La sopravvivenza degli antichi dèi

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Giordanista

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Universale Bollati Boringhieri

Jean Seznec

La sopravvivenza degli antichi dei Saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali Presentazione di Salvatore Settis

Bollati Boringhieri

Edizione nella collana«Saggi>> I98I Edizione nella collana I990 Edizione nella collana«Universale Bollati Boringhieri>> settembre 2oo8

© I98I, I990 e 2008 Bollati Boringhieri editore s.r.1 . , Torino, corso Vittorio Emanude II, 86 I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o par­ ziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati Stampato in Italia dalla Litografia«EST>> di Venaria Reale (To) ISBN 978-88-339-I928-7 Titolo originale

La suroivance des dieux antiques. Essai sur role de la tradition mythologique dans l'humanisme et dans l'art de la Reinaissance

© I98o Flammarion, Paris Traduzione di Giovanni Niccoli e Paola Gonnelli Niccoli Cura editoriale di Giovanni Niccoli Progetto grafico della collana di Enzo Mari www . bollatiboringhieri.it

Indice

Presenttrzione di Salvatore Settis

l

Prefazioni PARTE PRIMA

VII

LE IDEE

l

La tradizione storica

2

La tradizione fisica

3

La tradizione morale

11

l . L'evemerismo nell'apologetica cristiana e nel pensiero storico medie­ vale: gli dei precursori della civiltà e fondatori di dinastie 2. L'eveme­ rismo in età rinascimentale. Le leggende etniche alla corte di Borgogna, in Francia e in Italia 3. Tradizione storica e iconografia 32

l. Le divinità astrali alla fine dell'era pagana 2. L'astrologia nella tradi­ zione cristiana e medievale 3. L'astrologia in età rinascimentale 4. Tra­ dizione fisica e iconografia: dai microcosmi al tema dei pianeti e dei loro figli nell'arte monumentale italiana

116

l. L'allegoria mitologica nell'antichità e nel Medioevo: dall'esegesi stoica c neoplatonica alle moralizzazioni di Ovidio 2. L'allegoria mitologica in età rinascimentale: l'influenza del neoplatonismo e la voga dei geroglifici e degli emblemi 3 . Tradizione morale e iconografia: le psicomachie nel­ l'arte e il simbolismo in Botticelli, Correggio e Tiziano

4

La tradizione enciclopedica

152

l. Gli dei nell'enciclopedismo medievale 2. Tradizione enciclopedica e iconografia: gli dei nell'arte monumentale italiana del secolo decimoquarto 3. Tradizione enciclopedica e iconografia: gli dei nel Tempio Malatestiano, nei Tarocchi del Mantegna e nella Stanza della Segnatura PARTE SECONDA

5

LE FORME

Le metamorfosi degli dei

177

l. Le figure delle costellazioni nei manoscritti, dall'età alessandrina fino al secolo decimoquinto 2. Gli dei planetari nella Cappella degli Spagnoli e

nel Campanile di Giotto a Firenze 3. La mitologia nell'arte bizantina 4. La raffigurazione degli dei nei mitografi e negli enciclopedisti : Remigio

di Auxerre e John Ridewall 5. La tradizione 'albericiana': il 'Liber yma­ ginum deorum' e il 'Libellus de deorum imaginibus' 6. Metamorfosi dei tipi classici degli dei alla fine del Medioevo e sue ragioni

6

La reintegrazione degli dei

205

1. Il ritorno al tipo classico delle figure delle costellazioni e dei pianeti: la carta celeste del Diirer del 1 5 1 5 2. Diffusione dei tipi albericiani c loro graduale evoluzione in senso classico 3. La tradizione albericiana nei Tarocchi del Mantegna e negli affreschi del Palazzo Schifanoia. Sopravvi­ venza dei tipi medievali in pieno Rinascimento 4. Il Rinascimento come sintesi della tradizione 'plastica' e di quella 'letteraria'. Il ruolo svolto dall'l talia PARTE TERZA

7

LA TRADIZIONE �liTOGRAFICA

La scienza del mito nel secolo decimosesto

267

1. .I precursori: dal 'De genealogiis deorum gentilium' del Boccaccio alla 'Theologia mythologica' di Georg Pictor 2. Giraldi, Conti, Cartari: tra­ dizione mitografica medievale ed elementi contemporanei nei grandi ma­ nuali italiani del secolo decimosesto 3. Mitografi e artisti: allegorismo, tendenze anticlassiche e funzione di orientamento iconografico dei manuali

8

Le teorie sull'impiego della mitologia

302

1. I teorici dell'arte e i consiglieri degli artisti 2. I censori ecclesiastici: la teorica delle arti figurative nell'età del Concilio di Trento 3. Trionfo dell'allegorismo e moralizzazione della mitologia da parte dei gesuiti

9

L'influenza dei manuali

342

1. In Italia: gli dei nelle feste e nei cortei dopo il .1550 2. In Italia: gli dei nell'arte monumentale dopo il 1550 3. In Francia: da Jean Lemairc de Belges a Montaigne 4. In Inghilterra: dagli elisabettiani ai 'Masqucs' S. In Germania e in Spagna 6. Epilogo

Bibliografia

389

Elenco

405

e

fonti delle illustrazioni

Indice dei nomi

411

Presentazione di Sal't•,ttore Settis

l. Dall' autunno 1 897 al gennaio 1 902, Aby Warburg abitò con la moglie a Firenze. Nel 1893 aveva pubblicato il breve libro sulla Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, nel 1 895 (in italiano) il saggio sui Costumi teatrali per gli Intermezzi del 1589.1 Aveva appena passato i trent'anni. In questo periodo, dedicato a intense ricerche d'archivio - ne usciranno i grandi studi su Arte del ritratto e borghesia fioren­ tina, su Arte fiamminga e primo Rinascimento fiorentino, e più tardi quello sulle Ultime volontà di Francesco Sassetti prese forma e si dissolse, nella sua casa fiorentina, uno strano progetto: una corrispondenza con un amico olandese, André Jolles, che aveva come tema una figura della Nascita del Battista del Ghir­ landaio a Santa Maria Novella (l'ancella che porta un cesto di frutta), ed era destinata a diventare un libro. Il lavoro rimase incompiuto, e solo pochi estratti della parte che fu scritta sono stati pubblicati nel 1970;2 tuttavia, è lecito congetturare che la forma epistolare fosse stata scelta da Warburg per evidenziare la diversità (e complementarietà) dei ruoli dei due corrispondenti, e al tempo stesso per dare forma narrativa alla descrizione di un -

1 Questi due saggi sono entrambi nella raccolta (parziale) degli scritti di Warburg comparsa in italiano a cura di Gertrud Bing col titolo La rinascita del paganesimo antico (Firenze 1966). La più ricca' bibliografia di c su War­ burg è nel volume di Ausgewiiblte Scbriften u11d Wurdigzmgen, a cura di D. Wuttke (Baden-Baden 1979) pp. 5 2 1 sgg. 2 Vedi E. H. Gombrich, Aby Warburg: an lntellectual Biograpby (Londra 1970) pp. 105 sgg. : "Fragment on the Nympha". Di qui sono tratte le cita­ zioni dei frammenti; le traduzioni dal tedesco sono mie.

\'111

PRESENTAZIO:-iE

processo interiore dall'emozione estetica alla valutazione critica: un processo in cui nulla si perde per la strada, e molto invece si acquista. La trama, per sé evanescente, di questo mancato itinerarium mentis ad philologiam doveva svolgersi tutta da un esile filo : l'im­ provvisa passione amorosa di Jolles per quella figura del Ghir­ landaio, la "ninfa". Nella prima lettera è la descrizione di questo incontro : Proprio vicino alla porta aperta corre, ma no!, vola, o piuttosto vol­ teggia l'oggetto dei miei sogni, che pian piano prende ad assumere le proporzioni di un gradevole incubo. Chi viene nella stanza? Una figura fantastica, ma no!, un'ancella, ma no!, una ninfa classica, col suo velo che si gonfia e svolazza ( ... ) Questo incedere vivace

e

leggero, così

ricco di movimento; questo portamento energico e irresistibile, che cosa significa? Talvolta mi pare che quest'ancella non corra sul suolo, ma piuttosto attraversi con piedi alati l'etere luminoso. Insomma, ho lasciato lì il mio cuore, e nei giorni agitati che seguirono, l'ho vista dappertutto (... ) E mutavo stato, passando dal sogno angoscioso alla favola ( ... ) Ho perduto la ragione. Era lei, era lei che portava vita e movimento in una scena per il resto immobile. Ah! pareva il movi­ mento fatto persona (...) ma com'è sgradevole coltivare quest'amore! Chi è? Da dove viene? L'ho incontrata in passato, voglio dire secoli, millenni or sono? Forse discende da nobile lignaggio greco, e una sua antenata ha avuto rapporti con qualcuno che veniva dall'Asia Minore? dall'Egitto? o dalla Mesopotamia? (pp.

108 sg.).

Scritta da Jolles, questa lettera riflette certamente un'idea ini­ ziale di Warburg: infatti, come vedremo presto, il tema della "ninfa" ricorre già nei suoi scritti anteriori. La descrizione della figura del Ghirlandaio, mobile e inquietante, non si potrebbe capire senza un presupposto: in quell'ancella che sembra balzare fuori dell'affresco rivive una figura dell'antichità pagana, una "ninfa", appunto. Il suo "velo che si gonfia e svolazza" , incur­ vandosi a ovale dietro le spalle, è un motivo topico dell'arte antica. Già nello studio botticellesco del 1 89 3 , Warburg aveva notato .simili prestiti dall'antico, e formulato, con qualche timi­ dezza, una prima "norma": "la tendenza - nel Quattrocento ad attingere alle opere d'arte dell'antichità ogni volta che si vo-

PRESENTAZIONE

IX

lesse calare in un'immagine la vitalità di un movimento esterno" .3 Con tono alquanto più generico, nel saggio sui Cost umi teatrali per gli Intermezzi del 1589 ( 1 89 5 ) , si parla della "ninfa" come di "uno speciale tipo della giovane donna del tempo classico", "il tipo femminile più generale della storia e della mitologia an­ tica". Perciò "il Savonarola alzò la sua voce minacciosa contro la Nympha, come incarnazione della vita pagana".4 Ma quella descrizione non è più che un punto di partenza : l'intenzione era senza dubbio di rivelare a poco a poco, nel corso della corrispondenza, la natura e la storia della "ninfa" ; la parte dello scopritore (o dell'iniziatore) doveva toccare a Warburg. Egli stesso si presenta al principio come disorientato e sconcer­ tato di fronte all'apparizione della "ninfa", la cui essenza pare inafferrabile: La più bella farfalla che credevo di aver catturato per la mia collezione rompe il Yetro, e se ne vola beffarda nel cielo blu. Ora debbo riacchiap­ parla, ma alla sua andatura non sono preparato. O forse piuttosto, io potrei anche esserlo: ma è la mia formazione intellettuale che non lo permette. Anch'io sono nato a Platonia, e mi piacerebbe stare con te (Jolles) sulla cima di un monte, a guardare le Idee che volano in cer­ chio; e quando arriva la nostra danzante signora, volteggiare con lei in un vortice gioioso. Ma questi slanci non solo per me! A me è dato soltanto guardare all'indietro, c godere osservando nei bruchi lo svi­ luppo della farfalla (p. 110) .

Sconcertato, ma ben conscio della sua parte : il gioco è di "ri­ velare" all'amico innamorato da quale bruco è sorta, e quando e come, quella farfalla. Il finto epistolario doveva dunque essere una sorta di romanzo pedagogico, che da Platania derivava al­ meno l'ansia e la forza maieutica del dialogo. Possiamo solo im­ maginare la fine : Jolles che riesce - come già Warburg - a "guardare all'indietro", piuttosto che verso il sublime circolo vizioso delle Idee e, senza perdere l'emozione del primo incontro, arricchisce l'immagine interiore della "ninfa" con la sua storia ' A. \Varburg, Sandro Botticellis 'Geburt der Venus' und 'Frubling' (Am­ burgo e Lipsia 1893) p. 17. Il passo corrispondente (ma con diversa tradu­

zione) in La rinascita cit., p. 22. ' La rinascita ci t., pp. 94 sg.

x

PRESENTAZIONE

precedente (il "bruco" ) . Più difficile è dire se, una volta gua­ dagnata questa nuova percezione "storica" della "ninfa", J olles sarebbe guarito, o no, dalla passione amorosa; se il progresso della conoscenza dovesse segnare per lui anche una sorta di catarsi.5 La forma appassionata e immaginosa della lettera iniziale di J olles non riesce a nascondere l'impalcatura su cui è costruita, e che si fonda sul contrasto fra descrizione oggettiva e percezione individuale. Questo contrasto può essere evidenziato attraverso due coppie di opposizioni:

{

ancella

( -)

corre sul suolo

{

ninfa classica vola nell'etere

L'innamorato "vede" l'ancella farsi ninfa, staccarsi dal suolo, volare. Ma questa sua "visione" non è solo fatta di Idee, contiene l'intuizione di precise verità: l'ancella del Ghirlandaio è una ninfa classica (e Warburg ne indicherà la fonte in un rilievo antico) ; questo suo volteggiare staccandosi dalla parete su cui è dipinta, dal suolo su cui cammina, è vitalità di movimento, e quasi vita, per contrasto con le altre figure del riquadro. E poiché questo vitale movimento è, a sua volta, proprio del modello classico (dei suoi panni svolazzanti) , le due opposizioni si riducono a una, l'ancella che cammina sul pavimento vs la ninfa che vol­ teggia - perché classica - nell'etere. Anche la metafora della far­ falla è basata su quest'immagine: ma il Warburg delle lettere a Jolles non s'accontenta di godersi i suoi voli. Vuol catturarla, chiuderla nella sua collezione, e ad ogni fuga catturarla ancora. Con sguardo di entomologo, strapparle i suoi segreti, vedere in essa il bruco da cui è nata. Non: riportarla da ninfa ad ancella. Ma: da Platonia alla terra. Tu (Jollcs) ti senti spinto a seguirla, come fosse un'alata Idea, attraverso tutte le sfere, preso come sei da platonica ebbrezza amorosa. Io no: anzi, lei stessa mi costringe a dirigere il mio sguardo filologico sul suolo 5 La metafora della farfalla è ripetuta in un altro saggio, quello del 1905 sulle Imprese trmorose: vedi La rinascita cit., p. 189.

PRESENTAZIONE

Xl

donde sorge, c a chiedere ammirato: "Ma davvero questa pianta così strana e delicata ha le sue radici nel sobrio suolo di Firenze? F. stato un astuto giardiniere (segretamente incline alla più alta cultura del Rina­ scimento) che l'ha introdotta di soppiatto, come un fiore alla moda, nel giardino del riluttante signor Tornabuoni? (. .. ) O invece il mercante c il giardiniere erano d'accordo, posseduti entrambi dalla stessa elementare voglia di vivere, a conquistare per il loro fiore rigoglioso un posto nel suolo buio della chiesa, contro la rigida severità dei fanatici domeni­ cani?" (p. 113).

E dunque evidente che Warburg caratterizza sé stesso (il suo sguardo) soprattutto come filologo: e viene in mente la sua defi­ nizione di Ludwig Traube, filologo e paleografo, come "il Gran Maestro del nostro Ordine" .6 Al contrario, Jolles (almeno come "personaggio" di questo epistolario) incarna il tipo dell'amatore d'arte, in cerca di languidi piaceri estetici:

Ma abbandona per un momento il punto di vista del puro godimento artistico ! Le enormi mura del coro di Santa Maria Novella non sono, no!, una rovina romantica per languidi conoscitori, con nascondigli negli angoli bui. Dobbiamo prima di tutto mettere da parte tutto ciò che esse rappresentano per gli uomini e gli artisti moderni (p. 112) . Ma oserò piuttosto invitarti alle gioie un po' capricciose dell'antiquario contemplativo: quanto a me, se ho potuto provare la natura non arti­ stica dell'influsso dell'ambiente sullo stile del Ghirlandaio, è stato solo grazie a questa mia abitudine a un'erudizione sedentaria (p. 121). Forse ha ragione Ernst Gombrich di dire che, come progetto letterario, la corrispondenza sulla "ninfa" era "condannata al fal­ limento".7 Ma ciò renderebbe ancor più evidente quanto quel progetto fosse ambizioso. In esso si trova già in nuce l'idea di Pathosformeln, che verrà prendendo forma negli anni immedia­ tamente successivi: "formule del pathos", pescate dall'antico, che valgono come topoi figurativi; e perciò da un solo bruco possono nascere molte farfalle. Inoltre, il passo dov'è introdotta l'imma­ gine della farfalla permette di cogliere un "gesto" (che è anche abitudine mentale) di Warburg: afferrare "al volo" un'immagine, ' G. Bing, Introduzione a La rinascita cit., p. xxv. 7 Gombrich, op.cit., p. 107: "As a literary pian it was doomed to failure"; vedi anche p. 12 8 .

XII

PRESENTAZIONE

e fissarla con uno spillo nella sua collezione. È il gesto che egli ripeterà mille volte lavorando al suo ultimo progetto, il più grande, rimasto drammaticamente incompiuto: Mnemosyne, un atlante d'immagini (la sua preparazione fu annunciata nel 1 9 2 7 , m a s i basava evidentemente su materiale raccolto da tempo) tratte da contesti diversi ma unite dalla comune matrice antica e dall'uso ricorrente (topico). Warburg preparava le diverse ta­ vole fissando (con gli spilli) fotografie e disegni su dei grandi pannelli; uno di essi era dedicato alla "ninfa" .8 I due temi prin­ cipali dovevano essere "le vicissitudini degli dei dell'Olimpo nella tradizione astrologica e il ruolo delle antiche Pathos formeln nel­ l'arte e nella civiltà postmedievali" .9

Mnemosyne fu interrotto dalla morte