذا وحكيت له الحديث كله وقلت له ال‬ ‫[‪ ]...‬تراها وتراك من [‪ ]...‬بأنّك املحبوب فقال [‪ ]...‬السيدة قا[‪٣١( ]...‬ظ) إن شاء‬ ‫ﷲ قالت العجوز فلم نر لها رسولاً نحو الشهرين حتى ظننت ظنونًا فاسدة‬ ‫وكنت أقول م ّرة استهزأت يب وم ّرة أقول ماتت رياض ومل يت ّوجه يل يف ذلك‬ ‫وجه وبياض يف هذا كلّه كالح ّية داخل وخارج وقائم وقاعد ويقول وأنا أعجب‬

‫‪54‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫فأنشأت رياض تقول‬ ‫*‬ ‫أَ ْدنَ َف الشَّ ْو ُق ُم ْه َج ِتي َوبَ َران‬ ‫َو ِوشَ ا ًحا ِم َن ال َّن ُحو ِل ك ََسان‬ ‫*‬ ‫َخلاَ أَ ْد ُم ِعي َونُطْ َق لِ َسان‬ ‫مل يَ َد ْع ليِ ِم َن ال َّن َضا َر ِة َوالْ ُح ْسنِ‬ ‫*‬ ‫يض ِم ْن أَ ْجفَان‬ ‫فَ َن َهارِي تَلَ ُّه ٌف َوانِ ٌني‬ ‫َو ُد ُمو ِعي ت َ ِف ُ‬ ‫*‬ ‫ِبل َِذ ٍيذ َر َج ْوت ُ ُه لِ ِع َيان‬ ‫َوإِذَا اللَّ ْي ُل َج َّن لَ ْم أَتَلاَ قَى‬ ‫َاب َج َنان‬ ‫َزفَ َر ُ‬ ‫ات الْ َغ َر ِام أَ ْح َم ْت ُضلُو ِعي * َو َج َوى الشَّ ْوقِ قَ ْد أَذ َ‬ ‫*‬ ‫ِيب َخلَ ْع ُت ِفي ِه ِع َنان‬ ‫آ َه ِم ْن لَ ْو َع ِتي َوطُو ِل نَ ِحيبِي‬ ‫فيِ َحب ٍ‬ ‫ِ‬ ‫أشجيت سيدتك فأمسكت‬ ‫قالت العجوز فقالت السيدة عند ذلك أمسيك قد‬ ‫ثم دعت السيدة بالطعام والرشاب فأكل َمن حرض إال رياض مل تأكل شيئًا إال‬ ‫ما أ ْدخلت السيدة يف فمها شيئًا يس ًريا وهي تقول يا سيديت ما يل يشء احتمل‬ ‫به الطعام إال كام ترى قالت اﻟ[ﻌﺠﻮﺯ] ثم رشب كل من كان بالحرضة‬ ‫(‪٢٧‬ظ) إال رياض فحلفت عليها السيدة فرشبت قليلاً وسكرت لضعفها ورقدت‬ ‫[يف حجر] السيدة فكانت السيدة الحني بعد الحني تف ّرق شعرها عن جبينها‬ ‫يل ما‬ ‫وتق ّبل ما بني عينيها وتق ّبل أزرارها وصدرها وخديها وتقول عزيز وﷲ ع ّ‬ ‫أصابك يا ق ّرة عيني‬ ‫ثم أنشأت تقول‬ ‫*‬ ‫ِبج ِْس ِم ِريَ ٍ‬ ‫اض َدائمِ ًا َو ُذبُول‬ ‫ت ََص َّد َع قَلْبِي إِ ْذ َرأَيْ ُت نَ ُحول‬ ‫َوقُل ُْت لِ َع ْي ِني لاَ تَلَ َّذ ِب َه ْج َعةٍ * َو ُس ِّحي َد ًما بَ ْع َد ال ُّد ُمو ِع ُه ُمول‬ ‫غتَ ِدي *‬ ‫َولَ ْم أَ َر فيِ ال ُّدنْ َيا ِس َو ِ‬ ‫اك بَ ِديل‬ ‫وح َوأَ ْ‬ ‫لَ َق ْد كُ ْن ِت ليِ ِإنْ ًسا أَ ُر ُ‬ ‫‪120‬‬

‫‪121‬‬

‫‪121‬‬

‫تلذّي‬

‫‪121 Per‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪53‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫بيدي فقلت لها أن ِ‬ ‫كنت تستطيع النهوض إىل سيدتك فافعيل فأرجوا انها‬ ‫إذا رأتك ان يت ّم أمرك عىل ما تح ّبني إن شاء ﷲ فقامت عند ذلك إىل تخت لها‬ ‫فأخرجت (‪٢٦‬ظ) منه ثيابًا حسانًا ومشطت شعرها و تط ّيبت بأحسن الطيب‬ ‫فلم دخلنا دار السيدة تق ّدمت جارية تس ّمى‬ ‫وأخدت بيدي وأتينا السيدة اّ‬ ‫لعبة بالبشارة إىل السيدة فألقت إليها ما كان عليها من الثياب ثم أقبلن‬ ‫الجوار يه ّنينها وهي تقول له ّن ه ّناك ّن ﷲ عيشك ّن ثم دخلنا عىل السيدة‬ ‫وهي كالغاضبة فخ ّرت رياض بني يديها ساجدة‪.‬‬ ‫صورة رياض قد سجدت بني يدي سيدتها‬ ‫‪116‬‬

‫‪117‬‬

‫وصورة العجوز والوصائف ينظرن إليها‪.‬‬ ‫(‪٢٧‬و) فقالت لها السيدة ارفع رأسك يا رياض فقالت رياض ال وﷲ ال‬ ‫أرفع رأيس حتى ترىض ع ّني رضا ًء صحي ًحا قبل املوت قالت السيدة ارفع‬ ‫رأسك بحقّي عليك فانيّ عنك راضية وافعل لك ما ترغب ولو كان حاممي يف‬ ‫ذلك فقالت رياض ال وحقّك ال أرفع رأيس حتى تقومي أنت وترفعيه فقامت‬ ‫السيدة بني الضاحكة والباكية وترامت عىل رياض ورفعت رأسها وقالت لها يا‬ ‫يل أين النضارة‬ ‫ق ّرة عيني ويا أنس قلبي أيّاك[‪]...‬تا فعاشقة أنت عزيز وﷲ ع ّ‬ ‫والغضارة وأين البهاء وأين الضياء وأين األرداف وأين األعطاف وأين النهد‬ ‫الفالك وأين الشعر الحالك وأين توريد الخ ّد وأين الرونق الرشيق‪.‬‬ ‫‪118‬‬

‫‪119‬‬

‫‪120‬‬

‫تستطيعني‬ ‫الجواري‬ ‫ارفعي ‪118 Per‬‬ ‫ارفعي ‪119 Per‬‬ ‫‪116 Per‬‬ ‫‪117 Per‬‬

‫‪khafíf.‬‬

‫‪120 Metro‬‬

‫‪52‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫كَا َن ُمل ُْك الْ َي َديْن ِم ِّني َع َيانًا‬

‫*‬

‫)‪٢٦‬و(‬

‫ ‬

‫َت لِلشَّ قَا ِء فيِ غ رْ َِي كفِّي‬ ‫َوقَف ْ‬ ‫أَ َو ِاطيليِ َملاَ َم ِتي أَ ْو فَ ُكفِّي‬

‫فَا ْع ِذرِي ِني فَ ِإ َّن ُع ْذرِي ُم ِب ٌني‬ ‫فلم فرغت من شعرها قلت لها ما تريدين أن أقول من أمرك‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫قالت قويل ما ِ‬ ‫فخرجت من عندها ودخلت إىل السيدة‬ ‫شئت فأنت أبرص بحايل‬ ‫ُ‬ ‫فقالت يل ماذا ِ‬ ‫رأيت أراك لله الخري فقلت لها يا سيديت وما عىس أن أقول‬ ‫رأيت وﷲ صبية ما فيها حيلة عىل حال كذا وكذا وال فيها موضع للحياة قالت‬ ‫ال ولله ما فيها حيلة ثم بكت بكا ًء شدي ًدا وقالت إنّا لله وإنّا إليه راجعون‬ ‫قالت العجوز فقلت لها اصربي صرب جليلة القدر مثلك قالت وﷲ ال ب ّد يل‬ ‫أن أجمع بينها وبني محبوبها ويكون يف ذلك ما كان فعىس ﷲ أن يُفرج عنها‬ ‫أو يقيض مبا شاء فام أجد من قلبي معي ًنا عىل تركها عىل حالها ولقد صربت‬ ‫حتى بلغ السكني العظم فوﷲ إنها لعاشقة يف محبوبها وإنيّ لعاشقة لها وما‬ ‫أحسبني أن نظرت إليها عىل تلك الحالة إال م ّيتة ولكن ارجعي إليها بفضلك‬ ‫وقويل لها سيدتك راضية عنك وقويل لها خذي عىل نفسك فأنّها قد عزمت‬ ‫عىل أن تجمع بينك وبني محبوبك قالت فرجعت إليها وقلت لها ذلك فقامت‬ ‫وقعدت وتج ّردت من ثيابها ولبست ثيابًا غريها وضحكت وبكت وفعلت فعل‬ ‫مم ك ّنا فيه ثم بهتت طويلاً فقمت ألهرب‬ ‫املجانني فقلت لها هذا وﷲ أعظم اّ‬ ‫منها فقالت وما بالك يا سيديت قلت الدخول عليك حرام أنا أريد الصالح وأنت‬ ‫تريد الفساد وهذا ما ال يطاق فقالت يا سيديت قد أخربتك ان األمر ليس‬ ‫*‬

‫‪115‬‬

‫تريدين‬

‫‪115 Per‬‬

‫‪10‬‬

‫ ‪51‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫قلت غري أنك لو سل ِ‬ ‫لها هو كام ِ‬ ‫ملحب‬ ‫ّيت نفسك كام يفعل محبوبك وإنه ّ‬ ‫فيك ج ًّدا وهائم من أجلك وذاكر لك ومتل ّهف لوصلك ولك ّنه مييش ويتسلىّ‬ ‫ويرى فلو أنك فعلت كذلك قالت إن كان هو كذلك فليس هو مبسجون كام‬ ‫أنا مسجونة ولكن كيف هو من دهره وما حاله وما فعله قلت لها إنّه لَكَام‬ ‫وصفت لك وأكرث من ذلك وهو أرسلني ألطّلع حالك وما أنت فيه قالت ﷲ‬ ‫ُ‬ ‫قلت لها ﷲ فاصف ّر لونها وارتعدت وتن ّهدت وفاض [دﻣ]ﻌﻬﺎ و[‪]...‬ﺖ فلم ّ‬ ‫أشك‬ ‫أنها قضت نحبها وقلت قد ماتت ال محالة فقالت الجارية التي كانت معي‬ ‫هكذا يعرتيها عند املساء والصباح وهي مع هذا تالفة ال محالة فام أراها‬ ‫تفيق بعد هذا أب ًدا فبينام نحن نتح ّدث إذ فتحت عينيها ودموعها تسيل عىل‬ ‫خ ّديها‪.‬‬ ‫‪.‬وأنشأت تقول‬ ‫‪114‬‬

‫‪5‬‬

‫أَيْ َن ُح ِّبي َوأَيْ َن أُنْ يِس َوإِلْ ِفي‬ ‫َاب فُ َؤا ِدي‬ ‫أَيْ َن َم ْن ُح ُّب ُه أَذ َ‬ ‫قَ ْد بَ َرانيِ الْ َه َوى َوأَنْ َح َل ج ِْس ِمي‬ ‫يت ِم ْن نَظَ ِر اﻟْ َﻌ ْﻴ‬ ‫ُذبْ ُت َحتَّى َخ ِف ُ‬ ‫لَ ْم يَ َد ْع ليِ الْ َه َوى َو ِش َّد ُة َما ب‬ ‫َوق ََف الشَّ ْو ُق بيِ مَيِي ًنا َويَسرْ ًا‬ ‫اب‬ ‫كُ ْن ُت بَ ْد ًرا فَ ِغ ْب ُت تَ ْح َت َس َح ٍ‬ ‫ل َْس ُت أَقْ َوى ِدفَا َع َما بيِ ِم َن اﻟْ ُﺤ‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫أَيْ َن ُر ِ‬ ‫وحي َوأَيْ َن َع ْيشيِ َو َحتْ ِفي‬ ‫َو َر َمانيِ ِب َنا ِر كَ ْر ٍب َولَ ْه ِف‬ ‫اب َسق ٍْم َو َض ْع ِف‬ ‫َوك ََسانيِ ثِ َي َ‬ ‫ﻦِ نَ ُحولاً ف اََم أَطَ َاق ِب َو ْص ِف‬ ‫ِم ْن نَ ُحو ٍل ِس َوى لِ َسانيِ َوطَ ْرف‬ ‫َو ْاستَ َق َّر الْ َه َوى أَ َما ِمي َو َخلْ ِفي‬ ‫كُ ْن ُت شَ ْم ًسا فَ َح َال نُورِي ِبك َْس ِف‬ ‫ﺐِّ و َم ْن يل ب ِِحيلَ ٍة أَ ْو ِبلُطْ ِف‬

‫‪114‬‬

‫‪khafíf.‬‬

‫‪114 Metro‬‬

‫‪50‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ُم َص َّد َع ًة َم ْكلُو َم ًة َر َّض َها الْ َه َوى‬ ‫َت‬ ‫إِذَا َما نَ ِسي ُم ال ِّري ِح َه َّب ْت تَ َعلَّق ْ‬

‫*‬ ‫*‬

‫ ‬

‫الس َق َم فيِ أَ ْع َصا ِب َها ِبتَ َحطُّ ِم‬ ‫ت َ َرى َّ‬ ‫َو َح َّل ِب َها َص ْع ٌب فَلَ ْي َس ْت ت َ َكل ُِّم‬

‫فلم رأيتها كذلك أمسكت عنها وقعدت إليها وق ّبلت خ ّديها وهي كخ ّدي ميت‬ ‫اّ‬ ‫ووﷲ لقد كان النحول يزينها كالحيل وقبَّلت فاها وعليه رائحة أذْىك من املسك‬ ‫وقبلها لذيذ والنفس ترحمها فدنوت منها وقلت لها يا بنية ما حالك فقالت‬ ‫يا سيديت وما حال َمن أنحله الحب وعبث به الوجد واستحكم فيه الحزن‬ ‫وتع ّبده الهوى وخالطه األىس وبلغت شقوته إىل ما ترى من الضنى والشجى‬ ‫تأسف وحركايت تقلق وسكوين ضعف‬ ‫والبالء فلييل سهر ونهاري تل ّهف وأنفايس ّ‬ ‫وعظامي جريش وطعامي أليم ورشيب َو َصب وهل يخفى عليك البني واليأس‬ ‫يل إذ ليست ترحمني وال تريث لحايل وكان يل‬ ‫والسخط والهجر وسيديت أش ّد ع ّ‬ ‫يف حضورها ورؤية وجهها ورضاها عني راحة وإنمّ ا قطعت رجايئ وأمىل وأيامي‬ ‫فلو ِ‬ ‫رأيت يا سيديت أن ترغبي إليها يف أن تزورين ولو م ّرة يف الشهر كنت أجعل‬ ‫زيارتها راحة لنفيس قلت لها إِي وﷲ وكرامة فلعل قلبها أن ّ‬ ‫يرق فوﷲ يا‬ ‫شجي وال ٍ‬ ‫باك‬ ‫رياض ما عىل وجه األرض حزين وال مكروب وال ّ‬ ‫متأسف وال ّ‬ ‫أش ّد من كربها عليك وال لها بعدك عيش وال نوم وإنها مع ذلك كله لخائفة من‬ ‫الحاجب وتعلمني طلبه لك قدميًا قالت هذا كله علمته ولكن انقلب السهم‬ ‫احب إ ّيل الص ّحة أم السقم‬ ‫يف القوس وخرج األمر عن يدي وأي يشء يا سيديت ّ‬ ‫أم البالء أم الشجى أم الوجد أم العويل أم التهيام أم الشهرة أم الويل أو‬ ‫ما كنت عليه من الدالّة والنعمة (‪٢٥‬ظ) والغضارة والرسور والغبطة فقلت‬ ‫‪113‬‬

‫‪nel margine esterno.‬‬

‫‪113 Aggiunto‬‬

‫ ‪49‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫َرث َا لَ ُه َوكَفَى بِالْ َم ْر ِء َم ْن ِزلَ ٌة‬

‫*‬

‫يَ ْريث الْ َع ُد ُّو لَ َها ِم ْن بَ ْع ِد َما اﻛ[…]ﻤ‬

‫قالت العجوز فقلت لها رس بنا نراها مسكينة فقالت نعم ثم دخلت أمامي‬ ‫فلم رصنا يف وسط الدار سمعناها وهي تتأ ّوه وتنوح وتنشد هذه‬ ‫وأنا يف أثرها اّ‬ ‫األبيات‪.‬‬ ‫حيث تقول‬ ‫ِب‬ ‫شَ ْو ٌق َو َو ْج ٌد َو ُح ْز ٌن ث َاب ٌِت َو َج ًوى * بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح َوالأْ َ ْحشَ ا ِء تَلْتَه ُ‬ ‫*‬ ‫َولَ ْو َع ٌة َوفُ َؤا ٌد َوالِ ٌه َو ِص ُب‬ ‫َو َزفْ َر ٌة َو َغلِ ٌيل َدائِ ٌم َو َه َوى‬ ‫اب يَ ْن َس ِك ُب‬ ‫قَ ْد ْاستَ َح َال ِب ِن َريانِ الْ َغ َر ِام َد ِمي * َو َصا َر َد ْم ًعا َعلىَ الْ ِجلْ َب ِ‬ ‫ِب‬ ‫َوالْبَينْ ُ أَ ْو َج َع أَ ْحشَ ائيِ َوأَلْ َهبَ َها * فَ َكيْ َف يَ ْصبرِ ُ َم ْن أَ ْحشَ ا ُه تَلْتَه ُ‬ ‫*‬ ‫ِب‬ ‫َوالْ َبينْ ُ أَنْ َحلَ ِني َوالْ َبينْ ُ َع َّذبَ ِني‬ ‫َوالْ َبينْ ُ أَ َّرقَ ِني َما َه َكذَا يَج ُ‬ ‫أَ ْه َوى ال ِْح اَم َم َولاَ أَ ْرضىَ الْ َح َيا َة فَ ِفي * َع ْيشيِ لَ َع ْمرِي َما قَ ْد يَ ْن َقضيِ الْ َع َج ُب‬ ‫فلم سمعناها توقّفنا حتى فرغت من إنشادها وأطرقت حي ًنا‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫فلم رأتني أرادت القيام إ ّيل فلم تقدر ومل تستطع القيام‬ ‫ثم‬ ‫ُ‬ ‫دخلت عليها اّ‬ ‫مت أن ما يف ثيابها جسم‬ ‫ووقعت عىل وجهها‬ ‫فانكببت عليها وعانقتها فتو ّه ُ‬ ‫ُ‬ ‫وهي كام قال الشاعر‪.‬‬ ‫(‪٢٥‬و)‬ ‫ت *‬ ‫ُع َرا ًة ِبلاَ لَ ْح ٍم َعلَ ْي َها َولاَ َد ِم‬ ‫تَ َج َّر َد لَ ْح ِمي َع ْن ِعظَا ِمي فَأَ ْص َب َح ْ‬ ‫‪110‬‬

‫‪111‬‬

‫‪111‬‬

‫‪5‬‬

‫‪112‬‬

‫‪112‬‬

‫سريي‬

‫‪110 Per‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪111 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪112 Metro‬‬

‫‪48‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫الخلد صغرية السن مليحة الحركات فصيحة اللسان عىل رأسها مقنع حر[ير]‬

‫اجلس حتى أعلم ما عند رياض وما‬ ‫يل فقلت لها ْ‬ ‫أصفر فقامت وسلَّمت ع ّ‬ ‫هي عليه فتنفّست الجارية الصعداء حتى حسبت أن روحها تزهق حرسة‬ ‫فقلت لها يا بنية وما هذا قالت نعم سخطت سيدتنا عىل رياض بغري ذنب‬ ‫وهي كانت الجافية عليها فقلت لها ال تفعل فام جنت وال ارادت قالت بىل‬ ‫وال رياض خرجت وفسدت قالت العجوز فقلت لها ال أدري إن العقول متنع‬ ‫عن الصنع يف غري التمكني والباطل ممنوع إدراكه والواجب عىل ذوي األلباب‬ ‫الحق والصرب عند اليأس‪.‬‬ ‫مراجعة ّ‬ ‫كام قال الشاعر‬ ‫‪105‬‬

‫‪106‬‬

‫‪107‬‬

‫ِيب فَ َم ْن‬ ‫الْ َيأْ ُس أَ ْعظَ ُم ُسلْ َوانِ اللَّب ِ‬ ‫يُ ْد َعى َس ِخيفًا َوإِ ْن كَانَ ْت َمطَا ِم ُع ُه‬

‫*‬ ‫*‬

‫يَ ْر ُجوا َويَطْ َم ُع ِفي َم ْن لَ ْي َس مَ ْي ِل ُك ُه‬ ‫يم يَ ِح ُّل فَذ ََاك الْ َعقْلِ يَ ْسلُ ُك ُه‬ ‫ِف اَ‬

‫‪107‬‬

‫فقالت الب ّوابة عند ذلك فمن أصيب بغري ظ ّن أو ض ّمته رضورة فليتحامل ومن‬ ‫فليحل عىل الصرب قالت العجوز فقلت لها ما حال رياض‬ ‫ّ‬ ‫مل يطق لنفسه سلوانًا‬ ‫قالت الب ّوابة (‪٢٤‬ظ) حال وﷲ سوء وانها لكام قال الشاعر‪.‬‬ ‫سرَُّ الْ َع ُد ُّو َوأَبْ َدى ِم ْن شَ اَمت َ ِت ِه * َحتَّى إِذَا َما َرأَى ِم ْن َحالِ ِه َر ْحم‬ ‫وب َد َما‬ ‫بَ َد ْت ُد ُمو ٌع َعلىَ َخ َّديْ ِه َساكِ َب ًة * ت َُص ُّب ِح َني َه َم ْت فَ ْو َق الْ ُج ُي ِ‬ ‫نى * يَ ْب ُدوا َعلَ ْي ِه َوج ِْس ٌم قَ ْد ُمل َس َق َما‬ ‫َو َص ْف َر ٌة َوشُ ُح ٌ‬ ‫وب ظَا ِه ٌر َو َض ً‬ ‫‪109 108‬‬

‫‪108‬‬

‫‪109‬‬

‫اجليس‬ ‫تفعيل‬

‫‪105 Per‬‬ ‫‪106 Per‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪107 Metro‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪108 Metro‬‬

‫ُملِ َئ‬

‫‪109 Per‬‬

‫ ‪47‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪10‬‬

‫اب ِم ْن ِك َد َّل َعلىَ َصفا ًء‬ ‫أَتَانيِ كِتَ ٌ‬ ‫فَ ِإ ْن كُ ْن ِت فيِ نَا ٍر فَ ِإنيِّ بمِ ِثْلِ َها‬ ‫يق فَ ِإنيِّ آي ٌِس‬ ‫َوإِ ْن كُ ْن ِت فيِ ِض ٍ‬ ‫لَ َق ْد كُ ِت َب الْ ُح ُّب الْمُبرَِّ ُح فيِ الْ َحش‬ ‫ِيت أُ َرا ِعي الن َّْج َم لاَ أَطْ َع ُم الْ َك َرى‬ ‫أَب ُ‬ ‫لَ َع ْمرِي لَئنِ ْ شَ َّط الْ َم َزا ُر فَ ِإنَّ ِني‬ ‫َولَ ْم أَ َر َو ْصلاً قَ ْد مَتَ َّن ْي ُت َسا َع ًة‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َو ُح ْسنِ ِو َدا ٍد ِم ْن ُك ْم لاَ أَكَا ِذبُ ْه‬ ‫َو َج ْي ُش التَّ َصابيِ فيِ الْ ُف َؤا ِد أُ َحا ِربُ ْه‬ ‫ُوب َو َو ْج ِدي غَالِ ُب ْه‬ ‫َو َصبرْ ِي َم ْغل ٌ‬ ‫ِبأَ ْن لاَ يُز ُِيل الْ ُح ْز َن َوالبَثَّ كَاتِبُ ْه‬ ‫ب ِِح ْن ِد ِس لَ ْيلٍ َما تَ ُغو ُر كَ َواكِ ُب ْه‬ ‫أُ َحا ِذ ُر أَ ْن أَلْقَى ال َّر َدا َوأُ َرا ِه ُب ْه‬

‫*‬ ‫فَ ِإنيِّ ِخ ْد ٌن لِلْ َم ُنونِ أُ َص ِ‬ ‫اح ُب ْه‬ ‫فلم ت ّم قلت له أحسنت وﷲ إنك لشاعر مفلق حسن الوصف‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫بني أل ما‬ ‫حملت األمر عىل ما حمله أهل العقول‬ ‫وإن ً‬ ‫َ‬ ‫رياضا كذلك فبا يا ّ‬

‫[…]‬

‫‪101‬‬

‫يل بوجهها الجميل وسألتني عن حايل وقالت كيف حالك فقلت‬ ‫(‪٢٤‬و) ع ّ‬ ‫حايل موصول بحالك أنا بخري ما دمت أنت بخري قالت وﷲ يا ع ّمة ما أنا بخري‬ ‫من أمر هذه الصبية التي بُل َيت بالهوى عىل صغر س ّنها وأنا كنت السبب إىل‬ ‫بل ّيتها واملفتاح لشجونها يفﷲ عليك ُم ْر إليها وكلّميها فإن كالمي عليها ثقيل‬ ‫فقلت لها يا سيديت دعني من هذا فام يشاكلني وأنا عجوز وما أريد أن ألِج‬ ‫فهممت]‬ ‫يف يشء من هذا قالت السيدة ما أنت إلاّ [مقام أﺧﺘ]ﻬﺎ وأمها قالت [‬ ‫ُ‬ ‫إىل الدار الذي فيه رياض وعىل الباب جارية ما كانت تصلح عىل باب جنان‬ ‫‪102‬‬

‫‪103‬‬

‫‪104‬‬

‫‪per mancanza di uno o più fogli.‬‬

‫‪101 Lacuna‬‬

‫ُم ّري‬ ‫دعيني‬ ‫التي فيها ‪104 Per‬‬ ‫‪102 Per‬‬ ‫‪103 Per‬‬

‫‪46‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫فام يكفيك أنت يا بني أن يأتيك خ ّط يدها وشعرها وتجد نسيم كتابها وهو‬ ‫مبلول بدموعها وريقها إ ّن [ﻫ]ﺬا لكثري ج ًّدا وتحدث من بعض األمور أمور‬ ‫رصف وكام جاء ﷲ بك من بلدك وأرضك ومل تدر‬ ‫والفرج قريب والدهر يت ّ‬ ‫أنت َمن هي والهي من أنت وقد اجتمعتام يف بساط واحد بني ي َد ْي السيدة‬ ‫وجوارها تحت سرت سلطانها هو قادر عىل أن يف ّرج عنك إن شاء ﷲ لكن‬ ‫كات ْبها واكتم ما قدرت وقد جاء يف الحديث استعينوا عىل حوائجكم بالكتامن‬ ‫رسه كان له الخيار وبيده فقال يل ما ترى يا أ ّماه‬ ‫والحكامء يقولون َمن كتم ّ‬ ‫بني إن كنت رأيت (‪٢٣‬ظ)‬ ‫أسري بالكتاب إىل املوضع أم كيف ترى قلت له يا ّ‬ ‫شيئًا ّ‬ ‫يدل عىل إخاء وصفاء و ّد وإلاّ فال قال ألي يشء قلت الحذر خري قال بىل‬ ‫ولكن الرضورة تحملني عىل ذلك وال ب ّد من القدر أن ينفذ كام ق ّدره ﷲ فإ ّما‬ ‫بني س ّددك ﷲ ووفّقك وتاب عليك وم ّن‬ ‫ُهلك أو ملك قلت له‬ ‫َ‬ ‫صدقت يا ّ‬ ‫عليك بالتوفيق فأخذ رقعة وكتب فيها هذه األبيات‪.‬‬ ‫حيث يقول‬ ‫َرأَيْ ُت كِتَابًا كُ ْن ُت َص ًّبا لِ ُر ْؤيَ ِت ْه * َوكَا َن الْ ُم َنى أَ َّن لَ ْو َرآنيِ َص ِ‬ ‫اح ُب ْه‬ ‫فَكَا َن إِلىَ قَلْبِي أَلَ ُّذ ِم َن الْ ُم َنى * لَ َدى َهائِ ٍم َضاق َْت َعلَ ْي ِه َمذَا ِه ُب ْه‬ ‫اح ُب ِني ِف َيك الأْ َ ىَس َوأُ َص ِ‬ ‫* يُ َص ِ‬ ‫اح ُب ْه‬ ‫فَ َيا َم ْوئِليِ إِنيِّ ِب ُح ِّب َك ُمولَ ٌع‬ ‫ن *‬ ‫ُج ُفونيِ َد ْم ٌع ت َْستَه ُِّل َس َحائِ ُب ْه‬ ‫َوأَبْصرَ ْ ُت َخطًّا فيِ الْ ِكتَ ِ‬ ‫اب فَف َ‬ ‫َاض ِم ْ‬ ‫*‬ ‫َويَا غَايَ ِتي إِنيِّ َمشُ ٌ‬ ‫ُوب َو ُح ُّب َك َسالِ ُب ْه‬ ‫وق ُمتَ َّي ٌم‬ ‫َعقْليِ َم ْسل ٌ‬ ‫‪98‬‬

‫‪99‬‬

‫‪100‬‬

‫‪100‬‬

‫‪nel margine esterno.‬‬

‫‪98 Aggiunto‬‬

‫جواريها‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪99 Per‬‬

‫‪100 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪45‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪15‬‬

‫يَا َس ِّي ِدي يَا ُعدَّت‬ ‫أَنْ َت الْ َعزِي ُز َم َع ال َّن َوى‬ ‫َحتَّى َمتَى يَا َس ِّي ِدي‬ ‫قَ ْد كُ ْن َت ليِ ثمَ َ َر الْ ُم َنى‬ ‫لَ ْو كَا َن ليِ َم ْن أَ ْرتَجِي‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫)‪٢٣‬و(‬

‫ِيب ِم َن الضرَّ َ ْر‬ ‫أَنْ َت الطَّب ُ‬ ‫ِيب إِذَا ُذكِ ْر‬ ‫أَنْ َت الْ َحب ُ‬ ‫أَ ْر ُجوا لِقَا َء َك َوأَنْتَ ِظ ْر‬ ‫فَ َم َن ْع ُت أَ ْن أَ ْج ِني الثَّ َم ْر‬ ‫فَ َي ُس ُ‬ ‫وق ليِ ِم ْن َك الْ َخبرَ ْ‬

‫*‬ ‫لَ َق ِن ْع ُت إِ ْذ لاَ ِحيلَ َة‬ ‫َحتَّى يُ َوارِي ِني ال َقبرَ ْ‬ ‫فلم ت ّم األبيات قلت له جاوبها واقتنع بهذا تجد فيه راحة‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫فكثري من أهل الظرف والعشق يقنعون بالرسل والكتب ويرون ذلك خ ًريا كث ًريا‬ ‫وقد قال بعض الشعراء‬ ‫كَ َفانيِ ِبأَ ْر ٍض نَ ْح ُن نَ ْس ُك ُن َها َم ًعا * إِذَا َما بَ َدا فيِ الأْ ُف ِْق بَ ْد ُر غ اََم ِم‬ ‫*‬ ‫َج ِمي ًعا َوذَا َو ِﷲ َخ رْ ُي ِذ َم ِام‬ ‫إِذَا َما بَ َدا بَ ْد ٌر َرأَتْ ُه ُع ُيونُ َنا‬ ‫الص َبا * ت َ َن َّس ْم ُت ِفي َها ِم ْن َك بُ ْر َء َسقَا ِمي‬ ‫ِيح الْ ُج ُن ِ‬ ‫وب أَ ْو َّ‬ ‫فَ ِإ ْن نَ َف َح ْت ر ُ‬ ‫‪959697‬‬

‫‪95‬‬

‫أو كام قال بعضهم‪.‬‬ ‫ها *‬ ‫َويَ ْك ِف ِ‬ ‫َعلَ ْي َنا َو َهذَا الأْ َ ْم ُر لَ ْي َس ِبفَان‬ ‫يك أَ َّن الشَّ ْم َس يَطْلُ ُع نُو َر َ‬ ‫*‬ ‫لَ ُقل ُْت لِ َنف يِْس إَ َّن ذ ََاك تَ َدان‬ ‫َولَ ْو أَ َّن قُطْ َر الأْ َ ْر ِض بَيْ ِني َوبَيْ َن َها‬ ‫ُم ُرو ًرا إِذَا َما الْ َو ْص ُل قُ ِّر َب بَ ْي َننا * َوبُ ْع ُد الْ ُم َنى َص ْع ٌب َعلىَ الثَّقَالنِ‬

‫‪96‬‬

‫‪97‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪95 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪96 Metro‬‬

‫الثقلني‬

‫‪97 Per‬‬

‫‪44‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫فدخلت معه ّن‬ ‫فمضيت معهن إىل الدار فإذا بالقرب من النهر يف موضع مليح‬ ‫ُ‬ ‫فأخربنني بأخبار رياض ودفعن إ ّيل هذا الكتاب ووﷲ ما أعلم ما فيه‪.‬‬ ‫صورة بياض مع النسوة يف الدار وقد‬ ‫‪9394‬‬

‫دفعن إليه كتاب رياض‬ ‫(‪٢٢‬ظ) ثم فتح الكتاب وقرأه وإذا فيه هذه األبيات ‪.‬‬ ‫*‬ ‫أَ ْز َرى ِب ِه طُ ُ‬ ‫ول الْ ِفك ْر‬ ‫اض قَلْبِي َهائِ ٌم‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫*‬ ‫بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح ت َْستَ ِع ْر‬ ‫اض كَ ْم ِم ْن َزفْ َر ٍة‬ ‫أَبَ َي ُ‬

‫‪93‬‬

‫اض َما ليِ فيِ الْ َه َوى‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫اض َج َّل الأْ َ ْم ُر ب‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫اض أَظْ َنانيِ الْ َه َوى‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫اض َهذا كُلُّ ُه‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫اض لَ ْو أَبْصرَ ْتَ ِني‬ ‫أَبَ َي ُ‬ ‫لَ َر ِح ْمتَ ِني َو َرث َ ْي َت ل‬ ‫الض َنى‬ ‫لاَ يَ ْستَ ِب ُني ِم َن َّ‬ ‫َو َسقَا ُم ج ِْس ِمي قَ ْد فَش‬ ‫َوتَلَ ُّه ِفي َوتَأَ ُّس ِفي‬ ‫أَ ْر َعى ال ُّن ُجو َم َولَ ْي َس ل‬ ‫إِلاَّ ُد ُمو ٌع َج ْريُ َها‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َصبرْ ٌ َول يُ َدا ِون الصَّب‬ ‫َحتَّى تُ َنا ِز ُع ُه الْ ِعبرَ ْ‬ ‫فَ ُد ُمو ُع َع ْي ِني تَ ْن َح ِد ْر‬ ‫أَ ْم ٌر َعلَ ْي َنا قَ ْد ق ُِد ْر‬ ‫َوظَلاَ ُم لَ ْيليِ ُم ْنك َِد ْر‬ ‫لَ ْو كَا َن قَلْ ُب َك ِم ْن َح َج ْر‬ ‫ج ِْس ِمي َوفيِ قَلْبِي َج َم ْر‬ ‫وب َو ْجهِي قَ ْد ظَ َه ْر‬ ‫َوشُ ُح ُ‬ ‫يَ ْسطُوا َوقَلْبِي ُم ْنف َِط ْر‬ ‫أَنْ ٌس إِذَا َرقَ َد الْ َبشرَ ْ‬ ‫ِم ْن فَ ْو َق َخ ِّدي كَالْ َمطَ ْر‬ ‫ْ‬

‫‪94‬‬

‫‪kâmil.‬‬ ‫‪nel margine interno.‬‬

‫‪93 Metro‬‬

‫‪94 Aggiunto‬‬

‫‪5‬‬

‫‪10‬‬

‫ ‪43‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫خري فقلت له َمن ك ّن النسوة الثالثة الذين كنت معه ّن وإىل أين حملنك‬ ‫وأين دخلت معهن فلقد خشيت عليك مكرهن وأنت صبي ال تعرف األمور‬ ‫فلم أكرثت عليه نظر إ ّيل وبىك مل ًّيا‪.‬‬ ‫وعاتبته عتابًا به اّ‬ ‫وأنشأ يقول‬ ‫لاَ ت َ ْع ُذلِي ِني أَنَّ ِني لاَ أَق ِْد ُر‬ ‫* فيِ الْ ُح ِّب ُسلْ َوانًا َولاَ أَت ََصبرَّ ُ‬ ‫َالس َحائِ ِب تَ ْقطُ ُر‬ ‫َسل ََب الْ َه َوى َعقْليِ َو َخا َم َرنيِ الأْ َس * َو ُد ُمو ُع َع ْي ِني ك َّ‬ ‫*‬ ‫ُﷲ يَ ْر َح ُم َم ْن يَشَ ا ُء َويَ ْع ِذ ُر‬ ‫لَ ْو تَ ْعلَ ِم َني َص َبابَ ِتي لَ َر ِح ْم ِت ِني‬ ‫قالت العجوز فقلت له وﷲ لو مل أعذرك ما دخلت معك يف أمر يكون فيه‬ ‫الخوف غري أين خشيت عليك من مكر النسوة ولكن اخربين كيف هذا األمر‬ ‫حتى أعرفَه بالصحيح قال نعم ملّا بلغت الحديقة أنشدت مبا تيسرّ من الشعر‬ ‫فبينام أنا كذلك إذا بنسوة منقبات مبروطهن واحداه ّن بربطة ثياب عىل رأسها‬ ‫(‪٢٢‬و) فنزلن عىل النهر وأرشن إ ّيل ان اقبل بعد ما نظرن إ ّيل ساعة فمشيت‬ ‫إليهن فقمن إ ّيل وكشفن عن وجوههن وقالت أحداهن أما تعرفني قلت ال‬ ‫وﷲ ومن أنت التي أخدت منك الكتاب فعرفتها وسلّمت عليها ثم قلت و َمن‬ ‫هذه قالت هي من دخلتنا وليس عليك منها بأس قلت وهذه األخرى قالت‬ ‫جاريتها قلت وأين مسكن هذه املرأة صانها ﷲ قالت بالقرب من هنا ولكن‬ ‫امش معنا حتى ترى دارها وتعرفه والدار خري من الفحص واسرت ألمورنا‬ ‫‪88‬‬

‫‪89‬‬

‫‪89‬‬

‫‪90‬‬

‫‪91‬‬

‫‪92‬‬

‫الالويت‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪88 Per‬‬

‫‪89 Metro‬‬

‫تعرفينني‬ ‫اخذت‬ ‫وتعرفها ‪92 Per‬‬ ‫‪90 Per‬‬ ‫‪91 Per‬‬

‫‪42‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫فليتها املنية قالت العجوز فقلت له يا بني فالساعة قال ال أدري ورأيك أوسع‬ ‫وأنت ألطف قالت فقلت له الذي أراه صال ًحا أن متيض وحدك إىل الرثثار فإنك‬ ‫إذا كنت وحدك انض ّم إليك الرسول وإذا رآك مع أحد تن ّحى عنك فقال يل هو‬ ‫كام ِ‬ ‫قلت ووﷲ لقد كان يل يف قريبك أنس وراحة وكنت قد ألفته وأنست‬ ‫إليه قلت له يكون معك ولكن عىل بعد فإن كان شيئًا وذهب الرسول راجعك‬ ‫ونعم رأيت هذا هو الرأي فخرجا من عندي عىل‬ ‫صاحبك فقال نعم صدقت اً‬ ‫هذه النية واقاما إىل الليل ثم أقبل قريبي وحده فقلت له وأين ضيفنا يا بني‬ ‫وما فعل ﷲ به قال وﷲ ما أدري أين هو وما ظننت إال أنه قد جاء قبيل‬ ‫يل هذا امل تَرس معه‬ ‫فقلت ما شاء ﷲ كان رجل غريب متعلق بنا عزيز وﷲ ع ّ‬ ‫قال نعم رست معه إىل الرثثار وقعدت منه عىل بعد حيث أراه فبينام هو عند‬ ‫الحديقة إذا بجاريتني منقبتني قد أقبلتا حتى نزلتا عىل النهر ووراءهام جارية‬ ‫عىل رأسها رزمة من ثياب وجعلت تغسل ثوبًا ثوبًا يف النهر واالثنني قاعدتني‬ ‫فلم نظرتا إليه قامتا إليه وقعدتا معه‬ ‫فلم رآهام قصد (‪٢١‬ظ) نحوهام اّ‬ ‫معها اّ‬ ‫يف حديث متّصل طويل ثم قاموا فأخذت الواحدة بيده واألخرى بك ّمه ومشيا‬ ‫معه حتى غابوا عن برصي وطال األمر فمشيت حتى أتيت املوضع الذي كانوا‬ ‫يل‬ ‫فيه قعو ًدا فلم أجد أح ًدا فأقبلت كام ترى قالت العجوز فقلت ع ّز وﷲ ع ّ‬ ‫ما جرى يف أمر هذا الغريب ما أرى إال قد أكيد عليه حتى يقتل ويقطع أثره‬ ‫فإنّا لله وإنّا إليه راجعون إن كان ذلك فبينام نحن نتح ّدث بأمره إذ دخل علينا‬ ‫فلم رأيته قمت إليه وأخذت‬ ‫وبيده كتاب وهو ميسح دموعه ويظهر الصرب اّ‬ ‫بيده وأقعدته وقلت له ما كان من أمرك يا بني فقد وﷲ شغلت قلوبنا قال‬

‫ ‪41‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫وأنشأ يقول‬ ‫ِيب يَ ُزو ُر‬ ‫َو َما نمِ ُْت كَ ْي اَم أَ ْح ِس ُب ال َّن ْو َم َرا َح ًة * َولَ ِك ْن َعسىَ طَ ْي ُف الْ َحب ِ‬ ‫*‬ ‫آب سرَ ِ ي ًعا َوالْ َم َزا ُر سرُ ُ و ُر‬ ‫فَل اََّم ت َ َغشَّ انيِ الْ َك َرى زَا َر َخائِفًا‬ ‫َو َ‬ ‫ه ِر َسا َع ٌة *‬ ‫اب ال َّز َمانِ تَ ُدو ُر‬ ‫أَلاَ لَ ْي َت ِش ْعرِي َه ْل ِم َن ال َّد ْ‬ ‫أَ َرا َها َو ْأس َب ُ‬

‫‪85‬‬

‫توضأ ورجع إىل البيت وقعد يف موضع صالته يذكر‬ ‫قالت العجوز ثم ّ‬ ‫ﷲ تعاىل ثم أنشأ يقول‬ ‫*‬ ‫َو َما ليِ فيِ ذَا حُجَّ ٌة فَأُ ِقي ُم َها‬ ‫إِلاَ ِهي ت َ َرى َحاليِ َوأَنْ َت ق ََض ْيتَ َها‬ ‫اح َس ِقي ُم َها‬ ‫تَ َع َّرى فُ َؤا ِدي ِم ْن َحشَ ا ُه َوكَلَ َم ْت * كُلُو ُم الْ َح ىَش قَلْبِي فَ َر َ‬ ‫َد َع ْوت َُك يَا ذَا الْ َع ْر ِش َد ْع َو َة آي ٍِس * ِبأَ َّن لَ ْي َس يَبرْ َى ِم ْن شُ ُجونيِ أَلِي ُم َها‬ ‫َت نَا ُر الْ َغ َر ِام بمِ ُ ْه َج ِتي * فَلَ ْو ِشئْ َت َربيِّ كُ ْن َت أَنْ َت َر ِحي ُم َها‬ ‫فَ َق ْد َعلَق ْ‬ ‫فلم أصبح‬ ‫قالت العجوز فانرصفت إىل مضجعي وال أدري ما صنع باقي ليلته اّ‬ ‫يل السالم وقابلني بالرتحيب وقال ما أشهاين‬ ‫دخلت عليه فسلّمت فر ّد ع ّ‬ ‫(‪٢١‬و) لرؤيتك قلت له أليس تراين كل يوم قال بىل ولكن أريد أن أتكلّم معك‬ ‫قلت أنا حارضة معك فقل ما شئت قال يا سيديت ترى ما أنا فيه من الوجد‬ ‫رسي‬ ‫وانقطاع الصرب وما يل سواك مشاور يف رأي وال مشارك يف أمري وال أبوح ب ّ‬ ‫إال إليك ولوال أنّك أوليتني جميلاً ما عشت وﷲ إىل اليوم أب ًدا فام ترين يف أمر‬ ‫رياض التي قد أذهلني حبها والبسني الضنى بعدها وقد كنت قنعت منها‬ ‫بالرسائل والكتب فقد طاش ل ّبي وبَ ُع َد صربي فال أدري ما أق ّدم وال ما أؤ ّخر‬ ‫‪86‬‬

‫‪86‬‬

‫‪87‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪86 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪87 Metro‬‬

‫‪40‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫يت ِب ِه‬ ‫ِه ْم ُت ِم َن الْ َو ْج ِد إِ ْذ بُلِ ُ‬ ‫فَلَ ْيتَ ِني ِم ُّت قَ ْب َل َم ْع ِرفَ ِتي‬ ‫َولَ ْم أَ َرى ِ‬ ‫ط ْفلَ ًة ُم َن َّع َمةً‬ ‫‪84‬‬

‫ ‬

‫َاب ِم ْن ِش َّد ِة الأْ َ ىَس بَ َدن‬ ‫َوذ َ‬ ‫ح َزنِ‬ ‫َهذَا َولَ ْم أَ ْد ِر شَ ْق َو َة الْ َ‬ ‫َولَ ْيتَ ِني قَ ْد ُد ِر ْج ُت فيِ كَ َف ِني‬

‫*‬ ‫*‬

‫‪5‬‬

‫‪83‬‬

‫*‬

‫فلم ت ّم من شعره جعل يتنقّس الصعداء‪.‬‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وأنشأ يقول‬ ‫أَلاَ لَ ْي َت ِش ْعري َه ْل أَ َرى بَ ْع َض ُم ْن َي ِتي * ِم َن ال َّد ْه ِر أَ ْو أَلْقَى َو ِشيكًا ِح اَم ِم َيا‬ ‫يب َو َه ْل ليِ لِ َّذ ٌة فيِ َم َنا ِميَا‬ ‫أَلاَ لَيْ َت ِش ْعرِي َه ْل لِ َعيْ ِني ِم َن الْ َك َرى * نَ ِص ٌ‬ ‫لَ َق ْد َعظُ َم الشَّ ْك َوى فَلَ ْو أَنَّ ِني أَ َرى * ُمجِي ًبا فَأَشْ كُوا حَسرْ َ تيِ َو َعذَا ِب َيا‬ ‫‪838485‬‬

‫اض َر َم ْي ِت الْ َقل َْب ِم ِّني ِبلَ ْو َع ٍة‬ ‫ِريَ ٌ‬ ‫اض لَ ْو َعلِ ْم ِت َص َبابَ ِتي‬ ‫َوأَنْ ِت ِريَ ٌ‬

‫(‪٢٠‬ظ)‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َو َما ليِ ُم ِج ٌري ِم ْن أَلِ ِيم َسقَا ِم َيا‬ ‫إذًا كُ ْن ِت ت َ ْبكيِ ِذلَّ ِتي َو َمقَا ِم َيا‬

‫‪85‬‬

‫فلم فرغ من إنشاد شعره رقد يس ًريا ثم خفي صوته فقلت قد‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫نهوضا لطيفًا فإذا به‬ ‫غُيش عليه ملا كنت أسمع من تأوهه وأنينه فنهضت نحوه ً‬ ‫قد نام وهو يغ ّط غطيطًا لطيفًا فحمدت ﷲ عىل ذلك كث ًريا ثم رجعت مرسعة‬ ‫لئال يشعر يب فام لبثت إلاّ يس ًريا حتى سمعته قد قام فاز ًعا وخرج من البيت‬ ‫فجعلت استمع ما يقول فإذا به قد تأ ّوه تأ ّوها كث ًريا‪.‬‬ ‫ُ‬

‫‪”.‬يا لَيْتَ ِني ِم ُّت قَبْ َل هذا‬

‫“ ‪del versetto coranico XIX, 23:‬‬ ‫‪ýawíl.‬‬

‫أَ َر‬

‫‪83 Eco‬‬ ‫‪84 Per‬‬

‫‪85 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪39‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫كَتَ ْم ُت أَ ْمرِي َولَ ْم أَف َْض ْح سرَ ِ ي َرت َ ُه‬ ‫لَ ْولاَ أَنِ ٌني َونِ َريا ٌن َعلىَ كَ ِب َدي‬

‫*‬ ‫*‬

‫اح ِبالأْ َ ْم ِر ُس ْق ِمي فَ ْو َق ُجثْماَن‬ ‫فَ َب َ‬ ‫اس أَ ْد َوائيِ َوأَشْ َجان‬ ‫لَ ْم يَ ْعلَ ْم ال َّن ُ‬

‫يل السالم وقال جزيت خ ًريا يف إرسالك‬ ‫قالت العجوز فسلّمت عليه فر ّد ع ّ‬ ‫قريبك ولقد أنست به ولقد كنت أريد إن كان ليس له شغل أن أتسلىّ معه‬ ‫فقلت له ما له شغل ولو كان لرتكه فقال جزاك ﷲ بأفضل ما يجازي به‬ ‫املحسنني مثلك فكانا يخرجان ع ّني غدوة ويرجعان عش ّية وأنا أسأل قريبي‬ ‫عم يفعل فيقول حي ًنا يتسلىّ وحي ًنا ينوح وحي ًنا يتل ّهف وحي ًنا يبيك‬ ‫كل ليلة اّ‬ ‫فأسلّيه جهدي وطاقتي فك ّنا نقعد معه يف كل ليلة (‪٢٠‬و) ونح ّدثه بأخبار‬ ‫الناس وهو معنا كذلك يخربنا عن بلده وداره وأهله وما كان من أحواله يف‬ ‫املكتب وما كان يصنع مع أترابه وك ّنا معه يف هذا حتى حسبنا أنه قد سال‬ ‫فلم كان ذات ليلة‬ ‫فكان هذا منه حتى تو ّه ُ‬ ‫مت أنه قد برد قلبه نحو شهرين اّ‬ ‫أرقت فقمت يف جوف الليل لحاجة عرضت يل فنهضت إىل موضع مضجعه‬ ‫ألقف عىل منهاج أمره وأرى ما يصنع وقلت إن وجدته نامئًا ايقنت انه قد سال‬ ‫وإن كان غري ذلك عرفته فمشيت قليلاً قليلاً فسمعت له أني ًنا ضعيفًا وتل ّهفًا‬ ‫مفرطًا دلّني ذلك عىل حرقة شديدة وهو ينشد‪.‬‬ ‫حيث يقول‬ ‫*‬ ‫ُم ْس ِع ٌد فيِ الْ َه َوى يُ َسا ِع ُدن‬ ‫ُوب ف اََم ل‬ ‫َذ َه َب ْت ِرقّ ُة الْ ُقل ِ‬ ‫*‬ ‫لَ ْو َع ٌة فيِ الْ ُف َؤا ِد ت ُ َؤلِّ ُم ِني‬ ‫غ رْ َُي َد ْمعٍ يُ ِث ُري ُه كَ َم ٌد َو‬ ‫*‬ ‫السق َِام أَ َّرقَ ِني‬ ‫َو ُح ْرقَ ٌة فيِ الْ َح ىَش يُضرْ ِ ُم َها شَ ْو‬ ‫ٌق ِبطُو ِل َّ‬ ‫‪82‬‬

‫‪82‬‬

‫‪khafíf e munsariü.‬‬

‫‪82 Metro‬‬

‫‪38‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫صورة بياض عىل وجهه مغش ًيا عليه‬

‫(‪١٩‬و) عىل شاطئ النهر وصورة الفتى قريب العجوز قد وقف عليه يرثيه‬ ‫ويندبه‬ ‫وهام بازاء بستان من بساتني نهر الرثثار‪.‬‬ ‫قال فلم أزل كذلك حتى فتح عينيه وقام عىل نفسه وهو محتشم م ّني‬ ‫فمسحت وجهه وقلت له ال بأس عليك يرحمك ﷲ ما فعلت قد فعله غريك‬ ‫ُ‬ ‫فأنت واحد من الوف ال تحىص فقال عندما سمع ذلك معذرة‬ ‫(‪١٩‬ظ) وأنشأ يقول‬ ‫*‬ ‫اب َوال ُّن َخ َبا ِء‬ ‫ِب َح ِّق الْ َه َوى يَا َس ِّي َد الظُّ َرفَا ِء‬ ‫َويَا َز ْه َر َة الأْ َ ْح َب ِ‬ ‫*‬ ‫َوطُ َ‬ ‫َو َخ رْ َي الْ َو َرى أَلاَ َر ِح ْم َت تَلَ ُّه ِفي‬ ‫اح َع َزائ‬ ‫ول َسقَا ِمي َوانْ ِت َز َ‬ ‫*‬ ‫قَ ِت ُيل َص َبابَ ٍ‬ ‫ات يَطُ ُ‬ ‫ول بُكَائ‬ ‫فَ ِإنيِّ َوال َّر ْح َمنِ َص ٌّب ُم َعذ ٌَّب‬ ‫‪80‬‬

‫‪80‬‬

‫قال فقلت له ال وﷲ وال كرامة بل أنت حبيبي وإلفي وخيل قلت له أتعرفني‬ ‫قال ال وليتني عرفتك فقلت له أنا قريب العجوز أرسلتني يف أثرك ألرى ما‬ ‫فلم سمع ذلك م ّني أنس إ ّيل وح ّدثني مبا يجد من أمل الهوى فسليته‬ ‫تصنع اّ‬ ‫أقبلت معه كام ترى قالت العجوز فنهضت إليه وحدي فوجدته‬ ‫وصربته إىل أن ُ‬ ‫وهو ينشد هذه األبيات‪.‬‬ ‫حيث يقول‬ ‫اح الْ َه َوى ِب َغ َر ٍام كُ ْن ُت أَكْتُ ُم ُه * َولَ ْم تَ ُب ْح ب َِض ِمريِ السرِِّّ أَ ْجفَان‬ ‫بَ َ‬ ‫‪81‬‬

‫‪81‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪80 Metro‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪81 Metro‬‬

‫ ‪37‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪5‬‬

‫َوافَ ْج َعتَا ُه ِم َن الْ َه َوى ونَكالِ ِه‬ ‫السقَا ُم َج َوانِ ِحي ل اََّم َغ َدا‬ ‫َو َص َل َّ‬ ‫َو ْاستَ َّل َس ْيفًا لِلْ َم ِن َّي ِة ُم ْر َهفًا‬ ‫فَ َمتَى أَ َرى ِم ْن ِك الْ ُم َنى يَا ُم ْنيَ ِتي‬ ‫أَ ْص َب ْح ُت َو ْه ًنا لِلْ َه َوى قَلِ َق الأْ َس‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫ﻛ[…]نَ َوالِ ِه‬ ‫يَر[…]ﻤﺎَ لِ ِه‬ ‫فَبرَ َا […]لِ ِه‬ ‫َوال َّد ْه ُر ُﻣ ْﻌﺘَ ٌﺎﻝ لَ َنا ِ‬ ‫ﺗﺤﺒَ[…]لِ ِه‬ ‫َعانٍ ف اََم يَ ْنف َّك ِم ْن […] َﻮالِ ِه‬

‫قال فلم يزل ير ّدد هذه األبيات حتى رأيته قد [سقط ﻋ]ﻰﻠ وجهه مغش ًيا عليه‬ ‫وسكنت حركاته واصف ّر لونه فام شككت ﻓ[…]ﻣﺎﺕ فنهضت إليه ووقفت أنظر‬ ‫حل به وجعلت ا[…]ﺮبته وأرثيه بهذه األبيات‪.‬‬ ‫مم ّ‬ ‫إليه متعج ًبا اّ‬ ‫حيث أقول‬ ‫بِّس بِالْ َه َوى‬ ‫ِيب َما َر َما ُه ال َّد ْه ُر بِالْ َبينْ ِ َوال َّن َوى * ف اََم فَات َ ُه َحتَّى ُح َ‬ ‫َغر ٌ‬ ‫ِيب َولاَ َد َوى‬ ‫لَّق َهذَا الأْ َ ْم َر قَ ْه ًرا فَلَ ْم يَ ِج ْد * ل اََّم يَشْ تَ ِكي ِه ِم ْن طَب ٍ‬ ‫تَ َع َ‬ ‫نى َعلىَ الأْ َ ْر ِض َسا ِق ٌط * َونَا ُر الْ َه َوى بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح قَ ْد كَ َوى‬ ‫فَ َها ُه َو ذَا ُم ْض ً‬ ‫فَلَ ْو أَ ْهلُ ُه يَ ْد ُرو َن َما قَ ْد أَ َصابَ ُه * يَ ِقي ًنا َوإِ َّن الْ َقل َْب بِالْ َو ْج ِد قَ ْد َد َوى‬ ‫*‬ ‫َو َهالَ ُه ْم ِم ْن ُه التَّلَ ُّه ُف َوالْ َج َوى‬ ‫يب َوبِالْ ُبكَا ِء‬ ‫ل ََض ُّجوا َعلَ ْي ِه بِال َّن ِح ِ‬ ‫ات فيِ أَ ْر ِض ُغ ْربَ ٍة * بَ ِع ٍيد ِم َن الأْ َ ْهلِ َني ُم ْنتَ ِز ِح ال َّن َوى‬ ‫لَ َف َق ْد َغر ٍ‬ ‫ِيب َم َ‬ ‫زلت أر ّدد هذه األبيات وهو مع هذا كله ال يتح ّرك وال يستيقظ من‬ ‫قال فام ُ‬ ‫غشيته‪.‬‬ ‫‪79‬‬

‫‪79‬‬

‫‪5‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪79 Metro‬‬

‫‪36‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫أ[ﻧﺸ]ﺄ يقول‬ ‫يت َحتْفَا‬ ‫قَ ْد َﺳﻘَﺎ[ﻧﻲِ …] ِم َن الْ َم ْو ِت صرِ ْفًا * ِب ُك ُؤ ِس َّ‬ ‫الض َنى فَلاَ ِق ُ‬ ‫*‬ ‫زَا َدنيِ لِ أْلُ َوا ِر َو ْج ًدا َولَ ْهفَا‬ ‫ف ََس َعى[…]ﻰ َد َّب َدبِي ًبا‬ ‫*‬ ‫ﻦِ نُ ُحولاً َعبرْ َيت لَ ْي َس تَ ْخفَا‬ ‫َو َﺳﻘَﺎ[ﻧ …]ﻦ نَظْ ِر اﻟْ َﻌ ْﻴ‬ ‫*‬ ‫َوانِ ٌني ِم ْن لاَ ِع ٍج لَ ْي َس يَطْفَا‬ ‫ات‬ ‫َو َﻏﻠِﻴ[ﻞ …] َزفَ َر ٌ‬ ‫*‬ ‫ِم ْن َغلِيلٍ َغ َرا ُم ُه لَ ْي َس يُشْ فَا‬ ‫فَ ِإلىَ اﻟ[ﻠّ ِﻪ … لَ ْم] أَﺷْ ُﻚ َما ب‬ ‫‪77‬‬

‫‪76‬‬

‫‪76‬‬

‫‪77‬‬

‫قالت [ﺍﻟﻌﺠ]ﻮز فقلت له عىل رسلك أنا وﷲ أسري يوم الجمعة إن شاء ﷲ‬ ‫رسك فكان يسري غدوة ويروح عشية وانا ال‬ ‫واتعرف […] َﺮ فعىس يكون فيه ما ي ّ‬ ‫بني إذا خرج هذا الغريب‬ ‫أدري ما يحدث يف مسريه فقلت لقريب يل بﷲ يا ّ‬ ‫فلم كان املساء ورجع قلت‬ ‫اقفو أثره حتى ترى ما يصنع ففعل ما أمرته اّ‬ ‫وقفت‬ ‫مشيت وإن وقف‬ ‫لقريبي دونه ماذا رأيت قال قفوت اثره فإن مىش‬ ‫ُ‬ ‫ُ‬ ‫متلث اًّم حتى أىت الرثثار فامل نحوه واسند إىل جدار فانسللت من ورائه وهو ال‬ ‫يدري وال يشعر يب حتى قربت منه فسمعتُه ينشد هذه األبيات‪.‬‬ ‫حيث يقول‬ ‫اص ْد َعتَا كَ ِب َدا ُه ِم ْن شَ ْوقٍ َو ِم ْن * َو ْج ٍد أَضرََّ الْ َقل َْب ِم ْن أَ ْو َجالِ ِه‬ ‫َو َ‬ ‫ُوب الْج ِْس ُم ِم ْن أَ ْه َوالِ ِه‬ ‫ىس يَذ ُ‬ ‫َواحَسرْ َت َا ُه ِم َن الْ َه َوى َو َعذَا ِب ِه * َوأَ ً‬ ‫صرَ َ َم الْ َه َوى َح ْب َل الْ َع َزى فَ َغ َدا الأْ َس * كَال َّنا ِر فيِ الأْ َ ْحشَ ا ِء ِم ْن بَلْ َبالِ ِه‬ ‫‪78‬‬

‫‪78‬‬

‫(‪١٨‬ظ)‬ ‫كؤوس‬

‫‪76 Per‬‬

‫‪khafíf.‬‬

‫‪77 Metro‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪78 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪35‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫فقلت لها يا سيديت وما هذا الذي بك كأنه مل يبل بالعشق أحد‬ ‫إىل خ ّدها‬ ‫ُ‬ ‫غريك وكأنك وحدك ابتليت بهذا األمر الذي بلّغك إىل هذه املنزلة وإن سمع‬ ‫الحاجب بهذا يكون من األمر ما ال يطاق وال يرقع ألنك ال تجد السبيل إىل‬ ‫محبوبك أب ًدا ألنك يف وثاق عظيم وسلطان شديد فلو صربت وتحاملت الصرب‬ ‫لكان أحسن لك يف عاقبة األمور ألن امللوك لهم غرية شديدة فقالت يل ما‬ ‫كنت أطلب أكرث من أن أرى له كتابًا او جوابًا ولو أ ّن يل َمن يفعل هذا كنت‬ ‫له مملوكة إىل آخر الدهر فقلت لها أنا وﷲ ألج يف هذا األمر واخاطر بنفيس‬ ‫فقالت جزاك ﷲ ع ّني بأفضل الجزاء فخذي هذا الكتاب وسريي به وتطلّع‬ ‫جهدك وتحفّظي فقلت لها وﷲ ما أعرف له مكانًا وال مستق ًّرا قالت تسئيل‬ ‫عن دار العجوز البابلية فستجده بها أو تجد عندها أث ًرا أو خ ًربا فخرجت من‬ ‫عندها وجئت عىل الزقاق فالفيتك ها هنا وهذا كتابها إليك فإن جاوبتها‬ ‫فيكون تر ّددك إىل ها هنا فإنه ليس يل وعد بالخروج وال يتأتىّ يل يف كل األوقات‬ ‫فدفعت إليها رقعتي وقلت لها بلغي هذه الرقعة إليها بالذي ال يبتليك مبثل‬ ‫رسي‬ ‫ما ابتلينا به وكن عند الظ ّن بك وموضع الثقة فيعلم ﷲ ما بحت لك ب ّ‬ ‫يل‬ ‫حتى وثقتك قالت وﷲ لو ال ح ّبي لها ما خاطرت بدمي يف أمرها فسلّمت ع ّ‬ ‫الجارية وانرصفت وجئت أنا مرس ًعا خوف عيون الوشاة ثم جئتك كام ترى‬ ‫ت […]‬ ‫فقلت له يا بياض ال تيأس بعد فقد رض َي ْ‬ ‫قالت العجوز ُ‬ ‫(‪١٨‬و) منك بالكتب […]ﴚ وتجول وللعني ح ّظ وقد ينزل السلوان مع اليأس‬ ‫فلم[…]‬ ‫‪74‬‬

‫‪75‬‬

‫تسأيل‬

‫‪mancano uno o più fogli.‬‬

‫‪74 Per‬‬

‫‪75 Lacuna:‬‬

‫‪34‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫أنت معنا والعود يخفق والكأس تدور وأنت القائل يف رياض التي تقرص‬ ‫األلسنة عن وصفها والسيدة معنا يف الحديقة والعجوز البابلية‪.‬‬ ‫ِيض ِة الأْ َلْ َح ِاظ ُخو ٍد بَ َّض ٍة * بَ ْد ُر ال ُّد َجى َوالشَّ ْم ُس [ ُدو َن س َنا] َها‬ ‫َو َمر َ‬ ‫‪73‬‬

‫‪73‬‬

‫إىل آخر القصيدة قلت أجل فام حالك وحال السيدة الرشيفة و[ما ﺣ]ﺎل‬ ‫رياض فقالت الكل يف خري وعافية وأ ّما حال رياض ففي ضنك من العشق‬ ‫ووجد وتخ ّوف وجزع ومرارة وكدر وأمر رياض أصعب عىل سيدتها من كل‬ ‫رياضا قد‬ ‫أمر افتضحت رياض يف ح ّبك ونحلت حتى حكت الخيال فلو ترى ً‬ ‫عادت حمرة خ ّدها صفرة وشحمها قد عاد نحولاً وحمرة شفيتها قد عادت‬ ‫ورسا وضحكها قد عاد‬ ‫ً‬ ‫بياضا وكحل عينيها قد عاد قر ًحا وكافور خ ّديها قد عاد ً‬ ‫بكا ًء فوﷲ لو كان قلبك من حجر لالن أو من حديد لذاب وسيدتها قد أكربت‬ ‫من أجلها وقد تو ّع َدتها بكل وعيد فابت إال ما هي فيه من الهيام فأمرت أن‬ ‫يخىل لها دا ًرا يف داخل القرص تنوح فيه حتى متوت فهي كذلك ال يدخل أحد‬ ‫غريي (‪١٧‬و) وهي يف الدار مع وصيفة راشدة والب ّوابة عىل الباب والسيدة ال‬ ‫وغم تقول إن وقع األمر عىل الحاجب فال عذر يل عنده ألين‬ ‫هم اًّ‬ ‫فم إال اًّ‬ ‫تفتح اً‬ ‫جنيت ما مل يجنه أحد من الخلق قبيل وال بعدي ‪.‬‬ ‫صورة شمول تكلّم بياضً ا وهو بقرب‬ ‫الحديقة عىل النهر وترفع إليه كتاب رياض‪.‬‬ ‫دخلت عىل رياض بطبق فاكهة من‬ ‫فلم كان باألمس‬ ‫ُ‬ ‫(‪١٧‬ظ) قالت الجارية اّ‬ ‫عند السيدة ألنها ال تأكل شيئًا حتى تبعث إليها منه فوجدتها جالسة بيدها‬ ‫‪kâmil.‬‬

‫‪73 Metro‬‬

‫ ‪33‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪15‬‬

‫َوقَ ْد كُ ْن ُت لاَ أَ ْدرِي ِم َن ال َّد ْه ِر َع ْر َو ًة‬ ‫َوقَ ْد ُر ْح ُت َوالتِّ ْه َيا ُم إِل ِفي َولاَ أَ َرى‬ ‫فَأَنْ َت ُم َنى نَف يِْس َو ِذكْ ُر َك قَ ْد َغ َدا‬ ‫فَكُونَ ْن إِذَا أَبْصرَ ْ َت ِم ِّني ر َِسالَ ًة‬ ‫أُ َدا ِوي ِب ِه َو ْج ًدا ت ََض َّم َن ُه الْ َحش‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َولاَ لِ َن ِس ِيم الْ َحا ِدث ِ‬ ‫َات ُه ُبوبَا‬ ‫يب ُغ ُروبَا‬ ‫لِشَ ْم ِس التَّ َصابيِ َوال َّن ِح ِ‬ ‫أَنِ يِ‬ ‫يس َو ِم ْن ُسق ِْم الْ ُف َؤا ِد طَبِي َبا‬ ‫فَ َديْتُ َك ليِ فيِ الْ َعلَ ِم َني ُمجِيبَا‬ ‫َس ِكي ًنا ل َِطيفًا فيِ الْ ُف َؤا ِد َغرِي َبا‬

‫بكيت رحمة‬ ‫قالت العجوز فقلت له من أين لك هذا فبىك بكا ًء شدي ًدا حتى ُ‬ ‫جالسا فيِ املرج‬ ‫له ثم أقبلت عليه وقلت له اتراك مل يرك أحد قال ال وإنمّ ا كنت ً‬ ‫للظل وأنا أر ّدد هذه األبيات‪.‬‬ ‫ّ‬ ‫ح ْيث أقول‬ ‫* فَأَقَلُّ َها قَل ُْب الْ ُمتَ َّي ِم يَ ْحترَ ِ ْق‬ ‫لِلْ ُح ِّب أَ ْه َو ٌال َو ِفي ِه بَلاَ ب ٌِل‬ ‫فَ َعسىَ ال َِّذي يَ ْقضيِ الأْ ُ ُمو َر ِب ِعلْ ِم ِه * يَ ْقضيِ ا ْج ِت اَم ًعا بَ ْي َن َنا لاَ نَ ْفترَ ِ ْق‬ ‫‪72‬‬

‫‪72‬‬

‫فيِ َم ْجلِ ٍس ِم ْن تَ ْح ِت ِظ ٍّل كَ َرا َم ٍة‬ ‫وب لِ َعينْ ٍ قَ ْد َرأَ ْت أَ ْح َبابَ َها‬ ‫طُ ىَ‬

‫)‪١٦‬ظ(‬ ‫*‬ ‫*‬

‫لِلْ َو ْصلِ نَلْ ُهوا بِالْ َح ِد ِ‬ ‫يث َونَ ْعتَ ِن ْق‬ ‫أَ ْو َع ِاش ِق نَ َال الْ ُم َنى ِم َّم ْن َع ِش ْق‬

‫قال فبينام أنا أر ّدد هذه األبيات إذ أقبلت نحوي جارية من ّعمة بضة غضة‬ ‫فرددت عليها السالم ثم كشفت‬ ‫يل وسلّمت‬ ‫ّ‬ ‫وهي متيش روي ًدا حتى وقفت ع ّ‬ ‫عن وجهها وهو كالبدر وقالت يل أما تعرفني قلت لها ال وﷲ وأين يل مبعرفة‬ ‫مثلك وأنا غريب منقطع قالت أنا شَ ُمول ندميتك يف هذا البستان قلت أي‬ ‫بستان كنت أنا معك فيه نديم قالت سبحان ﷲ يف هذه الحديقة إذ كنت‬ ‫‪kâmil.‬‬

‫‪72 Metro‬‬

‫‪32‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫قالت العجوز فقلت له يا بني اقرص وال تشتهر ففي السرت خري كثري فإنك إن‬ ‫كنت هكذا وصل إليك القدر بالرضر ومل تنل شيئًا من األمل ورياض كيف ما‬ ‫دارت األحوال ستخرب عنك وعن مذهبك فإن رأينا من ذلك شيئًا بنينا عليه‬ ‫وإن ضاقت األمور تطلعت حول القرص وأدخلتك يف طريق تعتمد عليه وإن‬ ‫سألتني عنك السيدة قلت ما أمكن فعىس ﷲ أن يلني قلبها عىل رياض مع‬ ‫وأقل منها‬ ‫مح ّبتها فيها ويكون لكام مجلس آخر وقد ريض أهل العشق بالكتب ّ‬ ‫فكيف مبا وصل إليك من مح ّبتها فيك وذكرها لك قالت فخرج عني وأقام إىل‬ ‫يل وبيده كتاب فيه هذه األبيات‪.‬‬ ‫عشية النهار ثم دخل ع ّ‬ ‫*‬ ‫َو َح َّيا ُم ِح ًّبا ُم ْخلِ ًصا َوقَرِي َبا‬ ‫لَ َحا ُﷲ إِلْفًا غَا ِد ًرا َوكَذُوبًا‬ ‫لَ َع ْمر َِك يَا أَ ْعلىَ الْ َو َرى َوأَ َجلَّ ُه ْم * َو َم ْن ل َْس ُت أَ ْر ُجو إِ َّيل ِس َوا ُه طَبِي َبا‬ ‫‪71‬‬

‫‪71‬‬

‫َو َم ْن ُح ُّب ُه ِع ْن ِدي َوإِ ْن كَا َن قَاتِل‬ ‫َو َم ْن قَ َّر َب ال َّر ْح َم ُن ِم ْن ُه ِزيَا َر ًة‬ ‫َه َج ْر ُت الْ َك َرى بِاللَّ ْيلِ أَ ْر َعى نُ ُجو َم ُه‬ ‫فَلَ ْيليِ نَ َها ٌر َوال َّن َها ُر تَلَ ُّه ٌف‬ ‫َغ َدا الْ َقل ُْب فيِ بَ ْح ٍر ِم َن الْ ُح ِّب ز َِاخ ٍر‬ ‫فَ َك ْي َف بَ َقائيِ َوالْ ُف َؤا ُد ُم َعذ ٌَّب‬ ‫َوأَ ْع َج ُب ِم ْن َهذا َح َياتيِ َوقَ ْد يُ َرى‬ ‫َغ َد ْو ُت ِبأَيْ ِدي ال َّنائِ َب ِ‬ ‫ات قَ ِتيلَ ًة‬

‫)‪١٦‬و(‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫يب الْ ُم َنا أَ ْحب ِْب ِبذ ََاك نَ ِصي َبا‬ ‫نَ ِص ُ‬ ‫فَتُ ْذ ِه ُب َو ْج ًدا َدائمِ ًا َو َوجِي َبا‬ ‫َوبَينْ َ الْ َح ىَش َو ْج ٌد يُ ِث ُري لَهِي َبا‬ ‫أُ َعالِ ُج أَ ْو َصابًا ِب ِه َوكُ ُروبَا‬ ‫الضلُو ِع َوجِي َبا‬ ‫فَأَ ْو َد َع َما بَينْ َ ُّ‬ ‫ِب ُح ِّب َك أَمَسىَ لاَ يَ َز ُال كَ ِئي َبا‬ ‫يب بِالشُّ ُجونِ َعجِي َبا‬ ‫بَقَا َء كَ ِئ ٍ‬ ‫يت ِم ْن َها لِلْق ََضا ِء ُخطُوبَا‬ ‫َولاَ ِق ُ‬ ‫‪ýawíl.‬‬

‫‪71 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫‪10‬‬

‫ ‪31‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫لعل ﷲ أن يس ّبب سب ًبا فإين ال أقدر عىل‬ ‫(‪١٥‬و) فقلت له ال أدري لكن ّ‬ ‫النهوض يف كل يوم فإين أخاف التثقيل والقول الكثري فلام سمع قويل خرج عني‬ ‫يل فقمت إليه وعاتبته وملته وقلت له أردنا حسنة فصارت سيئة‬ ‫كاملغضب ع ّ‬ ‫وأردنا صال ًحا وسدا ًدا فصار قح ًبا وقوا ًدا وما فعلت معك ما فعلت من أجل‬ ‫دراهمك وال ليشء أرجوه منك إال كام يفعل األحرار وأهل املروءات واألرشاف‬ ‫وأهل األب ّوات وأنت ال تشكر وال ترى لهذا كله وج ًها فخرج عني وهو يبيك‬ ‫وينشد‪.‬‬ ‫صورة العجوز تعاتب بياضً ا‬ ‫لَّت َم َدا ِم ِعي * كَ ِمثْلِ انْه اَِم ِل الْ َغا ِديَ ِ‬ ‫بَ َرانيِ َغ َرا ِمي ف َْاستَ َه ْ‬ ‫ات الْ َه َوا ِمعِ‬ ‫‪70‬‬

‫‪70‬‬

‫‪5‬‬

‫)‪١٥‬ظ(‬ ‫لَّت َرزِيئَ ِتي * َوقَ َّد ْت ِس َها ُم الشَّ ْوقِ ِم ِّني أَ َضالِ ِعي‬ ‫َو َه َّي َج بَلْ َباليِ َو َج ْ‬ ‫َوب ُِّت ِبلَ ْيلٍ ِف ِ‬ ‫يك أَ ْر َعى نُ ُجو َم ُه * أَ ُرو ُم أُفُولاً ِم ْن نُ ُج ٍ‬ ‫وم طَ َوالِعِ‬ ‫ْس يُ َسا ِع ُد َها الأْ َس * َوقَ ْد َه َج َر الأْ َ ْو َص ُال ِم ِّني َم َضا ِج ِعي‬ ‫ت َُسا ِعدُنيِ نَف ٌ‬ ‫يب َوالْ ُكلُو ُم َوجِي َع ٌة * َوطَ ْرفيِ ِم ْن طُو ِل الْ ُبكَا ِء غ رْ َُي َها ِجعِ‬ ‫فَ َقلْبِي كَ ِئ ٌ‬ ‫أَلاَ لَ ْي َت ِش ْعرِي َه ْل ت َ َرى الْ َعينْ ُ َسا َع ًة * َحبِي ًبا ِب ِه أَ ْص َب ْح ُت َر ْه َن الْ َف َجائِعِ‬ ‫َج َز ْع ُت ف اََم أَقْ َوى َعلىَ الصَّبرْ ِ َسا َع ًة * فَ َم ْن لِ ُف َؤا ٍد َدائِ ِم الْ َبثِّ َجا ِز ِع‬ ‫اب فيِ ك ُِّل َسا َع ٍة * كَأَ ْو َراقِ غ ُْصنٍ فيِ ال ِّريَا ِح ال َّز َوا ِر ِع‬ ‫يُ َرفْر ُِف ِبالأْ َ ْو َص ِ‬ ‫*‬ ‫فَ َك ْي َف بَ َقائيِ َوالْ ُف َؤا ُد ُم َعذ ٌَّب‬ ‫َوأَ ْسلَ َم ِني َصبرْ ِي فَلَ ْي َس ِب َرا ِجعِ‬ ‫‪ýawíl.‬‬

‫‪70 Metro‬‬

‫‪30‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫َت َع َّب َدنيِ ا ْل َه َوى َو َّ‬ ‫الش ْو ُق َحتَّى‬ ‫يج ِان ْاش ِت َيا ِقي‬ ‫َج ً‬ ‫ىس َي ِه َ‬ ‫وى َوأَ ً‬ ‫َاح َباب‬ ‫َو ُكن ُْت لِ َش ْق َوتيِ ِم ْفت َ‬ ‫َف ُع ْذ ًرا أَ ْو َف َل ْو ًما أَ َّن َن ْفس‬ ‫َوأَنيِّ لاَ ُأ ِط ُ‬ ‫يق الصَّبرْ َ لَم‬ ‫َولاَ ِك َّن ِني َع ِل ْق ُت ا ْل ُح َّب َج ْهل‬ ‫َف ُخ ْذ ِب َي ِدي َو[ َب َّر] ْد َنا َر َش ْو ِقي‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫ ‬

‫اب‬ ‫ْت ِم َن الْ َغ َر ِام ِبك ُِّل بَ ِ‬ ‫َو ِقف ُ‬ ‫]فَ َوا أَ َسفًا َعلىَ طُو ِل [الْ ِت َهاب‬ ‫فَ َح َّل لِذ ََاك َس ِّيدَتيِ َعذَاب‬ ‫َاب‬ ‫ُم َع َّذبَ ٌة ِبأَنْ َوا ِع الْ َعذ ِ‬ ‫َاب‬ ‫ت َ َرقْ َر َق َما ُء َع ْي ِني بِانْ ِسك ِ‬ ‫اب‬ ‫الض َنى ت َ ْح َت الثِّ َي ِ‬ ‫فَأَلْ َب َس ِني َّ‬ ‫فَ َق ْد َو َجلاَ ِل قَ ْدر ِِك َج َّل َما ب‬

‫‪5‬‬

‫قالت العجوز فنظرت إليها السيدة وهي باكية العينني‪.‬‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫َوﻛَ ْﻴ[ َﻒ …]نيِ الْ َم ْرء إِ ْن كَا َن قَ ْد قَض * َعلَ ْي ِه ال َِّذي يَ ْقضيِ الأْ ُ ُمو َر ِب ِعلْ ِم ِه‬ ‫قى * فَ َذلِ َك ُح ْك ٌم َم ْن ق ََضا ُه َو ُح ْك ِم ِه‬ ‫فَ ِإ َّما إِلىَ َس ْع ٍد َو[إِ] َّما إِلىَ شَ ً‬ ‫فَإ ْن شَ ئْ َت فَا ْح ُر ْس َها َوإِ ْن شَ ئْ َت فَا ْغتَ ِف ْل * فَلاَ بُ َّد ِم ْن إِنْفَا ِذ ِص َّح ِة َحتْ ِم ِه‬ ‫ن *‬ ‫لأِ َ ْدفَ َع لِلْ َم ْق ُدو ِر ِش َّد َة َع ْز ِم ِه‬ ‫َح َر ْزت ُِك َج ْه ِدي يَا ِريَ ُ‬ ‫اض فَلَ ْم أَكُ ْ‬ ‫‪67‬‬

‫‪67‬‬

‫قالت العجوز فقلت لها يا سيديت رياض تحت نعمتك ويف قرصك وقد جهلت‬ ‫وفضلك وسلطانك عليها دعها برأيها وأمرها ثم قمت وسلّمت عليها‬ ‫‪68‬‬

‫[…]‬

‫‪69‬‬

‫‪ýawíl.‬‬ ‫‪uno o più fogli.‬‬

‫‪67 Metro‬‬

‫دعيها‬

‫‪68 Per‬‬

‫‪69 Mancano‬‬

‫ ‪29‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫وأنشأت تقول‬ ‫َت * ظُ ُنونيِ ك اََم قَ ْد كَا َن أَ ْم ًرا ُم َق َّد َرا‬ ‫ظَ َن ْن ُت ب ِِك الْ ُح ْس َنى ِريَ ُ‬ ‫اض فَأَ ْخلَف ْ‬ ‫ث ُ َويْ ِت ِب َقصرْ ِي تَ ْح َت ِسترْ ٍ ُم َن َّم ٍق * ِبأَ ْن لاَ ت َ َر ِ‬ ‫اك الْ َعينْ ُ يَ ْو ًما َولاَ ت َ َرا‬ ‫فَ َجا َء ْت أُ ُمو ٌر لَ ْم أُ ِط ْق َر َّد َها َو َما * َج َرى ذ ََاك إِلاَّ بِالق ََضا ِء ال َِّذي َج َرا‬ ‫فلم سمعت رياض مقالة سيدتها خ ّرت مغشية عليها وانسلخ‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫الجرح الذي كان يف جبينها وسال دمها ثانية فقامت السيدة ومسحت وجهها‬ ‫بيدها‪.‬‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫اض قَرِي َب ٌة * فَ َق ْد صرِ ْ ِت بَ ْع َد الْ ُق ْر ِب ِم ِّني ِب َعا َدا‬ ‫لَ َق ْد كُ ْن ِت ِم ِّني يَا ِريَ ُ‬ ‫*‬ ‫اض ف ََسا َدا‬ ‫َخ َر ْج ُت َعلىَ أَنيِّ أُرِي ُد تَ َرشُّ ًدا‬ ‫َو َما كَا َن ظَ ِّني يَا ِريَ ُ‬ ‫وم الْ َج ِّد َع ْن ِك َو َحا َدا‬ ‫ظَ َن ْن ُت ِبأَنيِّ لاَ أَ َرى ل َِك َزلّ ًة‬ ‫* فَ َبا َن لِشُ ِ‬ ‫)‪١٤‬ظ(‬ ‫اض َم ِكي َن ًة * فَ ِم ْن أَيْ َن فيِ ُس ُبلِ الْ َه َوى ْاس َعا َدا‬ ‫َوقَ ْد كُ ْن ِت ِع ْن ِدي يَا ِريَ ُ‬ ‫‪64‬‬

‫‪63‬‬

‫‪6463‬‬

‫‪65‬‬

‫فلم سمعت رياض ذلك قامت وهي متسح الدم من وجهها وتبيك ملا هي‬ ‫اّ‬ ‫فيه‪.‬‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫*‬ ‫َخا ٍل لَ ْي َس يَ ْعر ُِف َما التَّ َصاب‬ ‫َو ُكن ُْت َع ِزي َز ًة إِ ْذ َك َان َق ْل ِبي‬ ‫‪66 65‬‬

‫‪66‬‬

‫‪nell’interlinea superiore.‬‬

‫‪63 Aggiunto‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪64 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪65 Metro‬‬

‫‪wâfir.‬‬

‫‪66 Metro‬‬

‫‪28‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫َما كُ ْن ُت أَ ْح ِس ُبني قَ ِتيلَ َة َرا َح ِتي‬ ‫َو ِﷲ لاَ أَ ْخلُوا ِبلَ ْه ٍو بَ ْع َد َها‬

‫*‬ ‫*‬

‫ ‬

‫َو َد ِمي ِب َكفِّي لِلْق ََضا ِء يَ ِس ُيل‬ ‫أَبَ ًدا َو ِه ْج َرانيِ لِذ ََاك يَطُ ُ‬ ‫ول‬

‫فلم سمعتها رياض تأ ّوهت وبكت وأعولت‪.‬‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫السق َِام نَ ِح ُيل‬ ‫اب الْ َغ َر ِام َع ِل ُيل‬ ‫قَلْبِي ِبأَ ْو َص ِ‬ ‫* َوالْج ِْس ُم ِم ْن فَ ْر ِط َّ‬ ‫* فَ َغ َد ْو ُت أَ ْس َعى تَ ْحتَ ُه َوأَ ُج ُ‬ ‫َوالْ ُح ْز ُن قَ ْد أَ ْر َخى َعليََّ ِر َواقَ ُه‬ ‫ول‬ ‫*‬ ‫ِيب يَطُ ُ‬ ‫َولِ ُم ْقلَ ِتي ُم ِن َع الْ َك َرى ِم ْن حَسرْ َ ت‬ ‫ول‬ ‫َوت َفجَّ ِعي لِ َن َوى الْ َحب ِ‬ ‫وب ِم َن الْ ُجفُونِ ت َِس ُيل‬ ‫بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح لَ ْو َع ٌة قَ ْد أَ ْح َرق َْت * فَ ْو َق الْ ُج ُي ِ‬ ‫)‪١٤‬و(‬ ‫*‬ ‫بِالْ َقل ِْب َمثْ َوا ُه فَلَ ْي َس يَ ُز ُ‬ ‫ول‬ ‫وب َد ًما َو َو ْج ًدا لاَ ِصقًا‬ ‫َد ْم ِعي يَشُ ُ‬ ‫‪61‬‬

‫‪61‬‬

‫ثم رمت يدها يف شعرها واقتلعت منه مىلء كفها‪.‬‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫ * فَ َعسىَ ال َِّذي أَبْلىَ يُ َر ِّو ُح َما ِب َيا‬ ‫ىس‬ ‫ﷲ يَ ْعلَ ُم َما ِب َقلْبِي ِم ْن أَ ً‬ ‫السق ِْم تَ ْح َت ثِ َيا ِب َيا‬ ‫أَ ْض َنى الْ َه َوى كَب ِِدي ف ََص َّد َع َصلْ َد ُه * َولَب ِْس ُت ث َ ْو َب ُّ‬ ‫*‬ ‫َو َع ِظي ُم قَ ْولِ ِك ِم ْن أَشَ ِّد بَلاَ ئِ َيا‬ ‫َولأَ َنْ ِت َس ِّيدَتيِ َو ُم ْن َي ُة ُم ْه َج ِتي‬ ‫* يُذ يِْك َويُضرْ ِ ُم فيِ الْ َح ىَش أَ ْو َجالِيَا‬ ‫لاَ أَ ْستَ ِطي ُع ت ََصبرُّ ًا إِ َّن الْ َه َوى‬ ‫‪62‬‬

‫‪62‬‬

‫قالت العجوز فنظرت إليها السيدة واحم ّرت‪.‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪61 Metro‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪62 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪27‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫فلم رأتها كذلك أخذت بيدي وقامت معي إىل‬ ‫شيئًا عندما أصابها من الجرح اّ‬ ‫دار أخرى وغلقت األبواب‬ ‫(‪١٣‬و) وقالت يل رأيت ما جرى يف هذا األمر فقد وﷲ أعياين أمرها وإنها‬ ‫يل وإن نفيس مع هذا كله مشفقة عليها وإ ّن كبدي قد تفطّر‬ ‫ملتج ّرمة ع ّ‬ ‫وجسمي قد ذاب وحاممي قرب وال أرىض عنها أب ًدا‪.‬‬ ‫صورة السيدة تكلّم العجوز يف أمر‬ ‫رياض ورياض واقفة عىل الصهريج ودمها يسيل عىل وجهها‬ ‫قالت العجوز قلت لها يا سيديت لعل ﷲ يب ّدل الضامئر ويزيل الضغائن‬ ‫(‪١٣‬ظ) ونحن نساء بالجملة ناقصات العقول بال دالّة فكيف بدالّة والجنية‬ ‫التي جنت رياض ليست هنالك إنمّ ا ابتدأت أنت بالطرب والتغ ّزل وإسقاط‬ ‫املؤنة والتحفظ ودخلت معنا يف ذلك وحملت رياض مسكينة الذنب ملِا قالت‬ ‫سكرى وخمرة وعقار وفالنة وفالنة فإ ّن يف أشعارهن وغنائهن أكرث من ذلك‬ ‫رشة وما قال‬ ‫كله لكن رياض من أجل السبب الذي كان فجعلت لها الخطاء وال ّ‬ ‫غريها كان من خارج وما قالت هي كان من داخل ولعلهن كلّهن إنمّ ا تغ ّزلن‬ ‫ِ‬ ‫صدقت ولكن الجنية التي ج ّنت أنا ج ّنيتها‬ ‫فيه كام فعلت هي قالت السيدة‬ ‫عىل نفيس وعليها من أجل مهاوديت لها عىل ما أرادت‪.‬‬ ‫وأنشأت تقول‬ ‫وم فيِ ال ُّدنْ َيا َعليَ َّ َسب ُِيل‬ ‫لَ ْو لَ ْم أُب ِْح لِلشُّ ِ‬ ‫وم بَابًا لَ ْم يَ ُك ْن * لِلشُّ ِ‬ ‫َغ َد َر ْت بيِ الأْ َيَا ُم ِح َني َح ِس ْبتُ َها * ت َْصفُوا َو َذلِ َك فيِ الأْ ُ ُمو ِر َج ِل ُيل‬ ‫‪60‬‬

‫‪60‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪60 Metro‬‬

‫‪26‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫ِ‬ ‫جزيت ع ّنا خ ًريا قد أفسدت املجلس وطيبه اليوم ثم أخدت‬ ‫فقلت لها ال‬ ‫بياضا ونقبته واخدت عوده تحتي وخرجت معه كأنه أحد (‪١٢‬ظ) الوصائف‬ ‫ً‬ ‫واألعوان ال يدرون ما جرى يف البستان وبقيت رياض باكية حزينة نادمة عىل‬ ‫ما صنعت فأتينا الدار بال فائدة وال أفئدة فقال بياض رأيت يا أ ّماه ما كان من‬ ‫وجل قلت رأيت قال يل فالساعة قلت ال أدري فبتنا تلك الليلة‬ ‫قدر ﷲ ع ّز ّ‬ ‫فلم دخلت إىل أ ّول‬ ‫فلم أصبح ﷲ بالصباح ُ‬ ‫رست إىل دار السيدة اّ‬ ‫رش مبيت اّ‬ ‫ب ّ‬ ‫فصيل وجدت بعض الخدم وه ّن وقوف فبادرنني بالسالم وقبلن بيدي وه ّن‬ ‫يبكني ُحزنًا عىل رياض وأنها لفي سخط سيدتها ورغنب يل أن أرغب إىل السيدة‬ ‫يف [أمرها] فقلت [له ّن … ﷲ م ّنا] أعلم ما أق ّدم وال ما أؤ ّخر يف أمرها فهي‬ ‫كل واحدة منه ّن صدقت‬ ‫الظاملة لنفسها [و]املجرمة عىل سيدتها فقالت يل ّ‬ ‫تفضل علينا يف أمرها قلت لهن سأستعمل الحيلة جهدي إن‬ ‫ولكن بفضلك ّ‬ ‫وجدت للقول موض ًعا وإال فعذ ًرا قلن يل نعم جزيت خ ًريا فنهضت حتى أتيت‬ ‫السيدة وهي جالسة عىل حافة صهريج ورياض واقفة أمامها ُمخ َمشة الوجه‬ ‫مشقوقة الثياب فسلّمت فر ّدت السالم وقالت لقد هممت أن أرسل إليك ثم‬ ‫مل يكن يل وجه مبا القا يل إذ خرجت عنك من البستان عىل مثل تلك الحالة‬ ‫كام أرادت بنا سيدتنا رياض ما كفاها أين اجمعتها مع محبوبها بحرضيت وعن‬ ‫رضايئ واقتحمت املهالك خوفًا من أيب حتى باحت بح ّبها أمامي ومل تستحي‬ ‫م ّني وال منك وأخذَت دواة من عاج كانت بني يديها ورمت بها إىل وجه رياض‬ ‫فأصابت جبينها فسال دمها عىل خدها وهي ال تتحرك من موضعها وال تقل‬ ‫‪58‬‬

‫‪59‬‬

‫أخذت‬ ‫أخذت‬

‫‪58 Per‬‬ ‫‪59 Per‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫َاي َع َزا ٍء فيِ الْ َه َوى أَ ْو ت ََصبرُّ ٍ‬ ‫ف ُّ‬ ‫إِذَا كَا َن َم ْن أَ ْه َوى بَ ِعي ًدا َونَائِ ًيا‬

‫ ‪25‬‬

‫َو َما لِ ُف َؤا ِدي ِم ْن َج َوى الْ ُح ِّب ِم ْن ِط ِّب‬ ‫الص ِّب‬ ‫َولَ ْي َس لَ ُه َو ْص ٌل ف اََم ِحيلَ ُة َّ‬

‫*‬ ‫*‬

‫(‪١٢‬و) ثم بكت واحتشت عيناها بعربتها واملجلس قد سكت عن آخره ثم‬ ‫صربت وتجرعت دموعها واندفعت بهذه األبيات·‬ ‫حيث تقول‬

‫‪5‬‬

‫بَلاَنيِ َوأَبْلاَنيِ َوأَ ْس َه َر ُم ْقلَ ِتي‬ ‫َوأَ ْص َب ْح ُت فيِ أَ ْعلىَ َمكَانٍ ِم َن الْ َه َوى‬ ‫ُوب َص َبابَ ًة‬ ‫َولاَ َصبرْ َ ليِ نَف يِْس تَذ ُ‬ ‫مَتَ َّك َن ِم ِّني ذَا الْ َه َوى فَأَذَابَ ِني‬ ‫َوقَ ْد كَا َن ليِ ُركْ ٌن ِم َن الصَّبرْ ِ فَا ْغتَ َدى‬ ‫َولاَ ُم ْس ِع ٌد فيِ ال َّن ِ‬ ‫اس يُ ْس ِعدُنيِ َعل‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫ِيب َولاَ يَ ْدنُوا‬ ‫ِيب أَ َرا ُه ِم ْن قَر ٍ‬ ‫َحب ٌ‬ ‫َسقَا ِم َي ليِ كَ ْف ٌن َوأَ ْج َفانيِ الْ َح ْز ُن‬ ‫َولاَ كَتْ َم بَ ْل َد ْم ِعي َس َحائِ ُب ُه هُتنْ ُ‬ ‫فَج ِْس ِمي ُم ْض ًنى قَ ْد أَضرََّ ِب ِه الْ َو ْه ُن‬ ‫ِيضا فَلاَ َصبرْ ٌ لَ َد َّي َولاَ ُركْ ُن‬ ‫َمه ً‬ ‫شُ ُجونِ الْ َه َوى إِلاَّ الْ َم َدا ِم ُع َوالْ َج ْف ُن‬

‫فلم فرغت من شعرها قالت ال وﷲ فقالت لها السيدة وأي‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫يشء مل أساعدك عليه يا رياض وما الذي ِ‬ ‫طلبت‬ ‫طلبت ومل أقضه لك فوﷲ لقد‬ ‫ُ‬ ‫ِ‬ ‫محبوبك يف مجلس واحد وأنا بالحرضة وتالهيت عن‬ ‫رضاك حتى اجمعتك مع‬ ‫األمر كأين مل أعرفه وقلت إىل غد قضاء وحكم وﷲ يعلم كم بقي من أجيل‬ ‫وأجلها وطلبك أيب م ّني ومل أجد من نفيس معي ًنا عىل ذلك وبعتني باليسري‬ ‫فوﷲ ألبيعنك باطلاً بغري مثن ثم شقّت ثيابها وقامت غاضبة وركبت وهرب‬ ‫الوصائف إىل داخل البستان ال يجدن سبيلاً إىل الخروج خوفًا من الفضيحة‬ ‫فقامت إ ّيل رياض وقالت يا سيديت زللْت فكيف اإلقالة من العرثة قالت العجوز‬

‫‪24‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫ِيض ِة الأْ َلْ َح ِاظ ُر ْؤ ٍد بَ َّض ٍة‬ ‫َو َمر َ‬ ‫*‬ ‫يق َخصرْ ُ َها‬ ‫َه ْيفَا ٍء َخ َدل ََّج ٍة َر ِق ٍ‬ ‫*‬ ‫بَ ْي َضا ُء َو ِاض َح ُة الْ َج اَم ِل غ َِدي َر ٌة‬ ‫*‬ ‫فيِ َخ ِّد َها لِلْ ُح ْسنِ َر ْو ٌض ُم ْؤنِ ٌق‬ ‫ت ِب ِه *‬ ‫إِ ْن لاَ َحظَ ْت قَل َْب الْ َخليِِّ َر َم ْ‬ ‫*‬ ‫أَ ْو لَ َم َس ْت َصلْ ًدا تَ َفجَّ َر َما ُؤ ُه‬ ‫جبِي ِن َها *‬ ‫فَالْ ُح ْس ُن ِم ْن إِشرْ َاقِ بَ ْرقِ َ‬ ‫جوا لَ َها *‬ ‫َسلَ َب ْت قُ َوى َصبرْ ِي ف اََم أَ ْر ُ‬ ‫فلم فرغ من انشاد شعره قالت رياض والسيدة والجوار مليح‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وﷲ يا بياض زدنا قال وﷲ ما أجد يف هذا زيادة فقالت رياض عند ذلك يا‬ ‫فأخذت العود وس ّوته واندفعت بهذه األبيات‬ ‫· ِعتاب ناولني العود‬ ‫ْ‬ ‫*‬

‫بَ ْد ُر ال ُّد َجى َوالشَّ ْم ُس ُدو َن َس َنا َها‬ ‫فَالْ ُح ْس ُن أَ ْص َب َح ِم ْرطُ َها َو ِر َدا َها‬ ‫ت َ ْرنُوا فَتَ ْفتُ ُك بِالْ َو َرى َع ْي َنا َها‬ ‫َو ِبج ِ‬ ‫ِيد َها ِس ْح ٌر ف اََم أَبْ َها َها‬ ‫َس ْه َم الْ َم ُنونِ ف اََم يُ ِح ُّب ِس َوا َها‬ ‫أَ ْو كَلَّ َم ْت َم ْيتًا إِذَا لَ َّبا َها‬ ‫َوالْ ِم ْس ُك َوالكَافُو ُر ِم ْن َريَّا َها‬ ‫بُ ْر ًؤا لِ َو ْج ِدي فيِ الْ َو َرى َحاشَ ا َها‬

‫‪55‬‬

‫‪5‬‬

‫‪56‬‬

‫‪55‬‬

‫‪57‬‬

‫حيث تقول‬ ‫َاب ج ِْس ِمي ِم ْن َج َوى الْ َبثِّ َوالْ َك ْر ِب‬ ‫أَلاَ إِ َّن نَا َر الْ ُح ِّب قَ ْد أَ ْح َرق َْت قَلْبِي * َوقَ ْد ذ َ‬ ‫َو ُر ْح ُت ِبلاَ ُرو ٍح َوب ُِّت َسهِي َد ًة * أُكَ ْف ِك ُف َد ْم َع الْ َعينْ ِ ِم ْن لَ ْو َع ِة الْ ُح ِّب‬ ‫ِب َنف يِْس َغ َرا ٌم لَ ْي َس يَطْ ِفي لَهِي ُب ُه * َوقَ ْد َخانَ ِني َصبرْ ِي َو ِق ْد َخانَ ِني لُ ِّبي‬ ‫* َو َو ْج ًدا ث َ َوى بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح َوالْ َقل ِْب‬ ‫أُكَا ِب ُد أَ ْو َجالاً لَ َها َح َّر َزفْ َر ٍة‬ ‫َالس ْح ِب‬ ‫َولاَ ُم ْس ِع ٌد ليِ فيِ َعذ ِ‬ ‫َاب َص َبابَ ِتي * ِس َوى َعبرَ َ ُ‬ ‫ات الْ َعينْ ِ ت َ ْن َه ُّل ك ُّ‬ ‫‪kâmil.‬‬

‫‪55 Metro‬‬

‫الجواري‬ ‫ناوليني ‪57 Per‬‬ ‫‪56 Per‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪23‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫اب َوالْف َْض ُل َوال ُّن َهى‬ ‫َخلاَ ئِ ُف َها الآْ َد ُ‬ ‫الس اَمكَينْ ِ قَ ْد ُر َها‬ ‫ْس َعلاَ فَ ْو َق ِّ‬ ‫َونَف ٌ‬ ‫إِذَا َما بَ َد ْت ِم ْن بَينْ َ ُخو ٍد كَ َوا ِع ٍب‬

‫*‬

‫لَ َها ِخل ٌَق ت َ ْز ُهوا َعلىَ َز ْه ِر الْ َو ْر ِد‬

‫*‬

‫ف اََم إِ ْن لَ َها بَينْ َ الْبرَِّيَ ِة ِم ْن ﻧِﺪِّﹺ‬ ‫فَتَ ْح ُس ُد َها فيِ الْ ُح ْسنِ َو ِاسطَ ُة الْ ِعق ِْد‬

‫*‬

‫قالت العجوز فقمن الجوا ُر كلهن وق ّبلن األرض بني يدي السيدة وبياض عند‬ ‫انقضاء األبيات وقلن له أحسنت وﷲ إ ّن هذا مليح ولكن بقي عليك يشء‬ ‫واحد فقالت السيدة وماذا بقي عليه يا فاعالت فقلن لها ال ب َّد أن يصف لنا‬ ‫رياضا مبا أمكن معام أنها ال توصف عىل الحقيقة فقال يكون ذلك عن‬ ‫أختنا ً‬ ‫إذْنك يا سيديت قالت السيدة نعم فقال بياض وما عىس أن أقول يف ذلك يا‬ ‫سيديت قالت له افعل ما أحببت قال بياض فإن قصرّ ت وال يصل وصفي إىل‬ ‫نعتها قالت السيدة تكون بني العذر ومحمول عنك قال بياض وما عىس أصف‬ ‫الحياء ‪ ٬‬أم البهاء ‪ ٬‬أم الجامل ‪ ٬‬أم الفضل ‪ ٬‬أم الكامل ‪ ٬‬أم السكينة ‪ ٬‬أم الوقار ‪٬‬‬ ‫أم الشامئل ‪ ٬‬أم اللحظ ‪ ٬‬أم البياض ‪ ٬‬أم التوريد ‪ ٬‬أم الصمت ‪ ٬‬أم القد ‪ ٬‬أم اللني‬ ‫‪ ٬‬أم الجيد ‪ ٬‬أم الصدر ‪ ٬‬أم النهد ‪ ٬‬أم الكشح ‪ ٬‬أم الغنج ‪ ٬‬أم الحسن ‪ ٬‬أم الظرف‬ ‫‪ ٬‬فأنا وحقّك حائر ال أدري عىل أي يشء أقْدم يف الوصف قالت له السيدة يا‬ ‫مم قلت يف املنثور فقال‬ ‫سيدي وما عىس أن يكون من الشعر املنظوم أكرث اّ‬ ‫لها ائذن يل أن أقول ما أدركَته طاقتي وبلغه فهمي وعقيل وفصيح كالمي وال‬ ‫عم تقول فقال‬ ‫شئت فقد‬ ‫ُ‬ ‫معذرة قالت السيدة قل ما َ‬ ‫علمت أنك ال تعجز اّ‬ ‫بياض نعم ثم تنفس الصعداء وأنشأ يقول‬ ‫(‪١١‬ظ)‬ ‫‪54‬‬

‫جواري‬

‫‪54 Per‬‬

‫‪22‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫َو َم ْف ُروشَ ٍة ِبالآْ ِس َوالنرَّ ْج ِِس الْ َغ ِّض * َوبِالْ َو ْر ِد َوالنَّسرْ ِينِ بَ ْع ِض َعلىَ بَ ْع ِض‬ ‫كَأَ َّن ا ْح ِمرا َر الْ َو ْر ِد َخ ْجلَ ُة غَا َد ٍة * يُلاَ ِع ُب َها الْ ُمشْ تَ ُاق بِال َق ْبلِ َوالْ َع ِّض‬ ‫اص ِف َرا َر النرَّ ْج ِِس الْ َغ ِّض إِ ْذ بَ َدا * َدنَانِ ُري قَ ْد ِصي َغ ْت ِم َن ال َّذ َه ِب الْ َم ْح ِض‬ ‫كأ َّن ْ‬ ‫كَأَ َّن ا ْخضرِ َا َر الآْ ِس ق َْض ُب َز ُم ُّر ٍد * ت ُ َنظِّ ُم ُه أَيْ ِدي الْ ِقيَانِ َعلىَ الأْ َ ْر ِض‬ ‫الس ْو َسنِ الْ َغ ِّض إِ ْذ بَ َدا * ُع ُيو ُن َعذَا َرى قَ ْد ت َ َن َّب ْه َن ِم ْن ُغ ْم ِض‬ ‫كَأ َّن ُع ُيو َن َّ‬ ‫كَأَ َّن َصفَا َء الْ َكأْ ِس نَ ْج ٌم بَ َدا لَ َنا * فَطَ ْو ًرا إِلىَ َرفْعٍ َوطَ ْو ًرا إِلىَ َخف ِْض‬ ‫كَأَ َّن ُخ ُدو َد الشَّ ا ِر ِب َني َوقَ ْد سرَ َ ْت * ِب َها الْ َخ ْم ُر َج ْم ٌر قَ ْد ت َ َوقَّ َد فيِ ال َّر ْم ِض‬ ‫فلم ت ّم من شعره قالت السيدة هكذا يكون األدب وإال فال ثم‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫قامت صبية تس ّمى هوا وق ّبلت األرض أمام السيدة وقالت يا سيديت أتأذن‬ ‫أشق عىل ضيفنا فقال بياض‬ ‫يل باالقرتاح عىل هذا األديب قالت إنيّ أخاف أن ّ‬ ‫عند ذلك امرها أيّها السيدة تقرتح مبا شاءت ومن وافق عند اقرتاحها ومن‬ ‫شاء يقرتح بني يديك الكرميتني أعىل ﷲ قدرهام فقالت السيدة اقرتح عىل‬ ‫األديب فقد اذن لك فق ّبلت األرض وقالت يا سيدي امتدح لنا سيدتنا وموالتنا‬ ‫الكرمية علينا قال نعم وكرامة‪.‬‬ ‫وأنشأ يقول‬ ‫(‪١١‬و)‬ ‫َوذ ِ‬ ‫الس ْع ِد‬ ‫َات َج اَم ٍل َحاز َِت ال ِْحلْ َم َوالْ ُعل * فَتَ ْس ُمو إِذَا لاَ َح ْت َعلىَ أَنْ ُج ِم َّ‬ ‫‪48‬‬

‫‪49‬‬

‫‪50‬‬

‫‪51‬‬

‫‪52‬‬

‫‪53‬‬

‫‪53‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪49 Metro‬‬

‫ُمريها‬ ‫اقرتحي‬

‫‪nel margine esterno del foglio.‬‬

‫‪50 Per‬‬ ‫‪51 Per‬‬

‫‪52 Aggiunto‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪53 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪21‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫فَ َهذَا ِب ِه ُج ْر ٌح َوذ ََاك ِب ِه [ﻧَ ْﻬ] ٌﺮ‬ ‫وح بمِ َ ْك ُنونِ الْ َه َوى َو َغلِيلِ ِه‬ ‫يَ ُب ُ‬

‫*‬ ‫*‬

‫يُ َرقْر ُِق َد ْم ًعا كَال ُج اَمنِ َعلىَ الْ ُخ ِد‬ ‫يُ َنا ِدي أَلاَ َه ْل ُم ْن ِص ٌف يا[… َو] ّدي‬

‫فلام فرغت رياض من انشاد شعرها أخذ بياض العود من يدها وس ّواه واندفع‬ ‫يغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫ِم َن الْ َح ِّق أَ ْن يُ ْصفَى لِ ِذي الْ ُو ِّد ُو َّد ُه * إِذَا كَا َن ذُو الإْ ِنْ َص ِ‬ ‫اف فيِ الْ ُح ِّب يُ ْن ِص ُف‬ ‫اب الْ َح ِقي َق ِة يَأْنَ ُف‬ ‫َوإِلاَّ فَلاَ ِص ْد ٌق َولاَ لَ ْو ُم َعا ِذ ٍل * إِذَا كَا َن َع ْن بَ ِ‬ ‫َو َما الْ ُح ُّب إِلاَّ أَ ْن يُ َص ِّد َق ُم ْخلِ ٌص * َوذُو الْ َع ْذ ِل فيِ ا ْحكَا ِم ِه لَ ْي َس يُ ْن ِص ُف‬ ‫ُوب فُؤِا ُد ُه *‬ ‫اب الْ َه َوى َويُ َرفْر ُِف‬ ‫َعلَ ْي ِه ِبأَ ْو َص ِ‬ ‫فَ َيا ل ََك ِم ْن َص ٍّب يَذ ُ‬ ‫صورة بياض يغ ّني يف العود أمام الس ّيدة وخدمها‬ ‫‪48‬‬

‫‪47‬‬

‫(‪١٠‬و) فلام فرغ بياض من شعره قالت له رياض ﷲ حسيب َمن غدر وهجر‬ ‫ومل ينصف مع إمكان الوصل ووجود السبيل فقال بياض أهل الوفاء قليل ثم‬ ‫قالت السيدة يا بياض أنت شاعر مفلق وأديب أريب ونحن نقول ما رويناه‬ ‫وحفظناه وسمعناه من غرينا وأنت تقول من تلقاء نفسك بارك ﷲ فيك ووقاك‬ ‫املحذور وتلقّاك بالخري والرسور فنحن الكل راغبون إليك ومقرتحون (‪١٠‬ظ)‬ ‫عليك اعلمنا سعة نفسك وعذوبة منطقك ووجودك ﻟﻠﺸ[ﻌﺮ …] فرنيد أن‬ ‫يشق ذلك عليك فو[ﷲ ما] دعاين إىل‬ ‫تصف لنا روضتنا التي نحن فيها وال ّ‬ ‫هذا إال الدالّة عليك فقال لها بياض نعم وكرامة ثم أطرق برأسه ساع ًة وأنْشأ‬ ‫يقول‬ ‫‪ýawíl.‬‬

‫‪48 Metro‬‬

‫‪20‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫َو َم ْن يَ ُك ْن ذَا َه َوى فيِ الْ َقل ِْب أَف َْض َح ُه‬ ‫َو َم ْن أَضرََّ ِب ِه بَينْ ٌ يُكَا ِب ُد ُه‬ ‫ْس َهايمِ َ ٌة‬ ‫فَلَيْلُ ُه َسا ِه ًرا َوال َّنف ُ‬ ‫يَا َعا ِذ َّيل َذ َرا لَ ْو ِمي فَ َق ْد َد َر َس ْت‬

‫)‪٩‬و(‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫ ‬

‫َاض َوانْ َس َك َبا‬ ‫َما ُء الْ ُجفُونِ إِذَا َما ف َ‬ ‫يَ ْصلىَ ِب ِه َوضرِ َا ُم الشَّ ْوقِ ُملْتَ ِه َبا‬ ‫تَلْقَى الأْ َ ىَس َوالْ َج َوى َوالْبَثَّ َوال َن َصبَا‬ ‫َم َعالِ ُم الصَّبرْ ِ َوالتَّ ْه َيا ُم ما َذ َه َبا‬

‫صورة رياض تغ ّني يف العود أمام‬ ‫السيدة يف البستان وصورة بياض والعجوز وجميع الوصائف‬ ‫(‪٩‬ظ) قالت السيدة أحسنت زدنا من غنائك قالت نعم واندفعت تغ ّني·‬ ‫حيث تقول‬ ‫*‬ ‫َما َعلىَ الْ َع ِاش ِق الْ ُمتَ َّي ِم إِ ْن فَا‬ ‫َض ْت لَ ُه فَ ْو َق َو ْج َنتَ ْي ِه ُد ُمو ُع‬ ‫*‬ ‫إِ َّن بَينْ َ الْ َح ىَش َغلِ ٌيل َو َو ْج ٌد‬ ‫الضلُو ُع‬ ‫َو َز ِف ٌري َعلَ ْي ِه تُطْ َوى ُّ‬ ‫*‬ ‫َو ُه َو بِاللَّ ْيلِ قَ ْد َجفَا ُه الْ ُه ُجو ُع‬ ‫فَ َن َها ُر الْ ُم ِح ِّب يُشرْ ِ ُق غَم‬ ‫ج ِْس ُم ُه نَ ِ‬ ‫*‬ ‫اح ٌل َوفيِ الْ َقل ِْب نَا ٌر‬ ‫فَ ُه َو ِم ْن َها ُم َكلَّ ٌم َم ْص ُدو ُع‬ ‫‪45‬‬

‫‪46‬‬

‫‪46‬‬

‫فلم فرغت رياض من شعرها قال بياض حقيق لجسمه أن‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫فتبسمت رياض عند قوله‬ ‫ينحل وقلبه أن يصدع ومي ّر يف هواه وال يرجع‬ ‫ْ‬ ‫وتأ ّوهت وأنشأت تقول‬ ‫فُ َؤا ِدي شَ كَا َع ْي ِني َو َع ْي ِني شَ ك َْت ِب ِه * َوك ٌُّل لَ ُه َع ْب ٌد ِم َن الشَّ ْوقِ َوال َو ْج ِد‬ ‫‪47‬‬

‫‪47‬‬

‫زيدينا‬

‫‪45 Per‬‬

‫‪khafíf.‬‬

‫‪46 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪47 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪19‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫حيث تقول‬ ‫َخلَ ْع ُت ِع َنانيِ َواستَ َبا َن ف ََسا ِدي * َوأَ ْس ُك ْب ُت َد ْم ِعي َو ْاض َم َح َّل َرشَ ا ِدي‬ ‫َوأَ ْص َب ْح ُت ِخ ْد َن الْ ُح ِّب ُمشْ تَ ِه ًرا ِب ِه * َوبُ ِّدل ُْت ِم ْن طَ ْع ِم الْ َك َرى ب ُِس َها ِد‬ ‫اب الْ َغ َر ِام فُ َؤا ِدي‬ ‫َو َعلِق ُ‬ ‫ْت أَ ْو َج َال َّ‬ ‫الص َبابَ ِة َجا ِهل * فَ َج َر ْح َن أَ ْو َص ُ‬ ‫*‬ ‫َوقَ ْع َن ِب َقلْبِي أَ ْن يَ ِذ َّل ِق َيا ِدي‬ ‫ِيض ٍة‬ ‫َر َمتْ ِني ِس َها ٌم ِم ْن ُجفُونٍ َمر َ‬ ‫فلم سمع بياض قول السيدة و متّت رسور شعرها أخذ العود‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وس ّواه واندفع يغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫*‬ ‫َد َعانيِ الْ َه َوى ل اََّم َد َعا فَأَ َج ْبتُ ُه‬ ‫َونَا َولَ ِني كَأْ ًسا كَرِي َها شرَ َابُ َها‬ ‫فَأَ ْو َد َع ِني بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح َوالْ َحش * َز ِف ًريا َونَا ًرا لَيْ َس يَطْفَى الْ ِت َهابُ َها‬ ‫فَ َيا ل َِك ِم ْن َعينْ ٍ إِذَا لَ ْيلُ َها َد َجا * تُ َرا ِعي ال َّد َجى َما إِ ْن يَج ُِّف انْ ِسكَابُ َها‬ ‫ِس ٍم طَوِيلٍ َسقَا ُم ُه *‬ ‫اب الْ َغ َر ِام َعذَابُ َها‬ ‫َو َعينْ ٍ ِبأَ ْو َص ِ‬ ‫َويَا ل َِك ِم ْن ج ْ‬ ‫‪42‬‬

‫‪42‬‬

‫‪43‬‬

‫‪43‬‬

‫فلم ت ّم الشعر قالت السيدة يا رياض بحقّي عليك أال ما‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫وأحب غنائك قالت نعم وكرامة فأخذت العود وس ّوته‬ ‫غ ّنيت نوبة فإنيّ أح ّبك‬ ‫ّ‬ ‫واندفعت تغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫َس ْه ُم الْ ُجفُونِ َعلىَ َما فيِ الْ ُف َؤا ِد َو َما * َسك ِْب ال ُّد ُمو ِع لَ ُه [ ُذ]لاًّ َغ َدا كَ ْربَا‬ ‫‪44‬‬

‫‪44‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪42 Metro‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪43 Metro‬‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪44 Metro‬‬

‫‪18‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫قالت له يا بياض هل تعرف الصبية املتكلمة معك لو قد رأيتها قال ال وحياتك‬ ‫يا سيديت فقالت له السيدة هذه وأشارت إىل رياض فنظر إليها بياض وقال‬ ‫ال ّ‬ ‫شك فقالت السيدة بحياتك يا بياض أليست مليحة قال لها يا سيديت إمنا‬ ‫ييضء القمر والنجوم من ضياء الشمس والشمس تيضء من ضياء هذه قالت‬ ‫له السيدة فبفضلك وصحيح و ّدك وطيب أصلك وذكاء عقلك اكتم كلّام تراه‬ ‫وال تبح به وافعل فعل الكرام فقال لها بياض يا سيديت ويف هذا يُتكلم أو عبدك‬ ‫م ّمن يوىص ويعلّم عياذًا بﷲ وبرسوله من هذا‪.‬‬ ‫قالت العجوز ثم أ ّن السيدة أمرت جارية لها تغ ّني فأخذت العود وس ّوته‬ ‫واندفعت تغ ّني بهذه األبيات‪.‬‬ ‫حيث تقول‬ ‫أَسرْ َ ْج ُت ِط ْر َف الْ ُح ِّب إِسرْ َا َجا * َو َسلَك ُْت لِ أْلشْ َواقِ ِم ْن َها َجا‬ ‫َح َك َم الْ َه َوى بمِ َ َذلَّ ِتي أَبَ ًدا * فَ َج َعل ُْت ُذليِّ فيِ الْ َه َوى تَا َجا‬ ‫اب لَ ُه * إِ ْذ لَ ْم يَ ُك ْن لِلْ ِع ِّز ُم ْحتَا َجا‬ ‫طت َخ ِّدي فيِ الترُّ َ ِ‬ ‫َوبَ َس ُّ‬ ‫َوأَ َرى َسقَا ِمي ُحلَّ ًة َوبَ ًهى * أَ ْز ُهوا ِب ِه َز ْه ًوا َوإِ ْن َها َجا‬ ‫*‬ ‫إِنيِّ أُلاَ ِقي ِم ْن ُه أَ ْم َوا َجا‬ ‫يت بمِ َا أُلاَ ِقي ِه‬ ‫َولَ َق ْد َر ِض ُ‬ ‫إِنيِّ َوإِ ْن أَبْلىَ الْ َه َوى بَ َدن * َما كَا َن َع ْن ُه الْ َقل ُْب قَ ْد َعا َجا‬ ‫ِ‬ ‫أحسنت بارك ﷲ فيك‬ ‫فلام فرغت الجارية من شعرها قالت لها السيدة‬ ‫(‪٨‬ظ) ثم قالت يا سرُ ُ ور فديتك غ ّننا ال ينقلب ضيفنا مستهزئًا بنا قال بياض أيّها‬ ‫السيدة وال كرامة قال فأخذت الجارية العود وس ّوته واندفعت بهذه األبيات·‬ ‫‪40‬‬

‫‪40‬‬

‫‪41‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪40 Metro‬‬

‫غ ّنينا‬

‫‪41 Per‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪17‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫‪5‬‬

‫اح الشَّ َجى نَظَ ُر الطَّ ْر ِف‬ ‫َو َخا َم َرنيِ َدا ٌء ِب َقلْبِي ث َ َوا ُؤ ُه‬ ‫* َوقَ ْد كَا َن ِم ْفتَ َ‬ ‫وح َويَ ْغ ُدوا فيِ بُ ُحو ٍر ِم َن الْ َحتْ ِف‬ ‫فَ َيا ل ََك ِم ْن قَل ٍْب شَ ج ٍِّي ُم َعذ ٍَّب * يَ ُر ُ‬ ‫َوقَ ْد كُ ْن ُت لاَ أَ ْدرِي الْ َه َوى َو َعذَابَ ُه * فَ َهأَنَذَا َص ٌّب َو َهذَا الْ َه َوى إِل ِْف‬ ‫َغ َد ْو ُت إِلىَ الأْ َشْ َواقِ نِ ْض ًوا ِم َن الْ َه َوى * َو َصا َر فُ َؤا ِدي لِلتَّبَارِي ِح فيِ صرِ ْ ِف‬ ‫فلم فرغ من شعره تنفس الصعداء واندفع يُغ ّني بهذه‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫ِيب‬ ‫لِ َح ِّر الْ َه َوى بَينْ َ ُّ‬ ‫ِيب * َولِلشَّ ْوقِ فيِ أَق ىَْص الْ ُف َؤا ِد َدب ُ‬ ‫الضلُو ِع لَه ُ‬ ‫ُوب‬ ‫َولِلْ ُح ِّب ُسلْطَا ٌن َعلىَ ال َّنف ِْس قَا ِه ٌر * يَظَ ُّل لَ ُه َص ْع ُب الْ َح ِد ِيد يَذ ُ‬ ‫َولَ ِك َّن ِني أَ ْر َضا ُه ِخ ْدنًا َو َص ِ‬ ‫*‬ ‫ِيب‬ ‫اح ًبا‬ ‫َوإِ ْن كَا َن ِم ْن ُه فيِ الْفُؤا ِد لَه ُ‬ ‫*‬ ‫يب‬ ‫يُ َقطِّ ُع ِني بِالشَّ ْوقِ َح ِّر َغلِيلِ ِه‬ ‫َويَ ْعتَا ُدنيِ ِم ْن ُه َج ًوى َونَ ِح ُ‬ ‫‪39‬‬

‫‪39‬‬

‫فلم ت ّم النوبة ق ّبل العود ووضعه عىل البساط وقال هذه‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫بكل بديع أنت وﷲ‬ ‫طاقتي عىل الغناء فقالت له السيدة أحسنت وﷲ وأتيت ّ‬ ‫عند اسمك بياض فاخربين بأمرك وابن َمن أنت ‹قال› أنا بياض بن حسني بن‬ ‫محمد بن ادريس الخزاعي من مدينة دمشق من الشام وكنت سافرت مع‬ ‫أيب إىل بلدكم هذا للتجارة فرحل أيب وتركني عىل بعض املتاع فكانت راحتي‬ ‫ونزهتي عىل شاطئ هذا النهر أسليّ فيه نفيس وتق ّر به عيني حتّى عرضت‬ ‫يل منذ أيام جارية يف بعض األشجار (‪٨‬و) فام أتيت بعدها إىل هذا املوضع‬ ‫إلاّ يومي هذا قالت السيدة بل تأتينا اآلن يف كل يوم جمعة فإنّا ها هنا ثم‬ ‫‪ýawíl.‬‬

‫‪39 Metro‬‬

‫‪16‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫حيث تقول‬

‫أَ ْس ُه ُم اللَّ ْح ِظ َص َّد َع ْت كَب ِِدي * َوبَا َن َصبرْ ِي َوقَ ْد َو َها َج َس ِدي‬ ‫*‬ ‫َو َﺟ[ﻔَﺎن] الْ َك َرى َوأَ َّرقَ ِني‬ ‫ُّجونِ َوالْ َك َم ِد‬ ‫ِبأَلِ ِيم الش ُ‬ ‫*‬ ‫َج َّل َما بيِ َو َما أَ َرى أَ َح ًدا‬ ‫يُ ْس ِعدُنيِ فيِ الأْ َنَ ِام ِم ْن أَ َح ِد‬ ‫فَ َد ُعوا الْ َعذ َْل يَا فَ َديْتُ ُك ْم‬ ‫* فَ ُه َو ِع ْن ِدي ِم ْن أَ ْعظَ ِم ال ِّنك َِد‬ ‫فلم فرغت الجارية من شعرها ق ّبلت األرض أمام بياض وجعلت‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫العود يف حجره وقالت له كن يا سيدي عند ظ ّني بك فأخذه بياض واندفع‬ ‫يغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫ها *‬ ‫َم َن ْع ُت ُج ُفونيِ أَ ْن تَذ َ‬ ‫َوكَلَّ ْفتُ َها أَلاَّ تُلاَ ِقي ُج ُمو َد َها‬ ‫ُوق ُه ُجو َد َ‬ ‫الضلُو ِع َوقُو َد َها‬ ‫اصل ُْت ُس ْه ِدي ث ُ َّم قُل ُْت لِ َزفْ َرت * أَلاَّ فَ ِق ِدي بَينْ َ ُّ‬ ‫َو َو َ‬ ‫َويَا كَب ِِدي ُذوبيِ َويَا نَا َر َزفْ َرت * ا ِق ِيدي لِكيَ ْ يَ ْسطُوا الْ َه َوى فَ َيزِي َد َها‬ ‫*‬ ‫َوأَضرْ َ َم أَشْ َوا ِقي َو َح َّل قُ ُيو َد َها‬ ‫فَ ِإ َّن التَّ َصابيِ قَ ْد أَضرََّ بمِ ُ ْه َج ِتي‬ ‫‪36‬‬

‫‪3637‬‬

‫‪37‬‬

‫قالت العجوز ثم سكت يس ًريا واندفع يغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫(‪٧‬ظ)‬ ‫َر َمانيِ الْ َه َوى َوالشَّ ْو ُق أَ ْس ُه َم ِذي َحتْ ٍف * َوقَ ْد كَا َن فيِ قَلْبِي ف ََصا َر إِلىَ ِض ْع ِف‬ ‫‪38‬‬

‫‪khafíf.‬‬

‫‪36 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪37 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪38 Metro‬‬

‫‪38‬‬

‫ ‪15‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬ ‫‪5‬‬

‫ات يَ ْر َعى لِل َّد َجى‬ ‫َه َج َر ال ُّرقَا َد فَ َب َ‬ ‫فَاللَّ ْي ُل ُس ْه ٌد َما يُ َعالِ ُج َه ْج َع ًة‬ ‫َونَ َها ُر ُه شَ ْو ٌق يَ َع ُّض بَ َنانَ ُه‬ ‫فَ َكف ََاك ِم ْن قَل ٍْب تَ َعبَّ ُد ُه الْ َه َوى‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫نَ ْج اًم يُرِي ِه أُفُولَ ُه َو[طُلُو] َع ُه‬ ‫اح […] َﻌ ُﻪ‬ ‫ِم ْن ُه َوإِ ْن أَبْ َدى َّ‬ ‫الص َب َ‬ ‫َو َم َسا ُؤ ُه يُ ْب ِدي إِلَ ْي َك ُخ ُضو َع ُه‬ ‫طَ َ‬ ‫اف الْ َغ َرا ُم ِب ِه فَبَ َّت َج ِمي َع ُه‬

‫سمعت رياض ذلك عرفت النغمة فكأنّها أطرقت مستحيية‬ ‫فلم‬ ‫ْ‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫مخافة أن تشعر بها سيدتها وه ّمت أن ترقى يف الشجرة فتش ّبكت أثوابها يف‬ ‫الشجرة [وخاﻓ]ﺖ أن تسقط يف األرض فصاحت عليها السيدة بحقّي عليك يا‬ ‫رياضا وانظري‬ ‫رياض أال ما هبطت ثم قالت لجارية أخرى اصعدي وه ّبطي ً‬ ‫فلم تطلَّعت ورأته نزلت‬ ‫من الذي غ ّنى فارتفعت الجارية يف أعىل الشجرة اّ‬ ‫وقالت يا سيديت أراه وﷲ ضيفًا ملي ًحا صغري الس ّن بادي العقل حسن الهيئة‬ ‫فلو رأيت أن يكون معنا إىل األصيل نستفيد منه يومنا هذا فإنّه […]‬ ‫ففعلت فأكل‬ ‫(‪٧‬و) فنزل بياض بإزايئ ثم دعت بطعام وقالت يل واكِلْ ُه يا ع ّمه‬ ‫ُ‬ ‫فسقي‬ ‫أكْل ظريف نبيل مثيل ثم رفع الطعام فقالت له أترشب شيئًا قال نعم ُ‬ ‫ثم قالت السيدة لجارية من جواريها تسمي طروب يا طروب خذ العود‬ ‫وغ ّني لضيفنا قالت نعم وكرامة ثم أخذت العود وس ّوته واندفعت تغ ّني·‬ ‫‪33‬‬

‫‪34‬‬

‫‪35‬‬

‫‪33 Il‬‬

‫‪testo non prosegue consequenzialmente al foglio seguente: manca probabilmente‬‬ ‫‪un foglio che doveva contenere una miniatura — come dimostrano le tracce ancora visibili‬‬ ‫‪a f. 7r.‬‬

‫كليه‬ ‫خذي‬

‫‪34 Per‬‬ ‫‪35 Per‬‬

‫‪14‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫الطنبور وغ ّننا صوتًا فأخذت الجارية الطنبور وس ّوته واندفعت تغني بهذه‬ ‫األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫* َو َرأَيْ ُت َخلْ ِعي لِلْ ِعذَا ِر قَ َوا َما‬ ‫َو َصل ُْت َم ْن أَ ْه َوى َولاَ َملاَ َما‬ ‫‪30‬‬

‫‪31‬‬

‫‪31‬‬

‫َوبَ َذل ُْت َج ْه ِدي لِلْ َه َوى ِوتَ َجل ُِّدي‬ ‫َو َو َصل ُْت أَشْ َجانيِ َوب ُِّت ُم َس ِّه ًدا‬ ‫وَصرَ َ ْم ُت َح ْب َل الصَّبرْ ِ ِم ْن طَ ْو ِع الْ َه َوى‬ ‫َما ليِ َع َزا ٌء لاَ َولاَ ليِ َرا َح ٌة‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َو َه َج ْر ُت لَ ّذاتيِ فَصرِ ْ َن َح َرا َما‬ ‫َو َم َن ْع ُت َع ْي ِني أَ ْن تَذ َ‬ ‫ُوق َم َنا َما‬ ‫َاب ال ُّد ُمو ِع ِذ َما َما‬ ‫َو َج َعل ُْت ت َْسك َ‬ ‫َحتَّى أُلاَ ِقي لِلْق ََضا ِء ِح اَم َما‬

‫الحب وفقدان اللب فمن ُدهي به فقد‬ ‫فقالت السيدة أعوذ بﷲ من زفرات ّ‬ ‫دهي بعظيم وانقطع الغناء لقول السيدة وعطست رياض (‪٦‬ظ) عطستني‬ ‫فقالت السيدة ﷲ أكرب الضيف معنا قومي يا رياض فعىس ضيفنا طرقنا فبينام‬ ‫نحن كذلك إذ سمعنا نقر وت ٍر بسطاعة أخذ يف الطويل ثم يف الكامل ثم اندفع‬ ‫يغني بهذه األبيات·‬ ‫حيث يقول‬ ‫َما لِلْ َعذُو ِل كَ َوتْ ُه نِ َريا ُن الْ َه َوى * َوشَ َوى الْ َغ َرا ُم فُ َؤا َد ُه َو ُضلُو َع ُه‬ ‫وب ُد ُمو َع ُه‬ ‫َو َغ َدا يَ ُرو ُم ِو َص َال إِل ٍْف َجائِ ٍر * َحتَّى يَ َرى فَ ْو َق الْ ُج ُي ِ‬ ‫السق َِام َوجِي َع ُه‬ ‫يَشْ قَى َويَلْقَى ك َُّل يَ ْو ٍم كُ ْربَ ًة * ِم ْن َد ْه ِر ِه َو ِم َن َّ‬ ‫حش *‬ ‫يَلْ َحى َمشُ َ‬ ‫ُّجونِ ُد ُمو َع ُه‬ ‫َع ْي َنا ُه ت َ ْذر ُِف لِلش ُ‬ ‫وق الْ َقل ِْب َم ُعو َد الْ َ‬ ‫‪32‬‬

‫‪32‬‬

‫غ ّنينا‬

‫‪30 Per‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪31 Metro‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪32 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪13‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫قالت العجوز ثم أخذت العود جارية أخرى يقال لها ُعقا ْر فس ّوته واندفعت‬ ‫تغ ّني بهذه األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫هذَا َما الْ َه َوى *‬ ‫يت فَصرِ ْ ُت ِم ْن أَسرْ َاهُ‬ ‫َحتَّى بُلِ ُ‬ ‫َما كُ ْن ُت أَ ْدرِي قَ ْب َل َ‬ ‫*‬ ‫يت ِم َن الْ َه َوى أَ ْو َصابَ ُه‬ ‫َو َعذَابَ ُه َو َغ ِليلَ ُه َو َج َوا ُه‬ ‫فَلَ َق ْد لَ ِق ُ‬ ‫ه ًرا *‬ ‫َولَ َق ْد ك ََسا ج ِْس ِمي شُ ُحوبًا ظَا ِ‬ ‫أَبَ ًدا َعليَ َّ شُ ُحوبُ ُه َو َض َنا ُه‬ ‫*‬ ‫َوالْ َقل ُْب ذُو أَك ٍ‬ ‫ن يَ ْه َواهُ‬ ‫لاَ تَ ْع ُذلُونيِ أَنَّ ِني َع ْب ُد الْ َه َوى‬ ‫ْمد بمِ َ ْ‬ ‫‪2526‬‬

‫‪25‬‬

‫‪26‬‬

‫(‪٦‬و) فقالت السيدة مليح زدنا غنائك قالت نعم وكرامة واندفعت تغ ّني‬ ‫حيث تقول‬ ‫إِ يِّن َس ِك ْر ُت ِم َن الْ َه َوى َوالْ َخ ْم ُر ل * أَ ْدرِي ِب َها ُس ْك ًرا َوإِ ْن ُه َو أَك رَْثَا‬ ‫اَلْ َخ ْم ُر تَسرْ ِي فيِ الْ ُع ُروقِ َوذَا الْ َه َوى * لَ ْم يَ ْج ِر َم ْج َرى الْ َخ ْم ِر ِم ِّني إِ ْذ َج َرا‬ ‫*‬ ‫َع ْن ُه َم ِحي ٌد لاَ كَ َخ ْم ٍر أَ ْس َك َرا‬ ‫اَلْ ُح ُّب نَا ٌر فيِ الْ ُف َؤا ِد َو َما لَ ُه‬ ‫*‬ ‫َوالْ َخ ْم ُر َز ْه ًوا َوالْ َغ َرا ُم تَ َف ُّك َرا‬ ‫َلس ْك ُر يَ ْقلَ ُع َوالْ َه َوى لاَ يَ ْن َجل‬ ‫ا ُّ‬ ‫*‬ ‫اح الْ َه َوى َما إِ ْن تُطَ ُاق ت َُصبرِّ َا‬ ‫اَلْ َخ ْم ُر شَ ا ِربُ َها تُرِي ِه لَذَا َذ ًة‬ ‫َر ُ‬ ‫قالت السيدة أعوذ بﷲ من هوى ال يستل ّذ مع مرارته وال يستطاع لش ّدته‬ ‫ولكن خري األمور أوسطها وأعدلها والقصد أوىل ثم قالت يا ُمدام خذ‬ ‫‪28‬‬

‫‪27‬‬

‫‪28‬‬

‫‪5‬‬

‫‪29‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪25 Metro‬‬

‫أَكْم َد‬ ‫زيدينا ‪27 Per‬‬ ‫‪26 Per‬‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪28 Metro‬‬

‫خذي‬

‫‪29 Per‬‬

‫‪12‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫ِ‬ ‫أحسنت ثم نادت يا غيداء فأجابتها جارية صغرية الس ّن كأنها‬ ‫قالت السيدة‬ ‫ﺑﺤﻘ]ﻲ عليك خذ العود وغ ّننا شيئًا‬ ‫الشمس يف أفق السامء وقالت لها [ ّ‬ ‫فأخذت العود وس ّوته واندفعت بهذه األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫(‪٥‬ظ)‬ ‫ُوب ِم َن التَّ َبارِي ِح الَّ ِتي * بَينْ َ الْ َج َوانِ ِح َوالْ َح ىَش تَتَضرََّ ُم‬ ‫َدنِ ٌف يَذ ُ‬ ‫ِم ْن َزفْ َر ٍة ذَابَ ْت لِ َح ِّر َغلِيلِ َها‬ ‫* ُس ُج ُف الْ ُف َؤا ِد َوج ِْس ُم ُه الأْ َ ْعظُ ُم‬ ‫*‬ ‫َواحَسرْ َتَا ُه ِم َن الْ َه َوى َو َعذَابُ ُه‬ ‫َوالْ َبصرْ ُ يُ ْعز ُِب َوالْ َح ىَش ُمتَثَلِّ ُم‬ ‫*‬ ‫َم ْن كَا َن يَ ْسلُوا بِالْ َغ َر ِام فَ ِإ َّن ل‬ ‫السلِّ ُو ِب ِه فُ َؤا ٌد يَ ْس َق ُم‬ ‫ِع ْن َد ُّ‬ ‫*‬ ‫لص َبابَ ِة يَ ْس ُج ُم‬ ‫إِ َّن ال َِّذي أَ ْه َوى ِب َقل ٍْب َساكِنٍ‬ ‫َو َعلَ ْي ِه َد ْم ِعي لِ َّ‬ ‫‪21‬‬

‫‪20‬‬

‫‪22‬‬

‫‪22‬‬

‫ثم دارت بينه ّن املدام ساعة فقالت السيدة يا كاعب بحقّي عليك غ ّنني‬ ‫قالت نعم وكرامة فأخذت العود وغ ّنت بهذه األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫ن الْ َعذ َْل فيِ كَب ِِدي *‬ ‫نَا ٌر فَلاَ تَترْ ُكُ ِني َوالَ ًها قَلِقَا‬ ‫يَا ُمك رِْثَ الْ َع ْذ ِل إِ َّ‬ ‫َوا ْر َح ْم ُع َب ْي َد الْ َه َوى ذَا لَ ْو َع ٍة َدنِفًا * يَلْقَى الأْ َ ىَس َويُ َقاسيِ الْ َبثَّ َوالأْ َ َرقَا‬ ‫يُ ْض ِحي َو مُيْ يِس َغرِيقًا فيِ ِب َحا ِر أَس * فَ َم ْن لِ َم ْن فيِ ِب َحا ِر الشَّ ْوقِ قَ ْد َغ ِرقَا‬ ‫اصطَلىَ ِب ِزنَا ِد الشَّ ْوقِ فَا ْحترَ َقَا‬ ‫ف َ‬ ‫َاض الْ َه َوى فَ َب َدا فيِ َص ْحنِ َو ْج َن ِت ِه * ث ُ َّم ْ‬

‫‪23‬‬

‫‪24‬‬

‫‪24‬‬

‫خذي‬ ‫غ ّنينا‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪21 Per‬‬

‫‪22 Metro‬‬

‫غ ّنيني‬

‫‪basíý.‬‬

‫‪20 Per‬‬

‫‪23 Per‬‬

‫‪24 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪11‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫صورة شمول تغ ّني يف العود بني يدي السيدة‬ ‫يف الحديقة وصورة الوصائف والعجوز معهن تستمع‬

‫(‪ ٥‬و)‬ ‫يت َص َّبا‬ ‫تَ َع َّبدَنيِ الْ َه َوى فَ َب ِق ُ‬ ‫يت كَأْ ًسا‬ ‫َوأَ ْض َنانيِ الْ َه َوى ف َُس ِق ُ‬ ‫يت ِم َن الْ َه َوى ب ِِس َه ِام َح ٍ‬ ‫تف‬ ‫ُر ِم ُ‬ ‫َاب‬ ‫ف اََم ليِ غ رْ َُي َجفْنٍ ِذي انْ ِسك ٍ‬ ‫ِب َغ ْي َدا ٍء طَفْل ٍة َه ْيفَاء ُر ْؤ ٍد‬ ‫إِذَا نَظَ َر ْت ِبأَ ْجفَانٍ ِم َر ٍ‬ ‫اض‬ ‫‪17‬‬

‫‪5‬‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َاب الْ َقل ُْب ُح َّبا‬ ‫َوخا َم َرنيِ فَذ َ‬ ‫يُ َقطِّ ُع ِني الأْ َ ىَس بثًّا َوكَ ْربَا‬ ‫َت لَ َنا َو ْه اًم َولُ َّبا‬ ‫ف اََم أَبْق ْ‬ ‫يض ال َّد ْم َع فيِ الْ َخ َّديْنِ َس ْك َبا‬ ‫يُ ِف ُ‬ ‫ت ُ ِثري ُجفُونُ َها فيِ الْ َقل ِْب َح ْربَا‬ ‫يَ ِد ُّب الْ َم ْو ُت فيِ الأْ َ ْحشَ ا ِء َدبَّا‬ ‫‪17‬‬

‫يل‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫فلم فرغت الجارية من شعرها قالت لها السيدة ع ّز وﷲ ع ّ‬ ‫يا شمول زدنا من غنائك قالت نعم وكرامة فس ّوت عودها وغ ّنت بهذه‬ ‫األبيات·‬ ‫حيث تقول‬ ‫*‬ ‫لَ ِع َب الْ َه َوى بمِ ِق ِ‬ ‫فَ َدفَ ْن ُت أَسرْ َار َِي فيِ قَبرْ ِ‬ ‫َلَّد الصَّبرْ ِ‬ ‫*‬ ‫الضلُو ِع كَ ُح ْرقَ ِة الْ َج ْم ِر‬ ‫َوشَ َك ْو ُت َما أَلْقَا ُه ِم ْن أَل ٍَم‬ ‫بَينْ َ ُّ‬ ‫وب كَ َوابِلِ [ﺍﻟْ َﻤ َﻂ] ِﺮ‬ ‫َو َه َم ْت ُد ُمو ِعي ِم ْن لَظَى ُح َرقٍ * فَ ْو َق الْ ُج ُي ِ‬ ‫*‬ ‫الص ْد ِر‬ ‫َوشَ َك ْو ُت َو ْج ًدا فيِ الْ ُف َؤا ِد ث َوى‬ ‫َو َج َوا ُه بَينْ َ الْ َقل ِْب َو َّ‬ ‫* فيِ ال َّن ْو ِم بَينْ َ الْ َق ْو ِم ِم ْن ُع ْذ ِر‬ ‫َوﻟ ﻦِ َْﺌ شَ كَا ِمثْليِ فَلَ ْي َس لَ ُه‬ ‫‪18‬‬

‫‪19‬‬

‫‪19‬‬

‫‪5‬‬

‫‪wâfir.‬‬

‫‪17 Metro‬‬

‫زيدينا‬

‫‪kâmil.‬‬

‫‪18 Per‬‬

‫‪19 Metro‬‬

‫‪10‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫فإنه مل يكن ذلك إال ملّا تح ّركت حركة زايدة خالف عاديت فكتمن ذلك ورجعن‬ ‫خلوت بها ثانية فقلت لها كيف ترين قالت نعم إذا حصلنا‬ ‫إىل أشغالهن ثم‬ ‫ُ‬ ‫يف البستان يكون بالقرب منا فإذا سمع حركتنا فيشري مبا أمكنه من الحركة‬ ‫فاستوثقت‬ ‫اللطيفة املستحسنة للسامع ألحد بذلك السبيل قالت العجوز‬ ‫ُ‬ ‫فلم أصبح‬ ‫منها وخرجت من عندها و أتيته فأعلمته بالخرب و ِبتْنا تلك الليلة اّ‬ ‫أخذنا يف النهوض نحو املوضع فمشيت أنا وتركته يسري نحو النهر إىل الحديقة‬ ‫فلم أتيت‬ ‫املذكورة ورأيته قد أىت بعود نظيف وما كنت أحسبه صاحب عود اّ‬ ‫الحديقة […] فقد[…] املفارش واألوطية والكرايس وأواين الطعام والرشاب […]‬ ‫ﻘﻌﺪﺕ يس ًريا إذ أقبلت الجملة والكبكبة بفرش‬ ‫مبا يصلح ﻤﻟﺜﻠﻬ[ﻦ …] ول [… ﻓ] ُ‬ ‫ظننت أن الحديقة‬ ‫الحرير والهوادج […] ذوات العقل والشباب فوﷲ لقد‬ ‫ُ‬ ‫ﻗ[…] مام رأيت من حسنهن وبديع شكلهن وبهجة جاملهن و[‪]...‬ﺘﻴﺔ بعد‬ ‫التالعب [‪ ]...‬والتدافع والجر[…]ﻦ [‪ ]...‬وأنواع الطواوين [‪]...‬ﻬﺎ حتى [‪]...‬‬ ‫وتح ّبب العرق عىل وﺟﻨ[ﺘﻴﻪ … ﺑ]ﻌﺪ ذلك قالت لهن السيدة اقعدن[…]فا […]‬ ‫ﻓﻘ[…] حينئذ قعدن وأىت بالطعام الطيب املنتخب فق ّدم […] من أنواع الفاكهة‬ ‫كل غريب ثم أمرت بذلك ﻛﻠ[ﻪ …] واألعوان الواقفني عىل باب (‪٤‬ظ) البستان‬ ‫ثم دار ﷲو والطرب وبدأت األغاين ثم قالت السيدة لجارية لها تس ّمى شمول‬ ‫غ ّني لنا صوتًا قالت نعم وكرامة فأخذت العود وس ّوته واندفعت تغ ّني بهذه‬ ‫األبيات‪.‬‬ ‫‪16‬‬

‫‪17‬‬

‫‪16 Sic.‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‪9‬‬

‫فقلت له وﷲ إنه لكذلك ولكن‬ ‫الصفة فال أقدر عىل الدخول يف قرصها أب ًدا ُ‬ ‫رياضا بح ّبها فيها‬ ‫إمنا تظن السيدة أنه ملزاح وسل ّو ونزاهة وهذا كله لرتيض ً‬ ‫وإن امللوك يح ّبون النزاهات يف البساتني قالت العجوز فقال يل يا أ ّماه جز ِ‬ ‫ِيت‬ ‫ِ‬ ‫خ ًريا فلو ِ‬ ‫بعدك وتسريي نحو‬ ‫رأيت أن تحقّقي الوعد وتعرفني ما ات َّفق من‬ ‫قلت نعم [ثم نهضت] إىل القرص فاستاذنت فأذن‬ ‫القرص وتعرفني تحقيق األمر ُ‬ ‫فلم حصلت يف اﻟﻘ[ﺮﺼ] ر[أيت ريا]ضاً كالكوكب الد ّر ّي يف ظالم‬ ‫يل فدخلت اّ‬ ‫الليل وعليها غاللة خرضاء وقد متنطقت مبنطق من الحرير األحمر عىل خرص‬ ‫يكاد وﷲ ينقطع من رقّته وهي تكاد تنقصف رقّ ًة وليناً متيش مييناً وشامالً‬ ‫وتنظر فيام يصلح من أمر النزاهة والخدم بني يديها بأواين الطيب وأنقال‬ ‫الرشاب وأنواع الحالوات وبيدها ﻗﻀﻴﺐ خيزران ﺗ[ﺮﻀ]ب به الخدم بني الهزل‬ ‫والجد‬ ‫فأخذت بيدها وأخرجتها […]ﻜ[…]ﺼﻴﻬﺎ فقلت لها يا رياض بياض يقرأ‬ ‫ُ‬ ‫ِ‬ ‫عليك السالم […] من مح َّبتك فقويل كيف تكون الحيلة وكيف يكون األمر‬ ‫فقالت [و َمن بيا]ض قلت الغالم األديب الشاعر الذي كنت رأيت من أعىل‬ ‫ْ‬ ‫الشجرة وا[ستغرب وأﻧﺸ]ﺪك وكان الوعد بينكام ليوم الجمعة قالت العجوز‬ ‫فلم أخربتها بذلك (‪٣‬ظ) غُيش عليها فجاء الخدم وقلن ما بال حبيبتنا رياض‬ ‫اّ‬ ‫فقد وﷲ تك ّدر عيشنا وانقطع أملنا إن أصابها يشء فتداركنها مباء ورد وكافور‬ ‫ونضحن وجهها‬ ‫صورة رياض قد غُيش عليها والخدم ينضحن‬ ‫وجهها مباء الورد والكافور والعجوز معهن‬ ‫وصورة القرص‬ ‫قالت العجوز فلام أفاقت قالت للخدم عليك ّن ال تخربن (‪٤‬و) سيديت مبا رأي ّنت‬

‫‪8‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫رأيته كذلك أشفقت لحاله وقال يل يا أ ّماه فام الحيلة يف ذلك قلت له يا بني‬ ‫الحب ال يكون إال بالكتامن دون الفضيحة فإن كل من سمعنا عنه من أهل‬ ‫ّ‬ ‫العشق مثل قيس وكثري وعروة وأصحاب الهوى ممن يطول ذكرهم إمنا ابتلوا‬ ‫بذكر املعشوق يف الشعر وبهتك األستار بالتهيام واالشتهار والسقوط يف الطرق‬ ‫رسه وسرته مل يُعرف له يشء ومل يكن له ذكر‬ ‫والغشيان وخلع العذار ومن كتم ّ‬ ‫وكثري من الناس عشقوا ف ُجهلوا إال من افتضح ف ُعرف‪.‬‬ ‫ قالت العجوز فقال يل يا أ ّماه ما يل ما أقول لك إذا ِ‬ ‫قلت الحق ولكن الهوى‬ ‫ضيف الكرماء وحلية األدباء وخدن الظرفاء فقلت له فام أنت (‪۲‬ظ) صانع‬ ‫رأيت رياضاً عىل أضعاف ما أنت عليه من محص الوداد وصفاء‬ ‫فقد وﷲ ُ‬ ‫املح ّبة واالعتقاد وسيدتها مح ّبة يف الذي تد[عو] اﻟ[ﻴﻪ] من النزاهة وإحضارك‬ ‫ل ُيطيب املجلس ونحن عىل وعد ليوم الجمعة إن شاء ﷲ فإذا أ[نت] حللت‬ ‫نظرت فليكن نظرك‬ ‫فيه فاحكم نفسك واملك عليها ملك من يحكم عقله فإذا‬ ‫َ‬ ‫إىل السيدة وإ ّيل كأنّك ال تجد يف نفسك شيئاً فخري الناس َمن قاس قبل القطع‬ ‫رأيت محبوبتَك رياضاً ذات وقار وصمت وحلم وسكون‬ ‫ودبّر قبل الفصل فإن َ‬ ‫كالذي يظهر منك رجوت َها وإن رأيتها خفيفة ط ّياشة فال تعلّق بها نفسك‬ ‫وارصف عنها قلبك فالعقل أحسن ما ُخلق وخري ما العبد ُرزق فاﺣﻔﻆ[ﻪ ‪]...‬ﻰ‪.‬‬ ‫صورة العجوز تويص بياضً ا وتح ّذره‬ ‫‪15‬‬

‫يدي فقلت‬ ‫فلم‬ ‫ُ‬ ‫(‪٣‬و) قالت العجوز اّ‬ ‫أكملت وص ّيتي قام إ ّيل وق ّبل األرض بني ّ‬ ‫له يا بني ما أريد منك هذا وإمنا أريد منك أن تحرض ذهنك وتزن كالمك‬ ‫وتنظم ألفاظك لدخولك قرص امرأة رشيفة فقال يل إن كان هذا كلّه عىل هذه‬ ‫محض‬

‫‪15 Per‬‬

‫ ‪7‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫شاء ﷲ قال وما هو يرحمك ﷲ قلت كذا وكذا ووصفت األمر كام جرى من‬ ‫وقصة الحاجب وح ّبه يف‬ ‫قصة العب وكاعب وما جرى يل مع الوصائف كلهن ّ‬ ‫َّ‬ ‫وحب سيدتها لها وتدلّلها عليها وطلب السيدة رضاها وأخربته بالوعد‬ ‫رياض ّ‬ ‫فطاش لذلك ل ّبه وقال يل أنّا يل بهذا فقلت له األمر كا[ﺋﻦ إن شاء] ﷲ وأن‬ ‫ﻳﺖ املعشوق واملذكور فانه ّن‬ ‫رياضاً عاشقة الكني ال أدري ألك أم لغريك و[…] ُ‬ ‫ال يذكـرن إال غـالماً واحدً[ا … يف اﻤﻟﻨ]ﺘزهات وأنا معه ّن يف الجملة يف الحديقة‬ ‫ﻨﺖ السبب يف ذلك فعىس ما بَ ُعد يدنو أو ما اشت ّد يلني‬ ‫وه ّن يف وعد[ي … ﻛ] ُ‬ ‫وما […]ون والوعد ليوم الجمعة إن شاء ﷲ قالت العجوز فرأيته قد ﻏ[ﻴﺮّ …‬ ‫لو]نه وارتعدت فرائصه‬ ‫ندمت عىل ما أخربته وظننت أنه قد ج َّن فلم أكلّمه‬ ‫(‪۲‬و) وقام وقعد حتى‬ ‫ُ‬ ‫حتى [ﻫ]ﺪأ ثم قال يل ما بالك فقلت له وماذا تريد أكرث من هذا أخربتك‬ ‫رأيت الكثري ما كنت تفعل‬ ‫هت و‹اﺿ›ﻂﺮبت وقمت وقدعت فلو َ‬ ‫باليسري ف ُب َّ‬ ‫إين وﷲ ألراك ضعيف العقل والدليل عىل ضعف عقلك أنك عشقت يف دار‬ ‫الحاجب وقد علمت قدره وسلطانه وعظيم شأنه وح ّبه لرياض ومكانها منه‬ ‫فكيف وأنت غريب وعىل غري شكل البلد وهذا من القياس البعيد‪.‬‬ ‫فلم سمع ذلك مني سقط إىل األرض عىل جبينه وسالت‬ ‫ قالت العجوز اّ‬ ‫فلم رأيتُه عىل تلك الحال قلت يف نفيس إن هذا الذنب‬ ‫دماؤه عىل وجهه اّ‬ ‫عظيم اجتنيته عىل نفيس أطمعت هذا الغريب املسكني ثم قطعت به ليتني‬ ‫فلم‬ ‫مل أطمعه بيشء فكان كذلك حيناً ثم رفع رأسه ودمه يسيل من الجرح اّ‬ ‫‪13‬‬

‫‪14‬‬

‫‪13 La continuità del testo tra il f. 29v e f. 2r del Vat. ar. 368 è provata dalla successione dei‬‬ ‫‪fatti così come narrati nel ms di Dublino, CBL, Ar. 4120, f. 70v e Parigi, Bulac, Ar. 482, f. 15r.‬‬

‫‪in margine.‬‬

‫‪14 Aggiunto‬‬

‫‪6‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫وخرجت معي رياض تتبعني وتقول يا سيديت جزيت‬ ‫فخرجت‬ ‫قالت العجوز‬ ‫ْ‬ ‫ُ‬ ‫عني خ ًريا فتودعت منها وخرجت إىل منزيل فوجدت ابنك قامئًا‬ ‫(‪۲۸‬و‪/‬ظ)‬ ‫(‪۲۹‬و) […] عند رأسه وقلت انتبه أيها النائم الذي يزعم أنه [… وأنشد هذه‬ ‫ﺍأل]بيات‪.‬‬ ‫* فَالْ َو ْص ُل أَ ْحلىَ َما مَتَ َّنى الْ َوا ِم ُق‬ ‫[… ﻧ]ﻲ فَانْتَ ِب ْه يَا َع ِاش ُق‬ ‫* ف َْاس َم ْع َم َقاليِ إِ َّن قَ ْوليِ َصا ِد ُق‬ ‫[إِ] يِّن أَت َ ْيتُ َك َع ْن بَ َيانٍ ظَا ِه ٍر‬ ‫‪10‬‬

‫‪11‬‬

‫‪11‬‬

‫صورة العجوز قد دخلت عىل بياض يف‬ ‫منزلها فوجدته نامئًا فقـعدت عند رأسه تنشده األبيات‬ ‫(‪۲۹‬ظ) قالت العجوز فانتبه من نومه وهو ميسح [لعابه] من [… أ]عاشق‬ ‫فلم سمع قويل أنـشـأ هذه‬ ‫ينام حتى يسيل لعابه إن هذا الر[…] واالشتياق اّ‬ ‫األبيات‪.‬‬ ‫حيث يقول‪.‬‬ ‫َو َما نمِ ُْت لاَ كِ ِّني َر َج ْو ُت ِم َن الَّ ِتي * أَذَابَ ْت فُ َؤا ِدي طَ ْي َف َها فيِ َم َنا ِم َيا‬ ‫* َرأَيْ ُت الَّ ِتي أَ ْه َوى َو َما كُ ْن ُت َدانِ َيا‬ ‫فَكَا َن ال َِّذي أَمَّلْتُ ُه غ رْ ََي أَنَّ ِني‬ ‫* َوأَلْقَى الْ َم َنايَا َعا ِجالً فيِ َمقَا ِم َيا‬ ‫فَ َيا لَ ْيتَ َها أَبْصرَ ْتُ َها غ رْ ََي نَائِ ٍم‬ ‫*‬ ‫فَ ِتل َْك الَّ ِتي أَ ْو َدى ِب َقلْبِي ُح ُّب َها‬ ‫َوبَا َن لَ َها َصبرْ ِي َوبَا َن َع َزائِ َيا‬ ‫‪12‬‬

‫‪12‬‬

‫قالت العجوز فقلت امسك عليك فقد فتح ﷲ بابًا أرى فيه النجاح والفرج إن‬ ‫‪di restauro moderna, senza testo.‬‬

‫‪10 Carta‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪11 Metro‬‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪12 Metro‬‬

‫‪5‬‬

‫ ‪5‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫جاملها فكادت األرواح تزهق والنفوس تذهب وقد أبهتنا حسنها وجاملها‬ ‫فقمنا إليها بأجمعنا ورغبنا إليها وهي تزداد يف البكاء (‪۳۰‬ظ) فقالت اﻟﺴ[ﻴﺪﺓ‬ ‫تبسم]‬ ‫… ال أ]برح قامئة حتى ترىض رياض اّ‬ ‫تبسمت [ ّ‬ ‫فلم [سمعت رياض] ذلك ّ‬ ‫التبسم كغاممة […] وكأمنا أرشقت اﻟﺸﻤ[ﺲ يف] وجهها‬ ‫الغضبان فكان ذلك ّ‬ ‫تبسمت فقالت السيدة عند ذ[لك] يا رياض يكون ما تريدي إن شاء ﷲ‬ ‫حني ّ‬ ‫ولو كان يف ذلك حاممي‪.‬‬ ‫قالت العجوز فقلت لها يا ليتني مل أكن أتيت فأنا حركت عليكن هذا قالت‬ ‫السيدة معاذ ﷲ بل أنت ف ّرجت هامً عظيامً فإين كنت معها يف معا[تبة] مذ‬ ‫كان الذي كان فلم أزل حتى أمرت كل من كان بالحرضة من الوصائف [ﺑ]‬ ‫ﺄن يأخذ[ن …]ﻬﻦ وينظرن يف أمور النزاهة وأمرت بصنع ما يحتاج إليه [من‬ ‫طعام] طيب وغري ذلك مام يطول ذكره وأمرت برتويق الرشاب وﻏ[…] وأكواس‬ ‫البلور وإعداد املفارش وبسط الديباج ومنارق الخز والحرير املذ ّهبة وكلام‬ ‫يحتاج إليه من األمور‪.‬‬ ‫قـالت العجوز فقمت وسلّمت عىل رياض قبل السيدة وأنشأت أقول‬ ‫اض فَ ِإنَّ ِني * أُ ِح ُّب ِك َما َغ َّنى الْ َح اَم ُم َعلىَ غ ُْص ْن‬ ‫َعلَ ْي ِك َسلاَ ِمي يَا ِريَ ُ‬ ‫‪8‬‬

‫‪9‬‬

‫‪9‬‬

‫‪5‬‬

‫ق ََصدت ُِّك بِالتَّ ْسلِ ِيم قَ ْب َل الَّ ِتي لَ َها‬ ‫َو َما َ‬ ‫ذاك إِ ْذلاَ الً لَ َها غ رْ ََي أَنَّ ِني‬ ‫فَ َحا َذ ْر ُت إِ ْن َو َّخ ْر ُت أَ ْم َر ِك َسا َع ًة‬ ‫َعلَ ْي ُك ِّن ِم ْن َر ِّب الْ ِع َبا ِد ت َِح َّية‬

‫*‬ ‫*‬ ‫*‬ ‫*‬

‫َعلَ ْي ِك ِذ َما ُم ال ِّر ِّق إِ ْن كَا َن ذَا َح َس ْن‬ ‫َرأَيْ ُت لَ َها قَلْ ًبا ِب َكف ِِّك ُم ْرت َ َه ْن‬ ‫وت َوأَ ْخ ىَش أَ ْن أَ ِص َري إِلىَ كَ َف ْن‬ ‫أَ ُم ُ‬ ‫اح الْ َح اَم ُم َعلىَ فَ َن ْن ]…[‬ ‫ال َّد ْهر َما نَ َ‬ ‫تريدين‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪8 Per‬‬

‫‪9 Metro‬‬

‫‪4‬‬

‫ حديث بياض ورياض‬

‫ ‬

‫وتنعطف كالخيزران اللّدن يف تث ّنيه ولينه يف ُصمت وتيه‬ ‫(‪۳۰‬و) […] كل ِ‬ ‫ّمت غالما ال نعرفه وال يعرفنا [… اﻟ]ﻨﺎس ويراهم […]كالم حتى‬ ‫يل [… إ]ﻰﻟ يوم الجمعة […] حتى يشعر يف هذا األمر فقامت‬ ‫بكت فع ّز ذلك ع ّ‬ ‫ووعد[ت …] لها من ذلك اليوم […]طعام وال رشاب وال يشء من األشياء‬ ‫يل قالت‬ ‫وقد ماطلتها يف األمر حتى طال [و]ضعفت رّ‬ ‫وتغيت وهو أمر يع ّز ع ّ‬ ‫يل أن يتح ّدث الناس بحديثكن ويعرفون‬ ‫العجوز فقلت للسيدة [ﻓ]ﻮﷲ ع ّ‬ ‫فلم قلت ذلك كان بيد‬ ‫أخباركن ويفضحون أرساركن وﻫﺬا أمر عظيم قالت اّ‬ ‫رياض كأْس بلّور ممل ًؤا [را]حا فرضبت به األرض فـكرسته وخ ّمشت وجهها‬ ‫وبكت وأنشأت‪.‬‬ ‫حيث تقول‪.‬‬ ‫دت نَ َزا َه ًة * إِلىَ َجانِ ِب رَّ‬ ‫الثْث َا ِر لِلْ ُخ ْب ِث َوالْ ِف ْس ِق‬ ‫لَ َع ْمر َِي َما إِ يِّن أَ َر ُّ‬ ‫*‬ ‫دت تَلاَ ُع ًبا‬ ‫َوظَ ْرفاً أَ َمالُو ُه إِلىَ غ رَْيِ َما َح ِّق‬ ‫َولَ ِك َّن ِني ل اََّم أَ َر ُّ‬ ‫فَلَ ْو أَنَّ ِني ُع ِم ْر ُت أَلْفاً َولَ ْم يَ ُك ْن * لِ َنف يِْس ِس َوى َه ِذي ال َّن َزا َه ِة ِم ْن ِرزْقِ‬ ‫ل اََم كُ ْن ُت أَ ْر َضا َها َوكُ ْن ُت ِب َغ رْيِ َها * فَ َخ رْ ُي َمقَا ِل الْ َم ْر ِء َما كَا َن ذَا ِص ْدقِ‬ ‫‪4‬‬

‫‪5‬‬

‫‪5‬‬

‫ثم مسحت عيناها بك ّم غاللتها قالت العجوز فوﷲ ما بقي أحد إال وبىك‬ ‫لبكائها وقامت السيدة من مرتبتها ترغب إليها فوﷲ لقد رأيتها قبل أن تبيك‬ ‫فام تخيلت أن يف الدنيا أجمل منها فلام بكت صارت أجمل منها قبل البكاء‬ ‫ملا توردت وجنتيها وتحدرت الدموع يف صفحات خديها كالجوهر وتضاعف‬ ‫‪6‬‬

‫‪7‬‬

‫مملؤة‬

‫‪ýawíl.‬‬

‫‪4 Per‬‬

‫‪5 Metro‬‬

‫عينيها‬ ‫وجنتاها ‪7 Per‬‬ ‫‪6 Per‬‬

‫(‪١‬و) [… صورة] الحاجب وهو [يف ﺍﻤﻟ]ﺠ[ﻠﺲ] […] و[ﺍﻟﻌﺠ]ﻮﺯ معه وصو[ر]ة‬ ‫الجارية واقفة‬ ‫(‪١‬ظ) […]‬ ‫‪1‬‬

‫]…[‬

‫*‬

‫]…[‬

‫فَ ُي ْض ِحي َو مُ ْي يِس ال َّد ْه ُر فيِ َغ َم َراتِ ِه‬ ‫فلم فرغت الجارية من غنائها قال لها الحاجب إ ّن ﻗﻠﺒﻚ لقاس‬ ‫قالت العجوز اّ‬ ‫عىل محبوبك يا كاعب قالت أجل وحياتك يا موالي ثم نظر إ ّيل الحاجب وقال‬ ‫يل يا أختاه أليس هذه الجارية مليحة قلت بىل أصلح ﷲ سيدي الحاجب ثم‬ ‫نادى يا العب فأقبلت جارية أخرى كام بدا نهدها يف صدرها كهيئة تفاحتني‬ ‫ونظرت إىل ساقيها فإذا فيهام خلخاالن‬ ‫من د ّر عىل صحن مرمر بيضاء شقراء‬ ‫ُ‬ ‫من ذهب قد ُر ّصعا بالجوهر النفيس إذا مشت سلب مشيها العقول عىل‬ ‫صغر س ّنها مع املالحة والتدلّل والبزاعة وقالت ل ّبيك يا موالي وسيدي فقال‬ ‫لها صيحي برياض قالت العجوز فقلت يف نفيس ﷲ أكرب ثم قلت رياض‬ ‫فلم ذهبت العب بني ي َدي الحاجب وانفتلت خلتها قـد‬ ‫يف الوصائف كثري اّ‬ ‫انقطعت من نصفها لثقل ردفها وقيام صدرها ورقّة خرصها مع الرشاقة وخفّة‬ ‫الصبا فرآين الحاجب أنظر إليها فقال يل أمليحة هي بحقي عليك فقلت له‬ ‫إذا مل تكن هذه مليحة فـأين املالحة والجامل فبينام نحن كذلك نتح ّدث إذ‬ ‫أقبلت جارية وعن ميينها أربع وصائف وعن يسارها كذلك وهي يف منظر من‬ ‫الحسن ال يصفه الواصفون وال يدركوا بعض كنهه وهي تتبخرت يف مشيتها‬ ‫َاب أَ ْوالْ ُهل ِْك‬ ‫ف اََم يَ ْر[تَجِي] غ رْ ََي الْ َعذ ِ‬

‫*‬

‫‪1‬‬

‫‪2‬‬

‫‪3‬‬

‫‪ýawíl. Lo stesso verso si trova in D: f. 67v, r. 14 e in P: f. 12r, r. 14.‬‬

‫‪1 Metro‬‬

‫والبراعة‬ ‫يدركون ‪3 Per‬‬ ‫‪2 Per‬‬

‫حديث بياض ورايض‬ ‫تحقيق وترجمة إىل اإليطالية عن األصل العريب‬ ‫أريانا دوتونه‬

‫حارضة الفاتيكان‬ ‫املكتبة الرسولية‬ ‫‪2013‬‬